INCONTRO Febbraio 2016 a cura della parrocchia S. Martino V. - Biassono ACCOMPAGNATI E CUSTODITI DALLA MISERICORDIA È una Quaresima particolare quella che stiamo iniziando, è la Quaresima dell’anno del "Giubileo della Misericordia": vorremmo che questo “tempo di grazia” diventasse per tutti una grande esperienza di misericordia. Una "Misericordia ricevuta" nel perdono sacramentale attraverso il sacramento della Penitenza a cui prepararci quest’anno meditando le opere di misericordia corporali e spirituali che Papa Francesco ci ha richiamato nella bolla di indizione del Giubileo. Ma questa Quaresima dovrà diventare anche un esperienza di "Misericordia donata" al fratello attraverso il perdono. Voglio dire: non basterà che sia felice io di sentirmi abbracciato dalla misericordia del Padre ma altri vorrò che siano felici perché riceveranno l’abbraccio del mio perdono. Come dice la parola stessa "Giubileo", vorremmo che tanti potessero gioire per il perdono ricevuto e per il perdono donato. Vorremmo che nella Chiesa, nelle nostre comunità parrocchiali, nei gruppi e soprattutto nelle nostre famiglie, si facesse esperienza della "festa del perdono". La parola "perdono" è "stupenda" e "difficile" insieme. “Stupenda” perché comprendiamo che il perdono ci fa “volare alto” perché ci avvicina a Dio che è perdono e misericordia: Parola stupenda perché ci fa nuovi nel cuore; il perdono, come diciamo nel salmo 50 crea in noi un cuore puro; il perdono ci riporta alle origini, ci riporta al Battesimo dove siamo nati a vita nuova dell’acqua e dello Spirito Santo: nel Battesimo siamo stati immersi nell’acqua, nella penitenza siamo immersi nella Misericordia che ci fa nuovi ogni volta. Ma, "perdono" è anche una parola "difficile" perché ci impegna non solo a domandare perdono alle persone che abbiamo offeso ma anche a dare il perdono alle persone che ci hanno offeso e questo non è facile; ci è chiesto di mettere da parte il nostro orgoglio e vestire i panni dell’umiltà: l’umiltà di cuore che tanto piace al Signore. Certamente in quest’anno giubilare passeremo qualche "Porta Santa", magari andremo pellegrini a Roma o in Duomo a Milano per acquistare l’indulgenza ma altre “porte sante” dovremmo passare perché questa Misericordia sia piena. La “porta di casa” dovremmo , innanzitutto, passare per darci in famiglia "l’abbraccio del perdono"; magari proprio tra i coniugi che ritornano ad abbracciarsi anche dopo il tradimento. Un'altra "porta santa" bisognerà passare, quella di qualche fratello o sorella con cui non parliamo più per un vecchio odio a motivo di un’eredità che riteniamo ingiusta. Un’altra "porta santa" da attraversare sarà per qualcuno quella del posto di lavoro o di studio dove invidie e gelosie ci mettono spesso gli uni contro gli altri: anche quei luoghi hanno bisogno di essere rinnovati dalla misericordia. Pensando anche alle nostre parrocchie dove non sempre ci si vuol bene, ci si stima, mi viene da dire che un’altra “porta santa” dobbiamo attraversare: quella della comunità cristiana. Anche qui c’è bisogno di perdono per essere comunità cristiane dove, prima di ogni altra cosa, si vive o meglio, si cerca di vivere il comandamento dell’amore: è l’amore che attrae; il perdono è sicuramente la forma più alta dell’amore. È stato così per la chiesa dell’inizio come leggiamo negli Atti degli Apostoli e dovrà essere così per la chiesa anche di oggi se non vogliamo che sia ridotta all’insignificanza. Dunque "Perdonati… perdoniamo", è l’impegno che ci prendiamo davanti al Signore in questo inizio di Quaresima. È un impegno, credo, umanamente impossibile ma lo diventerà con la grazia di Dio per la quale "nulla è impossibile". Don Giuseppe 1 INCONTRO MESSAGGIO DEL PAPA PER LA QUARESIMA "Misericordia io voglio e non sacrifici" (Mt 9,13). Le opere di misericordia nel cammino giubilare 1. Maria, icona di una Chiesa che evangelizza perché evangelizzata Nella Bolla d’indizione del Giubileo ho rivolto l’invito affinché «la Quaresima di quest’anno giubilare sia vissuta più intensamente come momento forte per celebrare e sperimentare la misericordia di Dio» (Misericordiae Vultus, 17). (…) Per aver accolto la Buona Notizia a lei rivolta dall’arcangelo Gabriele, Maria, nel Magnificat, canta profeticamente la misericordia con cui Dio l’ha prescelta. La Vergine di Nazaret, promessa sposa di Giuseppe, diventa così l’icona perfetta della Chiesa che evangelizza perché è stata ed è continuamente evangelizzata per opera dello Spirito Santo, che ha fecondato il suo grembo verginale. Nella tradizione profetica, la misericordia ha infatti strettamente a che fare, già a livello etimologico, proprio con le viscere materne (rahamim) e anche con una bontà generosa, fedele e compassionevole (hesed), che si esercita all’interno delle relazioni coniugali e parentali. 2. L’alleanza di Dio con gli uomini: una storia di misericordia Il mistero della misericordia divina si svela nel corso della storia dell’alleanza tra Dio e il suo popolo Israele. Dio, infatti, si mostra sempre ricco di misericordia, pronto in ogni circostanza a riversare sul suo popolo una tenerezza e una compassione viscerali, soprattutto nei momenti più drammatici quando l’infedeltà spezza il legame del Patto(…). Siamo qui di fronte ad un vero e proprio dramma d’amore, nel quale Dio gioca il ruolo di padre e di marito tradito, mentre Israele gioca quello di figlio/figlia e di sposa infedeli. (…) Questo dramma d’amore raggiunge il suo vertice nel Figlio fatto uomo. In Lui Dio riversa la sua misericordia senza limiti fino al punto da farne la «Misericordia incarnata» (Misericordiae Vultus, 8). In quanto uomo, Gesù di Nazaret è infatti figlio di Israele a tutti gli effetti. E lo è al punto da incarnare quel perfetto ascolto di Dio richiesto ad ogni ebreo dallo Shemà, ancora oggi cuore dell’alleanza di Dio con Israele: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,4-5). Il Figlio di Dio è lo Sposo che fa di tutto per guadagnare l’amore della sua Sposa (…) Questo è il cuore pulsante del kerygma apostolico, nel quale la misericordia divina ha un posto centrale e fondamentale. Esso è «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36), quel primo annuncio che «si deve sempre tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annunciare durante la catechesi» (ibid., 164). La Misericordia allora «esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere» (Misericordiae Vultus, 21), ristabilendo proprio così la relazione con Lui. (…) 3. Le opere di misericordia La misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. È un miracolo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo. Perciò ho auspicato «che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporali e spirituali. Sarà un modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina» (ibid., 15). Nel povero, infatti, la carne di Cristo «diventa di nuovo visibile come corpo martoriato, piagato, flagellato, denutrito, in fuga... per essere da noi riconosciuto, toccato e assistito con cura» (ibid.). Inaudito e scandaloso mistero del prolungarsi nella storia della sofferenza dell’Agnello Innocente (…); ancor più quando il povero è il fratello o la sorella in Cristo che soffrono a causa della loro fede. Davanti a questo amore forte come la morte (cfr Ct 8,6), il povero più misero si rivela essere colui che non accetta di riconoscersi tale. Crede di essere ricco, ma è in realtà il più povero tra i poveri. Egli è tale perché schiavo del peccato, che lo spinge ad utilizzare ricchezza e potere non per servire Dio e gli altri, ma per soffocare in sé la profonda consapevolezza di essere anch’egli null’altro che un povero mendicante. E tanto maggiore è il potere e la ricchezza a sua disposizione, tanto maggiore può diventare quest’accecamento menzognero. Esso arriva al punto da neppure voler vedere il povero Lazzaro che mendica alla porta della sua casa (cfr Lc 16,20-21), il quale è figura del Cristo che nei poveri mendica la nostra conversione. Lazzaro è la possibilità di conversione che Dio ci offre e che forse non vediamo. E quest’accecamento si accompagna ad un superbo delirio di onnipotenza, in cui risuona sinistramente quel demoniaco «sarete come Dio» (Gen 3,5) che è la radice di ogni peccato. Tale delirio può assumere anche forme sociali e politiche, come hanno mostrato i totalitarismi del XX secolo, e come mostrano oggi le ideologie del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere Dio irrilevante e di ridurre l’uomo a massa da strumentalizzare. E possono attualmente mostrarlo anche le strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche (…). Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare è dunque un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante (…) Solo in questo amore c’è la risposta a quella sete di felicità e di amore infiniti che l’uomo si illude di poter colmare mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere. (…) Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione! 2 INCONTRO LA FAMIGLIA COME SOGGETTO DI EVANGELIZZAZIONE Sabato 30 gennaio, nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, il cardinale Angelo Scola ha incontrato i Gruppi di spiritualità familiare della Diocesi, per trasmettere loro le consegne che l’ultimo Sinodo dei Vescovi ha fatto a tutta la Chiesa e in particolare alle famiglie cristiane. Pubblichiamo qui di seguito la parte finale del lungo e articolato intervento dell’Arcivescovo. situazioni di solitudine, di malattia, e di lutto, e a quelle di accoglienza (ospitalità, affido, adozione, integrazione degli immigrati…) che vedono la famiglia in quanto tale protagonista e testimone della carità ecclesiale” (Articolo Regno 2015). L’esperienza del Sinodo e l’approfondimento del principio della famiglia in quanto famiglia come soggetto di evangelizzazione mi fa ribadire l’urgenza di quanto ho affermato nella Lettera pastorale a questo proposito. Il metodo che da qui emerge é quello accennato suggestivamente dall’intervento in Aula sinodale da Monsignor Frățilă, Vescovo di Bucarest dei romeni, che ha parlato del martirio come esperienza creativa, che nella famiglia vuol dire martirio - cioè testimonianza - della pazienza. Guardiamo a ciò che in famiglia si vive ogni giorno: gli imprevisti e le malattie, lievi o pesanti, la novità e la routine, la gioia e le ferite tra marito e moglie, le tensioni con i figli che crescono, le difficoltà economiche, la sconvolgente visita della morte, i rapporti di vicinato, facili o difficili, l'emarginazione e la povertà che spesso affliggono il quartiere dove abitiamo, i problemi con i colleghi di lavoro o i compagni di scuola, la confusione generata da un modo strumentale di affrontare le problematiche del nostro tempo. Noi siamo chiamati ad attraversare ogni situazione certi dell’amore che Gesù ci dona e che Maria Santissima, con i Santi, ci aiutano a vivere, "piegando" a nostro vantaggio anche le situazioni più sfavorevoli. Le relazioni familiari diventeranno così, quasi spontaneamente, trasparenti della bellezza e della speranza che Gesù è venuto a portare nel mondo (II lettera dal Sinodo). Pensiamo perciò alla famiglia anche come luogo dell’accoglienza gratuita e della misericordia che rigenera a vita nuova. La famiglia è il grande luogo in cui si impara il perdono reciproco, paziente e tenace. Questo anno della misericordia voluto da papa Francesco ci aiuti a superare le incomprensione e le ferite nell’ambito familiare attraverso perdono e riconciliazione. In estrema sintesi, i lavori sinodali mi hanno confortato nella linea che ho indicato alla Diocesi sull’urgenza di educarci al pensiero di Cristo. Come ho scritto nella Lettera pastorale, questo non può che avere come oggetto principale la famiglia in quanto famiglia. Anche gli altri soggetti come il presbiterio, la vita consacrata devono assumere all’interno dei propri processi di riforma questa attenzione costitutiva alla realtà della famiglia e prepararsi adeguatamente per accompagnare tali realtà nella pastorale ordinaria della Chiesa. Nella famiglia impariamo ad educarci al pensiero e ai sentimenti di Cristo; si impara lo sguardo con cui Gesù stesso ha vissuto la Santa Famiglia di Nazareth e ha parlato della famiglia: come ha ricordato nel celeberrimo discorso il beato Paolo VI: La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato così profondo e così misterioso di questa manifestazione del Figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene, ad imitare (...). Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la funzione naturale nell’ordine sociale. Il compito imprescindibile: a) Proporre integralmente la bellezza del mistero nuziale (…) Si tratta di proporre integralmente, mediante la testimonianza e la comunicazione di ragioni adeguate e persuasive, la bellezza del mistero nuziale, iscritto nella nostra esperienza elementare, nell’intreccio insuperabile tra differenza sessuale, dono e fecondità, e che trova nell’amore trinitario, comunicatoci in Cristo, il suo fondamento ultimo. Infatti la dimensione creaturale del matrimonio é assunta e compresa nel matrimonio come sacramento. “Il dono eucaristico di Cristo alla Sua Chiesa, infatti, é ben più che il modello della reciproca donazione tra gli sposi. È il fondamento effettivo del loro reciproco scegliersi per sempre: Il sacrificio eucaristico è la condizione definitiva in cui si iscrive il consenso matrimoniale. Consente alla decisione degli sposi di accogliere l’appello di Cristo Sposo come origine della loro stessa decisione. Per questa ragione é possibile affermare che quando marito e moglie si scambiano il reciproco consenso lo fanno in Cristo. Ciò che li costituisce in comunità di vita e di amore coniugale possiede, pertanto, una forma eucaristica. (…) Il sacramento non é primariamente un aiuto soprannaturale donato alla coppia per vivere l’istituto naturale del matrimonio, ma ne é il fondamento e la condizione” (Articolo Regno 2015). Solo in questo modo sarà possibile rispondere al vero dramma in atto nella Chiesa e nella società, che è quello della cultura del provvisorio, per usare l’espressione di papa Francesco, e sostenere la libertà, in particolare dei giovani, a prendere decisioni che impegnino tutta la vita. Occorre ritrovare il fascino di questa relazione che il mistero di Cristo ha assunto, purificato e portato a compimento. b) Educarsi al pensiero e ai sentimenti di Cristo nella famiglia Concludo riprendendo quanto ho accennato nella introduzione, raccomandando quello che da molti mesi sto indicando ai sacerdoti della Diocesi: promuovere sul territorio pratiche concrete di condivisione nelle e tra le famiglie, partendo dai problemi concreti che si devono affrontare nella vita quotidiana. Infatti, “Parlare di famiglia come soggetto di evangelizzazione non significa anzitutto coinvolgerne i membri, magari singolarmente, come attori di iniziative in parrocchia o nelle aggregazioni di fedeli, anche in gruppi familiari, ma mobilitare “la famiglia in quanto famiglia” (genitori, figli, nonni, parenti) alla testimonianza evangelica attraverso gli aspetti normali e costitutivi della sua vita quotidiana… Significa, poi, dilatare con naturalezza, attraverso momenti di condivisione e convivialità, questa ricchezza di vita a quanti la Provvidenza manda quotidianamente al nostro incontro, perche cresca la fraternità tra persone e famiglie. Nelle famiglie cristiane simili esperienze sono già in atto. Si pensi per esempio alle modalità di accompagnamento e di aiuto vicendevole in 3 INCONTRO Quaresima 2016 Non dimentichiamoci di loro Progetto Asilo Erbil, Iraq Parrocchia San Martino Vescovo Biassono 4 La Madonna Pellegrina del Santuario di Fatima 10 - 17 Aprile 2016 10 - 12 Aprile BIASSONO 13 - 14 Aprile MACHERIO 15 - 17 Aprile SOVICO 5 INCONTRO INCONTRO LA POVERTà A BIASSONO IN TEMPI DI CRISI La Caritas di Biassono insieme a quella di Arcore avevano risposto nel 2014 ad un bando dedicato al “contrasto alla povertà” promosso dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza che eroga risorse al territorio sostenendo iniziative di utilità sociale. Le due Caritas hanno presentato due progetti distinti che prevedevano azioni comuni. I progetti presentati sono stati approvati dalla Fondazione, che li ha finanziati per il 50%, e si sono conclusi il 31 dicembre 2015. Complessivamente il valore del progetto presentato dalla Caritas di Biassono era di 24.150 euro, mentre quello di Arcore era di 14.450 euro. La Caritas di Biassono ha potuto contare sulla collaborazione di altri partner che hanno aderito al progetto: il Centro Culturale Don Ettore Passamonti, la Cooperativa Sociale Il Seme e l’Associazione amici delle missioni. I progetti presentati prevedevano diverse azioni, tra le quali: • • • • • • • Interventi di sostegno economico e materiale (Arcore e Biassono) Formazione dei volontari (Arcore e Biassono) Potenziamento della scuola di italiano per gli stranieri (Biassono) Potenziamento del “Servizio Telefono Amico” (Arcore) Orientamento per la ricerca del lavoro (Arcore) Sostegno alle famiglie con problemi alloggiativi (Arcore) Indagine sulla povertà (Arcore e Biassono) Delle azioni elencate ne abbiamo già parlato in un precedente numero del notiziario parrocchiale, qui ci soffermiamo solo 6 INCONTRO sull’ultima azione, quella relativa all’indagine sulla povertà che è stata presentata il 22 gennaio scorso ad Arcore. La ricerca è stata coordinata dal dott. Domenico Dosa del Centro Studi ALSPES e dalla dott.ssa Emanuela Sala del Dipartimento di Sociologia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca. Con l’aiuto dei volontari sono state effettuate 94 interviste a utenti dei due centri di ascolto Caritas. Quale quadro emerge dall’analisi effettuata ? in estrema sintesi possiamo riassumere i risultati della ricerca in sette punti: lavorativa non lo fa per più di 16 ore settimanali. E’ interessante osservare come una quota significativa di utenti (54%) risulta iscritta al Centro per l’Impiego. 6. A fronte della scarsità di lavoro rilevato, registriamo livelli di reddito molto bassi. Un quarto degli intervistati non dichiara redditi percepiti (stipendio, pensione, altri redditi), tuttavia questo dato è sovrastimato per la tendenza a non dichiarare redditi da parte di chi chiede un aiuto ad un ente caritatevole. Se ci limitiamo a coloro che hanno dichiarato una qualche forma di entrata economica osserviamo che in media gli utenti della Caritas percepiscono 651 euro nette al mese per attività lavorative regolari o non regolari. Chi invece può contare su una pensione percepisce mediamente 528 euro nette al mese. Poco più del 10% può contare anche su altre fonti di reddito. 1. Il povero che si rivolge alle Caritas di Arcore e di Biassono è prevalentemente donna, straniera con un’età media di 45 anni 2. Gli utenti della Caritas sono per un terzo italiani e per due terzi stranieri, per la maggior parte provenienti dal nord africa 7. Per ultimo ci siamo soffermati sulle spese sostenute dalle famiglie povere con particolare attenzione alle spese essenziali di sopravvivenza, spese per la casa (affitto e spese condominiali), spese per le utenze domestiche (luce, gas, telefono) e le spese per mangiare. Mediamente per la casa gli utenti intervistati spendono 374 euro al mese, per le utenze domestiche 152 euro e per mangiare 234 euro. Complessivamente per queste tre voci la spesa media mensile è di 624 euro. 3. Chi si rivolge alla Caritas non lo fa individualmente ma porta con sé i bisogni del proprio nucleo familiare: più del 68% è sposato o convive e il 22% pur essendo separato/divorziato ha quasi sempre figli da mantenere, inoltre gli stranieri hanno quasi tutti i figli in Italia (90%). In media ogni famiglia povera ha due figli a carico. 4. Meno di un terzo dei poveri vive in un monolocale, mentre la maggior parte (45%) vive in un bilocale. Il 23% vive in un appartamento con tre locali. La maggioranza coabita nell’appartamento con altre persone (85,6%), quasi sempre familiari, e una quota significativa ma contenuta condivide l’appartamento con quattro o più persone (21%). Molte ridotte risultano le situazioni di coabitazione con persone estranee al nucleo familiare (12%) Nella conferenza stampa per la presentazione dei risultati della ricerca, il responsabile della Caritas di Biassono Gianpiero Moro ci ha tenuto a sottolineare che la spesa per i poveri per il periodo previsto è andata oltre i limiti fissati dal progetto: sono stati spesi per i poveri in poco più di un anno 36.980 euro, 12.830 euro in più rispetto a quelli previsti. Più di 18.000 euro (49%) sono serviti per pagare le utenze domestiche (luce, gas, telefono, ecc.), circa 8.200 euro sono stati spesi in buoni spesa per generi alimentari, circa 3.900 euro sono serviti per pagare la mensa scolastica ai ragazzi, quasi 3.000 euro sono andati in spese mediche e farmaceutiche, 1.400 euro in pannolini e circa 1.250 euro in latte per neonati. 5. L’assenza di lavoro è una delle cause principali dello scivolamento nella condizione di povertà. Tra gli utenti delle Caritas di Arcore e Biassono meno della metà svolge un’attività lavorativa (47%), una quota comunque significativa se paragonata ad altre realtà territoriali. Il lavoro dichiarato tuttavia non è quasi sempre regolare, in media chi svolge attività l'esperienza del punto pane diversa, accogliere con un sorriso e parole amichevoli le persone che entrano dalla porta della Caritas e avere così la possibilità di conoscere un pochino meglio chi ci è accanto e magari farlo sentire benvoluto ed un po' meno solo. Ora, dopo circa due mesi dall'apertura del Punto Pane, ci accorgiamo di aspettare con entusiasmo il nostro turno per incontrare quelle persone che, a poco a poco, stanno diventando "volti amici". Quando abbiamo sentito che la Caritas parrocchiale aveva bisogno di volontari per il Punto Pane che doveva cominciare la sua attività, e avendo disponibilità di un po' di tempo, ci siamo sentiti chiamati in causa ed abbiamo risposto più che altro "di pancia", senza pensarci troppo. Così è iniziata la nostra esperienza e, piano piano, abbiamo capito che non si tratta semplicemente di distribuire pane a chi è in difficoltà, ma che tutto ciò ha un senso solo se aggiungiamo al pane un pezzetto del nostro cuore. Allora è bello, a volte anche con la difficoltà della lingua I Volontari del Punto Pane 7 INCONTRO A PROPOSITO DI FAMIGLIA Sacralità e bellezza della Famiglia famiglia Iddio ha sapientemente unite due tra le maggiori realtà umane: la missione di trasmettere la vita e l’amore vicendevole e legittimo dell’uomo e della donna, per il quale essi sono chiamati a completarsi vicendevolmente in una donazione reciproca non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale. O per meglio dire: Dio ha voluto rendere partecipi gli sposi del suo amore: dell’amore personale che Egli ha per ciascuno di essi e per il quale li chiama ad aiutarsi e a donarsi vicendevolmente per raggiungere la pienezza della loro vita personale; e dell’amore che Egli porta all’umanità e a tutti i suoi figli, e per il quale desidera moltiplicare i figli degli uomini per renderli partecipi della sua vita e della sua felicità eterna». La famiglia e la Chiesa, su piani diversi, concorrono ad accompagnare l’essere umano verso il fine della sua esistenza. E lo fanno certamente con gli insegnamenti che trasmettono, ma anche con la loro stessa natura di comunità di amore e di vita. Infatti, se la famiglia si può ben dire “chiesa domestica”, alla Chiesa si applica giustamente il titolo di famiglia di Dio. Pertanto «lo “spirito famigliare” è una carta costituzionale per la Chiesa: così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere. È scritto a chiare lettere: “Voi che un tempo eravate lontani – dice san Paolo – […] non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). La Chiesa è e deve essere la famiglia di Dio». (…) La Chiesa (…) con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità –, non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. (…) In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana il 22 gennaio scorso, Papa Francesco ha affermato che “la famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità”e ha chiarito che “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Qui di seguito riportiamo ampi stralci del suo discorso. (…) Il ministero del Tribunale Apostolico della Rota Romana è da sempre ausilio al Successore di Pietro, affinché la Chiesa, inscindibilmente connessa con la famiglia, continui a proclamare il disegno di Dio Creatore e Redentore sulla sacralità e bellezza dell’istituto familiare. Una missione sempre attuale, ma che acquista particolare rilevanza nel nostro tempo. (…) La Chiesa, infatti, può mostrare l’indefettibile amore misericordioso di Dio verso le famiglie, in particolare quelle ferite dal peccato e dalle prove della vita, e insieme proclamare l’irrinunciabile verità del matrimonio secondo il disegno di Dio. Questo servizio è affidato primariamente al Papa e ai Vescovi. Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione. (…) La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità. Come affermò il beato Paolo VI, la Chiesa ha sempre rivolto «uno sguardo particolare, pieno di sollecitudine e di amore, alla famiglia ed ai suoi problemi. Per mezzo del matrimonio e della 8 INCONTRO Il Matrimonio punto fermo della costituzione ed un papà. Poco prima delle 14,30, mentre ancora moltissime persone incolonnate tentavano di trovare posto nel Circo Massimo ormai strapieno, Massimo Gandolfini, presidente del Comitato organizzatore “Difendiamo i nostri figli”, apriva la manifestazione; a seguire gli interventi di Mario Adinolfi, Gianfranco Amato, Costanza Miriano e Simone Pillon scaldavano la folla ma non le nostre figlie più piccole che preferivano il pisolino pomeridiano, sdraiate sulla piccola porzione di prato a nostra disposizione. Molto interessante l’intervento di Jennifer Lahl, attivista statunitense che denuncia il “business riproduttivo” e che si batte per denunciare i pericoli nascosti dietro alle pratiche come “donazione” di ovuli, fecondazione assistita e utero in affitto. A seguire, applauditissima, Zelika Markic, madre di quattro figli, medico e giornalista e leader del Comitato promotore del referendum contro le nozze omosessuali in Croazia e Slovenia. Il suo impegno ha portato a ribaltare risultati che parevano scontati. «La ragione di ogni uomo – dice dal palco può riconoscere come evidente che il matrimonio è l’unica forma di società naturale precedente e fondante lo Stato. Una tale verità può essere contrastata unicamente con motivazioni politico-ideologiche. Solo il rapporto fra uomo e donna che si uniscono stabilmente e da cui nascono dei figli può garantire la continuità della specie e l’educazione sana della prole”. La manifestazione era aperta a tutti credenti e non credenti. Sono stati diffusi i messaggi inviati dal Rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni e dai responsabili di alcune comunità evangeliche. Presente anche una rappresentanza musulmana a dimostrazione di come il tema fondamentale della famiglia e della difesa dei diritti dei bambini riunisce un popolo numeroso e variegato. Durante la manifestazione sono state richiamate le parole di Papa Francesco pronunciate qualche giorno prima della manifestazione durante il discorso rivolto al Tribunale della Rota Romana: “Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Richiamato anche il discorso di San Giovanni Paolo II a Washington il 7 ottobre 1979: “Reagiremo ogni volta che la vita umana è minacciata. Quando il carattere sacro della vita prima della nascita viene attaccato, noi reagiremo per proclamare che nessuno ha il diritto di distruggere la vita prima della nascita. Quando si parla di un bambino come un peso o lo si considera come mezzo per soddisfare un bisogno emozionale, noi interverremo per insistere che ogni bambino è dono unico e irripetibile di Dio, che ha diritto ad una famiglia unita nell’amore. Quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, noi reagiremo riaffermando che la famiglia è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, nazione e stato.” Nel discorso conclusivo Massimo Gandolfini ha rivolto un forte appello al Governo ed al Parlamento perché tengano in dovuta considerazione l’appello della folla del Circo Massimo ritirando il disegno di legge Cirinnà. Alle 16.30 si conclude l’evento; lasciamo che la folla si diradi per poterci muovere più agevolmente con i bambini. E’ stata una bella giornata (anche il meteo ci è stato favorevole!) e speriamo che porti buoni frutti. Salutiamo gli amici, ognuno si avvia al viaggio di ritorno per riprendere le proprie attività interrotte per un giorno, con fatica ma anche con serena convinzione e condividendo la fatica con i compagni di viaggio, Dalla Prolusione del card. Bagnasco al Consiglio permanente della CEI In questa linea sentiamo il dovere di rilanciare la voce della famiglia – tesoro inesauribile e patrimonio universale - perché sia tutelata, promossa e sostenuta da politiche veramente incisive e consistenti: sono la condizione per aiutare - come già avviene in altri Paesi - la nascita dei figli che - come ha detto Papa Francesco - “non sono un problema di biologia riproduttiva”; tra l’altro, “una società avara di generazione, che non ama circondarsi di figli, che li considera soprattutto una preoccupazione, un peso, un rischio, è una società depressa”. (…) Sul fronte vitale della famiglia si è accesa una particolare attenzione e un acceso dibattito. E’ bene ricordare che i Padri costituenti ci hanno consegnato un tesoro preciso, che tutti dobbiamo apprezzare e custodire come il patrimonio più caro e prezioso, coscienti che “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. In questo scrigno di relazioni, di generazioni e di generi, di umanesimo e di grazia, vi è una punta di diamante: i figli. Il loro vero bene deve prevalere su ogni altro, poiché sono i più deboli ed esposti: non sono mai un diritto, poiché non sono cose da produrre; hanno diritto ad ogni precedenza e rispetto, sicurezza e stabilità. Hanno bisogno di un microcosmo completo nei suoi elementi essenziali, dove respirare un preciso respiro: “I bambini hanno diritto di crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto antropologico, non ideologico”. Family Day: una mamma ed un papà Il 30 gennaio scorso a Roma al Circo Massimo si sono radunate centinaia di migliaia di persone per dire un secco “no” alla legge Cirinnà. Centinaia di migliaia di persone si sono radunate in difesa della famiglia naturale. In difesa della realtà, di un’idea di uomo non distaccata dalla verità inscritta nel suo corpo; in difesa dei bambini e del loro diritto di avere una mamma ed un papà perché le nuove generazioni possano sempre conoscere le proprie radici; in difesa delle donne per un’idea di femminilità e maternità che non sia vissuta solo in termini di desiderio e produttività. In favore e non contro le persone con tendenze omosessuali, per la loro natura primaria di uomini e di donne prima che di persone attratte da persone dello stesso sesso. Attorno alle 12 ci siamo incamminati, immersi in un denso serpentone, verso il Circo Massimo. Accanto a noi un gruppo, comprendete bambini e anziani, proveniente dalla Puglia e appartenente al Cammino Neocatecumenale. Prima di entrare nel catino del Circo Massimo attendiamo gli amici Laura e Davide che, sbucati dall’affollatissima metropolitana, ci stanno raggiungendo con altre migliaia di persone che ordinatamente, lungo i percorsi previsti, affluiscono nell’area. Entriamo anche noi e ci sistemiamo in una posizione rialzata dalla quale è stato possibile godere del panorama completo e dello spettacolo di questo popolo gioioso, felice di muoversi per affermare che la realtà non può essere ridotta, piegata, nemmeno dalla legge. Non c’è diritto senza verità, e la prima verità è che i figli hanno il diritto ad avere una mamma 9 INCONTRO spesso appena conosciuti. Chiudiamo ricordando queste parole pronunciate da San Giovanni Paolo II durante l’Angelus del 19 giugno 1994 che a nostro avviso colgono pienamente il senso ed il messaggio della manifestazione: “La famiglia è la cellula primaria della società. Essa poggia sulla solida base di quel diritto naturale che accomuna tutti gli uomini e tutte le culture. […] Non di rado, infatti, l’insistenza della Chiesa sull’etica del matrimonio e della famiglia viene equivocata, come se la comunità cristiana volesse imporre a tutta la società una prospettiva di fede valida solo per i credenti. Il matrimonio, quale unione stabile di un uomo e una donna che si impegnano al dono reciproco di sé e si aprono alla generazione della vita, non è soltanto un valore cristiano, ma un valore originario della creazione. Smarrire tale verità non è un problema per i soli credenti, ma un pericolo per l’intera umanità. Oggi purtroppo serpeggia un relativismo, che spinge a dubitare dell’esistenza stessa di una verità oggettiva. Riecheggia la ben nota domanda posta da Pilato a Gesù: “che cosa è la verità?” (Gv 18, 38). A partire da tale scetticismo, si giunge a una falsa concezione della libertà, che pretende di sottrarsi ad ogni limite etico e di riformulare a proprio arbitrio i dati più evidenti della natura. [….] In realtà la legge naturale, proprio perché scolpita da Dio nel cuore, precede ogni legge fatta dagli uomini e ne misura la validità” Roberto e Lesli Monguzzi PREMIATO IL PRESEPE realizzato alla scuola segramora dal titolo: "il Giubileo della Misericordia 2015-2016". L'Unità di Apprendimento di dicembre aveva come tema "La Porta Santa: Papa Francesco l'ha spalancata ... la gioia del perdono a tutti è donata". Con questa iniziativa la scuola Segramora si è aggiudicata per la settima volta un premio Diocesano, per sei volte abbiamo vinto il primo premio per la zona pastorale di Monza, (negli anni 2003-2004-2005-2006-2007-2011) questa volta anno 2016 abbiamo vinto il Secondo Premio Assoluto per la Diocesi di Milano ossia "La Stella di Betlemme". Come ogni anno alla Scuola dell’Infanzia Segramora è stato allestito il presepe; il tema di quest’anno è stato: "In cammino come pellegrini... da Biassono a Roma attraverso la Porta Santa". I pellegrini sono stati realizzati dai bambini della scuola materna, la Porta Santa è stata realizzata dai papà della scuola, lavoro che ha coinvolto una ventina di papà da ottobre ai primi di dicembre impegnati a riprodurre fedelmente e con precisione la Porta Santa di San Pietro, per permettere ai bambini della scuola materna di vivere con consapevolezza la programmazione religiosa proposta questo anno scolastico, Mariagrazia 10 INCONTRO un capodanno insolito "Cosa fai a capodanno?", classica domanda fra giovani nei mesi di Novembre/Dicembre. "Vado a fare capodanno con Taizè!", risposta sicuramente meno classica ma è stata la mia il mese scorso. Sono stato invitato da una mia cara amica Vimercatese ad andare a Valencia con alcuni giovani del suo oratorio per fare questo fatidico "Capodanno Taizè", non avevo idea di cosa fosse e in mancanza di alternative valide ho accettato. Mai scelta fu più azzeccata. Divertente, coinvolgente, emozionante ed internazionale. Innanzitutto si tratta di un pellegrinaggio (chiamato dalla comunità “pellegrinaggio di fiducia”), non deve mancare lo zaino in spalla, la giornata, infatti,si costituisce di diversi momenti che si svolgono in varie parti della città ed è quindi obbligatorio imparare a muoversi bene con i mezzi o a piedi. Al mattino la preghiera nella parrocchia (circa 200 giovani da tutta europa), un momento speciale per la vicinanza che si sente con gli altri ragazzi che vi partecipano, poi i momenti di dialogo a gruppi, difficili, perché i temi trattati erano “scomodi” ma profondi (intenso il confronto con le ragazze ucraine che ci parlavano della guerra in corso nel loro paese), nel primo pomeriggio tutti e 30’000 i giovani partecipanti si recavano nei giardini della città a ritirare il sacchetto con pranzo e cena, alle 14 preghiera comune (divisi in tre posti diversi perché tutti insieme non ci si stava), poi per chi voleva dalle 16 c’era la possibilità di diversi incontri per la città che precedevano la seconda celebrazione comune delle 19 prima di rientrare in famiglia. Come si può capire 4 giorni così sono belli tosti (noi abbiamo saltato la preghiera del pomeriggio e gli incontri delle 16 e ci sta come esperienza “light”) ma sono giorni in cui si ha davvero la possibilità di prendere del tempo per se stessi e per gli altri entrando in un clima di comunione con tutte le nazioni che è difficile trovare in giro di questi tempi. Questo lo si sperimenta particolarmente in ogni veglia di preghiera (una preghiera semplice quella Taizè ma molto ricca di forme e gesti diversi volti a unire le diverse confessioni), in ogni incontro che si fa per strada e nella meravigliosa veglia notturna di fine anno seguita dalla festa dei popoli, quando ricapita di fare un capodanno così? Beh, tra 365 giorni, a Riga, in Lettonia, l’evento si ripete, chi viene con me? Lorenzo Viganò, educatore Ado CRISTIANI, LE PERSECUZIONI AUMENTANO Una fotografia allarmante sulla persecuzione dei cristiani che ci convince di più a pregare la Madonna Addolorata ogni 15 del mese per i martiri cristiani. preoccupazione per il rapido aumento delle violenze: 16 Paesi del Continente figurano nell’elenco di Open Doors, tra cui per la prima volta pure il Niger, per il dilagare di Boko Haram. Il gruppo fondamentalista è anche il responsabile dell’esodo di decine di migliaia di cristiani dal nord della Nigeria, dove è in corso una sorta di pulizia religiosa. Un sistema analogo a quello impiegato in Siria e in Iraq. In Sudan, in Somalia o nel nord-est del Kenya la discriminazione è più strisciante e condotta, spesso, con la connivenza delle autorità, scrive l’organizzazione . "New entry" nella lista è pure il Bahrein, dove la minoranza cristiana è diventata bersaglio di discriminazione. Ai 50 Paesi maglia nera, se ne aggiungono altri "sotto osservazione", come Nepal, Congo, Sri Lanka, Ciad, Mauritania, Russia, Kirghizistan, Gambia, Senegal, Costa d’Avorio, Camerun e Uganda. In tali nazioni vi è un certo grado di persecuzione, tuttavia non ancora a un livello tale da giudicarlo "di intensità allarmante". Aumenta, anno dopo anno. Tra il primo novembre 2014 e il 31 ottobre 2015, la persecuzione contro i cristiani è cresciuta del 2,7%. Ancora più drammatico l’incremento dei fedeli assassinati a causa della loro fede: 7.100, L’anno precedente erano stati 4334. Oltre 2400 chiese sono state, inoltre, attaccate. A scattare una nuova fotografia delle persecuzioni anti cristiane è l’associazione statunitense “Open Doors”. L’ultimo rapporto "Watch List 2016" elenca i cinquanta paesi in cui la libertà religiosa è particolarmente “compressa” per i cristiani. In ben 35 di questi, la causa è l’estremismo islamico. Anche il nazionalismo religioso - come nel caso indiano, Stato salito al 17esimo posto - e i regimi dittatoriali - ad esempio l’Eritrea e la Corea del Nord, prima nella classifica dei Paesi oppressori - intensificano le persecuzioni. L’Africa desta particolare 11 INCONTRO IL TUO TESORO è... PER-DONO Novena 2015 nel cuore. Gesù è il vero maestro di misericordia! Abbiamo conosciuto l’affascinante storia di Gesù per scoprire il regalo più grande e straordinario di tutti: saper perdonare. Il Natale è stato più bello e più vero se abbiamo deciso di impegnarci per il bene, se siamo stati capaci di liberarci dal dolore e se saremo da oggi capaci, riconoscendo i nostri errori, di offrire il perdono. Quale regalo più grande – o meglio quale tesoro – abbiamo ricevuto per questo Natale, della pace e della gioia di un perdono donato? Ringraziamo tutti gli adolescenti e i loro educatori che hanno animato e preparato per bene questo momento di festa. Che da questo Natal parta in ciascuno di noi il desiderio di essere perdonati e di saper perdonare ogni giorno. Qual è il regalo più grande che abbiamo chiesto in dono per questo Natale? Qual è il regalo più bello che abbiamo mai ricevuto in passato? Se ci pensiamo, ci vengono in mente tante cose: oggetti che desideravamo da tanto tempo, sorprese che non ci aspettavamo, incontri speciali. Ma... è tutto? Il baule del tesoro che ha accompagnato i nostri 400 ragazzi per nove giorni alla fine è stato aperto grazie a delle "Chiavi" ricevute ogni giorno. Dentro il baule un tesoro inaspettato: un agnello in carne e ossa. L’agnello è il simbolo di Gesù, il vero agnello "che toglie i peccati del mondo" e che quindi viene a donarci il suo per-dono. Il titolo di questa novena il tuo tesoro è per-dono è stata l’occasione per imparare il regalo più grande ricevuto fino ora: Gesù. Abbiamo imparato ad essere «come Gesù», in linea con il Giubileo straordinario, voluto da papa Francesco e appena cominciato, dedicato proprio alla misericordia. La colorata e gioiosa Novena che quest’anno abbiamo vissuto è stata una proposta di riflessione e preghiera che ha accompagnato i ragazzi nei giorni dell’attesa del Natale, per preparare il cuore ad accogliere Gesù che nasce, attraverso la preghiera, l’ascolto di chi ci è vicino e il perdono dei nostri fratelli. Solo con Gesù noi possiamo diventare capaci di «scusarci», di tendere la mano, di «fare pace» e di superare il male delle ferite che portiamo Don Simone 12 INCONTRO Domenica 17 gennaio 2016 Alcune immagini della divina liturgia in rito bizantino slavo 13 INCONTRO 38° giornata per la vita La pioggia e il maltempo di domenica 7 febbraio non hanno frenato l’entusiasmo dei numerosi volontari, grandi e piccoli, che hanno partecipato all’ormai tradizionale appuntamento "Un fiore per la vita", dove i sagrati della chiesa parrocchiale e della chiesa delle Cascine si sono colorati di primavera! I proventi della vendita dei variopinti fiori quest’anno sono stati pari a € 1.230 e sono stati destinati al CAV (Centro di Aiuto alla Vita) di via Zucchi, 22/b – Monza. Con la cifra raccolta a Biassono durante la Giornata per la Vita dello scorso anno 2015 il CAV ha potuto sostenere economicamente, grazie al progetto “Obiettivo Nuova Vita”, una mamma in attesa del secondo figlio, la cui situazione economica familiare sta attraversando un periodo difficile: nel mese di luglio 2015 è nato Stefano, la Vita ha vinto un’altra volta!!! Il CAV, nella persona della Presidente, Sig.ra Giuseppina Josetta Rocco e delle volontarie, ringrazia di cuore tutte le persone che hanno donato il loro tempo per la buona riuscita della giornata, nonché i parrocchiani di Biassono per la generosità dimostrata, compreso chi ha donato alimenti per la prima infanzia, abbigliamento e attrezzature varie sempre gradite e indispensabili per poter sostenere le mamme che si rivolgono a loro. Per ogni delucidazione sulle attività svolte dal CAV o per eventuali necessità, contattare il numero 039/389510 o il sito www.cavmonza.org ANNIVERSARI DI MATRIMONIO 14 INCONTRO propone Pellegrinaggio a Roma dal 13 al 15 agosto 2016 con viaggio in pullman e visita della città dal 4 al 15 agosto 2016 pellegrinaggio a piedi da Assisi a Roma con percorsi giornalieri da 20-30 Km. Il gruppo raggiungerà Roma il 13 agosto per unirsi al pellegrinaggio in pullman Iscrizioni entro il 10 marzo 2016 in sacrestia, dove ci si potrà rivolgere anche per informazioni e costi. Giovedì 25 febbraio presso l’oratorio di Sovico alle ore 21.00 incontro di presentazione del pellegrinaggio. STATISTICA PARROCCHIALE 2015 2014 2015 differenza 98 +2 S. Cresima 87 84 -3 Battesimi 83 78 -5 Matrimoni 22 35 + 13 Funerali 106 93 - 13 1° comunione 96 OFFERTE NATALIZIE 2015 Dalle famiglie (buste) 22.095 € - 1.585 € Dalle ditte/uffici 6.745 € - 615 € Totale 28.225 € - 2.190 € N.B. 23 buste in meno rispetto all'anno scorso Raccolta per la carità di avvento: 14.190 € a favore delle famiglie bisognose di Biassono ( + 5.490 € rispetto al 2014) 15 INCONTRO QUARESIMA 2016 Ricordiamo Domenica 14 febbraio, 1° domenica di Quaresima: dopo ogni Messa imposizioni delle Ceneri. Ogni domenica: ore 16.55 Vespero e Benedizione Eucaristica in parrocchia e presentazione della bolla di indizione del Giubileo Ogni giorno: ore 8.05 “5 minuti con Gesù” (per i ragazzi delle elementari) Ogni mercoledì Giornata di deserto: Ore 6.30 S. Messa per adulti e lavoratori, al termine esposizione dell’Eucaristia e Adorazione silenziosa. - Ore 8.45 Celebrazioni delle Lodi - Ore 9.00 S. Messa con predica - Ore18.30 S. Messa Ogni venerdi: Ore 9.00 Via Crucis e predica quaresimale (Don Angelo Viganò). - Ore 18.30 Celebrazione del Vespero e della parola di Dio - Ore 20.45 Via Crucis per adulti, giovani e lavoratori. Meditazione sulle opere di misericordia (Don Gianpiero Crippa) Alcune attenzioni particolari Ogni sabato dalle ore 14.30 alle ore 18.30: I sacerdoti sono a disposizioni per la S. Confessione Tutti i venerdì di Quaresima sono di magro: il primo e l’ultimo anche di digiuno. La S. Messa di Vigilia del sabato delle ore 17.30 sarà celebrata in forma solenne. Nelle S. Messe domenicali, al posto dell’atto penitenziale faremo il Rito dell’Aspersione Per la preghiera personale o familiare la parrocchia mette a disposizione il libretto “Dio non ha creato la morte” lo troviamo sulle mensoline alle porte della Chiesa. Per la carità di Quaresima quest’anno aiuteremo i cristiani perseguitati in Iraq con il progetto: “un asilo per i bambini a Erbil”. La cassetta con il cartello illustrativo è davanti l’altare della Madonna APPUNTAMENTI DI QUARESIMA Domenica 14 febbraio, ore 10.00 a Macherio per i ragazzi di I° media iniziamo il “cammino dei cento giorni” con i genitori. Domenica 21 febbraio, domenica insieme per i ragazzi di 2° elementare Venerdì 26 febbraio, 20.45 Via Crucis della Comunità Pastorale animata dalla pastorale Giovanile da Macherio a Biassono. Domenica 28 febbraio, domenica insieme per i ragazzi di 3° elementare. Venerdì 4 marzo, giornata della Riconciliazione. Alle ore 22.00 inizio Adorazione Eucaristica notturna. Sabato 5 marzo, adorazione eucaristica fino alle ore 17.30 Domenica 6 marzo, domenica insieme per i ragazzi di 4° elementare 11/13 marzo, pellegrinaggio a Roma per i ragazzi di 3° media Domenica 13 marzo, domenica insieme per i ragazzi di 5° elementare Domenica 20 marzo, Domenica delle Palme ore 9.45 ritrovo in oratorio maschile, benedizione degli ulivi e processione verso la Chiesa parrocchiale per la S. Messa delle ore 10.15. ORATORIO BABY All'interno delle attività domenicali dell'Oratorio San Luigi uno spazio anche per i più piccoli. DOMENICA 14 FEBBRAIO - DOMENICA 20 MARZO - DOMENICA 3 APRILE dalle ore 15.30 alle 18.00, aspettiamo le famiglie con bambini da 0-6 anni. Per la merenda portare qualcosa da condividere!! 16