INFORMAPIÙ Maggio - Giugno 2015 reportage CHE COSA HANNO IN COMUNE LAVOROPIU' E VASCO ROSSI ? ’’!! u u i i p IiEep F f Ll SSEe news SELFIEPIU' PARTECIPA AL CONCORSO FOTOGRAFICO INTERVISTA GIOVANNI CIAFRE' INTRA LEGEM JOBS ACT - DECRETO SULLE TIPOLOGIE CONTRATTUALI sfide relax RISOLVI I QUIZ E VINCI BOLOGNA CAPITALE DELLO SPORT FALSI D'AUTORE SCOPRI LE OPERE D'ARTE RIVISITATE DAI COLLEGHI SOMMARIO EDITORIALE 3 DATI SUL TERRITORIO I NUMERI DEL MERCATO L'ACCENTO SULLE AZIENDE 4 6 7 FOCUS 8 IN BREVE 9 INTRA LEGEM 10 Jobs Act - decreto sulle tipologie contrattuali INTERVISTA Giovanni Ciafrè 12 REPORTAGE Lavoropiù e Vasco Rossi 14 A RUOTA LIBERA Orche, elefanti e uomini non sono poi così diversi 27 NEWS 30 Lavoropiù nel mese di Maggio Lavoropiù nel mese di Giugno CONCORSO FOTOGRAFICO 42 AGRICOOL Guerra fredda alla tavola calda SELFIEpiu’! Selfiepiu’! 14 REPORTAGE 31 CONCORSO FOTOGRAFICO MODA 38 L'evoluzione dello stile dagli anni '20 agli anni '80 Quando lo stile incontra la tendenza 48SANITÀ Quando nasce la fisioterapia? 49 UNO SGUARDO SUL MONDO Il ponte che attraversa il delta del fiume delle perle 50 IMPROVE YOUR ENGLISH 51 C'ERA UNA VOLTA... 12 INTERVISTA 38 MODA 52 LO SCATTO IN PIÙ Una sfida con se stessi 54SFIDE Bologna capitale dello sport Sfida sportiva tra distretti industriali 56 CI PIACE IL GIOCO DI SQUADRA 31 FALSI D'AUTORE 32 6 INVENZIONI CHE CI HANNO 34 CAMBIATO LA VITA L'aria condizionata AGGIORNAMENTI 36 CONTRATTUALI Dagli studi professionali all'agricoltura... 44 ABOUT FARMA I farmaci equivalenti o generici 46KEYWORDS Come trovare il candidato "giusto" nel minor tempo possibile? 42 AGRICOOL 10 INTRA LEGEM 58 IL MONDO A MISURA DI BAMBINO "Mammaaa, leggiamo un libro insieme?" 60TECNOLOGIE Tutto casa e lavoro... confondere le cose con il BYOD 62 LOST AND FOUND 64 PAUSA CAFFÈ 60 TECNOLOGIE 52 LO SCATTO IN PIÙ 66 LUOGHI (NON) COMUNI 68VIAGGI Spagna 70RELAX INFORMAPIÙ ANNO VII · NUMERO 63 · MAGGIO - GIUGNO 2015 Lavoropiù SpA · marketing interno Tiratura 600 copie Registrazione Tribunale di Bologna n. 7509 del 03/03/2005 Aut. Min. Prot. n. 1104-SG del 26/11/04 Direttore MATTEO NALDI Redazione BARBARA MARTELLI, FRANCESCA NANNETTI, ELENA NANNETTI Hanno collaborato AGRIPIÙ, ROMINA CACCIARI, FARMAPIÙ, FASHIONPIÙ, MAURA FORNASARI, GIULIA FORNI, FABIO FRANCIA, LAVOROPIÙ EVERYWHERE, PERPIÙ, SANIPIÙ, ALESSANDRO SERRA, RICCARDO TORREGGIANI, UFFICIO LEGALE, UFFICIO OSI, FEDERICO ZAGNONI Collaboratori esterni SARA MENETTI, EMANUELE PALESE Stampa LITOGRAFIA ZUCCHINI SRL Fonti AGI.IT, AGRICOLTURA24.COM, AFFARI E FINANZA, AIIPA, ASSOCAMERESTERO.IT, ASSOINFORM, CAMERA DI COMMERCIO, COLDIRETTI, CONFINDUSTRIA, CORRIERE ECONOMIA, CSOSERVIZI.COM, EBITEMP.IT, EURISPES, FASHIONMAG, FEDERFARMA.IT, FARMINDUSTRIA, ICE, ILPOST.IT, IL RESTO DEL CARLINO, IL SOLE 24 ORE, IPASVI.IT, ISTAT, ITESPRESSO.IT, LA REPUBBLICA, NANOPRESS ECONOMIA, OSSERVATORIODISTRETTI.ORG, PANORAMA, REGIONE LAZIO, REGIONE LOMBARDIA, REGIONE TOSCANA, REGIONE VENETO, SALUTE.GOV.IT, TRECCANI.IT, UNIONCAMERE RELAX mar-apr 15 soluzioni GHIGLIOTTINA: strumento vincitori Samanta Rossi. Samanta ha vinto il libro "Ti seguo ogni notte" di Luca Bianchini. l'editoriale di Matteo Naldi C'è un momento nella vita in cui ognuno di noi si sente profondamente a disagio. Quelle situazioni in cui capiti per caso o per scelta e in cui non vorresti mai esserci stato. A me è capitato la prima volta nel 1991, quando venni trascinato ad un concerto di Luca Carboni al PalaDozza di Bologna. Vi posso assicurare che io non ho assolutamente nulla contro di lui - bolognese e fortitudino doc - ma sinceramente, diciamo che non è proprio il mio genere. In più, notavo che muoveva la bocca ma sentivo poco e niente... dopo una ventina di minuti salutai l'allegra compagnia e andai a mangiarmi una pizza Quattro Stagioni, tanto in voga in quel periodo. La mia fidanzata dell'epoca non la prese benissimo, ma sorvoliamo. L'ultima invece risale a qualche giorno fa, a inizio giugno, quando mi sono trovato in una tavolata di persone che disquisivano della situazione della Grecia con una disinvoltura inaspettata. Gente che fino a ieri faceva fatica a parlare con cognizione di causa dell'ultima partita del Bologna o dell'ultimo album degli AC/DC adesso pontificava sul perchè la Grecia dovesse o meno uscire dall'Europa e sul perchè fosse meglio o peggio per loro e per l'Europa stessa. Sentire parlare dei vantaggi di un eventuale ritorno alla dracma gente che non sa neanche se Igoumenitsa sia un porto o una bevanda energetica mi ha provocato un disagio simile al ritornello di Ci vuole un fisico bestiale sentito sussurrare 25 anni fa... c'è un limite a tutto! Dopo avere cercato di virare il discorso su altri argomenti più consoni ad una serata tra amici (calcio, motori, genere femminile...) e non avere minimamente attecchito sui presenti, ho salutato anche questa volta l'allegra compagnia e me ne sono andato a casa. La mattina dopo, nella bolgia del solito delirio mattutino scatenato dai due leoni in preda a crisi isteriche provocate dal doversi lavare i denti o infilare le scarpe, sento dalla tv in sottofondo che la Germania, per voce della "Cancellierona", ha dato il sessantaquattresimo ultimatum degli ultimi sei mesi alla Grecia: o fate le riforme o niente soldi. E di risposta, dal mare Egeo, il post comunista ellenico: o ci date i soldi o niente riforme! Ottimo direi. Buone possibilità di mediazione. Forse quando leggerete questo editoriale qualcosa si sarà smossa, la Grecia sarà uscita dall'Europa e sarà andata in Africa o in Medio Oriente? La Germania avrà capito che si può essere anche i più ricchi e produttivi ma a forza di volere sempre dettare legge poi non si può più sbagliare una virgola? Io non lo so quale sia la strada giusta, non sono all'altezza di dare un giudizio corretto e scevro da implicazioni dettate dalle mille voci che si rincorrono in questi mesi. So solo che la Grecia, storicamente, è la culla della cultura mondiale. Tutto nasce da lì, senza se e senza ma. E vedere che versa in queste condizioni mi fa strano. Mi fa capire come pur essendo avanti anni luce per secoli e secoli, sono bastati molti inetti e pochi anni a far sprofondare nella disperazione un popolo intero. E l'Europa cosa fa? Presta i soldi come una banca qualunque pre 2008 e fa sì che il tutto continui sulla stessa strada? E poi si incazza?!?! Ma allora a cosa serve l'Europa? Ad accrescere il mito teutonico e a sviluppare il già esasperato ego transalpino? A risparmiare sulle guardie doganali? Per quanto riguarda l'attuazione di politiche economiche e sociali comuni cosa dobbiamo fare, bisogna creare qualcosa di ancora più grande dell'Europa? "Fortunatamente" però è stata creata una moneta unica che quando è forte non riusciamo ad esportare neanche un cetriolo sottaceto mentre quando è debole rischiamo il crollo ogni due per tre! Comunque l'altra sera, in quella famosa cena tra amici/ economisti dell'ultima ora, per stemperare un po' la tensione creatasi tra le fazioni pro e contro Grexit, ho buttato sul tavolo un paio di idee (im)praticabili per cercare di salvare la Grecia. La prima sarebbe quella di costruire centinaia di ponti simili al Ponte sullo stretto di berlusconiana memoria che colleghino tutte le isole del Mar Egeo... l'occupazione salirebbe alle stelle! La seconda sarebbe quella di ristrutturare una volta per tutte il Partenone, chiudere quelle colonne belle ma poco funzionali con delle grandi vetrate e farci un Resort di lusso, con piscine, campo da golf e spa. Il mio intervento però non ha fatto che peggiorare le cose, ora gli astanti litigavano su come si dovevano pagare i ponti ed i lavori di ristrutturazione, in euro o in dracme? A quel punto, disperato come solo Ulisse al cospetto di Polifemo, sono scappato a casa al grido di parakalò!!! KALISPÈRA. INFORMAPIÙ 3 DATI SUL TERRITORIO Emilia Romagna L'E.R. MAGGIORE BENEFICIARIA FINE EMBARGO USA Sarà l’Emilia Romagna a trarre i maggiori vantaggi dalla fine dell’embargo per i salumi italiani sul mercato degli Stati Uniti. É quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna nel commentare positivamente l’annuncio del Ministero della Salute sul fatto che le autorità statunitensi hanno finalmente rimosso le misure che limitavano fortemente l’export dei prodotti a base di carne cruda, operanti dal settembre del 2013. La Lazio 20 AZIENDE LAZIALI AL SALONE DELL'AEROSPAZIO Si è aperta a Parigi, al centro espositivo Le Bourget, la 51° edizione dell’International Paris Air Show, una delle più importanti e prestigiose fiere del settore aerospazio e difesa a livello globale. L'edizione di quest'anno ha visto la partecipazione di 2.260 espositori di 47 nazioni, con oltre 300mila visitatori tra esperti e grande pubblico. Numerose le aziende italiane che hanno partecipano grazie al coinvolgimento delle Lombardia BOOM DI LAVORATORI SOMMINISTRATI Nel 1° trimestre del 2015 è aumentata del 32,9%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la domanda di lavoratori somministrati da parte delle imprese alle Agenzie per il Lavoro. È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Assolombarda. Uno scenario nel quale è già possibile percepire, per esempio, gli effetti di Expo che, con ogni probabilità, ha fatto registrare una crescita importante della quota di mercato del personale 4 INFORMAPIÙ regione esporta più di 600 milioni di euro di salumi, che rappresenta l’11% delle esportazioni agroalimentari regionali e il 46% delle esportazioni di salumi italiani. Il superamento del blocco consentirà all’Italia di aumentare le esportazioni anche grazie al tasso di cambio favorevole che ha fatto impennare le esportazioni italiane negli Usa del 40% nel primo trimestre del 2015. Se l’abbattimento di questa barriera commerciale sarà accompagnato a livello internazionale da una più decisa tutela delle denominazione di origine dei salumi Made in Italy, si apriranno enormi spazi di crescita. diverse regioni. Sul totale di 120 aziende italiane del settore presenti alla manifestazione 20 provengono dal Lazio. Una partecipazione cospicua che è stata sostenuta da Unioncamere Lazio attraverso un progetto cofinanziato dalla Regione proprio con l’obiettivo di agevolare e consolidare la presenza e lo sviluppo d’affari delle aziende laziali dei comparti aeronautico e aerospazio su scala internazionale. Numerosi i contatti che ha avuto la delegazione regionale a Le Bourget; anzitutto l’assessore Fabiani ha incontrato il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alla quale ha riferito del ruolo che le Regioni possono giocare nel sostenere lo sviluppo del settore aerospaziale del Paese e nel cui ambito la Regione Lazio ha un rilevante peso. non qualificato nei servizi di pulizia, voce che, infatti, rappresenta il 14,6% del totale delle richieste. Nell’arco dei 12 mesi tutti i gruppi professionali hanno comunque registrato un aumento della domanda. Dall’indagine emerge che esercenti e addetti nelle attività di ristorazione continuano ad essere la figura professionale più intermediata con il 26,7% delle domande delle imprese. Appaiono più contenute le richieste da parte delle imprese di profili legati alle attività manifatturiere. Su questo fronte lo studio evidenzia un aumento delle richieste di operatori di impianti per la trasformazione a caldo dei metalli, il cui peso (3,2%) è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno. Piemonte la situazione lavorativa femminile è in miglioramento con un aumento della presenza delle donne del 18% in Piemonte e del 14,4% a Torino. Le dirigenti donne sono il 13,1% in Piemonte e il 13,5% a Torino mentre la media nazionale si attesta sul 15,1% con punte del 17,2 % a Milano e addirittura del 19,4% a Roma. Inoltre, secondo le stime della Regione, le assunzioni nel primo trimestre sono in aumento rispetto al 2014: + 11,7%, da 137.000 a 153.000 unità. Più della metà è per buona parte effetto della marcata espansione dei contratti a tempo indeterminato. Crescono anche i contratti a tempo determinato. punto di vista delle forme giuridiche adottate dalle imprese, il contributo positivo più importante viene dalle società di capitali (98.605 a fine marzo 2015), che sono aumentate al ritmo del 3,2% nel corso dell'ultimo anno (pari a 3mila società in più rispetto a marzo 2014). In aumento anche le imprese individuali (+344) e le altre forme giuridiche (+186, di cui 15 cooperative). Sono state 8.445 le iscrizioni di nuove imprese Sotto il profilo settoriale, un ai registri delle Camere di Commercio della piccolo contributo positivo viene Toscana nel primo trimestre del 2015. Dal dall'industria, grazie soprattutto alla concia-pelletteria-calzature (+149 imprese), alle riparazioni meccaniche (+145 aziende) e alla trasformazione alimentare (+56). Le attività che maggiormente contribuiscono alla crescita del tessuto imprenditoriale toscano appartengono tuttavia al settore terziario. A fine marzo 2015 il settore turistico (alberghi e ristoranti) conta 33.046 aziende (+2,9%), così come il commercio (+1,0%,) che raggiunge quota 100.642 aziende rappresentando un quarto del sistema imprenditoriale regionale. LAVORO: LE DONNE SONO IN AUMENTO Nell'ambiente lavorativo piemontese le donne sono in aumento. Sebbene i dati di Manageritalia Torino, che si riferiscono al periodo tra il 2008 e il 2013, rilevino una diminuzione del 5,4% dei dirigenti a livello regionale e del 5,2% nel capoluogo sabaudo, il dettaglio spiega come a fronte di un -7,9% di dirigenti uomini, le donne dirigenti siano in aumento del 14,7%. Anche fra i quadri, in aumento sia in Piemonte (+5,7%), sia a Torino (+3,7%), Toscana LA DINAMICA IMPRENDITORIALE NEL I TRIMESTRE Veneto LA MODA HA UNA NUOVA "CASA" Il Veneto supera la Lombardia in testa alla classifica delle top 20 dei distretti industriali con la crescita più alta di esportazioni: ben nove, quasi la metà, si trovano in questa Regione. Dallo studio Monitor di Intesa San Paolo, realizzato sui risultati del primo trimestre del 2015, emerge che l’abbigliamento trevigiano ha chiuso con 300 milioni di euro di giro d’affari, mettendo a segno il 40% in più rispetto allo stesso trimestre del 2014. L’occhialeria di Belluno arriva a 704 milioni (+13,6%) e, tra l’altro, anche il distretto del mobile di Livenza e Quartiere del Piave viaggia bene: un fatturato di 539 milioni sui mercati esteri (+9%). L’oreficeria vicentina mette a segno una crescita del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2014, raggiungendo la quota di 361 milioni di euro. Il Veneto, le cui performance complessive valgono una crescita dell’8%, supera con 5,1 miliardi la Lombardia che, invece, ha chiuso il primo trimestre con 4,9 miliardi di giro d’affari (praticamente ferma a +0,4%). INFORMAPIÙ 5 I NUMERI DEL MERCATO ALTI E BASSI PER L'OCCUPAZIONE CHE FATICA A TROVARE STABILITA' L'occupazione è tornata a salire ad aprile, ma l'analisi dei dati del primo trimestre dimostra come il recupero sia ancora lungo: ci sono 3,5 milioni di persone disposte a lavorare ma che non cercano impiego, in gran parte perché scoraggiati. Il recupero dell'occupazione è stato ovviamente un segnale accolto positivamente dal mondo politico ed economico, ma l'analisi di alcuni aspetti del mercato del lavoro italiano testimonia che la strada per il recupero è ancora lunga. Nel Belpaese, infatti, ci sono oltre 3,5 milioni di persone che, pur essendo disponibili a lavorare, non cercano impiego, quasi 2 milioni dei quali perché scoraggiati. È quanto emerge dalle tabelle Istat sul primo trimestre 2015, secondo le quali ci sono ancora 3,3 milioni di disoccupati. Nel complesso le persone senza occupazione, ma disponibili, sono quasi 7 milioni. Se infatti nel primo trimestre sono aumentati gli occupati (133.000 in più rispetto al primo trimestre 2014) sono cresciute anche le forze di lavoro "potenziali", ovvero le persone formalmente inattive ma pronte a uscire dall'inattività, e in particolare tra queste coloro che si dichiarano disponibili a lavorare pur non cercando impiego (da 3,25 milioni del primo trimestre 2014 a 3,55 del primo trimestre 2015 con una crescita di 300.000 unità). I dati riportati dall'Ansa fanno il paio con gli altri che riguardano la comparazione europea. In Italia meno di due persone su tre, tra i 15 e i 64 anni, sono nel mercato del lavoro (tra lavoratori e coloro che cercano), il livello più basso in Europa. Si evince ancora dalle tabelle Istat sulle percentuali di attività in Ue, secondo le quali l'Italia ha fatto passi avanti in questi ultimi 10 anni pur restando con il 63,9%, quasi 10 punti al di sotto della media Ue-28 (72,3%). La responsabilità è soprattutto del basso tasso di attività femminile (54,4%), di oltre 12 punti inferiore alla media Ue e di circa 25 punti rispetto alla Svezia (79,3%). Con le rilevazioni Eurostat si vede anche che in Italia meno della metà dei laureati risulta occupato entro i tre anni dal conseguimento del titolo, una percentuale di quasi trenta punti inferiore alla media europea (78,2% nell'Ue a 28). I giovani tra i 20 e i 34 anni che lavorano a tre anni dalla laurea sono il 49,6%. Fa peggio solo la Grecia (45%). Maggio Tornano a calare gli occupati: 63 mila in meno. Il tasso di disoccupazione resta stabile al 12,4%; il numero di senza lavoro è sceso di 59 mila unità rispetto a maggio del 2014. Scende anche l'occupazione tra i più giovani, tra i quali il tasso di disoccupazione è al 41,5%. Nuovo segnale negativo dal mercato del lavoro italiano, in una fase che alterna indicazioni di recupero occupazionale a 6 INFORMAPIÙ nuove battute d'arresto. Secondo le stime preliminari dell'Istat, a maggio gli occupati sono diminuiti di 63 mila unità (- 0,3%) rispetto al mese precedente. Nell'aprile scorso si era registrato un incoraggiante recupero degli occupati (dopo un marzo negativo che aveva gelato gli entusiasmi sul Jobs Act) con il tasso di disoccupazione in calo al 12,4%. Ad aprile, c'erano stati 159 mila occupati in più in un mese. Il tasso di disoccupazione è rimasto invece stabile al 12,4%. Stabile anche il numero di disoccupati, su mese, mentre nei dodici mesi si registra un calo dell'1,8% (-59 mila) e - per il tasso di disoccupazione - di 0,2 punti percentuali. Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, cala nell'ultimo mese di 0,1 punti percentuali. Rispetto a maggio 2014, l'occupazione cresce dello 0,3% (+ 60 mila) e il tasso di occupazione di 0,3 punti. La stabilità della disoccupazione, nonostante il calo degli occupati, si spiega anche con l'aumento del numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni: + 0,3%, pari a + 36 mila a maggio, dopo il calo dei quattro mesi precedenti. Il tasso di inattività, pari al 36 %, aumenta di 0,1 punti percentuali. Su base annua gli inattivi diminuiscono dello 0,9% (- 135 mila) e il tasso di inattività di 0,2 punti. A determinare la crescita di coloro che non cercano lavoro è soprattutto la componente femminile. Il calo dell'occupazione di maggio coinvolge anche i più giovani: gli occupati 15-24 enni diminuiscono del 2,8% rispetto ad aprile (- 26 mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15 %, diminuisce di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente. Il numero di giovani disoccupati diminuisce su base mensile (- 20 mila, pari a -3,1%). L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è al 10,6% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato), con una diminuzione nell'ultimo mese di 0,3 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione dei 15-24 enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 41,5%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. Eurozona I dati del mercato del lavoro sono stati pubblicati anche per l'Eurozona, dove il tasso di disoccupazione si è attestato all'11,1% a maggio, stabile rispetto ad aprile e in calo rispetto all'11,6% di maggio 2014. Eurostat segnala che è il più basso registrato nella zona euro dal marzo 2012. Anche il tasso di disoccupazione dell'Unione a 28 è risultato stabile a maggio al 9,6% rispetto ad aprile 2015, in calo dal 10,3% di maggio 2014 (tasso più basso dal luglio 2011). Stebor nasce nel 1994 da un'idea imprenditoriale di Luca Bortolotto, figlio di produttori di borse in pelle con la passione per l'elettronica. La forza propulsiva della tecnologia nell'ambito del taglio della pelle, attraverso l'avvento di software dedicati e macchine a controllo numerico, ha trovato in Luca un pioniere indiscusso nel settore. Stebor rappresenta infatti la sintesi, oltre che il punto di incontro naturale, tra la formazione tecnica del titolare e la passione per il computer con la tradizione lavorativa di famiglia. L'azienda in totale conta venti dipendenti e circa un milione di euro di giro d'affari. Ogni anno investe il 10% del fatturato in innovazione e, applicando questa regola, innovando anno dopo anno produzione e organizzazione, ha raggiunto risultati in qualche caso copiati pure dalla clientela. L'azienda di Malo produce circa 20mila borse al mese, lavora per brand come Bottega Veneta, Maserati e indirettamente per Prada. SPARCO SPA settore automotive sede: Volpiano (TO) tel: 011 2240911 www.sparco.it L'ACCENTO SULLE AZIENDE STEBOR SRL UNIPERSONALE settore abbigliamento sede: Malo (VI) tel: 0445 607936 www.stebor.it Sparco, azienda dell’automotive specializzata nella produzione e distribuzione di componenti auto e abbigliamento tecnico per competizioni automobilistiche, si sta specializzando nelle lavorazioni in carbonio. L'azienda ha un piano di assunzioni da 50 persone nel 2015 e ad oggi le produzioni racing rappresentano i 2/3 del fatturato del gruppo, che ha chiuso il 2014 con 54 milioni di risultato. Unicredit e Sace hanno concluso un'operazione di finanziamento per sostenere la crescita sui mercati internazionali dell’azienda torinese. La linea di credito sosterrà gli investimenti in Ricerca & Sviluppo e i costi di acquisto e ampliamento degli impianti al fine di accrescere la capacità produttiva e tecnologica di Sparco. Il finanziamento consentirà a Sparco, che conta su un ottimo posizionamento nei principali mercati europei, Stati Uniti, Giappone, Brasile e Australia, con una quota export pari all’80% del fatturato, di far fronte alla crescente competizione internazionale mantenendo la propria posizione di leadership nel segmento di riferimento. Il Gruppo Euronics Italia, catena dell'elettronica con 5.200 dipendenti, punta sugli investimenti in formazione del personale, sulla capillarità del territorio e sui prezzi competitivi. Queste sono le principali strategie della rete di 13 imprese indipendenti che compongono il Gruppo Euronics per competere con efficacia nel settore. Il Gruppo, con sede centrale a Milano, ha ottenuto nel 2014 un giro di affari pari a 1,731 miliardi di euro, con un incremento di fatturato dell'1,8% rispetto al 2013. Ogni anno Euronics Italia investe circa 4 milioni di euro per finanziare corsi di formazione per i fornitori, Euronics Academy, web marketing e attività svolte a livello locale. Tutti interventi finalizzati a garantire al cliente un'assistenza competente. Entro il 2015: apertura di 15 nuovi store, ad oggi sono 468. EURONICS ITALIA SPA settore elettronica sede: Milano tel: 02 30701721 www.euronics.it INFORMAPIÙ 7 FOCUS LE MACCHINE PER COSTRUZIONI AVANZANO CON NUOVA ENERGIA Il settore reagisce alla crisi ormai passata registrando ottime performance di crescita e puntando l'attenzione sulla prevenzione delle emergenze ambientali. Il comparto delle macchine per costruzioni conta 200 aziende sul territorio nazionale, 6 mila addetti e 30 mila con l'indotto. Nel 2014 ha prodotto un fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro, per il 70% grazie all'export, registrando una crescita dell'11% delle vendite nazionali dopo il crollo del mercato nazionale che si era registrato dal 2006 al 2013 (-80%). Le esportazioni di macchine per costruzioni hanno raggiunto i 2.460 milioni di euro, con un calo dell'1% su base annua. Le importazioni, invece, crescono del 25% rispetto al 2013, con un valore di oltre 545 milioni di euro. La tendenza positiva di crescita ha trovato conferma anche nel primo trimestre 2015, realizzando un +19%. Sul mercato italiano sono state vendute 1.605 macchine per costruzioni, nel dettaglio 1.556 macchine movimento terra (+16%) e 49 macchine stradali (+390%). Nei primi tre mesi del 2015 aumentano anche le esportazioni che si stima possano raggiungere i 2.53 miliardi di euro nell'anno. Unacea, associazione di categoria che riunisce tutte le aziende italiane di macchine per costruzioni, dichiara di avere, per la fine del 2015, una stima di crescita complessiva del comparto del 12%. L'attenzione dell'associazione è concentrata sulla gestione 8 INFORMAPIÙ e la prevenzione delle emergenze ambientali attraverso l'interazione uomo-macchina. Legambiente annuncia che in Italia sono necessari 43 miliardi di euro per mettere in sicurezza il territorio, che il 69% dei comuni è a potenziale rischio e sono 8 i miliardi di euro di danni per alluvioni dal 1998 ad oggi. Intervenire su questo ambito porterebbe ad un aumento di vendite di macchine e creerebbe nuovi posti di lavoro. Questo il focus della trentesima edizione di Samoter, in programma a Verona dal 22 al 25 febbraio 2017, il salone internazionale triennale organizzato da Veronafiere, unica fiera in Italia ad abbracciare l'intera filiera delle macchine da costruzioni e da cantiere. Grazie alla manifestazione le macchine per costruzioni specializzate e le soluzioni tecnologiche più avanzate trovano il giusto spazio, insieme alla sostenibilità con la presentazione di macchinari a basse emissioni ed alta efficienza. Unacea collaborerà con Samoter organizzando convegni, mettendo a disposizione la propria banca dati e promuovendo le imprese all'estero: in India, il prossimo novembre, l'associazione parteciperà alla fiera di Bangalore con Samoter e Confindustria Modena. IN BREVE Istat Lavoropiù SpA @LavoropiuSpA Lavoropiù è l'Agenzia per il Lavoro leader in Emilia Romagna ed in espansione su tutto il territorio nazionale. E' presente in 6 regioni con 45 filiali. www.lavoropiu.it @Istat_it "A giugno l’indice di fiducia per le imprese sale da 101,8 a 104,3" L'indice di fiducia per le imprese cresce su tutti i fronti: nelle costruzioni, nei servizi di mercato, nel commercio al dettaglio e, in maniera più lieve, nel settore manifatturiero. Nel dettaglio, nelle imprese manifatturiere, i giudizi sugli ordini e le attese di produzione rimangono stabili, nelle costruzioni migliorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione e le attese sull'occupazione. Nelle imprese di servizi salgono i giudizi sugli ordini, ma non le attese. Nel commercio al dettaglio migliorano i giudizi sulle vendite e risultano stabili le giacenze di magazzino. 24Impresa&Territori @24ImpresaTerr "Dall’export tre miliardi in più. Segni di ripresa anche dall’import" Giugno, terzo mese consecutivo in crescita per l’export tricolore, spinto in particolare dalla corsa dei paesi extra Ue. Il bilancio globale, una crescita annua del 9%, è determinato in parte dalla presenza di una giornata lavorativa in più, il saldo resta comunque attivo per oltre cinque punti percentuali, precisa l'Istat. Per l’Europa la crescita annua è del 6,4%, con le performance migliori per Regno Unito e Spagna. In termini macro-settoriali solo l’energia è in rosso, per il resto solo segni positivi, in qualche caso (beni strumentali e di consumo durevole) a doppia cifra. Con il dato di aprile, tre miliardi di export aggiuntivo in valore assoluto, il bilancio del primo quadrimestre è positivo del 4,6%, performance più che doppia rispetto al dato di chiusura del 2014. AboutPharma @AboutPharmaHPS "Nutraceutica boom secondo ImsHealth: in Italia la spesa tocca i 2,4 miliardi" L’Italia è uno dei mercati europei più maturi nel settore della nutraceutica: nel 2014 la spesa ha raggiunto i 2.4 miliardi di euro e il mercato italiano è cresciuto dell’8,2% rispetto a una media europea del 7,5%. É quanto emerge dall’analisi di ImsHealth. In Italia le prime 5 categorie del mercato nutraceutico rappresentano quasi il 70% del valore totale e crescono con un tasso medio del 7,6%. Tra le categorie con il tasso di crescita maggiore in 3 anni si trovano i prodotti cardio-vascolari (+9,6%), i prodotti per il sistema urinario (+9,8%) e i prodotti gastro-intestinali (+7,9%). A livello regionale sono Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna a coprire da sole quasi il 30% del totale a valore del mercato nutraceutico. Per quanto riguarda i canali, in Italia la farmacia si conferma essere il canale d’elezione per i prodotti nutraceutici veicolando quasi il 90% del totale vendite. Sole 24 Ore Sanità @24OreSanita "Mercati: farmaci primo trimestre a 5,8 mld (+5,4%). Trainano gli specialistici" In Italia il primo trimestre 2015 del mercato farmaceutico si è chiuso con fatturato di circa 5.8 miliardi di euro con una crescita del +5,4% rispetto allo stesso periodo del 2014; questi i dati diffusi da Ims Health Italia. L'analisi si concentra sui prodotti farmaceutici registrati ed evidenzia come a trainare il mercato sia il comparto dei farmaci consumati in ospedale che, insieme alla distribuzione per nome e per conto dei farmaci specialistici, copre circa il 48% del totale ed esprime tassi di crescita molto positivi (+8,8%). I prodotti lanciati negli ultimi due anni, infatti, contribuiscono per il 52% alla crescita totale del canale ospedaliero e distribuzione per conto terzi. Anche i farmaci etici (medicinali con obbligo di ricetta) distribuiti in farmacia tornano a crescere in fatturato, sebbene in modo modesto, spinti da una stagionalità positiva e in conseguenza dell'esaurirsi delle scadenze brevettuali che avevano portato negli ultimi anni ad un declino significativo dei prezzi per i farmaci prescritti dai medici di base. INTRA LEGEM JOBS ACT DECRETO SULLE TIPOLOGIE CONTRATTUALI Il 25 giugno è entrato in vigore il decreto sulla “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni”, un ulteriore tassello del Jobs Act. L'obiettivo semplificazione delle tipologie contrattuali viene in parte raggiunto, in quanto in un unico testo vengono raccolte le disposizioni sull'apprendistato, sul contratto a tempo determinato e sulla somministrazione di lavoro, sul lavoro intermittente e sul lavoro accessorio. Cancellata la possibilità di stipulare nuovi contratti di associazione in partecipazione con apporto di lavoro ed i contratti a progetto, una volta che saranno venuti a scadenza quelli in essere al momento dell'entrata in vigore del decreto. Permangono le collaborazioni previste dalla contrattazione collettiva (ad esempio call center), quelle che si riferiscono ad attività professionali che richiedono l'iscrizione ad un albo, quelle rese dai componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società e presso le società sportive. I datori di lavoro dovranno fare attenzione ad avvalersi di collaborazioni di altro tipo, in quanto dal 1° gennaio 2016 si applicherà la disciplina del lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione “che si concretano in prestazioni di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui modalità di esecuzione sono organizzate dal committente 10 INFORMAPIÙ anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro”. CONTRATTO DI LAVORO A TEMPO DETERMINATO Sono poche le novità rispetto alla legge n. 78/2014, entrata in vigore da poco più di un anno. Viene esclusa la conversione del rapporto a tempo indeterminato, in caso di superamento dei limiti quantitativi apposti dal contratto collettivo o dalla legge (20% rispetto ai rapporti stabili in essere al 1° gennaio dell'anno in corso). La sanzione amministrativa in caso di sforamento dei limiti è pari al 20% della retribuzione per ciascun mese (o frazione di mese superiore a 15 giorni) di durata del rapporto di lavoro, se il superamento riguarda un solo lavoratore, è pari al 50% in caso di violazione con più di un lavoratore. Viene leggermente ampliata la platea delle esclusioni dei limiti: ad esempio i rapporti di lavoro con soggetti di età superiore ai 50 anni (non più 55) non vengono conteggiati. Confermati il diritto di precedenza, per le lavoratrici madri anche sulle assunzioni a tempo determinato, lo stop and go, la durata massima consentita di 36 mesi, con la possibilità di stipulare un ulteriore contratto presso la DTL di durata massima di 12 mesi. SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO Vengono eliminate le causali di ricorso dalla somministrazione a tempo indeterminato, con l'introduzione del tetto di utilizzo del 20% rispetto ai rapporti a tempo indeterminato presso l'utilizzatore al 1° gennaio. Tale limitazione appare inspiegabile, dal momento che i lavoratori vengono assunti dalla agenzia per il lavoro a tempo indeterminato. Viene eliminato l'obbligo di comunicazione preventiva alle organizzazioni sindacali dei contratti di somministrazione stipulati, mentre permane l'obbligo di comunicazione annuale. Il decreto ribadisce l'obbligo di comunicazione ai lavoratori in somministrazione dei posti vacanti, da parte dell'utilizzatore. Vengono ribadite le deroghe ai limiti di contingentamento eventualmente posti dalla contrattazione collettiva in caso di percettori di ammortizzatori sociali da almeno 6 mesi, di soggetti in mobilità e di lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati. Tale ampia platea di eccezioni ai limiti numerici riguarda solo la somministrazione di lavoro e non il contratto a termine. In caso di somministrazione di lavoro a tempo determinato non vale neppure il limite legale del 20% introdotto dallo scorso anno per il contratto a termine. Una piccola restrizione si segnala in merito ai divieti di ricorso alla somministrazione, che non possono essere superati dagli accordi collettivi, come consentito in precedenza, nei casi di ricorso alla cassa integrazione e di licenziamenti collettivi nei 6 mesi precedenti. Tale novità riguarda anche il contratto a termine. Il decreto 81 ribadisce l'obbligo della parità di trattamento rispetto ai dipendenti diretti, il principio di solidarietà tra somministratore e utilizzatore per gli oneri retributivi e contributivi, l'obbligo in capo all'utilizzatore di comunicare alla Apl gli elementi retributivi applicabili e di rimborsare a quest'ultima gli oneri retributivi e contributivi effettivamente sostenuti. Una rilevante novità riguarda la possibilità di computare il lavoratore disabile in somministrazione con una missione di almeno 12 mesi nella quota di riserva di cui all'art. 3 della L. n.68/1999. non superiore al 25% delle ore di lavoro settimanali concordate, da retribuire con una percentuale di maggiorazione pari al 15%. “Il lavoratore può rifiutare lo svolgimento del lavoro supplementare ove giustificato da comprovate esigenze lavorative, di salute, familiari o di formazione professionale”. In mancanza di disciplina collettiva, é prevista la possibilità di stipulare clausole, ora denominate solo elastiche, di variazione della collocazione temporale e di aumento di orario. Tali clausole possono essere concordate per iscritto dalle parti presso le commissioni di certificazione. Il preavviso di variazione deve essere di almeno 2 giorni lavorativi e la misura massima dell'aumento non può eccedere il limite del 25% della normale prestazione annua a tempo parziale. Le modifiche dell'orario “comportano il diritto del lavoratore ad una maggiorazione della retribuzione oraria globale pari al 15%, comprensiva dell'incidenza della retribuzione sugli istituti retributivi indiretti e differiti”. I lavoratori affetti da gravi patologie hanno diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Il lavoratore può chiedere per una sola volta, in alternativa al congedo parentale, la trasformazione del rapporto da tempo pieno a part-time, entro i limiti del congedo ancora spettante, con una riduzione dell'orario non superiore al 50%. PART-TIME Vengono introdotte alcune regole generali, da applicarsi in assenza di contrattazione collettiva. Il datore di lavoro può chiedere al lavoratore di svolgere lavoro supplementare in misura INFORMAPIÙ 11 INTERVISTA FARE ORDINE ATTRAVERSO LA CONOSCENZA APPLICATA Giovanni Ciafrè è docente di Analisi Finanziaria e Piani Aziendali presso l'Università Politecnica delle Marche, docente Luiss BS nelle tematiche Marketing & Finance e docente senior della Academy FAV di Bologna. Collabora con Lavoropiù SpA nella progettazione e realizzazione di percorsi formativi aziendali. I niziamo dalla Sua storia personale, chi era Giovanni Ciafré prima di diventare un professore? Quali erano i suoi sogni? Le sue aspirazioni? Uscito dall'università non avevo un'idea precisa di quello che sarebbe stato il mio percorso, ero desideroso di misurarmi con il mondo del lavoro e applicare le conoscenze acquisite durante gli anni di studio. Ciò che mi aspettavo era di trovare un mondo somigliante a quel cosmo ordinato che avevo trovato nei libri. Mi si è invece parato davanti un mondo più simile ad un grande caos. Tutto ciò inizialmente mi ha sconvolto, mentre ora è diventato il motivo fondamentale di tutta la mia attività: fare ordine attraverso la conoscenza applicata. La formazione: accademia e impresa stanno imparando a dialogare sempre più strettamente, ma siamo ancora ben lontani dalla stretta collaborazione presente negli Stati Uniti o in Giappone, per fare solo due esempi. Quando ci arriveremo? Che cosa ha rallentato nei decenni questa interazione? Non credo che la nostra strada debba essere necessariamente quella già percorsa da altri; il nostro contesto culturale ed il nostro tessuto imprenditoriale sono diversi da tutti gli altri e quindi devono trovare una sintesi personale. Per quanto riguarda il motivo della distanza 12 INFORMAPIÙ tra accademia e impresa le ragioni sono varie ed alterne nella nostra storia, a volte l'accademia non si è rivelata all'altezza dell'impresa, altre l'impresa non è stata disponibile ad accettare il supporto dell'accademia. In un certo senso questa dialettica è un aspetto fondante della nostra storia culturale e spirituale. Ciò che auspico non è tanto l'incontro tra la teoria e la pratica, bensì la rinascita di una cultura tecnica che si sviluppi in seno alle stesse imprese, proprio com'è accaduto all'interno delle navi, delle botteghe, delle gilde, delle associazioni e di tutti quei centri di aggregazione che hanno segnato la storia produttiva dell'occidente. Nell'ottica del marketing, per produrre ricavi e utili è necessario analizzare il mercato. L'analisi del mercato consente di dare una forma e definire il mercato circostante, in altre parole di misurarlo. Quanto è importante quest'analisi per un'azienda? Non so con certezza quali sono le attività prioritarie per ogni impresa; sono sicuro che ogni impresa debba essere redditizia, solida e liquida. Alcune aziende, sempre più spesso, per raggiungere queste condizioni, hanno bisogno di porsi degli obiettivi collegati al miglioramento nel mantenere o sviluppare il proprio portafoglio clienti. Quando questo accade l'impresa diventa bisognosa di marketing e cioè deve analizzare, capire e prendere possesso del proprio mercato. Ancora una volta vorrei porre l'accento sulla commistione necessaria tra il momento riflessivo e quello operativo. L'attività commerciale senza una strategia di marketing è cieca, mentre la strategia, senza una concreta e quotidiana applicazione, è una pura astrazione. Secondo la Sua esperienza che cosa manca oggi all'imprenditore italiano? Quali sono invece i punti di forza di maggior valore su cui dovrebbe focalizzarsi un imprenditore per avere successo? Credo che questa domanda meriti un'attenzione particolare in quanto è il residuo di una concezione dell'impresa, e soprattutto dell'imprenditore, che va superata. È nella storia e ormai nei geni degli operatori della formazione e della consulenza la tendenza a presupporre di dover colmare le deficienze che le imprese hanno e di cui l'imprenditore non si avvede. In questo modo, il regime dei discorsi che si è affermato nelle nostre menti soffre della presuzione che consulenti e formatori conoscano l'impresa meglio dell'imprenditore. Egli, in realtà, è l'unico che sa quali sono le priorità all'interno della sua organizzazione e quali le mancanze; la consulenza e la formazione devono avere in realtà l'obiettivo di fornirgli gli strumenti per sviluppare il valore là dove egli sa che si trova. Per questo motivo la domanda non è più cosa manca all'azienda, ma cosa l'azienda ha da valorizzare. Durante un incontro promosso da Renner Italia, ha parlato di capitale immateriale. Può spiegare di che cosa si tratta? A proposito di quanto detto in precedenza posso affermare che Renner sa bene dove è riposto il suo valore. Una parte del valore di questa azienda sta proprio in quello che genericamente viene chiamato capitale immateriale. Tale concetto è estremamente ampio; a prescindere da definizioni di tipo strettamente finanziario, marketing oriented o giuridico, credo che il capitale immateriale sia una specifica disponibilità dell'impresa a fare emergere il proprio valore al di là di quello che gli stakeholders percepiscono in modo immediato. Il capitale immateriale, in questo senso, non è un valore numerico, una forma giuridica o uno strumento di pressione, bensì lo sforzo ininterrotto di materializzare idee, valori, capacità, conoscenze, proteggerle e metterle nelle condizione di generare fatturato e utili. INFORMAPIÙ 13 REPORTAGE CHE COSA HANNO IN COMUNE LAVOROPIU' E VASCO ROSSI? Il LiveKom015 ha richiamato un esercito di 600.000 fans da tutta Italia. Noi c'eravamo. Lavoropiù ha scelto Firenze, Milano e Bologna per seguire il Re del rock italiano. É lunedì 17 novembre e non è un lunedì qualunque. "…Passerò tutta l'estate Qui! ....compresi i Lunedì! ...quelli li odio di più... non lo so, ma è così!....... ODIO i LUNEDÌ ........i LUNEDÌ !..." (Vasco Rossi - Lunedì - 1987) Io questo lunedì non lo odio affatto, però. Sono già state annunciate le date del tour LiveKOM 015 di Vasco Rossi e da oggi, lunedì 17 novembre, sono in vendita i biglietti per i concerti che lui terrà nel 2015 in tutta Italia. 9.50: sono sulla pagina di Ticketone da mezzora e continuo 14 INFORMAPIÙ ad aggiornarla nella speranza di vedere verde il pulsante acquista. Le mani sudano. Il tasto F5 è consumato. 9.58. Penso a quanta gente, sicuramente più "invasata" di me, sta vivendo questo momento. Sorrido all'idea. Ore 10.00. F5. Bologna Stadio Dall'Ara. Lunedì 22 giugno. Continua. Quantità 6 biglietti. Acquista. Conferma. Ho un sorriso a 32 denti stampato in faccia. Ce l'ho fatta. VASCO, ARRIVO! Non perdo tempo a raccontarvi la vita di Vasco. Chi non sa chi è Vasco Rossi? Tutti sanno chi è, tutti sanno cosa fa e cos'ha fatto. Definire Vasco il più grande, perché lo "conoscono tutti", perché "le sue canzoni le hanno ascoltate tutti anche solo una volta", perché "le sue frasi sono scritte sulla maggior parte dei diari", a parer mio, è un gravissimo errore. É un personaggio che si ama o si odia. Un cantante che riesce a farti emozionare o che proprio non riesci ad ascoltare. Le sue canzoni possono raccontare episodi o momenti della tua vita oppure possono sembrare testi del tutto scontati e nei quali non trovi un senso. Io nelle canzoni di Vasco un senso lo trovo eccome! "Sono un provocatore di coscienze. Mi piace provocare quando scrivo. Quando parlo, parlo per paradossi, perché per me la provocazione artistica è importante. Serve a tenere sveglie le coscienze." INFORMAPIÙ 15 ph. Emanuele Palese Il bello di Vasco è che non è mai stato disciplinato, osservante delle regole e ha semplicemente preferito osare dire la sua opinione piuttosto che rimanere dietro le quinte. É uno a cui piace mettersi in discussione, uno che si prende le sue responsabilità; uno che ha commesso errori e li ha riconosciuti; uno che ha ancora il coraggio di essere sincero. "Ho sempre seguito il mio istinto. La mia onestà. É la mia sincerità quella che paga..." É stato additato come "cattivo maestro", accusa alla quale Vasco ha prontamente risposto dicendo: "… io non sono mai stato un cattivo maestro. Non sono proprio un maestro, semmai sono cattivo, ma maestro no. Io non sono un esempio, sono una persona, un uomo. Io sono la voce di chi non ha voce, sono la voce della gente. Io quando canto racconto le storie, le emozioni che tutti provano, ecco perché ci capiamo" La provocazione e l'ironia sono armi insite in quel Vasco che non si è mai dato per vinto, quello "contro" che non si è mai rassegnato a dire la sua. 16 INFORMAPIÙ "La mia arte fotografa la realtà, non la inventa. Questo è il linguaggio del rock. Chi vuol capire veramente ascolti. E se a qualcuno dà fastidio, tanto meglio. É ora che si svegli." LiveKom015 Il LiveKom015 è alle porte e io da vera fan seguo tutti gli appuntamenti di Vasco in vista del tour. Durante l'intervista in diretta a Radio Italia (aprile 2015) Vasco dice: “Quest'anno è un tour. Gli anni scorsi ho fatto delle date che dovevo recuperare perchè avevo lasciato un tour in sospeso, per l'incidente nel quale sono morto (ride) e sono risorto. Io non sono salito in cielo. Quest'anno volevo fare un tour in tutta l'Italia, andare anche al Sud dove ci sono sempre difficoltà tecniche per andare. Comincio da Bari e poi farò un concerto a Messina. Rendere un pò più duri gli arrangiamenti sarà alla base del nuovo tour, heavy oriented. Sarà impostato anche sull'album nuovo, ci saranno delle belle sorprese. Da una parte sempre la solita potenza...". Vasco si ferma ridendo, pensando che non può dire ancora niente. 25 anni di stadi super esauriti eppure è davvero "l'uomo più semplice che c'è" come lui stesso dice. Trentasei anni di carriera ed un nuovo album fatto di “nuove consapevolezze e vecchi rancori”. É il 12 maggio e corro in edicola perchè sulla copertina del nuovo numero di Rolling Stone, Vasco è il protagonista. Il rocker in vista del tour LiveKom015: "Il concerto sarà una bomba e quindi devo allenarmi. Io sono un professionista, sai. A 20 anni non lo facevo, ero sicuro che sarei morto giovane. Poi mi son ritrovato vivo ed è stata durissima. E ora mi tocca correre. Io odio correre. È un sacrificio enorme. Ma lo faccio, perché poi sul palco devo spaccare tutto. Son rimasto qui e mi tocca di vedere tutto fino alla fine. È il mio destino...e io amo il mio destino." INFORMAPIÙ 17 Come Vasco, anche a me piace vedere tutto fino alla fine. Il mio destino fino ad oggi era vivere il LiveKom015 da fan sfegatata e saltellante nel prato del Dall'Ara, ma oggi è cambiato tutto. Insieme a Vasco, quest'anno al LiveKom015, corre anche Lavoropiù. E io corro insieme a loro. Lavoropiù ha avuto il piacere di incontrare e conoscere Davide Asoli, Presidente di ERMESS, società di consulenza strategica, e il suo staff. Dal 2013 Davide Asoli affianca Vasco e il suo staff per far vivere ai fan un'esperienza indimenticabile: “Chiudere gli occhi sul divano... e riaprirli sotto al palco. Con Ermess si può!”. intervista a Davide Asoli 1. Racconta ai nostri lettori la tua giornata tipo durante questo LiveKom 015. La giornata tipo, mia e del mio staff, inizia ogni giorno molto presto. Chiamate, riunioni, summit, sopralluoghi e incontri colorano tutta la nostra giornata, senza fermarsi mai. Il nostro obiettivo è far vivere alle aziende, non solo un concerto meraviglioso, ma cerchiamo di far vivere loro il "dietro le quinte" curando ogni piccolo aspetto. I nostri clienti hanno modo di vivere il LiveKom015 non da spettatori, ma da protagonisti! 2. Come sei entrato a far parte nel mondo della musica? Sono sempre stato un grande fan del Blasco. La nostra collaborazione lavorativa è iniziata ufficialmente tre anni fa, quando il Komandante è tornato sulle scene all'Olimpico di Torino. 18 INFORMAPIÙ 3. Qual è la più grossa soddisfazione in ambito lavorativo? Lavorare per il Komandante credo sia la soddisfazione più grande nel mio lavoro. Questo tour, il LiveKom015, è molto impegnativo. È dai primi giorni di giugno che io e il mio staff "visitiamo" gran parte della nostra penisola. Abbiamo conosciuto dialetti da Nord a Sud, persone diverse, ma tutte con lo stesso amore per la nostra ROCK STAR! I ringraziamenti da parte di queste persone sono la cosa più bella per noi e sono la conferma che il nostro lavoro è stato fatto nella giusta maniera. 4. Cosa vuol dire oggi lavorare per una delle più grandi star italiane? Lavorare per Vasco Rossi comporta una grande attenzione. Forse il "difetto" più grande è che noi siamo prima fans e poi collaboratori, ma in realtà non è mai stato un problema. Anzi, ci ha motivato ancora di più e ci ha portati a fare ancora del nostro meglio. 5. Cosa si prova quando si organizza per la prima volta uno dei tour più grandi e di successo d'Italia? La tensione è alle stelle! Si cerca di evitare il minimo errore, si cerca di prevedere l'imprevisto in tutti i frangenti perchè bisogna essere perfetti in ogni minimo dettaglio. Non bisogna sbagliare di una virgola, tutto deve essere pensato e perfetto! Il successo di questo strabiliante tour è la grande prova di un perfetto lavoro di squadra da parte di tutti noi. 6. Quali sono i tuoi progetti futuri? I nostri progetti futuri? Tanti, tantissimi! Questo è stato "Un Gran Bel Film" e noi stiamo già lavorando per regalarvi altre meravigliose sorprese.... il Kom non si ferma qui!! Vasco Rossi e Davide Asoli Staff Ermess Yaya e Davide Rossi Yaya, braccio destro di Davide Asoli INFORMAPIÙ 19 il backstage di In qualità di sponsor, Lavoropiù ha avuto la possibilità di partecipare al concerto selezionando alcuni clienti, per offrire loro la possibilità di vivere l'evento in una cornice decisamente unica e privilegiata. Non è un'impresa facile e nessuno di noi ha mai pensato che lo fosse, ma la carica, l'energia e la determinazione hanno reso il tutto meno difficile. Riunioni, incontri, bozze, idee e proposte sono state all'ordine del giorno del nostro Ufficio Marketing e per lasciare un segno indelebile e per non passare inosservati abbiamo realizzato le t-shirt dello staff di Ermess con il nostro logo e le abbiamo offerte ai clienti invitati al concerto. Firenze, Milano e Bologna sono le date che Lavoropiù ha scelto per omaggiare i suoi clienti e per far vivere loro emozioni uniche che solo Vasco Rossi riesce a regalare. Ci siamo! La prima data è a Firenze, il 12 giugno e il ritrovo con Davide è fissato alle 14 allo stadio. Fans, amici e collaboratori sono lì già da giorni. Questo appuntamento si ripeterà per tutte e 4 le date sponsorizzate e metterà a dura prova la nostra resistenza fisica, ma ci regalerà anche tante soddisfazioni ed emozioni indescrivibili. Davide ci dice che per montare il palco ci vogliono in media quattro giorni per far sì che i concerti del Blasco siano ciò che sono. Girando per lo stadio sembra di essere in una piccola cittadina, tutto è in movimento e tutti si conoscono. In alcune aree riservate lo staff si riunisce a poche ore dal concerto per mettere a punto le ultime cose. Nel frattempo uno degli inservienti passa l'aspirapolvere sulla pedana, un altro sistema le bottigliette d'acqua, un altro toglie le sporcizie, gli stand gastronomici iniziano ad aprire, gli steward si posizionano agli ingressi, i ragazzi con gli elmetti che montano il palco continuano a collegare fili e a sistemare le ultime cose. 20 INFORMAPIÙ i gadget di Lavoropiù Sembra di stare dentro un appartamento prima dell'arrivo degli ospiti. Il rito di Vasco di solito inizia sempre il giorno prima. Arriva nel pomeriggio, entra nello stadio, solo, cammina tra prato, tribuna e palco. Non parla con nessuno. Guarda, annusa l'aria, ammira gli spalti, immagina quando saranno gremiti, pensa alla scaletta dello show. Si deve appropriare dello spazio. Lo deve sentire suo. Lavoropiù a San Siro Uff. Marketing Lavoropiù LiveKom015 Milano LiveKom015 Bologna Gadget di Lavoropiù Uff. Marketing Lavoropiù Uff. Marketing Lavoropiù Uff,Marketing Lavoropiù INFORMAPIÙ 21 "Ciao a tutti... benvenuti, ben arrivati e bentornati! " C'è chi arriva la mattina presto; c'è chi, per poter assistere al concerto in prima fila, si accampa due giorni prima fuori dai cancelli e c'è chi fa la scorta di biglietti per partecipare a tutte le date del tour. Per alcuni si tratta del cinquantesimo concerto, per altri è il primo, ma l'emozione, l'adrenalina, la voglia di cantare con Vasco sono le stesse per tutti. La magia e l'unione che è in grado di realizzare la musica di Vasco Rossi per me è riscontrabile, in particolare, durante i suoi concerti. Gli stadi Artemio Franchi di Firenze, San Siro di Milano e Dall'Ara di Bologna hanno riaperto i battenti dopo il campionato di calcio appena concluso e sono stati invasi da migliaia di fans. Nessuno come il Komandante riesce a riempire gli stadi scatenando emozioni così forti. Quanti anni hai? 30 anni Dove vivi? Parma Cos'è per te la musica? La musica per me è espressione di sapere e di cultura. Inoltre, la considero un qualcosa che mi riempie le giornate e scandisce i ritmi della vita quotidiana, accompagna ogni istante a seconda degli stati d'animo in cui mi trovo. Oltre a Vasco Rossi, che genere di musica, o quali cantanti ascolti solitamente? Ascolto tutti i generi di musica, ma il mio preferito è sempre il rock, quello dei Led Zeppelin in particolare. Quando hai iniziato a seguire la musica di Vasco Rossi? Da sempre, o meglio dall'adolescenza… Avevo undici anni e per caso un giorno in radio partirono le note di "Albachiara" e la canzone mi lasciò a bocca aperta… Mi ricordo di aver pensato "chi sarà il cantante?"..e così cominciarono le ricerche e registrai le sue prime canzoni in cassetta… Con l'album "Colpa di Alfredo" mi convinsi che lui sarebbe stato il mio primo riferimento musicale per tutta la vita… Qual è o quali sono le tue canzoni preferite di Vasco? Perché? Beh pensare che chi ascolta Vasco possa avere una canzone preferita è troppo riduttivo, in quanto ognuna ha un messaggio ben preciso e se ti colpisce lo fa con la stessa intensità di un'altra, tanto da non poter fare una scelta. Quali sensazioni suscitano in te le canzoni di Vasco? Le parole di una canzone possono farti riflettere, ma le sue hanno la forza, per coloro che lo seguono col cuore, di smuovere gli animi ed esaltare i sentimenti. 22 INFORMAPIÙ LiveKom015 Bologna intervista a un fan Tra le persone che conosci, con chi hai in comune questa passione? Dovrei fare un elenco lunghissimo di tutti coloro che insieme a me lo ascoltano e ho notato che, nonostante siano passati anni, anche le generazioni venute dopo di me si ritrovano in lui. Cos'è per te il concerto di Vasco? Se segui il Kom non puoi che farlo in maniera totale ed estrema. Io di concerti ne ho visti tanti e ogni volta guardo la gente intorno a me e me ne innamoro. I volti scavati dalle rughe dei più anziani, c'è chi non rinuncia ad una smanicata per mettere ben in mostra i tatuaggi, stravedo per la coppia di 50enni che si abbraccia sulle note di Vivere e sorrido ogni volta che vedo il ragazzino che canta a squarciagola senza probabilmente capire il senso delle parole che gli escono dalla bocca. Non si può spiegare a parole, lo devi sentire e basta... e quando lo senti è un gran bel rumore. ph. Emanuele Palese ph. Emanuele Palese ph. Emanuele Palese ph. Emanuele Palese Quintali di ferro sono serviti per comporre la scenografia di quest'anno: una (astro)Nave tutta di metallo ricca di effetti e di luci che sembra pronta a prendere il volo. In quasi tre ore di concerto infatti Vasco ha toccato praticamente ogni angolo del suo repertorio cantando una buona parte delle canzoni nuove e rispolverando La noia, Canzone, ma anche Stupendo, Gli Angeli, Siamo soli, Sally e C'è chi dice no, senza dimenticare le immancabili Vita spericolata e Albachiara. Sono allo stadio da esattamente 4 ore. Sono stanca, ma l'adrenalina mi tiene ancora in movimento. Sono state quattro ore intense tra imprevisti, chiamate allo staff, l'accoglienza ai clienti entusiasti del regalo a loro riservato, ma ora è tutto in ordine. ph. Emanuele Palese Il concerto può iniziare e io me lo gusterò con una "bionda" in mano, in perfetto stile rock'n'roll. Vasco arriva sul palco, lo stadio esplode. Parte il concerto e... comincio a godermi lo spettacolo. Durante le prime canzoni vengo rapita dai suoni puliti, potenti, e dalla voce di Vasco convinta, gioiosa, aggressiva ma rilassata. Poi mi giro e oramai si è fatto completamente buio e risplendono dagli spalti i flash dei telefonini e delle macchine fotografiche. Vedo finalmente il mare di gente che riempie lo stadio, c'è gente che canta a squarciagola, c'è chi conosce a memoria pause e urletti del Blasco, la maggior parte delle ragazze è a cavalcioni sulle spalle dei propri ragazzi per farsi notare il più possibile. Poi mi cade l'occhio su un ragazzone alto uno e novanta e ben corpulento con le lacrime agli occhi urlare “Grazie Vasco, grazie!” Era assolutamente sincero, lo ringraziava per qualcosa che solo lui sapeva, ma sicuramente le parole di quelle canzoni, unite alla musica, devono davvero averlo aiutato in qualcosa. Il concerto prosegue veloce, intenso, corale. Vasco salta qua e là sul palco come un ragazzino, si cambia gli abiti e i cappellini, mette e toglie gli occhiali, mima gli assoli di chitarra, impugna l'asta del microfono come un lap dancer macho, ora sembra proprio felice, e noi con lui. Fa le smorfie, sorride, guarda negli occhi un signore accanto a me: si cantano in faccia l'un l'altro un'intera strofa di canzone. INFORMAPIÙ 23 una piacevole sorpresa... In quel momento mi guardo intorno e noto tra la folla Lorenzo, figlio di Vasco. Non ci posso credere! Dopo la fine dell'università ci siamo persi di vista... È da anni che non lo vedo! Mi sbraccio, voglio salutarlo, ma non mi vede. Sta cantando "Guai" abbracciato a un suo amico e ovviamente non fa caso a me. Provo a raggiungerlo scavalcando zaini, bottiglie di plastica vuote e chiedendo permesso, quasi inutilmente, ai fans sudati che urlano come pazzi. Lo raggiungo e gli salto al collo per salutarlo. Mi guarda sorpreso, non avrebbe mai immaginato di rivedermi lì dopo 3 lunghi anni. Mi abbraccia ed entrambi siamo felici di esserci ritrovati al LiveKom015. due chiacchiere con Lorenzo 1. Vasco dice che quando la musica torna, torna tutto quanto. Quale sua canzone Ti regala più sensazioni e ricordi? Difficile sceglierne una... Ve ne dirò due. Sally è una di queste, non c'è volta che ascoltandola non mi scenda una lacrima. Anche quest'anno, durante il tour, è stata una valle di lacrime. È una meravigliosa angoscia sapere che la canterà, sapere che piangerò, sapere che mi aiuterà e che mi aiuta ogni volta che l'ascolto. L'altra canzone che voglio citare è Siamo Soli. Tra le canzoni più difficili da comprendere, con un significato che probabilmente anche io non ho capito e mi ha sempre un po' spaventato. Vasco stesso un giorno mi disse, scherzando: “Hai presente Siamo Soli? Ecco, quando capirai il significato di quella canzone ti si apriranno molte finestre nella testa, alcune neanche pensavi d'averle, e vivrai più tranquillo. Non dico meglio, per carità, ma tranquillo.” Quindi al momento, anche durante questo tour dove canta Siamo Soli con la solita e consueta cattiveria, è la canzone che mi regala più sensazioni e ricordi. 2.Tuo padre è un grande comunicatore e Tu hai studiato Scienze della Comunicazione come me. Racconta ai nostri lettori dove è nata l'idea della Tua tesi di laurea. La mia idea di tesi è nata dall'università stessa, la professoressa che scelsi per laurearmi trattava spesso lezioni sui social network che oggi sono diventati (purtroppo) fondamentali. E non c'era tesi migliore che citare mio padre, inventore degli ormai tanto sdoganati “clippini”. Era un momento particolare della sua vita, non facilissimo, ma ha saputo trarre il meglio da quello che inizialmente era un'idea normale, farsi un video e metterlo su internet. Da quel momento cominciò ad avere un rapporto molto più diretto con i fan e col mondo dei social network: è stato il primo a comunicare 24 INFORMAPIÙ Vasco e suo figlio Lorenzo direttamente con i fans, come un concerto, come se parlasse direttamente con loro. Da qui l'idea di dedicargli la mia tesi. 3. Quale video o testo ritieni abbia maggiormente colpito e influenzato le masse? I video, devo essere sincero, non mi hanno mai fatto impazzire. Non dico i suoi, parlo in generale. Spesso sviano l'attenzione dal testo, che è la cosa fondamentale. C'è da dire che non ha fatto neanche tanti video Vasco, per esempio, un video ufficiale di Sally non esiste, se non calcoliamo un “live”. E, sarò ripetitivo, credo che appunto Sally sia il capolavoro dei capolavori italiani, anche se può sembrare di parte. Una canzone introspettiva, una canzone dura, difficile, ma che insegna tanto e che rispecchia tutti noi, perché tutti siamo stati o saremo Sally un giorno. 3. Che rapporto hai con i fans di Vasco? Con i fans di Vasco ho un rapporto meraviglioso. Sono sempre stato fuori dalle tv, dai gossip, dal mondo dello spettacolo e dai giornali, se non qualche sporadica intervista. Non ho scelto di essere così “fuori” dallo mezzo svenuto, dicendomi che non ci credeva, ma che spettacolo e non mi è stato imposto, semplicemente sono sarei rimasto il solito scemo (ride). Promisi a questi due uno dei FANS di Vasco, e mi permetto di dire pure di miei amici che un giorno avrebbero conosciuto il loro più essere il primo fan di Vasco (ride). Per questo i fan mi grande idolo e successe durante quel tour. Non contento rispettano come io rispetto loro. Con parecchi ho stretto di questa bellissima situazione, ero meravigliato dalla amicizie bellissime che porto avanti giornalmente, spesso scaletta, una tra le più belle a mio avviso da quando ho faccio il pre-concerto con loro fuori dallo stadio perché cominciato a seguire mio padre negli stadi (era il 2003): una bellissima intro con la siamo tutti li per lo stesso motivo, tutti Cavalleria Rusticana, un inizio allo stesso livello. Agli altri che mi scoppiettante con Basta poco e contattano su Facebook non nego una tante canzoni una dietro l'altra risposta, anzi, mi piace far sapere che che non lasciavano tempo al ci sono. Perché non sono speciale o respiro. Spettacolare. diverso: sono una persona come tutte le altre. 6. Qual è l'insegnamento 5. Qual è il tour che Ti è rimasto nel più grande che Ti ha dato cuore? Tuo padre e per cui vuoi ringraziarlo? Aaaaaaaah il tour che mi è rimasto nel cuore fu il tour nel quale registrarono L'insegnamento più grande? il DVD “Olimpico 2007”, non so bene Come si sta al mondo, come il motivo. si vive, come si affrontano le paure, come si gestiscono i soldi, Ero con due amici, enormi fan di come ci si pone obiettivi e come si Vasco, conosciuti tanti anni fa quando devono portare a termine questi ero ancora Lorenzo Sturani, non obiettivi anche se si incontrano Lorenzo Rossi Sturani. difficoltà. Mi ha dato tanto, lui Quando uscì sui giornali la storia, Lorenzo e Davide Asoli lo sa, e per questo non smetterò uno di loro mi chiamò balbettando, mai di ringraziarlo. INFORMAPIÙ 25 Il futuro di Vasco? “Chi lo sa. Ne ho viste di tutti i colori, sono aperto a tutte le possibilità. Sono a un punto della vita in cui ho davanti meno tempo di quello che ho dietro. Uno come sono stato io come potrebbe vivere oggi con tutte queste leggi che giustamente ci sono? E sono contento di essermela cavata! (ride) Sto pensando se voglio cambiare il mondo. Intanto penso che cambierò casa. In centro, vorrei vivere in città. Sai, io sto già molto nel mio mondo. Se mi isolo anche nell’abitazione divento 26 INFORMAPIÙ un eremita. Rischio di diventare matto! Forse è meglio se torno tra la gente, perchè quando vedo la gente mi tranquillizzo. In città sarei assalito dai fans? È vero che quando mi riconoscono in tanti divento ansioso, ma magari, dopo un pò, a forza di vedermi si abituano. «Ma no, ancora Vasco?»". A RUOTA LIBERA ORCHE, ELEFANTI E UOMINI NON SONO POI COSI' DIVERSI “Appartenere a un gruppo” è una delle esigenze basilari dell'essere umano. Nel mondo animale questo forte senso di appartenenza e organizzazione sociale lo ritroviamo sia nei lupi sia nelle api. N ell'epoca della globalizzazione, in cui Internet regna sovrano e dove le comunicazioni avvengono attraverso apparecchi elettronici che, da una parte sono il frutto di un progresso inevitabile, ma dall'altra ci tolgono il piacere di comunicare faccia a faccia, parlare del dialetto può sembrare inopportuno. Non è così: il dialetto fa parte del bagaglio culturale che ognuno di noi porta sulle spalle ed è l'inevitabile segno che ci fa dire che apparteniamo ad un certo luogo e ad un certo tempo. Il dialetto rappresenta le nostre radici. Il dialetto è l'espressione di un popolo, è come un abito fatto su misura, è come una spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi e persone. Forse sarebbe necessario chiedersi se e come sia ancora possibile preservare e conservare dialetti se i "parlanti" dei dialetti ancora esistenti "smettessero di parlare", qualunque ne sia la causa. Amare il dialetto, usarlo nel nostro quotidiano, insegnarlo ai nostri figli, significa amare noi stessi, significa essere possessori di una grande eredità: l'eredità della nostra storia. Anni fa il dialetto era dato per spacciato, ma ultimamente i fatti dimostrano che nonostante ci sia stata una significativa riduzione delle parlate dialettali, i dialetti resistono e si rinnovano mescolandosi all'italiano. D'altro canto tutte le lingue, così come i popoli, sopravvivono in quanto si rinnovano in continuazione mescolandosi tra loro. E… Chi l'avrebbe mai detto che anche le orche "parlassero" il dialetto?! Le orche, proprio come gli uomini, hanno un loro “linguaggio specifico” fatto di schiocchi, fischi e pulsazioni, ripetuti in determinate combinazioni e alternati a silenzi. Gruppi di orche che vivono insieme in maniera più o meno stabile tendono a crearsi una sorta di “dialetto”, che diventa la caratteristica distintiva del gruppo, una sorta di segno di riconoscimento. E, proprio come succede nell'uomo, i giovani esemplari di orca imparano il dialetto dai maschi più anziani del gruppo. Questi animali vivono in gruppi da 5 a 30 individui, solitamente composti da un maschio predominante e diverse femmine accompagnate da giovani. Le orche riescono a costruire una vera e propria famiglia, rimanendo monogami a vita. I soggetti più anziani di orca, soprattutto gli esemplari di femmina, sono preziosissimi all'interno del branco per la loro esperienza che li rende leader. Secondo numerosi studi, la condivisione della loro saggezza con i membri più giovani, può essere la ragione per cui le femmine di orca continuano a vivere a lungo anche dopo aver smesso di riprodursi. Le orche infatti sono tra i pochissimi esseri viventi che entrano in menopausa e sono una risorsa preziosa grazie alla loro saggezza. È per questo motivo che l'evoluzione ha permesso INFORMAPIÙ 27 che vivessero così a lungo, a differenza delle altre specie animali, uomo a parte. Questa particolare condizione della vita riguarda soltanto le femmine dei cetacei chiamati globicefali, imparentati coi delfini. Cosa succede, quindi, quando le orche entrano in menopausa? Diventano più sagge e fanno da guida alla famiglia ad esempio nella ricerca di cibo, in particolare nei periodi in cui le risorse alimentari sono scarse. I comportamenti delle orche hanno fatto riflettere i ricercatori sull'importanza della menopausa per la donna e la famiglia. Le donne in menopausa racchiudono in sé le informazioni della famiglia di cui fanno parte, non possono più generare figli e, se ne hanno, si occuperanno di nipoti e nipotini, come nonne o zie. Pensiamoci bene: di solito gli esseri viventi concludono il loro ciclo di vita quando non sono più in grado di procreare. Gli esseri umani, le orche e i globicefali sono le uniche eccezioni, come già accennato. Per la specie delle orche l'anzianità è importante, un fenomeno raro nel mondo animale che probabilmente ci dirà qualcosa di più sulla menopausa nell'essere umano. Un'altra specie considerata molto simile all'uomo è l'elefante. E non è un segreto che questi animali abbiano comportamenti simili ai nostri. Ad esempio, loro, come noi, si legano ai propri compagni in un vincolo di affetto incredibile. Si stringono in gruppi non sempre di familiari e si legano reciprocamente per oltre cinquant'anni. Questo forte legame fa sì che quando un elefante muore, gli altri elefanti del gruppo non lo dimentichino. La proverbiale memoria degli elefanti non solo esiste, ma ha anche uno scopo. Se un membro del gruppo muore, gli altri non lo abbandonano, anzi lo muovono, lo accarezzano con la proboscide lo sollecitano come se volessero risvegliarlo. Come l'uomo, l'elefante dà grande importanza ai morti e la leggenda secondo cui esistono "cimiteri degli elefanti", in cui i più grandi mammiferi terrestri viventi si riuniscono per commemorare i defunti, ha trovato conferma scientifica. La località rimane un segreto, e forse è meglio così, per conservare intatto un comportamento tanto misterioso quanto umano. Ufficio marketing: Nelle aziende italiane il rispetto per gli avi che 28 INFORMAPIÙ contraddistingue orche ed elefanti è un punto di forza oppure è un punto debole? Fabio: In Lavoropiù la cultura degli avi è alla base dell'etica societaria. Uno dei nostri punti di forza è il turnover molto basso. Tutti sappiamo quanto siano importanti e utili le nozioni imparate negli anni addietro da chi c'era prima di noi e credo profondamente che dagli anziani possiamo avere un grandissimo vantaggio competitivo. Un'azienda con un turnover alto, si deve sempre reinventare e senza la saggezza tramandata dagli avi la formazione delle nuove leve non può avvenire. Ufficio marketing: Il capitale umano è alla base dello sviluppo solido di un'azienda, ma anche il capitale tecnologico ha la sua importanza ed è fondamentale per conservare informazioni utili per il futuro. La rivoluzione del "digitale" è già in parte in atto in alcuni settori come, ad esempio, quello agroindustriale. Sono tantissimi gli imprenditori che hanno scelto di investire in un nuovo legame con il territorio, di puntare sulla crescita della qualità e del valore dei propri prodotti, facendosi contaminare dalle nuove tecnologie digitali. Fabio: Sicuramente il capitale umano è un fattore che da solo non è in grado di determinare una crescita dell'economia aziendale, ma deve appunto interagire con altri fattori rilevanti come il progresso. Però il capitale umano è la prima e più preziosa risorsa sulla quale un'azienda deve sapere investire. Se il capitale umano è l'input fondamentale nella Ricerca e Sviluppo, un'economia con un basso livello di istruzione della forza lavoro avrebbe difficoltà a produrre nuove conoscenze tecnologiche. Ufficio marketing: La digital transformation sta investendo tutti i settori, anche quelli tradizionali o lontani dal mondo della tecnologia costringendo a ripensare velocemente modelli di business e processi aziendali. Per questo oggi le aziende italiane sono alla ricerca di nuove professionalità e competenze in grado di interpretare al meglio le nuove opportunità e condurre il cambiamento. Ma per guidare l'azienda verso la trasformazione digitale le organizzazioni sono chiamate anche a ripensare in chiave digitale le tradizionali soft skills, le capacità relazionali e comportamentali che consentono di utilizzare il digitale per migliorare produttività e qualità delle attività svolte, e non tutte le aziende italiane forse sono pronte per questa evoluzione. Fabio: Perchè non facciamo come gli elefanti e pensiamo che stiamo vivendo un momento evolutivo? Oggi siamo arrivati al 2015 facendo passi da gigante, non possiamo pensare a quello che ci mancherà nel 2020 e che gli altri hanno già. Noi ci evolviamo verso l'informatica, e l'abbiamo fatto per tutti questi anni, non possiamo guardare sempre quello che ci manca. Gli elefanti possono percorrere oltre 150 km al giorno spostandosi nelle praterie coprendo aree larghissime, senza lamentarsi mai della fatica e dei km trascorsi.... Dovremmo farlo anche noi. INFORMAPIÙ 29 NEWS LAVOROPIU' nel mese di MAGGIO Lavoropiù promuove la Strabologna La stracittadina giunta alla 36esima edizione della Strabologna è stata una grande festa per tutti, grandi e piccini. I vincitori sono stati lo sport, il divertimento e la solidarietà. Obiettivo centrato anche quest'anno. Lavoropiù sostiene la Festa di Primavera della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Bologna Lavoropiù è stata lieta di sostenere l'evento rivolto agli studenti e a tutto il personale universitario della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Bologna, con sede a Ozzano dell'Emilia (BO), comune in cui Lavoropiù è l'unica Agenzia per il Lavoro presente. LAVOROPIU' nel mese di GIUGNO Lavoropiù partner di Happy Hand 2015 Lavoropiù ha partecipato attivamente alla quinta edizione dei giochi senza barriere. Inoltre, ha sostenuto gli eventi Happy Art e Happy Food, perché arte e cucina sono occasioni importanti di socialità e crescita delle persone. Lavoropiù rinnova la sponsorizzazione con il Teatro Duse di Bologna Lavoropiù rinnova la sponsorizzazione per la stagione 2015/2016 con il Teatro Duse. La programmazione della stagione di prosa del teatro torna protagonista con 18 titoli in cartellone da novembre ad aprile. Lavoropiù riceve l'attestato di merito AILES, avendo ottenuto per cinque anni consecutivi il Logo di Azienda Solidale AILeS, in collaborazione con CSAPSA, ha ringraziato Lavoropiù, in quanto è in possesso di tutte le potenzialità per candidarsi all'Albo Metropolitano delle Aziende Inclusive, che dovrebbe dare continuità al riconoscimento premiale delle imprese socialmente responsabili sul versante della formazione e dell'inserimento lavorativo di persone disabili o svantaggiate 30 INFORMAPIÙ CONCORSO FOTOGRAFICO ESTIVO ! ! ’ ’ u u i i p p E e Ii F f Ll E e SS Il termine "selfie" deriva direttamente dall'inglese, e si tratta in poche parole di un autoritratto fotografico realizzato attraverso un dispositivo elettronico, vale a dire uno smartphone, un tablet, una fotocamera digitale compatta o anche la webcam del PC. ora tocca a te! trova la location giusta, mettiti in posa e... scatta un selfie con Lavoropiù. Potrai vincere un premio! entro venerdi' 4 settembre 2015 invia le tue foto a sviluppo.commerciale@ lavoropiu.it oppure condividile su Facebook e Instagram Facebook: pubblica la foto sulla pagina ufficiale di Lavoropiù: "Lavoropiù SpA" o pubblica la foto sul tuo profilo e tagga "Lavoropiù SpA" (attenzione! puoi taggare Lavoropiù solo se hai fatto 'mi piace' alla pagina "Lavoropiù SpA") Instagram: pubblica la foto sul tuo profilo e indicizza la tua foto con #lavoropiù. INFORMAPIÙ 31 FALSI D'AUTORE { le opere d'arte rivisitate da tutte le filiali, le divisioni e gli uffici di Lavoropiù KEY ACCOUNT rivisitazione del monumento della Statua della Libertà, New York City, USA UFFICIO AMMINISTRAZIONE rivisitazione della locandina della serie TV Charlie's Angels, 1976-1981 FILIALE DI FIORANO MODENESE (MO) rivisitazione del quadro Le déjeuner sur l'herbe di Édouard Manet PERPIU' FAENZA (RA) rivisitazione della Andy Warhol Marilyn Collection di Andy Warhol FILIALE DI TORINO rivisitazione del monumento del Monte Rushmore, USA 32 INFORMAPIÙ UFFICIO TELEMARKETING rivisitazione del quadro La passeggiata di Claude Monet FILIALE DI REGGIO EMILIA rivisitazione del quadro I giocatori di carte di Paul Cézanne FILIALE DI LUGO (RA) rivisitazione del quadro La libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix UFFICIO REDDITIVITA' rivisitazione della Andy Warhol Marilyn Collection di Andy Warhol FILIALE DI CASALECCHIO DI RENO (BO) rivisitazione di un quadro di Keith Haring INFORMAPIÙ 33 6 INVENZIONI CHE CI HANNO CAMBIATO LA VITA L'ARIA CONDIZIONATA Da sempre le persone hanno cercato di mantenere in un modo o nell'altro la propria abitazione fresca. Spesso sottovalutiamo quanto l'invenzione dell'aria condizionata sia stata importante per l'uomo e l'enorme impatto che ha avuto sul mondo in cui viviamo oggi. Willis Carrier nel 1922 posa davanti al primo "condizionatore" Il lungo inverno è finito! Le piogge e le basse temperature sono passate, finalmente ora il sole splende alto e il cielo è limpido. Eppure… tra poco ci lamenteremo anche del caldo; quando l'estate comincerà ad incalzare, inevitabilmente la calura prenderà il sopravvento e resistervi sarà complicato. Accanto ai telecomandi per TV e decoder vari, nelle case spunteranno quelli per i condizionatori d'aria. E coloro che non avranno l'impianto a casa, andranno nei negozi e nei centri commerciali non solo a far la spesa, ma alla ricerca di aria refrigerata. Inutile dirlo, quindi: quella dell'aria condizionata è stata davvero una bella invenzione! Il padre dell'aria condizionata, o come meglio si dovrebbe chiamare del “condizionamento ad aria” (dall'inglese air conditioning), è l'ingegnere americano Willis Haviland Carrier. Nel 1901, all'età di 25 anni, appena uscito dalla Cornell University dove si era laureato in ingegneria meccanica, Carrier fu incaricato dalla società di tipografia e litografia "Sackett & Wilhelms" di Brooklyn di trovare un rimedio al problema per combattere l'umidità che degradava i parametri caratteristici della carta durante il processo di stampa. Carrier sfruttò la trasformazione dei gas per ottenere una differenza di condizione termica in un ambiente chiuso, in La scoperta che Willis Carrier fece nel 1902 non ha modo da innalzarne o abbassarne la temperatura. In altre apparentemente niente a che vedere con l'utilizzo che poi parole, realizzò una macchina capace di produrre sia il ne è nato. caldo sia il freddo. 34 INFORMAPIÙ In Italia, i condizionatori arrivarono solo trent'anni dopo la loro invenzione, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. I primi modelli non erano affatto comodi: grossi, ingombranti, pesanti, estremamente rumorosi e molto costosi. Una vera rivoluzione nel mondo dei climatizzatori avvenne circa vent'anni fa con l'introduzione, ad opera dei giapponesi, del cosiddetto "sistema split", ovvero un sistema composto da due elementi staccati tra loro, di cui uno interno, destinato a sottrarre il calore dall'ambiente da climatizzare, l'altro, esterno, con la funzione di disperdere tale calore all'esterno. I vantaggi della nuova tecnologia furono subito evidenti: riduzione notevole dell'aria trattata, nonché delle dimensioni e della rumorosità degli impianti, semplificazione della regolazione della temperatura. Attualmente esistono due tipologie di climatizzatori: quelli che producono solo aria fredda, e quelli a pompa di calore, in grado di riscaldare in inverno, oltre che rinfrescare in estate. Fondamentale, inoltre, che tali impianti siano, oggi, regolamentati da norme europee circa il risparmio energetico, e siano classificati in sette categorie, dalla A alla F. L'idea giapponese dello split si rivelò vincente, man mano si diffuse sempre più, restando ancor adesso alla base della costruzione e del costante perfezionamento dei condizionatori d'aria. INFORMAPIÙ 35 AGGIORNAMENTI CONTRATTUALI DAGLI STUDI PROFESSIONALI ALL'AGRICOLTURA... UN PERIODO DENSO DI RINNOVI I nnanzitutto il consueto punto sugli scatti economici intervenuti di recente: • Maggio 2015: Consorzi Agrari Provinciali, Editoria e Grafica Aziende Industriali, Alimentari Piccole e Medie Aziende, Miniere Metallurgia Industria, Occhiali Industria, Penne, Matite, Spazzole Industria, Operai Agricoli e Florovivaisti (CPL) • Giugno 2015: Metalmeccanici Confapi e Confimi, Cemento Industria, Chimici Confapi, Concerie Piccole e Medie Aziende, Gomma e Plastica Confapi, Lapidei Artigiani, Lavanderie Industria, Legno Artigiani. Per quanto concerne i rinnovi contrattuali stipulati: Studi Professionali In data 17 aprile 2015 tra Confprofessioni, Filcams - Cgil, Fisascat - Cisl e Uiltucs - Uil è stata stipulata l'ipotesi di accordo per i dipendenti degli studi professionali e delle strutture che svolgono attività professionali, scaduto il 30 settembre 2013. In ragione del principio di ultravigenza e preso atto che il pre- 36 INFORMAPIÙ cedente contratto ha cessato la sua vigenza in data 31 marzo 2015, il presente contratto decorre dal 1° aprile 2015 e ha validità sino al 31 marzo 2018, sia per la parte economica sia per quella normativa. Non è prevista pertanto alcuna una tantum per il periodo senza rinnovo. Così come era stato per il contratto del Commercio e Terziario anche per questo CCNL, per ammortizzare i costi del rinnovo, si è decisa una maturazione graduale delle Rol all'aumentare dell'anzianità di servizio: il precedente contratto prevedeva infatti la maturazione di 40 ore annue di Rol nel caso di orario settimanale su 5 giorni, e di 66 ore annue di Rol nel caso di orario di lavoro su 6 giorni. Per i contratti stipulati successivamente alla data di sottoscrizione del nuovo CCNL (17 aprile 2015) invece la maturazione delle Rol seguirà questo schema: - 50% (20 ore nel caso di orario su 5 giorni e 33 ore nel caso di orario su 6 giorni) a partire dal 12° mese successivo all'assunzione - 75% (30 ore nel caso di orario su 5 giorni e 49,5 ore nel caso di orario su 6 giorni) a partire dal 24° mese dalla data di assunzione fino al 36° mese. - 100% (40 ore nel caso di orario su 5 giorni e 66 ore nel caso di orario su 6 giorni) per i mesi successivi. Chiaramente ne consegue che per il primo anno di lavoro non si ha diritto alla maturazione delle Rol. Introdotta anche in questo CCNL, come già in altri in attuazione delle recenti norme varate dal Governo, la possibilità di fruire del congedo parentale ad ore. Vengono estese le tutele di welfare ai professionisti ed ai collaboratori di studio. Come per il rinnovo del Commercio vi è l'introduzione di un contratto specifico di reimpiego per i disoccupati da oltre 12 mesi e gli over 50 con un inquadramento ai livelli inferiori che però porta ad una assunzione a tempo indeterminato. Igiene Ambientale – Aziende Municipalizzate In data 21 maggio 2015 tra Federambiente, Fp – Cgil, Fit – Cisl, Uiltrasporto, Fiadel, in attesa del rinnovo del CCNL 17 giugno 2011 per i dipendenti delle aziende municipalizzate di igiene urbana scaduto il 31 dicembre 2013, sono stati stipulati: • il verbale di intesa sull'Elemento di Copertura Economica (E.C.E.), che prevede la corresponsione di un compenso forfettario una tantum e l'erogazione di un importo a titolo di anticipazione forfettaria mensile (AFM) per il 2015; • il protocollo, con cui sono state definite le problematice oggetto del negoziato per il rinnovo contrattuale. Agricoltura – Contoterzisti In data 10 aprile 2015 tra Unima – Confai, Fai - Cisl, Flai – Cgil, Uila – Uil, è stato stupulato l'accordo per il rinnovo del contratto collettivo per i dipendenti delle imprese che esercitano attività di contoterzismo in agricoltura, scaduto il 31 dicembre 2014. L'accordo ha validità triennale e scade il 31 dicembre 2017. Tra le novità, oltre agli incrementi retributivi la cui prima tranche ha decorrenza 1° aprile, vi è l'aumento della percentuale di maggiorazione per le ore di sraordinario (ora al 29%), 2 giorni anziché 1 di permesso di paternità per nascita del figlio e l'aumento dei giorni di congedo matrimoniale (ora 10). Chimica – Ceramica Aziende Artigiane In data 10 giugno 2015 tra Confartigianato Chimica, Gomma, Plastica e Vetro, Confartigianato Associazione ceramisti, Cna Produzione, Cna Artistico e Tradizionale, Casartigiani, Claii, e Filctem – Cgil, Femca – Cisl, Uiltec – Uil, è stata stipulata l'ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL per i dipendenti dalle imprese artigiane dei settori della chimica, gomma plastica, vetro, ceramica, terracotta, gres e decorazione piastrelle, scaduto il 31 dicembre 2012. Tale contratto decorre dal 1° gennaio 2013 e scade il 31 dicembre 2016 sia per la parte economica sia per la parte normativa. Si prevedono aumenti retributivi a partire dal 1° luglio 2015, la corresponsione di un importo a titolo di una tantum e l'estensione dell'applicazione del contratto anche ai prodotti ed alle attrezzature in plastica ad uso civile ed industriale ed ai prodotti biomedicali. Cooperative di Trasporto e Logistica In data 8 maggio 2015 è stato siglato da Agci Servizi, Federlavoro – Confcooperative e Legacoopservizi ed i sindacati di categoria dei lavoratori l'accordo che prevede la piena applicazione del CCNL Logistica, Trasporto e Spedizione Merci del 1° agosto 2013 da parte del settore delle cooperative di trasporto; si prevede altresì l'erogazione di una somma a titolo di una tantum a copertura del periodo pregresso. Estesa l'applicazione del CCNL Tessili e Abbigliamento – aziende industriali al settore Tessili Vari In data 27 maggio 2015 tra SMI Sistema Moda Italia – Federazione Tessile e Moda, Femca – Cisl, Filctem – Cgil, Uiltec – Uil, è stato stipulato un verbale di accordo per l'estensione dell'applicazione del CCNL Tessili e abbigliamento – aziende industriali da parte delle aziende dei comparti Tessili Vari – Torcitura e Filatura Serica che applicavano il CCNL 2 settembre 2010 scaduto il 31 marzo 2013. Infatti dal 1° aprile 2015 è cessato il rapporto associativo tra la Federazione Tessili Vari e Confindustria, che contestualmente ha assegnato a SMI la rappresentanza esclusiva delle aziende dei comparti tessili vari e torcitura e filatura serica. L'intesa esprime la volontà di applicare ai lavoratori ed alle aziende del settore tessile, abbigliamento e moda un unico CCNL, individuato in quello del 4 febbraio 2014. La disciplina normativa del suddetto CCNL si applica quindi immediatamente a tutto il settore; per quanto riguarda la parte economica il riallineamento avverrà per gradi. E' prevista anche la corresponsione di una somma a titolo di una tantum. Questi ultimi due rinnovi contrattuali possono essere considerati la giusta conclusione di una distorsione all'interno di un sistema di contrattazione e di rappresentanza al momento fluido ed in fase di ridefinizione, al cui interno possono trovare spazio accordi che sono fortemente penalizzanti nei confronti dei lavoratori e che perciò consentono una competitività falsata in favore di quelle aziende che adottano tali accordi nei confronti delle altre aziende dello stesso settore, come può essere stato il caso delle cooperative di trasporto e logistica nei confronti delle altre aziende dei trasporti, e delle aziende del settore Tessili Vari nei confronti delle altre aziende tessili. INFORMAPIÙ 37 MODA a cura di fashion moda L'EVOLUZIONE DELLO STILE DAGLI ANNI '20 AGLI ANNI '80 “La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo, in strada, la moda ha che fare con le idee, il nostro modo di vivere, ciò che sta accadendo” (Coco Chanel) In diverse circostanze ci sarà capitato, forse in occasione di una festa a tema, di una ricorrenza o semplicemente parlando di un “ritorno di tendenza”, di fare riferimento ad un particolare periodo storico e al relativo stile, modo di vestirsi. L'immagine che vogliamo dare di noi stessi attraverso gli abiti è fortemente condizionata dall'ambiente che ci circonda, dal sentirsi parte di una generazione, di un'idea o di un modo di porsi. In questo articolo andremo ad analizzare i motivi, gli avvenimenti storico/culturali che hanno influenzato la moda degli ultimi tempi: Gli anni '20 Terminata la prima guerra mondiale, l'unico desiderio è divertirsi. Musica jazz, lunghe e sottili sigarette, spettacoli, sale da ballo e l'indimenticabile charleston. La donna, spinta da un forte desiderio di emancipazione, decide di osare nel campo 38 INFORMAPIÙ dello stile. Per utilizzare un termine anglosassone è la “Flapper girl” la donna degli anni '20, una donna che non teme di farsi vedere mentre fuma, guida da sola e in certe occasioni è capace di osare in tema di morale sessuale. moda non può che subirne degli effetti, sotto l'influsso della crisi economica, la sobrietà, il desiderio di sicurezza e stabilità torna a privilegiare forme più femminili e meno androgine. Le gonne rigorosamente sotto il ginocchio e abiti fascianti per risaltare il punto vita. Con gli anni '30 si può parlare del trionfo delle forme femminili, si può dire addio all'ispirazione mascolina e sportiva degli anni '20. Ma veniamo ora ai vestiti veri e propri: linee marcate e geometriche, tessuti morbidi e leggeri, quasi per rimarcare un desiderio di leggerezza ed ordine sociale. Coco Chanel propone abiti in jersey La vera rivoluzione degli anni '30 sono morbidissimi e facili da portare. Per ballare ai ritmi veloci del fox trot e i tessuti: la crisi infatti costringe e del charleston diventano indispensabili risparmiare sui filati ed ecco che, per scarpe con tacco medio, cinturino stretto la prima volta nella storia, l'industria alla caviglia e abiti arricchiti con frange dell'abbigliamento introduce le fibre e perline. Lunghe collane di perle in sintetiche: il nylon (e non la seta) diventa il perfetta armonia con le linee morbide materiale più utilizzato per la fabbricazione del vestito. Taglio alla garçonne, rossetto di calze e collant, vera e propria invenzione dell'epoca. Che dire dell'acconciatura? Con rigorosamente rosso e bocca a cuoricino. riga laterale, i capelli vengono pettinati in Gli anni '30 larghe onde che incorniciano il viso. Dopo la grande depressione del '29 la Una forte disperazione colpisce gli anni '40: all'insegna della seconda guerra mondiale, la liberazione diventa sinonimo di speranza, ma il cibo, come ogni altro bene, continua a scarseggiare anche dopo la fine dei combattimenti. Gli abiti devono essere pratici: le gonne leggermente più corte per agevolare gli spostamenti in bicicletta, tessuti caldi e resistenti, linee più decise e regolari (le giacche hanno spalle squadrate e sono spesso adornate da insegne militari). I tacchi sono bassi. Non ci si può permettere un'acconciatura e vanno di moda i turbanti. scendono in piazza: gli operai per i diritti dei lavoratori, le donne per la parità di diritti fra donna e uomo, gli studenti contro la guerra e i gruppi etnici contro il razzismo. Tutto ciò accade sullo sfondo musicale dei Beatles, Joan Baez, John Lennon e Bob Dylan. Twiggy Lawson lancia la minigonna, must have dell'epoca e irrinunciabile capo d'abbigliamento nei decenni a seguire. La minigonna fa scandalo, migliaia di ragazze si affollano in Carnaby Street, nascono negozi che mescolano il nuovo e l'usato. L'alta moda perde terreno per far posto ad Lana, cotone e tessuti lavorati diventano una rivoluzione: il Prêt-à-porter. necessari per confezionare le divise dei Il legame tra moda e arte si fa sempre più soldati al fronte, le case di moda sono stretto. Yves Saint Laurent lancia il suo costrette ad utilizzare tessuti poveri: gli “Mondrian”, Andy Warhol stampa su un abiti per la moda donna sono quindi votati vestito il logo delle zuppe Campbell. Gli alla semplicità. stilisti sembrano non avere limiti: taglio Linee dritte, capi squadrati e tailleur-divisa sagomato, abito a trapezio, diritto e piuttosto sono i dettami di una moda che sembra voler uniformare lo stile della donna a quello del soldato al fronte. Una leggera apertura nello stile, che tuttavia rimane sobrio, si avrà solo verso la fine degli anni '40 quando, terminata la guerra, nasce il famoso “New Look” di Christian Dior. Gli anni '50 abbiamo un vero e proprio periodo di rinascita, gli anni '50 sono il decennio del rock 'n' roll, dei blue jeans, delle t-shirt, delle pin up e dei pattern a pois; è il momento in cui cominciano a comparire i primi bikini e la giacca di pelle diventa un irrinunciabile must have per gli uomini. L'alta moda che dettava tendenza ora prende spunto dalla strada: Yves Saint Laurent ha l'idea geniale di tradurre in lusso ciò che indossano i giovani contestatori. Gli anni '80 sono gli anni del consumismo sfrenato, dell'arrivo dei PC e dei cellulari, della fine della Guerra Fredda, del virus HIV, del disastro nucleare di Cernobyl. Bisogna sorridere al futuro, sempre e comunque. L'economia, negli anni '80 è soprattutto finanza. L'individualismo viene esaltato come condizione per il successo, in tutti i settori. Per la prima volta, le icone di stile provengono dal mondo della musica, il tutto amplificato dalla sempre più capillare diffusione dei videoclip. Madonna è l'icona indiscussa dell'epoca, colori fluo, spalline, jeans a vita alta e capelli cotonati fanno da padrone nel periodo d'oro della musica pop. La televisione e il cinema americani influenzano gli usi e costumi europei, tanto che cominciano a convivere tra loro molti stili e codici di abbigliamento diversi: lo stile della perfetta casalinga americana e quello più appariscente e provocante delle pin up. rigido, senza vita, linee geometriche che lasciano scoperto solo il collo e le braccia. Grandi protagonisti degli anni '60 sono gli occhi: si punta a ricreare un effetto bambola Si vive secondo lo stile di vita americano: con occhi appariscenti e spesso eccessivi. Coca Cola, Jeans, Rock'n'Roll, Elvis Presley, Le lotte per i diritti civili sono all'insegna James Dean, Marilyn Monroe, le icone degli anni '70 e cambia la visione della americane sono entrate nella consapevolezza donna. Tali profondi cambiamenti non generale. possono che riflettersi sul mondo della Si utilizzano colori tenui come beige, ecru e grigio chiaro, ma anche colori decisi come rosso, blu, nero e bianco. Pantaloni alla pescatore, ballerine o mocassini, camicetta annodata sopra l'ombelico quasi d'obbligo e grande cappello di paglia. a cantare “Let the sunshine in” a piedi nudi nell'erba fresca e con fiori tra i capelli. La filosofia Hippy condanna la società dei consumi, le guerre, il razzismo, lo sciovinismo, l'ipocrisia in tutte le sue forme di espressione. I figli dei fiori rifiutano la superficialità della moda, ma forse incosciamente impongono un proprio stile. Inizia a farsi spazio il vintage, un grande riciclaggio di camicette della nonna e gonnellini dei mercatini. Anche l'etnico non è da mano, tuniche indiane, sandali di pelle naturale, giacche afgane e gonne gitane. Si portano gilet lunghi, sciarpe, pullover e poncho fatti a mano. Tanti orecchini lunghi, bracciali e collane coloratissimi e l'indimenticabile nastro intorno alla fronte. moda che, accanto alle tendenze Hippy, ridisegna la figura femminile sempre più emancipata, con i pantaloni e senza paura di scoprire il proprio corpo. Hot Pants, shorts e pantaloni a zampa sono i must have della moda anni '70. Gli anni '60 una gioventù timida e Il colore si posa su ogni capo di riservata nella prima metà del decennio, abbigliamento. Il movimento “Peace and esplode nel '68. Iniziano le proteste, tutti Love” porta la gioventù di tutto il mondo Protagonisti degli anni '80, i fouseaux (i leggins di oggi), indossati nei colori più sgargianti possibili, abbinati ad una t-shirt bianca con una stampa eccentrica. Per quanto riguarda gli accessori, invece, non possono mancare braccialetti e collane importanti, è il boom della bigiotteria. Termina qui il nostro percorso storico nel mondo del fashion e dello stile. Dietro ad un colore, un forma e un accessorio spesso si cela più di quanto si possa immaginare, per riprendere ancora una volta le parole di Coco Chanel: “la moda ha che fare con le idee, il nostro modo di vivere, ciò che sta accadendo”. Un'indagine approfondita ci rende più consapevoli del percorso storico di un determinato capo, ne coglie aspetti differenti e dona un valore aggiunto all'attuale ritorno di tendenza. INFORMAPIÙ 39 MODA QUANDO LO STILE INCONTRA LA TENDENZA: PITTI UOMO Pitti Uomo 88, 16-19 Giugno 2015, Fortezza da Basso, Firenze. P er i fiorentini e per gli addetti ai lavori è semplicemente "Pitti", ma il nome completo è "Pitti Uomo 88" uno dei maggiori eventi della moda mondiale, che quest'anno si è svolto dal 16 al 19 giugno alla Fortezza da Basso di Firenze. Una volta si teneva presso Palazzo Pitti (uno dei più noti palazzi fiorentini) da cui per l'appunto prende il nome. Pitti Uomo è una manifestazione dedicata al "pronto moda maschile", vale a dire i capi più rapidamente pronti per il mercato della prossima stagione; a differenza delle sfilate delle varie settimane della moda internazionali, i protagonisti non sono tanto gli stilisti più importanti, quanto piuttosto i brand di abbigliamento e i loro prodotti destinati al mercato. Si svolge due volte all'anno (a gennaio e a giugno) ed ospita aziende italiane e internazionali che presentano alla stampa e ai compratori le collezioni per l'anno successivo. Nei quattro giorni in cui si tiene la fiera, vengono organizzati anche eventi collaterali, sfilate e installazioni da parte di stilisti e brand di abbigliamento maschile, che coinvolgono anche altre parti della città di Firenze. Tradizionalmente Pitti Uomo è sempre in calendario subito prima della settimana della moda maschile di Milano. L'evento nacque negli anni Cinquanta e nel 1982 venne spostato alla Fortezza da Basso – il principale luogo di esposizioni fiorentino, vicino alla stazione di Santa Maria Novella – dove si tiene tutt'ora, organizzato come una vera e propria fiera con singoli stand dedicati agli espositori. Con il passare degli anni i buyer e la stampa hanno aumentano il loro interesse per la manifestazione, anche grazie alla presenza sempre più crescente di 40 INFORMAPIÙ Pitti Uomo aziende internazionali e alla scelta di molti designer di andare di tanto in tanto a Firenze a presentare la propria collezione, invece che a Milano, Londra o Parigi. A Pitti Uomo 88, ad esempio, è stata ospitata la sfilata di Moschino disegnata dal nuovo direttore creativo Jeremy Scott. Pitti Uomo è organizzata da Pitti Immagine, realtà specializzata nell'organizzazione di eventi finalizzati alla promozione dell'industria e del design della moda, attività che di recente si è estesa anche ai settori dell'enogastronomia e dei profumi. Oggi infatti Pitti Immagine organizza, oltre a Pitti Uomo, anche Pitti W (costola di Pitti Uomo, dedicata alle precollezioni femminili), Pitti Bimbo, Pitti Filati, Pitti Fragranze, Modaprima (dedicata alla moda per la grande distribuzione organizzata), Taste (dedicato all'alta enogastronomia) e Super, che si tiene a Milano durante le settimane della moda femminile ed è riservato a brand di ricerca e a talenti nuovi. Pitti Uomo rimane però il salone principale e nell'ultima edizione estiva ha avuto circa 30mila visitatori, di cui 19mila compratori (ovvero boutique, negozi al dettaglio, distributori, grandi magazzini, portali di e-commerce, eccetera); di questi il 40,52% sono stranieri. A Pitti Uomo 88 sono previsti 1.150 espositori, di cui 460 provenienti dall'estero: non sono ammessi i consumatori finali e i visitatori qualunque, ma esclusivamente professionisti del settore e addetti ai lavori. soprattutto, i numeri non sono mai in sequenza. Quindi capita di passare dagli anni '30 del XX° secolo agli anni 20 del…XXI°! 4. Chi detta le tendenze della prossima stagione? Sono gli stilisti ad osare o è il mercato che detta la direzione attraverso le preferenze dei consumatori? C'è una differenza sotto questo aspetto tra il luxury e la grande distribuzione? Tra stilisti e mercato vale la storia dell'uovo e la gallina: non si sa chi abbia cominciato prima ma è un botta e risposta senza soluzione di continuità. L'avvento della grande distribuzione ha spostato gli equilibri del mercato a scapito della piccola e media distribuzione; ciò non ha avuto invece effetti sul segmento luxury che, anzi, in questi ultimi anni si è molto rinforzato. 5. Nell'immaginario comune la moda è donna. Pitti Immagine propone Pitti Uomo come evento di punta della stagione rispetto alle altre iniziative. La moda uomo, quindi, ha delle potenzialità di sviluppo superiori alle altre aree? A questa domanda la miglior risposta è rappresentata da una visita alla nostra fiera, tutte le parole dopo appaiono superflue. La moda maschile ha avuto nell'ultimo decennio un'impennata eccezionale e, da quel che vedo, il fenomeno è destinato a crescere. Andrea Mainardi Abbiamo intervistato Andrea Mainardi, Direttore Amministrazione e Controllo di Pitti Immagine. 1. Si presenti ai nostri lettori indicandoci la Sua icona per eccellenza in termini di moda e stile. Mi chiamo Andrea Mainardi, faccio il CFO per Pitti Immagine ormai da un decennio e abito a Prato con moglie ed un figlio tredicenne. Non è ovviamente facile scegliere una sola icona ma, volendo esagerare dico Rod Stewart del periodo Do ya think I'm sexy, altrimenti Brett Anderson periodo Suede. 2. Cosa comporta il Suo ruolo all'interno di Pitti Immagine? In qualità di CFO del gruppo oltre i classici compiti del ruolo, essendo la nostra un'azienda che non tende alla massimizzazione dei profitti ma dei benefici per gli stakeholder in condizioni di equilibrio economico, devo assicurarmi che i vari scostamenti dal budget siano indirizzati dalle singole direzioni al risultato finale desiderato. 3. Nel marketing si cita spesso l'esempio di un'azienda che in sala riunioni ha appeso un orologio che segna data e ora di 5 anni più avanti, per ricordare a tutti i dipendenti l'importanza di focalizzarsi sul futuro per intercettare in anticipo le esigenze del mercato di riferimento. Nel settore della moda le lancette sono posizionate oltre i 5 anni oppure talvolta tornano indietro per recuperare mode del passato? Il nostro settore è imprevedibile per definizione e noi lo affrontiamo armati di grande curiosità. Saper fare bene lo scouting dei talenti emergenti è una delle nostre principali caratteristiche. Scegliamo ciò che ci piace, cercando di rappresentare tutto il mercato. Direi che nella moda le lancette girano velocissime e, 6. Pitti Uomo è una manifestazione internazionale partecipata da operatori del settore, anche molto giovani. Quanto è importante il valore delle nuove proposte innovative rispetto ai nomi storicamente affermati della moda? I nomi storici sono indispensabili ma le novità non sono da meno. Una fiera senza nomi nuovi attraenti si ritrova in un attimo, vecchia, sorpassata. Paradossalmente è più facile rinunciare a qualche marchio storico che ad un padiglione di emergenti. 7. Il valore del made in Italy è indubbiamente influenzato dall'arrivo di fornitori e manodopera straniera a basso costo. Pitti come sta vivendo questa trasformazione? Il made in Italy è ancora garanzia di qualità e prestigio? Con questa domanda entriamo in un ambito che è difficile liquidare in due righe. Diciamo che il Made in Italy è ancora percepito come garanzia di qualità e prestigio. Le Istituzioni devono lavorare per la sua tutela e per farne sempre più un emblema di qualità. Poi il mercato, come giusto, farà le proprie scelte. 8. Ultima domanda. L'accessorio che non indosserebbe mai e l'accessorio del quale, invece, non potrebbe fare a meno. Mai e quando dico mai è mai, il marsupio. A parte in spiaggia invece, non posso fare a meno di una borsa a tracolla. Pitti Uomo INFORMAPIÙ 41 agricoltura AGRICOOL a cura di agri GUERRA FREDDA ALLA TAVOLA CALDA Il blocco delle esportazioni in Russia rischia di mettere in crisi il nostro sistema agroalimentare e l'incolumità del Made in Italy. Da quasi due anni ormai, l'Ucraina è teatro di una guerra civile tra nazionalisti ucraini e comunità filorussa. In seguito all'appoggio che Mosca ha offerto ai secessionisti pro-russi nella loro battaglia contro Kiev e all'annessione al proprio territorio della contesa penisola della Crimea, l'Unione Europea ha deciso di adottare sanzioni economiche contro imprese e personalità russe. In risposta a queste sanzioni il 6 agosto 2014 Vladimir Putin ha emesso un decreto presidenziale, trasformato in risoluzione il giorno successivo, che ha sancito il blocco delle importazioni del comparto agroalimentare per 12 mesi. L'embargo riguarda i paesi della UE, USA, Norvegia, Australia e Canada. Il nostro paese ha risentito in modo drammatico di questa risoluzione. L'Italia, infatti, nel 2013 era il sesto paese europeo per esportazioni agroalimentari verso il mercato russo, nel giro di 10 anni sono passate da 222 milioni a oltre 684 milioni (+208%). Nessuna produzione agroalimentare è stata risparmiata: ortofrutta, carne, prodotti ittici, latte e derivati hanno tutti risentito in modo significativo dell'embargo. A causa di queste misure restrittive e delle conseguenti tensioni politiche, nel 2014 l'Italia ha perso 1,25 miliardi di export verso la Russia. Secondo elaborazioni effettuate da Coldiretti su dati Istat relativi al 2014 le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia sono crollate dell'11,6% rispetto al 2013. Nel 2015 Coldiretti stima una perdita di 20 milioni di euro al mese riconducibili al solo settore agroalimentare. Oltre ai prodotti esplicitamente boicottati dall'embargo si registrano perdite di importanti quote di mercato anche in altri importanti comparti, dal tessile all'arredamento fino ai mezzi di trasporto. Nel solo mese di gennaio 2015 le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia sono crollate del 37%, per una perdita di oltre 246 milioni di euro. Oltre ai preventivati danni diretti si sono sommati anche danni indiretti meno prevedibili. Il più immediato riguarda l' eccesso di offerta che si è venuta 42 INFORMAPIÙ a creare sui mercati europei a causa del mancato sbocco in Russia e le conseguenze ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori. Ancor più grave è il danno legato alla svalutazione dell'immagine del Made in Italy provocata dalla comparsa sul mercato russo di fantasiose imitazioni low cost dei prodotti del belpaese. La produzione locale di prodotti Made in Italy contraffatti è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi 12 mesi, tanto che la produzione russa di formaggi italian sounding nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato un sorprendente aumento del 30%. I russi si sono dimostrati da subito preparati e reattivi davanti alla possibilità di business e, anche quando le sanzioni ag saranno revocate, le imprese italiane si troveranno a dover fare i conti con la spietata concorrenza di queste aziende local che non hanno costi doganali. A incrementare il mercato del contraffatto non è stata però solo l'industria locale, ma anche molti paesi che non sono stati colpiti dall'embargo come Svizzera, Bielorussia, Argentina e Brasile che hanno approfittato della situazione per aumentare le proprie produzioni ed esportazioni di falso Made in Italy in Russia. A rischio anche la ristorazione italiana che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menù, mentre in altri sono stati sostituiti da imitazioni approssimative, in molti casi senza una chiara indicazione. In questo caso a subire maggiormente gli effetti dell'embargo in Russia sono stati i ristoranti di fascia alta, quelli che maggiormente puntano sulla qualità e la provenienza della materia prima. In alcuni casi i fornitori hanno trovato in sostituzione ottimi prodotti provenienti da altri paesi, in particolare del Sud America e dell'Asia. Va detto però che questi prodotti sono rincarati del 30%. Quanto al Parmigiano Reggiano e ad altri formaggi rari, molti fornitori sono riusciti a ordinarne enormi quantitativi e si possono ancora acquistare con relativa tranquillità. La data di scadenza del parmigiano, infatti, se conservato in condizioni normali, è piuttosto lunga. Ulteriori minacce all'economia italiana arrivano anche dagli altri paesi colpiti dall'embargo. Produzioni straniere normalmente destinate alla Russia ora arrivano in Italia con danni sia per gli agricoltori sia per i consumatori, perché carne e derivati del maiale vengono spesso spacciati come Made in Italy a causa della mancata indicazione della provenienza sull'etichetta. Quando un anno fa vennero intraprese le sanzioni nei confronti della Russia fu stabilito che sarebbero rimaste in vigore fino a quando gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina non fossero stati pienamente rispettati, cosa che puntualmente non è avvenuta. Per questo motivo lo scorso giugno i governi dell'Unione Europea hanno deciso di prorogare altri sei mesi le sanzioni contro le entità ucraine e russe in scadenza il 31 luglio. «Stiamo parlando di un rischio di perdite di esportazioni totali di circa 3 miliardi di euro su un totale di esportazioni di beni italiani nel mondo di 400 miliardi» ha affermato Carlo Calenda, Viceministro dello Sviluppo Economico, in occasione dell'Assemblea Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi) che si è tenuta a Palazzo Italia all'Expo. «Dobbiamo indirizzare il focus verso gli Stati Uniti che possono controbilanciare quello che perdiamo in Russia» ha aggiunto Calenda. Nel 2014 le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia sono crollate dell'11,6%. Nel 2015 Coldiretti stima una perdita di 20 milioni di euro al mese riconducibili al solo settore agroalimentare. INFORMAPIÙ 43 ABOUT FARMA farmaceutica a cura di farma I FARMACI EQUIVALENTI O GENERICI: ISTRUZIONI PER L'USO In Italia si vende una percentuale molto bassa di farmaci generici rispetto a quelli di marca... In queste righe cerchiamo di sfatare qualche mito. Si parla ormai in maniera frequente di “farmaci generici” o “farmaci equivalenti” ma si tende ad approcciare o sperimentare l'uso di tali farmaci con molta diffidenza anche a causa di informazioni spesso scorrette che si sono diffuse sulla loro presunta minore qualità rispetto a quelli di marca. In questa sede non vogliamo alimentare una diatriba farmaco generico sì o farmaco generico no, ma semplicemente rendere più fruibili e più chiare le informazioni sul prodotto e come approcciare il mercato nella propria complessità. Intanto è fondamentale avere ben chiaro: “generico” di cosa? Un medicinale solitamente è composto da una o più sostanze attive e da uno o più eccipienti. Le prime hanno un effetto farmacologico, cioè hanno un'azione terapeutica mentre i secondi, uniti in diversi modi al principio attivo, danno al farmaco la forma congura ad essere somministrata (compressa, capsula, iniettabile etc etc) e non hanno proprietà terapeutiche ma, sicuramente, rilevanza per la sicurezza di un medicinale. Il medicinale equivalente (o generico, i due termini indicano la stessa cosa) è una copia del suo medicinale di riferimento (griffato o di marca) presente da molti anni sul mercato e, condizione imprescindibile, il cui brevetto sia scaduto (il brevetto è la facoltà esclusiva di sfruttamento del farmaco e ha durata ventennale dalla data di deposito della domanda). Gli 44 INFORMAPIÙ eccipienti del farmaco equivalente, invece, possono essere anche diversi da quello di riferimento purchè il medicinale ottenuto sia bioequivalente rispetto all'originale. E cosa vuol dire bioequivalente? La definizione, alla lettera, riporta che due prodotti sono bioequivalenti quando, in condizioni sperimentali simili (stessa quantità assorbita e stessa velocità di assorbimento) hanno una biodisponibilità simile. Questo vuol dire che il Ministero della Salute ha già accertato che il comportamento del “generico” è perfettamente sovrapponibile a quello di marca. Da tutto ciò deriva l'accezione più specifica di medicinale equivalente che è raccolta nella definizione della direttiva Europea 2001/83 (recepita in Italia con decreto legislativo 219/2006): “un medicinale che ha la stessa composizione qualitativa e quantitativa di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica del medicinale di riferimento nonché una bioequivalenza con il medicinale di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità”. Va da sé che la norma regolamenti in maniera piuttosto rigida i confini dell'equivalenza rispetto al farmaco di marca riducendo al brevetto scaduto e alla possibilità di contenere eccipienti diversi le differenze più evidenti a livello di requisiti. E, noi, pazienti e fruitori di farmaci, dobbiamo tenere ben chiari quali sono questi requisiti e accertarci che sussista sempre il rigoroso rispetto di essi: • stesso principio attivo • principio attivo non protetto da brevetto • stessa forma farmaceutica e via di somministrazione • stesso dosaggio • essere bioequivalente al medicinale di riferimento • avere un costo almeno del 20% inferiore al medicinale di riferimento QUALITÀ, SICUREZZA ED EFFICACIA GARANTITE sono i requisiti senza i quali un medicinale non può ottenere l'Autorizzazione all'Immissione in Commercio (AIC), che siano essi di marca o equivalenti. QUALITÀ Un medicinale equivalente per poter avere l'AIC deve presentare gli stessi requisiti di qualità del medicinale originatore ed è pertanto sottoposto agli stessi test condotti sui medicinali di riferimento. La qualità, in questo caso, è garantita da un insieme di procedure di emanazione comunitaria che sono i principi delle norme di buona fabbricazione (Good Manufacturing Practise) le quali prevedono disposizioni che l'azienda produttrice deve obbligatoriamente seguire dall'approvvigionamento delle materie prime fino al rilascio sul mercato di ciascun lotto del farmaco stesso (cioè prima, durante e dopo). Infine, i controlli sulla qualità dei farm medicinali vengono effettuati anche dopo l'immissione sul mercato. “L'AIFA (Associazione Italiana del Farmaco), sentito l'Istituto Superiore di Sanità e la Commissione consultiva tecnico-scientifica, stabilisce il programma annuale di controllo delle composizioni dei medicinali, le cui analisi sono effettuate dall'Istituto Superiore di Sanità” (D.L. 219 del 24 aprile 2006). E, soprattutto, vale la pena ricordare che gli equivalenti sono sottoposti alla farmacovigilanza dell'AIFA come tutti gli altri farmaci. SICUREZZA Tale requisito è richiesto per ogni nuova sostanza attiva ma anche per un eccipiente che non è mai stato utilizzato prima per la fabbricazione di un medicinale. Questo è il motivo per cui la normativa sui farmaci impone infinite prove precliniche e prove cliniche. Il dossier che ne deriva, di conseguenza, conterrà tutte queste sperimentazioni i cui risultati verranno valutati dall'AIFA. Ora, la stessa normativa farmaceutica comunitaria, e quella di gran parte dei Paesi del mondo, ha ritenuto “non etica la ripetizione delle prove precliniche già effettuate con una sostanza ai fini registrativi che sia già nota da anni”. In tal caso un equivalente non contiene una documentazione originale della parte relativa alla sicurezza ma un semplice rapporto bibliografico che pubblica le varie prove condotte dall'azienda produttrice del medicinale di riferimento. Anche per le reazioni avverse, il generico può usufruire dei dati acquisiti durante i numerosi anni di commercializzazione del prodotto di marca perchè tende a riprodurre lo stesso profilo di sicurezza. contenenti lo stesso principio attivo (farmacocinetica). In pratica, si parla di bioequivalenza quando con la stessa dose due farmaci hanno profili di concentrazione nel sangue molto simili in termini di tempo ed è improbabile che possano produrre differenze in quanto a efficacia e sicurezza. PERCHÈ I FARMACI EQUIVALENTI COSTANO MENO? Sicuramente il prezzo inferiore è la prima diretta conseguenza della scadenza del brevetto del principio attivo di cui è composto il medicinale perchè vengono meno le prerogative legate alla proprietà intellettuale sull'invenzione che ne hanno garantito l'esclusiva. Scaduto il brevetto, infatti, la legge consente a “chiunque sia in possesso dei mezzi tecnologici e delle strutture idonee di riprodurre, fabbricare e vendere (sempre previa autorizzazione AIFA) un medicinale la cui efficacia e sicurezza sono note”. Inoltre, l'industria che lo produce, non avendo dovuto affrontare i costi della ricerca, degli studi preclinici e clinici per dimostrarne efficacia e sicurezza, EFFICACIA ha spese molto più basse. La documentazione relativa all'efficacia È bene ricordare, quindi, che il minor del farmaco è costituita da uno costo dei generici non è la conseguenza studio di bioequivalenza tra due di minori controlli. formulazioni essenzialmente simili, CURIOSITÀ DEL FARMACO EQUIVALENTE Solitamente, a differenza delle specialità medicinali, il farmaco equivalente non ha un nome di fantasia ma viene commercializzato con il nome comune del principio attivo, seguito o meno dal nome dell'azienda che lo commercializza. Anche per evitare confusione tra i possibili sinomini, così frequenti in questo settore, per il farmaco equivalente viene utilizzata la Denominazione Comune Internazionale (DCI), che spesso è un'abbreviazione o una contrazione del nome chimico (di solito troppo lungo) accettata e riconosciuta da tutte le nazioni. IL FARMACO EQUIVALENTE IN ITALIA Nonostante la garanzia e sicurezza dei farmaci equivalenti, sottoposti a rigidi e numerosi controlli come per il farmaco di marca, l'incidenza che l'equivalente ha nel nostro Paese è ancora lontana da quella che ha nella maggior parte degli altri Stati europei e nel mercato americano. In Italia, il 12% dei farmaci dispensati è generico/equivalente, mentre la media nei principali mercati farmaceutici dei più grandi Paesi europei è di circa il 50% delle unità vendute, con punte addirittura del 70% in Paesi come la Germania (Market Review EGA 2009 – Ims Special Report: "Who benefits from genercis?"). INFORMAPIÙ 45 KEYWORDS a cura di COME TROVARE IL CANDIDATO "GIUSTO" NEL MINOR TEMPO POSSIBILE? L’importanza delle parole chiave nella ricerca dei candidati passivi. Il selezionatore o recruiter durante la ricerca si rivolge a due distinte tipologie di candidati: i candidati attivi (applicants o job seeker), coloro che rispondono ad un annuncio, ed i candidati passivi, candidati iscritti ad uno o più siti di reclutamento. In questo articolo, ci concentreremo su come ottimizzare il tempo delle ricerche all'interno delle banche dati o data base dei principali siti di reclutamento (Infojobs, Monster e Talent Manager), strumenti che consentono di accedere rapidamente e comodamente dall'ufficio ad un numero di candidati in continua evoluzione, dislocati in diverse parti del globo. Trovare il candidato giusto può rivelarsi più complicato del previsto... I siti di reclutamento, infatti, oltre ad offrire numerosi vantaggi, comportano anche svantaggi da tenere bene in considerazione in fase di ricerca: in primis la grande quantità di curricula acquisita senza particolari distinzioni tra bassa, media ed alta professionalità; in secondo luogo, affrontando la ricerca su più portali dovremo fare i conti con la duplicazione dei dati ed infine, dovremmo confrontarci con informazioni frammentate e non complete sui candidati, dettate da una non corretta compilazione del form. Applicare dei filtri sulla base delle indicazioni ricevute da parte del cliente (domicilio, titolo di studio, anni di esperienza nel ruolo) può rappresentare un primo passo, ma raramente questo strumento è esaustivo. È necessario immedesimarsi nel candidato, entrare in 46 INFORMAPIÙ empatia, immaginando quali parole avrà scelto per raccontare il proprio percorso professionale. Ad esempio se cerchiamo un ingegnere meccanico con esperienza in progettazione cercheremo: ingegneria meccanica e non ingegnere meccanico, perché ingegneria è sicuramente rintracciabile per intero nel titolo di studio, mentre ingegnere non è detto, in quanto il ruolo ricoperto sarà progettista meccanico. Non dimentichiamo inoltre che l'impostazione del CV dipende da una serie di fattori legati al candidato: età, formazione, esperienza, familiarità al cambiamento professionale ed abilità nell'utilizzo dei siti di reclutamento. La vera svolta è l'individuazione delle parole chiave (key words) da utilizzare nella ricerca, i termini che combinati tra loro consentono di restringere il campo dei candidati corrispondenti al profilo richiesto dal cliente. Non dimentichiamo inoltre che, individuate le parole chiave, dobbiamo collegarle tramite operatori booleani (and, or, not) per ottimizzare il tempo: buyer or acquisti, ingegneria and progettista. Per capire quali sono le key words, partiamo dalla job description e dall'individuazione dei requisiti fondamentali. Fatto questo dobbiamo conoscere la terminologia della funzione aziendale di riferimento: le parole da ricercare ,all'interno di un CV possono essere: ruoli ricoperti (buyer), mansioni, competenze (Raw Material), mercati gestiti (Export, Far East), settori (automotive, macchine automatiche), canali di distribuzione (GDO, ho.re.ca, normal trade), software (SAP), linguaggi di programmazione (Java). Le key words di una ricerca in area acquisti saranno diverse rispetto a quelle di una ricerca in area commerciale o produzione. Quando i nostri candidati ci chiedono un consiglio su come migliorare i propri curriculum vitae dobbiamo essere in grado di guidarli, cambiando la prospettiva di analisi del CV per migliorare la redemption della candidatura: inserendo per ogni esperienza nome azienda, settore aziendale e dettaglio delle mansioni svolte, senza tralasciare la corretta compilazione delle competenze linguistiche ed informatiche, in modo da aumentare le possibili corrispondenze. Inoltre, un altro aspetto da tenere in considerazione è la lingua, le parole chiave da utilizzare possono essere sia italiane sia inglesi, perché sempre più candidati decidono di inserire nelle banche dati il CV in lingua inglese e perchè molte società italiane utilizzano etichette in inglese (al posto di Responsabile Acquisti utilizzano Purchasing Manager), ed in altri casi ci confrontiamo direttamente con candidati cresciuti professionalmente all'interno di multinazionali estere. Per concludere, la ricerca per parole chiave consente di ottimizzare tempo, ma per ottenere buoni risultati dobbiamo investire il nostro tempo nella scelta e nella selezione dei requisiti fondamentali… Senza tralasciare l'empatia con il candidato e la creatività… Applicants People who apply to job postings at companies or recruitment agencies. This is the initial step in the recruitment process regardless of qualification or skill set. Job Seeker a job seeker is an individual who has indicated an active interest in employment by completing preliminary documentation or submitting an application to the employer. AREA ACQUISTI Buyer a person who buys; purchaser; a person employed to buy merchandise, materials, etc, as for a shop or factory. Purchase to obtain (goods, etc) by payment. AREA COMMERCIALE Sales a department, as in a business, concerned with selling and promoting goods, etc. AREA AMMINISTRAZIONE E FINANZA Accounting the business or work of organizing, maintaining, and checking financial records; the skill or practice of maintaining and auditing accounts and preparing reports on the assets, liabilities, etc., of a business. Treasury the funds or revenue (as from taxation) of a private business. AREA PRODUZIONE Manufacturing the making of goods or products by manual labor or by machinery, esp. on a large scale. Production the act of producing; the amount produced or the rate at which it is produced; the creation or manufacture for sale of goods and services with exchange value. INFORMAPIÙ 47 SANITÀ a cura di QUANDO NASCE LA FISIOTERAPIA? Un tempo il fisioterapista era considerato più efficace del medico. Cosa è cambiato oggi? Il termine fisioterapia ha la sua origine nei termini “physis” e“therapéia”, cioè natura e qualità naturali e terapia o insieme di cure. La fisioterapia, quindi, si definisce come una disciplina che si avvale di mezzi fisici per curare. Questa concezione della medicina riabilitativa, se rapportata all'applicazione dell'attuale scienza fisioterapica è incompleta e superata, ma fondata dal punto di vista storico. Nel mondo classico il “Therapon” era un servitore, un esecutore materiale che impiegava terapie manuali (massaggi e mobilizzazioni) per il benessere e la cura del corpo e dei suoi stati morbosi. Alcuni testi, riconducibili agli egizi, ai romani ed ai greci, contengono i primi trattati relativi a pratiche manipolative, massoterapiche e talassoterapiche, con riferimenti a Galeno e ad Ippocrate. È soprattutto dalla fine del 1600 che si gettano le basi per la nascita della figura del fisioterapista, che nel XX sec. troverà la sua massima definizione. Nel 1813 Pher Henrik Ling fonda l'Istituto Centrale di Ginnastica a Stoccolma (nasce qui la famosa spalliera svedese utilizzata ancora oggi). Già allora il fisioterapista aveva una formazione di tipo dottorale. Per tutto l'800 il fisioterapista ha goduto di una grande considerazione, ben più di quella di cui godevano i medici i quali, in gran parte, non sapevano nè leggere nè scrivere, e avevano poche armi dalla loro parte (si utilizzavano le sanguisughe per fare il salasso e ridurre la pressione sanguigna per esempio). Nella seconda meta dell'Ottocento l'attività degli Istituti Ortopedici s'indirizza prevalentemente verso la profilassi delle deformità infantili, soprattutto il rachitismo che era assai diffuso, per estendersi poi alla cura di tutte le affezioni dell'apparato motorio. Si iniziano a studiare in Europa nuove apparecchiature a scopo “riabilitativo”; spesso si trattava di macchine per la trazione della scoliosi giovanile o per potenziare parti del corpo rese deboli da fratture o menomazioni. Nel XX secolo, vista la necessità di un enorme numero di interventi di rieducazione ortopedica sui tanti disabili prodotti dalle due guerre mondiali e visto l'aumento esponenziale degli infortuni sul lavoro causati dall'industrializzazione, grazie al costante progresso delle 48 INFORMAPIÙ conoscenze neurologiche ed ortopediche, iniziarono a diffondersi alcune procedure riabilitative, impiegate ancora oggi. Il concetto di base fu quello di creare delle professionalità sanitarie in grado di operare e ridurre il disagio nella vita quotidiana, causato dalla disabilità e dalla menomazione. Nel 1929, con la legge n. 1416, viene fondato l'INAIL, per fornire prestazioni terapeutiche, medico-chirurgiche, balneo-termali e ortopediche inclusa la prescrizione o il rinnovo di protesi. Per la realizzazione degli interventi, soprattutto fisioterapici e protesici, si avvale di Reparti Ospedalieri e di Istituti Ortopedici, come il Gabrielli di Firenze. Un notevole contributo viene dato dalle Officine Ortopediche Rizzoli e dalle loro palestre rieducative. Oggi il fisioterapista è un operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, specializzato nella riabilitazione degli arti e delle funzioni dei movimenti del corpo. Il fisioterapista, quindi, interviene: a livello pratico, seguendo il paziente negli esercizi di riabilitazione ed insegnando l'utilizzo di attrezzi appositi (come la cyclette o i pesi); proponendo l'adozione di protesi ed ausili, addestrando i pazienti all'uso e verificandone l'efficacia. Per diventare fisioterapisti di professione è necessario seguire un percorso di studi particolarmente impegnativo e decisamente lungo. Innanzitutto è possibile immatricolarsi al Corso di Laurea in Fisioterapia, attivo in varie città d'Italia. Per quanto riguarda il settore occupazionale, invece il lavoro di fisioterapista dà la possibilità di svolgere la propria professione sia in complessi ospedalieri sia in studi privati. Si può far domanda di assunzione presso Aziende Ospedaliere, Case di Cura private e Cliniche, Degenze Riabilitative, Studi professionali privati e convenzionati, palestre, centri termali e società sportive. L'associazione maggiormente rappresentativa (8.120 iscritti) dei Fisioterapisti è l'AIFI Associazione Italiana Fisioterapisti, che rivendica il diritto dei Fisioterapisti ad avere un proprio Ordine ed un proprio Albo Professionale così come avviene in tutti i paesi europei ed in gran parte del resto del mondo. UNO SGUARDO SUL MONDO a cura di everywhere IL PONTE CHE ATTRAVERSA IL DELTA DEL FIUME DELLE PERLE Una delle più grandi opere di ingegneria raccontata da chi la Cina la conosce bene... C on il Ponte Hong Kong-Macau-Zhuhai, la Cina inaugurerà il secondo importante ponte marittimo. La costruzione di uno dei ponti marittimi più lunghi al mondo dovrebbe essere realizzata entro l'anno prossimo. Il progetto è in costruzione dalla fine del 2009. Si tratta di un ponte lungo 55 chilometri che collegherà Hong Kong e altre due città importanti della provincia di Guangdong, Macau e Zhuhai, situate nell'altra parte del Delta del Fiume delle Perle, il quale si trova a sud-est della Cina, ed è una delle regioni più densamente urbanizzate al mondo oltre che uno dei principali poli della crescita economica cinese. "Sono nato ad Hong Kong, il mio primo ricordo di un viaggio in nave è stato quello per andare a Zhuhai. Avevo circa 5 anni, ma mi ricordo benissimo questa nave non grandissima, piena di gente che saliva e scendeva di fretta con valige pesanti, mentre io soffrivo il mal di mare. Quelle due ore di viaggio sembravano infinite; oggi invece si potrà fare lo Le autorità hanno iniziato ad applicare una serie di agevolazioni stesso viaggio in meno di un'ora di auto." sia per l'accesso dei turisti cinesi sia per gli investitori cinesi. Questo Il secondo importante ponte marittimo del paese. ha incentivato un continuo aumento di scambi commerciali tra Sarà il secondo ponte importante che si inaugura in Cina negli ultimi Guangdong e Hong Kong. Ogni giorno, milioni di persone viaggiano 7 anni dopo l'Hangzhou Bay Bridge che è attualmente il secondo tra Hong Kong e Guangdong, in particolare a Zhuhai dove ci sono ponte marittimo più lungo al mondo (36km) subito dopo il Lake molti imprenditori di Hong Kong, perciò si è identificato il bisogno Pontchartrain Causeway (38,4km) di New Orleans, negli Stati Uniti. Il di “accorciare” i due confini. Oltre a rinforzare i legami economici tra ponte di Hong Kong-Macau-Zhuhai sarà lungo complessivamente 55 Hong Kong e le città di Guangdong il progetto della Cina è quello di chilometri con sei corsie. far crescere economicamente tutte le altre città intorno al Delta del Tecnicamente è uno dei progetti ingegneristici più complicati del Paese. Fiume delle Perle, incentivando sempre di più gli investimenti dei Richiede anche la creazione di diverse isole artificiali, tunnel che passano paesi esteri. sotto il mare, ma allo stesso tempo dovrà garantire il passaggio anche Tre città - la regione a statuto speciale di Hong Kong, l'ex-colonia delle più grandi navi cargo. Collegherà Macao, la nuova Las Vegas, portoghese Macau e la popolata città di Zhuhai - sono state classificate capitale mondiale del gioco d'azzardo, Zhuhai, città con il terzo PIL pro come Zone Economiche Speciali (ZES) dal governo cinese. Più di 10 capite più elevato tra le città cinesi, e Hong Kong, uno dei centri finanziari miliardi di dollari americani di investimento iniziale e quasi sette anni più importanti del mondo. Dall'anno prossimo, i viaggiatori avranno di lavori che porteranno nel 2016 ad inaugurare uno dei ponti più la possibilità di attraversare il Delta del Fiume delle Perle invece di lunghi e socio-economicamente più importanti del mondo, sul quale viaggiare solo in nave. Shenzen è l'unica città che confina con Hong passeranno almeno 14 mila veicoli al giorno. L'area meridionale della Kong, per arrivare in Guangdong in auto da Hong Kong bisogna Cina sarà arricchita da questa imponete infrastruttura che con la sua ancora passare solo per Shenzen. Il ponte non darà solo un'altra forma a Y consentirà collegamenti via terra fra tre delle più importanti scelta per gli automobilisti per viaggiare tra il Mainland Cina e Hong aree economiche della Repubblica Popolare. Ampliando e migliorando i Kong, ma accorcerà la distanza in auto da 160 chilometri a soli 30 collegamenti fra queste zone, la prospettiva è anche quella di promuovere chilometri, così per arrivare dall'altra parte di Guangdong in macchina lo sviluppo socio-economico del Delta del Fiume delle Perle, supportare si impiegheranno 40 minuti invece di 4 ore. la crescita dell'industria e del turismo delle tre città. Per quanto riguarda Hong Kong, invece, il progetto rinvigorirà e rinforzerà sicuramente lo Negli ulitmi anni l'accentuarsi della gravità della generale crisi status della città, quale centro di trasporto merci per l' Asia. finanziaria che ha colpito il sistema economico globale, ha spinto Insomma, centinaia e centinaia di cittadini cinesi sono in trepidante Hong Kong ad aprire i propri confini e ad incentivare ancora di più attesa dell'inaugurazione di questo ponte, che oltre a costituire una gli scambi commerciali con le città di Guangdong. Inoltre, per aiutare svolta per l'economia della zona, permetterà a tante persone di Hong Kong ad uscire dalla crisi provocata dalla diffusione della malattia sostituire due ore di mal di mare in mezzo alle onde del Pacifico con SARS del 2003, le autorità hanno cercato di instaurare rapporti più un'ora di rilassante traversata a bordo della propria automobile su solidi economicamente e politicamente con il governo centrale cinese. questa impressionante opera di ingegneria civile. Motivazioni economiche INFORMAPIÙ 49 IMPROVE YOUR ENGLISH MIGLIORA IL TUO INGLESE! La rubrica propone testi di articoli e brani in lingua inglese interamente tratti da siti web di quotidiani stranieri. YOUNG PEOPLE HAVE A LOT TO LEARN ABOUT FRIENDSHIP The Telegraph - Life . http://www.telegraph.co.uk . by Michael Leapman C an it be? Do we pensioners really have more friends than young gadabouts in their twenties? Is this true, even though many of us don't subscribe to so-called social media, whose devotees have countless “friends” pouring out of their smartphones? A report this week assures us that it is. Standard Life, providers of pensions and savings products, have surveyed 3,004 people of varied ages and found that one in eight pensioners have more than 10 close friends, compared with just a tenth of those in the 20-to30 age group. This must mean that Facebook friends are not regarded as real friends at all. Eliminate those, and you can see how older people have had many more years to establish friendships and, in their retirement, more time to cultivate them. Twentysomethings have some catching up to do. At least they should have plenty of time to do it. My oldest friend is a man I have known all my life. He is a few months younger than me. Our mothers were best friends, and it is alleged that we occasionally shared a pram. He is now a retired doctor, living in Wales, and we stay with each other from time to time. My wife Olga is still in touch with the head girl of her high school, who lives in the Midlands and stays with us when in London. Another occasional house guest is a man I met while we were serving Queen and country as National Servicemen in the 1950s. A horseracing fan, he persuaded me some years ago to share ownership of a thoroughbred. It was a sensationally poor investment, but such are the bonds of friendship that we still see each other regularly and without rancour. True comradeship means taking the rough with the smooth. As we progress through our working life, friends accumulate. I belong to a small group of former colleagues on various newspapers who get together most Friday evenings at a bar close to Fleet Street, where we served our apprenticeship. Like all old buffers, we endlessly recycle tales of youthful derring-do – and impose a strict limit on the time allowed to discuss our latest geriatric ailments. We usually share the hostelry with several groups of much younger men and women, celebrating together the end of their working week. Unlike some of them, we do not raise our voices raucously 50 INFORMAPIÙ or stagger out to fall senseless on the pavement. Although the Standard Life survey records that the elderly indulge in alcohol nearly twice as often as the young, over time we have learned the discipline of moderation. Neighbours, too, become friends. As Olga and I have lived in the same house for nearly half a century, we have seen many come and go and still count several among our nearest and dearest. On Sunday, we said goodbye to the couple who used to live next door but are now based overseas. They stayed for a few days last week to catch up with neighbourhood gossip; they reciprocated by inviting us to stay for a wedding in October. That's what friends are for. With twentysomething friends, you'd be lucky to get a sofa to crash on, and never a spare room. Proper friendship can only be nurtured face-to-face, not online. Some of my more forward-looking contemporaries are on Facebook, but so far I have resisted blandishments to join them, chiefly because I don't relish having to get to grips with yet another baffling bit of modern technology. I have learned to send pictures by email, but a few friends still have them printed out and send them by post. Olga communicates with friends and family by putting pen to paper. But let's not get carried away with the delights of being old. Let's not kid ourselves that it's as much fun as being young. It isn't – it's just that over the years we've evolved strategies, as the song goes, to accentuate the positive and eliminate the negative. That's what lasting friendship teaches us. il racconto di questo numero parla di lavoro e di amore... Buona lettura! IL PENDOLARE La penultima fermata era una stazioncina di paese. Niente di speciale: un bar, forse un edicola. E poi le panchine per i viaggiatori a fianco della guardiola del capostazione. Anche quella mattina lui guardò fuori dal finestrino: lei era lì, sulla panchina di sinistra. Col solito paltò rosso e la gomma da masticare. Dalle orecchie i soliti due cavetti scendevano fino ad infilarsi in qualche tasca, riempiendole la testa, probabilmente, di musica. Questo accadeva ogni mattina, alle 8 e12 circa, da quattro anni tre mesi e 21 giorni. Ma quella non era una mattina come le altre. Lui aveva raccolto in un foglio A4 i motivi per i quali, da allora e per sempre, non avrebbe più preso quel treno. Dimissioni irrevocabili, recitava l'oggetto della lettera ben conservata nella sua Piquadro. Sapeva perfettamente come sarebbe andata: una volta sceso e percorso il mezzo chilometro che lo separava dalla fabbrica, avrebbe varcato la soglia dell'ufficio del capo e con lo sguardo fiero avrebbe sguainato l'A4 come una spada. “Me ne vado” avrebbe comunicato freddo. Alla richiesta di spiegazioni, avrebbe alzato le spalle e fatto un cenno vago alla lettera, in cui il capo avrebbe potuto rintracciare tutto quello che cercava. Poi avrebbe raccolto le sue cose e si sarebbe congedato per sempre da quel posto e da quelle persone. Eppure, qualcosa ancora lo tratteneva. In cuor suo sapeva che avrebbe tentennato, forse all'ultimo. Ma non sapeva spiegare perchè. Finchè non vide lei scomparire all'orizzonte, bella come al solito, seduta sulla panchina di sinistra della stazioncina. E capì. Capì che per quattro anni aveva sopportato i soprusi del suo capo solo per poterla rivedere, ogni mattina, sempre nello stesso punto. Capì che di tutti quei viaggi, di quelle levatacce con il buio pesto, dei rientri sfiancanti ad ora di cena, le attese snervanti al binario, degli scioperi e delle inefficienze che aveva affrontato, lei era la sola risposta. Aveva imparato ad aspettarsi, da quel viaggio, sempre lo stesso copione. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Solo per vederla di sfuggita, ogni giorno, su quella panchina. In attesa di un treno che l'avrebbe portata esattamente da dove lui arrivava. Era per lei che era ancora indeciso se consegnare o meno quell'A4, proprio perchè sapeva che poi non l'avrebbe mai più rivista, probabilmente. Una follia, a pensarci bene. Ma poi coi pensieri cominciò a girovagare. Pensò che non avrebbe più rivisto nemmeno l'alba spuntare in inverno dietro le colline o il { C'ERA UNA VOLTA... tramonto, al ritorno e specialmente in estate, calare dietro la pianura. Pensò alle facce di quelli che popolavano solitamente quel vagone, con le loro voci ormai famigliari, con le loro storie che aveva intuito da discorsi casuali origliati al telefono. Pensò a quante volte, su quel treno, aveva resistito al sonno per gustarsi il ripetersi ossessivo di gesti sempre uguali a se stessi. Pensò talmente tanto a queste cose che, alla fine, si ritrovò fermo al suo posto proprio quando avrebbe dovuto scendere. Ma non fece in tempo a rimproverarsi di aver saltato la propria stazione, quando il treno lo stupì del tutto, ricominciando la propria marcia in direzione opposta. Per anni aveva preso quel treno senza accorgersi che la sua era l'ultima fermata e che subito dopo il treno ripartiva in direzione opposta. Si ritrovò quindi in breve tempo a contemplare un paesaggio capovolto rispetto a quello che conosceva. Scorse in lontananza la sagoma della città da cui, ogni mattina, lui prendeva il largo. Incrociò lo sguardo dei nuovi pendolari che avevano preso posto, non riconoscendone nessuno. Un uomo arrivò con passo sicuro nei suoi pressi, ma quando lo vide seduto in quello che probabilmente era il suo seggiolino abituale, tirò dritto sbuffando. Ad un tratto il treno rallentò e lui fece per alzarsi. Doveva rimediare all'errore e prendere il primo treno in direzione opposta. Ma poi si sedette di nuovo, consapevole che forse avrebbe avuto l'occasione di rivederla ancora un'altra volta. Ma sulla panchina alla sinistra della guardiola del capostazione, lei non c'era. Si gettò all'indietro, sullo schienale, cercando nei pensieri le parole giuste per giustificare quel ritardo al capo. Ma non fece in tempo a trovarle, perchè una domanda fece irruzione senza preavviso, ridestandolo completamente. “È libero?” Lei era lì, in piedi, davanti a lui. Con un sorriso appeso alle guance ed il paltò rosso ripiegato sotto al braccio. Indicava un posto davanti a lui, vuoto. A lui non venne altro in mentre che fare un cenno affermativo con la testa. Era un po' incerto ed impaurito, davanti ad un destino così perfetto. Eppure sarebbe bastata scriverla, una pagina del genere, in qualunque momento prima di allora. E quella stessa storia sarebbe potuta accadere molto tempo prima. Ma forse, si disse mentre cercava il coraggio di rivolgerle la parola, era stato giusto così. Ogni viaggio porta da qualche parte solo e soltanto se in mezzo ci si mette della strada. E lui, mentre apriva la bocca per parlarle, si sentiva finalmente arrivato. INFORMAPIÙ 51 LO SCATTO IN PIÙ UNA SFIDA CON SE STESSI L'atletica leggera è lo sport olimpico per eccellenza fin dall'antica Grecia. Da allora il limite è sempre stato spinto un po' più in là, battendo ogni record, a dimostrazione che la determinazione e l'allenamento possono portare lontano, molto lontano. Il mio tempo sui 100 metri era previsto da fisici e statistici americani per il 2030. Sono in anticipo di 22 anni? Bene, non mi pongo limiti. Usain Bolt * Campione olimpico 100 m e 200 m. L' origine dell'atletica è profondamente legata alla cultura dell'antica Grecia e a Olimpia in particolare, luogo dove sono iniziati i giochi che nel corso degli anni hanno configurato il moderno atletismo. La parola greca "athlon", che significa lotta, competizione, dà origine al termine "atleta" e quindi "atletica". La cultura greca promuoveva lo sviluppo di un'educazione integrale, l'allenamento del corpo in armonia con lo spirito, per cui i giochi di destrezza fisica non erano vissuti come un mero spettacolo di divertimento, ma come modello di formazione personale e sociale. Tutte le discipline dell'atletica leggera hanno origine nell'allenamento fisico e mentale mirato a perfezionare i naturali esercizi che l'uomo, allora, praticava per cacciare o per fare la guerra: correrre, saltare e lanciare. Inoltre, al di là di ogni possibile contrasto, tali gesti corrispondono alle più semplici e spontanee manifestazioni dell'essere umano, che è teso a scoprire e a esprimere le proprie risorse e potenzialità fisiche. Le prime notizie di rilievo su competizioni dell'Evo Antico si riferiscono comunque alla Grecia e all'Irlanda. È infatti la letteratura greca che dà notizia di gare di corsa tenute ancor prima del 1000 a.C., per lo più nell'ambito di funzioni religiose. L'origine dei Giochi Olimpici ‒ così chiamati perché si svolgevano ogni quattro anni a Olimpia ‒ è fatta risalire da alcuni al 1222 a.C. e da altri all'884 a.C., ma il primo 'olimpionico' di cui ci sia stato tramandato il nome è Koroibos di Elide, vincitore della corsa veloce o stadion nel 776 a.C., data che gli storici identificano con l'edizione inaugurale dei Giochi Olimpici. A partire dal 724 a.C. il programma si arricchì di un'altra corsa, il diaulos, distanza doppia dello stadion. Più tardi vennero ad aggiungersi il dolichos, una corsa di fondo e infine il pentathlon, che comprendeva corsa, salto in lungo, disco, giavellotto e lotta. L'ellenismo attribuì grande importanza a questi Giochi, tanto che i vincitori di Olimpia furono celebrati da insigni scrittori e filosofi. 52 INFORMAPIÙ la corsa di Usain Bolt Accanto alla tradizione greca, però, occorre ricordare quella irlandese dei celti. I Giochi di Lugnas, che si svilupparono da piccole feste locali, oltre a gare di corsa, comprendevano i salti in alto e con l'asta e i lanci della pietra e del giavellotto. Questa manifestazione si svolgeva ogni anno in agosto e sopravvisse fino al 14° secolo, pur perdendo importanza con il passare del tempo. Nell'Europa medievale, invece, le nuove tendenze religiose e culturali permisero all'attività atletica di sopravvivere unicamente nell'ambito di tornei cavallereschi o militari. Solo nelle isole britanniche andò pian piano sviluppandosi un'attività atletica simile a quella dei nostri giorni. Già intorno al 1100 esistevano a Londra diversi athletic grounds, cioè terreni per esercizi atletici, nei quali uomini di ogni ceto si cimentavano in gare di corsa, salto e lancio. Per giungere all'atletica di pista e di campo quale la conosciamo noi, dovremo aspettare il 1864 quando, per iniziativa degli inglesi, seguiti poco dopo dagli americani, ebbe vita il primo incontro fra Oxford e Cambridge, "foundational meeting" dell'atletica moderna. Nel programma figuravano tre gare di corsa piana, tre a ostacoli e due di salto. I primi campionati inglesi si tennero a Londra, nel 1866. Quelli americani seguirono dieci anni dopo a New York. La prima federazione nazionale fu la AAA (Amateur Athletic Association), fondata a Oxford nel 1880. Le sue 16 regole, in gran parte riprese e applicate dagli organizzatori della prima Olimpiade moderna, possono essere considerate il "codice sinaitico" dell'atletica moderna. I primi Giochi Olimpici dell'era moderna si tennero nell'aprile 1896 allo Stadio Panatenaico di Atene. L'idea di questo revival era stata avanzata in una sera di novembre del 1892 alla Sorbona di Parigi, da un nobile francese, il barone Pierre de Coubertin. Questi vedeva la cultura e lo sport nell'ottica di un "matrimonio" ideale e verso questa visione era stato orientato dai suoi studi e dalle sue visite alle scuole inglesi e americane, in particolare dalla sua ammirazione per l'inglese Thomas Arnold, pedagogo della scuola di Rugby. Da Arnold derivava un concetto divenuto poi fondamentale nella pedagogia anglosassone, cioè che lo sport potesse fungere da elemento di educazione, suscettibile di preparare adeguatamente, fin dalla scuola, alle future lotte della vita. Le teorie di Arnold attrassero grandemente de Coubertin, che quale buon patriota soffriva in quegli anni, al pari di molti suoi connazionali, le conseguenze morali della sconfitta subita dalla Francia nella guerra del 1870 contro la Germania. Il giovane barone rimproverava agli intellettuali francesi di "sedere troppo spesso sul proprio cervello", dimenticando di coltivare il fisico. Sembra che l'idea di ridare vita ai Giochi Olimpici ‒ che nell'antica Grecia avevano richiamato l'attenzione di tanti uomini di cultura ‒ cominciò a prender corpo fin dal 1889, quando de Coubertin aveva 26 anni. La sua posizione sociale gli permetteva d'altronde di scambiare opinioni in proposito con eminenti personalità della cultura, della politica e del mondo dello sport, che stava allora muovendo i primi passi come fenomeno organizzativo e sociale. E fu a Parigi, la sera del 25 novembre 1892 nel grande anfiteatro della Sorbona, che de Coubertin lanciò, in presenza d'importanti personalità, il suo progetto più caro: la proposta di riportare in vita i Giochi Olimpici e nel suo libro riassume in questi termini la reazione dell'uditorio: "Avevo previsto tutto, eccetto quel che in realtà avvenne. Opposizioni, proteste, ironia o addirittura indifferenza? Niente di tutto ciò: i presenti applaudirono, approvarono e mi augurarono gran successo, ma ebbi subito la netta impressione che nessuno avesse capito. Era quell'incomprensione totale che doveva protrarsi per non poco tempo". Il CIO (Comité International Olympique), creato nel 1894 a Parigi, assunse l'incarico di organizzare i Giochi a Scadenze quadriennali. Alle gare di atletica dell'edizione inaugurale parteciparono 67 concorrenti (solo uomini) in rappresentanza di dieci nazioni, fra le quali non era presente l'Italia. L'inadeguatezza degli impianti incise negativamente sui risultati, che apparvero decisamente mediocri in relazione ai livelli già raggiunti all'epoca. In mancanza di un regolamento internazionale, le gare furono assai libere sotto diversi aspetti mentre gli ultimi decenni del 19° secolo videro prestazioni di rilievo in quasi tutte le specialità. Gli Stati Uniti assunsero già un ruolo guida nella gerarchia mondiale, seguiti abbastanza da vicino da Gran Bretagna e da altri paesi di lingua inglese, come Canada e Australia. Agli albori del Novecento l'atletica aveva compiuto i primi passi anche in buona parte del continente europeo, soprattutto in Francia e Germania. I Giochi di Londra del 1908 segnarono un deciso passo avanti nell'organizzazione e furono onorati da una buona partecipazione. L'Italia, dove l'atletica era nata per così dire da una 'costola' della ginnastica, si mise in luce con alcuni personaggi che potremmo definire fuori dal tempo, quali il mezzofondista Emilio Lunghi e il maratoneta Dorando Pietri. Emilio Lunghi, secondo negli 800 metri, è ricordato come "il primo italiano a salire su un podio olimpico" di questo sport mentre la vicenda di Pietri ebbe enorme risonanza in Italia e nel mondo in quanto giunse per primo al traguardo, ma fu squalificato per essere stato aiutato a rialzarsi proprio nella fase finale, quando cadde più volte per esaurimento. Vincitore ufficiale fu l'americano John Hayes ma all'italiano andò la simpatia di molti dei presenti e soprattutto quella dei suoi connazionali, vicini e lontani. Ebbe onori che non erano stati riservati fino ad allora a nessun vincitore ufficiale e intraprese una grande carriera da professionista nelle Americhe, dove fra l'altro ritrovò e sconfisse Hayes in più occasioni. Tuttavia queste grandi imprese precedettero di qualche anno la fondazione di un ente mondiale per l'atletica e così non poterono avere il sigillo del riconoscimento internazionale. Infatti l'atletica italiana troverà la sua espressione organizzativa nella FIDAL, la Federazione sportiva nazionale che la rappresenta. L'atletica leggera è quindi un'attività sportiva fondamentale per l'uomo e c'è una grande scelta nel praticare l'atletica, che come sport individuale, mette se stessi in competizione con gli altri. È una sfida con le misure e con i tempi, quindi una doppia sfida. Chiunque intenda avvicinarsi alla pratica dell'atletica leggera deve avere confronto unicamente con sé stesso: l'obiettivo di praticare atletica leggera è di garantire effetti benefici per la salute e per lo "stare bene" ed è infatti provato scientificamente che una attività continuativa, se non addirittura assidua, previene malattie, fa star bene e motiva fortemente chi la pratica. Quindi correre, saltare, lanciare e non stancarsi mai. Ero come un viaggiatore che stava per partire. Ogni corsa è un viaggio. Mi chiedevo: ho preso tutto? Ero alla ricerca di un tempo, troppe volte perduto. Pensai fosse la volta buona. Remai un po' in curva, controllai la sbandata all'entrata del rettilineo, non smisi di spingere, stavo andando a trentasei chilometri all'ora con le mie gambe. Corsi i primi cento in 10" 34 e i secondi in 9" 38. Arrivai con sei metri di vantaggio. Il pubblico urlò, ma io non ero sicuro. Non c'erano tabelloni elettrici, allora. Mi girai. L'unico cronometro era alla partenza. Guardai le cifre, forse avevano sbagliato anno? Eravamo nel '79 non nel '72, mi vennero tutti addosso, ci fu una grande confusione, non riuscivo più a respirare. Pietro Mennea * Campione olimpico dei 200 m a Mosca 1980, è stato primatista mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19"72 che, tuttora, costituisce il record europeo. INFORMAPIÙ 53 SFIDE BOLOGNA CAPITALE DELLO SPORT Bologna FC e Fortitudo Pallacanestro hanno conquistato la promozione in Serie A, ma Bologna è una città ricca di sport con tante altre realtà sportive che hanno disputato stagioni di successo. di Matteo Fogacci Ci sono dei momenti nella vita sociale che bisogna segnare con il pallino rosso. Di quelli che difficilmente potranno ricapitare per decine di anni. Il mondo dello sport bolognese sta concludendo una stagione (perchè alcune finali sono ancora in corso) che ha registrato davvero la rinascita ai massimi livelli della città. Come era solito dire Renato Rizzoli, presidente per 12 anni del CONI di Bologna, “siamo la capitale dello sport italiano e dobbiamo puntare sempre al massimo”. Capitale lo siamo sempre stati perchè nella città metropolitana si possono praticare quasi tutte le discipline sportive esistenti (forse manca il curling e pochi altri), ma quest'anno Bologna tra gli scudetti vinti e le promozioni ottenute ha fatto man bassa di titoli, specie negli sport di squadra, o comunque è tornata a giocare ai massimi vertici. A tutti verranno in mente le magiche notti del Dall'Ara, con le traverse di Avellino e Pescara, i gol di Sansone e le feste di piazza. Troppo facile parlare dei successi della Fortitudo targata Matteo Boniciolli, squadra che con il suo arrivo ha cambiato passo ed è stata una sorta di schiacciasassi tornando in A2 e mettendo le basi per un futuro che fa già sognare i tifosi dell'Aquila. Ma qui vorrei sottolineare soprattutto le prestazioni di chi, pur essendosi allenato almeno come i professionisti, pratica lo sport per passione, magari unendo una giornata di studio o lavoro alle due-tre ore di sedute sul campo o in palestra, perchè lo sport come lavoro è solo per pochi. Dalla prossima stagione sulle canottine dei ragazzi dell'Assetto Variabile potrà finalmente esserci la stella, il simbolo del decimo scudetto. Chi sono? I ragazzi di una delle due squadre bolognesi di hockey subacqueo (l'altra è l'H2Bo), che si sono conquistati a Cagliari lo scudetto di questo sport, divertente ma molto faticoso. Pensate di scendere e salire per respirare con pinne, maschera e boccaglio sul fondo di una piscina di due metri per colpire con una mazzetta un disco che deve entrare in hockey subacqueo 54 INFORMAPIÙ una piccola porta. Vi dicono niente Stasiouk, Gadda, Tassi, Quaglio, Bonazzi e Martinelli e i giovani U21 Dumbrava, Bottarelli, Claughton inglese in Erasmus-, Malpeli, Ceresini, Missaglia e Amorosini? Oppure Pagani, Cesari, Boccacci, Tamburini, Missaglia L. e il bomber Sanasi? Probabilmente alla gran parte di voi no. Ebbene questa è la squadra di hockey su prato di Bologna che è tornata nella massima serie dopo un avvincente spareggio chiuso soltanto agli shoot out, ovvero i rigori in movimento che devono essere realizzati in un tempo massimo di otto secondi. Ma Bologna per questo sport al campo della Barca può vantare uno dei campi più belli in Italia, che lo scorso anno ha ospitato i campionati europei under 16. Citiamo colui che è l'icona bolognese di questo sport, il tecnico Pietro Amorosini, che è il trascinatore di quest'impresa. Parliamo di un'altra impresa, che sembrava scontata durante il campionato, ma che nella partita di play off contro Pescara ha fatto scendere qualche brivido sulla schiena. È la Rari Nantes di pallanuoto femminile, tornata nella massima serie dopo una stagione incredibile. La squadra allenata da Giacomo Grassi, al suo primo anno sulla panchina felsinea, ha chiuso il torneo con 19 vittorie, 1 pareggio e 1 sola sconfitta contro il Pescara alle Naiadi nella gara 2 della finale promozione. Una macchia insignificante (Bologna sconfitta ai rigori dopo essere stata raggiunta dalle abruzzesi a 2" dalla fine dei tempi regolamentari per una clamorosa ingenuità), una macchia fatta con l'inchiostro simpatico, cancellata in gara 3 da una prestazione super delle ragazze di Grassi che allo Sterlino, in un clima di festa incredibile, hanno vinto 15-5. Giusto citare le ragazze che sono scese in acqua in questa finale: Giancritofaro, Peroni, Lenzi, Verducci (3 reti), Rendo (1), Barboni (3), D'Amico (1), Manzoni (1), Udoh, Budassi (2), Calabrese (1), Pasquali (3), Fiorini. Altre promozioni, anche se in questo caso parliamo del passaggio dalla serie C alla B per il Bologna calcio femminile Rari Nantes, squadra di pallanuoto femminile del presidente storico Sergio Grandi, che ha riportato sulla scena nazionale le sue ragazze allenate da Loris Poggi, così come non si può dimenticare il ritorno in serie B del Bologna rugby 1928. Dopo un campionato sempre avanti, è riuscito nei play off a recuperare una partenza non perfetta per chiudere in bellezza e tornare a giocare nella prossima stagione la Mortadella CUP, ovvero il derby con la Reno. In chiusura vorrei inserire tra gli sport che danno lustro alla nostra città anche la vittoria nel campionato giovanile dei Bradipi, i ragazzi di basket in carrozzina, che proprio al Paladozza hanno ottenuto uno splendido titolo italiano, il primo della loro storia, così come i ragazzi del weelchair hockey della polisportiva Antal Pallavicini, i Rangers, che hanno mantenuto la serie A nonostante le tante difficoltà che hanno dovuto affrontare. Abbiamo detto all'inizio della visibilità che hanno dato le promozioni di Bologna e Fortitudo, così come il ritorno nei play off della Virtus, ma pure la splendida cavalcata della Fortitudo baseball campione in carica e che tra poco si giocherà la finale di coppa Campioni, così come la conquista dei play off per i Warriors di football americano, con un gruppo di soli italiani per di più giovanissimi. Tutto questo senza citare anche le importanti performance dei nostri atleti individuali che si sono distinti a Baku, ai recenti Giochi Europei come Valentina Alberti nel pugilato o Giovanni Izzo nel nuoto e ciò che potrà fare Marco Orsi ai Mondiali di Kazan. Tutte punte di un movimento che vede oltre 1100 società sportive che sperano vivamente che per un definitivo rilancio dello sport bolognese la Regione Emilia Romagna prosegua con i fatti quanto promesso solo pochi giorni fa, ovvero di ritenere la pratica sportiva in tutte le sue forme un importante volano per l'economia della Regione che dunque va sostenuta con nuove leggi e contributi che non lascino soli lo sforzo di tanti dirigenti quasi sempre volontari. SFIDA SPORTIVA TRA DISTRETTI INDUSTRIALI A lcuni recenti fatti sportivi, soprattutto calcistici, hanno fatto emergere un'intrigante connessione tra successi economici di distretti territoriali o aziende specifiche e successi sportivi di squadre che ne possono essere considerate un'espressione. L'Emilia Romagna è terra particolarmente prolifica per questo sodalizio tra calcio e business. Dopo l'exlpoit del Sassuolo di Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria e proprietario della Mapei, la cui squadra si appresta a partecipare al terzo campionato nella massima serie, il miracolo sportivo e calcistico del 2015 è stato compiuto dal Carpi Calcio, neopromosso in serie A e fresco vincitore del campionato cadetto. Per dare un'idea dell'impresa sportiva di questi due paesoni della provincia di Modena basti pensare ai seguenti numeri: la popolazione di Carpi, in base ai dati Istat del 2014, ammonta a 69530 abitanti, quella di Sassuolo a 41126. La somma dei due paesi fa quindi una popolazione di 110656 cittadini; lo stadio Giuseppe Meazza di Milano contiene 81277 posti a sedere, lo stadio Olimpico di Roma contiene 82302 posti a sedere. Il successo del Carpi premia un territorio che ha saputo inventarsi nell'abbigliamento un nuovo modello di business; la città è stata storicamente al centro del distretto della maglieria e se non avesse cambiato marcia sarebbe andata incontro ad un inevitabile declino. Gli imprenditori locali invece hanno rivitalizzato il territorio creando una piccola capitale del pronto moda italiano, con aziende che per capacità di risposta al mercato sono paragonabili al fenomeno Zara, la catena spagnola che ha sfondato il mondo. Tra le aziende top del settore va citata anche la Gaudì di Stefano Bonacini, patron del Carpi Calcio, che nella compagine societaria vanta la presenza di altri imprenditori della zona, a conferma dello stretto legame con il territorio. A ulteriore conferma del fatto che dietro a certi inaspettati successi sportivi vi siano legami con eccellenze industriali c'è il caso Frosinone Calcio: la squadra di calcio, contro tutti i pronostici e contro formazioni ben più blasonate, si è guadagnata l'accesso alla serie A arrivando seconda proprio dietro al Carpi. Il propritario del Frosinone è Maurizio Stirpe, a capo della Confindustria regionale e di un'azienda multinazionale che opera nel settore della componentistica per l'auto e gli elettrodomestici. Il territorio di Frosinone si è recentemente affermato anche come polo farmaceutico d'avanguardia, all'interno di un boom della farmaceutica italiana che ha fatto dell'Italia il secondo produttore dell'Unione Europea. Infine Bologna e il Bologna FC di Joey Saputo e Joe Tacopina. La rinascita della squadra calcistica, coronata con la soffertissima promozione in serie A, rappresenta anche il rilancio in grande stile dell'economia del territorio. Recentemente infatti alcune imprese multinazionali sono arrivate o tornate nel territorio con importanti investimenti; tra esse la Toyota, l'Audi in Ducati ed in Lamborghini dove è stato stipulato un accordo industriale che ha avuto risonanza nazionale, la Philip Morris a Crespellano, la Danfoss a Castel San Pietro; ed allargando la visuale sul territorio circostante, la Luis Vuitton a Ferrara, un importante investimento in campo turistico destinato alla Riviera per cui è stata coinvolta la Banca Europea degli investimenti, l'acquisizione da parte di una cordata che comprende anche Carlo De Benedetti che ha rilevato la società Bonifiche terreni ferraresi, la più grande azienda agricola italiana e l'unica quotata. Considerata anche la prossima apertura di Fico Eataly World, che si propone di rilanciare l'immagine del cibo del territorio e del settore agroalimentare in genere, tutto ciò fa pensare al fatto che non sia poi tanto casuale l'arrivo di nuovi importanti proprietari nel Bologna Footbal Club, che fra le altre cose hanno promesso uno stadio degno delle ambizioni della città. Connessione tra sport e business, per concludere. Casualità? Causalità? Sta di fatto che il prossimo campionato di serie A sarà anche un derby tra distretti industriali, il «distretto glamour» di Carpi, con le tante aziende di abbigliamento di fascia alta, il «distretto ecotecnologico» di Sassuolo, con le aziende produttrici di piastrelle in ceramica, le aziende che producono gli impianti per fare quelle piastrelle e le imprese produttrici di adesivi sigillanti e materiali ecologici per l'edilizia; infine il «distretto delle macchine per imballaggio» di Bologna, che come si è visto risulta riduttivo definire come tale comprendendo tante eccellenti realtà industriali nazionali e multinazionali. Senza dimenticare, uscendo dal territorio regionale, il «distretto farmaceutico» di Frosinone. I dati dell'export del 2014 hanno registrato per tali distretti ottime performance, vedremo cosa dirà il campo. INFORMAPIÙ 55 CI PIACE IL GIOCO DI SQUADRA i risultati sportivi delle squadre sponsorizzate da Lavoropiu' Semif inali Playoff Finali Playoff 29/05/15 0 Avellino vs Bologna 02/06/15 2 Bologna vs Avellino 3 05/06/15 0 Pescara vs Bologna 0 10/06/15 1 vs Pescara Bologna Stagione 2014-2015 1 1 Lavoropiu' SpA, sponsor del Bologna Fc 1909 dal 2008, fa i complimenti alla societa' e alla squadra per la conquista della Serie A. Conquistat A Semif inali Playoff Finali Playoff Final Four 10/05/15 74 Fortitudo Pallacanestro Bologna vs Co.Mark Bergamo 57 12/05/15 66 Fortitudo Pallacanestro Bologna vs Co.Mark Bergamo 56 72 15/05/15 64 Co.Mark Bergamo vs Fortitudo Pallacanestro Bologna 28/05/15 83 Fortitudo Pallacanestro Bologna vs Contadi Castaldi Montichiari 71 30/05/15 76 Fortitudo Pallacanestro Bologna vs Contadi Castaldi Montichiari 66 01/06/15 51 Contadi Castaldi Montichiari vs Fortitudo Pallacanestro Bologna 56 13/06/15 42 Gecom Mens Sana 1871 vs Fortitudo Pallacanestro Bologna 66 Lavoropiu' SpA, sponsor istituzionale di Fortitudo Pallacanestro Bologna, fa i complimenti alla societa' e alla squadra per la promozione in Serie A2. 56 INFORMAPIÙ con aggiornata al 30/04/15 serie C girone D 1 2 3 4 5 40 36 34 32 30 Raggisolaris Faenza Angels Santarcangelo Virtus Imola Bk Castelfranco Emilia Basket 2000 Reggio Emilia 6 7 8 9 10 30 Libertas Ghepard Bologna 30 Tigers Basket 22 Climart Zeta Castenaso 22 Gaetano Scirea Basket 20 Fiore Basket Alberti 11 12 13 14 18 18 16 12 BSL San Lazzaro Salus Bologna Dado San Marino Rebasket La BSL San Lazzaro con la seconda vittoria consecutiva nei Playout conquista la salvezza del Campionato di Serie C. con 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 aggiornata al 05/04/15 A2 Maschile 11 12 52 51 47 38 38 38 29 25 23 19 19 17 Sieco Service Ortona Globo Banca Pop. Frusinate Sora B-Chem Potenza Picena Caffè Aiello Corigliano Cassa Rurale Cantù Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia Domar Matera Il Volley Tricolore Reggio Emilia e' stato eliminato dai playoff, peròo'guarda con il sorriso al futuro, consapevole di aver posto le basi per una stagione 2015/16 ad alti livelli. Conad Reggio Emilia Materdominivolley.it Castellana Grotte Centrale McDonald's Brescia Maury's Italiana Assicurazioni Tuscania Aurispa Alessano con B1 Femminile aggiornata al 10/05/15 02/05/15 3 Coveme S.Lazzaro VIP BO vs Emilbronzo 2000 Mont.MO 0 10/05/15 0 Atomat Volley Udine vs Coveme S.Lazzaro VIP BO 3 Playoff Semif inali Playoff 17/05/15 0 Eurospin Pinerolo vs Coveme S.Lazzaro VIP BO 20/05/15 3 Coveme S.Lazzaro VIP BO vs Eurospin Pinerolo 3 2 26/05/15 1 Fenera Chieri vs Coveme S.Lazzaro VIP BO 3 31/05/15 0 Coveme S.Lazzaro VIP BO vs Fenera Chieri 3 03/06/15 3 Fenera Chieri vs Coveme S.Lazzaro VIP BO 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 55 55 50 49 47 46 43 40 34 33 27 17 4 4 Domovip Porcia PN Emilbronzo 2000 Mont. MO Coveme S.Lazzaro VIP BO V.Millenium Brescia Isuzu Enermia 434 VR Studio 55 Ata Trento Volley La Sportiva BS Service Med S. Donà VE Itas Cittàfiera Mart. UD Atomat Volley Udine Le Ali Padova V. Project Brunopremi Bassano VI Liu Jo Modena Union Volley Jesolo VE Lavoropiu' e' f iera di aver sostenuto le atlete di VIP Volley San Lazzaro che, al termine di una stagione sportiva faticosa ma densa di soddisfazioni, escono dal campionato durante la semif inale playoff per conquistare la serie A2. INFORMAPIÙ 57 IL MONDO A MISURA DI BAMBINO "MAMMAAA, LEGGIAMO UN LIBRO INSIEME?" "Non si nasce con l'istinto della lettura come si nasce con quello di mangiare e bere... Bisogna educare i bambini alla lettura." (Gianni Rodari) Da mamma devo dire che è proprio bello sentirsi fare questa domanda dai propri figli o comunque dai bambini in generale. Far nascere nei bambini, fin da subito, il desiderio di leggere è uno dei regali più belli che possiamo fargli. Quando noi adulti leggiamo qualcosa ai bambini entriamo subito in sintonia con loro, entrambi ci immergiamo in quel mondo che prende vita fra le pagine e questo fa sì che si venga a creare una comunicazione intensa, fatta di emozioni, complicità e fiducia. Leggere permette al bambino di conoscere meglio le proprie emozioni, a volte anche quelle più strane per lui e il no- 58 INFORMAPIÙ stro compito è proprio quello di stare al loro fianco per contenerli, rassicurarli e, nel caso ce ne fosse bisogno, dargli delle spiegazioni. Leggere sviluppa l'immaginazione e, cosa molto importante, permette al bambino di "conoscere", sia se stesso, sia il mondo che lo circonda, in un modo alternativo, che non è la sola esperienza diretta. Come dice Rodari: "La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo" Leggere è un modo per trasmettere ai nostri bambini dei messaggi e i valori in cui crediamo. Leggere chiaramente migliora anche lo sviluppo linguistico del bambino. È importante saper leggere non “al” bambino ma “con” il bambino, in una comunicazione reciproca e ricca. A seconda dell'età, e quindi delle tappe dello sviluppo psicomotorio, ci sono libri e modalità di lettura più adatte. Al bimbo molto piccolo, di pochi mesi, più che leggere storie dobbiamo cantare ninne nanna, filastrocche (ripeschiamo fra quelle che ci cantavano le nostre nonne e le nostre mamme), perchè chiaramente il bambino sarà molto più sensibile al suono e alla melodia e possiamo tranquillamente utilizzare sempre la stessa perchè il bambino è molto attratto dai rituali. Dai 6 ai 12 mesi gli possiamo proporre i libricini piccoli, tipo giocattolo, con dei disegni e fatti di materiale maneggievole che possano toccare e mordicchiare. Noi possiamo già iniziare ad inventarci qualche storiella legata ai disegni, per fare in modo che l'esperienza dell'oggetto-libro si associ alla memoria del racconto. Dai 12 ai 24 mesi il bambino è attratto dai libri grandi, animati, colorati, con pagine facili da sfogliare e con storie che ripropongono momenti cruciali della loro giornata, dove possano riconoscersi e riconoscere anche le emozioni diverse che provano ogni giorno. In questa fase è anche importante far diventare la lettura un appuntamento fisso, che il bambino possa desiderare ogni giorno, come per esempio prima della nanna al pomeriggio o prima della buonanotte. La lettura non va imposta, la lettura deve essere un piacere, perciò se qualche volta capiamo che il bimbo non è concentrato o non ne ha voglia, lasciamo stare, andrà meglio il giorno dopo. Importantissimo è iniziare a leggere al bambino in modo attivo, recitando un po', utilizzando la mimica facciale e cambiando il tono della voce al cambiare dei personaggi. Tutto questo accrescerà tantissimo il loro interesse e la loro concentrazione. Dai 2 ai 3 anni il bambino è attratto da quelle storie che lo aiutano a risolvere i suoi problemi di ogni giorno (la pappa, il vasino, l'arrivo di un fratellino intruso, etc...). In questa fase al bimbo piace sfogliare il libro da solo, leggere e rileggere la stessa storia infinite volte, terminare le frasi da solo e raccontare la storia a modo suo. Tutto questo lo rassicura. Dai 3 ai 6 anni il bambino ama le storie più strutturate, che lo coinvolgano e che lo aiutino a superare alcune sue paure. Di solito durante la lettura fa domande, commenta, propone soluzioni e crea anche nuove storie prendendo spunto dalle vecchie. Durante la gravidanza noi mamme leggiamo una quantità assurda di libri sui bambini, sulla loro educazione, ci imbattiamo in ogni blog possibile e immaginabile ed effettivamente quel- "Se riesci a far innamorare i bambini di un libro, di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un divertimento. Così, forse, da grandi diventeranno lettori. E leggere è uno dei piaceri e uno degli strumenti più grandi e importanti della vita." R. Dahl lo che ho scritto fino ad ora è proprio quello che trapela da tutte queste fonti; ma quando diventiamo effettivamente mamme ci rendiamo conto che è proprio così, i valori e il potere della lettura sono proprio quelli. Nella mia esperienza mi sono resa conto di aver utilizzato tante volte la lettura di libri specifici proprio per trasmettere dei messaggi ai miei figli. In un periodo dove il mio piccolino aveva come hobby quello di mordere gli ho letto un libro intitolato "Sai dirmi perchè non devo dare morsi?" Questa storia educa il bambino ad interrogarsi sul "perchè" morde e offre delle alternative a questi comportamenti senza fornire la soluzione magica. Un altro libro famosissimo e molto utilizzato anche dalle scuole è quello sulla rabbia, intitolato "Che rabbia!" che serve proprio per insegnare ai bambini ad esternare la propria rabbia, senza reprimerla, ma rassicurandoli e sostenendoli nella gestione di questa emozione, per aiutarli a trovare il proprio modo per gestirla. Il libro racconta di Roberto, un bambino che, costretto dal padre a fare cose contro voglia, si rinchiude in camera arrabbiato. La sua rabbia è talmente grande che si materializza in una Cosa Rossa, enorme, mostruosa che comincia a distruggere tutta la camera. Il bambino si rende conto della distruttività della sua rabbia e, riprendendo il controllo di sè, comincia a riaggiustare ciò che la Cosa Rossa ha distrutto. Questa comincia, quindi, a farsi sempre più piccola, fino a che Roberto la ripone in una scatolina blu. La cena è ancora calda e Roberto la gusta con il suo papà. Un libro affinchè ciascun bambino impari a trovare la sua scatolina blu in cui riporre la propria rabbia, quando diventa distruttiva. Per chi ancora non lo conoscesse, voglio parlarvi di un progetto molto interessante che ha come obiettivo proprio quello di avvicinare i bambini alla lettura già dai primi mesi di vita che si chiama "Nati per Leggere". È nato nel 1999 e promuove la lettura ad alta voce fra i bambini di età compresa fra i 6 mesi e i 6 anni. Nati per Leggere è stato creato dall'alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso l'Associazione Culturale Pediatri, l'Associazione Italiana Biblioteche e il Centro per la Salute del Bambino Onlus. Il progetto è attivo in tutta Italia e si sviluppa attraverso progetti locali che coinvolgono i vari comuni. Ho avuto occasione di partecipare a questi incontri in alcune biblioteche nella mia zona e devo dire che sono proprio bei momenti, si socializza, si ascoltano letture molto interessanti e lette anche molto bene da chi usa le giuste tecniche e sa coinvolgere i bambini. È un ambiente alternativo, soprattutto durante i mesi invernali, in cui poter trascorrere del tempo con i propri figli in modo più stimolante rispetto al nostro salotto dove la TV è sempre in agguato. Inoltre, alla fine di queste letture, possiamo approfittarne per scegliere insieme dei libri da portarci a casa e leggere con calma. Cercate subito sul sito del vostro comune di residenza o di comuni limitrofi le iniziative legate a questo progetto e iniziate questo nuovo viaggio insieme ai vostri figli! INFORMAPIÙ 59 TECNOLOGIE CASA E LAVORO... CONFONDERE LE COSE CON IL BYOD Il BYOD è un fenomeno sempre più diffuso con il quale le aziende prima o poi dovranno fare i conti. L' Molto spesso scegliamo per il nostro proprio uso personale i dispositivi di fascia più alta dalle elevate prestazioni, spesso ben sopra alle nostre capacità o necessità di utilizzo non badando a spese. I nostri dispositivi personali pertanto hanno prestazioni più alte di quelli messi a disposizione delle aziende che sono molto attente al budget del proprio "parco macPartiamo come al solito dalla spiegazione di un'acrochine" (dando la più larga accezione a questo terminimo: BYOD. BYOD sta per Bring Your Own Device ne, volendo comprendere la totalità dei dispositivi la cui traduzione letterale è "porta il tuo dispositivo", sopra elencati). intendendo per dispositivo il portatile o il computer Di qui la richiesta dei dipendenti di poter utilizzafisso, ma più spesso lo smartphone o il tablet. re i propri dispositivi per accedere agli applicativi e È un dato di fatto che ormai smartphone e tablet alle informazioni aziendali; la richiesta è talmente sono oggetti di largo consumo diffusissimi tra tutte diffusa (anche se non necessariamente accettata dalle le persone, ormai diventati un prezioso quanto quasi aziende) da essere diventata un fenomeno, il BYOD banale regalo di Natale o di compleanno, così come appunto, analizzato da più osservatori. altrettanto diffusi sono pc fissi e portatili. articolo questa volta non sarà puramente dedicato alla tecnologia, parleremo invece di come l'evoluzione e la diffusione della tecnologia impatti sulla gestione del lavoro e quindi, in ultima battuta, anche sulla vita stessa di molti lavoratori. 60 INFORMAPIÙ Ma come reagiscono le aziende a queste richieste? La risposta delle aziende non è banale, infatti la scelta di favorire o meno il BYOD deriva da valutazioni di problemi divergenti. Vediamoli nel dettaglio. Soddisfazione, produttività, qualità della vita L'uso dei propri dispositivi, scelti su misura e spesso di alto livello tecnologico, l'abitudine e la conoscenza dello strumento oltre che la continua disponibilità dello stesso aumentano la soddisfazione del lavoratore, facendone aumentare quindi la produttività oltre che il tempo di utilizzo per scopi lavorativi. Questo per lo meno secondo i risultati di alcune ricerche effettuate da Vanson Bourn. Questo aspetto è tuttavia strettamente legato al concetto di telelavoro, sicuramente poco diffuso in Italia in quanto l'aspetto di soddisfazione e miglioramento della qualità della vita è spesso controbilanciato dalla paura di perdita di controllo da parte del datore di lavoro, cosa tanto più vera quanto più la mansione poco si presta alla flessibilità. Mobilità Poichè il BYOD è un fenomeno che coinvolge principalmente smartphone e tablet, favorisce l'uso in mobilità di questi strumenti, aumentando la flessibilità dell'organizzazione e l'esigenza sempre più diffusa di accedere ai dati aziendali sempre e dovunque: questo si fa con la propria mail, con i propri contatti personali, con il proprio profilo facebook, perchè non poterlo fare con il gestionale, il CRM, con il portale aziendale? Sicurezza L'accesso ai software aziendali da dispositivi qualsia- si e non controllabili al 100% dal reparto IT pone una grossa sfida dal punto di vista della sicurezza che deve rimanere alta anche a fronte dell'aumento di flessibilità. La sicurezza è minacciata a causa di 2 fattori: la mancanza di uniformità dei device utilizzati allo stesso tempo e l'impossibilità di controllare completamente gli stessi inibendo certe funzionalità potenzialmente pericolose. Lo sforzo richiesto al reparto IT è quindi duplice: da un lato allargare le proprie conoscenze a più sistemi basati su tecnologie e sistemi operativi diversi, dall'altro lato deve sviluppare il più possibile soluzioni platform-independent. Costi L'adozione di strategie più o meno strutturate e più o meno promosse dall'azienda piuttosto che da iniziative personali dei dipendenti e la grande diffusione di dispositivi fra la maggior parte dei lavoratori fa sì che le spese di dispositivi aziendali potrebbero diminuire sensibilmente anche qualora l'azienda decidesse di riconoscere una quota dell'acquisto del dispositivo o dei costi di connessione. Per una completa valutazione del costo del ricorso ad approcci BYOD è necessario comprendere eventuali costi di sviluppo o adattamento delle piattaforme in uso per permettere accessi anche da dispositivi per i quali inizialmente il software non era pensato. Si pensi ad esempio ad un'applicazione con interfaccia web pensata per un uso desktop, le pagine dell'applicazione potrebbero non essere responsive ed impedirne un uso agevole dai touchscreen di smartphone e tablet: l'intervento di sviluppo necessario non sarà radicale, tuttavia richiederà nuove competenze ed un lavoro specifico anche considerevole. INFORMAPIÙ 61 LOST AND FOUND Cosa è successo nel mondo negli ultimi due mesi? Qui trovi ciò che ti sei perso... ITALIA 1 maggio Apre Expo Milano 2015, l'Esposizione Universale che l'Italia ospiterà fino al 31 ottobre 2015. Sarà il più grande evento mai realizzato sull'alimentazione e la nutrizione. Per 6 mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un'esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un'area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi. REGNO UNITO 2 maggio La “Royal Baby” è nata sabato nel padiglione Lindo Wing del St. Mary Hospital di Londra. È il nome usato per indicare il secondo figlio della duchessa Catherine “Kate” Middleton e del principe William d'Inghilterra: è una bambina, pesa 3 chili e 700 grammi (più o meno come il fratello, alla nascita) e si chiama Charlotte Elizabeth Diana. REGNO UNITO 7 maggio Si sono svolte le elezioni parlamentari in Inghilterra. È stata la corsa elettorale più serrata degli ultimi dieci anni e il Regno Unito si conferma conservatore. Il partito di David Cameron, come previsto dai risultati degli exit poll, ha la maggioranza assoluta in Parlamento. Sul totale di 650 seggi ne ha ottenuti 331 assicurandosi quindi il numero sufficiente per diventare il partito di maggioranza del Paese. FILIPPINE 13 maggio 72 persone sono morte nelle Filippine a causa di un grande incendio che si è sviluppato all'interno di una fabbrica di calzature infradito a Valenzuela City, nell'area metropolitana della capitale Manila, nel pomeriggio di mercoledì 13 maggio. Oltre alle persone morte ci sono state decine di feriti e intossicati, e le autorità locali parlano di alcune decine di dispersi. All'interno dello stabilimento erano al lavoro tra le 200 e le 300 persone. 62 INFORMAPIÙ USA maggio 21 persone sono morte in Texas, negli Stati Uniti, a causa delle forti piogge e dei venti che in alcuni casi si sono trasformati in tornado. Altre 6 persone sono morte nello stato dell'Oklahoma e 14 nel nord del Messico. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che in Texas è in corso un disastro nazionale e che lo stato riceverà aiuti federali per far fronte all'emergenza. La decisione di Obama ha reso disponibili i fondi pubblici per la ricostruzione e permetterà alle persone le cui attività o abitazioni sono state danneggiate di fare richiesta per ottenere un rimborso. USA 17 giugno Si è verificata una sparatoria in una chiesa cristiana metodista di Charleston, in South Carolina, durante la quale sono state uccise nove persone. La notizia è stata confermata dal sindaco di Charleston e dalla polizia locale. La polizia ha identificato il sospettato e ha diffuso alcune sue foto: si chiama Dylann Storm Roof, ha 21 anni ed è originario di Columbia (la capitale del South Carolina). Sei delle persone uccise durante la sparatoria erano donne, tre erano uomini. Fra le persone uccise nel corso della sparatoria c'era anche il senatore statale democratico del South Carolina, Clementa Pinckney, pastore della chiesa e famoso attivista locale per i diritti dei neri. USA 26 giugno La Corte Suprema degli Stati Uniti ha reso incostituzionali le leggi statali che vietano il matrimonio gay, rendendolo di fatto legale in tutto il paese. La decisione è stata presa con cinque giudici favorevoli e quattro contrari: è stato stabilito che in base al Quattordicesimo emendamento della Costituzione americana – quello sull'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge – gli stati devono permettere a tutti i cittadini di sposarsi con chi vogliono e riconoscere i matrimoni gay celebrati fuori dai loro confini, mentre i divieti dei matrimoni gay sono incostituzionali. FRANCIA 26 giugno A Lione si è verificato un barbaro attacco: la vittima è un imprenditore, l'aggressore un suo dipendente. È stato provocato un incendio nell'impianto di gas industriale Air Products dove è stato ritrovato un corpo decapitato, la cui testa - coperta di scritte in arabo - è stata ritrovata a diverse decine di metri dal corpo, infilzata sul recinto del cortile dello stabilimento. TUNISIA 26 giugno Terrore sulla spiaggia delle vacanze in Tunisia, in un venerdì di Ramadan segnato anche da attentati in Francia, Kuwait e Somalia. Dopo la strage del Bardo, un altro colpo della Jihad a un settore trainante dell'economia tunisina. Uomini armati hanno attaccato la spiaggia di due resort di lusso a Sousse, nel golfo di Hammamet. Spari sulla spiaggia, scene di panico e turisti chiusi nelle camere dell'hotel Imperial Marhaba. Secondo il ministero della Salute di Tunisi, 38 persone sarebbero rimaste uccise. INFORMAPIÙ 63 PAUSA CAFFÈ Le ricette di Wonder Mamma F ar mangiare le verdure ai bambini è sempre un dramma… Lo sanno bene le Wondermamme che cercano di camuffarle in tutti i modi all'interno di altre pietanze più gradite ai loro pargoli… Ma se proviamo a dare un nuovo twist a queste famigerate verdure, magari i bambini scopriranno nuovi sapori e potranno iniziare a gustarle senza sotterfugi… Quindi, sempre in accordo con il poco tempo che una wondermamma ha a disposizione, ecco una freschissima “coppa di gelato”, da presentare come antipasto, che farà adorare le zucchine anche ai bimbi più capricciosi! Crema di zucchine con mousse di formaggio Ingredienti: 300 gr di zucchine bianche 100 gr di gorgonzola dolce 50 gr di formaggio fresco spalmabile 10 gr di scalogno basilico timo olio extravergine di oliva sale e pepe Per decorare: basilico pomodori ciliegini grado di difficoltà Preparazione: Frullare nel mixer il gorgonzola tagliato a pezzi e la crema spalmabile. Regolare di sale e pepe e tenere da parte. Tagliare le zucchine a rondelle sottili e tritare lo scalogno. In una padella antiaderente scaldare l’olio e far stufare lo scalogno, infine aggiungere le zucchine e un po’ di timo (per una versione light - visto che la wondermamma riesce anche a stare a dieta! – lo scalogno e le zucchine possono essere stufate anche solo con un po’ di acqua, l’importante è utilizzare una padella antiaderente). Regolare di sale e passare le zucchine al mixer frullandole grossolanamente. Munirsi di due sac-à-poche e riempirne una con la mousse di formaggio e l’altra con le zucchine. Versare prima il composto di zucchine in bicchieri di vetro e poi la mousse. Decorare con foglioline di basilico e timo oppure, per rendere ancora più colorata e invitante la “coppa gelato”, con un pomodorino ciliegino tagliato a metà. Buon appetito e buon divertimento! Libri Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita Cheryl Strayed Piemme, 2015 consiglio per la lettura N ick Hornby l'ha definito uno dei migliori libri che ha letto negli ultimi dieci anni. È una storia di impegno, determinazione, coraggio, paura e fatica. È l'autobiografia di Cheryl Strayed alle prese con l'avventura di percorrere a piedi il Pacific Crest Trail (Pct) nel 1995, quando aveva 26 anni. 1800 km a piedi, 3 mesi di marcia. Con una famiglia disintegrata dopo la morte prematura della madre, un matrimonio fallito e una storia di droga e di sesso alle spalle, Cheryl si imbatte per caso in un libro sul Pct, che si snoda fra le vette attraverso la California e l'Oregon. Una sfida per camminatori allenati e una missione impossibile per principianti. Con l'entusiasmo e l'incoscienza da neofita, Cheryl si butta in quest'avventura, sperando di rimettere ordine nella sua vita durante la marcia in solitudine. Il racconto del percorso segue il filo dei suoi pensieri, sospeso fra la natura magnifica dei luoghi del Pct e la storia personale dell'autrice. Cheryl percorre tutto il tragitto senza mollare mai, malgrado la fatica, i piedi martoriati, il peso dello zaino (battezzato “Mostro”) che le provoca piaghe sulle spalle e sul busto. Wild è anche una storia di formazione che regala la sensazione di camminare al fianco dell'autrice verso la meta. CURIOSITÀ: : Il libro ha ispirato il film "Wild" uscito nelle sale il 2 aprile. Cheryl è interpretata dal premio Oscar Reese Wintherspoon. 64 INFORMAPIÙ I 50 libri che hanno cambiato il mondo Andrew Taylor Garzanti 2015 consiglio per la lettura Musica Hitalia.rocks – Gianna Nannini 23/5/15 Bologna Unipol Arena I n un numero come questo che state leggendo, ad alto tasso rock, non poteva mancare la recensione del tour di Gianna Nannini, vera Signora del rock italiano. Il nome del tour richiama l'ultima fatica discografica dell'artista senese: una raccolta di grandi hit italiane rivisitate in chiave rock intitolata Hitalia. E, dunque, la scaletta del concerto alterna omaggi a canzoni celebri e indimenticabili – L'immensità, Dio è morto, La canzone di Marinella, Volare, Lontano dagli occhi – a suoi successi storici partendo da America che, nel 1979, la lanciò verso una carriera perennemente in ascesa. E poi ancora, tra le sue hit del passato, ha incantato il pubblico dell'Unipol Arena con Sei nell'anima, Meravigliosa creatura, Aria e l'ha fatto ballare e cantare a squarciagola con Fotoromanza, Ragazzo dell'Europa e l'intramontabile I maschi. Gianna Nannini è adrenalinica, sembra senza età, canta mettendo dentro ad ogni nota tutto il fiato che ha, ride, sorride al suo pubblico, non si ferma un attimo: è energia allo stato puro! Certo alcune imperfezioni vocali ci sono ma i fan non sembrano nemmeno accorgersene, è così vera e diretta che le si perdona tutto. Con la sua giacca bianca e l'aria stropicciata delle vere rocker ha continuato sulle note di Profumo, Io, Amandoti e ancora qualche cover del passato di suoi autorevoli colleghi come C'è chi dice no, Un'avventura, Io che amo solo te. L'apertura di tutte le tappe è stata affidata al giovane Enrico Nigiotti, tra le nuove proposte di Sanremo 2015 e, oltre alla band, la cantante si è avvalsa della collaborazione di Alan Moulder, produttore di famosi gruppi musicali (U2, Depeche Mode, Foo Fighters solo per citarne alcuni). gradimento E sistono tanti tipi di liste, tutto è ascrivibile ad un elenco e i libri non fanno eccezione. Tanti sono stati gli autori e i critici letterari che hanno pubblicato la loro personale biblioteca “universale”, nessuno sarà mai totalmente d'accordo con chiunque si sia lanciato in imprese del genere, ognuno di noi ha i suoi personalissimi libri che hanno cambiato la propria vita, non certo il mondo! L'inglese Taylor non si differenzia dagli altri, però ha provato a ridurre drasticamente il numero dei libri, spesso i predecessori sono arrivati a 100, lui si è fermato a 50. Inoltre, ha provato ad inserire non solo libri “positivi” o di alta letteratura, ma anche scritti che hanno rappresentato epoche buie dell'umanità. E, dunque, accanto agli immancabili classici, ecco comparire nella lista Il Manifesto del partito comunista, il Libretto Rosso di Mao, I protocolli dei Savi di Sion. E tra Moby Dick, l'Ulisse di Joyce, Se questo è un uomo di Levi, trova spazio addirittura l'Elenco abbonati del distretto telefonico di New Haven del 1878 perché, citando l'autore, “nessuno si sognerebbe di affermare che l'elenco telefonico abbia influenzato lo sviluppo del pensiero e della letteratura […] ma questo testo ha cambiato radicalmente la vita e le aspettative di miliardi di persone in tutto il pianeta”. Ad aprile 2015 si è spento Günter Grass, all'età di 87 anni, dopo una vita costellata da successi letterari ma anche da polemiche e contraddizioni importanti. Lo scrittore è stato premio Nobel nel 1999 ed ha fatto parte della corrente di autori che hanno aperto e alimentato una riflessione critica sul nazismo e sull'Olocausto. Molti critici, però, dopo le rivelazioni sul suo passato nazista, avrebbero voluto annullare il riconoscimento. Al di là delle controversie scaturite dalle sue vicende personali, rimane uno scrittore di indubbia bravura che ha prodotto opere molto ben riuscite. Il suo primo successo, Il tamburo di latta, narra le vicende di Oskar, ragazzo deforme e introverso che, per delusione nei Il tamburo di latta confronti del mondo degli adulti, decide di non crescere più e se ne va in giro con un tamburo di latta al collo e con la sua Günter Grass voce capace di acuti che rompono i vetri. La varia umanità Feltrinelli, 1962 che incontra nella sua vita, a partire dai suoi stessi genitori, veri o presunti, lo porta a narrare vicende al limite del credibile. Deciderà di ritornare a crescere alla morte del padre putativo gettando via nella fossa anche il tamburo di latta, simbolo del dolore ma anche della creatività e della difficoltà consiglio per la lettura di comunicare del ragazzo. INFORMAPIÙ 65 LUOGHI (NON) COMUNI DONNE AL VOLANTE... Nel 1907 Ernestina Prola fu la prima donna italiana a prendere la patente. E se l'origine del proverbio avesse a che fare con il suo modo di guidare? G uido da più di 10 anni, senza la macchina non potrei vivere, sono pigra e crescendo sono diventata insofferente agli autobus. Con la macchina vado dappertutto, la uso quotidianamente e spesso anche in vacanza, per viaggi anche molto lunghi. Non ho mai avuto paura di guidare e mi piace la velocità. So fare benzina, ma quello che succede all'interno del cofano della macchina è vera e propria magia. Ho un amico meccanico mooolto paziente che mi ricorda quando è ora di fare manutenzione e ogni volta tenta di spiegarmi cose strane che dimentico dopo un quarto d'ora. Per principio non parcheggio nei posti riservati al sesso femminile e riconosco che le donne sono meno propense alla guida rispetto agli uomini. Non ho mai fatto incidenti stradali, né segnato la macchina per fare parcheggi. Eppure mi rendo conto che certe cose ad un uomo non succederebbero mai... L'altro giorno stavo andando al centro commerciale con una mia amica, guidavo io. Posteggio la macchina nel parcheggio sotterraneo ed entriamo. Dopo un paio d'ore siamo pronte per tornare alla macchina, cerco le chiavi e non le trovo nella borsa, non ci sono neanche nelle tasche... Panico. Ci precipitiamo di corsa nel parcheggio... La macchina era ancora lì, grazie al cielo! Ma dove diavolo avevo messo le chiavi?! Mentre mi sforzo di ricordare dove potevo averle dimenticate, mi accorgo che lo sportello del guidatore è spalancato. Inizio a sudare freddo, faccio segno alla mia amica di fare silenzio e mi avvicino lentamente... Nella macchina non c'era nessuno... Sul sedile però c'erano le chiavi, abbandonate. Ora, che cosa ci stessimo raccontando di così interessante io e la mia amica per dimenticarmi di chiudere lo sportello e di prendere le chiavi non lo so... Non ricordo a cosa stessi pensando mentre mi allontanavo dalla macchina... Sicuramente chiunque passando di lì avesse avuto l'idea di rubare l'auto se la sarebbe tolta dalla testa in fretta pensando che il proprietario avesse lasciato lo sportello aperto solo per qualche secondo e fosse di ritorno. Comunque questo è il genere di cose che, sì, ad una donna può capitare. Lavare la macchina solo un paio di volte all'anno, scoprire di avere lasciato nel baule gli oggetti più improbabili, rimanere senza acqua per lavare i vetri, dimenticarsi di chiudere i finestrini, truccarsi ai semafori... Cose banali e frequenti che succedono più o meno a tutte le donne, ma che per un uomo sono impensabili. Forse non siamo un pericolo costante, semplicemente affrontiamo la guida in modo più leggero, più femminile! L'invenzione della freccia, ad esempio, viene attribuita ad una donna: Florence Lawrence. Nel 1913 l'attrice hollywoodiana collaudò un metodo rudimentale per segnalare la propria direzione di marcia agli altri automobilisti, precursore dei moderni dispositivi di segnalazione a bordo degli autoveicoli. Ernestina Prola, invece, fu la prima donna italiana ad ottenere la patente, nel 1907. Pensate a come deve essersi sentita a guidare circondata solo da uomini! Chissà quali pregiudizi hanno dovuto combattere lei e le altre donne italiane di quel periodo prima di poter dimostrare di essere in grado di fare una cosa esattamente come gli uomini, e forse anche meglio... Fino ai primi anni '50 comunque le donne al volante erano davvero poche. Poi nel 1995 negli Stati Uniti cominciano ad avvicinarsi agli uomini: i maschi patentati 17 anni fa erano 89,2 milioni, contro 87,4 milioni di donne. Trascorsi quindici anni, nel 2010 si è rilevato il sorpasso: 105,7 milioni di donne e 104,3 Highway to Hell, AC/DC (1979) 66 INFORMAPIÙ milioni di uomini. Anche se non dappertutto: ci sono paesi in cui le donne guidatrici sono un minoranza ristretta. Ancora oggi in Arabia Saudita è vietato alle donne di guidare. L'origine del proverbio “Donna al volante pericolo costante” sembrerebbe essere radicata nell'immaginario collettivo che vede il popolo femminile destreggiarsi con maggiore difficoltà fra parcheggi e manovre che richiedono un elevato grado di precisione. Secondo una recente indagine condotta dall'agenzia dei trasporti britannica, le donne avrebbero effettivamente bisogno di più ore di addestramento rispetto agli uomini per ottenere la patente di guida e impiegherebbero anche più tempo in media nel portare a termine un parcheggio. Il cervello maschile sembrerebbe essere maggiormente predisposto al calcolo immediato delle manovre essenziali per un parcheggio ben fatto. In compenso sarebbe, però, più incline a sfidare i li- miti di velocità e sicurezza. Un team di ricercatori della Bradford University (Inghilterra) ha condotto una serie di test su donne dai 18 ai 35 anni, arrivando a dimostrare che la donna ha un atteggiamento migliore verso la conduzione di un veicolo rispetto all'uomo, secondo i criteri di prudenza, responsabilità e sicurezza. L'elemento chiave responsabile dell'efficienza riportata dal sesso femminile è la maggiore quantità di estrogeni presenti nella donna. Lo studio, infatti, suggerisce che l'estrogeno possa influenzare positivamente l'attività neuronale dei lobi frontali, quella zona, cioè, preposta all'apprendimento delle regole e al controllo dell'attenzione e dei riflessi. Il testosterone, invece, prevalente nell'organismo maschile, indurrebbe gli uomini alla guida a lasciarsi andare a comportamenti rischiosi, più impulsivi e quindi poco prudenti e alla conduzione del veicolo con un'andatura più veloce di quella delle donne. D'altro canto, però, il testosterone ha anche i suoi lati positivi. È fondamentale per sviluppare il senso dello spazio e delle misure, cosa che aiuterebbe i guidatori nelle manovre e nei parcheggi. Sembra proprio che i parcheggi siano il nostro punto debole... Per dirla con le parole dello scrittore William E. Vaughan : “Oggi le donne esercitano le più svariate attività: sono diventate fantini, giocatrici di baseball, scienziate atomiche, dirigenti d'azienda... E forse un giorno impareranno anche a parcheggiare la macchina.” Non disperiamo, ce la faremo! INFORMAPIÙ 67 VIAGGI SPAGNA La Spagna, ufficialmente Regno di Spagna, è uno stato democratico, membro dell’Unione europea e della NATO. È organizzato sotto forma di monarchia parlamentare. Insieme al Portogallo, Andorra e Gibilterra, forma la Penisola Iberica. La Spagna ha una superficie di 505.519 km², conta 46.507.760 abitanti e occupa l'84,5% del territorio della penisola iberica. D opo un lavoro certosino per riuscire a far entrare il necessario per tre settimane di viaggio in 2 motovaligie, saliamo in sella, destinazione tour della Spagna con la nostra moto. La prima tappa è a Montpellier, nel sud della Francia, poco oltre il confine italiano, per un saluto a degli amici che abitano in questa città da qualche anno. Il secondo giorno siamo già nelle ramblas di Barcelona, capoluogo della Catalogna; ci fermiamo 3 giorni per visitare Plaza Catalunya, il Barrio Gotico e l'Eixample, quartiere dove le opere di Guadì (esponente di spicco della corrente del modernismo architettonico) sono in ogni angolo. Dello stesso architetto, la Sagrada Familia, chiesa spettacolare ed imponente, ad oggi ancora incompiuta. Prima di lasciare la città, saliamo sul monte Montjuïc, il piccolo monte situato vicino al porto, sulla cima del quale si trova il Castell de Montjuïc, un'antica fortezza militare che servì per vigilare l'entrata a Barcellona dal mare e da cui si può ammirare il fantastico panorama della città. Si riparte per la tappa successiva, Saragozza, dove esploriamo le vie centrali e la famosa Basilica di Nostra Signora di Pilar, uno dei santuari più famosi di Spagna. Non ci fermiamo a lungo perché ci aspetta una delle mete principali del nostro viaggio, Toledo, ex capitale della Spagna, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Il centro storico di Toledo è un autentico museo a cielo aperto ed è anche il centro storico più grande dell'intera Spagna; si entra attraversando la Porta Nuova di Bisagra e si arriva al paseo del Miradero e successivamente plaza del Zocodover, il posto migliore dove mangiare nel centro storico. Poco distante, plaza del Ayuntamiento, dove ammiriamo l'edificio rinascimentale sede del municipio della città, e la cattedrale, emblema di Toledo. Ci fermiamo in questa città 2 notti, dormendo in uno splendido hotel arroccato su una collina da cui si 68 INFORMAPIÙ vede tutta la città. Risaliamo in sella per raggiungere Torremolinos, vicino a Malaga, dove ci fermiamo qualche giorno per riposarci, prendere il sole e vivere la movida della Costa del Sol. Abbronzati e riposati, ripartiamo per Ronda, una delle città spagnole più antiche, in buona parte con evidenti contaminazioni arabe e dove si trova una delle plaza de toro più belle; molto suggestivo il Ponte Nuevo, costruito su uno strapiombo di quasi 200 mt e che unisce le due parti dell città. Vicino a Ronda c'è un'altra città che non si può non visitare: Siviglia. Plaza de Espana è molto scenografica con la sua pianta semicircolare e un'enorme fontana centrale; in questa città si trova anche la terza cattedrale cattolica più grande del mondo, la Cattedrale di Santa Maria, costruita nel XIV dove sorgeva una moschea di cui ha mantenuto la Giralda, il minareto che oggi è la torre campanaria. Prossima meta Cordoba, in cui spicca per bellezza la Grande Moschea, la Mezquita, che è attualmente la Cattedrale della città, e il Ponte Romano sul Guadalquivir. Abbiamo ancora pochi giorni e iniziamo il viaggio di ritorno seguendo tutta la Costa Brava e incontrando paesini splendidi come Tossa Del Mar, bellissimo borgo medioevale sul mare e poi Palamos, l'Escala, Castelló d'Empúries, El Port del la Selva. Appena lasciata la Spagna, entriamo nel territorio francese dove ci fermiamo a Carcassonne per visitare la Cittadella Fortificata circondata da una doppia cerchia di mura composta da 53 Torri, dichiarata Patrimonio dell'Umanità pochi anni fa. Ultima tappa in Provenza, un'oasi di pace, in cui visitiamo la riserva dei famosi fenicotteri rosa. È stato un viaggio molto bello che mi ha fatto conoscere posti veramente ricchi di storia e in cui ho potuto ammirare paesaggi mozzafiato... Senza contare che viaggiare in moto ti dà un senso di libertà assolutamente incredibile! * * QUANDO ANDARE LA CANZONE aprile - ottobre COSA LASCIARE A CASA Salomè - Chayanne COSA NON PUÒ MANCARE IN VALIGIA Scarpe tacco 12 * Occhiali da sole, scarpe da ginnastica,mappe/cartine, macchina fotografica * * 3 settimane * DURATA DEL VIAGGIO COSA MANGIARE Paella pesce e verdura, churros, tocino de cielo e crema catalana: voto 10 LA PAROLA * "MOVIDA" = divertimento, vita notturna CURIOSITÀ In Spagna esistono circa 400 Plaza de Tores, tutte con una piccola cappella dove ogni torero riceve la benedizione di un parroco (che si fermerà ad assistere a tutta la corrida) prima di entrare nell’arena. Piazza di Spagna, Siviglia Sagrada Familia, Barcellona Cordoba Tossa del Mar INFORMAPIÙ 69 * RELAX start DARE PIANO MONDO ABITO GRUPPO LA GHIGLIOTTINA Trova la parola (sostantivo o verbo o aggettivo) che si lega ad ognuna delle 5 parole indicate. REBUS (9, 2, 8, 10, 2, 4, 3, 5, 2, 6) RISOLVI I QUIZ E PARTECIPA AL CONCORSO! Risolvi i quiz individualmente scrivendo le varie risposte negli spazi indicati, scansiona la pagina compilata e inviala tramite mail a [email protected] Tra tutti i colleghi che risponderanno correttamente ai quiz ne sorteggeremo 3 che riceveranno un premio. la striscia 70 INFORMAPIÙ di Sara Menetti Fidenza (PR) Emilia Romagna Bazzano (BO) Via Circonvallazione Nord 4/B Tel 051 833559 Fax 051 831173 [email protected] Bologna Via Abate P. Zani 9/A Tel 0524 523012 Fax 0524 514946 [email protected] Viale Regina Elena 5/B Tel 0522 232683 Fax 0522 511291 [email protected] Reggio Emilia Treviglio (BG) Finale Emilia (MO) San Giovanni in Persiceto (BO) Piemonte Piazza Garibaldi 11/1 Tel 0535 760001 Fax 0535 93204 [email protected] Fiorano Modenese (MO) Via Vittorio Veneto 81-83 Tel 0536 911494 Fax 0536 910970 [email protected] Imola (BO) P.zza XX Settembre 5 Tel 051 6390037 Fax 051 245062 [email protected] Via Mazzini 53-55 Tel 0542 20634 Fax 0542 22498 [email protected] Budrio (BO) Lugo (RA) Via Savino 1/A Tel 051 6926258 Fax 051 6922294 [email protected] Via Mentana 49 Tel 0545 900567 Fax 0545 288462 [email protected] Casalecchio di Reno (BO) Modena Via Porrettana 63/2 Tel 051 6194041 Fax 051 0353163 [email protected] Castel Maggiore (BO) P.zza della Pace 9 Tel 051 715648 Fax 051 6320392 [email protected] Cento (FE) Via Ugo Bassi 82 Tel 051 6853944 Fax 051 6830640 [email protected] Faenza (RA) Viale Baccarini 29/2 Tel 0546 680501 Fax 0546 22524 [email protected] Via Emilia Est 613-615 Tel 059 370377 Fax 059 367685 [email protected] Novellara (RE) Via Andrea Costa 13 Tel 0522 662617 Fax 0522 654599 [email protected] Ozzano Emilia (BO) Via Allende 4/A Tel 051 790201 Fax 051 796287 [email protected] Parma Viale Piacenza 39/D Tel 0521 294970 Fax 0521 980400 [email protected] Via Circonvallazione Liberazione 1 Tel 051 6871180 Fax 051 6871572 [email protected] Piazza Insurrezione 10/A Tel 0363 47248 Fax 0363 48967 [email protected] Nichelino (TO) San Lazzaro di Savena (BO) Via Vivaldi 4 Tel 011 6207921 Fax 011 626823 [email protected] Vezzano sul Crostolo (RE) Via San Dalmazzo 24 Tel 011 5185352 Fax 011 4407681 [email protected] Via Emilia 251/B Tel 051 6272396 Fax 051 6272369 [email protected] P.zza della Libertà 4/E Tel 0522 812666 Fax 0522 613362 [email protected] Lazio Pomezia (RM) Via La Marmora 12-14 Tel 06 9123913 Fax 06 91250163 [email protected] Torino Toscana Firenze Piazzale della Porta al Prato 20 Tel 055 2286179 Fax 055 2335665 [email protected] Lucca Lombardia Via Borgo Giannotti 544 Tel 0583 331114 Fax 0583 341534 [email protected] Crema (CR) Veneto Via Carlo Urbino 20/C Tel 0373 250591 Fax 0373 256018 [email protected] Milano Viale Gran Sasso 2 Tel 02 29414719 Fax 02 29414709 [email protected] Seriate (BG) Via Marconi 14 Tel 035 301995 Fax 035 293865 [email protected] Castelfranco Veneto (TV) Borgo Pieve 43 Tel 0423 723856 Fax 0423 724229 [email protected] Monselice (PD) Piazza Ossicella 25 Tel 0429 781061 Fax 0429 767320 [email protected] San Donà di Piave (VE) Via Risorgimento 17 Tel 0421 336599 Fax 0421 336568 [email protected] everywhere Bologna Emilia Romagna Emilia Romagna Piazza dei Martiri 1/2 Tel 051 244652 Fax 051 249162 [email protected] Permanent Bologna Divisione Sanità Bologna Via Zago 2 Tel 051 364415 Fax 051 358520 [email protected] Permanent Faenza (RA) São Paulo [email protected] Hong Kong Via Indipendenza 74 Tel 051 564401 Fax 051 0353162 [email protected] Via Vittorio Veneto 81-83 Tel 0536 911494 Fax 0536 910970 [email protected] Permanent Parma Piemonte Via Ghiretti 2 Tel 0521 981749 Fax 0521 992513 [email protected] Lombardia [email protected] Permanent Milano Viale Gran Sasso 2 Tel 02 72021668 Fax 02 72095345 [email protected] Piemonte Divisione Sanità Torino Corso San Martino 4 Tel 011 5617420 Fax 011 538480 [email protected] Piazza XX Settembre 1, Bologna Tel 051 6391125 Fax 051 6391155 [email protected] DOC. 116 Ed. 14 del 16/07/2015 Aut. Min. Prot. n. 1104-SG del 26/11/04 Emilia Romagna Divisione Farmaceutica Bologna Toscana Piazza XX Settembre 1 Tel 051 6391116 Fax 051 6391155 [email protected] Divisione Sanità Firenze Lombardia Viale F.lli Rosselli 39/R Tel 055 332793 Fax 055 3200915 [email protected] Permanent Torino Corso San Martino 4 Tel 011 5617420 Fax 011 538480 [email protected] P.zza Salardi 16 San Giovanni in Persiceto (BO) Tel 051 6810094 Fax 051 6871264 [email protected] Divisione Sanità Fiorano Modenese Viale Baccarini 29/2 Tel 0546 668127 Fax 0546 22524 [email protected] Hong Kong Outplacement Divisione Agricoltura fashion moda Bologna Via Indipendenza 74 Tel 051 4212816 Fax 051 4212899 [email protected] continuano le nuove aperture su Divisione Farmaceutica Milano Viale Gran Sasso 2 Tel 02 72021668 Fax 02 72095345 [email protected] grAzie! Agenzia per il Lavoro foto: Schicchi Aut. Min. 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