TAVOLO TECNICO 2 MISSION Il sistema d’istruzione degli adulti ha come finalità principale quella di far conseguire più elevati livelli di istruzione della popolazione adulta attraverso azioni tese a: favorire e sostenere la domanda inespressa; corrispondere ai fabbisogni formativi espressi dalle filiere produttive del territorio; promuovere e potenziare l’occupabilità; contrastare il fenomeno dei NEET ( giovani, tra i 15 ed i 29 anni, non iscritti a scuola, né a corsi di formazione professionale, che non lavorano e non cercano lavoro). Il 10 luglio 2014 è stata firmato in Conferenza Stato Regioni l’Accordo tra Governo, Regioni ed Enti locali volto ad approvare “Linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l’apprendimento permanente e all’organizzazione delle reti territoriali” di cui alla Legge n. 92 del 18 giugno 2012. APPRENDIMENTO PERMANENTE Apprendimento permanente che valica i confini di un “servizio” alla persona per configurarsi come “diritto della persona all’apprendimento”, per essere in grado di affrontare e reggere le ricorrenti sfide al cambiamento che la società della conoscenza impone quotidianamente. A tal fine è indispensabile il coinvolgimento di tutte le agenzie che in vario modo forniscono “formazione”, centrati su apprendimenti formali, non formali o informali. E’ necessario dare struttura all’apprendimento permanente e questo implica un vero e proprio cambio di paradigma culturale incentrato su quattro elementi: la centratura sul soggetto in apprendimento; l’assunzione della prospettiva dell’apprendimento lungo l’arco della vita; 2 l’estensione delle sedi e delle modalità dell’apprendimento da quelle formali a quelle non formali e informali; la trasparenza e comparabilità degli apprendimenti al fine di agevolare la mobilità, valorizzare il capitale umano e l’investimento in istruzione. Per ampliare la platea dei soggetti a sostegno dell’apprendimento permanente e potenziare, di conseguenza, le attività di orientamento, è necessario lavorare sui seguenti temi: le reti territoriali dei servizi; l’orientamento permanente come sistema nazionale; il sistema di individuazione e validazione degli apprendimenti e di certificazione delle competenze; un sistema informativo ai fini del monitoraggio, della valutazione, della tracciabilità e della conservazione degli atti rilasciati. L’Accordo, che fa seguito all’Intesa Governo, Regioni ed Enti Locali sulle reti territoriali per l’apprendimento permanente, fornisce linee di indirizzo per la creazione di reti territoriali costituite dall’insieme dei soggetti pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro, al fine di promuovere il sostegno alla creazione, da parte delle persone, dei percorsi di apprendimento. 3 Svolgono un ruolo strategico, nella dimensione dell’offerta formativa formale, per la costruzione del sistema integrato: i CPIA, Rete Territoriale di Servizio del sistema di istruzione, deputata alla realizzazione sia delle attività di istruzione destinate alla popolazione adulta che delle attività di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo. In particolare il CPIA può rappresentare un punto di riferimento istituzionale stabile, strutturato e diffuso per il coordinamento e la realizzazione, per quanto di competenza, di azioni di accoglienza e di orientamento. Il CPIA, per ampliare l’offerta formativa, stipula accordi con gli enti locali e altri soggetti pubblici e privati, con particolare riferimento alle strutture formative accreditate dalle Regioni; 4 i poli tecnico-professionali come modalità organizzativa che favorisce l’integrazione tra istruzione, formazione e lavoro; le Università che concorrono, nella loro autonomia, alla realizzazione delle reti attraverso: l’inclusione dell’apprendimento permanente, l’offerta formativa flessibile e di qualità (che comprende anche la formazione a distanza), la valorizzazione del capitale di conoscenze e competenze anche per favorire il rientro negli studi superiori. Il ruolo del non formale, invece, rappresenta uno dei fattori di novità. Le Organizzazioni del no-profit, entrando in contatto con persone spesso a rischio di esclusione sociale, possono contribuire a rimotivare all’apprendimento fasce di cittadini economicamente o culturalmente deboli, offrendo così occasioni di apprendimento valorizzabili anche ai fini dell’acquisizione delle competenze chiave. L’adesione delle Organizzazioni alle reti territoriali deve essere volontaria e riferita a soggetti che assicurino requisiti minimi di stabilità e di qualità; ad es.: - iscrizione nei registri regionali delle Associazioni di promozione sociale, del volontariato, delle cooperative sociali; - statuto dell’Associazione che preveda tra le finalità la promozione dell’accrescimento culturale e formativo dei cittadini e di conseguenza un’offerta che espliciti quali competenze i cittadini possono acquisire attraverso il percorso di apprendimento non formale; - attestazione della frequenza dei percorsi di apprendimento non formali per la possibilità di inserimento nel libretto formativo del cittadino. 5 LE RETI TERRITORIALI E LORO ORGANIZZAZIONE SUL TERRITORIO La legge 92/2012 “Disposizioni generali, tipologie contrattuali e disciplina in tema di flessibilità in uscita e tutele del lavoratore” indica nelle reti territoriali la modalità organizzativa attraverso cui si costituisce il sistema integrato dell’apprendimento permanente. L’intesa del 20.12.2012 precisa che le reti territoriali comprendono l’insieme dei servizi pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro attivi sul territorio, nonché dei poli tecnico-professionali, oltre a Università, servizi di orientamento e consulenza, imprese (attraverso rappresentanze datoriali e sindacali), Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, Osservatorio sulla migrazione. Per sostenere uno sviluppo locale integrato è necessario partire dalla valorizzazione delle risorse e dei saperi che il territorio possiede e utilizza. Leve strategiche Per la costruzione del sistema integrato dell’apprendimento permanente si indicano alcune leve strategiche: i Centri per l’Impiego e/o i centri per i servizi al lavoro accreditati dalle Regioni, per contribuire a sviluppare servizi di accoglienza e orientamento; le Parti Sociali per individuare le attese e le previsioni del sistema produttivo in tema di competenze, promuovendo forme di collaborazione e interazione con i sistemi di istruzione e formazione e sostenendo i servizi delle politiche attive presenti sul territorio; gli Enti Locali con i servizi informativi e di accoglienza per offrire sostegno alle misure ed ampliare l’accesso all’apprendimento permanente; il sistema camerale per sostenere servizi per l’orientamento, l’avvio al lavoro autonomo, imprenditoriale e professionale, i tirocini e la promozione dell’alternanza scuola-lavoro. É necessario quindi realizzare, nel rispetto della dimensione territoriale su cui si agisce, delle vocazioni produttive rilevando i bisogni latenti dei singoli, dei processi 6 di governance democratica e partecipativa, modalità di raccordo con il sistema produttivo, tappe e misure da intraprendere, strategie comunicative e modalità di raccordo. L’ elemento imprescindibile, per il funzionamento dei sistemi formativi, è ancorare e costruire nei territori processi e culture condivise su tali strumenti, incoraggiando dinamiche cooperative, legando la realtà del mercato del lavoro con la formazione. Per la realizzazione di tutto ciò, è fondamentale l’integrazione tra tale sistema e quello del mercato del lavoro legato alla certificazione delle competenze. La rete, tuttavia, deve funzionare mantenendo inalterati gli assetti istituzionali con le risorse finanziare e umane attualmente disponibili. Le uniche risorse certe saranno i Fondi Europei per i programmi operativi del settennio 2014/2020, come previsto dall’Accordo di Partenariato e, in particolare, l’obiettivo tematico 10 “Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente”. A tal proposito, con riferimento a quelle organizzazioni che si occupano di apprendimento non formale e informale (che si vuole di pari dignità rispetto ai percorsi formali) sarebbe funzionale creare nuovi albi regionali al fine dell’inclusione di tali organizzazioni nelle reti per l’apprendimento permanente. E’ importante una forte concertazione delle iniziative ed un coinvolgimento il più ampio possibile degli attori interessati. In rete devono essere coinvolti tutti gli operatori del mercato del lavoro in modo da offrire ai giovani, in cerca di occupazione, una filiera di servizi integrati, differenziati ed efficienti, dall’accoglienza all’inserimento lavorativo. Occorre, quindi, creare delle condizioni indispensabili: Avviare, nei diversi settori produttivi e nei territori, un confronto serrato e costante con le parti sociali per la costruzione di strutture, programmi e procedure idonei a far sì che giochino efficacemente il ruolo di interpreti delle necessità del mercato del lavoro; 7 Costruire profili professionali aderenti alla realtà che possano fungere da standard di riferimento per percorsi formativi efficaci; Implementare, definitivamente, un unico supporto per la registrazione delle competenze sviluppate in tutti i contesti e individuare modalità semplici e accessibili attraverso cui queste possano essere validate e poi riconosciute nei diversi percorsi formativi e professionali; Rendere omogenee e semplificare le regole per l’accesso degli operatori ai servizi per la formazione e il lavoro e fare in modo che siano regole all’altezza delle riforme in atto, incentrate su professionalità, esperienza ed innovazione; Migliorare i servizi pubblici investendo in formazione e promuovendo ampliamento e diversificazione delle funzioni; Avvicinare le imprese alla formazione e i giovani alle imprese, facendo in modo che la formazione sia davvero al centro delle strategie di sviluppo delle imprese. 8 IL PASSAGGIO DAL CTP AI CPIA I Centri Territoriali Permanenti per l'educazione degli adulti (CTP) e i corsi serali che già svolgono queste funzioni presso le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, sono stati riorganizzati su base provinciale e articolati in reti territoriali e ridenominati 'Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA)'. Questi Centri sono dotati di autonomia amministrativa, organizzativa e didattica. I loro compiti consistono nel fornire un servizio permanente per riqualificare culturalmente e professionalmente gli adulti, anche se sprovvisti di titoli di studio, in modo da favorirne il rientro nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale, l'acquisizione di competenze legate al lavoro, alla vita sociale e al recupero dei bassi livelli di istruzione. A partire dall'a.s. 2014/2015, i nuovi CPIA e i corsi di istruzione degli adulti, compresi quelli che si svolgono presso gli istituti di prevenzione e pena, sono stati riorganizzati nei seguenti percorsi: percorsi di istruzione di primo livello e percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana, realizzati dai CPIA, nonché percorsi di istruzione di secondo livello, realizzati dalle istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica. In sintesi Ai CPIA sono affidati percorsi di I livello per il conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo (ex licenza media) e il conseguimento della certificazione attestante l'acquisizione delle competenze connesse all'adempimento dell'obbligo di istruzione. Ai CPIA è anche affidata l'alfabetizzazione certificata in lingua italiana per stranieri. Alle Istituzioni scolastiche (ex Scuole Serali) presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica sono affidati i percorsi di II livello, cioè i corsi serali per il conseguimento dei Diplomi tecnici, professionali ed artistici. 9 ISCRIZIONI E MODALITA’ DI ACCESSO Percorsi di istruzione di primo livello: possono iscriversi gli adulti, anche di cittadinanza non italiana, che non hanno assolto l'obbligo di istruzione o non abbiano il titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione, o coloro che hanno già compiuto sedici anni, se non in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione. Percorsi di secondo livello: possono iscriversi gli adulti, anche di cittadinanza non italiana, in possesso del titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione, o coloro, che abbiano compiuto sedici anni di età o siano in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, e non possano frequentare il corso diurno, per motivazioni dimostrabili. Percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana: articolati in due livelli (A1 e A2), e utili per il conseguimento di un titolo che dimostri un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2. Possono iscriversi gli adulti con cittadinanza non italiana in età lavorativa, anche in possesso di titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine; ciò in relazione agli obblighi previsti dalla L. 94/2009, in materia di immigrazione e integrazione. 10 TITOLI CONSEGUIBILI L'offerta formativa è finalizzata ad ottenere la certificazione attestante il conseguimento del livello di istruzione corrispondente a quello previsto a conclusione della scuola primaria, titoli di studio di primo e secondo ciclo nonché l’attestazione dell’acquisizione delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione e il titolo che attesta il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento. I CPIA, articolati in reti territoriali di servizio, dovranno operare in stretto accordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni, attivando percorsi formativi strutturati per livelli di apprendimento. Il nuovo assetto prevede l’organizzazione per gruppi di livello sulla base del patto formativo individuale, elemento che facilita la personalizzazione del percorso anche sotto il profilo dei tempi di fruizione dello stesso. L’obiettivo è la valorizzazione di tutte le competenze (formali, non formali ed informali) acquisite dall’adulto nel corso della vita. 11 INDAGINE SUI FABBISOGNI FORMATIVI TERRITORIALI ( I.S.P.A.L. - FESR- POR Sicilia 2007/2013 Misura 5.1.1) Il contesto territoriale siciliano è caratterizzato da una fragile base produttiva che contribuisce in maniera limitata alla creazione del valore aggiunto regionale e che nel corso degli ultimi anni ha registrato una rilevante contrazione. Nel periodo 2007-2013 a livello regionale si è registrato una riduzione di circa il 23% del numero di imprese attive nel settore manifatturiero. Nel 2007, infatti, le imprese attive in questo settore erano pari a 37.688 mentre a fine 2013 le stesse si erano ridotte a 28.970 con un saldo negativo di 8.718 imprese. Anche la densità delle imprese in rapporto alla popolazione è bassa, essendo pari nel 2011 a 46 imprese attive ogni mille abitanti a testimonianza di una ridotta vitalità del sistema economico e del tessuto produttivo siciliano. Se si restringesse l’analisi alle sole imprese manifatturiere, il quadro sarebbe sostanzialmente simile ponendo la Sicilia nelle ultime posizioni a livello nazionale con 7,1 imprese manifatturiere ogni mille abitanti. Nel ciclo di programmazione 2014-2020, l’obiettivo della Regione è quello di sostenere nuovi soggetti e nuove idee favorendo la creazione di imprese che possano portare nuova linfa e nuove prospettive al tessuto produttivo siciliano, incoraggiando il talento imprenditoriale e l’interesse verso chi intraprende percorsi virtuosi ed innovativi. INDAGINE SUI BISOGNI FORMATIVI NEL SETTORE ISTRUZIONE E FORMAZIONE I livelli d’istruzione della popolazione regionale hanno registrato negli ultimi anni un lieve miglioramento, soprattutto per quel che riguarda le giovani generazioni. Il quadro rimane tuttavia critico, se si mette a confronto la Regione con il contesto europeo. In effetti, come indicato nell’Accordo di Partenariato, l’innalzamento dei livelli di competenza e il reinserimento in percorsi di istruzione e formazione assumono rilevanza anche per la popolazione adulta, contraddistinta da livelli di istruzione inferiori rispetto alla media europea. 12 Tali dati, in generale, costituiscono una carenza del sistema sociale ed economico regionale: gli elevati livelli di dispersione scolastica e formativa, l’insufficiente partecipazione degli adulti alle attività formative, la scarsa dotazione di professionalità tecnico scientifiche sono tutti elementi di forte rischio per la crescita economica e la tenuta sociale della Sicilia. Le azioni previste dal presente programma dovranno pertanto trovare significativa integrazione con la programmazione del FSE sia di livello regionale che nazionale, con particolare riferimento al PON Scuola ed anche al PON Ricerca e Innovazione. OBIETTIVO SPECIFICO Aumento della propensione dei giovani a permanere nei contesti formativi e miglioramento della sicurezza e della fruibilità degli ambienti scolastici. La qualità dell’istruzione e della formazione e l’innalzamento e l’adeguamento delle competenze rappresentano fattori essenziali per rispondere alle sfide poste dalla Strategia Europa 2020: in particolare, per la Regione Sicilia che presenta dei livelli di dispersione scolastica e formativa ben al di sotto della media nazionale ed europea. In linea con la programmazione del FSE, sia di livello regionale che nazionale, il programma punta a incrementare il tasso di successo scolastico ed i livelli di competenze chiave. INDAGINE SUI BISOGNI FORMATIVI NEL SETTORE TURISMO Il dato fotografa la particolare attenzione che le imprese ricettive dedicano allo sviluppo delle risorse umane, mosse dalla consapevolezza che la qualità del servizio costituisce un fattore strategico per competere sui mercati e che tale qualità si realizza anche e soprattutto mediante investimenti sul lavoro. Il dato conferma la consapevolezza dell’importanza della formazione continua, destinata ad accompagnare il lavoratore e l’impresa lungo tutto l’arco della vita. Gli argomenti che suscitano il maggior interesse sono il web marketing e la qualità, ai quali guardano con attenzione rispettivamente il 77% e il 75% di coloro che hanno 13 risposto alle specifiche domande. Seguono, nell’ordine, lingue straniere (69%) e customer care (66%). Un significativo grado di interesse è espresso anche in relazione a tematiche gestionali (controllo di gestione: 65%; organizzazione del personale: 63%; revenue management: 63%) e all’area dell’igiene e sicurezza (sicurezza sul lavoro: 62%; primo soccorso: 60%; haccp: 58%; prevenzione incendi: 58%; è notevolmente inferiore l’interesse dedicato alla formazione sostitutiva del libretto sanitario: 48%). Circa il 50% degli intervistati esprime interesse per gli interventi formativi concernenti le tecniche professionali e per il benchmarking. Chiudono la graduatoria la formazione obbligatoria per gli apprendisti (39%) e la lingua italiana per i lavoratori stranieri (22%). INDAGINE SUI BISOGNI FORMATIVI NEL SETTORE COMMERCIALE Le indicazioni fornite dalle imprese sull’evoluzione dei fabbisogni aziendali nei prossimi anni riguardano sia l’utilizzazione di personale proprio che le esigenze di prestazioni fornite da altre imprese o da professionisti. Aree aziendali per le quali si prevede di ricorrere alla formazione Commerciale Amministrazione 11% Sicurezza 17% Qualità 9% Magazzino/logistica 5% 15% 11% Acquisti Progettazione 7% 11% 14% Assistenza tecnica Gestione risorse umane 14 METODOLOGIE FORMAZIONE RITENUTE PIU’ ADATTE PER LA REALIZZAZIONE DELLA Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Agricoltori e operai specializzati dell’agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia" si prevede, in contrasto con il trend nazionale, un incremento occupazionale. La variazione percentuale media annua prevista sul periodo ammonta a +0.9%, mentre quella nazionale a -1%. Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Professioni non qualificate nell'agricoltura, nella manutenzione del verde, nell'allevamento, nella silvicoltura e nella pesca" si prevede, in linea con il trend nazionale, una riduzione occupazionale. La variazione percentuale media annua prevista sul periodo -1.5% è superiore a quella media nazionale - 1.4%. Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi" si prevede, in contrasto con il trend nazionale, una riduzione occupazionale. La variazione percentuale media annua prevista sul periodo ammonta a - 0.3%, mentre quella nazionale a +0.2%. Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Specialisti della salute" si prevede, in linea con il trend nazionale, un incremento occupazionale. La variazione percentuale media annua prevista sul periodo +0.1% è inferiore a quella media nazionale +0.5%. Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche" si prevede, in linea con il trend nazionale, una riduzione occupazionale. La variazione percentuale media annua prevista sul periodo -0.6% è superiore a quella media nazionale -0.3%. 15 LE PROFESSIONI PIU’ RICHIESTE Le prime dieci professioni a maggior crescita occupazionale dovrebbero, secondo i dati Isfol, determinare circa il 70% del totale delle nuove posizioni occupazionali previste per il 2016. Tra queste vi sono lavori a bassa qualifica, come personale addetto ai servizi di igiene e pulizia, professioni a media qualifica come personale di segreteria, esercenti, addetti alla ristorazione, esercenti delle vendite all'ingrosso e personale ad elevata specializzazione come tecnici delle scienze quantitative fisiche e chimiche, tecnici delle attività finanziarie ed assicurative e specialisti in scienze giuridiche. Vediamole in dettaglio. ADDETTO SERVIZI PULIZIA Si tratta del personale non qualificato addetto a servizi di pulizia, igienici, di lavanderia ed assimilati. La quota rispetto all'occupazione totale salirà in questo ambito dal 7,8% del 2010 al 9,6% nel 2015. ADDETTO VENDITE ALL'INGROSSO Si tratta degli esercenti ed addetti alle vendite all'ingrosso. La quota rispetto all'occupazione totale passerà dall'1,2% del 2010 all'1,4% nel 2015. ADDETTO IGIENE EDIFICI Riguarda tutti quegli artigiani ed operai specializzati addetti alla pulizia ed all'igiene degli edifici. L'incremento dal 2010 al 2015 è di uno 0,1% (da 0,7% a 0,8%). FABBRO Fabbri ferrai costruttori di utensili ed assimilati passeranno nel 2015 dall'1,1% sull'occupazione totale all'1,3%. Dunque una professione letteralmente in risalita. PERSONALE (NON QUALIFICATO) SERVIZI TURISTICI Nonostante la crisi e la conseguente minor spesa dei consumatori in chiave turistica, questo tipo di figura manterrà intatta la propria quota occupazione allo 0,3% del totale. 16 PERSONALE QUALIFICATO SERVIZI SANITARI Professione che mantiene il trend positivo e la quota occupazionale allo 0,8% sul totale. CONCLUSIONI Al cospetto di una crisi epocale una parte del sistema d’impresa italiano è apparsa troppo passiva e statica: è prevalsa la tendenza a riprodurre quasi meccanicamente processi e dinamiche consolidati, ma senza riuscire a stare al passo delle realtà più vivaci nel mercato. Ma quello che ancor di più si rileva in questa sede è che a fronte di una situazione per certi versi “patologica”, che accomuna una buona parte delle imprese attive nel nostro Paese, vi sono delle realtà che invece si “muovono” e proprio per questo necessitano di competenze nuove, potenziano quelle già presenti al loro interno, cambiano fisionomia, variano i prodotti e i servizi offerti al mercato e conseguentemente mutano le conoscenze di cui necessitano e le mansioni richieste al personale. Insomma, all’immobilismo delle altre contrappongono il loro fermento vitale. E queste sono proprio le imprese che hanno attuato processi di riorganizzazione: fenomeno che in tutto il Paese innesca meccanismi vivaci di trasformazione che portano ad una domanda di “saperi” e “saper fare” nuovi, ad attingere da un mercato delle competenze professionali che ha potuto dare sbocco alla propria vivacità. Basti pensare, a tal proposito, che tra le imprese che hanno attuato processi di rinnovamento il 53,5% ha avuto bisogno di acquisire dall’esterno nuove competenze e professionalità o integrare quelle interne, mentre tra le altre tale percentuale si è fermata al 42,2%. Non sono pochi, peraltro, i casi in cui le imprese segnalano una vera e propria carenza di tali figure nel mercato, al punto che i potenziali datori di lavoro, specialmente quelli più strutturati e presenti nei mercati internazionali da più lungo tempo, non esitano a ricorrere direttamente all’estero per reclutare le 17 professionalità cercate, pur consapevoli che gli specialisti italiani hanno tutte le carte in regola per competere alla pari con questi ultimi. 18 PROSPETTIVE DI RETE PER L’ANNO SCOLASTICO 2015/2016 Il C.P.I.A. stipulerà accordi di rete con Istituzioni pubbliche e private, con cui attiverà sinergie basate sulla cooperazione, comunicazione, collaborazione e sulla condivisione delle finalità del POF. PARTNER DELLA RETE: Istituzioni scolastiche (Scuole Serali) della provincia; ISPAL; Ente locale (Comune, Assessorato Pubblica Istruzione, Assessorato Politiche sociali, ….) Centri per l’impiego; Associazioni datoriali; Camera di Commercio; Enti di formazione Professionali accredidati; Prefettura; A.S.P. ( prevenzione, educazione, benessere, ecc. ) Associazioni del Volontariato Sociale; Soggetti certificatori accredidati (“Academy of English”, “AICA”, ecc.,); Associazioni culturali ONLUS ( tempo libero, attività ludiche, ecc., ); 19 I NODI IMPORTANTI DA AFFRONTARE DA PARTE DEL MIUR E DEGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI 1) La questione dei flussi per il computo degli organici che non può avvenire con i criteri fino ad ora utilizzati. 2) L’utilizzo dell’organico in modo funzionale all’offerta formativa prevedendo anche la presenza di figure di sistema, attraverso la valorizzazione delle competenze interne. 3) Il riconoscimento dei criteri di flessibilità dell’offerta formativa, sia in materia di durata dei percorsi (vedi in particolare il percorso di alfabetizzazione), che di orari. 4) La revisione del funzionamento degli Organi collegiali. 5) Raccordi chiari tra Ministero di Giustizia e MIUR per l’insegnamento presso le sedi carcerarie. 6) Potenziare la sinergia fra i vari componenti della rete. 7) Fare chiarezza in ordine alla possibilità di inserire, nel secondo periodo didattico dei percorsi di primo livello, nuclei tematici legati all’ampliamento dell’offerta formativa che, dovranno essere considerati a pieno titolo ai fini del computo degli organici. 20 RIFLESSIONI Il cammino intrapreso è appena all’inizio. Con difficoltà ci si rende conto di essere all’interno di un processo che si può sviluppare solo a partire da alcuni prerequisiti: Qualcosa da dare da parte di ogni nodo: specializzazione, conoscenza, risorse (umane, economiche e strumentali); Qualcosa da ottenere (sviluppo individuale e collettivo, nuove opportunità, maggiori risorse); Atteggiamenti e disposizione (a comunicare, alla condivisione paritaria, al mettere in comune conoscenze, capacità, risorse in genere, al crescere insieme, al lavoro di squadra, all’operare in team). Ricordiamo che la rete non nasce con gli accordi: questi ne rappresentano il presupposto giuridico e politico. L’OBIETTIVO NON È ESSERE IN RETE, MA LAVORARE INSIEME IN RETE. 21