Valchiavenna Domenica 30 ottobre una Fraciscio colorata e abbellita come non mai, ha festeggiato in preghiere e fraternità la canonizzazione del “suo” San Luigi In festa alla casa del Santo Guanella C’ era tutta la comunità di Fraciscio alla festa di San Luigi Guanella. Domenica mattina, a sette giorni dalla canonizzazione di Roma, il paese natale del santo ha accolto le celebrazioni promosse nella parrocchia guidata da don Eugenio Bulanti insieme ai confratelli Guanelliani. Da diverse settimane, i compaesani hanno preparato le case e le strade del paese con diversi addobbi: le bandiere del santo, i pini e le lanterne, affiancati dai nastri gialli e bianchi. E se otto giorni fa il paese era vuoto a causa della trasferta a Roma di centocinquanta persone, tutti si sono ritrovati per una seconda domenica consecutiva di festa. Dopo la sfilata della banda, alle 10 i fedeli si sono riuniti in chiesa per la celebrazione della santa messa solenne. Nel corso della celebrazione, in più momenti è stato ricordato il legame che ha sempre unito san Guanella e il territorio comunale di Campodolcino, a cominciare da La statua ■ In pietra ollare U Fraciscio e Gualdera. Sono stati citati i luoghi dell’infanzia, quelli in cui il santo ha trovato la strada da seguire, ma anche le località dove tornava sempre volentieri nei periodi di riposo. Al termine della funzione i presenti hanno lasciato la parrocchiale di San Rocco e hanno preso parte alla processione che li ha portati fino alla casa natale del santo. Hanno pregato e hanno visitato l’abitazione. Nella casa - umile, ma dignitosa - sono ancora ben visibili gli ambienti frequentati dal sacerdote e i segni del passaggio di don Luigi Guanella. Il prete dipinse una Madonna sulla facciata e il cielo e le stelle sul soffitto della sua camera, ora utilizzata come cappelletta. Numerosi visitatori, nei giorni scorsi, hanno raggiunto Fraciscio da diversi continenti per conoscere il paese del santo. Ad accoglierli, oltre ai parrocchiani, c’erano le bandiere degli Stati dove è attiva l’Opera dei Guanelliani. Tutto lascia pensare che il numero di pellegrini aumenterà con il trascorrere delle settimane. La festa è proseguita con il concerto del C la rassegna “vocincoro” sabato, 5 novembre 2011 27 alorosa accoglienza, nel salone del CineVictoria sabato 29 ottobre, da parte del numeroso pubblico per i due Cori invitati alla VII Rassegna Corale “Vocincoro” ideata e promossa dal Coro Nivalis che anche questa volta ha fatto egregiamente gli onori di casa introducendo l’esibizione canora. Erano ospiti il Gruppo Corale Vox Nova di Lugano e il Coro C.A.I. Sondrio. Due gruppi corali molto esperti e raffinati. Più conosciuto il secondo per i tradizionali legami che Corpo musicale “monsignor Nava” di Lurago d’Erba, che ha partecipato a tutta la giornata dedicata al santo di Fraciscio. Erano presenti anche i rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal presidente della Comunità montana della Valchiavenna, Severino De Stefani. In piazza San Pietro, per la canonizzazione, i parrocchiani avevano esposto un grande striscione con la scritta “Fraciscio è con il suo santo”. Ma per il paese natale di don Guanella quella scorsa è stata una settimana densa di festeggiamenti. Nei giorni scorsi è salito a Fraciscio anche William Glisson, il giovane americano miracolato da San Luigi Guanella. Ha visitato la casa natale e la chiesa parrocchiale. E stata celebrata una messa in lingua inglese, poi per Glisson è arrivato il momento delle fotografie con gli abitanti di Fraciscio. Numerosi altri pellegrini provenienti dai Paesi dove è presente l’Opera fondata: da don Guanella hanno raggiunto il paese della Valle Spluga. Tutti i visitatori hanno voluto conoscere i luoghi dove il santo ha trascorso la propria infanzia e tornava periodicamente nei periodi di riposo. S.B. uniscono Valtellina e Valchiavenna e per il rapporto di reciproca stima e apprezzamento che ha legato per diversi anni Flavio Bossi, primo direttore del Nivalis, e Siro Mauro direttore del Coro CAI per oltre un trentennio. Più innovativo invece il Coro di Lugano, sia perché composto da voci miste (uomini e donne) - una rarità in questo tipo di musica corale popolare - sia perché, grazie anche alla presenza delle voci femminili, riesce a cimentarsi in brani musicali più complessi ed elaborati. La “Pace” di Chiavenna in trasferta a Milano Il capolavoro di arte orafa del “Museo del Tesoro”, dal 4 novembre all’8 dicembre sarà esposta a Palazzo Reale a Milano D avanti all’autorevole richiesta della Segreteria del Cardinale Arcivescovo di Milano, il “Museo del Tesoro” di Chiavenna ha concesso in prestito, in via eccezionale na grande statua che rappresenta don Guanella, scolpita nel materiale più tradizionale della Valchiavenna, quella pietra ollare che si estraeva fin dai secoli remoti nelle cave di Piuro. L’occasione della canonizzazione ha determinato l’idea, nata in ambito circolo collezionistico C4 col presidente Mario Pighetti, di realizzare una statua a testimonianza della propria terra nei confronti del Santo. Il progetto si è realizzato grazie al fondamentale contributo della Comunità Montana e di una serie di ditte e persone che hanno offerto i fondi necessari. Un libretto edito in questi giorni a cura di Comunità Montana, Comuni di Chiavenna e Piuro e appunto del C4 illustra l’iter della realizzazione della statua dallo scavo del blocco di pietra ollare a Scilano di Prosto fino alla suo completamento da parte dello scultore Nicolas Viry, francese residente a Chiavenna. L’artista ha portato a termine l’opera dopo il lavoro di realizzazione del modello in creta, di un calco in gesso e della scultura vera e propria nella pietra grigio-azzurra . La statua, dopo essere stata posizionata nell’atrio del municipio di Chiavenna per una prima presentazione, sarà definitivamente collocata davanti alla chiesa di Borgonuovo di Piuro domenica 6 novembre alle ore 11. Il luogo non è casuale, è proprio a metà strada tra la chiesa di S. Maria di Prosto, dove don Guanella celebrò la prima Messa nel 1866 e Savogno, piccola sede in cui don Guanella operò dal 1867 al 1875. Nelle loro esibizioni entrambi i cori hanno inserito composizioni tratte da tradizioni musicali di varie regioni italiane e anche da paesi stranieri, a dimostrazione che questo campo musicale cerca opportunamente di aggiornarsi e di rinnovarsi, affrontando impegni non indifferenti sul piano linguistico e musicale, per ovviare a una ripetitiva “monotonia” nella quale questo settore musicale rischia di cadere. Non a caso le migliori esecuzioni sono state - a nostro avviso - per il - con l’autorizzazione del Ministero per i Beni e le attività culturali, - alla diocesi di Milano il suo più prestigioso capolavoro di arte orafa, la famosa “PACE”, da esporre in visione al pubblico in occasione della Mostra “La bellezza della Parola, il Nuovo Evangeliario e capolavori antichi” che ha luogo a Milano presso Palazzo Reale dal 4 novembre all’8 dicembre. La Mostra, proposta in omaggio al cardinale uscente D. Tettamanzi e al cardinale entrante in diocesi, A. Scola, presenta un nuovo Evangeliario, che si innesta su una antica tradizione che ha saputo rivestire di arte e di preziosità la Parola del Signore lasciandoci preziosi capolavori come testimonia la “Pace” e altri insigni manufatti del genere. Pertanto, dal primo novembre fino a metà dicembre, il prestigioso capolavoro chiavennasco non è esposto al Museo del Tesoro a Chiavenna, ma, temporaneamente, a Palazzo Reale a Milano. E’ la prima volta, da quando è stato allestito l’attuale Museo del Coro di Lugano - diretto da Marcello Serafini - il canto finlandese “Kaikki Maat” di M. Makaroff, e per il Coro di Sondrio - diretto da Michele Franzina - “Polesine” e “Non Potho Reposare”, canto veneto e sardo. Dopo aver gustato la bellezza dei canti proposti si può tranquillamente concordare con l’espressione che è stata ricordata in conclusione della Rassegna: “Il canto corale è patrimonio culturale dell’umanità” e “la cultura non è un costo, ma una risorsa”. Tesoro, che la “PACE” viene concessa in prestito per una esposizione. Sono state diverse e importanti (anche dall’estero) finora le richieste in tal senso. A tutte si è detto di no, anche perché di trattava sempre di richieste di prestiti per alcuni mesi. Acconsentire voleva dire privare per troppo tempo il Museo del Tesoro della sua attrattiva principale, con conseguente rammarico dei visitatori. Questa volta si tratta di un periodo di tempo ridotto (un mese e mezzo) e di una concessione straordinaria per deferenza verso l’Arcivescovo Metropolita della Lombardia. Il sacrificio richiesto al Museo del Tesoro, tuttavia, potrà essere ampiamente compensato dalla maggiore visibilità del prezioso capolavoro che, in questa occasione, molte persone potranno più facilmente vedere e ammirare, ricordando implicitamente anche il luogo dove normalmente è esposto a Chiavenna e dove tornerà a splendere dopo questa breve parentesi.