2015
AMMINISTRAZIONE
COMUNALE
EVENTI 2015
DIRETTORE
Silvano Dominici
COMITATO DI REDAZIONE
Barbara Fellin, Fausto Garbato, Marika Agosti
Impaginazione, grafica e stampa:
CURIOSITÀ
Tipografia INAMA (Taio)
APPROFONDIMENTO
ASSOCIAZIONI
In copertina: opera dello scultore Giorgio Conta
(bozzetto per Via Crucis)
SVAGO
Sommario
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Intervento del Sindaco
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Circolo Pensionati San Biagio
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Assessorato alle opere pubbliche
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Il coro Maddalene in Sardegna
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Integrazione agricoltura, turismo, cultura: al meleto
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Dopo 40 anni il coro Maddalene cambia presidente
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Foreste
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La Marianela
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Assessorato alla cultura
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Pro Loco Romallo
11
Corso di tennis tavolo
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Coro Parocchiale
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Giovedì d’agosto, Romallo mette tutti a posto
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A.S.D. Terza Sponda
14
“Ozol con gusto”
50
L’attività dell’Anaune Val di Non
14
50° anniversario di sacerdozio di Don Mario Ferrari
50
A.S.D Ozolo Maddalene
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La Croce Quotidiana
52
Rugby Cedroni: continua la crescita
16
Campionato Valligiano
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Associazione parco fluviale Novella compie dieci anni
17
Ritorna alle origini con il groppello della Val di Non
54
Corpo Bandistico Terza Sponda
17
Agosti Marika, giovani all’estero
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I Cacciatori
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Esperienza Erasmus di Sabra Clauser
57
Controllo e manutenzione dei viglili del fuoco
20
Un romallese nella grande guerra
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15° campeggio prov.le allievi vigili del fuoco
25
Padre Martirio
59
Bielorussia: viaggiare col cuore
26
Con la divisione motorizzata di Trento
61
Gruppo Missionario
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I due altari romani i Romallo
61
Donne Rurali
32
Benvenuti ai romallesi nati nell’anno 2015
62
Giardino di Non: i novelli adamo ed eva
32
Storia dei Birti in Francia
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Coro Terza Sponda
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La riforma Istituzionale
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Gruppo Alpini Romallo 2015; 60° di fondazione
37
Scuola elementare di Romallo... quanti ricordi
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Lo chef consiglia
40
Dieci anni da romallesi
66
Cruciverba
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Pronti per una nuova avventura
Amministrazione Comunale
INTERVENTO DEL SINDACO
Cari Romallesi,
siamo già arrivati al secondo ciclo dal punto di vista
amministrativo. Il primo quinquennio è stato, dal punto
di vista personale, pur con qualche momento di difficoltà, un grande successo. Ritengo che anche la nostra
Comunità abbia vissuto una parentesi molto positiva ed
abbia tratto giovamento dal nuovo slancio dato da un
gruppo di giovani amministratori, accomunati dal dinamismo, dalla voglia di fare e dalla voglia di dare risposte
concrete ai compaesani.
Ci presentiamo ora con una squadra in parte riconfermata ed in parte rinnovata, ma sempre fondata sugli
stessi principi che cinque anni fa ci hanno avvicinato
alla Pubblica Amministrazione, ma oggi con un bagaglio di esperienze e di conoscenze che non ci fanno
sentire secondi a nessuno.
Le azioni che dobbiamo intraprendere, per quanto riguarda la prossima legislatura, vanno ad inserirsi in un
quadro estremamente complesso nel quale si intersecano questioni scottanti e nodi strategici da sciogliere.
Riforma istituzionale, secondo la quale dovremmo decidere del futuro del comune di Romallo, riduzione della
spesa corrente, rapporti con la Provincia, pianificazione
delle opere pubbliche e degli investimenti sono le prossime sfide che dovremmo affrontare, pur con la consapevolezza che, in cinque anni di esperienza amministrativa, abbiamo costruito le basi per dare al comune
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di Romallo il giusto peso politico negli equilibri territoriali.
Relativamente al percorso di riforma del quadro amministrativo, l’auspicio forte è che il Territorio dell’area del
Novella rimanga coeso e riesca a guardare al futuro in
maniera unitaria per costruire un progetto che non si limiti alla pianificazione a breve termine ma sappia proiettarsi nel futuro, verso strategie nuove e tutte da sperimentare.
Nel ringraziare gli Amministratori della passata e della
nuova legislatura, tutti coloro che ci hanno sostenuto, i
dipendenti, il mondo dell’Associazionismo che ci ha
sempre dimostrato grande vicinanza, auguro a tutti voi
un Buon Natale ed un 2016 pieno di serenità e di soddisfazioni grandi e piccole.
Il Sindaco
Silvano Dominici
Amministrazione Comunale
ASSESSORATO ALLE OPERE PUBBLICHE
Un cordiale saluto a tutti voi cari compaesani.
Il 2015 ha segnato l’inizio della 2^ legislatura condotta
dalla lista Romallo Dinamica, lista che alle elezioni del
maggio scorso ha visto rinnovata in parte la “squadra”,
ma mantenuta salda la voglia di fare.
Giunti a fine anno è giusto oltre che doveroso rivedere
assieme l’operato dell’Amministrazione per tenervi aggiornati sulle cose che sono state fatte, su quelle che
stiamo facendo e su quelle che faremo.
Facendo questo speriamo vivamente di avere da voi,
come sempre abbiamo ricevuto, nuovi stimoli per future
progetti che avranno come scopo finale il benessere
del nostro paese e di tutti noi !!!
OPERE REALIZZATE:
•Progetto lago (inizio 2012 – termine 2015): nel corso
del corrente anno sono stati conclusi i lavori a corollario del “Progetto Lago; vi ricordo che si tratta di un’opera sovra comunale che coinvolge tutti i paesi rivieraschi e che per Romallo consiste in un percorso
ciclo-pedolane di circa 5,5 km che passando per la
nostra Pineta, tocca loc. San Biagio, salendo poi per
la Strada “Da Le Sparangole”, per poi scendere in
loc. Campel e raggiungere il “Pont De La Poina”.
•Sistemazione parco giochi (inizio 2014 – termine
2015): nel corso del corrente anno sono stati portati a
termine i lavori presso il parco giochi comunale. Oltre
all’installazione della staccionata per delimitare e mettere in sicurezza l’area ed all’acquisto di un nuovi giochi (alcuni dei quali verranno consegnati la primavera
prossima), è stato rinnovato l’impianto di irrigazione
del parco e soprattutto seminato ex novo il manto
erboso dopo un generale livellamento del terreno;
operazioni semplici che hanno però dato una bella
rinfrescata al nostro bel parco giochi molto apprezzato anche fuori paese.
•Parco Madonna Pellegrina - Via F. Filzi: nel corso
dell’anno sono stati ultimati i lavori di realizzo del nuovo piccolo “gioiello” di Romallo, qual è il parco pubblico adiacente a Piazza Madonna Pellegrina; tali lavori
hanno peraltro permesso anche la riqualificazione/allargamento di Via F. Filzi. Oltre a ripristinare la pavimentazione in porfido a fronte del nuovo parco comunale, abbiamo provveduto a sistemare anche una
fascia di rispetto stradale di proprietà demaniale, che
anch’essa fungerà da cornice alla nostra Piazza.
•Nuova Via Crucis: l’08.03.2015 alla presenta anche
del Vescovo Mons. Luigi Bressan è avvenuta l’inaugurazione della nuova Via Crucis i cui capitelli sono
stati gentilmente realizzati “pro bono” da Bertolini
Renzo e nei quali abbiamo installato delle fusioni in
bronzo del maestro Conta. L’opera ha trovato ampia
copertura da contributo dedicato ed è stata supportata da un gruppo di lavoro comunale.
•Lavori presso il Municipio: in concomitanza con le festività per il Raduno Mandamentale per il 60° di fondazione del Gruppo Alpini di Romallo, ed in occasione della mostra sulla 2^ Guerra Mondiale organizzata
dal Gruppo Rayon II, è stata formalmente inaugurata
la sala polifunzionale sita al piano terra del nostro Municipio; Sono inoltre in avanzata fase di progettazione
i lavori per la nuova entrata del Municipio prospiciente
la S.S. 42.
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Amministrazione Comunale
•A breve l’ambulatorio medico verrà spostato al piano
terra del municipio in una collocazione più confortevole;
•È stato ultimato l’impianto di generazione del calore a
pellet per il riscaldamento del municipio. Oltre al riscaldamento della sede municipale si è optato per il
riscaldamento dell’edificio della ex scuola elementare.
Il tutto dovrebbe permettere un risparmio in termini di
costo per il riscaldamento degli edifici pubblici di 5/6
mila euro all’anno;
OPERE IN CORSO:
•Apertura nuova variante PRG (quella in corso era stata aperta nel 2010 ed approvata nel 2011 all’inizio
della precedente legislatura).
•Acquedotto 2° lotto – Romallo / Revò: sono in corso
di indizione gli appalti per l’affido del 2° lotto dell’acquedotto sovra comunale (tratto loc. segheria di
Rumo – ripartitore Romallo/Revò). I lavori prevedono
una spesa da progetto di € 1.721.000.
•Asfaltatura strade con CMF: di fatto l’accordo con il
CMF di Romallo, siglato ancora nel 2012, non ha trovato avvio per via della riconversione dell’impianto irriguo con conseguenti attraversamenti di strade comunali. Ultimati tali lavori, l’accordo dovrebbe trovare
piena realizzazione (compartecipando alla spesa in
parti uguali per la sistemazione strade in loc. Sguna,
loc. Sota l’Or ed Or).
•Sistemazione Laterale “Strada dal Lac”: nel corso del
2015 l’Amministrazione Comunale, in concerto con il
Comune di Revò ed i 2 rispettivi CMF ha provveduto
alla sistemazione della strada comunale laterale alla
Strada dal Lac (trattasi di una strada a scavalco dei 2
comuni già oggetto di interventi nel passato). Tale lavoro ha permesso tra l’altro di ovviare ai notevoli problemi di sgrondo delle acque superficiali avuti nei periodi di forti piogge.
OPERE IN PROGETTO
•Allargamento S.S. 42 in Via IV Novembre: è ancora in
itinere il progetto di allargamento della S.S. 42 nel
tratto di via IV Novembre. L’operazione, per la quale
confidiamo in un imminente avvio è interamente gestito dalla Provincia Autonoma di Trento;
•Nuova strada Ozolo: l’Ufficio Bacini Montani della
PAT, su segnalazione dei comandanti dei VVFF dei
comuni che si affacciano sul Monte Ozolo sta per
dare avvio ad una nuova strada taglia-fuoco in corrispondenza del “Doss Torresani”. Nel corso del 2016
la PAT andrà a sistemare la strada esistente e, soprattutto grazie al consenso dei privati proprietari che in
questa sede ringrazio anche a nome della Comunità,
realizzerà un tratto ex novo della strada dell’Ozolo,
andando a creare un anello con Cloz. Inoltre sulla
sommità del monte sarà realizzata una nuova piazzole dell’elicottero; la piazzola e la nuova strada “ad
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anello” permetteranno interventi più tempestivi e mirati in caso di incendi in montagna;
ALTRI PROGETTI IN PILLOLE:
Nel corso dell’ultima variazione di bilancio di fine novembre 2015, abbiamo messo in cantiere diversi progetti, che riassuntivamente vi elenco:
•Sistemazione strada Sguna: opera di fatto compresa
nell’accordo del 2012 CMF – Comune, che ad oggi
verrà realizzata con fondi pubblici.
•Captazione acque loc. Poz: opera di carattere sovra
comunale unitamente al comune di Revò (come sistemazione laterale Strada dal Lac), che permetterà
la captazione di acque di superficie che altrimenti potrebbero causare notevoli problemi in una zona delicata come quella oggetto d’intervento.
•Ripavimentazione Via Buonarroti: rifacimento della
pavimentazione dall’incrocio con Via Pineta fino all’abitazione della famiglia Albertini per manifesti ed impellenti necessità di ripristino.
•Sistemazione Piazza Agosti: sarà un’opera generale
di “rinfrescamento” architettonico della Piazza, oltre
che di manutenzione straordinaria della stessa, con
l’inserimento anche di alcune piccole aree a verde.
•Nell’ottica di recupero del centro storico si prevede la
realizzazione di nuovi parcheggi finalizzati al miglioramento delle condizioni di accessibilità al centro storico stesso;
•Rifacimento marciapiede Via 4 Novembre (sotto cimitero): è un’opera che si collega direttamente con l’allargamento di via 4 Novembre in carico alla PAT. Il
rifacimento del marciapiede nel tratto a valle del cimitero, di fatto non è previsto in tale opera e quindi l’amministrazione, in un ragionamento più ampio, ha valutato necessario tale intervento.
•Sostituzione corpi illuminanti: grazie alla redazione del
P.R.I.C. (Piano Regolatore Illuminazione Pubblica)
eseguita la scorsa legislatura, sono emerse delle criticità circa l’impianto di illuminazione pubblica del nostro paese; si passerà dalle attuali lampade al sodio
ad i più recenti proiettori a LED, che peraltro permetteranno un risparmio del 30% di energia elettrica.
•Sistemazione Chiesa S. Vitale: a seguito della definizione con il Consiglio Pastorale ed i competenti uffici
provinciali, dovrebbero iniziare nel corso del prossimo
anno i lavori di sistemazione nostra Chiesa e del campanile.
Sperando d’essere riuscito a darvi una chiara idea del
nostro operato per l’anno 2015 e di quanto abbiamo in
progetto per il nostro paese per il futuro, colgo l’occasione per porgere a voi ed alla vostre famiglie un caro
augurio di Buone Feste e Felice 2016.
Albertini Luca / Paternoster Ottavio
Amministrazione Comunale
Integrazione agricoltura,
turismo, cultura: Al Meleto
Questa è la mela che comparirà nella nuova area verde
in piazza Madonna Pellegrina. Indica la partenza del
percorso “al Meleto” percorso tematico sulla mela della
Val di Non realizzato in collaborazione con Melinda –
Azienda per il Turismo Val di Non – Strada della Mela e
dei Sapori delle Valli di Non e di Sole e gestito con la
preziosa collaborazione dell’Associazione Parco Fluviale Novella. Si tratta di un percorso di oltre cinque chilometri con una vista privilegiata sulla Valle e soprattutto
sulla sua agricoltura frutticola destinata a diventare oltre
che una grande risorsa per il settore primario anche un
elemento di attrattività turistica. L’idea è nata da un
sondaggio nel quale gli stessi soci del consorzio ortofrutticolo Melinda hanno auspicato la nascita di un percorso tematico sulla mela con la specifica finalità di
spiegare ai turisti che ci visitano che cosa vuol dire fare
frutticoltura in Val di Non. Il percorso infatti, oltre a mettere in luce scorci mozzafiato sul territorio della valle
spiega mediante pannelli informativi con un linguaggio
divulgativo adatto alle famiglie ed ai bambini il significato di alcuni concetti importanti come la lotta integrata,
la funzione delle reti antigrandine, il ruolo degli insetti
utili, la coltivazione del vitigno autoctono Groppello ecc.
. Il tutto arricchito dalla presenza nei pressi del percorso
di beni architettonici e artistici quali l’eremo di san Biagio e la Via Crucis e un gioiello dal punto di vista ambientale e paesaggistico come la forra del Novella.
Il percorso è stato presentato in anteprima a Sanzeno
nel mese di novembre all’assemblea ordinaria dell’APT
Val di Non dalla direttrice Giulia Dalla Palma e dal presidente Andrea Paternoster. “Al Meleto” ha subito riscosso grande interesse da parte delle Amministrazioni comunali della valle e degli operatori del settore.
L’inaugurazione ufficiale è stata programmata per il
mese di aprile e rappresenterà senza dubbio un evento
importante per il nostro Paese con portata mediatica
senza alcun dubbio di spessore. Si tratta evidentemente di una prima stimolante esperienza che ha visto finalmente il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati:
organizzazioni dei produttori frutticoli e operatori del
settore turistico hanno lavorato davvero insieme per
mettere in atto quel tanto atteso connubio tra agricoltura e turismo.
Che il futuro sia già qui ?
Elsa Bertoldi
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Amministrazione Comunale
FORESTE
Porgendovi un caro saluto a tutti voi, cari compaesani,
vorrei brevemente ripercorrere il 2015; anno che anche
per il nostro bosco ha segnato delle tappe davvero importanti:
•Redazione del nuovo Piano di Assestamento: 2016
– 2025 (in corso a cura del dott. agr. Covi Mauro –
redattore anche del precedente Piano);
•Nuova strada Ozolo: come fatto presente nell’articolo
delle opere pubbliche, nel 2015 (progettazione) e nel
2016 (lavori) il’Ufficio Bacini Montani della PAT andrà
a sistemare la strada esistente nonché a realizzare un
tratto ex novo della strada dell’Ozolo (grazie al consenso di alcuni privati che personalmente ringrazio),
andando a creare un anello con Cloz ed una nuova
piazzole dell’elicottero sulla sommità dell’Ozolo. Dal
punto di vista forestale, a nuova strada oltre che avere un’importantissima azione “taglia fuoco”, permetterà di coltivare zone boschive del nostro comune fino
ad oggi praticamente vergini;
•Scioglimento del Consorzio di Vigilanza Boschiva: recependo la L.P. 14/2014, in sede del consiglio comunale dd. 30.11.2015 è stato deliberato di sciogliere il
Consorzio di Vigilanza Boschiva; i compiti del Consorzio non andranno a decadere, ma bensì saranno
trasportati in un servizio di Gestione Associata;
•Pulizia della nostra Pineta: effettuata nel periodo estivo/autunnale grazie alla collaborazione del progetto
Azione 19 con l’operaio comunale.
Anche quest’anno, come per il 2014, sia per raggirare il
problema della scarsità di legname ad uso sorti derivante dell’incendio del 2007, l’amministrazione ha
valutato (dopo un sondaggio di disponibilità tra gli
stessi, di offrire ai censiti alcuni lotti di legname “a terra” accatastati in loc. Frari. Tale iniziativa, nonostante
un sovraprezzo rispetto alla normale “sort” derivante
dal recupero dei costi effettivamente sostenuti, ha
permesso di evitare l’assegnazione di “sort” in zone
difficilmente raggiungibili ed anche pericolose; zone
che però risultano oramai essere le uniche coltivabili
(in gergo forestale) in quanto le aree consuete sono
pressoché esauste.
Grazie al prezioso aiuto del nostro Custode Forestale, vi
riepilogo la situazione dei lotti di legname del 2015:
•Primavera 2015: primavera è stato utilizzato il lotto “la
Val” assegnato nel 2014 alla ditta Fellin Egidio Srl di
Revò dal quale sono stati ricavati 199 mc. netti;
•Luglio 2015 (licitazione effettuata unitamente al Comune di Revò che era nella nostra stessa situazione
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per la medesima zona): venduto alla ditta Bertolini Nicola il lotto di schianti da vento in loc. Firosta – sez. 24
– prov. BZ di mc. tariffari 158 al prezzo di euro 85,00
al mc. Dalla misurazione finale sono risultati mc 93
netti a causa del deperimento del legname (schianti
nello scorso inverno – asporto lotto a fine estate);
•Ottobre 2015: si è provveduto a martellare un lotto
nella sez. 13 (loc. Cavaioni) di mc. tariffari 413 con
una presunta quantità di legname da opera di mc.
252. Questo lotto sarà posto in vendita prossimamente.
E’ molto interessante vedere l’andamento delle sorti legna per i censiti
•2009 richieste 85 sorti
315 mc3,7 mc/sort
•2010 richieste 65 sorti
203 mc3,1 mc/sort
•2011 richieste 90 sorti
360 mc4,0 mc/sort
•2012 richieste 83 sorti
272 mc3,3 mc/sort
•2013 richieste 75 sorti
230 mc3,1 mc/sort
•2014 richieste 90 sorti
270 mc3,0 mc/sort
•2015 richieste 78 sorti
280 mc3,5 mc/sort
Vi rammento che, circa il prezzo delle sorti legna, dal
2011 è stato rideterminato a € 25 cadauna (fino al 2010
era di € 20 cadauna).
Comproprietà Malga: nel corso dell’estate sono state
realizzate dai Servizi Forestali di BZ le 2 strade, previste
dall’ accordo con i 7 Masi (Malga Kessel), a servizio
della proprietà della comproprietà malga di Revò.
Sono stati ultimati i lavori di miglioramento del pascolo
a monte della malga con un ulteriore ampliamento e
con la definitiva asportazione della ramaglia che era rimasta a terra dai precedenti miglioramenti.
Sperando d’essere riuscito nonostante la sintesi ad
avervi dato una chiara idea del nostro operato per il
“nostro” bosco, colgo l’occasione per porgere a voi ed
alla vostre famiglie un caro augurio di Buone Feste e
Felice 2016.
Il Consigliere Delegato
Amministrazione Comunale
assesSorato alla cultura
Un obiettivo di quest’amministrazione è di credere e investire nella cultura, intendendo con questa parola tutti
i diversi significati che essa può avere:
non solo sterile conoscenza acquisita sui libri ma sinonimo di apertura mentale e senso critico; sapere maturato dalle esperienze che ci hanno fatto crescere;
cultura che è in grado di costruire il futuro e non di impoverirlo o di imbruttirlo;
cultura intesa come capacità di riconoscere, di stupirci
di fronte al bello e al dovere di conservarlo; cultura non
come omologazione a uno standard ma acquisizione di
base, che ci richiede l’apertura al confronto con realtà e
mondi diversi, che impegna a reinventarci conservando
le nostre certezze di base;
cultura della diversità in tutte le sue accezioni, che mette noi stessi in confronto con l’altro e, dal confronto, ci
permette di arricchirci delle differenze altrui;
cultura come mantenimento delle proprie tradizioni e
del senso di appartenenza al nostro territorio;
cultura dell’ascolto.
Anche quest’anno il giornalino ci offre la possibilità di
rivedere assieme le iniziative dell’amministrazione in
ambito culturale.
Il nostro paese ha ospitato diverse serate: l’incontro dedicato al cammino Jacopeo Anaunia; quello proposto
dal gruppo SAT giovanile di Fondo sul tema “Giovani e
montagna”; la conferenza su nucleare e radiazioni del
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Amministrazione Comunale
gruppo Pace e Giustizia; le serate organizzate in occasione dei cento anni dalla guerra: in febbraio con il
gruppo Rayon II, in agosto sui campi di Galizia (relatore
Gialuigi Fait), in settembre (in occasione del raduno
mandamentale degli alpini) sulla guerra d’Africa e mostra sui fronti Africano ed Europeo;
l’incontro informativo sulla riforma istituzionale; la conferenza con lo psicoterapeuta Calliari Cristiano, dedicata al ruolo della famiglia oggi e accompagnata dal “coro
dei pensionati della Terza Sponda”.
Molto piacevole il concerto dei cori Maddalene e Sette
Larici, che ha avuto luogo in marzo ed è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione culturale Rezia, che ha invitato a presenziare anche la geologa Giulia Zanon che ha presentato un affascinante
documentario sul Latemar.
Sempre in marzo ha preso il via la rassegna teatrale
della Marianela.
L’evento dell’anno è però sicuramente stato l’inaugurazione della Via Crucis.
Alcune di queste iniziative sono state molto partecipate
e vissute come incontro di comunità, momento di festa
e di condivisione; altre sono state occasione per approfondire tematiche nuove o già note, ma magari proposte partendo da un punto di vista differente.
Per la realizzazione di ognuna di esse ringraziamo di
cuore tutte le associazioni attive sul territorio, sempre
molto disponibili e collaborative: grazie alla Pro Loco,
alle donne rurali, al gruppo missionario, al circolo pensionati, ai vigili del fuoco, agli alpini, al coro parrocchiale
e delle Maddalene, al corpo bandistico, alla Marianela,
all’Associazione Parco fluviale Novella, all’associazione
Rezia e a chi, a titolo personale, ha contribuito o preso
parte alle iniziative realizzate nel nostro paese.
A nome dell’amministrazione confermo che continueremo a sostenere tutte le iniziative e anche le eventuali
richieste dei concittadini in tale ambito, nella speranza
di riscontrare una partecipazione sentita.
Termino augurando a tutti i Romallesi un sereno Natale
e un 2016 ricco di salute ed esperienze positive.
Vi segnaliamo che, attendendo il Natale, abbiamo creato con i bambini degli angoli decorati a festa.
Di seguito gli appuntamenti per il periodo dicembre /
gennaio a Romallo, che avete già ricevuto nelle vostre
case, assieme agli eventi del Natale dei vicini comuni.
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Sabato 12 dicembre ore 18.00:
festa di Santa Lucia
Venerdì 18 dicembre ore 20.00:
rassegna dei cori parrocchiali di Revò, Romallo, Livo e
Tassullo - chiesa di S.Vitale
Mercoledì 23 dicembre ore 18.00:
gli auguri dei bambini ai nonni – Circolo Pensionati
Giovedì 24 dicembre dopo SS.Messa:
scambio degli auguri intorno al falò
Lunedì 28 dicembre ore 20.30:
spettacolo per bambini “… e bonanot sonadori!” con la
filodrammatica “La Marianela”
Lunedì 4 gennaio ore 20.30:
proiezione del film “Hotel Transilvania” – teatro
Sabato 9 gennaio ore 21.00:
spettacolo “Tango Monsieur?” – teatro, filodrammatica
di Ora
Sabato 16 gennaio ore 21.00:
spettacolo “La è stada grosa” – teatro, filodrammatica
di Revò
Domenica 17 gennaio ore 16.30:
spettacolo “Circopizza XXL (ovvero extralarge) “- teatro,
filodrammatica giovanile di Laives
Sabato 23 gennaio ore 21.00:
spettacolo a sorpresa – teatro
Domenica 24 gennaio ore 16.30:
Teatro Ragazzi, spettacolo “La seconda trincea (storie
di donne nella Grande Guerra)” – teatro, con la scuola
media e il Coro Maddalene di Revò
Domenica 31 gennaio ore 16.30:
Teatro Ragazzi, spettacolo “Na crocera…de sogno” –
teatro, filodrammatica “S.Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”
Fellin Barbara
Eventi 2015
CORSO DI TENNIS TAVOLO
Un’interessante novità ha coinvolto alcuni dei nostri ragazzi durante questi due ultimi mesi dell’anno. E’ stato
organizzato un corso di tennis tavolo (guai a chiamarlo
ping-pong per gli addetti ai lavori) aperto a tutti i ragazzi dalla terza elementare alla terza media, non solo residenti sul territorio comunale. Abbiamo raggiunto la
ragguardevole quota (a mio avviso) di 21 partecipanti,
ben rappresentati tra maschi e femmine dei paesi di
Romallo, Revò, Cagnò e Brez. Proprio alla luce di que-
sta ampia partecipazione, è stato necessario formare
due gruppi per le attività. Il corso prevedeva dieci lezioni per l’apprendimento delle tecniche di base di questo
sport olimpionico ed erano così strutturate: una prima
parte dedicata al riscaldamento dei muscoli per evitare
problemi, una seconda parte dedicata alla teoria ed
un’ultima e più lunga parte dedicata alla pratica. Le lezioni sono state fatte da allenatori autorizzati dalla federazione e facenti parte del circolo Tennis Tavolo di Cles
(visitate la pagina web http://www.cttcles.com per
maggiori dettagli), circolo che attualmente conta circa
130 iscritti. Nella speranza che il corso sia stato gradito
ai partecipanti (mentre scrivo il corso è ben lungi dall’essere terminato) posso anticiparvi che si sta pensando di
riproporlo anche a
gennaio: i destinatari
però saranno gli adulti! Rimanendo in tema
di nuove iniziative,
stiamo organizzando
anche un corso di aerobica, ma più avanti
sapremo informarvi
meglio. E mi raccomando seguite sempre quello che
succede in paese, non si sa mai che ci siano delle sorprese anche per voi! Grazie a tutti!
Alessandro Trainotti
ROMALLO
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Eventi 2015
GIOVEDI’ D’AGOSTO
ROMALLO METTE TUTTI A POSTO
Da un’idea nata quasi
per caso, lo scorso agosto un’interessante serie
di uscite sono state organizzate
all’insegna
dello stare assieme e del
sano divertimento, cercando di sfruttare al meglio le caratteristiche
dello stupendo territorio
che ci circonda. La serie
di appuntamenti è stata
intitolata “Giovedì d’agosto, Romallo mette
tutti a posto”. Come
s’intuisce dal titolo, le
varie uscite sono state svolte durante i giovedì d’agosto
e lo scopo principale era cercare di renderli lieti al maggior numero di persone possibili: infatti, tutti potevano
partecipare (dai 6 ai 99 anni come citava il volantino)
con una quota veramente irrisoria, grazie al contributo
del comune.
Vorrei qui ripercorrere le tappe di quello che abbiamo
fatto, per ricordare quei meravigliosi momenti a tutti i
partecipanti, e condividerli anche con voi che state leggendo. La prima uscita, giovedì 6, ci siamo trovati tutti
nel piazzale antistante alla chiesa alle 13 e con auto
private ci siamo recati fino al parcheggio “Hofmahd”
(prima delle gallerie che conducono alla val d’Ultimo).
Da lì siamo partiti a piedi alla volta di Proves, percorren-
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do il sentiero naturalistico, attraverso i meravigliosi pascoli delle malghe di Cloz e di Revò. Dopo aver visto
lungo la prima parte del nostro cammino cavalli, mucche e pure dei lama, abbiamo fatto una piccola pausa,
durante la quale le nostre guide del corpo forestale ci
hanno illustrato alcune varietà di fiori e piante, spiegandoci alcune loro caratteristiche principali. Abbiamo ripreso il cammino passando anche per la “Untere Kesselalm”, attraversando ruscelli, boschi e prati
meravigliosi. I nostri piccoli (e anche i grandi ad essere
sinceri) partecipanti hanno apprezzato molto le varie
tappe che questo sentiero naturalistico sa offrire, il tutto condito dagli aneddoti riguardanti il territorio stesso
che i nostri accompagnatori hanno saputo raccontarci.
Il giovedì successivo abbiamo fatto una magnifica
escursione in canoa canadese lungo le selvagge gole
del Novella, scavate nel corso dei millenni dal torrente
stesso. La giornata è stata tutto un susseguirsi di emozioni, dalla scoperta di questo paradiso nascosto, all’esperienza della canoa stessa, fino ad arrivare al fatto
Eventi 2015
che i nostri vigili del fuoco volontari ci hanno accompagnati durante tutto il percorso con la moto d’acqua in
dotazione al corpo. Penso che tutti i quasi trenta partecipanti (che bello vedere tutte quelle canoe scivolare
allegramente a pelo d’acqua) siano stati felici di aver
vissuto quell’avventura!
Altro giovedì, altra escursione all’insegna dello sport im-
mersi nella natura. Questa volta è stata la bici a farla da
padrone, bici con la quale abbiamo percorso parte della ciclabile “Rankipino” fino a raggiungere la ex cava di
Plan Palù nei pressi del campo sportivo di Cloz. Per
recuperare le forze niente di meglio che un bel Nutellaparty!
La giornata finale è stata lunga ma veramente speciale.
Abbiamo iniziato con una bella escursione a piedi che ci
ha portato dalla piazza di Romallo fino alla pineta, percorrendo la nuova via Crucis e risalendo dal percorso
ciclo-pedonabile, passando per la zona delle Laste
Rosse. Arrivati alla pineta, merenda e via con i giochi
organizzati dal nostro gruppo giovani, in attesa dell’ottima cena che gli stessi consiglieri comunali hanno preparato e servito a tutti i partecipanti.
Da non dimenticare la presenza del maestro chef Walter. La serata si è conclusa con l’intervento del gruppo
astrofili dell’Astronomia valli del Noce presso la piazzola
dell’elicottero per osservare tutti assieme le stelle.
Quest’ultima parte della manifestazione era aperta a
tutti i nostri compaesani.
Per concludere vorrei ringraziare tutti quelli che in un
modo o nell’altro hanno aiutato, mettendo a propria disposizione tempo, macchine per il trasporto ed esperienza. Sperando di non dimenticare qualcuno vorrei
ringraziare: i forestali, mio suocero Lorenzoni Pierangelo, mia moglie, i vigili volontari di Romallo, Quaresima
Lorenza e la scuola bici val di Non, le ragazze del gruppo giovani e Walter (El Mangia) e la Pro Loco in generale. Un ringraziamento speciale anche all’amministrazione comunale che tanto ha collaborato. E un grazie
anche al meteo, che è sempre stato clemente ed ha
aiutato a vivere al meglio tutte queste splendide giornate. Sono personalmente stato molto felice della risposta
che l’iniziativa ha ottenuto, anche al di fuori dei confini
comunali, ed il grazie più grande ve lo meritate voi tutti
che avete partecipato!
Alessandro Trainotti
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“Ozol con Gusto,
Quattro passi in Terza Sponda”
Domenica 28 giugno grazie alle Pro Loco e i Comuni di
Romallo, Cagnò, Revò, Cloz e Brez si è svolta la prima
edizione della “Ozol con Gusto. Quattro passi in Terza
Sponda”, una passeggiata gastronomica per tutta la
famiglia alle pendici del Monte Ozol lungo il percorso
della pista rampipedonale “Rankipino” per gustare cibi
e vini della tradizione nonesa.
Le cinque soste lungo il percorso, gestite dalle varie Pro
Loco, hanno dato la possibilità a tutti i presenti di gustare vari prodotti: marmellate, succhi di mela, affettati,
formaggi, canederli, polenta, spezzatino e vino groppello.
Lungo la passeggiata i visitatori hanno potuto anche
ammirare vari artisti intenti a realizzare delle opere
nell’ambito dell’esibizione artistica “Arte per Boschi” organizzata dalle cinque Pro Loco.
Grazie anche alla splendida giornata, l’iniziativa ha visto
numerose presenze ed è riuscita a valorizzare lo splendido percorso della “Rankipino”.
L’ Amministrazione Comunale e la Pro Loco vi invitano
pertanto già da ora alla seconda edizione, che si terrà
nell’estate 2016.
Pancheri Stefano
50° ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO DI DON MARIO
FERRARI, LA COMUNITA’ LO FESTEGGIA
Quest’anno la festa Patronale di San Lorenzo ha avuto
un particolare significato: la Comunità di Romallo ha
celebrato il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale
di Don Mario Ferrari, nostro Parroco.
La Santa Messa è stata accompagnata dal Coro Parrocchiale ed hanno celebrato Don Enzo Luchi, Padre
Celeste Luchi e Padre Isidoro Lorenzoni (tutti di Romallo). Padre Vito Dominici e Padre Valerio Dominici, impossibilitato ad intervenire, hanno voluto inviare le loro
felicitazioni per il traguardo raggiunto.
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Nella Santa Messa abbiamo ringraziato il Signore per il
dono del sacerdozio ed il tanto bene profuso da Don
Mario nelle Comunità ove è passato in questi 50 anni.
La Comunità di Romallo ha voluto ringraziare Don Mario, donandogli un quadro del nostro compaesano Riccardo Salvaterra, raffigurante la Chiesa di Romallo in
notturna. Grazie Don Mario e Buon Natale da tutta la
Tua Comunità.
Clauser Renato
Eventi 2015
LA CROCE QUOTIDIANA
Al crepuscolo, immersi nella luce calda di un sole che si
affaccia alla primavera, si è snodata domenica scorsa,
8 marzo, sulle strade di Romallo una folta processione
di persone per ripercorrere la Passione di Cristo.
Inaugurati i quindici capitelli della Via Crucis che sorgono lungo la via che conduce alla chiesetta di San Biagio, costruiti da Lorenzo Bertolini, maestro muratore. I
manufatti ospiteranno le opere in bronzo raffiguranti gli
ultimi momenti della vita terrena di Gesù, realizzati
dall’artista Giorgio Conta (l’ideazione e la successiva
creazione di queste opere hanno richiesto ben nove
anni di lavoro): come ha sottolineato il presidente della
Comunità di Valle Sergio Menapace, la Via Crucis di
Romallo può essere un valore aggiunto per il patrimonio
culturale e religioso in val di Non.
La processione si è aperta con la benedizione dell’arcivescovo, che ha celebrato con don Mario Ferrari.
Mons. Luigi Bressan ha invitato a cogliere il confronto
che questi capitelli potranno portare a tutti con la loro
bellezza: “Questa Via Crucis è la grande testimonianza
si un Dio che ha voluto farsi come noi: lui stesso ha attraversato una sofferenza eccezionale per aiutare tutti
gli uomini”. Ad ogni fermata si sono alternate le canzoni
del coro parrocchiale, che con la loro interpretazione,
hanno reso vive le immagini dei bassorilievi in bronzo,
raccontando le tappe della crocefissione.
Il loro racconto è stato attualizzato ricordando i mali che
raffigurano la società moderna e che avvicinano i dolori
umani a quelli patiti dal Cristo in croce. Riflettendo sui
temi di giustizia e verità, ci si è interrogati se la coscienza sia in grado di schierarsi oggi con coraggio in difesa
dei più deboli, resistendo all’ingiustizia e difendendo
ovunque la verità violata. E’ l’ingiustizia che ha prodotto
la crisi economica con le sue gravi conseguenze sociali come la precarietà e la disoccupazione. Un pensiero
è stato rivolto dall’arcivescovo anche alle donne, nella
loro Giornata: vittime di soprusi, schiavizzate dalla paura e dallo sfruttamento, “devono essere messe al centro delle scelte del legislatore, che le deve tenere in debita considerazione”.
Dio ha voluto condividere l’esperienza umana, la fatica
e la gioia, i tradimenti e le sofferenze: - ha ricordato
l’Arcivescovo in conclusione- “è rimasto per noi, e questo ci dice di non aver paura per la nostra croce quotidiana”.
Marta Battaini
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CAMPIONATO VALLIGIANO
Come sempre a presidiare il percorso e a garantire il
servizio d’ordine, i nostri vigili del fuoco volontari; per il
servizio sanitario erano presenti i volontari della Croce
Rossa di Coredo, coadiuvati da dottor Alessandro Bertagnolli.
Inoltre, per la buona riuscita della manifestazione, hanno collaborato varie associazioni, tra le quali la Pro-loco, il gruppo Amici del Carnevale ed il gruppo alpini,
che oltre alla presenza durante tutta la manifestazione,
hanno contribuito con l’ormai tradizionale cena per tutti i dirigenti ed atleti.
Anche quest’anno, come ormai da alcuni anni, il Centro
Sportivo Italiano, in collaborazione con le associazioni
di Romallo, ha organizzato la prima gara valida per le
qualificazioni provinciali di corsa su strada. Quest’anno
si è vista la partecipazione di ben 350 atleti, numero
mai raggiunto nelle precedenti edizioni, cosa che ci fa
ben sperare per gli anni a venire.
Molti, come di consueto, gli atleti di fama nazionale ed
internazionale. Fra questi, il campione mondiale di corsa su strada, categoria Master, Franco Torresani, detto
anche il “prete volante”; poi Bruno Baggia, campione
europeo in quasi tutte le distanze; e ancora Alex Cavallar, campioncino oramai di valore nazionale, accompagnato da altri atleti di grande valore provinciale e regionale.
Altrettanto nutrita e di valore la compagine femminile,
con la famosa Mirella Bergamo, conosciuta in tutta Italia dagli addetti ai lavori per la sua partecipazione a svariate gare nazionali; Nadia Batocletti fresca vincitrice del
campionato italiano sia di corsa campestre che di corsa
in montagna; Endrizzi Alice protagonista di tante gare a
livello nazionale e tante altre.
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Visto l’ormai collaudato ottimo percorso, la speranza di
dirigenti ed atleti, rimasti molto soddisfatti, è quella di
rivederci l’anno prossimo. Questa speranza è stata anche condivisa dalla presidenza del C.S.I. e dal presidente del C.O.N.I. di Trento.
Ringraziando di nuovo tutti quelli che hanno collaborato
alla giornata di sport in quel di Romallo, porgo un augurio di Buon Anno nuovo ed un arrivederci al 2016!
Lorenzoni Pierangelo
Curiosità
RITORNO ALLE ORIGINI
CON IL GROPPELLO DELLA VAL DI NON
Conferme e soddisfazioni, riconoscimenti, presenze
nelle guide e in molti eventi dedicati al vino chiudono
con stimolo l’annata alle Lasterosse.
Dietro alle Lasterosse una famiglia, una famiglia semplice di contadini, una famiglia che crede nelle origini, nel-
la manualita del lavoro e nel vino.
Questo vino, il Groppello di Revò, ancora poco conosciuto, ancora poco apprezzato, custode di un pezzo
di storia e perfetta espressione del territorio, delle sue
montagne e dei suoi abitanti, ha bisogno di farsi ascoltare. Proprio da una recente degustazione al buio dove
non si vedevano le etichette ma erano protagonisti gli
altri sensi, questo vino ha espresso il suo fascino, la sua
particolarità, la sua unicità.
Dall’ostinazione di fare e continuare a fare questo vino,
alle Lasterosse nasce il “Privato”, una selezione di
Groppello di Revò in purezza e maturato in botti di rovere nuove.
Un’idea di riproporlo ed un invito a degustarlo.
Fam. Pancheri
AGOSTI MARIKA ci racconta l’esperienza
di ragazza alla pari vissuta quest’estate...
Per spiegare ciò che ho
vissuto, parto dal motto
generale di aupairworld.
it: ”essere una ragazza
alla pari é molto più di un
semplice lavoro. É l’occasione ideale per fare
una valida esperienza
umana, crescere, diventare maturi e ampliare i
nostri orizzonti, riuscendo così a mettere da
parte i numerosi pregiudizi insiti dentro noi stessi a riguardo tutto ciò che non consideriamo appartenente al
nostro Paese,cultura,tradizioni,lingua...”. Laureatami in
data 31.03.15 presso l’Universitá degli Studi di Verona in
Lingue e Culture per il Turismo,ho deciso di prendere il
giusto tempo per me stessa, di partire per questa nuova
sfida! Nel mio caso,l’unica vera incognita prima di partire
riguardava essenzialmente la mia futura famiglia ospitante, conosciuta (ovviamente) solo tramite e-mail o Skype..i
miei dubbi sono svaniti appena arrivata a Costanza,dove
mi aspettavano, nel vero senso della parola, a braccia
aperte. Per introdurmi fin da subito nella cultura tedesca,
mi hanno preparato una tavola imbandita con piatti tipici!
Dopo aver salutato i miei genitori é iniziata la mia
avventura,all’insegna della positività e del tedesco.
L’ambientamento non mi é risultato difficile,sia per la famiglia ineguagliabile sotto ogni aspetto, sia per quanto
riguarda la città: Costanza é situata nella parte bassa
della Germania,al confine con Svizzera e Austria...paesaggi mozzafiato, natura pura dove poter liberare la
mente da qualsiasi pensiero negativo. La famiglia Struwe
che mi ha ospitata é composta da papà Friedrich, pediatra specializzato in psicologia infantile, mamma Ellen,
pediatra, e i 3 bambini, Adrian, Vivien e Annika ( 9,6,4
anni).
Fin da subito ho notato una notevole differenza per
quanto riguarda l’atteggiamento dei genitori verso i figli:
in Germania i genitori risultano essere meno ossessivi e
cercano sin dalla tenera età, di orientarli verso l’indipendenza.. Con questo non voglio dire che siano meno attenti o meno presenti nella loro vita di tutti giorni, ma
hanno una concezione meno ossessiva. Si pensi che già
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Curiosità
al terzo giorno di permanenza avevo in affido per tutto il
giorno tutti e 3 i piccoli. 70 km in macchina per portarli in
un parco divertimento! Si sono fidati ciecamente di me
sin dai primi giorni, cosa del tutto impensabile in Italia.
La mia giornata iniziava al mattino presto, tra le 7 e le
7.30 quando ci ritrovavamo tutti in sala per fare colazione; la tipica colazione tedesca, che, per chi non l’avesse
mai sperimentata, comprende un po’ di tutto: uova
sode, salumi, verdure (cetrioli e pomodori), latte caldo,
tè, pane burro e marmellata.
Dopo aver aiutato la mamma a preparare i bimbi, accompagnavo i più grandi a scuola e talvolta la piccola
all’asilo. Si raggiungeva tutto facilmente a piedi o in bicicletta: le maggiori e più importanti infrastrutture sono
concentrate in uno spazio molto circoscritto. Rientrata a
casa svolgevo i tipici mestieri casalinghi, dalla lavastoviglie alla lavatrice, dal sistemare un po’ la casa al giardinaggio! Preparavo il pranzo per i due bambini più grandi
dato che la madre rientrava dal lavoro verso le 2...il po-
meriggio avevo molto tempo da dedicare a me stessa...
tra attività fisica, tanto sole e bagni nel rinomato Bodensee (Lago di Costanza appunto), shopping, visite alle
città circostanti non mi sono fatta mancare nulla. Inoltre,
tre volte in settimana, dalle 17.30 alle 21.30 svolgevo un
corso intensivo in lingua tedesca,dato che tra gli obiettivi
prefissati prima di partire c’era quello di rafforzare le mie
conoscenze della lingua tedesca! All’inizio non è stato
facile, tanti vocaboli, tanti modi di dire erano a me sconosciuti... ma già dalla seconda settimana ero già più
sciolta nel parlare.
Ulteriore differenza rispetto all’Italia e che smentisce i nostri pregiudizi nei confronti dei nostri vicini “crucchi” è
l’importanza del saluto: per me è stata una cosa straordinaria vedere, come, persone che non ti hanno mai vista prima, mi regalavano un sorriso e un saluto caloroso,
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sia i più giovani che le persone anziane. Iniziare le giornate così mi hanno reso molto più piacevole la permanenza... da questo lato gli italiani hanno molto da imparare!
La mia fortuna più grande è stata quella di capitare in
una famiglia unita, con valori veri, dediti alla famiglia, alla
comunità e al sociale. Mi hanno accolta nella loro casa
come la figlia maggiore; è stato un rapporto bilaterale,
uno scambio di conoscenze e tradizioni. Loro sono stati
per me maestri perfetti di lingua e cultura tedesca, io, nel
mio piccolo ho portato il nostro Trentino lí da loro! Una
delle soddisfazioni e delle emozioni più grandi era quella,
la domenica, di mettermi in cucina con tutti i bimbi per
preparare il pranzo o la cena: Lasagne, pasta alla carbonara o al ragù, tortei da patate, gnocchi di patate, Strudel, sbrisolona, torta di grano saraceno… si insomma,
anche in Germania mi sono dilettata ai fornelli!
I bambini (la piccola un po’ meno, in quanto molto attaccata ai genitori) si sono subito aperti verso di me, e, col
passare dei giorni si è creata quell’affinità per cui, dalla
semplice ragazza italiana sono diventata <unsere große
Schwester>, la loro sorella maggiore! Quanti giochi,quanti
cartoni, quante risate la sera tutti e 4 in un letto....ma
soprattutto, quanto tedesco! L’aver trascorso la maggior
parte del tempo a contatto con i bambini mi ha aiutata
molto nell’apprendimento della lingua; talvolta, appena
si accorgevano di un mio errore, a modo loro,me lo facevano notare! Concludo dicendo che sono stati 3 mesi
intensi, ricchi di emozioni e di esperienze nuove che ricorderò sempre con un sorriso; in questo arco di tempo
ho riscoperto me stessa, il valore delle piccole cose
come partire di casa zaino in spalla per andare a fare una
nuotata al lago... attimi e momenti indimenticabili che
hanno sicuramente contribuito a rafforzare la mia personalità e il mio carattere. Posso dire di essere fiera di me
stessa, per tutto quello che ho fatto e trasmesso; sono
tornata arricchita, e con una seconda famiglia a cui farò
conoscere la nostra piccola realtà, Romallo, la prossima
primavera! Consiglio a tutti i ragazzi volenterosi e con
una gran voglia di mettersi alla prova di sfruttare questa
straordinaria opportunità. L’unico prerequisito è la convinzione... l’essere proiettati in una realtà totale a te diversa, in una famiglia sconosciuta, all’inizio non è facile!!
Marika Agosti
Curiosità
ESPERIENZA ERASMUS DI SABRA CLAUSER
Sono stata in ERASMUS nell’anno 2014, ho svolto infatti
presso la National University of Ireland a Galway il secondo
semestre del primo anno di magistrale in Psicologia Clinica.
Galway è una piccola città situata sulla costa occidentale
dell’Irlanda, vicino alle famose Isole Aran, al bellissimo parco
nazionale Connemara e alle spettacolari Scogliere di Moher.
Durante i 5 mesi passati in questo fantastico paese ho avuto
modo di scoprire non solo la cultura irlandese, ma innumerevoli altre culture: ogni mio compagno di viaggio portava infatti con se un bagaglio di conoscenze, modi di pensare, cibi,
caratteri e tradizioni diverse dalla mia e che provenivano non
solo dall’Europa, ma anche dagli USA, dal Brasile, dal Messico, dal Chile, dalla Cina e chi più ne ha più ne metta. La mia
esperienza è stata per così dire diversa da quella di molti altri
miei compagni di ERASMUS fin dall’inizio: non avendo infatti pernottato in ostello durante la ricerca di un appartamento,
ma essedomi invece fatta ospitare da un ragazzo irlandese
trovato attraverso il sito Couchsurfing, ho potuto fin da subito avere come guida una persona che già sapeva cosa mostrarmi e dove portarmi e che mi ha aperto le porte di questa
nuova città e cultura irlandese, oltre ad aver scoperto così un
grande amico. La particolarità del mio viaggio è poi continuata con la fortuna di aver trovato un appartamento con 2
ragazze e 1 ragazzo irlandesi, differentemente da molti studenti ERASMUS che normalmente vanno a vivere in appartamenti con altri studenti stranieri, questo mi ha permesso di
vivere 2 fantastiche realtà: quella della multiculturalità e l’unione tra studenti stranieri e quella della cultura e della quotidianità irlandese. Certamente questa decisione ha portato
a maggiori gioie ma anche a maggiori difficoltà poiché, nonostante il mio livello di inglese fosse già buono prima della
partenza, scontrarsi con degli accenti diversi e con un gruppo di persone già unite da anni di università assieme non è
stato facile. Mi ci è voluto un po’ di tempo per creare un legame con i miei coinquilini e per abituarmi al loro modo di
parlare ed alle loro espressioni, ma una volta integrata, non
solo con loro ma anche con i loro amici, ho potuto vedere
davvero come sono scanditi i ritmi delle loro giornate, come
si divertono la sera gli studenti irlandesi, come mangiano e
cucinano, come sono differenti le loro abitudini e come anche loro avessero voglia di scoprire la nostra cultura italiana
e rendermi soprattutto partecipe della loro.
In realtà al di là della difficoltà di restare 5 mesi senza mangiare qualcosa che assomigliasse anche lontanamente ad
una pizza italiana ed alle innumerevoli discussioni che ho dovuto sostenere quando si parlava di cottura della pasta, per
il resto mi sono adattata molto facilmente alla vita in Irlanda.
Il cibo, anche se non all’altezza di quello italiano, è pur sempre gustoso e devo ammettere che ogni tanto mi manca
mangiare un buon piatto di Fish and Chips o una Shepherd’s
Pie. Ma quello che più mi manca, oltre ai miei compagni di
viaggio, sono le persone irlandesi e la loro ospitalità, mi manca entrare in un tipico Pub la sera e ordinare una Guinness al
banco, perché potevi stare certo che quasi sempre qualcuno ti avrebbe parlato e ti avrebbe strappato un sorriso con la
sua gentilezza e voglia di scambiare due parole; mi manca
sedermi ad un tavolo ed ascoltare della buona musica dal
vivo perché quella era una cosa che non mancava mai e che
qui molto spesso purtroppo non c’è. Dell’Irlanda sono riuscita ad apprezzare addirittura la pioggia, perché si, arrivava
quasi tutti i giorni e non ti dava segnale del suo arrivo, ma
proprio per questo mi ha permesso di ridere tanto quando
improvvisamente ci si trovava a correre zuppi sul marciapiede senza un riparo o si entrava nei bagni dell’università e
quasi quotidianamente si trovava qualcuno che si asciugava
i vestiti sotto il phon. Ma la cosa più bella della pioggia era
che dopo di essa il cielo si apriva e improvvisamente usciva
il sole che illuminava quelle distese di verde e di colori che a
descriverli è impossibile, la natura e le sue bellezze ti riempivano gli occhi giorno dopo giorno e non si finiva mai di stupirsi per quanto bella e immensa fosse.
Questa esperienza mi ha regalato tanto, perché sono tornata
a casa con delle preziose amicizie da tutto il mondo e con
ancora più voglia di scoprire cosa c’è fuori da questa Italia.
Credo di essere tornata diversa dall’ERASMUS perché, per
quanto difficile o facile sia, comunque è un’esperienza che ti
forma e ti fa crescere anche se in così poco tempo. Stando
lontani da casa e dalle proprie certezze si capisce molto di
se stessi, dei propri limiti e delle proprie capacità, questa
esperienza è un’opportunità che tutti dovrebbero cogliere
perchè ti riempie di conoscenze e ti apre la mente verso culture e orizzonti che prima non potevi o non riuscivi a vedere.
Devo anche dire che un’esperienza così ti fa apprezzare molto di più quello che c’è invece a casa, la famiglia e gli amici
che aspettano il tuo ritorno e che sai che ci saranno sempre,
starne lontano fa capire quanto fondamentali siano nella vita
di tutti i giorni e quanto ci sia di bello anche in un paese piccolo come Romallo. L’Irlanda è stata per così dire una parentesi della mia vita, che purtroppo è finita troppo in fretta ma
che porterò con me per sempre, perché solo chi è andato in
ERASMUS può capire veramente cosa si provi e che effetti
enormi abbia questo lungo viaggio nel determinare la tua visione sulle cose e sulla vita in generale. Scoprire il diverso ti
permette di accettarlo e apprezzarlo più facilmente, ti da gli
strumenti per vederne anche i lati negativi e ti da le capacità
di apprezzare ciò che di bello c’è nella tua cultura d’origine e
di vedere cosa invece andrebbe cambiato. Vivere all’estero
per un periodo più o meno lungo è un’esperienza che auguro a tutti di avere il coraggio di provare, perché ne vale davvero la “pena”.
Sabra Clauser
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Approfondimenti
UN ROMALLESE NELLA GRANDE GUERRA
LA STORIA DI GIOVANNI PANCHERI GUSTIN
vicenda dei soldati trentini che si trovarono coinvolti
nella Prima guerra mondiale fu del tutto particolare e al
contempo estremamente complessa.
Giovanni, classe 1893, nacque a Romallo quando ancora il Trentino era compreso all’interno dei confini del
multietnico Impero astro-ungarico, all’interno dei quali
convivevano, non senza tensioni, i numerosi gruppi etnici dell’Europa centro-orientale e dei Balcani.
Dalla fine dell’Ottocento e nel primo decennio del Novecento i fragili equilibri sui quali si reggeva la pace in
Europa si ruppero sotto il peso sempre più forte dei
nazionalismi e delle profonde rivalità economiche tra i
grandi Stati europei, che a quel tempo estendevano la
propria egemonia politica ed economica sull’intero
mondo. Non a caso fu proprio un attentato di stampo
nazionalistico che nel 1914 fece precipitare l’Europa, e
il mondo intero, in una lunga e sanguinosa guerra. Il 28
giugno 1914, in occasione della visita dell’erede al trono dell’Impero austro-ungarico Arciduca Francesco
Ferdinando a Sarajevo (che fino al 1918 faceva parte,
come il Trentino del Impero Asburgico), il nazionalista
serbo Gavrilo Princip riuscì ad assassinare l’Arciduca
stesso assieme alla moglie Sofia. L’attentato suscitò
enorme scalpore e provocò la rottura definitiva degli
esili equilibri della stabilità politica europea.
Sulla dx Giovanni in divisa militare italiana
Tra i numerosi soldati di Romallo che combatterono la
Grande Guerra, la vicenda di Giovanni Pancheri è certamente una delle più peculiari ed interessanti. Grazie
ad un piccolo epistolario composto da 17 missive
scambiate tra Giovanni e il padre Antonio durante tutta
l’esperienza bellica è possibile ricostruire la sua storia.
Il piccolo archivio privato di Giovanni, che la famiglia ha
meritoriamente conservato e messo a mia disposizione in occasione della stesura della mia tesi di laurea,
conserva documenti estremamente preziosi all’occhio
dello storico, che vanno letti all’interno del proprio
contesto storico per evitare facili fraintendimenti e inutili generalizzazioni. Ripercorrendo le tappe dell’esperienza di Giovanni è, infatti, possibile capire come la
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Soltanto un mese dopo l’attentato l’Europa intera si
trovò travolta da una guerra che si credeva dovesse
durare pochi mesi. Il primo agosto 1914 l’Imperatore
Francesco Giuseppe fece diramare l’ordine di mobilitazione generale per i giovani di “tutti i suoi popoli”.
Anche Giovanni, assieme a decine di compaesani, fu
coinvolto dall’arruolamento di massa che lo costrinse
presentarsi immediatamente presso il deposito del Secondo Reggimento dei K.u.K. Tiroler Kaiserjäger di
Bressanone nel quale venne inquadrato. Dopo un breve periodo di addestramento i soldati erano pronti per
essere inviati al fronte: sui campi di Galizia. Nel giro di
pochi giorni Giovanni e i suoi commilitoni furono trasferiti dalle proprie case in Trentino sino ai confini più
orientali dell’Impero, dove si trovarono subito a combattere contro l’esercito dello Zar di Russia Nicola II.
Una guerra tragica, tra trincee e lunghi spostamenti di
Approfondimenti
fronte, bombardamenti e raffiche di mitragliatrice, contro il freddo, la fame, la fatica e il fango. Alcune preziose testimonianze della sofferenza e della tensione che
i soldati provavano in quel contesto di guerra ci derivano dalle lettere che Giovanni stesso scrisse al padre
Antonio in quei primi mesi di battaglie. Così Giovanni in
una sua del 9 novembre 1914:«[...] Quà la va sempre
lo steso il giorno dei santi mentre da noi si pregava io
mi trovava in combattimento che durò 9 giorni dal
quale uscii coll’aiuto di Dio illeso. [...]». È difficile capire
con precisione il luogo esatto in cui il nostro compaesano stava combattendo, ma alla fine di novembre
1914 in un altra cartolina comunicava di trovarsi nei
pressi del trincerone di Cracovia (Galizia nord-occidentale), dove in quei primi mesi di guerra si stavano
combattendo feroci battaglie. Scriveva da Cracovia il
30 novembre 1914: «[…] Ora si trova quà tutto il reggimento e non so se restiamo quà o dove andiamo
certo sempre a combattere perché adesso sono quà
alle porte il nemico Fate dire 2 S. messe alla madonna
all’altare di S. Vitale e che sia tirata giù la pala perché
altro che un miracolo della madonna non e chè io sia
sano e spero che mi conservi sempre così. [...]». Nelle
difficili situazioni della guerra, a cui gran parte dei soldati non erano assolutamente preparati, Giovanni
come gran parte dei commilitoni cercava di affidarsi
alla clemenza di Dio e le richieste di preghiere e Sante
Messe sono, assieme all’invio di generi alimentari o vestiario, le più frequenti all’interno delle lettere spedite
dal fronte.
Giovanni Pancheri con i suoi commilitoni in Cina.
Sul retro riporta: «Ricordo Tientsin 1 settembre 1918».
Sempre all’interno della corrispondenza ogni soldato
cercava di ritagliarsi un piccolo spazio privato, mantenendosi in contatto con la famiglia e con la vita quotidiana di casa e del paese, cercando di evadere dalla
tragedia che stavano vivendo. Così Giovanni sempre
nella cartolina del 9 novembre 1914: «[…] Fatemi sapere come la è andata cole raccolte e se sapete qualcosa dei nostri parenti che si ritrovano quà in Galizia
[...]».
Giovanni riuscì a superare i primi, terribili mesi di guerra, durante i quali sul fronte galiziano perirono quasi un
milione di soldati. Dalle informazioni disponibili, sembra che, dopo aver trascorso i primi mesi al fronte,
Giovanni passò l’inverno nelle retrovie, in un ospedale
nei pressi di di Andrichan (Galizia) da dove il nel febbraio del 1915 scrive rivolgendosi al padre: «[...]Quà
c’e poca neve ma e freddo e a pensare che si deve
ritornare a andare fa venire i brividi da capo ai piedi[...]»; e ancora: «[...]Dunque devo andare al reggimento con questo freddo e dolorosa ancor più ma
Iddio mi salvo fin’ora e spero anche per l’avvenire[...]».
Non era solo in freddo a spaventare Giovanni e gli altri
soldati nelle sue stesse condizioni, ma soprattutto la
paura di dover tornare al fronte sotto il tiro dei cannoni
e delle mitragliatrici dell’esercito dello Zar. Da una sua
missiva del 18 marzo 1915 capiamo che Giovanni tornò al fronte e in particolare nei pressi di Tarnow (Galizia
centro occidentale), dove si stavano combattendo durissime battaglie, nelle quali molti suoi commilitoni morirono o caddero prigioniero dell’esercito avversario. Tra questi anche
alcuni suoi compaesani dei quali
cerca di conoscere la vicenda attraverso il padre; scrive, infatti, il 15
marzo 1915: «[...]Alla mattina i
Russi sicura|mente erano la e lo fecero prigioniero. Dopo nepur questo più non lo vidi ma | si trova sicuro prigioniero. In quanto al rico io
non l’ho mai visto neppure il reggimento dove si trova e vi prego se
potete mandami la sua direzione e
quella del zandalanda. Qua |adesso fà l’inverno vi e neve non tanta e
vento siamo su di una piccola
montagna a fianco di Tarnovv.[...]».
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Approfondimenti
Solo un mese più tardi, Giovanni si trovava ancora al
fronte. Scriveva in proposito il 22 aprile 1915: «[...] È
arrivato un nuovo battaglione da Brixen e credo ci siano dei paesani ma non l’ho ancor visto oggi lo spero,
quà su quest’ala giungono molte trupe anche tedeschi
presto sarano grandi batute Dio sa come la andrà ho
molta paura pregate per mè e una s.messa alla Madonna fate celebrare che mi aiuti[...]». Le grandi battute di cui Giovanni scrive sono riferibili con ogni probabilità alla battaglia combattuta tra Gorlice e Tranow
nella primavera-estate del 1915, la più imponente e
importante tra quelle combattute sul fronte orientale
durante la Grande Guerra e che permise all’esercito
Austro-ungarico di riconquistare gran parte dei territori galiziani persi nei primi mesi del conflitto e spostare
di centinaia di chilometri e est il campo di battaglia.
Con ogni probabilità Giovanni fu, suo malgrado, protagonista di questa fondamentale vicenda bellica e, probabilmente, nel contesto di queste operazioni cadde
prigioniero dell’esercito russo il 2 luglio 1915.
Di qui inizia un altro lungo capitolo della storia del nostro compaesano, che condivise con altri 12.00015.000 trentini: quella della lunga prigionia nelle regioni
interne della Russia. Non tutti caddero prigionieri involontariamente mentre stavano combattendo sul campo, per molti soldati la prigionia fu un modo di porre
fine alle sofferenze della vita del fronte, ma anche per
sfuggire al pesante pregiudizio che cadde sui soldati di
lingua italiana (e quindi anche sui trentini) in seguito
all’ingresso in guerra dell’Italia a fianco delle potenze
dell’Intesa il 24 maggio 1915. Queste soldati furono
condotti nei campi di prigionia nelle retrovie del fronte
e sopravvissero lavorando come operai, artigiani, o più
spesso come braccianti agricoli. Molti morirono per le
precarie condizioni alimentari e igienico-sanitarie. Non
fu questo il caso di Giovanni, il quale riuscì a sopravvivere nei campi di prigionia russi, molto probabilmente
anche grazie alle sue competenza lavorative come
agricoltore e carpentiere. Si conservano soltanto due
cartoline del 1916, il cui contenuto è stato pesantemente compromesso dalla censura dei servizi postali
militari e poco riescono a testimoniare, se non il forte
controllo imposto sulla corrispondenza dei prigionieri
austro-ungarici. La contingenza bellica rendeva, inoltre, molto difficile il lavoro delle poste e molto spesso
le missive non venivano correttamente recapitate. Un
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aspetto questo che rendeva ancor più dura la vita dei
prigionieri e dei soldati, i quali, attraverso un piccolo
pezzo di carta riuscivano a mantenere vivi i contatti
con i proprio cari, a sentirli vicini nonostante le miglia di
chilometri che li separava dalla propria casa. In un
contesto straordinario come quello bellico e di prigioni,
infatti, la missiva ricevuta da un persona cara assumeva dei significati che travalicavano il semplice atto comunicativo, divenendo per molti una sorta di amuleto
o di portafortuna da tenere sempre con sé. L’importanza della posta per i prigionieri, come per i soldati, è
testimoniata anche da Giovanni, che il 3 luglio 1917
scriveva preoccupato da Tula (città poco a sud di Mosca): «[...]Caro padre, Se qualche buon’anima vi farà
avere fra le mani questa mia vi facio sapere che io sto
bene e così spero dico spero, sarà il simile di voi e famiglia. Da lungo tempo cioè dal mese di aprile scorso
anno non ho da voi nessuna notizia Non so comprendere come la sia, sia la lontananza che ci separa e le
letere a stento giungono quà sia che vi siete dimenticati di me non so. Io non passa giorno che abbia in
mente mio padre e famiglia e penso spesso che anche
voi quest’uragano non vi abbia involto e portato la
dove romba il cannone a questo penso spesso e quasi tremo al pensarci. Addio vostro Giovanni». Poche
righe che ci aiutano a capire l’importanza per gli uomini in guerra di riuscire a sapere qualcosa della propria
famiglia, di essere rassicurati che almeno a casa tutti
stavano bene, ma soprattutto di sapere che qualcuno,
seppur da lontano, pensava e pregava per loro.
Nonostante l’attenzione della censura, Giovanni riuscì
a far arrivare al padre qualche informazioni sulle sue
condizioni di vita in Russia, dove freddo, fame, malattie e pessime condizioni di vita e di lavoro erano presenza costanti nella quotidianità di ogni prigioniero.
Così Giovanni in una sua missiva, in parte censurata,
del 3 febbraio 1917 da Tula: «[...] Quà le anche seria la
bocca e cara molto e chi stenta ache a riempirla.
N[censura] ed anche con essi lavoriamo. Freddo fece
nella metà di gennaijo fino 38 gradi ma anche vestiti ne
abiamo di caldi peli di pecora e simili. Intanto vi saluto
e vi dico di non togliervi fastidio per me solo pensate
per voi e guardate che non vi manchi niente».
Nel frattempo la storia faceva il suo corso. In Europa la
guerra infuriava e niente portava a pensare che potesse concludersi in breve. La situazione interna all’Impe-
Approfondimenti
ro russo non era però delle migliori. Il profondo malcontento popolare già latente prima dell’inizio del
conflitto si aggravò irrimediabilmente con le privazioni
imposte dall’economia di guerra. I tempi per una rivoluzione popolare erano ormai maturi. Nel 1917 l’Impero dello Zar fu travolto dall’insurrezione comunista che
provocò l’uscita della Russia dal conflitto e la fine della
guerra sul fronte orientale. Giovanni, come molti altri
prigionieri di guerra, dovette affrontare anche questo
momento di totale confusione, dal quale riuscì ad uscire arruolandosi, infine, nei celebri “Battaglioni Neri” del
Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente. A
partire dal maggio 1915, infatti, vennero stretti degli
accordi tra l’Italia e la Russia, da quel momento alleate, per la cessione di prigionieri di guerra austroungarici di lingua italiana. A Kirsanov fu organizzato un
campo dove la Missione militare italiana raccoglieva
tutti coloro che volevano fare ritorno in Italia come “irredenti”. Anche qualche migliaio di trentini optò per
l’italianità diventando cittadino del Regno d’Italia. A
determinare la scelta, al di là della convinzione nazionalistica, era spesso la volontà di porre fine alle soffe-
renze della prigionia o cercare una strada più sicura
per far rientro a casa. Nel 1917 la guerra civile in Russia costrinse le autorità italiane a sfruttare la ferrovia
Transiberiana per cercare di far rimpatriare gli irredenti.
Per gli ex prigionieri fu un viaggio tremendo nel freddo
inverno siberiano. Alcuni di essi giunsero inizialmente a
Vladivostok, altri in seguito a Tien Tsin, in Cina. Fu qui
che alcuni di questi irredenti, che non riuscirono a far
rientro in Europa attraverso l’America, furono arruolati
nei “Battaglioni Neri”. Tra questi anche Giovanni Pancheri, inquadrato il 15 giugno 1918 nel 1°Reggimento
Artiglieria da montagna del Corpo di Spedizione Italiano in Estremo Oriente, con il quale dovette ritornare
nella Siberia centrale presso Krasnojarsk, per combattere contro le truppe rivoluzionarie comuniste. Così
scriveva in una sua lettera al padre, riportando tutti i
suoi spostamenti di quegli anni confusi: «Tien Sin
(Cina) il 5 settembre 1919. Caro padre, Oggi mi metto
a scrivervi sperando forse che questa mia vi giunga
dopo tante che ne scrissi ed io è dal 9 aprile 1916 che
non ho vostre nuove cioè da quando ero prigioniero in
Russia più di 3 anni. Della mia venuta in Cina e tutto
Giovanni Pancheri (seconda fila al centro) con alcuni suoi commilitoni in Cina. Sul retro riporta:
Ricordo Tientsin giugno 1918.
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Approfondimenti
quello che passò fino un anno fà spero ve lo avranno
fatto sapere e detto Arnoldo Arturo e Martin Rizzier da
Revò che fummo in compagnia fino che loro partirono
da qui lo scorso anno e spero ve lo avranno raccontato. Dopo che loro partirono noi restammo ancora quà
fino a alla prima metà di ottobre poi partimo verso la
Siberia con corpo di spedizione ed arrivamo il 21 Novembre a Krasnoiarsck una citta di circa 80 mila abitanti lungo la ferrovia Transiberiana e rimanemmo fino
ai 6 agosto giorno in cui partimmo per rimpatriare diretti a Vladivostok, ma quando fummo in Harbin in
Manciuria ci fu l’ordine di venire verso la Cina, a causa
si dice del colera che c’è da Harbin-Vladivostock Durante la mia permanenza in Krasnoiarsck io scrissi
molte lettere come i due paesani che sono qua e quelli di Revò ma ebbe solo risposta il Magagna da Revò
che ebbe una lettera da casa. Io ebbi notizie da nostro
cugino da Tregiovo dall’America ma ora è più di un
anno che non ne ho neppure da lui, ma da voi e famiglia mi scriveva che non sapeva niente e nemmeno dei
suoi».
Solo nel novembre 1919 Giovanni, assieme ai suoi
commilitoni del Regio esercito italiano, riuscì a partire
dalla Cina per rientrare alle proprie case: la guerra in
Europa era finita già da un anno. Il rientro in nave non
fu breve e Giovanni ne ha tenuto memoria scrivendone
le tappe sul proprio bauletto da viaggio. Imbarcatosi a
Tien Tsing il 25 novembre 1919 alle ore 5 del pomeriggio, arrivò a Hong Kong e da qui ripartì verso Singapore il 14 dicembre. Il giorno di Natale alle ore 10 di mattina, lasciò Singapore in direzione dello Sri Lanka dove
arrivò il primo gennaio 1920. Il 3 gennaio era già in
partenza da Colombo e, dopo aver attraversato il Mar
Arabico, arrivò ad Aden il 13 gennaio, da dove risalì il
Mar Rosso fino a Suez. Il 20 gennaio attraversava il
canale di Suez fino a Porto Said da dove il 22 gennaio
si imbarcò verso l’Italia giungendo a Trieste il 27 gennaio 1920, da dove riuscì in qualche giorno a ritornare
a Romallo dopo quasi sei anni di assenza.
Ripercorrendo la peculiare vicenda di Giovanni Pancheri riusciamo a comprendere bene la complessità
della vicenda dei trentini nella Grande Guerra. Partito
con la divisa dell’Impero austro-ungarico, Giovanni rientrò a casa quasi sei anni dopo vestendo la divisa del
Regno d’Italia: tra i primi romallesi a diventare suddito
del Re d’Italia quando ancora il Trentino non era stato
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annesso allo Stato italiano. Il dramma vissuto dai trentini che ebbero la fortuna, come Giovanni, di sopravvivere alla guerra e rientrare alle proprie case non fu affatto facile. Molte cose erano cambiate negli anni della
loro assenza in primo luogo l’appartenenza ad un nuovo stato nazionale che fino a qualche mese prima era
formalmente quello contro cui avrebbero dovuto combattere. È difficile capire quali furono i reali sentimenti
della gente trentina rispetto alle questione nazionale, di
certo le sofferenze patite e la voglia di ricominciare riuscirono a far superare a molti quello che fu per il Trentino il capitolo più tragico della sua storia. Una storia
scomoda che per decenni fu volutamente dimenticata
o rammentata solo in misura parziale da una pesante
propaganda nazionalista, che amplificò le vicende degli irredentisti e dimenticò quelle di tutti gli altri. Una
storia che solo in tempi recenti è stato possibile ricostruire nella sua complessità, grazie anche al superamento di sterili interpretazioni nazionalistiche che tendevano a dividere il buono dal cattivo, anziché
concentrarsi sulla vicenda umana di decine di migliaia
di trentini che, in diverso modo, pagarono duramente
la propria partecipazione ad uno degli eventi più tragici
e laceranti della storia europea e mondiale.
Dei circa 55.000 soldati che, come Giovanni Pancheri
furono arruolati nelle fila degli Eserciti Imperiali Austroungarici, circa 10.500-11.000 non fecero più ritorno, tra questi anche numerosi nostri compaesani.
CONSIGLI DI LETTURA:
ANTONELLI QUINTO, I dimenticati della Grande Guerra. La memoria dei combattenti trentini (1914-1920),
Il Margine, Trento, 2008.
AMBROSI CLAUDIO, Vite internate Katzenau, 19151917, Fondazione Museo Storico del Trentino, Trento
2008.
FAIT GIANLUIGI (a cura), Sui Campi di Galizia (19141917). Gli italiani d’Austria e il fronte orientale: uomini,
popoli, culture, nella guerra europea, Museo Storico
Italiano della Guerra, Rovereto 1998.
LEONI DIEGO, ZADRA CAMILLO (a cura di ) La città
di Legno. Profughi trentini in Austria 1915-1918, Temi,
Trento,1981.
Alessandro Gentilini
Approfondimenti
PADRE MARTIRIO
Il 22 luglio del 1995, presso il convento della SS Annunciata di Piancorno
(BS), moriva Padre Martirio Bertolini dell’ordine dei
Frati Minori Cappuccini.
Padre Martirio era nato a
Romallo il 19 gennaio del
1923, quinto figlio di Daniele Bertolini e Ida Pancheri: all’anagrafe gli fu
dato il nome di Daniele,
come suo padre. Il 19 settembre 1934 entrò in seminario a Lovere (BG),
dove frequentò la preparatoria e successivamente
ad Albino (BG) e a Sovere
Padre Martirio in occa(BG), dove proseguì con le
sione dell’anniversario
scuole medie ed il ginnadi sacerdozio di padre
sio.
Gianantonio Agosti
Erano gli anni della guerra
e Fra Martirio e compagni erano costretti a spostarsi frequentemente nei vari conventi per poter proseguire gli studi. Il 15 agosto 1944 emise la Professione perpetua a Bergamo; nello stesso convento seguì il primo anno di teologia
che poté finire a Milano nel 1948. Durante il corso di teologia nel luglio del 1946 conseguì il diploma di maturità classica. Il 25 gennaio del 1948, nel santuario di S. Bernardino
alle ossa in Milano, fu consacrato sacerdote dal Card. Idelfonso Schuster.
Sempre a Milano fu iscritto dai superiori all’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove frequentò la facoltà di Scienze
politiche e dove nel 1957, a conferma delle sue infinite doti
morali e filosofiche, difese la Tesi di Laurea “P. Ignazio Imberi da Casnico O.F.M. Capp. (1571-1632). Studio e documenti inediti”, ricevendo con la stessa il Dottorato in Scienze Politiche.
Durante questi anni di studio, precisamente nel 1951, venne assegnato al convento di Cerro Maggiore come lettore
di filosofia e insegnante di altre materie; dopo circa un anno,
venne nominato Direttore dello Studentato Filosofico dello
stesso Istituto, permanendovi a prosecuzione di una brillante carriera ecclesiastica fino al 1958. Nel capitolo provinciale del 1958 fu eletto terzo Definitore e contemporaneamente venne trasferito a Cremona come direttore dello
Studentato filosofico (1958-1961).
Nel Capitolo del 1961 venne eletto primo Definitore e nominato Segretario provinciale; si trasferì perciò nel convento di
Viale Piave a Milano,
dove fu riconfermato
negli stessi incarichi per
un altro triennio (19641967).
Finalmente nel capitolo
provinciale del 1967, fu
eletto Ministro Provinciale, carica riconfermata nel successivo capitolo del 1970.
Durante questo periodo
fu chiamato ad affrontare il difficile fenomeno
del “68”; la contestazione giovanile investì anche i conventi,
specialmente le case di formazione. Numerosi studenti di
teologia abbandonarono e la crisi toccò anche i giovani sacerdoti. Importante ruolo ebbe nella creazione di nuovi conventi e missioni in Eritrea e successivamente in Brasile.
Nel 1974 fu eletto Viceprovinciale del Maranhao-Parà in
Brasile, dove restò a coprire tale carica fino al 1980.
Iniziò così la sua avventura brasiliana con non poche difficoltà, come l’inesperienza in fatto di missioni, la non conoscenza della lingua ma anche l’opposizione di non pochi
frati, che trovavano prematuro un progetto di tipo missionario in una vasta zona del Brasile, in un momento di cambiamento socio – politico del paese.
Però padre Martirio raccolse la sfida e nel corso dei sei anni
che seguirono, riuscì ad organizzare la Vice Provincia.
Rientrato dal Brasile, venne destinato a Milano nel convento del sacro Cuore, dove gli fu affidato l’ufficio di economo
provinciale, che svolse per quindici anni fino alla morte. Nel
giorno del suo funerale, svoltosi a Milano nella chiesa del
Sacro Cuore il 26 luglio 1995,
Mons. Lino Garavaglia, Vescovo di Cesena e confratello
di Padre Martirio, lo ricorda
come un fratello carissimo,
un padre attento, un amico
fedele che dalla sua gente e
dalla sua terra trentina aveva
ereditato un pudore di sentimenti, un’austera fedeltà al
dovere e un impegno intenso
per tutto.
Chiara Bertolini
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Approfondimenti
CON LA DIVISIONE MOTORIZZATA TRENTO,
DA EL ADEM AD EL ALAMEIN
STORIA DI UNA GRANDE DIVISIONE TRENTINA NELL’ESPERIENZA
DELLA GUERRA D’AFRICA SETTENTRIONALE 1941 – 1943
In occasione del Raduno Mandamentale degli alpini,
svoltosi a Romallo nel mese di settembre del corrente
anno, era stata presentata a cura del Gruppo RAYON II
una mostra sui fronti africano ed europeo durante la
seconda guerra mondiale. Ad introduzione della stessa
avevo tenuto una serata informativa sui fatti d’arme che
avevano coinvolto il Regio Esercito nel corso della campagna d’Africa settentrionale, dal giugno 1940 al maggio 1943.
Scorcio della mostra realizzata dal Gruppo
RAYON II nella nuova sala a piano terra
dell’edificio comunale, in occasione del Raduno
Mandamentale e del 60° di Fondazione
del Gruppo Alpini di Romallo – 04, 05, 06.09.2015
Ora, come approfondimento di quanto già trattato nel
corso di quella serata, dedicherò questo spazio ad una
Divisione del Regio Esercito Italiano che si è particolarmente distinta nel corso della Campagna in Africa Settentrionale; una divisione trentina e di trentini: La 1^
Divisione Motorizzata Trento. Prima di entrare nello specifico dell’argomento che tratteremo vorrei solo fare un
veloce riepilogo di quelli che furono i fatti bellici della
Guerra in ASI (Africa settentrionale Italiana).
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Il 10 giugno 1940, a seguito nel noto discorso che il
Duce Benito Mussolini tenne dal balcone di Palazzo Venezia, il Regno d’Italia si trovò in Guerra contro Francia
e Gran Bretagna.
Tralasciando qui la situazione del Regio Esercito sui vari
fronti (greco - albanese, francese, russo, dell’Africa
orientale), vediamo quale era la situazione sul campo
delle nostre truppe in Africa settentrionale.
In Africa settentrionale erano schierate sul fronte quattordici divisioni con 236.000 soldati,
suddivisi tra la 5ª Armata al comando
del generale Italo Gariboldi (confine
occidentale verso la Tunisia) e la 10ª
Armata del generale Mario Berti
schierata sul confine egiziano, tra la
città di Bardia e le Oasi interne del
deserto libico (Siwa). Il Comando Generale venne affidato al quadrumviro
Italo Balbo, che il 28 giugno 1940
venne per errore ucciso dalla contraerea italiana nei cieli di Tobruch, in
seguito all’abbattimento dell’aereo
su cui si trovava, scambiato per un
veivolo inglese.
Fu così che il Comando venne affidato al generale Graziani, veterano della Guerra d’Etiopia
dove, quando era comandante delle truppe fronte sud,
si macchiò di crimini di Guerra
ordinando decimazioni delle truppe indigene ed autorizzando l’uso di gas contro i nemici.
Graziani, nonostante il suo carattere battagliero e la sue
spiccate e riconosciute doti di stratega, si tenne sempre sulla difensiva nei primi mesi di Guerra. Il fronte libico est però fu presto teatro di grandi combattimenti. A
partire dal mese di settembre le truppe italiane diedero
inizio ad un’offensiva su larga scala, riuscendo a portarsi all’interno del territorio egiziano, sino alla cittadina di
Sidi el Barrani, lungo la litoranea libica.
La litoranea libica fu una grande via di comunicazione
realizzata dal regime fascista che dal centro di Tripoli
Approfondimenti
Cartina dello scenario bellico in Africa Settentrionale – 1940/1943. Il confine est della Libia correva dalla
cittadina costiera di Bardia alle Oasi del deserto di Siwa e Giarabub
attraversava lungo la costa tutta la Cirenaica e la Marmarica, giungendo fino in territorio egiziano. La maggiorparte dei passaggi delle truppe durante la Guerra in
Africa settentrionale si svolse su questa importante via
di comunicazione. Dopo la morte di Balbo il Regime
volle intitolare allo stesso la grande strada, che così divenne la Via Balbia.
Nel mese di dicembre 1940 però le truppe inglesi prepararono una grande controffensiva: l’operazione Com-
pass. In pochi giorni riuscirono a riconquistare il terreno
perduto ed a prendere la cittadina di Bardia, catturando
ben 30.000 prigionieri ed annientando due divisioni di
fanteria tipo Africa Settentrionale (Marmarica, Cirene) e
tre divisioni di Camice Nere (XXVIII OTTOBRE, XXIII
MARZO, XXI APRILE), nonché le due uniche divisioni di
fanteria libiche tutte composte da truppe indigene. L’offensiva Compass prosegue con grande slancio con la
presa di Tobruch (20 gennaio, con la cattura di altri
Gavetta incisa appartenuta ad un artigliere del
46° Reggimentoarti-moto Trento, della Divisione
Motorizzata Trento. La gavetta è incisa con i fatti
d’arme e le località in Africa settentrionale che
hanno coinvolto la Divisione Trento.
(Collezione Fausto Garbato)
Casco coloniale modello Polo Helmet, appartenuto ad un Ufficiale del 46° Reggimento artiglieria motorizzata della Divisione Trento.
(Collezione Fausto Garbato)
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Approfondimenti
20.000 nostri soldati italiani) ed infine con la fase finale
Nel gennaio 1942 e fino a maggio dello stesso anno
di Beda Fomm (altri 35.000 soldati italiani catturati).
nuova offensiva delle truppe dell’Asse: la famosa Batta-
In seguito a tali fatti d’arme le truppe italiane vengono
glia di Ain Gazala – Bir Acheim. Fu una grandissima
praticamente annientate. Graziani viene sostituito al
battaglia che riportò le truppe italo tedesche prima fino
Comando dal Generale Gariboldi. Ne segue la primave-
a Marsa Matruh e poi nel luglio 1942 fino alla stretta di
ra del 1941, quando Hitler decide, su richiesta di Mus-
el Alamein.
solini, di inviare in aiuto alle truppe italiane il Deustche
In questa tristemente nota località si combatterono due
Africa Korps.
grandi battaglie: la prima nella prima decade di luglio e
Nel marzo 1941 le truppe dell’Asse passano così raffor-
la seconda dalla fine di ottobre alla prima decade di
zate al contrattacco, riprendendo la Cirenaica e la Tri-
novembre.
politania, fino a giungere a Marsa Matruh. L’enclave di
El Alamein segnò la distruzione delle truppe italo tede-
Tobruch viene accerchiata e per lunghi mesi assediata,
sche, che dovettero arretrare fino al Mareth (Linea con-
senza però che le truppe italo germaniche possano
fine Tunisia – Libia). Bastico è destituito. La decima ar-
riuscire a riconquistarla.
mata italiana annientata.
Nel giugno 1941 gli inglesi lanciano l’operazione Bat-
Le truppe vengono riorganizzate nella prima armata ita-
tleax e poi nel novembre 1941 l’operazione Crusader,
riuscendo a riconquistare nuovamente tutto il terreno
perduto e riportarsi fino alla testata della Cirenaica, ad
El Agheila. In questo contesto si combatterono lunghe
battaglie, ricordo ad esempio quella per la conquista
dell’Oasi di Giarabub. Gariboldi è sostituito al Comando
dal Generale Bastico, che avrà con il Generale Rommel, capo del Deutsche Africa Korps, non pochi dissidi.
liana, al comando del Generale Giovanni Messe, reduce dal fronte russo.
Ne seguirono mesi di combattimenti che sfociarono
nella grande battaglia di Enfidaville, con la completa distruzione della Panzerarmee Africa e della prima armata
del Regio Esercito.
Il 13 maggio 1943 le truppe dell’Asse abbandonarono
definitivamente la quarta sponda del Mediterraneo.
LA DIVISIONE MOTORIZZATA TRENTO
Protagonista di primo ordine di gran parte di questi fatti d’arme fu la 1^ Divisione Motorizzata Trento.
La Divisione si costituisce nel 1935 a Trento, ove aveva
sede in tempo di pace.
Le truppe ed il Comando di Divisione si trovavano
nell’attuale Caserma Battisti di Trento (62° fanteria, 46°
artimoto) ed a Strigno (61° fanteria).
Una vera rarità. Una delle otto drappelle da combattimento benedette insieme al labaro reggimentale nel 1936 e consegnate al 46° Reggimento
Artiglieria Motorizzata Trento. Questa, insieme
alle altre sette drappelle, venne impiegata durante la campagna in Africa Settentrionale e miracolosamente scampò alla distruzione dopo che tutto il Reggimento venne annientato nelle ultime
fasi della battaglia grande di el Alamein.
(Collezione Fausto Garbato)
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Caserma Battisti di Trento,
già sede della Divisione fino al 1943
Approfondimenti
Contava di circa 10.500 uomini: tra questi molti trentini
e valligiani che presero parte a quasi tutti i combattimenti della Divisione (circa 3.000 trentini, tra Ufficiali,
sottufficiali e soldati di truppa).
Era composta da due reggimenti di Fanteria motorizzata: il 61° Sicilia ed il 62° Sicilia; da un reggimento di artiglieria motorizzata (46° artimoto), da un battaglione
Scudetto omerale della
Prima Divisione
Motorizzata Trento
misto del genio (il 51° del 4° reggimento) e da vari servizi di Divisione.
Nel dicembre dello stesso anno, nel corso della campagna italo-etiopica, viene dislocata in Tripolitania a Barce. L’11 novembre del 1938 riceve alle dipendenze anche il 7° Rgt. Bersaglieri e il 2 gennaio 1939 assume il
numero ordinativo di 102^ Divisione Motorizzata Trento. Il 10 giugno 1940, la Divisione è dislocata in Piemonte; non prende parte a combattimenti e dopo l’armistizio con la Francia rimane a riposo.
Nel mese di marzo 1941 la Divisione viene trasferita al
completo in Africa Settentrionale.
Da un ritaglio di giornale dell’epoca, la concessione di croce di guerra al valore al sottotenente
Avancini Guido di Brez, comandante autosezione
del 61° Reggimento Fanteria della Divisione Trento. (Collezione Fausto Garbato)
In aprile è nei pressi di Marsa el Brega, ad est di Ain el
Gazala. Alcuni reparti della divisione partecipano all’attacco delle truppe nemiche accerchiate nella zona di
Tobruch. Il 20 aprile la divisione è tutta schierata nella
zona di Bu Amud ad est di Tobruch per l’assedio della
fortezza.
Il 21 gennaio 1942 riprende l’avanzata italo tedesca
(Battaglia di Ain Gazala). Il 26 maggio entra a contatto
con il nemico e attacca le posizioni da esso tenute a Bir
Belabat a sud Ain el Gazala e le conquista dopo aspri
combattimenti durati due giorni.
Le unità della divisione si spingono in avanti e il 1° luglio
raggiungono el Alamein. Il 2 luglio si schierano ad el
Mitelriya, ma vengono precedute da un contrattacco
nemico che mette in seria difficoltà la Divisione. Dal 10
luglio, sempre sulle stesse posizioni di el Alamein, vengono sostenuti ripetuti combattimenti che terminano
alla fine di luglio.
Dopo una sosta durata qualche settimana, il nemico il
23 ottobre 1942 passa al contrattacco e, nel settore
della divisione, investe il caposaldo avanzato di El
Ruweisat che il giorno successivo, dopo accaniti combattimenti, cade in mano inglese. Dal 29 ottobre al 4
novembre gli inglesi compiono numerosi tentativi per
eliminare il saliente costiero e puntare su Sidi Aba el
Rahman ma senza esito per la tenace resistenza delle
unità della Divisione Trento. Ma la situazione ormai è
insostenibile e la pressione nemica la costringe a ripiegare su Bir el Abd dove, superata da tutte le parti e rimasta isolata, il 4 novembre viene travolta dalla violenza
dell’azione. La Divisione viene sciolta il 25 novembre in
zona di operazioni.
Il Generale Giorgio Masina seguì la sorte di tutti i suoi
soldati, cadendo prigioniero degli inglesi.
Della Divisione Trento si salveranno dalla morte e dalla
prigionia solamente alcuni battaglioni del 7° Reggimento Bersaglieri.
Questi reparti verranno poi riordinati ed indivisionati nella Divisione Corazzata Centauro.
Nella battaglia di luglio cadde il Dott. Augusto Angeli di
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Il Generale Bernard Law Montgomery.
L’antagonista di Rommel e del nostro Generale
Bastico nelle ultime fasi della Guerra del deserto
Cloz – sottotenente medico del 62° fanteria Trento, poi
decorato alla memoria: si trovava in licenza a casa ma
quando vide che la situazione si stava mettendo male
per gli uomini della sua Divisione volle ritornare sulla linea del fronte. Oggi Egli riposa nel sacrario Militare di el
Alamein, eretto per ospitare i resti dei nostri Caduti dal
Maggiore Paolo Caccia Dominioni.
Il Feldmaresciallo Erwin Rommel “la volpe del deserto”
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Durante la prima e seconda battaglia di el Alamein furono catturati numerosi trentini e valligiani, che seguirono
poi le sorti dei circa 300.000 prigionieri di Guerra catturati in Africa Settentrionale, tra i campi di prigionia indiani, australiani, sudafricani, americani, inglesi ed algerini.
Molti di loro furono letteralmente dimenticati dalle istituzioni locali e nazionali: tornarono in patria solo nel 1946
dopo mesi di stenti.
Il soldato trentino d’Africa fu un soldato valoroso ed
umile, che nonostante avesse combattuto per una causa di regime (già persa in partenza), riuscì a tenere alto
l’onore.
Questo grazie al caparbio carattere della gente di montagna, allo spirito di adattamento, al rispetto delle regole e delle istituzioni, allo spirito di sacrificio e all’altruismo che ha sempre caratterizzato la nostra gente nelle
situazioni di bisogno.
Soldati molto spesso dimenticati… i fantaccini della
“Motorizzata Trento” che ebbero la sfortuna di vivere
quel triste periodo, furono tra gli ultimi valorosi soldati
italiani che calpestarono con i loro scarponi le sabbie
del Deserto: dall’Egitto, alla Libia alla Tunisia. Molti di
loro sono ancora li, nel Sacrario Militare di el Alamein, a
ricordare l’inutilità e la crudeltà della guerra… di tutte le
guerre.
Fausto Garbato
Approfondimenti
I DUE ALTARI ROMANI DI ROMALLO
Nel giornalino comunale del 2011 si era già accennato alla
presenza in paese di una pietra lavorata interpretabile
come parte di un altare risalente all’età romana (fig. 1). È
con grande soddisfazione che quest’anno possiamo annunciare il reperimento di un secondo frammento di altare
romano “fratello”, per così dire, del precedente (fig. 2).
Entrambi i reperti sono stati trovati dal sig. Eligio Pancheri
negli anni ’90 del XX secolo, durante i lavori di ampliamento del magazzino frutta del Consorzio Ortofrutticolo Terza
Sponda in località Sotrùm; dallo stesso Pancheri sono
stati salvati dall’oblio e consegnati al Comune di Romallo
in vista di una loro degna valorizzazione. Le are (o altari)
erano un tipo di monumento molto diffuso nell’impero romano e avevano una duplice finalità: potevano essere dedicate ad una o più divinità oppure potevano essere destinate ad un defunto e svolgere la medesima funzione
ricoperta oggi dalle lapidi nei nostri cimiteri. Erano in genere composte da tre parti: una base più o meno ampia sopra cui era agganciato un fusto parallelepipedo, più stretto
e spesso decorato da un’iscrizione, che a sua volta sosteneva il coronamento (o “cimasa”), la parte superiore
dell’altare su cui ardeva il fuoco sacro o si effettuavano le
libagioni in onore di dei o defunti.
I due reperti di Romallo sono
identificabili, senza ombra
di dubbio, con la parte superiore di due altari, dei
quali purtroppo sono andati dispersi i rispettivi
Fig. 1
fusto e base. Pur nelle loro differenze i due frammenti mostrano caratteristiche comuni:
un sistema di aggancio al fusto nella parte inferiore; una
ricca cornice modanata che decora tre dei quattro lati;
due elementi cilindrici scolpiti in rilievo e definiti “pulvini”
che delimitano i lati corti della superficie superiore; un foro
quadrangolare al centro del piano sommitale da cui si diparte uno stretto solco lineare, apprestamenti questi che
servivano per l’aggancio di un elemento soprastante non
conservato (quest’ultimo era in genere un bacile in bronzo
che accoglieva il fuoco sacro e le libagioni, o una pigna
scolpita in pietra che aveva un significato simbolico legato
al mondo dei morti).
In base al confronto con esemplari simili dell’Italia settentrionale, i due reperti possono essere datati all’età imperiale romana, in particolare potrebbero risalire ai secoli compresi tra il I ed il III d.C. Inoltre, la morfologia dei pezzi e il
luogo di ritrovamento fanno propendere per una destinazione funeraria degli altari: in altre parole, essi dovevano
svolgere la funzione di segnacoli sepolcrali posti al di sopra delle tombe in cui erano sepolti due antichi abitanti di
Romallo. L’identità dei defunti non la conosciamo, ma era
probabilmente registrata sull’iscrizione funeraria incisa sulla fronte dei fusti andati perduti. Questi ultimi potrebbero
essere stati recuperati nei secoli come materiale da costruzione e riusati nelle murature delle vecchie case di Romallo: non è escluso che un giorno dalla parete di un appartamento o di una cantina del centro del paese possa
far capolino un frammento di pietra con lettere romane,
simile - per intendersi - alla lapide di Lucio Scanzio Crescente conservata nella parrocchiale di Revò, ma attribuibile ad uno dei nostri altari.
Pur nella loro incompletezza le due are rappresentano dei
documenti di assoluto rilievo nel panorama dell’archeologia anaune. Non solo arricchiscono l’elenco dei monumenti lapidei romani della valle, ma possiedono delle specificità che ne fanno, almeno fino ad oggi, dei pezzi unici:
l’altare descritto nel 2011, ad esempio, non trova confronti in tutto il Trentino-Alto Adige per dimensioni (l’altare
completo poteva raggiungere e superare il metro e ottanta
di altezza!) e cura nella realizzazione.
Fig. 2
Oggi le due pietre giacciono presso il Comune di Romallo
in attesa di una loro prossima valorizzazione. Sono già in
corso di stampa due articoli del sottoscritto ad esse dedicati, uno dei quali uscirà su una rivista scientifica internazionale di archeologia ed epigrafia latina. Nel corso del
prossimo anno, inoltre, verrà progettata e verosimilmente
realizzata un’esposizione permanente dei due altari presso il municipio di Romallo, in modo da renderli fruibili al
grande pubblico e ridare loro la dignità che meritano.
L’auspicio è che la riscoperta e la valorizzazione di questi
due monumenti antichi possa portare al recupero di altri
oggetti del genere e, più in generale, possa far crescere
nella comunità l’interesse, la sensibilità e il rispetto per
questi frammenti di storia del proprio paese.
Denis Francisci
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Approfondimenti
BENVENUTO AI ROMALLESI NATI NELL’ANNO 2015
• POLETTI RAFFAELE, di CRISTIANO e CLAUSER LAURA,
nato a Cles il 27.03.2015
• PANCHERI ZANOTELLI GEORG, di MAURIZIO e PANCHERI GIORGIA,
nato a Cles il 11.05.2015
• CORRA’ TOMMASO di ADRIANO e SPADONI CLAUDIA,
nato a Cles il 25.10.2015
• SALVATERRA GLORIA di MAURIZIO e GIRONIMI MARISA,
nata a Cles il 17.11.2015
• MAGGI SELVAGGIA MARINA di GIORGIO e GARBATO ISABELLA,
nata a Cles il 15.12.2015
STORIA DEI BIRTI IN FRANCIA
La storia della famiglia Paternoster migrata in Francia (Birti)
Mi presento: sono la Scoaniu
(come diceva il mio papà) della
prima generazione dei Birti di
Romallo (TN) Italia nata in Francia: Christiane (Cricri) Paternoster
Sappiamo che la famiglia dei
nostri genitori era povera e numerosa (15 nati 8 vivi) e per poter sopravvivere mandavano i
bambini a lavorare (a far i famei).
Nella famiglia tutti si ricordano
che Nonna Teresina accompagnava lo zio Pietro (che aveva 6 o 7 anni) fino alla Mendola e lo mandava giù dai Tedeschi a colpi di sassi perchè lui non voleva andare e lei ritornava a casa piangendo. Nel 1920 Nonna Teresina rimane
da sola (Nonno Simone morì a conseguenza della guerra
14/18) con 8 figli, e per potere vivere, poichè non c’era lavoro, decise che i figli più vecchi dovevano andare all’estero a trovare lavoro per mandare i soldi per aiutare la Nonna
a crescere i figli più piccoli e per permettere a loro di rimanere al paese.
Nel 1924 Lorenzo (nato nel 1900) è venuto in Francia, andò
prima a Parigi poi a Moirans, seguito da Nicolò (nato prima
del 1900) che arrivò pochi mesi dopo. Nel 1926 Lorenzo si
sposo con Carolina (anche Lei immigrata a 15 anni, di origini piemontesi, venuta da sola senza i genitori, la quale
lavorava nella fabbrica di tessuto). Zio Lorenzo come primo
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lavoro faceva il carpentiere, poi come ‘capo cantiere’ nei
lavori pubblici fino alla sua pensione.
Nell’anno 1936 in Francia ci sono stati tanti scioperi, a causa della mancanza di lavoro e parlavano di rimandare gli
immigranti nel loro paese d’origine. Lorenzo ha chiesto per
lui e la sua famiglia il permesso di rimanere che, gli venne
concessa per lui e per i figli Olivier, Iginio e Madeleine.
Lo zio Nicolò arrivò in Francia nel 1924, si sposò con Fernande (di nascita francese) i quali hanno avuto 4 figli: Andre, Simon, Marie Theresa e Annie
Zio Colò ha fatto vari impieghi (uno dei quali mi ricordo alla
fabbricazione della carta)
Zio Pietro (nato in 1904) arrivò nel 1928, sposato nel 1931
con Luigina (Maria) anche Lei per casualità viene dal Piemonte da un paese vicino a quello di Carolina, prima di
sposarsi lavora sulle strade e anche come «terrassier». In
seguito lui, Nicolaò, e Iginio hanno lavorato nella fabbrica di
tegole dove c’erano altri di Romallo ma non mi ricordo più
i nomi, era un lavoro molto duro, con tanto calore davanti
ai forni.
Zio Pietro ha avuto due figli Joseph et Fleurette, Anche loro
hanno chiesto la nazionalità francese, ottenuta (se non ricordo male) nel 1938, è stato chiamato per la seconda
guerra mondiale e venne fatto prigioniero dal 40 fino al 44
in Germania a Pomeranie, venne liberato e iniziò a lavorare
nella cascina di suo suocero.
Poi c’è Emma (nata nel 1906) arrivata in Francia nel 1928,
ha lavorato nella fabbrica di tessuto. Si sposò con Pietro
Approfondimenti
Gallo (1897) anche lui italiano (dalla val d’Aosta) hanno avuto 5 figli maschi: Dominique, Iginio, Cesare, Michel, André.
Anche loro chiesero la nazionalità francese dopo la nascita
di André nel 1944, loro, però, abitavano a Grenoble dove
Emma lavorava al Syndicat d’iniziative, e suo marito in una
fabbrica di gomme per le macchine.
I fratelli Birti si sono sistemati tutti qui a Moirans, i bambini
andavano a scuola, alcuni in quella pubblica alcuni dalle
suore. Si sono ben integrati con la società, abbiamo avuto
tutti la nazionalità francese ma come dicevano i miei genitori “il campanile della chiesa di Romallo li chiamava sempre” per dire che avevano sempre nel cuore la loro terra
d’origine. Con queste 5 rami di Birti abbiamo formato una
gran famiglia molto unita, dove Lorenzo ha sempre fatto da
padre. Se c’erano problemi si andava a prendere consiglio
da Lui, La sua parola era indiscussa.
Tutti i figli si sono anche loro sposati con persone d’origine
italiana ma francesi di nascita. Anche loro si sono bene integrati nella società e nel lavoro. Da questa grande famiglia
sono nati 24 nipoti, alcuni sono rimasti vicino ai nonni a
Moirans, altri sono andati in Normandia, e altri ancora immigrati in Quebec (Montreal) per il lavoro, altri, sempre per
lavoro, girano il mondo.
Adesso voglio parlare un pò del mio Padre Iginio nato nel
1907 come pure la mia Mamma Catina Bertoldi (sorella di
Cesare Bertoldi) di Romallo, nata nel 1907,
Mio Papà mi parlava della Nonna, ricordo che mi raccontava dei contadini di Lauregno, mi faceva sempre ridere
quando mi diceva che lassù mettevano le mutande alle
galline per poter recuperare le uova, solo dopo esserci andata, ho capito il motivo: i prati erano in pendenza (erti en
nonès)
Non so quale mestiere ha fatto da giovane, ma dal maggio
1927 fino a settembre 1928 è stato militare nei Bersaglieri
a Verona, era molto fiero di aver prestato servizio in questo
corpo, pochi giovani erano stati scelti a fare i bersaglieri.
Diceva: “Avevo la bici con le ruote piene non di gomma,
difficile da stare in equilibrio ma con la piuma sul capello”.
Quando ritornava a Romallo, le ragazze avevano tutte lo
sguardo su di Lui. Un giorno andò a fare la serenata sotto
le finestre della Catina Bertoldi,
cosi mia mamma si innamorò…
Lui è partito per la Francia nel
1929 mentre mia Mamma parti per l’America nel luglio del
1929.
Quando mio papà arrivò a Moirans ha fatto vari mestieri, prima lavorò nella fabbrica di tegole poi nei lavori pubblici:
faceva 40 km andata e ritorno
in bici in montagna per lavorare
e la sera si trovava al Bar con i
compagni di Romallo dove ha
trovato una morosa francese.
Mia mamma Catina in America
aveva trovato lavoro come sarta e il suo padrone voleva
sposarla ma Lei aveva sempre il suo Iginio in testa.
Dopo aver preso consiglio da sua sorella Lina, si imbarcò
per la Francia, ma non sapeva nemmeno una parola di
francese così capitò ad Havre. Mandò un telegramma a
mio papà dicendo che sarebbe arrivata alla stazione ma ad
aspettarla non c’era Iginio ma suo fratello Lorenzo per
spiegargli la situazione, che colpo per Catina!! In Italia non
poteva andare, ritornare in America? Era troppo difficile,
quindi Lorenzo gli propose di stare lì un pò di tempo per
aiutare sua moglie ad accudire i gemelli in arrivo. Mia Mamma era una bella donna, molto elegante, qui la chiamavano
l’Americana. Visto questo il mio Papà (o forse, chissà, se
Lorenzo gli aveva fatto la morale), lasciò l’amica e nel 1932
si sposarono. Nel 1933 nasce Giorgio mio fratello. La vita
in questo periodo molto difficile poco lavoro e pochi soldi.
Chiesero la nazionalità francese nel 1938, che gli venne
concessa nel 1939 giusto per la dichiarazione della seconda guerra mondiale. Lo arruolarono soldato i primi mesi
dell’anno, ma nel giugno del 1940 fu ferito al braccio e alla
gamba, fatto prigioniero e dopo 2 mesi all’ospedale venne
trasferito nel campo di Kaisersteinbruck, stalag 17a vicino
a Vienna. Non era tanto lontano da Romallo ma non lo
sapeva, prigioniero per 5 anni, ha trascorso brutti momenti, erano a gruppi di 6 che si sostenevano molto. In 44 sempre sotto sorveglianza lavoravano per una cascina. Quando sono stati liberati, molti furono mandati in Ucraina,
mentre mio papà venne trasportato a Odessa. Aspettavano una nave che gli avrebbe portati a Marsiglia, mai arrivata. Allora fecero ritorno un po’ a piedi e un po’ in treno. Ci
sono voluti 24 giorni per fare Odessa-Parigi. È stato l’ultimo prigioniero a rientrare a Moirans. Nessuno ormai lo
aspettava più, ma alla notizia del suo arrivo, mia mamma è
svenuta, mio fratello invece è andato alla stazione ad
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aspettarlo. Mio fratello mi disse
che quando arrivò la corriera non
ha visto mio papà ma da dietro si è
sentito sollevare con una grande
forza che gli sembrava che il suo
petto si spaccasse, si sono guardati, non si riconoscevano, poi
Papà ha preso un quadretto di
cioccolata cosi vecchio che era
bianco e duro, lo hanno mangiato
insieme. Tutti dicevano che non
era più il medesimo uomo, era dimagrito, ma anche di carattere era
cambiato, pensava solo alla sua
famiglia ed ad apprezzare ogni momento.
Nel 1945 a Natale e capodanno, Lorenzo, Pietro, Iginio e
famiglie sono andati a trovare la famiglia di Clauser Tillio
(erano parenti) fu una gioia ritrovarsi dopo tutti questi brutti
anni, fecero una grande festa e così, sono nata 9 mesi
dopo nel 1946 (il ritorno del prigioniero)!!!
Papà ha trovato lavoro in un’impresa di lavori pubblici, partiva per 8, 15 giorni a volte un mese o di più e quando ritornava era sempre una festa rivederlo. Vedo ancora mia
Mamma lavare i piatti mentre papà gli asciugava cantando
“questa sera è una brutta sera” e altre. E quando un giorno, al ritorno di Romallo gli ho cantato “vecchio scarpone”,
si è commosso.
Dopo la guerra sono stati anni difficili e mia mamma ha
fatto vari mestieri e la sera faceva la sarta fino a tarda notte.
Avevano sempre desiderato avere una casa loro così per
racimolare qualche soldo in più mia mamma decise di seguire Papà nei cantieri per fare da mangiare a più di 60-70
operai. Si andava via per alcuni mesi da aprile fino ai primi
giorni di novembre, in montagna. Quanti sacrifici, niente
acqua corrente, si andava a cercare l’acqua nel lago, niente frigo, un fornello in una baracca di legno tanto che quando c’era il vento faceva molto freddo. Per questi mesi non
andavo a scuola, mi portavo libri e quaderni per studiare da
sola perché al ritorno c’era l’esame. Sono stata bocciata
una volta, in montagna ero sempre con i bambini dei pastori, e in novembre, al ritorno a casa sentivo ancora nelle
mie orecchie le pecore belare. Avevo i rasta ancora prima
di Bob Marley!!! Non mi pettinavano quasi mai, quanta pazienza la zia Carolina aveva per pettinarmi al mio ritorno!
‘Ma no hai mai zapà i piocli’.
Finalmente i genitori hanno potuto comperare un pezzo di
terra e costruire la casa con l’aiuto dei fratelli e parenti.
I miei genitori, come pure tutti i Birti e mogli, parlavano benissimo il francese, lo leggevano ma scriverlo era molto
difficile.
La mamma mi diceva che l’integrazione passa sempre per
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gli studi, aveva ragione. Ho in testa ancora la loro fierezza
quando ho continuato gli studi, quando a 17 anni ho iniziato a lavorare, e per me quando ho potuto aiutarli a comperare col mio stipendio mensile la lavatrice, poi il frigo e la
macchina. Avevo 20 anni quando gli ho portati a Romallo
con la macchina, che ricordi, che gioia per papa ritrovare i
suoi coscritti, la sua famiglia, e per me, tutti i miei cugini e
cugine, gli amici, poter parlare con loro e farmi capire metà
in italiano e metà en nonès!!!
Quattro anni dopo papà morì, una vita difficile, cinque anni
da prigioniero, e un duro lavoro, hanno fatto si che ne andò
giovane.
Mia Mamma ha continuato ad aiutare tutti, i suoi nipotini si
ricordano sempre di Lei, delle risate, della sua gioa di vivere, dei suoi dolci. Tutti la prendono come esempio, Lei e zia
Carolina mi hanno trasmesso il piacere di leggere e imparare e spero che anch’io abbia trasmesso questa voglia ai
miei figli, Noël e Aurelie.
Catina sarebbe fiera del suo nipote Noël per gli studi che
ha fatto e per il mestiere che svolge (professore d’università e ricercatore in matematica applicata e informatica).
Molto contenta anche di Aurelie (prima nel medicale e
adesso professoressa) ha cercato fin da giovane di ritrovare le sue origine ha fatto uno stage con i ‘Trentini nel mondo’, un grazie ai miei cugini Guido e Michelangela che l’avete accolta a casa vostra. Ha studiato un anno
all’università di Genova e un anno all’università di Milano
infatti parla e scrive l’italiano meglio di me!!!
In conclusione
I Miei sono nati nel 1900, poveri, hanno dovuto emigrare,
ma con tanta volontà sono riusciti a superare le difficoltà,
hanno conosciuto due guerre con tanti danni ma sono rimasti in piedi vivendo in un secolo di tante scoperte.
Saluto tutti i miei Birti e Bertoldi di Romallo (ho sempre una
metà di me qui in Francia e una metà a Romallo, Saluto
anche tutti quelli che conosco e non conosco, vi auguro
Buon Natale e felice Anno Nuovo.
Christiane (Cricri) Paterno
Approfondimenti
LA RIFORMA ISTITUZIONALE
La riforma istituzionale, introdotta dall’ass.re provinciale Carlo Daldoss, ha posto tutti i Comuni con un
numero inferiore a tre mila abitanti di fronte alla scelta tra “gestione associata dei servizi” e “fusione tra
comuni”. Cerco di spiegare in modo estremamente
sintetico che cosa comportano questi due diversi
percorsi, rispondendo ad alcune domande che potrebbero idealmente essere state poste da un qualsiasi cittadino.
Che cosa vuol dire “gestione associata dei servizi”?
La gestione associata dei servizi comporta la condivisione delle risorse umane delle amministrazioni e la
costituzione di centri di gestione per i singoli servizi
(es: ufficio tecnico, tributi, ragioneria, ecc.), pur mantenendo la potestà delle Amministrazioni comunali ad
oggi attive. In questo casola sfida, per altro non banale, è quella di garantire servizi dislocati sul territorio e
contemporaneamente ridurre il livello di spesa corrente. Vi ricordo che nella pubblica amministrazione vige
la regola del blocco turn over dei dipendenti (fino al
2016 si sostituisce 1 dipendente pubblico ogni 5 che
terminano il loro rapporto di lavoro, dal 2016 si sostituirà1 dipendente su 10). Il principio della gestione associata prevede che i dipendenti che rimangono in servizio, sopperiscano ai dipendenti che vanno in pensione.
Che cosa vuol dire “fusione dei comuni”?
La fusione dei comuni presuppone invece, previo referendum a suffragio universale, la cancellazione delle
singole amministrazioni a favore di una nuova unica
amministrazione (quindi una nuova giunta comunale
ed un nuovo consiglio comunale) e la nascita del comune unico così come in Val di Non è già successo a
favore della nascita del comune di Predaia (nato dalla
fusione dei comuni di Taio-Smarano-Vervò-Tres-Coredo), del comune di Ville d’Anaunia (nato dalla fusione
dei comuni di Nanno-Tassullo-Tuenno), del comune
del Contà (nato dalla fusione dei comuni di Terres-Flavon-Cunevo), del comune di Amblar-Don. Il solo processo di fusione bloccato per volontà popolare è stato
quello dell’Alta Val di Non, che ha visto la vittoria dei
“no” nel comune di Malosco. Complessivamente, il
numero di comuni in Val di Non si è ridotto da 38 a 29
comuni. Le disposizioni relative al blocco del turn over,
impartite per la gestione associata, restano valide anche in caso di fusione dei comuni.
A che punto siamo con la riforma istituzionale?
Ad oggi non vi è, di fatto, nulla di definitivo. Il 10 di
novembre la Provincia Autonoma di Trento, attraverso
una delibera della Giunta Provinciale, ha stabilito gli
ambiti di gestione associata in tutta la Provincia di
Trento, stabilendo, su indicazione delle amministrazioni comunali stesse, di individuare per il nostro territorio
un ambito che comprendesse i comuni di Cagnò-Revò-Romallo-Cloz-Brez-Castelfondo. Il comune di Castelfondo nel frattempo ha eletto la
nuova amministrazione, dopo sei mesi
di commissariamento e dovrà decidere
a breve se rimanere nell’ambito stabilito
o avviare ragionamenti differenti.
Qual è il punto di vista dell’Amministrazione comunale di Romallo?
Il punto di vista del nostro Consiglio comunale è stato innanzitutto pienamente
condiviso, fisso e chiaro fin dall’inizio
della contrattazione con le altre amministrazioni. Chiarezza, determinazione,
coerenza ci hanno davvero contraddistinto.
L’idea di fondo è che il territorio del No-
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vella (per capirci da Cagnò a Castelfondo…con un ragionamento di apertura anche su Dambel ….) debba
rimanere unito e che la creazione di confini che non
trovano giustificazione, costituisca un limite per la costituzione di nuove strategie nella pianificazione urbanistica-economica-turistica-agricola.
Nell’ultimissimo periodo, il quadro amministrativo della
Val di Non e del Trentino è molto cambiato; la nascita
di comuni con oltre 5 mila abitanti fa sì che i nostri interlocutori nella costruzione delle strategie di valle siano forti, organizzati e strutturati. Alcuni comuni che
hanno deciso di intraprendere il percorso di fusione
avevano già oltre 2 mila abitanti.
Il territorio individuato per la gestione associata è il territorio ideale per una futura fusione tra comuni. Esso
rappresenta l’ambito ideale nel quale si massimizza
coesione territoriale, vocazionalita’, capacità di costruire strategie e di sentire il proprio peso politico.
Da qui l’idea di costituire una gestione associata da
considerare come un passaggio temporaneo nel quale uniformare regolamenti, piani regolatori, aliquote relative alla tassazione per poi avviare, senza passaggi
forzati il processo di fusione prima del 2020.
Questi adempimenti infatti richiedono di essere vagliati e condivisi tra le amministrazioni partner; vivecersa,
proprio esperienze di recenti fusioni ci hanno fatto riflettere e credere che processi troppo rapidi possano
accompagnarsi a sottovalutazioni di criticità iniziali,
che meritano di essere sviscerate e messe a fuoco per
creare un sistema di gestione coeso ed efficiente.
La creazione di un comune grande non comporta il rischio di creare una struttura lontana dai
cittadini?
Questa è senza dubbio la sfida sulla quale dobbiamo
lavorare noi amministratori. Creare strutture snelle e
capaci di rispondere ai veri bisogni del cittadino e di far
convergere interesse pubblico e interesse privato.
L’impiego anche nella pubblica amministrazione di
tecnologie informatiche mirate a ridurre i tempi della
burocrazia è un dovere. La dimensione di circa 4 mila
abitanti è inoltre la dimensione ottimale (lo dicono i
dati….) per massimizzare la riduzione della spesa pubblica, garantendo nel contempo servizi di alto livello.
Qual è il livello di spesa del comune di Romallo?
Il comune di Romallo è tra i comuni che hanno una
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spesa reale inferiore alla spesa prevista dal fabbisogno
standard. Il che vuol dire che spendiamo 374 mila euro
all’anno contro i 417 mila euro all’anno previsti dalla
PAT in base a vari parametri che tengono conto dei
servizi, delle caratteristiche territoriali, del numero di
abitanti. Il risparmio è disponibile per gli investimenti.
La PAT ha comunque stabilito che anche noi possiamo contribuire a ridurre la spesa corrente dei comuni
del Trentino (che alla fine del processo dovrebbero risparmiare circa 8 milioni) chiedendoci di tagliare 60
mila euro all’anno sulla spesa corrente. Si tratta sicuramente di un obiettivo non facile da raggiungere ma
siamo pronti a fare la nostra parte rendendo più efficienti le nostre strutture dal punto di vista energetico,
riorganizzando secondo i principi della gestione associata le risorse umane, ecc.
Vi invito a porre altri quesiti o ad esporre vostre considerazioni all’amministrazione comunale attraverso il
sindaco, la giunta, i consiglieri. Il processo partecipativo deve, per quanto possibile, coinvolgere tutti e tutti
gli elementi raccolti contribuiscono a definire la situazione.
Nel caso di fusione i comuni pre-fusione possono avere la garanzia di essere rappresentati nella
giunta e nel consiglio del nuovo comune?
Tale questione è già stata verificata. Vincolare i seggi
del consiglio e della giunta ai comuni pre-fusione è
anti-costituzionale. In democrazia valgono i numeri ed
i voti. Solo al primo turno elettorale sono ammessi criteri vincolanti relativi alla rappresentanza sulla nomina
degli assessori.
Cosa succede al patrimonio forestale ed immobiliare del comune che intraprende il percorso di
fusione?
I patrimoni possono essere tutelati attraverso specifici
accordi da stilare in fase di redazione del progetto di
fusione. In alternativa si possono istituire le “Amministrazioni Separate di Uso Civico” ASUC specificatamente finalizzate alla gestione del patrimonio forestale.
http://www.comunitrentini.it/Aree/Innovazione/Progetti/Fusione-dei-Comuni
Silvano Domicini
Approfondimenti
SCUOLE ELEMENTARI DI ROMALLO……QUANTI RICORDI
Passando per Via Bertolini a Romallo, molti di noi volgono spesso lo sguardo sull’edificio che attualmente
ospita l’ambulatorio comunale, ma che fino al 2001
era uno dei simboli della nostra Comunità, centro delle istituzioni e della vita del paese.
Già verso il 1868, quando Romallo apparteneva
all’Impero Austro Ungarico, l’emanazione di un editto
imperiale stabilì l’obbligatorietà dell’istruzione popolare a tutti i cittadini dell’impero.
Prima di tale anno a Romallo l’istruzione era seguita
da un Curato primissario. L’istruzione andava di pari
passo con l’apprendimento della religione: potremmo
definirla una specie di “catechesi” dell’era moderna. Il
Curato insegnava le materie gratuitamente e le famiglie potevano o meno elargire offerte spontanee.
Nel 1872 l’onere di mantenere il livello di istruzione tra
la popolazione passò al Primissario civile. Padre Sisinio nella sua opera “Romallo, Brevi memorie” ricorda
tra i primi Maestri il Sig. Slanzi, il Sig. Loner, la Sig.ra
Vittoria Pedrotti, la Sig.ra Teresa Gentilini.
In un primo periodo bambini e bambine frequentavano le lezioni separatamente: i bambini nella canonica;
le bambine in un edificio in Piazza M. Pellegrina già
sede del Municipio.
Dal 1895 i bambini vennero mandati a Revò, in modo
da potere prevedere un’istruzione più mirata con la
suddivisione per classi di età. Questa situazione durò
circa 7 – 8 anni. Successivamente le scuole vennero
riportate nel paese.
Scoppiò la Prima Guerra mondiale e dopo i ben noti
fatti Romallo, con il resto del Trentino, passò al regno
d’Italia.
Giuseppe Bottai. Ministro dell’Educazione
nazionale (dal ‘36 al ‘43)
nel ’39 riforma la scuola
attraverso la Carta della
Scuola, provvedimento
con forti connotati
sociali. Nel 1938 è a
Romallo per l’inaugurazione del nuovo edificio
scolastico
Indicate dalla freccia le particelle fondiarie 669 e
670, sulle quali è stato eretto l’edificio scolastico di
Romallo - tratto dalla Mappa catastale storica
Austro ungarica
Dai primi anni trenta, sulla spinta del Curato don Zini,
i romallesi sentirono il bisogno di erigere un nuovo edificio, più confacente e decoroso, e dove l’istruzione
dei bambini potesse avvenire al meglio. Fu così che
grazie al decisivo apporto della popolazione, che prestò gratuitamente ben 1264 giornate lavorative, grazie
al taglio del legname offerto dal Comune unificato di
Revò ed al loro trasporto offerto dai carrettieri di Romallo, venne finanziato il 50 % della spesa prevista,
per l’erezione di un nuovo edificio su terreno sito nella
parte nord della parte bassa del paese (za la Vila) sulle due particelle fondiarie 669 e 670 in Comune Catastale di Romallo.
Il restante 50% dei fondi necessari per la costruzione
dell’edificio venne chiesto nel 1938 dal Podestà al Ministero della Pubblica Istruzione (Ministero dell’Educazione Nazionale). Il finanziamento non tardò ad arrivare: ben 60.000 Lire dell’epoca.
L’apertura del nuovo edificio scolastico e relativa inaugurazione avvenne in pompa magna, alla presenza
dell’allora Ministro dell’Istruzione Bottai.
L’edificio è stato oggetto di una prima grande ristrutturazione con ampliamento con progetto datato
25.01.1965 a firma dell’Ing. Silvio Zanoni. In quell’occasione si decise di ampliare il corpo di fabbrica a
fianco dell’ edificio esistente.
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Approfondimenti
La previsione era quella di realizzare due nuove aule a
piano rialzato ed a primo piano, l’ufficio comunale
nella parte est del nuovo ampliamento e l’abitazione
per il segretario comunale a secondo piano. A piano
terra si prevedeva la realizzazione del magazzino per
i vigili del fuoco.
Il costo dei lavori era di 13.800.000 Lire – di cui
10.920.000 per lavori a base d’asta e 2.880.000 per
somme a disposizione dell’Amministrazione, comprese spese per i nuovi arredamenti. Tali somme vennero
successivamente coperte con contributo provinciale
e mutuo.
Nel medesimo periodo vennero realizzati alcuni lavori
di piccola edilizia rurale scolastica, in seguito ad alcuni danni cagionati dallo sversamento di acqua dell’impianto idrico.
Tutti questi lavori vennero portati a termine nel 1967.
Ne seguì inaugurazione alla presenza delle autorità civili ed ecclesiastiche.
Fu così che da tale data l’utilizzo del nuovo edificio
venne ottimizzato. Nell’aula a piano rialzato verso sud
venne previsto un bilocale per la Cassa Rurale; le aule
prima e seconda vennero previste nell’altra aula a piano rialzato (primo piano); le classi terza, quarta e quin-
1967 - Benedizione degli Uffici comunali da parte
del Parroco Don Luigi Lorandini
Aule a piano rialzato prima del loro parziale utilizzo
da parte della cassa Rurale
Un momento dell’inaugurazione della nuova ala
dell’edificio scolastico. Il Sindaco Angelo Dominici
tiene il discorso inaugurale alla presenza delle
autorità civili e religiose
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ta nelle aule a secondo piano, mentre gli uffici comunali nell’attuale Sala Minore (Ufficio e relativo Archivio).
Arriviamo quindi al 1981, quando la Cassa Rurale trasferisce la propria sede in Piazza M. Pellegrina ed i
Approfondimenti
L’edificio scolastico nella veste ante lavori 1996.
A sinistra l’antico corpo originario del 1938, nella parte destra l’ampliamento del 1967
locali fino ad allora occupati dalla stessa vengono utilizzati per il nuovo ambulatorio comunale, che fino a
tale anno si trovava a secondo piano dell’edificio,
nell’ex abitazione del Segretario comunale. La sistemazione venne realizzata con minima spesa, riattando le scalette di ingresso realizzate qualche anno prima per la Cassa Rurale. Sempre nel 1981 vennero
demolite alcune solette nelle aule a piano secondo,
con rafforzamento delle strutture portanti (Lavori realizzati dall’Impresa Edile di Giuseppe Pancheri “Bepi
Boz”).
Nel 1996 venne realizzato il cappotto termico e nello
stesso periodo vennero realizzati il 1° lotto di ristrutturazione dell’edificio scolastico con rifacimento impianti tecnologici (Delibere 115/96 di approvazione del
progetto in linea tecnica, 132 del 2.07.1996 in linea
esecutiva); il 2° lotto con opere da muratore, da elettricista e termosanitarie; lavori in economia; tinteggiatura esterna e approntamento sala per il circolo anziani.
Seguiranno il campo da calcetto, la cui pavimentazione venne completamente rinnovata con apertura di
un Mutuo con l’Istituto di Credito Sportivo CONI nel
1998 (Delibera giuntale 145/98) ed infine la realizzazione degli spogliatoi nel 2001. Ultimo atto con le
Scuole in fase di chiusura definitiva.
Il 2001 è l’anno in cui le Scuole vengono definitivamente chiuse e tutti i nostri bambini vengono trasferiti
nelle Scuole sovracomunali di Revò.
L’edificio, occupato oggi dall’Ambulatorio (in fase di
imminente trasloco nella nuova sede presso il Municipio) e dalle Associazioni (per la verità in maniera saltuaria e discontinua) si è ora svuotato dei suoni, dei
rumori, degli schiamazzi, delle risate dei bambini per
anni lo hanno reso “vivo”.
La sua chiusura, con conseguente e contemporaneo
spostamento dei bambini verso le Scuole di Revò, ha
segnato l’inizio di un lento e progressivo degrado nel
tessuto sociale del nostro paese, di un lento svuotamento della Piazze e di un inesorabile mutazione delle
abitudini quotidiane della nostra gente.
Fausto Garbato
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Approfondimenti
DIECI ANNI DA ROMALLESE
Janusz Adam Slowik , nostro compaesano, è arrivato in Italia dal febbraio 1997. La prima esperienza
lavorativa in Italia è stata in un’Azienda di produzione imballaggi per agricoltura, in un paese in provincia di Caserta.
Dopo che il fratello Mariusz si è spostato in Trentino
per la raccolta delle mele, anche Janusz ha seguito
il familiare, trovando presto impiego presso l’attuale
azienda dove lavora.
Oggi Janusz vive a Romallo in Piazza Agosti, con la
moglie Marta ed il figlio Olivier.
questi sono ancora in contatto con me e familiari. Mi
sentivo perfettamente integrato anche se non parlavo
ancora bene l’italiano. Li si parlava uno stretto dialetto
campano.
Quando hai deciso di cambiare luogo di lavoro e
di residenza?
JANUSZ: Dopo che mio fratello Mariusz si è trasferito
in Trentino, io e i miei genitori siamo tornati in Polonia,
nella nostra regione di origine: Zielona Go’ra, nel paese di Malomice, che conta circa 8.000 abitanti.
Il mio paese di origine è situato in una zona completamente pianeggiante, molto diversa dal Trentino.
Perché avete poi deciso di ritornare?
JANUSZ: Io avevo avuto occasione diverse volte di
visitare mio fratello a Romallo. Il paese e la gente mi
erano piaciute da subito. Quindi, dopo che i miei genitori sono tornati in Italia, a Romallo, ho deciso anche
io di venirci. In Polonia ora c’è solo mia sorella maggiore, Urszula. Lei in Polonia ha famiglia.
Molto bene. Allora raccontaci di te come romallese.
Ciao Janusz. Raccontaci un po’ della tua esperienza in Italia.
JANUSZ: Sono arrivato dalla Polonia per ricongiungermi con i familiari: mio papà, mia mamma e mio
fratello. Mi sono trovato bene in Italia, perciò ho deciso di rimanere qui.
All’inizio vivevo in una bella casetta vicino al mare. A
Mondragone, in provincia di Caserta, ho lavorato per
circa quattro anni in un’azienda di produzione imballaggi per l’agricoltura.
Come ti trovavi in questa azienda? Ti sentivi integrato?
JANUSZ: Mi trovavo molto bene in generale ed in
quel periodo ho conosciuto diverse persone. Alcuni di
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JANUSZ: I primi due anni in Trentino ho abitato a
Tuenno. Anche li mi trovavo bene. Nel 2004 mi sono
trasferito a Romallo, dove c’erano i miei familiari. Prima lavoravo alla Ditta Ghezzi - Sistemi di Fissaggio di
Tuenno. Poi, una volta trasferitomi a Romallo, sono
andato a lavorare a Mezzolombardo, alla Ditta Europa
Steel (2003 – 2009).
Dal 2010 sono ritornato a lavorare alla Ditta Ghezzi.
Che ci dici della tua attuale famiglia?
JANUSZ: Ho conosciuto Marta, mia moglie, nel 2006.
Marta in Polonia era originaria di Cracovia, Frazione
Nowa Huta. Cracovia dal mio paese di origine dista
ben 500 chilometri. Lei lavorava a Fondo all’albergo
Lady Maria. E’ stato amore a prima vista! Ci siamo
trasferiti nella nostra attuale casa di Piazza Agosti nel
2007. Prima abitavo in Via Pancheri . Il 04 gennaio
2008 ci siamo sposati.
Nel 2010 è nato Olivier, il nostro piccolo.
Approfondimenti
Nel 2013, il 25 luglio, quando c’è stato il famoso
incendio a Romallo voi eravate li…?
JANUSZ: Si. Ricordo molto bene quanto accaduto.
Noi eravamo di ritorno dall’aeroporto di Bergamo proprio quella sera. Siamo rientrati prima di mezzanotte e
fino alle due siamo rimasti svegli. Fino a quell’ora tutto
era apposto. Poi, verso le tre ho sentito un forte rumore. Pensando che fossero dei ladri mi sono alzato….
ed a quel punto un vicino di casa è venuto a dare
l’allarme, avvisandomi che c’era un incendio.
Ne è seguita una precipitosa fuga: in quel momento il
mio pensiero è andato a mia moglie e mio figlio: abbiamo preso solo i documenti e niente altro e siamo
scappati. Ancora oggi ricordo tutto molto bene.
Olivier, nato in Italia, ha moltissimi amici.
Anche io e Marta abbiamo amici. Ormai ci sentiamo
romallesi al cento per cento.
Hai pensato al tuo futuro in Italia?
Dimmi qualcosa della gente di Romallo; una tua
impressione..
JANUSZ: Si. Il nostro desiderio è quello di rimanere
qui in Italia e costruire un futuro solido e certo per il
nostro piccolo. L’occasione che mi è capitata con
questo articolo è molto preziosa: posso farmi conoscere anche da chi non ancora mi conosce; posso
fare capire a tutti i compaesani quali siano i sacrifici
che noi immigrati abbiamo affrontato ed affrontiamo
giornalmente.
Mia moglie attualmente è impegnata nel volontariato.
Io sto pensando seriamente di entrare attivamente in
una delle belle associazioni del paese.
Ringrazio tutti, specialmente mia moglie e mio figlio, i
miei genitori e mio fratello.
Un vero e sincero grazie ai proprietari della casa in cui
vivo: Stefano e Lorenza. Con loro si è instaurato un
bellissimo rapporto, all’insegna della reciproca stima e
del reciproco rispetto.
Grazie di cuore a tutti i romallesi!
JANUSZ: Con la gente di Romallo mi sento molto
bene: perfettamente integrato. Soprattutto mio figlio
Slowik Janusz Adam
Insomma: una grande fortuna nella tragedia.
JANUSZ: Si verissimo. Tutto passato anche se spesso ci ricordiamo dell’accaduto ed alla fortuna che abbiamo avuto
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Approfondimenti
PRONTI PER UNA NUOVA AVVENTURA
Volevamo iniziare questa nuova avventura insieme nel
migliore dei modi e riuscire a far sentire tutti i bambini
importanti, ognuno con le sue peculiarità così abbiamo
deciso di affidarci ad un meraviglioso libro:
NEL PAESE DELLE PULCETTE di Beatrice Alemagna
( ed Phaidon , 2009 )
Il paese delle pulcette è un vecchio materasso in fondo
al giardino. Le pulcette ci abitano da tanti anni, ogni
pulcetta nel suo buchino. Oggi è il compleanno della
pulcetta cicciottella, sarà la prima volta che si incontrano. Finalmente suonano alla porta, la pulcetta corre ad
aprire, ma la aspetta una brutta sorpresa, le ospiti non
sono bianche e cicciottelle come lei. Fissando una pulcetta davanti a lei chiede con voce contrariata “E tu
perché sei così magretta?” la pulcetta magra non sa
cosa rispondere, guarda la sua vicina e le chiede: “E tu
perché sei gialla come una banana?” Inizia così un giro
di domande fra le pulcette: “Perché hai gli occhi così
grandi?” “ Perché hai le gambe così lunghe?” “Perché
sei variopinta come un pappagallo?” Ogni pulcetta
giunge alla stessa conclusione:” non possiamo farci
niente, non si può scegliere, si nasce come si nasce,
uno diverso dall’ altro. Decidono allora insieme di dare
inizio alla festa!
Abbiamo letto in classe questa storia, drammatizzandola e interpretandola, cercando di trasporre il significato sul nostro gruppo classe.
Ogni bambino si è presentato cercando di dire cosa gli
piace fare in cosa riesce bene e dove invece trova delle
difficoltà. Questo è servito per conoscerci meglio e per
capire che in classe non siamo tutti uguali e che la nostra ricchezza sta proprio in questa nostra diversità,
perché siamo differenti e, perciò, siamo speciali.
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Da qui è nata l’idea di realizzare il materasso delle pulcette.
Con materiali di recupero lo abbiamo assemblato, poi
ognuno di noi ha creato la sua pulcetta (anche gli insegnanti !) facendo in modo che lo rappresentasse e lo
rendesse diverso da tutti gli altri… così è nato il nostro
paese delle pulcette!
I BAMBINI di CLASSE PRIMA della SP di Revò
Associazioni
CIRCOLO PENSIONATI SAN BIAGIO ROMALLO 2015
E’ passato un anno da quando abbiamo scritto l’ultimo articolo per il giornalino, con cui ogni anno il Comune da l’occasione per esprimere al meglio l’attività che durante tale
periodo è stata svolta dal nostro Circolo. Anche durante il
2015 diverse sono state le occasioni ricreative, culturali e
sociali che sono state organizzate in favore dei nostri tesserati e simpatizzanti del nostro circolo.
All’interno del programma sociale del 2015, una delle manifestazioni più importati è stata la cerimonia del 10° anniversario del nostro gemellaggio con il “Centro sociale di Spello”.
Accompagnati dal “Coro Abete Rosso” di Bedollo, lo scorso
mese di maggio 2015, siamo stati ricevuti dalle varie autorità di Spello, Città di 12.000 abitanti in Provincia di Perugia,
Il mese di settembre c’è stata anche da parte dei rappresentanti del loro centro sociale la visita a Romallo ed in Valle di
Non, occasione per coinvolgerli nella raccolta delle mele.
Il Circolo Pensionati San Biagio, dopo essere stato l’ideatore dei corsi dell’Università della Terza età nell’anno 2001, ha
ospitato l’anno accademico 2013 – 2014 presso la propria
sede, con numerosa partecipazione di studenti provenienti
dai Comuni di Brez, Cagnò, Cloz, Revò e Romallo.
Nel mese di aprile è stato fatto il pranzo sociale presso l’Albergo Bertolini di Romallo con la partecipazione numerosa
di tesserati e simpatizzanti convenuti da diversi paesi della
Valle di Non.
Come tutti gli anni fra le varie attività del Circolo, vengono
organizzate diverse gite di un giorno, sempre molto partecipate, con grande soddisfazione da parte degli organizzatori.
Ormai da diversi anni il Circolo organizza un soggiorno marino estivo di 15 giorni, che coinvolge sempre molti partecipanti di diverse Comunità della Valle di Non.
Il 12 novembre 2015 è stato organizzato presso la nostra
sede un incontro con il Gruppo Giovani della terza sponda
“Carez”. Nell’occasione è stato insegnato a loro un corso di
cucina a base di pasti di una volta “Tortiei di patate” e “Minestra d’orzo” e contorni vari. Durante l’incontro da parte
nostra è stata manifestata la disponibilità alla ripetizione di
queste occasioni ed esperienze.
Il mese di dicembre sarà organizzato un incontro presso la
sede, per lo scambio di auguri per le feste natalizie e per
l’anno nuovo, con probabile tombola e rinfresco per l’occasione.
L’ultimo giorno dell’anno 2015 sarà organizzato il tradizionale cenone di fine anno, sempre presso la sede del Circolo.
Ci sarebbe molto altro da dire sull’attività svolta durante il
2015, ma concludiamo per ringraziare tutti coloro che durante l’anno appena trascorso, hanno collaborato dando
man forte per la continuazione della vita sociale del nostro
Circolo pensionati San Biagio di Romallo. Un particolare
grazie va rivolto all’Amministrazione comunale di Romallo,
guidata dal nostro Sindaco Silvano Dominici, sempre presente alle nostre manifestazioni e con costante interessamento personale verso la nostra realtà durante tutto l’anno.
Un grazie va anche al personale del Comune di Romallo
(Vigilio e Fausto), per l’aiuto prestato nella predisposizione di
alcune pratiche cartacee occorrenti per la segreteria del circolo.
Per concludere un pensiero riverente va a tutti coloro che
non sono più tra noi e saranno per noi un perenne ricordo.
Il Presidente
Lorenzoni Germano
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Associazioni
Il Coro Maddalene in Sardegna in occasione
della “IV rassegna Nuoro città dei Cori”
Da venerdì 19 a domenica 21 giugno u.s. il Coro Maddalene si è recato in trasferta in Sardegna per partecipare alla “IV rassegna Nuoro città dei Cori”.
L’invito al nostro Coro, pervenuto via mail già il 9 febbraio 2015 dal Coro Nùgoro Amada, prevedeva una
trasferta di tre giorni in Sardegna, nella Barbagia e precisamente nella città di Nuoro.
Il Coro Nùgoro Amada, è nato all’inizio del 1993 con
l’intento di riscoprire, salvaguardare e tramandare le più
antiche melodie popolari Sarde. In particolare esegue
canti popolari della musica della Barbagia indossando il
costume tradizionale Nuorese.
Il Coro Maddalene, con particolare soddisfazione ed
entusiasmo, ha accettato l’invito e durante la primavera
abbiamo portato a termine tutte le fasi organizzative per
il buon fine del viaggio. Per l’occasione il coro ha imparato il famoso inno “Dimonios”, brano che abbiamo
eseguito al termine del concerto di venerdì con la fanfara “Brigata Sassari”
Il 19 si parte da Revò alle 04:30 per Milano Linate. Volo
Alitalia con arrivo ad Alghero alle 9:45. All’aeroporto il
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Coro Nùgoro Amada ci attende con un grande cartello
con scritto “Benvenuto Coro Maddalene”. E’subito amicizia e allegria. Fuori dall’aeroporto ci vengono offerti
dal coro dei dolci tradizionali Sardi e del buon vino dolce.
Si parte per Nuoro.
Durante il viaggio, il presidente Piero Demurtas e gli altri
appartenenti del coro Nùgoro Amada ci illustrano i paesaggi con le varie culture e ci spiegano le tradizioni
sarde. Il paesaggio è incantevole. Purtroppo l’agricoltura evidenzia la mancanza di acqua, anche se ci dicono
che in quella particolare zona della Sardegna l’acqua
non manca. Il problema è che non ci sono impianti irrigui come siamo abituati a vedere nella nostra valle.. Un
grande peccato.
Arrivati a Nuoro, dopo il pranzo, riposo e a seguire prove generali.
Alle 20:30 ha inizio il concerto nel Teatro Eliseo di Nuoro
con l’esecuzione di 8 brani da parte del Coro Maddalene. Il Coro Nùgoro Amada, ci autorizza ad eseguire il
canto popolare più famoso della Sardegna dal titolo
“non potho reposare”. Al termine dell’esecuzione è
un’ovazione..tutti i presenti in piedi per la bella esecuzione. Prima dell’esebizione finale del Coro Nùgoro
Associazioni
Amada, il Gruppo Folk “Murales di Orgosolo” ha eseguito alcuni canti a tenore. Quattro cantori che svolgono ruoli distinti. Il solista chiamato “sa boghe” viene accompagnato “ad accordi” da un coro a tre parti vocali.
Anche l’inno “Dimonios” eseguito dalla Brigata Sassari
con il Coro Maddalene è un successo.
Cena nel parco della città con gli organizzatori e componenti di altri Cori preparata dai bravi Alpini in congedo del gruppo ANA Barbagia. Chiaramente il vino Cannonau non può mancare e ce n’è in abbondanza…..
Sabato alle ore 10:00 siamo ricevuti in comune dal neo
eletto Sindaco di Nuoro dott. Andrea Soddu. Nella
sala consigliare il sindaco dà il benvenuto a tutti noi e ci
illustra brevemente la storia e la situazione della città di
Nuoro. Dopo l’intervento del Sindaco il Vicepresidente
porta i saluti del Presidente Fauri, del Presidente emerito Vender, del Sindaco Maccani Yvette e di tutte le amministrazioni comunali da dove provengono i coristi del
Maddalene. Infine dopo aver brevemente ricordato la
storia del coro Maddalene, dalla sua fondazione fino ad
oggi, vengono consegnati al Sindaco alcuni omaggi in
ricordo della nostra valle.
Pomeriggio trasferimento al villaggio “Agrustus di Budoni” vicino a San Teodoro con concerto e cena programmati per i due cori dall’organizzazione del villaggio. Oltre ai turisti Italiani nel villaggio vi sono parecchi
turisti Francesi.
Per la domenica gli impegni ufficiali sono terminati, ma
il Coro Nùgoro Amada ci riserva ancora delle sorprese.
Passeggiata in città e visita del Museo degli usi e costu-
mi della Barbagia, trasferimento sul monte Ortobene
per il pranzo preparato dagli amici del coro e dal gruppo alpini Barbagia.
Si inizia con l’antipasto a base di formaggio pecorino e
il pane “Carasau”, celebre per la sua finezza, per proseguire poi con l’agnello cotto al caminetto infilzato allo
spiedo del girarrosto. Il tutto accompagnato da uno
speciale Cannonau prodotto anche dal Presidente Piero. Il pomeriggio prosegue in allegria e in amicizia con
esecuzione di canti Trentini e Sardi.
Dopo il pranzo, in una cornice amichevole e allegra
vengono consegnati al Coro Nùgoro Amada, agli Alpini
e agli amici del coro alcuni omaggi della nostra terra
che sono stati molto apprezzati. Verso le 16:30 dopo i
saluti e gli abbracci ci siamo trasferiti ad Alghero per il
rientro a Revò.
Durante il rientro tutti i coristi hanno espresso grande
soddisfazione e piacere per la buona riuscita del viaggio, ma anche contenti nel vedere la naturale e semplice ospitalità della gente Sarda.
Durante tutta la nostra trasferta siamo stati accompagnati dal dott. Luigi De Carli di Trento che vive in Sardegna ma che periodicamente ritorna con la moglie in
Trentino.
Nel corso del 2016 il Coro Maddalene ha in programma
di ricambiare la visita al Coro Nùgoro Amada e sicuramente anche in quell’occasione l’amicizia e l’allegria
non mancheranno.
Francesco Iori
Dopo 40 anni di intensa attività
il Cav. Carlo Vender lascia la carica
di Presidente del Coro Maddalene.
Nel mese di dicembre u.s. il Cav. Carlo Vender, presidente da più di 35 anni del Coro Maddalene, originario
di Rumo ma trasferitosi da parecchi anni in quel di Parma per motivi di lavoro, ha comunicato al “suo” coro la
volontà di lasciare la carica di Presidente. Il cav. Carlo
Vender, classe 1927, ha per molti anni ricoperto in
modo esemplare e con infaticabile sostegno la carica di
Presidente del Coro Maddalene. Possiamo dire senza
ombra di dubbio, che i componenti del Coro Maddalene nei molti anni di attività, hanno avuto la possibilità di
viaggiare in tante parti del globo, conoscere moltissima
gente e cantare con tanti cori di altre nazioni. Parecchie
sono state le trasferte del Coro principalmente nei paesi dell’est, dove il Cav. Carlo Vender era molto conosciuto e stimato da cori e autorità locali.
Il coro Maddalene nel mese di maggio, con apposita
visita in quel di Parma, ha voluto ringraziare e festeggiare il suo “Presidente” con la moglie e amici per l’intensa
attività svolta a favore della nostra associazione. In
quell’occasione è stata consegnata una pergamena
con l’indicazione della nomina a “Presidente Emerito”
da parte del Coro Maddalene.
Tutti noi coristi ringraziamo sentitamente il nostro “Pre-
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Associazioni
sidente Emerito” per quanto fatto in questi anni. Auguriamo a lui e alla moglie Bruna ancora tanta felicità e
salute con la speranza che anche in futuro possa esserci vicino e sostenerci come lui ha sempre fatto in questi
anni. Grazie Carlo.
Il tuo coro
Nell’assemblea ordinaria tenutasi in marzo 2015, il Coro
Maddalene ha eletto quale nuovo presidente dell’associazione “Coro Maddalene” il Cav. Pierluigi Fauri di Livo.
Vogliamo anche ricordare che nel corso del 2015, oltre
ai tradizionali concerti, il coro ha partecipato a diverse
rapresentazioni organizzate con gli alunni dell’Istituto
Comprenivo Scuola Media di Revò per ricordare i 100
anni dall’entrata in guerra dell’italia.
Nelle giornate dal 13 a 15 Novembre u.s., il Coro ha
anche partecipato con altri sei cori proventienti dalla
Provincia di Bolzano, ad una tre giorni di “esperienze
vocali”, organizzato dalla Federazione cori dell’alto Adige della quale la Presidente è la nostra compaesana
Tamara Paternoster.
L’occasione è gradita per fare i migliori auguri di Buon
Natale e di un Felice e Prospero 2016 a tutti da parte
del Coro Maddalene.
Francesco Iori
LA MARIANELA
Anche questo 2015 è
giunto al termine e le feste sono ormai alle porte....
L’anno scorso ci siamo
lasciati senza conoscere
l’esito del concorso Mario Roat a cui abbiamo
preso parte con il nostro
ultimo lavoro: “ Sogno
poetico di una gallina ritmica, ovvero: ah stiamo freschi
se la Galina canta!”...
E’ stato esaltante e sicuramente un po’ inaspettato ricevere non un solo premio, ma bensì: il premio della
Giuria dei Giovani, il premio Gradimento del pubblico e
un riconoscimento per le scenografie. Per questo motivo abbiamo deciso si riproporre “La Gallina canta”
anche per questo 2015, in attesa di preparare qualcosa di nuovo per il prossimo anno...
tante filodrammatiche che ci intratterranno e divertiranno con i loro spettacoli:
Sabato 9 gennaio ore 21 filodrammatica di Ora:
“Tango monsieur?”
Sabato 16 gennaio ore 21 filodrammatica di Revò:
“La è stada grosa”
Sabato 23 gennaio ore 21:
Spettacolo a sorpresa....
La novità del 2016 sarà una mini-rassegna del teatro
dei ragazzi, che vedrà protagonisti i giovani attori di
domani:
Domenica 31 gennaio ore 16:30
Filo “S. Genesio” di Calavino e Associazione “Oasi della Valle dei Laghi”: “ ‘Na crociera...de sogno”
Mi raccomando vi aspettiamo numerosi!!!!
PS: Aiutateci a far rivivere il teatro, una realtà che purtroppo sempre più spesso sembra andare in declino...
Nel frattempo stiamo allestendo uno spettacolo per
Natale dedicato ai più piccoli ma non solo. Uno stravolgimento della fiaba dei fratelli Grimm: “I musicanti di
Brema”, che ci vedrà in scena al teatro di Romallo il 28
dicembre con questo divertente riadattamento dal titolo: “...E BONANOT SONADORI!”
Per chi non avesse ancora avuto modo di vedere il
nostro spettacolo “Sogno poetico di una gallina ritmica.....”, saremo a Ora il 30 gennaio e a
Malè il 20 febbraio 2016.
Per gennaio è invece in programma la consueta rassegna Franco e Ivana, tre sabati in compagnia di altret-
LA MARIANELA VI AUGURA
BUONE FESTE E BUON 2016!!!
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Associazioni
Pro Loco Romallo
Anche quest’anno il direttivo della
Pro Loco coglie l’occasione del
bollettino Comunale per provare a
sollecitare la popolazione riguardo
quella che dovrebbe essere l’associazione più importante del paese.
Ricordo che la Pro Loco di Romallo dispone di molte
attrezzature, è in regola con tutta la documentazione
fiscale e riceve regolarmente i contributi Provinciali e
Comunali pertanto, un eventuale nuovo direttivo, potrebbe partire in tranquillità pensando solo a nuove iniziative o a come migliorare quelle già esistenti.
Come già detto lo scorso anno siamo alla ricerca di un
gruppo di volenterosi che prenda in mano il direttivo
visto, che al momento, è formato solo dal presidente e
dal segretario.
Sperando che possa finalmente sbloccarsi qualcosa, il
direttivo coglie l’occasione per porgere a tutti i più calorosi auguri di Buone Feste e vi attende numerosi dopo
la Santa Messa della Vigilia per scambiarci gli auguri di
Natale attorno al tradizionale falò.
Grazie all’aiuto delle altre associazioni paesane, siamo
riusciti a svolgere comunque tutte le manifestazioni previste ma è evidente che questa situazione non possa
protrarsi ancora per molto.
Pancheri Stefano
coro parocchiale
Anche quest’anno siamo giunti al consueto appuntamento degli auguri per le festività natalizie, quindi,
come in tutte le aziende, tempo di chiusura dei conti
e di bilancio annuale. Il coro ha partecipato e animato
in modo solenne diverse festività durante tutto l’anno, ha accompagnato tanti nostri compaesani nel
loro ultimo viaggio cantando le Lodi al Signore che li possa accogliere nella loro dimora eterna. Alternati a questi impegni istituzionali, ve ne sono stati altri che hanno
portato allegria e spensieratezza nello stare
insieme e nel partecipare alla vita del paese.
mo cantato “Leggere son queste catene” dedicato a
tutti i nostri coristi che purtroppo non sono più con
noi. Durante il viaggio ci siamo fermati per il pranzo al
passo Pordoi, dove abbiamo potuto ammirare le bellezze naturali e paesaggistiche delle nostre montagne. Cogliamo l’occasione per ricordare che le uscite
Il primo impegno è stata la gestione del portone alla Festa Patronale di San Vitale, dove
ci siamo impegnati nella realizzazione e nella vendita dei dolci. Il lavoro è stato grande
ma altrettante le soddisfazioni, sia per il risultato che per la collaborazione e i rapporti che si sono costruiti.
Altro momento conviviale è stata la gita che
si è tenuta l’ultima domenica di giugno al
Lago di Braies, di Misurina e piccolo giro
delle Dolomiti. Sotto la cima del Sella abbia-
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Associazioni
sono sempre accompagnate dai nostri fedeli simpa-
ra i sessant’anni e quindi l’età tende ad aumentare.
tizzanti, che ascoltano volentieri i canti e al termine
Anche per questo il coro è in cerca di nuovi elementi
applaudono generosi.
maschili e femminili per portare avanti questa tradi-
Tali occasioni per noi sono sempre momento di cre-
zione.
scita e di confronto nell’intrecciare relazioni impor-
Il canto è fondamentale per creare il clima di festa e
tanti anche con persone fuori dall’ambito canoro. Nei
di solennità che le cerimonie richiedono. E’ anche
nostri viaggi abbiamo sempre il piacere di avere con
motivo di unione, di relazione e di socializzazione im-
noi il parroco Don Mario, che ci allieta con i suoi racconti, e il sindaco Silvano Dominici.
portante per la comunità civile oltre che religiosa. E’
un esempio di volontariato che accompagna la cre-
A Novembre abbiamo festeggiato la patrona del can-
scita di fede in questi difficili momenti, dove facilmen-
to e delle corali Santa Cecilia. La Santa Messa
te si può smarrire il cammino.
quest’anno ha avuto l’onore della partecipazione del
Corpo Bandistico della Terza Sponda. A seguire vi è
stato il pranzo per tutti i coristi, che si sono intrattenuti cantando e ricordando i bei momenti passati insieme.
Il Natale è arrivato e il nostro augurio è quello che vi
abbia portato gioia nel cuore e felicità per le vostre
famiglie e che l’anno alle porte sia per voi altrettanto
ricco di speranza e di fiducia per l’addivenire.
Il coro parrocchiale è composto da circa una trentina
di elementi, suddivisi in quattro voci canore: soprani,
Il Coro Parrocchiale di Romallo
contralti, bassi e tenori. Il 40% dei componenti supe-
Luisa Pancheri e Sara Bertolini
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Associazioni
A.S.D. TERZA SPONDA
Sono già trascorsi sei anni dall’inizio dell’avventura nel
Calcio a 5 per l’A.S.D. Terza Sponda, società nata nel
2010 a Romallo e ormai punto fermo nelle Valli del Noce
per quanto riguarda questa disciplina.
giore e la sola Val di Non può ora contare quattro squadre: oltre alla Terza Sponda sono infatti iscritte al campionato di Serie D il Cles c.a5, i Toros Locos e il T.N.T.
Monte Peller.
La stagione 2014/2015 si è purtroppo conclusa con il
ritorno in Serie D, ma i ragazzi di Mister Rigatti hanno
saputo dire la loro anche in un torneo dal livello decisamente superiore, raccogliendo risultati importanti in
quella che è la massima serie provinciale. L’esperienza
in C2 ha rappresentato un’opportunità unica per affrontare squadre provenienti dall’intero Trentino e conoscere realtà da tempo impegnate in uno sport sempre più
praticato.
Come ogni anno, l’A.S.D. Terza Sponda desidera porre
a tutte la comunità i più sinceri auguri di buone festività,
cogliendo l’occasione per ringraziare i numerosi sponsor locali, tra i quali il Comune di Romallo, e i tifosi che
accompagnano la squadra in occasione delle partite
casalinghe giocate presso la Palestra Comunale di
Rumo.
In questi anni trascorsi sui parquet, infatti, la crescita del
movimento è stata notevole, con la nascita di nuove
squadre e l’innalzamento del livello medio. Il numero di
ragazzi che si avvicina a questo sport è sempre mag-
Infine il più caloroso degli abbracci va alle nuove arrivate in casa Terza Sponda: Vera, Giulia e Gloria!
Il direttivo
Pancheri Stefano
ROMALLO
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Associazioni
L’ATTIVITA’ DELL’ANAUNE VAL DI NON
L’Anaune Val di Non è la società che opera anche nei
paesi della Terza Sponda e si occupa in particolare
della promozione sportiva del calcio per il settore giovanile.
che gioca sul campo di Cloz.
Nata nell’anno 2012 dalla fusione con la storica Anaune di Cles fondata nel 1905, collabora attivamente
con la locale squadra dilettante dell’Ozolo Maddalene, che milita in Seconda Categoria. La sinergia tra le
due società è alla base di un ampio progetto di raccolta e organizzazione dell’attività calcistica per bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, suddivisi in 15 squadre
delle varie categorie. Al compimento della maturità
agonistica ogni calciatore, dopo aver fatto la trafila di
tutto il settore giovanile, potrà quindi scegliere di proseguire con la disciplina nelle file della squadra locale
Cles, di Livo, Rumo, Cloz e Brez; raccoglie circa 230
L’attività richiede un grande sforzo organizzativo fondato sul puro volontariato dei dirigenti, viene proposta in ben 10 Comuni diversi e si svolge sui campi di
tesserati di cui oltre 200 in età giovanile, seguiti da
circa 20 istruttori e allenatori. Presidente della società
è Adrea Paternoster, mitico ristoratore della pizzeria
Flamingo. Dal punto di vista economico l’attività si
regge sulle entrate proprie, date dalle iscrizioni dei
praticanti o da manifestazioni e quelle indispensabili
dei contributi dei Comuni e delle Casse Rurali locali,
oltre che della generosità di una serie di sponsor privati.
A.S.D. OZOLO MADDALENE
L’Associazione Sportiva Dilettantistica Ozolo Maddalene, nata nel 2012 dalla fusione delle società Monte
Ozolo e Le Maddalene, svolge l’attività calcistica sui
territori della Terza Sponda e del Mezzalone.
Il Presidente è Franco Zadra, il cassiere Enzo Flor e la
segretaria Martina Inama.
La società gestisce direttamente una squadra di calcio maschile, che milita nel campionato di seconda
categoria e una di calcio femminile, che milita in serie
C. Tutte le squadre del settore giovanile sono invece
gestite in collaborazione con l’Anaune Valle di Non.
La squadra maschile gioca e si allena nel centro sportivo di Cloz. Dopo il deludente campionato dell’anno
scorso, si è deciso di rinforzare la rosa per cercare di
fare il salto di categoria.
Alla corte del nuovo mister Donato Bernhardt, sono
arrivati infatti Andrea Segna e Manuel Baggia dall’Anaune e c’è stato il grande ritorno di Paolo Kerschbamer, dopo tre anni di stop.
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Lo staff, oltre che dall’esperto e capace mister Bernhardt, è composto dal direttore sportivo Michele Urmacher, coadiuvato da Matteo Baggia mentre, come
secondo allenatore e responsabile portieri, è confermato Charlie Silvestri.
Il gruppo è sempre variegato, con ragazzi provenienti
dalla Terza Sponda, dal Mezzalone, da Cles e dalla Val
di Sole. Il campionato di quest’anno è molto difficile,
ma la nostra squadra è veramente competitiva e si
trova, al momento, in testa alla classifica.
La squadra femminile invece partecipa ormai da anni
al campionale regionale di serie C e raggruppa una
ventina di ragazze provenienti in gran parte dalla Val di
Non. La squadra è l’unica presente sul territorio delle
Valli del Noce ed è allenata da mister Fruncillo, in collaborazione con Roberto Rizzi. I dirigenti responsabili
della squadra sono Tito Demichei e Laura Morandell.
Zadra Franco
Associazioni
Nei nostri paesi, ove manca
Al di la della pratica della specifica disciplina, la socie-
una società di riferimento,
tà permette ai nostri bambini e ragazzi di praticare
l’Anaune Val di Non è in
grado di differenziare la
l’attività sportiva differenziando l’offerta in base all’e-
propria attività e si occupa
mento. Involontariamente la pratica sportiva, oltre
anche
della
della
pallavolo,
promozione
disciplina
praticata soprattutto dalle bambine
e ragazze. I bambini di Cagnò,
Revò, Romallo, Cloz e Brez si radunano due volte in
settimana nella palestra di Cloz, dove le pazienti
istruttrici Valentina e Marica insegnano la tecnica della pallavolo, con corsi differenziati di Minivolley per i
più piccoli e corso specialistico per le ragazze delle
scuole medie.
tà-ponendo come principio basilare quello del divertiche essere estremamente benefica per la crescita
psicofisica dei giovani atleti, stimola l’approfondimento di quei valori sociali e morali di aggregazione e
condivisione, buoni principi e rispetto. Consci della
valenza della proposta formativa e sportiva, l’Anaune
Val di Non partecipa attivamente con un proprio rappresentante in seno al tavolo delle politiche giovanili
di Carez.
Zadra Franco
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Associazioni
Rugby Cedroni: continua la crescita!!
I Cedroni hanno portato a termine il loro secondo campionato federale di Rugby di Serie C nella stagione
2014/2015. E’ stata una stagione avara di vittoria (solo
una purtroppo) ma sta continuando il processo di crescita della squadra nonesa. Le ragazze assieme alle
atlete di Rovereto hanno tenuto alto il nome della società finendo il loro girone di Coppa Italia al 4° posto. Da
registrare infine l’esordio nei campionati giovanili di 2
giovani revodani: Daniele Facinelli si è distinto nel campionato U16 tra le file del rugby Trento, giocando titolare come flanker nr.7 e conquistando addirittura la convocazione nella selezione interregionale, mentre Matteo
Paternoster ha giocato stabilmente titolare come pilone
nel campionato U18 sempre nella squadra del rugby
Trento, unica selezione provinciale che partecipa ai
campionati giovanili di categoria.
Complessivamente dunque è stato un anno più che
positivo per la giovane società nonesa che conta oggi
quasi 40 tesserati provenienti da ben 15 diversi comuni
della Val di Non. E’ un bell’esempio di sovraterritorialità
in un periodo in cui va molto di moda parlare di unioni
dei comuni.
Per la stagione 2015/2016 ci sono numerose novità: la
prima squadra, complice qualche infortunio e qualche
abbandono, ha deciso di scendere di categoria e partecipare al campionato UISP, dove si potrà misurare
con squadre comunque di ottimo livello. Per la squadra
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femminile continuerà la collaborazione con la squadra di Rovereto per la partecipazione alla coppa Italia di rugby a VII femminile. I
giovani continueranno a partecipare ai campionati giovanili di categoria nelle file del Rugby Trento come la
scorsa stagione.
L’obiettivo principale per la stagione sportiva in corso è
quello di iniziare finalmente con le attività giovanili: il
rugby è uno sport ricco di valori fondamentali per i
bambini ed i ragazzi di tutte le età. Lealtà, senso di responsabilità, rispetto dell’avversario, spirito di sacrificio,
altruismo, amicizia, impegno, gioco di squadra, coraggio, sono valori che i nostri figli devono imparare anche
attraverso lo sport. Cercheremo di coinvolgere le scuole elementari e medie di con l’aiuto di un progetto sviluppato direttamente dalla Federazione Italiana Rugby.
A partire da marzo 2016 inizieranno al campo di Revò
anche i sabati dedicati al rugby per tutti i giovani dai 5
ai 16 anni. Sarà un’occasione per provare questo magnifico sport in assoluta sicurezza per cui invitiamo tutti i genitori a portare i propri figli al campo a provare!!
Presidente ASD Rugby Cedroni Val di Non
Nicola Straudi
Associazioni
Associazione Parco Fluviale Novella,
Spente le dieci candeline…
È proprio il caso di dirlo, l’Associazione Parco Fluviale
Novella sta crescendo a vista d’occhio. Quest’anno ricorre infatti il decimo anniversario di attività del nostro
gruppo, una realtà che ha saputo mantenere intatte nel
tempo la stessa passione e la stessa vivacità dei primi
anni. Come spesso ci capita di ricordare nei nostri incontri pubblici, forte dell’esperienza maturata e della solidità
strutturale raggiunta l’Associazione sta oggi notevolmente allargando i propri orizzonti operativi affiancando
alla consueta attività di gestione delle visite all’interno del
Parco una serie di innumerevoli altre attività nei campi
sociale e culturale. È per tale motivo che oggi, a differenza del passato, viene naturale non utilizzare come unico
fattore di valutazione dell’andamento stagionale il numero di visitatori che, seppur in linea con le aspettative e
con quanto registrato negli scorsi anni, non consentirebbe di apprezzare in maniera esaustiva i più ampi e ambiziosi risultati raggiunti. Tra questi ricordiamo la promozione di attività solidali per la raccolta fondi da destinare in
beneficienza svolte in collaborazione con altri enti no
profit nel corso dell’iniziativa Parcosolidale, la ricerca di
nuovi partner con i quali confrontarsi e sperimentare
nuove soluzioni di promozione del territorio come sancito con il recente avvio del gemellaggio con il Geoarcheoparck Grotte di Equi, la particolare attenzione dedicata
all’educazione e alla sensibilizzazione ambientale che
trova diretta applicazione nei laboratori didattici e nelle
manifestazioni dedicate principalmente a studenti e
bambini, la continua sperimentazione di nuove soluzioni
finalizzate a coniugare la scoperta del territorio con la
valorizzazione delle peculiarità culturali e tipiche dei nostri luoghi quali gli interventi musicali nel parco, le passeggiate gastronomiche, le visite a tema. Un insieme di
attività che richiedono grande impegno per una associazione di volontariato come la nostra che, per le sue caratteristiche di unicità nel genere, viene oggi vista come
importante punto di riferimento per altre realtà operanti
nel settore turistico e culturale. Se oggi ci troviamo qui a
festeggiare l’ambizioso traguardo dei dieci anni di attività
lo dobbiamo sicuramente al lavoro svolto silenziosamente dalle numerose persone che a vario titolo hanno dedicato e dedicano tuttora parte del loro tempo per il Parco
ma, principalmente, lo dobbiamo a coloro che con grande spirito di altruismo e amore per il territorio hanno assunto il ruolo di maggior responsabilità all’interno dell’Associazione ovvero a Carlo Polastri, presidente dagli inizi
e fino al 2014 e a Fausto Garbato, presidente attuale. Un
particolare ringraziamento è inoltre dovuto alle amministrazioni comunali di Dambel, Cloz e Romallo che in
questi anni di attività ci sono sempre state vicine consentendoci di svolgere autonomamente e serenamente il
nostro lavoro. Rinnovando a chiunque fosse interessato
l’invito di entrare a far parte della nostra Associazione, vi
auguriamo Buon Natale e felice anno nuovo.
Il Segretario dell’Associazione Parco Fluviale Novella
Michele Lorenzoni
Foto di gruppo in occasione del gemellaggio con le Grotte di Equi. 7/8 novembre 2015.
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Associazioni
CORPO BANDISTICO TERZA SPONDA
2015, ANNO DI CAMBIAMENTI ED INNOVAZIONI
Partendo dai più piccoli e non meno importanti componenti
del
nostro
gruppo
musicale, siamo felici
di contare ben trenta
allievi, che si suddividono tra coloro che
studiano teoria musicale (tra questi ci
sono dieci nuove “reclute”), e quelli che imparano l’arte
del suonare. I nostri giovani allievi studiano sfruttando la
nuova sede a Revò, ma da quest’anno le lezioni pratiche sono svolte anche in parte a Cloz, presso il circolo
anziani in municipio. Passo importante sia per creare
maggiore coesione sociale e musicale tra i paesi della
terza sponda, sia per facilitare gli stessi ragazzi di Cloz
che rappresentano un terzo degli allievi stessi.
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Per quanto riguarda la nuova sede, si può dire che è
stata il secondo cambiamento più importante del 2015.
Il comune di Revò ci ha gentilmente offerto l’uso del terzo piano delle ex elementari. Questa possibilità ci dà
maggiore “autonomia musicale”, se così possiamo dire,
e spazi più ampi. La decisione presa ha due necessità
sostanziali alla sua origine. Si è voluto evitare il continuo
disturbo che da anni ormai era arrecato con le lezioni
alla ordinaria quiete della biblioteca e il bisogno del comune di avere più spazio per gli archivi.
Il trasferimento è avvenuto in giugno, dopo circa sei
mesi di ristrutturazione per adeguare lo spazio alle esigenze della banda, prima fra tutte la necessità di insonorizzare la sede ed evitare così la dispersione del suono che avrebbe potuto nuocere sia agli abitanti sia al
coro Maddalene, che ha la sua sede al piano sottostante.
La trasformazione che ha avuto maggior rilevanza sostanziale e formale è stato il passaggio ad Associazione
Associazioni
di Promozione Sociale a mezzo della modifica del nostro statuto, conformemente alle direttive della stessa
federazione delle bande trentine. Ciò ci ha permesso di
avere delle agevolazioni e aderire al 5x1000 (prossimamente saranno disponibili i dati bancari con cui sarà
possibile fare eventuali donazioni). Questo servirà in futuro, si spera, ad agevolare il sostentamento della banda e continuare a svolgere le sue attività sociali a favore
delle comunità locali e non solo.
visto partecipi alla sfilata religiosa in favore della Comu-
Quest’anno infatti oltre alle ormai tradizionali e sentite
processioni religiose che sono diventate appuntamenti
fissi, abbiamo ampliato il nostro orizzonte . Partendo
dall’inaugurazione della caserma dei pompieri a Cloz ,
dal concerto a favore della raccolta fondi per il Nepal ,
passando per la notturna nelle grotte del Canyon del Rio
Novella , il 120° anniversario dei vigili del fuoco di Banco
e la desmalgiada a Rumo, siamo giunti anche a suonare
per due eventi totalmente estranei alle nostre esperienze. Il primo riguarda la partecipazione all’inaugurazione
dell’Oktoberfest a Gardaland. Il secondo evento ci ha
quarant’anni di presenza, mentre per Alessandro Flaim
nità peruviana di Trento, in occasione della giornata del
Señor de los Milagros, importante ricorrenza sud americana.
Al termine di questo lungo anno, ci accingiamo a festeggiare la nostra Patrona, Santa Cecilia, e tre dei nostri
compagni che fanno parte dell’associazione da ormai
qualche lustro. Per il presidente Bruno Iori ricorrono i
e Andrea Bellotti i trenta ciascuno.
Infine siamo lieti di invitarvi al nostro concerto di Natale
che si terrà a Revò il giorno 3 gennaio 2016 ad ore
20.45. Ringraziandovi per il sostegno che di volta in volta ci date, vi auguriamo Buon Natale e Felice Anno Nuovo. Corpo Bandistico Terza Sponda di Revò.
Martini Arianna
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i Cacciatori
Giunti anche quest’anno alle festività natalizie, i
ciazadori da romal vogliono porgere i migliori auguri di buone feste a tutta la popolazione, proponendo come ormai consuetudine, un articolo tratto dalla nostra rivista il “cacciatore trentino”
scritto dal sig. Beppino Vanzetta che racconta di
storie, usi e costumi di un tempo.
Un particolare saluto va ai nostri compagni di tante belle avventure che ci hanno prematuramente
abbandonato: Tarcisio Corrà e Giuseppe Garbato,
due cacciatori della vecchia guardia con cui era
veramente piacevole incontrarsi, sia durante le
battute di caccia che in piazza o sotto la “noiara”:
Waidmannsheil!
Auguri di cuore a tutti!!
Sulla destra orografica della Valle di Fiemme, sopra gli
abitati di Ziano, Panchià e Tesero, si trova il monte Cornon, da sempre utilizzato dagli abitanti della lona per il
pascolo di ovini, caprini e bovini. Gi dal fondovalle si
notano le grandi falesie calcare e sopra il bosco di pino
silvestre; luoghi selvaggi, silenziosi e dimenticati.
Su queste rocce si trovano a migliaia le scritte datate
dal 1100 al 1950 circa, reclinate con ocra rossa a base
di ossido di ferro naturale, una pietra tenera e friabile,
chiamata in dialetto locale “bol de besa” perché serviva
a segnare le pecore.
Detto materiale si trova in località “Al Bot” a quota 1540
slm sul catasto comunale di Ziano di Fiemme e di proprietà della Magnifica Comunità di Fiemme, di cui per
26 anni sono stato custode forestale. Dal 1924 al 1928
era stata tentata l’estrazione a livello industriale del mi-
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nerale, in seguito abbandonata per mancanza di redditività le scritte si trovano dalle prime rocce del monte a
quota 1200 slm, fino alla sommità a 2100 s(m; queste
iscrizioni sono state fatte soprattutto da pastori, ma anche da cacciatori e da chi si recava sulla montagna a
falciare il fieno.
Sono scritte bellissime, saltano all’occhio in maniera
violenta per il colore rosso sangue; pastori e cacciatori
avevano nello zaino un pezzo di “Bol de besa” e nei
momenti di riposo si dedicavano a lasciare un segno
del loro passaggio.
Il materiale per scrivere veniva preparato in questo
modo: veniva versata qualche goccia di latte caprino o
ovino, o della saliva (dato che l’acqua sul monte Corion
~ rara) su di una pietra concava e si sfregava il “80t” su
di essa finché diventava una poltiglia densa. Per pennello veniva usato un rametto masticato all’estremi per
liberarne parzialmente le fibre.
La scritta solitamente cominciava con le iniziali del
nome e del cognome con l’anno, il giorno e il mese; a
volte seguivano le lettere F.L. che significavano “fatto
l’anno”, oppure F.L.D.S “fatto l’anno del Signore”.
Attorno alle scritte a volte venivano disegnate delle cornici a forma di capitello, o dei cuori, croci ed altri simboli e il numero di animali portati al pascolo; ci sono delle
scritte meravigliose, vere e proprie miniature.
Anche i cacciatori hanno lasciato la loro testimonianza
sul Cornon, raffigurando animali e scene di caccia.
Bertoldi Lorenzo
Associazioni
Controllo e manutenzione degli impianti
termici, una buona pratica di prevenzione
e un obbligo di legge
La manutenzione delle proprie caldaie e delle canne fumarie annesse
non è solo un principio di buona
precauzione, ma anche un obbligo imposto dalla legge. A verifica
degli adempimenti imposti, la
Provincia Autonoma di Trento compie all’incirca 3000
controlli l’anno a campione.
Senza entrare nello specifico, cerchiamo di segnalare
quali siano gli obblighi a cui
ogni possessore di impianto termico
deve adempire.
In primo luogo è indispensabile un periodico controllo
di manutenzione della caldaia. Tale controllo, per essere valido ai sensi della legge, deve essere effettuato
da un ditta specializzata in grado di rilasciare l’apposita certificazione di verifica. La normativa non specifica una periodocità fissa per i controlli di manutenzione, che è però riportata nel libretto di uso e
manutenzione fornito dai fabbricanti delle singole
componenti dell’impianto e alle cui tempistiche ci si
deve attenere (normalmente ogni anno).
Il controllo di manutenzione ordinaria dell’impianto
non deve essere confuso con quello di efficienza
energetica (o prova fumi), la cui tempistica è invece
definita dalla legge e va effettuato ogni due anni per
impianti alimentati a combustibile liquido o solido (gasolio, legna, pellet), ogni quattro per quelli alimentati a
gas.
Tali controlli periodici, che per avere validità devono
essere effettuati solo da personale professionalmente
qualificato, vanno registrati su un apposito documento: il libretto d’impianto, che ogni installatore deve rilasciare e sul quale il manutentore deve registrare le
regolari verifiche. A partire dal 15 ottobre 2014 la Provincia Autonoma di Trento ha introdotto l’obbligo di
possesso del nuovo Libretto d’impianto per la clima-
tizzazione, che sostituisce qualsiasi altro documento
precedentemente posseduto e che ogni possessore
di caldaie deve obbligatoriamente possedere.
Eventuali mancanze del Libretto d’impianto per la climatizzazione o il mancato adempimento degli obblighi di manutenzione periodica e di controllo di efficienza energetica è sanzionato con multe che partono
dai 500 euro per l’omessa manutenzione e possono
arrivare fino a 6000 euro per il mancato rispetto dei
limiti di rendimento del combustibile (fonte http://
www.ladige.it/popular/tecnologie/2015/11/17/controlli-caldaie-canne-fumarie-nuove-sanzioni-fino-6mila-euro. Riporta anche i decreti specifici e le sanzioni
previste per ogni singola irregolarità).
A parziale vantaggio dei possessori di impianti termici,
la Provincia Autonoma di Trento ha però introdotto da
poco il meccanismo del temperamento del regime
sanzionatorio, che prevede la possibilità di mettersi in
regola, entro un determinato periodo di tempo, nel
caso un eventuale controllo da parte della stessa abbia riscontrato delle irregolarità. Passato il periodo
previsto per ogni singola irregolarità, la PAT provvederà ad ulteriore verifica ed eventualmente a sanzionare
il proprietario della caldaia che ancora non si fosse
adeguato agli adempimenti previsti dalla legge.
La severità di tali normative è giustificata dall’alta frequenza in provincia di incendi , circa 200, che ogni
anno vengono causati dal surriscaldamento della
canna fumaria o da interventi “fai da te” nell’ambito
degli impianti termici. Nella maggioranza dei casi, infatti, tali incendi hanno origine da una scarsa pulizia o
dalla cattiva realizzazione della canna fumaria e provocano ingenti danni alle abitazioni. È, dunque, comprensibile che una corretta costruzione e manutenzione degli impianti termici costituisce un elemento
importante di prevenzione da eventuali incendi e garantisce assieme una maggior efficienza energetica di
ogni impianto.
Dal sito del Centro di Ricerca e tutela dei Consumatori e degli Utenti, si apprende che: “il costo dell’inter-
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Associazioni
vento di manutenzione varia dai 60,00 € ai 90,00 €,
mentre quello di efficienza energetica dai 40,00 € ai
50,00 €. C’è chi offre il pacchetto per effettuare entrambi gli interventi ad 80,00 € complessivi” (fonte Comunicato Stampa del C.R.C.U Trento, 20 novembre
2013 www.centroconsumatori.tn.it/download/141dextHLFK9K.
pdf).
Le informazioni riportate nel articolo non hanno la pretesa di essere complete ed esaustive, per ulteriori informazioni più specifiche e per consultare il quadro
normativo di riferimento invitiamo a consultare il sito
internet della Provincia Autonoma di Trento http://
www.energia.provincia.tn.it/, nel quale vengono riportate dettagliatamente tutte le informazioni e le legislazioni necessarie.
Ricordiamo, inoltre che i corpi dei vigili del fuoco vo-
lontari non hanno alcuna competenza specifica in materia di controllo o verifica di impianti termici. Ma, considerata l’opportunità offerta da questo spazio e
l’attualità della tematica, riteniamo importante almeno
segnalare l’argomento affinché ognuno possa di seguito approfondire ed agire di conseguenza, avvalendosi nello specifico della consulenza del proprio progettista di fiducia o di una ditta specializzata
nell’installazione e manutenzione di impianti termici,
aggiornati sulle ultime novità legislative.
Con questo invito alla prevenzione, il Corpo dei Vigili
del Fuoco di Romallo augura a tutti il più sentito augurio di buone feste
Il Comandante dei Vigili del Fuoco di Romallo
Pancheri Matteo.
15° Campeggio Prov.le ALLIEVI Vigili del Fuoco
Un’edizione da incorniciare è stato il quindicesimo
campeggio estivo per gli Allievi dei Vigili del Fuoco a
Pozza di Fassa
Come sempre la manifestazione è promossa dalla Federazione dei Corpi dei Vigili del Fuoco Volontari in collaborazione con il Distretto della Val di Fassa, la Protezione Civile e numerosi enti di soccorso e di assistenza
trentini.
Iniziative di gruppo, sport all’aria aperta e manovre di
addestramento sono state le attività che oltre millecento persone hanno svolto in quel caldo fine settimana di giugno.
Il campeggio estivo vuole essere oltre che un’occasione di confronto e di formazione, un momento di svago
per creare unità tra i ragazzi.
I Vigili del Fuoco Allievi sono motivo di orgoglio per le
nostre comunità, loro sono il futuro dei nostri Corpi.
E questo lo ha affermato il presidente della Provincia,
Ugo Rossi, durante i discorsi di conclusione del campeggio dicendo che i nostri allievi sono un orgoglio che
si manifesta nel mettersi a disposizione, lavorando assieme ad altri, con la massima professionalità, senso
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di appartenenza, disciplina e rispetto delle regole.
Con il nostro impegno e la nostra dedizione, cogliamo
l’occasione di augurare a tutti voi un sereno Natale ed
un felice Anno Nuovo.
I Vigili del Fuoco Allievi di Romallo
Pancheri Matteo
Associazioni
BIELORUSSIA: VIAGGIARE COL CUORE
Quando, nell’ottobre 2014, il Piano Giovani di zona CAREZ convocò le associazioni del territorio perché da
esse nascessero nuove idee per i progetti dell’anno a
venire, la presidente dell’associazione Pace e Giustizia,
Paola Martini, pur avendo in mente una qualche vaga
proposta, non s’aspettava che dal seme gettato quella
sera sarebbe nato il progetto #bielorussia.
Il 31 agosto 2015, un gruppo di dieci ragazzi di Revò,
Romallo, Cloz e Brez, accompagnati da due solerti guide dell’associazione, Maria Pia e Lorenzo, sostenuti finanziariamente e contenutisticamente dalla Provincia
Autonoma di Trento e dall’Unità Pastorale, sono volati in
Bielorussia, a toccare con mano ciò che l’associazione
Pace e Giustizia fa in uno Stato forse non molto noto.
PRIMO e SECONDO GIORNO
Dopo 20 ore 42 minuti e 13 secondi, trascorsi tra pullman, aereo, treno, e mezzo di locomozione che definire
furgone sarebbe ingeneroso verso quanti sono davvero
tali, giungiamo a Gomel, capoluogo dell’omonima provincia nel sud-est della Bielorussia. Qui ci attende un
discreto hotel e quattro ore di sonno (per chi ha compreso come si struttura il fuso orario locale; per gli altri,
tre).
L’indomani mattina ci rechiamo a Gubici, paese nel quale molti dei bambini che ogni anno trascorrono un mese
in Italia, frequentano la scuola. È questo il primo giorno
dell’anno scolastico e tutti brillano di un’inconsueta eleganza, tanto ricercata e costruita da suggerire uno stridente scollamento dal reale, come scopriremo di qui a
poco.
invece ora impressionati dalla povertà e dal degrado
che affliggono queste famiglie, visibili nelle case cadenti
e sporche, senza acqua corrente e servizi igienici. Capiamo solo ora che il motivo del viaggio dei bambini in
Italia è sì quello di respirare aria migliore e disintossicarsi
dalle scorie che ancora gravano pesantemente sull’atmosfera bielorussa, ma anche, e soprattutto, quello di
dare esempio di un diverso modo di vivere.
Ci spostiamo a Buda Kochilova e ne visitiamo l’ospedale pediatrico, dove l’associazione ha investito impegno
e denaro nel nuovo colorato arredo. Di stanza in stanza,
incontriamo molte mamme e bambini, felici di ricevere
qualche giocattolo.
Dopo un’inaspettata abbuffata, offertaci dall’ospedale (i
bielorussi sanno essere molto accoglienti), completiamo
il programma della giornata facendo visita all’istituto per
bambini e ragazzi orfani e disabili di Ulukovie. Anche qui
la felicità non manca, nonostante i genitori di questi
bambini non ci siano più o li abbiano abbandonati perché piagati dall’alcolismo, che in Bielorussia dilaga tra la
popolazione povera. Assistiamo a uno spettacolo scritto e interpretato da loro, nel quale traspongono, con
canti e danze, gioie e sofferenze, disagi e domande. Regaliamo loro caramelle, vestiti e giocattoli, pegno dell’incontro che avremo con essi l’anno prossimo, quando
verranno in Italia: un nuovo progetto, oltre al consueto
mese estivo degli altri ragazzi, del quale tanto più ora ci
sentiamo orgogliosi di essere parte.
Il giorno si avvia a conclusione. Stanchi e felici andiamo
a letto, ripensando alle esperienze vissute.
La struttura ci pare ben costruita e funzionale. Parlando
con i direttori, però, si constata penuria di materiale scolastico, che infatti l’associazione Pace e Giustizia provvede a fornire nelle proprie visite. Anche noi consegniamo quanto abbiamo portato. Facciamo visita alle classi,
riconosciamo qualche volto: molti qui sono i bambini
che sono stati presso di noi in Italia. E ancora di più
sono quanti desiderano venirci o tornarci. La felicità che
esprimono nei gesti d’allegria, vedendoci, è contagiosa
e difficile a credersi.
Ci facciamo accompagnare da alcuni di questi bambini
a visitare le loro famiglie e le loro case: ci stupiamo, dovendo ripensare tutti i nostri preconcetti riguardo alla
Bielorussia. Pensavamo che il suo problema principale
fossero le radiazioni causate dalla scoppio della vicina
centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina. Rimaniamo
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TERZO GIORNO
QUARTO e QUINTO GIORNO
Ormai sentendoci in qualche modo adottati dalla Bielorussia, ci pare di muoverci con disinvoltura, come se
vivessimo qui da anni. La nostra meta odierna è Cecersk, altro paese della zona, dove incontriamo degli altri
bambini a scuola. In questo istituto convivono ragazzetti più grandicelli e bimbi più piccoli, che ci accolgono
come fossimo dei loro (e in effetti i nostri atteggiamenti
frivoli e disincantati tradiscono un certo non so che di
fanciullesco).
Minsk, capitale della Bielorussia, alla quale arriviamo
dopo 4 ballerine ore di pullman, non pare essere effettivamente in Bielorussia. O almeno non pare a chi, come
noi, ha passato tre giorni in provincia. Si innalzano grattacieli, palazzi e musei, in un dinamismo che pare ignorare ciò che accade nei non troppo lontani villaggi. Sembra infatti di essere stati catapultati nella più ordinata
delle città del nord Europa, pulita e culturalmente all’avanguardia: impressiona la grande biblioteca, e in sé, e
se confrontata, appunto, con la povertà delle famiglie
che abbiamo avuto la fortuna di incontrare.
Per il pranzo, consumato in maniera frugale in uno spoglio parco cittadino, ci uniamo a dei giovani che qualche
anno fa hanno passato qualche tempo nei nostri paesi.
Oggi sono madri e padri di famiglia, o stanno costruendosi una vita autonoma. Accolti in casa da una di queste famiglie “figlie” dei soggiorni in Italia, notiamo con
gioia che quei periodi non sono passati invano: l’appartamento, non sfarzoso e nemmeno ricco, è però curato,
e, si potrebbe dire, all’occidentale. La speranza dell’associazione, insomma, ha trovato già in parte compimento.
Dopo una serale pizza, torniamo all’hotel, per l’ultima
notte nella provincia di Gomel. Domani ci attende Minsk,
la capitale. E il confronto con quanto abbiamo visto finora (unito al rimpianto di non aver potuto trattenersi più
tempo nella zona) sarà impressionante.
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ROMALLO
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2015
La nostra visita si snoda tra chiese e vie. Due giorni che
ci confermano le sperequazioni di uno Stato dalle nascoste contraddizioni.
SESTO GIORNO
Dopo poche ore di sonno, è tempo di rimettersi in marcia, e percorrere a ritroso le tappe che ci hanno condotto in Bielorussia, per riapprodare in Val di Non. Nessuno
ha davvero voglia di rientrare. Ma c’è una consolazione:
potremo ancora incontrarci, ormai legati da una tale
esperienza, e fare partecipi tanti (anche quelli che stanno leggendo queste pagine) dei nostri giorni bielorussi
Rita Clauser, Francesca Gironimi,
Chiara Pancheri, Lorenzo Ferrari
Associazioni
GRUPPO missionario
Il 2015 che sta per terminare ha visto il Gruppo Missionario attivarsi in diverse iniziative sempre mirate all’aiuto delle persone più bisognose.
Abbiamo aderito al “Progetto papaye” per la Bolivia,
dove da anni operano Oscar e Laura Strazzi, cerchiamo
comunque ancora adesioni per poter concretizzare questo progetto di fondamentale importanza per le popolazioni boliviane. L’attività è proseguita con una campagna
di raccolta fondi per le popolazioni nepalesi colpite dal
tragico terremoto, il nostro aiuto è giunto a loro tramite
l’associazione trentina Oskar for Langtang. Durante l’anno abbiamo anche organizzato alcune serate di sensibilizzazione missionaria con la volontaria Patrizia Cavallari
che da diversi anni presta saltuariamente la
sua opera di aiuto in un orfanatrofio. Il maggior impegno per noi è stata l’organizzazione
della lotteria della sagra di San Lorenzo e
nella stessa occasione quest’anno abbiamo
voluto festeggiare i nostri missionari, Suor
Giovanna Pancheri, Padre Ettore Zentile e
Padre Vito Dominici, purtroppo quest’ultimo
assente per motivi di salute. E’ stata una
giornata intensa ricca di significato e di ringraziamento a loro che hanno dedicato la
vita per gli “ultimi”. Alleghiamo copia del pro-
getto papaye al quale invitiamo ad aderire, la vostra partecipazione ci permette di dare continuità alla missione
di Oscar e Laura nel sostegno ai più bisognosi. Ringraziamo fin d’ora per essere al nostro fianco. Aiutateci ad
aiutare. A tutti gli auguri di un sereno Natale e di un 2016
ricco di soddisfazioni e salute.
IL GRUPPO MISSIONARIO
Poda Ida
Durante la realizzazione del bollettino
abbiamo appreso della scomparsa di Padre Vito,
che è morto l’11 dicembre 2015 a Nairobi (Kenya).
donne rurali
L’avvicinarsi delle Feste Natalizie e del Nuovo Anno, ci
danno l’opportunità di fare un bilancio di quanto predisposto dal nostro gruppo nel 2015, non per elogiare
quanto fatto ma per far conoscere la nostra attività.
Il Gruppo Donne Rurali collabora, come ormai conusuetudine da parecchi anni, a supporto delle iniziative
che vengono organizzate all’interno del paese per
quanto riguarda la preparazione e gestione dei rinfreschi richiesti in più occasioni e si rende disponibile ogni
qualvolta è opportuno il loro aiuto.
La loro volontà è quella di operare a favore di tutta la
comunità in modo da valorizzare tutti e sperando di fare
il loro meglio. Il gruppo, formato da una quindici di volontarie, è stato presente anche per il 2015 in queste
manifestazioni: Candelora a San Biagio con preparazione di minestra di trippe, festa dei portoni in occasione della sagra di S.Vitale, Sagra di San Lorenzo in aiuto
all’Associazione Pro-Loco, incontro con il circolo pensionati della comunità di Mellau e infine di sostegno al
Parco Fluviale Novella in occasione dell’annuale “Parco
aperto”. Ha inoltre realizzato, anche per quest’anno, la
creazione di vasi di fiori collocati all’interno del paese e
lungo la provinciale.
Auguri di Buon Natale e di un sereno 2016.
Il Presidente: Magagna Lucia
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2015
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Associazioni
GIARDINO DI NON: I NOVELLI ADAMO ED EVA
Ho scavalcato epoche,
reciproche amanti,
simbiosi danzanti,
tempo col tempo, esente lo spazio.
Memore di una mela.
Ho mangiato dall’Albero
Coevo di un melo schietto, reto.
Nella Valle di Pomi,
per l’istante gelati,
vivendo tra quelli metaforici delle Esperidi;
pomi anche della discordia,
i novelli “Adamo ed Eva”,
gelidi, mangiano mele,
illusi di scansare ataviche ielle.
David Wilkinson
El David l’a scrit na poesia in onor del pom dela Val de
Non; el che el vegn dal Inghiltera, che l’a girà el mondo,
che el parla 8 o 9 lenghe.
Enti primi versi, infati, el vuel dir che a forza de zirar gi
par de viver da secoi, de aver fat tantissime esperienze,
de aver cognosù persone, zent, popoli en tempi diversi.
Ma canche l’è nu ci el se ricordava del famoso pom del
Giardino Terrestre e l’a volest tastar el prim pom nones,
da un dei pu vecli pomari, grandiosi e sinzieri, ma spezialment de l’epoca dei Reti, el prim popol che abitava
prima de Cristo la Val de Non. Recordant la storia del
pom de Adamo e Eva, al confront i nonesi de Adamo e
Eva de ste epoche; sempre pomi dele bege, alora e
ancia ades. (pomi anche della discordia).
Ma dato che el David l’è ancia en grant studios de storia e dei miti, dela Grecia den bot, el se enmazina che
noialtri nonesi viven en mez ai pomi che i gi encomia a
chi delle Esperidi.
Chesta l’era zent privileziada che la cogneva tender di e
not al pomar de Giove, il capo de tuti i dei, en pomar
che el fava pomi de or.
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Ma en puec el poeta el scherza su ancia sula nosa furia
e desperazion de laorar, de pensar tut l’an ai pomari,
ancia cante che l’è englaza. Ma non sarem boni de difenderme de tut dala crisi, dala furia del marcia internazionale, dale malatie e virus vari dei pomari “illusi di
scansare antiche ielle”..ma noi entant seghiteren a laorar.
Prof. Caterina Dominici
Associazioni
CORO TERZA SPONDA
La prorompente crescita tumultuosa della cosiddetta
civiltà dei consumi, cerca di cancellare o diminuire il valore e la memoria di canti e di consuetudini di un passato che è alla base della nostra civiltà.
E il rimpianto nasce dalla riflessione sul presente che
spesso appare arido e vuoto, senza un futuro e in contrapposizione di un’esistenza umile, semplice ma vissuta con tanta intensità.
Il Coro pensionati della Terza Sponda attraverso le sue
canzoni porta in tutte le Comunità la gioia di vivere un
mondo di sentimenti e di affetti che la musica riesce a
suscitare in tutte le persone.
Certamente sentendo riecheggiare le note di queste
canzoni, ognuno ritrova il gusto di un’allegria e serenità
che sono autentiche quando sono vissute insieme ed in
armonia con gli altri.
Molti sono stati i concerti tenuti nei paesi della alle ottenendo sinceri applausi e riconoscimenti per la gioia e
serenità che il Coro trasmette agli ascoltatori.
Quest’anno la gioia e la serenità del gruppo sono state
spezzate dalla scomparsa di un componente del coro:
Mario.
Mario con la sua umiltà e serenità era riuscito a conquistare la fiducia e l’amicizia di tutti. Orgoglioso della sua
divisa e di appartenere al Coro, a cui dedicava attenzione e professionalità era sempre presente alle prove ed
ai concerti, lieto di donare il suo consistente contributo.
Ora continuerà ad essere presente ed il ricordo della
sua serietà ci spronerà a portare e diffondere quei valori che lui stimava tanto.
In questi giorni il Coro è impegnato nelle prove per preparare i concerti di Natale, riprendendo canzoni e nenie
che hanno caratterizzato il nostro passato.
A tutti i componenti del Coro un ringraziamento per
l’impegno e la professionalità raggiunta. Grazie va al
mastro Sergio Flaim per avere saputo trasmettere il suo
entusiasmo e le sue capacità professionali. Un riconoscimento al fisarmonicista Corrà Eugenio, elemento importante per la buona riuscita dei nostri concerti.
Buon Natale e Buon Anno!
Corrà Giovanni
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Associazioni
GRUPPO ALPINI ROMALLO 2015:
60° DI FONDAZIONE E RADUNO MANDAMENTALE
Come Capogruppo dò un caloroso saluto a tutti gli associati ed alla Comunità di Romallo.
Il 2015 appena trascorso è stato un anno intenso e importante per la nostra associazione: abbiamo, infatti,
celebrato il 60° di fondazione e raduno mandamentale.
Organizzare al meglio questo evento, per noi, è stato
stimolante e molto impegnativo; non sono mancati i disagi, legati in gran parte alla pioggia e in parte ad un
inaspettato freddo, che hanno segnato i giorni precedenti la manifestazione; nonostante ciò, alpini e non,
hanno unito le forze per assicurare la buona riuscita
della festa.
Tale unione è stata premiata con una splendida domenica di sole: molte autorità civili e militari presenti, molti
i paesani e non paesani; il tutto allietato da una frizzante
e ispirata fanfara, alla quale abbiamo espresso tutti i più
sentiti complimenti.
riaperto il Circolo, per offrire un punto di ritrovo e condivisione, proponendo cordialità e simpatia: vi attendiamo sempre numerosi.
Come non ricordare l’alzabandiera del 4 novembre: è
un appuntamento al quale siamo ormai molto legati.
L’evento è stato accompagnato dal trombettista Andrea Bellotti e si è concluso nella nostra sede con la
tradizionale cena del cuoco “Walter Mangia”. Come
sempre la comunità ha risposto all’invito e ci auguriamo
una sempre maggiore partecipazione per gli anni futuri.
Donne Rurali, Pro Loco, giovani e meno, poi, hanno
allestito il tendone in maniera impeccabile, proponendo
un menù (il rancio alpino) degno dei migliori ristoranti,
servendo in pochi minuti tutti i numerosissimi presenti.
Nel pomeriggio è stata data la possibilità ai presenti di
visitare la mostra sulla guerra, allestita dal gruppo RAYON II: un piccolo speciale angolo di storia che ha sicuramente impreziosito tutta la festa. Devo perciò ringraziare tutte le persone che hanno contribuito a rendere
unico il nostro anniversario.
Anche quest’anno ha riscosso molto successo la castagnata sociale; ottime caldarroste, ottimo brulè e ottima compagnia hanno richiamato mote persone.
Ultimo importante impegno è stato la colletta alimentare a fine novembre: volontariato ed altruismo sono le
basi che contraddistinguono gli alpini ed anche
quest’anno, alle porte della cooperativa, abbiamo ottenuto ottimi risultati. Siamo soddisfatti ed orgogliosi della generosità dei romallesi.
Auguro a tutti un buon Natale e Felice Anno Nuovo e,
come sempre, viva gli Alpini.
Concludo ricordando i nostri vari impegni di calendario:
Il Capogruppo
La prima domenica dopo le festività dei Santi abbiamo
Clauser Armando Joseph
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2015
Svago
LO CHEF CONSIGLIA
FLIRT CLUB
Ingredienti:
5/10 Tequila
5/10 Acqua Tonica
5-6 foglie di basilico
6 cubetti di lime
3 cucchiai di zucchero di canna
1 rametto di basilico (decorazione)
Ghiaccio q.b
Occorrente:
Bicchiere da long drink (tumbler alto)
Cucchiaio lungo
Pestello
Preparazione:
Con i cubetti di lime, pestare bene, aggiungere le foglie
di basilico, pestare due volte delicatamente.
Mettere un bicchiere (tumbler): 3 cucchiai di zucchero,
colmare col ghiaccio e si comincia con 5/10 tequila,
5/10 di tonica e mescolare energicamente con un cucchiaio lungo. Guarnire con basilico e uno spicchio di
lime schiacciato e un pizzico di zucchero di canna.
MELON DAIQUIRI
Ingredienti:
2 parti di Rum bianco
2 parti di Midori
1 parte di succo lime
Fettina di lime (decorazione)
Ghiaccio
Occorrente:
Skaker
coppetta cocktail
Preparazione:
Mettere il ghiaccio nello shaker e versare il rum, Midori
e il succo di lime (10cl, 10cl, 5cl), shakerare moderatamente per far sì che tutto si raffreddi. Versare tutto in
una coppetta raffreddata col ghiaccio e decorare con le
fettine di lime.
BLOOD SHOT
Ingredienti:
1 cubetto di ghiaccio
¼ vodka bianca
¼ vodka alla pesca
¼ Jaegermeister
¼ succo di mirtillo
Occorrente:
Shaker
Bicchierini
Preparazione:
Versare tutto nello shaker assieme al ghiaccio, shakerare bene e servire nei bicchierini o cicchetti.
Albertini Gioele
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Svago
CRUCIVERBA
1
17
18
19
2
3
20
9
10
23
11
12
4
5
6
7
22
8
13
24
14
15
16
PAR DRIT
1 El pu bel paes de la Val
2 El revers del men en matematica
3 I dis che a sentarte zo sora te ven le “mal de l’ors”
4 I la peta fuer le plante en tel bosc
5 Pare de me mare
6 Par salvarse la faza zerti lo clama “succo d’uva”
7 Santo Patrono de Romal
8 Scudela dela colazion
9 G’è chel William e chel de Spadoni
10 Ensema a costumi
11 En italian la clama soffitta
12 né so... né to...
13 Zidios o plen de enventiva
14 Se la paia en puec malvolintiera
15 Le puedes tirar zo sol dal noslar
16 Zona de pradi darenta a la Pineta
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2015
PAR LONC
1 Verdure rose che ven sota la tera d’istà
2 om de... Om de sostanza
3 Località sota La Vila
5 Nè sì, né no
9 Un... de ciauzeti o de ganti
17 Robe preziose
18 Ensema ala zigola
19 L’è deventade ormai famose par el vin
20 Nom de feuna (Zoti o Bertolda)
21 Sei fa col pueu
22 Non pu malà
23 Contrari de deverzer
24 Me sentan zò tuti sora...
21
Questo giornalino è stampato interamente con carta riciclata. Il Comune di Romallo, in possesso della certificazione ambientale EMAS – attestante la volontà dell’ente di promuovere miglioramenti continui delle proprie prestazioni in campo ambientale é certificato PEFC.certificato che
attesta che le forme di gestione boschiva rispondono a requisiti di sostenibilità. Anche con l’utilizzo di carta riciclata il Comune di Romallo intende confermare il proprio rispetto per l’Ambiente.
“”Ringraziamenti sentiti
dall’Amministrazione comunale,
a tutti coloro che hanno cortesemente
fornito gli articoli e partecipato
alla redazione del bollettino.“”
Con “#Tourista” occupazione per quattro giovani
VAL DI NON – Scade il 23 maggio
il termine per iscriversi al progetto
“#Tourista”, opportunità di lavoro
per un totale di 130 ore restituite
per quattro giovani di età compresa
tra i 18 e i 29 anni residenti nei cinque comuni della “Terza Sponda”.
La proposta è firmata dal Piano giovani Terza Sponda, Val di Non, Cadez, sostenuto dalle amministrazioni
comunali
di
Cagnò,
Revò,
Romallo, Cloz e Brez; il modulo di
Iscrizione è disponibile sul sito
www.nonline.it e va consegnato
presso gli uffici municipali del Comune di Romallo entro le ore 19 di
sabato 23 maggio.
comune.romallo.tn.it
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