Prof. Massimo Lazzari IMPIANTI E STRUTTURE Corso di Laurea Specialistica PAAS 1 IL CONTROLLO DELLA TEMPERATURA 2 Il movimento è il modo di esistere della materia. L’energia è materia (E = m *c2). L’energia è movimento (L = F * s) Mai in nessun luogo c'è stata e può esserci materia senza movimento. Movimento nello spazio cosmico, movimento meccanico di masse più piccole nei singoli corpi celesti, vibrazione molecolare come calore o come corrente elettrica o magnetica, scomposizione e combinazione chimica, vita organica: sono queste le forme di movimento, nell'una o nell'altra o contemporaneamente in parecchie delle quali si trova, in ogni dato istante, ogni singolo atomo di materia cosmica. In realtà non esiste distinzione tra materia e movimento: sono la stessa cosa. 3 calore Energia in transito Energia = Lavoro = F * s Fenomeno per cui le molecole vibrano e trasmettono le loro vibrazioni urtandosi l’una con l’altra o attraverso l’emissione di radiazioni. 4 Calore Primo principio della termodinamica: il calore si trasferisce da un corpo a temperaura più elevata a un corpo a temperatura inferiore. La temperatura ci indica il livello di calore di un corpo e quindi ci permette di prevedere la direzione del trasferimento di energia. La termodinamica tuttavia non ci dice nulla riguardo al tempo. Ci dice che l’energia si sposta da un corpo all’altro ma non in quanto tempo Potenza = Energia/ tempo = Flusso di energia nell’unità di tempo = W 5 La temperatura negli allevamenti • È il parametro sul quale si è maggiormente accentrata l'attenzione dei ricercatori e ciò sia per una sua indubbia notevole influenza sulla produzione, sia perché è certamente il parametro più semplice da controllare nel ricovero. • I livelli di temperatura ottimali sono correlati all'età, alla razza ed al livello alimentare. 6 • Come noto gli animali allevati, di interesse zootecnico, sono omeotermi; tendono cioè a mantenere costante la temperatura del corpo, grazie ad un complesso sistema di termoregolazione. • Tale sistema è efficace entro un certo campo di variazione della temperatura esterna al di fuori del quale l'animale non è più in grado di mantenere il suo stato di omotermia, con situazioni allora di ipo o ipertermia, sino alla morte da freddo o da caldo. 7 • Il campo di temperature all'interno del quale la produzione di calore è minima, ed è quindi massima l'energia dell'alimento che resta disponibile per la produzione, si indica come zona di termoneutralità, di confort o di benessere. • Tale zona di massima produttività, è delimitata dalle temperature critiche inferiore e superiore al di là delle quali l'organismo deve spendere energia aggiuntiva per mantenere l'omeotermia. 8 9 Temperatura critica 10 ZONA DI TERMONEUTRALITA’ Nella zona C-F la produzione di calore è indipendente dalle condizioni microclimatiche e varia principalmente in relazione al livello nutritivo ed al peso dell’animale, mentre l’utilizzazione dell’energia a fini produttivi raggiunge i più alti valori: in tale intervallo la temperatura ambientale influisce solo sulla tipologia di calore disperso, poiché al suo variare l’eventuale minor dispersione di calore sensibile è compensata dall’aumento della quota di calore latente e 11 viceversa. TEMPERATURE CRITICHE INFERIORE E SUPERIORE’ - la temperatura critica inferiore è definita come la temperatura ambientale al di sotto della quale l’animale è costretto ad aumentare la produzione di calore per mantenere l’omeoternia (in pratica è la temperatura più bassa alla quale corrisponde la minima produzione di calore); - la temperatura critica superiore è la temperatura ambientale al di sopra della quale gli animali aumentano la produzione di calore come conseguenza del lavoro muscolare richiesto per l’incremento della frequenza respiratoria e di quella 12 cardiaca. Bilancio termico mantenimento+ produzione>- sensibile+ latente l s H2O Conduzione Convezione Irraggiamento m+ p 1 g/h di H2O=0,68 Wh di energia 13 p l s p s l 14 24 23,5 23 22,5 22 21,5 21 20,5 20 2001 dic nov ott set ago lug giu mag apr mar feb 2002 gen produzione di latte (kg/giorno) produzione media mensile di latte mesi 15 16 • Vari fattori quali il livello alimentare, la qualità della dieta, l'età degli animali, le dimensioni corporee, la numerosità del box, il tipo di pavimentazione ed il tipo di ventilazione influenzano i valori delle temperature critiche, per cui, la determinazione delle condizioni ambientali operative ottimali, deve discendere da un esame complessivo del management. 17 18 19 EFFETTI SULLA PRODUTTIVITA’ – Es. BOVINE 20 NON DIPENDE SOLO DALLA TEMPERATURA 21 NON DIPENDE SOLO DALLA TEMPERATURA 22 NON DIPENDE SOLO DALLA TEMPERATURA 23 NON DIPENDE SOLO DALLA TEMPERATURA 24 VALE ANCHE PER I SUINI 25 Conservare il calore durante la stagione fredda Disperdere il calore durante la stagione calda Sempre e comunque controllare il trasferimento del calore Condizionamento ambientale 26 Apporto termico degli animali in un edificio produttivo mantenimento+ produzione-> sensibile+ latente l s H2O Conduzione Convezione Irraggiamento m+ p 1 g/h di H2O= 0,68 Wh di energia 27 Bilancio termico di un edificio produttivo qr qa qsu qe qv T qr :radiazione solare qe :attraverso le pareti qsu :riscaldamento qa :emesso dagli animali qv :ventilazione 28 29 tab. 6.15 30 31 PRODUZIONE DI CALORE METABOLICO E PRODUZIONE DI LATTE CON PIU’ DIVENTANO PRODUTTIVE CON PIU’ SONO SOGGETTE A STRESS DA CALDO 32 PRODUZIONE DI CALORE METABOLICO E PRODUZIONE DI LATTE 33 La temperatura ambientale e la temperatura radiante hanno influenza sulla produzione di calore sensibile degli animali 34 35 36 37 38 Come si trasmette il calore sensibile: Conduzione Convezione Irraggiamento 39 40 λ è la conducibilità termica e ci indica il flusso di calore (Watt) che passa attraverso uno spessore di materiale di 1 m per ogni °C di differenza di temperatura tra le due facce dello stesso. 41 materiale Rame Acciaio Vetro Gesso Cemento Mattoni pieni Mattoni forati Legno Calcestruzzo autoclavato Lana di vetro λ [W/m °C] Massa volumica [kg/m3] 320 52 1 0,35 1,4 0,63 0,38 0,14 0,12 8900 7800 2400 1200 2000 1800 1400 600 500 0,035 100 42 Conduttanza (C) e resistenza termica (R) C = λ /s [W/m2 ·°C], con s = spessore materiale in [m] R = 1/ C = s / λ [m2 ·°C/W] 43 44 45 46 Esercizio n.1 Quale è il flusso di calore che passa per conduzione da uno spessore di 20 cm di cemento armato sapendo che la conducibilità è di 0,93 [W/m · °C]. Quale è la resistenza termica della parete? C = λ /s = 0,93/0,2 = 4,65[W/m2 ·°C], R = s / λ = 0,2 / 0,93 = 0,21[m2 ·°C /W] 47 Conduzione di calore Flusso di calore che attraversa una generica superficie S quando si ha una temperatura interna pari a t1 e una temperatura esterna pari a t2 Q = C · S · (t2 – t1) [W], 48 Esercizio n.2 Quale è il flusso di calore che attraversa una superficie di 400 m2 del materiale di cui all’esercizio 1 quando la temperatura interna è di 18 °C e quella esterna di – 2 °C. Quale la quantità di calore Qdie dispersa in una giornata? Q = 4,65 · 400 · 20 = 37200[W], Qdie = 37200 ·24 /1000 = 892,8 [kWh] 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 PRESENZA CONTEMPORANEA DI DIVERSE MODALITÀ DI SCAMBIO TERMICO Al momento in cui siamo in presenza di diverse modalità di scambio termico (convezione + irraggiamento + conduzione) si introduce il concetto di coefficiente di trasmittanza U (o coefficiente globale di scambio). 62 Resistenza complessiva di una parete R = 1/αi + s / λ + 1/ αe [m2 ·°C /W] • 1/αi resistenza liminare interna parete • 1/ αe resistenza liminare esterna parete 1/αi + 1/ αe = 1/20 + 1/15 = 0,15 [m2 ·°C /W] R = 0,15 + (s / λ) [m2 ·°C /W] 63 Trasmittanza di una parete U = 1/R [W /m2 ·°C] Fondamentalmente si usa solo questo valore!!!!! 64 Esercizio n.3 Quale è la resistenza termica di una parete di 20 cm di cemento armato sapendo che λ = 0,93 [W/m · °C]? Quale è la sua trasmittanza? R = 0,15 + s / λ = 0,15 + 0,2 / 0,93 = = 0,36 [m2 ·°C /W] U = 1/R = 2,70 [W/m2 ·°C] 65 Pareti multistrato R = 0,15 + (s1 / λ1 + s2 / λ2 +….+ sn / λn) [m2 ·°C /W] U = 1/R 66 Intercapedini d’aria da 3 a 20 cm R = 0,18 [m2 ·°C /W] 67 Esercizio 4 si calcoli la trasmittanza di una parete composta da: Spessore [m] λ Mattoni pieni 0,12 0,5 Mattoni forati 0,08 0,35 Intonaci interni ed esterni 0,02 0,8 Intercapedine 0,05 --- strato 68 Calcolo R R = 0,16 + 0,18 + (0,12/0,5 +0,08/0,35 + 0,02/0,8) = 0,86 [m2 ·°C /W] Calcolo K U = 1/ 0,86 = 1,16 [W /m2 ·°C] 69 Esercizio 4 Quale sarà la trasmittanza U della parete precedente inserendo nell’intercapedine un pannello isolante con spesso 3 cm e λ = 0,02 W /m2 ·°C R = 0,86 + 0,03/0,02 = 2,36 [m2 ·°C /W] U = 1/ 2,36 = 0,42 [W /m2 ·°C] 70 Esercizio 5 Quale sarà quantità di calore giornalmente disperso dalla parete precedente ipotizzando una Ti = 18 °C una Te = -2 °C e una superficie complessiva di 200 m2 Q = K · S · (ti – te) = 1680 [W] Qdie = K · S · 24 · (ti – te)/1000 = 40,32 [kWh] 71 Calore disperso dal pavimento 72 La trasmissione del calore attraverso il pavimento avviene prevalentemente sul perimetro esposto. Per calcolare il valore di U del pavimento si può usare una relazione empirica, valida per pavimenti con superficie maggiore di 25 m2: Up = 0.05 + 1.65 * (S/P)-1- 0.6 * (S/P)-2 Dove: S è la superficie del pavimento; P è la somma della lunghezza dei lati esposti. Se è presente uno strato isolante: Ut 1 1 si U p i 73 Valore di U per pavimenti solidi in contatto con il terreno e con quattro lati esposti 74 Esercizio 6 Quale è la trasmittanza di un pavimento con 100 m di lunghezza e 16 m di larghezza. S = 100 ·16 = 1600 [m] P = (100+ 16) · 2 = 232 [m] S/P = 1600/16 = 6,9 [-] Up = 0,05 + 1,65 · (6,9)-1 - 0.6 · (6,9)-2 = 0,28 [W /m2 ·°C] 75 76 Esercizio 7 Parete R = 0,15+ 0,3/0,93 + 0,04/0,87 + 0,03/0,7 = 0,56 U= 1/R = 1/0,56 = 1,78 77 Esercizio 7 k S S i km i i i i 78 Ricerca della temperatura di equilibrio 79 BARRIERA al VAPORE Un’altro fattore in grado di influenzare le proprietà coibenti degli isolanti è rappresentato dall'umidità poiché il vapore acqueo, che tende a trasmigrare spontaneamente dall’interno all’esterno del ricovero per effetto della differenza di pressione e della porosità dei materiali, incontrando temperature via via più basse all’interno della massa, può giungere al punto di saturazione e condensare. Ciò accade più facilmente negli strati isolanti, dove il salto termico è elevato, determinandone un forte aumento di conducibilità poiché, qualora nei pori venga a condensarsi del vapore, la resistenza termica del materiale precipita a valori bassissimi. Per prevenire questo tipo di danno è necessario proteggere il materiale coibente con una “barriera al vapore”, cioè uno strato impermeabile al vapore (materiali plastici o bituminosi, anche semplici fogli di polietilene) che, posto sulla faccia dello strato coibente rivolta verso l’interno dell’edificio, sia in grado di assicurare il mantenimento, nel tempo, delle caratteristiche di isolamento dei materiali. Tale intervento è indispensabile, ad esempio, nella copertura, in prossimità della quale si ha normalmente la stratificazione dell’aria più calda, e 80 quindi anche più umida. BARRIERA al VAPORE 81 BARRIERA al VAPORE 82 capacità termica o inerzia termica • strettamente correlato con l'isolamento, è il potere che ha la parete di immagazzinare calore, ad una certa temperatura, e di cederlo a temperatura più bassa. • Tale caratteristica dipende soprattutto dal “peso” della costruzione; in presenza di pareti e di coperture pesanti è più facile mantenere condizioni ambientali costanti, anche con situazioni esterne notevolmente variabili, sia nei periodi invernali che estivi. 83 CONTRIBUTO DELLE PARETI PESANTI 84 Oltre alla temperatura dell'aria ambiente ha influenza pure il grado della temperatura raggiante (=media delle temperature delle superfici interne dell'edificio). Quando la temperatura raggiante media è pressoché eguale a quella dell'aria, circa il 40-50% del calore sia ceduto sotto forma di radiazioni elettromagnetiche; è quindi molto importante che i valori di queste due temperature siano il più vicini possibile; ciò si ottiene realizzando ricoveri “pesanti” e ben coibentati. 85 sfasamento attenuazione 86 • Fig. 6.13 87 Ponti termici 88 89 Si considera non solo l’area del ponte termico ma si estende la sua influenza al doppio della sua distanza dalla parete: L=La + 2 D La D 90