Anno VI – n. 4 – ottobre - novembre - dicembre 2012 – Distribuzione gratuita
TERZO MILLENNIO
OSSERVATORIO GIURIDICO E CULTURALE
Corriere trimestrale
I fantasmi non esistono. I fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci
vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili.
Eduardo De Filippo
Concorso pubblico per l'accesso
del personale in fascia o area
funzionale superiore…………….. ………………p. 3
Scorrimento della vecchia………………………p. 3
graduatoria, obbligo di motivazioni.
L’inserimento in graduatoria non…………...p. 3
determina diritto all’assunzione.
Tfr dei dipendenti pubblici…………………….p. 3 s
L’ Unione Europea ritorni ai suoi………….p. 4 s
principi ispiratori.
Edoardo De Filippo………………………………p. 6
Incontro sul tema:
Giudici e/o legislatori
nella gestione della crisi ?...........................p. 7 ss
Presentazione libro “Lecce sbarocca”………p. 10 ss
Tre bambini e un flauto. Ripensare…………p. 13 ss
la democrazia e la giustizia – II^p.
Indice analitico…………………………………….p. 15 ss
Eduardo De Filippo
Gli scritti non firmati sono predisposti a cura della redazione. La collaborazione sotto ogni forma è gratuita.
Fondatore, Direttore editoriale: Gr.Uff. Dott. Giuseppe Mario Potenza - Condirettore editoriale: Costanzo Mauro Vaglio Redazione: Girolamo Cleopazzo, Chiostro dei Carmelitani, Corso Vittorio Emanuele II, Nardò (Lecce) (Delibera n. 388 del
28 dicembre 2009 della giunta comunale e n. 20 del 25 gennaio 2011 del Commissario straordinario del Comune di
Nardò)- Direttore responsabile: Dott. Salvatore Resta, giornalista pubblicista – E-mail: [email protected] - Blog:
terzomillennioosservatorio.blogspot.com .
OSSERVATORIO GIURIDICO
Legislazione
Decreto Legge 29 ottobre 2012, n. 185
"Disposizioni urgenti in materia di trattamento di fine
servizio dei dipendenti pubblici"
Pubblicazione: G.U. n. 254 del 30 ottobre 2012
Legge 26 ottobre 2012, n. 183
"Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo
della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica
dell'India sul trasferimento delle persone condannate,
fatto a Roma il 10 agosto 2012"
Pubblicazione: G.U. n. 253 del 29 ottobre 2012
Legge 16 ottobre 2012, n. 181
"Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato
per l'esercizio finanziario 2011"
Pubblicazione: G.U. n. 251 del 26 ottobre 2012
Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179
"Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese"
Pubblicazione: G.U. n. 245 del 19 ottobre 2012
Decreto Legge 10 ottobre 2012, n. 174
"Disposizioni urgenti in materia di finanza e
funzionamento degli enti territoriali, nonche' ulteriori
disposizioni in favore delle zone terremotate nel
maggio 2012"
Pubblicazione: G.U. n. 237 del 10 ottobre 2012
Legge 1 ottobre 2012, n. 172
"Ratifica ed esecuzione della Convenzione del
Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro
lo sfruttamento e l'abuso sessuale, fatta a Lanzarote il
25 ottobre 2007, nonché norme di adeguamento
dell'ordinamento interno"
Pubblicazione: G.U. n. 235 dell'8 ottobre 2012
Legge 4 ottobre 2012, n. 171
"Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012,
n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento
ambientale e la riqualificazione del territorio della città
di Taranto"
Legge 23 novembre 2012, n. 222
"Norme sull'acquisizione di conoscenze e competenze
in materia di "Cittadinanza e Costituzione" e
sull'insegnamento dell'inno di Mameli nelle scuole"
Pubblicazione: G.U. n. 294 del 18 dicembre 2012
Legge 14 novembre 2012, n. 203
"Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse"
Pubblicazione: G.U. n. 278 del 28 novembre 2012
Legge 6 novembre 2012, n. 190
"Disposizioni per la prevenzione e la repressione della
corruzione e dell'illegalità nella pubblica
amministrazione"
Pubblicazione: G.U. n. 265 del 13 novembre 2012
Legge 8 novembre 2012, n. 189
"Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni
urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante
un più alto livello di tutela della salute"
Pubblicazione: G.U. n. 263 del 10 novembre 2012
Legge 24 dicembre 2012, n. 234
"Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla
formazione e all'attuazione della normativa e delle
politiche dell'Unione europea"
Pubblicazione: G.U. n. 3 del 4 gennaio 2013
Legge 31 dicembre 2012, n. 232
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto
legge 18 dicembre 2012, n. 223, recante disposizioni
urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche
nell'anno 2013"
Pubblicazione: G.U. n. 2 del 3 gennaio 2013
Legge 24 dicembre 2012, n. 231
"Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 3 dicembre 2012, n. 207, recante disposizioni
urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli
di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti
industriali di interesse strategico nazionale"
Pubblicazione: G.U. n. 2 del 3 gennaio 2013
Legge 24 dicembre 2012, n. 229
"Bilancio di previsione dello Stato per l'anno
finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio
2013-2015"
Pubblicazione: G.U. n. 302 del 29 dicembre 2012
Legge 24 dicembre 2012, n. 228
"Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013)"
Pubblicazione: G.U. n. 302 del 29 dicembre 2012
Decreto Legge 18 dicembre 2012, n. 223
"Disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni
politiche nell'anno 2013"
Pubblicazione: G.U. n. 294 del 18 dicembre 2012
Legge 11 dicembre 2012, n. 220
"Modifiche alla disciplina del condominio negli
edifici"
Pubblicazione: G.U. n. 293 del 17 dicembre 2012
Legge 10 dicembre 2012, n. 219
"Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli
naturali"
Pubblicazione: G.U. n. 293 del 17 dicembre 2012
2
Giurisprudenza
E' necessario il concorso pubblico per
l'accesso del personale già assunto ad una
fascia o area funzionale superiore, e cioè ad
una progressione verticale che consista nel
passaggio ad una posizione funzionale
qualitativamente
diversa,
tale
da
comportare una novazione oggettiva del
rapporto di lavoro.
Per consolidata giurisprudenza, per procedure
concorsuali di assunzione ascritte all'attività
autoritativa dell'Amministrazione (alla stregua dell'art.
63, comma 4, del d.lgs. n. 165/2001), si intendono non
soltanto quelle preordinate alla costituzione "ex novo"
dei rapporti di lavoro, ma anche le prove selettive
dirette a permettere l'accesso del personale già assunto
ad una fascia o area funzionale superiore, e cioè ad una
progressione verticale che consista nel passaggio ad
una posizione funzionale qualitativamente diversa, tale
da comportare una novazione oggettiva del rapporto di
lavoro; tale accesso deve avvenire per mezzo di una
pubblica selezione, comunque denominata ma
costituente, in definitiva, un pubblico concorso
(Cassazione civile sez. un., 05 maggio 2011, n. 9844;
Consiglio di Stato sez. V, 8 giugno 2011, n. 3484).
Solo qualora si controverta di un semplice passaggio di
livello senza variazione di area o categoria, ossia senza
novazione oggettiva del rapporto di lavoro, sussiste la
giurisdizione dell'autorità giudiziaria. Nel caso che
occupa il superamento della procedura selettiva
comportava l’attribuzione ai concorrenti, inquadrati
nella categoria "C" della superiore categoria "D",
sicché, sulla base dei cennati consolidati principi
giurisprudenziali, pienamente condivisi dal Collegio, la
eccezione non è positivamente valutabile. (Consiglio di
Stato, Sez. V, sentenza 31.10.2012, n. 5562)
Se tra vecchio ed il nuovo concorso non
emergono
differenze
significative,
l'Amministrazione ha l'obbligo di motivare
le ragioni per le quali non reputa di
procedere alla scorrimento della vecchia
graduatoria.
Con la sentenza in esame il Consiglio di Stato richiama
l’indirizzo dell’Adunanza Plenaria n. 14/2011 secondo
il quale l’Amministrazione, "una volta che abbia deciso
di provvedere alla copertura dei posti vacanti, è tenuta
a motivare in ordine alle ragioni che la inducono ad
optare per una o l'altra forma di reclutamento, e cioè il
concorso pubblico ovvero lo scorrimento di graduatoria
ancora efficace, ma tenendo nel debito conto che
l'ordinamento attuale afferma un generale favore per
l'utilizzazione delle graduatorie degli idonei, avente
anche una chiara finalità di contenimento della spesa
pubblica che il concorso pubblico comporta, e che
recede solo in presenza di speciali discipline di settore
o di particolari circostanze di fatto o di ragioni di
interesse pubblico prevalenti, che devono, comunque,
essere puntualmente enucleate nel provvedimento di
indizione del nuovo concorso". (Consiglio di Stato,
Sez. III, sentenza 20.12.2012, n. 6560)
L’inserimento dei candidati in graduatoria
non determina un diritto all’assunzione,
dovendosi tener conto di eventuali
mutamenti della situazione di fatto e diritto
tra la data di espletamento del concorso e
la data della successiva determinazione di
avvalersi o meno dell’attività lavorativa di
chi sia stato utilmente collocato in
graduatoria.
E’ principio ricorrente che l’inserimento dei candidati
in graduatoria non determina ex se un diritto
all’assunzione, dovendosi tener conto di eventuali
mutamenti della situazione di fatto e diritto tra la data
di espletamento del concorso e la data della successiva
determinazione di avvalersi o meno dell’attività
lavorativa di chi sia stato utilmente collocato in
graduatoria. Non è tuttavia dubbio che l’inserimento in
graduatoria ingenera una legittima aspettativa a
conseguire l’assunzione, e che l’amministrazione è
tenuta ad adottare tempestivamente, in senso
affermativo o negativo, i provvedimenti conseguenti
all’inserimento in graduatoria. In virtù del giudicato
l’amministrazione è dunque obbligata a determinarsi
tempestivamente in ordine all’assunzione (in senso
positivo o negativo), e, in caso di provvedimento
ostativo, a indicare le puntuali ragioni che impediscono
l’assunzione a fronte di una graduatoria approvata. In
altri termini, l’amministrazione pubblica - se anche
ritiene che vi sia un ostacolo di ordine giuridico per
l’assunzione (o la nomina) di chi sia stato utilmente
collocato in una graduatoria di un concorso – deve
emanare un formale atto che contenga le proprie
determinazioni, sia per esigenze di trasparenza che per
consentire la tutela giurisdizionale dell’interessato
(nell’eventuale giudizio di cognizione che questi
intenda in ipotesi attivare). (Consiglio di Stato, Sez. VI,
sentenza 14.11.2012, n. 5750)
Stop alla ritenuta del 2,5% sul Tfr dei
dipendenti pubblici.
Il Governo si allinea alla Consulta e rispolvera il Tfs.
Gli arretrati arriveranno con un Dpcm. Roma, 27 ott Per le liquidazioni dei dipendenti pubblici il Governo
torna all'antico e rispolvera il «trattamento di fine
servizio». È quanto prevede il decreto legge approvato
ieri a Palazzo Chigi per dare piena attuazione alla
sentenza della Corte Costituzionale (n. 223/2012) che
ha dichiarato incostituzionale sia il prelievo
contributivo del 2,5% sul Tfr dei dipendenti pubblici,
sia il contributo di solidarietà del 5 e del 10% sulla
parte di retribuzione che eccede, rispettivamente, i 90 e
i 150mila euro lordi annui.
3
A introdurre le misure che la Consulta ha bocciato era
stato il decreto 78 del 2010 quando a Palazzo Chigi
c'era Silvio Berlusconi e a via Venti settembre Giulio
Tremonti.
Ma il compito d i correre ai ripari è toccato al Governo
Monti. Per gestire gli effetti della sentenza, il Consiglio
dei ministri di ieri ha deciso di imboccare due strade
distinte.
Per l'abolizione della trattenuta del 2,5% sulle
liquidazioni è stato utilizzato il decreto legge. Per la
ripresa delle trattenute e le restituzioni delle somme
indebitamente prelevate ai dipendenti si procederà in
via amministrativa con un decreto del presidente del
Consiglio (Dpcm). E questo facendo leva sulla
legislazione vigente, applicando una sorta di clausola
di salvaguardia secondo cui, se in determinate
circostanze dovessero venire meno le entrate della
manovra (da leggere anche con possibili pronunce
giurisdizionali), il Governo può procedere con un
taglio lineare sulle spese delle pubbliche
amministrazioni. Al Dpcm sarà demandata anche la
definizione delle modalità operative di erogazione dei
rimborsi dovuti. La partita più delicata resta comunque
quella relativa alle liquidazioni dei dipendenti pubblici.
Il decreto legge di un solo articolo, inviato al Capo
dello Stato, prevede che l'articolo 12, comma 10, del Dl
anticrisi del 2010 venga abrogato a decorrere dal 1°
gennaio 2011. Per salvaguardare la tenuta dei conti
pubblici, lo stesso testo prevede il ritorno al trattamento
di fine servizio (Tfs) che - in virtù della quota
trattenuta direttamente sul dipendente - per il datore di
lavoro (pubbliche amministrazioni centrali e locali) è
meno oneroso rispetto al trattamento di fine rapporto.
Sempre secondo il decreto legge approvato ieri gli
oneri che dovrà sostenere lo Stato per la riliquidazione
dei "Tfs" ammontano a 21 milioni complessivi per il
2012 (1 milione), 2103 (7 milioni) e 2014 (13 milioni),
e in 20 milioni a decorrere dal 2015. Per le
riliquidazioni dei trattamenti di fine servizio il Governo
si
darà
un
anno
di
tempo.
Infatti viene previsto che i Tfs «comunque
denominati», che sono stati liquidati prima dell'entrata
in vigore del nuovo Dl secondo quando prevedeva il
decreto 78, saranno riliquidati d'ufficio entro un anno
dall'entrata in vigore del decreto legge approvato ieri.
Si applicheranno cioè le regole in vigore prima della
stretta sugli statali introdotta dal Governo Berlusconi.
E, comunque sia, la rideterminazione delle liquidazioni
spettanti non potrà dare luogo ad alcun recupero delle
somme erogate in precedenza nei confronti del
dipendente. Per quanto riguarda, infine, le cause
pendenti avviate dai dipendenti pubblici per ottenere la
restituzione del contributo previdenziale obbligatorio
del 2,5%, il provvedimento messo a punto
dall'Esecutivo ne dispone l'estinzione di diritto. Un
'estinzione che potrà essere dichiarata anche d'ufficio.
Al tempo stesso vengono sterilizzati del tutto gli effetti
di eventuali sentenze già emesse, fatta eccezione per
quelle nel frattempo passate in giudicato.
http://www.grnet.it/news/notizie/economia/
L’ UNIONE EUROPEA RITORNI AI
SUOI PRINCIPI ISPIRATORI
di Vittorio Galatro1
L’Unione europea è una bella realtà dei tempi
attuali,specialmente se si pensa a quante guerre sono
state combattute, nel corso dei secoli, fra gli stati del
vecchio continente.
Il secolo scorso, con la prima e seconda guerra
mondiale, ci ha portato distruzione e lutti.
Ancora è viva la memoria ed anche oggi si vedono le
ferite della seconda guerra mondiale, non rimarginate
del tutto. Si ricordano tanti luttuosi tragici eventi, si
fanno manifestazioni per non perdere la memoria di
tanti fatti di odio e di sangue, di obbrobriosi crimini
che hanno degradato le persone umane a belve feroci.
Ed ora, in un periodo di pace per l’Europa, sia pure
difficile e tormentato, non possiamo che essere felici
nel vedere che gli stati dialogano fra di loro, anche
se vi sono contrasti di vedute fra i vari governi e se
l’Unione Europea risulta, sotto molti aspetti, non
perfezionata nei suoi meccanismi; praticamente
inadeguata e deludente di fronte alle difficoltà della
vita quotidiana, alla crisi che attanaglia il mondo
intero.
La realtà europea ,oggi, ha una vita non facile. Le
disarmonie e le difficoltà si manifestano sotto forma
di proteste e di guerriglie locali (Grecia, Spagna,
ecc.). Mentre sembra che qualche nazione ,
economicamente più forte, voglia
imporsi e
dominare , in maniera sia pure incruenta e “civile”,
ma certamente non consona allo spirito del trattato
di Roma del 1957, che sancì la nascita della Comunità
Economica Europea.
Non vogliamo esagerare , ma vogliamo far capire
che, il sistema civile e democratico dell’Europa,
deve essere garantista , e non si devono creare
situazioni che vadano ad affamare la vita delle
popolazioni, sia per l’inadeguatezza delle singole
economie, sia a causa di speculazioni o per il
sistema
perverso di mercato, senza i necessari
controlli e correttivi e senza il solidale aiuto (in
termini tecnico-economici e non di beneficenza)
degli altri partner.
Ad esempio, anche se i governanti greci hanno
male operato, non si può mortificare un popolo ed
una nazione di antica civiltà, imponendogli di restare
nell’euro a condizioni dure e difficili, che comportano
pesanti sacrifici, specialmente ai ceti meno fortunati.
Così gli italiani e i cittadini di altri stati non devono
essere costretti a sopportare continui sacrifici, nuove
tasse e nuove restrizioni perchè lo impone il patto
di stabilità, perché lo vuole l’Europa.
E’ pur vero che l’economia è una scienza positiva
e sperimentale, e non si può basare su intenzioni di
buona volontà, ma deve rispondere a precise e
1
Già difensore civico del comune di Nocera Inferiore,
segretario generale delle provincie di Siena, Viterbo,
Benevento, Sassari, Verona e Pisa.
4
concrete esigenze che impone la realtà dei fatti e del
mercato.
E’ proprio su questo che l’Europa e l’Italia dovrebbero
riflettere: non si può superare un periodo di recessione,
non si può uscire da una crisi solo facendo sacrifici e
imponendo tasse.
Bisogna perseguire una
politica di sviluppo,
stimolando e facilitando attività economiche ed
imprenditoriali, così come insegna il Keynes e
tanti altri economisti fra cui Galbraith, Samuelson,
nonché, ultimo in ordine di tempo, il premio
Nobel Stiglitz , che sollecita i responsabili della res
publica ad affrontare, con mezzi risolutivi e rapidi,
la congiuntura economica sfavorevole.
Per risolvere il grave problema ci vogliono anche i
tagli, i risparmi e i sacrifici.
Ma siamo sicuri che i responsabili dell’elefantiaca
macchina burocratica dell’Unione Europea facciano
veramente il loro dovere, evitando sprechi ed
eccessive spese?
Purtroppo, proprio l’Unione
Europea è la prima a spendere male i nostri soldi.
Le sedute del Parlamento europeo si svolgono a
Bruxelles ed a Strasburgo. Per questi trasferimenti
di sede si muove quello che viene chiamato il
“circo itinerante”, ovvero il il carrozzone della
politica fatto da numerose auto, per una percorrenza di
350 chilometri, con a bordo i deputati del parlamento
europeo, insieme a portaborse e funzionari.
Inoltre partono 25 camion per il trasporto di
quattromila faldoni che contengono i documenti dei
deputati, dei funzionari e degli interpreti. Con un
costo per i contribuenti europei di 180 milioni di euro
l’anno, oltre ad un grave inquinamento atmosferico
di 20 mila tonnellate di anidride carbonica..
Tutto questo per far funzionare il Parlamento europeo;
un organo quasi inutile e molto costoso: le più
importanti decisioni europee vengono prese fuori dal
Parlamento (il Consiglio d’Europa formato dai capi di
stato e di governo), mentre il Parlamento svolge
soltanto attività e dibattiti politici. Forse, anche per
questo, esso è soltanto formalmente e velocemente
presenziato dai nostri europarlamentari, che si
accontentano di maturare le indennità e di far presto
ritorno in patria e …..addio Europa e problemi europei.
Questo è solo un aspetto della “cara” Europa.
Bisognerebbe informarsi, indagare e vedere come viene
impiegato il nostro denaro. Anche se vi è una Corte
dei conti europea , essa, a quanto ci risulta, non ha
fatto mai un’ osservazione sulle spese che effettua
l’UE; preferisce dormire sonni beati, tanto i
componenti della Corte stessa godono di lauti stipendi.
Il Parlamento europeo ci dovrebbe dare l’idea ,
ancora
purtroppo utopistica, degli Stati Uniti
d’Europa; ma facciamo attenzione, anche se il
nomen, della nuova possibile realtà statuale, va in
risonanza con quello degli Stati Uniti d’America, le
cose sono ben diverse.
Gli stati che formano l’Unione americana hanno
sostanzialmente comuni origini e comune storia, che si
possono così sintetizzare, negli eventi più salienti di
quella realtà:
1)lotta di affrancazione dallo stato coloniale,
2)guerra di secessione,
3)questione indiana.
Per noi le cose sono ben diverse; e proprio per
questo ci sono stati contrasti, guerre, invasioni.
Ancora oggi, in forma non cruenta, continuano le
battaglie e non sono del tutto sopiti antichi rancori.
Senza abbandonare l’ideale dell’unione politica e della
visione di una stato unitario, bisogna saper gestire le
diversità, bisogna saperle rispettare ed armonizzare;
soprattutto in un quadro di uguale dignità degli stati e
di giustizia, e con presupposti ed impegni
economico-finanziari che
siano, non
solo
formalmente accettati dai singoli stati, ma siano
praticabili e sopportabili nella realtà operativa di tutti i
giorni, in rapporto alle singole economie.
Tante clausole degli accordi di Maastricht ed altri
trattati sono risultate, in pratica,clausole capestro per
noi e per altri stati dell’Unione: andrebbero riviste
in termini realistici ed equi. Come va rivisto l’iniquo
tasso di cambio lira/euro.
L’Europa, nella volontà dei padri fondatori
(Adenauer, De Gasperi, Schuman ed altri), è stata
concepita come “Comunità”, ovvero con l’impegno
degli stati partecipanti di mettere “in comune” ciascuno stato - le risorse che possiede e non quelle
che non ha o che difficilmente può avere.
Così come può avvenire in una società privata: io
metto la terra che possiedo, tu metti i capitali che
possiedi, l’altro mette a disposizione il know-how,
l’altro, ancora, mette a disposizione le le braccia
lavorative.
Non si può obbligare a chi ha solo la terra di
mettere a disposizione denaro liquido che non ha.
Così non si può impegnare a dare prestazioni
lavorative chi non dispone di braccia lavorative e può
dare soltanto la terra.
Ciascuno deve contribuire con le ricchezze che ha e di
cui può sicuramente disporre: questo è stato il principio
originario ed indefettibile della Comunità europea, che
è stato ignorato e tradito.
Su questo piano e su queste idee dovrebbero operare
i politici assisti da validi esperti di scienza economica:
la diversità e la complementarietà possono sicuramente
fare l’unità duratura.
Inoltre, bisognerebbe attuare il principio di
sussidiarietà che esige l’intervento diretto dell’Unione
quando uno stato singolo non è in grado di provvedere
a certi suoi importanti compiti (art. 38 del trattato di
Maastricht). Intervento diretto dell’Europa e non
semplice invio di ispettori per fare richiami o applicare
sanzioni.
Inoltre, la BCE dovrebbe assicurare , com’è suo
compito, la stabilità economica degli stati
dell’Unione e difenderla dagli attacchi speculativi
esterni.
Con queste osservazioni non vogliamo suscitare
scetticismo sull’Europa e sulle istituzioni europee,
ma vogliamo essere di sprone e di stimolo
nella speranza di poter realizzare, gradualmente e nel
tempo, il grande sogno europeo.
5
OSSERVATORIO CULTURALE
Eduardo De Filippo
nasce il 24 maggio del 1900 a Napoli, da Luisa De
Filippo e Eduardo Scarpetta, attore e commediografo di
successo, autore fra l’altro di “Miseria e nobiltà”.
Scarpetta porta avanti due famiglie parallele, e si diletta
in relazioni occasionali dalle quali vengono al mondo
altri figli. L’intreccio amoroso è ancora più
ingarbugliato se si pensa che le sue morose sono tutte
parenti della moglie legittima. Nonostante il contesto
familiare complicato Eduardo è allevato con affetto
e cura da entrambi i genitori. Fa il suo debutto sul
palcoscenico a soli quattro anni, al Teatro Valle di
Roma, in “La Geisha”. Cresce dividendosi tra la scuola
e il palcoscenico, ma ha un carattere un po’ irrequieto,
così viene mandato al collegio Chierchia di Napoli, ma
anche qui i risultati sono scarsi. Così sarà il padre ad
occuparsi personalmente della sua istruzione,
costringendolo non solo a studiare le varie discipline,
ma anche a familiarizzare con i testi teatrali, che gli fa
leggere e copiare per almeno due ore al giorno. Lavora
nel contempo in diverse compagnie teatrali, fra le quali
va ricordata quella del fratellastro Vincenzo, svolgendo
i compiti più disparati, dall’attore al suggeritore, al
tuttofare. Quando ha la possibilità di calcare le tavole
del palcoscenico mostra doti recitative sorprendenti,
movenze naturali e una padronanza della scena che non
teme confronti. Nel 1920 pubblica il suo primo atto
unico “Farmacia di turno” e poi parte per il servizio
militare, per due anni, durante i quali non smette di
recitare e di comporre. Al termine del servizio militare
torna a teatro a tempo pieno, la sua bravura è risaputa,
per cui gli vengono affidate anche direzioni di opere
altrui. Nel 1922 compone “Uomo e galantuomo”. Nel
1930 giunge a una svolta: Eduardo fonda con i due
fratelli, Titina e Peppino, anch’essi particolarmente
talentuosi, la compagnia del “Teatro umoristico: I De
Filippo”, il successo è immediato e grandissimo. I De
Filippo diventano polo d’attrazione e punto di
riferimento del mondo teatrale italiano. Nel 1931
Eduardo scrive, e mette in scena al Kursaal di Napoli,
con enorme successo, “Natale in casa Cupiello”. Inizia
anche la sua parallela attività cinematografica,
ricordiamo: “Tre uomini in frak” del 1932, di Mario
Bonnard; “Il cappello a tre punte” del 1934, di Mario
Camerini; “Quei due” di Gennaro Righelli, del 1935.
Dopo la guerra, per contrasti artistici Peppino lascia la
compagnia, che viene così a sciogliersi. Nasce la
“Compagnia di Eduardo”, che nel 1945 porta in scena
al San Carlo di Napoli “Napoli milionaria” che risulta
essere un altro trionfo. L’anno successivo pari gloria
riceve, al teatro Eliseo di Roma, “Filomena
Marturano”, che diviene presto il cavallo di battaglia di
Titina. Scrive tra l’altro “Le bugie con le gambe
lunghe” nel 1947; “La grande magia” e “Le voci di
dentro” nel 1948; “La paura numero uno” nel 1951.
Incessante anche l’attività cinematografica: “Assunta
Spina” di M. Mattoli nel 1948; “Napoli milionaria” nel
1950; “Filomena Marturano” nel 1951; “L’oro di
Napoli” di Vittorio De Sica del 1950; “Fantasmi a
Roma” di A: Pietrangeli del 1960. Nel contempo
l’artista acquista ciò che rimane, dopo la devastazione
dei bombardamenti, del glorioso Teatro San
Ferdinando di Napoli, e con amore lo riporta in vita,
inaugurandolo nel 1954. Qui ripropone le opere del
padre, con “La Scarpettiana”, e recita a fianco di attrici
illustri, quali Tina Pica e Pupella Maggio. È con grande
soddisfazione che Eduardo porta le sue opere nei teatri
di tutto il mondo, riscuotendo successi, riconoscimenti
e tanta notorietà, senza mai smettere di comporre, tra
tutte ricordiamo “Questi fantasmi” e ”Il figlio di
Pulcinella”. Nel 1960, durante una vacanza sul
Terminillo, muore a soli dieci anni la figlia Luisella, il
dolore e lo sconforto sono immensi. Eduardo cerca di
superare il lutto gettandosi nel lavoro, inizia a
collaborare anche con la televisione, realizzando
sceneggiati e portando sul piccolo schermo le sue
commedie. Continuano le tournèe all’estero. Fra tante
rappresentazioni poi, ricordiamo “Sabato, domenica e
lunedì”, all’Old Vic di Londra, con la regia di Franco
Zeffirelli e l’interpretazione di Laurence Olivier. Nel
1974 durante una replica di “Gli esami non finiscono
mai” all’Eliseo di Roma è colto da un malore, gli viene
applicato un pacemaker, e appena possibile torna al
lavoro. Seguono anni intensi, con una carica ed una
vena creativa che non conoscono soste. Dopo i
riconoscimenti, i premi, le lauree honoris causa, nel
1981 è nominato Senatore a vita. Muore il 31 ottobre
del 1984 a Roma, nella clinica Villa Stuart, dove si
trovava
ricoverato
da
qualche
giorno.
La camera ardente viene allestita al Senato e i funerali
sono trasmessi in diretta televisiva. Salutato da
trentamila estimatori commossi, riposa al Verano, il
cimitero monumentale della capitale. Genio
incontrastato ha tanto sofferto per la situazione
familiare d’origine, tanto da definire il genitore “un
bravo attore”, e mai appellarlo come padre. Anche i
contrasti con Peppino sono stati sofferti, nonostante la
tarda riconciliazione con la malattia di quest’ultimo.
Pure con le donne non ha avuto vita facile, sposato tre
volte, ha trovato la serenità solo con l’ultima moglie,
Isabella Quarantotti, scrittrice e sceneggiatrice, sposata
nel 1977. Dalla seconda moglie Thea Prandi ha avuto i
suoi due figli, Luisella e Luca.
http://www.ecodelcinema.com/eduardo-de-filippo--biografia.htm
6
Incontro sul tema: Giudici e/o legislatori
nella gestione della crisi ?
a cura del Dott. Aldo Marra2
Il 22 agosto 2012 ha avuto luogo a Nardò, S. Caterina,
nella sede del Circolo nautico Oasi Club, organizzato
dall’Osservatorio giuridico e culturale «Terzo
Millennio» in collaborazione con lo stesso Circolo
nautico e con il patrocinio della regione Puglia, della
provincia di Lecce e del comune di Nardò, l’incontro
sul tema : «Giudici e/o legislatori nella gestione della
crisi ? » con la partecipazione del Dott. Giuseppe
Mario Potenza per «Terzo Millennio», del Prof.
Achille De Nitto dell’università del Salento e del Dott.
Eugenio Mele, consigliere di Stato. Il tema trattato ha
suscitato ampio interesse nel folto uditorio e agli
interventi dei relatori è seguito un dibattito con altri
numerosi interventi da parte dei presenti. Nella
successione degli interventi alla relazione introduttiva
del Dott. Giuseppe Mario Potenza ha fatto seguito la
relazione del Prof. Achille De Nitto, il cui testo si
riporterà successivamente in quanto, al momento, non
pervenuto alla redazione.
Saluto del presidente del Circolo Nautico
Oasi Club, Geom. Cosimo Fedele
Buonasera a tutti. Anche a nome dei soci del Circolo
ringrazio il Dott. Giuseppe Mario Potenza, infaticabile
promotore di incontri che, come questo, sono lodevoli
iniziative culturali per la trattazione di temi di grande
importanza sociale. come pure ringrazio il Prof. Achille
De Nitto, docente di Diritto pubblico all'università del
Salento e il Dott. Eugenio Mele, consigliere di Stato.
L'argomento sulla crisi economica e istituzionale è di
estrema e purtroppo drammatica attualità e potremo
fruire delle osservazioni, certamente autorevoli, dei
Relatori. Grazie.
Relazione introduttiva di Giuseppe Mario
Potenza
Buonasera a tutti. Ci ritroviamo con la presenza del
Dott. Eugenio Mele, consigliere di Stato, e del Prof.
Achille De Nitto, dell’università del Salento. Io
chiamavo il Dott. Mele sempre negli anni ’90 quando
per conto dell’Amministrazione provinciale di Imperia
organizzavo convegni di studio nella sala consiliare di
Imperia e nella sala conferenze dell’Ariston di
Sanremo. Egli ci viene a trovare da diversi anni, da
quando io mi sono collocato a riposo, intrattenendoci
su temi di grande importanza sociale.
L’Osservatorio “Terzo Millennio” organizza incontri
culturali, anche di carattere giuridico perché destinati a
coinvolgere la base popolare su temi di grande
importanza sociale. Non risulta che in periodo estivo si
2
Già funzionario ASL
siano tenuti mai, qui, da queste parti, incontri culturali
su temi di carattere giuridico diversi dal nostro. Siamo
stati, un po’, pionieri in questo. La materia giuridica è
ostica, ma si è avuto modo di apprezzare, del Dott.
Mele, oltre al suo corredo culturale, lo stile pratico e
scorrevole del suo dire, che tiene avvinto l’uditorio, e
questo è stato detto da tutti gli amici qui a Nardò. E poi
è stato sempre mio convincimento che i temi giuridici
non devono essere riservati agli addetti ai lavori e alle
categorie specifiche di studiosi, ma che invece debbano
interessare tutti i cittadini, che certamente non
disdegnano di interessarsi alla cosa pubblica. I fatti mi
hanno dato ragione e a tanti di noi fa piacere sentire
l’amico Mele. Dico questo senza togliere nulla al Prof.
Achille De Nitto, che tutti noi abbiamo potuto sentire
con pari interesse e simpatia già dall’anno scorso,
quando egli è venuto a parlare sulla giustizia
costituzionale nella sala del Centro bibliotecario del
Carmelitani di Nardò.
Siamo in periodo di vacanza e di relax, ma ci vogliamo
interessare al tema di questa sera, per quanto
drammatico sia, molto disincantati e con quel distacco
che ci serve quotidianamente di fronte ai problemi che
ci circondano. Una cosa è ignorare i problemi, un’altra
affrontarli con filosofia di vita e pazienza. Che non
dobbiamo lasciarci prendere dal pessimismo è vero, ma
il problema c’è ed è costituito da duemila miliardi di
debiti che lo Stato ha contratto grazie alla disinvoltura
dei politici di ogni colore. Costoro non sempre hanno
gestito il nostro denaro con criteri propriamente
corrispondenti al bene comune ma, semmai al
tornaconto personale. Questo dico facendo salvi quanti
riescono con grande onestà e fermezza di carattere a
mettere al primo posto l’interesse pubblico. Se poi
spostiamo il discorso al Governo centrale, può
accadere di vedere, in modo analogo rispetto al piano
locale, la nebbia e i misteri che avvolgono l’operato di
chi ci governa e il costume diffuso in politica, il
politically correct che, come noi tutti sappiamo, è un
criterio comportamentale di tutti, a qualsiasi parte
politica appartengano, diverso rispetto ai criteri
suggeriti dall’etica.
Lascio ai due relatori che seguono l’illustrazione del
ruolo dei giudici e dei legislatori (è significativo questo
plurale) nella grave crisi che attualmente ci attanaglia.
Mi limito solo a sottolineare una domanda che il
cittadino si può porre in occasione di questa crisi.
Considerato che ora, al di là degli effetti conseguenziali
della recessione globale estesa oltralpe, ora stiamo
raccogliendo i frutti del governo di tutti gli anni
passati, i cittadini possono fare qualcosa per
scongiurare eventuali illusioni per il futuro?
Non esiste classe più screditata di quella politica. I
politici hanno sempre fatto grandi proclamazioni, ma i
fatti ci dicono che non ci possiamo sempre fidare. Se
noi andiamo a comprare un elettrodomestico, ci
facciamo dare la garanzia per il caso che risulti, entro il
periodo previsto, un difetto di fabbricazione, sicché, se
questo risulta, ci facciamo sostituire l’oggetto difettato
con un altro. I politici dicono solo parole per avere i
voti, ma finora abbiamo visto che, dove più dove
meno, salva ogni eccezione, s’intende, essi nascono
7
fabbricati con la stessa sostanza, pur fatte le debite
eccezioni che, però, non cambiano i termini del
problema. L’unica cosa certa è che essi dopo aver
svolto la loro attività, si sono aggiustati le ossa, e
sappiamo che esistono i «politici di professione». Tanti
sono stati eletti pur essendo stati coinvolti nella
giustizia penale, tanti hanno fatto i loro comodi in
Parlamento, con presenze a piacere, e nessuno ha mai
potuto fare niente perché il politically correct non ha
mai guardato a queste cose.
Si può tentare di dare una risposta alla domanda. I
cittadini possono far sentire la loro voce con una più
realistica applicazione dell’art. 49 della Costituzione
che ne afferma il diritto alla formazione della politica
nazionale, il che può avvenire benissimo al di fuori dei
partiti politici, che in questo articolo hanno una
funzione strumentale.
Questa voce serve per fare proposte di legge al
Parlamento e proposte di più corretta applicazione della
legge
al Governo quando perdura il silenzio
istituzionale di fronte a certe incongruenze, e serve,
inoltre, per fare proposte mirate per aggiustare il tiro al
Governo a titolo di prevenzione quando si notano
segnali di sgarro e prima che si vada all’irreparabile.
Circa le proposte di legge è vero che c’è l’art. 71,
comma 2, della Costituzione, ma io parlo di iniziative
al di fuori dei partiti politici, e in questo caso occorrono
presupposti organizzativi di rilevanza istituzionale
prevista con legge che al momento manca e che, di
fatto vanifica ogni iniziativa.
Per far sentire la loro voce i cittadini hanno bisogno di
strumenti adeguati, cioè previsti da apposita legge che
ponga i presupposti di fattibilità a preveda la rilevanza
dell’operato dei cittadini. In mancanza di questa legge
l’art. 49 rimane lettera morta, come è stato finora. I
cittadini debbono prima avere il quadro chiaro e fare le
loro valutazioni: a tale scopo essi devono essere
periodicamente
informati
dai
parlamentari
sull’andamento della cosa pubblica. Questa
informazione si estende all’operato di merito degli
stessi parlamentari. I parlamentari dovrebbero essere
giudicati da un organismo super partes con una
valutazione sulla base di dati obiettivi. In altri Paesi,
con ordinamento non meno democratico del nostro, è
prevista la revoca dei parlamentari ancor prima della
scadenza del mandato per loro indegnità.
I cittadini hanno il diritto di sapere come vanno le cose
non alla fine del mandato o, come più spesso succede,
dopo che è trascorso bel tempo e si scoprono gli
altarini, ma hanno diritto di sapere a mano a mano.
È ora che da noi ci sia una legge per una previsione
analoga.
A proposito dell’invito, fatto da parte governativa ai
cittadini di mandare messaggi per esprimere opinioni
sugli sprechi del denaro pubblico, il Prof. Stefano
Zamagni dell’Università di Bologna, in una intervista
riportata poi nel Corriere della Sera (24 giugno 2012),
ha ricordato la sua proposta di un modello di
democrazia deliberativa.
I cittadini, egli ha detto,
devono essere coinvolti, ma non così. Piuttosto devono
essere consultati con i cosiddetti forum deliberativi che
sono rigidamente regolamentati, come avviene in molti
Paesi del Nord. È un altro impegno, questo, egli ha
concluso, rispetto a quello di mandare una mail che
non responsabilizza.
Sappiamo quanto determinante sia nel nostro
ordinamento l’’ingerenza dei partiti politici. Si è detto
che il nostro è uno «Stato dei partiti». Il fatto è che in
Italia il nostro è uno «Stato dei partiti» all’italiana.
Siamo lontani, infatti, dal Parteienstaat del modello di
Gerhard Leibholz, dove i partiti si configurano come
«forme di autoorganizzazione del popolo per
l’esercizio dell’attività politica», mentre essi in Italia,
ha osservato a giusta ragione Vincenzo Baldini, si
atteggiano in sostanza a soggetti autonomi ed esclusivi
della dialettica politica e quindi in una «posizione
formalmente esterna ed estranea rispetto al complesso
degli organi pubblici dello Stato», in quanto «il
Parlamento da luogo di formazione della decisione
politica trasfigura in sede istituzionale di ratifica della
stessa che, di norma, viene definita nella sedi informali
della politica (segreterie di partito, vertici di partito
etc.)».
Quando si dice, sic et simpliciter, che partiti sono
previsti nella Costituzione, si dimentica che non esiste
ancora una legge che ne disciplini l’attività, e questa
latitanza della legge noi l’abbiamo esperimentata pure
sotto l’altro aspetto dei «rimborsi» (che non sono mai
stati veri e propri rimborsi per spese verificate con
qualche controllo) in sostituzione dei «contributi» : con
una diversa terminologia il referendum fatto sul
finanziamento dei partiti è rimasto snobbato.
Consapevoli di questa mancanza di controlli i politici
di turno ogni tanto dicono «Mi assumo le mie
responsabilità» e rivolgendosi ad altro politico con il
quale
configgono
dicono «Si assuma le sue
responsabilità». E si sa che questa responsabilità è solo
aria fritta. Ora da parte dei politici si finge di ignorare
che l’inasprimento fiscale particolare in Italia è causa,
anzitutto, del vistoso debito pubblico, prodotto da anni
e decenni di allegra finanza da Governi di ogni colore.
È ora che si abbia una svolta e che si chiedano garanzie
con l’istituto della revoca dei parlamentari e con
l’istituto del controllo popolare.
Per questi motivi si rende necessaria una conferenza
dei cittadini composta da rappresentanti nominati
secondo apposita procedura tra quanti ne abbiano i
requisiti e siano compresi in apposito albo, il tutto
previsto da una legge. Questo è stato da me sottolineato
da tempo e, da ultimo, nell’incontro organizzato nel
2009 dall’Unitre di Nardò sul tema «Il cittadino e gli
enti locali: prospettive e speranze» ( il testo degli
interventi è stato poi riportato nel n. 3/2009 della
Rassegna «Terzo Millennio»).
Relazione del Dott. Eugenio Mele:
“Legislatore e giudici nell'attuale crisi
istituzionale”
Il momento storico che stiamo attraversando è
particolarmente critico, da un lato, infatti, si è potuto
constatare come l'enorme nanismo dei soggetti
8
chiamati a dirigere le sorti del Paese abbia portato ad
una sorta di commissariamento dello stesso e della
classe politica (considerata incapace di esprimere una
qualsivoglia linea operativa), dall'altro, per effetto di un
incontenibile burocrazia contabile dell'Unione europea
(che vorrebbe tutto tedeschizzare), si è determinata una
situazione economica di grave disagio, e, da un altro
ancora, per sanare l'insanabile si è chiamato ad operare
un nuovo sistema che non ha fatto altro che incrudelire
sulla situazione economica, innescando una recessione
economica, che ha portato povertà, paura e,
incredibilmente, una sopportazione fatale, quasi nel
segno del destino.
Ora, ci domandiamo, come è successo tutto questo? E'
stata colpa della cosiddetta classe politica, pasticciona
e manipolatrice, è stata colpa dell'Unione europea,
ingorda e incapace di produrre quel "quid pluris" che
un sistema federale -in genere produce? È stata colpa
della nuova onda storica, che tende a farci tornare
indietro verso un nuovo medio evo?
La risposta non c'è, evidentemente. L'unica cosa che
possiamo dire è che ognuno è arbitro della propria
esistenza e se il nostro Paese si trova in questa
disgraziata situazione la colpa non può che essere
dell'intera collettività nazionale.
Venendo più nel particolare, nell'esaminare il modo di
essere del nostro legislatore e dei nostri giudici
nell'attuale temperie, non possiamo fare a meno di
portare particolare attenzione ad alcuni specifici
fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti.
La cosa che si può notare, a proposito del legislatore
nazionale (non parliamo, per pudore del legislatore
regionale), è che negli ultimi anni (che ormai sono più
di venti), lo stesso si è come spogliato dei suoi compiti:
da un lato, dovendo adeguarsi alla normazione
sopranazionale di tipo europeo, si è limitato a
riprodurre nel nostro ordinamento quelle disposizioni,
senza alcun esame in ordine alla loro compatibilità con
la storia, il costume, il sistema giuridico in atto nel
nostro paese; da un altro, si è abbandonato a
normazioni di tipo tecnico, lasciate a tecnici del diritto,
bravi, anzi bravissimi nella redazione tecnica delle
norme, ma completamente digiuni di valori
ordinamentali. In questo modo, si è dato luogo ad
un processo di immissione nell'ordinamento di una
normativa
puntuale,
esasperatamente
precisa,
minuziosamente indicativa di ogni necessità, che è il
tradimento più evidente del valore che si è sempre dato
alle "regulae iuris", che, per essere tali, non possono
che essere generali ed astratte.
Se così può essere sintetizzato il ruolo del legislatore
nazionale, non più commendevole è stato quello dei
nostri giudici.
Questi, al di là di patologici interventi di protagonismo,
umanamente giustificabili, anche se non certo
apprezzabili, secondo un autorevolissimo studioso del
nostro recente passato, sono gli interpreti autentici
Da sn. : Geom. Cosimo Fedele, Dott. Eugenio Mele, Prof. Achille de Nitto e Dott. Giuseppe Mario Potenza
dell'ordinamento giuridico e, perciò, sono coloro che
dovrebbero individuare se una determinata fattispecie
Parliamo, innanzitutto, del legislatore.
9
concreta rientra o non rientra tra i valori che
l'ordinamento ha posto come fondamentali (e che sono
spesso, ma non sempre, tradotti in disposizioni
legislative).
Ma, la presenza di una normativa puntuale e precisa su
ogni possibile evenienza dell'agire umano (cosa,
naturalmente, impossibile, non essendo la varietà
dell'agire tutto riconducibile ad una valutazione
preliminare del legislatore) ha dato luogo ad un
altro fenomeno, questa volta della giurisprudenza,
che in collegamento con la stanca produzione
legislativa, ha determinato l'incredibile fase di stallo
del nostro sistema giuridico, peraltro alle prese con una
crisi economica e culturale che non può certo essere
superato con la ferocia contabile e fiscale che
caratterizza questi ultimissimi tempi.
Si tratta dell'interpretazione esegetica spinta al
massimo del parossismo. Il giudice, cioè, nel migliore
dei
casi, prende a riferimento
della specifica
fattispecie sottoposta la suo esame, tutte le norme che
riguardano quella fattispecie, le dispone a sistema, ne
esamina il contenuto alla luce dei vari combinati
disposti che riesce ad individuare e trova il risultato,
che è quasi un esito meccanico, dimenticando di
esaminare se tale esito, venuto fuori dall'esegesi
attenta e scrupolosa di tutte le norme rilevanti nella
materia, sia quella che l'ordinamento vuole o non sia
piuttosto un esito che contrasta con i valori
dell'ordinamento stesso.
I valori. Ecco l'altro grande problema del nostro tempo.
Ci sono valori ordinamentali? Probabilmente i vecchi
valori (che potevano piacere o meno) sono spariti e in
loro luogo faticano ad emergerne dei nuovi, il tutto
nella integrale confusione di uno stato a diritto
amministrativo che si spegne lentamente, di una
economia keynesiana non più attuale (ma tenacemente
dichiarata a livello dialettico), di valori europei
contrastanti e spesso non condivisi, di una burocrazia a
livello europeo ancora più pesante di quella nazionale,
nella illusione di poter cambiare la natura degli italiani.
In questa situazione, c'è poco da stare allegri, ma la
storia ci ha insegnato che il mondo cammina a suo
piacimento e nessuna profezia di tipo ordinamentale ha
mai centrato il suo risultato.
Pertanto, in attesa che qualcosa cambi, non resta altro
da fare per ognuno di noi nello scegliere tra il bene e il
male (nel che consiste l'etica del componente un
ordinamento giuridico), che fare il proprio dovere e il
proprio lavoro nella
consapevolezza
che
solo così, una volta
passati i clamori della
crisi e gli illusori
demiurghi
del
momento, si possa
partire
da
una
situazione di base che sia la meno incerta possibile.
Lecce Sbarocca, Franco Ungaro Besa Ed.
Presentazione del libro a Nardò nel Teatro Comunale
il 17.2.2012
di Mauro Costanzo Vaglio3
“In questo libro “liquido”, una sorta di caleidoscopio
o di labirinto narrativo che ha il suo filo d'Arianna
nella fermezza e nella coerenza del punto di vista
dell'autore, nella forte tensione morale che anima la
sua vis di polemista brillante, nell'irriducibilità del
senso estetico di chi forse continua a credere che la
bellezza salverà il mondo”.
Nel tracciare un quadro culturale di riferimento (tema a
me assegnato per la presentazione del libro di Franco
Ungaro) in cui si muovono i personaggi che animano il
libro “Lecce sbarocca”, uso le stesse parole con cui la
Compagnia Koreja descrive, sul proprio sito internet, il
libro di Franco Ungaro.
“Un po' autobiografia, un po' romanzo, un po' cronaca
teatrale, un po' cronaca e storia locale, un po' satira
politica e molto, molto altro ancora, come non è
difficile cogliere spunti di riflessione e considerazione.
Storia e cronaca locale, pagine autobiografiche, testi
di canzoni, proverbi, aneddoti, raffinate citazioni di
poeti e scrittori, pagine di diario, riflessioni sul teatro
e sull'arte, memorie di viaggio, racconti d'amore e di
malavita a puntate, proposte culturali, italiano e
dialetto si susseguono in apparente disordine in questo
piccolo zibaldone, ma come le tessere di un mosaico
tracciano poco alla volta l'immagine preoccupante di
un Sud che non vuole o non sa rinnovarsi”.
Ne condivido l’interpretazione e mi viene naturale
contribuire, con le poche considerazioni che farò, al
dibattito della serata, perché l’indagine socio-politica,
prima che, o anche contestuale, a quella interiore ed
antropica, presente nel libro di Franco, è stata spesso
oggetto di approfondimento nei miei trent’anni di
lavoro dedicato al mondo della Cultura, alle battaglie
iniziate e spesso perse.
Vorrei sgombrare subito il campo da un possibile
equivoco, io non sono un produttore di Cultura, non
scrivo, non recito, non scrivo di critica, io sono
assolutamente prestato alla cultura e provengo da una
formazione razionale e concreta.
Mi piace la logistica, assegnare un posto alle cose con
metodo ed organizzazione, osservare, chiedermi i
perché, mettere al servizio degli altri un po’ di buon
senso, che l’avanzare dell’età mi ha concesso e tanta
concretezza.
Ma veniamo al libro di Franco.
Con “Lecce Sbarocca” mi è sembrato di leggere un
libro-puzzle, un puzzle tutto da sistemare e quasi mi è
venuta voglia di farlo, giusto per onorare la mia indole,
ordinando i fatti in 4/5 capitoli, per completezza
3
Direttore del Centro Servizi Culturali e Bibliotecari Nardò
10
dell’informazione io sono assolutamente disordinato e
mi sono sentito subito in sintonia con l’Autore.
Negli anni ‘70 era ancora forte la voglia di
partecipazione agli eventi che la vita sociale e politica
offrivano, ed era altrettanto forte la voglia di crearne di
nuovi, di esplorare nuovi linguaggi, di proporre forme
di cultura liberate dai “palazzi del sapere” e dalle
accademie cattedratiche.
Dai partiti politici, meglio, dai gruppi giovanili dei
partiti politici, dalle associazioni culturali, passando
per giovani che frequentavano le parrocchie, veniva
una grande voglia di cambiamento, di deistituzionalizzare le istituzioni.
Ancora non avevamo chiaro che il lento declino del
sessantotto stava avanzando.
Gli anni di piombo iniziavano ad occupare la scena,
Ordine Nuovo, le Brigate rosse, gli Autonomi, i servizi
segreti deviati, il potere occulto dello stato, la
delusione dell’immobilismo delle cose contribuirono
ad allontanare la gente dalla vita sociale, dalla
partecipazione, il che vuol dire dalla Democrazia.
La forza della voglia di cambiamento fu repressa in un
lago di sangue, le energie più vive e vivaci della nostra
società, quelle dei giovani, di certo il futuro, furono
stroncate delle cariche della polizia, che si fosse
colpevoli o no, quando non furono offerti loro posti di
prestigio nella società che conta.
Al crepuscolo delle illusioni giovanili, alla fine degli
anni settanta, c’era una domanda, che un po’ per gioco,
un po’ per ragione ci ponevamo, prendendola in
prestito dall’”elleppi” di Antonello Venditti, “Lilli”,
quello in cui il cantautore era ancora in dubbio se
abbracciare la lotta armata proletaria, come nella
canzone Lo Stambecco, oppure preferire il disimpegno,
chiedevamo e ci chiedevamo: “ti sei salvato dal fumo
delle barricate o sei entrato in Banca pure tu!?!”
Marta (rampante avvocatessa, nonché ex ragazza
ribelle, militante, di quelle che facevano le barricate)
occupa poche righe nel racconto di Franco, ma sono
righe importanti, pesantissime, di quelle che segnano
un racconto, Marta è la disillusione e la mancanza di
coscienza critica, di maturità, di cultura, Marta è lo
stereotipo di un modo di partecipare al cambiamento,
né convinzione prima, né convinzione dopo.
Come abbiamo risposto alla domanda, ti sei salvato o
sei entrato in Banca, è come dice Franco, scrivendo di
Marta “con la sua nuova visione del mondo, avendo
da tempo abbandonato radicalismi di ogni sorta e
avendo cancellato, dopo un veloce rimescolio di
acque e pensieri il suo passato di militanza, di
anticonformismo, di inquietudine e di erranza.”!?!
Con Marta, aggiungo, ha perduto non solo una
generazione ma tutta la società, si è dimostrato che con
la mancanza di forti motivazioni, di spessore culturale,
di dignità, era facile cadere e cedere alle lusinghe
dell’ordine costituito.
Sì, qualche amico era entrato in Banca, qualche altro
era diventato docente universitario nelle facoltà che
solo poco prima erano da rovesciare, da deistituzionalizzare!
Qualche altro ancora, magari proprio Teresita, ha
pagato un prezzo troppo alto per la sua capacità di
difendersi e di reggere agli urti della vita e si è persa.
Conosco, per aver frequentato giornalmente il liceo
scientifico De Giorgi negli anni 1971- 74, le tensioni
sociali che animano il libro e Lecce si presta bene ad
esserne il naturale scenario, Lecce l’immobile, la
Firenze del Sud, Lecce il Barocco e poi ancora
Barocco, e lì ci siamo fermati!?!, con il suo effimero
che a Lecce può significare, nelle calde giornate estive,
una donna trasbordante la sedia di paglia su cui è
accasciata, vestita di nero, meglio, di un colore
cangiante tendente al nero, bagnata di sudore, con
accanto, sul gradino di casa, l’anziano marito, anche se
potrà aver avuto quarant’anni, in canottiera e pantalone
di pigiama a righe che ripetono ai loro figli, ma a ddro
iti scire e no bbi stati a casa!
Può mutare lo stato sociale, l’entroterra culturale, ma
un certo imbarazzo nel fare è persistente, a meno che
non si appartenga al jet set ed allora l’imbarazzo
diventa frenesia, più o meno indotta, il dover fare
qualcosa, mbè, che stiamo facendo!?! ssettate,
avrebbero detto i meno abbienti, andiamo a Otranto
con la spider di papà o a Roma a fare acquisti
avrebbero detto i facoltosi.
Il dibattito culturale più interessante, a Lecce, lo
tenevano vivo proprio i forestieri, quelli come Franco,
come Salvatore negli anni settanta e prima ancora
Carmelo Bene, Eugenio Barba, Ugo Ercole D’Andrea e
tanti altri.
In questo quadro di fine anni settanta, irrompe sulla
scena Koreja ed addirittura ad Aradeo.
Un manipolo di giovani, maschi e femmine, prendono
in affitto un spazio incantevole, le Tre Masserie, di
gentilizia origine, ma improvvisamente affidato a
questi giovani, ad Aradeo, impegnati addirittura a fare
Teatro!
E quel fare teatro, lo si diceva con l’espressione della
zia della Cucinotta nel film Il Postino, quando nel
chiedere aiuto al prete riferiva al canonico che il
ragazzo parlava a sua nipote usando METAFORE e lo
diceva schifata!
Il fatto che conoscessi personalmente Salvatore
Tramacere, co-fondatore proprio con Franco Ungaro,
come cita il libro “Lecce sbarocca”, dei Cantieri
Teatrali Koreja, non mi dava la certezza di poter
scommettere sulla loro impresa.
Con Salvatore Tramacere ho condiviso una parte del
mio cammino di studente, eravamo nella stessa classe
di liceo scientifico negli anni 74-75.
Salvatore era un ragazzo riservato, seduto all’ultimo
banco, perlopiù taciturno, giocava a pallone e non
ricordo che avesse già manifestato la sua passione per
il teatro, almeno non organizzò alcuna recita di fine
anno, filosofo, sì quello lo poteva fare ed aveva
respirato l’arte della Fotografia, figlio di fotografo, la
qual cosa, forse, lo avrà aiutato!
Con Salvatore, dopo gli anni del liceo, ci siamo persi di
vista, anche se, casualmente, abbiamo coltivato
interessi affini, che ci hanno fatto intraprendere attività,
per alcuni versi, analoghe.
11
E’ nei primi degli anni ’80 che il Centro di Nardò, nelle
sue sigle storiche CSPCR- CRSEC, incontra Koreja.
In quegli anni i bilanci degli Enti Locali avevano
ancora la possibilità di finanziare eventi culturali,
anche di pregevole fattura, dibattiti, convegni, premi
letterari, rassegne teatrali.
Koreja lavora bene, la sperimentazione che propone è
assolutamente degna di attenzione, pare che i ragazzi
ci sappiano fare, in barba a qualsiasi previsione, è
proprio vero, un fiore può uscire anche nell’asfalto,
valla a capire, a volte è proprio strana la vita!
Attirano l’attenzione, o vanno a cercarsela,
dell’Università di Lecce, portano a Nardò, ad Aradeo a
Galatone a Copertino a Lecce, artisti del calibro di
Eugenio Barba, Sanjukta Panigrahi, Farfa, Cesar Brie.
Il Centro di Nardò inizia, con la compagnia, un
sodalizio che ci ha portato a collaborare per molte
rassegne estive di Aradeo e i Teatri.
Erano ancora anni di grande fermento, dalle nostre
parti, Koreja cresceva, divenendo il riferimento
indiscusso della sperimentazione del sud d’Italia.
Anche il Centro di Nardò, ri-sorto dalle ceneri dei
centri per la lotta all’analfabetismo e dai Centri di
lettura degli anni 60/70, andava affermando la sua
voglia di esserci, pure in totale assenza di linee
strategiche dell’assessorato regionale alla Cultura e P.I.
e sulla spinta di tanto “volontariato” ed amore per il
proprio lavoro e di rispetto per lo stipendio percepito,
andandosi a ritagliare un ruolo importante,
rivitalizzando spazi dormienti nelle dinamiche culturali
di questo territorio.
Un ruolo conquistato con la tenacia, con la volontà di
confrontarsi, con la storia che il Crsec ha rappresentato:
la lotta all’analfabetismo prima ed alla Dispersione
Scolastica poi; la valorizzazione del patrimonio
archeologico, storico, monumentale, ambientale; la
grande battaglia civile e culturale per la salvaguardia e
la difesa del tratto costiero conosciuto col nome di
Porto Selvaggio quando, a cavallo degli anni 1980 –
2000, con incontri, dibattiti, mostre, con la
pubblicazione di nove Quaderni e la realizzazione del
sito www.portoselvaggio.it, (in rete solo poco tempo
perché la Regione Puglia non riteneva dovesse rientrare
nelle attività del Centro) ha tenuto vivo l’interesse per
le dinamiche del Parco di Portoselvaggio, da noi
coniato con una sola parola; e poi ancora la diffusione
della conoscenza della cultura filmica e teatrale; e
ancora convegni, dibattiti, incontri di studio, rassegne.
Ma la sfida più grande è stata quella di avvicinare alla
Biblioteca intere generazioni di studenti, quando
l’approfondimento scolastico era assicurato solo dalla
consultazione di testi nei temi più diversi, quando
ripetutamente negli anni siamo stati nelle Scuole per
diffondere la cultura del leggere e per realizzare
Progetti Lettura.
In un passaggio precedente, ho accennato alla totale
assenza di linee strategiche nei fatti culturali, e questo è
il punto dolente, il nocciolo della questione.
La cultura non è mai stata frutto di scelte accurate, di
strategie vincenti, di progettazione a lungo raggio. La
Cultura è stata utile, al più, solo a fare grandi proclami;
la cultura, via via, è stata vista sempre come la
cenerentola di tutti i bilanci delle Pubbliche
Amministrazioni ed anno dopo anno è andata sempre
peggio.
Il centro di Nardò è passato gradualmente da
finanziamenti per le attività di 30/40 milioni negli anni
82/84 alle poche migliaia di euro, 2000/3000, quando
ci sono stati, ma non per tutti gli anni.
Noi lo vediamo nella quotidianità che la Cultura è in
abbandono, nel comportamento delle nuove
generazioni, sono proprio i giovani ed i ragazzi la
categoria che più paga e pagherà questa sorta di
povertà culturale che ci portiamo dietro e da molto
ormai.
La povertà culturale è quella che più di ogni altra cosa
inciderà sulla conoscenza della storia e sulla
formazione di una coscienza sociale, sulla creazione di
nuovi
poveri
ed
emarginati,
sulla
nuova
analfabetizzazione delle dinamiche economiche che
regolano, anzi governano il mercato del lavoro, sempre
più legato esclusivamente alle logiche del profitto.
Se non avremo più uno stato sociale, lo dovremo a
questo impoverimento culturale che si consuma sotto i
nostri occhi.
E già accade, cogliamo con mano il divario tra le
famiglie agiate e quelle che hanno pochi soldi da
destinare al soddisfacimento delle esigenze primarie
dei propri familiari e, di conseguenza, quanto poco e
niente ci sia per il soddisfacimento dei bisogni
culturali.
Bisogni culturali che nel frattempo sono cambiati e non
è possibile, più, soddisfarli solo frequentando una
Scuola Pubblica, una Biblioteca, un seminario, dal
momento che sono cambiati i modelli comportamentali
di riferimento, ora che in molti la conoscenza non è più
ritenuta indispensabile per conquistare il successo nella
vita, ora conta solo fare soldi e magari senza lavorare e
allora scrive bene Franco, che questo aspetto tra i
leccesi lo ha colto.
Tornando al libro, l’ho trovato un libro che disincanta,
che ci vede perdenti, se rapportati all’incapacità di
gestire i cambiamenti che la società comporta.
E la sa lunga Franco Ungaro, persona schiva e
sensibile, infaticabile lavoratore e sognatore che ci
sorprende, piacevolmente, con le tante e dotte citazioni
ed i riferimenti di squisita raffinatezza degli autori che
cita.
Ma Franco è anche un teatrante, anzi un professore di
“teatrologia”, se mi è consentito coniare questo temine,
perché sa che il teatro d’arte abbisogna di gente che
professa, perché il teatro, forse ancor prima dei
professionisti, necessita di buoni organizzatori e
“propaganda tori”.
E allora da bravo conoscitore di fatti teatrali, Franco
propone i suoi personaggi del libro come in una sorta
di rappresentazione pirandelliana, quasi fossero i “Sei
personaggi in cerca d’autore”, dove ognuno di essi
entra ed esce di scena seguito da un gioco di luci che si
accendono e spengono su questo o su quello, per
mettere in mostra le miserie umane, sullo sfondo di una
città che nonostante tutto si fa amare.
La lettura del libro mi ha portato alla mente il film
“Liberate i pesci” dove pure si rappresenta una società
12
in assoluta contraddizione, con la frenesia dei soldi
facili e con i Sud Sound System che, invece, andavano
ripetendo, simu leccesi a nui ne piace lu rusticu e lu
pasticciottu, riconducendoci, così, in una dimensione
semplice che conosciamo.
TRE BAMBINI E UN FLAUTO.
RIPENSARE LA DEMOCRAZIA E LA
GIUSTIZIA - IIap
di Mario Signore4
continua rispetto al precedente n.3 /2012
«L'esito della procedura di scelta sociale assume la
forma di una gerarchia di assetti fattuali offerta da un
"punto di vista sociale" alla luce delle valutazioni
compiute dalle persone coinvolte».
Non si mira, conseguentemente, all'opzione suprema
fra tutte quelle possibili, obiettivo di molte teorie della
giustizia, da quelle di Hobbes, a quelle di Rawls e
Nozick. Si tratterebbe, secondo la definizione di Sen, di
un'impostazione di tipo trascendentale, non in grado di
cimentarsi sul terreno della promozione della giustizia
e della comparazione tra proposte alternative per
rendere la società più giusta, magari immaginando un
mondo perfettamente giusto, per il quale nessun uomo
sia indotto a impegnarsi in una discussione sulla giustizia e l'ingiustizia: sulla fame, sulla povertà,
sull'analfabetismo, sulla tortura, sul razzismo, sulla
discriminazione delle donne, sulla sanità e altro.
Nozick, per esempio, si accontenta di chiedere che
siano assicurati tutti i diritti liberali (questo è il suo
quadro trascendentale), ma trascura la questione delle
conseguenze legate alla mancata soddisfazione di vari
tipi di diritti (è contro l' "utilitarismo dei diritti"). Allo
stesso modo non è facile capire come una diagnosi di
perfezione operata secondo gli schemi di Hobbes,
Locke e Rousseau possa condurci a confronti che
decidano tra alternative imperfette.
Le impostazioni trascendentali di Kant e di Rawls appaiono più complesse perché sembrerebbero in grado
di affrontare questioni di natura comparativa. Ad
esempio, anche nei riguardi della proposta di A. Sen di
una "teoria combinata", in grado di affrontare e di
risolvere questioni di natura trascendentale e allo stesso
tempo di ordine comparativo, Rawls per i suoi principi
di giustizia, che vanno a individuare istituzioni
perfettamente giuste, non mostra alcun interesse. Nella
sua Una teoria della giustizia, pur sostenendo un vero
istituzionalismo trascendentale, e offrendo profonde e
illuminanti analisi degli imperativi morali e politici
prescritti per un comportamento socialmente corretto
(d'altra parte come propone Kant) dichiara,
esplicitamente, ch'egli prende in esame quasi
esclusivamente i principi di giustizia che regolerebbero
una società bene ordinata, aggiungendo che «si assume
che ognuno agisca correttamente e faccia la propria
parte per sostenere istituzioni giuste». Ciò vale anche
per la libertà e la democrazia, che nel loro significato
trascendentale si appoggiano all'assunto che ognuno
agisca democraticamente, e che usi la libertà personale
4
Docente di Filosofia etica nell’ università del Salento,
autore di pubblicazioni in materia filosofica.
in modo da rendere possibile la libertà di altri. La
debolezza di quanto assunto si rivela, però, ogni
qualvolta, di fatto, non si verifichino le condizioni
indicate in premessa.
A fronte di questa ipotesi, tutt'altro che remota, pare
inevitabile accogliere la proposta di concedere spazio
all'incompletezza dei giudizi sulla giustizia sociale,
anche se ogni persona avesse una sua completa e
ordinata classificazione dei possibili assetti sociali.
«Dal momento che una teoria della giustizia, nelle
forme consuete, richiede un accordo tra più parti (come
l'unanime accordo nella "posizione originaria" di
Rawls), !'incompletezza può derivare dall'eventualità
che le persone non cessino di avere posizioni diverse ...
E anche se gli interessi e le priorità personali venissero
in qualche modo eliminati con espedienti quali il "velo
d'ignoranza", potrebbero rimanere opinioni contrastanti
riguardo ad alcune priorità sociali, per esempio sul
peso da attribuire al bisogno rispetto al diritto di godere
i frutti del proprio lavoro»2. Sen esemplifica sulla
concreta possibilità di un contrasto tra priorità
proponendo il caso di tre bambini in lite per il flauto.
Lo riprendiamo, per la sua efficacia didascalica.
Tre bambini, Anne, Bob e Carla si contendono un
flauto:
Anne lo pretende perché è l'unica che lo sa suonare e
sarebbe "ingiusto" negarglielo, e tutti lo riconoscono;
Bob, d'altro canto, è così povero da non avere neanche
un giocattolo e sulla base di questa informazione,
sarebbe "giusto" darlo a lui; Carla, infine, per mesi ha
lavorato per costruire il flauto con le proprie mani. La
decisione non è facile. Per i teorici di scuole diverse
(utilitarismo, egualitarismo economico, liberalismo
politico), la soluzione giusta sarebbe questa: l'egualitarista deciderebbe per Bob, il bambino più
povero; il liberista per Carla che l'ha costruito;
l'utilitarista propenderebbe per Anne che è l'unica che
saprebbe suonarlo, ricavandone il massimo piacere. Ma
che dire della felicità che si donerebbe a Bob, bambino
poverissimo? E del diritto vantato da Carla che lo ha
costruito e che è fuori discussione per il liberista che
spetti a lei possederlo?
È difficile liquidare come infondata ciascuna delle tre
istanze sulla base dei principi generali che dovrebbero
regolare la distribuzione delle risorse. Riguardano,
quindi, l'organizzazione della società e la scelta delle
istituzioni, e di conseguenza, le concrete realizzazioni
sociali che ne emergono. Non si tratta soltanto della
diversità tra gli interessi personali dei tre bambini che è
reale, ma del fatto che ciascuna delle argomentazioni
da loro proposte fa appello a un diverso tipo di ragione
imparziale e non arbitraria. Teorici di diverso
orientamento - utilitaristi, egualitarismi economici,
teorizzatori del diritto del lavoro e liberalisti politici sosterranno l'esistenza di un'unica risposta giusta e
immediatamente identificabile, sia pure in soluzioni
diverse. È invece possibile che non esista alcun assetto
sociale perfettamente giusto, sul quale vi possa essere
un consenso imparziale. Nell'adottare l'impostazione
"trascendentale", che sembrerebbe inevitabile di fronte
alla razionale imparzialità delle tre possibilità, tutte
orientate verso l'idea di un assetto sociale perfettamente
giusto, richiamata in tutti i casi e in egual modo ai fini
della definizione della "giustizia", si manifesta
!'impossibilità strutturale di identificare l'assetto sociale
13
perfettamente giusto, che rende superflua la teoria trascendentale, rispetto all'approccio comparativo. Sen
ribadisce che «se il fine di una teoria della giustizia è
quello di guidarci nella scelta ragionata delle nostre
politiche, delle nostre strategie, delle nostre istituzioni,
allora l'identificazione di assetti sociali completamente
giusti non è né necessaria né sufficiente»3. È qui, oltre
ogni ragionevole dubbio, il peso e il significato di
un'idea e una pratica di giustizia assunte in una cornice
comparativa e non trascendentale.
L'importanza delle diverse vite, delle esperienze più
varie e delle realizzazioni umane più o meno originali e
arricchenti non si lascia surrogare da qualche
informazione, né affidare alle istituzioni e alle regole in
vigore. Istituzioni e regole hanno senza dubbio
un'influenza molto significativa su quanto accade e
certamente sono parte integrante del mondo reale. Ma
le realizzazioni concrete vanno ben al di là del quadro
organizzativo e investono la vita che le persone
riescono - o non riescono - a vivere. La libertà di
scegliere la nostra vita può apportare un contributo
rilevante al nostro benessere, ma, al di là di questo, è la
libertà stessa che va vista come qualcosa di rilevante.
Avere la possibilità di pensare e di scegliere è uno
degli aspetti importanti della vita umana, compreso
quello di non sentirsi obbligati (dalle ideologie, magari
espresse in forme istituzionali) a mirare solo al nostro
benessere. Ci si lasci scegliere: Adam Smith, nella sua
Teana dei sentimenti morali, sostiene che «per quanto
egoista si possa ritenere l'uomo, sono chiaramente
presenti nella sua natura alcuni principi che lo rendono
partecipe delle fortune altrui», aggiungendo che
«nemmeno il più furfante, il più incallito trasgressore
delle leggi della società ne è del tutto privo»4.
Vogliamo aggiungere, a sostegno di quanto sostenuto
finora, che se le concrete realtà sociali vengono
valutate, non sulla base del riferimento a istituzioni
astrattamente giuste e a una teoria fondata, magari alla
Rawls, sul principio di "giustizia come equità", ma in
termini di capacità effettiva mente disponibili per le
persone, anziché in termini di utilità o felicità (come
propugnato da Bentham e da altri utilitaristi),
emergono spunti assai significativi da cui prendere le
mosse. Anzitutto, la vita umana viene abbracciata da
uno sguardo ben più ampio, che tiene conto delle
libertà di cui si dispone effettivamente, invece di
ignorare tutto ciò che non riguarda piaceri o utilità
immediate.
A questo va aggiunto che la libertà si accompagna alla
responsabilità. La libertà di scelta ci offre l'opportunità
di decidere ciò che dobbiamo fare, ma a tale
opportunità si accompagna la responsabilità per ciò che
facciamo, nella misura in cui si tratta di azioni che
discendono da una scelta. Poiché capacità significa potere di fare qualcosa, la responsabilità che da tale
potere deriva, rientra nella prospettiva della capacità;
questo può avere a che fare, a sua volta, con questioni
relative al "dovere". Viene così a delinearsi una
sovrapposizione tra aspetti che riguardano l'agire e
implicazioni dell'approccio basato sulle capacità: nella
prospettiva utilitari sta, che collega la responsabilità
con la felicità, dice Sen, «non troviamo nulla di simile»5. Il confronto insistente e documentato con
l'utilitarismo è sostenuto dalla convinzione, che
accompagna sempre l'impostazione della riflessione di
Sen, che gli individui, pur impegnati a perseguire i loro
obiettivi, «possono spingersi molto al di là della mera
promozione del proprio interesse, così come la scelta
dei loro obiettivi può trascendere considerazioni
strettamente personali, per esempio se prevale
l'inclinazione a comportarsi in modo corretto e
rispettoso degli obiettivi degli altri. L'insistenza della
cosiddetta teoria della scelta razionale nel definire la
razionalità solo come scaltra promozione dell'interesse
personale rivela una concezione estremamente riduttiva
della facoltà razionale dell’'uomo»6. Per altra via,
potremmo dire, Sen preconizza una risemantizzazione
della ragione, oltre ogni tentazione riduttivistica che la
chiuderebbe entro i limiti angusti del principio logico
di non contraddizione. Se non c'è "ragione" per cui
razionalmente si sia obbligati a seguire "solo" il proprio
interesse, com'è prefigurabile nelle concezioni
trascendentalistiche della giustizia, non c'è nulla di
irragionevole e di ingiustificabile nel voler perseguire il
proprio interesse. «A spingere la nostra azione possono
essere ragioni sostenibiIi, che riflettono le nostre
inclinazioni e i nostri personali criteri di valutazione.
La razionalità intesa come criterio della scelta, non
esclude né l'altruismo né la ricerca del tornaconto
personale» 7. Questo si traduce nella constatazione che
la legittima ricerca di principi ragionevoli ai fini del
superamento di situazioni di assoluta non conciliabilità
tra le opzioni possibili, non conduce necessariamente a
"un unico set di principi", come si potrebbe dedurre
ancora una volta dalla pretesa, per nulla fondata se la
confrontiamo con la pluralità delle opzioni e delle
aspirazioni, che la via della ragione e il rifiuto del
tradizionalismo sono così "limpidi e logici", da rendere
financo superflua la ricerca di argomenti a sostegno,
dato !'indiscusso fondamento della "via della ragione" e
del "dominio dell'intelletto". Ancora una volta l'insuperata fede nella ragione, mette in moto un
procedimento ad excludendum, che impedisce
inesorabilmente di comprendere (cum-prendere) e
comparare le possibili soluzioni in situazioni reali.
Sen, al contrario, si appella al principio di inclusività
sostenuto da Thomas Scanlon 8, il quale, pur non
trascurando
di
valutare
adeguatamente
le
preoccupazioni e gli interessi delle parti in causa,
ricorda che i protagonisti che mettono in gioco i loro
interessi non sono chiusi all'interno di una singola
società o nazione o comunità organizzata, come si
configura nel carattere restrittivo del contrattualismo di
J. Rawls, che ~ccoglie un concetto di giustizia "popolo
per popolo.
E nella tradizione del "contratto sociale" e della teoria
"contrattuali sta" sostenuta da Hobbes, Rousseau o di
Rawls, il ricorso ad un unico set di principi, a garanzia
del concetto di "giustizia come equità" e della
traduzione di questo in assetti istituzionali della
struttura sociale. L'importanza di tale unicità rawlsiana
per la base istituzionale è, ancora una volta,
sottolineata da Sen «dato che è proprio quell'unico set
di requisiti a determinare, secondo Rawls, la struttura
istituzionale di base di una società. In Rawls la
descrizione di un modello di società giusta prende awio
14
da quel primo passo istituzionale, basato appunto
sull'accordo in merito a un unico set di principi... »9.
Autoveicoli: disciplina fiscale, 1/I, 4 s.
Azione popolare:
- ammissibilità, 5/I, 4.
- legittimazione attiva,4/I, 3.
2 Cfr. A. SEN, L'idea di giustizia, Mondadori, Milano 2010, p. 115.
3 Op. cit., p. 31.
4 A. SMITH, Teoria dei sentimenti morali, Bur, Milano 1987, p. 162.
5 A. SEN, L'idea di giustizia, cit., p. 35. 6 Op. cit., p. 205.
7 Op. cit., p. 205-206.
8 TH. SCANLON, Wlzat We Owe to Eaclz Other, Harvard
University Press, Cambridge 1998. Cfr. su questo la posizione di
Sen, in Op. cit .. p. 210 e ss.
9 A. SEN, L'idea di giustizia, cit., pp. 211-212.
Bachelet, Vittorio, 2/II, 11 s.
Balcone : “Il b.” , poesia di E. Marra, 5/II, 16.
Baraldini Silvia, la controversa vicenda, 6/I,6.
Barboni: panchine, eliminazione, ODEL, 5/I,1.
Benedetto XVI :
“Gesù di Nazaret”, 3/I, 9 ss.
- sulla famiglia, 1/II, 13.
- visita nel Salento, 2/II, 10 s. e 3/II, 15.
Bene comune : 6/II, 2 s.
Beni culturali: disciplina,1/I, 7.
Beni paesaggistici: modifiche alla disciplina, 2/I, 5.
Biblioteche:
- b. al collasso, 5/IV, 13 s.; 6/IV, 6.
- ruolo delle b., 1/V, 9 ss.
Bilancio:
- armonizzazione dei bilanci pubblici, 2/I, 5.
- legge finanziaria 2007, 4/I, 2.
Borghese Alessandra, recensione di sua opera, 5/II, 4.
Brigatisti, rossi, ex: riciclati come conferenzieri, 1/III,
14. Vedi pure Terrorismo.
Bullismo, 2/II, 14 s.
Calamandrei, Piero: a proposito di Costituzione,
discorso di P.C., 3/V, 5 ss.
Camper: questione della sosta, ODEL, 4/I, 1.
Cani mordaci: 3/I, 8.
“Canto sacro”, poesia di Salvatore Spedicato con nota
critica di Giuseppe Mario Potenza, 2/III. 12.
“Capo di Leuca”, poesia di Salvatore Spedicato e nota
critica di Giuseppe Mario Potenza, 1/III, 13.
Carceri : sistema carcerario, condizioni della donna,
6/II, 4 ss.
Carità: c. e solidarietà, 4/II, 6 s.
Cartelle esattoriali : ricorso, ODEL, 1/II, 1.
Casa:
- La c., poesia di Ercole Ugo D’Andrea, 2/IV, 14.
Catasto :
- c. federale, ODEL, 5/II,2.
- gestione diretta da parte dei comuni, ODEL, 2/II,
2.
Cattolici: i c. e la politica, 3/VI, 9 ss.
Centro Servizi Culturali & Bibliotecari di Nardò, 3/IV,
10 ss.
Chimici: prodotti c., effetti, disciplina, 6/I, 2.
Cittadinanza: c, e costituzione, formazione scolastica,
2/VI, 3 ss.
Cittadini, “I c. e gli enti locali, prospettive e speranze”,
3/III, 5 ss.
Clandestini, 1/III, 16; 5/III, 8 s..
Clandestinità, reato di c., 6/III, 2.
Class Action, 1/V, 6 - 2/V, 6
Codice:
- dell’amministrazione digitale,2/I, 5.
- delle autonomie locali, 1/I, 11.
- di autoregolamentazione della formazione delle
liste elettorali per le elezioni comunali e
provinciali, 2/I, 12.
- C. della strada, modifiche, 2/II, 3.
Cognome della madre : si può dare ai figli, 6/II, 6.
Commissione di gara: esperienza pro.le componenti,
3/VI, 2 s.
INDICE ANA L I T I C O
DEI TEMI TRATTATI
(è indicato prima il numero della rassegna e il relativo
anno – a far tempo dal 2007, come anno I –, e poi la
pagina; per i temi contenuti nell’Osservatorio degli
Enti Locali, allegato alla rassegna, si premette la sigla
ODEL; la voce Allegato, relativa al primo numero
dell’anno a partire dal 2008, si riferisce alla Città di
Nardò).
Acaya : A. roccaforte della pace, 4/II, 12.
Accesso: diritto dei consiglieri comunali e provinciali,
2/I, 6.
Alfano, lodo, 4/II, 15.
Alimenti: princìpi e requisiti generali della legislazione,
3/I, 2.
Allattamento, paura di sbagliare, 3/VI, 16.
Ambiente:
- amianto, necessità di smaltire i residui
abbandonati, ODEL, 6/I, 1.
- disposizioni correttive, 4/I, 2.
- rifiuti solidi urbani, smaltimento, omissione,
ODEL, 6/I, 2.
- riordino della materia, 2/I, 5.
- ticket antismog, controverso a Milano, ODEL, 4/I,
2.
- tutela ambientale e paesaggistica, 3/II, 3.
Fukushima, un anno dopo, 1/VI, 14 ss.
- un appartamento a bolletta zero, 3/VI, 15 s.
Animali :
- cibo agli a., ODEL 6/II, 2.
- protezione degli a. e dagli a.,4/I, 11 s.
Annigoni Pietro : ricordo, 6/II, 7 ss.; 2/III, 10
Apprendistato: assunzione dei giovani, 4/V, 5.
Aree demaniali e marittime: competenza della
gestione, ODEL, 5/I, 1.
Ateismo: gli atei illuminati nell’olimpo tv, 4/II, 12.
Atti: di alta amministrazione, 3/I, 7.
Autonomia locale:
- caso di illegittima e indegna espressione, ODEL,
4/I, 1 s., e 5/I, 1.
- rilevanza costituzionale, 3/II, 5 ss.
- regolamentare degli enti locali, 5/IV, 2 ss; 6/IV, 5.
Autunno: Come l’autunno ha rose, poesia di Ercole
Ugo D’Andrea, 2/IV, 14.
Appalti: servizio di energia, 2/II, 6;
Atti persecutori, contrasto, normativa, 2/III, 2 s.;
mobbing, 2/III, 3 s.
15
Compagno: come insulto ai gay, 1/I, 11.
Comuni e province:
- autorizzazione : ad agire, a resistere in giudizio,
1/II, 3.
- bilancio, assestamento, termine, 4/I, 4; controllo,
2/II, 7 ss.; equilibri, 2/II, 7 ss.; variazioni, 1/I, 8.
- competenze : in materia di impianti di telefonia
mobile, 1/II, 4.
- sprechi a Milano, 5/IV, 15
- consiglieri : legittimazione all’impugnativa delle
delibere, 1/I, 8.
- debiti e sperpero di denaro : derivati, ODEL, 6/II,
1 e 2; derivati, in Comune i complici della truffa,
ODEL, 1/III, 1; “La dolce vita (e le spese folli) dei
capi del Casinò”, 2/III, 14.
- delibere : delibere e determine, 5/I, 6 ; ODEL, /I,
1 s. validità delle d., 1/II, 4.
- dimissioni dei consiglieri, validità ed efficacia,
6/I,4.
- dissesto, ODEL, 1/II, 2.
- funzioni : fondamentali, proprie, 1/II, 3.
- essenziali, indispensabili, 3/II, 6 s.
- incarichi : dirigenziali, 1/II, 3 s.; responsabilità,
1/II, 4.
- indirizzo e controllo, poteri, principio di
distinzione dalla gestione, 5/I, 6.
- nomina rappresentanti,1/I, 8; 5/I, 4.
- P. proposta di abolizione, ODEL, 6/I, 2.
- province sì, province no, ODEL, 1/III, 1.
- scambio culturale tra comuni, ODEL, 2/II, 2;
ODEL, 3/II, 1; ODEL, 5/II, 2.
- scioglimento dei consigli, 2/I, 5; 4/I,4; 5/I, 4.
- segretario, sostituzione del dirigente, 2/II, 4 s.
- sindaco, candidabilità, 5/I, 7; competenze, 2/II, 6;
entrata in carica, 3/I, 3.
incompatibilità alla carica, 4/I, 3; 6/I,3.
- ineleggibilità, 3/I, 2; 4/I, 3; 6/I,3.
- ex Sindaco antiprostitute condannato per stupro,
ODEL, 1/III, 1..
- spese : allegra finanza, 2/I, 12; cellulari d’oro,
ODEL, 4/II, 1.
- tetto massimo, 1/II, 3.
- tassa rifiuti solidi urbani, pagamento, storia
incredibile, ODEL, 5/II, 1.
- vitalizio ai sindaci, ODEL, 5/I, 2.
Comunicazione : visiva, 6/II, 8.
Concorrenza : promozione 2/I,12; 2/I,2; 6/I, 2.
Concorsi:
- bocciato anche chi non ha partecipato, 3/I, 8.
- individuati i nomi senza aprire le buste, id.
potere discrezionale Amministrazione, 1/VI, 3.
c. pubblico, accesso area superiore, 4/VI, 3.
scorrimento vecchia graduatoria, 4/VI, 3.
inserimento in graduatoria non determina
assunzione, 4/VI, 3.
Condono edilizio: disciplina regionale, 1/I, 7.
Conferenza Episcopale Italiana (Cei): “sovvenzioni”
alla C., 5/I, 11.
Congiuntivo, Il congiuntivo è morto ?, 5/III, 16
Conoscenza, c., informazione e potere, 5/III, 9.
Consumatori: tutela , 2/I, 12; 3/I, 2; 6/I, 2.
Contabilità e finanza pubblica : legge di, 1/IV, 3.
Contratti :
- c. pubblici, nuovo codice in materia di lavori,
servizi e forniture pubbliche, 1/I, 7; 4/I, 2.
- c. del comune, validità, 5/I, 3.
- c. degli enti locali, ODEL, 4/I,2.
Corte Costituzionale: insindacabilità, bocciato tre volte
il Parlamento 3/V, 4.
Costituzionalismo: 6/II, 3 s.
Costituzione, modifiche, 3/II, 5 e 8; 4/II, 3.
Criminalità organizzata: Commissione di inchiesta,
4/I, 2.
Cultura: c. multietnica, 4/II, 4 ss.
D’Andrea, Ercole Ugo: 4/V, 6
Danno erariale:
- per assunzione di personale senza contratto di
lavoro, 6/I,4.
- per compensi non dovuti, 5/I, 4.
- per danno all’immagine, configurabilità,4/I, 4;
2/II, 6.
- per diniego (illegittimo) di accesso, 3/I, 3.
- per
disfunzione
amministrativa
(non
configurabilità), 5/I, 4.
- per disservizio, 2/II, 6.
- “L’inconveniente di dover rifondere il d.”(nota a
sentenza), 3/III, 3 ss.,
- per ricorso all’indebitamento per finanziamento di
spese diverse da quelle di investimento, 3/II, 4.
- per occultamento doloso di ammanchi, 1/I, 9.
- per omessa tenuta del libretto delle misure, 4/I, 4.
- per omessa trasmissione del certificato di fine
lavori all’ente finanziatore, 4/I, 4.
- per omissione di esecuzione di sentenze, 2/II,6.
- per spese di missione non giustificate, 6/I,4.
- per uso improprio di beni strumentali, 1/I, 9.
De Gasperi Alcide, 3/II, 11 s.
De Grisantis Mons. Vito, 2/II, 10 s.; in memoria di
Mons. V. De G. e testamento, 3/IV, 14.
Dell’Utri, motivazioni sentenza, 2/VI, 15 ss.
Democrazia:
- cos’è la d., 2/V, 4 s.
difesa civica della d., 3/VI, 4 ss.
De Filippo Edoardo, 4/VI, 6.
De Pietro Annamaria, si vuò ‘o ciardino, 3/VI, 13 ss.
De Tocqueville Alexis:
- attualità del pensiero di A. de T. – La tirannide in
nome del popolo, 3/IV, 5 ss.
- Romney smentisce A de T. 3/VI, 15.
Denuncia: di inizio di attività (d.i.a.), 5/II, 2.
Derivati: caos debitorio degli enti locali, v. Comuni e
province.
“Dialoghi con i personaggi dell’antica Roma”, opera
di Mons. Antonio Rosario Mennonna, presentazione,
3/III, 12 ss.
Diaz :processo ai vertici della polizia, 6/II, 10.
Dichiarazioni sostitutive: non veridicità, 2/VI, 2 ss.
Difensore civico : Relazione sull’attività del del d.c.
della Provincia di Lecce (2009, stralci), 1/IV. 4 s.
Dimissioni : “irrituali” (caso Speciale), 6/I, 10.
Dipendenti pubblici:
- assunzione di autisti senza patente, 3/I, 8.
- dirigenza , analisi e prospettive, 2/I, 7.
- dirigenza : spoil system, 2/I,12.
- orario di servizio, suddiviso in tre fasce orarie,
legittimità, ODEL, 6/I,2.
- riposo settimanale, 3/I, 3.
- seconda attività, 6/I, 6.
- trattamento economico,1/I, 8.
16
Difensore civico : 4/I, 5 ss.
Direttore generale: 5/I, 3.
Diritti:
- “inviolabili” della persona, 2/I, 9.
- d. umani, riconoscimento, 2/II, 15 s.
Diritto:
- alla salute, violazioni, 2/II, 16.
- d. civile, ricordo di Alberto Trabucchi, 6/I, 10.
- mite, 1/I, 10.
- Derive nichiliste, 2/VI, 8 ss
Disabili:
- permesso di sosta agli autoveicoli, ODEL, 6/II, 2.
- tutela delle vittime di discriminazione, 3/I, 2.
Disoccupazione: dati preoccupanti, 1/VI, 15.
Discariche: garanzie per la salute pubblica, ODEL,
1/II, 2.
Diversità (articolo), 4/IV, 14 s.
Economia:
- interventi nel campo dell’e. degli enti locali:
ricorso agli swap sul debito pubblico, ODEL, 6/I,
1.
- e. malata, 5/I, 11 s.
- rilancio economico, 2/I, 12; 3/I, 2; 6/I, 2.
- euro, seconda moneta dopo il dollaro, 5/II, 3 s.
- sviluppo economico, 4/II, 2 s.
- allargare gli orizzonti della razionalità :
l’economia, 3/IV, 7 s.
- se l’E. è malata, 3/V, 3 s.
- Dall’e. sommersa che affonda il Sud alla riscossa
che serve ai meridionali, 4/IV, 13.
- e. del bisogno ed etica del desiderio di Mario
Signore: proposte per una riflessione, recensione
di Marco Ivaldo, 3/IV, 8 s
Edilizia: abitativa, 5/II, 2.
Elezioni: comunali, validità della scheda, 1/I, 8.
Elettorale (sistema): “l’ABC”, 5/I, 5 s.
Embrioni: no a terapie usando e., 4/V, 4 s
Energia: competenza regionale nel settore, 4/I, 3.
Englaro, caso, vedi Etica.
Esposti: generici, 1/I, 10.
Etica:
- e. dell’amore, rispetto della vita : ricordo di Albert
Schweitzer, 5/I, 9.
- e. tra la politica e l’economia della
globalizzazione, 3/II, 11s.
- rapporti tra fede e ragione, 2/II, 11.
- rispetto per i morti del lavoro (esternazione di
Claudio Scajola), 4/II, 13 s.
- rispetto per la vita (caso di Eluana Englaro), 4/II,
13; 1/III, 15 s..
- in tema di finis vitae, 2/III, 5 s.
- e. nello Stato democratico, 4/III, 9 ss. E 5/III, 2 ss.
Etruschi : Parco tematico degli E., ODEL, 5/II, 2.
Europa:
quale futuro, 2/VI, 11 ss., 3/VI, 3 s.
l’e. ritorni ai suoi principi ispiratori, 4/VI, 4 s.
Fallimento: limitazioni personali, 5/I,7; ODEI, 5/I, 2.
Fannulloni: 4/II, 16.
Federalismo:
- accordo storico, 3/I, 4 .
- dei nostri tempi, 2/I, 6 s.
- fiscale, 3/II, 5 ss.
- “I nodi alla via italiana al f.”, 3/III, 2 s.
Finanziaria (materia):
-
crisi f, 5/II, 3.
disposizioni urgenti per il recepimento di direttive
comunitarie in materia bancaria, creditizia e di
intermediazione f., 5/I, 2.
- disposizioni relative all’offerta pubblica o alla
negoziazione di strumenti f., 5/I, 2.
Fisco:
- controlli fiscali, partecipazione dei comuni,
ODEL, 4/II, 1.
- il Fisco aiuta i sindaci, ODEL, 5/II, 1 s.
evasione, blitz a Cortina, 1/VI, 16.
Follerau Raoul, icordo, 5/III, 10 s.
FORUM del TERZO MILLENNIO, 4/III, 2ss., III F.
4/IV, 2 ss., 1/VI, 8 ss., IV F., 4/VI 7 ss.
Fukushima: un anno dopo, 1/VI, 14 ss.
Furcignanu, poesia di Salvatore Calò, 2/IV, 13.
Gay:
no ai matrimoni g., 3/IV, 2.
nozze g., Cassazione, fuori strada, 2/VI, 15.
Georgia, conflitto, 4/II, 14.
G8: opinione, 3/I, 8.
Giornalismo: integrazione tra carta e web, 3/V, 9.
Giornata Mondiale: GM del Libro e del Diritto
d’Autore, luci ed ombre, 2/VI, 13 ss.
Giovani, d’oggi, 1/II, 9 ss.; “La condizione giovanile,
oggi”, 3/III, 14 s.
Giovanni Paolo II :
- la figura, 1/II, 11 s.; 2/II, 12 s.; 3/II, 12 s.; 4/III, 6
ss.
- poeta nel Trittico Romano, 4/III, 15 ss.
- scritti inediti, 4/II, 7 s.
Giornalisti: “santa alleanza” tra g. e avvocati, 2/III,10s.
Giudice, ordinario e contabile, 2/II, 4.
Giurisdizione: competenza giurisdizionale in materia di
eleggibilità alle cariche elettive, 6/I, 4.
Giustizia :
- costituzionale, 1/III, 6 ss.
- la g. “vera emergenza del Paese”, 3/III, 16.
Governo:
- attività del g. italiano, 4/III, 11 s.
- governi privati, 4/III, 8.
Gratta e vinci: La società del gratta e vinci, di Giorgio
Barone, 2/IV, 10 s.
Ichino Pietro, condanne annullate, 1/VI, 16.
Ici:
- abolizione per la prima casa, 3/II, 5 ss.; ODEL,
3/II, 2.
- addizionale, ODEL, 5/I, 1.
- verifiche Ici su ogni tipo di immobile, 1/IV, 16.
Ideologie, crisi, 1/III, 12; 2/III, 11.
Idrico, servizio: riforma dei servizi pubblici locali di
rilevanza economica : il servizio idrico, 3/IV, 2.
Immobili: limitazioni all’acquisto (illegittimità), 4/I, 3.
Imposte locali - aumentano le tasse nelle Regioni
sprecone, 3/IV, 15.
Imprenditori: agricoli : credito d’imposta, 1/I, 2 s.
Incarichi: criteri di conferimento degli esterni, 2/I, 8 s.
Incendi: atti dolosi e di “piromani”, 4/I, 12.
Incidenti: ragione del pedone, 1/VI, 6.
Incompatibilità: processuale, 4/I, 3.
Indulto:
- concessione (2006), 3/I, 2.
17
-
legittimità in caso di condanne per reati terroristici,
6/I, 6.
I.V.A.: versamenti fiscali, 1/I, 5 s.
Inerzia amministrativa: conseguenze, ODEL, 6/I, 2.
Ingiurie: quando dare del “rimbambito” non è reato,
6/II, 6.
Inquinamento: elettromagnetico (antenne e ripetitori),
ODEL, 3/II, 1.
Intercettazioni : tra esigenze di giustizia e privacy, 4/II,
14 s.
Intossicazione : latte cinese, 5/II, 15.
Invalidi civili : contrassegno per la circolazione dei
veicoli, ODEL, 2/II, 1.
King Martyin Luther, ricordo, 6/III, 3.
Kowalska, Suor Maria Faustina, 1/II, 8.
Lacrime ‘mare, poesia di Salvatore Calò, 2/IV, 13.
La Pira Giorgio : 4/I, 14 ss.; 5/I, 8 s.; 4/III, 6 s.
Laicismo: 5/II, 12 s.
Laicità, l. dello Stato, 4/III, 12.
Lavoro:
- l. di casalinga, riconoscimento, 4/II, 3.
- l. nero, 6/I, 5 s.
- l. domestico, nuova cultura di l. dignitoso, 4/V, 4.
Lecce Sbarocca, presentazione libro, 4/VI, 10 ss.
Legalità, principio di l., 4/III, 8 ss.
Legge:
quando è ingiustizia, 2/I, 10.
d. legge: salvaitalia, 2/VI, 10 ss.
Legislazione, l. italiana, 4/III, 10 s.
Letteratura:
- scambio culturale, 1/I, 12.
- critica letteraria (Luigi Maria Personè), 1/I, 14 s;
2/I, 14 ss.
Liberalizzazioni: l. dei settori produttivi, 2/I, 12; 3/I, 2;
6/I, 2.
Logo dell’Associazione “Terzo Millennio”, 3/II, 2.
Lourdes :
nel 150°, 4/II, 10.
Pellegrinaggio a L., poesia di Giuseppe Mario Potenza,
5/II, 16.
Luzi Mario, ricordo nel quarto anniversario dalla
morte,1/III, 10 s.; 2/III, 11.
Madre Teresa di Calcutta : 5/II, 6 s.
Mafia: in ricordo di Falcone e Borsellino, 2/VI, 9 ss
Majorana Ettore, il mistero di E.M., 3/III, 14.
Managerialità: servizio della compiacenza dei politici,
4/V, 3.
Mercato: solidarietà e m, 5/I, 10.
Merini Alda: libro poesie inedite, 1/VI, 13 ss.
Mezzogiorno:
- il M. enalizzato da disuguaglianze e disparità con
il Nord, 3/IV, 12 s.
- in un M. arbitro di se stesso, una Puglia “matria”
dell’Unità d’Italia, 6/IV, 9 – 2/V, 15.
Minaccia : m. di bocciatura agli alunni, 6/II, 6.
Misericordia, Divina, 1/II, 8; 1/II, 15 s.
Mobbing, v. Atti persecutori.
Montessori Maria, 5/IV, 12 s.
Moro Aldo:
- ricordo, 3/II, 15 s.
- lodo M., 4/II, 16.
Moro Tommaso: a circa 500 anni dalla morte, 1/IV, 11
Moternu procressu: poesia di Silvana Muci, con nota
critica di Giuseppe Mario Potenza, 5/III, 14 s.
Moscati san Giuseppe,6/IV, 2
Multe: anno record delle m., ODEL, 5/I,2.
Musica, nella storia di Nardò (Banda Verde, pizzicatarantata), Allegato, 1/III, 1s.
Napoli Leone Salvatore, Allegato, 1/II, 1 ss.
Napolitano Giorgio, 5/II, 14.
Nicaragua, appunti di viaggio, 6/III, 6 ss.
Nicaragua, poesia di Giuseppe Mario Potenza, 6/III, 7.
Nomi: ridicoli o vergognosi, divieto di imposizione,
6/II, 6.
Nucleare : bluff n., 5/II, 13.
Nuvole: Le nuvole, poesia di Fabrizio De Andrè, 2/IV,
14.
Obiezione di coscienza, 2/II, 2.
Occasione : L’occasione mancata, di Giorgio Barone,
presentazione di Mario Mennonna e recensione di
Giuseppe Mario Potenza, 2/IV, 5 ss.
Occupazione: dalla scommessa di internet, 3/V, 8.
Omosessualità: 1/V, 16
Opere pubbliche : regole per le gradi opere, 4/II, 12 s.
Ordinamento giudiziario : 1/II, 2.
Paradossi :
- p. all’italiana, 5/II, 13 s.
- caso Villari, 1/III, 14.
- caso Iervolino, ivi.
- “Un cavillo anche per il cavallo”, 2/III, 14.
- “Lei è morta, le togliamo 631 euro”, 2/III, 14 s.
“Confessa l’omicidio dopo l’assoluzione”, 2/III,
15.
- “Moto rubata in Grecia 20 anni fa”, ivi.
- “Gli affidano la figlia dopo la violenza”, ivi.
- “Caddi in quel tombino nell’85, aspetto ancora il
risarcimento”, 2/III, 15 s..
Parcheggi:
- p. 1/II, 4.
- aree riservate al p. a pagamento, ODEL, 3/II, 2 e
ODEL, 4/II, 1.
- posteggiatori abusivi, ODEL, 4/II, 2.
Pari opportunità: coordinamento delle norme, 2/I, 5.
Parlamentari : ruolo, 1/II, 5 ss; privilegi, 1/IV, 16.
Partigiani: ricordo di Giorgio Morelli, 2/I, 10 s.
Partiti politici :
- ruolo, 1/II, 5 ss.
- leggina anti-sbarramento, 2/III, 14.
Pascoli Giovanni: a cento anni dalla morte, 3/VI, 7 ss.
Pedofilia: “Giornata dell’orgoglio pedofilo”, 3/I, 6 s.
Pena :
- certezza, 1/II, 14 s.
- esecuzione della p. in Stato diverso, 6/I, 6.
- p. di morte, premio a Kagame, “abolizionista” e
assassino, 4/I, 13.
Pensioni:
- dei deputati, 1/I, 11.
- di privilegio, 2/I, 5.
Poesia:
- Eugenio Montale “Il male di vivere”, con nota
critica di Donato Valli, 2/I, 2 ss.
- incontro per declamazione di p., 5/III, 11 ss.
18
-
presentazione della raccolta di poesie “La vetrina
dell’antiquario”, di Giuseppe Mario Potenza,
Congedo ed., Galatina, 2005, con Relazione critica
di Donato Valli, 1/I, 16 e 2/I, 14 ss..
- presentazione della raccolta di poesie “Specchio
d’amore” di Giuseppe Mario Potenza, Capone ed.,
Lecce, 2009, 1/IV, 6 ss..
presentazione della raccolta di poesie “Acqua ti
fiume”, di Salvatore Calò, con presentazione di
Mauro Costanzo Vaglio e recensione di Giuseppe
Resta, 1/IV,13 ss.
- Recensione di Giuseppe Mario Potenza per l’opera
“Luoghi. E sogni dispari” di Giuseppe Conte, 1/III,
8 s.
- Giornata mondiale della p., 2/IV, 8 s.
Politica:
- crisi della p., 6/I, 7 ss.; 1/II, 5 ss.
- disciplina, 4/IV,11 s.
- formazione della p. nazionale, 1/II, 5 ss.
- in memoria di Filippo Raciti, 5/I, 16.
- un modo più credibile e meritevole di fare p.,
ODEL, 4/I,1.
- politica e amministrazione, 2/IV, 3 s.
- politici in tv, 5/I, 16.
- primato della p., 5/I,11 s.
- responsabilità politica, 1/II, 6 s.
- spese del Palazzo, 5/I, 16.
- cattolici fedeli a se stessi, 2/%, 16.
mandanti e killer della p., 1/VI, 3 ss.
molta gente non vuole questa p., 1/VI, 4 ss
Porta Pia, anniversario, 5/IV 16.
Portoselvaggio:
- Ritorno a Portoselvaggio, poesia di Giorgio
Barone, 2/IV, 13.
- Portoselvaggio, poesia di Luigi Tarricone, 2/IV,
14.
Posteggiatori abusivi: ingiunzione del Sindaco di
Roma, 3/I, 8.
Potere :
- un concetto stravagante di p., 6/I, 10.
- più p. agli enti locali, ODEL, 5/I,1.
- Povero cristo, poesia di Silvana Muci, con nota
critica di Giuseppe Mario Potenza, 5/III, 15
Poveri, 4/II, 15 s.
Prescrizione:
- per i compensi al dipendente pubblico aventi
natura risarcitoria, 6/I, 3 s.
- p. dell’azione di risarcimento in caso di danno
indiretto alla p.A., 6/I, 4.
- P. dei crediti retributivi, 3/VI, 2.
Prezzolini Giuseppe : 2/IV, 9 s.
Processo, p. breve, 6/III, 6.
Processo amministrativo : riforma, 2/IV, 2 s.
Processo penale : sospensione ( lodo Alfano), 4/II, 3 e
15.
Protezione civile : delegabilità delle funzioni del
sindaco, ODEL, 2/II, 2.
Pubblica Amministrazione:
- assenteismo e scarso rendimento, 4/I, 10 s.
- dirigenti, trattamento economico, 3/II, 3 s.
- funzionamento, 1/I, 7.
- Guardia di Finanza, accusa di inefficienza, 4/I, 12.
- incarichi esterni, legittimità, 3/II, 4.
- mobbing, 4/I, 10, s.
- mobilità del personale, ODEL, 1/II, 2.
-
la p.A. come strumento di solidarietà sociale:
ricordo di Giorgio La Pira, 4/I, 14 ss; 5/I, 8 s.
- pagamento di somme, controversia, competenza,
5/I, 3.
- recupero somme, 2/II, 5 e 9.
- responsabilità, 3/II, 3.
- scelte in materia urbanistica, 1/I, 8.
Pubblici appalti: limitazione partecipazione, 3/VI, 3.
Pubblico ministero:
- possibilità di appello (legge “Pecorella”),1/I, 9.
- soprusi e carriere lampo, 5/I,15.
Puglia: Notti di Puglia,poesia di Giuseppe Doria, 2/IV,
13.
Punta Perotti, sequestro, illegittimità,1/III, 2 s.
Questione meridionale: un doppio binario per la
percorrenza dal Sud al Nord, 4/I, 9 s.
Rabin Dranath Tagore, 2/V, 7 s – 3/V, 12.
Randagismo:
- responsabilità del comune, ODEL,2/II, 1.
- i comuni non danno la caccia ai branchi, 2/V, 16.
Ratzinger Joseph, Benedetto XVI :
- recensione di sua opera, 3/I, 9 ss.
- Gran Premio Capri San Michele all’opera, 5/I, 13.
- osservazioni critiche, 5/I, 13 ss.
Reati:
- associazione a delinquere, 3/I, 8.
- corruzione , 2/I, 12.
- crimini contro l’umanità (d.d.l. “Mastella”), 1/I, 9.
- depistaggio (strage di Ustica), 1/I, 11.
- non punibilità dei minori, 1/I, 11.
- peculato, incidenza sulla candidabilità, 6/I,3.
- rifiuto di assistenza ospedaliera, 1/I, 9.
- referendum Guzzetta, 3/II, 8.
Regioni: r. fuori legge, 4/II, 3.
Regolamenti:
- r. interno: del Comitato dei rappresentanti
permanenti a Bruxelles (possibilità di dormire
durante le riunioni, ma senza russare), 1/I, 11.
- r. comunali: competenza per gli interventi
suppletivi, 3/I, 2 .
Religione:
scontro di r. 1/V, 15 s.
Cantalamessa: Dio oltre la ragione, 2/VI, 15.
Repubblica neretina: (nel giudizio del Tribunale penale
di Lecce), 6/IV, 6 – 1/V, 8 s.
Responsabilità:
- “lo sguardo della r.”, recensione dell’opera di
Mario Signore, 4/I, 14.
- r. amministrativa, termine di prescrizione, 5/I, 2.
- r. oggettiva, 3/III, 11 e 4/III, 2.
- r. politica, 3/III, 7 s.
- r. dirigenziale, 1/VI, 2 ss.
Revisori dei conti: criteri di scelta, 3/I, 3 .
Ricerca scientifica, incentivazione, 2/II, 3.
Ricorso: inoltro, 3/I, 2.
Rifiuti solidi urbani: problema del r. in Campania,
ODEL, 3/II, 2.
Risarcimento del danno:
r. nel processo amministrativo: 2/IV, 4.
r. tempestiva impugnazione: 1/VI, 3
Risparmio energetico . La Giornata del, 2/IV, 11 s.
Rosmini Antonio, l’attuale pensiero di A.R., 4/IV, 15.
Salute e sicurezza sul lavoro : tutela, 2/II, 2 s.
19
Sam Paolo, ricordo nel bimillenario dalla nascita, 2/III,
7 ss.
San Pio :
- i carismi, 4/II, 11 e 5/II, 5 s.
- la figura, 3/II, 9 s.
- l’ostensione della salma, 3/II, 13 s.
Sanità : farmaci c.d. equivalenti, 3/I, 5.
Santa Bernadette :
- la figura, 4/II, 9.
- il racconto, 4/II, 9 e 5/II, 4 s.
Schweitzer Albert : ricordo, 5/I, 9.
Scuole:
- assenteismo, caso particolare, 4/I, 12 s.
- caro s., ODEL,4/II,1.
- degrado, 3/I, 7.
- “Bologna, via libera al 100 politico ai bambini”,
3/III, 16.
- riforma (Fioroni), legge 11 gennaio 2007, n.425,
4/I, 2.
- decreto di attuazione, 5/I, 6 s.
- scuola materna, apertura ai clandestini, ODEL,
2/II, 1.
tra interventi tampone ed esigenze di riforma,
1/VI, 5ss.
Semafori : giallo truccato, ODEL 5/II, 1.
Semplificazione legislativa, 1/III, 5; 2/III, 4 s.
Sequestro : s. degli italiani all’estero, 6/II, 10.
Sera: S., poesia di Giovanna. Romano Pagliula, con
nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 6/II, 9.
Servizi pubblici:
- affidamento in house, legittimità, 6/I, 3.
- a rilevanza economica, 1/I, 7.
- servizio idrico, ODEL, 2/II, 1.
- taglio dell’erba, ODEL, 4/II, 1.
- trasporto urbano, auto elettriche, ODEL, 6/I, 1.
- trasporto, nuova disciplina di affidamento, 1/I, 8.
- trasporto dei rifiuti solidi urbani, Commissione di
inchiesta, 4/I, 2.
- trasporto : di salme, 1/II, 3.
- disservizio nei vari settori pubblici, risarcimento
del danno, 4/I, 8.
Settembre: “Già termina s.”, poesia di Giovanni
Pellegrino, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza,
6/II, 9.
Sfida: “La s.”, 3/IV. 13
Sicurezza:
- decreto Maroni, ODEL, 5/II, 2.
- s. nell’abitato, ODEL, 4/I, 2 e ODEL,4/II, 2.
- misure urgenti, 4/II, 2; 2/III, 2 s.
- poteri subito agli enti locali, ODEL, 5/I, 1.
- il problema della s. a Bari e in Puglia, 5/I, 15 s.
Sindacato: rappresentanza e diritti, 5/II, 9 ss.
“Sboccerai”, poesia di Chiara Leone, con nota critica
di Giuseppe Mario Potenza, 1/III, 13.
Società: controlli, 1/I, 6.
Solidarietà:
- s. umana (Madre Teresa di Calcutta), 5/II, ss.
- s. e carità, 4/II, 6 s.
- s. per il Rwanda, 4/II, 4 ss.
Spese :
- s. “facoltative”, 3/II, 6.
- s. legali, rimborsabilità, 4/I,3.
- s. per il pubblico impiego, contenimento,
competenza, 5/I, 3.
- s.di regioni ed enti locali, vincoli, 6/I, 3.
Stato:
formazione degli S., 5/II, 15.
moralizzazione e legalità, 1/VI, 6.
Statua:“Ad una s.”, poesia di Giovanna Romano
Pagliula, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza,
2/III, 12.
Stifani Luigi, vedi Musica nella storia di Nardò
Sud del mondo: Fondazione Giustizia e Solidarietà,
dati sulle condizioni, 5/I, 9 s.
Sussidiarietà :
- principio di s.,4/III, 2 ss.
- Fondazione della s., 5/III, 7 s.
Termini: t. previsti da disposizioni legislative e di
delegazione legislativa, proroga, 5/I, 2.
Terremoto:
- in Abruzzo, 2/III, 13 (ivi, poesie “E la notte tremò”
di Giovanna Romano Pagliula e “Orme di un
terremoto” di Giuseppe Mario Potenza).
- in Emilia, 2/VI, 16.
Terrorismo:
- pascolano, crescono e minacciano, 2/I, 11.
- spigolature di t. nostrano, 3/I, 6.
- “amici dei terroristi in Parlamento”, 4/I, 13.
- “concerto per il terrorista”, 4/I, 13.
- “giorno della memoria”, 5/I, 2; 3/II, 14 s.
“Prima linea” , ritirato il patrocinio al film, 3/III,
16.
TFR dipendenti pubblici, 4/VI, 3 s.
Toniolo Giuseppe: il beato, 1/VI, 7 ss.
Tumori femminili, prevenzione tra etica e religione,
1/III, 11 s.
Tre bambini e un flauto, ripensare la democrazia e la
giustizia, 3/VI, 11 ss., 4/VI, 13 ss.
Tributi: tassabilità di maghi, indovini e cartomanti, 2/I,
12.
Turismo: organismi centrali, 3/I, 2.
Unione europea:
- disciplina del lavoro nero, 6/I, 5.
- gli enti locali e l’U. e., 3/III, 6 s.
- invito all’Italia in materia di immigrati, 5/III, 9 .
Unità d’Italia, prima una unità di consensi, 6/IV, 2 ss.
Università, La Sapienza, quella macchia nella
tradizione, 1/II, 13 s.
Universo : all’origine dell’u., 5/II, 14 s.
Violenza:– “coerenza” di Edoardo Sanguineti, 2/I, 11
s.; v. sessuale, contrasto, normativa, 2/III, 2 s.
Votazioni: ODEL 5/I, 2.
Zagrebelsky Gustavo: recensione di sua opera, 1/I, 10;
5/IV, 10 ss.
Zanzotto, Andrea: l’ultimo poeta profeta lirico e civile,
3/V, 8.
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