INCONTRO
Febbraio 2016
a cura della parrocchia S. Martino V. - Biassono
ACCOMPAGNATI E CUSTODITI
DALLA MISERICORDIA
È una Quaresima particolare
quella che stiamo iniziando,
è la Quaresima dell’anno
del
"Giubileo
della
Misericordia": vorremmo
che questo “tempo di grazia”
diventasse per tutti una grande
esperienza di misericordia.
Una "Misericordia ricevuta"
nel perdono sacramentale
attraverso il sacramento della Penitenza a cui prepararci
quest’anno meditando le opere di misericordia corporali e
spirituali che Papa Francesco ci ha richiamato nella bolla di
indizione del Giubileo.
Ma questa Quaresima dovrà diventare anche un esperienza
di "Misericordia donata" al fratello attraverso il perdono.
Voglio dire: non basterà che sia felice io di sentirmi
abbracciato dalla misericordia del Padre ma altri vorrò che
siano felici perché riceveranno l’abbraccio del mio perdono.
Come dice la parola stessa "Giubileo", vorremmo che
tanti potessero gioire per il perdono ricevuto e per il perdono
donato. Vorremmo che nella Chiesa, nelle nostre comunità
parrocchiali, nei gruppi e soprattutto nelle nostre famiglie, si
facesse esperienza della "festa del perdono".
La parola "perdono" è "stupenda" e "difficile" insieme.
“Stupenda” perché comprendiamo che il perdono ci fa
“volare alto” perché ci avvicina a Dio che è perdono e
misericordia: Parola stupenda perché ci fa nuovi nel cuore;
il perdono, come diciamo nel salmo 50 crea in noi un cuore
puro; il perdono ci riporta alle origini, ci riporta al Battesimo
dove siamo nati a vita nuova dell’acqua e dello Spirito
Santo: nel Battesimo siamo stati immersi nell’acqua, nella
penitenza siamo immersi nella Misericordia che ci fa nuovi
ogni volta.
Ma, "perdono" è anche una parola "difficile" perché ci
impegna non solo a domandare perdono alle persone che
abbiamo offeso ma anche a dare il perdono alle persone che
ci hanno offeso e questo non è facile; ci è chiesto di mettere
da parte il nostro orgoglio e vestire i panni dell’umiltà:
l’umiltà di cuore che tanto piace al Signore. Certamente
in quest’anno giubilare passeremo qualche "Porta Santa",
magari andremo pellegrini a Roma o in Duomo a Milano per
acquistare l’indulgenza ma altre “porte sante” dovremmo
passare perché questa Misericordia sia piena.
La “porta di casa” dovremmo , innanzitutto, passare per
darci in famiglia "l’abbraccio del perdono"; magari proprio
tra i coniugi che ritornano ad abbracciarsi anche dopo il
tradimento.
Un'altra "porta santa" bisognerà passare, quella di qualche
fratello o sorella con cui non parliamo più per un vecchio
odio a motivo di un’eredità che riteniamo ingiusta.
Un’altra "porta santa" da attraversare sarà per qualcuno
quella del posto di lavoro o di studio dove invidie e gelosie
ci mettono spesso gli uni contro gli altri: anche quei
luoghi hanno bisogno di essere rinnovati dalla misericordia.
Pensando anche alle nostre parrocchie dove non sempre
ci si vuol bene, ci si stima, mi viene da dire che un’altra
“porta santa” dobbiamo attraversare: quella della comunità
cristiana.
Anche qui c’è bisogno di perdono per essere comunità
cristiane dove, prima di ogni altra cosa, si vive o meglio, si
cerca di vivere il comandamento dell’amore: è l’amore che
attrae; il perdono è sicuramente la forma più alta dell’amore.
È stato così per la chiesa dell’inizio come leggiamo negli Atti
degli Apostoli e dovrà essere così per la chiesa anche di oggi
se non vogliamo che sia ridotta all’insignificanza.
Dunque "Perdonati… perdoniamo", è l’impegno che ci
prendiamo davanti al Signore in questo inizio di Quaresima.
È un impegno, credo, umanamente impossibile ma lo
diventerà con la grazia di Dio per la quale "nulla è
impossibile".
Don Giuseppe
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INCONTRO
MESSAGGIO DEL PAPA PER LA QUARESIMA
"Misericordia io voglio e non sacrifici" (Mt 9,13).
Le opere di misericordia nel cammino giubilare
1. Maria, icona di una Chiesa che evangelizza perché evangelizzata
Nella Bolla d’indizione del Giubileo ho rivolto l’invito affinché «la
Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente
come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia
di Dio» (Misericordiae Vultus, 17). (…) Per aver accolto la Buona
Notizia a lei rivolta dall’arcangelo Gabriele, Maria, nel Magnificat,
canta profeticamente la misericordia con cui Dio l’ha prescelta.
La Vergine di Nazaret, promessa sposa di Giuseppe, diventa così
l’icona perfetta della Chiesa che evangelizza perché è stata ed è
continuamente evangelizzata per opera dello Spirito Santo, che
ha fecondato il suo grembo verginale. Nella tradizione profetica,
la misericordia ha infatti strettamente a che fare, già a livello
etimologico, proprio con le viscere materne (rahamim) e anche
con una bontà generosa, fedele e compassionevole (hesed), che si
esercita all’interno delle relazioni coniugali e parentali.
2. L’alleanza di Dio con gli uomini: una storia di misericordia
Il mistero della misericordia divina si svela nel corso della storia
dell’alleanza tra Dio e il suo popolo Israele. Dio, infatti, si mostra
sempre ricco di misericordia, pronto in ogni circostanza a riversare
sul suo popolo una tenerezza e una compassione viscerali,
soprattutto nei momenti più drammatici quando l’infedeltà
spezza il legame del Patto(…). Siamo qui di fronte ad un vero e
proprio dramma d’amore, nel quale Dio gioca il ruolo di padre
e di marito tradito, mentre Israele gioca quello di figlio/figlia e
di sposa infedeli. (…) Questo dramma d’amore raggiunge il suo
vertice nel Figlio fatto uomo. In Lui Dio riversa la sua misericordia
senza limiti fino al punto da farne la «Misericordia incarnata»
(Misericordiae Vultus, 8). In quanto uomo, Gesù di Nazaret è
infatti figlio di Israele a tutti gli effetti. E lo è al punto da incarnare
quel perfetto ascolto di Dio richiesto ad ogni ebreo dallo Shemà,
ancora oggi cuore dell’alleanza di Dio con Israele: «Ascolta, Israele:
il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore,
tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze»
(Dt 6,4-5). Il Figlio di Dio è lo Sposo che fa di tutto per guadagnare
l’amore della sua Sposa (…) Questo è il cuore pulsante del kerygma
apostolico, nel quale la misericordia divina ha un posto centrale
e fondamentale. Esso è «la bellezza dell’amore salvifico di Dio
manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii
gaudium, 36), quel primo annuncio che «si deve sempre tornare ad
ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare
durante la catechesi» (ibid., 164). La Misericordia allora «esprime il
comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore
possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere» (Misericordiae
Vultus, 21), ristabilendo proprio così la relazione con Lui. (…) 3.
Le opere di misericordia La misericordia di Dio trasforma il cuore
dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a
sua volta capace di misericordia. È un miracolo sempre nuovo che
la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di
noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la
tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale
e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti
concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel
corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo,
confortarlo, educarlo. Perciò ho auspicato «che il popolo cristiano
rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporali e
spirituali. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso
assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre
più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della
misericordia divina» (ibid., 15). Nel povero, infatti, la carne di
Cristo «diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato,
flagellato, denutrito, in fuga... per essere da noi riconosciuto,
toccato e assistito con cura» (ibid.). Inaudito e scandaloso mistero
del prolungarsi nella storia della sofferenza dell’Agnello Innocente
(…); ancor più quando il povero è il fratello o la sorella in Cristo che
soffrono a causa della loro fede. Davanti a questo amore forte come
la morte (cfr Ct 8,6), il povero più misero si rivela essere colui che
non accetta di riconoscersi tale. Crede di essere ricco, ma è in realtà
il più povero tra i poveri. Egli è tale perché schiavo del peccato, che
lo spinge ad utilizzare ricchezza e potere non per servire Dio e gli
altri, ma per soffocare in sé la profonda consapevolezza di essere
anch’egli null’altro che un povero mendicante. E tanto maggiore
è il potere e la ricchezza a sua disposizione, tanto maggiore può
diventare quest’accecamento menzognero. Esso arriva al punto
da neppure voler vedere il povero Lazzaro che mendica alla
porta della sua casa (cfr Lc 16,20-21), il quale è figura del Cristo
che nei poveri mendica la nostra conversione. Lazzaro è la
possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo.
E quest’accecamento si accompagna ad un superbo delirio di
onnipotenza, in cui risuona sinistramente quel demoniaco «sarete
come Dio» (Gen 3,5) che è la radice di ogni peccato. Tale delirio
può assumere anche forme sociali e politiche, come hanno mostrato
i totalitarismi del XX secolo, e come mostrano oggi le ideologie
del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere
Dio irrilevante e di ridurre l’uomo a massa da strumentalizzare.
E possono attualmente mostrarlo anche le strutture di peccato
collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del
denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e
le società più ricche (…). Per tutti, la Quaresima di questo Anno
Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente
uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della
Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali
tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi
di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali –
consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano
più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e
quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio
toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può
ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero
mendicante (…) Solo in questo amore c’è la risposta a quella sete
di felicità e di amore infiniti che l’uomo si illude di poter colmare
mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere. (…) Non
perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione!
2
INCONTRO
LA FAMIGLIA COME SOGGETTO DI EVANGELIZZAZIONE
Sabato 30 gennaio, nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, il cardinale
Angelo Scola ha incontrato i Gruppi di spiritualità familiare della Diocesi, per
trasmettere loro le consegne che l’ultimo Sinodo dei Vescovi ha fatto a tutta la
Chiesa e in particolare alle famiglie cristiane. Pubblichiamo qui di seguito la
parte finale del lungo e articolato intervento dell’Arcivescovo.
situazioni di solitudine, di malattia, e di lutto, e a quelle di
accoglienza (ospitalità, affido, adozione, integrazione degli
immigrati…) che vedono la famiglia in quanto tale protagonista
e testimone della carità ecclesiale” (Articolo Regno 2015).
L’esperienza del Sinodo e l’approfondimento del principio della
famiglia in quanto famiglia come soggetto di evangelizzazione
mi fa ribadire l’urgenza di quanto ho affermato nella Lettera
pastorale a questo proposito. Il metodo che da qui emerge
é quello accennato suggestivamente dall’intervento in Aula
sinodale da Monsignor Frățilă, Vescovo di Bucarest dei romeni,
che ha parlato del martirio come esperienza creativa, che nella
famiglia vuol dire martirio - cioè testimonianza - della pazienza.
Guardiamo a ciò che in famiglia si vive ogni giorno: gli imprevisti
e le malattie, lievi o pesanti, la novità e la routine, la gioia e le
ferite tra marito e moglie, le tensioni con i figli che crescono,
le difficoltà economiche, la sconvolgente visita della morte, i
rapporti di vicinato, facili o difficili, l'emarginazione e la povertà
che spesso affliggono il quartiere dove abitiamo, i problemi
con i colleghi di lavoro o i compagni di scuola, la confusione
generata da un modo strumentale di affrontare le problematiche
del nostro tempo. Noi siamo chiamati ad attraversare ogni
situazione certi dell’amore che Gesù ci dona e che Maria
Santissima, con i Santi, ci aiutano a vivere, "piegando" a nostro
vantaggio anche le situazioni più sfavorevoli. Le relazioni
familiari diventeranno così, quasi spontaneamente, trasparenti
della bellezza e della speranza che Gesù è venuto a portare nel
mondo (II lettera dal Sinodo). Pensiamo perciò alla famiglia
anche come luogo dell’accoglienza gratuita e della misericordia
che rigenera a vita nuova. La famiglia è il grande luogo in
cui si impara il perdono reciproco, paziente e tenace. Questo
anno della misericordia voluto da papa Francesco ci aiuti a
superare le incomprensione e le ferite nell’ambito familiare
attraverso perdono e riconciliazione. In estrema sintesi, i lavori
sinodali mi hanno confortato nella linea che ho indicato alla
Diocesi sull’urgenza di educarci al pensiero di Cristo. Come ho
scritto nella Lettera pastorale, questo non può che avere come
oggetto principale la famiglia in quanto famiglia. Anche gli altri
soggetti come il presbiterio, la vita consacrata devono assumere
all’interno dei propri processi di riforma questa attenzione
costitutiva alla realtà della famiglia e prepararsi adeguatamente
per accompagnare tali realtà nella pastorale ordinaria della
Chiesa. Nella famiglia impariamo ad educarci al pensiero
e ai sentimenti di Cristo; si impara lo sguardo con cui Gesù
stesso ha vissuto la Santa Famiglia di Nazareth e ha parlato
della famiglia: come ha ricordato nel celeberrimo discorso il
beato Paolo VI: La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a
comprendere la vita di Gesù. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a
meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa
manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche
impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare (...). Qui comprendiamo
il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la
comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro
ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in
famiglia, ci insegni la funzione naturale nell’ordine sociale.
Il compito imprescindibile:
a) Proporre integralmente la bellezza del mistero nuziale
(…) Si tratta di proporre integralmente, mediante la
testimonianza e la comunicazione di ragioni adeguate e
persuasive, la bellezza del mistero nuziale, iscritto nella nostra
esperienza elementare, nell’intreccio insuperabile tra differenza
sessuale, dono e fecondità, e che trova nell’amore trinitario,
comunicatoci in Cristo, il suo fondamento ultimo.
Infatti la dimensione creaturale del matrimonio é assunta
e compresa nel matrimonio come sacramento. “Il dono
eucaristico di Cristo alla Sua Chiesa, infatti, é ben più
che il modello della reciproca donazione tra gli sposi. È il
fondamento effettivo del loro reciproco scegliersi per sempre:
Il sacrificio eucaristico è la condizione definitiva in cui si iscrive il consenso
matrimoniale. Consente alla decisione degli sposi di accogliere l’appello di
Cristo Sposo come origine della loro stessa decisione.
Per questa ragione é possibile affermare che quando marito e
moglie si scambiano il reciproco consenso lo fanno in Cristo.
Ciò che li costituisce in comunità di vita e di amore coniugale
possiede, pertanto, una forma eucaristica. (…) Il sacramento
non é primariamente un aiuto soprannaturale donato alla
coppia per vivere l’istituto naturale del matrimonio, ma ne é il
fondamento e la condizione” (Articolo Regno 2015).
Solo in questo modo sarà possibile rispondere al vero dramma
in atto nella Chiesa e nella società, che è quello della cultura
del provvisorio, per usare l’espressione di papa Francesco,
e sostenere la libertà, in particolare dei giovani, a prendere
decisioni che impegnino tutta la vita. Occorre ritrovare il
fascino di questa relazione che il mistero di Cristo ha assunto,
purificato e portato a compimento.
b) Educarsi al pensiero e ai sentimenti di Cristo nella famiglia
Concludo riprendendo quanto ho accennato nella introduzione,
raccomandando quello che da molti mesi sto indicando ai
sacerdoti della Diocesi: promuovere sul territorio pratiche
concrete di condivisione nelle e tra le famiglie, partendo
dai problemi concreti che si devono affrontare nella vita
quotidiana. Infatti, “Parlare di famiglia come soggetto di
evangelizzazione non significa anzitutto coinvolgerne i membri,
magari singolarmente, come attori di iniziative in parrocchia
o nelle aggregazioni di fedeli, anche in gruppi familiari,
ma mobilitare “la famiglia in quanto famiglia” (genitori,
figli, nonni, parenti) alla testimonianza evangelica attraverso
gli aspetti normali e costitutivi della sua vita quotidiana…
Significa, poi, dilatare con naturalezza, attraverso momenti di
condivisione e convivialità, questa ricchezza di vita a quanti
la Provvidenza manda quotidianamente al nostro incontro,
perche cresca la fraternità tra persone e famiglie. Nelle famiglie
cristiane simili esperienze sono già in atto. Si pensi per esempio
alle modalità di accompagnamento e di aiuto vicendevole in
3
INCONTRO
Quaresima 2016
Non dimentichiamoci
di loro
Progetto
Asilo
Erbil, Iraq
Parrocchia
San Martino
Vescovo
Biassono
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La Madonna
Pellegrina
del Santuario di Fatima
10 - 17 Aprile 2016
10 - 12 Aprile BIASSONO
13 - 14 Aprile MACHERIO
15 - 17 Aprile SOVICO
5
INCONTRO
INCONTRO
LA POVERTà A BIASSONO
IN TEMPI DI CRISI
La Caritas di Biassono insieme a
quella di Arcore avevano risposto
nel 2014 ad un bando dedicato al
“contrasto alla povertà” promosso
dalla Fondazione della Comunità di
Monza e Brianza che eroga risorse
al territorio sostenendo iniziative di
utilità sociale. Le due Caritas hanno
presentato due progetti distinti che
prevedevano azioni comuni.
I progetti presentati sono stati
approvati dalla Fondazione, che li ha finanziati per il 50%,
e si sono conclusi il 31 dicembre 2015. Complessivamente il
valore del progetto presentato dalla Caritas di Biassono era di
24.150 euro, mentre quello di Arcore era di 14.450 euro. La
Caritas di Biassono ha potuto contare sulla collaborazione di
altri partner che hanno aderito al progetto: il Centro Culturale
Don Ettore Passamonti, la Cooperativa Sociale Il Seme e
l’Associazione amici delle missioni.
I progetti presentati prevedevano diverse azioni, tra le quali:
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Interventi di sostegno economico e materiale
(Arcore e Biassono)
Formazione dei volontari (Arcore e Biassono)
Potenziamento della scuola di italiano per gli
stranieri (Biassono)
Potenziamento del “Servizio Telefono Amico”
(Arcore)
Orientamento per la ricerca del lavoro (Arcore)
Sostegno alle famiglie con problemi alloggiativi
(Arcore)
Indagine sulla povertà (Arcore e Biassono)
Delle azioni elencate ne abbiamo già parlato in un precedente
numero del notiziario parrocchiale, qui ci soffermiamo solo
6
INCONTRO
sull’ultima azione, quella relativa all’indagine sulla povertà che
è stata presentata il 22 gennaio scorso ad Arcore. La ricerca
è stata coordinata dal dott. Domenico Dosa del Centro Studi
ALSPES e dalla dott.ssa Emanuela Sala del Dipartimento di
Sociologia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca.
Con l’aiuto dei volontari sono state effettuate 94 interviste a
utenti dei due centri di ascolto Caritas. Quale quadro emerge
dall’analisi effettuata ? in estrema sintesi possiamo riassumere i
risultati della ricerca in sette punti:
lavorativa non lo fa per più di 16 ore settimanali. E’ interessante
osservare come una quota significativa di utenti (54%) risulta
iscritta al Centro per l’Impiego.
6. A fronte della scarsità di lavoro rilevato, registriamo livelli di
reddito molto bassi. Un quarto degli intervistati non dichiara
redditi percepiti (stipendio, pensione, altri redditi), tuttavia
questo dato è sovrastimato per la tendenza a non dichiarare
redditi da parte di chi chiede un aiuto ad un ente caritatevole.
Se ci limitiamo a coloro che hanno dichiarato una qualche
forma di entrata economica osserviamo che in media gli utenti
della Caritas percepiscono 651 euro nette al mese per attività
lavorative regolari o non regolari. Chi invece può contare su una
pensione percepisce mediamente 528 euro nette al mese. Poco
più del 10% può contare anche su altre fonti di reddito.
1. Il povero che si rivolge alle Caritas di Arcore e di Biassono
è prevalentemente donna, straniera con un’età media di 45
anni
2. Gli utenti della Caritas sono per un terzo italiani e per due
terzi stranieri, per la maggior parte provenienti dal nord africa
7. Per ultimo ci siamo soffermati sulle spese sostenute dalle
famiglie povere con particolare attenzione alle spese essenziali
di sopravvivenza, spese per la casa (affitto e spese condominiali),
spese per le utenze domestiche (luce, gas, telefono) e le spese
per mangiare. Mediamente per la casa gli utenti intervistati
spendono 374 euro al mese, per le utenze domestiche 152 euro
e per mangiare 234 euro. Complessivamente per queste tre voci
la spesa media mensile è di 624 euro.
3. Chi si rivolge alla Caritas non lo fa individualmente ma porta
con sé i bisogni del proprio nucleo familiare: più del 68% è
sposato o convive e il 22% pur essendo separato/divorziato
ha quasi sempre figli da mantenere, inoltre gli stranieri hanno
quasi tutti i figli in Italia (90%). In media ogni famiglia povera
ha due figli a carico.
4. Meno di un terzo dei poveri vive in un monolocale, mentre
la maggior parte (45%) vive in un bilocale. Il 23% vive in
un appartamento con tre locali. La maggioranza coabita
nell’appartamento con altre persone (85,6%), quasi sempre
familiari, e una quota significativa ma contenuta condivide
l’appartamento con quattro o più persone (21%). Molte ridotte
risultano le situazioni di coabitazione con persone estranee al
nucleo familiare (12%)
Nella conferenza stampa per la presentazione dei risultati della
ricerca, il responsabile della Caritas di Biassono Gianpiero Moro
ci ha tenuto a sottolineare che la spesa per i poveri per il periodo
previsto è andata oltre i limiti fissati dal progetto: sono stati spesi
per i poveri in poco più di un anno 36.980 euro, 12.830 euro in
più rispetto a quelli previsti.
Più di 18.000 euro (49%) sono serviti per pagare le utenze
domestiche (luce, gas, telefono, ecc.), circa 8.200 euro sono stati
spesi in buoni spesa per generi alimentari, circa 3.900 euro sono
serviti per pagare la mensa scolastica ai ragazzi, quasi 3.000
euro sono andati in spese mediche e farmaceutiche, 1.400 euro
in pannolini e circa 1.250 euro in latte per neonati.
5. L’assenza di lavoro è una delle cause principali dello
scivolamento nella condizione di povertà. Tra gli utenti
delle Caritas di Arcore e Biassono meno della metà svolge
un’attività lavorativa (47%), una quota comunque significativa
se paragonata ad altre realtà territoriali. Il lavoro dichiarato
tuttavia non è quasi sempre regolare, in media chi svolge attività
l'esperienza del punto pane
diversa, accogliere con un sorriso e parole amichevoli le
persone che entrano dalla porta della Caritas e avere così la
possibilità di conoscere un pochino meglio chi ci è accanto
e magari farlo sentire benvoluto ed un po' meno solo.
Ora, dopo circa due mesi dall'apertura del Punto Pane,
ci accorgiamo di aspettare con entusiasmo il nostro turno
per incontrare quelle persone che, a poco a poco, stanno
diventando "volti amici".
Quando abbiamo sentito che la Caritas parrocchiale
aveva bisogno di volontari per il Punto Pane che doveva
cominciare la sua attività, e avendo disponibilità di un po'
di tempo, ci siamo sentiti chiamati in causa ed abbiamo
risposto più che altro "di pancia", senza pensarci troppo.
Così è iniziata la nostra esperienza e, piano piano, abbiamo
capito che non si tratta semplicemente di distribuire pane
a chi è in difficoltà, ma che tutto ciò ha un senso solo se
aggiungiamo al pane un pezzetto del nostro cuore.
Allora è bello, a volte anche con la difficoltà della lingua
I Volontari del Punto Pane
7
INCONTRO
A PROPOSITO DI FAMIGLIA
Sacralità e bellezza della Famiglia
famiglia Iddio ha sapientemente unite due tra le maggiori realtà
umane: la missione di trasmettere la vita e l’amore vicendevole
e legittimo dell’uomo e della donna, per il quale essi sono
chiamati a completarsi vicendevolmente in una donazione
reciproca non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale. O per
meglio dire: Dio ha voluto rendere partecipi gli sposi del suo
amore: dell’amore personale che Egli ha per ciascuno di essi e
per il quale li chiama ad aiutarsi e a donarsi vicendevolmente
per raggiungere la pienezza della loro vita personale; e
dell’amore che Egli porta all’umanità e a tutti i suoi figli, e per
il quale desidera moltiplicare i figli degli uomini per renderli
partecipi della sua vita e della sua felicità eterna». La famiglia
e la Chiesa, su piani diversi, concorrono ad accompagnare
l’essere umano verso il fine della sua esistenza. E lo fanno
certamente con gli insegnamenti che trasmettono, ma anche
con la loro stessa natura di comunità di amore e di vita. Infatti,
se la famiglia si può ben dire “chiesa domestica”, alla Chiesa
si applica giustamente il titolo di famiglia di Dio. Pertanto «lo
“spirito famigliare” è una carta costituzionale per la Chiesa:
così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere. È scritto
a chiare lettere: “Voi che un tempo eravate lontani – dice san
Paolo – […] non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini
dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). La Chiesa è e deve
essere la famiglia di Dio». (…) La Chiesa (…) con rinnovato
senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio,
nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità,
indissolubilità, sacramentalità –, non come un ideale per
pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul
transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può
essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. (…)
In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della
Rota Romana il 22 gennaio scorso, Papa Francesco ha affermato che
“la famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo,
appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza
dell’umanità”e ha chiarito che “non può esserci confusione tra la famiglia
voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Qui di seguito riportiamo ampi
stralci del suo discorso.
(…) Il ministero del Tribunale Apostolico della Rota Romana
è da sempre ausilio al Successore di Pietro, affinché la Chiesa,
inscindibilmente connessa con la famiglia, continui a proclamare
il disegno di Dio Creatore e Redentore sulla sacralità e bellezza
dell’istituto familiare. Una missione sempre attuale, ma che
acquista particolare rilevanza nel nostro tempo. (…) La Chiesa,
infatti, può mostrare l’indefettibile amore misericordioso di Dio
verso le famiglie, in particolare quelle ferite dal peccato e dalle
prove della vita, e insieme proclamare l’irrinunciabile verità del
matrimonio secondo il disegno di Dio. Questo servizio è affidato
primariamente al Papa e ai Vescovi. Nel percorso sinodale sul
tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare
nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e
stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento
sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato
al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta
da Dio e ogni altro tipo di unione. (…) La famiglia, fondata sul
matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al
“sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità.
Come affermò il beato Paolo VI, la Chiesa ha sempre rivolto
«uno sguardo particolare, pieno di sollecitudine e di amore, alla
famiglia ed ai suoi problemi. Per mezzo del matrimonio e della
8
INCONTRO
Il Matrimonio punto fermo della costituzione
ed un papà. Poco prima delle 14,30, mentre ancora moltissime
persone incolonnate tentavano di trovare posto nel Circo Massimo
ormai strapieno, Massimo Gandolfini, presidente del Comitato
organizzatore “Difendiamo i nostri figli”, apriva la manifestazione;
a seguire gli interventi di Mario Adinolfi, Gianfranco Amato,
Costanza Miriano e Simone Pillon scaldavano la folla ma non le
nostre figlie più piccole che preferivano il pisolino pomeridiano,
sdraiate sulla piccola porzione di prato a nostra disposizione. Molto
interessante l’intervento di Jennifer Lahl, attivista statunitense che
denuncia il “business riproduttivo” e che si batte per denunciare
i pericoli nascosti dietro alle pratiche come “donazione” di ovuli,
fecondazione assistita e utero in affitto. A seguire, applauditissima,
Zelika Markic, madre di quattro figli, medico e giornalista e leader
del Comitato promotore del referendum contro le nozze omosessuali
in Croazia e Slovenia. Il suo impegno ha portato a ribaltare risultati
che parevano scontati. «La ragione di ogni uomo – dice dal palco può riconoscere come evidente che il matrimonio è l’unica forma di
società naturale precedente e fondante lo Stato. Una tale verità può
essere contrastata unicamente con motivazioni politico-ideologiche.
Solo il rapporto fra uomo e donna che si uniscono stabilmente e
da cui nascono dei figli può garantire la continuità della specie
e l’educazione sana della prole”. La manifestazione era aperta a
tutti credenti e non credenti. Sono stati diffusi i messaggi inviati
dal Rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di
Segni e dai responsabili di alcune comunità evangeliche. Presente
anche una rappresentanza musulmana a dimostrazione di come
il tema fondamentale della famiglia e della difesa dei diritti dei
bambini riunisce un popolo numeroso e variegato. Durante la
manifestazione sono state richiamate le parole di Papa Francesco
pronunciate qualche giorno prima della manifestazione durante il
discorso rivolto al Tribunale della Rota Romana: “Non può esserci
confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.
Richiamato anche il discorso di San Giovanni Paolo II a Washington
il 7 ottobre 1979: “Reagiremo ogni volta che la vita umana è
minacciata. Quando il carattere sacro della vita prima della nascita
viene attaccato, noi reagiremo per proclamare che nessuno ha il
diritto di distruggere la vita prima della nascita. Quando si parla
di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per
soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere
che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto
ad una famiglia unita nell’amore. Quando il valore della famiglia
è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi reagiremo
riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato
di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società,
nazione e stato.” Nel discorso conclusivo Massimo Gandolfini ha
rivolto un forte appello al Governo ed al Parlamento perché tengano
in dovuta considerazione l’appello della folla del Circo Massimo
ritirando il disegno di legge Cirinnà. Alle 16.30 si conclude l’evento;
lasciamo che la folla si diradi per poterci muovere più agevolmente
con i bambini. E’ stata una bella giornata (anche il meteo ci è stato
favorevole!) e speriamo che porti buoni frutti. Salutiamo gli amici,
ognuno si avvia al viaggio di ritorno per riprendere le proprie
attività interrotte per un giorno, con fatica ma anche con serena
convinzione e condividendo la fatica con i compagni di viaggio,
Dalla Prolusione del card. Bagnasco al Consiglio permanente della CEI
In questa linea sentiamo il dovere di rilanciare la voce della
famiglia – tesoro inesauribile e patrimonio universale - perché
sia tutelata, promossa e sostenuta da politiche veramente
incisive e consistenti: sono la condizione per aiutare - come
già avviene in altri Paesi - la nascita dei figli che - come ha
detto Papa Francesco - “non sono un problema di biologia
riproduttiva”; tra l’altro, “una società avara di generazione, che
non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una
preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa”.
(…) Sul fronte vitale della famiglia si è accesa una particolare
attenzione e un acceso dibattito. E’ bene ricordare che i Padri
costituenti ci hanno consegnato un tesoro preciso, che tutti
dobbiamo apprezzare e custodire come il patrimonio più caro
e prezioso, coscienti che “non può esserci confusione tra la
famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. In questo
scrigno di relazioni, di generazioni e di generi, di umanesimo
e di grazia, vi è una punta di diamante: i figli. Il loro vero bene
deve prevalere su ogni altro, poiché sono i più deboli ed esposti:
non sono mai un diritto, poiché non sono cose da produrre;
hanno diritto ad ogni precedenza e rispetto, sicurezza e stabilità.
Hanno bisogno di un microcosmo completo nei suoi elementi
essenziali, dove respirare un preciso respiro: “I bambini hanno
diritto di crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un
fatto antropologico, non ideologico”.
Family Day: una mamma ed un papà
Il 30 gennaio scorso a Roma al Circo Massimo si sono radunate
centinaia di migliaia di persone per dire un secco “no” alla legge
Cirinnà. Centinaia di migliaia di persone si sono radunate in difesa
della famiglia naturale. In difesa della realtà, di un’idea di uomo
non distaccata dalla verità inscritta nel suo corpo; in difesa dei
bambini e del loro diritto di avere una mamma ed un papà perché
le nuove generazioni possano sempre conoscere le proprie radici; in
difesa delle donne per un’idea di femminilità e maternità che non
sia vissuta solo in termini di desiderio e produttività. In favore e
non contro le persone con tendenze omosessuali, per la loro natura
primaria di uomini e di donne prima che di persone attratte da
persone dello stesso sesso. Attorno alle 12 ci siamo incamminati,
immersi in un denso serpentone, verso il Circo Massimo. Accanto
a noi un gruppo, comprendete bambini e anziani, proveniente dalla
Puglia e appartenente al Cammino Neocatecumenale. Prima di
entrare nel catino del Circo Massimo attendiamo gli amici Laura
e Davide che, sbucati dall’affollatissima metropolitana, ci stanno
raggiungendo con altre migliaia di persone che ordinatamente,
lungo i percorsi previsti, affluiscono nell’area. Entriamo anche noi e
ci sistemiamo in una posizione rialzata dalla quale è stato possibile
godere del panorama completo e dello spettacolo di questo popolo
gioioso, felice di muoversi per affermare che la realtà non può essere
ridotta, piegata, nemmeno dalla legge. Non c’è diritto senza verità,
e la prima verità è che i figli hanno il diritto ad avere una mamma
9
INCONTRO
spesso appena conosciuti. Chiudiamo ricordando queste parole
pronunciate da San Giovanni Paolo II durante l’Angelus del 19
giugno 1994 che a nostro avviso colgono pienamente il senso ed il
messaggio della manifestazione: “La famiglia è la cellula primaria
della società. Essa poggia sulla solida base di quel diritto naturale
che accomuna tutti gli uomini e tutte le culture. […] Non di rado,
infatti, l’insistenza della Chiesa sull’etica del matrimonio e della
famiglia viene equivocata, come se la comunità cristiana volesse
imporre a tutta la società una prospettiva di fede valida solo per
i credenti. Il matrimonio, quale unione stabile di un uomo e una
donna che si impegnano al dono reciproco di sé e si aprono alla
generazione della vita, non è soltanto un valore cristiano, ma un
valore originario della creazione. Smarrire tale verità non è un
problema per i soli credenti, ma un pericolo per l’intera umanità.
Oggi purtroppo serpeggia un relativismo, che spinge a dubitare
dell’esistenza stessa di una verità oggettiva. Riecheggia la ben nota
domanda posta da Pilato a Gesù: “che cosa è la verità?” (Gv 18, 38).
A partire da tale scetticismo, si giunge a una falsa concezione della
libertà, che pretende di sottrarsi ad ogni limite etico e di riformulare
a proprio arbitrio i dati più evidenti della natura. [….] In realtà la
legge naturale, proprio perché scolpita da Dio nel cuore, precede
ogni legge fatta dagli uomini e ne misura la validità”
Roberto e Lesli Monguzzi
PREMIATO IL PRESEPE
realizzato alla scuola segramora
dal titolo: "il Giubileo della Misericordia 2015-2016".
L'Unità di Apprendimento di dicembre aveva come tema
"La Porta Santa: Papa Francesco l'ha spalancata ... la
gioia del perdono a tutti è donata".
Con questa iniziativa la scuola Segramora si è aggiudicata per
la settima volta un premio Diocesano, per sei volte abbiamo
vinto il primo premio per la zona pastorale di Monza, (negli
anni 2003-2004-2005-2006-2007-2011) questa volta anno
2016 abbiamo vinto il Secondo Premio Assoluto per la
Diocesi di Milano ossia "La Stella di Betlemme".
Come ogni anno alla Scuola dell’Infanzia Segramora è stato
allestito il presepe; il tema di quest’anno è stato:
"In cammino come pellegrini... da Biassono a Roma
attraverso la Porta Santa".
I pellegrini sono stati realizzati dai bambini della scuola
materna, la Porta Santa è stata realizzata dai papà della
scuola, lavoro che ha coinvolto una ventina di papà da ottobre
ai primi di dicembre impegnati a riprodurre fedelmente e con
precisione la Porta Santa di San Pietro, per permettere ai
bambini della scuola materna di vivere con consapevolezza
la programmazione religiosa proposta questo anno scolastico,
Mariagrazia
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INCONTRO
un capodanno
insolito
"Cosa fai a capodanno?", classica domanda fra giovani nei mesi
di Novembre/Dicembre. "Vado a fare capodanno con Taizè!",
risposta sicuramente meno classica ma è stata la mia il mese
scorso. Sono stato invitato da una mia cara amica Vimercatese
ad andare a Valencia con alcuni giovani del suo oratorio per
fare questo fatidico "Capodanno Taizè", non avevo idea di
cosa fosse e in mancanza di alternative valide ho accettato. Mai
scelta fu più azzeccata. Divertente, coinvolgente, emozionante
ed internazionale. Innanzitutto si tratta di un pellegrinaggio
(chiamato dalla comunità “pellegrinaggio di fiducia”), non deve
mancare lo zaino in spalla, la giornata, infatti,si costituisce di
diversi momenti che si svolgono in varie parti della città ed è
quindi obbligatorio imparare a muoversi bene con i mezzi o a
piedi. Al mattino la preghiera nella parrocchia (circa 200 giovani
da tutta europa), un momento speciale per la vicinanza che si
sente con gli altri ragazzi che vi partecipano, poi i momenti di
dialogo a gruppi, difficili, perché i temi trattati erano “scomodi”
ma profondi (intenso il confronto con le ragazze ucraine che
ci parlavano della guerra in corso nel loro paese), nel primo
pomeriggio tutti e 30’000 i giovani partecipanti si recavano
nei giardini della città a ritirare il sacchetto con pranzo e cena,
alle 14 preghiera comune (divisi in tre posti diversi perché
tutti insieme non ci si stava), poi per chi voleva dalle 16 c’era
la possibilità di diversi incontri per la città che precedevano la
seconda celebrazione comune delle 19 prima di rientrare in
famiglia. Come si può capire 4 giorni così sono belli tosti (noi
abbiamo saltato la preghiera del pomeriggio e gli incontri delle
16 e ci sta come esperienza “light”) ma sono giorni in cui si ha
davvero la possibilità di prendere del tempo per se stessi e per gli
altri entrando in un clima di comunione con tutte le nazioni che
è difficile trovare in giro di questi tempi. Questo lo si sperimenta
particolarmente in ogni veglia di preghiera (una preghiera
semplice quella Taizè ma molto ricca di forme e gesti diversi
volti a unire le diverse confessioni), in ogni incontro che si fa per
strada e nella meravigliosa veglia notturna di fine anno seguita
dalla festa dei popoli, quando ricapita di fare un capodanno
così? Beh, tra 365 giorni, a Riga, in Lettonia, l’evento si
ripete, chi viene con me?
Lorenzo Viganò, educatore Ado
CRISTIANI, LE PERSECUZIONI AUMENTANO
Una fotografia allarmante sulla persecuzione dei
cristiani che ci convince di più a pregare la Madonna
Addolorata ogni 15 del mese per i martiri cristiani.
preoccupazione per il rapido aumento delle violenze: 16 Paesi
del Continente figurano nell’elenco di Open Doors, tra cui per
la prima volta pure il Niger, per il dilagare di Boko Haram. Il
gruppo fondamentalista è anche il responsabile dell’esodo di
decine di migliaia di cristiani dal nord della Nigeria, dove è in
corso una sorta di pulizia religiosa. Un sistema analogo a quello
impiegato in Siria e in Iraq. In Sudan, in Somalia o nel nord-est
del Kenya la discriminazione è più strisciante e condotta, spesso,
con la connivenza delle autorità, scrive l’organizzazione . "New
entry" nella lista è pure il Bahrein, dove la minoranza cristiana è
diventata bersaglio di discriminazione. Ai 50 Paesi maglia nera,
se ne aggiungono altri "sotto osservazione", come Nepal, Congo,
Sri Lanka, Ciad, Mauritania, Russia, Kirghizistan, Gambia,
Senegal, Costa d’Avorio, Camerun e Uganda. In tali nazioni vi è
un certo grado di persecuzione, tuttavia non ancora a un livello
tale da giudicarlo "di intensità allarmante".
Aumenta, anno dopo anno. Tra il primo novembre 2014 e il
31 ottobre 2015, la persecuzione contro i cristiani è cresciuta
del 2,7%. Ancora più drammatico l’incremento dei fedeli
assassinati a causa della loro fede: 7.100, L’anno precedente
erano stati 4334. Oltre 2400 chiese sono state, inoltre, attaccate.
A scattare una nuova fotografia delle persecuzioni anti cristiane
è l’associazione statunitense “Open Doors”. L’ultimo rapporto
"Watch List 2016" elenca i cinquanta paesi in cui la libertà
religiosa è particolarmente “compressa” per i cristiani. In
ben 35 di questi, la causa è l’estremismo islamico. Anche il
nazionalismo religioso - come nel caso indiano, Stato salito al
17esimo posto - e i regimi dittatoriali - ad esempio l’Eritrea e
la Corea del Nord, prima nella classifica dei Paesi oppressori
- intensificano le persecuzioni. L’Africa desta particolare
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INCONTRO
IL TUO TESORO è... PER-DONO
Novena 2015
nel cuore. Gesù è il vero maestro di misericordia!
Abbiamo conosciuto l’affascinante storia di Gesù per
scoprire il regalo più grande e straordinario di tutti:
saper perdonare. Il Natale è stato più bello e più vero se
abbiamo deciso di impegnarci per il bene, se siamo stati
capaci di liberarci dal dolore e se saremo da oggi capaci,
riconoscendo i nostri errori, di offrire il perdono. Quale
regalo più grande – o meglio quale tesoro – abbiamo
ricevuto per questo Natale, della pace e della gioia di un
perdono donato? Ringraziamo tutti gli adolescenti e i
loro educatori che hanno animato e preparato per bene
questo momento di festa. Che da questo Natal parta in
ciascuno di noi il desiderio di essere perdonati e di saper
perdonare ogni giorno.
Qual è il regalo più grande che abbiamo chiesto in dono
per questo Natale? Qual è il regalo più bello che abbiamo
mai ricevuto in passato? Se ci pensiamo, ci vengono in
mente tante cose: oggetti che desideravamo da tanto
tempo, sorprese che non ci aspettavamo, incontri speciali.
Ma... è tutto? Il baule del tesoro che ha accompagnato i
nostri 400 ragazzi per nove giorni alla fine è stato aperto
grazie a delle "Chiavi" ricevute ogni giorno. Dentro il
baule un tesoro inaspettato: un agnello in carne e ossa.
L’agnello è il simbolo di Gesù, il vero agnello "che toglie
i peccati del mondo" e che quindi viene a donarci il suo
per-dono. Il titolo di questa novena il tuo tesoro è
per-dono è stata l’occasione per imparare il regalo
più grande ricevuto fino ora: Gesù. Abbiamo imparato
ad essere «come Gesù», in linea con il Giubileo
straordinario, voluto da papa Francesco e appena
cominciato, dedicato proprio alla misericordia.
La colorata e gioiosa Novena che quest’anno abbiamo
vissuto è stata una proposta di riflessione e preghiera
che ha accompagnato i ragazzi nei giorni dell’attesa del
Natale, per preparare il cuore ad accogliere Gesù che
nasce, attraverso la preghiera, l’ascolto di chi ci è vicino e
il perdono dei nostri fratelli. Solo con Gesù noi possiamo
diventare capaci di «scusarci», di tendere la mano, di
«fare pace» e di superare il male delle ferite che portiamo
Don Simone
12
INCONTRO
Domenica 17 gennaio 2016
Alcune immagini della divina liturgia
in rito bizantino slavo
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INCONTRO
38° giornata per la vita
La pioggia e il maltempo di domenica 7 febbraio non hanno
frenato l’entusiasmo dei numerosi volontari, grandi e piccoli,
che hanno partecipato all’ormai tradizionale appuntamento
"Un fiore per la vita", dove i sagrati della chiesa parrocchiale
e della chiesa delle Cascine si sono colorati di primavera! I
proventi della vendita dei variopinti fiori quest’anno sono stati
pari a € 1.230 e sono stati destinati al CAV (Centro di Aiuto
alla Vita) di via Zucchi, 22/b – Monza. Con la cifra raccolta a
Biassono durante la Giornata per la Vita dello scorso anno 2015
il CAV ha potuto sostenere economicamente, grazie al progetto
“Obiettivo Nuova Vita”, una mamma in attesa del secondo
figlio, la cui situazione economica familiare sta attraversando un
periodo difficile: nel mese di luglio 2015 è nato Stefano, la Vita
ha vinto un’altra volta!!! Il CAV, nella persona della Presidente,
Sig.ra Giuseppina Josetta Rocco e delle volontarie, ringrazia
di cuore tutte le persone che hanno donato il loro tempo per
la buona riuscita della giornata, nonché i parrocchiani di
Biassono per la generosità dimostrata, compreso chi ha donato
alimenti per la prima infanzia, abbigliamento e attrezzature
varie sempre gradite e indispensabili per poter sostenere le
mamme che si rivolgono a loro.
Per ogni delucidazione sulle attività svolte dal CAV o per
eventuali necessità, contattare il numero 039/389510 o il sito
www.cavmonza.org
ANNIVERSARI DI MATRIMONIO
14
INCONTRO
propone
Pellegrinaggio a Roma
dal 13 al 15 agosto 2016 con viaggio in pullman e visita della città
dal 4 al 15 agosto 2016 pellegrinaggio a piedi da Assisi a Roma con percorsi giornalieri da
20-30 Km. Il gruppo raggiungerà Roma il 13 agosto per unirsi al pellegrinaggio in pullman
Iscrizioni entro il 10 marzo 2016 in sacrestia,
dove ci si potrà rivolgere anche per informazioni e costi.
Giovedì 25 febbraio presso l’oratorio di Sovico alle ore 21.00
incontro di presentazione del pellegrinaggio.
STATISTICA PARROCCHIALE 2015
2014
2015
differenza
98
+2
S. Cresima
87
84
-3
Battesimi
83
78
-5
Matrimoni
22
35
+ 13
Funerali
106
93
- 13
1° comunione
96
OFFERTE NATALIZIE 2015
Dalle famiglie (buste)
22.095 €
- 1.585 €
Dalle ditte/uffici
6.745 €
- 615 €
Totale
28.225 €
- 2.190 €
N.B. 23 buste in meno rispetto all'anno scorso
Raccolta per la carità di avvento: 14.190 € a favore delle famiglie
bisognose di Biassono ( + 5.490 € rispetto al 2014)
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INCONTRO
QUARESIMA 2016
Ricordiamo
Domenica 14 febbraio, 1° domenica di Quaresima: dopo ogni Messa imposizioni delle Ceneri.
Ogni domenica: ore 16.55 Vespero e Benedizione Eucaristica in parrocchia e presentazione della bolla di indizione del Giubileo
Ogni giorno: ore 8.05 “5 minuti con Gesù” (per i ragazzi delle elementari)
Ogni mercoledì Giornata di deserto: Ore 6.30 S. Messa per adulti e lavoratori, al termine esposizione dell’Eucaristia e Adorazione
silenziosa. - Ore 8.45 Celebrazioni delle Lodi - Ore 9.00 S. Messa con predica - Ore18.30 S. Messa
Ogni venerdi: Ore 9.00 Via Crucis e predica quaresimale (Don Angelo Viganò). - Ore 18.30 Celebrazione del Vespero e della parola di
Dio - Ore 20.45 Via Crucis per adulti, giovani e lavoratori. Meditazione sulle opere di misericordia (Don Gianpiero Crippa)
Alcune attenzioni particolari
Ogni sabato dalle ore 14.30 alle ore 18.30: I sacerdoti sono a disposizioni per la S. Confessione
Tutti i venerdì di Quaresima sono di magro: il primo e l’ultimo anche di digiuno.
La S. Messa di Vigilia del sabato delle ore 17.30 sarà celebrata in forma solenne.
Nelle S. Messe domenicali, al posto dell’atto penitenziale faremo il Rito dell’Aspersione
Per la preghiera personale o familiare la parrocchia mette a disposizione il libretto
“Dio non ha creato la morte” lo troviamo sulle mensoline alle porte della Chiesa.
Per la carità di Quaresima quest’anno aiuteremo i cristiani perseguitati in Iraq con il progetto: “un asilo per i bambini a Erbil”.
La cassetta con il cartello illustrativo è davanti l’altare della Madonna
APPUNTAMENTI DI QUARESIMA
Domenica 14 febbraio, ore 10.00 a Macherio per i ragazzi di I° media iniziamo il “cammino dei cento giorni” con i genitori.
Domenica 21 febbraio, domenica insieme per i ragazzi di 2° elementare
Venerdì 26 febbraio, 20.45 Via Crucis della Comunità Pastorale animata dalla pastorale Giovanile da Macherio a Biassono.
Domenica 28 febbraio, domenica insieme per i ragazzi di 3° elementare.
Venerdì 4 marzo, giornata della Riconciliazione. Alle ore 22.00 inizio Adorazione Eucaristica notturna.
Sabato 5 marzo, adorazione eucaristica fino alle ore 17.30
Domenica 6 marzo, domenica insieme per i ragazzi di 4° elementare
11/13 marzo, pellegrinaggio a Roma per i ragazzi di 3° media
Domenica 13 marzo, domenica insieme per i ragazzi di 5° elementare
Domenica 20 marzo, Domenica delle Palme
ore 9.45 ritrovo in oratorio maschile, benedizione degli ulivi e processione verso la Chiesa parrocchiale per la S. Messa delle ore 10.15.
ORATORIO BABY
All'interno delle attività domenicali dell'Oratorio San Luigi uno spazio anche per i più piccoli.
DOMENICA 14 FEBBRAIO - DOMENICA 20 MARZO - DOMENICA 3 APRILE
dalle ore 15.30 alle 18.00, aspettiamo le famiglie con bambini da 0-6 anni.
Per la merenda portare qualcosa da condividere!!
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Incontro_01_feb_2016