INFORMAPIÙ
Maggio - Giugno 2015
reportage
CHE COSA HANNO IN
COMUNE LAVOROPIU' E
VASCO ROSSI ?
’’!!
u
u
i
i
p
IiEep
F
f
Ll
SSEe
news
SELFIEPIU'
PARTECIPA AL CONCORSO
FOTOGRAFICO
INTERVISTA
GIOVANNI CIAFRE'
INTRA LEGEM
JOBS ACT - DECRETO SULLE
TIPOLOGIE CONTRATTUALI
sfide
relax
RISOLVI I QUIZ E VINCI
BOLOGNA CAPITALE DELLO SPORT
FALSI D'AUTORE
SCOPRI LE OPERE D'ARTE RIVISITATE
DAI COLLEGHI
SOMMARIO
EDITORIALE
3
DATI SUL TERRITORIO
I NUMERI DEL MERCATO
L'ACCENTO SULLE AZIENDE
4
6
7
FOCUS
8
IN BREVE
9
INTRA LEGEM 10
Jobs Act - decreto sulle tipologie
contrattuali
INTERVISTA
Giovanni Ciafrè
12
REPORTAGE
Lavoropiù e Vasco Rossi
14
A RUOTA LIBERA
Orche, elefanti e uomini non sono
poi così diversi
27
NEWS 30
Lavoropiù nel mese di Maggio
Lavoropiù nel mese di Giugno
CONCORSO FOTOGRAFICO
42
AGRICOOL
Guerra fredda alla tavola calda
SELFIEpiu’!
Selfiepiu’!
14 REPORTAGE
31 CONCORSO
FOTOGRAFICO
MODA 38
L'evoluzione dello stile dagli anni '20
agli anni '80
Quando lo stile incontra la tendenza
48SANITÀ
Quando nasce la fisioterapia?
49 UNO SGUARDO SUL MONDO
Il ponte che attraversa il delta del fiume delle perle
50 IMPROVE YOUR ENGLISH
51 C'ERA UNA VOLTA...
12 INTERVISTA
38 MODA
52 LO SCATTO IN PIÙ
Una sfida con se stessi
54SFIDE
Bologna capitale dello sport
Sfida sportiva tra distretti industriali
56 CI PIACE IL GIOCO DI SQUADRA
31
FALSI D'AUTORE 32
6 INVENZIONI CHE CI HANNO 34
CAMBIATO LA VITA
L'aria condizionata
AGGIORNAMENTI 36
CONTRATTUALI
Dagli studi professionali
all'agricoltura...
44 ABOUT FARMA
I farmaci equivalenti o generici
46KEYWORDS
Come trovare il candidato "giusto" nel minor tempo possibile?
42 AGRICOOL
10 INTRA LEGEM
58 IL MONDO A MISURA DI BAMBINO
"Mammaaa, leggiamo un libro insieme?"
60TECNOLOGIE
Tutto casa e lavoro... confondere le cose con il BYOD
62 LOST AND FOUND
64 PAUSA CAFFÈ
60 TECNOLOGIE
52 LO SCATTO IN PIÙ
66 LUOGHI (NON) COMUNI
68VIAGGI
Spagna
70RELAX
INFORMAPIÙ
ANNO VII · NUMERO 63 · MAGGIO - GIUGNO 2015
Lavoropiù SpA · marketing interno
Tiratura 600 copie
Registrazione Tribunale di Bologna n. 7509 del 03/03/2005
Aut. Min. Prot. n. 1104-SG del 26/11/04
Direttore
MATTEO NALDI
Redazione
BARBARA MARTELLI, FRANCESCA NANNETTI, ELENA NANNETTI
Hanno collaborato
AGRIPIÙ, ROMINA CACCIARI, FARMAPIÙ, FASHIONPIÙ, MAURA FORNASARI, GIULIA FORNI, FABIO FRANCIA,
LAVOROPIÙ EVERYWHERE, PERPIÙ, SANIPIÙ, ALESSANDRO SERRA,
RICCARDO TORREGGIANI, UFFICIO LEGALE, UFFICIO OSI, FEDERICO ZAGNONI
Collaboratori esterni
SARA MENETTI, EMANUELE PALESE
Stampa
LITOGRAFIA ZUCCHINI SRL
Fonti
AGI.IT, AGRICOLTURA24.COM, AFFARI E FINANZA, AIIPA, ASSOCAMERESTERO.IT, ASSOINFORM, CAMERA DI
COMMERCIO, COLDIRETTI, CONFINDUSTRIA, CORRIERE ECONOMIA, CSOSERVIZI.COM, EBITEMP.IT, EURISPES,
FASHIONMAG, FEDERFARMA.IT, FARMINDUSTRIA, ICE, ILPOST.IT, IL RESTO DEL CARLINO, IL SOLE 24 ORE, IPASVI.IT,
ISTAT, ITESPRESSO.IT, LA REPUBBLICA, NANOPRESS ECONOMIA, OSSERVATORIODISTRETTI.ORG, PANORAMA, REGIONE
LAZIO, REGIONE LOMBARDIA, REGIONE TOSCANA, REGIONE VENETO, SALUTE.GOV.IT, TRECCANI.IT, UNIONCAMERE
RELAX mar-apr 15
soluzioni GHIGLIOTTINA: strumento vincitori Samanta Rossi.
Samanta ha vinto il libro "Ti seguo ogni notte" di Luca Bianchini.
l'editoriale
di Matteo Naldi
C'è
un momento nella vita in cui ognuno di
noi si sente profondamente a disagio.
Quelle situazioni in cui capiti per caso o
per scelta e in cui non vorresti mai esserci
stato.
A me è capitato la prima volta nel 1991, quando venni trascinato
ad un concerto di Luca Carboni al PalaDozza di Bologna. Vi
posso assicurare che io non ho assolutamente nulla contro di
lui - bolognese e fortitudino doc - ma sinceramente, diciamo
che non è proprio il mio genere. In più, notavo che muoveva la
bocca ma sentivo poco e niente... dopo una ventina di minuti
salutai l'allegra compagnia e andai a mangiarmi una pizza
Quattro Stagioni, tanto in voga in quel periodo.
La mia fidanzata dell'epoca non la prese benissimo, ma
sorvoliamo.
L'ultima invece risale a qualche giorno fa, a inizio giugno,
quando mi sono trovato in una tavolata di persone che
disquisivano della situazione della Grecia con una disinvoltura
inaspettata.
Gente che fino a ieri faceva fatica a parlare con cognizione di
causa dell'ultima partita del Bologna o dell'ultimo album degli
AC/DC adesso pontificava sul perchè la Grecia dovesse o meno
uscire dall'Europa e sul perchè fosse meglio o peggio per loro e
per l'Europa stessa.
Sentire parlare dei vantaggi di un eventuale ritorno alla dracma
gente che non sa neanche se Igoumenitsa sia un porto o una
bevanda energetica mi ha provocato un disagio simile al
ritornello di Ci vuole un fisico bestiale sentito sussurrare 25 anni
fa... c'è un limite a tutto!
Dopo avere cercato di virare il discorso su altri argomenti
più consoni ad una serata tra amici (calcio, motori, genere
femminile...) e non avere minimamente attecchito sui presenti,
ho salutato anche questa volta l'allegra compagnia e me ne sono
andato a casa.
La mattina dopo, nella bolgia del solito delirio mattutino
scatenato dai due leoni in preda a crisi isteriche provocate
dal doversi lavare i denti o infilare le scarpe, sento dalla tv in
sottofondo che la Germania, per voce della "Cancellierona",
ha dato il sessantaquattresimo ultimatum degli ultimi sei mesi
alla Grecia: o fate le riforme o niente soldi. E di risposta, dal
mare Egeo, il post comunista ellenico: o ci date i soldi o niente
riforme!
Ottimo direi. Buone possibilità di mediazione.
Forse quando leggerete questo editoriale qualcosa si sarà
smossa, la Grecia sarà uscita dall'Europa e sarà andata in Africa
o in Medio Oriente? La Germania avrà capito che si può essere
anche i più ricchi e produttivi ma a forza di volere sempre
dettare legge poi non si può più sbagliare una virgola?
Io non lo so quale sia la strada giusta, non sono all'altezza di
dare un giudizio corretto e scevro da implicazioni dettate dalle
mille voci che si rincorrono in questi mesi.
So solo che la Grecia, storicamente, è la culla della cultura
mondiale.
Tutto nasce da lì, senza se e senza ma.
E vedere che versa in queste condizioni mi fa strano. Mi fa
capire come pur essendo avanti anni luce per secoli e secoli,
sono bastati molti inetti e pochi anni a far sprofondare nella
disperazione un popolo intero.
E l'Europa cosa fa? Presta i soldi come una banca qualunque
pre 2008 e fa sì che il tutto continui sulla stessa strada? E poi
si incazza?!?!
Ma allora a cosa serve l'Europa? Ad accrescere il mito teutonico
e a sviluppare il già esasperato ego transalpino? A risparmiare
sulle guardie doganali?
Per quanto riguarda l'attuazione di politiche economiche e
sociali comuni cosa dobbiamo fare, bisogna creare qualcosa di
ancora più grande dell'Europa?
"Fortunatamente" però è stata creata una moneta unica che
quando è forte non riusciamo ad esportare neanche un cetriolo
sottaceto mentre quando è debole rischiamo il crollo ogni due
per tre!
Comunque l'altra sera, in quella famosa cena tra amici/
economisti dell'ultima ora, per stemperare un po' la tensione
creatasi tra le fazioni pro e contro Grexit, ho buttato sul tavolo
un paio di idee (im)praticabili per cercare di salvare la Grecia.
La prima sarebbe quella di costruire centinaia di ponti simili
al Ponte sullo stretto di berlusconiana memoria che colleghino
tutte le isole del Mar Egeo... l'occupazione salirebbe alle stelle!
La seconda sarebbe quella di ristrutturare una volta per tutte il
Partenone, chiudere quelle colonne belle ma poco funzionali
con delle grandi vetrate e farci un Resort di lusso, con piscine,
campo da golf e spa.
Il mio intervento però non ha fatto che peggiorare le cose, ora
gli astanti litigavano su come si dovevano pagare i ponti ed i
lavori di ristrutturazione, in euro o in dracme?
A quel punto, disperato come solo Ulisse al cospetto di
Polifemo, sono scappato a casa al grido di parakalò!!!
KALISPÈRA.
INFORMAPIÙ 3
DATI SUL TERRITORIO
Emilia Romagna
L'E.R. MAGGIORE
BENEFICIARIA FINE
EMBARGO USA
Sarà l’Emilia Romagna a trarre i maggiori
vantaggi dalla fine dell’embargo per i salumi
italiani sul mercato degli Stati Uniti. É
quanto afferma Coldiretti Emilia Romagna
nel commentare positivamente l’annuncio
del Ministero della Salute sul fatto che le
autorità statunitensi hanno finalmente
rimosso le misure che limitavano fortemente
l’export dei prodotti a base di carne
cruda, operanti dal settembre del 2013. La
Lazio
20 AZIENDE
LAZIALI AL SALONE
DELL'AEROSPAZIO
Si è aperta a Parigi, al centro espositivo Le
Bourget, la 51° edizione dell’International Paris
Air Show, una delle più importanti e prestigiose
fiere del settore aerospazio e difesa a livello
globale. L'edizione di quest'anno ha visto la
partecipazione di 2.260 espositori di 47 nazioni,
con oltre 300mila visitatori tra esperti e grande
pubblico.
Numerose le aziende italiane che hanno
partecipano grazie al coinvolgimento delle
Lombardia
BOOM DI LAVORATORI
SOMMINISTRATI
Nel 1° trimestre del 2015 è aumentata del 32,9%,
rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la
domanda di lavoratori somministrati da parte
delle imprese alle Agenzie per il Lavoro. È quanto
emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio
Assolombarda. Uno scenario nel quale è già
possibile percepire, per esempio, gli effetti
di Expo che, con ogni probabilità, ha fatto
registrare una crescita importante della
quota di mercato del personale
4 INFORMAPIÙ
regione esporta più di
600 milioni di euro di
salumi, che rappresenta
l’11% delle esportazioni
agroalimentari
regionali e il 46% delle
esportazioni di salumi
italiani.
Il superamento del
blocco consentirà all’Italia
di aumentare le esportazioni
anche grazie al tasso di
cambio favorevole che ha fatto
impennare le esportazioni
italiane negli Usa del 40%
nel primo trimestre del
2015. Se l’abbattimento di
questa barriera commerciale
sarà accompagnato a livello
internazionale da una più decisa
tutela delle denominazione
di origine dei salumi Made in
Italy, si apriranno enormi spazi
di crescita.
diverse regioni.
Sul totale di 120 aziende italiane del
settore presenti alla manifestazione
20 provengono dal Lazio. Una
partecipazione cospicua che è
stata sostenuta da Unioncamere
Lazio attraverso un progetto
cofinanziato
dalla
Regione
proprio con l’obiettivo di agevolare
e consolidare la presenza
e lo sviluppo d’affari delle
aziende laziali dei comparti
aeronautico e aerospazio su
scala internazionale.
Numerosi i contatti che ha
avuto la delegazione regionale
a Le Bourget; anzitutto l’assessore
Fabiani ha incontrato il Ministro
della Difesa, Roberta Pinotti, alla
quale ha riferito del ruolo che
le Regioni possono giocare nel
sostenere lo sviluppo del settore
aerospaziale del Paese e nel cui
ambito la Regione Lazio ha un
rilevante peso.
non qualificato nei servizi
di pulizia, voce che, infatti,
rappresenta il 14,6% del totale
delle richieste. Nell’arco dei 12
mesi tutti i gruppi professionali
hanno comunque registrato
un aumento della domanda.
Dall’indagine emerge che
esercenti e addetti nelle attività
di ristorazione continuano ad
essere la figura professionale
più intermediata con il 26,7%
delle domande delle imprese.
Appaiono più contenute le
richieste da parte delle imprese
di profili legati alle attività
manifatturiere. Su questo fronte lo
studio evidenzia un aumento delle
richieste di operatori di impianti per
la trasformazione a caldo dei metalli, il
cui peso (3,2%) è più che raddoppiato
rispetto allo scorso anno.
Piemonte
la
situazione
lavorativa
femminile è in miglioramento
con
un
aumento
della
presenza delle donne del 18%
in Piemonte e del 14,4% a
Torino. Le dirigenti donne
sono il 13,1% in Piemonte e
il 13,5% a Torino mentre la
media nazionale si attesta sul
15,1% con punte del 17,2 % a
Milano e addirittura del 19,4%
a Roma. Inoltre, secondo
le stime della Regione, le
assunzioni nel primo trimestre
sono in aumento rispetto al
2014: + 11,7%, da 137.000 a
153.000 unità. Più della metà
è per buona parte effetto
della marcata espansione
dei
contratti
a
tempo
indeterminato.
Crescono
anche i contratti a tempo
determinato.
punto di vista delle forme
giuridiche
adottate
dalle
imprese, il contributo positivo
più importante viene dalle
società di capitali (98.605 a
fine marzo 2015), che sono
aumentate al ritmo del 3,2% nel
corso dell'ultimo anno (pari a
3mila società in più rispetto a
marzo 2014). In aumento anche
le imprese individuali (+344) e le
altre forme giuridiche (+186, di
cui 15 cooperative).
Sono state 8.445 le iscrizioni di nuove imprese Sotto il profilo settoriale, un
ai registri delle Camere di Commercio della piccolo contributo positivo viene
Toscana nel primo trimestre del 2015. Dal dall'industria, grazie soprattutto
alla concia-pelletteria-calzature
(+149 imprese), alle riparazioni
meccaniche (+145 aziende) e alla
trasformazione alimentare (+56).
Le attività che maggiormente
contribuiscono alla crescita del
tessuto imprenditoriale toscano
appartengono tuttavia al settore
terziario. A fine marzo 2015
il settore turistico (alberghi e
ristoranti) conta 33.046 aziende
(+2,9%), così come il commercio
(+1,0%,) che raggiunge quota
100.642 aziende rappresentando
un
quarto
del
sistema
imprenditoriale regionale.
LAVORO: LE DONNE
SONO IN AUMENTO
Nell'ambiente lavorativo piemontese le
donne sono in aumento. Sebbene i dati di
Manageritalia Torino, che si riferiscono
al periodo tra il 2008 e il 2013, rilevino
una diminuzione del 5,4% dei dirigenti a
livello regionale e del 5,2% nel capoluogo
sabaudo, il dettaglio spiega come a fronte
di un -7,9% di dirigenti uomini, le donne
dirigenti siano in aumento del 14,7%.
Anche fra i quadri, in aumento sia in
Piemonte (+5,7%), sia a Torino (+3,7%),
Toscana
LA DINAMICA
IMPRENDITORIALE
NEL I TRIMESTRE
Veneto
LA MODA HA UNA
NUOVA "CASA"
Il Veneto supera la Lombardia in testa alla
classifica delle top 20 dei distretti industriali
con la crescita più alta di esportazioni: ben
nove, quasi la metà, si trovano in questa
Regione. Dallo studio Monitor di Intesa
San Paolo, realizzato sui risultati del primo
trimestre del 2015, emerge che l’abbigliamento
trevigiano ha chiuso con 300 milioni di euro
di giro d’affari, mettendo a segno il 40% in
più rispetto allo stesso trimestre del 2014.
L’occhialeria di Belluno arriva a
704 milioni (+13,6%) e, tra l’altro,
anche il distretto del mobile di
Livenza e Quartiere del Piave
viaggia bene: un fatturato di
539 milioni sui mercati esteri
(+9%). L’oreficeria vicentina
mette a segno una
crescita del 10,8%
rispetto allo stesso
periodo del 2014,
raggiungendo
la quota di 361
milioni di euro.
Il Veneto, le cui performance
complessive valgono una crescita
dell’8%, supera con 5,1 miliardi la
Lombardia che, invece, ha chiuso
il primo trimestre con 4,9 miliardi
di giro d’affari (praticamente
ferma a +0,4%).
INFORMAPIÙ 5
I NUMERI DEL MERCATO
ALTI E BASSI PER L'OCCUPAZIONE
CHE FATICA A TROVARE STABILITA'
L'occupazione è tornata a salire ad aprile, ma l'analisi dei dati del primo trimestre
dimostra come il recupero sia ancora lungo: ci sono 3,5 milioni di persone disposte a
lavorare ma che non cercano impiego, in gran parte perché scoraggiati.
Il
recupero dell'occupazione è stato ovviamente un
segnale accolto positivamente dal mondo politico ed
economico, ma l'analisi di alcuni aspetti del mercato
del lavoro italiano testimonia che la strada per il
recupero è ancora lunga. Nel Belpaese, infatti, ci sono oltre 3,5
milioni di persone che, pur essendo disponibili a lavorare, non
cercano impiego, quasi 2 milioni dei quali perché scoraggiati.
È quanto emerge dalle tabelle Istat sul primo trimestre 2015,
secondo le quali ci sono ancora 3,3 milioni di disoccupati. Nel
complesso le persone senza occupazione, ma disponibili, sono
quasi 7 milioni.
Se infatti nel primo trimestre sono aumentati gli occupati (133.000
in più rispetto al primo trimestre 2014) sono cresciute anche
le forze di lavoro "potenziali", ovvero le persone formalmente
inattive ma pronte a uscire dall'inattività, e in particolare tra
queste coloro che si dichiarano disponibili a lavorare pur non
cercando impiego (da 3,25 milioni del primo trimestre 2014
a 3,55 del primo trimestre 2015 con una crescita di 300.000
unità).
I dati riportati dall'Ansa fanno il paio con gli altri che
riguardano la comparazione europea. In Italia meno di due
persone su tre, tra i 15 e i 64 anni, sono nel mercato del lavoro
(tra lavoratori e coloro che cercano), il livello più basso in
Europa. Si evince ancora dalle tabelle Istat sulle percentuali
di attività in Ue, secondo le quali l'Italia ha fatto passi avanti
in questi ultimi 10 anni pur restando con il 63,9%, quasi 10
punti al di sotto della media Ue-28 (72,3%). La responsabilità
è soprattutto del basso tasso di attività femminile (54,4%),
di oltre 12 punti inferiore alla media Ue e di circa 25 punti
rispetto alla Svezia (79,3%).
Con le rilevazioni Eurostat si vede anche che in Italia meno
della metà dei laureati risulta occupato entro i tre anni dal
conseguimento del titolo, una percentuale di quasi trenta punti
inferiore alla media europea (78,2% nell'Ue a 28). I giovani tra
i 20 e i 34 anni che lavorano a tre anni dalla laurea sono il
49,6%. Fa peggio solo la Grecia (45%).
Maggio Tornano a calare gli occupati: 63 mila in meno.
Il tasso di disoccupazione resta stabile al 12,4%; il numero
di senza lavoro è sceso di 59 mila unità rispetto a maggio del
2014. Scende anche l'occupazione tra i più giovani, tra i quali
il tasso di disoccupazione è al 41,5%.
Nuovo segnale negativo dal mercato del lavoro italiano, in
una fase che alterna indicazioni di recupero occupazionale a
6 INFORMAPIÙ
nuove battute d'arresto. Secondo le stime preliminari dell'Istat,
a maggio gli occupati sono diminuiti di 63 mila unità (- 0,3%)
rispetto al mese precedente. Nell'aprile scorso si era registrato
un incoraggiante recupero degli occupati (dopo un marzo
negativo che aveva gelato gli entusiasmi sul Jobs Act) con il
tasso di disoccupazione in calo al 12,4%. Ad aprile, c'erano stati
159 mila occupati in più in un mese. Il tasso di disoccupazione
è rimasto invece stabile al 12,4%. Stabile anche il numero di
disoccupati, su mese, mentre nei dodici mesi si registra un calo
dell'1,8% (-59 mila) e - per il tasso di disoccupazione - di 0,2
punti percentuali.
Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, cala nell'ultimo mese di
0,1 punti percentuali. Rispetto a maggio 2014, l'occupazione
cresce dello 0,3% (+ 60 mila) e il tasso di occupazione di 0,3
punti. La stabilità della disoccupazione, nonostante il calo
degli occupati, si spiega anche con l'aumento del numero di
individui inattivi tra i 15 e i 64 anni: + 0,3%, pari a + 36 mila
a maggio, dopo il calo dei quattro mesi precedenti. Il tasso di
inattività, pari al 36 %, aumenta di 0,1 punti percentuali. Su
base annua gli inattivi diminuiscono dello 0,9% (- 135 mila)
e il tasso di inattività di 0,2 punti. A determinare la crescita
di coloro che non cercano lavoro è soprattutto la componente
femminile.
Il calo dell'occupazione di maggio coinvolge anche i più
giovani: gli occupati 15-24 enni diminuiscono del 2,8% rispetto
ad aprile (- 26 mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari
al 15 %, diminuisce di 0,4 punti percentuali rispetto al mese
precedente. Il numero di giovani disoccupati diminuisce su
base mensile (- 20 mila, pari a -3,1%). L'incidenza dei giovani
disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa
classe di età è al 10,6% (cioè poco più di un giovane su 10 è
disoccupato), con una diminuzione nell'ultimo mese di 0,3
punti percentuali. Il tasso di disoccupazione dei 15-24 enni,
cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi
(occupati e disoccupati) è pari al 41,5%, in calo di 0,1 punti
percentuali rispetto al mese precedente.
Eurozona I dati del mercato del lavoro sono stati pubblicati
anche per l'Eurozona, dove il tasso di disoccupazione si è
attestato all'11,1% a maggio, stabile rispetto ad aprile e in calo
rispetto all'11,6% di maggio 2014. Eurostat segnala che è il più
basso registrato nella zona euro dal marzo 2012. Anche il tasso
di disoccupazione dell'Unione a 28 è risultato stabile a maggio
al 9,6% rispetto ad aprile 2015, in calo dal 10,3% di maggio
2014 (tasso più basso dal luglio 2011).
Stebor
nasce nel 1994 da un'idea
imprenditoriale di Luca Bortolotto,
figlio di produttori di borse in pelle con la
passione per l'elettronica. La forza propulsiva della
tecnologia nell'ambito del taglio della pelle, attraverso
l'avvento di software dedicati e macchine a controllo
numerico, ha trovato in Luca un pioniere indiscusso nel
settore. Stebor rappresenta infatti la sintesi, oltre che il punto
di incontro naturale, tra la formazione tecnica del titolare
e la passione per il computer con la tradizione lavorativa di
famiglia. L'azienda in totale conta venti dipendenti e circa un
milione di euro di giro d'affari.
Ogni anno investe il 10% del fatturato in innovazione e,
applicando questa regola, innovando anno dopo anno
produzione e organizzazione, ha raggiunto risultati in
qualche caso copiati pure dalla clientela.
L'azienda di Malo produce circa 20mila borse al
mese, lavora per brand come Bottega Veneta,
Maserati e indirettamente per Prada.
SPARCO SPA
settore automotive
sede: Volpiano (TO)
tel: 011 2240911
www.sparco.it
L'ACCENTO SULLE AZIENDE
STEBOR SRL UNIPERSONALE
settore abbigliamento
sede: Malo (VI)
tel: 0445 607936
www.stebor.it
Sparco,
azienda dell’automotive
specializzata nella produzione
e distribuzione di componenti auto
e abbigliamento tecnico per competizioni
automobilistiche, si sta specializzando nelle lavorazioni in
carbonio. L'azienda ha un piano di assunzioni da 50 persone
nel 2015 e ad oggi le produzioni racing rappresentano i 2/3
del fatturato del gruppo, che ha chiuso il 2014 con 54 milioni
di risultato. Unicredit e Sace hanno concluso un'operazione di
finanziamento per sostenere la crescita sui mercati internazionali
dell’azienda torinese. La linea di credito sosterrà gli investimenti
in Ricerca & Sviluppo e i costi di acquisto e ampliamento degli
impianti al fine di accrescere la capacità produttiva e tecnologica
di Sparco. Il finanziamento consentirà a Sparco, che conta su un
ottimo posizionamento nei principali mercati europei, Stati
Uniti, Giappone, Brasile e Australia, con una quota export
pari all’80% del fatturato, di far fronte alla crescente
competizione internazionale mantenendo la
propria posizione di leadership nel
segmento di riferimento.
Il
Gruppo Euronics Italia,
catena dell'elettronica con 5.200
dipendenti, punta sugli investimenti in
formazione del personale, sulla capillarità del
territorio e sui prezzi competitivi. Queste sono le
principali strategie della rete di 13 imprese indipendenti
che compongono il Gruppo Euronics per competere con
efficacia nel settore.
Il Gruppo, con sede centrale a Milano, ha ottenuto nel
2014 un giro di affari pari a 1,731 miliardi di euro, con un
incremento di fatturato dell'1,8% rispetto al 2013.
Ogni anno Euronics Italia investe circa 4 milioni di
euro per finanziare corsi di formazione per i fornitori,
Euronics Academy, web marketing e attività svolte a
livello locale.
Tutti interventi finalizzati a garantire al cliente
un'assistenza competente. Entro il 2015:
apertura di 15 nuovi store, ad oggi
sono 468.
EURONICS ITALIA SPA
settore elettronica
sede: Milano
tel: 02 30701721
www.euronics.it
INFORMAPIÙ 7
FOCUS
LE MACCHINE PER
COSTRUZIONI AVANZANO
CON NUOVA ENERGIA
Il settore reagisce alla crisi ormai passata registrando ottime performance di crescita
e puntando l'attenzione sulla prevenzione delle emergenze ambientali.
Il
comparto delle macchine per costruzioni conta
200 aziende sul territorio nazionale, 6 mila addetti
e 30 mila con l'indotto. Nel 2014 ha prodotto un
fatturato di oltre 2,5 miliardi di euro, per il 70%
grazie all'export, registrando una crescita dell'11% delle
vendite nazionali dopo il crollo del mercato nazionale che
si era registrato dal 2006 al 2013 (-80%).
Le esportazioni di macchine per costruzioni hanno
raggiunto i 2.460 milioni di euro, con un calo dell'1% su
base annua. Le importazioni, invece, crescono del 25%
rispetto al 2013, con un valore di oltre 545 milioni di euro.
La tendenza positiva di crescita ha trovato conferma
anche nel primo trimestre 2015, realizzando un +19%.
Sul mercato italiano sono state vendute 1.605 macchine per
costruzioni, nel dettaglio 1.556 macchine movimento terra
(+16%) e 49 macchine stradali (+390%).
Nei primi tre mesi del 2015 aumentano anche le esportazioni
che si stima possano raggiungere i 2.53 miliardi di euro
nell'anno.
Unacea, associazione di categoria che riunisce tutte le
aziende italiane di macchine per costruzioni, dichiara di
avere, per la fine del 2015, una stima di crescita complessiva
del comparto del 12%.
L'attenzione dell'associazione è concentrata sulla gestione
8 INFORMAPIÙ
e la prevenzione delle emergenze ambientali attraverso
l'interazione uomo-macchina. Legambiente annuncia che
in Italia sono necessari 43 miliardi di euro per mettere in
sicurezza il territorio, che il 69% dei comuni è a potenziale
rischio e sono 8 i miliardi di euro di danni per alluvioni dal
1998 ad oggi.
Intervenire su questo ambito porterebbe ad un aumento di
vendite di macchine e creerebbe nuovi posti di lavoro.
Questo il focus della trentesima edizione di Samoter, in
programma a Verona dal 22 al 25 febbraio 2017, il salone
internazionale triennale organizzato da Veronafiere, unica
fiera in Italia ad abbracciare l'intera filiera delle macchine
da costruzioni e da cantiere.
Grazie alla manifestazione le macchine per costruzioni
specializzate e le soluzioni tecnologiche più avanzate
trovano il giusto spazio, insieme alla sostenibilità con la
presentazione di macchinari a basse emissioni ed alta
efficienza.
Unacea collaborerà con Samoter organizzando convegni,
mettendo a disposizione la propria banca dati e promuovendo
le imprese all'estero: in India, il prossimo novembre,
l'associazione parteciperà alla fiera di Bangalore con Samoter
e Confindustria Modena.
IN BREVE
Istat
Lavoropiù SpA
@LavoropiuSpA
Lavoropiù è l'Agenzia per
il Lavoro leader in Emilia
Romagna ed in espansione su
tutto il territorio nazionale.
E' presente in 6 regioni con 45
filiali.
www.lavoropiu.it
@Istat_it
"A giugno l’indice di fiducia per le imprese sale da 101,8 a 104,3"
L'indice di fiducia per le imprese cresce su tutti i fronti: nelle costruzioni, nei servizi di mercato, nel
commercio al dettaglio e, in maniera più lieve, nel settore manifatturiero. Nel dettaglio, nelle imprese
manifatturiere, i giudizi sugli ordini e le attese di produzione rimangono stabili, nelle costruzioni
migliorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione e le attese sull'occupazione.
Nelle imprese di servizi salgono i giudizi sugli ordini, ma non le attese. Nel commercio al dettaglio
migliorano i giudizi sulle vendite e risultano stabili le giacenze di magazzino.
24Impresa&Territori
@24ImpresaTerr
"Dall’export tre miliardi in più. Segni di ripresa anche dall’import"
Giugno, terzo mese consecutivo in crescita per l’export tricolore, spinto in particolare dalla
corsa dei paesi extra Ue. Il bilancio globale, una crescita annua del 9%, è determinato in parte
dalla presenza di una giornata lavorativa in più, il saldo resta comunque attivo per oltre cinque
punti percentuali, precisa l'Istat. Per l’Europa la crescita annua è del 6,4%, con le performance
migliori per Regno Unito e Spagna. In termini macro-settoriali solo l’energia è in rosso, per il
resto solo segni positivi, in qualche caso (beni strumentali e di consumo durevole) a doppia cifra.
Con il dato di aprile, tre miliardi di export aggiuntivo in valore assoluto, il bilancio del primo
quadrimestre è positivo del 4,6%, performance più che doppia rispetto al dato di chiusura del 2014.
AboutPharma
@AboutPharmaHPS
"Nutraceutica boom secondo ImsHealth: in Italia la spesa tocca i 2,4 miliardi"
L’Italia è uno dei mercati europei più maturi nel settore della nutraceutica: nel 2014 la spesa ha
raggiunto i 2.4 miliardi di euro e il mercato italiano è cresciuto dell’8,2% rispetto a una media europea
del 7,5%. É quanto emerge dall’analisi di ImsHealth. In Italia le prime 5 categorie del mercato nutraceutico
rappresentano quasi il 70% del valore totale e crescono con un tasso medio del 7,6%. Tra le categorie con il tasso
di crescita maggiore in 3 anni si trovano i prodotti cardio-vascolari (+9,6%), i prodotti per il sistema urinario
(+9,8%) e i prodotti gastro-intestinali (+7,9%). A livello regionale sono Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna
a coprire da sole quasi il 30% del totale a valore del mercato nutraceutico. Per quanto riguarda i canali, in Italia la
farmacia si conferma essere il canale d’elezione per i prodotti nutraceutici veicolando quasi il 90% del totale vendite.
Sole 24 Ore Sanità
@24OreSanita
"Mercati: farmaci primo trimestre a 5,8 mld (+5,4%). Trainano gli specialistici"
In Italia il primo trimestre 2015 del mercato farmaceutico si è chiuso con fatturato di circa 5.8 miliardi
di euro con una crescita del +5,4% rispetto allo stesso periodo del 2014; questi i dati diffusi da Ims
Health Italia. L'analisi si concentra sui prodotti farmaceutici registrati ed evidenzia come a trainare il
mercato sia il comparto dei farmaci consumati in ospedale che, insieme alla distribuzione per nome
e per conto dei farmaci specialistici, copre circa il 48% del totale ed esprime tassi di crescita molto
positivi (+8,8%). I prodotti lanciati negli ultimi due anni, infatti, contribuiscono per il 52% alla crescita
totale del canale ospedaliero e distribuzione per conto terzi. Anche i farmaci etici (medicinali con
obbligo di ricetta) distribuiti in farmacia tornano a crescere in fatturato, sebbene in modo modesto,
spinti da una stagionalità positiva e in conseguenza dell'esaurirsi delle scadenze brevettuali che avevano
portato negli ultimi anni ad un declino significativo dei prezzi per i farmaci prescritti dai medici di base.
INTRA LEGEM
JOBS ACT DECRETO SULLE
TIPOLOGIE
CONTRATTUALI
Il
25 giugno è entrato in vigore il decreto sulla
“Disciplina organica dei contratti di lavoro
e revisione della normativa in tema di
mansioni”, un ulteriore tassello del Jobs Act.
L'obiettivo semplificazione delle tipologie contrattuali
viene in parte raggiunto, in quanto in un unico testo
vengono raccolte le disposizioni sull'apprendistato, sul
contratto a tempo determinato e sulla somministrazione
di lavoro, sul lavoro intermittente e sul lavoro accessorio.
Cancellata la possibilità di stipulare nuovi contratti di
associazione in partecipazione con apporto di lavoro
ed i contratti a progetto, una volta che saranno venuti
a scadenza quelli in essere al momento dell'entrata in
vigore del decreto.
Permangono
le
collaborazioni
previste
dalla
contrattazione collettiva (ad esempio call center), quelle
che si riferiscono ad attività professionali che richiedono
l'iscrizione ad un albo, quelle rese dai componenti degli
organi di amministrazione e controllo delle società e
presso le società sportive.
I datori di lavoro dovranno fare attenzione ad avvalersi di
collaborazioni di altro tipo, in quanto dal 1° gennaio 2016
si applicherà la disciplina del lavoro subordinato anche ai
rapporti di collaborazione “che si concretano in prestazioni
di lavoro esclusivamente personali, continuative e le cui
modalità di esecuzione sono organizzate dal committente
10 INFORMAPIÙ
anche con riferimento ai tempi e al luogo di lavoro”.
CONTRATTO DI LAVORO A TEMPO
DETERMINATO
Sono poche le novità rispetto alla legge n. 78/2014,
entrata in vigore da poco più di un anno.
Viene esclusa la conversione del rapporto a tempo
indeterminato, in caso di superamento dei limiti
quantitativi apposti dal contratto collettivo o dalla legge
(20% rispetto ai rapporti stabili in essere al 1° gennaio
dell'anno in corso).
La sanzione amministrativa in caso di sforamento dei
limiti è pari al 20% della retribuzione per ciascun mese
(o frazione di mese superiore a 15 giorni) di durata del
rapporto di lavoro, se il superamento riguarda un solo
lavoratore, è pari al 50% in caso di violazione con più di
un lavoratore.
Viene leggermente ampliata la platea delle esclusioni
dei limiti: ad esempio i rapporti di lavoro con soggetti
di età superiore ai 50 anni (non più 55) non vengono
conteggiati.
Confermati il diritto di precedenza, per le lavoratrici
madri anche sulle assunzioni a tempo determinato, lo
stop and go, la durata massima consentita di 36 mesi,
con la possibilità di stipulare un ulteriore contratto presso
la DTL di durata massima di 12 mesi.
SOMMINISTRAZIONE DI LAVORO
Vengono eliminate le causali di ricorso dalla
somministrazione a tempo indeterminato, con
l'introduzione del tetto di utilizzo del 20% rispetto ai
rapporti a tempo indeterminato presso l'utilizzatore
al 1° gennaio. Tale limitazione appare inspiegabile, dal
momento che i lavoratori vengono assunti dalla agenzia
per il lavoro a tempo indeterminato.
Viene eliminato l'obbligo di comunicazione
preventiva alle organizzazioni sindacali dei contratti
di somministrazione stipulati, mentre permane l'obbligo
di comunicazione annuale.
Il decreto ribadisce l'obbligo di comunicazione ai
lavoratori in somministrazione dei posti vacanti, da
parte dell'utilizzatore.
Vengono ribadite le deroghe ai limiti di
contingentamento eventualmente posti dalla
contrattazione collettiva in caso di percettori di
ammortizzatori sociali da almeno 6 mesi, di soggetti in
mobilità e di lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati.
Tale ampia platea di eccezioni ai limiti numerici riguarda
solo la somministrazione di lavoro e non il contratto a
termine.
In caso di somministrazione di lavoro a tempo
determinato non vale neppure il limite legale del 20%
introdotto dallo scorso anno per il contratto a termine.
Una piccola restrizione si segnala in merito ai divieti di
ricorso alla somministrazione, che non possono essere
superati dagli accordi collettivi, come consentito in
precedenza, nei casi di ricorso alla cassa integrazione e
di licenziamenti collettivi nei 6 mesi precedenti.
Tale novità riguarda anche il contratto a
termine.
Il decreto 81 ribadisce l'obbligo della parità
di trattamento rispetto ai dipendenti diretti,
il principio di solidarietà tra somministratore
e utilizzatore per gli oneri retributivi e
contributivi, l'obbligo in capo all'utilizzatore
di comunicare alla Apl gli elementi retributivi
applicabili e di rimborsare a quest'ultima gli
oneri retributivi e contributivi effettivamente
sostenuti.
Una rilevante novità riguarda la possibilità
di computare il lavoratore disabile in
somministrazione con una missione di
almeno 12 mesi nella quota di riserva di cui
all'art. 3 della L. n.68/1999.
non superiore al 25% delle ore di lavoro settimanali
concordate, da retribuire con una percentuale di
maggiorazione pari al 15%.
“Il lavoratore può rifiutare lo svolgimento del lavoro
supplementare ove giustificato da comprovate esigenze
lavorative, di salute, familiari o di formazione
professionale”.
In mancanza di disciplina collettiva, é prevista la
possibilità di stipulare clausole, ora denominate solo
elastiche, di variazione della collocazione temporale
e di aumento di orario. Tali clausole possono essere
concordate per iscritto dalle parti presso le commissioni
di certificazione.
Il preavviso di variazione deve essere di almeno 2 giorni
lavorativi e la misura massima dell'aumento non può
eccedere il limite del 25% della normale prestazione
annua a tempo parziale.
Le modifiche dell'orario “comportano il diritto del
lavoratore ad una maggiorazione della retribuzione oraria
globale pari al 15%, comprensiva dell'incidenza della
retribuzione sugli istituti retributivi indiretti e differiti”.
I lavoratori affetti da gravi patologie hanno diritto alla
trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a
tempo parziale.
Il lavoratore può chiedere per una sola volta, in
alternativa al congedo parentale, la trasformazione
del rapporto da tempo pieno a part-time, entro i
limiti del congedo ancora spettante, con una riduzione
dell'orario non superiore al 50%.
PART-TIME
Vengono introdotte alcune regole generali, da
applicarsi in assenza di contrattazione collettiva.
Il datore di lavoro può chiedere al lavoratore
di svolgere lavoro supplementare in misura
INFORMAPIÙ 11
INTERVISTA
FARE ORDINE ATTRAVERSO LA
CONOSCENZA APPLICATA
Giovanni Ciafrè è docente di Analisi Finanziaria e Piani Aziendali presso l'Università
Politecnica delle Marche, docente Luiss BS nelle tematiche Marketing & Finance e
docente senior della Academy FAV di Bologna.
Collabora con Lavoropiù SpA nella progettazione e realizzazione di percorsi formativi
aziendali.
I
niziamo dalla Sua storia personale, chi era Giovanni
Ciafré prima di diventare un professore? Quali erano
i suoi sogni? Le sue aspirazioni?
Uscito dall'università non avevo un'idea precisa di
quello che sarebbe stato il mio percorso, ero desideroso
di misurarmi con il mondo del lavoro e applicare le
conoscenze acquisite durante gli anni di studio. Ciò che
mi aspettavo era di trovare un mondo somigliante a quel
cosmo ordinato che avevo trovato nei libri. Mi si è invece
parato davanti un mondo più simile ad un grande caos.
Tutto ciò inizialmente mi ha sconvolto, mentre ora è
diventato il motivo fondamentale di tutta la mia attività:
fare ordine attraverso la conoscenza applicata.
La formazione: accademia e impresa stanno imparando a
dialogare sempre più strettamente, ma siamo ancora ben
lontani dalla stretta collaborazione presente negli Stati
Uniti o in Giappone, per
fare solo due esempi.
Quando ci arriveremo?
Che cosa ha rallentato
nei decenni questa
interazione?
Non credo che la
nostra strada debba
essere necessariamente
quella già percorsa
da altri; il nostro
contesto
culturale
ed il nostro tessuto
imprenditoriale sono
diversi da tutti gli altri e
quindi devono trovare
una sintesi personale.
Per quanto riguarda il
motivo della distanza
12 INFORMAPIÙ
tra accademia e impresa le ragioni sono varie ed alterne
nella nostra storia, a volte l'accademia non si è rivelata
all'altezza dell'impresa, altre l'impresa non è stata
disponibile ad accettare il supporto dell'accademia. In un
certo senso questa dialettica è un aspetto fondante della
nostra storia culturale e spirituale. Ciò che auspico non è
tanto l'incontro tra la teoria e la pratica, bensì la rinascita
di una cultura tecnica che si sviluppi in seno alle stesse
imprese, proprio com'è accaduto all'interno delle navi,
delle botteghe, delle gilde, delle associazioni e di tutti
quei centri di aggregazione che hanno segnato la storia
produttiva dell'occidente.
Nell'ottica del marketing, per produrre ricavi e utili è
necessario analizzare il mercato. L'analisi del mercato
consente di dare una forma e definire il mercato circostante,
in altre parole di misurarlo. Quanto è importante
quest'analisi per un'azienda?
Non so con certezza
quali sono le attività
prioritarie
per
ogni impresa; sono
sicuro
che
ogni
impresa debba essere
redditizia,
solida
e liquida. Alcune
aziende,
sempre
più
spesso,
per
raggiungere queste
condizioni,
hanno
bisogno di porsi degli
obiettivi
collegati
al
miglioramento
nel mantenere o
sviluppare il proprio
portafoglio
clienti.
Quando
questo
accade l'impresa diventa bisognosa di marketing e cioè
deve analizzare, capire e prendere possesso del proprio
mercato. Ancora una volta vorrei porre l'accento sulla
commistione necessaria tra il momento riflessivo e quello
operativo. L'attività commerciale senza una strategia di
marketing è cieca, mentre la strategia, senza una concreta e
quotidiana applicazione, è una pura astrazione.
Secondo la Sua esperienza che cosa manca oggi
all'imprenditore italiano? Quali sono invece i punti di
forza di maggior valore su cui dovrebbe focalizzarsi un
imprenditore per avere successo?
Credo che questa domanda meriti un'attenzione particolare
in quanto è il residuo di una concezione dell'impresa, e
soprattutto dell'imprenditore, che va superata. È nella storia
e ormai nei geni degli operatori della formazione e della
consulenza la tendenza a presupporre di dover colmare
le deficienze che le imprese hanno e di cui l'imprenditore
non si avvede. In questo modo, il regime dei discorsi che
si è affermato nelle nostre menti soffre della presuzione
che consulenti e formatori conoscano l'impresa meglio
dell'imprenditore. Egli, in realtà, è l'unico che sa quali sono
le priorità all'interno della sua organizzazione e quali le
mancanze; la consulenza e la formazione devono avere in
realtà l'obiettivo di fornirgli gli strumenti per sviluppare
il valore là dove egli sa che si trova. Per questo motivo
la domanda non è più cosa manca all'azienda, ma cosa
l'azienda ha da valorizzare.
Durante un incontro promosso da Renner Italia, ha parlato
di capitale immateriale. Può spiegare di che cosa si tratta?
A proposito di quanto detto in precedenza posso affermare
che Renner sa bene dove è riposto il suo valore. Una
parte del valore di questa azienda sta proprio in quello
che genericamente viene chiamato capitale immateriale.
Tale concetto è estremamente ampio; a prescindere da
definizioni di tipo strettamente finanziario, marketing
oriented o giuridico, credo che il capitale immateriale sia
una specifica disponibilità dell'impresa a fare emergere
il proprio valore al di là di quello che gli stakeholders
percepiscono in modo immediato. Il capitale immateriale,
in questo senso, non è un valore numerico, una forma
giuridica o uno strumento di pressione, bensì lo sforzo
ininterrotto di materializzare idee, valori, capacità,
conoscenze, proteggerle e metterle nelle condizione di
generare fatturato e utili.
INFORMAPIÙ 13
REPORTAGE
CHE COSA HANNO IN COMUNE
LAVOROPIU' E VASCO ROSSI?
Il LiveKom015 ha richiamato un esercito di 600.000 fans da tutta Italia.
Noi c'eravamo. Lavoropiù ha scelto Firenze, Milano e Bologna per seguire il
Re del rock italiano.
É
lunedì 17 novembre e non è un lunedì qualunque.
"…Passerò tutta l'estate Qui!
....compresi i Lunedì!
...quelli li odio di più...
non lo so, ma è così!.......
ODIO i LUNEDÌ
........i LUNEDÌ !..."
(Vasco Rossi - Lunedì - 1987)
Io questo lunedì non lo odio affatto, però.
Sono già state annunciate le date del tour LiveKOM 015
di Vasco Rossi e da oggi, lunedì 17 novembre, sono in
vendita i biglietti per i concerti che lui terrà nel 2015 in
tutta Italia.
9.50: sono sulla pagina di Ticketone da mezzora e continuo
14 INFORMAPIÙ
ad aggiornarla nella speranza di vedere verde il pulsante
acquista.
Le mani sudano.
Il tasto F5 è consumato.
9.58.
Penso a quanta gente, sicuramente più "invasata" di me,
sta vivendo questo momento.
Sorrido all'idea.
Ore 10.00.
F5.
Bologna Stadio Dall'Ara. Lunedì 22 giugno.
Continua.
Quantità 6 biglietti.
Acquista.
Conferma.
Ho un sorriso a 32 denti stampato in faccia.
Ce l'ho fatta. VASCO, ARRIVO!
Non perdo tempo a raccontarvi la vita di Vasco.
Chi non sa chi è Vasco Rossi? Tutti sanno chi è, tutti sanno cosa fa e cos'ha fatto.
Definire Vasco il più grande, perché lo "conoscono tutti", perché "le sue canzoni le hanno ascoltate tutti anche solo una
volta", perché "le sue frasi sono scritte sulla maggior parte dei diari", a parer mio, è un gravissimo errore.
É un personaggio che si ama o si odia. Un cantante che riesce a farti emozionare o che proprio non riesci ad ascoltare.
Le sue canzoni possono raccontare episodi o momenti della tua vita oppure possono sembrare testi del tutto scontati e
nei quali non trovi un senso. Io nelle canzoni di Vasco un senso lo trovo eccome!
"Sono un provocatore di coscienze.
Mi piace provocare quando scrivo.
Quando parlo, parlo per paradossi, perché per me la provocazione artistica è
importante. Serve a tenere sveglie le coscienze."
INFORMAPIÙ 15
ph. Emanuele Palese
Il bello di Vasco è che non è mai stato disciplinato,
osservante delle regole e ha semplicemente preferito
osare dire la sua opinione piuttosto che rimanere dietro
le quinte.
É uno a cui piace mettersi in discussione, uno che si
prende le sue responsabilità; uno che ha commesso errori
e li ha riconosciuti; uno che ha ancora il coraggio di
essere sincero.
"Ho sempre seguito il mio istinto. La mia onestà. É la mia
sincerità quella che paga..."
É stato additato come "cattivo maestro", accusa alla quale
Vasco ha prontamente risposto dicendo:
"… io non sono mai stato un cattivo maestro. Non sono
proprio un maestro, semmai sono cattivo, ma maestro no.
Io non sono un esempio, sono una persona, un uomo. Io
sono la voce di chi non ha voce, sono la voce della gente.
Io quando canto racconto le storie, le emozioni che tutti
provano, ecco perché ci capiamo"
La provocazione e l'ironia sono armi insite in quel Vasco
che non si è mai dato per vinto, quello "contro" che non si
è mai rassegnato a dire la sua.
16 INFORMAPIÙ
"La mia arte fotografa la realtà,
non la inventa.
Questo è il linguaggio del rock.
Chi vuol capire veramente
ascolti.
E se a qualcuno dà fastidio,
tanto meglio.
É ora che si svegli."
LiveKom015
Il LiveKom015 è alle porte e io da vera fan seguo tutti
gli appuntamenti di Vasco in vista del tour.
Durante l'intervista in diretta a Radio Italia (aprile 2015)
Vasco dice:
“Quest'anno è un tour.
Gli anni scorsi ho fatto delle date che dovevo recuperare
perchè avevo lasciato un tour in sospeso, per l'incidente nel
quale sono morto (ride) e sono risorto. Io non sono salito
in cielo.
Quest'anno volevo fare un tour in tutta l'Italia, andare anche
al Sud dove ci sono sempre difficoltà tecniche per andare.
Comincio da Bari e poi farò un concerto a Messina.
Rendere un pò più duri gli arrangiamenti sarà alla base
del nuovo tour, heavy oriented. Sarà impostato anche
sull'album nuovo, ci saranno delle belle sorprese. Da una
parte sempre la solita potenza...".
Vasco si ferma ridendo, pensando che non può dire
ancora niente.
25 anni di stadi super esauriti eppure è davvero
"l'uomo più semplice che c'è" come lui stesso dice.
Trentasei anni di carriera ed un nuovo album fatto
di “nuove consapevolezze e vecchi rancori”.
É il 12 maggio e corro in edicola perchè sulla copertina
del nuovo numero di Rolling Stone, Vasco è il
protagonista.
Il rocker in vista del tour LiveKom015:
"Il concerto sarà una bomba e quindi devo allenarmi.
Io sono un professionista, sai.
A 20 anni non lo facevo, ero sicuro che sarei morto giovane.
Poi mi son ritrovato vivo ed è stata durissima. E ora mi
tocca correre. Io odio correre.
È un sacrificio enorme. Ma lo faccio, perché poi sul palco
devo spaccare tutto.
Son rimasto qui e mi tocca di vedere tutto fino alla fine.
È il mio destino...e io amo il mio destino."
INFORMAPIÙ 17
Come Vasco, anche a me piace vedere tutto fino alla fine. Il mio destino fino ad oggi era vivere il LiveKom015 da
fan sfegatata e saltellante nel prato del Dall'Ara, ma oggi è cambiato tutto.
Insieme a Vasco, quest'anno al LiveKom015, corre anche Lavoropiù.
E io corro insieme a loro.
Lavoropiù ha avuto il piacere di incontrare e conoscere Davide Asoli, Presidente di ERMESS, società di consulenza
strategica, e il suo staff.
Dal 2013 Davide Asoli affianca Vasco e il suo staff per far vivere ai fan un'esperienza indimenticabile: “Chiudere gli occhi
sul divano... e riaprirli sotto al palco. Con Ermess si può!”.
intervista a Davide Asoli
1. Racconta ai nostri lettori
la tua giornata tipo durante
questo LiveKom 015.
La giornata tipo, mia e del mio
staff, inizia ogni giorno molto
presto. Chiamate, riunioni,
summit,
sopralluoghi
e
incontri colorano tutta la nostra giornata, senza fermarsi
mai. Il nostro obiettivo è far vivere alle aziende, non solo
un concerto meraviglioso, ma cerchiamo di far vivere
loro il "dietro le quinte" curando ogni piccolo aspetto. I
nostri clienti hanno modo di vivere il LiveKom015 non
da spettatori, ma da protagonisti!
2. Come sei entrato a far parte nel mondo della musica?
Sono sempre stato un grande fan del Blasco. La nostra
collaborazione lavorativa è iniziata ufficialmente tre
anni fa, quando il Komandante è tornato sulle scene
all'Olimpico di Torino.
18 INFORMAPIÙ
3. Qual è la più grossa soddisfazione in ambito
lavorativo?
Lavorare
per
il
Komandante
credo
sia la soddisfazione
più grande nel mio
lavoro. Questo tour, il
LiveKom015, è molto
impegnativo. È dai
primi giorni di giugno
che io e il mio staff
"visitiamo" gran parte
della nostra penisola.
Abbiamo conosciuto
dialetti da Nord a
Sud, persone diverse,
ma tutte con lo stesso
amore per la nostra
ROCK STAR! I ringraziamenti da parte di queste persone
sono la cosa più bella per noi e sono la conferma che il nostro
lavoro è stato fatto nella giusta maniera.
4. Cosa vuol dire oggi lavorare per una delle più grandi star
italiane?
Lavorare per Vasco Rossi comporta una grande attenzione.
Forse il "difetto" più grande è che noi siamo prima fans e poi
collaboratori, ma in realtà non è mai stato un problema. Anzi,
ci ha motivato ancora di più e ci ha portati a fare ancora del
nostro meglio.
5. Cosa si prova quando si organizza per la prima volta uno
dei tour più grandi e di successo d'Italia?
La tensione è alle stelle! Si cerca di evitare il minimo errore,
si cerca di prevedere l'imprevisto in tutti i frangenti perchè
bisogna essere perfetti in ogni minimo dettaglio. Non bisogna
sbagliare di una virgola, tutto deve essere pensato e perfetto!
Il successo di questo strabiliante tour è la grande prova di un
perfetto lavoro di squadra da parte di tutti noi.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
I nostri progetti futuri? Tanti, tantissimi! Questo è stato "Un
Gran Bel Film" e noi stiamo già lavorando per regalarvi altre
meravigliose sorprese.... il Kom non si ferma qui!!
Vasco Rossi e Davide Asoli
Staff Ermess
Yaya e Davide Rossi
Yaya, braccio destro di Davide Asoli
INFORMAPIÙ 19
il backstage di
In qualità di sponsor, Lavoropiù ha
avuto la possibilità di partecipare al
concerto selezionando alcuni clienti,
per offrire loro la possibilità di vivere
l'evento in una cornice decisamente
unica e privilegiata.
Non è un'impresa facile e nessuno di noi ha mai pensato
che lo fosse, ma la carica, l'energia e la determinazione
hanno reso il tutto meno difficile.
Riunioni, incontri, bozze, idee e proposte sono state
all'ordine del giorno del nostro Ufficio Marketing e per
lasciare un segno indelebile e per non passare inosservati
abbiamo realizzato le t-shirt dello staff di Ermess con
il nostro logo e le abbiamo offerte ai clienti invitati al
concerto.
Firenze, Milano e Bologna sono le date che Lavoropiù
ha scelto per omaggiare i suoi clienti e per far vivere loro
emozioni uniche che solo Vasco Rossi riesce a regalare.
Ci siamo! La prima data è a Firenze, il 12 giugno
e il ritrovo con Davide è fissato alle 14 allo stadio.
Fans, amici e collaboratori sono lì già da giorni.
Questo appuntamento si ripeterà per tutte e 4 le date
sponsorizzate e metterà a dura prova la nostra resistenza
fisica, ma ci regalerà anche tante soddisfazioni ed
emozioni indescrivibili.
Davide ci dice che per montare il palco ci vogliono in
media quattro giorni per far sì che i concerti del Blasco
siano ciò che sono.
Girando per lo stadio sembra di essere in
una piccola cittadina, tutto è in movimento
e tutti si conoscono.
In alcune aree riservate lo staff si
riunisce a poche ore dal concerto per
mettere a punto le ultime cose.
Nel frattempo uno degli inservienti passa
l'aspirapolvere sulla pedana, un altro
sistema le bottigliette d'acqua, un altro
toglie le sporcizie, gli stand gastronomici
iniziano ad aprire, gli steward si
posizionano agli ingressi, i ragazzi con gli
elmetti che montano il palco continuano a
collegare fili e a sistemare le ultime cose.
20 INFORMAPIÙ
i gadget di Lavoropiù
Sembra di stare dentro un appartamento prima
dell'arrivo degli ospiti.
Il rito di Vasco di solito inizia sempre il giorno prima.
Arriva nel pomeriggio, entra nello stadio, solo,
cammina tra prato, tribuna e palco. Non parla con
nessuno. Guarda, annusa l'aria, ammira gli spalti,
immagina quando saranno gremiti, pensa alla scaletta
dello show. Si deve appropriare dello spazio. Lo deve
sentire suo.
Lavoropiù a San Siro
Uff. Marketing Lavoropiù
LiveKom015 Milano
LiveKom015 Bologna
Gadget di Lavoropiù
Uff. Marketing Lavoropiù
Uff. Marketing Lavoropiù
Uff,Marketing Lavoropiù
INFORMAPIÙ 21
"Ciao a tutti... benvenuti,
ben arrivati e bentornati! "
C'è chi arriva la mattina presto; c'è chi, per poter assistere
al concerto in prima fila, si accampa due giorni prima fuori
dai cancelli e c'è chi fa la scorta di biglietti per partecipare
a tutte le date del tour.
Per alcuni si tratta del cinquantesimo concerto, per altri è
il primo, ma l'emozione, l'adrenalina, la voglia di cantare
con Vasco sono le stesse per tutti.
La magia e l'unione che è in grado di realizzare la musica
di Vasco Rossi per me è riscontrabile, in particolare,
durante i suoi concerti.
Gli stadi Artemio Franchi di Firenze, San Siro di Milano
e Dall'Ara di Bologna hanno riaperto i battenti dopo il
campionato di calcio appena concluso e sono stati invasi
da migliaia di fans.
Nessuno come il Komandante riesce a riempire gli
stadi scatenando emozioni così forti.
Quanti anni hai? 30 anni
Dove vivi? Parma
Cos'è per te la musica? La musica per me è espressione di
sapere e di cultura. Inoltre, la considero un qualcosa che mi
riempie le giornate e scandisce i ritmi della vita quotidiana,
accompagna ogni istante a seconda degli stati d'animo in cui
mi trovo.
Oltre a Vasco Rossi, che genere di musica, o quali cantanti
ascolti solitamente? Ascolto tutti i generi di musica, ma il
mio preferito è sempre il rock, quello dei Led Zeppelin in
particolare.
Quando hai iniziato a seguire la musica di Vasco Rossi?
Da sempre, o meglio dall'adolescenza… Avevo undici anni e
per caso un giorno in radio partirono le note di "Albachiara"
e la canzone mi lasciò a bocca aperta… Mi ricordo di aver
pensato "chi sarà il cantante?"..e così cominciarono le
ricerche e registrai le sue prime canzoni in cassetta… Con
l'album "Colpa di Alfredo" mi convinsi che lui sarebbe stato
il mio primo riferimento musicale per tutta la vita…
Qual è o quali sono le tue canzoni preferite di Vasco?
Perché? Beh pensare che chi ascolta Vasco possa avere una
canzone preferita è troppo riduttivo, in quanto ognuna ha
un messaggio ben preciso e se ti colpisce lo fa con la stessa
intensità di un'altra, tanto da non poter fare una scelta.
Quali sensazioni suscitano in te le canzoni di Vasco? Le
parole di una canzone possono farti riflettere, ma le sue
hanno la forza, per coloro che lo seguono col cuore, di
smuovere gli animi ed esaltare i sentimenti.
22 INFORMAPIÙ
LiveKom015 Bologna
intervista a un fan
Tra le persone che conosci, con chi hai in comune questa
passione? Dovrei fare un elenco lunghissimo di tutti coloro
che insieme a me lo ascoltano e ho notato che, nonostante
siano passati anni, anche le generazioni venute dopo di me
si ritrovano in lui.
Cos'è per te il concerto di Vasco? Se segui il Kom non puoi
che farlo in maniera totale ed estrema. Io di concerti ne ho
visti tanti e ogni volta guardo la gente intorno a me e me ne
innamoro. I volti scavati dalle rughe dei più anziani, c'è chi
non rinuncia ad una smanicata per mettere ben in mostra i
tatuaggi, stravedo per la coppia di 50enni che si abbraccia
sulle note di Vivere e sorrido ogni volta che vedo il ragazzino
che canta a squarciagola senza probabilmente capire il senso
delle parole che gli escono dalla bocca.
Non si può spiegare a parole, lo devi sentire e basta... e
quando lo senti è un gran bel rumore.
ph. Emanuele Palese
ph. Emanuele Palese
ph. Emanuele Palese
ph. Emanuele Palese
Quintali di ferro sono serviti per comporre la scenografia
di quest'anno: una (astro)Nave tutta di metallo ricca
di effetti e di luci che sembra pronta a prendere il volo.
In quasi tre ore di concerto infatti Vasco ha toccato
praticamente ogni angolo del suo repertorio cantando
una buona parte delle canzoni nuove e rispolverando La
noia, Canzone, ma anche Stupendo, Gli Angeli, Siamo soli,
Sally e C'è chi dice no, senza dimenticare le immancabili
Vita spericolata e Albachiara.
Sono allo stadio da esattamente 4 ore. Sono stanca,
ma l'adrenalina mi tiene ancora in movimento. Sono
state quattro ore intense tra imprevisti, chiamate allo
staff, l'accoglienza ai clienti entusiasti del regalo a loro
riservato, ma ora è tutto in ordine.
ph. Emanuele Palese
Il concerto può iniziare e io me lo gusterò con una "bionda"
in mano, in perfetto stile rock'n'roll.
Vasco arriva sul palco, lo stadio esplode. Parte il concerto
e... comincio a godermi lo spettacolo.
Durante le prime canzoni vengo rapita dai suoni puliti,
potenti, e dalla voce di Vasco convinta, gioiosa, aggressiva
ma rilassata.
Poi mi giro e oramai si è fatto completamente buio e
risplendono dagli spalti i flash dei telefonini e delle
macchine fotografiche. Vedo finalmente il mare di gente
che riempie lo stadio, c'è gente che canta a squarciagola,
c'è chi conosce a memoria pause e urletti del Blasco, la
maggior parte delle ragazze è a cavalcioni sulle spalle
dei propri ragazzi per farsi notare il più possibile. Poi mi
cade l'occhio su un ragazzone alto uno e novanta e ben
corpulento con le lacrime agli occhi urlare “Grazie Vasco,
grazie!” Era assolutamente sincero, lo ringraziava per
qualcosa che solo lui sapeva, ma sicuramente le parole di
quelle canzoni, unite alla musica, devono davvero averlo
aiutato in qualcosa.
Il concerto prosegue veloce, intenso, corale.
Vasco salta qua e là sul palco come un ragazzino, si cambia
gli abiti e i cappellini, mette e toglie gli occhiali, mima gli
assoli di chitarra, impugna l'asta del microfono come un
lap dancer macho, ora sembra proprio felice, e noi con
lui. Fa le smorfie, sorride, guarda negli occhi un signore
accanto a me: si cantano in faccia l'un l'altro un'intera
strofa di canzone.
INFORMAPIÙ 23
una piacevole sorpresa...
In quel momento mi guardo intorno e noto tra la folla Lorenzo, figlio di Vasco.
Non ci posso credere!
Dopo la fine dell'università ci siamo persi di vista... È da anni che non lo vedo!
Mi sbraccio, voglio salutarlo, ma non mi vede. Sta cantando "Guai" abbracciato a un suo
amico e ovviamente non fa caso a me.
Provo a raggiungerlo scavalcando zaini, bottiglie di plastica vuote e chiedendo permesso,
quasi inutilmente, ai fans sudati che urlano come pazzi.
Lo raggiungo e gli salto al collo per salutarlo. Mi guarda sorpreso, non avrebbe mai immaginato di rivedermi lì dopo 3
lunghi anni. Mi abbraccia ed entrambi siamo felici di esserci ritrovati al LiveKom015.
due chiacchiere con Lorenzo
1. Vasco dice che quando la musica torna, torna tutto
quanto. Quale sua canzone Ti regala più sensazioni e
ricordi?
Difficile sceglierne una... Ve ne dirò due.
Sally è una di queste, non c'è volta che ascoltandola non
mi scenda una lacrima. Anche quest'anno, durante il tour,
è stata una valle di lacrime. È una meravigliosa angoscia
sapere che la canterà, sapere che piangerò, sapere che mi
aiuterà e che mi aiuta ogni volta che l'ascolto.
L'altra canzone che voglio citare è Siamo Soli. Tra le
canzoni più difficili da comprendere, con un significato
che probabilmente anche io non ho capito e mi ha sempre
un po' spaventato. Vasco stesso un giorno mi disse,
scherzando: “Hai presente Siamo Soli? Ecco, quando capirai
il significato di quella canzone ti si apriranno molte finestre
nella testa, alcune neanche pensavi d'averle, e vivrai più
tranquillo. Non dico meglio, per carità, ma tranquillo.”
Quindi al momento, anche durante questo tour dove
canta Siamo Soli con la solita e consueta cattiveria, è la
canzone che mi regala più sensazioni e ricordi.
2.Tuo padre è un grande comunicatore e Tu hai studiato
Scienze della Comunicazione come me. Racconta ai
nostri lettori dove è nata l'idea della Tua tesi di laurea.
La mia idea di tesi è nata dall'università stessa, la
professoressa che scelsi per laurearmi trattava spesso
lezioni sui social network che oggi sono diventati
(purtroppo) fondamentali. E non c'era tesi migliore che
citare mio padre, inventore degli ormai tanto sdoganati
“clippini”. Era un momento particolare della sua vita,
non facilissimo, ma ha saputo trarre il meglio da quello
che inizialmente era un'idea normale, farsi un video
e metterlo su internet. Da quel momento cominciò
ad avere un rapporto molto più diretto con i fan e col
mondo dei social network: è stato il primo a comunicare
24 INFORMAPIÙ
Vasco e suo figlio Lorenzo
direttamente con i fans, come un concerto, come se
parlasse direttamente con loro. Da qui l'idea di dedicargli
la mia tesi.
3. Quale video o testo ritieni abbia maggiormente
colpito e influenzato le masse?
I video, devo essere sincero, non mi hanno mai fatto
impazzire. Non dico i suoi, parlo in generale. Spesso
sviano l'attenzione dal testo, che è la cosa fondamentale.
C'è da dire che non ha fatto neanche tanti video Vasco,
per esempio, un video ufficiale di Sally non esiste, se non
calcoliamo un “live”. E, sarò ripetitivo, credo che appunto
Sally sia il capolavoro dei capolavori italiani, anche se può
sembrare di parte.
Una canzone introspettiva, una canzone dura, difficile,
ma che insegna tanto e che rispecchia tutti noi, perché
tutti siamo stati o saremo Sally un giorno.
3. Che rapporto hai con i fans di Vasco?
Con i fans di Vasco ho un rapporto meraviglioso. Sono
sempre stato fuori dalle tv, dai gossip, dal mondo dello
spettacolo e dai giornali, se non qualche sporadica
intervista. Non ho scelto di essere così “fuori” dallo mezzo svenuto, dicendomi che non ci credeva, ma che
spettacolo e non mi è stato imposto, semplicemente sono sarei rimasto il solito scemo (ride). Promisi a questi due
uno dei FANS di Vasco, e mi permetto di dire pure di miei amici che un giorno avrebbero conosciuto il loro più
essere il primo fan di Vasco (ride). Per questo i fan mi grande idolo e successe durante quel tour. Non contento
rispettano come io rispetto loro. Con parecchi ho stretto di questa bellissima situazione, ero meravigliato dalla
amicizie bellissime che porto avanti giornalmente, spesso scaletta, una tra le più belle a mio avviso da quando ho
faccio il pre-concerto con loro fuori dallo stadio perché cominciato a seguire mio padre negli stadi (era il 2003):
una bellissima intro con la
siamo tutti li per lo stesso motivo, tutti
Cavalleria Rusticana, un inizio
allo stesso livello. Agli altri che mi
scoppiettante con Basta poco e
contattano su Facebook non nego una
tante canzoni una dietro l'altra
risposta, anzi, mi piace far sapere che
che non lasciavano tempo al
ci sono. Perché non sono speciale o
respiro. Spettacolare.
diverso: sono una persona come tutte
le altre.
6. Qual è l'insegnamento
5. Qual è il tour che Ti è rimasto nel
più grande che Ti ha dato
cuore?
Tuo padre e per cui vuoi
ringraziarlo?
Aaaaaaaah il tour che mi è rimasto nel
cuore fu il tour nel quale registrarono
L'insegnamento più grande?
il DVD “Olimpico 2007”, non so bene
Come si sta al mondo, come
il motivo.
si vive, come si affrontano le
paure, come si gestiscono i soldi,
Ero con due amici, enormi fan di
come ci si pone obiettivi e come si
Vasco, conosciuti tanti anni fa quando
devono portare a termine questi
ero ancora Lorenzo Sturani, non
obiettivi anche se si incontrano
Lorenzo Rossi Sturani.
difficoltà. Mi ha dato tanto, lui
Quando uscì sui giornali la storia,
Lorenzo e Davide Asoli
lo sa, e per questo non smetterò
uno di loro mi chiamò balbettando,
mai di ringraziarlo.
INFORMAPIÙ 25
Il futuro di Vasco?
“Chi lo sa. Ne ho viste di tutti i colori, sono aperto a tutte le
possibilità. Sono a un punto della vita in cui ho davanti meno
tempo di quello che ho dietro. Uno come sono stato io come
potrebbe vivere oggi con tutte queste leggi che giustamente ci
sono? E sono contento di essermela cavata! (ride)
Sto pensando se voglio cambiare il mondo. Intanto penso che
cambierò casa. In centro, vorrei vivere in città. Sai, io sto già
molto nel mio mondo. Se mi isolo anche nell’abitazione divento
26 INFORMAPIÙ
un eremita. Rischio di diventare matto!
Forse è meglio se torno tra la gente, perchè quando vedo la gente
mi tranquillizzo. In città sarei assalito dai fans?
È vero che quando mi riconoscono in tanti divento ansioso, ma
magari, dopo un pò, a forza di vedermi si abituano.
«Ma no, ancora Vasco?»".
A RUOTA LIBERA
ORCHE, ELEFANTI E UOMINI
NON SONO POI COSI' DIVERSI
“Appartenere a un gruppo” è una delle esigenze basilari dell'essere umano. Nel
mondo animale questo forte senso di appartenenza e organizzazione sociale lo
ritroviamo sia nei lupi sia nelle api.
N
ell'epoca della globalizzazione, in cui Internet
regna sovrano e dove le comunicazioni avvengono
attraverso apparecchi elettronici che, da una parte
sono il frutto di un progresso inevitabile, ma
dall'altra ci tolgono il piacere di comunicare faccia a faccia,
parlare del dialetto può sembrare inopportuno.
Non è così: il dialetto fa parte del bagaglio culturale che ognuno
di noi porta sulle spalle ed è l'inevitabile segno che ci fa dire che
apparteniamo ad un certo luogo e ad un certo tempo.
Il dialetto rappresenta le nostre radici. Il dialetto è l'espressione
di un popolo, è come un abito fatto su misura, è come una
spugna che assorbe fatti, episodi, luoghi e persone.
Forse sarebbe necessario chiedersi se e come sia ancora possibile
preservare e conservare dialetti se i "parlanti" dei dialetti ancora
esistenti "smettessero di parlare", qualunque ne sia la causa.
Amare il dialetto, usarlo nel nostro quotidiano, insegnarlo ai
nostri figli, significa amare noi stessi, significa essere possessori
di una grande eredità: l'eredità della nostra storia.
Anni fa il dialetto era dato per spacciato, ma ultimamente i
fatti dimostrano che nonostante ci sia stata una significativa
riduzione delle parlate dialettali, i dialetti resistono e si
rinnovano mescolandosi all'italiano.
D'altro canto tutte le lingue, così come i popoli, sopravvivono
in quanto si rinnovano in continuazione mescolandosi tra loro.
E… Chi l'avrebbe mai detto che anche le orche "parlassero"
il dialetto?!
Le orche, proprio come gli uomini, hanno un loro “linguaggio
specifico” fatto di schiocchi, fischi e pulsazioni, ripetuti in
determinate combinazioni e alternati a silenzi. Gruppi di orche
che vivono insieme in maniera più o meno stabile tendono
a crearsi una sorta di “dialetto”, che diventa la caratteristica
distintiva del gruppo, una sorta di segno di riconoscimento.
E, proprio come succede nell'uomo, i giovani esemplari di orca
imparano il dialetto dai maschi più anziani del gruppo.
Questi animali vivono in gruppi da 5 a 30 individui, solitamente
composti da un maschio predominante e diverse femmine
accompagnate da giovani. Le orche riescono a costruire una
vera e propria famiglia, rimanendo monogami a vita.
I soggetti più anziani di orca, soprattutto gli esemplari di
femmina, sono preziosissimi all'interno del branco per la
loro esperienza che li rende leader.
Secondo numerosi studi, la condivisione della loro saggezza
con i membri più giovani, può essere la ragione per cui le
femmine di orca continuano a vivere a lungo anche dopo aver
smesso di riprodursi.
Le orche infatti sono tra i pochissimi esseri viventi che entrano
in menopausa e sono una risorsa preziosa grazie alla loro
saggezza. È per questo motivo che l'evoluzione ha permesso
INFORMAPIÙ 27
che vivessero così a lungo, a differenza delle altre specie animali,
uomo a parte.
Questa particolare condizione della vita riguarda soltanto le
femmine dei cetacei chiamati globicefali, imparentati coi delfini.
Cosa succede, quindi, quando le orche entrano in menopausa?
Diventano più sagge e fanno da guida alla famiglia ad esempio
nella ricerca di cibo, in particolare nei periodi in cui le risorse
alimentari sono scarse. I comportamenti delle orche hanno
fatto riflettere i ricercatori sull'importanza della menopausa per
la donna e la famiglia. Le donne in menopausa racchiudono
in sé le informazioni della famiglia di cui fanno parte, non
possono più generare figli e, se ne hanno, si occuperanno di
nipoti e nipotini, come nonne o zie.
Pensiamoci bene: di solito gli esseri viventi concludono il loro
ciclo di vita quando non sono più in grado di procreare. Gli
esseri umani, le orche e i globicefali sono le uniche eccezioni,
come già accennato. Per la specie delle orche l'anzianità è
importante, un fenomeno raro nel mondo animale che
probabilmente ci dirà qualcosa di più sulla menopausa
nell'essere umano.
Un'altra specie considerata molto simile all'uomo è l'elefante.
E non è un segreto che questi animali abbiano comportamenti
simili ai nostri.
Ad esempio, loro, come noi, si legano ai propri compagni in un
vincolo di affetto incredibile. Si stringono in gruppi non sempre
di familiari e si legano reciprocamente per oltre cinquant'anni.
Questo forte legame fa sì che quando un elefante muore, gli altri
elefanti del gruppo non lo dimentichino.
La proverbiale memoria degli elefanti
non solo esiste, ma ha anche uno
scopo.
Se un membro del gruppo muore,
gli altri non lo abbandonano, anzi
lo muovono, lo accarezzano con la
proboscide lo sollecitano come se
volessero risvegliarlo.
Come l'uomo, l'elefante dà grande
importanza ai morti e la leggenda
secondo cui esistono "cimiteri degli
elefanti", in cui i più grandi mammiferi
terrestri viventi si riuniscono per
commemorare i defunti, ha trovato
conferma scientifica.
La località rimane un segreto, e forse
è meglio così, per conservare intatto
un comportamento tanto misterioso
quanto umano.
Ufficio marketing: Nelle aziende
italiane il rispetto per gli avi che
28 INFORMAPIÙ
contraddistingue orche ed elefanti è un punto di forza oppure
è un punto debole?
Fabio: In Lavoropiù la cultura degli avi è alla base dell'etica
societaria. Uno dei nostri punti di forza è il turnover molto
basso. Tutti sappiamo quanto siano importanti e utili le
nozioni imparate negli anni addietro da chi c'era prima di noi
e credo profondamente che dagli anziani possiamo avere un
grandissimo vantaggio competitivo.
Un'azienda con un turnover alto, si deve sempre reinventare
e senza la saggezza tramandata dagli avi la formazione delle
nuove leve non può avvenire.
Ufficio marketing: Il capitale umano è alla base dello sviluppo
solido di un'azienda, ma anche il capitale tecnologico ha la sua
importanza ed è fondamentale per conservare informazioni
utili per il futuro. La rivoluzione
del "digitale" è già in parte in
atto in alcuni settori come, ad
esempio, quello agroindustriale.
Sono tantissimi gli imprenditori
che hanno scelto di investire in un
nuovo legame con il territorio, di
puntare sulla crescita della qualità
e del valore dei propri prodotti,
facendosi contaminare dalle nuove
tecnologie digitali.
Fabio: Sicuramente il capitale
umano è un fattore che da solo
non è in grado di determinare una
crescita dell'economia aziendale,
ma deve appunto interagire con altri
fattori rilevanti come il progresso.
Però il capitale umano è la prima
e più preziosa risorsa sulla quale
un'azienda deve sapere investire.
Se il capitale umano è l'input
fondamentale nella Ricerca e
Sviluppo, un'economia con un
basso livello di istruzione della forza lavoro avrebbe difficoltà a
produrre nuove conoscenze tecnologiche.
Ufficio marketing: La digital transformation sta investendo
tutti i settori, anche quelli tradizionali o lontani dal mondo
della tecnologia costringendo a ripensare velocemente modelli
di business e processi aziendali. Per questo oggi le aziende
italiane sono alla ricerca di nuove professionalità e competenze
in grado di interpretare al meglio le nuove opportunità e
condurre il cambiamento.
Ma per guidare l'azienda verso la trasformazione digitale
le organizzazioni sono chiamate anche a ripensare in chiave
digitale le tradizionali soft skills, le capacità relazionali e
comportamentali che consentono di utilizzare il digitale per
migliorare produttività e qualità delle attività svolte, e non tutte
le aziende italiane forse sono pronte per questa evoluzione.
Fabio: Perchè non facciamo come gli elefanti e pensiamo che
stiamo vivendo un momento evolutivo? Oggi siamo arrivati al
2015 facendo passi da gigante, non possiamo pensare a quello
che ci mancherà nel 2020 e che gli altri hanno già.
Noi ci evolviamo verso l'informatica, e l'abbiamo fatto per
tutti questi anni, non possiamo guardare sempre quello che ci
manca. Gli elefanti possono percorrere oltre 150 km al giorno
spostandosi nelle praterie coprendo aree larghissime, senza
lamentarsi mai della fatica e dei km trascorsi.... Dovremmo
farlo anche noi.
INFORMAPIÙ 29
NEWS
LAVOROPIU' nel mese di MAGGIO
Lavoropiù promuove la Strabologna
La stracittadina giunta alla 36esima edizione della Strabologna
è stata una grande festa per tutti, grandi e piccini. I vincitori
sono stati lo sport, il divertimento e la solidarietà. Obiettivo
centrato anche quest'anno.
Lavoropiù sostiene la Festa di Primavera
della Facoltà di Veterinaria dell'Università di Bologna
Lavoropiù è stata lieta di sostenere l'evento rivolto agli studenti e a tutto
il personale universitario della Facoltà di Veterinaria dell'Università di
Bologna, con sede a Ozzano dell'Emilia (BO), comune in cui Lavoropiù
è l'unica Agenzia per il Lavoro presente.
LAVOROPIU' nel mese di GIUGNO
Lavoropiù partner di Happy Hand 2015
Lavoropiù ha partecipato attivamente alla quinta edizione dei giochi
senza barriere. Inoltre, ha sostenuto gli eventi Happy Art e Happy Food,
perché arte e cucina sono occasioni importanti di socialità e crescita
delle persone.
Lavoropiù rinnova la sponsorizzazione
con il Teatro Duse di Bologna
Lavoropiù rinnova la sponsorizzazione per la stagione 2015/2016 con il
Teatro Duse. La programmazione della stagione di prosa del teatro torna
protagonista con 18 titoli in cartellone da novembre ad aprile.
Lavoropiù riceve l'attestato di merito AILES, avendo ottenuto
per cinque anni consecutivi il Logo di Azienda Solidale
AILeS, in collaborazione con CSAPSA, ha ringraziato Lavoropiù, in
quanto è in possesso di tutte le potenzialità per candidarsi all'Albo
Metropolitano delle Aziende Inclusive, che dovrebbe dare continuità
al riconoscimento premiale delle imprese socialmente responsabili
sul versante della formazione e dell'inserimento lavorativo di persone
disabili o svantaggiate
30 INFORMAPIÙ
CONCORSO FOTOGRAFICO ESTIVO
!
!
’
’
u
u
i
i
p
p
E
e
Ii
F
f
Ll
E
e
SS
Il termine "selfie" deriva direttamente dall'inglese,
e si tratta in poche parole di un autoritratto
fotografico realizzato attraverso un dispositivo
elettronico, vale a dire uno smartphone, un tablet,
una fotocamera digitale compatta o anche la
webcam del PC.
ora tocca a te!
trova la location giusta, mettiti in posa e...
scatta un selfie con Lavoropiù.
Potrai vincere
un premio!
entro venerdi' 4 settembre 2015
invia le tue foto a sviluppo.commerciale@
lavoropiu.it
oppure condividile su Facebook e Instagram
Facebook: pubblica la foto sulla pagina ufficiale di
Lavoropiù: "Lavoropiù SpA" o pubblica la foto sul
tuo profilo e tagga "Lavoropiù SpA"
(attenzione! puoi taggare Lavoropiù solo se hai
fatto 'mi piace' alla pagina "Lavoropiù SpA")
Instagram: pubblica la foto sul tuo profilo e
indicizza la tua foto con #lavoropiù.
INFORMAPIÙ 31
FALSI D'AUTORE
{
le opere d'arte rivisitate da tutte le filiali,
le divisioni e gli uffici di Lavoropiù
KEY ACCOUNT
rivisitazione del monumento della Statua della Libertà,
New York City, USA
UFFICIO AMMINISTRAZIONE
rivisitazione della locandina della serie TV Charlie's
Angels, 1976-1981
FILIALE DI FIORANO MODENESE (MO)
rivisitazione del quadro
Le déjeuner sur l'herbe di Édouard Manet
PERPIU' FAENZA (RA)
rivisitazione della Andy Warhol Marilyn Collection di
Andy Warhol
FILIALE DI
TORINO
rivisitazione del
monumento del Monte
Rushmore, USA
32 INFORMAPIÙ
UFFICIO TELEMARKETING
rivisitazione del quadro La passeggiata di Claude Monet
FILIALE DI
REGGIO
EMILIA
rivisitazione del
quadro I giocatori
di carte di Paul
Cézanne
FILIALE DI LUGO (RA)
rivisitazione del quadro La libertà che
guida il popolo di Eugène Delacroix
UFFICIO
REDDITIVITA'
rivisitazione
della Andy
Warhol Marilyn
Collection di
Andy Warhol
FILIALE DI
CASALECCHIO DI RENO (BO)
rivisitazione di un quadro
di Keith Haring
INFORMAPIÙ 33
6 INVENZIONI CHE
CI HANNO CAMBIATO LA VITA
L'ARIA CONDIZIONATA
Da sempre le persone hanno cercato di mantenere in un modo o nell'altro la propria
abitazione fresca.
Spesso sottovalutiamo quanto l'invenzione dell'aria condizionata sia stata importante
per l'uomo e l'enorme impatto che ha avuto sul mondo in cui viviamo oggi.
Willis Carrier nel 1922 posa davanti al primo "condizionatore"
Il
lungo inverno è finito! Le piogge e le basse
temperature sono passate, finalmente ora il sole
splende alto e il cielo è limpido.
Eppure… tra poco ci lamenteremo anche del caldo;
quando l'estate comincerà ad incalzare, inevitabilmente la
calura prenderà il sopravvento e resistervi sarà complicato.
Accanto ai telecomandi per TV e decoder vari, nelle case
spunteranno quelli per i condizionatori d'aria. E coloro che
non avranno l'impianto a casa, andranno nei negozi e nei
centri commerciali non solo a far la spesa, ma alla ricerca
di aria refrigerata.
Inutile dirlo, quindi: quella dell'aria condizionata è stata
davvero una bella invenzione!
Il padre dell'aria condizionata, o come meglio si dovrebbe
chiamare del “condizionamento ad aria” (dall'inglese air
conditioning), è l'ingegnere americano Willis Haviland
Carrier.
Nel 1901, all'età di 25 anni, appena uscito dalla Cornell
University dove si era laureato in ingegneria meccanica,
Carrier fu incaricato dalla società di tipografia e litografia
"Sackett & Wilhelms" di Brooklyn di trovare un rimedio
al problema per combattere l'umidità che degradava i
parametri caratteristici della carta durante il processo di
stampa.
Carrier sfruttò la trasformazione dei gas per ottenere una
differenza di condizione termica in un ambiente chiuso, in
La scoperta che Willis Carrier fece nel 1902 non ha modo da innalzarne o abbassarne la temperatura. In altre
apparentemente niente a che vedere con l'utilizzo che poi parole, realizzò una macchina capace di produrre sia il
ne è nato.
caldo sia il freddo.
34 INFORMAPIÙ
In Italia, i condizionatori arrivarono solo trent'anni dopo
la loro invenzione, verso la fine della Seconda Guerra
Mondiale.
I primi modelli non erano affatto comodi: grossi,
ingombranti, pesanti, estremamente rumorosi e molto
costosi.
Una vera rivoluzione nel mondo dei climatizzatori
avvenne circa vent'anni fa con l'introduzione, ad opera
dei giapponesi, del cosiddetto "sistema split", ovvero un
sistema composto da due elementi staccati tra loro, di cui
uno interno, destinato a sottrarre il calore dall'ambiente da
climatizzare, l'altro, esterno, con la funzione di disperdere
tale calore all'esterno.
I vantaggi della nuova tecnologia furono subito
evidenti: riduzione notevole dell'aria trattata, nonché
delle dimensioni e della rumorosità degli impianti,
semplificazione della regolazione della temperatura.
Attualmente esistono due tipologie di climatizzatori: quelli
che producono solo aria fredda, e quelli a pompa di calore,
in grado di riscaldare in inverno, oltre che rinfrescare
in estate. Fondamentale, inoltre, che tali impianti siano,
oggi, regolamentati da norme europee circa il risparmio
energetico, e siano classificati in sette categorie, dalla A alla
F.
L'idea giapponese dello split si rivelò vincente, man
mano si diffuse sempre più, restando ancor adesso alla
base della costruzione e del costante perfezionamento
dei condizionatori d'aria.
INFORMAPIÙ 35
AGGIORNAMENTI CONTRATTUALI
DAGLI STUDI PROFESSIONALI
ALL'AGRICOLTURA... UN
PERIODO DENSO DI RINNOVI
I
nnanzitutto il consueto punto sugli scatti economici intervenuti di recente:
• Maggio 2015: Consorzi Agrari Provinciali, Editoria
e Grafica Aziende Industriali, Alimentari Piccole e Medie
Aziende, Miniere Metallurgia Industria, Occhiali Industria,
Penne, Matite, Spazzole Industria, Operai Agricoli e Florovivaisti (CPL)
• Giugno 2015: Metalmeccanici Confapi e Confimi, Cemento Industria, Chimici Confapi, Concerie Piccole e Medie
Aziende, Gomma e Plastica Confapi, Lapidei Artigiani, Lavanderie Industria, Legno Artigiani.
Per quanto concerne i rinnovi contrattuali stipulati:
Studi Professionali
In data 17 aprile 2015 tra Confprofessioni, Filcams - Cgil, Fisascat - Cisl e Uiltucs - Uil è stata stipulata l'ipotesi di accordo
per i dipendenti degli studi professionali e delle strutture che
svolgono attività professionali, scaduto il 30 settembre 2013.
In ragione del principio di ultravigenza e preso atto che il pre-
36 INFORMAPIÙ
cedente contratto ha cessato la sua vigenza in data 31 marzo
2015, il presente contratto decorre dal 1° aprile 2015 e ha validità sino al 31 marzo 2018, sia per la parte economica sia per
quella normativa. Non è prevista pertanto alcuna una tantum
per il periodo senza rinnovo.
Così come era stato per il contratto del Commercio e Terziario anche per questo CCNL, per ammortizzare i costi
del rinnovo, si è decisa una maturazione graduale delle Rol
all'aumentare dell'anzianità di servizio: il precedente contratto prevedeva infatti la maturazione di 40 ore annue di Rol nel
caso di orario settimanale su 5 giorni, e di 66 ore annue di Rol
nel caso di orario di lavoro su 6 giorni. Per i contratti stipulati
successivamente alla data di sottoscrizione del nuovo CCNL
(17 aprile 2015) invece la maturazione delle Rol seguirà questo schema:
- 50% (20 ore nel caso di orario su 5 giorni e 33 ore nel caso
di orario su 6 giorni) a partire dal 12° mese successivo all'assunzione
- 75% (30 ore nel caso di orario su 5 giorni e 49,5 ore nel caso
di orario su 6 giorni) a partire dal 24° mese dalla data di assunzione fino al 36° mese.
- 100% (40 ore nel caso di orario su 5 giorni e 66 ore nel caso
di orario su 6 giorni) per i mesi successivi.
Chiaramente ne consegue che per il primo anno di lavoro
non si ha diritto alla maturazione delle Rol.
Introdotta anche in questo CCNL, come già in altri in attuazione delle recenti norme varate dal Governo, la possibilità di
fruire del congedo parentale ad ore.
Vengono estese le tutele di welfare ai professionisti ed ai collaboratori di studio.
Come per il rinnovo del Commercio vi è l'introduzione di un
contratto specifico di reimpiego per i disoccupati da oltre 12
mesi e gli over 50 con un inquadramento ai livelli inferiori
che però porta ad una assunzione a tempo indeterminato.
Igiene Ambientale – Aziende Municipalizzate
In data 21 maggio 2015 tra Federambiente, Fp – Cgil, Fit –
Cisl, Uiltrasporto, Fiadel, in attesa del rinnovo del CCNL 17
giugno 2011 per i dipendenti delle aziende municipalizzate
di igiene urbana scaduto il 31 dicembre 2013, sono stati stipulati:
• il verbale di intesa sull'Elemento di Copertura Economica (E.C.E.), che prevede la corresponsione di un compenso forfettario una tantum e l'erogazione di un importo a titolo di anticipazione forfettaria mensile (AFM) per
il 2015;
• il protocollo, con cui sono state definite le problematice
oggetto del negoziato per il rinnovo contrattuale.
Agricoltura – Contoterzisti
In data 10 aprile 2015 tra Unima – Confai, Fai - Cisl, Flai –
Cgil, Uila – Uil, è stato stupulato l'accordo per il rinnovo del
contratto collettivo per i dipendenti delle imprese che esercitano attività di contoterzismo in agricoltura, scaduto il 31
dicembre 2014. L'accordo ha validità triennale e scade il 31
dicembre 2017. Tra le novità, oltre agli incrementi retributivi
la cui prima tranche ha decorrenza 1° aprile, vi è l'aumento
della percentuale di maggiorazione per le ore di sraordinario
(ora al 29%), 2 giorni anziché 1 di permesso di paternità per
nascita del figlio e l'aumento dei giorni di congedo matrimoniale (ora 10).
Chimica – Ceramica Aziende Artigiane
In data 10 giugno 2015 tra Confartigianato Chimica, Gomma, Plastica e Vetro, Confartigianato Associazione ceramisti,
Cna Produzione, Cna Artistico e Tradizionale, Casartigiani, Claii, e Filctem – Cgil, Femca – Cisl, Uiltec – Uil, è stata
stipulata l'ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL per i
dipendenti dalle imprese artigiane dei settori della chimica,
gomma plastica, vetro, ceramica, terracotta, gres e decorazione piastrelle, scaduto il 31 dicembre 2012. Tale contratto
decorre dal 1° gennaio 2013 e scade il 31 dicembre 2016 sia
per la parte economica sia per la parte normativa.
Si prevedono aumenti retributivi a partire dal 1° luglio 2015,
la corresponsione di un importo a titolo di una tantum e l'estensione dell'applicazione del contratto anche ai prodotti ed
alle attrezzature in plastica ad uso civile ed industriale ed ai
prodotti biomedicali.
Cooperative di Trasporto e Logistica
In data 8 maggio 2015 è stato siglato da Agci Servizi, Federlavoro – Confcooperative e Legacoopservizi ed i sindacati di
categoria dei lavoratori l'accordo che prevede la piena applicazione del CCNL Logistica, Trasporto e Spedizione Merci
del 1° agosto 2013 da parte del settore delle cooperative di
trasporto; si prevede altresì l'erogazione di una somma a titolo di una tantum a copertura del periodo pregresso.
Estesa l'applicazione del CCNL Tessili e Abbigliamento – aziende industriali al settore Tessili
Vari
In data 27 maggio 2015 tra SMI Sistema Moda Italia – Federazione Tessile e Moda, Femca – Cisl, Filctem – Cgil, Uiltec
– Uil, è stato stipulato un verbale di accordo per l'estensione
dell'applicazione del CCNL Tessili e abbigliamento – aziende
industriali da parte delle aziende dei comparti Tessili Vari –
Torcitura e Filatura Serica che applicavano il CCNL 2 settembre 2010 scaduto il 31 marzo 2013. Infatti dal 1° aprile 2015 è
cessato il rapporto associativo tra la Federazione Tessili Vari
e Confindustria, che contestualmente ha assegnato a SMI la
rappresentanza esclusiva delle aziende dei comparti tessili
vari e torcitura e filatura serica. L'intesa esprime la volontà di
applicare ai lavoratori ed alle aziende del settore tessile, abbigliamento e moda un unico CCNL, individuato in quello del
4 febbraio 2014. La disciplina normativa del suddetto CCNL
si applica quindi immediatamente a tutto il settore; per quanto riguarda la parte economica il riallineamento avverrà per
gradi. E' prevista anche la corresponsione di una somma a
titolo di una tantum.
Questi ultimi due rinnovi contrattuali possono essere considerati la giusta conclusione di una distorsione all'interno di
un sistema di contrattazione e di rappresentanza al momento fluido ed in fase di ridefinizione, al cui interno possono
trovare spazio accordi che sono fortemente penalizzanti nei
confronti dei lavoratori e che perciò consentono una competitività falsata in favore di quelle aziende che adottano tali
accordi nei confronti delle altre aziende dello stesso settore,
come può essere stato il caso delle cooperative di trasporto e
logistica nei confronti delle altre aziende dei trasporti, e delle
aziende del settore Tessili Vari nei confronti delle altre aziende tessili.
INFORMAPIÙ 37
MODA
a cura di
fashion
moda
L'EVOLUZIONE DELLO STILE
DAGLI ANNI '20 AGLI ANNI '80
“La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo, in strada,
la moda ha che fare con le idee, il nostro modo di vivere, ciò che sta accadendo”
(Coco Chanel)
In
diverse circostanze ci sarà
capitato, forse in occasione
di una festa a tema, di una
ricorrenza o semplicemente
parlando di un “ritorno di tendenza”, di
fare riferimento ad un particolare periodo
storico e al relativo stile, modo di vestirsi.
L'immagine che vogliamo dare di noi
stessi attraverso gli abiti è fortemente
condizionata dall'ambiente che ci circonda,
dal sentirsi parte di una generazione, di
un'idea o di un modo di porsi. In questo
articolo andremo ad analizzare i motivi, gli
avvenimenti storico/culturali che hanno
influenzato la moda degli ultimi tempi:
Gli anni '20
Terminata la prima guerra mondiale,
l'unico desiderio è divertirsi. Musica jazz,
lunghe e sottili sigarette, spettacoli, sale
da ballo e l'indimenticabile charleston.
La donna, spinta da un forte desiderio di
emancipazione, decide di osare nel campo
38 INFORMAPIÙ
dello stile. Per utilizzare un termine
anglosassone è la “Flapper girl” la donna
degli anni '20, una donna che non teme di
farsi vedere mentre fuma, guida da sola e
in certe occasioni è capace di osare in tema
di morale sessuale.
moda non può che subirne degli effetti,
sotto l'influsso della crisi economica,
la sobrietà, il desiderio di sicurezza e
stabilità torna a privilegiare forme più
femminili e meno androgine. Le gonne
rigorosamente sotto il ginocchio e abiti
fascianti per risaltare il punto vita. Con
gli anni '30 si può parlare del trionfo
delle forme femminili, si può dire addio
all'ispirazione mascolina e sportiva degli
anni '20.
Ma veniamo ora ai vestiti veri e propri:
linee marcate e geometriche, tessuti
morbidi e leggeri, quasi per rimarcare un
desiderio di leggerezza ed ordine sociale.
Coco Chanel propone abiti in jersey
La vera rivoluzione degli anni '30 sono
morbidissimi e facili da portare.
Per ballare ai ritmi veloci del fox trot e i tessuti: la crisi infatti costringe e
del charleston diventano indispensabili risparmiare sui filati ed ecco che, per
scarpe con tacco medio, cinturino stretto la prima volta nella storia, l'industria
alla caviglia e abiti arricchiti con frange dell'abbigliamento introduce le fibre
e perline. Lunghe collane di perle in sintetiche: il nylon (e non la seta) diventa il
perfetta armonia con le linee morbide materiale più utilizzato per la fabbricazione
del vestito. Taglio alla garçonne, rossetto di calze e collant, vera e propria invenzione
dell'epoca. Che dire dell'acconciatura? Con
rigorosamente rosso e bocca a cuoricino.
riga laterale, i capelli vengono pettinati in
Gli anni '30
larghe onde che incorniciano il viso.
Dopo la grande depressione del '29 la
Una forte disperazione colpisce gli anni
'40: all'insegna della seconda guerra
mondiale, la liberazione diventa sinonimo
di speranza, ma il cibo, come ogni altro
bene, continua a scarseggiare anche dopo
la fine dei combattimenti. Gli abiti devono
essere pratici: le gonne leggermente più
corte per agevolare gli spostamenti in
bicicletta, tessuti caldi e resistenti, linee
più decise e regolari (le giacche hanno
spalle squadrate e sono spesso adornate da
insegne militari). I tacchi sono bassi. Non ci
si può permettere un'acconciatura e vanno
di moda i turbanti.
scendono in piazza: gli operai per i diritti
dei lavoratori, le donne per la parità di
diritti fra donna e uomo, gli studenti contro
la guerra e i gruppi etnici contro il razzismo.
Tutto ciò accade sullo sfondo musicale dei
Beatles, Joan Baez, John Lennon e Bob
Dylan.
Twiggy Lawson lancia la minigonna,
must have dell'epoca e irrinunciabile capo
d'abbigliamento nei decenni a seguire. La
minigonna fa scandalo, migliaia di ragazze
si affollano in Carnaby Street, nascono
negozi che mescolano il nuovo e l'usato.
L'alta moda perde terreno per far posto ad
Lana, cotone e tessuti lavorati diventano una rivoluzione: il Prêt-à-porter.
necessari per confezionare le divise dei Il legame tra moda e arte si fa sempre più
soldati al fronte, le case di moda sono stretto. Yves Saint Laurent lancia il suo
costrette ad utilizzare tessuti poveri: gli “Mondrian”, Andy Warhol stampa su un
abiti per la moda donna sono quindi votati vestito il logo delle zuppe Campbell. Gli
alla semplicità.
stilisti sembrano non avere limiti: taglio
Linee dritte, capi squadrati e tailleur-divisa sagomato, abito a trapezio, diritto e piuttosto
sono i dettami di una moda che sembra
voler uniformare lo stile della donna a
quello del soldato al fronte. Una leggera
apertura nello stile, che tuttavia rimane
sobrio, si avrà solo verso la fine degli anni
'40 quando, terminata la guerra, nasce il
famoso “New Look” di Christian Dior.
Gli anni '50 abbiamo un vero e proprio
periodo di rinascita, gli anni '50 sono il
decennio del rock 'n' roll, dei blue jeans,
delle t-shirt, delle pin up e dei pattern a
pois; è il momento in cui cominciano a
comparire i primi bikini e la giacca di pelle
diventa un irrinunciabile must have per gli
uomini.
L'alta moda che dettava tendenza ora
prende spunto dalla strada: Yves Saint
Laurent ha l'idea geniale di tradurre in lusso
ciò che indossano i giovani contestatori.
Gli anni '80 sono gli anni del consumismo
sfrenato, dell'arrivo dei PC e dei cellulari,
della fine della Guerra Fredda, del virus
HIV, del disastro nucleare di Cernobyl.
Bisogna sorridere al futuro, sempre e
comunque. L'economia, negli anni '80
è soprattutto finanza. L'individualismo
viene esaltato come condizione per il
successo, in tutti i settori.
Per la prima volta, le icone di stile
provengono dal mondo della musica, il
tutto amplificato dalla sempre più capillare
diffusione dei videoclip.
Madonna è l'icona indiscussa dell'epoca,
colori fluo, spalline, jeans a vita alta e capelli
cotonati fanno da padrone nel periodo
d'oro della musica pop.
La televisione e il cinema americani
influenzano gli usi e costumi europei, tanto
che cominciano a convivere tra loro molti
stili e codici di abbigliamento diversi: lo
stile della perfetta casalinga americana e
quello più appariscente e provocante delle
pin up.
rigido, senza vita, linee geometriche che
lasciano scoperto solo il collo e le braccia.
Grandi protagonisti degli anni '60 sono gli
occhi: si punta a ricreare un effetto bambola
Si vive secondo lo stile di vita americano: con occhi appariscenti e spesso eccessivi.
Coca Cola, Jeans, Rock'n'Roll, Elvis Presley, Le lotte per i diritti civili sono all'insegna
James Dean, Marilyn Monroe, le icone degli anni '70 e cambia la visione della
americane sono entrate nella consapevolezza donna. Tali profondi cambiamenti non
generale.
possono che riflettersi sul mondo della
Si utilizzano colori tenui come beige, ecru e
grigio chiaro, ma anche colori decisi come
rosso, blu, nero e bianco. Pantaloni alla
pescatore, ballerine o mocassini, camicetta
annodata sopra l'ombelico quasi d'obbligo e
grande cappello di paglia.
a cantare “Let the sunshine in” a piedi
nudi nell'erba fresca e con fiori tra i capelli.
La filosofia Hippy condanna la società
dei consumi, le guerre, il razzismo, lo
sciovinismo, l'ipocrisia in tutte le sue forme
di espressione. I figli dei fiori rifiutano
la superficialità della moda, ma forse
incosciamente impongono un proprio stile.
Inizia a farsi spazio il vintage, un grande
riciclaggio di camicette della nonna e
gonnellini dei mercatini. Anche l'etnico non
è da mano, tuniche indiane, sandali di pelle
naturale, giacche afgane e gonne gitane.
Si portano gilet lunghi, sciarpe, pullover
e poncho fatti a mano. Tanti orecchini
lunghi, bracciali e collane coloratissimi e
l'indimenticabile nastro intorno alla fronte.
moda che, accanto alle tendenze Hippy,
ridisegna la figura femminile sempre più
emancipata, con i pantaloni e senza paura
di scoprire il proprio corpo. Hot Pants,
shorts e pantaloni a zampa sono i must
have della moda anni '70.
Gli anni '60 una gioventù timida e Il colore si posa su ogni capo di
riservata nella prima metà del decennio, abbigliamento. Il movimento “Peace and
esplode nel '68. Iniziano le proteste, tutti Love” porta la gioventù di tutto il mondo
Protagonisti degli anni '80, i fouseaux (i
leggins di oggi), indossati nei colori più
sgargianti possibili, abbinati ad una t-shirt
bianca con una stampa eccentrica.
Per quanto riguarda gli accessori, invece,
non possono mancare braccialetti e collane
importanti, è il boom della bigiotteria.
Termina qui il nostro percorso storico nel
mondo del fashion e dello stile. Dietro ad
un colore, un forma e un accessorio spesso
si cela più di quanto si possa immaginare,
per riprendere ancora una volta le parole
di Coco Chanel: “la moda ha che fare con
le idee, il nostro modo di vivere, ciò che
sta accadendo”. Un'indagine approfondita
ci rende più consapevoli del percorso
storico di un determinato capo, ne coglie
aspetti differenti e dona un valore aggiunto
all'attuale ritorno di tendenza.
INFORMAPIÙ 39
MODA
QUANDO LO STILE INCONTRA
LA TENDENZA: PITTI UOMO
Pitti Uomo 88, 16-19 Giugno 2015, Fortezza da Basso, Firenze.
P
er i fiorentini e per gli addetti ai lavori è semplicemente
"Pitti", ma il nome completo è "Pitti Uomo 88" uno dei
maggiori eventi della moda mondiale, che quest'anno si
è svolto dal 16 al 19 giugno alla Fortezza da Basso di
Firenze. Una volta si teneva presso Palazzo Pitti (uno dei più noti
palazzi fiorentini) da cui per l'appunto prende il nome.
Pitti Uomo è una manifestazione dedicata al "pronto moda
maschile", vale a dire i capi più rapidamente pronti per il mercato
della prossima stagione; a differenza delle sfilate delle varie
settimane della moda internazionali, i protagonisti non sono
tanto gli stilisti più importanti, quanto piuttosto i brand di
abbigliamento e i loro prodotti destinati al mercato. Si svolge
due volte all'anno (a gennaio e a giugno) ed ospita aziende italiane
e internazionali che presentano alla stampa e ai compratori le
collezioni per l'anno successivo. Nei quattro giorni in cui si tiene
la fiera, vengono organizzati anche eventi collaterali, sfilate
e installazioni da parte di stilisti e brand di abbigliamento
maschile, che coinvolgono anche altre parti della città di Firenze.
Tradizionalmente Pitti Uomo è sempre in calendario subito
prima della settimana della moda maschile di Milano.
L'evento nacque negli anni Cinquanta e nel 1982 venne spostato
alla Fortezza da Basso – il principale luogo di esposizioni
fiorentino, vicino alla stazione di Santa Maria Novella – dove
si tiene tutt'ora, organizzato come una vera e propria fiera con
singoli stand dedicati agli espositori. Con il passare degli anni
i buyer e la stampa hanno aumentano il loro interesse per la
manifestazione, anche grazie alla presenza sempre più crescente di
40 INFORMAPIÙ
Pitti Uomo
aziende internazionali e alla scelta di molti designer di andare di
tanto in tanto a Firenze a presentare la propria collezione, invece
che a Milano, Londra o Parigi. A Pitti Uomo 88, ad esempio, è
stata ospitata la sfilata di Moschino disegnata dal nuovo direttore
creativo Jeremy Scott.
Pitti Uomo è organizzata da Pitti Immagine, realtà specializzata
nell'organizzazione di eventi finalizzati alla promozione
dell'industria e del design della moda, attività che di
recente si è estesa anche ai settori dell'enogastronomia e dei
profumi. Oggi infatti Pitti Immagine organizza, oltre a Pitti
Uomo, anche Pitti W (costola di Pitti Uomo, dedicata alle
precollezioni femminili), Pitti Bimbo, Pitti Filati, Pitti Fragranze,
Modaprima (dedicata alla moda per la grande distribuzione
organizzata), Taste (dedicato all'alta enogastronomia) e
Super, che si tiene a Milano durante le settimane della moda
femminile ed è riservato a brand di ricerca e a talenti nuovi.
Pitti Uomo rimane però il salone principale e nell'ultima edizione
estiva ha avuto circa 30mila visitatori, di cui 19mila compratori
(ovvero boutique, negozi al dettaglio, distributori, grandi
magazzini, portali di e-commerce, eccetera); di questi il 40,52%
sono stranieri. A Pitti Uomo 88 sono previsti 1.150 espositori, di
cui 460 provenienti dall'estero: non sono ammessi i consumatori
finali e i visitatori qualunque, ma esclusivamente professionisti
del settore e addetti ai lavori.
soprattutto, i numeri non sono mai in sequenza. Quindi capita
di passare dagli anni '30 del XX° secolo agli anni 20 del…XXI°!
4.
Chi detta le tendenze della prossima stagione? Sono
gli stilisti ad osare o è il mercato che detta la direzione attraverso
le preferenze dei consumatori? C'è una differenza sotto questo
aspetto tra il luxury e la grande distribuzione?
Tra stilisti e mercato vale la storia dell'uovo e la gallina: non si
sa chi abbia cominciato prima ma è un botta e risposta senza
soluzione di continuità. L'avvento della grande distribuzione ha
spostato gli equilibri del mercato a scapito della piccola e media
distribuzione; ciò non ha avuto invece effetti sul segmento luxury
che, anzi, in questi ultimi anni si è molto rinforzato.
5.
Nell'immaginario comune la moda è donna. Pitti
Immagine propone Pitti Uomo come evento di punta della
stagione rispetto alle altre iniziative. La moda uomo, quindi, ha
delle potenzialità di sviluppo superiori alle altre aree?
A questa domanda la miglior risposta è rappresentata da una
visita alla nostra fiera, tutte le parole dopo appaiono superflue.
La moda maschile ha avuto nell'ultimo decennio un'impennata
eccezionale e, da quel che vedo, il fenomeno è destinato a
crescere.
Andrea Mainardi
Abbiamo intervistato Andrea Mainardi, Direttore
Amministrazione e Controllo di Pitti Immagine.
1.
Si presenti ai nostri lettori indicandoci la Sua icona per
eccellenza in termini di moda e stile.
Mi chiamo Andrea Mainardi, faccio il CFO per Pitti Immagine
ormai da un decennio e abito a Prato con moglie ed un figlio
tredicenne. Non è ovviamente facile scegliere una sola icona ma,
volendo esagerare dico Rod Stewart del periodo Do ya think I'm
sexy, altrimenti Brett Anderson periodo Suede.
2.
Cosa comporta il Suo ruolo all'interno di Pitti
Immagine?
In qualità di CFO del gruppo oltre i classici compiti del ruolo,
essendo la nostra un'azienda che non tende alla massimizzazione
dei profitti ma dei benefici per gli stakeholder in condizioni di
equilibrio economico, devo assicurarmi che i vari scostamenti
dal budget siano indirizzati dalle singole direzioni al risultato
finale desiderato.
3.
Nel marketing si cita spesso l'esempio di un'azienda che
in sala riunioni ha appeso un orologio che segna data e ora di 5
anni più avanti, per ricordare a tutti i dipendenti l'importanza di
focalizzarsi sul futuro per intercettare in anticipo le esigenze del
mercato di riferimento. Nel settore della moda le lancette sono
posizionate oltre i 5 anni oppure talvolta tornano indietro per
recuperare mode del passato?
Il nostro settore è imprevedibile per definizione e noi lo
affrontiamo armati di grande curiosità. Saper fare bene lo scouting
dei talenti emergenti è una delle nostre principali caratteristiche.
Scegliamo ciò che ci piace, cercando di rappresentare tutto il
mercato. Direi che nella moda le lancette girano velocissime e,
6.
Pitti Uomo è una manifestazione internazionale
partecipata da operatori del settore, anche molto giovani. Quanto
è importante il valore delle nuove proposte innovative rispetto ai
nomi storicamente affermati della moda?
I nomi storici sono indispensabili ma le novità non sono da meno.
Una fiera senza nomi nuovi attraenti si ritrova in un attimo,
vecchia, sorpassata. Paradossalmente è più facile rinunciare a
qualche marchio storico che ad un padiglione di emergenti.
7.
Il valore del made in Italy è indubbiamente influenzato
dall'arrivo di fornitori e manodopera straniera a basso costo. Pitti
come sta vivendo questa trasformazione? Il made in Italy è ancora
garanzia di qualità e prestigio?
Con questa domanda entriamo in un ambito che è difficile
liquidare in due righe. Diciamo che il Made in Italy è ancora
percepito come garanzia di qualità e prestigio. Le Istituzioni
devono lavorare per la sua tutela e per farne sempre più un
emblema di qualità. Poi il mercato, come giusto, farà le proprie
scelte.
8.
Ultima domanda. L'accessorio che non indosserebbe
mai e l'accessorio del quale, invece, non potrebbe fare a meno.
Mai e quando dico mai è mai, il marsupio.
A parte in spiaggia invece, non posso fare a meno di una borsa
a tracolla.
Pitti Uomo
INFORMAPIÙ 41
agricoltura
AGRICOOL
a cura di
agri
GUERRA FREDDA ALLA
TAVOLA CALDA
Il blocco delle esportazioni in Russia rischia di mettere in crisi il nostro sistema
agroalimentare e l'incolumità del Made in Italy.
Da
quasi due anni ormai, l'Ucraina è teatro
di una guerra civile tra nazionalisti
ucraini e comunità filorussa. In seguito
all'appoggio che Mosca ha offerto ai
secessionisti pro-russi nella loro battaglia contro Kiev e
all'annessione al proprio territorio della contesa penisola
della Crimea, l'Unione Europea ha deciso di adottare sanzioni
economiche contro imprese e personalità russe.
In risposta a queste sanzioni il 6 agosto 2014 Vladimir
Putin ha emesso un decreto presidenziale, trasformato in
risoluzione il giorno successivo, che ha sancito il blocco delle
importazioni del comparto agroalimentare per 12 mesi.
L'embargo riguarda i paesi della UE, USA, Norvegia,
Australia e Canada.
Il nostro paese ha risentito in modo drammatico di questa
risoluzione. L'Italia, infatti, nel 2013 era il sesto paese
europeo per esportazioni agroalimentari verso il mercato
russo, nel giro di 10 anni sono passate da 222 milioni a oltre
684 milioni (+208%).
Nessuna produzione agroalimentare è stata risparmiata:
ortofrutta, carne, prodotti ittici, latte e derivati hanno tutti
risentito in modo significativo dell'embargo.
A causa di queste misure restrittive e delle conseguenti
tensioni politiche, nel 2014 l'Italia ha perso 1,25 miliardi di
export verso la Russia.
Secondo elaborazioni effettuate da Coldiretti su dati Istat
relativi al 2014 le esportazioni di prodotti Made in Italy in
Russia sono crollate dell'11,6% rispetto al 2013.
Nel 2015 Coldiretti stima una perdita di 20 milioni di euro
al mese riconducibili al solo settore agroalimentare.
Oltre ai prodotti esplicitamente boicottati dall'embargo si
registrano perdite di importanti quote di mercato anche
in altri importanti comparti, dal tessile all'arredamento
fino ai mezzi di trasporto. Nel solo mese di gennaio 2015
le esportazioni di prodotti Made in Italy in Russia sono
crollate del 37%, per una perdita di oltre 246 milioni di euro.
Oltre ai preventivati danni diretti si sono sommati anche
danni indiretti meno prevedibili.
Il più immediato riguarda l' eccesso di offerta che si è venuta
42 INFORMAPIÙ
a creare sui mercati europei a causa del mancato sbocco
in Russia e le conseguenze ricadute negative sui prezzi
riconosciuti agli agricoltori. Ancor più grave è il danno
legato alla svalutazione dell'immagine del Made in Italy
provocata dalla comparsa sul mercato russo di fantasiose
imitazioni low cost dei prodotti del belpaese.
La produzione locale di prodotti Made in Italy contraffatti è
cresciuta in modo esponenziale negli ultimi 12 mesi, tanto
che la produzione russa di formaggi italian sounding nei
primi quattro mesi del 2015 ha registrato un sorprendente
aumento del 30%.
I russi si sono dimostrati da subito preparati e reattivi davanti
alla possibilità di business e, anche quando le sanzioni
ag
saranno revocate, le imprese italiane si
troveranno a dover fare i conti con la
spietata concorrenza di queste aziende
local che non hanno costi doganali.
A incrementare il mercato del contraffatto
non è stata però solo l'industria locale,
ma anche molti paesi che non sono stati
colpiti dall'embargo come Svizzera,
Bielorussia, Argentina e Brasile che
hanno approfittato della situazione per
aumentare le proprie produzioni ed
esportazioni di falso Made in Italy in
Russia.
A rischio anche la ristorazione italiana
che, dopo una rapida esplosione, rischia
di essere frenata per la mancanza degli
ingredienti principali. In alcuni casi i
piatti sono spariti dai menù, mentre in
altri sono stati sostituiti da imitazioni
approssimative, in molti casi senza una
chiara indicazione. In questo caso a subire
maggiormente gli effetti dell'embargo in
Russia sono stati i ristoranti di fascia alta,
quelli che maggiormente puntano sulla
qualità e la provenienza della materia
prima.
In alcuni casi i fornitori hanno trovato in sostituzione ottimi
prodotti provenienti da altri paesi, in particolare del Sud
America e dell'Asia. Va detto però che questi prodotti sono
rincarati del 30%. Quanto al Parmigiano Reggiano e ad
altri formaggi rari, molti fornitori sono riusciti a ordinarne
enormi quantitativi e si possono ancora acquistare con
relativa tranquillità. La data di scadenza del parmigiano,
infatti, se conservato in condizioni
normali, è piuttosto lunga.
Ulteriori minacce all'economia italiana
arrivano anche dagli altri paesi colpiti
dall'embargo. Produzioni straniere
normalmente destinate alla Russia ora
arrivano in Italia con danni sia per gli
agricoltori sia per i consumatori, perché
carne e derivati del maiale vengono
spesso spacciati come Made in Italy a
causa della mancata indicazione della
provenienza sull'etichetta.
Quando un anno fa vennero intraprese
le sanzioni nei confronti della Russia
fu stabilito che sarebbero rimaste in
vigore fino a quando gli accordi di
Minsk per la pace in Ucraina non fossero
stati pienamente rispettati, cosa che
puntualmente non è avvenuta.
Per questo motivo lo scorso giugno i
governi dell'Unione Europea hanno
deciso di prorogare altri sei mesi le
sanzioni contro le entità ucraine e russe
in scadenza il 31 luglio.
«Stiamo parlando di un rischio di perdite di esportazioni
totali di circa 3 miliardi di euro su un totale di esportazioni
di beni italiani nel mondo di 400 miliardi» ha affermato
Carlo Calenda, Viceministro dello Sviluppo Economico, in
occasione dell'Assemblea Assica (Associazione industriali
delle carni e dei salumi) che si è tenuta a Palazzo Italia
all'Expo. «Dobbiamo indirizzare il focus verso gli Stati Uniti
che possono controbilanciare quello che perdiamo in Russia»
ha aggiunto Calenda.
Nel 2014 le
esportazioni di
prodotti Made in
Italy in Russia sono
crollate dell'11,6%.
Nel 2015 Coldiretti
stima una perdita
di 20 milioni
di euro al mese
riconducibili
al solo settore
agroalimentare.
INFORMAPIÙ 43
ABOUT FARMA
farmaceutica
a cura di
farma
I FARMACI EQUIVALENTI O
GENERICI: ISTRUZIONI PER L'USO
In Italia si vende una percentuale molto bassa di farmaci generici rispetto a quelli di
marca... In queste righe cerchiamo di sfatare qualche mito.
Si
parla ormai in maniera
frequente di “farmaci
generici”
o
“farmaci
equivalenti” ma si tende ad
approcciare o sperimentare l'uso di tali
farmaci con molta diffidenza anche a
causa di informazioni spesso scorrette
che si sono diffuse sulla loro presunta
minore qualità rispetto a quelli di
marca.
In questa sede non vogliamo
alimentare una diatriba farmaco
generico sì o farmaco generico no, ma
semplicemente rendere più fruibili e
più chiare le informazioni sul prodotto
e come approcciare il mercato nella
propria complessità.
Intanto è fondamentale avere ben
chiaro: “generico” di cosa?
Un medicinale solitamente è composto
da una o più sostanze attive e da uno
o più eccipienti. Le prime hanno un
effetto farmacologico, cioè hanno
un'azione terapeutica mentre i secondi,
uniti in diversi modi al principio attivo,
danno al farmaco la forma congura
ad essere somministrata (compressa,
capsula, iniettabile etc etc) e non
hanno proprietà terapeutiche ma,
sicuramente, rilevanza per la sicurezza
di un medicinale.
Il medicinale equivalente (o generico,
i due termini indicano la stessa cosa)
è una copia del suo medicinale di
riferimento (griffato o di marca)
presente da molti anni sul mercato
e, condizione imprescindibile, il cui
brevetto sia scaduto (il brevetto è la
facoltà esclusiva di sfruttamento del
farmaco e ha durata ventennale dalla
data di deposito della domanda). Gli
44 INFORMAPIÙ
eccipienti del farmaco equivalente,
invece, possono essere anche diversi
da quello di riferimento purchè il
medicinale ottenuto sia bioequivalente
rispetto all'originale.
E cosa vuol dire bioequivalente? La
definizione, alla lettera, riporta che
due prodotti sono bioequivalenti
quando, in condizioni sperimentali
simili (stessa quantità assorbita e stessa
velocità di assorbimento) hanno una
biodisponibilità simile.
Questo vuol dire che il Ministero
della Salute ha già accertato che il
comportamento del “generico” è
perfettamente sovrapponibile a quello
di marca.
Da tutto ciò deriva l'accezione più
specifica di medicinale equivalente
che è raccolta nella definizione della
direttiva Europea 2001/83 (recepita
in Italia con decreto legislativo
219/2006): “un medicinale che ha
la stessa composizione qualitativa
e quantitativa di sostanze attive e
la stessa forma farmaceutica del
medicinale di riferimento nonché
una bioequivalenza con il medicinale
di riferimento dimostrata da studi
appropriati di biodisponibilità”.
Va da sé che la norma regolamenti
in maniera piuttosto rigida i confini
dell'equivalenza rispetto al farmaco di
marca riducendo al brevetto scaduto e
alla possibilità di contenere eccipienti
diversi le differenze più evidenti a
livello di requisiti.
E, noi, pazienti e fruitori di farmaci,
dobbiamo tenere ben chiari quali sono
questi requisiti e accertarci che sussista
sempre il rigoroso rispetto di essi:
• stesso principio attivo
• principio attivo non protetto da
brevetto
• stessa forma farmaceutica e via di
somministrazione
• stesso dosaggio
• essere bioequivalente al medicinale
di riferimento
• avere un costo almeno del
20% inferiore al medicinale di
riferimento
QUALITÀ,
SICUREZZA
ED
EFFICACIA GARANTITE sono i
requisiti senza i quali un medicinale
non può ottenere l'Autorizzazione
all'Immissione in Commercio (AIC),
che siano essi di marca o equivalenti.
QUALITÀ
Un medicinale equivalente per
poter avere l'AIC deve presentare
gli stessi requisiti di qualità del
medicinale originatore ed è pertanto
sottoposto agli stessi test condotti sui
medicinali di riferimento. La qualità,
in questo caso, è garantita da un
insieme di procedure di emanazione
comunitaria che sono i principi
delle norme di buona fabbricazione
(Good Manufacturing Practise) le quali
prevedono disposizioni che l'azienda
produttrice deve obbligatoriamente
seguire dall'approvvigionamento delle
materie prime fino al rilascio sul mercato
di ciascun lotto del farmaco stesso (cioè
prima, durante e dopo).
Infine, i controlli sulla qualità dei
farm
medicinali vengono effettuati anche
dopo l'immissione sul mercato.
“L'AIFA (Associazione Italiana del
Farmaco), sentito l'Istituto Superiore
di Sanità e la Commissione consultiva
tecnico-scientifica,
stabilisce
il
programma annuale di controllo
delle composizioni dei medicinali, le
cui analisi sono effettuate dall'Istituto
Superiore di Sanità” (D.L. 219 del 24
aprile 2006).
E, soprattutto, vale la pena ricordare
che gli equivalenti sono sottoposti
alla farmacovigilanza dell'AIFA
come tutti gli altri farmaci.
SICUREZZA
Tale requisito è richiesto per ogni
nuova sostanza attiva ma anche per
un eccipiente che non è mai stato
utilizzato prima per la fabbricazione di
un medicinale.
Questo è il motivo per cui la normativa
sui farmaci impone infinite prove
precliniche e prove cliniche. Il dossier
che ne deriva, di conseguenza, conterrà
tutte queste sperimentazioni i cui
risultati verranno valutati dall'AIFA.
Ora, la stessa normativa farmaceutica
comunitaria, e quella di gran parte dei
Paesi del mondo, ha ritenuto “non etica
la ripetizione delle prove precliniche
già effettuate con una sostanza ai fini
registrativi che sia già nota da anni”. In
tal caso un equivalente non contiene
una documentazione originale della
parte relativa alla sicurezza ma un
semplice rapporto bibliografico che
pubblica le varie prove condotte
dall'azienda produttrice del medicinale
di riferimento. Anche per le reazioni
avverse, il generico può usufruire dei
dati acquisiti durante i numerosi anni
di commercializzazione del prodotto
di marca perchè tende a riprodurre lo
stesso profilo di sicurezza.
contenenti lo stesso principio attivo
(farmacocinetica). In pratica, si parla
di bioequivalenza quando con la stessa
dose due farmaci hanno profili di
concentrazione nel sangue molto simili
in termini di tempo ed è improbabile
che possano produrre differenze in
quanto a efficacia e sicurezza.
PERCHÈ I FARMACI
EQUIVALENTI COSTANO
MENO?
Sicuramente il prezzo inferiore è
la prima diretta conseguenza della
scadenza del brevetto del principio
attivo di cui è composto il medicinale
perchè vengono meno le prerogative
legate alla proprietà intellettuale
sull'invenzione che ne hanno garantito
l'esclusiva.
Scaduto il brevetto, infatti, la legge
consente a “chiunque sia in possesso dei
mezzi tecnologici e delle strutture idonee
di riprodurre, fabbricare e vendere
(sempre previa autorizzazione AIFA)
un medicinale la cui efficacia e sicurezza
sono note”.
Inoltre, l'industria che lo produce, non
avendo dovuto affrontare i costi della
ricerca, degli studi preclinici e clinici
per dimostrarne efficacia e sicurezza,
EFFICACIA
ha spese molto più basse.
La documentazione relativa all'efficacia È bene ricordare, quindi, che il minor
del farmaco è costituita da uno costo dei generici non è la conseguenza
studio di bioequivalenza tra due di minori controlli.
formulazioni essenzialmente simili,
CURIOSITÀ DEL
FARMACO EQUIVALENTE
Solitamente, a differenza delle specialità
medicinali, il farmaco equivalente
non ha un nome di fantasia ma
viene commercializzato con il nome
comune del principio attivo, seguito
o meno dal nome dell'azienda che
lo commercializza. Anche per evitare
confusione tra i possibili sinomini,
così frequenti in questo settore, per il
farmaco equivalente viene utilizzata la
Denominazione Comune Internazionale
(DCI), che spesso è un'abbreviazione
o una contrazione del nome chimico
(di solito troppo lungo) accettata e
riconosciuta da tutte le nazioni.
IL FARMACO
EQUIVALENTE IN ITALIA
Nonostante la garanzia e sicurezza dei
farmaci equivalenti, sottoposti a rigidi e
numerosi controlli come per il farmaco
di marca, l'incidenza che l'equivalente
ha nel nostro Paese è ancora lontana
da quella che ha nella maggior parte
degli altri Stati europei e nel mercato
americano. In Italia, il 12% dei farmaci
dispensati è generico/equivalente,
mentre la media nei principali mercati
farmaceutici dei più grandi Paesi europei
è di circa il 50% delle unità vendute, con
punte addirittura del 70% in Paesi come
la Germania (Market Review EGA 2009
– Ims Special Report: "Who benefits
from genercis?").
INFORMAPIÙ 45
KEYWORDS
a cura di
COME TROVARE IL CANDIDATO
"GIUSTO" NEL MINOR TEMPO
POSSIBILE?
L’importanza delle parole chiave nella ricerca dei candidati passivi.
Il
selezionatore o recruiter durante la ricerca si
rivolge a due distinte tipologie di candidati: i
candidati attivi (applicants o job seeker), coloro
che rispondono ad un annuncio, ed i candidati
passivi, candidati iscritti ad uno o più siti di reclutamento.
In questo articolo, ci concentreremo su come ottimizzare
il tempo delle ricerche all'interno delle banche dati o data
base dei principali siti di reclutamento (Infojobs, Monster
e Talent Manager), strumenti
che consentono di accedere
rapidamente e comodamente
dall'ufficio ad un numero
di candidati in continua
evoluzione, dislocati in
diverse parti del globo.
Trovare
il
candidato
giusto può rivelarsi più
complicato del previsto... I
siti di reclutamento, infatti,
oltre ad offrire numerosi
vantaggi,
comportano
anche svantaggi da tenere
bene in considerazione in
fase di ricerca: in primis la
grande quantità di curricula
acquisita senza particolari
distinzioni tra bassa, media
ed alta professionalità; in
secondo luogo, affrontando
la ricerca su più portali dovremo fare i conti con la
duplicazione dei dati ed infine, dovremmo confrontarci
con informazioni frammentate e non complete sui
candidati, dettate da una non corretta compilazione del
form.
Applicare dei filtri sulla base delle indicazioni ricevute
da parte del cliente (domicilio, titolo di studio, anni di
esperienza nel ruolo) può rappresentare un primo passo,
ma raramente questo strumento è esaustivo.
È necessario immedesimarsi nel candidato, entrare in
46 INFORMAPIÙ
empatia, immaginando quali parole avrà scelto per raccontare
il proprio percorso professionale. Ad esempio se cerchiamo
un ingegnere meccanico con esperienza in progettazione
cercheremo: ingegneria meccanica e non ingegnere
meccanico, perché ingegneria è sicuramente rintracciabile
per intero nel titolo di studio, mentre ingegnere non è detto,
in quanto il ruolo ricoperto sarà progettista meccanico. Non
dimentichiamo inoltre che l'impostazione del CV dipende
da una serie di fattori legati al
candidato: età, formazione,
esperienza, familiarità al
cambiamento professionale
ed abilità nell'utilizzo dei siti
di reclutamento.
La
vera
svolta
è
l'individuazione
delle
parole chiave (key words)
da utilizzare nella ricerca,
i termini che combinati
tra loro consentono di
restringere il campo dei
candidati corrispondenti al
profilo richiesto dal cliente.
Non dimentichiamo inoltre
che, individuate le parole
chiave, dobbiamo collegarle
tramite operatori booleani
(and, or, not) per ottimizzare
il tempo: buyer or acquisti,
ingegneria and progettista.
Per capire quali sono le key words, partiamo dalla job
description e dall'individuazione dei requisiti fondamentali.
Fatto questo dobbiamo conoscere la terminologia
della funzione aziendale di riferimento: le parole da
ricercare ,all'interno di un CV possono essere: ruoli
ricoperti (buyer), mansioni, competenze (Raw Material),
mercati gestiti (Export, Far East), settori (automotive,
macchine automatiche), canali di distribuzione (GDO,
ho.re.ca, normal trade), software (SAP), linguaggi di
programmazione (Java). Le key words di una ricerca
in area acquisti saranno diverse rispetto a quelle di una
ricerca in area commerciale o produzione.
Quando i nostri candidati ci chiedono un consiglio su come
migliorare i propri curriculum vitae dobbiamo essere in
grado di guidarli, cambiando la prospettiva di analisi del CV
per migliorare la redemption della candidatura: inserendo
per ogni esperienza nome azienda, settore aziendale
e dettaglio delle mansioni svolte, senza tralasciare la
corretta compilazione delle competenze linguistiche
ed informatiche, in modo da aumentare le possibili
corrispondenze.
Inoltre, un altro aspetto da tenere in considerazione è la
lingua, le parole chiave da utilizzare possono essere sia
italiane sia inglesi, perché sempre più candidati decidono
di inserire nelle banche dati il CV in lingua inglese e
perchè molte società italiane utilizzano etichette in inglese
(al posto di Responsabile Acquisti utilizzano Purchasing
Manager), ed in altri casi ci confrontiamo direttamente
con candidati cresciuti professionalmente all'interno di
multinazionali estere.
Per concludere, la ricerca per parole chiave consente
di ottimizzare tempo, ma per ottenere buoni risultati
dobbiamo investire il nostro tempo nella scelta e nella
selezione dei requisiti fondamentali… Senza tralasciare
l'empatia con il candidato e la creatività…
Applicants People who apply to job postings at
companies or recruitment agencies. This is the initial step
in the recruitment process regardless of qualification or
skill set.
Job Seeker a job seeker is an individual who has
indicated an active interest in employment by completing
preliminary documentation or submitting an application
to the employer.
AREA ACQUISTI
Buyer a person who buys; purchaser; a person employed
to buy merchandise, materials, etc, as for a shop or factory.
Purchase to obtain (goods, etc) by payment.
AREA COMMERCIALE
Sales a department, as in a business, concerned with
selling and promoting goods, etc.
AREA AMMINISTRAZIONE E FINANZA
Accounting the business or work of organizing,
maintaining, and checking financial records; the skill
or practice of maintaining and auditing accounts and
preparing reports on the assets, liabilities, etc., of a business.
Treasury the funds or revenue (as from taxation) of a
private business.
AREA PRODUZIONE
Manufacturing the making of goods or products by
manual labor or by machinery, esp. on a large scale.
Production the act of producing; the amount produced
or the rate at which it is produced; the creation or
manufacture for sale of goods and services with exchange
value.
INFORMAPIÙ 47
SANITÀ
a cura di
QUANDO NASCE LA FISIOTERAPIA?
Un tempo il fisioterapista era considerato più efficace del medico. Cosa è cambiato
oggi?
Il
termine fisioterapia ha la sua origine nei termini “physis”
e“therapéia”, cioè natura e qualità naturali e terapia o
insieme di cure. La fisioterapia, quindi, si definisce come
una disciplina che si avvale di mezzi fisici per curare.
Questa concezione della medicina riabilitativa, se rapportata
all'applicazione dell'attuale scienza fisioterapica è incompleta e
superata, ma fondata dal punto di vista storico.
Nel mondo classico il “Therapon” era un servitore, un
esecutore materiale che impiegava terapie manuali (massaggi e
mobilizzazioni) per il benessere e la cura del corpo e dei suoi stati
morbosi.
Alcuni testi, riconducibili agli egizi, ai romani ed ai greci,
contengono i primi trattati relativi a pratiche manipolative,
massoterapiche e talassoterapiche, con riferimenti a Galeno e ad
Ippocrate.
È soprattutto dalla fine del 1600 che si gettano le basi per la
nascita della figura del
fisioterapista, che nel
XX sec. troverà la sua
massima definizione.
Nel 1813 Pher Henrik
Ling fonda l'Istituto
Centrale di Ginnastica a
Stoccolma (nasce qui la
famosa spalliera svedese
utilizzata ancora oggi).
Già allora il fisioterapista
aveva una formazione di
tipo dottorale. Per tutto
l'800 il fisioterapista ha
goduto di una grande
considerazione, ben più
di quella di cui godevano
i medici i quali, in gran
parte, non sapevano nè
leggere nè scrivere, e
avevano poche armi dalla loro parte (si utilizzavano le sanguisughe
per fare il salasso e ridurre la pressione sanguigna per esempio).
Nella seconda meta dell'Ottocento l'attività degli Istituti Ortopedici
s'indirizza prevalentemente verso la profilassi delle deformità
infantili, soprattutto il rachitismo che era assai diffuso, per
estendersi poi alla cura di tutte le affezioni dell'apparato motorio.
Si iniziano a studiare in Europa nuove apparecchiature a scopo
“riabilitativo”; spesso si trattava di macchine per la trazione della
scoliosi giovanile o per potenziare parti del corpo rese deboli da
fratture o menomazioni.
Nel XX secolo, vista la necessità di un enorme numero di interventi
di rieducazione ortopedica sui tanti disabili prodotti dalle due guerre
mondiali e visto l'aumento esponenziale degli infortuni sul lavoro
causati dall'industrializzazione, grazie al costante progresso delle
48 INFORMAPIÙ
conoscenze neurologiche ed ortopediche, iniziarono a diffondersi
alcune procedure riabilitative, impiegate ancora oggi.
Il concetto di base fu quello di creare delle professionalità sanitarie
in grado di operare e ridurre il disagio nella vita quotidiana, causato
dalla disabilità e dalla menomazione.
Nel 1929, con la legge n. 1416, viene fondato l'INAIL, per fornire
prestazioni terapeutiche, medico-chirurgiche, balneo-termali e
ortopediche inclusa la prescrizione o il rinnovo di protesi. Per la
realizzazione degli interventi, soprattutto fisioterapici e protesici,
si avvale di Reparti Ospedalieri e di Istituti Ortopedici, come
il Gabrielli di Firenze. Un notevole contributo viene dato dalle
Officine Ortopediche Rizzoli e dalle loro palestre rieducative.
Oggi il fisioterapista è un operatore sanitario, in possesso del
diploma universitario abilitante, specializzato nella riabilitazione
degli arti e delle funzioni dei movimenti del corpo.
Il fisioterapista, quindi,
interviene: a livello
pratico, seguendo il
paziente negli esercizi
di riabilitazione ed
insegnando l'utilizzo
di attrezzi appositi
(come la cyclette o
i pesi); proponendo
l'adozione di protesi
ed ausili, addestrando
i
pazienti
all'uso
e
verificandone
l'efficacia.
Per
diventare fisioterapisti
di
professione
è
necessario
seguire
un percorso di studi
particolarmente
impegnativo
e
decisamente lungo. Innanzitutto è possibile immatricolarsi al
Corso di Laurea in Fisioterapia, attivo in varie città d'Italia.
Per quanto riguarda il settore occupazionale, invece il lavoro di
fisioterapista dà la possibilità di svolgere la propria professione sia in
complessi ospedalieri sia in studi privati.
Si può far domanda di assunzione presso Aziende Ospedaliere,
Case di Cura private e Cliniche, Degenze Riabilitative, Studi
professionali privati e convenzionati, palestre, centri termali e
società sportive. L'associazione maggiormente rappresentativa
(8.120 iscritti) dei Fisioterapisti è l'AIFI Associazione Italiana
Fisioterapisti, che rivendica il diritto dei Fisioterapisti ad avere
un proprio Ordine ed un proprio Albo Professionale così come
avviene in tutti i paesi europei ed in gran parte del resto del mondo.
UNO SGUARDO SUL MONDO
a cura di
everywhere
IL PONTE CHE ATTRAVERSA IL
DELTA DEL FIUME DELLE PERLE
Una delle più grandi opere di ingegneria raccontata da chi la Cina la conosce bene...
C
on il Ponte Hong Kong-Macau-Zhuhai, la Cina inaugurerà
il secondo importante ponte marittimo.
La costruzione di uno dei ponti marittimi più lunghi al
mondo dovrebbe essere realizzata entro l'anno prossimo. Il
progetto è in costruzione dalla fine del 2009. Si tratta di un ponte lungo
55 chilometri che collegherà Hong Kong e altre due città importanti
della provincia di Guangdong, Macau e Zhuhai, situate nell'altra parte
del Delta del Fiume delle Perle, il quale si trova a sud-est della Cina, ed è
una delle regioni più densamente urbanizzate al mondo oltre che uno dei
principali poli della crescita economica cinese.
"Sono nato ad Hong Kong, il mio primo ricordo di un viaggio in nave
è stato quello per andare a Zhuhai. Avevo circa 5 anni, ma mi ricordo
benissimo questa nave non grandissima, piena di gente che saliva e
scendeva di fretta con valige pesanti, mentre io soffrivo il mal di mare.
Quelle due ore di viaggio sembravano infinite; oggi invece si potrà fare lo
Le autorità hanno iniziato ad applicare una serie di agevolazioni
stesso viaggio in meno di un'ora di auto."
sia per l'accesso dei turisti cinesi sia per gli investitori cinesi. Questo
Il secondo importante ponte marittimo del paese.
ha incentivato un continuo aumento di scambi commerciali tra
Sarà il secondo ponte importante che si inaugura in Cina negli ultimi Guangdong e Hong Kong. Ogni giorno, milioni di persone viaggiano
7 anni dopo l'Hangzhou Bay Bridge che è attualmente il secondo tra Hong Kong e Guangdong, in particolare a Zhuhai dove ci sono
ponte marittimo più lungo al mondo (36km) subito dopo il Lake molti imprenditori di Hong Kong, perciò si è identificato il bisogno
Pontchartrain Causeway (38,4km) di New Orleans, negli Stati Uniti. Il di “accorciare” i due confini. Oltre a rinforzare i legami economici tra
ponte di Hong Kong-Macau-Zhuhai sarà lungo complessivamente 55 Hong Kong e le città di Guangdong il progetto della Cina è quello di
chilometri con sei corsie.
far crescere economicamente tutte le altre città intorno al Delta del
Tecnicamente è uno dei progetti ingegneristici più complicati del Paese. Fiume delle Perle, incentivando sempre di più gli investimenti dei
Richiede anche la creazione di diverse isole artificiali, tunnel che passano paesi esteri.
sotto il mare, ma allo stesso tempo dovrà garantire il passaggio anche Tre città - la regione a statuto speciale di Hong Kong, l'ex-colonia
delle più grandi navi cargo. Collegherà Macao, la nuova Las Vegas, portoghese Macau e la popolata città di Zhuhai - sono state classificate
capitale mondiale del gioco d'azzardo, Zhuhai, città con il terzo PIL pro come Zone Economiche Speciali (ZES) dal governo cinese. Più di 10
capite più elevato tra le città cinesi, e Hong Kong, uno dei centri finanziari miliardi di dollari americani di investimento iniziale e quasi sette anni
più importanti del mondo. Dall'anno prossimo, i viaggiatori avranno di lavori che porteranno nel 2016 ad inaugurare uno dei ponti più
la possibilità di attraversare il Delta del Fiume delle Perle invece di lunghi e socio-economicamente più importanti del mondo, sul quale
viaggiare solo in nave. Shenzen è l'unica città che confina con Hong passeranno almeno 14 mila veicoli al giorno. L'area meridionale della
Kong, per arrivare in Guangdong in auto da Hong Kong bisogna Cina sarà arricchita da questa imponete infrastruttura che con la sua
ancora passare solo per Shenzen. Il ponte non darà solo un'altra forma a Y consentirà collegamenti via terra fra tre delle più importanti
scelta per gli automobilisti per viaggiare tra il Mainland Cina e Hong aree economiche della Repubblica Popolare. Ampliando e migliorando i
Kong, ma accorcerà la distanza in auto da 160 chilometri a soli 30 collegamenti fra queste zone, la prospettiva è anche quella di promuovere
chilometri, così per arrivare dall'altra parte di Guangdong in macchina lo sviluppo socio-economico del Delta del Fiume delle Perle, supportare
si impiegheranno 40 minuti invece di 4 ore.
la crescita dell'industria e del turismo delle tre città. Per quanto riguarda
Hong Kong, invece, il progetto rinvigorirà e rinforzerà sicuramente lo
Negli ulitmi anni l'accentuarsi della gravità della generale crisi status della città, quale centro di trasporto merci per l' Asia.
finanziaria che ha colpito il sistema economico globale, ha spinto Insomma, centinaia e centinaia di cittadini cinesi sono in trepidante
Hong Kong ad aprire i propri confini e ad incentivare ancora di più attesa dell'inaugurazione di questo ponte, che oltre a costituire una
gli scambi commerciali con le città di Guangdong. Inoltre, per aiutare svolta per l'economia della zona, permetterà a tante persone di
Hong Kong ad uscire dalla crisi provocata dalla diffusione della malattia sostituire due ore di mal di mare in mezzo alle onde del Pacifico con
SARS del 2003, le autorità hanno cercato di instaurare rapporti più un'ora di rilassante traversata a bordo della propria automobile su
solidi economicamente e politicamente con il governo centrale cinese. questa impressionante opera di ingegneria civile.
Motivazioni economiche
INFORMAPIÙ 49
IMPROVE YOUR ENGLISH
MIGLIORA IL TUO INGLESE!
La rubrica propone testi di articoli e brani in lingua inglese
interamente tratti da siti web di quotidiani stranieri.
YOUNG PEOPLE HAVE A LOT
TO LEARN ABOUT FRIENDSHIP
The Telegraph - Life . http://www.telegraph.co.uk . by Michael Leapman
C
an it be? Do we pensioners really have more friends than
young gadabouts in their twenties? Is this true, even
though many of us don't subscribe to so-called social
media, whose devotees have countless “friends” pouring
out of their smartphones?
A report this week assures us that it is. Standard Life, providers
of pensions and savings products, have surveyed 3,004 people of
varied ages and found that one in eight pensioners have more than
10 close friends, compared with just a tenth of those in the 20-to30 age group.
This must mean that Facebook friends are not regarded as real
friends at all. Eliminate those, and you can see how older people
have had many more years to establish friendships and, in their
retirement, more time to cultivate them. Twentysomethings have
some catching up to do. At least they should have plenty of time
to do it.
My oldest friend is a man I have known all my life. He is a few
months younger than me. Our mothers were best friends, and it
is alleged that we occasionally shared a pram. He is now a retired
doctor, living in Wales, and we stay with each other from time to
time.
My wife Olga is still in touch with the head girl of her high school,
who lives in the Midlands and stays with us when in London. Another occasional house guest is a man I met while we were serving
Queen and country as National Servicemen in the 1950s. A horseracing fan, he persuaded me some years ago to share ownership of
a thoroughbred. It was a sensationally poor investment, but such
are the bonds of friendship that we still see each other regularly
and without rancour. True comradeship means taking the rough
with the smooth.
As we progress through our working life, friends accumulate. I
belong to a small group of former colleagues on various newspapers who get together most Friday evenings at a bar close to Fleet
Street, where we served our apprenticeship. Like all old buffers, we
endlessly recycle tales of youthful derring-do – and impose a strict
limit on the time allowed to discuss our latest geriatric ailments.
We usually share the hostelry with several groups of much younger
men and women, celebrating together the end of their working
week. Unlike some of them, we do not raise our voices raucously
50 INFORMAPIÙ
or stagger out to fall senseless on the pavement. Although the Standard Life survey records that the elderly indulge in alcohol nearly
twice as often as the young, over time we have learned the discipline of moderation.
Neighbours, too, become friends. As Olga and I have lived in the
same house for nearly half a century, we have seen many come
and go and still count several among our nearest and dearest. On
Sunday, we said goodbye to the couple who used to live next door
but are now based overseas. They stayed for a few days last week to
catch up with neighbourhood gossip; they reciprocated by inviting
us to stay for a wedding in October. That's what friends are for.
With twentysomething friends, you'd be lucky to get a sofa to crash
on, and never a spare room.
Proper friendship can only be nurtured face-to-face, not online.
Some of my more forward-looking contemporaries are on Facebook, but so far I have resisted blandishments to join them, chiefly
because I don't relish having to get to grips with yet another baffling bit of modern technology. I have learned to send pictures by
email, but a few friends still have them printed out and send them
by post. Olga communicates with friends and family by putting
pen to paper.
But let's not get carried away with the delights of being old. Let's
not kid ourselves that it's as much fun as being young. It isn't – it's
just that over the years we've evolved strategies, as the song goes,
to accentuate the positive and eliminate the negative. That's what
lasting friendship teaches us.
il racconto di questo numero parla
di lavoro e di amore... Buona lettura!
IL PENDOLARE
La
penultima fermata era una stazioncina di paese.
Niente di speciale: un bar, forse un edicola. E poi le
panchine per i viaggiatori a fianco della guardiola del
capostazione.
Anche quella mattina lui guardò fuori dal finestrino: lei era lì, sulla
panchina di sinistra. Col solito paltò rosso e la gomma da masticare.
Dalle orecchie i soliti due cavetti scendevano fino ad infilarsi in
qualche tasca, riempiendole la testa, probabilmente, di musica.
Questo accadeva ogni mattina, alle 8 e12 circa, da quattro anni tre
mesi e 21 giorni.
Ma quella non era una mattina come le altre. Lui aveva raccolto in
un foglio A4 i motivi per i quali, da allora e per sempre, non avrebbe
più preso quel treno. Dimissioni irrevocabili, recitava l'oggetto della
lettera ben conservata nella sua Piquadro.
Sapeva perfettamente come sarebbe andata: una volta sceso e
percorso il mezzo chilometro che lo separava dalla fabbrica, avrebbe
varcato la soglia dell'ufficio del capo e con lo sguardo fiero avrebbe
sguainato l'A4 come una spada.
“Me ne vado” avrebbe
comunicato freddo.
Alla richiesta di spiegazioni,
avrebbe alzato le spalle e fatto
un cenno vago alla lettera,
in cui il capo avrebbe potuto
rintracciare tutto quello che
cercava. Poi avrebbe raccolto le
sue cose e si sarebbe congedato
per sempre da quel posto e da
quelle persone.
Eppure, qualcosa ancora lo
tratteneva.
In cuor suo sapeva che avrebbe
tentennato, forse all'ultimo. Ma
non sapeva spiegare perchè.
Finchè non vide lei scomparire
all'orizzonte, bella come al
solito, seduta sulla panchina di
sinistra della stazioncina. E capì.
Capì che per quattro anni aveva
sopportato i soprusi del suo capo solo per poterla rivedere, ogni
mattina, sempre nello stesso punto. Capì che di tutti quei viaggi, di
quelle levatacce con il buio pesto, dei rientri sfiancanti ad ora di cena,
le attese snervanti al binario, degli scioperi e delle inefficienze che
aveva affrontato, lei era la sola risposta.
Aveva imparato ad aspettarsi, da quel viaggio, sempre lo stesso
copione. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno.
Solo per vederla di sfuggita, ogni giorno, su quella panchina. In attesa
di un treno che l'avrebbe portata esattamente da dove lui arrivava. Era
per lei che era ancora indeciso se consegnare o meno quell'A4, proprio
perchè sapeva che poi non l'avrebbe mai più rivista, probabilmente.
Una follia, a pensarci bene.
Ma poi coi pensieri cominciò a girovagare. Pensò che non avrebbe
più rivisto nemmeno l'alba spuntare in inverno dietro le colline o il
{
C'ERA UNA VOLTA...
tramonto, al ritorno e specialmente in estate, calare dietro la pianura.
Pensò alle facce di quelli che popolavano solitamente quel vagone,
con le loro voci ormai famigliari, con le loro storie che aveva intuito
da discorsi casuali origliati al telefono. Pensò a quante volte, su quel
treno, aveva resistito al sonno per gustarsi il ripetersi ossessivo di gesti
sempre uguali a se stessi.
Pensò talmente tanto a queste cose che, alla fine, si ritrovò fermo al
suo posto proprio quando avrebbe dovuto scendere. Ma non fece in
tempo a rimproverarsi di aver saltato la propria stazione, quando il
treno lo stupì del tutto, ricominciando la propria marcia in direzione
opposta. Per anni aveva preso quel treno senza accorgersi che la sua
era l'ultima fermata e che subito dopo il treno ripartiva in direzione
opposta.
Si ritrovò quindi in breve tempo a contemplare un paesaggio
capovolto rispetto a quello che conosceva. Scorse in lontananza la
sagoma della città da cui, ogni mattina, lui prendeva il largo.
Incrociò lo sguardo dei nuovi pendolari che avevano preso posto,
non riconoscendone nessuno. Un
uomo arrivò con passo sicuro nei
suoi pressi, ma quando lo vide
seduto in quello che probabilmente
era il suo seggiolino abituale, tirò
dritto sbuffando.
Ad un tratto il treno rallentò e lui
fece per alzarsi. Doveva rimediare
all'errore e prendere il primo treno
in direzione opposta. Ma poi si
sedette di nuovo, consapevole che
forse avrebbe avuto l'occasione di
rivederla ancora un'altra volta. Ma
sulla panchina alla sinistra della
guardiola del capostazione, lei
non c'era.
Si gettò all'indietro, sullo schienale,
cercando nei pensieri le parole
giuste per giustificare quel ritardo
al capo. Ma non fece in tempo a
trovarle, perchè una domanda
fece irruzione senza preavviso,
ridestandolo completamente.
“È libero?”
Lei era lì, in piedi, davanti a lui. Con un sorriso appeso alle guance
ed il paltò rosso ripiegato sotto al braccio. Indicava un posto davanti
a lui, vuoto.
A lui non venne altro in mentre che fare un cenno affermativo con
la testa. Era un po' incerto ed impaurito, davanti ad un destino così
perfetto. Eppure sarebbe bastata scriverla, una pagina del genere, in
qualunque momento prima di allora. E quella stessa storia sarebbe
potuta accadere molto tempo prima.
Ma forse, si disse mentre cercava il coraggio di rivolgerle la parola, era
stato giusto così. Ogni viaggio porta da qualche parte solo e soltanto
se in mezzo ci si mette della strada. E lui, mentre apriva la bocca per
parlarle, si sentiva finalmente arrivato.
INFORMAPIÙ 51
LO SCATTO IN PIÙ
UNA SFIDA CON SE STESSI
L'atletica leggera è lo sport olimpico per eccellenza fin dall'antica Grecia. Da allora
il limite è sempre stato spinto un po' più in là, battendo ogni record, a dimostrazione
che la determinazione e l'allenamento possono portare lontano, molto lontano.
Il mio tempo sui 100 metri era previsto da
fisici e statistici americani per il 2030.
Sono in anticipo di 22 anni?
Bene, non mi pongo limiti.
Usain Bolt
* Campione olimpico 100 m e 200 m.
L'
origine dell'atletica è profondamente legata alla
cultura dell'antica Grecia e a Olimpia in particolare,
luogo dove sono iniziati i giochi che nel corso degli
anni hanno configurato il moderno atletismo.
La parola greca "athlon", che significa lotta, competizione,
dà origine al termine "atleta" e quindi "atletica". La cultura
greca promuoveva lo sviluppo di un'educazione integrale,
l'allenamento del corpo in armonia con lo spirito, per cui i
giochi di destrezza fisica non erano vissuti come un mero
spettacolo di divertimento, ma come modello di formazione
personale e sociale.
Tutte le discipline dell'atletica leggera hanno origine
nell'allenamento fisico e mentale mirato a perfezionare i
naturali esercizi che l'uomo, allora, praticava per cacciare o per
fare la guerra: correrre, saltare e lanciare. Inoltre, al di là di ogni
possibile contrasto, tali gesti corrispondono alle più semplici
e spontanee manifestazioni dell'essere umano, che è teso a
scoprire e a esprimere le proprie risorse e potenzialità fisiche.
Le prime notizie di rilievo su competizioni dell'Evo Antico si
riferiscono comunque alla Grecia e all'Irlanda.
È infatti la letteratura greca che dà notizia di gare di corsa
tenute ancor prima del 1000 a.C., per lo più nell'ambito
di funzioni religiose. L'origine dei Giochi Olimpici ‒ così
chiamati perché si svolgevano ogni quattro anni a Olimpia
‒ è fatta risalire da alcuni al 1222 a.C. e da altri all'884
a.C., ma il primo 'olimpionico' di cui ci sia stato tramandato
il nome è Koroibos di Elide, vincitore della corsa veloce o
stadion nel 776 a.C., data che gli storici identificano con
l'edizione inaugurale dei Giochi Olimpici.
A partire dal 724 a.C. il programma si arricchì di un'altra corsa,
il diaulos, distanza doppia dello stadion. Più tardi vennero ad
aggiungersi il dolichos, una corsa di fondo e infine il pentathlon,
che comprendeva corsa, salto in lungo, disco, giavellotto e lotta.
L'ellenismo attribuì grande importanza a questi Giochi, tanto
che i vincitori di Olimpia furono celebrati da insigni scrittori
e filosofi.
52 INFORMAPIÙ
la corsa di Usain Bolt
Accanto alla tradizione greca, però, occorre ricordare quella
irlandese dei celti.
I Giochi di Lugnas, che si svilupparono da piccole feste locali,
oltre a gare di corsa, comprendevano i salti in alto e con l'asta
e i lanci della pietra e del giavellotto. Questa manifestazione
si svolgeva ogni anno in agosto e sopravvisse fino al 14°
secolo, pur perdendo importanza con il passare del tempo.
Nell'Europa medievale, invece, le nuove tendenze religiose
e culturali permisero all'attività atletica di sopravvivere
unicamente nell'ambito di tornei cavallereschi o militari.
Solo nelle isole britanniche andò pian piano sviluppandosi
un'attività atletica simile a quella dei nostri giorni. Già
intorno al 1100 esistevano a Londra diversi athletic
grounds, cioè terreni per esercizi atletici, nei quali uomini
di ogni ceto si cimentavano in gare di corsa, salto e lancio.
Per giungere all'atletica di pista e di campo quale la conosciamo
noi, dovremo aspettare il 1864 quando, per iniziativa degli inglesi,
seguiti poco dopo dagli americani, ebbe vita il primo incontro fra
Oxford e Cambridge, "foundational meeting" dell'atletica moderna.
Nel programma figuravano tre gare di corsa piana, tre a ostacoli
e due di salto. I primi campionati inglesi si tennero a Londra, nel
1866. Quelli americani seguirono dieci anni dopo a New York.
La prima federazione nazionale fu la AAA (Amateur
Athletic Association), fondata a Oxford nel 1880. Le
sue 16 regole, in gran parte riprese e applicate dagli
organizzatori della prima Olimpiade moderna, possono
essere considerate il "codice sinaitico" dell'atletica moderna.
I primi Giochi Olimpici dell'era moderna si tennero nell'aprile
1896 allo Stadio Panatenaico di Atene. L'idea di questo revival
era stata avanzata in una sera di novembre del 1892 alla
Sorbona di Parigi, da un nobile francese, il barone Pierre de
Coubertin. Questi vedeva la cultura e lo sport nell'ottica di un
"matrimonio" ideale e verso questa visione era stato orientato
dai suoi studi e dalle sue visite alle scuole inglesi e americane,
in particolare dalla sua ammirazione per l'inglese Thomas
Arnold, pedagogo della scuola di Rugby. Da Arnold derivava
un concetto divenuto poi fondamentale nella pedagogia
anglosassone, cioè che lo sport potesse fungere da elemento di
educazione, suscettibile di preparare adeguatamente, fin dalla
scuola, alle future lotte della vita. Le teorie di Arnold attrassero
grandemente de Coubertin, che quale buon patriota soffriva in
quegli anni, al pari di molti suoi connazionali, le conseguenze
morali della sconfitta subita dalla Francia nella guerra del
1870 contro la Germania. Il giovane barone rimproverava
agli intellettuali francesi di "sedere troppo spesso sul proprio
cervello", dimenticando di coltivare il fisico.
Sembra che l'idea di ridare vita ai Giochi Olimpici ‒ che nell'antica
Grecia avevano richiamato l'attenzione di tanti uomini di cultura
‒ cominciò a prender corpo fin dal 1889, quando de Coubertin
aveva 26 anni. La sua posizione sociale gli permetteva d'altronde
di scambiare opinioni in proposito con eminenti personalità
della cultura, della politica e del mondo dello sport, che stava
allora muovendo i primi passi come fenomeno organizzativo e
sociale. E fu a Parigi, la sera del 25 novembre 1892 nel grande
anfiteatro della Sorbona, che de Coubertin lanciò, in presenza
d'importanti personalità, il suo progetto più caro: la proposta
di riportare in vita i Giochi Olimpici e nel suo libro riassume
in questi termini la reazione dell'uditorio: "Avevo previsto
tutto, eccetto quel che in realtà avvenne. Opposizioni, proteste,
ironia o addirittura indifferenza? Niente di tutto ciò: i presenti
applaudirono, approvarono e mi augurarono gran successo, ma
ebbi subito la netta impressione che nessuno avesse capito. Era
quell'incomprensione totale che doveva protrarsi per non poco
tempo".
Il CIO (Comité International Olympique), creato nel 1894 a
Parigi, assunse l'incarico di organizzare i Giochi a Scadenze
quadriennali.
Alle gare di atletica dell'edizione inaugurale parteciparono 67
concorrenti (solo uomini) in rappresentanza di dieci nazioni, fra
le quali non era presente l'Italia.
L'inadeguatezza degli impianti incise negativamente
sui risultati, che apparvero decisamente mediocri in
relazione ai livelli già raggiunti all'epoca. In mancanza di
un regolamento internazionale, le gare furono assai libere
sotto diversi aspetti mentre gli ultimi decenni del 19° secolo
videro prestazioni di rilievo in quasi tutte le specialità.
Gli Stati Uniti assunsero già un ruolo guida nella gerarchia
mondiale, seguiti abbastanza da vicino da Gran Bretagna e da
altri paesi di lingua inglese, come Canada e Australia.
Agli albori del Novecento l'atletica aveva compiuto
i primi passi anche in buona parte del continente
europeo,
soprattutto
in
Francia
e
Germania.
I Giochi di Londra del 1908 segnarono un deciso passo
avanti nell'organizzazione e furono onorati da una buona
partecipazione. L'Italia, dove l'atletica era nata per così dire
da una 'costola' della ginnastica, si mise in luce con alcuni
personaggi che potremmo definire fuori dal tempo, quali il
mezzofondista Emilio Lunghi e il maratoneta Dorando Pietri.
Emilio Lunghi, secondo negli 800 metri, è ricordato come "il
primo italiano a salire su un podio olimpico" di questo sport
mentre la vicenda di Pietri ebbe enorme risonanza in Italia
e nel mondo in quanto giunse per primo al traguardo, ma fu
squalificato per essere stato aiutato a rialzarsi proprio nella
fase finale, quando cadde più volte per esaurimento. Vincitore
ufficiale fu l'americano John Hayes ma all'italiano andò la
simpatia di molti dei presenti e soprattutto quella dei suoi
connazionali, vicini e lontani. Ebbe onori che non erano stati
riservati fino ad allora a nessun vincitore ufficiale e intraprese
una grande carriera da professionista nelle Americhe, dove fra
l'altro ritrovò e sconfisse Hayes in più occasioni. Tuttavia queste
grandi imprese precedettero di qualche anno la fondazione
di un ente mondiale per l'atletica e così non poterono avere
il sigillo del riconoscimento internazionale. Infatti l'atletica
italiana troverà la sua espressione organizzativa nella FIDAL, la
Federazione sportiva nazionale che la rappresenta.
L'atletica leggera è quindi un'attività sportiva fondamentale per
l'uomo e c'è una grande scelta nel praticare l'atletica, che come
sport individuale, mette se stessi in competizione con gli altri. È
una sfida con le misure e con i tempi, quindi una doppia sfida.
Chiunque intenda avvicinarsi alla pratica dell'atletica leggera
deve avere confronto unicamente con sé stesso: l'obiettivo di
praticare atletica leggera è di garantire effetti benefici per la
salute e per lo "stare bene" ed è infatti provato scientificamente
che una attività continuativa, se non addirittura assidua,
previene malattie, fa star bene e motiva fortemente chi la
pratica. Quindi correre, saltare, lanciare e non stancarsi mai.
Ero come un viaggiatore che stava per partire.
Ogni corsa è un viaggio. Mi chiedevo: ho preso
tutto? Ero alla ricerca di un tempo, troppe volte
perduto. Pensai fosse la volta buona. Remai un
po' in curva, controllai la sbandata all'entrata del
rettilineo, non smisi di spingere, stavo andando
a trentasei chilometri all'ora con le mie gambe.
Corsi i primi cento in 10" 34 e i secondi in 9" 38.
Arrivai con sei metri di vantaggio. Il pubblico
urlò, ma io non ero sicuro. Non c'erano tabelloni
elettrici, allora. Mi girai. L'unico cronometro era
alla partenza. Guardai le cifre, forse avevano
sbagliato anno? Eravamo nel '79 non nel '72,
mi vennero tutti addosso, ci fu una grande
confusione, non riuscivo più a respirare.
Pietro Mennea
* Campione olimpico dei 200 m a Mosca 1980, è stato primatista
mondiale della specialità dal 1979 al 1996 con il tempo di 19"72 che,
tuttora, costituisce il record europeo.
INFORMAPIÙ 53
SFIDE
BOLOGNA CAPITALE DELLO SPORT
Bologna FC e Fortitudo Pallacanestro hanno conquistato la promozione in Serie
A, ma Bologna è una città ricca di sport con tante altre realtà sportive che hanno
disputato stagioni di successo. di Matteo Fogacci
Ci
sono dei momenti nella vita sociale che bisogna
segnare con il pallino rosso. Di quelli che
difficilmente potranno ricapitare per decine
di anni. Il mondo dello sport bolognese sta
concludendo una stagione (perchè alcune finali sono ancora in
corso) che ha registrato davvero la rinascita ai massimi livelli
della città. Come era solito dire Renato Rizzoli, presidente per
12 anni del CONI di Bologna, “siamo la capitale dello sport
italiano e dobbiamo puntare sempre al massimo”. Capitale lo
siamo sempre stati perchè nella città metropolitana si possono
praticare quasi tutte le discipline sportive esistenti (forse manca
il curling e pochi altri), ma quest'anno Bologna tra gli scudetti
vinti e le promozioni ottenute ha fatto man bassa di titoli,
specie negli sport di squadra, o comunque è tornata a giocare ai
massimi vertici.
A tutti verranno in mente le magiche notti del Dall'Ara, con le
traverse di Avellino e Pescara, i gol di Sansone e le feste di piazza.
Troppo facile parlare dei successi della Fortitudo targata Matteo
Boniciolli, squadra che con il suo arrivo ha cambiato passo ed è
stata una sorta di schiacciasassi tornando in A2 e mettendo le basi
per un futuro che fa già sognare i tifosi dell'Aquila.
Ma qui vorrei sottolineare soprattutto le prestazioni di chi, pur
essendosi allenato almeno come i professionisti, pratica lo sport
per passione, magari unendo una giornata di studio o lavoro alle
due-tre ore di sedute sul campo o in palestra, perchè lo sport
come lavoro è solo per pochi.
Dalla prossima stagione sulle canottine dei ragazzi dell'Assetto
Variabile potrà finalmente esserci la stella, il simbolo del
decimo scudetto. Chi sono? I ragazzi di una delle due squadre
bolognesi di hockey subacqueo (l'altra è l'H2Bo), che si sono
conquistati a Cagliari lo scudetto di questo sport, divertente ma
molto faticoso. Pensate di scendere e salire per respirare con
pinne, maschera e boccaglio sul fondo di una piscina di due
metri per colpire con una mazzetta un disco che deve entrare in
hockey subacqueo
54 INFORMAPIÙ
una piccola porta.
Vi dicono niente Stasiouk, Gadda, Tassi, Quaglio, Bonazzi e
Martinelli e i giovani U21 Dumbrava, Bottarelli, Claughton inglese in Erasmus-, Malpeli, Ceresini, Missaglia e Amorosini?
Oppure Pagani, Cesari, Boccacci, Tamburini, Missaglia L. e
il bomber Sanasi? Probabilmente alla gran parte di voi no.
Ebbene questa è la squadra di hockey su prato di Bologna
che è tornata nella massima serie dopo un avvincente spareggio
chiuso soltanto agli shoot out, ovvero i rigori in movimento che
devono essere realizzati in un tempo massimo di otto secondi.
Ma Bologna per questo sport al campo della Barca può vantare
uno dei campi più belli in Italia, che lo scorso anno ha ospitato
i campionati europei under 16. Citiamo colui che è l'icona
bolognese di questo sport, il tecnico Pietro Amorosini, che è il
trascinatore di quest'impresa.
Parliamo di un'altra impresa, che sembrava scontata durante il
campionato, ma che nella partita di play off contro Pescara ha
fatto scendere qualche brivido sulla schiena. È la Rari Nantes
di pallanuoto femminile, tornata nella massima serie dopo
una stagione incredibile. La squadra allenata da Giacomo Grassi,
al suo primo anno sulla panchina felsinea, ha chiuso il torneo
con 19 vittorie, 1 pareggio e 1 sola sconfitta contro il Pescara
alle Naiadi nella gara 2 della finale promozione. Una macchia
insignificante (Bologna sconfitta ai rigori dopo essere stata
raggiunta dalle abruzzesi a 2" dalla fine dei tempi regolamentari
per una clamorosa ingenuità), una macchia fatta con l'inchiostro
simpatico, cancellata in gara 3 da una prestazione super delle
ragazze di Grassi che allo Sterlino, in un clima di festa incredibile,
hanno vinto 15-5. Giusto citare le ragazze che sono scese in
acqua in questa finale: Giancritofaro, Peroni, Lenzi, Verducci (3
reti), Rendo (1), Barboni (3), D'Amico (1), Manzoni (1), Udoh,
Budassi (2), Calabrese (1), Pasquali (3), Fiorini.
Altre promozioni, anche se in questo caso parliamo del
passaggio dalla serie C alla B per il Bologna calcio femminile
Rari Nantes, squadra di pallanuoto femminile
del presidente storico Sergio Grandi, che ha riportato sulla scena
nazionale le sue ragazze allenate da Loris Poggi, così come non
si può dimenticare il ritorno in serie B del Bologna rugby 1928.
Dopo un campionato sempre avanti, è riuscito nei play off a
recuperare una partenza non perfetta per chiudere in bellezza
e tornare a giocare nella prossima stagione la Mortadella CUP,
ovvero il derby con la Reno.
In chiusura vorrei inserire tra gli sport che danno lustro alla
nostra città anche la vittoria nel campionato giovanile dei
Bradipi, i ragazzi di basket in carrozzina, che proprio al
Paladozza hanno ottenuto uno splendido titolo italiano, il primo
della loro storia, così come i ragazzi del weelchair hockey
della polisportiva Antal Pallavicini, i Rangers, che hanno
mantenuto la serie A nonostante le tante difficoltà che hanno
dovuto affrontare.
Abbiamo detto all'inizio della visibilità che hanno dato le
promozioni di Bologna e Fortitudo, così come il ritorno nei play
off della Virtus, ma pure la splendida cavalcata della Fortitudo
baseball campione in carica e che tra poco si giocherà la
finale di coppa Campioni, così come la conquista dei play off
per i Warriors di football americano, con un gruppo di soli
italiani per di più giovanissimi. Tutto questo senza citare anche le
importanti performance dei nostri atleti individuali che si sono
distinti a Baku, ai recenti Giochi Europei come Valentina Alberti
nel pugilato o Giovanni Izzo nel nuoto e ciò che potrà fare
Marco Orsi ai Mondiali di Kazan.
Tutte punte di un movimento che vede oltre 1100 società sportive
che sperano vivamente che per un definitivo rilancio dello sport
bolognese la Regione Emilia Romagna prosegua con i fatti quanto
promesso solo pochi giorni fa, ovvero di ritenere la pratica sportiva
in tutte le sue forme un importante volano per l'economia della
Regione che dunque va sostenuta con nuove leggi e contributi che
non lascino soli lo sforzo di tanti dirigenti quasi sempre volontari.
SFIDA SPORTIVA TRA DISTRETTI
INDUSTRIALI
A
lcuni recenti fatti sportivi, soprattutto calcistici, hanno
fatto emergere un'intrigante connessione tra successi
economici di distretti territoriali o aziende specifiche
e successi sportivi di squadre che ne possono essere
considerate un'espressione.
L'Emilia Romagna è terra particolarmente prolifica per questo
sodalizio tra calcio e business. Dopo l'exlpoit del Sassuolo di Giorgio
Squinzi, presidente di Confindustria e proprietario della Mapei, la cui
squadra si appresta a partecipare al terzo campionato nella massima
serie, il miracolo sportivo e calcistico del 2015 è stato compiuto
dal Carpi Calcio, neopromosso in serie A e fresco vincitore del
campionato cadetto. Per dare un'idea dell'impresa sportiva di questi
due paesoni della provincia di Modena basti pensare ai seguenti
numeri: la popolazione di Carpi, in base ai dati Istat del 2014, ammonta
a 69530 abitanti, quella di Sassuolo a 41126. La somma dei due paesi fa
quindi una popolazione di 110656 cittadini; lo stadio Giuseppe Meazza
di Milano contiene 81277 posti a sedere, lo stadio Olimpico di Roma
contiene 82302 posti a sedere.
Il successo del Carpi premia un territorio che ha saputo inventarsi
nell'abbigliamento un nuovo modello di business; la città è stata
storicamente al centro del distretto della maglieria e se non avesse
cambiato marcia sarebbe andata incontro ad un inevitabile declino.
Gli imprenditori locali invece hanno rivitalizzato il territorio creando
una piccola capitale del pronto moda italiano, con aziende che per
capacità di risposta al mercato sono paragonabili al fenomeno Zara,
la catena spagnola che ha sfondato il mondo. Tra le aziende top
del settore va citata anche la Gaudì di Stefano Bonacini, patron del
Carpi Calcio, che nella compagine societaria vanta la presenza di
altri imprenditori della zona, a conferma dello stretto legame con il
territorio.
A ulteriore conferma del fatto che dietro a certi inaspettati successi
sportivi vi siano legami con eccellenze industriali c'è il caso
Frosinone Calcio: la squadra di calcio, contro tutti i pronostici
e contro formazioni ben più blasonate, si è guadagnata l'accesso alla
serie A arrivando seconda proprio dietro al Carpi. Il propritario
del Frosinone è Maurizio Stirpe, a capo della Confindustria
regionale e di un'azienda multinazionale che opera nel settore della
componentistica per l'auto e gli elettrodomestici. Il territorio di
Frosinone si è recentemente affermato anche come polo farmaceutico
d'avanguardia, all'interno di un boom della farmaceutica italiana che
ha fatto dell'Italia il secondo produttore dell'Unione Europea.
Infine Bologna e il Bologna FC di Joey Saputo e Joe Tacopina.
La rinascita della squadra calcistica, coronata con la soffertissima
promozione in serie A, rappresenta anche il rilancio in grande stile
dell'economia del territorio. Recentemente infatti alcune imprese
multinazionali sono arrivate o tornate nel territorio con importanti
investimenti; tra esse la Toyota, l'Audi in Ducati ed in Lamborghini
dove è stato stipulato un accordo industriale che ha avuto risonanza
nazionale, la Philip Morris a Crespellano, la Danfoss a Castel San
Pietro; ed allargando la visuale sul territorio circostante, la Luis
Vuitton a Ferrara, un importante investimento in campo turistico
destinato alla Riviera per cui è stata coinvolta la Banca Europea degli
investimenti, l'acquisizione da parte di una cordata che comprende
anche Carlo De Benedetti che ha rilevato la società Bonifiche terreni
ferraresi, la più grande azienda agricola italiana e l'unica quotata.
Considerata anche la prossima apertura di Fico Eataly World, che si
propone di rilanciare l'immagine del cibo del territorio e del settore
agroalimentare in genere, tutto ciò fa pensare al fatto che non sia poi
tanto casuale l'arrivo di nuovi importanti proprietari nel Bologna
Footbal Club, che fra le altre cose hanno promesso uno stadio degno
delle ambizioni della città.
Connessione tra sport e business, per concludere. Casualità?
Causalità? Sta di fatto che il prossimo campionato di serie A sarà
anche un derby tra distretti industriali, il «distretto glamour» di Carpi,
con le tante aziende di abbigliamento di fascia alta, il «distretto ecotecnologico» di Sassuolo, con le aziende produttrici di piastrelle
in ceramica, le aziende che producono gli impianti per fare quelle
piastrelle e le imprese produttrici di adesivi sigillanti e materiali
ecologici per l'edilizia; infine il «distretto delle macchine per
imballaggio» di Bologna, che come si è visto risulta riduttivo definire
come tale comprendendo tante eccellenti realtà industriali nazionali e
multinazionali. Senza dimenticare, uscendo dal territorio regionale, il
«distretto farmaceutico» di Frosinone.
I dati dell'export del 2014 hanno registrato per tali distretti ottime
performance, vedremo cosa dirà il campo.
INFORMAPIÙ 55
CI PIACE IL GIOCO DI SQUADRA
i risultati sportivi delle squadre
sponsorizzate da Lavoropiu'
Semif inali Playoff
Finali Playoff
29/05/15
0 Avellino
vs
Bologna
02/06/15
2 Bologna
vs
Avellino 3
05/06/15
0 Pescara
vs
Bologna 0
10/06/15
1
vs
Pescara
Bologna
Stagione 2014-2015
1
1
Lavoropiu' SpA, sponsor del Bologna Fc 1909 dal 2008, fa i complimenti alla
societa' e alla squadra per la conquista della Serie A.
Conquistat A
Semif inali Playoff
Finali Playoff
Final Four
10/05/15
74
Fortitudo Pallacanestro Bologna
vs
Co.Mark Bergamo
57
12/05/15
66
Fortitudo Pallacanestro Bologna
vs
Co.Mark Bergamo
56
72
15/05/15
64
Co.Mark Bergamo
vs
Fortitudo Pallacanestro Bologna
28/05/15
83
Fortitudo Pallacanestro Bologna
vs
Contadi Castaldi Montichiari
71
30/05/15
76
Fortitudo Pallacanestro Bologna
vs
Contadi Castaldi Montichiari
66
01/06/15
51
Contadi Castaldi Montichiari
vs
Fortitudo Pallacanestro Bologna
56
13/06/15
42
Gecom Mens Sana 1871
vs
Fortitudo Pallacanestro Bologna 66
Lavoropiu' SpA, sponsor istituzionale di Fortitudo Pallacanestro Bologna, fa i
complimenti alla societa' e alla squadra per la promozione in Serie A2.
56 INFORMAPIÙ
con
aggiornata al 30/04/15
serie C girone D
1
2
3
4
5
40
36
34
32
30
Raggisolaris Faenza
Angels Santarcangelo
Virtus Imola
Bk Castelfranco Emilia
Basket 2000 Reggio Emilia
6
7
8
9
10
30 Libertas Ghepard Bologna
30 Tigers Basket
22 Climart Zeta Castenaso
22 Gaetano Scirea Basket
20 Fiore Basket Alberti
11
12
13
14
18
18
16
12
BSL San Lazzaro
Salus Bologna
Dado San Marino
Rebasket
La BSL San Lazzaro con la seconda vittoria consecutiva nei Playout conquista la salvezza del Campionato di Serie C.
con
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
aggiornata al 05/04/15
A2 Maschile
11
12
52
51
47
38
38
38
29
25
23
19
19
17
Sieco Service Ortona
Globo Banca Pop. Frusinate Sora
B-Chem Potenza Picena
Caffè Aiello Corigliano
Cassa Rurale Cantù
Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia
Domar Matera
Il Volley Tricolore Reggio Emilia e' stato eliminato dai playoff,
peròo'guarda con il sorriso al futuro, consapevole di aver posto le
basi per una stagione 2015/16 ad alti livelli.
Conad Reggio Emilia
Materdominivolley.it Castellana Grotte
Centrale McDonald's Brescia
Maury's Italiana Assicurazioni Tuscania
Aurispa Alessano
con
B1 Femminile
aggiornata al 10/05/15
02/05/15
3
Coveme S.Lazzaro VIP BO
vs
Emilbronzo 2000 Mont.MO
0
10/05/15
0
Atomat Volley Udine
vs
Coveme S.Lazzaro VIP BO
3
Playoff
Semif inali Playoff
17/05/15
0
Eurospin Pinerolo
vs
Coveme S.Lazzaro VIP BO
20/05/15
3
Coveme S.Lazzaro VIP BO
vs
Eurospin Pinerolo
3
2
26/05/15
1
Fenera Chieri
vs
Coveme S.Lazzaro VIP BO
3
31/05/15
0
Coveme S.Lazzaro VIP BO
vs
Fenera Chieri
3
03/06/15
3
Fenera Chieri
vs
Coveme S.Lazzaro VIP BO
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
55
55
50
49
47
46
43
40
34
33
27
17
4
4
Domovip Porcia PN
Emilbronzo 2000 Mont. MO
Coveme S.Lazzaro VIP BO
V.Millenium Brescia
Isuzu Enermia 434 VR
Studio 55 Ata Trento
Volley La Sportiva BS
Service Med S. Donà VE
Itas Cittàfiera Mart. UD
Atomat Volley Udine
Le Ali Padova V. Project
Brunopremi Bassano VI
Liu Jo Modena
Union Volley Jesolo VE
Lavoropiu' e' f iera di aver sostenuto le atlete di VIP Volley San Lazzaro che, al termine di una stagione sportiva
faticosa ma densa di soddisfazioni, escono dal campionato durante la semif inale playoff per conquistare la serie A2.
INFORMAPIÙ 57
IL MONDO A MISURA DI BAMBINO
"MAMMAAA, LEGGIAMO UN
LIBRO INSIEME?"
"Non si nasce con l'istinto della lettura come si nasce con quello di mangiare e bere...
Bisogna educare i bambini alla lettura." (Gianni Rodari)
Da
mamma devo dire
che è proprio bello
sentirsi fare questa
domanda dai propri figli o comunque dai bambini in
generale.
Far nascere nei bambini, fin da subito,
il desiderio di leggere è uno dei regali
più belli che possiamo fargli.
Quando noi adulti leggiamo qualcosa
ai bambini entriamo subito in sintonia
con loro, entrambi ci immergiamo in
quel mondo che prende vita fra le pagine e questo fa sì che si venga a creare
una comunicazione intensa, fatta di
emozioni, complicità e fiducia.
Leggere permette al bambino di conoscere meglio le proprie emozioni, a volte anche quelle più strane per lui e il no-
58 INFORMAPIÙ
stro compito è proprio quello di stare al
loro fianco per contenerli, rassicurarli
e, nel caso ce ne fosse bisogno, dargli
delle spiegazioni.
Leggere sviluppa l'immaginazione e,
cosa molto importante, permette al
bambino di "conoscere", sia se stesso,
sia il mondo che lo circonda, in un
modo alternativo, che non è la sola
esperienza diretta. Come dice Rodari: "La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi:
essa ci può dare delle chiavi per entrare
nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo"
Leggere è un modo per trasmettere ai
nostri bambini dei messaggi e i valori
in cui crediamo.
Leggere chiaramente migliora anche
lo sviluppo linguistico del bambino.
È importante saper leggere non “al”
bambino ma “con” il bambino, in una
comunicazione reciproca e ricca.
A seconda dell'età, e quindi delle tappe
dello sviluppo psicomotorio, ci sono
libri e modalità di lettura più adatte.
Al bimbo molto piccolo, di pochi
mesi, più che leggere storie dobbiamo
cantare ninne nanna, filastrocche (ripeschiamo fra quelle che ci cantavano
le nostre nonne e le nostre mamme),
perchè chiaramente il bambino sarà
molto più sensibile al suono e alla melodia e possiamo tranquillamente utilizzare sempre la stessa perchè il bambino è molto attratto dai rituali.
Dai 6 ai 12 mesi gli possiamo proporre
i libricini piccoli, tipo giocattolo, con
dei disegni e fatti di materiale maneggievole che possano toccare e mordicchiare. Noi possiamo già iniziare ad
inventarci qualche storiella legata ai
disegni, per fare in modo che l'esperienza dell'oggetto-libro si associ alla
memoria del racconto.
Dai 12 ai 24 mesi il bambino è attratto
dai libri grandi, animati, colorati, con
pagine facili da sfogliare e con storie
che ripropongono momenti cruciali
della loro giornata, dove possano riconoscersi e riconoscere anche le emozioni diverse che provano ogni giorno.
In questa fase è anche importante far
diventare la lettura un appuntamento
fisso, che il bambino possa desiderare
ogni giorno, come per esempio prima
della nanna al pomeriggio o prima della buonanotte. La lettura non va imposta, la lettura deve essere un piacere,
perciò se qualche volta capiamo che
il bimbo non è concentrato o non ne
ha voglia, lasciamo stare, andrà meglio il giorno dopo. Importantissimo è
iniziare a leggere al bambino in modo
attivo, recitando un po', utilizzando la
mimica facciale e cambiando il tono
della voce al cambiare dei personaggi.
Tutto questo accrescerà tantissimo il
loro interesse e la loro concentrazione.
Dai 2 ai 3 anni il bambino è attratto da
quelle storie che lo aiutano a risolvere i
suoi problemi di ogni giorno (la pappa,
il vasino, l'arrivo di un fratellino intruso, etc...). In questa fase al bimbo
piace sfogliare il libro da solo, leggere
e rileggere la stessa storia infinite volte,
terminare le frasi da solo e raccontare
la storia a modo suo. Tutto questo lo
rassicura.
Dai 3 ai 6 anni il bambino ama le storie
più strutturate, che lo coinvolgano e che
lo aiutino a superare alcune sue paure.
Di solito durante la lettura fa domande, commenta, propone soluzioni e
crea anche nuove storie prendendo
spunto dalle vecchie.
Durante la gravidanza noi mamme
leggiamo una quantità assurda di libri
sui bambini, sulla loro educazione, ci
imbattiamo in ogni blog possibile e
immaginabile ed effettivamente quel-
"Se riesci a far
innamorare i bambini
di un libro, di due, di
tre, cominceranno a
pensare che leggere è
un divertimento.
Così, forse, da grandi
diventeranno lettori.
E leggere è uno dei
piaceri e uno degli
strumenti più grandi
e importanti della vita."
R. Dahl
lo che ho scritto fino ad ora è proprio
quello che trapela da tutte queste fonti;
ma quando diventiamo effettivamente
mamme ci rendiamo conto che è proprio così, i valori e il potere della lettura sono proprio quelli.
Nella mia esperienza mi sono resa conto di aver utilizzato tante volte la lettura
di libri specifici proprio per trasmettere
dei messaggi ai miei figli. In un periodo
dove il mio piccolino aveva come hobby quello di mordere gli ho letto un
libro intitolato "Sai dirmi perchè non
devo dare morsi?"
Questa storia educa il bambino ad interrogarsi sul "perchè" morde e offre
delle alternative a questi comportamenti senza fornire la soluzione magica.
Un altro libro famosissimo e molto
utilizzato anche dalle scuole è quello
sulla rabbia, intitolato "Che rabbia!"
che serve proprio per insegnare ai
bambini ad esternare la propria rabbia, senza reprimerla, ma rassicurandoli e sostenendoli nella gestione di
questa emozione, per aiutarli a trovare
il proprio modo per gestirla. Il libro
racconta di Roberto, un bambino che,
costretto dal padre a fare cose contro
voglia, si rinchiude in camera arrabbiato. La sua rabbia è talmente grande
che si materializza in una Cosa Rossa,
enorme, mostruosa che comincia a distruggere tutta la camera. Il bambino
si rende conto della distruttività della
sua rabbia e, riprendendo il controllo
di sè, comincia a riaggiustare ciò che
la Cosa Rossa ha distrutto. Questa comincia, quindi, a farsi sempre più piccola, fino a che Roberto la ripone in
una scatolina blu. La cena è ancora calda e Roberto la gusta con il suo papà.
Un libro affinchè ciascun bambino impari a trovare la sua scatolina blu in cui
riporre la propria rabbia, quando diventa distruttiva.
Per chi ancora non lo conoscesse, voglio parlarvi di un progetto molto interessante che ha come obiettivo proprio quello di avvicinare i bambini alla
lettura già dai primi mesi di vita che
si chiama "Nati per Leggere". È nato
nel 1999 e promuove la lettura ad alta
voce fra i bambini di età compresa fra i
6 mesi e i 6 anni. Nati per Leggere è stato creato dall'alleanza tra bibliotecari e
pediatri attraverso l'Associazione Culturale Pediatri, l'Associazione Italiana
Biblioteche e il Centro per la Salute del
Bambino Onlus.
Il progetto è attivo in tutta Italia e si
sviluppa attraverso progetti locali che
coinvolgono i vari comuni.
Ho avuto occasione di partecipare a
questi incontri in alcune biblioteche
nella mia zona e devo dire che sono
proprio bei momenti, si socializza, si
ascoltano letture molto interessanti e lette anche molto bene da chi usa
le giuste tecniche e sa coinvolgere i
bambini. È un ambiente alternativo, soprattutto durante i mesi invernali, in cui
poter trascorrere del tempo con i propri
figli in modo più stimolante rispetto al
nostro salotto dove la TV è sempre in agguato. Inoltre, alla fine di queste letture, possiamo approfittarne per scegliere insieme dei libri da portarci a casa e
leggere con calma.
Cercate subito sul sito del vostro comune di residenza o di comuni limitrofi le iniziative legate a questo progetto e iniziate questo nuovo viaggio
insieme ai vostri figli!
INFORMAPIÙ 59
TECNOLOGIE
CASA E LAVORO... CONFONDERE
LE COSE CON IL BYOD
Il BYOD è un fenomeno sempre più diffuso con il quale le aziende prima o poi
dovranno fare i conti.
L'
Molto spesso scegliamo per il nostro proprio uso
personale i dispositivi di fascia più alta dalle elevate
prestazioni, spesso ben sopra alle nostre capacità o
necessità di utilizzo non badando a spese. I nostri
dispositivi personali pertanto hanno prestazioni più
alte di quelli messi a disposizione delle aziende che
sono molto attente al budget del proprio "parco macPartiamo come al solito dalla spiegazione di un'acrochine" (dando la più larga accezione a questo terminimo: BYOD. BYOD sta per Bring Your Own Device
ne, volendo comprendere la totalità dei dispositivi
la cui traduzione letterale è "porta il tuo dispositivo",
sopra elencati).
intendendo per dispositivo il portatile o il computer
Di qui la richiesta dei dipendenti di poter utilizzafisso, ma più spesso lo smartphone o il tablet.
re i propri dispositivi per accedere agli applicativi e
È un dato di fatto che ormai smartphone e tablet
alle informazioni aziendali; la richiesta è talmente
sono oggetti di largo consumo diffusissimi tra tutte
diffusa (anche se non necessariamente accettata dalle
le persone, ormai diventati un prezioso quanto quasi
aziende) da essere diventata un fenomeno, il BYOD
banale regalo di Natale o di compleanno, così come
appunto, analizzato da più osservatori.
altrettanto diffusi sono pc fissi e portatili.
articolo questa volta non sarà puramente
dedicato alla tecnologia, parleremo invece di come l'evoluzione e la diffusione
della tecnologia impatti sulla gestione del
lavoro e quindi, in ultima battuta, anche sulla vita
stessa di molti lavoratori.
60 INFORMAPIÙ
Ma come reagiscono le aziende a queste richieste?
La risposta delle aziende non è banale, infatti la scelta di favorire o meno il BYOD deriva da valutazioni
di problemi divergenti. Vediamoli nel dettaglio.
Soddisfazione, produttività, qualità della
vita
L'uso dei propri dispositivi, scelti su misura e spesso
di alto livello tecnologico, l'abitudine e la conoscenza dello strumento oltre che la continua disponibilità
dello stesso aumentano la soddisfazione del lavoratore, facendone aumentare quindi la produttività oltre
che il tempo di utilizzo per scopi lavorativi. Questo
per lo meno secondo i risultati di alcune ricerche effettuate da Vanson Bourn.
Questo aspetto è tuttavia strettamente legato al concetto di telelavoro, sicuramente poco diffuso in Italia
in quanto l'aspetto di soddisfazione e miglioramento
della qualità della vita è spesso controbilanciato dalla
paura di perdita di controllo da parte del datore di
lavoro, cosa tanto più vera quanto più la mansione
poco si presta alla flessibilità.
Mobilità
Poichè il BYOD è un fenomeno che coinvolge principalmente smartphone e tablet, favorisce l'uso in mobilità di questi strumenti, aumentando la flessibilità
dell'organizzazione e l'esigenza sempre più diffusa di
accedere ai dati aziendali sempre e dovunque: questo
si fa con la propria mail, con i propri contatti personali, con il proprio profilo facebook, perchè non
poterlo fare con il gestionale, il CRM, con il portale
aziendale?
Sicurezza
L'accesso ai software aziendali da dispositivi qualsia-
si e non controllabili al 100% dal reparto IT pone una
grossa sfida dal punto di vista della sicurezza che deve
rimanere alta anche a fronte dell'aumento di flessibilità. La sicurezza è minacciata a causa di 2 fattori: la
mancanza di uniformità dei device utilizzati allo stesso tempo e l'impossibilità di controllare completamente
gli stessi inibendo certe funzionalità potenzialmente
pericolose.
Lo sforzo richiesto al reparto IT è quindi duplice: da
un lato allargare le proprie conoscenze a più sistemi basati su tecnologie e sistemi operativi diversi,
dall'altro lato deve sviluppare il più possibile soluzioni
platform-independent.
Costi
L'adozione di strategie più o meno strutturate e più o
meno promosse dall'azienda piuttosto che da iniziative personali dei dipendenti e la grande diffusione
di dispositivi fra la maggior parte dei lavoratori fa sì
che le spese di dispositivi aziendali potrebbero diminuire sensibilmente anche qualora l'azienda decidesse
di riconoscere una quota dell'acquisto del dispositivo
o dei costi di connessione.
Per una completa valutazione del costo del ricorso
ad approcci BYOD è necessario comprendere eventuali costi di sviluppo o adattamento delle piattaforme
in uso per permettere accessi anche da dispositivi per i
quali inizialmente il software non era pensato. Si pensi
ad esempio ad un'applicazione con interfaccia web
pensata per un uso desktop, le pagine dell'applicazione potrebbero non essere responsive ed impedirne un
uso agevole dai touchscreen di smartphone e tablet:
l'intervento di sviluppo necessario non sarà radicale,
tuttavia richiederà nuove competenze ed un lavoro
specifico anche considerevole.
INFORMAPIÙ 61
LOST AND FOUND
Cosa è successo nel mondo
negli ultimi due mesi?
Qui trovi ciò che ti sei perso...
ITALIA
1 maggio
Apre Expo Milano 2015, l'Esposizione Universale che l'Italia ospiterà
fino al 31 ottobre 2015. Sarà il più grande evento mai realizzato
sull'alimentazione e la nutrizione. Per 6 mesi Milano diventerà una vetrina
mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per
dare una risposta concreta a un'esigenza vitale: riuscire a garantire cibo
sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei
suoi equilibri. Un'area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140
Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori
attesi.
REGNO UNITO
2 maggio
La “Royal Baby” è nata sabato nel padiglione Lindo Wing del St. Mary
Hospital di Londra. È il nome usato per indicare il secondo figlio
della duchessa Catherine “Kate” Middleton e del principe William
d'Inghilterra: è una bambina, pesa 3 chili e 700 grammi (più o meno
come il fratello, alla nascita) e si chiama Charlotte Elizabeth Diana.
REGNO UNITO
7 maggio
Si sono svolte le elezioni parlamentari in Inghilterra. È stata la corsa elettorale
più serrata degli ultimi dieci anni e il Regno Unito si conferma conservatore.
Il partito di David Cameron, come previsto dai risultati degli exit poll, ha la
maggioranza assoluta in Parlamento. Sul totale di 650 seggi ne ha ottenuti
331 assicurandosi quindi il numero sufficiente per diventare il partito di
maggioranza del Paese.
FILIPPINE
13 maggio
72 persone sono morte nelle Filippine a causa di un grande
incendio che si è sviluppato all'interno di una fabbrica di calzature
infradito a Valenzuela City, nell'area metropolitana della capitale
Manila, nel pomeriggio di mercoledì 13 maggio. Oltre alle persone
morte ci sono state decine di feriti e intossicati, e le autorità locali
parlano di alcune decine di dispersi. All'interno dello stabilimento
erano al lavoro tra le 200 e le 300 persone.
62 INFORMAPIÙ
USA
maggio
21 persone sono morte in Texas, negli Stati Uniti, a causa delle forti
piogge e dei venti che in alcuni casi si sono trasformati in tornado. Altre 6
persone sono morte nello stato dell'Oklahoma e 14 nel nord del Messico. Il
presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che in Texas è in corso
un disastro nazionale e che lo stato riceverà aiuti federali per far fronte
all'emergenza. La decisione di Obama ha reso disponibili i fondi pubblici
per la ricostruzione e permetterà alle persone le cui attività o abitazioni
sono state danneggiate di fare richiesta per ottenere un rimborso.
USA
17 giugno
Si è verificata una sparatoria in una chiesa cristiana metodista di Charleston, in
South Carolina, durante la quale sono state uccise nove persone. La notizia è stata
confermata dal sindaco di Charleston e dalla polizia locale. La polizia ha identificato il sospettato e ha diffuso alcune sue foto: si chiama Dylann Storm Roof,
ha 21 anni ed è originario di Columbia (la capitale del South Carolina). Sei delle
persone uccise durante la sparatoria erano donne, tre erano uomini. Fra le persone uccise nel corso della sparatoria c'era anche il senatore statale democratico del
South Carolina, Clementa Pinckney, pastore della chiesa e famoso attivista locale
per i diritti dei neri.
USA
26 giugno
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha reso incostituzionali le leggi statali
che vietano il matrimonio gay, rendendolo di fatto legale in tutto il paese.
La decisione è stata presa con cinque giudici favorevoli e quattro contrari:
è stato stabilito che in base al Quattordicesimo emendamento della
Costituzione americana – quello sull'uguaglianza di tutti i cittadini davanti
alla legge – gli stati devono permettere a tutti i cittadini di sposarsi con
chi vogliono e riconoscere i matrimoni gay celebrati fuori dai loro confini,
mentre i divieti dei matrimoni gay sono incostituzionali.
FRANCIA
26 giugno
A Lione si è verificato un barbaro attacco: la vittima è un
imprenditore, l'aggressore un suo dipendente. È stato provocato
un incendio nell'impianto di gas industriale Air Products dove è
stato ritrovato un corpo decapitato, la cui testa - coperta di scritte
in arabo - è stata ritrovata a diverse decine di metri dal corpo,
infilzata sul recinto del cortile dello stabilimento.
TUNISIA
26 giugno
Terrore sulla spiaggia delle vacanze in Tunisia, in un venerdì di
Ramadan segnato anche da attentati in Francia, Kuwait e Somalia.
Dopo la strage del Bardo, un altro colpo della Jihad a un settore
trainante dell'economia tunisina. Uomini armati hanno attaccato
la spiaggia di due resort di lusso a Sousse, nel golfo di Hammamet.
Spari sulla spiaggia, scene di panico e turisti chiusi nelle camere
dell'hotel Imperial Marhaba. Secondo il ministero della Salute di
Tunisi, 38 persone sarebbero rimaste uccise.
INFORMAPIÙ 63
PAUSA CAFFÈ
Le ricette di Wonder Mamma
F
ar mangiare le verdure ai bambini è sempre un dramma… Lo sanno bene le Wondermamme
che cercano di camuffarle in tutti i modi all'interno di altre pietanze più gradite ai loro pargoli…
Ma se proviamo a dare un nuovo twist a queste famigerate verdure, magari i bambini scopriranno
nuovi sapori e potranno iniziare a gustarle senza sotterfugi…
Quindi, sempre in accordo con il poco tempo che una wondermamma ha a disposizione, ecco una
freschissima “coppa di gelato”, da presentare come antipasto, che farà adorare le zucchine anche ai
bimbi più capricciosi!
Crema di zucchine con mousse di formaggio
Ingredienti:
300 gr di zucchine bianche
100 gr di gorgonzola dolce
50 gr di formaggio fresco spalmabile
10 gr di scalogno
basilico
timo
olio extravergine di
oliva
sale e pepe
Per decorare:
basilico
pomodori ciliegini
grado di difficoltà
Preparazione:
Frullare nel mixer il gorgonzola tagliato a pezzi e la crema spalmabile. Regolare di sale e pepe e tenere da parte.
Tagliare le zucchine a rondelle sottili e tritare lo scalogno. In una padella antiaderente scaldare l’olio e far stufare lo scalogno,
infine aggiungere le zucchine e un po’ di timo (per una versione light - visto che la wondermamma riesce anche a stare a dieta! – lo
scalogno e le zucchine possono essere stufate anche solo con un po’ di acqua, l’importante è utilizzare una padella antiaderente).
Regolare di sale e passare le zucchine al mixer frullandole grossolanamente.
Munirsi di due sac-à-poche e riempirne una con la mousse di formaggio e l’altra con le zucchine. Versare prima il composto di
zucchine in bicchieri di vetro e poi la mousse. Decorare con foglioline di basilico e timo oppure, per rendere ancora più colorata
e invitante la “coppa gelato”, con un pomodorino ciliegino tagliato a metà.
Buon appetito e buon divertimento!
Libri
Wild. Una storia selvaggia
di avventura e rinascita
Cheryl Strayed
Piemme, 2015
consiglio per la lettura
N
ick Hornby l'ha definito uno dei migliori libri che ha letto negli ultimi dieci
anni.
È una storia di impegno, determinazione, coraggio, paura e fatica. È l'autobiografia di Cheryl Strayed alle prese con l'avventura di percorrere a piedi il Pacific Crest Trail (Pct) nel 1995, quando aveva 26 anni. 1800 km a piedi, 3 mesi di
marcia. Con una famiglia disintegrata dopo la morte prematura della madre, un
matrimonio fallito e una storia di droga e di sesso alle spalle, Cheryl si imbatte per
caso in un libro sul Pct, che si snoda fra le vette attraverso la California e l'Oregon.
Una sfida per camminatori allenati e una missione impossibile per principianti.
Con l'entusiasmo e l'incoscienza da neofita, Cheryl si butta in quest'avventura,
sperando di rimettere ordine nella sua vita durante la marcia in solitudine.
Il racconto del percorso segue il filo dei suoi pensieri, sospeso fra la natura magnifica dei luoghi del Pct e la storia personale dell'autrice.
Cheryl percorre tutto il tragitto senza mollare mai, malgrado la fatica, i piedi
martoriati, il peso dello zaino (battezzato “Mostro”) che le provoca piaghe sulle
spalle e sul busto. Wild è anche una storia di formazione che regala la sensazione
di camminare al fianco dell'autrice verso la meta.
CURIOSITÀ: : Il libro ha ispirato il film "Wild" uscito nelle sale il 2 aprile.
Cheryl è interpretata dal premio Oscar Reese Wintherspoon.
64 INFORMAPIÙ
I 50 libri che hanno
cambiato il mondo
Andrew Taylor
Garzanti 2015
consiglio per la lettura
Musica
Hitalia.rocks – Gianna Nannini
23/5/15 Bologna Unipol Arena
I
n un numero come questo che state
leggendo, ad alto tasso rock, non
poteva mancare la recensione del
tour di Gianna Nannini, vera Signora
del rock italiano.
Il nome del tour richiama l'ultima fatica discografica
dell'artista senese: una raccolta di grandi hit italiane rivisitate
in chiave rock intitolata Hitalia.
E, dunque, la scaletta del concerto alterna omaggi a canzoni
celebri e indimenticabili – L'immensità, Dio è morto, La
canzone di Marinella, Volare, Lontano dagli occhi – a suoi
successi storici partendo da America che, nel 1979, la lanciò
verso una carriera perennemente in ascesa.
E poi ancora, tra le sue hit del passato, ha incantato il
pubblico dell'Unipol Arena con Sei nell'anima, Meravigliosa
creatura, Aria e l'ha fatto ballare e cantare a squarciagola con
Fotoromanza, Ragazzo dell'Europa e l'intramontabile I maschi.
Gianna Nannini è adrenalinica, sembra senza età, canta
mettendo dentro ad ogni nota tutto il fiato che ha, ride,
sorride al suo pubblico, non si ferma un attimo: è energia allo
stato puro!
Certo alcune imperfezioni vocali ci sono ma i fan non
sembrano nemmeno accorgersene, è così vera e diretta che le
si perdona tutto.
Con la sua giacca bianca e l'aria stropicciata delle vere rocker
ha continuato sulle note di Profumo, Io, Amandoti e ancora
qualche cover del passato di suoi autorevoli colleghi come C'è
chi dice no, Un'avventura, Io che amo solo te.
L'apertura di tutte le tappe è stata affidata al giovane Enrico
Nigiotti, tra le nuove proposte di Sanremo 2015 e, oltre alla
band, la cantante si è avvalsa della collaborazione di Alan
Moulder, produttore di famosi gruppi musicali (U2, Depeche
Mode, Foo Fighters solo per citarne alcuni).
gradimento
E
sistono tanti tipi di liste, tutto è ascrivibile ad un elenco
e i libri non fanno eccezione. Tanti sono stati gli autori
e i critici letterari che hanno pubblicato la loro personale
biblioteca “universale”, nessuno sarà mai totalmente d'accordo con chiunque si sia lanciato in imprese del genere,
ognuno di noi ha i suoi personalissimi libri che hanno
cambiato la propria vita, non certo il mondo!
L'inglese Taylor non si differenzia dagli altri, però ha provato a ridurre drasticamente il numero dei libri, spesso
i predecessori sono arrivati a 100, lui si è fermato a 50.
Inoltre, ha provato ad inserire non solo libri “positivi” o di
alta letteratura, ma anche scritti che hanno rappresentato
epoche buie dell'umanità. E, dunque, accanto agli immancabili classici, ecco comparire nella lista Il Manifesto del
partito comunista, il Libretto Rosso di Mao, I protocolli
dei Savi di Sion. E tra Moby Dick, l'Ulisse di Joyce, Se questo è un uomo di Levi, trova spazio addirittura l'Elenco
abbonati del distretto telefonico di New Haven del 1878
perché, citando l'autore, “nessuno si sognerebbe di affermare che l'elenco telefonico abbia influenzato lo sviluppo
del pensiero e della letteratura […] ma questo testo ha
cambiato radicalmente la vita e le aspettative di miliardi di
persone in tutto il pianeta”.
Ad
aprile 2015 si è spento Günter Grass, all'età di 87
anni, dopo una vita costellata da successi letterari
ma anche da polemiche e contraddizioni importanti.
Lo scrittore è stato premio Nobel nel 1999 ed ha fatto parte
della corrente di autori che hanno aperto e alimentato una
riflessione critica sul nazismo e sull'Olocausto. Molti critici,
però, dopo le rivelazioni sul suo passato nazista, avrebbero
voluto annullare il riconoscimento.
Al di là delle controversie scaturite dalle sue vicende personali, rimane uno scrittore di indubbia bravura che ha prodotto opere molto ben riuscite.
Il suo primo successo, Il tamburo di latta, narra le vicende di
Oskar, ragazzo deforme e introverso che, per delusione nei
Il tamburo di latta confronti del mondo degli adulti, decide di non crescere più
e se ne va in giro con un tamburo di latta al collo e con la sua
Günter Grass
voce capace di acuti che rompono i vetri. La varia umanità
Feltrinelli, 1962
che incontra nella sua vita, a partire dai suoi stessi genitori,
veri o presunti, lo porta a narrare vicende al limite del credibile. Deciderà di ritornare a crescere alla morte del padre
putativo gettando via nella fossa anche il tamburo di latta,
simbolo del dolore ma anche della creatività e della difficoltà
consiglio per la lettura
di comunicare del ragazzo.
INFORMAPIÙ 65
LUOGHI (NON) COMUNI
DONNE AL VOLANTE...
Nel 1907 Ernestina Prola fu la prima donna italiana a prendere la patente.
E se l'origine del proverbio avesse a che fare con il suo modo di guidare?
G
uido da più di 10 anni, senza la macchina
non potrei vivere, sono pigra e crescendo
sono diventata insofferente agli autobus.
Con la macchina vado dappertutto, la uso
quotidianamente e spesso anche in vacanza, per viaggi anche molto lunghi. Non ho mai avuto paura di
guidare e mi piace la velocità.
So fare benzina, ma quello che succede all'interno del
cofano della macchina è vera e propria magia. Ho un
amico meccanico mooolto paziente che mi ricorda
quando è ora di fare manutenzione e ogni volta tenta di spiegarmi cose strane che dimentico dopo un
quarto d'ora.
Per principio non parcheggio nei posti riservati al
sesso femminile e riconosco che le donne sono meno propense alla guida rispetto agli uomini.
Non ho mai fatto incidenti stradali, né
segnato la macchina per fare parcheggi.
Eppure mi rendo conto che certe cose ad
un uomo non succederebbero mai...
L'altro giorno stavo andando al centro
commerciale con una mia amica, guidavo io. Posteggio la macchina nel parcheggio sotterraneo ed entriamo. Dopo
un paio d'ore siamo pronte per tornare
alla macchina, cerco le chiavi e non le
trovo nella borsa, non ci sono neanche
nelle tasche... Panico. Ci precipitiamo di corsa nel
parcheggio... La macchina era ancora lì, grazie al cielo! Ma dove diavolo avevo messo le chiavi?! Mentre
mi sforzo di ricordare dove potevo averle dimenticate, mi accorgo che lo sportello del guidatore è
spalancato. Inizio a sudare freddo, faccio segno alla
mia amica di fare silenzio e mi avvicino lentamente...
Nella macchina non c'era nessuno... Sul sedile però
c'erano le chiavi, abbandonate.
Ora, che cosa ci stessimo raccontando di così interessante io e la mia amica per dimenticarmi di chiudere
lo sportello e di prendere le chiavi non lo so... Non
ricordo a cosa stessi pensando mentre mi allontanavo dalla macchina... Sicuramente chiunque passando
di lì avesse avuto l'idea di rubare l'auto se la sarebbe
tolta dalla testa in fretta pensando che il proprietario
avesse lasciato lo sportello aperto solo per qualche secondo e fosse di ritorno.
Comunque questo è il genere di cose che, sì, ad una
donna può capitare.
Lavare la macchina solo un paio di volte all'anno,
scoprire di avere lasciato nel baule gli oggetti più
improbabili, rimanere senza acqua per lavare i vetri,
dimenticarsi di chiudere i finestrini, truccarsi ai semafori... Cose banali e frequenti che succedono più
o meno a tutte le donne, ma che per un uomo sono
impensabili.
Forse non siamo un pericolo costante,
semplicemente affrontiamo la guida in
modo più leggero, più femminile!
L'invenzione della freccia, ad esempio,
viene attribuita ad una donna: Florence
Lawrence. Nel 1913 l'attrice hollywoodiana collaudò un metodo rudimentale per segnalare la propria direzione di
marcia agli altri automobilisti, precursore dei moderni dispositivi di segnalazione a bordo degli autoveicoli.
Ernestina Prola, invece, fu la prima donna
italiana ad ottenere la patente, nel 1907.
Pensate a come deve essersi sentita a guidare circondata solo da uomini! Chissà quali pregiudizi hanno
dovuto combattere lei e le altre donne italiane di quel
periodo prima di poter dimostrare di essere in grado
di fare una cosa esattamente come gli uomini, e forse
anche meglio...
Fino ai primi anni '50 comunque le donne al volante
erano davvero poche. Poi nel 1995 negli Stati Uniti
cominciano ad avvicinarsi agli uomini: i maschi patentati 17 anni fa erano 89,2 milioni, contro 87,4 milioni di donne. Trascorsi quindici anni, nel 2010 si è
rilevato il sorpasso: 105,7 milioni di donne e 104,3
Highway to
Hell,
AC/DC
(1979)
66 INFORMAPIÙ
milioni di uomini.
Anche se non dappertutto: ci sono paesi in cui le donne guidatrici sono un minoranza ristretta. Ancora
oggi in Arabia Saudita è vietato alle donne di guidare.
L'origine del proverbio “Donna al volante pericolo
costante” sembrerebbe essere radicata nell'immaginario collettivo che vede il popolo femminile destreggiarsi con maggiore difficoltà fra parcheggi e manovre che richiedono un elevato grado di precisione.
Secondo una recente indagine condotta dall'agenzia
dei trasporti britannica, le donne avrebbero effettivamente bisogno di più ore di addestramento rispetto
agli uomini per ottenere la patente di guida e impiegherebbero anche più tempo in media nel portare a
termine un parcheggio.
Il cervello maschile sembrerebbe essere maggiormente predisposto al calcolo immediato delle manovre essenziali per un parcheggio ben fatto.
In compenso sarebbe, però, più incline a sfidare i li-
miti di velocità e sicurezza.
Un team di ricercatori della Bradford University (Inghilterra) ha condotto una serie di test su
donne dai 18 ai 35 anni, arrivando a dimostrare
che la donna ha un atteggiamento migliore verso la conduzione di un veicolo rispetto all'uomo,
secondo i criteri di prudenza, responsabilità e sicurezza.
L'elemento chiave responsabile dell'efficienza riportata dal sesso femminile è la maggiore quantità di estrogeni presenti nella donna.
Lo studio, infatti, suggerisce che l'estrogeno possa influenzare positivamente l'attività neuronale
dei lobi frontali, quella zona, cioè, preposta all'apprendimento delle regole e al controllo dell'attenzione e dei riflessi.
Il testosterone, invece, prevalente nell'organismo
maschile, indurrebbe gli uomini alla guida a lasciarsi andare a comportamenti rischiosi, più impulsivi e quindi poco prudenti e alla conduzione
del veicolo con un'andatura più veloce di quella
delle donne.
D'altro canto, però, il testosterone ha anche i suoi
lati positivi. È fondamentale per sviluppare il senso dello spazio e delle misure, cosa che aiuterebbe
i guidatori nelle manovre e nei parcheggi.
Sembra proprio che i parcheggi siano il nostro
punto debole...
Per dirla con le parole dello scrittore William E.
Vaughan : “Oggi le donne esercitano le più svariate attività: sono diventate fantini, giocatrici di baseball, scienziate atomiche, dirigenti d'azienda... E
forse un giorno impareranno anche a parcheggiare
la macchina.”
Non disperiamo, ce la faremo!
INFORMAPIÙ 67
VIAGGI
SPAGNA
La Spagna, ufficialmente Regno di Spagna, è uno
stato democratico, membro dell’Unione europea e
della NATO. È organizzato sotto forma di monarchia
parlamentare. Insieme al Portogallo, Andorra e
Gibilterra, forma la Penisola Iberica.
La Spagna ha una superficie di 505.519 km², conta
46.507.760 abitanti e occupa l'84,5% del territorio
della penisola iberica.
D
opo un lavoro certosino per riuscire a far entrare il necessario per tre settimane di viaggio in 2 motovaligie,
saliamo in sella, destinazione tour della Spagna con la
nostra moto. La prima tappa è a Montpellier, nel sud
della Francia, poco oltre il confine italiano, per un saluto a degli
amici che abitano in questa città da qualche anno. Il secondo giorno
siamo già nelle ramblas di Barcelona, capoluogo della Catalogna; ci
fermiamo 3 giorni per visitare Plaza Catalunya, il Barrio Gotico e
l'Eixample, quartiere dove le opere di Guadì (esponente di spicco
della corrente del modernismo architettonico) sono in ogni angolo.
Dello stesso architetto, la Sagrada Familia, chiesa spettacolare ed
imponente, ad oggi ancora incompiuta. Prima di lasciare la città,
saliamo sul monte Montjuïc, il piccolo monte situato vicino al porto, sulla cima del quale si trova il Castell de Montjuïc, un'antica fortezza militare che servì per vigilare l'entrata a Barcellona dal mare e
da cui si può ammirare il fantastico panorama della città. Si riparte
per la tappa successiva, Saragozza, dove esploriamo le vie centrali
e la famosa Basilica di Nostra Signora di Pilar, uno dei santuari più
famosi di Spagna. Non ci fermiamo a lungo perché ci aspetta una
delle mete principali del nostro viaggio, Toledo, ex capitale della
Spagna, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Il centro
storico di Toledo è un autentico museo a cielo aperto ed è anche il
centro storico più grande dell'intera Spagna; si entra attraversando
la Porta Nuova di Bisagra e si arriva al paseo del Miradero e successivamente plaza del Zocodover, il posto migliore dove mangiare nel
centro storico. Poco distante, plaza del Ayuntamiento, dove ammiriamo l'edificio rinascimentale sede del municipio della città, e la
cattedrale, emblema di Toledo. Ci fermiamo in questa città 2 notti,
dormendo in uno splendido hotel arroccato su una collina da cui si
68 INFORMAPIÙ
vede tutta la città. Risaliamo in sella per raggiungere Torremolinos,
vicino a Malaga, dove ci fermiamo qualche giorno per riposarci,
prendere il sole e vivere la movida della Costa del Sol. Abbronzati e
riposati, ripartiamo per Ronda, una delle città spagnole più antiche,
in buona parte con evidenti contaminazioni arabe e dove si trova
una delle plaza de toro più belle; molto suggestivo il Ponte Nuevo,
costruito su uno strapiombo di quasi 200 mt e che unisce le due
parti dell città. Vicino a Ronda c'è un'altra città che non si può non
visitare: Siviglia. Plaza de Espana è molto scenografica con la sua
pianta semicircolare e un'enorme fontana centrale; in questa città
si trova anche la terza cattedrale cattolica più grande del mondo,
la Cattedrale di Santa Maria, costruita nel XIV dove sorgeva una
moschea di cui ha mantenuto la Giralda, il minareto che oggi è la
torre campanaria. Prossima meta Cordoba, in cui spicca per bellezza la Grande Moschea, la Mezquita, che è attualmente la Cattedrale
della città, e il Ponte Romano sul Guadalquivir. Abbiamo ancora
pochi giorni e iniziamo il viaggio di ritorno seguendo tutta la Costa
Brava e incontrando paesini splendidi come Tossa Del Mar, bellissimo borgo medioevale sul mare e poi Palamos, l'Escala, Castelló
d'Empúries, El Port del la Selva. Appena lasciata la Spagna, entriamo
nel territorio francese dove ci fermiamo a Carcassonne per visitare
la Cittadella Fortificata circondata da una doppia cerchia di mura
composta da 53 Torri, dichiarata Patrimonio dell'Umanità pochi
anni fa. Ultima tappa in Provenza, un'oasi di pace, in cui visitiamo
la riserva dei famosi fenicotteri rosa.
È stato un viaggio molto bello che mi ha fatto conoscere posti veramente ricchi di storia e in cui ho potuto ammirare paesaggi mozzafiato... Senza contare che viaggiare in moto ti dà un senso di libertà
assolutamente incredibile!
* *
QUANDO ANDARE
LA CANZONE
aprile - ottobre
COSA LASCIARE A CASA
Salomè - Chayanne
COSA NON PUÒ MANCARE IN VALIGIA
Scarpe tacco 12
*
Occhiali da sole, scarpe da ginnastica,mappe/cartine, macchina fotografica
*
*
3 settimane
*
DURATA DEL VIAGGIO
COSA MANGIARE
Paella pesce e verdura, churros, tocino de cielo e crema
catalana: voto 10
LA PAROLA
*
"MOVIDA" = divertimento, vita notturna
CURIOSITÀ
In Spagna esistono circa 400 Plaza de Tores,
tutte con una piccola cappella dove ogni torero
riceve la benedizione di un parroco (che si
fermerà ad assistere a tutta la corrida) prima
di entrare nell’arena.
Piazza di Spagna, Siviglia
Sagrada Familia, Barcellona
Cordoba
Tossa del Mar
INFORMAPIÙ 69
*
RELAX
start
DARE
PIANO
MONDO
ABITO
GRUPPO
LA GHIGLIOTTINA
Trova la parola (sostantivo o verbo o aggettivo)
che si lega ad ognuna delle 5 parole indicate.
REBUS
(9, 2, 8, 10, 2, 4, 3, 5, 2, 6)
RISOLVI I QUIZ E PARTECIPA AL CONCORSO!
Risolvi i quiz individualmente scrivendo le varie risposte negli spazi indicati, scansiona la pagina compilata e inviala
tramite mail a [email protected]
Tra tutti i colleghi che risponderanno correttamente ai quiz ne sorteggeremo 3 che riceveranno un premio.
la striscia
70 INFORMAPIÙ
di Sara Menetti
Fidenza (PR)
Emilia Romagna
Bazzano (BO)
Via Circonvallazione Nord 4/B
Tel 051 833559 Fax 051 831173
[email protected]
Bologna
Via Abate P. Zani 9/A
Tel 0524 523012 Fax 0524 514946
[email protected]
Viale Regina Elena 5/B
Tel 0522 232683 Fax 0522 511291
[email protected]
Reggio Emilia
Treviglio (BG)
Finale Emilia (MO)
San Giovanni in Persiceto (BO)
Piemonte
Piazza Garibaldi 11/1
Tel 0535 760001 Fax 0535 93204
[email protected]
Fiorano Modenese (MO)
Via Vittorio Veneto 81-83
Tel 0536 911494 Fax 0536 910970
[email protected]
Imola (BO)
P.zza XX Settembre 5
Tel 051 6390037 Fax 051 245062
[email protected]
Via Mazzini 53-55
Tel 0542 20634 Fax 0542 22498
[email protected]
Budrio (BO)
Lugo (RA)
Via Savino 1/A
Tel 051 6926258 Fax 051 6922294
[email protected]
Via Mentana 49
Tel 0545 900567 Fax 0545 288462
[email protected]
Casalecchio di Reno (BO)
Modena
Via Porrettana 63/2
Tel 051 6194041 Fax 051 0353163
[email protected]
Castel Maggiore (BO)
P.zza della Pace 9
Tel 051 715648 Fax 051 6320392
[email protected]
Cento (FE)
Via Ugo Bassi 82
Tel 051 6853944 Fax 051 6830640
[email protected]
Faenza (RA)
Viale Baccarini 29/2
Tel 0546 680501 Fax 0546 22524
[email protected]
Via Emilia Est 613-615
Tel 059 370377 Fax 059 367685
[email protected]
Novellara (RE)
Via Andrea Costa 13
Tel 0522 662617 Fax 0522 654599
[email protected]
Ozzano Emilia (BO)
Via Allende 4/A
Tel 051 790201 Fax 051 796287
[email protected]
Parma
Viale Piacenza 39/D
Tel 0521 294970 Fax 0521 980400
[email protected]
Via Circonvallazione Liberazione 1
Tel 051 6871180 Fax 051 6871572
[email protected]
Piazza Insurrezione 10/A
Tel 0363 47248 Fax 0363 48967
[email protected]
Nichelino (TO)
San Lazzaro di Savena (BO)
Via Vivaldi 4
Tel 011 6207921 Fax 011 626823
[email protected]
Vezzano sul Crostolo (RE)
Via San Dalmazzo 24
Tel 011 5185352 Fax 011 4407681
[email protected]
Via Emilia 251/B
Tel 051 6272396 Fax 051 6272369
[email protected]
P.zza della Libertà 4/E
Tel 0522 812666 Fax 0522 613362
[email protected]
Lazio
Pomezia (RM)
Via La Marmora 12-14
Tel 06 9123913 Fax 06 91250163
[email protected]
Torino
Toscana
Firenze
Piazzale della Porta al Prato 20
Tel 055 2286179 Fax 055 2335665
[email protected]
Lucca
Lombardia
Via Borgo Giannotti 544
Tel 0583 331114 Fax 0583 341534
[email protected]
Crema (CR)
Veneto
Via Carlo Urbino 20/C
Tel 0373 250591 Fax 0373 256018
[email protected]
Milano
Viale Gran Sasso 2
Tel 02 29414719 Fax 02 29414709
[email protected]
Seriate (BG)
Via Marconi 14
Tel 035 301995 Fax 035 293865
[email protected]
Castelfranco Veneto (TV)
Borgo Pieve 43
Tel 0423 723856 Fax 0423 724229
[email protected]
Monselice (PD)
Piazza Ossicella 25
Tel 0429 781061 Fax 0429 767320
[email protected]
San Donà di Piave (VE)
Via Risorgimento 17
Tel 0421 336599 Fax 0421 336568
[email protected]
everywhere
Bologna
Emilia Romagna
Emilia Romagna
Piazza dei Martiri 1/2
Tel 051 244652 Fax 051 249162
[email protected]
Permanent Bologna
Divisione Sanità Bologna
Via Zago 2
Tel 051 364415 Fax 051 358520
[email protected]
Permanent Faenza (RA)
São Paulo
[email protected]
Hong Kong
Via Indipendenza 74
Tel 051 564401 Fax 051 0353162
[email protected]
Via Vittorio Veneto 81-83
Tel 0536 911494 Fax 0536 910970
[email protected]
Permanent Parma
Piemonte
Via Ghiretti 2
Tel 0521 981749 Fax 0521 992513
[email protected]
Lombardia
[email protected]
Permanent Milano
Viale Gran Sasso 2
Tel 02 72021668 Fax 02 72095345
[email protected]
Piemonte
Divisione Sanità Torino
Corso San Martino 4
Tel 011 5617420 Fax 011 538480
[email protected]
Piazza XX Settembre 1, Bologna
Tel 051 6391125 Fax 051 6391155
[email protected]
DOC. 116 Ed. 14 del 16/07/2015 Aut. Min. Prot. n. 1104-SG del 26/11/04
Emilia Romagna
Divisione Farmaceutica Bologna
Toscana
Piazza XX Settembre 1
Tel 051 6391116 Fax 051 6391155
[email protected]
Divisione Sanità Firenze
Lombardia
Viale F.lli Rosselli 39/R
Tel 055 332793 Fax 055 3200915
[email protected]
Permanent Torino
Corso San Martino 4
Tel 011 5617420 Fax 011 538480
[email protected]
P.zza Salardi 16
San Giovanni in Persiceto (BO)
Tel 051 6810094 Fax 051 6871264
[email protected]
Divisione Sanità Fiorano Modenese
Viale Baccarini 29/2
Tel 0546 668127 Fax 0546 22524
[email protected]
Hong Kong
Outplacement
Divisione Agricoltura
fashion
moda
Bologna
Via Indipendenza 74
Tel 051 4212816 Fax 051 4212899
[email protected]
continuano le nuove aperture su
Divisione Farmaceutica Milano
Viale Gran Sasso 2
Tel 02 72021668 Fax 02 72095345
[email protected]
grAzie!
Agenzia per il Lavoro
foto: Schicchi
Aut. Min. Prot. n. 1104-SG del 26/11/04
pubblicità di Lavoropiù SpA su Il Corriere dello Sport Stadio - Emilia Romagna
in occasione della promozione del Bologna FC 1909 in Serie A e della promozione
della Fortitudo Pallacanestro Bologna in Serie A2.
giugno 2015
grAzie!
foto: Schicchi
Aut. Min. Prot. n. 1104-SG del 26/11/04
sponsor istituzionale di Fortitudo Pallacanestro Bologna
Scarica

SELFIEpiu`!