Vita Nostra Rivista periodica dell’Associazione “Nuova Citeaux” Anno I - n. 1; numero unico 2011 Vita Nostra In copertina: San Roberto di Molesme, primo fondatore di Citeaux. Icona della Fraternità Monastica di Ruviano. IndIce Editoriale: Da dove iniziare? di sr. Maria Francesca Righi, OCSO Carisma Cistercense 1.1 Individuo e comunità, di P. Mauro-Giuseppe Lepori, Abate Generale OCist 1.2 I nuovi strumenti dell’ascesi monastica, di Madre Cristiana Piccardo, OCSO 1.3 La vita cistercense nella Chiesa del XXI secolo, di fr. Guillaume Jedrzejczak, OCSO Magistero 2.1 Il Mistero Pasquale: silenzio e luce della Parola, Benedetto XVI, (VD 12) 2.2 Verbum Domini, di fr. Benedetto Doni, OCcist 2.3 Donne sante e sapienti, di sr. Maria Francesca Righi, OCSO Dossier San Roberto 3.1 San Roberto: fondatore di Citeaux, di Thomas Merton, OCSO 3.2 Passione e fedeltà. S. Roberto e il genio di Citeaux, di sr. Patrizia Girolami, OCSO 3.3 All’ombra di San Roberto di Molesme, di Padre Fabrizio Cristarella, Frat. Mon. di Ruviano Formazione 4.1 La Formazione continua del Superiore, di Dom Eamon Fitzgerald, Abate Generale OCSO 4.2 Formare all’Unità nella Verità, di Madre Giovanna Garbelli, OCSO 4.3 Incontri e momenti di formazione 4.4 Convegno di Norcia: il lavoro nella vita monastica, di Claudia Dallago, OCSO 4.5 Formazione monastica, Pra ‘d Mill settembre 2010 4.6 Corsi di formazione della Federazione Toscana: “Madonna delle Grazie” Monache Benedettine 4.7 Flash sul Simposio: Monachesimo tra cultura e culture, di Annamaria Valli, OSBap Anniversari 5.1 Implicazioni di un centenario: Pontificio Istituto di Musica Sacra, di Mº Mons. Valentino Miserachs Grau 5.2 Risorgimento, Chiesa, Evangelizzazione, di Marco Invernizzi Cronache 6.1 Professione solenne di Sr. M.Aline e Sr. M.Francesca, Monastero S.Giacomo di Veglia, OCist 6.2 Abbazia cistercense Santa Maria di Boulaur, OCist 6.3 80° anniversario di vita monastica di padre Angelo, Tre Fontane, OCSO Segnalazione di libri Letture usate in refettorio secondo un’indagine svolta in alcuni monasteri OCist e OCSO Editoriale Editoriale Da dove iniziare? Ogni cammino inizia da un appello, da una voce che e-duce, conduce fuori e che chiama. Anche questo cammino parte da un appello, che è risuonato da diverse parti convergenti e che segna il nostro compito oggi come monaci: • la lettera di Benedetto XVI alla diocesi e città di Roma sull’emergenza educativa (21/01/08) • due capitoli Generali (OCist 2010 e OCSO 2011) dedicati al tema della formazione • il documento dei Vescovi sull’emergenza educativa come lavoro privilegiato per il prossimo decennio. Sicuramente questo tema segna l’orizzonte principale del nostro interesse, perché è l’orizzonte principale della vita delle nostre comunità. Un Ordine non vive solo se assicura una comune organizzazione, ma se è capace di continuamente rinnovarsi nella sua vitalità, se diventa esso stesso strumento di vita nuova. Perciò la fecondità di una Famiglia religiosa passa in gran parte dalla formazione che essa riesce ad assicurare e trasmettere. Se nelle nostre comunità e Congregazioni, e nel nostro Ordine, come in tutta la Chiesa, si perde la volontà e la capacità di educare, di formare, la nostra vocazione, che è una forma di vita, diventa sterile. (Dom Mauro Lepori per il Corso di formazione) Dove le comunità non avessero più la passione di trasmettere la vita ad altre generazioni, con tutto ciò che questo comporta, perderebbero anche la voglia di vivere esse stesse, e il desiderio e la capacità di cambiare in una fedeltà creativa al proprio carisma, in una dinamica di continuo cambiamento in una fondamentale stabilità, alla fine se non ci fosse amore per le generazioni future anche le generazioni anziane perderebbero la voglia e il gusto della perseveranza. Cominciamo perciò non dal compito educativo in sé, ma da ciò che noi continuamente riceviamo e vogliamo trasmettere: questo dono nella Chiesa che è la vita monastica e contemplativa radicata nei solchi benedettini e cistercensi. Il tema della trasmissione della vita, e del compito della vita ad altri segna perciò l’orizzonte che sta davanti a noi. Dietro e ancora davanti a noi come segnali luminosi in questo cammino abbiamo la santità di alcuni che sono stati guide o semplici compagni e fratelli che indicano la strada. • Giovanni Paolo II, di cui abbiamo celebrato la beatificazione a pochi anni dalla morte. 1 • Fr. Rafael Arnaiz Baron, di cui il 2011 è il centenario della nascita (9/04/1911) (a lui è stato dedicato il penultimo n. di Vita Nostra). • San Roberto di Molesme († 1111), il più piccolo, che ha meno scritto, che ha anche terminato la vita con un apparente fallimento, che però è obiettivamente il primo dei tre fondatori dell’Ordine. • Jean Leclercq (1911-1993), studioso universalmente noto del monachesimo medievale e benedettino egli stesso, Jean Leclercq è l’emblema dell’uomo che coniuga la passione per l’indagine scientifica con la passione per la vita. A lui si devono l’edizione degli Opera Omnia di San Bernardo e testi sul monachesimo medievale divenuti fondamentali per chiunque si occupi della storia culturale o religiosa del medioevo, tra cui il suo capolavoro, L’amour des lettres et le désir de Dieu, pubblicato a Parigi nel 1957 e che ha conosciuto molteplici traduzioni… In fondo tutta la vasta opera di Leclercq può essere letta come una testimonianza della sua gioia di essere monaco. (Dall’Osservatore Romano, 30/12/09) Da dove ricominciare? Cominciamo da lì, da quel primissimo inizio. Da un evento molto piccolo. Nel 1098, il 21 marzo, che quell’anno coincideva con la Domenica delle Palme, alcuni monaci attorno al loro Abate Roberto, amato e per questo conteso, iniziavano la vita monastica nella solitudine di Cîteaux, ben decisi a radicarsi nel solco benedettino con la semplicità di chi conosce solo la misura del tutto. La Domenica delle Palme di alcuni anni più tardi il 17 aprile 1111, San Roberto moriva, dopo essere stato richiamato dal Papa a Molesme che guidava con l’animo e i criteri del Nuovo Monastero. Cristo entrava in Gerusalemme, i monaci entravano in Cîteaux, San Roberto entrava in Paradiso. Sì, ripartiamo da questo evento piccolo e grande insieme perché ancora alla sua ombra fiorisce la vita, ancora si scavano solchi di obbedienza, ancora nascono case, ancora si cerca come meglio rispondere alla chiamata che abbiamo ricevuto, ancora giovani e meno giovani bussano alle porte dei nostri monasteri con domande a volte ancora molto confuse, ma spesso autentiche, e ancora ci interroghiamo insieme. A queste domande in tre modi diversi rispondono tre dei primi articoli; Dom Mauro pone una esigenza radicale alle comunità che interroga con grande profondità e coraggio proponendo loro (sì, non è un errore di stampa, propone alle comunità) la conversione: non ai singoli, non ai candidati, non ad alcuni: alle comunità, perché siano luoghi dove le persone possano crescere e maturare fino al fondo della verità della vocazione. Avremo altrettanto coraggio di ascoltarlo fino in fondo? Dom Guillaume prende l’occasione di un altro piccolo anniversario di quest’anno: il quindicesimo anno dal rapimento e dal martirio del sette fratelli di Tibhirine. Cos’aveva di speciale questa comunità? Eppure è proprio lo specchio di tante comunità oggi e guardando alla loro vicenda possiamo delineare le sfide che la situazione in cui siamo ci presenta; il film che è stato loro dedicato e che ha procurato milioni 2 di incassi e provocato articoli su riviste e quotidiani in Francia e in Italia, sta a testimoniarlo. Madre Cristiana Piccardo poi come sintesi offre la chiave del passaggio della conversione delle comunità, e un esempio di risposta a una delle sfide dell’oggi: la necessità di adoperare, acquisire nuovi strumenti di ascesi. Così entriamo nel vivo della vita della famiglia cistercense che a sua volta è tutta sospesa a una realtà, alla Parola di Dio, al Verbum Domini, come ci ricorda l’esortazione apostolica che Benedetto XVI ha regalato alla Chiesa, e che tocca alcuni dei pilastri della nostra vita: l’appoggio su una tradizione sapienziale di approccio al testo biblico, l’amore alla Parola di Dio come l’origine e il fine della nostra vita. L’ultimo degli articoli infine riprende il tema principale di questo nostro primo numero: San Roberto, presentato da una nuova comunità monastica nata all’ombra del suo manto: il suo carisma di paternità desiderata continua ancora! Ce lo dicono i nostri fratelli di Ruviano monaci diocesani, nati però all’ombra del carisma del nostro Fondatore. Infine le molteplici avventure che hanno ritardato l’uscita del primo numero di questa nuova serie di Vita Nostra, (ce ne scusiamo), ci permettono di aprire una sezione dedicata al tema della formazione, preoccupazione comune del’OCist e dell’OCSO e oggetto della Riunione Generale Mista dell’OCSO che si è tenuta in settembre ad Assisi: una conferenza sul tema della formazione dei superiori, parola ponderata e profonda di Dom Eamon, e una conferenza di Madre Giovanna Garbelli, superiora del monastero di Matutum nelle Filippine, sulla formazione delle comunità: due sguardi complementari sullo stesso tema. Formativo è anche il tema della musica liturgica, suscitato quest’anno dal centenario del Pontificio Istituto di Musica Sacra; la redazione ringrazia il M° Miserachis per il suo contributo come pure il nostro amico Marco Invernizzi per il contributo sulla storia della nostra Italia nel 150 della sua unificazione. Dopo questi eventi maggiori entriamo nella conoscenza degli eventi spiccioli di ogni tipo che hanno rallegrato e dato colore alla vita delle nostre comunità prima fra tutte la cronaca della comunità di San Giacomo di Veglia con il racconto di due professioni solenni… Poi Boulaur, una comunità fiorita nel segno della santità di una giovane … Ai giovani che professano fanno eco gli anziani che ormai confessano la fedeltà di Dio, come il nostro ottuagenario di vestizione Padre Angelo, immagine di eterna giovinezza; tra gli uni e gli altri segnaliamo altri eventi di vita come corsi di formazione a Pra ’d Mill, convegni sui valori monastici a Norcia e a Vitorchiano e Santa Marta Ringraziando del sostegno finora accordato, nell’attesa di rinnovarci nella memoria dell’Incarnazione, invitiamo le comunità che ci ricevono a collaborare con le notizie che le riguardano: ingressi, professioni, cinquantesimi, decessi… corsi, e quanto può utilmente essere condiviso. sr. Maria Francesca Righi, OCSO 3 Segnalazione di libri ROBERTO NARDIN - ALFREDO SIMON, La vita benedettina, Collana I prismi, Città Nuova, Roma 2009. Il Concilio Vaticano II ha segnato un momento fondamentale nella vita della Chiesa del XX secolo, e anche il monachesimo, in varie sue componenti, è stato coinvolto in diversi ambiti della stagione conciliare, sia nella sua preparazione sia nell’applicazione degli stimoli e delle direttive che dal Concilio sono emerse. La prima applicazione monastica del Concilio Vaticano II si ebbe con l’approvazione del Congresso degli Abati (riunitosi nell’Abbazia Primaziale di Sant’Anselmo, a Roma, il 30 settembre 1967) del documento «La vita benedettina». Si tratta di un testo significativo perché nelle elaborazioni delle nuove Costituzioni delle varie Congregazioni monastiche, nel rinnovamento richiesto dallo stesso Concilio, questo documento divenne un punto di riferimento. Tale documento viene qui ripresentato, accompagnato da una nuova traduzione italiana e da tre studi. Il primo analizza la genesi storica del documento, il secondo ne commenta il testo definitivo e il terzo ripropone un sintetico articolo sullo sviluppo della spiritualità monastica, nella speranza che il presente lavoro contribuisca a far conoscere e apprezzare la vita monastica in chi non è monaco, e a stimolare un rinnovato amore al proprio genere di vita in chi monaco lo è. ROBERTO NARDIN, Percorsi monastici. Incontri e studi nell’ultimo decennio, collana Mane nobiscum n. 15, Lateran University Press, Roma 2009. “Il volumetto intende offrire un percorso monastico attraverso recensioni e note su pubblicazioni o eventi riguardanti il monachesimo” (dalla prefazione di don Roberto). La prima parte ripercorre le tematiche affrontate nei Convegni di Monte Oliveto dal 1998 in avanti. (Monachesimo e riforma della Chiesa, monachesimo ed ecumenismo, monachesimo e riforma liturgica, monachesimo e teologia sapienziale, monachesimo e formazione permanente). Una seconda parte attinge direttamente alle fonti delle scuole di spiritualità monastica cistercense, benedettina e olivetana, e una terza parte propone un incontro con figure significative sia antiche come Anselmo d’Aosta, sia moderne come Thomas Merton o Jean Leclercq. (Recensito in Il Riposo nella tenda, da Mariella Carpinello). 89 C. PICCARDO - R. NARDIN - S. CORSI, La sapienza monastica: una tradizione vivente, Borla, Roma 2006. Ha senso ancora parlare di “sapienza” nell’epoca del tramonto delle ideologie, quando relativismo e nihilismo corrodono il sapere lasciandolo patrimonio della scienza e della tecnica o consegnandolo nelle mani di un pragmatismo individualistico e utilitaristico? E di quale sapienza si può ancora parlare? S. Benedetto, Patrono d’Europa e Maestro di civiltà, ne conosceva una, l’aveva appresa solo con se stesso e con Dio nello speco di Subiaco: la Sapienza di Cristo e del Vangelo, sapienza di vita dischiusa alla promessa e alla novità del Regno. Ed è questa la Sapienza, itinerario di Senso e di nuova figliolanza, realtà di vita rinnovata e di comunione, di cui si parla nel volume edito da Borla, in cui si raccolgono gli atti del Convegno monastico, dallo stile più familiare dell’“incontro”, tenutosi nel monastero trappista di N. S. di Valserena (PI), che ha visto radunati monaci e monache provenienti da diversi monasteri italiani di regola e tradizione benedettina (cisterciensi, olivetani, vallombrosani). La Sapienza della vita monastica e che la vita monastica custodisce come seme fecondo, fatta oggetto di riflessione ad intra e messa a disposizione anche ad extra, di chi voglia accostarla e conoscerla anche da fuori, in questo agile libretto a più voci. Tre le principali, quelle dei relatori: Madre Cristiana Piccardo, protagonista del rinnovamento monastico post-conciliare e per oltre vent’anni Badessa del monastero cisterciense della Stretta Osservanza di Vitorchiano (VT) e a buon diritto Maestra di Sapienza; P. Roberto Nardin, monaco e sacerdote dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (SI) e docente di teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense, e don Santino Corsi, singolare figura di sacerdote e parroco “un po’ monaco” della Diocesi di Bologna, dove ha fondato la famiglia religiosa dei Discepoli del Signore e dove è stato l’animatore dell’Istituto Veritatis Splendor, nato per rinnovare il connubio da sempre fecondo di fede e cultura cristiana. Ma non tre “a solo”, in un libretto che ha come caretteristica principale e pregevole quella di una coralità colloquiale e distesa che invita ad entrare in ascolto e in dialogo. Vi si accompagnano e si integrano, infatti, in vivace e appassionato intreccio, le domande dei partecipanti e i contributi di approfondimento e di dibattito delle tavole rotonde seguite agli interventi. Ne risulta una ricca e variegata polifonia che consente anche a chi monaco o monaca non sia di apprezzare il prezioso tesoro di vita e d’esperienza che si nasconde nel chiostro. Esperienza d’umanità, del destino unico e irrepetibile di ogni persona che accetta di farsi risposta e dialogo al mistero e al disegno di Dio, che con lui, e per lui, accetta la fatica del cammino quotidiano. Verso la meta. E con la compagnia della sua Presenza. Chi legge queste pagine può convincersi che di questa Sapienza, e proprio di questa, c’è ancora bisogno. E che perciò se ne possa e se ne debba parlare. E sia un dono per tutti. (sr. Patrizia Girolami, OCSO) 90 MADRE CRISTIANA PICCARDO, La stabilità monastica, Borla, Roma 2010. Dopo La Sapienza monastica: una tradizione vivente con La stabilità monastica in un mondo in perenne mutamento Madre Cristiana Piccardo offre alle comunità che si sono nuovamente riunite attorno al suo insegnamento, cinque piste di riflessione sul pilastro dell’esperienza monastica che è il voto di stabilità (letto dentro la prospettiva di una diagnosi culturale del momento presente, di un’analisi antropologica personalista, di una lettura carismatica della tradizione patristica, in un’ottica verginale - sponsale ed infine ecclesiale). Le conferenze sono state seguite da domande e interventi più estesi che hanno contribuito a fare del Convegno un momento di ascolto e riflessione comune, una nuova “chiacchierata in famiglia” che suggerisce la vocazione monastica come roccia di perenne stabilità in un mondo frammentato al suo interno e dall’esterno sempre minacciato da fattori destabilizzanti. Il monastero benedettino e cistercense appare ancora come l’arca sulla quale si posa la colomba della pace. FRANCO MOSCONI osb cam – LUCA FALLICA osb - MARIA PIA GIUDICI Fma, Lectio divina, Ed. La Scala, Noci 2010. Questo agile libretto è il risultato del Convegno per Giovani monaci e monache delle Congregazioni monastiche italiane tenutosi a Norcia dal 13 al 18 luglio 2009. Contiene due relazioni, una di Padre Mosconi, sulle radici bibliche della lectio in ordine al discernimento vocazionale e una di fr. Luca Fallica che percorre invece il tema nella tradizione monastica dall’inizio e in particolare in riferimento alla Regola di San Benedetto. Un intervento conclusivo di Maria Pia Giudici pone il tema della lectio in relazione diretta con il contesto socioculturale odierno. Questo libro, comunicazione di un evento e strumento di lavoro insieme, è pregevole da tre punti di vista: • è il resoconto di un incontro in cui la Chiesa monastica italiana si è ritrovata viva attorno alle sue fonti: la Parola di Dio e la Regola di san Benedetto; • è perciò la testimonianza di un lavoro di approfondimento sulle principali fonti della nostra vita, attraverso l’ascolto della tradizione e l’incontro vivo nel presente; • infine è un incontro che è frutto di un lavoro e vuol suscitare lavoro, cioè coinvolgimento attivo del lettore in una delle più antiche pratiche sapienziali proprie non solo del mondo monastico ma di ogni credente. 91 STEFANO DI SALLEY, Speculum novitii, Glossa, Collana Sapientia, Milano 2010 (Introduzione, traduzione e note a cura di Milvia Fioroni, Editoriale di Claudio Stercal). L’Editrice Glossa pubblica per la prima volta in Italia un testo che Collectanea Cistercensia (OCSO Francia) aveva edito nella versione latina (Collectanea OCR 1946 pp. 2-68, con la presentazione e le note critiche di p. Edmond Mikkers OCSO (1910-1993)). L’ottimo apparato critico è utile per identificare le coordinate di questo “Specchio del novizio”: autenticità, lavori critici precedenti, altre opere dello stesso autore, tutte informazioni che aiutano a mettere a fuoco l’ambito culturale e spirituale in cui il testo nasce e il personaggio dell’autore. Il quale con questo suo “Specchio” ci introduce nel metodo formativo delle abbazie del XII - XIII secolo, dove la preoccupazione pedagogica è semplice e quasi spontaneo riflesso della ricchezza spirituale e dottrinale. Non è uno scritto teorico, ma un accompagnamento per il corso della giornata, ricco di suggerimenti pratici, di indicazioni concrete: un “manuale”, scritto da un abate per dei novizi, nato dall’esperienza e che vuole introdurre all’esperienza, per il quale tutto è importante, dalla confessione quotidiana, al piano di letture consigliato, al modo di accostare le Sacre Scritture, in modo che tutta la giornata sia plasmata dalla meditazione della Parola, dalla memoria Dei coltivata nell’Ufficio Divino, dalla devozione affettuosa all’umanità di Cristo, passaggio indispensabile all’amore alla sua Divinità. “Quando vai a dormire pensa alla sepoltura di Cristo Gesù e alla tua. Quando ti alzi alla risurrezione”. La giornata nella sua ordinarietà diventa un percorso di trasformazione, conformazione, trasfigurazione, unione al Cristo, rendendo così evidente lo scopo della vita cristiana e monastica. Il metodo preferito per questo cammino, dato lo spazio che l’autore vi riserba, è sicuramente la meditazione, sbriciolata in sette metodi, oppure sei, nella notte e nel giorno, al momento di addormentarsi o nell’ora della tentazione, come l’elemento che serve a far propria la Parola e la presenza di Cristo “Usa la lettura divina come uno specchio in cui l’anima veda la propria immagine, per correggersi, se è deforme o per ornarsi, se è bella”. Nel momento in cui la passione educativa sta cercando nuovi modi per trasmettere ai giovani un contenuto valido e sperimentato, possiamo imparare qualcosa dall’umiltà di questo antico maestro. CLAUDE MARTIN, Pratica della Regola di San Benedetto, Collana Sapientia, Glossa, Milano 2009. La collana “Sapientia” promossa dal Centro Studi di Spiritualità della Facoltà dell’Italia Settentrionale propone la lettura di un testo del 1600, precisamente del 1674, scritto dal figlio e biografo della mistica Maria dell’Incarnazione, benedettino della Congregazione dei Maurini, che con questa lettura pratica della Regola di San 92 Benedetto conduce il lettore a un’esperienza personale della stessa Regola. Il libro è diviso in tre parti di lunghezza diseguale: un’introduzione sull’ingresso nella vita monastica, sul significato dalla vestizione, e sul fine di essa e i mezzi a disposizione per giungervi (il distacco dal mondo, la nuova creatura, il nuovo soggetto che inizia una nuova vita e gli strumenti che la Regola mette a disposizione per giungere al fine). Le altre due parti sono: I. una “manuductio” attraverso gli esercizi propri della vita monastica II. una meditazione sui grandi valori che sorreggono la vita: timore di Dio, umiltà, contenuto dei voti, coordinate della vita comune e della vita personale L’introduzione di Anna Maria Valli, che raccomandiamo alla lettura, fa conoscere la vita di quel grande e umile monaco e aiuta a cogliere la ricchezza dell’apporto di questo testimone della fede. Questi infatti compie un reale lavoro di inculturazione della fede e della spiritualità monastica facendo rivivere la Regola di San Benedetto entro le coordinate storiche del suo tempo, come uno strumento vivo di fede e di esperienza spirituale. Questo è il lavoro che ancora ci sta davanti, a noi che viviamo nel solco della medesima Regola, in tempi così diversi, pure appartenenti alla medesima natura umana e muovendoci verso il medesimo fine. AA.VV, Monaci e per vivere. La vita monastica nel tempo postmoderno. Comunità monastiche in dialogo. Ed. Il Segno dei Gabrielli, Negarine di San Pietro in Ceriano, 2007, curato dalla Piccola famiglia della Risurrezione (Comunità Monastica di Marango), e dalla Piccola Fraternità di Gesù, Trambileno (TN). Due giovani famiglie monastiche, la Piccola Famiglia della Risurrezione sorta, a Marango di Caorle, nella Diocesi di Venezia, nella Pentecoste del 1984, con la benedizione del Patriarca Marco Card. Cé, e la Piccola Fraternità di Gesù, di Trambileno (TN), si sono fatte carico di raccogliere la sfida di un anziano monaco e abate, Dom Valerio Cattana di mettere confronto antico e nuovo monachesimo in ordine a una presenza più incisiva della vita monastica nella Chiesa oggi. Ne è nato, ormai nel 2005, un Convegno cui hanno risposto 12 comunità tra quelle di antica tradizione e quelle sorte recentemente e con l’aiuto di Padre Giorgio Bonaccorso, dell’Abbazia di Santa Giustina, docente di Liturgia Pastorale e di P. Antonio Montanari (specializzato in Teologia Patristica e Storia della Teologia, presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma nel 1994), hanno cercato di lavorare insieme su questa domanda: qual è il compito del monaco nel nostro tempo? Domanda che ha travagliato grandi monaci come Thomas Merton che nella loro vita e nelle loro opere riflettono ciò che ha provato un intero periodo storico. 93 La relazione di P. Bonaccorso riprercorre i valori che costituiscono i pilastri del monachesimo di ieri e di oggi, quella di P. Montanari interroga la storia per riappropriarsi della tradizione e per rispondere in modo non scontato alle domande. Entrambi offrono due piste di lavoro per porsi le domande, e cercare umilmente e seriamente le risposte, sapendo che il monachesimo o è tradizionale o non è, e che porsi il problema del rapporto con la tradizione serve per rispondere in modo autentico alle sfide dell’oggi. 94 nuovo Postulatore Per le cause deI santI Il 16 maggio 2011, l'Abate Generale, in accordo con il suo Consiglio e dopo aver consultato l'Abate di Casamari, ha nominato Pd. Pier Domenico Volpi, monaco e sacerdote dell’Abbazia di Casamari, e Direttore Responsabile di Vita Nostra, Postulatore per le Cause dei Santi dell'Ordine Cistercense (abbatis ad nutum Generalis). Vita Nostra Rivista periodica dell’Associazione “Nuova Citeaux” Abbazia delle Tre Fontane, Via Acque Salvie, 1 Roma Direttore Responsabile: Pd. Pier Domenico Volpi, OCist Autorizzazione Direzione, Amministrazione, Redazione e Spedizione Stampa Monastero Cistercense Valserena Via Prov. del Poggetto, 48 56040, Guardistallo, Pisa, I del tribunale di Livorno n° 0 in fase di registrazione Tipografia Eurostampa via D. Pietri, 3 57023 Cecina (LI) Con approvazione ecclesiastica Abbonamento: normale sostenitore gratuito 20 Euro 50 Euro o offerta libera Per cambio o nuovo indirizzo: Sr. Maria Francesca Righi tel. 0586\655072 E.Mail : [email protected] Conto Corrente Postale 1000364123 Intestato a “Nuova Citeaux” c/o Monastero Cistercense Valserena, Via Prov. del Poggetto, 48, 56040 Guardistallo PI codice IBAN IT 60 P 07601 14000 001000364123