ERA LA NOTTE… venerdì|5settembre Taranto - MUDI recital del soprano Stefania Bonfadelli con la partecipazione straordinaria del baritono Domenico Colaianni Davide Dellisanti - pianoforte programma Giovanni Gregorio Cataldo Paisiello (Taranto, 1740 – Napoli, 1816) Giusto ciel che conoscete dall’opera Il Barbiere di Siviglia Son fanciulla da marito dall’opera Il Mondo della Luna Nicola Vaccaj (Tolentino, 1790 – Pesaro, 1848) L’Addio Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 1801 – Puteaux, Francia 1835) La Ricordanza Vaga Luna Gioachino Antonio Rossini (Pesaro, 1792 – Passy, Parigi, 1868) Adieu a la vie Francesco Paolo Tosti (Napoli, 1846 – Roma, 1916) Sogno Reynaldo Hahn (Caracas, 1874 – Parigi, 1947) L’heure exquise Giuseppe Saverio Raffaele Mercadante (Altamura, 1795 – Napoli, 1870) La stella Giacomo Domenico Michele Secondo Maria Puccini (Lucca, 1858 – Bruxelles, 1924) Mentia l’avviso Adelina Patti (Madrid, 1843 – 1919) Speme arcana Alfredo Catalani (Lucca,1854 – Milano, 1893) La Groenlandaise Nel corso della notte Dino Foresio “Era la notte…”. Comincia con questi versi scritti da Arrigo Boito il racconto di Jago del sogno di Cassio nel terzo atto dell’Otello di Verdi. Perché è nel corso della notte, tempo prediletto dai librettisti del melodramma romantico, in cui si annidano e si svelano le ansie e i turbamenti dell’animo umano. La notte, abbiamo imparato dal dettato ottocentesco, può essere placida, densa, misteriosa, orrida… e spesso nelle sue ore le genti sono chiamate “a spiar ne’ cieli/quando il suo disco argenteo/la nuova luna sveli” e a ricordarsi che in questa o in un’altra notte ‘nessun dorma’. Non è facile elaborare dunque un programma da concerto che espliciti una declinazione notturna, tant’è che il programma s’apre con Giusto ciel un’aria dal Barbiere di Siviglia (1782) di Paisiello. La vocazione lirica del personaggio di Rosina trova il suo acme in questa splendida aria che funge anche da chiusura del secondo atto. La forma – una cavatina in una sola parte – appartiene alla categoria, assai diffusa nell’opera buffa e seria del secondo Settecento, del lamento amoroso con gli strumenti a fiato in forma dialogante che Paisiello compendia in una delle pagine più ispirate del suo teatro. Il secondo brano, sempre legato agli anni del soggiorno pietroburghese, è tratto – per rimanere in ambito notturno - da Il mondo della luna. Fu tale l’interesse di Paisiello per il dramma goldoniano che ne intonò quattro versioni l’ultima delle quali, del 1783, porta il titolo originale, mentre una riduzione in due atti, a opera di Marco Coltellini, della seconda versione, data a Napoli nel 1774 ha il titolo de Il credulo deluso. Il testo, ricco di vocaboli tratti dalla scienza e dalla mitologia, trova il modo di ironizzare la mutevolezza femminile. Al personaggio di Clarice, che manifesta una analoga puntigliosità a quella di Rosina, del quasi coevo Barbiere, Paisiello riserva due arie la seconda delle quali, Son fanciulla da marito, consente alla fanciulla di dar isterico sfogo alla propria frustazione. Si prosegue con L’Addio di Nicola Vaccaj il musicista di Tolentino autore di un famosa versione del Romeo e Giulietta (1825). La grande Maria Malibran, quando interpretò nei panni di Romeo la versione di Bellini, sostituì l’ultima scena con quella dell’opera di Vaccaj, questo perché non riuscì ad intuire il valore innovativo del declamato belliniano preferendo le forme più convenzionali e rassicuranti ideate da Vaccaj. Del catanese verranno eseguite invece due liriche per canto e pianoforte: La ricordanza e Vaga luna. Quest’ultima, ideata per voce di mezzosoprano nel 1827 e dedicata a Giulietta Pezzi, è una pagina che pur mantenendo una linea tipicamente belliniana rivela un impercettibile tratto mozartiano. Con l’incipit Salut! dernière aurore, autore Emilièn Pacini, musica del pesarese Gioachino Rossini, s’apre l’elegia su una sola nota per esprimere l’Adieu a la vie. Melodia fra l’estatico e il sensuale è il Sogno che Francesco Paolo Tosti scrisse a Londra nel 1886 su versi di Lorenzo Stecchetti. La scrittura del musicista abruzzese segue la tradizione adottata per questo tipo di arie “ascesa e discesa per moto congiunto” come scrive Rodolfo Celletti, con sfruttamento sapiente dei semitoni per accentuare il languore della melodia. Quindi è la volta de L’heure exquise del venezuelano Reynaldo Hahn che risente dello stile musicale tardo-romantico dei suoi insegnanti parigini tra i quali Massenet. Il programma del concerto si completa con l’arietta La stella dell’altamurano Saverio Mercadante e con una pagina giovanile, quasi adolescenziale, di Giacomo Puccini: Mentia l’avviso. Si tratta di una romanza per tenore e pianoforte composta dal lucchese nel giugno del 1883 per l’esame finale al Conservatorio di Milano e che utilizza la scena II dell’atto IV de La solitaria delle Asturie, un vecchio libretto di Felice Romani che diverrà in seguito il tema d’amore di Des Grieux nel primo atto di Manon Lescaut. Puccini annota sull’ultima pagina che la composizione proseguì durante la notte in preda al mal di denti: «pietà un dolor di denti noioso che mi ha tormentato dalle 7 alle 2». La parola “Ideale”, contenuta nella prima nota autografa dell’abbozzo, indica che la prova d’esame consisteva in una forma libera. Il panorama delle liriche da camera non poteva non comprendere un saggio compositivo al femminile con l’aria Speme arcana di Adelina Patti, uno dei più grandi soprani di coloratura del XX secolo, voce non potente ma limpida e di splendido timbro nonché di straordinaria estensione e agilità. Infine La Groenlandaise composta da Alfredo Catalani nel 1878 su versi di Jules Verne che si trasformerà nella famosa aria Ebben, ne andrò lontana nell’opera La Wally (1892). venerdì|5settembre Taranto - MUDI PREMIO GIOVANNI PAISIELLO FESTIVAL riconoscimento ad un personaggio o ad una istituzione che ha contribuito alla riscoperta e valorizzazione del patrimonio musicale di Paisiello Albo d’Oro 2007 - Bruno Praticò (baritono) 2007 - Dino Foresio (musicologo, giornalista) 2008 - Pierfranco Moliterni (docente universitario, musicologo) 2008 - Roberto De Simone (musicologo, compositore, regista) 2009 - Dinko Fabris (musicologo, giornalista) 2010 - Festival della Valle d’Itria (Martina Franca) 2011 - Pietro Spada (pianista, musicologo) 2012 - Alessandro Lattanzi (musicologo) 2013 - Giovanni De Stefano (direttore d’orchestra) La principale finalità del Premio “Giovanni Paisiello Festival” è quella di valorizzare figure di studiosi e personalità del mondo dello spettacolo, ma anche istituzioni che si sono adoperate per la riscoperta e la promozione dell’arte di Paisiello.