Anno VI – n. 4 – ottobre - novembre - dicembre 2012 – Distribuzione gratuita TERZO MILLENNIO OSSERVATORIO GIURIDICO E CULTURALE Corriere trimestrale I fantasmi non esistono. I fantasmi siamo noi, ridotti così dalla società che ci vuole ambigui, ci vuole lacerati, insieme bugiardi e sinceri, generosi e vili. Eduardo De Filippo Concorso pubblico per l'accesso del personale in fascia o area funzionale superiore…………….. ………………p. 3 Scorrimento della vecchia………………………p. 3 graduatoria, obbligo di motivazioni. L’inserimento in graduatoria non…………...p. 3 determina diritto all’assunzione. Tfr dei dipendenti pubblici…………………….p. 3 s L’ Unione Europea ritorni ai suoi………….p. 4 s principi ispiratori. Edoardo De Filippo………………………………p. 6 Incontro sul tema: Giudici e/o legislatori nella gestione della crisi ?...........................p. 7 ss Presentazione libro “Lecce sbarocca”………p. 10 ss Tre bambini e un flauto. Ripensare…………p. 13 ss la democrazia e la giustizia – II^p. Indice analitico…………………………………….p. 15 ss Eduardo De Filippo Gli scritti non firmati sono predisposti a cura della redazione. La collaborazione sotto ogni forma è gratuita. Fondatore, Direttore editoriale: Gr.Uff. Dott. Giuseppe Mario Potenza - Condirettore editoriale: Costanzo Mauro Vaglio Redazione: Girolamo Cleopazzo, Chiostro dei Carmelitani, Corso Vittorio Emanuele II, Nardò (Lecce) (Delibera n. 388 del 28 dicembre 2009 della giunta comunale e n. 20 del 25 gennaio 2011 del Commissario straordinario del Comune di Nardò)- Direttore responsabile: Dott. Salvatore Resta, giornalista pubblicista – E-mail: [email protected] - Blog: terzomillennioosservatorio.blogspot.com . OSSERVATORIO GIURIDICO Legislazione Decreto Legge 29 ottobre 2012, n. 185 "Disposizioni urgenti in materia di trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici" Pubblicazione: G.U. n. 254 del 30 ottobre 2012 Legge 26 ottobre 2012, n. 183 "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica dell'India sul trasferimento delle persone condannate, fatto a Roma il 10 agosto 2012" Pubblicazione: G.U. n. 253 del 29 ottobre 2012 Legge 16 ottobre 2012, n. 181 "Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011" Pubblicazione: G.U. n. 251 del 26 ottobre 2012 Decreto Legge 18 ottobre 2012, n. 179 "Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese" Pubblicazione: G.U. n. 245 del 19 ottobre 2012 Decreto Legge 10 ottobre 2012, n. 174 "Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonche' ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012" Pubblicazione: G.U. n. 237 del 10 ottobre 2012 Legge 1 ottobre 2012, n. 172 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno" Pubblicazione: G.U. n. 235 dell'8 ottobre 2012 Legge 4 ottobre 2012, n. 171 "Conversione in legge del decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, recante disposizioni urgenti per il risanamento ambientale e la riqualificazione del territorio della città di Taranto" Legge 23 novembre 2012, n. 222 "Norme sull'acquisizione di conoscenze e competenze in materia di "Cittadinanza e Costituzione" e sull'insegnamento dell'inno di Mameli nelle scuole" Pubblicazione: G.U. n. 294 del 18 dicembre 2012 Legge 14 novembre 2012, n. 203 "Disposizioni per la ricerca delle persone scomparse" Pubblicazione: G.U. n. 278 del 28 novembre 2012 Legge 6 novembre 2012, n. 190 "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione" Pubblicazione: G.U. n. 265 del 13 novembre 2012 Legge 8 novembre 2012, n. 189 "Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute" Pubblicazione: G.U. n. 263 del 10 novembre 2012 Legge 24 dicembre 2012, n. 234 "Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea" Pubblicazione: G.U. n. 3 del 4 gennaio 2013 Legge 31 dicembre 2012, n. 232 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 18 dicembre 2012, n. 223, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche nell'anno 2013" Pubblicazione: G.U. n. 2 del 3 gennaio 2013 Legge 24 dicembre 2012, n. 231 "Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 3 dicembre 2012, n. 207, recante disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione, in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale" Pubblicazione: G.U. n. 2 del 3 gennaio 2013 Legge 24 dicembre 2012, n. 229 "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015" Pubblicazione: G.U. n. 302 del 29 dicembre 2012 Legge 24 dicembre 2012, n. 228 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013)" Pubblicazione: G.U. n. 302 del 29 dicembre 2012 Decreto Legge 18 dicembre 2012, n. 223 "Disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche nell'anno 2013" Pubblicazione: G.U. n. 294 del 18 dicembre 2012 Legge 11 dicembre 2012, n. 220 "Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici" Pubblicazione: G.U. n. 293 del 17 dicembre 2012 Legge 10 dicembre 2012, n. 219 "Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali" Pubblicazione: G.U. n. 293 del 17 dicembre 2012 2 Giurisprudenza E' necessario il concorso pubblico per l'accesso del personale già assunto ad una fascia o area funzionale superiore, e cioè ad una progressione verticale che consista nel passaggio ad una posizione funzionale qualitativamente diversa, tale da comportare una novazione oggettiva del rapporto di lavoro. Per consolidata giurisprudenza, per procedure concorsuali di assunzione ascritte all'attività autoritativa dell'Amministrazione (alla stregua dell'art. 63, comma 4, del d.lgs. n. 165/2001), si intendono non soltanto quelle preordinate alla costituzione "ex novo" dei rapporti di lavoro, ma anche le prove selettive dirette a permettere l'accesso del personale già assunto ad una fascia o area funzionale superiore, e cioè ad una progressione verticale che consista nel passaggio ad una posizione funzionale qualitativamente diversa, tale da comportare una novazione oggettiva del rapporto di lavoro; tale accesso deve avvenire per mezzo di una pubblica selezione, comunque denominata ma costituente, in definitiva, un pubblico concorso (Cassazione civile sez. un., 05 maggio 2011, n. 9844; Consiglio di Stato sez. V, 8 giugno 2011, n. 3484). Solo qualora si controverta di un semplice passaggio di livello senza variazione di area o categoria, ossia senza novazione oggettiva del rapporto di lavoro, sussiste la giurisdizione dell'autorità giudiziaria. Nel caso che occupa il superamento della procedura selettiva comportava l’attribuzione ai concorrenti, inquadrati nella categoria "C" della superiore categoria "D", sicché, sulla base dei cennati consolidati principi giurisprudenziali, pienamente condivisi dal Collegio, la eccezione non è positivamente valutabile. (Consiglio di Stato, Sez. V, sentenza 31.10.2012, n. 5562) Se tra vecchio ed il nuovo concorso non emergono differenze significative, l'Amministrazione ha l'obbligo di motivare le ragioni per le quali non reputa di procedere alla scorrimento della vecchia graduatoria. Con la sentenza in esame il Consiglio di Stato richiama l’indirizzo dell’Adunanza Plenaria n. 14/2011 secondo il quale l’Amministrazione, "una volta che abbia deciso di provvedere alla copertura dei posti vacanti, è tenuta a motivare in ordine alle ragioni che la inducono ad optare per una o l'altra forma di reclutamento, e cioè il concorso pubblico ovvero lo scorrimento di graduatoria ancora efficace, ma tenendo nel debito conto che l'ordinamento attuale afferma un generale favore per l'utilizzazione delle graduatorie degli idonei, avente anche una chiara finalità di contenimento della spesa pubblica che il concorso pubblico comporta, e che recede solo in presenza di speciali discipline di settore o di particolari circostanze di fatto o di ragioni di interesse pubblico prevalenti, che devono, comunque, essere puntualmente enucleate nel provvedimento di indizione del nuovo concorso". (Consiglio di Stato, Sez. III, sentenza 20.12.2012, n. 6560) L’inserimento dei candidati in graduatoria non determina un diritto all’assunzione, dovendosi tener conto di eventuali mutamenti della situazione di fatto e diritto tra la data di espletamento del concorso e la data della successiva determinazione di avvalersi o meno dell’attività lavorativa di chi sia stato utilmente collocato in graduatoria. E’ principio ricorrente che l’inserimento dei candidati in graduatoria non determina ex se un diritto all’assunzione, dovendosi tener conto di eventuali mutamenti della situazione di fatto e diritto tra la data di espletamento del concorso e la data della successiva determinazione di avvalersi o meno dell’attività lavorativa di chi sia stato utilmente collocato in graduatoria. Non è tuttavia dubbio che l’inserimento in graduatoria ingenera una legittima aspettativa a conseguire l’assunzione, e che l’amministrazione è tenuta ad adottare tempestivamente, in senso affermativo o negativo, i provvedimenti conseguenti all’inserimento in graduatoria. In virtù del giudicato l’amministrazione è dunque obbligata a determinarsi tempestivamente in ordine all’assunzione (in senso positivo o negativo), e, in caso di provvedimento ostativo, a indicare le puntuali ragioni che impediscono l’assunzione a fronte di una graduatoria approvata. In altri termini, l’amministrazione pubblica - se anche ritiene che vi sia un ostacolo di ordine giuridico per l’assunzione (o la nomina) di chi sia stato utilmente collocato in una graduatoria di un concorso – deve emanare un formale atto che contenga le proprie determinazioni, sia per esigenze di trasparenza che per consentire la tutela giurisdizionale dell’interessato (nell’eventuale giudizio di cognizione che questi intenda in ipotesi attivare). (Consiglio di Stato, Sez. VI, sentenza 14.11.2012, n. 5750) Stop alla ritenuta del 2,5% sul Tfr dei dipendenti pubblici. Il Governo si allinea alla Consulta e rispolvera il Tfs. Gli arretrati arriveranno con un Dpcm. Roma, 27 ott Per le liquidazioni dei dipendenti pubblici il Governo torna all'antico e rispolvera il «trattamento di fine servizio». È quanto prevede il decreto legge approvato ieri a Palazzo Chigi per dare piena attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale (n. 223/2012) che ha dichiarato incostituzionale sia il prelievo contributivo del 2,5% sul Tfr dei dipendenti pubblici, sia il contributo di solidarietà del 5 e del 10% sulla parte di retribuzione che eccede, rispettivamente, i 90 e i 150mila euro lordi annui. 3 A introdurre le misure che la Consulta ha bocciato era stato il decreto 78 del 2010 quando a Palazzo Chigi c'era Silvio Berlusconi e a via Venti settembre Giulio Tremonti. Ma il compito d i correre ai ripari è toccato al Governo Monti. Per gestire gli effetti della sentenza, il Consiglio dei ministri di ieri ha deciso di imboccare due strade distinte. Per l'abolizione della trattenuta del 2,5% sulle liquidazioni è stato utilizzato il decreto legge. Per la ripresa delle trattenute e le restituzioni delle somme indebitamente prelevate ai dipendenti si procederà in via amministrativa con un decreto del presidente del Consiglio (Dpcm). E questo facendo leva sulla legislazione vigente, applicando una sorta di clausola di salvaguardia secondo cui, se in determinate circostanze dovessero venire meno le entrate della manovra (da leggere anche con possibili pronunce giurisdizionali), il Governo può procedere con un taglio lineare sulle spese delle pubbliche amministrazioni. Al Dpcm sarà demandata anche la definizione delle modalità operative di erogazione dei rimborsi dovuti. La partita più delicata resta comunque quella relativa alle liquidazioni dei dipendenti pubblici. Il decreto legge di un solo articolo, inviato al Capo dello Stato, prevede che l'articolo 12, comma 10, del Dl anticrisi del 2010 venga abrogato a decorrere dal 1° gennaio 2011. Per salvaguardare la tenuta dei conti pubblici, lo stesso testo prevede il ritorno al trattamento di fine servizio (Tfs) che - in virtù della quota trattenuta direttamente sul dipendente - per il datore di lavoro (pubbliche amministrazioni centrali e locali) è meno oneroso rispetto al trattamento di fine rapporto. Sempre secondo il decreto legge approvato ieri gli oneri che dovrà sostenere lo Stato per la riliquidazione dei "Tfs" ammontano a 21 milioni complessivi per il 2012 (1 milione), 2103 (7 milioni) e 2014 (13 milioni), e in 20 milioni a decorrere dal 2015. Per le riliquidazioni dei trattamenti di fine servizio il Governo si darà un anno di tempo. Infatti viene previsto che i Tfs «comunque denominati», che sono stati liquidati prima dell'entrata in vigore del nuovo Dl secondo quando prevedeva il decreto 78, saranno riliquidati d'ufficio entro un anno dall'entrata in vigore del decreto legge approvato ieri. Si applicheranno cioè le regole in vigore prima della stretta sugli statali introdotta dal Governo Berlusconi. E, comunque sia, la rideterminazione delle liquidazioni spettanti non potrà dare luogo ad alcun recupero delle somme erogate in precedenza nei confronti del dipendente. Per quanto riguarda, infine, le cause pendenti avviate dai dipendenti pubblici per ottenere la restituzione del contributo previdenziale obbligatorio del 2,5%, il provvedimento messo a punto dall'Esecutivo ne dispone l'estinzione di diritto. Un 'estinzione che potrà essere dichiarata anche d'ufficio. Al tempo stesso vengono sterilizzati del tutto gli effetti di eventuali sentenze già emesse, fatta eccezione per quelle nel frattempo passate in giudicato. http://www.grnet.it/news/notizie/economia/ L’ UNIONE EUROPEA RITORNI AI SUOI PRINCIPI ISPIRATORI di Vittorio Galatro1 L’Unione europea è una bella realtà dei tempi attuali,specialmente se si pensa a quante guerre sono state combattute, nel corso dei secoli, fra gli stati del vecchio continente. Il secolo scorso, con la prima e seconda guerra mondiale, ci ha portato distruzione e lutti. Ancora è viva la memoria ed anche oggi si vedono le ferite della seconda guerra mondiale, non rimarginate del tutto. Si ricordano tanti luttuosi tragici eventi, si fanno manifestazioni per non perdere la memoria di tanti fatti di odio e di sangue, di obbrobriosi crimini che hanno degradato le persone umane a belve feroci. Ed ora, in un periodo di pace per l’Europa, sia pure difficile e tormentato, non possiamo che essere felici nel vedere che gli stati dialogano fra di loro, anche se vi sono contrasti di vedute fra i vari governi e se l’Unione Europea risulta, sotto molti aspetti, non perfezionata nei suoi meccanismi; praticamente inadeguata e deludente di fronte alle difficoltà della vita quotidiana, alla crisi che attanaglia il mondo intero. La realtà europea ,oggi, ha una vita non facile. Le disarmonie e le difficoltà si manifestano sotto forma di proteste e di guerriglie locali (Grecia, Spagna, ecc.). Mentre sembra che qualche nazione , economicamente più forte, voglia imporsi e dominare , in maniera sia pure incruenta e “civile”, ma certamente non consona allo spirito del trattato di Roma del 1957, che sancì la nascita della Comunità Economica Europea. Non vogliamo esagerare , ma vogliamo far capire che, il sistema civile e democratico dell’Europa, deve essere garantista , e non si devono creare situazioni che vadano ad affamare la vita delle popolazioni, sia per l’inadeguatezza delle singole economie, sia a causa di speculazioni o per il sistema perverso di mercato, senza i necessari controlli e correttivi e senza il solidale aiuto (in termini tecnico-economici e non di beneficenza) degli altri partner. Ad esempio, anche se i governanti greci hanno male operato, non si può mortificare un popolo ed una nazione di antica civiltà, imponendogli di restare nell’euro a condizioni dure e difficili, che comportano pesanti sacrifici, specialmente ai ceti meno fortunati. Così gli italiani e i cittadini di altri stati non devono essere costretti a sopportare continui sacrifici, nuove tasse e nuove restrizioni perchè lo impone il patto di stabilità, perché lo vuole l’Europa. E’ pur vero che l’economia è una scienza positiva e sperimentale, e non si può basare su intenzioni di buona volontà, ma deve rispondere a precise e 1 Già difensore civico del comune di Nocera Inferiore, segretario generale delle provincie di Siena, Viterbo, Benevento, Sassari, Verona e Pisa. 4 concrete esigenze che impone la realtà dei fatti e del mercato. E’ proprio su questo che l’Europa e l’Italia dovrebbero riflettere: non si può superare un periodo di recessione, non si può uscire da una crisi solo facendo sacrifici e imponendo tasse. Bisogna perseguire una politica di sviluppo, stimolando e facilitando attività economiche ed imprenditoriali, così come insegna il Keynes e tanti altri economisti fra cui Galbraith, Samuelson, nonché, ultimo in ordine di tempo, il premio Nobel Stiglitz , che sollecita i responsabili della res publica ad affrontare, con mezzi risolutivi e rapidi, la congiuntura economica sfavorevole. Per risolvere il grave problema ci vogliono anche i tagli, i risparmi e i sacrifici. Ma siamo sicuri che i responsabili dell’elefantiaca macchina burocratica dell’Unione Europea facciano veramente il loro dovere, evitando sprechi ed eccessive spese? Purtroppo, proprio l’Unione Europea è la prima a spendere male i nostri soldi. Le sedute del Parlamento europeo si svolgono a Bruxelles ed a Strasburgo. Per questi trasferimenti di sede si muove quello che viene chiamato il “circo itinerante”, ovvero il il carrozzone della politica fatto da numerose auto, per una percorrenza di 350 chilometri, con a bordo i deputati del parlamento europeo, insieme a portaborse e funzionari. Inoltre partono 25 camion per il trasporto di quattromila faldoni che contengono i documenti dei deputati, dei funzionari e degli interpreti. Con un costo per i contribuenti europei di 180 milioni di euro l’anno, oltre ad un grave inquinamento atmosferico di 20 mila tonnellate di anidride carbonica.. Tutto questo per far funzionare il Parlamento europeo; un organo quasi inutile e molto costoso: le più importanti decisioni europee vengono prese fuori dal Parlamento (il Consiglio d’Europa formato dai capi di stato e di governo), mentre il Parlamento svolge soltanto attività e dibattiti politici. Forse, anche per questo, esso è soltanto formalmente e velocemente presenziato dai nostri europarlamentari, che si accontentano di maturare le indennità e di far presto ritorno in patria e …..addio Europa e problemi europei. Questo è solo un aspetto della “cara” Europa. Bisognerebbe informarsi, indagare e vedere come viene impiegato il nostro denaro. Anche se vi è una Corte dei conti europea , essa, a quanto ci risulta, non ha fatto mai un’ osservazione sulle spese che effettua l’UE; preferisce dormire sonni beati, tanto i componenti della Corte stessa godono di lauti stipendi. Il Parlamento europeo ci dovrebbe dare l’idea , ancora purtroppo utopistica, degli Stati Uniti d’Europa; ma facciamo attenzione, anche se il nomen, della nuova possibile realtà statuale, va in risonanza con quello degli Stati Uniti d’America, le cose sono ben diverse. Gli stati che formano l’Unione americana hanno sostanzialmente comuni origini e comune storia, che si possono così sintetizzare, negli eventi più salienti di quella realtà: 1)lotta di affrancazione dallo stato coloniale, 2)guerra di secessione, 3)questione indiana. Per noi le cose sono ben diverse; e proprio per questo ci sono stati contrasti, guerre, invasioni. Ancora oggi, in forma non cruenta, continuano le battaglie e non sono del tutto sopiti antichi rancori. Senza abbandonare l’ideale dell’unione politica e della visione di una stato unitario, bisogna saper gestire le diversità, bisogna saperle rispettare ed armonizzare; soprattutto in un quadro di uguale dignità degli stati e di giustizia, e con presupposti ed impegni economico-finanziari che siano, non solo formalmente accettati dai singoli stati, ma siano praticabili e sopportabili nella realtà operativa di tutti i giorni, in rapporto alle singole economie. Tante clausole degli accordi di Maastricht ed altri trattati sono risultate, in pratica,clausole capestro per noi e per altri stati dell’Unione: andrebbero riviste in termini realistici ed equi. Come va rivisto l’iniquo tasso di cambio lira/euro. L’Europa, nella volontà dei padri fondatori (Adenauer, De Gasperi, Schuman ed altri), è stata concepita come “Comunità”, ovvero con l’impegno degli stati partecipanti di mettere “in comune” ciascuno stato - le risorse che possiede e non quelle che non ha o che difficilmente può avere. Così come può avvenire in una società privata: io metto la terra che possiedo, tu metti i capitali che possiedi, l’altro mette a disposizione il know-how, l’altro, ancora, mette a disposizione le le braccia lavorative. Non si può obbligare a chi ha solo la terra di mettere a disposizione denaro liquido che non ha. Così non si può impegnare a dare prestazioni lavorative chi non dispone di braccia lavorative e può dare soltanto la terra. Ciascuno deve contribuire con le ricchezze che ha e di cui può sicuramente disporre: questo è stato il principio originario ed indefettibile della Comunità europea, che è stato ignorato e tradito. Su questo piano e su queste idee dovrebbero operare i politici assisti da validi esperti di scienza economica: la diversità e la complementarietà possono sicuramente fare l’unità duratura. Inoltre, bisognerebbe attuare il principio di sussidiarietà che esige l’intervento diretto dell’Unione quando uno stato singolo non è in grado di provvedere a certi suoi importanti compiti (art. 38 del trattato di Maastricht). Intervento diretto dell’Europa e non semplice invio di ispettori per fare richiami o applicare sanzioni. Inoltre, la BCE dovrebbe assicurare , com’è suo compito, la stabilità economica degli stati dell’Unione e difenderla dagli attacchi speculativi esterni. Con queste osservazioni non vogliamo suscitare scetticismo sull’Europa e sulle istituzioni europee, ma vogliamo essere di sprone e di stimolo nella speranza di poter realizzare, gradualmente e nel tempo, il grande sogno europeo. 5 OSSERVATORIO CULTURALE Eduardo De Filippo nasce il 24 maggio del 1900 a Napoli, da Luisa De Filippo e Eduardo Scarpetta, attore e commediografo di successo, autore fra l’altro di “Miseria e nobiltà”. Scarpetta porta avanti due famiglie parallele, e si diletta in relazioni occasionali dalle quali vengono al mondo altri figli. L’intreccio amoroso è ancora più ingarbugliato se si pensa che le sue morose sono tutte parenti della moglie legittima. Nonostante il contesto familiare complicato Eduardo è allevato con affetto e cura da entrambi i genitori. Fa il suo debutto sul palcoscenico a soli quattro anni, al Teatro Valle di Roma, in “La Geisha”. Cresce dividendosi tra la scuola e il palcoscenico, ma ha un carattere un po’ irrequieto, così viene mandato al collegio Chierchia di Napoli, ma anche qui i risultati sono scarsi. Così sarà il padre ad occuparsi personalmente della sua istruzione, costringendolo non solo a studiare le varie discipline, ma anche a familiarizzare con i testi teatrali, che gli fa leggere e copiare per almeno due ore al giorno. Lavora nel contempo in diverse compagnie teatrali, fra le quali va ricordata quella del fratellastro Vincenzo, svolgendo i compiti più disparati, dall’attore al suggeritore, al tuttofare. Quando ha la possibilità di calcare le tavole del palcoscenico mostra doti recitative sorprendenti, movenze naturali e una padronanza della scena che non teme confronti. Nel 1920 pubblica il suo primo atto unico “Farmacia di turno” e poi parte per il servizio militare, per due anni, durante i quali non smette di recitare e di comporre. Al termine del servizio militare torna a teatro a tempo pieno, la sua bravura è risaputa, per cui gli vengono affidate anche direzioni di opere altrui. Nel 1922 compone “Uomo e galantuomo”. Nel 1930 giunge a una svolta: Eduardo fonda con i due fratelli, Titina e Peppino, anch’essi particolarmente talentuosi, la compagnia del “Teatro umoristico: I De Filippo”, il successo è immediato e grandissimo. I De Filippo diventano polo d’attrazione e punto di riferimento del mondo teatrale italiano. Nel 1931 Eduardo scrive, e mette in scena al Kursaal di Napoli, con enorme successo, “Natale in casa Cupiello”. Inizia anche la sua parallela attività cinematografica, ricordiamo: “Tre uomini in frak” del 1932, di Mario Bonnard; “Il cappello a tre punte” del 1934, di Mario Camerini; “Quei due” di Gennaro Righelli, del 1935. Dopo la guerra, per contrasti artistici Peppino lascia la compagnia, che viene così a sciogliersi. Nasce la “Compagnia di Eduardo”, che nel 1945 porta in scena al San Carlo di Napoli “Napoli milionaria” che risulta essere un altro trionfo. L’anno successivo pari gloria riceve, al teatro Eliseo di Roma, “Filomena Marturano”, che diviene presto il cavallo di battaglia di Titina. Scrive tra l’altro “Le bugie con le gambe lunghe” nel 1947; “La grande magia” e “Le voci di dentro” nel 1948; “La paura numero uno” nel 1951. Incessante anche l’attività cinematografica: “Assunta Spina” di M. Mattoli nel 1948; “Napoli milionaria” nel 1950; “Filomena Marturano” nel 1951; “L’oro di Napoli” di Vittorio De Sica del 1950; “Fantasmi a Roma” di A: Pietrangeli del 1960. Nel contempo l’artista acquista ciò che rimane, dopo la devastazione dei bombardamenti, del glorioso Teatro San Ferdinando di Napoli, e con amore lo riporta in vita, inaugurandolo nel 1954. Qui ripropone le opere del padre, con “La Scarpettiana”, e recita a fianco di attrici illustri, quali Tina Pica e Pupella Maggio. È con grande soddisfazione che Eduardo porta le sue opere nei teatri di tutto il mondo, riscuotendo successi, riconoscimenti e tanta notorietà, senza mai smettere di comporre, tra tutte ricordiamo “Questi fantasmi” e ”Il figlio di Pulcinella”. Nel 1960, durante una vacanza sul Terminillo, muore a soli dieci anni la figlia Luisella, il dolore e lo sconforto sono immensi. Eduardo cerca di superare il lutto gettandosi nel lavoro, inizia a collaborare anche con la televisione, realizzando sceneggiati e portando sul piccolo schermo le sue commedie. Continuano le tournèe all’estero. Fra tante rappresentazioni poi, ricordiamo “Sabato, domenica e lunedì”, all’Old Vic di Londra, con la regia di Franco Zeffirelli e l’interpretazione di Laurence Olivier. Nel 1974 durante una replica di “Gli esami non finiscono mai” all’Eliseo di Roma è colto da un malore, gli viene applicato un pacemaker, e appena possibile torna al lavoro. Seguono anni intensi, con una carica ed una vena creativa che non conoscono soste. Dopo i riconoscimenti, i premi, le lauree honoris causa, nel 1981 è nominato Senatore a vita. Muore il 31 ottobre del 1984 a Roma, nella clinica Villa Stuart, dove si trovava ricoverato da qualche giorno. La camera ardente viene allestita al Senato e i funerali sono trasmessi in diretta televisiva. Salutato da trentamila estimatori commossi, riposa al Verano, il cimitero monumentale della capitale. Genio incontrastato ha tanto sofferto per la situazione familiare d’origine, tanto da definire il genitore “un bravo attore”, e mai appellarlo come padre. Anche i contrasti con Peppino sono stati sofferti, nonostante la tarda riconciliazione con la malattia di quest’ultimo. Pure con le donne non ha avuto vita facile, sposato tre volte, ha trovato la serenità solo con l’ultima moglie, Isabella Quarantotti, scrittrice e sceneggiatrice, sposata nel 1977. Dalla seconda moglie Thea Prandi ha avuto i suoi due figli, Luisella e Luca. http://www.ecodelcinema.com/eduardo-de-filippo--biografia.htm 6 Incontro sul tema: Giudici e/o legislatori nella gestione della crisi ? a cura del Dott. Aldo Marra2 Il 22 agosto 2012 ha avuto luogo a Nardò, S. Caterina, nella sede del Circolo nautico Oasi Club, organizzato dall’Osservatorio giuridico e culturale «Terzo Millennio» in collaborazione con lo stesso Circolo nautico e con il patrocinio della regione Puglia, della provincia di Lecce e del comune di Nardò, l’incontro sul tema : «Giudici e/o legislatori nella gestione della crisi ? » con la partecipazione del Dott. Giuseppe Mario Potenza per «Terzo Millennio», del Prof. Achille De Nitto dell’università del Salento e del Dott. Eugenio Mele, consigliere di Stato. Il tema trattato ha suscitato ampio interesse nel folto uditorio e agli interventi dei relatori è seguito un dibattito con altri numerosi interventi da parte dei presenti. Nella successione degli interventi alla relazione introduttiva del Dott. Giuseppe Mario Potenza ha fatto seguito la relazione del Prof. Achille De Nitto, il cui testo si riporterà successivamente in quanto, al momento, non pervenuto alla redazione. Saluto del presidente del Circolo Nautico Oasi Club, Geom. Cosimo Fedele Buonasera a tutti. Anche a nome dei soci del Circolo ringrazio il Dott. Giuseppe Mario Potenza, infaticabile promotore di incontri che, come questo, sono lodevoli iniziative culturali per la trattazione di temi di grande importanza sociale. come pure ringrazio il Prof. Achille De Nitto, docente di Diritto pubblico all'università del Salento e il Dott. Eugenio Mele, consigliere di Stato. L'argomento sulla crisi economica e istituzionale è di estrema e purtroppo drammatica attualità e potremo fruire delle osservazioni, certamente autorevoli, dei Relatori. Grazie. Relazione introduttiva di Giuseppe Mario Potenza Buonasera a tutti. Ci ritroviamo con la presenza del Dott. Eugenio Mele, consigliere di Stato, e del Prof. Achille De Nitto, dell’università del Salento. Io chiamavo il Dott. Mele sempre negli anni ’90 quando per conto dell’Amministrazione provinciale di Imperia organizzavo convegni di studio nella sala consiliare di Imperia e nella sala conferenze dell’Ariston di Sanremo. Egli ci viene a trovare da diversi anni, da quando io mi sono collocato a riposo, intrattenendoci su temi di grande importanza sociale. L’Osservatorio “Terzo Millennio” organizza incontri culturali, anche di carattere giuridico perché destinati a coinvolgere la base popolare su temi di grande importanza sociale. Non risulta che in periodo estivo si 2 Già funzionario ASL siano tenuti mai, qui, da queste parti, incontri culturali su temi di carattere giuridico diversi dal nostro. Siamo stati, un po’, pionieri in questo. La materia giuridica è ostica, ma si è avuto modo di apprezzare, del Dott. Mele, oltre al suo corredo culturale, lo stile pratico e scorrevole del suo dire, che tiene avvinto l’uditorio, e questo è stato detto da tutti gli amici qui a Nardò. E poi è stato sempre mio convincimento che i temi giuridici non devono essere riservati agli addetti ai lavori e alle categorie specifiche di studiosi, ma che invece debbano interessare tutti i cittadini, che certamente non disdegnano di interessarsi alla cosa pubblica. I fatti mi hanno dato ragione e a tanti di noi fa piacere sentire l’amico Mele. Dico questo senza togliere nulla al Prof. Achille De Nitto, che tutti noi abbiamo potuto sentire con pari interesse e simpatia già dall’anno scorso, quando egli è venuto a parlare sulla giustizia costituzionale nella sala del Centro bibliotecario del Carmelitani di Nardò. Siamo in periodo di vacanza e di relax, ma ci vogliamo interessare al tema di questa sera, per quanto drammatico sia, molto disincantati e con quel distacco che ci serve quotidianamente di fronte ai problemi che ci circondano. Una cosa è ignorare i problemi, un’altra affrontarli con filosofia di vita e pazienza. Che non dobbiamo lasciarci prendere dal pessimismo è vero, ma il problema c’è ed è costituito da duemila miliardi di debiti che lo Stato ha contratto grazie alla disinvoltura dei politici di ogni colore. Costoro non sempre hanno gestito il nostro denaro con criteri propriamente corrispondenti al bene comune ma, semmai al tornaconto personale. Questo dico facendo salvi quanti riescono con grande onestà e fermezza di carattere a mettere al primo posto l’interesse pubblico. Se poi spostiamo il discorso al Governo centrale, può accadere di vedere, in modo analogo rispetto al piano locale, la nebbia e i misteri che avvolgono l’operato di chi ci governa e il costume diffuso in politica, il politically correct che, come noi tutti sappiamo, è un criterio comportamentale di tutti, a qualsiasi parte politica appartengano, diverso rispetto ai criteri suggeriti dall’etica. Lascio ai due relatori che seguono l’illustrazione del ruolo dei giudici e dei legislatori (è significativo questo plurale) nella grave crisi che attualmente ci attanaglia. Mi limito solo a sottolineare una domanda che il cittadino si può porre in occasione di questa crisi. Considerato che ora, al di là degli effetti conseguenziali della recessione globale estesa oltralpe, ora stiamo raccogliendo i frutti del governo di tutti gli anni passati, i cittadini possono fare qualcosa per scongiurare eventuali illusioni per il futuro? Non esiste classe più screditata di quella politica. I politici hanno sempre fatto grandi proclamazioni, ma i fatti ci dicono che non ci possiamo sempre fidare. Se noi andiamo a comprare un elettrodomestico, ci facciamo dare la garanzia per il caso che risulti, entro il periodo previsto, un difetto di fabbricazione, sicché, se questo risulta, ci facciamo sostituire l’oggetto difettato con un altro. I politici dicono solo parole per avere i voti, ma finora abbiamo visto che, dove più dove meno, salva ogni eccezione, s’intende, essi nascono 7 fabbricati con la stessa sostanza, pur fatte le debite eccezioni che, però, non cambiano i termini del problema. L’unica cosa certa è che essi dopo aver svolto la loro attività, si sono aggiustati le ossa, e sappiamo che esistono i «politici di professione». Tanti sono stati eletti pur essendo stati coinvolti nella giustizia penale, tanti hanno fatto i loro comodi in Parlamento, con presenze a piacere, e nessuno ha mai potuto fare niente perché il politically correct non ha mai guardato a queste cose. Si può tentare di dare una risposta alla domanda. I cittadini possono far sentire la loro voce con una più realistica applicazione dell’art. 49 della Costituzione che ne afferma il diritto alla formazione della politica nazionale, il che può avvenire benissimo al di fuori dei partiti politici, che in questo articolo hanno una funzione strumentale. Questa voce serve per fare proposte di legge al Parlamento e proposte di più corretta applicazione della legge al Governo quando perdura il silenzio istituzionale di fronte a certe incongruenze, e serve, inoltre, per fare proposte mirate per aggiustare il tiro al Governo a titolo di prevenzione quando si notano segnali di sgarro e prima che si vada all’irreparabile. Circa le proposte di legge è vero che c’è l’art. 71, comma 2, della Costituzione, ma io parlo di iniziative al di fuori dei partiti politici, e in questo caso occorrono presupposti organizzativi di rilevanza istituzionale prevista con legge che al momento manca e che, di fatto vanifica ogni iniziativa. Per far sentire la loro voce i cittadini hanno bisogno di strumenti adeguati, cioè previsti da apposita legge che ponga i presupposti di fattibilità a preveda la rilevanza dell’operato dei cittadini. In mancanza di questa legge l’art. 49 rimane lettera morta, come è stato finora. I cittadini debbono prima avere il quadro chiaro e fare le loro valutazioni: a tale scopo essi devono essere periodicamente informati dai parlamentari sull’andamento della cosa pubblica. Questa informazione si estende all’operato di merito degli stessi parlamentari. I parlamentari dovrebbero essere giudicati da un organismo super partes con una valutazione sulla base di dati obiettivi. In altri Paesi, con ordinamento non meno democratico del nostro, è prevista la revoca dei parlamentari ancor prima della scadenza del mandato per loro indegnità. I cittadini hanno il diritto di sapere come vanno le cose non alla fine del mandato o, come più spesso succede, dopo che è trascorso bel tempo e si scoprono gli altarini, ma hanno diritto di sapere a mano a mano. È ora che da noi ci sia una legge per una previsione analoga. A proposito dell’invito, fatto da parte governativa ai cittadini di mandare messaggi per esprimere opinioni sugli sprechi del denaro pubblico, il Prof. Stefano Zamagni dell’Università di Bologna, in una intervista riportata poi nel Corriere della Sera (24 giugno 2012), ha ricordato la sua proposta di un modello di democrazia deliberativa. I cittadini, egli ha detto, devono essere coinvolti, ma non così. Piuttosto devono essere consultati con i cosiddetti forum deliberativi che sono rigidamente regolamentati, come avviene in molti Paesi del Nord. È un altro impegno, questo, egli ha concluso, rispetto a quello di mandare una mail che non responsabilizza. Sappiamo quanto determinante sia nel nostro ordinamento l’’ingerenza dei partiti politici. Si è detto che il nostro è uno «Stato dei partiti». Il fatto è che in Italia il nostro è uno «Stato dei partiti» all’italiana. Siamo lontani, infatti, dal Parteienstaat del modello di Gerhard Leibholz, dove i partiti si configurano come «forme di autoorganizzazione del popolo per l’esercizio dell’attività politica», mentre essi in Italia, ha osservato a giusta ragione Vincenzo Baldini, si atteggiano in sostanza a soggetti autonomi ed esclusivi della dialettica politica e quindi in una «posizione formalmente esterna ed estranea rispetto al complesso degli organi pubblici dello Stato», in quanto «il Parlamento da luogo di formazione della decisione politica trasfigura in sede istituzionale di ratifica della stessa che, di norma, viene definita nella sedi informali della politica (segreterie di partito, vertici di partito etc.)». Quando si dice, sic et simpliciter, che partiti sono previsti nella Costituzione, si dimentica che non esiste ancora una legge che ne disciplini l’attività, e questa latitanza della legge noi l’abbiamo esperimentata pure sotto l’altro aspetto dei «rimborsi» (che non sono mai stati veri e propri rimborsi per spese verificate con qualche controllo) in sostituzione dei «contributi» : con una diversa terminologia il referendum fatto sul finanziamento dei partiti è rimasto snobbato. Consapevoli di questa mancanza di controlli i politici di turno ogni tanto dicono «Mi assumo le mie responsabilità» e rivolgendosi ad altro politico con il quale configgono dicono «Si assuma le sue responsabilità». E si sa che questa responsabilità è solo aria fritta. Ora da parte dei politici si finge di ignorare che l’inasprimento fiscale particolare in Italia è causa, anzitutto, del vistoso debito pubblico, prodotto da anni e decenni di allegra finanza da Governi di ogni colore. È ora che si abbia una svolta e che si chiedano garanzie con l’istituto della revoca dei parlamentari e con l’istituto del controllo popolare. Per questi motivi si rende necessaria una conferenza dei cittadini composta da rappresentanti nominati secondo apposita procedura tra quanti ne abbiano i requisiti e siano compresi in apposito albo, il tutto previsto da una legge. Questo è stato da me sottolineato da tempo e, da ultimo, nell’incontro organizzato nel 2009 dall’Unitre di Nardò sul tema «Il cittadino e gli enti locali: prospettive e speranze» ( il testo degli interventi è stato poi riportato nel n. 3/2009 della Rassegna «Terzo Millennio»). Relazione del Dott. Eugenio Mele: “Legislatore e giudici nell'attuale crisi istituzionale” Il momento storico che stiamo attraversando è particolarmente critico, da un lato, infatti, si è potuto constatare come l'enorme nanismo dei soggetti 8 chiamati a dirigere le sorti del Paese abbia portato ad una sorta di commissariamento dello stesso e della classe politica (considerata incapace di esprimere una qualsivoglia linea operativa), dall'altro, per effetto di un incontenibile burocrazia contabile dell'Unione europea (che vorrebbe tutto tedeschizzare), si è determinata una situazione economica di grave disagio, e, da un altro ancora, per sanare l'insanabile si è chiamato ad operare un nuovo sistema che non ha fatto altro che incrudelire sulla situazione economica, innescando una recessione economica, che ha portato povertà, paura e, incredibilmente, una sopportazione fatale, quasi nel segno del destino. Ora, ci domandiamo, come è successo tutto questo? E' stata colpa della cosiddetta classe politica, pasticciona e manipolatrice, è stata colpa dell'Unione europea, ingorda e incapace di produrre quel "quid pluris" che un sistema federale -in genere produce? È stata colpa della nuova onda storica, che tende a farci tornare indietro verso un nuovo medio evo? La risposta non c'è, evidentemente. L'unica cosa che possiamo dire è che ognuno è arbitro della propria esistenza e se il nostro Paese si trova in questa disgraziata situazione la colpa non può che essere dell'intera collettività nazionale. Venendo più nel particolare, nell'esaminare il modo di essere del nostro legislatore e dei nostri giudici nell'attuale temperie, non possiamo fare a meno di portare particolare attenzione ad alcuni specifici fenomeni che sono sotto gli occhi di tutti. La cosa che si può notare, a proposito del legislatore nazionale (non parliamo, per pudore del legislatore regionale), è che negli ultimi anni (che ormai sono più di venti), lo stesso si è come spogliato dei suoi compiti: da un lato, dovendo adeguarsi alla normazione sopranazionale di tipo europeo, si è limitato a riprodurre nel nostro ordinamento quelle disposizioni, senza alcun esame in ordine alla loro compatibilità con la storia, il costume, il sistema giuridico in atto nel nostro paese; da un altro, si è abbandonato a normazioni di tipo tecnico, lasciate a tecnici del diritto, bravi, anzi bravissimi nella redazione tecnica delle norme, ma completamente digiuni di valori ordinamentali. In questo modo, si è dato luogo ad un processo di immissione nell'ordinamento di una normativa puntuale, esasperatamente precisa, minuziosamente indicativa di ogni necessità, che è il tradimento più evidente del valore che si è sempre dato alle "regulae iuris", che, per essere tali, non possono che essere generali ed astratte. Se così può essere sintetizzato il ruolo del legislatore nazionale, non più commendevole è stato quello dei nostri giudici. Questi, al di là di patologici interventi di protagonismo, umanamente giustificabili, anche se non certo apprezzabili, secondo un autorevolissimo studioso del nostro recente passato, sono gli interpreti autentici Da sn. : Geom. Cosimo Fedele, Dott. Eugenio Mele, Prof. Achille de Nitto e Dott. Giuseppe Mario Potenza dell'ordinamento giuridico e, perciò, sono coloro che dovrebbero individuare se una determinata fattispecie Parliamo, innanzitutto, del legislatore. 9 concreta rientra o non rientra tra i valori che l'ordinamento ha posto come fondamentali (e che sono spesso, ma non sempre, tradotti in disposizioni legislative). Ma, la presenza di una normativa puntuale e precisa su ogni possibile evenienza dell'agire umano (cosa, naturalmente, impossibile, non essendo la varietà dell'agire tutto riconducibile ad una valutazione preliminare del legislatore) ha dato luogo ad un altro fenomeno, questa volta della giurisprudenza, che in collegamento con la stanca produzione legislativa, ha determinato l'incredibile fase di stallo del nostro sistema giuridico, peraltro alle prese con una crisi economica e culturale che non può certo essere superato con la ferocia contabile e fiscale che caratterizza questi ultimissimi tempi. Si tratta dell'interpretazione esegetica spinta al massimo del parossismo. Il giudice, cioè, nel migliore dei casi, prende a riferimento della specifica fattispecie sottoposta la suo esame, tutte le norme che riguardano quella fattispecie, le dispone a sistema, ne esamina il contenuto alla luce dei vari combinati disposti che riesce ad individuare e trova il risultato, che è quasi un esito meccanico, dimenticando di esaminare se tale esito, venuto fuori dall'esegesi attenta e scrupolosa di tutte le norme rilevanti nella materia, sia quella che l'ordinamento vuole o non sia piuttosto un esito che contrasta con i valori dell'ordinamento stesso. I valori. Ecco l'altro grande problema del nostro tempo. Ci sono valori ordinamentali? Probabilmente i vecchi valori (che potevano piacere o meno) sono spariti e in loro luogo faticano ad emergerne dei nuovi, il tutto nella integrale confusione di uno stato a diritto amministrativo che si spegne lentamente, di una economia keynesiana non più attuale (ma tenacemente dichiarata a livello dialettico), di valori europei contrastanti e spesso non condivisi, di una burocrazia a livello europeo ancora più pesante di quella nazionale, nella illusione di poter cambiare la natura degli italiani. In questa situazione, c'è poco da stare allegri, ma la storia ci ha insegnato che il mondo cammina a suo piacimento e nessuna profezia di tipo ordinamentale ha mai centrato il suo risultato. Pertanto, in attesa che qualcosa cambi, non resta altro da fare per ognuno di noi nello scegliere tra il bene e il male (nel che consiste l'etica del componente un ordinamento giuridico), che fare il proprio dovere e il proprio lavoro nella consapevolezza che solo così, una volta passati i clamori della crisi e gli illusori demiurghi del momento, si possa partire da una situazione di base che sia la meno incerta possibile. Lecce Sbarocca, Franco Ungaro Besa Ed. Presentazione del libro a Nardò nel Teatro Comunale il 17.2.2012 di Mauro Costanzo Vaglio3 “In questo libro “liquido”, una sorta di caleidoscopio o di labirinto narrativo che ha il suo filo d'Arianna nella fermezza e nella coerenza del punto di vista dell'autore, nella forte tensione morale che anima la sua vis di polemista brillante, nell'irriducibilità del senso estetico di chi forse continua a credere che la bellezza salverà il mondo”. Nel tracciare un quadro culturale di riferimento (tema a me assegnato per la presentazione del libro di Franco Ungaro) in cui si muovono i personaggi che animano il libro “Lecce sbarocca”, uso le stesse parole con cui la Compagnia Koreja descrive, sul proprio sito internet, il libro di Franco Ungaro. “Un po' autobiografia, un po' romanzo, un po' cronaca teatrale, un po' cronaca e storia locale, un po' satira politica e molto, molto altro ancora, come non è difficile cogliere spunti di riflessione e considerazione. Storia e cronaca locale, pagine autobiografiche, testi di canzoni, proverbi, aneddoti, raffinate citazioni di poeti e scrittori, pagine di diario, riflessioni sul teatro e sull'arte, memorie di viaggio, racconti d'amore e di malavita a puntate, proposte culturali, italiano e dialetto si susseguono in apparente disordine in questo piccolo zibaldone, ma come le tessere di un mosaico tracciano poco alla volta l'immagine preoccupante di un Sud che non vuole o non sa rinnovarsi”. Ne condivido l’interpretazione e mi viene naturale contribuire, con le poche considerazioni che farò, al dibattito della serata, perché l’indagine socio-politica, prima che, o anche contestuale, a quella interiore ed antropica, presente nel libro di Franco, è stata spesso oggetto di approfondimento nei miei trent’anni di lavoro dedicato al mondo della Cultura, alle battaglie iniziate e spesso perse. Vorrei sgombrare subito il campo da un possibile equivoco, io non sono un produttore di Cultura, non scrivo, non recito, non scrivo di critica, io sono assolutamente prestato alla cultura e provengo da una formazione razionale e concreta. Mi piace la logistica, assegnare un posto alle cose con metodo ed organizzazione, osservare, chiedermi i perché, mettere al servizio degli altri un po’ di buon senso, che l’avanzare dell’età mi ha concesso e tanta concretezza. Ma veniamo al libro di Franco. Con “Lecce Sbarocca” mi è sembrato di leggere un libro-puzzle, un puzzle tutto da sistemare e quasi mi è venuta voglia di farlo, giusto per onorare la mia indole, ordinando i fatti in 4/5 capitoli, per completezza 3 Direttore del Centro Servizi Culturali e Bibliotecari Nardò 10 dell’informazione io sono assolutamente disordinato e mi sono sentito subito in sintonia con l’Autore. Negli anni ‘70 era ancora forte la voglia di partecipazione agli eventi che la vita sociale e politica offrivano, ed era altrettanto forte la voglia di crearne di nuovi, di esplorare nuovi linguaggi, di proporre forme di cultura liberate dai “palazzi del sapere” e dalle accademie cattedratiche. Dai partiti politici, meglio, dai gruppi giovanili dei partiti politici, dalle associazioni culturali, passando per giovani che frequentavano le parrocchie, veniva una grande voglia di cambiamento, di deistituzionalizzare le istituzioni. Ancora non avevamo chiaro che il lento declino del sessantotto stava avanzando. Gli anni di piombo iniziavano ad occupare la scena, Ordine Nuovo, le Brigate rosse, gli Autonomi, i servizi segreti deviati, il potere occulto dello stato, la delusione dell’immobilismo delle cose contribuirono ad allontanare la gente dalla vita sociale, dalla partecipazione, il che vuol dire dalla Democrazia. La forza della voglia di cambiamento fu repressa in un lago di sangue, le energie più vive e vivaci della nostra società, quelle dei giovani, di certo il futuro, furono stroncate delle cariche della polizia, che si fosse colpevoli o no, quando non furono offerti loro posti di prestigio nella società che conta. Al crepuscolo delle illusioni giovanili, alla fine degli anni settanta, c’era una domanda, che un po’ per gioco, un po’ per ragione ci ponevamo, prendendola in prestito dall’”elleppi” di Antonello Venditti, “Lilli”, quello in cui il cantautore era ancora in dubbio se abbracciare la lotta armata proletaria, come nella canzone Lo Stambecco, oppure preferire il disimpegno, chiedevamo e ci chiedevamo: “ti sei salvato dal fumo delle barricate o sei entrato in Banca pure tu!?!” Marta (rampante avvocatessa, nonché ex ragazza ribelle, militante, di quelle che facevano le barricate) occupa poche righe nel racconto di Franco, ma sono righe importanti, pesantissime, di quelle che segnano un racconto, Marta è la disillusione e la mancanza di coscienza critica, di maturità, di cultura, Marta è lo stereotipo di un modo di partecipare al cambiamento, né convinzione prima, né convinzione dopo. Come abbiamo risposto alla domanda, ti sei salvato o sei entrato in Banca, è come dice Franco, scrivendo di Marta “con la sua nuova visione del mondo, avendo da tempo abbandonato radicalismi di ogni sorta e avendo cancellato, dopo un veloce rimescolio di acque e pensieri il suo passato di militanza, di anticonformismo, di inquietudine e di erranza.”!?! Con Marta, aggiungo, ha perduto non solo una generazione ma tutta la società, si è dimostrato che con la mancanza di forti motivazioni, di spessore culturale, di dignità, era facile cadere e cedere alle lusinghe dell’ordine costituito. Sì, qualche amico era entrato in Banca, qualche altro era diventato docente universitario nelle facoltà che solo poco prima erano da rovesciare, da deistituzionalizzare! Qualche altro ancora, magari proprio Teresita, ha pagato un prezzo troppo alto per la sua capacità di difendersi e di reggere agli urti della vita e si è persa. Conosco, per aver frequentato giornalmente il liceo scientifico De Giorgi negli anni 1971- 74, le tensioni sociali che animano il libro e Lecce si presta bene ad esserne il naturale scenario, Lecce l’immobile, la Firenze del Sud, Lecce il Barocco e poi ancora Barocco, e lì ci siamo fermati!?!, con il suo effimero che a Lecce può significare, nelle calde giornate estive, una donna trasbordante la sedia di paglia su cui è accasciata, vestita di nero, meglio, di un colore cangiante tendente al nero, bagnata di sudore, con accanto, sul gradino di casa, l’anziano marito, anche se potrà aver avuto quarant’anni, in canottiera e pantalone di pigiama a righe che ripetono ai loro figli, ma a ddro iti scire e no bbi stati a casa! Può mutare lo stato sociale, l’entroterra culturale, ma un certo imbarazzo nel fare è persistente, a meno che non si appartenga al jet set ed allora l’imbarazzo diventa frenesia, più o meno indotta, il dover fare qualcosa, mbè, che stiamo facendo!?! ssettate, avrebbero detto i meno abbienti, andiamo a Otranto con la spider di papà o a Roma a fare acquisti avrebbero detto i facoltosi. Il dibattito culturale più interessante, a Lecce, lo tenevano vivo proprio i forestieri, quelli come Franco, come Salvatore negli anni settanta e prima ancora Carmelo Bene, Eugenio Barba, Ugo Ercole D’Andrea e tanti altri. In questo quadro di fine anni settanta, irrompe sulla scena Koreja ed addirittura ad Aradeo. Un manipolo di giovani, maschi e femmine, prendono in affitto un spazio incantevole, le Tre Masserie, di gentilizia origine, ma improvvisamente affidato a questi giovani, ad Aradeo, impegnati addirittura a fare Teatro! E quel fare teatro, lo si diceva con l’espressione della zia della Cucinotta nel film Il Postino, quando nel chiedere aiuto al prete riferiva al canonico che il ragazzo parlava a sua nipote usando METAFORE e lo diceva schifata! Il fatto che conoscessi personalmente Salvatore Tramacere, co-fondatore proprio con Franco Ungaro, come cita il libro “Lecce sbarocca”, dei Cantieri Teatrali Koreja, non mi dava la certezza di poter scommettere sulla loro impresa. Con Salvatore Tramacere ho condiviso una parte del mio cammino di studente, eravamo nella stessa classe di liceo scientifico negli anni 74-75. Salvatore era un ragazzo riservato, seduto all’ultimo banco, perlopiù taciturno, giocava a pallone e non ricordo che avesse già manifestato la sua passione per il teatro, almeno non organizzò alcuna recita di fine anno, filosofo, sì quello lo poteva fare ed aveva respirato l’arte della Fotografia, figlio di fotografo, la qual cosa, forse, lo avrà aiutato! Con Salvatore, dopo gli anni del liceo, ci siamo persi di vista, anche se, casualmente, abbiamo coltivato interessi affini, che ci hanno fatto intraprendere attività, per alcuni versi, analoghe. 11 E’ nei primi degli anni ’80 che il Centro di Nardò, nelle sue sigle storiche CSPCR- CRSEC, incontra Koreja. In quegli anni i bilanci degli Enti Locali avevano ancora la possibilità di finanziare eventi culturali, anche di pregevole fattura, dibattiti, convegni, premi letterari, rassegne teatrali. Koreja lavora bene, la sperimentazione che propone è assolutamente degna di attenzione, pare che i ragazzi ci sappiano fare, in barba a qualsiasi previsione, è proprio vero, un fiore può uscire anche nell’asfalto, valla a capire, a volte è proprio strana la vita! Attirano l’attenzione, o vanno a cercarsela, dell’Università di Lecce, portano a Nardò, ad Aradeo a Galatone a Copertino a Lecce, artisti del calibro di Eugenio Barba, Sanjukta Panigrahi, Farfa, Cesar Brie. Il Centro di Nardò inizia, con la compagnia, un sodalizio che ci ha portato a collaborare per molte rassegne estive di Aradeo e i Teatri. Erano ancora anni di grande fermento, dalle nostre parti, Koreja cresceva, divenendo il riferimento indiscusso della sperimentazione del sud d’Italia. Anche il Centro di Nardò, ri-sorto dalle ceneri dei centri per la lotta all’analfabetismo e dai Centri di lettura degli anni 60/70, andava affermando la sua voglia di esserci, pure in totale assenza di linee strategiche dell’assessorato regionale alla Cultura e P.I. e sulla spinta di tanto “volontariato” ed amore per il proprio lavoro e di rispetto per lo stipendio percepito, andandosi a ritagliare un ruolo importante, rivitalizzando spazi dormienti nelle dinamiche culturali di questo territorio. Un ruolo conquistato con la tenacia, con la volontà di confrontarsi, con la storia che il Crsec ha rappresentato: la lotta all’analfabetismo prima ed alla Dispersione Scolastica poi; la valorizzazione del patrimonio archeologico, storico, monumentale, ambientale; la grande battaglia civile e culturale per la salvaguardia e la difesa del tratto costiero conosciuto col nome di Porto Selvaggio quando, a cavallo degli anni 1980 – 2000, con incontri, dibattiti, mostre, con la pubblicazione di nove Quaderni e la realizzazione del sito www.portoselvaggio.it, (in rete solo poco tempo perché la Regione Puglia non riteneva dovesse rientrare nelle attività del Centro) ha tenuto vivo l’interesse per le dinamiche del Parco di Portoselvaggio, da noi coniato con una sola parola; e poi ancora la diffusione della conoscenza della cultura filmica e teatrale; e ancora convegni, dibattiti, incontri di studio, rassegne. Ma la sfida più grande è stata quella di avvicinare alla Biblioteca intere generazioni di studenti, quando l’approfondimento scolastico era assicurato solo dalla consultazione di testi nei temi più diversi, quando ripetutamente negli anni siamo stati nelle Scuole per diffondere la cultura del leggere e per realizzare Progetti Lettura. In un passaggio precedente, ho accennato alla totale assenza di linee strategiche nei fatti culturali, e questo è il punto dolente, il nocciolo della questione. La cultura non è mai stata frutto di scelte accurate, di strategie vincenti, di progettazione a lungo raggio. La Cultura è stata utile, al più, solo a fare grandi proclami; la cultura, via via, è stata vista sempre come la cenerentola di tutti i bilanci delle Pubbliche Amministrazioni ed anno dopo anno è andata sempre peggio. Il centro di Nardò è passato gradualmente da finanziamenti per le attività di 30/40 milioni negli anni 82/84 alle poche migliaia di euro, 2000/3000, quando ci sono stati, ma non per tutti gli anni. Noi lo vediamo nella quotidianità che la Cultura è in abbandono, nel comportamento delle nuove generazioni, sono proprio i giovani ed i ragazzi la categoria che più paga e pagherà questa sorta di povertà culturale che ci portiamo dietro e da molto ormai. La povertà culturale è quella che più di ogni altra cosa inciderà sulla conoscenza della storia e sulla formazione di una coscienza sociale, sulla creazione di nuovi poveri ed emarginati, sulla nuova analfabetizzazione delle dinamiche economiche che regolano, anzi governano il mercato del lavoro, sempre più legato esclusivamente alle logiche del profitto. Se non avremo più uno stato sociale, lo dovremo a questo impoverimento culturale che si consuma sotto i nostri occhi. E già accade, cogliamo con mano il divario tra le famiglie agiate e quelle che hanno pochi soldi da destinare al soddisfacimento delle esigenze primarie dei propri familiari e, di conseguenza, quanto poco e niente ci sia per il soddisfacimento dei bisogni culturali. Bisogni culturali che nel frattempo sono cambiati e non è possibile, più, soddisfarli solo frequentando una Scuola Pubblica, una Biblioteca, un seminario, dal momento che sono cambiati i modelli comportamentali di riferimento, ora che in molti la conoscenza non è più ritenuta indispensabile per conquistare il successo nella vita, ora conta solo fare soldi e magari senza lavorare e allora scrive bene Franco, che questo aspetto tra i leccesi lo ha colto. Tornando al libro, l’ho trovato un libro che disincanta, che ci vede perdenti, se rapportati all’incapacità di gestire i cambiamenti che la società comporta. E la sa lunga Franco Ungaro, persona schiva e sensibile, infaticabile lavoratore e sognatore che ci sorprende, piacevolmente, con le tante e dotte citazioni ed i riferimenti di squisita raffinatezza degli autori che cita. Ma Franco è anche un teatrante, anzi un professore di “teatrologia”, se mi è consentito coniare questo temine, perché sa che il teatro d’arte abbisogna di gente che professa, perché il teatro, forse ancor prima dei professionisti, necessita di buoni organizzatori e “propaganda tori”. E allora da bravo conoscitore di fatti teatrali, Franco propone i suoi personaggi del libro come in una sorta di rappresentazione pirandelliana, quasi fossero i “Sei personaggi in cerca d’autore”, dove ognuno di essi entra ed esce di scena seguito da un gioco di luci che si accendono e spengono su questo o su quello, per mettere in mostra le miserie umane, sullo sfondo di una città che nonostante tutto si fa amare. La lettura del libro mi ha portato alla mente il film “Liberate i pesci” dove pure si rappresenta una società 12 in assoluta contraddizione, con la frenesia dei soldi facili e con i Sud Sound System che, invece, andavano ripetendo, simu leccesi a nui ne piace lu rusticu e lu pasticciottu, riconducendoci, così, in una dimensione semplice che conosciamo. TRE BAMBINI E UN FLAUTO. RIPENSARE LA DEMOCRAZIA E LA GIUSTIZIA - IIap di Mario Signore4 continua rispetto al precedente n.3 /2012 «L'esito della procedura di scelta sociale assume la forma di una gerarchia di assetti fattuali offerta da un "punto di vista sociale" alla luce delle valutazioni compiute dalle persone coinvolte». Non si mira, conseguentemente, all'opzione suprema fra tutte quelle possibili, obiettivo di molte teorie della giustizia, da quelle di Hobbes, a quelle di Rawls e Nozick. Si tratterebbe, secondo la definizione di Sen, di un'impostazione di tipo trascendentale, non in grado di cimentarsi sul terreno della promozione della giustizia e della comparazione tra proposte alternative per rendere la società più giusta, magari immaginando un mondo perfettamente giusto, per il quale nessun uomo sia indotto a impegnarsi in una discussione sulla giustizia e l'ingiustizia: sulla fame, sulla povertà, sull'analfabetismo, sulla tortura, sul razzismo, sulla discriminazione delle donne, sulla sanità e altro. Nozick, per esempio, si accontenta di chiedere che siano assicurati tutti i diritti liberali (questo è il suo quadro trascendentale), ma trascura la questione delle conseguenze legate alla mancata soddisfazione di vari tipi di diritti (è contro l' "utilitarismo dei diritti"). Allo stesso modo non è facile capire come una diagnosi di perfezione operata secondo gli schemi di Hobbes, Locke e Rousseau possa condurci a confronti che decidano tra alternative imperfette. Le impostazioni trascendentali di Kant e di Rawls appaiono più complesse perché sembrerebbero in grado di affrontare questioni di natura comparativa. Ad esempio, anche nei riguardi della proposta di A. Sen di una "teoria combinata", in grado di affrontare e di risolvere questioni di natura trascendentale e allo stesso tempo di ordine comparativo, Rawls per i suoi principi di giustizia, che vanno a individuare istituzioni perfettamente giuste, non mostra alcun interesse. Nella sua Una teoria della giustizia, pur sostenendo un vero istituzionalismo trascendentale, e offrendo profonde e illuminanti analisi degli imperativi morali e politici prescritti per un comportamento socialmente corretto (d'altra parte come propone Kant) dichiara, esplicitamente, ch'egli prende in esame quasi esclusivamente i principi di giustizia che regolerebbero una società bene ordinata, aggiungendo che «si assume che ognuno agisca correttamente e faccia la propria parte per sostenere istituzioni giuste». Ciò vale anche per la libertà e la democrazia, che nel loro significato trascendentale si appoggiano all'assunto che ognuno agisca democraticamente, e che usi la libertà personale 4 Docente di Filosofia etica nell’ università del Salento, autore di pubblicazioni in materia filosofica. in modo da rendere possibile la libertà di altri. La debolezza di quanto assunto si rivela, però, ogni qualvolta, di fatto, non si verifichino le condizioni indicate in premessa. A fronte di questa ipotesi, tutt'altro che remota, pare inevitabile accogliere la proposta di concedere spazio all'incompletezza dei giudizi sulla giustizia sociale, anche se ogni persona avesse una sua completa e ordinata classificazione dei possibili assetti sociali. «Dal momento che una teoria della giustizia, nelle forme consuete, richiede un accordo tra più parti (come l'unanime accordo nella "posizione originaria" di Rawls), !'incompletezza può derivare dall'eventualità che le persone non cessino di avere posizioni diverse ... E anche se gli interessi e le priorità personali venissero in qualche modo eliminati con espedienti quali il "velo d'ignoranza", potrebbero rimanere opinioni contrastanti riguardo ad alcune priorità sociali, per esempio sul peso da attribuire al bisogno rispetto al diritto di godere i frutti del proprio lavoro»2. Sen esemplifica sulla concreta possibilità di un contrasto tra priorità proponendo il caso di tre bambini in lite per il flauto. Lo riprendiamo, per la sua efficacia didascalica. Tre bambini, Anne, Bob e Carla si contendono un flauto: Anne lo pretende perché è l'unica che lo sa suonare e sarebbe "ingiusto" negarglielo, e tutti lo riconoscono; Bob, d'altro canto, è così povero da non avere neanche un giocattolo e sulla base di questa informazione, sarebbe "giusto" darlo a lui; Carla, infine, per mesi ha lavorato per costruire il flauto con le proprie mani. La decisione non è facile. Per i teorici di scuole diverse (utilitarismo, egualitarismo economico, liberalismo politico), la soluzione giusta sarebbe questa: l'egualitarista deciderebbe per Bob, il bambino più povero; il liberista per Carla che l'ha costruito; l'utilitarista propenderebbe per Anne che è l'unica che saprebbe suonarlo, ricavandone il massimo piacere. Ma che dire della felicità che si donerebbe a Bob, bambino poverissimo? E del diritto vantato da Carla che lo ha costruito e che è fuori discussione per il liberista che spetti a lei possederlo? È difficile liquidare come infondata ciascuna delle tre istanze sulla base dei principi generali che dovrebbero regolare la distribuzione delle risorse. Riguardano, quindi, l'organizzazione della società e la scelta delle istituzioni, e di conseguenza, le concrete realizzazioni sociali che ne emergono. Non si tratta soltanto della diversità tra gli interessi personali dei tre bambini che è reale, ma del fatto che ciascuna delle argomentazioni da loro proposte fa appello a un diverso tipo di ragione imparziale e non arbitraria. Teorici di diverso orientamento - utilitaristi, egualitarismi economici, teorizzatori del diritto del lavoro e liberalisti politici sosterranno l'esistenza di un'unica risposta giusta e immediatamente identificabile, sia pure in soluzioni diverse. È invece possibile che non esista alcun assetto sociale perfettamente giusto, sul quale vi possa essere un consenso imparziale. Nell'adottare l'impostazione "trascendentale", che sembrerebbe inevitabile di fronte alla razionale imparzialità delle tre possibilità, tutte orientate verso l'idea di un assetto sociale perfettamente giusto, richiamata in tutti i casi e in egual modo ai fini della definizione della "giustizia", si manifesta !'impossibilità strutturale di identificare l'assetto sociale 13 perfettamente giusto, che rende superflua la teoria trascendentale, rispetto all'approccio comparativo. Sen ribadisce che «se il fine di una teoria della giustizia è quello di guidarci nella scelta ragionata delle nostre politiche, delle nostre strategie, delle nostre istituzioni, allora l'identificazione di assetti sociali completamente giusti non è né necessaria né sufficiente»3. È qui, oltre ogni ragionevole dubbio, il peso e il significato di un'idea e una pratica di giustizia assunte in una cornice comparativa e non trascendentale. L'importanza delle diverse vite, delle esperienze più varie e delle realizzazioni umane più o meno originali e arricchenti non si lascia surrogare da qualche informazione, né affidare alle istituzioni e alle regole in vigore. Istituzioni e regole hanno senza dubbio un'influenza molto significativa su quanto accade e certamente sono parte integrante del mondo reale. Ma le realizzazioni concrete vanno ben al di là del quadro organizzativo e investono la vita che le persone riescono - o non riescono - a vivere. La libertà di scegliere la nostra vita può apportare un contributo rilevante al nostro benessere, ma, al di là di questo, è la libertà stessa che va vista come qualcosa di rilevante. Avere la possibilità di pensare e di scegliere è uno degli aspetti importanti della vita umana, compreso quello di non sentirsi obbligati (dalle ideologie, magari espresse in forme istituzionali) a mirare solo al nostro benessere. Ci si lasci scegliere: Adam Smith, nella sua Teana dei sentimenti morali, sostiene che «per quanto egoista si possa ritenere l'uomo, sono chiaramente presenti nella sua natura alcuni principi che lo rendono partecipe delle fortune altrui», aggiungendo che «nemmeno il più furfante, il più incallito trasgressore delle leggi della società ne è del tutto privo»4. Vogliamo aggiungere, a sostegno di quanto sostenuto finora, che se le concrete realtà sociali vengono valutate, non sulla base del riferimento a istituzioni astrattamente giuste e a una teoria fondata, magari alla Rawls, sul principio di "giustizia come equità", ma in termini di capacità effettiva mente disponibili per le persone, anziché in termini di utilità o felicità (come propugnato da Bentham e da altri utilitaristi), emergono spunti assai significativi da cui prendere le mosse. Anzitutto, la vita umana viene abbracciata da uno sguardo ben più ampio, che tiene conto delle libertà di cui si dispone effettivamente, invece di ignorare tutto ciò che non riguarda piaceri o utilità immediate. A questo va aggiunto che la libertà si accompagna alla responsabilità. La libertà di scelta ci offre l'opportunità di decidere ciò che dobbiamo fare, ma a tale opportunità si accompagna la responsabilità per ciò che facciamo, nella misura in cui si tratta di azioni che discendono da una scelta. Poiché capacità significa potere di fare qualcosa, la responsabilità che da tale potere deriva, rientra nella prospettiva della capacità; questo può avere a che fare, a sua volta, con questioni relative al "dovere". Viene così a delinearsi una sovrapposizione tra aspetti che riguardano l'agire e implicazioni dell'approccio basato sulle capacità: nella prospettiva utilitari sta, che collega la responsabilità con la felicità, dice Sen, «non troviamo nulla di simile»5. Il confronto insistente e documentato con l'utilitarismo è sostenuto dalla convinzione, che accompagna sempre l'impostazione della riflessione di Sen, che gli individui, pur impegnati a perseguire i loro obiettivi, «possono spingersi molto al di là della mera promozione del proprio interesse, così come la scelta dei loro obiettivi può trascendere considerazioni strettamente personali, per esempio se prevale l'inclinazione a comportarsi in modo corretto e rispettoso degli obiettivi degli altri. L'insistenza della cosiddetta teoria della scelta razionale nel definire la razionalità solo come scaltra promozione dell'interesse personale rivela una concezione estremamente riduttiva della facoltà razionale dell’'uomo»6. Per altra via, potremmo dire, Sen preconizza una risemantizzazione della ragione, oltre ogni tentazione riduttivistica che la chiuderebbe entro i limiti angusti del principio logico di non contraddizione. Se non c'è "ragione" per cui razionalmente si sia obbligati a seguire "solo" il proprio interesse, com'è prefigurabile nelle concezioni trascendentalistiche della giustizia, non c'è nulla di irragionevole e di ingiustificabile nel voler perseguire il proprio interesse. «A spingere la nostra azione possono essere ragioni sostenibiIi, che riflettono le nostre inclinazioni e i nostri personali criteri di valutazione. La razionalità intesa come criterio della scelta, non esclude né l'altruismo né la ricerca del tornaconto personale» 7. Questo si traduce nella constatazione che la legittima ricerca di principi ragionevoli ai fini del superamento di situazioni di assoluta non conciliabilità tra le opzioni possibili, non conduce necessariamente a "un unico set di principi", come si potrebbe dedurre ancora una volta dalla pretesa, per nulla fondata se la confrontiamo con la pluralità delle opzioni e delle aspirazioni, che la via della ragione e il rifiuto del tradizionalismo sono così "limpidi e logici", da rendere financo superflua la ricerca di argomenti a sostegno, dato !'indiscusso fondamento della "via della ragione" e del "dominio dell'intelletto". Ancora una volta l'insuperata fede nella ragione, mette in moto un procedimento ad excludendum, che impedisce inesorabilmente di comprendere (cum-prendere) e comparare le possibili soluzioni in situazioni reali. Sen, al contrario, si appella al principio di inclusività sostenuto da Thomas Scanlon 8, il quale, pur non trascurando di valutare adeguatamente le preoccupazioni e gli interessi delle parti in causa, ricorda che i protagonisti che mettono in gioco i loro interessi non sono chiusi all'interno di una singola società o nazione o comunità organizzata, come si configura nel carattere restrittivo del contrattualismo di J. Rawls, che ~ccoglie un concetto di giustizia "popolo per popolo. E nella tradizione del "contratto sociale" e della teoria "contrattuali sta" sostenuta da Hobbes, Rousseau o di Rawls, il ricorso ad un unico set di principi, a garanzia del concetto di "giustizia come equità" e della traduzione di questo in assetti istituzionali della struttura sociale. L'importanza di tale unicità rawlsiana per la base istituzionale è, ancora una volta, sottolineata da Sen «dato che è proprio quell'unico set di requisiti a determinare, secondo Rawls, la struttura istituzionale di base di una società. In Rawls la descrizione di un modello di società giusta prende awio 14 da quel primo passo istituzionale, basato appunto sull'accordo in merito a un unico set di principi... »9. Autoveicoli: disciplina fiscale, 1/I, 4 s. Azione popolare: - ammissibilità, 5/I, 4. - legittimazione attiva,4/I, 3. 2 Cfr. A. SEN, L'idea di giustizia, Mondadori, Milano 2010, p. 115. 3 Op. cit., p. 31. 4 A. SMITH, Teoria dei sentimenti morali, Bur, Milano 1987, p. 162. 5 A. SEN, L'idea di giustizia, cit., p. 35. 6 Op. cit., p. 205. 7 Op. cit., p. 205-206. 8 TH. SCANLON, Wlzat We Owe to Eaclz Other, Harvard University Press, Cambridge 1998. Cfr. su questo la posizione di Sen, in Op. cit .. p. 210 e ss. 9 A. SEN, L'idea di giustizia, cit., pp. 211-212. Bachelet, Vittorio, 2/II, 11 s. Balcone : “Il b.” , poesia di E. Marra, 5/II, 16. Baraldini Silvia, la controversa vicenda, 6/I,6. Barboni: panchine, eliminazione, ODEL, 5/I,1. Benedetto XVI : “Gesù di Nazaret”, 3/I, 9 ss. - sulla famiglia, 1/II, 13. - visita nel Salento, 2/II, 10 s. e 3/II, 15. Bene comune : 6/II, 2 s. Beni culturali: disciplina,1/I, 7. Beni paesaggistici: modifiche alla disciplina, 2/I, 5. Biblioteche: - b. al collasso, 5/IV, 13 s.; 6/IV, 6. - ruolo delle b., 1/V, 9 ss. Bilancio: - armonizzazione dei bilanci pubblici, 2/I, 5. - legge finanziaria 2007, 4/I, 2. Borghese Alessandra, recensione di sua opera, 5/II, 4. Brigatisti, rossi, ex: riciclati come conferenzieri, 1/III, 14. Vedi pure Terrorismo. Bullismo, 2/II, 14 s. Calamandrei, Piero: a proposito di Costituzione, discorso di P.C., 3/V, 5 ss. Camper: questione della sosta, ODEL, 4/I, 1. Cani mordaci: 3/I, 8. “Canto sacro”, poesia di Salvatore Spedicato con nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 2/III. 12. “Capo di Leuca”, poesia di Salvatore Spedicato e nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 1/III, 13. Carceri : sistema carcerario, condizioni della donna, 6/II, 4 ss. Carità: c. e solidarietà, 4/II, 6 s. Cartelle esattoriali : ricorso, ODEL, 1/II, 1. Casa: - La c., poesia di Ercole Ugo D’Andrea, 2/IV, 14. Catasto : - c. federale, ODEL, 5/II,2. - gestione diretta da parte dei comuni, ODEL, 2/II, 2. Cattolici: i c. e la politica, 3/VI, 9 ss. Centro Servizi Culturali & Bibliotecari di Nardò, 3/IV, 10 ss. Chimici: prodotti c., effetti, disciplina, 6/I, 2. Cittadinanza: c, e costituzione, formazione scolastica, 2/VI, 3 ss. Cittadini, “I c. e gli enti locali, prospettive e speranze”, 3/III, 5 ss. Clandestini, 1/III, 16; 5/III, 8 s.. Clandestinità, reato di c., 6/III, 2. Class Action, 1/V, 6 - 2/V, 6 Codice: - dell’amministrazione digitale,2/I, 5. - delle autonomie locali, 1/I, 11. - di autoregolamentazione della formazione delle liste elettorali per le elezioni comunali e provinciali, 2/I, 12. - C. della strada, modifiche, 2/II, 3. Cognome della madre : si può dare ai figli, 6/II, 6. Commissione di gara: esperienza pro.le componenti, 3/VI, 2 s. INDICE ANA L I T I C O DEI TEMI TRATTATI (è indicato prima il numero della rassegna e il relativo anno – a far tempo dal 2007, come anno I –, e poi la pagina; per i temi contenuti nell’Osservatorio degli Enti Locali, allegato alla rassegna, si premette la sigla ODEL; la voce Allegato, relativa al primo numero dell’anno a partire dal 2008, si riferisce alla Città di Nardò). Acaya : A. roccaforte della pace, 4/II, 12. Accesso: diritto dei consiglieri comunali e provinciali, 2/I, 6. Alfano, lodo, 4/II, 15. Alimenti: princìpi e requisiti generali della legislazione, 3/I, 2. Allattamento, paura di sbagliare, 3/VI, 16. Ambiente: - amianto, necessità di smaltire i residui abbandonati, ODEL, 6/I, 1. - disposizioni correttive, 4/I, 2. - rifiuti solidi urbani, smaltimento, omissione, ODEL, 6/I, 2. - riordino della materia, 2/I, 5. - ticket antismog, controverso a Milano, ODEL, 4/I, 2. - tutela ambientale e paesaggistica, 3/II, 3. Fukushima, un anno dopo, 1/VI, 14 ss. - un appartamento a bolletta zero, 3/VI, 15 s. Animali : - cibo agli a., ODEL 6/II, 2. - protezione degli a. e dagli a.,4/I, 11 s. Annigoni Pietro : ricordo, 6/II, 7 ss.; 2/III, 10 Apprendistato: assunzione dei giovani, 4/V, 5. Aree demaniali e marittime: competenza della gestione, ODEL, 5/I, 1. Ateismo: gli atei illuminati nell’olimpo tv, 4/II, 12. Atti: di alta amministrazione, 3/I, 7. Autonomia locale: - caso di illegittima e indegna espressione, ODEL, 4/I, 1 s., e 5/I, 1. - rilevanza costituzionale, 3/II, 5 ss. - regolamentare degli enti locali, 5/IV, 2 ss; 6/IV, 5. Autunno: Come l’autunno ha rose, poesia di Ercole Ugo D’Andrea, 2/IV, 14. Appalti: servizio di energia, 2/II, 6; Atti persecutori, contrasto, normativa, 2/III, 2 s.; mobbing, 2/III, 3 s. 15 Compagno: come insulto ai gay, 1/I, 11. Comuni e province: - autorizzazione : ad agire, a resistere in giudizio, 1/II, 3. - bilancio, assestamento, termine, 4/I, 4; controllo, 2/II, 7 ss.; equilibri, 2/II, 7 ss.; variazioni, 1/I, 8. - competenze : in materia di impianti di telefonia mobile, 1/II, 4. - sprechi a Milano, 5/IV, 15 - consiglieri : legittimazione all’impugnativa delle delibere, 1/I, 8. - debiti e sperpero di denaro : derivati, ODEL, 6/II, 1 e 2; derivati, in Comune i complici della truffa, ODEL, 1/III, 1; “La dolce vita (e le spese folli) dei capi del Casinò”, 2/III, 14. - delibere : delibere e determine, 5/I, 6 ; ODEL, /I, 1 s. validità delle d., 1/II, 4. - dimissioni dei consiglieri, validità ed efficacia, 6/I,4. - dissesto, ODEL, 1/II, 2. - funzioni : fondamentali, proprie, 1/II, 3. - essenziali, indispensabili, 3/II, 6 s. - incarichi : dirigenziali, 1/II, 3 s.; responsabilità, 1/II, 4. - indirizzo e controllo, poteri, principio di distinzione dalla gestione, 5/I, 6. - nomina rappresentanti,1/I, 8; 5/I, 4. - P. proposta di abolizione, ODEL, 6/I, 2. - province sì, province no, ODEL, 1/III, 1. - scambio culturale tra comuni, ODEL, 2/II, 2; ODEL, 3/II, 1; ODEL, 5/II, 2. - scioglimento dei consigli, 2/I, 5; 4/I,4; 5/I, 4. - segretario, sostituzione del dirigente, 2/II, 4 s. - sindaco, candidabilità, 5/I, 7; competenze, 2/II, 6; entrata in carica, 3/I, 3. incompatibilità alla carica, 4/I, 3; 6/I,3. - ineleggibilità, 3/I, 2; 4/I, 3; 6/I,3. - ex Sindaco antiprostitute condannato per stupro, ODEL, 1/III, 1.. - spese : allegra finanza, 2/I, 12; cellulari d’oro, ODEL, 4/II, 1. - tetto massimo, 1/II, 3. - tassa rifiuti solidi urbani, pagamento, storia incredibile, ODEL, 5/II, 1. - vitalizio ai sindaci, ODEL, 5/I, 2. Comunicazione : visiva, 6/II, 8. Concorrenza : promozione 2/I,12; 2/I,2; 6/I, 2. Concorsi: - bocciato anche chi non ha partecipato, 3/I, 8. - individuati i nomi senza aprire le buste, id. potere discrezionale Amministrazione, 1/VI, 3. c. pubblico, accesso area superiore, 4/VI, 3. scorrimento vecchia graduatoria, 4/VI, 3. inserimento in graduatoria non determina assunzione, 4/VI, 3. Condono edilizio: disciplina regionale, 1/I, 7. Conferenza Episcopale Italiana (Cei): “sovvenzioni” alla C., 5/I, 11. Congiuntivo, Il congiuntivo è morto ?, 5/III, 16 Conoscenza, c., informazione e potere, 5/III, 9. Consumatori: tutela , 2/I, 12; 3/I, 2; 6/I, 2. Contabilità e finanza pubblica : legge di, 1/IV, 3. Contratti : - c. pubblici, nuovo codice in materia di lavori, servizi e forniture pubbliche, 1/I, 7; 4/I, 2. - c. del comune, validità, 5/I, 3. - c. degli enti locali, ODEL, 4/I,2. Corte Costituzionale: insindacabilità, bocciato tre volte il Parlamento 3/V, 4. Costituzionalismo: 6/II, 3 s. Costituzione, modifiche, 3/II, 5 e 8; 4/II, 3. Criminalità organizzata: Commissione di inchiesta, 4/I, 2. Cultura: c. multietnica, 4/II, 4 ss. D’Andrea, Ercole Ugo: 4/V, 6 Danno erariale: - per assunzione di personale senza contratto di lavoro, 6/I,4. - per compensi non dovuti, 5/I, 4. - per danno all’immagine, configurabilità,4/I, 4; 2/II, 6. - per diniego (illegittimo) di accesso, 3/I, 3. - per disfunzione amministrativa (non configurabilità), 5/I, 4. - per disservizio, 2/II, 6. - “L’inconveniente di dover rifondere il d.”(nota a sentenza), 3/III, 3 ss., - per ricorso all’indebitamento per finanziamento di spese diverse da quelle di investimento, 3/II, 4. - per occultamento doloso di ammanchi, 1/I, 9. - per omessa tenuta del libretto delle misure, 4/I, 4. - per omessa trasmissione del certificato di fine lavori all’ente finanziatore, 4/I, 4. - per omissione di esecuzione di sentenze, 2/II,6. - per spese di missione non giustificate, 6/I,4. - per uso improprio di beni strumentali, 1/I, 9. De Gasperi Alcide, 3/II, 11 s. De Grisantis Mons. Vito, 2/II, 10 s.; in memoria di Mons. V. De G. e testamento, 3/IV, 14. Dell’Utri, motivazioni sentenza, 2/VI, 15 ss. Democrazia: - cos’è la d., 2/V, 4 s. difesa civica della d., 3/VI, 4 ss. De Filippo Edoardo, 4/VI, 6. De Pietro Annamaria, si vuò ‘o ciardino, 3/VI, 13 ss. De Tocqueville Alexis: - attualità del pensiero di A. de T. – La tirannide in nome del popolo, 3/IV, 5 ss. - Romney smentisce A de T. 3/VI, 15. Denuncia: di inizio di attività (d.i.a.), 5/II, 2. Derivati: caos debitorio degli enti locali, v. Comuni e province. “Dialoghi con i personaggi dell’antica Roma”, opera di Mons. Antonio Rosario Mennonna, presentazione, 3/III, 12 ss. Diaz :processo ai vertici della polizia, 6/II, 10. Dichiarazioni sostitutive: non veridicità, 2/VI, 2 ss. Difensore civico : Relazione sull’attività del del d.c. della Provincia di Lecce (2009, stralci), 1/IV. 4 s. Dimissioni : “irrituali” (caso Speciale), 6/I, 10. Dipendenti pubblici: - assunzione di autisti senza patente, 3/I, 8. - dirigenza , analisi e prospettive, 2/I, 7. - dirigenza : spoil system, 2/I,12. - orario di servizio, suddiviso in tre fasce orarie, legittimità, ODEL, 6/I,2. - riposo settimanale, 3/I, 3. - seconda attività, 6/I, 6. - trattamento economico,1/I, 8. 16 Difensore civico : 4/I, 5 ss. Direttore generale: 5/I, 3. Diritti: - “inviolabili” della persona, 2/I, 9. - d. umani, riconoscimento, 2/II, 15 s. Diritto: - alla salute, violazioni, 2/II, 16. - d. civile, ricordo di Alberto Trabucchi, 6/I, 10. - mite, 1/I, 10. - Derive nichiliste, 2/VI, 8 ss Disabili: - permesso di sosta agli autoveicoli, ODEL, 6/II, 2. - tutela delle vittime di discriminazione, 3/I, 2. Disoccupazione: dati preoccupanti, 1/VI, 15. Discariche: garanzie per la salute pubblica, ODEL, 1/II, 2. Diversità (articolo), 4/IV, 14 s. Economia: - interventi nel campo dell’e. degli enti locali: ricorso agli swap sul debito pubblico, ODEL, 6/I, 1. - e. malata, 5/I, 11 s. - rilancio economico, 2/I, 12; 3/I, 2; 6/I, 2. - euro, seconda moneta dopo il dollaro, 5/II, 3 s. - sviluppo economico, 4/II, 2 s. - allargare gli orizzonti della razionalità : l’economia, 3/IV, 7 s. - se l’E. è malata, 3/V, 3 s. - Dall’e. sommersa che affonda il Sud alla riscossa che serve ai meridionali, 4/IV, 13. - e. del bisogno ed etica del desiderio di Mario Signore: proposte per una riflessione, recensione di Marco Ivaldo, 3/IV, 8 s Edilizia: abitativa, 5/II, 2. Elezioni: comunali, validità della scheda, 1/I, 8. Elettorale (sistema): “l’ABC”, 5/I, 5 s. Embrioni: no a terapie usando e., 4/V, 4 s Energia: competenza regionale nel settore, 4/I, 3. Englaro, caso, vedi Etica. Esposti: generici, 1/I, 10. Etica: - e. dell’amore, rispetto della vita : ricordo di Albert Schweitzer, 5/I, 9. - e. tra la politica e l’economia della globalizzazione, 3/II, 11s. - rapporti tra fede e ragione, 2/II, 11. - rispetto per i morti del lavoro (esternazione di Claudio Scajola), 4/II, 13 s. - rispetto per la vita (caso di Eluana Englaro), 4/II, 13; 1/III, 15 s.. - in tema di finis vitae, 2/III, 5 s. - e. nello Stato democratico, 4/III, 9 ss. E 5/III, 2 ss. Etruschi : Parco tematico degli E., ODEL, 5/II, 2. Europa: quale futuro, 2/VI, 11 ss., 3/VI, 3 s. l’e. ritorni ai suoi principi ispiratori, 4/VI, 4 s. Fallimento: limitazioni personali, 5/I,7; ODEI, 5/I, 2. Fannulloni: 4/II, 16. Federalismo: - accordo storico, 3/I, 4 . - dei nostri tempi, 2/I, 6 s. - fiscale, 3/II, 5 ss. - “I nodi alla via italiana al f.”, 3/III, 2 s. Finanziaria (materia): - crisi f, 5/II, 3. disposizioni urgenti per il recepimento di direttive comunitarie in materia bancaria, creditizia e di intermediazione f., 5/I, 2. - disposizioni relative all’offerta pubblica o alla negoziazione di strumenti f., 5/I, 2. Fisco: - controlli fiscali, partecipazione dei comuni, ODEL, 4/II, 1. - il Fisco aiuta i sindaci, ODEL, 5/II, 1 s. evasione, blitz a Cortina, 1/VI, 16. Follerau Raoul, icordo, 5/III, 10 s. FORUM del TERZO MILLENNIO, 4/III, 2ss., III F. 4/IV, 2 ss., 1/VI, 8 ss., IV F., 4/VI 7 ss. Fukushima: un anno dopo, 1/VI, 14 ss. Furcignanu, poesia di Salvatore Calò, 2/IV, 13. Gay: no ai matrimoni g., 3/IV, 2. nozze g., Cassazione, fuori strada, 2/VI, 15. Georgia, conflitto, 4/II, 14. G8: opinione, 3/I, 8. Giornalismo: integrazione tra carta e web, 3/V, 9. Giornata Mondiale: GM del Libro e del Diritto d’Autore, luci ed ombre, 2/VI, 13 ss. Giovani, d’oggi, 1/II, 9 ss.; “La condizione giovanile, oggi”, 3/III, 14 s. Giovanni Paolo II : - la figura, 1/II, 11 s.; 2/II, 12 s.; 3/II, 12 s.; 4/III, 6 ss. - poeta nel Trittico Romano, 4/III, 15 ss. - scritti inediti, 4/II, 7 s. Giornalisti: “santa alleanza” tra g. e avvocati, 2/III,10s. Giudice, ordinario e contabile, 2/II, 4. Giurisdizione: competenza giurisdizionale in materia di eleggibilità alle cariche elettive, 6/I, 4. Giustizia : - costituzionale, 1/III, 6 ss. - la g. “vera emergenza del Paese”, 3/III, 16. Governo: - attività del g. italiano, 4/III, 11 s. - governi privati, 4/III, 8. Gratta e vinci: La società del gratta e vinci, di Giorgio Barone, 2/IV, 10 s. Ichino Pietro, condanne annullate, 1/VI, 16. Ici: - abolizione per la prima casa, 3/II, 5 ss.; ODEL, 3/II, 2. - addizionale, ODEL, 5/I, 1. - verifiche Ici su ogni tipo di immobile, 1/IV, 16. Ideologie, crisi, 1/III, 12; 2/III, 11. Idrico, servizio: riforma dei servizi pubblici locali di rilevanza economica : il servizio idrico, 3/IV, 2. Immobili: limitazioni all’acquisto (illegittimità), 4/I, 3. Imposte locali - aumentano le tasse nelle Regioni sprecone, 3/IV, 15. Imprenditori: agricoli : credito d’imposta, 1/I, 2 s. Incarichi: criteri di conferimento degli esterni, 2/I, 8 s. Incendi: atti dolosi e di “piromani”, 4/I, 12. Incidenti: ragione del pedone, 1/VI, 6. Incompatibilità: processuale, 4/I, 3. Indulto: - concessione (2006), 3/I, 2. 17 - legittimità in caso di condanne per reati terroristici, 6/I, 6. I.V.A.: versamenti fiscali, 1/I, 5 s. Inerzia amministrativa: conseguenze, ODEL, 6/I, 2. Ingiurie: quando dare del “rimbambito” non è reato, 6/II, 6. Inquinamento: elettromagnetico (antenne e ripetitori), ODEL, 3/II, 1. Intercettazioni : tra esigenze di giustizia e privacy, 4/II, 14 s. Intossicazione : latte cinese, 5/II, 15. Invalidi civili : contrassegno per la circolazione dei veicoli, ODEL, 2/II, 1. King Martyin Luther, ricordo, 6/III, 3. Kowalska, Suor Maria Faustina, 1/II, 8. Lacrime ‘mare, poesia di Salvatore Calò, 2/IV, 13. La Pira Giorgio : 4/I, 14 ss.; 5/I, 8 s.; 4/III, 6 s. Laicismo: 5/II, 12 s. Laicità, l. dello Stato, 4/III, 12. Lavoro: - l. di casalinga, riconoscimento, 4/II, 3. - l. nero, 6/I, 5 s. - l. domestico, nuova cultura di l. dignitoso, 4/V, 4. Lecce Sbarocca, presentazione libro, 4/VI, 10 ss. Legalità, principio di l., 4/III, 8 ss. Legge: quando è ingiustizia, 2/I, 10. d. legge: salvaitalia, 2/VI, 10 ss. Legislazione, l. italiana, 4/III, 10 s. Letteratura: - scambio culturale, 1/I, 12. - critica letteraria (Luigi Maria Personè), 1/I, 14 s; 2/I, 14 ss. Liberalizzazioni: l. dei settori produttivi, 2/I, 12; 3/I, 2; 6/I, 2. Logo dell’Associazione “Terzo Millennio”, 3/II, 2. Lourdes : nel 150°, 4/II, 10. Pellegrinaggio a L., poesia di Giuseppe Mario Potenza, 5/II, 16. Luzi Mario, ricordo nel quarto anniversario dalla morte,1/III, 10 s.; 2/III, 11. Madre Teresa di Calcutta : 5/II, 6 s. Mafia: in ricordo di Falcone e Borsellino, 2/VI, 9 ss Majorana Ettore, il mistero di E.M., 3/III, 14. Managerialità: servizio della compiacenza dei politici, 4/V, 3. Mercato: solidarietà e m, 5/I, 10. Merini Alda: libro poesie inedite, 1/VI, 13 ss. Mezzogiorno: - il M. enalizzato da disuguaglianze e disparità con il Nord, 3/IV, 12 s. - in un M. arbitro di se stesso, una Puglia “matria” dell’Unità d’Italia, 6/IV, 9 – 2/V, 15. Minaccia : m. di bocciatura agli alunni, 6/II, 6. Misericordia, Divina, 1/II, 8; 1/II, 15 s. Mobbing, v. Atti persecutori. Montessori Maria, 5/IV, 12 s. Moro Aldo: - ricordo, 3/II, 15 s. - lodo M., 4/II, 16. Moro Tommaso: a circa 500 anni dalla morte, 1/IV, 11 Moternu procressu: poesia di Silvana Muci, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 5/III, 14 s. Moscati san Giuseppe,6/IV, 2 Multe: anno record delle m., ODEL, 5/I,2. Musica, nella storia di Nardò (Banda Verde, pizzicatarantata), Allegato, 1/III, 1s. Napoli Leone Salvatore, Allegato, 1/II, 1 ss. Napolitano Giorgio, 5/II, 14. Nicaragua, appunti di viaggio, 6/III, 6 ss. Nicaragua, poesia di Giuseppe Mario Potenza, 6/III, 7. Nomi: ridicoli o vergognosi, divieto di imposizione, 6/II, 6. Nucleare : bluff n., 5/II, 13. Nuvole: Le nuvole, poesia di Fabrizio De Andrè, 2/IV, 14. Obiezione di coscienza, 2/II, 2. Occasione : L’occasione mancata, di Giorgio Barone, presentazione di Mario Mennonna e recensione di Giuseppe Mario Potenza, 2/IV, 5 ss. Occupazione: dalla scommessa di internet, 3/V, 8. Omosessualità: 1/V, 16 Opere pubbliche : regole per le gradi opere, 4/II, 12 s. Ordinamento giudiziario : 1/II, 2. Paradossi : - p. all’italiana, 5/II, 13 s. - caso Villari, 1/III, 14. - caso Iervolino, ivi. - “Un cavillo anche per il cavallo”, 2/III, 14. - “Lei è morta, le togliamo 631 euro”, 2/III, 14 s. “Confessa l’omicidio dopo l’assoluzione”, 2/III, 15. - “Moto rubata in Grecia 20 anni fa”, ivi. - “Gli affidano la figlia dopo la violenza”, ivi. - “Caddi in quel tombino nell’85, aspetto ancora il risarcimento”, 2/III, 15 s.. Parcheggi: - p. 1/II, 4. - aree riservate al p. a pagamento, ODEL, 3/II, 2 e ODEL, 4/II, 1. - posteggiatori abusivi, ODEL, 4/II, 2. Pari opportunità: coordinamento delle norme, 2/I, 5. Parlamentari : ruolo, 1/II, 5 ss; privilegi, 1/IV, 16. Partigiani: ricordo di Giorgio Morelli, 2/I, 10 s. Partiti politici : - ruolo, 1/II, 5 ss. - leggina anti-sbarramento, 2/III, 14. Pascoli Giovanni: a cento anni dalla morte, 3/VI, 7 ss. Pedofilia: “Giornata dell’orgoglio pedofilo”, 3/I, 6 s. Pena : - certezza, 1/II, 14 s. - esecuzione della p. in Stato diverso, 6/I, 6. - p. di morte, premio a Kagame, “abolizionista” e assassino, 4/I, 13. Pensioni: - dei deputati, 1/I, 11. - di privilegio, 2/I, 5. Poesia: - Eugenio Montale “Il male di vivere”, con nota critica di Donato Valli, 2/I, 2 ss. - incontro per declamazione di p., 5/III, 11 ss. 18 - presentazione della raccolta di poesie “La vetrina dell’antiquario”, di Giuseppe Mario Potenza, Congedo ed., Galatina, 2005, con Relazione critica di Donato Valli, 1/I, 16 e 2/I, 14 ss.. - presentazione della raccolta di poesie “Specchio d’amore” di Giuseppe Mario Potenza, Capone ed., Lecce, 2009, 1/IV, 6 ss.. presentazione della raccolta di poesie “Acqua ti fiume”, di Salvatore Calò, con presentazione di Mauro Costanzo Vaglio e recensione di Giuseppe Resta, 1/IV,13 ss. - Recensione di Giuseppe Mario Potenza per l’opera “Luoghi. E sogni dispari” di Giuseppe Conte, 1/III, 8 s. - Giornata mondiale della p., 2/IV, 8 s. Politica: - crisi della p., 6/I, 7 ss.; 1/II, 5 ss. - disciplina, 4/IV,11 s. - formazione della p. nazionale, 1/II, 5 ss. - in memoria di Filippo Raciti, 5/I, 16. - un modo più credibile e meritevole di fare p., ODEL, 4/I,1. - politica e amministrazione, 2/IV, 3 s. - politici in tv, 5/I, 16. - primato della p., 5/I,11 s. - responsabilità politica, 1/II, 6 s. - spese del Palazzo, 5/I, 16. - cattolici fedeli a se stessi, 2/%, 16. mandanti e killer della p., 1/VI, 3 ss. molta gente non vuole questa p., 1/VI, 4 ss Porta Pia, anniversario, 5/IV 16. Portoselvaggio: - Ritorno a Portoselvaggio, poesia di Giorgio Barone, 2/IV, 13. - Portoselvaggio, poesia di Luigi Tarricone, 2/IV, 14. Posteggiatori abusivi: ingiunzione del Sindaco di Roma, 3/I, 8. Potere : - un concetto stravagante di p., 6/I, 10. - più p. agli enti locali, ODEL, 5/I,1. - Povero cristo, poesia di Silvana Muci, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 5/III, 15 Poveri, 4/II, 15 s. Prescrizione: - per i compensi al dipendente pubblico aventi natura risarcitoria, 6/I, 3 s. - p. dell’azione di risarcimento in caso di danno indiretto alla p.A., 6/I, 4. - P. dei crediti retributivi, 3/VI, 2. Prezzolini Giuseppe : 2/IV, 9 s. Processo, p. breve, 6/III, 6. Processo amministrativo : riforma, 2/IV, 2 s. Processo penale : sospensione ( lodo Alfano), 4/II, 3 e 15. Protezione civile : delegabilità delle funzioni del sindaco, ODEL, 2/II, 2. Pubblica Amministrazione: - assenteismo e scarso rendimento, 4/I, 10 s. - dirigenti, trattamento economico, 3/II, 3 s. - funzionamento, 1/I, 7. - Guardia di Finanza, accusa di inefficienza, 4/I, 12. - incarichi esterni, legittimità, 3/II, 4. - mobbing, 4/I, 10, s. - mobilità del personale, ODEL, 1/II, 2. - la p.A. come strumento di solidarietà sociale: ricordo di Giorgio La Pira, 4/I, 14 ss; 5/I, 8 s. - pagamento di somme, controversia, competenza, 5/I, 3. - recupero somme, 2/II, 5 e 9. - responsabilità, 3/II, 3. - scelte in materia urbanistica, 1/I, 8. Pubblici appalti: limitazione partecipazione, 3/VI, 3. Pubblico ministero: - possibilità di appello (legge “Pecorella”),1/I, 9. - soprusi e carriere lampo, 5/I,15. Puglia: Notti di Puglia,poesia di Giuseppe Doria, 2/IV, 13. Punta Perotti, sequestro, illegittimità,1/III, 2 s. Questione meridionale: un doppio binario per la percorrenza dal Sud al Nord, 4/I, 9 s. Rabin Dranath Tagore, 2/V, 7 s – 3/V, 12. Randagismo: - responsabilità del comune, ODEL,2/II, 1. - i comuni non danno la caccia ai branchi, 2/V, 16. Ratzinger Joseph, Benedetto XVI : - recensione di sua opera, 3/I, 9 ss. - Gran Premio Capri San Michele all’opera, 5/I, 13. - osservazioni critiche, 5/I, 13 ss. Reati: - associazione a delinquere, 3/I, 8. - corruzione , 2/I, 12. - crimini contro l’umanità (d.d.l. “Mastella”), 1/I, 9. - depistaggio (strage di Ustica), 1/I, 11. - non punibilità dei minori, 1/I, 11. - peculato, incidenza sulla candidabilità, 6/I,3. - rifiuto di assistenza ospedaliera, 1/I, 9. - referendum Guzzetta, 3/II, 8. Regioni: r. fuori legge, 4/II, 3. Regolamenti: - r. interno: del Comitato dei rappresentanti permanenti a Bruxelles (possibilità di dormire durante le riunioni, ma senza russare), 1/I, 11. - r. comunali: competenza per gli interventi suppletivi, 3/I, 2 . Religione: scontro di r. 1/V, 15 s. Cantalamessa: Dio oltre la ragione, 2/VI, 15. Repubblica neretina: (nel giudizio del Tribunale penale di Lecce), 6/IV, 6 – 1/V, 8 s. Responsabilità: - “lo sguardo della r.”, recensione dell’opera di Mario Signore, 4/I, 14. - r. amministrativa, termine di prescrizione, 5/I, 2. - r. oggettiva, 3/III, 11 e 4/III, 2. - r. politica, 3/III, 7 s. - r. dirigenziale, 1/VI, 2 ss. Revisori dei conti: criteri di scelta, 3/I, 3 . Ricerca scientifica, incentivazione, 2/II, 3. Ricorso: inoltro, 3/I, 2. Rifiuti solidi urbani: problema del r. in Campania, ODEL, 3/II, 2. Risarcimento del danno: r. nel processo amministrativo: 2/IV, 4. r. tempestiva impugnazione: 1/VI, 3 Risparmio energetico . La Giornata del, 2/IV, 11 s. Rosmini Antonio, l’attuale pensiero di A.R., 4/IV, 15. Salute e sicurezza sul lavoro : tutela, 2/II, 2 s. 19 Sam Paolo, ricordo nel bimillenario dalla nascita, 2/III, 7 ss. San Pio : - i carismi, 4/II, 11 e 5/II, 5 s. - la figura, 3/II, 9 s. - l’ostensione della salma, 3/II, 13 s. Sanità : farmaci c.d. equivalenti, 3/I, 5. Santa Bernadette : - la figura, 4/II, 9. - il racconto, 4/II, 9 e 5/II, 4 s. Schweitzer Albert : ricordo, 5/I, 9. Scuole: - assenteismo, caso particolare, 4/I, 12 s. - caro s., ODEL,4/II,1. - degrado, 3/I, 7. - “Bologna, via libera al 100 politico ai bambini”, 3/III, 16. - riforma (Fioroni), legge 11 gennaio 2007, n.425, 4/I, 2. - decreto di attuazione, 5/I, 6 s. - scuola materna, apertura ai clandestini, ODEL, 2/II, 1. tra interventi tampone ed esigenze di riforma, 1/VI, 5ss. Semafori : giallo truccato, ODEL 5/II, 1. Semplificazione legislativa, 1/III, 5; 2/III, 4 s. Sequestro : s. degli italiani all’estero, 6/II, 10. Sera: S., poesia di Giovanna. Romano Pagliula, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 6/II, 9. Servizi pubblici: - affidamento in house, legittimità, 6/I, 3. - a rilevanza economica, 1/I, 7. - servizio idrico, ODEL, 2/II, 1. - taglio dell’erba, ODEL, 4/II, 1. - trasporto urbano, auto elettriche, ODEL, 6/I, 1. - trasporto, nuova disciplina di affidamento, 1/I, 8. - trasporto dei rifiuti solidi urbani, Commissione di inchiesta, 4/I, 2. - trasporto : di salme, 1/II, 3. - disservizio nei vari settori pubblici, risarcimento del danno, 4/I, 8. Settembre: “Già termina s.”, poesia di Giovanni Pellegrino, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 6/II, 9. Sfida: “La s.”, 3/IV. 13 Sicurezza: - decreto Maroni, ODEL, 5/II, 2. - s. nell’abitato, ODEL, 4/I, 2 e ODEL,4/II, 2. - misure urgenti, 4/II, 2; 2/III, 2 s. - poteri subito agli enti locali, ODEL, 5/I, 1. - il problema della s. a Bari e in Puglia, 5/I, 15 s. Sindacato: rappresentanza e diritti, 5/II, 9 ss. “Sboccerai”, poesia di Chiara Leone, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 1/III, 13. Società: controlli, 1/I, 6. Solidarietà: - s. umana (Madre Teresa di Calcutta), 5/II, ss. - s. e carità, 4/II, 6 s. - s. per il Rwanda, 4/II, 4 ss. Spese : - s. “facoltative”, 3/II, 6. - s. legali, rimborsabilità, 4/I,3. - s. per il pubblico impiego, contenimento, competenza, 5/I, 3. - s.di regioni ed enti locali, vincoli, 6/I, 3. Stato: formazione degli S., 5/II, 15. moralizzazione e legalità, 1/VI, 6. Statua:“Ad una s.”, poesia di Giovanna Romano Pagliula, con nota critica di Giuseppe Mario Potenza, 2/III, 12. Stifani Luigi, vedi Musica nella storia di Nardò Sud del mondo: Fondazione Giustizia e Solidarietà, dati sulle condizioni, 5/I, 9 s. Sussidiarietà : - principio di s.,4/III, 2 ss. - Fondazione della s., 5/III, 7 s. Termini: t. previsti da disposizioni legislative e di delegazione legislativa, proroga, 5/I, 2. Terremoto: - in Abruzzo, 2/III, 13 (ivi, poesie “E la notte tremò” di Giovanna Romano Pagliula e “Orme di un terremoto” di Giuseppe Mario Potenza). - in Emilia, 2/VI, 16. Terrorismo: - pascolano, crescono e minacciano, 2/I, 11. - spigolature di t. nostrano, 3/I, 6. - “amici dei terroristi in Parlamento”, 4/I, 13. - “concerto per il terrorista”, 4/I, 13. - “giorno della memoria”, 5/I, 2; 3/II, 14 s. “Prima linea” , ritirato il patrocinio al film, 3/III, 16. TFR dipendenti pubblici, 4/VI, 3 s. Toniolo Giuseppe: il beato, 1/VI, 7 ss. Tumori femminili, prevenzione tra etica e religione, 1/III, 11 s. Tre bambini e un flauto, ripensare la democrazia e la giustizia, 3/VI, 11 ss., 4/VI, 13 ss. Tributi: tassabilità di maghi, indovini e cartomanti, 2/I, 12. Turismo: organismi centrali, 3/I, 2. Unione europea: - disciplina del lavoro nero, 6/I, 5. - gli enti locali e l’U. e., 3/III, 6 s. - invito all’Italia in materia di immigrati, 5/III, 9 . Unità d’Italia, prima una unità di consensi, 6/IV, 2 ss. Università, La Sapienza, quella macchia nella tradizione, 1/II, 13 s. Universo : all’origine dell’u., 5/II, 14 s. Violenza:– “coerenza” di Edoardo Sanguineti, 2/I, 11 s.; v. sessuale, contrasto, normativa, 2/III, 2 s. Votazioni: ODEL 5/I, 2. Zagrebelsky Gustavo: recensione di sua opera, 1/I, 10; 5/IV, 10 ss. Zanzotto, Andrea: l’ultimo poeta profeta lirico e civile, 3/V, 8. 20