TAVOLO TECNICO 2
MISSION
Il sistema d’istruzione degli adulti ha come finalità principale quella di far conseguire
più elevati livelli di istruzione della popolazione adulta attraverso azioni tese a:
favorire e sostenere la domanda inespressa;
corrispondere ai fabbisogni formativi espressi dalle filiere produttive del
territorio;
promuovere e potenziare l’occupabilità;
contrastare il fenomeno dei NEET ( giovani, tra i 15 ed i 29 anni, non iscritti a
scuola, né a corsi di formazione professionale, che non lavorano e non
cercano lavoro).
Il 10 luglio 2014 è stata firmato in Conferenza Stato Regioni l’Accordo tra Governo,
Regioni ed Enti locali volto ad approvare “Linee strategiche di intervento in ordine ai
servizi per l’apprendimento permanente e all’organizzazione delle reti territoriali” di
cui alla Legge n. 92 del 18 giugno 2012.
APPRENDIMENTO PERMANENTE
Apprendimento permanente che valica i confini di un “servizio” alla persona per
configurarsi come “diritto della persona all’apprendimento”, per essere in grado di
affrontare e reggere le ricorrenti sfide al cambiamento che la società della
conoscenza impone quotidianamente. A tal fine è indispensabile il coinvolgimento di
tutte le agenzie che in vario modo forniscono “formazione”, centrati su
apprendimenti formali, non formali o informali.
E’ necessario dare struttura all’apprendimento permanente e questo implica un
vero e proprio cambio di paradigma culturale incentrato su quattro elementi:
la centratura sul soggetto in apprendimento;
l’assunzione della prospettiva dell’apprendimento lungo l’arco della vita;
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l’estensione delle sedi e delle modalità dell’apprendimento da quelle formali a
quelle non formali e informali;
la trasparenza e comparabilità degli apprendimenti al fine di agevolare la
mobilità, valorizzare il capitale umano e l’investimento in istruzione.
Per ampliare la platea dei soggetti a sostegno dell’apprendimento permanente e
potenziare, di conseguenza, le attività di orientamento, è necessario lavorare sui
seguenti temi:
le reti territoriali dei servizi;
l’orientamento permanente come sistema nazionale;
il sistema di individuazione e validazione degli apprendimenti e di
certificazione delle competenze;
un sistema informativo ai fini del monitoraggio, della valutazione, della
tracciabilità e della conservazione degli atti rilasciati.
L’Accordo, che fa seguito all’Intesa Governo, Regioni ed Enti Locali sulle reti
territoriali per l’apprendimento permanente, fornisce linee di indirizzo per la
creazione di reti territoriali costituite dall’insieme dei soggetti pubblici e privati di
istruzione, formazione e lavoro, al fine di promuovere il sostegno alla creazione, da
parte delle persone, dei percorsi di apprendimento.
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Svolgono un ruolo strategico, nella dimensione dell’offerta formativa formale, per
la costruzione del sistema integrato:
i CPIA, Rete Territoriale di Servizio del sistema di istruzione, deputata alla
realizzazione sia delle attività di istruzione destinate alla popolazione adulta
che delle attività di Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo. In particolare il CPIA
può rappresentare un punto di riferimento istituzionale stabile, strutturato e
diffuso per il coordinamento e la realizzazione, per quanto di competenza, di
azioni di accoglienza e di orientamento. Il CPIA, per ampliare l’offerta
formativa, stipula accordi con gli enti locali e altri soggetti pubblici e privati,
con particolare riferimento alle strutture formative accreditate dalle Regioni;
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i poli tecnico-professionali come modalità organizzativa che favorisce
l’integrazione tra istruzione, formazione e lavoro;
le Università che concorrono, nella loro autonomia, alla realizzazione delle
reti attraverso: l’inclusione dell’apprendimento permanente, l’offerta
formativa flessibile e di qualità
(che comprende anche la formazione a
distanza), la valorizzazione del capitale di conoscenze e competenze anche
per favorire il rientro negli studi superiori.
Il ruolo del non formale, invece, rappresenta uno dei fattori di novità.
Le Organizzazioni del no-profit, entrando in contatto con persone spesso a rischio di
esclusione sociale, possono contribuire a rimotivare all’apprendimento fasce di
cittadini economicamente o culturalmente deboli, offrendo così occasioni di
apprendimento valorizzabili anche ai fini dell’acquisizione delle competenze chiave.
L’adesione delle Organizzazioni alle reti territoriali deve essere volontaria e riferita a
soggetti che assicurino requisiti minimi di stabilità e di qualità; ad es.:
- iscrizione nei registri regionali delle Associazioni di promozione sociale, del
volontariato, delle cooperative sociali;
-
statuto
dell’Associazione
che
preveda
tra
le
finalità
la
promozione
dell’accrescimento culturale e formativo dei cittadini e di conseguenza un’offerta
che espliciti quali competenze i cittadini possono acquisire attraverso il percorso di
apprendimento non formale;
- attestazione della frequenza dei percorsi di apprendimento non formali per la
possibilità di inserimento nel libretto formativo del cittadino.
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LE RETI TERRITORIALI E LORO ORGANIZZAZIONE SUL TERRITORIO
La legge 92/2012 “Disposizioni generali, tipologie contrattuali e disciplina in tema di
flessibilità in uscita e tutele del lavoratore” indica nelle reti territoriali la modalità
organizzativa attraverso cui si costituisce il sistema integrato dell’apprendimento
permanente. L’intesa del 20.12.2012 precisa che le reti territoriali comprendono
l’insieme dei servizi pubblici e privati di istruzione, formazione e lavoro attivi sul
territorio, nonché dei poli tecnico-professionali, oltre a Università, servizi di
orientamento e consulenza, imprese (attraverso rappresentanze datoriali e
sindacali), Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, Osservatorio
sulla migrazione.
Per sostenere uno sviluppo locale integrato è necessario partire dalla valorizzazione
delle risorse e dei saperi che il territorio possiede e utilizza.
Leve strategiche
Per la costruzione del sistema integrato dell’apprendimento permanente si indicano
alcune leve strategiche:
i Centri per l’Impiego e/o i centri per i servizi al lavoro accreditati dalle
Regioni, per contribuire a sviluppare servizi di accoglienza e orientamento;
le Parti Sociali per individuare le attese e le previsioni del sistema produttivo
in tema di competenze, promuovendo forme di collaborazione e interazione
con i sistemi di istruzione e formazione e sostenendo i servizi delle politiche
attive presenti sul territorio;
gli Enti Locali con i servizi informativi e di accoglienza per offrire sostegno alle
misure ed ampliare l’accesso all’apprendimento permanente;
il sistema camerale per sostenere servizi per l’orientamento, l’avvio al lavoro
autonomo, imprenditoriale e professionale, i tirocini e la promozione
dell’alternanza scuola-lavoro.
É necessario quindi realizzare, nel rispetto della dimensione territoriale su cui si
agisce, delle vocazioni produttive rilevando i bisogni latenti dei singoli, dei processi
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di governance democratica e partecipativa, modalità di raccordo con il sistema
produttivo, tappe e misure da intraprendere, strategie comunicative e modalità di
raccordo.
L’ elemento imprescindibile, per il funzionamento dei sistemi formativi, è ancorare e
costruire nei territori processi e culture condivise su tali strumenti, incoraggiando
dinamiche cooperative, legando la realtà del mercato del lavoro con la formazione.
Per la realizzazione di tutto ciò, è fondamentale l’integrazione tra tale sistema e
quello del mercato del lavoro legato alla certificazione delle competenze.
La rete, tuttavia, deve funzionare mantenendo inalterati gli assetti istituzionali con
le risorse finanziare e umane attualmente disponibili. Le uniche risorse certe
saranno i Fondi Europei per i programmi operativi del settennio 2014/2020, come
previsto dall’Accordo di Partenariato e, in particolare, l’obiettivo tematico 10
“Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale per le competenze
e l’apprendimento permanente”.
A tal proposito, con riferimento a quelle organizzazioni che si occupano di
apprendimento non formale e informale (che si vuole di pari dignità rispetto ai
percorsi formali) sarebbe funzionale creare nuovi albi regionali al fine dell’inclusione
di tali organizzazioni nelle reti per l’apprendimento permanente.
E’ importante una forte concertazione delle iniziative ed un coinvolgimento il più
ampio possibile degli attori interessati.
In rete devono essere coinvolti tutti gli operatori del mercato del lavoro in modo da
offrire ai giovani, in cerca di occupazione, una filiera di servizi integrati, differenziati
ed efficienti, dall’accoglienza all’inserimento lavorativo.
Occorre, quindi, creare delle condizioni indispensabili:
Avviare, nei diversi settori produttivi e nei territori, un confronto serrato e
costante con le parti sociali per la costruzione di strutture, programmi e
procedure idonei a far sì che giochino efficacemente il ruolo di interpreti delle
necessità del mercato del lavoro;
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Costruire profili professionali aderenti alla realtà che possano fungere da
standard di riferimento per percorsi formativi efficaci;
Implementare, definitivamente, un unico supporto per la registrazione delle
competenze sviluppate in tutti i contesti e individuare modalità semplici e
accessibili attraverso cui queste possano essere validate e poi riconosciute nei
diversi percorsi formativi e professionali;
Rendere omogenee e semplificare le regole per l’accesso degli operatori ai
servizi per la formazione e il lavoro e fare in modo che siano regole all’altezza
delle riforme in atto, incentrate su professionalità, esperienza ed innovazione;
Migliorare i servizi pubblici investendo in formazione e promuovendo
ampliamento e diversificazione delle funzioni;
Avvicinare le imprese alla formazione e i giovani alle imprese, facendo in
modo che la formazione sia davvero al centro delle strategie di sviluppo delle
imprese.
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IL PASSAGGIO DAL CTP AI CPIA
I Centri Territoriali Permanenti per l'educazione degli adulti (CTP) e i corsi serali che
già svolgono queste funzioni presso le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado,
sono stati riorganizzati su base provinciale e articolati in reti territoriali e
ridenominati 'Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti (CPIA)'.
Questi Centri sono dotati di autonomia amministrativa, organizzativa e didattica. I
loro compiti consistono nel fornire un servizio permanente per riqualificare
culturalmente e professionalmente gli adulti, anche se sprovvisti di titoli di studio, in
modo da favorirne il rientro nel sistema dell'istruzione e della formazione
professionale, l'acquisizione di competenze legate al lavoro, alla vita sociale e al
recupero dei bassi livelli di istruzione. A partire dall'a.s. 2014/2015, i nuovi CPIA e i
corsi di istruzione degli adulti, compresi quelli che si svolgono presso gli istituti di
prevenzione e pena, sono stati riorganizzati nei seguenti percorsi: percorsi di
istruzione di primo livello e percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua
italiana, realizzati dai CPIA, nonché percorsi di istruzione di secondo livello, realizzati
dalle istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica,
professionale e artistica.
In sintesi
Ai CPIA sono affidati percorsi di I livello per il conseguimento del titolo di
studio conclusivo del primo ciclo (ex licenza media) e il conseguimento della
certificazione
attestante
l'acquisizione
delle
competenze
connesse
all'adempimento dell'obbligo di istruzione. Ai CPIA è anche affidata
l'alfabetizzazione certificata in lingua italiana per stranieri.
Alle Istituzioni scolastiche (ex Scuole Serali) presso le quali funzionano i
percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica sono affidati i percorsi
di II livello, cioè i corsi serali per il conseguimento dei Diplomi tecnici,
professionali ed artistici.
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ISCRIZIONI E MODALITA’ DI ACCESSO
Percorsi di istruzione di primo livello: possono iscriversi gli adulti, anche di
cittadinanza non italiana, che non hanno assolto l'obbligo di istruzione o non
abbiano il titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione, o coloro che hanno
già compiuto sedici anni, se non in possesso del titolo di studio conclusivo del
primo ciclo di istruzione.
Percorsi di secondo livello: possono iscriversi gli adulti, anche di cittadinanza
non italiana, in possesso del titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione, o
coloro, che abbiano compiuto sedici anni di età o siano in possesso del titolo
di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, e non possano frequentare il
corso diurno, per motivazioni dimostrabili.
Percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana: articolati
in due livelli (A1 e A2), e utili per il conseguimento di un titolo che dimostri un
livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2. Possono
iscriversi gli adulti con cittadinanza non italiana in età lavorativa, anche in
possesso di titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine; ciò in relazione agli
obblighi previsti dalla L. 94/2009, in materia di immigrazione e integrazione.
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TITOLI CONSEGUIBILI
L'offerta formativa è finalizzata ad ottenere la certificazione attestante il
conseguimento del livello di istruzione corrispondente a quello previsto a
conclusione della scuola primaria, titoli di studio di primo e secondo ciclo nonché
l’attestazione dell’acquisizione delle competenze di base connesse all’obbligo di
istruzione e il titolo che attesta il raggiungimento di un livello di conoscenza della
lingua italiana non inferiore al livello A2 del Quadro Comune Europeo di
Riferimento.
I CPIA, articolati in reti territoriali di servizio, dovranno operare in stretto accordo
con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni, attivando percorsi
formativi strutturati per livelli di apprendimento.
Il nuovo assetto prevede l’organizzazione per gruppi di livello sulla base del patto
formativo individuale, elemento che facilita la personalizzazione del percorso anche
sotto il profilo dei tempi di fruizione dello stesso. L’obiettivo è la valorizzazione di
tutte le competenze (formali, non formali ed informali) acquisite dall’adulto nel
corso della vita.
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INDAGINE SUI FABBISOGNI FORMATIVI TERRITORIALI
( I.S.P.A.L. - FESR- POR Sicilia 2007/2013 Misura 5.1.1)
Il contesto territoriale siciliano è caratterizzato da una fragile base produttiva che
contribuisce in maniera limitata alla creazione del valore aggiunto regionale e che
nel corso degli ultimi anni ha registrato una rilevante contrazione.
Nel periodo 2007-2013 a livello regionale si è registrato una riduzione di circa il 23%
del numero di imprese attive nel settore manifatturiero. Nel 2007, infatti, le imprese
attive in questo settore erano pari a 37.688 mentre a fine 2013 le stesse si erano
ridotte a 28.970 con un saldo negativo di 8.718 imprese. Anche la densità delle
imprese in rapporto alla popolazione è bassa, essendo pari nel 2011 a 46 imprese
attive ogni mille abitanti a testimonianza di una ridotta vitalità del sistema
economico e del tessuto produttivo siciliano. Se si restringesse l’analisi alle sole
imprese manifatturiere, il quadro sarebbe sostanzialmente simile ponendo la Sicilia
nelle ultime posizioni a livello nazionale con 7,1 imprese manifatturiere ogni mille
abitanti.
Nel ciclo di programmazione 2014-2020, l’obiettivo della Regione è quello di
sostenere nuovi soggetti e nuove idee favorendo la creazione di imprese che
possano portare nuova linfa e nuove prospettive al tessuto produttivo siciliano,
incoraggiando il talento imprenditoriale e l’interesse verso chi intraprende percorsi
virtuosi ed innovativi.
INDAGINE SUI BISOGNI FORMATIVI NEL SETTORE ISTRUZIONE E FORMAZIONE
I livelli d’istruzione della popolazione regionale hanno registrato negli ultimi anni un
lieve miglioramento, soprattutto per quel che riguarda le giovani generazioni. Il
quadro rimane tuttavia critico, se si mette a confronto la Regione con il contesto
europeo. In effetti, come indicato nell’Accordo di Partenariato, l’innalzamento dei
livelli di competenza e il reinserimento in percorsi di istruzione e formazione
assumono rilevanza anche per la popolazione adulta, contraddistinta da livelli di
istruzione inferiori rispetto alla media europea.
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Tali dati, in generale, costituiscono una carenza del sistema sociale ed economico
regionale: gli elevati livelli di dispersione scolastica e formativa, l’insufficiente
partecipazione degli adulti alle attività formative, la scarsa dotazione di
professionalità tecnico scientifiche sono tutti elementi di forte rischio per la crescita
economica e la tenuta sociale della Sicilia. Le azioni previste dal presente
programma
dovranno
pertanto
trovare
significativa
integrazione
con
la
programmazione del FSE sia di livello regionale che nazionale, con particolare
riferimento al PON Scuola ed anche al PON Ricerca e Innovazione.
OBIETTIVO SPECIFICO
Aumento della propensione dei giovani a permanere nei contesti formativi e
miglioramento della sicurezza e della fruibilità degli ambienti scolastici.
La qualità dell’istruzione e della formazione e l’innalzamento e l’adeguamento delle
competenze rappresentano fattori essenziali per rispondere alle sfide poste dalla
Strategia Europa 2020: in particolare, per la Regione Sicilia che presenta dei livelli di
dispersione scolastica e formativa ben al di sotto della media nazionale ed europea.
In linea con la programmazione del FSE, sia di livello regionale che nazionale, il
programma punta a incrementare il tasso di successo scolastico ed i livelli di
competenze chiave.
INDAGINE SUI BISOGNI FORMATIVI NEL SETTORE TURISMO
Il dato fotografa la particolare attenzione che le imprese ricettive dedicano allo
sviluppo delle risorse umane, mosse dalla consapevolezza che la qualità del servizio
costituisce un fattore strategico per competere sui mercati e che tale qualità si
realizza anche e soprattutto mediante investimenti sul lavoro.
Il dato conferma la consapevolezza dell’importanza della formazione continua,
destinata ad accompagnare il lavoratore e l’impresa lungo tutto l’arco della vita.
Gli argomenti che suscitano il maggior interesse sono il web marketing e la qualità,
ai quali guardano con attenzione rispettivamente il 77% e il 75% di coloro che hanno
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risposto alle specifiche domande. Seguono, nell’ordine, lingue straniere (69%) e
customer care (66%).
Un significativo grado di interesse è espresso anche in relazione a tematiche
gestionali (controllo di gestione: 65%; organizzazione del personale: 63%; revenue
management: 63%) e all’area dell’igiene e sicurezza (sicurezza sul lavoro: 62%;
primo soccorso: 60%; haccp: 58%; prevenzione incendi: 58%; è notevolmente
inferiore l’interesse dedicato alla formazione sostitutiva del libretto sanitario: 48%).
Circa il 50% degli intervistati esprime interesse per gli interventi formativi
concernenti le tecniche professionali e per il benchmarking. Chiudono la
graduatoria la formazione obbligatoria per gli apprendisti (39%) e la lingua italiana
per i lavoratori stranieri (22%).
INDAGINE SUI BISOGNI FORMATIVI NEL SETTORE COMMERCIALE
Le indicazioni fornite dalle imprese sull’evoluzione dei fabbisogni aziendali nei
prossimi anni riguardano sia l’utilizzazione di personale proprio che le esigenze di
prestazioni fornite da altre imprese o da professionisti.
Aree aziendali per le quali si prevede di ricorrere alla formazione
Commerciale
Amministrazione
11%
Sicurezza
17%
Qualità
9%
Magazzino/logistica
5%
15%
11%
Acquisti
Progettazione
7%
11%
14%
Assistenza tecnica
Gestione risorse
umane
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METODOLOGIE
FORMAZIONE
RITENUTE
PIU’
ADATTE
PER
LA
REALIZZAZIONE
DELLA
Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Agricoltori e operai specializzati
dell’agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia" si prevede,
in contrasto con il trend nazionale, un incremento occupazionale. La variazione
percentuale media annua prevista sul periodo ammonta a +0.9%, mentre quella
nazionale a -1%.
Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Professioni non qualificate
nell'agricoltura, nella manutenzione del verde, nell'allevamento, nella silvicoltura e
nella pesca" si prevede, in linea con il trend nazionale, una riduzione occupazionale.
La variazione percentuale media annua prevista sul periodo -1.5% è superiore a
quella media nazionale - 1.4%.
Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Professioni non qualificate nel
commercio e nei servizi" si prevede, in contrasto con il trend nazionale, una
riduzione occupazionale. La variazione percentuale media annua prevista sul
periodo ammonta a - 0.3%, mentre quella nazionale a +0.2%.
Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Specialisti della salute" si
prevede, in linea con il trend nazionale, un incremento occupazionale. La variazione
percentuale media annua prevista sul periodo +0.1% è inferiore a quella media
nazionale +0.5%.
Nel periodo 2011-2016, per il gruppo professionale "Artigiani ed operai
metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed
elettroniche" si prevede, in linea con il trend nazionale, una riduzione
occupazionale. La variazione percentuale media annua prevista sul periodo -0.6% è
superiore a quella media nazionale -0.3%.
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LE PROFESSIONI PIU’ RICHIESTE
Le prime dieci professioni a maggior crescita occupazionale dovrebbero, secondo i
dati Isfol, determinare circa il 70% del totale delle nuove posizioni occupazionali
previste per il 2016. Tra queste vi sono lavori a bassa qualifica, come personale
addetto ai servizi di igiene e pulizia, professioni a media qualifica come personale
di segreteria, esercenti, addetti alla ristorazione, esercenti delle vendite
all'ingrosso e personale ad elevata specializzazione come tecnici delle scienze
quantitative fisiche e chimiche, tecnici delle attività finanziarie ed assicurative e
specialisti in scienze giuridiche. Vediamole in dettaglio.
ADDETTO SERVIZI PULIZIA
Si tratta del personale non qualificato addetto a servizi di pulizia, igienici, di
lavanderia ed assimilati. La quota rispetto all'occupazione totale salirà in questo
ambito dal 7,8% del 2010 al 9,6% nel 2015.
ADDETTO VENDITE ALL'INGROSSO
Si tratta degli esercenti ed addetti alle vendite all'ingrosso. La quota rispetto
all'occupazione totale passerà dall'1,2% del 2010 all'1,4% nel 2015.
ADDETTO IGIENE EDIFICI
Riguarda tutti quegli artigiani ed operai specializzati addetti alla pulizia ed all'igiene
degli edifici. L'incremento dal 2010 al 2015 è di uno 0,1% (da 0,7% a 0,8%).
FABBRO
Fabbri ferrai costruttori di utensili ed assimilati passeranno nel 2015 dall'1,1%
sull'occupazione totale all'1,3%. Dunque una professione letteralmente in risalita.
PERSONALE (NON QUALIFICATO) SERVIZI TURISTICI
Nonostante la crisi e la conseguente minor spesa dei consumatori in chiave turistica,
questo tipo di figura manterrà intatta la propria quota occupazione allo 0,3% del
totale.
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PERSONALE QUALIFICATO SERVIZI SANITARI
Professione che mantiene il trend positivo e la quota occupazionale allo 0,8% sul
totale.
CONCLUSIONI
Al cospetto di una crisi epocale una parte del sistema d’impresa italiano è apparsa
troppo passiva e statica: è prevalsa la tendenza a riprodurre quasi meccanicamente
processi e dinamiche consolidati, ma senza riuscire a stare al passo delle realtà più
vivaci nel mercato. Ma quello che ancor di più si rileva in questa sede è che a fronte
di una situazione per certi versi “patologica”, che accomuna una buona parte delle
imprese attive nel nostro Paese, vi sono delle realtà che invece si “muovono” e
proprio per questo necessitano di competenze nuove, potenziano quelle già
presenti al loro interno, cambiano fisionomia, variano i prodotti e i servizi offerti al
mercato e conseguentemente mutano le conoscenze di cui necessitano e le
mansioni
richieste
al
personale.
Insomma,
all’immobilismo
delle
altre
contrappongono il loro fermento vitale.
E queste sono proprio le imprese che hanno attuato processi di riorganizzazione:
fenomeno che in tutto il Paese innesca meccanismi vivaci di trasformazione che
portano ad una domanda di “saperi” e “saper fare” nuovi, ad attingere da un
mercato delle competenze professionali che ha potuto dare sbocco alla propria
vivacità. Basti pensare, a tal proposito, che tra le imprese che hanno attuato
processi di rinnovamento il 53,5% ha avuto bisogno di acquisire dall’esterno nuove
competenze e professionalità o integrare quelle interne, mentre tra le altre tale
percentuale si è fermata al 42,2%.
Non sono pochi, peraltro, i casi in cui le imprese segnalano una vera e propria
carenza di tali figure nel mercato, al punto che i potenziali datori di lavoro,
specialmente quelli più strutturati e presenti nei mercati internazionali da più lungo
tempo, non esitano a ricorrere direttamente all’estero per reclutare le
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professionalità cercate, pur consapevoli che gli specialisti italiani hanno tutte le
carte in regola per competere alla pari con questi ultimi.
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PROSPETTIVE DI RETE PER L’ANNO SCOLASTICO 2015/2016
Il C.P.I.A. stipulerà accordi di rete con Istituzioni pubbliche e private, con cui attiverà
sinergie basate sulla cooperazione, comunicazione, collaborazione e sulla
condivisione delle finalità del POF.
PARTNER DELLA RETE:
Istituzioni scolastiche (Scuole Serali) della provincia;
ISPAL;
Ente locale (Comune, Assessorato Pubblica Istruzione, Assessorato Politiche
sociali, ….)
Centri per l’impiego;
Associazioni datoriali;
Camera di Commercio;
Enti di formazione Professionali accredidati;
Prefettura;
A.S.P. ( prevenzione, educazione, benessere, ecc. )
Associazioni del Volontariato Sociale;
Soggetti certificatori accredidati (“Academy of English”, “AICA”, ecc.,);
Associazioni culturali ONLUS ( tempo libero, attività ludiche, ecc., );
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I NODI IMPORTANTI DA AFFRONTARE DA PARTE DEL MIUR E DEGLI UFFICI
SCOLASTICI REGIONALI
1) La questione dei flussi per il computo degli organici che non può avvenire con
i criteri fino ad ora utilizzati.
2) L’utilizzo dell’organico in modo funzionale all’offerta formativa prevedendo
anche la presenza di figure di sistema, attraverso la valorizzazione delle
competenze interne.
3) Il riconoscimento dei criteri di flessibilità dell’offerta formativa, sia in materia
di durata dei percorsi (vedi in particolare il percorso di alfabetizzazione), che
di orari.
4) La revisione del funzionamento degli Organi collegiali.
5) Raccordi chiari tra Ministero di Giustizia e MIUR per l’insegnamento presso le
sedi carcerarie.
6) Potenziare la sinergia fra i vari componenti della rete.
7) Fare chiarezza in ordine alla possibilità di inserire, nel secondo periodo
didattico dei percorsi di primo livello, nuclei tematici legati all’ampliamento
dell’offerta formativa che, dovranno essere considerati a pieno titolo ai fini
del computo degli organici.
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RIFLESSIONI
Il cammino intrapreso è appena all’inizio. Con difficoltà ci si rende conto di essere
all’interno di un processo che si può sviluppare solo a partire da alcuni prerequisiti:
Qualcosa da dare da parte di ogni nodo: specializzazione, conoscenza, risorse
(umane, economiche e strumentali);
Qualcosa da ottenere (sviluppo individuale e collettivo, nuove opportunità,
maggiori risorse);
Atteggiamenti e disposizione (a comunicare, alla condivisione paritaria, al
mettere in comune conoscenze, capacità, risorse in genere, al crescere
insieme, al lavoro di squadra, all’operare in team).
Ricordiamo che la rete non nasce con gli accordi: questi ne rappresentano il
presupposto giuridico e politico.
L’OBIETTIVO NON È ESSERE IN RETE, MA LAVORARE INSIEME IN RETE.
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Prodotto finito TAVOLO TECNICO n.2