MORANDI
LUIGI
CONTRO
VOLTAIRE
BAEETTI
SHAKESPEARE
CONTRO
YOLTAIEE
CON
UN'APPENDICE
E
ALLA
XLIV
FRUSTA
LETTERE
DEL
INEDITE
O
NUOVA
MIGLIOBATA
S.
LAPI
BARETTI
SPARSE
EDIZIONE
E
CITTA
LETTERARIA
MOLTO
DI
ACCRESCIUTA
CASTELLO
TIPOGRAFO
EDITORE
1884
^
rOLTAIRG
CONTRO
BARETTI
il
Hanno
loro
Baretti
contro
Scritto
in
del
Parigi
nel
al
era
brio
di
*?
Discxìurs
Joseph
de
In
du
8^,
-
Royale
Roi,
di
des
Il
absurdités
repousser
à
a
des
doni
avec
pour
oltre
force.
erreurs
il
faut
il
e
doveva
;
qu*
rire^
il
et
faut
des
trina,
dot-
erano
acremente
Voltaire^
par
étrangère
Nourse,
J.
chez
MDCGLXXVII.
neveu.
seguenti
di
tore
propugna-
Londres,
frontespizio,
starne
pre-
senso;
de
a
Ferney
pieno
Correspondance
A
le
di
e
perciò
monsieur
Durand
chez
epigrafe,
come
y
Paris,
patriarca
la
Britannique,
186,
pag.
stampate,
Voltaire:
et
il
sur
prova.
Londra
a
allora
et
Secrétaire
nuova
avversari
che
Discorso
il
e
una
buon
Shakespeare
sur
VAcadémie
fama,
arguto
verità,
Baretti,
libraire
di
e
molte
cioè
a' suoi
anche
è
pubblicato
e
sua
libri,
ne
mentre
della
molta
i
il Voltaire
francese
colmo
VOLTAIRE
anche
fato
1777,*
di
SHAKESPEARE
CONTRO
sul
parole
réfuter
mensonges
quale
sono
dello
che
an-
stesso
sérieusement,
qu'
il
faut
4
VOLTAIRE
dai
combattute
merito
per
le menti
è
che
l'aceto,
le
Dante,
E
tragedie
più tardi, cioè
nel
italiana
ai
parole
di
il
:
secondare
col
Voltaire
i
tutti
e
in
1824, in
di
il talento
naturale
Il
di
di
princìpi
insolenza
e
dittatore
trattò
ne
sprezzo
la
moria
me-
questo
opportunità
la
discussione,
e
si sollevava
contro
fu vòlto
dere
diffon-
a
da
in Francia
quenza,
elo-
quell'abbondante
con
che
spirito,
stesso
lo
con
superbo,
letteratura
della
teratura
Let-
inglese
con
sconosciuti
fin allora
quell'ironia,e
con
in
»
poetica, applicati già
critica
gl'Inglesi, ma
Italia; e
sulla
ragionamento
Shakespeare
*
d'italiano.
espaudeasi,
suo
perate
vitu-
e
proverbiato
e
ebbe
per
mente
sua
subietto.
difesa
a
tradotte
Shakespeare
il Baretti
il sale
«
rinfrescava
ne
1809
sconosciuto
articolo
un
quando
la
gli
rasse
esage-
fin dal
d'inglese né
RevieWy
iogegno,
suo
invece
al Voltaire
Shakespeare,
compatriotti
«
poter
periodica^ pubblicato
European
nella
per
E
quasi
«
d'aver
né
tutte
fors'anche
e
ricambia
intendersi
senza
parte
spremuto.
Discorso
di
in
quasi
mancasse
piemontese,
convince
lo
e
di
uomini.
limone
critico
il Baretti
»
gli
vedesse
in questo
Italia,
con
del
(e
sono
comune
degli
benché
Foscolo,
scriveva
oggi
nulla
del
sorte
i difetti
in
che
memoria
la
toccata
che
e
) patrimonio
suo
nella
Il
più,
; pareva
durare
SHAKESPEARE
CONTRO
aveano
il
reso
midabile.
for-
oppositor
europea
^
»
*
voi.
Foscolo,
II, pag.
^Mancandomi
Prose
Saggi
di
Firenze,
Le
Monnier,
1850;
236.
il testo
goffa traduzione,
dei
Letterarie;
Critica
che
inglese,
si trova
storico-letteraria
son
nel
costretto
citare
a
primo volume,
del
Foscolo,
pag.
stampati
sta
que-
467,
dal
giudizi del
Questi
che
espositive
quel
che
poiché
(almeno
italiani
retti, 0
che
o,
del
Parigi,
Censeur
royal,
assai
1820
Durand
fu
ne
di Giovanni
Pirotta
Girolamo
volterriano
»
fu
cattiva
della
Pozzoli,
da
metterli
in
Il testo
francese
mi
non
può quasi
del
ce
ne
foscoliane;
dati
invece
dal
liana
Nella
del
*Gfr.
Custodi;
per
e
cui
esempio,
del
ne'
Foscolo
quali
Tonda
rara.
se
ficilmente
dif-
libro
vecchio
forse
gli
dopo
se
e
amico,
; né
fornire
furono
a
essersi
procurarmelo.
ormai
qual volume,
con
traduzione
Monti,
un
Il
bisogno, potrebbe
poiché,
per
lontano
*
fosse
discernimento
poco
son
1859.
nel
di
novità
una
italiana
è molto
d'un
*
tipi
rarissimo;
capo
questo
gine,
pa-
coi
devono
cortesia
a
di
per
passare
Monnier
Chiarini
venuto
il discorrere
Perciò,
la
quale
vendita.
traduzione
addirittura
aiutato
avesse
sarei
Le
è
poi
il
molte
in
stampati pochi esemplari, perchè oggi
glese
in-
goffo
un
Milano
quale
che
dall'editore
sfegatato,
pubblicata
una
il fatto
ristampare
a
il
contro
ingiustamente.
castrati
colà
«
Ba-
parole inconcludenti,
con
consentirgli di
di
prima
Nel
Discorso
del
;
tici
cri-
del
si occuparono
giudicano
vennero
argomento
io):gli altri
Discorso, spediti
il libraio
obbligò
di
lo
tuttora
sono
tale
su
dell'ingiustiziade' posteri
gli esemplari
di
*
naso
affatto
sbrigano
ne
se
peggio,
Presagio
a
scritto
che
pagine, più
poche
e
quanto
per
parlano
o
è
si è
stranieri
e
non
Voltaire,
Foscolo
critiche, deirUgoni,
meglio
di
5
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
anche
pagina
brani
àeìV
e
del
studi
prove
le
opere
altrove,
Iliade
montiana
sonora
senza
altre
pubblicate
137
è
vi
tradotti
si sente
miglio.
sua
continuazione
de'
Secoli
della
Letteratura
ita^
Gorniani.
Baretti,
Milano,
Scritti
1822-23;
scelti^ inediti
voi.
I, pag*
o
35.
rari^ pubblicati dal
6
VOLTAIRE
qualche
importanza
a
il
fU
Shakespeare
si
che
il
come
poi
e
quindi,
a
nostro
^
Paris,
sola
nel
agitasse
il
di
noi
Italiani
il
ViLLEMAiN,
Didier,
storia
letteraria,
la
di
secolo
di
la
e
lotta
le
che
;^
derna
mo-
anzi
(si
Shakespeare
fti
lora
al-
combattuta
dottrine.
nuove
deve
specialmente,
vedere
intorno
critica
XVIII
nome
ché,
giac-
questione
questione
tutta
vecchie
le
tra
qualcosa
un
la
segnacolo
ECC.
Villemain,
aggiungere),
potrebbe
la
per
disse
come
SHAKESPEARE
CONTRO
vi
parte
E
portar
im-
pure
prendesse
connazionale.
Tableau
de
Voi.
1873.
-
la
Ili,
Littérature
pag.
au
328.
XVIII*
siècle^
L
È
disse
a
ridisse
e
far
notissima,
cosa
mille
ai
conoscere
^
le
»
il
del
maggio
in
si
Francia,
inglese
quei
primi
»
nessuna
gli
pareva
'
Essai
Leitres
suif
sur
la
Poesie
les
buia
una
«
splendori.
regole
lo
cioè
tornato
dopo
il
poeta
in
anche
Shakespeare
era
naturale
e
»
e
gusto
buon
;
prezzare
ap-
29.
condizionata
di
di
speare,
Shakead
verso
fecondo,
senz'ombra
«
stima
occhi
e
conoscenza
inglese
*
suoi
A'
poco
sua
e
scarsa
gagliardo
ma
la
di
Inghilterra,
del
marzo
che
primo
il
brano
in
pubblicati
rileva
tempi.
genio
«un
però
molto
era
al
«fu
cominciato
rifugio
suo
la
stesso
egli
che
aveva
1726
scritti
Dagli
Voltaire
qualche
opere
durante
dal
volte,
Francesi
cui
il
poiché
il
tutto
rotta
notte,
e
blime,
su-
senza
teatro
da
baglianti
ab-
^
»
épique^
Anglais,
più
chap.
note
IX.
sotto
il
titolo
di
Let-^
8
VOLTAIRE
Per
CONTRO
trovare,
di
giusto
dirò
non
screditare
poterlo
saccheggiare
secondo
me,
cui
non
a
quasi
sua
della
scuola
Jonson,
stava
addirittura
di
e
il
luogo,
del
Sidney
d'azione
che
il
del
Ben
teatro
di tempo
veniva
n'era
imposti,
tirannici.
e
Inghilterra,
di
spesso
se
nato,
dramma,
le
con
sacre
rappresentazioni, potè svolgersi liberamente,
dalla
scito
e
la società
per
al
certo
andava
non
drammatico
regole
più
quando
far
a
e
perciò
tres
la
state
osservate
le
diventando
civile
già
a
facendo
il dramma
così diceva
Tragèdie,
premesso
al
undici
sempre
all'opposto,
cominciarono
dalla
dovette
anni
nire
fi-
il popolo
superstizioso,poverissimo
; scritte
il Voltaire
pubblicate cinque
sul
rappresentazioni,
sacre
tese
pre-
ogni
Londra
Francia,
In
l'autore
dal-
essa
più libera,
e
si andavano
oppresso,
Philosophiqties, XVIII
(almeno
e
fossero
c'erano
le
quale
se
decorosi.
impallidire
la
verificare
gli splendori del rinascimento
si trovava
e
XVI
quanta,
u-
e,
scritto
essere
per
principali, che
comodi
tutta
aristoteliche; e
secolo
del
ad
teatro
più agiata, più
giorno
teatri
continuare
chiesa, potè
rappresentato
gli
e
e
dell'unità
giogo
glese,
in-
le teoriche
sproposito, altri
a
invece,
tro
libertà, con-
agli antipodi
al
oltre
arbitrari
meno
In
classica
dell'unità
intesa
anch'essa
non
quale,
e
nulla
di
nazionale
sconfinata
potuto
avevano
fine
a
basta
il teatro
né
taire
il Vol-
che
salva:
man
le
ma
necessario
Shakespeare
che
esempi
francese,
credo
non
lo
considerare
quella
con
ragioni^
l'opinione comune,
accogliere
volesse
le
certo
siflFatti giudizi,
di
cagioni
SHAKESPEARE
la
maggior
al Thiériot,
dopo.
Bruto
-
Si
chiesa
veda
(1731).
lett.
anche
parte
24
;
dalle
«
nel
1728
luglio 1733),
il Discours
sur
BARBTTI
rifugiarsi quasi esclusivamente
cootraternite
corte;
e
la corte
per
e
alla
Il
fu
luogo
del
più
di
Basti
certo
spazio, ^
volo
a
da
attori
e
attirare
le
che
caso
del
bocca
di
Vous
vous
Vous
mettez
Et
lorsque,
Sur
vos
Sur
un
*
Cfr.
moderne^
*
faites
Cfr.
tout
pieds
théàtre
Voltaire,
premessa
Voltaire,
d'étre
à
chancelants
Op.
loc.
frane
pigiati
poi
vous
la
sur
;
cit.
raro
legiati
privicosa
scesse
na-
per
cavaliere
:
libertin,
du
vin;
haleine,
tenez
vous
Semiramide
e
nipote
bien
venez
vous
vano
dove-
Distratto,
vineuse
vous
Dissertation
alla
al
un
tenir
d'une
fumant
platea
Che
nel
parla
cosi
una
degli
scaraa
era
ubriaco.
glievano
co-
spirito,
anche
Non
Regnard
gioire
alors
già
in
di
quei poveri
que' bellimbusti
di
honneur
votre
posto
da
po' di
un
spesso
^
fosse
il
che
e
barile.
palcoscenico
Valerio,
coscenic
pal-
vanità,
di
dice,
piedi,
nel
dice
fetti
ef-
piedi
pretesti,onde
giunta,
per
qualcheduno
allora,lo
della
l'attenzione
in
acciughe
sul
dieci
mossa
una
si
spettatóri, che,
come
i
come
sempre
può
agli
e
che
demone
da
di sé
sopra
star
il
fare,
poter
altri
dal
parola,
una
libertà
un
appena
creavano
0
si
spettatori privilegiati,i. quali
solleticati
e
alla
Parigi
a
decorato, prendevano
agli attori
lasciavano
frase,
di
numero
formarsi*
uni-
quanto
passato
rammentare
mal
e
formalità,
sue
rappresentazione
contrario
dramma.
alle
si rappresentò;
e
necessariamente
secolo
del
stretto
un
della
metà
immaginare
gusti,
dovette
stesso
alla
sino
suoi
lei, a'
a
nella
soprattutto si scrisse.
etichetta
sua
9
VOLTAIRE
COISTRO
à
montrer
Tragèdie
part,
II.
peine,
:
ancienne
et
IQ
VOLTAIRE
Là
parmi
Vous
Et, pour
Et
voir
heurtant
les
que
plus
vous
folàtrer;
des
demoiselles
jusque
Tautre,
acteurs
et
traits
de
que
exploits.
vos
la
de
;
chandelles,
comptant
élevez
vos
vous
les
sur
vous
de
fois de
cent
voit
comme
Paris, témoin
tout
Rit
faire
Tun,
haut
on
baiser
vous
vous
Poussant
Plus
pareils
vos
allez
SHAKESPEARE
CONTRO
voix;
folle,
comédie.
la
(Att. I,
Un'attrice
inglese, che
assistette
1748
Semiramide
rimase
alia
del
di
di
spettatori
capacitarsi
uomini
tanto
così
è
lo
di sé
stessi;e,
dire
diceva
delle
di loro
Siccome
col
tutti i critici
Voltaire,
la
passage
à
seigneurs,
ediz.
della
racconta),
ci
potessero
*
goderne.
senza
più
che
da
star
guala
Ma
dare
a
Marziale,
non
essere
differenza, si
poca
tori
d'at-
che
proprio piacere,
quel
veniunt
poi,
alla
fare
di
spectentur
rità
ve-
tacolo
spet-
sarebbe
se
non
ut
ipsae.
erro,
e
virtù; perciò quasi
necessità
cit.
loc.
-
postée
méme
L'Ombre
faillit
curata
dal
»
Moland
la
dans
{(Eutres
;
voi.
du
scène
théàtre,
s*embarrassa
tomber.
spesso
ne
cria
che,
les
jambes
pas
haut
des
ia
de
tombeau
voyant
tout
in-
anche
aggiunge
fantòme,
un
pour
à
le
sur
e
Il Moland
«
si finisce
mondo
nel
lunga,
francesi, seguendo
sentinelle
Garnier,
lo
disse
e
scena,
rappresentazione,
et
agosto
miscuglio
strano
mai
con
venxunt^
Op.
suffisant
V Ombre!
29
Romane:
Spectatum
Ninus,
che
si divertivano
quelli
quella prima
sulla
del
che
sempre
quello
spettacolo
potuto
lui
(è
come
nemici
del
sera
rappresentazione
Voltaire
sapeva
^
prima
scandalizzata
e
la
VI.)
se.
:
de
Place
jeunes
compietesele Voltaire;
IV, pag.
482.)
BARBTTI
terpetrando
in
la
scena
la
dose
di
canoni
di
quell'usanza
stretta?
era
laboret^ sentenziarono
dovevano
non
si fosse
se
c'era
poiché,
E
simulato
della
ma
non
tre
famose
scena
sarebbe
stato
il finto
secondo
Francia
le
Dico
«
il Metastasio
precetto
d'Orazio
personaggio
per
più
giacché
dì
gli attori
poteva
genista^
dose,
resto,
è
i
trovava
propriamente
erano
essi
mi
che
condo
se-
le
leggi
ca-
abbiano
che
nel
latino)
fu
cioè
soli
dovevano
durre
intro-
non
una
(protagonista,
fare
non
(e forse,
necessità,
detti, de* quali l'autore
tre
il
quarto
greco
il
gione
ra-
che
un
parlare,
a
teatro
volta
agire
credere
a
nel
alla
e
pare
senso
s'affanni
anche
interlocutori
drammatica;
inclinano
nel
poteva
personaggi
parlare
perchè
»
quali
noto
tempo,
disporre,
delle
una
poeta
secondo
intendersi
tritagonista)^ ed
principali.
farli
scena,
altri,
e
certo
tre
il
i suoi
agire
e
s^affaticki^non
Del
un
la
debba
non
parli troppo.
almeno
della
rincaraado
il personaggio
ogni cambiamento
Inghilterra
doveva
angustie
della
che
luogo,
rispettiva condizione
invece
dasse
an-
quasi impossibile.
parlare
loro
la
morto
che
di
cioè
dacché
in
mentre
far
spazio,
ammazzamento,
un
È poi evidente
regno,
liberamente
di
tragedia potesse ammazzatasi,
buona
suo
Insomma,
interlocutori
tre
braccia, mettiamo,
unità, quella
vero
persona
tragedia
prudenti stabilirono
ammazzare.
il
quivi
^
duello,
:
rincarando
buona
di
che
esempio
quell'angustia
le
i critici
Montespan,
in
più
in
un
tra
cascare
Per
loqui
nella
pericolo (Dio liberi!) che
a
di
balorda.
che
comparire
*
volta.
per
altro
erano
quarta
nec
fatti,i
certi
critici,
dunque,
I
sull'oraziano
non
varono
ele-
Orazio,
e
estetici
almeno,
parte
gran
conseguenze
11
VOLTAIRE
sproposito Aristotile
a
dignità
a
quali,
CONTRO
tutte
matico
dram-
deutera-le
parti
12
VOLTAIRE
pricciose quanto
chetta,
CONTRO
SHAKESPEARE
inesorabili
della
secondo
e
Onde
lord
Chesterfleld
francesi
loro
mentre
paese,
più
persone
del
"3ura
la
intolleranti
la
e
pretesto che
mezzo
tragedia,
perchè
perchè
varietà
di
quale
nella
corte
comici
veder
adulatori,
-donne
non
messi
quei
il
pure
solo
non
modo
di
guisa,
mentre
far
sentire
i
convenzionali,
^«Oui,
«st
le
col
toiyours
des
plaisant
médies
l'ire
de
anciennes,
les
tenant,
auditeurs,
il faut
-compagnie.
s'andò
e
»
la
on
de
toujours
méme,
(Molière,
un
L*
dans
un
dans
valet
toutes
nos
marquis
ridicule
Impromptu
de
della
trar
ciale,
artifi-
gusto
a
certo
un
aiyourd'hui
marquis
cornine,
tal
Per
astrazioni
mere
un
un
furono,
quelli
Le
marquis
voit
lui.
potè fino
uso,
et
quésto
commedia
tutti
e
ci trovava
era
formando
comìédie:
toujours
Stato
quelle
,
boriosi
anche
umani,
lungo
quegli
berlina
que' nobili
quasi
ricca
una
Luigi XIV,
come
della
e
furono
però,
che
lo
media,
com-
il ridicolo,
cerca
trovò
essendo
che
veri
all'incontro
anzi
alla
quegripocriti
e
in
sima
dannosis-
divertiva, ma
personaggi
quasi tutti,esseri
gedia
ci si
tornaconto,
suo
che
po' alla
un
civette,
e
gran
re
seccatori,
saccenti
ignoranti,*
un
lui,
per
cose,
medesima
e
sublime
dal
di
teme,
essa
tipi
a
nocque
ogni
dargli la spinta.
a
condizione
non
più
era
scansare
aperto
sempre
le
erano
non
precipitare
disposta
gente
singolare
alla
sì lo
ma
del
quindi, prima
E
in Francia
precipizio
Questa
il
freno.
naturalezza,
tanta
a
e
di
potesse farlo
3,] ridicolo:
proprio
gl'inglesi nel
poeti
i
schiavi
più grandi
i
erano
tici.
cri-
dei
che
dire
soleva
poeta drammatico
verità
dell'^^t-
e
regole cervellotiche
le
drammatici
moda
les
toutes
bouffon
pièces
qui
qui
de
se.
fait
main-
divertisse
Versailles,
co-
la
I.)
CONTRO
BARETTI
seconda
certo
un
per
e
segno
tore,
maraviglia dunque
lo
parte
il
esempio,
che
screditare
lo
imitazione
discorsi,che
di
egli
il
di
per
Falkener
regole
voi
dopo
la
dal
volerla
la
perfezionato
la
vostra
filosofia;giacché
fisica.
esperienze
L'arte
di
altri
noi
sul
cuore
piacere
par
e
rispetti,
greco.
dicando
De-
all'inglese
in
sottomettervi
teatro,
così,,
V Amleto
Zaira
nostro
buone
Morte
dir
per
francamente
come
i
Tancredi,
il dramma
Inglesi dovete
un
primi
ne'
la
col
per
la
imitando
fargli
con
Cesare,
volta
seconda
anzi
dediche,
le
avere,
come,
di
dall'Inghilterra,,
Semiramide^
di
che
può
Si
scritte
del
sulla
plica
ap-
nitent
di
Zaira,
la
con
Giulietta;
«Voialtri
così
di noi
egli,
il ritorno
Otello, il Giulio
aver
che
tragedie
( 1736), gli scriveva
termini:
scena
plura
prefazioni,
sinceramente
e
credeva
fatto
con
Y
Rorheo
le
alle
che,
credeva
rincivilito
di
ognuno
in coscienza
credesse
trent'anui
Cesare,
Shakespeare
mistero.
sicurezza,
premise
convincersi
per
unità,
tre
lontano
punto
leggere
Basta
0
lui,,
a
poi impunemente,
fa
tutta
Shakespeare,
venti
piccola
che
cambiar
ubi
tanto
era
non
con
onore.
quali
l'oraziano
imitarlo
per
affermare
ai
cellenza,
ec-
segue?
resto, egli
Del
frequente
troppo
in
delle
difetti di
scrit-^
per
soltanto
maraviglia
veri
que'
atto),
medesimo
quel
tale
una
Voltaire,lo
convinto
e
oggi facilmente
con
come
francese
Goethe,
? Qual
costante
apparissero enormi
il
che
gustasse
e
Shakespeare
propugnatore
un
il
disse
ben
come
intendesse
in
diventare
tempo
natura.
Qua!
( per
1^
VOLTAIRE
dobbiamo
alle
cettare
ac-
abbiamo
noi
umano,
che
questi
sia
come
l'arte
14
VOLTAIRE
Come
stra.»
all'arte
se
di
quella
Insomma,
specie
una
la
posterità dovrebbe
del
vero
un
lui
a' suoi
che,
insistenze, riusci,
dalla
nel
1748,
*?
e
Gfr.
il cit.
il
quale
sulla
23
voi.
E
scena.
V,
tava
fuori
n.
la
Zaira,
di
coda
in
Parigi
del
e
de
poiché
osò
piaceva
di
anche
con
naggi
perso-
disse
che
avevano
al
de
per
Bruto,
Laura-
sare
compeni
posti
definitivamente
il
Voltaire;
ediz. cit.
,
la barbara
il
che
nomi
e
sopprimendo
fece
complètes
provincia
vestito
somma,
si
Leasing
meglio
ancora
dovette
usanza
nel
1767
Zaira
o
di
no-
«rinunziare
privilegio di poter
al
sue
delle
lui
fu
inglesi
facevano,
teatrale, piuttosto che
sulla
alla
Ma
parecchio tempo,
air illusione
*Cfi\
*
lui che
bella
una
o
moda
inco-
alcune
;
; fu
soppressione
(Gfr. CEuvres
407.)
pag.
mantenersi
che
da
la
perdita che
questa
1759.
aprile
suo
le
dalla
Tragèdie, premesso
VÉcossaise à M,
le Comte
del
bene
personaggi
scena
popolo
sur
de
spese
della
i comici
'
Discours
VÉpitre dédicatoire
gìMis,
parigina
più irregolari tragedie
le
anche
modo,
cominciando
d'ogni paese, *
tragedia (Les GuèbresJ
del
ogni
speare
lo Shake-
e
tutti
quasi
nella
Semiramide
della
derivavano
ne
moderna
una
comporre
che
però
che
che,
volta,
scena
portar sulla
osò
storia
della
lui
degli spettatori,e
arbitrarie
primo
per
la
a
cui
autorità, con
sua
po' alla
un
liberare
a
presenza
regole
fu
rappresentazione
seconda
cessaria
ne-
viveva
connazionali
la
con
più
tanto
egli segna,
giacché
conoscere
; fu
vo*
fosse
non
il Voltaire
scusarlo,
progresso;
fece
male,
la
pare
intellettuale,di
francese
teatro
piacere
punto,
d'illusione
in
storia
di
pensare
pensare!
questo
su
di
Tarte
mentre
Francesi,
de'
SHAKESPEARE
CONTRO
Merope.
»
minare
cam-
maturgia,
(Dram-
X.)
prima
Épitre dédicatoire
à
M,
Falhener,
premessa
BARETTI
CONTRO
il gran
merito
lodate
tragedie francesi
di contenere
conversazioni
francesi
autori
timore
per
;
loro
il
Il
il
di
è
Voltaire,
il
per
in
agi' Inglesi
che
del
a
lui
non
penti
si
Shakespeare,
tal
un
Il
«
14
Si
del
novembre
aviez
vous
la
»
«
del
prima
telle que
confidentes
^
Discours
*
Ibid.
^
Dissertation
part. IL
*
Ibid.
la
sur
ticolare,
parstima
quella
che
solamente
non
andando
ma
allo
la
tua
sta-
quali
vano
pro-
fango
basterà
citarne
due
entière
del
atto
de
déclarations
de
sare,
Ce-
je l'ai à
d'amour
pauvres
:
speare,
Shake-
Giulio
telle que
et
soli.
al Desfontaines
scriveva
terzo
i
opere
paraìtraient
vous
sur
sue
l'ai vue,
je
près traduite,nos
peu
di
nel
jouer la scène
vu
in
inalzata.
aveva
1735
intorno
già tributate
gettare
cambiamento,
sua
una
spinta,
le lodi
passi delle
della
fatto
in Francia
prima
di
sare
scu-
Shakespeare
maggiore
anche
gli
stesso
i mille
Tra
la
tentò
e
ch'egli
allo
e
molto
disdisse
agli eccessi
lui
da
Sórgere
dato
d'aver
potesse
facile
anni
ragionevole ), egli
pareva
sostenne
mai
ultimi
rumore
a
inglese
teatro
coqueU
une
tragedia
sarà
non
negli
generale
cominciò
la
sima
mas-
invenzione.'^
pura
torto, del quale
(quando
vita
che
Brumoy
tutta
vero
fossero
la
;^ fu lui,finalmente, che
padre
esser
tragedie
gli
tragico,
che
e
plici
sem-
che
al
confini,^
i
che
si dolse
che
arrivassero
non
molte
mentre
altro
erano
lui
fa
d'oltrepassarne
teìrie continuelle
anco
un'azione,
non
spesso
parte delle
contro
^
15
VOLTAIRE
et
nos
choses
Tragèdie,
la
Tragèdie,
premessa
alla
Semiramide^
'
16
VOLTAIRE
auprès.
Il 3 settembre
»
al D'Alembert
qui n'est,
n'a
Or
:
Gille
clamoroso
de
Baretti.
il fatto
filo
questi
suoi
vani
appunto
in
la
di
dunque
e
qui
et
»
entrò
Vale
per
village,
di
Shakespeare,
scriveva
Shakespeare,
honnates.
lignes
lo
il nostro
raccontare
1776, invece,
abominable
cet
più
nel
contro
scena
del
«
deux
bene,
conati
SHAKESPEARE
vérité, qu'im
en
écrit
pas
CONTRO
spesa
segno.
per
IL
La
e
dirò
scarsa
necessariamente
conoscenza
delle
di
i
legga
i nostri
in
non
d'
*
Già
cattiva
^Lett.
*
Lett.
e
n' è
ce
del
un
era
che
in
una
che
allo
Zappi;
liriche
può
non
piccolo, certe
dire
a
nocquerono
del
all'Italia,che
^
teratura,
let-
nostra
la chiusa
valga
a
Italiano
im
arrivare
le
tutte
tanta
accoppiata
sulla
esempio,
per
il
come
i nervi
oggi,
Voltaire
antica,
era
uomo
nostre^
Anche
Filicaia
attribuisce
quanto
uomo
a
poeti sogliono abbreviare
sonetto
:
del
veda,
nocquerony
giunta,
Voltaire
urtare
cose
parlarne.
giudizi
lo
e
che
col
doveva
smania
tanta
Baretti
naturalissima, perchè
pure
Baretti
che
del
ruggine
del
egli,
trarca
Pemoso
faper
mare
escla-
non
volte, questo
gran-
!
fin dal
1747, nella lettera
traduzione
al
aUa
Deodati
Qazette
delle
di
tragedie
Tovazzo,
Littéraire^
24
6
alla
premessa
del
gennaio
giugno
sua
Corneille,
il
1761.
1764.
(Mélanges.)
18
VOLTAIRE
Nella
CONTRO
di
doveva
lesse
la
Dio
ricevette
aggiungeva
in
stoccata,
Laplace
al
un
due
teatro
è
(1772);
il Goldoni
tato
Francesco
Albergati
prendeva
egli
;
Fauno
pubblicava
Baretti
glieli frustasse^
Non
essendoci
terribile
gli scriveva
da
che
alcuni
voleva
il 14
Infatti,
Opere; Milano,
li
giorni, quand'egli
pochi
lo
il
colmò
ritratto,
per
(Gfr. Baretti,
e
113.)
di
cortesie,
metterlo
Scritti
screditare
dicembre
e
volle
appunto
scelti^
a
ecc;
voi.
quelil
che
per
pag.
il
queUo
cit.,
il
1765,
voluto
IV,
voi.
il
d'amicarsi
Baretti
amico.»
128.)
E
di
patrizio
gnese
bolo-
fare
forza
perfino fargli
ediz.
mai
anticipatamente.
del
a
in
temendo
e
Bologna,
accanto
perchè
E
procurò
m'avete
altro
(Gfr. Masi,
perchè
Forse,
farlo
fu
Giulietta
157.)
lavori,
1838-39;
Shakespeare,
più d'ogn'
; pag.
e
dato
aveva
e
suoi
«Voi
Ancona:
già
e
de
inglese,
il Baretti.
registro,
mutò
Ant.
pubblicato
Romeo
premure?
de'
(Baretti,
a
1878
Questa
»
P.
di
prima
»
veramente
«
scena
che
commedia
in
queste
riuscito,
critico.
il
e
Bologna,
tutte
della
rifacimenti
però
mettere
a
era
aveva
il Ducis
il
«
perfezione,
ferire
a
capolavori
(1769)
certo
la
e
innanzi
de' suoi
V Amleto
cioè
andava
anche
poco
fu
piuttosto sfigurato.
parte
de'
il Letour-
teatro, la quale
del
l'esistenza
o
1821
manifesto
Shakespeare
sublime
trent'anni
che
forse
e
si
in
se
Nel
tragico inglese
Francia,
traduzione
una
^
il
che
nel
dell'opera,
lo
non
Francia
la
se
Fon-
che
e
il Guizot
se
che
mani
sue
Catuélan,
pregio,
proemio
dell'arte
del
l'aiuto
corretta.
e
detto
aver
dalle
ignorato
nel
e
creatore
di
blicava
pub-
traduzione
quella
con
secolo, e
riveduta
d'associazione
dopo
fatta
qualche
mezzo
per
Letoumeur
di
conte
senza
la ripubblicava
neur,
del
e
essere
lui
da
Malherbe
Pietro
76,
volumi
primi
Shakespeare,
taine
del
primavera
i due
SHAKESPBARE
del
a
Voltaire.
II, pag.
109
BARETTI
CONTRO
il Voltaire.
feriva
Per
colmo
il Letourneur
19
VOLTAIRE
poi
nominava
non
cerità,
sin-
d'imprudente
de' tragici
nei^suno
francesi.
Il
Voltaire,
anni,
quale
tuttavia
che
ma
riprometteva
del
degh
la
occhi.
«
«quanto
contro
del
buon
cui
il solo
per
si
Non
il
Racine;
nella
nomi
del
queir
*
Il
testo
allora
questo
Littré.
(La
Revue
:
de
Tufizio
la
Può
però
de
Deux
vedersi
la
del
un
Librairie
Mondes
del
di
col
ha
sous
Eppure,
trovato
il
gli altri
M,
1*^ febbraio
si
manchi
del
E
gnava
desi-
strano
perfino
al
Brunetière
Malesherbes),
1882.
se-
incarichi,
stampa.
scritto
de
prendere
fa.
tra
bellissimo
pati
stam-
già
vocabolo
librairie
i loro
che
qual
la
e
presi
lesta,com-
senza
sorvegliare
nome
Cerere.
a
potrebbero
che,
idolo,
suo
volumi
traduttore
governativo
storico
senso
Direction
des
si
librairie,
principalmente quello
aveva
che
ha
del
alla
cosi
due
sacrifica
e
il Corneille
dugent'anni
scritte
imbianchino
I
gedia.
tra-
vera
porci
neppure
sig.:or Shakespeare
burattinate,
per
al
pronunziati.
lumi
vo-
gabellarci
della
proscrizione generale,
vengano
i due
figuro,
i
teatro,
segretario
pare
eccettuato,
sono,
al
segretario
;
sacrificavano
questi grandi
del
teatro
di nominare
degna
scriveva
»
vorrebbe
del
nessuno
antichi
gli
come
mi
modello
Dio
il lume
dicono
che
letto,mi
Avrete
Francesi,
questi complimenti
a
l'onore
non
si
quale
luglio di quell'anno,
per
che
ma
Egli lo chiama
i
teatro, il
dal
e
dica,
il 19
questo miserabile
Shakespeare
tutti
vi
Tourneur,
gusto.
in
affetto
ch'io
indignato,
*
col
perdette addirittura
D'Argentai
censura,
ottantadue
quasi
gloria maggiore,
certo
un
della
primo
suo
Bisogna
sono
di
amoreggiava
Letourneur
amicissimo
suo
lo
il
stato
era
allora
vecchio
nella
20
VOLTAIRE
greto
far
per
altri
lo
il
signor
a
me,
ribollirmi
siate
è
ed
era
fui
di
uomo
un
il mostro
vero
!
e
proprio io,
ai
Francesi
così
al
Racine
d'un
Francia,
»
d'orrore,
primo
parlare
a
additare
ad
nel
scoperta
però
strappar
la
ornarne
la
che
corona
fronte
istrione.
barbaro
«Sforzatevi,
ne
ve
altrimenti,
me;
per
che
dire
e
primo
a
non
bile
poi più orri-
avevo
aiutato
sento
egli
m'aspettavo
Corneille,
al
e
che
né
sufficienti
sono,
cosa
il
e
quanto
ci sia
di lui. Se
il
i^
! voi
In
non
di calamità
Non
giorno
un
miti.
partito in
fui io
letamaio.
avrei
? Ah
come
tempi,
tale
mor-
soffrirete
berline
La
un
perla
qualche
odio
collera, bisogna
altri
in
né
parlarvi
colmo
per
questo Shakespeare;
enorme
Francia
ha
di
suo
la
ghiaccio.
che
«
troppo
in
andare
fatto
ha
siete
ancora
un
paese
e, vecchio
nel
il sangue
gina
re-
abbomi-
suo
E
nostro
d'asino,
mascalzone;
tal
un
berretti
né
sentite
imbecille?
in tutta
che
credo
il
si minacciano
non
al
fa
che
il re, la
opera
davvero
ci
E
di Thibouville
vituperi,
per
cui
spudorato
l'affronto
pace
di
sua
reale!
letto
volumi?
cinque
contro
vi
voi
zibaldone,
nevole
alla
famiglia
la
l'avete
«Ma
SHAKESPEARE
associare
tutta
e
CONTRO
di
prego,
sarei
sdegnarvi
di
capace
fare
come
posito.
spro-
uno
»
Mentre
Le
Kain,
Parigi
da
protettore
era
per
^
il
prediletto del
Ferney,
a
che
Lett.
al
la
tutta
*
»
La
Voltaire,
al
30
suo
gioventù
notizia
D'Argentai,
Parigi,
a
annunziava
e
«quasi
il Letourneur.
Voltaire,
arrivava
lettera
questa
poteva
luglio
1776.
tore
l'at-
arrivava
antico
pariginaaggiun-
BARETTI
al
esca
gere
il Voltaire
andava
in
che,
d'ottantadue
scrisse
pochi giorni
sforzandosi
di
quell'arte
il
e
quella
a
che
bene
notevole
la
sua
di
e
*
en
al
II n' y
quelques
et
Didier.
davanti
fosse
che
tre,
al-
nate
desti-
egli
sapeva
le
tutte
tempo,
finire,»
la
avait
Gudin
guère
heures
Socie
1871-76.
il
sue
té
-
le
au
Voi.
de
XV
Uh
Paris.
»
siede;
VII, pag.
«
il regno
BreneUerie,
de
456.
dalla
di
dell'Accademia.
della
lasciando
Morirò,
lettres
de
tour
la
tirar
il maresciallo
e
egli scrive,
de
tai,
D'Argendi
cerca
voto
gusto.
buon
signor
al medesimo
cui
con
accaparrarsi
del
e
Lett.
4c
quel
Antonietta
Maria
visto
ho
ragione
^
l'arte
regina
Duras,
Io
che
mezzo
evidentemente
diretta
seconda,
una
è
suo
*
lettere.
In
in
sul
oltraggiata.
che
pubblicità
avevano,
con
pubblicarsi. Le
erano
mezza
e
atrocemente
doveta
agli amici,
rigi,
Pa-
il ridicolo
maestro,
ogni
letta
di
mani,
Shakespeare
con
stata
rispettabile consesso,
dirette
piene
a
da
l'Accadem
al-
lettera
amici
a' suoi
terribile
all'Accademia,
lettera
al
altre
sullo
era
in
domestici.*
impicci
dimostrare
di
e
due
ottanta-
rispondere,
lunghissima
così
era
la Francia
tutta
«
cui
di
tentato
versarvi
disprezzo
traduttore,
La
di
con
ingiurie dettegli
una
parecchie
e
mente
vera-
fabbricate
case
cristiani,a' quali era
finalmente
più d'ottantadue
In
anni,
Ma
glia,
batta-
dirla
per
ottantadue
buoni
e
di
un'energia
d'ottantadue
cloaca, più
piano
suo
uomo
un
bisogno.
stato
con
allora
malattie, più
una
il
fatto
attuando
aveva
sue,
fosse
ne
già
prodigiosa
parole
ce
se
aveva
lo
e
foco,
21
VOLTAIRE
CONTRO
1776.
1 novembre
Voltaire
qui
ne
Desnoiresterres,
deuxième
la
édit. ;
fissent
taire
Vol-
Paris,
22
VOLTAIRE
Francia
imbarbarita
e
che
spero
ai
la
selvaggi
cui
ella
signor
il
è
prima
di
Perciò
di
Ottentotti.
la
Duras
ho
mi
sforzato
giusto dolore,
per
far
è
del
signor
di
mani
doverlo
non
gli
non
concede
ciò
volta
questa
la
poi
vene
mi
il paese
lui.
per
Il 4
i
sarà
mi
ma
pare
po' esplicita.
un
consuetudini
sue
dal
minuta,
bello.
ch'io
che
giorno,
sacrifichi
mi
ora
far-
bene
forse, un
ma
nunziare
pro-
per
So
;
Vedrò
la barbarie.
in
Esso
l'Accademia
se
astenersi
il D'Alembert
d'agosto,
in
stesso
lasciar
Lett.
ragione.
*
rileggerla
*
sola
mia
nemici;
obbligato
lettera, che
forse
Lo
togliere
30
a
e
adunanza
lui
luglio.
ciò
dal
nome
mente
viva-
che
giorno
il permesso
di
Voltaire)
pubblica
però
pregava
il
chiedendogli
preveduta
solenne
mese.
cit. del
in
letta
stata
era
privata,
adunanza
nella
scriveva
Voltaire, ringraziandolo
al
(cosa già
di
della
il mio
»
della
dello
la
contro
copia
una
dell'Accademia
avanti
fogli
de' fieri
mi
tacere
dovrebbe
non
avere
procuro
far
è nelle
non
sentenza
sua
raccogliere
di
di
un'approvazione
ma,
;
scritterello,
uno
stampe,
gnato
sde-
i Francesi.
D'Alembert;
alle
dare
Disgraziatamente,
ma
parlare
nore
l'o-
rare
divo-
vederci
vendicare
all'Accademia
sono
fatto
gallina (Welches)
voluto
il
che
qualche volta
sono
di
patria,
ci avrà
per
mi
Io
vivete,
preda
Spero
non
mandato
quale
nelle
seconda
sua
ornamento.
nazione
morire,
ho
la
nell'Accademia
contro
nel
mostri
maresciallo
dagli
non
principale
d'entrare
per fortuna, voi
in
abbandonerà
; ma,
regina
ai
e
SHAKESPEARE
CONTRO
di
del
25
toglierne
potesse
parere
o
of-
personale,
fesa
il
ridere
pubblico,
Il Voltaire
cessero
fale
scandalizzare
di
un
più
frasi
sconce,
più
anche
questo
non
scrive
insiste
Racine
Le
altre
cose,
lettere.
Onde,
Lett.
*
Ibìd.^
3
Lett.
*
Ibid.
10
del
e
del
in
che
combattuto
stesse
*
^
Al
15
e
agosto.
al
del
vi
contro
anche
com'
agosto,
un'altra
bert,
D'Alem-
quale,
altresì
di
Su
premura,
al
come
vive
tazioni,
esor-
mente
«eminente-
difendere,
e
in
è
peggiori,
naturale,
D'Alembert.
13.
«dopo
laviate
de'
il
e
Pierrot-Le-
egli aggiunge,
quantunque,
avrete
nasse
immagi-
Sofocle, Corneille, Euripide
battaglia, bisognerà
perchè
volte
Gille-Shakespeare
contro
iourneur;
meritoria»
e
Accademia,
fa
diente
espe-
realmente.
l'opera
proseguano
patriottica
pubblico
Harpe.
accademici,
affinchè
piena
al La
due
e
opportune
singolare
con
scritto
anche
gli altri
tutti
c'era
d'averne
pago
ne
quel
i
il medesimo
pause
il
non
licenziose,
il malizioso
con
che
di
regina
stato
acciocché
di
egli
punto
della
sarebbe
saltando
leggerle,
*
avesse
contro
alle citazioni
gli suggeriva
D'Alembert,
di
poi
il lettore
che
prevedendo
altre
invocava
l'aiuto
Shakespeare
principesse. Circa
delle
correzioni,
quante
quale
tura;*
let-
nuova
alcune
farne
nel
passo
di
partigiani
alla
però ripetutamente
voluto, scongiurandolo
sopprimere
subito
all'amico
facoltà
piena
gli dava
a
altre, che
senza
acconsentiva
mandando
e
e
Shakespeare
e, i devoti.
dame
le
di
sostituirvene
di
licenziose, e
troppo
citazioni
alcune
e
23
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
le
sta
que-
mani,
votacessi.
scriveva
*
»
in
pettegolezzo
24
VOLTAIRE
divulgava
si
Voltaire
CONTRO
tutta
per
24
agosto
giorno
in cui
Parigi ;
molto
penarono
delle
principale
del
SHAKESPEARE
di
poco
leggersi
i Mémoires
VHistoire
de
parole
queste
intorno
Lo
al
Dell'esito
dir
per
quella
che
del
La
assai
*
Loiidres,
John
Maurizio
Tourneux,
frères) deUa
etCj
1773
fu
ha
in
poi,
invece
la
quasi
caro
parte
suo
passi
nome.
che
;
noi
(voi. X,
il
Luigi,
del
Grimm
infor^pava
ne
piaciute
erano
scritta
recente
par
dal
Meister,
e
voi.
(Garnier
Grimm,
Diderot,
che,
il
sotto
XI,
perciò
citazioni
edizione
nota)
va
(Cfr.
citare;
pag.
che
murosament
pre-
maestro.
269.
208,
in
e
D'Alembert,
IX,
pag.
(o,
Meister^)
illustre
Littéraire
»
notizie
; le
sua
chè
per-
signor
San
degli uditori
Conrispondenza
dovremo
mettere
vittime.
stesso
tona.
pagni.
com-
sima;
piacevolis-
le
Voltaire
neUa
indubitabilmente
i
e
del
Adanison
sempre
ziata
annun-
eroe,
del
scherno
agosto
Correspondance
dimostrato
sia
critica
dallo
27
suo
maggior
alla
la
e
considerazioni
Le
onore
segretario
suo
del
il
loro
col
tera
let-
una
e
è di
Ferney
Littéraire
Harpe,
lettera
con
di
hanno
questa lettura, abbiamo
del
meglio,
^
à
Francese,
col dovuto
pubblico
Correspondance
nella
lettres
ricorrenza
nella
di
pòi
sef^vif*
Letourneur
insieme
che
letta
sarà
l'Accadem
al-
Shakespeare,
signor
nominato
Dicono
diretta
all'Accademia
filosofo
del
immolare
^
dal
la data
del
parlare di
gran
gione
ca-
vigilia
pour
des
di
i traduttori
Voltaire.
per
un
traduzione
hanno
e
secrets
di Voltaire
scopo
ridicolo
non
Si fa
molto
è
la lettera
République
«
una
a
non
di
:
signor
del
in
la
della
del
la
Infatti,sotto
cioè
quell'anno,
doveva
indovinare
a
ire.
sue
gli avvei'sari
e
nome
al
pag.
dal
marzo
del
Grimm
quale
456,
li citeremo
poi
partengono
ap-
nota
2)
sotto
il
26
a
VOLTAIRE
della
Stampa
lettera
furono
Parigi
fatta subito
prime
proibito di
che
il
di
bruscamente
amici
libraio
che
un
a
edizione
metterla
si
D'Alembert,
di
L'eco
imperiali
della
lire
da
motto
un
quale,
la
è
visto,
detto
ella
*
e
del
7
detto
Lett.
^
Jbid,
al
del
—
anche
^Grihm,
e
Lett.
Voltaire,
«
«tato
assistette
agosto;
fin
già
esclamò
2
la
molto
motto
1769,
al
a
si
Montagu
Meister*
dal
accademica
seduta
1T76,
Si vede
«
questo
sappiamo
ottobre
:
sono
terreno
infatti
dal
s'è
come
Shakespeare
un
alla
inglese,
conversazione
una
fecondato
anche
del
signora
di
Allora
confutare
per
De
signor
Vaines,
D'Alembert.
D'Alembert
Il malcontento
dal
in
letame,
Parigi, poiché
a
anche
accompagnata
attribuisce
Montagu.
trovava
25
di
noi
che
D'Argentai
arrivò
ci
le opere
ha
estratti
o
D'Argentai, dove,
Qualcheduno
Elisabetta
del
al
che
ai
leggesse pubblicamente.
leggere
letame
ingrato.»
che
la
ammasso
questo
al
in tutta
mandarono
Harpe
spiritoso d'una
lettera
^
quella all'Accademia,
notizia
assai
la
enorme
che
la
sentendo
Parigi
un
di
il D'Alembert
Inghilterra,
In
luglio
scere
accre-
per
corrispondenti copie
19
riferita,e
che
prima
reali
e
il La
veva
l'a-
che
subito
si diffuse
e
dere
cre-
incoraggiamento.
rumore
del
lettera
abbiamo
a
questo
d'
Il Meister
l'Europa.
loro
annuali
premi
fatto
all'Accademia,
applaudita, millecinquecento
i
il re,
irreligiosa, rifiutò
fosse
accordare
era
ne
se
e
;
di
sulle
venne
^
in vendita
lettera
quella
e
spediti agli
nuova
una
secondo
quale,
lui
da
sequestrati,*
aveva
al
SHAKESPEARE
CONTRO
Meister.
al
Voltaire,
del
Op. cit., voi. XI,
contro
re
(Grimm,
1
ottobre
T Accademia
Op. cit.,
pag.
317.
1776.
voi.
è atte-
XI, pag.
319.)
B A RETTI
i
del
giudizi
lo
stesso
inglese, alla
poeta
lettera
seconda
rispose
il
(ne
amico
suo
*
Harpe,
innanzi
una
aWlrefie^
premessa
La
più
riparleremo
rispose in
il Voltaire
quale
all'Accademia,
pure
.
sulle
Saggio
un
Shakespeare, e nel 1777
Discorso
del Baretti*) pubblicò
Voltaire
un'Apologia del
del
pare,
contro
e
di
genio
dopo,
(poco
scritto
Voltaire, aveva
sul
e
opere
27
VOLTAIRE
CONTRO
)
che
strattò
bi-
il critico
anche
italiano.
inglese
in
ali* Accademia
Lettera
La
pubblicata
e
che
dieci
da
notizia
naturalmente
al
dare
per
aveva
Voltaire
1777
già
aveva
annunziava
lo
Al
di
^
al
o,
V
che
Letourneur,
molta
con
poi
come
che
i fautori
già
del
vi
0
resto,
a
lui
Gfr.
già
par
intorno
a
si
de
scrivendo
fiacca
le
cose
stessa
stesse
so
dire
tradurre
a
(XII, 7); perchè
Shakespeare
vità
no-
potesse
l'Apologia,
il
Non
Montagu»
della
e
esser
una
7.)
preparavano
madame
dopo,
per
XII, pag.
il Meister
quindi
pure
Meister
primo Saggio
stava
molto
parve
voi
gio
mag-
s' incaricò
dovette
dal
avanti
cosi il
essa
data
Io
poco
cui
Vi
«
(XI,
autrice,
La
quale,,
in sostanza
che
veva
n'a-
il Voltaire.
detto
•
Shakespeare
che
dette
erano
dell'anno
chiamava
lotta
Op. cit.,
Shakespeare
di
francese,
della
talia.
d'I-
nel
1777.
uscisse
e
man-
vedremo,
del
Montagu
traduzione
amici
m'avete
ora
giugno
del
scriveva:
che
come
di
della
neU'ardor
giugno
sapeva
usci,
primi
(Grimm,
di
egli
latino
sollecitudine, è
de
Apologie
299).
o
nel
la
che
e
neirottobre.
^V
ne'
Apologia
perchè
prima,
fatta
Baretti
del
più tardi,
suppongo
non
Ricetti,a Treviglio,
gli
lavoro,
suo
a' suoi
compiacenza
che
maggio
5
il
stampato
quel Discorso
Il Discorso
Il
ebbe
all'opera
carlino,
del
que,
dun-
colà,
si mise
e
Frusta.
mezzo
con
dottor
ringrazio
il resto
nella
promesso
tutto,
tradotta
Il Baretti
ritornato
era
di
subito
Londra.
a
anni
fu
la
lettera
scrittagli
dal
Voltaire
il 14
gennaio
1778.
28
VOLTAIRE
CONTRO
dato
; ma,
inter
cosa.
Come
per
francese,
che
in
di
poco
e
di
di
metto
che
alla
E
abbia
e
fama
fa
^
e
in
Già
vi
il diavolo
se
dottor
corpo
grate
d'un
conte
Bujovich,
a
240
pag.
1776,
e
ma
242,
da
lett.
tutto
il
1777.
«
Ibid.,
3
7fttó.,pag.
252-53.
*
md.,
pag.
234.
*
Ibid,, pag.
259.
pag.
258.
GXXI,
contesto
;
che
il
giorno
a
un'antica
nascondere
cuore
di
e
*
chiostro.
giorni
Lo
dopo,
al
voi.
IV,
^
Venezia.
Baretti
Giuseppe
mi
Ricetti, alla
di
ripeteva, quattro
di
suo
a
,
annunzio
Opere
che
non
dava,
stesso
^
bretto
li-
per
stampato;
andata
era
orribili
le
nezia:
Ve-
a
Inghilterra,in, Francia
del
di
»
composto
Caterina,^
quale
*
mai.
picciolo
un
annunzio
cara
bellezza
tra
Ferrigo,
ho
sta
quefaccio
Gozzi
mezzo
parente
la
che
e
scritta
piacerà,
sempre
grande
è
.
mi
in
m'abbia
che
.
portuno
op-
interesse,e m'aspetto
per
stesso
una
forse,
mente
e
Lo
a
dolce
una
non
tempo
fatto
pezzo,
pubblicherò
romore
;
»
medesimo,
fiamma
dì
in Italia.
gabbo.
sua
e
l'avrete
tempo
tutto
a
ho
un
francese,
del
fore'anco
un
gente, quando
come
che
cosa
pochi
far
a
ho
Shakespeare
a
alla
Angioletta
lingua
acquistar
dira
limata
ho
contessa
in
che
e
se
messo
Sentirete
proposito,
che
«Fra
intorno
so
meglio
sia la
l'ho
ce
Voltaire.
buon
operetta,
conto
che
Discorso
sarà:
quello
ci
stampare,
.
monsieur
a
dire
so
di
mio
un
po' più, perchè
un
povera
manderò
ne
finito
ornai
è
ve
molto
una
pare
ricambio,
vi
fuoco,
Il titolo
e' mi
nos^
piacerà
vi
certo
son
SHAKESPEARE
Milano,
porta
la
apparisce
1838-30
data
del
scritta
;
5
maggio
il 5
gio
mag-
BARBTTI
Il
Voltaire, intanto,aveva
più accanimento
l'anno
tutto
a
che
a
ballo
lo
Shakespeare
(di
cui
conosceva
la poca
a
raccomandarglisi
il
passare
tempo
motteggi
il Voltaire
il nostro
Voltaire,
nelle
di
assai
e
il
in
^
Lett.
*
Frusta
3
Si
dono
del
15
la
che
egli
il
lettera
diresse
de'
^
i Francesi
mostra
opinione,
col Les-
i
)
oggi
il
contro
quali
non
mo
dobbia-
quel largo
precorre
quasi
e
tutti
fanno
Tomba
di
del
1T76.
ottobre
primo
faceva
questo tempo
tale
(tra
dietro,
in-
Shakespeare^
giganti
in
Pignotti
15
Letteraria^
veda
di
ancora
altri
giudizio, che
giusto
di
que
prima, quantun-
difenderlo
a
modificato
dimenticare
e
passi
molti
ammiratore
però
pochi
con
anni
tredici
teatrali;^ ma
opere
sing
spalle altrui, prodigasse
così
incominciato
riteneva
avere
prossimo
Baretti, all'incontro,ne
grande
già
avesse
il
quell'arlecchino
contro
faceva
avanti; poiché
già fosse
e
umiliare
il
essendo
*
Shakespeare.
Mentre
spirito
) ; arrivò, dico,
perchè
alle
ridere
Riche-
di
il molto
i debiti
poteva
a
di titoli.
al duca
spese
in
sene
far-
per
maniera
caldamente,
quando
i suoi
ammiratori,
sue
a
molte
le
di tirare
modo
ogni
con
voglia di pagare
lietissimo
molti
i suoi
e
fino
quasi tutte,
In
tempo.
raccomandam
a
e
e
quel
vituperarli
e
perfino
duca
in
con
vedere
Per
leggere
proposito d'altro,trova
beffe
Arrivò
di vita.
'
continuò
la
e
campagna;
arrivasse, bisogna
lui scritte
da
anche
sua
anche
continuato
gli rimase
che
punto
lettere
lieu
la
29
VOLTAIRE
CONTRO
e
gennaio
il
alla
due
1764.
speare)^
Shake-
poemetto
(La
Montagu,
quando questa gli mand6
Saggi
che
abbiamo
accennati.
^
SHAKE5PBARK
TOLTAntB^OXntO
inglese.
poeta
^oo
Discorso,
coi
fn
ciò
In
die
il
sta
risto
araldo
wa,
scritto, pasaeraoDO
merito
maggior
del
l'occasione
in
esaminare.
a
in.
Il Baretti
pr^udiziale
la
rero
il foco
apre
cioè,
:
creduto
ha
la
se
parlò
dare
Bisogna
il
ha
«
due
Molti
di
punta
Eccole
anni
Narval;
senza
ci
il
Conferenze
»
s* è
dato
dita.
che
Ma
ci
gua;^
lin-
argomenti,
nione.
opi-
codesta
critico,
nostro
ch'egli
il mondo
delle
il
dice
Voltaire
a
e
che
quella
parecchi
scossa
ha
quale,
Baretti;^
"cilità
con
fa, egli pubblicò,
*0p. cit., voi. I,
Sei
taire,
Vol-
un
ha
gran
la
prore
da
lingua
ce
ne
qui.
piccolitrattati
*
creduto,
nostro
reca
convenire,
signor
sulla
date?
col
bella
una
fare, per persuadere
inglese
ralore
dell'inglese:
scrisse
e
il Baretti
possono
che
credere.
perfino lo Strauss, il quale afferma
mentre
«
hanno
Desnoiresterres,
il
piglia perciò
il Voltaire
«
far
biografi del
i
conoscenza
recentemente
creduto
che
sua
dar-
qualche
ha
tutti
questione
conoscesse
impertinente
quasi
di
roterà
più autoreroli,
i
certo
restrizioni,alla
anzi,
il Voltaire
se
oggi, perchè
e
specie
ana
lingua inglese quanto
Qnest' indagine
anche
con
in
pag.
inglese.
382-86;
intorno
Parigi, 1876).
ed
Conferenza
E
sotto
il
questa è
voi.
suo
una
Vili, pag.
Voltaire
seconda.
(traduz.
nome,
prima
114-18.
frane,
del
BARETTI
.
che
prova,
francese
la
è
assai
pare
pochi
non
seconda.
in
forte.
parlato
parecchie
delle
è
la
terza
bene,
«Io
prefazioni,discorei,
che
quali
perfettissimamente
si manifesta
come
li farebbe
il
guaio
una
sola
fosse
Non
credere
stoni,
il
non
di
sappia
che
principio
Londra,
solo
*
Il
ia-12'*.
che
fu
Essay
stampato
upon
Homer
down
indica
Taltro
the
to
mal
locato.
col-
o
trattati
poco
dopo
il
La
Milton,
trattato
in
of
the
modo:
per
*
e
forse
Epic
on
di
seconda
Poeiry^
1726,
Letteraria^ Vili)
questo
con
European
«
4n
titolo:
Nations^
Bibliothèque Frangaise
questo
simo
trente-
suo
studiato
aver
{Frusta
1727,
nel
Poetry
all'inglese,
pubblicati qui
Essay
«
tati
trat-
li ha
invece
Londra
Epic
:
que' due
egli
dire, dopo
Baratti
a
che
costrutto
un
vestiti
(I, 382) cita così,
due
Il nostro
inglese.
frase
una
non
ci
non
troppo
che
lingua inglese.
Desnoiresterres
»
se
ausiliare
un
testa
che
suo
a
la
dei
nell'altro, me
fine.
sua
prima
e,
di pensare,
non
convenire
dalla
poco
anno
uno
mano,
di
però
anno,
un
alla
rammentarsi
bisogna
generale
è
gallicismo,
non
scritti
sacco,
quell'inglese
vili
ci-
guerre
sono
e
suo
glese,
in-
in
ganza,
esattezza, leggerezza, facilità,ele-
usciti
siano
a
è
Innanzi
«
del
straniero,
Tutto
dal
nell'uno
lieve
le
soggetto
parola impropria,
più
i trattati
due
poesia epica,
farina
che
prove?
la maniera
e
;
la
scritti. E
dole
esaminan-
Ma,
prova.
per
Francia, Taltro
di
altri simili
e
tutt'e
ha
uno
note, osservazioni,
queste
esse
reggono
convengo
de'
ultima
e
in
inglesi.E questa
dedicatorie, proemi, avvertenze,
questa
tradotto
speare
riparlato di Shake-
e
sue
lettere, dissertazioni,saggi,
ha
Egli
d'autori
brani
Egli ha
31
VOLTAIRE
CONTRO
Essay
dice
An
from
(XIII, 127)
upon
the
'.fZ
VOI.
TAIRE
Chiunque
«
CONTRO
bene
conosca
facilmente
tanto
tempo
poco
padroneggiarla
finezza
tanta
trattati.
a
più grossi
beverai
miracoli
de'
che
un
bei
quelli
anno
in
prima
può
che
civil
leggere
non
S.
anche
la
poi
L, pag.
uniti, in
che
il
dà
Vollaire
in-i2°
de
hrr
par
svj
1733.)
E
un
vuol
ci
non
libri di
anni.
gnor
Il si-
Mélanges,
tnonvscripts;
curioìts
confessa
li facesse
che
di
care
cer-
et
tra
così
Ma
pagine.
epica comparve
si trovava
tradotto
avevano
in
li
par
M.
»
francese,
de
Paul
ragione
il
e
del quale il
de
l'Essai
Paris, BoUin
tutt'e
stro
mae-
Voltaire
M.
Rolli, tradwt
Il Voltaire, dal
poeti.(Lett. al
inglese,
Londra,
contro
*Eicamen
(Antonini);
pages.
in
che
in
a
reale, scrisse
épique,
i cattivi
è detto
non
allora
A'"
Jallasson.
VAvvertema,
che
indicazione:
L.
pubblicati dal
cbe
signor
Voltaire, edia., cit,,
Poesia
subito
135
de
del
17S7.
del
Poésif:
M.
130
di
famiglia
fu
furono
volterriana
sulla
Holli,
alla
la
il Rolli
due
Il Beuchot
(pag. 530),
data
questa
sw
Vanglais
bensì
la
Paolo
opuscolo,
Beuchot
from
8".»
in
ci
più
ne' suoi
complète^
trattati
opuscolo
Saggio
d'italiano
un
i due
detto
precede, porta
il nostro
{CEuvres
solo
E
Appena
assai
Bibliografia
recente
529),
un
anno.
può
straniero
dire
in
Padova.
ma
trovarli, quantunque
a
anche
correttamente
primi
extracted
riuscito
Giorgio Bengesco
voi.
scriver
mili
si-
a
Londra.
a
Secondo
bei
un
si
corpo,
letto
ne'
1727;
JallasBOn,
mai
esser
ha
France,
of
wars
LondreB,
ha
di
lingua;
per
que'
prestar fede
inglese! Uno
non
di Voltaire
e
di
con
è scritta in
da
una
due
o
trattati
riesce, se
di
molto
imparar
altro
poterla scrivere
sant'Antonio
anima
così
l'inglese,e
come
tranquillamente
di
Certo, mettendocisi
anno
di
ingenuo
prodìgi,dovrà
in
padroneggiarne
segno
è tanto
si persuaderà
possibile,anche
disinvoltura,come
e
Chi
di
sia
cogì difficile
una,
lingue,non
due
che
pid grandi ingegni,
ai
i
SHAKESPEARE
canto
Vernet,
due.
de
de
fils,1728,
suo,
14
teva!
met-
settem-
-
34
altre
Due
in
sempre,
delle
piena
in
del
Voltaire,
la
si credette
La
seconda,
diffusa
un
forte
argomento
poco
0
tante
nulla
Contentatevi
di ciò
parlarvi
Quanti
e
che
spirava
tra
Il
alla
versi
ai
e
dal
tanto
libri
sei
di
di
brani
il vento
le
cose
traduzioni.
sue
in
tradotto
; alcuni
ha
ne
liberamente,
io
francese
suo
to
in
se
to
due
di
il
per
he,
lui
se
dotti
tra-
traducess
si ri-
sarebbero
cavati
fossero
be,
noi
che
inglese,
che
soliloquio d'Amleto,
impiegato
dico
Figuratevi
or
da
Shakespeare
liberamente,
Zoroastro.
monosillabi
ha
Quante
l'altra
sbrigarci di quel-
dunque
altri in versi
a
Shakespeare.
inglesi.Alcuni
d'autori
glesi.
in-
restringa
queste
delle
ha
riconoscibili, quanto
un
ci
Voltaire
sa
autori
secondo
Ma
cioè
più
dalle
desumo
contradizioni!
scriveva!
brani
il
lettera.
Rispetto
in
solo
rinfusa,
quella
di
in prosa,
tradotti
alla
portanza
im-
il Voltaire
mi
bisogna prima
di
molti
del
»
esser-
Ma
«
molti
ora,
detto
:
io lo
su
per
quante
e
poco:
signor
francese
«
ha
quando
prova,
altri
che
quanti biasimi
vedremo
«
che,
spropositi
lodi
sballate
lui
che
grande
così
che
affermare
questa lingua,
da
censure
nome
ridicolo.
in
dava
non
ripigliava
per
di
il
particolare; infatti,dopo
poco,
miraglio
am-
povero
sotto
metterlo
per
suna
nes-
orribilmente,
così
il Baretti
che
del
innanzi
tempo
come
pubblicata, e
stata
proposito
a
inventata
fermato
in
era
«scritta
era
questo
a
cisi
lettere
inglese,
Bing,
prima,
questo caso,
fede, giacché allora
buona
suddette
la
notaxsi:
devono
parlava,
crìtico
lettem
una
poi
cose
il nostro
che
SHAKESPEARE
CONTRO
VOLTAIRE
dai
i
tradurre
co'
quali
mincia
co-
signor di Voltaire
quegl' interminabili
afes-
BARETTI
sandrini,
mette
il
tutto
il
Qui
ventiquattro sillabe;e poi, per giunta,
cioè
franteso
ha
le
strepito d'eloquenza
far
da
»
be ; that
to
De
à
la
vìe
è
non
il
nelle
Lettres
33)
I"u
;
il
Thédtre
i
;
cyclopédie
Demeure,
lo
ou
in
poiché
lo
au-dessous
amusé
cui
la
fino
choistr
allora
populace.
»
mon
dei
Tètre
là
aveva
; le
et
qui
ce
éclairez
de
la
plus misérable
du
glese
in-
VEwrope
speare,
lo Shake-
intitolato:
è
produzione
ri-
una
corretto
primi
però
per
diche
preosce-
passo
un
sur
tre
VEn-
versi:
néant»
m*attend.
courage.
la dose
molto
scagliati
e
Questions
mon
rincarava
Gii le
de
scritto
quali citava
i
1734;
traduzione
prendendo
nelle
pubblicò
del
Nations^
appunto
de
lo
(1764), che
caduto,
^
courage.
nella
nello
les
à
trouble,
«un
d'Arlequin
noi
!
néant
au
Carré
era
perir, c'est
mon
chiamava:
or
il Gorneille
tra
ripubblicò
quest'ultimo scritto,
che
be,
ìes Nations
poi
Appel
variando
il faut
souffrir,
il Voltaire
il Voltaire
ioutes
Jerome
dell' Urceo,
Ciel, qui voyez
E
à
TOtway;
in
ma
cui
(ediz. francese
giudicare
precedente
(1770),
Ou
Tètre
est, éclairez
en
par
finalmente
e
a
e
abbaglio
sterà
ba-
V ìnstant
à
pubblicasse anche
lui
Racine
Sermones
nissimo
lo
da
To
il
passer
Philosophiques
Anglaise^
curioso
et
de
et
mort,
poi neìVAppel
del
d'un
choìsir,
s'il
che
(1761), invitate
tra
tradotto
Scu-
noi
A
versi, con
tre
soliloquio, cosi cucinato,
probabile
del
la
justes!
alla
i cani.
uno
«
question:
il faut
Tutto
prima
the
is
Demeure,
Dieux
^
primi
d'aver
pretendeva
e' è davvero
anche
scappare
condo
se-
la traduzione
con
di sentimentalismo
e
i soli
citarne
soliloquio
Johnson,
Voltaire, nella quale
del
déry,
amico
asserisce,
quanto
di codesto
senso
suo
»
di
prova
il
del
note
soliloquio !
in
Baretti,
confronto
a
35
VOLTAIRE
CONTRO
lo
contro
Foire;
un
bouffon
properi
degl'im-
Shakespeare,
farceur
très
ait
jamais
qui
'
36
VOLTAIRE
CONTRO
Rispetto poi,
«
tradotti
in prosa,
studiato
di
soldati, e
il
del
re
scompare
al
renderli
ridicoli.
àalY Amleto.
tutti
Da
sia
subito.
che
qualil
tutto
le altre
tra
ventevole
spa-
che
affliggere
per
due
a
questa
argomentano
loro,
di
uno
sempre
quasi
essi
brani
gno;
re-
dice
cose,
compagno:
little
A
the
ere
The
graves
Did
squeak
stood
versi
ci
altrettante
parole,
quali, naturalmente,
di
curiamo
questa
sheeted
cioè
il verbo
e
in
bisognano
difficoltà,e
i due
ber^
gib-
to
francese
tre
il
snervano
dead
streets.
parole,
tradurre
ci
e
the
sheeted
e
fell,
roman
tre
sono
si possono
non
and
the
in
gibber
aggettivi tenantless
che
Julius
mightiest
tenantless,
and
questi
In
«
si
cavati
si è
apparisce
calamità
perciò
e
da
modo
ai
«
di Danimarca
apparizione
grande
Baretti,
Voltaire
di
signor
esempi,
L'ombra
«
il
prosegue
»
storpiarli in
alcuni
Eccone
SHAKESPEARE
con
perifrasi,le
senso.
Ma
ci
non
traduciamo
come
può:
Un
Jules
tombes
restèrent
enveloppés
morts
firent
des
cris
«Il
signor
Du
temps
s^ouvrzrent,
et
ediz.
di
de
dans
et
leurs
tristes
parlèrent
les
Voltaire
la mort
un
lan-
romatnes.
invece
traduce
de
robes
entrev^x
rues
les
et
Cesar
così:
les tombeaua;
^
les morts
sautèrent
Voltaire,
etc.);
très-puissant
habitans,
sans
inintelUgible dans
gage
rent
le
que
fut tue,
les
*
auparavant
peu
(Euvres
dans
dans
les
pag.
de
rues
complètes (Appel
cit., voi. XXIV,
linceuls
leurs
193.
à
toutes
Rome.
erte^
les Nations
BARETTI
«Prima
to
di
sgueak
ha
specialmente
tutto, io
altra
nel
passato
did;
far
chi
se
dico
vuol
ha
dire
è
Lo
il
coraggio
che
ognuno,
di
in
i
quello
con
dice
taire
Vol-
di
signor
inglese si
ridere
far
capisce
tradurlo
di
gare,
vol-
senso
nessuno
il
in
verbo
questo
jump.
io
meglio
riuscito
invece
lettori,se
morti
sgueak.
chiama
gallo : the bird
il
locuzione
(l'uccellodell'alba),
poetica;
du
il
e
di
signor
^
point dujour,
che,
Voltaire
glese,
in in-
traduce:
che
locuzione
of
cese
in fran-
prosaicissima.
é
Shakespeare
Lo
cloak,
tny
inky
mio
mantello
di
cioè
fa
lutto;
Taggettivo inky
significainchiostro,
couleur
col
proprio
e
*7WJ.,
loc.
pag.
d'encre,
metaforico.
cit.
194.
dire
al
il mio
perché
^Op.
cui
egli sarebbe
Shakespeare
Voiseau
haòit
che
e
quale, nel
la
di
cosa
quei
to
a
è
che
da
a
gridarono fcrièrent),
ché
poi detto che ballarono
(dansèrent); giacpiù vicino ballare
saltare, che gridare
a
dawning
«
lingua
gibber significa: parlare
to
a?^ticolata;
credo
che
(cHér)
«
possibile
è im-
che
d'una
inteso
bene, questo verbo,
proposito
suo
avesse
l'ausiliare
dal-
preceduto
sappia
tuttavia
(saltare),che
sauter
dire
Sarò
una
avuto
Io, dunque,
di
crier,
energie
algebra,
da
Or
acca.
nel
il francese
quand'è
certe
male
maniera
si fa derivare
di
che
linguaggio incomprensibile, parlare
un
un
forza
l'altro verbo
che
inglese
noto, benché
sentire
la intende.
non
una
lo
e
il verbo
che
noto
ben
37
VOLTAIRE
CONTRO
e
il
deriva
traduce
^
principe
mantello
signor
dal
Amleto
Voltaire,
sostantivo
addirittura:
così il
scambiando
È ignoranza,
il
nero,
di
o
:
ink^
mon
senso
malizia?
38
VOLTAIRE
Riuscirei
«
lungo
dato
Ma,
fossero
davvero
tradotti
ci
da
qualsiasi cosa
può
farsi
più ignorante
aiuto
una
di
in
tradurre
Conversazioni
signor
di
Voltaire
ne
che
s'è
dal
d'essere
arrogato
il carnefice
di
ridergli
in
faccia
la
fosse
il processo
e
? E
non
in
uno
e
Shakespeare,
gella? Si può
far sentire
sopra
dunque,
tutte
il
una
le bellezze
dotto
tra-
aver
di
morte
come
se
questa
? Si
impiccare
e
un
specialmente
da
come
d'un
tergli
po-
sopra
sufficiente
traduzione
traducendo
giudice
astenerci
a
poeta,
più,
di
crede
e
le
il diritto
vorremo
condannarlo
un
non
e
sa
tempo
legittima
specialmente
che
pace
può, dunque, giudicare, condannare,
autore,
glesi
in-
migelle,
piccole da-
ne
traduzione,
testimonianza
una
un
scuole
l'inglesepiù
Shakespeare,
compassionevole
sua
egli
qualche
Ma, quando
quand'egli, dopo
lo
moria
me-
e
le
come
a
Shakespeare
letteralmente
fare
Prince.
Le
se
a
Telemaco
ch*egli sappia
E
solo
anni,
suo
lasciargli godere
potremo
che
forse
segue
col
Nelle
dieci
il
traduce
il francese?
esse
come
e
di madama
del
anche
grammatica.
tal modo
rola
pa-
l'aiuto
coniugazioni
di
pere
sa-
sanno
imparato
aver
crede
per
Tutti
con
lingua, e
damigella
ci
un'altra,senza
si traduce.
di
dozzina
c'è
non
il
di
maestro
mezza
in
facilmente
molto
elementuzzo
sappia
cui
cosa
parola
lingua
vocabolario, dopo
d'un
altro
da
tera
let-
molto
ingegno,
tradurre
una
quella
bene
ciò
che
molto
alla
egli
se
a
Voltaire.
che
al lettore
fatica, per
molta
di
signor
benissimo,
bisogni
più
fermassi
lui tradotti
da
? Io domando
che
intender
del
i brani
tutti
guadagnerebbe
e
infedeltà
che
pure
mi
noioso, se
troppo
queste
su
SHAKESPEARE
CONTRO
un
grande
damibino,
bam-
scrit-
in
tore?
Si
scelta
giudiziosa delle
può dunque
l'eleganza
lo
de' modi
il
e
; la
insieme
? Chi
in
l'abbia
non
di
questo
la
la
letto,o
parere
il
la
o
mia
di
e
volte
gli epiteti d'impudente,
di
facchino,
di
il
segretario
poiché
all'Accademia
cosa;
Francese,
poiché
bassezza, quando
che
che
stesso
la
la
lingua
non
tradusse
francese
disgustoso
e
ne
cosa
cusarmi
d'ac-
ragione
Non
d'imbecille,
quali gli
non
si è
piaciuto
è
come
si
comportato
poiché
di vantarsene
se
vergognò
i versi
fatto
della
spregevole;
che
speare,
Shake-
versi
farlo
una
propria
di
sciolti
detesta, per
ha
davanti
avesse
inglese richiede, in
scena
poi
e
che
Shakespeare;
a
perfino la sfrontatezza
avuto
mente
letteral-
Letoumeur?
riguardo
diversamente
bella
egli
de'
non
insieme?
malafede
furfante,
taire
Vol-
capito, o
traduzione,
mille
cose
di
Marianna^
sua
meriterei
Ma,
in
sime
bruttis-
signor
mi
«
di
queste
io traducessi
se
avrebbe
Non
d'ignoranza
.
ponimento
com-
numero
tutte
l'abbia
non
? Ma
la
disse
fa. Che
tempo
sopra
egli ?
onorare
tutte
d'un
infinito
un
Il Boileau
Merope
sua
censurassi
direbbe
sificazione,
ver-
concorrono
prosaicissime, volgarissime,
molto
francese
sia
e
un'altra?
in
della
complessiva
che
sa
strofi
apo-
bellissime, nobilissime,poeticissime
sono
lingua,
una
non
la
fasi
; l'en-
delle
e
fierezza
che
cose
la bellezza
formare
a
parole
altre
cento
e
nobiltà, la
la
dolcezza,
monia
l'ar-
metafore;
allusioni
esclamazioni
delle
rezza,
pu-
stile;
delle
l'arguzia delle
;
patetico
dello
splendore
la
frasi ; la
espressioni ;
disinvoltura
precisione delle figure;
la vivacità
delle
e
sentire
far
modo
delle
forza
la
periodi;
de'
tal
parole
la
e
39
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
sciolti
così
ragione
ci
parire
apsa-
40
VOLTAIRE
rebbe
CONTRO
d'avergli
qae' titoli che
di
dei
s* è
tal
riguardi
meritato
io
al
cura
fava,
è
che
il
una
Opere
com'è
di
sudato
la
le
Nel
molto
seguito
del
disordinato
e
il nostro
del
critico
*
dal
Rilevo
che
Johnson)^
sola
una
desse
riga
giacche
st'
al
qui
non
ipotesi è
già s'era
e
che
trovo
contro
senza
Londra,
1770.
gli
rebbe
sa-
quale
quei
«
(Baretti,
1775;
Samuele
degnò
il
che
vendicare
per
quali
mai
di
Baretti
Tamico
;
dargliele. Que-
per
il
nostro
gonzacci,
Easy
pag.
inglesi.
imbrattacarte,
li
non
motivi
i
è
scritto,
critici:
probabile
cento
fu
cose
cento
fatto, che
dal
verità
dell'ignoranza
di
de'
di casa,
letteratura,
Johnson.»
Custodi.
il
altri
avesse
sa-
davvero
cui
con
e
uno
era
nuove
anche
avvalorata
allevati
«Ginevra,
le
Kenrick
abbia
di
in
e
biog^-afici
(Saggi
risposta È dunque
scagliato
contro
dal
di
una
la Francia
che
prove
lingua
Johnson,
del
detrattori
accaniti
di
Kenrick
questo
foga
la
altre
Macaulay
poesia,
sue
(Cap. I.)
rivela
fatto
la
studiare
di
Discorso,
suo
adduce
in
Voltaire
studiare
poeta, che
d'un
conto
forze.»
sue
delle
ingannare
per
gioni
ra-
notare
a
intendere
ad
piii utile
molto
tornato
dar
e
di
luogo
in
a
occupato
per
sul
Europa
tutte
bilissimo
formida-
uomo
prefazione
compresavi
scienze,
lingua inglese,
l'intera
con
s' è
cinquant'anni
I"ere
e
*
questa
signor di Voltaire,
un
nella
detto
complete^
ventina
Lascio
«
ingiurie
disgrazia che
vera
quale,
:
Kenrìck,
dire
di
nicamente
iro-
prendere
per
restringerò semplicemente
mi
e
chierie
sover-
e
aggiunge
poi,
e
conclude
Guglielmo
nell'arte
^
imposture
con
critico;
una
a
dottor
;
dargli tatti
non
glieli darò,»
non
il nostro
colombi
di
e
"tta?
«EppEire,
dae
SHAKESPEARE
nati
scrivevano
Phraseology
415-16.)
critico
gegno
senz'inde'
ecc.^
bercoli
litata
ci-
42
VOLTAIRE
difesa
AxìQ.^ScLggiin
dimostrato
il
fino
sime,
è
dimanierachè
Cassio
II,
I
scena
«Il
(Our
procedere
del
dette
course
egli
la
:
Le
«
mot
de
plats
volendo
[ la Montagu
cultiva
savoir
la
lui
mot
de
Je
suis
au
barbare
la barbarie
*
(Euvres
352-53.
compiè
tes
XVP
lettres, qui
sans
de
du
son
de
temps,
Voltaire;
et
«
Elle
de
pas
de
ne
n'avoir
qu*elle
sens
madame,
sens,
:
qui
reproche
persuade,
le vrai
*
Fran^ais
Paris
le méme
course
comédien
d'un
des
dans
.
pénétré
éducation,
sur
pag.
a
.
tra
un'al-
In
basta.
scriveva
premier
elle lui
.
seguente
alV Accademia,
errore,
auglaise
;
académicien
sans
le
accuse
langue
donne....
sens
questo
la
signifie aussi
Né
"
Lettera
alla
laugue
cette
donne
pas
]
zione
tradu-
peut-étre allusion
fait
table.
sur
di
scusarsi
:
paraitrait trop sanglante;
course
nota, postuma,
suona
così:
lupercales. Course
des
course
(atto.
sanguinario»
perfino l'ingenuità d'apporvi
ha
servtce
Romains
aux
quando
bloodj/J,nella
invece
suona
vi
dere;
proce-
inglese
troppo
too
nome
Antonio
testo
parrà
di
Bruto,
anche
nel
seem
Voltaire,
noterella
à
will
course
di
il
mentre
modo
o
risposta
che
comanis-
Cesare,
cavalli,
d'uccidere
), risposta
nostro
ed
la
gli propone
di
condotta
di
senso
parole inglesi
corsa
aveva
il Voltaire
che
Giulio
nel
di
senso
nel
usato
esempi
di
prendere,
Ella
Shakespeare.
senso
vero
a
nel
course
di
parecchi
con
ignorava
SHAKESPEARE
CONTRO
cet
que
c'est^à-direle
siècle,homme
enchérit
qui
ediz.
encore^
certaineraent
cit.,
voi.
XX
X^
BARBTTI
n'écrivait
pas
el
cKel
facon,
a
inglese
del
farina
del
sacco
tradurre,
so
fiche,*
Ciò
0
Voltatromaniej
il Voltaire
inglese
in
L'addurre,
in
insomma,
E
me
la
che
avesse
gl'in-
che
maestro
nel
viaggio
verità,
niente
e
fermava
af-
Genlis, quando
di
madama
suo
la
tutta
punto^
questo
su
zioso.
vi-
circolo
un
concludere
codesto
il Voltaire
quanto
veramente
dicesse
verità,
che
di
prova
per
che
pare
lo
Desnoiresterres, ^
fa il
l'inglese, è
conoscesse
altro
l'aiuto del
come
Saggio
medesimo
tato
il trat-
poi
e
che
sapere
lingua.
questa
segnava
di
epica,
La
libello
suo
scritto in francese
Poesia
con
soggetto
cattivo
nel
tener
senza
appunto
prima
sulla
quel
Filo--
correggere.
anche
quale,
aflfermava
avesse
Saggio
tradotto
a
il
Desfontaines,
dell'abate
0
di
cesse
li fa-
se
Lettere
le
evidente,
pare
egli
che
e
fettissimo
per-
davvera
fosse
li facesse
se
testimonianza
della
conto
meno
pezo
quel
che
non
tardi
più
lo
mi
dico,
Voltaire,
come
per
trattati
de' due
Xe
»
Veneziano.
un
evidente,
pare
me
Pope.
et
buso, direbbe
dunque,
Or
Addison
comme
tó
VOLTAIRE
CONTRO
in
Inghilterra
se
le
aveva
/
*Ghe
queste
la
primissima
che
del
lo
stesso
quanto
che
non
della
edizione
1733,
risulta
Voltaire
al
dice
si
capisce
Beuchot
capisce
accenni
mai
per
si
conto
Moland,
cui
a
anche
cit,
voi.
da
di
agosto
questo
meno
proprio
I, pag.
382.
voi.
nel
delle
un'edizione
esistito.
*0p.
il 29
ristampa
in
fosse
medesime
quell'anno,
da
30-31),.
75-77,.
era
caduto
voi.
II, pag.
proposito
del
pag.
e
volterriane, abbia
opere
che
scriveva
quanto
XXII,
e
glese
l'in-
appunto
II, pag.
(Op. cit., voi.
il
come
errori
e
Sade,
tradurre,
facesse
luminosamente
il Desnoiresterres
riprodotto gli
;
delle
così
De
accuratissima
sua
il Voltaire
Lettere
nel
1732,
che
non
il
vi,
ha
44
VOLTAIRB
inleso
dall'
^
que' poeti.
11
»
il nostro
Il
e, in
d'aver
in
di
fatto
nel
«
d'una
senso
rincresce
francese
in
che
lo
arriva
buono!
giudicare
Voltaire:
'De
che
an-
di
si
può
Geslis,
ben
qualche
'
Ma
»
altro
noi
biamo
ab-
cCuna
che
ingiusto
E
basti
«questo
ne
darò
gere,
aggiun-
Aristarco;»
Baretti
nome
glio
abba-
tico
l'egregio cri-
intanto
(mentre
che
e
dire
che
o
titola
s'in-
è
esso
alle
quanto
affatto
condaria,
se-
«impertinente,
qualità A' impej'ii-
sarebbe
dire, senza
114.
difficile
davvero
il Baretti
(Ladvocat).
pag.
) si ferma
»
solo
114-16.
sostanza,
*
più
Mémmr"^s
in
poi,
questa parte
avesse
«Op. cit., Tol. Vili,
3/ftMf., pag.
ch'egli
le idee fondamentali
a
In
le
il
contro
Letteraria.
per
tracotante,
se
di
contessa
sommamente
pedantesco.
e
e
dice
odio
per
dire, ma
dìscuteme
a
e
di
chiama:
professa tutte
esclusivamente
nente
la
parole
Frusta
esaminando
tracotante
che
di
per la corrispondenza straniera
Discorso
reale britannica;»
e del
dell'Accademia
Dio
che
due
o
Italiano
un
segretario
ne
ciò
e
l'ignoranza del Voltaire
seguito. Qui
egli
egli
le bellezze
Baretti, afferma
mostrato
della
prove
stiamo
al
doverlo
di
si è
l'autore
che
è
modo,
si tratta
che
Mi
«
quel
a
dimostrato
parole/
peggio:
sostiene
quanto
due
altre
fondo,
in
sciuto
cono-
l' inglese
gustare
lingua inglese, citando
visto
verso
di
lui
Baretti.
credesse
o
che,
parlasse
Voltaire;
Voltaire, da
malissimo
grado
Desnoireateri-es
Genlis
il
sapeva
"
in
punto
era
SHAKESPBARK
che
Wilkes,
LoDdra,
a
QOD
CONTRO
timore
-
Voi.
o
il
di
signor
di
sbagliare,
IH, patf. 362-63.
BARBTTI
che
le
con
l'enorme
CONTRO
in
avevano
quest'occasione,
se
però,
servì
ne
il
ingiustissima, mentre
contrario.
va,, in
In
Ferney;
lo
res
che
di
questo caso,
idee
larghe
lo
sarebbe
di
l'epiteto
di
Desnoirester-
Baretti,
difendeva
ingiusto
meno
opposto,
ardite
il
al patriarca
stesso
Al
causa
sostenere
per
diritto
pieno
e
una
pedantesco,
indirettamente.
ammette
con
al
due;
e
Voltaire, in
sostenere
per
vedremo,
come
e,
il
che
Baretti,
poi
quanto
tutti
superlativo
grado
differenza
45
VOLTAIRE
mai,
se
lo
speare,
Shake-
fatto
l'epiteto,af-
il dare
scapigliato.
IV.
il
Ma
pedante
al
negare
scapigliato
avversario
suo
dell'inglese,che
tradurre
intendere,
egli
molto
va
poeta,
sopra
buona;
nega
lo
bene
in
sé
viene
i Francesi
ntzzati,
:
allora
in
meno
stesso, sia
guisa, egli
che
la
la
così
stata
indispensabile
non
un
in
Nega
a
conoscenza
e
per
che
competenza
relativamente
fossero,
di
tradurre
si possa
francese,
latini,
neo-
benché
sto,
que-
bellissimo.
idioma
per
si
d'un
degl^ idiomi
nessuno
in
che
specialmente
implicitamente
si
generale
anche
particolare
che
meno
sicura
autore,
Shakespeare
e
quella
traduzione
una
in
là.
in
d'un
restringe
giudicarcelo Shakespeare:
e
più
giudicar
possa
sarebbe
si
non
a
a
negare
dir
In
tal
tutti
così, britan-
giudicare
speare
Shake-
lo
qual cosa, data quella diversità
spiccata tra i due popoli,era in
di
gusto,
sostanza
46
VOLTAIRE
giostisBima;
anni
traduzione
-che
anch'io,
del
Letoomenr
anticipatamente
traducibile
il buon
"M"me
4sabilmente
in
bellezze
fin
Shakespeare
della
a
si
fuoco.
trentadue
volta
ma
natura
che
tutta
;
«
in
é
di
poesia che
E
questa
queste
l'albero
dai
"leiroriente
perchè
ancora
troppo
del
delle
poesia
e
che
né
scenza
cono-
seppe
si
dal
mezzogiorno
spesso
sgorga
quando
non
derivati
può
una
vuole.
tradurre
latino; questo
nessun
Giasone
può approssimarsi,
custodito
La
rabile
dall'ineso-
lingua francese,
sorelle, è troppo
Nell'espriraere
greco,
più
quale
dal
l'anima
settentrione.
Lo
zione
un'immagina-
scrupolosa, troppo schifiltosa,per
Shakespeare.
tino,
la-
latine.
qualità egli
d'oro, al quale
sue
dal
linguaggio, qualche
e
gelosamente
si trova
drago
più
del
o
pas-
quegl'ingegni
di
tre
un
ci sublima
pomi
né
d'affettazione,ma
degl'idiomi
nessuno
speare
Shake-
profonda
geni,
formarsi
è la
tutte
latino,
uno
«errato, energico, violento,
vena
di
derivati
una
chiamano
pieno
e
né
umana,
anni
basso
quasi
aveva
Con
l'esser
questi idiomi, improntati
sapeva
lingua
è
rassomigliano punto
non
bellezze
non
alcun'altra
rarissimi
di
è
poesia
nemmeno
degl'idiomi
di
giac-
non
con
poesia
la
essere
per
la
molto
la
che
«
nnUa,
Shakespeare
tradotta
esser
poetiche
dall'origine
Baretti,
lo
perde
bellezze
sue
taire.
Vol-
generale,
In
nessuno
le
perchè
lo stesso
lingue,
che
che
potrebbe
non
veva
l'a-
dne
particolare poi,
In
travasato.
alle
le
sicuro
vino,
vedremo,
varrà
non
firancese.
in
il
dice
»
abbastanza
conosco
come
rìconoscinta
prima
credo
Lo
SHAKBSPBARE
giusta che,
tanto
molti
«
CONTRO
castigata,
ridare
pensieri elevati, essa
lo
tollera
Don
il minimo
trasposizione
usata
disusata.
0
rima
che
è
simili
selvaggio,
poetiche.
nella
versi
verso
la
ma
;
che
ha
non
spesso
l'indole
avvezzo
a
lo
Se
ierete.
Se
(Cap.
IL)
due
a
fatto
slanciarsi
come
in
riuscirà
prosa,
lo
anni
è
più
critico,ma
in
che
rima
cesura
che
in
un
intingolo
lo
ducete
tra-
senza
impasto-
due
due
dava
giudizio, che
profondo
ne
fa di
lo
Se
rimati,
chi
a
torno
in-
e
non
scerete
ricono-
lo
Schiller
francese
nutrito
uguale
»
"
la
un
di
isciolti,misericordia!
proprietà dell'alessandrino,
della
in versi
passo
cervo.
dopo, Federigo
all'alessandrino
per
secondo
il minuetto
un
versi
in
traducete
con
ballare
sta
que-
a
processione
una
diritta, non
strada
una
traducete
Ventidue
nostro
provate,
due
e
posto d'un
vi
a
in
ora
prosa;
docilissima
somigliano
avrete
tutto
sale.
al
libero,
è
in
ora
niera,
ma-
più
piega
dunque
a
lungo
più:
è
che
camminanti
grave
sua
poesia francese, a incatenarlo
alessandrini,
frati,
voi
Se
della
si
è
che
qual-
e
bellezze
sue
alla
parole
due
speare,
Shake-
guastata
dialogo
suo
rimati,
o
lingua
le
espressioni
versi
di
antico,
dirlo
per
Il
una
sua
varietà.
e
in
esattezza,
che
anzi
accresce
sull'oceano.
sciolti,ora
una
vei-so,
lingua
colore
quel
e
scelta, delle
il vento
che
non
sono
disgiunto dall'altro,
Shakespeare,
Lo
nel
piuttosto abbellita
sprezzature ;
volta
frase
maggiore
insopportabili. La
invece,
da
minima
la
con
la minima
volgare,
spezzatura
po' mal
un
difetti
essa
per
Una
risponda
non
emistichio
un
vocabolo
po' ardita, la
un
47
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
discorda
di
quello del
punto.
egli diceva,
parti uguali,
di
questi
turalmente
na-
di
«
e
«
la
verai
La
vidersi
ditura
nauna
48
VOLTAIRE
CONTRO
strofa,determinano
anche
ma
i
SHAKESPEARE
solamente
non
caratteri, i sentimenti,
si mette
Tutto
*
movimenti
di chi
del
L'intelligenza dell'uditore
gioco
in codesta
forma,
scriveva
:
uniformi,
rime
che
passo,
molto
Pietro
Lettera
Bell'Arte
Letterarie;
al
della
1814,
sulla
vanni
Gherardini.
Giacché
in
un
ho
del
sebbene
più
di
Britannico
a
dire,
lez.
che
vede
per
Racine
che
fa
:
«
del
egli
dallo
Per
rappresentare
che
Tales-
»
fei,
(Maf-
non
X
nella
edizione
italiana
—
Un
mio
Gessa
stessa
Gio--
posito,
pro-
amico,
tava
maltrat-
e
ricorda
rappresentare
del
una
nostro
Schlegel
nella
292.)
francese
col
tro
al-
conte
aggiungere
fare
il Nerone
settantanni
del
voglio
*
»
resto^
il
(la prima
inopportuna.
tutto
Del
lez.
traduzione
Schlegel,
un
I, pag,
traduzione
nella
abbia
in
:
1817
pessima
sua
tesi
antii pensieri
voi.
Drammatica
XI
trico
simme-
sazietà.
1799.
lodava
Si
tedesco.
emistichi
detto
ottobre
non
del
articolo,
scritte
(vale
la
Schlegel
italiani,
1737;
Al
passione.
avevano
Heidelberg,
lo
però
sarà
il critico
;
nominato
che
recente
parole,
fece
quale
osservazione,
non
1809)
nel
^
»
accenna
Verona,
Letteratura
tedesca,
etti
intollerabile
15
del
Goethe,
e
pubblicata
un'
della
altri
due
in
è incastrato
(cap. Vili),
innanzi
Baretti,
produce
«
edizione
seconda
è sempre
ritmicamente
Bar
Scipione Maffei,
e
Osservazioni
3
del
prima
francese
*
'antitesi, il
più
coppiati
ac-
esprimere
a
esaltati
ed
riferiremo
Calepio
di
sandrino
fu
deU
quest'abuso
adatto
i
pensieri.
metro
un
dipingere
a
rotti
disuguali,
anche
lettore
appaiate, quegli
vieppiù
monotono,
i
e
cuore
dell'alessandrino
fanno
sentenziose, che
A
alessandrini
letto di Procuste.
un
l'antitesi
del-
dirige
secolo, Guglielmo
nostro
Quelle
«
in
come
del
principio poi
^
regola
ogni sentimento, ogni pensiero
e
,
e
del
o
cesi,
fran-
de' personaggi.
sonatore
i due
i movimenti
la
sotto
del
balla, così
dirigono
la condotta
perciò
il violino
come
e
;
gio,
linguag-
spirito delle tragedie
lo
tutto
il
tutto
queste
a
sito
propo-
tutto
rone
Ne-
persona»
oO
VOLTAIRE
CONTRO
teva
in
simi
alessandiini:
0
ridicolo
toi
Est
grand
art
est-il
six
aerve
saas
que
pourrait
altro
rime
la
luogo del
lingua
francese
sia
degl'Italianie degl'Inglesi, ne
sebbene
tuttavia
contengono
egli dice,
libertà
Forse
i
a
\
i
traverso
le
''allo
poeti
regioni
parte
di vero,
confessione
Strauss.
per
Latini,
alcune
che,
paradossate,
vero.
*
Forse,
nazioni,
»
sendo
es-
hanno
una
quale nacque
nelle
cui
e
corti
cevette
ri-
educazione
sua
—
della
pubblico
del
(Gap. V.) Ora,
sia, specialmente
diietta
il
la
ticolari
par-
quelle quattro nazioni, più
di
primi
buon'ora
"
multa
parte della
miglior
che
di
voli
monarchi,
presso
primi poeti
temerari
di
francese,
la
de'
Greci,
accenna
parte
la
cagioni
repubblicani,
da
ha
non
perfezionò
la
molta
diandosi
stu-
certe
alquanto
modo
formate
che
Baretti,
lingue di quelle quattro
le
«
state
si
in
espresse
il
altre
de'
usage,
ouvrage.
tradurre
a
poesia
cet
d'un
quali
seus?
le
pour
bravant
en
impotente
della
bellezze
t'autre
moitié
per
mesure,
marcbanta,
Discorso,
suo
d'indovinare
égale
cOte
perdre,
retrancher
loÌ ai dure
d'une
et
èpria
Paris.
cette
à
enflamme,
Bommes
nous
pieds
rien
celeste
qu'à
à
cQte
la
pour
feu
dont
soumis
questi grazìosis-
con
un
Pékin
alexandrìos
bien
On
Iq
ce
qu'avec
deux
L'un
trAne
difficile à
veut
De
le
sur
peupte
Qui
Si
si
aussi
Ton
l'alessaDdrino
que
DÌB-moi
SHAKESPEARE
seguirli
a
capriccio
che
quanto
basterebbe
dello
Francia,
stesso
in
a
ne'
della
e
queste
concerne
zarono
avvez-
il
vaganza.
stra-
parole
ci
dramma,
provarlo
Voltaire,
loro
un'in-
avvertita
BARETTI
critico
Un
Enrico
scozzese,
prima
paragonare
la
prima
scena
deìVI/igenta
l'altre
cose
dans
Avez-vous
Lea
tout
auraient-ils
dort,
et
la
valgono
non
(Not
davanti
*
»
più
anche
al
in là del
parler
coglie
in
acume
volerlo,
senza
; i
*
Lettre
in
che,
assaliva
407
pag.
*
UArt
di
corpo
un
si
:
meno
nem-
taire,
Il Voldato
sol-
un
guardia,
primari
ai
sonaggi
per-
nobilmente,
mente.
nobil-
parlar
anche
vede,
andavano
dal
Boileau
VAcadémie,
dodici
anni
THome.
e
part.
per
sempre
(Gfr. CEutres
; voi.
XXI,
d'aver
poétique^
pag.
366
ragione
chant
I.
!
II.
lo
è la ricreazione
della
parlare
stesso
complètes
; voi.
qui,
sica
clas-
Questa
—
rivela
lito
so-
drammaturgia
devono
non
col
Voltaire
«Il
Il dramma
village. *
au
le commenta
volo, e
a
parie
on
comme
segreto della
il
personaggi
à
convinto
era
signore
minacciato
guisa:
tal
de' Francesi.
corte
mio
come
biasimo
bergers,
ses
le
Strauss
Lo
stirring).
bisogna
parole,
Queste
naturale,
e
che
poeta
Fait
quali
a'
vera
quali parlano
i
nazione,
Neptune,
et
s'è sentito
palcoscenico, davanti
sul
della
e
più
Sì,
in
d'Arcas:
nuit?
«Non
«
così
risponder
non
ma
:
versi
vents,
tra
aveva
cette
mouse
a
e
bruit?
les
et
la
con
quelque
exaucés
Tarmée,
stizzito,
replicava
può
i classici
nelV Amleto:
topo»
un
Racine;
risposta, tanto
sentinella
della
del
entendu
nous
vents
Mais
airs
osato
aveva
délVAmleto
che
les
Home,
scena
affermato
51
VOLTAIRE
CONTRO
era
quarta
motivo,
; ediz.
XXV,
la
secondo
volta
il Voltaire
cit. ; voi.
pag.
il
159.)
XVII,
Tanto
'
52
VOLTAIRE
loro
così
la
e
al
davanti
legge dell'arte
la gran
la
più
carattere
si conviene
come
ma
e
il loro
cuore,
SHAKESPEARE
CONTRO
verità, la natura,
la
Lettera
detto che
traduzione
lui d'una
in
figura,e
del
di far
giudicare
neppur
sicurezza
con
la mente
per
quella
in
idee
e
la
ad
inglesi.
perciò,innanzi
letterari avuti
Voltaire,bisogna
antica
glipassa
sarebbe
parecchi
dimorare
la
lingua, le
e
ferma
dimostrare
in capo
sempre
in
mettere
persuasione
quanto fosse
manifestata
ne' suoi
erronea
ogni
un
esattamente
e
solo verso,
con
loc
cit.
sua
scritto,il
é tradotto
»
tra
signor
la
linea
prima
che
dal
*
in
poi, per
E
questa persuasione,
tintesa
esplicitamentedal Voltaire,ma sotgiudizisu Shakespeare e altri poeti
stranieri,il nostro critico
al mondo
che
tutto,osserva
quale non faccia buona
figura quand'
cattivo.
francese, sia necessariamente
*0p.
Né
loro
i costumi
gli errori
non
di far
e
assimilarsi
scur-
la sola
maniera
vera
consigliarlia
le
e
lui,era
Shakespeare.
che
Inghilterra,e
Il Baretti
di
di
lo
figura
reso
ai Francesi
dotto
trarimati
in
gonfiezze
questa, secondo
conoscere
di
solamente
anche
tutte le
conservato
la
quel-
Cesare
Giulio
non
aveva
aveva
di
fedele
i rimati
isciolti,
ma
prosa,
testo. E
maniera
anni
chetta
V eti-
ilVoltaire
più
era
parte del
sciolti in
vem
la prosa
stata
è
non
bellezza, ma
Shakespeare; poiché egli aveva
rihtà
corte;
drammatica
all'Accademia,
nessuna
fatta da
con
alla
e
»
Nella
e
re
situazione,
*
!
i
loro
un
altro
dice
il
che
quale
verso
«
non
e' é
si possa
in un'altra
forse
tradurre
lingua,
1
BARETTI
se
vi ha
non
tradotti
tra
i
in
E
»
le
di
prova
quali
n' è
ce
ciò, adduce
sul
tradurreste
Come
di
caboli
vovello
cer-
nali.
origi-
parecchi esempi,
che
tocca
vivo.
in
italiano, egli domanda,
»
«queste quattro parole francesi
«Nulla
nel
rado
singolarissimo,e
uno
proprio la questione
4f
di
i
«
de' vocaboli
idee
stesse
giacché
»
risvegliano assai
lettore
del
il caso;
parte
gran
53
VOLTAIRE
CONTRO
più
facile.
Io
dei
casi,
ne'
Le
:
de France?
Roi
Il
tradurrei:
di
Re
Francia.
«C'è
però
parole
italiane
parole
francesi.
Come
«
il
dice
—
La
«
idea,
siamo
lontani
di
meglio
io
mille
miglia.
non
all'italiano,
quaranta
Le
di
è
Quando
Roi
Firenze
Per
*
Queste
di
un
de
dice
:
Il
Voi
e
di
bene,
in
la
in
ma
di
al
di
facciamo
anche
gnerei
vergotrenta
o
Vossignoria
fatto.
Parigi
dice
cittadino
il Fiorentino
l'idea
tradotto
quanto
io mi
povero
Francia,
ne
il francese
sapessi
un
italiano
per
casi
certi
male,
meglio
quando
se
; ma
sapete
lo
stessa
immagine^
borghese
Re
sono
a
la
per
in
che
non
dall'aver
parole
se
dunque
povero
intenderci
due
se
volte
France,
Sì,
Voltaire;
Veniamo
lontano
molto
ladro,
milioni
Illustrissima.^
«
di
frasi
stessa
l'abbiate
ve
un
come
?
la
rispondo
signor
queste due
persona
vi
me,
zoso
stiz-
con
cosa?
stessa
stessa
intendete
cosa
stessa
la
la
!
come
—
quattro
tono
e
rauca
signore
cosa,
intendete
stessa
:
quattro
le
esattamente
voce
sempre
stessa
voi
cosa
con
di Voltaire
signor
esprimono
non
la
!
ridanno
non
quali queste
del
gino.
Pari-
po' d'ana-
un
nel
testo.
:
54
VOLTAIRE
tomia
ai
cervelli
che
essi
di
vi
cosa
del
«Il
suo
piedi
a
il Petit
i
Che
grandezza,
alla
augusta
sua
io ho
la
altre
alloggiare
cuochi,
sottocuochi, garzoni, sguatteri,lavapiatti,senza
i
tare
loro,
roba
sempre
anche
di
Re
piedi
e
per
c'è
Perchè
servizio
Hanno
di
essi
del
di
Ma
belle
che
sottosopra in tutta
che
col
stanno
Parlamento,
guardie
Quante
più
di
questi lacchè
mio
doventar
che
carrozze,
tutti
appartengono
Re.
gallinacci
e
al
! Va
e
a
sigiìori,quanti principi !
! Quanti
l'ultimo
e
passa
a
Perchè
perchè?
solenne.
seduta
principi!
neppure
al
le dita ! Tordi
cavallo
a
uno;
che?
leccarsi
il Re
oggi
crepapelle,
mangiare
zitti,che
impiegati!
altri
mille
possono
E
Ma
che
da
e
quaresima!
dove
E
che
con--
gl'intendenti, i sottintendenti,
maggiordomi,
gli scrivani, gli aiutanti
Beati
tutti
palazzi?
! Quanti
cucina
sua
Fontai-
tante
e
de' suoi
parlo
tato
trot-
Trianon^
Bellevue,
per
a
Sovrano!
nostro
noialtri
che
volto
possiede
Compiègne,
Ma
po' del
che
—
nel
basterebbero
Non
nella
un
passata ! Guardate
solamente
Guardate
re.
Choisy, Meudon,
dell'universo?
re
suo
Germain,
abitazioni.
sue
del
domenica
Saint
che
infanzia, ha
d'ingegno
diamo
ve-
Parigino.
ha
quel Versailles, dove
Vienne,
nebleau,
noi,
tenera
potenza
Guardate
e
momento
dal
tra
piccini tutti
siamo
presenza!
più
tanto
che
splendore,
Quanto
detto
gloria
la
nel
dentro
Cominciamo
fin dalla
contemplare
personaggi,
due
quattro parole, ciascuno
sia
spessissimo quel
che
bolle
paese.
brav'omo,
citrullo ; ma,
questi
le
pronunziano
capitale
SHAKESPEARE
CONTRO
ecco
bei
a
che
cavalli!
lacchè
cento
si desinerebbe
non
compare.
E
signori che
il Re
Che
Parigi, quando
per-"
stanno
torna.
Ah
l
movimento,
ci viene
lui !
BARETTI
E
in
fossimo
se
alla
Strasburgo,
mio
caro:
in
centomila
scudi
in
scudi
a
che
di
sotto
onore
volta
sono
nel
le
«
cento
s'infiammino
Frughiamo
Fiorentino,
egli
Re,
nella
nome
Re
potente,
a
del
all'Imperatore
avrà
e
un
palazzo
volte
dipinte
Galleria
quella
nolla
beo!^
anche
soltanto
di
nel
testo.
e' è
che
nel
ha
il
dicono,
e
Pietro
—
fa
Potrebbe
siasmo?
entu-
France,
volta
cuore
suo
da
presto fatto.
di Francia
È
un
nostro
guerra
il suo
paese,
Pitti?
Avrà
Cortona?
Aff*è
molto
re
la
spesso
Una
di
il
volte
molte
de' Medici?
Lorenzo?
*
sguaiato
dentro, quando
in tutto
il
come
mio
paese
letto
di Livorno.
bello
—
ogni
Ogni
Sarà
agl'Inglesi.Ma
San
del
cosa
quale egli
da
—
omo
de
mente,
Francia.
la Galleria
come
come
^CSosì
che
di
che
Boi
gli occhi?
cervello
nel
Gazzetta
quel
!
senza
e
Le
alla
almeno
terra.
ora
io vedo
un
da
vediamo
e
Il
dice:
Lì dentro
c'è
tese
mi'
del
enfasi
nominare
tente
po-
pasticcio; ma
quattro parole.
quest'idea gli s'affaccia
s'alza
che
Dio,
0
in eterno
cranio
senza
mai
gli
che
senza
i centomila
si sta
:
strano
uno
tutte
pronunziarle
Potrebbe
date
«Ehi,
esisto.
benedica
lo
ch'egli pronunzia
dunque
che
Dio
idee
gorgogliano
dete,
Ve-
doventar
potrei
Francesi
di
Ed
trema.
io avrei
»
che
vero
esser
a
lui, che
«Queste
esse
è
uomini!
dicesse:
se
quella
o
terra
io
diana
Per-
bono, quant'è grande, quant'è
! Quant'è
! E
E
quell'uomo,
tasca, quant'
Sovrano
lui,la
volesse,
attimo!
un
di Lilla
dugentomila
passa
lui
se
marchese
di
vedreste!
guerra,
strada
testa
perchè, quando
ecco
le
la
prenderebbe
!
di
tempo
55
VOLTAII^E
CONTRO
con
una
cappella
mio,
che
56
VOL'^AIRE
Frugate
«
ci
non
Venite
altro
più
non
ora
a
le
con
anche
ricantarmi
lo
non
di
si
dal
sapete,
nella
Shakespeare
che
a
di
dispetto
tono
«
di
d'un
fa
anche
si
risvegliano
in
tutti
sentimenti.
Ma
la
di
^
«
L' idea
sempre
della
altre
non
alle
cosa?
pezzi
duto
cre-
Sapete
d'un
beto
alfa-
niente
davate
piti,
del
e
piace
la traduzione
stro
vo-
budella
tutti
a
del
signor
chiunque
a
le
pia
sap-
osservazione
questo.
mi
ond'egli
idee
parola....avranno
della
con
mente
sempre
forza
una
su
per
cui
dir
e,
così
in
nerale,
gea
stampa,
una
stanza,
so-
il modo
ripetuta
uno
sempre
assoluta,
si
stessi
nella
fosse
resterà
non
anche
già
presentava;
altri,*
da
operando
la
gli
è,
nuova
che
pare
e
non
se
piii dirsi
certo
forme
E
Baretti
parole
immagini
stesse
per
al
rispondere
quelle quattro
poteva
non
ingegnosissimo
sotto
che
nome,
avete
e
Shakespeare
le
sua
vera
nuovo
vi
potrebbe
Francia
quel tempo
Voltaire,
de'
Lettere
.
cia
Fran-
sapete
voi
,
(Gap. V.)
che
meno
di
vomitar
in
poi
che
l'inglese;
sanno
Capisco
di
io. Dandoci
alfabeto,
.
decisivo
Cesare
il francese.*
che
l'aria
tutta
Il Giulio
Voltaire
di
tutti la stessa
lingua,
altro
sovranamente
quelli che
Re
medesimo
tradotto?
avete
cosa
lettere
con
il vostro
vostra
e
France
idee, immagini, sentimenti.
di tradurre
invece
//
ceppo.
de
! Non
dico
lo
Eoi
letterali
dir
parole,
un
signor
voler
ve
in
me,
pronunzia
lontani
ben
di
traduzioni
vostre
Le
tutto
per
questo
grette, immagini
che
che
e
di
le quattro
idee
che
vi burlate
quando
si è
Se
voi
Ah,
cervello
sentimento
significa esattamente
!
nel
pronunzia
troverete
pallide, e
volete
quanto
allorché
sguaiato
SHAKESPEARE
CONTRO
ma
i
tiva
rela-
quadri
tinta,
che
58
VOLTAIRE
alle cicale*
oratori
Il Voltaire
di
un'opera
invidiato
la
libertà
delicatezza
Veccessiva
falsogustOy
il
lui,
—
saputo
tollerare
troppo
veri; ^
del
nunziato
ri-
aveva
connazionali, diceva
avrebbe
ne
non
—
particolari troppo semplici
il
cambiasse
ciò
piacere
che
delle
gusto
prima
o
sanza,
l'u-
che
voti
fatto
aveva
mondo,
facesse
ci
e
;
Maffei, perchè
del
noi,
finalmente
e
regina
nazioni,
certi
^
francese
de' suoi
diremo
di Shakespeare,
sciolti
gli
sciolti,
i versi
che
Merope
la
tradurre
a
poetica inglese;*
affermato
possibiliin
erano
non
si potesse
che
traduzione;^ aveva
lingua
tradurre
*
asino.
un
intravveduto
aveva
una
della
quali poi pretese
co'
ad
negato
sopra
ripetutamente
aveva
Telamonio
aveva
i buoni
paragona
tempo,
poiché
giudicare
Omero
Aiace
e
stesso, un
verità ;
queste
che
vedendo
scioccamente,
SHAKESPEARE
CONTRO
spiaceva.
di-
ci
^
Se
negli
dunque
proprio, egli
le
spirito
suo
da
capito
avrebbe
del
corde
suoi
l'intelletto
annebbiato
stato
ultimi
invece
Messosi
bello
di
specie
A
Iliade,
2
Ibid.,
3
Nel
Ibid.
^
Ibid,,
Di
lib.
già
*
^
lib.
alla
ciò
'^Discours
dirò
genio
del
quasi mai
falsa
via
del
sonatore.
ogni
di misurare
la
negare
stima
spondevan
ri-
o
di Shakespeare,
sull'angusto tipo francese,
parte
così,
di
e
non
cui
lo
III.
XI.
cit.
Discours
nella
e
quando,
fosse
amor
rispondevano,
non
era
sulla
d'altra
potendo
premessa
non
gli
non
malinteso
un
che
stonate, ai tocchi
il difetto
anni
Lettre
la
sur
à
M,
Tragèdie.
le
marquis
Scipion
Maffei
Merope.
discorre
sur
a
la
lungo
nella
Tragèdie,
suddetta
lettera
al
Maffei.
,
BARETTI
Shakespeare
laberinto
un
del
7
al
1776
all'abilità
alV
ispiegarla. In
per
settembre
l'attribuisce
Lettera
sofismi
di
dubitativa,un'ipotesi che
dato
aveva
tutto,
per
popolo
in
accorre
seco
folla
codesti
a
liberi, il
affatto
la
pazienza, gli risponde:
il
dunque
dagl'inferiori,in
Pope
Giovanni
Milton,
lo
dunque
Comeille
il
babbei
Racine,
di
di
l'aia, signor
obiezioni
ad
modo
d'attaccare
siepi
il
nelle
e
tutti
che
stati
secoli
due
Appel
plétes
de
vi
e
molto
à
di
in
altro
qua.
toutes
Voltaire;
les
ediz.
Così
massa
una
almeno
Nations
cit.,
de
voi.
di
di
avreste
V
Europe.
XXIV,
pag.
il
stimati
il
in
le
can
tal
viste
dietro
queste cattive
massa
una
che
fate
dire
Ma
istima
menate
nascondete
meglio
gl'Inglesi sono
sono
non
speare,
Shake-
sono
Voi
ragionevoli.
boscaglie. Invece
stato
lo
Voltaire, rispondendo
nemico,
sarebbe
Jonson
non
voi
Ah!
sciarsi
la-
gusto ! Ma
popolo?
perchè
non
Parigi?
duta
per-
potrebbe
Ben
dal
Voltaire
di
se
di
stimato
stimato
signor
stesso
e
è
perchè
non
se
Si
dopo
hanno
non
trascina
Baretti,
«
fatto
l'Warburton,
e
vi
Gl'ingegni superiori
di così ?
peggio
Onde
civili.
per
Inghilterra
e
il
persone
guidar
per
spettacoli
le
come
sic-
bili
incredi-
in
esso
ma
pri-
siccome
e
anche
sragionare
*
che
ne* paesi
popolo, perciò
al
piacciono
dai
dire
a
quanto
al-
forma
anni
gl'ingegni superiori,
guida
in
nella
e
quindici
arriva
specialmente
e
;
gli spettacoli pieni di avvenimenti
tutto
e
sicura, *
come
Vaines,
Garrick
ripetendo,
Accademia^
tera
let-
una
De
signor
dell'attore
in
avvolge
si
Inghilterra,
in
godeva
5^
VOLTAIRE
CONTRO
le
gioni,
ra-
addirittura
sciocchi, e
sciocchi
fatto
(CEuvres
20i.)
da
fare
com-^
'
^60
VOLTAIRE
una
bella
risata
ai
con
certa
roba,
ha
non
senso
Accademici
signori
vuol
che
è
comune,
co* vostri
fidanza
a
SHAKESPEARE
CONTRO
ma
;
filosofìa
parer
veramente
liarli
cucu-
far
un
e
troppo
pìtolo
(Ca-
rispettabili confratelli.»
III.)
che
lo
dunque
Se
Shakespeare
restava
mezzo
a' Francesi
rettamente?
•cennato,
nel
che
e
il
Baretti, non
col
solito
•egliesclama
:
«
veniate
a
Londra;
";he
vi
mettiate
bene
di
badate
mercato.
buon
nulla.
che
anche
e
Essi,
vista.
la
basterà.
di
a
quella
oggidì. Questa
francese;
e,
un'aria
volta
si
come
Shakespeare,
vende
e
paio d'occhiali,
che
vi
avvicinando
ovo
a
invece,
un'aria
di
po' selvaggia, che
ha
tra
passo,
un'aria
libertà,un'aria
le sta
al vostro
a
poco
La
gua
lin-
tutta
sua,
altr'ovo.
un
tutto
giornalmente
sempre
questo
date
bisognerà
è del
non
si
serve
gli
bene
Vi
Shakespeare.
ognuno
un
piccoli,
guastano
e
conoscerete
di
sì
a
valgono
dell'Inghilterra,non
continua
maschia,
un
va
vi
opachi
buon
sua,
netelo
(te-
que' pessimi
di
io, non
tanto
un
lingua
di cui
se
gli somiglierà
di
l'assicuro
ad
e
Soprattutto
distinguerli più;
lo
la
voi
notte,
Francesi
Ferney
tuttavia
conoscer
studiare
simile
di
Mettetevi
lingua
la
credere
ancora
a
Quando
e
ve
da
e
uomini.
con
gli oggetti
si arriva
abitanti
3,
l'ottico
Rendono
non
da
ma
che
qui, bisogna
già
non
portar
non
che
microscopi,
! ),
!»
Shakespeare, bisogna
lo
l'inglese giorno
ìnente
a
mente
esplicita-
anche
e, arrivati
popolo,
questo
osservar
poi,
studiar
a
ac-
Sì, signori Francesi
«
capire
per
già
di sottintendere
pago
espone
brio.
dicarlo
giu-
e
abbiamo
che
proprio ragionamento,
e
intenderlo
per
Quello
intraducibile,
era
qualche
maraviglia,
ma
BARETTI
che
straniero
uno
finalmente
Peccato
che
in
le
bene
con
"
del
dispiacere
Questo
Baretti,
di
darvi
tutti
tranquillamente
a
vostra,
signor Letourneur, hélas!
al
signor
di
che
perchè
del
allora
Boileau
gesilao
il
sulle
due
la
e
loro
autore:
Après
tale
da
non
resterete
al
attenervi
vorrete
noto
del
delle
quel tempo,
a
l'epigramma
Corneille, YA-
quali
il tramonto
seconda
appagare
rimetterete
molto
prima
stro
no-
sione
(Gap. III.) Conclu-
^
tragedie
la
vi
e
il
voi
Se
se
rider
per
fosse
universalmente
era
vespro,
del
far
VAttila,
e
Ma
Voltaire, holà!
dovette
mezzo
credo.
casa
teatro,.
conclude
»
ella
non
al
»
è il solo
il che
requie:
cosi
sosteneva
addio
detto
curiosità, casomai
vostra
che
«
è, signori Francesi,
critico,« questo
la
vederli
per
perfetto,giacché l'attore,
parti principali,ha
gran
«
modo
amico
Garrick,
que' drammi.
po' tardi
un
Quando
date
d^intenderla, an-
rappresentare
arriverete
rappresentare
di volo.
così
credere
a
veder
a
61
VOLTAIRE
intende
non
comincerete
spesso
il
CONTRO
annunziò
dell'ingegno
VAgésilas^
!
Hélas
Mais
après
V
Attila^
Holà!
Alcune
delle
difficoltà
latini, e specialmente
e
apprezzare
ancora
dai
;
ma
a
sono
lo
dovere
di molto
pregiudizi
di scuola
da
ad
perchè
allora
impedivano
che
poli
po-
Francesi,
di tradurre
Shakespeare,
sussistono
a'
quelle
scemate
e
ai
dalle
differenze
oggi, grazie
derivanti
di gusto,,
alle cresciute
co-
62
VOLTAIRE
municazioni,
SHAKESPEARE
CONTRO
al
delle
scambio
maggiore
idee
ai
e
progressi della critica,s' è fatto parecchio cammino
generale
quel gusto
verao
proemio
nel
e
augurato,
Discorso
(Gap.
Del
resto,
Giulio
il
mentre
Vabre
chi
sfuggire
un
il nostro
critico,mezzo
fare
lo
altro
;giorno disse
addio
Londra,
fermo
col
in
Non
più
lesse
le
^
«
lettere
si
trovi
E
poi,
in
£Gant. VII,
tendre
Le
ciel
altra
*
est
est
sucre
dans
dans
du
all'inglese.
yeux
aux
ses
Tenfer
yeux,
simile.
Romantisme,
le
»
IV.
che
IV
de
est
dans
Io
avrei
poivre
est
nel
di
sarà
«
persona
una
signor
cuore.
Voltaire
all' Inferno
vede
pleins
fino
per-
Francia,
Inferno
del
ì^eXV Enrxade
«
yeux,
ses
stesso
e
;
egli diceva,
»
impossibile
questo
miracolosa!...
stupidaggine
Histoire
abbia
Hypocrisie,
veramente
Le
è
come
definitivo], Enrico
testo
La
«Cosa
gitsto generale^
:
a
di
dalla
notereUa
una
stabilirsi
a
gli arrivavano
e
a
bel
un
francesi
del
Inferno,
Vabre
libri,né giornali
impossibile,
air
inteso
interamente
vivere
che
L*avvenimento
•eternamente
o
né
voleva
cui
parlare, pensare,
la barba,
la birra, radersi
bever
parola,
una
che
cesi.
a' Fran-
essere
andò
e
proposito
vestire,mangiare,
di
il
può
non
dava
prima,
Parigi,
a
*
di
consiglio
col
dagl'Inglesi,
che
^
storia
Gautier,
potesse
non
chimera.
curiosa
Shakespeare,
traduzione,
dovere
^,
secolo
e
medesimo
una
riscontro
singolare
che
una
dal
presagito
questo
la
conosce
raccontata
Convinto
in
Baretti,
Poesia
sulla
aveva
), lo giudicava
VI
a
Bruto^
al
strana
una
per
Saggio
nel
";ontradizione,il Voltaire,
epica
che,
douceur;
son
cceur.
preferito di
dans
son
coeur,
dire:
»
BARETTI
intatte
rimanevano
anni
di
Lear,
in
4t
il
caro
ti
Mi
un
Giulio,
per
nel
opere,
sul
serio,
modo
lo
che
qui
mi
ingiustizia
Il cavalier
di
padre
la-^lingua
quale,
quel
a
attuata
di Vittor
ne'
Hugo.
rilevare
per
Desnoiresterres
le
conosciuto
tra
sciolti
francesi,sarebbe
il
quanto
verso
intollerabile
dunque
se
*Gfi\
se
il
n'era
Grimm,
di
»
a
poi
E
Voltaire,o
accorto,
Op. cit.,
differenze
la sola
voi.
per
non
si
in
doveva
XI,
a
pag,
379-83.
di tradurre
sciolti
sospetta
e
quanto
concluderne
accoiix)
cercare
rono
cor-
dimostrare
inglese
quindi
era
idea
affatto
si ferma
Nella
che
in versi
rendere
sia bello
francese,
*
Ba-,
il Voltaire
«se
Shakespeare
sciolto
in
le
francese,
bastante
fede.
buona
sua
il
del
prima
che
sentito
e
l'inglese e
i versi
dice
bene
Shakespeare,
il Voltaire.
risposta contro
cose,
lo
mesi
lui, parecchi
altre
assai
conoscendo
molto
Francia
in
nato
eia
che
irlandese, e
pepata
tra
avesse
o,
le
però nota,
essere
dal
che
Rutlidge,
anche
retti,una
che
tutte
di affrontare
commessa
—
senza
come
opportuno
inglese, ammirava
pubblicò
sia
»
il Baretti.
contro
la
ora
il francese.
secondogenito
luogo
par
stesso
«Dunque,
; il Gautier
potè poi
dal
allo
Shakespeare,
rimase,
idea
Re
del
rispose il Vabre
»
giusta
la
d'inter-
e
disse:
imparare
Shakespeare
un'altra
ma
lo
cervello
tristi ozi dell'esilio
E
tradurre
chi
parec-
grado
nuovi
gli
traduzione
suo
Dopo
àeìVOtellOy
giorno
subito,
la
Ma
in
fu
parevano
altro, che
metterò
scomporsi.
e
che
quale
resta
ci
sue
vita, egli
questa
modo,
Oautier;
non
tavolino.
suo
passi deìYAmletOy
petrare
mio
sul
63
VOLTAIRK
CONTRO
di
nella
ciò,
sua
64
VOLTAIRE
SHAKESPEARE
CONTRO
lingua qualcosa d'equivalente
e
quando
essa
e
scere
riconoil lettore.
avvisarne
bene, il Desnoiresterres,* riferite codeste
Or
del
Rutlidge,
è
detto, questo
esclama
far
quasi
il Voltaire
abbiamo
delle
differenza
né
il nostro
due
lingue
bene,
sul
né
;
tesse
combat-
soltanto.
noi
Ma
sulla
critico,anche
e
Ed
»
Baretti
il Baretti
che
bea
quanta
a
al
intorno
impertinenze
che
meno
insolenze.
contrapposto
dice
servazioni
os-
è
«Questo
senza
un
credere
con
veduto
parlava
quasi
righe più giù,
far
per
esclama:
giudizioso,e
così, per
poi, poche
del
inglese^
glielo fornisse,doveva
non
l'impossibilità
dell'impresa
cioè
sciolto
allo
sciolto,non
verso
giudiziosamente
meno
Rutlidge.
V.
Dimostrato
in
francese,
del
male
che
quest'impresa
sua,
fa
Perchè
dato
del
contro
*0p.
che
il Baretti
il
di lui
cit., voi.
o
il
e
del
tuttavia
si domanda:
signor
di
a
cese.
Fran-
nessun
re, della
e
tentar
l'opera
Voltaire
mascalzone,
Ì13-14.
a
riesca
che
gambe
duzione
tra-
bilmente
indubita-
Letourneur
l'aiuto del
vili, pag.
la
riuscita
buona
le
cibile
tradu-
era
non
conseguenza
povero
certo
dunque
furfante
per
sarebbe
? Cattiva
romperà
non
e
Shakespeare
Letourneur
cattiva,
ma
lo
che
gli
ha
ha
cato
invo-
regina, della
05
VOLTAIRE
signor
di
Egli
Voltaire
il
ci trova
anche
se
è
non
sciocco,
tornaconto,
suo
benissimo
sa
SHAKESPEARE
CONTRO
che
si
s'incoraggissero
quando
non
di
crede
o
non
se
trovarcelo.
scoraggisce
tutti
nessuno,
i traduttori
dell'u-
niverso.
Ciò
«
la
Se
ha
di
traduzione
detto
di
di
io
che
cosi
di
contro
lupo
chiuder
dalle
oltre
per
più.
Oh
rabbia,
^
!
oh
citazioni, benché
altre
il Baretti
démie^
^
Cioè
e
^
Nel
il
(se.
di
grosse
sul
nascerà
e
di
ormai
vecchio
un
latrati ? Come
battagliato
non
oh
bacchini,
scri-
posso
ne
nemica
chiezza
vec-
esatte
di
il testo
inglese,
da
questa,
della
lui
si
Lettre
infatti
vede
à
che
VAca-
accennata
a
38.
pag.
É
traduzione
la
ma
più
sott^occhio
aveva
non
rigi
Pa-
m'affliggo? (prosegue egli,
....
da
tutta
tanto
disperazione,
di che
Ma
che
tele
Trova-
sue.
per
contro
Ho
le
scagneranno
si
ai loro
zanne?
riamoci
figu-
e
mandra
noi,
mastini
secolo,
mezzo
quella
l'orecchio
loro
le
sballate
tra
Quanti
me.
! Come
salvarmi
numerosi
a
confrontare
Inglese;
tutta
tratto
manca,
subito
gliene ho
rattere
ca-
cato
fati-
tanto
d'un
con
maledettissimo
quel
ho
ne
correranno
egli
divulga, quel
vorranno
non
diavolio; perchè
un
me
Shakespeare
differenti,essi
conto
non
i traditori
dire
si
n'anderà
se
Nemici
traduzioni
a
maledett'uomo,
e
*?
lettere.
quelle due
questo
acquistarmi,
se
ch'egli deve
degl'Inglesi, che
i diavoli.
mie
scrivere
di
censore
per
ragionamento
attecchisce
sé,
tra
di
tutti
il
ecco
fatto, prima
aver
—
posto,
testo
del
(19 luglio 1776)
D'Argentai
da
noi
rita,
rife-
airAccademia.
quella
:
principio
V)
al
quella
ad;
0
«
del
e
rage
! ò
monologo
il Baretti
désespoir !
di
lo
don
d vieillesse
Diego
incastra
qui
!
ennemie
nel
primo
per
caricatura.
»
atto
BARETTI
dopo
aiuta
gli audaci
stiamo
ne
pausa).
breve
lina
le
con
?
arditamente
in
in
le
fanno
ne
ci
che
quelli
al
viste.
Essi
occhiali
altri
gloria,
nostra
ci fa!
—
deve
aver
giardino
miei,
la notizia
delle
di
quella
*
ciamo
Fac-
la
Francia
con
mente
anticipataad
appannare
riflettere al male
il
di
Ecco
invettive
che
monologo
Voltaire
traduzione.
a
almeno
che
nel
gli mandarono
velenose
sue
viamo
Scri-
Shakespeare
viene
signor
quando
tutto
numero.
screditiamo
quale
di
che
tutta
m'inganno,
il
Ferney,
e
e
lo
forse
non
ruminato
di
il
senza
s'io
Ecco,
motivo
i
che
Attacchiamo
o
bel
un
guardar
disgraziato,
un
la
di
di
D'Argenteuil,
bene,
Parigi
tutta
smania
questa
signor
sono
ce
traduzione.
sua
vogliono
vergognare
di
la
non
e
facciamo
e
tuna
for-
mancanza
all'astuzia.
all'Accademia,
tutti
In
mano.
culla
la
che
dunque,
Toumeur,
questo
detto
Coraggio
mani
istrangolargli
per
è
Non
ragioni, ricorriamo
buone
67
VOLTAIRE
CONTRO
suo
da
il
rigi
Pa-
segreto
il povero
contro
Letourneur.
«
Ma
sarebbe
se
io
molto
fossi nel
facile
intorno
—
e
abbiate
non
minimo
si
che
avete
^
che
Il Baretti
in
e
come
così, per
andar
ha
sicurarlo
ras-
nacciato.
mi-
si crede
rechi
Tourneur
a
non
la
ce
nome
del
sarà
ne
come
lui. I
più pigri
il
duzione,
tra-
sua
confrontare
tradotto
il
coloro
Tra
leggere
molto
errore,
e
gli direi,calmatevi,
io
di
mi
amici,
paure,
cui
quanti si vuole,
generale,
scrive
sue
rinomanza.
briga
voglia
voi
da
questo
vostra
la
pure
tradotto
sono,
che
alla
prenderanno
uno
signore,
paura
siano
neanche
pericolo
caro
sfregio
le
calmare
al
Mio
de' suoi
numero
che
terati
letvoi
D'Argentai*
Ì\S
VOLTAIRE
CONTRO
non
credete.
Sopra
non
c'è
sia
pari
di voi
in
chi
che
del
si è
conoscere
che
s'acquista
aver
il
piacere
Nessun
della
parte
ne
il bene
tutto
altre
tien
Nessuno
nazioni,
propria.
e
modesto
Enrico,
io
UAilly
la
e
fortuna
fatta
di
come
fino
sicuro
che
si fa
0
nonostante
su
d'oggi.
giorno
al
si
à\ quelli d'Omero,
parafochi
questa
e
che
voi
né
delle
della
siete
il
che
May
stro
vo-
enne
^
il vostro
Voi
Andromaca
non
spesso
in
vi
A-
da
umilissima
han
lusingate
i vostri
quadri
i
presso
Agamennone^
scatolette
vostra
quelle
facciano
e
rappresentino
il male
caldo
Potter^
che
Elena
chille^ Ulisse^ Ettore,
sua.
opere
il vostro
vostro
sima
mille-
casa
lusingarvi
Gabriella
vostra
della
metà
il
la
né
di
certo
son
delle
modo
tutto
grandi
Mornay^
il vostro
insomma
a
fa
non
terla
met-
importanza.
ha
gloria
non
per
UAumale^
il vostro
si
mare,
nell'altro
e
delle
ognuno
d'un'o-
farne
per
il dirne
vuole,
conto
esempio,
Per
abbastanza
posteri
si
che
dirne
che
e
tutto
dal
gli stranieri
presso
basta;
e
Per
cosa
grande
reputazione
il nome,
sa
freddo.
mai
valutar
per
o
anche
di
per
d'avvilirla,di
nell'uno
un'aria
ha
poeta
monti
paese
poco
fanno.
nostre, di
delle
possibile;od
sempre
ogni
ben
ne
se
là dai
sperticate; giacché
lodi
In
poeti stranieri,e
di
male
traduzioni,
qualche piccola
al disotto
maggior
viva.
versi
per
molto
0
i
delle
al
verrà
nessuno
a
scalmanarsi
a
critiche
in
scritta
unicamente
Se
anima
ad
d'intendere
si procura
e
;
dotti,
infaticabile
e
operoso
dì
mezzo
confrontare
soliti
le
e
d'autore
a
dovere
a
giustamente
il
mestiere
nel
mondo
pera
vigile,
importano
non
migliaio
un
di mettersi
capo
SHAKESPEARE
e
nei. Ma
eroi,
zerie,
tappezpure,
opinione
di
voi
nel
metterla
molto
Perchè
voi
al
di
siete
anche
voi
dottor
Cocchi
Italia
e
proprio
al
capolavoro
Perduto.
straniero
l'essere
fanno
da
il
hanno
E
tanto
di
stravaganze,
scioccherie
quante
nel
gravissima,
vostri
due
e
cosa
Milton
È
forma
Cocchi
di
dal
e
•edizioni
quel
di
nella
morto
nel
(Gfr.
Voltaire,
577;
voi.
che
poi
fu
(VII!)
un
CEucres
XLVII,
e
in
Taveva
altrove.
ammiratore
compiè
pag.
un
in
già
—
tes
516.)
;
ediz.
vero
panegirico
dal
quasi
barone
tutte
criticato
le
bamente
acer-
Chesterfield,
Lord
dell'autor
in
tanti
È
francese
pubblicato
Il Baretti
poema.
era
tradotto
loro
è stato
non
Enriade.
aìV Enriade
rebbe
sa-
Tasso
del
da
abbassato
intorno
fu
in
1737
Frusta
1773,
si
inglesi!
stati
questo,
vostra
la
scrisse
lettera,
Elderchen,
pag.
fu
come
de'
proposito
a
confronto
inalzar
per
per* inalzare
^Antonio
in
che
Omero,
Francia
aria
con
quel medesimo
al
Ariosto,
pure
ep-
concettini!
di
fossero
se
diventati
son
vero
abbassato
vanto
che
facezie
poeti tragici, de' quali
medesimo
!
di
spacciate,
sono
tutto
per
altri Francesi
l'altro
e
diso
Ipro Para-
pieno
tutto
d'Albione,
paese
gran
povera
quel
si
massimi
menato
Che
d'esser
l'uno
stro
vo-
in Italia:
cento
e
verete
tro-
il Tasso,
e
rumore
il Bouhours
ci
il
disgrazia
l'Ariosto
un
crederebbero
al
e
gran
tanto
tempo
accusato
e
una
! Per
comparando
Orlando
! Vedete
Boileau,
volgari
è
Ah,
vedrete
Chesterfleld,*
paese
loro
greco.
era
atrabiliari,i quali
il
disonorare
perchè?
straniero
lord
da
certi
per
E
Omero
essere
un
per
diecimila
di
dire
vuol
cosa
e
Inghilterra, e
in
o
pari
Iliade.
e
di
Enriade^
vostra
AeW
sopra
milioni
«ancora
alla
francese,
in
però
Recatevi
della
complesso
suo
rispetti
e' è
e
invaghiti
così
Francesi,
stati
e' è
medesimo,
69
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
deìV Enriade,
cit. ;
voi.
XXI,
70
VOLTAIRE
Virgilio,nel
che
ha
non
Virgilio. U
e
egli
piti di Confucio;
lo
ce
Dio
e
mio!
in
della
pessima
e
se
Gangier,
XVI,
(Cfr. Littrb,
pois
vers
et
en
'Allude
un*
air
più
da
Montefeltro.
in
tutte
per
che
Baretti.
Ma«
di
esse^
addirittura
era
fatte
due,
in
inedite
nel
qualche
langage fran^
xxvii-xliii.)
in
il Voltaire
cui
Bivina
Commedia^
solenne
dell'
il
sbagliato
e
di
il
col
XXIII
Bayle
Guido
Voltaire,
tre
; men-
1260,
farlo
a
duzione,
tra-
una
che
nell'anno
fatto
aveva
parlata
/n/J?rno,
Dante
nascer
traduzioni
una
altre
scritto, scambia
avesse
dal
vieux
più.
nendo
soste-
nascere
65.)
Già
nell'ottavo
ne
codesta
idea,
avesse
m*appelais
Je
fùs
A
Ùa
Me
Et
Qui
sur
qui
le
terre
m'enrólai
j'
y
m*ordonna
della
le
la
en
sans
ce
de
servir
la
fine:
poltron;
et
Saint
e
Frangois
de
son
celeste
pape
sa
d'Assise,
cordon
Église;
fèlon,
feiotise,
mato
chia-
aveva
quale,
Guidon;
de
bout
il Baretti
principio
soldat
et
sous
place
serais
il
comte
qu*uii jour
donnàt
Frusta^
traduzione;
ecco
Je
Pui8
della
numero
truffaldinesca
non
le
da
di
tre
1596,
en
della
suo
fa
compenso,
inoltre
nel
del
nel
giacevano
XXVII
parrucca
anche
tempo
; e
pag.
ancora,
(Canto
edizioni
le
poi,
burlesca
nalmente
fi-
abbigliandolo
e
mis
deUa
burlesca
nobile
perchè
articolo,
indegno
esposizione
forma.
che
fossero;
VEnfer
Paris, 1879;
;
in
Ma
forse
buone,
non
biblioteca.
^
ignorate
pubblicata
Francia
che
sua
dimenticata
e
in
Per
quello
quel
a
ci
non
meritamente
e
già
del
stesso
fatto
Commedia^
come
del
XV
secolo
Divina
era
cioè
quella
la
avete
esistevano
esempio
stranieri.
degli
cremisi,
voi
Ma
verità,
fondo,
introduceste.
velluto
di
pulcinella.^
francesi
voi
foste
e
suo
Omero
con
altro
fronto
con-
nel
conosciuto
fu
non
nel
pari
un
tutto
Strappandogli
le vesti
^Per
è
si fa per
secoli
quattro
Dante
povero
che
conto
poco
alla
bravamente
va
ne
Inghilterra,
il Milton
insomma,
ma
in
in Francia
tanto, quanto
voi;
se
paese
col Milton
confronto
sofferto
con
SHAKESPEARE
CONTRO
per
chi
Voi
poeti epici
de'
i nomi
del
Boiardo
quelli
del
Trissino,
prima
d'ogni
metterci
per
Efcilla,
dell'
e
dirla
a
neralacci.
Io
qualunque
pure
in
sul
conto
vuole
gli si
;
rendit
me
dit,
A
Belzébuth;
Il
Dieu
Que
duction
sérieux,
au
famose
surriferite
parole
Moland
ha
curioso
esempio
a
fatto
i
coprire
Tultimo
*
il Baretti
Qui
1726
0
pubblicato
27.
Ma
opinione
anche
e
intorno
in
un
giugno
dal
articolo
1881).
il nostro
già,
aveva
può
vedersi
in
detto
critico
pò*
un
E
una
(ediz. cit.,
Carducci
la
sur
air Ariosto.
Moland
del
Dunque?
Un
Dante^
Ma,
»
dell'articolo
tono
nota.
tra-
Dunque
esatte,
altro
e
il
più
e
inutilmente
lo vedremo
nel-
scritto.
abbiamo
(come
quando
mutamento
il
delle
cette
Tarticle.
de
di sforzarsi
contro
slV Essai
allude
il Voltaire
suo
questo
ediz.
cit.
rigorosamente
pietà
Voltaire
del
di
Se
quella
strana
:
prendre
pas
reste
son
mettere
a
questa
peccati
capitolo
stato
era
male
cuit
me
della
fa ut
le
il
!
315,
ne
que
Baretti
ferme
et
è seria, arcicheseria.
del
di
fort
Huit
i Romaneschi.
V intenzione
è burlesco,
Il
«
roide
bien
pag.
plus
dicono
capi!
a
XVIII,
non
;
épiderme
Boniface
"
:
gambe
e
bien.
bras
fouet, dont
osserva
tano
; si met-
rien
trop
d'un
et
triste
rende
voL
volterriane,
opere
de
le
nel
Moland,
ròpliquai
ne
mon
sur
si
bestialità
Italie,
V
À
il raisonnait
coups
cano
di-
Si
théologie, »
m*erapoigae,
appliqua
Vingt
le
et
il
la
de
rìt; je
Il
Lors
n
sait
diable
Le
ge-
démon.
gr"ce
«
signore.
braccia
griffes du
aux
que'due
stranieri
rompano
siate
non
quante
poeti
ché,
ben-
vostro;
a
caro
paese
grandi
de'
in ridicolo
Et
ripeto, mio
lo
ve
Camoens,
quattro
fronte
di
del
il
altro
numero
dell'Ariosto,*
e
voialtri
noi,
tra
piccolissimi cadetti
che
dal
cancellato
spietatamente
avete
71
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
a
31, nota)
pag.
il
scriveva
alla
la
f^pique^che
Poesie
volta,
lunga
nota
voi.
{Fanfulla
del
di
Beuchot,
Vili,
della
scorso,
Di-
suo
mutato
storia
pag.
nel
fitto
af-
questo
dotta
ripro336-37-,
Domenica^
5
72
VOLTAIRE
CONTRO
gli si tagli anche
se
Ci
fu forse
almeno
vi
quando
sopra
d'Omero?*
quelques
à
la
avec
d*
Achille,
mère
dans
des
tous
mieux
Il
«
Tai't
espèces
r
de
Armido,
dans
pas
le
ces
les
est
est
jusqu'à
tableau,
«Je
Sans
cet
les
mieux
sais
compassion
doute
Godefroi
politique
à
Tasse
qu*Ho-
feu
héros
ont
mais
Iliade;
décrits,
qui
seul
un
et
ne
inva-
soit
ne
beau
est
un*
Homère
pour
coup
contre
de
Tart
d*un
les
bien
ou
lecteur
chrétiens;
seraìt
on
;
et
serait
et
de
fautes
ses
son
interesse.
et Renaud
d'inspirer
Grecs
a
dans
Ismeno
; mais
rendu
se
n*y
plus aimable,
des
d'avoir
Il
Galchas
fait
mal
Tennemi
Priam,
artifìce, plus
mahométans
a
dans
Tamour,
de
d'Achille
éblouit,
valeur
personnage
un
est
;
d'emportement;
et
au-dessus
Achille
employé.
sem*
modéré
et
Tenchanteur
cai*actère
son
ailleurs
et aimable.
fasse
avec
dififérentes
généreuse
d'Argant;
imitation
une
la
;
douce
assurément
sont
si
cruelle
ne
contraste
les
prudent
est
coquetterie
qui
perfectionné
a
passions, qui
tendresse
Pierre
il
;
distinguer
fureur
la
de
une
Termite
Renaud
de
Ainsi
une
c'est
un
de
et
et
excusables;
ne
sans
V
copie
le
Ses
qui
un
crayonnait
vices,
mélange
fìgures
est
Homère
opposée
un
et
plus
loisir
de
a
Herminie,
sont
de
pas
pas
imiter
une
fortement
presque
al
parali
que
de
plus
et
grec,
couleurs,
mémes.
Aladin
Talthybius.
de
les
vertus,
deux
a
est
dire
ceux
annoncés,
(VII),
ressemblances
variété.
comme
en
dea
a
di
al
si c^est
autant
a
de
plus
n'y
mais
j'ose
Il
del
Jérusaletn
si Renaud
;
sasse
pen-
nome
épique
La
sujet qui
che
più leggero
il
«
trettanto
al-
metterlo
Iliade;
Troie
avec
poète
qu'
ce
nuancer
Tancrède
de
le
peint
a
inquiet
:
suno
nes-
Titalien.
étre
blent
V
modèle.
son
il
car
dans
de
de
mieux
sont
dans
il Baretti
différents
souteuus;
riable
de
di
Poesie
la
un
al
desse
d'Agamemnon,
caractères
demente
se
chi
sur
gruerre
batailles,
ses
caractères
ses
la
delà
au
fu
Thistoire
Godefroi
et
bien
été
a
de
fable
Francia,
l'estro
venne
accenna
dans
in
bada,
succederà
e
cappello
copiée d^après
égards
choisir
de
que
lodino,
il
dell'Essai
dubbio,
ci
nessuno
qualcuno
Ci
il passo
senza
Si
cavarsi
a
Tasso,
quale,
testa;
scandalizza.
ne
*Ecco
la
SHAKBSPEARB
;
c'est
mais
Aladin
odieux.
interesse
tenté
tant
pour
de
re-
74
VOLTAIRE
Discorso, istituisce
suo
Nino
del
quella
e
prima
dal
Lessing
burgo
;
*
e, secondo
fatto
stato
in
Germania
in
del
già stato
giudice
medesimo.
? Io
ragioni; la più
(lo dirò,
è
anche
e
sa,
Germania
ripublicato
naturalmente
il Baretti
in
carattere,
mente
costante-
Num.
X,
^Alfredo
—
e
del
oggi
sotterfugio. Ma
sufficiente,
parer
spirituali.
erano
quel tempo,
a
difficili anche
e
tra
del
sing,
Les-
pubblicarsi nell'apriledel
volume
anni
due
subito
Xll,
Mezières.
Drammaturgia
Suckau,
XI
contraria,
prova
non
lente
la
il
sapeva
dopo,
che
voga
tedesco,
del
2,
Si
veda
Lessing,
Parigi, Didier,
genuo),
in-
troppo
il lavoro
a
tal
meno
mólto
aver
recchie
pa-
secondo
quali,
parer
5
e
la
ti'adotta
1873
;
pag.
9
e
dipoi ;
duzione
tra-
della
1767.
Introduzione
sua
in
potè
prima
monca,
giugno
1767,
non
ebbe
la
e
francese, imperfettissima
*
per
mai
fino
letterarie
a
non
e
l'Inghilterra;il periodico
e
cominciato
e
di
è il
maturgia
Dram-
la
credo,
nomina
molti
a
altre
ognun
la
e
d'ogni bassezza, c'impedisce
d'un
comunicazioni
come
era
confronti
delle
suo
almeno
può
eccone
il
e
capace
ragione
Le
*
critica
della
lo
non
sdegnoso
credere,
egli fosse
però
sospetto,
non
non
rischio
a
tedesco;
schietto
e
anni
d'Amr-
il Baretti
forte
il Baretti
che
critico
questa
dieci
de' due
dunque
Lessing
del
che
fatto
tradizionale
fondamentale
Conosceva
di
di
francese.
Il concetto
del
l'Ombra
distruggere compiutamente
da
il fascino
teatro
me
tra
Drammaturgia
sua
un
modo,
del
cap.
d'Amleto.
era
nella
VI
Baretti,nel
confronto
un
padre
confronto
Questo
il
perciò
E
guastate.
aveva
SHAKESPEARE
CONTRO
francese
xxxix.
da
alla
Ed.
De
BARETTI
Drammaturgia
ed
traduzione
unica
ma
!) è
vera
dei
due
condotta
parecchie
ha
Baretti,
impossibile
di
specie
delle
che
quali
critico
si fosse
violenza
le due
aggirano
diversa
ben
da
di
mezzo
le
tutte
una
di
creazione
per
non
fa
e
le
della
più,
per
é
anche
nulla
danese,
di
pieno
; è
l'azione
progredire
e
dà
a
de*^
regno
quindi
personaggio
un
nel
e
centra
urta
solo
d'un
Nino,
giorno
dal
si
rire,
l'appa-
con
popolari,
galateo
cui
di
una
individuo;
ridicola,anziché
e
a*
comodo.
l'Ombra
re
fantasia
e
verità
così, su
realmente
il
le
fanno
dir
credenze
ignora
ne
smargiassa
di
ci
adunanza,
venire
strana
è un'Ombra
tuono,
numerosa
non
morti, giacché
e,
dal
al
quella
a
noi
su
per
del
giuste
sottrarre
quando
quella
tradizioni
divedere
potuto
Lessing
lette,è quasi
avesse
critiche, è questo:
preceduta
bel
le
il perno,
premesso,
il
affatto
così
sono
di
e
diverse
tutto
mancano
esercitano
che
evidenti, specialmente
Ciò
del
simo
benis-
gusti
particolari. Anzi,
il nostro
se
di
comunanza
che
le due
può
che
però
dalla
benché
comune,
osservazioni
alcune
e
che
cute,
nei
e
tre anni
appena
autori, sono
prima
po' strana^
un
Finalmente,
della
la
mentre
(cosa
sono
fondo
un
effetto
essere
princìpi
fatta
Zimmern.
abbiano
critiche
1785,
inglese
stata
Elena
signora
nella
nel
uscì
7S
VOLTAIRE
CONTRO
paurosa
;
ozioso, che
e
non
desta
interesse.
nessun
Nello
il
svolgimento
Lessing
che
Per
avrebbe
veri
fa
potuto
però,
egli
al
nota
insegnare
sfuggono
ho
come
mancano
esempio,
tale
fondamen-
di questo concetto
la luce
detto, alcune
servazioni
os-
Baretti.
che
al Voltaire
del
donnicciola
ogni
sole
che
e
i
gli spettri
luoghi
pò-
76
VOLTAIRE
nota
polosi;
che
anche
avrebbe
ci
a
da
fosse
un
che
a
compreso
far
comparire
studiata
dì
si
o
dai
che
più
per
per
sé
in
ridere
lo
che
-cone
qui
*
po' burlesco
gallo,
riso
al
nostra
mente
final-
nota
noi,
su
Amleto,
del
è per
secondo
nulla
luogo poi,
Inghilterra
i
nota
che
?cit.,voi.
à
crede
toutes
XXIV,
ed
ec-
è
193.)
Baretti,
si
grido
non
e
e
in
etc.
-
Lettre
che
crow,
di
come
le
in
sun'
nes-
far
battere
com-
che
il
di tanti
ombre,
VAcadémie^
;
coraggio,
(CEuvres complètes
à
un
canto
luogo,
:
in
gallo
di
terao
l'appunto
io
Francia,
simbolo
un
è
un
nome
in
che
applica al
l'inglese
aggiungere
les Nations
pag.
il
degl'Inglesi
loro;
per
gallo
in francese
se
lo stesso
che
inglese ( e poteva
Appel
parecchie
del
quando
un
usanza
galli tra
paesi ! )
e
risveglia, come
non
la
per
che
burlesco
ridicola, anzi
idea
canto
chanter
il verbo
non
ha
Leasing;
nell'^mfe^o;
speciale, esprimente
^
il Baretti
luogo, gli risponde
primo
altri
la
spettro agisce
mancano
aveva
l'Ombra
sparire
volgo
mento
atteggia-
un
più importanti.
le
Il Voltaire
foree
poi ( cosa
se
in
se
fredda
una
:
produce
parte poi, anche
osservazioni, che
in
quali,
stesso.
belle
voce
in
principali;
Shakespeare
l'impressione
D'altra
fa
le
ognuna
personaggi
vanti
da-
spettro
uno
atteggiano
cortezza
ac-
poca
particolare, distraggono
e
attenzione
controscena,
persone,
quasi impossibile) prendono
vero
il Voltaire
se
quanta
ci fanno
simmetria^
che
della
conto
numero
gran
contribuisce
non
ciò
indifferenti
restano
e
quello
tutto
qualche
tenuto
avesse
SHAKESPKARB
rillusione,la dissipa;
generar
a
CONTRO
non
; ediz.
pari.
I.
BARETTI
al
primo
Al
la
canto
due
atti
del
terzo
atto
della
si vede
personaggi
in
davanti
e
i
aflSnchè
al
il
quale
siano
usciti,^
sala,dove,
gran
Nino,
che
aperta,
di
primi
ne'
al
fianco
dei
tempio
poi
magi.
che
An-
topografico, escogitato
personaggi
trasgrediscano
non
Semiramidey
ne
una
di
all'aria
garbuglio
questo
Voltaire
la tomba
vista
s'era
annunzia.
gabinetto,
un
i
che
reale
palazzo
sceua
lo
improvvisamente
giunta,
per
che
senza
si tramuta
giorno, spariscano-
gallo
rappresenta
(se. VI),
del
del
principio
scena
7T
VOLTAIRE
l'avvicinarsi
soffrire
potendo
CONTRO
col
si
che
cambiar
dal
in
trovano
di
luogo
una
non
isfugge al Bapretese leggi aristoteliche,
retti. « È cosa
assurda, » egli dice, « il ricorrere
delle
a
un'arbitraria
edifìzio
un
in
si trovano,
notò
abbiamo
di
un
che
anche.nel
altro
esempio
il Voltaire
si
Da
ultimo,
il nostro
imitò
italiano,
ma
Muzio
comincia
di
in
^Op. cit.,
traduzione
Bergamo
appunto
una
con
un
gli edifìzi.
che
di
sua
lungo
il
lez.
italiana.
X
neUa
italiana
seconda
ediz.
fu
*
il Voltaire
Nino
prestito
Cesena,
Ili)
se.
dallo
da
quale
un
nel
Semiramide^
l'Ombra
del-
monologo
Nino.
Semiramide
Questa
di
Schlegel,
osserva
in
gione
ra-
locomotrice
dotare
prese
vi
servazione
Quest'os-
(att. I,
Ombra
sua
la
che
»
facoltà
della
critico
la
la minima
Bruto
Manfredi
pubblicò
1593
quelli i quali
Guglielmo
da
compiacque
già
bruscamente
metamorfosi.
poi ripetuta
Shakespeare,
che
tal
una
cui
non
che
gli spettatori, abbiano
o
fu
quale
cosi
muta
altro, senza
un
d'aspettarsi
il
che
magia,
rappresentata
tedesca,
lez.
XI
nella
78
e
VOLTAIRE
più
ristampata
dir del
al
Maffei.
a
del
più
noiosa
oltre
Semiramide
in
di
^
passaggio,
che
miramide
tragica,
pubblicata
un'altra,
Un*altra
imitazione
Il
Beuchot
riferisce
dans
marquable
^somigliantissimo
129
pages
char
de
et
Saint
catholique;
la
Henriade
Credo
poemi.
che
Ecco
studioso,
di
qu'il
poema
del
Voltaire],
se
de
la
nuit,
rend
à
italiano
quelli
un
che
est
468
di
destinéea
religion
dénoùment
le
celui
d'un
i
la
»
due
giovine
qualche
a
de
siècle.
confrontato
tempo
un
suivantes)
et
que
per
il
re-
(chant VI,
la
et
méme
ancora
sprecano
non
il
quale
ciel, dans
embrasser
beirargomento
Ma-
plus
places
postérieure
abbia
dal
que
au
pages
le
est
nel
de
a
y
instances;
ses
lui
299),
les
à
queUa
Malmi-
cenno
c'est
voit
y
Texhorte
et
Voltaire, qui
dunque
et
è
Giulio
enlevé
est
(chant XXII,
et
Malmignati
nessun
IV
Henri
l'aveva
e
[e, s'intende,
al
Henri
de
«Ce
Se--
dall'Enrico,
un
pag.
Malmignati
apparait
Henriade
I,
de
suivantes)
lui
voi.
poème
feu, pendant
Louis
V,
è
aveva
italiani
di
fece
ne
di
Nino
ne
;^
eroico
Villoison
di
della
Enriad^
sua
le
princes cbrétiens,
aux
deUa
parole:
queste
due.
poeti
da
poema
EncyclopédiqiAe (anno
gasin
l'amore
Manfredi
Voltaire
conquistata^
(Venezia, 1623).
•ONATi
de
del
altre
nell'amore
boscareccia
ma
chè,
; per-
prima
poco
ch'io
an-
consorella:
tutt'e
il nostro
punti capitalissimi
Francia
ovvero
però
tragedie
in
mente
infinita-
parecchie
ostacolo
donna;
è parsa,
conoscesse
ha
le
sacerdote.
gran
Noterò,
due
trova
un'altra
dal
•d'alcuni
la
e,
Scipione
Inclino
più digeribile
sua
Nino
di
Baretti,
francese.
tutt'e
per
•questo per
^
al
il Voltaire
la
XVin,
e
leggerla,
anche
della
con
esempio,
difeso
dovuto
quella dell'Ombra,
somiglianze
per
ho
che
XVn
perfino le lodi
ebbe
pareva
credere
a
ne' secoli
che
me,
resto
SHAKESPEARE
volte
Baretti,
Ma
come
CONTRO
scrivere
versi
il
fermo
";attivi.
*
La
Semiramis
Accademico,
JMDXCIII.
boscareccia
Innominato^
di
Mvtio
Invaghito
et
Manfredi,
Olimpico.
In
Bergamo,
BARETTI
scritta
certamente,
un'eternità
in cui
cosa
quasi
che
si fossero
della
loro
critica.
orbi
il
contro
dell'equità.* Questa
critici
difendere
e
un
profondo
un
lo
male,
in
•e
mirava
dal
a
l'Italia,
cui
del
Non
sanno.
il
Wieland
è
possiamo
Si
le
«
vedano
simo,
audacis-
1762-66:*
produrre
quasi
ad
Lessing,
che
del
Drammaturgia^
vera
essere
XV.
il
volta
Baretti,
tutti
che
l'uno
tro
l'al-
e
rivoluzione
mente
scrupolosale loro
insieme
con
quanto
riguarda
Mézières,
gran
Francia
la
ascoltati.
anche
questo proposito, per
giuste considerazioni
che
essere
benedire
consideriamo
a
ad
un
concetto
spe-
sepolto
prima
mirava
una
meno
che
la
nel
maraviglia
dunque
causa
più
cui
detto
per
cui
dovevano
subito
tradotto
turalmente
na-
in
e
a
averne
seguenti.
*Cfr.
due
aveva
tragico inglese quel
imparziali,
*
rosi
rigo-
d'animo
Germania,
più specialmente
spirituale, pensassero
se
la
oblio, dopo
critico,volendo
oggi
faccia
ne' limiti
formidabile
Lessing,
Shakespeare
tedesco
avevano
:
da
tosto
piut-
affinchè
Tutt'e
uomo
giusta quant'altra mai
in
botte
l'opinione quasi universale, una
contro
-cialmente
aspro
mirano
e
condizione
si trovavano.
contro
si direbbe
somiglianza proviene
dall'identica
i due
parere
giù
menano
mantenerlo
a
bre-
il tono
proprio pensiero
il
effetto, che
maggior
due
in
«
dell'opera.
l'intesa,è
avversario,
comune
esagerare
a
dati
)
tuttavia
il Baretti
e
e
tempo
»
il merito
Lessing
Tutt'e
:
può
che
ma
il
Farnese
continui
e
consideri
chi
a
serenissimo
al
Ranuccio
soli
giorni
trentaquattro
La
dedica
principe
magnanimo
Tissimo
lui nella
dice
(lo
79
VOLTAIRE
CONTRO
E
noi
peranze,
intemesse
si
il Lessing,
Op. cit.,pag.
xl
80
VOLTAIRE
diffusero
parte di que' principi,de' quali si
una
effetti
con
Goethe
lo
e
Mi
anzi, che
importante
il Baretti
il
e
di
Shakespeare,
La
Frusta
la
dopo,
anche
nel
due
di
e
per
che
presero
molti
la
migliano
so-
fare
a
blicarsi,
pub-
quattr'anni
rono
annunzialetteraria
giornata
nuova
tra
rispetti.
cominciate
la seconda
1763,
a
altri
potenti svegliarini,che
prepararono
d'Italia
difesa
rioso
cu-
si
critici
i due
Drammaturgìa,
prima
furono
e
nella
molto
comparativo
largo studio
ma
la
e
riuscire
Lessing, giacché
solo
non
il
il Manzoni.
e
potrebbe
un
trirono
nu-
grandiosi,
tutti
diversi, ma
Schiller, l'Hugo
pare
e
SHAKESPEARE
CONTRO
Germania.
VII.
Quando
si
Marianna
la
del
atto,
labbra
dalla
parole,
e
la
platea :
a
pubblico
prima
volle
vederla
mutarne
in
gli
occhi
che
le
du
verso
la
uno
anche
!»
come
la
timo
dell'ulalle
A
queste
molla,^
una
protagonista.
risorgere,
peggio
fine
1724
appressava
beve
scattò
della
nel
spiritosoimbecillè^
dovette
tore
L'ausegnarsi
ras-
catastrofe,faconda
anziché
degli spettatori,i quali
regine
Sorte
volta
regina
l'avvelenamento,
raccontare
laide
La
morì
tragedia
se
«
prima
protagonista
avvelenata,
l'ilarità del
poi,
Voltaire,
la
mentre
la coppa
gridò
la
rappresentò
metterlo
non
sotto
tolleravano
bevessero.
peggiore
Guesclzn,
al
toccò
più
second'atto
tardi
della
dXVAdé--
quale
i
82
VOLTAIRE
il
Voltaire,
doveva
che
deUa
bello
brani
mirabili
mette
eroine.
voi
avvertirete
io
E
ciò
lisabetta, l'uditore
nutezza,
è
ma
abbiano
uditori
vecchio
si fece
Il
Baretti,
in
che
e
notava
*
Lettera
del
dei
poter
là
ziare
pronun-
ripensato
al
del
glesi
in-
infamie
^
lingua.
della
che
rite-
propria
la
probabile
E-
regina
dubbio
storia
quando
vostra
delle
punta
alle
e
ziava
pronun-
alla
della
senza
è
col
13
naturale,
ci fossero
alla
altresì
scritti
speare
Shake-
eroi
andare
in
i termini
e
Shakespeare
grato
i
tra
che,
non
pia
»
avverata;
molti
casto
degli
poema
diavolo
che
da
eremita.
com'
che
saggio
per
alla
e
Shakespeare
notava
ma
sarà
anche
Pulcellay
della
si
a' suoi
davanti
sulla
assai
troppo
pur
più
resteranno
previsione
Questa
il divino
lascerà
molto
immaginazione
vi
lo
sarà
insieme
ma
che
che
vi
che
di
familiarità
tanta
Racìne,
fermamente
l'Accademia
il
contrasto
del
bocca
credo
Louvre
con
e
piazza
in
sempre
sue
al
da
e
all'Acca^
«Tutto
nel
certo
bert,
D'Alem-
Al
Lettera
così:
Corneille
del
bordello
da
di
sta
le Shakespeare,
contro
amici.
la
francamente
cosa
prefetto
già accennato,
co' suoi
leggere
scriveva
demia,
usata
abbiamo
come
mistero
punto
fece
nel
vero
ce
FourchambaulL
questa tattica maliziosa
Di
Augier
Emilio
se
tipo cosi
un
de* suoi
Rastiboulois
non
francese,
potuto offrire
ha
ne
società
nella
Oggi
SHAKESPEARE
CONTRO
non
delle
rappresentazione
che
non
gran
poeta
solo
intento
agosto
1776.
era
cosa
poteva
vere
negare
sconcezze
venivano
tolte;
il dare
onesta
piccoli brani, che
di divertire
;
il
rono
fu-
popolo
BARETTI
83
VOLTAIRE
CONTRO
•
del
che^
e
critici
inglesi,molto
Voltaire
venisse
domandava
onesta,»
€
giudicare
l'autore
Scappino
di
di
da
e
sciupar
Shakespeare,
Voltaire
fosse
diffondersi
a
poeta,
sulla
nell'esame
prodigiosa
caratteri
anche
delle
singolari quanto
tanto
i drammi
più
suoi
fornirgli esempi
«
codesti
Tra
sappia,
altrove.
ha
ebbe
Perché
nelle
suo
de'
fatto,
e
più maravigliosi
dal gran
che
parola
una
abbia
Corneille
per
di
quali
di
tevano
po-
cui, ch'io
la
ha
tra
codesti
non
in
mettere
tutta
né
Francia
Voltaire
non
a
dei
e
in
né
stra
mo-
scienza
sua
opposto
prodotto
fino
creare
affrettati
e
molti,
signor
? Perché
più maravigliosi
(Gap.
il
critico
teatrali
cose
n' è
idea,
dunque
acume
questo
copia?
gran
ce
mai
profittato di questo
il
meglio
di
veri,
fiacchi
in
caratteri
si
non
mente
real-
ch'egli possedeva nel
facilità
di
signor
fatto
almeno
vece
In-
difetti
che
bellezze
l'altre cose,
tra
il
(dato
avrebbe
), non
*
ai
nega,
meglio
di
sacco
intomo
nessuno
fatto
capace
dire,
e
difetti che
avrebbe
non
ne
inchiostro
tanto
dal
bazzecola?
simile
altra
giusta
critico, «voler
Misantropo
qualche
di
signor
cosa
nostro
il
del
il
«Sarebbe
mondo.
stessi
dagli
che
prima
tempo
al
biasimati
stati
resto, erano
cuno
qual-
a
i
caratteri
la
cese,
fran-
scena
?
lui inclusivamente
IV.)
Fatte
ragionevoli
queste
il Baretti
domande,
.
egli
passa
di
stesso
Calibano,
di
a
Shylock
'
I
^
E
chiaro
presenti
'
i noti
versi
D"ns
Je
ce
ne
aac
«
scrivere
del
Boileau
ridicule
reconnais
plus
di
e
?
che, nello
di
esaminare
?
Falstaff,
.1
.III
il Baretti
poétique,
chant
s'enveloppe,
Scapin
Tauteur
du
.11
?
I
queste parole,
(UArt
oti
i caratteri
volo
Misanthrope,
aveva
III):
»
84
ritratto
Nel
molta
con
il
Voltaire.
Falstaff, il quale
buon
Tanto
potrebbe
che
si
non
da
tacita
ma
col
aveva
ammira,
che
ma
si
vizi,che
senso?
buon
tanto
e
è
riesce
di
maldicente.
e
degli
lui,pure
altri. Oh
non
vizi,in grazia
diffondere
lettera,
si
come
buon
sanno
(Ibid.)
La
Falstaff;
per
chiusa,
la
mini
uo-
finità
un'in-
che
umore
era
quegli
consorzio, e
presentano!»
vede,
quello
facilmente
perdona
specialmente
e
civile
al
del
si
dovunque
soprascritta,
la
mondò
di
pittura
dannosi
così
il
quali tuttavia
di
istruttiva
! che
seducenti,
di ecclissare
mai
cerca
ci
non
piò spirito
abbia
nessuno
cone,
spac-
inesauribile
fondo
un
ciò
tutto
con
ha
sebbene
e
umore,
di
ai
egli
odioso, perchè
buon
Ma
ma
bugiardo,
goloso, bordelliere,ladro,poltrone, bravaccio,
asino
si
non
disprezzano,
! Falstaff
detestare
potrebbero
derci
ren-
somiglianza
di
punti
vizi
si
tanti
:
con
per
Falstaff, dell'inimitabile
di
che
poeta
Shakespeare
tanti
ha
senso,
stimare
certi
dirò
vi
Che
"
dal
si ferma
e
su
creato
quest'ultimo, rileva
usata
brutto,
compiacenza
di
dà
l'arte
finezza
il buffone
che
ci
che
simpatico
evidente
SHAKESPEARE
CONTRO
VOLTAIRE
era
ma
il
per
Voltaire.
qui giova
anche
E
dopo, Guglielmo
di
carattere
retti,ma
le
trattenesse
ne
ingiustizie che
«
gel,
«
è la
e
in
di
di
ne' tratti
degli
pensiero
si commettono
spesso
»
dice
la
tra
più garbata
e
l'altre
il
quale
quella
del
è
Ba-
principali,che
un'imitazione,
vedervi
il
giudicava
e
maniera,
una
tanto
Falstaff,
birba
ritraeva
più compiuta
somiglia
tentati
saremmo
ce
Falstaff
più larga
certo
Schlegel
di trent'anni
che, più
notare
errori
con
cose
se
e
non
delle
tali supposizioni.
lo Schle*
dilettevole,che
mai
BARETTI
si
CONTRO
descrivesse
Vecchio,
—
libidinoso
dissoluto
e
inteso
sempre
pur
cioncando,
soldato
vigliacco
che
morde
non
riesce
buon
la
se
e
mai
prende
quando
a
rincrescere.
»
Confrontati
la
de* due
al
d'aver
la
pensato,
Chi
poi legga
Falstaff
ha
detto
a'
critica
a
spesso
abbagliante,
vedrà
critici
che
alle
zione,
un'imita-
a
delle
e
fonti
idee
cui
babilmente
pro-
l'altro;resterà
il
di
però
grandissimo
altri
su
e
attribuisca
non
soggetto
e
merito
punti,
come
critici
lui,ingegni
giorni
colpi
[Shakespeare];
Op. cit.,
lez.
XII
nella
italiana.
carattere
Vittor
spesso
HI ]
di
ne
suffìt
faut
edizione
di
con
d'antitesi,
ciale,
superfisuperato
parole dell'Hugo,
il lui
seconda
e
ancora
tradurre:
a
Hugo
fu sempre
non
le
certo
[ Riccardo
del
di metafore
più
ma
che
nostri
posteriori.Ecco
tyran
traduzione
ciò
il Baretti
m'arrischierò
non
losophe
nella
l'uno
anche
sua
*
del
dopo
quella
mité
si
giudizi,
questo
molto
in
battere
ordine.
prim'
io
due
Baretti
su
zotico
Aspetto
ciano
troppo spinte comin-
po' anche
un
nostro
pensarono,
dai
lui
di
e
gli altri, non
beffar
a
somiglianza,
attinsero
sempre
ilare
*
stretta
autori, e
spalle; egli però
destramente
alla conformità
ma
adulatore
Sempre
burle
questi
loro
le
beffano
sue
debiti, e
di
pieno
dietro
le
mangiando,
bugiardo;
sa
sottilissimo,
ma
procacciarsi quattrini ;
pronto
sempre
ritirata,quando
pure
di
meno
enorme,
tempo,
disgustoso
umore,
cervello
bel
rodomonte
e
amici
gli
pancia
sempre
sui mezzi
perciò
non
una
darsi
a
dormendo;
scrupoloso
poco
ma
con
;
85
VOLTAIRE
«
pas
aussi
diffor-
La
à
la
tedesca,
che
ce
phidiffor-
lez. XIV
86
CONTRO
VOLTAIRE
et il crée
mite
valet,
sens,
inaugurée
cbo
L'écueil
de
brute,
à
San-
Falstaff.
la
effet,c*est
en
fait
Tane,
bascorps
les
le
est
terminées
humaines
pansé
sur
; Falstaff
tude
dans
dans
avorte
bon
Falstaff,glouton, poltron, feroce,
et
marche
et
adhérent
Pan^a^
face
immonde,
coutinuée
sagesse-Ià,
rignorance;
avec
mal
du
dynastie
La
Panurge,
à
cette
Sancho
sesse.
Falstaff.
dans
tourne
Panga,
SHAKESPEARE
pattes de
quatre
centauro
du
en
turpi-
la
*
poro.
»
Vili.
Ho
già
sostenitore
vita
unità
tempo
allora,
reale.
contro
il
dell'Edipo
secolo
mezzo
Lucus
senso.»
Rispetto
sul
ancora
a
all'unità
Castelvetro, che
nel
dramma
*
di
erano
aristotelico,il
William
in
Shakpspeare;
alV
1730
stampa
ri-
alla
quell'anno;
quasi
e
Accademiay
del
buon
diversi
molto
Voltaire
quanto
Paris,
quale,
sulla
tempo,
regola
durasse
saccordo
il di-
nel
grandi leggi
tre
di
lucendo!
non
resto, i pareri
campo
le
«
in
mose
fa-
d'azione
premesso
Lettera
nella
dopo,
chiamava
le
fatta
tre
dell'unità
difenderle
discorso
nel
Lamette,
la
più apparente
sempre,
a
tutta
delle
quella
su
cominciò
Egli
per
meglio
o
fu
e
fu
convinto
e
luogo, poiché
era
che
costante
drammatiche,
di
e
il Voltaire
che
detto
voleva,
generale
realmente
1864;
pag.
come
nel
anche
come
già
l'azione
durava
263.
il
finta
la
BARETTI
rappresentazione ; ^
a
sei
concedere
dodici
la
ammessa
regola,
torto.
qual ragione,
di
era
del
dramma
giorno
usciva
fuori
variare
d'arte
punto
È
almeno
di
che
giacché
eslege,
^
Prefàz.
*
Bisogna
sentire
il
perchè
trouve
qu'
tempsy
peu,
sur
il y
ne
difficoltà,
dire
a
dovesse
dramma
il lunario.
regolarsi sopra
il Voltaire
che
violate
voleva
Note
e
al
ammetteva
in
nell'opera
come
bizzarria.
Discorso
sica,
mu-
componimento
un
magnifica
que
que
les
trois
«Prefaz.
lui
^
»
CorneiUe
del
suUe
arrivi
a
sujets
tal
si
entières,
ce
me
sans
Unités^ d'action^
Edipo.
ule
scrup
de
jusqu'à
jour
en
accorderais
servirais
et
de
les
de
méme
»
lieu,)
je
si peu
vingtla
excéder
les
trente.
danteria,
pe-
moi,
renfermer
philosophe [Aristotile] de
pousserais
aìV
je
à
leur
je
mais
«Pour
concessione:
malaisés
della
illustre
stesso, vittima
seulement
non
donne
et les
da
des
a
heures
quatre
cence
guito;
se-
Unità.
tre
de
di
po' di logica nell'applicazione
«
Edipo
ticinque,
ven-
latitudini,e questo
le
e
dovesse
fossero
una
d\V
nel
fìnta
la considerava
come
di
s'intendeva
precetto. Egli inoltre
unità
tiquattro,
ven-
via
e
sole
di
di
più curiosa, vale
stagioni
un
strano
tre
mezzo,
suddetta
evidente
introdurre
le
la
anche
poetica
dunque
quello
giro
dell'azione
le
e
quarantotto
oltre
un'altra
secondo
l'appunto
per
codesto
per
dello spettacolo
reale
ventiquattro
naturale,
la durata
che
essere
ventisei, di
poi
se
si vede
non
quattr'ore, quella dell'azione
o
di
non
di
il
tre
giro di sole
solare,
la durata
mentre
potesse
e
giorno
volta
una
il Voltaire
che
il famoso
per
Aubignac,
Certo,
può dire
si
intero
un
^
arrivato
era
; il D'
ore
trenta.
non
Infatti,se
s'intendeva
per
pitiotto
al
o
invece
Scaligero
Corneille, anche
; il
avesse
lo
87
VOLTAIRE
CONTRO
liun
(Discours
88
VOLTAIRE
Del
resto, la
la
sua
perseveranza
causa
spallata
non
aristoteliche,
Lo
criticare
a
sugli esempi
d'aver
dico,
E
lo
e
quella
di
Anche
Samuele
di
opere
due
unità,
chiedere
come
la
albero
dell'ombra
o
quella
o
storia
gli
attori
e' è
nell'arte
*?
degli
Prefaz.
per
alla
Entretiens
Romani
frescura;
ristampa
sur
il
che
veri
drammatica,
le
del
Fils
nella
si deve
realtà,
procurarci
della
pretende
non
romana,
le
contro
della
sorgente
esempio, gli
per
1765,
la
con
zione
sensa-
osservava
nazione
soprattutto all'immagi-
degli spettatori;
sceneggiando,
nel
non
d'una
s'indirizza
il dramma
di
paesaggio
al
si chiede
pittura d'un
che
che
imitazione
l'esatta
»
Prefazione
peritoso
osservava
Egli, infatti,
al dramma
non
nella
molto
però
petits!
et
profonde
e
penda
stu-
cruelles,
pubblicata
nuove
com-
questa
décents
si mostrava
conclusione.
in
ouvrages
così
quali, a
de* suoi
bienséances
che
sur
ne^
1757,
«Ah!
Shakespeare,
ragioni
adduceva
Entretiens
nel
Johnson,
vole
ragione-
era
indispensabile!
teatro, usciva
al
les
rendez
vous
tempo
fessava
con-
egli stesso,
;
schifiltosità
morbosa
esclamazione:
alle
di
Lessing
^
proprio gusto
que' medesimi
in
il
addirittura
luogo
patriotti rispetto
que
tragedia francese,
quale
del
tolo
capi-
ciato
comin-
aveva
le lezioni
l'unità
regole
nel
1748
la
che
della
dal
spietatamente
naturel, pubblicati
proposito
pretese
ceramente
sin-
maraviglia.
fin
il
sosteneva
le Fils
che
difendere
delle
recar
formato
sosteneva
e
nel
BijotujotncUscrets
dei
xxxvni
e
deve
Diderot,
stesso
SHAKBSPBARB
CONTRO
;
e
come
1781
naturel.
poeta
drammatico,
avvenimenti
di
certo
che
in
della
per
far
passare
conseguenza
tutte
sua
della
le
traduz.
arti,un
tedesca
90
Baretti, nel
Il
del
eclettica
critico
Johnson,
vede
qualche
segno
nel
dunque
che
saranno
nelle
del
dello
e
va
le
molto
più
amico-
suo
siche
clas-
bandite
dal
Anzi, egli già
biblioteche.
di
giorno,
questo
doveva
non
già
tragedie
giorno
un
suo
pare
era
resto
stesso
che
precursore
parer
uno
l'opinione alquanto
poi egli
Ma
tedesco
francese
confinate
e
Shakespeare,
predice addirittura
e
alla
teatro
lo
quale
progresso.
del
innanzi
la
Lessing,
immenso
fatto
lui
anche
de^
aveva
contro
prime abbia
sulle
il Vol«
questo punto
su
ne
d'accusa
principalicapi
un
confutare
naturalmente
taire, che
che
SHAKESPEARE
CONTRO
VOLTAIRE
molta
essere
lontano.
credo
Non
parte
del
buon
gusto
il
il tuo
e
signor
sicuro
intero,
buon
questa
di
capolavoro
di
brio,
Eccola
senso.
dal
meglio
alla
tradotta
e
atto
in
quattr'ore,
dal
bene
che
in favore
sono
è
di
È
mai
da
e
tempo.
d'una
Noi
durati
nel
di
interi,è
possibile render
di
luogo,
il
spazio
l'altro,
al-
paese
è
che
e
cendo
fa-
e
tre
non
o
trario
con-
potrai
dunque
sì assurda
breve
un
l'azione,
Cosa
anni
lustrate
il-
sappiamo
da
interi,
pratica
alle
Aristotile, e
all'unità
anni
accusa
violate, trascinando
ha
durar
mesi
quando
uniformato
essersi
Corneille.
contrario
verisimili
renderli
ragione
non
qualcuno,,
ancora
personaggi
conseguenza
ma
ha
egli le
i suoi
atto
all'unità
che
di
dirà
raccomandate
tanto
il che
per
mi
di Voltaire
scienza
certa
Fatti
e
Shakespeare
unità,
dirci
di ardito
per
così
di
un
però converrai,
Tu
«
tre
è
che
francese.
testo
che
Discorso
suo
qui quasi
affermando
d'esagerare,
tu
mostruosa?
mai
di tre
probabili
possibile
o
dei
tr'ore?
quatlun-
BARBTTI
ghissimi Tiaggi
dalla
movono
«
mi
Chi
platea,
«
a
Parigi,
0
ndla
e
darsi
possono
Eain,
e
l'altro
de'
Macedonia
o
due,
di
e
francesi
cui
di
dama
mai
le
pedine
che
quelle
terbourg siano
sia
là
il
co' loro
Le
signor
Agrippina
Tiberio
o
o
mai
? Come
tollerare
i
che
lubbione
dipinte
tele
l'una
gerghi
di
Re
un
de' loro
molto
quel
l'abbia
fiori
del
gorica.
cate-
Memfi,.
a
paesi,
bellissimi,rimati
emistichio, prima
queUa
e
indovinano
esse
un
vece
dell'Indostan,i quali, in-
parlando
versi
Roma,
vedendo
possono
Dama
una
la
d'essere
sanno
Yestris
che
palchi
risposta
a
mai,
Tarquinio
di divertirle
declamano
lubbione?
Comédie-Frangatse,
madamigella
le contesse
si
non
interroghi
che
d'essere
credere
lo
una
coloro
Come
possono
Lucrezia,
a
dare
credere
a
propri occhi
che
dal
e
che
deUa
saia
Sarmacanda?
a
di
prima
mai, dunque,
Come
palchi
da'
permettermi
di
anch'io,
poco
coloro
qaeste belle interrogazioni, avrà
"
compiacenza
di
occhi
agli
01
VOLTAIRE
CONTRO
dal
timo
l'ul-
spesso
di
re
picche,
pronunziato?
Servandoni
o
o
Come
ficcarsi
possono
due-
a
in capo
dal
Lu-
gallerie,giardini,palazzi,
appartamenti,
tèmpi, ville, campagne,
mari,
di
altro
e
migliante
so-
?
«No,
no.
credono
pedine, non
le
«
Ma
della
dunque,
si
cose
con
lo
loro
se
può
lontane
tanto
stesso
di
nessuna
probabili,
trovano
l'aiuto
con
Que' signori, quelle contesse,
queste
Parigi,
dal
vero;
aiuto,
con
!
l'aiuto
probabili
trovare
non
mente,
Sola-
cose.
meglio verisimili,
o
immaginazione
a
quelle
perchè
si
potrà
e
maginazione
dell'im-
verisimili
mai
trovar
a
dra,
Lon-
prò-
02
VOLTAIRE
verisimili
babili
e
niente
più
di
Marcantonio
al terzo
farsi
a
s'imbarchi
una
corsa
trova
di
a
farsi
per
sforzi
si
dal
in
paese
Ma,
«
cappuccino
il
se
?
in Roma
si
fino
Cork
a
amico,
caro
dov'
o
è
forse
a
da
giori
mag-
un
paese
tut-
sempre
a
dramma
se
a
solato
con-
durante
del
personaggio
che
il
d'esser
sa
si
ragioni
andare
per
vada
poeta abbia
Occorrono
Campidoglio, quanto
paese
quinto
il
le
e
quarto
abbandonare
fermi
star
per
tanto
move
ad
gli atti, quando
cinque
Parigi,
iscena,
d'immaginazione
all'altro,che
t' e
in
al
Marcantonio
dove
e
il Messico,
per
al
e
il
tutto
Pietroburgo,
capire
spingono
lo
parta
vero
il console
che
Irlanda; purché
viene
poco
atto
per
farci
appena
poco
in
dal
durante
Roma
a
Pondichéry,
a
cappuccino
l'accortezza
importa
secondo
al
lontane
cose,
Che
stia
ne
che
o
SHAKESPEARE
altre
quelle?
se
dramma,
faccia
CONTRO
egli
non
di
corre
Dublino?
l'illusione
in tutto
sto
que-
tempo?
L'illusione, signori?
€
ora
che
di
nessuno
minima
illusione?
voi, in
senso;
se
nessuno
solo
istante;
se
ognuno
che
si
i
padre Brumoy
Cinna,
la
per
procuraci
divertirsi
il
una
a
Amleto^
d'esprit
o
ad
di
e
ché
Chec-
o
il
sopra
rappresentare
Macbeth^
il Convitato
rappresentazione;
un
per
gnori
gl'illustrissimisi-
veder
ottenersi.
alla
ordinario
dov'è
Aristotile
piftcere d'una
impossibile
a
va
vostro
l'illusione?
e
or
soggetto
abbaglio
sta
sopra
nessuno
Britannico^
Chercheuse
sarebbe
;
nel
detto
ho
benissimo
signori poeti
critici,fondandosi
è
caso,
prende
diavolo
dove
dicano
ne
tal
sa
vi
non
tutti siete
Se
buon
tratta,
Ma
od
anche
di
pietra^
illusione, la quale
Tutti
e
se
ci
vanno
per
questa piace,
BARETTI
si ascolta
felicissima
sia
uniformi
sia
siano
quali
ai
piaciuto
lo
sia
«Ma,
del
ancora
tempo
ma
;
dirvi
genere
d'un
alla
Facendo
«
le
Tart
en
touchantes
rablement
supporter
pour
deuz;
mal
des
d'un
prétexte
; sous
trop délicat
tragédies
le
mauvaises
exprimées,
situations
en
et
souvent
le
farlo.
que
duncese.
francome?
E
guaggio
il lin-
*
n* intéressent
Franco
pur
et d'un
émotions,
contiennent
belles
è stato
"
certaines
pièces
specie
personaggi
goùt trop
de
tèrza
miracolo
saputo
società.
un
dotti
dotti, agl'in-
una
vostro
i suoi
tutti
a
della
belles
plus
peuple
ha
l'onore
anche
inglese
del
grosso
è
che
ai
lungo
da
ho
andato
piaciuto
canaglia,
più
parlare
Nos
è
Il miracolo
comune
^
è
Shakespeare
Lo
vor
fa-
piacere
so
moccolo,
Shakespeare
umano.
terzo
in
saputo
io la
cosa
altro
avete
là, giacché
anche
e
del
lo
in
dire
da
ha
sione
conclu-
tua
agl'indotti.
non
che
più
passo
se
diversa?
la
cosa
ch'egli
Ah, signori miei, questa
«
Shakespeare,
Corneille,quantunque
con
piccola
cioè
Corneille,e
dotti, quanto
di
adagio
una
seguendole.
strada
una
stotile;
d'Ari-
regole
Io
del
scopo
per
amico,
caro
; e' è
ai
arrivato
zioni
situa-
le
tutte
le
biasimare
allo stesso
a
smentiscano,
agl'Inglesi,non
noi
vorremmo
ci
in
Francesi, seguendo
è arrivato
che
si
buone
presenta. Il Corneille
li
ce
Shakespeare,
perchè
E
l'autore
Parigi;
a
credute
non
gli stessi
costantemente
nelle
è
i caratteri
si
dramma
'buone
altre,
fischia,e
d'illusione,
del
credute
certe
a
che
Basta
condotta
regole,
s'uniformi
che
la
per
certe
a
Londra.
e
poeta
si
annoia,
se
;
in ciò ombra
v' è
Non
03
VOLTAIRE
applaudisce
notte.
il
che
si
e
CONTRO
des
sentiment
divise
on
situations
pièces peignent
fìroides,à force
pas
d'ètre
admi-
dignes
:
•94
VOLTAIRE
A
sulla
del
naturalezza
poca
tragico
francese
unità,
cominciando
poi
e
;
fa
digressione
una
linguaggio
torna
delle
discorrere
a
stile
dello
e
tre
quella d'azione, poiché
da
il Voltaire
questa
su
il Baretti
punto,
questo
SHAKESPEARE
CONTRO
che
an-
manifestato
aveva
idee
inesatte.
«0
lo
contro
di
-e
po' la ragione per
«un
o
di
Caio,
e
due,
non
contenerli
può
«Il
spettacoli
che
il
esentasse
il
suo
»buon
contentarci
ci
che
-??-??'??
possédonfi
fois
r
4ue
1813
unità,
des
la
nos
pressions plus
iwirt ètre
yives
compare
^
Lettre
d
à
a
Qu^ques
les
il
a
le
dramatiques.
»
part. IL
(Op.
e
:
loc.
bien
anche
le
«
Ges
ol^
bl"me
des
rien
combine
cit.)
la
ceva
di-
moindre
mais
à
Così
»
produisent
et
di-
un
ébranler
soggiungere
imposant
del
?-...»?
pari tempo
seènes
d'un
I
rangs.
objet
^
se
caso
come
pièces éti*angères;
Tensemble
CAoadémie,
^Ibid.^ part. I.
in
E
luc^o
in
les
tous
pour
pas
rappre-
zoppichi.
puissent
qui
affettandosi
dans
risponde
tela.
sarebbe
combattendo
maitres.
mi
I
de
assurément
cbefi9-d*cBxivre
nos
hommes
Staél,
grands
che
??????
tragédies
insieme
ma
n*ont
servations
'Contre
de
peu
imagination
nel
*
galleria,
n*
I
degli
medesima
che
una
I
il dramma
giurato
paragone
dirò
desse
??
nous
nemico
pare
d'un
io
presentare
rap-
di Tizio
pittore,il quale
mi
argomento,
pittore
del
paragone
vogliamo
più, se
differentisulla
azioni
ditemi
"
crepi.
Voltaire,
caso
:
vita
della
anche
e
Crusca
si deve
troppi avvenimenti^
con
sarebbe
Ma
di
tre
che
senza
signor
dramma
nel
avvenimento
solo
un
cui
della
d'Europa
il
cato
invo-
aveva
giudizio
letterarie
le società
tutte
il
Shakespeare
d'ogni
e
l'avversario,
alV Accademia
Lettera
•quale nella
Francia
egli, parodiando
esclama
paese,»
di
ragionevoli
persone
imne
de
BARETTI
CONTRO
del
Lussemburgo,
presso
quella
azioni
de* medesimi
Aristotile
«Ma
*
chi
E
detto
solo
un
detto
si
degli spettatori
ad
distragga
non
dura
Aristotile
quel
autorità
Vega
d'altri
contrario.
riuscivano,
si fossero
o
riusciti
non
in
in
vi
una
tazione
rappresen-
quattr*ore? Dica
o
di
lo
han
Che
de
Lope
il
mostrato
detto, ciò
che
si
rappresentavano
solo
avvenimento,
fece
cosa
ridusse
in
drammi
quali
altri,e
ridotto
due,
fossero
e
avrebbe
per
que
dun-
Se
con
avvenimenti,
egli
e
Aristotile?
regole.
che
pare
sua
all'esperienza,
ha
non
alla
oppongo
ci
rappresentati
quegli
come
o
un
d'indovinare
ugualmente
zata,
spez-
spezzi,seguendo
ribellarci
cinquanta
tre, quattro
tre
tempo
suo
maraviglia.
bene,
e
l'attenzione
che
si
o
quali
detto,
e
l'artifizio,
allora
i
contenevano
a
studiò
ha
Al
che
affinchè
sia distratta
Shakespeare,
forse
Aristotile
drammi
Ne
di
autori,
sapeva?
non
sogna
bi-
dramma
avvenimento,
vuole, io
che
Dovremo
perchè
nel
loro
tra
più di
l'esperienza
e
cronologico,
Aristotile
più avvenimenti, legati
pure
rappresentate
dire, in più parti!
ha
che
son
che
degli spettatori non
così
per
quale diverse
ordine
per
ha
rappresentare
l'attenzione
nella
personaggi
più quadri, disposti
in
Q^
VOLTAIRB
cercato
modi
essi
codesti
cevano
piamodi
precetti?
4f
insomma,
Ma
tollerare
dalle
che
Francia,
«
E
sia
a
in
E
mai
potrebbero
d'un
si allontanasse
di
Fuori
ette
esse,
in
salute.
così ! Un
pure
ridire.
non
aristoteliche.
v' è
non
anche
nulla
autore
un
unità
tre
i Francesi
codesta
poi,
non
dramma
può
maniera,
e
son
forse
io
cellente
ec-
essere
non
padroni
ci
ho
i Fran-
8HAKBSPEARK
cesi di (are
e
dÌTertirei
di
serio!), darei
sul
dico
scrivere
a
devo
se
due,
pare
e
dire
i
Francesi
loro, se
non
il mio
neille.
mano,
che
lingue
fatto dì
ho
e
non
come
studiato
ì due
assai
tragedie, stanno
specie. Ciò è chiaro,
possiede il doppio
si opponga
non
che
d'un
dilettano
di Corueille.
quanto
Inn^o
le
andare
perchè
non
tragedie
possono
que' confidenti
tanta
uditoli
bei
racconti
e
più
e
smentisce
la
francese
varietà
Teramene
quelle confidenti,
mi
dì Shakespeare
tutta
alla
chi
Né
quelle fatte alla
dire
l'altra
del-
che
ricco.
discorsi di Cinna
di
ché
loro,giac-
è chiaro
la gran
avere
Que'
all'inglese.
que'bei
devo
di
dell'una
L'esperienza
asserzione; e anzi, se
le due
gl'Inglesi,in,
meglio
metà
Cor-
inglese^
anni
alla maniera
fatte
quelle
né
che
come
altro,è
peggio
quelle del
numero
gran
un
sentano
con-
tiche
dramma-
molti
e
dire
teatri,posso
possiedono
ne
per
tanto
francese
molti
darei
ne
opere
da
né
Cinna;
gusti, mi
è
che
rivare
ar-
il Calibano
tollerare
sono
e
che
niera
ma-
codesta
verità,a
stuccano^
di
quelle
con
pi-ecedentemente
'?'^rà;que'nappi
di
informati
veleno,
ora
gusto;
Au-
d'Ismene;,
ascoltano
pazienza lunghissime storie,affinché
siano
Io
e
per
il
pensiero,
diversamente
Io, che
coato
Racine
come
dire
di
possono
composte
COQ
della
dito
carattere
un
Per
poeta tragico, non
di me.
Dat'ei (e lo
come
tragedia
tutto
credoDO,
piace?
Tempesta di Shakespeare.
Uisciandoda parte ì miei
Ma
«
fatte
meglio
Coraeille, il
uà
una
creare
per
della
ma
il
che
piìlsìnceri
ammiratori
banno
per
che
quel
signor di Voltaire
stesso
ma,
gli
come
£iS6Ìcuro
vi
mio,
loro
casa
a
di che
gli
si
ingollati per
d8
VOLTAIRE
gallonati
ma
si
ma
non
E
chiedo
aìY Amleto
ancora
hanno
maggior
lor
fare
o
il
rompere
gli
che
in fatto
buio
buoni
giudici
c'è
i
gentiluomini,
nel
Euripide
forse
che
difficile
molto
anche
ma
abbia
letto
di
signor
Shakespeare
che
Credo
al
codesti
'Io
vi
ha
non
che
Maffei
ótrangères.
qui
alluda
in
per
trentamila
son
»
E
quest'isola,
riuscito
essa,
giudici
a
a
dirò
,
chi
non
•
je
voi.
che
che
in
ne
dirai
co-
pas
poussait
della
il Voltaire
tutti
pos^
cit., pag.
passo
Il
l'
del-
beau,....
un
nelle
gnori,
i si-
tra
il Catone
verità,
fossero
trovare
e
tresì
al-
sarebbe
in francese.
du
(Op.
ed
più gente
in
satiété
il Baretti
; ma
vi
di
Sofocle
inglesi,
affaiblie
rimitation
de
sappiate
numero
tragedia ragionevole
«La
a
^
solo
che
non
al
quasi
tamila
tren-
non
detto
dere
cre-
oltre
il Racine
e
Letourneur:
del
nouveautós
ces
lettera
Voltaire
mais
beau,
^
il Corneille
a
ha
greci
signore
le
ciò
per-
come
dunque
trovare,
scena
Parigi,
d'Europa.
l'Inghilterra.^ Io
segga
vers
di
tra
è la sola
Addison
du
il resto
in tutto
in
Se
legger
autori
bene
date
maggior
C'è
greco.
solo ;
senza
drammatica,
possono
giudicar gli
di
capace
quali
testo
vi
Né
Voltaire,
molto
un
viene
di suo,
cosa
d'arte
chè
Per-
un
non
quest'isola siano
di
tocca
non
di caratteri
di critica!
e
signor
Londra
a
di
rosse.
perchè?
personaggio
citure
cu-
po' volgari.
un
E
filo dell'azione.
abitanti
il
pernici
Poliuto
numero
qualche
di gusto
ci assicura
che
dire
per
le
eccellenti;
parecchi fatti,e
scolpiti;perchè ogni
per
sole
del
semplici;
tutte
sono
Macbeth.
al
e
un
di
e
questi contengono
perchè
abiti
questi paragoni
Baiazeite
del
sorte
La
di
rosse
vivere
potrebbe
degli
portar sempre
pernici
Le
scusa
belli
di
piace
indorate.
SHAKESPEARE
più
certo
son
nessuno
a
CONTRO
non
330.)
citata
dice
buoni,
opere
del
Voltaire
BARETTI
desta
molta
benché
di
sempre
troppo
le
letto
davvero
del
signor di Voltaire,
un
bel
ragionevoli;
fatte, cioè,
altre
così
scuole,
e
dell'Irlanda.
del
sciolta
si
presta
di
tenero
solo
di
di
sostanzialmente
citasse
il Voltaire
inglese
delle
Anglais
di
P.
Si
écrite
Lettere
qui
ait
vede
Ant
che
dice
«bien
a
che
de
che
di
ch'io
giacché
il Catone
Nel
à
il Baretti
da
Tautre.
e
è
noi
accennate
tragedie
ho
ne
la
»'E
suppongo
al
sola
nella
est
le
de'
bensì
che
Bruto,
tragedia
sima
diciotte-
premier
»
le infelici traduzioni
a
pag.
i
drammi
premesso
raisonnable.
conosceva
possiedono
perciò
Addison
non
dunque
Ho
Ce
Discorso
«M.
tragèdie
une
belle
dell' Addison
bout
tori.
scrithanno
non
propri
attribuisce.
gli
n^emoria.
Laplace,
i lor
più
le
sublime,
teatro, gl'Inglesi
di
fatto
loro
rima,
grandi
sappia,
equivalenti ;
d*un
tre
dall'inglese.^
Filosofiche:
fait
ciò
v'è
con
la
e
che
an-
e
stesso
più volte;
codesti
giunta,
il Baretti
che
egli
della
regolari,
e, per
drammi,
legame
Francesi,
de'
Scozia
dal
in
in
drammi
parole
a
tradotto
ricchi
irregolari,
il Baretti
teatro
che
private,
molti
come
in
e
della
quelle
detto
invece,
dire
propri
Covate
ha
elegante
dramma
più
*
di
e
bridge,
Cam-
a
Corneille, del Racine,
egregiamente
ragione
queste
sul
Francesi
I
Idr
vi
chiama
egli
come
inoltre
hanno
Voltaire,
premura
lingua,
son
di
signor
lodevole
un
Essi
tradotti, del
benissimo
pubbliche
contarci
dell'Inghilterra, senza
essi hanno
Winchester
a
Io
po' più
Oxford,
a
Eton,
a
dice.
stotile,
precetti d'Ari-
i
notissimo
egli
vuole,
un
che
secondo
ed
che
che
che
c'è
No:
degl'Inglesi
vi assicuro
e
Westminster,
a
sappia ciò
opere
personaggio
ciò
tutto
quelle tragedie
di
numero
verità.
che
lingua inglese,
non
spesso
ho
molte
ardire
della
dir
99
VOLTAIRE
ignoranza
l'abitudine
ha
più
c'è
sentenza
solo
CONTRO
18.
100
VOLTAIRE
soprannominati
tre
più
di
vasto
lo
Ma
i suoi
compensati
da
Anche
tratti
la
Voltaire.
Io
ha
ne
l'ammetto,
che
patto
del
vale
di
signor
delle
più
che
l'Aristarco
però
aggiunge
medesimo
*0p.
fosse
italiano
che
non
voi.
fa
critico
il
che
il
per
di
signor
ha
fetti
di-
meno
può
ha
ne
si vuole.
se
difficoltà; ma
a
bellezza
di
ogni
che
quelle
di
numero
delle
aver
un
più
studiate
mostrato
di
oscuro
e
uomo
confronto
codesto
ha
[!] torto
sempre
cit.,
«
l'idea
sul-
benevolo
e
la
verità
sarebbe
vili, pag.
per
nella
torto
forma,
sostanza;
contenuta
nel
117-18.
gare,
vol-
»
dante^
peche
provare
nella
stata
dere
cre-
del
dato
avergli esplicitamente
riferisce
ha
ritornando
dugento,
anche
né
»
il Baretti
dopo
e
potè
Shakespeare
grandissimo
un
Desnoiresterres, ^ dopo
Il
se
ha
altresì
Voltaire,
scelte.
lo
minima
la
senza
si ammetta
Shakespeare
ne
tissimi
mol-
de' difetti che
ognuno
cento,
c'è
il nostro
troppo
Voltaire,
parire.
scom-
(Gap. IV.)
drammatici,
Per
cezie
fa-
sue
quasi
nessuno
egli dice,
»
lavori
di
signor
cinquanta,
che
Discorso,
anche
Shakespeare.
il
avere
certo,
ne' suoi
Voltaire,
di
È
«
è
i suoi
le
buoni
men
Shakespeare,
che
confronto,
tutti; perchè
su
li fanno
che
suo
tica?
poe-
difetti,ampiamente
drammi
del
di
de' difetti
un
suoi
uguagliarli.»
fine
corsa
geografìa,
splendidi,
così
mai
potrà
Verso
altri
ne' suoi
campo
lui, malgrado
di
bellezze
un
la
per
con
errori
gli
e
questo
vince
la
gareggiare
volgari,
forse
de' Francesi
Shakespeare
anacronismi,
è
signori. Non
quello
può
nessuno
SHAKESPEARE
CONTRO
«
non
e
poi
confronto
intesa, in Francia,
a
BARETTI
quel
tempo,
più giudiziose.
cita
opinione,
del
téraire
da
E
»
La
stravagante
detta
Baretti,
lo
^
certe
più
menti
d'allora.
Per
è trattato
il Baretti
pazzo
dello
la
per
sua
mirazione
am-
Desnoiresteri-es,il
stesso
più
molto
era
più giudiziose
e
pedante^
un
Lit-
Shakespeare.
cose,
diritte
e
questa giustissima
di
quale
da
e
dunque
su
nel
diritte
Correspondance
della
Harpe,
più
menti
sostegno
a
brano
un
verso
A
«dalle
neppure
101
VOLTAIRE
CONTRO
mi
non
Francia
della
»
delle
innanzi
vero
dav-
poco
par
*
!
IX.
il
Mentre
che
dalla
la
regola
essa
non
dottriha, scriveva
delle
fosse
unità,
siderazioni
del
si
La
sulla
che
noti
Harpe,
sciocchezze
bano
della
più
visto,
col
frasario
«ie
grotesque,
levato
a
II;
tori
commenta-
lett.
cielo,
des
digne
Seconde
LXXVI.)
e
che
cosi:
il
tréteaux
La
ce
de
édition.
con
il
invece
GaUban
est
Foire.
Paris,
al
aveva,
Harpe
la
co-
passo
nazionale,
il Baretti
che
Con-
e
intero
pudore
»
a-
lavoro
giudizio intorno
il
«Or
quale
cita
per
personaggio
volterriano,
Littéraire,
nel
non
forse
cioè
grosse,
che
italiano, il Metastasio,
medesima),
sopprime,
Tempesta^
8*è
Voi,
contro
sospettare
de' suoi
il Desnoiresterres
ma
delle
dance
senso
qualche' tempo
compiuto un
dell* Arte
poetica d'Aristotile
(Estratto
E
buon
arditamente
però
senza
altro
un
dal
da
già
^
così
d'Aristotile,ma
medievali;
veva
più
Baretti, guidato
una
Cali-'
come
giudica,
une
fantai-
(("orrespon-
Migneret,
1804.
102
VOLTAIRE
di
piosi argomenti
regola
non
in
piccola
nel
quale
edizione
di
di
già
Maria
di
l'unità
prescritta in
il Mézières
Si
*
il cit.
veda
d'autore.
coscienza
accadde
si
pubblicarlo,
per
che
mosse.
protestato
fin dal
le
era
tra
quali
Muzio),
alle
tempo.
Mattei
«miào
del
gli
però
Ma
al
si badi
a
quello
di
né
avrebbe
di
di
aprile
quelle
«
un
Ì7Q6,
mentre
sulle
d'una
i necessari
mai
osato,
Poesie^
poli,
(Nafazione
Pre-
sua
in
anche
quel
Saverio
l'unità
(Lett.
»
Poet,
di
Arist,^
l'esempio
o
che
d'una
all' idea
«sull'esempio
segna
as-
restringersi
senza
crede
e
»
de"
dichiara
d'Aristotile, egli
città
limiti
già
Galsabigi,
Parigi
con
tempo,
;
al
pedanterie,
tracce
al
come
aveva
nella
Estrat,
••
inedito,
gabinetto.
un
sua
il Giustino
ridurre
voler
di
la
prime
sue
Nota,
fortunate
termine
campo,
egli
Nota
una
o
lavori
gli rubarono,
luogo,
detta
rappresentazione
sufficientemente
luogo;»
bene
anni
pul)blicatea
Metastasio,
drammi,
mera
spazio
il
discreto
un
1
molti
propria
cosa
camera
una
Mattei,
cosi
suoi
della
come
pace
delle
1754
nel
che
suoi
in
dramma,
suo
il ridicolo
di
che
sfata
sempre
primo
pubblicazione
angustie
di
dedicatoria
poi
vista
tenuto
l'unità
metastasiane
in
ne'
il
inserisse
la
dopo
antichi
che
nella
mandato
la
Metastasio
XII.)
1717
opere
E
alle
contro
altri
gli
scrittori
altri
zione
Introdu-
sua
mettere
per
(erra
Unités.
come
quindi
Ma
anche
e
perchè questo
luogo
Avendolo
parecchi punti
su
dice, le
ma
mente
esplicita-
affermando
trois
composto,
spici
au-
aveva
antico
citata
les
sur
l'aveva
Il Metastasio
critici, non
Diacours
bella
settembre
si trova
della
1782,
però
scrittore
Ma
gli
sotto
( 29
non
nessuno
^
nella
Lessing
Drammaturgia,
alla stessa
^
Il
luogo
xxiii
pag.
a
fatta
Drammaturgia
nella
che
^
già
era
al
fino
Parigi
a
opere,
sue
Antonietta.
accennato
1767)
le
tutte
si
pure
nep-
il Corneille.
inedito
pubblicato
fu
di coi
cosa
:
rimase
Metastasio
anno
osservata
anche
accorto
parte
del
il lavoro
Latini
codesta
che
costantemente
dai
e
dimostrava
fatto
stata
era
Greci
dai
SHAKESPEARE
CONTRO
«
il
reggia,
generale
coscritto
cirscriva
pre-
d'un
d'Aristofane,»
Lessing
il
Schlegel^
la
tempo,
questo
del
un
un
fatto, cioè
teatro
Schlegel,
scalzato
anche
veniva
il
parecchio
tempo
i suoi
regni
di
Plutone;
polio
in
Delfo
Mefastasio
personaggi
Sicché
è
dei
Malcontenti
nità
;
poi,
d'aver
dentro
con
cui
lui,
come
fa
la
il
già
precetto.
delle
prova
Gorneille, suòiva^
(Gfr. Neri,
Aneddoti
più
Baretti,
tresì
é al-
Ed
dedicatoria
due
le
u-
3), ptibblicatenel
nelle
commedie
sue
il
mantenuto
d'una
mura
il
lui.
nella
quale,
d'aver
e
dichiarazione,
questa
di
Il
:
Domenica^
questione,
osservato
tempo,
cerchia
della
(part. II, cap.
d*A-
articolo
risolutamente
combatteva
sempre
di
il
profondi
tempio
mio
FanfuUa
Goldoni,
qua
(Estrat. cit., V.
»
un
della
di
nei
o
dal
Eschilo,
vedersi
nel
Memorie
l'unità
carattere
sempre
città.
Il tono
chiaramente
che
che
però,
anche
il
accettasse^
non
Goldoniani;
luogo
1883;
Ancona,
11-17.)
pag.
^
Il
n'era
al
nelle
dichiarava
1787,
di
(1756),
aria,
in Atene.
ItaT
Alessandro
dato,
più conseguente
del
più conseguente
di
tracce
complesso
anche
in
terra
in
e
che
dopo
di Minerva
nel
mente
sfacciata-
regnare
a
di
«
prosatore^
e
più ardito,
ma
pretesi fondamenti
gli ebbero
particolari, può
critico
1882.)
sulle
né,
quello
a
altri
per
stasi©
Metaclassico
teatrale
in Francia
Visconti
Ermes
e
essendo
continuò
massime
trasportare
9 apr.
Tedifizio
imperterrito,
Manzoni
E,
dal
Lessing,
dal
ne' suoi
pregiudizio
lia, anche
—
plicemente
sem-
autoritari.
e
Ma
nota
pratica più generale
la
così,
E
greco.
dallo
e
positivo,ma
precetto
di
suirunità
parli Aristotile,
realmente
dà
Guglielmo
e
che
osservare
cui
di
sola
non
storici
poi
faceva
); ^
ciò
di
si accorgesse
non
103
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
Metastasio,
sola
^Op.
traduz.
«
si
Non
lez.
trova
all'unità
intorno
cit.,
ital.
canto
n^olto prima.
accorto
Galsabigi :
parola
dal
IX
nella
suo
e
Infatti,
né
del
in
il 15
Orazio
luogo.
seconda
suo
per
uso
in
se
consumo,
1754,
ott.
né
e
scriveva
Aristotile
una
»
ediz.
ted., lez.
X
nella
104
e
VOLTAIRE
di
dalle
là
SHAKESPEARE
CONTRO
il
Alpi,
colpo
grazia
di
davanti
alla
logica.
Singolare
combinazione
noialtri
il bel
delle
contribuimmo
forza
già
naturalmente
di
niei-,ai quali
della
le
tradotta
molto
non
^
Ecco
—
lais,
in
1583.
da
treux,
Mairet
che
(1629);
la
fece
finalmente
In
si
dove
Tautore
che
cagioni
!
dal
1524
Sofonisba
leggo
al
fu
studio
ricercandone
far
si
dopo
e,
dal
Ca-
feconda
Mélin
Saint-Ge-
de
al
So^
Enrico
re
pubblicata
Lione
a
nelle
IL
spettive
ri-
loro
(1596), il quale
da
Nicola
dal
(i")i)\
(1663);
dal
Lagrange-Ghancel,
in
se
potrebbe
molte
in
col
Sic
spesso
su
di
più
e
tantanni,
set-
volte, mentre
proposito
transit
scrivere
e
poco
diciassette
non
pubblicò;
tutte, nientemeno!
cioè
1595,
la
non
ma
Otto
Sacre
Mon-
di
t-
piangere.
le
stamente
fune-
Mon
1716,
*
Francia,
nostra
imitata,
ristampata
volentieri,
voleva
bello
letterario,
Ck)rneille
Hardy,
de
(1770).
poi,
e
(1619);
Olenix
Voltaire
la
non
di
nel
Italia
in
di Montchrestien
titolo
in
Trissino,già
Blois, davanti
meno
rappresentare
dal
oggi
o
Antonio
sott'altro
dal
del
da
Mermet,
più
pseudonimo
lo
con
fu
fosse
vennero
dello
della
prosa
a
Claudio
seguito,
ripubblicò
la
1559
nel
Sofonisbfifda
poi
in
Gar-
non
desumeva
francese
tradotta
fu
del
regolare;
D'Aubignac
a
primi
l'esempio più
fu
tragedia
il
che
e
audacie
che
figliolanza
versi,
Iil
Alpi
i
e
probabile
pure
noi
pregiudizio
un
rappresentata
di
rappresentata
e
Quindi,
nel
la
Prima
fofiisba,
che
Jodelle
Sofonisba
e
tempo,
tutta
Francia
dalle
là
a
del
rozze
sulla
efficace
Ma
è
Sofonisba propria,
la
di
italiana,
sotto
calcava
e
alla
almeno
certo
scuola
tentativi
soffocati
imitata
tura
addirit-
incipiente; poiché, dopo
T influenza
il Mairet
è
autorevole
precetto
classici
estranea
si fece
anche
poco
non
dar
breve
unità,
fummo
non
Italiani,quelli che
regalo
tentativi
! Se
di
mundi!
gloria
questo
complesse
ridere
fenomeno
e
riposte
106
VOLTAIRE
gion
maggiormente
nostra,
batterlo
un
con
di
che, prima
invano
il
il
Claveret,
e
com*
loro,
vano
ave-
Durval
il
e
!
Ai
Italiani
quattro
tantoché,
di
abbarbicato;
successo
sperato
Lamotte
SHAKESPEARE
CONTRO
esempio,
per
Rosmunda
il
ucciso
Tautore
padre,
Quelle
Mai
che
Alboino,
con
che
si
non
dire
fa
cose
il
giustificare
a
si
soprannominati
le
aveva
Coro:
al
far
posson
nio
matrimo-
precipitato
giorni prima
tre
salubri
son
potrebbe,
buone
e
troppo
tempo.
per
(Vv. 444-45.)
del
NeirOj-/J?o, invece,
non
può
violate;
continuarono
come
Niccolò
da
in
e
andarono
affermando
nella
piede
In
Jodelle
«
historique
la
Les
critique
et
XVI*
au
del
auant,
et
le
CEuvres;
la
tempo
la
regolari proprie
ma
solo
meno
a
non
si
della
les
tous
en
qualche
tistico,
ar-
du
Thédtre
Mothe,
et
207),
pag.
donna
en
ancienne.
I, pag.
tragedie
traduzione
»
Prima
5.)
non
nianza
la testimo-
mit
1552,
«en
Francois
né
quale
fine
Tableau
la forme
tom.
la
(Sainte-Beuve,
Charpentier;
la
scuola
un
per
frangaise
possedeva
non
;
de
1868;
eulte,
pregiudizio pigliò
Jodelle, infatti, secondo
Comedie,
Paris,
Francia
de
però
Sicché
(1534-1590),
luogo,
Poesie
Cario
premier
et
Il
1552.
amico
di
Ediz.
—
Jta'
drammi
classici
Garnier
e
la
de
sacra
in
classi
le
siffatto
d'imitazione»
siècle
al
suo
Tragedie,
Tanno,
di
Teatro
unità.
tentativi
i
del
e
gari
vol-
Cinquecento.
incontro,
effetto
per
anteriori
sono
air
unità
che
frangnis
metà
del
tra
delle
Italia
in
del
(1532-1573)
le
credito
pregiudizio
che
prima
Francia,
osservò
il
attaccato
era
nardo
Ber-
della
sconfinata
140-198.) Questi
II, pag.
voi.
di
posteriori, cosi
Origini
di
Cefalo (1486)
(1494), commedia
libertà
sulla
largamente
so^o
nel
anche
drammi,
più perdendo
sempre
sbaglia,
del
1877;
Firenze,
unità
violate
esser
(Cfr. D'Ancona,
rappresentazione.
si
altri
le due
Virginia
latini, modellati
come
cui
ad
nella
Correggio,
Accolti,
Ha;
1483,
al
posteriore
esser
prima composizione
la cui
Poliziano,
dal
né
en
langue
sa
(Jodelle»
di
quel-
commedie
teatro
greco
BARETTl
;
poiché
in
nel
seguito
voglia
la
Nella
latino.
e
il La
quale
1552
Mothe
cui
distinction;
annunzia
lo
e
allude,
al
Tunità
»
sul
e
è
la
tragedia
che
fu
appunto
Enrico
re
servirono
finesti*e
di
da
II,
Jodelie,
alla
rappresentata
nel
d'un
cortile
lazzo
pa-
spectateurs
«aux
è osservata
TOmbra
mala,
inoltre,
del
nel
palchetti
tempo
principio
bel
dichiarando
unità,
Cléopdtre, che
Parigi, davanti
a
le
de
delle
regola
assai
con
e
blicate
pub-
mostrava
1787,
interamente
non
Memorie^
nel
Parigi
a
il Goldoni
anche
delle
luogo
citato
francese
d'aver
lOT
VOLTAIRE
ragione, aggiungere
qualche
con
e
CONTRO
scrupolosamente,
d'Antonio,
queste-
con
parole:
Auant
que
Ayant
trace
Oleopatre
quanto
in
ma,
runa
Calandria
La
oscena.
che
la
Taille
riosto, di
intitolata
nel
in
tradusse
il
Francia,
in
la
regolarità comica;
Ora,
chi
classiche
commedie
sempio,
undici
la
Saint-Gelais,
che
a
innanzi
fosse
introdurre
prima
con
era
che
o
la
Sofonisba
del
essi, l'Ariosto,
unità
a
Trissino
il Bibbiena
e
del
e
chiavelli.
Ma-
chiaro
insieme
la
con
a'
alcune
1550,
del
dopo
note
Francesi
a
Lione
(per
nel
Blois),
converrà
vicini
Rucellai,
o
il Machiavelli
dal
con
me,
dovettero
almeno
;
e-
1548,
trissiniana, tradotta
i nostri
presso
del
e
precedette quella.
rappresentata
rappresentata
le
poco
già
erano
stata
Bibbiena
noi, questa
prima
nostre
Calandria
anni
che
l'
al-
deU'A-^
tracce
tragica cominciò
tra
più
Giovanni
216.) È dunque
Op. cit., pag.
mentre,
nella
anche
di
sulle
del
4),.
nota
posteriore
Corriveaux
e
tore,
au-
come
è forse
prosa,
andò
quale
regolarità
consideri
i
furono
Negromante^
(Sainte-Beuve,
che,
in
nostre.
311,
osservate,
quali
diocre
me-
medesimo
del
(Ibid.^ pag.
delle
il
Rosmunda
L*Eugène,
regolare
versi,
vi sia la stessa
nella
rigorosamente
sono
(1540-1573),
cui
plonge,
se
pare
e
1552
commedia
è
mi
luogo,
Mandragola^
prima
j^u^^n^,
de
unità
nella
e
naistre,
de
ores
tante
sa
Sofonisba
anch*essa
l'altra
e
di
è nella
invece
scritta
e
chez
mourra;
che
commedia
qui vient
iour
son
all'unità
libertà,
Nella
Solell
ce
tribuire,
con-
insieme-
poiché
è
na-^
108
VOLTAIRE
oome
già
avevano
«ing
il
e
che
fare
a
Il
ebbero
solo
a
tragico,
pie pari
però
quasi
la
sempre
^nac
il Mairet
la
restauratori
Ma
Pratique
del
esso
d'invadere
tardi
fece
la
Nella
sempre
in
ne
il
in
trovò
Cervantes,
Italia,
sostenitori
che
dal
fecero
quasi
nessunissimo
protesta
de
poiché,
•é sicuro
per
di
il
corrotto
morire
quali però
de
ntievo
Dws^
d
fama
Saco
Para
Dar
Y
Los
he
cuaado
Encierro
à
que
los
ignora
non
li ha
del
preceptos
no
chi
pubblico,
io, per
gritos la
escribo
que
Porque,
Hublarle
por
el
corno
en
y
verdad
el
seis
con
de
voces;
que
vulgar
aplauso
las
el
necio
paga
para
llaves;
mi
estudio,
sueie
que
libros
ea
arte
coinedia,
una
Plauto
dén
me
quasi
pratica
non
mudos;
inventarou
preteudieron
vulgo,
darle
es
gusto.
j
(1609),
:
isto
los
punto
osservati
anche
galardon;
y
escribir
de
Terencio
cre-
lo sostennero
comedias
hacer
^gli conclude,
....
lo
stato
in
ma
più
come
(chi
era
tuna,
for-
conto.
gusto
sin
i
;
qualche volta,
anzi,
1575
al
ignoranti,
parere
egli, gracias
che
preceptos;
1569
Vega
nellMr^^
Vega,
che
anche
de
non
principali
poca
l'Inghilterra,
e
principali
per
Lope
con
per
tanto
fu
il D'Aubii
benché
Germania.
teoria,
Resta
Op. cit.,
e
furono
in
Lope
e
(1629),
(1640),
nel
scuola
questa
Sofonisbn
unità
di saltare
(Saintb-Bbuve,
Spagna
apparizione
sua
Francia
e
tri,
al-
Garnier.
del
e
già tentato,
la
le due
molti
drammatico.
aveva
anche
Spagna
•derebbe?)
in
la
pregiudizio
intanto,
gesse
spin-
e
comico,
Jodelle
Thédtre
du
del
Hardy
con
lotta
questa
riguardare
del
dallo
luogo,»
il Voltaire
conto
quando
dimenticare
fatta
con
che,
vero
243-44),
pag.
tener
classica
scuola
lui
di
di
il torto
senza
luto
asso-
comaiedia
alla
regola
di
in
in
tragedia.
dopo
e
soprattutto
teatro
la
la
per
prima
e
unità
che
parte
applicata
altrettanto
Manzoni,
la
chiaro,
precetto
rigorosa
visto
il vedere
il
«
Les-
né
trovato
aver
non
della
avendo
Ora,
di
Orazio
ragionato
e
turale
in
né
il
più esplicitamente
fatto
Meta"tasio,
Aristotile
SHAKESPEARE
CONTRO
li
;
ma
osserva,
conto
mio,
*
BARETTI
il
ebbe
che
CONTRO
Baretti, diamo
il
c'ebbe
il
dietro,
astro
considerarsi
può
piemontese
XLVIII
cap.
della
prima
le
nella
quale
non
io, restando
dalia
di
pur
di
In
smarrirsi,
Inghilterra
classico
italiano
Gascoigne
nella
e,
1586
si recò
87
ferveva;
il
Novella
nella
che
le
egli
il
inverno;
di
grado
XVI,
far
senza
il
1566
nel
teatro
Giorgio
l'
del-
Suppositi
TWhetstone
1581
quando
al
lo
ney
Sid-
Jonson,
unità
garbatamente
principio
le
del
in
nel
già
vi
in burletta,
atto
quarto
samente
scrupolo-
ossej'vava
a' suoi
di loro, anche
meglio
pubblicata
Shakespeare
delle
mostrare
per
e
Ben
appresso.
insieme
forse
pari
(1578) ; poi Filippo
le metteva
ma
al
»
i
nel
se
momento-
un
unità, prima
questione
Tempo,
Tempesta^
in
era
secolo
Sicché,
1611, egli
parlare
d*
del
anni
la
spettatore,
seguirmi,
può
stancarsi.
Poesia^ composta
Londra,
Roma,
e
leggero
rappresentare
pochi
geografica,,
in
di
le due
opere.
a
verso
e
facendo
della
sue
è
Cassandra
e
finalmente,
delle
pensiero
già noto, poiché
sostenere
della
allo
volo,
la Commedi»
Londra
tra
volo
metà
faceva
Promos
più luoghi
o
alla
nel
se
(El rufian
carta
una
palco,
il mio
esser
e
a
del
suo
giac-
che
commedia
una
importa
pericolo
doveva?
Difesa
1595;
nel
porti
(dove
presero
dedica
Il
senza
tràduceva
Ariosto),
nella
lo
dovunque
e
timor
Africa?
in
critico*
del
Chisciotte^ pubblicata
spazio
questo
Visconti),
avvertire,
come
cosa
su
sempre
Germania
me,
Che
il
parlare cosi
di
dita
tre
Gand.
e
è
lato
questo
Shakespeare,
Don
faceva
teatro
corrono
Valladolid
tra
«U
personificata:
stessa
del
unità; in
1615,
nel
dichoso)^ pubblicata
di
bisogna
parte
due
da
minore,
difesa
Cervantes,
al
difendeva
1605,
nel
nella
quale,
quella
a
continuatore
un
come
anche
Rispetto poi
rapida occhiata
una
Manzoni,
si tira
(mentre
10^
VOLTAIRE
ri
avversa
•
osservando
regole.
Chiuderò
già troppo
questa
I famosi
versi
Un
ritneur,
la
Sur
Là
au
en
le
(Art
perii, delà
sans
scène
souvent
Enfant
Boileau
del
un
héros
premier
jour
d'un
acte,
nota
lunga
poétique^
les
spectacle
barbon
des
chant
III):
—
années;
grossìer,
au
dernier
scontro.
ri-
curioso
un
Pyrènées,
renferme
est
con
—
110
VOLTAIRE
"3hè
la
Italia
fortuna
Così
Dalle
fino
lettere
Milanese, dopo
del
la
A
scrivere,
e
con
che
la
sotto
guida,
sua
il dubbio
gli
non
che
in
primi
Ne'
si trovava
veniva
magnala
che
del
del
Chisciotte:
Don
43ujeto que
mera
del
anche
Jonson
Ben
«olo
dramma
«
culla, poi
25
jsoni
e
Nella
?contro
merita
Francia.
il
e
cit. lettera
che
»
non
al
luogo,
si
del
già
en
ma
citato
mantillas
prima
i
del
sua
capitolo
ser
el
en
la
en
salir
quegli autori,
lo stesso
fazione
Pre-
l'opera
segunda
la
en
il Car-
nella
e
che
pri-
hecho
ya
Boileau,
quali
in
un
personaggio, prima
nella
sessantanni.
logo
(Pro-
di
vecchio
»
humour.)
Galsabigi,
e
/{ Man^
(De Gubernatis,
1880.)
ediz. ; Roma,
il
Parigi,
a
nino
luglio 1816.
13
seconda
Fauriel;
di
his
il Manzoni
mentre
Cervantes,
di
*
disparate puede
y
in fine
e
in
man
marzo
Tunità
il
presentano
fatto,
uomo
Lett.
dopo
si burlava
ci
àe\VEt"eTy
^
E
»
teatro, si fosse
noi.
passo
un
acto,
garbatamente
Milano;
mayor
salir
que
primer
barbado?
questo
qué
«^
tratamos,
escena
liombre
da
si
lavorare
poter
detto
aver
pagnarla.
accom-
questi disegni,
volta
a
pratica,
doveva
punto
1820,
seconda
in
e
di
qui da
l'autore, dopo
evidentemente
che
in
risoluto
già incominciata
dato
pubblicato
•derivano
teoria
all^amico
Francia,
la
il gran
1816
lo Shakespeare,
gli esprimeva
giorni
per
in
fosse
e
più pedanti
^nche
fin dal
discorso
un
Partecipando
•doleva
Fauriel, pubblicate
Carmagnola
del
idee
trionfo.
«attentamente»
unità
delle
delle
riflessioni,aveva
le due
tragedia
che
letto
mature
•di combattere
al
in
e
questione
compiuto
risulta
Francia
il cammino
Manzoni
aver
dopo
e
con
loro
Gubernatis,
alla
legata
seguire
al
in
inglese
poeta
potremo
Baretti
•dal De
del
SHAKESPEARE
strettamente
era
unità.
-del
CONTRO
a
Metastasio
passi leggermente,
proposito
diceva:
e
di
quella
«La
Nota
materia
particolarmente
in
BARBTTI
si uniformava
DOQ
nella
Fauriel,
fare
di
«
Italia, e
più;"
dei
canoni
«ai
in
comunemente
Quanto
dir
di
si
vecchio,
il Goethe
in
persuasero
prima
che
tradotto
pochi
Fauriel,
in
ma
argomenti
s'è
Del
il
molto
per
Bello
quale
L'assalto
le
due
i
in
dello
nuovi,
Partendo
da
mani
(dove,
già
era
si levò
unità,
e
però
dal
della
Barenza
coe-
codesti
che
sero
fos-
il campo
tennero
tantoché
in
menti
argo-
verisimigUanza
noi
a
più
non
anche
d'azione
tra
ma
nel
suo
trattato
il
Gioberti,
subito
che
cui
cima
tutti
a
con
si
la
una
ristampa
fondo,
con
che
glio
me-
è
trattata
argomenti
e
lasciò
la
anche
tuttora
pari sicuri
il Manzoni
Fauriel,
arrotò
per
quella lunghissima
questione
del
fortuna
vera
il Manzoni
giacché
Parigi,
del
fu
Chauvet
;
in
e
da
e
:
Francia
il Baretti.
francese,
Francia,
nelle
tutti
ferri,e rispose
in
fece
Carmagnola.
visto,
della
e
tempo,
letterature
lettera
così
gliene
(cap. III.) li ricombatteva
cita
tento
quest'in-
Chauvet
si creda
Non
da
battute.
com-
verisimigUanza,
della
dell'illusione
abbandonati
ancora
lo
dell'unità
de' caratteri.
in
che
sul
le due
e
nome
una
già
Carmagnola
il
già sfatati,come
retti;
che
soggetto
in
e
;
altro),
un
dell'illusione
nome
lodi
articoli
difendendo
combatterle,
studiandosi
avevano
un
al
naturale, quelle ragioni,
ben
da
le
dalle
vedere
dal
scritto
unità,
sopra
de' suoi
allora,
stato
nuove
uno
tudine
consue-
aveva
come
egli riuscisse
Italia, com'è
in
Ma
dalla
che
bene
cose
può
sanzionati
piccola appendice,
una
ripetizione degli scritti
»
gusto
delle
questione
ricevuti
di
entrava,
piuttosto
111
VOLTAIRE
CONTRO
gistralmente
machi
vec-
definitivi.
la
pubblicò
lettera
poi nel
112
VOLTAIRE
insieme
1823
sulla
28
1819,
dal
imitato
pari coi
dal
Sainte-Beuve,
con
lode
quelque
tions
blié
Del
la
à
dire
anni
primi
parecchi
aveva
anni
e
tedesco.
fu
del
fu»
messo
Manzoni
di
E
una
nuovo
si
notevoli
chez
théories
nous,
et des
a
che
tanta
i
Schiller,
(Cfr. Biré,
del
Victor
anche
; il
del
e
gusto
Hugo
e
Racine
del
francese
sul
i830;
aoant
de'
i
dattori
re-
sissimo.
spes-
lui
Tindi
precorse
quale, anzi,
Voltaire,
tutti
in
Francia
in
egli
guerra
citati
son
opere
manifesta
Corneille
e
"
parte
quasi
conobbe
sue
Hugo
pregiudizi
sempre
e
maggior
la
vi
e
noti, che
pu-
volume-
cosi fortunata
e
Milano
che
ou
il Metastasio.
nelle
più
pour
produc-
ce
140,
pag.
anche
fece
che
A
role
pa-
encore
j'ai traduit
que
141.
e
Vittor
lo stesso
zione,
Prefa-
sua
queste
faire,
à
et
ricorda
superiorità del
sullo
fu*
1823
ricordava
con
Restaurazione,
tutti
la
24
allora
persuasion qu'il reste
140
dunque
pare
ancora
giornali
8,
Conciliatore^
italiana.
fluenza
che
An-
solo
1828
e
volume
et des
Beyle,
della
Mi
Ermes
del
anno
pièces qui composent
unità,
il
al
francese, passò
del
stesso
lo
dramatique,
pag.
delle
classicismo
al
unità.
Schlegel
quale
dans
l'art
resto,
delle
poi nel
e
comincia
quale
cit.,
proposito
e
il
les différentes
^Op.
*
dello
premise
chose
de
di
Infatti,non
nello
ma
Beyle,
perfectionnement
le
Dialogo
1845.^
nel
C'est
«
gedie
tra-
giudizi del
Conciliatore
nel
efficacia.
lavori
Il Fauriel
:
del
e
due
oggi dimenticato, ebbe
Fauriel,
alla
la
importanti
uscito
ed
citato dal
e
delle
controversia
e
importanza
tradotto
più
de'
stessa
gennaio
molta
traduzione
Dialogo,
questo
e
sua
Carmagnola^
sul
Visconti
SHAKESPEARE
la
con
manzoniane,
Goethe
CONTRO
nel
1819-21
predicava
sullo
ne*^
speare
Shake-
gusto ingleseParis, 1883;
208-10.)
pag.
*
Sainte-Beuve,
porains;
Op. cit.,
Paris, Lévy,
1876.
pag.
Voi.
251.
—
IV, pag.
l^ortraits
217.
Contem--
114
VOLTAIRE
CONTRO
abbiamo
descritto
il
Voltaire
del
r Accademia
Gian
s'era
già
accolse
nel
posto
caldo
ammiratore
corrente, dico, s'arrestò
turbinoso
lui
da
codesta
perdette nel
si
che
po' annacquato,
un
quasi
e
vóto
lasciato
poeta inglese ; ^
del
morte
ingrossata,
tanto
imitatore
Ducis,
alla
che
principio, e
( 1778)
Francesco
ma
SHAKESPEARE
mare
rivoluzione, specialmente quando
graziosa legge del Terrore
prescrisse a tutti
una
della
i teatri
di
repubblicani.
generale
diceva
solo
la
pregi
Staél,
la
s'era
che
lo
Schiller
^
rante
Du-
usciva
della
tura
lettera-
teatro;^
il
meno
predicare
poteva
meritava
come
appunto
parte
riformando,
Hoffmann
furono,
nell'operare.
e
ogni
Chauvet,
andata
l'appendicista
tosta
parlare
in
eroiche^ ispirate
Restaurazione, quando
allo
Lettera
personaggi
marionette
tante
ebbe
classico, senza
sistema
del
; i suoi
nel
dall'antitesi,
poi
la
i difetti
drammi
che
tragedia
la
l'Impero,
Sotto
tutti
de'
nessuno
altro
rappresentare
non
a
e
faccia
frustato
sulla
la Lettera
allo
d'esser
pubblica piazza.
Ma
quattr'anni
Chauvet,
cioè
di
Hugo.
Vittor
nel
1827,
io mi
Naturalmente,
in
fascio
quella
la
del
identiche
^Si
Ducis
del
riforma
noti
che
stato
era
Voltaire.
fuori il Cromwell
venne
guarderei
manzoniana
drammatica
Dico
soltanto
questione
delle
unità
il buon
uno
(Gfr. le
dei
sue
successo
del
Romeo
del
5
e
21
3
Gfr.
e
loc.
ViTTOR
ultimi
settembre
cit
Hugo,
Prefaz.
alla
Marion
de
culto
Giulietta
D'Argentai.)
*0p.
sono
nel
e
e
con
che
più gravi dispiaceri degli
lettere
mettere
dal
bene
francese.
poeta
nella
pubblicata
dopo
Lorme.
del
anni
1772
al
•BARETTI
lo
verso
Shakespeare,
lato, la
seconda
prima;
tanto
letteratura
nel
1870
che
quel
fu
sul
accenna
unità
già stata
era
anche
egregi
da
che
egli
unite
éeìV
la
con
théàtre
; q
Gille
canzonando
quel
privo
medesimo
il grosso
Ma
dal
*
1870;
dopo
«ce
pag.
la
succès
»
Opere
779.
prima
noì^ateur
—
Biré
al
tutta
(pag. 431
cenno
e
a
di
Nel
questa
senza
non
influenza
tener
tano
lon-
ben
iUustrata;
marche
era
VII.)
cap.
1829,
già citato
toujours
Manzoni,
518).
che
mio, volendo
questo
[Vittor Hugo]
fa
nel
chiamava
ancora
ediz.
seconda
pure,
di
era
loro.
varie;
Il
(pag. 437),
altri
pubblico
come
edizione
però
4egli
del
:
il Manzoni,
come
Sposi^
du
Voltaire
del
barbaro
un
«
;
del
Dieu
ce
italiani,lo
(Promessi
pensarla
Manzoni,
:
clude
con-
Shakespeare,
la frase
pedanti
anno
d'ingegno.»
lo
Shakespeare
i
e
il concetto
Letourneur:
con
due
legge all'infuori
poi
era
suo
pratica,
stranieri;
Chiama
ironicamente,
in
e
*
»
al
delle
teoria
altra
che
povero
d'Italia.
controversia
ammette
«non
Prefazione
risoluta,in
non
dice
dove
fuori
contemporanei
del
le honhom/me
in
la
giunta
ag-
letteratura
nostra
FasslicheJ.
frase
noterella
una
famosa
d'ensemble:
(das
Goethe
evidentemente
effetto,anche
che
dramma,
sulla
avuta
Romanticismo^
nella
pure,
allo
diverse.
tutto
noi
da
del
Lettera
del
in
della
qualche
L'Hugo
idee
Manzoni
stesso
un
della
e
dalla
pubblicazione
vicini) accennò
momento
senza
la
( l'ultima
Lettera
alla
innanzi
questo
per
procedere
parte
professava
de' nostri
lo
in
Adelchi
AeW
influenza
questa
quindi,
che
e
più che,
115
VOLTAIRE
dovette
Carmagnola^
Chauvet, l' Hugo
A
CONTRO
Alfredo
Milano,
lavoro,
uscito
dimostrare
che
derrière
le
italiana,
nessun
tribuendola
at-
conto
116
VOLTAIRE
de
Vigny
arrischiò
Frangaise
dire
CONTRO
del
la
che
lo
si fu al
Desdemona
a
il
a
quella
furbo
tradotto.
Eppure,
punto
che
Otello
infuriato
richiede
dal
di
parola,
si scatenò
di
e
fischi ;
il
studiare
a
spiegazione
la
alle paure
proibiva
Lorme
febbraio
medesime
1830
pesta
tem-
Moro
come
legante
un'e-
trovare
*
Nel
»
desimo
me-
anch'essa^
aveva
velleità
classica,
Marion
della
de
gli permetteva
il
per
la
quale la
sera
volta
prima
del
sulle
fatali
così
prima
anno
un
scene,
^
finalmente
comparve
;
graziosa sciarada
che
VErnani,
rappresentare
bandeau
il povero
e
politiche,qualche
ma
il
galateo, perchè,
rappresentazione
la
mentre
vera
mouchoir.
un
censura,
dell'Hugo;
di far
25
fosse
una
saputo
aveva
non
della
posto
tradotta
perifrasialla Delille,una
oltre
al
Vigny
De
lui, l'aveva
risate,d'urli
tempo,
niera
ma-
stato
dice il Demogeot,
la cui
nella
meno
inglese hanàkerchief,
rimandato
venne
speare,
Shake-
era
orribile
di
anche
di
a
fazzoletto; alla parola mouchoir,
corrispondente
Ducis, più
de' drammi
vale
onde
ingenuamente
messa
^eìVOtello,
traduzione
appariva
Comédie-
della
scene
irregolare
prudente
quando
sulle
sua
meno
e
SHAKESPEARE
ad
Otello.
Chi
ha
non
letto
che
Teofllo
Gautier
per
matto
agli
quella sera,
dominante
letto
^
del
gli altri
Hisioire
1864;
per
pag.
de
657.
storia del
si fece
occhi
fare
del
grigiastro
dello
Littérature
panciotto
il
contro
Voltaire?
stesso
Frangaise
indossò
che
e
classicismo
Chi
autore
;
rosso,
passando
apposta,
sartore,
protestare
articoli
la
la
non
su
Paris,
ha
quella
Hachette,
BARETTI
serata?
singolare
quali
i
CONTRO
primi
due
la
loro
ardita
spezzatura
andare
e
in
i
cui
non
mancarono
meno,
Frangaise^
piena
alla
scuola,
nuova
la
di
loro,
letteratura, il
la
le
tutte
durò
volle
dovette,
com'è
che
vessazioni
e
l'articolo
di fondo
teatrale
derivava
derivava
nel
e
37,
se
drammi,
ché
tribunali,giac-
ogni parte
da
:
i
s'affaticavano
X
venire
di
un
la
tragedia classica.
Tuttavia,
il
mutando;
le
la
sera
gusto
loro
del
THugo
dopo
più?
per
Gli
pubblico
ci
attri-
prime
sera
vevano
do-
che
e
poi
rappresentare
stessi
simpatie
ne
dice
l'appen-
romantico,
dramma
Che
le
e
Marat,
le convulsioni
salute
dissimulavano
dal
Boileau;
dal
rappresentare
non
la lotta
tre
Aristotile;in parecchi giornali,men-
si facevano
una
quasi
ma
i suoi
Carlo
deposto
avevan
restaurare
crepavano
32
ai
ricorrere
noto,
intoppi
trovava
deputati
Nel
di
troppo,
come
opposti);
eccessi
ebbe
re
(anche
rappresentati
veder
dicesse
s'inter-
parterre.
Hugo' andava,
parecchio tempo.
ancora
chiuso
Il
au
rotto
era
reazioni, agli
l'Hugo
per
dunque
dell'
fosse
trattandosi
che,
place
sa
in
un'istanza
X
Emani.
àeXV
presentazio
rap-
Comédie-
particolarmente
que
reazione
novò,
si rin-
che
della
il teatro
rispose
e
navait
ghiaccio
perchè
che
e
rappresentazione
più spirito
Il
che
pellotti
scap-
quel tempo.
a
Carlo
a
chiedendo
gli
cinquantatrè
abituali
presentarono
regola,
le
ebbe
fornitori
accademici,
romantici:
i
detti,e
il dramma
che
fremere
neppure
tutte
per
i
dramma,
fecero
solluchero
pugni propriamente
pili 0
Sette
in
del
versi
cominciò
in-
che
battaglia,
vera
dai
classicisti
e
una
fin
con
battaglia
Fu
117
VOLTAIRE
claqueurs
aristoteliche!
mente
lenta-
s'andava
prendeva
nota
con
118
VOLTAIRE
compiacenza
dramma.
di
Blas
Ruy
a
:
nel
«
«
grande
poteva
finalmente
trionfare
gli effetti
dire
Deux
del
Mondes
emanazione
di
esse
belles
Del
qui
portique de
Romanzo
Storico
come
una
francese,
diceva
nella
sol passo
tro,
indie-
tornati
d'eccessi.
quasi
E
chiaramente,
à
ces
là-bas
deux
nous
part. II.
giungeva:
ag-
pièces
deux
comme
l'édifice,à charge
;
des
che
qual-
s'era
semblaient
ecc.
Fau-
con
un
poco
debout
sul
Revue
nella
maniera
songe
tiennent
et
drammatica?
studio
suo
fatto
anzi, che
je
il
piccoli passi.
considerava, e
spiegato
vere!
e
corrisposto all'aspettativa.
storica
ogni
con
colonnes,
le
*
se
molto
volta
s'era
«Quand
qui
a
lute,
vo-
almeno
o
tragedie manzoniane
non
d'essersi
temesse
mondo,
nel
1845,
drammatica;
guastandola
isolées
che
scuola
della
il
punto
prima
le
fondamento,
riforma
di
lora
d'al-
c'eran
semplici
così
che
Sainte-Beuve,
la
dopo
buito;
contri-
ai Ranalli
questa rivoluzione
di
riel, pubblicato
che
idee
hanno
verità, non
11
cui
pericolo
fatiche
quante
e
letterario,cammini
E
a
Shakespeare
senza
»
davanti
che
però
proprio
mondo
lo
*
poeta,
altro
tempo
far
Bisogna
chiamare
unico
mar
chia-
tanto
aveva
somma,
In-
»
poi.
Quanto
per
Francia,
insieme
pazzo,
di
e
in
e
sandrino;
ales-
drammatica
la rivoluzione
quasi
e
per
passar
In
il Manzoni
»
drone
pa-
tranquillamente
diceva
mouchoir.
poteva
e
era
mon
45,
Italia
violare
ramassez-moi
vittoriosa
in
egli,
«
ormai
potevano
Sallustio
don
nuovo
bell'agio il monotono
suo
a
suo
lapidati; il poeta
d'esser
spezzare
e
si
unità
due
pericolo
senza
d'ogni
prefazione
nella
Le
SHAKESPEARE
CONTRO
préter
pour
vance
d'anous
le
de
Nello
e
nos
Ae'
poi,
anno
parlando
Piagnoni
del
avant
de
con
non
Zola,
anche
ragione,
voce
tanti
classica
drammatica
è
nel
unici
precisamente
suoi
poteva
resto
della
scuola
quasi
tutti
rivolti
dalla
storia, che
del
in
verità
circolò.
Italia
questa
^ZoLA,
matiques\
a
quali
unità
del
speare.
Shake-
minato.
nell'indeter-
gli sforzi
furono
al
dire
sunti
de-
dramma
alla
tura
quadra-
generalmente
così, mentre
Francia
e
batteva
come
di
stima
ancora
quanto
si sacrificava
storica,in
struzione
di di-
duraturi
e
de'
delle
tragedia
è
alla
riforma
rispetto al teatro
alla
E
la
certi
favore
vaga
romantica
manda
lo
altrimenti, perchè
essere
mantico
ro-
altro, un'opera
abbandono
il
dramma
e
lo
tutta
con
Sicché
effetti
ci
infine
Oggi
al
en
che
compagnia
convenzionale; giusta
Tutto
parola
la
^
in
bien
faites
fussent
seguaci,
che
gedie
tra-
parurent
spiegata, e
museo.
quelli
il Baretti:
Né
qui
tener
a
delle
esclamazione:
altro.
de' suoi
e
Lorenzino
del
profundis
»
rivista,Carlo
questa
più
ce
est devenu.
proposito
a
proprio
stata, più
Gli
linguaggio
è
complimenti
tragedia
sono
lode
in
il De
intuona
dell'Hugo
senza
molta
furono
voleva, giacché
con
stessa
pareilles tentatives
Tentativi^
Franco!.»
théàtre
effet, et
en
rougìr de
pas
nella
usciva
oeuvres,
que
e
ne
de
Revere,
manzoniane
«Belles
réve
ce
yeux,
stesso
Mazade,
de
à
poursuivre, j'ai peine
sous
que,
119
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
l'effetto
scenico
lando
paralla
si sacrificava
all'incontro
quello.
Le
Naturalisme
Paris,
quest'idea qualche
au
Gharpentier,
dozzina
di
Nos
Thédtre
e
1881;
-passim,
volte.
Auteurs
poiché
dra-
ripete
120
Da
del
lettera
una
che
quando
del
Manzoni
fu
il Manzoni
pare,
e,
quasi
Cromtoell
poiché
che
e, nel
in
V Arnaldo
prodotto il
avrebbe
^
spettatore.
Oggi
però
a
di
scaduto
pure,
dello
sarebbero
rittura
addi-
chiedeva
alla
anche
intermedio
una
pubblico
cibi
presente
del
parte
morti
pubblico
capivano
trionfa
nei
il
aflflnché
dalla
vecchia
dalla
cui
troppo.
ancora,
li
la
E
si
non
vita
fece;
tragedie
storia
la
era
altrimenti,
'perchè la generalità
farsi
capiva,
così
e
gli spiriti
in
trionfò, e
tragedia
o
il
gran
dramma
—
I
^
Db
*Si
I
I
Gubernatis,
veda
^Capponi,
la
Op. cit., pag.
?
j
^
t
148.
Prefazione.
Lettere;
voi.
II
a
media
com-
sola
poche
le
scena,
non
ciò
il
stargli
apprela
e
poteva
alla
stato
quali,
desunti
non
emozioni
questo
dramma
Onde,
non
e
bisognato
storici, in
dove
quasi
nacquero
Ma
sarebbe
cioè
diletto
rapide
e
passasse
farsi.
drammi
soltanto
eletti li
non
diciamolo
ancora
Disgraziatamente,
poteva
pochi
tradita
anni,
umani,
reale.
e
forse
i
senso.
diversi,
veramente
e
buon
corruzione,
nuova
né
forti
pochi
classicismo,
drammatiche,
che
il
perchè
né,
numero,
le sole
del
durò
del
gusto
liriche
scena
scapito
a
dal
qualità, prendeva
più
finezze
certe
di
doveva
erano,
non
suo
sull'animo
opinioni
ingrossato
tanto
non
il
dell'effetto
parla
pubblico, disciplinato alla pazienza
e
Hu^o
Niccolini,
del
atto
terzo
queste
Allora
eresie.
Vittor
Capponi
al Centofanti
lettera
una
dopo,
Gino
1843,
rappresentabile
credere
gli amici
vano
stesso, lo crede-
anni
Sette
rilevo
rappresentabile perfino
quasi
;^
Carmagnola^
il
pubblicato
Fauriel, *
al
Visconti
rappresentabile.
credeva
SHAKESPEARE
CONTRO
VOLTAIRE
(Firenze, 1883),
pag
138.
122
VOLTAIRE
di
misti
ponimenti
runico
CONTRO
contento,
di
che
e
cui
lungo
egli morisse
le
idee
trionfano
andare
in
del
o
fu
gerezza
leg-
con
avvenire,
Baretti,
le
tutte
che
pienamente
sospetto
con
giorni, trionferà
trionfarono
finalmente
dlayenzione,
e
guardato
a' nostri
a
storia
lavoro
suo
SHAKESPEARE
come
e
come
verità.*
X.
ultimi
due
Ne'
in
Frusta
il Baretti
Tutto
uscisse
fu
vuol
citarlo,
un
via
portò
ne
39,
tutto
logia
diede
Non
lo
per
suoi
dalla
Saggi
addosso
ritto
del
31
del
a
die.
mio
fu
velata
pur
un
1877
un
insinuazione
trattato
alcuni
:
ciò
per-
Giornale
di
Filo»
severa
in
di
della
Lingua
or
sono
varsi
la-
buttarne
G.,
però
di
più
firmato
anni
lunga
una
sperar
tentò
ancora
470-72).
pag.
Giova
suo
per
pubblicare
«
De
signor
facendo
suirOriptwe
fatto
diede
Hassek
plagiario,
articolo,
gio
peg-
gli
più
e
(Napoli, 1879;
o
nel
che
Critici
pubblicando
senza
confronto
D'Ovidio,
De
1881),
zoni;
Man-
pubblicò
nel
84);
signor
che
alla
in
fatto
1883
sebbene
quale,
Alessandro
essere
nel
il
),
nov.
di
stesso
libretto
questa
tema
me,
deve
pag.
XXn
Fanfulla.
lezione
di
il
Hassek,
D'Ancona,
meritata
il
(13
Domenica
stesso
Alessandro
macchia
brutta
poco
eguale
di
dotti
ad-
e
Voltaire,
vedersi
poiché
già
pubblicato, prima
De
altrui
roba
potendo dunque
leggeva
dello
(gennaio 1879,
romanza
de'
la
quanto
severa
gliela
Vili
dosi
serven-
periodi, incastrandoli
può
come
cronico,
scritto
uno
una
nota
vizio
un
(N.
stato
della
interi
1882,
anno
L'appropriarsi
Hassek
aveva
opuscolo {Beliti Tragedie
suo
num.
che
il
Oscarre
signor
Trieste, 1882),
nel
che
Fanfulla
dal
sacco
a
in
dimostrare
nel
libro,
messo
mai
Letteraria
questo capitolo, essendo
il
Discorso,
suo
d'argomenti
parte
gran
nella
^
capitoli del
in
nel
cui,
a
un
Diposito
pro-
italiana,
ricordare
si
che
dall'udinese
accademico
BARETTI
CONTRO
della
Crusca,
Il
Desnoiresterres,
critico,ricorda
quale
scriveva
:
il
Noi
«
facilità
e
nel
pochi esemplari,
forse
che
ma
più largo
più
Morandi
mostri
d'ignorarlo.»
comune,
mezza
virtù,
Hassek,
conti
Il Diritto
lettera,
del
del
che
a
lui,
un
il
che
esclamato
il
Vizio-
—
signor
tiro.
Ma
De-
fece
più
gennaio
di
le
metter
a
il
suo
non
i
signor
Hassek,
De
in
carte
Hassek,
De
un'
tavola
aveva
esortazione
signor
G.,
ancora
a
come
mai,
conoscerò
non
mia
una
conoscere,
e
la
conto, rinfrescavo
buon
signor
di
Ma
del
lavoro
pubblicava
fatto
al
ossia
il
dire
che
spiegare
memoria
a
me.
signor
signor
pure
nep-
invitavo
De
G.,
sek,
Has-
più.
fatti, andate
simili
umani
il
aggiunse
fiatò
^Op.
in
strano
capito?
del
ia
stampato
avete
Mostri,
successivo
intanto,
rispondesse.
non
molto
; e
Diritto
Dopo
anzi
E
avere
storico
questione
stessa
probabilmente
e
dell'articolo
perchè
la
stupore.
perchè
raro,
io, dichiarando
ancora
plagio
11
del
quale
parole
sue
7
frontespizio
l'autore
le
del
nella
conosco
il
liana,
ita-
lingua
Svolgimento
m'accorgessi
non
la
nostro
suUo
esauriente.
deve
—
il Goldoni,
fece
Toste.
senza
non
ch'io
sperando
il
molto
trattava
e
dendo
ren-
prestezza della francese;
saggio
italiana, libro
lingua
febbraio
tendo
stupefatti sen-
Voltaire
accrebbe
suo
un
Voltaire,
tutti
di
dis-^
cita
20
questo
a
eravamo
Goldoni
Hassek
De
del
del
che
signor
la stessa
signor
Oscarre
visita
nel
una
italiana,e
Paris
nostro
Ferney,
Bologna
ammiratore
dal
parlare
de
un
della
conto
con
di
lingua
Journal
del
di
patriarca
in
anonima
nel
1778,
modo
quanto
il
combattere
per
all'Accademia
seriazione
articolo
A
il
che
mandò
1746,
della
d'italiano
sapeva
d'inglese.
sapeva
e
123
VOLTAIRE
gli
uomini
onesta
cit.,
voi.
di
! Io credo
certi
che
nelle
letterati.
Vili, pag.
116,
nota.
le lettere
galere
ci sia
dono
ren-
gente
124
VOLTAIRE
•dicendoci
Né
il
che
scritto
volta
signor
contradetto
letterato
nostro, Felice
dire
che
«
Ha
proprio
dunque
torto
mila
il Tribolati.
43critte
di
Nemmeno
leghe
di
più
E,
provarlo,
prima
Venezia,
P.
diretta
è
fu
e
Albergati-Capacelli,
Martini
è
nella
Voltaire;^
•dai
signori de
nella
cit. ediz.
molti
errori
errori
Cayrol
Moland
che
marchese
La
(XL, 303),
prima
non
fin dal
si trova
ci
non
del
1856
anche
di
corretta
ma
nell'autografo,e
sono
Antonio
Correspondance
Francois,
nell'autografo
che
al
di
Parma.
a
professor
dottor
e
ligenteme
di-
Zorzi
dal
invece, pubblicata
la seconda
e
amici.
Fontana
è diretta
nella
ancora
vero
lettere,
miei
copiata dal
Biblioteca
inserita
stata
fu
e
due
due
da
pubblicata
la seconda
Molmenti;
G.
qui
ecco
signora
e
al
Voltaire, e copiate
alla
copiata
vicino
il Desnoiresterres
che
del
sogno.
per
si trova
sugli autografi
La
iono
pa-
»
ma
pugno
gli
*
bene.
poco,
tutto
un
è arrivato
Voltaire
del
il Baretti?
a
punto,
perfino da
Tribolati,il quale
italiane
una
questo
indirettamente
scritte
un
aveva
veneziano.»
in
Baretti, su
lettere
le
Egli esagera
cento
anche
Il povero
basta.
gli
di Voltaire
lettera
una
jsi trova
a
SHAKESPEARE
CONTRO
altri
con
sono.
1763,
16
Maj.
Madame
ricordo
Mi
nella
vostra
DeW
Epistolario
nella
italiano
mi
e
quale
del
bore
vi
Voltaire
voi
con
ralegro
sate
pas-
della
stra
vo-
trovate.
(Nimva
Antologia^
1877).
dicembre
*[L'ha
.pag. 458,
soavi
costi,
venuta
saluti
exceliente
^
delle
anchora
poi
—
inserita
desumendola
il Moland
dalla
nel
prima
Supplemento^
edizione
di
—
voi.
L,
questo libro.]
delle
Amirato
veniste
chè
a
de
tempo
di
tutte
molto
vivo
di
della
vostra
bella
Italia.
stabbilire
posso
se
so
nire
ve-
Tanima
il
conforta,
mi
insufficiente.
li
del
sensi
creda
mi
e
Excellenza
V.
agradire
sentimento
vivo
mio
alor-
sapere
souvenir
caro
perchè
vengono
compiaccia
Si
vostro
desiderio
non
venuta
mi
forze
le
ma
mia
la
un
climat
malanno
grande
mio
un
provo
dolcissime
le
fra
Per
me
e
cosoj
esse
riserbo
ora
me,
del
doti,
vostre
125
VOLTAIRE
CONTRO
BARETTI
Dev,**^
amico
Voltaire
déliceR
Aux
contingit
stimatissimo
mio
Signor
ahunde
la
sia
stagione
Salammaleken
Ferney
nord,
del
vento
ho
io
stolido
O
schiagurà
il
Aspetto
jo leggo
un
vomoy
Vi
di
la
felice
le
caro
sue
buon
riverisco
carattere,
di
degno
ché
ben-
poco
el frodo
caldo
Ma
che
tutto
la
mi,
sanar
delle
foste
ed
alpi.
abbrugiato-
sua
natura,
amo
quando»
persona
veramente
vi
cora
an-
jo.
come
xe
barbara
un
settentrionale
egli
venuto
di-
e
ci incarceranno
potrebbe
Amo
signore,
che
apparechiato-
era
istrionici.
malagrida
comediè,
un
Paradisi
Tutto
parte
Goldoni.
mio
rihavermi
valente
del' freddo
sofferto
havete
non
neve,
è
non
vostre
cattiva.
nostro
clima
Un
scelto
o
a
trastulli
la
e
délices.
aux
stomaco
muzulmano.
nostri
per
delle
mangiato
mio
molto
al
buon
un
a
Il
(1770).
valetudo
fama
gratta
ancora
incommincio
gloria. Ma
tanta
ho
non
mortadelle.
portendose
cui
fòvrìer
15
un
buon
verità.
tutto
vorrei
dir
velo
bocca.
Il
raffreddato
V.
126
VOLTAIRE
(e
Questo
CONTRO
•questo è il
In
soli
periodi
Goldoni
al
che
Adasio
avete
un
ricevuti
mie
di
stada,
un
xe
cando;
varde,
Genevra.
le
se
Lyone;
pezzo
Certo,
Scipione
va
che
l'aspettava,
che
che
gli
come
parole italiane
francese;
Vega
William
come
la
sia
de
vegnir,
mi
vo
degue
ramarìla
di
via
vedrà
pò
e
se
Lope,
scrive
Beuchot,
riprodotta anche
*
del
correttamente
dal
Moland,
sei
che
in
che
Vittor
poi
Lo-
per
conto
255.-J)el resto,
tutto
meritato;
Lope»
Si veda
una
ediz. cit.,voi.
un
Hugo,
scritto
d'aver
scrive
la
Me-
sua
errore
ediz. cit., pag.
è neppure
Voltaire
pure
di
la
senza
Voltaire
tempo
con
«rarissimo»
si considera
invece
non
indirizzato
stampate
al
quel
a
lettera
alla
caso
fossero
Shakespeare;
rimprovero
nelle
bella
tutto,
già
che
aveva
un
quale rimprovera
^
diga
Maffei, rispondendo
notava
de
zelo
preso
aver
non
che
bisogna
si considera
se
rope,
jpez
di
fa
jo
che
che
sarebbero
cosi
che
:
contade
un
gran
volontà
e
ditto
moglie
e
nella
complete
siete
più
al
ben.
il Voltaire
il
col
la
avu
cosa
che
dispiase
me
i tre
lettera
avete
Genevra
habbìa
•quale
libro
che
e
di
via
che
siora
la
e
! Ecco
opere
; cosa
non
Varde
cose
sior
altri),
si trovano
sue
dir
da
quella
come
voi
lato,
la
che
e
che
e
sior
il
in
ogni rispetto, e
con
capanne,
quella
al
che
perfetto. Basta,
misericordia
delle
quat-
il Voltaire.
conosceva
1762),
caro
poco,
lettere,o
scrisse
ne
postuma
moglie
una
stati
egli
edizione
che
retto
cor-
segretario per
sue
veneziano,
(28 agosto
prima
delle
italiano
vero
poi
quanto
CoUini, suo
editori
tr'anni,o dagli
può essergli stato
che
quello
non
fiorentino
dal
SHAKESPEARE
sto
que-
perchè
nota
II, pag.
il
del
49.
BARETTI
proprio
di
invece
sarà
i dannati
che
e
sovrano^
che
quel
sarà
chiamasse
Dante
che
di
invece
soverano
:
127
VOLTAIRE
CONTRO
sarà;^
ceiix
:
sarà
afiferma
e
ne
qui
pen-
le gente (!) dolorose
plus, perchè li chiamò
ch'anno
(!)perduto il ben del(!) intelletto,^mentre
seni
è
noto
è
Dio
lo
a
sul
dette
conto
viene
francesi,
come
della
altre
nostro
in
lingua
e
che
egli
non
era
ciò
affatto
grado
i
poeti.
avrebbero
potuto
della
lingua
verità
E
molto
i
questo,
in
le
e
nostra
gustare
e
stri
nostanza,
so-
che
prove
di
meno
quante
al
tuttavia
bastano
essere,
nuda
della
di
Baretti;
siano
benché
adduce,
ne
il
dice
autori
da
il Voltaire
poco
in
state
sono
ritenere
la
molto
sapeva
che
di
Ma
busto
;
secolo
conoscitore
autori, specialmente
è
lanterna
sciocchezze
italiana.
letteratura
di
questo
profondo
dal
le chiome
per
voglia
gran
tutti^ non
staccato
guisa
a
delVinteUetto
pensano
tenendolo
quante
una
un
è
cruda
Dante
il capo
mano
con
si considera
se
ha
ben
il
che
di
spasso,
Pesol
-e
che
quello
porta
paperi
i dannati
che
e
escluso
e
ai
anche
suo
scopo.
l'altre
Tra
^Prefazione
poche)
sui
fatta
*
in
da
Les
tutte
questo
et
che
lo
il
les
come
ahhia
Moland,
Frangaxs
Ombres
del
in
25
un
sett.
(e
la recentissima
Hetzel
alla
(Proemio
sopra.
avvertito
edizioni
le
originali (Parigi,
edizioni,
libro.
tutte
riscontrate, compresa
Rayons
le
in
Voltaire
al
egli rimprovera
CrormoeUj
manoscritti
notare
Le
al
me
Francese
però
cose,
E
di
dire
che
e
definitiva^
Quantin).
seconda
non
son
non
c'è
parte),
stato
questi spropositi! [Li
articolo, pubblicato
1882,
sulla
prima
nel
un
fece
nale
gior-
edizione
di
128
VOLTAIRE
d'aver
la
tradotto
negotio
Con
CONTRO
elio
La
scritto:
d'aver
che
prende
profundOy
summo^
boccio
vuol
che
Santità
de*
uno
perdonerà
infimi fedeli^ e
più
Bartolomeo
dire
Gerusalemme
chiaramente
apparisce
almeno
vestita,
ben
e
condotti
XV
è
essa
Isole
versi
4
3,
; st.
Gabriella
la
5)
e
bella
giovine
una
quanto
alle
diciotto
dai
(C.
che
nella
compagno
mentre
la descrive
il Tasso
suo
sono
vecchia,
una
gli rimprovera,
;
il
e
Liberata
da
quali
ne'
Ubaldo
baciOy,
di
invece
e
expresso^
che
detto
Canarie
ipsius
Vostra
y
d'aver
De
proposizione latina:
loquebatuvy con questo pasticcio italiano :
parlava dell'affaredi lui; ^ gli vera
rimpro-
et
V ardire
SHAKESPEARE
del-
VEnriadey
E
Gli
sia
Pulci;
delle
»
dal
più
fatte
^Questo
Voltaire
di
«
detto
pronunziò
Dal
del
1472
al
cima
1500
e
effeminata^
che
in
maggio
che
italiani,
d'aver
dieci
tentato
«libello-
un
boia
dal
gl'Italiani non
fino
allora, se
gevano
legin
mentre,
rità,
ve-
n'erana
^
una
del
nota
1746,
(Ediz. cit., voi.
si fecero
più
riesca
al Parnaso
che
secolo
si trova
Francese.
del
versi
edizioni.
il 9
Morgante
Commedia,
la Divina
pasticcio
all'Accademia
'
d'aver
dodici
del
l'Alighieri, con
in
principio
del
Analmente
bruciato
e
V Orlando
lingua
una
buoni
ridicolo
d'esser
che
francese;
rimprovera
in
più
sia
della
cento
Gli
Muse,
continuazione
rime
comporre
mettere
degno
affermato
l'italiano
più
francesi.
agli angioli somiglia.
d'aver
una
che
abbia
facile
di
sembiante
rimprovera
Boiardo
e
nel
quindici
al
Discorso
quando
XXIII,
edizioni
fu
pag.
del
che
ricevuto
209.)
Poema^
it
130
VOLTAIRE
la
derna;*
CONTRO
quale, d'altra
«in
monte,
Verissimo
Baretti
poi
dice
favorevoli
pieni
di veleno
momento
Rajna,
19
pag.
Le
lavori
44
dirsi
«
del
Una
di
a
non
leggitori;
di
le
nostre
gusto
siano
l'altro, siano
di
non
que'
s'abììiano
sono
stati
Agramanti,
nostri
gli
1876,
note,
a
uomini.
fare
primamente
da
essi
e
gli Orlandi,
e
altri.
que'
i
tanti
distesa
; come
Rinaldi,
e
i
ne*
fanno
e
di
da*
epici,
buon
le
dietro
poemi
gusto
nostr' uomini
dire,
Ruggeri,
mettete
per-
d'onde
eroi, alcuni
a
volgo
fantasiosa
passo
que*
d'onde
loro
nostri
un
che
fantasiosa
spie-
Pulci,
sapere
come,
e
al
persona
di
:
varie
da
(se mi
altri
Ogni
poetica figura
sapere
alla
259-61)
diligentemente
nostri
dagli
e
queUe
note
oscuretti
mitologia
persona
di
descritti
Le
scaturite,
Ogni
tratti
guadagno.
da*
con
vi riuscirebbe
me,
verbigrazia,
la
di
una
a
nuova
dagli
primamente
in
passi
i
Rajna,
del
e
pare
manzeschi,
ro-
precorresse
potrebbono
Ariosti,
gradirebbe,
poemi
(voi. I, pag.
adoperata
uni
desiderare
non
1779
di buon
quella
nominarla)
venute
nostri
può
di
a'
poeti epici,preceduta
dissertazioni
sorgenti
diversi
tanto
fate
Paolo
Firenze,
il Baretti
relative, certi
le
e
cosi
che
cose
Boiardi, da*
buon
un
di
rispetto
leggono
nel
varie
di
meno
certe
di
e
Voltaire,
errore
Paris
si
che
nostri
corredata
e
gherebbono
tutti
il
Alighieri. Ma,
Furioso;
che
Londra
de'
raccolta
orrevole
nostri
che
ci fermiamo
Anzi,
—
T
tracciare
che
Gastone
parole
pubblicate
buona
453.
e
Panizzi,
dissertazioni
de'
fermazion
af-
Bettinelli,quanto
padre
dell'Orlando
addirittura
notevolissime
lettere
sue
tale
ciò
tutto
curioso
un
Fonti
in
101.
e
può
queste
al
e
il gran
contro
sorgente»
que' giudizi del
a
Aspra-
V
anche
è
mettere,
am-
il Boiardo
vera
e
giustissimo
e
all' Algarotti
*Id., ibid.; pag.
bei
vero.*
rilevare
a
Gfr,
di
proposilo, bisogna
questo
*
però
rispetto
tanto
a
trova
parte
una
può
non
continuato
«Tunica
questo sia
Orlandi,
de' nostri
se
Baretti, che
modo
qualche
che
e
parte,
il
vorrebbe
come
abbia
SHAKESPEARE
i
de'
Carli,
e
quali
e
gli
i Mandri-
il Baretti
che
Al
loro
forma
«Je
fais
altri:
Troiani,
il
quando,
fatati,
poicbè
eroi
-quegli
da
quali
di
qui
Arnaldo,
altri, che
dei
-da
farvi
tutti
ne'
e
poeti
poesie
e
cbe
da
e
compra,
da
tutti
le
v'apporterebbe
e
lucro.»
vare
tro-
anzi
e
Saracini,
antichità,
da
di
la
bastasse
i
satisfare
scrittori
Lattanzio,
capo?
cotal
dita?
dire, Turpino,
il Citarista
in
per
a
sa-
non
le
vari
que'
come
in
di
Trivigante
dio
vi
e
magna,
l'altro
leccai'cene
fatto
rono
fu-
Ferrautte
se
venire
letta,
poteste
quel quando, quel
ciascuno,
Alenino,
ora
di
e
de'
dio
fatto
sul
primissima
se
lo
poemi epici;
voglion
E
gli
e
gusto,
buon
Tuno
come
ghiotta,
nostri
di
a
i Ghe-
gli altri,
e
e
dicono
diceste
ne
come
gli Almonti,
piacevole,
ne
addentro
Ormanno,
mi
non
-
gli altri, e gli
Orlando
cosa
vei'S
Il
e
dilettosa?
principali epici, abbellata
onore,
de
accennati;
stati
dicono,
ne
pour-
-I
gli altri,
tributerebbe
di
w
Sobrini,
il dove
una
cosa
tanto
qua
non
nostri
una
leggitori
e
se
-1111
i
b
tanto
e
ma
;
nostri
vi
non
frugare
dotti
•citati
e
questa
lodi
E
de'
tanti
rebb'anco
nostri
dove?
quel
e
fatati
erano
? r
l'origine prima
e
epici
I
fantasiosa
leggere
il come,
nostri
?
e
persona
sarebb'ella
non
que*
la
poetica
e
«I
son
vermisseaux
les
gli Agolanti,
Dombuosi,
nel
tanto
?
soltanto
sono
Mambrini,
i
r
?
vous
et
mieux
tous
Gradassi,
alcuni
è, Cigna,
quella gente
vista
i
godesse
non
venne
ed
I
i
e
Doncbiari,
Qual
-come
11»
Rodomonti,
i
altri.
111
??
gli
i
fou
un
cinquantaine
siècle, que
son
lequel
encore
une
nella
dubbi:
a
—
-
-
à
e
rardi,
che
i
J'aime
giliane,
Vir-
io cito
luogo
était
tonata.
can-
scriveva
1761,
avec
Dante
monstre
ce
1^
e
le
que
una
Lettere
ci sia
non
courage
monstre.
un
supérieurs
•cardi,
du
cas
dire
dans
tant
del
sua
credano
punto,
delle
marzo
della
non
queste precise parole, che
grand
ouvrage
-dire:
questo
su
originale,onde
osé
avez
altri,
prendesse,
Voltaire, nel
le altre
tra
italiana
autore
gesuita Bettinelli,
il
E
Letteratura
della
ingenui
i lettori
Emiliani-Giudici, perchè
Storia
131
VOLTAIRE
CONTRO
-
BARETTI
Una
foggia,
conseguenza,
ed
raccolta
sarebbe
oltre
al
132
CONTRO
VOLTAIRE
naissent
appelés sonetti, qai
dans
aajoard'hni
liers
SHAKESPEARE
qui
et
à mil-
meureol
l'Italie,de
Milan
abandonné
le
jusqu'à
OtraDte.
«Algarotti
dono
a
je crois
comme
I"pidus
cornine
voas
sar
ces
bagatelles,
son
sentiment
ci
est
TAngleterre,
cnn
estimant
V0U8,
sont
faits
d'étre
Pour
des
le
le Dante
il dit
injures
proche
comme
Dante.
Ce
pourra
entrer
mais
il
tome
de
dans
les
TArioste,
qui
moi,
beau
lu.
ne
on
On
et
dire;
des
volo
me
m'a
de
vient
marchandise
bibliothèques
jamais
sera
sur-
vient
;.
nous
préférer Virgile
a
mei,
la coUection
sa
à
et
au«
nations, et qui
marchand
Bayle
en
le caractère
et
dans
vanto
homme
pauvre
de
à
crime
un
ne
qui
aimer
chez
Marini, qui
à Paris
et
boutique,
des
fait
me
moi.
que
un
gnère
Italiens,et
les
nommé
poètes italiens, c'est
sa
con^is
qui
toutes
tonte
ne
g^nie
libre
aussi
polisson
imprimer
établir
un
à
à
opinions pour
les
le
dont
plaire
pour
mériteriez
faire
infiniment
Monsieur,
monde-
d'hypocrites
a
dire
ses
transporté l'Angleterre
d'ailieurs
tout
«
qu'il n'y
c'est
je
Ce
Ce
con^is
Je
le reste.
sar
J'ai
genre.
ami.
son
mais
pape;
il pense
n'ose
pense
peat dissimular
ou
fond,
plaisant qae, méme*
mascarade.
on
déguise
se
le
qai
homme
an
pauvre
cardinal
qu'on
Il est
qu' à l'oreille de
comment
devenir
dans
qae,
le Dante.
sur
une
force
:
Triumvirati
le
re-
à
son
Dante
curieux,.
toujours
jamais
volé
un
Dante.
«Je
Marini
le
Dante
lionne
prie de
vous
et
tout
son
rencontre
(sic) et
sa
donner
enfer,
d'abord
louve.
au
avec
dans
Demandez
diable
la
il
signor
panthère
son
bien
que
chemìn,
pardon
sa
à
BARETTI
Yirgile
qu'un
jnauvaise
xìelle
ben
de
et
forcent
de
les
Or
in
chi
bene,
da
mentre
d'essere
stampe
volere
^
Autori,
anche
al
lettera, e
del
Il
Bettinelli
dare
ultimi
il
furono
Voltaire
aggiunti
•delle
Ma
sue
3
Nidalma
"ina
sua
Società
265-66).
fatto
af-
due
che
la
quando
si
sforza?
di
questa
nell'originale,
pubblicò
nel
Losanna
essa
tatezza»
alla sfron-
capoversi
erano
non
questa
1780.
nel
ma
LUI
voi.
Le^
{Lettere a
HI.)
tom.
VIU,
(nota).
lettera
(Raccolta
Milano,
pag.
75
e
desse
acca-
di
Opere; Livorno, Coltellini,1764-65;
Algarotti,
Cfr.
a
che
pare
dico
che
gli Epigrammi^
sopra
61-63,
pag.
stampate
opere,
adonta
*
dal
Marini,
per
eccellenti
tre
inorridiva
«
dice
ietterà, riguardanti
il povero
espresso
intendere
ad
Ma
gli
il suo
troppo,
pur
Bettinelli.
che
(Lez. XIX),
riprotestò
e
resto
il Voltaire
che
dans
dall'altra,capovolge
chiaro
di
genie,
de
»
dei
del
^
la bru-
a
avons
contro
numero
come
si sforza
ironica,e
nel
così
on
gratuitamente
messo
Frugoni;
il senso,
^
stato
stupide-
o
protestò
pure
Bettinelli
dal
moderni
«ia
che
aussi
storia
sua
parte vitupera
una
qui s'ef-
jtuiicmm ! ^
L'Emiliani-Giudici,
tempora!
della
nota
Algarotti,
le
0
chez
gens
nous
que
saint
trouve
chefs-d'oeuvre
aux
lo crederebbe?
lunga
una
[!]. On
barbares;
d'éloquence
etc.
étrange
cet
siècle,des
aussi
et
étin-
Virgile,de
imaginations
opposer
langue,
de
si
en
quelque
ont
rougir de
Dante,
des
et
sagesse
notre
qui
Beatrice
extravagantes
de
du
l'ait mis
pays
Ceux
madona
d'admirer
talité
son
le dix-huitième
dans
tnent
de
enfer,
en
133
VOLTAIRE-
doivent
seos,
.assemblage
nous,
poète
compagnie.
de
Pierre
CONTRO
d%
Prose
tip. dei
7
del
e
marzo
Lettere
Glassici
1758
scritte
ital., 1830;
alla valorosissima
nel
voi.
sec»
II,
XVIIf;
tom.
I,
134
VOLTAIRE
la
dà
Egli
cosa
sonetti;^
«
mestieri
è
Non
fa il paio
che
avverte
V inorridiva:
con
la
più s'ingrossa
e
rammenti
al
che
intende
di
del
Frugoni,
voce),
lettore
vermisseauoo
E
»
è
mestieri,
non
è
«non
le
se
occultarsi
potessero
come
altri
in
che
è
Beatrice,*
Ettore
di
conte
^
che
Di
questo
Ma
visto,
il passo
«Sachez
Tenfer
Virgile
louve.
Il demando
que
pére
son
dans
où
est
tu
du
dia,
traccia
delle
Lettres
le
et
mère
sa
Tenfer, dans
et
voyage,
«
qae
"
Je
je
te
sont
le
il
de
la
(Ediz. cit,
d'une
porte
de
XXIX,
par
à
saint
mort
sa*
la
porte
de-
et
qu'il
le
nerà
me-
si le Dante
mène-moi
«
Pierre.
pag.
d*une-
répond
lui
;
tinelli.
Bet-
la
lionne
le Dante
c*è,
cito:
più espli-
paradis,
au
lui dit
»
voi.
et
racconto
al
molto
et
di
e
dal
Virgile
est;
del
Beatrice,
jour
un
Lombardie,
purgatoire
suivrai,
voie
perdu
auprès
Virgile qui
à
anche
lettera
è
Ckinoises
rencontre
Beatrice
cette
nella
ayant
Leo^
in
famosi
certo
apparsa
anche
a
ma
Polenta
da
provenuto
Dante,
Portinari,
et
le suivre.
veut
una
que
Beatrice
maitresse
Guido
di
buoni
Achille^
più
stati
deiressergli
Dante
a
solito
Agamennone,
abbaglio,
enorme
delle
l'inferno
per
sempre
Montefeltro,
abbiamo
come
sono
an-
i versi
al
muta
che
di bussolotti ;.
cinquanta^
a
viaggiar
afferma
e
Virgilio
fa
fa
e
Paride
e
poi
Dante*
a
nell'ultima
arrivare
non
gusto ;,
manifestate
avesse
fa
dove
mentre
Leone,
il
nessa
intorno
gioco
del
medesima
questo
su
io
parola
la
del
e
esempio
Commedia,
trentina,
una
le
scritti,per
Divina
della
che
agli sciolti
questo
non
Ghinoises,
Lettres
mestieri
con
Voltaire
con
il Voltaire
se
grosse
accennare
del
opinioni
si dicono
Voltaire
....
come
appelés
serietà:
più
la nota
tutta
mondo^
maggior
Algarotti,
contino
Bettinelli
la
con
(notate questo
»
del
vermisseaux
les
«tous
lui
e
più semplice
la
come
dice:
Il Voltaire
SHAKESPEARE
CONTRO
4Q6.)
»
Beatrice-
il
Paolo^
mai
è
nominato
neppur
dantesco!
al
La
di scrivere
coraggio
deux
à
trois
ou
froide
et
gue
Harpe,
di
gioco
ingenuo.
Io lo
articolo
«
:
bussollotti
.
.
.
lon-
qu'une
ennuyeux
un
un
il vostro
e
pazzo
cinquanta
meno
mi
secolo
suo
chiamati
muoiono
faceva
altro
stesse
trattati
in
il
come
altri
lontano
dal
voler
moderni
*
Correspondance
^
FanfuUa
della
tutti
Italia,da
meritavano,
«
per
Autori,
che
Littéraire^ ediz.
Domenica^
5
è
bisogno.
egli
sciolti
sigliata
cone
tanto
era
tre
già fin dal
13
cit.,
giugno
voi.
1881.
per
Con
»
de'
agli
non
petrarchisti
cinquant'anni,
vermisseatuv,
alludere
i
l'Arcadia
il
»
contenuto
concetto
secondo
*
Otranto.
parole,
queste
e
e
nascono
a
Virgiliane,dove
di
non
rozzoli
que' bache-
Milano
C(m
Dante
superiori
oggigiorno
che
ri[)etere un
cinquanta ancora
l'appellativo poi di
E
mostro
cotesto
bottega
che
mostro.
un
giliane,
vir-
Virgilio:
di
dire
a
cere,
pia-
gran
le Lettere
poi
è
Voltaire,
Lettere
con
ma
piacciono pili di
che
chiuder
a
in
sonetti
in verità
Ma
suo
segretario
sua
versi
migliaia
a
questo luogo d'un
coraggio
l'opera
avere
che
passaggio,
frate
al
deve
tutt'altro
Voltaire, ricevute
scrisse
Ammiro
da
argomento
di
liani-Giudic
dall' Emi-
fatto
è
però
disinvoltura, che
tanta
Noto,
il
che
son
et
perfino il Carducci, lettore
ingannato
nelle
VEnfer,
n'est
près,
morceaux
il
ebbe
quale
de
poème
ce
«
allégorie satirique
con
al
il
»
Il
era
che
a' suoi
anche
attaccate
esempio,
per
poema
opinioni
codeste
se
non
*
sermon.
«
nel
espressamente
si fossero
non
farlo apposta,
a
finalmente,
Come,
det' Voltaire
amici,
quali,
de'
pexmltii^o
135
VOLTAIRE
CONTRO
3ARBTTI
II, pag.
cellenti
ecno-
3.
136
VOLTAIRE
yembre
del
CONTRO
1746
SHAKBSPEARE
scritto^eoa
aveva
ortografia,all'Algarotti:
0
«
tal
un
nobile
nettieri
del
dell*
58
delle
ed
regalato
aveva
proprie
opere
C'est
à
Vous
avez
ricavare
et
volte
dalle
opinioni
argomento
per
anzi
esemplare
un
versi:
lui;
sous
àme
mille
dunque
Aveva
son-
aigourd'hui,
d*écrire
son
i
Virgile
de
vous
stra
vo-
dicembre
sopravi questi
con
secrétaire
son
nel
E
Bettinelli
al
Gompatriote
Et
*
Italia !»
la
tutti
sopra
sua
s'innalza
quanto
volo
egregio
infigarda
oh!
solita
sei volte
letto
epistola al signor Zeno;
la
style. *
son
il Baretti
ragione
volterriane
di
Dante
su
^
il
forte
più
diceva
gli
il
Baretti,
io,
e
da
quattrocento
sono
come
il nostro
che
^
ho
anche
cito
detto
per
lire
(X, 567)
fatto
qui
dalla
costò
perdita,
quasi
la
e
cit.
altri
Bettinelli
al
della
e
opera
al
Voltaire.
per
ediz.
data
Frusta,
egli
fatta
rimdal
al Gk"l-
quella
lettera
postuma,
la
quale (sia
d*un
milione
più
scomuniche.
altrettante
la
che"
debito
per
traduzione
Beaumarchais
deU'Ugoni
sbagliano
la
126
prima
ciò
truffaMinesca,
chiamato
pag.
noi,
però
ricordarglielo. È
a
numero
a
e
sono
Qui
»
po' troppo
prima;
costretti
incidenza)
di
Gfr.
già
parte.
un
originale,
grave
Come
doni,
del
siamo
come
reste
sa-
compatriotti
miei
questa
»
Titaliano,
Dante,
altri
anni
neirottavo
petto al
*
a
giustamente
aveva
di
anni
tredici
coscienza,
vero
tanti
dimentica
critico
scritto
aveva
stati
di
siete,
come
intendeste
se
«
Poeta
«
ammiratore
grande
un
di
d' italiano.
pochissimo
sapeva
il Voltaire
che
provare
(artic.Bettinelli),Il Moland
del
quatrain
e
della
visita
138
contradirvi, mi
mai
senza
ismascherare
io
Se
agli occhi
intende
non
bene
pire.
quali, il
voi
di
tutto
Carcano
:
i miei
al
presente
della
quel
loro
amici
pel
Discorao
lingua francese....
la
lingua
ne
sia, a
me
il
Ma
o
basta
ai
agl'Italiani soprammercato.
Oggi,
se
quella
*
Baretti,
il Baretti
tornasse
dichiarazione
Scritti
scelti,ecc.;
non
ediz.
mio
tassi
m'aspet-
stolta
Scrivo
buona
Lo
so
...
o
in
non
speranza
errori
senza
il
iscrivo
non
presente.
che
il
lusingarmi
presente
é
non
scriveva
Conosco
io
Ma
mondo
valse
approvare
non
per
forse
verità
quattro buone
ch'io
di Voltaire.
basta
quanto
di
che
ca-
sito
propo-
a
Francesco
milanesi
signor
scrivo
quel
don
approvazione.
guasto
che
e
Ecco
cese,
fran-
gli
non
Milano,
credete
se
quanto
che
tanto
dette
dei
farmi
1778, egli
Ma,
«
v'ingannate,
sentire
di
del
agosto
piuttosto pel futuro, colla
sarà
in
di
però
volterriani
12
Discorsuccio
punto
lingue.
pur
dichiarazione
ai
amico
suo
mondo
impostura,
confutarvi
a
importa,
non
franca
davanti
dei
mio
glese,
in-
"
niente
caro,
d'
queste due
di
risolvetti
male
o
Questa
al
nulla
mi
perché
dunque
in
o
compatriotti,la più parte
vostri
de'
convincervi
a
ropa
Eu-
tro.
dell'al-
né
italiano
in
un
nell'italiano,
e
dell'uno
confutato
riuscito
sarei
non
quali
avessi
vi
nell'inglese
né
da
all'intera
credere
straccio
sappia
non
x^oraggio,per
insolente, che
far
dottissimo
d'esser
benché
di
cerca
fatto
son,
impostore
un
secolo
mezzo
SHAKESPEARE
CONTRO
VOLTAIRE
in fatto
cattiva
quello
ch'io
an-
cha
ho
pur
Francesi, agl'Inglesi,,
»
*
al
gli
mondo,
ha
vedrebbe
valso
cit., voi. II, pag.
meglio
295-95.
CONTRO
BARBTTI
del
agli cicchi
neanche
la
tuttavia
a
Discorso
è scritto
(questa poi
la
posterità ha
delle
edizione
quelle stampate
quasi
Pare
cui
egU
fine
cadde,
Discorso
del
giudizio sul Goldoni,
chi
ci
darà
compiuto
dovrà
vero
metà,
il
a
che
e
di ridere
il Baretti
Corneille,affinchè
la
lingua italiana
al
giudizio
quando
stati
padre
scritti i
tutt'altro
trinità
il
poetica
nostro
di
*0p. cit., voi. vili,
del
Omero,
critico
pag.
era
di
diceva
non
116.
di
migella
mada-
che
ancora,
il
Frugoni,
corrotti
figli.
voga
Dante
ne
aver
rispetto poi
erano
Voltaire
di
pur
tempo
avvertire
non
in
a
un
a
sociali. E
era
dirai
possa
pienamente
aveva
incorrotto
quella
come
Ma
sul Goldoni
lo condannava
che
sciolto.
imparziale
e' imparasse
Sepolcri, ed
suo
essere
sciolto, dovrà
verso
il Baretti
Cantonate
la
sul
sulla
il
goldoniane
i doveri
e
in
errori
cioè
che
il Voltaire
commedie
pagar
anche
verso
per
giudizio
quando
le
leggere
sul
lavoro
un
Baretti,
avvertire, che
ragione
dato
al
fuori
Voltaire,
quello
e
finalmente
intorno
per
il
contro
far
veri
due
riescono
che
e
voluto
piemontese
di
irreperibile!
l'Italia abbia
al critico
cari
molto
buona
una
qualcheduna
già sarà
Londra
che
strava
mo-
Fru^
della
ancora
forse
e
opere,
a
si
ingiustizie che
l'autore
abbiamo
non
sue
perciò
che
e
il
che
italiano
delle
contro
commesso
dii*e che
Basti
sta.
più piccola
è la
questa
compiace
^
inconseguente.
Ma
francese,
V Aristarco
curiosa!)
è
si
quale,
notando
aperto,
cattivo
in
intero,
per
Tuscio
sfondare
il
Desnoiresterres^
riporti quasi
sebbene
139-
VOLTAIRE
prese
contro
e
tutta
di Shakespeare,
davvero^
140
e
VOLTAIRE
volesse
-giudizi,
il
ne
CONTRO
cielo
Giostra
lui,
prosa
tutti
sbagliassero
al
"luanto
che
SHAKESPEARE
i
due
critici
come
miglioramento
che
diede
moderna.
ECC.
d'oggi,
il
Baretti,
letterario
perfino
l'intonazione
cento
su
e
tribuissero
con-
e
come
alla
APPENDICE
ALLA
FRUSTA
LETTERARIA
AVVERTENZA
Il medesimo
il
Londra
Discorso
quell'anno
la nostra
il
che
avrebbe
non
volumetti, gli
da
far
ridere
fu
L'opera
Lettere
di
lingua
la
per
^
dr,
(Opere
di
G.
1838-39;
Baretti
voi.
deUa
Giuseppe
;
IV,
sua
Milano,
pag.
e
uso
per
Corrispondenza
il fi'ammento
farne
a
stri
no-
del
due
scriverle
di
idea
questo
con
familiariy fatta
da
ciancioni
«
ma
quello,
per
d'Italia.*
amici
pubblicata
italiana
que'
questo
penso
com-
ne'
trovare
leggibili,da
a
in
che
accettò;
Baretti
in
in
lettere
di
offri
gli
bizzarra
poi
i suoi
tutti
di
la
venne
attribuirle
sé, e di
degl'Inglesi
potuto
lettere
tante
»
uso
e
a
chiese
scelta
Il
classici,e specialmente
Cinquecento,
Voltaire,
lingua;
ghinee.
pubblicò
1777
una
per
cinquanta
pensando
nel
Baretti
più autori,
studiavano
che
contro
al
stesso
di
italiane
editore,
:
degli
studiosi
Società
778.)
tario
Segre-
Baretti,
straniera
lett.
al
Scelta
titolo
della
Garcano,
tipog. de'
3
Reale
nov.
Classici
1777.
liani,
ita-
144
APPENDICE
Britannica
ALLA
Accademia.
Giovanni
la
Eccetto
Spina,
in
scritta
di
numero
dal
da
Londra,
MDCCLXXIX.
M.
S.
è,
Annibal
da
dissuaderlo
per
di
lettera,che
prima
quella
volumi.
due
In
libraio
Nourse,
LETTERARIA
FRUSTA
poche
con
Caro
riazioni,
va-
Bernardo
a
le
farsi frate ; tutte
altre,
al
ottantacinque, appartengono
Ba-
retti.
parecchie
In
aggiunte
meno
a' fratelli.
di lettere
vere
Alcuni
inventati
amici
il 3
v'avrò
le
Voi
del
Gli
.
.
mi
in
Ciceroni
tanti
»
lettere,e quasi
brano
che
antologie
e
e
miei^
scuserete,,
.
trasformati
questo
tutti,amici
voi
e
a
di volontà.
forze, anziché
di queste
Custodi
ripubblicò alcune
quel
nostre
;
E
son
egli scriveva
1777,
fatti
«V'ho
parte
di
ottantacinque
è
aver
destinatari
e
suoi.
del
novembre
tutti
Il barone
che
rifacimenti
maggior
conoscenti
o
epistole familiari
di
mancanza
per
tere
let-
doveva
quali
la
ma
;
Carcano:
Francesco
non
delle
riti
inse-
famose
o
supposti mittenti
lui
di
proposito,
se
lettere
son
proprie,
e
de'
veri
autori
poi
nomi
da
nomi
Altre
delle
alcuna
già
del
Editori
Tu
nella
poi
de'
viaggia
tanti
anni
tratta
dell'uso
da
che
Prefazione, *
la
tutta
nostra
Classici
per
dell' JTOa^
lingua.
italiani
blicarono
ripub-
ne
però-
sessantacinque, aggiungendovene
che
una,
*
Scritti
vi
non
325,
«
La
ha
scelti,inediti
volumi); Milano,
pag.
o-
copia.
conservato
furono
anche
e
più
con
suoi
scritti
correzioni,
e
Frusta,
nella
a
però egli riprodusse,
1822-23.
nulla
o
che
fare.
di
Giuseppe
rari^
-Si
veda
voi.
^
Dodici
delle
Barbtti
I, pag.
219,
nota.
lettera
aggiunta
è la
XXV
(voi. IV,
pag.
453).
(duenota;
146
ALLA
APPENDICE
Za,
còpia d'argomenti
che
con
religiosi e
morali,
discorre
VII);
de'
parla
come
(Ó).Si
buon
classico
che
con
là
primia
Io
non
volta
al
eloquenti
l'aòre
più
pari
0
ridicole; sicché
basse, o
e
locuzioni,mentre
sul
non
loro
posto
Scritti
e
codeste
alti-e prose,
che
alquanto
ultimi
suoi
di
scelti; voL
G.
sgradevole
erasi
quale
anni.
»
Baretti,
1, pag.
181.
il
zioni
locu-
e
idee
dio
stu-
comuni,
medesime
voci
dove
perate
ado-
sono
invece
ci
Della
del
brav'uomo
lo stile di
tato)
no-
bello
a
ringiovanite.
come
va
ed
piacevoli
voci
solenne
però quel
scrisse
affettazione, alla
Memorie
di
iono
pa-
qual
stodi,
Cu-
queste lettere,
appropriato, energico
tuttavia
^
in
si accòrse
quantunque
ciò
così
serio, ci spiacciono, qui
quando
negli
in maniera
(Vili).
vive
son
rende
mezzo
per
per
stre
scritture,no-
(anche
le
che
Lastri
poche
E
queste.
padre
pettina
arcaiche, adoperate
meno
o
al
di
del
e
tumelie
con-
del
o
moderne,
e
spessissimo
esprimere
per
"f
che
(III);
meritate
Vili),
e
d'affermare
umorismo
ottenuto
cosa
(III,V
di
n'aveva
italiani
ben
e
tesca
gesuivena
furfante
vero
forestiere,antiche
e
di
quell'altra birba
dubito
(VI) ;
letteratura
versaioli
quel
Buonafede
Appiano
è
de'
uè
sono
inesauribile
che
dizionario
rifulminà
non
burlarsi,dopo quanto
a
Frusta,
nella
detto
(Lett. V
umili
della
e
con
torna
umore
i frati
veramente
gesuiti
veda
le fraterie
che
né
poveriy
véramente
di sopprimere
dell'opportunità
dimostra
come
e
presentimento
sicuro
di decimare
almeno
o
politici,economici,
che
con
e
dell'avvenire, egli
e
LETTERARIA
FRUSTA
per
e
brioso,
una
Barétti
sce
rie-
studiata
abituato
V
premesse
aUa
oit.
ediz.
'degli
147
AVVERTENZA
libertà
La
ci
fa
in
anche
nel
a
riuscirono
Londra,*
nello
(più
stesso
libera
tempo,
però
e
^Avvertimento^
^É
quasi
fdamo
V
perfino
s'incontrano
adopera
con
Abbiamo
e
soppresso
gran
numero
stranieri.
che
per
forme,
altre
certe
transandato^
e
sciandovi
la-
originale,
che
ecc.,
più
lo
Tautore
stilistico.
intento
molte
e
ci
ristampa
questa
per
onnimamente,
volte,
teraria.^
Let-
vili.
pag.
stocchifisci
parecchie
solo
IV,
dell'edizione
testo
inglesismo
Tebbro^
propio,
vi
al
inedite;
Frusta
della
che
avvertire
chiamo,
pubbli-
continuazione
una
voi.
al
copia
qui
come
audace)
fedelmente
attenuti
come
più
premesso
superfluo
che
come
quali
i
una
riguardarsi
quasi
Italia-
milanesi,
dunque,
libro
rarissimo
procurarsene
a
lettere,
Le
possono
e,
Editori
gli
in
già
era
esso
però,
ado-
del
conservarsi
e
attestano
stento
gran
da
penetrare
vi
Baretti
esemplari
pochi
ben
Inghilterra,
lo
1839;
il
che
linguaggio,
che
certi
potuto
avranno
£
di
qualche
corretto
iniziali
d'accenti
maiuscole
che
l'autore
evidente
inutili,
vi
di
errore
mise
insieme
per
comodo
stampa,
con
un
degli
APPENDICE
FRUSTA
ALLA
LETTEBABIA
I.
Dottore
Del
il Tanzi
me
fa il
che
rispondo
volere.
ne
dice
mi
debito,
vuol
mi
che
saria
che
e
il
Quando
^
Tanzi.
Carlantonio
A
Quando
Bigetti
Giammaria
Tanzi
Nerone
un
io
loda,
mi
io
bene,
a
gli
non
gli sogghi.
gno
?
Bicetti,
Il medico
tempo
Milano,
a
letterati
gli
scritti
vaiolo
in
poesia
SU'
1882;
si
più
e
e
il Porta
Le
Il Tanzi,
Magg,
Varron,
Cinq
Gloria
L'uno
e
Taltro
più luoghi
del
omenoni
del
erano
suo
Parini
milanese,
scrittori
lenguagg
de
Tana
è
Topera
con
Tinnesto
del
la
nota
Parini;
dersi
ve-
Bologna,
medesimo
che
e
Paria,
spallerà,
noater
amicissimi
epistolario
gliori
mi-
vernacoli:
Balestróe,
proppi
i
notizie, può
quel
è
molto
sera
indirizzò
gr
G,
dell'abate
Odi
i buoni
tra
il
diffondere
a
(Per maggiori
argomento.
205-8.)
mette
perciò
che
coloro
tra.
dimorò
la
convenivano
casa
Fu
1708,
nel
Treviglio
sua
lodi
delle
rallegro
II»
adoperarono
Lombardia,
pag.
a
città.
della
questo
nato
nella
e
Salvebaolio,
da
mi
li
?!
*'
«on
faccia,
in
amorosamente
meneghin...
deirautore,
e
delle
sue
come
poesie.
risulta
Ma
il
150
APPENDICE
da
che
lui
cuore.
Ma
senno,
e
mi
da
io
gongolo,
di
parola
io
tripudio,
1 Non
vivere
paese
basti
si
non
debbe
l'hanno
salute, que'
di
Ricordati
; di
ti dico
altra
d'ogni
Che
Onofrio
Bicetti
mori
Si
che
una
che
Di
le
questo
poi
fiera
fin
nel
1760
ebbe
polemica,
si
vivi.
dato
raccoman-
fresche.
cordatene,
Ri-
dimenticati
e
alla
dire
il
stampavano;
frate
il
l'era
quanto
lute
sa-
sina.
dell'a-
il marito
Voglio
?
se
s'hanno
contribuire
dimentica
lettere
quale
che
spesso
;
n»
ferma,
veramente
ripeto
è asino
le
note
cor-
il Tamt
e
il
quale
siano
non
che
col
fu
spesso,
sue,
per
lo
continuare
alle
appone
mìe
proprie
note
(L. M.)
il
primo
Parini
il Baretti
dalle
contrassegnate
non
delVEditm-e.
frate,
salute
e
1762.
Baretti,
lettere
di
e
ma
se
e
salute
dire
a
Bicetti
tanto
dal
tutte
Nota
clausola:
che
qaeste
che
del
son
scherzo
^
tise
avverta
iniziali
^
mentre
di
tutto,
dire,
tu
Branda,
morto
era
la
vuoi
abbia
vivo;
può
ne
pasciuta d'erbe
non
Sopra
se
una
ti
lor
dabbene;
una
si
ricordatene,
che
cosa,
Tanzi.
del
;
Son
d'essere
t' ho
d'asina
latte
quel
che
che
l'eleganze»
e
uom
veramente
vantarsi
latte
quel
un
avere
per
vogliono
voglion
ohe
dire:
dubbiosa,
punto
che
que'
dire,
diano
stu-
poi s^arrestano,
e
quanta
averne
di
a
loro,
linguaggio
a
reggerai
ama-
andando
dal
sottigliezze
basti
come
alcuni
che,
diverso
potermi
sforza
tu
o
contare
senza
quel
le
che
a
nulla
salute
una
da
tutti,
con
intendere,
capirne
; vale
avere
huon
mio, fa' d'esser
certuni,
di
poco
t'adoperi per
bisogna
da
casa
per
Tanzi
sei
come
tanto
salute
è
non
vuole
salto
linguaggio
salute,
tanta
questa
di
di
del
cava
pericoloso male,
suo
e
giorni,
fare
un
curano
hai
Tu
farsi
per
lo
come
principio
da
ballo
e
de' miei
quelli d'altri
un
quel
dall'allegrezza.
troppi
le
se
dice, che
di
bene
tratto
stesso
che
so
d'infingardia, fare ogni
un
teco
in
mi
nimico
invasata
persona
perchè
il Tanzi
uomo
LETTERARIA
FRUSTA
vengono,
quando
guerirsi
per
ALLA
maestro
stesso, col
riparla
nella
Parini,
del
Tanzi
Lettera
e
IV.
con
e
altri
(L. M.)
siero
Sileno.
di
suoi
l'altre
sirai
quando
meno,
si
ti
euore
di tornare
gli orecchioni,
ì"Tglì
la
tanto
larga
a
coda,
quella,
corda
Greppi,
schiavo
dia^
fede,
^
codesti
In
levava
e
cielo
a
parti
si
che
tuo
ti
accarezzi
altre
in
Crusca
il Governo
se
e
(Gfr. Salveraouo,
Studi
G.
su
parte
che
Parini,
nella
Tanzi
del
*
ehhe
denominazione
man
lei,
mia,
luì, già
cinque
che
e
il
pag.
s'intende,
di
letto,
il diale
mesi,
xiii-xvi;
in
questa
battaglia
ad
Alcune
poesie
due
in dialetto,
finire
ai
a
tendenti.
con-
Tonti,
—
22-24, 217-219.)
pag.
ri-
Branda
silensio
perpetuo
mio
ch'ella
solo
non
cendole
fa-
e
un
farà
a
minacciava
cosa
1878;
Alla
il
anche
accenna
milanesi
e
toscane
(Milano, 1766). (L. M.)
alludendo
all'altro
schiavo
alla
Frusta^
nell'Introduzione
in
la
Prefazione
stesso
Scherza,
inventato
il Tanzi
la
Op. cit.,
Roma,
Parini;
In
cugina
sei
sviliva
e
imponeva
non
che
polemica,
per
non
col
settantaquattro opuscoli
contro
italiano, in latino;
legnate,
;
milanesi.
cose
scaraventarono
che
in
che
mia
a
cosa
della
toscana,
della
quella
soli
non
Mantova
a
dille
come
pe-
duopo
se
frate,
Presentati
cagione
lingua
al
quella
alla
naso
que^
mattina
ogni
vai
memoria
salamelecche,
Quel
la
anche
ma
^
Se
metterò
per-
a
fa
pensare
pondi
l'altr'ieri.
Dialoghi,
soprattutto
era
della
hello
turco.
de'
mal
non
latte
quel
l'impicchi.
mentovata
un
ti
che
t'esca
non
t'ho
di
ti
tirargli
a
presente
e
il
quando
quella schenaccia
su
di
ma
tosr
querciuole,
un
galantuomo,
il
venga
e
una
che
da
tracannare
e
buondato;
dura:
tanto
e
con
tanza,
traco-
Quando
allora
asino,
il hasto
rimettergli
a
salute
una
Tale
stregghiarlo
a
.
sua
sistole, quando
diastole,
nostro
quei
la
la
e
notte,
nella
nella
quel
a
la
più
di
e
dimentica
e
asinaggini.
dovere
a
dovere
a
^
;
dico,
Tinsolenza,
e
riposerai
restrignerà
s'allargherà
avere
sua,
tantissime
sue
ti
d'esso,
Dialoghi
Timprontezza
e
e
ti
Dimenticati
ragli ch'egli chiama
boria,
151
PRIMA
LETTERA
iscena
nel
arcadica
Vicini, il quale
numero
XXII,
di Egerio
aveva
e
per
Porconero
scritto,
Macouf,
turco,
tra
rimesso
poi
dar
la
da
tosamente
spiri-
patente
all'abate
lui
e
battista
Giam-
gli altri, i seguenti
152
APPENDICE
tuo, Tuno
per
scrivimi
lettere
tue
senza
aria
dal
studia
il
canto,
amici
debito
hai
Signor
in
t'ha
in
a' tuoi
di
data
l'altro
della
buono,
né
fare
a
e
;
mi
la
di
cui
Vale
;
siamo
perchè
ti scordare
non
Yale
consegna.
e
lasciare
che
quella vita,
conservare
in
mezzo
poveri polmoni.
mondo
questo
destra,
Mantova,
s' ha
come
per
calesse;
sarai
solenne
Dio
volte, vale,
in
mando
Dio, Tanzi
con
montare
quando
tuo
lungamente
Statti
favorevole
sarà
spero
come
di
prima
le
guancia
sua
sinistra.
guancia
sua
che
baci
della
uso
LETTERARIA
FRUSTA
que'dae
volentieri
ceva
e
ALLA
cent'
altre
vale!
II.
D'Angiolo
Querini
Grazie
tante,
Quaresimale.
Grazie
tante
eh' io
pure
mo'di
per
retribuimento,
si
dell'opera,
versi
in
lode
di
della
cSe
viva
gemma
tuoi
Mandar
Sia
il
FanfuUa)^
ogni luogo
dove
^Secondo
un
nel
nato
lìbere
da
1721,
parole.
libi^aio
moso
lui
Il
autore
Lettere
a'
poiché
farvi
qui
uno
schizzettino
sul
riflesso, che
il cielo
e
io, forse
male,
punto
si
voi
Tonda
Dei,
il di
nasce
(sentenziava
nasce
e
aveva
lo schiavo
I
fu
al
fatto
Fratelli,
turco, precorrendo
in
(L. M.)
veneziano
di
uomo
veneziano
"
Egeria Porconero,
il senatore
1796,
Baretti
suoi
sviene
sviene.
e
chiamato
dunque
arene,
potrei,
adriaci
ove
Pasquali poi,
del
fia
E
non
degli
pregi
nel
morto
fatto.
plicemente
sem-
ufo,
biografo,
suo
(Lett.
il nostro
delle
stelle
sia
il di
badando
a
composta,
avess'
chiamato
dunque
favoritomi
donna:
sua
quante
linf^ue
Tante
O
l' ha
chi
dico,
al
che
anzi
l'abbia
me
vi
tante,
e
all'intenzione,
volete
del
Giambattista,
messer
^
Pasquali.
stampatore
allo
forte
anch*esso,
Garcano,
4
pubblicare
(L. M.)
fébb.
Querini,
animo
era
di
e
un
/"-
1763),
il secondo
lume
vo-
e
154
a
fare
mala
tanto
naa
faccenda,
barcollando
Avessi
mente?
Va'
che
là,
perchè,
maestri
stati
di
lingua
belle
di
Loiola
Molti
né
cose,
ed
né
un
cappello
ma
i Gesuiti
di
ai
ai
n'avesse
pur
tiluomo
dotato
in
uno
d'un
volete
al mascolino,
gesuitesco;
quello
di
né
stolto
vale
poco
soltanto
tampoco
non
doa
Rìcci
ai
ai
s'ha
state
sono
loro
operare
o
di
e
s'ha
anzi
partoriti!
che
un
o
gen--
mio,
giù
come
scrivere
Ve
leggere
potesse
la
se
padre^
modo
al
scarabocchiate
che
in
pensato
gli altri
com'essi,
in
fratellanza
la
arbitrariamente
istituzione
Fer-
ai
quant'altri
a
sbruffate
gergo,
dico^
volte^
Rossiguoli,
mia,
state
sono
capo
lana:
tante
e
prediche del quondam
creato
la
in
avuto
Misericordia,
gusto
Giraffa
in fran—
berretta
buon
così.
liano?
righe d'ita-
scritto
Granelli,
regola
stato
saputo
unquanco
po' di
dire,
parlare
dal
numero,
linguaggio,
dopo
cominciare
tanto
cotesto
a
stato
quel
Rossi,
que'furbacci
avendo
non
recerei
Antonio
egli
divotamente,
loro
E
tosto
1
agli Olivi,
la
senza
Iacopo
ho
Biffi,ai Diottalevi,
d'italiano
C'è
della
misericordia
che
Segneri,
scrittori
quadrupe*
s'avessero
se
L
m'è
che
tanto
s' hanno
invece
d'Italia,
mandati
reri,
che
castoro
cancheri,
gesuita
quadrupe-
quattro
di Francia
ia
vuoi
o
qualche
s'abbia
insieme
meno
de' tanti
quella
al reverendissimo
che
unico,
Gesuiti
più
a
sono
in
d'un
errore?
fino
cristianamente
accozzare
y.
presente Provinciale, e' è egli
loro
solo
italiano
l
loderei
Gesuiti
prosa,
essere
tanto
giù
latino
ne
scritte
in
d'un
Gesuita,
solo
te
desimo,
me-
senza
e
Giraffa, Giraffa,
I
nome
un
Pampeluna
Gesuita
in
potestù
come
un
Civitavecchia
un
e
commettere
Italia
in
italiano
col
s*hanno
vuoi
un'opera
in
anzi
moltissimi
e
cose,
chiamarti
da
daccio
da
latino,
etiopico,
0
mai
di
scritta
forza
dacci
magni
stampare
Un'opera
pur
dovuto,
molte
Ma
verso.
il
te
libro
loro
tosto;
loro
dar
a
perdonerei
da
vista
senza
qualche
stampato
la
te
concKirciti
o
cÌ6"K)
un
come
tu
LETTBItARIA
FRUSTA
ALLA
APPENDICE
di
Italia^
volere^
mortali,
col
fine
ma
scal-
LfejTERA
di
scaltrissimo
tro
fra
rendersi
via.
tal
per
órdini
altri
gli
155^
SECONDA
frateschi,
E
ch'egli
ed
è
tanto
piccini,
della
rogna,
latino, che
tende:
e
di
milioni
in
di
fa
si
quelle
paglia
abbellarebbe
toccherò
nemmeno
di
di
salce
le
sogno
riche
Tullio
loro
signor
Giambattista,
avvolte,
sono
cotesto
Antonio
Rossi,
il terzo
da
del
mio
pòrti
chi
sciupare.
alla
Prediche
E
piene
s'avesse
O
Giraffa
anzi
perchè
dunque,
pure
torno
col
fogli
ad
di rendere
da
di
copo
Ia-
non
earta
ne
periale
im-
Giraffa
esclamare
gran
frangiate,
in-
ligibili
intel-
poco
etiopica
o
che
dirò
Vi
padre
vostro
voluto,
retto-
sono
di tante
quattro
ha' tu
disperata impresa
loro.
d'ogni colore,
asinerie
in
fanti,
ornamenti
zeppe
chi
stec-
quel gesuitico
in
del
loro
gli
le
servigi
quegli
con
non
e
neppure
tutte
e
di
luppano
s'invi-
scappatelle
come
Pasquali,
Sanfrancesco,
Sanvincenzio!
e
ed
Giambattista
serafico
e
pazze
asinaggini
notare
a'
;
quali
conterò
famigli
s'avevano
Demostene
solamente,
i
ab-
tante
e
aguzzi quanto
tantissime
tutti
canapino
delle
non
che
ricamo
un
tante
ognuna
e
K'in-
non
figure,
panno
quelle
in
chi
a
mo'che
di
pitocco.
tropi truffaldineschi^
tanti
passo
tante
che
e
pilottatura
d'occhi
tanto
toga
d'un
petto
indiscreta
tanto
frassino;
sgradarne
e
gergo
di
o
altre
da
sul
o
de' concettucoli
sempre
l'idea
isvegliarmi
pulcinellesche
scassinate,
vezzosaggini
vocabolini
di
fitti fitti l'uno
que'
una
;
di tubercolelli
gesuiticv^l
l'eloquenza
dirò,,
vi
dovrebb'essere
non
non
dita
frequenti
Ben
minuta,
spalancare
di
maticato,
sgram-
quella miauta
quella
neanco
come
bollano
le
fra
fiato
di
è
soverchio
costinci
e
da'
e
tista,
Giambat-
spesso.
che
possono
quando
farò
di
quinci,
e
non
all'altro
Non
di
che
manifestarsi
accanto
molto
più abbindolato
troppo
spicciolato qui,
è
sa
sia
lo
che
come
seguenza
con-
per
messer
sia
gergo
stinti
di-
e
da'babbnassi
voglio dirvi,
non
arbitrario
loro
quel
che
io
qui
farsi
di
e
più rispettare da'babbioni,
babbuini.
singolari
col
taumaturgo
briaca
durevoli
Giraffa,,
cotesti
156
APPENDICE
maladette
Via
ti
Prediche
egli, o
«lava
ALLA.
del
del
sia,
mi
non
dire
il
di
mandar
mai
da
prieghi qualcuna
Flaminio,^ ti mandi
"ihe
s'aveva
Balbino
che
castronerie?
vorre'
qualche
volta
•quando
vedo
gualche
manuscritto
statti
"vo*
in
Giraffa
sano,
aggiungerti
Le
di
monosillabo
del
buon
mal-
can
cose
frustate,
tu'
bottega
statti
e
che
schenaccia,
facciamola
dell'Abissinia,
un
quello
belle
sode
1 Ma
tirti
sen-
signor
come
le
lianamente
ita-
non
capito,
nella
mano
se
tu
vuoi
del
quella
su
entrarti
certuni
ami
Agnese
tu
potessi!
dare
non
naso,
rinfusa
alla
s'io
Oh
nel
M'hai
sempre
cosa
o
io ?
che
tua
Madonne
Tamabile
Fiacco.*
stampi
se
scimia,
tante
illis
vita
veruno,
polipo
un
diebus
d'Orazio
fusso,
ie
in
delle
cliia-
lo chiamo
come
in
più
della
paternostro
si
come
Camelopardalo
o
gesuita
-eh' io
Gesù,
Belzebù,
Giraffa,
o
scritta
di
Padre
Frate
via, Pasquali,
LETTERARIA
FRUSTA
con
un
finita, e
che
sano,
non
più.
!
III.
Di
Paradisi
Giovanni
Grazie,
della
grazie
a*icogliere notizie,
Poetastri
^
•o
Italiani
Credo
Cornaro,
fu
più
si beffi
che
si trovano
qua
di
in
esatto
lei usata
nel
Storia
de'
mia
Faccia, signor Pianta,
Flaminio
primi primissimi,
Stato;
scritto
un
e
de'
veneto
s' ha
dà
secolo.
da
collega chiamato
suo
Inquisitore
libro, in cui
"che
d'un
la
impinguare
questo
gentiluomo
volte
gonzo,
un
di
diligenza
tanta
onde
Planta.^
Giuseppe
a
tuttavia
e
sul
serio,
delle
conto
tanto
che
mente
invincibil-
tanto
e
Corner,
quindi stampato
miracolose
Madonne
,
là
in
abbondanza
pel
dominio
della
sua
Repubblica.
^
Allude
scherzevolmente
al
quarantesimo
verso
della
tira
sa-
terza.
^Giovanni
Paradisi,
letterato
e
scienziato,
oggi
men
noto
LETTERA
di
trasmettermele
il
primo
il
sotto
Questo
torchio
primo
schizzo
uno
dello
di
Stato
fra
tomo,
insieme
Liguria
sia
ne
che
i
la
coltivata
s'abbiano
non
Nel
a
riuscire
più
dello
poetastri
la
quelle
e
immensità
di
stocchifisci.
al
il tomo
venga
formicolano
i
suo
1760,
ne' Ducati
ebbe
presidente
Grigioni
per
lungo
ufìzi
Pianta,
Tanno
tempo
1744,
come
a
filologo
e
di
sotto
visse
Stato.
e
e
del
Mori
di
lari
bacca-
richiede
lor
a
l'agio
belche
di
e
o
dena,
Mo-
vogliam
Modena
circa
primo Bonaparte.
nel
sempre
nel
di
Piacenza
mori
Museo
ogn'anno*
poetantuzzi,
storico, nacque
quasi
prolifica
fuori
e
il
tiero
in-
simboleggiata
saranno
Reggio
Milano,
bibliotecario
1817, sottosegretario
a
di cui
giunta,
per
onori
ed
di
di
volume
numerale
quale
Parma,
nacque
dell'Istituto
Giuseppe
di
i
la città
salacche,
poetantelli
s'avranno,
alti
di
cialmente.
spe-
vengami
non
ti manda
nel
quarto,
subalpini
il terzo
mal
che
e*
buona
però
è
non
d'aringhe,
padre Agostino,
ed
sola
chissimo
po-
comprenderanno
la
que' tanti
quali
si
terzo^ il progresso
tomo
i
quell'Arcadia,
poetastri,
sue
coricati
di
a
secolo
della
e
esclusa
sé
per
pendice
Quell'Ap-
conciossiachè,
paura
primo,
settentrionale,
Dietro
che
mercé
produrre
dall'oceano
pur
de'poe-
e
liguri, egualmente
idea,
Papalino,
Ducato
questo
cattiva,
ho
del
quale s'avrà
nel
in
tampoco
che
grosso
Stato
intiero,
virtù
né
del
dreto, nella
uomini
s'hanno
poesia
secondo,
tomo
Roma,
la
poetastri
subalpino.
cagione, gli
subalpini,
quelli
succintetta;
cosa
i
de'poeticchi
paese
àvera
pur
contiene
con
drà
n'an-
se
vuol
un'Appendice
del
e
nondimeno
qualunque
che
de'poetuzzi,
motto
della
dico
s'avrà
che
e
che
più ritardata.
Vossignoria
se
Milano,
alla
mesi
di
sarà
pare
due
sollecitudine, poiché
innanzi,
tanto
le
si farà
tonzoli
già
dell'opera,
Mantova,
quale
l'ho
tomo
po' di
qualche
con
157
TERZA
a
Fu
1826.
nel
Ganton
Londra,
Britannico,
1827.
il
e
(L. M.)
dove
de*
fii
poi, nel
158
APPENDICE
dire
la
di
e
Sabioneta
plissima
ricolta
farfalle,
di
stallesi
Crederestilo,
smilzi
gliano
versi
prodotti
quasimente
per
de'
neto,
il
quali
il
sesto,
dal
diversi
tanto
Pulci,
feciono
la
il
Borni,
e
scampi
quelli
i
terrestri, aerei
ed
Ecco, signor
mi
nuova
m'ha
più
posso
dirlo
di
i
suoi
invenzione
n'ho
questa
*
Credo
vane,
Tancia,
Petrarchi,
felici
e
4;empi
della
sura,
mi-
buona
Sicilia,
e
Dio
che
spezie d'animali
si
semplice
molte
e
più
beccò
canti
io nel
sottile
e
vegghie,
di
di
venzette
del
il
di
:
delineare
i
ché
poidi
che.
maniera
stesso
lo
messer
nell'ordinare
adoperò
né
tanti
que' suoi
assai,
sforzi
degli
e
cervello
Furioso,
sta
que-
oltremodo,
iattanza,
tanto
di
iscorcio
in
disegno
la
metà
caratteri, quanta
miei,
e
nell'ordinare
fattura.
intenda
nipote
e
scana,
To-
nostra
d' un'assai
ingegnoso
fantasticando
mia
il
briciola
adoperata
cioè
e
che, quantunque
di
tredici
quaranzei
seguente,
poetica terra;
ogn'altra
e
aggua-*
ve*
più
gatti, ed ogn'altra
parrà
non
in
che
Napoli
Pianta,
senza
Lodovico
di
limpido
dominio
della
Danti,
anch'esso
gua-
aquatici.
costate
mente
loro
que'
sopra
opera,
le
lusingo
i
cani,
poeti
i
Bonarroti,^
e
finalmente,
s'avrà
mia
da
sfolgorare
settimo
ne
diranno
si
vati
contezza?
il tomo
sarà
del
i mauufattori
che
darà
ha
Taro,
il
quelli del
grande
quale
del
rive
que' piccoli paesi,
quinto
Competentemente
che
cavallette,
mia,
da
grilli, di
di
chiamato
estro
vita
che
Tam-
vedere
da' rauchi
che
numero
tomo
di
apollinee
divino
con
al
zanzare,
e
Crostolo,
fangoso
croci
di
ragnuoli
le poco
è sempre
Crostumio.
di
di
lungo
del
e
le mille
mosciolini,
brachi,
fare
Panaro
di
Bo^
signor Giuseppe,
scommetto,
e
di
Gaastalla,
di
poetinì
si farà
Vostra
Signoria
saputa
:
LETTERARIA
FRUSTA
que* tisici
coda,
per
zolo
ALLA
di
del
Michelagnolo
gran
qualche
Bonarroti,
Michelagnolo,
altra
cosa.
e
autore
chiamato
della
il
Gio^
Fiei'a, della
LETTERA
com'io
mio,
Signor
Storia
d'andarmene
in
si
Storie
compilarono
alla
«sse
rinfusa
bruno
di
veruno
nome
che
più
magro
la
e
«'hanno
in
in
scritto
io
prosa,
serbo
contrada
nostra
un' al tr' opera,
4"er
•compiuta
questa,
un'altra
affine
insieme
ed
ammaestramento,
che
i due
e
e
Commedia
ne'
qua
:
Fra
e
Saggio
Chi
poi
quanta
e
sui
di
più
ciò
bitatamente
indu-
quelli,
lin*
che
scarabocchionno
cioè,
;
li
me
quando
avrò
salda
per
nel
aveva
che
ne
scrive
con
il Baretti
della
di
Agatopisto
il Baretti
briccone
di
fede,^
Buona-
[É noto
XVIII
dì
della
farò
Celestino,
-
fu
appunto
Cromagiano,
il
era
l'appoggio
rigine
l'o-
che
intorno
Frusta
trattarlo
di
e
pozzanghere
Appiano
Cromaziano.
numero
leggiadri
questo
nelle
e
zolando
spruz-
d'esempio
dell'Ordine
fior
stro
d'inchio-
de'
di
mo'
don
(chia-
verrò
con
novellette
il Buonafede
che
la
me
per
razio
d'O-
dire
al
gangheri
o
margini
filoso
fiche
vedere
diletto
pure,
io
padre
Agatopisto
Commedie
ragione
legga
sarò
di
quali ogn'opera
bassi
celebre
tra
guerra
volesse
eroi
nostra
durarmi
son
rigirare,
Visitatore
pubblicato
al
que'
non
somministri
sicché, parlando
gli Arcadi,
cenno
di
la
manica
cardini,
o
vaghissime
dal
Comacchio
della
«
la
Filosofica schiccherata
Abate
il
girare
delle
quel poetastro
*
perni,
più aggrada),
qui
e
non
vorrà
Storia
dovj[*ebbe
di
salute
Una
avere
intraprenderò
mia
come
aneddoti
la
che
Fiacco,
minsi
la
se
suo
se
nella
fosse.
d'anni.
decina
Ed
se
che
voglia,
se
in
fra' miei
nostro,
che
qui
paesi
piccolo,
l'opere
del
dirò
Que'
verso.
si
tratto
; né
li serbo
me
chi
il secolo
vituperato
^a,
sia
innanzi
certissimo
fra
ammétterò
non
i
o
eh' e' si
passerà
scrittore,
tutti
grande
o
grasso
o
que' tanti
fatta, registrando
d'uomo,
nome
di
in
e
mia
questa
sull'orme
tempi
dirle.
dnopo
in
mica
cotesta
ch'io
mia,
questa
e
i
sostanzialissima
•differenza
viri
o
tutti
di
ogni
biondo,
o
intendo
pedestremente
che
m'è
episodio,
un
.non
spettabili viri,
o
'n
qui, sdrucciolando
E
159
TERZA
Buonafede,
come
di
nuovi
lo
tava,
trat-
docu"^
160
APPENDICE
di
motto
quella
rendissima
in
rosso
che
mi
dirò
; e
in
cosacco
pessima
se
o
di
all'articolo
tonmaria
nelle
menti
1878
Baretti
dopo
altri
nome
«
sfidandolo
Garcano,
9
lui
tutti
e
lo
e
coloro
del
messa
covano
un
andava
Apostolico^
dr
curato
o
pezzi
di
que' suoi
che
madrigalesse,
sue
libro
Giambattista
suU*
Albergati (Boi
il
Frusta;
primo
e
lo
pata
stamin
»
poi,
in
lo
quellochiamòde*
pubblicamente
accusò
XVII.
Taveva
stravolto
davanti
deiraccusa
querelarsi
stampare
a
poiché
e
quattrini*
di
borsa
una
stato
era
(Frusta,
suo
:
notò
i
lo
quali
segno
stesso
XXVI
XXII,
periodico,
prete Borga,
deirabisso
Baretti
si scagliarono
utilissimo
Rebellini, frate Facchinei,
era
Àn-
; e
Lett.
a
al
luglio 1763.)
È curioso,
quasi
a
verrò
ne
chiamato
Baretti, d*allora
il
stri
no-
M.]
Bricconio^
tribunale.
be'
anagrammaticamente
BaroniOf
commessi,
qualunque
la
questi
me
prevosto
rubato
aver
furti,
in
dell'Abate
bel
L.
—
contro
Agarimanto
furti
quelle
suo
160-67.)
cosa»
Agnrimanto
sempre
nel
Masi,
fatto
suo
di
de' tre*
solo
uno
vitavecchi
Ci-
di
o
Vicario
vari
più poetastro
Borga,
«ladra
testo
e
da
tare
sfrat-
quegli alpestri luoghi, dopo-
in
mio
d'Ancona
era
e
certe
fatto
sacerdote
tempo
un
renza
Rive-
comporre
guisa, quando
Bergamasco
nel
pag.
e
col
che
anche
^Questo
di
^
secondo
note,
regnarono
quel degnissimo
sonettacci
;
che
somigliante
del
Ernesto
gna,
di
lette
introdotti
palesano
una
state
villaggio posto
sciagurati
al
fossero
def
con
l'avrebbono
galee
montagne
d'aver
di
vezzo
che
papi,
scrivere
a
superlativa
la
delle
Borga,
Leprenno,
il
in
E
tempi.
il
nelle
o
una
successivi
quattro
testo
come
prosa,
in
mai
Reve-^
s'imbrìacava
non
nel
o
eziandio
cacciare
e
poi,
s'ebbe
sua
prima
se
Paternità
sua
s'acconciar
non
più comodo,
verrà
che
pecca
di
sdrucciolo,
LETTERARIA
FRUSTA
strana
s'aveva,
verso
vino
ALLA
erano
le
per
stampe
Buonafede,
d'ignoranza
sprofondandosi. (L. M.)
in
contro»
preti o frati,e
prete Vicini, prete Barbaro,
frate
che
(FrtMta, XXX),
ecc.
cui
E
il
anche
nostro
di"-
prete
queste
clere
162
esposte,
ad
e
osservarsi
le tali
da'
lode
sulla
nobile
E
molti
perchè
libro
darlo
in
ad
luce,
la
accigliati^
sempre
poeta, compose
Pei'
^Vedi
intitolato
saggio
di
L'Ombra
Peccato
Si
^
che
dei
zione
in
di
le
senza
mandare
raccomao'*
che
sfoderi
centra
e
e
più fetide
sette
volumi
Della
Poesia
certi
sorabili,
inecolle
ch'io
parole
Poesia;
a
Ari-*
sempre
al
possentis-
tanto
e
rebbe
var-
Imperfettissima,
oppure
intitolato
mente
matta-
di
Pazzi
cui
di
è
di
non
essere
que' Poemetti,
di
d'Alessandro
(cioè,
Luigi
si lasci
Signore
da
chi
1763.
Valdarno
non
poteva
ben
aver
dice
potuto
produrre
accolto,
»
di
nella
Frusta^
cotal
gente!
che
luce
nobile
lettore, questo
svantaggiosa
ereditare
alla
glese)
in-
Castiglione.
Valdarno,
al
lettera
che
poeta
calzolaio?
Pazzi
Nella
-«
di
da
lodare
è
non
de
(Wretesi
Pope,
Principe
Gonzaga,
scarpe
Giuseppe
Napoli,
genio^
meritasse
penne
raccomanderà,
Perfetta
Pope
don
far
egli
Rime
poeta
dalle
di
crudeli
Della
uno
quel garbato
Fiorentino;
simo
di
lode
lascia
Giuseppe
fetta Pseudopoesia,
per
in
libro
un
l'avesse
Della
i miei
dettate
guastamestieri.
difesa
sempre
guanti
ottave
uscite
dire,
sua
più pidocchiose
accozzare,
sui
costume
dedicatoria
prolissa
più abbiette,
saprò
in
scritti
signor Giuseppe
barbassoro,
durindana
una
mi
suol
udo
signor
dall'antiquario
sommo
ad
sciolti
somiglievoli
si
quante
cavati
dalle
e
filastroccole
come
buchi
tutte
dal
oggidì troppo
qualche
un
bisogno
starchi
è
non
dai
e
composti
donne
dell'Assietta
e
Italia:
dall' immortale
Valdarno,'
molt'altri
scire
riu-
tutta
per
versi
in
sonetti
belle
molt'altre
da
e
di
d'oca
un
di
Battaglia
Bartoli,
un
delle
corto
d'esempli,
dai
e
tempo
verranno
Sempronio
^
uecessarie
più cupi,
poemetti
di
pantufole
Corretesi
fondi
giumelle
e
in
regole
oggidi
ignoranza,
Luigi Godardo,
sulle
s'usa
dai
tratte
molte
Caio
voglia
che
moltiplici
di
abate
e
da
uno
in
modo
dell' italica
abbellate
ad
al
le
tutte
spiegate,
chiunque
regole,
scurì
più
da
poeta
un
e
diffuso
a
LETTERARIA
FRUSTA
ALLA
APPENDICE
alcun
III.
situa^
piccolis^
un
parto
(L. M.)
che
LETTERA
padrocinio
Simo
Gioacchino
della
Viceconsolo,
Crusca,^
mia
in
primo
la
luogo
i lor
fatto
abbia
la
dedicò
Vita
Mecenatone
di
•qualsivoglia
abate
belle
dozzine,
sciorinare
nel
che
non
Rofeatico
in
il
sciorinava
ne
che
quell'altro
delle
^
caccabaldole
Il
s'intitola
•cademia,
^L*abate
libro
dei
Memorie
il Balbetti
il
quale
già
termina
con
quando
mai
lazione!
»-L.
^Vedi
si
per
cede
peggiori
Mireo
quel
generalato
si
un
:
ed
Crusca,
spannocchia
al
pelo
transandatissima
più
Ac-
degli
il
le
tue
d'un
babbuassaggini,
I*
s*abbia
Arcadi.
primo
memorabili
chiude)*anno
di
riprove
della
nella
che
consacrato
le
di
nel
che
T altre
rìelVAdutianza
aveva
bilissimo
stima-
V Arciconsolo,
ridicoli
e
anche
anima
quella
fra
autore,
insulsi
Istoriche
di
lo
tatene
trat-
cervellutamente
e
sempre
di
più
delle
e
prove
un
carattere
suo
de' versi
modestamente
Morei,
più
^
prosa,
archimandrita
0
capo
in
scelto
prefato
d'accademico
Gioacchino,
abate
signor
che
donna
gentil-
una
poiché
predecessore
suo
carattere
suo
mio
nel
semplice
la
dissi,
ad
nel
bene
Parrasio
Bosco
ch'io
intendentissimo
molto
vanno
rimescere
luogo m'avrò
delle
sa
si
Pordenone,
Santa
Gioacchino,
come
quali
che
di
indicate
date
i
rinfacciare
Pseudopoesia,
Perfetta
foggia
incorrerò
non
punto
curato
bussola,
ha
io
potrà
secondo
regole
arcadico,
si
mi
certo
in
prima
signor
ha
non
Rofeatico
questa
a
coloro,
a
castissima
e
delie
Della
•a
chi
a
d'una
yiniziana;
pastore
data
quel
come
Mirco
Nivildo,
d'essi, né
contenuto
di
Indirizzando
taccia
consolo,
Pro-
e
dell'Accademia
successore
messer
libri
d'Arcadia,
Sottoconsolo
o
quel
a
cioè, dell'abate
;
Gtenerale
memoria.'
Storia
dedicando
col
Amarinzio
degnissimo
'd'insulsissima
la
di Nivildo
Pizzi, Custode
o
163
TERZA
-
articolo
parole
scuole
Italia, intitolato
:
di
«
[A questo
della
Frusta^
Povera
futilità
libro
Italia,
e
d*adu-
M.]
saggio
Discorso^ composto
scritta
una
dal
con
sua
già
la
tiritera
nominato
più
affettata
posta
in
fronte
Principe Gonzaga
ad
un
stiglione,
di Ca-
goffezza di stile,digiuia
164
APPENDICE
abbindolato
sfibrato, al più
scantello,
i
e
in
Firenze,
ad
le
fantocchierie
le
castronerie
fé,
che
che
ciascun
non
dell'avvocato
de' duo
conti
Verri
la
dare
ad
me
prestito
dal
nominato
già
Arcadia
sul
Teda,
di
dosso
che
di
affatto
stucchevoli
Pizzi
dai
^Vedi
e
le
del
Discorso
colonna
colonna
sotto
affatto
suddetto
sima,
Vedi
le
Note,
molte
Cittadino.
a
E
conoscerà
ri-
*
"
delle
Pianta,
della
tu
la
i
zione,
comunica-
mia
pilottata
Gonzaga!
a
dicono
Poesia,
sensi.
favore
scritte
ti lasci
Storia.
delle
più
incensare
Godardi?
dai
buon
i
saranno*
quali
quella
di
bruttamente
e
Oh
franceserie.
le
vuole, signor
nutro
pensieri,
d'abbuiare
curato
^
ch'io
speranze
e
Ella
quanto
in
prese
e
prosa
della
effetto
l'anima
fra
passa
Sogghigni
affatto
in
sorgenti
un
come
sempre
focose
le
avrò
frontispizi
abate,
stesso
rintraccia
Chiunque
motto-
per
*
de' sette
dallo
più,
felici ingegni:
quell'altre parole
d'indovinello
mo'
che
mia
Per
tanto
e
e
Godardo:
paventi!
e
ciascuno
poste
puranco
di
?
s'avrà
versi,
Brescia,
Venezia,
Milano
tomo
abate
è madre
Mevio
E
in
parole
di
di
intendere;
di ciascun
frontispizio
seguenti magiche
le
«
so
mortale^
Ciliari
di
non
avidamente
ciascun
Costantini
con
tomi
sette
da
dell'abate
che
nostro,
comprati,
applauditi
melensaggini
le
Firenze.
i miei
fronte
frettolosamente
essere
testé
di
cru-
le boccaccerie
insieme
signor Pianta
letti,e sbardellatamente
come
più infranciosato
fuor
o
in
questi prolegomeni
abbiano
al
e
l'ippopotamo,
Puoflfar
LETTERARIA
abburattando
stiasi
che
gallicismi
di
FRUSTA
ALLA
quali
colle
il
lo
troppo
non
Principe Gonzaga,
Il mio
motto
è
allo
stesso
Discorso,
cita
Tedizione
tratto
sciocco
ha
abate
inteliigibil testo
intitolato
dalla
prò*
d*ua
11 Letterato
pagina
ventidue-
prima.
Note
prima.
Si
gl'infausti auspizi
del
fattane
prefato
pagina
in
Nivildo
Roma
ventunesima,
nel
Amarinzio.
1776,
LETTERA
Tant'è
il
io
!
di
biamo
fatta
questa
venuta
la
più
che
parti,
onde
minimo
che
si
sta
schiavo
sono
da
che
dob*
sia. fin
ne
mi
le
mi
fioriranno,
ch'io
dice
notizie,
beneficio
a
di
Signor Pianta,
opera.
volere.
non
a
suo
le dica
le
ammucchiando
volere
ogni,
in
permetta
miracolosa
da
verranno
trasmettermi
a
ad
fido eziandio
mi
che
rose,
Ella
grazia
e
evidente,
squisitissimo
soverchio
benemerita
d'un
; e
e
saran
intanto.
su'
per
tanto
una
riesca
s'ha
non
alcuno
venuti
Se
indugi
non
tanto
ad
sono
mi
ed
proverbio;
capo,
mi
Basta!
ette.
«da
Tidea
Italia
bella
nostra
bisogno
:
considerando
bene,
augurarne
maravigliarci
peranco
aiuti
negli
le
che
infinitamente
ora
il
non
posso
bisogno
tanto
libro
non
165
TERZA
IV.
Di
Visconti
Giuseppe
m'ha
Ella
dicendomi
bistrattarla!
liberare
un
col
volta
in
Carpani,
ch'egli
una
màladetta
guerito
con
pigliare
da
ch'io
non
intenda
de'
posso
di
vomitivi
issofatto
al
dire
medicina
detta
suo
dose,
de'
indotto
fu
cui
malore
non
ed
;
me
dottore.
dal
cacciarla
marchese.
sa!
Di
an-
d'essersene
molte
con
paian buone,
Chi
a
la
appoggiò
quant'esso. Tant'è,
a
n'abbia
n'ebbe
tratto
un
pigliarli
mi
a
iersera
m'assicurò
vomitivi
a
a
tornata
? Parlandone
che
e'
se
abbia
bastiano,
Se-
signor
pur
non
Non
?
sempre
mila
millanta
è
l'ipocondria
Vossignoria
per
marchese
nostro
lancettata,
una
come
Possibile
una
tratto
data
propio
Franzi.
Sebastiano
a
che
Ella
cosa
ragioni,
comechò
questa
dovria
nasce
gione
ra-
non
cosa
dirla
cosa.
106
dice
proverbio:
il
FRUSTA
che
forse
e
queir Eccellentissimo
a
Se
frivolo,
statami
Ella
là
mano
nella
della
vi
Avvenne
Carlino
trovò
con
tu
nel
e
in
forse
lo
di
fors»
aovel^
quando
non
chia--
che
teatro
certo
un
attore
della
grazia
in
cosa
della
rima,,
tosto
a
ch'io
ohimè,
che
da
trarrà
E
altro
che
ipocondriaco
di
si
è
già
è la
un
marcio
Nettuno,
»«"^
io
arrovelline
si raccozzarono
a
in
stesso!
su'
quel prete
nato
cagioed
ipo^
attempatotto,
tre
posta,
e
bastiano?
signor Se-
Affé,
le
"
"
novella,
Vostra,
già bene
lei, come
gue-
Ohianò,
«
il ridc^
sopram^eato?
in
vi
preti vecchi
Signoria
prete
chino
l'Arlec-
sogghignando,
che
i
gnerisce
Andatevene
questa
questo,
sarà
Ella
raccozzano
bene
dirò
tevi
abbia-
sentire
dolentemente
versa
vi
s'egli non
e
come
«e
tempo.
a
sando
pas-
e
v'avea
che
o
punto*
detto
quel
ridere....
sprema
Arlecchino
Non
qualità
farvi
caffè,
esso,
né
potrete,
quel
era
venne
quell'Arlecchino
sono
ne
un
condriaci.
di
non
prete;
poco
Italiana;
Sebastiano,
Signor
i] sugo
in
l'ipocondriaco,
interruppe
gli
che
un
con
l'onesto
sovente
Commedia
forza
quale
Fate
€
in
se
quasimente,
libererete
più
quanto
sere,
so
cosa,
d'indosso.
ne
ve
non
novella)
chiacchiere
in
gli rispose gravemente
fiducia
la
prete, dal
scannava
cacciarsela
potesse
tu,
per
entrando
s'usa
l'ipocondrìa
come
si--
sarà
una
dich'io
(e qui comincia
a
ed
:
come
e
Parigi,
quale,
paresse^
guari.
Italiana^ v'è
vecchio
un
conosciuto
risce
dì
un
si
dove,
le
di
che
premessa
gliel
o
Commedia
il
avrò
ha
dire,
le
l'Arlecchino.
fa
io, "
a
permettami,
altro,
un
non
città
Carlino,
nominato
gli
quando
inteso
come
capo"
pensiero
nuovo
nessuno,
faccia
raccontata
avrà
abbia,
conto
gnene
più sostanza,
letÉa
in
porrebbe
suggerimento,
o
cenno,
farne
non
Sebastiano,
gnor
di
da
e
il cenno
qualche
un
questo
però
LETTERARIA
Vossignoria*
di
vantaggio
«
ALLA
APPENDICE
che
punte
ed
di
le
tre
sui tridente
esattamenti^
Parigi.
Ella
LETTERA
faoeia
ascoltare
cioè, ad
Arlecchino
rirà
al modo
dunque
di
r
tra
nel
siamo
Inetto
driaco!
delle
non
Ella
di
faccia
il
nel
scacchi,
bianeo,
e
la
nell'aver
d'un
nel
alcuna
volta
delle
lo
di
iosa:
sa
molte
dire
più dire, più di
ripoeondria.
Ecco
a
chi
dica
solo
in
Domine
ne
conosce
non
me
di
coda
si
in
a
è
un
dire.
Ma
dove
ho
reverendo,
l'aspettava,
che
che
fatto
cappello
Sigjior mio,
in
tutta
; cioè
nel
un
dire
ma
per
mellonaggini
più
dice,
ne
e
e
ne
del-
prete
va
a
debita
per
vecchio
un
lecchino
Ar-
pigliata,
verso.
torna
il
signor Seba»
volgermi
a
non
ne
per
trovare
conosco
un
pur
Milano?
quanto
nemanco
sul
Arlecchino,
io
d'un
frizzanti;
dello
volta, mi
dell'arlecchinate,
tutto
lepre
qual guisa la faccenda
un'altrja
no^
ipooon^
vestituccio
acute,
guerire
sul
l'essere
arlecclùnate
vuole,
in
dire,
a
dirgliela
per
e
tu,
Sebastiano,
cintola?
a
pigliarla pel diritto
Benissimo
stiano
un
vive,
fatto
più atto
vuole
indosso
scempiaggini
conseguenza
chi
che
delle
chi
vale
Inettissime
I
legno
cose
colui, sia
e
di
sai
musica?
; cioè
Arlecchino,
fiato,consiste
più
la
portare
con*
rappresentano
in
dal
commedia?
alla
intendere, signor
monaco
fusberta
L'essane
Qo!
si
"
proibisce qui
carnovale;
vecchio
ad
dietro
non
mi
spesso
opere
Inetto
1
consista
a
di
non
e
sovrana
! Ma
prete
suo.
cagionato
panacea
di
non
si
una
essere
dell'anno, che
se
il ridere
invecchiti
di
l'abito
che
sia
giunta
prete
E
gne^
Parigi guerl del
voglio credere,
che
l'andare
per
teatro,
qualche
un
contr'uno, ch'Ella
! Io
preti
il mio
Milano
tempo
stro
de'
ipocondria
che
stizza
Arlecchino,
nostro
un
di
esempio,
appunto
come
E
po'
suo
d'un
parlare
Dieci
prete; vada,
si possa
sovènte
il prete di
come
istruttivo
questo
più
buon
quel
benissimo, replica qui Vossignoria,
Benissimo,
il
fece
parla.
quel male,
senza
che
quanto
quando
167
QUARTA
che
diavolo
uno
in tutto
per
sant'Ambrogio
mi
quanto
die' Ella?
Milano
I Non
Non
? Questa
conoscere
168
APPENDICE
un
Arlecchino
in
ogn*altra città
in
signor
naso,
giro
un
una
mezza
ci
abbiamo
del
faccianla
gli
vengasene
di
e
questa
anzi
finita,
botto
e
sul
fare
a
ficoltà.
dif-
ridicola
non
addito
gnene
dozzina
come
occhiali
sua
se
una
tanti,
e
Appicchisi
gli orecchi,
intiera, prima
passi.
cento
! Yed'
tanti
Pure,
I
rimuovere
perdere
fatti
LETTERARIA
n'ha
mondo
parole.
dozzina,
Ella
là
Sebastiano
quel frate, signor
dolce?
Che
Frate?
Quel
Frate
lo
Si,
e
Branda,
Ebbene
si
de'
s'abbia
vuole,
di
chiuso
a
una,
mai,
stata
Scuole
ne
non
l'essere
dir
sa
vivo,
sorte
paura
Rispetto
Arcimbolde
si
G.
B.
sentirà
come
al
comunemente,
che
Arcimboldi,
patria
in
veda
si
le
aveva
! Delle
mestiere
nel
parlare.
nella
Però
categoria
signoria
Vos-
Onofrio
Lettera
dal
da
abbia
non
Frate
la
frate
che
essendo
mellonaggini,
mai.
reverendo
confesso
cadono
che
v'è
quelle
cattedra
frizzante
padre Branda,
chiamavano
valle
e
del
non
a
poco
sua
non
manchino
gnene
il
escono
escon
posdomane
frizzanti,
troppe,
delle
pecorelle
quella
arlecchinate
Op. cit., pag.
una
o
da
gli
Vossignoria
dojnane
acuto
e
le
lecchino
Ar-
Brembana*
arlecchinate
le
misi
chia-
un
per
Valle
la
Se
belle
scempiaggini
*È
che
^
Onofrio,
Vossignoria
a
padre
Arcimbolde.
frate
o
tre.
a
vive, acute,
quella
unica
e
te le sciorina
Onofrip
Tonti,
do
ruto
petto-
e
è il
Gli
beine.
Scuole
come
due,
vadasene
arlecchinate
*
bocca
Arcimbolde;
padre
delle
lo
io
più Arlecchini,
continuamente
frate
delle
maestro
piano,
sant'Alessandro?
molto
conosco
prodotti mai, poiché
a
di
Chiesa
la
lo
piano
quel padre Onofrio,
:
come
cammina
verso
vedo,
Onofrio
che
là,
pettoruto,
di
dove
onde
Sta', sta'
mio
Milano,
Sebastiano,
meco,
Vo*
FRUSTA
in
perdianci
non
ALLA
I.
fondate
nel
Scuole
—
di
nome
n'ha
gnor
monsi-
1609.
(Cfr.
216.) (L. M.)
Bergamasca,
d'Arlecchino.
riputata
essere
la
vera
ed
170
ALLA
APPENDICE
fetta
guerigione
pure
una
del
mio
LETTERARIA
impossibile,
all'arco
corda
le
posto
a
condurre
s'ha
cui
in
ho
labirinto,
le
per
da
trovarsene
e
sé
dello
intricate
poco
egli
Arlecchino,
il bandolo
mano
par
gnoria
Vossi-
potrà
altro
un
mi
potrà
non
Non
suo?
trovarsi, esempligrazia,
ch'io
che
Sebastiano,
signor
quasimente
cosa
un'altra
porre
FRUSTA
eoa
spago,
di
vie
medesimo
ora
questo-
più
quanti
n»
?
vorrà
di
uomo
un
pasta
appaiato
m'aggirassi
è
questa
in
una
bocca
anno
un
belle
Arlecchino
per
che
s' io
tu'
il
senza
sona
aiuto
non
d'essere
degno
delle
Scuole
Arcimbolde,.
queste
nostre
viel
maestro
pappa,
a
che
altro
un
quel padre
a
vedi
signor Sebastiano,
grossa,
rinvenirmi
sapre'
s'io
il
risponde
Vedi,
bisogna
cucchiaiate,
tu
pure
ch'io
o
Tanfo
la
me
mi
^
metta
dell"
morrò
fame!
Pulcino
nel
che
capecchio,
tale
riesce
mi
Vossignoria
.
di
tutto
bellissimo
quel
del
Triulzi
che
balli
Si,
Lo
Ah,
punto!
lo
in
il
fare
Gli
sguaiato,
nella
comechè
dalla
d'ogni
mia
fuoco
credereste
usata
di
atto
il conte
le
conosco
quel
mie
Franciosa
al
di
stilo
toscaneria,
Bum
siulti
Toscana
spiritato;
ingenuità,
e' mi
e
e
nel
mano,
chia-
Onofrio
Branda^
tutt' affatto
diversa
nimico
il
quanto
dagli occhi,
dei
d'ogni
d'ogni toscaneggiatura
vitant
la
per
arlecchinate
padre
ò altrettanto
conte
Verri,
com'altri
maccheronesco,
iota
mani.
Pietro
delle
Verri.
Pietro
propie
conte
dire
per
un
11
colui.
Nominate
butta
Biblioteca
della
in
e
Verri,
toscaneggiamento,
currunL
nel
il
maniera
una
amico.
E'
o
d'ogni
scanesmo,
è
cioè
cede
in
di
piede,
quel Verri,
l'Arlecchino,
genere
s'esce
colÀ
minuetto?
quanto
Ebbene:
di
punta
vedo.
conosco
che
signorino,
Ved'EUa
Sebastiano!
signor
se
l'ho
riesce
pur
il
contraria
bocca,
a
doppio
e
tamente
sfegata-
Verri
Pietro
conte
dalla
n'è
in
vitta,
al
bava
frate
to*-
tantoché
dire
e
l
con
il
la
triplo
LETTERA
Arlecchino
più
Ella
che
e' si
quando
Demetrio.^
iscrivere
per
nostra
ne
Calabria,
nedaro,
fa
mestiere
cioè
dinanzi
Vocabolario
si
della
tori
buoni
ad
molto
mal
fra
fatta,
hanno
co'
andare
Fatta
numia
i
vere
libri
nostri
bisogno,
perchè
Ciaccia
ha
cominciare
a' dì
*?
tempo
rendere
per
Foglio
in
della
'
Fazio
la
conte
Lande
da
degli
titolo di
è
libro
per
elle
un
lui^
*
scrittori
e
fattili
Verri
nello
è,
di
non
se
agli
«cri-i-
biano
s'ab-
parole
effe
un
ri^
dirà
come
del
meno
una
cosac-
antifiìosofi, della
quale
in
paese,,
caso
bella
nessun
l'alfabeto, giù
trovò
il valentissimo
cosa,
quest'altra più bella,
lingua chiara
intitolato,
il
Vedi
necessaria
e
nostre
o
non
goffi,
di
titolo
liberti.
le
Cadmo
Verri.
airartìcolo
Dittamondu
bottega,
immediate
cosi
cento
gambetto,
Pietro
questa
certi
Pietro
il
minimo
nostra
periodico,
Milano
questo
era
che
soggiungerà
conte
eke,
di
'Detta
secondo
Dittamondo
quali
importante
pedanti
il
nostri.
a'
volte
un
o
fatto
dal
cominciò
lingua
sciocco
lo
l'ortografia
mai
dagli aeriti
vilipendio, poiché
importa
non
da
quel Vocabolario
sommo
quella
più,
inventata
nessuno
sino
di
ette
un
al
legale,
di
il conte
in
avanti
cosa,
questa
circostanti
della
all'aria.
nodaro,
avanti
attenti
a
tratto
un
in
gente
d'oggi:
ceiito
ferri
quattro
la
fondo
forma
in
come
di
Toscani,
dato
che
in
di
Caffè
rinunziare
nostra
s'annovera
molt'altri
con
milanesi
degna
e
la
sentirlo
quivi,
s'adoprarono
dacché
al
dirà
sino
tutto
perchè
a
nel
guisa,
notaio
un
voci
sino
scrittori
quegli
insieme
a
quante
scritta,
essere
di
prima
cattivi,
e
in
dall'Alpi
Crusca,
raccolte
sono
le
lingua
nostra
intendere
possa
Verri
Pietro
nella
? Gorra
letteratura
acciarpando
conte
incappucciato. Yaol
Sebastiano
signor
sta
Il
TArlecchino
non
accertarsene,
17L
QUARTA
il
pubblicato
e
più
come
rimarchevole
Viaggio
d'Italia
l'ambra,.
per
dei
alcuat
quali
di monsù
Milano.
d^un'opera
Il conte
Verri
autore
d'un
in
nel
versi, composta
da
un.
"^affè ha sbagliato quel
libro.
172
ALLA
APPENDICE
fa
mestieri
de'
ci
non
vocaboli
e
con
-e
degli schiavoni;
tartare,
curarci
senza
questo
da
ognuno
suo
capriccio,
dosso.
al
Ah,
di
"ìipale, massiccio
di
inteso,
sentito
non
le
se
riderà,
tornerà
Verri
non
Verri,
faccia
di
Cleopatra.
Tiene
a
E
se
ridere
di
nasciatamente,
probabile,
il
più
oltre
sta
sullo
busecchia
•oggi. Io
buon
guerlrà
scocco,
le
io
Sebastiano,
né
farmela
ho
tanto
più
il conte
come
il conte
su
sandro
Ales-
due
con
delle
una
dita,
perle
signor Sebastiano
mio
suol
si
egli probabile,
Vossignoria
con
a
e
piccin piccino,
pigli
dell'ipocondria
l'avrà
né
e
più
più
né
dire,
sga-
che
non
che
meno
parigino?
signor
con
I E
cui
a
come
o
male
ferro, perchè
risa
mostrerebbe
cuore,
è
di
sentirà
la
il
lecchino
Ar-
calibro,
questo
mosciolino
tratto
un
non
prefato prete
Orsù,
ti
come
più
sfasciare
a
di
mai,
non
e
eco,
mostri
sfibbiare,
una
loro
a
Vossignoria
infinite
fratellino
suo
subito
la
non
dice
ne
Ella
una
quella bottega
ridere, quando
a
;
lingua
una
si fanno
vuol
mascelle
le
dalle
sgangherino
e
Pietro
s'abbia
bene
libertà
religione
arlecchinate
poche
della
Verri, pilastro prin-
di
a
considerare,
tanti
? Quando
ascoltato
e
alcune
bisognerà
Pietro
Demetrio
messer
sviluppare
I Lo
saldissimo
e
universa!^
a
una
pure
conte
mente
universal-
oggi farsi
e
ticchio,
giapponesi,
ubbidita
tanti
che
anzi
cosi, quel
scopata
in
deve
il
e
il secolo
è
degli arabi,
e
veruna
scrittore
Sebastiano
signor
cinesi,
con
tedeschi,
tocca
ne
legge
secolo
modo
morale,
una
se
bene
vocaboli
d'autorità
dotto
e
ostinatissimamente,
e
veruna
può
fa
de' greci,
e
ciascuno
nostro
cosicché
politica,
di
e
avendosi
mente,
?come
un'acca
pilottarla
de'
malabariche,
mai
di
con
eziandio,
ed
e
ricevuta,
e
quindi
e
degl'inglesi, e de' turchi,
frasi
non
dimenticare
sparagno;
senza
a
LETTERARIA
franzesi, com'egli
•e
di
FRUSTA
additato
per
troppo
un
voglio
città, che
la
vorrei
non
fante
bollire.
avvolgermi
l'ora
mi
del
pranzo
la
guastasse
Dunque
paio d'Arlecchini,
basti
uno
per
cru-
LETTERA
scaio, e l'altro anticruscaio,
mai
releganti
Vinegia.
lei
A
Provi
di
scono
Se
fermo
faranno,
di
domane
mondo,
questo
perdersi
di
mio
un
tosto
ed
tardi,
0
applichi
fuora
ordini
per
Non
in
che,
sarà
caso
n'avrà
se
fknna
non
tal
un
voglio-
è:
qual
Verri
speziale quanti
lo
il
in
bisogna
non
poco.
il medico
a
pur
rire
mo-
quanti più recipe
vuole
più argomenti
l
addio.
Sebastiano,
Addio, signor
cioè,
Vossignoria
e
per
che
degli altri;
male
suo
tengo
gliela traggono,,
l'Arlecchino
Il
fave!
guaridria.
ipocon-
com'io
non
pensiero,
e
troppo incurabile,
0
Se
la
se
malnata
sua
milza,
ributtarsi
e
Branda
l'effetto, addio
pur
della
trovarne
coraggio
r Arlecchino
quella
gnando.
abbiso-
altri,
veda
desperandum:
nil
nasconderle
però
e
di
di
inelegantissime
questi due,
meglio.
tanto
le
o
calcarono
non
degli
male,
suo
meglio
i
trovarsene
gliela traggono
vedremo
sa,
tocca
intanto
quel
che
Parigi,
di
scene
17^
QUARTA
V.
Di
Tommaso
Bravo
che
ha
bravissimo
il
radi
che
beate
e
Perelli
d'astronomia
altri
farsi
saputo
suo,
*I^
Pbrelli
a
il
nell'Università
lo
a
di
scriva
il notissimo
(1732-1803.) (L. M.)
era
pieni
le
così
monsignor
scrofe
Il
Pisa.
col
l'Ordine
del-
Generale
voti
del
Tebbro,
aretino, professore^
dotto
un
Buonafede,,
Appianò
beatissime
(1704-1783)
Baretti
don
padre
eleggere
Fabbroni.^
Monsignor
Fabbroni
doppio b,
Angelo
poi,
non
Fabroni
tunque
quan-
può
di
ser
es-
Mar-
174
APPENDICE
ch'egli s'avrà
^ra
i
avere
'ohiesolastici
rognose
farà
non
è
ALLA
! Se
per
quelle
a' di festivi^
lampanti,
occhi
le
si
iione
di
papperà
la
strutto
anzi
la
Paternità
Delle
a
che
novelle
vita;
ma
Quel
più
Il
da
per
perchè
Ma
riserbo
fu
Fiumicello
*
Città
nel
ad
che
regno
qua'
I Di
povero,
scorre
di
eleggersi
alla
Napoli,
di
molti?
a
dove
Generale,
loro
capo,
s'è
rubati
un
il
?
egli
è
Oh,
più
Ma
mores!
o
imbecherati
Gli
mia
Buonafede
mezzi
egli
!
Celestini!
grossolano,
per
egli
come
presso
il
ha
ha
gli
molti
più
quolibeto
tempora,
diavoli
Gli
dove
di
sempre
*
-concorrere
?
trà
po-
sentita
de'
Quel
!
scorselo
a
loro?
accoccarla
quattrini
in
Di
?
si,
gli sconsigliati patrassi
Sulmona*
di
arcifanfano
•de'
indurre
Mo
sotto
Tho
non
più
0
tella
vi-
Fabbroni
ìscusabile
abbominevole!
di
umanità,
parecchie
conosce
lottati
pil-
ben
che
tanta
generale
vizio
d'ogni
egli potuto
•conciliabolo
lo
che
ghiot-
quel
; e,
monsignor
questa,
con
grasai
fervidissima
sentite
fatto
chiamato
ricco
scandaloso, più
loro
di
ciascuno
notoriamente
com'ha
strana
Buonafede
Buonafede,
Malafede
n' ho
i
reverenda,
quella
! Oh
eenti
Inv-
ruspi
d'origano!
e
sempre
io
scudi
stufati
gli
gola
posta
scapulare
strane
una
giammai!
lo
paolo
notturno
volte
tanta
sua
mezzo
d'agnello
e
d'aglio
gli ribollì
sotto
arrosti
burro,
sua
peccato-
saranno
il
quattordici
quella
contentare
asinità,
peso,
che
gli
e
ch'egli
ora
ci dimentichiamo
! Né
col
o
sua,
a
cocolla,
di
che
abate,
alle
un
e
qaell6
quindinnanzi
saranno
fragranti
satisfare
vale,
E'
esse,
donare
gliono
so-
sieno
o
per
Tebbro,
feriali,
minestre,
con
surrentana
che
dì
gatto
saporose
collo
che
genovine
saranno
come
a'
usava!
come
del
Altro
baiocchi
tre
e
abati?
degli
tanto
semplice
era
rognose
la
come
militari,
faceva
quando
non
gravida,
sìeno
tatti,
mastino
can
Reno,^
un
brodi
il
ben
crumena
generali
del
l'abate
racco
la
LETTERARIA
FRUSTA
del
$per
vito
sercon
e' n'aveva
impossibile,
sorcio
salvatico,
Bologna.
i Frati
quando
Celestini
sogliono
n^hanno
bisogno.
LBTTBRA
la
mercè
-gliene portavano
messe
Gli
[via] quanti
cogli altri
e
~tinio?
No,
che
altra
ogni
ha
egli abbacinati
sa
tutto
Torbe,
'Comacchio;
d'una
dire
d'essere
è
non
furfante
un
Oh
elettori
al
celestino
cacume
dì
quella
porci,
che
in
inona
nemmen
quella
virtù
intorno,
copre
di
schiuma
bricia
religione
!
Scegliere per
d'un
fior
un
scrivendo,
voi
aveste
da
dì
ribaldo
distinguere?
incappucciati
! Ma
un
operando,
sentire,
lo
sapevo,
ciascun
vanno
di
fior
e
occhi
stume,
buoncodi
ombra
ribaldo
fior
un
lando,
par-
ribaldo
dì
ristampando!
da
leggere,
Monsignore,
come
giorno tralignando
più corrotti, più discoli,.più ciechi
che
m'avessero
a
riuscire
e
s'è mostro
chi
stampando
da
Ben
filo di
avere
riore
supe-
mestiere,
di morale,
secolo
che
primo
Generale
vostro
mezzo
orecchi
non
dramma
fior di ribaldo
un
diventando
imente
dì
che
meno
non
fece
che
tanta
scelta,
vostro
canaglia,
Sul-
di
con
infame
Creare
d'onoratezza,
omai
corso
cotesti
di
trovato
una
un
di
sinagoga
regola vostra,
apertisssimamente,
sempre
senso
la
lere
d'estol-
fratacchioni
potuto,
sìa
sì
ad
opporsi
fratesco?
ceto
uno
Non
da
voi
tant'obbrobrio
l'unìversal
pel
di
frati!
di
mascalzone
maladetta
vostra
rogante,
ar-
quel calibro,
un
s'è
Come
uno
di
magnitudine,
smisuratezza?
•quella
brigante
un
bestiacce
tristo
come,
il Buonafede
v'arrossiste
non
un
questo
e
sapessi,
non
ignorante,
di
gli avrà
le bisce:
Oh
Noi
spurio,
Forse
e
Gli
principe
negromante,
Come
come
fors'anco
e
se
disorbitante.
malacci!
ani
gaglioffo
volentieri,
pedante
un
serpi
prestante
un
non
se
i
vino,
? Poh!
un
comacchiana?
pescatori
scru-
soldi.
suoi
non
se
rampollo,
un
quello ch'io credere'
il
dello
senza
avere
è
non
s'incantano
come
invece
•e
di
famiglia
incantati
è
com'egli
a
tempo
fulgore de' natali
col
vale
il
le
col-
abbindolamenti.
e
potette, perchè
puossi
non
che
rognose,
procacciarsene
sapeva
durante
il
nemanco
prefate
raggiri
tutti
derrata,
le
frateschi
egli ubbriacati
ha
dietro
foia
tanta
sua
175
QUINTA
tanto
audacemente
della
176
APPENDICE
sfrontati,
oh
da
la
non
Cristianesmo
in
I In
cadendo
ora
Oh
opponi
; anzi
ai
di
ribocchi
intatti
baloardi,
co'
da
in
sfrontati
fare
iniqua faccendaccia!
la
de'
nostri
da
governi,
peggiori,
che
e
vogliono
il mondo
cattolico
sbaviglia
e
fiemma,
e
fecero.
si
E
di
tutte
più
più
fare
col
che
fetore
Una
di
ci
scandoli,
rompe
libererà
genia, oggimai
e
a
il
ma
non
far
ogni
politica
pazza
frati:
il soverchio
che
col
pur
più
letame.
nichilati.
an-
anch'essi,
dietro
a
l'altra^
più
infradiciandosi,
lezzo
d'ogni
loro
imputridito
s'ha
empiuto
si
tratto
di
Che
fecero
no,
più invecchia-
tanto
ad
di
quanto
;
buona
già
secolo
tosto
coperchio
un
! Già
sonno:
finalmente
proverbio
il
soffrirli
mezzo
una
dì
ogni
furono
così,
e
cecità
i Gesuiti
fraterie, che
l'universo
tanto
tramanda!
fare,
gendo
distrug-
Anche
tutto.
? Che
questa
tanta
lungo
altro
imbastardendosi,
vanno
ammorbando
ceto,
paese
di
e
la
a
dal
Un
più
pure
pure
continuare
s'annichileranno
insane
cotesto
del
n'avvenne
Celestini
loro
diventare
scuotendo
va
sveglierà
che
I
forza
si
signor
Mon-
e' s'anderanno
scorgono
pur
tora
tut-
fare,
modo
a
fine
frega gli^occhi.
si
e
li
che
se
numero-
più discoli, sempre
stessi, malgrado
sé
sono
ti battono
piedi, s'andranno
sott'a'
rovinando
e
fin
questi
quelle
che
rimescere
Alla
terra
da
tu
pochi campi
E
?
che
sciagurati d'incappucciati,
sempre
Lasciamogliela
!
zappando
cotesti
lando.
tombo-
semprapiò
lasciamoli
? Ma
parti
tutte
più corrotti,
sempre
Calvino
d'Ateismo,
e
lasciamoli
mio,
i
pensi difenderti
tu
che
del
d'ora
gli argini,
sono
d'eresia,
da
voi
fogne
sozze
sommergere
e
Deismo
da
breccia
questi
di
Taspettava,.
me
v'andate
quali
fiumi
quei
Lutero
quali
artiglierie di
in
! E
d'inondare,
lasciatici
buche
scure
santa
non
fede,
Buona-
dignità principali
! Oh
pure
Appiano
un
questa
mai
quali
Roma
minacciano
i
Monsignore,
digerirò
LETTERARIA
generale
scegliersi per
questa,
questa
FRUSTA
ALLA
e
ogni
loro
cosi
altro,
bella
membro
verificherà
la
che
loro-
tanta
nostro-
tosto,,
ruttela
cor-
transandata
a
avventura
dare
degli
frat-
178
ALLA
APPENDICE
dati
chi
la
all'anima
che
meno
in
dalla
proverbio,
duopo
E
l'uomo
die
sempre
Ella
vorrà
ed
garbo,
con
dà
nessuno
il
loro
il
su'
il
tetto,
fianco
destro
scherzare
con
le
se
il
tutte
Napoli,
del
e
che
fare
il
o
piegano
alle
o
villani
loro
immagini
che
sono
né
più
il
il
cordone;
Fannosi
veramente
non
e
le
e
sino
poveri?
No
de'
colate,
ciocdi
si
vivino
rav-
loro
fa-c*
frati?
pe'
loro
bacia
in
sono
la
pic-
forosette,
terra,
tali
le
e
nell'ascol-
ella
più riputati,
di
chesi
mar-
e
loro
innocenti
a
meno
del
e
l'altre
fa
non
né
spesso
fatta
e
formano
s'in-
e
mostaccioli
fratile,
santi
di
l'anime
fatica
che
ginocchio
dei
de'
danno
benedica
le
fiaschi,
e
pellano
scap-
e
conti
n^olto
loro,
semplici
più taumaturghe.
sciaurati,
salute,
onnimamente
lembo,
i
numero
bassa,
si
mano,
onde
peccatucci
lo
anch'esse
della
gente
bassa,
^ente
manica,
ciol
la
E
cenduole.
La
i
convivere,
di
Dio
sotto
al
i ricchi
buoni
dolcezze,
curanza,
non-
l'averli
strette
Spagna,
rinfranchino
flemma
con
de'
fugge,
di
e
gl'inchini,
loro
e
di
tabacco
cent'altre
si
e
tare
confortini,
il
e
che
donne,
mandano
rughe,
pasticci, de'
e
Le
amore,
li
mensa,
loro
fossero
loro
quante.
dalle
guardi
grandi
loro
anzi
il ricettarli
alla
fanno
e
giti,
sfug-
e
con
spregio
confabulare,
I
siepo
sono
nessuno
di
compagni
della
paternità
e
vergogna
amichevoli
delle
sovente
a
E'
trattati
e
segno
loro.
esso
sorridenti
che
ognuno,
reca
via,
per
negletti,
e
e
poveri.
i frati
che
Giacinto,
cortesia;
farseli
classe
Dominel
da
incontrandoli,
loro
de'
minimo
si
nessuno
gozio
ne-
registri nella
spregiati,
infinita
con
bruttissimo
ributtato
minimamente?
ossequiati
ridicolo;
negletto, spregiato,
ridicoli, e
ributtati
riveriti
si
nato
cagio-
l'uomo
rendere
poco
male
peggio
quell'altro
dirmi, signor
minimamente
e
di
aggiungere
dell'essere
sfuggito,
il
quali
Dicesi
consiste.
come
quello
è
povertà
fa
che
necessità, nelle
tre
queste
principalmente
povertà
vera
al
da
LETTERARIA
FRUSTA
s'usa
come
e
moine
delle
a
davvero!
donne
ma-
quegli
Ma,
LETTERA
c'è
né
di
sottile,
che
n'hanno
non
che
anzi
volgo
veste,
e
chi
suoi
s'abbia
né
punto,
Eh,
mai
de'
beni
venire
per
superbi
anzi
ad
vale
isdegni
non
Fratelli,
•che
pretendono
d'uomini,
•antico
di
la
Padre
•basta
de
appellativo
cotesto
né
trattane
cosi
non
tampoco
né
verso,
tanta
parte
lo
e
fu
fra
venne
E'
assunto
frati
tutti
lo
tratto
un
ad
vogliono
non
sere
es-
l'appellativo
é
pur
da
che
che
uno,
pur
tutti, come
classe
veruna
che
gli appellativi.
oltre
ab
ressero
quali giudicarono
spingere
onta,
Frati,
Questo
i
a
recano
sappiamo
mai
prima.
chiamati
Hav
Padri,
della
essi
si
che,
ci snocciolano
grossa
mostran
l'esser
Romana,
a'
trà,
po-
diciamo,
e
quella de' Senatori,
massimo
presto
ogni
umili,
chiamato?
iure:
Repubblica
il
si
non
sibbene
ma
nione,
opi-
questa
una
punto,
Fratelli?
d'esser
appartiene
più
s' hanno
non
debbesi
non
non
per
vieppiù
oltraggio,
quanto
baiocchi;
grosso,
scarti
Luciferi, quando
tanti
come
pure
tanto
corte,
quale
quanto
d'esser
menzogna
alle
e
somministra!
assicurano
seconda
una
pure
£
frati
mangia,
di
panno
Giacinto,
all'altro
adesso
Vegniamo
i
riccliezza
la
; chi
povero,
alla
che
fa
chi
voglia, quantunque
stravolta
e
sogni,
bi-
però
sta, che
tutto
di
chiamar
poveri que*
che
•quando
bessa
pur
chiami
più
si
cervello
del
traggasela
è
chi
signor
de'
rispettato, piaggiato,
è
in
categoria,
il
mai
Pensi
danari
lo
poveri
voler
senza
fatto
privo
con
a
povertà,
danari.
gonnellaccia
una
poco.
ch'ella
tu
alcuno
in
annoverare
chi
ufo;
a
della
nell'avere
de'
l'aiuto
una
conto
per
il
per
indosso
Jiassi
posta,
ancorché
tu
a
sua
senza
molto,
stassi
de'
per
perchè
chiamar
consiste
avere
cose
e
piene,
non
a
alloggia
e
in
avuto
e
cianci
e
borse
povertà
nel
che
i fatti
bene
la
l'idea
sensato,
in-
e
cosa:
marciaforza
a
le
alle
mai
da
cosa
sciocco
è
badar
esclude
vuole
mortali
persuadersi,
11
danari
mortali
farlo
di
verso
molti
de'
:grosso
de'
grosso
fargli distinguere
di
avere
que'
il
Giacinto,
«ignor
179
SESTA
la
quello
E
non
superbia
180
APPENDICE
quanto
se
s'hanno
la
nudo
Padre,
Padre
vicenda
frate,
di
Padre
di
Provinciale,
Sono
eccetera.
dico
di
Padre
Sfacciato,
di
simili.
di
Padre
Padre
titoli
Padre
Padre
Asino,
simili,
massimamente
ciascun
della
sarebbe
s'avesse
umiltà,
ruberanno
del
sinattanto
in
mi
dalla
somma
fastosi
sarà
sua,
gli
e
pur
e
dirli
pomposi,
col
lo
anzi
e
di
il
signor
Cane,.
Porco,
e-
di
sta
Que-
avere.
dell'ottima,,
che
i
titoli
sinattanto*
Colendissim^o
si chiameranno
magni,
umili, perchè
sca,
Mo-
naturale
più
come-
degli eserciti;-
gli appellativi
impossibile,
e-
appellativo
o
condottieri
e
tone,
Ghiot-
Padre
stanno;
come
Reoerendo
che
Padre^
Padre
sinattanto
che
di
Padre
titolo
buona,
stessi
di
di
di
della
sinattanto
superbia
Barbagianni,
per
staranno
testi?
co-
Manigoldo,
quelli
potrebbe
il
Cielo;
chiamare
saranno
loro
Padre
tal
Ma
finitore,
De-
o
Padre
dell'analogia
e
di
esempligrazia,,
di
Mulo,
cristiana!
gli appellativi
Santi
la
Padre
umiltà
Goffo,
Padre
ogni
di
di
anzi
Lucertola,
se
veramente
i frati
di
Padre
come
soglìam
e'
di
cioè,
frate,
sì,
di
danno
ciascuno,,
molta
Padre
umiltà
Padre
di
Padre
quadrasse;
di
Pidocchio,
Lumaca,
di
Impertinente,
Sfaccendato,
si
lendissimo
Co-
eccetera, eccetera,,
sono
di
il
Visitatore,
o
il
Vicario,
sarebbono,
Ignorante,
Sarebbono
di
il
che
Pore
e
quelli
Padre
titoli
e
d'umiltà
Appellativi
quelli
ai
io:
il
da
a
Generale,
o
appellativi
Mainò,
somma.
Passiamo
di
e
Reverendo,
beccano
Preposito,
o
del
conio, ch'egli
si
Superiore,
Guardiano,
0
che
frate.
sia
non
o
di tal
che
e
quasi
1* Osservandissimo,
altri
essi,
al-
andare
Molto
e
i tanti
fra
Padre
e
Padre
assai
mingherlino
Lascio
sé.
per
Reverendissimo,
Priore,
di
il
e
e
sia
di
arrossendo
soverchio
titolo
stassi
Reverendo,
dre
a
di
come
che
Senatori,
appropriare
e
rimbombanti,
e
quando
scarno
LETTERARIA
inventare
anche
magni
FRUSTA
que' superbissimi
spìnsero
voluto
tìtoli
tri
ALLA
e
e
i
titpliloro
rimbombanti,,
Giacinto,
i termini
venire^
implicano
ad
LETTERA
modo
Ogni
l'altre
da
l'altra
nò
babbione,
tanto
della
di
sta
le
quanto
star
tesi
per
oggi
frati, o eh'
a
che
io
sono
servidore.
buon
sono
sua
dell'umiltà,
e
i
tra
Mil-
cominci
e
sano,
povertà
casa
la
bastino
ma
;
di
più manifesti.
provare
fondo
intanto
sull'articolo
l'una,
per
a
capo
Faccia
poche.
ricredersi
de'
potrei addurre
falsissima
queste
né
contraddicimento
un
ragioni
falsa
181
SESTA
VII.
Di
mi
riuscite
modo
scrivendo,
dica
ad
a
Questi
che
lettera;
al
«he
e
un'
essere
io
due
voglia
col
le
di
Che
male;
sappiate,
immensa
col
il Baratti
primo
veder
secondo,
quale soprattutto
espressamente,
i
in
al
in
che
voi
il
mondo
suo
consigli
averli
alluda
re,
erano
più luoghi
a
i
Vittorio
fé!
io
Ch'io
le
mie
nanzi
in-
pure
gaglioffi privi
misan-
mezzo
inventati
; ma
sé stesso
e
consigli che
Amedeo
rivolti, come
della
detto,
fatto,
tirerà
di
voi
ogni
pur
sappiate
quel
pratica
ad
mia
per
lete
vo-
frati;
avremo
essere
che
par
messi
l'avrò
ve
bene
deve
mi
insistendo
caterva
ad
de'
pensi
Nessuno,
continuerò
nomi
ch'io
quando
noi?
dica
non
Infatti,
caso.
buona
Ma
leggendo?
ch'io
ragione,
*?
voi
e
bene,
opinioni,
di
dica.
vel
voi
Vittorio;
importuno,
guadagneremo
ci
don
quel
quasimente
ch'io
che
dirvi
a
^
Savoiano.
stuzzicate, signor
costrignere
mi
Buonavoglia
Vittorio
DON
A
Voi
Bastiano
lettera.
di
non
alla
dà
sua
nella
Savoia,
è detto,
(L. M.)
an-
182
APPENDICE
tropo che
ALLA
sono,
canuto
scrivere
il
senza
le
pelo
mio
satisfare
questa
vostra
battezzare
che
i frati
villa
questo
casti,
fondatori
che
soverchio
sieno
per
loro
l'intelletto
ogn'uomo
puri
'
*?
ed
tutto
e
sia
e
rigido
celibato,
sino
di Francescani
quattrocento
e
hanno
Roma,
frati,
e
j
stessi
e
peranco
e
che,
gran
non
vio,
sa-
convintissimo^
il vivere
conservarsi
della
lor
in
in
vita,
faccia
un
quello
in
cosi chiamato,
situato
reso
buio.
caro;
uomini
tutto
sopra-
peranco
convinto
all'ultimo
in
quelli
ogn'uomo
che
il
tanto
sol-
secolare
hanno
non
mio
agli
impossibile
immacolati
Convento
annoverano
conosca,
rità
ve-
non
libertinismo,
Vittorio
loro
dell'abito, l'amore
ingarbugliato
don
i
che
sono
che
da
non
cuore,
imamente
vivi,
negate
savio, egualmente
e
vegga
costante
del
virtù
che
quello
ciascun
ufo,
a
struosamente
mo-
regole;
da
segreto
ipocriti^
s'abbiano
evidentissime,
tali
;
soverchio
e
parte
tutt'ora
superbia
vivere
che, signor
Gran
si
di
onn
la
d'un
la dolcezza
ogni
si
di
là
tampoco
quali
ai
di
per
né
sono
ceto,
sradicata
del
panca
numero
gran
primitive
fossero
se
troppo
maggior
loro
al
cospicue,
il comodo
esser
loro
quelle
eredipeti;.che
dalle
ammesse
non
all'ozio,
che
derete
an
que' quattrocento»
ignoranti
la
ed
troppo
si
in
si^no
vorrebbono,
vengono
del
non
a
di
voglia
quasi
a
grattando
a* di nostri
abbindolatori
ovvie,
che
desiderio,
voi
patto
chè
per-
scioprato^
tutto
ho
ciance
stanno
sieno
germinati
ma
solo
mie
deviato
si
col
e
ch"
speranza
bizzarro
che
d'un
Contuttociò,
del
vostro
dunque
mutare
di
?
pure
richiesta,
si
di
omhra
nata
sono
queste
d'essi
sfaccendati;
sieno
anima
che
cerdote
sa-
Araceli.^
in
troppi
mal
un'
quel
siete. A
prohahilità
ad
caprìccio,
che
che
Senza
fervida
perdigiorni,
Che
minima
a
leggere
lassù
la
mia
questa
a
immacolato
giovi
voglio
poi
ed
?
dairessere
cesserete
non
presenti
cose
scrivere
in
voi
e
LETTERARIA
FRUSTA
e
che
nel
quale
al
pidoglio.
Cam-
nondimeno
si
virtù
una
seguire
del
tutto
cosi
dire
frati,
non
senza
che
nell'anima
e
che
Adamo
nel
cattolici
i nostri
che
che
tu
cura,
gli
che
que' governi
rovescia
sì
durino
più spregevole
del
è peranco
sente
degni
infinitamente
d'impedire
stato
uno
voglia
nostra
un
agli
di
forza
la
che
un
un
uomini
sì
che
inetti
e
tanto
ad
lo
d'animali
d'ogni più nefanda
Possibile
dalla
o
un
modo
alla
che
individui
tanti
comeehè
scegliersi
plasmasti
anzi
moli
stinon
ogni
avesti, quando
pericolo,
quando
dabbene,
risolva
Damasceno?
ogni
quando
Italia,
mentecatti
e
ad
quegli
di
opposto
tanti
rati,
sganghe-
frate
diametralmente
togliere
branco
si
sì
può,
misericordia
nostra
Papa
che
si
imbecille;
tanta
alla
valore,
vita
dal
tua
mettere,
per-
done
piglian-
? Come
irresistibile
mandare
quel Campo
specie
bruttura,
la
tanto
peranco
giorno
tutto
può,
intenzione
in
del
peccatrice,
di
Principe
imberbe,
quanti
all'impazzata,
faccia
si
dì
prima
permettere
che
di
peranco
da
il
a
che
può,
assurdi,
omiciattolo,
tutto
si
sì
ostinati,
peranco
Come
tutt'ora
loro
quell'impetuoso
naturale
lume
mente
perfetta-
anche
così
operino
loro
bestialmente
si
Come
uomini
del
di
irresistibili
Provvidenza!
alla
?
stimoli
sibile
impos-
è
continuare
frati
faccian
ai
che
tutti
e
pur
ogni
che
Creatore
stesso
Damasceno:
si
Santa
così
non
uomini
gli
sentano
fomite?
gli
tutto
cacciato
fomite
vogliono
giunga
con-
del
il tenere
loro
Campo
governi
si
non
gli altr'uomini,
dal
nel
riuscire
a
egualmente
miracolo
corpo
mente
dovuta-
indubitatamente,
sa
tutti
a
viene
chiede
ri-
che
possa
intemerata^
queir impetuoso
stecco
plasmò
lo
impronto
vita,
quando
tutto
continuo
un
che
vita,
Ogni matto,
bene,
meno
a
del
castità
molto
sa
di
abbominevole,
angelica!
si
perchè
genere
ed
una
lo
savio,
un
;
di
genere
un
ed
sciocco
ogni
sovrumana
sozzo
ad
per
ad
permetta
d'abbracciare
omiciattolo
183
SETTIMA
LETTERA
bile
visi-
damo
quell'Atu
non
della
sicurezza, d'essere
colpevoli d'ogni più turpe
immondezza?
184
APPENDICE
Ma,
don
caro
in
e
il
Dio
sommo
diritti
farli
Vittorio,
che
siete
un
si confarebbe
se
ve
dà
ne
me
per
in
l'animo,
v'avrete
prediche
ch'io
la
il trattarne
mio,
par
sono
di
quella lista, fatta
della
abitanti
degli
che
classi,
Se
mi
quella
del
quale
più
ed
anche
^
di
Dio
che
lo
tondo
quella
^
di
di
numero
Cioè
di
diciotto
le
stati
Re
nelle
mila
della
di
Vossignoria
loro
rispettive
mesi
?
abitanti
secento
di
quella
milione,
un
frati.
sono
cinquemila
e
alquante
il paese
monache,
Toscana
Sardegna.
poiché,
vanno
(L. M.)
bitanti,
d'ameno
poco
contare
stro,
nocome
migliaia
numero
senza
dando
An-
secento
più, contenendo,
il
scorrerne
di-
mill'anni.
quasimente
frati;
mila
monache
del
ed
contenere
ventiquattro
lista,
gli
milioni
da
presente Granduca,
gli
dì
quelle
tanto
ogni milione,
prosperi ogni
di
quaresima;
vivere
dieci
di
in
più,
altresì
debbo
e
proporzione
intieri
tre
a
dunque,
molte,
si ricorda
vero,
dico
mondanaccio
da
a
del
voi
a
Fatelo
in
voi,
a
nondimeno
un
mai
saranno
il
parte
più puntuta,
prossima
divisi
cinquemila
qualcuno
contiene,
che
dice
questa
con
ordine
ascendono
piccola provincia
anzi
sarò
Toscana,
lista
ad
m'avessi
mandaste,
mento,
argo-
sua
sangue,
morale.
Vittorio,
per
detemi
conce-
doloroso
penna
di
a
colpo repentino
v'avete
nella
non
se
don
signor
bene,
parte
e
mortali,
alla
che
non
alcuna,
efficacemente,
Or
che
predicare
a
non
e
dere
ren-
a
voi, esempligrazia,
I A
meglio,
assai
chiaro
Vittorio,
si
mento
la-
un
è pur
un
d'un
ribollimenti
buoni
e
don
santerello,
mezzo
begli
i vostri
Deh,
qualche
a
mia
della
con
unicamente
l'altra
srffaiie
piegarsi
savi
morale
ristringa
lasciando
più energetica
tutti
e
del
mi
che
in
de* meschini
sua?
m'esca
perderci
peranco
cervelli
deironnipossanza
ch'io
in
che
vuole
non
ragionevoli
politica,
A
ingolfarci
inutile, quando
storti
gli
tutti
e
che
a
rammarico
un
LETTERARIA
FRUSTA
considerazioni!
lAgrimevoli
che
ALLA
l'altro
secondo
al
di
là
186
culatezza
la
ma
bontà
male,
un
diabolico?
molto
doai
dal
degli
uomini
quella
vita
celibato
così
ricaduto
mio
le chiavi
nella
onde
mi
Rientrando
facciamo
un
enorme
spesa,
mila
frati
quindi
quel
nella
po' il conto,
don
il
che
richiede
sotto
avere
tanto
adunque
danno,
in
nesta
fu-
prestezza
al
Die
Signor
ch'io
ecco
sono
teologica,
delle
verità
in
capegli
Fogniamo,
frate
di
che
Signor
tutto
richieggano
dell'anno.
quel
frate
Vittorio,
mantenimento
modo
sì
del
in
crude,,
ad
capo
il
soltanto
questa
di
quella
ogni
onde
paese
mio, che,
feccia
per
ascenderà,
paoli
alla
poter
di
parte
fratismo
giona
ca-
provvedere
un
plice
sem-
suo
di
vita,,
al
cosa
di
tanto
nostro.
necessario
due
qualche
una
cosa,,
diciotto
de' nostri
tanta
una
al
di
indispensabile,
Evidentissima
tal
politica
il nostr'occhio
innegabilmente
di
di
allontanarcene
ad
i
Dio
d'uomini
pure
dette
becille
im-
cristiano!
vero
si
torniamo
ed
diavolo^
il
con
e
! Ma
anzi
arricciare
si:
piacque
il dominio
vengano
far
da
quale
nare
me-
conseguentemente,,
e
;
a
numero
facilità
morale,
Deh,
non
disperate,
e
parte
argomento!
fretta,
del
il
suggerì quella
grosso
con
giore
mag-
il fratesco
imberbe
che
parola
popolare
baratro
quell'orribile
concedergli
lor
sapen—
parte
promettere
un
che
quello,
che
Si,
volo,
dia-
il
che
fraterie,
bestiolina
quello,
tirare
della
Dio
a
poter
per
fu
quanto
bene,
fu
immacolata,
ogni
ad
impossibile
s'incappucciai
così
per
mancare
sì
che
e
diavolo,
idea,
a
ed
disordine,
alla
come
presuntuosamente
maladetto
si
le
d'istituire
assolutamente
pura
allorquando
menare
un
diavolo,
maladetto,
è
suppone,
ardisce
il
l'idea
che
Vittorio,
il
non
se
uomini
bene
don
Ahimè,
altro
suggerì agli
ad
guardo
loro,
coscienza
la
e
que' ministri^
di
e
epiteto s'adatta
nessun
nessun
e
il
volgere
cui
a
di
quello
l'umanità
comune,
gli fanno
non
que' consiglieri
di
politica
LETTERARIA
FRUSTA
ALLA
APPENDICE
è
e
che
genere
ciascun
mezzo
il
mantenimento
più trista,
a
novecento
dì
ciascun
paoli
ed
frati;
ascende
a
di
eccoti
supputata
sedici
milioni
questa
milioni
i
mila, poiché
due
formano
una
al
e
farlo
di
loro
E
loro
Tanno
i
capitali
della
lor
d'un
addosso
del
tutto
che
per
peso
milioni
que* sedici
al
necessari
tutti
di
riunite
riffe
benemeriti
egli
che
Il
no!
apporre
di
sia
non
conto
don
é
diritto
mantenuta
perfetta
che
ognuno
e
di lume
s'ha
mai
a
ufo
general
nessunissimo,
una
tanta
industria
ch'io
persona
dalle
Di
parte
dell'altre
1
altri
ricchezza?
io
qui
? Certo
e
a
una
che
negabilmente
in-
debbo
minima
col
classe
tori,
agricol-
non
la
sappia
ricavino
degli
e
Dico
giusto,
dall'altre?
pure
contrario
all'altro
Ma,
qualche
in
?
s'abbia
naturale.
una
si
de' nostri
mio
ogni
anzi
quattrino
sillaba
capo
da
paolo-
paoli, indispensabilmente
pubblica
innegabilmente
sfaccendatezza
fatiche, della
nessuno,
da
un
che
d'un
operai,
nostra
Vittorio
da
vera
mio
fatua,
raziocinio
qual
de' nostri
né
arte
provare
loro,
sola
canteggiano
mer-
poiché bisogna
riunita
una
s'a-
non
le riescono
Che
?
all'ultimo
cooperatori alla
renze
Rive-
non
tampoco
morto,
sino
ammettersi
mente
patria
mercatanti,
che
né
mantenimento
raffe
questo conto, signor
cosa,
virtù
i
difenderlo
mila
a
dire,,
buisce
contri-
terre,
sconciarsi
non
forse
o
professano
non
dall'industria
fatiche,
de' nostri
Ve
di
o
a
nostre,
dugentomila
e
; vale
nostro
le nostre
somma
la
accrescono
se
diciotto
manifatture
lucroso, occorr'egli
mestiere
le
punto
in
e
terzo,
mantenerlo,
siccome
sedici
che
il terzo,
il paese
possa
delle
veruna
punto,
non
onde
Vittorio^.
don
pubblica
tutto
lavorano
non
in
doprano
che
quello
prosperare?
paoli, indispen-
un
agguaglia
che
danaro^
le pare,
entrata
de''
numero
Vossignoria,
Sa
che
Principe,
mila
Che
nostra
somma,
quinti,
due
della
di
paoli formano
dugentomila
quinti,
il
monta
dugento
e
paoli
novecento
somma
una
bagattella?
poca
e
tanti
a
mantenimento.
loro
al
sabile
que'
Multiplichiamo
anno.
dicìotto
per
187
SETTIMA
LETTERA
nome
onnimabricia
di
d'uomini
godersi
delle
classi
Dio,
sere
d'es-
in
una
generali
? Certo-
188
APPENDICE
ALLA
il
lungo
Ma
popolo, fattosi
nostro
secoli, è
la
costume
ita
oggimai
d'un
gravezza
di
gravezza,
A
che
onde
dai
che
al
-cinque piedi
tanto
don
mi
-che
anzi
sdegno
nuovo
del
del
dico
e
che
il
altr'uomini
sieno
a
po' di sforzo,
classi
e
per
•"li
le
onestà,
Ma
che
vale
far
Quel
•caso,
la
io
ciancio
non
a
quando
è,
si
se
sia
di
nel
come
mondo
ragguagli
più
è
non
dico
e
tratto
qualche
un
che
male,
cune
al-
obliquamente
tutte,
l'idee
se
dacché
vere
idee
tutte
ridicole.
male,
che
si
classi
delle
quell'altro
borse
non
molto
nalmente
fi-
mini;
d'uo-
loro,
Iddio!
Buono
possa?
da
tocca
non
d'alcune
un' inezia
a
l'enorme,
quel-
un
sono
sminuimento
quanto
non
il
universale
interesse
solo
piccola
non
forza
è
ad
fare
poiché
;
qui d'un
mero
dire, il
cosa
male
il
gione,
ra-
spal-
portare
cosi
almeno
idee
larghe
portare;
istituite,non
vennero
insussistenti,
se
-a
ricevute
civili
idee
male
un
consenso
buongoverno,
false,
oltre
può
non
soffrono,
di
giustizia,
è
non
scemarglielo
d'uomini
società
atte
lasciarglielo più
onde
volgo
senz'accorgersene
peso,
levarglielo d'addosso, dovrebbe
mi
dell'onesto
amanti
le
e
lasciando
ricchi
quantunque
se
però,
spietati,
risposta,
schiettamente
Principe,
nostro
Io
essi,
quegli
disorbitante
il
buongoverno
e
che
qual-
un
dare.
con
senza
che,
che
de'fratacci
parole
tuttavia
è
non
ignoranza,
qui
dialogo
goffo popolo
nostro
quel
punto;
a
loro
risposta,
parlare
in
d'umanità,
giusto,
lacce
ed
serpentinamente,
potrebbe
d'entrar
voi
a
dotati
e
al
frateschissime
quelle
di
mi
sbigotto
cercando
qui
tu
della
bella
la
spietato frataccio
non
quella
loro?
Vittorio,
-che
bitante:
disor-
Tuttesalle?
messere
vieni
più
e
più punto
più punto
divincolandoti
gl'infelici dell'infelicità
più
tantissimo
affanno,
s'avveggano
da
sente
non
sente
non
proposito,
gatto,
gl'ignoranti
Ecco,
che
enorme,
tu
supinità del
frataio
poco
tant'oltre,
ti
a
o
prò,
a
goffo popolo
che
LETTERARIA
T invecchiata
e
poco
peso
il
se
e
FRUSTA
farne
punto
maggiore
LETTERA
della
di
le
dal
famiglie,
spalancate
si
della
male,
al
cui
ribocco
far
dovuto
è
gli
orribile,
Ma
i nostri
se
d'alcun
riescono
l'obbligarle
dal
al
bene
suo
un
principio! Questa
veramente
d'una
ovvie
più
del
classi
spirituale,
e
danno
niegherai
d'uomini
col-
né
tu
i frati
se
e
al
poco
classi
di
questo,
mal
bene
assai
però
conseguenza
per
quelle
a
frati
bisognevole,
punto
qual-^
un
tanti
e' contribuiscono
loro,
paese
Mi
molte
a
qui
i nostri
se
contribuiscono
non
equivalente
ricevono.
Maestro,
mantenerci
a
del
temporale
lissimo
bel-
un
da
quanto
essa
che
cristiano
sei?
tu
mal
O
io
bene
cristiano,
Sua
a
foss'
mila
forse
e
Molto
di
bisogno,
tre
mattina
possono
e
sera
di
frati,
che
di
e
miseri
non
que'beni.
Ma
come
trascurano
d'ammucchiare
dal
non
ventiquattro
sfac-
meno
Vostre
davvero,
loro
diamo
se
ammucchiare
di
milioni
tre
massime,
genti
ad
bastano
non
ben
molto
ha, quel
come
di
plico
(re-
spirituali^
le Paternità
non
spirituali
beni
avendo
ignoranti,
noi,
preti
beni
esoso,
meno
considerando
milioni
di
troppo
Miseri
mila
tesoro
quei
di
scandalosi,
meno
ventiquattro
s'han
affatto
potrebbe
nostro
immenso
più parte
Reverende.
quanto
il paese
sia
mi
ch'io
cristiano,
tesoro
anch'esso
la
preti,
cendati
un
privo
anco
buon
o
Paternità),
possedere
numero,
che
è
divina
e
frati, risponderà
detrimento
loro
canto
tanti
Padre
pidocchioso
che
di
ogni
politica !
sana
se
umane
idee
alle
in
gli
miserando,
veramente
contrario
veramente
da
rati
spensie-
di
che
si,
leggi
sino
argine
male,
un
le
tenuta
frati
farsi
pur
se
esso,
più secoli
Questo
tutte
in
migliaia
vollero
migliaia
tante
e
da
tante
e
d'alcuni
corso
formate
pur
contrada.
nostra
di
avrebbon
si, che
tante
che
nel
tante
si fossero
non
fuggifatica,
parte
quelle
sarebbono
quelle
a
di
e
che
de' conventi
porte
di
nostro
paese
ISO"
'
fatta
successivamente
perdita
secoli
SETTIMA
la
né
genti
più parte
anch'esse
canto
troppa
il
più"?
retta
190
APPENDICE
alle
ciance
far
de' nostri
creder
il
ALLA
Padri
che
ci
vorrebbono
interrompiamo
non
dando
ragionare
LETTERARIA
Maestri,
l'orpello, e
oro
nostro
FRUSTA
risposta
ad
di
loro
ogni
troppo
sciocca
j)arola.
don
Signor
assai
antichi
Imperi
cosi
si
di
frati, che
non
fosse
ci pesa
gl'Imperi odierni, quello
il
transandato,
s'è
l'umanità
in
è
i
frati
le
Provvidenza
inizio
ad
altresì
agli
che
sino
mentale,
fatica
dirittissima
coteste
inizio
dottrine
quella
.spensabilmente
fatica
e
l'anima,
e
uomini
e
venga
fatica
di
da'
forza
al
frati,
né
per
da
ve-
sciorinare
diviato
distoglierci
nostro
porale
cor-
adoperare
vivere?
ad
carognirci
in-
dall'ado-
quell'industria, necessaria,
necessaria,
dato
siegu'egli
ne
ab
s'egli
e
ha
potessero
tendono
a
stacco
di-
sino
vivere,
dose
non
che
bastarde,
il
della
si dovrebbono
non
ne'
senza
si
Provvidenza
né
che,
d'uomini,
onde
per
perchè
speri
pro-
l'incomprensibile
buona
una
lo
pubblico
estollere
gli
stessa
appunto
conseguenza,
il corpo
perare
che
quell'industria,
e
classe
run'altra
quella
ab
ad
l'amore
vero,
cui
più
tuttogiorno
industriarsi
ad
e
è
punto
ap-
come
dare
povertà,
condannati
ha
affaticarsi
vero,
e
di
.di Dio
uomini
quella
S'egli
più
quelli,
a
ciascuno
in
cui
in
Imperi
ammessi
della
in
è per
vero,
annoverare
mondo,
più
più d'autorità,
anco
predicare
questo
estinguendo
dell'industria.
forza
a
sciocche
glorie
bello
di
odierni
più
d'oziosaggine,
cose
gli
è
il
più abbietta,
maneggio,
né
fra
che,
più formicolano,
di
parti.
più inetto,
qualsivoglia,
fosse
tra
sono
non
dalle
è
che
più torreggianti,
esempio
bel
non
il
maglia
mar-
tutte
troppo,
pur
resa
in
frati
da
che
servati,
con-
quella
gli altri,quello,
s'è
non
i
cosi
E
potere.
e
e
cui
innegabilmente,
posa
tutti
più d'influenza, più
di
quali
che
è
appare
più degradata,
quello,
più
di
peggiore
corrotta, più misera,
«' hanno
lo
che
di
addosso
tanto
come
vero,
retti, e
affatto
privi
ovvia,
è assai
virtuosamente
sono
dilatati, ancorché
e
-E
Vittorio, l'osservazione
indi-
LETTERA
Piano,
Maestro
dai
piano,
pergami,
sacri
tuttora
di
quella
ha
non
?di
nel
fallo, se
nostro
ne
sappiamo
da
povertà?
Padre,
^
facil
il
Padre,
mi
inculcano
•chiate
e
di
sorte
povertà,
ingarbugliate
Come
gerghi,
e
ha
ad
intenderli
com'egli
lungo
aratro
in
fornace,
una
facendo
mill'altre
d'ogni giorno
frati
miei, lasciate
anzi
"Colo
affanno
v'abbiate
che
di
mandar
frega
d'esortare
onde
procacci
una
colle
ad
e
a
volta
teologici;
troppa
industriarsi,
festa
sia
non
sé
e
l'anime
d'andare
alla
sua
cessitato
neun
sur
un
telaio,
tante
per
parlari
il
darvi
dove
non
medesimi,
parole
il
famiglia
il
più
e
ore
malora,
vostra
altrui
ciascuno
vostri
martello
più
senza
più semplici
que'
un
vostri
voi
glio?
sba-
con-
in
Deh,
que'
affaticarsi
ed
?
le vostre
reggendo
faccende
somiglianti
che
di
starsi
a
aerea
equivoco,
spola
una
vostra
prendere
senso
stato
predi-
non
senza
vero
soluta
as-
facilmente
sbrogliare
a
pergami,
necessità
quell'altra
mazzicando
scoccando
da'
ire
commetter
suo
gampo,
un
nel
senza
dal
è
manol
fatto
concesso
colpire
a
egli
teologia quanto
librattoli, la
teologiche
E
?
innumerabili
per
matasse
noi
come
di
volgo
consiste
Molto
tuttavia
il
che
in
carte
non
specie
questa
il vero,
vuol
se
volgaccio
esattamente
chi
ha
come
qui
roba
di
il
po-
distinguere povertà
provarvi
scempi
inculchiate
non
di
a
predicano
ceto
Diamovi
paradiso.
atto
all'amore
se
e
sì
tiamo
esor-
teologi
possiamo
le
il
poveri
Ma,
tanto
dite
non
ne' loro
d'esser
è
barattarmi
vostro
ci
sa
non
sarebbe
del
sciocchi
in
voi
pure
cosa
se
e
divoti,
padri
intendi,
tu
che
non
frati,
distinguere
che
roba,
volgo
noi,
vorreste
ed
della
altri
fedeli
i
nostri
da
quell'altra
avere
non
cervello
Padre
librattoli
cristiana.
povertà
di
da
povertà
dai
molesto
noi
possiamo
chiamata
tanto
quel
che
ne' nostri
più
quanto
cosa
dire
a
Concedo
si
e
evangelica,
vertà
qui
torna
maestria.
senza
191
SETTIMA
bologici,
anfiridipare
tatevi
conten-
popolo
che
ad
può,
ogni bisogne-
192
ALLA
APPENDICE
vole,
sto
e
fare
que'
dienze
dire
per
di
mantiene
i
difendersi
;
o
o
Ma,
don
le
Vittorio,
che
che
la
che
ai
assai
mio
malgrado
ad*
budella
degli
altari
leccete,
anzi
un
modo
da
nella
l'Italia
me
uocciono
Lo
tanto
sforzare
vogliano,
come
Ottavo,
più
s'abbia,
ghiribizzato,
intieramente
gli
quel
dal
mondo,
per
tanti
i frati
fece
sarebbe
a
in
cosa
e
vasta
non
e
mi
difficili
da
in
dirsi
a
far
somma
recere
a
prire
sco-
mato
chia-
entri
scemare,
tutte
in
durrebbe
con-
in
questo
più profonda
zanghera
poz-
spiegare
a
se
queste
non
di
gliere
toche
fraterie,
versi*
scappucciarsi,
diebus
privato-
spacciano
m'affretti
che
di
gran
comunemente
eh' io
e
male,,
umanità
in
idee
certe
goffe
altro
punto
cose
nume
permettetemi
pure
che
delle
persona,
a
dalle
troppo
che
questo
dire
modesta
eretti
Satanasso,
quelle
sviluppare
a
ogni
a
I Un
sballare
a
il toccare
perchè
caste,
da
e
in
stra-
contro-
imbrigliata
poco
diverse
Ma
parole
loro
molto-
antitodo
essere
spingendoli
costumi,
dottrine
pubblico.
le
la
che
loro
gente
l'ur-
e
bocche
goffe
ad
e
rettorica
buon
un
dal
divoti
basterebbono
e
o*
esortassero
natura
una
tentassero
con-
inteso
libri
coi
e
fratesca,
riceve
quello
cagiona
con
Dio,
questi incappucciati ciarlatani
è
a
logiche
teo-
si
mal
gergo
entrambe
sparsi dalle
Società
i frati
che
L'imperiosa
!
somministrare
a
numero,
delie
ricche
la
non
un
prediche
s'hanno
tutt'ora
di
atti
evangeliche,,
non
o
I Volesselo
volgo
colle
povere
basterebbono
penne
rende
e
che
sottigliezze
Dio,
parlare
dal
genti
efficace
volesselo
soltanto
necessità
i veleni
scimunite
fatica
quella
è
li
che
u-
cristiane.
non
le
anzi
esser
popolo
prospera,
vostre
La
siete!
teologiche, evangeliche
interpretato
soltanto
voi
più-
senza
le vostre
rendere
per
come
li
che
non
di
mal
superfluo,
gl'individui d'un
paesi,
non
cristiane
fate
dotte
tutti
e
LETTERARIA
ogni
che
scioccamente
l'industria
più
anche
sforzi
tanti
FRUSTA
illis
troppo
vogliano
quel furfante
tirannesca,
o
non
rico
d'En-
perchè
a
194
ALLA
APPENDICE
prima
fede
una
FRUSTA
da
giurata
la
Con
coirandar
che
tanti
que'
d'altra
a'
de*
due
quelle
sorti
varie
che
chi
Con
questo
col
di
frati,
ed
è
sa,
il
che
da
essere
savio
e
nulla
frati
Ma,
stessi,
don
Vittorio,
licenza
di
coU'anima
per
più
oggi
d'un
la
mio
farvi
col
e
tanto
menarvela
Dunque
addio
più
a
ad
in
voi,
in
lunga,
e
e
a
tutti
verità
più
frati,
e
;
almeno
giorni.
la
e
datemi
di
non
dirvi
posso
vantaggio.
dav-
scrivervi
i vostri
è
penna
sicché
e
ad
opprimerli
nostri
stanca,
che
de'
fondamento,
de*
con
assai
fatto
e
di
verrebbe
salamelecche,
cuore,
taccia
Vittorio,
scrivere;
bel
un
scere,
l'accre-
come
sul
è
contesa
nella
principe
mano
una
sa.
schiamazzo
Principe
qualche
non
frati, perchè
don
altro
prove,
chi
fare
suo
tiranneggiarli
senza
a
de'
di
sapere
interesse
considerato
a
cognizione
grandi
che
numero
mio
trovato
assai
di
somma,
d'ogn'
non
e
questo
addìo
mondo
inclinato
per
ottusa
il
moderato
più
data,.
dai
il
tutto
punto
accusa
In
trovato
la
incorrere
senza
cazione
edu-
dotti, almeno
suo
onor
con
e
studiosa
scanserebbe
sia
il
dell'ignoranza.
semplice
si
di
contadini
semplice
vizioso
diminuire
potrebbe
di
dreto
meno
che
provvidenza
protettore
questo
più
gere,
scor-
almeno
una
bisognevole
vero,
lo
perchè
strascina
trovato
è
agevole
estremamente
non
lo
s'egli
tale
d'una
cosa
per
Papa
nessun
è
semplice
Papa,
dare
ignoranti,
si
mente
mediocre-
nati
questo
non
se
che
torrebbono
frati,
a
tal
greca.
assai
si
atta
non
lingue
;
anzi
più
babbioni
istomachevolmente
non
omai
tempo
figliuoli. Con
loro
s'avrebbono
di
del
è
fessori
Pro-
quel
come
più
sa
lingua
trovato
gente,
povera
la
di
numero
dica,
frate,
e
semplice
questo
mezzo
latina
lingua
quale
farsi
di
volenteroso
suddito,
certo
un
la
dell'Università,
LETTERARIA
di
casa.
195
OTTAVA
LETTERA
Vili.
Di
PlERLORENZO
A
Il
le
come
borra
asinina.
Tenzo
mio
e
'que' poveri
lettere
Lami
li
mal
e
abbia
il
Pierlorenzo!
vedere
d'un
la
da
coda,
senza
*I1
*Gioé,
in Firenze
Le
Novelle
già
son
continuato
di
^Per
Proposto
San
finir
di
que' fogli
all'impazzata
vita
del
ria;
glo-
costui!
insieme,
rentine,
fio-
Novelle
una
come
putta
bia-
che
sempre
è
nel
ispargere
per
(1729-1808)
Pelli
di
da
povere
a
ordinata
aver
forza
va
tine
fioren-
santa
sua
per
le
mai
in
delle
buon'anima
nella
tutta
si
tracollo
m'attristo
e
Pierlo-
vergogno
continuare
ora
a
Giuseppe
sulla
la
dimonio
arrovello
biasmando
Memorie
l'abbia
farli
non
che
tanta
sciocco
fama
la
tempo
cianciando
fiorentino
fu
non
dimenarsi
bestia
sempre
e
l'ultimo
brutto
Io
obbrobrio
delle
dar
se
da
in, guisa
trama
Oh,
onde
a
sua
mi
e
lo
nel
I Dio
scriveva
rodo,
come
fogli. Quanto
cresciuta,
quella
vedere
più industriando,
sempre
la
al
continuando
parecchie,
mi
e
quelle
malora
*
di
più,
settimane
fremo,
^
noi,
per
dì
ogni
ch'io
in
pure
Novelle,
delle
Sono
caro,
esso
per
stiva
^
SIGNORE.
manderà
screditate
già troppo
stivarle,
DeL
Lastri
Proposto
nostre
Pelli
Gioseffo
il noto
autore
(L. M.)
Dante.
Letterarie^ foglio periodico, cominciato
molti
anni
dal
dal
presente
non
Giovanni
dottor
celebre
celebre
Marco
Lami,
Lastri,
posto
Pro-
Giovanni.
noi, cioè
continuammo
per
voi
le
e
per
Novelle
me
stesso,
per
alcun
che
tempo.
prima
del
196
lodando
sima,
allo
sì
Toscana,
dotti
Havvi
dì
po' po'
ad
quelle
da
stato
lui
il Perelli
il
se
che
glielo disse,
quella
ogni
quella
quel
sua
cuore
alla
non
darci
se
compendio,
libri
molt'
del
colle
m'aveva
male,
stracco
dal
barcherella
*
Credo
al
con
Martano
più
nel
di
questo
Io
del
da
e
co'
della
poco
fondo,
mal
non
meno
gato
strin-
uno
i
quanto
e
da*
al
ciarci
infradi-
un
lorde,
ba-
sempre
gli volli
non
giorno
pazzi
critica
golfarsi
in-
signor
codardo
quella
con
impeciata,
che
che
tamenti,
millan-
volesse
non
il
si previde
foglio
che
che
colle
l'anima
suoi
magno
dell'Ariosto,
con
mente,
final-
Siena,
primo
mare
avverbio,
eoa
volesse
non
sogghignando,
nuovo
sa-
avvertito,
stesso,
solito
che
di
breve
puerili,
sempre
perasse
rattem-
facesse
potetti asteaermi,
non
dirgli così
troppo
sua
state
inettissime!
sempre
solo
quel
l'An-
brighe
succinto,
breve
foglio,
l'orme
al-
dietro
parere
non
Pisa,
dottor
controversie
che
e
derla,
inten-
al
accattasse
*
foglio,
primo-
che
amichevolmente
da
che
un
Anche
opinioni, seccarci
magre
sarebbono
alcun
da
primo
sue,
tosto
fu
suo
sue
osservazioni
mai
e'
in
non
epilogo
scimia
corte!
ragguaglio
un
con
potuto
voler
mettesse
che
che-
abbastanza
libera,
di
Anche
parti,
pubblicarsi
alla
martana,
un
contengono!
altre
molto
logica;
solo
suo
corrergli
troppo
si
non
poca
suo
di
mattezza
n'ha
lo condusse
o
la
gambe
e
sua
che
cosa;
far
presumesse
sue
uno
il
voluto
tissimi!
dot-
Pinco
dissero
gliela
tanti
critici
il
Visto
di
suoi
pe*
dimonio
incombenza?
avesse
nostra
po' d'equità,
un
brutto
s'incapasse
quelle
con
havvene
con
alla
tanti
Novelle,
il Maccioni
non
suoi
quanti
il
babbione
che
illis
di
dacché
e
non
e
tonioli
sue
quella
chiara,
pe'
solo
giudicato
garbo,
assumere
Lami,
libro
un
in
mentovati
diebus
in
l'onore
! Il bel-
loda
facendo
ora
specialmente
e
che
sempre
vengono
rispettabile
uomini,
sia
sproposito
que' fogli
che
LETTERARIA
FRUSTA
ALLA
APPENDICE
e
sdru-
Pelli
luda
al-
debole»
LETTERA
•cita,
lo
la
neste
parole
sciocca
si
dar
chi
siglia
con-
stesso
; né
v'è
stato
orecchio
I Non
Proposto
della
Ma
è
di
smania
la
d'ogni persona,
d'ogni cosa!
Lo
che,
so
anch'io, Pierlorenzo,
all'universal
Pinco
^d
alquanto
essere
stucchevoli.
Ma
che
"luello
di
in
dal
mai
saprà
il
in
natura
scorge
un
colori.
E
sdegno,
Pinco
sapere,
delle
che
false
si
modo
di
e
dotato
sue
il
ingiurie
disapprova,
si
anco
po'
propio
di
non
falsissime, colle
a
dire
s'incollerì
quali
e'
si
non
viene
si desta
per
che
si
giudicar
di
bollire
di
strare
sbalein
in
non
in
di
un
sta
que-
qualche
d'una
guernito
di
sde-
bugie
ricco
a
venendo
quello
non
grosse
ed
prò
scempiaggini
baggiane,
non
corbelleria
una
le tre
gusto,
che
e
il Lastri
Ogn'uomo
Caio
orbo
un
come
le
fosse,
ne
sempre
risentire,
impossibile
sempre
dice
e
scrivendo
va
che
stizza,
coso
le due
mano
almeno
gigante,
un
pagina?
che
in
po-
sentenziare
diritta,
non
snocciolar
critiche
dal
mano
sbalestra,
recere
d'un
è
di
con
i nostri
e
fare,
sa
cioè,
riuscirci
Checché
non
mente
vede
che
quella
d'onoratezza,
quelle
che
quella
fare
pimmeo
riga,
in
d'Italia.
foggia
a
giornata
desterebbe
ogn'uomo
periodo,
e
che
dotti
alla
quello
non
quando
sua
solo
fare
egli possibile
al
informandoci
parte
quel rancoretto,
;gnuzzo,
ogni
ogni
d'ogni libro
luce,
dilettose,
vengono
canto
sola
pure
fare; astenendosi,
tribunali
in
si
il
dall'altro
alla
molti
bro,
li-
alquanto
verrebbono
i nostri
ignoranti
-astenendosi
non
quanto
stampando
insulse,
Fatte
le
fare,
utilità, se
di
•chissimi
e
potrebbe
qualche
•esattezza
dall'uno?
bile
possi-
verrebbono
Novèlle
sue
sua
d'ogni
sua
guadagnerebb'egli
non
mai
o-
conformandosi
alquanto
fredde,
perdesse
•ch'egli le
le
consiglio,
nella
stato
dir
alle
mai
raccoltetta
starsi
e
prua.
egli
volesse
d'alcuno,
guerisse
a
poppa
insano
rana
Testuto
pelle*
poca
adsidet
stolto,
verso
da
tutta
sconnessa
e
197
OTTAVA
bricia
stomachi
di
si scandolezzi
Sempronio
quelle
tratto
sempre
aflfermative
tratto
diso-
108
APPENDICE
Dorando
questo
disgradarne
via
ALLA
San
quel
e
la
più
numero
in
o
Scusate, Pierlorenzo,
boletto
alquanto
critica
petulante
l'altro
da
delle
Si
Novelle,
Prefazione
fatta
fu
poi
di
gamba
soda
una
ad
si
dal
cui
con
vieta, poiché
0
registrarla
gli
al
^
San
quali
di
più
dell*
suoi
mondo
di
quella
farsi
colle
fare,
da
anni
ha
il
Vedi
fava
e
altre
tutto
fu
pata.
stamvoluto
mo
l'autore,
bravo
d'un
Marco
forze
vie
private
e
qua
tare
lot-
a
di
fargli
vie in Firenze,
Le
chi
con
lusingarsi
due
pubbliche.
non
del
che
femminee
sono
in
maniera
valeva
già
cosa
fare
vecchio,
mariti
villania
tartassarne
e
sue
la
tanto
Signoria
leghe.
meretrici
loro
che
sa
come
il Giardino
e
co'
casa
lora
d'al-
l'iniqua
e
sei
Sua
fogli,
nerboruto
molte
suo
che
causa
caro,
di
di
vieta,
porre
Gristofano
abitano
mio
come
cinquecento
quel
il
cagionatagli
numero,
meno
non
que'
Volersi
con
quel
sono
0
in
lontano
è
LastriI
lo
non
mostrare
per
in
informato,
vieta,
e
tratto
mancanza
quella Prefazione;
per
celare
'
Proposto
tratta
d'una
norando
quell'o-
da
a
un
dire, Pierlorenzo
può
dare
ne
se
brutta
una
critica
tempo
convenne
ier
ventinove-
numero
Zoppo,
d'una
posta
Scannabue,
lo
gli
cannonata.
Non
usata
che
dire
a
balorda
un
pream—
un
Machiavelli
volle
che
denominato
legno
supplire
per
del
quello d'Aristarco
sotto
in
al
quella
all'Opere
vecchione,
nome
in
tratta
fatto
scimunita,
bestia
in
^
Giardino.
qui
che
meno
da^
sgambetti
venirvi
per
nostra
questa
v'ho
s'io
calduccio
non
che
del
quella
sfrontatezza
una
con
fiandrona,
porca
Crìstofano,
LETTERARIA
FRUSTA
nelle
stanno
là.
per
(Nota
Editore.)
*
Per
questo
alla
Le
rano
vies.
nostro
Opere
state
Il
scherzo,
autore
di
gamba
legno,
si
veda
V
troduzione
In-
Frusta,
del
Machiavelli
pubblicate
numero
della
a
ventinove
la
con
Londra,
delle
allude, è quello
nel
Prefazione
1772,
Novelle
del
1778.
da
del
Baretti
Tommaso
Letterarie^
(L. M.)
al
e-
Da-
quale
il
delle
dare
debbe
schiene
dato
aver
il
come
lo
Lastri
sua
troppo
ora
uscito
gli
sarà
voluto,
pur
la
mostrare
valentigìa
all'Opere
né
sentita.
nel
La
prefato
ambigua
voi
d'una
d'indurre
i
da
lui
suoi
cosi
con
così
per
notorio,
quella
fare,
ha
trovata
di
vari
fu
quella
la
il
nella
conforto
Accademia?
Furfante,
che
che
quel
d'un
del
fatto
falso
i
dove
regno,
dal
in
libro,
cui
frontispizi
anch'essi,
e
tutti
quel
istitutore
Monarca
Di
dogli
dan-
E
s'astenesse
malizioso,
scaltro!
Tentar
credere
bastavano
dal
Zoppo
Proposto
anzi
farlo
frontispizio
di
Che
fatto, creduto
nulla
Perchè
Non
titolo.
mariuolo?
l'affermano
metropoli
allo
di
sia,
disingenuità
una
sapesse
tentare
Prefazione?
libri
da
bio
dub-
que
quantun-
un
questa
ambigua?
bastava
non
in
Zoppo
quel
credere
non
a
l'onorato
fatta
disingenuità?
tiro
un
s'ha
rivocare
di
assume
non
è
pure
concesso
frase
sua
a
più veduta,
Accademia,
di
spezie
avev'egli
altri
stampati
ch'egli
zione
Prefa-
temerità,
una
Proposto
se
ha
Proposto
non
il
certa
Non
anzi
Oh
provocato,
con
quella
d'una
leggitori
mentecatto;
I Ma
tanto
quella
e
frase,
sua
medesimo?
eziam
che
stata
siffatta
di
malacreanza
cosa
è
ora
grifagni?
attaccando
sua,
più d'ott'anni
sieno
da
prima
pur
grand'agio,
minimamente
una
sia, Segretario
non
dite
con
quella
in
da
Pinco
nostro
Machiavelli,
numero,
un'
con
0
del
dispetto,
un
con
Il
senz'esserne
e
spa-
presuntuoso!
ragno
Pierlorenzo.
gli
e
pur
suo
a
pigliare gli uccelli
Oh
potenti
im-
mosciolino
il mostrarsi
gloria
in
zanzaretta
su
il
ragno
bava
acchiappare
succi
la
un
l'aquile
esse
qualche
se
di
insolente!
Tant'è,
e
ad
qualche
un
una
poca
porsi all'impresa
ragno
in
Guio
giocatosi
o
tenue
sua
ad
orditura
sull'ale,
non
la
il
che
fé,
mia
Appartien'egli
Badi
!
ragno
debole
199
girelle daddovero,
spandere
dell'uovo,
vibratasi
che
Per
terrai
avviluppare
Povero
?
in
nelle
fila, onde
ravieri
OTTAVA
sbaraglino!
a
senno
poco
LETTERA
anzi
qui
che
cominciano
tolo
tidi
corto!
ac-
200
i
ALLA
APPENDICE
monsignori,
di
critica?
tratta
quando
quest'arti
a
il
tracciare
del
se
distanza
il Prelato
braccio
v'è
l'avrebbe
da
frascherie
di
gli
i titoli
Ma
il
se
Non
riuolo, accennando
può
non
corr'egli
verun
pericolo
dal
lui;
Fiorentini
quando
varie
lodano;
ragioni,
altissima
in
avuto
lorenzo, alle
n'ha
Lo
il
costi
ha
Zoppo
Machiavelli
buona
fu
detto
e
malmenare?
un
sommo
de'
bene;
fu
e
divenne
quindi
fermo
sempre
Lo
torto
maggiori
un
ha
Zoppo
al
nostri
i
e
fare
ad
le
una
debb'essere
Pier-
chiaro
paia
rissimo
chia-
il
strano
gola.
la
in
che,
uno
il
della
conseguenza
spregiatore d'ogni
studioso,
sempre
uomo
di
che
Prefazione,
sua
Chiamasi
cuore.
detto,
Machiavelli
maestri
che
spesso
una
comechè
quella
in
avuta,
che
attivo,
sempre
per
educato
educazione
moUizie;
fatto
mentito
prima
generali,
modo
in
Lastri,
Proposto
ad
ha
lodato,
gente. Vegniamo,
dalla
proviamo
e
non
tanissimo
Lon-
scrittore
e
che
Zoppo
anzi
l'ha
Machiavelli
il
quali
stima
corte,
che
dirlo,
le
per
lo
troppo
dando
sibbene
ma
ha,
Prefazione?
vaghi
sogliono
ma-
un
mentitore,
gl'Italiani d'oggi,
specialmente,
diritto
avere,
di
che
Zoppo
termini
come
data
sco-
schìm-
di
non
non
qualsivoglia
non
in
mica
non
e
conchiudono,
non
numero
che
di
quella
lo
malmenarlo,
più assai,
che
parole,
in
lere,
vo-
putta
costì
tacciato
d'esser
Machiavelli
non
senza
mostrò
coscienza
sicure
con
il
lodato
sa
che
spieghi.
dubbio
un
in
e
malmenato
di
che
avere,
afferma
quando
e
d'avere
mitata
vo-
distanza
a
una
assunti
si
Lastri
nimalesco
l'a-
l'ha
imputare
mi
s'io
si
che
volere
come
altro
punti
contr'uno,
da
d'aver
so
Proposto
due
issofatto
dabbene
onorifici.
Buona
il
letterarie,
uomini
prelati, quando
leghel Alla
tattamellare
è
i
de*
animalesco,
scommettere
altro
discutere
cinquecento
ringhiottita
perchè
bescio
di
a
unicamente?
vero
Monsignore,
alla
LETTERARIA
s'apprestano
Ricorrono
di
FRUSTA
dell'arte
che
a
sto
queha
il mondo
noi
porre
militare,
nel
poiché
202
APPENDICE
di
detto
ALLA
non
lingua
sua
in
adoperata
quindi
furono
tanto
che
Chiamasi
Zoppo
lo
ma
cusato
gli
ha
eziandio
notando
che
pensare,
modo
quel
lui
vuol
il
fare
Lo
questo?
debito.
Zoppo
le
giuste
il
Machiavelli
beffe
costumi
di
lo
Tedeschi
in
fece
Zoppo
Che
malmenare?
vi
fare
il
di
di
cristiani
la
litania
grado,
checché
intorno
alle
Queste
e
pieno
molte
amico
del
falso,
che
farsi
di
tampoco
darci
volle
quel
£
pure?
que'
di
scherno
Bamberga
in
se
genuo
disin-
o
si
chiam'egli
questo
ha
conchiuso,
nel
che
vato
pri-
carattere
suo
umano
lodi
il
vero,
ha
e
alto
in
la penna
menava
a'
pieno
giusto
e
quando
non
a
dabbenissim'uomo,
politica,
le
anche
questo
Zoppo
del
da
E
fosse
altre
faccia
effigieper
facezie,
di
massime
si
in
un
di
si
paia
scrupolosamente
nimico
era
da
il Machiavelli
più lunga,
Machiavelli
bell'umore,
Lo
più?
errori
lettere, additando
so
cotte.
tre
attribuendo
smentiscono
non
apologia,
degli
debitissimo
bruciarono
Norimberga,
mostrarsi
il
che,
avvinazzati,
né
malmenare
pure
gnato
inge-
pure
generale
e
che
poche
che
sue
Chiamasi
s'è
ac*
dove
e
modo
Lucchesini,
uomo
per
lode;
malmenare
scordò
gesuita
quelle parti dell'opere
cosi
richiede
Chiamasi
si
non
del
loiolista.
parte
la
fosse
parve
quelli tempi,
l'equità
come
il
e
venuto
merita
plausibile
i costumi
que'
a
gli
che
più
a
è
solamente
ragione,
a
correvano
e
commessi,
chi
accusato
accuratamente
trattati,,
e
dagl'ignoranti:
e
che
e
argomenti
gli
Né
dovunque
fargli qualche
chi
a
dovunque
maligni
fosse
che
parve
quegli
malmenare?
difeso
puto
sa-
d'argomenti,,
investigati
Machiavelli
dai
torto
a
di
di
il
lodato
di
aggiungere
questo
ha
alcuni
che
abbia
Machiavelli,
varietà
pienamente
lasciato
ha
poco
dietro.
a
lui
il
maggiore
che
che
toscano,
quanto
una
soggiungendo
da
LETTERARIA
autore
conoscere
della
l'abbia
FRUSTA
precetti
di
rale.
mo-
nostro
Zoppo,
sempre
come
sempre
mente
acre-
tributate
al
Machiavelli
in
quella
Prefazione,
sua
le
necessario,
baldamente
che
in
malmenare
che
difese
del
inaudita
in
Di
ti
vai
Non
Genio
di
bugie
e
grosse,
di
ogni
sgualdrina
gnav'egli
venisse
pure
quest'altro
dell'altre
canaglia
Italia
mia!
quello
artefice
incallita?
più
più
ogni
vergognarsene
birre,
fabbricarcene
rie!
Lettera-
Buonafede,^
sfacciato
a
pata
stam-
gaglioffi mentitori
da
le
Birboneria
razza
reverendissimo
frate
del
prendere
di, soavissima
mila
dieci
per
non
bugia,
spaccata
Novelle
esecranda
se
leggessimo
delle
miei
ai
popolando
sciagurato
eterno
ed
nuova
la
delle
fatto
Zoppo?
non
ventinove
numero
ci bastava
lo
se
viene
Monsignor»
dovrebbe
contro
sero
l'indus-
s'è
tanto
elevato
che
malnato
una
incredibilissima,
quale
tu
ad
dov'era
ventinove
non
il
tutto
Proposto
numero
E
d'aggiungere
quel
signor
nel
Machiavelli
ed
il
Machiavelli?
qualche
un
E
per
mano,
Prefazione
quella
il
l'audacia
in
mano
assicurarci
ad
Novelle,
indicando,
lodi.
dargli quelle
a
ha
di
ragioni
20^
OTTAVA
LETTERA
Biso-
reverendissimo
egualmente
di prete
mente
egual-
grosse,
vergognosissime?
il
malmenato
strapazzo
a
Genio
elevato
per
egli
il
detto
men
elevato
cose
che
cose
stampate
ha
detto
son
e
vere,
v'ha
di
^
Il
scelto
fratacci
che
cose
si
in
Ohe
costi?
ogni
vere,
Che
?
di
bisogno
le
e
qui,
come
libri
molti
ha
non
basta
son
tratta,
vuol
di
stiere
me-
Genio,
Genio?
non
Gli
le
Ci
chi
Non
vero?
quando
ristampate
d'elevatezza
0
dire
a
che
d'un
tare
confu-
per
detta?
mostrare
il
n'avesse
costi
dire
a
avesse
che
avremmo
fosse
ne
Zoppo
dire,
vale
se
per
Genio
non
che
lo
a
duopo
difenderlo;
elevato
non
vero,
Che
torto.
falsa
cosa
Genio
un
vale
Machiavelli;
fatto
ogni
che
nulladimeno,
Supponghiamo
è
però
padre
per
senza
gran
un
don
Appiano
Generale
cervello
che, Pierlorenzo,
Buonafede
dell'Ordine
e
senza
timor
ha
non
loro
da'
di Dio
che
frati
!
(Nota
un
molto
prete
che
Celestini.
dell'
fu
Oh
EdiUn-e.)
204
APPENDICE
ALLA
che
sacerdote,
Monsignore
mezzo
così
di
come
altro
un
avuta
che
bugia
una
sarebbe
veruno
in
Italia
possibile
dello
fola
che
e
occhi
si
del
Il sfatto
crede
di
bene
che
•della
lo
col
Zoppo
costi
si
non
-cercare
il
poteva
fino
sottile
le
non
•qualche
é
né
s'ha
è
intendere
il
la
questa
folto
nel
suo
d'una
corpaccio
suo
lo
Zoppo
far
Prefazione
corna,
guisa,
si
che
da
di
varla
tro-
bisognava
stesso
vero
e
in
d'avvolgere
dello
e
al
poiché
mira
sib-
ma
po' più lungo
un
virgola,
nessuna
fatto
breccia;
dirne
vero,
velli,
Machia-
averne
per
la
la
del
conto
ad
aveva
bisognava
qualche
un
volevan
dire
solo
lato,
cialtroni
più
quel
vulnerabile.
lo
anche
sanno
oggigiorno
come
un
da
contumelie
appare
•che
Non
già
di
aàtuzia
nel
madornali,
ad
panegirico
in
d'essa, ponendo
bene
non
del
darsi
per
non
del
all'autore
Molto
Zoppo,
se
all'ultima
ricorrere
ragione
quale
cosi
sfrontata,
celare
che,
pensiero
all'apparenza
di
lusingarsi
dallo
testa
Commentando
tutta
con
•cencio
la
v'era
non
fatto
risoluto
cattiva
ricorrere
da
cosi
fosse,
misura.
giusta
da
reverendissimo
tartassato
e
avergli
per
s'abbia
partigiani ch'egli
e
sta, Pierlorenzo,
bisognava
strapazzo,
sto,
Propo-
un
cacciatore?
rampognato
•essere
che
an
anco
mai,
impossibilità!
ficca
poi
scoperta
né
gonzo
che
struzzo,
macchia,
agli
siffatta
una
è
gonzo,
sarebbe
Un
del
tanto
avere
drina,
sgual-
com'esso,
del
amici
d'Italia!
fuor
e
Prelato
si
tanti
durre
rialla
una
gli
sacerdote,
rinfacciata
mai
que*
E
dose
non
Toluto
come
spiattellata, cosi
cosi
stata
birre,
un
tanta
sua
s*abbia
un
viltà, alFabbiettezza,
di
pezzo
che
Giovanni,
Lastri,
prete
un
una
di
•calibro
che
San
Buonafede!
padre
scoprirsi,
a
da
come
grosso
insieme
gli
mentire
che,
ohe
agevole
alla
un
gran
il
come
nulla
per
turpitudine
di
Proposto
un
LETTERARIA
FRUSTA
buon
nocumento,
i
basta
cristiano,
se
non
in
nostri
rinfacciar
perché
altro,
se
nel
ad
uno
gli cagioni
buon
nome.
LETTERA
fosse
quand'anco
stesso
di
Re
potuto
a
Lastri
Ma
il
il
Lastri,
s'abbia
voglia
l'andare
Se
lo
cattivo
seppe
fare.
sorte
che
si
fai
gli
da
sa
encomi
dall'Indice
medesimo
e
io
ammiri,
Cosi,
nel
Bue
falsa
visto
giiografo
della
e
stessa
un
celebri
per
avuto
per
ed
il Buonafede
di'Aristarco
nome
che
moneta,
il frate
chiamandolo
Baronfottutologom (L. M.)
uomo,,
un
cristiano.
e
Tu
stradannate
sono
messe
preda
stampate
d'eretici:
uomo
celebri,
e
Pedagogo^
Frusta»
ripagò
tu
a
né
queste
cattivo
tu
gli
s'era
grecizzava
in
tue
stesso,,
uomini
il
chiamato
aveva
che
sa^
altri.
da
esalti
te
tu
ad
o
me
conseguenza
sei
tu
lodi,
il Baretti,
Cachistar-
Cachistarco,
negarle
non
Tu,
dannate
leggono
con
s'avrebbe
mal
paese
da
il
lo
un
segno
Baretti, storpiandogli
E
si
leotto,
ga-
bestia
esalti
Tu
più
e
frate
dire,
un
lui,
che
che
e
di
in
una
dicendo
premesse,
poiché
stato
Novelle
critica
sua
—
genti.
Queste,
stampate
dunque
volpino
a
delle
cose
a
tutti
a
maligno
proverbialmente
all'opere
ardimentoso
gonza
Prefazione.
essere
sono
dato
centuplo
questa
; vale
sacrosanto.
tue;
il
ma
la
il
come
uomo
tutti
buona
delle
condotta
che
la
un
di
Buonafede,
Lastri,
dall'universale
cattivo
frate
il Machiavelli
dabbene
*
al
furberia,
qui
è
non
che
come
gonzo
quanto
per
bene-
mestiere,
un
ventinove
s'avrebbe
Ecco
iniquamente
che
numero
il prete
di
doveva
Corinto.
attaccata
lodi
Cavo
n'astenga,
a
in
artatamente
rai
naturalmente
se
certo
più
uomo
è
il
quanto
molto
^
chi
e
scrivere
sono
co,
anch'esso
non
quindi
Questo
è
d'esercitarlo,
toccato
d'uovo.
tristo
fornicare
a
chiara
e
sarebbe
non
operare
del
bisogna
che
saglio,
ber-
avrebbe
alTavversario,
fare, per
difScoltà;
sue
la
dello
questo
a
Monsignore
mezzo
fiducia,
con
di
tentar
mestiere
le
fosse
piaga
cristiano
rocchio
frecciata
una
della
il
il
ragionevole
una
guerito
Dirizzato
che
me,
accoccare
senza
ha
più superlativamente
Francia.
pare
205-
OTTAVA
un'
dato
nella
volentieri,
epistola
Co^
206
APPENDICE
cattivi?
ALLA
Mento
io
alia
mostrarti
a*
gli elogi
libri
dannato
Gachistarcol
gli
eretici
idee
colle
Religione
di
coroncina
fresco),
di
che
capo
credenza
delle
Per
sta
gua-
tuoi
tenati
an-
là
dal
fatto
distinguono
che
cattive;
innegabilmente
une,
e
si
posta
l'occhio
sotto
in
di tanto
da
costo,
.^itore canagliesco
Fidandosi
libro
un
a
e
d'avere
altre,
e
sei
ta,
acu-
italici
nostri
nella
quale
cose
del
da
quelle
chiavelli
Mache
s'approvano
la
tutta
con
nell'altro
quella Prefazione,
non
più
almeno
le
grosso,
sottile
consimili
quale
tanto
il
Ma
caso.
se
e
lo
per
procacciare
sibile
pos-
Zoppo
guenza
conse-
ogni leg-
sdanaiato?
questa
propensione
così
di
nella
che
nell'uno
si
ingenuità
avere
le
disapprovano
colorate,
de'
buone,
evidentemente
sono
loro
Zoppo,
diligenza
attenta
con
la
falsità
dello
Prefazione
la
l'occhio
il
simi
pochis-
molto
almeno
duopo
Dio
I Pochi
vista
furba
la
iscorgere
sallo
scorgere
canagliesca
parte
pel
ricusata
lo
una
signor
un
Zoppo,
vagamente
perchè
ranti,
ama-
domattina
avrebbono
cosi
questi
da
cagionato
richiede
la
avrebbe
allo
Novelle
accuse
s'ha
non
sotto
l'ha
sei
di
di
e
vescovo
avrebbe
sofismi
consimili
sofismi,
come
ti
da'
buonafedica
fatto
inverniciate,
leggitori.
le
le
corrotte
trionfano
acanti
capegli
gli
delle
a
nettamente
che
sui
posta
e
alla
forse
sarà
leggitori
sono
fra
stato
sei
t'avesti
che
questi
così
(che
Proposto
si
dottrine
perverse
intrecciata
di
ti
rai,
mor-
secula?
tu
Troppo
che
verità,
—
Una
mal
Troppo
fai
santo
sacro-
quando
se*
oltramontane!
opinioni
dal
omnia
per
di
tu
dalla
se,
lungamente
Troppo
temi
non
passo
pelo,
un
dell'Inghilterra!
colle
un
stradannato
e
purissima
mare!
cale
tu
proscritti
e
io
ti
non
che
cristiano, poiché
anticristiani,
che
Oh
la
mal
un
M'allontano
?affermando,
LETTERARIA
dicendo
dunque,
scoperta
Indice?
sarai
FRUSTA
che
invincibile
ogni
sciocco
difficoltà,ed
s'ha, di
alla
nerale
ge-
credere
LETTERA
frate,
probabile,
anzi
reverendissimo
un
o
che
certo,
avria
potuto, maneggiando
furbo
da
Comacchio,
si
i
Pierlorenzo
del
fs^
male,
fatto
l'ha
l'ha
ma
s'ha
fatto
insieme
compiuta
dunque
di
con
di
il Oomacchiano
come
malamente
che
velenosa
sua
gonzi
"5he
d'aver
ventinove
numerosa,
fradice
quella
che
non
alla
s'abbattono
quando
Zoppo,
la
da
?chi
poter
tirata
scimuniti
riga
dare
dietro
del
che
del
letta!
una
mala
comitiva
letterati, i quali,
e
sua
idea
Siamone
Machiavelli,
mandano
sia
ne
senza
di
tanto
le susine
del
con
che
foltissima
di
sapere
aver
come
Ciacco,
piena.
Guai
s'avesse
I
tant'arte,
Prefazione
quella
mai
la
per
Comacchio
da
certissimi,
senza
Zoppo,
fiorentino
critica
de'
numero
giù
mogli
sacerdote
la
suo
distinguere
le
ma
bra-
quello
d'ominacci
sacerdote
tristo
fatto
quel
che
cesta
una
la
all'onorando
fanno
condurre
una
le
se
come
tristo
furberia
l'ha
non
in
il
se
saputo
avesse
troppo
più,
scoprirsi;
a
costi
classe
nostra
rinfusa,
di
infaticabile
con
nimico
e
ria
Signo-
far
facili
ha.
s'avrà
né
sanno
mature,
Sua
seppe
derisore
non
verun
fra
dalle
tutte
avuta
e'
fatto,
procurato
manco
^llo
al
nuocere
degli stragonzi,
e
crede
gola
di
sopraccigliuto,
malignità, malgrado
l' innata
malgrado
vece
In-
contegno
un
e
bugie
potette,
stragonzo.
con
non
natura
educazione
saputo fare;
delle
melenso
plebea
burbero
voce
che
vorrebbe
quanto
e
schino
Me-
Ma
spietata
farlo
sofismi,
avrebbe
al
la
con
reverendissima
scendere
cosicché
Se
l'opra
spacciar
tuon
un
La
e
che
più
Lastri
cattivo
gonzo:
del
l'avversa
al-
è
Astilladoro.
fatto
l'ha
maligno,
modo
Guerrin
come
l'arte.
sa
ne
quindi
torvo,
né
non
al
gli
e
reverendissimo
? Il
e
fuora,
deLre
molto
nocumento
sceltosi,
figliuoli
verendissimo
re-
Proposto
critica
sua
un
è
prete,
moltissimo
fuor
passato
passava
volete,
la
recare
dice
reverendissimo
il
saggiamente
l'avrebbe
•certo
gliel
quando
cattivo, specialmente
Ognuno
207
OTTAVA
a
si sarebbe
que'
letta
poco
nostri
una
prima
208
APPENDICE
di
morire
si
chiavelli
danno
San
forcuta,
viva:
un
starsi
laggiù
signor
del
non
di
tanto
come
altr'arme
Oh!
scuola
Vanue
tristo,
che
del
E
che
nella
Zoppo
Machiavelli
è
in
d'aver
d'aver
e
dato
d'aver
ne' libri
in
niega.
si
quattro
lo
cose
E
che
vantaggio
potess'anco
alla
buonafedica?
anzi
stampate,
come
farlo
gli
bisogna
non
e
ben
rito
spi-
Machiavelli
biasimo.
Il
dallo
le
può
di
di
fatte
politica ;
morale.
tutte
negare,
e
tro
quatsi
non
negandole,
qualche
tratto
negarle;
scana,
to-
Fiorentine;
fatto
ha
alla
che
precetto
d'un
cennai
v'ac-
come
Storie
si recherebbe
un
cose
al
anzi
in
si
non
coU'aiuto
Le
buone
delle
Zoppo
quella Prefazione,
lo
sgrammaticatura;
latina,
mal
qualche
del
imputato
documento
mal
qualche
sciorinato
Queste
alla
posto!
Pro-
mestiere
qualche
qualche
fraseggiato
tersi!
ribat-
stragonzo!
vanno,
Prefazione
quella
specialmente
d'aver
da
commessa
talora
il
date
Prefazione,
sua
a
malgrado
le lodi
che
delle
grosse,
vivifica!
ti
e
accompagnate
ora,
pur
Zoppo
t'anima
gli sfoderare
miserabile
punto,
sì,.
ficcare
di
volte
imparare
sai
Pierlorenzo,
vero,
dallo
nollo
tero,
Lu-
fiducia
facilissime
Buonafede,
ad
quello
davvero
rospo
frate
di
d'arrostirselo
e
bugie
mille
Oh!
viva
Qui
una
non
bugie
volte!
del
da
delle
nuto,
cor-
con
Gano.
avere
Ma
delle
quelle
non
cento
gonzo
alla
Vanne
se
insieme
Zoppo,
Mugello!
scoprirsi,
a
dello
pancia
lingua
degno
assurda,
tutto
pola
cu-
gente
che
conte
potuto
del
di
contro,
facili
bugie
nella
col
la
non
la
più
e
Inferno,
e
il Ma-
colla
mangiava
avrebbe
non
francolino
un
Giuda
con
pazza,
spiedo
dell'
antri
frate-
lestrigone
un
degno
Proposto
tutto
che
somma
Calvino,
che
grosso
unghiuto,
dentuto,
negli
che
specie d'Endriago
una
in
uomo
con
il
baie
intendere
più
da
peccata
sue
ad
antropofago
cani
un
le
mostro
un
Pietro,
un
LETTERARIA
buonamente
fosse
di
FRUSTA
confessare
lasciò
si
Matteo,
che
ALLA
messe
ma
dette, quando
sutterfugio
in
sibbene
si
se
possa
carta,
derle
difenfarlo
210
APPENDICE
comodo
molto
spedito
Il
di
ha
lo
lo
che
lo
la
cosi
divertimento
e
vediamo
l'ha
il
di
e
allo
Con
quel
che
ne'
da
né
la
da'
libri;
buoni
linguerella
d'affettazioni
qui
da
sostanza
chi
non
di
Marco
facciano.
Un
colle
le ha
uomo
le
Le
lingua
dolciate
col
buon
confutare
nessuno,
floscia,
pillottata
camata
ri-
bruttamente
stamigne
quante,
mo*
o
menno,
lingua
una
delle
è
colloqui
una
del
a
loro
leziosa,
e
fa*
non
antichi
sputatondezze
tutte
atto
ne'
ogni
tenza
sen-
toscana.
Proposto
gallicismi;
per
mill'anni.
insieme
Cionno
strani
sua
prototipo
senza
che
è molto
mano,
solamente
ma
goffaggini,
passare
l'abburattasse
pedante,
di
la
lingua
Toscani
sguaiatamente
e
qua
e
da'
nove,
d'indossare
diritto
dal
vergognarsene
insipida, mingherla,
tutta
Gionno,
d'oggi
formata
da
Marco
alla
per
numeri
il
scritta
scrìtta
i
venti
di
un
cosi
numero
fatto
Toscani
quella
loro
in
lingua
lui arbitrariamente
una
altri
ad
al
magistralmente
ventinove
parlata
casalinghi,
dare
ad
o
o
di
il deter*
e
tutti
a
legittimo
un
a
numero
provare
derni
venir
Zoppo
quella
né
Lastri,
abborracciato, s' ha
lucco,
Cile
il Marco
se
s'intenda
che
non
per
seggiarla.
fra-
sia; che
Pierlorenzo,
unicamente
ma
di
nello
questioni,
Diamo,
ripassatina,
Novelle,
può
non
appartien'egli
queste
turca?
una
sue
in
sapendo
modo
o
sappia;
n'intenda,
se
alla
del
chiavelli
Ma-
soggiun"
e
non
lingua,
grammatico,
nella
l'entrare
Lastri
minarle
sia
o
non
o
sia
cosa
puntissimo
Zoppo
lingua,
fraseggiare,
delle
che
stesso
che,
si*
collo
il
che
toscana,
arroganza
intendersi
conseguenza
Marco
nobile
il
falso
e
semplicemente
fraseggiato alla
con
egli
Zoppo
sappia
altro
fraseggiare,
insussistente
mostra
sempre
quindi
Ma
sopr'ogni
del
quello
assicurando
metodo,
gendo
modo
Un
cioè
secondo,
Proposto
stesso
confutare?
LETTERARIA
sbrig^ativo?
e
punto
gnor
FRUSTA
ALLA
del
frullone
del
maniere
cacasodo,
prò
in
che
falsità
il
gli
faci-
LETTERA
confutabili, Tabbiamo
lissì inamente
del
canonico
«ia
nostrana;
il
clarissimo,
troppo
schietto
una
canna,
che
nostra,
sono
chiamate
fosse
Signoria
clara,
subbisso
di
molti
•chiavel
lo
Niceno,
li, diffìcilia
Zoppo
non
ricordanza.
Ci
voleva
lo
d
Zoppo
quali molti
Che
alle
ma
dice
dice
non
adduce
ma
che
il
perchè
di
il
frasi?
delle
m^xio
o
le
Toscana
tutta
di
riunire
Leggetelo
tutto
de*
quel
numero
pirsi?
cae
stampa,
ri-
Il
stampate;
Il
giudica
buoni
a
una
Pedante
ragioni delle
cose;
in
atto
ma
fretta;
giudizio,
Edipo
senza
persona.
sono
di
un
ad
slampe.
non
preeipitazion
senza
in
cose,
le
per
mente
toscana-
sentimenti
una
notizie
certe
lì Cacasodo
ragione,
Pierlorenzo,
che
pubbliche
sono
giudica
vinare
dire
sa
ai
fosse
sodo
Caca-
difficili
dell' J5^//a
ristampa
una
se
come
dà
quali
aneddoti,
son
ricorrere
Il Pedante
ricordanze?
non
di
Ma-
de'
dire
a
di certi
motto
qui
era
di
smilzo!
tanto
un
sa
dano
riguar-
ma
Pedante
Machiavelli
del
luoghi
duopo
^Cacasodo
fa
un
Sua
che
il sentimento,
mo
lingua
anch'essa,
Machiavelli,
capirsene
fa
stentato!*
che
del
non
la
Antiocheno.
degli aneddoti,
sa
smunta
che
quasi
Sinodo
un
lingua
molto
con
clarissima,
belle,
luoghi,
e
e
della
regole
lingua,
o
non
se
cose
Le
Cacasodo,
della
canoni
scempio
confonderla
a
o
per
Chirurgo-Laurenziana,
messer
Concilio
un
nostra
forse
sbagliarla
a
singolare.
dal
i
la
Lauremiana,
Libreria
non
e
leggiadria,
ga
l'allun-
ce
dottrinalmente
venisse
non
La
breve,
troppo
l'appellativo solito, qualche
qualche
non
mar
chia-
latino.
Pedante
messer
Medico-
usando
una
•con
il
si
Pisa,
vuol
di
sa
appellativo
chiamandola
leggitore
lo
che
un
e
comune;
e
Libreria
ringoiar
di
è
Qualsi-
chiarissimo
chiamato
convincerci
il
come
di
quel
Cacasodo
messer
per
visto
elevato,
di
o
d'esser
Lauremiana
Libreria
tema
Duomo,
bene
ma
già
Oenio
un
nostro
molto
•contenterebbe
alla
chiama
lo
Pedante
messer
211
OTTAVA
Havvi,
a
pensieri
indch
a
ventinove,
fatte
sifse
212
APPENDICE
v'avete
la
foia
Cassandra,
modo
il
il
Cacasodo
dice
si
nelle
pubblico
della*
di
alla
gaccio
L'avrebbono
i nostri
scrittori
secolo?
N'avrebbe
scriveva
què'
di
il diritto
e
d'insegnare
dell'asinesca
Marco
di
fango
d'oca
questi pochi
signor
in
Proposto
o
non
lo
immantellarsi
suo
Pranza,
interessare
molto
interessanti^
e
d'oggi
questo
ger-
di Livorno
questo
la
dal
cia
scon-
sume
s'as-
addosso
altruiy
Deità
nimiche
condannate
non
voi
mattina
con
il
riempirgliene
dentro
quella
il
una
più limaccioso
fondo
ficcarvi
chi
lingua toscana,
ogni
bocca
altro
quando
E
scriverla?
perchè
alcun
Rena
Milordi!
la
di
vero
in
o
I L'hanno
l'Arno?
del-
calamaio
penn"
sua
?
Se
a
a
il
ventinove
numero
ludimagistro
solamente
s'accinge
verbo»
di
monsù
contessa
foggia
tratta
Perchè
quando
co'
turarsi
a
in
contratti
modo
se
quotidiani parlari? Ohibò!
la
il
dico,
Pedante,
nostro
belli
arrossito
fare
nostro
neggiare
tosca-
interressantissimi,
Toscani
mai
tracotanza,
Lastri
manata
il
deve
gli stessi Ebrei
questa
a
del
quel
punti
loro
usato
suoi
deturpa
e
né'
schifo
a
i
vi
un
aneddoti
bocca
gallica
in
Zoppo
di tre
certi
per
Il
di
righe
prime
priva
rimenano
costì
cangia
cagione
a
diri vati.
pure*
di
o
tutto,
fare
una
; anzi
Toscano,
debbo
o
indovinare
a
al Pedante
il
si
suoi
Prefazione
la
comechè
Si
de'
e
atio
Leggetelo
che
Edipo,
un
voi
il Cacasodo
l'uso
interessare,
che
anche
Bergamasco.
sapere
ne
voi
d'imbergamascamare
volete
e
LETTERARIA
anche
rendervi
riunire
il
nostro
FRUSTA
d'essere
di
e
di
il modo
ALLA
posta
sua.
comporre,
e
Proposto
dal
quel
mostrino
nella
Ma
chi
pelle
suo
elegante,
mai
brioso!
che
adoperata
dal
lo
strino
mo-
nove,
vorrebbe
sei
lione, ognuno
potrebbe
qui
venti
miccio
del
prescìndendo
mostrasse
lingua
numero
un
fraseggiare
garbato,
della
saggi
dire
anche
goffo?
d'avere
Che
Guai
un
s'avesse
vegga
difetto
ciascun
dalle
pure
sue
che
gofife paròle,
il
po' del
un
del
signor
tino
fioren-
po' d'im-
LETTERA
peto,
di
po'
un
vigore,.
di
mai
uscisse
Isalda, un'immagine
po' vivo,
trito
una
qualche
mal
un
una
botta
*o
le
allusione
cenno
po'
s'han
tutte
intelletto
fiancata
farle
saltare
dì
fossatellol
d'un
tutto
-è
quel
il mormorio
campanello,
•collo
il
dell'asino, quando
di
pane
quello
Jorenzo,
le
porta
caratterizzo
questo
Lai^o,
•che
di
serto
«ur
un
Adagio
4'orsi,
Tarocchi,
anzi
che
lungo
i
Largo
cinta
oltre,
per
ruote,
senza
questo
campo
più pelosi
Friborgo!
non
di
si
dich' io, Pierche
lingua
usato
da
Minchiona,
zazzera
con
videro
mai
da
un
assiso
strascinato
solla
sto
que-
toscana?
trionfalmente
neve
dà
chè
Per-
sempre
Maestà
e
al
accattare
Nóvelleì
l'incipriata
diadema,
mar^
uniforme
Margravio,
di
pre
sem-
delle
quest'uomo,
Sua
a
ti fa
ad
comporre
questo
carrettone
di
di
Gli
appende
vi
sue
e
stile
che
cicerchie!
Fucecchio
di
! Dare
che
siepe, qual-
sempre
quelle
il modo
pastinache
che
in
di
suo
fantasia,
! Oh
perchè
già. sapete
io
di
il sabato.
da
vien
ne
Ma
porta!
largo, fanciulli!
se
ire
Luffomastro,
di
Re
che
vuol
inappellabili
sentenze
«da
in
di
mai
del
audibile
tintinno
il romito
che
metafore
stile, che
appena
quel
addormentate;
motte
paralitici,
il passo
qualche
suo
frizzo
Yoless'egli
il brodo
quel
è
desse
ti
sue
comporre
come
gli
comporre,
ricordare
del
terroso,
facesse
mai
le
poco
quando
sfiatato
che
Oh
colore
suo
in
quando
ti
periodo
ti
tutti
mula
sua
che
cavallastro
un
quella
a
trovato
qualche
sona
quel
avvacciare
fargli
per
un
che
che
l'asma,
a
po'
qualche
con
tropi
frustata
buona
forte
nna
in
argutezza,
tutte
un
paragone
un
pelle gialla dall' iterizia.
la
una
menare
mai
1 suoi
gli
grattarti quando
all'anima
s' hanno
figure
sue
forte
inaspettato!
o
un
po' rimota,
un
qualche
con
un
nuovo
cacciasse
ti
ch'egli
Guai
prude!
il
come
Che
un'idea
po' razzente,
un
comune
e
cranio
duro
po' pittoresca,
un
un'allegoria
fosse
non
po' d'abbondanza!
un
quel
sotto
213
OTTAVA
adagio
una
nelle
muta
tagne
mon-
214
APPENDICE
ALLA
lo
Perchè
Zoppo
che
qualche
alcuna
pure
altrui, perchè
damante.
Lasciando
lato
guardando
e
avvisto,
in
che
Vocabolario
nostro,
delle
regole generali,
Prefazione
che
allo
Zoppo
scegliere
non
chiara
che
sima,
non
affetta
lindura,
di
fettucce,
dal
tratti
o
da
leziosaggini
e
di
in
il
minimo
mi
si
dica
non
carattere
questo
i
che
lo
per
Zoppo
adoperate
mai
la
s'ha
da
fugge
veruno
ogni
alla
lepidezze
alla
fiori della
I
nella
che
medesima
di
cia,
Tan-
la
natura
degenerino
dalla
stessi,
di
cura
cacherie
come
traspiantati
non
fi'occhettini
dove
lascia
bene
Francesi
italianismo
li
diverso
tutto
di
che-
e
dalla
napoletana.
e'
molto
quando
imbastardischìno,
d'un
alla
sopratutto,
posti, sapendo
si
di
di
lo
sia
Zoppo
non
e
tre
Ol-
non
idee,
Zoppo
latina,
nella
correntis-
Malmantile,
Lo
che
Lo
fiorentina,
lungagne
francese
lingua
ciucigli,
alla
storcimenti
norma
parola,
frase,
forbitezza,
alla
a
fronte.
sua
naturale.
/wn^o.
Far
in
sulle
dal
dedotta
prescritte,
modellata
di
nel
ottime
quelle,
corrente
l'ordine
usata
meno
sia
istudia
non
Cecco
lombarda,
li ha
sempre
la
mai
manco
lo
ogni
non
siami
le
non
una
sempre
Decamerone,
di
sanese,
che
ch'io
porta
manco
frangiolelle,
dal
di
sorta
sìa
non
siegua
ne
né
l'ambra,
come
di
accuratamente
mai
usa
qualcuna
se
pelMO,.
gran
fra
per
additate
da
giudicare
né
sia
Vocabolario
quel
Ra—
un
d'adoperare
suoi
non
da
Eaco,
suo
registrata
che
o
etimologia
diritta
con
sia
non
che
degli
un
ha,
non
scritti
degli
veruno
parola,
una
egli
d'un
giudicare
modo
suo
anù
scritto,
troppo
un
al
scrivere,
suo
è
il
in
entrare
meramente
nel
lingua
anch'esso
né
volta,
benissimo^
nel
errato
simo,
benis-
paò
suo
può
nondimeno
non
per
si
e
volta
scritti
un
qualche
in
si
alcana
stato
lingua;
di
sbaglio
s'abbia
sia
sei, colpevole
e
LETTERARIA
infallibile,
è
non
Pierlorenzo,
quattro
FRUSTA
frequente
tando
imimai
usano
ragione.
dei
gua
lin-
nostra
francese,
non
E
certe
nostri
e
più
non
niere
ma-
pre-
giati scrittori, perchè
dire,
ch'egli
non
se
pedestre
imitatore
pensieri
di
di
b«one
forza
significanti, con
e
cavillare,
gli
Quando
da
che
te
le
il
caso
fa
di
s'avessero
Oh,
gambe,
come
essere,
se
lasciata
nello
Perdonatemi,
alla
s'acconcia
la
I Ma
niego,
voi
Proposto
quattro
quarti
e
di
maniere,
Notate
falsità.
Zoppo
dèi
pa'
può
questo
n'ha
che
via
la
fraseggiata^
egli
un
in
abbonda
una
genitivo
dessi
n'avve-
del
di
di
e
i
sulla
lingua
quarto
suo
al
non
se
assicura
pure
non
che
anco
contraddizioni
quel
delle
che
terzi,
ne
do
quan-
me.
all'Opere
scritta
di
né
i due
Prefazione
all'essere
che
gamba,
negherete
la
dir-
per
Questa
prima
cervello, quando
frivolezze,
é
bocca!
una
manca
bene, Pierlorenzo,
Non
in
manchino
che
mal
di
un
signor Proposto
nostro
mi
non
oltre
Come
propio
condonatemi,
o
sdrucciolata,
non
gretta fede
loro
non
Gibilterra, portatagli
vocaboli
m'è
signor
sua
del
be'
allo
se
di
tissero
sen-
se
come
o
sto
que-
se
come
polo all'altro
un
Pierlorenzo,
i
gambe
da
è
sdegnano
Zoppo
?
o
cannonata?
foggia
cacata
cristiano
stretto
buona
una
Non
al
lo
dunque
può.
altri
che
appartenenti
mai
si
da
zecca.
piedi,
corre
oc-
non
destramente,
altrui,
i
parole
non
cosi
di
braccio
altro
oggi
sa
del
più fare
un
de*
con
già dette
cose
due
ha
ciascun
una
da
lo
al
è
maniere
precise,
e
valentuomini,
gambe
direte:
si
libro
nuove
tutt'a
in
due
corpo?
ve
come
que' pochi
gotte
il
lo
per
appoggiati
di
due
sa
parere
camminare
netta
lo
medesimo,
8Ò-
nette
delle
dire
tocca
esprima
frasi
citargli
né
delle
pure
li
quando
e
tal
un
Avendo
altrui.
s'abbia
è che
con
copista servile, non
un
maniere
esprìmerli;
da
SUO'
è
non
direbb'altro
si
non
delle
suo,
"15
OtfAVA
LEtTERA
chiavelli,
Ma-
maticata
sgramsciocjhe
falsità.
genitivo
bello, energetico,
di
gnificanti
si-
?
Con
dolce
questo
riguardo,
urbanità
parla
con
il
questa
modestia,
signor Proposto
con
Marco
sta
queLa-
216
ALLA
APPENDICE
dell'onorando
stri
di
ne
vista,
è
non
mai
d'an
agli uomini,
non
che
sotto
falsità
chiamato
di
signor
Proposto,
ha
di
punto
cosi
sta
delle
allo
farlo.
Non
gravi
dagli
sono
costituiti
reverendissimo
diritto
legali, per
Zoppo,
occhi
agli
in
quel
se
?
Lo
mondo
questo
disfatto
mandato
di
per
quivi
al
assai
più che
di
il
ladro
signor
in
banco
primo
falsità.
sobrio,
Proposto
non
la
dirne
poco
Proposto
gli
A
come
i
e
come
roba,
poco,
diede
Proposti
quando
stica,
ecclesia-
nico
quell'u-
a
dicono
come
lo
sotto
sentirlo, che,
di
secondo
se
i suoi
sarebbe
Proposto
sto
ta-
sarebbe
incatenato
sarebbe
dell'onore,
Zoppo
i
dirà
giammai
va
che
vale
ribaldamente
accusandoti
dirà
quell'accusa,
dovrebbono
Sua
sfn^irlo,
Reverendissimo,
lo
la
come
dunque
premiato
ladro
di
Propostura.
l'usa,
e
dare
corredo
voluto
par
al
cosa
di
Buonafede,
galera,
una
la
dignità
gli
mi
di
Il
tampoco
massime
mo
signor
il reverendissimo
meriti,
posto
Pro-
falsità,
di
sfuggito
e
che
fosse
ciascuno
lunniatore,
ca-
sia
metodo
va
frate
dirà,
Zoppo
infame
necessario
ventinove
numero
non
evidenza,
dire:
prescrizione. Che
di
o
perìfrasi
un
suo
ha
birbante,
ad
né
qualche
al
voglia
senza
cospicua
non
lasciarlo
voluto
ha
dico, dà
che
che
una
Reverendissima
Signoria
chiunque,
messo
avvezzi,
in
dire
a
come
tre
dell'al-
bussola,
altro
loro
qualche
in
s'è
metodo
bene
tacee
l'accusa
questo
il
un
nomini
peste
non
è
queste
semplice pretocoolo.
un
fatto
senza
nella
che
e
prima
non
Ma
tocco
vera
e
provare
Zoppo,
accuse
innegabili,
prove
dal
ha
dì
indegno,
sia
o
dico.
io
come
;
vera,
di
lungo
data
qui
dà
caso
briccone
Giovanni,
eonsegoenza
maooo
cirimonia
senza
conosciuto
per
altro, bisogna,
mascalzone
San
mai
specialmente,
provarla
un
né
però
gran
un
a
d'essere,
un
che
ad
si sconci
pena
veruna,
far
dehbe
di
quale
offeso,
di falsità
quella
ne
un'accusa
che
fa
non
dal
e
nome,
non
cui
pelo. Ghionqne
e
se
voglia,
di
stato,
saperficie
da
Zoppo,
né
LETTERARIA
FRUSTA
pur
che, quando
non
essere
era
punto
ciascun
218
delle
scomuniche
succintezza
e
di
primaria
fa
molto
s'avrebbe
nel
bere
Ma
di
soverchio
se
si
il
il
trescare
fa
del
li
corpo
gli
divengono
a
baldanza
lontano
è
stata,
sempre
ed
più
messer
Niccolò
s'avesse
che
bagliore
il
cagionato,
n'aveva
quest'altro
amico
acconcio
alcuna
Così
vuole
troppo
viste
del
cosa
di
diversi
alcun
l'uno
Ma
che
torniamo,
Segretario
vuol
gli
è
dell'Accademia
Italia
questi
scrivere,
buono,
fanno
poi
dovette
cui
a
che-
voleva
non
attraverso
perchè
gomito
gli
Ed
cattive.
e
anima-
che, quando»
e
dagli occhi,
di
la
inferocita
loro
di
aveva
qui
ecco
verdea,
della
dall'abbondevole
Niccolò
messer
moltissime
n'ha
diversi
e
più dannulla,.
e
piena
alcune
modo
due
in
l'ubbriachezza!
centuplica,
nostra
feste
a
come
La
del
cattivo, perchè
sono
li
e
sa,.
ingrossa
leghe.
alzar
le
si
e
mente
tagliacanti, special-
e
moscadello
per
in
di
cosa
zucca
Già
mente,
l'acquerello,
non
tinove.
ven-
fiaschi
codardi
di
posto
Pro-
fulmini,
e
gesuita Lucchesini,
che
anch'esso
non
triplica,
loro
uscir
Il
credenza.
a
il vino
care,
della
prima
piacere
il
occhi
o
la
spavento.
co'
tuttora,
ad
comincia
mosto
i bravi
è
s'imbriacano
che
di
cinquecento
non
maravigliarci,.
da
l'oggetto della
s'hanno
dove
numero
tiare,
spavaldi
tratto
un
v'è
né
più
anche
spi*-
scaldata
lunga
li
doppia,
uomini
quando
lacci,
alla
troppo
nella
guardingo
quel
aveva
piene
cose
cagione^
signor
foss'ito
se
sbuffando
sudare
gli oggetti agli
che
sì,
gli
il
che
scrivere
a
quell'osteria;
altre
e
oltremisura
que'
moscadello
quindi
Vaticani,
che
d'accingersi
in
fece
detto,
con
cristianamente
operi
quello
è
unicamente
prima
la
que' paesi cattolici,
Questo
ha
Zoppo
entrare
senza
dell' Indice, si
caso
lo
indicata
verità
quelli
contro
Machiavelli,
in
.^e
cristianamente.
non
il
del
Vaticano
quelle scomuniche,
discussione,
uosa
dal
isterica
con
LETTERARIA
FRUSTA
lanciate
l'Opere
leggono
che
si
ALLA
APPENDICE
uomini
cruda,
tempo,
Britannica
gli
l'altro
alle
a
trin*
s'avesse
di
buone.
effetti
la vuol
cose
che,
del-
cotta..
dette
svantaggio
dal
del
d'aver
Dopo
con
e
due
ha
Machiavelli
fatto
in
di
secondi
due
Mostra
che
che
le
quanto
co--
in
incomodarsi
per
vuole
mai
fatto
in
qualche
della
luogo
amico
essere
pubblicano.
matto
fu
trovata?
è
fare
a
A
lui
morale,
della
della
verità,
Cieli!
più
repubblichi
Se
bestiale
Otre
sta
di
pien
faccia
egli
tavia
tut-
mente
final-
egli
Fa
il Machiavelli
libile,
infal-
sempre
queste
buone
cose;
unicamente,,
n'ha.
Machiavelli
bisogna
pieno
e
gio
personag-
affermative,,
sue
il
se
cattiva,
sono
svantaggio
a
d'osservare
che,
prova
Mostra
il gran
delle
basta
logistico
sil-
morale?
troppo
veruna
Santissimi
più spropositata,
stampa
mai
che
in
in
s'inganna
maestro
un
spa
ve-
avvocato?"
Zoppo
punti?
vuoi
gli
provare
r universo.
sul
o
Monsignore
mezzo
rovini
sicura,
politica,
fatto
che
convincerci
per
la
ha
Machiavelli,
e
su
ragionare
un
giudicando
due
za
crean-
dibatte
che
coppella?
ingannato,
huona
bella
si
e
s'è
al
a
di
sa
di
sa
dallo
date
Zoppo,
sempre
vuoi
tanto
con
addotte
questi
su
alcuno
guida
Il
precetti
chiama
si
cane
cui
punto
s'è
collo
di
lui
da
istanno
Machiavelli
il
come
cliente,
ragioni
mondo
sforzo
un
morale,
difend'egli
accuse
non
il
tutto
ir
insieme
suo
vedere,
Ma
fermo
due
queste
ragioni,
né
al
punti,
coda.
la
egli
una
il
cumenti
de' do-
opere
che
fiorentina, s'infuria
cortesia
e
è
che
sue
morale
che,
cristiana
di
e
di
del
sorte
dicendo
cattivissimi
de'
e
aggiunte
cristiana.
sotto
ohe
delle
alcune
quella
signor Proposto
questi
di
in
ha
Zoppo
momento,
cattivi,
di
politica
e
maggior
dato
lo
chiavelli,
Ma-
dal
usate
latino,
lode,
politici assai
munemente
Il
modo
ture
sgrammatica-
delle
punti
al
poca
sua
molto
di
cose
i due
tocco
dare
tratto
un
pure
suo.
trasposizioni
delle
e
titolo
il
d'essi
ciascun
a
voglio
che
Fiorentino,
Segretario
21d-
OTTAVA
LETTERA
attribuirlo
di
spirito
n'è
stampata
di
questa,
di
vino!
talvolta
dacché
dire
re^
mai,,
una
Che
al
la
l'essere^
ad
un
220
APPENDICE
delle
uomo
ALLA
grandi
tanti
nelle
storie
detta
verità
sia
polìtica
essere
senno
dunque
Proposto,
si
ch'egli
fatta
verità
è
delle
qui dire
a
l'onore
certuni
la
tenebre
Se
il
tanto
fatto
ingenuità
mente
di
Sua
di
testa
rassetta,
l'ha
e
la
non
volete
:gine
^
Ce
opposer
de'
magra
serait
la
può
Ma
quare
Quia
de
la
la
non
fu
buona
véritable
à
quella
battezzato
non
la
l'ho
io
in
donnetta
ténèbres,
Religion.
sua
menica,
do-
spiritosag-
questa
ces
maco
sto-
suo
Ve
v'ò
bellerie
cor-
fatta,
questa
digerisce,
Non
uomo
delle
in
che
bessa
un
quel
rassettare
stemmia
be-
una
con
capo
di
con
una
altresì,
come
in
aversi
contadini.
feiire trop d* honneur
lumière
capire
il Cuio
menarmi
nostri
con
contraddizione?
una
per
con
confessò
digerire
può
^
stomacato
contraddizione
la
dire, Pierlorenzo?
se
"
dire
possa
pidocchio.
loro
forza
Una
mosca,
alle
m'è
vasta
non
d'opporre
pure
potuto
parlando
fare
anzi
aver
molte.
Signoria
di
•a
non
una
casi
costi
laddove
in
certi
in
animalesca,
spaccatona,
morale.
mente
evidente-
Cristianesimo.
m'ha
sogghignare,
di
di
e
del
signor Proposto
cosi
dotto
luce
della
Dacier
e
a
avendo
cattiva
Machiavelli
e
signor
l'amore
che
bisogna
non
del
d'Orazio,
confutarli,
di
chiara
proposizione
m'ha
«Che
dannata.
drappello
monsieur
del
massime
scellerate:
cosi
genere,
della
Opere
alle
d'alcune
appunto
suo
porsi da
per
un
scoperta,
disse
come
Prefazioni
sue
nel
l'origine
innegabilmente
basta
me
Colombo
un
in
sito
spropo-
uno
elevati
tutti
importante
questa
ora
Oeni
ai
cattiva
Bisognerebbe
proposizione
una
riuniscano
è
è
perdigiorno
l'accennarla
onde
provare
A
confutare
a
tamore
della
bestiale.
gran
esempi
che
fonti
questo
soverchio
un
Ma
principali
morale,
grosso,
nondimeno
Basti
dei
mettere
com-
degli
moderne.
e
cattiva
soverchio
buon
anticbe
talvolta
n'abbiamo
pazzie,
uno
della
e
LETTERARIA
gli faccia
che
strane,
cose
delle
FRUSTA
que
de
in
leur
Firenze,
v'è
non
Val
in
cwbellerie;
che
s'hanno
detto
libri
sacri,
detto
i filosofi
antichi,
non
come
l'uomo
è
ed
l'hanno
sovente
dalla
libri,
nei
molta
fino
di
troppo
signor
delle
com'esso
stesso
che
essere
molto
altra
fra
sacerdote?
Non
lira.
Io
di
è
farà
non
se
un
in
mezzo
prelato
viene
egli
coscienza
comechè
l'asino
del
gnaio
mu-
egli prete
Collegiata
col
terati
i let-
fra
eterno
è
voler
di
sua
la
Non
d'una
persona,
punto,
fa
che
Granduca.
egli Proposto
egli
mai
quella
non
del
questo
su
in
contraddizioni
scannate
quell'albagia
sua
bene
che
tanto
il
come
mammalucco
letterarie, comechè
cose
che
;
senza
e
molto
ogni
e
amo
non
propia
che
e
pere
sa-
dette,
e
pompa,
sua
di
piene
che
però,
simi,
moltis-
d'osservare
nella
andare
mill'altri
di
e
riunire
più
tale,
immor-
fatte,
mera
per
stesso
delle
una
i cavalli
è
s'han
datigli
l'erudito,
e
nomi
vaste
pure
contrarie,
figura,
i
contenterò
l'incapacità
Non
lumi
buoni
Padri,
menti
incompatibili
gli gridi
ognuno
vezzi,
onor
un
,
Lasciamo
gli rinfacci
mi
cioè
solo,
giudice
un
farsi
stivati
egli
sa
riuscirci
sieno.
cazzotti
strani
que'
a
pieno
ente
a'
di
pieno
Santi
erudito
crederebbe
a
moderni^
fanno
meno,
i
l'hanno
ce
un
sempre
del
lettere
qui spacciare
i
e
di
necessità,
qualità
di
i babbioni
diametro
che
e
corbellerie
soggetto
sarà
coso
delle
avute
Proposto
dose
tanto
che
volesse
mostrarmi
un'urgente
profani;
libri
e
trovano
all'orlo,
delle
scritte
i
agevolezza
si
s'hanno
che
a
un
Bibbia,
quali
ridetto
uomini
gli
competente
talora
per
Ohi
la
loro
di
pizzico
che
dire,
quanto
è,
buon
suo
il penne
Dio, datigli dall'educazione,
riflessione.
citando
capo
meno
è
Signor
con
il
e
e
opposti
dal
potrebbe
un
più
l'uomo
che
datigli
stato,
ogni
come
in
che
meno
talora
che
insieme:
assai
non
sappia
non
faldino
Truf-
anzi
grandi quanto
la
Ce
v'è
non
mentali
vale
pazzo.
Pisa,
che
s'ha
tanto
ifiaggiori
d'idee,
in
facoltà
sue
ogn'uorao
essere,
anòhe
scolaretto
Brembana,
le
sieno
nomo,
221
OTTAVA
LETTERA
titolo
tabile?
rispetdi
Re-
"222
ALLA'
APPENDICE
verendissimo
faccio?
eglino analogia
lo
sieno,
faccio
queste,
delle
e
le
commesso;
bene,
delle
consimili
avvolgendomi
battuto
Un'altra
ad
vecchi
e
si
allo
Zoppo,
una
ad
ne'
libri
né
Bandini,^
Grassa
ricopiata
manco
Io
le
chicchessia,
un
troppo
^
-della
Libreria
•di molto
lode
sempre
non
troppo
che
comechè
lo
fa
nomina.
e
lo
dua
all'ar-
si pone
E*
libro
fa
non
latino
in
canonico
doti
degli aned-
verità,
non
paragrafi
o
che
avere
di
gine
pa-
Zoppo
sia
nella
anch'esso,
La
ricetta
ci
d*alcun*altre
opere,
Proposto
altrui,
possiamo
Indice
d'un
autore
lo
o
guare
d'impin-
da' libri
perchè
Bandini,
quanto
prefazione,
una
trascrivere
sciocco
lo
comunemente
oggi
usata,
Maria
Laurenziana,
sapere,
di
d'inchiostro.
Angiolo
dell'Opere
e
un
in
d'allungare
semplice
è
ne' libri
clartssimo
sapere
arti
cosa
saputa,
II canonico
dal
intendere
si
quanto
col
libro
di
piate
rico-
canonico.
ad
da
dette
che
quella
piccarne
d'ap-
ha
non
Prefazione!
serqua
signor
varie
altra
qualunque
una
Italia,
dolce
nostra
è
di
buio
Proposto
cose
ignoranza
darmi
posso
non
al
tanto
del
libro
dal
tante
afo^
sono
paesi.
somministrati
avrebbe
gli
che
mi
che
Zoppo,
cinquantadue
interessanti.
né
in
tampoco
nel
stampato
quali
signor
una
comporre
raccapezzo
osservatene
Machiavelli
d'uno
ignoranza
ricordanza
del
nuovi
di
le
malucco
mam-
; ma
rimbrottandolo
tutte
ne
moltissime
assai
per
il
studia
una
iatrappresa
ìk
e
le
e
che
me
un
notate
ne'
? Sono
pare
sono
leggere
S*han
non
non
capisco
viventi,
qua
buona
Crassa
sue.
tanti
me
contnttociò
vario
mio
que'
in
A
sono?
soltanto
non
nel
lo
le
di
yillanie?
caratteri
e
perchè
di
sì diversi
croci, perchè
avendone
infinite
pure
non
maggiori:
bessamente
molto
o
schiuma
uno
bugie,
cotesti
veruna
contraddizioni
di
gagliof-
un
calunniatore?
un
malignità,
di
pieno
LETTERARIA
egli insiememente
è
non
ribaldo?
un
canaglia
E
?
FRUSTA
è
un
nomini
uomo
con
LETTERA
ragionevolmeate
fatto.
Ma,
in
•cetta
se
quella
paruta
fatica
una
dette
state
in
«nzi
O
la
Zoppo
in
d'oro
lo
che
oro,
da
di
del
per
uso
lo
Zoppo
il
la
legnaiuolo
vivere.
Che
ha
il
canonico
ogni
un'idea.
Lette
dunque
bene
in
Zoppo
dice
posto
scritta
cosa
per
eziandio,
ch'altro
capo
può
le
si pose
cose
con
alla
più
la
le
sua
ch'io
del
in
la
di
la
dare
che
e' si
Machiavelli,
negiristi,
pa-
fosse.
fittesi
e
in
notate
esse,
com'egli
spargendola
tratte
Dovunque
non
da' suoi
d'uomo
al
cede
mer-
doveva
o
suo
tudine
solleci-
meglio
notizie
ma
al
molta
cui
che
lesina,
costi
con
o
presto
necessarie
molto
indispensabili
plenitudine d'essa.
dargli
Bandini,
prese
Prefazione,
di
ghinee
con
scarabocchiare,
a
nello
quarant' anni"
rimarchevoli
o
lo
danaro
cose
sorta
l'Opere
pecche
cinquanta
commentatori,
che
E
dire, venalmente,
leggere
isparagno,
libro, perché
ed
suoi
buona?
o
meritarsi
autore,
scrivere
a
modestia,
ma
a
per
a
scorgere
rilette
e
di
dall'Autore,
d'un
da'
biografo,
si
fatto
gli
il calzolaio
; vale
nostra?
cattiva,
canonico
più
come
penna
dunque
Dall'opere
suo
Sono
procacciarsi le
S'è
il
dal
pialla
per
pattuita?
lo
la
adopera
onestamente,
•dal
libro.
suo
che
quella Prefazione,
dette
quegli altri, da' quali
Se
mai,
scrivesse
rubargli
cose
tutta
cotali
libraio
un
gli
voluto
ha
non
n'avrà
credo
senza
nostra,
opera
? Di
cento
vantaggio,
farann'egli
la
d'essi
s'ha
né
evidente
è cattiva.
o
sono
dire
a
d'essere
pregio
dire
cose
dieci, le
tornarle
d'un'
da
debb'essergli
le
le
tre,
col
altrui
acciocché
farraggine
da
le
ri*
quella
v'ò
Quando
un
buona,
duopo
n'ebbe,
Zoppo
una
«
è
punto. Pagato
-conosco
libri
senza
il
da' libri
tratti
non
altrui
evidentissimo
opera
buona,
altro
due,
gente
e
perdere
a
nostra
squarci
se
assoluto,
cosi
viene
la
danno
con
le
di
che
facchino?
da
seccar
bisogno
un
gli
istampa,
volte, perchè
avvalersi
Prefazione,
sua
l'ignori affatt'af-*
Zoppo
voluto
ha
non
il trascrivere
che
non
lo
persuadere
s'egli
223
OTTAVA
da
filo, alla
gli
é
qualrezza
chia-
paruto
224
il
che
e
ALLA
APPENDICE
Machiavelli
biasimi,
perfido costume,
di
talia,
dell'avere
cosi
vilipende,
unica
ed
vera
in
l'aria
chi
gli
diffòndianci
sulle
tocche
qui
voi
bile ? S'abbia
t'uomo
a
il
può
ne
tanti
come
Io
vo*
voi
sono
le
ci
se
v' è
cioè,
che
non
fé.
mia
il
dalla
quan-
rifarlo
tu
farlo
tristo
che
impresa
il
alla
cosi
pazzo
? Vuo*
cotesto
ve
direte
fegato
del
e
pazzo
e
se
fosse
Con
modo.
allo
Mi
lo
questo
disegno
sdegno,
spiego.
trattate
considerando
Voi
per
con
il
mal
rifare^
vorrei
e
in
amico
più
carattere
che
io
capo
provare
siete
sempre
prendessi
intra-
vorrei
che
possibile,
pur
troppo
varrebbe
Tanto
Quello
l'Apennino.
andare
merita,
io
che
Pelli,
quello sdegno
volle
che
Proposta
ventinove.
Ma,
tristo
ti fa
il
che
tumefare
del
non
e
più vituperose,
Pierlorenzo,
per
rifare
voi
se
bessaggini,.
numero
mio.
a
cosi
che
rifarlo,
aiutaste.
lasciato
tanto
?
Novelle,
mi
da
quello sdegno,
con
andare
Proposto
sarebbe,
di
e
le
e
malgrado
natura,
altri
non
disperata
sono
tutte,
avere,
dispetto della
quel
in
lasciarti
Perchè
rotta?
ti dar
conchiusione,
ripetute bugie,
perchè lasciarti
e
:
mina
cam-
e
non
e
saresti
una
più patenti,
desto
la
rampognare,
sugli spropositi, sulle
quasi
m'ha
leggerle
ad
ammucchiate
le
ne
corvo!
sulle
e
Va',
?
guisa,
non
E
insegnargli
non
questa
vivo,.
o
rampogna,
ad
e
I-
rabbia.
prefazioni
che
veniamo
più ovvie,
l'ho
del
più oltre
s'ha
in
nulla,
anni
birbonate,
mariuolo
le
morto
lo
ne
bestia,
opera
d'insegnargli
Pierlorenzo,
Le
di fare
melensa
quattro,
campassi
Proposto
quel
tutta
per
o
e
vuor
di
somma
o
sopramercato
ricetta
vilipendere
non
il
astenuto,
nimico
scrittore,
amore,
viene
e
n' è
se
lodato^
biasimato,
oggigiorno
d*uno
operato
Tha
male,
voga
sommo
Tha
Zoppo
lodi, perchè
in
tanto
mostrargli
senza
lo
nelle
giudicare
non
lo
bene,
Dairesagerare
vuoi
o
LETTERARIA
Dovunque
malevolenza.
senza
ne'
dicesse
calore.
molto
con
FRUSTA
di
del
di
mi
tervi,
scuo-
posto;
Probontà
della
226
ALLA
APPENDICE
Pinco,
nostro
cui
a
continuarli,
di
bestia,
troppo
Il
frate, che
fu
acconcio
si
più
vendetta,
l'arruolar
dritto
a
se
a
secondare
lodi,
hanno
pania
del
di
né
disonore
che
le
fare
le
cosa
a
restituir
cosi
farsi,
quindinnanzi
le
questo
loro
ha
quella
a
Pierlorenzo,
ed
stile
sdegnoso.
il
Vorrei
infiammarvi,
questa
cosa
d' indurlo
con
ad
perchè
del
acciocché
annichilare
quel
mia
mio
tempo
alle
dall'
a
scrivere
a
al
acciocché
e
nostre
covi,
Ec-
sino
in
inanimarvi,
parlaste
numero
sitate,
spropo-
patria.
nostra
l'ardenza;
a
s'avevano,
credito
molto
l'idea
sente,
pre-
Proposto
poco
di
un
questo
con
tutta
in
alla
nostra,
spiegata
eccovi
di
dal
d'oggi. Conducendo
al dì
che
che
uomini
di
tanto
cattive,
verrebbe
fama
riuscir
lettere, all'Accademia
renne,
si
nativi,
do-
liberarci
il
volgere
sino
alla
tura
avven-
per
fanno
ci
tanto
fatte
segno,
tornerebbono
di
quello
di
zacchere
queste
di
Letterarie
uno.
que'
gli
modo
meglio
è
a
e
monta
ne
tirati
antipatia,
di
non
e
Il
Novelle
sarebbe
quanto
la
e
lodi
verso
Italia
ha
calato
è
stolida
naturalmente
pregio.
il
la
conto
porta
im-
non
giumelle
Proposto
quelle
a
tutta
facile
parmi
non
nel
L'informare
anco
Il
che
molte
dal-
tosto
si
Proposto
e
giadra
leg-
sua
chiodi,
il
che
e
seconda
una
molti
i
romana,
frate, grazie
tirar
cosa
Fra
negozio.
nutrono
migliori.
è
il
fare
da
disegno,
suo
Zoppo,
cesserà
roba
torto.
a
cioccolata
furbo
i minchioni
noli
o
fatto
senza
dica
dal
tempo
un
d'una
di
non
e
simi
pochis-
ventinove.
numero
timore
per
ne
questo
libbre
Certe
che
gente
Pochi
dallo
pepe
cessa
in
come
contuttociò
non
sottometterli
principalmente
quel
attaccarlo
fava,
noi.
indotto
col
e
disioso
ma
di
dimenticare
può
coU'aceto
cambio,
a
schiccherare
a
non
ardisce
di
accondiscendere
giudizio d'alcun
Buonafede
di
pien
troppo
capone,
fu
l'incombenza
disgrazia
per
troppo
poi, com'egli
sanno
padre
è tocca
per
al
manoscritto
non
è
LETTERARIA
FRUSTA
al
uno
dervi,
accen-
Proposto
di
procuraste
ventinove
prima
LETTERA
che
fuora
vadano
ne
in
a^ncora
deiraltre
farlo.
di
tempo
•quenti lettere, cederà
alle
da
potrete strignerlo
che
dal
frate
di
a
importa
anche
tirare
più
non
stolto
che
persuaderlo
a
il
le
s'arrende
che
che
ne
do
di
qui
bell'agio
mani?
bene;
è
ma
male
noi
volentieri
n'abbiamo
onora
ogni
rispetto, gli
eziam,
e
li
senza
vede
suo
badare
operare
focose
Zoppo,
le
ed
ssimo,
e
e
ecclesiastici
sa
alle
da
fare,
mal
le
lettera,
ad
matico
flemdal
le
dirà
ne
gli capita
riprove,
dice
punto
a
nelle
mai
lo
come
dire
a
cosi
del
ben
del
mal
pregare.
riprove, com'egli rispetta
trattare
più
cialtroni.
servare,
os-
d'avere
non
d'onore
degna
specialmente;
cherche
sozzo
per
uomo
dopo
farsene
senza
rende,
s'ar-
non
mia
io,
attivissimo
veramente
persona
se
fategli
altresì, ch'egli
prove
come
se
Se
quella
con
nel
che
e
prove
fine
potuto impedirmi
numero,
sappiamo
le
ho
non
alquanto
pronto
Ma
se
fazzonati
raf-
e
licenza, costringendolo
l'iracondo
sempre
scritto
mano-
potrete.
questa
voglia, che,
quel
in
di
questo
a
che
pertinace
all'altro
n'abbiamo
Già
Zoppo
ed
letto
usate
e
modo
Fate
quelle parole,
a
capo
la
nel
corretti
fiammanti
disperato,
non
cose
ed
potrà,
al
chicchessia,
delle
prescia
suo
Noi
di
o
sieno
quello
avvenire;
que' fogli
gli
starsi
un
tutta
voglia
più
da
in
venduti
in-
dello
e
Pierlorenzo.
occorr'altro.
non
ricorrete
leggere
dire
si
anzi
vorrà
se
rimedio
ve
che
dovrebbe,
sinora,
come
onde
quegli argomenti,
a
e
fogli susseguenti
più fervide, più
parole
docilità
i
Sì,
quali
fogli
detto;
sistema
a' vivissimi
dire
a
mutare
ha
fra*
co'
i
a
altri,
meglio
ed
tosto,
quindinnanzi
ad
e
vostre
quello
sinora.
recare
voi
a
oltre
sue
tutti
che
tico
solle-
nelle
di
più,
fatto
ha
rifarlo
a
numero,
il contrario
tutto
Zoppo
che
quel
fuoco
sul
pure
dolce
suggeritivi,
qui
me
essendo
il
rimostranze
buttar
a
copie,
Forse
fattogli continuamente
argomenti
221
OTTAVA
ma
gli uomini
che
Con
a'
e
noi
d'ogni
di
piamo
saprazza,
cappucci, quando
quali
argini,
eoa
228
APPENDICE
quali
palafitte
ladri
lo
meriti,
la
addosso
cioccolata
paura.
se,
e
v'aggiungo
Statevi
il
di
viene
cateratta
?
fratesche,
altro,
sano.
mezzo
a
secondo
castigarlo
schiudere,
Sarann'altro
per
dairim-
Proposto,
signor
risolvendo
Zoppo
moine
LETTERARIA
FRUSTA
difenderà
si
piena,
petuosa
non
ALLA
mia
raccapricciato
gli
spalancar-
a
in
fé!
i
tal
che
caso,
PierlorenzOy
da
questa
EPISODI
DELLA
VITA
DEL
BARBITI
A
LONDRA
EPISODI
DEL
VITA
DELLA
BARETTI
LONDRA^
A
l
Pochi
epistolari,
l'ingegno
fatti
di
gradita
si
sttoi
è,
che
dirò
così,
e
dal
molte
Classici
i
la
*jQuesto
del
é
e
scritto
15
cui
i
di
comparve
febbraio
le
delle
più
1883.
della
sospetti
occhi
difficoltà
tempi,
tere
let-
Milano
ripubblicate
Società
dalla
1839
a
suo
grafica
tipo-
italiani.
scrupoli
sotto
eseguite;
nel
il
delle
pubblicate
poi
ai
epistolare
Parlo
e
E
Lettere
descrivere
Italia.
e
lettura
forma
per
Custodi,
barone
aggiunte
gli
Ma
que'
in
raccolte
proprie,
1822-23
de'
a
pigione,
a
presa
la
triti
nu-
Baretti.
notissime
quali
per
sono
una
del
quello
delle
nelle
e
offrono
e
dall'Inghilterra
vere
con
parlo
non
Fratelli^
tre
viaggio
nel
d'osservazioni
e
avventurosa
dell'autore,
istruttiva, quanto
e
badi,
vita
festevole
e
sagace
la
per
edizioni
due
comunicazioni
tutto,
la
Censura
io
prima
credo,
volta
striaca,
au-
furono
letterarie
la
neUa
soverchia
Nuova
tologia
An-
232
EPISODI
DBLLA
VITA
rigidezza del Cnstodì, fecero
si che
barettiane, quantnoqne
lettere
molto
è
quindi maraviglia
ch'io
qui cinque, affatto
curiose
piii antica
alcuna
n'è
fare
di
buon
che
il
di
cose
sul
insieme
e
terza
restarsene
casa
a
intendere
il futuro
che
dalla
mesi
la
Genoveffa
che, dopo
morì
nel
1751;
tessa
e
da
al
prof.
e
Torino
viaggio;
si vedrà
meglio
don
dice
sedici
A
a
avesse
di Luca
passò
seconde
a
Dal
Pietro
Posani,
gli autografi.
si
può
che,
cortesia
a
dire
traveduto;
padre,
suo
nozze
col
di
conte,
per
di
co/i-
del-
matrimonio
vedova.
la
costretto
la chiama
il Baretti
ebbe
do
aven-
lei, Gian
il titolo
ottenuto
con-
Astrua,
di
Né
paterna.
la morte
Molinari,
della
anni,
stato
era
Frusta
perciò
teologo
G.
del
il cicisbeo
•
aver
doppiamente
devo
amico
casa
dopo
Miglyna,
Le
Pare
note.
Genoveffa
matrigna
della
poiché, due
^
il Baretti
che
Capriglio,
autor
signora
brio
di
documento
assai
fatto
sfidato
e
di
il volo
pigliare
certo
un
come
; ma,
schiarimenti.
Miglyna
a
troppo
andò
in
questi volevano
l'idea
avrebbe
della
egli provocato
Paolo
e
singoiar
smettesse
quel
alcuni
occorrono
si salta
istruzioni,che
che
non
non
sua.
inadrey cioè
tessa
mio
oggi
Filippo
lettera,
anno
anzi
Filippo
un
signor Capitolo, invece,
Per
molto
piccolo capolavoi'o
un
quel tempo,
il fratello
nella
quale
Le
viaggio
sono
senso,
61.
al fratello
dà
Londra,
a
blicarne
pub-
inedite, eppure
1757, del
al
1754
Capitolo
signor
del
è
dal
il Baretti
essa
oggi possa
nell'Epistolario, dove
bruscamente
di
riuscisse
importanti.*
e
La
e
copiosa,
delle
incompleta.
Non
ce
la raccolta
mezzo
mene
trasmetter-
del
234
Savoia;
scabrosa
la
gonza
sino
Giunti
Giuseppe
Baretti
una
viaggio
camicie
buoni
abiti
di
la
obbligati
reste
occhio;
un
code
della
di
e
legno,
dietro
corrano
che
rider
dalla
nel
Mar
luglio
molto
laghetto
calma
fa'
subito
passa
e
maschio
lione,
e
o
non
e
e
ridere
non
i
farà
fa
non
marinai,
femmina;
che
è
che
d'estate
onde
due,
abiti
di
sopra,
più male,
nostro
in
sempre
paquebot
che
è male
terra,
che
o
fosti
quel
che
e
il lagnarsi
il
accrescere
fatti
costà
tre,
e
molto
nel
in
e
patito
e
sarai
altro
le
sempre
ci
non
è
non
neppure
volte
dieci
uno
ti
non
né
hai
sgomentare,
che
scarpe
proverbiare
tranquillo
ti
tue
piemontesi
meno
tu
che
costa
delle
essere
ore
scarpe,
quelle
occorrono
che
quando
dopo
poco
l'abbandonarsi
far
ti
pure
tutto
venire
vuol
poche
sempre
paragone;
non
e
bestia
grossa
che
dìcoli
ri-
d'inverno,
di
qui
di
e
inglesi
voleste
sa*
rendervi
fanno
nulla
sìa
importa
noi
ti
ricordo
per
fiumicello
di
cuor
venite
se
che
l'Oceano
più
0
in
male
mi
Mediterraneo
é
Se
d'agosto,
o
Io
probabilmente
che
ragazzi
da
lonati,
gal-
poco
casa
i
tutti
abito
seta
a
come
portate
non
velluto.
o
E
gente.
o
queV calcagni
Inghilterra
cammellotto,
di
mese
panno
e
di
né
seta
vie.
in
d'inverno,
non
le
qui,
(o manizze,
chiamiamo),
dietro
che
in
gallonati,
di
lasciar
e
vuoi
per
manicotti
portate
di
signor
fra
un
non
calzette
farvene
a
solo
non
per
parrucca,
se
che
nel
Londra
lisci
panno
carrozza
di
troppo
•
il
uno,
fossero
ricordati
tu
e
lunghe
alti
obllgati
siate
non
per
e
blica
pub-
è
a
baule
gli abiti
forniti
ben
; siate
che
tener
a
vettura
troverete
un
camicluola
se
Brusselles;
sino
di
di
perchè
ricca;
giunti
che
dili*
v'imbarcherete
condurrà
caricate
eccettuata
anche
vi
la
d'Ostenda
via
dozzina
due
e
dove
che
vi
Non
la
Helvoetsluice
Harwich,
di
con
ad
di
qualche
in
che
pigliar
quella
Parigi
a
Ollanda,
in
paquebot
due,
bisogna
potete andare
imbrogliata.
trionfo.
VITA
Lione
a
ed
Parigi,
per
Brusselles
da
il
DELLA
EPISODI
o
veder
quattro
di
DEL
presto,
passano
soffra
che
tu
che
partiate
qui
verso
BARETTI
il fine
verso
la
di
metà
lite che
una
sobrio
mie
di
metodico
e
ore
alzandovi
e
zara,
Dizionario
alle
brittaniche
lo
di
romperesti
Questo
.
anello
io
che
quanto
scuolari
inverno,
puntuale,
di
istato
d'avere
il
passar
viaggio
lettere,
buon
e
senno
zecchini,
se
vi
poiché
che
t'ho
mandato
mia
lettera,
bene
dieci,
0
essere
con,
voi
via
vi
sia
in
dopo
lavorato
del
vostro
nello
risolve
da
trecento
un
che
questa
solamente
aggiungerò
dodici
di
ancbra
nulla,
e
lettera
mia
qualche
parli
tu
io
ed
si
meglio,
che
molti
parlando
buttar
servitore,
tanto
sarà
basti
Capitolo
dir
per
soggettiate
v'as-
che
di
sarebbe
bile
no-
spesa
necessità.
senza
Bisogna
di
che
e
anderemo-
signor
sentirà
d'un
Ma
Perù.
che
mattutine
ne
gli costerà;
carichiate
enorme
il
quattrocento
o
scappatina
non
si
lietamente
bene.
ne
spero,
quali bisogna
barca
se
come
tu
non
due,
regole,
che
che
del
onestamente
volta;
susseguenti
mie
faccende
la
questa
per
co'
che
Toro
voi
avrò,
pranzo
mie
andar
far
io
campare
dopo
le
spedite
da
tanto
voglio
se
le
secondo
più necessario,
questo
da
qui,
te;
so
tutto
per
tonie
Marcan-
per
e
allo
giuochi
i
brutto
non
e
mio
letto
certe
farti
non
pretenderò
vi^re
a
oh,
al
a
viso
vi
ma
conformiate
matrimoniale,
solo
che
in
buona
facendo;
scordandovi
ore,
vinta
avrò
andando
vivere,
rebbe
quadre-
toccata
e
sto
vi
Capitolo
per
catena
un
patto
.
solo
dico
se' avvinto
che
troppo
Oh,
:
.
questo
che
mie
guardando
non
e
di
modo
che
sterline,
giungiate
mi
che
spero
lire
Suppongo
che
e
cosa
allora
qui pretenderò
che
prevengo
animo.
decembre
di
settanta
del
denari
di
parte
di
ho
Inghilterra meritano
virile
febbraio;
perchè
benissimo,
T
e
con
e
poco
un
235
LONDRA
fratello
tuo
e
A
te
Biagio
n'ho
anzi
in
due
che
si
perdesse
giorni
fa,
se
che
sia
andata
Gabuti,
detta
la
per
ragione
m'inganno.
non
una
era
che
tutta
ti
male,
a
Mi
scrissi
piena
cui
in
non
una
cerebbe
dispiaotto,
di
cose
o
rtai
236
DELLA
VITA
intorno
alla
EPISODI
politiche,e
di
formidabil
flotta
congetture
dalle
partita
giorni circa,
la
e
destinazione
nostre
da
spiagge
destinazione
cui
della
dici
quin-
tuttavia
è
un
segreto impenetrabile.
la
Ringrazia
-disi fattimi
vita
una
suoi
alla
romitica,
vedova,
questo
misero
d'una
Paolino
menzione,
rispetto e
maggiore,
ad
e
esser
•che
non
conto
suoi
lo fa credere
me
di
m'importa
ancora
farmi
scrivere
fame
apostata, qual
io
troppo
professato
Di
che
né
amico
zico,e poi io
venuta
in
moralmente
e
Una
delle
sue
non
e
cosa
meno
e
vanna,^
Gio-
signora
da
di
in-
un
donerò
per-
villana,
le
io
che
mi
mi
cui
e
ho
parli,
qui,
saranno
sotto
pena
luoghi
sicuro
che
della
non
io li
oltre
permettono
cognate, moglie cioè
di che
fratello
la
si
come
fanate
pro-
le mie
di passar
del
sua
tanto
le orecchie
aver
per-
tanti
avranno
fuggirò
io
io bass-
dove
bestemmieranno
maladizioni;
occupazioni
^
di
ne'
Inghilterra, che
loro
feste,
mire:
troppo
quando
mai
fuggono gl'indemoniati, per
dalle
buone
quell'affettoche
a
nemico
né
danari
di
tello
fra-
suo
comincia
quest'ingiuria le
teatrali
trovarsi
sono
come
lettera
stata
proibirà loro,
non
guai pe' loro
; né
è
me
vent'anni.
quelle birbe
disgrazia, di
loro
di
più
per
il Vanneschi
•ché
è il Cori
tu
l'ingiuria fattami
bestiai
e
che
scordandosi
dacché
della
viezza
sa-
signor
prosontuoso;
e
scordare
corrispondente
tutte
sarò
non
aver
facilmente,
mai
deve
righe
novelle
sciocca
una
del
studi, occupa^oni
potendonii
non
due
disamorato
nella
e
ma
degnata,
scrivermi
de'
mi
di
vanità
Signoria,
che
si è mai
di
uomo,
darmi
Sua
poiché
benevolenza
la
i
mente
doppia-
e
importare
troppo
viva
passare
delle
quarantanni;
dovrebbe
mi
non
faccia
ne
il
di
matrona
che
a
nell'agio
brin-
que'
quieta, savia,
assorbita
mondo,
che
disingannata
oggimai
di
imagino
pensi
non
donna
da
giorni
maturi
che
e
m'
dove
vigna,
sua
madre
contessa
signora
tidiane
quo-
troppo
Amedeo.
DEL
de*
cattiva
in
tempo
Fra
poco
figlia
Bettina
molto
con
amici.
cogli
spiritosi
e
farai
mi
e
alla
e
alla
mia
gli
piacere
figliuola;
salute
daresti
un
uomo
di
ho
far
a
e
loro
che
la
sigillo
ha
mi
e
di
e
si
scordi
di
che
e
di
cantarti
seduta
figlia
e
sulle
mi
amici
e
dilungo
che
Mingotti
io
non
del
di
li
del
me,
so
e
Addio,
che
Il
che
io
sa
medesimo
che
i
tutti
;
io.
Addio
'1
foglio
e
è
Mazzei,
questo
sieno»
a
chi
forse
non
corpo
mogliata,
tuo
a
meglio
pieno.
Il
mi
parlerà
quel lepido
te,
non
gente
son
di
ti
affari
la.
e
Vanneschiy
amico
Buggiani
a
di
e
cantò»
Vanneschi,
sono
se
tarti,
por-
Egli
perchè
di
miei
non
da
di
; ma
amico
io
che
mi
pergolato
Giardini
basta
non
interesse.
piacerà, pagherò
fratelli.
se
che
ragione)
loro
al buon
consegnarti,
compagnia.
con
di
e
diavolo,
mio
(e
stato
sono
la
tutta
fautori
il
morevolezza
d'a-
mista
diedi
ti
lerescamente
caval-
dirai
fedelmente
sotto
cui
con
poi
le
io
gli
sigillo
fallo
quale
che
vino,
gentile,
francese
ginocchia
grandi
ed
alla
alla
anziy
d'un
e
lui
bere
meglio
sono,
e
a
giunge;
contribuendo
canzoncina
piaciono;
anche
piace
di
ridere
della
importa,
promesse
fargli
che
aria
e
bacio
mie
raccomandarteli,
qualcosa,
certa
quel
tanto
sono
nemici
che
mi
voluto
ho
dirglielo)
fai
se
più
conosciuti,
Maranesi
anni
Bettina,
quella
fece
che
darti
mai
del
barile
contegno,
della
costà
successo
de'
uno
e
fa' di
(senza
una
con
al
subito
un
ma
carne
cari-
finezze, specialmente
regalato
presente;
da
spesi allegramente
di
fiascone
gran
danari
m'abbia
il tutto
sopra
dei
o
senso
promesso
La
quattr'anni
tre
buon
anche
sua
con
MaranesL
qui
ha
ch'io
ed
equivalente
un
d'oro
ti
Buggiani
gli potessi regalare
se
e.
è
Buggiani
chiamato
il
quella
virtuosissime.
certo
un
guadagnati
Bettina,
e
le
ballato
piacevoli corpi
bene,
sempre
che
Egli
e
lui,
a
e
generalmente
è
madame
hanno
giovane
mulo,
qual
costà
237
LONDRA
giovanotto
un
e
applauso
un
di
e
giungerà
il
e
A
compagnia,
virtuosi
signori
ragazza
BARETTI
Giuseppe-
e
a"
238
EPISODI
Giacché
P.S.
d'elementi,
V
studiare
a
ogni
giorno
inglese,
il
latino,
sino
alla
riapprendere
VITA
facile
è
non
mancanza
per
DELLA
che
al
presente
di
libri
e
d'assistenza
tu
faresti
studiandolo
tua
un'
in
possa
terti
met-
santa
opera
quattro
venuta
tu
cinque
o
a
ore
Inghilterra.
II.
di
seconda
La
dubbio
alcun
altre
per
lettere
complesso,
la
narrazione
stesso
e
è
del
meglio
sentirlo
nuovi:
però
Fratelli
dormire
da
dei
quali
che
egli
nato;
condan-
stato
farlo
l'autografo sia mutilo
di
uno
quelli
di
uscir
gione.
pri-
la fine.
verso
il
raccapezzare
il Custodi;
fece
raccontare
fosse
per
Di
avendo
in
que,
quantun-
e
ne
fosse
Garrick
difficile
del
anche
senso
imperfetto.
brano
Sono
;
«esempio,
per
mallevadori
che
nosciamo
co-
trovano
particolari,parecchi
il celebre
Peccato
Non
che
d'uccidersi, se
s'offrirono
•che
ne
noto, specialmente
documentata
affatto
che
e
si
cenni
sia abbastanza
tanti
risoluto
avesse
quante
raccontato,
brevissimi
tuttavia
con
anche
sono
è
solo
sue
in
piace
lui
vi
che
fatto
di
senza
biografiadell'autore; perchè
la
per
tragico
più importante
la
è
lettere
cinque
queste
li
17
fuori
prigione,
1769.
ott.
carissimi,
cinque
avuto
Londra,
di
che
tempo
quattro
notti
sono
di
rifarmi
nel
mio
un
di
po'
letto,
sono
la
sicché
mente
ora
in
con
caso
BARETTI
DEL
darvi
di
qualche
la
incontrato
di
questo
povere
un
il
sulla
toro.
La
voce
Cominciai
l'ascella
bricconi
assalitori
che
ma
Morgan,
in
L'infernal
lo
e
forse
strada,
vidi
rivolsi
alla
di
della
^
bottega,
Dair
chiunque
due
con
e
mi
e.
o
dal
simili^
un
era
terza,
una
d'aver
un'
dentro,
e
minuti
alla
s'affacciarono
lo
corso
in
coltello,
Pochi
tanti
pe' capelli
volle
ne
saltai
il
di
i
e
fuggendo.
entrato
e
pugno.
gambe,
a
sempre
Dopo
entrasse.
altri
io
io
ed
sotto
un
pigliarmi
ferite,e
aperta,
gridarono
inglese bully
òravaccio^ cagnotto
due
con
uno
apparve)
colpi
brandendo
canaglia
ferire
due
trabucchi,
bottega
una
volte
gridando.
terra
trenta
Contestabile
un
senti
non
in
più
diedi
Gli
coda.
uomo
di
tentò
lato.
addosso;
più perfido
poi
come
un
traversa
Ferii
ed
Il
pugni.
colla
un
menando
alto
ascoltato,
sempre
che
buttò
spazio
fu
non
(tutta canaglia,
avevo
che
braccio
il
pugni
fuggendo.
sempre
aveva
di
tempesta
una
d'ogni
come
da
di
A
coi pugni.
pugni
folla
strada
una
i
a
nomi.
bei
urlando
la
so
coltelletto
un
apri
lungo
e
tasca,
non
addosso
calca
mi
cominciò
de'
Cavai
in
ogni
aperta,
furono
la
quelle
si nominano.
briccona
mi
ma
coltello
il
e
dietro,
^
e
rubando,
o
non
darmi
a
di
una
mano
La
e
avevo
coltello
che
la
faccia.
bulli
correre
gridò,
certo
6
più ampie
do
che
parti
permisero.
che
dietro,
col
Colui
dì
aggirando
vanno
con
fuggire,
e
a
folla
nelle
suoi
lo
d'argento
città,
fornican
o
demonio,
di
me
si
vita
sulla
alcuni
non
menai
la
un
lama
la
che
o
Procurai
parte
cidente
ac-
del
ore
delle
una
questa
complimento
come
tratto,
un
nove
,
pugno
mano
gridare
di
p
gran
Restituii
se
le
verso
lungo
strade
buscarsi
per
diede
sera
andando
sera,
più frequentate
notte
dell'orribile
ragguagjio
mese.
Quella
tante
di
sorta
239
LONDRA
A
altra
e
mi
ciando
minac-
dopo,
porta
d'arrendermi.
piemontese bulo^
che
significano:
240
EPISODI
Vidi
tutti
il
in
alto,
entrai
in
lo
me
là mandai
amici
dal
stette
Una
portato.
Questo
Morgan
era
gurtà
forza
La
sera.
furono
da
tanto
male
con
la mia
il
il
di
de'
esame
un
chiamato
mio
qui
il venerdì
mattina
prigione,
lo
sono;
^
e
quattro
rimandato
scudiero
L'Accademia
per
la
a
di
Belle
corrispondenza
amici
minò
S'esa-
domenica,
morto,
si
e
tutti
e
tro
con-
al
dice
giuin
omicidio
d'un
miei
sigurtà,
casa
libero.
quale
coledì
mer-
testimonio
un
Fitzherbert
il
oltre
del
straniera.
fatto
e
del
giurati^
della
nerdì
ve-
un
n'avevo
la
e
Giudice
Arti,
si-
favore.
canaglia
Senza
Guglielmo
dar
solito, e presto presto
innocente
il Gran
di
fu
Il martedì
tutta
Coronar.
mio
ore
ferita
quanto
corpo
quindici
a
la
o
stato
era
d'aver
il sabato
sul
testimoni,
il
al
ferita.
sua
dichiarato
sicché
volontario,
di
fui
favore,
tra
gìudicio
dinnanzi
me,
smilza
due
Dopo
credevo
in
^
falsi.
moltissimi
d'argento,
valiere
ca-
due
furono
potetti
non
si offerse
il
e
Morgan
sabato
notte
della
mori
s'assembrò
fece
lama
La
altri
che
non
Si trovò
borsa.
tando.
aspet-
prigione. Questo
del
Ognuno
impinguata.
Morgan
in
ancora
una
fatto.
realmente
fu
che
me,
numero
me
sfera.
dove
dice.
giu-
un
Reale.
che
prima
; sicché
mattina
da
esaminò
onestamente
andare
carrozza,
gli
trovò
ospedale
mortalissima
fu
e
di
depose
braccia
stavano
fra
che
si
poi
d*un
le
gran
mi
e
il coltello
deirAccademia
ore,
bricconi
chirurgo
un
venne
due
quali
due
e
p
intorno,
erano
fami
gl'in-
una
un
dove
Presidente
i
testimoni,
tre
avvertire
crocchio
giudice
stesi
e
feci condurre
mi
e
riposi
venire
Feci
se
contro
io
tasca,
ad
furono
Reynolds,
Si
tre,
in
mi
si ; onde
in
subito
radunati
Tutti
di
subito.
coi
quella
domandai
difendermi
di
ficcai
arresi
mi
e
Di
di
Dissero
guaina,
VITA
Contestabile,
vogliosi
e
assalitori.
nella
di
bastone
amici
tre
DELLA
accettò
Regno
e
I
fui
miei
e
lo
tratto-
sigurtà.
scudiero-
il Baretti
era
gretario
se-
242
EPISODI
aiuto
voglio
non
Elccovi
ben
trattato
Per
Però
fermezza
di
cuore
de'
opinione
miei
di
Scarnafìgi
costante
-e
amicizia
tanta
d'essere
volte
Vi
raccomando
del
tempo,
questa
di
e
sia
insieme,
in
è
mia
apritela
nero,
l'uno
P,
della
copia
de'
miei
presente.
quattro
lire
che
in
sono
mala
morte
soldo,
e
cento
dia
pagategli
me
Con
quella
per
l'altra;
in
Re,
libertà.
anzi
mio
al
affari noi invidieremo
che
così
vita
la
e
bilità
proba-
suggellata
Addio.
Giuseppe.
Mandategli
dirvi
che
fare
loro
trocento
quat-
fuggissi
vorrei
Ma
subito
ognuno
pagare
che
caso
ora
perire
di
d'un
danno
vilmente.
signor Capitolo
conto
sacrosanta
sarà
non
obbligato
sarebbe
la
e
che
caso
l'opinione pubblica.
che
Fratello
scordava
prima
in
perderò
mano.
Mi
volte,
debito
d'animo
e
Paolino.
al
l'onor
ne
O
a
pienissima
tradire
Filippo
da
sterline
me
affannarvi
lettera
vostro
sigurtà
ed
.......
egualmente
iscrivo
Non
S.
di
non
tremante
L.
di,
ogni
di
salverò
//
che
essere
costà.
senza
con
In
costà.
fortezza
prossima
.
Cr
verso
per
volte
favore,
mio
la
Se
notizia
giunta
o
.
.
ra' h
non
calamità.
prigione
mostrare
.
anche
pericolo
mille
.
....
d'assai
degl'Inglesi
nel
nuova
l'onore
di
in
compagnia
mi
e
amici.
data
avrà
ne
.
.
che
ben
come
che
giudizio,
tanta
una
notti
pe
alloggiato.
e
coraggio,
e
peggio,
.
rose,
mostratevi
sentendo
alla
sette
e
maggiori
sono
onde
condannato;
così
numerosissimi
assolto
avvilite
sulle
di
e
innocenza
carcerieri,
perdetti fiducia
non
d'essere
fui
non
mia
giorni
sette
da'
pure
VITA
il caso,
tutto
umanamente
mia,
casa
dalla
che
contato
rassettata.
DELLA
di
dieci
ghinee,
suo.
sollecitudine, che
ancora
chi
sa
per
in
mili
si-
quanto
DEL
altro
la data
dopo
•dopo il fatto) si
il
c'era
Burke,
il
ebbe
poi
della
sala
ottimo
sobrietà.
Il
il
come
'essi,
di
aiutate
Baretti
Il
la
difesa
sua
parole,
siano
mio
aveva
signorie
le
-che
delle
carattere
avrebbe
si
quasi
*
al
in
mio
persuaderanno
cieco
^
così
finalmente
Boswell,
^Egli
era
dovette
infatti
far
uso
si
ognuno
Johnson
tanto
sua
che
miope,
che
degli occhiali.
non
per
penna,
altresì
uomo
un
fu
dal
daUa
in
quella.
capaciterà
fin
del
età,
atterrito
come
(citato
ecc.
spero
ascoltano
Spero
rimanere
non
tre
vivere,
vergognosa.
impreveduta,
che
Life of
la
facilmente,
poteva
non
di
lasciata
Io
mia
della
modo
nobili
che
«
mi
lesse
e
stesse
fratello:
uomo
rissa
una
le
quanti altri
un
del
e
un'aggressione
Spero
scritto
spontaneamente
cacciarsi
che
sono
e
che
vita,
queste
con
quali
vostre
convinti,
quella
Scrisse
avvocato.
chiudendola
sé,
alcune
prima
giorni
volle
da
in
manutengoli.
lor
non
anche
mala
di
il
e
stati
assaliti
femmine
da
e
Perrin
signor
Baretti, brutalmente
furfanti
da
di
uomo
era
d'essere
deposero
Hay-market
la terribile
mente,
tutti, concorde-
E
il
Keling,
giudice
mile
si-
una
letteratura, modestia
grande
Alderton
maggiore
«trada
di
mai
l'accusato
che
biografo
un
illuminato
^
il
Fitzherbert,
«non
aveva
»
e
cuore,
geni
giustizia.
attestarono
il
che
Baretti,
nostro
Johnson,
dire
di
costellazione
definitivo.
del
Reyaolds,
a
tre
lettera,e quattordici
giudizio
perfino Samuele
e
(cioè
d'ottobre
difesa
a
Garrick,
quale
del
il
testimoni
i
Tra
di questa
tenne
243
LONDRA
il 20
agl'Inglesi,
tempo
giorni
A
BARETTI
che
il
Custodi).
prima
nezza
giovi-
244
EPISODI
mio
coltello
difesa;
e
le
Don
che
e
Francia
si
non
anche
lo
Io
il mio
ritorno
tuato
ma
;
dalla
tanta
Il mio
delia
leggi
al
di
blandire
vita
questo
regno;
questa
nazione,
Perché
stato
feivorito
miei
connazionali,
giurì
onore,
mia
Così
innocenza.
La
lo
Corte
altresì
sé
stesso
E
tremila
Baily,
fosse
che
che
e
poco
che
la
fa,
la
vita.
insieme
un
un
grande
Italiano
probabilmente
il
Io
gran
starò
ispiratadalla,
da
con
da
il mio
tutti!
assoluto,
sala
nando
ordi-
fatta
lui
la
»
dL
sentenza.
dell'Old-
applauso.
che
sarà
coraggio
selvaggia armava
di
tremenda,
benedica
stipate nella
in
salvo
viene
difesa
bella
letteratura,aveva
la natura
vi
sia
parte
é
pienamente
pubblicata
proruppero
scrivere,
di
mandò
persone,
Eppure,
Iddio
la.
ch'io
questa Corte
mi
già
giudicato
non
salvare
dalle
con
in
d'esser
quella piena fiducia,che
verità^
volli
non
credersi
se
di
la decisione
che-
ai forestieri
possa
di
la
guarentirmi
scelto
ho
avrò
meno
giurì composto
un
m'importa
poco
non
ciò
ma
non
innocenza^
scoprire
con
inglese: che
tutto
aspettando
con
da
e
questo
finché
innocenza,
privilegio accordato
l'onore.
mia
ahi-
potesse
che
ancora
nello
dopo-
ero
mi
dunque
tormenterà
perspicacia inglese
ci
mi
che
la
In
bisogni
portarlo
creduto
mia
i
per
a
Fate
di
tavola, onde
tasca
merita
come
della
Sicuro
rinunziai
un
mai
né
simili.
in
Francia, perché
mi
dolore
vita....
in
sventura.
finisca
processo
i miei
continuato
avrei
non
cagionare
ho
offesa
tagliare il pane-
coltelli
portano
quindi
di
per
uccidere
mettere
usa
né
portavo
per
le donne
comuni.
lo
non
VITA
un'arme
era
io
frutta, e
DELLA
la
sa
anche
di
mano
leggere
e
sore
professtampare,
del
Ba-
DEL
BARETTI
lo traeva
retti, e
sullo
cedere
a
245
LONDRA
A
degli
scanno
oc--
*
•cusati!
III.
In
è pure
autografo
che
qui,
:
solito; poiché,
al
osservazione,
di
quella
assai
che
che
il
letto
la
lettera
anche
tante
immeritate
t'ho
quando
*
ter
scritto;
mi
aria
del
una
non
ma
agosto
vita,
fuor
e
è
di
Londra,
o
tanto
la
a'
7
tempo,
lettera
mia
del corrente,
Foscolo
1882.
li 24
e
sentono
che,
e
v'è
non
spesa
vettiva
in-
calorosa
degno,
cui
tutta
quasi
i buoni
che
ne
essere
è
non
Perenzoni,
10
letto la notte
è
quale
sventure
scrivesti
Arturo
fa altra
la
Di
io
vuoto
Tedesca
una
non
versa
potrebbe
Filippo mio,
nel
quelle poche
scioperato
chi
per
mondo,
in
quella pietà,
spesso
nel
Qui
questa
»
seguente,
contro
casa
è
danaro
di
cosa
caverà
cavare.
questo
a
in
gli
che
di
sapienza
qualche
dormendo
casa
giorno.
Intorno
la
s'è preso
gli potrà
in
star
noti
al
Capitolo
che
rasciutto
e
«
ma
scriveva
Baretti
detto
mettere
per
«
bruttacchiola,
penne
di
si
"
anima,
sua
il
t'ho
Londra,
a
»
Già
«
il cui
1769,
teologo Posani,
dal
pubblicata,
Filippo
ancora
dicembre
26
posseduto
già
credo
fratello
del
lettera
una
assai
tu
t'era
non
o
tu
penuria
meglio..
aprile
come
tra
non
1772.
dici,
che
giunta
vorrai
Baretti, neU' Opinione
Leu
246
averla
Sia
che
la
logica
molto
di
in
vai
più
quanto
brutta
da
matto
vario
di
prigione
Pure,
ormai
poi
sino
anche
stile
là
del
nuova
suo
n* hai
te
buono
giapane,
di
spese
tu
D'uno
che
cosi.
due
ha
e
anni
mangiarsele
a
nendosi
propri
gabbar
che, ingrato
lui
un
t'affanna,
?di
Affé
pietà?
che
ti
di
cosi
mal
ti
turba,
se.
le
questa
è
e
e
te,
o
a' suoi
necessitosissimi
poco;
ti
empie
in
uno,
di
core
avessi, gli manderesti
pazzia,
è
frenesia;
non
si
lasciò
buono
che
ha
perchè
che,
se-
perpetua,
tenerezza
e
ghinee
trenta
e
suoi
figliuoli,
galera
una
due
chicchesià
presenza,
somma
il
uno
per
in. mia
avrebbe
e
viscere,
per
mante-»^
Un
casa.
adisse
quel
dovuto,
suo
che
chi
una
molti
per
i
di
in
senza
sti,
t'avre-
in
nimici,
carico
a
da
t'affanni?"
ito
lasciando
a
gonzi
d'entrata
suoi
e
e
cane
lire
dugento
il
de'
quella
estero
chi
n'è
se
man-
giustizia
di
lire
quella,
padre
un
un
che
privandolo
di
lettata:
sti-
un
assai
pigliarseli dapprima
a
per
d'altri, uno
mandasti
mila
mercè
p....ere,
amicizia
avesse
in
figliuoli alla
da
idee
che
naturali,
paese
fussero
favore
in
a
un
vorito
fa-
uìia
che
tu
in
p....accia sèmpre,
una
nulla,
più
Ma
stata
termini
a'
Belle
buone
patria,
dici
che
il necessario?
pensassi
tu
t'è
vesse
do-
se
goldoniano,
vivesse
abitanti,
condurlo
per
tornare,
Vorresti
?
sterebbero
ba-
come
tuo
cosa
dolere
a
nulla,
a
quegli
anticipargli
sé
la
somma..
Nel
carcerato
essere
riducendo
ma
perchè
commediante
da
Q
ca-
della
le spese
lontano?
tenendosene
perire
? Per
questo,
vuol
non
pazzo
saresti
altrettanta
per
una
favore:
a
effetto
; che
ad
guasta
ghinee,
che
a
dire^
dai
ne
scrivi
qui sussistere?
il
dove
Torino,
a
E
?
sarà,
a
ti si
me
trenta
bastassero
farlo
per
mi
giunte
che
supponendo
che
basterebbero
non
saranno
che
avessi
tu
se
l'averti
duole
del
;
ti
non
gli anni, più
con
mandargliele
prigione
d'essa
mi
quello
con
prova
Capitolo. Dunque,
tanto
là
raziocinio
il retto
e
voglia, e'
si
come
VITA
Targomento
ricevuta, perchè
piaciuto.
a
DELLA
EPISODI
è
pietà,
n3?
?•
BàRETTI
DEL
Che
tenerezza.
di
al
scrivere
di
informazioni
di
là,
sarebbe
ancora
un
lo
in
notorio,
di
privativamente?
E
fargli
cui
avere
d'aprir
la
il
e
dove
in
lascerò
scellini
di
mia
al
mi
che
fai
di
giustizia
dici,
come
fare
in
come
cando
edu-
onorata.
persona
onde
io,
serbando
ri-
infelici,
i veri
i due
questi
e
patria,
patrimonio,
per
con
ultimi
inchiudendomi
posta,
^
lettere.
*
Si
veda
Tuttavia,
sione
indusse
2
Del
anche
a
febbraio
dare
a
nota
ebbe
(come
del
«
la
a
più
dir
dopo
dire
stesso
soverchiò
qualche
scriveva
altro,
se
.
-
m
poi
non
sfuriata,
giusta
questa
egli
volte
I
241.
pag.
1776}
.Capitolo,»
v'ho
a
-
fi
^
?-
-
-
-
—
—
«non
bene,
sua
questo;
sieno
spendere
la
da
di
e
lui,
dabbene;
uomo
suo
tenerezza
destino;
suo
il
vivendo
e
per
tranquillamente
vivere
rovescio
pietà
avere
che
mai
contro
accrescendo
il
d'una
raddrizzati
mio,
un
a
ladro
un
la
vietato,
aver
prigione
suo
tutto
la
sue
in
figliuoli,e
fatto
ha
non
è
un
che
le
tutte
costà
Filippo
e
ficca,
volevano
male
conviene
non
poter
i suoi
lo
raziocinio,
dabbene,
uomo
Egli
difesa.
in
figliuoli
avendoti
meglio,
lo
cagione
interessarti
de'
ladro,
per
me
a
due
e
Manco
?
uso
esclamare
era
vuoi
sua
che
birbe,
lascialo
un
in
bocca
logica
simili
mal
l' intende
Tornino
di
si
seco
tutti
pregiudizio
a
fatto
ha
rissa
mava
si fer-
risca
m'intene-
che
avvertirmi
ad
che
casa,
io
dopo,
e
fuggiva
se
altro
un
prima,
avuto
tale,
galantuomo,
per
e
che
che
il
che
seppe
per
vuoi
male
tante
ladro
un
conoscendo
casa
tu
era
tu
ebbe
dacché
e
che
favore,
suo
si
bestialità
-
e
che,
d'aver
dopo
padrona
p.... di
E
aspetta
e
in
arrestato
prigione,
in
compagnie,
mie
qui,
giorno.
introduce
ero
Parigi,
stato
uno,
^
dacché
venne
per
quando
da
cui
dove
pure
me
vederlo
la
anche
Scarnafigi
di
lui
con
compagno,
facevi
se
cosa
Conte
voluto
mai
ha
non
bella
247
LONDRA
a
in
un'altra
hn
in
aiuto
loro
che
è
a
lettera
la
compantelli,
a' Fra-
coscienza;
e
lo
quel disgraziato.
il 22
ora
/a
marzo
avvezzo
successivo,
al
digiuno
248
EPISODI
Per
ad
dirti
dogento
avere
me
ne
di
mesi
finirla, tu
a
che
allora.
avrò
e
agli stracci,
e
propositi. Erano
Taltro
dì
mi
che
oh
degli
lieto
che
altri
cenci
un
come
che
francese
conte
un
in
mia
Venendo,
E
ripatriare,
Filippo,
a
non
il
anco
Credendo
di
ch'egli
questo
triste
l'ha
che
basta
modo.»
buona
ha
poiché
altro
sofii*e
tutti
la setta
de'
buona
zione
cola-
consolato
a
sul
caso
e
ponte
pranzare
a
da
e
con
esso
lunedì
prossimo
vecchio
Filippo,
dare
a
nello
ben
soldi;
nosciuto
co-
stesso
da
se
e
alla
dargli.
lo persuado
non
per
quel
dove
e
gran
una
pasqua.
non
si
La
debiti
poco
se
salute
sua
lo
intraprendere
ha
egli
Viene
la
fatto
sa
é
far
a
mai
della
mala
sua
procurare
ogni
in
e
lazione
cosua
dotta,
con-
Zenone
perfetta ;
che
chie,
vec-
dosso,
suo
a
un
pigliarli?
a
di robe
fascio
lagna
con
venire;
quel coraggioso
come
ha
vuol
non
adattare
procacciata
mali,
e'
tolo
Capi-
«Del
anno:
Per
un
saputo
come
l'ha
stesso
Torino
donai
degli Stoici.
e
tornai
debiti,
vestito
di
Venne,
compagnia
farebbe?
gli
i suoi
imprigionatura
vivere,
a
quindici dì;
se
me
il
me
dello
come
contento
reso
sorte,
per
da
da
stia
be-
notte.»
io
molto
Gli
una
ma
dicendomi
casa.
a
suoi,
per
tenne
maggio
partire,
essa
pensieri
Valenza,
quale,
prigione
paragrafo
vogliono
ogni
fondò
lunga
il
il 25
meco
e
gli
qualche
volesse,
ci
viaggio
tanto
in
sfiatarci, che
occorre
se
ma,
ho
che
di
incontrai
lo
una
a
venire
di
de'
spacciai
poi
andava
gli leggerò
a
Ieri
prigioniero
dissi
partenza,
lo
e
quella quando
Gli
carattere.
Visconti
qual figura!
dire
veduto;
mancarmelo
migliori
contante
inatti
Tavevo
al
altri
potrebbe
suoi
non
di
con
denaruccio,
Westminster,
dai
e
cosi
sei
netto
lo
te
come
certo
commisi
principe.
im
del
spiriti feroci,
poco
sessanta
ancora
conto
che
un
di
e
il
mesi
equipaggio!
qualche
e
di
molto
puntualmente,
pagate
rimuoverò
innanzi
Capitolo,
in
Dio,
Io
molti
venne
conosceva
fare
dovrò
Il libraio
più.
poco
lavoro
cui
per
vorranno
assai,
credo
affari, io
mese
già
mi
puoi
o
ogni
n'ha
Lavoro
né
ingegnosa
ghinee,
siccome
e
miei
Chisciotte,
dieci
Me
mensualmente;
de'
Don
cinquanta
vivo.
TlTA
parole
intanto
paga
queste
con
due
ora
traduzione
nna
DELLA
la
poco
sua
gli
qualche
250
EPISODI
da
ricco
un
gentiluomo
affidò
gli
che
Francia;
il
Samuele
compagno,
e
l'inglese. "
*
Al
del
76,
s'affrettò
il
la
con
di
per
persuaderli
che
se
il più
si teneva
onorato
tenei-sene
anche
^
il Baretti
a
anche
ma,
^BoswEL,
*
Lettera
^Si
'a
veda
diretta
cui
2
com'è,
voi.
febbraio
bello
del
e
a
quasi
buono
divei^sa,e
Johnson,
monte
a
maschio
Amedeo
me
per
del
signor
lettera
la
manca
pare
bene
^
poi andò
ad
il
che
principio;
preziosa, special-
258.
II, pag.
1776.
ancbe,-più innanzi,
aU'abate
in Italia
molto
era
figliuolo
diresse
Op. cit,
del
del
disgraziatamente
cosi
rammaricarono^
ne
fratello.
che
viaggio,
con
quella parte, poteva
loro
un
nella
fratelli; ma
d* Inghilterra^ il
di far
va-
Il Baretti
a'
venisse
cosa
uomo
dell'unico
morte
segue,
la
che
di
devano
inglesi dai nostri,cre-
ci volle
e
come
fare
per
Johnson.
se
veva
scri-
eccellente
risolvette
notizia
Giuseppe
dotto
questo
col
e
i costumi
servitore;
un
Thrale,
un
rallegrarsene,
il loro
che
la
è
buona
perchè, giudicando
Su
Il Baretti
viaggio d'Italia,insieme
figlia
la
dare
a
essi, invece
come
viaggio,
compagno,
sé
amico
comune
il
il Thralt
la
con
Ilaria il francese, speditamente
primavera
moglie,
il
75,
visitare
a
durante
quale,
questo eccellente
seguente
Nel
condurre
anche
«
il nostra
che
famiglia
mogenita:
pri-
sua
Esteruccia.
volle
ma
Levet:
principio
lei*si di
la
; il
Roberto
a
volta
Baretti,
Johnson
la
tutta
con
Thrale^
della
bambina,
la mia
:
questa
e
solo
non
di
sempre
tornò
il Thrale
l'istruzione
angelo
chiama
autore
inglese, il signor
poi anche
un
VITA'
DELLA
tra
Battavia,
le
del
Lettere
3
inedite
gennaio
1776.
o
sparse^
DEL
mente
inglesi,che
si trovava
del
Thrale,
a
novissima
verremo
altri
che
sallo
onde
Dio
mi
faremo
di
Di
o
altro
la
di
posta
andare
di
conto
all'Isole,^
fattore
ed
ivi
mio,
come
idea
ad
sono
morbidi
(a
Luogo
nome
spese
paio
di
trattarci
vorrà
nostre,
arrischiarmi
potrò
effetto,
un
se
in
quanto
presso
proprio-, ma
Valenza,
in
a
quella
basta
casa
per
dove
società
e
con
gano,
ven-
In
con
non
porre
o
Filippo
Amedeo)
e
faccio
smontare
e
tre,
il
se
campestre
sue.
gnificenza,
ma-
tale
mia
i letti
non
della
membra
Baretti
casa
gnor
si-
signor
Ma,
una
dell'Isole
le tenere
mi
carrozza
barche,
e
osteria
Valenza,
giorni
sarò
io
quando
la
a
rino
To-
volere,
mediocre
una
ruote
due
ghinee,
io, che
se
mio
mandando
in
Po
partire^
fratelli.
il
dermi,
cre-
che
caso
Casale,
di
tratto
stare
a
di
cento
di,
avrò
a
quattro
Amedeo
dieci
o
Quindi,
a
di
vedera
di
quasi
queste,
marcia,
giù pel
però
*
colà.
alloggio
sedia
otto
innanzi
assicurare
possa
di
scenderemo
Torino
ti farò
spero
meno
remo
fa-
Ciamberì^
e
mostri
dare
signora
dovunque
Geneva
vostra, signori
sarà
della
alla
fortuna.
far
tu
e
fermarci
il commandante
bibbìaiay,
torto; poiché, prima
ordine;
più parte
vocabolo
dove
che
legge^
particolari^
Lione,
voglia
la
l'avrò.
Per
a
mi
in
metta
altri
vi si
che
temporari
Torino,
a
come
possibile
è
non
di
servidori
quel tigre
sono
non
cose-
applicarlo
per
soggiorno.
dirittura
a
del
meriterebbe
pigliare degli
qualche
certe
su
altri
ugualmente
inventa
che
e
con,
alcuni
è il ritratto
stupendi
il Baretti
che
stumi
co-
presente.
la creazione
come
de'
e
contrasto
indietro,come
addirittura
Johnson;
singolare
un
molto
ancora
Stupendo
abituami
d'allora, il quale
deiritalia
luoghi
251
LONDRA
delle
fanno
Piemonte
del
quelli
A
descrizione
la
per
BARETTI
possedeva,
e
poderi.
252
EPISODI
mia
Esteruccia?
A
DELLA
VITA
rimediare, pigliandode'
£ne
si
questo però
molto
potrà
matterassie
mente
facil-
delle lenzuola
in
prestitoo in affitto,
perchè io, che sarò il
generale,pagherò ogni cosa profumatamente,
l'affitto delle
anche
di
maiolica
tal
alla
Dea
i loro
che
neppure,
ma
luogo
"laglielementi
della
facendo
A
fabbricare
mostrare
pensarci
ropei,
Eu-
come
ad
anco
per
questo però
colà
questa
glési,
gentildonne in-
considerati, non
barbarie.
in
consecrato
veruno
delle
Africani, inabili
piatti
in
piene di riservatezza, a
da
è cosa
all'aria, non
verremmo
come
rimediare,
colà
come
occorreranno
e
d
ne
che
dei
eh' io troverò
il mandare
e
modeste
candidi
maggiore
v'ha
non
Cloacina,
tutte
posate d'argento,e
stagno, vehi)
difficoltà
che
sarà,
•cosa
di
(non
La
caso.
molte
riere
teso-
uscire
tu
potresti
cati
tempietti dedi-
due
della
sul
in vicinanza
casa
quella Dea, uno
didietro,e in luogo dove le donne potessero facilmente
andare
inosservate,l'altro fra quelle boscaglie che sono
lungo il fiume della Grana.
Oh, dirai, che spesa è
a
questa,
che
farmi
vorresti
di
d'un
ciascuno
travicelli,
altrettanto,quanto ti
zecchini;
quaranta
potrò
che
recarvene
l'altre
tutte
le
dissi,te
si
un
perda tempo;
far
possa
v'è
vedere
qualcosa, e
si
tavola
tutte.
Animo,
parta,
ho
e
per
e
lo
alto
e
se
io
Signori, che
de' fratelli,se
questo,
in
non
casa
non
già
come
dunque, all'opra;
si faccia
o
oltre
meno,
d'altro,
e
trenta
un
il diavolo
bene
di
d'asse
quadro,
Forse
cencinquanta
a' miei
che
in
trabucco
ci sarà
e
il farli
Ma
costerebbe?
spese
pagherò
fare?
onde
non
io
Baretti
doviziosi,
colà
buona
una
pitocchi; né ti scordare
di libri o imprestati o in affitto,onde
scanzia
non
paia
la
casa
dell'ignoranza, e libri piuttosto vecchi che
d'aquila
nuovi, italiani,greci e latini. Il tuo cervello
aggiung'egli a tutto questo? Pigli tu, Amedeo, la mia
fa' che ogni cosa
idea bene?
da uomo,
Or via, opera
e
almeno
non
.
da
me
cosi
desiderata
riesca
almeno
mediocremente
BARETTI
DEL
che
tu
ci
stillati^ma
casalinghi
lucidi
corputi,
in
metta
di
capo
toeletta
pettinarvi
tavolino,
ricordo
le
su
delle
i
quanto
avvertendoti
gente
con
e
hai
in
sino
i
aifatto
volgare,
ciascuno,
usiamo
come
dire
ora
fare
noi
qualche
di
co*
da.
mi
Se
in
camere,
credo
che
tanto-
tutti,
inglesi,.
sono
trattati
alla
buco
un
fusa,
rin-
servidoracci.
nostri
del
cosa
Monsù.
essere
in
da
testa
specchi
perchè
posti
non
e
sieno-
una
e
debbono
si
voi
acconciarsi
potranno
servidori,
nostrani
ti scordare-
nove
letto,
un
tavola
di
Non
per
casa
miei
basterà
paio
l'altro
essendo
che
Signora,
un
vini
alcuno
donne.
quella
i servidori
che
letto
voglio
Madama,
quali
non
un
e
tu
abiti,
la
per
La
e
né
nelle
parrucche,
per
bene,
in
che
a'
francesemente^
mangiari
sapore:
sfoggiare
sciolto-
usando
abbondanza,
buon
campestre
ciascuna
e
in
e
lo
tra
cerimonia.
non
di
uomini
uno
padroni
di
e
puliti, si negli
una
che
terò
m'aspet-
casa,
cosi
campagna,
consista
cureremo
di
onori
gli
di
filosofo
più cordialità,
compagni
non
il
e
25^
LONDRA
carattere
un
assuma
cortigiano
colà
farai
ci
Quando
bene.
A
di
carattere
Ti
questa
gente.
Il
a
signor
prima
vista,
di
al
volentieri,
non
che
oifesa
venga
di
morale,
sopra
essendo
intende
la
che
è
in
delle
anatre,
di
la
e
cui
sue
ha
latino
si
è
sempre
un
o-
parla
i libri
latina,,
bibbia
le
osservare
di
molto
dindi,
;
e
sa
cose
pollami
in
tempo
e
il
Tanto
bene.
di
subbisso
religionefra
onde
una
galline,
numerose
bene
o
e
di
amantissima
passa
di
poco
poco
molto
dilettano
Signora
campagna,
sia
vi
mento
mo-
un
festevole, quando
e
bibbiaia,
che
anche
un
mancanza
molto
moglie
d'agricoltura,
quando
minima
fa'
mai
e
correntemente,
lieta
essa
gentiluomo
signora, che,
sua
italiano
e
che
parla
della
dalla
mentovati
ella
marito
e
Non
anche
è
bell'uomo,
d'agi semplici,
contrario
ed
assai
un
amante
parla francese
male,
di
è
malumore.
francese,
o
Thrale
e
molto
;
pagnia
com-
oche,
bene
e
254
DELLA
EPISODI
fa
si
come
il
burro,
co'
miliarmente
il
e
mia
Della
agli angioli
alcuno.
di
che
sporco,
quando
buoi
di
siede,
e
parla
qualche
un
che
•e
lo
né
•e
metteremo
se
si
non
latini
greci
0
Jaisognano
per
civiltà, perché
famiglia,
scrivo
•di
usar
tempo
oggi
che
so
fosse
quando
nella
perchè
quale
scriva
passo
voi.
sul
I, pag.
a
in
Johnson
81.
io
era
de' libri
più ch'io
caratteri
che
ab-
in
di
dama
parti.
stato
in
Se
il
Se
ci userebbe
trattato;
Thrale
già
procedere;
tanto
so
ben
qualche
cotesto
noi,
letteratura,
introdussi
lo
fu molto
signora
alla
passeremo
costà,
qui
era
con
d'ognuno.
passatempi
ancora
vare
tro-
aperta,
porremo
quanti
assumere
i
tavola
basterà,
lo
con
di
gli
latino
pranzo
elefantesco
suo
questo
e
a
può
latino
parli
cianciare
persona,
variare
gentilezza
^Questo
Custodi;
che
Grisella
Marchese
tal
via,
tra
Proteo,
un
sono
dal
troverà
che
sappia
potremo
se
e
muto
te-
amato.
non
il
ma
^
»
è
che
e
pure
tegniamo
a
d'avere
è
non
io,
venir
quello
incomodati
saremo
che
so
frate,
come
regno,
francese,
Cicerone;
o
questo
l'altra;
né
andiamo,
con
di
si
bocca
opinione
più
ne
faremo
dove
dappertutto
forse
quanto
da
lo
?qualche forbitezza,
in
in
prete
ad
il corpo
sempre
in
grande
lingua
furia
una
con
voluto
gigante
colla
uomo
tutti,
critico
voglio
io le
mai
movendo
sempre
alcun
da
l'una
né
parlare
n'ho
ed
astratto, feroce, puntiglioso,
vezzi,
d'italiano
tanto
non
meritamente
non
sia
versi,
somiglia
s'as-
che
non
se
i
quando
anni
vecchiacce
un
ruminando
che
Quantunque
quasi
brutti
rispettato
e
è
sempre
essendo
; ma
scienza
più
poi
mente,
pieno
che
bene
più
eccetera.
eccetera,
altro,
tutti
per
Il Johnson
«
corpo
i
volte
mila
sette
dir
voglio
a*
medicine
dodici
avrà
non
fa*
conversare
ama
malati,
che
ti
non
ed
amministra
e
sono
Esteruccia,
costà,
saremo
cacio,
contadini,
fìgliuolini quando
Joro
VITA
quel
il
sta
que-
ma
gli
Casale
po'
di
canonico
pubblicato
dal
DEL
fosse
Irico
detto
io
fra
«tizza
faccia
mi
dal
di
e
di
lui
troverò
moglie
•che
1
sua,
non
quanti
rabbuffi
noi,
di
di
qne'
pochi
Salutami
mamma
que'
suoi
al
di
il
mio
pranzo
don
giugno,
antichi
Tre
insieme
amici
quale
mando
questa
e
darà
qualche
compagnia
milanesi.
Ho
scritto
lettera
trasmetterà
nobile
più
lui,
a
costà,
Filippo
di
nel
mese
de' miei
farmi
di
Torino,
d'averla
dopo
pere
sa-
aspetterò
giorno
osteria
che
lo
intiera
a
anch'egli.
onde
che
letta
informato
sia
di
Conte
faccia
^
alla
altro
un
che
una
la
di'
Figaroli;
primo
per
campare.
a
di'
un
fra
l'altro
il
al
dopo
sempre
pure
con
sia
solito, e
tosto
Carcano,
Re
che
Riveriscimi
Francesco
ai
sapere
la
capponi.
Prevosto,
meco
mi
la
e
marmocchi,
l'un
i
che
passate
il
tutti
il
spero
e
rimangono
ne
m'aspetto
grassi
e
ancora
scia
co-
aver
lusingo
sostenerci
caramente
che
Oardenas
a
che
anni
e
mi
come
diare,
stu-
per
ultimamente
amici
di
nella
i vostri
e
gli
Giovanni*
e
tutti
e
lettere
assisterci
male
salute,
che
volontà
dovevi,
la
nissimo
lonta-
sono
esagerato
non
te
cosa
credo
nuovo
n'abbiate;
nuovo
intanto
loro
in
tua,
ve
sulle
saremo
più disposti
la
e
Il
che
moglie
tu,
e
so
primi
di
la
e
io
abbia
e
chiami
occorre
anzi
l'abbia
torto
rivederci;
qualunque
che
cosa.
tu
più
non
tesoro.
un
a
scrivere,
troverò
spero
darmi
che
ci abbandonare
non
sì. Sicché
nessuno,
ogni
Filippo,
di
gusto
mal
se
sapere
sarebbe
volta
qualche
bene,
Johnson
lui, perchè
e
volergli
molto
vorrò
me
di
^
Pino,
a
255
LONDRA
pregare
di
Credo
sapere
giudice
per
pel
che
tutto?
fa'
intanto
A
vorrei
lo
costà,
momento,
un
Ho
BARETTI
e
te
di
.
il
tutto
di
disegno
vedere
*?
alla
Un
uno
altro
molta
in
ho
capo.
Siccome
l'Italia, ma
de'
educazione
prendeva
*
solo
non
Giuseppino,
e
che
suoi
del
altresì
quale
il
più
caro
de'
parte.
suoi
amici
la
conto
Sicilia,
fratello
Baratti, quantunque
«
'Il
tutta
nipoti, figliuolo del
fratello.
suo
facciamo
milanesi.
lippo,
Fitano,
lon-
256
io
DELLA
EPISODI
il
che
credo
il
finito
anno,
venir
del
Valenza
poi
di
e
cosa,
addio.
la
non
cavarci
E
tanto
ora
dire
a
in
a
zigghe zagghe,
che
la
che
quando
a
ci
riamo
cu-
non
particolare.
m'hai
non
vedere
di
questo
su
che
tempo
Genova,
bastandoci
sete
esso^
sciogliere. Dsr^
peranco
tort«,
di
ad
Alessandria
o
e
oggimai
avvinto
posso
di
campestre-
all'Isole, essendo
per
di
finire
so
t'ho
cose
ne
me
dritte
strade
qualche
un
dato
cominciata,
tenendomi
non
sempre
finalmente
l'ho
in
d'uà
meno
poco
sarà
dove
dire
a
e
non
Milano,
Orsù,
vita
n'andremo
ce
a
ogni
mondo,
perchè
non
la
durerà
mi
spero
sarebbe
come
recesso,
se
quale
tranquillamente
terminarla
stanco
viaggio
nostro
terminare
a
VITA
scritto,
t'ho
acchiappato.
Oh
saremo
insieme!
Statevi
che
quante
tutti
sani.
n
Giuseppe.
vostro
V.
Il
ho
come
detto,
ogni
a
camente
a
di
a'
doloroso
la
manca
Di
Fratelli
cari,
non
tre, dopo
non
vengo
più
ho
costà
il
e
Thrale
la
di
bene
per
dere
per-
patria, dopo
tornava
fratelli,
argomento,
andò,,
che
Baratti,
sentiva
rivedere
a-^
malinconi-un'
con
altra
fine:
Londra,
lasciate
d'avervi
in
signor
accidente
notizia
sul
cui
monte;
speranza
dato
verno
del
Italia
disgraziato
questo
sua,
in
viaggio
scorrere
la
data
per
li 10
la
maggio
due
1T76.
settimane,
spiacevole novella,
morte
dell'unico
se
che
maschio
258
EPISODI
DBIiLA
gente,
brava
VITA
meritevoli
e
BARETTI
DEL
LONDRA
A
deiramici^ia
tutti
djdiraiuto
e.
mio.
detto
Ho
Valenzano,
matto,
Dictionaryy
quarantina),
una
se
quale
un
da
migliore
e
pur
il
anche
diffondersi
dirlo)
vitale
così
a
stesso
fare
di
mal
buon
tante
un
note
mercato,
e
1778,
così
scritture.
e
sono
procacciò
la
patria;
di
po'
in
che
e
piccole
si
raccogliesse
intelligente
più
e
valentuomo
oggi
English
and
nel
sé
lettera,
questa
grosse
insieme
potrebbe
editore
volume,
cui
con
onorando
vivere,
alla
(tra
poco
un
bene.
Spanish
Londra
a
moltissime
vo'
in
lo
essere
metallo,
gli
pure
pubblicato
delle
una
di
cose
Visconti
Antonio
un
accennata
probabilmente
deve
da
ma
grande,
è
qui
in
bestia;
poco
un
che
bravo
operaio
Vopera
è
Amedeo
ad
un
la
geniali
bene,
giusto
parte
e
sogna
(bi-
LETTERE
BARETTI
DEL
INEDITE
0
SPARSE
AVVERTENZA
raccolte
discreto
un
barettiano,
Prevedo
tirar
esempio,
allo
Zampieri,
anderessimo
in
fatto
di
studi,
editore
la
e
noti
bene,
stimava
fico.
»
La
dello
di
«
ristampa
(Lett. al libraio Re,
lettera
dunque
in codesta
:
il Baretti
grosso
d'anni
maturo
impedire
poter
versi
(che
nel
allo
che
num.
a
XIV
Zampieri,
della
si
li
egli
valessero
non
un
pure,
compratori), perchè
corbellerie,
1741
ancora
pezzo
un
prò,
die.
6
scrive
invece,
propri
che
A
—
piuta.
com-
solito, che
tempo,
credersi
1763
de'
trovavano
tutte
stesso
voluto
avrebbe
al
Rispondo
—
più
la
del
il Baretti
?
poesia. Nel
dirà,
lettera
la
saresstmo
chiaramente
di
si
quale
in altre
de' Classici
finora
pubblicarle.
fuori
nella
e
lettera, come
capir
di
conto
per
fa
d'alcune
che
metteva
è
che
ho
all'Epistolario
nell'edizione
si trova
come
che
e
cinque precedenti,
alle
supplemento
(Milano, 1839),
Italiani
qui pubblico
che
là, aggiunte
e
qua
formano
non
lettere
trentanove
Le
un
sta.)
Fru-
confrontata
262
AVVERTENZA
poiché,
;
esempio
in
possa
Osservazioni
di
la
lettere,
queste
prima
consimili
giunta,
o
certamente
svogliati.
Roma,
giugno
pur
credersi
1884.
chi
un
grande
fare
gno
inge-
altre
appai*isce
maggior
a
pica
zop-
poeta.
sopra
non
della
rano
infio-
con
provano
avendo
importanza
anche
la
che
un
potrei
invece
mentre
apparirà
esse
cui
ci
facile
sia
quanto
ziosa,
pre-
che
altro,
grammatica,
comune,
diventa
dopo,
spropositi
dirne
non
illustre,
non
a
gli
per
ancora
di
anni
ventidue
preziosissimi
e
un
di
questa
con
lettori
parte
tenti
disat-
LETTERE
DEL BAEETTI MENTE
0 SFABSE
I.
Al
Camillo
conte
Zampieri,
6
Milano,
E
di
il ciel, che
Che
capiscon
fatto
a
mandare
a
I s'io
azzo
fossi
cui
^
sarete
Dalle
Lettere
di
vari
(Reggio, Torreggiani,
dal
con
confronto
la
con
neiredìz.
che
fu
scritta
data
mutila:
41.
Class.
patto
del
Milano,
lettera
Ital.
allo
stessa
6
sec.
dicembre
stesso
(voi. IV,
pag.
pevein
mese,
quel
Gonfalo-
XVIll
73-76),
I, pag.
vostra
esser
questo
in
oh
d'accordo
stessa
ana
amico,
cerimonie:
anderessimo
Italiani
voi.
vostro
le
ìmbrigato
1841-43;
pigliato pel
e
esser
passi presto
illustri
un*altra
de*
nel
e'
anco
per
capita^
ogni
che
proprio
che
Dio,
conviene.
voglio
a
1741.
dabbene,
malanno
vorre'
donna,
dite,
stampata
al
tratto
saressimo
e
voglia
rada:
ch'io
legittima moglie),
incanto,
per
si
che
proprio
mo
dicembre
persone
a
mo*
nel
credere
un
(m'intendo
parlo
Tavete
il panno,
verso
e
Sa
^
Imola.
a
e
dove
però
i74,.,.
Zampieri,
3-6),
XIX
è
Ma
blicata
pub-
è chiaro
264
LETTERE
che
nierato,
v' è
il
avere
possa
fattura
che
in
dite,
è
magre
e
di
Padova,
una
mi
no:
fra
i
molti
ridere
che
per
e'
potesse,
del
autore
dottor
hanno
questo
tal
e
Padova;
avventura
Seri
ci
miei
avrò
e
berniesco,
suppongono,
il
dire, e
mese,
di
per
che
poesia
empiere
abbiam
qualcosa
deve
andar
due;
ma
la
e
torchio
vorre'
quando
non
il
pur
non
suppongono,
voluto
ma
primo
però,
si
mo
narvi
accen-
saper
che
passa
possibile
presto, presto,
tomo
vedervi
sappia
non
per
sarebbe
Presto,
che
ha
Ho
mio,
glio,
ta-
i loro
con
greco,
; intanto
carta
vostro?
il
sotto
berniesca.
son
questo
di
sa
uno
Zampieri
detto,
del
raccolta,
negli altri
quando
Zam-
che
non
Seri
tovati
men-
del
su
che
que'
come
di
dilaniarla,
riporsi
greca,
non
i
:
Riviera,
a
come
che
a' sassi
per
del
certo
un
poveraccio
qualch'altro
lingua
faccenda,
aver
suddetta
che
anche
questa
che
lor
pedante
componimenti
posta andare
stil
cioè
ergo
di
e
mordere,
è
quel
raccolta
Grazioli,
contro
residente,
pietà
in
sopra
gracchiare,
con
mia
la
collo
bel
move
con
fare
tutto,
del
lor
a
Treviso,
entro
per
amicissimi,
e' ponno
Filateti,
omai
la
Vettori,
pieri, del
tutti
che
attendono
quando
Bufolo
fare
a
niera
ma-
vera
pur
prefato
hanno
ma
della
suscitato
è il celebre
di
no,
Bufolo
Mastino
il
e
la
vorrebbe
oh
noi
certo
un
Gatto, m'ha
mi
Bressani
quel padre Cova,
v' ha
delle
grazia
sapere
chissimi
po-
gente;
ma
in
quel
da
spiegato liberamente
il
che
Filalete,
per
io
per
noi
di
poetando,
Mastino,
Gregorio
dissi, in
ma
credono
essermi
la
ridere
quel
dir
dire
con
s^, rideranno,
perdoni
che
far
maledetto
se
si
composizione
sua
un
ghiandaie,
le
di
che
credano,
giarde, far
gentil
vostra
comporre,
molti
ond'io
mese,
ragione
avete
smania:
e
qualche
questo
benché
inteso,
e
domine
rima:
di
stucchevoli
e
vedere
purtroppo,
:
fatica
tanta
passi presto questo
di
proposito
allocchi
gli
e'
piacere
berniesca
di
cagione
voglia Dio, dissi, che
BAtlETTt
DEL
in
possa,
della
mia
quello, oltre
e' converrà
266
DEL
LETTERE
Padre.
Signor
cosi
stato
io
che
la
incivile
alla
ho
quale,
io
vi
oltre
molt'altre
a
il
tutto,
si
ora,
di
trovarmi
un
versazione
lo
di
cui
mio
della
se
di
Baretti
fosso
egli è,
mi
voi,
io
dormire,
e
dirò
ancora
credersi)
lascerei
che
si
le
siate
all'ultimo
pensiero
che
mi
mille,
con
sicuro
mio
cosa
alcuno
voleste
mi
de'
onorare,
e
più alta
scolpi il
Tanzi,
ch'io
ne
di
Vostra,
Donna,
in
perdìo
si
e
di
parola
dirittura
ad-
che,
di
per
bere,
di
impossibile
a
all'amore.
Vi
Padre,
zio
ringravi
e
della
cuore,
adoperarvi
in
cadesse
grazio
rinpena
mio
memoria
mi
meva
te-
sommissima,
mangiare,
se
io
contestarvi
conserverò
vere
doera
scrivervi,
chiarissimo
deste
che
chirie,
che
nella
nostra
il
con-
Quadrio,
vi
di
tutto
con
e
cui
padre
collo
fare
di
e
vi
cortesemente
e
o
perfino
vostri,
parliamo
(cosa pressoché
ornatissimo
adunque,
di
scenza
cono-
de'
voi, conciossiacosa
con
paese
che
gratitudine
lascerei
a
un
Paternità
mancato
e
aver
iscrivere
per
rincre*
di
riflesso, come
avrei
non
protesto
per
tale
per
la
il
mo
alla
ma,
riconoscenza
la
ch'io
dice
detto
fatta
religioso
che
quella,
l'ho
in
impressa
soverchio
di
credo
in
il mio
quanto
scrivere
Io
avendo
l'imagine,
suggerire;
non
dimora
cara,
mi
d'incomodarvi
che
far
d'oro,
e
mai
mia
preciso
farmelo
oggi
stimatissimo
venerazione;
obbligo
senza
m'è
sempre
mente
la
e
in
questo,
caro
conserverò
parte
in
del
più
a
velluto
più
tanto
Tanzi,
giungere
non
se
o,
padre Franchetti,
di
al
ancora
passato.
è
astretto
proprio
uomo
per
tal
un
con
lettera
potesse
minore
come
obbligazione
risposto subito,
non
sia
calcolo, quantunque
gli dico,
che
d'ignoranti
pieno
nel
dabbene
cose,
dico
scimento
nella
giunta l'ordinario
sarà
della
motto
m'inganno
non
poi rinego ch'io
e
Vostra
quell'ordinario
e
nego
far
non
quell'uomo
a
per
costà,
a
no,
Signoria
se
abbia
che
signor
no,
BARETTI
vore;
fasino
mai
nel
figurassi potesse grata riuscirvi,
pregevolissimi
giuro che
comandamenti
andere'
tutto
stri
vo-
in
brodo
INEDITE
lo
per
mai
di
contento
3ff7
SPARSE
O
ch'io
poterti servire,
voglio
esser
sempre
Della
S.
eh."®
V.,
omatiss.®
ed
Padre,
servidore
Umiliss.^
sinceriss.^
e
Ba
Giuseppe
amico
retti.
III.
Can.
Al
Irico,
Prevosto
Di
io
Canonico,
Farollo
dilungo.
ma
se
vi
piace
fate
mi
*
sonetto,
esso
giornale
D.
Beltrami,
torinese
che
IRICO
CANONICO
e
verso,
di
cui
per
vi pose
in
anche
6
Canonico
BABETTI.
mio
Giacché
e
dirvelo
in
a
Perciò
danari
vi
se
Per
Dio
Vado,
sto
non
mi
che
in
male,
questo
porgo
Che
prosa
voglio dire
lo
ve
benedetto.
caro
fa
immediate
rompo
almeno
vale,
poco
sonetto,
un
male.
male,
memoriale,
un
buon
un
braccio,
avrò
tavola
e
e
effetto,
a
lo
letto.
del
questo
TRINO
DI
cui
sperate
(num.
nota
avuto
temi
Manda-
qualche
Bàretti
//
PRET.
GIUSEPPE
Che
l'ho
STIMATISS.""*
ALLO
Io
vostra,
a
mincia,
rinco-
inedito:
pure
816.'
; io
meglio.
sto
ora
della
nel
prof.
l' influsso
Qui
po' quella faccenda
un
flne
scrivervi
posso
i vecchi
ma
1743.
gennaio
vostro, m'intendo
del
là in
motto
dal
che
scifratemi
Pubblicata
1879),
volta.
quindici di,
cosa
non
e
muoiono
ne
per
qualche
e
un'altra
non
maledetto
malato,
sono
26
Cuneo,
^
Trino.
di
spedale
268
DEL
LETTERE
di
morto
di
mal
testa,
io
vo'
meno
e
in
tornare
po'
un
e
cui
di
nulla
ancora
gente.
che
Galonaco,
Addio,
il
della
i modi
e
complessione,
stracco
sono
Taria
paese,
mia
io
che
Dio,
questo
colla
confà
i costumi
tosse,
in
stare
si
affatto
Yolesselo
ci rivedremo.
che tosto
BARETTI
di
febbre
la
letto, che
vi
mi
obbliga.
Addio.
Il
Baretti.
vostro
IV.
Al
Camillo
conte
Zampieri,
1743
[Cuneo,
io
Essendo
mi
non
'
credo
uomo
più
in
Torino,
come
n'abbia
avuta
la
sirocchia
monna
in
dunque
sono
de' cavalieri
ricevuto
non
vostra
pianeta
avrete
scrissi, e
io
ritrovo
M.
S.
per
Fatemi
Di
E
dunque,
Prima
che
fatto
ch^ei
Ditegli
E
che
succeda
mi
m'avrà
tal
io riverisce
^
voi.
e
Ed
aspetto
in
i
I, pag.
71-73.
Senza
(Cfr. Custodi,
agli
Scritti
di
a
d'ecoe
disgrazia.
core;
a
senza
Lettere
di
Memorie
qualità
:
grazia
ma
pie,
a
cavallo,
fallo.
vari
scritta
della
lui; Milano,
servidore
Voi
carrozza,
data,
amata
fortificazioni,
buon
di
quattrini
di
cit. raccolta
Dalla
il 44.
protesto
voi
ringrazia,
lo
Ed
Mi
quella
a
favore.
questo
il Baretti
che
la
vi
colà
quel Signore,
da
soddisfar
farmi
in
nuove
voi,
caro
da
tanto
qui
queste
forse
mercè
risposta,
impiegato
sopra
da
ranti,
er-
lettera, comechè
mia
la
Poltroneria
Cuneo,
44.]
o
il
sotto
nato
^
Imola.
a
vita
1822;
illustri
di certo
di
voi.
O,
Italiani;
tra
il 1743
Baretti^
I, pag.
messe
pre-
5S-59.)
INEDITE
che
impiego
questo
più
essi,
con
^
Fedra
una
che
alla
se
urto,
un
dall'
lasciasse
vi
gratissima
altro
qualunque
in
bufoli
il
sembianza
dalle
culo
Se
piacciavi,
di
usare
con
alle
ed
se
perdio,
non
*Y.
un
che
di
paese
sanno
non
raccomandarmi
mi
que'
di
che
quello
dicano
vel
nella
detto
Cuneo
a
fare
la
la
mia
stiate
io
a
dire
bell'umore,
232,
mi
impiego
ho
non
cupa
oc-
l'ozio
tutto
posso,
sto
e
la
quale
composizioni;
in
sulla
bica
berniesche,
voglio
il vostro
l'andò,
che
vi
ma
vero,
davdi
l'incomodo
datevi
ma
costretto
Raccolta,
monti
vostre
Raccolta
pag.
vedermi
nota
ch'io
delle
addietro,
in
squisitissime
alcune
un
pistole alleviarmi
più
a
più dire,
con
air
settimana,
fate
mi
con
dabbene,
il mio
amene
pure
mia
superba,
nel
provo,
lettere
di
vostre
Siccome
emendo
occorre
a
che
giorni
volete
non
è
signor Camillo
asini.
ingrossando
trascrivermi
avete
non
questi
attendere
non
e
mia
noia
quella
due
azze,
domanda
piacevoli
appena
va
da
in
io
forza
loro
fosse
il mìo
caro
settacciando
sì
la
dell'erudite
parte
di
lettere
paroluzze,
due
distinguere
m'è
onde
meno
al-
tanto
onde,
bocca,
cuna
che
mi
desidererei
vano
umana,
nelle
agli amici, che
in
sondo
tratto
un
più al presente
anzi
tempo;
brache,
deste
scrivere
me
anno.
novella, dirovvi
momento,
un
riuscirebbe,
mi
cosa
à
qualche
sirocchia
per
cagione
per
da
questa
cara
cordo
d'ac-
troppo
poco,
già
casa
de' lati
l'allontanaste
ve
e
in
vostra
in
tutto
ho
un
prefata
che
in
mi
andare
potuto
il
dirvi
a
che
lasciando
Ora
mai
siacosaché
concios-
miei,
dai
indipendente
abbia
non
di
ed
lontano
sono
è
riesce, quanto
mi
più grato
tanto
mi
dell* interesse
riguardo
per
vantaggioso,
molto
260
SPARSE
O
la
perchè,
nome,
stette,
seccherà
con
che
lo
270
LETTERE
ìeit^rey e\ì^
sue
fare
mio
a
toltooe
mi
e
obbligato
sarete
poi
die
ostinato
un
BARBTTI
malgrado
vostro
wodo,
con
DEL
voleste
spensare
di-
poi
dispiaeevjolissimo
me
per
far
sili^nzio.
Io
poi
piacciavi dire
coi
la
di
giunte
m^n
Io
detto
è
voi,
s'è'
P.
sigAor
Se
qui
v'è
mi
diriggete
in
Addio,
soverchio
alcun
se
evitare
per
state
mi
luogo,
a
lui
a
non
ben
mente
cara-
ed
ed
voi
a
mi,
andate-
le
diriggermi
scrivete
sapete.
poi
Non
—
spesa
tere
letme
non
faccio
il
quasi
inutile
maggiore
una
dico
scrivetegli.
n!abbia
ve
[volte?]
all'altro
sano
sconcio
non
per
più
e
scrivete, piacciavi
quantunque
per
all'uno
e
a
prego
quello che
gentile, ed
Iacopo
dirittura;
a
ha
parole. Salutatemel
sempre.
non
S.
lui,
per
lo
ne
mai^rmelo
e
mandarmelo
le stesse
raccomandatemi
e
ch'io
nome
trascrivere,
di
Campi,
signor Auditor
gli scrivo, perchè
anche
quel
mio
farmelo
non
dire
che
posso
le
in
posta, giacch'egli
promesso.
codesto
q.uel benedetto
mai
comparir
da
promessomi
Cujus
a
veduto
ho
non
e
praccoperta,
so-
bisogno,
voi
per
e
me.
V.
^
Allo
stesso.
[Venezia,
Vi
Baretti,
che
lettera?
Diascane,
^
ma
voi
ricordereste
Dalla
scritta
ha
già
che
precitata
Jdfff^orie cit,, pag.
molti
non
raccolta
evidentemente
59.)
avventura
per
tra
; voi.
vi
scriveva
S. tanta
V.
avesse
I, pag.
il 1745
d'un
ancora
secoli
e
il
68-70.
47.
1745-47.]
certo
alcuna
memoria!
Senza
data,
(Gir. Custodi,
INEDITE
credo.
lo
non
la
portato
la
non
tosto,
a
sa
? forse
prima
cavaliere
un
trovi
vedi; purché
lo
mio, egli
signor Conte
il
avuto
Quella
diavolessa
e
in
anni;
d'umore
in
succhio,
altri
foste
di
ancora
saldo, ch'io
che
vedrete
fosse
mi
di
faccio
grata
conseguentemente
fa
novelle,
sonetto
mesi,
Rime
^Le
che
da
che
egli ? Caro
ne
ve
me
fatto
vedrete
burlesche
Tragedie
;
che
venerando,
che
mi
saprò
a
del
ve
il mio
buon
grado.
Gorneille,
liani ^Venezia, 1747-48).
e
da
star
mi
mento
sgo-
in
una
^
ma
Se
senza
giovevole,
obbligo.
E
e
l'Auditore
quel-
Ci^jusse
tissimo,
san-
signor Conte, datemene
vi
lui
Vi
trascrivo
un
so
delle
tomo
dire
tradotte
un
molti
passeranno
non
stampato
satiriche,
da
libro.
un
del Gran
cantò
voi
Se
manifesto, da
cosa
avrei
ne
alcuni
manco
o
associato,
fareste
questi di, e
anche
e
e
di
non
un
qualche
sconcio,
vostro
più
qui stampare
un
perchè
uomo
e
di
tempo
matto.
son
reste
sa-
Dico
un
piacer
mando
vi
impaccio,
quelle
riviera,
che
so
ancora,
con
lettere
Inchiuso
io
più
io
da
non
per
non
destra,
man
mettevano
un
e
la
mettono
umore,
possibile di farmi
soverchio
ci
danno
bosco
vedete.
mi
bene,
Eb-
nostra!
qualcuna?
leggendo
ventina
una
settimana,
cui
da
che
mi
questo
son
per
lettere
le
che
amici,
ci dà
schiccherarne
tuttavia
vo
punto
lion
talora
che
e
le
ancora
di
dolci
vostre
quelle
costei
che
lettera
una
ora
zelle
don-
che
tempo
ci afferrò
punto
di
gli orecchi.
su
tanto
leggerci
lo vedi,
l'onore
fin
è pur
guerra
scrivere
oggi
voi
di
gusto
della
lasciocci
non
n'ha
e
tosto
sapete hene,
ora
difender
da
vituperate, gli basta,
abbiamo
errante,
che
il lemho
dia
noi
voi
se
ha
sa
dico
non
l'anno
che
chi
; e
?
fatto
Vinegia
in
Vostra
Imola
a
imperciocché
;
è
Baretti
questo
Cuneo
Signoria
sino
Silvestro
da
e
anche
tosto
chi
ma
santo
non
della
memoria
porti
Yinegia,
a
ha
Baretti
quel
sappiate che
Cuneo
da
salto
un
Ora
2tl
SPAHSB
O
che
in
ci
versi
mie
sarà
ita"*
272
LETTERE
qualche
di
cosa
mi
grazia
buono.
La
sia
tu
Dell'Indie, e
lo tuo
puzza
l tuoi
ha
po'
del
versi fan
venir
'1
Nominativo
Con
Paraguai,
assai,
lioni,
ad
lionfante»
un
a
cammello,
un
Morgante,
pur
in
battaglio
sul
cervello.
bestionus, bestioni.
altrove
la
hai!
pantano
al
i
i tuo'
Or
Portali
brano
a
Madagascarano.
il flusso
ti desse
brano
quanto
e
un
febbre
la
a
dell'indiano
ridere
risuscitasse
E
'n
nato
stile
Moverebbon
Cosi
stra
vo-
sai?
far
l'ossa,
e
addottorato
un
Farien
versi
tu
i nervi
ere' che
E
nella
e
^
Pistoia,
graffio ti graffi
un
carne,
Che
sonetto,
se' toscano?
tu
versi?
che
Deh,
r
tu?
sa' far
da
Poeta
un
letterato?
Tu
al
Vengo
raccomando.
Ad
Tu
BARETTl
DEL
tu'
tosto,
pria
Vo'
tor
in
va'
e
malora
poesia traditora;
La
Che
svarioni
d' udir
un' altra
di
patto
qual
terzina
tua
V
legger
m'accora,
tanto
Agrippina,
*
VL
Allo
stesso.^
6
Venezia,
fate
Voi
amarmi,
^
^
I
llll.
Con
molte
tra
^Dramma
le
?
II».-
fate
???
????
varianti, questo
sue
Piacevoli
sciagurato
tal
I—
?
?
fu
?
?
?
'?
poi
Dalla
precitata raccolta;
voi.
un
I
III
dall'autore
ga^W^-^M^^
blicato
pub-
(Torino, 1750).
Riviera.
(Nota
reggiano,)
3
ad
ad
e
me,
piacere
un
sonetto
Poesie
d'un
di
ricordarvi
a
dite, perchè
come
?
bene
proprio
1747,
maggio
I, pag,
76-80.
deWEdiioì'e
274
LETTERE
rando
che
Auditore,
Vi
^
di Savoia
del
lodi
delle
Mi
Cornelio,
farete
io
contraccambio,
io
quando
verso,
fare.
grata, mandandomi
vorre'
ch'io
capitoli vostri,
un
averne
qua'
tre
ed
sacco,
in
alcuno
trascriverò
vi
potrò,
bene,
un
ne
me
Duca
ben
neppur
che
quasi
so
al mio
scardassatemela
oltremodo
cosa
fatta
ho
lodarmene
di
non
che
voi
e
l'incomodo
darvi
che
di
gentilezza
tanta
con
dedicatoria
la
acchiudo
senza
favori
mi
versi.
suoi
que'
BARETTI
DEL
de' miei.
Voi
io
volete
poi
allo
attenda
altro
bel
sera
qualche
con
sto
tavolino
a
anima
quale
che
far
è
che
e
le
sia
eccovi
in
di
tutta
in
in
conviene
mi
ciò,
genio, perchè
parole
genio,
ne
dotto,
trac'è
non
il
la
quantunque
anni
me
il
testo
l'occupazion
dico,
ammazzi;
tre
sono
qui
correggermi
di
poche
mio
perchè
stampe,
caso
io
giorno
mia,
fatica,
che
di
è
io
che
ormai,
do
della
ora
correggendo
ora
se
o
mi
non
alcuna
il
tutto
tempo,,
io
che
passare
traducendo,
che
ed
franzese,
la
poeta,
ora
nata
di
che
non
correggendo
ora
mio
se
bel
dia
mi
sappiate
Ora
studio.
tempo
io
se
sapere
sono
}
N
diventato
un
mi
mori
di
il
matrigna,^
via
in
io
mi
mio
a
*
Vittorio
in
^
per
molto
sperare
di
sedere
Sovrano
come
V.
^
Carlo
addietro,
Emanuele
pag.
mila
da
avere
che
232.
III,
una
che,
e
fu
perchè
diede
zecchihi,
ad
pensione,
poi il
sizioni
dispo-
una
onde
fida
per-
ci
inchinarmi
che
mi
di
questo
mi
al
fu fatta
piacerà finalmente
terzo
portò
quando
comodamente,
astretto
se
scritto,
tali
ministressa,
vivere
prima
poco
d'avervi
figliuoli,che
e
terra, ed
Sardegna.
«
suoi
venti
aver
pare
morire
contessa
tempo,
Amedeo,
di
quattro
ora
di
stucco;
mi
prima
e
di
forse
contanti
pensava
trovai
Cuneo,
padre,
favore
a
mezzo
uomo
dell'assedio
di
nome
a
re
INEDITE
Dio,
adesso
avrò
positiva
una
il
dà
vita,
Italia,
guasto
ne
divenni
ne
son
amata
un
colpo
ogni
alcuna
cosa
Dio
la
me
dunque
la
me
torre
del
cosa
era
da
l'idea,
prendete
farvela
può
tolse, e
perfetta' aggiungetevi
degli amici,
anzi
dotta
gente
un
dabbene
e
un
;
in
bestia
parla
diversi
canta
canzoni
italiane,
francese,
che
va
piacevole
che
e
e
quel
cordiale,
una
idea
e
ed
Baretti
amato
Torino,
e
amatori
e
se
idee,
Venezia,
finita
la
virtù,
stampa
eccovi
ed
di
; di
senza
lettere,
dei
può
sincero
stato, dagli
il mio
queste
mie
quei
con
in
tutte
un'idea
in
tristi
tanto
e
unite, dico,
Mantova,
sassi,
plimenti
com-
poche
grandi,
avrete
in
dov'è
dappertutto
della
allora
e
che
cento
l'ac-
i
ridere
quanto
sono;
non
che
con
quelli, quanto
largo
poco
uomo
disprezzatore
con
e
per
musica
sieno
severo
e
la
amare
per
donne,
uomini
quantunque
ignoranti
in
le
con
gli
miracoloso
un
farebbe
cinguetta;
generoso,
queste
in
volta
con
che
satirico
e
tristi
alcuna
cerimonie
degli ignoranti,
che
ariette
e
per
piacevolmente,
assai
pieghevolissimo
sa
mordace
d'Italia
cose
e
me,
amator
spada;
anno,
un
collerico, che
alla
né
studio,
queste
di
aver
che
né
da
apposta
uomo
mano
dialetti
e
e
ma
mette
e
fatto
uomo
si
lui
un
da
è stato
questo
dopo
:
non
fanciulla
core,
volete
che
che
amici,
cari
che
tanto
l'anima,
di
brigata
né
ha
questo,
a
meno
oh
veramente
nostra
Il riferito
provai,
mondo:
gli
padre, mi
mio
d'una
morte
al
passò
clima,
della
poco
e
della
cosa
io
è
Dio
aggiungete
che
gravemente,
mi
che
ed
dolore,
disperato,
sopra
di
variar
che
malato
di
diceva,
temperamento,
duca
se
e
l'onore
sarà
vi
diabolico
morto
me
né
il
mezzo
mai,
nato
protettore de' letterati.
com'io
dunque,
estremo
uno
che
spero
grandissimo
sconcio,
sia
a
ottenere
sapete, quel
noi
se
che
dedica
questa
disperato per
mezzo
che
principe,
perdio
e
s'è
quale
promessa;
più garbato
di
l'occasione
con
il
quel Buchino,
275
SPARSE
O
di
quel
Milano,
amatori
panegirico
in
degli
fatto;
tragedie risolver"^
276
andare
di
un
tratto
ho
voglia
come
costà,
io
mi
e
altra
tempo
in
alla
tale
mi
quale
e
di
Signoria
Vostra
feci
d'allegro,
Ma
mesi.
due
mi
al
è
poli
Na-
e
per
dipinto, quando
sono
qui allora, come
di
dedicatoria,
Roma
sicuramente
fare, passerò
volta, diventando,
meno
la
di
d'umore
cangi
non
Firenze,
Bologna,
a
vedrete
BARETTI
DEL
LETTERE
in
poco
tutto
conico
malin-
bisogna
vervi
trascri-
fine, onde
e
la
carta
e
al
signor Auditore.
addio
VII.
A
Lami,
Giovanni
Di
S.
V.
che
credere
^Questa
nel
cit.
dal
cav.
le
note
è
faceva
passato
egli
da
dei
uno
tutt'e
furono
11
9, 10,
le
di
di
illustrava,
del
di
teggio
car-
Firenze,
riprodurle qui
e
1881)
ricchissimo
Riccardiana
nella
vide
pubblicate
12
e
dal
trasse
questa avvertenza,
con
e
tutte
con
airepistolario del
aggiungere
più importanti
di
indipendenza
dei
e
più
1750,
nel
scritte
cinque
erudito
Lami,
certa
Bartoli
pericoli. Costui
(num.
permesso
le
al
onore
correr
che
750.
marzo
da
precedere:
lettere
; e
questo
conservato
cui
li 18
Torino,
quattro seguenti,
Gargiolli,
gentilmente
con
già
le
e
II Bareni
Lami
«Cinque
che
fatto
Carlo
ha
le
m'abbia
giornale
mi
cui
faccia
lettera,
del
che
non
Illma
Firenze.^
a
toscano,
che
spirito e
Tarditezza
ebbe
e
vivaci
Baretti,
del
secolo
indirizzate
col
comune
a
Baretti
viva
sempre
vanni
Gio-
nelle
polemiche.
«
lettere
Queste
dall'Autore,
la
Quiriniano^
dal
seppe
di
lui
di
una
barone
bassorilievo
e
Pietro
«Il
in
fu
ci
Custodi
nelle
Cardinale
avorio, che
aveva
in Torino
avute
controversia
pel
Dittico
cagioni principalidella
cominciare
nel
controversia
prime lotte
alla
delle
una
l'Inghilterra
tale
alle
specialmente
quale
per
Baretti:
si riferiscono
è
riassunta
Memorie
Quirini
servito
in
della
possessore
di
51.
del
sione
L'occa-
brevi
di
coperta
parole
di
vita
Gtw-
antico
un
ad
tenza
par-
un
libro,
INEDITE
Gicalamento
il mìo
feci
alle
lingua
erudita
in
e
diversi
dottor
da
prima
ìn-4")
cinque
lettere
sue
ancora
doveva
essere
del
Bartoli,
ed
ad
esortando
attendere
delle
fare
quali
divulgò
al
al
lo
quindi
e
utili
gli
per
il Baretti
Dottor
che
nel
di
le
Cinque
si avverta
lingua
del
il
che
greca,
Custodi
è
ebbe
fossero
lettere
il
quale
poi
quisquilie delPantichità,
la
*
Primo
guerra
a
Cicalamento
tutti
fu
i monumenti
di
Giuseppe
ed
In
il
nelle
della
fuor
zione
imputa-
credergli,
lo
Baretti
e
se
del
di
solo
pure
era
alle
parole
anche
in
volle
cedere
ec-
per
chi
ridicolo
pezzi
di
ghiribizzo
Ma
critica ;
paci
cam-
sofferta
posteriori,
in
studi
la noia
lettere
che
zelo
lettera
una
fatto
spignorava.»
e
vale;
ri-
da
questa
il
facile
per
suo
non
il
e
conferita
come
di
arti^
credette
chi
tnai
belle
mettere
certo
elo^
vera
e
stata
destato
altrettanti
come
fu
soltanto
e
è
di
sempre
nel
Vi
aveva
avea
termini
i torti
venerate
non
lui
tore,
imperadi studiare
procedesse
aggiungere
i veri
oltre
da
studio
quelle scienze
discolpa
ed
professore
come
tutti
gli
inutile
avversione
cattedra^
detta
necessario
troppo
non
che
Cicalamento,
la
polemica,
questa
si
razione
esage-
lo
risentimento.
privato
il Baretti
alla
loro
contrappor
da
la
cattedra
invettiva
sua
confessando
condurlo
alla
in
preso
ma
Malacarne
leggere
che
la
studi,
dMnvidia,
di
avesse
e
robusta
paese.
che
la ciur-
particolar vantaggio,
proprio
aspirasse
senza
promessa
in ridicolo
alla
tomo
grosso
un
volonterosi
a
loro
spiegazione
di Costantino
tempi
nunziò
an-
Cicalamento,
come
lingue^
per
Torino,
pedanteria
filosofia
; insomma
fiorire il
onde
ai
delle
bisogno
più
Bartoli,
la
piemontesi
giovani
t
hanno
che
Primo
un
di
posto
vei^a
tale
altri, pose
anteriori
diritta
sempre
in
generale
alVacquisto
alla
quenza,
riunite
il
questi
Tagliazucchi
di
promise
ne
disegno,
Fra
del
una
con
se
dairumile
la
antiquari, riprovando
antichità
delle
e
alcuni
in
e
il
Università
1749
Baretti
pubblicò
1745
concernenti
da
seguito
degli
erudito
Il
neir
nel
non
successore
trovato
avof
ne
glielo
e
ispiegarlo.
nel
a
lettere
pubblicò
mantenerla.
meria
Padova
belle
di
Dittico, indi
del
in
di
cattedra
ad
medesimo
giarda,
Dittico,
accinsero
si
Io
credeva
chiamasi
studio
di
La
Bartoli, passato
Giuseppe
nella
mani.
antiquari
aiutante
^
manoscritto.
andare
e
277
SPARSE
O
cielo
pio
esem-
deva
pretentutte
giusto, quando
le
chiarò
di-
anticostantiniani.»
Baretti
sopra
le
cinque
278
LETTERE
turbò
gran
fatto, supponendo
ch'io
Quando
poi seppe
Torino,
si
a
Fu
La
BARETTI
poiché gliel facevo
stampare,
sicuro.
DEL
di
ragioni. Fui
con
colle
del
che
non
copie
ve
e
400
qui
Pensa
rise.
io,
farei
con
poi
di
dove
mi
Lana
il
per
lui
mi
si
che
Illma
si
disinganni
trista
da
pettinare
io
del
La
titolo:
ne
chiama
Bartoli
scrisse
P.
scherzando
lor
era
A.
il
nato
di
a
Padova
o
anche
colo,
peri-
crederà;
dove
né
le
mi
tema
al
basta.
per
lingua
me.
; sono
essi
libro
dal
ghe
lun-
braccia
ciò
e
che
non
avrà
QuiRmiANo.
39.
nel
(Padova,
Paravia
Cigno,
p.
lo
va
Scri-
male
Dittico
del
in-8°
si
protettori, ed
intomo
Bartoli
zitto,
pariglia,
non
si
tacque;
corsi
mala
io. Son
son
de'
e
per
come
ha
dunque,
nero
ven-
peggio,
e
la
ria.
sto-
penna.
gli
libello,e
scritto
spiegazione
vera
Oeni^aio 1750,
Giuseppe
e
Giuseppe
signor
male
renderà
ho
non
colla
impunemente
dir
la
cantasse,
ch'io
protettori. Chi
suoi
sa
(Lugano),
che
di
flagello de' pedanti
lettere
parla
minacciò
Stava
no.
non
pie
co-
200
S' e'
che
che
mi
si
Signor
Fiorentini
dica,
si
né
da'
né
oggi
S.
a'
voglio
pare;
Bartoli,
V.
credere
glia
pi-
mi
cinquanta
seppe;
più
minacce
seppe
a
diavolo.
forse
non
me
!
le mani
noi
le
Milano.
sino
e
si
del
chi
Si
in
cantava
zolfa
Torino
che
io,
son
Cigno
faccia
in
sei,
a
cusato
ac-
forza,
con
Chi
a
pregò.
ancora
Fui
pubblicai 200
dono
sparsero;
io la
tacere
ma
e
il
cantava
pure,
tre,
a
Si
se
mi
pliche.
sup-
chiamato,
collera,
non
feci
ne
e
n'erano
due,
a
Fui
buone, poiché
Cosi
suo.
niva
ve-
diede
pace.
m'esacerbavano.
invano
settimana.
ogni
fa
che
il mondo.
di
con
stava
e
conosca
amica
le
anzi
mi
è
risposi
con
Cicalamento,
invano,
ed
e
preso
dolci
lo
che
libell^infamatòri.
m'impaurivano,
non
e
di
andai,
e
stampato,
era
teme
gare,
scrittore
interrogato;
chi
da
vuol
non
che
di Torino
e
turbò, pianse, fece ricorsi,
aiutato
Corte
leggere,
fatto
Tavrei
non
1717.
1818).
Cfr.
la
Il Baretti
il Padovanello,
Vita
lo
ine;dite
il mio.
sono
venire
possa
il
desiderava.
com'io
^
Porporato,
Torino.
in
danari
non
vo*
dire
La
la
posso
avere,
al
lodò,
degli Etruschi
in
meco
S'è'
;
mi
fé'
ma
non
fogli, e
Sono
poi,
al
cuore
il
di
modo
^
l'aveva
fiato.
sidera
saporito amico, de-
mio
Giornale.'^
suo
lui.
per
Eppure
fece
ne
non
e
sciano
Il Bre-
impegnarsi
supplì
guail
Belgran,
prescriva
di
*
e
passò quella
ed
Mazzucchelli
pugno,
Le
latano,
ciar-
lettera
mi
scrivere,
aver
medesimo,
mia
obiezioni,
ardi
di
Vahhé
associarsi
delle
Per
proposito.
il
nella
non
ma
potuto
A
mandato
ho
Il Conte
Riflettette
Monsieur
ho
volo
dia-
casa.
L'appiccai all'Aghenbuchio.
rispondeva
promesso.
in
non
apertamente
carteggio.
mi
uscita,
sterco
come
Porporato
il Bartoli.
mi
è
al
impazzire
far
di
Cicalamento.
primo
Chiamai,
lo
non
dar
più
lettera
nona
nasconde
del
Cìcalamento
Farebbe
preme
gatto
che
gli scrissi.
mi
Il
Effetto
l'ottava.
i
che
il Padovanello.
che
il secondo
che
Spìacemi
279
sparse
o
si
Se
mandi
può,
soddisfarli.
Non
volgo.
suo
Il
Baretti.
VIII.
Allo
stesso.
Di
Ella
faccia
delle
*
nel
*Gio.
1765,
^L"e
1680,
M.
nel
di
primo
ra.
a
49
per
Brescia, dove
n.
stampato
n.
lietterarie^
un
a
la
aprile 750.
Maria
a
era
Zurigo
libro
Brescia
de
nel
due
posta
sino
quest'anno
Angiolo
Hagenbuch,
Mazzucchelli,
Novelle
cosi. Mandi
è il Cardinale
Gasparo
aveva
G.
dal
Novelle
Il porporato
Venezia
3
dunque
li 7
Torino,
ad
Querini,
Vescovo,
nel
1700,
diptyco
1707,
nel
pie
co-
ora,
n.
in
1759.
nel
m.
brixiano,
m.
nel
1765.
280
divise
in
AlVIUmo
A
far
Generale
per
la
sig.
delle
dedotta
TAb."
fogli
l'uso ;
e
di trentaquattro
Mi
associati.
Ella
come
pratica
il
più
amico
stretto
con
anzi
me,
beuta
che
s'io
come
l'avessi
facendo
lui
colle
durandinesche,
S.
V.
Oggi
mio
tutti
V Italia
*
è
sul
Forse
il
Felice
quel
di
le
nozze
in
quella
dromo
detta
Cigno;
vien
mi
fatto
del
Durando,
Nicolò
Vittorio
Pietro
io
e
lacero
e
che
di
po'
a
teggiar
cor-
che
l'ha
se
va
io
tamente
segre-
lo canzono,
e
petrarcherie
anche
avrà
che
sia
nella
del
che
Durando,
duca
Amedeo,
in
a
Padre
parla qui
cui
Bergantini,
le
è
Aglio
è
un
mi
rido,
aver
lo lecca
e
superbetto
e
^
regola
sua
frega
andarono
che
il Fetonte
io
senno;
detto
Dizionario
occasione
volendo
egli venga
lui; cosa
il
Cicalameuto,
di
Durando,
cato
sec-
mediocremente.
che
più
que' nomi,
stessa
da
credo
quali
primo
appresso,
*Gio.
ma
appunto
al
danno
Ili
il
e
dal
ha
io
e
partito contro,
i suoi
tutti
e
giorno,
un
abati
perchè gli
che
pretendo
corteggiarlo
scherzando
dissi
gli
io
etta
nuovi
per
lo
dare
man-
cambiai
Durandino
Questo
perchè
me,
non
vili uomini,
al-
separatamente
suoi
che
Novelle
settimana
una
quale
Cigno,
altri
banchiere.
ricco
tigna
del
molti
con
il
ragazzo,
solamente
le
capo
suggerito,
piacerà
com-
compiaccia
due
fatto
si
Marcoren-
detto
acchiusa
ho
pur
questo
con
insieme
d'un
aveva
di
d'essi
questi
non
se
questa soprascritta:
si
poi
qui
paoli per
con
questa
ciascuno
riceverà
scusi
mi
mandata
a
plichi
contenenti
plichi
l'avvenire
Per
i medesimi
secondo
due
copia
due
sia
finanze. Questo
quella
Beigran.
questi
scritta:
sopra-
l'altra
Degregori
conte
de'
spedizione
passate,
A
sopracoperta
nuova
una
questa
con
Degregori;
Beigran.
Airnimo
go,
Ab.*
Stg,
TAhbé
Monsieur
copia
Una
modo.
questo
BÀRElTTl
DEL
LETTEHB
che
sulle
n.
di
del
Venezia
mi
quale
svolazzo
sotto
alcune
Savoia
il Nostro
sposta
ri-
una
si
per
Bergantini.'
più
pubblicò
rite
a
e
uscita
il
Baratti,
Stanze
(Torino,
compose,
come
per
1750),
ve»
Po.
nel
1685,
avea
comr
282
LBTTEHE
l'avverto
mille
sono
scordava
volte
avendone
nel
io
altra
che
schiavo,
sono
mala
per
tura
ven-
satirico, perchè questi
più-stitici
mi
costà.
il
do
secon-
Belgran,
servirà
farne
di
sori
Revi-
di
que'
non
all'Ab.*^
copia. Questo
bisogno
che
di rimandarmi
plico diretto
avessi
c'è
non
quasi di pregarla
Gicalamento
caso
di
motto
un
BARETTI
che
anticipatamente
neppure
Mi
DEL
ria,
memo-
per
qualche
non
Le
uso*
davvero.
ma
//
Baretti.
suo
IX.
Allo
stesso.
Di
letto
venti
La
fatto
damnation
etrusche,
bench'egli
p.
160.
Letterarie
^
Allude
dico
in
Il Lami
di
ne
alle
riferito in altra
sul
li
pao-
benohè
dalla
fatto
cervello
sull'articolo
quell'Accademia
parlò
^
veemente^
e
da
Brescia
con
per
non
lode
a
delle
sia
gua
linmi
con-
antichità
stato
servirmi
col. 495
mia;
della
Mazzuchelli, qu'il passe
francese
cipe:
Prin-
d'una
delle
Novelle
stesso.
parole,
nota
gran
Conte
quel Panno
sicché
di
creditrice
ancora
sarà
non
quel
di
ho
foglio letterario,
pienamente
viene
faveur
ma
en
gliel
di
dal
scrivere
sua,
inchiusi.
che
poiché
aprile 750.
diecisette, come
non
intrepido
non
nientedimeno
etrusca,
ha
dell'
Ella
che
è
trasmetto
ringrazio
veda
spero
Le
che
Illma
S.
V.
copie
e
al
l'associazione
io, per
due
per
io
paoli ventisette,
diceva
15
riveritissima
sbagliato nel leggere l'ultima
Ho
che
li
Torino,
con
cui
precedente.
comincia
rarticolo
del
Lami,
INEDITE
frase
mi
pensiero
in
detto
di
l'altro
torica
a
mi
assai
lato
e
io
come
qual
molti
canzona
mosse
Veda,
Torino.
prossimo.
Non
canzono
sono
male
?
di Ret-
malizia
un
di
girico
panel'altro
dal-
^tava
dire, m'addoman-
Intrepido
oratore.
il
la
voce;
Magistrato
Si
però,
e
come
si
mangia,
affettuosa
con
bee,
dico
ma
stima
di
Illma
ed
Levmo
obbmo
Posdomani
di
parte
consegnerò
i venti
costà
qui per
paoli.
servitore
Baretti.
Giuseppe
lui
qual
signor Dottore,
in
ch'io
che
nel
Bareto
recitò
mezzo
tempo
il
a
sogghignevol
e
riso
a
circostanti.
davvero,
davvero
alta^
con
so
né
la
ebbi
farmi
me
scuola
tristo,
per
di
bene
nostra
quel pargoletto
trovava
il
detto
ed
Un
Padovano,
passando
si
S.
del
detto
fanciullo
Un
garbatamente.
Professori
va
nella
Cigno.
risposta mia
si
V.
al
risposi
veemente^
Ella
scuolari,
di
l'avrebbe
ignorante
questo
trovato
festa
abbia
saputo nulla,
onorato
sono
una
mai
parole. N'ha
sue
vicino
sedermi
dò
abbia
Ella
quel
dotti. Avrei
efser
possono
cosa
perchè
e
Il«Bartoli
francese.
ho
ne
signore^
non
qual
non
Ella
delle
taccio
in
283
SPAl^SE
gran
tutti
; ma
io
proposito
quel
venuto
sapere
.che
1747,
è
greco
piacere
ler
di
lombarda
O
il
Bruscoli,
e
a
X.
Allo
stesso.
Di
Bisogna
ch'io
V.
S. Illma
randino,
poiché
sia
mi
a
Ella
non
Torino,
male
li 10
spiegato, quando
discontinuare
crede
di
750.
maggio
secondare
le
Novelle
il
mio
fortai
con-
a
Du-
genio
284
LETTERE
rapacifìcato
con
mandargliele
di
costo
esse
di
amico
d'una
senza
Novelle,
perchè
Bartoli,
Ella
che
sicurtà,
farà
caso
stato
mio
che
chi
molti
e
;
galantuomini
mi
dessous
di
altresì
ma
non
né
più
di
non
io
sono
conoscenti;
Non
so
al
suo
ha
avuta
di
dramma
lo
manderò
Teatro
Duca
Spagna,
a
Vittoria
di
Torino
di
Tanno
le
per
Savoia
e
1750,
di
Maria
in-4®
di
; ed
iscena
Cantata
da
è
d'essi
per
vero
giosamente;
oltragche
più
Sinesio,
é
Bartoli,
e
di
mille
AA.
101.
RR.
suo
dramma
Questo
quest'altro
questa
nel
di Vittorio
Ferdinanda
lire,
certo
un
per
oltre
zecchini,
rappresentarsi
Antonia
p,
sima,
mas-
scegliermeli;
probabilmente
delle
nozze
pochi
dugento
^
festa
d'Imeneo^
di
nozze.
mia
una
con
non
bras
mia
il
che
in
S. Illma
V.
sono
io
la
voglio
pensione
una
reali
che
che
secondo
nello
biti
de-
Torino,
più
andasse
nostre
insieme
La
qualcosa
che
le
di
di
che
dessus
Durandino,
saputo
nostro
Re
prima
per
ordinario
^
dal
é
rebbe
sa-
i suoi
bene
hras
non
ne
me
confortato
vero
che
farò
conseguenza
so
giudicar
che
questi
abbia
di
me,
troppi
a
poetanti
Ella
se
stipendio
pochi
io
i
io Le
pagar
rigido
quelli
di
e
tutti
quasi
sono
anzi
facile
di
non
camarade
degli amici,
neppur
in
ben
E
soverchio
sono
a
meno.
sempre
dico
per
che
certuni;
che
voglia
piacciono
essere
padre,
d'altro
mica
se
Durando,
a
giovane
vien
né
che
il
tiene
io avessi
se
Novelle
questo
amico,
abbiamo
ne
le
non
che
troppo
curo
che,
Ella
E
mio
è
non
valore;
lo
e
parte
satisfatta, quando
sia
più
amico?
poco
sudetto
quelle Novelle,
pagare
tacciar
un
dall'altra
so
cui
come
giovane
di
mandar
non
a
esso
in
vede
Non
ad
troppo
; ma
del
del
gabbata
strettezze
ch'Ella
farò
motto.
S.
V.
in
e
truffata
le
per
fido
ancora
diversa
a
voglio Durandino
non
mi
come
mia
sarà
non
fosse
e
confortata
d'essere
io
non
l'ho
Io
paura
che
dalla
Durandino,
non
facendolo.
esso,
amico,
natura
BA.RETTI
sempre,
soverchio
per
DEL
me-
Regio
deo
Ame-
Infanta
di
INEDITE
285
SPARSE
O
tata
certo
occasione;^ e son
che, se la mia. Candi molto
Le piacerà troppo, troverà
non
peggiore
quella del Bartoli, la quale tuttavia fa bel sentire in
fatte senza
teatro per le decorazioni
risparmio, per la
luminazione
reale ilbella musica del Buranello, ^ per la veramente
di esso
teatro, e più per la divina maniera
desìma
di CafParello^
di cantare
della
e
La
si
mia
Spagna prima, e poi nelle
del Re; e mi
cattivo
avrà
camere
lusingo che non
incontro
dopo le tante infuriate cose, che si son dette,
che si dicono
tuttavia
di quella del Bartoli, parene
domi
che la mia
sia proprio gli antipodi della Cantata
padovana. Sono con tutta stima dì Y. S. Illma
canterà
dall'Ambasciador
Astrea.^
di
servidor
vero
Baretti.
Gius.
XL
Allo
stesso.
Torino, li 20 maggio 750.
Avrei
Eccole
una
copia delle sguaiate mie Rime.
o per
polpassato, ma
potuto mandargliela mercoledì
Di
*
le
Fetonte
nozze
di Maria
sulle
rive
AA.
RR.
delle
di S. M.
In Torino, per
^Baldassarre
Venezia
di
Infanta
F. D. Emanuele
Cattolica
presso
di
Spagna,
De Sada
S. M.
e
il Re
per
di Savoia
Duca
Amedeo
da
e
cantarsi
basciatore
Antillon,Amdi
Sardegna.
Zappata, 1750, in-4o di p. 27.
Galuppi di Burano, nato nel 1703,
P. G.
1785.
Scrisse
di 50
in musica.
morto
a
più
opere
Majorano, detto Gaffarello,celebre soprano, nato
il 30 novembre
Bari il 16 aprile1703, morto
1783, colmo
ricchezze,colle quali fu in grado di comperare la signoria
3
a
nel
Po^ componimento drammatico
di Vittorio
Ferdinanda
Antonia
palazzo di S. E.
nel
del
Gaetano
di S. Donato
^Celebre
col titolo ducale.
cantante,
morta
nel
1758,
286
LUTTBRE
troneria,
un
o
legger
una
lettera
dal
quarto
di
un'altra
simili
io
è
buon
satirico, un
un
perciò
La
di
ad
me
alcuno,
onde
io
molti.
in
certuni
ho
non
In
vuol
dire
Egli vorrebbe
egli vorrebbe
Spagna,
perchè
e
paese
mia
è
da
roso
con
voglia
pochino d'invidia,
un
si fa
che
me,
Dottore,
e
non
per
Sinesio
Lanze
delle
sotto
prima
il
di
di
suo
e
fra
amico«
ha
e
un
sue
nel-
sono
delle
terno
nell'intutti
a
mie.
cose
l'Ambasciador
S. Tommaso,
di
Egli
po'
di
di
e
perchè
Le
che
noi.
che
ebbe
lungo
gnor
si-
serva,
mi
riguardi,
Spiacemi
fu
che
segretario
e
del
dinale
Car-
carteggio
Mastigoforo,
parla più
egli
rugginuzza
Yentimiglia,
Teofrasto
lettere
poeti,
Questo
di
di
non
di
quella Cantata,
fra
nome
curo
loda,
poeti piemontesi;
i
cosa
di
ne
credere
e
per
celare.
Torino.
nelle
de'
vi
Sinesio
a
versi
parlargli di
Abate
il
io
che
in
e
voglia tengo il primato
freddezze
in
sotto
proprio;
come
ho
se
Giustiniani, Vescovo
Monsignor
Lami,
non
accrescere
^Secondo
di
per
forza
tesoro,
me
il
sua
amicissimo,
un
non
e
e
scrivere
sulla
conoscente
far io
dovuto
ho
di
mio
è
dire
principe
del
nell'opinion generale
contra
che
un
mia
cadi.
Ar-
tristo;
facilmente
vuol
io centra
poeti
segretario,
occasione
la Cantata
fatta
aver
come
un
amici,
il
essere
è
meglio
quali egli parla de' miei
a'
dirle
dir
avrà
nimico,
un
di
de'
e
Sinesio, perchè
mio
fare
Sinesio,^
parlar più chiaro,
del
anzi
è
mio
per
amico
suo
senso
farmi
convenevoli,
detto
verrà
nel
cerimoniosi
crederlo
non
troppi
somma,
l'interno
quelli
a
Le
amico
Ella
quand'
prego
di
senso
de'
per
e
del
cortigiano,
è
paoli
preso
scordato
Petrarchisti
giovane,
libero,
parola, quando
perchè
de'
me
sco
uni-
posta mangiano
amico
sprezzatore
uno
la
e
Le
venti
volli
sono
sono
amici
un
sono
io
che
essere
Egli
l'agio
Mi
da
non
poco
capitali.
volta,
possiamo
ed
che
Bruscoli,
fatto.
vaglia
sbaglio
così
Per
sua.
credo
lo
medicato
è
l'ho
non
che
effettivo,
cosi
E
costà.
dimenticanza,
per
ruspo
BARBTTI
DBL
volte
e
del
col
poi
ratti,
Ba-
INEDITE
sulle
gli
informazioni
mìe
eh'
certa
è
figlio
il
favore
d'un
Le
danaro,
guardi
detto
al
Mi
lo
solito,
da
avrà
padre,
suo
amici
dagli
del
io
primo
Bartoli,
fp-
cosa
Durando
dunque
Le
finita.
sarà
e
è
faccia
che
al
me
il
che
ricchissimo?
e
al
io
ho
i
quelli
di
importare
poco
Non
continuati
abbia
non
mandarglieli
motto
si
il
banchier
di
farò
Ella
che
l'avrà.
e-
del
ne
Ella
Durandino,
a
287
SPARSE
0
farò
curtà
si-
cenno,
che
Basta
che
è
questo
quale
giovinotto.
Se
poi
vorrà
sul
Novelle
sue
ficcata
due
con
dica
male,
farà
più
piacere
caso
che
non
mio
mai
Le
libricciuolo
Gli
è
cuore,
io
e
di
conforme
in
rime
vo'
io
che
di
conosca
se
il
bene
a
che
r
io
Illustrissimo,
non
so
che
di
io
non
Lei,
biamo
ab-
Sono
suo
que
quantunsua
carattere
suo
sono
niera
ma-
un
po'
m'inganno.
non
grazia
faccia
scrivermi
tina.
fioren-
scritte
dalla
che
n
Nello
io
sappia.
vista,
m'indovino
mio,
che
cose
ch'io
mi
questo
rustica
buone,
genere
che
in
troverà
pochissime
e
tal
sien
ne
sentimento,
suo
lingua
in
che
l'assicuro
scrivere
al
Ella
vedrà),
libertà,
il
l'ho
quali
com'Ella
contro
nelle
me
(nelle
tutta
quadrassero.
Toscana,
La
non
Rime
con
lodarle
di
motto
Bartoli,
al
occorrendo,
che
far
quelle
impossibile
stampate
di
di
alcune
in
stato
fatto
sonetti
pure
di
degnarsi
latino
sono
un
lasciar
di
più
Baretti.
suo
un
pover'
verbo,
uomo.
quel
e
tore,
Dot-
quel-
288
DEL
LETTERE
BARETTI
XII.
Al
Camillo
CONTE
Zampieri,
Venezia,
Oh
bella, che
che
io
proprio
di
poetica
scrive
che
è
una
di
che
hanno
qui
ci
sarebbe
la
tutto?
giorno
qualche
del
e
il
schiettamente
il
siccome
di
molt'altre,
e
re,
a
le
vi
dire,
altre
fa
Dalla
con
cit.
tanta
raccolta
V.
io
vero,
peggio. Davvero,
scrivere
^
a
fede
in
tanta
lo
conviene
Ma
avete
vi
guardi
la
anche
i valorosi
e
che
mia,
Bruto;
fici
arte-
mente,
quella final-
è
Voi
Dio
di
degli ingegni,
niente,
rimedio,
te
voi,
a
scrivere
ci
libertà
qualche
mette
principato
sarebbe
come
si
vi
sta
que-
una
pur
può
non
che
da
detto
repubblica.
addosso!
Parnaso,
fessor
pro-
cavaliere
veduta
repubblica
libertà
Cesare
Io
un
meglio
Ma
una
Che
canaglia
fors'anche
non
se
lai.
Bella
ponno
e
lettere
far
a
cui
tirannetto
d'un'arte?
delle
netta!
canzo-
sopraffaccia così gli
quella detestabile
per
di
v'ha
mai
s'è
1750.
perdonatemi,
voler
straniero
propri
fatto
in
Dove
giugno
mestiere.
Ma,
chi
di
e
5
petto
a
E
Imola.
elegante
mio
diletto.
per
uno
e
inghiottirla
nulla
un
saperne
che
naturali
del
superchieria.
vera
ingiustizia,
fascio,
sono
ed
viva
e
vergogno
Professori?
SS.
vero,
mi
poesia
Conte,
signor
noi
in
vaga
^
a
ha
tutto
un'aria
di
cismo,
dall'ostra-
perchè,
repubblica
a
dir
in
va
acchiappa qualche Catilina,
S.
vi
Illma.
dico
vostre
tutte,
conoscere
per
davvero
grazia,
reggiana;
che
un
chi
e
forza
voL
Ma
per
la
vostra
anche
e
poeta
v'ha
dire
netta,
canzo-
po' più
un
principe,
oggi
che
insieme,
I, pag.
più
81-82,
e
e
pensi
succo.
290
LETTRRB
che
io
quantunque
BARBTTI
DEL
Io
non
visiti
più,
lo
non
e
corteggi,
solevo, pure ne ho parlato, e ne parlo, e ne parlerò
con
quel rispetto che gli devo, e ch'egli si merita.
sempre
come
Se
mi
non
ha
la
tenuta
volte, ^ gli
tante
timido,
e
perchè
piccolissimo ostacolo
trovato
e
Col
suo
che
molti
invidiosi
accadere
che
mia
hanno,
e
alzarsi,
non
caduta,
solamente
lacerano
mi
ma
della
conseguenza
di
storie
false
discorsi
il mio
qualche migliaio
il
popolo
i
a
libro
che
nelle
si
^
Di
contingenze
dargli, cioè,
onde
studi,
aveva
il
Londra
invano
cercato
le
Lettere
viaggio
in
a'
suoi
a
fece
il
volle
che
di
da
è
gendo
legavere
questo
Portogallo, ed
considerato
che
come
per
il povero
nel l'autunno
traverso
lo
capo
un
isfuggire
Baretti, reduce
d*esperienza e
d* ingegno,
in
pare
stam-
a
come
in
dire
anche
familiari
che
Italia,
pieno
e
ebbi
guadagnarvi
che
Corte
che
io
Plenipotenziario
presenti
impiego,
me,
mise
fece
può
quel Viaggio
in
tomo
si
alla
mi
un
dairinghilterra,
Cioè,
secondo
fastidio
allora
*
il
stampavano,
far
da
chi
che
di
perchè
mondo,
fogli del
gesuitico,^
libro
ma
turai
na-
mille
pensai
lire;
avvilito
della
per
Ma
? Perduta
probabilità
è
rano
aspi-
imm^.ginari
neppure.
lingue
dito
cre-
dove
spargono
e
mille
fare
sogno
quel
vilipendono
sulla
del
scrittori
potesse
essere
di
portoghese
primi
misura
*
Viaggio,
su
gli
non
che
paura
rallegrati
sono
dell'impiego promessomi,
ogni speranza
tutti
io
vana
di alzarsi
invidia,
fanno
all'invidiose
freno
mettere
che
mente
natural-
doveva
mi
e
loro
mi
e
me,
cose,
e
si
un
tant'alto,
togliessi loro
non
da
desiderio.
suo
alzato
per
gl'impedissi
che
al
come
invidiosi
favorito
suo
Vienna
suscitò^
dolente
in-
spaventare
egli m'aveva
questi
; e
io
diventando
mi
lasciò
in
petutami
ri-
e
è naturalmente
perchè
si
favore
improvviso
è
fattami
promessa
di
Piemonte.
tre
Fratelli^
del
scrive
de-
dove
1760, tornando
Portogallo,
la
Spagna
da
e
la
Francia.
3
Perchè,
poco
prima,
i Gesuiti
erano
stati
espulsidal
togallo,
Por-
INEDITE
risoluto
s'era
la
è
altrove,
resto
la
si
che
Sono
di
più
e
alle
loro
campagne,
nelle
pranzo
e
onde
danaro,
sto
io
città
che
grandi,
pane
ritiro
bellamente
notti
vertigini,
di
dovette,
che
scompiglia
in
e
non
me
guasta
anche
Governo
al
pensiero
rifuse
e
pubblicò poi
se
fecero
di
tutta
parecchie edizioni,
traduzione
d'un
francese^
e
dia
mi
mi
trista
rati di
passare
che
mese
via, perchè
salute, che
molto
tomo
ho
le
ho
il
un
tempo
in
questi
a
interamente
Italia
in
giature
villeg-
avere,
fa
de'
casa
che
mi
mia,
casa
impiego
e
quasi
Topera
in
in
il secondo
in
del
sempre
loro
portoghese;
pubblicare
giorni
il ricevere
delle
disordinata
dopo,
invitato
costa
e
la mia
là, toglierne
il
della
e
e
due
dall'accettarlì, e
cacciar
posso
dal
tutti i
solo
più
lessi.
vo-
m'hanno
tutti
potendosi
E
io
se
duchessa,
vedere
l'animo,
amici
Busserò
a
ma
che
d'un
ma
non
addosso,
smise
ne
le
difatti, ranno
riferiva
si
sai
pranzi
amaritudine.
ferro, s'è
^Stampò
de' loro
questo
e
di
essere
malinconia
mia
bisogno,
rovesciato
sangue
era
dì
ho
mi
e
le
è
doppi
Milano;
frequentemente
quiete,
e
di
case
mi
non
che
potrei
il
balordo
quel
m'hanno
essi
tu
lasciarmi
anche
in
dì
nobili
la
dì
una
dai
divorare
a
senza
ma
molti
prime
questi favori
mi
e
lo
impedita
de' miei
passati
trovata
vrebbe
m'a-
tutto
sarà
numero
mille
che,
stamperò
ne
cavalieri, che
venti
volentierìssìmo,
visto
di
ho
il
avesse,
se
non
a
questi quattro
dove
E
falsità
crescerebbe
Gorini,
marchese,
che
un'altra
è
subito
ch'egli
confiscare
danno.
il
lo
se
fatto
Che
Milano.
anzi
stato
marchese
e
in
fece
fatta,
già
; che
certo
pur
diminuisca,
mercante,
a
sii
Vienna,
patentissima
me
nel
da
mi
e
aveva
cerimonie
^
introduzione
qui
di
lasciatomi
e
stampa,
prova
verso
senz'altro
stampato,
una
pur
de' richiami
io
che
spesa
animo
mal
ha
non
d'impedirne
vedi,
tu
come
avere
la
tutta
pagare
perìcolo di
di
Ogni ombra
201
SPARSE
O
Venezia;
tutto
ciò
sicché, indispettito,
gli
altri
inglese
parecchie
a
due
tomi
Londra,
edizioni
; e
dove
si fecero
292
LETTERE
sei
mesi,
parte
lo
scompiglio
che
la
stampa
di
e
qui,
non
ma
che
altri,
in
cavi
e
nella
dove
lo
impedito
della
in
io
che
basta
avuto
che
altro
quello
al
far
Nessuno
qui
vista,
signore.
di
aperto,
più
Poi
balordi,
al
un
pover'uomo,
che
non
e
bocca
chiu8a
che
uomo
che
ero
diesi,
credettero
m'andò
potevo
molto
meno
;
e
non
e
che
quando
il
io diventassi
fumo,
ed
mi
conoscono
e
sventura
che
ecco
di
perchèj
animo
con
corte
mi
chè
per-
costava
dissi, agl'invi-J
come
si
un
mesi,
nove
per
corte
ma
ci posso
imprudente,
fargli
sa
naufragio?
più fargli
Ma,
impegni
credevo
di
candore
con
goffi, non
una
e
potevo
spendere.
a'
non
feroce
manca
che
che
che
in
forse
non
parole,
condotta
troppa
e
presenza,
scoglio
mia
prigione.
Giovanni
sua
quello
se
uno
Plenipotenziario
dettogli
e
tutti
tutto
chiamano
parlato
io,
della
in
che
trovato
mesi
nove
per
mi
far
posso
viva.
disse
furono
non
biasimò
mondo
un
ho
ci
mi
un
mi
prudente,
e
ne' suoi
che
che
bestia,
una
cui
a
piana
e
principio,
risoluto
e
grand'uomo
quiete s'è
di
perchè
fermo
conto
Che
io?
da
sarà
ti dice
d'andar
caso
in
poche
mi
è
cauto
Eccellenza,
Sua
con
questo signore
del
fin
in
incóntro
buon
più
tanto
mettermi
animo
il
che
porto
non
un
essere
per
per
cosi
chi
prigione, digli che
di
libro
ziario
Plenipoten-
a
e
mi"
necessità
semplice
storia
stampa,
galantuomo,
fine
in
mia
un
troppo
sventura
se
della
pericolo
la
terò
aiu-
ch'io
mondo
del
voi
a
mi
il mio
contiene
luogo
Eccoti
quattrini,
Pure
timido
e
libro
mio
nessun
stamparlo.
sono
quanto
Ho
in
sospensione
sono
il
e
dei
bisogna
stampare
a
andarmene
perdo nella
mi
riguardoso
che
politiche,
cose
Anderò
frastorni,
mi
Milano
di
patti, perchè qui
nessun
di
bestiale.
cosa
che
modo,
ipocondria.
luogo
io
i
sarà
Subito
il chiederne
e
averne,
parte
e
fratelli.
de' miei
[ci] vogliono
per
n'avete,
qualche
tutti
a
mi
volgermi
non
affari,
impedita, risolvetti
fu
muovermi
dove
so
affari
degli
mi
per
de' miei
il disordine
per
per
BARETTI
DEL
può
ne
far
viene
tenere
la
addosso,
INEDITE
la
mill'altre
sieguono
gli occhi,
che
Amedeo,
situazione
che
tutti
gli
vita
d'uno
li
me
può
non
ora,
molta
con
condurre
Doposcritta.
lasciar
per
mi
m'incammini
tiene
di
come
e
di
dalla
riguardo
è esattissimo.
dar
il
ond'io
pure
le
Vedremo
faccio,
onde
Scrivimi
a
di
scierò
me
le
io
se
qui
mia
a
Lettere
dica
a
che
in
tutti
le
E
mia
Brescia
che
le
tue
vo'
dalla
di
Ferrara;
stampare
il
naggio,
perso-
risposta
tasse
seguio
que
cinla-
racconcia,
lettere
in
risposta
quattro
si
mi
acchiudo
tempo
intenzione
o
volta,
che
mia
il
mai
tempo
potrebbe
la
la
ritardare
il
se
levi
Mantova.
o
e
Ti
conoscerai
se
bisognerà
partenza;
gente
che
gnarmi
disimpe-
si
con
mandar
il
qui,
imperversare,
la
forse
che
bene
è
ancora
le mandi
mie
tu,
Acqui
la
per
sorte
sarà.
ne
ogni
A
prima
dalla
a
è
di promesse
che
la
^er
si
strade
le
a
fatto
in
Greppi
lettera
fortunato,
da
che
però
se
continuo
che
scrittami
so
una
parola
quello
tempo
non
il
se
passabili.
che
tanto
bisognano
m'ab-
che
probabilissimo
Il
che
vuole
ne
Addio.
Mantova,
quest'altro favore
giudichi
no.
di
Giardini
di
lettera
una
vedrai
mancasse
m'abbia
è
ho
mettiamoci
sotto-
e
che
i danari
T'acchiudo
sono
affanno
finiamola,
saranno
danari.
a
Pure,
caso
perseguita.
0
Mantova
quale
mortale
dubito.
non
voglio andarmene.
Calori,
che
volta
spropositatamente,
Cremona
modo,
ed
Dio
gliela restituirei
troverò
Milano,
alla
parola,
cosi
rotto
che
Credo
—
l'angoscia
nel-
pur
tormentosa.
e
la
e
vive
che
e
Provvidenza,
scabra
via
una
per
in
Pure
vita,
Volesse
che
Ma
mesi.
Afie,
anni!
colla
lunga.
troppo
della
voleri
mesi?
pensando
anni,
data,
che
questi pochi
ai
sabato
l'ha
me
sperare
di-
consumarmi
a
quarantatre
vita
da
io
molti
finiscono
essere
come
in
di
vita
soddisfazione,
divorato
da
già quarantatre
ha
m'ho
consumati
ormai
della
E
seguitare
segreto
all'età
affanni
tormela
in
sono
sono
che
da
io
faccio
come
sull'altra^
una
? Ho
questo
per
293
SPARSE
0
posta
stampare
que
quantun-
Venezia
per
e
294
LETTERE
dar
il cambio
schiettamente
malevolo.
qualche
a
quel
BARETTI
DEL
che
Sta'
del
pensi
sano,
dimmi
e
teatrale
cantar
della
Calori.
n
*
Giuseppe.
tuo
XIV.
Al
Filippo.*
fratello
Di
Carissimo
il paron
5**
de' numeri
del
mano
numeri
te
3
lo
per
associati.
farne
qualcuno
^
sarà
in
0,20
che
che
e
direbbesi
Doposcritta,
la
si compone
^
la
Pubblicata
ebbe
dal
non
conte
Morano
presso
ap-
quante
facendo.
che
Egli
toccherà.
difficile
sarà
che
lettera
questa
ciascuna,
di
centimetri
Non
ha
tutta
(Nola
giornale
Ippolito
d*un
solo
un
a
della
sol
Lire»,
fiato ;
del
(num.
dove
o
gine
pa-
per
è sbiadito
latura,
cancel-
una
infatti, tranne
123
nelle
capo
11 Baretti
Gibrario.
il Barettì,
sgorbio
uno
4
intiero, meno
per
È scritta
in fondo.
facilità anche
tutta
meno.
foglio di
un
scriveva
sempre
con
scritta
scritte
di
che
più
di
consta
tutte
9
come
carta.
avvi
di
averne
ha
fare
ecc.,
lettera.
dal
dei
copie
potrai ritenere
il danaro
scrive
per
Alessandria, Asti, Acqui, Novara,
leggere
della
Barisoni,
anderà
costà
copie
dì
bianco
un
può
il colore
che
cento
cento
signor
Zatta
stà
co-
per
speranza
29
per
le
che
mi
nitidissimo,
si
al
meglio
di
ha
carattere
guisa
la
in
sempre
m.
rultima
ricevute
al
Amedeo
L*originale
di
avrai
associati
partito
dal
Già
anch'io
immagino
cento
onde
gli
ò
1763.
nov.
consegnato
queste copie
rimettere
a
che
Frusta.
te, somministrandone
poi penserà
Me
della
Tutte
4.
e
chiederà
ne
6°
e
di
ho
quale
signor Morano,
2,
di
al
Gobbi,
due
Sono
Filippo.
19
Venezia,
linee
di
cui
1871),
che
giornale.)
31
del
INEDITE
In
airanno
capo
che
puoi,
nessuno
Ho
^
Giovanni
resto
e
verrà
secondo
tomi
far
cerimonie
mi
e
che
sia
mi
tal
mercanti
che
ho
ma
dove
converrà
mandarne
costà
del
d'averne
tutti
i
tutti
con
bel
più
tomi
quattro
suddetti
libretto
*
seau.
Ne
nel
l'ottavo
numero,
che
signori
Reicends
il
e
potrà
in
sappi
essa
nota
Delle
a
*
Lettere
pag.
Cosi
o
nono
li
in
Genova,
onde
;
penso
poi quando
negozierò poi
mandato
che
del
aperto,
o
libro
cibilmente
invin-
il
di
Rosdella
numero
settimo
Fatti
dire
tale
nella
accennarlo
tre
un
Giangiacomo
manderò
carattere
suoi
confuta
decimo
dell'autore
a*
troppe
E
stampati.
saranno
dai
zione,
Confutasi
Frusta,
per
d'Aristarco,
Fratelli,
e
Si
sizione.
suppoio
veda
non
la
291.
rautografo, quante
della DireZj
nel
ti
sabato
familiari
di
e
parlando
dirlo
essi,
briaca
nome
forse
secondo,
m'hanno
da
nell'impetuoso
Ma
*
se,
leresca,
caval-
alla
costà.
costà
forse
cui
di
consegna
tomo
stampati,
bestia
parlerò
alla
bisogno.
presente
Reicends
stampato
di
Frusta,
del
libraio
mess."
quella
ticipati,
an-
contentarmi
a
sono
primo
saranno
qualche
un
pagati
tanto
tratta
Piemonte
del
copie
cinquanta
mi
I
copie pel
trecento
buono
occorre
fatto.
hai
tu
si
non
secondi
stampato
patto
fossero
mi
primo
Né
Lettere.
dell'opera
metà
del
tanti
mio
molto
essere
la
pagata
come
So
di
pare
Co'
metà.
quattordici paoli
i
che
portava,
il
Il
occorrono.
pagamento
tali
a
condo
se-
Amedeo
bulla
Reicends
mess.
essi, perchè
con
a
del
copie
loro
che
il
associati
hanno
quanti
a'
darai
tomo
300
di
Dalla
copie
mediante
che
te,
a
più
regalarne
occorre
Gòbbi.
le
caveranno
il
barcaccia
questa
balla
stesso
ranno
trove-
non
conti.
una
collo
che
copie
non
imbrogliar
mandato
anche
tomo
e
che
bene
non
per
aiuta
Intanto
nota
e
delle
disporremo
associati.
295
SPARSE
O
del
giornale,)
volte
occorre
nome.
qjuesto
(^Nota
296
parlerò
considero
Rosseau
dovria
sterminare
dal
di
lo
quanto
i
tutti
Io
libri
ho
giorni
tre
di
promesso
l'ho
non
molto.
Ho
del
L'affare
di
ministro
primo
a
la
stampar
terzo
un
tal
opera,
Italia,
Bossi
e
;
lo
e
la
per
far
far
non
si
danari,
sabbato
passato
domandandogli
Ti
tomi
e
del
avverto
a'
né
S.
il
E.
Vedrò
guardar
bene
a
senza
lasciando
Questa
soffrirei
il
giù
coloro
faceva
danno
di
bricconi
I
Io
Tillot
mi
a
e
per
regola
venissero
dirlo
obbe-
speranza
ho
scritto
dirittura,
risponderà.
dare
non
tutta
per
potevano
non
cosa
Bossi
s'innamorò
ubbidirono.
mi
Tillot
ai
colla
venti
gartene
pa-
piuttosto
ma,
è l'inalterabil
che
che
pagamento
il
a
più presto
di
hai
mi
monsù
perchè
signor
giustizia.
Reicends
primo,
incommodo.
a
che»
ordinò
sapere
ed
che
è segno
specialmente.
tacquero
ordinario
essermi
che
all'autore;
ha
che
dispiacerebbe
Fu
che
a
Reicends.
sa?
dirgli
rata
ti-
ho
lire
comincierai
forse
spandesse
torto
ti
questo
dai
puramente
dovuto
onde
quello
Infante
Parma
sua
i suoi
cui
a
mi
Gobbi,
senza
si
perchè
e
in
metà
Chi
Duca
fece
Se
che
potrebbe
Frusta,
avrebbero
per
di
del
guastati
mercante
un
toccherai
dannoso.
che
vantaggioso
di
Parma
soldi,
a
cosa
coll'arrivo
che
ha
che
l'accettazione,
per
vendere;
danaro
comune
centocinquanta
oggi.
della
col
di
di
oltrepassato
ma
quando
al
nocivi
d'Italia
data
presentata
potuta
prescritto,
l'ho
e
franciosa
scrivere
sotto-
mano.
cambio
negoziarmela
ti viene
non
di
vista,
in
voglio
mi
creanza
bisogno
estremo
dividui
più priva d'in-
né
tanto
la
che
rabbioso,
essere
le femmine
Io
Confutazione.
Genevese,
caduti
lettera
una
bella
tutte
e
sono
poi
non
maledetto
quel
giovani
iniqui
per
d'uomini
parlare
è
animale
dente;
della
leggi
tale
di
un
avvelenato
suo
alle
tratta
come
Paradossista,
bestiale
del
parlato l'aatoi^
ha
ne
società
bÀRÈTTl
quella dolcézza
con
cui
con
si
BEL
LÉTTtolÉ
di
i secondi
tal
secondo
loro
cento
pel
delle
zioni,
associa-
a
mostrare
298
LETTERE
cierò:
tieni
pure
ricordandoti
che
BARETTI
DEL
il danaro
il freddo
pronto checché
avvenga,
^
m'ammazza.
XV.
Ad
Antonio
Zatta,
*
Venezia.
a
Di
23
casa,
die. 63.
Signor Antonio. Sul plico per Torino fate porre un
al Galeazzi che lo spedisca per
F. B., e date ordine
Torino
che i
fratello Filippo Baretti, avvertendo
a mio
numeri
sieno ben contati, e specialmente le 140 copie
del settimo; senza
scordarvi
di mandargliene quante
che la ristampa del
.potetedel numero
primo. Guardate
vada
in torcolo senza
farmela prima
non
primo numero.
al nono
si metta
mano
vedere; e cosi che non
foglio
v'è
nel
mia
scritto
manosenza
una
cosa
direzione, perchè
che avete, che non
si deve
ancora
stampare.
data
solenne
di
Ho
mio
debito
un
parola
pagare
domani
fosse possibile,
vorrei scomnon
e
se
a
parire;
nona;
favore
perciò fatemi quel
presto, che i favori
fatti presto vagliene il doppio, e poche ore
più poche
ore
meno
^
per
voi
L*autogi*afoha
L*autore
della
nulla.
è
la
seguente aggiunta,
Confutazione
Rousseau
di
mano
estranea
:
3i è il
padre Gerdil,
barnabita, precettore di S. A. R. il Principe di Piemonte. »
è il celebre cardinale Gerdil,allora semplice
Questo barnabita
«
claustrale.
^
sono
(Nota
della
Direz,
nella
R.
giornale,)
Parma, e io n'ho avuto copia da
Perreau. Lo Zatta era
Bibliotecario,
cav.
Biblioteca
quel dotto e cortese
il tipografoche stampò
j
del
Inedita. Gli autografidi questa e delle tre lettere seguenti
piùmiXXV
numeri
di
a
Venezia,
della Frusta^
con
la data di I^overedo,
INEDITE
Il
da
voi;
stasera
foste
di
mondo
domani
copie,
più de'
o
tre
fatto
v'avrei
me,
vedermi
a
che
domenica,
{a posta. Addio.
potrete per
non
da
oggi
o
Venite
ciance.
cinque
fogli, e qualcuna
ieri
domani
potrò venir
non
mandaste
tutti i
venuto
che
so
mi
che
di
domani,
Se
onde
tormenta,
vorrei
ma
o
primi.
un
mi
piede
299
SPARSE
O
Il
Baretti.
vostro
XVI.
Allo
^
stesso.
dicembre
[Venezia,
piede
alla
Non
Antonio.
Signor
fa
mi
male.
Botanica
Scoperta
Gatti
al
Dite
bisogno d'originali. Mando
di
la
tutta
Frusta,
e
desiderano
associarsi.
mi
Torino,
che
quindici
zecchini
cinque
copie
in
saranno
^
Zoppo
^
inedita
vede
Per
di
legno
Si
veda
questi
Mantova
che
il male
sette
scritta
che
s'era
anche
la
qualche
pag.
198
al
aveva
attribuita
neW
di
che
della
data,
giorno
piede,
dopo
e
per
Introduzione
questo
volume.
a
que'
nire,
ve-
volta
dieci
quelle
al
ha
plico
li vedo
un'altra
comune
questa. Non
il
non
ma
conto
a
ben
pel
vero
che
numeri,
saranno
anche
fu
mezzodì,
alcuni
Speravo
oggi. Mandatemi
bisogno
di
istanza.
con
le
me
città
infallìbilmente
chieggono
copie
perchè
due
avrà
altre
cinque
quelle
in
mano
quando
Cremona,
a
Mandate
del
metta
non
Mantova
che
prima
m'adopero
Credo
si
'
ho
ne
e
dicono
lo
me
una
e
chieggono,
a
che
importante
poco
il
uscire, perchè
ancora
posso
1763.]
Società.
che
Io
tavolino.
mio
dal
ma
la
sto
conte-
precedente.
la fìnta
alla
gamba
Frusta^
300
LETTERE
fate
ristesse
voi
Roisecco
di
Roma
avendo
è
L'ho
Fate
ho
ne
Mantova
al
BARBTTI
vostro
mezza.
lavorare
alla
bisogno
sabato
di
^
Gozzi
cacadubbi,
un
credo
Io
briga
Tita
signor
per
la
voglia
non
detto
sospesa.
che
nel
DEL
farvi
la
che
del
ristampa
prossimo
Frusta
primo
di
ciati,
asso-
degli
pauroso
il
che
cadi.
Ar-
numero,
molte
copie
per
Cremona.
e
Vostro
Baretti.
XVII.
Al
F.
marchese
Albergati,
24
Ancona,
Onorato
Non
mio
e
vi
^
assicuro
Tita
si
Questa
inglese,
F.
Torraca.
riferisce
sullo
^
Orsi,
Cioè,
in
conte
Roma.
passato,
chiata
un'oc-
dare
di
tragedie.^
Ho
da
poco
Gaspare,
e
(Gfr. Custodi,
voi.
e
e
Taltra
le
Tutta
era
già
ha
che
la segue,
la
parte
però,
dell* Albergati
stata
la Scelta
pubblicata
di alcune
sciolto
(Modena,
III.)
con
eccellenti
italiano
la falsa
furono
il mio
tradotte
Albergati (Bologna, 1878;
verso
Paradisi.
1768,
di
in
fu
cura
del
parlarvi
a
giunsi martedì
figliuoli del
allora
era
all'amore
stesso
dotte
de*
lettera,
in
Orinzia
prima
raccolta
uno
trattenga
simo
amicis-
Memorie
91.)
cit., pag.
^
mia
vostra
Baretti,
mi
città. Vi
questa
che
Gozzi,
del
ch'io
conto
in
alla
1765.
agosto
Signore,
mette
arrivo
*
Bologna.
a
di
dal
amico
e
egregio
che
per
dal
nelle
la
pag.
due
nel
169-71
retti
Ba-
lega
col-
lettere
Maria
contessa
Masi
libro
suo
e
174).
Tragedie Francesi^
dalPAlbergati
data
scritte
e
da
Liegi, 1764,
tro"
Agostino
voi. 1
e
II ;
INEDITE
alla
intorno
dire
Qua
là
e
rimasto
son
lavori
credo
Potete
lodi
voi
a
che
che
cosi
esaltare
luoghi
e
al
Come
Se
lodi
a
avrei
un
l'affascinante
amare
voi.
dire
in
nobil
un
di
Ma
da
tante
la
mai
che
quel
in
da
fatto
di
parte
lo
cavarsi
Io
di
nostri
conosco
delle
ho
si
mae
sciupe-
all'assurdo
Contessa
né
niente
per
chi
vec-
buonsenso
tanto
st^to
per
codesta
per
intorno
sono
non
buoni
certamente,
e,
che
qual-
passione
innaturale,
e
leggiadra
non
fuori
produrrà
addosso
uomo
chiostro,
proposito.
di
de'
darvi
e
che
rappresentazioni
esse
perfetta moralità
io,
un
ad
schiavo,
giovane
una
da
prodigar
certamente
vostre
strana
esserne
sacco
corrotto
di
sfortunata
di
capace
che
possa
né
dieci
conoscervi
diverrà
Qualcuno
chiamerebbe
raviglierebbe
l'amate
che
enimma
vero
mettiamo
le
vostra
Contessa.
la
passione;
di
lettera
Corneille,
l'Inghilterra
badare
sulla
sarebbe
un
di
Ma
parecchi
Confesso
saranno
e
cominciato
effetto
buon
Jrebbe
in
e
teatro,
a
con
un
impedito
gusto.
il dover
che
e
frati
è
caso
voi
inglese,
spiritosa
e
mi
mai,
in
e
Voltaire?
l'Italia
intorno
Marchese,
insieme
stesso
scritti
buon
abbiate
teatrali,
elegante
Francia
irritato,
calore
l'onore
se
poco
tante
argomento.
Spero
Jcultura
la
di
e
spiacevole
tanto
questo
i cui
presente
letteratura
con
avuto
dell'Italia,
al
che
certamente
uomo,
vergogna
sono
in
avessi
vi
fa,
lo
le
si riferisce
quel
nella
con
e
condotta
me.
anni
tutto
potete porlo
Molière
vostra
per
in
che
Come
francese
in
le
maculis.
Saggi
quattro
Davvero,
latino,
il Goldoni
Voltaire?
miei
esse.
complesso,
un
spinto tant'oltre!
specialmente
Racine,
la
in
versato
potete
ne'
commedie.
siate
dotto
siete
siete
vi
hanno
mi
di
offendar
non
Goldoni
sue
in
e,
immaginarvi,
scritto
delle
quattro
dispiace
al
ho
dopo quel che
Paucis
facilmente
fatte
versificazione
alla
e
compiaciuto,
bonissimi.
però
da
lingua
301
SPARSE
O
quanto
santificato
di
fratesco
esperienza
unghie di
un
possibilità
l'im-
astuto
302
LETTBRK
affetto, che
nostro
è
lascerei
La
al
fuoco
davvero
traduzioni
dal
ella
appena
vi
che
vi
ora
paese,
a
far
capitale d'idee
da
lei
e
io
e
dal
vi
vostri
Ora
che
giuro
che
quale
compirà
amici,
ella
ha
e
il
di
uno
pratica,
nessuna
mai
profonda
né
far
a
nel
la
che
sensibile
libertà
vostra
un
e
di
bontà,
come
nessun
solo
amabile
questa
che
pensa.
che
fedele.
mai
potessi
tanto.
di
e
vi
esser
namento
ragiosistema.
a
verla,
smuo-
Si
nuovo.
fosse
ferito
pre-
parecchi,
mai
Scusate,
chi
fallibile,
in-
disperazione
condannarsi
chiacchierata,
incoraggia
Se
affetto
adoratore,
e
in
e
riuscireste
sentisse
to,
annet-
un
vecchio
al
tristezza
vizio, piuttosto
avere
più
sì che
via
pubblicamente
stratagemma,
non
nuovo
desiderar
di
l'inferno,
quanto
altro
in
desiderata
l'ammirazione
in
non
panacea
tanto
ricondurla
v'immergeste
Ancorché
per
una
e
né
campestre
volate, volate
dovete
ghiaccio
late
vo-
legato
raccogliere
a
cura
stesso
non
giretto
un
sarà
una
nessuno
potranno
non
voi
che
rotto
all'amore
fare
questa
al
logica,
silenzio
residenza
sua
legna
Volate, dunque,
Londra;
a
e
cino
vi-
trionfale,
nuovo.
dolce
a
ella
cosi
se
e
stro,
vo-
cui
ora,
carro
se
assai
dall'essere
Voltaire,
della
luogo
la
da'
al
Parigi
a
dal
Andate
visita
in
spegnerlo;
di
via
sua
caso
aggiungerà
suo
veduto
circonda.
state
ne
salveranno
al
volate
Marchese,
Nel
riflessione, né
né
vi
abbia
ve
di
strettamente
più
sempre
francese
nella
il paese
pezzo
invece
vi
lontano
distanza
una
villa.
residenza,
sua
brucia,
vi
voi
e
vostra
cui
definitivamente,
via
caro
in
della
luogo
che
lei
un
per
solitudine
tenervi
io
sfuggirete giammai,
ne
tra
porre
del
prediche,
piacerà, ricadrete
vi
quella della
di
più grande
dimora.
a
far
di
che, potete
meglio,. non
risolvete
vi
assicuro
dir
per
o,
assoluto
grskdìypadrone
dunque,
di lei quanto
vista
rete,
vi
e
BÌ.RBTTI
per
Invece,
compiango,
non
divenuto,
cuore.
dalla
DEL
fonderà
spro-
ancora
a
l'uomo
anche
Signore,
caro
attribuitela
vuol
bene
tanto
alla
a
larvi
par-
felice
da
IPTHDITE
di
onorato
esser
farei
mondo,
che
in
comandi
in
fosse
quanto
col
sono,
vostri
303
SPARSB
0
più grancfe rispetto
Onoratissimo
parte
per
convincervi
mio
poter
del
questa
ed
affetto,
Signore,
Il
umiL^°,
vostro
ubb.^^
Giuseppe
dev,^^
e
servitore
Baretti.
XVIII.
Allo
stesso.
13
Ancona,
Caro
Non
di
un
di
Si gnor
mese;
aperto
aver
la
; ma
che
vedendo
il mio
generosamente
e
del
avete
ostinata.
ed
io
stimo
stesso, più
che
Ettore,
vi
voi
potete
la
e
scriva
Qui
se
un
di
ce
capite
andare
gente
del
mia,
è
uomo
Achille
un
la
tutta
un
su
loro
inglese
luogo
Troia
riva
per
così
vittoria
con
forestieri*
Mirmidoni
dentro
di che
Calais
volete
tento.
con-
esser
familiarità,
a
sé
sopra
Priamo
mano
assai
spirito,
progenie. Voi
alla
opposta
di
uomo
eccovi
di
singannato
di-
bravi,
esser
de' suoi
capo
ed
vero
po-
fuggitiva
una
chiama
e
un
coraggio
fatto
siete
da
razza
abbastanza
la
a
a
approvate
simile
vecchia
familiarmente,
n'è
si
una
che
della
voi
operare
per
mio
seguire
a
temere
piacevolmente
vi
ma
questo
questo
le mura
espugna
ed
fede
Marchese;
caro
ardire,
rinunziato
tutto
In
solo
non
farmi
a
assai
sono
ritardo
in
giunta
l'animo
libertà
ora
è
cominciava
troppa
con
innamorato
lettera
vostra
ritardo
questo
e
1765.
ey
perchè,
so
ottobre
spero;
e
questo,
come
e
prendere
304
LETTJBRE
Passiamo
alla
ora
Capperi!
Taltra
furberia.
e
una
vostra
dolce
è
Questa
tutta
l'altra
donna,
una
sieme;
in-
amorosa
e
capricciosa, zotica,
era
gnora.
Si-
nuova
tifizio
ar-
solo
era
cosa.
Ma
dirvi
di
e
quando
buono
Marchese.
un
che
fino
di
permettetemi
foglio,
un
a
mi
comandate
Voi
siete
abbia
il
della
dunque,
Intanto,
città
vostra
che
vidi
che
poco
nel
dalle
veggo
d'una
cosi
quello
faceste, ed
di
altri
due
Questi
una
legione
vita,
ho
di
il
e
che,
stupidi
sarò
e
il vino
a
meditazione.
perché
cui
e
mettermici,
sono
perché
bontà
di
che
darà
mi
compatriotti,
la
la
attendo,
lieto
il
e
per
e
sia
mi
campo
é
sollecitare
lo
stato!
addosso
loro
ranza
ignole
scrivacchiare
pazienza
una
abbia
parlato
il
stare
lungo
presso
a
opera
ticchio
a
quel dottore
alla
e
grande
saltato
conseguenza
cipali
prin-
facilmente
vi
di
o
maneggiar
la
Ma
dottor©
quale
i
attirerà
alla
avvezza
Vorrei
sono
di
con
peccare,
che
Suppongo
dell'opera
davvero,
inducono
avete
abbandonato
quello
vivo.
mi
sono
che
tormentarmi
a
cimen
spe-
approvare
ho
mi
poco
due
di
Pazzo
temo,
bestialità, finché
meritoria
dacché
quel
l'altro
e
sapete,
per
nella
inglese?
piacere
vino.
abbandonati
venire
poiché
in
come
e
cosa
Abbiate
mìa
maledetta,
penna
i vostri
che,
le donne
li
una
donne
della
due,
il
scritti.
pre-
più, perchè
Ma
fatto
io avrei
disapprovare,
diletti
gli
l'avete
plimenti,
com-
voi
sembrano
eccellente.
non
di
rabocchiare
sca-
coi
da
incontro,
mi
tanto
ringrazio,
finisco
di
poco
lettere,
nità
Cristiadi
Vi
tarda
con
nello
confini
mi
breve
molto
risposto, perché
che
che
un
vostre
cosa
ne'
dirvi
nostro
la
qui
e
troppo
della
capo.
il
buona
consiste
pel
mantenere
posso
alla
abbassarsi
merito
bontà,
conoscervi
e
ad
solo
siete
Marchese
gli passi
devo
che
gravità
solo
volto
mentre
di trattare
il
cui
vostra
che
la
condisceso
mai
uomo
serio
esser
tutta
con
checché
é
della
descriziene
bella, e.altay«
E
mentre
BARETTI
DEL
fare
di
di
tra
voi.
come
906
LBTTSRB
Londra
mio
da
certo
un
amico
grande
Caffarena
Giambenedetto
signor
qui.
fratelli; addio, addio.
carissimi
Addio,
BARBTTI
DEL
// vostro
Giuseppe.
XX.
Al
Giovanni,
fratello
Casalmonpbrrato.
a
21
Genova,
Carissimo
posdomani;
che
della
parola che
è
non
solennemente
quanto,
per
da
in
eof),
mille
pezzi.
più
faccia
lo
nozze
tutti
Alcune
Lettere
Carli-Nordis
dal
Baseggio,
gentilmente
il
quale
^afiiche
e
ci sia
il
in
m'aveva
Addio,
mi
fino
là.
di
nalmente
fi-
allontano. Dio
cari
mi
addio
a
fratelli, e
il
strazia
stella
vuol
tutti.
vetemi
Scri-
mente
volontaria-
fermerò
Addio,
sa
addio,
; Dio
vi
tenga
me,
che
non
fratelli,
tutti
so
sani,
quando
addio.
d'illustri
dottor
1858;
più
più
sarà
cui
maledetta
pag.
Italiani^
Luigi
gran
19-20).
Italia.
conoscitore
pubblicate
Chiminelli
prestato dall'egregio prof.
è
mi
pensarlo
mia
non
lieti
più
Addio,
sarò.
^Da
il
la
Ma
perchè
il Capitano
se
Giuseppe
da' miei
e
nipoti, parenti, amici
cognate,
vi
volta,
che
luogo
nessun
sera,
in
parte
non
partire. Così, abbandono
sottomettersi.
Parigi,
in
San
tratto
persone,
a
e
altro
bisogna
e
di
un'altra
un
costà
per
oggi, giorno
stato
altre
tante
cuore
Tartana
promesso
l'Italia
posta
1766.
agosto
partirò domani
io
ma
Anselmo
di
la
Giovanni,
*
—
e
pografia
Ti-
(Bassano,
QueBt*"opuscolo
Alfonso
le
per
Corradi
di
mi
fu
via,
Pa-
raccoglitore d^epistp-
tNEDItB
307
gPA^Sfi
O
XXI.
r
Al
Filippo,
fratello
Di
che
ripiglierò
avrai
mio
di
dove
stucchevolissimo
fastidiose.
Posdomani
pranzo
a'
lettere
alla
del
14
di
lettera
posta
Se
economizzando
bene
fermarmi
un
les
nouveaux
tons,
e
momento,
mi
stantissimi
ba-
rebbe
dispiace-
osservare
di
cercare
se
chè
per-
danari
avrò
per
per
colla
bene;
sua,
non
Parigi
a
poco
domandare
credo, qualche
un
là. Pure
a
un
qualche
?
momento
fino
più
sarò
subito
casa
faccio
come
andare
per
a
fermarmi
senza
che
come
m'inviti
che
sato
pas-
delle
dove
innanzi
colà,
troverò
Londra
farò
non
tirerò
poi
e
Capitolo^
partirò per
Là
il
lunghi giorni
Lione,
per
anzi
venerdì
calma
una
per
parto
corrente.
diligenza.
prima
no
viaggio
vanni
Gio-
esso
Genova,
giunto dopo cinque
sono
maggior
Da
m' imbarcai
Nizza
Di
la
che
da
partenza
al Monferrato,
non
Giovanni.
con
mia
la
Nizza.
in
qui,
per
tenere
saputo
sharco
1766.
seti
che
quel carteggio
teco
faceva
mi
al Piemonte
vicino
più
sarò
prossimità
li 5
Marsiglia,
carissimo,
Filippo
Ora
Torino.*
a
^È
delle
prima
la
per
opuscolo
^
Per
dei
volte
1874
tale,
lettere, rimando
a
pa^.
232-33
e
una
e
4
num.
mi
fu
il cui
volta
245-48.
Fu
1843).
inedita
come
Paravia
questo
dai
Venier-Gradenigo
nozze
(Venezia, Tipografia Cecchini,
5rdel
G,
Bar etti
blicate
pub-
^
le
due
di
inedite
Lettere
tre
1875.
prestato
nome
per
poi,
giornale
nel
del
Fratelli
dal
sempre
errore,
II
Baretti,
questo
prof. Alfonso
ricorre
spesso
a
stampata
ri-
per
Anche
—
Paravia
quanto
nelle
ne
merò
noraro
Corradi.
presenti
è
dettg
SOS
DEL
LETTERE
mio
amico
coperta
a
veduti
inglese.
Mi
Capitolo,
con
mi
mandi
carta, perchè
da
piacevole
resa
Cilesia
mia
ho
puoi
ordine
che
lettere
che
dirti, se
certi
delle
dare
tue
le
non
BÀRETTI
non
ci
caso
Londra.
a
sotto
fossimo
volto
Non
che
non
m'è
Marsiglia
ai
gnori
i si-
quali
raccomandato
fortemente
a
nuove
signori Audibert,
m'hanno
saputa. Addio
tue
senza
tutti.
Il
tuo
Parigi,
li
Giuseppe.
XXII.
Allo
stesso.^
Di
Carissimo
Lione
da
dove
mie
iersera
Saint
Germain,
dal
fosse
il contesto
1766.
Parigi
Pio
si
la
lettera
quei
qual
tanti
il
33
di
messi
com-
Faubourg
fa
mi
cosa
o
pure
non
solvere
ri-
vederlo.
neppur
(num.
tua
inquietato
sia
senza
11 Baretti
giunto
e
34
del
;
ma
se
1871),
AgodiiK).
legge:
cosi,
è
lui,
ricevute
son
tutto
per
mi
fatto
cercato
a
quanto
di
giornale
cav.
domandato
per
traccia
dal
stampa
nelPautografo
tutto
e
Ho
le lettere
abbandonar
Pubblicata
'Nella
da
la
trovar
Tebbe
ho
distribuiscono
ad
che
n'
e
l'ho
ore,
qualche
nulla.
da
dove
qui,
restante
scrivere
d'ora
prima
cercato
trovo
non
Capitolo,
che
^
ma
Ho
poche
«
1766.
seti
potuto
che
avrai
che
Poste
la
à
avendo
fermato
poche righe.
Giovanni,
posso
Non
sono
credo
e
tardi,
trovar
de
mi
non
Chàlons,
quelle
di
Filippo.
13
d3
sarebbe
certo
che
settembre
sempre
la
lettera
i776
uno
sbaglio;
fu scritta
anche
perchè
il 13
tembre
set-
INEDITE
11 trovarmi
cane,
se
in
la
me
oggi
tra
domani
e
di
mettermi
derei
venti
quei
n'ho
non
di
malumore,
che
che
qui
onde,
;
in
farei
non
che
quel
e
mi
ancora
salvare
potuto
rincrescevole
un
iscopro quel Capitolo^ posdomani
Calais,
luigi
conoscervi
senza
che
non
non
via
città
vasta
odiosa
rende
piglio la
che
cosi
una
300
SPARSE
0
è
peggio
spen*
di
che
trovo,
mio
questo
altro
lungo
più
dioso,
fasti-
e
viaggio.
fu
una
lettera
di
Veramente
Lione
una
rebut
Lione.
a
che
quello
mesi
fa;
chi
Oceano
? Potevi
lettere
che
mi
darmi
scrivesti
tu
le
il
au
due
in
di
Flemma,
tre
o
questo
in
indirizzo
suo
giornare
sog-
lettere
sue
trovare
Genova.
a
tanto
lettera
può
a
discorso
tua
lo
mio
avremmo
una
diavolo
pur
il
andare
in
trovare
non
Ma
trovavo,
scrivesti
mi
ma
fatto
lo
Se
sventura
Capitolo.
ha
Genova
a
mia
quelle
flemma,
flemma.
Al
mal
fatto
v'è
non
rimedio.
State
n
vostro
tutti sani.
Giuseppe.
XXIIL
stesso.*
Allo
Di
Carissimo
Filippo,
all'altra, e
tua,
di
tanto
ho
che
disgustoi^o
non
da
ho
avessi
di
il
primo
de'
due
nel
giornale
dirti, che
tomi
a
fatti
ieri
ho
11
sett.
da
una
rispondere
cosa
de'
d'un'
18
innanzi
qualche
dirti
tempo
^Pubblicata
tirato
procrastinato
il
li
Londra,
Ora
consegnato
che
opera
Baretti^
num.
sto
16
mana
settitima
all'ul-
positivo
di
miei.
1767.
è
ad
nuto
ve-
un
scrivendo
del
1875«
e
braio
li-
310
LETTERE
il
inglese,^
in
tosto,
secondo
e
come
Edmondo
qual
intanto
ho
fatto
letterati
e
di
lingua nel
mi
basta
molta
che
farsi
senza
offerto
dugento
in
libri
considera
che
metà
lo
per
foglio
di
anzi
e
la
gli
a'
silenzio,
che
di
necessità
in
la
inverno,
tardi
e
che
solito, dieci
rifiatare.
di
invece
che
la
dimagrare
È quella
stoms
nota
pag.
più
so
ecc.
che
per
intitolata
of Italy^
a
male
non
di
dodici
An
stia
al
ore
1
giorno
salute
è
di
mettere
AccoMvat
of
nel
e
Spero
prossimo
ben
e,
al
sulla
più
al
curvo
secondo
il
quasi
senza
ferro,
questa
the
vrebbe
m'a-
dine,
sollecitu-
fatica, ingrasso
dove
e
pensare
prossimo
eh' io
(Londra, 1768),
330-31
che
tanta
febbraio
la
la
situazione,
questo.
pubblicare
possa
mio
quest'opera,
giù disperatamente,
anche
Manco
oramai
^
e
meni
del
troppo lasciato
con
di
contento,
dell'utile
in
usa
ogni
per
male
a
si
se
si
essere
notte
stato
questo
per
l'altra
e
ragione
a
voler
tomo
fine
converrà
; ma
tavolino,
secondo
la
verso
ghinee
altro, che
in
l'opera si
tutta
e
il
tre
pagato
e
m'hanno
non
n*ha
troppo cattiva
finora
sono
me
contanti,
io devo
di
di
uomo
tomo,
Nazione
mi
onore,
esorbitante,
o
Non
loro
primo
della
sarò
sinora
penna
finire
poter
che
io
applicare
cui
la
adoperar
di
due
quale distinzione
apportato,
a
scrittori
che
è
minuto
in
uomini
i(on
o
quale
Prezzo
solamente
e
onore
un
metà
scelta.
superbissimo.
l'incertezza
orecchi
la
primi
stampa,
pure
lungo
tirar
da
nella
rapito dal
così
stato
scrive
il
bano,
gab-
onore
tutti,
a
de'
mi
con
che
libraio,
è
mia
a
cinque. Della
il
me
io. Ma
altri
non
voglia
autore
scrivo
ghinee,
dare
più
la
che
letteratura,
di
parlare
un
ora
Nazione
venir
al
Johnson,
alcani
e
questa
farà
e
Samuello
Se
primo.
di
farà
chio
il tor-
sotto
disperatamente
signori
che
per
lavorerò
al
conoscere
modo
anderà
Goldsmith,
l'Inghilterra,
donne,
e
tomo
Doctor
quest'opera
tutta
BARETTI
primo
io
Burk,
primi
DEL
per
e
che
modo,
panciac-
manners
quale può
and
cit-
vedersi
IXBBITB
mi
che
eia
Sarà
enorme.
allora
ed
dita
da
trai
larga; oggi
Oerusalem,
tu
venire
in
pe' loro
padre
marito.
Se
come
fare
hanno
dei
ha
beccato
lupe,
della
la
possa
vegeto
seta.
in
e
se
di
fuori
risposta,
ti dirò
di
me
che
di
Taylor
Storn,
alcuna
la
che
s^nza
non
dagnate
gua-
Tanno
temente.
costanli
gambe,
così
e
e
cato
re-
dire
che
suoi
crediti
alla
Guada-"
la
il
occorre
questo
si
come
in
Su
Castarena
chQ
questi
mi
non
sto
suadere
per-
Genova,
tutti
più parlarne.
libro
se
ancora
lascia
erediterà
la
l'altre
suocero,
non
bia
ab-
se
fra
vedo
non
quest'isola.
e
ha
che
moglie
che
dove
Francia,
muore
quello
trasportare
parte
gli
missione,
com-
per
troppo presto
conoscimento
non
si
quando
garbati cugini che il
pel Castarena
se
robusto,
e
altra
articoli
Ma
de' debiti
sento
partito per
sommo
cavare,
a
0
sia
là
col
certo
caverà
cose
di
può
non
Morris
de'
cosa
che
corrispondenti,
certi
a
Il
Genova.
qualche
che
e
in
molti
e
pregiudizio
poco
Castarena
stessi
sé
tori
credi-
si sarebbero
delle
assai
non
ché
presto; sic-
e
arricchire
passi più lunghi
rovinato
non
di
né
generale
innanzi,
sterline
lire
il desiderio
Ma
fece
mila
di
paio
un
che
i suoi
così
principiato,
avevano
quattro mesi
moderatamente
negoziare
ver
o
pagamento
tirato
io
rivisto,
dispera
al
avesse
poi
quittanza
si
e
lo incon^
più
che
avverrà
non
buone
lasciato
moglie
sua
una
contribuire
a
a
a
sintanto
piange
costà
Morris,
con
scritto
che
cosa
moglie
povera
il
ha
e
tre
barattammo
e
tre
sono
sottoscritta
crediti,
condurre
Castarena
Inghilterra
abbiano
la
Il
Brusselles,
a
non
unì
ci
e
fibbiare,
af-
più
Taylor
l'ho
né
Egitto^
verso
parlare.
sentitone
vuole
M/
parole d'allegrezza cerimoniosa,
quattro
è
quasi
si è mai
non
istrada,
per
sottoveste,
allargare
arrivo.
modo
un
una
posso
Storn
suo
caso
a
la
la faccia
M/
il
feci fare
mi
non
me
dentro.
dopo
me
giorno
un
che
duopo
sarà
in
protaberante
che
mese
capirvi
per
vedere
un
era
e
del
diventando
va
311
SPARSE
O
dare
Intanto
scrivendo,
312
LETTERE
avrei
non
aria
di
il
ghinee,
quaranta
danari
e
a
qualcuna,
pagarne
fatica, penserò
stiate
tutti
già qualche
di
brutta
anni
nove
regalo
che
di
ho
gli
Quartier
au
dice
si
farmi
de
S}
v'abbiano
p
che
mi
*
dice
torinese
I Gli
ho
Pino.
con
senza
otto
bel
Che
mente
libera-
dazioni,
raccoman-
V Hotel
à
d'Orléans
d'aver
paura
errato
nell'indirizzo.
Addio,
a' tuoi.
addio, addio
Il
Volevo
vedo
tu
far
che
ho
non
la
stracci
scellino
d'un
economia
da
scritto
di
francatura,
poter suggellare
nell'aprirla, onde
lettera
GiusEPPB.
vostro
ne
ma
che
senza
spenderò
due.
XXIV.
Allo
*
stesso.
Parigi, 25
Carissimo
Dopo
Fra
^Si
*Dal
veda
cit.
tre
la
1709.
Filippo,
mesi
due
aprile
o
nota
di
marcia,
quatro
a
opuscolo
pag.
dei
di
sono
giunto
partirò
251.
Fratelli
Paravia.
per
qui
Londra,
,
di
senza
di
scritto
più
ho
sua
conoscente,
tuo
ma
dirti
tro
l'al-
giunti qui
del
lettera
Honoré,
tato
frutdi
quasi
pur
mai
la
diretta
^
sono
amica
da
che
racoomandato
ragazza
una
con
Spero
alcun
senza
toccar
a
d'altro.
una
mobili
bei
più
sta
que-
Salvatico,
m'incomodar
non
e
con
due
Capitolo
per
francese
mestiere,
senza
lingua»
la
m'ha
di
finita
Isole
Capitolo
in
avrò
scordavo
mi
chiamata
Questi
soldo,
saper
0
di
piemontese,
conoscerti.
un
di
cosa
le vostre
Oh,
cosa.
stolto
uno
che
e
quell'animale
che
qualche
a
bene,
comincerò
quando
e
andò
indebitato
Sono
posdomane
ma
mi
dacché
volgere
Machiavelli.
del
progetto
mi
dove
saputo
BiRETTl
DEL
mente.
felicedove
314
LETTERE
sogni fate
di
d'ottobre,
la
per
sul
il
primo
in
Spagna
libraio
un
voi
che
di
lire
cinquecento
della
mia
essendovi
Madrid
il di che
di
colà
da
salvo
ladro
posta;
mi
prime
quattro
con
tanti
che
ne
garbugli,
credulo
tanto
che
di
vita
altre
in
è
dello
che
né
che
stravaganze
e
piano;
di
questa
alcune
che
sola
delle
dini,
Giar-
a
imbrogli,
risse
e
accadere.
di
i
e
hanno
Di
essere
di
cosa
presente
non
volte
qualche
scriva
tu
mio
sorta
del
possonsi
una
gli esigli,
e
finezze
Spagna;
da
qualche
il
giorni
non
potevano
dirti
senti
di
avvisandoti
checchessia, lascia
strano;
schietto
Inghilterra,
strano
sognando
accada
quando
pizzichi
ricevuta
di
pure
di
rubate
sono
n'hai
accadute,
grazia, in avvenire,
Parigi,
ti
appare
sono
Grandi
od
il di
delle
ragguaglio
per
momento
cinquantacinque
queste lettere
se
paese
sette
il
scrissi
non
e
il
ti
di
Tutte
se
anche
e
con
inglese)
vigilia;
ancora
perdute,
in
Madrid
Ambasciatori
colà.
cotesta
a
cose
molti
quel
di
breve
un
di
scrissi
partii dopo
ne
arrivo
tutte
essere
la
giunto
fatto
indicandoti
li. Ti
di
partivo
contratto
scrissi
fine
sulla
novembre
tradursi
da
Parigi,
ti scrissi
finalmente
mio
Ti
dandoti
soggiorno,
fattemi
e
sterline.
partenza
scritto
descrizione
(e
da
Natale,
mìa
italiano
novembre
di
otto
d'un
conseguenza
in
di
secondo
o
la
T*ho
mio?
conto
dargli
già stampata
BARETTI
DEL
me,
metodo
duelli,
e
quel luogo
in altre
aver
possono
parti.
t'ho
Già
impinguare
un
furono
anticipate
e
trenta
l'aggiunta
con
mesi
e
sei
mia
manda
già
venuta
per
la
fare
ghinee, cioè
centotrenta
lettera
di
un'altra
che
fui
scritto
la
rende
risparmio
di
cambio,
risposta
inutile,
di
da
assente
e
che
tutte
che
ho
spazio
tua
perciò
posta, l\ dottor
Mi
in
quest'Isola.
alla
della
magra.
cento
nello
trentina
per
inglese
alquanto
è
fu
viaggio
questo
descrizione
mia
in
giorni
aveva
la
poco
il
nell'originale italiano
che
Spagna
che
detto,
tanti,
con-
spese
di
sei
dini
Giar-
lettera, che
non
ti
Bianchi
si
di
INEDITE
^
Rimini
viaggia
non
essendo
Scrivo
e
per
di
a*
la
sogni
ricco
e
sta
posta
ridicoli
tuoi
ti è stato
come
ottantanni,
di
fretta, perchè
fine
por
alcuno,
con
vecchio
un
315
SPARSE
O
partire,
per
ridicole
e
posto,
sup-
temente.
bastan-
ture
conget-
paure.
e
Con
altra
più esplicito
sarò
prolisso. Addio.
e
//
Giuseppe.
tuo
XXVI.
Allo
*
stesso.
10
Sterlingfordbury,
Carissimo
Ieri
Parigi
a
sedia
Filippo,
di
posta,
e
lontano
luogo
è
Cura
regno,
qui
si
mio
questa
che
*
Pubblicata
^Si
veda
ebbe
veda
la
tre
di
dal
la
in
miglia
amico,
a
pag.
giornale
prof.
lettera
Natale
da
il
quale
Londra.
Io
il Rettore
e
faccio
il
rato
Cudel
pari
conto
di
star
di
sarmela
pas-
lavorando
settimane,
dopo
una
o
o
conto
riposando
una
Questo
qui)
fa
di
fordbury,
Sterling-
figliuolo d'un
quattro
Spagna,^
chiamato
noi), e
soletto.
o
che
chiamano
la
da
solititudine
nota
dal
giorni, montai
luogo
un
(come
solo
campestre
Si
la
in
conto
Cholmondeley,
esso
Viaggio
^
sette
o
chiamerebbe
rinverno
tutto
mio
venni
grandissimo
con
al
sei
fa
Capitolo,
venticinque
signor
un
fra
Rettoria
una
(come
è
da
pigliai congedo
tornare
1769.
nov.
la
mente
in
in
cui
tumulto
351.
II
Baretti
13
(num.
del
1871),
Roggero.
precedente $
1^
nota
a
pag.
291,
S16
LETTBRK
r anima
tutta
mio
alla
ligioso
de'
moda
delle
in
ma
me
la
come
burrasca
è
ricevute.
Già
da
t'ho
Giardini
la
chiamato
quella
nuova
te
cosa,
per
di
vorrei
formare
a
Napoli,
li passerò
dove
d'un
Allude
da
'Si
noi
veda
al
Fa'
e
farò
le
che
tragico
nota
qui.
bisogno
pubblicata
la
te
prossimo
avremo
servitore.
sino
tornare
a
caso,
a
pag.
di
faccio
conto
mobili
d'un
di
un
è
meco
cui
s'è
otto
come
adoprato
paesi.
o
un
si
appena
ed
Roma,
a
a
ti scordare
Egli
Un
in
di
modo
due
lenzuola
238-42.
251.
mio
un
ciamo
Fac-
anche
giorni
dieci
gli altri fratelli,e qualche
raccontato
pag.
Non
amichevoli
poco
insieme
con
trattare
età, allegro
fervore
un
nostri
*
degli
mandassi
verrà
cosi.
Se
conto.
ornamento
idea.
mia
gato
pa-
prossima
mi
che
cosi
con
poi
all'Isole
dell'inverno
Torino,
e
ed
che
un'
francese
d'andare
ho
possi
state
uso
ricco, della
ne'
onde
diversi
L'amico
prego.
idea
conto
sino
cui
darmene
per
che
tosto
comprare
quel tempo,
maogani
disgrazia
mia
di
Genova
ne
in
la
che
qui
tuo
per
la
di
parlante
pesce,
ghinee
verremo
via
sufficientemente
nella
questa
più particolarmente
Prima
casa,
sufSciente
uomo
quanta
scelta
posta passata,
maioliche,
e
me,
la
per
legno
questa
pitolo;
Ca-
con
lettere, ora
impiegale
delle
e
Valenza.
a
piano
alfine
le manderà
me
venticinque
tavola
mandarti
^
tue
scritto
nettezza
trovarvi
può
leggere
Inglese, quando
amico
di
di
convenientemente,
molta
un
ho
Dopo
campagne,
solitudine
tanta
re^
amante
pochi di
per
onde
mese,
acquetata.
Capitolo
argenti
con
provare
Il
buon
tavola.
le loro
offrirono
trovai
impaziente
al
circa,
buona
^
mese»
maggiore.
Sono
puoi
a
un
per
della
che
mi
nessuna
occprre
ne
andai
quali
passato
allegro, ospitale, e
paese,
amici
vari
nel
cinquant'anni
egualmente
quel tumulto,
due
di
del
BARBTTI
involta
uomo
an
libri
buoni
fu
mia
è
ospite
DEL
che
si
letti,oltre
di
da
passi
a
que' letti
lui stesso
a
quello
sieno
nella
tera
let-
INEDITE
mecche
portare
anche
pure,
lihere
avrò
farmi
abiti
degli
né
avuta
e
luogo
che
mesi
saranno
sarà
di
tanto
uso,
fuor
biancherie,
bella
a
lungo
che
potrò
cinquemila
pienamente
si
più
casa
persone
più
il
co*
in
due
per
detto
delle
né
tanta
alloggiare
non
averti
poco
franche,
o
Inghilterra;
ragioneremo
cinque
questo
in
questo
pare
fra
casa
a
di
Mi
di
sufficiente
Ma
volta.
un'altra
s'usa
come
pensi
hai
non
servitore.
un
io
Torino
in
perchè
tua,
e
d'Ollanda,
fina
tela
di
317
SPARSE
O
di
cui
provvisione
che
le
bisogno
di
più
dal
lire:
mai
ho
non
ho
come
al
presente.
potuto, nel
che
stavo,, e
come
sarà
amici.
la
Quando
scritta
d'avere
Raiberti,
cav.
m'ha
licenziosità
da
alcuni
ne
consolo
*V.
fatto
che
che
In
gli
ogni
viene
addietro, pag.
^ Carte
o
nelle
carte
un
galantuomo
in
mi
al
paese
testa,
veva
do-
come
felice,
secondo
maltrattato
ricordo
di
più
dove
é
ogni
di
spesso
due
della
birbone
stampare
tutto
possibile preclu-
241.
^pubbliche chiama
ma
plauso
l'ap-
pronunziare
può
non
signor
pubbliche;'
mani
giudici
al
che
vero
carte
di
detto
chiamar
quando
batter
ai
sentenza.
egualmente
quello
il
e
ebbe
poi
alquanto
ora
sono
m'ha
disgrazia
che
benché
meiio,
veramente
agevolmente,
spettatori
favorevole
può
furfanti
anonimi
mia
venire
av-
regolarmente
Egli
casa.
In
dere
ve-
affezionai!
più
lo
riputazione. È
inglese
universale
mila
si
miei
per
esito
sua
cordiali.
mattina
il felice
cresciuto
la
me
e
a
farò
quella
tutta
casa
gli
di
per
dando
man-
Londra,
distanti
Quell'esito
avere.
poiché
a
domenica
miglia
due
stiamo
offerte
de'
avesse
se
faccenda,
di
persona
signor
obbligato
sono
brutta
numero
tornerò
ogni
corte
nel
messo
Gli
con
sempre
dal
pranzo
servito,
quella
qualche
giorno
ogni
in
pigliò
a
m'avrebbe
che
accidente.^
sofferto
l'interesse
fui
Londra,
Scarnafigi,
di
Conte
lasciar
di
Prima
i
giornali^
318
LBTTERB
calannie
dere
le
riare
impunemente.
che
ti
in
un
ha
di
innamorato
già
l'aiuterò
del
volte
di
più
di
l'acquisto
amici,
cortesie
più
e
dal
che
ha
statti
sano,
ha
fa'
e
lettere,
il
mandarmi
non
me
mie
mandarmi
t'importi
vedere
potuto
ricevere
di
visto, ha
della
gravata
la
Il
Mi
gazzette,
Amici
mi
sino
mandò
sul
supposto
che
non
inglesi,
che
n'avevo
e
dirti
leggendo
Charlemont,
mylord
di
quasi
scordava
poi
per
non
potessero
aiutarmi
più!
molto
anche
ti
dare
scor-
né
Valenza,
che
casa,
e
tutti.
a
Giuseppe.
amico
antico
cinquanta
occorrere
in
glese.
in-
parlar
nelle
disgrazia
mia
d'Irlanda
mi
tuo
il mio
che
la
Francia;
del
Addio
posta.
usate
non
que' beni
di
miei
spesso
di
casa
traprendere
d'in-
hanno
in
tutto
sopra
tipo
un
mai
scrivermi
ha
mi
Molti
potuto
di
Anche
coraggio
giudicare
avesse
fare
gli piacerebbe
gli
se
piano
che
Parigi,
sperare
saputo
è
quando
al
lingua.
mai
e
sarà
il
sfera,
potrà
ne
lo
paese
questa
in
Torino
cittadino.
avesse
primissima
non
che
avrebbe
senza
a
che
poco
Orsù,
di
gente
e
se
nari
da-
più
Scarnafigi
per
questo
in
tornerà
di
lingua;
tornerò
è
non
M'imma*
in
più
e
amore
che
coi
patria
Conte
questa
Parigi,
di
Pagnani
guadagnato
e
paese,
suo
confessato
ripetutamente
cento
U
quando
potrò
il
guadagnerà
ne
tornerà.
dispetto
a
in
ingio-'
può
dettaglio.
favore,
parlare
quanto
Capitolo,
minuto
questo
francamente
potrà
on
non
savio,
è
quell'affare,
so^iorno
che
ti
Torino
di
trovato
anno,
Se
quattro.
breve
un
dove
Londra,
dare
chi
di
in
sarti
appieno
dopo
BARBTTI
strapazzi
Presto
lettere
in
che
gino
gli
e
parlerà
possibile
DBL
quella
lire
più
line,
sternari
da-
calamità.
INEDITE
Sld
St'ÀRSfi
0
XXVII.
Allo
Di
insieme
coU'altra
da
qui,
di danaro
qualche
cosa
in
una
casa
nel
Tedesca
altra
notte,
e
tornare
vita
che
assai
fuor
di
da
Lettere
^
la
di
stampa
e
ora
che
Pubblicata
dal
Valenza,
vocabolo
(Lett. XXXI)
'Si
verà
canon
la
letto
detto
vuol
che
l'altro
si
vanno
differenti
da
quel
aprile spero
Lettere;
tiere*
quar-
di
v'abbiate
dovete
Jl
giornale
quartiere
la quarta
il
parte
Alla
lasciate
delle
la nota
a
pag.
24
num.
designa
d 'un'annualità
291,
è
la
che
Lett.
cessità
ne-
mente
inutildi
Comunità
che
che
XXY«
forse
1874.
del
qui
Capitolo.
veda
maggio
vedo
coltivato
Baretti,
Baratti
rio
Diziona-
mio
giugno.
alla
terreno
un
finito
avrò
tormentarvi
ancora
sono
in
Non
occorrendo.
che
in
avrai
che
pando
stam-
sicché
Valenza
spero
avete
del
ristampa
in
all'Isole
quello che
per
al
ancora
gli
in
ricevuto
di
la
trovarmi
Amedeo
ed
tu
*Col
conda
se-
Qui
Spagna
di
quelle
ingrandirla
per
*
è
cavare.
M'ha
avrà
fine
dire
a
fabbricata
morse
la
vale
potrò partire
casa
che
afatto
ma
Verso
lavoro,
e
la
che
dormendo
giorno.
viaggio
del
inglese,
italiano.
ogni
Capitolo
gli potrà
casa
il
giange
te.
in
in
letto
Parigi, dopo
a
Le
in
mi
Valenza,
bruttacchiuola,
che
star
1769.
solito, poiché, per mettere
quella sua
anima, s'è preso
di
vuoto
quelle poche penne
fa
da
che
detto
al
die.
de' 3 corrente
tua
t'ho
Già
il 26
Londra,
9, la prima
de'
Torino.
asciutto
e
La
carissimo.
Filippo
^
stesso.
e
altrove
Filippo
gava
pa-
320
vale
UDO
si
tormenti
ma
voi
altri
molto
di
che
io
sono
Né
di
figlio,*
d'educare
di
chiavi
gli
farei
tu)
e
I
modo
l'altro.
abbi
tu
e
l'argomento
sarà
e
un
pensieri
Avrò
caro
mi
bastava
in
penna
^
Isole,
112
lire
possesso
^
Si
Valenza
mila
per
nel
lire
Ma
la
nota
1,
a
di
non
adoperar
pazienza
tu
lo
educhi
di studiare,
Ti
da
alla
e
tanti
e
all'Isole,
colla
grossa
Te
tanto?
di
un
fabbricata
casa
educhi
male,
il frutto
goduto
ne
vo'
far
famiglia Baratti, pubblicate dal
233, nota),
venduta
parte anche
aveva
veda
pag.
1776.
forza
a
figlio asino.
tutto
voleva
alla
del
ore
quando
e
lo
abbozzata
Ci
intorno
(V. addietro,
delle
di
idea
lettera.
notizie
Dalle
Perrero
un'
sei
o
O
o
sarà
della
lo chiamerei
(come
un
garbo;
altri, e
schizzo
uno
una
di
figlio,
questo articolo, perchè
su
fatiche
e
avrai
le due
la chiami
(come
ha
pia
sap-
mio
fosse
alternativa.
tanti
affanni
e
non
sono
potessi
non
penso
figlio
come
che
giudizio,
se
ammette
un
anni
cinque
non
se
ragazzo
pazienza
non
avrai
e
Il
quel che
schietto
studiare
via
la
sa
n'acquistino, bisogna
perché
fa' tu.
Pure,
de.
gran-
quasi figlio di
greco,
Se
hanno
non
opinione
dodici
vivacità
frustate,
di
più
nuirò
dimi-
di sollazzarsi
a
tanto
venturo
v'è
umana.
sforzerei
lo
ho
non
di
soverchia
siete
pagamento
piemontese
o
e
fanciullesco
ragazzi
un
latino
la
forza
a
carezze.
bene,
padre
scienza
passare
io), e
ma
la
tutta
il furore
giorno
di
basta
al
non
d'undici
all'età
che
quanto
dico
il vero,
altro
nalla;
lire.
mila
figliuoli.In Inghilterra
galantuomo
giova
ti dico
che
dovete,
v'afTaonate,
dell'anno
corso
ha
non
contribuire
qualche
alcun
né
tu
nel
che
certamente
tuo
di
bene
Va
non
e
.che
assai
quando
istato
in
^
presente.
molto
più
avete
compatire
quel debito,
Del
stato
deve
quaDdo
da
poco
quando
lire Dello
mila
cento
BARETTI
DEL
LETTERE
nel
39
1767
mila,
da
pag*
a
fa
questa
Amedeo.
255.
si
rileva
che
la
nità
Comu-
Filippo dalla
da
lui
lettera
rivenduta
appare,
sessione
pos-
che
per
nel
322
LETTERE
sidente.
Lo
membri
introdurrò
della
lo
nuovo
meco;
piglierò
della
industrioso,
stieno
sanno
p
Il mio
discorso
^
dato
a
nessuno.
cattiva
una
abbreviatura
ed
storpiato
il
di
tale
quello
sciocchezza
spargendo.
sia
Verrà
curiosi,
che
classi
sia
altro
curiosità
mai
perduta
Ora
s'è
'Si
3
questa
la
che
una
che
si vada
storia
di tutto
e
accidenti
alcuni
alcuna
non
delle
rie
va-
cosa
che
Ma
lingua.
la
veda
nota
e
a
leggersiCapitolo»
è
fa?
per
ho
ora
qui.
Ma
fu
Non
preso
che
altro
una
suo
ha
non
delle
moglie,
mai
col
guasto
Tuso
perso
ha
egli
ha
Charlemont
Lord
Aveva
il motivo
sapere
intieramente
Ney
vista.
e
membra.
sta
quasi
243-45.
2,
stampato;
lettera
si
rifatto,
la
venire
a
viaggio.
molto
è
immaginazione
Égli
addietro, pag.
Cosi
che
appunto
dispiace
il carattere
nostra
quel che
per
di
V.
T
vana.
compagno
*
nella
mai
dice
leggeranno
meglio
Capriolo^
motivi
avuti
si
scritto
parti
scriverò
che
V ha
conseguenza
tradotta,
costà
*
carte
è per
io. Mi
dissi
nazione,
questa
ti tormenti
indusse
che
alcune
l'ho
non
fare.
che
Tu
di
quale
scritta
stata
che
mosti^eranno
di
in
ed
loro
salutino.
mi
che
ed
non
le
con
qui sulle
uomo
un
che
Giudice
stampò
dicevo,
stata
un
quel fatto, nella
da
lo
imperfetto,
contrario
si
ma
parole
due
ni,
lascio
al
e
potere;
B
che
amico
Piemontese
un
dire
soffrire
fatta
mentre
li
cademici,
ac-
la gente
tra
tutto
il
nulla,
che
Quello
cosa,
qui
sanno
come
Giurati
ai
gola
a
non
voglio neppur
non
e
,
che
far
vogliono
un
viene
birbanti
o
condurre
alla
sino
di dell'anno
primo
degli
assisterlo
di
bestie,
bene,
non
o
in
piace
mi
compatrioti
che
è
lo ficcherò
di
più cospicui
generale
pranzo
diritto
ho
quale
il
e
professione. Quando
sua
certi
al
meco
insomma
e
dag^li altri
anche
Accademia,
nostra
al
6ÀRETTI
DEL
pag.
ma
a
317.
pag.
da
quanto
245-48,
mi
è
pare
detto
al
evidente
principio
che
di
debba
INEDITE
muoia
È
Irlanda.
in
sempre
viva
0
a
femmina
una
Lascia
che
la
Non
posta.
saa
323
SPARSE
O
t'impacciare
cattiva.
troppo
Buon
na^
M
contessa
essa.
con
d'anno
capo
a
tutti.
n
La
soprascritta,
M.'
To
Secretar
Bar
the
to
y
che
vuoi
se
Giuseppe.
tuo
cosi:
sia corretta, falla
etti
Academy
Royal
London,
To
the
vuol
del
dire
la.
XXVIIL
Allo
Di
data
Ho
in
a
malincorpo,
devono
si
costà,
che
reumatismo
di
Pure,
che
o
quel
la
abbiamo
"
Pubblicata
l'ebbe
dal
che
conte
nel
che
che
a
lo
metterà
non
che
mi
non
affanna
di
più
per
tirò
parmi
che
permetterà,
Sono
si
mi
che
il di
per
né
molte,
circa
ginocchia,
quasi
mi
ho
ne
non
tre
so
timane
setse
hanno
di
messo
per-
più ragioni.
sarà.
Matrigna^
contessa
detto
nelle
gotta,
cosa
lo
me
d'occhio.
dolori
lavorare,
sarà
Cioè,
de'
di
salute
vista
a
ho
presente
dugentocinquanta
la
se
1770.
febbr.
lettera, che
tua
librai, serbandole
dai
guastando
va
^
la
ancora
per
al
perchè
intaccare
voglio
li 6
Londra,
cinque ghinee imprestategli molto
di restituirmi
caso
la
Capitolo
a
*
stesso.
pag.
intorno
alla
quale
(num.
8 del
si veda
ciò
232.
giornale
11 Baretti
IppolitoGibrario,
1872), chq
334
LBTTERB
Ho
abbi
che
caro
^
delle
sue
congratulazioni.
digli
che
se
Londra,
faccia
mandare
prima
della
effetto
avrà
in
m'ha
signora
detto
al
padre
Salutamelo
libro
da
glielo possa
tuttavia
spero
qui il famoso
è
e
cosa
Soggiungigli
prossimo.
che
Beccaria
altra
o
partenza, che
mia
dato
man-
cordialmente,
tosto, onde
saper
maggio
il libro
Pugnani
qualche
occorre
lo
me
dal
obbligato
Sono
gli
BARETTI
ritirato
esso
per
DEL
che
una
dì
Franklin
Filadelfia.
Sono
al
obbligato
ha
e
miei
offrigli quel
Non
ho
da
alcun
manderò
per
il
sarà
E
dirti
per
Cosi
dolori
di
ad
due
tu
^Qui
che
possa
sola
una
non
opera
non
evidentemente
lettera,
di
solo
un
rileggesse, poiché
scorgesi
solo
Direz.
*
3
qui
allude
da
noi
veda
la
nota
veda
la
nota
lettera
*Sì
virà
ser-
fermo
figlio, mi
tuo
essi
di
famiglia.
si fattamente
La
sciranno
riuviglio
mara-
parola,
non
! Un'altra
Genova
ai
cancellate,
scrisse
sua
fratelli
cancellatura
é
e
che
segno
è
questa
vedute
pare
un
che
cancellazione
finora
dire; né
più piccola
la
partire
pur
blicate,
puble
fico
ortogra-
lettera
del 23
pure
scritta
!
(Nota
della
giornale,)
Anche
Si
cosi
corretto
da
per
mi
non
della
alcuno
abbicamo
sola
o
senza
fra
etti, il quale
Bar
per
una
cancellato
fiato,
del
nella
getto,
non
libri, e
linee
che
altre
1770, scritta
settembre
d'un
le
tutte
come
miei
probabilmente
ho
non
di
può più leggersi.
del
che
quel
intrigato dal dilemma
cinque
parola
sovente, perchè
Prima
quel
essere
ha
rautografo
^
ginocchia
parole (che tengo
a
pure,
notte.
i
figlio,'*nò
inutili) riguardo
come
né
che
ancora
nelle
che
parte
parta di qui.
potessi fare
Dizionario,
tuo
Scarnafigi
Genova
a
la
per
ch'io
prima
di
né
riposo
mio
al
nò
Conte
brutti
mare
Raiberti
posso
fare.
que*
ma
lasciano
vi
il
che
troppo
fare;
che
poco
già detto) molto
passati. * Riveriscimelo
affanni
vedere
posso
d'avertelo
pare
signor cavalier
ne'
preso
mi
(e
pure
tragico
al
pubblicata
a
1,
pag.
a
a
caso,
pag.
241.
pag.
255.
raccontato
238-42,
da
lui stesso
INEDITE
fai
te
a
stesso:
sei^li accanto,
'
Mondovì,
sia
ben
il tuo
se
figlio
un
essere
Dio
gli
lo
tu
furono
il caso,
far
possa
lasciato
sei
hai
o
là
la
con
tua
ad
pensare
In
di
che
birba,
questa
1716
i
fisico G.
nel
1716,
tutta
Europa.
della
Direz.
Di
del
B.
sempre
che
lui
è
allora
parola
giornale,)
di
della
i buoni
Le
scolopio,
che
in
venuto
questa
farlo
a
ci avrai
birba
il fratello
subalpina.
era
non
che
gaglioffo
Monferrato
(Nota
pur
e
e
; ma
un
caratteri
Beccaria,
e
fuora
in
meno
deiranno.
del T Università
vestitino,
per
Va'
bene,
suo
il bel
piedi
del
o
ogni giorno?
del
due
che
grammati-
fargli studiare
e
non
fiorirono
città
sede
fu
il celebre
i natali
rado
mesi
parecchi
'In
sarà
quest^antica capitale
passava
al
quando
tu
de'
ranza?
nell'igno-
comprargli
fargli
le punte
con
pensar
a
anni
di
nemica
che
d'averlo
tredici
pagine
tante
tenerezza
altro
camminare
^
forza
per
gli
non
vergogni
di
libri,
questo
che
adesso
ti
all'età
altri
e
più parte dei dotti
Non
il modo
tu
dizionari
amore
una
fino
tri,
gli al-
tutti
quand'anche
povero
nulla?
insegnar
Non
e
tanto
di
esclusione
a
in
la
Ma
poveri.
tu
crescere
che
me,
rezza
tene-
figliuoli dei
i
sono
come
paese,
di
par
originalmente
fosse
a
al
sai
nostro
ad
verrà
stolta
una
dotti
diventar
con
di lamentarsi
ragione
tale. Non
a
o
quello
tutto
quando
per
essere
Vedi, Filippo:
d'asino
che
te,
reso
possono
poveri. Nel
i
tutti
di
cessità
ne-
Torino,
istudia
e
che
Piemonte,
studiare?
occasione
es-
metterlo
tu
in
o
città del
non
pezzo
l'avrai
soli
che
di
uomini
agli
paterna
ricchi
ordinerà
avrà
uomo,
e
se
un
sai
maestro
altra
E
dunque
Non
buon
posso
—
Dovrà
conto?
frustato
sarà
non
s' inasinerà.
accanto?
qualunque
il maestro
che
sia
Torino
a
^
Gasale
qualche
in
0
che
ordine
a
da
tengo
questo
per
pensione
lo
a
gli
tu
ignorante
in
se
e
v'è che
un
Se
—
325
St^ÀRgE
O
e
Filippo
Direz,
del
studi;
dal
in
lettera
cresceva
vi
aveva
di
nale.)
gior-
1560
fama
avuto
rinomanza
per
stessa.
(Nota
326
DEL
LETTERE
gaglioffo vanno
mila
fanno
che
egli butti
tutti
quasi
volta
lasciargli
per
che
lire,
te
A
se
me
in
troverò
non
la
il modo
famiglia
vecchiaia, saprò
giorni
in
miseri
artigiani
anni, che
hanno
dove
i
i
nostri
un
gli
non
sono
per
me,
volmente
piace-
passare
finire
a
i
miei
figliuoli dei
già più sapere
n'hanno
non
di
tornare
questa Inghilterra,
d'aver
sarà, che
come
come
è l'ultima
poco
io che
curar
godertelo
toccherà
te
devo
ne
Questa
e
cento
tempo,
ti curi
tu
se
di
forse
di
poco
allevati.
che
parlo,
ne
in
via
poi
tormentati
e
capitale
un
figlimal
i
figliobestia, meno
padre.
Affaticati
disgiunti.
l'animo
notte
BARETTI
più
all'età di tredici
uomini
quella
a
di
cinquanta.
hai
Come
mani
dell' Agudio
l'Agudio
perchè
lo volesse
me
dagnano
fare
anche
questa
l'avere
stato
delle
Statti
nostro.
come
forse
£
fare
il
farebbe,
tanto,
ghinee
non
da
uomo
un
io
né
anche
se
pagarglielo
tratto,
ri-
a
giusto
si
gua"
omai
io, sicché
lasciati
passare
quella
cavallo
inglese,
in
vanità
il
penna
son
voglia,
di
venti
la
con
farò
lo
richiederlo
che
come
mi
me
; e
passato dalle
è
Remigio?
non
nulla
per
facilmente
dagli anni
rotto
di
don
non
m'accomoda,
non
prezzo
che
paga
l'indiscretezza
avrei
^
Lavi
senza
ritratto
di
quelle
a
? Dal
morto
il mio
che
saputo
capo
del
si
non
allo
conviene
sano.
Il
tuo
Giuseppe.
XXIX.
Allo
Di
Carissimo
bene
^Si
sulla
veda
'Pubblicata
Lettere
Filippo,
la
nota
dal
inedite^ pag.
2,
cav.
a
Londra,
le mie
mercè
persona
*
stesso.
ginocchia
de'
pag.
Luigi
504-508.
li 28
1770.
marzo
tornano
ripetuti bagni
a
starmi
caldi.
01-
321.
Cibrario,
nel
cit.
volume
di
'
INEDITE
tre
al
cagionata
che
finire
il
non
metà,
se.
al
o
per
glìerò
felucca
al
corte
cui
ho
al
fatti
Di
e
diavolo
che
che
accadesse
lui
che
sarà.
cosa
che
gli terrà
alla
adattati
propria
dirti
per
dirti.
Un
quella
Del
Viaggio
XXV
Lett.
e
^Giambattista
nel
che
che
chi
fare
che
vita.
non
di*
a
vorrei
Pure,
sarà
qualche
assiste
Spagna,
la
la
qui gli
tica
matema-
avrebbe
già
vuto
do-
vista. di Tizio, appanna
Possibile
Cfr.
mandi
che
l'osservazione
Sempronio.
cannocchiali
vuole
abbastanza
sanno
nota
che
a
non
pag.
sappi
291,
e
le
XXVI.
Negroni,
che
1771.
3V.
in
sconcerterebbe
avverrà
vista, bisogna
vetro
di
la
cara
meco,
voglia.
detto
che
di
ho
rato
sventu-
esso
con
come
so
tuomo
galan-
patti venix'
torni
procrastinando,
quello
nello
offenderlo, il
Amedeo
ed
Giovanni
occhi.
ne
de!
più s'adoperarono
che
luogo,
capo,
questa
già
i
e
avesse
senza
Forse,
averti
Credo
se
in
Roma,
a
vi
dove
amico,
me
tutti
a
e
Dogato
suo
Casale,
mio
per
a
po' di
un
ampiamente
quelli
danaro
quanto
per
quel
*
fino
ho
il
a
un
di
uno
e
che,
da
simpegnarmi
pir"
amicizia,
che
andrò
che
è,
più
cosa
disegni
cento
Verrò
dove
fare
sua
discorreremo
d'ottobre, ^ vuole
Inghilterra;
vo'
forza.
a
della
poi
allora
l'accompagni
che
alla
non
Nizza,
dì
prima
Genova
sborsarono
mese
pot^r
aprile,
mare
marcia
e
pia
almeno
per
per
onora
visita
cordialissimo,
e
non
di
ancora
prossimo
che
ha
troppo
maggio,
qualche
mi
una
e
di
Marsiglia
per
che
Il
nostri.
se
fermerò
^
fine.
del
mi
Genova.
mi
tutti,
troverò
e
per
Doge,
corso
detto
luogo,
promessa
giunga
v'ho
lavoro^
spero
principio
Già
terra,
Geaova
A
al
non
alcun
dunque
di
reumatismo
Pure,
V nel
tomo
fine.
in
ire
più
occorreva.
quarto
partire,
tsettiiiiaue,il
tre
procrastinazioàe
una
lunga
e
di
tormento
827
SPARSE
O
addietro, pag,
238-45.
mori
durante
il
suo
Dogato,
32d
Pure,
questo?
farà
easo
ctie ho
che
e
si
i
potrà
confini
mai
ho
avrà
avendogli
due
sue
retribuzione, perchè
costerà
le
mi
curo
delle
di
mia.
Credo
da
le
molto
fosse
mi
con
che
cosa
prima
venuto
più;
avrei
agli
orecchi
tecedente
nell'an-
si
che
e
vergogni
commissioni
lui,
per
quanto
meno
domi
dispiacen-
sarà,
qualche
a
fatto,
certamente
quello
né
informatp
sono
presentato qui
non
saputo,
ragioni dette
meglio
e
mi
rarmelo
procu-
non
dirittura; che
veduto,
di
ha
se
mese,
dare
tanto
letto
angio-
stagno
potere
Parigi,
a
esso,
d'averlo
amico;
mio
un
mi
non
lettere
tue
fare
che
avrò
Però
francése
naturalihus.
puris
a
a
la minima
Giovanni
le
per
padre
il
lo
che
sappia ch'io
che
di
soffrire
come
sui
falsa
servir
suo
se
amico
un
quelle due
in
sarà
opere
me.
dirigigli
e
visto
lettera,
purissimo,
l'italiano,
vederlo, per
disoneste
sue
venir
di
troppo
in
sti^
chiede-
Giovanni
moneta
credo
né
leggi, che,
l'ho
non
tua
ho
voluto
sarà
se
proibiscono l'esporto
Capitolo
quella
veramente
miei,
quattrino,
un
contro
ne
loro
aver
amo
occhi
più degli
mi
piacere di
il
mai
senza
cose,
che
puro
farebbe
nipoti, insegnando
altre
«tagno
perchè
che
fatto
io
di
cannocchiali
di mandarti.
mode
credo,
come
forbici
di
ricevetti
rubbi
Cornovaglia,
me,
e
che
trovato
quattro
avere,
di
da
casa
Co'
il
forse
e
meoo,
buone.
riesca
ti
quel pacchetto
in
non
pure
alcuno
anche
pertevò
d'uno
porterò più
ne
che
bAttBTTt
DfiL
LtetTfeRfi
che
se
venne
mi
dopo,
€
però
Ho
sai
che
il
trovar
ballare
e
nato,
che
va
neur,
cosa
non
purché
far
che
di
s'ingoino
non
un
della
termine
l'altro; che
tutta
mente.
Quel
in
francese, che
a
un
sti
que-
giovane
l'attenzione
sua,
parte d'essa
maggior
già scorgi germogliare
È
e
dovuto
avresti
spada,
l'uno
Tu
rappresenti.
lo
me
punto disdicevoli
sono
alla coltura
sia.
e
come
gli tolgano quella
non
data
sia
d'insegnargli
tempo
ornamenti
ben
Pino
che
caro
tuo
non
d'hon-
ppint
io
esso,
so
che
non
bene
so
come
330
LETTERE
smarrita,
tamente
ai
sul
dire
posso
cavaliere
che
è
otto
dove
dieci
o
farò
dove
novaj
che
ha
e
di
disegni
impegno
ho
in
*?
Il barone
Baretti
dalle
veri
di Torino
di
tocchiere
e
dunque,
delle
donne
quando
seppe
contro
in
inglese
erano
di
pare
torinesi.
lui
la
rotti
(Lett.
che
Ma
la
del
dottor
Taltre
cose,
somma
dì
il bel
saresti
1770
nel
pubblicò
che
opera
prima
pur
per
contro
grande
anni
due
costumi,
al
fu
in
un
era
il
l'Italia
al-
intorno
i suoi
difendendo
Sharp,
taceva
non
che
confessava
«
29
mirasse
paladino
molto
nello
stesso
patria,
paternità deiropuscolo.
e
Carcano,
soprattutto
il Baretti
tornato
tra
Freney
quale,
accuse
sia,
i
le
piacevoli, perchè troppo ignoranti, e
poco
»
nella
opera,
difetti, e,
che
di
si
rebbe
sa-
siano
la
stampate
altri
Vernazza
ingiuste
frataie.
chi
anonima
erano
esse
pagine
da
o
agl'Italiani :
i loro
troppe
^
stampato
connazionali
donne
poche
lettera
aveva
e
però
alle
che
fare
da
per
la
cherò
m'imbar-
cose,
ho
che
opere
Dama
quali
e
Go-
piglierò
mille
questi librai
con
sterline.
Giuseppe
sciocca
una
le
e
a
Valenza;
a
e
circa,
iscritto,
di
domestici.
soggiorno,
dirò
recchiami
Appa-
una
affari
mese
in
lire
Vernazza,
di
ti
dire
qui
da
vorrai,
se
un
bocca
capo,
contratto
Riguardo
di
dopo
A
suoi
ne
me
d'essere
aspettato
certi
poi
notti; che
tre
o
rigi,
Pa-
per
paure.
premura
Casale,
a
lungo
cinquecento
dal
due
avendo
quattro
Livorno.
che
sarvi
pas-
ritirandone
e
malfondate
per
per
dove,
troppo
me
me
o
Genova;
per
«
letto
accompagnerai
di
conto
ghinee,
soggiorno,
tue
teco,
di
tre
fa
più lunga, partirò
ansiosamente
sono
là, dopo
via
di
alla
le
un
bisogno
mi
le
plico sottocoperta
che
e
alcune
brevissimo
star
potrò
non
Tu
di
un
dunque
più
che
quello
d'avviso.
costà, malgrado
verrò
il
qui,
ancora
pagherò
lettera
e
Fra
risposta
in
Raiberti.
r inverno,
cambiale
dico
le
e
vaiuolo, maudandole
Capitolo
A
BARETTI
DEL
Onde
sconfessò
il
troppissime,
die.
a
1770.)
farsi
sfiatato
anno
con
Il Vernazza,
paladino
;
perchè,
.1770
gli
sau-
mentaneamente
mo-
amici
Baretti, scrivendo
di
di ciò
pigliartene fastidio.
a
pazzo
contro
bugie di
da
di
fatto
sul
il Yernazza
questo
s'ha
ohe
che
penna,
le
botte
Chi
fino
a
sai
Non
Che
in
sai
che
viaggiare
sino
e
Calcola
che
dispendioso,
da
al
nulla
per
per
stato
ero
ghinee
oltre
a
tavola
mi
è
non
ho
che
flovuto
fatte
da
mi
seco
mio
molto
ti credi
che
è il tuo
questo
; ma
al
sono?
intendo
tu
ricco
tanto
probabilmente
che
Forse
costi
giunsi?
scappatine
che
il vìver
; anzi
? Che
due
pensi.
che
equipaggio,
un
vedrai
io
da
vi
che
anni
fatto
e
t*ho
vi
quando
paia
tu
guadagnato
cento
ti
non
la
ho
son
bene,
Giardini
che
l'altra
mi
che
Non
natura.
cinque
Madrid,
l'alloggio, né
errore;
che
omai
libri
a
più Teconomia
né
in
tu
spendo qui le
eh* io
che
tutte
^
"
stupisco
questa
alla
parare
darti.
mi
per
neppure
volesse
di
Ben
Ma
patria.
rispondergli.
per
detto
quello
sono
de'
Francia?
t' ha
tempo
questo
comprati
che
soldo
un
tu
sforzano
di
alla
stizia
giu-
bestialità,non
chi
si
ciance
a
rendermi
ricorrerò
vorrebbe
che
d'adulazione,
e
bastone
non
i baiocchi?
qui? Non
sono
in
pazzi
tu
fede
detto
ho
i
come
mostrar
al
scritto
altro
sono
date
ho
delle
detto
stato
senza
e
qualunque
io
ci
troppo
quello poi
è
ghinee
detto
bastone,
che
che
ricorrere
a
al
lodi
delle
s'abbia
Non
d'onestà,
grano
non
d' invettiva
sciocchezze,
il minimo
senza
m'è
lui. Già
per
quelle poche pagine
che
tessitura
peggio
ha
colui
se
e
di scrivere
diritto
ha
Ognuno
stampato;
tanto
me,
Milano,
una
libro
un
331
SPARSE
O
INEDITE
darmi
l'uno
riesce
tanto
ritorno
starò
me.
Garcano,
bravaccio;
di
verità
ch'io
vuol
viso
ma,
donne
«Dietro
gli diceva:
che
garbo
ho
prendere
a
abbiamo
detto;
per
viso, la
e
esse,
in
alle
se
non
chi
è diversa
cosa
Torino
dell'altre
v*è
spalle
hanno
che
un
Le
avuta
n'importa,
me
far
sa
qualche animale?»
da
poche
la
cara
e
chi
la
(Lett.
cìt.)
*
Questo
dal
l'ediz.
brano
intorno
al
Vernazza
Custodi, Op. cit., pag.
de'
Class.
Ital.,voi. IV,
era
141-42,
pag.
e
775-76.
già
stato
cato
pubbli-
riprodotto poi
nel-
3^
LMTfEtlE
Tu
irei
poi
stare
mia
amici
di
che
non
Il
da
sa
mio
fatte
edizioni,
in
una
dicessi
la
Già
le due
una
terza
in
critiche
fatto
mai
legge di
che
Italia
molto
anzi
mia
le
tutte
opinioni
n'ha
in
Quel
mio
ed
alla
tutti
dedicato
Maestà
Non
so
grandezze,
*?
Il
i
libro
è
in
scritti
gli
Re,
dire
impossibile
sempre
Sua
Viaggio
tutto
porta
in
critico
è
Spagna^
di
quel
gno
se-
sino
dal
gere
leg-
i
dicano
i Yernazza
quello
che
che
con
(che
ve
dire.»^
dal
complimento
degnata
di
anche
rirmi.
confe-
di varie
erano
tre
o
sarà
provino
ap-
confertomi
forbici, che
paria
savi
sanno
un
s'è
e
riuniscano
che
il titolo
quel
alto
che
basta
dica
vuoi, è,
cose
di
sì
a
che
ho
non
spezie
alcuno,
m'astengo
cui
farà
ne
io
una
giunta
finissime, due
alcune
di
critiche
fatta
all'Accademia,
delle
se
e
moltissimi, m'aspetto
di
€
fronte
l'onore
d'averne.
conto.
me
e
paesi)
dirti
cosa
ed
miei,
ti
se
facevo
di'
A
vano,
mostra
scrivere
e
una.
per
parrei
tomi,
non
che
quelle critiche, perchè,
due
che
apatia
particolare,
questo
in
il mio
di
a
sono
ne
renderà
sono
rispondere
la
Se
cosa
; ma
mi
e
caso,
mai
non
vuole;
in
subbisso
un
Ti
bifeve
più
dire,
qual
però l'approvazione
Malgrado
delle
la
ti possa
'
quasi vendute,
sono
più
quarto
versale
quest'inverno,
in
soggiorno
in
sempre
legati.
luce.
tomi.
Funi
che
edizioni
siamo
alla
quattro
opinione
poi
con
o
rabbuffo
un
sciocco
noi
grande
una
in
ottavo
qualche
ri*
gesto,
diamo
ci
io po«
che
mostrasse
sol
siamo
finalmente
è
si
un
ma
legami
quai
libro
due
con
Tolta
Qualche
checché
prima,
credi
se
ntiO) che
con
d'opinione,
contrarietà
per
ancóra
compagnia
sola.
parola
una
e
momento
un
della
stucco
conosci
mi
non
BÀRBTtt
ML
delle
nella
quali
lettera
precedente.
'Anche
questo
Custodi
pubblicato
dal
ne'
citati.
luoghi
intorno
passo
e
dagli
alle
Editori
critiche
de*
era
Glassici
già
stato
Italiani,
INEDITE
m'avevano
intiera
ghinea
ohe
sani,
molte
per
del
paia
si mandano
quando
rivederci
a
e
dieci
erano
fraudo,
dispetto
a
vremo
tutto
picciol furto,
nove,
non
e
lontano,
di rado
è molto
Non
Yi«
importa.
Statevi
scambio.
o
la
una
e
cose
mani,
disgrazia.
o
Tuna,
ghinea
mezza
passare
succeda
non
in
; e
debbono
che
una
dici. Ma
mi
tu
come
e
costato
333
SPARSE
O
presto,
le
Giuseppe,
ttw
XXXI.
Allo
Di
C.
mandare
occorre
non
in
scaderà
effettive
fittaiuoli
le
di
vacche
a
giovedì
figi^
vuole
amici
*
ch'io
mercoledì
forza
A
«
Pubblicata
retti, che
la
di cambio
servirà
di
conto
a
tisei
ven-
i suoi
su
rimpiazzare
dodici
dodici
il
con
Ma
non
e
un
che
mi
partirò
sino
mesi,
signor Conte
esso
costà,
per
sbattermi
e
passati
anni.
perchè
partire
aria
mutar
pranzi
di
Scarna-
alcuni
con
suoi
prossimo.
di
del
dirmi
nel
Tebbe
de'
di
venerdì,
o
di
io
pagate
gli
volante.
facevo
le fatiche
invecchiato
vi
canchero
risoluto
pur
dopo
hanno
del
prossimo
sono
poco
525, la quale
morte
Lunedi
che
lire
lettera
che
che
quartiere^
il
avendogli
la
per
veduto
avrai
già
Capitolo
a
prossimo,
agosto
ghinee
mia
luglio 1770.
li 27
Londra,
Dall'antecedente
F.
^
stesso.
dal
32,
num.
anno
odio
1871,
del
Ippolito Cibrario,
conte
ripubblicò una
grande
seconda
*Si
veda
la
nota
a
2, pag.
'Si
veda
la
nota
a
pag,
319,
241,
volta
del
e
disprezzo
giornale
e
nel num*
che,
per
//
B^-
vertenza,
inav-
16 del 188i,
334
LETTERE
che
grandissimo,
la
venir
fatto
cotesti
pnsillanimi
cosi
quali
In
sarò
somma,
due
starò
e
ed
Amedeo,
fosse
quella
che
mio
tardare
Spa,
sicché
26
e
si
compiace
a
vedere
Giovanni
bocca.
a
Burney,
che
t'avrebbe
po' più
un
prossimo,
cosa
il
libro,
solo.
Mi
date
avevo
n'è
se
ito
che
inchiuse
sono
a
ai
non
di
nelle
che
le
sicché
conto,
del
bagni
dirti
scordavo
se
recata
caldi
cinque
straccia
la
cinque.
alla
memoria
dì
tutti, e
che
me,
lo
e
rivederci
a
il
signor
ri
Sarto-
risaluto
mente.
cara-
presto.
// vostro
Giuseppe,
XXXII.
A'
Fratelli.*
SUOI
Di
Carissimi
ho
non
2
Pubblicata
l'ebbe dal
conte
abbiamo
dal
Custodi
Editori
de*
pubblicato
sfuggi agli
ma
che
paBso,
nel
due
Glassici
tra
cit.
seti.
1770.
sono
assediato
qui,
e
dal
virgolette, eragià
Memorie,
pag.
154;
Italiani.
11 Baretti
IppolitoCibrario.
che
righe,
chiuso
nelle
giornale
di
cinque
Sono
potuto scrivervi
pur
^Questo
stato
Fratelli.
li 23
Genova,
(num.
9 del
i
»^
nata!
quell'amico, impazientato
conservare
a
mese
supposto,
Capitolo
a
delle
Addio
Ma
verrò
obbligato
Sono
te
sciocchi,
del
al
vero,
Davvedervi
anima
d*ogni
usate
termini
in
gli
cambialetta
s
da
pagate
che
tre
civiltà
finire
a
io
ghinee
le
delle
diedi.
gli
corso
Discorreremo
ecc.
lettera
ad
teco, poi anderò
l'amico
stato
mia
una
poi
e
ringrazio
Ti
di
nel
quattro
male
né
nel
Torino
a
tre
o
ben
di
i musi
insieme.
voi
per
m'hai
me,
vedere
a
disprezzano
ciance
né
per
poco
vergogno
le
fare
possono
non
nn
e
mi
per
hanno
venir
odiano
fratelli, ch'io
BARETTI
nostri
di
voglia
qnando
fanno
che
DEL
1872), ch^
INEDITE
mattino
fino
Santa
a
da
viaggio. Quella
la
Gelosia
che
più
proposito
non
da
ed
oggi
mi
lui,
ho
vuole
in
Sua
che
farmi
costa
bisogno
Cravanzana^
m'ha
a
ricevuto
con
ma
pranzo,
di
nostro
riveritemi
suo
un'ora
Chiazza,
a
il
suo
quale
si
qualche
passare
conoscerete
mamma
fratello
col
un
gin
^Si veda
la
nota
anche
qui
ho
altresì
ho
dovuto
vuol
Questo
Il
Mi
dire
sintanto
devono
che
Marchese
di
;
il
e
di
al
2,
a
degnissimo
la
propone
fratino
a
pag.
A'
questo
amico
state
che
ventura
anche
dirò
vi
al
o
mio
Prevosto,
ho
signor
bulato
confa-
Gaetano
di venire
voi
signori Figaroli,
inclusivamente,
3^7,
permise
stare
onorato
Cosi,
seco.
garbo.
mio
mio
dite^
mi
non
settimana
prossima
al
ritenermi
Voleva
preventivo
giorno
uomo
sino
v'è
Serenità
grandissimo.
è
colà.
riguardo
ande^re.
il Conte
alla
urbanità.
farò
e
Inglesi
tre
arrivo
qui,
son
somma
qual risoluzione
Intanto
di
qui, gentilisssimo cavaliere,
l'oflferta. La
accettare
dacché
Londra,
in
sua
inviato
impegno
un
ho
Ieri
bontà
cambialetta
una
che
propongo
quale
mio
ritorno
mio
al
consecrati
essere
che
mi
col
zecchini.
di
tosto
giudicato
libertà.
Inglesi
e
al
compare
stesso
il caldo
dodici
i denari
tocco
non
Al
che
seta,
di
meno
avrò
che
di
ho
trovato
Molazze,
di
gratamente.
abito
poco
anche
io
padre,
quale per
fatto
il
assistere
dal
esso
ai tre
Olti'e
Marchese
un
ho
Qui
il
ho
presentati
ho
ore
deve
cosi
con
e
;
come
sera^
mattina.
più
passate
^
vedere
Siccome
maggior
Doge,
troppo
e
farlo
a
che
avere
mai
scelta.
amici,
signor
che
che
quasi ogni
questa
il
dal
pranzato
ben
vicina
pigliare alloggio
di
tardi
CafTarena.
gente
smontare
a
però volli
sera
momento,
motivo
compagnia
miei
di
per
più
passare
della
s'aspetta ogni
parto
a
stessa
moglie
piena
Andai
troppo
compare
la
ha
troppo
casa
il
e
amici.
giunsi
perchè
signor Ceiosia
signor
da* miei
sera
Marta,
vestito
il
alla
335
SPARSE
O
fate
altri
dalla
mille
336
e
mille
mai
saluti
la
Gasale
tante
civiltà
come
va
fico
nel
Taffittamento,
^
mio
ad
che
mio
di
il
topogra*
rete
fa-
che
quello
tutto
me,
Ditemi
soggiorno.
di
ohe
delle
nome
conosco
Addio
esse.
quelli
ricordarsi
breve
ora
e
tutti
A
scorderò
mi
non
in
ragguagliatemi
rispettivamente
e
cordialità.
ringraziamenti
usatemi
dell' Isole,
che
compiaceranno
si
risparmiate
non
loro
dite
e
cortesissima
loro
in
costà
me,
per
BARETTI
DBL
LETTEHB
voi, e alle cognate,
a
figliuoli,addio.
a'
n
Giuseppe,
vostro
XXXIII.
Agli
Di
Carissimi
Dico
le lettere
ed
è
è
più
che
la
Torino,
avrebbe
mai
volesse
mi
nel
solo
^Si
^
di
voi,
a
si
veda
Pubblicata
sia
la
che
se
di
mi
dire
nel
a
a
Cenier,
godrei
al
pag.
giornale
pagare
Valenza
Va
bene
che
fórse
lungamente
le spese
ricco
del
viaggio,
251.
II
Bareiti^
nume
19
che
s'intende
questo
ma
lenza
Va-
capitale. Filippo
capitasse qualche Inglese
sé;
che
sa
da
perchè
M.'
non
con
si
mie
Torino.
la
sto
rispo-
all'altro,
l'è
visitare
che
viaggiare
nota
le
correre
non
di
occasione
già
mandate
contrario,
mandata
che, oltre
caso
il
non
ho
non
perchè
vanno
il far
Genova,
ragione
quest'aria,
di
che
a
lettera
avrà
non
Torino,
a
inconveniente
vicina
1770.
ottobre
13
sgridi, se
mi
non
all'uno
scritte
meno
a
che
rispondo
non
se
e
li
Genova,
Fratelli,
Filippo
a
*
stessi.
del
1879.
338
LETTERE
rigi
che
amico,
nn
BARETTI
DEL
gli
di
qualunque
di
campagna
piò giovevole
sarà
monarca.
il
che
di
farà
avere
farò
più
qui
la
onde
qui,
si
genovesi,
gli fossi
visita
che
e
fratello,
mi
per
in
ha
beni
propone
fare
di
Se
vuol
di
andare
abbia
Il
miei
mentovato
bene
quanto
fare
a
tuto
po-
de*
da
miglia
sette
scerà
la-
gambe,
un'idea
mi
una
scappatella
voi,
e
so
Valenza,
la
vedere
se
non
all'
trattatelo
avviene,
questo
cominciò
non
femmine.
lontano
di
sulle
aver
oggi
sono
ieri
e
molti
da
e
chè
per-
Isole,
casa
bene,
ritirare
si
non
farò
le
Non
Novi.
se
ieri due
scritto
ma
diligenza
si
e
dia
ogni giorno
opinione
di
tempo,
certamente
lui,
che
e
ad
dato
a
un
Pino^
lo
che
allo
*Si
veda
la
nota
2,
'Si
veda
la
nota
a
'§)
veda
la
nota
1,
pag.
pag.
a
ma
327.
251.
pa^.
pregio.
Pure
il
buon
255.
La
non
mio
studiare
ho
non
bene.
cervello,
a
numero,
tre
troppo
più inclinato
credo
impiegarlo
del
maggior
prenda
che
aico
ma
mandate
fine.
tal
regolarmente
;
ho
che
il
monta
non
che
sentire
caro
consiglio,
che
più
pagano
trovarne
cia
fac-
che
signor Dossena,
tante, bottiglie
e
facile
sarà
qualche
Avrò
160,
al
righe
a
natura
mi
pare
*
i
e
fasto.
Ho
il
che
^
Celesia
Filippo
che
qualcuno
vostri.
senza
a
si
promesso
conoscere
che
solitudine
quattro,
Doge,
bene
star
maschi
luogo
un
dal
potesse
Celesia,
signor Giuseppe
in
qui
bambina,
potrà
mi
signor Paolo,
signora
una
discepolo
Nella
farei
non
dispiace
Mi
città.
venir
amici
che
Dopo
mio
amico.
distratto
fatta
ha
antico
mio
del
La
casa
una
un
che
amici.
e
che
levarsi.
da
troppo
sono
di
fratello
e
mese
un
a
Ceiosia,
nulla
per
signori
undici
a
inglese,
in
ritirerò
mi
Giuseppe
signor
lingua
altri
dì
pochi
Fra
z'ore
mez-
buona
perdere
gli
ha
che
ne
INEDITE
voglia
far
buon
0
Mi
di
rallegro
mali
ma
ha
faccia
di
salute,
*
Metilde
con
non
vengono
Chi
mi
farà
del
suo
tempo
vedere
ganno,
m'in-
se
indovino.
se
letto;
Il
uso.
339
SPARSE
O
se
e
tenga
ne
la
troppo
galoppo,
ne
cura,
presto
bravaccia,
che
i
poi zoppicando.
vanno
fidi
si
non
e
scappar
troppo del
.
forte
naturale.
si
tutti
le
tutte
come
volerli
del
che
cose,
la
in
rispetto airaccidente
che
i
mi
ha
quali
mai
la
mi
vendere
scriverò
che
Addio
voi
a
caro
tutti,
ed
tutti
li
il
Ma
caso
fa,*
anno
a
neppur
quello,
che
il
che
inglesi,
la
vertono
con-
personaggi,
profitto
maggior
a
è
libri
l'avveriire.
per
fu
gran
Ed
de' miei
mio
a
si
vista,
avrebbero
non
conoscere.
vendita
antivedenza.
un
molti
a
il
pazzia
una
come
avvenutomi
e
volermi
rapida
farà
cosa
a
è
prima
fortune,
quell'accidente
senza
pensato
devo
famoso
reso
gli
a
i futuri
aridare
poverissima
disgrazie
inaspettatamente
mio
che
suno
nes-
aiutiamoci
ma
poi lasciamo
e
nostra
paiono
nipoti, e
numero,
andare,
con
ai
uno
per
loro
forze,
vorranno
regolare
Molte
bacio
un
fastidio
dia
con
eventi
Do
ogni
anche
carta
manca.
aniici.
Il
Giuseppe.
vostro
XXXIV.
Agli
Di
Carissimi
Rispondendo
solo
^Un*altra
delle
^
stessi.
li
Genova,
5
1770.
nov.
Fratelli,
alla
lettera
la
ricevuta,
sue
cognate,
di
Filippo
perchè
la
in
moglie
del
31,
cennandone
ac-
v'è
non
essa
cioè
anzi
fratello
del
Giovanni.
«V.
3
addietro, pag. 238-45.
dal
Pubblicata
giornale
1873),
che
Tebbe
dall^abate
11
Baretti
I. Bernardi,
(num.
16
e
17
del
340
LETTERE
BARETTI
DEL
#
che
cosa
chiegga
Isole,^
air
Mi
rundio.
qui
e
m'inganno,
vi
vero,
mandarmelo
di
prego
dì
aspetto ogni
Ovada,
d'un
mi
e
non
me
quattro
amico
tanto
ogni
veder
a
che
scritto
io
da
torni
casa
Pegli. Suppongo
sia
la
la
gione
ca-
Pure
Bocchetta.
tant'e
tanto
lavoro
tre
poi
aspetto
anche
un
e
a
bella
per
ora
Bologna
Io
della
cognato
ripassare
tifovasse,
Gelosia
a
d'un
mattina;
da
viene
avendogli
a
salute
lo
possesso
trovato
fastidio, perchè
ore
che
di
stato
do
ne
m'ha
questo
occasione.
prima
in
Forse
se
voi
l'
al-
o
baule.
ma
di
anzi
Torino
nel
Poppino
mettere
a
che
tarda
che
0
venga
il cattivo
che
la
con
di
Oe~
Fray
in
se
l'altro
o
ciie il signor
amico
suo
l'uno
che
dae
d'Inghilterra,
Londra;
a
de'
4^, coperto
trovato
sono
guardare
uno
de
so
non
su,
scordato
e
in
portato
lo
me
l'ho
e
fosse
non
non
in
Hechos
y
l'occhio
buttato
d'avergli
spagnuolo
d'averlo
pare
avessi
se
Vida
di
Amedeo
prego
casa,
libro
un
intitolato
pergamena,
Isole,
in
Filippo
e
lasciato
luoghi
risposta,
posta
non
mi,
veder-
per
andare
posso
lui.
M'è
sentire
doluto
Torino,
compatisco
e
mondo
andò
non
sorbirsi
i
mai
a
di
malanni
rassegnazione
stato
e
di
col
d'una
guaio
uomo,
poiché
Il
farci?
che
bisogna
e
soverchiamente,
d'animo,
di
cognata
Ma
alcun
abbonda
fona
con
salute.
di
modo
cui
della
Filippo
veramente
misero
cosi
in
moglie
deliquio
quel
con
tro
al-
v'è
non
rimedio.
Mercoledì
passato giunse qui
col
Cravanzana
Andai
ravalle.
il
passò
^Sì
^
a
veda
pag,
dal
3^7,
la
nota
Doge
Porosa
seguente
cavalieri
parte della
una
Cioè
dì
i due
accompagnai
della
Conte
a
da
Sia
sera.
pag.
a
e
col
riverire
sua
di
Conte
la
dama,
Serenità,
affetto,
di
Marchesa
signora
la
sia
^
Chiae
poi
dove
si
civiltà
o
251.
di Genova,
per
il
quale si veda 1»
nota
2,
INBDtTlT
sia
yanzana
que'
me,
Yelle
di
la
di
vestirmi,
due
Ceiosia
dove
dal
si
insieme
la
partita
sì
fa
qualch'altro
di
sere
giudizio,
in
servidore
finito, io
cinquanta
sei,
di
sono
lire
la
mia
come
casa
fa
Genova.
più
ogni
Più
io,
dei
sera
crediti
bilissima,
ama-
fanno
della
o
camera
Sia
sia
periorità
su-
riorità
supeque
cin-
almeno
e
il
di
più
vita
la
Serra,
quando
creditore
bella
vinco
ogni
per
Ceiosia
dame,
a
signor
donna
tavolino.
io
vado
o
lire
canto
le
seggiata
pas-
un'ora
dal
o
una
Dollina
dicono
Doge,
Marta.
Lauretta
altro
un
già registrato
di
lo
dal
Poi,
dieci
altro
bilancio
signor
lunga
ciancia,
signora
ad
dal
leggère
a
a
dico
come
nel
e
si
un
finisco
Santa
una
casa
signora
in
giuoco
fortuna,
a
per
poi
o
a
poi
comare;
o
inglesi
aWombre
mentre
meco,
di
un
la
con
la
casa,
faccio
dove
chiama
si
in
certi
trova
m'inciprio;
e
e
M'alzo
meno.
qualche lettera.
Doge,
si
sbarbo
tera,
let-
mia
scrivervi.
da
Cravanzana,
torno
o
giucca
Là
che
da
scrivere
a
o
sera
gettoni.
quale
di
la
dicianove;
o
sidero
De-
fraudata.
che
compare
permette,
alcuno,
la
cento
lo
tempo
passare
mi
desino
o
Amedeo.
sia
vita
quando
sicuramente
allungare
la
alle
Marchese
piove,
se
dirò
fino
Defranchi,
con
o
vi
un
gusto, fi signor
con
non
lazze,
Mo-
da
so
più importanza
col
poi
e
né
aspetta
per
quattordici,
dal
il
se
che
di
campagna
del
Cardenas
di
scrivere
a
Checco
detto
no-
Marchese
ancora,
trova
nità,
urba-
cortesemente
in
vi
Conte
cioccolate
il
metto
Poi,
ha
denti,
alle
mattina
o
che
cose
co'
tirarla
da
è
queste bazzecole
mi
o
vi
aspettazione
avendo
Gelosia,
giorni,
d'aver
molta
con
Il
moglie.
andò
di Cra-
compiacciono
chiese
mi
fa
il
il Marchese
trattarono
giorni
mi
sua
scrivo
poi piglio
mi
sua
segno
quest'inverno
non
la
di
e
Chiozza
che
Fontana-
Porosa
tre
per
avvocato
Per
si
della
chiaro
Vi
di
quindici
amico
tornerà:
che
signori
Filippo
che
suo
due
il Conte
e
quella bontà
il Conte
e
per
in
di
conseguenza
à4l
SCARSE
0
non
debiti
che
giuoco
di
è
cento
si
può
342
LETTERE
che
fare
belle
amabili
e
Lo
denari.
con
d'essere
quella
ogni
me
loro
di
di
parlare
glia
sarà
Finito
chiama.
rimango
a
in
subito
di
il
ogni
col
avrà
molto
nulla,
e
me,
e
tre
dico
per
v'ho
che
in
righe?
che
in
bella
presto
mio
bellezza
da
dire
Intanto
da
è forse
abbia
tanto
la
de*
vita, io
Ovada,
lavoro, che
parlo
quattro,
e
Amedeo
meglio
gente
voglia più
bene.
che
il
desidero
andarmene
c\\x\
il
chiacchiere!
le mie
più
lettere
che
posso,
ridere
fanno
vederli
la
ridere
a
però
signor Peppino
a
non
gegno
l'in-
bene
lingue degli altri,
di
che
lita
avvi-
più forte
quarto
finisca
che
an-
giuoca
va
non
aguzzi
genovese
le
si
ma
spropositi. Malgrado
suoi
stando
o
che
Quante
che
pazienza
per
un
che
parlar
vuole
la
quel giuoco
spropositi
degli
chi
ma
di
Volete
io
alle
esso;
l'attenzione.
?
due
avviene
mi
con
vincergli bisogna
tutta
quattordici
Celesi9* è in Città, faccio
Egli
denari.
sovente
brigata;
tanto
la
che
né
vado
capo.
che
scacchi
a
alle
casa
conoscere,
solo
io
dove
CafTarena,
mondo,
partita
a
mi
paio d'ore;
casa,
il che
Doge,
torno
Peppino
raccoglia
e
Ma
che
da
cosa,
stra
regi-
ed
un
levarmi
a
gliono
vo-
inglese
va,
ancora
comare
di
il
giuocar
con
la
e
tutto
qualche
di
settimana,
mia
a
esse
sempre
ne
se
ma
quell'altra
la
come
ognuno
dal
di
Spo-
superiorità
mio;
o
tadino
cit-
con
la
servidore
si passano
vado
il- signor
Quando
il
tornare
piacere
in
questa
ricominciare
e
fare
canto
di
lasciano
non
che
m'accompagna
compare
v'è
di
giuoco,
dove
però
ceno
non
il
seguente,
di
giuoco
letto, per
sere
dal
Baretton,
cena,
Quando
tre
del
servidore
un
se
loro
giuocare
patenti
giuocano,
sempre
del
credito
a
poi
fin
al
intanto
che,
hanno
non
cianciare
sempre
e
le
certo
i
vogliono
se
da
trattato
anche
piglierò
glia, quando
fortuna
della
sovente, che,
che
cose
ben
e
vincerle
poi
e
essendo
Moni
e
visto
dell'anno,
sera
genovese;
di
ben
sìgnoce,
dico
BARETtl
DEL
Pegli
s'avanza
e
di
sta
que-
torni
là finire
con
sogna
bi-
il
quella
INEDITE
che
prestezza
d'onde
Inghilterra,
quanti
di
di
di
fatti
ho
nel
essere
tavolino
dopo
pranzo,
mente
da
P.
Il
dire
se
Gerundio,
parola
lasciato
sul
qui
poscritta
corbelleria
in
Conte
Conte
righe
mandatemi
dal
Ne
vanzana
ed
tutti
stesso,
e
Addio
Conte
feci
al
signor
signor
trovammo
Cardenas,
Ceiosia,
quel
addio
al
darò
di
po'
di
di
Figarolo.
tutti.
Il
vostro
Giuseppe*
vino
qui
assaggiarne
un
con
sera
sta-
giunsero
di
prima
spetto.
so-
Torino
Marchese
signor
Casa
un
per
gli
non
vino
è
bottiglie
sette
non
ritenuto
questo
Dossena
assaggiare
se
stato
forse
e
Le
Filippo.
per
qui
bevibili.
Chiaravalle,
Fray
che
e
posdimani
parte
di
quel
meco,
m'è
non
scordate
trova
Pure
Berta.
Porosa
della
recato
se
me,
vi
si
all'Isole,
o
da
Non
Torino
l'ho
che
dall'abate
col
due
Cra-
qualche
qualche
altro
Doge.
in
o
Torino
a
all'Università,
insieme
al
all'Isole
o
voleva
non
Giurerei
Il
di
lettera
altra
qualche
verrà
Marchese
una
guardare
l'ho
mi
se
la
che
qual-
d'avan-
d'aver
farvi
per
in
e
soggiungervi.
S.
farmi
suggellarla,
senza
finito,
Marchese
lascio
e
meco,
di
d'anni
paio
cervello
dire
a
fatica
giorni
il
dal
pranzo
mandato
ha
discorrer
da
cosa
mi
a
miei
tato,
accet-
sarà
d'aver
stillarmi
senza
vado
che
vanzana,
i
getto
pro-
meno
un
spero
terminare
nuovo
se
di
e
Ancora
poi
e
un
che,
e
in
tornerò
ne
ad
vantaggio
passato.
di
mondo
Intanto
lihrai,
testa,
caso
del
paese
in
me
risposta
miei
più
di
rompimento
taggio.
a*
riuscirà.
ne
quello,
aspetto
fatto
ho
che
mi
Finito
vorrei.
343
SPARSE
O
Craio
punta*
addio
a
S44
Lettere
Del
feAàÉTTt
XXXV.
Al
Di
Filippo
ti
Tu
ma
come
poi
fossi
ch'io
mi
delle
scriva, quando
t'ho
già
dette
ripetizioni,
tavolino
vado
dalle
sedici
Vombra
poi
;
col
del
più parte
che
si
fecero
seconda
delle
lettere, che
Mi
mio
*
n'è
ito,*e,
per
Londra
o
Intanto
ho
Pubblicata
l'ebbe
*Si
dal
veda
se
nel
prof.
la
Credo
mi
un'opera
giornale
a
di
delle
godi
tu
solito
mio
al
poi
poi pranzo,
partita al-
una
faccio
letto,
dormento.
m'ad-
e
di vita
anche
la
astenuto
però
che
ai
e
le
la
balli
tanti
impor-
prima
o
quelle
recheranno
questa
ricevute
pronta
Jl Baretti
pag.
che
Genova.
Roggero.
2,
che
cose
avemmo,
327.
città
le lettere
pel giro littorale,
Natale
nota
lasciar
annoiare
Doge
non
sono
qui
poste
ad
buon
0
dare.
posso
prossime
comincio
vuoi
dopo l'Opera» Vedi
faranno
mi
tener
che
care
repli-
tanto
mezzanotte,
a
mi
non
sere
ti
che
la
mio
Opera
varie
notizie
la
cattiva
fa
vado
il
stato
se
il
si
verso
carnovale;
alla
d'andare
dove
scrivere
Cosa
ventuna,
compare,
è
Questo
alle
casa
del
giacché
secondo
sto
visita,
a
noia
dirti,
Ma
sino
vengo
ciancio
quattro
1T7L
scrivere;
soverchio
lettere.
da
nulla
che
qualche
la
eresti
volte?
cento
ripeto
fare
a
febbr.
breve
dal
lunghe
ho
non
ti
mio
infastidito
sparmi
scriva
del
sempre
tanto
io,
sono
16
li
Genova,
mio,
lagni
tu
se
^
Filippo.
fratello
me
della
(num.
ora
che
che
to,
aspet-
n'andrò
quale
15 del
il
mente.
sicuratoccherò
1871),
che
346
LETTERE
ridotto
son
e
dalle
caschi,
mi
mani.
quattr'annì. Questo
poi
a
me
poi
in
e
due
Non
le
con
in
stare
a
la
dare
ridere
far
venire
vorrei
che
fratello
un
lo
stesso;
dicesse
si
eccellente
in
cavalleresche.
arti
mi
ho
per
settanta-
farai
se
piacere
non
giorno
aveva
tuo,
caso
se
che
Inghilterra
quelle
il
sarà
farebbe
non
ed
in
signore
ogni
pieghevoli,
che
cosa
un
schermiva
e
i membri
conservarsi
terra
conosciuto
Ho
ballava
Inghilterra, che
da
pigliare
poter
non
a
BARETTI
DEL
Torino,
del
carica
prima
che
cattedre,
tue
volessero
mi
se
io
non
che
an-
paese.
XXXVI.
Al
Amedeo.*
fratello
Di
Amedeo
di
scrivo
rado;
quasi ogni
un
dire
lasciar
oggi
di
viaggio
te
ne
mi
dopo
la
me.
Come
vedo
che
tu
del
mio
buon
non
dal
è
da!
cav.
febbr.
;
è poco
lettera
una
probabilmente
qualche
Doge
proposito,
cosa
da
giornale
Pio
sia
non
e
farsi
// Baretti
Anodino,
di
non
voglia
ricevuta
settimana
più positivo.
qui,
venuto
l'andare
tutti
abbandonar
cosi
di
intraprenderò
cosa
; che
lasci
tu
puoi figurare ch'io
Da
ti
meno
che
cosa
io
Tu
spesso?
ed
1T71.
che
dell'Italia;e quest'altra
che
senza
ti
poi
dispiace
morte
motto
dirtelo?
senza
Pubblicata
Tebb^
fatto
hai
di
tu
risposta,
senza
probabilmente
danari
interessi
che
m'
littorale
dirò
Non
*?
non
Londra
da
il
via
lettera
Genova
scrivi
16
lamentare
ti vuoi
tu
mi
ma
mia
che
mese
puoi
Anche
caro.
li
Genova,
in
(num.
fretta.
33
e
34
massime
buttar
a
i nostri
Sento
del
da
1871),
INEDITE
che
Filippo
vi
di
strazione
e
manderò
di
salti
più
le
tosto
Giovanni
la
con
Dio,
né
tre
in
famiglia
sua
Casale?
a
di
piedi,
barca.
Ti
Cosa
cannella.
di
d'acqua
i
metti
fuor
Jiè
speranze
quello spalla-
dove
barca,
once
delle
con
guarda
dV
speranza
poco
quasi spaventato
amor
far
non
di
fido
mi
; pure
M'hai
Per
barlume
qualche
meliga
piemontesi.
mento.
sia
347
SPARSE
O
fa
tutti.
Salutami
Addio.
Il
Giuseppe.
tuo
XXXVII.
Al
F.
marchese
Albergati,
Di
Marchese
non
mio
il
voi
a
potuto
aver
volta
;
dare
vostro
per
di
266-68
il teatro,
Baretti,
faccio
vi
",
la
osò
buona
una
me
di
menò
premettendovi
del
rispondere
novellino
buona
e
tale
se
un
R.
nella
Goldoni,
non
non
li
smanioso
risposta
onde
a
molto
buonissimo
Biblioteca
spettatori
dì
facili
»
bene
a
Ma
(Op. cit.,
gati,
l'Alber-
scrivere
per
gli dava
il
inappellabili
ascoltanti
glorie
quel
pranzo,
Masi
giudici
e
siate
pos-
di Parma.
incominciò
altri
vostra
mano
fece
il
non
quest'altra
amichévolmente
esservi
il
e
parole: «Quando
queste
che
Sarà
che
me
persona
di
intero,
per
a
procura,
mi
che
dandomi
esistente
partenza
di
stretta
fattore,
vostra,
teatrali,
villa.
lettera
più
in
1771.
sett.
Bologna,
voi
principesca
agli ammonimenti,
opere
All'autor
non
casa
molto
a
da
già pubblicata, quasi
dopo
delle
trovato
trattato
Dairautografo,
Taveva
pag.
avervi
galantuomo
li onori
^
dispiace
vostra
intanto
e
caro,
essere
alla
propria
non
li 20
Londra,
^
Bologna.
a
adunati.
il fiero Baretti
348
LETTERE
condotto
d'avermi
dopo
lassù
alla
al
ora
de' 30
al
m'è
delle
se
Padrino
dire
quella
nostri
alla
nostra
spettatori
tratto
buon
a
scrivere
che
de'caratteri
nel
o
sforzate
passioni
delle
loro
le
progresso
in
sentiamo
e
a
de'
vizi
morale
bellamente
basterà
far
con
far
*Si
ridere
del li
dire
veda
tali
Adottata
noi.
la
nota
scene
universali
di
mascherata
li
spettatori
spropositi
2,
a
pag.
da
198.
ed
a
gran
cialmente
spe-
mente
inventare
dar
loro
in
altri,
massima,
della
rotti,
cor-
buona
piacevolezza;
ascoltanti
ai
e
più
de'costumi
con
cavallo
a
conservate
e
veggiamo
a
la
a
pura,
questa
dalle
troppo
le
e
occorre
non
accidenti,
quali
e
vale
giudizio
consistenti,
e
dagli
più opporsi
occorre
non
veri
sieno
pia-
parte plebea.
e
il buon
e
chero
can-
non
tanto
si limbicchi
lingua grammaticale
una
o
quegli
che
giusta massima,
drammatico
poeta
povero
un
a
e
adunati;
oltremodo,
abbondano
gusto
e
^
che
nobile
Italia, dove
nostra
capo^
schivo,
ascoltanti
cosi
una
spettatori
Colombina
legno,
tanto
canaglia, parte
un
Quando
e
a
castronerie
e
Bologna)
in
in
di
gamba
tante
direbbe
adunati.
dà
che
inappellabile,
massima
palato
le
inghiottire
nella
che
di
uomini
Adottata
il
dalla
lativamente
super-
moda,
quegli ascoltanti
stessa
licenza
do
vi
presente
che
potuto
comoda,
giudice
bastonate
colui
a
ai
ciono
di
ho
approvo
de
ascoltanti
tutti
di
ha
pochi
vogliono
ed
ridere
forza
a
venga
altri
tera
let-
tanto
altro
riconoscere
fa
Brighella,
a
vostra
non
e
che
(éerminillo
spettatori
Arlecchino
adunati,
fino
vamente
v'avete, relati-
che
massima
Spagnuolo
a
li
non
vostra
Produzioni
hanno
non
idee
d'immaginarvi,
amplissima
certo
dirvi, che
drammatiche;
cose
comporre
teatrali
un
forza
prelibate
quella
le
cantine
principale della
punto
passato,
sorridere
ampia
tutto, dalle
per
campana.
Venendo
non
BARETTI
DEL
ma
adunati,
nostri
per-
sonaggi,
o
osceni,
delle
e
voi
spettatori
dalli
più
quanto
coscienza
sul
esser
mai,
che
(sempre
che
mi
fattovi
dall'applauso
di
qui
meritarvi
a
in
poi
vo*
non
tanto
affascinato;
conto
ch'io
dinanzi
se
a
vi
il Marchesato.
consumato
tante
mia;
teatrali
e...
addio.
a
Domane
pigliare
faranno
che
buzz
buzz
di
mi
tè
Il
Mi
*«
scordava
T
Forse
redizione
:
populo»
dirvi,
Ma
sipari um
era
Op. cit., pag.
vi
Albergati ripensò
completa
Tolle
che
assai
269.)
delle
sue
so
a
Opere
averci
dosso,
ad-
v'abbia
delle
Addio,
tante
anima
rina
Barbenon
del
unus
vi
Addio.
nostra.
Baretti
grado
giuro,
tanto
orecchi
gli
pur
bocca
vostro.
della
bontà
questa lettera, quando
; sufficitmihi
meglio
vi
ch'io
colpa
sarà
non
fate
aspetto la
se
e
meco;
buzz,
vedendovi
star
^
che
mani,
che
vendicherò
posdomane,
o
il
volervi
sciorinerete.
mi
mio.
Bologna,
a
d'argomenti,
Cosi
tata
adot-
avete
di
batter
pranzi, sintanto
tanti
volissima,
sprege-
quest'ora l'aprir
da
fatta
quest'arie,
mangiarvi
e
e
di
E
tornerò
quando
vói
sato
inva-
voi,
E
l'inchiostro,
buttar
questa
su
darete
più
proibisca fin
vi
me
e
be'
que'
senza
voi. Marchese
di
sia
talora
moltitudine
una
luto
vo-
dicendovi
verità.
ascoltare?
Tal
massima?
Continuate
da
volete
mi
non
bellissime
delle
provocaste)
la
landovi
adu-
non
ma
anche
e
ho
non
amico,
che
ho
però
che
volta,
provocato,
come
Marchese,
e....! Io
vero
sol
una
neppure
mio
in
vostro
sapendo
e
;
pre
sem-
considerarli
il
particolare,
che
m'avete
quella
più
altre
approvate
di
dà
ed
Goldoniana,
adunati
povero
vostro
altro
alla
saranno
e
Oh
degli equivoci
Queste
e
ascoltanti
innanzi,
netta
mai
Ghiariana
vergognate
giudici inappellabili?
tira
bocca
monelli.
sono
e
vi
non
come
in
da
alla
furono,
che
sapete
questo,
ribalderie
bellezze
somiglianti
loro
metter
con
349
SPARSE
O
INEDITE
1787
Plato
che
al-
grafe
premise l'epiprò
pensato prima
!»
ciancio
(Masi,
j
.
350
LETTERE
intendevate
peggio
avere
per
in
DEL
BARETTI
per
le due
ragazze
non
hanno
se
esse,
inglesi ;
trovarvi
saputo
tanto
ma
rano
quand'e-
Venezia.
XXXVIII.
All'abate
Battavia,
Di
Amico
Ho
vi
siate
mi
che
burla
d'andarmi
avevo
alcune
per
mesi.
che
a
A
in
fare
primi
giro dell'Italia
fare
di
è l'anima
da
il
quale
facciamo
menica
veda
Pubblicata
(Milano,
13
me
la
sia
le
conto
dal
e
v'avrà
volendo
signor T.
addietro, pag.- 249-56.
pochissimi
viaggiare
vedere
Roberti,
Per
per
in
nel
irmene
tiluomo
gen-
questo
una
lamento.
Parfì-
sua
Samuello
questi regni,
preparatevi
brigata
di
osteria
lungo
sapere
per
un
pure
questa
a
meglio
1883).
e
Sicché
meglio
di
maggio
ed
di
s'abbiano
che
mente,
Thrale,
donna
sua
vent'anni.
a
pure
piccole giornate,
*
più dotto
carezze
potete, quali
la
mia;
di
più
molte
ditemi
a
v'avrà
esso
qui.
membro
e
di
fra
signor
un
qui, ricco, savio,
l'uomo
amico
con
che
bisognandovi
di
cessi
fa-
L'idea
cacciata
bocca
a
d'aprile partirò
un
mio
dirò
si, a bocca;
su
che
l'ho
me
mi
Voltaire,
per
inglese.
amica
Plo-
io
amore
pazzo
vi
Signor
Con
poiché
suo
che
ragioni
di
se
del
i
Johnson,
1776.
svezzese
comechè
bene,
ripatriare
a
bocca?
gliuolina,
del
tre
quello
in
tanto
bellissima
mia
una
per
abbattuto
vuole
continua
e
addi
Londra,
Battavia,
caro
menfelt,
^
Rimini.
a
la
la
;
e
tanto
frat-
Rimini,
via
e
nostra,
posta, si, ma
ogni luogo
della
Pungolo
quanto
a
vi
è
qua-
Do-
detto, si
INEDITE
lunquecosa
solo
un'osteria
in
chi
con
vuole
tosto
per
io
innanzi
Da
voi
v'ha
di
modo
dell'esercito, e
di
all'esito
pensare
onde
luoghi
parlo.
accam-
che
comprendere
da
avete
simo,
assais-
cogli esploratori
meglio
i
temi
risponde-
m'importa
prevenirmi
tratto
questo
che
giorno
confaccia
Dunque
generalissimo
il
si
che
cosa
largamente.
articolo,
sarò
l'alloggiare un
e
è
non
fa' d'uopo
mi
sapere
non
mala,
questo
su
tale
vista;
spendere
perchè
come
d'esser
degna
351
SPARSE
O
ora
per
quella
nostra
.
Piaccia
qui.
opera
muoia
in
capi. Voglio
sconfortino
Non
costà,
verrò
il
e
quello
è
ho
quella
che
gusto
che
ci
onde
nuovo,
mi
a'
raccomandazione
Faremo
a
la
di
andarcene
sino
e
poi
Rimini
intendiamo
San
Marino,
sulle
avendo
per
strade
è
un
a
passare
di
fare
che
pezzo
che
dirvi,
se
scana
To-
pubblica
Re-
lo star
foglio, non
il mio
Livorno.
lasciato
tello
fra-
Addio,
a.
Il
*
alla
punto
che
non
poi
Tirolo.
pel
il
e
in
corsa
volto
Non
dì
stra
no-
Sicilia,
curiamo
non
ha
L'idea
o
una
di
Piacenza,
a
l'inverno
Svizzeri
che
scriverò
qualche
alla
li
maestre.
altro
ora
fondo
st'altra
que-
d'altrove.
e
eccetera.
in
per
però
sempre
Battavi
andar
tornarcene
di
Paolo
e
Roma
Milanoy poi
a
Rimini,
Imola,
indietro,
tornare
poi
sieme,
in-
lettere
fermeremo
ci
Savoia,
Genova,
a
di
cui
con
vi
di
mondo
un
bre
novem-
fare
a
addosso,
amici
nostri
della
Bologna,
è
Di
via
Toriixo, poi
Parma,
prepariate
mi
viaggiare
risolvere
di cadervi
il
e
brigata
stessa
di
fatto
ha
anni
mediocremente.
che
avemmo
lo
non
ottantadue
l'ottobre
passato
con
scappata. Prima
di
suoi
non
troppi
per
burrasca
presente
que'
che
Francia
in
dorrebbe
mi
^
Bianchi
nostro
sbigottiscano più
dirvi
occorre
la
comechè
mi
e
scorso
che
sperare,
naufragare,
farà
che
occasione,
questa
il
che
Dio,
a
Giovanni
Bianchì,
signor Roberti.)
riminese,
ossia
vostro
Jane
Baretti.
Plance.
,
(Notad^l
352
LETTERE
BARETTl
DEL
XXXIX.
Al
Di
E
brevi;
e
ma
le
in
?
questo
di
Spagnuolo
Dio,
a
di
di
d'un
più,
de'
d'aver
mia
se
non
se
con
il
cosetta
la
darmi
un
s'è
che
queste
scarabocchiare
alle
faccende
delle
gonfia
lunghe
lettera
di
Voltaire
mani
mi
cosetta
che
fama
mi
Fra
degli
tengo
tutta
venti
dì
te
e
ne
perché
tu
le presenti
amici.
Non
vedo
d'essa
il lavoro
e
riposo,
un
fesa
di-
pare
per
e
e
poco,
nell'antico
rimettere
riposo, può
in
non
di
che
giunge
s'ag-
che
pubblicata,
stampa
poco
anzi
scritta
di
a
volmente
age-
ho
sarà
sibbene
nario
Dizio-
un
al
calzanti,
più copie potrò,
ma
perchè
potresti
quest'Isola.
in
E
schiena,
qual
tanto
e
compiuta
gamba
una
accrescimento
questa
per
che
nella
popolarità
grandi,
Dizionario,
una
di
quante
a
l'ora
e
anche
manderò
cose,
grande
l'Europa,
al
tante
dette
certo
Francia,
di
all'Accademia
d'aver
contro
Skakespeare
ti
di
come
di, piacendo
costato;
francese
in
cosetta
una
fatica
m'abbia
quest'opera
venti
Non
l'anno
deschetto,
giorno?
fra
che
mio
d'ampliare
e
terminato.
figurare quanto
d'ingegno,
del
correggere
tutto
al
gomento
ar-
claro^
en
penna
ore
Inglese,
e
del
sarà
la
un
cominciò
darò
quel
gare
d'allun-
senza
spesso,
de
di
tempo
dacché
notti
sette
o
finir
che
tu,
né
rade
sono
scrivere
a
di
scrivere
1777.
maggio
lettere
voglia
menando
sei
mie
metà
né
trenta
Ispagna,
Per
le
la
Sai
di
contare
senza
di
mani.
più
passate
dicono
avessi
lettere, o
alle
ho
che
t'avresti
non
li 8
Londra,
mio,
tu
se
io,
ho
che
Filippo
vero,
^
Filippo.
fratello
potevo
aver
del
badare
che
a
nulla,
stato.
il capo
Ve'
a
lettere!
?
?
*Dal
cit.
opuscolo
dei
Fratelli
Paravia,
INDICE
1
Pag.
Dedica
Voltaire
Shakespeare,
contro
Baretti
taire
Vol-
contro
3
»
APPENDICE
ALLA
FRUSTA
LETTERARIA:
Avvertenza
»
I
Lettera
Dei
Dott.
G.
Bicetti
Lettera
II...
Di
A.
Querini
Lettera
III..
Di
G.
Paradisi
a
G.
Lettera
IV..
Di
G.
Visconti
a
S.
Lettera
V...
Di
T.
Perelii
Lettera
VI..
Lettera
VII
allo
A
G.
F.
Coraggio
Di
B.
Buonavoglia
a
Tanzi
149
...»
Pasquali
stampatore
Pianta
Pranzi
.
Vittorio
don
a
Vili.
Episodi
della
Lettera
al
Di
G.
Pelli
vita
del
17
ai
Fratelli,
Lettera
al
fratello
Filippo,
Lettera
al
fratello
Amedeo,
ai
Fratelli, 10
LETTERE
23
Filippo,
fratello
Del
Baretti
Lettera
Lettera
P.
a
24
1757
1769
gennaio
maggio
1772
aprile
o
Al
conte
C.
•
febbraio
II
III
Al
Al
padre
canonico
F.
S.
1776
0
Irico, 26
dicembre
24
»
177
»
181
»
231
»
233
»
238
»
251
»
256
SPARSE
:
1741.
.
Quadrio,
173
.
INEDITE
6
»
245
1776
Zampieri,
165
.......
Avvertenza
I
»
195
....
ottobre
156
......
Londra
settembre
BARETTI
DEL
Signore.
a
»
Savo-
iano
Lettera
152
.
Bauderi
G.
»
Fabroni.
Monsignor
a
Di
.
a
143
luglio
gennaio
1743.
1741
.
...»
»
261
»
263
»
265
267
356
IV
INDICE
Al
conte
G.
del
Zampieri,
1743
44
o
.
V
Allo
stesso,
1745-47
VI
Allo
stesso,
9
VII
A
Vili
Allo
G.
18
Lami,
7
stesso,
maggio
1747
marzo
1750
1750
aprile
IX
Allo
stesso,
15
aprile
X
Allo
stesso,
10
maggio
1750
XI
Allo
stesso,
20
maggio
1750.-
XII
Al
conte
G.
Pag.
.
1750
5
Zampieri,
1750.
giugno
.
XIII
Al
fratello
Amedeo,
XIV
Al
fratello
Filippo,
26
1762.
ottobre
19
Ad
XVI...
Allo
XVII
Ar
Antonio
Zatta,
F.
1763
dicembre
dicembre
stesso,
march.
23
24
agosto
»
272
»
276
»
279
»
282
»
283
»
285
j"
288
289
»
294
.
298
...»
1763
Albergati,
270
...»
.
XV
»
.
1763
novembre
268
1765
»
299
»
300
y,
303
»
305
.
XVIII
Allo
13
atesso,
1765
otttobre
.......
23
1766
XIX
Ai
Fratelli,
XX
Al
fratello
Giovanni,
XXI
Al
fratello
Filippo,
XXII
Allo
stesso,
13.settembre
XXIII
Allo
stesso,
18
settembre
XXIV
Allo
stesso,
25
aprile
XXV
Allo
stesso,
9
XXVI.....
Allo
stesso,
Allo
stesso,
26
XXVIII...
Allo
stesso,
6
XXIX
Allo
stesso,
28
Allo
5
agosto
settembre
1766
1766
...»
306
...»
307
1766
»
308
1767
»
309
1769
312
...»
1769
»
1769
novembre
febbraio
1770
1770
marzo
1770
luglio
313
315
........
1769
dicembre
16
stesso,
21
maggio
10
XXVII....
XXX
maggio
»
319
»
323
»
326
»
329
»
333
»
334
»
336
»
339
.
stesso,
27
luglio
Fratelli,
23
settembre
13
ottobre
XXXI
Allo
XXXIL...
Ai
XXXIII...
Agli
stessi,
XXXIV...
Agli
stessi, 5
XXXV....
Al
XXXVI...
Al
fratello
fratello
1770
1770
1770
1770
novembre
Filippo,
16
Amedeo,
febbraio
16
febbraio
1771
344
...»
1771
«
346
...
XXXVII..
Al
XXXVIII.
All'abate
XXXIX..
Al
march.
fratello
F.
Albergati,
Battavia,
Filippo,
20
1771
settembre
1776
3
del
8
maggio
1777
....
»
347
»
350
»
352
ERRATA-CORRIGE
'
Pag. 20, rig. 10, invece di berretti
chi di ciuco, e aggiungi poi
nets
cTasino, leggi:
orec-
parentesi: (bon-
tra
(Tane).
Pag. 35 (nota),rig. 7, 8
Théàlre
correggi: Lu
e
15:
Thèàlre
i)w
Anglais;
*
—
Anglaise,
Appel
les
à
correggi: Appel à toutes les Nations;
eclairez, correggi: dclairez,
Pag. 86, rig. 2, coutinuée, correggi: continuée,
pièces
Pag. 93 (nota),rig. 4 e 5, le mauvaises
Nations,
belles
pièces, correggi:
les
pièces
mauvaises
e
—
e
le
les
belles
pièces,
Pag. 273, la nota
il
Pag.
2,
333
e
porta
il
1,
num.
deve
portare
viceversa.
(nota 2):
Si
#
che
veda
Si veda
la
nota
la nota
2,
a
a
pag.
2, pag.
319.
319,
reggi:
cor-
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