ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE AZIENDALE Prof. A. La Bella TESTO CONSIGLIATO: P. MILGROM , J. ROBERTS ECONOMIA, ORGANIZZAZIONE E MANAGEMENT IL MULINO-PRENTICE HALL INTERNATIONAL (1994) 1 Organizzazione: è l’insieme dei modi in cui un grande numero di persone, impegnate in una complessità di compiti, interagisce (anche attraverso l’uso di risorse e/o mezzi tecnici) per la consapevole e sistematica determinazione e realizzazione di obiettivi riconosciuti. 2 Parole chiave: • • • • • obiettivi interazione grande numero complessità risorse/mezzi tecnici 3 FORD-GENERAL MOTORS ~1921-1940 • FORD (modello T): 55% • Henry Ford: “..ci vogliono circa 6 settimane perché un messaggio dell’uomo che vive nell’ultimo angolo in basso a sinistra dell’albero raggiunga il presidente...” • 1927-37: -200M$ • Nel 1940: 16% • GM (Cadillac, Buick, Oakland, Olds, Chevrolet): 11% • Alfred Sloan CEO • Riprogettazione dell’organizzazione interna • 1927-37: +2G$ • Nel 1940: 45% 4 TOYOTA • • • • PROBLEMI Mancanza di capitali Piccola scala Qualità scadente Incapacità di sfruttare il basso costo del lavoro RISPOSTA (Toyoda-Ohno) Nuovo modello di produzione: •JIT •Affidabilità •Manutenzione integrata con la produzione •Relazioni con i fornitori •Flessibilità •Brevi cicli di produzione •Remunerazione sulle capacità 5 LE ORIGINI Charles Babbage (1835): “On the economics of machinery and manufacturing” Henry H. Towne (1886): “The engineer as an economist” 6 I filoni delle teorie organizzative • La razionalizzazione delle organizzazioni (Taylor, Weber) • La valorizzazione del fattore umano (relazioni umane e motivazioni; Mayo, Argyris) • Il governo delle contingenze (teorie delle contingenze e teorie dei processi decisionali; Simon, Doherty) • L’intervento proattivo verso l’interno e l’esterno (teoria della dipendenza dalle risorse esterne, teoria dell’istituzionalizzazione, teoria della cultura amministrativa; Selznick, Meyer e Rowan) • Le reti organizzative (Burns e Stalker, Dioguardi) 7 La razionalizzazione delle organizzazioni • L’organizzazione è un meccanismo il cui funzionamento richiede regole chiare, precise, rigide (one best way). • L’efficienza si raggiunge perché l’amministrazione non è lasciata all’arbitrio del singolo funzionario ma è basata su precisi principi di equità, imparzialità, professionalità e impersonalità (“burocrazia meccanica”). • Principio dell’eccezione. • Modello funzionale con dirigenti intermedi con compiti e attribuzioni molto precise e specializzzate (moltiplicazione dei dirigenti). • Adatta in presenza di ambienti stabili, con compiti ripetitivi, in realtà sociali non conflittuali. • Genera sistemi che tendono all’inazione e a rimandare la soluzione dei problemi verso i vertici; comunicazioni inadeguate tra le diverse parti dell’organizzazione, ove ciascuno si focalizza in una sua prospettiva parziale; 8 scarsa responsabilizzazione e poca motivazione; limita la crescita professionale. LE FUNZIONI MANAGERIALI • PIANIFICAZIONE • ORGANIZZAZIONE • COMANDO • COORDINAMENTO • CONTROLLO 9 I PRINCIPI DEL MANAGEMENT • DIVISIONE DEL LAVORO • AUTORITA’ • DISCIPLINA • CENTRALIZZAZIONE • GERARCHIA • ORDINE • UNITA’ DI COMANDO • EQUITA’ • UNITA’ DI DIREZIONE • STABILITA’ DEL • SUBORDINAZIONE DELL’INDIVIDUO • REMUNERAZIONE PERSONALE • INIZIATIVA • SPIRITO DI CORPO 10 La valorizzazione del fattore umano • L’efficienza va ricercata attraverso la soddisfazione del personale. • Centralità del fattore umano, la cui motivazione fa riferimento ad una ampia scala di elementi. • Importanza dell’organizzazione informale. • Creatività ed apprendimento organizzativo. • Introduzione dei concetti legati alla “leadership”: i dirigenti sono responsabili del “clima” di lavoro. • Enfasi sulla partecipazione e quindi sulla comunicazione 11 aziendale. Il governo delle contingenze • Nascono dal paradigma della teoria dei sistemi. • Non esistono principi organizzativi universalmente validi; è possibili però individuare principi validi in ogni circostanza. • Importanza dei “sottosistemi” e delle loro relazioni. • Differenziazione dei sottosistemi. • Sofisticazione e complessità dei meccanismi di integrazione. • Importanza della definizione precisa di obiettivi. • Razionalità limitata. • Comunicazione aziendale in senso moderno. 12 L’intervento proattivo verso l’interno e l’esterno • Le organizzazioni sono in competizione per acquisire risorse dall’esterno. • Il principale fattore di successo è la capacità di influenzare l’ambiente esterno. • Importanza dell’unità interna. • Strategie verso l’esterno: “internalizzazione” dell’ambiente; accordi e coordinamento per creare condizioni di interdipendenza reciproca; rotazione dei dirigenti e dei “professionals” di maggiore prestigio anche tra organizzazioni in competizione. • Verso l’interno: “vision” e sistemi di valori; “intangible assets”; creazione di legami “personali”, senso di identità e di appartenenza. • Dirigenti soprattutto “comunicatori”. 13 Le reti organizzative • Nuovo modello che raccoglie e rende compatibili i principali contributi delle varie teorie. • Legami “deboli”: connessioni dotate di molta forza ma capaci di preservare l’autonomia. • Le connessioni consentono cross-fertilization e quindi sviluppo di sapere innovativo. • Adattabilità (self-designing organizations). • Struttura compatibile con controllo gerarchico, potere centrale, negoziazione, autonomia. • Ciascun nodo è dotato della capacità di raggiungere autonomamente risultati. • Accentramento del controllo sulle risorse strategiche; decentramento delle operazioni. • I dirigenti generano contesti favorevoli per lo sviluppo della rete. 14 LE TRASFORMAZIONI DEI PARADIGMI DI GOVERNO PARADIGMA FORDISTA PARADIGMA DELLA GOVERNANCE PARADIGMA DELLA INTERCONNESSIONE LE CARATTERISTICHE DEL CAMBIAMENTO • CONTRAZIONE DELLO SPAZIO-TEMPO • SUPERAMENTO DEL TRADE OFF REACHRICHNESS • RIDUZIONE DELLE ASIMMETRIE INFORMATIVE • RIDUZIONE DELLE BARRIERE ALL’ENTRATA • ECONOMIE DI RETE • INTEGRAZIONE MULTIDIMENSIONALE 16 I NUOVI PROBLEMI DEL MANAGEMENT • DINAMICA ACCELERATA • INSTABILITA’ TECNOLOGICA • GRADUALE SCOMPARSA DELLA DISTINZIONE TRA “BENI” E “SERVIZI” • CREAZIONE DI VALORE: LA “NUOVA ECONOMIA” • PERDITA DI CAPACITA’ PREDITTIVA 17 CONSEGUENZE • IL MERCATO • LE ORGANIZZAZIONI • LE ISTITUZIONI • IL SISTEMA 18 ORGANIZZAZIONI ECONOMICHE • OBIETTIVI ECONOMICI • CAPACITA’ CONTRATTUALE (PERSONALITA’ GIURIDICA) • DISCREZIONALITA’ ED AUTONOMIA • LA STRUTTURA (RISORSE, FLUSSI, MECCANISMI DI DECISIONE, DISTRIBUZIONE DEL POTERE, ECC.) • DIRITTI E VINCOLI 19 CONCETTI FONDAMENTALI • UNITA’ ELEMENTARE DI ANALISI: TRANSAZIONE (TRASFERIMENTO DI BENI E SERVIZI TRA DUE SOGGETTI) • EFFICIENZA • SPECIALIZZAZIONE – COORDINAMENTO – INCENTIVAZIONE 20 L’ANALISI DEI COSTI DI TRANSAZIONE • LE TRANSAZIONI SONO COSTOSE • IL COSTO DIPENDE DALLA NATURA DELLA TRANSAZIONE E DAL MODO CON CUI ESSA E’ ORGANIZZATA • LA STRUTTURA DELLE ORGANIZZAZIONI TENDE A MINIMIZZARE I COSTI DI TRANSAZIONE 21 TIPOLOGIA DEI COSTI DI TRANSAZIONE • COSTI DI COORDINAMENTO • COSTI DI INCENTIVAZIONE – ASIMMETRIE ED INCOMPLETEZZE INFORMATIVE – IMPERFETTA CAPACITA’ DI TENER FEDE AGLI IMPEGNI 22 I LIMITI DELL’APPROCCIO • DIFFICOLTA’ DI SEPARAZIONE TRA COSTI DI PRODUZIONE E DI TRANSAZIONE • ISTITUZIONI “EFFICIENTI” E MINIMIZZAZIONE DEI COSTI DI TRANSAZIONE • TROPPE STRUTTURE ORGANIZZATIVE COMPATIBILI CON L’EFFICIENZA (CRITERIO DEBOLE) 23 ELEMENTI IMPORTANTI • • • • EFFICIENZA CARATTERISTICHE DELLE TRANSAZIONI EFFETTI DI RICCHEZZA RAZIONALITA’ LIMITATA – INCOMPLETEZZA CONTRATTUALE – INFORMAZIONI PRIVATE – COSTI DI MISURAZIONE 24 EFFICIENZA • ALLOCAZIONE EFFICIENTE • STAKEHOLDERS • PRINCIPIO DI EFFICIENZA: UN’ORGANIZZAZIONE E’ EFFICIENTE SE NON NE ESISTE UN’ALTRA UNIVERSALMENTE PREFERITA DAGLI STAKEHOLDERS 25 CARATTERISTICHE DELLE TRANSAZIONI • • • • SPECIFICITA’ DEGLI INVESTIMENTI FREQUENZA E DURATA COMPLESSITA’ E INCERTEZZA DIFFICOLTA’ DI MISURA DELLA PERFORMANCE • RELAZIONE CON ALTRE TRANSAZIONI 26 Costi di transazione mercato verso il mercato gerarchia Specificità 27 Costi di transazione mercato gerarchia verso la gerarchia Specificità 28 EFFETTI DI RICCHEZZA NON VI SONO EFFETTI DI RICCHEZZA SE: • PER QUALSIASI COPPIA DI ALTERNATIVE Y1 E Y2 ESISTE UNA COMPENSAZIONE MONETARIA TALE DA RENDERLE INDIFFERENTI • LA COMPENSAZIONE NON DIPENDE DALLA RICCHEZZA • LA COMPENSAZIONE E’PICCOLA RISPATTO ALLA RICCHEZZA POSSEDUTA 29 INDICE DEL VALORE EQUIVALENTE C(Y1,Y): COMPENSAZIONE MONETARIA, OVVERO: Y1 CON C(Y1,Y) E’ EQUIVALENTE A Y SE C(Y1,Y)>0 Y1 VALE MENO DI Y QUINDI: V(Y) = C(Y1,Y) E’ IL VALORE DI Y RISPETTO A Y1 DETTA X LA RICCHEZZA DELL’AGENTE, X+ V(Y) E’ L’INDICE DEL VALORE EQUIVALENTE RISPETTO ALL’ALTERNATIVA DI RIFERIMENTO Y1 30 Date due alternative y e y’, ed una situazione di riferimento y1, si ha che: (x, y) equivalente a (x+v(y), y1) implica U(x, y) = U(x+v(y), y1) Inoltre, (x’, y’) equivalente a (x’+v(y’), y1) implica: U(x’, y’) = U(x’+v(y’), y1) Dalla definizione di utilità si ha allora che x+v(y) > x’+v(y’) implica U(x+v(y), y1) > U(x’+v(y’), y1) e quindi U(x, y) > U(x’, y’) e viceversa. 31 PRINCIPIO DI MASSIMIZZAZIONE DEL VALORE: UN’ALLOCAZIONE TRA UN GRUPPO DI PERSONE, LE CUI PREFERENZE NON MANIFESTANO EFFETTI DI RICCHEZZA, E’ EFFICIENTE SE E SOLO SE ESSA MASSIMIZZA IL VALORE TOTALE DELLE PARTI COINVOLTE. ESISTE SEMPRE UN’ALLOCAZIONE EFFICIENTE. 32 Dimostrazione: n agenti, ciascuno con Ui(x, y) = xi+vi(y) Posto P(y) = Si xi, il valore totale associato ad y è dato da P(y)+ Sivi(y) Tesi: una allocazione (x, y) è efficiente se e solo se essa massimizza P(y)+ Si vi(y) 1. y* : P(y*)+ Si vi(y*) = maxy (P(y)+ Si vi(y)) è efficiente Per assurdo, supponiamo che y* non sia efficiente. Allora, esiste una alternativa (x’, y’) ed un agente k tali che: x’k+vk(y’)> x*k+vk(y*) x’j+vj(y’)>=x*j+vj(y*) per tutti j#k Ciò implica P(y’)+ Si vi(y’)> P(y*)+ Si vi(y*) il che è assurdo. 33 2.y’: P(y’)+ Si vi(y’)< maxy (P(y)+ Si vi(y)) non è efficiente. Dalla disuguaglianza, esiste almeno una alternativa y* tale che P(y’)+ Si vi(y’)< P(y*)+ Si vi(y*) Posto z = P(y*)+ Si vi(y*) - P(y’)+ Si vi(y’)>0 si può definire x*k= x’k+vk(y’) - vk(y*) + z / n, per tutti k, da cui: x*k+vk(y*) = x’k+vk(y’) + z / n per tutti k. Quindi x*k+vk(y*) > x’k+vk(y’) per tutti k, ed evidentemente y* domina y’. 34 EFFETTI DI RICCHEZZA TEOREMA DI COASE: SE LE PARTI CONTRATTANO EFFICIENTEMENTE E SE LE LORO PREFERENZE NON PRESENTANO EFFETTI DI RICCHEZZA, ALLORA L’ATTIVITA’ CREATRICE DI SURPLUS SULLA QUALE SI ACCORDANO DIPENDE DALLA SOLA EFFICIENZA E NON DAL POTERE CONTRATTUALE O DALLE DOTAZIONI INIZIALI. OGNI ALTRO FATTORE INFLUENZA UNICAMENTE IL MODO CON CUI COSTI E BENEFICI VENGONO RIPARTITI. 35 LA NATURA DELL’IMPRESA • BILANCIAMENTO OTTIMALE TRA COSTI DI GERARCHIA (ORGANIZZAZIONE) E DI TRANSAZIONE • CAPITALI • CONOSCENZE • RELAZIONI CONTRATTUALI • RAPPORTI INFORMALI • AUTORITA’ • UNICITA’ ECONOMICA E GIURIDICA 36 OBIETTIVI DELLE ORGANIZZAZIONI • NEOCLASSICO: MAX PROFITTO • IN ASSENZA DI EFFETTI DI RICCHEZZA: MAX VALORE TOTALE DEGLI “STAKEHOLDERS” • IN GENERALE: DIPENDONO DALLA COMPOSIZIONE DEGLI INTERESSI DEGLI STAKEHOLDERS (UTILITA’ DISTRIBUITE NEL TEMPO) 37 L’ALLINEAMENTO DEGLI OBIETTIVI t : profitto al tempo t (valore atteso) r : quota reinvestit a d t : dividendi; d t (1 - r) t I : investimen to It gt g : tasso di crescita delle attività k t k t -1 k t k t -1 I t k t -1 (1 g) k 0 (1 g) t t Mt M : tasso di rendimento del capitale k t -1 38 M g* g UNA FORTE ESPANSIONE DELLE ATTIVITA’ COMPORTA, OLTRE g*, IMPIEGHI A TASSI DI RENDIMENTO DECRESCENTI 39 Valore dell' impresa : d t 1 t 1 V t 0 (1 - r) t 0 t 1 t 1 (1 ) (1 ) kt (1 g) t (1 - r)M t 0 (1 - r)Mk 0 t 0 t 1 (1 ) (1 ) t 1 1 NB : se g la serie converge a -g 1 V (1 - r)Mk 0 -g V (1 - r)M k0 -g 40 M V/K g* g V*/K 41 g* g2 g3 g CONCLUSIONI • V/K E’ IL RAPPORTO TRA VALORE DI BORSA E VALORE DELLE ATTIVITA’ • SE V/K E’ TROPPO BASSO, L’IMPRESA E’ SOTTOCAPITALIZZATA ED ESPOSTA AL RISCHIO DI SCALATE • L’OBIETTIVO DEL MASSIMO RENDIMENTO (M) NON COINCIDE CON QUELLO DI MASSIMIZZARE IL VALORE • SE IL CdA FISSA UN OBIETTIVO V*, I DIRIGENTI SCELGONO g3 (MASSIMA 42 CRESCITA COMPATIBILE) IPOTESI PROGETTUALI • OGNI INDIVIDUO CONOSCE LA PROPRIA FUNZIONE DI UTILITA’ • OGNI INDIVIDUO PERSEGUE ESCLUSIVAMENTE L’INTERESSE PERSONALE • INDIVIDUI ED ORGANIZZAZIONI OPERANO IN CONDIZIONI DI RAZIONALITA’ LIMITATA 43 ORGANIZZAZIONI E MERCATO • LE ORGANIZZAZIONI SI SOSTITUISCONO AL MERCATO PER MINIMIZZARE I COSTI DELLE TRANSAZIONI CHE AVVENGONO AL LORO INTERNO • COORDINAMENTO ED INCENTIVAZIONE • IN CONDIZIONI DI EQULIBRIO DI MERCATO COMPETITIVO QUANTITA’ E PREZZI SONO DETERMINATI AUTOMATICAMENTE • QUALI MECCANISMI SOSTITUISCONO I PREZZI NELLE ORGANIZZAZIONI 44 PROGETTI PER RIDURRE INCIDENTI Progetto N. Ore di lavoro Vite salvate Valore (Vite/Ore) Accettazione 5 800 4 5,00 No 4 900 3 3,33 Si 1 800 2 2,50 Si 6 500 1 2,00 No 2 1300 2 1,54 Si 3 700 1 1,43 No 45 Vite per 1000 ore Offerta di lavoro 5 Domanda di lavoro 0,8 1,7 2,5 3,0 4,3 5 Ore lavorate (migliaia) 46 EQUILIBRIO COMPETITIVO: IL MODELLO NEOCLASSICO E L’ECONOMIA DI CONCORRENZA Qi = {Qik} : vettore di domanda del consumatore i qj = {qjk} : vettore di offerta dell’impresa j • qjk < <Sj qjk per tutti k; • beni omogenei; • nessuna barriera; • informazione perfetta; • assenza di collusione. 47 IL CONSUMATORE NEL MODELLO NEOCLASSICO • • • • • • • • • • E: VETTORE DELLE RISORSE Si Ei S: VETTORE DELLE VENDITE Q: VETTORE DEI CONSUMI P: VETTORE DEI PREZZI PQ: SPESA TOTALE PS: REDDITO F: VETTORE DELLE PROPRIETA’ AZIONARIE D: VETTORE DEI DIVIDENDI FD: REDDITO DA IMPRESA PS+FD: REDDITO TOTALE 48 PIANO DI CONSUMO • E’ UNA COPPIA (Q, S) • E’ AMMISSIBILE SE: PQ PS FD • DAL PRINCIPIO DI INSAZIABILITA’ DERIVA: PQ PS FD 49 L’IMPRESA NEL MODELLO NEOCLASSICO • • • • O: VETTORE DI OUTPUT I: VETTORE DI INPUT PIANO DI PRODUZIONE: (I, O) T: TECNOLOGIA (INSIEME DEI PIANI DI PRODUZIONE AMMISSIBILI) • PO: RICAVO • PI: COSTO DI PRODUZIONE • PIANO OTTIMALE: max (PO - PI) (I, O) s.t. (I, O) T 50 ALLOCAZIONI EFFICIENTI NEL MODELLO NEOCLASSICO • L’ECONOMIA NEOCLASSICA E’ CARATTERIZZATA DA: – UN INSIEME DI CONSUMATORI CIASCUNO CON UNA PROPRIA FUNZIONE DI UTILITA’ ED UNA DOTAZIONE INIZIALE DI RISORSE – UN INSIEME DI IMPRESE, LA CUI PROPRIETA’ APPARTIENE IN QUOTE AD ALCUNI INDIVIDUI CHE RICEVONO DIVIDENDI 51 CARATTERIZZAZIONE DELL’EFFICIENZA NEOCLASSICA UNA ALLOCAZIONE EFFICIENTE E’ UN INSIEME DI PIANI DI CONSUMO E PRODUZIONE TALE CHE: (I , O ) T j j j PQn PSn Fn D, CON Sn E n Q I S O n j n j NON ESISTE UN’ALTRA ALLOCAZIONE CHE LA 52 DOMINI SUL PIANO DEI CONSUMI EQUILIBRIO COMPETITIVO • E’ QUALUNQUE INSIEME (P, Q, S, I, O) CHE SODDISFI: U n (Q n , Sn ) max U n (Q, S) (Q,S) n s. t. PQ n PSn Fn D n (PO j - PI j ) max (PO - PI) ( I, O) j s.t. (I, O) T j Q I S O n j n j 53 TEOREMA FONDAMENTALE DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE SE (P, Q, S, I, O) E’ UN EQULIBRIO COMPETITIVO, L’ALLOCAZIONE DELLE RISORSE CHE NE RISULTA E’ EFFICIENTE OVVERO QUALUNQUE ALTRA ALLOCAZIONE (Q’, S’, I’, O’) ALMENO PARI ALLA PRECEDENTE NELLE PREFERENZE DEI CONSUMATORI NON E’ AMMISSIBILE 54 DIMOSTRAZIONE PER ASSURDO IMMAGINIAMO CHE ESISTA UN (Q’, S’, I’, O’) ED UN k TALE CHE Un(Q’)>Un(Q) per n=k, Un(Q’)=Un(Q) per n# k E’ EVIDENTE CHE DEVE ESSERE: k k k PQ ' PS ' DF E QUINDI PQ n n ' (PS ' DF ) n n n 55 DIMOSTRAZIONE (2) PER QUANTO RIGUARDA LE IMPRESE, PER DEFINIZIONE NESSUNA PUO’ OTTENERE PROFITTI MAGGIORI RISPETTO AL PIANO DI EQUILIBRIO. QUINDI: j j j j ( PO PI ) ( PO '-PI ') j j n j j DF ( PO '-PI ') n j Q ' j I ' n S ' j O ' n n j n j 56 DIMOSTRAZIONE (3) COMBINANDO LE RELAZIONI: n j j DF ( PO '-PI ') n j P( Q ' S ' ) DF n n n n n P( n Q ' j S ' ) P( n O ' j I ' ) n j n j SI OTTIENE L’ASSURDO: j j n j j ( PO '-PI ' ) DF ( PO '-PI ') j n j 57 LA “MANO INVISIBILE” • SISTEMA DEI PREZZI DI EQUILIBRIO COMPETITIVO (TUTTI PRICE-TAKER) • INDIRIZZA LE RISORSE IN MODO EFFICIENTE • TRASFORMA MOTIVAZIONI INDIVIDUALI IN OTTIMO SOCIALE (PARETO) • FORNISCE AUTOMATICAMENTE INCENTIVI OTTIMALI • RICHIEDE UN FLUSSO LIMITATO DI INFORMAZIONI 58 MERCATO, COORDINAMENTO E INCENTIVI • TEORIA ED ESPERIENZA DIMOSTRANO CHE LA COMPETIZIONE GENERA PREZZI E COMBINAZIONI DI CONSUMO E PRODUZIONE VICINI A QUELLI DI CONCORRENZA • NONOSTANTE L’USO DI INFORMAZIONI DIVERSE DAL PREZZO (RICERCHE DI MERCATO, PUBBLICITA’, REGOLAZIONE) I PREZZI RIMANGONO IL PRINCIPALE MECCANISMO DI COORDINAMENTO ED INCENTIVAZIONE 59 MERCATO E ORGANIZZAZIONI • COSTI DI TRANSAZIONE • EQUITA’ • REGOLAZIONE • FALLIMENTI DEL MERCATO 60 MONOPOLIO NATURALE A P B E D CMe CMa RMa Qm C DD Q’ 61 P D 16 S 10 CMa Q 100 200 62 FALLIMENTI DEL MERCATO I BENI PUBBLICI BENI PUBBLICI PURI: • NON E’ POSSIBILE RAZIONARE IL LORO CONSUMO (ESCLUSIONE DIFFICILE) • IL RAZIONAMENTO NON E’ DESIDERABILE (ESCLUSIONE NON DESIDERABILE) 63 FACILITA’ DI ESCLUSIONE 64 DESIDERABILITA’ DELL’ESCLUSIONE BENI PRIVATI CURVA DELLE POSSIBILITA’ DI PRODUZIONE LUOGO DELLA FATTIBILITA’ BENI PUBBLICI 65 BENI PRIVATI CURVA DELLE POSSIBILITA’ DI PRODUZIONE LUOGO DELLA FATTIBILITA’ (CURVA DI LAFFER) BENI PUBBLICI 66 FALLIMENTI DEL MERCATO ALTRI CASI • ESTERNALITA’ • MERCATI INCOMPLETI • FRIZIONI TRA DOMANDA E OFFERTA • CARENZA DI INFORMAZIONI • BENI MERITORI (EQUITA’) 67 IL RUOLO DEI PREZZI ALL’INTERNO DELLE ORGANIZZAZIONI OBIETTIVI: • VALUTAZIONE • COORDINAMENTO • INCENTIVAZIONE PROBLEMI: • DETERMINAZIONE (COSTI, RIFERIMENTI ESTERNI, ECC.) • ASIMMETRIE INFORMATIVE (DISTORSIONE OPPORTUNISTICA) 68 I PREZZI DI TRASFERIMENTO NELLE IMPRESE MULTIDIVISIONALI A B MCA MCB pi: prezzo di trasferimento pB: prezzo di mercato Ipotesi: •indipendenza tecnologica •unità di misura convenzionale comune •A non può vendere all’esterno 69 MCT= MCA+ MCB pB MCA MCB pi D Rm Q* 70 Costo marginale totale: MCT= MCA+ MCB Funzioni di costo: CTA = aQ + bQ2; CTB = cQ + dQ2 Funzione di profitto: T = pBQ - CTA - CTB= pBQ - (a+c)Q - (b+d)Q Se l’impresa decide centralmente, si ha: d T /dQ = 0 Q* = (pB - (a+c))/(2(b+d)) Se il prezzo di trasferimento è fissato dalla divisione A, essa decide la quantità da produrre sulla base di A = piQ - CTA e della funzione di domanda di B. Poiché B sceglie razionalmente, avremo: (Ricavo marginale)B = (Costo marginale)B , ovvero pB = MCB+pi. La funzione di domanda di B sarà allora: pi = pB – MCB. Sostituendo: A = (pB - c - 2dQ)Q - aQ - bQ2 71 d A /dQ = 0 QA = (pB - (a+c))/(2(b+2d)) < Q* Di conseguenza: •si produce una quantità inferiore a quella ottimale; •il prezzo di trasferimento è maggiore del costo marginale di A. Supponiamo che sia B a decidere. Allora porrà pi = MCA. Quindi: B = pBQ - MCAQ - CTB = Q(pB - a - c) - Q2(2b + d) d B/dQ = 0 QB = (pB - (a+c))/(2(2b+d)) < Q* Inoltre, QA # QB 72 CONCLUSIONI • LA REGOLA PREZZO=COSTO MARGINALE DIVENTA AMBIGUA • CIASCUNA DIVISIONE PUO’ AVERE INTERESSE A PRODURRE QUANTITA’ DIVERSE DALL’OTTIMO DI IMPRESA • DECISIONI CENTRALIZZATE RICHIEDONO INFORMAZIONE COMPLETA 73 MCT= MCA+ MCB MC’T= MC’A+ MCB pB p’B MCA MC’A MCB pi p’i D Rm Q* 74 P E G F p2 D p3 B C p1 A Q x1 y2 y1 x2 75 DIMOSTRAZIONE FORMALE S B M S: vende; B: compra; M: mercato S, B ed M scambiano due soli beni: quello utilizzato all’interno dell’impresa ed il denaro. y: quantità venduta o comprata x: corrispettivo ricevuto o pagato 76 US = vS(yS) + xS yS: maxy US UB = vB(yB) + xB yB: maxy UB UM = vM(yM) + xM = 0 vM(yM) = p yM Con: vS(yS): costo di produzione vB(yB): profitti In concorrenza perfetta (equilibrio competitivo): yS + yB + yM =0 se e solo se prezzo = p Dal teorema fondamentale l’allocazione che ne risulta è efficiente; quindi, dal principio di massimizzazione del valore: (yS; yB; yM): max(US + UB + UM) = max(US + UB) 77 LA MANO INVISIBILE (TEOREMA FONDAMENTALE DELL’ECONOMIA DEL BENESSERE) GARANTISCE EFFICIENZA SE: • MERCATI CONCORRENZIALI • PREZZI DI EQUILIBIO DOMANDA/OFFERTA • INFORMAZIONE COMPLETA (SOLO) SUI PREZZI • OGNI SOGGETTO PERSEGUE IL PROPRIO INTERESSE 78 NELLE ORGANIZZAZIONI • USO LIMITATO DEI PREZZI INTERNI • STRUMENTI DI COORDINAMENTO: – PIANI – PROCEDURE – REGOLE – VINCOLI – CONTRATTI 79 VERTICE STRATEGICO STAFF TECNICO LINEA INTERMEDIA STAFF DI SUPPORTO NUCLEO OPERATIVO LE PARTI DELL’ORGANIZZAZIONE 80 ADATTAMENTO RECIPROCO V S O O 81 SUPERVISIONE DIRETTA V S O O 82 STANDARDIZZAZIONE V S O O 83 LEADERSHIP V S O O 84 PROBLEMI DI COORDINAMENTO (ALLOCAZIONE DI RISORSE) • FORMULAZIONE: 1)MOLTISIME INFORMAZIONI A PRIORI; 2) COSTI ELEVATI DEGLI ERRORI – SINCRONIZZAZIONE – ASSEGNAZIONE • CARATTERISTICHE INNOVATIVE • DIVERSI SISTEMI DI COORDINAMENTO • CRITERI DI CONFRONTO – RAGGIUNGIMENTO EFFICIENZA – QUANTITA’ INFORMAZIONI – VULNERABILITA’ 85 COORDINAMENTO TRAMITE PREZZI O QUANTITA’ • COORDINAMENTO SUI PREZZI: IL PIANIFICATORE INVIA SEGNALI TRAMITE I PREZZI • COORDINAMENTO SULLE QUANTITA’: IL PIANIFICATORE DECIDE LA PRODUZIONE • PROBLEMI: – EFFICIENZA – VULNERABILITA’ 86 MC MB MC’ A F P C d D E B Q Q’ Q’’ 87 PERDITE PREZZI D(Q' '-Q') PERDITE QUANTITA' d(Q'-Q) Q' '-Q' D in quanto i triangoli ACB e FCE sono simili Q'Q d PERDITE PREZZI D2 2 PERDITE QUANTITA' d Dai triangoli rettangoli BAF e EFA si ha : d (Q' '-Q)SMC e D (Q' '-Q) (-SMB) ove SMC e SMB sono le pendenze delle curve di offerta e domanda. 88 CONCLUSIONI • LA CONVENIENZA DIPENDE DALLA INCLINAZIONE RELATIVA DELLE CURVE MB E MC • IN CONCORRENZA, LA PENDENZA DELLA CURVA DI DOMANDA E’ NULLA, QUINDI IL COORDINAMENTO CON I PREZZI E’ OTTIMALE • RENDIMENTI CRESCENTI DI SCALA NON POSSONO ESSERE TRATTATI CON IL SISTEMA DEI PREZZI (MONOPOLIO NATURALE) • RENDIMENTI COSTANTI (CASO LIMITE) IMPLICANO PERDITE ELEVATISSIME CON L’USO DEI PREZZI 89 TEOREMA DELL’EFFICIENZA INFORMATIVA (HURWICZ) • NON SI SONO INFORMAZIONI A PRIORI • OGNI SOGGETTO CONOSCE I DATI DELLA PROPRIA PRODUZIONE/CONSUMO • ALLORA IL CONTENUTO MINIMO DI INFORMAZIONE DA COMUNICARE PER UNA ALLOCAZIONE EFFICIENTE E’ DATO DAL PIANO AMPLIATO PIU’ IL VALORE DI UNA VARIABILE ADDIZIONALE PER OGNI BENE MENO UNO 90 EFFICIENZA INFORMATIVA E PROBLEMI DI FORMULAZIONE • LE IPOTESI DEL TEOREMA DI HURWICZ ESCLUDONO LA PRESENZA DI PROBLEMI DI FORMULAZIONE • LA SOLUZIONE DI TALI PROBLEMI TRAMITE IL SISTEMA DEI PREZZI PUO’ RICHIEDERE UNA ENORME QUANTITA’ DI INFORMAZIONE 91 Il COSTO (BENEFICIO) MARGINALE DI UN ANTICIPO E’ INVERSAMENTE (DIRETTAMENTE) PROPORZIONALE ALLA DURATA MCTOTALI MB MC2 MC1 DURATA OTTIMA DATA DI INTRODUZIONE 92 COORDINAMENTO E STRATEGIA DI IMPRESA • INFORMAZIONI DIVERSE SOSTITUISCONO I PREZZI • SCALA DELLE OPERAZIONI – DIMENSIONE – ECONOMIE DI VARIETA’ – COMPETENZE SPECIFICHE • COMPLEMENTARITA’ • ORGANIZZAZIONE DELLE DECISIONI 93 INTRODUZIONE DI UN NUOVO PRODOTTO • PROBLEMA DI FORMULAZIONE • N COMPONENTI PRODOTTE IN N IMPIANTI • yn CAPACITA’ IMPIANTO n-MO • tn DATA DI INIZIO PRODUZIONE • PRODOTTO FINALE CONTIENE 1 UNITA’ DI OGNI COMPONENTE 94 • K TIPI DIVERSI DI RISORSE PRODUTTIVE x n ( x1n , x n2 , ....x nk ) allocazion e risorse alla produzione della n - ma componente C n ( x n , y n , t n , z n ) funzione di costo, con z n parametro di stabilimen to C n 0; n t C n 0 n y Ricavi lordi R(min(y 1 , y 2 , ....y n ), max(t 1 , t 2 , ......t n )) N max (R(min(y , y , ....y ), max(t , t , ......t )) - C n ( x n , y n , t n , z n )) 1 2 n 1 2 n n 1 N n x x, ove x è il vettore disponibil ità di risorse n 1 95 Un piano (x, y, t) è ottimale se e solo se esiste una terna (p*, t*, y*) tale che : y n y * n N x n x n 1 t t * n C n R n y n 1 y C n p* n x C n R n t n 1 t n N N Informazio ne a priori sulle variabili non vale il teorema di Hurwicz 96 Costi relativi al mancato adattament o : un errore su t * o su y * ha costo marginale nullo; la mancata compatibil ità ha costi più grandi; y n y * riduzione di profitto compensata dalla riduzione del costo della capacità dell' impianto n : C j R C n n n j y y y j#n y Se invece y n y * è troppo alto, la riduzione di profitto sarà : C n y n 97 INFORMAZIONI RICHIESTE DAL PIANO AMPLIATO IL COORDINATORE COMUNICA • PREZZI RISORSE (K NUMERI) • 1 DATA • 1 CAPACITA’ GLI STABILIMENTI: • COSTO OPPORTUNITA’ RISORSE (NK) • COSTO OPPORTUNITA’ CAPACITA’ (N) • COSTO OPPORTUNITA’ TEMPO (N) TOTALE: K+2+NK+N+N=(N+1)(K+2) 98 SENZA INFO A PRIORI • ALLOCAZIONE RISORSE (NK) • COSTO OPPORTUNITA’ CAPACITA’ PER OGNI DATA (NT) • PREZZO RISORSE (K) • COSTO OPPORTUNITA’ TEMPO PER OGNI DATA (NT) TOTALE: NK+NT+K+NT=(N+1)K +2NT INFO ADDIZIONALE: 2NT-2(N+1) 99 RAZIONALITA’ LIMITATA • INCOMPLETEZZA CONTRATTUALE – CIRCOSTANZE IMPREVISTE – IMPRECISIONE DEL LINGUAGGIO – IMPERFETTA CAPACITA’ DI IMPEGNARSI • INFORMAZIONI PRIVATE – MORAL HAZARD – SELEZIONE AVVERSA • COSTI DI CALCOLO E CONTRATTAZIONE 100 CONTRATTI COMPLETI • PREVISIONE DI OGNI POSSIBILE CONTINGENZA • DESCRIZIONE SENZA AMBIGUITA’ • CORSO DI AZIONI EFFICIENTE PER OGNI CONTINGENZA • CERTEZZA DI ESECUZIONE • NON RINEGOZIABILITA’ • POSSIBILITA’ DI VERIFICA 101 INCOMPLETEZZA CONTRATTUALE • ASIMMETRIE INFORMATIVE – MORAL HAZARD (OPPORTUNISMO POSTCONTRATTUALE) – SELEZIONE AVVERSA (OPPORTUNISMO PRECONTRATTUALE) • RAZIONALITA’ LIMITATA – CIRCOSTANZE IMPREVISTE – COSTI DI CALCOLO E DI CONTRATTAZIONE – IMPRECISIONE DEL LINGUAGGIO • IMPERFETTA CAPACITA’ DI VINCOLARSI 102 RISPOSTE CONTRATTUALI • CONTRATTI INFLESSIBILI • CONTRATTI DI RELAZIONE • CONTRATTI IMPLICITI • INTEGRAZIONE VERTICALE • INCENTIVAZIONE 103 RISPOSTE NON CONTRATTUALI • CAPACITA’ DI IMPEGNARSI • REPUTAZIONE • INVESTIMENTO IN VANTAGGI NEGOZIALI • SEGNALAZIONE • SELEZIONE 104 COSTI • RINUNCIA ALLA TRANSAZIONE • MONITORAGGIO • SEGNALAZIONE • NEGOZIAZIONE • FREE RIDING 105 A B 2 2 IMPRESE INVESTIMENTO JV RICAVO LORDO 8 IPOTESI: UN COMPORTAMENTO OPPORTUNISTICO (COSTO=3) PERMETTE DI APPROPRIARSI DI TUTTO IL RICAVO 106 B C NC C 2; 2 -2; 3 NC 3; -2 -1; 1 A MATRICE DEI PAYOFF 107 DECISORE C NC FIDUCIA V; V -L; V+G SFIDUCIA 0; 0 -0; 0 MATRICE DEI PAYOFF 108 DECISORE C NC FIDUCIA NV; NV -L; V+G SFIDUCIA 0; 0 -0; 0 MATRICE DEI PAYOFF TRANSAZIONE RIPETUTA DECISIONE UNICA 109 DECISORE C FIDUCIA NV; NV SFIDUCIA 0; 0 NC N1V-N2L; NV+N2G -0; 0 MATRICE DEI PAYOFF TRANSAZIONE RIPETUTA DECISIONE IN DUE STADI 110 COMPRATORE 1 (0,2) 3 (0,8) 0 (0,8) 1 p 2 (0,2) / 2 PREZZI CHE INCENTIVANO SCAMBI EFFICIENTI 111 EFFICIENZA RISPETTO AGLI INCENTIVI UN MECCANISMO DI SCAMBIO (CONTRATTO) E’ EFFICIENTE RISPETTO AGLI INCENTIVI SE NON NE ESISTE UN ALTRO CHE CONDUCA A PIU’ ELEVATI VALORI DELL’UTILITA’ DI TUTTE LE PARTI 112 INFLUENZA DEL NUMERO DEI PARTECIPANTI • PROGETTO DI INVESTIMENTO IN UN BENE PUBBLICO • N UTENTI POTENZIALI • COSTO=1 • BENEFICIO INDIVIDUALE INDIPENDENTE DAL NUMERO DEI FRUITORI E PARI A: – 2 CON PROBABILITA’ p; – 0 CON PROBABILITA’ (1-p) • IL COSTO E’ DIVISO IN PARTI UGUALI TRA COLORO CHE APPROVANO 113 N2 CONDIZIONE DI REALIZZAZI ONE (VINCOLO DI COMPATIBIL ITA' ) : p (2 - 0,5) (1 - p) (2 - 1) p 2 (1 p) 0 2 p 3 N3 1 1 p (2 - ) 2 p (1 - p) (2 - ) (1 - p) 2 (2 - 1) 3 2 p 0,44 2 N p 2 7 114 SELEZIONE AVVERSA • OPPORTUNISMO PRECONTRATTUALE • INCOMPATIBILE CON L’ANALISI NEOCLASSICA • PERDITA DI RICCHEZZA • PUO’ RENDERE IMPOSSIBILE LA TRANSAZIONE 115 x (1+c) v +x Pa(x) 1 x (1+c) 2 Pc(x) p̂ v x̂ x 116 SEGNALAZIONE • RIVELAZIONE CREDIBILE DI INFORMAZIONI PRIVATE • SERVE A DIFFERENZIARE • CONDIZIONI DI CREDIBILITA’ (VINCOLI DI AUTOSELEZIONE): – CONVENIENZA PER I POSSESSORI DI INFORMAZIONE – NON CONVENIENZA DELL’IMITAZIONE 117 Soggetti di tipo A: 30% salario: 50/ora Soggetti di tipo B: 70% salario: 20/ora EA voto di laurea alto CA disutilità unitaria EB voto di laurea basso CB disutilità unitaria Equilibrio di separazione: 50- CB EA<20- CB EB per i soggetti di tipo A 50- CA EA<20- CA EB per i soggetti di tipo B Condizione: 30/ CB <EA- EB<30/ CA 118 MORAL HAZARD INSORGE QUANDO: • ESISTONO POTENZIALI DIVERGENZE DI INTERESSI • SI PRESENTA L’OPPORTUNITA’ DI UNA TRANSAZIONE AD ESSI COLLEGATA • E’ DIFFICILE ACCERTARE L’ADEMPIMENTO DEI TERMINI CONTRATTUALI, O COMUNQUE IMPORNE IL RISPETTO 119 IL CONTROLLO DEL MORAL HAZARD • MONITORAGGIO • COMPETIZIONE TRA FONTI INFORMATIVE • CAUZIONI • INTEGRAZIONE VERTICALE (TRADE-OFF CON ATTIVITA’ DI INFLUENZA) • INCENTIVAZIONE 120