La mente nel corpo II Giacomo Romano Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali Università degli Studi di Siena, a. a. 2008/2009 Corso di Filosofia della Mente, II parte 22/01/09 Una questione di grado “Vi è dunque uno spazio immenso da esplorare, fra l’idea di programma immagazzinato che specifica una strategia risolutoria a un livello molto basso (per esempio, il livello dei moduli d’attivazione muscolare) e l’idea di sistema le cui dinamiche intrinseche rendono la specificazione del tutto superflua oppure .. la riducono al livello di applicazione di una 2 semplice forza.” (139) Nuove “rappresentazioni” e computazioni Con questo nuovo significato di “rappresentazione” anche il concetto di “computazione” si rinnova: è da identificare con l’ “idea di elaborazione automatica delle informazioni e di trasformazione meccanica delle rappresentazioni” (140); non ha molto a che fare con l’idea di manipolazione dei simboli ... 3 Nuovo concetto di “computazione” “… troveremo computazione tutte le volte che ci imbatteremo in una transizione meccanicamente guidata fra rappresentazioni, a prescindere dalla questione se quelle rappresentazioni partecipano a uno schema di specificazione che è sufficientemente dettagliato per valere come programma immagazzinato.” (139). Ne consegue che un sistema è computazionale se è impegnato nell’elaborazione e trasformazione automatica delle informazioni 4 Rappresentazionalismo e definizione di agenti discreti La rappresentazione ha una efficacia discutibile nei casi in cui sia controverso individuare degli elementi privilegiati … ma sembra indispensabile nei casi in cui a) sono contemplati stati di cose assenti o b) categorie astratte di elementi … è praticamente ineludibile il riferimento a stati interni che stanno al posto degli stati di cose in questione ... 5 Stati interni che rappresentano altri stati interni Forse la dimensione rappresentazionale più genuina è determinata dal ruolo che possono svolgere gli stati interni nell’organizzazione di altri stati interni Forse la complessità delle dinamiche degli stati interni in rapporto ad altri stati (interni ed esterni) è troppo elevata per assumere un ruolo effettivamente rappresentazionale? Magari è per questo che occorre rivedere il concetto di “rappresentazione” 6 Antirappresentazionalismo ante litteram Heidegger, Merleau-Ponty, Gibson, Varela & C. hanno anticipato le intuizioni antirappresentazionaliste … ma l’eccesso antirappresentazionalista conduce facilmente all’antirealismo … inoltre l’antirappresentazionalismo non deve necessariamente essere radicale; può presentarsi come rappresentazionalismo minimale 7 La revisione del computazionalismo/rappresentazionalismo e i nuovi confini della mente Come si può caratterizzare la conoscenza umana in questa prospettiva riveduta della mente umana? Le dinamiche che determinano ogni tipo di attività cognitiva (incluse quelle astratte) sembrano avere le medesime proprietà … … riflettono una natura decentrata, parallela e distribuita … nell’ambiente! 8 I vincoli dell’ambiente (sociale) Gli esseri umani sono dotati della specifica capacità di modificare/costruire l’ambiente in cui vivono su strutture (sia fisiche che sociali) che presiedono alle loro azioni Il comportamento di, per es., aziende e partiti è prevedibile proprio in virtù di queste strutture che risultano altamente vincolanti (e limitative dell’individualità) 9 Accessori e limitazioni dell’ambiente Le strategie dell’azione sono ampiamente pilotate dalle strutture del mondo umano Nell’ambiente gli esseri umani scaricano gran parte dei loro impegni cognitivi … … ma nel momento in cui questi si cristallizzano in strutture pubbliche (massimizzando la nostra economia cognitiva) ci predeterminano (almeno parzialmente) un comportamento (collettivo) 10 Le interazioni a catena nella costituzione della realtà sociale Le strutture che modulano le azioni* sono a loro volta plasmate dalla interazione tra singoli individui e spazio intersoggettivo Le strutture umane presentano delle analogie con le dinamiche stigmergiche che determinano un termitaio! “Noi costruiamo ambienti di progettazione in cui la ragione umana riesce a surclassare l’ambito computazionale del cervello biologico …” (167) 11 La costruzione della realtà sociale Ma qual è il mezzo cognitivo che consente agli esseri umani di costruire e modellare le strutture che determinano l’ambiente? Il linguaggio, inteso non soltanto come mezzo di comunicazione ma anche come strumento per modificare i nostri compiti cognitivi con cui affrontiamo i problemi che ci sono posti dall’ambiente 12 La forza trasformatrice del linguaggio Molti altri autori hanno conferito al linguaggio un potere superiore a quello della comunicazione (Vygotskij, Berk, Carruthers, Gauker, Jackendoff, Dennett) … ma Clark interpreta il linguaggio come il mezzo che permette al genere umano di utilizzare in maniera ottimale la possibilità di trasferire all’esterno carichi cognitivi … 13 Interpretare le rappresentazioni nel mondo Il mondo è pervaso da simboli che hanno un significato culturalmente definito grazie al quale si risparmiano energie cognitive La nostra competenza linguistica ci facilita l’accesso alle risorse cognitive contenute in tali simboli, raggiungibili in vari modi: supporti fisici, segnali, contrassegni linguistici, codici di pianificazione … 14 L’interpretazione linguistica come strumento organizzativo La sintesi linguistica esercita una funzione di rinforzo nella sua pratica, se si pensa come implementata dalle strutture connessionistiche del cervello Per Clark la possibilità che un determinato contenuto rappresentazionale possa essere elaborato da una rete connessionista distribuita, implementata da altre reti connessioniste distribuite, consente una dimensione creativa 15 Pensare il pensiero con il linguaggio Il linguaggio consente di costruire una riflessione sul pensiero relativo ad altro pensiero Del resto il meta-pensiero sembra essere una prerogativa esclusiva degli esseri umani Non ogni aspetto del pensiero umano ha queste caratteristiche … ma qualcuno si … 16