CAPITALE SOCIALE:
SOLIDARIETA’-RECIPROCITA’
Laurea Magistrale in Sociologia
Negrelli
10/2008
Putnam:
definizione di capitale sociale
“La fiducia, le norme che regolano la convivenza, le
reti di associazionismo civico, elementi che
migliorano l’efficienza dell’organizzazione sociale
promuovendo iniziative prese di comune accordo”
(La tradizione civica nelle Regioni italiane, 1993, p. 196)
Putnam:
componenti essenziali del capitale sociale
a) fiducia: aver fama di essere onesti e affidabili (la
reputazione contro il pericolo della defezione);
b) norme che regolano la convivenza e la reciprocità:
riducono il rischio di potenziale defezione e di dubbia
reputazione;
c) reti sociali di impegno civico (civicness): la fiducia si
trasmette in modo transitivo (“io mi fido di te, benché non
ti conosca personalmente, perché mi fido di lei e lei mi
assicura che ha fiducia in te”).
Putnam: la fiducia

“ogni transazione commerciale ha in sé un elemento di
fiducia, il che è certamente vero per tutte le transazioni a
lungo termine. E’ plausibile sostenere che in molti casi
l’arretratezza economica è spiegabile con la mancanza di
fiducia reciproca” (K. Arrow, Gifts and Exchanges, 1972);

quando manca la fiducia, “non vi può essere certezza nei
contratti e di conseguenza la legge non conta niente” (A.
Genovesi, economista napoletano del Settecento);

thick trust, fiducia totale che nasce dalla stretta familiarità
tra le persone (B. Williams, in Gambetta, Trust, 1988);

Problema: passaggio dalla fiducia personale a quella
impersonale …
Putnam: norme di reciprocità

Trasferiscono il diritto di controllare un’azione dall’attore
agli altri, in quanto l’azione ha conseguenze positive o
negative per gli altri (Coleman);

Le norme a sostegno della fiducia abbassano i costi
operativi e favoriscono la cooperazione;
1) norme di reciprocità bilanciata: scambio simultaneo di
articoli di valore equivalente (es. regali);
2) norme di reciprocità generalizzata: serie continua di
rapporti di interscambio che implicano la reciproca
previsione di favori ricambiati in futuro (es. amicizia).
Putnam: le reti sociali

Granovetter: la fiducia genera stima e scoraggia
l’opportunismo quando gli accordi sono inseriti nel
contesto più ampio di relazioni personali e di reti sociali
(teoria della embeddedness: “il dilemma del prigioniero…
è spesso risolto dalla forza dei rapporti personali”);
A) Reti formali vs. reti informali;
B) Reti orizzontali (stesso ceto) vs. reti verticali
(rapporti asimmetrici, gerarchici, dipendenza);
Putnam: perché le reti sociali
favoriscono la cooperazione

Accrescono la potenziale sanzione per chi defeziona;

Rinsaldano le norme che regolano la reciprocità;

Facilitano la comunicazione e migliorano il flusso di
informazioni sull’affidabilità delle persone;

I buoni risultati del passato servono da piattaforma
culturale per la cooperazione futura (North: history
matters)
Putnam: assunti

Una rete verticale non può stimolare la fiducia e non può
sostenere la cooperazione (cfr. Sabel, collaborazioni
pragmatiche, secondo modulo);

“Tanto più un’organizzazione è strutturata in modo
orizzontale, tanto più dovrebbe incrementare il successo
istituzionale in un contesto più ampio”;

Contro le tesi di Olson (società forte=economia debole) e
Migdal (società forte=stato debole): società
forte=economia e stato forti!
Putnam: la ricerca sul capitale sociale nelle regioni italiane
(La tradizione civica nelle regioni italiane, 1993)

Le nuove istituzioni regionali hanno influito sulla prassi politica, con quale grado di successo?

Comparazione nello spazio: rendimenti istituzionali (indicatori: gestione politica e amministrativa;
legislazione; attuazione politiche) differenziati tra Centro-Nord e Sud;

Variabile esplicativa: nesso tra rendimento istituzionale e “comunità civile” (= tessuto sociale di
impegno socio-politico e solidarietà; indicatori: associazioni, giornali, n. votanti, voto di
preferenza, voto monarchia/repubblica); differenze corrispondenti al differente impegno civicosociale (Tocqueville): “più una regione ha forte senso civico, meglio è governata”;

Che derivano dalle differenti tradizioni storiche (comparazione nel tempo): l’eredità civile del
Medioevo (Nord Italia dei Comuni, Sud dei Normanni);

Due equilibri sociali opposti (cap. VI: p. 191-218) (Elster):

1) “mai cooperare”, unica strategia razionale nel contesto di circolo vizioso del “familismo
amorale” (Banfield);

2) “coopera con chi coopera con te” (Axelrod, giochi ripetuti) in un contesto di circolo virtuoso
di “reciprocità coraggiosa” che dipende dalla presenza di capitale sociale (fiducia, norme, reti
associative)
Putnam: la ricerca sul capitale sociale negli Stati Uniti
(Bowling alone, 2000)
Tesi della erosione del capitale sociale
negli USA provocata dal meccanismo di
cambiamento generazionale intercoorte:
“I nati tra il 1910 e il 1940 costituiscono una
“generazione assai civica” - ossia una coorte di
uomini e donne più impegnate nelle questioni civiche
durante la propria vita – che vota di più, che si
associa di più, che si fida di più …- rispetto alle
generazioni precedenti o successive” (162-3)
La nozione di capitale sociale
secondo Putnam

Valore: le reti sociali hanno valore come il
capitale fisico e il capitale umano, accrescono
la produttività;

Virtù civica: incorporata nella fitta rete di
relazioni sociali reciproche;

Natura individuale (contatti) e natura
collettiva (esternalità);

Bene privato e bene pubblico.
La nozione di capitale sociale
secondo Putnam

Reti sociali: importanti in quanto non esprimono solo
“contatti” ma implicano “obbligazioni reciproche”;

Norme di reciprocità: “specifica” (scambio
contemporaneo di favori) o “generalizzata” (speranza che
in futuro il favore venga ricambiato da qualcuno);

Fiducia: “lubrificante” della vita sociale;

Interazioni frequenti: producono norme di reciprocità
generalizzata
La nozione di capitale sociale
secondo Putnam

Capitale sociale = comunità? (ma anche con obiettivi antisociali)
Capitale sociale bridging (che getta ponti: genera identità e
reciprocità ampie: cfr. Granovetter e la forza dei legami deboli)
vs.
capitale sociale bonding (che chiude: genera solidarietà e
forme di reciprocità specifica, isola e rafforza identità di gruppi
omogenei)

Capitale sociale = partecipazione civica

Capitale sociale = comunità di fede, religione e altruismo (“le
persone religiose ….capitalisti sociali particolarmente attivi”,
82).
La tesi dell’erosione del capitale sociale negli Stati Uniti
nell’ultimo trentennio del novecento
Tutti gli indicatori di capitale sociale in tendenza negativa:

Partecipazione politica;

Partecipazione civica

Partecipazione religiosa

Relazioni di lavoro

Relazioni sociali informali (schmoozers vs. machers, 119)

Altruismo e filantropia (eccezione volontariato)

Reciprocità generalizzata, onestà e fiducia
La tesi dell’erosione del capitale sociale negli Stati Uniti
nell’ultimo trentennio del novecento
eccezioni al declino dell’impegno civico:

Volontariato giovanile

Telecomunicazioni

Conservatori evangelici

Gruppi di autoaiuto

Piccoli gruppi, grandi movimenti sociali, internet

Anni ’60: nascita o culmine di un’era?
Le cause dell’erosione del capitale
sociale negli USA (fig. 15.1)

Pressioni tempo/denaro (10%)

Mobilità residenziale (10%)

Tecnologia, mass media, TV (25%)

Effetti di generazione e non di ciclo di vita intracoorte
(50%): dalla “generazione civica” degli anni 1910-40 ai
boomers degli anni 1950-65 (rinascita post-1970: nonni
vs. padri; figli vs. padri!)
La rilevanza del capitale sociale
Contribuisce a risolvere i problemi dell’azione
collettiva (Olson, Williamson, Ostrom, Arrow)
Produce:
•
•
•
•
•
Istruzione e benessere dei bambini
Quartieri sicuri e produttivi
Prosperità economica
Salute e felicità
Democrazia e rendimento delle istituzioni
Misurare il capitale sociale

Indicatori tab. 16.1

Indicatore unico aggregato di capitale
sociale negli Stati Uniti (fig. 16.1)
Le critiche di Portes alla
argomentazione di Putnam

Circolarità logica dell’argomentazione di Putnam: in quanto proprietà di
comunità e nazioni, e non di individui, il c.s. è sia causa che effetto;

Definizione tautologica: se la vostra città è “civica” farà cose civiche,
se è “incivile” non le farà (cit. p. 20).

Parte correttamente dagli effetti (città di successo vs. città non di
successo), lavorando quindi retroattivamente per cercare ciò che fa la
differenza;

L’errore è tentare di spiegare tutte le differenze osservate: la ricerca
della determinante prima termina rinominando il problema originale
che doveva essere spiegato: la virtù civica, che esiste dove gli abitanti
votano, obbediscono alle leggi, cooperano reciprocamente e i cui
leader sono onesti e dediti al bene pubblico.
Il capitale sociale di Putnam:
una critica sociologica (Trigilia)

La civicness può spiegare davvero il rendimento differenziato delle
regioni italiane?

Sono scontate le origini medievali nella dotazione di cultura civica delle
regioni?

Capitale sociale = civicness: nella tradizione analitica di Granovetter,
Coleman, ecc. il concetto di capitale sociale è radicato a livello micro,
riferito cioè a reti di rapporti personali tra soggetti individuali; invece
Putnam misura i tassi di associazionismo, senza considerare le reti di
relazioni o il rapporto tra partecipazione associativa a livello micro e
rendimento delle istituzioni a livello macro;

Dubbi sull’utilità scientifica della identificazione del capitale sociale con la
fiducia, con la partecipazione associativa o con la civicness: rende meno
analiticamente preciso il concetto, riduce la sua capacità innovativa di
osservare le dinamiche sociali; rischio di ricadere nella concezione
“ipersocializzata” dell’attore (sociologia economica vs. scienza politica)
Critica al concetto di capitale
sociale di Putnam (Piselli)

Uso restrittivo e inadeguato del concetto di capitale sociale;

Incapacità a coglierne i caratteri “situazionali” e “dinamici”: non si riferisce
a un “oggetto” specifico, non può essere appiattito in rigide definizioni, va
interpretato di volta in volta, in rapporto ai benefici, agli attori che ne godono, ai
fini che si pongono e al contesto in cui agiscono;

C’è capitale sociale al Sud! Non solo “familismo” e “clientelismo. I networks di
relazioni utili per: status, profitti e sussistenza dallo stato (sussidi, pensioni,
posti di lavoro, appalti); l’azione collettiva (protesta urbana); migliori opportunità
di lavoro e guadagno al Sud e al Nord (emigrazione di massa ’60 e lotte
operaie “Autunno caldo” al Nord);

Capitale sociale risorsa per lo sviluppo anche al Sud: processi di
cooperazione orizzontale e verticale; crescita e diffusione territoriale
dell’associazionismo; Fiat di Melfi; ruoli di élites politiche ed economiche.
Critica alla metodologia di
Putnam (Bagnasco)

Il capitale sociale ricondotto alla “cultura condivisa”, alla
“abitudine etica ereditata”, alla lunga durata di culture
originarie (vale anche per Fukuyama);

A differenza di Coleman che adotta un “paradigma
dell’azione”, ovvero interazionista, sia Putnam che
Fukuyama prediligono un “paradigma determinista”,
causale; ma questo approccio descrive una correlazione
tra fenomeni senza spiegarla;

È la cultura civica che spiega l’efficienza delle istituzioni
democratiche oppure il contrario? (Barry, 1970).
La natura del capitale sociale
(Pizzorno)

Non sono portatrici di capitale sociale:
a)
b)

Relazioni sociali nelle quali non occorre il
riconoscimento dell’identità dell’altro (rapporti di
scambio, incontri spot tra persone);
Relazioni sociali che mirano ad annullare l’identità
dell’altro e/o a sottrargliene componenti (rapporti di
ostilità, sfruttamento, conflitto);
Sono portatrici di capitale sociale:
“quelle relazioni in cui sia possibile che l’identità più o
meno duratura dei partecipanti sia riconosciuta e che
inoltre ipotizzino forme di solidarietà o di reciprocità”
Pizzorno:
perché si paga il benzinaio?
L’intreccio tra forme di capitale sociale e relazioni di
scambio: lo scambio è facilitato quando si basa sul
riconoscimento dell’identità dei partecipanti:

Lo scambio è reso possibile dall’esistenza di un’efficiente
“cerchia di riconoscimento”.

Possibile reiterazione del rapporto (paradosso hobbesiano
dello stolto).

Interiorizzazione delle norme di onestà (teoria del “costo
economico della disonestà”: Akerlof, A market for lemons) e
reputazione (norme di deontologia professionale: es.
rapporto tra medico e paziente).
Come si costituisce
il capitale sociale

Capitale sociale di solidarietà: relazioni
sociali fondate su “legami forti” tra i loro
membri e su principi di solidarietà di gruppo
(Durkheim);

Capitale sociale di reciprocità: relazioni
sociali sulla base della “forza dei legami
deboli” (Granovetter). Il capitale sociale si
forma per ragioni di “interesse” (rational
choice), ma non solo.
Capitale sociale di solidarietà

Fiducia interna: A si aspetta che B mantenga la
promessa o venga in aiuto perché entrambi
appartengono ad uno stesso gruppo fondato su
principi di solidarietà (Weber: il ruolo delle sette
protestanti negli Stati Uniti per gli uomini d’affari
che vi appartenevano; Portes, Sensenbrenner: le
comunità degli immigrati; mafia; ecc.);

Fiducia esterna: A si aspetta che B coopera
perché sa che B appartiene ad un gruppo coeso
e può far ricorso indiretto a tale forma di capitale
sociale
Capitale sociale di reciprocità
1.
2.
3.
4.
5.
Relazioni di “potenziale cooperazione tra due o più persone a fini
comuni” di interesse (piccolo gruppo che produce un bene pubblico:
Olson);
Relazioni per valorizzare immagine economica, marketing,
reputazione professionale, ecc.(idem);
Relazioni di dono, fondate su “legami da gratitudine” (Malinowski,
Mauss): do (a breve) ut des (dilazionato);
Relazioni che accrescono il prestigio del gruppo “a cui si
immagina di appartenere” (connazionali all’estero; senso di
appartenenza etnica, religiosa, ideologica o di scuola accademica);
Relazioni fondate sul senso di “universalismo”: “agire secondo
coscienza” (e non secondo l’interesse) (conforme alla cerchia dei
genitori, umanità, divinità, ecc.).
Teoria del capitale sociale
= Teoria della riproduzione della socialità:
“non soltanto quindi dei processi attraverso i
quali un soggetto d’azione utilizza le strutture
sociali per perseguire i propri fini singolari,
bensì anche dei processi attraverso i quali le
stesse relazioni interpersonali di
riconoscimento vengono prodotte e riprodotte
a formare il tessuto della socialità”
Teoria del capitale sociale
“Dalla diversità delle strutture delle reti
interpersonali nelle quali il capitale
sociale si costituisce derivano sia le
diversità delle strategie e dei percorsi di
perseguimento dei fini individuali, sia i
diversi modi di costruzione e di
funzionamento delle istituzioni che
garantiscono l’ordine sociale”.
Condizioni
per la presenza di capitale sociale
Ipotesi di connessioni probabili tra
diversi tipi di contesti strutturali o culturali
e diverse forme di capitale sociale: caso
empirico di formazione di capitale
sociale dove prevalgono rapporti di
scambio.
Condizioni
per la presenza di capitale sociale
1.
Prima ipotesi generale: nelle situazioni di deficit di
socialità sono probabili iniziative di ricostituzione del
capitale sociale in forme nuove, soprattutto di “capitale
sociale di solidarietà”:
a) a livello di società locale: grazie alle comunità di
immigrati (catene di immigrazione, Portes e
Sensebrenner), religiose, linguistiche, culturali, ecc.;
b) a livello di società globale: Usa inizio ‘900, grandi
associazioni partecipative (Putnam).
Condizioni
per la presenza di capitale sociale
2.
Ipotesi di formazione del “capitale
sociale di reciprocità”:
possibilità per gli individui di formare
“legami deboli”, al di fuori cioè del loro
gruppo di appartenenza stretta
familiare (Granovetter).
Capitale sociale di mediazione degli interessi?
(c.s. collettivo/associativo?)











Tocqueville, La democrazia in America, II, cap. 4 (p. 226 segg. spec.
Bourdieu: concentrazione di c.s., c.s. “collettivo”;
C.s. “dinamico” (che apre) vs. c.s. “statico” (che chiude) (Putnam)
Società civile
Partecipazione
Sindacati (libertà sindacale) e organizzazioni di rappresentanza degli
interessi
Contrattazione collettiva
Relazioni industriali
Rappresentanza collettiva
Conflitto
Ecc. (Putnam, cap. XXI e XXII)
ORGANIZZAZIONI A RETE

Capitale sociale di reciprocità:
collaborazioni pragmatiche (Sabel)

Capitale sociale di solidarietà: soluzioni
istituzionali di sostegno (Wisconsin,
Crescita guidata, Melfi)

Strategie multiple
Capitale sociale
nello sviluppo locale

Reti

Distretti

Città

Patti
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capitale sociale 2 - Dipartimento di Sociologia