MORANDI LUIGI CONTRO VOLTAIRE BAEETTI SHAKESPEARE CONTRO YOLTAIEE CON UN'APPENDICE E ALLA XLIV FRUSTA LETTERE DEL INEDITE O NUOVA MIGLIOBATA S. LAPI BARETTI SPARSE EDIZIONE E CITTA LETTERARIA MOLTO DI ACCRESCIUTA CASTELLO TIPOGRAFO EDITORE 1884 ^ rOLTAIRG CONTRO BARETTI il Hanno loro Baretti contro Scritto in del Parigi nel al era brio di *? Discxìurs Joseph de In du 8^, - Royale Roi, di des Il absurdités repousser à a des doni avec pour oltre force. erreurs il faut il e doveva ; qu* rire^ il et faut des trina, dot- erano acremente Voltaire^ par étrangère Nourse, J. chez MDCGLXXVII. neveu. seguenti di tore propugna- Londres, frontespizio, starne pre- senso; de a Ferney pieno Correspondance A le di e perciò monsieur Durand chez epigrafe, come y Paris, patriarca la Britannique, 186, pag. stampate, Voltaire: et il sur prova. Londra a allora et Secrétaire nuova avversari che Discorso il e una buon Shakespeare sur VAcadémie fama, arguto verità, Baretti, libraire di e molte cioè a' suoi anche è pubblicato e sua libri, ne mentre della molta i il Voltaire francese colmo VOLTAIRE anche fato 1777,* di SHAKESPEARE CONTRO sul parole réfuter mensonges quale sono dello che an- stesso sérieusement, qu' il faut 4 VOLTAIRE dai combattute merito per le menti è che l'aceto, le Dante, E tragedie più tardi, cioè nel italiana ai parole di il : secondare col Voltaire i tutti e in 1824, in di il talento naturale Il di di princìpi insolenza e dittatore trattò ne sprezzo la moria me- questo opportunità la discussione, e si sollevava contro fu vòlto dere diffon- a da in Francia quenza, elo- quell'abbondante con che spirito, stesso lo con superbo, letteratura della teratura Let- inglese con sconosciuti fin allora quell'ironia,e con in » poetica, applicati già critica gl'Inglesi, ma Italia; e sulla ragionamento Shakespeare * d'italiano. espaudeasi, suo perate vitu- e proverbiato e ebbe per mente sua subietto. difesa a tradotte Shakespeare il Baretti il sale « rinfrescava ne 1809 sconosciuto articolo un quando la gli rasse esage- fin dal d'inglese né RevieWy iogegno, suo invece al Voltaire Shakespeare, compatriotti « poter periodica^ pubblicato European nella per E quasi « d'aver né tutte fors'anche e ricambia intendersi senza parte spremuto. Discorso di in quasi mancasse piemontese, convince lo e di uomini. limone critico il Baretti » gli vedesse in questo Italia, con del (e sono comune degli benché Foscolo, scriveva oggi nulla del sorte i difetti in che memoria la toccata che e ) patrimonio suo nella Il più, ; pareva durare SHAKESPEARE CONTRO aveano il reso midabile. for- oppositor europea ^ » * voi. Foscolo, II, pag. ^Mancandomi Prose Saggi di Firenze, Le Monnier, 1850; 236. il testo goffa traduzione, dei Letterarie; Critica che inglese, si trova storico-letteraria son nel costretto citare a primo volume, del Foscolo, pag. stampati sta que- 467, dal giudizi del Questi che espositive quel che poiché (almeno italiani retti, 0 che o, del Parigi, Censeur royal, assai 1820 Durand fu ne di Giovanni Pirotta Girolamo volterriano » fu cattiva della Pozzoli, da metterli in Il testo francese mi non può quasi del ce ne foscoliane; dati invece dal liana Nella del *Gfr. Custodi; per e cui esempio, del ne' Foscolo quali Tonda rara. se ficilmente dif- libro vecchio forse gli dopo se e amico, ; né fornire furono a essersi procurarmelo. ormai qual volume, con traduzione Monti, un Il bisogno, potrebbe poiché, per lontano * fosse discernimento poco son 1859. nel di novità una italiana è molto d'un * tipi rarissimo; capo questo gine, pa- coi devono cortesia a di per passare Monnier Chiarini venuto il discorrere Perciò, la quale vendita. traduzione addirittura aiutato avesse sarei Le è poi il molte in stampati pochi esemplari, perchè oggi glese in- goffo un Milano quale che dall'editore sfegatato, pubblicata una il fatto ristampare a il contro ingiustamente. castrati colà « Ba- parole inconcludenti, con consentirgli di di prima Nel Discorso del ; tici cri- del si occuparono giudicano vennero argomento io):gli altri Discorso, spediti il libraio obbligò di lo tuttora sono tale su dell'ingiustiziade' posteri gli esemplari di * naso affatto sbrigano ne se peggio, Presagio a scritto che pagine, più poche e quanto per parlano o è si è stranieri e non Voltaire, Foscolo critiche, deirUgoni, meglio di 5 VOLTAIRE CONTRO BARETTI anche pagina brani àeìV e del studi prove le opere altrove, Iliade montiana sonora senza altre pubblicate 137 è vi tradotti si sente miglio. sua continuazione de' Secoli della Letteratura ita^ Gorniani. Baretti, Milano, Scritti 1822-23; scelti^ inediti voi. I, pag* o 35. rari^ pubblicati dal 6 VOLTAIRE qualche importanza a il fU Shakespeare si che il come poi e quindi, a nostro ^ Paris, sola nel agitasse il di noi Italiani il ViLLEMAiN, Didier, storia letteraria, la di secolo di la e lotta le che ;^ derna mo- anzi (si Shakespeare fti lora al- combattuta dottrine. nuove deve specialmente, vedere intorno critica XVIII nome ché, giac- questione questione tutta vecchie le tra qualcosa un la segnacolo ECC. Villemain, aggiungere), potrebbe la per disse come SHAKESPEARE CONTRO vi parte E portar im- pure prendesse connazionale. Tableau de Voi. 1873. - la Ili, Littérature pag. au 328. XVIII* siècle^ L È disse a ridisse e far notissima, cosa mille ai conoscere ^ le » il del maggio in si Francia, inglese quei primi » nessuna gli pareva ' Essai Leitres suif sur la Poesie les buia una « splendori. regole lo cioè tornato dopo il poeta in anche Shakespeare era naturale e » e gusto buon ; prezzare ap- 29. condizionata di di speare, Shakead verso fecondo, senz'ombra « stima occhi e conoscenza inglese * suoi A' poco sua e scarsa gagliardo ma la di Inghilterra, del marzo che primo il brano in pubblicati rileva tempi. genio «un però molto era al «fu cominciato rifugio suo la stesso egli che aveva 1726 scritti Dagli Voltaire qualche opere durante dal volte, Francesi cui il poiché il tutto rotta notte, e blime, su- senza teatro da baglianti ab- ^ » épique^ Anglais, più chap. note IX. sotto il titolo di Let-^ 8 VOLTAIRE Per CONTRO trovare, di giusto dirò non screditare poterlo saccheggiare secondo me, cui non a quasi sua della scuola Jonson, stava addirittura di e il luogo, del Sidney d'azione che il del Ben teatro di tempo veniva n'era imposti, tirannici. e Inghilterra, di spesso se nato, dramma, le con sacre rappresentazioni, potè svolgersi liberamente, dalla scito e la società per al certo andava non drammatico regole più quando far a e perciò tres la state osservate le diventando civile già a facendo il dramma così diceva Tragèdie, premesso al undici sempre all'opposto, cominciarono dalla dovette anni nire fi- il popolo superstizioso,poverissimo ; scritte il Voltaire pubblicate cinque sul rappresentazioni, sacre tese pre- ogni Londra Francia, In l'autore dal- essa più libera, e si andavano oppresso, Philosophiqties, XVIII (almeno e fossero c'erano le quale se decorosi. impallidire la verificare gli splendori del rinascimento si trovava e XVI quanta, u- e, scritto essere per principali, che comodi tutta aristoteliche; e secolo del ad teatro più agiata, più giorno teatri continuare chiesa, potè rappresentato gli e e dell'unità giogo glese, in- le teoriche sproposito, altri a invece, tro libertà, con- agli antipodi al oltre arbitrari meno In classica dell'unità intesa anch'essa non quale, e nulla di nazionale sconfinata potuto avevano fine a basta il teatro né taire il Vol- che salva: man le ma necessario Shakespeare che esempi francese, credo non lo considerare quella con ragioni^ l'opinione comune, accogliere volesse le certo siflFatti giudizi, di cagioni SHAKESPEARE la maggior al Thiériot, dopo. Bruto - Si chiesa veda (1731). lett. anche parte 24 ; dalle « nel 1728 luglio 1733), il Discours sur BARBTTI rifugiarsi quasi esclusivamente cootraternite corte; e la corte per e alla Il fu luogo del più di Basti certo spazio, ^ volo a da attori e attirare le che caso del bocca di Vous vous Vous mettez Et lorsque, Sur vos Sur un * Cfr. moderne^ * faites Cfr. tout pieds théàtre Voltaire, premessa Voltaire, d'étre à chancelants Op. loc. frane pigiati poi vous la sur ; cit. raro legiati privicosa scesse na- per cavaliere : libertin, du vin; haleine, tenez vous Semiramide e nipote bien venez vous vano dove- Distratto, vineuse vous Dissertation alla al un tenir d'une fumant platea Che nel parla cosi una degli scaraa era ubriaco. glievano co- spirito, anche Non Regnard gioire alors già in di quei poveri que' bellimbusti di honneur votre posto da po' di un spesso ^ fosse il che e barile. palcoscenico Valerio, coscenic pal- vanità, di dice, piedi, nel dice fetti ef- piedi pretesti,onde giunta, per qualcheduno allora,lo della l'attenzione in acciughe sul dieci mossa una si spettatóri, che, come i come sempre può agli e che demone da di sé sopra star il fare, poter altri dal parola, una libertà un appena creavano 0 si spettatori privilegiati,i. quali solleticati e alla Parigi a decorato, prendevano agli attori lasciavano frase, di numero formarsi* uni- quanto passato rammentare mal e formalità, sue rappresentazione contrario dramma. alle si rappresentò; e necessariamente secolo del stretto un della metà immaginare gusti, dovette stesso alla sino suoi lei, a' a nella soprattutto si scrisse. etichetta sua 9 VOLTAIRE COISTRO à montrer Tragèdie part, II. peine, : ancienne et IQ VOLTAIRE Là parmi Vous Et, pour Et voir heurtant les que plus vous folàtrer; des demoiselles jusque Tautre, acteurs et traits de que exploits. vos la de ; chandelles, comptant élevez vos vous les sur vous de fois de cent voit comme Paris, témoin tout Rit faire Tun, haut on baiser vous vous Poussant Plus pareils vos allez SHAKESPEARE CONTRO voix; folle, comédie. la (Att. I, Un'attrice inglese, che assistette 1748 Semiramide rimase alia del di di spettatori capacitarsi uomini tanto così è lo di sé stessi;e, dire diceva delle di loro Siccome col tutti i critici Voltaire, la passage à seigneurs, ediz. della racconta), ci potessero * goderne. senza più che da star guala Ma dare a Marziale, non essere differenza, si poca tori d'at- che proprio piacere, quel veniunt poi, alla fare di spectentur rità ve- tacolo spet- sarebbe se non ut ipsae. erro, e virtù; perciò quasi necessità cit. loc. - postée méme L'Ombre faillit curata dal » Moland la dans {(Eutres ; voi. du scène théàtre, s*embarrassa tomber. spesso ne cria che, les jambes pas haut des ia de tombeau voyant tout in- anche aggiunge fantòme, un pour à le sur e Il Moland « si finisce mondo nel lunga, francesi, seguendo sentinelle Garnier, lo disse e scena, rappresentazione, et agosto miscuglio strano mai con venxunt^ Op. suffisant V Ombre! 29 Romane: Spectatum Ninus, che si divertivano quelli quella prima sulla del che sempre quello spettacolo potuto lui (è come nemici del sera rappresentazione Voltaire sapeva ^ prima scandalizzata e la VI.) se. : de Place jeunes compietesele Voltaire; IV, pag. 482.) BARBTTI terpetrando in la scena la dose di canoni di quell'usanza stretta? era laboret^ sentenziarono dovevano non si fosse se c'era poiché, E simulato della ma non tre famose scena sarebbe stato il finto secondo Francia le Dico « il Metastasio precetto d'Orazio personaggio per più giacché dì gli attori poteva genista^ dose, resto, è i trovava propriamente erano essi mi che condo se- le leggi ca- abbiano che nel latino) fu cioè soli dovevano durre intro- non una (protagonista, fare non (e forse, necessità, detti, de* quali l'autore tre il quarto greco il gione ra- che un parlare, a teatro volta agire credere a nel alla e pare senso s'affanni anche interlocutori drammatica; inclinano nel poteva personaggi parlare perchè » quali noto tempo, disporre, delle una poeta secondo intendersi tritagonista)^ ed principali. farli scena, altri, e certo tre il i suoi agire e s^affaticki^non Del un la debba non parli troppo. almeno della rincaraado il personaggio ogni cambiamento Inghilterra doveva angustie della che luogo, rispettiva condizione invece dasse an- quasi impossibile. parlare loro la morto che di cioè dacché in mentre far spazio, ammazzamento, un È poi evidente regno, liberamente di tragedia potesse ammazzatasi, buona suo Insomma, interlocutori tre braccia, mettiamo, unità, quella vero persona tragedia prudenti stabilirono ammazzare. il quivi ^ duello, : rincarando buona di che esempio quell'angustia le i critici Montespan, in più in un tra cascare Per loqui nella pericolo (Dio liberi!) che a di balorda. che comparire * volta. per altro erano quarta nec fatti,i certi critici, dunque, I sull'oraziano non varono ele- Orazio, e estetici almeno, parte gran conseguenze 11 VOLTAIRE sproposito Aristotile a dignità a quali, CONTRO tutte matico dram- deutera-le parti 12 VOLTAIRE pricciose quanto chetta, CONTRO SHAKESPEARE inesorabili della secondo e Onde lord Chesterfleld francesi loro mentre paese, più persone del "3ura la intolleranti la e pretesto che mezzo tragedia, perchè perchè varietà di quale nella corte comici veder adulatori, -donne non messi quei il pure solo non modo di guisa, mentre far sentire i convenzionali, ^«Oui, «st le col toiyours des plaisant médies l'ire de anciennes, les tenant, auditeurs, il faut -compagnie. s'andò e » la on de toujours méme, (Molière, un L* dans un dans valet toutes nos marquis ridicule Impromptu de della trar ciale, artifi- gusto a certo un aiyourd'hui marquis cornine, tal Per astrazioni mere un un furono, quelli Le marquis voit lui. potè fino uso, et quésto commedia tutti e ci trovava era formando comìédie: toujours Stato quelle , boriosi anche umani, lungo quegli berlina que' nobili quasi ricca una Luigi XIV, come della e furono però, che lo media, com- il ridicolo, cerca trovò essendo che veri all'incontro anzi alla quegripocriti e in sima dannosis- divertiva, ma personaggi quasi tutti,esseri gedia ci si tornaconto, suo che po' alla un civette, e gran re seccatori, saccenti ignoranti,* un lui, per cose, medesima e sublime dal di teme, essa tipi a nocque ogni dargli la spinta. a condizione non più era scansare aperto sempre le erano non precipitare disposta gente singolare alla sì lo ma del quindi, prima E in Francia precipizio Questa il freno. naturalezza, tanta a e di potesse farlo 3,] ridicolo: proprio gl'inglesi nel poeti i schiavi più grandi i erano tici. cri- dei che dire soleva poeta drammatico verità dell'^^t- e regole cervellotiche le drammatici moda les toutes bouffon pièces qui qui de se. fait main- divertisse Versailles, co- la I.) CONTRO BARETTI seconda certo un per e segno tore, maraviglia dunque lo parte il esempio, che screditare lo imitazione discorsi,che di egli il di per Falkener regole voi dopo la dal volerla la perfezionato la vostra filosofia;giacché fisica. esperienze L'arte di altri noi sul cuore piacere par e rispetti, greco. dicando De- all'inglese in sottomettervi teatro, così,, V Amleto Zaira nostro buone Morte dir per francamente come i Tancredi, il dramma Inglesi dovete un primi ne' la col per la imitando fargli con Cesare, volta seconda anzi dediche, le avere, come, di dall'Inghilterra,, Semiramide^ di che può Si scritte del sulla plica ap- nitent di Zaira, la con Giulietta; «Voialtri così di noi egli, il ritorno Otello, il Giulio aver che tragedie ( 1736), gli scriveva termini: scena plura prefazioni, sinceramente e credeva fatto con Y Rorheo le alle che, credeva rincivilito di ognuno in coscienza credesse trent'anui Cesare, Shakespeare mistero. sicurezza, premise convincersi per unità, tre lontano punto leggere Basta 0 lui,, a poi impunemente, fa tutta Shakespeare, venti piccola che cambiar ubi tanto era non con onore. quali l'oraziano imitarlo per affermare ai cellenza, ec- segue? resto, egli Del frequente troppo in delle difetti di scrit-^ per soltanto maraviglia veri que' atto), medesimo quel tale una Voltaire,lo convinto e oggi facilmente con come francese Goethe, ? Qual costante apparissero enormi il che gustasse e Shakespeare propugnatore un il disse ben come intendesse in diventare tempo natura. Qua! ( per 1^ VOLTAIRE dobbiamo alle cettare ac- abbiamo noi umano, che questi sia come l'arte 14 VOLTAIRE Come stra.» all'arte se di quella Insomma, specie una la posterità dovrebbe del vero un lui a' suoi che, insistenze, riusci, dalla nel 1748, *? e Gfr. il cit. il quale sulla 23 voi. E scena. V, tava fuori n. la Zaira, di coda in Parigi del e de poiché osò piaceva di anche con naggi perso- disse che avevano al de per Bruto, Laura- sare compeni posti definitivamente il Voltaire; ediz. cit. , la barbara il che nomi e sopprimendo fece complètes provincia vestito somma, si Leasing meglio ancora dovette usanza nel 1767 Zaira o di no- «rinunziare privilegio di poter al sue delle lui fu inglesi facevano, teatrale, piuttosto che sulla alla Ma parecchio tempo, air illusione *Cfi\ * lui che bella una o moda inco- alcune ; ; fu soppressione (Gfr. CEuvres 407.) pag. mantenersi che da la perdita che questa 1759. aprile suo le dalla Tragèdie, premesso VÉcossaise à M, le Comte del bene personaggi scena popolo sur de spese della i comici ' Discours VÉpitre dédicatoire gìMis, parigina più irregolari tragedie le anche modo, cominciando d'ogni paese, * tragedia (Les GuèbresJ del ogni speare lo Shake- e tutti quasi nella Semiramide della derivavano ne moderna una comporre che però che che, volta, scena portar sulla osò storia della lui degli spettatori,e arbitrarie primo per la a cui autorità, con sua po' alla un liberare a presenza regole fu rappresentazione seconda cessaria ne- viveva connazionali la con più tanto egli segna, giacché conoscere ; fu vo* fosse non il Voltaire scusarlo, progresso; fece male, la pare intellettuale,di francese teatro piacere punto, d'illusione in storia di pensare pensare! questo su di Tarte mentre Francesi, de' SHAKESPEARE CONTRO Merope. » minare cam- maturgia, (Dram- X.) prima Épitre dédicatoire à M, Falhener, premessa BARETTI CONTRO il gran merito lodate tragedie francesi di contenere conversazioni francesi autori timore per ; loro il Il il di è Voltaire, il per in agi' Inglesi che del a lui non penti si Shakespeare, tal un Il « 14 Si del novembre aviez vous la » « del prima telle que confidentes ^ Discours * Ibid. ^ Dissertation part. IL * Ibid. la sur ticolare, parstima quella che solamente non andando ma allo la tua sta- quali vano pro- fango basterà citarne due entière del atto de déclarations de sare, Ce- je l'ai à d'amour pauvres : speare, Shake- Giulio telle que et soli. al Desfontaines scriveva terzo i opere paraìtraient vous sur sue l'ai vue, je près traduite,nos peu di nel jouer la scène vu in inalzata. aveva 1735 intorno già tributate gettare cambiamento, sua una spinta, le lodi passi delle della fatto in Francia prima di sare scu- Shakespeare maggiore anche gli stesso i mille Tra la tentò e ch'egli allo e molto disdisse agli eccessi lui da Sórgere dato d'aver potesse facile anni ragionevole ), egli pareva sostenne mai ultimi rumore a inglese teatro coqueU une tragedia sarà non negli generale cominciò la sima mas- invenzione.'^ pura torto, del quale (quando vita che Brumoy tutta vero fossero la ;^ fu lui,finalmente, che padre esser tragedie gli tragico, che e plici sem- che al confini,^ i che si dolse che arrivassero non molte mentre altro erano lui fa d'oltrepassarne teìrie continuelle anco un'azione, non spesso parte delle contro ^ 15 VOLTAIRE et nos choses Tragèdie, la Tragèdie, premessa alla Semiramide^ ' 16 VOLTAIRE auprès. Il 3 settembre » al D'Alembert qui n'est, n'a Or : Gille clamoroso de Baretti. il fatto filo questi suoi vani appunto in la di dunque e qui et » entrò Vale per village, di Shakespeare, scriveva Shakespeare, honnates. lignes lo il nostro raccontare 1776, invece, abominable cet più nel contro scena del « deux bene, conati SHAKESPEARE vérité, qu'im en écrit pas CONTRO spesa segno. per IL La e dirò scarsa necessariamente conoscenza delle di i legga i nostri in non d' * Già cattiva ^Lett. * Lett. e n' è ce del un era che in una che allo Zappi; liriche può non piccolo, certe dire a nocquerono del all'Italia,che ^ teratura, let- nostra la chiusa valga a Italiano im arrivare le tutte tanta accoppiata sulla esempio, per il come i nervi oggi, Voltaire antica, era uomo nostre^ Anche Filicaia attribuisce quanto uomo a poeti sogliono abbreviare sonetto : del veda, nocquerony giunta, Voltaire urtare cose parlarne. giudizi lo e che col doveva smania tanta Baretti naturalissima, perchè pure Baretti che del ruggine del egli, trarca Pemoso faper mare escla- non volte, questo gran- ! fin dal 1747, nella lettera traduzione al aUa Deodati Qazette delle di tragedie Tovazzo, Littéraire^ 24 6 alla premessa del gennaio giugno sua Corneille, il 1761. 1764. (Mélanges.) 18 VOLTAIRE Nella CONTRO di doveva lesse la Dio ricevette aggiungeva in stoccata, Laplace al un due teatro è (1772); il Goldoni tato Francesco Albergati prendeva egli ; Fauno pubblicava Baretti glieli frustasse^ Non essendoci terribile gli scriveva da che alcuni voleva il 14 Infatti, Opere; Milano, li giorni, quand'egli pochi lo il colmò ritratto, per (Gfr. Baretti, e 113.) di cortesie, metterlo Scritti screditare dicembre e volle appunto scelti^ a ecc; voi. quelil che per pag. il queUo cit., il 1765, voluto IV, voi. il d'amicarsi Baretti amico.» 128.) E di patrizio gnese bolo- fare forza perfino fargli ediz. mai anticipatamente. del a in temendo e Bologna, accanto perchè E procurò m'avete altro (Gfr. Masi, perchè Forse, farlo fu Giulietta 157.) lavori, 1838-39; Shakespeare, più d'ogn' ; pag. e dato aveva e suoi «Voi Ancona: già e de inglese, il Baretti. registro, mutò Ant. pubblicato Romeo premure? de' (Baretti, a 1878 Questa » P. di prima » veramente « scena che commedia in queste riuscito, critico. il e Bologna, tutte della rifacimenti però mettere a era aveva il Ducis il « perfezione, ferire a capolavori (1769) certo la e innanzi de' suoi V Amleto cioè andava anche poco fu piuttosto sfigurato. parte de' il Letour- teatro, la quale del l'esistenza o 1821 manifesto Shakespeare sublime trent'anni che forse e si in se Nel tragico inglese Francia, traduzione una ^ il che nel dell'opera, lo non Francia la se Fon- che e il Guizot se che mani sue Catuélan, pregio, proemio dell'arte del l'aiuto corretta. e detto aver dalle ignorato nel e creatore di blicava pub- traduzione quella con secolo, e riveduta d'associazione dopo fatta qualche mezzo per Letoumeur di conte senza la ripubblicava neur, del e essere lui da Malherbe Pietro 76, volumi primi Shakespeare, taine del primavera i due SHAKESPBARE del a Voltaire. II, pag. 109 BARETTI CONTRO il Voltaire. feriva Per colmo il Letourneur 19 VOLTAIRE poi nominava non cerità, sin- d'imprudente de' tragici nei^suno francesi. Il Voltaire, anni, quale tuttavia che ma riprometteva del degh la occhi. « «quanto contro del buon cui il solo per si Non il Racine; nella nomi del queir * Il testo allora questo Littré. (La Revue : de Tufizio la Può però de Deux vedersi la del un Librairie Mondes del di col ha sous Eppure, trovato il gli altri M, 1*^ febbraio si manchi del E gnava desi- strano perfino al Brunetière Malesherbes), 1882. se- incarichi, stampa. scritto de prendere fa. tra bellissimo pati stam- già vocabolo librairie i loro che qual la e presi lesta,com- senza sorvegliare nome Cerere. a potrebbero che, idolo, suo volumi traduttore governativo storico senso Direction des si librairie, principalmente quello aveva che ha del alla cosi due sacrifica e il Corneille dugent'anni scritte imbianchino I gedia. tra- vera porci neppure sig.:or Shakespeare burattinate, per al pronunziati. lumi vo- gabellarci della proscrizione generale, vengano i due figuro, i teatro, segretario pare eccettuato, sono, al segretario ; sacrificavano questi grandi del teatro di nominare degna scriveva » vorrebbe del nessuno antichi gli come mi modello Dio il lume dicono che letto,mi Avrete Francesi, questi complimenti a l'onore non si quale luglio di quell'anno, per che ma Egli lo chiama i teatro, il dal e dica, il 19 questo miserabile Shakespeare tutti vi Tourneur, gusto. in affetto ch'io indignato, * col perdette addirittura D'Argentai censura, ottantadue quasi gloria maggiore, certo un della primo suo Bisogna sono di amoreggiava Letourneur amicissimo suo lo il stato era allora vecchio nella 20 VOLTAIRE greto far per altri lo il signor a me, ribollirmi siate è ed era fui di uomo un il mostro vero ! e proprio io, ai Francesi così al Racine d'un Francia, » d'orrore, primo parlare a additare ad nel scoperta però strappar la ornarne la che corona fronte istrione. barbaro «Sforzatevi, ne ve altrimenti, me; per che dire e primo a non bile poi più orri- avevo aiutato sento egli m'aspettavo Corneille, al e che né sufficienti sono, cosa il e quanto ci sia di lui. Se il i^ ! voi In non di calamità Non giorno un miti. partito in fui io letamaio. avrei ? Ah come tempi, tale mor- soffrirete berline La un perla qualche odio collera, bisogna altri in né parlarvi colmo per questo Shakespeare; enorme Francia ha di suo la ghiaccio. che « troppo in andare fatto ha siete ancora un paese e, vecchio nel il sangue gina re- abbomi- suo E nostro d'asino, mascalzone; tal un berretti né sentite imbecille? in tutta che credo il si minacciano non al fa che il re, la opera davvero ci E di Thibouville vituperi, per cui spudorato l'affronto pace di sua reale! letto volumi? cinque contro vi voi zibaldone, nevole alla famiglia la l'avete «Ma SHAKESPEARE associare tutta e CONTRO di prego, sarei sdegnarvi di capace fare come posito. spro- uno » Mentre Le Kain, Parigi da protettore era per ^ il prediletto del Ferney, a che Lett. al la tutta * » La Voltaire, al 30 suo gioventù notizia D'Argentai, Parigi, a annunziava e «quasi il Letourneur. Voltaire, arrivava lettera questa poteva luglio 1776. tore l'at- arrivava antico pariginaaggiun- BARETTI al esca gere il Voltaire andava in che, d'ottantadue scrisse pochi giorni sforzandosi di quell'arte il e quella a che bene notevole la sua di e * en al II n' y quelques et Didier. davanti fosse che tre, al- nate desti- egli sapeva le tutte tempo, finire,» la avait Gudin guère heures Socie 1871-76. il sue té - le au Voi. de XV Uh Paris. » siede; VII, pag. « il regno BreneUerie, de 456. dalla di dell'Accademia. della lasciando Morirò, lettres de tour la tirar il maresciallo e egli scrive, de tai, D'Argendi cerca voto gusto. buon signor al medesimo cui con accaparrarsi del e Lett. 4c quel Antonietta Maria visto ho ragione ^ l'arte regina Duras, Io che mezzo evidentemente diretta seconda, una è suo * lettere. In in sul oltraggiata. che pubblicità avevano, con pubblicarsi. Le erano mezza e atrocemente doveta agli amici, rigi, Pa- il ridicolo maestro, ogni letta di mani, Shakespeare con stata rispettabile consesso, dirette piene a da l'Accadem al- lettera amici a' suoi terribile all'Accademia, lettera al altre sullo era in domestici.* impicci dimostrare di e due ottanta- rispondere, lunghissima così era la Francia tutta « cui di tentato versarvi disprezzo traduttore, La di con ingiurie dettegli una parecchie e mente vera- fabbricate case cristiani,a' quali era finalmente più d'ottantadue In anni, Ma glia, batta- dirla per ottantadue buoni e di un'energia d'ottantadue cloaca, più piano suo uomo un bisogno. stato con allora malattie, più una il fatto attuando aveva sue, fosse ne già prodigiosa parole ce se aveva lo e foco, 21 VOLTAIRE CONTRO 1776. 1 novembre Voltaire qui ne Desnoiresterres, deuxième la édit. ; fissent taire Vol- Paris, 22 VOLTAIRE Francia imbarbarita e che spero ai la selvaggi cui ella signor il è prima di Perciò di Ottentotti. la Duras ho mi sforzato giusto dolore, per far è del signor di mani doverlo non gli non concede ciò volta questa la poi vene mi il paese lui. per Il 4 i sarà mi ma pare po' esplicita. un consuetudini sue dal minuta, bello. ch'io che giorno, sacrifichi mi ora far- bene forse, un ma nunziare pro- per So ; Vedrò la barbarie. in Esso l'Accademia se astenersi il D'Alembert d'agosto, in stesso lasciar Lett. ragione. * rileggerla * sola mia nemici; obbligato lettera, che forse Lo togliere 30 a e adunanza lui luglio. ciò dal nome mente viva- che giorno il permesso di Voltaire) pubblica però pregava il chiedendogli preveduta solenne mese. cit. del in letta stata era privata, adunanza nella scriveva Voltaire, ringraziandolo al (cosa già di della il mio » della dello la contro copia una dell'Accademia avanti fogli de' fieri mi tacere dovrebbe non avere procuro far è nelle non sentenza sua raccogliere di di un'approvazione ma, ; scritterello, uno stampe, gnato sde- i Francesi. D'Alembert; alle dare Disgraziatamente, ma parlare nore l'o- rare divo- vederci vendicare all'Accademia sono fatto gallina (Welches) voluto il che qualche volta sono di patria, ci avrà per mi Io vivete, preda Spero non mandato quale nelle seconda sua ornamento. nazione morire, ho la nell'Accademia contro nel mostri maresciallo dagli non principale d'entrare per fortuna, voi in abbandonerà ; ma, regina ai e SHAKESPEARE CONTRO di del 25 toglierne potesse parere o of- personale, fesa il ridere pubblico, Il Voltaire cessero fale scandalizzare di un più frasi sconce, più anche questo non scrive insiste Racine Le altre cose, lettere. Onde, Lett. * Ibìd.^ 3 Lett. * Ibid. 10 del e del in che combattuto stesse * ^ Al 15 e agosto. al del vi contro anche com' agosto, un'altra bert, D'Alem- quale, altresì di Su premura, al come vive tazioni, esor- mente «eminente- difendere, e in è peggiori, naturale, D'Alembert. 13. «dopo laviate de' il e Pierrot-Le- egli aggiunge, quantunque, avrete nasse immagi- Sofocle, Corneille, Euripide battaglia, bisognerà perchè volte Gille-Shakespeare contro iourneur; meritoria» e Accademia, fa diente espe- realmente. l'opera proseguano patriottica pubblico Harpe. accademici, affinchè piena al La due e opportune singolare con scritto anche gli altri tutti c'era d'averne pago ne quel i il medesimo pause il non licenziose, il malizioso con che di regina stato acciocché di egli punto della sarebbe saltando leggerle, * avesse contro alle citazioni gli suggeriva D'Alembert, di poi il lettore che prevedendo altre invocava l'aiuto Shakespeare principesse. Circa delle correzioni, quante quale tura;* let- nuova alcune farne nel passo di partigiani alla però ripetutamente voluto, scongiurandolo sopprimere subito all'amico facoltà piena gli dava a altre, che senza acconsentiva mandando e e Shakespeare e, i devoti. dame le di sostituirvene di licenziose, e troppo citazioni alcune e 23 VOLTAIRE CONTRO BARETTI le sta que- mani, votacessi. scriveva * » in pettegolezzo 24 VOLTAIRE divulgava si Voltaire CONTRO tutta per 24 agosto giorno in cui Parigi ; molto penarono delle principale del SHAKESPEARE di poco leggersi i Mémoires VHistoire de parole queste intorno Lo al Dell'esito dir per quella che del La assai * Loiidres, John Maurizio Tourneux, frères) deUa etCj 1773 fu ha in poi, invece la quasi caro parte suo passi nome. che ; noi (voi. X, il Luigi, del Grimm infor^pava ne piaciute erano scritta recente par dal Meister, e voi. (Garnier Grimm, Diderot, che, il sotto XI, perciò citazioni edizione nota) va (Cfr. citare; pag. che murosament pre- maestro. 269. 208, in e D'Alembert, IX, pag. (o, Meister^) illustre Littéraire » notizie ; le sua chè per- signor San degli uditori Conrispondenza dovremo mettere vittime. stesso tona. pagni. com- sima; piacevolis- le Voltaire neUa indubitabilmente i e del Adanison sempre ziata annun- eroe, del scherno agosto Correspondance dimostrato sia critica dallo 27 suo maggior alla la e considerazioni Le onore segretario suo del il loro col tera let- una e è di Ferney Littéraire Harpe, lettera con di hanno questa lettura, abbiamo del meglio, ^ à Francese, col dovuto pubblico Correspondance nella lettres ricorrenza nella di pòi sef^vif* Letourneur insieme che letta sarà l'Accadem al- Shakespeare, signor nominato Dicono diretta all'Accademia filosofo del immolare ^ dal la data del parlare di gran gione ca- vigilia pour des di i traduttori Voltaire. per un traduzione hanno e secrets di Voltaire scopo ridicolo non Si fa molto è la lettera République « una a non di : signor del in la della del la Infatti,sotto cioè quell'anno, doveva indovinare a ire. sue gli avvei'sari e nome al pag. dal marzo del Grimm quale 456, li citeremo poi partengono ap- nota 2) sotto il 26 a VOLTAIRE della Stampa lettera furono Parigi fatta subito prime proibito di che il di bruscamente amici libraio che un a edizione metterla si D'Alembert, di L'eco imperiali della lire da motto un quale, la è visto, detto ella * e del 7 detto Lett. ^ Jbid, al del — anche ^Grihm, e Lett. Voltaire, « «tato assistette agosto; fin già esclamò 2 la molto motto 1769, al a si Montagu Meister* dal accademica seduta 1T76, Si vede « questo sappiamo ottobre : sono terreno infatti dal s'è come Shakespeare un alla inglese, conversazione una fecondato anche del signora di Allora confutare per De signor Vaines, D'Alembert. D'Alembert Il malcontento dal in letame, Parigi, poiché a anche accompagnata attribuisce Montagu. trovava 25 di noi che D'Argentai arrivò ci le opere ha estratti o D'Argentai, dove, Qualcheduno Elisabetta del al che ai leggesse pubblicamente. leggere letame ingrato.» che la ammasso questo al in tutta mandarono Harpe spiritoso d'una lettera ^ quella all'Accademia, notizia assai la enorme che la sentendo Parigi un di il D'Alembert Inghilterra, In luglio scere accre- per corrispondenti copie 19 riferita,e che prima reali e il La veva l'a- che subito si diffuse e dere cre- incoraggiamento. rumore del lettera abbiamo a questo d' Il Meister l'Europa. loro annuali premi fatto all'Accademia, applaudita, millecinquecento i il re, irreligiosa, rifiutò fosse accordare era ne se e ; di sulle venne ^ in vendita lettera quella e spediti agli nuova una secondo quale, lui da sequestrati,* aveva al SHAKESPEARE CONTRO Meister. al Voltaire, del Op. cit., voi. XI, contro re (Grimm, 1 ottobre T Accademia Op. cit., pag. 317. 1776. voi. è atte- XI, pag. 319.) B A RETTI i del giudizi lo stesso inglese, alla poeta lettera seconda rispose il (ne amico suo * Harpe, innanzi una aWlrefie^ premessa La più riparleremo rispose in il Voltaire quale all'Accademia, pure . sulle Saggio un Shakespeare, e nel 1777 Discorso del Baretti*) pubblicò Voltaire un'Apologia del del pare, contro e di genio dopo, (poco scritto Voltaire, aveva sul e opere 27 VOLTAIRE CONTRO ) che strattò bi- il critico anche italiano. inglese in ali* Accademia Lettera La pubblicata e che dieci da notizia naturalmente al dare per aveva Voltaire 1777 già aveva annunziava lo Al di ^ al o, V che Letourneur, molta con poi come che i fautori già del vi 0 resto, a lui Gfr. già par intorno a si de scrivendo fiacca le cose stessa stesse so dire tradurre a (XII, 7); perchè Shakespeare vità no- potesse l'Apologia, il Non Montagu» della e esser una 7.) preparavano madame dopo, per XII, pag. il Meister quindi pure Meister primo Saggio stava molto parve voi gio mag- s' incaricò dovette dal avanti cosi il essa data Io poco cui Vi « (XI, autrice, La quale,, in sostanza che veva n'a- il Voltaire. detto • Shakespeare che dette erano dell'anno chiamava lotta Op. cit., Shakespeare di francese, della talia. d'I- nel 1777. uscisse e man- vedremo, del Montagu traduzione amici m'avete ora giugno del scriveva: che come di della neU'ardor giugno sapeva usci, primi (Grimm, di egli latino sollecitudine, è de Apologie 299). o nel la che e neirottobre. ^V ne' Apologia perchè prima, fatta Baretti del più tardi, suppongo non Ricetti,a Treviglio, gli lavoro, suo a' suoi compiacenza che maggio 5 il stampato quel Discorso Il Discorso Il ebbe all'opera carlino, del que, dun- colà, si mise e Frusta. mezzo con dottor ringrazio il resto nella promesso tutto, tradotta Il Baretti ritornato era di subito Londra. a anni fu la lettera scrittagli dal Voltaire il 14 gennaio 1778. 28 VOLTAIRE CONTRO dato ; ma, inter cosa. Come per francese, che in di poco e di di metto che alla E abbia e fama fa ^ e in Già vi il diavolo se dottor corpo grate d'un conte Bujovich, a 240 pag. 1776, e ma 242, da lett. tutto il 1777. « Ibid., 3 7fttó.,pag. 252-53. * md., pag. 234. * Ibid,, pag. 259. pag. 258. GXXI, contesto ; che il giorno a un'antica nascondere cuore di e * chiostro. giorni Lo dopo, al voi. IV, ^ Venezia. Baretti Giuseppe mi Ricetti, alla di ripeteva, quattro di suo a , annunzio Opere che non dava, stesso ^ bretto li- per stampato; andata era orribili le nezia: Ve- a Inghilterra,in, Francia del di » composto Caterina,^ quale * mai. picciolo un annunzio cara bellezza tra Ferrigo, ho sta quefaccio Gozzi mezzo parente la che e scritta piacerà, sempre grande è . mi in m'abbia che . portuno op- interesse,e m'aspetto per stesso una forse, mente e Lo a dolce una non tempo fatto pezzo, pubblicherò romore ; » medesimo, fiamma dì in Italia. gabbo. sua e l'avrete tempo tutto a ho un francese, del fore'anco un gente, quando come che cosa pochi far a ho Shakespeare a alla Angioletta lingua acquistar dira limata ho contessa in che e se messo Sentirete proposito, che «Fra intorno so meglio sia la l'ho ce Voltaire. buon operetta, conto che Discorso sarà: quello ci stampare, . monsieur a dire so di mio un po' più, perchè un povera manderò ne finito ornai è ve molto una pare ricambio, vi fuoco, Il titolo e' mi nos^ piacerà vi certo son SHAKESPEARE Milano, porta la apparisce 1838-30 data del scritta ; 5 maggio il 5 gio mag- BARBTTI Il Voltaire, intanto,aveva più accanimento l'anno tutto a che a ballo lo Shakespeare (di cui conosceva la poca a raccomandarglisi il passare tempo motteggi il Voltaire il nostro Voltaire, nelle di assai e il in ^ Lett. * Frusta 3 Si dono del 15 la che egli il lettera diresse de' ^ i Francesi mostra opinione, col Les- i ) oggi il contro quali non mo dobbia- quel largo precorre quasi e tutti fanno Tomba di del 1T76. ottobre primo faceva questo tempo tale (tra dietro, in- Shakespeare^ giganti in Pignotti 15 Letteraria^ veda di ancora altri giudizio, che giusto di que prima, quantun- difenderlo a modificato dimenticare e passi molti ammiratore però pochi con anni tredici teatrali;^ ma opere sing spalle altrui, prodigasse così incominciato riteneva avere prossimo Baretti, all'incontro,ne grande già avesse il quell'arlecchino contro faceva avanti; poiché già fosse e umiliare il essendo * Shakespeare. Mentre spirito ) ; arrivò, dico, perchè alle ridere Riche- di il molto i debiti poteva a di titoli. al duca spese in sene far- per maniera caldamente, quando i suoi ammiratori, sue a molte le di tirare modo ogni con voglia di pagare lietissimo molti i suoi e fino quasi tutte, In tempo. raccomandam a e e quel vituperarli e perfino duca in con vedere Per leggere proposito d'altro,trova beffe Arrivò di vita. ' continuò la e campagna; arrivasse, bisogna lui scritte da anche sua anche continuato gli rimase che punto lettere lieu la 29 VOLTAIRE CONTRO e gennaio il alla due 1764. speare)^ Shake- poemetto (La Montagu, quando questa gli mand6 Saggi che abbiamo accennati. ^ SHAKE5PBARK TOLTAntB^OXntO inglese. poeta ^oo Discorso, coi fn ciò In die il sta risto araldo wa, scritto, pasaeraoDO merito maggior del l'occasione in esaminare. a in. Il Baretti pr^udiziale la rero il foco apre cioè, : creduto ha la se parlò dare Bisogna il ha « due Molti di punta Eccole anni Narval; senza ci il Conferenze » s* è dato dita. che Ma ci gua;^ lin- argomenti, nione. opi- codesta critico, nostro ch'egli il mondo delle il dice Voltaire a e che quella parecchi scossa ha quale, Baretti;^ "cilità con fa, egli pubblicò, *0p. cit., voi. I, Sei taire, Vol- un ha gran la prore da lingua ce ne qui. piccolitrattati * creduto, nostro reca convenire, signor sulla date? col bella una fare, per persuadere inglese ralore dell'inglese: scrisse e il Baretti possono che credere. perfino lo Strauss, il quale afferma mentre « hanno Desnoiresterres, il piglia perciò il Voltaire « far biografi del i conoscenza recentemente creduto che sua dar- qualche ha tutti questione conoscesse impertinente quasi di roterà più autoreroli, i certo restrizioni,alla anzi, il Voltaire se oggi, perchè e specie ana lingua inglese quanto Qnest' indagine anche con in pag. inglese. 382-86; intorno Parigi, 1876). ed Conferenza E sotto il questa è voi. suo una Vili, pag. Voltaire seconda. (traduz. nome, prima 114-18. frane, del BARETTI . che prova, francese la è assai pare pochi non seconda. in forte. parlato parecchie delle è la terza bene, «Io prefazioni,discorei, che quali perfettissimamente si manifesta come li farebbe il guaio una sola fosse Non credere stoni, il non di sappia che principio Londra, solo * Il ia-12'*. che fu Essay stampato upon Homer down indica Taltro the to mal locato. col- o trattati poco dopo il La Milton, trattato in of the modo: per * e forse Epic on di seconda Poeiry^ 1726, Letteraria^ Vili) questo con European « 4n titolo: Nations^ Bibliothèque Frangaise questo simo trente- suo studiato aver {Frusta 1727, nel Poetry all'inglese, pubblicati qui Essay « tati trat- li ha invece Londra Epic : que' due egli dire, dopo Baratti a che costrutto un vestiti (I, 382) cita così, due Il nostro inglese. frase una non ci non troppo che lingua inglese. Desnoiresterres » se ausiliare un testa che suo a la dei nell'altro, me fine. sua prima e, di pensare, non convenire dalla poco anno uno mano, di però anno, un alla rammentarsi bisogna generale è gallicismo, non scritti sacco, quell'inglese vili ci- guerre sono e suo glese, in- in ganza, esattezza, leggerezza, facilità,ele- usciti siano a è Innanzi « del straniero, Tutto dal nell'uno lieve le soggetto parola impropria, più i trattati due poesia epica, farina che prove? la maniera e ; la scritti. E dole esaminan- Ma, prova. per Francia, Taltro di altri simili e tutt'e ha uno note, osservazioni, queste esse reggono convengo de' ultima e in inglesi.E questa dedicatorie, proemi, avvertenze, questa tradotto speare riparlato di Shake- e sue lettere, dissertazioni,saggi, ha Egli d'autori brani Egli ha 31 VOLTAIRE CONTRO Essay dice An from (XIII, 127) upon the '.fZ VOI. TAIRE Chiunque « CONTRO bene conosca facilmente tanto tempo poco padroneggiarla finezza tanta trattati. a più grossi beverai miracoli de' che un bei quelli anno in prima può che civil leggere non S. anche la poi L, pag. uniti, in che il dà Vollaire in-i2° de hrr par svj 1733.) E un vuol ci non libri di anni. gnor Il si- Mélanges, tnonvscripts; curioìts confessa li facesse che di care cer- et tra così Ma pagine. epica comparve si trovava tradotto avevano in li par M. » francese, de Paul ragione il e del quale il de l'Essai Paris, BoUin tutt'e stro mae- Voltaire M. Rolli, tradwt Il Voltaire, dal poeti.(Lett. al inglese, Londra, contro *Eicamen (Antonini); pages. in che in a reale, scrisse épique, i cattivi è detto non allora A'" Jallasson. VAvvertema, che indicazione: L. pubblicati dal cbe signor Voltaire, edia., cit,, Poesia subito 135 de del 17S7. del Poésif: M. 130 di famiglia fu furono volterriana sulla Holli, alla la il Rolli due Il Beuchot (pag. 530), data questa sw Vanglais bensì la Paolo opuscolo, Beuchot from 8".» in ci più ne' suoi complète^ trattati opuscolo Saggio d'italiano un i due detto precede, porta il nostro {CEuvres solo E Appena assai Bibliografia recente 529), un anno. può straniero dire in Padova. ma trovarli, quantunque a anche correttamente primi extracted riuscito Giorgio Bengesco voi. scriver mili si- a Londra. a Secondo bei un si corpo, letto ne' 1727; JallasBOn, mai esser ha France, of wars LondreB, ha di lingua; per que' prestar fede inglese! Uno non di Voltaire e di con è scritta in da una due o trattati riesce, se di molto imparar altro poterla scrivere sant'Antonio anima così l'inglese,e come tranquillamente di Certo, mettendocisi anno di ingenuo prodìgi,dovrà in padroneggiarne segno è tanto si persuaderà possibile,anche disinvoltura,come e Chi di sia cogì difficile una, lingue,non due che pid grandi ingegni, ai i SHAKESPEARE canto Vernet, due. de de fils,1728, suo, 14 teva! met- settem- - 34 altre Due in sempre, delle piena in del Voltaire, la si credette La seconda, diffusa un forte argomento poco 0 tante nulla Contentatevi di ciò parlarvi Quanti e che spirava tra Il alla versi ai e dal tanto libri sei di di brani il vento le cose traduzioni. sue in tradotto ; alcuni ha ne liberamente, io francese suo to in se to due di il per he, lui se dotti tra- traducess si ri- sarebbero cavati fossero be, noi che inglese, che soliloquio d'Amleto, impiegato dico Figuratevi or da Shakespeare liberamente, Zoroastro. monosillabi ha Quante l'altra sbrigarci di quel- dunque altri in versi a Shakespeare. inglesi.Alcuni d'autori glesi. in- restringa queste delle ha riconoscibili, quanto un ci Voltaire sa autori secondo Ma cioè più dalle desumo contradizioni! scriveva! brani il lettera. Rispetto in solo rinfusa, quella di in prosa, tradotti alla portanza im- il Voltaire mi bisogna prima di molti del » esser- Ma « molti ora, detto : io lo su per quante e poco: signor francese « ha quando prova, altri che quanti biasimi vedremo « che, spropositi lodi sballate lui che grande così che affermare questa lingua, da censure nome ridicolo. in dava non ripigliava per di il particolare; infatti,dopo poco, miraglio am- povero sotto metterlo per suna nes- orribilmente, così il Baretti che del innanzi tempo come pubblicata, e stata proposito a inventata fermato in era «scritta era questo a cisi lettere inglese, Bing, prima, questo caso, fede, giacché allora buona suddette la notaxsi: devono parlava, crìtico lettem una poi cose il nostro che SHAKESPEARE CONTRO VOLTAIRE dai i tradurre co' quali mincia co- signor di Voltaire quegl' interminabili afes- BARETTI sandrini, mette il tutto il Qui ventiquattro sillabe;e poi, per giunta, cioè franteso ha le strepito d'eloquenza far da » be ; that to De à la vìe è non il nelle Lettres 33) I"u ; il Thédtre i ; cyclopédie Demeure, lo ou in poiché lo au-dessous amusé cui la fino choistr allora populace. » mon dei Tètre là aveva ; le et qui ce éclairez de la plus misérable du glese in- VEwrope speare, lo Shake- intitolato: è produzione ri- una corretto primi però per diche preosce- passo un sur tre VEn- versi: néant» m*attend. courage. la dose molto scagliati e Questions mon rincarava Gii le de scritto quali citava i 1734; traduzione prendendo nelle pubblicò del Nations^ appunto de lo (1764), che caduto, ^ courage. nella nello les à trouble, «un d'Arlequin noi ! néant au Carré era perir, c'est mon chiamava: or il Gorneille tra ripubblicò quest'ultimo scritto, che be, ìes Nations poi Appel variando il faut souffrir, il Voltaire il Voltaire ioutes Jerome dell' Urceo, Ciel, qui voyez E à TOtway; in ma cui (ediz. francese giudicare precedente (1770), Ou Tètre est, éclairez en par finalmente e a e abbaglio sterà ba- V ìnstant à pubblicasse anche lui Racine Sermones nissimo lo da To il passer Philosophiques Anglaise^ curioso et de et mort, poi neìVAppel del d'un choìsir, s'il che (1761), invitate tra tradotto Scu- noi A versi, con tre soliloquio, cosi cucinato, probabile del la justes! alla i cani. uno « question: il faut Tutto prima the is Demeure, Dieux ^ primi d'aver pretendeva e' è davvero anche scappare condo se- la traduzione con di sentimentalismo e i soli citarne soliloquio Johnson, Voltaire, nella quale del déry, amico asserisce, quanto di codesto senso suo » di prova il del note soliloquio ! in Baretti, confronto a 35 VOLTAIRE CONTRO lo contro Foire; un bouffon properi degl'im- Shakespeare, farceur très ait jamais qui ' 36 VOLTAIRE CONTRO Rispetto poi, « tradotti in prosa, studiato di soldati, e il del re scompare al renderli ridicoli. àalY Amleto. tutti Da sia subito. che qualil tutto le altre tra ventevole spa- che affliggere per due a questa argomentano loro, di uno sempre quasi essi brani gno; re- dice cose, compagno: little A the ere The graves Did squeak stood versi ci altrettante parole, quali, naturalmente, di curiamo questa sheeted cioè il verbo e in bisognano difficoltà,e i due ber^ gib- to francese tre il snervano dead streets. parole, tradurre ci e the sheeted e fell, roman tre sono si possono non and the in gibber aggettivi tenantless che Julius mightiest tenantless, and questi In « si cavati si è apparisce calamità perciò e da modo ai « di Danimarca apparizione grande Baretti, Voltaire di signor esempi, L'ombra « il prosegue » storpiarli in alcuni Eccone SHAKESPEARE con perifrasi,le senso. Ma ci non traduciamo come può: Un Jules tombes restèrent enveloppés morts firent des cris «Il signor Du temps s^ouvrzrent, et ediz. di de dans et leurs tristes parlèrent les Voltaire la mort un lan- romatnes. invece traduce de robes entrev^x rues les et Cesar così: les tombeaua; ^ les morts sautèrent Voltaire, etc.); très-puissant habitans, sans inintelUgible dans gage rent le que fut tue, les * auparavant peu (Euvres dans dans les pag. de rues complètes (Appel cit., voi. XXIV, linceuls leurs 193. à toutes Rome. erte^ les Nations BARETTI «Prima to di sgueak ha specialmente tutto, io altra nel passato did; far chi se dico vuol ha dire è Lo il coraggio che ognuno, di in i quello con dice taire Vol- di signor inglese si ridere far capisce tradurlo di gare, vol- senso nessuno il in verbo questo jump. io meglio riuscito invece lettori,se morti sgueak. chiama gallo : the bird il locuzione (l'uccellodell'alba), poetica; du il e di signor ^ point dujour, che, Voltaire glese, in in- traduce: che locuzione of cese in fran- prosaicissima. é Shakespeare Lo cloak, tny inky mio mantello di cioè fa lutto; Taggettivo inky significainchiostro, couleur col proprio e *7WJ., loc. pag. d'encre, metaforico. cit. 194. dire al il mio perché ^Op. cui egli sarebbe Shakespeare Voiseau haòit che e quale, nel la di cosa quei to a è che da a gridarono fcrièrent), ché poi detto che ballarono (dansèrent); giacpiù vicino ballare saltare, che gridare a dawning « lingua gibber significa: parlare to a?^ticolata; credo che (cHér) « possibile è im- che d'una inteso bene, questo verbo, proposito suo avesse l'ausiliare dal- preceduto sappia tuttavia (saltare),che sauter dire Sarò una avuto Io, dunque, di crier, energie algebra, da Or acca. nel il francese quand'è certe male maniera si fa derivare di che linguaggio incomprensibile, parlare un un forza l'altro verbo che inglese noto, benché sentire la intende. non una lo e il verbo che noto ben 37 VOLTAIRE CONTRO e il deriva traduce ^ principe mantello signor dal Amleto Voltaire, sostantivo addirittura: così il scambiando È ignoranza, il nero, di o : ink^ mon senso malizia? 38 VOLTAIRE Riuscirei « lungo dato Ma, fossero davvero tradotti ci da qualsiasi cosa può farsi più ignorante aiuto una di in tradurre Conversazioni signor di Voltaire ne che s'è dal d'essere arrogato il carnefice di ridergli in faccia la fosse il processo e ? E non in uno e Shakespeare, gella? Si può far sentire sopra dunque, tutte il una le bellezze dotto tra- aver di morte come se questa ? Si impiccare e un specialmente da come d'un tergli po- sopra sufficiente traduzione traducendo giudice astenerci a poeta, più, di crede e le il diritto vorremo condannarlo un non e sa tempo legittima specialmente che pace può, dunque, giudicare, condannare, autore, glesi in- migelle, piccole da- ne traduzione, testimonianza una un scuole l'inglesepiù Shakespeare, compassionevole sua egli qualche Ma, quando quand'egli, dopo lo moria me- e le come a Shakespeare letteralmente fare Prince. Le se a Telemaco ch*egli sappia E solo anni, suo lasciargli godere potremo che forse segue col Nelle dieci il traduce il francese? esse come e di madama del anche grammatica. tal modo rola pa- l'aiuto coniugazioni di pere sa- sanno imparato aver crede per Tutti con lingua, e damigella ci un'altra,senza si traduce. di dozzina c'è non il di maestro mezza in facilmente molto elementuzzo sappia cui cosa parola lingua vocabolario, dopo d'un altro da tera let- molto ingegno, tradurre una quella bene ciò che molto alla egli se a Voltaire. che al lettore fatica, per molta di signor benissimo, bisogni più fermassi lui tradotti da ? Io domando che intender del i brani tutti guadagnerebbe e infedeltà che pure mi noioso, se troppo queste su SHAKESPEARE CONTRO un grande damibino, bam- scrit- in tore? Si scelta giudiziosa delle può dunque l'eleganza lo de' modi il e ; la insieme ? Chi in l'abbia non di questo la la letto,o parere il la o mia di e volte gli epiteti d'impudente, di facchino, di il segretario poiché all'Accademia cosa; Francese, poiché bassezza, quando che che stesso la la lingua non tradusse francese disgustoso e ne cosa cusarmi d'ac- ragione Non d'imbecille, quali gli non si è piaciuto è come si comportato poiché di vantarsene se vergognò i versi fatto della spregevole; che speare, Shake- versi farlo una propria di sciolti detesta, per ha davanti avesse inglese richiede, in scena poi e che Shakespeare; a perfino la sfrontatezza avuto mente letteral- Letoumeur? riguardo diversamente bella egli de' non insieme? malafede furfante, taire Vol- capito, o traduzione, mille cose di Marianna^ sua meriterei Ma, in sime bruttis- signor mi « di queste io traducessi se avrebbe Non d'ignoranza . ponimento com- numero tutte l'abbia non ? Ma la disse fa. Che tempo sopra egli ? onorare tutte d'un infinito un Il Boileau Merope sua censurassi direbbe sificazione, ver- concorrono prosaicissime, volgarissime, molto francese sia e un'altra? in della complessiva che sa strofi apo- bellissime, nobilissime,poeticissime sono lingua, una non la fasi ; l'en- delle e fierezza che cose la bellezza formare a parole altre cento e nobiltà, la la dolcezza, monia l'ar- metafore; allusioni esclamazioni delle rezza, pu- stile; delle l'arguzia delle ; patetico dello splendore la frasi ; la espressioni ; disinvoltura precisione delle figure; la vivacità delle e sentire far modo delle forza la periodi; de' tal parole la e 39 VOLTAIRE CONTRO BARETTI sciolti così ragione ci parire apsa- 40 VOLTAIRE rebbe CONTRO d'avergli qae' titoli che di dei s* è tal riguardi meritato io al cura fava, è che il una Opere com'è di sudato la le Nel molto seguito del disordinato e il nostro del critico * dal Rilevo che Johnson)^ sola una desse riga giacche st' al qui non ipotesi è già s'era e che trovo contro senza Londra, 1770. gli rebbe sa- quale quei « (Baretti, 1775; Samuele degnò il che vendicare per quali mai di Baretti Tamico ; dargliele. Que- per il nostro gonzacci, Easy pag. inglesi. imbrattacarte, li non motivi i è scritto, critici: probabile cento fu cose cento fatto, che dal verità dell'ignoranza di de' di casa, letteratura, Johnson.» Custodi. il altri avesse sa- davvero cui con e uno era nuove anche avvalorata allevati «Ginevra, le Kenrick abbia di in e biog^-afici (Saggi risposta È dunque scagliato contro dal di una la Francia che prove lingua Johnson, del detrattori accaniti di Kenrick questo foga la altre Macaulay poesia, sue (Cap. I.) rivela fatto la studiare di Discorso, suo adduce in Voltaire studiare poeta, che d'un conto forze.» sue delle ingannare per gioni ra- notare a intendere ad piii utile molto tornato dar e di luogo in a occupato per sul Europa tutte bilissimo formida- uomo prefazione compresavi scienze, lingua inglese, l'intera con s' è cinquant'anni I"ere e * questa signor di Voltaire, un nella detto complete^ ventina Lascio « ingiurie disgrazia che vera quale, : Kenrìck, dire di nicamente iro- prendere per restringerò semplicemente mi e chierie sover- e aggiunge poi, e conclude Guglielmo nell'arte ^ imposture con critico; una a dottor ; dargli tatti non glieli darò,» non il nostro colombi di e "tta? «EppEire, dae SHAKESPEARE nati scrivevano Phraseology 415-16.) critico gegno senz'inde' ecc.^ bercoli litata ci- 42 VOLTAIRE difesa AxìQ.^ScLggiin dimostrato il fino sime, è dimanierachè Cassio II, I scena «Il (Our procedere del dette course egli la : Le « mot de plats volendo [ la Montagu cultiva savoir la lui mot de Je suis au barbare la barbarie * (Euvres 352-53. compiè tes XVP lettres, qui sans de du son de temps, Voltaire; et « Elle de pas de ne n'avoir qu*elle sens madame, sens, : qui reproche persuade, le vrai * Fran^ais Paris le méme course comédien d'un des dans . pénétré éducation, sur pag. a . tra un'al- In basta. scriveva premier elle lui . seguente alV Accademia, errore, auglaise ; académicien sans le accuse langue donne.... sens questo la signifie aussi Né " Lettera alla laugue cette donne pas ] zione tradu- peut-étre allusion fait table. sur di scusarsi : paraitrait trop sanglante; course nota, postuma, suona così: lupercales. Course des course (atto. sanguinario» perfino l'ingenuità d'apporvi ha servtce Romains aux quando bloodj/J,nella invece suona vi dere; proce- inglese troppo too nome Antonio testo parrà di Bruto, anche nel seem Voltaire, noterella à will course di il mentre modo o risposta che comanis- Cesare, cavalli, d'uccidere ), risposta nostro ed la gli propone di condotta di senso parole inglesi corsa aveva il Voltaire che Giulio nel di senso nel usato esempi di prendere, Ella Shakespeare. senso vero a nel course di parecchi con ignorava SHAKESPEARE CONTRO cet que c'est^à-direle siècle,homme enchérit qui ediz. encore^ certaineraent cit., voi. XX X^ BARBTTI n'écrivait pas el cKel facon, a inglese del farina del sacco tradurre, so fiche,* Ciò 0 Voltatromaniej il Voltaire inglese in L'addurre, in insomma, E me la che avesse gl'in- che maestro nel viaggio verità, niente e fermava af- Genlis, quando di madama suo la tutta punto^ questo su zioso. vi- circolo un concludere codesto il Voltaire quanto veramente dicesse verità, che di prova per che pare lo Desnoiresterres, ^ fa il l'inglese, è conoscesse altro l'aiuto del come Saggio medesimo tato il trat- poi e che sapere lingua. questa segnava di epica, La libello suo scritto in francese Poesia con soggetto cattivo nel tener senza appunto prima sulla quel Filo-- correggere. anche quale, aflfermava avesse Saggio tradotto a il Desfontaines, dell'abate 0 di cesse li fa- se Lettere le evidente, pare egli che e fettissimo per- davvera fosse li facesse se testimonianza della conto meno pezo quel che non tardi più lo mi dico, Voltaire, come per trattati de' due Xe » Veneziano. un evidente, pare me Pope. et buso, direbbe dunque, Or Addison comme tó VOLTAIRE CONTRO in Inghilterra se le aveva / *Ghe queste la primissima che del lo stesso quanto che non della edizione 1733, risulta Voltaire al dice si capisce Beuchot capisce accenni mai per si conto Moland, cui a anche cit, voi. da di agosto questo meno proprio I, pag. 382. voi. nel delle un'edizione esistito. *0p. il 29 ristampa in fosse medesime quell'anno, da 30-31),. 75-77,. era caduto voi. II, pag. proposito del pag. e volterriane, abbia opere che scriveva quanto XXII, e glese l'in- appunto II, pag. (Op. cit., voi. il come errori e Sade, tradurre, facesse luminosamente il Desnoiresterres riprodotto gli ; delle così De accuratissima sua il Voltaire Lettere nel 1732, che non il vi, ha 44 VOLTAIRB inleso dall' ^ que' poeti. 11 » il nostro Il e, in d'aver in di fatto nel « d'una senso rincresce francese in che lo arriva buono! giudicare Voltaire: 'De che an- di si può Geslis, ben qualche ' Ma » altro noi biamo ab- cCuna che ingiusto E basti «questo ne darò gere, aggiun- Aristarco;» Baretti nome glio abba- tico l'egregio cri- intanto (mentre che e dire che o titola s'in- è esso alle quanto affatto condaria, se- «impertinente, qualità A' impej'ii- sarebbe dire, senza 114. difficile davvero il Baretti (Ladvocat). pag. ) si ferma » solo 114-16. sostanza, * più Mémmr"^s in poi, questa parte avesse «Op. cit., Tol. Vili, 3/ftMf., pag. ch'egli le idee fondamentali a In le il contro Letteraria. per tracotante, se di contessa sommamente pedantesco. e e dice odio per dire, ma dìscuteme a e di chiama: professa tutte esclusivamente nente la parole Frusta esaminando tracotante che di per la corrispondenza straniera Discorso reale britannica;» e del dell'Accademia Dio che due o Italiano un segretario ne ciò e l'ignoranza del Voltaire seguito. Qui egli egli le bellezze Baretti, afferma mostrato della prove stiamo al doverlo di si è l'autore che è modo, si tratta che Mi « quel a dimostrato parole/ peggio: sostiene quanto due altre fondo, in sciuto cono- l' inglese gustare lingua inglese, citando visto verso di lui Baretti. credesse o che, parlasse Voltaire; Voltaire, da malissimo grado Desnoireateri-es Genlis il sapeva " in punto era SHAKESPBARK che Wilkes, LoDdra, a QOD CONTRO timore - Voi. o il di signor di sbagliare, IH, patf. 362-63. BARBTTI che le con l'enorme CONTRO in avevano quest'occasione, se però, servì ne il ingiustissima, mentre contrario. va,, in In Ferney; lo res che di questo caso, idee larghe lo sarebbe di l'epiteto di Desnoirester- Baretti, difendeva ingiusto meno opposto, ardite il al patriarca stesso Al causa sostenere per diritto pieno e una pedantesco, indirettamente. ammette con al due; e Voltaire, in sostenere per vedremo, come e, il che Baretti, poi quanto tutti superlativo grado differenza 45 VOLTAIRE mai, se lo speare, Shake- fatto l'epiteto,af- il dare scapigliato. IV. il Ma pedante al negare scapigliato avversario suo dell'inglese,che tradurre intendere, egli molto va poeta, sopra buona; nega lo bene in sé viene i Francesi ntzzati, : allora in meno stesso, sia guisa, egli che la la così stata indispensabile non un in Nega a conoscenza e per che competenza relativamente fossero, di tradurre si possa francese, latini, neo- benché sto, que- bellissimo. idioma per si d'un degl^ idiomi nessuno in che specialmente implicitamente si generale anche particolare che meno sicura autore, Shakespeare e quella traduzione una in là. in d'un restringe giudicarcelo Shakespeare: e più giudicar possa sarebbe si non a a negare dir In tal tutti così, britan- giudicare speare Shake- lo qual cosa, data quella diversità spiccata tra i due popoli,era in di gusto, sostanza 46 VOLTAIRE giostisBima; anni traduzione -che anch'io, del Letoomenr anticipatamente traducibile il buon "M"me 4sabilmente in bellezze fin Shakespeare della a si fuoco. trentadue volta ma natura che tutta ; « in é di poesia che E questa queste l'albero dai "leiroriente perchè ancora troppo del delle poesia e che né scenza cono- seppe si dal mezzogiorno spesso sgorga quando non derivati può una vuole. tradurre latino; questo nessun Giasone può approssimarsi, custodito La rabile dall'ineso- lingua francese, sorelle, è troppo Nell'espriraere greco, più quale dal l'anima settentrione. Lo zione un'immagina- scrupolosa, troppo schifiltosa,per Shakespeare. tino, la- latine. qualità egli d'oro, al quale sue dal linguaggio, qualche e gelosamente si trova drago più del o pas- quegl'ingegni di tre un ci sublima pomi né d'affettazione,ma degl'idiomi nessuno speare Shake- profonda geni, formarsi è la tutte latino, uno «errato, energico, violento, vena di derivati una chiamano pieno e né umana, anni basso quasi aveva Con l'esser questi idiomi, improntati sapeva lingua è rassomigliano punto non bellezze non alcun'altra rarissimi di è poesia nemmeno degl'idiomi di giac- non con poesia la essere per la molto la che « nnUa, Shakespeare tradotta esser poetiche dall'origine Baretti, lo perde bellezze sue taire. Vol- generale, In nessuno le perchè lo stesso lingue, che che potrebbe non veva l'a- dne particolare poi, In travasato. alle le sicuro vino, vedremo, varrà non firancese. in il dice » abbastanza conosco come rìconoscinta prima credo Lo SHAKBSPBARE giusta che, tanto molti « CONTRO castigata, ridare pensieri elevati, essa lo tollera Don il minimo trasposizione usata disusata. 0 rima che è simili selvaggio, poetiche. nella versi verso la ma ; che ha non spesso l'indole avvezzo a lo Se ierete. Se (Cap. IL) due a fatto slanciarsi come in riuscirà prosa, lo anni è più critico,ma in che rima cesura che in un intingolo lo ducete tra- senza impasto- due due dava giudizio, che profondo ne fa di lo Se rimati, chi a torno in- e non scerete ricono- lo Schiller francese nutrito uguale » " la un di isciolti,misericordia! proprietà dell'alessandrino, della in versi passo cervo. dopo, Federigo all'alessandrino per secondo il minuetto un versi in traducete con ballare sta que- a processione una diritta, non strada una traducete Ventidue nostro provate, due e posto d'un vi a in ora prosa; docilissima somigliano avrete tutto sale. al libero, è in ora niera, ma- più piega dunque a lungo più: è che camminanti grave sua poesia francese, a incatenarlo alessandrini, frati, voi Se della si è che qual- e bellezze sue alla parole due speare, Shake- guastata dialogo suo rimati, o lingua le espressioni versi di antico, dirlo per Il una sua varietà. e in esattezza, che anzi accresce sull'oceano. sciolti,ora una vei-so, lingua colore quel e scelta, delle il vento che non sono disgiunto dall'altro, Shakespeare, Lo nel piuttosto abbellita sprezzature ; volta frase maggiore insopportabili. La invece, da minima la con la minima volgare, spezzatura po' mal un difetti essa per Una risponda non emistichio un vocabolo po' ardita, la un 47 VOLTAIRE CONTRO BARETTI discorda di quello del punto. egli diceva, parti uguali, di questi turalmente na- di « e « la verai La vidersi ditura nauna 48 VOLTAIRE CONTRO strofa,determinano anche ma i SHAKESPEARE solamente non caratteri, i sentimenti, si mette Tutto * movimenti di chi del L'intelligenza dell'uditore gioco in codesta forma, scriveva : uniformi, rime che passo, molto Pietro Lettera Bell'Arte Letterarie; al della 1814, sulla vanni Gherardini. Giacché in un ho del sebbene più di Britannico a dire, lez. che vede per Racine che fa : « del egli dallo Per rappresentare che Tales- » fei, (Maf- non X nella edizione italiana — Un mio Gessa stessa Gio-- posito, pro- amico, tava maltrat- e ricorda rappresentare del una nostro Schlegel nella 292.) francese col tro al- conte aggiungere fare il Nerone settantanni del voglio * » resto^ il (la prima inopportuna. tutto Del lez. traduzione Schlegel, un I, pag, traduzione nella abbia in : 1817 pessima sua tesi antii pensieri voi. Drammatica XI trico simme- sazietà. 1799. lodava Si tedesco. emistichi detto ottobre non del articolo, scritte (vale la Schlegel italiani, 1737; Al passione. avevano Heidelberg, lo però sarà il critico ; nominato che recente parole, fece quale osservazione, non 1809) nel ^ » accenna Verona, Letteratura tedesca, etti intollerabile 15 del Goethe, e pubblicata un' della altri due in è incastrato (cap. Vili), innanzi Baretti, produce « edizione seconda è sempre ritmicamente Bar Scipione Maffei, e Osservazioni 3 del prima francese * 'antitesi, il più coppiati ac- esprimere a esaltati ed riferiremo Calepio di sandrino fu deU quest'abuso adatto i pensieri. metro un dipingere a rotti disuguali, anche lettore appaiate, quegli vieppiù monotono, i e cuore dell'alessandrino fanno sentenziose, che A alessandrini letto di Procuste. un l'antitesi del- dirige secolo, Guglielmo nostro Quelle « in come del principio poi ^ regola ogni sentimento, ogni pensiero e , e del o cesi, fran- de' personaggi. sonatore i due i movimenti la sotto del balla, così dirigono la condotta perciò il violino come e ; gio, linguag- spirito delle tragedie lo tutto il tutto queste a sito propo- tutto rone Ne- persona» oO VOLTAIRE CONTRO teva in simi alessandiini: 0 ridicolo toi Est grand art est-il six aerve saas que pourrait altro rime la luogo del lingua francese sia degl'Italianie degl'Inglesi, ne sebbene tuttavia contengono egli dice, libertà Forse i a \ i traverso le ''allo poeti regioni parte di vero, confessione Strauss. per Latini, alcune che, paradossate, vero. * Forse, nazioni, » sendo es- hanno una quale nacque nelle cui e corti cevette ri- educazione sua — della pubblico del (Gap. V.) Ora, sia, specialmente diietta il la ticolari par- quelle quattro nazioni, più di primi buon'ora " multa parte della miglior che di voli monarchi, presso primi poeti temerari di francese, la de' Greci, accenna parte la cagioni repubblicani, da ha non perfezionò la molta diandosi stu- certe alquanto modo formate che Baretti, lingue di quelle quattro le « state si in espresse il altre de' usage, ouvrage. tradurre a poesia cet d'un quali seus? le pour bravant en impotente della bellezze t'autre moitié per mesure, marcbanta, Discorso, suo d'indovinare égale cOte perdre, retrancher loÌ ai dure d'une et èpria Paris. cette à enflamme, Bommes nous pieds rien celeste qu'à à cQte la pour feu dont soumis questi grazìosis- con un Pékin alexandrìos bien On Iq ce qu'avec deux L'un trAne difficile à veut De le sur peupte Qui Si si aussi Ton l'alessaDdrino que DÌB-moi SHAKESPEARE seguirli a capriccio che quanto basterebbe dello Francia, stesso in a ne' della e queste concerne zarono avvez- il vaganza. stra- parole ci dramma, provarlo Voltaire, loro un'in- avvertita BARETTI critico Un Enrico scozzese, prima paragonare la prima scena deìVI/igenta l'altre cose dans Avez-vous Lea tout auraient-ils dort, et la valgono non (Not davanti * » più anche al in là del parler coglie in acume volerlo, senza ; i * Lettre in che, assaliva 407 pag. * UArt di corpo un si : meno nem- taire, Il Voldato sol- un guardia, primari ai sonaggi per- nobilmente, mente. nobil- parlar anche vede, andavano dal Boileau VAcadémie, dodici anni THome. e part. per sempre (Gfr. CEutres ; voi. XXI, d'aver poétique^ pag. 366 ragione chant I. ! II. lo è la ricreazione della parlare stesso complètes ; voi. qui, sica clas- Questa — rivela lito so- drammaturgia devono non col Voltaire «Il Il dramma village. * au le commenta volo, e a parie on comme segreto della il personaggi à convinto era signore minacciato guisa: tal de' Francesi. corte mio come biasimo bergers, ses le Strauss Lo stirring). bisogna parole, Queste naturale, e che poeta Fait quali a' vera quali parlano i nazione, Neptune, et s'è sentito palcoscenico, davanti sul della e più Sì, in d'Arcas: nuit? «Non « così risponder non ma : versi vents, tra aveva cette mouse a e bruit? les et la con quelque exaucés Tarmée, stizzito, replicava può i classici nelV Amleto: topo» un Racine; risposta, tanto sentinella della del entendu nous vents Mais airs osato aveva délVAmleto che les Home, scena affermato 51 VOLTAIRE CONTRO era quarta motivo, ; ediz. XXV, la secondo volta il Voltaire cit. ; voi. pag. il 159.) XVII, Tanto ' 52 VOLTAIRE loro così la e al davanti legge dell'arte la gran la più carattere si conviene come ma e il loro cuore, SHAKESPEARE CONTRO verità, la natura, la Lettera detto che traduzione lui d'una in figura,e del di far giudicare neppur sicurezza con la mente per quella in idee e la ad inglesi. perciò,innanzi letterari avuti Voltaire,bisogna antica glipassa sarebbe parecchi dimorare la lingua, le e ferma dimostrare in capo sempre in mettere persuasione quanto fosse manifestata ne' suoi erronea ogni un esattamente e solo verso, con loc cit. sua scritto,il é tradotto » tra signor la linea prima che dal * in poi, per E questa persuasione, tintesa esplicitamentedal Voltaire,ma sotgiudizisu Shakespeare e altri poeti stranieri,il nostro critico al mondo che tutto,osserva quale non faccia buona figura quand' cattivo. francese, sia necessariamente *0p. Né loro i costumi gli errori non di far e assimilarsi scur- la sola maniera vera consigliarlia le e lui,era Shakespeare. che Inghilterra,e Il Baretti di di lo figura reso ai Francesi dotto trarimati in gonfiezze questa, secondo conoscere di solamente anche tutte le conservato la quel- Cesare Giulio non aveva aveva di fedele i rimati isciolti, ma prosa, testo. E maniera anni chetta V eti- ilVoltaire più era parte del sciolti in vem la prosa stata è non bellezza, ma Shakespeare; poiché egli aveva rihtà corte; drammatica all'Accademia, nessuna fatta da con alla e » Nella e re situazione, * ! i loro un altro dice il che quale verso « non e' é si possa in un'altra forse tradurre lingua, 1 BARETTI se vi ha non tradotti tra i in E » le di prova quali n' è ce ciò, adduce sul tradurreste Come di caboli vovello cer- nali. origi- parecchi esempi, che tocca vivo. in italiano, egli domanda, » «queste quattro parole francesi «Nulla nel rado singolarissimo,e uno proprio la questione 4f di i « de' vocaboli idee stesse giacché » risvegliano assai lettore del il caso; parte gran 53 VOLTAIRE CONTRO più facile. Io dei casi, ne' Le : de France? Roi Il tradurrei: di Re Francia. «C'è però parole italiane parole francesi. Come « il dice — La « idea, siamo lontani di meglio io mille miglia. non all'italiano, quaranta Le di è Quando Roi Firenze Per * Queste di un de dice : Il Voi e di bene, in la in ma di al di facciamo anche gnerei vergotrenta o Vossignoria fatto. Parigi dice cittadino il Fiorentino l'idea tradotto quanto io mi povero Francia, ne il francese sapessi un italiano per casi certi male, meglio quando se ; ma sapete lo stessa immagine^ borghese Re sono a la per in che non dall'aver parole se dunque povero intenderci due se volte France, Sì, Voltaire; Veniamo lontano molto ladro, milioni Illustrissima.^ « di frasi stessa l'abbiate ve un come ? la rispondo signor queste due persona vi me, zoso stiz- con cosa? stessa stessa intendete cosa stessa la la ! come — quattro tono e rauca signore cosa, intendete stessa : quattro le esattamente voce sempre stessa voi cosa con di Voltaire signor esprimono non la ! ridanno non quali queste del gino. Pari- po' d'ana- un nel testo. : 54 VOLTAIRE tomia ai cervelli che essi di vi cosa del «Il suo piedi a il Petit i Che grandezza, alla augusta sua io ho la altre alloggiare cuochi, sottocuochi, garzoni, sguatteri,lavapiatti,senza i tare loro, roba sempre anche di Re piedi e per c'è Perchè servizio Hanno di essi del di Ma belle che sottosopra in tutta che col stanno Parlamento, guardie Quante più di questi lacchè mio doventar che carrozze, tutti appartengono Re. gallinacci e al ! Va e a sigiìori,quanti principi ! ! Quanti l'ultimo e passa a Perchè perchè? solenne. seduta principi! neppure al le dita ! Tordi cavallo a uno; che? leccarsi il Re oggi crepapelle, mangiare zitti,che impiegati! altri mille possono E Ma che da e quaresima! dove E che con-- gl'intendenti, i sottintendenti, maggiordomi, gli scrivani, gli aiutanti Beati tutti palazzi? ! Quanti cucina sua Fontai- tante e de' suoi parlo tato trot- Trianon^ Bellevue, per a Sovrano! nostro noialtri che volto possiede Compiègne, Ma po' del che — nel basterebbero Non nella un passata ! Guardate solamente Guardate re. Choisy, Meudon, dell'universo? re suo Germain, abitazioni. sue del domenica Saint che infanzia, ha d'ingegno diamo ve- Parigino. ha quel Versailles, dove Vienne, nebleau, noi, tenera potenza Guardate e momento dal tra piccini tutti siamo presenza! più tanto che splendore, Quanto detto gloria la nel dentro Cominciamo fin dalla contemplare personaggi, due quattro parole, ciascuno sia spessissimo quel che bolle paese. brav'omo, citrullo ; ma, questi le pronunziano capitale SHAKESPEARE CONTRO ecco bei a che cavalli! lacchè cento si desinerebbe non compare. E signori che il Re Che Parigi, quando per-" stanno torna. Ah l movimento, ci viene lui ! BARETTI E in fossimo se alla Strasburgo, mio caro: in centomila scudi in scudi a che di sotto onore volta sono nel le « cento s'infiammino Frughiamo Fiorentino, egli Re, nella nome Re potente, a del all'Imperatore avrà e un palazzo volte dipinte Galleria quella nolla beo!^ anche soltanto di nel testo. e' è che nel ha il dicono, e Pietro — fa Potrebbe siasmo? entu- France, volta cuore suo da presto fatto. di Francia È un nostro guerra il suo paese, Pitti? Avrà Cortona? Aff*è molto re la spesso Una di il volte molte de' Medici? Lorenzo? * sguaiato dentro, quando in tutto il come mio paese letto di Livorno. bello — ogni Ogni Sarà agl'Inglesi.Ma San del cosa quale egli da — omo de mente, Francia. la Galleria come come ^CSosì che di che Boi gli occhi? cervello nel Gazzetta quel ! senza e Le alla almeno terra. ora io vedo un da vediamo e Il dice: Lì dentro c'è tese mi' del enfasi nominare tente po- pasticcio; ma quattro parole. quest'idea gli s'affaccia s'alza che Dio, 0 in eterno cranio senza mai gli che senza i centomila si sta : strano uno tutte pronunziarle Potrebbe date «Ehi, esisto. benedica lo ch'egli pronunzia dunque che Dio idee gorgogliano dete, Ve- doventar potrei Francesi di Ed trema. io avrei » che vero esser a lui, che «Queste esse è uomini! dicesse: se quella o terra io diana Per- bono, quant'è grande, quant'è ! Quant'è ! E E quell'uomo, tasca, quant' Sovrano lui,la volesse, attimo! un di Lilla dugentomila passa lui se marchese di vedreste! guerra, strada testa perchè, quando ecco le la prenderebbe ! di tempo 55 VOLTAII^E CONTRO con una cappella mio, che 56 VOL'^AIRE Frugate « ci non Venite altro più non ora a le con anche ricantarmi lo non di si dal sapete, nella Shakespeare che a di dispetto tono « di d'un fa anche si risvegliano in tutti sentimenti. Ma la di ^ « L' idea sempre della altre non alle cosa? pezzi duto cre- Sapete d'un beto alfa- niente davate piti, del e piace la traduzione stro vo- budella tutti a del signor chiunque a le pia sap- osservazione questo. mi ond'egli idee parola....avranno della con mente sempre forza una su per cui dir e, così in nerale, gea stampa, una stanza, so- il modo ripetuta uno sempre assoluta, si stessi nella fosse resterà non anche già presentava; altri,* da operando la gli è, nuova che pare e non se piii dirsi certo forme E Baretti parole immagini stesse per al rispondere quelle quattro poteva non ingegnosissimo sotto che nome, avete e Shakespeare le sua vera nuovo vi potrebbe Francia quel tempo Voltaire, de' Lettere . cia Fran- sapete voi , (Gap. V.) che meno di vomitar in poi che l'inglese; sanno Capisco di io. Dandoci alfabeto, . decisivo Cesare il francese.* che l'aria tutta Il Giulio Voltaire di tutti la stessa lingua, altro sovranamente quelli che Re medesimo tradotto? avete cosa lettere con il vostro vostra e France idee, immagini, sentimenti. di tradurre invece // ceppo. de ! Non dico lo Eoi letterali dir parole, un signor voler ve in me, pronunzia lontani ben di traduzioni vostre Le tutto per questo grette, immagini che che e di le quattro idee che vi burlate quando si è Se voi Ah, cervello sentimento significa esattamente ! nel pronunzia troverete pallide, e volete quanto allorché sguaiato SHAKESPEARE CONTRO ma i tiva rela- quadri tinta, che 58 VOLTAIRE alle cicale* oratori Il Voltaire di un'opera invidiato la libertà delicatezza Veccessiva falsogustOy il lui, — saputo tollerare troppo veri; ^ del nunziato ri- aveva connazionali, diceva avrebbe ne non — particolari troppo semplici il cambiasse ciò piacere che delle gusto prima o sanza, l'u- che voti fatto aveva mondo, facesse ci e ; Maffei, perchè del noi, finalmente e regina nazioni, certi ^ francese de' suoi diremo di Shakespeare, sciolti gli sciolti, i versi che Merope la tradurre a poetica inglese;* affermato possibiliin erano non si potesse che traduzione;^ aveva lingua tradurre * asino. un intravveduto aveva una della quali poi pretese co' ad negato sopra ripetutamente aveva Telamonio aveva i buoni paragona tempo, poiché giudicare Omero Aiace e stesso, un verità ; queste che vedendo scioccamente, SHAKESPEARE CONTRO spiaceva. di- ci ^ Se negli dunque proprio, egli le spirito suo da capito avrebbe del corde suoi l'intelletto annebbiato stato ultimi invece Messosi bello di specie A Iliade, 2 Ibid., 3 Nel Ibid. ^ Ibid,, Di lib. già * ^ lib. alla ciò '^Discours dirò genio del quasi mai falsa via del sonatore. ogni di misurare la negare stima spondevan ri- o di Shakespeare, sull'angusto tipo francese, parte così, di e non cui lo III. XI. cit. Discours nella e quando, fosse amor rispondevano, non era sulla d'altra potendo premessa non gli non malinteso un che stonate, ai tocchi il difetto anni Lettre la sur à M, Tragèdie. le marquis Scipion Maffei Merope. discorre sur a la lungo nella Tragèdie, suddetta lettera al Maffei. , BARETTI Shakespeare laberinto un del 7 al 1776 all'abilità alV ispiegarla. In per settembre l'attribuisce Lettera sofismi di dubitativa,un'ipotesi che dato aveva tutto, per popolo in accorre seco folla codesti a liberi, il affatto la pazienza, gli risponde: il dunque dagl'inferiori,in Pope Giovanni Milton, lo dunque Comeille il babbei Racine, di di l'aia, signor obiezioni ad modo d'attaccare siepi il nelle e tutti che stati secoli due Appel plétes de vi e molto à di in altro qua. toutes Voltaire; les ediz. Così massa una almeno Nations cit., de voi. di di avreste V Europe. XXIV, pag. il stimati il in le can tal viste dietro queste cattive massa una che fate dire Ma istima menate nascondete meglio gl'Inglesi sono sono non speare, Shake- sono Voi ragionevoli. boscaglie. Invece stato lo Voltaire, rispondendo nemico, sarebbe Jonson non voi Ah! sciarsi la- gusto ! Ma popolo? perchè non Parigi? duta per- potrebbe Ben dal Voltaire di se di stimato stimato signor stesso e è perchè non se Si dopo hanno non trascina Baretti, « fatto l'Warburton, e vi Gl'ingegni superiori di così ? peggio Onde civili. per Inghilterra e il persone guidar per spettacoli le come sic- bili incredi- in esso ma pri- siccome e anche sragionare * che ne* paesi popolo, perciò al piacciono dai dire a quanto al- forma anni gl'ingegni superiori, guida in nella e quindici arriva specialmente e ; gli spettacoli pieni di avvenimenti tutto e sicura, * come Vaines, Garrick ripetendo, Accademia^ tera let- una De signor dell'attore in avvolge si Inghilterra, in godeva 5^ VOLTAIRE CONTRO le gioni, ra- addirittura sciocchi, e sciocchi fatto (CEuvres 20i.) da fare com-^ ' ^60 VOLTAIRE una bella risata ai con certa roba, ha non senso Accademici signori vuol che è comune, co* vostri fidanza a SHAKESPEARE CONTRO ma ; filosofìa parer veramente liarli cucu- far un e troppo pìtolo (Ca- rispettabili confratelli.» III.) che lo dunque Se Shakespeare restava mezzo a' Francesi rettamente? •cennato, nel che e il Baretti, non col solito •egliesclama : « veniate a Londra; ";he vi mettiate bene di badate mercato. buon nulla. che anche e Essi, vista. la basterà. di a quella oggidì. Questa francese; e, un'aria volta si come Shakespeare, vende e paio d'occhiali, che vi avvicinando ovo a invece, un'aria di po' selvaggia, che ha tra passo, un'aria libertà,un'aria le sta al vostro a poco La gua lin- tutta sua, altr'ovo. un tutto giornalmente sempre questo date bisognerà è del non si serve gli bene Vi Shakespeare. ognuno un piccoli, guastano e conoscerete di sì a valgono dell'Inghilterra,non continua maschia, un va vi opachi buon sua, netelo (te- que' pessimi di io, non tanto un lingua di cui se gli somiglierà di l'assicuro ad e Soprattutto distinguerli più; lo la voi notte, Francesi Ferney tuttavia conoscer studiare simile di Mettetevi lingua la credere ancora a Quando e ve da e uomini. con gli oggetti si arriva abitanti 3, l'ottico Rendono non da ma che qui, bisogna già non portar non che microscopi, ! ), !» Shakespeare, bisogna lo l'inglese giorno ìnente a mente esplicita- anche e, arrivati popolo, questo osservar poi, studiar a ac- Sì, signori Francesi « capire per già di sottintendere pago espone brio. dicarlo giu- e abbiamo che proprio ragionamento, e intenderlo per Quello intraducibile, era qualche maraviglia, ma BARETTI che straniero uno finalmente Peccato che in le bene con " del dispiacere Questo Baretti, di darvi tutti tranquillamente a vostra, signor Letourneur, hélas! al signor di che perchè del allora Boileau gesilao il sulle due la e loro autore: Après tale da non resterete al attenervi vorrete noto del delle quel tempo, a l'epigramma Corneille, YA- quali il tramonto seconda appagare rimetterete molto prima stro no- sione (Gap. III.) Conclu- ^ tragedie la vi e il voi Se se rider per fosse universalmente era vespro, del far VAttila, e Ma Voltaire, holà! dovette mezzo credo. casa teatro,. conclude » ella non al » è il solo il che requie: cosi sosteneva addio detto curiosità, casomai vostra che « è, signori Francesi, critico,« questo la vederli per perfetto,giacché l'attore, parti principali,ha gran « modo amico Garrick, que' drammi. po' tardi un Quando date d^intenderla, an- rappresentare arriverete rappresentare di volo. così credere a veder a 61 VOLTAIRE intende non comincerete spesso il CONTRO annunziò dell'ingegno VAgésilas^ ! Hélas Mais après V Attila^ Holà! Alcune delle difficoltà latini, e specialmente e apprezzare ancora dai ; ma a sono lo dovere di molto pregiudizi di scuola da ad perchè allora impedivano che poli po- Francesi, di tradurre Shakespeare, sussistono a' quelle scemate e ai dalle differenze oggi, grazie derivanti di gusto,, alle cresciute co- 62 VOLTAIRE municazioni, SHAKESPEARE CONTRO al delle scambio maggiore idee ai e progressi della critica,s' è fatto parecchio cammino generale quel gusto verao proemio nel e augurato, Discorso (Gap. Del resto, Giulio il mentre Vabre chi sfuggire un il nostro critico,mezzo fare lo altro ;giorno disse addio Londra, fermo col in Non più lesse le ^ « lettere si trovi E poi, in £Gant. VII, tendre Le ciel altra * est est sucre dans dans du all'inglese. yeux aux ses Tenfer yeux, simile. Romantisme, le » IV. che IV de est dans Io avrei poivre est nel di sarà « persona una signor cuore. Voltaire all' Inferno vede pleins fino per- Francia, Inferno del ì^eXV Enrxade « yeux, ses stesso e ; egli diceva, » impossibile questo miracolosa!... stupidaggine Histoire abbia Hypocrisie, veramente Le è come definitivo], Enrico testo La «Cosa gitsto generale^ : a di dalla notereUa una stabilirsi a gli arrivavano e a bel un francesi del Inferno, Vabre libri,né giornali impossibile, air inteso interamente vivere che L*avvenimento •eternamente o né voleva cui parlare, pensare, la barba, la birra, radersi bever parola, una che cesi. a' Fran- essere andò e proposito vestire,mangiare, di il può non dava prima, Parigi, a * di consiglio col dagl'Inglesi, che ^ storia Gautier, potesse non chimera. curiosa Shakespeare, traduzione, dovere ^, secolo e medesimo una riscontro singolare che una dal presagito questo la conosce raccontata Convinto in Baretti, Poesia sulla aveva ), lo giudicava VI a Bruto^ al strana una per Saggio nel ";ontradizione,il Voltaire, epica che, douceur; son cceur. preferito di dans son coeur, dire: » BARETTI intatte rimanevano anni di Lear, in 4t il caro ti Mi un Giulio, per nel opere, sul serio, modo lo che qui mi ingiustizia Il cavalier di padre la-^lingua quale, quel a attuata di Vittor ne' Hugo. rilevare per Desnoiresterres le conosciuto tra sciolti francesi,sarebbe il quanto verso intollerabile dunque se *Gfi\ se il n'era Grimm, di » a poi E Voltaire,o accorto, Op. cit., differenze la sola voi. per non si in doveva XI, a pag, 379-83. di tradurre sciolti sospetta e quanto concluderne accoiix) cercare rono cor- dimostrare inglese quindi era idea affatto si ferma Nella che in versi rendere sia bello francese, * Ba-, il Voltaire «se Shakespeare sciolto in le francese, bastante fede. buona sua il del prima che sentito e l'inglese e i versi dice bene Shakespeare, il Voltaire. risposta contro cose, lo mesi lui, parecchi altre assai conoscendo molto Francia in nato eia che irlandese, e pepata tra avesse o, le però nota, essere dal che Rutlidge, anche retti,una che tutte di affrontare commessa — senza come opportuno inglese, ammirava pubblicò sia » il Baretti. contro la ora il francese. secondogenito luogo par stesso «Dunque, ; il Gautier potè poi dal allo Shakespeare, rimase, idea Re del rispose il Vabre » giusta la d'inter- e disse: imparare Shakespeare un'altra ma lo cervello tristi ozi dell'esilio E tradurre chi parec- grado nuovi gli traduzione suo Dopo àeìVOtellOy giorno subito, la Ma in fu parevano altro, che metterò scomporsi. e che quale resta ci sue vita, egli questa modo, Oautier; non tavolino. suo passi deìYAmletOy petrare mio sul 63 VOLTAIRK CONTRO di nella ciò, sua 64 VOLTAIRE SHAKESPEARE CONTRO lingua qualcosa d'equivalente e quando essa e scere riconoil lettore. avvisarne bene, il Desnoiresterres,* riferite codeste Or del Rutlidge, è detto, questo esclama far quasi il Voltaire abbiamo delle differenza né il nostro due lingue bene, sul né ; tesse combat- soltanto. noi Ma sulla critico,anche e Ed » Baretti il Baretti che bea quanta a al intorno impertinenze che meno insolenze. contrapposto dice servazioni os- è «Questo senza un credere con veduto parlava quasi righe più giù, far per esclama: giudizioso,e così, per poi, poche del inglese^ glielo fornisse,doveva non l'impossibilità dell'impresa cioè sciolto allo sciolto,non verso giudiziosamente meno Rutlidge. V. Dimostrato in francese, del male che quest'impresa sua, fa Perchè dato del contro *0p. che il Baretti il di lui cit., voi. o il e del tuttavia si domanda: signor di a cese. Fran- nessun re, della e tentar l'opera Voltaire mascalzone, Ì13-14. a riesca che gambe duzione tra- bilmente indubita- Letourneur l'aiuto del vili, pag. la riuscita buona le cibile tradu- era non conseguenza povero certo dunque furfante per sarebbe ? Cattiva romperà non e Shakespeare Letourneur cattiva, ma lo che gli ha ha cato invo- regina, della 05 VOLTAIRE signor di Egli Voltaire il ci trova anche se è non sciocco, tornaconto, suo benissimo sa SHAKESPEARE CONTRO che si s'incoraggissero quando non di crede o non se trovarcelo. scoraggisce tutti nessuno, i traduttori dell'u- niverso. Ciò « la Se ha di traduzione detto di di io che cosi di contro lupo chiuder dalle oltre per più. Oh rabbia, ^ ! oh citazioni, benché altre il Baretti démie^ ^ Cioè e ^ Nel il (se. di grosse sul nascerà e di ormai vecchio un latrati ? Come battagliato non oh bacchini, scri- posso ne nemica chiezza vec- esatte di il testo inglese, da questa, della lui si Lettre infatti vede à che VAca- accennata a 38. pag. É traduzione la ma più sott^occhio aveva non rigi Pa- m'affliggo? (prosegue egli, .... da tutta tanto disperazione, di che Ma che tele Trova- sue. per contro Ho le scagneranno si ai loro zanne? riamoci figu- e mandra noi, mastini secolo, mezzo quella l'orecchio loro le sballate tra Quanti me. ! Come salvarmi numerosi a confrontare Inglese; tutta tratto manca, subito gliene ho rattere ca- cato fati- tanto d'un con maledettissimo quel ho ne correranno egli divulga, quel vorranno non diavolio; perchè un me Shakespeare differenti,essi conto non i traditori dire si n'anderà se Nemici traduzioni a maledett'uomo, e *? lettere. quelle due questo acquistarmi, se ch'egli deve degl'Inglesi, che i diavoli. mie scrivere di censore per ragionamento attecchisce sé, tra di tutti il ecco fatto, prima aver — posto, testo del (19 luglio 1776) D'Argentai da noi rita, rife- airAccademia. quella : principio V) al quella ad; 0 « del e rage ! ò monologo il Baretti désespoir ! di lo don d vieillesse Diego incastra qui ! ennemie nel primo per caricatura. » atto BARETTI dopo aiuta gli audaci stiamo ne pausa). breve lina le con ? arditamente in in le fanno ne ci che quelli al viste. Essi occhiali altri gloria, nostra ci fa! — deve aver giardino miei, la notizia delle di quella * ciamo Fac- la Francia con mente anticipataad appannare riflettere al male il di Ecco invettive che monologo Voltaire traduzione. a almeno che nel gli mandarono velenose sue viamo Scri- Shakespeare viene signor quando tutto numero. screditiamo quale di che tutta m'inganno, il Ferney, e e lo forse non ruminato di il senza s'io Ecco, motivo i che Attacchiamo o bel un guardar disgraziato, un la di di D'Argenteuil, bene, Parigi tutta smania questa signor sono ce traduzione. sua vogliono vergognare di la non e facciamo e tuna for- mancanza all'astuzia. all'Accademia, tutti In mano. culla la che dunque, Toumeur, questo detto Coraggio mani istrangolargli per è Non ragioni, ricorriamo buone 67 VOLTAIRE CONTRO suo da il rigi Pa- segreto il povero contro Letourneur. « Ma sarebbe se io molto fossi nel facile intorno — e abbiate non minimo si che avete ^ che Il Baretti in e come così, per andar ha sicurarlo ras- nacciato. mi- si crede rechi Tourneur a non la ce nome del sarà ne come lui. I più pigri il duzione, tra- sua confrontare tradotto il coloro Tra leggere molto errore, e gli direi,calmatevi, io di mi amici, paure, cui quanti si vuole, generale, scrive sue rinomanza. briga voglia voi da questo vostra la pure tradotto sono, che alla prenderanno uno signore, paura siano neanche pericolo caro sfregio le calmare al Mio de' suoi numero che terati letvoi D'Argentai* Ì\S VOLTAIRE CONTRO non credete. Sopra non c'è sia pari di voi in chi che del si è conoscere che s'acquista aver il piacere Nessun della parte ne il bene tutto altre tien Nessuno nazioni, propria. e modesto Enrico, io UAilly la e fortuna fatta di come fino sicuro che si fa 0 nonostante su d'oggi. giorno al si à\ quelli d'Omero, parafochi questa e che voi né delle della siete il che May stro vo- enne ^ il vostro Voi Andromaca non spesso in vi A- da umilissima han lusingate i vostri quadri i presso Agamennone^ scatolette vostra quelle facciano e rappresentino il male caldo Potter^ che Elena chille^ Ulisse^ Ettore, sua. opere il vostro vostro sima mille- casa lusingarvi Gabriella vostra della metà il la né di certo son delle modo tutto grandi Mornay^ il vostro insomma a fa non terla met- importanza. ha gloria non per UAumale^ il vostro si mare, nell'altro e delle ognuno d'un'o- farne per il dirne vuole, conto esempio, Per abbastanza posteri si che dirne che e tutto dal gli stranieri presso basta; e Per cosa grande reputazione il nome, sa freddo. mai valutar per o anche di per d'avvilirla,di nell'uno un'aria ha poeta monti paese poco fanno. nostre, di delle possibile;od sempre ogni ben ne se là dai sperticate; giacché lodi In poeti stranieri,e di male traduzioni, qualche piccola al disotto maggior viva. versi per molto 0 i delle al verrà nessuno a scalmanarsi a critiche in scritta unicamente Se anima ad d'intendere si procura e ; dotti, infaticabile e operoso dì mezzo confrontare soliti le e d'autore a dovere a giustamente il mestiere nel mondo pera vigile, importano non migliaio un di mettersi capo SHAKESPEARE e nei. Ma eroi, zerie, tappezpure, opinione di voi nel metterla molto Perchè voi al di siete anche voi dottor Cocchi Italia e proprio al capolavoro Perduto. straniero l'essere fanno da il hanno E tanto di stravaganze, scioccherie quante nel gravissima, vostri due e cosa Milton È forma Cocchi di dal e •edizioni quel di nella morto nel (Gfr. Voltaire, 577; voi. che poi fu (VII!) un CEucres XLVII, e in Taveva altrove. ammiratore compiè pag. un in già — tes 516.) ; ediz. vero panegirico dal quasi barone tutte criticato le bamente acer- Chesterfield, Lord dell'autor in tanti È francese pubblicato Il Baretti poema. era tradotto loro è stato non Enriade. aìV Enriade rebbe sa- Tasso del da abbassato intorno fu in 1737 Frusta 1773, si inglesi! stati questo, vostra la scrisse lettera, Elderchen, pag. fu come de' proposito a confronto inalzar per per* inalzare ^Antonio in che Omero, Francia aria con quel medesimo al Ariosto, pure ep- concettini! di fossero se diventati son vero abbassato vanto che facezie poeti tragici, de' quali medesimo ! di spacciate, sono tutto per altri Francesi l'altro e diso Ipro Para- pieno tutto d'Albione, paese gran povera quel si massimi menato Che d'esser l'uno stro vo- in Italia: cento e verete tro- il Tasso, e rumore il Bouhours ci il disgrazia l'Ariosto un crederebbero al e gran tanto tempo accusato e una ! Per comparando Orlando ! Vedete Boileau, volgari è Ah, vedrete Chesterfleld,* paese loro greco. era atrabiliari,i quali il disonorare perchè? straniero lord da certi per E Omero essere un per diecimila di dire vuol cosa e Inghilterra, e in o pari Iliade. e di Enriade^ vostra AeW sopra milioni «ancora alla francese, in però Recatevi della complesso suo rispetti e' è e invaghiti così Francesi, stati e' è medesimo, 69 VOLTAIRE CONTRO BARETTI deìV Enriade, cit. ; voi. XXI, 70 VOLTAIRE Virgilio,nel che ha non Virgilio. U e egli piti di Confucio; lo ce Dio e mio! in della pessima e se Gangier, XVI, (Cfr. Littrb, pois vers et en 'Allude un* air più da Montefeltro. in tutte per che Baretti. Ma« di esse^ addirittura era fatte due, in inedite nel qualche langage fran^ xxvii-xliii.) in il Voltaire cui Bivina Commedia^ solenne dell' il sbagliato e di il col XXIII Bayle Guido Voltaire, tre ; men- 1260, farlo a duzione, tra- una che nell'anno fatto aveva parlata /n/J?rno, Dante nascer traduzioni una altre scritto, scambia avesse dal vieux più. nendo soste- nascere 65.) Già nell'ottavo ne codesta idea, avesse m*appelais Je fùs A Ùa Me Et Qui sur qui le terre m'enrólai j' y m*ordonna della le la en sans ce de servir la fine: poltron; et Saint e Frangois de son celeste pape sa d'Assise, cordon Église; fèlon, feiotise, mato chia- aveva quale, Guidon; de bout il Baretti principio soldat et sous place serais il comte qu*uii jour donnàt Frusta^ traduzione; ecco Je Pui8 della numero truffaldinesca non le da di tre 1596, en della suo fa compenso, inoltre nel del nel giacevano XXVII parrucca anche tempo ; e pag. ancora, (Canto edizioni le poi, burlesca nalmente fi- abbigliandolo e mis deUa burlesca nobile perchè articolo, indegno esposizione forma. che fossero; VEnfer Paris, 1879; ; in Ma forse buone, non biblioteca. ^ ignorate pubblicata Francia che sua dimenticata e in Per quello quel a ci non meritamente e già del stesso fatto Commedia^ come del XV secolo Divina era cioè quella la avete esistevano esempio stranieri. degli cremisi, voi Ma verità, fondo, introduceste. velluto di pulcinella.^ francesi voi foste e suo Omero con altro fronto con- nel conosciuto fu non nel pari un tutto Strappandogli le vesti ^Per è si fa per secoli quattro Dante povero che conto poco alla bravamente va ne Inghilterra, il Milton insomma, ma in in Francia tanto, quanto voi; se paese col Milton confronto sofferto con SHAKESPEARE CONTRO per chi Voi poeti epici de' i nomi del Boiardo quelli del Trissino, prima d'ogni metterci per Efcilla, dell' e dirla a neralacci. Io qualunque pure in sul conto vuole gli si ; rendit me dit, A Belzébuth; Il Dieu Que duction sérieux, au famose surriferite parole Moland ha curioso esempio a fatto i coprire Tultimo * il Baretti Qui 1726 0 pubblicato 27. Ma opinione anche e intorno in un giugno dal articolo 1881). il nostro già, aveva può vedersi in detto critico pò* un E una (ediz. cit., Carducci la sur air Ariosto. Moland del Dunque? Un Dante^ Ma, » dell'articolo tono nota. tra- Dunque esatte, altro e il più e inutilmente lo vedremo nel- scritto. abbiamo (come quando mutamento il delle cette Tarticle. de di sforzarsi contro slV Essai allude il Voltaire suo questo ediz. cit. rigorosamente pietà Voltaire del di Se quella strana : prendre pas reste son mettere a questa peccati capitolo stato era male cuit me della fa ut le il ! 315, ne que Baretti ferme et è seria, arcicheseria. del di fort Huit i Romaneschi. V intenzione è burlesco, Il « roide bien pag. plus dicono capi! a XVIII, non ; épiderme Boniface " : gambe e bien. bras fouet, dont osserva tano ; si met- rien trop d'un et triste rende voL volterriane, opere de le nel Moland, ròpliquai ne mon sur si bestialità Italie, V À il raisonnait coups cano di- Si théologie, » m*erapoigae, appliqua Vingt le et il la de rìt; je Il Lors n sait diable Le ge- démon. gr"ce « signore. braccia griffes du aux que'due stranieri rompano siate non quante poeti ché, ben- vostro; a caro paese grandi de' in ridicolo Et ripeto, mio lo ve Camoens, quattro fronte di del il altro numero dell'Ariosto,* e voialtri noi, tra piccolissimi cadetti che dal cancellato spietatamente avete 71 VOLTAIRE CONTRO BARETTI a 31, nota) pag. il scriveva alla la f^pique^che Poesie volta, lunga nota voi. {Fanfulla del di Beuchot, Vili, della scorso, Di- suo mutato storia pag. nel fitto af- questo dotta ripro336-37-, Domenica^ 5 72 VOLTAIRE CONTRO gli si tagli anche se Ci fu forse almeno vi quando sopra d'Omero?* quelques à la avec d* Achille, mère dans des tous mieux Il « Tai't espèces r de Armido, dans pas le ces les est est jusqu'à tableau, «Je Sans cet les mieux sais compassion doute Godefroi politique à Tasse qu*Ho- feu héros ont mais Iliade; décrits, qui seul un et ne inva- soit ne beau est un* Homère pour coup contre de Tart d*un les bien ou lecteur chrétiens; seraìt on ; et serait et de fautes ses son interesse. et Renaud d'inspirer Grecs a dans Ismeno ; mais rendu se n*y plus aimable, des d'avoir Il Galchas fait mal Tennemi Priam, artifìce, plus mahométans a dans Tamour, de d'Achille éblouit, valeur personnage un est ; d'emportement; et au-dessus Achille employé. sem* modéré et Tenchanteur cai*actère son ailleurs et aimable. fasse avec dififérentes généreuse d'Argant; imitation une la ; douce assurément sont si cruelle ne contraste les prudent est coquetterie qui perfectionné a passions, qui tendresse Pierre il ; distinguer fureur la de une Termite Renaud de Ainsi une c'est un de et et excusables; ne sans V copie le Ses qui un crayonnait vices, mélange fìgures est Homère opposée un et plus loisir de a Herminie, sont de pas pas imiter une fortement presque al parali que de plus et grec, couleurs, mémes. Aladin Talthybius. de les vertus, deux a est dire ceux annoncés, (VII), ressemblances variété. comme en dea a di al si c^est autant a de plus n'y mais j'ose Il del Jérusaletn si Renaud ; sasse pen- nome épique La sujet qui che più leggero il « trettanto al- metterlo Iliade; Troie avec poète qu' ce nuancer Tancrède de le peint a inquiet : suno nes- Titalien. étre blent V modèle. son il car dans de de mieux sont dans il Baretti différents souteuus; riable de di Poesie la un al desse d'Agamemnon, caractères demente se chi sur gruerre batailles, ses caractères ses la delà au fu Thistoire Godefroi et bien été a de fable Francia, l'estro venne accenna dans in bada, succederà e cappello copiée d^après égards choisir de que lodino, il dell'Essai dubbio, ci nessuno qualcuno Ci il passo senza Si cavarsi a Tasso, quale, testa; scandalizza. ne *Ecco la SHAKBSPEARB ; c'est mais Aladin odieux. interesse tenté tant pour de re- 74 VOLTAIRE Discorso, istituisce suo Nino del quella e prima dal Lessing burgo ; * e, secondo fatto stato in Germania in del già stato giudice medesimo. ? Io ragioni; la più (lo dirò, è anche e sa, Germania ripublicato naturalmente il Baretti in carattere, mente costante- Num. X, ^Alfredo — e del oggi sotterfugio. Ma sufficiente, parer spirituali. erano quel tempo, a difficili anche e tra del sing, Les- pubblicarsi nell'apriledel volume anni due subito Xll, Mezières. Drammaturgia Suckau, XI contraria, prova non lente la il sapeva dopo, che voga tedesco, del 2, Si veda Lessing, Parigi, Didier, genuo), in- troppo il lavoro a tal meno mólto aver recchie pa- secondo quali, parer 5 e la ti'adotta 1873 ; pag. 9 e dipoi ; duzione tra- della 1767. Introduzione sua in potè prima monca, giugno 1767, non ebbe la e francese, imperfettissima * per mai fino letterarie a non e l'Inghilterra;il periodico e cominciato e di è il maturgia Dram- la credo, nomina molti a altre ognun la e d'ogni bassezza, c'impedisce d'un comunicazioni come era confronti delle suo almeno può eccone il e capace ragione Le * critica della lo non sdegnoso credere, egli fosse però sospetto, non non rischio a tedesco; schietto e anni d'Amr- il Baretti forte il Baretti che critico questa dieci de' due dunque Lessing del che fatto tradizionale fondamentale Conosceva di di francese. Il concetto del l'Ombra distruggere compiutamente da il fascino teatro me tra Drammaturgia sua un modo, del cap. d'Amleto. era nella VI Baretti,nel confronto un padre confronto Questo il perciò E guastate. aveva SHAKESPEARE CONTRO francese xxxix. da alla Ed. De BARETTI Drammaturgia ed traduzione unica ma !) è vera dei due condotta parecchie ha Baretti, impossibile di specie delle che quali critico si fosse violenza le due aggirano diversa ben da di mezzo le tutte una di creazione per non fa e le della più, per é anche nulla danese, di pieno ; è l'azione progredire e dà a de*^ regno quindi personaggio un nel e centra urta solo d'un Nino, giorno dal si rire, l'appa- con popolari, galateo cui di una individuo; ridicola,anziché e a* comodo. l'Ombra re fantasia e verità così, su realmente il le fanno dir credenze ignora ne smargiassa di ci adunanza, venire strana è un'Ombra tuono, numerosa non morti, giacché e, dal al quella a noi su per del giuste sottrarre quando quella tradizioni divedere potuto Lessing lette,è quasi avesse critiche, è questo: preceduta bel le il perno, premesso, il affatto così sono di e diverse tutto mancano esercitano che evidenti, specialmente Ciò del simo benis- gusti particolari. Anzi, il nostro se di comunanza che le due può che però dalla benché comune, osservazioni alcune e che cute, nei e tre anni appena autori, sono prima po' strana^ un Finalmente, della la mentre (cosa sono fondo un effetto essere princìpi fatta Zimmern. abbiano critiche 1785, inglese stata Elena signora nella nel uscì 7S VOLTAIRE CONTRO paurosa ; ozioso, che e non desta interesse. nessun Nello il svolgimento Lessing che Per avrebbe veri fa potuto però, egli al nota insegnare sfuggono ho come mancano esempio, tale fondamen- di questo concetto la luce detto, alcune servazioni os- Baretti. che al Voltaire del donnicciola ogni sole che e i gli spettri luoghi pò- 76 VOLTAIRE nota polosi; che anche avrebbe ci a da fosse un che a compreso far comparire studiata dì si o dai che più per per sé in ridere lo che -cone qui * po' burlesco gallo, riso al nostra mente final- nota noi, su Amleto, del è per secondo nulla luogo poi, Inghilterra i nota che ?cit.,voi. à crede toutes XXIV, ed ec- è 193.) Baretti, si grido non e e in etc. - Lettre che crow, di come le in sun' nes- far battere com- che il di tanti ombre, VAcadémie^ ; coraggio, (CEuvres complètes à un canto luogo, : in gallo di terao l'appunto io Francia, simbolo un è un nome in che applica al l'inglese aggiungere les Nations pag. il degl'Inglesi loro; per gallo in francese se lo stesso che inglese ( e poteva Appel parecchie del quando un usanza galli tra paesi ! ) e risveglia, come non la per che burlesco ridicola, anzi idea canto chanter il verbo non ha Leasing; nell'^mfe^o; speciale, esprimente ^ il Baretti luogo, gli risponde primo altri la spettro agisce mancano aveva l'Ombra sparire volgo mento atteggia- un più importanti. le Il Voltaire foree poi ( cosa se in se fredda una : produce parte poi, anche osservazioni, che in quali, stesso. belle voce in principali; Shakespeare l'impressione D'altra fa le ognuna personaggi vanti da- spettro uno atteggiano cortezza ac- poca particolare, distraggono e attenzione controscena, persone, quasi impossibile) prendono vero il Voltaire se quanta ci fanno simmetria^ che della conto numero gran contribuisce non ciò indifferenti restano e quello tutto qualche tenuto avesse SHAKESPKARB rillusione,la dissipa; generar a CONTRO non ; ediz. pari. I. BARETTI al primo Al la canto due atti del terzo atto della si vede personaggi in davanti e i aflSnchè al il quale siano usciti,^ sala,dove, gran Nino, che aperta, di primi ne' al fianco dei tempio poi magi. che An- topografico, escogitato personaggi trasgrediscano non Semiramidey ne una di all'aria garbuglio questo Voltaire la tomba vista s'era annunzia. gabinetto, un i che reale palazzo sceua lo improvvisamente giunta, per che senza si tramuta giorno, spariscano- gallo rappresenta (se. VI), del del principio scena 7T VOLTAIRE l'avvicinarsi soffrire potendo CONTRO col si che cambiar dal in trovano di luogo una non isfugge al Bapretese leggi aristoteliche, retti. « È cosa assurda, » egli dice, « il ricorrere delle a un'arbitraria edifìzio un in si trovano, notò abbiamo di un che anche.nel altro esempio il Voltaire si Da ultimo, il nostro imitò italiano, ma Muzio comincia di in ^Op. cit., traduzione Bergamo appunto una con un gli edifìzi. che di sua lungo il lez. italiana. X neUa italiana seconda ediz. fu * il Voltaire Nino prestito Cesena, Ili) se. dallo da quale un nel Semiramide^ l'Ombra del- monologo Nino. Semiramide Questa di Schlegel, osserva in gione ra- locomotrice dotare prese vi servazione Quest'os- (att. I, Ombra sua la che » facoltà della critico la la minima Bruto Manfredi pubblicò 1593 quelli i quali Guglielmo da compiacque già bruscamente metamorfosi. poi ripetuta Shakespeare, che tal una cui non che gli spettatori, abbiano o fu quale cosi muta altro, senza un d'aspettarsi il che magia, rappresentata tedesca, lez. XI nella 78 e VOLTAIRE più ristampata dir del al Maffei. a del più noiosa oltre Semiramide in di ^ passaggio, che miramide tragica, pubblicata un'altra, Un*altra imitazione Il Beuchot riferisce dans marquable ^somigliantissimo 129 pages char de et Saint catholique; la Henriade Credo poemi. che Ecco studioso, di qu'il poema del Voltaire], se de la nuit, rend à italiano quelli un che est 468 di destinéea religion dénoùment le celui d'un i la » due giovine qualche a de siècle. confrontato tempo un suivantes) et que per il re- (chant VI, la et méme ancora sprecano non il quale ciel, dans embrasser beirargomento Ma- plus places postérieure abbia dal que au pages le est nel de a y instances; ses lui 299), les à queUa Malmi- cenno c'est voit y Texhorte et Voltaire, qui dunque et è Giulio enlevé est (chant XXII, et Malmignati nessun IV Henri l'aveva e [e, s'intende, al Henri de «Ce Se-- dall'Enrico, un pag. Malmignati apparait Henriade I, de suivantes) lui voi. poème feu, pendant Louis V, è aveva italiani di fece ne di Nino ne ;^ eroico Villoison di della Enriad^ sua le princes cbrétiens, aux deUa parole: queste due. poeti da poema EncyclopédiqiAe (anno gasin l'amore Manfredi Voltaire conquistata^ (Venezia, 1623). •ONATi de del altre nell'amore boscareccia ma chè, ; per- prima poco ch'io an- consorella: tutt'e il nostro punti capitalissimi Francia ovvero però tragedie in mente infinita- parecchie ostacolo donna; è parsa, conoscesse ha le sacerdote. gran Noterò, due trova un'altra dal •d'alcuni la e, Scipione Inclino più digeribile sua Nino di Baretti, francese. tutt'e per •questo per ^ al il Voltaire la XVin, e leggerla, anche della con esempio, difeso dovuto quella dell'Ombra, somiglianze per ho che XVn perfino le lodi ebbe pareva credere a ne' secoli che me, resto SHAKESPEARE volte Baretti, Ma come CONTRO scrivere versi il fermo ";attivi. * La Semiramis Accademico, JMDXCIII. boscareccia Innominato^ di Mvtio Invaghito et Manfredi, Olimpico. In Bergamo, BARETTI scritta certamente, un'eternità in cui cosa quasi che si fossero della loro critica. orbi il contro dell'equità.* Questa critici difendere e un profondo un lo male, in •e mirava dal a l'Italia, cui del Non sanno. il Wieland è possiamo Si le « vedano simo, audacis- 1762-66:* produrre quasi ad Lessing, che del Drammaturgia^ vera essere XV. il volta Baretti, tutti che l'uno tro l'al- e rivoluzione mente scrupolosale loro insieme con quanto riguarda Mézières, gran Francia la ascoltati. anche questo proposito, per giuste considerazioni che essere benedire consideriamo a ad un concetto spe- sepolto prima mirava una meno che la nel maraviglia dunque causa più cui detto per cui dovevano subito tradotto turalmente na- in e a averne seguenti. *Cfr. due aveva tragico inglese quel imparziali, * rosi rigo- d'animo Germania, più specialmente spirituale, pensassero se la oblio, dopo critico,volendo oggi faccia ne' limiti formidabile Lessing, Shakespeare tedesco avevano : da tosto piut- affinchè Tutt'e uomo giusta quant'altra mai in botte l'opinione quasi universale, una contro -cialmente aspro mirano e condizione si trovavano. contro si direbbe somiglianza proviene dall'identica i due parere giù menano mantenerlo a bre- il tono proprio pensiero il effetto, che maggior due in « dell'opera. l'intesa,è avversario, comune esagerare a dati ) tuttavia il Baretti e e tempo » il merito Lessing Tutt'e : può che ma il Farnese continui e consideri chi a serenissimo al Ranuccio soli giorni trentaquattro La dedica principe magnanimo Tissimo lui nella dice (lo 79 VOLTAIRE CONTRO E noi peranze, intemesse si il Lessing, Op. cit.,pag. xl 80 VOLTAIRE diffusero parte di que' principi,de' quali si una effetti con Goethe lo e Mi anzi, che importante il Baretti il e di Shakespeare, La Frusta la dopo, anche nel due di e per che presero molti la migliano so- fare a blicarsi, pub- quattr'anni rono annunzialetteraria giornata nuova tra rispetti. cominciate la seconda 1763, a altri potenti svegliarini,che prepararono d'Italia difesa rioso cu- si critici i due Drammaturgìa, prima furono e nella molto comparativo largo studio ma la e riuscire Lessing, giacché solo non il il Manzoni. e potrebbe un trirono nu- grandiosi, tutti diversi, ma Schiller, l'Hugo pare e SHAKESPEARE CONTRO Germania. VII. Quando si Marianna la del atto, labbra dalla parole, e la platea : a pubblico prima volle vederla mutarne in gli occhi che le du verso la uno anche !» come la timo dell'ulalle A queste molla,^ una protagonista. risorgere, peggio fine 1724 appressava beve scattò della nel spiritosoimbecillè^ dovette tore L'ausegnarsi ras- catastrofe,faconda anziché degli spettatori,i quali regine Sorte volta regina l'avvelenamento, raccontare laide La morì tragedia se « prima protagonista avvelenata, l'ilarità del poi, Voltaire, la mentre la coppa gridò la rappresentò metterlo non sotto tolleravano bevessero. peggiore Guesclzn, al toccò più second'atto tardi della dXVAdé-- quale i 82 VOLTAIRE il Voltaire, doveva che deUa bello brani mirabili mette eroine. voi avvertirete io E ciò lisabetta, l'uditore nutezza, è ma abbiano uditori vecchio si fece Il Baretti, in che e notava * Lettera del dei poter là ziare pronun- ripensato al del glesi in- infamie ^ lingua. della che rite- propria la probabile E- regina dubbio storia quando vostra delle punta alle e ziava pronun- alla della senza è col 13 naturale, ci fossero alla altresì scritti speare Shake- eroi andare in i termini e Shakespeare grato i tra che, non pia » avverata; molti casto degli poema diavolo che da eremita. com' che saggio per alla e Shakespeare notava ma sarà anche Pulcellay della si a' suoi davanti sulla assai troppo pur più resteranno previsione Questa il divino lascerà molto immaginazione vi lo sarà insieme ma che che vi che di familiarità tanta Racìne, fermamente l'Accademia il contrasto del bocca credo Louvre con e piazza in sempre sue al da e all'Acca^ «Tutto nel certo bert, D'Alem- Al Lettera così: Corneille del bordello da di sta le Shakespeare, contro amici. la francamente cosa prefetto già accennato, co' suoi leggere scriveva demia, usata abbiamo come mistero punto fece nel vero ce FourchambaulL questa tattica maliziosa Di Augier Emilio se tipo cosi un de* suoi Rastiboulois non francese, potuto offrire ha ne società nella Oggi SHAKESPEARE CONTRO non delle rappresentazione che non gran poeta solo intento agosto 1776. era cosa poteva vere negare sconcezze venivano tolte; il dare onesta piccoli brani, che di divertire ; il rono fu- popolo BARETTI 83 VOLTAIRE CONTRO • del che^ e critici inglesi,molto Voltaire venisse domandava onesta,» € giudicare l'autore Scappino di di da e sciupar Shakespeare, Voltaire fosse diffondersi a poeta, sulla nell'esame prodigiosa caratteri anche delle singolari quanto tanto i drammi più suoi fornirgli esempi « codesti Tra sappia, altrove. ha ebbe Perché nelle suo de' fatto, e più maravigliosi dal gran che parola una abbia Corneille per di quali di tevano po- cui, ch'io la ha tra codesti non in mettere tutta né Francia Voltaire non a dei e in né stra mo- scienza sua opposto prodotto fino creare affrettati e molti, signor ? Perché più maravigliosi (Gap. il critico teatrali cose n' è idea, dunque acume questo copia? gran ce mai profittato di questo il meglio di veri, fiacchi in caratteri si non mente real- ch'egli possedeva nel facilità di signor fatto almeno vece In- difetti che bellezze l'altre cose, tra il (dato avrebbe ), non * ai nega, meglio di sacco intomo nessuno fatto capace dire, e difetti che avrebbe non ne inchiostro tanto dal bazzecola? simile altra giusta critico, «voler Misantropo qualche di signor cosa nostro il del il «Sarebbe mondo. stessi dagli che prima tempo al biasimati stati resto, erano cuno qual- a i caratteri la cese, fran- scena ? lui inclusivamente IV.) Fatte ragionevoli queste il Baretti domande, . egli passa di stesso Calibano, di a Shylock ' I ^ E chiaro presenti ' i noti versi D"ns Je ce ne aac « scrivere del Boileau ridicule reconnais plus di e ? che, nello di esaminare ? Falstaff, .1 .III il Baretti poétique, chant s'enveloppe, Scapin Tauteur du .11 ? I queste parole, (UArt oti i caratteri volo Misanthrope, aveva III): » 84 ritratto Nel molta con il Voltaire. Falstaff, il quale buon Tanto potrebbe che si non da tacita ma col aveva ammira, che ma si vizi,che senso? buon tanto e è riesce di maldicente. e degli lui,pure altri. Oh non vizi,in grazia diffondere lettera, si come buon sanno (Ibid.) La Falstaff; per chiusa, la mini uo- finità un'in- che umore era quegli consorzio, e presentano!» vede, quello facilmente perdona specialmente e civile al del si dovunque soprascritta, la mondò di pittura dannosi così il quali tuttavia di istruttiva ! che seducenti, di ecclissare mai cerca ci non piò spirito abbia nessuno cone, spac- inesauribile fondo un ciò tutto con ha sebbene e umore, di ai egli odioso, perchè buon Ma ma bugiardo, goloso, bordelliere,ladro,poltrone, bravaccio, asino si non disprezzano, ! Falstaff detestare potrebbero derci ren- somiglianza di punti vizi si tanti : con per Falstaff, dell'inimitabile di che poeta Shakespeare tanti ha senso, stimare certi dirò vi Che " dal si ferma e su creato quest'ultimo, rileva usata brutto, compiacenza di dà l'arte finezza il buffone che ci che simpatico evidente SHAKESPEARE CONTRO VOLTAIRE era ma il per Voltaire. qui giova anche E dopo, Guglielmo di carattere retti,ma le trattenesse ne ingiustizie che « gel, « è la e in di di ne' tratti degli pensiero si commettono spesso » dice la tra più garbata e l'altre il quale quella del è Ba- principali,che un'imitazione, vedervi il giudicava e maniera, una tanto Falstaff, birba ritraeva più compiuta somiglia tentati saremmo ce Falstaff più larga certo Schlegel di trent'anni che, più notare errori con cose se e non delle tali supposizioni. lo Schle* dilettevole,che mai BARETTI si CONTRO descrivesse Vecchio, — libidinoso dissoluto e inteso sempre pur cioncando, soldato vigliacco che morde non riesce buon la se e mai prende quando a rincrescere. » Confrontati la de* due al d'aver la pensato, Chi poi legga Falstaff ha detto a' critica a spesso abbagliante, vedrà critici che alle zione, un'imita- a delle e fonti idee cui babilmente pro- l'altro;resterà il di però grandissimo altri su e attribuisca non soggetto e merito punti, come critici lui,ingegni giorni colpi [Shakespeare]; Op. cit., lez. XII nella italiana. carattere Vittor spesso HI ] di ne suffìt faut edizione di con d'antitesi, ciale, superfisuperato parole dell'Hugo, il lui seconda e ancora tradurre: a Hugo fu sempre non le certo [ Riccardo del di metafore più ma che nostri posteriori.Ecco tyran traduzione ciò il Baretti m'arrischierò non losophe nella l'uno anche sua * del dopo quella mité si giudizi, questo molto in battere ordine. prim' io due Baretti su zotico Aspetto ciano troppo spinte comin- po' anche un nostro pensarono, dai lui di e gli altri, non beffar a somiglianza, attinsero sempre ilare * stretta autori, e spalle; egli però destramente alla conformità ma adulatore Sempre burle questi loro le beffano sue debiti, e di pieno dietro le mangiando, bugiardo; sa sottilissimo, ma procacciarsi quattrini ; pronto sempre ritirata,quando pure di meno enorme, tempo, disgustoso umore, cervello bel rodomonte e amici gli pancia sempre sui mezzi perciò non una darsi a dormendo; scrupoloso poco ma con ; 85 VOLTAIRE « pas aussi diffor- La à la tedesca, che ce phidiffor- lez. XIV 86 CONTRO VOLTAIRE et il crée mite valet, sens, inaugurée cbo L'écueil de brute, à San- Falstaff. la effet,c*est en fait Tane, bascorps les le est terminées humaines pansé sur ; Falstaff tude dans dans avorte bon Falstaff,glouton, poltron, feroce, et marche et adhérent Pan^a^ face immonde, coutinuée sagesse-Ià, rignorance; avec mal du dynastie La Panurge, à cette Sancho sesse. Falstaff. dans tourne Panga, SHAKESPEARE pattes de quatre centauro du en turpi- la * poro. » Vili. Ho già sostenitore vita unità tempo allora, reale. contro il dell'Edipo secolo mezzo Lucus senso.» Rispetto sul ancora a all'unità Castelvetro, che nel dramma * di erano aristotelico,il William in Shakpspeare; alV 1730 stampa ri- alla quell'anno; quasi e Accademiay del buon diversi molto Voltaire quanto Paris, quale, sulla tempo, regola durasse saccordo il di- nel grandi leggi tre di lucendo! non resto, i pareri campo le « in mose fa- d'azione premesso Lettera nella dopo, chiamava le fatta tre dell'unità difenderle discorso nel Lamette, la più apparente sempre, a tutta delle quella su cominciò Egli per meglio o fu e fu convinto e luogo, poiché era che costante drammatiche, di e il Voltaire che detto voleva, generale realmente 1864; pag. come nel anche come già l'azione durava 263. il finta la BARETTI rappresentazione ; ^ a sei concedere dodici la ammessa regola, torto. qual ragione, di era del dramma giorno usciva fuori variare d'arte punto È almeno di che giacché eslege, ^ Prefàz. * Bisogna sentire il perchè trouve qu' tempsy peu, sur il y ne difficoltà, dire a dovesse dramma il lunario. regolarsi sopra il Voltaire che violate voleva Note e al ammetteva in nell'opera come bizzarria. Discorso sica, mu- componimento un magnifica que que les trois «Prefaz. lui ^ » CorneiUe del suUe arrivi a sujets tal si entières, ce me sans Unités^ d'action^ Edipo. ule scrup de jusqu'à jour en accorderais servirais et de les de méme » lieu,) je si peu vingtla excéder les trente. danteria, pe- moi, renfermer philosophe [Aristotile] de pousserais aìV je à leur je mais «Pour concessione: malaisés della illustre stesso, vittima seulement non donne et les da des a heures quatre cence guito; se- Unità. tre de di po' di logica nell'applicazione « Edipo ticinque, ven- latitudini,e questo le e dovesse fossero una d\V nel fìnta la considerava come di s'intendeva precetto. Egli inoltre unità tiquattro, ven- via e sole di di più curiosa, vale stagioni un strano tre mezzo, suddetta evidente introdurre le la anche poetica dunque quello giro dell'azione le e quarantotto oltre un'altra secondo l'appunto per codesto per dello spettacolo reale ventiquattro naturale, la durata che essere ventisei, di poi se si vede non quattr'ore, quella dell'azione o di non di il tre giro di sole solare, la durata mentre potesse e giorno volta una il Voltaire che il famoso per Aubignac, Certo, può dire si intero un ^ arrivato era ; il D' ore trenta. non Infatti,se s'intendeva per pitiotto al o invece Scaligero Corneille, anche ; il avesse lo 87 VOLTAIRE CONTRO liun (Discours 88 VOLTAIRE Del resto, la la sua perseveranza causa spallata non aristoteliche, Lo criticare a sugli esempi d'aver dico, E lo e quella di Anche Samuele di opere due unità, chiedere come la albero dell'ombra o quella o storia gli attori e' è nell'arte *? degli Prefaz. per alla Entretiens Romani frescura; ristampa sur il che veri drammatica, le del Fils nella si deve realtà, procurarci della pretende non romana, le contro della sorgente esempio, gli per 1765, la con zione sensa- osservava nazione soprattutto all'immagi- degli spettatori; sceneggiando, nel non d'una s'indirizza il dramma di paesaggio al si chiede pittura d'un che che imitazione l'esatta » Prefazione peritoso osservava Egli, infatti, al dramma non nella molto però petits! et profonde e penda stu- cruelles, pubblicata nuove com- questa décents si mostrava conclusione. in ouvrages così quali, a de* suoi bienséances che sur ne^ 1757, «Ah! Shakespeare, ragioni adduceva Entretiens nel Johnson, vole ragione- era indispensabile! teatro, usciva al les rendez vous tempo fessava con- egli stesso, ; schifiltosità morbosa esclamazione: alle di Lessing ^ proprio gusto que' medesimi in il addirittura luogo patriotti rispetto que tragedia francese, quale del tolo capi- ciato comin- aveva le lezioni l'unità regole nel 1748 la che della dal spietatamente naturel, pubblicati proposito pretese ceramente sin- maraviglia. fin il sosteneva le Fils che difendere delle recar formato sosteneva e nel BijotujotncUscrets dei xxxvni e deve Diderot, stesso SHAKBSPBARB CONTRO ; e come 1781 naturel. poeta drammatico, avvenimenti di certo che in della per far passare conseguenza tutte sua della le traduz. arti,un tedesca 90 Baretti, nel Il del eclettica critico Johnson, vede qualche segno nel dunque che saranno nelle del dello e va le molto più amico- suo siche clas- bandite dal Anzi, egli già biblioteche. di giorno, questo doveva non già tragedie giorno un suo pare era resto stesso che precursore parer uno l'opinione alquanto poi egli Ma tedesco francese confinate e Shakespeare, predice addirittura e alla teatro lo quale progresso. del innanzi la Lessing, immenso fatto lui anche de^ aveva contro prime abbia sulle il Vol« questo punto su ne d'accusa principalicapi un confutare naturalmente taire, che che SHAKESPEARE CONTRO VOLTAIRE molta essere lontano. credo Non parte del buon gusto il il tuo e signor sicuro intero, buon questa di capolavoro di brio, Eccola senso. dal meglio alla tradotta e atto in quattr'ore, dal bene che in favore sono è di È mai da e tempo. d'una Noi durati nel di interi,è possibile render di luogo, il spazio l'altro, al- paese è che e cendo fa- e tre non o trario con- potrai dunque sì assurda breve un l'azione, Cosa anni lustrate il- sappiamo da interi, pratica alle Aristotile, e all'unità anni accusa violate, trascinando ha durar mesi quando uniformato essersi Corneille. contrario verisimili renderli ragione non qualcuno,, ancora personaggi conseguenza ma ha egli le i suoi atto all'unità che di dirà raccomandate tanto il che per mi di Voltaire scienza certa Fatti e Shakespeare unità, dirci di ardito per così di un però converrai, Tu « tre è che francese. testo che Discorso suo qui quasi affermando d'esagerare, tu mostruosa? mai di tre probabili possibile o dei tr'ore? quatlun- BARBTTI ghissimi Tiaggi dalla movono « mi Chi platea, « a Parigi, 0 ndla e darsi possono Eain, e l'altro de' Macedonia o due, di e francesi cui di dama mai le pedine che quelle terbourg siano sia là il co' loro Le signor Agrippina Tiberio o o mai ? Come tollerare i che lubbione dipinte tele l'una gerghi di Re un de' loro molto quel l'abbia fiori del gorica. cate- Memfi,. a paesi, bellissimi,rimati emistichio, prima queUa e indovinano esse un vece dell'Indostan,i quali, in- parlando versi Roma, vedendo possono Dama una la d'essere sanno Yestris che palchi risposta a mai, Tarquinio di divertirle declamano lubbione? Comédie-Frangatse, madamigella le contesse si non interroghi che d'essere credere lo una coloro Come possono Lucrezia, a dare credere a propri occhi che dal e che deUa saia Sarmacanda? a di prima mai, dunque, Come palchi da' permettermi di anch'io, poco coloro qaeste belle interrogazioni, avrà " compiacenza di occhi agli 01 VOLTAIRE CONTRO dal timo l'ul- spesso di re picche, pronunziato? Servandoni o o Come ficcarsi possono due- a in capo dal Lu- gallerie,giardini,palazzi, appartamenti, tèmpi, ville, campagne, mari, di altro e migliante so- ? «No, no. credono pedine, non le « Ma della dunque, si cose con lo loro se può lontane tanto stesso di nessuna probabili, trovano l'aiuto con Que' signori, quelle contesse, queste Parigi, dal vero; aiuto, con ! l'aiuto probabili trovare non mente, Sola- cose. meglio verisimili, o immaginazione a quelle perchè si potrà e maginazione dell'im- verisimili mai trovar a dra, Lon- prò- 02 VOLTAIRE verisimili babili e niente più di Marcantonio al terzo farsi a s'imbarchi una corsa trova di a farsi per sforzi si dal in paese Ma, « cappuccino il se ? in Roma si fino Cork a amico, caro dov' o è forse a da giori mag- un paese tut- sempre a dramma se a solato con- durante del personaggio che il d'esser sa si ragioni andare per vada poeta abbia Occorrono Campidoglio, quanto paese quinto il le e quarto abbandonare fermi star per tanto move ad gli atti, quando cinque Parigi, iscena, d'immaginazione all'altro,che t' e in al Marcantonio dove e il Messico, per al e il tutto Pietroburgo, capire spingono lo parta vero il console che Irlanda; purché viene poco atto per farci appena poco in dal durante Roma a Pondichéry, a cappuccino l'accortezza importa secondo al lontane cose, Che stia ne che o SHAKESPEARE altre quelle? se dramma, faccia CONTRO egli non di corre Dublino? l'illusione in tutto sto que- tempo? L'illusione, signori? € ora che di nessuno minima illusione? voi, in senso; se nessuno solo istante; se ognuno che si i padre Brumoy Cinna, la per procuraci divertirsi il una a Amleto^ d'esprit o ad di e ché Chec- o il sopra rappresentare Macbeth^ il Convitato rappresentazione; un per gnori gl'illustrissimisi- veder ottenersi. alla ordinario dov'è Aristotile piftcere d'una impossibile a va vostro l'illusione? e or soggetto abbaglio sta sopra nessuno Britannico^ Chercheuse sarebbe ; nel detto ho benissimo signori poeti critici,fondandosi è caso, prende diavolo dove dicano ne tal sa vi non tutti siete Se buon tratta, Ma od anche di pietra^ illusione, la quale Tutti e se ci vanno per questa piace, BARETTI si ascolta felicissima sia uniformi sia siano quali ai piaciuto lo sia «Ma, del ancora tempo ma ; dirvi genere d'un alla Facendo « le Tart en touchantes rablement supporter pour deuz; mal des d'un prétexte ; sous trop délicat tragédies le mauvaises exprimées, situations en et souvent le farlo. que duncese. francome? E guaggio il lin- * n* intéressent Franco pur et d'un émotions, contiennent belles è stato " certaines pièces specie personaggi goùt trop de tèrza miracolo saputo società. un dotti dotti, agl'in- una vostro i suoi tutti a della belles plus peuple ha l'onore anche inglese del grosso è che ai lungo da ho andato piaciuto canaglia, più parlare Nos è Il miracolo comune ^ è Shakespeare Lo vor fa- piacere so moccolo, Shakespeare umano. terzo in saputo io la cosa altro avete là, giacché anche e del lo in dire da ha sione conclu- tua agl'indotti. non che più passo se diversa? la cosa ch'egli Ah, signori miei, questa « Shakespeare, Corneille,quantunque con piccola cioè Corneille,e dotti, quanto di adagio una seguendole. strada una stotile; d'Ari- regole Io del scopo per amico, caro ; e' è ai arrivato zioni situa- le tutte le biasimare allo stesso a smentiscano, agl'Inglesi,non noi vorremmo ci in Francesi, seguendo è arrivato che si buone presenta. Il Corneille li ce Shakespeare, perchè E l'autore Parigi; a credute non gli stessi costantemente nelle è i caratteri si dramma 'buone altre, fischia,e d'illusione, del credute certe a che Basta condotta regole, s'uniformi che la per certe a Londra. e poeta si annoia, se ; in ciò ombra v' è Non 03 VOLTAIRE applaudisce notte. il che si e CONTRO des sentiment divise on situations pièces peignent fìroides,à force pas d'ètre admi- dignes : •94 VOLTAIRE A sulla del naturalezza poca tragico francese unità, cominciando poi e ; fa digressione una linguaggio torna delle discorrere a stile dello e tre quella d'azione, poiché da il Voltaire questa su il Baretti punto, questo SHAKESPEARE CONTRO che an- manifestato aveva idee inesatte. «0 lo contro di -e po' la ragione per «un o di Caio, e due, non contenerli può «Il spettacoli che il esentasse il suo »buon contentarci ci che -??-??'?? possédonfi fois r 4ue 1813 unità, des la nos pressions plus iwirt ètre yives compare ^ Lettre d à a Qu^ques les il a le dramatiques. » part. IL (Op. e : loc. bien anche le « Ges ol^ bl"me des rien combine cit.) la ceva di- moindre mais à Così » produisent et di- un ébranler soggiungere imposant del ?-...»? pari tempo seènes d'un I rangs. objet ^ se caso come pièces éti*angères; Tensemble CAoadémie, ^Ibid.^ part. I. in E luc^o in les tous pour pas rappre- zoppichi. puissent qui affettandosi dans risponde tela. sarebbe combattendo maitres. mi I de assurément cbefi9-d*cBxivre nos hommes Staél, grands che ?????? tragédies insieme ma n*ont servations 'Contre de peu imagination nel * galleria, n* I degli medesima che una I il dramma giurato paragone dirò desse ?? nous nemico pare d'un io presentare rap- di Tizio pittore,il quale mi argomento, pittore del paragone vogliamo più, se differentisulla azioni ditemi " crepi. Voltaire, caso : vita della anche e Crusca si deve troppi avvenimenti^ con sarebbe Ma di tre che senza signor dramma nel avvenimento solo un cui della d'Europa il cato invo- aveva giudizio letterarie le società tutte il Shakespeare d'ogni e l'avversario, alV Accademia Lettera •quale nella Francia egli, parodiando esclama paese,» di ragionevoli persone imne de BARETTI CONTRO del Lussemburgo, presso quella azioni de* medesimi Aristotile «Ma * chi E detto solo un detto si degli spettatori ad distragga non dura Aristotile quel autorità Vega d'altri contrario. riuscivano, si fossero o riusciti non in in vi una tazione rappresen- quattr*ore? Dica o di lo han Che de Lope il mostrato detto, ciò che si rappresentavano solo avvenimento, fece cosa ridusse in drammi quali altri,e ridotto due, fossero e avrebbe per que dun- Se con avvenimenti, egli e Aristotile? regole. che pare sua all'esperienza, ha non alla oppongo ci rappresentati quegli come o un d'indovinare ugualmente zata, spez- spezzi,seguendo ribellarci cinquanta tre, quattro tre tempo suo maraviglia. bene, e l'attenzione che si o quali detto, e l'artifizio, allora i contenevano a studiò ha Al che affinchè sia distratta Shakespeare, forse Aristotile drammi Ne di autori, sapeva? non sogna bi- dramma avvenimento, vuole, io che Dovremo perchè nel loro tra più di l'esperienza e cronologico, Aristotile più avvenimenti, legati pure rappresentate dire, in più parti! ha che son che degli spettatori non così per quale diverse ordine per ha rappresentare l'attenzione nella personaggi più quadri, disposti in Q^ VOLTAIRB cercato modi essi codesti cevano piamodi precetti? 4f insomma, Ma tollerare dalle che Francia, « E sia a in E mai potrebbero d'un si allontanasse di Fuori ette esse, in salute. così ! Un pure ridire. non aristoteliche. v' è non anche nulla autore un unità tre i Francesi codesta poi, non dramma può maniera, e son forse io cellente ec- essere non padroni ci ho i Fran- 8HAKBSPEARK cesi di (are e dÌTertirei di serio!), darei sul dico scrivere a devo se due, pare e dire i Francesi loro, se non il mio neille. mano, che lingue fatto dì ho e non come studiato ì due assai tragedie, stanno specie. Ciò è chiaro, possiede il doppio si opponga non che d'un dilettano di Corueille. quanto Inn^o le andare perchè non tragedie possono que' confidenti tanta uditoli bei racconti e più e smentisce la francese varietà Teramene quelle confidenti, mi dì Shakespeare tutta alla chi Né quelle fatte alla dire l'altra del- che ricco. discorsi di Cinna di ché loro,giac- è chiaro la gran avere Que' all'inglese. que'bei devo di dell'una L'esperienza asserzione; e anzi, se le due gl'Inglesi,in, meglio metà Cor- inglese^ anni alla maniera fatte quelle né che come altro,è peggio quelle del numero gran un sentano con- tiche dramma- molti e dire teatri,posso possiedono ne per tanto francese molti darei ne opere da né Cinna; gusti, mi è che rivare ar- il Calibano tollerare sono e che niera ma- codesta verità,a stuccano^ di quelle con pi-ecedentemente '?'^rà;que'nappi di informati veleno, ora gusto; Au- d'Ismene;, ascoltano pazienza lunghissime storie,affinché siano Io e per il pensiero, diversamente Io, che coato Racine come dire di possono composte COQ della dito carattere un Per poeta tragico, non di me. Dat'ei (e lo come tragedia tutto credoDO, piace? Tempesta di Shakespeare. Uisciandoda parte ì miei Ma « fatte meglio Coraeille, il uà una creare per della ma il che piìlsìnceri ammiratori banno per che quel signor di Voltaire stesso ma, gli come £iS6Ìcuro vi mio, loro casa a di che gli si ingollati per d8 VOLTAIRE gallonati ma si ma non E chiedo aìY Amleto ancora hanno maggior lor fare o il rompere gli che in fatto buio buoni giudici c'è i gentiluomini, nel Euripide forse che difficile molto anche ma abbia letto di signor Shakespeare che Credo al codesti 'Io vi ha non che Maffei ótrangères. qui alluda in per trentamila son » E quest'isola, riuscito essa, giudici a a dirò , chi non • je voi. che che in ne dirai co- pas poussait della il Voltaire tutti pos^ cit., pag. passo Il l' del- beau,.... un nelle gnori, i si- tra il Catone verità, fossero trovare e tresì al- sarebbe in francese. du (Op. ed più gente in satiété il Baretti ; ma vi di Sofocle inglesi, affaiblie rimitation de sappiate numero tragedia ragionevole «La a ^ solo che non al quasi tamila tren- non detto dere cre- oltre il Racine e Letourneur: del nouveautós ces lettera Voltaire mais beau, ^ il Corneille a ha greci signore le ciò per- come dunque trovare, scena Parigi, d'Europa. l'Inghilterra.^ Io segga vers di tra è la sola Addison du il resto in tutto in Se legger autori bene date maggior C'è greco. solo ; senza drammatica, possono giudicar gli di capace quali testo vi Né Voltaire, molto un viene di suo, cosa d'arte chè Per- un non quest'isola siano di tocca non di caratteri di critica! e signor Londra a di rosse. perchè? personaggio citure cu- po' volgari. un E filo dell'azione. abitanti il pernici Poliuto numero qualche di gusto ci assicura che dire per le eccellenti; parecchi fatti,e scolpiti;perchè ogni per sole del semplici; tutte sono Macbeth. al e un di e questi contengono perchè abiti questi paragoni Baiazeite del sorte La di rosse vivere potrebbe degli portar sempre pernici Le scusa belli di piace indorate. SHAKESPEARE più certo son nessuno a CONTRO non 330.) citata dice buoni, opere del Voltaire BARETTI desta molta benché di sempre troppo le letto davvero del signor di Voltaire, un bel ragionevoli; fatte, cioè, altre così scuole, e dell'Irlanda. del sciolta si presta di tenero solo di di sostanzialmente citasse il Voltaire inglese delle Anglais di P. Si écrite Lettere qui ait vede Ant che dice «bien a che de che di ch'io giacché il Catone Nel à il Baretti da Tautre. e è noi accennate tragedie ho ne la »'E suppongo al sola nella est le de' bensì che Bruto, tragedia sima diciotte- premier » le infelici traduzioni a pag. i drammi premesso raisonnable. conosceva possiedono perciò Addison non dunque Ho Ce Discorso «M. tragèdie une belle dell' Addison bout tori. scrithanno non propri attribuisce. gli n^emoria. Laplace, i lor più le sublime, teatro, gl'Inglesi di fatto loro rima, grandi sappia, equivalenti ; d*un tre dall'inglese.^ Filosofiche: fait ciò v'è con la e che an- e stesso più volte; codesti giunta, il Baretti che egli della regolari, e, per drammi, legame Francesi, de' Scozia dal in in drammi parole a tradotto ricchi irregolari, il Baretti teatro che private, molti come in e della quelle detto invece, dire propri Covate ha elegante dramma più * di e bridge, Cam- a Corneille, del Racine, egregiamente ragione queste sul Francesi I Idr vi chiama egli come inoltre hanno Voltaire, premura lingua, son di signor lodevole un Essi tradotti, del benissimo pubbliche contarci dell'Inghilterra, senza essi hanno Winchester a Io po' più Oxford, a Eton, a dice. stotile, precetti d'Ari- i notissimo egli vuole, un che secondo ed che che che c'è No: degl'Inglesi vi assicuro e Westminster, a sappia ciò opere personaggio ciò tutto quelle tragedie di numero verità. che lingua inglese, non spesso ho molte ardire della dir 99 VOLTAIRE ignoranza l'abitudine ha più c'è sentenza solo CONTRO 18. 100 VOLTAIRE soprannominati tre più di vasto lo Ma i suoi compensati da Anche tratti la Voltaire. Io ha ne l'ammetto, che patto del vale di signor delle più che l'Aristarco però aggiunge medesimo *0p. fosse italiano che non voi. fa critico il che il per di signor ha fetti di- meno può ha ne si vuole. se difficoltà; ma a bellezza di ogni che quelle di numero delle aver un più studiate mostrato di oscuro e uomo confronto codesto ha [!] torto sempre cit., « l'idea sul- benevolo e la verità sarebbe vili, pag. per nella torto forma, sostanza; contenuta nel 117-18. gare, vol- » dante^ peche provare nella stata dere cre- del dato avergli esplicitamente riferisce ha ritornando dugento, anche né » il Baretti dopo e potè Shakespeare grandissimo un Desnoiresterres, ^ dopo Il se ha altresì Voltaire, scelte. lo minima la senza si ammetta Shakespeare ne tissimi mol- de' difetti che ognuno cento, c'è il nostro troppo Voltaire, parire. scom- (Gap. IV.) drammatici, Per cezie fa- sue quasi nessuno egli dice, » lavori di signor cinquanta, che Discorso, anche Shakespeare. il avere certo, ne' suoi Voltaire, di È « è i suoi le buoni men Shakespeare, che confronto, tutti; perchè su li fanno che suo tica? poe- difetti,ampiamente drammi del di de' difetti un suoi uguagliarli.» fine corsa geografìa, splendidi, così mai potrà Verso altri ne' suoi campo lui, malgrado di bellezze un la per con errori gli e questo vince la gareggiare volgari, forse de' Francesi Shakespeare anacronismi, è signori. Non quello può nessuno SHAKESPEARE CONTRO « non e poi confronto intesa, in Francia, a BARETTI quel tempo, più giudiziose. cita opinione, del téraire da E » La stravagante detta Baretti, lo ^ certe più menti d'allora. Per è trattato il Baretti pazzo dello la per sua mirazione am- Desnoiresteri-es,il stesso più molto era più giudiziose e pedante^ un Lit- Shakespeare. cose, diritte e questa giustissima di quale da e dunque su nel diritte Correspondance della Harpe, più menti sostegno a brano un verso A «dalle neppure 101 VOLTAIRE CONTRO mi non Francia della » delle innanzi vero dav- poco par * ! IX. il Mentre che dalla la regola essa non dottriha, scriveva delle fosse unità, siderazioni del si La sulla che noti Harpe, sciocchezze bano della più visto, col frasario «ie grotesque, levato a II; tori commenta- lett. cielo, des digne Seconde LXXVI.) e che cosi: il tréteaux La ce de édition. con il invece GaUban est Foire. Paris, al aveva, Harpe la co- passo nazionale, il Baretti che Con- e intero pudore » a- lavoro giudizio intorno il «Or quale cita per personaggio volterriano, Littéraire, nel non forse cioè grosse, che italiano, il Metastasio, medesima), sopprime, Tempesta^ 8*è Voi, contro sospettare de' suoi il Desnoiresterres ma delle dance senso qualche' tempo compiuto un dell* Arte poetica d'Aristotile (Estratto E buon arditamente però senza altro un dal da già ^ così d'Aristotile,ma medievali; veva più Baretti, guidato una Cali-' come giudica, une fantai- (("orrespon- Migneret, 1804. 102 VOLTAIRE di piosi argomenti regola non in piccola nel quale edizione di di già Maria di l'unità prescritta in il Mézières Si * il cit. veda d'autore. coscienza accadde si pubblicarlo, per che mosse. protestato fin dal le era tra quali Muzio), alle tempo. Mattei «miào del gli però Ma al si badi a quello di né avrebbe di di aprile quelle « un Ì7Q6, mentre sulle d'una i necessari mai osato, Poesie^ poli, (Nafazione Pre- sua in anche quel Saverio l'unità (Lett. » Poet, di Arist,^ l'esempio o che d'una all' idea «sull'esempio segna as- restringersi senza crede e » de" dichiara d'Aristotile, egli città limiti già Galsabigi, Parigi con tempo, ; al pedanterie, tracce al come aveva nella Estrat, •• inedito, gabinetto. un sua il Giustino ridurre voler di la prime sue Nota, fortunate termine campo, egli Nota una o lavori gli rubarono, luogo, detta rappresentazione sufficientemente luogo;» bene anni pul)blicatea Metastasio, drammi, mera spazio il discreto un 1 molti propria cosa camera una Mattei, cosi suoi della come pace delle 1754 nel che suoi in dramma, suo il ridicolo di che sfata sempre primo pubblicazione angustie di dedicatoria poi vista tenuto l'unità metastasiane in ne' il inserisse la dopo antichi che nella mandato la Metastasio XII.) 1717 opere E alle contro altri gli scrittori altri zione Introdu- sua mettere per (erra Unités. come quindi Ma anche e perchè questo luogo Avendolo parecchi punti su dice, le ma mente esplicita- affermando trois composto, spici au- aveva antico citata les sur l'aveva Il Metastasio critici, non Diacours bella settembre si trova della 1782, però scrittore Ma gli sotto ( 29 non nessuno ^ nella Lessing Drammaturgia, alla stessa ^ Il luogo xxiii pag. a fatta Drammaturgia nella che ^ già era al fino Parigi a opere, sue Antonietta. accennato 1767) le tutte si pure nep- il Corneille. inedito pubblicato fu di coi cosa : rimase Metastasio anno osservata anche accorto parte del il lavoro Latini codesta che costantemente dai e dimostrava fatto stata era Greci dai SHAKESPEARE CONTRO « il reggia, generale coscritto cirscriva pre- d'un d'Aristofane,» Lessing il Schlegel^ la tempo, questo del un un fatto, cioè teatro Schlegel, scalzato anche veniva il parecchio tempo i suoi regni di Plutone; polio in Delfo Mefastasio personaggi Sicché è dei Malcontenti nità ; poi, d'aver dentro con cui lui, come fa la il già precetto. delle prova Gorneille, suòiva^ (Gfr. Neri, Aneddoti più Baretti, tresì é al- Ed dedicatoria due le u- 3), ptibblicatenel nelle commedie sue il mantenuto d'una mura il lui. nella quale, d'aver e dichiarazione, questa di Il : Domenica^ questione, osservato tempo, cerchia della (part. II, cap. d*A- articolo risolutamente combatteva sempre di il profondi tempio mio FanfuUa Goldoni, qua (Estrat. cit., V. » un della di nei o dal Eschilo, vedersi nel Memorie l'unità carattere sempre città. Il tono chiaramente che che però, anche il accettasse^ non Goldoniani; luogo 1883; Ancona, 11-17.) pag. ^ Il n'era al nelle dichiarava 1787, di (1756), aria, in Atene. ItaT Alessandro dato, più conseguente del più conseguente di tracce complesso anche in terra in e che dopo di Minerva nel mente sfacciata- regnare a di « prosatore^ e più ardito, ma pretesi fondamenti gli ebbero particolari, può critico 1882.) sulle né, quello a altri per stasi© Metaclassico teatrale in Francia Visconti Ermes e essendo continuò massime trasportare 9 apr. Tedifizio imperterrito, Manzoni E, dal Lessing, dal ne' suoi pregiudizio lia, anche — plicemente sem- autoritari. e Ma nota pratica più generale la così, E greco. dallo e positivo,ma precetto di suirunità parli Aristotile, realmente dà Guglielmo e che osservare cui di sola non storici poi faceva ); ^ ciò di si accorgesse non 103 VOLTAIRE CONTRO BARETTI Metastasio, sola ^Op. traduz. « si Non lez. trova all'unità intorno cit., ital. canto n^olto prima. accorto Galsabigi : parola dal IX nella suo e Infatti, né del in il 15 Orazio luogo. seconda suo per uso in se consumo, 1754, ott. né e scriveva Aristotile una » ediz. ted., lez. X nella 104 e VOLTAIRE di dalle là SHAKESPEARE CONTRO il Alpi, colpo grazia di davanti alla logica. Singolare combinazione noialtri il bel delle contribuimmo forza già naturalmente di niei-,ai quali della le tradotta molto non ^ Ecco — lais, in 1583. da treux, Mairet che (1629); la fece finalmente In si dove Tautore che cagioni ! dal 1524 Sofonisba leggo al fu studio ricercandone far si dopo e, dal Ca- feconda Mélin Saint-Ge- de al So^ Enrico re pubblicata Lione a nelle IL spettive ri- loro (1596), il quale da Nicola dal (i")i)\ (1663); dal Lagrange-Ghancel, in se potrebbe molte in col Sic spesso su di più e tantanni, set- volte, mentre proposito transit scrivere e poco diciassette non pubblicò; tutte, nientemeno! cioè 1595, la non ma Otto Sacre Mon- di t- piangere. le stamente fune- Mon 1716, * Francia, nostra imitata, ristampata volentieri, voleva bello letterario, Ck)rneille Hardy, de (1770). poi, e (1619); Olenix Voltaire la non di nel Italia in di Montchrestien titolo in Trissino,già Blois, davanti meno rappresentare dal oggi o Antonio sott'altro dal del da Mermet, più pseudonimo lo con fu fosse vennero dello della prosa a Claudio seguito, ripubblicò la 1559 nel Sofonisbfifda poi in Gar- non desumeva francese tradotta fu del regolare; D'Aubignac a primi l'esempio più fu tragedia il che e audacie che figliolanza versi, Iil Alpi i e probabile pure noi pregiudizio un rappresentata di rappresentata e Quindi, nel la Prima fofiisba, che Jodelle Sofonisba e tempo, tutta Francia dalle là a del rozze sulla efficace Ma è Sofonisba propria, la di italiana, sotto calcava e alla almeno certo scuola tentativi soffocati imitata tura addirit- incipiente; poiché, dopo T influenza il Mairet è autorevole precetto classici estranea si fece anche poco non dar breve unità, fummo non Italiani,quelli che regalo tentativi ! Se di mundi! gloria questo complesse ridere fenomeno e riposte 106 VOLTAIRE gion maggiormente nostra, batterlo un con di che, prima invano il il Claveret, e com* loro, vano ave- Durval il e ! Ai Italiani quattro tantoché, di abbarbicato; successo sperato Lamotte SHAKESPEARE CONTRO esempio, per Rosmunda il ucciso Tautore padre, Quelle Mai che Alboino, con che si non dire fa cose il giustificare a si soprannominati le aveva Coro: al far posson nio matrimo- precipitato giorni prima tre salubri son potrebbe, buone e troppo tempo. per (Vv. 444-45.) del NeirOj-/J?o, invece, non può violate; continuarono come Niccolò da in e andarono affermando nella piede In Jodelle « historique la Les critique et XVI* au del auant, et le CEuvres; la tempo la regolari proprie ma solo meno a non si della les tous en qualche tistico, ar- du Thédtre Mothe, et 207), pag. donna en ancienne. I, pag. tragedie traduzione » Prima 5.) non nianza la testimo- mit 1552, «en Francois né quale fine Tableau la forme tom. la (Sainte-Beuve, Charpentier; la scuola un per frangaise possedeva non ; de 1868; eulte, pregiudizio pigliò Jodelle, infatti, secondo Comedie, Paris, Francia de però Sicché (1534-1590), luogo, Poesie Cario premier et Il 1552. amico di Ediz. — Jta' drammi classici Garnier e la de sacra in classi le siffatto d'imitazione» siècle al suo Tragedie, Tanno, di Teatro unità. tentativi i del e gari vol- Cinquecento. incontro, effetto per anteriori sono air unità che frangnis metà del tra delle Italia in del (1532-1573) le credito pregiudizio che prima Francia, osservò il attaccato era nardo Ber- della sconfinata 140-198.) Questi II, pag. voi. di posteriori, cosi Origini di Cefalo (1486) (1494), commedia libertà sulla largamente so^o nel anche drammi, più perdendo sempre sbaglia, del 1877; Firenze, unità violate esser (Cfr. D'Ancona, rappresentazione. si altri le due Virginia latini, modellati come cui ad nella Correggio, Accolti, Ha; 1483, al posteriore esser prima composizione la cui Poliziano, dal né en langue sa (Jodelle» di quel- commedie teatro greco BARETTl ; poiché in nel seguito voglia la Nella latino. e il La quale 1552 Mothe cui distinction; annunzia lo e allude, al Tunità » sul e è la tragedia che fu appunto Enrico re servirono finesti*e di da II, Jodelie, alla rappresentata nel d'un cortile lazzo pa- spectateurs «aux è osservata TOmbra mala, inoltre, del nel palchetti tempo principio bel dichiarando unità, Cléopdtre, che Parigi, davanti a le de delle regola assai con e blicate pub- mostrava 1787, interamente non Memorie^ nel Parigi a il Goldoni anche delle luogo citato francese d'aver lOT VOLTAIRE ragione, aggiungere qualche con e CONTRO scrupolosamente, d'Antonio, queste- con parole: Auant que Ayant trace Oleopatre quanto in ma, runa Calandria La oscena. che la Taille riosto, di intitolata nel in tradusse il Francia, in la regolarità comica; Ora, chi classiche commedie sempio, undici la Saint-Gelais, che a innanzi fosse introdurre prima con era che o la Sofonisba del essi, l'Ariosto, unità a Trissino il Bibbiena e del e chiavelli. Ma- chiaro insieme la con a' alcune 1550, del dopo note Francesi a Lione (per nel Blois), converrà vicini Rucellai, o il Machiavelli dal con me, dovettero almeno ; e- 1548, trissiniana, tradotta i nostri presso del e precedette quella. rappresentata rappresentata le poco già erano stata Bibbiena noi, questa prima nostre Calandria anni che l' al- deU'A-^ tracce tragica cominciò tra più Giovanni 216.) È dunque Op. cit., pag. mentre, nella anche di sulle del 4),. nota posteriore Corriveaux e tore, au- come è forse prosa, andò quale regolarità consideri i furono Negromante^ (Sainte-Beuve, che, in nostre. 311, osservate, quali diocre me- medesimo del (Ibid.^ pag. delle il Rosmunda L*Eugène, regolare versi, vi sia la stessa nella rigorosamente sono (1540-1573), cui plonge, se pare e 1552 commedia è mi luogo, Mandragola^ prima j^u^^n^, de unità nella e naistre, de ores tante sa Sofonisba anch*essa l'altra e di è nella invece scritta e chez mourra; che commedia qui vient iour son all'unità libertà, Nella Solell ce tribuire, con- insieme- poiché è na-^ 108 VOLTAIRE oome già avevano «ing il e che fare a Il ebbero solo a tragico, pie pari però quasi la sempre ^nac il Mairet la restauratori Ma Pratique del esso d'invadere tardi fece la Nella sempre in ne il in trovò Cervantes, Italia, sostenitori che dal fecero quasi nessunissimo protesta de poiché, •é sicuro per di il corrotto morire quali però de ntievo Dws^ d fama Saco Para Dar Y Los he cuaado Encierro à que los ignora non li ha del preceptos no chi pubblico, io, per gritos la escribo que Porque, Hublarle por el corno en y verdad el seis con de voces; que vulgar aplauso las el necio paga para llaves; mi estudio, sueie que libros ea arte coinedia, una Plauto dén me quasi pratica non mudos; inventarou preteudieron vulgo, darle es gusto. j (1609), : isto los punto osservati anche galardon; y escribir de Terencio cre- lo sostennero comedias hacer ^gli conclude, .... lo stato in ma più come (chi era tuna, for- conto. gusto sin i ; qualche volta, anzi, 1575 al ignoranti, parere egli, gracias che preceptos; 1569 Vega nellMr^^ Vega, che anche de non principali poca l'Inghilterra, e principali per Lope con per tanto fu il D'Aubii benché Germania. teoria, Resta Op. cit., e furono in Lope e (1629), (1640), nel scuola questa Sofonisbn unità di saltare (Saintb-Bbuve, Spagna apparizione sua Francia e tri, al- Garnier. del e già tentato, la le due molti drammatico. aveva anche Spagna •derebbe?) in la pregiudizio intanto, gesse spin- e comico, Jodelle Thédtre du del Hardy con lotta questa riguardare del dallo luogo,» il Voltaire conto quando dimenticare fatta con che, vero 243-44), pag. tener classica scuola lui di di il torto senza luto asso- comaiedia alla regola di in in tragedia. dopo e soprattutto teatro la la per prima e unità che parte applicata altrettanto Manzoni, la chiaro, precetto rigorosa visto il vedere il « Les- né trovato aver non della avendo Ora, di Orazio ragionato e turale in né il più esplicitamente fatto Meta"tasio, Aristotile SHAKESPEARE CONTRO li ; ma osserva, conto mio, * BARETTI il ebbe che CONTRO Baretti, diamo il c'ebbe il dietro, astro considerarsi può piemontese XLVIII cap. della prima le nella quale non io, restando dalia di pur di In smarrirsi, Inghilterra classico italiano Gascoigne nella e, 1586 si recò 87 ferveva; il Novella nella che le egli il inverno; di grado XVI, far senza il 1566 nel teatro Giorgio l' del- Suppositi TWhetstone 1581 quando al lo ney Sid- Jonson, unità garbatamente principio le del in nel già vi in burletta, atto quarto samente scrupolo- ossej'vava a' suoi di loro, anche meglio pubblicata Shakespeare delle mostrare per e Ben appresso. insieme forse pari (1578) ; poi Filippo le metteva ma al » i nel se momento- un unità, prima questione Tempo, Tempesta^ in era secolo Sicché, 1611, egli parlare d* del anni la spettatore, seguirmi, può stancarsi. Poesia^ composta Londra, Roma, e leggero rappresentare pochi geografica,, in di le due opere. a verso e facendo della sue è Cassandra e finalmente, delle pensiero già noto, poiché sostenere della allo volo, la Commedi» Londra tra volo metà faceva Promos più luoghi o alla nel se (El rufian carta una palco, il mio esser e a del suo giac- che commedia una importa pericolo doveva? Difesa 1595; nel porti (dove presero dedica Il senza tràduceva Ariosto), nella lo dovunque e timor Africa? in critico* del Chisciotte^ pubblicata spazio questo Visconti), avvertire, come cosa su sempre Germania me, Che il parlare cosi di dita tre Gand. e è lato questo Shakespeare, Don faceva teatro corrono Valladolid tra «U personificata: stessa del unità; in 1615, nel dichoso)^ pubblicata di bisogna parte due da minore, difesa Cervantes, al difendeva 1605, nel nella quale, quella a continuatore un come anche Rispetto poi rapida occhiata una Manzoni, si tira (mentre 10^ VOLTAIRE ri avversa • osservando regole. Chiuderò già troppo questa I famosi versi Un ritneur, la Sur Là au en le (Art perii, delà sans scène souvent Enfant Boileau del un héros premier jour d'un acte, nota lunga poétique^ les spectacle barbon des chant III): — années; grossìer, au dernier scontro. ri- curioso un Pyrènées, renferme est con — 110 VOLTAIRE "3hè la Italia fortuna Così Dalle fino lettere Milanese, dopo del la A scrivere, e con che la sotto guida, sua il dubbio gli non che in primi Ne' si trovava veniva magnala che del del Chisciotte: Don 43ujeto que mera del anche Jonson Ben «olo dramma « culla, poi 25 jsoni e Nella ?contro merita Francia. il e cit. lettera che » non al luogo, si del già en ma citato mantillas prima i del sua capitolo ser el en la en salir quegli autori, lo stesso fazione Pre- l'opera segunda la en il Car- nella e che pri- hecho ya Boileau, quali in un personaggio, prima nella sessantanni. logo (Pro- di vecchio » humour.) Galsabigi, e /{ Man^ (De Gubernatis, 1880.) ediz. ; Roma, il Parigi, a nino luglio 1816. 13 seconda Fauriel; di his il Manzoni mentre Cervantes, di * disparate puede y in fine e in man marzo Tunità il presentano fatto, uomo Lett. dopo si burlava ci àe\VEt"eTy ^ E » teatro, si fosse noi. passo un acto, garbatamente Milano; mayor salir que primer barbado? questo qué «^ tratamos, escena liombre da si lavorare poter detto aver pagnarla. accom- questi disegni, volta a pratica, doveva punto 1820, seconda in e di qui da l'autore, dopo evidentemente che in risoluto già incominciata dato pubblicato •derivano teoria all^amico Francia, la il gran 1816 lo Shakespeare, gli esprimeva giorni per in fosse e più pedanti ^nche fin dal discorso un Partecipando •doleva Fauriel, pubblicate Carmagnola del idee trionfo. «attentamente» unità delle delle riflessioni,aveva le due tragedia che letto mature •di combattere al in e questione compiuto risulta Francia il cammino Manzoni aver dopo e con loro Gubernatis, alla legata seguire al in inglese poeta potremo Baretti •dal De del SHAKESPEARE strettamente era unità. -del CONTRO a Metastasio passi leggermente, proposito diceva: e di quella «La Nota materia particolarmente in BARBTTI si uniformava DOQ nella Fauriel, fare di « Italia, e più;" dei canoni «ai in comunemente Quanto dir di si vecchio, il Goethe in persuasero prima che tradotto pochi Fauriel, in ma argomenti s'è Del il molto per Bello quale L'assalto le due i in dello nuovi, Partendo da mani (dove, già era si levò unità, e però dal della Barenza coe- codesti che sero fos- il campo tennero tantoché in menti argo- verisimigUanza noi a più non anche d'azione tra ma nel suo trattato il Gioberti, subito che cui cima tutti a con si la una ristampa fondo, con che glio me- è trattata argomenti e lasciò la anche tuttora pari sicuri il Manzoni Fauriel, arrotò per quella lunghissima questione del fortuna vera il Manzoni giacché Parigi, del fu Chauvet ; in e da e : Francia il Baretti. francese, Francia, nelle tutti ferri,e rispose in fece Carmagnola. visto, della e tempo, letterature lettera così gliene (cap. III.) li ricombatteva cita tento quest'in- Chauvet si creda Non da battute. com- verisimigUanza, della dell'illusione abbandonati ancora lo dell'unità de' caratteri. in che sul le due e nome una già Carmagnola il già sfatati,come retti; che soggetto in e ; altro), un dell'illusione nome lodi articoli difendendo combatterle, studiandosi avevano un al naturale, quelle ragioni, ben da le dalle vedere dal scritto unità, sopra de' suoi allora, stato nuove uno tudine consue- aveva come egli riuscisse Italia, com'è in Ma dalla che bene cose può sanzionati piccola appendice, una ripetizione degli scritti » gusto delle questione ricevuti di entrava, piuttosto 111 VOLTAIRE CONTRO gistralmente machi vec- definitivi. la pubblicò lettera poi nel 112 VOLTAIRE insieme 1823 sulla 28 1819, dal imitato pari coi dal Sainte-Beuve, con lode quelque tions blié Del la à dire anni primi parecchi aveva anni e tedesco. fu del fu» messo Manzoni di E una nuovo si notevoli chez théories nous, et des a che tanta i Schiller, (Cfr. Biré, del Victor anche ; il del e gusto Hugo e Racine del francese sul i830; aoant de' i dattori re- sissimo. spes- lui Tindi precorse quale, anzi, Voltaire, tutti in Francia in egli guerra citati son opere manifesta Corneille e " parte quasi conobbe sue Hugo pregiudizi sempre e maggior la vi e noti, che pu- volume- cosi fortunata e Milano che ou il Metastasio. nelle più pour produc- ce 140, pag. anche fece che A role pa- encore j'ai traduit que 141. e Vittor lo stesso zione, Prefa- sua queste faire, à et ricorda superiorità del sullo fu* 1823 ricordava con Restaurazione, tutti la 24 allora persuasion qu'il reste 140 dunque pare ancora giornali 8, Conciliatore^ italiana. fluenza che An- solo 1828 e volume et des Beyle, della Mi Ermes del anno pièces qui composent unità, il al francese, passò del stesso lo dramatique, pag. delle classicismo al unità. Schlegel quale dans l'art resto, delle poi nel e comincia quale cit., proposito e il les différentes ^Op. * dello premise chose de di Infatti,non nello ma Beyle, perfectionnement le Dialogo 1845.^ nel C'est « gedie tra- giudizi del Conciliatore nel efficacia. lavori Il Fauriel : del e due oggi dimenticato, ebbe Fauriel, alla la importanti uscito ed citato dal e delle controversia e importanza tradotto più de' stessa gennaio molta traduzione Dialogo, questo e sua Carmagnola^ sul Visconti SHAKESPEARE la con manzoniane, Goethe CONTRO nel 1819-21 predicava sullo ne*^ speare Shake- gusto ingleseParis, 1883; 208-10.) pag. * Sainte-Beuve, porains; Op. cit., Paris, Lévy, 1876. pag. Voi. 251. — IV, pag. l^ortraits 217. Contem-- 114 VOLTAIRE CONTRO abbiamo descritto il Voltaire del r Accademia Gian s'era già accolse nel posto caldo ammiratore corrente, dico, s'arrestò turbinoso lui da codesta perdette nel si che po' annacquato, un quasi e vóto lasciato poeta inglese ; ^ del morte ingrossata, tanto imitatore Ducis, alla che principio, e ( 1778) Francesco ma SHAKESPEARE mare rivoluzione, specialmente quando graziosa legge del Terrore prescrisse a tutti una della i teatri di repubblicani. generale diceva solo la pregi Staél, la s'era che lo Schiller ^ rante Du- usciva della tura lettera- teatro;^ il meno predicare poteva meritava come appunto parte riformando, Hoffmann furono, nell'operare. e ogni Chauvet, andata l'appendicista tosta parlare in eroiche^ ispirate Restaurazione, quando allo Lettera personaggi marionette tante ebbe classico, senza sistema del ; i suoi nel dall'antitesi, poi la i difetti drammi che tragedia la l'Impero, Sotto tutti de' nessuno altro rappresentare non a e faccia frustato sulla la Lettera allo d'esser pubblica piazza. Ma quattr'anni Chauvet, cioè di Hugo. Vittor nel 1827, io mi Naturalmente, in fascio quella la del identiche ^Si Ducis del riforma noti che stato era Voltaire. fuori il Cromwell venne guarderei manzoniana drammatica Dico soltanto questione delle unità il buon uno (Gfr. le dei sue successo del Romeo del 5 e 21 3 Gfr. e loc. ViTTOR ultimi settembre cit Hugo, Prefaz. alla Marion de culto Giulietta D'Argentai.) *0p. sono nel e e con che più gravi dispiaceri degli lettere mettere dal bene francese. poeta nella pubblicata dopo Lorme. del anni 1772 al •BARETTI lo verso Shakespeare, lato, la seconda prima; tanto letteratura nel 1870 che quel fu sul accenna unità già stata era anche egregi da che egli unite éeìV la con théàtre ; q Gille canzonando quel privo medesimo il grosso Ma dal * 1870; dopo «ce pag. la succès » Opere 779. prima noì^ateur — Biré al tutta (pag. 431 cenno e a di Nel questa senza non influenza tener tano lon- ben iUustrata; marche era VII.) cap. 1829, già citato toujours Manzoni, 518). che mio, volendo questo [Vittor Hugo] fa nel chiamava ancora ediz. seconda pure, di era loro. varie; Il (pag. 437), altri pubblico come edizione però 4egli del : il Manzoni, come Sposi^ du Voltaire del barbaro un « ; del Dieu ce italiani,lo (Promessi pensarla Manzoni, : clude con- Shakespeare, la frase pedanti anno d'ingegno.» lo Shakespeare i e il concetto Letourneur: con due legge all'infuori poi era suo pratica, stranieri; Chiama ironicamente, in e * » al delle teoria altra che povero d'Italia. controversia ammette «non Prefazione risoluta,in non dice dove fuori contemporanei del le honhom/me in la giunta ag- letteratura nostra FasslicheJ. frase noterella una famosa d'ensemble: (das Goethe evidentemente effetto,anche che dramma, sulla avuta Romanticismo^ nella pure, allo diverse. tutto noi da del Lettera del in della qualche L'Hugo idee Manzoni stesso un della e dalla pubblicazione vicini) accennò momento senza la ( l'ultima Lettera alla innanzi questo per procedere parte professava de' nostri lo in Adelchi AeW influenza questa quindi, che e più che, 115 VOLTAIRE dovette Carmagnola^ Chauvet, l' Hugo A CONTRO Alfredo Milano, lavoro, uscito dimostrare che derrière le italiana, nessun tribuendola at- conto 116 VOLTAIRE de Vigny arrischiò Frangaise dire CONTRO del la che lo si fu al Desdemona a il a quella furbo tradotto. Eppure, punto che Otello infuriato richiede dal di parola, si scatenò di e fischi ; il studiare a spiegazione la alle paure proibiva Lorme febbraio medesime 1830 pesta tem- Moro come legante un'e- trovare * Nel » desimo me- anch'essa^ aveva velleità classica, Marion della de gli permetteva il per la quale la sera volta prima del sulle fatali così prima anno un scene, ^ finalmente comparve ; graziosa sciarada che VErnani, rappresentare bandeau il povero e politiche,qualche ma il galateo, perchè, rappresentazione la mentre vera mouchoir. un censura, dell'Hugo; di far 25 fosse una saputo aveva non della posto tradotta perifrasialla Delille,una oltre al Vigny De lui, l'aveva risate,d'urli tempo, niera ma- stato dice il Demogeot, la cui nella meno inglese hanàkerchief, rimandato venne speare, Shake- era orribile di anche di a fazzoletto; alla parola mouchoir, corrispondente Ducis, più de' drammi vale onde ingenuamente messa ^eìVOtello, traduzione appariva Comédie- della scene irregolare prudente quando sulle sua meno e SHAKESPEARE ad Otello. Chi ha non letto che Teofllo Gautier per matto agli quella sera, dominante letto ^ del gli altri Hisioire 1864; per pag. de 657. storia del si fece occhi fare del grigiastro dello Littérature panciotto il contro Voltaire? stesso Frangaise indossò che e classicismo Chi autore ; rosso, passando apposta, sartore, protestare articoli la la non su Paris, ha quella Hachette, BARETTI serata? singolare quali i CONTRO primi due la loro ardita spezzatura andare e in i cui non mancarono meno, Frangaise^ piena alla scuola, nuova la di loro, letteratura, il la le tutte durò volle dovette, com'è che vessazioni e l'articolo di fondo teatrale derivava derivava nel e 37, se drammi, ché tribunali,giac- ogni parte da : i s'affaticavano X venire di un la tragedia classica. Tuttavia, il mutando; le la sera gusto loro del THugo dopo più? per Gli pubblico ci attri- prime sera vevano do- che e poi rappresentare stessi simpatie ne dice l'appen- romantico, dramma Che le e Marat, le convulsioni salute dissimulavano dal Boileau; dal rappresentare non la lotta tre Aristotile;in parecchi giornali,men- si facevano una quasi ma i suoi Carlo deposto avevan restaurare crepavano 32 ai ricorrere noto, intoppi trovava deputati Nel di troppo, come opposti); eccessi ebbe re (anche rappresentati veder dicesse s'inter- parterre. Hugo' andava, parecchio tempo. ancora chiuso Il au rotto era reazioni, agli l'Hugo per dunque dell' fosse trattandosi che, place sa in un'istanza X Emani. àeXV presentazio rap- Comédie- particolarmente que reazione novò, si rin- che della il teatro rispose e navait ghiaccio perchè che e rappresentazione più spirito Il che pellotti scap- quel tempo. a Carlo a chiedendo gli cinquantatrè abituali presentarono regola, le ebbe fornitori accademici, romantici: i detti,e il dramma che fremere neppure tutte per i dramma, fecero solluchero pugni propriamente pili 0 Sette in del versi cominciò in- che battaglia, vera dai classicisti e una fin con battaglia Fu 117 VOLTAIRE claqueurs aristoteliche! mente lenta- s'andava prendeva nota con 118 VOLTAIRE compiacenza dramma. di Blas Ruy a : nel « « grande poteva finalmente trionfare gli effetti dire Deux del Mondes emanazione di esse belles Del qui portique de Romanzo Storico come una francese, diceva nella sol passo tro, indie- tornati d'eccessi. quasi E chiaramente, à ces là-bas deux nous part. II. giungeva: ag- pièces deux comme l'édifice,à charge ; des che qual- s'era semblaient ecc. Fau- con un poco debout sul Revue nella maniera songe tiennent et drammatica? studio suo fatto anzi, che je il piccoli passi. considerava, e spiegato vere! e corrisposto all'aspettativa. storica ogni con colonnes, le * se molto volta s'era «Quand qui a lute, vo- almeno o tragedie manzoniane non d'essersi temesse mondo, nel 1845, drammatica; guastandola isolées che scuola della il punto prima le fondamento, riforma di lora d'al- c'eran semplici così che Sainte-Beuve, la dopo buito; contri- ai Ranalli questa rivoluzione di riel, pubblicato che idee hanno verità, non 11 cui pericolo fatiche quante e letterario,cammini E a Shakespeare senza » davanti che però proprio mondo lo * poeta, altro tempo far Bisogna chiamare unico mar chia- tanto aveva somma, In- » poi. Quanto per Francia, insieme pazzo, di e in e sandrino; ales- drammatica la rivoluzione quasi e per passar In il Manzoni » drone pa- tranquillamente diceva mouchoir. poteva e era mon 45, Italia violare ramassez-moi vittoriosa in egli, « ormai potevano Sallustio don nuovo bell'agio il monotono suo a suo lapidati; il poeta d'esser spezzare e si unità due pericolo senza d'ogni prefazione nella Le SHAKESPEARE CONTRO préter pour vance d'anous le de Nello e nos Ae' poi, anno parlando Piagnoni del avant de con non Zola, anche ragione, voce tanti classica drammatica è nel unici precisamente suoi poteva resto della scuola quasi tutti rivolti dalla storia, che del in verità circolò. Italia questa ^ZoLA, matiques\ a quali unità del speare. Shake- minato. nell'indeter- gli sforzi furono al dire sunti de- dramma alla tura quadra- generalmente così, mentre Francia e batteva come di stima ancora quanto si sacrificava storica,in struzione di di- duraturi e de' delle tragedia è alla riforma rispetto al teatro alla E la certi favore vaga romantica manda lo altrimenti, perchè essere mantico ro- altro, un'opera abbandono il dramma e lo tutta con Sicché effetti ci infine Oggi al en che compagnia convenzionale; giusta Tutto parola la ^ in bien faites fussent seguaci, che gedie tra- parurent spiegata, e museo. quelli il Baretti: Né qui tener a delle esclamazione: altro. de' suoi e Lorenzino del profundis » rivista,Carlo questa più ce est devenu. proposito a proprio stata, più Gli linguaggio è complimenti tragedia sono lode in il De intuona dell'Hugo senza molta furono voleva, giacché con stessa pareilles tentatives Tentativi^ Franco!.» théàtre effet, et en rougìr de pas nella usciva oeuvres, que e ne de Revere, manzoniane «Belles réve ce yeux, stesso Mazade, de à poursuivre, j'ai peine sous que, 119 VOLTAIRE CONTRO BARETTI l'effetto scenico lando paralla si sacrificava all'incontro quello. Le Naturalisme Paris, quest'idea qualche au Gharpentier, dozzina di Nos Thédtre e 1881; -passim, volte. Auteurs poiché dra- ripete 120 Da del lettera una che quando del Manzoni fu il Manzoni pare, e, quasi Cromtoell poiché che e, nel in V Arnaldo prodotto il avrebbe ^ spettatore. Oggi però a di scaduto pure, dello sarebbero rittura addi- chiedeva alla anche intermedio una pubblico cibi presente del parte morti pubblico capivano trionfa nei il aflflnché dalla vecchia dalla cui troppo. ancora, li la E si non vita fece; tragedie storia la era altrimenti, 'perchè la generalità farsi capiva, così e gli spiriti in trionfò, e tragedia o il gran dramma — I ^ Db *Si I I Gubernatis, veda ^Capponi, la Op. cit., pag. ? j ^ t 148. Prefazione. Lettere; voi. II a media com- sola poche le scena, non ciò il stargli apprela e poteva alla stato quali, desunti non emozioni questo dramma Onde, non e bisognato storici, in dove quasi nacquero Ma sarebbe cioè diletto rapide e passasse farsi. drammi soltanto eletti li non diciamolo ancora Disgraziatamente, poteva pochi tradita anni, umani, reale. e forse i senso. diversi, veramente e buon corruzione, nuova né forti pochi classicismo, drammatiche, che il perchè né, numero, le sole del durò del gusto liriche scena scapito a dal qualità, prendeva più finezze certe di doveva erano, non suo sull'animo opinioni ingrossato tanto non il dell'effetto parla pubblico, disciplinato alla pazienza e Hu^o Niccolini, del atto terzo queste Allora eresie. Vittor Capponi al Centofanti lettera una dopo, Gino 1843, rappresentabile credere gli amici vano stesso, lo crede- anni Sette rilevo rappresentabile perfino quasi ;^ Carmagnola^ il pubblicato Fauriel, * al Visconti rappresentabile. credeva SHAKESPEARE CONTRO VOLTAIRE (Firenze, 1883), pag 138. 122 VOLTAIRE di misti ponimenti runico CONTRO contento, di che e cui lungo egli morisse le idee trionfano andare in del o fu gerezza leg- con avvenire, Baretti, le tutte che pienamente sospetto con giorni, trionferà trionfarono finalmente dlayenzione, e guardato a' nostri a storia lavoro suo SHAKESPEARE come e come verità.* X. ultimi due Ne' in Frusta il Baretti Tutto uscisse fu vuol citarlo, un via portò ne 39, tutto logia diede Non lo per suoi dalla Saggi addosso ritto del 31 del a die. mio fu velata pur un 1877 un insinuazione trattato alcuni : ciò per- Giornale di Filo» severa in di della Lingua or sono varsi la- buttarne G., però di più firmato anni lunga una sperar tentò ancora 470-72). pag. Giova suo per pubblicare « De signor facendo suirOriptwe fatto diede Hassek plagiario, articolo, gio peg- gli più e (Napoli, 1879; o nel che Critici pubblicando senza confronto D'Ovidio, De 1881), zoni; Man- pubblicò nel 84); signor che alla in fatto 1883 sebbene quale, Alessandro essere nel il ), nov. di stesso libretto questa tema me, deve pag. XXn Fanfulla. lezione di il Hassek, D'Ancona, meritata il (13 Domenica stesso Alessandro macchia brutta poco eguale di dotti ad- e Voltaire, vedersi poiché già pubblicato, prima De altrui roba potendo dunque leggeva dello (gennaio 1879, romanza de' la quanto severa gliela Vili dosi serven- periodi, incastrandoli può come cronico, scritto uno una nota vizio un (N. stato della interi 1882, anno L'appropriarsi Hassek aveva opuscolo {Beliti Tragedie suo num. che il Oscarre signor Trieste, 1882), nel che Fanfulla dal sacco a in dimostrare nel libro, messo mai Letteraria questo capitolo, essendo il Discorso, suo d'argomenti parte gran nella ^ capitoli del in nel cui, a un Diposito pro- italiana, ricordare si che dall'udinese accademico BARETTI CONTRO della Crusca, Il Desnoiresterres, critico,ricorda quale scriveva : il Noi « facilità e nel pochi esemplari, forse che ma più largo più Morandi mostri d'ignorarlo.» comune, mezza virtù, Hassek, conti Il Diritto lettera, del del che a lui, un il che esclamato il Vizio- — signor tiro. Ma De- fece più gennaio di le metter a il suo non i signor Hassek, De in carte Hassek, De un' tavola aveva esortazione signor G., ancora a come mai, conoscerò non mia una conoscere, e la conto, rinfrescavo buon signor di Ma del lavoro pubblicava fatto al ossia il dire che spiegare memoria a me. signor signor pure nep- invitavo De G., sek, Has- più. fatti, andate simili umani il aggiunse fiatò ^Op. in strano capito? del ia stampato avete Mostri, successivo intanto, rispondesse. non molto ; e Diritto Dopo anzi E avere storico questione stessa probabilmente e dell'articolo perchè la stupore. perchè raro, io, dichiarando ancora plagio 11 del quale parole sue 7 frontespizio l'autore le del nella conosco il liana, ita- lingua Svolgimento m'accorgessi non la nostro suUo esauriente. deve — il Goldoni, fece Toste. senza non ch'io sperando il molto trattava e dendo ren- prestezza della francese; saggio italiana, libro lingua febbraio tendo stupefatti sen- Voltaire accrebbe suo un Voltaire, tutti di dis-^ cita 20 questo a eravamo Goldoni Hassek De del del che signor la stessa signor Oscarre visita nel una italiana,e Paris nostro Ferney, Bologna ammiratore dal parlare de un della conto con di lingua Journal del di patriarca in anonima nel 1778, modo quanto il combattere per all'Accademia seriazione articolo A il che mandò 1746, della d'italiano sapeva d'inglese. sapeva e 123 VOLTAIRE gli uomini onesta cit., voi. di ! Io credo certi che nelle letterati. Vili, pag. 116, nota. le lettere galere ci sia dono ren- gente 124 VOLTAIRE •dicendoci Né il che scritto volta signor contradetto letterato nostro, Felice dire che « Ha proprio dunque torto mila il Tribolati. 43critte di Nemmeno leghe di più E, provarlo, prima Venezia, P. diretta è fu e Albergati-Capacelli, Martini è nella Voltaire;^ •dai signori de nella cit. ediz. molti errori errori Cayrol Moland che marchese La (XL, 303), prima non fin dal si trova ci non del 1856 anche di corretta ma nell'autografo,e sono Antonio Correspondance Francois, nell'autografo che al di Parma. a professor dottor e ligenteme di- Zorzi dal invece, pubblicata la seconda e amici. Fontana è diretta nella ancora vero lettere, miei copiata dal Biblioteca inserita stata fu e due due da pubblicata la seconda Molmenti; G. qui ecco signora e al Voltaire, e copiate alla copiata vicino il Desnoiresterres che del sogno. per si trova sugli autografi La iono pa- » ma pugno gli * bene. poco, tutto un è arrivato Voltaire del il Baretti? a punto, perfino da Tribolati,il quale italiane una questo indirettamente scritte un aveva veneziano.» in Baretti, su lettere le Egli esagera cento anche Il povero basta. gli di Voltaire lettera una jsi trova a SHAKESPEARE CONTRO altri con sono. 1763, 16 Maj. Madame ricordo Mi nella vostra DeW Epistolario nella italiano mi e quale del bore vi Voltaire voi con ralegro sate pas- della stra vo- trovate. (Nimva Antologia^ 1877). dicembre *[L'ha .pag. 458, soavi costi, venuta saluti exceliente ^ delle anchora poi — inserita desumendola il Moland dalla nel prima Supplemento^ edizione di — voi. L, questo libro.] delle Amirato veniste chè a de tempo di tutte molto vivo di della vostra bella Italia. stabbilire posso se so nire ve- Tanima il conforta, mi insufficiente. li del sensi creda mi e Excellenza V. agradire sentimento vivo mio alor- sapere souvenir caro perchè vengono compiaccia Si vostro desiderio non venuta mi forze le ma mia la un climat malanno grande mio un provo dolcissime le fra Per me e cosoj esse riserbo ora me, del doti, vostre 125 VOLTAIRE CONTRO BARETTI Dev,**^ amico Voltaire déliceR Aux contingit stimatissimo mio Signor ahunde la sia stagione Salammaleken Ferney nord, del vento ho io stolido O schiagurà il Aspetto jo leggo un vomoy Vi di la felice le caro sue buon riverisco carattere, di degno ché ben- poco el frodo caldo Ma che tutto la mi, sanar delle foste ed alpi. abbrugiato- sua natura, amo quando» persona veramente vi cora an- jo. come xe barbara un settentrionale egli venuto di- e ci incarceranno potrebbe Amo signore, che apparechiato- era istrionici. malagrida comediè, un Paradisi Tutto parte Goldoni. mio rihavermi valente del' freddo sofferto havete non neve, è non vostre cattiva. nostro clima Un scelto o a trastulli la e délices. aux stomaco muzulmano. nostri per delle mangiato mio molto al buon un a Il (1770). valetudo fama gratta ancora incommincio gloria. Ma tanta ho non mortadelle. portendose cui fòvrìer 15 un buon verità. tutto vorrei dir velo bocca. Il raffreddato V. 126 VOLTAIRE (e Questo CONTRO •questo è il In soli periodi Goldoni al che Adasio avete un ricevuti mie di stada, un xe cando; varde, Genevra. le se Lyone; pezzo Certo, Scipione va che l'aspettava, che che gli come parole italiane francese; Vega William come la sia de vegnir, mi vo degue ramarìla di via vedrà pò e se Lope, scrive Beuchot, riprodotta anche * del correttamente dal Moland, sei che in che Vittor poi Lo- per conto 255.-J)el resto, tutto meritato; Lope» Si veda una ediz. cit.,voi. un Hugo, scritto d'aver scrive la Me- sua errore ediz. cit., pag. è neppure Voltaire pure di la senza Voltaire tempo con «rarissimo» si considera invece non indirizzato stampate al quel a lettera alla caso fossero Shakespeare; rimprovero nelle bella tutto, già che aveva un quale rimprovera ^ diga Maffei, rispondendo notava de zelo preso aver non che bisogna si considera se rope, jpez di fa jo che che sarebbero cosi che : contade un gran volontà e ditto moglie e nella complete siete più al ben. il Voltaire il col la avu cosa che dispiase me i tre lettera avete Genevra habbìa •quale libro che e di via che siora la e ! Ecco opere ; cosa non Varde cose sior altri), si trovano sue dir da quella come voi lato, la che e che e sior il in ogni rispetto, e con capanne, quella al che perfetto. Basta, misericordia delle quat- il Voltaire. conosceva 1762), caro poco, lettere,o scrisse ne postuma moglie una stati egli edizione che retto cor- segretario per sue veneziano, (28 agosto prima delle italiano vero poi quanto CoUini, suo editori tr'anni,o dagli può essergli stato che quello non fiorentino dal SHAKESPEARE sto que- perchè nota II, pag. il del 49. BARETTI proprio di invece sarà i dannati che e sovrano^ che quel sarà chiamasse Dante che di invece soverano : 127 VOLTAIRE CONTRO sarà;^ ceiix : sarà afiferma e ne qui pen- le gente (!) dolorose plus, perchè li chiamò ch'anno (!)perduto il ben del(!) intelletto,^mentre seni è noto è Dio lo a sul dette conto viene francesi, come della altre nostro in lingua e che egli non era ciò affatto grado i poeti. avrebbero potuto della lingua verità E molto i questo, in le e nostra gustare e stri nostanza, so- che prove di meno quante al tuttavia bastano essere, nuda della di Baretti; siano benché adduce, ne il dice autori da il Voltaire poco in state sono ritenere la molto sapeva che di Ma busto ; secolo conoscitore autori, specialmente è lanterna sciocchezze italiana. letteratura di questo profondo dal le chiome per voglia gran tutti^ non staccato guisa a delVinteUetto pensano tenendolo quante una un è cruda Dante il capo mano con si considera se ha ben il che di spasso, Pesol -e che quello porta paperi i dannati che e escluso e ai anche suo scopo. l'altre Tra ^Prefazione poche) sui fatta * in da Les tutte questo et che lo il les come ahhia Moland, Frangaxs Ombres del in 25 un sett. (e la recentissima Hetzel alla (Proemio sopra. avvertito edizioni le originali (Parigi, edizioni, libro. tutte riscontrate, compresa Rayons le in Voltaire al egli rimprovera CrormoeUj manoscritti notare Le al me Francese però cose, E di dire che e definitiva^ Quantin). seconda non son non c'è parte), stato questi spropositi! [Li articolo, pubblicato 1882, sulla prima nel un fece nale gior- edizione di 128 VOLTAIRE d'aver la tradotto negotio Con CONTRO elio La scritto: d'aver che prende profundOy summo^ boccio vuol che Santità de* uno perdonerà infimi fedeli^ e più Bartolomeo dire Gerusalemme chiaramente apparisce almeno vestita, ben e condotti XV è essa Isole versi 4 3, ; st. Gabriella la 5) e bella giovine una quanto alle diciotto dai (C. che nella compagno mentre la descrive il Tasso suo sono vecchia, una gli rimprovera, ; il e Liberata da quali ne' Ubaldo baciOy, di invece e expresso^ che detto Canarie ipsius Vostra y d'aver De proposizione latina: loquebatuvy con questo pasticcio italiano : parlava dell'affaredi lui; ^ gli vera rimpro- et V ardire SHAKESPEARE del- VEnriadey E Gli sia Pulci; delle » dal più fatte ^Questo Voltaire di « detto pronunziò Dal del 1472 al cima 1500 e effeminata^ che in maggio che italiani, d'aver dieci tentato «libello- un boia dal gl'Italiani non fino allora, se gevano legin mentre, rità, ve- n'erana ^ una del nota 1746, (Ediz. cit., voi. si fecero più riesca al Parnaso che secolo si trova Francese. del versi edizioni. il 9 Morgante Commedia, la Divina pasticcio all'Accademia ' d'aver dodici del l'Alighieri, con in principio del Analmente bruciato e V Orlando lingua una buoni ridicolo d'esser che francese; rimprovera in più sia della cento Gli Muse, continuazione rime comporre mettere degno affermato l'italiano più francesi. agli angioli somiglia. d'aver una che abbia facile di sembiante rimprovera Boiardo e nel quindici al Discorso quando XXIII, edizioni fu pag. del che ricevuto 209.) Poema^ it 130 VOLTAIRE la derna;* CONTRO quale, d'altra «in monte, Verissimo Baretti poi dice favorevoli pieni di veleno momento Rajna, 19 pag. Le lavori 44 dirsi « del Una di a non leggitori; di le nostre gusto siano l'altro, siano di non que' s'abììiano sono stati Agramanti, nostri gli 1876, note, a uomini. fare primamente da essi e gli Orlandi, e altri. que' i tanti distesa ; come Rinaldi, e i ne* fanno e di da* epici, buon le dietro poemi gusto nostr' uomini dire, Ruggeri, mettete per- d'onde eroi, alcuni a volgo fantasiosa passo que* d'onde loro nostri un che fantasiosa spie- Pulci, sapere come, e al persona di : varie da (se mi altri Ogni poetica figura sapere alla 259-61) diligentemente nostri dagli e queUe note oscuretti mitologia persona di descritti Le scaturite, Ogni tratti guadagno. da* con vi riuscirebbe me, verbigrazia, la di una a nuova dagli primamente in passi i Rajna, del e pare manzeschi, ro- precorresse potrebbono Ariosti, gradirebbe, poemi (voi. I, pag. adoperata uni desiderare non 1779 di buon quella nominarla) venute nostri può di a' poeti epici,preceduta dissertazioni sorgenti diversi tanto fate Paolo Firenze, il Baretti relative, certi le e cosi che cose Boiardi, da* buon un di rispetto leggono nel varie di meno certe di e Voltaire, errore Paris si che nostri corredata e gherebbono tutti il Alighieri. Ma, Furioso; che Londra de' raccolta orrevole nostri che ci fermiamo Anzi, — T tracciare che Gastone parole pubblicate buona 453. e Panizzi, dissertazioni de' fermazion af- Bettinelli,quanto padre dell'Orlando addirittura notevolissime lettere sue tale ciò tutto curioso un Fonti in 101. e può queste al e il gran contro sorgente» que' giudizi del a Aspra- V anche è mettere, am- il Boiardo vera e giustissimo e all' Algarotti *Id., ibid.; pag. bei vero.* rilevare a Gfr, di proposilo, bisogna questo * però rispetto tanto a trova parte una può non continuato «Tunica questo sia Orlandi, de' nostri se Baretti, che modo qualche che e parte, il vorrebbe come abbia SHAKESPEARE i de' Carli, e quali e gli i Mandri- il Baretti che Al loro forma «Je fais altri: Troiani, il quando, fatati, poicbè eroi -quegli da quali di qui Arnaldo, altri, che dei -da farvi tutti ne' e poeti poesie e cbe da e compra, da tutti le v'apporterebbe e lucro.» vare tro- anzi e Saracini, antichità, da di la bastasse i satisfare scrittori Lattanzio, capo? cotal dita? dire, Turpino, il Citarista in per a sa- non le vari que' come in di Trivigante dio vi e magna, l'altro leccai'cene fatto rono fu- Ferrautte se venire letta, poteste quel quando, quel ciascuno, Alenino, ora di e de' dio fatto sul primissima se lo poemi epici; voglion E gli e gusto, buon Tuno come ghiotta, nostri di a i Ghe- gli altri, e e dicono diceste ne come gli Almonti, piacevole, ne addentro Ormanno, mi non - gli altri, e gli Orlando cosa vei'S Il e dilettosa? principali epici, abbellata onore, de accennati; stati dicono, ne pour- -I gli altri, tributerebbe di w Sobrini, il dove una cosa tanto qua non nostri una leggitori e se -1111 i b tanto e ma ; nostri vi non frugare dotti •citati e questa lodi E de' tanti rebb'anco nostri dove? quel e fatati erano ? r l'origine prima e epici I fantasiosa leggere il come, nostri ? e persona sarebb'ella non que* la poetica e «I son vermisseaux les gli Agolanti, Dombuosi, nel tanto ? soltanto sono Mambrini, i r ? vous et mieux tous Gradassi, alcuni è, Cigna, quella gente vista i godesse non venne ed I i e Doncbiari, Qual -come 11» Rodomonti, i altri. 111 ?? gli i fou un cinquantaine siècle, que son lequel encore une nella dubbi: a — - - à e rardi, che i J'aime giliane, Vir- io cito luogo était tonata. can- scriveva 1761, avec Dante monstre ce 1^ e le que una Lettere ci sia non courage monstre. un supérieurs •cardi, du cas dire dans tant del sua credano punto, delle marzo della non queste precise parole, che grand ouvrage -dire: questo su originale,onde osé avez altri, prendesse, Voltaire, nel le altre tra italiana autore gesuita Bettinelli, il E Letteratura della ingenui i lettori Emiliani-Giudici, perchè Storia 131 VOLTAIRE CONTRO - BARETTI Una foggia, conseguenza, ed raccolta sarebbe oltre al 132 CONTRO VOLTAIRE naissent appelés sonetti, qai dans aajoard'hni liers SHAKESPEARE qui et à mil- meureol l'Italie,de Milan abandonné le jusqu'à OtraDte. «Algarotti dono a je crois comme I"pidus cornine voas sar ces bagatelles, son sentiment ci est TAngleterre, cnn estimant V0U8, sont faits d'étre Pour des le le Dante il dit injures proche comme Dante. Ce pourra entrer mais il tome de dans les TArioste, qui moi, beau lu. ne on On et dire; des volo me m'a de vient marchandise bibliothèques jamais sera sur- vient ;. nous préférer Virgile a mei, la coUection sa à et au« nations, et qui marchand Bayle en le caractère et dans vanto homme pauvre de à crime un ne qui aimer chez Marini, qui à Paris et boutique, des fait me moi. que un gnère Italiens,et les nommé poètes italiens, c'est sa con^is qui toutes tonte ne g^nie libre aussi polisson imprimer établir un à à opinions pour les le dont plaire pour mériteriez faire infiniment Monsieur, monde- d'hypocrites a dire ses transporté l'Angleterre d'ailieurs tout « qu'il n'y c'est je Ce Ce con^is Je le reste. sar J'ai genre. ami. son mais pape; il pense n'ose pense peat dissimular ou fond, plaisant qae, méme* mascarade. on déguise se le qai homme an pauvre cardinal qu'on Il est qu' à l'oreille de comment devenir dans qae, le Dante. sur une force : Triumvirati le re- à son Dante curieux,. toujours jamais volé un Dante. «Je Marini le Dante lionne prie de vous et tout son rencontre (sic) et sa donner enfer, d'abord louve. au avec dans Demandez diable la il signor panthère son bien que chemìn, pardon sa à BARETTI Yirgile qu'un jnauvaise xìelle ben de et forcent de les Or in chi bene, da mentre d'essere stampe volere ^ Autori, anche al lettera, e del Il Bettinelli dare ultimi il furono Voltaire aggiunti •delle Ma sue 3 Nidalma "ina sua Società 265-66). fatto af- due che la quando si sforza? di questa nell'originale, pubblicò nel Losanna essa tatezza» alla sfron- capoversi erano non questa 1780. nel ma LUI voi. Le^ {Lettere a HI.) tom. VIU, (nota). lettera (Raccolta Milano, pag. 75 e desse acca- di Opere; Livorno, Coltellini,1764-65; Algarotti, Cfr. a che pare dico che gli Epigrammi^ sopra 61-63, pag. stampate opere, adonta * dal Marini, per eccellenti tre inorridiva « dice ietterà, riguardanti il povero espresso intendere ad Ma gli il suo troppo, pur Bettinelli. che (Lez. XIX), riprotestò e resto il Voltaire che dans dall'altra,capovolge chiaro di genie, de » dei del ^ la bru- a avons contro numero come si sforza ironica,e nel così on gratuitamente messo Frugoni; il senso, ^ stato stupide- o protestò pure Bettinelli dal moderni «ia che aussi storia sua parte vitupera una qui s'ef- jtuiicmm ! ^ L'Emiliani-Giudici, tempora! della nota Algarotti, le 0 chez gens nous que saint trouve chefs-d'oeuvre aux lo crederebbe? lunga una [!]. On barbares; d'éloquence etc. étrange cet siècle,des aussi et étin- Virgile,de imaginations opposer langue, de si en quelque ont rougir de Dante, des et sagesse notre qui Beatrice extravagantes de du l'ait mis pays Ceux madona d'admirer talité son le dix-huitième dans tnent de enfer, en 133 VOLTAIRE- doivent seos, .assemblage nous, poète compagnie. de Pierre CONTRO d% Prose tip. dei 7 del e marzo Lettere Glassici 1758 scritte ital., 1830; alla valorosissima nel voi. sec» II, XVIIf; tom. I, 134 VOLTAIRE la dà Egli cosa sonetti;^ « mestieri è Non fa il paio che avverte V inorridiva: con la più s'ingrossa e rammenti al che intende di del Frugoni, voce), lettore vermisseauoo E » è mestieri, non è «non le se occultarsi potessero come altri in che è Beatrice,* Ettore di conte ^ che Di questo Ma visto, il passo «Sachez Tenfer Virgile louve. Il demando que pére son dans où est tu du dia, traccia delle Lettres le et mère sa Tenfer, dans et voyage, « qae " Je je te sont le il de la (Ediz. cit, d'une porte de XXIX, par à saint mort sa* la porte de- et qu'il le nerà me- si le Dante mène-moi « Pierre. pag. d*une- répond lui ; tinelli. Bet- la lionne le Dante c*è, cito: più espli- paradis, au lui dit » voi. et racconto al molto et di e dal Virgile est; del Beatrice, jour un Lombardie, purgatoire suivrai, voie perdu auprès Virgile qui à anche lettera è Ckinoises rencontre Beatrice cette nella ayant Leo^ in famosi certo apparsa anche a ma Polenta da provenuto Dante, Portinari, et le suivre. veut una que Beatrice maitresse Guido di buoni Achille^ più stati deiressergli Dante a solito Agamennone, abbaglio, enorme delle l'inferno per sempre Montefeltro, abbiamo come sono an- i versi al muta che di bussolotti ;. cinquanta^ a viaggiar afferma e Virgilio fa fa e Paride e poi Dante* a nell'ultima arrivare non gusto ;, manifestate avesse fa dove mentre Leone, il nessa intorno gioco del medesima questo su io parola la del e esempio Commedia, trentina, una le scritti,per Divina della che agli sciolti questo non Ghinoises, Lettres mestieri con Voltaire con il Voltaire se grosse accennare del opinioni si dicono Voltaire .... come appelés serietà: più la nota tutta mondo^ maggior Algarotti, contino Bettinelli la con (notate questo » del vermisseaux les «tous lui e più semplice la come dice: Il Voltaire SHAKESPEARE CONTRO 4Q6.) » Beatrice- il Paolo^ mai è nominato neppur dantesco! al La di scrivere coraggio deux à trois ou froide et gue Harpe, di gioco ingenuo. Io lo articolo « : bussollotti . . . lon- qu'une ennuyeux un un il vostro e pazzo cinquanta meno mi secolo suo chiamati muoiono faceva altro stesse trattati in il come altri lontano dal voler moderni * Correspondance ^ FanfuUa della tutti Italia,da meritavano, « per Autori, che Littéraire^ ediz. Domenica^ 5 è bisogno. egli sciolti sigliata cone tanto era tre già fin dal 13 cit., giugno voi. 1881. per Con » de' agli non petrarchisti cinquant'anni, vermisseatuv, alludere i l'Arcadia il » contenuto concetto secondo * Otranto. parole, queste e e nascono a Virgiliane,dove di non rozzoli que' bache- Milano C(m Dante superiori oggigiorno che ri[)etere un cinquanta ancora l'appellativo poi di E mostro cotesto bottega che mostro. un giliane, vir- Virgilio: di dire a cere, pia- gran le Lettere poi è Voltaire, Lettere con ma piacciono pili di che chiuder a in sonetti in verità Ma suo segretario sua versi migliaia a questo luogo d'un coraggio l'opera avere che passaggio, frate al deve tutt'altro Voltaire, ricevute scrisse Ammiro da argomento di liani-Giudic dall' Emi- fatto è però disinvoltura, che tanta Noto, il che son et perfino il Carducci, lettore ingannato nelle VEnfer, n'est près, morceaux il ebbe quale de poème ce « allégorie satirique con al il » Il era che a' suoi anche attaccate esempio, per poema opinioni codeste se non * sermon. « nel espressamente si fossero non farlo apposta, a finalmente, Come, det' Voltaire amici, quali, de' pexmltii^o 135 VOLTAIRE CONTRO 3ARBTTI II, pag. cellenti ecno- 3. 136 VOLTAIRE yembre del CONTRO 1746 SHAKBSPEARE scritto^eoa aveva ortografia,all'Algarotti: 0 « tal un nobile nettieri del dell* 58 delle ed regalato aveva proprie opere C'est à Vous avez ricavare et volte dalle opinioni argomento per anzi esemplare un versi: lui; sous àme mille dunque Aveva son- aigourd'hui, d*écrire son i Virgile de vous stra vo- dicembre sopravi questi con secrétaire son nel E Bettinelli al Gompatriote Et * Italia !» la tutti sopra sua s'innalza quanto volo egregio infigarda oh! solita sei volte letto epistola al signor Zeno; la style. * son il Baretti ragione volterriane di Dante su ^ il forte più diceva gli il Baretti, io, e da quattrocento sono come il nostro che ^ ho anche cito detto per lire (X, 567) fatto qui dalla costò perdita, quasi la e cit. altri Bettinelli al della e opera al Voltaire. per ediz. data Frusta, egli fatta rimdal al Gk"l- quella lettera postuma, la quale (sia d*un milione più scomuniche. altrettante la che" debito per traduzione Beaumarchais deU'Ugoni sbagliano la 126 prima ciò truffaMinesca, chiamato pag. noi, però ricordarglielo. È a numero a e sono Qui » po' troppo prima; costretti incidenza) di Gfr. già parte. un originale, grave Come doni, del siamo come reste sa- compatriotti miei questa » Titaliano, Dante, altri anni neirottavo petto al * a giustamente aveva di anni tredici coscienza, vero tanti dimentica critico scritto aveva stati di siete, come intendeste se « Poeta « ammiratore grande un di d' italiano. pochissimo sapeva il Voltaire che provare (artic.Bettinelli),Il Moland del quatrain e della visita 138 contradirvi, mi mai senza ismascherare io Se agli occhi intende non bene pire. quali, il voi di tutto Carcano : i miei al presente della quel loro amici pel Discorao lingua francese.... la lingua ne sia, a me il Ma o basta ai agl'Italiani soprammercato. Oggi, se quella * Baretti, il Baretti tornasse dichiarazione Scritti scelti,ecc.; non ediz. mio tassi m'aspet- stolta Scrivo buona Lo so ... o in non speranza errori senza il iscrivo non presente. che il lusingarmi presente é non scriveva Conosco io Ma mondo valse approvare non per forse verità quattro buone ch'io di Voltaire. basta quanto di che ca- sito propo- a Francesco milanesi signor scrivo quel don approvazione. guasto che e Ecco cese, fran- gli non Milano, credete se quanto che tanto dette dei farmi 1778, egli Ma, « v'ingannate, sentire di del agosto piuttosto pel futuro, colla sarà in di però volterriani 12 Discorsuccio punto lingue. pur dichiarazione ai amico suo mondo impostura, confutarvi a importa, non franca davanti dei mio glese, in- " niente caro, d' queste due di risolvetti male o Questa al nulla mi perché dunque in o compatriotti,la più parte vostri de' convincervi a ropa Eu- tro. dell'al- né italiano in un nell'italiano, e dell'uno confutato riuscito sarei non quali avessi vi nell'inglese né da all'intera credere straccio sappia non x^oraggio,per insolente, che far dottissimo d'esser benché di cerca fatto son, impostore un secolo mezzo SHAKESPEARE CONTRO VOLTAIRE in fatto cattiva quello ch'io an- cha ho pur Francesi, agl'Inglesi,, » * al gli mondo, ha vedrebbe valso cit., voi. II, pag. meglio 295-95. CONTRO BARBTTI del agli cicchi neanche la tuttavia a Discorso è scritto (questa poi la posterità ha delle edizione quelle stampate quasi Pare cui egU fine cadde, Discorso del giudizio sul Goldoni, chi ci darà compiuto dovrà vero metà, il a che e di ridere il Baretti Corneille,affinchè la lingua italiana al giudizio quando stati padre scritti i tutt'altro trinità il poetica nostro di *0p. cit., voi. vili, del Omero, critico pag. era di diceva non 116. di migella mada- che ancora, il Frugoni, corrotti figli. voga Dante ne aver rispetto poi erano Voltaire di pur tempo avvertire non in a un a sociali. E era dirai possa pienamente aveva incorrotto quella come Ma sul Goldoni lo condannava che sciolto. imparziale e' imparasse Sepolcri, ed suo essere sciolto, dovrà verso il Baretti Cantonate la sul sulla il goldoniane i doveri e in errori cioè che il Voltaire commedie pagar anche verso per giudizio quando le leggere sul lavoro un Baretti, avvertire, che ragione dato al fuori Voltaire, quello e finalmente intorno per il contro far veri due riescono che e voluto piemontese di irreperibile! l'Italia abbia al critico cari molto buona una qualcheduna già sarà Londra che strava mo- Fru^ della ancora forse e opere, a si ingiustizie che l'autore abbiamo non sue perciò che e il che italiano delle contro commesso dii*e che Basti sta. più piccola è la questa compiace ^ inconseguente. Ma francese, V Aristarco curiosa!) è si quale, notando aperto, cattivo in intero, per Tuscio sfondare il Desnoiresterres^ riporti quasi sebbene 139- VOLTAIRE prese contro e tutta di Shakespeare, davvero^ 140 e VOLTAIRE volesse -giudizi, il ne CONTRO cielo Giostra lui, prosa tutti sbagliassero al "luanto che SHAKESPEARE i due critici come miglioramento che diede moderna. ECC. d'oggi, il Baretti, letterario perfino l'intonazione cento su e tribuissero con- e come alla APPENDICE ALLA FRUSTA LETTERARIA AVVERTENZA Il medesimo il Londra Discorso quell'anno la nostra il che avrebbe non volumetti, gli da far ridere fu L'opera Lettere di lingua la per ^ dr, (Opere di G. 1838-39; Baretti voi. deUa Giuseppe ; IV, sua Milano, pag. e uso per Corrispondenza il fi'ammento farne a stri no- del due scriverle di idea questo con familiariy fatta da ciancioni « ma quello, per d'Italia.* amici pubblicata italiana que' questo penso com- ne' trovare leggibili,da a in che accettò; Baretti in in lettere di offri gli bizzarra poi i suoi tutti di la venne attribuirle sé, e di degl'Inglesi potuto lettere tante » uso e a chiese scelta Il classici,e specialmente Cinquecento, Voltaire, lingua; ghinee. pubblicò 1777 una per cinquanta pensando nel Baretti più autori, studiavano che contro al stesso di italiane editore, : degli studiosi Società 778.) tario Segre- Baretti, straniera lett. al Scelta titolo della Garcano, tipog. de' 3 Reale nov. Classici 1777. liani, ita- 144 APPENDICE Britannica ALLA Accademia. Giovanni la Eccetto Spina, in scritta di numero dal da Londra, MDCCLXXIX. M. S. è, Annibal da dissuaderlo per di lettera,che prima quella volumi. due In libraio Nourse, LETTERARIA FRUSTA poche con Caro riazioni, va- Bernardo a le farsi frate ; tutte altre, al ottantacinque, appartengono Ba- retti. parecchie In aggiunte meno a' fratelli. di lettere vere Alcuni inventati amici il 3 v'avrò le Voi del Gli . . mi in Ciceroni tanti » lettere,e quasi brano che antologie e e miei^ scuserete,, . trasformati questo tutti,amici voi e a di volontà. forze, anziché di queste Custodi ripubblicò alcune quel nostre ; E son egli scriveva 1777, fatti «V'ho parte di ottantacinque è aver destinatari e suoi. del novembre tutti Il barone che rifacimenti maggior conoscenti o epistole familiari di mancanza per tere let- doveva quali la ma ; Carcano: Francesco non delle riti inse- famose o supposti mittenti lui di proposito, se lettere son proprie, e de' veri autori poi nomi da nomi Altre delle alcuna già del Editori Tu nella poi de' viaggia tanti anni tratta dell'uso da che Prefazione, * la tutta nostra Classici per dell' JTOa^ lingua. italiani blicarono ripub- ne però- sessantacinque, aggiungendovene che una, * Scritti vi non 325, « La ha scelti,inediti volumi); Milano, pag. o- copia. conservato furono anche e più con suoi scritti correzioni, e Frusta, nella a però egli riprodusse, 1822-23. nulla o che fare. di Giuseppe rari^ -Si veda voi. ^ Dodici delle Barbtti I, pag. 219, nota. lettera aggiunta è la XXV (voi. IV, pag. 453). (duenota; 146 ALLA APPENDICE Za, còpia d'argomenti che con religiosi e morali, discorre VII); de' parla come (Ó).Si buon classico che con là primia Io non volta al eloquenti l'aòre più pari 0 ridicole; sicché basse, o e locuzioni,mentre sul non loro posto Scritti e codeste alti-e prose, che alquanto ultimi suoi di scelti; voL G. sgradevole erasi quale anni. » Baretti, 1, pag. 181. il zioni locu- e idee dio stu- comuni, medesime voci dove perate ado- sono invece ci Della del brav'uomo lo stile di tato) no- bello a ringiovanite. come va ed piacevoli voci solenne però quel scrisse affettazione, alla Memorie di iono pa- qual stodi, Cu- queste lettere, appropriato, energico tuttavia ^ in si accòrse quantunque ciò così serio, ci spiacciono, qui quando negli in maniera (Vili). vive son rende mezzo per per stre scritture,no- (anche le che Lastri poche E queste. padre pettina arcaiche, adoperate meno o al di del e tumelie con- del o moderne, e spessissimo esprimere per "f che (III); meritate Vili), e d'affermare umorismo ottenuto cosa (III,V di n'aveva italiani ben e tesca gesuivena furfante vero forestiere,antiche e di quell'altra birba dubito (VI) ; letteratura versaioli quel Buonafede Appiano è de' uè sono inesauribile che dizionario rifulminà non burlarsi,dopo quanto a Frusta, nella detto (Lett. V umili della e con torna umore i frati veramente gesuiti veda le fraterie che né poveriy véramente di sopprimere dell'opportunità dimostra come e presentimento sicuro di decimare almeno o politici,economici, che con e dell'avvenire, egli e LETTERARIA FRUSTA per e brioso, una Barétti sce rie- studiata abituato V premesse aUa oit. ediz. 'degli 147 AVVERTENZA libertà La ci fa in anche nel a riuscirono Londra,* nello (più stesso libera tempo, però e ^Avvertimento^ ^É quasi fdamo V perfino s'incontrano adopera con Abbiamo e soppresso gran numero stranieri. che per forme, altre certe transandato^ e sciandovi la- originale, che ecc., più lo Tautore stilistico. intento molte e ci ristampa questa per onnimamente, volte, teraria.^ Let- vili. pag. stocchifisci parecchie solo IV, dell'edizione testo inglesismo Tebbro^ propio, vi al inedite; Frusta della che avvertire chiamo, pubbli- continuazione una voi. al copia qui come audace) fedelmente attenuti come più premesso superfluo che come quali i una riguardarsi quasi Italia- milanesi, dunque, libro rarissimo procurarsene a lettere, Le possono e, Editori gli in già era esso però, ado- del conservarsi e attestano stento gran da penetrare vi Baretti esemplari pochi ben Inghilterra, lo 1839; il che linguaggio, che certi potuto avranno £ di qualche corretto iniziali d'accenti maiuscole che l'autore evidente inutili, vi di errore mise insieme per comodo stampa, con un degli APPENDICE FRUSTA ALLA LETTEBABIA I. Dottore Del il Tanzi me fa il che rispondo volere. ne dice mi debito, vuol mi che saria che e il Quando ^ Tanzi. Carlantonio A Quando Bigetti Giammaria Tanzi Nerone un io loda, mi io bene, a gli non gli sogghi. gno ? Bicetti, Il medico tempo Milano, a letterati gli scritti vaiolo in poesia SU' 1882; si più e e il Porta Le Il Tanzi, Magg, Varron, Cinq Gloria L'uno e Taltro più luoghi del omenoni del erano suo Parini milanese, scrittori lenguagg de Tana è Topera con Tinnesto del la nota Parini; dersi ve- Bologna, medesimo che e Paria, spallerà, noater amicissimi epistolario gliori mi- vernacoli: Balestróe, proppi i notizie, può quel è molto sera indirizzò gr G, dell'abate Odi i buoni tra il diffondere a (Per maggiori argomento. 205-8.) mette perciò che coloro tra. dimorò la convenivano casa Fu 1708, nel Treviglio sua lodi delle rallegro II» adoperarono Lombardia, pag. a città. della questo nato nella e Salvebaolio, da mi li ?! *' «on faccia, in amorosamente meneghin... deirautore, e delle sue come poesie. risulta Ma il 150 APPENDICE da che lui cuore. Ma senno, e mi da io gongolo, di parola io tripudio, 1 Non vivere paese basti si non debbe l'hanno salute, que' di Ricordati ; di ti dico altra d'ogni Che Onofrio Bicetti mori Si che una che Di le questo poi fiera fin nel 1760 ebbe polemica, si vivi. dato raccoman- fresche. cordatene, Ri- dimenticati e alla dire il stampavano; frate il l'era quanto lute sa- sina. dell'a- il marito Voglio ? se s'hanno contribuire dimentica lettere quale che spesso ; n» ferma, veramente ripeto è asino le note cor- il Tamt e il quale siano non che col fu spesso, sue, per lo continuare alle appone mìe proprie note (L. M.) il primo Parini il Baretti dalle contrassegnate non delVEditm-e. frate, salute e 1762. Baretti, lettere di e ma se e salute dire a Bicetti tanto dal tutte Nota clausola: che qaeste che del son scherzo ^ tise avverta iniziali ^ mentre di tutto, dire, tu Branda, morto era la vuoi abbia vivo; può ne pasciuta d'erbe non Sopra se una ti lor dabbene; una si ricordatene, che cosa, Tanzi. del ; Son d'essere t' ho d'asina latte quel che che l'eleganze» e uom veramente vantarsi latte quel un avere per vogliono voglion ohe dire: dubbiosa, punto che que' dire, diano stu- poi s^arrestano, e quanta averne di a loro, linguaggio a reggerai ama- andando dal sottigliezze basti come alcuni che, diverso potermi sforza tu o contare senza quel le che a nulla salute una da tutti, con intendere, capirne ; vale avere huon mio, fa' d'esser certuni, di poco t'adoperi per bisogna da casa per Tanzi sei come tanto salute è non vuole salto linguaggio salute, tanta questa di di del cava pericoloso male, suo e giorni, fare un curano hai Tu farsi per lo come principio da ballo e de' miei quelli d'altri un quel dall'allegrezza. troppi le se dice, che di bene tratto stesso che so d'infingardia, fare ogni un teco in mi nimico invasata persona perchè il Tanzi uomo LETTERARIA FRUSTA vengono, quando guerirsi per ALLA maestro stesso, col riparla nella Parini, del Tanzi Lettera e IV. con e altri (L. M.) siero Sileno. di suoi l'altre sirai quando meno, si ti euore di tornare gli orecchioni, ì"Tglì la tanto larga a coda, quella, corda Greppi, schiavo dia^ fede, ^ codesti In levava e cielo a parti si che tuo ti accarezzi altre in Crusca il Governo se e (Gfr. Salveraouo, Studi G. su parte che Parini, nella Tanzi del * ehhe denominazione man lei, mia, luì, già cinque che e il pag. s'intende, di letto, il diale mesi, xiii-xvi; in questa battaglia ad Alcune poesie due in dialetto, finire ai a tendenti. con- Tonti, — 22-24, 217-219.) pag. ri- Branda silensio perpetuo mio ch'ella solo non cendole fa- e un farà a minacciava cosa 1878; Alla il anche accenna milanesi e toscane (Milano, 1766). (L. M.) alludendo all'altro schiavo alla Frusta^ nell'Introduzione in la Prefazione stesso Scherza, inventato il Tanzi la Op. cit., Roma, Parini; In cugina sei sviliva e imponeva non che polemica, per non col settantaquattro opuscoli contro italiano, in latino; legnate, ; milanesi. cose scaraventarono che in che mia a cosa della toscana, della quella soli non Mantova a dille come pe- duopo se frate, Presentati cagione lingua al quella alla naso que^ mattina ogni vai memoria salamelecche, Quel la anche ma ^ Se metterò per- a fa pensare pondi l'altr'ieri. Dialoghi, soprattutto era della hello turco. de' mal non latte quel l'impicchi. mentovata un ti che t'esca non t'ho di ti tirargli a presente e il quando quella schenaccia su di ma tosr querciuole, un galantuomo, il venga e una che da tracannare e buondato; dura: tanto e con tanza, traco- Quando allora asino, il hasto rimettergli a salute una Tale stregghiarlo a . sua sistole, quando diastole, nostro quei la la e notte, nella nella quel a la più di e dimentica e asinaggini. dovere a dovere a ^ ; dico, Tinsolenza, e riposerai restrignerà s'allargherà avere sua, tantissime sue ti d'esso, Dialoghi Timprontezza e e ti Dimenticati ragli ch'egli chiama boria, 151 PRIMA LETTERA iscena nel arcadica Vicini, il quale numero XXII, di Egerio aveva e per Porconero scritto, Macouf, turco, tra rimesso poi dar la da tosamente spiri- patente all'abate lui e battista Giam- gli altri, i seguenti 152 APPENDICE tuo, Tuno per scrivimi lettere tue senza aria dal studia il canto, amici debito hai Signor in t'ha in a' tuoi di data l'altro della buono, né fare a e ; mi la di cui Vale ; siamo perchè ti scordare non Yale consegna. e lasciare che quella vita, conservare in mezzo poveri polmoni. mondo questo destra, Mantova, s' ha come per calesse; sarai solenne Dio volte, vale, in mando Dio, Tanzi con montare quando tuo lungamente Statti favorevole sarà spero come di prima le guancia sua sinistra. guancia sua che baci della uso LETTERARIA FRUSTA que'dae volentieri ceva e ALLA cent' altre vale! II. D'Angiolo Querini Grazie tante, Quaresimale. Grazie tante eh' io pure mo'di per retribuimento, si dell'opera, versi in lode di della cSe viva gemma tuoi Mandar Sia il FanfuUa)^ ogni luogo dove ^Secondo un nel nato lìbere da 1721, parole. libi^aio moso lui Il autore Lettere a' poiché farvi qui uno schizzettino sul riflesso, che il cielo e io, forse male, punto si voi Tonda Dei, il di nasce (sentenziava nasce e aveva lo schiavo I fu al fatto Fratelli, turco, precorrendo in (L. M.) veneziano di uomo veneziano " Egeria Porconero, il senatore 1796, Baretti suoi sviene sviene. e chiamato dunque arene, potrei, adriaci ove Pasquali poi, del fia E non degli pregi nel morto fatto. plicemente sem- ufo, biografo, suo (Lett. il nostro delle stelle sia il di badando a composta, avess' chiamato dunque favoritomi donna: sua quante linf^ue Tante O l' ha chi dico, al che anzi l'abbia me vi tante, e all'intenzione, volete del Giambattista, messer ^ Pasquali. stampatore allo forte anch*esso, Garcano, 4 pubblicare (L. M.) fébb. Querini, animo era di e un /"- 1763), il secondo lume vo- e 154 a fare mala tanto naa faccenda, barcollando Avessi mente? Va' che là, perchè, maestri stati di lingua belle di Loiola Molti né cose, ed né un cappello ma i Gesuiti di ai ai n'avesse pur tiluomo dotato in uno d'un volete al mascolino, gesuitesco; quello di né stolto vale poco soltanto tampoco non doa Rìcci ai ai s'ha state sono loro operare o di e s'ha anzi partoriti! che un o gen-- mio, giù come scrivere Ve leggere potesse la se padre^ modo al scarabocchiate che in pensato gli altri com'essi, in fratellanza la arbitrariamente istituzione Fer- ai quant'altri a sbruffate gergo, dico^ volte^ Rossiguoli, mia, state sono capo lana: tante e prediche del quondam creato la in avuto Misericordia, gusto Giraffa in fran— berretta buon così. liano? righe d'ita- scritto Granelli, regola stato saputo unquanco po' di dire, parlare dal numero, linguaggio, dopo cominciare tanto cotesto a stato quel Rossi, que'furbacci avendo non recerei Antonio egli divotamente, loro E tosto 1 agli Olivi, la senza Iacopo ho Biffi,ai Diottalevi, d'italiano C'è della misericordia che Segneri, scrittori quadrupe* s'avessero se L m'è che tanto s' hanno invece d'Italia, mandati reri, che castoro cancheri, gesuita quadrupe- quattro di Francia ia vuoi o qualche s'abbia insieme meno de' tanti quella al reverendissimo che unico, Gesuiti più a sono in d'un errore? fino cristianamente accozzare y. presente Provinciale, e' è egli loro solo italiano l loderei Gesuiti prosa, essere tanto giù latino ne scritte in d'un Gesuita, solo te desimo, me- senza e Giraffa, Giraffa, I nome un Pampeluna Gesuita in potestù come un Civitavecchia un e commettere Italia in italiano col s*hanno vuoi un'opera in anzi moltissimi e cose, chiamarti da daccio da latino, etiopico, 0 mai di scritta forza dacci magni stampare Un'opera pur dovuto, molte Ma verso. il te libro loro tosto; loro dar a perdonerei da vista senza qualche stampato la te concKirciti o cÌ6"K) un come tu LETTBItARIA FRUSTA ALLA APPENDICE di Italia^ volere^ mortali, col fine ma scal- LfejTERA di scaltrissimo tro fra rendersi via. tal per órdini altri gli 155^ SECONDA frateschi, E ch'egli ed è tanto piccini, della rogna, latino, che tende: e di milioni in di fa si quelle paglia abbellarebbe toccherò nemmeno di di salce le sogno riche Tullio loro signor Giambattista, avvolte, sono cotesto Antonio Rossi, il terzo da del mio pòrti chi sciupare. alla Prediche E piene s'avesse O Giraffa anzi perchè dunque, pure torno col fogli ad di rendere da di copo Ia- non earta ne periale im- Giraffa esclamare gran frangiate, in- ligibili intel- poco etiopica o che dirò Vi padre vostro voluto, retto- sono di tante quattro ha' tu disperata impresa loro. d'ogni colore, asinerie in fanti, ornamenti zeppe chi stec- quel gesuitico in del loro gli le servigi quegli con non e neppure tutte e di luppano s'invi- scappatelle come Pasquali, Sanfrancesco, Sanvincenzio! e ed Giambattista serafico e pazze asinaggini notare a' ; quali conterò famigli s'avevano Demostene solamente, i ab- tante e aguzzi quanto tantissime tutti canapino delle non che ricamo un tante ognuna e K'in- non figure, panno quelle in chi a mo'che di pitocco. tropi truffaldineschi^ tanti passo tante che e pilottatura d'occhi tanto toga d'un petto indiscreta tanto frassino; sgradarne e gergo di o altre da sul o de' concettucoli sempre l'idea isvegliarmi pulcinellesche scassinate, vezzosaggini vocabolini di fitti fitti l'uno que' una ; di tubercolelli gesuiticv^l l'eloquenza dirò,, vi dovrebb'essere non non dita frequenti Ben minuta, spalancare di maticato, sgram- quella miauta quella neanco come bollano le fra fiato di è soverchio costinci e da' e tista, Giambat- spesso. che possono quando farò di quinci, e non all'altro Non di che manifestarsi accanto molto più abbindolato troppo spicciolato qui, è sa sia lo che come seguenza con- per messer sia gergo stinti di- e da'babbnassi voglio dirvi, non arbitrario loro quel che io qui farsi di e più rispettare da'babbioni, babbuini. singolari col taumaturgo briaca durevoli Giraffa,, cotesti 156 APPENDICE maladette Via ti Prediche egli, o «lava ALLA. del del sia, mi non dire il di mandar mai da prieghi qualcuna Flaminio,^ ti mandi "ihe s'aveva Balbino che castronerie? vorre' qualche volta •quando vedo gualche manuscritto statti "vo* in Giraffa sano, aggiungerti Le di monosillabo del buon mal- can cose frustate, tu' bottega statti e che schenaccia, facciamola dell'Abissinia, un quello belle sode 1 Ma tirti sen- signor come le lianamente ita- non capito, nella mano se tu vuoi del quella su entrarti certuni ami Agnese tu potessi! dare non naso, rinfusa alla s'io Oh nel M'hai sempre cosa o io ? che tua Madonne Tamabile Fiacco.* stampi se scimia, tante illis vita veruno, polipo un diebus d'Orazio fusso, ie in delle cliia- lo chiamo come in più della paternostro si come Camelopardalo o gesuita -eh' io Gesù, Belzebù, Giraffa, o scritta di Padre Frate via, Pasquali, LETTERARIA FRUSTA con un finita, e che sano, non più. ! III. Di Paradisi Giovanni Grazie, della grazie a*icogliere notizie, Poetastri ^ •o Italiani Credo Cornaro, fu più si beffi che si trovano qua di in esatto lei usata nel Storia de' mia Faccia, signor Pianta, Flaminio primi primissimi, Stato; scritto un e de' veneto s' ha dà secolo. da collega chiamato suo Inquisitore libro, in cui "che d'un la impinguare questo gentiluomo volte gonzo, un di diligenza tanta onde Planta.^ Giuseppe a tuttavia e sul serio, delle conto tanto che mente invincibil- tanto e Corner, quindi stampato miracolose Madonne , là in abbondanza pel dominio della sua Repubblica. ^ Allude scherzevolmente al quarantesimo verso della tira sa- terza. ^Giovanni Paradisi, letterato e scienziato, oggi men noto LETTERA di trasmettermele il primo il sotto Questo torchio primo schizzo uno dello di Stato fra tomo, insieme Liguria sia ne che i la coltivata s'abbiano non Nel a riuscire più dello poetastri la quelle e immensità di stocchifisci. al il tomo venga formicolano i suo 1760, ne' Ducati ebbe presidente Grigioni per lungo ufìzi Pianta, Tanno tempo 1744, come a filologo e di sotto visse Stato. e e del Mori di lari bacca- richiede lor a l'agio belche di e o dena, Mo- vogliam Modena circa primo Bonaparte. nel sempre nel di Piacenza mori Museo ogn'anno* poetantuzzi, storico, nacque quasi prolifica fuori e il tiero in- simboleggiata saranno Reggio Milano, bibliotecario 1817, sottosegretario a di cui giunta, per onori ed di di volume numerale quale Parma, nacque dell'Istituto Giuseppe di i la città salacche, poetantelli s'avranno, alti di cialmente. spe- vengami non ti manda nel quarto, subalpini il terzo mal che e* buona però è non d'aringhe, padre Agostino, ed sola chissimo po- comprenderanno la que' tanti quali si terzo^ il progresso tomo i quell'Arcadia, poetastri, sue coricati di a secolo della e esclusa sé per pendice Quell'Ap- conciossiachè, paura primo, settentrionale, Dietro che mercé produrre dall'oceano pur de'poe- e liguri, egualmente idea, Papalino, Ducato questo cattiva, ho del quale s'avrà nel in tampoco che grosso Stato intiero, virtù né del dreto, nella uomini s'hanno poesia secondo, tomo Roma, la poetastri subalpino. cagione, gli subalpini, quelli succintetta; cosa i de'poeticchi paese àvera pur contiene con drà n'an- se vuol un'Appendice del e nondimeno qualunque che de'poetuzzi, motto della dico s'avrà che e che più ritardata. Vossignoria se Milano, alla mesi di sarà pare due sollecitudine, poiché innanzi, tanto le si farà tonzoli già dell'opera, Mantova, quale l'ho tomo po' di qualche con 157 TERZA a Fu 1826. nel Ganton Londra, Britannico, 1827. il e (L. M.) dove de* fii poi, nel 158 APPENDICE dire la di e Sabioneta plissima ricolta farfalle, di stallesi Crederestilo, smilzi gliano versi prodotti quasimente per de' neto, il quali il sesto, dal diversi tanto Pulci, feciono la il Borni, e scampi quelli i terrestri, aerei ed Ecco, signor mi nuova m'ha più posso dirlo di i suoi invenzione n'ho questa * Credo vane, Tancia, Petrarchi, felici e 4;empi della sura, mi- buona Sicilia, e Dio che spezie d'animali si semplice molte e più beccò canti io nel sottile e vegghie, di di venzette del il di : delineare i ché poidi che. maniera stesso lo messer nell'ordinare adoperò né tanti que' suoi assai, sforzi degli e cervello Furioso, sta que- oltremodo, iattanza, tanto di iscorcio in disegno la metà caratteri, quanta miei, e nell'ordinare fattura. intenda nipote e scana, To- nostra d' un'assai ingegnoso fantasticando mia il briciola adoperata cioè e che, quantunque di tredici quaranzei seguente, poetica terra; ogn'altra e aggua-* ve* più gatti, ed ogn'altra parrà non in che Napoli Pianta, senza Lodovico di limpido dominio della Danti, anch'esso gua- aquatici. costate mente loro que' sopra opera, le lusingo i cani, poeti i Bonarroti,^ e finalmente, s'avrà mia da sfolgorare settimo ne diranno si vati contezza? il tomo sarà del i mauufattori che darà ha Taro, il quelli del grande quale del rive que' piccoli paesi, quinto Competentemente che cavallette, mia, da grilli, di di chiamato estro vita che Tam- vedere da' rauchi che numero tomo di apollinee divino con al zanzare, e Crostolo, fangoso croci di ragnuoli le poco è sempre Crostumio. di di lungo del e le mille mosciolini, brachi, fare Panaro di Bo^ signor Giuseppe, scommetto, e di Gaastalla, di poetinì si farà Vostra Signoria saputa : LETTERARIA FRUSTA que* tisici coda, per zolo ALLA di del Michelagnolo gran qualche Bonarroti, Michelagnolo, altra cosa. e autore chiamato della il Gio^ Fiei'a, della LETTERA com'io mio, Signor Storia d'andarmene in si Storie compilarono alla «sse rinfusa bruno di veruno nome che più magro la e «'hanno in in scritto io prosa, serbo contrada nostra un' al tr' opera, 4"er •compiuta questa, un'altra affine insieme ed ammaestramento, che i due e e Commedia ne' qua : Fra e Saggio Chi poi quanta e sui di più ciò bitatamente indu- quelli, lin* che scarabocchionno cioè, ; li me quando avrò salda per nel aveva che ne scrive con il Baretti della di Agatopisto il Baretti briccone di fede,^ Buona- [É noto XVIII dì della farò Celestino, - fu appunto Cromagiano, il era l'appoggio rigine l'o- che intorno Frusta trattarlo di e pozzanghere Appiano Cromaziano. numero leggiadri questo nelle e zolando spruz- d'esempio dell'Ordine fior stro d'inchio- de' di mo' don (chia- verrò con novellette il Buonafede che la me per razio d'O- dire al gangheri o margini filoso fiche vedere diletto pure, io padre Agatopisto Commedie ragione legga sarò di quali ogn'opera bassi celebre tra guerra volesse eroi nostra durarmi son rigirare, Visitatore pubblicato al que' non somministri sicché, parlando gli Arcadi, cenno di la manica cardini, o vaghissime dal Comacchio della « la Filosofica schiccherata Abate il girare delle quel poetastro * perni, più aggrada), qui e non vorrà Storia dovj[*ebbe di salute Una avere intraprenderò mia come aneddoti la che Fiacco, minsi la se suo se nella fosse. d'anni. decina Ed se che voglia, se in fra' miei nostro, che qui paesi piccolo, l'opere del dirò Que' verso. si tratto ; né li serbo me chi il secolo vituperato ^a, sia innanzi certissimo fra ammétterò non i o eh' e' si passerà scrittore, tutti grande o grasso o que' tanti fatta, registrando d'uomo, nome di in e mia questa sull'orme tempi dirle. dnopo in mica cotesta ch'io mia, questa e i sostanzialissima •differenza viri o tutti di ogni biondo, o intendo pedestremente che m'è episodio, un .non spettabili viri, o 'n qui, sdrucciolando E 159 TERZA Buonafede, come di nuovi lo tava, trat- docu"^ 160 APPENDICE di motto quella rendissima in rosso che mi dirò ; e in cosacco pessima se o di all'articolo tonmaria nelle menti 1878 Baretti dopo altri nome « sfidandolo Garcano, 9 lui tutti e lo e coloro del messa covano un andava Apostolico^ dr curato o pezzi di que' suoi che madrigalesse, sue libro Giambattista suU* Albergati (Boi il Frusta; primo e lo pata stamin » poi, in lo quellochiamòde* pubblicamente accusò XVII. Taveva stravolto davanti deiraccusa querelarsi stampare a poiché e quattrini* di borsa una stato era (Frusta, suo : notò i lo quali segno stesso XXVI XXII, periodico, prete Borga, deirabisso Baretti si scagliarono utilissimo Rebellini, frate Facchinei, era Àn- ; e Lett. a al luglio 1763.) È curioso, quasi a verrò ne chiamato Baretti, d*allora il stri no- M.] Bricconio^ tribunale. be' anagrammaticamente BaroniOf commessi, qualunque la questi me prevosto rubato aver furti, in dell'Abate bel L. — contro Agarimanto furti quelle suo 160-67.) cosa» Agnrimanto sempre nel Masi, fatto suo di de' tre* solo uno vitavecchi Ci- di o Vicario vari più poetastro Borga, «ladra testo e da tare sfrat- quegli alpestri luoghi, dopo- in mio d'Ancona era e certe fatto sacerdote tempo un renza Rive- comporre guisa, quando Bergamasco nel pag. e col che anche ^Questo di ^ secondo note, regnarono quel degnissimo sonettacci ; che somigliante del Ernesto gna, di lette introdotti palesano una state villaggio posto sciagurati al fossero def con l'avrebbono galee montagne d'aver di vezzo che papi, scrivere a superlativa la delle Borga, Leprenno, il in E tempi. il nelle o una successivi quattro testo come prosa, in mai Reve-^ s'imbrìacava non nel o eziandio cacciare e poi, s'ebbe sua prima se Paternità sua s'acconciar non più comodo, verrà che pecca di sdrucciolo, LETTERARIA FRUSTA strana s'aveva, verso vino ALLA erano le per stampe Buonafede, d'ignoranza sprofondandosi. (L. M.) in contro» preti o frati,e prete Vicini, prete Barbaro, frate che (FrtMta, XXX), ecc. cui E il anche nostro di"- prete queste clere 162 esposte, ad e osservarsi le tali da' lode sulla nobile E molti perchè libro darlo in ad luce, la accigliati^ sempre poeta, compose Pei' ^Vedi intitolato saggio di L'Ombra Peccato Si ^ che dei zione in di le senza mandare raccomao'* che sfoderi centra e e più fetide sette volumi Della Poesia certi sorabili, inecolle ch'io parole Poesia; a Ari-* sempre al possentis- tanto e rebbe var- Imperfettissima, oppure intitolato mente matta- di Pazzi cui di è di non essere que' Poemetti, di d'Alessandro (cioè, Luigi si lasci Signore da chi 1763. Valdarno non poteva ben aver dice potuto produrre accolto, » di nella Frusta^ cotal gente! che luce nobile lettore, questo svantaggiosa ereditare alla glese) in- Castiglione. Valdarno, al lettera che poeta calzolaio? Pazzi Nella -« di da lodare è non de (Wretesi Pope, Principe Gonzaga, scarpe Giuseppe Napoli, genio^ meritasse penne raccomanderà, Perfetta Pope don far egli Rime poeta dalle di crudeli Della uno quel garbato Fiorentino; simo di lode lascia Giuseppe fetta Pseudopoesia, per in libro un l'avesse Della i miei dettate guastamestieri. difesa sempre guanti ottave uscite dire, sua più pidocchiose accozzare, sui costume dedicatoria prolissa più abbiette, saprò in scritti signor Giuseppe barbassoro, durindana una mi suol udo signor dall'antiquario sommo ad sciolti somiglievoli si quante cavati dalle e filastroccole come buchi tutte dal oggidì troppo qualche un bisogno starchi è non dai e composti donne dell'Assietta e Italia: dall' immortale Valdarno,' molt'altri scire riu- tutta per versi in sonetti belle molt'altre da e di d'oca un di Battaglia Bartoli, un delle corto d'esempli, dai e tempo verranno Sempronio ^ uecessarie più cupi, poemetti di pantufole Corretesi fondi giumelle e in regole oggidi ignoranza, Luigi Godardo, sulle s'usa dai tratte molte Caio voglia che moltiplici di abate e da uno in modo dell' italica abbellate ad al le tutte spiegate, chiunque regole, scurì più da poeta un e diffuso a LETTERARIA FRUSTA ALLA APPENDICE alcun III. situa^ piccolis^ un parto (L. M.) che LETTERA padrocinio Simo Gioacchino della Viceconsolo, Crusca,^ mia in primo la luogo i lor fatto abbia la dedicò Vita Mecenatone di •qualsivoglia abate belle dozzine, sciorinare nel che non Rofeatico in il sciorinava ne che quell'altro delle ^ caccabaldole Il s'intitola •cademia, ^L*abate libro dei Memorie il Balbetti il quale già termina con quando mai lazione! »-L. ^Vedi si per cede peggiori Mireo quel generalato si un : ed Crusca, spannocchia al pelo transandatissima più Ac- degli il le tue d'un babbuassaggini, I* s*abbia Arcadi. primo memorabili chiude)*anno di riprove della nella che consacrato le di nel che T altre rìelVAdutianza aveva bilissimo stima- V Arciconsolo, ridicoli e anche anima quella fra autore, insulsi Istoriche di lo tatene trat- cervellutamente e sempre di più delle e prove un carattere suo de' versi modestamente Morei, più ^ prosa, archimandrita 0 capo in scelto prefato d'accademico Gioacchino, abate signor che donna gentil- una poiché predecessore suo carattere suo mio nel semplice la dissi, ad nel bene Parrasio Bosco ch'io intendentissimo molto vanno rimescere luogo m'avrò delle sa si Pordenone, Santa Gioacchino, come quali che di indicate date i rinfacciare Pseudopoesia, Perfetta foggia incorrerò non punto curato bussola, ha io potrà secondo regole arcadico, si mi certo in prima signor ha non Rofeatico questa a coloro, a castissima e delie Della •a chi a d'una yiniziana; pastore data quel come Mirco Nivildo, d'essi, né contenuto di Indirizzando taccia consolo, Pro- e dell'Accademia successore messer libri d'Arcadia, Sottoconsolo o quel a cioè, dell'abate ; Gtenerale memoria.' Storia dedicando col Amarinzio degnissimo 'd'insulsissima la di Nivildo Pizzi, Custode o 163 TERZA - articolo parole scuole Italia, intitolato : di « [A questo della Frusta^ Povera futilità libro Italia, e d*adu- M.] saggio Discorso^ composto scritta una dal con sua già la tiritera nominato più affettata posta in fronte Principe Gonzaga ad un stiglione, di Ca- goffezza di stile,digiuia 164 APPENDICE abbindolato sfibrato, al più scantello, i e in Firenze, ad le fantocchierie le castronerie fé, che che ciascun non dell'avvocato de' duo conti Verri la dare ad me prestito dal nominato già Arcadia sul Teda, di dosso che di affatto stucchevoli Pizzi dai ^Vedi e le del Discorso colonna colonna sotto affatto suddetto sima, Vedi le Note, molte Cittadino. a E conoscerà ri- * " delle Pianta, della tu la i zione, comunica- mia pilottata Gonzaga! a dicono Poesia, sensi. favore scritte ti lasci Storia. delle più incensare Godardi? dai buon i saranno* quali quella di bruttamente e Oh franceserie. le vuole, signor nutro pensieri, d'abbuiare curato ^ ch'io speranze e Ella quanto in prese e prosa della effetto l'anima fra passa Sogghigni affatto in sorgenti un come sempre focose le avrò frontispizi abate, stesso rintraccia Chiunque motto- per * de' sette dallo più, felici ingegni: quell'altre parole d'indovinello mo' che mia Per tanto e e Godardo: paventi! e ciascuno poste puranco di ? s'avrà versi, Brescia, Venezia, Milano tomo abate è madre Mevio E in parole di di intendere; di ciascun frontispizio seguenti magiche le « so mortale^ Ciliari di non avidamente ciascun Costantini con tomi sette da dell'abate che nostro, comprati, applauditi melensaggini le Firenze. i miei fronte frettolosamente essere testé di cru- le boccaccerie insieme signor Pianta letti,e sbardellatamente come più infranciosato fuor o in questi prolegomeni abbiano al e l'ippopotamo, Puoflfar LETTERARIA abburattando stiasi che gallicismi di FRUSTA ALLA quali colle il lo troppo non Principe Gonzaga, Il mio motto è allo stesso Discorso, cita Tedizione tratto sciocco ha abate inteliigibil testo intitolato dalla prò* d*ua 11 Letterato pagina ventidue- prima. Note prima. Si gl'infausti auspizi del fattane prefato pagina in Nivildo Roma ventunesima, nel Amarinzio. 1776, LETTERA Tant'è il io ! di biamo fatta questa venuta la più che parti, onde minimo che si sta schiavo sono da che dob* sia. fin ne mi le mi fioriranno, ch'io dice notizie, beneficio a di Signor Pianta, opera. volere. non a suo le dica le ammucchiando volere ogni, in permetta miracolosa da verranno trasmettermi a ad fido eziandio mi che rose, Ella grazia e evidente, squisitissimo soverchio benemerita d'un ; e e saran intanto. su' per tanto una riesca s'ha non alcuno venuti Se indugi non tanto ad sono mi ed proverbio; capo, mi Basta! ette. «da Tidea Italia bella nostra bisogno : considerando bene, augurarne maravigliarci peranco aiuti negli le che infinitamente ora il non posso bisogno tanto libro non 165 TERZA IV. Di Visconti Giuseppe m'ha Ella dicendomi bistrattarla! liberare un col volta in Carpani, ch'egli una màladetta guerito con pigliare da ch'io non intenda de' posso di vomitivi issofatto al dire medicina detta suo dose, de' indotto fu cui malore non ed ; me dottore. dal cacciarla marchese. sa! Di an- d'essersene molte con paian buone, Chi a la appoggiò quant'esso. Tant'è, a n'abbia n'ebbe tratto un pigliarli mi a iersera m'assicurò vomitivi a a tornata ? Parlandone che e' se abbia bastiano, Se- signor pur non Non ? sempre mila millanta è l'ipocondria Vossignoria per marchese nostro lancettata, una come Possibile una tratto data propio Franzi. Sebastiano a che Ella cosa ragioni, comechò questa dovria nasce gione ra- non cosa dirla cosa. 106 dice proverbio: il FRUSTA che forse e queir Eccellentissimo a Se frivolo, statami Ella là mano nella della vi Avvenne Carlino trovò con tu nel e in forse lo di fors» aovel^ quando non chia-- che teatro certo un attore della grazia in cosa della rima,, tosto a ch'io ohimè, che da trarrà E altro che ipocondriaco di si è già è la un marcio Nettuno, »«"^ io arrovelline si raccozzarono a in stesso! su' quel prete nato cagioed ipo^ attempatotto, tre posta, e bastiano? signor Se- Affé, le " " novella, Vostra, già bene lei, come gue- Ohianò, « il ridc^ sopram^eato? in vi preti vecchi Signoria prete chino l'Arlec- sogghignando, che i gnerisce Andatevene questa questo, sarà Ella raccozzano bene dirò tevi abbia- sentire dolentemente versa vi s'egli non e come «e tempo. a sando pas- e v'avea che o punto* detto quel ridere.... sprema Arlecchino Non qualità farvi caffè, esso, né potrete, quel era venne quell'Arlecchino sono ne un condriaci. di non prete; poco Italiana; Sebastiano, Signor i] sugo in l'ipocondriaco, interruppe gli che un con l'onesto sovente Commedia forza quale Fate € in se quasimente, libererete più quanto sere, so cosa, d'indosso. ne ve non novella) chiacchiere in gli rispose gravemente fiducia la prete, dal scannava cacciarsela potesse tu, per entrando s'usa l'ipocondrìa come si-- sarà una dich'io (e qui comincia a ed : come e Parigi, quale, paresse^ guari. Italiana^ v'è vecchio un conosciuto risce dì un si dove, le di che premessa gliel o Commedia il avrò ha dire, le l'Arlecchino. fa io, " a permettami, altro, un non città Carlino, nominato gli quando inteso come capo" pensiero nuovo nessuno, faccia raccontata avrà abbia, conto gnene più sostanza, letÉa in porrebbe suggerimento, o cenno, farne non Sebastiano, gnor di da e il cenno qualche un questo però LETTERARIA Vossignoria* di vantaggio « ALLA APPENDICE che punte ed di le tre sui tridente esattamenti^ Parigi. Ella LETTERA faoeia ascoltare cioè, ad Arlecchino rirà al modo dunque di r tra nel siamo Inetto driaco! delle non Ella di faccia il nel scacchi, bianeo, e la nell'aver d'un nel alcuna volta delle lo di iosa: sa molte dire più dire, più di ripoeondria. Ecco a chi dica solo in Domine ne conosce non me di coda si in a è un dire. Ma dove ho reverendo, l'aspettava, che che fatto cappello Sigjior mio, in tutta ; cioè nel un dire ma per mellonaggini più dice, ne e e ne del- prete va a debita per vecchio un lecchino Ar- pigliata, verso. torna il signor Seba» volgermi a non ne per trovare conosco un pur Milano? quanto nemanco sul Arlecchino, io d'un frizzanti; dello volta, mi dell'arlecchinate, tutto lepre qual guisa la faccenda un'altrja no^ ipooon^ vestituccio acute, guerire sul l'essere arlecclùnate vuole, in dire, a dirgliela per e tu, Sebastiano, cintola? a pigliarla pel diritto Benissimo stiano un vive, fatto più atto vuole indosso scempiaggini conseguenza chi che delle chi vale Inettissime I legno cose colui, sia e di sai musica? ; cioè Arlecchino, fiato,consiste più la portare con* rappresentano in dal commedia? alla intendere, signor monaco fusberta L'essane Qo! si " proibisce qui carnovale; vecchio ad dietro non mi spesso opere Inetto 1 consista a di non e sovrana ! Ma prete suo. cagionato panacea di non si una essere dell'anno, che se il ridere invecchiti di l'abito che sia giunta prete E gne^ Parigi guerl del voglio credere, che l'andare per teatro, qualche un contr'uno, ch'Ella ! Io preti il mio Milano tempo stro de' ipocondria che stizza Arlecchino, nostro un di esempio, appunto come E po' suo d'un parlare Dieci prete; vada, si possa sovènte il prete di come istruttivo questo più buon quel benissimo, replica qui Vossignoria, Benissimo, il fece parla. quel male, senza che quanto quando 167 QUARTA che diavolo uno in tutto per sant'Ambrogio mi quanto die' Ella? Milano I Non Non ? Questa conoscere 168 APPENDICE un Arlecchino in ogn*altra città in signor naso, giro un una mezza ci abbiamo del faccianla gli vengasene di e questa anzi finita, botto e sul fare a ficoltà. dif- ridicola non addito gnene dozzina come occhiali sua se una tanti, e Appicchisi gli orecchi, intiera, prima passi. cento ! Yed' tanti Pure, I rimuovere perdere fatti LETTERARIA n'ha mondo parole. dozzina, Ella là Sebastiano quel frate, signor dolce? Che Frate? Quel Frate lo Si, e Branda, Ebbene si de' s'abbia vuole, di chiuso a una, mai, stata Scuole ne non l'essere dir sa vivo, sorte paura Rispetto Arcimbolde si G. B. sentirà come al comunemente, che Arcimboldi, patria in veda si le aveva ! Delle mestiere nel parlare. nella Però categoria signoria Vos- Onofrio Lettera dal da abbia non Frate la frate che essendo mellonaggini, mai. reverendo confesso cadono che v'è quelle cattedra frizzante padre Branda, chiamavano valle e del non a poco sua non manchino gnene il escono escon posdomane frizzanti, troppe, delle pecorelle quella arlecchinate Op. cit., pag. una o da gli Vossignoria dojnane acuto e le lecchino Ar- Brembana* arlecchinate le misi chia- un per Valle la Se belle scempiaggini *È che ^ Onofrio, Vossignoria a padre Arcimbolde. frate o tre. a vive, acute, quella unica e te le sciorina Onofrip Tonti, do ruto petto- e è il Gli beine. Scuole come due, vadasene arlecchinate * bocca Arcimbolde; padre delle lo io più Arlecchini, continuamente frate delle maestro piano, sant'Alessandro? molto conosco prodotti mai, poiché a di Chiesa la lo piano quel padre Onofrio, : come cammina verso vedo, Onofrio che là, pettoruto, di dove onde Sta', sta' mio Milano, Sebastiano, meco, Vo* FRUSTA in perdianci non ALLA I. fondate nel Scuole — di nome n'ha gnor monsi- 1609. (Cfr. 216.) (L. M.) Bergamasca, d'Arlecchino. riputata essere la vera ed 170 ALLA APPENDICE fetta guerigione pure una del mio LETTERARIA impossibile, all'arco corda le posto a condurre s'ha cui in ho labirinto, le per da trovarsene e sé dello intricate poco egli Arlecchino, il bandolo mano par gnoria Vossi- potrà altro un mi potrà non Non suo? trovarsi, esempligrazia, ch'io che Sebastiano, signor quasimente cosa un'altra porre FRUSTA eoa spago, di vie medesimo ora questo- più quanti n» ? vorrà di uomo un pasta appaiato m'aggirassi è questa in una bocca anno un belle Arlecchino per che s' io tu' il senza sona aiuto non d'essere degno delle Scuole Arcimbolde,. queste nostre viel maestro pappa, a che altro un quel padre a vedi signor Sebastiano, grossa, rinvenirmi sapre' s'io il risponde Vedi, bisogna cucchiaiate, tu pure ch'io o Tanfo la me mi ^ metta dell" morrò fame! Pulcino nel che capecchio, tale riesce mi Vossignoria . di tutto bellissimo quel del Triulzi che balli Si, Lo Ah, punto! lo in il fare Gli sguaiato, nella comechè dalla d'ogni mia fuoco credereste usata di atto il conte le conosco quel mie Franciosa al di stilo toscaneria, Bum siulti Toscana spiritato; ingenuità, e' mi e e nel mano, chia- Onofrio Branda^ tutt' affatto diversa nimico il quanto dagli occhi, dei d'ogni d'ogni toscaneggiatura vitant la per arlecchinate padre ò altrettanto conte Verri, com'altri maccheronesco, iota mani. Pietro delle Verri. Pietro propie conte dire per un 11 colui. Nominate butta Biblioteca della in e Verri, toscaneggiamento, currunL nel il maniera una amico. E' o d'ogni scanesmo, è cioè cede in di piede, quel Verri, l'Arlecchino, genere s'esce colÀ minuetto? quanto Ebbene: di punta vedo. conosco che signorino, Ved'EUa Sebastiano! signor se l'ho riesce pur il contraria bocca, a doppio e tamente sfegata- Verri Pietro conte dalla n'è in vitta, al bava frate to*- tantoché dire e l con il la triplo LETTERA Arlecchino più Ella che e' si quando Demetrio.^ iscrivere per nostra ne Calabria, nedaro, fa mestiere cioè dinanzi Vocabolario si della tori buoni ad molto mal fra fatta, hanno co' andare Fatta numia i vere libri nostri bisogno, perchè Ciaccia ha cominciare a' dì *? tempo rendere per Foglio in della ' Fazio la conte Lande da degli titolo di è libro per elle un lui^ * scrittori e fattili Verri nello è, di non se agli «cri-i- biano s'ab- parole effe un ri^ dirà come del meno una cosac- antifiìosofi, della quale in paese,, caso bella nessun l'alfabeto, giù trovò il valentissimo cosa, quest'altra più bella, lingua chiara intitolato, il Vedi necessaria e nostre o non goffi, di titolo liberti. le Cadmo Verri. airartìcolo Dittamondu bottega, immediate cosi cento gambetto, Pietro questa certi Pietro il minimo nostra periodico, Milano questo era che soggiungerà conte eke, di 'Detta secondo Dittamondo quali importante pedanti il nostri. a' volte un o fatto dal cominciò lingua sciocco lo l'ortografia mai dagli aeriti vilipendio, poiché importa non da quel Vocabolario sommo quella più, inventata nessuno sino di ette un al legale, di il conte in avanti cosa, questa circostanti della all'aria. nodaro, avanti attenti a tratto un in gente d'oggi: ceiito ferri quattro la fondo forma in come di Toscani, dato che in di Caffè rinunziare nostra s'annovera molt'altri con milanesi degna e la sentirlo quivi, s'adoprarono dacché al dirà sino tutto perchè a nel guisa, notaio un voci sino scrittori quegli insieme a quante scritta, essere di prima cattivi, e in dall'Alpi Crusca, raccolte sono le lingua nostra intendere possa Verri Pietro nella ? Gorra letteratura acciarpando conte incappucciato. Yaol Sebastiano signor sta Il TArlecchino non accertarsene, 17L QUARTA il pubblicato e più come rimarchevole Viaggio d'Italia l'ambra,. per dei alcuat quali di monsù Milano. d^un'opera Il conte Verri autore d'un in nel versi, composta da un. "^affè ha sbagliato quel libro. 172 ALLA APPENDICE fa mestieri de' ci non vocaboli e con -e degli schiavoni; tartare, curarci senza questo da ognuno suo capriccio, dosso. al Ah, di "ìipale, massiccio di inteso, sentito non le se riderà, tornerà Verri non Verri, faccia di Cleopatra. Tiene a E se ridere di nasciatamente, probabile, il più oltre sta sullo busecchia •oggi. Io buon guerlrà scocco, le io Sebastiano, né farmela ho tanto più il conte come il conte su sandro Ales- due con delle una dita, perle signor Sebastiano mio suol si egli probabile, Vossignoria con a e piccin piccino, pigli dell'ipocondria l'avrà né e più più né dire, sga- che non che meno parigino? signor con I E cui a come o male ferro, perchè risa mostrerebbe cuore, è di sentirà la il lecchino Ar- calibro, questo mosciolino tratto un non prefato prete Orsù, ti come più sfasciare a di mai, non e eco, mostri sfibbiare, una loro a Vossignoria infinite fratellino suo subito la non dice ne Ella una quella bottega ridere, quando a ; lingua una si fanno vuol mascelle le dalle sgangherino e Pietro s'abbia bene libertà religione arlecchinate poche della Verri, pilastro prin- di a considerare, tanti ? Quando ascoltato e alcune bisognerà Pietro Demetrio messer sviluppare I Lo saldissimo e universa!^ a una pure conte mente universal- oggi farsi e ticchio, giapponesi, ubbidita tanti che anzi cosi, quel scopata in deve il e il secolo è degli arabi, e veruna scrittore Sebastiano signor cinesi, con tedeschi, tocca ne legge secolo modo morale, una se bene vocaboli d'autorità dotto e ostinatissimamente, e veruna può fa de' greci, e ciascuno nostro cosicché politica, di e avendosi mente, ?come un'acca pilottarla de' malabariche, mai di con eziandio, ed e ricevuta, e quindi e degl'inglesi, e de' turchi, frasi non dimenticare sparagno; senza a LETTERARIA franzesi, com'egli •e di FRUSTA additato per troppo un voglio città, che la vorrei non fante bollire. avvolgermi l'ora mi del pranzo la guastasse Dunque paio d'Arlecchini, basti uno per cru- LETTERA scaio, e l'altro anticruscaio, mai releganti Vinegia. lei A Provi di scono Se fermo faranno, di domane mondo, questo perdersi di mio un tosto ed tardi, 0 applichi fuora ordini per Non in che, sarà caso n'avrà se fknna non tal un voglio- è: qual Verri speziale quanti lo il in bisogna non poco. il medico a pur rire mo- quanti più recipe vuole più argomenti l addio. Sebastiano, Addio, signor cioè, Vossignoria e per che degli altri; male suo tengo gliela traggono,, l'Arlecchino Il fave! guaridria. ipocon- com'io non pensiero, e troppo incurabile, 0 Se la se malnata sua milza, ributtarsi e Branda l'effetto, addio pur della trovarne coraggio r Arlecchino quella gnando. abbiso- altri, veda desperandum: nil nasconderle però e di di inelegantissime questi due, meglio. tanto le o calcarono non degli male, suo meglio i trovarsene gliela traggono vedremo sa, tocca intanto quel che Parigi, di scene 17^ QUARTA V. Di Tommaso Bravo che ha bravissimo il radi che beate e Perelli d'astronomia altri farsi saputo suo, *I^ Pbrelli a il nell'Università lo a di scriva il notissimo (1732-1803.) (L. M.) era pieni le così monsignor scrofe Il Pisa. col l'Ordine del- Generale voti del Tebbro, aretino, professore^ dotto un Buonafede,, Appianò beatissime (1704-1783) Baretti don padre eleggere Fabbroni.^ Monsignor Fabbroni doppio b, Angelo poi, non Fabroni tunque quan- può di ser es- Mar- 174 APPENDICE ch'egli s'avrà ^ra i avere 'ohiesolastici rognose farà non è ALLA ! Se per quelle a' di festivi^ lampanti, occhi le si iione di papperà la strutto anzi la Paternità Delle a che novelle vita; ma Quel più Il da per perchè Ma riserbo fu Fiumicello * Città nel ad che regno qua' I Di povero, scorre di eleggersi alla Napoli, di molti? a dove Generale, loro capo, s'è rubati un il ? egli è Oh, più Ma mores! o imbecherati Gli mia Buonafede mezzi egli ! Celestini! grossolano, per egli come presso il ha ha gli molti più quolibeto tempora, diavoli Gli dove di sempre * -concorrere ? trà po- sentita de' Quel ! scorselo a loro? accoccarla quattrini in Di ? si, gli sconsigliati patrassi Sulmona* di arcifanfano •de' indurre Mo sotto Tho non più 0 tella vi- Fabbroni ìscusabile abbominevole! di umanità, parecchie conosce lottati pil- ben che tanta generale vizio d'ogni egli potuto •conciliabolo lo che ghiot- quel ; e, monsignor questa, con grasai fervidissima sentite fatto chiamato ricco scandaloso, più loro di ciascuno notoriamente com'ha strana Buonafede Buonafede, Malafede n' ho i reverenda, quella ! Oh eenti Inv- ruspi d'origano! e sempre io scudi stufati gli gola posta scapulare strane una giammai! lo paolo notturno volte tanta sua mezzo d'agnello e d'aglio gli ribollì sotto arrosti burro, sua peccato- saranno il quattordici quella contentare asinità, peso, che gli e ch'egli ora ci dimentichiamo ! Né col o sua, a cocolla, di che abate, alle un e qaell6 quindinnanzi saranno fragranti satisfare vale, E' esse, donare gliono so- sieno o per Tebbro, feriali, minestre, con surrentana che dì gatto saporose collo che genovine saranno come a' usava! come del Altro baiocchi tre e abati? degli tanto semplice era rognose la come militari, faceva quando non gravida, sìeno tatti, mastino can Reno,^ un brodi il ben crumena generali del l'abate racco la LETTERARIA FRUSTA del $per vito sercon e' n'aveva impossibile, sorcio salvatico, Bologna. i Frati quando Celestini sogliono n^hanno bisogno. LBTTBRA la mercè -gliene portavano messe Gli [via] quanti cogli altri e ~tinio? No, che altra ogni ha egli abbacinati sa tutto Torbe, 'Comacchio; d'una dire d'essere è non furfante un Oh elettori al celestino cacume dì quella porci, che in inona nemmen quella virtù intorno, copre di schiuma bricia religione ! Scegliere per d'un fior un scrivendo, voi aveste da dì ribaldo distinguere? incappucciati ! Ma un operando, sentire, lo sapevo, ciascun vanno di fior e occhi stume, buoncodi ombra ribaldo fior un lando, par- ribaldo dì ristampando! da leggere, Monsignore, come giorno tralignando più corrotti, più discoli,.più ciechi che m'avessero a riuscire e s'è mostro chi stampando da Ben filo di avere riore supe- mestiere, di morale, secolo che primo Generale vostro mezzo orecchi non dramma fior di ribaldo un diventando imente dì che meno non fece che tanta scelta, vostro canaglia, Sul- di con infame Creare d'onoratezza, omai corso cotesti di trovato una un di sinagoga regola vostra, apertisssimamente, sempre senso la lere d'estol- fratacchioni potuto, sìa sì ad opporsi fratesco? ceto uno Non da voi tant'obbrobrio l'unìversal pel di frati! di mascalzone maladetta vostra rogante, ar- quel calibro, un s'è Come uno di magnitudine, smisuratezza? •quella brigante un bestiacce tristo come, il Buonafede v'arrossiste non un questo e sapessi, non ignorante, di gli avrà le bisce: Oh Noi spurio, Forse e Gli principe negromante, Come come fors'anco e se disorbitante. malacci! ani gaglioffo volentieri, pedante un serpi prestante un non se i vino, ? Poh! un comacchiana? pescatori scru- soldi. suoi non se rampollo, un quello ch'io credere' il dello senza avere è non s'incantano come invece •e di famiglia incantati è com'egli a tempo fulgore de' natali col vale il le col- abbindolamenti. e potette, perchè puossi non che rognose, procacciarsene sapeva durante il nemanco prefate raggiri tutti derrata, le frateschi egli ubbriacati ha dietro foia tanta sua 175 QUINTA tanto audacemente della 176 APPENDICE sfrontati, oh da la non Cristianesmo in I In cadendo ora Oh opponi ; anzi ai di ribocchi intatti baloardi, co' da in sfrontati fare iniqua faccendaccia! la de' nostri da governi, peggiori, che e vogliono il mondo cattolico sbaviglia e fiemma, e fecero. si E di tutte più più fare col che fetore Una di ci scandoli, rompe libererà genia, oggimai e a il ma non far ogni politica pazza frati: il soverchio che col pur più letame. nichilati. an- anch'essi, dietro a l'altra^ più infradiciandosi, lezzo d'ogni loro imputridito s'ha empiuto si tratto di Che fecero no, più invecchia- tanto ad di quanto ; buona già secolo tosto coperchio un ! Già sonno: finalmente proverbio il soffrirli mezzo una dì ogni furono così, e cecità i Gesuiti fraterie, che l'universo tanto tramanda! fare, gendo distrug- Anche tutto. ? Che questa tanta lungo altro imbastardendosi, vanno ammorbando ceto, paese di e la a dal Un più pure pure continuare s'annichileranno insane cotesto del n'avvenne Celestini loro diventare scuotendo va sveglierà che I forza si signor Mon- e' s'anderanno scorgono pur tora tut- fare, modo a fine frega gli^occhi. si e li che se numero- più discoli, sempre stessi, malgrado sé sono ti battono piedi, s'andranno sott'a' rovinando e fin questi quelle che rimescere Alla terra da tu pochi campi E ? che sciagurati d'incappucciati, sempre Lasciamogliela ! zappando cotesti lando. tombo- semprapiò lasciamoli ? Ma parti tutte più corrotti, sempre Calvino d'Ateismo, e lasciamoli mio, i pensi difenderti tu che del d'ora gli argini, sono d'eresia, da voi fogne sozze sommergere e Deismo da breccia questi di Taspettava,. me v'andate quali fiumi quei Lutero quali artiglierie di in ! E d'inondare, lasciatici buche scure santa non fede, Buona- dignità principali ! Oh pure Appiano un questa mai quali Roma minacciano i Monsignore, digerirò LETTERARIA generale scegliersi per questa, questa FRUSTA ALLA e ogni loro cosi altro, bella membro verificherà la che loro- tanta nostro- tosto,, ruttela cor- transandata a avventura dare degli frat- 178 ALLA APPENDICE dati chi la all'anima che meno in dalla proverbio, duopo E l'uomo die sempre Ella vorrà ed garbo, con dà nessuno il loro il su' il tetto, fianco destro scherzare con le se il tutte Napoli, del e che fare il o piegano alle o villani loro immagini che sono né più il il cordone; Fannosi veramente non e le e sino poveri? No de' colate, ciocdi si vivino rav- loro fa-c* frati? pe' loro bacia in sono la pic- forosette, terra, tali le e nell'ascol- ella più riputati, di chesi mar- e loro innocenti a meno del e l'altre fa non né spesso fatta e formano s'in- e mostaccioli fratile, santi di l'anime fatica che ginocchio dei de' danno benedica le fiaschi, e pellano scap- e conti n^olto loro, semplici più taumaturghe. sciaurati, salute, onnimamente lembo, i numero bassa, si mano, onde peccatucci lo anch'esse della gente bassa, ^ente manica, ciol la E cenduole. La i convivere, di Dio sotto al i ricchi buoni dolcezze, curanza, non- l'averli strette Spagna, rinfranchino flemma con de' fugge, di e gl'inchini, loro e di tabacco cent'altre si e tare confortini, il e che donne, mandano rughe, pasticci, de' e Le amore, li mensa, loro fossero loro quante. dalle guardi grandi loro anzi il ricettarli alla fanno e giti, sfug- e con spregio confabulare, I siepo sono nessuno di compagni della paternità e vergogna amichevoli delle sovente a E' trattati e segno loro. esso sorridenti che ognuno, reca via, per negletti, e e poveri. i frati che Giacinto, cortesia; farseli classe Dominel da incontrandoli, loro de' minimo si nessuno gozio ne- registri nella spregiati, infinita con bruttissimo ributtato minimamente? ossequiati ridicolo; negletto, spregiato, ridicoli, e ributtati riveriti si nato cagio- l'uomo rendere poco male peggio quell'altro dirmi, signor minimamente e di aggiungere dell'essere sfuggito, il quali Dicesi consiste. come quello è povertà fa che necessità, nelle tre queste principalmente povertà vera al da LETTERARIA FRUSTA s'usa come e moine delle a davvero! donne ma- quegli Ma, LETTERA c'è né di sottile, che n'hanno non che anzi volgo veste, e chi suoi s'abbia né punto, Eh, mai de' beni venire per superbi anzi ad vale isdegni non Fratelli, •che pretendono d'uomini, •antico di la Padre •basta de appellativo cotesto né trattane cosi non tampoco né verso, tanta parte lo e fu fra venne E' assunto frati tutti lo tratto un ad vogliono non sere es- l'appellativo é pur da che che uno, pur tutti, come classe veruna che gli appellativi. oltre ab ressero quali giudicarono spingere onta, Frati, Questo i a recano sappiamo mai prima. chiamati Hav Padri, della essi si che, ci snocciolano grossa mostran l'esser Romana, a' trà, po- diciamo, e quella de' Senatori, massimo presto ogni umili, chiamato? iure: Repubblica il si non sibbene ma nione, opi- questa una punto, Fratelli? d'esser appartiene più s' hanno non debbesi non non per vieppiù oltraggio, quanto baiocchi; grosso, scarti Luciferi, quando tanti come pure tanto corte, quale quanto d'esser menzogna alle e somministra! assicurano seconda una pure £ frati mangia, di panno Giacinto, all'altro adesso Vegniamo i riccliezza la ; chi povero, alla che fa chi voglia, quantunque stravolta e sogni, bi- però sta, che tutto di chiamar poveri que* che •quando bessa pur chiami più si cervello del traggasela è chi signor de' rispettato, piaggiato, è in categoria, il mai Pensi danari lo poveri voler senza fatto privo con a povertà, danari. gonnellaccia una poco. ch'ella tu alcuno in annoverare chi ufo; a della nell'avere de' l'aiuto una conto per il per indosso Jiassi posta, ancorché tu a sua senza molto, stassi de' per perchè chiamar consiste avere cose e piene, non a alloggia e in avuto e cianci e borse povertà nel che i fatti bene la l'idea sensato, in- e cosa: marciaforza a le alle mai da cosa sciocco è badar esclude vuole mortali persuadersi, 11 danari mortali farlo di verso molti de' :grosso de' grosso fargli distinguere di avere que' il Giacinto, «ignor 179 SESTA la quello E non superbia 180 APPENDICE quanto se s'hanno la nudo Padre, Padre vicenda frate, di Padre di Provinciale, Sono eccetera. dico di Padre Sfacciato, di simili. di Padre Padre titoli Padre Padre Asino, simili, massimamente ciascun della sarebbe s'avesse umiltà, ruberanno del sinattanto in mi dalla somma fastosi sarà sua, gli e pur e dirli pomposi, col lo anzi e di il signor Cane,. Porco, e- di sta Que- avere. dell'ottima,, che i titoli sinattanto* Colendissim^o si chiameranno magni, umili, perchè sca, Mo- naturale più come- degli eserciti;- gli appellativi impossibile, e- appellativo o condottieri e tone, Ghiot- Padre stanno; come Reoerendo che Padre^ Padre sinattanto che di Padre titolo buona, stessi di di di della sinattanto superbia Barbagianni, per staranno testi? co- Manigoldo, quelli potrebbe il Cielo; chiamare saranno loro Padre tal Ma finitore, De- o Padre dell'analogia e di esempligrazia,, di Mulo, cristiana! gli appellativi Santi la Padre umiltà Goffo, Padre ogni di di anzi Lucertola, se veramente i frati di Padre come soglìam e' di cioè, frate, sì, di danno ciascuno,, molta Padre umiltà Padre di Padre quadrasse; di Pidocchio, Lumaca, di Impertinente, Sfaccendato, si lendissimo Co- eccetera, eccetera,, sono di il Visitatore, o il Vicario, sarebbono, Ignorante, Sarebbono di il che Pore e quelli Padre titoli e d'umiltà Appellativi quelli ai io: il da a Generale, o appellativi Mainò, somma. Passiamo di e Reverendo, beccano Preposito, o del conio, ch'egli si Superiore, Guardiano, 0 che frate. sia non o di tal che e quasi 1* Osservandissimo, altri essi, al- andare Molto e i tanti fra Padre e Padre assai mingherlino Lascio sé. per Reverendissimo, Priore, di il e e sia di arrossendo soverchio titolo stassi Reverendo, dre a di come che Senatori, appropriare e rimbombanti, e quando scarno LETTERARIA inventare anche magni FRUSTA que' superbissimi spìnsero voluto tìtoli tri ALLA e e i titpliloro rimbombanti,, Giacinto, i termini venire^ implicano ad LETTERA modo Ogni l'altre da l'altra nò babbione, tanto della di sta le quanto star tesi per oggi frati, o eh' a che io sono servidore. buon sono sua dell'umiltà, e i tra Mil- cominci e sano, povertà casa la bastino ma ; di più manifesti. provare fondo intanto sull'articolo l'una, per a capo Faccia poche. ricredersi de' potrei addurre falsissima queste né contraddicimento un ragioni falsa 181 SESTA VII. Di mi riuscite modo scrivendo, dica ad a Questi che lettera; al «he e un' essere io due voglia col le di Che male; sappiate, immensa col il Baratti primo veder secondo, quale soprattutto espressamente, i in al in che voi il mondo suo consigli averli alluda re, erano più luoghi a i Vittorio fé! io Ch'io le mie nanzi in- pure gaglioffi privi misan- mezzo inventati ; ma sé stesso e consigli che Amedeo rivolti, come della detto, fatto, tirerà di voi ogni pur sappiate quel pratica ad mia per lete vo- frati; avremo essere che par messi l'avrò ve bene deve mi insistendo caterva ad de' pensi Nessuno, continuerò nomi ch'io quando noi? dica non Infatti, caso. buona Ma leggendo? ch'io ragione, *? voi e bene, opinioni, di dica. vel voi Vittorio; importuno, guadagneremo ci don quel quasimente ch'io che dirvi a ^ Savoiano. stuzzicate, signor costrignere mi Buonavoglia Vittorio DON A Voi Bastiano lettera. di non alla dà sua nella Savoia, è detto, (L. M.) an- 182 APPENDICE tropo che ALLA sono, canuto scrivere il senza le pelo mio satisfare questa vostra battezzare che i frati villa questo casti, fondatori che soverchio sieno per loro l'intelletto ogn'uomo puri ' *? ed tutto e sia e rigido celibato, sino di Francescani quattrocento e hanno Roma, frati, e j stessi e peranco e che, gran non vio, sa- convintissimo^ il vivere conservarsi della lor in in vita, faccia un quello in cosi chiamato, situato reso buio. caro; uomini tutto sopra- peranco convinto all'ultimo in quelli ogn'uomo che il tanto sol- secolare hanno non mio agli impossibile immacolati Convento annoverano conosca, rità ve- non libertinismo, Vittorio loro dell'abito, l'amore ingarbugliato don i che sono che da non cuore, imamente vivi, negate savio, egualmente e vegga costante del virtù che quello ciascun ufo, a struosamente mo- regole; da segreto ipocriti^ s'abbiano evidentissime, tali ; soverchio e parte tutt'ora superbia vivere che, signor Gran si di onn la d'un la dolcezza ogni si di là tampoco quali ai di per né sono ceto, sradicata del panca numero gran primitive fossero se troppo maggior loro al cospicue, il comodo esser loro quelle eredipeti;.che dalle ammesse non all'ozio, che derete an que' quattrocento» ignoranti la ed troppo si in si^no vorrebbono, vengono del non a di voglia quasi a grattando a* di nostri abbindolatori ovvie, che desiderio, voi patto chè per- scioprato^ tutto ho ciance stanno sieno germinati ma solo mie deviato si col e ch" speranza bizzarro che d'un Contuttociò, del vostro dunque mutare di ? pure richiesta, si di omhra nata sono queste d'essi sfaccendati; sieno anima che cerdote sa- Araceli.^ in troppi mal un' quel siete. A prohahilità ad caprìccio, che che Senza fervida perdigiorni, Che minima a leggere lassù la mia questa a immacolato giovi voglio poi ed ? dairessere cesserete non presenti cose scrivere in voi e LETTERARIA FRUSTA e che nel quale al pidoglio. Cam- nondimeno si virtù una seguire del tutto cosi dire frati, non senza che nell'anima e che Adamo nel cattolici i nostri che che tu cura, gli che que' governi rovescia sì durino più spregevole del è peranco sente degni infinitamente d'impedire stato uno voglia nostra un agli di forza la che un un uomini sì che inetti e tanto ad lo d'animali d'ogni più nefanda Possibile dalla o un modo alla che individui tanti comeehè scegliersi plasmasti anzi moli stinon ogni avesti, quando pericolo, quando dabbene, risolva Damasceno? ogni quando Italia, mentecatti e ad quegli di opposto tanti rati, sganghe- frate diametralmente togliere branco si sì può, misericordia nostra Papa che si imbecille; tanta alla valore, vita dal tua mettere, per- done piglian- ? Come irresistibile mandare quel Campo specie bruttura, la tanto peranco giorno tutto può, intenzione in del peccatrice, di Principe imberbe, quanti all'impazzata, faccia si dì prima permettere che di peranco da il a che può, assurdi, omiciattolo, tutto si sì ostinati, peranco Come tutt'ora loro quell'impetuoso naturale lume mente perfetta- anche così operino loro bestialmente si Come uomini del di irresistibili Provvidenza! alla ? stimoli sibile impos- è continuare frati faccian ai che tutti e pur ogni che Creatore stesso Damasceno: si Santa così non uomini gli sentano fomite? gli tutto cacciato fomite vogliono giunga con- del il tenere loro Campo governi si non gli altr'uomini, dal nel riuscire a egualmente miracolo corpo mente dovuta- indubitatamente, sa tutti a viene chiede ri- che possa intemerata^ queir impetuoso stecco plasmò lo impronto vita, quando tutto continuo un che vita, Ogni matto, bene, meno a del castità molto sa di abbominevole, angelica! si perchè genere ed una lo savio, un ; di genere un ed sciocco ogni sovrumana sozzo ad per ad permetta d'abbracciare omiciattolo 183 SETTIMA LETTERA bile visi- damo quell'Atu non della sicurezza, d'essere colpevoli d'ogni più turpe immondezza? 184 APPENDICE Ma, don caro in e il Dio sommo diritti farli Vittorio, che siete un si confarebbe se ve dà ne me per in l'animo, v'avrete prediche ch'io la il trattarne mio, par sono di quella lista, fatta della abitanti degli che classi, Se mi quella del quale più ed anche ^ di Dio che lo tondo quella ^ di di numero Cioè di diciotto le stati Re nelle mila della di Vossignoria loro rispettive mesi ? abitanti secento di quella milione, un frati. sono cinquemila e alquante il paese monache, Toscana Sardegna. poiché, vanno (L. M.) bitanti, d'ameno poco contare stro, nocome migliaia numero senza dando An- secento più, contenendo, il scorrerne di- mill'anni. quasimente frati; mila monache del ed contenere ventiquattro lista, gli milioni da presente Granduca, gli dì quelle tanto ogni milione, prosperi ogni di quaresima; vivere dieci di in più, altresì debbo e proporzione intieri tre a dunque, molte, si ricorda vero, dico mondanaccio da a del voi a Fatelo in voi, a nondimeno un mai saranno il parte più puntuta, prossima divisi cinquemila qualcuno contiene, che dice questa con ordine ascendono piccola provincia anzi sarò Toscana, lista ad m'avessi mandaste, mento, argo- sua sangue, morale. Vittorio, per detemi conce- doloroso penna di a colpo repentino v'avete nella non se don signor bene, parte e mortali, alla che non alcuna, efficacemente, Or che predicare a non e dere ren- a voi, esempligrazia, I A meglio, assai chiaro Vittorio, si mento la- un è pur un d'un ribollimenti buoni e don santerello, mezzo begli i vostri Deh, qualche a mia della con unicamente l'altra srffaiie piegarsi savi morale ristringa lasciando più energetica tutti e del mi che in de* meschini sua? m'esca perderci peranco cervelli deironnipossanza ch'io in che vuole non ragionevoli politica, A ingolfarci inutile, quando storti gli tutti e che a rammarico un LETTERARIA FRUSTA considerazioni! lAgrimevoli che ALLA l'altro secondo al di là 186 culatezza la ma bontà male, un diabolico? molto doai dal degli uomini quella vita celibato così ricaduto mio le chiavi nella onde mi Rientrando facciamo un enorme spesa, mila frati quindi quel nella po' il conto, don il che richiede sotto avere tanto adunque danno, in nesta fu- prestezza al Die Signor ch'io ecco sono teologica, delle verità in capegli Fogniamo, frate di che Signor tutto richieggano dell'anno. quel frate Vittorio, mantenimento modo sì del in crude,, ad capo il soltanto questa di quella ogni onde paese mio, che, feccia per ascenderà, paoli alla poter di parte fratismo giona ca- provvedere un plice sem- suo di vita,, al cosa di tanto nostro. necessario due qualche una cosa,, diciotto de' nostri tanta una al di indispensabile, Evidentissima tal politica il nostr'occhio innegabilmente di di allontanarcene ad i Dio d'uomini pure dette becille im- cristiano! vero si torniamo ed diavolo^ il con e ! Ma anzi arricciare si: piacque il dominio vengano far da quale nare me- conseguentemente,, e ; a numero facilità morale, Deh, non disperate, e parte argomento! fretta, del il suggerì quella grosso con giore mag- il fratesco imberbe che parola popolare baratro quell'orribile concedergli lor sapen— parte promettere un che quello, che Si, volo, dia- il che fraterie, bestiolina quello, tirare della Dio a poter per fu quanto bene, fu immacolata, ogni ad impossibile s'incappucciai così per mancare sì che e diavolo, idea, a ed disordine, alla come presuntuosamente maladetto si le d'istituire assolutamente pura allorquando menare un diavolo, maladetto, è suppone, ardisce il l'idea che Vittorio, il non se uomini bene don Ahimè, altro suggerì agli ad guardo loro, coscienza la e que' ministri^ di e epiteto s'adatta nessun nessun e il volgere cui a di quello l'umanità comune, gli fanno non que' consiglieri di politica LETTERARIA FRUSTA ALLA APPENDICE è e che genere ciascun mezzo il mantenimento più trista, a novecento dì ciascun paoli ed frati; ascende a di eccoti supputata sedici milioni questa milioni i mila, poiché due formano una al e farlo di loro E loro Tanno i capitali della lor d'un addosso del tutto che per peso milioni que* sedici al necessari tutti di riunite riffe benemeriti egli che Il no! apporre di sia non conto don é diritto mantenuta perfetta che ognuno e di lume s'ha mai a ufo general nessunissimo, una tanta industria ch'io persona dalle Di parte dell'altre 1 altri ricchezza? io qui ? Certo e a una che negabilmente in- debbo minima col classe tori, agricol- non la sappia ricavino degli e Dico giusto, dall'altre? pure contrario all'altro Ma, qualche in ? s'abbia naturale. una si de' nostri mio ogni anzi quattrino sillaba capo da paolo- paoli, indispensabilmente pubblica innegabilmente sfaccendatezza fatiche, della nessuno, da un che d'un operai, nostra Vittorio da vera mio fatua, raziocinio qual de' nostri né arte provare loro, sola canteggiano mer- poiché bisogna riunita una s'a- non le riescono Che ? all'ultimo cooperatori alla renze Rive- non tampoco morto, sino ammettersi mente patria mercatanti, che né mantenimento raffe questo conto, signor cosa, virtù i difenderlo mila a dire,, buisce contri- terre, sconciarsi non forse o professano non dall'industria fatiche, de' nostri Ve di o a nostre, dugentomila e ; vale nostro le nostre somma la accrescono se diciotto manifatture lucroso, occorr'egli mestiere le punto in e terzo, mantenerlo, siccome sedici che il terzo, il paese possa delle veruna punto, non onde Vittorio^. don pubblica tutto lavorano non in doprano che quello prosperare? paoli, indispen- un agguaglia che danaro^ le pare, entrata de'' numero Vossignoria, Sa che Principe, mila Che nostra somma, quinti, due della di paoli formano dugentomila quinti, il monta dugento e paoli novecento somma una bagattella? poca e tanti a mantenimento. loro al sabile que' Multiplichiamo anno. dicìotto per 187 SETTIMA LETTERA nome onnimabricia di d'uomini godersi delle classi Dio, sere d'es- in una generali ? Certo- 188 APPENDICE ALLA il lungo Ma popolo, fattosi nostro secoli, è la costume ita oggimai d'un gravezza di gravezza, A che onde dai che al -cinque piedi tanto don mi -che anzi sdegno nuovo del del dico e che il altr'uomini sieno a po' di sforzo, classi e per •"li le onestà, Ma che vale far Quel •caso, la io ciancio non a quando è, si se sia di nel come mondo ragguagli più è non dico e tratto qualche un che male, cune al- obliquamente tutte, l'idee se dacché vere idee tutte ridicole. male, che si classi delle quell'altro borse non molto nalmente fi- mini; d'uo- loro, Iddio! Buono possa? da tocca non d'alcune un' inezia a l'enorme, quel- un sono sminuimento quanto non il universale interesse solo piccola non forza è ad fare poiché ; qui d'un mero dire, il cosa male il gione, ra- spal- portare cosi almeno idee larghe portare; istituite,non vennero insussistenti, se -a ricevute civili idee male un consenso buongoverno, false, oltre può non soffrono, di giustizia, è non scemarglielo d'uomini società atte lasciarglielo più onde volgo senz'accorgersene peso, levarglielo d'addosso, dovrebbe mi dell'onesto amanti le e lasciando ricchi quantunque se però, spietati, risposta, schiettamente Principe, nostro Io essi, quegli disorbitante il buongoverno e che qual- un dare. con senza che, che de'fratacci parole tuttavia è non ignoranza, qui dialogo goffo popolo nostro quel punto; a loro risposta, parlare in d'umanità, giusto, lacce ed serpentinamente, potrebbe d'entrar voi a dotati e al frateschissime quelle di mi sbigotto cercando qui tu della bella la spietato frataccio non quella loro? Vittorio, -che bitante: disor- Tuttesalle? messere vieni più e più punto più punto divincolandoti gl'infelici dell'infelicità più tantissimo affanno, s'avveggano da sente non sente non proposito, gatto, gl'ignoranti Ecco, che enorme, tu supinità del frataio poco tant'oltre, ti a o prò, a goffo popolo che LETTERARIA T invecchiata e poco peso il se e FRUSTA farne punto maggiore LETTERA della di le dal famiglie, spalancate si della male, al cui ribocco far dovuto è gli orribile, Ma i nostri se d'alcun riescono l'obbligarle dal al bene suo un principio! Questa veramente d'una ovvie più del classi spirituale, e danno niegherai d'uomini col- né tu i frati se e al poco classi di questo, mal bene assai però conseguenza per quelle a frati bisognevole, punto qual-^ un tanti e' contribuiscono loro, paese Mi molte a qui i nostri se contribuiscono non equivalente ricevono. Maestro, mantenerci a del temporale lissimo bel- un da quanto essa che cristiano sei? tu mal O io bene cristiano, Sua a foss' mila forse e Molto di bisogno, tre mattina possono e sera di frati, che di e miseri non que'beni. Ma come trascurano d'ammucchiare dal non ventiquattro sfac- meno Vostre davvero, loro diamo se ammucchiare di milioni tre massime, genti ad bastano non ben molto ha, quel come di plico (re- spirituali^ le Paternità non spirituali beni avendo ignoranti, noi, preti beni esoso, meno considerando milioni di troppo Miseri mila tesoro quei di scandalosi, meno ventiquattro s'han affatto potrebbe nostro immenso più parte Reverende. quanto il paese sia mi ch'io cristiano, tesoro anch'esso la preti, cendati un privo anco buon o Paternità), possedere numero, che è divina e frati, risponderà detrimento loro canto tanti Padre pidocchioso che di ogni politica ! sana se umane idee alle in gli miserando, veramente contrario veramente da rati spensie- di che si, leggi sino argine male, un le tenuta frati farsi pur se esso, più secoli Questo tutte in migliaia vollero migliaia tante e da tante e d'alcuni corso formate pur contrada. nostra di avrebbon si, che tante che nel tante si fossero non fuggifatica, parte quelle sarebbono quelle a di e che de' conventi porte di nostro paese ISO" ' fatta successivamente perdita secoli SETTIMA la né genti più parte anch'esse canto troppa il più"? retta 190 APPENDICE alle ciance far de' nostri creder il ALLA Padri che ci vorrebbono interrompiamo non dando ragionare LETTERARIA Maestri, l'orpello, e oro nostro FRUSTA risposta ad di loro ogni troppo sciocca j)arola. don Signor assai antichi Imperi cosi si di frati, che non fosse ci pesa gl'Imperi odierni, quello il transandato, s'è l'umanità in è i frati le Provvidenza inizio ad altresì agli che sino mentale, fatica dirittissima coteste inizio dottrine quella .spensabilmente fatica e l'anima, e uomini e venga fatica di da' forza al frati, né per da ve- sciorinare diviato distoglierci nostro porale cor- adoperare vivere? ad carognirci in- dall'ado- quell'industria, necessaria, necessaria, dato siegu'egli ne ab s'egli e ha potessero tendono a stacco di- sino vivere, dose non che bastarde, il della si dovrebbono non ne' senza si Provvidenza né che, d'uomini, onde per perchè speri pro- l'incomprensibile buona una lo pubblico estollere gli stessa appunto conseguenza, il corpo perare che quell'industria, e classe run'altra quella ab ad l'amore vero, cui più tuttogiorno industriarsi ad e è punto ap- come dare povertà, condannati ha affaticarsi vero, e di .di Dio uomini quella S'egli più quelli, a ciascuno in cui in Imperi ammessi della in è per vero, annoverare mondo, più più d'autorità, anco predicare questo estinguendo dell'industria. forza a sciocche glorie bello di odierni più d'oziosaggine, cose gli è il più abbietta, maneggio, né fra che, più formicolano, di parti. più inetto, qualsivoglia, fosse tra sono non dalle è che più torreggianti, esempio bel non il maglia mar- tutte troppo, pur resa in frati da che servati, con- quella gli altri,quello, s'è non i cosi E potere. e e cui innegabilmente, posa tutti più d'influenza, più di quali che è appare più degradata, quello, più di peggiore corrotta, più misera, «' hanno lo che di addosso tanto come vero, retti, e affatto privi ovvia, è assai virtuosamente sono dilatati, ancorché e -E Vittorio, l'osservazione indi- LETTERA Piano, Maestro dai piano, pergami, sacri tuttora di quella ha non ?di nel fallo, se nostro ne sappiamo da povertà? Padre, ^ facil il Padre, mi inculcano •chiate e di sorte povertà, ingarbugliate Come gerghi, e ha ad intenderli com'egli lungo aratro in fornace, una facendo mill'altre d'ogni giorno frati miei, lasciate anzi "Colo affanno v'abbiate che di mandar frega d'esortare onde procacci una colle ad e a volta teologici; troppa industriarsi, festa sia non sé e l'anime d'andare alla sua cessitato neun sur un telaio, tante per parlari il darvi dove non medesimi, parole il famiglia il più e ore malora, vostra altrui ciascuno vostri martello più senza più semplici que' un vostri voi glio? sba- con- in Deh, que' affaticarsi ed ? le vostre reggendo faccende somiglianti che di starsi a aerea equivoco, spola una vostra prendere senso stato predi- non senza vero soluta as- facilmente sbrogliare a pergami, necessità quell'altra mazzicando scoccando da' ire commetter suo gampo, un nel senza dal è manol fatto concesso colpire a egli teologia quanto librattoli, la teologiche E ? innumerabili per matasse noi come di volgo consiste Molto tuttavia il che in carte non specie questa il vero, vuol se volgaccio esattamente chi ha come qui roba di il po- distinguere povertà provarvi scempi inculchiate non di a predicano ceto Diamovi paradiso. atto all'amore se e sì tiamo esor- teologi possiamo le il poveri Ma, tanto dite non ne' loro d'esser è barattarmi vostro ci sa non sarebbe del sciocchi in voi pure cosa se e divoti, padri intendi, tu che non frati, distinguere che roba, volgo noi, vorreste ed della altri fedeli i nostri da quell'altra avere non cervello Padre librattoli cristiana. povertà di da povertà dai molesto noi possiamo chiamata tanto quel che ne' nostri più quanto cosa dire a Concedo si e evangelica, vertà qui torna maestria. senza 191 SETTIMA bologici, anfiridipare tatevi conten- popolo che ad può, ogni bisogne- 192 ALLA APPENDICE vole, sto e fare que' dienze dire per di mantiene i difendersi ; o o Ma, don le Vittorio, che che la che ai assai mio malgrado ad* budella degli altari leccete, anzi un modo da nella l'Italia me uocciono Lo tanto sforzare vogliano, come Ottavo, più s'abbia, ghiribizzato, intieramente gli quel dal mondo, per tanti i frati fece sarebbe a in cosa e vasta non e mi difficili da in dirsi a far somma recere a prire sco- mato chia- entri scemare, tutte in durrebbe con- in questo più profonda zanghera poz- spiegare a se queste non di gliere toche fraterie, versi* scappucciarsi, diebus privato- spacciano m'affretti che di gran comunemente eh' io e male,, umanità in idee certe goffe altro punto cose nume permettetemi pure che delle persona, a dalle troppo che questo dire modesta eretti Satanasso, quelle sviluppare a ogni a I Un sballare a il toccare perchè caste, da e in stra- contro- imbrigliata poco diverse Ma parole loro molto- antitodo essere spingendoli costumi, dottrine pubblico. le la che loro gente l'ur- e bocche goffe ad e rettorica buon un dal divoti basterebbono e o* esortassero natura una tentassero con- inteso libri coi e fratesca, riceve quello cagiona con Dio, questi incappucciati ciarlatani è a logiche teo- si mal gergo entrambe sparsi dalle Società i frati che L'imperiosa ! somministrare a numero, delie ricche la non un prediche s'hanno tutt'ora di atti evangeliche,, non o I Volesselo volgo colle povere basterebbono penne rende e che sottigliezze Dio, parlare dal genti efficace volesselo soltanto necessità i veleni scimunite fatica quella è li che u- cristiane. non le anzi esser popolo prospera, vostre La siete! teologiche, evangeliche interpretato soltanto voi più- senza le vostre rendere per come li che non di mal superfluo, gl'individui d'un paesi, non cristiane fate dotte tutti e LETTERARIA ogni che scioccamente l'industria più anche sforzi tanti FRUSTA illis troppo vogliano quel furfante tirannesca, o non rico d'En- perchè a 194 ALLA APPENDICE prima fede una FRUSTA da giurata la Con coirandar che tanti que' d'altra a' de* due quelle sorti varie che chi Con questo col di frati, ed è sa, il che da essere savio e nulla frati Ma, stessi, don Vittorio, licenza di coU'anima per più oggi d'un la mio farvi col e tanto menarvela Dunque addio più a ad in voi, in lunga, e e a tutti verità più frati, e ; almeno giorni. la e datemi di non dirvi posso vantaggio. dav- scrivervi i vostri è penna sicché e ad opprimerli nostri stanca, che de' fondamento, de* con assai fatto e di verrebbe salamelecche, cuore, taccia Vittorio, scrivere; bel un scere, l'accre- come sul è contesa nella principe mano una sa. schiamazzo Principe qualche non frati, perchè don altro prove, chi fare suo tiranneggiarli senza a de' di sapere interesse considerato a cognizione grandi che numero mio trovato assai di somma, d'ogn' non e questo addìo mondo inclinato per ottusa il moderato più data,. dai il tutto punto accusa In trovato la incorrere senza cazione edu- dotti, almeno suo onor con e studiosa scanserebbe sia il dell'ignoranza. semplice si di contadini semplice vizioso diminuire potrebbe di dreto meno che provvidenza protettore questo più gere, scor- almeno una bisognevole vero, lo perchè strascina trovato è agevole estremamente non lo s'egli tale d'una cosa per Papa nessun è semplice Papa, dare ignoranti, si mente mediocre- nati questo non se che torrebbono frati, a tal greca. assai si atta non lingue ; anzi più babbioni istomachevolmente non omai tempo figliuoli. Con loro s'avrebbono di del è fessori Pro- quel come più sa lingua trovato gente, povera la di numero dica, frate, e semplice questo mezzo latina lingua quale farsi di volenteroso suddito, certo un la dell'Università, LETTERARIA di casa. 195 OTTAVA LETTERA Vili. Di PlERLORENZO A Il le come borra asinina. Tenzo mio e 'que' poveri lettere Lami li mal e abbia il Pierlorenzo! vedere d'un la da coda, senza *I1 *Gioé, in Firenze Le Novelle già son continuato di ^Per Proposto San finir di que' fogli all'impazzata vita del ria; glo- costui! insieme, rentine, fio- Novelle una come putta bia- che sempre è nel ispargere per (1729-1808) Pelli di da povere a ordinata aver forza va tine fioren- santa sua per le mai in delle buon'anima nella tutta si tracollo m'attristo e Pierlo- vergogno continuare ora a Giuseppe sulla la dimonio arrovello biasmando Memorie l'abbia farli non che tanta sciocco fama la tempo cianciando fiorentino fu non dimenarsi bestia sempre e l'ultimo brutto Io obbrobrio delle dar se da in, guisa trama Oh, onde a sua mi e lo nel I Dio scriveva rodo, come fogli. Quanto cresciuta, quella vedere più industriando, sempre la al continuando parecchie, mi e quelle malora * di più, settimane fremo, ^ noi, per dì ogni ch'io in pure Novelle, delle Sono caro, esso per stiva ^ SIGNORE. manderà screditate già troppo stivarle, DeL Lastri Proposto nostre Pelli Gioseffo il noto autore (L. M.) Dante. Letterarie^ foglio periodico, cominciato molti anni dal dal presente non Giovanni dottor celebre celebre Marco Lami, Lastri, posto Pro- Giovanni. noi, cioè continuammo per voi le e per Novelle me stesso, per alcun che tempo. prima del 196 lodando sima, allo sì Toscana, dotti Havvi dì po' po' ad quelle da stato lui il Perelli il se che glielo disse, quella ogni quella quel sua cuore alla non darci se compendio, libri molt' del colle m'aveva male, stracco dal barcherella * Credo al con Martano più nel di questo Io del da e co' della poco fondo, mal non meno gato strin- uno i quanto e da* al ciarci infradi- un lorde, ba- sempre gli volli non giorno pazzi critica golfarsi in- signor codardo quella con impeciata, che che tamenti, millan- volesse non il si previde foglio che che colle l'anima suoi magno dell'Ariosto, con mente, final- Siena, primo mare avverbio, eoa volesse non sogghignando, nuovo sa- avvertito, stesso, solito che di breve puerili, sempre perasse rattem- facesse potetti asteaermi, non dirgli così troppo sua state inettissime! sempre solo quel l'An- brighe succinto, breve foglio, l'orme al- dietro parere non Pisa, dottor controversie che e derla, inten- al accattasse * foglio, primo- che amichevolmente da che un Anche opinioni, seccarci magre sarebbono alcun da primo sue, tosto fu suo sue osservazioni mai e' in non epilogo scimia corte! ragguaglio un con potuto voler mettesse che che- abbastanza libera, di Anche parti, pubblicarsi alla martana, un contengono! altre molto logica; solo suo corrergli troppo si non poca suo di mattezza n'ha lo condusse o la gambe e sua che cosa; far presumesse sue uno il voluto tissimi! dot- Pinco dissero gliela tanti critici il Visto di suoi pe* dimonio incombenza? avesse nostra po' d'equità, un brutto s'incapasse quelle con havvene con alla tanti Novelle, il Maccioni non suoi quanti il babbione che illis di dacché e non e tonioli sue quella chiara, pe' solo giudicato garbo, assumere Lami, libro un in mentovati diebus in l'onore ! Il bel- loda facendo ora specialmente e che sempre vengono rispettabile uomini, sia sproposito que' fogli che LETTERARIA FRUSTA ALLA APPENDICE e sdru- Pelli luda al- debole» LETTERA •cita, lo la neste parole sciocca si dar chi siglia con- stesso ; né v'è stato orecchio I Non Proposto della Ma è di smania la d'ogni persona, d'ogni cosa! Lo che, so anch'io, Pierlorenzo, all'universal Pinco ^d alquanto essere stucchevoli. Ma che "luello di in dal mai saprà il in natura scorge un colori. E sdegno, Pinco sapere, delle che false si modo di e dotato sue il ingiurie disapprova, si anco po' propio di non falsissime, colle a dire s'incollerì quali e' si non viene si desta per che si giudicar di bollire di strare sbalein in non in di un sta que- qualche d'una guernito di sde- bugie ricco a venendo quello non grosse ed prò scempiaggini baggiane, non corbelleria una le tre gusto, che e il Lastri Ogn'uomo Caio orbo un come le fosse, ne sempre risentire, impossibile sempre dice e scrivendo va che stizza, coso le due mano almeno gigante, un pagina? che in po- sentenziare diritta, non snocciolar critiche dal mano sbalestra, recere d'un è di con i nostri e fare, sa cioè, riuscirci Checché non mente vede che quella d'onoratezza, quelle che quella fare pimmeo riga, in d'Italia. foggia a giornata desterebbe ogn'uomo periodo, e che dotti alla quello non quando sua solo fare egli possibile al informandoci parte quel rancoretto, ;gnuzzo, ogni ogni d'ogni libro luce, dilettose, vengono canto sola pure fare; astenendosi, tribunali in si il dall'altro alla molti bro, li- alquanto verrebbono i nostri ignoranti -astenendosi non quanto stampando insulse, Fatte le fare, utilità, se di •chissimi e potrebbe qualche •esattezza dall'uno? bile possi- verrebbono Novèlle sue sua d'ogni sua guadagnerebb'egli non mai o- conformandosi alquanto fredde, perdesse •ch'egli le le consiglio, nella stato dir alle mai raccoltetta starsi e prua. egli volesse d'alcuno, guerisse a poppa insano rana Testuto pelle* poca adsidet stolto, verso da tutta sconnessa e 197 OTTAVA bricia stomachi di si scandolezzi Sempronio quelle tratto sempre aflfermative tratto diso- 108 APPENDICE Dorando questo disgradarne via ALLA San quel e la più numero in o Scusate, Pierlorenzo, boletto alquanto critica petulante l'altro da delle Si Novelle, Prefazione fatta fu poi di gamba soda una ad si dal cui con vieta, poiché 0 registrarla gli al ^ San quali di più dell* suoi mondo di quella farsi colle fare, da anni ha il Vedi fava e altre tutto fu pata. stamvoluto mo l'autore, bravo d'un Marco forze vie private e qua tare lot- a di fargli vie in Firenze, Le chi con lusingarsi due pubbliche. non del che femminee sono in maniera valeva già cosa fare vecchio, mariti villania tartassarne e sue la tanto Signoria leghe. meretrici loro che sa come il Giardino e co' casa lora d'al- l'iniqua e sei Sua fogli, nerboruto molte suo che causa caro, di di vieta, porre Gristofano abitano mio come cinquecento quel il cagionatagli numero, meno non que' Volersi con quel sono 0 in lontano è LastriI lo non mostrare per in informato, vieta, e tratto mancanza quella Prefazione; per celare ' Proposto tratta d'una norando quell'o- da a un dire, Pierlorenzo può dare ne se brutta una critica tempo convenne ier ventinove- numero Zoppo, d'una posta Scannabue, lo gli cannonata. Non usata che dire a balorda un pream— un Machiavelli volle che denominato legno supplire per del quello d'Aristarco sotto in al quella all'Opere vecchione, nome in tratta fatto scimunita, bestia in ^ Giardino. qui che meno da^ sgambetti venirvi per nostra questa v'ho s'io calduccio non che del quella sfrontatezza una con fiandrona, porca Crìstofano, LETTERARIA FRUSTA nelle stanno là. per (Nota Editore.) * Per questo alla Le rano vies. nostro Opere state Il scherzo, autore di gamba legno, si veda V troduzione In- Frusta, del Machiavelli pubblicate numero della a ventinove la con Londra, delle allude, è quello nel Prefazione 1772, Novelle del 1778. da del Baretti Tommaso Letterarie^ (L. M.) al e- Da- quale il delle dare debbe schiene dato aver il come lo Lastri sua troppo ora uscito gli sarà voluto, pur la mostrare valentigìa all'Opere né sentita. nel La prefato ambigua voi d'una d'indurre i da lui suoi cosi con così per notorio, quella fare, ha trovata di vari fu quella la il nella conforto Accademia? Furfante, che che quel d'un del fatto falso i dove regno, dal in libro, cui frontispizi anch'essi, e tutti quel istitutore Monarca Di dogli dan- E s'astenesse malizioso, scaltro! Tentar credere bastavano dal Zoppo Proposto anzi farlo frontispizio di Che fatto, creduto nulla Perchè Non titolo. mariuolo? l'affermano metropoli allo di sia, disingenuità una sapesse tentare Prefazione? libri da bio dub- que quantun- un questa ambigua? bastava non in Zoppo quel credere non a l'onorato fatta disingenuità? tiro un s'ha rivocare di assume non è pure concesso frase sua a più veduta, Accademia, di spezie avev'egli altri stampati ch'egli zione Prefa- temerità, una Proposto se ha Proposto non il certa Non anzi Oh provocato, con quella d'una leggitori mentecatto; I Ma tanto quella e frase, sua medesimo? eziam che stata siffatta di malacreanza cosa è ora grifagni? attaccando sua, più d'ott'anni sieno da prima pur grand'agio, minimamente una sia, Segretario non dite con quella in da Pinco nostro Machiavelli, numero, un' con 0 del dispetto, un con Il senz'esserne e spa- presuntuoso! ragno Pierlorenzo. gli e pur suo a pigliare gli uccelli Oh potenti im- mosciolino il mostrarsi gloria in zanzaretta su il ragno bava acchiappare succi la un l'aquile esse qualche se di insolente! Tant'è, e ad qualche un una poca porsi all'impresa ragno in Guio giocatosi o tenue sua ad orditura sull'ale, non la il che fé, mia Appartien'egli Badi ! ragno debole 199 girelle daddovero, spandere dell'uovo, vibratasi che Per terrai avviluppare Povero ? in nelle fila, onde ravieri OTTAVA sbaraglino! a senno poco LETTERA anzi qui che cominciano tolo tidi corto! ac- 200 i ALLA APPENDICE monsignori, di critica? tratta quando quest'arti a il tracciare del se distanza il Prelato braccio v'è l'avrebbe da frascherie di gli i titoli Ma il se Non riuolo, accennando può non corr'egli verun pericolo dal lui; Fiorentini quando varie lodano; ragioni, altissima in avuto lorenzo, alle n'ha Lo il costi ha Zoppo Machiavelli buona fu detto e malmenare? un sommo de' bene; fu e divenne quindi fermo sempre Lo torto maggiori un ha Zoppo al nostri i e fare ad le una debb'essere Pier- chiaro paia rissimo chia- il strano gola. la in che, uno il della conseguenza spregiatore d'ogni studioso, sempre uomo di che Prefazione, sua Chiamasi cuore. detto, Machiavelli maestri che spesso una comechè quella in avuta, che attivo, sempre per educato educazione moUizie; fatto mentito prima generali, modo in Lastri, Proposto ad ha lodato, gente. Vegniamo, dalla proviamo e non tanissimo Lon- scrittore e che Zoppo anzi l'ha Machiavelli il quali stima corte, che dirlo, le per lo troppo dando sibbene ma ha, Prefazione? vaghi sogliono ma- un mentitore, gl'Italiani d'oggi, specialmente, diritto avere, di che Zoppo termini come data sco- schìm- di non non qualsivoglia non in mica non e conchiudono, non numero che di quella lo malmenarlo, più assai, che parole, in lere, vo- putta costì tacciato d'esser Machiavelli non senza mostrò coscienza sicure con il lodato sa che spieghi. dubbio un in e malmenato di che avere, afferma quando e d'avere mitata vo- distanza a una assunti si Lastri nimalesco l'a- l'ha imputare mi s'io si che volere come altro punti contr'uno, da d'aver so Proposto due issofatto dabbene onorifici. Buona il letterarie, uomini prelati, quando leghel Alla tattamellare è i de* animalesco, scommettere altro discutere cinquecento ringhiottita perchè bescio di a unicamente? vero Monsignore, alla LETTERARIA s'apprestano Ricorrono di FRUSTA dell'arte che a sto queha il mondo noi porre militare, nel poiché 202 APPENDICE di detto ALLA non lingua sua in adoperata quindi furono tanto che Chiamasi Zoppo lo ma cusato gli ha eziandio notando che pensare, modo quel lui vuol il fare Lo questo? debito. Zoppo le giuste il Machiavelli beffe costumi di lo Tedeschi in fece Zoppo Che malmenare? vi fare il di di cristiani la litania grado, checché intorno alle Queste e pieno molte amico del falso, che farsi di tampoco darci volle quel £ pure? que' di scherno Bamberga in se genuo disin- o si chiam'egli questo ha conchiuso, nel che vato pri- carattere suo umano lodi il vero, ha e alto in la penna menava a' pieno giusto e quando non a dabbenissim'uomo, politica, le anche questo Zoppo del da E fosse altre faccia effigieper facezie, di massime si in un di si paia scrupolosamente nimico era da il Machiavelli più lunga, Machiavelli bell'umore, Lo più? errori lettere, additando so cotte. tre attribuendo smentiscono non apologia, degli debitissimo bruciarono Norimberga, mostrarsi il che, avvinazzati, né malmenare pure gnato inge- pure generale e che poche che sue Chiamasi s'è ac* dove e modo Lucchesini, uomo per lode; malmenare scordò gesuita quelle parti dell'opere cosi richiede Chiamasi si non del loiolista. parte la fosse parve quelli tempi, l'equità come il e venuto merita plausibile i costumi que' a gli che più a è solamente ragione, a correvano e commessi, chi accusato accuratamente trattati,, e dagl'ignoranti: e che e argomenti gli Né dovunque fargli qualche chi a dovunque maligni fosse che parve quegli malmenare? difeso puto sa- d'argomenti,, investigati Machiavelli dai torto a di di il lodato di aggiungere questo ha alcuni che abbia Machiavelli, varietà pienamente lasciato ha poco dietro. a lui il maggiore che che toscano, quanto una soggiungendo da LETTERARIA autore conoscere della l'abbia FRUSTA precetti di rale. mo- nostro Zoppo, sempre come sempre mente acre- tributate al Machiavelli in quella Prefazione, sua le necessario, baldamente che in malmenare che difese del inaudita in Di ti vai Non Genio di bugie e grosse, di ogni sgualdrina gnav'egli venisse pure quest'altro dell'altre canaglia Italia mia! quello artefice incallita? più più ogni vergognarsene birre, fabbricarcene rie! Lettera- Buonafede,^ sfacciato a pata stam- gaglioffi mentitori da le Birboneria razza reverendissimo frate del prendere di, soavissima mila dieci per non bugia, spaccata Novelle esecranda se leggessimo delle miei ai popolando sciagurato eterno ed nuova la delle fatto Zoppo? non ventinove numero ci bastava lo se viene Monsignor» dovrebbe contro sero l'indus- s'è tanto elevato che malnato una incredibilissima, quale tu ad dov'era ventinove non il tutto Proposto numero E d'aggiungere quel signor nel Machiavelli ed il Machiavelli? qualche un E per mano, Prefazione quella il l'audacia in mano assicurarci ad Novelle, indicando, lodi. dargli quelle a ha di ragioni 20^ OTTAVA LETTERA Biso- reverendissimo egualmente di prete mente egual- grosse, vergognosissime? il malmenato strapazzo a Genio elevato per egli il detto men elevato cose che cose stampate ha detto son e vere, v'ha di ^ Il scelto fratacci che cose si in Ohe costi? ogni vere, Che ? di bisogno le e qui, come libri molti ha non basta son tratta, vuol di stiere me- Genio, Genio? non Gli le Ci chi Non vero? quando ristampate d'elevatezza 0 dire a che d'un tare confu- per detta? mostrare il n'avesse costi dire a avesse che avremmo fosse ne Zoppo dire, vale se per Genio non che lo a duopo difenderlo; elevato non vero, Che torto. falsa cosa Genio un vale Machiavelli; fatto ogni che nulladimeno, Supponghiamo è però padre per senza gran un don Appiano Generale cervello che, Pierlorenzo, Buonafede dell'Ordine e senza timor ha non loro da' di Dio che frati ! (Nota un molto prete che Celestini. dell' fu Oh EdiUn-e.) 204 APPENDICE ALLA che sacerdote, Monsignore mezzo così di come altro un avuta che bugia una sarebbe veruno in Italia possibile dello fola che e occhi si del Il sfatto crede di bene che •della lo col Zoppo costi si non -cercare il poteva fino sottile le non •qualche é né s'ha è intendere il la questa folto nel suo d'una corpaccio suo lo Zoppo far Prefazione corna, guisa, si che da di varla tro- bisognava stesso vero e in d'avvolgere dello e al poiché mira sib- ma po' più lungo un virgola, nessuna fatto breccia; dirne vero, velli, Machia- averne per la la del conto ad aveva bisognava qualche un volevan dire solo lato, cialtroni più quel vulnerabile. lo anche sanno oggigiorno come un da contumelie appare •che Non già di aàtuzia nel madornali, ad panegirico in d'essa, ponendo bene non del darsi per non del all'autore Molto Zoppo, se all'ultima ricorrere ragione quale cosi sfrontata, celare che, pensiero all'apparenza di lusingarsi dallo testa Commentando tutta con •cencio la v'era non fatto risoluto cattiva ricorrere da cosi fosse, misura. giusta da reverendissimo tartassato e avergli per s'abbia partigiani ch'egli e sta, Pierlorenzo, bisognava strapazzo, sto, Propo- un cacciatore? rampognato •essere che an anco mai, impossibilità! ficca poi scoperta né gonzo che struzzo, macchia, agli siffatta una è gonzo, sarebbe Un del tanto avere drina, sgual- com'esso, del amici d'Italia! fuor e Prelato si tanti durre rialla una gli sacerdote, rinfacciata mai que* E dose non Toluto come spiattellata, cosi cosi stata birre, un tanta sua s*abbia un viltà, alFabbiettezza, di pezzo che Giovanni, Lastri, prete un una di •calibro che San Buonafede! padre scoprirsi, a da come grosso insieme gli mentire che, ohe agevole alla un gran il come nulla per turpitudine di Proposto un LETTERARIA FRUSTA buon nocumento, i basta cristiano, se non in nostri rinfacciar perché altro, se nel ad uno gli cagioni buon nome. LETTERA fosse quand'anco stesso di Re potuto a Lastri Ma il il Lastri, s'abbia voglia l'andare Se lo cattivo seppe fare. sorte che si fai gli da sa encomi dall'Indice medesimo e io ammiri, Cosi, nel Bue falsa visto giiografo della e stessa un celebri per avuto per ed il Buonafede di'Aristarco nome che moneta, il frate chiamandolo Baronfottutologom (L. M.) uomo,, un cristiano. e Tu stradannate sono messe preda stampate d'eretici: uomo celebri, e Pedagogo^ Frusta» ripagò tu a né queste cattivo tu gli s'era grecizzava in tue stesso,, uomini il chiamato aveva che sa^ altri. da esalti te tu ad o me conseguenza sei tu lodi, il Baretti, Cachistar- Cachistarco, negarle non Tu, dannate leggono con s'avrebbe mal paese da il lo un segno Baretti, storpiandogli E si leotto, ga- bestia esalti Tu più e frate dire, un lui, che che e di in una dicendo premesse, poiché stato Novelle critica sua — genti. Queste, stampate dunque volpino a delle cose a tutti a maligno proverbialmente all'opere ardimentoso gonza Prefazione. essere sono dato centuplo questa ; vale sacrosanto. tue; il ma la il come uomo tutti buona delle condotta che la un di Buonafede, Lastri, dall'universale cattivo frate il Machiavelli dabbene * al furberia, qui è non che come gonzo quanto per bene- mestiere, un ventinove s'avrebbe Ecco iniquamente che numero il prete di doveva Corinto. attaccata lodi Cavo n'astenga, a in artatamente rai naturalmente se certo più uomo è il quanto molto ^ chi e scrivere sono co, anch'esso non quindi Questo è d'esercitarlo, toccato d'uovo. tristo fornicare a chiara e sarebbe non operare del bisogna che saglio, ber- avrebbe alTavversario, fare, per difScoltà; sue la dello questo a Monsignore mezzo fiducia, con di tentar mestiere le fosse piaga cristiano rocchio frecciata una della il il ragionevole una guerito Dirizzato che me, accoccare senza ha più superlativamente Francia. pare 205- OTTAVA un' dato nella volentieri, epistola Co^ 206 APPENDICE cattivi? ALLA Mento io alia mostrarti a* gli elogi libri dannato Gachistarcol gli eretici idee colle Religione di coroncina fresco), di che capo credenza delle Per sta gua- tuoi tenati an- là dal fatto distinguono che cattive; innegabilmente une, e si posta l'occhio sotto in di tanto da costo, .^itore canagliesco Fidandosi libro un a e d'avere altre, e sei ta, acu- italici nostri nella quale cose del da quelle chiavelli Mache s'approvano la tutta con nell'altro quella Prefazione, non più almeno le grosso, sottile consimili quale tanto il Ma caso. se e lo per procacciare sibile pos- Zoppo guenza conse- ogni leg- sdanaiato? questa propensione così di nella che nell'uno si ingenuità avere le disapprovano colorate, de' buone, evidentemente sono loro Zoppo, diligenza attenta con la falsità dello Prefazione la l'occhio il simi pochis- molto almeno duopo Dio I Pochi vista furba la iscorgere sallo scorgere canagliesca parte pel ricusata lo una signor un Zoppo, vagamente perchè ranti, ama- domattina avrebbono cosi questi da cagionato richiede la avrebbe allo Novelle accuse s'ha non sotto l'ha sei di di e vescovo avrebbe sofismi consimili sofismi, come ti da' buonafedica fatto inverniciate, leggitori. le le corrotte trionfano acanti capegli gli delle a nettamente che sui posta e alla forse sarà leggitori sono fra stato sei t'avesti che questi così (che Proposto si dottrine perverse intrecciata di ti rai, mor- secula? tu Troppo che verità, — Una mal Troppo fai santo sacro- quando se* oltramontane! opinioni dal omnia per di tu dalla se, lungamente Troppo temi non passo pelo, un dell'Inghilterra! colle un stradannato e purissima mare! cale tu proscritti e io ti non che cristiano, poiché anticristiani, che Oh la mal un M'allontano ?affermando, LETTERARIA dicendo dunque, scoperta Indice? sarai FRUSTA che invincibile ogni sciocco difficoltà,ed s'ha, di alla nerale ge- credere LETTERA frate, probabile, anzi reverendissimo un o che certo, avria potuto, maneggiando furbo da Comacchio, si i Pierlorenzo del fs^ male, fatto l'ha l'ha ma s'ha fatto insieme compiuta dunque di con di il Oomacchiano come malamente che velenosa sua gonzi "5he d'aver ventinove numerosa, fradice quella che non alla s'abbattono quando Zoppo, la da ?chi poter tirata scimuniti riga dare dietro del che del letta! una mala comitiva letterati, i quali, e sua idea Siamone Machiavelli, mandano sia ne senza di tanto le susine del con che foltissima di sapere aver come Ciacco, piena. Guai s'avesse I tant'arte, Prefazione quella mai la per Comacchio da certissimi, senza Zoppo, fiorentino critica de' numero giù mogli sacerdote la suo distinguere le ma bra- quello d'ominacci sacerdote tristo fatto quel che cesta una la all'onorando fanno condurre una le se come tristo furberia l'ha non in il se saputo avesse troppo più, scoprirsi; a costi classe nostra rinfusa, di infaticabile con nimico e ria Signo- far facili ha. s'avrà né sanno mature, Sua seppe derisore non verun fra dalle tutte avuta e' fatto, procurato manco ^llo al nuocere degli stragonzi, e crede gola di sopraccigliuto, malignità, malgrado l' innata malgrado vece In- contegno un e bugie potette, stragonzo. con non natura educazione saputo fare; delle melenso plebea burbero voce che vorrebbe quanto e schino Me- Ma spietata farlo sofismi, avrebbe al la con reverendissima scendere cosicché Se l'opra spacciar tuon un La e che più Lastri cattivo gonzo: del l'avversa al- è Astilladoro. fatto l'ha maligno, modo Guerrin come l'arte. sa ne quindi torvo, né non al gli e reverendissimo ? Il e fuora, deLre molto nocumento sceltosi, figliuoli verendissimo re- Proposto critica sua un è prete, moltissimo fuor passato passava volete, la recare dice reverendissimo il saggiamente l'avrebbe •certo gliel quando cattivo, specialmente Ognuno 207 OTTAVA a si sarebbe que' letta poco nostri una prima 208 APPENDICE di morire si chiavelli danno San forcuta, viva: un starsi laggiù signor del non di tanto come altr'arme Oh! scuola Vanue tristo, che del E che nella Zoppo Machiavelli è in d'aver d'aver e dato d'aver ne' libri in niega. si quattro lo cose E che vantaggio potess'anco alla buonafedica? anzi stampate, come farlo gli bisogna non e ben rito spi- Machiavelli biasimo. Il dallo le può di di fatte politica ; morale. tutte negare, e tro quatsi non negandole, qualche tratto negarle; scana, to- Fiorentine; fatto ha alla che precetto d'un cennai v'ac- come Storie si recherebbe un cose al anzi in si non coU'aiuto Le buone delle Zoppo quella Prefazione, lo sgrammaticatura; latina, mal qualche del imputato documento mal qualche sciorinato Queste alla posto! Pro- mestiere qualche qualche fraseggiato tersi! ribat- stragonzo! vanno, Prefazione quella specialmente d'aver da commessa talora il date Prefazione, sua a malgrado le lodi che delle grosse, vivifica! ti e accompagnate ora, pur Zoppo t'anima gli sfoderare miserabile punto, sì,. ficcare di volte imparare sai Pierlorenzo, vero, dallo nollo tero, Lu- fiducia facilissime Buonafede, ad quello davvero rospo frate di d'arrostirselo e bugie mille Oh! viva Qui una non bugie volte! del da delle nuto, cor- con Gano. avere Ma delle quelle non cento gonzo alla Vanne se insieme Zoppo, Mugello! scoprirsi, a dello pancia lingua degno assurda, tutto pola cu- gente che conte potuto del di contro, facili bugie nella col la non la più e Inferno, e il Ma- colla mangiava avrebbe non francolino un Giuda con pazza, spiedo dell' antri frate- lestrigone un degno Proposto tutto che somma Calvino, che grosso unghiuto, dentuto, negli che specie d'Endriago una in uomo con il baie intendere più da peccata sue ad antropofago cani un le mostro un Pietro, un LETTERARIA buonamente fosse di FRUSTA confessare lasciò si Matteo, che ALLA messe ma dette, quando sutterfugio in sibbene si se possa carta, derle difenfarlo 210 APPENDICE comodo molto spedito Il di ha lo lo che lo la cosi divertimento e vediamo l'ha il di e allo Con quel che ne' da né la da' libri; buoni linguerella d'affettazioni qui da sostanza chi non di Marco facciano. Un colle le ha uomo le Le lingua dolciate col buon confutare nessuno, floscia, pillottata camata ri- bruttamente stamigne quante, mo* o menno, lingua una delle è colloqui una del a loro leziosa, e fa* non antichi sputatondezze tutte atto ne' ogni tenza sen- toscana. Proposto gallicismi; per mill'anni. insieme Cionno strani sua prototipo senza che è molto mano, solamente ma goffaggini, passare l'abburattasse pedante, di la lingua Toscani sguaiatamente e qua e da' nove, d'indossare diritto dal vergognarsene insipida, mingherla, tutta Gionno, d'oggi formata da Marco alla per numeri il scritta scrìtta i venti di un cosi numero fatto Toscani quella loro in lingua lui arbitrariamente una altri ad al magistralmente ventinove parlata casalinghi, dare ad o o di il deter* e tutti a legittimo un a numero provare derni venir Zoppo quella né Lastri, abborracciato, s' ha lucco, Cile il Marco se s'intenda che non per seggiarla. fra- sia; che Pierlorenzo, unicamente ma di nello questioni, Diamo, ripassatina, Novelle, può non appartien'egli queste turca? una sue in sapendo modo o sappia; n'intenda, se alla del chiavelli Ma- soggiun" e non lingua, grammatico, nella l'entrare Lastri minarle sia o non o sia cosa puntissimo Zoppo lingua, fraseggiare, delle che stesso che, si* collo il che toscana, arroganza intendersi conseguenza Marco nobile il falso e semplicemente fraseggiato alla con egli Zoppo sappia altro fraseggiare, insussistente mostra sempre quindi Ma sopr'ogni del quello assicurando metodo, gendo modo Un cioè secondo, Proposto stesso confutare? LETTERARIA sbrig^ativo? e punto gnor FRUSTA ALLA del frullone del maniere cacasodo, prò in che falsità il gli faci- LETTERA confutabili, Tabbiamo lissì inamente del canonico «ia nostrana; il clarissimo, troppo schietto una canna, che nostra, sono chiamate fosse Signoria clara, subbisso di molti •chiavel lo Niceno, li, diffìcilia Zoppo non ricordanza. Ci voleva lo d Zoppo quali molti Che alle ma dice dice non adduce ma che il perchè di il frasi? delle m^xio o le Toscana tutta di riunire Leggetelo tutto de* quel numero pirsi? cae stampa, ri- Il stampate; Il giudica buoni a una Pedante ragioni delle cose; in atto ma fretta; giudizio, Edipo senza persona. sono di un ad slampe. non preeipitazion senza in cose, le per mente toscana- sentimenti una notizie certe lì Cacasodo ragione, Pierlorenzo, che pubbliche sono giudica vinare dire sa ai fosse sodo Caca- difficili dell' J5^//a ristampa una se come dà quali aneddoti, son ricorrere Il Pedante ricordanze? non di Ma- de' dire a di certi motto qui era di smilzo! tanto un sa dano riguar- ma Pedante Machiavelli del luoghi duopo ^Cacasodo fa un Sua che il sentimento, mo lingua anch'essa, Machiavelli, capirsene fa stentato!* che del non la Antiocheno. degli aneddoti, sa smunta che quasi Sinodo un lingua molto con clarissima, belle, luoghi, e e della regole lingua, o non se cose Le Cacasodo, della canoni scempio confonderla a o per Chirurgo-Laurenziana, messer Concilio un nostra forse sbagliarla a singolare. dal i la Lauremiana, Libreria non e leggiadria, ga l'allun- ce dottrinalmente venisse non La breve, troppo l'appellativo solito, qualche qualche non mar chia- latino. Pedante messer Medico- usando una •con il si Pisa, vuol di sa appellativo chiamandola leggitore lo che un e comune; e Libreria ringoiar di è Qualsi- chiarissimo chiamato convincerci il come di quel Cacasodo messer per visto elevato, di o d'esser Lauremiana Libreria tema Duomo, bene ma già Oenio un nostro molto •contenterebbe alla chiama lo Pedante messer 211 OTTAVA Havvi, a pensieri indch a ventinove, fatte sifse 212 APPENDICE v'avete la foia Cassandra, modo il il Cacasodo dice si nelle pubblico della* di alla gaccio L'avrebbono i nostri scrittori secolo? N'avrebbe scriveva què' di il diritto e d'insegnare dell'asinesca Marco di fango d'oca questi pochi signor in Proposto o non lo immantellarsi suo Pranza, interessare molto interessanti^ e d'oggi questo ger- di Livorno questo la dal cia scon- sume s'as- addosso altruiy Deità nimiche condannate non voi mattina con il riempirgliene dentro quella il una più limaccioso fondo ficcarvi chi lingua toscana, ogni bocca altro quando E scriverla? perchè alcun Rena Milordi! la di vero in o I L'hanno l'Arno? del- calamaio penn" sua ? Se a a il ventinove numero ludimagistro solamente s'accinge verbo» di monsù contessa foggia tratta Perchè quando co' turarsi a in contratti modo se quotidiani parlari? Ohibò! la il dico, Pedante, nostro belli arrossito fare nostro neggiare tosca- interressantissimi, Toscani mai tracotanza, Lastri manata il deve gli stessi Ebrei questa a del quel punti loro usato suoi deturpa e né' schifo a i vi un aneddoti bocca gallica in Zoppo di tre certi per Il di righe prime priva rimenano costì cangia cagione a diri vati. pure* di o tutto, fare una ; anzi Toscano, debbo o indovinare a al Pedante il si suoi Prefazione la comechè Si de' e atio Leggetelo che Edipo, un voi il Cacasodo l'uso interessare, che anche Bergamasco. sapere ne voi d'imbergamascamare volete e LETTERARIA anche rendervi riunire il nostro FRUSTA d'essere di e di il modo ALLA posta sua. comporre, e Proposto dal quel mostrino nella Ma chi pelle suo elegante, mai brioso! che adoperata dal lo strino mo- nove, vorrebbe sei lione, ognuno potrebbe qui venti miccio del prescìndendo mostrasse lingua numero un fraseggiare garbato, della saggi dire anche goffo? d'avere Che Guai un s'avesse vegga difetto ciascun dalle pure sue che gofife paròle, il po' del un del signor tino fioren- po' d'im- LETTERA peto, di po' un vigore,. di mai uscisse Isalda, un'immagine po' vivo, trito una qualche mal un una botta *o le allusione cenno po' s'han tutte intelletto fiancata farle saltare dì fossatellol d'un tutto -è quel il mormorio campanello, •collo il dell'asino, quando di pane quello Jorenzo, le porta caratterizzo questo Lai^o, •che di serto «ur un Adagio 4'orsi, Tarocchi, anzi che lungo i Largo cinta oltre, per ruote, senza questo campo più pelosi Friborgo! non di si dich' io, Pierche lingua usato da Minchiona, zazzera con videro mai da un assiso strascinato solla sto que- toscana? trionfalmente neve dà chè Per- sempre Maestà e al accattare Nóvelleì l'incipriata diadema, mar^ uniforme Margravio, di pre sem- delle quest'uomo, Sua a ti fa ad comporre questo carrettone di di Gli appende vi sue e stile che cicerchie! Fucecchio di ! Dare che siepe, qual- sempre quelle il modo pastinache che in di suo fantasia, ! Oh perchè già. sapete io di il sabato. da vien ne Ma porta! largo, fanciulli! se ire Luffomastro, di Re che vuol inappellabili sentenze «da in di mai del audibile tintinno il romito che metafore stile, che appena quel addormentate; motte paralitici, il passo qualche suo frizzo Yoless'egli il brodo quel è desse ti sue comporre come gli comporre, ricordare del terroso, facesse mai le poco quando sfiatato che Oh colore suo in quando ti periodo ti tutti mula sua che cavallastro un quella a trovato qualche sona quel avvacciare fargli per un che che l'asma, a po' qualche con tropi frustata buona forte nna in argutezza, tutte un paragone un pelle gialla dall' iterizia. la una menare mai 1 suoi gli grattarti quando all'anima s' hanno figure sue forte inaspettato! o un po' rimota, un qualche con un nuovo cacciasse ti ch'egli Guai prude! il come Che un'idea po' razzente, un comune e cranio duro po' pittoresca, un un'allegoria fosse non po' d'abbondanza! un quel sotto 213 OTTAVA adagio una nelle muta tagne mon- 214 APPENDICE ALLA lo Perchè Zoppo che qualche alcuna pure altrui, perchè damante. Lasciando lato guardando e avvisto, in che Vocabolario nostro, delle regole generali, Prefazione che allo Zoppo scegliere non chiara che sima, non affetta lindura, di fettucce, dal tratti o da leziosaggini e di in il minimo mi si dica non carattere questo i che lo per Zoppo adoperate mai la s'ha da fugge veruno ogni alla lepidezze alla fiori della I nella che medesima di cia, Tan- la natura degenerino dalla stessi, di cura cacherie come traspiantati non fi'occhettini dove lascia bene Francesi italianismo li diverso tutto di che- e dalla napoletana. e' molto quando imbastardischìno, d'un alla sopratutto, posti, sapendo si di di lo sia Zoppo non e tre Ol- non idee, Zoppo latina, nella correntis- Malmantile, Lo che Lo fiorentina, lungagne francese lingua ciucigli, alla storcimenti norma parola, frase, forbitezza, alla a fronte. sua naturale. /wn^o. Far in sulle dal dedotta prescritte, modellata di nel ottime quelle, corrente l'ordine usata meno sia istudia non Cecco lombarda, li ha sempre la mai manco lo ogni non siami le non una sempre Decamerone, di sanese, che ch'io porta manco frangiolelle, dal di sorta sìa non siegua ne né l'ambra, come di accuratamente mai usa qualcuna se pelMO,. gran fra per additate da giudicare né sia Vocabolario quel Ra— un d'adoperare suoi non da Eaco, suo registrata che o etimologia diritta con sia non che degli un ha, non scritti degli veruno parola, una egli d'un giudicare modo suo anù scritto, troppo un al scrivere, suo è il in entrare meramente nel lingua anch'esso né volta, benissimo^ nel errato simo, benis- paò suo può nondimeno non per si e volta scritti un qualche in si alcana stato lingua; di sbaglio s'abbia sia sei, colpevole e LETTERARIA infallibile, è non Pierlorenzo, quattro FRUSTA frequente tando imimai usano ragione. dei gua lin- nostra francese, non E certe nostri e più non niere ma- pre- giati scrittori, perchè dire, ch'egli non se pedestre imitatore pensieri di di b«one forza significanti, con e cavillare, gli Quando da che te le il caso fa di s'avessero Oh, gambe, come essere, se lasciata nello Perdonatemi, alla s'acconcia la I Ma niego, voi Proposto quattro quarti e di maniere, Notate falsità. Zoppo dèi pa' può questo n'ha che via la fraseggiata^ egli un in abbonda una genitivo dessi n'avve- del di di e i sulla lingua quarto suo al non se assicura pure non che anco contraddizioni quel delle che terzi, ne do quan- me. all'Opere scritta di né i due Prefazione all'essere che gamba, negherete la dir- per Questa prima cervello, quando frivolezze, é bocca! una manca bene, Pierlorenzo, Non in manchino che mal di un signor Proposto nostro mi non oltre Come propio condonatemi, o sdrucciolata, non gretta fede loro non Gibilterra, portatagli vocaboli m'è signor sua del be' allo se di tissero sen- se come o sto que- se come polo all'altro un Pierlorenzo, i gambe da è sdegnano Zoppo ? o cannonata? foggia cacata cristiano stretto buona una Non al lo dunque può. altri che appartenenti mai si da zecca. piedi, corre oc- non destramente, altrui, i parole non cosi di braccio altro oggi sa del più fare un de* con già dette cose due ha ciascun una da lo al è maniere precise, e valentuomini, gambe direte: si libro nuove tutt'a in due corpo? ve come que' pochi gotte il lo per appoggiati di due sa parere camminare netta lo medesimo, 8Ò- nette delle dire tocca esprima frasi citargli né delle pure li quando e tal un Avendo altrui. s'abbia è che con copista servile, non un maniere esprìmerli; da SUO' è non direbb'altro si non delle suo, "15 OtfAVA LEtTERA chiavelli, Ma- maticata sgramsciocjhe falsità. genitivo bello, energetico, di gnificanti si- ? Con dolce questo riguardo, urbanità parla con il questa modestia, signor Proposto con Marco sta queLa- 216 ALLA APPENDICE dell'onorando stri di ne vista, è non mai d'an agli uomini, non che sotto falsità chiamato di signor Proposto, ha di punto cosi sta delle allo farlo. Non gravi dagli sono costituiti reverendissimo diritto legali, per Zoppo, occhi agli in quel se ? Lo mondo questo disfatto mandato di per quivi al assai più che di il ladro signor in banco primo falsità. sobrio, Proposto non la dirne poco Proposto gli A come i e come roba, poco, diede Proposti quando stica, ecclesia- nico quell'u- a dicono come lo sotto sentirlo, che, di secondo se i suoi sarebbe Proposto sto ta- sarebbe incatenato sarebbe dell'onore, Zoppo i dirà giammai va che vale ribaldamente accusandoti dirà quell'accusa, dovrebbono Sua sfn^irlo, Reverendissimo, lo la come dunque premiato ladro di Propostura. l'usa, e dare corredo voluto par al cosa di Buonafede, galera, una la dignità gli mi di Il tampoco massime mo signor il reverendissimo meriti, posto Pro- falsità, di sfuggito e che fosse ciascuno lunniatore, ca- sia metodo va frate dirà, Zoppo infame necessario ventinove numero non evidenza, dire: prescrizione. Che di o perìfrasi un suo ha birbante, ad né qualche al voglia senza cospicua non lasciarlo voluto ha dico, dà che che una Reverendissima Signoria chiunque, messo avvezzi, in dire a come tre dell'al- bussola, altro loro qualche in s'è metodo bene tacee l'accusa questo il un nomini peste non è queste semplice pretocoolo. un fatto senza nella che e prima non Ma tocco vera e provare Zoppo, accuse innegabili, prove dal ha dì indegno, sia o dico. io come ; vera, di lungo data qui dà caso briccone Giovanni, eonsegoenza maooo cirimonia senza conosciuto per altro, bisogna, mascalzone San mai specialmente, provarla un né però gran un a d'essere, un che ad si sconci pena veruna, far dehbe di quale offeso, di falsità quella ne un'accusa che fa non dal e nome, non cui pelo. Ghionqne e se voglia, di stato, saperficie da Zoppo, né LETTERARIA FRUSTA pur che, quando non essere era punto ciascun 218 delle scomuniche succintezza e di primaria fa molto s'avrebbe nel bere Ma di soverchio se si il il trescare fa del li corpo gli divengono a baldanza lontano è stata, sempre ed più messer Niccolò s'avesse che bagliore il cagionato, n'aveva quest'altro amico acconcio alcuna Così vuole troppo viste del cosa di diversi alcun l'uno Ma che torniamo, Segretario vuol gli è dell'Accademia Italia questi scrivere, buono, fanno poi dovette cui a che- voleva non attraverso perchè gomito gli Ed cattive. e anima- che, quando» e dagli occhi, di la inferocita loro di aveva qui ecco verdea, della dall'abbondevole Niccolò messer moltissime n'ha diversi e più dannulla,. e piena alcune modo due in l'ubbriachezza! centuplica, nostra feste a come La del cattivo, perchè sono li e sa,. ingrossa leghe. alzar le si e mente tagliacanti, special- e moscadello per in di cosa zucca Già mente, l'acquerello, non tinove. ven- fiaschi codardi di posto Pro- fulmini, e gesuita Lucchesini, che anch'esso non triplica, loro uscir Il credenza. a il vino care, della prima piacere il occhi o la spavento. co' tuttora, ad comincia mosto i bravi è s'imbriacano che di cinquecento non maravigliarci,. da l'oggetto della s'hanno dove numero tiare, spavaldi tratto un v'è né più anche spi*- scaldata lunga li doppia, uomini quando lacci, alla troppo nella guardingo quel aveva piene cose cagione^ signor foss'ito se sbuffando sudare gli oggetti agli che sì, gli il che scrivere a quell'osteria; altre e oltremisura que' moscadello quindi Vaticani, che d'accingersi in fece detto, con cristianamente operi quello è unicamente prima la que' paesi cattolici, Questo ha Zoppo entrare senza dell' Indice, si caso lo indicata verità quelli contro Machiavelli, in .^e cristianamente. non il del Vaticano quelle scomuniche, discussione, uosa dal isterica con LETTERARIA FRUSTA lanciate l'Opere leggono che si ALLA APPENDICE uomini cruda, tempo, Britannica gli l'altro alle a trin* s'avesse di buone. effetti la vuol cose che, del- cotta.. dette svantaggio dal del d'aver Dopo con e due ha Machiavelli fatto in di secondi due Mostra che che le quanto co-- in incomodarsi per vuole mai fatto in qualche della luogo amico essere pubblicano. matto fu trovata? è fare a A lui morale, della della verità, Cieli! più repubblichi Se bestiale Otre sta di pien faccia egli tavia tut- mente final- egli Fa il Machiavelli libile, infal- sempre queste buone cose; unicamente,, n'ha. Machiavelli bisogna pieno e gio personag- affermative,, sue il se cattiva, sono svantaggio a d'osservare che, prova Mostra il gran delle basta logistico sil- morale? troppo veruna Santissimi più spropositata, stampa mai che in in s'inganna maestro un spa ve- avvocato?" Zoppo punti? vuoi gli provare r universo. sul o Monsignore mezzo rovini sicura, politica, fatto che convincerci per la ha Machiavelli, e su ragionare un giudicando due za crean- dibatte che coppella? ingannato, huona bella si e s'è al a di sa di sa dallo date Zoppo, sempre vuoi tanto con addotte questi su alcuno guida Il precetti chiama si cane cui punto s'è collo di lui da istanno Machiavelli il come cliente, ragioni mondo sforzo un morale, difend'egli accuse non il tutto ir insieme suo vedere, Ma fermo due queste ragioni, né al punti, coda. la egli una il cumenti de' do- opere che fiorentina, s'infuria cortesia e è che sue morale che, cristiana di e di del sorte dicendo cattivissimi de' e aggiunte cristiana. sotto ohe delle alcune quella signor Proposto questi di in ha Zoppo momento, cattivi, di politica e maggior dato lo chiavelli, Ma- dal usate latino, lode, politici assai munemente Il modo ture sgrammatica- delle punti al poca sua molto di cose i due tocco dare tratto un pure suo. trasposizioni delle e titolo il d'essi ciascun a voglio che Fiorentino, Segretario 21d- OTTAVA LETTERA attribuirlo di spirito n'è stampata di questa, di vino! talvolta dacché dire re^ mai,, una Che al la l'essere^ ad un 220 APPENDICE delle uomo ALLA grandi tanti nelle storie detta verità sia polìtica essere senno dunque Proposto, si ch'egli fatta verità è delle qui dire a l'onore certuni la tenebre Se il tanto fatto ingenuità mente di Sua di testa rassetta, l'ha e la non volete :gine ^ Ce opposer de' magra serait la può Ma quare Quia de la la non fu buona véritable à quella battezzato non la l'ho io in donnetta ténèbres, Religion. sua menica, do- spiritosag- questa ces maco sto- suo Ve v'ò bellerie cor- fatta, questa digerisce, Non uomo delle in che bessa un quel rassettare stemmia be- una con capo di con una altresì, come in aversi contadini. feiire trop d* honneur lumière capire il Cuio menarmi nostri con contraddizione? una per con confessò digerire può ^ stomacato contraddizione la dire, Pierlorenzo? se " dire possa pidocchio. loro forza Una mosca, alle m'è vasta non d'opporre pure potuto parlando fare anzi aver molte. Signoria di •a non una casi costi laddove in certi in animalesca, spaccatona, morale. mente evidente- Cristianesimo. m'ha sogghignare, di di e del signor Proposto cosi dotto luce della Dacier e a avendo cattiva Machiavelli e signor l'amore che bisogna non del d'Orazio, confutarli, di chiara proposizione m'ha «Che dannata. drappello monsieur del massime scellerate: cosi genere, della Opere alle d'alcune appunto suo porsi da per un scoperta, disse come Prefazioni sue nel l'origine innegabilmente basta me Colombo un in sito spropo- uno elevati tutti importante questa ora Oeni ai cattiva Bisognerebbe proposizione una riuniscano è è perdigiorno l'accennarla onde provare A confutare a tamore della bestiale. gran esempi che fonti questo soverchio un Ma principali morale, grosso, nondimeno Basti dei mettere com- degli moderne. e cattiva soverchio buon anticbe talvolta n'abbiamo pazzie, uno della e LETTERARIA gli faccia che strane, cose delle FRUSTA que de in leur Firenze, v'è non Val in cwbellerie; che s'hanno detto libri sacri, detto i filosofi antichi, non come l'uomo è ed l'hanno sovente dalla libri, nei molta fino di troppo signor delle com'esso stesso che essere molto altra fra sacerdote? Non lira. Io di è farà non se un in mezzo prelato viene egli coscienza comechè l'asino del gnaio mu- egli prete Collegiata col terati i let- fra eterno è voler di sua la Non d'una persona, punto, fa che Granduca. egli Proposto egli mai quella non del questo su in contraddizioni scannate quell'albagia sua bene che tanto il come mammalucco letterarie, comechè cose che ; senza e molto ogni e amo non propia che e pere sa- dette, e pompa, sua di piene che però, simi, moltis- d'osservare nella andare mill'altri di e riunire più tale, immor- fatte, mera per stesso delle una i cavalli è s'han datigli l'erudito, e nomi vaste pure contrarie, figura, i contenterò l'incapacità Non lumi buoni Padri, menti incompatibili gli gridi ognuno vezzi, onor un , Lasciamo gli rinfacci mi cioè solo, giudice un farsi stivati egli sa riuscirci sieno. cazzotti strani que' a pieno ente a' di pieno Santi erudito crederebbe a moderni^ fanno meno, i l'hanno ce un sempre del lettere qui spacciare i e di necessità, qualità di i babbioni diametro che e corbellerie soggetto sarà coso delle avute Proposto dose tanto che volesse mostrarmi un'urgente profani; libri e trovano all'orlo, delle scritte i agevolezza si s'hanno che a un Bibbia, quali ridetto uomini gli competente talora per Ohi la loro di pizzico che dire, quanto è, buon suo il penne Dio, datigli dall'educazione, riflessione. citando capo meno è Signor con il e e opposti dal potrebbe un più l'uomo che datigli stato, ogni come in che meno talora che insieme: assai non sappia non faldino Truf- anzi grandi quanto la Ce v'è non mentali vale pazzo. Pisa, che s'ha tanto ifiaggiori d'idee, in facoltà sue ogn'uorao essere, anòhe scolaretto Brembana, le sieno nomo, 221 OTTAVA LETTERA titolo tabile? rispetdi Re- "222 ALLA' APPENDICE verendissimo faccio? eglino analogia lo sieno, faccio queste, delle e le commesso; bene, delle consimili avvolgendomi battuto Un'altra ad vecchi e si allo Zoppo, una ad ne' libri né Bandini,^ Grassa ricopiata manco Io le chicchessia, un troppo ^ -della Libreria •di molto lode sempre non troppo che comechè lo fa nomina. e lo dua all'ar- si pone E* libro fa non latino in canonico doti degli aned- verità, non paragrafi o che avere di gine pa- Zoppo sia nella anch'esso, La ricetta ci d*alcun*altre opere, Proposto altrui, possiamo Indice d'un autore lo o guare d'impin- da' libri perchè Bandini, quanto prefazione, una trascrivere sciocco lo comunemente oggi usata, Maria Laurenziana, sapere, di d'inchiostro. Angiolo dell'Opere e un in d'allungare semplice è ne' libri clartssimo sapere arti cosa saputa, II canonico dal intendere si quanto col libro di piate rico- canonico. ad da dette che quella piccarne d'ap- ha non Prefazione! serqua signor varie altra qualunque una Italia, dolce nostra è di buio Proposto cose ignoranza darmi posso non al tanto del libro dal tante afo^ sono paesi. somministrati avrebbe gli che mi che Zoppo, cinquantadue interessanti. né in tampoco nel stampato quali signor una comporre raccapezzo osservatene Machiavelli d'uno ignoranza ricordanza del nuovi di le malucco mam- ; ma rimbrottandolo tutte ne moltissime assai per il studia una iatrappresa ìk e le e che me un notate ne' ? Sono pare sono leggere S*han non non capisco viventi, qua buona Crassa sue. tanti me contnttociò vario mio que' in A sono? soltanto non nel lo le di yillanie? caratteri e perchè di sì diversi croci, perchè avendone infinite pure non maggiori: bessamente molto o schiuma uno bugie, cotesti veruna contraddizioni di gagliof- un calunniatore? un malignità, di pieno LETTERARIA egli insiememente è non ribaldo? un canaglia E ? FRUSTA è un nomini uomo con LETTERA ragionevolmeate fatto. Ma, in •cetta se quella paruta fatica una dette state in «nzi O la Zoppo in d'oro lo che oro, da di del per uso lo Zoppo il la legnaiuolo vivere. Che ha il canonico ogni un'idea. Lette dunque bene in Zoppo dice posto scritta cosa per eziandio, ch'altro capo può le si pose cose con alla più la le sua ch'io del in la di la dare che e' si Machiavelli, negiristi, pa- fosse. fittesi e in notate esse, com'egli spargendola tratte Dovunque non da' suoi d'uomo al cede mer- doveva o suo tudine solleci- meglio notizie ma al molta cui che lesina, costi con o presto necessarie molto indispensabili plenitudine d'essa. dargli Bandini, prese Prefazione, di ghinee con scarabocchiare, a nello quarant' anni" rimarchevoli o lo danaro cose sorta l'Opere pecche cinquanta commentatori, che E dire, venalmente, leggere isparagno, libro, perché ed suoi buona? o meritarsi autore, scrivere a modestia, ma a per a scorgere rilette e di dall'Autore, d'un da' biografo, si fatto gli il calzolaio ; vale nostra? cattiva, canonico più come penna dunque Dall'opere suo Sono procacciarsi le S'è il dal pialla per pattuita? lo la adopera onestamente, •dal libro. suo che quella Prefazione, dette quegli altri, da' quali Se mai, scrivesse rubargli cose tutta cotali libraio un gli voluto ha non n'avrà credo senza nostra, opera ? Di cento vantaggio, farann'egli la d'essi s'ha né evidente è cattiva. o sono dire a d'essere pregio dire cose dieci, le tornarle d'un' da debb'essergli le le tre, col altrui acciocché farraggine da le ri* quella v'ò Quando un buona, duopo n'ebbe, Zoppo una « è punto. Pagato -conosco libri senza il da' libri tratti non altrui evidentissimo opera buona, altro due, gente e perdere a nostra squarci se assoluto, cosi viene la danno con le di che facchino? da seccar bisogno un gli istampa, volte, perchè avvalersi Prefazione, sua l'ignori affatt'af-* Zoppo voluto ha non il trascrivere che non lo persuadere s'egli 223 OTTAVA da filo, alla gli é qualrezza chia- paruto 224 il che e ALLA APPENDICE Machiavelli biasimi, perfido costume, di talia, dell'avere cosi vilipende, unica ed vera in l'aria chi gli diffòndianci sulle tocche qui voi bile ? S'abbia t'uomo a il può ne tanti come Io vo* voi sono le ci se v' è cioè, che non fé. mia il dalla quan- rifarlo tu farlo tristo che impresa il alla cosi pazzo ? Vuo* cotesto ve direte fegato del e pazzo e se fosse Con modo. allo Mi lo questo disegno sdegno, spiego. trattate considerando Voi per con il mal rifare^ vorrei e in amico più carattere che io capo provare siete sempre prendessi intra- vorrei che possibile, pur troppo varrebbe Tanto Quello l'Apennino. andare merita, io che Pelli, quello sdegno volle che Proposta ventinove. Ma, tristo ti fa il che tumefare del non e più vituperose, Pierlorenzo, per rifare voi se bessaggini,. numero mio. a cosi che rifarlo, aiutaste. lasciato tanto ? Novelle, mi da quello sdegno, con andare Proposto sarebbe, di e le e malgrado natura, altri non disperata sono tutte, avere, dispetto della quel in lasciarti Perchè rotta? ti dar conchiusione, ripetute bugie, perchè lasciarti e : mina cam- e non e saresti una più patenti, desto la rampognare, sugli spropositi, sulle quasi m'ha leggerle ad ammucchiate le ne corvo! sulle e Va', ? guisa, non E insegnargli non questa vivo,. o rampogna, ad e I- rabbia. prefazioni che veniamo più ovvie, l'ho del più oltre s'ha in nulla, anni birbonate, mariuolo le morto lo ne bestia, opera d'insegnargli Pierlorenzo, Le di fare melensa quattro, campassi Proposto quel tutta per o e vuor di somma o sopramercato ricetta vilipendere non il astenuto, nimico scrittore, amore, viene e n' è se lodato^ biasimato, oggigiorno d*uno operato Tha male, voga sommo Tha Zoppo lodi, perchè in tanto mostrargli senza lo nelle giudicare non lo bene, Dairesagerare vuoi o LETTERARIA Dovunque malevolenza. senza ne' dicesse calore. molto con FRUSTA di del di mi tervi, scuo- posto; Probontà della 226 ALLA APPENDICE Pinco, nostro cui a continuarli, di bestia, troppo Il frate, che fu acconcio si più vendetta, l'arruolar dritto a se a secondare lodi, hanno pania del di né disonore che le fare le cosa a restituir cosi farsi, quindinnanzi le questo loro ha quella a Pierlorenzo, ed stile sdegnoso. il Vorrei infiammarvi, questa cosa d' indurlo con ad perchè del acciocché annichilare quel mia mio tempo alle dall' a scrivere a al acciocché e nostre covi, Ec- sino in inanimarvi, parlaste numero sitate, spropo- patria. nostra l'ardenza; a s'avevano, credito molto l'idea sente, pre- Proposto poco di un questo con tutta in alla nostra, spiegata eccovi di dal d'oggi. Conducendo al dì che che uomini di tanto cattive, verrebbe fama riuscir lettere, all'Accademia renne, si nativi, do- liberarci il volgere sino alla tura avven- per fanno ci tanto fatte segno, tornerebbono di quello di zacchere queste di Letterarie uno. que' gli modo meglio è a e monta ne tirati antipatia, di non e Il Novelle sarebbe quanto la e lodi verso Italia ha calato è stolida naturalmente pregio. il la conto porta im- non giumelle Proposto quelle a tutta facile parmi non nel L'informare anco Il che molte dal- tosto si Proposto e giadra leg- sua chiodi, il che e seconda una molti i romana, frate, grazie tirar cosa Fra negozio. nutrono migliori. è il fare da disegno, suo Zoppo, cesserà roba torto. a cioccolata furbo i minchioni noli o fatto senza dica dal tempo un d'una di non e simi pochis- ventinove. numero timore per ne questo libbre Certe che gente Pochi dallo pepe cessa in come contuttociò non sottometterli principalmente quel attaccarlo fava, noi. indotto col e disioso ma di dimenticare può coU'aceto cambio, a schiccherare a non ardisce di accondiscendere giudizio d'alcun Buonafede di pien troppo capone, fu l'incombenza disgrazia per troppo poi, com'egli sanno padre è tocca per al manoscritto non è LETTERARIA FRUSTA al uno dervi, accen- Proposto di procuraste ventinove prima LETTERA che fuora vadano ne in a^ncora deiraltre farlo. di tempo •quenti lettere, cederà alle da potrete strignerlo che dal frate di a importa anche tirare più non stolto che persuaderlo a il le s'arrende che che ne do di qui bell'agio mani? bene; è ma male noi volentieri n'abbiamo onora ogni rispetto, gli eziam, e li senza vede suo badare operare focose Zoppo, le ed ssimo, e e ecclesiastici sa alle da fare, mal le lettera, ad matico flemdal le dirà ne gli capita riprove, dice punto a nelle mai lo come dire a cosi del ben del mal pregare. riprove, com'egli rispetta trattare più cialtroni. servare, os- d'avere non d'onore degna specialmente; cherche sozzo per uomo dopo farsene senza rende, s'ar- non mia io, attivissimo veramente persona se fategli altresì, ch'egli prove come se Se quella con nel che e prove fine potuto impedirmi numero, sappiamo le ho non alquanto pronto Ma se fazzonati raf- e licenza, costringendolo l'iracondo sempre scritto mano- potrete. questa voglia, che, quel in di questo a che pertinace all'altro n'abbiamo Già Zoppo ed letto usate e modo Fate quelle parole, a capo la nel corretti fiammanti disperato, non cose ed potrà, al chicchessia, delle prescia suo Noi di o sieno quello avvenire; que' fogli gli starsi un tutta voglia più da in venduti in- dello e Pierlorenzo. occorr'altro. non ricorrete leggere dire si anzi vorrà se rimedio ve che dovrebbe, sinora, come onde quegli argomenti, a e fogli susseguenti più fervide, più parole docilità i Sì, quali fogli detto; sistema a' vivissimi dire a mutare ha fra* co' i a altri, meglio ed tosto, quindinnanzi ad e vostre quello sinora. recare voi a oltre sue tutti che tico solle- nelle di più, fatto ha rifarlo a numero, il contrario tutto Zoppo che quel fuoco sul pure dolce suggeritivi, qui me essendo il rimostranze buttar a copie, Forse fattogli continuamente argomenti 221 OTTAVA ma gli uomini che Con a' e noi d'ogni di piamo saprazza, cappucci, quando quali argini, eoa 228 APPENDICE quali palafitte ladri lo meriti, la addosso cioccolata paura. se, e v'aggiungo Statevi il di viene cateratta ? fratesche, altro, sano. mezzo a secondo castigarlo schiudere, Sarann'altro per dairim- Proposto, signor risolvendo Zoppo moine LETTERARIA FRUSTA difenderà si piena, petuosa non ALLA mia raccapricciato gli spalancar- a in fé! i tal che caso, PierlorenzOy da questa EPISODI DELLA VITA DEL BARBITI A LONDRA EPISODI DEL VITA DELLA BARETTI LONDRA^ A l Pochi epistolari, l'ingegno fatti di gradita si sttoi è, che dirò così, e dal molte Classici i la *jQuesto del é e scritto 15 cui i di comparve febbraio le delle più 1883. della sospetti occhi difficoltà tempi, tere let- Milano ripubblicate Società dalla 1839 a suo grafica tipo- italiani. scrupoli sotto eseguite; nel il delle pubblicate poi ai epistolare Parlo e E Lettere descrivere Italia. e lettura forma per Custodi, barone aggiunte gli Ma que' in raccolte proprie, 1822-23 de' a pigione, a presa la triti nu- Baretti. notissime quali per sono una del quello delle nelle e offrono e dall'Inghilterra vere con parlo non Fratelli^ tre viaggio nel d'osservazioni e avventurosa dell'autore, istruttiva, quanto e badi, vita festevole e sagace la per edizioni due comunicazioni tutto, la Censura io prima credo, volta striaca, au- furono letterarie la neUa soverchia Nuova tologia An- 232 EPISODI DBLLA VITA rigidezza del Cnstodì, fecero si che barettiane, quantnoqne lettere molto è quindi maraviglia ch'io qui cinque, affatto curiose piii antica alcuna n'è fare di buon che il di cose sul insieme e terza restarsene casa a intendere il futuro che dalla mesi la Genoveffa che, dopo morì nel 1751; tessa e da al prof. e Torino viaggio; si vedrà meglio don dice sedici A a avesse di Luca passò seconde a Dal Pietro Posani, gli autografi. si può che, cortesia a dire traveduto; padre, suo nozze col di conte, per di co/i- del- matrimonio vedova. la costretto la chiama il Baretti ebbe do aven- lei, Gian il titolo ottenuto con- Astrua, di Né paterna. la morte Molinari, della anni, stato era Frusta perciò teologo G. del il cicisbeo • aver doppiamente devo amico casa dopo Miglyna, Le Pare note. Genoveffa matrigna della poiché, due ^ il Baretti che Capriglio, autor signora brio di documento assai fatto sfidato e di il volo pigliare certo un come ; ma, schiarimenti. Miglyna a troppo andò in questi volevano l'idea avrebbe della egli provocato Paolo e singoiar smettesse quel alcuni occorrono si salta istruzioni,che che non non sua. inadrey cioè tessa mio oggi Filippo lettera, anno anzi Filippo un signor Capitolo, invece, Per molto piccolo capolavoi'o un quel tempo, il fratello nella quale Le viaggio sono senso, 61. al fratello dà Londra, a blicarne pub- inedite, eppure 1757, del al 1754 Capitolo signor del è dal il Baretti essa oggi possa nell'Epistolario, dove bruscamente di riuscisse importanti.* e La e copiosa, delle incompleta. Non ce la raccolta mezzo mene trasmetter- del 234 Savoia; scabrosa la gonza sino Giunti Giuseppe Baretti una viaggio camicie buoni abiti di la obbligati reste occhio; un code della di e legno, dietro corrano che rider dalla nel Mar luglio molto laghetto calma fa' subito passa e maschio lione, e o non e e ridere non i farà fa non marinai, femmina; che è che d'estate onde due, abiti di sopra, più male, nostro in sempre paquebot che è male terra, che o fosti quel che e il lagnarsi il accrescere fatti costà tre, e molto nel in e patito e sarai altro le sempre ci non è non neppure volte dieci uno ti non né hai sgomentare, che scarpe proverbiare tranquillo ti tue piemontesi meno tu che costa delle essere ore scarpe, quelle occorrono che quando dopo poco l'abbandonarsi far ti pure tutto venire vuol poche sempre paragone; non e bestia grossa che dìcoli ri- d'inverno, di qui di e inglesi voleste sa* rendervi fanno nulla sìa importa noi ti ricordo per fiumicello di cuor venite se che l'Oceano più 0 in male mi Mediterraneo é Se d'agosto, o Io probabilmente che ragazzi da lonati, gal- poco casa i tutti abito seta a come portate non velluto. o E gente. o queV calcagni Inghilterra cammellotto, di mese panno e di né seta vie. in d'inverno, non le qui, (o manizze, chiamiamo), dietro che in gallonati, di lasciar e vuoi per manicotti portate di signor fra un non calzette farvene a solo non per parrucca, se che nel Londra lisci panno carrozza di troppo • il uno, fossero ricordati tu e lunghe alti obllgati siate non per e blica pub- è a baule gli abiti forniti ben ; siate che tener a vettura troverete un camicluola se Brusselles; sino di di perchè ricca; giunti che dili* v'imbarcherete condurrà caricate eccettuata anche vi la d'Ostenda via dozzina due e dove che vi Non la Helvoetsluice Harwich, di con ad di qualche in che pigliar quella Parigi a Ollanda, in paquebot due, bisogna potete andare imbrogliata. trionfo. VITA Lione a ed Parigi, per Brusselles da il DELLA EPISODI o veder quattro di DEL presto, passano soffra che tu che partiate qui verso BARETTI il fine verso la di metà lite che una sobrio mie di metodico e ore alzandovi e zara, Dizionario alle brittaniche lo di romperesti Questo . anello io che quanto scuolari inverno, puntuale, di istato d'avere il passar viaggio lettere, buon e senno zecchini, se vi poiché che t'ho mandato mia lettera, bene dieci, 0 essere con, voi via vi sia in dopo lavorato del vostro nello risolve da trecento un che questa solamente aggiungerò dodici di ancbra nulla, e lettera mia qualche parli tu io ed si meglio, che molti parlando buttar servitore, tanto sarà basti Capitolo dir per soggettiate v'as- che di sarebbe bile no- spesa necessità. senza Bisogna di che e anderemo- signor sentirà d'un Ma Perù. che mattutine ne gli costerà; carichiate enorme il quattrocento o scappatina non si lietamente bene. ne spero, quali bisogna barca se come tu non due, regole, che che del onestamente volta; susseguenti mie faccende la questa per co' che Toro voi avrò, pranzo mie andar far io campare dopo le spedite da tanto voglio se le secondo più necessario, questo da qui, te; so tutto per tonie Marcan- per e allo giuochi i brutto non e mio letto certe farti non pretenderò vi^re a oh, al a viso vi ma conformiate matrimoniale, solo che in buona facendo; scordandovi ore, vinta avrò andando vivere, rebbe quadre- toccata e sto vi Capitolo per catena un patto . solo dico se' avvinto che troppo Oh, : . questo che mie guardando non e di modo che sterline, giungiate mi che spero lire Suppongo che e cosa allora qui pretenderò che prevengo animo. decembre di settanta del denari di parte di ho Inghilterra meritano virile febbraio; perchè benissimo, T e con e poco un 235 LONDRA fratello tuo e A te Biagio n'ho anzi in due che si perdesse giorni fa, se che sia andata Gabuti, detta la per ragione m'inganno. non una era che tutta ti male, a Mi scrissi piena cui in non una cerebbe dispiaotto, di cose o rtai 236 DELLA VITA intorno alla EPISODI politiche,e di formidabil flotta congetture dalle partita giorni circa, la e destinazione nostre da spiagge destinazione cui della dici quin- tuttavia è un segreto impenetrabile. la Ringrazia -disi fattimi vita una suoi alla romitica, vedova, questo misero d'una Paolino menzione, rispetto e maggiore, ad e esser •che non conto suoi lo fa credere me di m'importa ancora farmi scrivere fame apostata, qual io troppo professato Di che né amico zico,e poi io venuta in moralmente e Una delle sue non e cosa meno e vanna,^ Gio- signora da di in- un donerò per- villana, le io che mi mi cui e ho parli, qui, saranno sotto pena luoghi sicuro che della non io li oltre permettono cognate, moglie cioè di che fratello la si come fanate pro- le mie di passar del sua tanto le orecchie aver per- tanti avranno fuggirò io io bass- dove bestemmieranno maladizioni; occupazioni ^ di ne' Inghilterra, che loro feste, mire: troppo quando mai fuggono gl'indemoniati, per dalle buone quell'affettoche a nemico né danari di tello fra- suo comincia quest'ingiuria le teatrali trovarsi sono come lettera stata proibirà loro, non guai pe' loro ; né è me vent'anni. quelle birbe disgrazia, di loro di più per il Vanneschi •ché è il Cori tu l'ingiuria fattami bestiai e che scordandosi dacché della viezza sa- signor prosontuoso; e scordare corrispondente tutte sarò non aver facilmente, mai deve righe novelle sciocca una del studi, occupa^oni potendonii non due disamorato nella e ma degnata, scrivermi de' mi di vanità Signoria, che si è mai di uomo, darmi Sua poiché benevolenza la i mente doppia- e importare troppo viva passare delle quarantanni; dovrebbe mi non faccia ne il di matrona che a nell'agio brin- que' quieta, savia, assorbita mondo, che disingannata oggimai di imagino pensi non donna da giorni maturi che e m' dove vigna, sua madre contessa signora tidiane quo- troppo Amedeo. DEL de* cattiva in tempo Fra poco figlia Bettina molto con amici. cogli spiritosi e farai mi e alla e alla mia gli piacere figliuola; salute daresti un uomo di ho far a e loro che la sigillo ha mi e di e si scordi di che e di cantarti seduta figlia e sulle mi amici e dilungo che Mingotti io non del di li del me, so e Addio, che Il che io sa medesimo che i tutti ; io. Addio '1 foglio e è Mazzei, questo sieno» a chi forse non corpo mogliata, tuo a meglio pieno. Il mi parlerà quel lepido te, non gente son di ti affari la. e Vanneschiy amico Buggiani a di e cantò» Vanneschi, sono se tarti, por- Egli perchè di miei non da di ; ma amico io che mi pergolato Giardini basta non interesse. piacerà, pagherò fratelli. se che ragione) loro al buon consegnarti, compagnia. con di e diavolo, mio (e stato sono la tutta fautori il morevolezza d'a- mista diedi ti lerescamente caval- dirai fedelmente sotto cui con poi le io gli sigillo fallo quale che vino, gentile, francese ginocchia grandi ed alla alla anziy d'un e lui bere meglio sono, e a giunge; contribuendo canzoncina piaciono; anche piace di ridere della importa, promesse fargli che aria e bacio mie raccomandarteli, qualcosa, certa quel tanto sono nemici che mi voluto ho dirglielo) fai se più conosciuti, Maranesi anni Bettina, quella fece che darti mai del barile contegno, della costà successo de' uno e fa' di (senza una con al subito un ma carne cari- finezze, specialmente regalato presente; da spesi allegramente di fiascone gran danari m'abbia il tutto sopra dei o senso promesso La quattr'anni tre buon anche sua con MaranesL qui ha ch'io ed equivalente un d'oro ti Buggiani gli potessi regalare se e. è Buggiani chiamato il quella virtuosissime. certo un guadagnati Bettina, e le ballato piacevoli corpi bene, sempre che Egli e lui, a e generalmente è madame hanno giovane mulo, qual costà 237 LONDRA giovanotto un e applauso un di e giungerà il e A compagnia, virtuosi signori ragazza BARETTI Giuseppe- e a" 238 EPISODI Giacché P.S. d'elementi, V studiare a ogni giorno inglese, il latino, sino alla riapprendere VITA facile è non mancanza per DELLA che al presente di libri e d'assistenza tu faresti studiandolo tua un' in possa terti met- santa opera quattro venuta tu cinque o a ore Inghilterra. II. di seconda La dubbio alcun altre per lettere complesso, la narrazione stesso e è del meglio sentirlo nuovi: però Fratelli dormire da dei quali che egli nato; condan- stato farlo l'autografo sia mutilo di uno quelli di uscir gione. pri- la fine. verso il raccapezzare il Custodi; fece raccontare fosse per Di avendo in que, quantun- e ne fosse Garrick difficile del anche senso imperfetto. brano Sono ; «esempio, per mallevadori che nosciamo co- trovano particolari,parecchi il celebre Peccato Non che d'uccidersi, se s'offrirono •che ne noto, specialmente documentata affatto che e si cenni sia abbastanza tanti risoluto avesse quante raccontato, brevissimi tuttavia con anche sono è solo sue in piace lui vi che fatto di senza biografiadell'autore; perchè la per tragico più importante la è lettere cinque queste li 17 fuori prigione, 1769. ott. carissimi, cinque avuto Londra, di che tempo quattro notti sono di rifarmi nel mio un di po' letto, sono la sicché mente ora in con caso BARETTI DEL darvi di qualche la incontrato di questo povere un il sulla toro. La voce Cominciai l'ascella bricconi assalitori che ma Morgan, in L'infernal lo e forse strada, vidi rivolsi alla di della ^ bottega, Dair chiunque due con e mi e. o dal simili^ un era terza, una d'aver un' dentro, e minuti alla s'affacciarono lo corso in coltello, Pochi tanti pe' capelli volle ne saltai il di i e fuggendo. entrato e pugno. gambe, a sempre Dopo entrasse. altri io io ed sotto un pigliarmi ferite,e aperta, gridarono inglese bully òravaccio^ cagnotto due con uno apparve) colpi brandendo canaglia ferire due trabucchi, bottega una volte gridando. terra trenta Contestabile un senti non in più diedi Gli coda. uomo di tentò lato. addosso; più perfido poi come un traversa Ferii ed Il pugni. colla un menando alto ascoltato, sempre che buttò spazio fu non (tutta canaglia, avevo che braccio il pugni fuggendo. sempre aveva di tempesta una d'ogni come da di A coi pugni. pugni folla strada una i a nomi. bei urlando la so coltelletto un apri lungo e tasca, non addosso calca mi cominciò de' Cavai in ogni aperta, furono la quelle si nominano. briccona mi ma coltello il e dietro, ^ e rubando, o non darmi a di una mano La e avevo coltello che la faccia. bulli correre gridò, certo 6 più ampie do che parti permisero. che dietro, col Colui dì aggirando vanno con fuggire, e a folla nelle suoi lo d'argento città, fornican o demonio, di me si vita sulla alcuni non menai la un lama la che o Procurai parte cidente ac- del ore delle una questa complimento come tratto, un nove , pugno mano gridare di p gran Restituii se le verso lungo strade buscarsi per diede sera andando sera, più frequentate notte dell'orribile ragguagjio mese. Quella tante di sorta 239 LONDRA A altra e mi ciando minac- dopo, porta d'arrendermi. piemontese bulo^ che significano: 240 EPISODI Vidi tutti il in alto, entrai in lo me là mandai amici dal stette Una portato. Questo Morgan era gurtà forza La sera. furono da tanto male con la mia il il di de' esame un chiamato mio qui il venerdì mattina prigione, lo sono; ^ e quattro rimandato scudiero L'Accademia per la a di Belle corrispondenza amici minò S'esa- domenica, morto, si e tutti e tro con- al dice giuin omicidio d'un miei sigurtà, casa libero. quale coledì mer- testimonio un Fitzherbert il oltre del straniera. fatto e del giurati^ della nerdì ve- un n'avevo la e Giudice Arti, si- favore. canaglia Senza Guglielmo dar solito, e presto presto innocente il Gran di fu Il martedì tutta Coronar. mio ore ferita quanto corpo quindici a la o stato era d'aver il sabato sul testimoni, il al ferita. sua dichiarato sicché volontario, di fui favore, tra gìudicio dinnanzi me, smilza due Dopo credevo in ^ falsi. moltissimi d'argento, valiere ca- due furono potetti non si offerse il e Morgan sabato notte della mori s'assembrò fece lama La altri che non Si trovò borsa. tando. aspet- prigione. Questo del Ognuno impinguata. Morgan in ancora una fatto. realmente fu che me, numero me sfera. dove dice. giu- un Reale. che prima ; sicché mattina da esaminò onestamente andare carrozza, gli trovò ospedale mortalissima fu e di depose braccia stavano fra che si poi d*un le gran mi e il coltello deirAccademia ore, bricconi chirurgo un venne due quali due e p intorno, erano fami gl'in- una un dove Presidente i testimoni, tre avvertire crocchio giudice stesi e feci condurre mi e riposi venire Feci se contro io tasca, ad furono Reynolds, Si tre, in mi si ; onde in subito radunati Tutti di subito. coi quella domandai difendermi di ficcai arresi mi e Di di Dissero guaina, VITA Contestabile, vogliosi e assalitori. nella di bastone amici tre DELLA accettò Regno e I fui miei e lo tratto- sigurtà. scudiero- il Baretti era gretario se- 242 EPISODI aiuto voglio non Elccovi ben trattato Per Però fermezza di cuore de' opinione miei di Scarnafìgi costante -e amicizia tanta d'essere volte Vi raccomando del tempo, questa di e sia insieme, in è mia apritela nero, l'uno P, della copia de' miei presente. quattro lire che in sono mala morte soldo, e cento dia pagategli me Con quella per l'altra; in Re, libertà. anzi mio al affari noi invidieremo che così vita la e bilità proba- suggellata Addio. Giuseppe. Mandategli dirvi che fare loro trocento quat- fuggissi vorrei Ma subito ognuno pagare che caso ora perire di d'un danno vilmente. signor Capitolo conto sacrosanta sarà non obbligato sarebbe la e che caso l'opinione pubblica. che Fratello scordava prima in perderò mano. Mi volte, debito d'animo e Paolino. al l'onor ne O a pienissima tradire Filippo da sterline me affannarvi lettera vostro sigurtà ed ....... egualmente iscrivo Non S. di non tremante L. di, ogni di salverò // che essere costà. senza con In costà. fortezza prossima . Cr verso per volte favore, mio la Se notizia giunta o . . ra' h non calamità. prigione mostrare . anche pericolo mille . .... d'assai degl'Inglesi nel nuova l'onore di in compagnia mi e amici. data avrà ne . . che ben come che giudizio, tanta una notti pe alloggiato. e coraggio, e peggio, . rose, mostratevi sentendo alla sette e maggiori sono onde condannato; così numerosissimi assolto avvilite sulle di e innocenza carcerieri, perdetti fiducia non d'essere fui non mia giorni sette da' pure VITA il caso, tutto umanamente mia, casa dalla che contato rassettata. DELLA di dieci ghinee, suo. sollecitudine, che ancora chi sa per in mili si- quanto DEL altro la data dopo •dopo il fatto) si il c'era Burke, il ebbe poi della sala ottimo sobrietà. Il il come 'essi, di aiutate Baretti Il la difesa sua parole, siano mio aveva signorie le -che delle carattere avrebbe si quasi * al in mio persuaderanno cieco ^ così finalmente Boswell, ^Egli era dovette infatti far uso si ognuno Johnson tanto sua che miope, che degli occhiali. non per penna, altresì uomo un fu dal daUa in quella. capaciterà fin del età, atterrito come (citato ecc. spero ascoltano Spero rimanere non tre vivere, vergognosa. impreveduta, che Life of la facilmente, poteva non di lasciata Io mia della modo nobili che « mi lesse e stesse fratello: uomo rissa una le quanti altri un del e un'aggressione Spero scritto spontaneamente cacciarsi che sono e che vita, queste con quali vostre convinti, quella Scrisse avvocato. chiudendola sé, alcune prima giorni volle da in manutengoli. lor non anche mala di il e stati assaliti femmine da e Perrin signor Baretti, brutalmente furfanti da di uomo era d'essere deposero Hay-market la terribile mente, tutti, concorde- E il Keling, giudice mile si- una letteratura, modestia grande Alderton maggiore «trada di mai l'accusato che biografo un illuminato ^ il Fitzherbert, «non aveva » e cuore, geni giustizia. attestarono il che Baretti, nostro Johnson, dire di costellazione definitivo. del Reyaolds, a tre lettera,e quattordici giudizio perfino Samuele e (cioè d'ottobre difesa a Garrick, quale del il testimoni i Tra di questa tenne 243 LONDRA il 20 agl'Inglesi, tempo giorni A BARETTI che il Custodi). prima nezza giovi- 244 EPISODI mio coltello difesa; e le Don che e Francia si non anche lo Io il mio ritorno tuato ma ; dalla tanta Il mio delia leggi al di blandire vita questo regno; questa nazione, Perché stato feivorito miei connazionali, giurì onore, mia Così innocenza. La lo Corte altresì sé stesso E tremila Baily, fosse che che e poco che la fa, la vita. insieme un un grande Italiano probabilmente il Io gran starò ispiratadalla, da con da il mio tutti! assoluto, sala nando ordi- fatta lui la » dL sentenza. dell'Old- applauso. che sarà coraggio selvaggia armava di tremenda, benedica stipate nella in salvo viene difesa bella letteratura,aveva la natura vi sia parte é pienamente pubblicata proruppero scrivere, di mandò persone, Eppure, Iddio la. ch'io questa Corte mi già giudicato non salvare dalle con in d'esser quella piena fiducia,che verità^ volli non credersi se di la decisione che- ai forestieri possa di la guarentirmi scelto ho avrò meno giurì composto un m'importa poco non ciò ma non innocenza^ scoprire con inglese: che tutto aspettando con da e questo finché innocenza, privilegio accordato l'onore. mia ahi- potesse che ancora nello dopo- ero mi dunque tormenterà perspicacia inglese ci mi che la In bisogni portarlo creduto mia i per a Fate di tavola, onde tasca merita come della Sicuro rinunziai un mai né simili. in Francia, perché mi dolore vita.... in sventura. finisca processo i miei continuato avrei non cagionare ho offesa tagliare il pane- coltelli portano quindi di per uccidere mettere usa né portavo per le donne comuni. lo non VITA un'arme era io frutta, e DELLA la sa anche di mano leggere e sore professtampare, del Ba- DEL BARETTI lo traeva retti, e sullo cedere a 245 LONDRA A degli scanno oc-- * •cusati! III. In è pure autografo che qui, : solito; poiché, al osservazione, di quella assai che che il letto la lettera anche tante immeritate t'ho quando * ter scritto; mi aria del una non ma agosto vita, fuor e è di Londra, o tanto la a' 7 tempo, lettera mia del corrente, Foscolo 1882. li 24 e sentono che, e v'è non spesa vettiva in- calorosa degno, cui tutta quasi i buoni che ne essere è non Perenzoni, 10 letto la notte è quale sventure scrivesti Arturo fa altra la Di io vuoto Tedesca una non versa potrebbe Filippo mio, nel quelle poche scioperato chi per mondo, in quella pietà, spesso nel Qui questa » seguente, contro casa è danaro di cosa caverà cavare. questo a in gli che di sapienza qualche dormendo casa giorno. Intorno la s'è preso gli potrà in star noti al Capitolo che rasciutto e « ma scriveva Baretti detto mettere per « bruttacchiola, penne di si " anima, sua il t'ho Londra, a » Già « il cui 1769, teologo Posani, dal pubblicata, Filippo ancora dicembre 26 posseduto già credo fratello del lettera una assai tu t'era non o tu penuria meglio.. aprile come tra non 1772. dici, che giunta vorrai Baretti, neU' Opinione Leu 246 averla Sia che la logica molto di in vai più quanto brutta da matto vario di prigione Pure, ormai poi sino anche stile là del nuova suo n* hai te buono giapane, di spese tu D'uno che cosi. due ha e anni mangiarsele a nendosi propri gabbar che, ingrato lui un t'affanna, ?di Affé pietà? che ti di cosi mal ti turba, se. le questa è e e te, o a' suoi necessitosissimi poco; ti empie in uno, di core avessi, gli manderesti pazzia, è frenesia; non si lasciò buono che ha perchè che, se- perpetua, tenerezza e ghinee trenta e suoi figliuoli, galera una due chicchesià presenza, somma il uno per in. mia avrebbe e viscere, per mante-»^ Un casa. adisse quel dovuto, suo che chi una molti per i di in senza sti, t'avre- in nimici, carico a da t'affanni?" ito lasciando a gonzi d'entrata suoi e e cane lire dugento il de' quella estero chi n'è se man- giustizia di lire quella, padre un un che privandolo di lettata: sti- un assai pigliarseli dapprima a per d'altri, uno mandasti mila mercè p....ere, amicizia avesse in figliuoli alla da idee che naturali, paese fussero favore in a un vorito fa- uìia che tu in p....accia sèmpre, una nulla, più Ma stata termini a' Belle buone patria, dici che il necessario? pensassi tu t'è vesse do- se goldoniano, vivesse abitanti, condurlo per tornare, Vorresti ? sterebbero ba- come tuo cosa dolere a nulla, a quegli anticipargli sé la somma.. Nel carcerato essere riducendo ma perchè commediante da Q ca- della le spese lontano? tenendosene perire ? Per questo, vuol non pazzo saresti altrettanta per una favore: a effetto ; che ad guasta ghinee, che a dire^ dai ne scrivi qui sussistere? il dove Torino, a E ? sarà, a ti si me trenta bastassero farlo per mi giunte che supponendo che basterebbero non saranno che avessi tu se l'averti duole del ; ti non gli anni, più con mandargliele prigione d'essa mi quello con prova Capitolo. Dunque, tanto là raziocinio il retto e voglia, e' si come VITA Targomento ricevuta, perchè piaciuto. a DELLA EPISODI è pietà, n3? ?• BàRETTI DEL Che tenerezza. di al scrivere di informazioni di là, sarebbe ancora un lo in notorio, di privativamente? E fargli cui avere d'aprir la il e dove in lascerò scellini di mia al mi che fai di giustizia dici, come fare in come cando edu- onorata. persona onde io, serbando ri- infelici, i veri i due questi e patria, patrimonio, per con ultimi inchiudendomi posta, ^ lettere. * Si veda Tuttavia, sione indusse 2 Del anche a febbraio dare a nota ebbe (come del « la a più dir dopo dire stesso soverchiò qualche scriveva altro, se . - m poi non sfuriata, giusta questa egli volte I 241. pag. 1776} .Capitolo,» v'ho a - fi ^ ?- - - - — — «non bene, sua questo; sieno spendere la da di e lui, dabbene; uomo suo tenerezza destino; suo il vivendo e per tranquillamente vivere rovescio pietà avere che mai contro accrescendo il d'una raddrizzati mio, un a ladro un la vietato, aver prigione suo tutto la sue in figliuoli,e fatto ha non è un che le tutte costà Filippo e ficca, volevano male conviene non poter i suoi lo raziocinio, dabbene, uomo Egli difesa. in figliuoli avendoti meglio, lo cagione interessarti de' ladro, per me a due e Manco ? uso esclamare era vuoi sua che birbe, lascialo un in bocca logica simili mal l' intende Tornino di si seco tutti pregiudizio a fatto ha rissa mava si fer- risca m'intene- che avvertirmi ad che casa, io dopo, e fuggiva se altro un prima, avuto tale, galantuomo, per e che che il che seppe per vuoi male tante ladro un conoscendo casa tu era tu ebbe dacché e che favore, suo si bestialità - e che, d'aver dopo padrona p.... di E aspetta e in arrestato prigione, in compagnie, mie qui, giorno. introduce ero Parigi, stato uno, ^ dacché venne per quando da cui dove pure me vederlo la anche Scarnafigi di lui con compagno, facevi se cosa Conte voluto mai ha non bella 247 LONDRA a in un'altra hn in aiuto loro che è a lettera la compantelli, a' Fra- coscienza; e lo quel disgraziato. il 22 ora /a marzo avvezzo successivo, al digiuno 248 EPISODI Per ad dirti dogento avere me ne di mesi finirla, tu a che allora. avrò e agli stracci, e propositi. Erano Taltro dì mi che oh degli lieto che altri cenci un come che francese conte un in mia Venendo, E ripatriare, Filippo, a non il anco Credendo di ch'egli questo triste l'ha che basta modo.» buona ha poiché altro sofii*e tutti la setta de' buona zione cola- consolato a sul caso e ponte pranzare a da e con esso lunedì prossimo vecchio Filippo, dare a nello ben soldi; nosciuto co- stesso da se e alla dargli. lo persuado non per quel dove e gran una pasqua. non si La debiti poco se salute sua lo intraprendere ha egli Viene la fatto sa é far a mai della mala sua procurare ogni in e lazione cosua dotta, con- Zenone perfetta ; che chie, vec- dosso, suo a un pigliarli? a di robe fascio lagna con venire; quel coraggioso come ha vuol non adattare procacciata mali, e' tolo Capi- «Del anno: Per un saputo come l'ha stesso Torino donai degli Stoici. e tornai debiti, vestito di Venne, compagnia farebbe? gli i suoi imprigionatura vivere, a quindici dì; se me il me dello come contento reso sorte, per da da stia be- notte.» io molto Gli una ma dicendomi casa. a suoi, per tenne maggio partire, essa pensieri Valenza, quale, prigione paragrafo vogliono ogni fondò lunga il il 25 meco e gli qualche volesse, ci viaggio tanto in sfiatarci, che occorre se ma, ho che di incontrai lo una a venire di de' spacciai poi andava gli leggerò a Ieri prigioniero dissi partenza, lo e quella quando Gli carattere. Visconti qual figura! dire veduto; mancarmelo migliori contante inatti Tavevo al altri potrebbe suoi non di con denaruccio, Westminster, dai e cosi sei netto lo te come certo commisi principe. im del spiriti feroci, poco sessanta ancora conto che un di e il mesi equipaggio! qualche e di molto puntualmente, pagate rimuoverò innanzi Capitolo, in Dio, Io molti venne conosceva fare dovrò Il libraio più. poco lavoro cui per vorranno assai, credo affari, io mese già mi puoi o ogni n'ha Lavoro né ingegnosa ghinee, siccome e miei Chisciotte, dieci Me mensualmente; de' Don cinquanta vivo. TlTA parole intanto paga queste con due ora traduzione nna DELLA la poco sua gli qualche 250 EPISODI da ricco un gentiluomo affidò gli che Francia; il Samuele compagno, e l'inglese. " * Al del 76, s'affrettò il la con di per persuaderli che se il più si teneva onorato tenei-sene anche ^ il Baretti a anche ma, ^BoswEL, * Lettera ^Si 'a veda diretta cui 2 com'è, voi. febbraio bello del e a quasi buono divei^sa,e Johnson, monte a maschio Amedeo me per del signor lettera la manca pare bene ^ poi andò ad il che principio; preziosa, special- 258. II, pag. 1776. ancbe,-più innanzi, aU'abate in Italia molto era figliuolo diresse Op. cit, del del disgraziatamente cosi rammaricarono^ ne fratello. che viaggio, con quella parte, poteva loro un nella fratelli; ma d* Inghilterra^ il di far va- Il Baretti a' venisse cosa uomo dell'unico morte segue, la che di devano inglesi dai nostri,cre- ci volle e come fare per Johnson. se veva scri- eccellente risolvette notizia Giuseppe dotto questo col e i costumi servitore; un Thrale, un rallegrarsene, il loro che la è buona perchè, giudicando Su Il Baretti viaggio d'Italia,insieme figlia la dare a essi, invece come viaggio, compagno, sé amico comune il il Thralt la con Ilaria il francese, speditamente primavera moglie, il 75, visitare a durante quale, questo eccellente seguente Nel condurre anche « il nostra che famiglia mogenita: pri- sua Esteruccia. volle ma Levet: principio lei*si di la ; il Roberto a volta Baretti, Johnson la tutta con Thrale^ della bambina, la mia : questa e solo non di sempre tornò il Thrale l'istruzione angelo chiama autore inglese, il signor poi anche un VITA' DELLA tra Battavia, le del Lettere 3 inedite gennaio 1776. o sparse^ DEL mente inglesi,che si trovava del Thrale, a novissima verremo altri che sallo onde Dio mi faremo di Di o altro la di posta andare di conto all'Isole,^ fattore ed ivi mio, come idea ad sono morbidi (a Luogo nome spese paio di trattarci vorrà nostre, arrischiarmi potrò effetto, un se in quanto presso proprio-, ma Valenza, in a quella basta casa per dove società e con gano, ven- In con non porre o Filippo Amedeo) e faccio smontare e tre, il se campestre sue. gnificenza, ma- tale mia i letti non della membra Baretti casa gnor si- signor Ma, una dell'Isole le tenere mi carrozza barche, e osteria Valenza, giorni sarò io quando la a rino To- volere, mediocre una ruote due ghinee, io, che se mio mandando in Po partire^ fratelli. il dermi, cre- che caso Casale, di tratto stare a di cento di, avrò a quattro Amedeo dieci o Quindi, a di vedera di quasi queste, marcia, giù pel però * colà. alloggio sedia otto innanzi assicurare possa di scenderemo Torino ti farò spero meno remo fa- Ciamberì^ e mostri dare signora dovunque Geneva vostra, signori sarà della alla fortuna. far tu e fermarci il commandante bibbìaiay, torto; poiché, prima ordine; più parte vocabolo dove che legge^ particolari^ Lione, voglia la l'avrò. Per a mi in metta altri vi si che temporari Torino, a come possibile è non di servidori quel tigre sono non cose- applicarlo per soggiorno. dirittura a del meriterebbe pigliare degli qualche certe su altri ugualmente inventa che e con, alcuni è il ritratto stupendi il Baretti che stumi co- presente. la creazione come de' e contrasto indietro,come addirittura Johnson; singolare un molto ancora Stupendo abituami d'allora, il quale deiritalia luoghi 251 LONDRA delle fanno Piemonte del quelli A descrizione la per BARETTI possedeva, e poderi. 252 EPISODI mia Esteruccia? A DELLA VITA rimediare, pigliandode' £ne si questo però molto potrà matterassie mente facil- delle lenzuola in prestitoo in affitto, perchè io, che sarò il generale,pagherò ogni cosa profumatamente, l'affitto delle anche di maiolica tal alla Dea i loro che neppure, ma luogo "laglielementi della facendo A fabbricare mostrare pensarci ropei, Eu- come ad anco per questo però colà questa glési, gentildonne in- considerati, non barbarie. in consecrato veruno delle Africani, inabili piatti in piene di riservatezza, a da è cosa all'aria, non verremmo come rimediare, colà come occorreranno e d ne che dei eh' io troverò il mandare e modeste candidi maggiore v'ha non Cloacina, tutte posate d'argento,e stagno, vehi) difficoltà che sarà, •cosa di (non La caso. molte riere teso- uscire tu potresti cati tempietti dedi- due della sul in vicinanza casa quella Dea, uno didietro,e in luogo dove le donne potessero facilmente andare inosservate,l'altro fra quelle boscaglie che sono lungo il fiume della Grana. Oh, dirai, che spesa è a questa, che farmi vorresti di d'un ciascuno travicelli, altrettanto,quanto ti zecchini; quaranta potrò che recarvene l'altre tutte le dissi,te si un perda tempo; far possa v'è vedere qualcosa, e si tavola tutte. Animo, parta, ho e per e lo alto e se io Signori, che de' fratelli,se questo, in non casa non già come dunque, all'opra; si faccia o oltre meno, d'altro, e trenta un il diavolo bene di d'asse quadro, Forse cencinquanta a' miei che in trabucco ci sarà e il farli Ma costerebbe? spese pagherò fare? onde non io Baretti doviziosi, colà buona una pitocchi; né ti scordare di libri o imprestati o in affitto,onde scanzia non paia la casa dell'ignoranza, e libri piuttosto vecchi che d'aquila nuovi, italiani,greci e latini. Il tuo cervello aggiung'egli a tutto questo? Pigli tu, Amedeo, la mia fa' che ogni cosa idea bene? da uomo, Or via, opera e almeno non . da me cosi desiderata riesca almeno mediocremente BARETTI DEL che tu ci stillati^ma casalinghi lucidi corputi, in metta di capo toeletta pettinarvi tavolino, ricordo le su delle i quanto avvertendoti gente con e hai in sino i aifatto volgare, ciascuno, usiamo come dire ora fare noi qualche di co* da. mi Se in camere, credo che tanto- tutti, inglesi,. sono trattati alla buco un fusa, rin- servidoracci. nostri del cosa Monsù. essere in da testa specchi perchè posti non e sieno- una e debbono si voi acconciarsi potranno servidori, nostrani ti scordare- nove letto, un tavola di Non per casa miei basterà paio l'altro essendo che Signora, un vini alcuno donne. quella i servidori che letto voglio Madama, quali non un e tu abiti, la per La e né nelle parrucche, per bene, in che a' francesemente^ mangiari sapore: sfoggiare sciolto- usando abbondanza, buon campestre ciascuna e in e lo tra cerimonia. non di uomini uno padroni di e puliti, si negli una che terò m'aspet- casa, cosi campagna, consista cureremo di onori gli di filosofo più cordialità, compagni non il e 25^ LONDRA carattere un assuma cortigiano colà farai ci Quando bene. A di carattere Ti questa gente. Il a signor prima vista, di al volentieri, non che oifesa venga di morale, sopra essendo intende la che è in delle anatre, di la e cui sue ha latino si è sempre un o- parla i libri latina,, bibbia le osservare di molto dindi, ; e sa cose pollami in tempo e il Tanto bene. di subbisso religionefra onde una galline, numerose bene o e di amantissima passa di poco poco molto dilettano Signora campagna, sia vi mento mo- un festevole, quando e bibbiaia, che anche un mancanza molto moglie d'agricoltura, quando minima fa' mai e correntemente, lieta essa gentiluomo signora, che, sua italiano e che parla della dalla mentovati ella marito e Non anche è bell'uomo, d'agi semplici, contrario ed assai un amante parla francese male, di è malumore. francese, o Thrale e molto ; pagnia com- oche, bene e 254 DELLA EPISODI fa si come il burro, co' miliarmente il e mia Della agli angioli alcuno. di che sporco, quando buoi di siede, e parla qualche un che •e lo né •e metteremo se si non latini greci 0 Jaisognano per civiltà, perché famiglia, scrivo •di usar tempo oggi che so fosse quando nella perchè quale scriva passo voi. sul I, pag. a in Johnson 81. io era de' libri più ch'io caratteri che ab- in di dama parti. stato in Se il Se ci userebbe trattato; Thrale già procedere; tanto so ben qualche cotesto noi, letteratura, introdussi lo fu molto signora alla passeremo costà, qui era con d'ognuno. passatempi ancora vare tro- aperta, porremo quanti assumere i tavola basterà, lo con di gli latino pranzo elefantesco suo questo e a può latino parli cianciare persona, variare gentilezza ^Questo Custodi; che Grisella Marchese tal via, tra Proteo, un sono dal troverà che sappia potremo se e muto te- amato. non il ma ^ » è che e pure tegniamo a d'avere è non io, venir quello incomodati saremo che so frate, come regno, francese, Cicerone; o questo l'altra; né andiamo, con di si bocca opinione più ne faremo dove dappertutto forse quanto da lo ?qualche forbitezza, in in prete ad il corpo sempre in grande lingua furia una con voluto gigante colla uomo tutti, critico voglio io le mai movendo sempre alcun da l'una né parlare n'ho ed astratto, feroce, puntiglioso, vezzi, d'italiano tanto non meritamente non sia versi, somiglia s'as- che non se i quando anni vecchiacce un ruminando che Quantunque quasi brutti rispettato e è sempre essendo ; ma scienza più poi mente, pieno che bene più eccetera. eccetera, altro, tutti per Il Johnson « corpo i volte mila sette dir voglio a* medicine dodici avrà non fa* conversare ama malati, che ti non ed amministra e sono Esteruccia, costà, saremo cacio, contadini, fìgliuolini quando Joro VITA quel il sta que- ma gli Casale po' di canonico pubblicato dal DEL fosse Irico detto io fra «tizza faccia mi dal di e di lui troverò moglie •che 1 sua, non quanti rabbuffi noi, di di qne' pochi Salutami mamma que' suoi al di il mio pranzo don giugno, antichi Tre insieme amici quale mando questa e darà qualche compagnia milanesi. Ho scritto lettera trasmetterà nobile più lui, a costà, Filippo di nel mese de' miei farmi di Torino, d'averla dopo pere sa- aspetterò giorno osteria che lo intiera a anch'egli. onde che letta informato sia di Conte faccia ^ alla altro un che una la di' Figaroli; primo per campare. a di' un fra l'altro il al dopo sempre pure con sia solito, e tosto Carcano, Re che Riveriscimi Francesco ai sapere la capponi. Prevosto, meco mi la e marmocchi, l'un i che passate il tutti il spero e rimangono ne m'aspetto grassi e ancora scia co- aver lusingo sostenerci caramente che Oardenas a che anni e mi come diare, stu- per ultimamente amici di nella i vostri e gli Giovanni* e tutti e lettere assisterci male salute, che volontà dovevi, la nissimo lonta- sono esagerato non te cosa credo nuovo n'abbiate; nuovo intanto loro in tua, ve sulle saremo più disposti la e Il che moglie tu, e so primi di la e io abbia e chiami occorre anzi l'abbia torto rivederci; qualunque che cosa. tu più non tesoro. un a scrivere, troverò spero darmi che ci abbandonare non sì. Sicché nessuno, ogni Filippo, di gusto mal se sapere sarebbe volta qualche bene, Johnson lui, perchè e volergli molto vorrò me di ^ Pino, a 255 LONDRA pregare di Credo sapere giudice per pel che tutto? fa' intanto A vorrei lo costà, momento, un Ho BARETTI e te di . il tutto di disegno vedere *? alla Un uno altro molta in ho capo. Siccome l'Italia, ma de' educazione prendeva * solo non Giuseppino, e che suoi del altresì quale il più caro de' parte. suoi amici la conto Sicilia, fratello Baratti, quantunque « 'Il tutta nipoti, figliuolo del fratello. suo facciamo milanesi. lippo, Fitano, lon- 256 io DELLA EPISODI il che credo il finito anno, venir del Valenza poi di e cosa, addio. la non cavarci E tanto ora dire a in a zigghe zagghe, che la che quando a ci riamo cu- non particolare. m'hai non vedere di questo su che tempo Genova, bastandoci sete esso^ sciogliere. Dsr^ peranco tort«, di ad Alessandria o e oggimai avvinto posso di campestre- all'Isole, essendo per di finire so t'ho cose ne me dritte strade qualche un dato cominciata, tenendomi non sempre finalmente l'ho in d'uà meno poco sarà dove dire a e non Milano, Orsù, vita n'andremo ce a ogni mondo, perchè non la durerà mi spero sarebbe come recesso, se quale tranquillamente terminarla stanco viaggio nostro terminare a VITA scritto, t'ho acchiappato. Oh saremo insieme! Statevi che quante tutti sani. n Giuseppe. vostro V. Il ho come detto, ogni a camente a di a' doloroso la manca Di Fratelli cari, non tre, dopo non vengo più ho costà il e Thrale la di bene per dere per- patria, dopo tornava fratelli, argomento, andò,, che Baratti, sentiva rivedere a-^ malinconi-un' con altra fine: Londra, lasciate d'avervi in signor accidente notizia sul cui monte; speranza dato verno del Italia disgraziato questo sua, in viaggio scorrere la data per li 10 la maggio due 1T76. settimane, spiacevole novella, morte dell'unico se che maschio 258 EPISODI DBIiLA gente, brava VITA meritevoli e BARETTI DEL LONDRA A deiramici^ia tutti djdiraiuto e. mio. detto Ho Valenzano, matto, Dictionaryy quarantina), una se quale un da migliore e pur il anche diffondersi dirlo) vitale così a stesso fare di mal buon tante un note mercato, e 1778, così scritture. e sono procacciò la patria; di po' in che e piccole si raccogliesse intelligente più e valentuomo oggi English and nel sé lettera, questa grosse insieme potrebbe editore volume, cui con onorando vivere, alla (tra poco un bene. Spanish Londra a moltissime vo' in lo essere metallo, gli pure pubblicato delle una di cose Visconti Antonio un accennata probabilmente deve da ma grande, è qui in bestia; poco un che bravo operaio Vopera è Amedeo ad un la geniali bene, giusto parte e sogna (bi- LETTERE BARETTI DEL INEDITE 0 SPARSE AVVERTENZA raccolte discreto un barettiano, Prevedo tirar esempio, allo Zampieri, anderessimo in fatto di studi, editore la e noti bene, stimava fico. » La dello di « ristampa (Lett. al libraio Re, lettera dunque in codesta : il Baretti grosso d'anni maturo impedire poter versi (che nel allo che num. a XIV Zampieri, della si li egli valessero non un pure, compratori), perchè corbellerie, 1741 ancora pezzo un prò, die. 6 scrive invece, propri che A — piuta. com- solito, che tempo, credersi 1763 de' trovavano tutte stesso voluto avrebbe al Rispondo — più la del il Baretti ? poesia. Nel dirà, lettera la saresstmo chiaramente di si quale in altre de' Classici finora pubblicarle. fuori nella e lettera, come capir di conto per fa d'alcune che metteva è che ho all'Epistolario nell'edizione si trova come che e cinque precedenti, alle supplemento (Milano, 1839), Italiani qui pubblico che là, aggiunte e qua formano non lettere trentanove Le un sta.) Fru- confrontata 262 AVVERTENZA poiché, ; esempio in possa Osservazioni di la lettere, queste prima consimili giunta, o certamente svogliati. Roma, giugno pur credersi 1884. chi un grande fare gno inge- altre appai*isce maggior a pica zop- poeta. sopra non della rano infio- con provano avendo importanza anche la che un potrei invece mentre apparirà esse cui ci facile sia quanto ziosa, pre- che altro, grammatica, comune, diventa dopo, spropositi dirne non illustre, non a gli per ancora di anni ventidue preziosissimi e un di questa con lettori parte tenti disat- LETTERE DEL BAEETTI MENTE 0 SFABSE I. Al Camillo conte Zampieri, 6 Milano, E di il ciel, che Che capiscon fatto a mandare a I s'io azzo fossi cui ^ sarete Dalle Lettere di vari (Reggio, Torreggiani, dal con confronto la con neiredìz. che fu scritta data mutila: 41. Class. patto del Milano, lettera Ital. allo stessa 6 sec. dicembre stesso (voi. IV, pag. pevein mese, quel Gonfalo- XVIll 73-76), I, pag. vostra esser questo in oh d'accordo stessa ana amico, cerimonie: anderessimo Italiani voi. vostro le ìmbrigato 1841-43; pigliato pel e esser passi presto illustri un*altra de* nel e' anco per capita^ ogni che proprio che Dio, conviene. voglio a 1741. dabbene, malanno vorre' donna, dite, stampata al tratto saressimo e voglia rada: ch'io legittima moglie), incanto, per si che proprio mo dicembre persone a mo* nel credere un (m'intendo parlo Tavete il panno, verso e Sa ^ Imola. a e dove però i74,.,. Zampieri, 3-6), XIX è Ma blicata pub- è chiaro 264 LETTERE che nierato, v' è il avere possa fattura che in dite, è magre e di Padova, una mi no: fra i molti ridere che per e' potesse, del autore dottor hanno questo tal e Padova; avventura Seri ci miei avrò e berniesco, suppongono, il dire, e mese, di per che poesia empiere abbiam qualcosa deve andar due; ma la e torchio vorre' quando non il pur non suppongono, voluto ma primo però, si mo narvi accen- saper che passa possibile presto, presto, tomo vedervi sappia non per sarebbe Presto, che ha Ho mio, glio, ta- i loro con greco, ; intanto carta vostro? il sotto berniesca. son questo di sa uno Zampieri detto, del raccolta, negli altri quando Zam- che non Seri tovati men- del su che que' come di dilaniarla, riporsi greca, non i : Riviera, a come che a' sassi per del certo un poveraccio qualch'altro lingua faccenda, aver suddetta che anche questa che lor pedante componimenti posta andare stil cioè ergo di e mordere, è quel raccolta Grazioli, contro residente, pietà in sopra gracchiare, con mia la collo bel move con fare tutto, del lor a Treviso, entro per amicissimi, e' ponno Filateti, omai la Vettori, pieri, del tutti che attendono quando Bufolo fare a niera ma- vera pur prefato hanno ma della suscitato è il celebre di no, Bufolo Mastino il e la vorrebbe oh noi certo un Gatto, m'ha mi Bressani quel padre Cova, v' ha delle grazia sapere chissimi po- gente; ma in quel da spiegato liberamente il che Filalete, per io per noi di poetando, Mastino, Gregorio dissi, in ma credono essermi la ridere quel dir dire con s^, rideranno, perdoni che far maledetto se si composizione sua un ghiandaie, le di che credano, giarde, far gentil vostra comporre, molti ond'io mese, ragione avete smania: e qualche questo benché inteso, e domine rima: di stucchevoli e vedere purtroppo, : fatica tanta passi presto questo di proposito allocchi gli e' piacere berniesca di cagione voglia Dio, dissi, che BAtlETTt DEL in possa, della mia quello, oltre e' converrà 266 DEL LETTERE Padre. Signor cosi stato io che la incivile alla ho quale, io vi oltre molt'altre a il tutto, si ora, di trovarmi un versazione lo di cui mio della se di Baretti fosso egli è, mi voi, io dormire, e dirò ancora credersi) lascerei che si le siate all'ultimo pensiero che mi mille, con sicuro mio cosa alcuno voleste mi de' onorare, e più alta scolpi il Tanzi, ch'io ne di Vostra, Donna, in perdìo si e di parola dirittura ad- che, di per bere, di impossibile a all'amore. Vi Padre, zio ringravi e della cuore, adoperarvi in cadesse grazio rinpena mio memoria mi meva te- sommissima, mangiare, se io contestarvi conserverò vere doera scrivervi, chiarissimo deste che chirie, che nella nostra il con- Quadrio, vi di tutto con e cui padre collo fare di e vi cortesemente e o perfino vostri, parliamo (cosa pressoché ornatissimo adunque, di scenza cono- de' voi, conciossiacosa con paese che gratitudine lascerei a un Paternità mancato e aver iscrivere per rincre* di riflesso, come avrei non protesto per tale per la il mo alla ma, riconoscenza la ch'io dice detto fatta religioso che quella, l'ho in impressa soverchio di credo in il mio quanto scrivere Io avendo l'imagine, suggerire; non dimora cara, mi d'incomodarvi che far d'oro, e mai mia preciso farmelo oggi stimatissimo venerazione; obbligo senza m'è sempre mente la e in questo, caro conserverò parte in del più a velluto più tanto Tanzi, giungere non se o, padre Franchetti, di al ancora passato. è astretto proprio uomo per tal un con lettera potesse minore come obbligazione risposto subito, non sia calcolo, quantunque gli dico, che d'ignoranti pieno nel dabbene cose, dico scimento nella giunta l'ordinario sarà della motto m'inganno non poi rinego ch'io e Vostra quell'ordinario e nego far non quell'uomo a per costà, a no, Signoria se abbia che signor no, BARETTI vore; fasino mai nel figurassi potesse grata riuscirvi, pregevolissimi giuro che comandamenti andere' tutto stri vo- in brodo INEDITE lo per mai di contento 3ff7 SPARSE O ch'io poterti servire, voglio esser sempre Della S. eh."® V., omatiss.® ed Padre, servidore Umiliss.^ sinceriss.^ e Ba Giuseppe amico retti. III. Can. Al Irico, Prevosto Di io Canonico, Farollo dilungo. ma se vi piace fate mi * sonetto, esso giornale D. Beltrami, torinese che IRICO CANONICO e verso, di cui per vi pose in anche 6 Canonico BABETTI. mio Giacché e dirvelo in a Perciò danari vi se Per Dio Vado, sto non mi che in male, questo porgo Che prosa voglio dire lo ve benedetto. caro fa immediate rompo almeno vale, poco sonetto, un male. male, memoriale, un buon un braccio, avrò tavola e e effetto, a lo letto. del questo TRINO DI cui sperate (num. nota avuto temi Manda- qualche Bàretti // PRET. GIUSEPPE Che l'ho STIMATISS.""* ALLO Io vostra, a mincia, rinco- inedito: pure 816.' ; io meglio. sto ora della nel prof. l' influsso Qui po' quella faccenda un flne scrivervi posso i vecchi ma 1743. gennaio vostro, m'intendo del là in motto dal che scifratemi Pubblicata 1879), volta. quindici di, cosa non e muoiono ne per qualche e un'altra non maledetto malato, sono 26 Cuneo, ^ Trino. di spedale 268 DEL LETTERE di morto di mal testa, io vo' meno e in tornare po' un e cui di nulla ancora gente. che Galonaco, Addio, il della i modi e complessione, stracco sono Taria paese, mia io che Dio, questo colla confà i costumi tosse, in stare si affatto Yolesselo ci rivedremo. che tosto BARETTI di febbre la letto, che vi mi obbliga. Addio. Il Baretti. vostro IV. Al Camillo conte Zampieri, 1743 [Cuneo, io Essendo mi non ' credo uomo più in Torino, come n'abbia avuta la sirocchia monna in dunque sono de' cavalieri ricevuto non vostra pianeta avrete scrissi, e io ritrovo M. S. per Fatemi Di E dunque, Prima che fatto ch^ei Ditegli E che succeda mi m'avrà tal io riverisce ^ voi. e Ed aspetto in i I, pag. 71-73. Senza (Cfr. Custodi, agli Scritti di a d'ecoe disgrazia. core; a senza Lettere di Memorie qualità : grazia ma pie, a cavallo, fallo. vari scritta della lui; Milano, servidore Voi carrozza, data, amata fortificazioni, buon di quattrini di cit. raccolta Dalla il 44. protesto voi ringrazia, lo Ed Mi quella a favore. questo il Baretti che la vi colà quel Signore, da soddisfar farmi in nuove voi, caro da tanto qui queste forse mercè risposta, impiegato sopra da ranti, er- lettera, comechè mia la Poltroneria Cuneo, 44.] o il sotto nato ^ Imola. a vita 1822; illustri di certo di voi. O, Italiani; tra il 1743 Baretti^ I, pag. messe pre- 5S-59.) INEDITE che impiego questo più essi, con ^ Fedra una che alla se urto, un dall' lasciasse vi gratissima altro qualunque in bufoli il sembianza dalle culo Se piacciavi, di usare con alle ed se perdio, non *Y. un che di paese sanno non raccomandarmi mi que' di che quello dicano vel nella detto Cuneo a fare la la mia stiate io a dire bell'umore, 232, mi impiego ho non cupa oc- l'ozio tutto posso, sto e la quale composizioni; in sulla bica berniesche, voglio il vostro l'andò, che vi ma vero, davdi l'incomodo datevi ma costretto Raccolta, monti vostre Raccolta pag. vedermi nota ch'io delle addietro, in squisitissime alcune un pistole alleviarmi più a più dire, con air settimana, fate mi con dabbene, il mio amene pure mia superba, nel provo, lettere di vostre Siccome emendo occorre a che giorni volete non è signor Camillo asini. ingrossando trascrivermi avete non questi attendere non e mia noia quella due azze, domanda piacevoli appena va da in io forza loro fosse il mìo caro settacciando sì la dell'erudite parte di lettere paroluzze, due distinguere m'è onde meno al- tanto onde, bocca, cuna che mi desidererei vano umana, nelle agli amici, che in sondo tratto un più al presente anzi tempo; brache, deste scrivere me anno. novella, dirovvi momento, un riuscirebbe, mi cosa à qualche sirocchia per cagione per da questa cara cordo d'ac- troppo poco, già casa de' lati l'allontanaste ve e in vostra in tutto ho un prefata che in mi andare potuto il dirvi a che lasciando Ora mai siacosaché concios- miei, dai indipendente abbia non di ed lontano sono è riesce, quanto mi più grato tanto mi dell* interesse riguardo per vantaggioso, molto 260 SPARSE O la perchè, nome, stette, seccherà con che lo 270 LETTERE ìeit^rey e\ì^ sue fare mio a toltooe mi e obbligato sarete poi die ostinato un BARBTTI malgrado vostro wodo, con DEL voleste spensare di- poi dispiaeevjolissimo me per far sili^nzio. Io poi piacciavi dire coi la di giunte m^n Io detto è voi, s'è' P. sigAor Se qui v'è mi diriggete in Addio, soverchio alcun se evitare per state mi luogo, a lui a non ben mente cara- ed ed voi a mi, andate- le diriggermi scrivete sapete. poi Non — spesa tere letme non faccio il quasi inutile maggiore una dico scrivetegli. n!abbia ve [volte?] all'altro sano sconcio non per più e scrivete, piacciavi quantunque per all'uno e a prego quello che gentile, ed Iacopo dirittura; a ha parole. Salutatemel sempre. non S. lui, per lo ne mai^rmelo e mandarmelo le stesse raccomandatemi e ch'io nome trascrivere, di Campi, signor Auditor gli scrivo, perchè anche quel mio farmelo non dire che posso le in posta, giacch'egli promesso. codesto q.uel benedetto mai comparir da promessomi Cujus a veduto ho non e praccoperta, so- bisogno, voi per e me. V. ^ Allo stesso. [Venezia, Vi Baretti, che lettera? Diascane, ^ ma voi ricordereste Dalla scritta ha già che precitata Jdfff^orie cit,, pag. molti non raccolta evidentemente 59.) avventura per tra ; voi. vi scriveva S. tanta V. avesse I, pag. il 1745 d'un ancora secoli e il 68-70. 47. 1745-47.] certo alcuna memoria! Senza data, (Gir. Custodi, INEDITE credo. lo non la portato la non tosto, a sa ? forse prima cavaliere un trovi vedi; purché lo mio, egli signor Conte il avuto Quella diavolessa e in anni; d'umore in succhio, altri foste di ancora saldo, ch'io che vedrete fosse mi di faccio grata conseguentemente fa novelle, sonetto mesi, Rime ^Le che da che egli ? Caro ne ve me fatto vedrete burlesche Tragedie ; che venerando, che mi saprò a del ve il mio buon grado. Gorneille, liani ^Venezia, 1747-48). e da star mi mento sgo- in una ^ ma Se senza giovevole, obbligo. E e l'Auditore quel- Ci^jusse tissimo, san- signor Conte, datemene vi lui Vi trascrivo un so delle tomo dire tradotte un molti passeranno non stampato satiriche, da libro. un del Gran cantò voi Se manifesto, da cosa avrei ne alcuni manco o associato, fareste questi di, e anche e e di non un qualche sconcio, vostro più qui stampare un perchè uomo e di tempo matto. son reste sa- Dico un piacer mando vi impaccio, quelle riviera, che so ancora, con lettere Inchiuso io più io da non per non destra, man mettevano un e la mettono umore, possibile di farmi soverchio ci danno bosco vedete. mi bene, Eb- nostra! qualcuna? leggendo ventina una settimana, cui da che mi questo son per lettere le che amici, ci dà schiccherarne tuttavia vo punto lion talora che e le ancora di dolci vostre quelle costei che lettera una ora zelle don- che tempo ci afferrò punto di gli orecchi. su tanto leggerci lo vedi, l'onore fin è pur guerra scrivere oggi voi di gusto della lasciocci non n'ha e tosto sapete hene, ora difender da vituperate, gli basta, abbiamo errante, che il lemho dia noi voi se ha sa dico non l'anno che chi ; e ? fatto Vinegia in Vostra Imola a imperciocché ; è Baretti questo Cuneo Signoria sino Silvestro da e anche tosto chi ma santo non della memoria porti Yinegia, a ha Baretti quel sappiate che Cuneo da salto un Ora 2tl SPAHSB O che in ci versi mie sarà ita"* 272 LETTERE qualche di cosa mi grazia buono. La sia tu Dell'Indie, e lo tuo puzza l tuoi ha po' del versi fan venir '1 Nominativo Con Paraguai, assai, lioni, ad lionfante» un a cammello, un Morgante, pur in battaglio sul cervello. bestionus, bestioni. altrove la hai! pantano al i i tuo' Or Portali brano a Madagascarano. il flusso ti desse brano quanto e un febbre la a dell'indiano ridere risuscitasse E 'n nato stile Moverebbon Cosi stra vo- sai? far l'ossa, e addottorato un Farien versi tu i nervi ere' che E nella e ^ Pistoia, graffio ti graffi un carne, Che sonetto, se' toscano? tu versi? che Deh, r tu? sa' far da Poeta un letterato? Tu al Vengo raccomando. Ad Tu BARETTl DEL tu' tosto, pria Vo' tor in va' e malora poesia traditora; La Che svarioni d' udir un' altra di patto qual terzina tua V legger m'accora, tanto Agrippina, * VL Allo stesso.^ 6 Venezia, fate Voi amarmi, ^ ^ I llll. Con molte tra ^Dramma le ? II».- fate ??? ???? varianti, questo sue Piacevoli sciagurato tal I— ? ? fu ? ? ? '? poi Dalla precitata raccolta; voi. un I III dall'autore ga^W^-^M^^ blicato pub- (Torino, 1750). Riviera. (Nota reggiano,) 3 ad ad e me, piacere un sonetto Poesie d'un di ricordarvi a dite, perchè come ? bene proprio 1747, maggio I, pag, 76-80. deWEdiioì'e 274 LETTERE rando che Auditore, Vi ^ di Savoia del lodi delle Mi Cornelio, farete io contraccambio, io quando verso, fare. grata, mandandomi vorre' ch'io capitoli vostri, un averne qua' tre ed sacco, in alcuno trascriverò vi potrò, bene, un ne me Duca ben neppur che quasi so al mio scardassatemela oltremodo cosa fatta ho lodarmene di non che voi e l'incomodo darvi che di gentilezza tanta con dedicatoria la acchiudo senza favori mi versi. suoi que' BARETTI DEL de' miei. Voi io volete poi allo attenda altro bel sera qualche con sto tavolino a anima quale che far è che e le sia eccovi in di tutta in in conviene mi ciò, genio, perchè parole genio, ne dotto, trac'è non il la quantunque anni me il testo l'occupazion dico, ammazzi; tre sono qui correggermi di poche mio perchè stampe, caso io giorno mia, fatica, che di è io che ormai, do della ora correggendo ora se o mi non alcuna il tutto tempo,, io che passare traducendo, che ed franzese, la poeta, ora nata di che non correggendo ora mio se bel dia mi sappiate Ora studio. tempo io se sapere sono } N diventato un mi mori di il matrigna,^ via in io mi mio a * Vittorio in ^ per molto sperare di sedere Sovrano come V. ^ Carlo addietro, Emanuele pag. mila da avere che 232. III, una che, e fu perchè diede zecchihi, ad pensione, poi il sizioni dispo- una onde fida per- ci inchinarmi che mi di questo mi al fu fatta piacerà finalmente terzo portò quando comodamente, astretto se scritto, tali ministressa, vivere prima poco d'avervi figliuoli,che e terra, ed Sardegna. « suoi venti aver pare morire contessa tempo, Amedeo, di quattro ora di stucco; mi prima e di forse contanti pensava trovai Cuneo, padre, favore a mezzo uomo dell'assedio di nome a re INEDITE Dio, adesso avrò positiva una il dà vita, Italia, guasto ne divenni ne son amata un colpo ogni alcuna cosa Dio la me dunque la me torre del cosa era da l'idea, prendete farvela può tolse, e perfetta' aggiungetevi degli amici, anzi dotta gente un dabbene e un ; in bestia parla diversi canta canzoni italiane, francese, che va piacevole che e e quel cordiale, una idea e ed Baretti amato Torino, e amatori e se idee, Venezia, finita la virtù, stampa eccovi ed di ; di senza lettere, dei può sincero stato, dagli il mio queste mie quei con in tutte un'idea in tristi tanto e unite, dico, Mantova, sassi, plimenti com- poche grandi, avrete in dov'è dappertutto della allora e che cento l'ac- i ridere quanto sono; non che con quelli, quanto largo poco uomo disprezzatore con e per musica sieno severo e la amare per donne, uomini quantunque ignoranti in le con gli miracoloso un farebbe cinguetta; generoso, queste in volta con che satirico e tristi alcuna cerimonie degli ignoranti, che ariette e per piacevolmente, assai pieghevolissimo sa mordace d'Italia cose e me, amator spada; anno, un collerico, che alla né studio, queste di aver che né da apposta uomo mano dialetti e e ma mette e fatto uomo si lui un da è stato questo dopo : non fanciulla core, volete che che amici, cari che tanto l'anima, di brigata né ha questo, a meno oh veramente nostra Il riferito provai, mondo: gli padre, mi mio d'una morte al passò clima, della poco e della cosa io è Dio aggiungete che gravemente, mi che ed dolore, disperato, sopra di variar che malato di diceva, temperamento, duca se e l'onore sarà vi diabolico morto me né il mezzo mai, nato protettore de' letterati. com'io dunque, estremo uno che spero grandissimo sconcio, sia a ottenere sapete, quel noi se che dedica questa disperato per mezzo che principe, perdio e s'è quale promessa; più garbato di l'occasione con il quel Buchino, 275 SPARSE O di quel Milano, amatori panegirico in degli fatto; tragedie risolver"^ 276 andare di un tratto ho voglia come costà, io mi e altra tempo in alla tale mi quale e di Signoria Vostra feci d'allegro, Ma mesi. due mi al è poli Na- e per dipinto, quando sono qui allora, come di dedicatoria, Roma sicuramente fare, passerò volta, diventando, meno la di d'umore cangi non Firenze, Bologna, a vedrete BARETTI DEL LETTERE in poco tutto conico malin- bisogna vervi trascri- fine, onde e la carta e al signor Auditore. addio VII. A Lami, Giovanni Di S. V. che credere ^Questa nel cit. dal cav. le note è faceva passato egli da dei uno tutt'e furono 11 9, 10, le di di illustrava, del di teggio car- Firenze, riprodurle qui e 1881) ricchissimo Riccardiana nella vide pubblicate 12 e dal trasse questa avvertenza, con e tutte con airepistolario del aggiungere più importanti di indipendenza dei e più 1750, nel scritte cinque erudito Lami, certa Bartoli pericoli. Costui (num. permesso le al onore correr che 750. marzo da precedere: lettere ; e questo conservato cui li 18 Torino, quattro seguenti, Gargiolli, gentilmente con già le e II Bareni Lami «Cinque che fatto Carlo ha le m'abbia giornale mi cui faccia lettera, del che non Illma Firenze.^ a toscano, che spirito e Tarditezza ebbe e vivaci Baretti, del secolo indirizzate col comune a Baretti viva sempre vanni Gio- nelle polemiche. « lettere Queste dall'Autore, la Quiriniano^ dal seppe di lui di una barone bassorilievo e Pietro «Il in fu ci Custodi nelle Cardinale avorio, che aveva in Torino avute controversia pel Dittico cagioni principalidella cominciare nel controversia prime lotte alla delle una l'Inghilterra tale alle specialmente quale per Baretti: si riferiscono è riassunta Memorie Quirini servito in della possessore di 51. del sione L'occa- brevi di coperta parole di vita Gtw- antico un ad tenza par- un libro, INEDITE Gicalamento il mìo feci alle lingua erudita in e diversi dottor da prima ìn-4") cinque lettere sue ancora doveva essere del Bartoli, ed ad esortando attendere delle fare quali divulgò al al lo quindi e utili gli per il Baretti Dottor che nel di le Cinque si avverta lingua del il che greca, Custodi è ebbe fossero lettere il quale poi quisquilie delPantichità, la * Primo guerra a Cicalamento tutti fu i monumenti di Giuseppe ed In il nelle della fuor zione imputa- credergli, lo Baretti e se del di solo pure era alle parole anche in volle cedere ec- per chi ridicolo pezzi di ghiribizzo Ma critica ; paci cam- sofferta posteriori, in studi la noia lettere che zelo lettera una fatto spignorava.» e vale; ri- da questa il facile per suo non il e conferita come di arti^ credette chi tnai belle mettere certo elo^ vera e stata destato altrettanti come fu soltanto e è di sempre nel Vi aveva avea termini i torti venerate non lui tore, imperadi studiare procedesse aggiungere i veri oltre da studio quelle scienze discolpa ed professore come tutti gli inutile avversione cattedra^ detta necessario troppo non che Cicalamento, la polemica, questa si razione esage- lo risentimento. privato il Baretti alla loro contrappor da la cattedra invettiva sua confessando condurlo alla in preso ma Malacarne leggere che la studi, dMnvidia, di avesse e robusta paese. che la ciur- particolar vantaggio, proprio aspirasse senza promessa in ridicolo alla tomo grosso un volonterosi a loro spiegazione di Costantino tempi nunziò an- Cicalamento, come lingue^ per Torino, pedanteria filosofia ; insomma fiorire il onde ai delle bisogno più Bartoli, la piemontesi giovani t hanno che Primo un di posto vei^a tale altri, pose anteriori diritta sempre in generale alVacquisto alla quenza, riunite il questi Tagliazucchi di promise ne disegno, Fra del una con se dairumile la antiquari, riprovando antichità delle e alcuni in e il Università 1749 Baretti pubblicò 1745 concernenti da seguito degli erudito Il neir nel non successore trovato avof ne glielo e ispiegarlo. nel a lettere pubblicò mantenerla. meria Padova belle di Dittico, indi del in di cattedra ad medesimo giarda, Dittico, accinsero si Io credeva chiamasi studio di La Bartoli, passato Giuseppe nella mani. antiquari aiutante ^ manoscritto. andare e 277 SPARSE O cielo pio esem- deva pretentutte giusto, quando le chiarò di- anticostantiniani.» Baretti sopra le cinque 278 LETTERE turbò gran fatto, supponendo ch'io Quando poi seppe Torino, si a Fu La BARETTI poiché gliel facevo stampare, sicuro. DEL di ragioni. Fui con colle del che non copie ve e 400 qui Pensa rise. io, farei con poi di dove mi Lana il per lui mi si che Illma si disinganni trista da pettinare io del La titolo: ne chiama Bartoli scrisse P. scherzando lor era A. il nato di a Padova o anche colo, peri- crederà; dove né le mi tema al basta. per lingua me. ; sono essi libro dal ghe lun- braccia ciò e che non avrà QuiRmiANo. 39. nel (Padova, Paravia Cigno, p. lo va Scri- male Dittico del in-8° si protettori, ed intomo Bartoli zitto, pariglia, non si tacque; corsi mala io. Son son de' e per come ha dunque, nero ven- peggio, e la ria. sto- penna. gli libello,e scritto spiegazione vera Oeni^aio 1750, Giuseppe e Giuseppe signor male renderà ho non colla impunemente dir la cantasse, ch'io protettori. Chi suoi sa (Lugano), che di flagello de' pedanti lettere parla minacciò Stava no. non pie co- 200 S' e' che che mi si Signor Fiorentini dica, si né da' né oggi S. a' voglio pare; Bartoli, V. credere glia pi- mi cinquanta seppe; più minacce seppe a diavolo. forse non me ! le mani noi le Milano. sino e si del chi Si in cantava zolfa Torino che io, son Cigno faccia in sei, a cusato ac- forza, con Chi a pregò. ancora Fui pubblicai 200 dono sparsero; io la tacere ma e il cantava pure, tre, a Si se mi pliche. sup- chiamato, collera, non feci ne e n'erano due, a Fui buone, poiché Cosi suo. niva ve- diede pace. m'esacerbavano. invano settimana. ogni fa che il mondo. di con stava e conosca amica le anzi mi è risposi con Cicalamento, invano, ed e preso dolci lo che libell^infamatòri. m'impaurivano, non e di andai, e stampato, era teme gare, scrittore interrogato; chi da vuol non che di Torino e turbò, pianse, fece ricorsi, aiutato Corte leggere, fatto Tavrei non 1717. 1818). Cfr. la Il Baretti il Padovanello, Vita lo ine;dite il mio. sono venire possa il desiderava. com'io ^ Porporato, Torino. in danari non vo* dire La la posso avere, al lodò, degli Etruschi in meco S'è' ; mi fé' ma non fogli, e Sono poi, al cuore il di modo ^ l'aveva fiato. sidera saporito amico, de- mio Giornale.'^ suo lui. per Eppure fece ne non e sciano Il Bre- impegnarsi supplì guail Belgran, prescriva di * e passò quella ed Mazzucchelli pugno, Le latano, ciar- lettera mi scrivere, aver medesimo, mia obiezioni, ardi di Vahhé associarsi delle Per proposito. il nella non ma potuto A mandato ho Il Conte Riflettette Monsieur ho volo dia- casa. L'appiccai all'Aghenbuchio. rispondeva promesso. in non apertamente carteggio. mi uscita, sterco come Porporato il Bartoli. mi è al impazzire far di Cicalamento. primo Chiamai, lo non dar più lettera nona nasconde del Cìcalamento Farebbe preme gatto che gli scrissi. mi Il Effetto l'ottava. i che il Padovanello. che il secondo che Spìacemi 279 sparse o si Se mandi può, soddisfarli. Non volgo. suo Il Baretti. VIII. Allo stesso. Di Ella faccia delle * nel *Gio. 1765, ^L"e 1680, M. nel di primo ra. a 49 per Brescia, dove n. stampato n. lietterarie^ un a la aprile 750. Maria a era Zurigo libro Brescia de nel due posta sino quest'anno Angiolo Hagenbuch, Mazzucchelli, Novelle cosi. Mandi è il Cardinale Gasparo aveva G. dal Novelle Il porporato Venezia 3 dunque li 7 Torino, ad Querini, Vescovo, nel 1700, diptyco 1707, nel pie co- ora, n. in 1759. nel m. brixiano, m. nel 1765. 280 divise in AlVIUmo A far Generale per la sig. delle dedotta TAb." fogli l'uso ; e di trentaquattro Mi associati. Ella come pratica il più amico stretto con anzi me, beuta che s'io come l'avessi facendo lui colle durandinesche, S. V. Oggi mio tutti V Italia * è sul Forse il Felice quel di le nozze in quella dromo detta Cigno; vien mi fatto del Durando, Nicolò Vittorio Pietro io e lacero e che di po' a teggiar cor- che l'ha se va io tamente segre- lo canzono, e petrarcherie anche avrà che sia nella del che Durando, duca Amedeo, in a Padre parla qui cui Bergantini, le è Aglio è un mi rido, aver lo lecca e superbetto e ^ regola sua frega andarono che il Fetonte io senno; detto Dizionario occasione volendo egli venga lui; cosa il Cicalameuto, di Durando, cato sec- mediocremente. che più que' nomi, stessa da credo quali primo appresso, *Gio. ma appunto al danno Ili il e dal ha io e partito contro, i suoi tutti e giorno, un abati perchè gli che pretendo corteggiarlo scherzando dissi gli io etta nuovi per lo dare man- cambiai Durandino Questo perchè me, non vili uomini, al- separatamente suoi che Novelle settimana una quale Cigno, altri banchiere. ricco tigna del molti con il ragazzo, solamente le capo suggerito, piacerà com- compiaccia due fatto si Marcoren- detto acchiusa ho pur questo con insieme d'un aveva di d'essi questi non se questa soprascritta: si poi qui paoli per con questa ciascuno riceverà scusi mi mandata a plichi contenenti plichi l'avvenire Per i medesimi secondo due copia due sia finanze. Questo quella Beigran. questi scritta: sopra- l'altra Degregori conte de' spedizione passate, A sopracoperta nuova una questa con Degregori; Beigran. Airnimo go, Ab.* Stg, TAhbé Monsieur copia Una modo. questo BÀRElTTl DEL LETTEHB che sulle n. di del Venezia mi quale svolazzo sotto alcune Savoia il Nostro sposta ri- una si per Bergantini.' più pubblicò rite a e uscita il Baratti, Stanze (Torino, compose, come per 1750), ve» Po. nel 1685, avea comr 282 LBTTEHE l'avverto mille sono scordava volte avendone nel io altra che schiavo, sono mala per tura ven- satirico, perchè questi più-stitici mi costà. il do secon- Belgran, servirà farne di sori Revi- di que' non all'Ab.*^ copia. Questo bisogno che di rimandarmi plico diretto avessi c'è non quasi di pregarla Gicalamento caso di motto un BARETTI che anticipatamente neppure Mi DEL ria, memo- per qualche non Le uso* davvero. ma // Baretti. suo IX. Allo stesso. Di letto venti La fatto damnation etrusche, bench'egli p. 160. Letterarie ^ Allude dico in Il Lami di ne alle riferito in altra sul li pao- benohè dalla fatto cervello sull'articolo quell'Accademia parlò ^ veemente^ e da Brescia con per non lode a delle sia gua linmi con- antichità stato servirmi col. 495 mia; della Mazzuchelli, qu'il passe francese cipe: Prin- d'una delle Novelle stesso. parole, nota gran Conte quel Panno sicché di creditrice ancora sarà non quel di ho foglio letterario, pienamente viene faveur ma en gliel di dal scrivere sua, inchiusi. che poiché aprile 750. diecisette, come non intrepido non nientedimeno etrusca, ha dell' Ella che è trasmetto ringrazio veda spero Le che Illma S. V. copie e al l'associazione io, per due per io paoli ventisette, diceva 15 riveritissima sbagliato nel leggere l'ultima Ho che li Torino, con cui precedente. comincia rarticolo del Lami, INEDITE frase mi pensiero in detto di l'altro torica a mi assai lato e io come qual molti canzona mosse Veda, Torino. prossimo. Non canzono sono male ? di Ret- malizia un di girico panel'altro dal- ^tava dire, m'addoman- Intrepido oratore. il la voce; Magistrato Si però, e come si mangia, affettuosa con bee, dico ma stima di Illma ed Levmo obbmo Posdomani di parte consegnerò i venti costà qui per paoli. servitore Baretti. Giuseppe lui qual signor Dottore, in ch'io che nel Bareto recitò mezzo tempo il a sogghignevol e riso a circostanti. davvero, davvero alta^ con so né la ebbi farmi me scuola tristo, per di bene nostra quel pargoletto trovava il detto ed Un Padovano, passando si S. del detto fanciullo Un garbatamente. Professori va nella Cigno. risposta mia si V. al risposi veemente^ Ella scuolari, di l'avrebbe ignorante questo trovato festa abbia saputo nulla, onorato sono una mai parole. N'ha sue vicino sedermi dò abbia Ella quel dotti. Avrei efser possono cosa perchè e Il«Bartoli francese. ho ne signore^ non qual non Ella delle taccio in 283 SPAl^SE gran tutti ; ma io proposito quel venuto sapere .che 1747, è greco piacere ler di lombarda O il Bruscoli, e a X. Allo stesso. Di Bisogna ch'io V. S. Illma randino, poiché sia mi a Ella non Torino, male li 10 spiegato, quando discontinuare crede di 750. maggio secondare le Novelle il mio fortai con- a Du- genio 284 LETTERE rapacifìcato con mandargliele di costo esse di amico d'una senza Novelle, perchè Bartoli, Ella che sicurtà, farà caso stato mio che chi molti e ; galantuomini mi dessous di altresì ma non né più di non io sono conoscenti; Non so al suo ha avuta di dramma lo manderò Teatro Duca Spagna, a Vittoria di Torino di Tanno le per Savoia e 1750, di Maria in-4® di ; ed iscena Cantata da è d'essi per vero giosamente; oltragche più Sinesio, é Bartoli, e di mille AA. 101. RR. suo dramma Questo quest'altro questa nel di Vittorio Ferdinanda lire, certo un per oltre zecchini, rappresentarsi Antonia p, sima, mas- scegliermeli; probabilmente delle nozze pochi dugento ^ festa d'Imeneo^ di nozze. mia una con non bras mia il che in S. Illma V. sono io la voglio pensione una reali che che secondo nello biti de- Torino, più andasse nostre insieme La qualcosa che le di di che dessus Durandino, saputo nostro Re prima per ordinario ^ dal é rebbe sa- i suoi bene hras non ne me confortato vero che farò conseguenza so giudicar che questi abbia di me, troppi a poetanti Ella se stipendio pochi io i io Le pagar rigido quelli di e tutti quasi sono anzi facile di non camarade degli amici, neppur in ben E soverchio sono a meno. sempre dico per che certuni; che voglia piacciono essere padre, d'altro mica se Durando, a giovane vien né che il tiene io avessi se Novelle questo amico, abbiamo ne le non che troppo curo che, Ella E mio è non valore; lo e parte satisfatta, quando sia più amico? poco sudetto quelle Novelle, pagare tacciar un dall'altra so cui come giovane di mandar non a esso in vede Non ad troppo ; ma del del gabbata strettezze ch'Ella farò motto. S. V. in e truffata le per fido ancora diversa a voglio Durandino non mi come mia sarà non fosse e confortata d'essere io non l'ho Io paura che dalla Durandino, non facendolo. esso, amico, natura BA.RETTI sempre, soverchio per DEL me- Regio deo Ame- Infanta di INEDITE 285 SPARSE O tata certo occasione;^ e son che, se la mia. Candi molto Le piacerà troppo, troverà non peggiore quella del Bartoli, la quale tuttavia fa bel sentire in fatte senza teatro per le decorazioni risparmio, per la luminazione reale ilbella musica del Buranello, ^ per la veramente di esso teatro, e più per la divina maniera desìma di CafParello^ di cantare della e La si mia Spagna prima, e poi nelle del Re; e mi cattivo avrà camere lusingo che non incontro dopo le tante infuriate cose, che si son dette, che si dicono tuttavia di quella del Bartoli, parene domi che la mia sia proprio gli antipodi della Cantata padovana. Sono con tutta stima dì Y. S. Illma canterà dall'Ambasciador Astrea.^ di servidor vero Baretti. Gius. XL Allo stesso. Torino, li 20 maggio 750. Avrei Eccole una copia delle sguaiate mie Rime. o per polpassato, ma potuto mandargliela mercoledì Di * le Fetonte nozze di Maria sulle rive AA. RR. delle di S. M. In Torino, per ^Baldassarre Venezia di Infanta F. D. Emanuele Cattolica presso di Spagna, De Sada S. M. e il Re per di Savoia Duca Amedeo da e cantarsi basciatore Antillon,Amdi Sardegna. Zappata, 1750, in-4o di p. 27. Galuppi di Burano, nato nel 1703, P. G. 1785. Scrisse di 50 in musica. morto a più opere Majorano, detto Gaffarello,celebre soprano, nato il 30 novembre Bari il 16 aprile1703, morto 1783, colmo ricchezze,colle quali fu in grado di comperare la signoria 3 a nel Po^ componimento drammatico di Vittorio Ferdinanda Antonia palazzo di S. E. nel del Gaetano di S. Donato ^Celebre col titolo ducale. cantante, morta nel 1758, 286 LUTTBRE troneria, un o legger una lettera dal quarto di un'altra simili io è buon satirico, un un perciò La di ad me alcuno, onde io molti. in certuni ho non In vuol dire Egli vorrebbe egli vorrebbe Spagna, perchè e paese mia è da roso con voglia pochino d'invidia, un si fa che me, Dottore, e non per Sinesio Lanze delle sotto prima il di di suo e fra amico« ha e un sue nel- sono delle terno nell'intutti a mie. cose l'Ambasciador S. Tommaso, di Egli po' di di e perchè Le che noi. che ebbe lungo gnor si- serva, mi riguardi, Spiacemi fu che segretario e del dinale Car- carteggio Mastigoforo, parla più egli rugginuzza Yentimiglia, Teofrasto lettere poeti, Questo di di non di quella Cantata, fra nome curo loda, poeti piemontesi; i cosa di ne credere e per celare. Torino. nelle de' vi Sinesio a versi parlargli di Abate il io che in e voglia tengo il primato freddezze in sotto proprio; come ho se Giustiniani, Vescovo Monsignor Lami, non accrescere ^Secondo di per forza tesoro, me il sua amicissimo, un non e e scrivere sulla conoscente far io dovuto ho di mio è dire principe del nell'opinion generale contra che un mia cadi. Ar- tristo; facilmente vuol io centra poeti segretario, occasione la Cantata fatta aver come un amici, il essere è meglio quali egli parla de' miei a' dirle dir avrà nimico, un di de' e Sinesio, perchè mio fare Sinesio,^ parlar più chiaro, del anzi è mio per amico suo senso farmi convenevoli, detto verrà nel cerimoniosi crederlo non troppi somma, l'interno quelli a Le amico Ella quand' prego di senso de' per e del cortigiano, è paoli preso scordato Petrarchisti giovane, libero, parola, quando perchè de' me sco uni- posta mangiano amico sprezzatore uno la e Le venti volli sono sono amici un sono io che essere Egli l'agio Mi da non poco capitali. volta, possiamo ed che Bruscoli, fatto. vaglia sbaglio così Per sua. credo lo medicato è l'ho non che effettivo, cosi E costà. dimenticanza, per ruspo BARBTTI DBL volte e del col poi ratti, Ba- INEDITE sulle gli informazioni mìe eh' certa è figlio il favore d'un Le danaro, guardi detto al Mi lo solito, da avrà padre, suo amici dagli del io primo Bartoli, fp- cosa Durando dunque Le finita. sarà e è faccia che al me il che ricchissimo? e al io ho i quelli di importare poco Non continuati abbia non mandarglieli motto si il banchier di farò Ella che l'avrà. e- del ne Ella Durandino, a 287 SPARSE 0 farò curtà si- cenno, che Basta che è questo quale giovinotto. Se poi vorrà sul Novelle sue ficcata due con dica male, farà più piacere caso che non mio mai Le libricciuolo Gli è cuore, io e di conforme in rime vo' io che di conosca se il bene a che r io Illustrissimo, non so che di io non Lei, biamo ab- Sono suo que quantunsua carattere suo sono niera ma- un po' m'inganno. non grazia faccia scrivermi tina. fioren- scritte dalla che n Nello io sappia. vista, m'indovino mio, che cose ch'io mi questo rustica buone, genere che in troverà pochissime e tal sien ne sentimento, suo lingua in che l'assicuro scrivere al Ella vedrà), libertà, il l'ho quali com'Ella contro nelle me (nelle tutta quadrassero. Toscana, La non Rime con lodarle di motto Bartoli, al occorrendo, che far quelle impossibile stampate di di alcune in stato fatto sonetti pure di degnarsi latino sono un lasciar di più Baretti. suo un pover' verbo, uomo. quel e tore, Dot- quel- 288 DEL LETTERE BARETTI XII. Al Camillo CONTE Zampieri, Venezia, Oh bella, che che io proprio di poetica scrive che è una di che hanno qui ci sarebbe la tutto? giorno qualche del e il schiettamente il siccome di molt'altre, e re, a le vi dire, altre fa Dalla con cit. tanta raccolta V. io vero, peggio. Davvero, scrivere ^ a fede in tanta lo conviene Ma avete vi guardi la anche i valorosi e che mia, Bruto; fici arte- mente, quella final- è Voi Dio di degli ingegni, niente, rimedio, te voi, a scrivere ci libertà qualche mette principato sarebbe come si vi sta que- una pur può non che da detto repubblica. addosso! Parnaso, fessor pro- cavaliere veduta repubblica libertà Cesare Io un meglio Ma una Che canaglia fors'anche non se lai. Bella ponno e lettere far a cui tirannetto d'un'arte? delle netta! canzo- sopraffaccia così gli quella detestabile per di v'ha mai s'è 1750. perdonatemi, voler straniero propri fatto in Dove giugno mestiere. Ma, chi di e 5 petto a E Imola. elegante mio diletto. per uno e inghiottirla nulla un saperne che naturali del superchieria. vera ingiustizia, fascio, sono ed viva e vergogno Professori? SS. vero, mi poesia Conte, signor noi in vaga ^ a ha tutto un'aria di cismo, dall'ostra- perchè, repubblica a dir in va acchiappa qualche Catilina, S. vi Illma. dico vostre tutte, conoscere per davvero grazia, reggiana; che un chi e forza voL Ma per la vostra anche e poeta v'ha dire netta, canzo- po' più un principe, oggi che insieme, I, pag. più 81-82, e e pensi succo. 290 LETTRRB che io quantunque BARBTTI DEL Io non visiti più, lo non e corteggi, solevo, pure ne ho parlato, e ne parlo, e ne parlerò con quel rispetto che gli devo, e ch'egli si merita. sempre come Se mi non ha la tenuta volte, ^ gli tante timido, e perchè piccolissimo ostacolo trovato e Col suo che molti invidiosi accadere che mia hanno, e alzarsi, non caduta, solamente lacerano mi ma della conseguenza di storie false discorsi il mio qualche migliaio il popolo i a libro che nelle si ^ Di contingenze dargli, cioè, onde studi, aveva il Londra invano cercato le Lettere viaggio in a' suoi a fece il volle che di da è gendo legavere questo Portogallo, ed considerato che come per il povero nel l'autunno traverso lo capo un isfuggire Baretti, reduce d*esperienza e d* ingegno, in pare stam- a come in dire anche familiari che Italia, pieno e ebbi guadagnarvi che Corte che io Plenipotenziario presenti impiego, me, mise fece può quel Viaggio in tomo si alla mi un dairinghilterra, Cioè, secondo fastidio allora * il stampavano, far da chi che di perchè mondo, fogli del gesuitico,^ libro ma turai na- mille pensai lire; avvilito della per Ma ? Perduta probabilità è rano aspi- imm^.ginari neppure. lingue dito cre- dove spargono e mille fare sogno quel vilipendono sulla del scrittori potesse essere di portoghese primi misura * Viaggio, su gli non che paura rallegrati sono dell'impiego promessomi, ogni speranza tutti io vana di alzarsi invidia, fanno all'invidiose freno mettere che mente natural- doveva mi e loro mi e me, cose, e si un tant'alto, togliessi loro non da desiderio. suo alzato per gl'impedissi che al come invidiosi favorito suo Vienna suscitò^ dolente in- spaventare egli m'aveva questi ; e io diventando mi lasciò in petutami ri- e è naturalmente perchè si favore improvviso è fattami promessa di Piemonte. tre Fratelli^ del scrive de- dove 1760, tornando Portogallo, la Spagna da e la Francia. 3 Perchè, poco prima, i Gesuiti erano stati espulsidal togallo, Por- INEDITE risoluto s'era la è altrove, resto la si che Sono di più e alle loro campagne, nelle pranzo e onde danaro, sto io città che grandi, pane ritiro bellamente notti vertigini, di dovette, che scompiglia in e non me guasta anche Governo al pensiero rifuse e pubblicò poi se fecero di tutta parecchie edizioni, traduzione d'un francese^ e dia mi mi trista rati di passare che mese via, perchè salute, che molto tomo ho le ho il un tempo in questi a interamente Italia in giature villeg- avere, fa de' casa che mi mia, casa impiego e quasi Topera in in il secondo in del sempre loro portoghese; pubblicare giorni il ricevere delle disordinata dopo, invitato costa e la mia là, toglierne il della e e due dall'accettarlì, e cacciar posso dal tutti i solo più lessi. vo- m'hanno tutti potendosi E io se duchessa, vedere l'animo, amici Busserò a ma che d'un ma non addosso, smise ne le difatti, ranno riferiva si sai pranzi amaritudine. ferro, s'è ^Stampò de' loro questo e di essere malinconia mia bisogno, rovesciato sangue era dì ho mi e le è doppi Milano; frequentemente quiete, e di case mi non che potrei il balordo quel m'hanno essi tu lasciarmi anche in dì nobili la dì una dai divorare a senza ma molti prime questi favori mi e lo impedita de' miei passati trovata vrebbe m'a- tutto sarà numero mille che, stamperò ne cavalieri, che venti volentierìssìmo, visto di ho il avesse, se non a questi quattro dove E falsità crescerebbe Gorini, marchese, che un'altra è subito ch'egli confiscare danno. il lo se fatto Che Milano. anzi stato marchese e in fece fatta, già ; che certo pur diminuisca, mercante, a sii Vienna, patentissima me nel da mi e aveva cerimonie ^ introduzione qui di lasciatomi e stampa, prova verso senz'altro stampato, una pur de' richiami io che spesa animo mal ha non d'impedirne vedi, tu come avere la tutta pagare perìcolo di di Ogni ombra 201 SPARSE O Venezia; tutto ciò sicché, indispettito, gli altri inglese parecchie a due tomi Londra, edizioni ; e dove si fecero 292 LETTERE sei mesi, parte lo scompiglio che la stampa di e qui, non ma che altri, in cavi e nella dove lo impedito della in io che basta avuto che altro quello al far Nessuno qui vista, signore. di aperto, più Poi balordi, al un pover'uomo, che non e bocca chiu8a che uomo che ero diesi, credettero m'andò potevo molto meno ; e non e che quando il io diventassi fumo, ed mi conoscono e sventura che ecco di perchèj animo con corte mi chè per- costava dissi, agl'invi-J come si un mesi, nove per corte ma ci posso imprudente, fargli sa naufragio? più fargli Ma, impegni credevo di candore con goffi, non una e potevo spendere. a' non feroce manca che che che in forse non parole, condotta troppa e presenza, scoglio mia prigione. Giovanni sua quello se uno Plenipotenziario dettogli e tutti tutto chiamano parlato io, della in che trovato mesi nove per mi far posso viva. disse furono non biasimò mondo un ho ci mi un mi prudente, e ne' suoi che che bestia, una cui a piana e principio, risoluto e grand'uomo quiete s'è di perchè fermo conto Che io? da sarà ti dice d'andar caso in poche mi è cauto Eccellenza, Sua con questo signore del fin in incóntro buon più tanto mettermi animo il che porto non un essere per per cosi chi prigione, digli che di libro ziario Plenipoten- a e mi" necessità semplice storia stampa, galantuomo, fine in mia un troppo sventura se della pericolo la terò aiu- ch'io mondo del voi a mi il mio contiene luogo Eccoti quattrini, Pure timido e libro mio nessun stamparlo. sono quanto Ho in sospensione sono il e dei bisogna stampare a andarmene perdo nella mi riguardoso che politiche, cose Anderò frastorni, mi Milano di patti, perchè qui nessun di bestiale. cosa che modo, ipocondria. luogo io i sarà Subito il chiederne e averne, parte e fratelli. de' miei [ci] vogliono per n'avete, qualche tutti a mi volgermi non affari, impedita, risolvetti fu muovermi dove so affari degli mi per de' miei il disordine per per BARETTI DEL può ne far viene tenere la addosso, INEDITE la mill'altre sieguono gli occhi, che Amedeo, situazione che tutti gli vita d'uno li me può non ora, molta con condurre Doposcritta. lasciar per mi m'incammini tiene di come e di dalla riguardo è esattissimo. dar il ond'io pure le Vedremo faccio, onde Scrivimi a di scierò me le io se qui mia a Lettere dica a che in tutti le E mia Brescia che le tue vo' dalla di Ferrara; stampare il naggio, perso- risposta tasse seguio que cinla- racconcia, lettere in risposta quattro si mi acchiudo tempo intenzione o volta, che mia il mai tempo potrebbe la la ritardare il se levi Mantova. o e Ti conoscerai se bisognerà partenza; gente che gnarmi disimpe- si con mandar il qui, imperversare, la forse che bene è ancora le mandi mie tu, Acqui la per sorte sarà. ne ogni A prima dalla a è di promesse che la ^er si strade le a fatto in Greppi lettera fortunato, da che però se continuo che scrittami so una parola quello tempo non il se passabili. che tanto bisognano m'ab- che probabilissimo Il che vuole ne Addio. Mantova, quest'altro favore giudichi no. di Giardini di lettera una vedrai mancasse m'abbia è ho mettiamoci sotto- e che i danari T'acchiudo sono affanno finiamola, saranno danari. a Pure, caso perseguita. 0 Mantova quale mortale dubito. non voglio andarmene. Calori, che volta spropositatamente, Cremona modo, ed Dio gliela restituirei troverò Milano, alla parola, cosi rotto che Credo — l'angoscia nel- pur tormentosa. e la e vive che e Provvidenza, scabra via una per in Pure vita, Volesse che Ma mesi. Afie, anni! colla lunga. troppo della voleri mesi? pensando anni, data, che questi pochi ai sabato l'ha me sperare di- consumarmi a quarantatre vita da io molti finiscono essere come in di vita soddisfazione, divorato da già quarantatre ha m'ho consumati ormai della E seguitare segreto all'età affanni tormela in sono sono che da io faccio come sull'altra^ una ? Ho questo per 293 SPARSE 0 posta stampare que quantun- Venezia per e 294 LETTERE dar il cambio schiettamente malevolo. qualche a quel BARETTI DEL che Sta' del pensi sano, dimmi e teatrale cantar della Calori. n * Giuseppe. tuo XIV. Al Filippo.* fratello Di Carissimo il paron 5** de' numeri del mano numeri te 3 lo per associati. farne qualcuno ^ sarà in 0,20 che che e direbbesi Doposcritta, la si compone ^ la Pubblicata ebbe dal non conte Morano presso ap- quante facendo. che Egli toccherà. difficile sarà che lettera questa ciascuna, di centimetri Non ha tutta (Nola giornale Ippolito d*un solo un a della sol Lire», fiato ; del (num. dove o gine pa- per è sbiadito latura, cancel- una infatti, tranne 123 nelle capo 11 Baretti Gibrario. il Barettì, sgorbio uno 4 intiero, meno per È scritta in fondo. facilità anche tutta meno. foglio di un scriveva sempre con scritta scritte di che più di consta tutte 9 come carta. avvi di averne ha fare ecc., lettera. dal dei copie potrai ritenere il danaro scrive per Alessandria, Asti, Acqui, Novara, leggere della Barisoni, anderà costà copie dì bianco un può il colore che cento cento signor Zatta stà co- per speranza 29 per le che mi nitidissimo, si al meglio di ha carattere guisa la in sempre m. rultima ricevute al Amedeo L*originale di avrai associati partito dal Già anch'io immagino cento onde gli ò 1763. nov. consegnato queste copie rimettere a che Frusta. te, somministrandone poi penserà Me della Tutte 4. e chiederà ne 6° e di ho quale signor Morano, 2, di al Gobbi, due Sono Filippo. 19 Venezia, linee di cui 1871), che giornale.) 31 del INEDITE In airanno capo che puoi, nessuno Ho ^ Giovanni resto e verrà secondo tomi far cerimonie mi e che sia mi tal mercanti che ho ma dove converrà mandarne costà del d'averne tutti i tutti con bel più tomi quattro suddetti libretto * seau. Ne nel l'ottavo numero, che signori Reicends il e potrà in sappi essa nota Delle a * Lettere pag. Cosi o nono li in Genova, onde ; penso poi quando negozierò poi mandato che del aperto, o libro cibilmente invin- il di Rosdella numero settimo Fatti dire tale nella accennarlo tre un Giangiacomo manderò carattere suoi confuta decimo dell'autore a* troppe E stampati. saranno dai zione, Confutasi Frusta, per d'Aristarco, Fratelli, e Si sizione. suppoio veda non la 291. rautografo, quante della DireZj nel ti sabato familiari di e parlando dirlo essi, briaca nome forse secondo, m'hanno da nell'impetuoso Ma * se, leresca, caval- alla costà. costà forse cui di consegna tomo stampati, bestia parlerò alla bisogno. presente Reicends stampato di Frusta, del libraio mess." quella ticipati, an- contentarmi a sono primo saranno qualche un pagati tanto tratta Piemonte del copie cinquanta mi I copie pel trecento buono occorre fatto. hai tu si non secondi stampato patto fossero mi primo Né Lettere. dell'opera metà del tanti mio molto essere la pagata come So di pare Co' metà. quattordici paoli i che portava, il Il occorrono. pagamento tali a condo se- Amedeo bulla Reicends mess. essi, perchè con a del copie loro che il associati hanno quanti a' darai tomo 300 di Dalla copie mediante che te, a più regalarne occorre Gòbbi. le caveranno il barcaccia questa balla stesso ranno trove- non conti. una collo che copie non imbrogliar mandato anche tomo e che bene non per aiuta Intanto nota e delle disporremo associati. 295 SPARSE O del giornale,) volte occorre nome. qjuesto (^Nota 296 parlerò considero Rosseau dovria sterminare dal di lo quanto i tutti Io libri ho giorni tre di promesso l'ho non molto. Ho del L'affare di ministro primo a la stampar terzo un tal opera, Italia, Bossi e ; lo e la per far far non si danari, sabbato passato domandandogli Ti tomi e del avverto a' né S. il E. Vedrò guardar bene a senza lasciando Questa soffrirei il giù coloro faceva danno di bricconi I Io Tillot mi a e per regola venissero dirlo obbe- speranza ho scritto dirittura, risponderà. dare non tutta per potevano non cosa Bossi s'innamorò ubbidirono. mi Tillot ai colla venti gartene pa- piuttosto ma, è l'inalterabil che che pagamento il a più presto di hai mi monsù perchè signor giustizia. Reicends primo, incommodo. a che» ordinò sapere ed che è segno specialmente. tacquero ordinario essermi che all'autore; ha che dispiacerebbe Fu che a Reicends. sa? dirgli rata ti- ho lire comincierai forse spandesse torto ti questo dai puramente dovuto onde quello Infante Parma sua i suoi cui a mi Gobbi, senza si perchè e in metà Chi Duca fece Se che potrebbe Frusta, avrebbero per di del guastati mercante un toccherai dannoso. che vantaggioso di Parma soldi, a cosa coll'arrivo che ha che l'accettazione, per vendere; danaro comune centocinquanta oggi. della col di di oltrepassato ma quando al nocivi d'Italia data presentata potuta prescritto, l'ho e franciosa scrivere sotto- mano. cambio negoziarmela ti viene non di vista, in voglio mi creanza bisogno estremo dividui più priva d'in- né tanto la che rabbioso, essere le femmine Io Confutazione. Genevese, caduti lettera una bella tutte e sono poi non maledetto quel giovani iniqui per d'uomini parlare è animale dente; della leggi tale di un avvelenato suo alle tratta come Paradossista, bestiale del parlato l'aatoi^ ha ne società bÀRÈTTl quella dolcézza con cui con si BEL LÉTTtolÉ di i secondi tal secondo loro cento pel delle zioni, associa- a mostrare 298 LETTERE cierò: tieni pure ricordandoti che BARETTI DEL il danaro il freddo pronto checché avvenga, ^ m'ammazza. XV. Ad Antonio Zatta, * Venezia. a Di 23 casa, die. 63. Signor Antonio. Sul plico per Torino fate porre un al Galeazzi che lo spedisca per F. B., e date ordine Torino che i fratello Filippo Baretti, avvertendo a mio numeri sieno ben contati, e specialmente le 140 copie del settimo; senza scordarvi di mandargliene quante che la ristampa del .potetedel numero primo. Guardate vada in torcolo senza farmela prima non primo numero. al nono si metta mano vedere; e cosi che non foglio v'è nel mia scritto manosenza una cosa direzione, perchè che avete, che non si deve ancora stampare. data solenne di Ho mio debito un parola pagare domani fosse possibile, vorrei scomnon e se a parire; nona; favore perciò fatemi quel presto, che i favori fatti presto vagliene il doppio, e poche ore più poche ore meno ^ per voi L*autogi*afoha L*autore della nulla. è la seguente aggiunta, Confutazione Rousseau di mano estranea : 3i è il padre Gerdil, barnabita, precettore di S. A. R. il Principe di Piemonte. » è il celebre cardinale Gerdil,allora semplice Questo barnabita « claustrale. ^ sono (Nota della Direz, nella R. giornale,) Parma, e io n'ho avuto copia da Perreau. Lo Zatta era Bibliotecario, cav. Biblioteca quel dotto e cortese il tipografoche stampò j del Inedita. Gli autografidi questa e delle tre lettere seguenti piùmiXXV numeri di a Venezia, della Frusta^ con la data di I^overedo, INEDITE Il da voi; stasera foste di mondo domani copie, più de' o tre fatto v'avrei me, vedermi a che domenica, {a posta. Addio. potrete per non da oggi o Venite ciance. cinque fogli, e qualcuna ieri domani potrò venir non mandaste tutti i venuto che so mi che di domani, Se onde tormenta, vorrei ma o primi. un mi piede 299 SPARSE O Il Baretti. vostro XVI. Allo ^ stesso. dicembre [Venezia, piede alla Non Antonio. Signor fa mi male. Botanica Scoperta Gatti al Dite bisogno d'originali. Mando di la tutta Frusta, e desiderano associarsi. mi Torino, che quindici zecchini cinque copie in saranno ^ Zoppo ^ inedita vede Per di legno Si veda questi Mantova che il male sette scritta che s'era anche la qualche pag. 198 al aveva attribuita neW di che della data, giorno piede, dopo e per Introduzione questo volume. a que' nire, ve- volta dieci quelle al ha plico li vedo un'altra comune questa. Non il non ma conto a ben pel vero che numeri, saranno anche fu mezzodì, alcuni Speravo oggi. Mandatemi bisogno di istanza. con le me città infallìbilmente chieggono copie perchè due avrà altre cinque quelle in mano quando Cremona, a Mandate del metta non Mantova che prima m'adopero Credo si ' ho ne e dicono lo me una e chieggono, a che importante poco il uscire, perchè ancora posso 1763.] Società. che Io tavolino. mio dal ma la sto conte- precedente. la fìnta alla gamba Frusta^ 300 LETTERE fate ristesse voi Roisecco di Roma avendo è L'ho Fate ho ne Mantova al BARBTTI vostro mezza. lavorare alla bisogno sabato di ^ Gozzi cacadubbi, un credo Io briga Tita signor per la voglia non detto sospesa. che nel DEL farvi la che del ristampa prossimo Frusta primo di ciati, asso- degli pauroso il che cadi. Ar- numero, molte copie per Cremona. e Vostro Baretti. XVII. Al F. marchese Albergati, 24 Ancona, Onorato Non mio e vi ^ assicuro Tita si Questa inglese, F. Torraca. riferisce sullo ^ Orsi, Cioè, in conte Roma. passato, chiata un'oc- dare di tragedie.^ Ho da poco Gaspare, e (Gfr. Custodi, voi. e e Taltra le Tutta era già ha che la segue, la parte però, dell* Albergati stata la Scelta pubblicata di alcune sciolto (Modena, III.) con eccellenti italiano la falsa furono il mio tradotte Albergati (Bologna, 1878; verso Paradisi. 1768, di in fu cura del parlarvi a giunsi martedì figliuoli del allora era all'amore stesso dotte de* lettera, in Orinzia prima raccolta uno trattenga simo amicis- Memorie 91.) cit., pag. ^ mia vostra Baretti, mi città. Vi questa che Gozzi, del ch'io conto in alla 1765. agosto Signore, mette arrivo * Bologna. a di dal amico e egregio che per dal nelle la pag. due nel 169-71 retti Ba- lega col- lettere Maria contessa Masi libro suo e 174). Tragedie Francesi^ dalPAlbergati data scritte e da Liegi, 1764, tro" Agostino voi. 1 e II ; INEDITE alla intorno dire Qua là e rimasto son lavori credo Potete lodi voi a che che cosi esaltare luoghi e al Come Se lodi a avrei un l'affascinante amare voi. dire in nobil un di Ma da tante la mai che quel in da fatto di parte lo cavarsi Io di nostri conosco delle ho si mae sciupe- all'assurdo Contessa né niente per chi vec- buonsenso tanto st^to per codesta per intorno sono non buoni certamente, e, che qual- passione innaturale, e leggiadra non fuori produrrà addosso uomo chiostro, proposito. di de' darvi e che rappresentazioni esse perfetta moralità io, un ad schiavo, giovane una da prodigar certamente vostre strana esserne sacco corrotto di sfortunata di capace che possa né dieci conoscervi diverrà Qualcuno chiamerebbe raviglierebbe l'amate che enimma vero mettiamo le vostra Contessa. la passione; di lettera Corneille, l'Inghilterra badare sulla sarebbe un di Ma parecchi Confesso saranno e cominciato effetto buon Jrebbe in e teatro, a con un impedito gusto. il dover che e frati è caso voi inglese, spiritosa e mi mai, in e Voltaire? l'Italia intorno Marchese, insieme stesso scritti buon abbiate teatrali, elegante Francia irritato, calore l'onore se poco tante argomento. Spero Jcultura la di e spiacevole tanto questo i cui presente letteratura con avuto dell'Italia, al che certamente uomo, vergogna sono in avessi vi fa, lo le si riferisce quel nella con e condotta me. anni tutto potete porlo Molière vostra per in che Come francese in le maculis. Saggi quattro Davvero, latino, il Goldoni Voltaire? miei esse. complesso, un spinto tant'oltre! specialmente Racine, la in versato potete ne' commedie. siate dotto siete siete vi hanno mi di offendar non Goldoni sue in e, immaginarvi, scritto delle quattro dispiace al ho dopo quel che Paucis facilmente fatte versificazione alla e compiaciuto, bonissimi. però da lingua 301 SPARSE O quanto santificato di fratesco esperienza unghie di un possibilità l'im- astuto 302 LETTBRK affetto, che nostro è lascerei La al fuoco davvero traduzioni dal ella appena vi che vi ora paese, a far capitale d'idee da lei e io e dal vi vostri Ora che giuro che quale compirà amici, ella ha e il di uno pratica, nessuna mai profonda né far a nel la che sensibile libertà vostra un e di bontà, come nessun solo amabile questa che pensa. che fedele. mai potessi tanto. di e vi esser namento ragiosistema. a verla, smuo- Si nuovo. fosse ferito pre- parecchi, mai Scusate, chi fallibile, in- disperazione condannarsi chiacchierata, incoraggia Se affetto adoratore, e in e riuscireste sentisse to, annet- un vecchio al tristezza vizio, piuttosto avere più sì che via pubblicamente stratagemma, non nuovo desiderar di l'inferno, quanto altro in desiderata l'ammirazione in non panacea tanto ricondurla v'immergeste Ancorché per una e né campestre volate, volate dovete ghiaccio late vo- legato raccogliere a cura stesso non giretto un sarà una nessuno potranno non voi che rotto all'amore fare questa al logica, silenzio residenza sua legna Volate, dunque, Londra; a e cino vi- trionfale, nuovo. dolce a ella cosi se e stro, vo- cui ora, carro se assai dall'essere Voltaire, della luogo la da' al Parigi a dal Andate visita in spegnerlo; di via sua caso aggiungerà suo veduto circonda. state ne salveranno al volate Marchese, Nel riflessione, né né vi abbia ve di strettamente più sempre francese nella il paese pezzo invece vi lontano distanza una villa. residenza, sua brucia, vi voi e vostra cui definitivamente, via caro in della luogo che lei un per solitudine tenervi io sfuggirete giammai, ne tra porre del prediche, piacerà, ricadrete vi quella della di più grande dimora. a far di che, potete meglio,. non risolvete vi assicuro dir per o, assoluto grskdìypadrone dunque, di lei quanto vista rete, vi e BÌ.RBTTI per Invece, compiango, non divenuto, cuore. dalla DEL fonderà spro- ancora a l'uomo anche Signore, caro attribuitela vuol bene tanto alla a larvi par- felice da IPTHDITE di onorato esser farei mondo, che in comandi in fosse quanto col sono, vostri 303 SPARSB 0 più grancfe rispetto Onoratissimo parte per convincervi mio poter del questa ed affetto, Signore, Il umiL^°, vostro ubb.^^ Giuseppe dev,^^ e servitore Baretti. XVIII. Allo stesso. 13 Ancona, Caro Non di un di Si gnor mese; aperto aver la ; ma che vedendo il mio generosamente e del avete ostinata. ed io stimo stesso, più che Ettore, vi voi potete la e scriva Qui se un di ce capite andare gente del mia, è uomo Achille un la tutta un su loro inglese luogo Troia riva per così vittoria con forestieri* Mirmidoni dentro di che Calais volete tento. con- esser familiarità, a sé sopra Priamo mano assai spirito, progenie. Voi alla opposta di uomo eccovi di singannato di- bravi, esser de' suoi capo ed vero po- fuggitiva una chiama e un coraggio fatto siete da razza abbastanza la a a approvate simile vecchia familiarmente, n'è si una che della voi operare per mio seguire a temere piacevolmente vi ma questo questo le mura espugna ed fede Marchese; caro ardire, rinunziato tutto In solo non farmi a assai sono ritardo in giunta l'animo libertà ora è cominciava troppa con innamorato lettera vostra ritardo questo e 1765. ey perchè, so ottobre spero; e questo, come e prendere 304 LETTJBRE Passiamo alla ora Capperi! Taltra furberia. e una vostra dolce è Questa tutta l'altra donna, una sieme; in- amorosa e capricciosa, zotica, era gnora. Si- nuova tifizio ar- solo era cosa. Ma dirvi di e quando buono Marchese. un che fino di permettetemi foglio, un a mi comandate Voi siete abbia il della dunque, Intanto, città vostra che vidi che poco nel dalle veggo d'una cosi quello faceste, ed di altri due Questi una legione vita, ho di il e che, stupidi sarò e il vino a meditazione. perché cui e mettermici, sono perché bontà di che darà mi compatriotti, la la attendo, lieto il e per e sia mi campo é sollecitare lo stato! addosso loro ranza ignole scrivacchiare pazienza una abbia parlato il stare lungo presso a opera ticchio a quel dottore alla e grande saltato conseguenza cipali prin- facilmente vi di o maneggiar la Ma dottor© quale i attirerà alla avvezza Vorrei sono di con peccare, che Suppongo dell'opera davvero, inducono avete abbandonato quello vivo. mi sono che tormentarmi a cimen spe- approvare ho mi poco due di Pazzo temo, bestialità, finché meritoria dacché quel l'altro e sapete, per nella inglese? piacere vino. abbandonati venire poiché in come e cosa Abbiate mìa maledetta, penna i vostri che, le donne li una donne della due, il scritti. pre- più, perchè Ma fatto io avrei disapprovare, diletti gli l'avete plimenti, com- voi sembrano eccellente. non di rabocchiare sca- coi da incontro, mi tanto ringrazio, finisco di poco lettere, nità Cristiadi Vi tarda con nello confini mi breve molto risposto, perché che che un vostre cosa ne' dirvi nostro la qui e troppo della capo. il buona consiste pel mantenere posso alla abbassarsi merito bontà, conoscervi e ad solo siete Marchese gli passi devo che gravità solo volto mentre di trattare il cui vostra che la condisceso mai uomo serio esser tutta con checché é della descriziene bella, e.altay« E mentre BARETTI DEL fare di di tra voi. come 906 LBTTSRB Londra mio da certo un amico grande Caffarena Giambenedetto signor qui. fratelli; addio, addio. carissimi Addio, BARBTTI DEL // vostro Giuseppe. XX. Al Giovanni, fratello Casalmonpbrrato. a 21 Genova, Carissimo posdomani; che della parola che è non solennemente quanto, per da in eof), mille pezzi. più faccia lo nozze tutti Alcune Lettere Carli-Nordis dal Baseggio, gentilmente il quale ^afiiche e ci sia il in m'aveva Addio, mi fino là. di nalmente fi- allontano. Dio cari mi addio a fratelli, e il strazia stella vuol tutti. vetemi Scri- mente volontaria- fermerò Addio, sa addio, ; Dio vi tenga me, che non fratelli, tutti so sani, quando addio. d'illustri dottor 1858; più più sarà cui maledetta pag. Italiani^ Luigi gran 19-20). Italia. conoscitore pubblicate Chiminelli prestato dall'egregio prof. è mi pensarlo mia non lieti più Addio, sarò. ^Da il la Ma perchè il Capitano se Giuseppe da' miei e nipoti, parenti, amici cognate, vi volta, che luogo nessun sera, in parte non partire. Così, abbandono sottomettersi. Parigi, in San tratto persone, a e altro bisogna e di un'altra un costà per oggi, giorno stato altre tante cuore Tartana promesso l'Italia posta 1766. agosto partirò domani io ma Anselmo di la Giovanni, * — e pografia Ti- (Bassano, QueBt*"opuscolo Alfonso le per Corradi di mi fu via, Pa- raccoglitore d^epistp- tNEDItB 307 gPA^Sfi O XXI. r Al Filippo, fratello Di che ripiglierò avrai mio di dove stucchevolissimo fastidiose. Posdomani pranzo a' lettere alla del 14 di lettera posta Se economizzando bene fermarmi un les nouveaux tons, e momento, mi stantissimi ba- rebbe dispiace- osservare di cercare se chè per- danari avrò per per colla bene; sua, non Parigi a poco domandare credo, qualche un là. Pure a un qualche ? momento fino più sarò subito casa faccio come andare per a fermarmi senza che come m'inviti che sato pas- delle dove innanzi colà, troverò Londra farò non tirerò poi e Capitolo^ partirò per Là il lunghi giorni Lione, per anzi venerdì calma una per parto corrente. diligenza. prima no viaggio vanni Gio- esso Genova, giunto dopo cinque sono maggior Da m' imbarcai Nizza Di la che da partenza al Monferrato, non Giovanni. con mia la Nizza. in qui, per tenere saputo sharco 1766. seti che quel carteggio teco faceva mi al Piemonte vicino più sarò prossimità li 5 Marsiglia, carissimo, Filippo Ora Torino.* a ^È delle prima la per opuscolo ^ Per dei volte 1874 tale, lettere, rimando a pa^. 232-33 e una e 4 num. mi fu il cui volta 245-48. Fu 1843). inedita come Paravia questo dai Venier-Gradenigo nozze (Venezia, Tipografia Cecchini, 5rdel G, Bar etti blicate pub- ^ le due di inedite Lettere tre 1875. prestato nome per poi, giornale nel del Fratelli dal sempre errore, II Baretti, questo prof. Alfonso ricorre spesso a stampata ri- per Anche — Paravia quanto nelle ne merò noraro Corradi. presenti è dettg SOS DEL LETTERE mio amico coperta a veduti inglese. Mi Capitolo, con mi mandi carta, perchè da piacevole resa Cilesia mia ho puoi ordine che lettere che dirti, se certi delle dare tue le non BÀRETTI non ci caso Londra. a sotto fossimo volto Non che non m'è Marsiglia ai gnori i si- quali raccomandato fortemente a nuove signori Audibert, m'hanno saputa. Addio tue senza tutti. Il tuo Parigi, li Giuseppe. XXII. Allo stesso.^ Di Carissimo Lione da dove mie iersera Saint Germain, dal fosse il contesto 1766. Parigi Pio si la lettera quei qual tanti il 33 di messi com- Faubourg fa mi cosa o pure non solvere ri- vederlo. neppur (num. tua inquietato sia senza 11 Baretti giunto e 34 del ; ma se 1871), AgodiiK). legge: cosi, è lui, ricevute son tutto per mi fatto cercato a quanto di giornale cav. domandato per traccia dal stampa nelPautografo tutto e Ho le lettere abbandonar Pubblicata 'Nella da la trovar Tebbe ho distribuiscono ad che n' e l'ho ore, qualche nulla. da dove qui, restante scrivere d'ora prima cercato trovo non Capitolo, che ^ ma Ho poche « 1766. seti potuto che avrai che Poste la à avendo fermato poche righe. Giovanni, posso Non sono credo e tardi, trovar de mi non Chàlons, quelle di Filippo. 13 d3 sarebbe certo che settembre sempre la lettera i776 uno sbaglio; fu scritta anche perchè il 13 tembre set- INEDITE 11 trovarmi cane, se in la me oggi tra domani e di mettermi derei venti quei n'ho non di malumore, che che qui onde, ; in farei non che quel e mi ancora salvare potuto rincrescevole un iscopro quel Capitolo^ posdomani Calais, luigi conoscervi senza che non non via città vasta odiosa rende piglio la che cosi una 300 SPARSE 0 è peggio spen* di che trovo, mio questo altro lungo più dioso, fasti- e viaggio. fu una lettera di Veramente Lione una rebut Lione. a che quello mesi fa; chi Oceano ? Potevi lettere che mi darmi scrivesti tu le il au due in di Flemma, tre o questo in indirizzo suo giornare sog- lettere sue trovare Genova. a tanto lettera può a discorso tua lo mio avremmo una diavolo pur il andare in trovare non Ma trovavo, scrivesti mi ma fatto lo Se sventura Capitolo. ha Genova a mia quelle flemma, flemma. Al mal fatto v'è non rimedio. State n vostro tutti sani. Giuseppe. XXIIL stesso.* Allo Di Carissimo Filippo, all'altra, e tua, di tanto ho che disgustoi^o non da ho avessi di il primo de' due nel giornale dirti, che tomi a fatti ieri ho 11 sett. da una rispondere cosa de' d'un' 18 innanzi qualche dirti tempo ^Pubblicata tirato procrastinato il li Londra, Ora consegnato che opera Baretti^ num. sto 16 mana settitima all'ul- positivo di miei. 1767. è ad nuto ve- un scrivendo del 1875« e braio li- 310 LETTERE il inglese,^ in tosto, secondo e come Edmondo qual intanto ho fatto letterati e di lingua nel mi basta molta che farsi senza offerto dugento in libri considera che metà lo per foglio di anzi e la gli a' silenzio, che di necessità in la inverno, tardi e che solito, dieci rifiatare. di invece che la dimagrare È quella stoms nota pag. più so ecc. che per intitolata of Italy^ a male non di dodici An stia al ore 1 giorno salute è di mettere AccoMvat of nel e Spero prossimo ben e, al sulla più al curvo secondo il quasi senza ferro, questa the vrebbe m'a- dine, sollecitu- fatica, ingrasso dove e pensare prossimo eh' io (Londra, 1768), 330-31 che tanta febbraio la la situazione, questo. pubblicare possa mio quest'opera, giù disperatamente, anche Manco oramai ^ e meni del troppo lasciato con di contento, dell'utile in usa ogni per male a si se si essere notte stato questo per l'altra e ragione a voler tomo fine converrà ; ma tavolino, secondo la verso ghinee altro, che in l'opera si tutta e il tre pagato e m'hanno non n*ha troppo cattiva finora sono me contanti, io devo di di uomo tomo, Nazione mi onore, esorbitante, o Non loro primo della sarò sinora penna finire poter che io applicare cui la adoperar di due quale distinzione apportato, a scrittori che è minuto in uomini i(on o quale Prezzo solamente e onore un metà scelta. superbissimo. l'incertezza orecchi la primi stampa, pure lungo tirar da nella rapito dal così stato scrive il bano, gab- onore tutti, a de' mi con che libraio, è mia a cinque. Della il me io. Ma altri non voglia autore scrivo ghinee, dare più la che letteratura, di parlare un ora Nazione venir al Johnson, alcani e questa farà e Samuello Se primo. di farà chio il tor- sotto disperatamente signori che per lavorerò al conoscere modo anderà Goldsmith, l'Inghilterra, donne, e tomo Doctor quest'opera tutta BARETTI primo io Burk, primi DEL per e che modo, panciac- manners quale può and cit- vedersi IXBBITB mi che eia Sarà enorme. allora ed dita da trai larga; oggi Oerusalem, tu venire in pe' loro padre marito. Se come fare hanno dei ha beccato lupe, della la possa vegeto seta. in e se di fuori risposta, ti dirò di me che di Taylor Storn, alcuna la che s^nza non dagnate gua- Tanno temente. costanli gambe, così e e cato re- dire che suoi crediti alla Guada-" la il occorre questo si come in Su Castarena chQ questi mi non sto suadere per- Genova, tutti più parlarne. libro se ancora lascia erediterà la l'altre suocero, non bia ab- se fra vedo non quest'isola. e ha che moglie che dove Francia, muore quello trasportare parte gli missione, com- per troppo presto conoscimento non si quando garbati cugini che il pel Castarena se robusto, e altra articoli Ma de' debiti sento partito per sommo cavare, a 0 sia là col certo caverà cose di può non Morris de' cosa che corrispondenti, certi a Il Genova. qualche che e in molti e pregiudizio poco Castarena stessi sé tori credi- si sarebbero delle assai non ché presto; sic- e arricchire passi più lunghi rovinato non di né generale innanzi, sterline lire il desiderio Ma fece mila di paio un che i suoi così principiato, avevano quattro mesi moderatamente negoziare ver o pagamento tirato io rivisto, dispera al avesse poi quittanza si e lo incon^ più che avverrà non buone lasciato moglie sua una contribuire a a a sintanto piange costà Morris, con scritto che cosa moglie povera il ha e tre barattammo e tre sono sottoscritta crediti, condurre Castarena Inghilterra abbiano la Il Brusselles, a non unì ci e fibbiare, af- più Taylor l'ho né Egitto^ verso parlare. sentitone vuole M/ parole d'allegrezza cerimoniosa, quattro è quasi si è mai non istrada, per sottoveste, allargare arrivo. modo un una posso Storn suo caso a la la faccia M/ il feci fare mi non me dentro. dopo me giorno un che duopo sarà in protaberante che mese capirvi per vedere un era e del diventando va 311 SPARSE O dare Intanto scrivendo, 312 LETTERE avrei non aria di il ghinee, quaranta danari e a qualcuna, pagarne fatica, penserò stiate tutti già qualche di brutta anni nove regalo che di ho gli Quartier au dice si farmi de S} v'abbiano p che mi * dice torinese I Gli ho Pino. con senza otto bel Che mente libera- dazioni, raccoman- V Hotel à d'Orléans d'aver paura errato nell'indirizzo. Addio, a' tuoi. addio, addio Il Volevo vedo tu far che ho non la stracci scellino d'un economia da scritto di francatura, poter suggellare nell'aprirla, onde lettera GiusEPPB. vostro ne ma che senza spenderò due. XXIV. Allo * stesso. Parigi, 25 Carissimo Dopo Fra ^Si *Dal veda cit. tre la 1709. Filippo, mesi due aprile o nota di marcia, quatro a opuscolo pag. dei di sono giunto partirò 251. Fratelli Paravia. per qui Londra, , di senza di scritto più ho sua conoscente, tuo ma dirti tro l'al- giunti qui del lettera Honoré, tato frutdi quasi pur mai la diretta ^ sono amica da che racoomandato ragazza una con Spero alcun senza toccar a d'altro. una mobili bei più sta que- Salvatico, m'incomodar non e con due Capitolo per francese mestiere, senza lingua» la m'ha di finita Isole Capitolo in avrò scordavo mi chiamata Questi soldo, saper 0 di piemontese, conoscerti. un di cosa le vostre Oh, cosa. stolto uno che e quell'animale che qualche a bene, comincerò quando e andò indebitato Sono posdomane ma mi dacché volgere Machiavelli. del progetto mi dove saputo BiRETTl DEL mente. felicedove 314 LETTERE sogni fate di d'ottobre, la per sul il primo in Spagna libraio un voi che di lire cinquecento della mia essendovi Madrid il di che di colà da salvo ladro posta; mi prime quattro con tanti che ne garbugli, credulo tanto che di vita altre in è dello che né che stravaganze e piano; di questa alcune che sola delle dini, Giar- a imbrogli, risse e accadere. di i e hanno Di essere di cosa presente non volte qualche scriva tu mio sorta del possonsi una gli esigli, e finezze Spagna; da qualche il giorni non potevano dirti senti di avvisandoti checchessia, lascia strano; schietto Inghilterra, strano sognando accada quando pizzichi ricevuta di pure di rubate sono n'hai accadute, grazia, in avvenire, Parigi, ti appare sono Grandi od il di delle ragguaglio per momento cinquantacinque queste lettere se paese sette il scrissi non e il ti di Tutte se anche e con inglese) vigilia; ancora perdute, in Madrid Ambasciatori colà. cotesta a cose molti quel di breve un di scrissi partii dopo ne arrivo tutte essere la giunto fatto indicandoti li. Ti di partivo contratto scrissi fine sulla novembre tradursi da Parigi, ti scrissi finalmente mio Ti dandoti soggiorno, fattemi e sterline. partenza scritto descrizione (e da Natale, mìa italiano novembre di otto d'un conseguenza in di secondo o la T*ho mio? conto dargli già stampata BARETTI DEL me, metodo duelli, e quel luogo in altre aver possono parti. t'ho Già impinguare un furono anticipate e trenta l'aggiunta con mesi e sei mia manda già venuta per la fare ghinee, cioè centotrenta lettera di un'altra che fui scritto la rende risparmio di cambio, risposta inutile, di da assente e che tutte che ho spazio tua perciò posta, l\ dottor Mi in quest'Isola. alla della magra. cento nello trentina per inglese alquanto è fu viaggio questo descrizione mia in giorni aveva la poco il nell'originale italiano che Spagna che detto, tanti, con- spese di sei dini Giar- lettera, che non ti Bianchi si di INEDITE ^ Rimini viaggia non essendo Scrivo e per di a* la sogni ricco e sta posta ridicoli tuoi ti è stato come ottantanni, di fretta, perchè fine por alcuno, con vecchio un 315 SPARSE O partire, per ridicole e posto, sup- temente. bastan- ture conget- paure. e Con altra più esplicito sarò prolisso. Addio. e // Giuseppe. tuo XXVI. Allo * stesso. 10 Sterlingfordbury, Carissimo Ieri Parigi a sedia Filippo, di posta, e lontano luogo è Cura regno, qui si mio questa che * Pubblicata ^Si veda ebbe veda la tre di dal la in miglia amico, a pag. giornale prof. lettera Natale da il quale Londra. Io il Rettore e faccio il rato Cudel pari conto di star di sarmela pas- lavorando settimane, dopo una o o conto riposando una Questo qui) fa di fordbury, Sterling- figliuolo d'un quattro Spagna,^ chiamato noi), e soletto. o che chiamano la da solititudine nota dal giorni, montai luogo un (come solo campestre Si la in conto Cholmondeley, esso Viaggio ^ sette o chiamerebbe rinverno tutto mio venni grandissimo con al sei fa Capitolo, venticinque signor un fra Rettoria una (come è da pigliai congedo tornare 1769. nov. la mente in in cui tumulto 351. II Baretti 13 (num. del 1871), Roggero. precedente $ 1^ nota a pag. 291, S16 LETTBRK r anima tutta mio alla ligioso de' moda delle in ma me la come burrasca è ricevute. Già da t'ho Giardini la chiamato quella nuova te cosa, per di vorrei formare a Napoli, li passerò dove d'un Allude da 'Si noi veda al Fa' e farò le che tragico nota qui. bisogno pubblicata la te prossimo avremo servitore. sino tornare a caso, a pag. di faccio conto mobili d'un di un è meco cui s'è otto come adoprato paesi. o un si appena ed Roma, a a ti scordare Egli Un in di modo due lenzuola 238-42. 251. mio un ciamo Fac- anche giorni dieci gli altri fratelli,e qualche raccontato pag. Non amichevoli poco insieme con trattare età, allegro fervore un nostri * degli mandassi verrà cosi. Se conto. ornamento idea. mia gato pa- prossima mi che cosi con poi all'Isole dell'inverno Torino, e ed che un' francese d'andare ho possi state uso ricco, della ne' onde diversi L'amico prego. idea conto sino cui darmene per che tosto comprare quel tempo, maogani disgrazia mia di Genova ne in la che qui tuo per la di parlante pesce, ghinee verremo via sufficientemente nella questa più particolarmente Prima casa, sufSciente uomo quanta scelta posta passata, maioliche, e me, la per legno questa pitolo; Ca- con lettere, ora impiegale delle e Valenza. a piano alfine le manderà me venticinque tavola mandarti ^ tue scritto nettezza trovarvi può leggere Inglese, quando amico di di convenientemente, molta un ho Dopo campagne, solitudine tanta re^ amante pochi di per onde mese, acquetata. Capitolo argenti con provare Il buon tavola. le loro offrirono trovai impaziente al circa, buona ^ mese» maggiore. Sono puoi a un per della che mi nessuna occprre ne andai quali passato allegro, ospitale, e paese, amici vari nel cinquant'anni egualmente quel tumulto, due di del BARBTTI involta uomo an libri buoni fu mia è ospite DEL che si letti,oltre di da passi a que' letti lui stesso a quello sieno nella tera let- INEDITE mecche portare anche pure, lihere avrò farmi abiti degli né avuta e luogo che mesi saranno sarà di tanto uso, fuor biancherie, bella a lungo che potrò cinquemila pienamente si più casa persone più il co* in due per detto delle né tanta alloggiare non averti poco franche, o Inghilterra; ragioneremo cinque questo in questo pare fra casa a di Mi di sufficiente Ma volta. un'altra s'usa come pensi hai non servitore. un io Torino in perchè tua, e d'Ollanda, fina tela di 317 SPARSE O di cui provvisione che le bisogno di più dal lire: mai ho non ho come al presente. potuto, nel che stavo,, e come sarà amici. la Quando scritta d'avere Raiberti, cav. m'ha licenziosità da alcuni ne consolo *V. fatto che che In gli ogni viene addietro, pag. ^ Carte o nelle carte un galantuomo in mi al paese testa, veva do- come felice, secondo maltrattato ricordo di più dove é ogni di spesso due della birbone stampare tutto possibile preclu- 241. ^pubbliche chiama ma plauso l'ap- pronunziare può non signor pubbliche;' mani giudici al che vero carte di detto chiamar quando batter ai sentenza. egualmente quello il e ebbe poi alquanto ora sono m'ha disgrazia che benché meiio, veramente agevolmente, spettatori favorevole può furfanti anonimi mia venire av- regolarmente Egli casa. In dere ve- affezionai! più lo riputazione. È inglese universale mila si miei per esito sua cordiali. mattina il felice cresciuto la me e a farò quella tutta casa gli di per dando man- Londra, distanti Quell'esito avere. poiché a domenica miglia due stiamo offerte de' avesse se faccenda, di persona signor obbligato sono brutta numero tornerò ogni corte nel messo Gli con sempre dal pranzo servito, quella qualche giorno ogni in pigliò a m'avrebbe che accidente.^ sofferto l'interesse fui Londra, Scarnafigi, di Conte lasciar di Prima i giornali^ 318 LBTTERB calannie dere le riare impunemente. che ti in un ha di innamorato già l'aiuterò del volte di più di l'acquisto amici, cortesie più e dal che ha statti sano, ha fa' e lettere, il mandarmi non me mie mandarmi t'importi vedere potuto ricevere di visto, ha della gravata la Il Mi gazzette, Amici mi sino mandò sul supposto che non inglesi, che n'avevo e dirti leggendo Charlemont, mylord di quasi scordava poi per non potessero aiutarmi più! molto anche ti dare scor- né Valenza, che casa, e tutti. a Giuseppe. amico antico cinquanta occorrere in glese. in- parlar nelle disgrazia mia d'Irlanda mi tuo il mio che la Francia; del Addio posta. usate non que' beni di miei spesso di casa traprendere d'in- hanno in tutto sopra tipo un mai scrivermi ha mi Molti potuto di Anche coraggio giudicare avesse fare gli piacerebbe gli se piano che Parigi, sperare saputo è quando al lingua. mai e sarà il sfera, potrà ne lo paese questa in Torino cittadino. avesse primissima non che avrebbe senza a che poco Orsù, di gente e se nari da- più Scarnafigi per questo in tornerà di lingua; tornerò è non M'imma* in più e amore che coi patria Conte questa Parigi, di Pagnani guadagnato e paese, suo confessato ripetutamente cento U quando potrò il guadagnerà ne tornerà. dispetto a in ingio-' può dettaglio. favore, parlare quanto Capitolo, minuto questo francamente potrà on non savio, è quell'affare, so^iorno che ti Torino di trovato anno, Se quattro. breve un dove Londra, dare chi di in sarti appieno dopo BARBTTI strapazzi Presto lettere in che gino gli e parlerà possibile DBL quella lire più line, sternari da- calamità. INEDITE Sld St'ÀRSfi 0 XXVII. Allo Di insieme coU'altra da qui, di danaro qualche cosa in una casa nel Tedesca altra notte, e tornare vita che assai fuor di da Lettere ^ la di stampa e ora che Pubblicata dal Valenza, vocabolo (Lett. XXXI) 'Si verà canon la letto detto vuol che l'altro si vanno differenti da quel aprile spero Lettere; tiere* quar- di v'abbiate dovete Jl giornale quartiere la quarta il parte Alla lasciate delle la nota a pag. 24 num. designa d 'un'annualità 291, è la che Lett. cessità ne- mente inutildi Comunità che che XXY« forse 1874. del qui Capitolo. veda maggio vedo coltivato Baretti, Baratti rio Diziona- mio giugno. alla terreno un finito avrò tormentarvi ancora sono in Non occorrendo. che in avrai che pando stam- sicché Valenza spero avete del ristampa in all'Isole quello che per al ancora gli in ricevuto di la trovarmi Amedeo ed tu *Col conda se- Qui Spagna di quelle ingrandirla per * è cavare. M'ha avrà fine dire a fabbricata morse la vale potrò partire casa che afatto ma Verso lavoro, e la che dormendo giorno. viaggio del inglese, italiano. ogni Capitolo gli potrà casa il giange te. in in letto Parigi, dopo a Le in mi Valenza, bruttacchiuola, che star 1769. solito, poiché, per mettere quella sua anima, s'è preso di vuoto quelle poche penne fa da che detto al die. de' 3 corrente tua t'ho Già il 26 Londra, 9, la prima de' Torino. asciutto e La carissimo. Filippo ^ stesso. e altrove Filippo gava pa- 320 vale UDO si tormenti ma voi altri molto di che io sono Né di figlio,* d'educare di chiavi gli farei tu) e I modo l'altro. abbi tu e l'argomento sarà e un pensieri Avrò caro mi bastava in penna ^ Isole, 112 lire possesso ^ Si Valenza mila per nel lire Ma la nota 1, a di non adoperar pazienza tu lo educhi di studiare, Ti da alla e tanti e all'Isole, colla grossa Te tanto? di un fabbricata casa educhi male, il frutto goduto ne vo' far famiglia Baratti, pubblicate dal 233, nota), venduta parte anche aveva veda pag. 1776. forza a figlio asino. tutto voleva alla del ore quando e lo abbozzata Ci intorno (V. addietro, delle di idea lettera. notizie Dalle Perrero un' sei o O o sarà della lo chiamerei (come un garbo; altri, e schizzo uno una di figlio, questo articolo, perchè su fatiche e avrai le due la chiami (come ha pia sap- mio fosse alternativa. tanti affanni e non sono potessi non penso figlio come che giudizio, se ammette un anni cinque non se ragazzo pazienza non avrai e Il quel che schietto studiare via la sa n'acquistino, bisogna perché fa' tu. Pure, de. gran- quasi figlio di greco, Se hanno non opinione dodici vivacità frustate, di più nuirò dimi- di sollazzarsi a tanto venturo v'è umana. sforzerei lo ho non di soverchia siete pagamento piemontese o e fanciullesco ragazzi un latino la forza a carezze. bene, padre scienza passare io), e ma la tutta il furore giorno di basta al non d'undici all'età che quanto dico il vero, altro nalla; lire. mila figliuoli.In Inghilterra galantuomo giova ti dico che dovete, v'afTaonate, dell'anno corso ha non contribuire qualche alcun né tu nel che certamente tuo di bene Va non e .che assai quando istato in ^ presente. molto più avete compatire quel debito, Del stato deve quaDdo da poco quando lire Dello mila cento BARETTI DEL LETTERE nel 39 1767 mila, da pag* a fa questa Amedeo. 255. si rileva che la nità Comu- Filippo dalla da lui lettera rivenduta appare, sessione pos- che per nel 322 LETTERE sidente. Lo membri introdurrò della lo nuovo meco; piglierò della industrioso, stieno sanno p Il mio discorso ^ dato a nessuno. cattiva una abbreviatura ed storpiato il di tale quello sciocchezza spargendo. sia Verrà curiosi, che classi sia altro curiosità mai perduta Ora s'è 'Si 3 questa la che una che si vada storia di tutto e accidenti alcuni alcuna non delle rie va- cosa che Ma lingua. la veda nota e a leggersiCapitolo» è fa? per ho ora qui. Ma fu Non preso che altro una suo ha non delle moglie, mai col guasto Tuso perso ha egli ha Charlemont Lord Aveva il motivo sapere intieramente Ney vista. e membra. sta quasi 243-45. 2, stampato; lettera si rifatto, la venire a viaggio. molto è immaginazione Égli addietro, pag. Cosi che appunto dispiace il carattere nostra quel che per di V. T vana. compagno * nella mai dice leggeranno meglio Capriolo^ motivi avuti si scritto parti scriverò che V ha conseguenza tradotta, costà * carte è per io. Mi dissi nazione, questa ti tormenti indusse che alcune l'ho non fare. che Tu di quale scritta stata che mosti^eranno di in ed loro salutino. mi che ed non le con qui sulle uomo un che Giudice stampò dicevo, stata un quel fatto, nella da lo imperfetto, contrario si ma parole due ni, lascio al e potere; B che amico Piemontese un dire soffrire fatta mentre li cademici, ac- la gente tra tutto il nulla, che Quello cosa, qui sanno come Giurati ai gola a non voglio neppur non e , che far vogliono un viene birbanti o condurre alla sino di dell'anno primo degli assisterlo di bestie, bene, non o in piace mi compatrioti che è lo ficcherò di più cospicui generale pranzo diritto ho quale il e professione. Quando sua certi al meco insomma e dag^li altri anche Accademia, nostra al 6ÀRETTI DEL pag. ma a 317. pag. da quanto 245-48, mi è pare detto al evidente principio che di debba INEDITE muoia È Irlanda. in sempre viva 0 a femmina una Lascia che la Non posta. saa 323 SPARSE O t'impacciare cattiva. troppo Buon na^ M contessa essa. con d'anno capo a tutti. n La soprascritta, M.' To Secretar Bar the to y che vuoi se Giuseppe. tuo cosi: sia corretta, falla etti Academy Royal London, To the vuol del dire la. XXVIIL Allo Di data Ho in a malincorpo, devono si costà, che reumatismo di Pure, che o quel la abbiamo " Pubblicata l'ebbe dal che conte nel che che a lo metterà non che mi non affanna di più per tirò parmi che permetterà, Sono si mi che il di per né molte, circa ginocchia, quasi mi ho ne non tre so timane setse hanno di messo per- più ragioni. sarà. Matrigna^ contessa detto nelle gotta, cosa lo me d'occhio. dolori lavorare, sarà Cioè, de' di salute vista a ho presente dugentocinquanta la se 1770. febbr. lettera, che tua librai, serbandole dai guastando va ^ la ancora per al perchè intaccare voglio li 6 Londra, cinque ghinee imprestategli molto di restituirmi caso la Capitolo a * stesso. pag. intorno alla quale (num. 8 del si veda ciò 232. giornale 11 Baretti IppolitoGibrario, 1872), chq 334 LBTTERB Ho abbi che caro ^ delle sue congratulazioni. digli che se Londra, faccia mandare prima della effetto avrà in m'ha signora detto al padre Salutamelo libro da glielo possa tuttavia spero qui il famoso è e cosa Soggiungigli prossimo. che Beccaria altra o partenza, che mia dato man- cordialmente, tosto, onde saper maggio il libro Pugnani qualche occorre lo me dal obbligato Sono gli BARETTI ritirato esso per DEL che una dì Franklin Filadelfia. Sono al obbligato ha e miei offrigli quel Non ho da alcun manderò per il sarà E dirti per Cosi dolori di ad due tu ^Qui che possa sola una non opera non evidentemente lettera, di solo un rileggesse, poiché scorgesi solo Direz. * 3 qui allude da noi veda la nota veda la nota lettera *Sì virà ser- fermo figlio, mi tuo essi di famiglia. si fattamente La sciranno riuviglio mara- parola, non ! Un'altra Genova ai cancellate, scrisse sua fratelli cancellatura é e che segno è questa vedute pare un che cancellazione finora dire; né più piccola la partire pur blicate, puble fico ortogra- lettera del 23 pure scritta ! (Nota della giornale,) Anche Si cosi corretto da per mi non della alcuno abbicamo sola o senza fra etti, il quale Bar per una cancellato fiato, del nella getto, non libri, e linee che altre 1770, scritta settembre d'un le tutte come miei probabilmente ho non di può più leggersi. del che quel intrigato dal dilemma cinque parola sovente, perchè Prima quel essere ha rautografo ^ ginocchia parole (che tengo a pure, notte. i figlio,'*nò inutili) riguardo come né che ancora nelle che parte parta di qui. potessi fare Dizionario, tuo Scarnafigi Genova a la per ch'io prima di né riposo mio al nò Conte brutti mare Raiberti posso fare. que* ma lasciano vi il che troppo fare; che poco già detto) molto passati. * Riveriscimelo affanni vedere posso d'avertelo pare signor cavalier ne' preso mi (e pure tragico al pubblicata a 1, pag. a a caso, pag. 241. pag. 255. raccontato 238-42, da lui stesso INEDITE fai te a stesso: sei^li accanto, ' Mondovì, sia ben il tuo se figlio un essere Dio gli lo tu furono il caso, far possa lasciato sei hai o là la con tua ad pensare In di che birba, questa 1716 i fisico G. nel 1716, tutta Europa. della Direz. Di del B. sempre che lui è allora parola giornale,) di della i buoni Le scolopio, che in venuto questa farlo a ci avrai birba il fratello subalpina. era non che gaglioffo Monferrato (Nota pur e e ; ma un caratteri Beccaria, e fuora in meno deiranno. del T Università vestitino, per Va' bene, suo il bel piedi del o ogni giorno? del due che grammati- fargli studiare e non fiorirono città sede fu il celebre i natali rado mesi parecchi 'In sarà quest^antica capitale passava al quando tu de' ranza? nell'igno- comprargli fargli le punte con pensar a anni di nemica che d'averlo tredici pagine tante tenerezza altro camminare ^ forza per gli non vergogni di libri, questo che adesso ti all'età altri e più parte dei dotti Non il modo tu dizionari amore una fino tri, gli al- tutti quand'anche povero nulla? insegnar Non e tanto di esclusione a in la Ma poveri. tu crescere che me, rezza tene- figliuoli dei i sono come paese, di par originalmente fosse a al sai nostro ad verrà stolta una dotti diventar con di lamentarsi ragione tale. Non a o quello tutto quando per essere Vedi, Filippo: d'asino che te, reso possono poveri. Nel i tutti di cessità ne- Torino, istudia e che Piemonte, studiare? occasione es- metterlo tu in o città del non pezzo l'avrai soli che di uomini agli paterna ricchi ordinerà avrà uomo, e se un sai maestro altra E dunque Non buon posso — Dovrà conto? frustato sarà non s' inasinerà. accanto? qualunque il maestro che sia Torino a ^ Gasale qualche in 0 che ordine a da tengo questo per pensione lo a gli tu ignorante in se e v'è che un Se — 325 St^ÀRgE O e Filippo Direz, del studi; dal in lettera cresceva vi aveva di nale.) gior- 1560 fama avuto rinomanza per stessa. (Nota 326 DEL LETTERE gaglioffo vanno mila fanno che egli butti tutti quasi volta lasciargli per che lire, te A se me in troverò non la il modo famiglia vecchiaia, saprò giorni in miseri artigiani anni, che hanno dove i i nostri un gli non sono per me, volmente piace- passare finire a i miei figliuoli dei già più sapere n'hanno non di tornare questa Inghilterra, d'aver sarà, che come come è l'ultima poco io che curar godertelo toccherà te devo ne Questa e cento tempo, ti curi tu se di forse di poco allevati. che parlo, ne in via poi tormentati e capitale un figlimal i figliobestia, meno padre. Affaticati disgiunti. l'animo notte BARETTI più all'età di tredici uomini quella a di cinquanta. hai Come mani dell' Agudio l'Agudio perchè lo volesse me dagnano fare anche questa l'avere stato delle Statti nostro. come forse £ fare il farebbe, tanto, ghinee non da uomo un io né anche se pagarglielo tratto, ri- a giusto si gua" omai io, sicché lasciati passare quella cavallo inglese, in vanità il penna son voglia, di venti la con farò lo richiederlo che come mi me ; e passato dalle è Remigio? non nulla per facilmente dagli anni rotto di don non m'accomoda, non prezzo che paga l'indiscretezza avrei ^ Lavi senza ritratto di quelle a ? Dal morto il mio che saputo capo del si non allo conviene sano. Il tuo Giuseppe. XXIX. Allo Di Carissimo bene ^Si sulla veda 'Pubblicata Lettere Filippo, la nota dal inedite^ pag. 2, cav. a Londra, le mie mercè persona * stesso. ginocchia de' pag. Luigi 504-508. li 28 1770. marzo tornano ripetuti bagni a starmi caldi. 01- 321. Cibrario, nel cit. volume di ' INEDITE tre al cagionata che finire il non metà, se. al o per glìerò felucca al corte cui ho al fatti Di e diavolo che che accadesse lui che sarà. cosa che gli terrà alla adattati propria dirti per dirti. Un quella Del Viaggio XXV Lett. e ^Giambattista nel che che chi fare che vita. non di* a vorrei Pure, sarà qualche assiste Spagna, la la qui gli tica matema- avrebbe già vuto do- vista. di Tizio, appanna Possibile Cfr. mandi che l'osservazione Sempronio. cannocchiali vuole abbastanza sanno nota che a non pag. sappi 291, e le XXVI. Negroni, che 1771. 3V. in sconcerterebbe avverrà vista, bisogna vetro di la cara meco, voglia. detto che di ho rato sventu- esso con come so tuomo galan- patti venix' torni procrastinando, quello nello offenderlo, il Amedeo ed Giovanni occhi. ne de! più s'adoperarono che luogo, capo, questa già i e avesse senza Forse, averti Credo se in Roma, a vi dove amico, me tutti a e Dogato suo Casale, mio per a po' di un ampiamente quelli danaro quanto per quel * fino ho il a un di uno e che, da simpegnarmi pir" amicizia, che andrò che è, più cosa disegni cento Verrò dove fare sua discorreremo d'ottobre, ^ vuole Inghilterra; vo' forza. a della poi allora l'accompagni che alla non Nizza, dì prima Genova sborsarono mese pot^r aprile, mare marcia e pia almeno per per onora visita cordialissimo, e non di ancora prossimo che ha troppo maggio, qualche mi una e di Marsiglia per che Il nostri. se fermerò ^ fine. del mi Genova. mi tutti, troverò e per Doge, corso detto luogo, promessa giunga v'ho lavoro^ spero principio Già terra, Geaova A al non alcun dunque di reumatismo Pure, V nel tomo fine. in ire più occorreva. quarto partire, tsettiiiiaue,il tre procrastinazioàe una lunga e di tormento 827 SPARSE O addietro, pag, 238-45. mori durante il suo Dogato, 32d Pure, questo? farà easo ctie ho che e si i potrà confini mai ho avrà avendogli due sue retribuzione, perchè costerà le mi curo delle di mia. Credo da le molto fosse mi con che cosa prima venuto più; avrei agli orecchi tecedente nell'an- si che e vergogni commissioni lui, per quanto meno domi dispiacen- sarà, qualche a fatto, certamente quello né informatp sono presentato qui non saputo, ragioni dette meglio e mi rarmelo procu- non dirittura; che veduto, di ha se mese, dare tanto letto angio- stagno potere Parigi, a esso, d'averlo amico; mio un mi non lettere tue fare che avrò Però francése naturalihus. puris a a la minima Giovanni le per padre il lo che sappia ch'io che di soffrire come sui falsa servir suo se amico un quelle due in sarà opere me. dirigigli e visto lettera, purissimo, l'italiano, vederlo, per disoneste sue venir di troppo in sti^ chiede- Giovanni moneta credo né leggi, che, l'ho non tua ho voluto sarà se proibiscono l'esporto Capitolo quella veramente miei, quattrino, un contro ne loro aver amo occhi più degli mi piacere di il mai senza cose, che puro farebbe nipoti, insegnando altre «tagno perchè che fatto io di cannocchiali di mandarti. mode credo, come forbici di ricevetti rubbi Cornovaglia, me, e che trovato quattro avere, di da casa Co' il forse e meoo, buone. riesca ti quel pacchetto in non pure alcuno anche pertevò d'uno porterò più ne che bAttBTTt DfiL LtetTfeRfi che se venne mi dopo, € però Ho sai che il trovar ballare e nato, che va neur, cosa non purché far che di s'ingoino non un della termine l'altro; che tutta mente. Quel in francese, che a un sti que- giovane l'attenzione sua, parte d'essa maggior già scorgi germogliare È e dovuto avresti spada, l'uno Tu rappresenti. lo me punto disdicevoli sono alla coltura sia. e come gli tolgano quella non data sia d'insegnargli tempo ornamenti ben Pino che caro tuo non d'hon- ppint io esso, so che non bene so come 330 LETTERE smarrita, tamente ai sul dire posso cavaliere che è otto dove dieci o farò dove novaj che ha e di disegni impegno ho in *? Il barone Baretti dalle veri di Torino di tocchiere e dunque, delle donne quando seppe contro in inglese erano di pare torinesi. lui la rotti (Lett. che Ma la del dottor Taltre cose, somma dì il bel saresti 1770 nel pubblicò che opera prima pur per contro grande anni due costumi, al fu in un era il l'Italia al- intorno i suoi difendendo Sharp, taceva non che confessava « 29 mirasse paladino molto nello stesso patria, paternità deiropuscolo. e Carcano, soprattutto il Baretti tornato tra Freney quale, accuse sia, i le piacevoli, perchè troppo ignoranti, e poco » nella opera, difetti, e, che di si rebbe sa- siano la stampate altri Vernazza ingiuste frataie. chi anonima erano esse pagine da o agl'Italiani : i loro troppe ^ stampato connazionali donne poche lettera aveva e però alle che fare da per la cherò m'imbar- cose, ho che opere Dama quali e Go- piglierò mille questi librai con sterline. Giuseppe sciocca una le e a Valenza; a e circa, iscritto, di domestici. soggiorno, dirò recchiami Appa- una affari mese in lire Vernazza, di ti dire qui da vorrai, se un bocca capo, contratto Riguardo di dopo A suoi ne me d'essere aspettato certi poi notti; che tre o rigi, Pa- per paure. premura Casale, a lungo cinquecento dal due avendo quattro Livorno. che sarvi pas- ritirandone e malfondate per per dove, troppo me me o Genova; per « letto accompagnerai di conto ghinee, soggiorno, tue teco, di tre fa più lunga, partirò ansiosamente sono là, dopo via di alla le un bisogno mi le plico sottocoperta che e alcune brevissimo star potrò non Tu di un dunque più che quello d'avviso. costà, malgrado verrò il qui, ancora pagherò lettera e Fra risposta in Raiberti. r inverno, cambiale dico le e vaiuolo, maudandole Capitolo A BARETTI DEL Onde sconfessò il troppissime, die. a 1770.) farsi sfiatato anno con Il Vernazza, paladino ; perchè, .1770 gli sau- mentaneamente mo- amici Baretti, scrivendo di di ciò pigliartene fastidio. a pazzo contro bugie di da di fatto sul il Yernazza questo s'ha ohe che penna, le botte Chi fino a sai Non Che in sai che viaggiare sino e Calcola che dispendioso, da al nulla per per stato ero ghinee oltre a tavola mi è non ho che flovuto fatte da mi seco mio molto ti credi che è il tuo questo ; ma al sono? intendo tu ricco tanto probabilmente che Forse costi giunsi? scappatine che il vìver ; anzi ? Che due pensi. che equipaggio, un vedrai io da vi che anni fatto e t*ho vi quando paia tu guadagnato cento ti non la ho son bene, Giardini che l'altra mi che Non natura. cinque Madrid, l'alloggio, né errore; che omai libri a più Teconomia né in tu spendo qui le eh* io che tutte ^ " stupisco questa alla parare darti. mi per neppure volesse di Ben Ma patria. rispondergli. per detto quello sono de' Francia? t' ha tempo questo comprati che soldo un tu sforzano di alla stizia giu- bestialità,non chi si ciance a rendermi ricorrerò vorrebbe che d'adulazione, e bastone non i baiocchi? qui? Non sono in pazzi tu fede detto ho i come mostrar al scritto altro sono date ho delle detto stato senza e qualunque io ci troppo quello poi è ghinee detto bastone, che che ricorrere a al lodi delle s'abbia Non d'onestà, grano non d' invettiva sciocchezze, il minimo senza m'è lui. Già per quelle poche pagine che tessitura peggio ha colui se e di scrivere diritto ha Ognuno stampato; tanto me, Milano, una libro un 331 SPARSE O INEDITE darmi l'uno riesce tanto ritorno starò me. Garcano, bravaccio; di verità ch'io vuol viso ma, donne «Dietro gli diceva: che garbo ho prendere a abbiamo detto; per viso, la e esse, in alle se non chi è diversa cosa Torino dell'altre v*è spalle hanno che un Le avuta n'importa, me far sa qualche animale?» da poche la cara e chi la (Lett. cìt.) * Questo dal l'ediz. brano intorno al Vernazza Custodi, Op. cit., pag. de' Class. Ital.,voi. IV, era 141-42, pag. e 775-76. già stato cato pubbli- riprodotto poi nel- 3^ LMTfEtlE Tu irei poi stare mia amici di che non Il da sa mio fatte edizioni, in una dicessi la Già le due una terza in critiche fatto mai legge di che Italia molto anzi mia le tutte opinioni n'ha in Quel mio ed alla tutti dedicato Maestà Non so grandezze, *? Il i libro è in scritti gli Re, dire impossibile sempre Sua Viaggio tutto porta in critico è Spagna^ di quel gno se- sino dal gere leg- i dicano i Yernazza quello che che con (che ve dire.»^ dal complimento degnata di anche rirmi. confe- di varie erano tre o sarà provino ap- confertomi forbici, che paria savi sanno un s'è e riuniscano che il titolo quel alto che basta dica vuoi, è, cose di sì a che ho non spezie alcuno, m'astengo cui farà ne io una giunta finissime, due alcune di critiche fatta all'Accademia, delle se e moltissimi, m'aspetto di € fronte l'onore d'averne. conto. me e paesi) dirti cosa ed miei, ti se facevo di' A vano, mostra scrivere e una. per parrei tomi, non che quelle critiche, perchè, due che apatia particolare, questo in il mio di a sono ne renderà sono rispondere la Se cosa ; ma mi e caso, mai non vuole; in subbisso un Ti bifeve più dire, qual però l'approvazione Malgrado delle la ti possa ' quasi vendute, sono più quarto versale quest'inverno, in soggiorno in sempre legati. luce. tomi. Funi che edizioni siamo alla quattro opinione poi con o rabbuffo un sciocco noi grande una in ottavo qualche ri* gesto, diamo ci io po« che mostrasse sol siamo finalmente è si un ma legami quai libro due con Tolta Qualche checché prima, credi se ntiO) che con d'opinione, contrarietà per ancóra compagnia sola. parola una e momento un della stucco conosci mi non BÀRBTtt ML delle nella quali lettera precedente. 'Anche questo Custodi pubblicato dal ne' citati. luoghi intorno passo e dagli alle Editori critiche de* era Glassici già stato Italiani, INEDITE m'avevano intiera ghinea ohe sani, molte per del paia si mandano quando rivederci a e dieci erano fraudo, dispetto a vremo tutto picciol furto, nove, non e lontano, di rado è molto Non Yi« importa. Statevi scambio. o la una e cose mani, disgrazia. o Tuna, ghinea mezza passare succeda non in ; e debbono che una dici. Ma mi tu come e costato 333 SPARSE O presto, le Giuseppe, ttw XXXI. Allo Di C. mandare occorre non in scaderà effettive fittaiuoli le di vacche a giovedì figi^ vuole amici * ch'io mercoledì forza A « Pubblicata retti, che la di cambio servirà di conto a tisei ven- i suoi su rimpiazzare dodici dodici il con Ma non e un che mi partirò sino mesi, signor Conte esso costà, per sbattermi e passati anni. perchè partire aria mutar pranzi di Scarna- alcuni con suoi prossimo. di del dirmi nel Tebbe de' di venerdì, o di io pagate gli volante. facevo le fatiche invecchiato vi canchero risoluto pur dopo hanno del prossimo sono poco 525, la quale morte Lunedi che lire lettera che che quartiere^ il avendogli la per veduto avrai già Capitolo a prossimo, agosto ghinee mia luglio 1770. li 27 Londra, Dall'antecedente F. ^ stesso. dal 32, num. anno odio 1871, del Ippolito Cibrario, conte ripubblicò una grande seconda *Si veda la nota a 2, pag. 'Si veda la nota a pag, 319, 241, volta del e disprezzo giornale e nel num* che, per // B^- vertenza, inav- 16 del 188i, 334 LETTERE che grandissimo, la venir fatto cotesti pnsillanimi cosi quali In sarò somma, due starò e ed Amedeo, fosse quella che mio tardare Spa, sicché 26 e si compiace a vedere Giovanni bocca. a Burney, che t'avrebbe po' più un prossimo, cosa il libro, solo. Mi date avevo n'è se ito che inchiuse sono a ai non di nelle che le sicché conto, del bagni dirti scordavo se recata caldi cinque straccia la cinque. alla memoria dì tutti, e che me, lo e rivederci a il signor ri Sarto- risaluto mente. cara- presto. // vostro Giuseppe, XXXII. A' Fratelli.* SUOI Di Carissimi ho non 2 Pubblicata l'ebbe dal conte abbiamo dal Custodi Editori de* pubblicato sfuggi agli ma che paBso, nel due Glassici tra cit. seti. 1770. sono assediato qui, e dal virgolette, eragià Memorie, pag. 154; Italiani. 11 Baretti IppolitoCibrario. che righe, chiuso nelle giornale di cinque Sono potuto scrivervi pur ^Questo stato Fratelli. li 23 Genova, (num. 9 del i »^ nata! quell'amico, impazientato conservare a mese supposto, Capitolo a delle Addio Ma verrò obbligato Sono te sciocchi, del al vero, Davvedervi anima d*ogni usate termini in gli cambialetta s da pagate che tre civiltà finire a io ghinee le delle diedi. gli corso Discorreremo ecc. lettera ad teco, poi anderò l'amico stato mia una poi e ringrazio Ti di nel quattro male né nel Torino a tre o ben di i musi insieme. voi per m'hai me, vedere a disprezzano ciance né per poco vergogno le fare possono non nn e mi per hanno venir odiano fratelli, ch'io BARETTI nostri di voglia qnando fanno che DEL 1872), ch^ INEDITE mattino fino Santa a da viaggio. Quella la Gelosia che più proposito non da ed oggi mi lui, ho vuole in Sua che farmi costa bisogno Cravanzana^ m'ha a ricevuto con ma pranzo, di nostro riveritemi suo un'ora Chiazza, a il suo quale si qualche passare conoscerete mamma fratello col un gin ^Si veda la nota anche qui ho altresì ho dovuto vuol Questo Il Mi dire sintanto devono che Marchese di ; il e di al 2, a degnissimo la propone fratino a pag. A' questo amico state che ventura anche dirò vi al o mio Prevosto, ho signor bulato confa- Gaetano di venire voi signori Figaroli, inclusivamente, 3^7, permise stare onorato Cosi, seco. garbo. mio mio dite^ mi non settimana prossima al ritenermi Voleva preventivo giorno uomo sino v'è Serenità grandissimo. è colà. riguardo ande^re. il Conte alla urbanità. farò e Inglesi tre arrivo qui, son somma qual risoluzione Intanto di qui, gentilisssimo cavaliere, l'oflferta. La accettare dacché Londra, in sua inviato impegno un ho Ieri bontà cambialetta una che propongo quale mio ritorno mio al consecrati essere che mi col zecchini. di tosto giudicato libertà. Inglesi e al compare stesso il caldo dodici i denari tocco non Al che seta, di meno avrò che di ho trovato Molazze, di gratamente. abito poco anche io padre, quale per fatto il assistere dal esso ai tre Olti'e Marchese un ho Qui il ho presentati ho ore deve cosi con e ; come sera^ mattina. più passate ^ vedere Siccome maggior Doge, troppo e farlo a che avere mai scelta. amici, signor che che quasi ogni questa il dal pranzato ben vicina pigliare alloggio di tardi CafTarena. gente smontare a però volli sera momento, motivo compagnia miei di per più passare della s'aspetta ogni parto a stessa moglie piena Andai troppo compare la ha troppo casa il e amici. giunsi perchè signor Ceiosia signor da* miei sera Marta, vestito il alla 335 SPARSE O fate altri dalla mille 336 e mille mai saluti la Gasale tante civiltà come va fico nel Taffittamento, ^ mio ad che mio di il topogra* rete fa- che quello tutto me, Ditemi soggiorno. di ohe delle nome conosco Addio esse. quelli ricordarsi breve ora e tutti A scorderò mi non in ragguagliatemi rispettivamente e cordialità. ringraziamenti usatemi dell' Isole, che compiaceranno si risparmiate non loro dite e cortesissima loro in costà me, per BARETTI DBL LETTEHB voi, e alle cognate, a figliuoli,addio. a' n Giuseppe, vostro XXXIII. Agli Di Carissimi Dico le lettere ed è è più che la Torino, avrebbe mai volesse mi nel solo ^Si ^ di voi, a si veda Pubblicata sia la che se di mi dire nel a a Cenier, godrei al pag. giornale pagare Valenza Va bene che fórse lungamente le spese ricco del viaggio, 251. II Bareiti^ nume 19 che s'intende questo ma lenza Va- capitale. Filippo capitasse qualche Inglese sé; che sa da perchè M.' non con si mie Torino. la sto rispo- all'altro, l'è visitare che viaggiare nota le correre non di occasione già mandate contrario, mandata che, oltre caso il non ho non perchè vanno il far Genova, ragione quest'aria, di che a lettera avrà non Torino, a inconveniente vicina 1770. ottobre 13 sgridi, se mi non all'uno scritte meno a che rispondo non se e li Genova, Fratelli, Filippo a * stessi. del 1879. 338 LETTERE rigi che amico, nn BARETTI DEL gli di qualunque di campagna piò giovevole sarà monarca. il che di farà avere farò più qui la onde qui, si genovesi, gli fossi visita che e fratello, mi per in ha beni propone fare di Se vuol di andare abbia Il miei mentovato bene quanto fare a tuto po- de* da miglia sette scerà la- gambe, un'idea mi una scappatella voi, e so Valenza, la vedere se non all' trattatelo avviene, questo cominciò non femmine. lontano di sulle aver oggi sono ieri e molti da e chè per- Isole, casa bene, ritirare si non farò le Non Novi. se ieri due scritto ma diligenza si e dia ogni giorno opinione di tempo, certamente lui, che e ad dato a un Pino^ lo che allo *Si veda la nota 2, 'Si veda la nota a '§) veda la nota 1, pag. pag. a ma 327. 251. pa^. pregio. Pure il buon 255. La non mio studiare ho non bene. cervello, a numero, tre troppo più inclinato credo impiegarlo del maggior prenda che aico ma mandate fine. tal regolarmente ; ho che il monta non che sentire caro consiglio, che più pagano trovarne cia fac- che signor Dossena, tante, bottiglie e facile sarà qualche Avrò 160, al righe a natura mi pare * i e fasto. Ho il che ^ Celesia Filippo che qualcuno vostri. senza a si promesso conoscere che solitudine quattro, Doge, bene star maschi luogo un dal potesse Celesia, signor Giuseppe in qui bambina, potrà mi signor Paolo, signora una discepolo Nella farei non dispiace Mi città. venir amici che Dopo mio amico. distratto fatta ha antico mio del La casa una un che amici. e che levarsi. da troppo sono di fratello e mese un a Ceiosia, nulla per signori undici a inglese, in ritirerò mi Giuseppe signor lingua altri dì pochi Fra z'ore mez- buona perdere gli ha che ne INEDITE voglia far buon 0 Mi di rallegro mali ma ha faccia di salute, * Metilde con non vengono Chi mi farà del suo tempo vedere ganno, m'in- se indovino. se letto; Il uso. 339 SPARSE O se e tenga ne la troppo galoppo, ne cura, presto bravaccia, che i poi zoppicando. vanno fidi si non e scappar troppo del . forte naturale. si tutti le tutte come volerli del che cose, la in rispetto airaccidente che i mi ha quali mai la mi vendere scriverò che Addio voi a caro tutti, ed tutti li il Ma caso fa,* anno a neppur quello, che il che inglesi, la vertono con- personaggi, profitto maggior a è libri l'avveriire. per fu gran Ed de' miei mio a si vista, avrebbero non conoscere. vendita antivedenza. un molti a il pazzia una come avvenutomi e volermi rapida farà cosa a è prima fortune, quell'accidente senza pensato devo famoso reso gli a i futuri aridare poverissima disgrazie inaspettatamente mio che suno nes- aiutiamoci ma poi lasciamo e nostra paiono nipoti, e numero, andare, con ai uno per loro forze, vorranno regolare Molte bacio un fastidio dia con eventi Do ogni anche carta manca. aniici. Il Giuseppe. vostro XXXIV. Agli Di Carissimi Rispondendo solo ^Un*altra delle ^ stessi. li Genova, 5 1770. nov. Fratelli, alla lettera la ricevuta, sue cognate, di Filippo perchè la in moglie del 31, cennandone ac- v'è non essa cioè anzi fratello del Giovanni. «V. 3 addietro, pag. 238-45. dal Pubblicata giornale 1873), che Tebbe dall^abate 11 Baretti I. Bernardi, (num. 16 e 17 del 340 LETTERE BARETTI DEL # che cosa chiegga Isole,^ air Mi rundio. qui e m'inganno, vi vero, mandarmelo di prego dì aspetto ogni Ovada, d'un mi e non me quattro amico tanto ogni veder a che scritto io da torni casa Pegli. Suppongo sia la la gione ca- Pure Bocchetta. tant'e tanto lavoro tre poi aspetto anche un e a bella per ora Bologna Io della cognato ripassare tifovasse, Gelosia a d'un mattina; da viene avendogli a salute lo possesso trovato fastidio, perchè ore che di stato do ne m'ha questo occasione. prima in Forse se voi l' al- o baule. ma di anzi Torino nel Poppino mettere a che tarda che 0 venga il cattivo che la con di Oe~ Fray in se l'altro o ciie il signor amico suo l'uno che dae d'Inghilterra, Londra; a de' 4^, coperto trovato sono guardare uno de so non su, scordato e in portato lo me l'ho e fosse non non in Hechos y l'occhio buttato d'avergli spagnuolo d'averlo pare avessi se Vida di Amedeo prego casa, libro un intitolato pergamena, Isole, in Filippo e lasciato luoghi risposta, posta non mi, veder- per andare posso lui. M'è sentire doluto Torino, compatisco e mondo andò non sorbirsi i mai a di malanni rassegnazione stato e di col d'una guaio uomo, poiché Il farci? che bisogna e soverchiamente, d'animo, di cognata Ma alcun abbonda fona con salute. di modo cui della Filippo veramente misero cosi in moglie deliquio quel con tro al- v'è non rimedio. Mercoledì passato giunse qui col Cravanzana Andai ravalle. il passò ^Sì ^ a veda pag, dal 3^7, la nota Doge Porosa seguente cavalieri parte della una Cioè dì i due accompagnai della Conte a da Sia sera. pag. a e col riverire sua di Conte la dama, Serenità, affetto, di Marchesa signora la sia ^ Chiae poi dove si civiltà o 251. di Genova, per il quale si veda 1» nota 2, INBDtTlT sia yanzana que' me, Yelle di la di vestirmi, due Ceiosia dove dal si insieme la partita sì fa qualch'altro di sere giudizio, in servidore finito, io cinquanta sei, di sono lire la mia come casa fa Genova. più ogni Più io, dei sera crediti bilissima, ama- fanno della o camera Sia sia periorità su- riorità supeque cin- almeno e il di più vita la Serra, quando creditore bella vinco ogni per Ceiosia dame, a signor donna tavolino. io vado o lire canto le seggiata pas- un'ora dal o una Dollina dicono Doge, Marta. Lauretta altro un già registrato di lo dal Poi, dieci altro bilancio signor lunga ciancia, signora ad dal leggère a a dico come nel e si un finisco Santa una casa signora in giuoco fortuna, a per poi o a poi comare; o inglesi aWombre mentre meco, di un la con la casa, faccio dove chiama si in certi trova m'inciprio; e e M'alzo meno. qualche lettera. Doge, si sbarbo tera, let- mia scrivervi. da Cravanzana, torno o giucca Là che da scrivere a o sera gettoni. quale di la dicianove; o sidero De- fraudata. che compare permette, alcuno, la cento lo tempo passare mi desino o Amedeo. sia vita quando sicuramente allungare la alle Marchese piove, se dirò fino Defranchi, con o vi un gusto, fi signor con non lazze, Mo- da so più importanza col poi e né aspetta per quattordici, dal il se che di campagna del Cardenas di scrivere a Checco detto no- Marchese ancora, trova nità, urba- cortesemente in vi Conte cioccolate il metto Poi, ha denti, alle mattina o che cose co' tirarla da è queste bazzecole mi o vi aspettazione avendo Gelosia, giorni, d'aver molta con Il moglie. andò di Cra- compiacciono chiese mi fa il il Marchese trattarono giorni mi sua scrivo poi piglio mi sua segno quest'inverno non la di e Chiozza che Fontana- Porosa tre per avvocato Per si della chiaro Vi di quindici amico tornerà: che signori Filippo che suo due il Conte e quella bontà il Conte e per in di conseguenza à4l SCARSE 0 non debiti che giuoco di è cento si può 342 LETTERE che fare belle amabili e Lo denari. con d'essere quella ogni me loro di di parlare glia sarà Finito chiama. rimango a in subito di il ogni col avrà molto nulla, e me, e tre dico per v'ho che in righe? che in bella presto mio bellezza da dire Intanto da è forse abbia tanto la de* vita, io Ovada, lavoro, che parlo quattro, e Amedeo meglio gente voglia più bene. che il desidero andarmene c\\x\ il chiacchiere! le mie più lettere che posso, ridere fanno vederli la ridere a però signor Peppino a non gegno l'in- bene lingue degli altri, di che lita avvi- più forte quarto finisca che an- giuoca va non aguzzi genovese le si ma spropositi. Malgrado suoi stando o che Quante che pazienza per un che parlar vuole la quel giuoco spropositi degli chi ma di Volete io alle esso; l'attenzione. ? due avviene mi con vincergli bisogna tutta quattordici Celesi9* è in Città, faccio Egli denari. sovente brigata; tanto la che né vado capo. che scacchi a alle casa conoscere, solo io dove CafTarena, mondo, partita a mi paio d'ore; casa, il che Doge, torno Peppino raccoglia e Ma che da cosa, stra regi- ed un levarmi a gliono vo- inglese va, ancora comare di il giuocar con la e tutto qualche di settimana, mia a esse sempre ne se ma quell'altra la come ognuno dal di Spo- superiorità mio; o tadino cit- con la servidore si passano vado il- signor Quando il tornare piacere in questa ricominciare e fare canto di lasciano non che m'accompagna compare v'è di giuoco, dove però ceno non il seguente, di giuoco letto, per sere dal Baretton, cena, Quando tre del servidore un se loro giuocare patenti giuocano, sempre del credito a poi fin al intanto che, hanno non cianciare sempre e le certo i vogliono se da trattato anche piglierò glia, quando fortuna della sovente, che, che cose ben e vincerle poi e essendo Moni e visto dell'anno, sera genovese; di ben sìgnoce, dico BARETtl DEL Pegli s'avanza e di sta que- torni là finire con sogna bi- il quella INEDITE che prestezza d'onde Inghilterra, quanti di di di fatti ho nel essere tavolino dopo pranzo, mente da P. Il dire se Gerundio, parola lasciato sul qui poscritta corbelleria in Conte Conte righe mandatemi dal Ne vanzana ed tutti stesso, e Addio Conte feci al signor signor trovammo Cardenas, Ceiosia, quel addio al darò di po' di di Figarolo. tutti. Il vostro Giuseppe* vino qui assaggiarne un con sera sta- giunsero di prima spetto. so- Torino Marchese signor Casa un per gli non vino è bottiglie sette non ritenuto questo Dossena assaggiare se stato forse e Le Filippo. per qui bevibili. Chiaravalle, Fray che e posdimani parte di quel meco, m'è non scordate trova Pure Berta. Porosa della recato se me, vi si all'Isole, o da Non Torino l'ho che dall'abate col due Cra- qualche qualche altro Doge. in o Torino a all'Università, insieme al all'Isole o voleva non Giurerei Il di lettera altra qualche verrà Marchese una guardare l'ho mi se la che qual- d'avan- d'aver farvi per in e soggiungervi. S. farmi suggellarla, senza finito, Marchese lascio e meco, di d'anni paio cervello dire a fatica giorni il dal pranzo mandato ha discorrer da cosa mi a miei tato, accet- sarà d'aver stillarmi senza vado che vanzana, i getto pro- meno un spero terminare nuovo se di e Ancora poi e un che, e in tornerò ne ad vantaggio passato. di mondo Intanto lihrai, testa, caso del paese in me risposta miei più di rompimento taggio. a* riuscirà. ne quello, aspetto fatto ho che mi Finito vorrei. 343 SPARSE O Craio punta* addio a S44 Lettere Del feAàÉTTt XXXV. Al Di Filippo ti Tu ma come poi fossi ch'io mi delle scriva, quando t'ho già dette ripetizioni, tavolino vado dalle sedici Vombra poi ; col del più parte che si fecero seconda delle lettere, che Mi mio * n'è ito,*e, per Londra o Intanto ho Pubblicata l'ebbe *Si dal veda se nel prof. la Credo mi un'opera giornale a di delle godi tu solito mio al poi poi pranzo, partita al- una faccio letto, dormento. m'ad- e di vita anche la astenuto però che ai e le la balli tanti impor- prima o quelle recheranno questa ricevute pronta Jl Baretti pag. che Genova. Roggero. 2, che cose avemmo, 327. città le lettere pel giro littorale, Natale nota lasciar annoiare Doge non sono qui poste ad buon 0 dare. posso prossime comincio vuoi dopo l'Opera» Vedi faranno mi tener che care repli- tanto mezzanotte, a mi non sere ti che la mio Opera varie notizie la cattiva fa vado il stato se il si verso carnovale; alla d'andare dove scrivere Cosa ventuna, compare, è Questo alle casa del giacché secondo sto visita, a noia dirti, Ma sino vengo ciancio quattro 1T7L scrivere; soverchio lettere. da nulla che qualche la eresti volte? cento ripeto fare a febbr. breve dal lunghe ho non ti mio infastidito sparmi scriva del sempre tanto io, sono 16 li Genova, mio, lagni tu se ^ Filippo. fratello me della (num. ora che che to, aspet- n'andrò quale 15 del il mente. sicuratoccherò 1871), che 346 LETTERE ridotto son e dalle caschi, mi mani. quattr'annì. Questo poi a me poi in e due Non le con in stare a la dare ridere far venire vorrei che fratello un lo stesso; dicesse si eccellente in cavalleresche. arti mi ho per settanta- farai se piacere non giorno aveva tuo, caso se che Inghilterra quelle il sarà farebbe non ed in signore ogni pieghevoli, che cosa un schermiva e i membri conservarsi terra conosciuto Ho ballava Inghilterra, che da pigliare poter non a BARETTI DEL Torino, del carica prima che cattedre, tue volessero mi se io non che an- paese. XXXVI. Al Amedeo.* fratello Di Amedeo di scrivo rado; quasi ogni un dire lasciar oggi di viaggio te ne mi dopo la me. Come vedo che tu del mio buon non dal è da! cav. febbr. ; è poco lettera una probabilmente qualche Doge proposito, cosa da giornale Pio sia non e farsi // Baretti Anodino, di non voglia ricevuta settimana più positivo. qui, venuto l'andare tutti abbandonar cosi di intraprenderò cosa ; che lasci tu puoi figurare ch'io Da ti meno che cosa io Tu spesso? ed 1T71. che dell'Italia;e quest'altra che senza ti poi dispiace morte motto dirtelo? senza Pubblicata Tebb^ fatto hai di tu risposta, senza probabilmente danari interessi che m' littorale dirò Non *? non Londra da il via lettera Genova scrivi 16 lamentare ti vuoi tu mi ma mia che mese puoi Anche caro. li Genova, in (num. fretta. 33 e 34 massime buttar a i nostri Sento del da 1871), INEDITE che Filippo vi di strazione e manderò di salti più le tosto Giovanni la con Dio, né tre in famiglia sua Casale? a di piedi, barca. Ti Cosa cannella. di d'acqua i metti fuor Jiè speranze quello spalla- dove barca, once delle con guarda dV speranza poco quasi spaventato amor far non di fido mi ; pure M'hai Per barlume qualche meliga piemontesi. mento. sia 347 SPARSE O fa tutti. Salutami Addio. Il Giuseppe. tuo XXXVII. Al F. marchese Albergati, Di Marchese non mio il voi a potuto aver volta ; dare vostro per di 266-68 il teatro, Baretti, faccio vi ", la osò buona una me di menò premettendovi del rispondere novellino buona e tale se un R. nella Goldoni, non non li smanioso risposta onde a molto buonissimo Biblioteca spettatori dì facili » bene a Ma (Op. cit., gati, l'Alber- scrivere per gli dava il inappellabili ascoltanti glorie quel pranzo, Masi giudici e siate pos- di Parma. incominciò altri vostra mano fece il non quest'altra amichévolmente esservi il e parole: «Quando queste che Sarà che me persona di intero, per a procura, mi che dandomi esistente partenza di stretta fattore, vostra, teatrali, villa. lettera più in 1771. sett. Bologna, voi principesca agli ammonimenti, opere All'autor non casa molto a da già pubblicata, quasi dopo delle trovato trattato Dairautografo, Taveva pag. avervi galantuomo li onori ^ dispiace vostra intanto e caro, essere alla propria non li 20 Londra, ^ Bologna. a adunati. il fiero Baretti 348 LETTERE condotto d'avermi dopo lassù alla al ora de' 30 al m'è delle se Padrino dire quella nostri alla nostra spettatori tratto buon a scrivere che de'caratteri nel o sforzate passioni delle loro le progresso in sentiamo e a de' vizi morale bellamente basterà far con far *Si ridere del li dire veda tali Adottata noi. la nota scene universali di mascherata li spettatori spropositi 2, a pag. da 198. ed a gran cialmente spe- mente inventare dar loro in altri, massima, della rotti, cor- buona piacevolezza; ascoltanti ai e più de'costumi con cavallo a conservate e veggiamo a la a pura, questa dalle troppo le e occorre non accidenti, quali e vale giudizio consistenti, e dagli più opporsi occorre non veri sieno pia- parte plebea. e il buon e chero can- non tanto si limbicchi lingua grammaticale una o quegli che giusta massima, drammatico poeta povero un a e adunati; oltremodo, abbondano gusto e ^ che nobile Italia, dove nostra capo^ schivo, ascoltanti cosi una spettatori Colombina legno, tanto canaglia, parte un Quando e a castronerie e Bologna) in in di gamba tante direbbe adunati. dà che inappellabile, massima palato le inghiottire nella che di uomini Adottata il dalla lativamente super- moda, quegli ascoltanti stessa licenza do vi presente che potuto comoda, giudice bastonate colui a ai ciono di ho approvo de ascoltanti tutti di ha pochi vogliono ed ridere forza a venga altri tera let- tanto altro riconoscere fa Brighella, a vostra non e che (éerminillo spettatori Arlecchino adunati, fino vamente v'avete, relati- che massima Spagnuolo a li non vostra Produzioni hanno non idee d'immaginarvi, amplissima certo dirvi, che drammatiche; cose comporre teatrali un forza prelibate quella le cantine principale della punto passato, sorridere ampia tutto, dalle per campana. Venendo non BARETTI DEL ma adunati, nostri per- sonaggi, o osceni, delle e voi spettatori dalli più quanto coscienza sul esser mai, che (sempre che mi fattovi dall'applauso di qui meritarvi a in poi vo* non tanto affascinato; conto ch'io dinanzi se a vi il Marchesato. consumato tante mia; teatrali e... addio. a Domane pigliare faranno che buzz buzz di mi tè Il Mi *« scordava T Forse redizione : populo» dirvi, Ma sipari um era Op. cit., pag. vi Albergati ripensò completa Tolle che assai 269.) delle sue so a Opere averci dosso, ad- v'abbia delle Addio, tante anima rina Barbenon del unus vi Addio. nostra. Baretti grado giuro, tanto orecchi gli pur bocca vostro. della bontà questa lettera, quando ; sufficitmihi meglio vi ch'io colpa sarà non fate aspetto la se e meco; buzz, vedendovi star ^ che mani, che vendicherò posdomane, o il volervi sciorinerete. mi mio. Bologna, a d'argomenti, Cosi tata adot- avete di batter pranzi, sintanto tanti volissima, sprege- quest'ora l'aprir da fatta quest'arie, mangiarvi e e di E tornerò quando vói sato inva- voi, E l'inchiostro, buttar questa su darete più proibisca fin vi me e be' que' senza voi. Marchese di sia talora moltitudine una luto vo- dicendovi verità. ascoltare? Tal massima? Continuate da volete mi non bellissime delle provocaste) la landovi adu- non ma anche e ho non amico, che ho però che volta, provocato, come Marchese, e....! Io vero sol una neppure mio in vostro sapendo e ; pre sem- considerarli il particolare, che m'avete quella più altre approvate di dà ed Goldoniana, adunati povero vostro altro alla saranno e Oh degli equivoci Queste e ascoltanti innanzi, netta mai Ghiariana vergognate giudici inappellabili? tira bocca monelli. sono e vi non come in da alla furono, che sapete questo, ribalderie bellezze somiglianti loro metter con 349 SPARSE O INEDITE 1787 Plato che al- grafe premise l'epiprò pensato prima !» ciancio (Masi, j . 350 LETTERE intendevate peggio avere per in DEL BARETTI per le due ragazze non hanno se esse, inglesi ; trovarvi saputo tanto ma rano quand'e- Venezia. XXXVIII. All'abate Battavia, Di Amico Ho vi siate mi che burla d'andarmi avevo alcune per mesi. che a A in fare primi giro dell'Italia fare di è l'anima da il quale facciamo menica veda Pubblicata (Milano, 13 me la sia le conto dal e v'avrà volendo signor T. addietro, pag.- 249-56. pochissimi viaggiare vedere Roberti, Per per in nel irmene tiluomo gen- questo una lamento. Parfì- sua Samuello questi regni, preparatevi brigata di osteria lungo sapere per un pure questa a meglio 1883). e Sicché meglio di maggio ed di s'abbiano che mente, Thrale, donna sua vent'anni. a pure piccole giornate, * più dotto carezze potete, quali la mia; di più molte ditemi a v'avrà esso qui. membro e di fra signor un qui, ricco, savio, l'uomo amico con che bisognandovi di cessi fa- L'idea cacciata bocca a d'aprile partirò un mio dirò si, a bocca; su che l'ho me mi Voltaire, per inglese. amica Plo- io amore pazzo vi Signor Con poiché suo che ragioni di se del i Johnson, 1776. svezzese comechè bene, ripatriare a bocca? gliuolina, del tre quello in tanto bellissima mia una per abbattuto vuole continua e addi Londra, Battavia, caro menfelt, ^ Rimini. a la la ; e tanto frat- Rimini, via e nostra, posta, si, ma ogni luogo della Pungolo quanto a vi è qua- Do- detto, si INEDITE lunquecosa solo un'osteria in chi con vuole tosto per io innanzi Da voi v'ha di modo dell'esercito, e di all'esito pensare onde luoghi parlo. accam- che comprendere da avete simo, assais- cogli esploratori meglio i temi risponde- m'importa prevenirmi tratto questo che giorno confaccia Dunque generalissimo il si che cosa largamente. articolo, sarò l'alloggiare un e è non fa' d'uopo mi sapere non mala, questo su tale vista; spendere perchè come d'esser degna 351 SPARSE O ora per quella nostra . Piaccia qui. opera muoia in capi. Voglio sconfortino Non costà, verrò il e quello è ho quella che gusto che ci onde nuovo, mi a' raccomandazione Faremo a la di andarcene sino e poi Rimini intendiamo San Marino, sulle avendo per strade è un a passare di fare che pezzo che dirvi, se scana To- pubblica Re- lo star foglio, non il mio Livorno. lasciato tello fra- Addio, a. Il * alla punto che non poi Tirolo. pel il e in corsa volto Non dì stra no- Sicilia, curiamo non ha L'idea o una di Piacenza, a l'inverno Svizzeri che scriverò qualche alla li maestre. altro ora fondo st'altra que- d'altrove. e eccetera. in per però sempre Battavi andar tornarcene di Paolo e Roma Milanoy poi a Rimini, Imola, indietro, tornare poi sieme, in- lettere fermeremo ci Savoia, Genova, a di cui con vi di mondo un bre novem- fare a addosso, amici nostri della Bologna, è Di via Toriixo, poi Parma, prepariate mi viaggiare risolvere di cadervi il e brigata stessa di fatto ha anni mediocremente. che avemmo lo non ottantadue l'ottobre passato con scappata. Prima di suoi non troppi per burrasca presente que' che Francia in dorrebbe mi ^ Bianchi nostro sbigottiscano più dirvi occorre la comechè mi e scorso che sperare, naufragare, farà che occasione, questa il che Dio, a Giovanni Bianchì, signor Roberti.) riminese, ossia vostro Jane Baretti. Plance. , (Notad^l 352 LETTERE BARETTl DEL XXXIX. Al Di E brevi; e ma le in ? questo di Spagnuolo Dio, a di di d'un più, de' d'aver mia se non se con il cosetta la darmi un s'è che queste scarabocchiare alle faccende delle gonfia lunghe lettera di Voltaire mani mi cosetta che fama mi Fra degli tengo tutta venti dì te e ne perché tu le presenti amici. Non vedo d'essa il lavoro e riposo, un fesa di- pare per e e poco, nell'antico rimettere riposo, può in non di che giunge s'ag- che pubblicata, stampa poco anzi scritta di a volmente age- ho sarà sibbene nario Dizio- un al calzanti, più copie potrò, ma perchè potresti quest'Isola. in E schiena, qual tanto e compiuta gamba una accrescimento questa per che nella popolarità grandi, Dizionario, una di quante a l'ora e anche manderò cose, grande l'Europa, al tante dette certo Francia, di all'Accademia d'aver contro Skakespeare ti di come di, piacendo costato; francese in cosetta una fatica m'abbia quest'opera venti Non l'anno deschetto, giorno? fra che mio d'ampliare e terminato. figurare quanto d'ingegno, del correggere tutto al gomento ar- claro^ en penna ore Inglese, e del sarà la un cominciò darò quel gare d'allun- senza spesso, de di tempo dacché notti sette o finir che tu, né rade sono scrivere a di scrivere 1777. maggio lettere voglia menando sei mie metà né trenta Ispagna, Per le la Sai di contare senza di mani. più passate dicono avessi lettere, o alle ho che t'avresti non li 8 Londra, mio, tu se io, ho che Filippo vero, ^ Filippo. fratello potevo aver del badare che a nulla, stato. il capo Ve' a lettere! ? ? *Dal cit. opuscolo dei Fratelli Paravia, INDICE 1 Pag. Dedica Voltaire Shakespeare, contro Baretti taire Vol- contro 3 » APPENDICE ALLA FRUSTA LETTERARIA: Avvertenza » I Lettera Dei Dott. G. Bicetti Lettera II... Di A. Querini Lettera III.. Di G. Paradisi a G. Lettera IV.. Di G. Visconti a S. Lettera V... Di T. Perelii Lettera VI.. Lettera VII allo A G. F. Coraggio Di B. Buonavoglia a Tanzi 149 ...» Pasquali stampatore Pianta Pranzi . Vittorio don a Vili. Episodi della Lettera al Di G. Pelli vita del 17 ai Fratelli, Lettera al fratello Filippo, Lettera al fratello Amedeo, ai Fratelli, 10 LETTERE 23 Filippo, fratello Del Baretti Lettera Lettera P. a 24 1757 1769 gennaio maggio 1772 aprile o Al conte C. • febbraio II III Al Al padre canonico F. S. 1776 0 Irico, 26 dicembre 24 » 177 » 181 » 231 » 233 » 238 » 251 » 256 SPARSE : 1741. . Quadrio, 173 . INEDITE 6 » 245 1776 Zampieri, 165 ....... Avvertenza I » 195 .... ottobre 156 ...... Londra settembre BARETTI DEL Signore. a » Savo- iano Lettera 152 . Bauderi G. » Fabroni. Monsignor a Di . a 143 luglio gennaio 1743. 1741 . ...» » 261 » 263 » 265 267 356 IV INDICE Al conte G. del Zampieri, 1743 44 o . V Allo stesso, 1745-47 VI Allo stesso, 9 VII A Vili Allo G. 18 Lami, 7 stesso, maggio 1747 marzo 1750 1750 aprile IX Allo stesso, 15 aprile X Allo stesso, 10 maggio 1750 XI Allo stesso, 20 maggio 1750.- XII Al conte G. Pag. . 1750 5 Zampieri, 1750. giugno . XIII Al fratello Amedeo, XIV Al fratello Filippo, 26 1762. ottobre 19 Ad XVI... Allo XVII Ar Antonio Zatta, F. 1763 dicembre dicembre stesso, march. 23 24 agosto » 272 » 276 » 279 » 282 » 283 » 285 j" 288 289 » 294 . 298 ...» 1763 Albergati, 270 ...» . XV » . 1763 novembre 268 1765 » 299 » 300 y, 303 » 305 . XVIII Allo 13 atesso, 1765 otttobre ....... 23 1766 XIX Ai Fratelli, XX Al fratello Giovanni, XXI Al fratello Filippo, XXII Allo stesso, 13.settembre XXIII Allo stesso, 18 settembre XXIV Allo stesso, 25 aprile XXV Allo stesso, 9 XXVI..... Allo stesso, Allo stesso, 26 XXVIII... Allo stesso, 6 XXIX Allo stesso, 28 Allo 5 agosto settembre 1766 1766 ...» 306 ...» 307 1766 » 308 1767 » 309 1769 312 ...» 1769 » 1769 novembre febbraio 1770 1770 marzo 1770 luglio 313 315 ........ 1769 dicembre 16 stesso, 21 maggio 10 XXVII.... XXX maggio » 319 » 323 » 326 » 329 » 333 » 334 » 336 » 339 . stesso, 27 luglio Fratelli, 23 settembre 13 ottobre XXXI Allo XXXIL... Ai XXXIII... Agli stessi, XXXIV... Agli stessi, 5 XXXV.... Al XXXVI... Al fratello fratello 1770 1770 1770 1770 novembre Filippo, 16 Amedeo, febbraio 16 febbraio 1771 344 ...» 1771 « 346 ... XXXVII.. Al XXXVIII. All'abate XXXIX.. Al march. fratello F. Albergati, Battavia, Filippo, 20 1771 settembre 1776 3 del 8 maggio 1777 .... » 347 » 350 » 352 ERRATA-CORRIGE ' Pag. 20, rig. 10, invece di berretti chi di ciuco, e aggiungi poi nets cTasino, leggi: orec- parentesi: (bon- tra (Tane). Pag. 35 (nota),rig. 7, 8 Théàlre correggi: Lu e 15: Thèàlre i)w Anglais; * — Anglaise, Appel les à correggi: Appel à toutes les Nations; eclairez, correggi: dclairez, Pag. 86, rig. 2, coutinuée, correggi: continuée, pièces Pag. 93 (nota),rig. 4 e 5, le mauvaises Nations, belles pièces, correggi: les pièces mauvaises e — e le les belles pièces, Pag. 273, la nota il Pag. 2, 333 e porta il 1, num. deve portare viceversa. (nota 2): Si # che veda Si veda la nota la nota 2, a a pag. 2, pag. 319. 319, reggi: cor-