I temi dell’approccio socio-culturale
Dr.ssa Barbara Arfé
Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale
Facoltà di Scienze della Formazione
Sviluppi dell’approccio
socio-culturale dagli anni '80
 Diversa concezione dei processi cognitivi: situati.
 Studio e osservazione dell’intelligenza nelle attività e
pratiche della vita quotidiana.
 Scribner (1981): intelligenza al lavoro
 Nunes et al. (1993): matematica della strada in Brasile.
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Riflessioni neo-vygotskiane
 Artificialità della separazione individuo-contesto: la relazione
individuo-contesto è di reciprocità.
 La cultura non è esterna e poi interiorizzata, ma connaturata
alla mente del bambino.
 Sviluppo naturale e sviluppo culturale vs. l’unità dell’individuonel-contesto [o cognizione situata]. Sono i momenti di attività
e routine condivise il materiale dello sviluppo
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Sviluppo Naturale e Sviluppo Culturale
 Primi passi
 Foresta Ituri (Zaire)
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Grasping the nature of pictures
 DeLoache


et al. (1998)
9 mesi: esplorazione manuale delle immagini
(toccare e sentire le immagini)
19 mesi: indicare
Costa d’Avorio
Costa
Statid’Avorio
Uniti
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I compiti cognitivi negli studi
cross-culturali
 Ricerca cross-culturale: esaminare gli effetti della
scolarizzazione sullo sviluppo della cognizione.
 I compiti e i test cognitivi usati nelle ricerche riflettevano le
abilità che la scolarizzazione sviluppa
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Nuovo approccio socio-culturale
 La ricerca comparativa non confronta popolazioni
geograficamente e culturalmente distanti, ma piuttosto è tesa a
confrontare le diverse situazioni in cui gli individui costruiscono le
loro attività pratiche e da cui emergono modalità di pensiero
 Lo studio della diversità all’interno della cultura (Gjerde, 2004):
verso una psicologia culturale centrata sulla persona.
 Il pensiero che in queste attività si manifesta è un pensiero pratico
 Il pensiero non può essere considerato in se stesso,
separatamente dall’attività e dagli strumenti di cui si serve.
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La psicologia culturale
 L’educazione come processo familiare e comunitario, oltre che
istituzionale
 Transazionale/contesto vs. interazione individuo-cultura
 Unità di analisi: non l’individuo ma l’attività umana (individuo-in-uncontesto). Esamina la natura integrale degli eventi.
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Attenzione selettiva o distribuita

Frog origami
1 to 3rd grade

European heritage

Mexican heritage
(Maternal basic
schooling < 12 grades)

Mexican heritage
(Maternal high
schooling > 12 grades)
 L’oggetto di studio:
 la cognizione situata
 i processi di co-costruzione della conoscenza
 Sul versante applicativo:
 Modelli e tecniche di insegnamento/educazione
(scaffolding, reciprocal teaching, etc.)
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I processi di co-costruzione della
conoscenza e la cognizione situata
L’apprendimento è una pratica situata e distribuita:
– è ancorato a contesti e attività organizzati
socialmente e culturalmente
– è un processo di partecipazione alle pratiche di una
comunità che riguarda tutti gli individui del gruppo in
ugual misura
L’apprendimento è un processo di co-costruzione e
negoziazione di significati.
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La nozione di cultura
 Credenze, valori
 Conoscenze, abilità
 Relazioni strutturate
 Istituzioni
 Modi di fare le cose (costumi, rituali, etc.)
 Sistemi simbolici o di rappresentazione condivisi
 Ambienti fisici (edifici, autostrade, etc.) e oggetti (utensili,
computer, etc.)
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Barbara Rogoff
Our research investigates the organization of teaching-and-learning processes in family
settings and schools. We are currently working with people varying in extent of
participation in schooling in several cultural communities, including middle-class
European-American and indigenous Central and North American and Mexican-heritage
communities (http://psych.ucsc.edu/faculty/brogoff/index.php?Research)
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L’approccio socio-culturale:
il contributo di Barbara Rogoff
 “Per Vygotskij, l’obiettivo non era studiare il bambino
“eterno”, ma rivelare il bambino “storico”” [Rogoff, 2003, pag. 8]
 I ricercatori occidentali hanno tratto conclusioni e leggi
“generali” sullo sviluppo umano, studiando lo sviluppo
umano in una condizione e comunità “particolare”
(comunità di classe media europee e americane)
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La nozione di contesto
“Più che considerare il contesto un'influenza esterna
sul comportamento umano, ritengo che sia
inseparabile dalle azioni umane negli eventi o nelle
attività cognitive [..]. Non esistono né situazioni prive
di contesto, né abilità decontestualizzate”
Barbara Rogoff (2006) (pag. 29)
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Alcuni principi di metodo
 La cultura come unità dinamica:
 Le comunità culturali non sono strutture statiche ma in continua
evoluzione, al pari degli individui che vi prendono parte. I processi
culturali descrivono questa evoluzione storica
 Lo studio delle comunità culturali deve tenere conto delle
trasformazioni nei processi culturali generate dai rapporti tra comunità
diverse
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
La variabilità culturale come fenomeno cross-culturale, ma
anche intra-culturale:

Esistono differenze tra i membri di una stessa comunità,
poiché essi fanno esperienza di diverse pratiche culturali,
della loro e di altre culture in modi diversi
Messico
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 L’immersione della mente nei processi culturali:
 I processi culturali permeano il nostro comportamento e il
nostro pensiero in modi che spesso ci sono inconsapevoli. I
ricercatori sono frutto di processi culturali..[Rogoff, 2003, pag.11]
 Il solo metodo per analizzare l’influenza della cultura sullo
sviluppo è quello comparativo:
 I comportamenti e le forme di pensiero all’interno di una cultura
sono concepiti “naturali” - perciò universali - dai membri di quella
cultura: non come “possibilità”, ma come modi naturali di agire.
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Il modello di evoluzione lineare
“Le principali grandi teorie dello sviluppo hanno fissato un
solo percorso evolutivo, orientato verso una vetta che
riflette i valori personali o culturali del teorico” [Rogoff, 2003]
A questo corrisponde l’idea che le culture evolvano tutte nella stessa
direzione.
Conseguenze di questa concezione culturale dello sviluppo:
l’idea di “civilizzazione”, che caratterizza quasi tutto il ‘900
il processo di scolarizzazione delle vecchie colonie, fondato su un
modello scolastico europeo.
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Due modelli culturali
 Il Modello culturale dei paesi industrializzati
l’età come criterio di classificazione e segregazione culturale: educazione vs.
partecipazione
È un modello che si afferma a partire dalla seconda metà dell’800 e si diffonde nei paesi
industrializzati nel corso del '900
 L’età viene assunta come unità di misura dello sviluppo e
criterio di classificazione sociale e culturale degli individui
 Il bambino è allontanato da un insieme di attività della
comunità e destinato ad attività “su misura”
 Le modalità di relazione implicano interazioni con un adulto
alla volta.
Unione Sovietica
Primi del secolo
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Università di
Cape Town
Corso di legge
 Il Modello della partecipazione culturale
educazione = partecipazione
 I bambini vengono integrati nelle attività culturali della loro comunità
 Hanno opportunità di osservare e partecipare attivamente alla vita della loro comunità
in tutte le sue fasi
 Sono membri attivi ed effettivi della comunità. L’educazione fa affidamento
sull’osservazione e partecipazione sociale, anziché su lezioni “teoriche” fuori contesto;
 Il modo di relazionarsi dei bambini implica una partecipazione al gruppo, e non
esclusivamente scambi individuali.
Messico
Bambine Maya
Rogoff, 1990
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Fattoria
alto-atesina
Attenzione selettiva o distribuita
 Frog

origami:
Età: classe 1-3
 Ambiente Culturale:
 Europeo
 Messicano- bassa scolarità
 Messicano- alta scolarità
La natura biologicamente culturale
degli esseri umani
 Vengono attribuite somiglianze di comportamento tra gli esseri umani
alla biologia, e differenze alla cultura
 È inesatto asserire che gli universali sono biologici e le differenze
culturali.
 [..] Gli uomini hanno molto in comune sia dal punto di vista biologico che
culturale: tutti camminiamo, apprendiamo il linguaggio, ci organizziamo in
gruppi, usiamo utensili [..] Ciascuno presenta differenze e peculiarità dal punto
di vista biologico e culturale, nell’acuità visiva [..] come nella conoscenza di
diverse lingue. (Rogoff, 2003, p. 60)
 Ember (1973) studia le conseguenze dell’attribuzione di incarichi di cura
rispetto ai bambini più piccoli nella comunità Luo in Kenia. I bambini a
cui sono destinati compiti femminili, come la cura dei neonati, si
comportano in modo meno aggressivo e più prosociale.
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Il modello della partecipazione
Malawi
Tanzania
Messico
L’educazione come processo comunitario:
La cura del bambino
 Le relazioni del bambino con gli adulti e il gruppo (diadiche/ristrette vs.
estese):
L’orientamento del neonato verso la madre o verso il gruppo: interazioni faccia a
faccia tra madre e bambino possono essere insolite in culture in cui i bambini sono
considerati parte integrante della comunità (es. kaluli, Polinesia)
 Il ruolo della comunità nella cura del bambino: la responsabilità della
comunità nei confronti dell’educazione del bambino si compie attraverso
relazioni estese con membri del proprio gruppo o per mezzo di operatori
specializzati;
Es. brochure “Istruzioni per le madri” distribuita nel 1949 dal Research Hospital of
Kansas City, viene rimarcata la preminenza delle indicazioni dei medici rispetto alle
conoscenze e consigli di amici e parenti”
 Grado di partecipazione alla vita della comunità: osservazione dei ruoli e
delle funzioni in contesto vs. creazione di setting educativi specifici.
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Lo sviluppo secondo Barbara Rogoff
 Un processo di “apprendistato” (ruolo attivo del bambino
nell’organizzazione della crescita)
 L’intersoggettività
 Il ruolo del bambino: la scelta dell’attività, la negoziazione, la
partecipazione
 Il ruolo dell’adulto: fornire un’impalcatura (la partecipazione guidata) e
strutturare le attività
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Lo scaffolding:
“creare un’impalcatura”
Termine introdotto da Wood, Bruner e Ross (1976) e ampiamente
usato da Bruner e Barbara Rogoff
 Partecipazione guidata a attività culturali
 Il ruolo dell’adulto in queste attività è “fare in modo che dove c’era
uno spettatore ci sia un partecipante”
(Bruner, 1983)
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Lo scaffolding:
“creare un’impalcatura”
Lo scaffolding è il processo mediante cui l’adulto:





struttura l’attività partecipata
ne regola la difficoltà
guida il bambino all’acquisizione di procedure idonee
fornendo un sostegno esterno o supporto all’attività del
bambino
che gradualmente viene poi eliminato.
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Funzioni dell’adulto/esperto
Wood, Bruner e Ross (1976) descrivono 6 funzioni dell’esperto:
 l’adulto attira l'attenzione del bambino sull'attività;
 la semplifica, e riduce il numero di passaggi necessari;
 funge da memoria esterna per il bambino, mantenendo a mente
l’obiettivo finale
 motiva il bambino a procedere nell'attività e controlla la sua
frustrazione
 evidenzia le caratteristiche salienti del compito e dell’esperienza
(verbalmente, commentando, o mediante l'azione);
 funge da modello: mostra l’azione.
Esempio
12 mesi: Il bambino e l'adulto giocano assieme con un pupazzo a molla. Il gioco è
composto di una scatola con manovella. Far girare la manovella produce l'apertura
della scatola e la fuoriuscita del pupazzo.
Il bambino è attirato da una scatola colorata che contiene un pupazzo a molla. E' un
oggetto che conosce. L'adulto gira la manovella e fa saltare fuori il coniglio [pupazzo].
Poi lo spinge di nuovo dentro e chiude la scatola. Il bambino osserva. L'adulto compie
nuovamente l'azione. Questa volta è il bambino che spinge il pupazzo all'interno della
scatola. L'adulto commenta “Bravo!” Riprende la sequenza di gioco. Ora il bambino
inizia l'azione: cerca la manovella con la mano. L'adulto pensa voglia mettere in moto
il gioco da solo. Mette la mano del bambino sulla manovella e commenta “Ok! Ora lo
fai tu!”
[tratto da Rogoff,
1990].
La responsabilità e
la relazione educativa
 Inizialmente l’adulto si assume quasi interamente la
responsabilità di gestire i sotto-obiettivi e di
mantenere orientata l’attività verso l’obiettivo finale
 Gradualmente, lascia al bambino la gestione dei
sotto-obiettivi e infine quella dell’obiettivo finale
 L’assistenza fornita dall’adulto raramente è
percepita come “insegnamento”, prevedendo la
partecipazione e il contributo attivo dell’apprendista.
Nuovi orientamenti della
ricerca socio-culturale in Italia
 Progetto ICELF (Italian Center on Everyday Lives of Family):
Ricerche dedicate allo studio della vita famigliare e alla ristrutturazione e ri
costruzione di ruoli, spazi, attività e routine nelle famiglie di ceto medio, per
effetto della nuova situazione economico-sociale famigliare. Collaborano al
progetto “La Sapienza” di Roma, un gruppo di ricercatori svedesi e un gruppo
di ricercatori americani [http://w3.uniroma1.it/icelf/]
 Moscardino , Nwobu & Axia (2006): indagine eco-culturale sulle pratiche
di allevamento e cura e effetti di queste pratiche sullo sviluppo infantile
[http://dpss.psy.unipd.it/ita/people/moscardino.htm]
 Levorato & Arfé (2004, 2006): i bambini e gli strumenti della cultura. La
scoperta e costruzione dell'artefatto.
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