1 Avrei potuto, come tutti quelli che affrontano un tema come questo, introdurre l’argomento citando le parole di uno degli importanti personaggi che nella vita hanno realizzato grandi imprese, superando ogni tipo di ostacoli. Invece apro le danze menzionando la frase conclusiva della canzone di un cantante italiano, eccole: “Credimi tu non devi smettere di giocare agli indiani; il tuo destino non è nella ruota, ma è nelle tue mani; ed è per questo, credimi, che è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani”. Queste sono le parole con cui termina una canzone di Renato Zero. Questa canzone risale al periodo in cui compivo il servizio di leva. Ricordo le emozioni che provavo ascoltandola. Ero triste e ascoltandola lo diventavo ancora di più. Stupidamente, come fanno molti giovani, ascoltavo quella canzone consapevole che il morale sarebbe sceso ancora più sotto le suole delle mie scarpe. Avrei voluto fingermi acrobata e volare in alto realizzando tutti i miei sogni, ma non potevo fare a meno di sentirmi un nano. Proprio in quel periodo, oltre all’inutile lasso di tempo passato in caserma, stavo vivendo un periodo doloroso con la mia fidanzata e il morale era veramente a terra. Negli anni successivi le cose sono spesso andate ancora peggio. Non ho alcuna voglia di tediarti con l’elenco delle mie disavventure, ma sappi che tra le varie esperienze negative ho perso una fabbrica che, secondo il parere unanime dei miei clienti, sarebbe diventata la migliore in Italia entro pochissimi anni. Credo che tutti in un modo o nell’altro abbiamo passato momenti di profonda tristezza. E’ assolutamente naturale. Il problema sorge quando passano gli anni, i decenni e continui a sentirti un “nano” anziché un “acrobata”. Conosco gente, e sono certo per te sia lo stesso, che dopo decine di anni passati a promettere a se stessi che dal primo Gennaio dell’anno successivo, tutto sarebbe cambiato, si trovano esattamente nella posizione precedente. Tutto continua a procedere come prima. Mi correggo, non è esatto quanto ho detto. Le cose ora sono peggiorate al punto che, a seguito dei diecimila tentativi falliti, perpetrati al fine di elevare il proprio standard di vita, ora non si tenta nemmeno più di aprire quei cassetti in cui per molto tempo sono stati riposti i propri sogni, sperando un giorno o l’altro di realizzarli. Potrei ora portarti mille esempi concernenti il fatto che, la gente butta via il proprio tempo raccontando a se stessa un sacco di frottole: “ sono sfortunato”, “ non mi sono capitate le buone occasioni”, “ capitano tutte a me”, e tutta una serie di evidenti scuse, ma preferisco arrivare subito al punto e porti un’importantissima domanda: Come si fa a “fingersi acrobati” e librarsi in alto per raggiungere i propri obiettivi? Più precisamente: come si fa a sentirsi acrobati e realizzare i propri sogni? Maxwell Maltz, nel suo libro Psicocibernetica dice che, l’immagine che abbiamo di noi stessi, si realizza esattamente come una profezia. Le domande sono: Che cosa pensi di te? Credi che ti 2 accadrà il meglio nella vita oppure che a te siano riservati di frequente eventi spiacevoli? Credi di avere il potere interiore di risolvere qualunque problema ti capiti, oppure vivi in ansia per cose che potrebbero accadere? Credi di meritare i migliori successi, oppure una vocina dentro di te continua a ripeterti da anni: “Io non merito”? Che cosa credi di te stesso? Di essere pigro, procrastinatore, di non avere padronanza di te stesso, di non avere la tenacia necessaria per realizzare i tuoi obiettivi, di avere la necessità di appoggiarti ad altri perché non sei pienamente convinto di farcela da solo, e via così? Qualunque cosa tu creda di te stesso, immancabilmente si realizzerà. Non ci credi? Chiediti allora come mai quell’obiettivo da conseguire continua a essere una meta lontana o quella cattiva abitudine da vincere è ancora come un’enorme montagna da scalare. Nella vita di ognuno, le cose accadono sempre, o, dipende dal punto di vista, non accadono mai. Il punto è: Stanno accadendo cose che ci piacciono, o al contrario, non stanno accadendo e continuano a verificarsi invece cose non gradite? Voglio subito dirti una cosa di fondamentale importanza: il fatto che in questo istante tu sia in grado di conseguire, ad esempio, obiettivi di natura economica, non significa che l’immagine che hai di te stesso e di conseguenza il tuo programma mentale siano adatti a condurti ovunque. Nella vita di un essere umano le aree da rispettare non sono solo quelle che hanno relazione con il denaro. Ne esistono altre e tutte devono essere soddisfatte. Voglio farti comprendere ciò che penso con un esempio, purtroppo doloroso, accaduto oltre cento anni fa. Sto parlando del Titanic, il famoso transatlantico affondato nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. Aveva una lunghezza di 269 metri, una larghezza di 28 metri e un’altezza di 52 metri, circa un palazzo di 16 piani. Secondo i costruttori, suddiviso com’era in 16 compartimenti stagni, anche con 4 compartimenti totalmente allagati sarebbe rimasto a galla. Quella notte, alle 23.30, l’iceberg danneggiò 6 compartimenti stagni e la nave affondò portando con sé 1.523 persone. L’esempio sopra riportato, dovrebbe fare riflettere circa l’accuratezza con cui è necessario tutelare i propri “compartimenti stagni” che assieme formano le aree d’interesse di ogni essere umano. Diversamente, la simbolica nave avrebbe poche probabilità di restare a galla. Vediamo di che si tratta: Compartimento 1 Condizione fisica Compartimento 2 Emozioni Compartimento 3 Habitat/Beni tangibili Compartimento 4 Progresso individuale Compartimento 5 Passatempi Compartimento 6 Situazione famigliare Compartimento 7 Socievolezza Compartimento 8 Impegno lavorativo/ Avanzamento professionale/Scuola Compartimento 9 Denaro Compartimento 10 Spiritualità/Missione individuale/Apporto personale al mondo 3 Personalmente, te la senti di indicare quali tra queste 10 aree sono per te di scarso interesse? Nessuna vero? E’ ovvio, nessuno può vivere bene facendo a meno della salute, dello svago, del denaro, dell’affetto della propria famiglia, e via dicendo. Eppure, proprio come il Titanic affondò perché più compartimenti stagni furono danneggiati, similmente, molte persone, permettono che più di uno dei ‘compartimenti stagni’ elencati si deteriori senza porvi rimedio. Un aspetto da porre in rilievo è che, mentre il Titanic fu danneggiato da un corpo esterno, molto spesso le aree d’interesse di una persona, ossia i compartimenti, sono invece danneggiate dal deterioramento del compartimento a esse attiguo. Ecco che, ad esempio, i problemi economici fanno affondare la nave perché minano gli ambiti famigliari, ambientali, di salute o emozionali. D’altra parte, problemi emotivi creano spesso difficoltà economiche, famigliari o sociali. Molto spesso lasciamo che cattive abitudini ci impediscano di fare ciò che va fatto. Per essere felici è necessario compiere qualunque azione sia utile all’integrità e buon funzionamento di ogni ‘compartimento stagno’. E ora, esaminiamo in che condizioni sono i nostri compartimenti stagni. Ecco alcune domande cui vorrei tu rispondessi sinceramente. Habitat/Beni tangibili Ti piace il luogo in cui lavori? Sei soddisfatto delle cose che possiedi o vorresti altro, anche a costo di crearti problemi? Sei soddisfatto del luogo in cui vivi? (la località, l’abitazione) Condizione fisica Sei vittima di frequenti indisposizioni? Fai spesso la lista per la spesa in farmacia? Dormi quanto basta? Hai abitudini nocive? Fai attività fisica? Sei contento del tuo corpo? Ti senti in forma? Sei soddisfatto della tua salute? Progresso individuale Vorresti eccellere in qualche attività? 4 Sei soddisfatto di ciò che hai imparato finora? Sei soddisfatto di ciò che sei ora? Leggi regolarmente? Che cosa leggi? Frequenti corsi? Emozioni Com’è il tuo umore appena sveglio? Com’è prevalentemente il tuo umore durante il giorno? Sei in grado di modificare stati d’animo negativi o ne sei soggiogato? Passatempi Ti svaghi sufficientemente o hai poco tempo per la tua vita privata? (svago con amici e famigliari, una pausa, una passeggiata, ecc.). Sei soddisfatto della qualità del tuo modo di svagarti. Socievolezza Come consideri la qualità di tali relazioni? Sei contento della tua vita sociale? Frequenti con continuità persone al di fuori dell’ambiente lavorativo? Impegno lavorativo/Avanzamento professionale/Scuola Pensi di avere ottenuto ciò che meritavi, se rapportato alle tue capacità e all’impegno profuso? Ti senti sufficientemente stimolato? Sei soddisfatto del denaro che guadagni? Ti senti in crescita oppure statico? Sei soddisfatto del tuo lavoro? Sei soddisfatto dell’indirizzo scolastico scelto? Com’è il tuo rapporto con colleghi/compagni? Situazione famigliare 5 Rientri volentieri a casa per stare in famiglia? Trascorri tempo sufficiente con la tua famiglia? Che rapporto hai con la tua compagna/o? Che rapporto hai con i tuoi famigliari? Spirito/Missione personale/Contributo al mondo Hai un importante scopo nella vita che ti metta le ali ai piedi appena sveglio? Se sei credente, com’è il tuo rapporto con il tuo credo? Trovi il tempo da dedicare alla tua spiritualità? Pensi di contribuire al miglioramento delle vite altrui? Hai energie per dedicarti ad altri oltre che a te stesso? Denaro Se capitano imprevisti hai denaro sufficiente? Spendi più di quanto incassi? Sei soddisfatto dello stile di vita che conduci? Riesci a risparmiare? Se hai risposto con sincerità alle domande che ti ho posto, dovresti avere il quadro generale riguardo alla soddisfazione provata nelle aree d’interesse che accomunano ogni essere umano. Se riscontri mancanze, è necessario intervenire e porvi rimedio. Nessuno può essere felice avendo le tasche piene di soldi, ma la famiglia e la salute in pezzi, come non è possibile avere una famiglia felice senza il becco di un quattrino in tasca (frequentemente, le famiglie si sfasciano a causa della mancanza di denaro). Similmente, non è possibile avere una famiglia felice e una buona salute se non siamo in grado di controllare le nostre emozioni, come non è possibile avere una vita sociale soddisfacente se lavoriamo dalla mattina alla sera. Per condurre una vita serena è necessario che le 10 aree indicate siano in equilibrio. Io non sto dicendo che per essere soddisfatti della propria esistenza sia necessario attribuire il massimo punteggio a ogni area d’interesse della propria vita. Ciò è assolutamente impossibile. Ciò che voglio dire è però che è necessario ottenere un sufficiente grado di soddisfazione in ogni area. Le risposte date alle domande che ti ho posto dovrebbero essere prevalentemente positive, pena, come già detto, accusare problemi anche in altre aree d’interesse. Voglio immediatamente rispondere a una probabile obiezione. A volte, le situazioni sfuggono al nostro controllo perché non dipendono da noi: l’improvvisa perdita del lavoro, la morte di una 6 persona cara o una grave malattia minano drasticamente l’equilibrio delle singole aree, determinandone talvolta il crollo. Attraverso un nuovo esempio vorrei però spiegarti che anche in tali casi, è possibile riottenere l’equilibrio necessario al fine di condurre una vita serena. Che cosa accade quando una persona, a causa di un incidente, perde l’uso delle gambe? È risaputo che questa sfortunata vittima dovrà necessariamente aumentare la forza delle proprie braccia per riuscire a sollevare il peso del proprio corpo. Quando una persona ha problemi non dipendenti da lei riguardo a una delle aree d’interesse, sopra elencate, non è automatico che altre aree divengano cosi forti da compensare la carenza di quelle deboli. È indispensabile però fare in modo che questo avvenga. Perché ciò si verifichi, è fondamentale possedere valori potenti. Tornando all’esempio, il potenziamento dei muscoli delle braccia costrette a sollevare il corpo rappresenta i forti valori che, nonostante le avversità, contribuiscono a rendere comunque serena la vita di una persona in difficoltà. Queste informazioni hanno lo scopo di creare il giusto equilibrio tra le aree d’interesse, al fine di provare per ognuna di esse il giusto grado di soddisfazione, avvalendosi di un’adeguata scala di valori e di tutta l’energia necessaria per sostenerla. Per fare ciò, le cattive abitudini vanno eliminate poiché bruciano buona parte di tali energie. Dopo quanto detto, se per qualsiasi motivo tu dovessi pensare che, per il fatto di essere riuscito a ottenere una solida posizione finanziaria, l’immagine che hai di te stesso sia quella ottimale, potresti più avanti nel tempo trovarti di fronte a grosse delusioni. Non vado oltre, da quanto è emerso, si evince che, se le aree menzionate non sono in equilibrio, la vita non può essere soddisfacente. L’immagine che abbiamo di noi stessi deve contemplare tutte queste aree. Il punto allora è: chi vuoi diventare veramente? La tua identità ideale contempla tutte le aree sopra indicate? Poiché, come dice il libro Psicocibernetica, ciò che credi di te stesso si trasforma in realtà, credi di avere il potere interiore di possedere ora, non chissà quando, tutto ciò che meriti riguardo a salute, denaro, affetti, ……. Come vedi ho evidenziato il termine ora e l’ho fatto per un motivo: quando una persona non crede di possedere ora il potere interiore per ottenere tutto ciò che vuole, rimanda a domani oppure molla. A volte molla proprio quando il successo è ormai a portata di mano. Solo chi prende di petto ora qualunque cosa gli capiti, è una persona consapevole di possedere il potere interione necessario per affrontare ogni evento. Una persona così crede fermamente di poter affrontare con energia, creatività e coraggio ogni cosa gli capiti. Tu cosa credi? Credo che tu sia d’accordo con me, che, chi per vari motivi rimanda a domani le cose che deve fare, può scordarsi di conseguire qualunque obiettivo. Il 21 febbraio 2007, il giorno più brutto della mia vita, prima di rientrare a casa, entrai in un centro commerciale per acquistare alcuni generi alimentari. Passando davanti a una libreria il mio sguardo fu catturato dal titolo di un libro: Istruzioni per vincere di Livio Sgarbi. In sostanza passai tutta la sera e mezza nottata a leggere quel libro e lo terminai il giorno successivo. Un concetto espresso in quel libro che mi colpì profondamente fu che, gran parte dei nostri guai derivano da un meccanismo chiamato incapacità, appresa (impotenza appresa). Una serie d’insuccessi, innesca un 7 meccanismo perverso che fa scivolare sempre più verso il basso e i risultati negativi ottenuti, influenzano a tal punto che, nell’istante in cui s’incomincia a fare qualcosa, si ha la forte convinzione che terminerà nel peggiore dei modi. Questo ragionamento m’indusse a riflettere seriamente relativamente a cosa permettessi alla mia mente di elaborare. Se i pensieri negativi causavano il peggioramento delle performance, ciò che dovevo fare era cambiare il tipo di pensieri che albergavano nella mia mente, sostituendoli con altri di segno positivo e un circolo virtuoso positivo mi avrebbe permesso di migliorare le mie performance. Da quel momento, non ho più permesso alla mia mente di scivolare verso pensieri e di conseguenza azioni distruttive. All’inizio ciò che facevo era costringermi a pensare solamente a ciò che mi faceva stare bene. Ogni sera prima di addormentarmi facevo una carrellata di ciò che mi rendeva felice e grato di ciò che ero e avevo in quel momento. Nel giro di alcuni mesi mi resi conto che, se in precedenza la prevalenza dei pensieri era di segno negativo, gradualmente la quantità di pensieri positivi, potenzianti, stava aumentando e le cose incominciavano a migliorare. Nella mia mente tutto divenne chiaro: il cervello è un computer e come tale elabora solamente ciò che vi è installato. Il concetto è semplicissimo: Se nella tua mente soggiornano pensieri distruttivi, distruggerai la tua esistenza. Se invece i pensieri sono fortificanti, la renderai gradevole. Se pensi da perdente, perderai. Se pensi da vincente, vincerai. Se pensi da malato, sarai malato. Se invece pensi come una persona in salute, sarai sano. Forse pensi che la cosa sia troppo semplice perché sia vera e sottovaluti quanto ti sto dicendo, ma ti garantisco che questa è la pura e semplice verità. Tutto ciò che devi fare, è trattare il tuo cervello alla stregua di un computer e, volendoti bene, permettergli di elaborare solo le informazioni in linea con ciò che vuoi diventare. Sono certo che in questo momento tu stia dicendo: “ belle parole, ma come si fa a elaborare solo informazioni potenzianti, se il mio cervello contiene informazioni che non mi fanno vivere come vorrei da quando ero bambino”? Hai perfettamente ragione. Infatti, tutto ciò che è installato nella nostra mente nei primi anni di vita, diventa un programma dal quale, se non si sa come fare, è in sostanza impossibile uscirne. Se, infatti, nella tua mente è stato ad esempio installato il comando ”io non valgo”, tutto ciò che ti accadrà nella vita, servirà a rafforzare quella credenza distruttiva. Probabilmente potrai anche reagire a quel comando negativo in modo vigoroso ricercando strenuamente il successo, ma inspiegabilmente, proprio quando sarà a portata di mano, ti accadrà qualcosa che frustrerà i tuoi sforzi. Sto parlando di auto sabotaggi. Poiché ho già scritto un libro che spiega in modo particolareggiato quali sono i meccanismi che inducono a distruggere quanto si sta costruendo faticosamente a causa di sabotaggi, parlerò sinteticamente dell’argomento. Tali informazioni saranno però sufficienti per proseguire con successo la trattazione. Il libro che ho scritto è Una vita in classe A corso base ed è disponibile per ora solo in formato elettronico in tutti gli store (La Feltrinelli, Rizzoli, Libreria universitaria, Hoeply, Amazon, Mondadori, IBS, ecc.). Il corso avanzato sarà disponibile a breve. Nella sezione apposita puoi scaricare il corso base gratuitamente. Ecco sinteticamente il motivo per cui è facilissimo sabotare se stessi rendendo vani gli sforzi compiuti per conseguire i propri obiettivi. 8 Nella vita, ognuno di noi ha il desiderio di soddisfare una gran quantità di bisogni. Alcuni di questi però sono prioritari. Sono, infatti, definiti bisogni primari. Eccone alcuni: il bisogno di sicurezza, di valorizzazione, di avere un posto nel mondo, di essere ascoltati, ecc. Giacché primari, essi devono essere soddisfatti. Che cosa accadrebbe se, nei primissimi anni di vita uno o più d’uno di essi non fossero soddisfatti? Secondo le argomentazioni del Dott. Christian Flescè tratte dal suo libro Ho un corpo per guarirmi, qualora uno qualsiasi d’essi non fosse soddisfatto, per il bambino sarebbe un vero shock e, la ricerca della soddisfazione di tali bisogni diverrebbe un chiodo fisso per tutta la vita. L’obiezione potrebbe però essere: “ cosa ci sarebbe di male se, ad esempio, una persona dovesse per tutta la vita rincorrere la soddisfazione del bisogno primario di valorizzazione”? Non sarebbe una forte motivazione al successo? Rispondo subito all’obiezione. Purtroppo, secondo Flescè, la paura che ricapiti nuovamente l’evento che ha scioccato quella persona in tenera età, prevarrà sulla forte motivazione al successo e lo trascinerà esattamente nella direzione opposta a quella da percorrere per realizzare i propri sogni. In altre parole, quella paura entrerà nella memoria a lungo termine e, esattamente come se il tempo non fosse passato, anche a distanza di decenni, qualcosa re stimolerà il ricordo delle emozioni paurose provate da bambino inducendolo, magari inconsciamente, a stare lontano da qualunque cosa potrebbe nuovamente traumatizzarlo. Ecco allora che, una persona con la forte motivazione al successo, innescata proprio da un bisogno primario non soddisfatto, troverà il modo di sabotare la propria scalata al successo rimandando a domani o, com’è accaduto a me più volte, mandare tutto a monte proprio quando il successo era sotto il mio naso. Dopo avere simbolicamente scalato il monte Everest, anziché piantare la bandierina e godermi il meritato successo, tornavo indietro perché la paura di non essere all’altezza di quanto avevo raggiunto e rischiare di essere nuovamente svalorizzato, era più forte della spinta al successo. Se arrivi a un alto livello, devi dimostrare di meritare quella posizione. Se però una vocina interiore ti dice da anni, “non vali”, oppure, “lascia stare, non è roba per te”, quasi certamente saboterai i tuoi sforzi aderendo strettamente al tuo programma mentale distruttivo. Quest’argomentazione introduce un aspetto davvero importante: Se vogliamo davvero conseguire i nostri obiettivi, nella nostra mente non possiamo avere comandi contrastanti. Come spiegato, il comando che ci ricorda di stare lontani da tutto ciò che potrebbe farci stare nuovamente male, non solo ci veicola nella direzione opposta a quella che avremmo desiderato, ma è molto più potente di quello che ci spinge in direzione dei nostri desideri. Ecco allora una domanda veramente importante: Nella tua mente risiedono comandi opposti? E’ importante annullare i comandi contrari perché anche possedendo forti motivazioni, è come procedere con il freno a mano tirato, o anche peggio. Tutte le tue energie devono essere sprigionate viaggiando in una sola direzione, cioè in direzione dei tuoi sogni. Se esistono comandi contrastanti prima o poi, ti bloccherai. Poiché stiamo parlando di credenze, è appropriato verificare se nel nostro subconscio vi sono credenze positive e contemporaneamente negative opposte che creino veri e propri sabotaggi. Sembra follia, ma una persona potrebbe credere fortemente di meritare il meglio e contemporaneamente avere un’altra voce interiore che gli ripete l’esatto contrario. 9 Prima ti ho detto che il cervello è paragonabile a un computer e che se pensi da perdente, otterrai performance deludenti, al contrario, se pensi da vincente, lo diventerai davvero. Similmente, se pensi da malato, ti ammalerai, mentre godrai invece di ottima salute se penserai da persona sana. Ho riproposto questo concetto perché voglio ora parlare di come i pensieri negativi causati da credenze distruttive, possano fare ammalare. Non puoi continuare a permettere che, come spiegato nelle pagine precedenti, esistano in te forze che ti spingano nella direzione contraria a quella che vorresti percorrere. I tuoi comportamenti devono indirizzarsi verso le tue mete. Tutte le energie devono essere utilizzate per dirigersi in un’unica direzione, cioè verso il conseguimento dei tuoi obiettivi. Torno come promesso al motivo per cui il mancato conseguimento dei propri obiettivi, in linea con i propri valori, possa procurare malattie, a volte anche gravissime, che sottraggono indispensabili energie. Non credi sia possibile? Seguimi allora nel ragionamento. Immagino tu sappia cosa sia lo stress. Non tutti sanno però che lo stress teoricamente dovrebbe essere benefico. Lo stress ha nell’essere umano uno scopo: metterlo nelle condizioni di risolvere in modo rapido eventuali problemi o allontanarsi velocemente da possibili pericoli. Qual è il problema? Il problema è che il programma umano per la risoluzione rapida dei problemi che procurano stress non è più adatto alle condizioni odierne. Non c’è bisogno che faccia un lungo elenco dei problemi che affliggono l’umanità. Oggi le difficoltà sono davvero tante, perdurano nel tempo e l’uomo spesso è costretto ad accantonare i propri valori, non ascoltando le voci interiori che gli ricordano con costanza di avere scopi più nobili nella vita che procurarsi il vil denaro per pagare il mutuo, le bollette, le spese condominiali, l’assicurazione, le spese mediche. Questo modo di vivere, alla continua rincorsa della tranquillità mentale, procura ansia facendo perdurare nel tempo la condizione di stress. Ecco cosa dice Joe Dispenza nel libro Evolvi il tuo cervello alla pagina 217 in relazione al programma umano per combattere i pericoli: In breve, quando una risposta di sopravvivenza viene innescata attraverso il sistema nervoso simpatico (SNS), esso aumenta il ritmo cardiaco e la pressione sanguigna, riduce la portata del flusso sanguigno diretto agli organi digestivi, aumenta quella del flusso sanguigno diretto alle estremità in vista dell’azione, mobilita gli zuccheri nel flusso sanguigno per ricavarne energia, rilascia ormoni che danno al corpo una scarica di energia, accende il cervello perché diventi super-consapevole, dilata le pupille e ripulisce i cristallini per permettere di vedere a distanze maggiori e dilata i bronchioli, consentendo un trasferimento più rilevante di ossigeno nei polmoni. Tutti questi cambiamenti mettono il corpo in grado di fuggire o di lottare, intensificando la nostra consapevolezza e il nostro livello di preparazione per l’azione fisica. Come spiegato, questo programma ha lo scopo di preparare all’azione in modo rapido di fronte all’imminente pericolo. Come dicevamo, però, l’ansia per tutto ciò che potrebbe accadere, pone l’essere umano in una condizione perenne di stress. Questo modo di vivere non è adatto all’azione compiuta dal cervello per risolvere rapidamente il problema. Ecco cosa dice Evolvi il tuo cervello alla pag. 233: 10 Quando siamo coinvolti in una reazione di stress, i sistemi del corpo responsabili della riparazione e rigenerazione sono compromessi. Se uno tsunami si sta avvicinando alla nostra casa sulla spiaggia, probabilmente quella di ristrutturare la cucina non è una buona idea: piuttosto, dobbiamo prepararci allo stato di emergenza e abbandonare i progetti di costruzione a lungo termine. Ricordate che la risposta lotta o fuggi consiste nel mobilitare l’energia per l’azione immediata. In un certo senso, la nostra concentrazione si fissa sul breve termine. Perché ripararsi e rigenerarsi adesso, quando siamo di fronte a una serie di esigenze più immediate? Se siamo ripetutamente sotto stress, ci sarà necessario più tempo per guarire, dal momento che tale processo non è una voce di priorità elevata. Da quanto scritto si evince che nel corpo avvengono una serie di modifiche atte alla risoluzione rapida di un problema. Che cosa accade però quando l’organismo è in perenne stato di allerta a causa della mancata risoluzione dei problemi? Riassumo in breve: i muscoli rimangono in tensione, la frequenza cardiaca e la pressione aumentano, permangono alti i livelli di colesterolo, grassi, zuccheri, ormoni e altre sostanze chimiche. La presenza, per un lungo periodo, di alti livelli di queste sostanze, il cui scopo è invece legato ad attività brevi, intense e occasionali, alla fine danneggia organi importanti. Quali sono le conseguenze? Si possono avvertire mal di schiena, mal di testa, dolori al collo e tensione muscolare. I medici dicono che questi sintomi sono spesso riconducibili a un perenne stato di stress. Lo stress prolungato può ridurre la creatività e la produttività, soffocare l’entusiasmo e danneggiare i rapporti interpersonali. Inoltre può causare sindrome del colon irritabile, diarrea e spasmi esofagei. Lo stress cronico può avere conseguenze anche più gravi. Può provocare ictus, infarto, insufficienza renale, problemi cardiovascolari e diabete o aggravare il quadro clinico di chi ne soffre. Inoltre, a causa della produzione di cortisolo dovuta a stress prolungato, attorno all’addome e alla schiena tende ad accumularsi del grasso. Collegate allo stress o aggravate da esso ci sono malattie della pelle come eczema e psoriasi. Gravi forme di stress sono state anche messe in relazione con depressione, aumento di aggressività e burn out. Lo stress prolungato può anche causare danni irreversibili alla memoria e alla capacità di concentrazione. Un sistema immunitario gravemente compromesso dallo stress cronico può rendere una persona più soggetta a varie patologie, dal comune raffreddore al cancro oltre che alle malattie autoimmuni. Lo stress incide pesantemente sulla salute sotto ogni profilo: psicologico, fisico, emotivo e spirituale. Pertanto è imperativo imparare a gestirlo. Da quanto è emerso, in modo assolutamente automatico il nostro cervello dà al corpo i comandi necessari al fine di affrontare con rapidità ed efficacia le emergenze tralasciando tutto il resto. Purtroppo la vita d’oggi è perennemente carica di situazioni preoccupanti. Ecco alcune domande importanti: se la tua priorità è trovare i soldi per pagare il mutuo (non trovandoli corri il rischio che la tua casa finisca all’asta), credi che sia facile concentrarsi su valori più nobili? Se stai rischiando di finire in cassa integrazione, credi sia semplice essere concentrati sulla propria famiglia? Se hai un alto tenore di vita, ma a causa della crisi si annunciano difficoltà, pensi sia facile ascoltare le voci interiori che ti ripetono che hai scopi nobili da conseguire? Io credo che a tutte queste domande si possa rispondere nello stesso modo: no! 11 Qual è il problema? Il problema è che, come spiegato, le insistenti richieste delle voci interiori non diminuiranno d’intensità solamente perché le priorità continuano a essere altre. A quali richieste darai ascolto? Se non sei capace di gestire lo stress, diventa inevitabile occuparsi solamente delle emergenze trascurando tutto il resto. In tali condizioni, come spiegato, il tuo organismo rimarrà in perenne stato di allerta e alcune delle possibili conseguenze saranno quelle elencate. Potrai anche fare finta di non sentirle, e probabilmente riuscirai a zittirle, ma quelle voci interiori che ti ripetono da qualche tempo cosa devi fare, continueranno comunque a farsi sentire. Lo faranno tramite alcuni sintomi, in parte elencati. Se sei interessato all’argomento, procurati un testo di psicosomatica, resterai sorpreso scoprendo cosa possa accadere a un essere umano che vive in stato di stress e non rispetta ciò che il proprio corpo e il proprio cervello gli dicono di fare. Cosa ne pensi riguardo al vivere in condizione perenne di stress? La conoscenza di quanto appena descritto dovrebbe far sorgere in noi il senso di responsabilità circa il modo in cui trattiamo noi stessi e il nostro prossimo. È vero che questo libro ha lo scopo di fornire le informazioni utili al fine di condurre una vita più felice, ma la nostra felicità non è indipendente da quella di chi ci sta attorno. Se con il nostro modo di essere facciamo vivere altri in perenne stato di stress, dovremmo chiederci fino a che punto apprezziamo una vita felice. Apprezzare la vita significa apprezzare anche quella altrui. Se sottoponiamo il nostro prossimo a continui stati di stress, secondo quanto descritto pocanzi, ne siamo responsabili. È vero che finora forse non sapevi che provocando stati di stress prolungati, contribuivi alla formazione di malattie di vario tipo. Ora però lo sai e senza sentirti in colpa se in passato sei stato fonte di stress (il mio obiettivo non è far sentire in colpa nessuno, Io voglio promuovere l’azione e non l’immobilizzazione derivante dai sensi di colpa), agisci immediatamente per promuovere serenità attorno alla tua persona. Un fatto è certo: se fai star bene gli altri, questi faranno star bene te. Non è proprio di questo che stiamo parlando? Voglio puntualizzare un aspetto che, sono certo, in parte hai già intuito. Non è detto che ciò che tu vorresti porre sui gradini più elevati della tua scala di valori siano necessariamente quelli che le voci interiori continuano a ripetere. Spesso è più facile porre ai primi posti valori che esaltano il proprio ego relegando ai piani più bassi valori che hanno attinenza con gli interessi altrui. Compiere scelte del genere, significa sicuramente ricercare il successo e ottenere gratificazione ma, credi che le voci interiori cesseranno di farsi sentire?Le cose non stanno così, esse continueranno a parlarti per farti capire che esiste uno squilibrio tra le cose che sai benissimo dovresti fare e le azioni che continui a compiere per dirigerti nella direzione opposta. Ti faccio un esempio. Hai una famiglia? Hai voci interiori che continuano a ripeterti che dovresti dedicare più tempo al tuo coniuge o ai tuoi figli? Le voci interiori sono per natura sagge e continuano a dirti di fare ciò che è giusto. Tu invece cosa fai? Le tue azioni dettate dalla routine e dai tuoi desideri egoistici sono orientate in tutt’altra direzione? Se è così, non illuderti, quelle voci non smetteranno di parlare. 12 Voglio ripetere che, continuando a non ascoltare quelle voci con probabilità ti procurerai anche danni di natura fisica. Anzi, saranno proprio i sintomi ad avvertirti che continui a trascurare qualcosa che dovresti fare e non stai facendo. Non voglio parlare di queste cose perché esiste gente qualificata per farlo. Quello che io desidero porre in rilievo è che hai più modi per comprendere che ci sono cose da fare tralasciate e il tuo corpo continuerà a ricordartelo in vari modi. Prima di continuare voglio dirti una cosa di rilevante importanza. Supponiamo che tu abbia una vocina interiore che continua a ripeterti che al primo posto sulla tua scala di valori devi mettere la famiglia. Questa vocina saggia ti sta chiedendo in altre parole di mettere più impegno in faccende che hanno a che fare con altre persone. È vero che la tua famiglia ha stretta relazione con te, ma se tu metti i loro interessi prima dei tuoi, le azioni che scaturiranno saranno altruistiche e non egoistiche. Giusto? Hai la sensazione che, quando usi troppo del tuo tempo per gli altri, ti restino meno energie per soddisfare poi i tuoi interessi egoistici? Se è così, è del tutto naturale, poiché siamo portati a pensare che le energie siano limitate e che se dovessimo impegnarci per gli altri, non rimarrebbero energie per noi stessi. Questo ragionamento è errato! C’è la comune credenza che in generale le risorse siano limitate -poco denaro, poca felicità, poca salute, poco tempo, poche energie. Con una mentalità limitata come questa, è più che naturale occuparsi solamente di se stessi. Se c’è poco per me, le mie poche energie, il mio poco denaro e la mia poca salute sono sufficienti solo per me stesso ed è normale porre ai primi posti sulla scala di valori attività che procurano benefici al proprio ego, continuando a rimandare il momento in cui cominceremo a occuparci di ciò che le vocine interiori continuano a ripeterci. Questo modo di pensare, come dicevamo, è limitante e profondamente errato. Oggi, se entri in qualsiasi libreria e leggi i titoli dei libri del reparto psicologia, noterai che parlano della legge dell’attrazione. Persino psicologi famosi che per decenni hanno scritto libri che parlavano prettamente di psicologia sono approdati a questo filone tematico. Questa legge rivela che non puoi che attirare ciò su cui ti concentri. Ti concentri sul fatto di avere poco denaro? Otterrai poco denaro. Ti concentri sulla tua poca salute? Otterrai ancora meno salute. Questo ragionamento vale anche per la mancanza di tempo e di energie. Credi di avere energie sufficienti solo per te stesso? Solo a te stesso potrai dedicarti. Anzi, molto probabilmente, le energie che hai non basteranno nemmeno per te. Io sono completamente d’accordo con questi concetti, salvo quando si afferma che, per chiunque riesca a comprendere e allinearsi alla fonte inesauribile di tutte le cose che crediamo siano limitate, cioè l’universo, vi siano premi inestimabili a portata di mano. In alcuni di quei libri si giunge poi a identificare la fonte inesauribile con Dio, che elargisce prosperità, anche economica. Io sono credente, ma non credo che Dio elargisca ricchezza economica, felicità, più tempo a disposizione o più energia solamente a chi è allineato con lui e conosce bene la legge dell’attrazione; sarebbe discriminante nei confronti di tutti quei poveracci che vivono male perché 13 non conoscono quella legge. Non entro nell’argomento poiché non intendo scrivere un trattato né esoterico né religioso; dal mio punto di vista, però, la regola dell’attrazione esiste, eccome! Abbiamo parlato in precedenza d’impotenza appresa. Se ne sei vittima, attiri sicuramente le disgrazie, ma tutto ciò, secondo me, non ha nulla a che fare con l’universo. Se ricordi, citando l’esempio del servo meccanismo, riportato nel libro Psicocibernetica, ti ho detto che corpo e mente lavorano giorno e notte per realizzare l’immagine che noi abbiamo di noi stessi. Una buona vita piuttosto che una vita deludente sono entrambe creazioni di ciò che noi crediamo di essere e di poter realizzare. Se te ne vai in giro ogni giorno con il programma mentale che recita” io non merito”, il minimo che possa accaderti è che detto programma lavorerà per adempiere quella profezia. Da quanto emerge soffermandosi sulle argomentazioni del dott. Dispenza, i pensieri negativi ripetitivi sono la causa di un’infinità di malattie e, in altre parti del suo libro è spiegato che proprio tale qualità di pensieri producono infine cellule degradate e conseguentemente proteine degradate. Noi di cosa siamo fatti? Di proteine. La logica ferrea indica che i pensieri negativi prodotti dalle nostre credenze distruttive, producono infine organi malati. Anche Bruce Lipton nel suo libro Biologia delle credenze, un libro che spiega in modo accurato come i pensieri negativi derivanti da ciò che crediamo di noi stessi e del modo che ci circonda, causino una vita deprimente e un corpo malato, è della stessa opinione del dott. Joe Dispenza. Queste argomentazioni conducono a concludere che, i pensieri negativi e ripetitivi, sono la causa di problemi di natura psicologica e organica. In altre parole, il tuo corpo ti avverte attraverso le malattie che devi affrontare e risolvere problemi di natura psicologica. Una domanda che però dovrebbe nascere è la seguente: “Cambiando i pensieri è possibile invertire il processo al fine di migliorare mente e corpo”? La risposta è assolutamente affermativa ed ecco cosa dice in merito Joe Dispenza nel già citato libro Evolvi il tuo cervello alla pagina 46. C’è un campo emergente della scienza chiamato PSICONEUROIMMUNOLOGIA che ha dimostrato la connessione esistente tra la mente e il corpo. Posso descrivere quanto ho imparato in questi semplici termini: ogni vostro pensiero produce una reazione biochimica nel cervello; di conseguenza, il cervello rilascia segnali chimici che vengono trasmessi al corpo, dove agiscono come messaggeri del pensiero. I pensieri che producono le sostanze chimiche nel cervello permettono al vostro corpo di SENTIRE proprio come stavate PENSANDO. Dunque, ogni pensiero produce una sostanza chimica proprio come stavate PENSANDO. Dunque, ogni pensiero produce una sostanza chimica che corrisponde a una sensazione del vostro corpo. Essenzialmente, quando avete dei pensieri felici, ispiratori o positivi, il vostro cervello produce delle sostanze chimiche che vi fanno sentire gioiosi, ispirati o elevati. Ad esempio, quando vi pregustate un’esperienza piacevole, nel cervello viene prontamente prodotto un NEUROTRASMETTITORE chimico chiamato DOPAMINA che attiva il cervello e il corpo nell’anticipazione di quell’esperienza, e di conseguenza voi vi sentite eccitati. Se avete pensieri di odio, rabbia, o di auto disapprovazione, il cervello produce sostanze chimiche chiamate NEUROPEPTIDI a cui il corpo risponde in maniera corrispondente, e voi vi sentite pieni di odio, irati o indegni. Vedete, di fatto, i vostri pensieri diventano immediatamente materia. Quando un corpo risponde a un pensiero con una sensazione, questa innesca una reazione nel cervello. Il cervello, che controlla e valuta costantemente lo stato del corpo, nota che esso si sta sentendo in un certo modo, e in risposta a questa sensazione corporea genera pensieri che producono messaggeri chimici corrispondenti, cosicché voi incominciate a PENSARE come vi SENTITE. Il pensiero crea sensazione, e la sensazione a sua volta crea pensiero, in un ciclo continuo. 14 Questo circolo vizioso alla fine induce nel corpo uno stato particolare che determina la natura generale del nostro sentire e del nostro comportamento; lo definiremo STATO D’ESSERE. Supponete, ad esempio, che una persona viva gran parte della sua vita in un ciclo ripetitivo di pensieri e sensazioni collegate all’insicurezza. Nel momento in cui ha un pensiero che ha a che fare con il non essere abbastanza brava o intelligente o qualsiasi altra cosa, il suo cervello rilascia sostanze chimiche che producono una sensazione di insicurezza; ed ecco che adesso si sente nello stesso modo che stava pensando. Quando avrà iniziato a sentirsi insicura, questa persona incomincerà a pensare proprio come stava sentendo. In altre parole, il suo corpo adesso la sta inducendo a pensare; questo pensiero la porta a sentirsi sempre più insicura, e così il ciclo si perpetua. Se i pensieri e le sensazioni continuano, un anno dopo l’altro, a generare lo stesso anello a retroazione biologico tra cervello e corpo, questa persona vivrà in uno stato d’essere definito “insicuro”. Se, come indicato, lo stato d’essere è negativo, si avvia un circolo improduttivo devastante: il pensiero negativo diventa sensazione negativa, la sensazione negativa si trasforma in pensiero negativo, e via cosi. Purtroppo però i guai non terminano qui. Come già detto, i pensieri negativi ripetitivi hanno il potere di produrre proteine degradate e noi siamo fatti di proteine. Trai tu le conclusioni. Se però ci pensi bene, nessuno t’impedisce di innescare un circolo virtuoso anziché un circolo improduttivo: un pensiero positivo emette una sostanza chimica che lo trasforma in sensazione positiva, la sensazione positiva diventa a sua volta pensiero positivo, e via in questo modo. Così facendo, gradualmente, mutiamo la natura generale del nostro sentire, il nostro stato d’essere. Come vedi, è possibile sostenere anche scientificamente quanto più volte espresso in questo libro: è assolutamente possibile allontanare dalla propria mente i pensieri e le immagini deprimenti sostituendole con altre che favoriscano il benessere psicofisico. Da oggi devi assolutamente controllare ciò che credi e conseguentemente ciò che pensi. Attento, tu diventi ciò che pensi! Proseguiamo? Ricordi il processo distruttivo chiamato incapacità, appresa di cui ti ho parlato nelle pagine precedenti? Secondo quanto indicato da Joe Dispenza, cambiando il modo di pensare, anziché essere vittima di quel distruttivo circolo vizioso, è possibile innescare il processo contrario, quello che, un pensiero positivo dopo l’altro, fornirà tutte le motivazioni utili al conseguimento dei propri obiettivi. Il processo che induce a credere che, se si è riusciti ad arrivare fino a un certo punto, è certamente possibile percorrere un altro metro e poi ancora un altro fino alla meta. Voglio subito dirti però che, per ottenere il modo di vedere le cose appena indicato, è necessario vincere un modo di vivere distruttivo chiamato Ricerca della gratificazione immediata. Per rendere esaustivo l’argomento ti parlo ora di una mia esperienza che servirà tra l’altro a comprendere uno dei motivi per cui è facile lasciare a metà le cose o addirittura non cominciarle nemmeno. Immediatamente dopo, sarai pronto per conoscere il modo di pensare che, a mio parere, è la base per progredire passo dopo passo verso i propri obiettivi. Accompagnami con attenzione, per favore. Io sono il primogenito in una famiglia composta di padre, madre, e quattro figli, due maschi e due femmine. Quando ero bambino in casa mia, come in moltissime altre, c’erano pochi soldi. Ricordo che quando chiedevo un giocattolo per me, la risposta era sempre la stessa: “Niente per gli altri, niente neanche per te”. Sono sicuro che i miei genitori in questo senso fossero giustissimi, il 15 loro modo di trattarci era veramente imparziale. Come ben si sa però, non è detto che quel modo di trattare funzionasse con quattro figli totalmente diversi uno dall’altro. Infatti, qualcosa con me è andato storto. Prima di riferirti che cosa, ascolta invece cosa diceva mia suocera a mia moglie quando da bambina chiedeva un giocattolo per sé e vi erano gli stessi problemi economici. Anche lei aveva due fratelli, un maschio e una femmina e le condizioni economiche non erano certo buone. Questa però era la risposta che otteneva: “Adesso non possiamo, ma non preoccuparti perché appena avremo un po’ di soldi, te lo compreremo”. In entrambi i casi restavamo a mani vuote, ma quale delle due risposte avresti voluto sentire? Sono certo che avresti scelto il secondo modo di agire, ovviamente se poi davvero la madre si fosse impegnata a mantenere la promessa. In effetti, il secondo modo di rispondere è certamente più rassicurante; mia moglie dopo una risposta simile si tranquillizzava e aspettava momenti migliori che, era certa, sarebbero arrivati. Invece Il modo freddo di trattare me nel corso del tempo ha prodotto un problema esagerato, ed è proprio di questo che voglio parlarti poiché ha a che fare con uno dei motivi per cui le persone lasciano a metà le cose. Addirittura frena le persone al punto di inibire qualsiasi iniziativa, ostacola la progettazione del proprio futuro o impedisce di avere a disposizione più possibilità tra le quali scegliere per ottenere i migliori risultati. Parliamone subito. Hai mai sentito parlare di ricerca della gratificazione immediata? Sono certo di sì, ma sono anche quasi sicuro che tu non sia consapevole di trovarti di fronte a un problema di grosso calibro. Seguimi con attenzione per favore. Io ti parlerò solamente dei danni che toccano te e i tuoi cari, sappi però che la ricerca della gratificazione immediata è stata e continua a essere persino la causa di disastri ecologici e finanziari. Quando non si valutano le conseguenze a lungo termine delle proprie azioni, è quasi inevitabile soffrire. Quando, circa otto anni fa, mi sono reso conto che fosse un mio problema, non trovando nulla di veramente esauriente nei libri che possedevo, ho fatto una ricerca e, confrontando le informazioni che trovavo con quelle già in mio possesso, ho tratto conclusioni micidiali. Ovviamente non ho alcuna intenzione di scrivere un trattato sul problema della ricerca della gratificazione immediata. Ciò che intendo fare invece é renderti chiara la relazione che c’è tra questo problema e l’attitudine a lasciare a metà le cose, o a non cominciarle neanche. Oppure non essere in grado di progettare il proprio futuro o fare scelte affrettate con risultati deludenti. Accompagnami per favore. Sono convinto che i miei genitori fossero in buona fede rispondendo più e più volte nello stesso modo alle mie richieste certamente lecite di avere giocattoli. Dico lecite perché un bambino non può certo conoscere le condizioni economiche della famiglia, per cui è naturale che chieda ai propri genitori di soddisfare i suoi desideri e di ottenere giocattoli. Questo naturalmente vale anche per gelati, patatine, pizze, e via dicendo. Tutto ciò è normalissimo, ogni bambino piccolo ricerca la gratificazione immediata. Dove sta allora il problema? La difficoltà è da ricercarsi nel modo in cui i genitori gestiscono tali richieste, non essendo consapevoli di avere un compito davvero importante ai fini della crescita sana del bambino. Sicuramente, come già detto, il problema è reale e davvero in quel momento non è possibile spendere quel denaro. Il genitore però deve ricordare di avere un 16 fondamentale dovere: quello di insegnare al proprio figlio a posporre la gratificazione. Anche se in quel momento fosse possibile acquistare quel giocattolo, non è detto che per forza si debba farlo. Il figlio deve imparare a guadagnarsi le cose, a essere tenace nel conseguire obiettivi e risolvere problemi a lunga scadenza o difficoltosi. Mentre è normale nascere con il bisogno di gratificarsi immediatamente, non lo è crescere con quella necessità. Una condizione finanziaria opposta a quella appena descritta potrebbe produrre in un figlio il medesimo risultato. Possedere molto denaro e dare al figlio piccolo qualunque cosa voglia nel momento in cui la chiede, è altrettanto deleterio. Nessuno mette in dubbio le capacità e l’intelligenza del bambino. Indipendentemente da chi sia, se da bambino non ha imparato a posporre la gratificazione, a ‘sudarsi’ le cose, a conseguire obiettivi con tenacia, nella vita adulta quasi certamente avrà problemi di ricerca della gratificazione immediata. Sai perché è un serio problema?Lo é perché immobilizza le persone. Ecco i motivi: ovviamente non tutti gli obiettivi che ci prefiggiamo sono semplici da conseguire; alcuni comportano sforzi, pazienza, tenacia e da adulti siamo spessissimo chiamati ad affrontare situazioni in cui è necessario avere queste qualità. Se però tali qualità non sono state sviluppate nel tempo, è quasi certo che non saranno possedute neanche da adulti ed è per questo motivo che ci immobilizziamo. Ecco cosa accade: quando l’obiettivo da conseguire non è a breve scadenza e comporta il superamento di difficoltà, sono necessarie le qualità menzionate pocanzi, ma, non essendone dotati ed essendo il cervello programmato per ottenere la gratificazione immediata, siamo portati a rinunciare alla lotta per ottenere ciò che ci spetta. Un’altra sfumatura del problema potrebbe essere che, sempre a causa della ricerca della gratificazione immediata, il modo di procurarsi le cose sia imposto dall’aggressività, e l’epilogo di ogni velleitaria lotta sarebbe anche in questo caso un’inevitabile rinuncia. Si abbandona la lotta poiché il cervello ammette come vittoria solo il conseguimento di risultati immediati; nel momento in cui un successo fulmineo non appare possibile si trova il modo di mollare la spugna, arrivando talvolta a sabotare, per quanto inconsciamente, il lavoro svolto. Poiché naturalmente ben pochi ammettono facilmente di essere persone rinunciatarie, ciò che rimane è trovare una scusa per aver abbandonato la battaglia. In queste cose il cervello è uno specialista e troverà sicuramente una giustificazione più che valida per permettere di ritirarsi in modo indolore. Potrai dire che in fondo la tal cosa non t’interessava un gran che, oppure che hai avuto poco tempo per prepararti, oppure che la sfortuna ti ha perseguitato, o anche che altre persone malvagie ti hanno ostacolato. Potrai dire a te stesso e ad altri un sacco di cose, ma in fondo sai perfettamente che il motivo per cui ti sei ritirato è per paura di non essere all’altezza della situazione, oppure di non farcela e questo per una serie di motivi di cui parleremo più avanti; ricorda però che una delle cause principali è proprio la ricerca della gratificazione immediata. Sappi che, se da bambini non sono stati soddisfatti i nostri bisogni primari, durante la vita da adulto si cercherà spasmodicamente, ma inutilmente, di appagarli. La ricerca della gratificazione immediata è uno dei modi in cui il proprio cervello cerca inutilmente di ottenere risultati mancati in tenera età. Per quanto riguarda invece il comportamento aggressivo finalizzato a ottenere subito ciò che vogliamo, anche se non opereranno in noi meccanismi inconsci autosabotanti, ci penseranno gli 17 altri a ostacolarci. Nessuno accetta di buon grado di essere trattato con aggressività. Può darsi che i genitori tollerino l’aggressività del figlio, ma quasi certamente, divenuto adulto, tale aggressività gli procurerà guai con chi gli sta vicino. Per chiarire ulteriormente, ecco un altro esempio personale: tempo fa, rispondendo a un test contenuto nel libro Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario di Anthony Robbins, mi si chiedeva a quali condizioni mi sarei sentito amato, tenace, spirituale, libero, intelligente, di successo, in salute, coraggioso, passionale, creativo, integro, felice, sincero, ambizioso, onesto, generoso... L’elenco continuava con altri valori tutti più o meno importanti per un essere umano. Mi resi conto che la mia risposta a ognuna di quelle domande era la stessa: dovevo dare il massimo per sentirmi appagato. Qualcuno potrebbe dire, “È normale voler dare il massimo nei vari campi”. Sono d’accordo, non però, se il tuo programma mentale ti chiede di dare il massimo in tutti i campi, ma contemporaneamente t’impone la ricerca della gratificazione immediata. In altre parole, il mio programma mentale non mi permetteva di avere punti deboli in nessuno dei valori elencati. Per essere appagato, dovevo essere il migliore in ogni campo e in breve tempo, diversamente mi consideravo inconsciamente un fallito. Ti rendi conto di cosa significhi per una persona avere un programma mentale simile? Nemmeno Superman riuscirebbe a sostenere una pressione tale! Sai cosa accade a chi ha richieste del genere dal proprio cervello? Io ho individuato almeno due diversi modi di reagire: il primo non mi appartiene, ma credo che richieste così pressanti portino ad allontanarsi da ogni interesse per la vita. Il pensiero inconscio è: “È tutto inutile, qualunque cosa faccia non mi gratifica”. Il secondo modo di reagire è stato per molti anni il mio: non potendomi permettere di allontanarmi da tutto, avendo responsabilità famigliari e lavorative, mi sono allontanato dalla vita in vari modi, tra cui dormire il più possibile per non pensare, per non esistere: “Vado a farmi mezzoretta di sonno”, dicevo, ma mi svegliavo dopo tre ore. Ovviamente la mia attività lavorativa ne soffriva. Un altro modo per non pensare era guardare la televisione per ore. In questo caso a soffrire era la mia famiglia, oltre a me stesso ovviamente, perché mi sentivo in colpa trascurandoli. Vi sono altri modi in cui mi allontanavo dalla vita, ma ciò che conta è che le informazioni date siano sufficienti per far comprendere cosa accade a chi ha il problema della ricerca della gratificazione immediata. Tra le conseguenze peggiori, c’e anche la procrastinazione. Rimandare a domani è uno dei “migliori” modi per non assumersi le proprie responsabilità e garantirsi l’insuccesso. Chi rimanda a domani, non realizza i propri sogni. Giacché stiamo parlando di credenze, ecco una buona domanda: non credi che l’esigenza di togliersi di dosso velocemente ogni problema possa portare la gente a non assumersi le proprie responsabilità? Sì, la ricerca della gratificazione immediata è una delle cause della mancanza di senso di responsabilità. S’immobilizza, fugge, oppure diventa aggressivo. Questo fa chi ha questo problema, e lo fa in vari modi. Per ciò che riguarda le prime due norme, i motivi sono che, sapendo inconsciamente di non riuscire nell’intento di conseguire i propri obiettivi, non si prova nemmeno, ma non potendo ammettere a se stessi di essere così rinunciatari, si escogitano modi per non pensare e non assumersi le proprie responsabilità tramite la procrastinazione, il sonno, la televisione, internet, mangiando o bevendo troppo, oppure attribuendo la colpa ad altri o alla malasorte e via così. 18 D’altro canto, come già detto, se non si fugge o non ci s’immobilizza, ma si usano modi aggressivi per ottenere ciò che vogliamo, il risultato è il medesimo. Per farti capire fin dove si può giungere, pensa che, se il problema si accentua fortemente, la persona può diventare ladra poiché, non sapendo progettare il proprio futuro, che per definizione è più in là nel tempo, e avendo un programma mentale che richiede la gratificazione immediata, l’unica cosa che riesce a fare è rubare. Questa persona è come se fosse miope riguardo al futuro, lo vede sfocato e non riesce a progettarlo. Dovendo comunque soddisfare i propri bisogni non trova altro sistema che rubare. Prima ho detto che è indispensabile insegnare ai figli a posporre la gratificazione al fine di aiutarli a coltivare la pazienza, la tenacia e tutte quelle doti necessarie per conseguire risultati a lunga scadenza o comunque difficoltosi. Oltre ciò, soddisfacendo sempre e subito i propri desideri, si arriva al risultato negativo di non avere più desideri, non volere più nulla (apatia). Si arriva inoltre a essere annoiati di tutto e incapaci di gioire. Inserendo invece la rinuncia quando sentiamo il bisogno di gratificazione immediata, si esce da quella forma di dipendenza e si apre davanti a noi un mondo totalmente diverso, fatto di scelte che vanno oltre il limitato e l’immediato. Parlando prima del ladro ho detto che è come se fosse miope riguardo al futuro, ma il problema della ricerca della gratificazione immediata crea anche un problema concernente, le possibili scelte da fare quotidianamente. La persona affetta da questo problema, dovendo ottenere tutto e subito agisce frettolosamente ed esamina una quantità limitata di possibilità. Questa norma di comportamento offre una visione limitata di tutto ciò che è possibile fare. Chi non è limitato da questo problema, prima di determinare cosa fare, esamina una quantità maggiore di possibilità avendo sicuramente più probabilità di avere successo. Non credi che poter scegliere tra dieci possibilità, anziché due, possa offrire maggiori possibilità di fare la scelta giusta? Certamente. Voglio però dirti qualcosa di cui forse non sei a conoscenza: Contrariamente a quanto è stato detto finora, approfondite ricerche, hanno dimostrato che non è corretto il pensiero che, più usi la forza di volontà, più come un muscolo diventa forte. E’ vero il contrario: la forza di volontà è paragonabile a una batteria che tende a esaurirsi, per cui, dopo essere riuscito a crearti 10 possibilità tra cui scegliere per compiere la scelta giusta, potresti comunque rischiare di tagliare corto e vanificare il lavoro compiuto. Essere consapevole di questo aiuta a fare tutto ciò che ci si prefigge. Se t’interessa l’argomento, trovi tutto sul libro VOLERE E POTERE di Roy F. Baumeister e John Tierney. Proseguiamo. Come ti dicevo, questo problema influisce su moltissime persone, anche molte di quelle che credono di non esserne toccate. Molte persone di mia conoscenza, dopo avere letto queste informazioni, hanno ammesso di essere vittime di questo problema, senza che se ne rendessero conto. La ricerca della gratificazione immediata è proprio un potente motore che trascina le persone in direzione opposta a quella desiderata e, come puoi immaginare é un vero acceleratore della velocità con cui arrivano i problemi. Non so se hai colto ciò che volevo farti comprendere quando prima ho detto che chi ha il problema della ricerca della gratificazione immediata diventa apatico e incapace di gioire. Voglio ripetere quest’aspetto poiché, a mio parere, è di straordinaria importanza. 19 Per ottenere ciò che si desidera dalla vita, è chiaro che non bisogna fuggire da essa escogitando modi per eclissarsi: dormire troppo, mangiare troppo, guardare troppo la TV, navigare in eccesso su Internet, procrastinare e via dicendo. Chi agisce così, è chiaro che non ama la vita. Ne ha paura e trova il modo di allontanarsi da essa. Chiunque vorrebbe realizzare i propri sogni, ma per poterli realizzare non deve fuggire dalla vita. Al contrario, deve amarla, esserne entusiasta. La vita è un lungo percorso che la persona con il bisogno di gratificazione immediata non vuole intraprendere. Con un tale problema, il programma mentale di quella persona lo spinge ad accorciare i tempi o ad allungarli esageratamente procrastinando. Entrambe le norme non sono contemplate nel programma di chi ama la vita e coglie da essa il massimo. La procrastinazione deriva spesso proprio dal problema della ricerca della gratificazione immediata. Chi è vittima del problema della ricerca della gratificazione immediata, rendendosi conto, magari a livello inconscio, che non è possibile ottenere i risultati immediati e di alto livello che il proprio programma mentale gli impone, inizia a rimandare a domani le proprie incombenze. Chi ha il problema della ricerca della gratificazione immediata, purtroppo ha grosse difficoltà ad amare la vita; di conseguenza, fuggendo da essa, si lascia sfuggire tutte le opportunità che potrebbe offrire. Vuoi realizzare i tuoi sogni? Allora devi risolvere il problema della ricerca della gratificazione immediata. Perché è indispensabile riuscirci? Cosa si pone molto spesso tra noi e i nostri sogni? Non sono di solito le cattive abitudini? Quante cose potremmo fare non gettando centinaia di ore ogni anno davanti alla tv o a internet per stare bene istantaneamente? Quanta energia avremmo in più se mangiassimo o bevessimo alcolici in modo equilibrato e ci astenessimo dall’assumere droghe? La dipendenza da tv, sesso, internet, cibo, droghe, alcolici, acquisti compulsivi o gioco d’azzardo non sono forse mezzi, purtroppo distruttivi, per stare bene subito, per gratificarsi immediatamente? Ma certo! Chi si gratifica immediatamente con tali mezzi, ha intrapreso un percorso che conduce in direzione opposta a quella che porta alla destinazione desiderata. Quindi: Ricerca della gratificazione immediata = mancata realizzazione dei propri sogni! Ovviamente esiste un rimedio alla ricerca della gratificazione immediata e ora scoprirai che è un rimedio naturale. Non si tratta né di gocce né di capsule da ingoiare, si tratta solamente di imparare a pensare diversamente. Se ricordi, ti ho detto che, molto spesso, è il modo di pensare sbagliato che impedisce di essere tenaci nel conseguimento dei propri obiettivi. La ricerca della gratificazione immediata, paralizzando le persone o portandole a rinviare, sarà quindi una delle cause principali della mancata realizzazione dei propri sogni. Prima di continuare, voglio però dirti che sarà proprio la soluzione di questo problema a fornirti una delle componenti del meccanismo mentale di cui appropriarsi per continuare verso le mete che ti prefiggerai, senza scoraggiarti. Ti chiedo di seguirmi in questo viaggio e ti sarà tutto chiaro. Per trovare il rimedio a questo problema dobbiamo prima ricordare brevemente il motivo per cui la persona ne diventa vittima: ogni essere umano nasce con una serie di bisogni primari da soddisfare e sono tutti orientati al piacere. In vista di ciò è più che normale ricercare la gratificazione immediata. Il bambino ha l’unico impulso di soddisfare subito tali bisogni, non si 20 chiede se in un determinato momento sia possibile o meno appagarsi. Qui entra in gioco il ruolo dei genitori o comunque di chi si prende cura di lui. I tutori dovrebbero trasmettere al bambino la capacità di apprezzare le cose che possiede in quel momento e l’importante qualità chiamata tenacia, utile per conseguire obiettivi a lunga scadenza o comunque difficili da raggiungere. È importante mostrare l’utilità di posporre la gratificazione fino al conseguimento di obiettivi più importanti. Qualora i tutori non riuscissero a trasferire al bambino queste qualità, questo potrebbe crescere con il bisogno di continuare a ottenere tutto e subito. Come abbondantemente spiegato, chi diviene vittima della ricerca della gratificazione immediata si crea una valanga di problemi. Tra questi, la mancanza di apprezzamento per la vita e tutto ciò che può offrire. Chi vuole tutto e subito non ha la capacità di godersi la vita. La vita è un lungo percorso che chi ha questo problema non vuole seguire. Taglia la vita, la accorcia e non se la gode. Non apprezza ciò che possiede. Giacché tale problema, come già detto, distorce il modo corretto di vedere le cose per conseguire i propri obiettivi, come fare per risolverlo? Devo fare una breve considerazione: credo tu sia d’accordo con me sul fatto che, se un problema non è risolto subito, può solo ingigantirsi. Questa regola è purtroppo valida anche quando non si riesce a insegnare a un bambino a posporre la gratificazione e cresce senza apprezzamento per le cose che possiede. Purtroppo, quel problema nell’arco del tempo può solo peggiorare. Un problema non risolto da bambini si ripresenterà ancora più forte in età adulta. Ora dovrebbe essere tutto chiaro: molto spesso la mancanza di apprezzamento per le cose e per la vita stessa è la conseguenza del problema della ricerca della gratificazione immediata. Se le cose stanno cosi, per apprezzare ciò che sei e che possiedi, devi assolutamente ridurre al silenzio la voglia di ottenere tutto e subito. Come si fa? Innanzi a tutto devi divenire consapevole della vastità di problemi derivanti dalla ricerca della gratificazione immediata. Io sono convinto che, una delle cause dei peggiori disastri economici, ambientali, psicologici, fisici, morali, solo per menzionarne alcuni, sia proprio la ricerca della gratificazione immediata. Non aspettare per abolire azioni dettate dal bisogno di gratificazione istantanea. Comincia adesso! In secondo luogo, devi fare esattamente quello che non hai fatto quando eri bambino e che hai continuato a non fare nella vita adulta. Cosa non facevi a causa del problema della ricerca della gratificazione immediata, quando eri bambino? Non apprezzavi ciò che avevi. Non eri grato per le cose che possedevi e per la vita che conducevi. Che cosa devi fare, allora? Devi fare proprio questo se vuoi sbarazzarti della ricerca della gratificazione immediata. Devi assolutamente cominciare ad apprezzare ciò che hai ora. Il motivo è semplice: la ricerca della gratificazione immediata è per persone insoddisfatte che vogliono tutto e subito. Se invece credi di avere già molto qui e ora e apprezzi ciò che hai e ciò che sei, sei già una persona completa, felice, per cui puoi permetterti di non avere bisogno di possedere tutto e subito. Tale modo di vedere le cose ti consente finalmente di mettere da parte la ricerca della gratificazione immediata con tutte le conseguenze che ne derivano (tra queste, la tendenza a mollare a causa della mancanza di tenacia) e impegnarti a conseguire nuovi obiettivi, questa volta raggiungibili, a causa della tenacia ormai divenuta una tua caratteristica. Al fine, di realizzare i propri sogni, è fondamentale essere felici qui e ora. Essere soddisfatti di ciò che siamo e abbiamo qui e ora è proprio il motore che spinge costantemente e con forza in 21 direzione dei propri obiettivi. Se ben ci pensi, ci è stato insegnato a non essere felici ora perché le mete imposte dalla nostra società sono erroneamente considerate le uniche che veramente possono renderci felici. Solamente quando avremo ottenuto il diploma, la laurea, il matrimonio perfetto, l’auto giusta, il conto in banca carico di denaro, i figli perfetti, e cosi via, potremo essere felici. Tale modo di vivere è paragonabile all’inseguimento di qualcosa che non è possibile raggiungere, perché nel momento stesso in cui saremo arrivati a una qualsiasi di tali mete, saremo già mentalmente proiettati verso il conseguimento di qualcos’altro che crediamo possa stavolta renderci davvero felici. Secondo le parole del saggio Re Salomone tale modo di vivere equivale a “Correre dietro al vento”. Il punto è: bisogna essere felici qui e ora, e per esserlo è fondamentale mostrarsi grati per tutto ciò che siamo e possediamo adesso, non più in là nel tempo. Essere grati qui e ora per ciò che siamo e abbiamo, come spiegato, è il rimedio contro la ricerca della gratificazione immediata, ma è anche il giusto modo di vedere le cose per vivere bene e conseguire obiettivi futuri. La capacità di apprezzare qui e ora ciò che si è e ciò che si possiede, oltre ad essere un forte rimedio contro la ricerca della gratificazione immediata, è utile per non scoraggiarsi quando, nonostante il nostro impegno nel migliorare la nostra vita, ci capita di avere delle delusioni. Se vuoi vivere in modo positivo, anche i più piccoli risultati conseguiti vanno considerati della massima importanza, devono essere apprezzati, ne parleremo estesamente. Ricordi quanto detto nel capitolo introduttivo? Le nostre visioni determinano il nostro comportamento (Ovviamente anche i nostri risultati). So cosa potresti considerare riguardo a ciò che ti ho appena detto. Potresti pensare che, se si è già soddisfatti di ciò che si possiede, si potrebbe rischiare di evitare di porsi obiettivi in futuro. Questo ragionamento non è corretto. E’ proprio la soddisfazione di ciò che possiedi e sei qui e ora, assieme alla soddisfazione per tutto ciò che sei riuscito a realizzare fino a questo momento, a spingerti verso importanti obiettivi. Come già detto, è ciò che credi ora di te stesso e del mondo che determinerà il tuo futuro, nel bene o nel male. Credi di non potercela fare e che il tuo futuro sarà nero? Cosi sarà. Credi fortemente in te stesso e nelle tue capacità e che il tuo futuro sarà luminoso? Cosi sarà. Con ciò che pensi, influenzi ciò che avviene attorno a te ora e nel futuro. Se nella tua mente albergano pensieri catastrofici, la realtà da te stesso progettata t’influenzerà portandoti a ripetere: “È davvero tutto uno schifo”. Con ciò che pensi di te stesso e di ciò che avviene intorno a te, puoi innescare sia un circolo vizioso sia un circolo virtuoso. Non finirò mai di ripeterlo: tu oggi sei tutto ciò che hai creduto in passato e diventerai tutto ciò che credi ora. Sto parlando dell’immagine di te stesso di cui ho parlato. Prima di continuare voglio brevemente riprendere l’argomento concernente, la spasmodica ricerca di completezza che porta a essere dipendenti da sostanze o attività, applicandolo all’argomento ‘ricerca della gratificazione immediata’. Voglio dire che, con un programma mentale che impone di ottenere istantaneamente soddisfazione, è molto facile cercare completezza con surrogati che facciano stare bene immediatamente (droghe, alcol, cibo, sesso, tv, acquisti, ecc), divenendo però dipendenti da essi. Essendo invece soddisfatti di ciò che abbiamo e siamo qui e ora non si rincorrerà in modo vano la completezza cercandola nei 22 surrogati menzionati. Se ci sentiamo già completi, perché cercare in cose che poi ci renderanno dipendenti il senso di completezza? Comprendi perché parlo ampiamente della ricerca della gratificazione immediata? Tale imposizione da parte del proprio cervello va assolutamente eliminata perché chi ne è vittima, non può condurre una vita esente da problemi. Se mi permetti il consiglio, incomincia adesso ad apprezzare ciò che hai e ciò che sei in questo momento e fallo pensandoci regolarmente. Più avanti troverai molti consigli e informazioni in merito, ma già da ora, puoi fare molto. Ad esempio, non addormentarti la sera se prima non hai fatto una carrellata di pensieri positivi in tal senso. Pensaci, e vedrai che di cose per cui essere soddisfatto, ne hai già ora. Addormentati lasciandoti coccolare da pensieri di questo tipo e scoprirai che, oltre ad addormentarti e risvegliarti al mattino magnificamente, gradualmente acquisterai la tenacia necessaria per conseguire gli obiettivi che ti prefiggerai. È solo questione di allenamento. Nel momento in cui ti scopri soverchiato da pensieri negativi, costringiti e torna a quelli che ti fanno stare bene. Credimi, nell’arco di poco tempo riuscirai a controllarti e la quantità di pensieri positivi relativi a cose per cui essere grato ora, aumenterà sensibilmente. Proseguiamo? Ogni cosa che facciamo è determinata da ciò che crediamo. Se erroneamente crediamo che la cosa migliore sia ottenere tutto subito e senza sforzi, ciò che otterremo saranno solamente maree di guai. La ricerca di gratificazione immediata è una credenza che deve essere assolutamente “disinstallata” perché è fonte di guai e frustrazioni e moltissime persone ne sono vittime senza nemmeno rendersene conto. Qual è allora la credenza da fare propria? Eccola: “ ogni volta che faccio anche un solo piccolo passo in direzione dei miei obiettivi, mi ritengo soddisfatto”. Questo tipo di visione della vita è proprio ciò che serve per progredire ininterrottamente fino alle mete che ci siamo prefissati. Se tu dovessi essere uno scalatore e avessi deciso di arrampicarti fino sulla cima del K2, sono certo che non perderesti di vista nemmeno per un minuto la soddisfazione che ti pervaderà, nel momento in cui pianterai la tua bandierina. Credi però sia solo questo pensiero a permetterti di superare tutte le difficoltà e arrivare in cima? Sai bene che non è così. Per arrivare a destinazione deve piacerti anche il percorso o tornerai indietro. Lo scalatore deve provare grande soddisfazione dal percorso che ha già fatto e da esso trarre la motivazione per andare oltre. Se dovesse esclusivamente focalizzare la propria attenzione su quanto manca per arrivare in vetta e le inevitabili difficoltà, quasi certamente tornerebbe indietro. Ecco allora un aspetto davvero notevole da considerare: chi è vittima della ricerca di gratificazione immediata, non ha le qualità simili a quelle dello scalatore che superando ogni difficoltà arriva fino alla vetta più elevata. Chi ne è vittima, non si gode il percorso perché vuole arrivare subito e qualunque difficoltà è accentuata fino a diventare insormontabile. Chi inoltre soffre di ricerca di gratificazione immediata, non si prende il tempo necessario per considerare tutte le possibilità possibili per fare la scelta migliore e diventa avventato riducendole. Ovviamente i risultati possono solo essere deludenti. Una delle credenze da fare propria, è avere la pazienza per considerare ogni possibilità e avere la tenacia per arrivare fino alla fine del percorso qualunque cosa accada. 23 La ricerca di gratificazione immediata è causa d’innumerevoli guai. Io ne ho menzionati solo alcuni. Il mio obiettivo non è essere esaustivo riguardo quest’argomento, come ti dicevo, l’ho già fatto altrove. Ciò che mi preme ora è unicamente farti comprendere quanto il problema sia serio. E’ fondamentale, al fine di ottenere ciò che si desidera, eliminare tale imposizione da parte del proprio cervello. La credenza contraria, quella utile per arrivare dappertutto, è quella menzionata poco fa. La ripropongo: “ogni volta che faccio anche solo un piccolo passo in direzione dei miei obiettivi, mi ritengo soddisfatto”. Più avanti parleremo di come installare tutte le credenze utili. Per ora, per fornirti il giusto modo di vedere le cose, voglio parlarti in breve di un metodo che ho trovato molto produttivo. Io l’utilizzo e ho inserito nella mia vita in modo regolare, attività rimandate per anni. Ad esempio, da oltre 1 anno, senza saltare nemmeno un giorno, tutte le mattine faccio una serie di flessioni sulle braccia. Non sarei mai stato così regolare senza avvalermi di una tecnica tratta dal metodo Kaizen. Esso è un procedimento fantastico e ora ti dico in cosa consiste. Il Kaizen è una tattica di management giapponese che significa “ cambiare in meglio “ o “ miglioramento lento e continuo “ un’ideologia che poggia sulla certezza che ogni cosa possa essere costantemente migliorata. Deriva dalle parole giapponesi kai che significa continuo o cambiamento e zen che significa miglioramento o meglio. Questo metodo promuove piccoli miglioramenti da realizzare giorno dopo giorno in modo continuo ma graduale. Uno dei principi del metodo kaizen, utilizzato dalla Toyota, è che per semplificare un processo è necessario spezzarlo in sottoprocessi cercando di migliorare ognuno di essi. Abbiamo già parlato di questo: I problemi vanno affrontati uno per volta; La scalata al monte Everest si percorre un metro alla volta; La norma di cui appropriarsi: Ogni volta che fai un singolo passetto in direzione dei tuoi obiettivi dovresti sentirti una persona di successo; La ricerca della gratificazione immediata, contraria ai principi del metodo kaizen, che impone di fare tutto e subito anziché migliorare in modo graduale, ma continuo; Eccetera. Ormai avrai capito che quando faccio qualcosa, mi piace sapere con precisione cosa sta avvenendo nel mio cervello. Tale consapevolezza mi rende sicuro di ciò che faccio e paziente quando capitano le difficoltà. Queste informazioni offrono non solo la base scientifica di quanto precedentemente detto riguardo all’affrontare le difficoltà una alla volta, per giungere immancabilmente alla meta prefissata, ma suggeriscono un metodo pratico. Come già detto, la giusta visione delle cose per diventare chi si desidera. Approfondiamo subito l’argomento. Per comprenderlo, devo parlarti sinteticamente dell’amigdala, una zona del nostro cervello. I segnali che provengono dagli organi di senso raggiungono il talamo e arrivano all’amigdala. Un secondo segnale è inviato dal talamo alla neocorteccia. Questa ramificazione permette all’amigdala di cominciare a rispondere agli stimoli prima della neocorteccia. In questo modo l’amigdala è capace di analizzare ogni esperienza scandagliando le situazioni e ogni percezione. Quando valuta uno stimolo come pericoloso, scatta come una sorta di grilletto neurale e reagisce inviando segnali di emergenza e tutte le parti principali del cervello innescando la reazione di combattimento o di fuga. Alcune pagine indietro, menzionando le parole di Joe Dispenza tratte dal suo libro Evolvi il tuo cervello, ne abbiamo già parlato. In altre parole, la 24 funzione dell’amigdala è di far fronte alle emergenze e a qualunque evento considerato pericoloso o stressante. Sorge però il problema che, mentre l’amigdala è impegnata nell’importante compito di toglierci dai guai, altre parti del cervello, ad esempio la corteccia cerebrale, restano inattive. Perché questo è un problema? Proprio in quella parte del cervello sono elaborate le nuove abitudini e senza di esse è impossibile far protrarre nel tempo le attività che vorremmo introdurre nella nostra vita. Purtroppo anche quelle che potrebbero cambiarla in meglio. Da quanto detto, l’amigdala in stato di allerta, attivata per le sole emergenze, non solo impedisce di focalizzare la propria attenzione su obiettivi a medio e lungo termine, ma non consente neanche alla corteccia cerebrale di creare le nuove abitudini in linea con i propri obiettivi. Come aggirare l’ostacolo usando il metodo kaizen? Ecco che fare: supponi di volere finalmente perdere i tuoi venticinque chili di troppo. Ormai non ce la fai più ad abbassarti per allacciare le stringhe delle scarpe e ogni volta che fai le scale, sembra che il numero dei gradini sia aumentato. Cosa si fa generalmente per perdere peso? Dieta e attività fisica. Finalmente prendi la ferrea decisione di correre tutti i giorni per almeno mezzora. Anzi, un’ora è meglio perché vuoi bruciare almeno alcune centinaia di calorie. La tuta e le scarpette sono pronte. Via, si parte! “Accidenti che fatica, però ne è valsa la pena, ho perso già mezzo chilo. Elvira, cosa hai preparato da mangiare? Mi è venuta una fame”! Hai passato una bella giornata. Ti senti un po’ stanco ma quella corsetta ti ha fatto sentire meglio. E’ mattina e prima di fare colazione sali sulla bilancia per controllare i tuoi progressi. ”Aiutooooo, tutta quella fatica e ho perso solo due etti. Dai, un po’ di pazienza, devo riattivare il metabolismo”! Il giorno dopo non hai tempo, ma prometti a te stesso di correre mercoledì sera per un’ora circa. Ormai nessuno ti ferma più. Corri con gli occhi fuori dalle orbite e la lingua penzoloni per un’ora, come stabilito, e ti fai una bella doccia rigenerante. “Devo pesarmi. Bene, ho perso seicento grammi, niente male. Elvira, ho perso seicento grammi, sta funzionando. Fammi qualcosa di leggero per cena, non vorrei riprendere il peso perso”. Sono le ore 22 e durante la pausa film scopri che nel freezer c’è il tuo gelato preferito. “ Vabbè, un gelato ci sta, prima ho bruciato un sacco di calorie”. Indovina cosa succederà quando la mattina dopo salirà sulla bilancia scoprendo di avere ripreso i sei etti persi la sera prima e di averne aggiunti tre? Probabilmente inizierà a rendersi conto che non è così facile seguire con costanza un programma di dieta e attività fisica. Nell’arco di una dozzina di giorni, forse meno, tutto sarà chiaro: Perdere 25 chili è un’impresa, per cui la sua amigdala entrerà in stato di allerta, impedendo alla corteccia cerebrale di creare le nuove abitudini riguardanti la dieta e l’attività fisica. Il marito della signora Elvira ha davvero rinunciato alle teglie di pasta al forno ed ha veramente fatto un notevole sforzo correndo una dozzina di volte per un’ora. Il problema sta nel fatto che, incominciando a vedere quel programma come una montagna da scalare, la sua amigdala è entrata in stato di allarme, come conseguenza la corteccia cerebrale si è disattivata non creando le connessioni sinaptiche relative alle nuove e buone abitudini necessarie per perdere venticinque chili. L’unico modo per fare qualcosa per sempre, è creare un’abitudine. In caso contrario, smettere, è solo questione di tempo. Volere fare tutto e subito ciò che non si è fatto per molto tempo, equivale a rendere qualunque attività s’intraprenda come un’enorme montagna da scalare. Che cosa fare per impedire all’amigdala di attivarsi e consentire alla corteccia cerebrale di creare le abitudini utili? E’ semplice: le azioni da compiere, in linea con i propri obiettivi, non devono creare lo stato d’allerta. Devono essere azioni soft da compiere senza alcuna resistenza da 25 parte dell’amigdala. Ti faccio un esempio: supponi di volere perdere i famosi venticinque chili. Correre per 1 ora il giorno, potrebbe essere per molti davvero come una montagna da scalare e l’amigdala entrerebbe in stato di allarme. Il metodo kaizen suggerisce di frammentare una grande attività in piccole frazioni. A tuo parere, correre per 1 solo minuto, metterebbe in allarme l’amigdala? Ovviamente no. Sono certo però che in questo momento starai pensando che, correre per un solo minuto non servirebbe a niente, non perderesti nemmeno un grammo. E’ assolutamente vero, il punto, però è un altro: Correndo 1 ora con l’amigdala in stato di allarme, forse perdi 500 grammi ma non permetti alla corteccia cerebrale di creare connessioni sinaptiche relative alle nuove abitudini di cui desideri impossessarti. Correndo invece per 1 minuto, non hai perso 1 grammo, ma il tuo cervello ha iniziato a creare le prime connessioni sinaptiche che formeranno l’abitudine di cui vuoi divenire padrone. Quante connessioni sinaptiche servono per formare una nuova abitudine? Più ripeti quell’azione, più connessioni si formano, più forte diventa l’abitudine. Questo principio vale per qualunque cosa vogliamo far diventare un’abitudine. Così è stato quando hai acquisito l’abitudine di lavarti i denti, così è se vuoi acquisire l’abitudine di correre regolarmente per dimagrire. Ogni volta che compi la stessa azione, aggiungi nuove connessioni sinaptiche, finché un giorno, senza nemmeno rendertene conto, hai acquisito quell’abitudine. Ecco il procedimento suggerito dal metodo kaizen: compi una serie regolare di microazioni riguardanti la nuova abitudine che vuoi acquisire, senza mettere l’amigdala in stato d’allerta. Non avere fretta. Se la ricerca della gratificazione immediata t’impone di correre 3 minuti, ma qualcosa dentro di te ti dice che l’amigdala si attiverebbe, corri ancora per 1 minuto, forse 2, ma non permettere all’amigdala di attivarsi, quell’attività non creerebbe alcuna connessione sinaptica. Più connessioni sinaptiche crei, più forte diventerà l’abitudine finché gradualmente, e senza alcuna fatica aumenterai il tempo della corsa. Sii regolare nel compiere le azioni che non permettono all’amigdala di attivarsi e gradualmente, quasi impercettibilmente aumenta la quantità di tale azione fino a raggiungere lo standard desiderato, a quel punto divenuto un’abitudine. Questo metodo pratico è applicabile a qualunque cosa debba essere migliorata: dieta, attività fisica, lavoro, hobby, abitudini insane di vario tipo, acquisizione di capacità, ottenimento degli attributi utili per diventare chi si desidera, ecc. Quante abitudini hai acquisito nella tua vita, a volte anche negative? Moltissime vero? Sappi che se veramente lo desideri, puoi acquisire nuove sane abitudini, tra le quali quella di liberarti di quelle insane che t’impediscono di essere chi vuoi. Sì, il cervello umano è una macchina che, tramite le connessioni sinaptiche, crea quantità industriali di abitudini. Avvalendoti del metodo indicato, fai lavorare questa macchina per vivere meglio. In linea di principio, usando questo metodo, ogni volta che devi aggiungere frazioni di attività a quella precedente per migliorarla, come indicato fallo regolarmente e impercettibilmente. Quando devi togliere qualcosa a ciò che di nocivo stai già facendo, usa lo stesso metodo, sii costante e togli in modo impercettibile una frazione di ciò che stai facendo. Se ad esempio stai per divorare una teglia di lasagne, evita di allarmare l’amigdala versandone solo un terzo nel piatto, in tali condizioni lo faresti per poco e poi torneresti al comportamento precedente. Togli invece dalla teglia un angolino di lasagna e gusta il resto senza allarmare l’amigdala. Regolarmente e impercettibilmente, 26 diminuisci giorno dopo giorno la quantità di cibo consentendo alla corteccia cerebrale di creare le connessioni sinaptiche della nuova e sana abitudine di mangiare in modo equilibrato. Oltre alla paura di affrontare impegni difficoltosi e vincere cattive abitudini, il metodo kaizen è utile per tenere sotto controllo le paure derivanti da shock e traumi subiti nei primissimi anni di vita, ancora vive oggi. Abbiamo parzialmente affrontato l’argomento, sto parlando delle paure derivanti dalla mancata soddisfazione dei bisogni primari. Se usando il metodo kaizen, è possibile spezzare un processo in tanti sottoprocessi al fine di aumentarne il controllo, perché non dovrebbe essere possibile fare la stessa cosa con le antiche paure? Approfondendo le informazioni di Una vita in classe A scoprirai che tali paure oggi non hanno più motivo di esistere e che esiste il modo di ridimensionate. Ciò che devi fare ora è disintegrarle in tanti piccoli pezzetti usando il metodo kaizen, e focalizzare la tua attenzione su ognuno di quei piccoli pezzi assumendone il controllo. Tutte le paure, da quella di sentirti senza valore, a quella di mancanza di sicurezza, possono essere affrontate compiendo micro passi in direzione del successo. Incomincia a usare questo metodo, con un po’ di esperienza, scoprirai le possibili applicazioni e credimi, sono davvero molte. Oggi stesso incomincia a fare ciò che per molto tempo hai rinviato, convinto magari di non avere il tempo, la costanza o la forza necessari. Vuoi incominciare dagli esercizi per gli addominali? Dalle flessioni? Potrebbe interessarti la dieta o affrontare una persona? Oppure vorresti riprendere in mano la chitarra che da un bel po’ di tempo è rimasta nella custodia? Sono convinto che i tuoi interessi siano davvero tanti. Se ti è chiaro il metodo, hai capito che, a differenza di quanto hai sempre creduto, diventare una persona piena d’interessi è facile, basta iniziare compiendo piccolissimi passi e permettere alla propria corteccia cerebrale di formare in modo graduale le abitudini che poi ti permetteranno di compiere per sempre le attività scelte. Allora, perché non incominciare subito? Quanta gente asserisce, ma sai bene che non è vero, di essere una persona dinamica, piena di cose entusiasmanti da fare? Ne conosci tante, non è cosi? Da oggi, usando il metodo Kaizen, ciò che può limitarti sono solamente le 24 ore quotidiane di cui tutti disponiamo. E’ talmente facile usare questo metodo, che puoi veramente colmare la tua vita di attività interessanti. Una sola raccomandazione: non inserire troppe attività contemporaneamente o l’unico risultato che otterrai, sarà quello di attivare l’amigdala, che renderà inoperosa la corteccia cerebrale. Inserisci nel tuo programma tutte le attività che ritieni necessarie, ma non avere fretta, introducile gradualmente come ti ho indicato. Questa tecnica, derivante dal metodo kaizen, è veramente pratica e facile da attuare. Il trucco consiste proprio nel fare le cose senza faticare e aumentarne impercettibilmente l’intensità quando la forza dell’abitudine comincia a sostenere. Riepilogo in breve quanto trattato finora: Poiché l’immagine che abbiamo di noi è proprio quella che si trasforma in realtà, è necessario che essa sia esattamente ciò che vogliamo diventare. Giacché il cervello elabora solo ciò che vi è installato, se le informazioni sono limitanti, otterremo performance deludenti. Al contrario, se le informazioni sono potenzianti, saremo soddisfatti di ciò che otterremo. In vista di ciò, per vivere la vita che desideriamo, il cervello deve poter elaborare solo informazioni in linea con ciò che vogliamo essere. Come già detto, per vivere in modo soddisfacente, tutte le aree prima menzionate- salute, affetti, denaro, lavoro, e via così, devono essere prese in considerazione. Per 27 soddisfare tali aree in modo equilibrato, le nostre credenze devono sostenerci e se, come già visto, non solo le credenze installate nel nostro cervello sono di segno negativo, ma a causa di bisogni primari non soddisfatti ne abbiamo alcune che ci trascinano in direzione opposta a quella desiderata, le delusioni sono una certezza. Uno dei comandi del nostro cervello, come abbiamo visto, è la ricerca di gratificazione immediata. E’ imperativo zittirlo o non andremo da nessuna parte. Un modo per procedere in direzione dei propri sogni, nonostante il bisogno di ottenere tutto e subito sia abbastanza comune, è usare la tecnica derivante dal metodo Kaizen di cui ti ho parlato. Usandola metodicamente il progresso è assicurato. Così facendo, non si fanno grandi salti in avanti, ma piccoli e progressivi passi dei quali saremo soddisfatti. Per conseguire i propri obiettivi è importante sentirsi incoraggiati dai propri risultati e poter dire a se stessi che, se si è stati in grado di conquistare piccole mete, sarà senz’altro possibile andare oltre e giungere a destinazione. Questa si che è una credenza potenziante, e il metodo kaizen è molto utile per impossessarsene. Un altro guaio derivante dalla mancata soddisfazione di bisogni primari, traumi e credenze negative, è che il cervello, al fine di proteggersi dalle paure, mette in atto una serie di comportamenti innaturali. Tali comportamenti sono causati da tre norme comportamentali del cervello che In Programmazione neuro linguistica sono definite: Cancellazioni, Generalizzazioni e Deformazioni. Ecco di cosa stiamo parlando: Tali capacità alleggeriscono e semplificano l’incredibile mole d’informazioni che il cervello si trova ogni istante a elaborare. Ecco brevemente di cosa si tratta: La deformazione è una percezione distorta della realtà. Interpretiamo ciò che accade adattando la realtà a ciò che ci aspettiamo. La cancellazione è un processo di valutazione di ciò che avviene attorno a noi. Tramite la cancellazione, prestiamo attenzione solamente ad alcuni aspetti, escludendone altri. La generalizzazione è il processo che ci consente di gestire nel modo migliore situazioni simili ad altre accadute in passato: “Se in passato è accaduto questo, significa che anche in futuro le cose andranno cosi, quindi devo fare così…”. Il cervello possiede tali straordinarie capacità per consentirci di non dover analizzare in ogni istante della propria vita tutto ciò che sta accadendo. Generalizzando, deformando e cancellando semplifichiamo la nostra esistenza. Un esempio per tutti: oggi tutto è diventato dannatamente complicato, ma in linea di massima se compri un nuovo orologio, non devi studiarlo per capire cosa sono le lancette o i numerini da 1 a 12. Il motivo è che il tuo cervello, per facilitarti il compito, ha usato la generalizzazione per consentirti di comprendere rapidamente come funziona l’orologio che hai appena acquistato. Se cosi non fosse, trovandoti ogni volta di fronte a un nuovo oggetto o una nuova situazione, dovresti ricominciare daccapo per capirne il funzionamento. Fin qui tutto bene, tali funzioni sono benefiche. I problemi sorgono quando il cervello compie le medesime operazioni, condizionato però dalle paure. Se desideri creare il programma mentale utile per conseguire i tuoi obiettivi devi assolutamente prendere coscienza di eventuali deformazioni, generalizzazioni e cancellazioni presenti nelle tue reti neurali. Le tre norme menzionate hanno il potere di disintegrare gli sforzi compiuti per conseguire i propri obiettivi. Solo un esempio per chiarire il mio pensiero: se il cervello dovesse cancellare 28 alcune azioni positive che in passato sicuramente hai compiuto, concentrandosi invece solo sui tuoi fallimenti, e generalizzare concludendo che non sei mai riuscito a conseguire alcun obiettivo, dedurresti che anche in futuro continuerai a collezionare insuccessi. Essendo pressoché impossibile che tu non sia mai riuscito a conseguire obiettivi in passato, non ti sembra questo un modo di deformare la realtà? Ti ho già parlato d’impotenza appresa. Immagina quanto sia significativo il ruolo negativo delle tre norme che agiscono influenzate dalla paura. Continua a seguirmi, per favore. Secondo una teoria, il nostro cervello, oltre a generalizzare, deformare e cancellare, quando è sottoposto a dolore fisico o a forti emozioni negative interrompe per difesa le funzioni della mente conscia e, lasciando spazio alla mente inconscia, registra tutto ciò che sta accadendo in quel momento, creando però danni in futuro. In che modo, secondo questa teoria, il cervello crea problemi? Ecco un esempio: un uomo attraversa la strada ed è investito da un’auto. Mentre è a terra dolorante, sente il rumore di una motocicletta e le grida di alcuni bambini che giocano. Più avanti nel tempo, lo stesso uomo si sta rilassando su una panchina in un parco leggendo il giornale; all’improvviso, mentre alcuni bambini stanno gridando, passa una motocicletta e istantaneamente accusa dolore nello stesso punto del corpo colpito durante l’incidente avvenuto tempo prima (naturalmente quel tale non si rende conto di cosa sta succedendo). Secondo questo pensiero, nella vita di una persona esistono infinite possibilità che si possa reagire in modo anomalo a eventi precedenti. Chi nella vita non ha vissuto momenti dolorosi che vanno da una semplice caduta in bicicletta all’operazione durata forse due ore? La stessa teoria sostiene che, durante ogni momento doloroso la mente conscia cessi di funzionare, lasciando il campo alla mente inconscia, che registra fedelmente tutto ciò che i 5 sensi percepiscono. È così chiaro che la quantità d’informazioni registrate è proporzionale alla durata della sensazione dolorosa. Anche se una persona non ha mai subito un’operazione, quante volte è caduto da bambino? Quante volte ha avuto la febbre? Quante volte si è magari scottata? Secondo tale teoria, in ognuno di tali eventi, la mente inconscia ha registrato cose che in futuro, in determinate condizioni, possono essere richiamate e procurare dolori inutili. Purtroppo tutto ciò ha un seguito: Il tizio di cui ti ho appena parlato, durante la re stimolazione avvenuta al parco anni dopo, potrebbe includere tra le successive cause di una re stimolazione anche i profumi del parco, l’immagine di un bambino che in quel momento corre sulla sua bicicletta e chissà che altro. Purtroppo un trauma non resta isolato. Potrebbe diramarsi nel tempo in molteplici modi lasciando così numerosi cicli aperti che distruggono la gioia di vivere e sottraggono energie. Durante una re stimolazione successiva, lo sfortunato protagonista della nostra storia, potrebbe incominciare a provare disagio ogni volta che entra in un parco e gradualmente rinunciarvi. Questo è solo uno dei mille esempi che potrei fare. Capisci che, se tutto ciò fosse vero, e lo è, vivere senza periodi che causano dolore, ansia, stress, rabbia, sarebbe molto difficile. Dobbiamo gestire un cervello che deforma, cancella, generalizza le informazioni che percepisce e, come appena visto, richiama più avanti nel tempo fatti dolorosi che credevamo ormai superati. Nelle pagine precedenti ho detto che il cervello, al fine di alleviare le 29 paure, deforma, cancella e generalizza le informazioni provenienti dal mondo e lo fa adottando almeno nove meccanismi di autodifesa: repressione, ritirata, rifiuto, minimizzazione, idealizzazione, razionalizzazione, manipolazione/controllo, vittimismo. Ovviamente, ne esistono altri. Questi però sono sufficienti al fine di chiarire ciò di cui desidero parlare. Molti modi di agire/reagire delle persone, derivano dai nove meccanismi di autodifesa elencati, causati dalle credenze negative. Ovviamente il modo di agire/reagire di chi nella vita assume il ruolo di vittima è notevolmente diverso dal modo di comportarsi di chi invece assume il ruolo di manipolatore. Entrambi i modi di agire, hanno comunque l’inconscio scopo di controllare il mondo esterno a causa della paura. Sintetizzo ora l’operato di ognuno dei nove meccanismi di difesa adottati per cancellare, deformare e generalizzare tutto ciò di potenzialmente pericoloso che è percepito. Ecco i nove meccanismi di autodifesa: Repressione: quando s’impara a nascondere in modo accurato alla propria vista e alla propria memoria gli eventi che ci hanno fatto soffrire. Tutto ciò serve per rendere accessibili nel proprio cuore i ricordi troppo dolorosi. Rifiuto: quando neghiamo a noi stessi e agli altri, la verità concernente, la nostra esperienza non siamo costretti a riviverla in modo doloroso. Se riusciamo inconsciamente a credere e a far credere che un certo evento doloroso non si sia verificato possiamo proteggerci. Minimizzazione: quando diciamo a noi stessi che ciò che è capitato a noi non è nulla in confronto a ciò che invece capita ad altri. Razionalizzazione: quando stiamo trovando scuse al comportamento di persone che hanno provocato eventi dannosi. Idealizzazione: quando per autodifesa raccontiamo favole a noi stessi col fine di rendere migliore, addirittura migliore di quella altrui, la nostra vita. Manipolazione/controllo: quando ci serviamo di qualsiasi mezzo per obbligare gli altri a comportarsi come vogliamo. Se non è possibile farlo da una posizione di forza, si useranno altri mezzi: essere scaltri, civettuoli, allegri, seducenti, servizievoli… Vittimismo: quando usiamo le nostre sventure per ottenere amore e attenzioni. Creazione di una vita di routine: quando, per tenere lontano da noi ansia e paure, tutto deve essere sotto il più assoluto controllo. Ritirarsi: quando ci allontaniamo fisicamente da circostanze pericolose e dolorose e ci isoliamo. Quando arriviamo al punto di non rivolgere più la parola a chi ci ha fatto un torto. Io credo che quasi sempre sia giusto dare una seconda possibilità. Ognuno dei modi di agire summenzionati serve per autodifesa. Purtroppo, difendersi in tali modi serve solamente ad amplificare i propri guai in futuro. Abbiamo parlato in breve di bisogni primari non soddisfatti in tenerissima età che, per tutta la vita, influiscono negativamente sulle persone bloccandole. A volte proprio quando ormai il successo è a portata di mano. Abbiamo sinteticamente ragionato circa l’importante funzione delle 30 credenze e di quanto possano ostacolarci oppure sostenerci nel conseguimento dei propri sogni. Un altro possente ostacolo alla realizzazione dei propri sogni sono i traumi subiti in passato. Ne ho parlato brevemente portando l’esempio del tizio che, a seguito di quanto è accaduto, è a disagio ogni volta che si reca al parco. Sia i bisogni primari non soddisfatti, sia i traumi subiti durante la propria vita sono cicli aperti che impediscono di fare nella propria vita ciò che si vorrebbe. Immagina come potrebbe cambiare la vita di una persona che riesce a scrollarsi di dosso i meccanismi di difesa che inconsciamente adotta per vincere le proprie paure. Conosco una persona che nel crearsi una vita di routine è una specialista. Alcuni anni fa, lei, il marito e la figlia furono invitati a casa nostra per cena. Come facciamo di solito, chiedemmo cosa avrebbero gradito. Purtroppo, per motivi che non ricordo, non riuscimmo a soddisfare i desideri della donna. Mia moglie, si rese disponibile e preparò altri piatti che tutti gradimmo. Tutti tranne lei. Quella sera fu una vera tragedia. Lei si aspettava del cibo che a causa di un inconveniente non era disponibile e a causa del suo modo di controllare anticipatamente tutto ciò che può succedere, rovinò la serata a tutti. Davvero un brutto modo di vivere. Pensa ora a quante possibilità in più avrebbe quella donna se riuscisse a fare a meno di rendere tutto di routine. Molte cose potrebbero diventare piacevoli sorprese anziché cambi di programmi disagevoli. Quanto potrebbe sentirsi libera una persona che, liberandosi del meccanismo di autodifesa atto a manipolare/controllare altri, non si sente più obbligata a essere servizievole. Potrebbe con tutta tranquillità dire che quella sera non gli passa per la testa di compiere quel lavoretto. Non avrebbe la necessità di svolgerlo perché non ha più bisogno di essere accettato. Tale nuovo modo credere in se stessi e conseguentemente di agire, non è maleducazione. Semplicemente deciderà di rendere un servizio secondo una libera scelta e non per un’imposizione del proprio bisognoso programma mentale. Potrei fare mille esempi ma credo ti sia ormai chiaro in quali modi i nove meccanismi di autodifesa ci impediscono di essere chi veramente vorremmo, e quale libertà invece avremmo se potessimo agire/reagire in modo naturale. Nel libro di Maurice Roy La prosperité vi è la seguente affermazione: Secondo alcune recenti ricerche sul cervello, sembrerebbe che solo le informazioni conformi al programma’, all’immagine che abbiamo di noi stessi, vengano recepite nella sfera della coscienza. Questo fa sì che, invece di percepire il mondo nella sua totalità così com’è, ne percepiamo solo quella sottile fetta che corrisponde alle nostre paure, ai nostri desideri, alle nostre speranze e alle nostre aspettative. Secondo quanto emerge, i bisogni primari insoddisfatti, i traumi subiti e di conseguenza le nostre credenze, limitano il nostro raggio di azione impedendoci di vedere altri modi di vivere. Un elettrodomestico ha un limite imposto dalla casa costruttrice: Se una lavatrice è stata progettata per centrifugare a 1200 giri il minuto, non puoi sperare di farla girare a 1800 giri il minuto. Lo stesso dicasi per un computer o un’automobile. Da tali macchine non puoi aspettarti nulla di più di quanto è indicato nel libretto d’istruzioni. Tu però non sei una macchina e il tuo cervello ha certamente dei limiti, ma sono straordinariamente più in là di quanto tu pensi. Sai in che modo è possibile spostare i propri limiti? Semplicemente credendo di possedere limiti più elevati, ponendosi precisi obiettivi ed evitando come la peste cattive abitudini o inutili perdite di tempo che possano impedirti di conseguirli. Non è megalomania, semplicemente quel limite può essere spostato. Purtroppo molto spesso siamo proprio noi a considerarci alla stregua di un 31 elettrodomestico fissando limiti inesistenti. Continuando a ripetere a noi stessi “Io posso arrivare fin lì e non oltre“, stiamo scrivendo il nostro ‘libretto d’istruzioni’ al quale ci atterremo ciecamente per tutta la vita. Straccia quel libretto e riscrivilo elevando lo standard di vita che desideri perché altri già lo hanno fatto. Smettila di credere di poter realizzare poco nella vita e comincia a pensare al fatto che, se altri sono riusciti a combinare qualcosa di buono, tu non sei da meno e puoi fare altrettanto. Credi forse che le persone di successo siano state dotate magicamente di capacità superiori? Tutto ciò non è vero. Se qualcuno ha ottenuto più di te dalla vita, è solamente perché ha creduto nella possibilità di continuare nonostante le difficoltà e ha percorso più strada. Fidati, qualunque sia il tuo attuale standard di vita, puoi elevarlo fino al punto di restarne sorpreso. Cosa ci impedisce di uscire da questa prigione? Perché per diecimila volte ci siamo detti che avremmo voluto cambiare vita, ma qualcosa di molto più forte di noi ci ha riportato ai comportamenti precedenti? Anche quest’argomento è stato affrontato in modo esauriente nel mio libro Una vita in classe A. In breve, ogni volta che compiamo una determinata azione divenuta routine, il nostro cervello emette una sostanza chimica alla quale si diventa dipendenti. Tale argomentazione, rivela che, uscire da ciò che è stata definita” zona di comfort”, è veramente difficoltoso. Noi siamo dipendenti dalle sostanze chimiche connesse ai comportamenti che vogliamo abbandonare. Che fare? Com’è possibile aggirare un ostacolo così enorme? Sicuramente, cominciare a essere soddisfatti qui e ora, vincendo così il problema della ricerca di gratificazione immediata, e adottare il metodo kaizen, progredendo passo dopo passo verso la destinazione desiderata, equivale ad avere la mentalità adatta per giungere a destinazione. Se però desideriamo veramente cambiare alla radice il nostro modo di essere, affrontando la vita nei modi in cui non avremmo nemmeno immaginato, uscendo davvero dalla nostra zona di comfort, ciò che dobbiamo fare è estremo. Io, per uscire dalla zona di comfort, ho provato davvero di tutto; ho letto decine e decine di libri sull’auto-aiuto e ho sperimentato su me stesso tutto ciò che era possibile. Ho usato gli ancoraggi e le sub modalità insegnate in PNL. Ho usato le visualizzazioni per fornire alla mia mente le immagini adatte e l’ho fatto appena sveglio usando le onde alpha ancora disponibili, Ho usato la ripetizione, consapevole che servono almeno 21 giorni per fare propria una nuova abitudine. Ho partecipato a un seminario sulla riprogrammazione della mente, a un corso di coaching e a uno di counseling. Tutto ciò mi è servito per creare le fondamenta su cui ora posso costruire un grattacielo più che solido e “arredarlo” con tutte le qualità che mi servono per diventare chi voglio veramente. Ti dico questo perché, ora sono in possesso di un metodo fantastico che sul serio offre l’opportunità di “cestinare” tutto ciò che nel proprio programma mentale non è produttivo e sostituirlo con quanto può essere invece utile. Questo metodo consente di installare nella propria mente le credenze potenzianti, utili per diventare chi si desidera. Che cosa sono le credenze? Come già spiegato, sono informazioni installate nella nostra mente, le quali formano il programma che determina ciò che pensiamo e facciamo per tutta la vita. Tali informazioni, potrebbero essere potenzianti oppure distruttive. Ecco alcuni esempi di credenze: Le prime sono potenzianti, le seconde sono distruttive. 32 A Mi aspetto che accada il meglio. B Mi aspetto che accada il peggio. A Le cose filano lisce come quando sono sincronizzato con l’onda verde dei semafori. B La mia vita è piena d’intoppi. A Ho la tenacia necessaria per conseguire ogni obiettivo difficoltoso. B Voglio tutto e subito (Ricerca della gratificazione immediata). A Ho l’energia di quando ero un ragazzo. B Sono sempre stanco. A Sono responsabile della mia vita. B Altre persone e forze controllano la mia vita. A Sono in grado di realizzare ogni cosa che scelgo. B Sono incapace di ottenere ciò che voglio e ciò di cui ho bisogno nella vita. A Qualunque cosa mi capiti sarò in grado di affrontarla con successo. B Sono in ansia per ciò che potrebbe accadere. A Io sono tranquillo e fiducioso quando ho soldi e quando non ne ho. B L’ansia mi attanaglia quando all’orizzonte appaiono problemi economici. A Va bene per me volere denaro e lo voglio. B Il denaro è lo sterco del diavolo. A Va bene per me avere più denaro di quello di cui ho bisogno. B Sono sempre alla canna del gas. A Il mio corpo è in salute, ristorato e pieno di vitalità. B Sono a pezzi. A il mio corpo guarisce se stesso, spontaneamente e rapidamente. B Sono spesso in ansia per la mia salute. A La mia vita è piena di calma e felicità. B sono insoddisfatto della mia vita. A Io ho un lavoro fantastico che svolgo con passione, per un compenso fantastico. B Il mio lavoro fa schifo e sono sottopagato. 33 A Io sono soddisfatto di tutto ciò che ho e che sono. B io non sono soddisfatto di me e di ciò che possiedo. A Io ho il diritto di permettere alle mie visioni e ai miei sogni di diventare realtà. B Uno standard di vita elevato non è roba per me. A Vedo istintivamente le opportunità nelle avversità. B Sono piegato dalle avversità. A Io sono un vincente. B Io sono un perdente. A Io mi amo in maniera incondizionata. B Per potermi amare devono ancora accadere molte cose. Mi fermo qui, avrei però potuto scriverne centinaia, probabilmente anche migliaia. Abbiamo credenze relative alla salute, alle relazioni, all’autostima, al lavoro, al denaro, alla famiglia, ecc. Riesci a immaginare cosa significherebbe per una persona avere nella propria mente solo credenze potenzianti? Credere veramente di possedere le energie, le capacità, le opportunità e beneficiare dell’onda verde di cui ti ho parlato poco fa, nelle giuste proporzioni per farti arrivare dove desideri. Io non so chi tu sia, potresti essere una persona cui la maggior parte delle cose sono andate per il verso giusto. Se ciò è vero, significa che sei una delle persone fortunate cui la vita ha regalato credenze potenzianti. Potresti essere d’altra parte una di quelle persone vittime dell’incapacità appresa, quel circolo improduttivo che fa sprofondare sempre più in basso. Una cosa di cui però sono certo, voglio dirtela: E’ vero che molte persone hanno credenze potenzianti che le favoriscono. E’ anche vero però che, le stesse persone, in molti casi hanno sia le credenze potenzianti, sia quelle negative. Cioè l’esatto contrario. Se ricordi, te ne ho brevemente parlato: Molte persone ha effettivamente, ad esempio, la forte spinta verso il successo. Essendo però registrata nei suoi circuiti neurali l’inconscia paura che accada nuovamente l’evento che in tenera età ha impedito fosse soddisfatto il bisogno primario di valorizzazione, tale paura sarà molto più potente della spinta al successo e quella persona si saboterà. Per volare molto in alto devi crederci al cento per cento o cadrai a terra. Se tu sei una delle persone cui mancano anche le credenze positive menzionate, dirai certamente che è tempo perso parlare di quelle negative, contrarie. Quelli che possiedono almeno quelle positive, dal tuo punto di vista, dovrebbero già ritenersi persone fortunate. Hai ragione, ma solo in parte. E’, infatti, dannatamente frustrante, essere consapevole delle proprie capacità, ma alla fine, a causa di auto sabotaggi, raccogliere il 5% di ciò che siamo convinti di meritare. A me, tutto questo è accaduto parecchie volte. E’ giunto il momento, però, di scoprire come sfruttare il 100% delle proprie capacità. Se necessiti di molte credenze positive, te ne approprierai e successivamente metterai a tacere quelle negative contrarie. Se invece sei una di quelle persone che già possiede 34 molte credenze potenzianti, potrai semplicemente aumentarne il numero e occuparti di zittire per sempre quelle negative, contrarie e auto sabotanti. Voglio iniziare a parlarti del mio metodo sollevando io stesso un’obiezione alla quale sono certo tu abbia pensato leggendo il breve elenco di credenze positive e negative, contrarie. Una delle credenze recita: “Io ho un lavoro fantastico che svolgo con passione, per un compenso fantastico”. Se tu in questo istante svolgi un lavoro che non sopporti e ti dicessero di ripetere 100 volte il giorno la frase indicata sopra, come ti sentiresti? Per quanti giorni continueresti a ripeterla? Per il fatto di averla ripetuta un sacco di volte, inizieresti a crederci o forse penseresti di prendere te stesso per i fondelli? Conosci la risposta. Poco tempo dopo, smetteresti di ripeterla perché sai benissimo che non è vero. Tu forse non svolgi un lavoro fantastico e anche il tuo compenso non lo è . Il punto però è un altro: finché pensi di avere un lavoro che non sopporti, le cose continueranno così. Lo sapevo che avresti nuovamente obiettato che, anche se pensi di essere il Presidente della repubblica, il luogo in cui passerai la maggior parte della tua giornata, sarà comunque tra quattro mura, facendo cose che non ti piacciono, in mezzo a persone che non sopporti. E’ più che naturale vedere le cose in questo modo se non conosci un altro punto di vista. Posso mostrartelo? Immagina ora di essere una potentissima Ferrari: Il massimo della tecnologia, della potenza e della bellezza. Chi vorresti fosse il tuo padrone? Il miglior pilota di formula 1 o il classico autista della domenica, quello che in certi momenti vorresti buttare fuori strada con un caterpillar? Dai, non dirmi che preferiresti come padroncino l’handicappato di turno al volante, solo perché la macchina potrebbe durare più a lungo. Un’auto del genere ha senso se sollecitata un pochino, non trovi? Le potenzialità di una Ferrari da 700 cavalli restano le stesse, sia in mano a un pilota di formula 1, sia in mano all’autista domenicale. Come cambiano però le cose quando entrambi pigiano sull’acceleratore! L’autista fa la differenza! Perché ho voluto fare questo esempio? Tutti siamo dotati di uno stupefacente computer portatile, il cervello, e salvo evidenti limiti determinati da ritardi mentali, tutti abbiamo le stesse potenzialità. Proprio come le Ferrari. La grande differenza è che alcuni sono in grado di pigiare sull’acceleratore molto più di altri, ottenendo dalla vita grandi soddisfazioni, la maggioranza delle persone invece non osa. Tu, stai pigiando a fondo sull’acceleratore per renderti conto di quali siano veramente le tue potenzialità? Chiediti come mai alcuni ottengono risultati migliori della massa, nonostante abbiano un cervello con le stesse potenzialità degli altri. Nelle sacre scritture, nel vangelo di Marco capitolo 11 verso 23, sono riportate le seguenti parole di Gesù: “ veramente vi dico che chiunque dice a questo monte:’Sollevati e gettati nel mare’, e non dubita in cuor suo, ma ha fede che quello che dice avverrà, gli sarà fatto”. Sia chiaro che non è mia intenzione scrivere un trattato di matrice religiosa, ma queste parole sono le più adatte per esprimere ciò che penso: Se in cuor tuo non dubiti di riuscire, ma hai fiducia che ciò che dici avverrà, vedrai realizzarsi i tuoi desideri. Questa frase è simile a quella spesso usata nei libri sulla crescita personale, una frase di Henry Ford, eccola: “ Sia che tu creda di farcela, sia che tu creda di non farcela, hai ragione”. Ciò che veramente credi di realizzare, è ciò che realmente realizzerai. Tornando perciò alla credenza riguardante lo svolgere un lavoro fantastico, per un compenso fantastico, è probabilmente vero che in questo momento per te le cose non stiano così. E’ 35 altrettanto vero però che, quella deve diventare la tua credenza. Il motivo? La ragione è che tu hai già le potenzialità per svolgere un lavoro fantastico per un compenso fantastico. Semplicemente non hai ancora pigiato a fondo sull’acceleratore e non sai di cosa potresti essere capace. Ricorda, anche tu hai a disposizione una potentissima Ferrari, esattamente come ogni altro essere umano. Devi solo osare di più e incominciare a pensare che se qualcuno è arrivato più lontano di te, significa solamente che le sue credenze sono più potenzianti delle tue e ha spinto più a fondo sull’acceleratore. Ciò che devi fare, è credere in questo e sostituire le credenze negative con quelle positive. Il metodo che voglio farti conoscere è veramente lo strumento migliore che conosca per ottenere questo risultato. Ricorda però che la sostituzione di credenze negative, con altre di segno opposto, deve avvenire avendo in mente un chiaro obiettivo: Il tipo di persona che vuoi diventare che tiene in alta considerazione tutte le aree d’interesse di cui abbiamo parlato, nessuna esclusa. Torniamo brevemente ai punti principali: Non solo è necessario appropriarsi di credenze potenzianti riguardo a se stessi e al mondo che ci circonda, ma è altresì indispensabile “disinstallare” le credenze negative, contrarie a quelle che faticosamente riusciamo a fare nostre. Un altro aspetto davvero importante da tenere in considerazione è che, come già detto, eventuali traumi subiti, poiché sono cicli aperti, non solo bruciano le nostre energie, ma proprio per restare lontani dalle paure provate, causano comportamenti innaturali (Sto parlando dei 9 meccanismi di difesa). Un comportamento energico ma saggio, invece, deriva da potenti credenze, ripulite dalle credenze negative contrarie e dalla rimozione dei traumi che producono comportamenti innaturali, finalizzati al controllo delle paure. Solo così si procede spediti in una sola direzione. So che è un gran lavoro da compiere, ma è possibile riuscirci in tempi molto rapidi. Sto per dirti una cosa che probabilmente, la stragrande maggioranza delle persone sottovaluta. I traumi devono essere rimossi. Non sto parlando solo dei grossi traumi, quelli con la “T” maiuscola. La maggioranza delle persone, fanno ben poco per rimuovere anche quelli e vivono male per una vita intera non rendendosi conto di quanto i traumi, anche dopo molti anni influiscano negativamente. Pensa solo ai nove meccanismi di autodifesa che il cervello usa per difendersi dalle paure che gli eventi traumatizzanti si ripetano. Oltre a questo, durante la propria vita, come già detto, è assolutamente naturale subire piccoli traumi, quelli con la “t” minuscola, che comunque influiscono negativamente restringendo il raggio di azione di ciò che potremmo fare. Abbiamo parlato ad esempio del tizio che, dopo una re stimolazione di un trauma subito a causa di una caduta in bicicletta, non riesce più a stare in contatto con la natura in un parco, perché anch’esso, senza che se ne renda conto, fa ormai parte del trauma. Una serie di diramazioni derivanti dall’evento matrice, potrebbe renderci sgradevole stare in un parco, in mezzo alla gente, in un centro commerciale, sentire bambini che giocano, un determinato alimento, ecc. Capisci che, un solo trauma potrebbe limitare la nostra gioia di vivere? Pensa allora a quanti traumi con la “t” minuscola abbiamo subito, all’elevato numero di diramazioni conseguenti e alla quantità di cose che ormai vietiamo a noi stessi. Se ci penso, mi vengono i brividi! Sì, se vogliamo vivere andando incontro alla vita e non fuggendo, magari inconsciamente da essa, quei traumi vanno ridimensionati. Per farlo esistono più modi, tra i quali usare il metodo Kaizen per avvicinarsi in modo impercettibile al trauma avendo così il coraggio di starci di fronte. Di questo e altro ho parlato nel libro Una vita in classe A. Un altro modo, come ti dicevo, è il metodo che attualmente 36 ritengo fantastico perché consente di lavorare su se stessi e ottenere cambiamenti impressionanti in breve tempo. E’ fantastico perché, oltre a fornire la possibilità di auto analizzarsi in modo davvero profondo, permette di lavorare su se stessi, senza l’intervento di alcun facilitatore. Come sono riuscito però a ideare il metodo di cui desidero parlarti? Molto probabilmente, non avrei elaborato importantissime informazioni e da esse non avrei tratte le conclusioni per ideare il mio metodo, se non avessi partecipato ai corsi base e avanzato di PSYCH.K®. Prima di frequentare i due corsi, ho lavorato su me stesso leggendo decine di libri e applicato diligentemente quanto ho imparato. Anche mentre scrivevo il mio libro, non ho cessato un solo giorno di focalizzare tutta la mia attenzione sul cambiamento, continuando a imparare. Non completamente soddisfatto, come ti dicevo, ho frequentato un seminario sulla riprogrammazione della mente, un corso di coaching, uno sulla rimozione di traumi psicologici e un corso di counseling. Tutto l’impegno profuso, mi è servito per migliorare nella mia vita molte cose: Il rapporto con mia moglie ormai allo sbando, la mia autostima, il mio lavoro, la mia salute, la voglia e la costanza nel fare le cose e molto altro. Ciò che però mi ha consentito di accelerare in modo incredibile il processo di crescita è stato proprio PSYCH.K® e le numerosissime intuizioni personali, emerse approfondendo tali informazioni. Il libro di Bruce Lipton, Biologia delle credenze, quello di Robert M. Williams, Utilizza la tecnica PSYCH.K® e quello di Joe Dispenza Evolvi il tuo cervello, mi hanno fornito le basi scientifiche per iscrivermi al corso di PSYCH.K®, e devo dire che da esso, ho ottenuto davvero moltissimo. Per me, in quel periodo era fondamentale ottenere importanti risultati, perché io, negli anni passati, ero passato da un disastro all’altro. Solo per menzionarne alcuni, mi sono fatto truffare una fabbrica- ho subito un allagamento perdendo circa 20.000 euro- sono stato ingiustamente accusato da una tutrice dell’ordine di averla picchiata (Ho vinto la causa e il suo testimone alla fine, con le sue dichiarazioni, le si è giustamente rivoltato contro. Nonostante abbia vinto però la causa, l’ispettore Callaghan in gonnella è ancora in giro a fare danni e ho comunque dovuto sborsare circa 6.000 euro di avvocato e coinvolgere per la mia difesa quattro persone. Non ho ricevuto un solo centesimo di rimborso perché la bugiarda mi ha messo contro il comune di Milano)- Per motivi che non menziono, certamente per altrui responsabilità, al fine di pareggiare i miei conti bancari, ho dovuto svendere la mia abitazione e successivamente un terreno edificabile- Per, un errore della stessa banca, dopo essere stato assicurato dal direttore che nel fine settimana avrei potuto ottenere il prestito per l’acquisto di un’automobile, me lo sono invece visto rifiutare, dovendo così versare in contanti l’intero importo. Era un’auto seminuova e, considerata la certezza di avere quel prestito, avevo già versato al proprietario un’importante caparra e un assegno che copriva la differenza- Ho fortemente rischiato di separarmi da mia moglie- A 40 anni, con moglie e 2 figli, mi sono ritrovato da un giorno all’altro senza il mio posto di direttore commerciale. Mi fermo qui solo perché non è mia intenzione infastidirti con le mie disavventure. Ti ho detto queste cose solo per farti capire in che condizioni ero prima di iniziare il mio percorso di crescita personale. Certamente ero divenuto vittima del circolo vizioso di cui ti ho già parlato, definito incapacità, appresa. In quel periodo durato oltre quindici anni, ogni cosa che facevo terminava nel peggiore dei modi. Tante erano le mazzate subite che, quando per la strada vedevo una persona anziana la invidiavo perché pensavo che, beata lei, avesse ancora poco da vivere. Brutto, non è vero? Io in quel lungo periodo, 37 mi aspettavo il peggio dalla vita e, quella era una delle mie credenze. Anche le altre erano tutte di segno negativo: “Io non merito”, “Io non valgo”, “Io non sono all’altezza”, “Capitano tutte a me”, “Sono sfortunato”, “Sono nato sbagliato”, ecc. Tu ovviamente sei libero di non crederci, ma ecco quali sono invece ora alcune delle mie credenze: “Tutto fila liscio come quando trovo l’onda verde dei semafori”, “Io posso risolvere qualunque cosa mi capiti”, “Oggi sarà una bella giornata”, ” Mi aspetto il meglio dalla vita”, “Ho l’energia di un ragazzino”, “ ho la tenacia necessaria per conseguire ogni obiettivo”, “io valgo”, ecc. Credimi, vivere con queste credenze rende la vita, un vero piacere. In che modo sono riuscito a rovesciare la situazione? Come ti dicevo, il mio percorso di crescita è stato notevole, ma ciò che mi permette di “giocare “ con le mie credenze installandole a piacimento, è avere tratto fantastiche conclusioni personali da PSYCH.K© e averle sperimentate su me stesso. Come ti dicevo, esistono solide basi scientifiche per dimostrare che questo metodo funziona, ma lascia che ti dica una cosa: Se tutto ciò che mi sta accadendo, è effetto placebo, ben venga. Se mi sto prendendo per i fondelli da solo, è un vero piacere farlo. Come disse Henry Ford ”Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione”. Io ora credo di farcela e le cose sono estremamente cambiate. Ciò che credi di te stesso e del mondo che ti circonda, diventa la tua realtà. Pocanzi ho detto che negli ultimi tempi mi diverto a “giocare” con le mie credenze installandole come meglio credo. Mi rendo conto che il termine “installare”non vada proprio a genio a tutti. Forse perché la stragrande maggioranza della gente pensa che cambiare sia in pratica impossibile. Io invece ti dico che cambiare, è facile, veloce e divertente. La mia “preoccupazione” è ora accertarmi che tutte le credenze installate siano attive e che, come ti ho già detto, non siano presenti credenze negative, contrarie a quelle installate. Verificare che i traumi subiti in passato non abbiano potere oggi, creando comportamenti innaturali dettati dai 9 meccanismi di difesa. Che non vi siano benefici secondari che mi attirino nuovamente verso i vecchi comportamenti, e che il mio cervello creda che tutti i bisogni primari non soddisfatti da bambino, lo siano ora. Brrrrr, cosa sto dicendo! Soddisfare a posteriori bisogni primari non soddisfatti quando ero bambino! Una follia? Forse, ma il mio cervello ora ci crede e quel che conta è unicamente la realtà soggettiva. Forse, e ripeto forse la realtà oggettiva non è questa. E’ però giusto che, a causa dell’incapacità di un bambino di usare il raziocinio nell’elaborare ciò che è vero, cioè che quel giorno sua madre non l’ha sentito piangere a causa del rumore dell’aspirapolvere e non le è nemmeno passato per la mente di abbandonarlo e creargli per tutta la vita inutili paure? Oppure che cresca convinto di non valere o di non meritare perché i propri genitori sono zeppi di problemi economici e non avendo la forza di affrontarli si eclissano per ore fissando uno schermo televisivo? Potrei fare mille esempi, ma tutti porterebbero alla stessa conclusione: comunque la prenda il bambino, non è la realtà, ma solamente ciò che erroneamente ha percepito. I bambini credono ciecamente a quanto percepiscono e trasformano quanto colgono, in un programma mentale che li condizionerà per sempre. Se lo stesso bambino avesse avuto genitori con un senso di responsabilità più elevato, molto probabilmente avrebbero usato il loro tempo per valorizzarlo e il programma mentale di quel bambino avrebbe recitato: ” io valgo, io merito”, e la sua vita sarebbe stata totalmente diversa. Ciò che crediamo, diventa la nostra realtà. Scusa, ma allora non è il caso di cambiare ciò che 38 crediamo di noi stessi e del mondo attorno a noi, anche prendendo noi stessi per i fondelli, se necessario? Ci sono persone, figli di delinquenti che sono diventate proprio come i genitori, e figli di malandrini che sono invece diventati persone onestissime. Come si spiega questo? Come ti dicevo, tutto dipende da quanto è stato percepito. Alcuni hanno percepito e deciso che, poiché il genitore era cattivo, loro non avrebbero potuto essere differenti. Altri invece hanno percepito e deciso che, poiché il genitore era malvagio, non avrebbero seguito le sue orme. Non ha importanza chi ha ragione, ciò che conta è che, il proprio programma mentale sia potenziante anziché distruttivo. Con le tecniche di cui voglio parlarti, è possibile cambiare ciò in cui credi e vivere la vita al meglio. Non credi che andarsene in giro convinto che la vita ti offrirà il meglio, sia un modo di vedere le cose, e conseguentemente di vivere, nettamente migliore? Certamente! Ricorda inoltre che, credendo di poter realizzare tutto ciò che ti prefiggi, prenderai molte più decisioni e agirai con molta più sicurezza, trasformando i tuoi sogni in realtà. Una persona che non crede in se stessa è come uno che si ritrova in un campo minato e resta immobile per il timore di saltare in aria. Una persona che invece crede nelle proprie capacità, cerca tutte le occasioni per creare qualcosa di buono. Diventa successo dipendente, non vede l’ora di agire per vedere realizzato il prossimo sogno. Bellissimo! Sto parlando di tenere sotto controllo ciò che è contenuto in quel profondissimo pozzo che contiene tutto ciò che è stato registrato da quando sono nato, l’inconscio. Dal mio punto di vista, ed è fantastico, possiamo avere su di esso il controllo che determina davvero una rivoluzione nella propria esistenza. Voglio dirti una cosa di cui ho la ferma convinzione: Usa i metodi che meglio ritieni pratici e adatti alla tua persona, per formare le migliori credenze utili a conseguire i tuoi più alti obiettivi. Per esperienza personale posso però dirti che, se non farai poi ogni cosa sia in tuo potere per attenerti agli obiettivi più importanti, quelli che hanno relazione con i tuoi più alti valori, le tue credenze diverranno deboli, anche su cose di minore importanza e ti sosterranno poco. Non riuscire, infatti, a realizzare ciò che dovrebbe essere prioritario, ti priverà delle energie per fare anche altre cose. Se vuoi veramente procedere come un treno verso il conseguimento dei tuoi obiettivi, tutte le tue azioni devono essere congruenti con le credenze installate. Diversamente, il tuo inconscio “ti punirà” impedendoti di essere veramente soddisfatto, anche se consegui obiettivi secondari. Per essere veramente felice, devi conseguire gli obiettivi primari e avrai tutta l’energia per conseguire anche gli altri. Ricorda che, il fatto di possedere credenze potenzianti, non significa che poi le cose si realizzino da se, stando con le braccia conserte. Le credenze potenzianti ti fortificano, ma devi agire per realizzare i tuoi sogni e devi farlo ogni giorno con passione e impegno o, mi duole dirtelo, i tuoi obiettivi resteranno solo sogni. 39 IN COSA CONSISTE IL METODO Ciò di cui voglio parlarti, è della possibilità di accostare le informazioni di PSYCH.K®, della Kinesiologia e altro, frutto di personali intuizioni. Con le sole informazioni che ti fornirò, dopo pochissime sessioni private o un corso della durata di 16 0re, sarai in grado di cambiare tutto ciò che nella tua vita non ti garba,”installando” nella tua mente tutte le credenze che riterrai utili al conseguimento dei tuoi obiettivi. Il metodo prevede anche l’uso del test muscolare. Questo test fu introdotto da George Goodheart, il fondatore della chinesiologia applicata. Originariamente, la chinesiologia fu usata dai chiropratici per scoprire sbilanciamenti fisici nell’apparato energetico umano. Il test muscolare è, però anche un semplice modo per comunicare con la mente subconscia al fine di scoprire cosa veramente crediamo, in che modo il nostro subconscio molto spesso ‘rema contro ’ e indagare, scendendo in quell’enorme pozzo senza fondo, per scoprire l’esistenza di traumi, benefici secondari che impediscono di conseguire i propri obiettivi, paure e molto altro. La mente subconscia controlla una gran quantità di funzioni. Ad esempio, le gambe si muovono perché la mente subconscia convoglia segnali elettrici verso quei muscoli. L’energia di quel segnale elettrico determina il vigore della risposta della muscolatura. D’altra parte, il segnale elettrico è fortemente condizionato dai pensieri che albergano nella mente. Quando la mente si sofferma su un pensiero debilitante, nel cervello si crea un conflitto elettrico e nel corpo il segnale di forza diminuisce provocando una risposta muscolare debole. Lo stesso indebolimento muscolare avviene quando una persona dice qualcosa con la quale la mente subconscia non è in accordo. In altre parole, è possibile comprendere attraverso la risposta muscolare forte oppure debole, se un’affermazione è in accordo con la propria mente subconscia. Una specie di macchina della verità. Non mi dilungo nelle spiegazioni del test muscolare di base, perché trovi di tutto e di più in Internet. In questa sede, ti mostro semplicemente la tecnica di base: Fase 1 test base 1 Esercitando una leggera pressione su un braccio dopo aver chiesto al partner di dire ad alta voce il proprio nome, cioè il vero nome, il braccio fornirà una risposta forte, rimanendo nella stessa posizione parallela al terreno, nonostante la pressione. 2 Esercitando invece la medesima pressione verso il basso dopo avere fatto pronunciare al partner questa volta un nome falso, il braccio fornirà una risposta debole e il braccio non resisterà alla pressione. Fase 2 test base 1 Esercitando una leggera pressione su un braccio dopo aver chiesto al partner di pensare a qualcosa che piace, il braccio fornirà una risposta forte, rimanendo nella stessa posizione parallela al terreno, nonostante la pressione. 40 2 Esercitando invece la medesima pressione verso il basso dopo aver chiesto al partner di pensare a qualcosa che non piace, il braccio fornirà una risposta debole e non resisterà alla pressione. Fase 3 test base 1 Esercitando una leggera pressione su un braccio dopo aver chiesto al partner di pronunciare ripetutamente “ sì, sì, sì, si”, il braccio fornirà una risposta forte, resistendo nonostante la pressione. 2 Esercitando invece la medesima pressione verso il basso dopo aver chiesto al partner di pronunciare ripetutamente “no, no, no, no”, il braccio fornirà una risposta debole e non resisterà alla pressione. A cosa ci serve tutto questo? E’ presto detto: Con i test muscolari indicati, abbiamo una base per comprendere tutte le risposte che provengono dalla mente subconscia del partner. Facendo l’auto test, è possibile comprendere ciò che proviene dalla propria mente subconscia. Voglio fare subito un paio di esempi: Abbiamo creato le basi per le risposte- il muscolo ha dato una risposta forte di fronte a ciò che per la mente inconscia è vero, a qualcosa che piace e ai ripetuti “ sì “ pronunciati- Al contrario, la risposta è stata debole e il braccio è sceso dopo avere detto qualcosa di falso, avere pensato a qualcosa che non piace e avere più volte ripetuto “no”. Con questa base, se tu dovessi dire al partner di chiedere se un determinato evento traumatico del passato è ancora attivo e a seguito della pressione sul braccio la risposta fosse forte, quale pensi possa essere la risposta dal suo subconscio? Se il braccio resiste, significa che oggi quell’evento è ancora attivo. Se invece il braccio da una risposta debole, significa che il trauma ha perso il suo potere. Dopo avere creato le basi per le risposte muscolari, chiedi al partner di menzionare ad alta voce una credenza, ad esempio” io merito di essere amato in maniera incondizionata”. Quale credi sia la risposta dalla sua mente subconscia qualora la risposta muscolare fosse debole e il braccio cadesse? Ma certo, il suo subconscio ha risposto affermando “ è falso”. Per quella persona è impossibile sentirsi amata incondizionatamente. Probabilmente, una sua norma interiore impone che per sentirsi amata debba prima fare qualcosa o altri debbano fare qualcosa per lei. Come ti dicevo, in internet troverai quanto ti serve per appropriarti dell’ABC di tali metodi. Ovviamente è molto difficile realizzare l’auto test premendo il proprio braccio. Questo però è proprio uno dei metodi insegnati da PSYCH.K® o in Kinesiologia. Un altro metodo insegnato è o ring, anch’esso molto divulgato in internet. Il tempo che spenderai con me, ti servirà invece per divenire padrone di fantastiche tecniche che potrai utilizzare principalmente su te stesso. Per fare ciò, se me ne darai la possibilità, ti parlerò di 3 metodi, tutti adatti all’auto test. Da quanto emerge, il test muscolare consente di interrogare la mente subconscia ponendo domande o facendo affermazioni alle quali può rispondere facendoci sapere cosa è vero/falso, cosa piace/non piace e quando la risposta è un sì oppure un no. Nel tuo inconscio sono archiviate informazioni utilissime a cui attingere per svariati motivi. Con questo metodo, puoi chiedere al tuo inconscio tutto ciò che desideri: Dall’esistenza di traumi ancora attivi ad un consiglio riguardo ad 41 una scelta difficile da fare. Puoi chiedere se i tuoi insuccessi sono dovuti a bisogni primari non soddisfatti e se nel profondo hai credenze limitanti che ti impediscono di diventare chi vuoi. Tanto è contenuto nel tuo inconscio e tanto puoi chiedere a esso. Dopo avere però posto le giuste domande al nostro inconscio, se scopriamo che certe informazioni depotenzianti devono essere sostituite con altre potenzianti, è necessario entrare nel proprio “software” e compiere la sostituzione. Per ottenere questo risultato, è necessario essere in integrazione emisferica.( integrazione dei 2 emisferi cerebrali) Che vantaggio abbiamo quando siamo in integrazione emisferica? Ecco in breve cosa otteniamo in tale condizione: moltissimi studi hanno dimostrato che l’emisfero sinistro del cervello si occupa di alcune funzioni, mentre altre sono le specializzazioni dell’emisfero destro. Ecco alcune di tali differenze: Emisfero sinistro Emisfero destro Logica Istinto Lingua, parole Musica, disegno, arte, ecc. Elabora le informazioni linearmente Percepisce in modo olistico Mette in sequenza Visione d’insieme Ragionamento Sintesi Memoria verbale Memoria visiva Dettagli Globale Metodo Intuito Pone obiettivi Sensibile alle idee positive Tempo (passato e futuro) Focalizzazione sul presente Come già detto altrove in questo sito, durante l’infanzia è facile divenire vittime di eventi traumatici. Tali esperienze negative, e non solo, spesso attivano la predominanza di uno dei due emisferi. Di fronte a esperienze simili, automaticamente privilegiamo l’uso di un emisfero trascurando l’importanza dell’altro. Le funzioni sopra indicate sono solo alcune di quelle processate dai due emisferi. Se fosse possibile usare le funzioni di entrambi gli emisferi, come sarebbe la vita? Puoi solo immaginarlo. Solo per renderti consapevole della differenza tra la mente conscia e quella subconscia, pensa che la prima processa quaranta bit il secondo, mentre la seconda ne processa nello stesso periodo quaranta milioni. Se, mente, conscia e subconscia sono in disaccordo, qualunque buon proposito termina con un insuccesso. Se ad esempio il tuo subconscio ti dice, “non vali”, puoi scordarti di conseguire il successo che desideri. E’ solo questione di tempo e ti saboterai. E’ come se con una bicicletta cercassi di trainare un treno Freccia Rossa che si dirige nella direzione opposta. Un’integrazione emisferica ottenibile tramite alcuni metodi, ha proprio lo scopo di favorire l’uso delle funzioni di entrambi gli emisferi. Assumere particolari posture per trovarsi in integrazione emisferica, rende possibile cambiare per sempre credenze negative subconscie e creare l’immagine di se desiderata. 42 Un esempio per tutti: se circa vent’anni fa avessi avuto l’intuito di mia moglie, non mi sarei fatto sottrarre la fabbrica da quel beep del mio socio. Circa un anno prima mia moglie mi disse che alla fine mi avrebbe fregato. Usare meglio in quel periodo una specializzazione dell’emisfero destro, cioè l’intuito, mi avrebbe reso più attento a quel tale e avrei preservato ciò che era mio. L’uso delle funzioni di entrambi gli emisferi rende più saggi, consapevoli, intelligenti, propositivi, intuitivi, tenaci, leali, felici, ecc. Tutto chiaro? L’integrazione emisferica permette di disporre delle funzioni di entrambi gli emisferi e di aprire una porta sul proprio inconscio, consentendo l’installazione di credenze potenzianti. Il test muscolare permette di monitorare quanto sta avvenendo nella nostra mente. Per entrare in integrazione emisferica, esistono particolari posture corporee. Puoi visionare in internet quelle comunemente usate. Anche in questo caso, intuizioni personali mi hanno permesso di concludere che esistono altri metodi, decisamente più pratici e potenti, per entrare in integrazione emisferica. Permettimi di parlartene faccia a faccia. Esiste addirittura un modo per entrare in integrazione emisferica senza l’ausilio di posture. Così facendo è addirittura possibile installare credenze mentre fai altro (mentre guidi, mentre fai una passeggiata, mentre mangi o bevi un caffè, mentre fai la doccia, vedi tu). L’importante è che, qualunque cosa tu faccia mentre stai installando credenze, in integrazione emisferica, non concentri la tua attenzione su altro. Il motivo è semplice: mentre ripeti più e più volte con convinzione, la credenza che desideri installare, devi essere concentrato solo su di essa. Come potresti, ad esempio fare un calcolo matematico o scrivere una lettera, mentre stai ripetendo più volte, ad esempio, che credi di poter ottenere il meglio dalla vita? Il tuo subconscio conosce il modo di farti entrare in integrazione emisferica non assumendo alcuna postura, In questo momento però non sei pronto per ottenere questo risultato perché non stai giocando da qualche tempo con le credenze come sto facendo io. In generale le persone credono sia impossibile cambiare. Applicando quanto ti sto dicendo scoprirai che cambiare ciò che non ti piace è invece facile, veloce e persino divertente. Proseguiamo? Come ti dicevo, esistono altri metodi per fare l’auto test. Questo metodo è quello che uso io. Stai in piedi, con le gambe leggermente distanziate. Vanno bene circa 30 cm. Resta assolutamente rilassato, con il mento parallelo al terreno e lo sguardo verso il pavimento e procedi in questo modo: Fase 1 A Menziona il tuo nome ad alta voce “io mi chiamo….” e attendi pazientemente uno spostamento del peso del corpo in una delle due direzioni (in avanti o dietro). Il più delle volte quando menziono il mio nome, il mio corpo si sposta in avanti. Anche mia moglie usa questo metodo, solamente che il più delle volte, menzionando il suo nome, il corpo va nella direzione opposta. E’ assolutamente normale. B Menziona ora un nome falso e nota questa volta in che direzione si sposta il tuo corpo. Questa volta, dovrebbe spostarsi nella direzione opposta a quella della prima parte del test. In altre 43 parole, se menzionando il nome vero, il corpo si è spostato in avanti, menzionando il nome falso nella seconda parte del test, il peso si sposterà verso il retro del tuo corpo. Fase 2 A Pensa a qualcosa che ti piace e nota in che direzione, si sposta il peso del corpo. Dovrebbe spostarsi nella stessa direzione di quando hai menzionato il tuo nome vero. B Pensa ora a qualcosa che non ti piace e nota in che direzione si sposta il peso del corpo. Dovrebbe spostarsi nella stessa direzione di quando hai menzionato il nome falso. Fase 3 A Ripeti più volte “ sì, sì, sì, sì, si” finché il corpo si sposta. Dovrebbe spostarsi nella stessa direzione di quando hai menzionato il nome vero e hai pensato a qualcosa che ti piace. B Ripeti più volte “no, no, no, no” finché il corpo si sposta. Dovrebbe spostarsi nella stessa direzione di quando hai menzionato il nome falso e hai pensato a qualcosa che non ti piace. In sintesi, se menzionando il nome vero, il corpo si sposta in avanti, pensando a qualcosa che ti piace e ripetendo più volte “si “, il tuo corpo continuerà a spostarsi in avanti. Al contrario, menzionando un nome falso, pensando a qualcosa che non ti piace e ripetendo più volte “no”, il corpo si sposterà indietro. Ripeto che non esiste una regola. Un soggetto potrebbe spostarsi in avanti durante la prima parte delle tre fasi e indietro nella seconda parte. Un'altra persona potrebbe invece spostarsi indietro durante la prima parte delle tre fasi, e in avanti nella seconda parte. Voglio porre in rilievo due aspetti fondamentali: 1 Durante il test, lo spostamento del corpo potrebbe cambiare direzione. Generalmente all’inizio non accade. Ho notato che succede quando hai chiesto molto alla tua mente subconscia. Il consiglio che ti do, è di verificare ogni tanto se gli spostamenti sono coerenti. A volte mi capita di fare il test per verificare se una credenza è stata installata e ricevere una risposta negativa. Quando mi capita, verifico se lo spostamento del corpo è ancora quello precedente e, di solito scopro che ora ha mutato direzione. Ad esempio, prima menzionando il mio nome, lo spostamento era in avanti. Ora, menzionando il mio nome, il corpo va indietro. Quando noti qualcosa di anomalo, è sufficiente menzionare il tuo nome per capire in che direzione si sposta il tuo corpo. Proseguiamo? Prendendo spunto dalle parole di Maurice Roy Tratte dal suo libro La prosperitè, ognuno di noi percepisce solamente le informazioni del proprio programma mentale. Questo programma continua a sussistere perché a esso abbiamo associato piacere, anche se in realtà molto spesso ha creato una vita indesiderata, a volte colma di problemi. Con il lavoro che stai per fare, è come se installassi un nuovo software, quello adatto a condurti fino agli importanti obiettivi che hai predeterminato. In sintesi, queste sono le operazioni da compiere per diventare chi desideri: 1 Devi installare le credenze in linea con gli obiettivi prefissati, in armonia con la tua scala di valori; 44 2 Devi disinstallare tutte le credenze negative, contrarie a quelle potenzianti; 3 Devi annullare le conseguenze negative dei traumi che rendono innaturale il tuo comportamento; 4 Devi rimuovere tutti i benefici secondari che impediscono di vivere usando al meglio tutte le credenze potenzianti installate. E’ possibile realizzare tutto questo? Mi correggo, è possibile “credere” che tutto questo possa accadere? La risposta è SI! Ti starai certamente chiedendo perché sia importante credere che tutto ciò sia possibile e non che invece sia vero che le cose cambino fino al punto di rimuovere traumi, benefici secondari e credenze negative, contrarie. Se ricordi, ne abbiamo già parlato più volte: è ciò che credi che diventa vero e determina la tua realtà. Tu finora hai creduto a ogni credenza negativa installata nella tua mente. Hai creduto che, sicuramente a livello inconscio, cancellando, deformando e generalizzando tutto ciò che ti ha procurato paure nella vita, ti sarebbe servito per vivere meglio e hai adottato alcuni dei nove meccanismi di difesa di cui abbiamo parlato. Hai creduto che, avendo benefici secondari la tua vita sarebbe stata meno dura. Hai creduto che, conservando gelosamente alcune credenze negative contrarie, in caso d’insuccesso avresti potuto dire a te stesso che in fondo te lo aspettavi, potendo così soffrire di meno. Tutto questo significa solamente “accorciare il tiro” per paura di fallire e vivere una vita nettamente al di sotto di ciò che si desidera. Il punto non è se veramente rimuoverai benefici secondari, credenze negative contrarie o conseguenze di traumi. IL punto è che, al termine del processo che ti sto indicando tu creda che tutto ciò sia avvenuto. Se credi di essere riuscito a rimuovere ogni credenza negativa contraria alle credenze potenzianti che, hai installato, e che da oggi, ogni tuo comportamento sarà naturale poiché ripulito dagli effetti dei traumi e dei benefici secondari, potrai credere di avere tutte le energie necessarie per arrivare dove vuoi. Se credi a questo, niente e nessuno potrà fermarti. Se ben ci pensi, quanto ti sto dicendo è logico. Modificando le cause, cambi anche gli effetti. I benefici secondari non sono forse attivi per ridurre le nostre paure? Certo. Le nostre azioni rese innaturali dai meccanismi di difesa non provengono come già detto dalle deformazioni, cancellazioni e generalizzazioni attuate dal cervello per proteggerci dalle paure derivanti da eventi più o meno traumatici? Ovviamente. Le credenze negative contrarie, non sono anch’esse create per ridurre la sofferenza in caso d’insuccesso? Certamente. Questi sono gli effetti causati da ciò che abbiamo creduto per tutta la vita. Prova a immaginare cosa accadrebbe se da questo istante tu potessi avere credenze che annullano totalmente le tue paure. Niente paure, niente credenze negative contrarie, niente deformazioni comportamentali e niente benefici secondari. Il tuo comportamento è esente da comportamenti innaturali e tutte le tue energie ti veicolano unicamente in direzione dei tuoi sogni, senza più freni di alcun tipo. Credi che con i metodi tradizionali sia possibile ottenere risultati come questi? Conosci qualcuno che li ha ottenuti? Non sono io ad affermare che, per ridurre il potere di un solo trauma sono necessarie più e più sedute e che, per realizzare quanto ti ho appena descritto probabilmente non basterebbero vent’anni di psicoterapia. Usando le tecniche sopra descritte, puoi essere invece in grado di fare accadere tutto questo nell’arco di poche settimane, dopo aver ovviamente completato un importante percorso di crescita 45 personale. Voglio comunque essere chiaro dicendoti che non è mia intenzione sostituirmi a uno psicoterapeuta o a un medico. Tu ed io siamo differenti e tu solo sai se puoi decidere di affrontare tutto questo nello stesso modo in cui l’ho affrontato io. Giacché manca poco al termine di questo trattato e mi stai ancora leggendo, dammi ancora fiducia e pensa a chi davvero vuoi essere perché stai per diventarlo! Questo metodo, consente di installare credenze/informazioni imprimendole nelle proprie reti neurali. Quali sono però le credenze da installare? Io credo che un lungo elenco di credenze sia inutile. hai le idee chiare riguardo a quali sono i tuoi obiettivi in linea con la tua scala di valori? Se sai chi vuoi essere, sai anche quali sono le credenze da installare per diventarlo. Ti consiglio di annotare su un’agenda le credenze da installare perché, sono così tante, che potresti dimenticare quelle sulle quali hai già lavorato e sprecare il tuo tempo testandole nuovamente. Si potrebbe scrivere un libro solo per parlare di queste tecniche. Credo comunque di essere stato sufficientemente chiaro e ti esorto contattarmi senza impegno per incominciare subito a giocare con le tue credenze, attenendoti alle istruzioni che ti fornirò. C’è gente che investe il proprio tempo in decine di sedute da uno psicoterapeuta, spendendo un mucchio di denaro per ridurre al silenzio un trauma. Il punto però è che, di fronte allo stesso evento, alcuni si riprendono più facilmente di altri. Il motivo? La ragione è da ricercarsi in ciò che hanno creduto a seguito di quell’evento. Ciò che continuano a ripetere a se stessi determina come si sentiranno dopo un evento traumatico. E se smettessi di rivivere quegli eventi cambiando ciò che credi degli stessi, come ti sentiresti? Gli eventi traumatici o comunque sgradevoli non possono essere cancellati. Ciò che invece puoi fare è cambiare ciò che credi di quegli eventi e starci di fronte senza paura. So che è presto per capire quanto ti sto dicendo, ma sperimenta e in brevissimo tempo mi darai ragione. Vivere nella propria zona di comfort è come essere in un campo minato e stare immobili per il timore di saltare in aria. Le nuove credenze potenzianti permettono invece di vivere senza paure, la vita desiderata. Proprio alcuni giorni fa ho lavorato con una donna di 50 anni depressa da oltre 20 anni. Dopo due sole sessioni di circa 2 ore, il suo subconscio ha sentenziato che tutte le conseguenze dei traumi che la tenevano incatenata a una vita devastante, erano sparite. Ovviamente sei libero di non crederci e ti capisco perché quanto ti ho detto, sembra fantascienza. Questa donna, nell’arco di due decenni ha preso psicofarmaci e ha consultato più psicoterapeuti senza ottenere alcun risultato. Le parole del marito, dopo due sole sessioni sono state: “ se non l’avessi visto con i miei occhi, non ci avrei creduto”. Quella donna, dopo soli 2 giorni mi ha chiamato chiedendomi se fosse normale che la visione a colori e la nitidezza delle immagini fosse notevolmente migliorata. Entra in internet e digita “ specializzazioni degli emisferi cerebrali” e scopri la possibile risposta. Brevemente ti dico che l’emisfero sinistro è specializzato nella visione in bianco e nero, mentre l’emisfero destro lo è nella visione a colori. Inoltre, mentre l’emisfero sinistro è specializzato nella visione 2D, quello destro lo è nella visione 3D. Sono certo che tu in questo istante stia pensando cosa significhi tutto questo. Ecco la possibile risposta: Secondo il libro Traumi psicologici, ferite dell’anima, Liguori editore, di Isabel Fernandez, Giada Maslovaric e Miten Veniero Galvani, i traumi risiedono principalmente nell’emisfero destro ed è per questo motivo che, con le tecniche tradizionali sono così difficili da rimuovere. Lo stesso libro afferma che, con una tecnica chiamata EMDR (Eye 46 movement desensitization and reprocessing), tramite particolari movimenti oculari, è possibile rimuovere i traumi bloccati nell’emisfero cerebrale destro e renderli innocui. Domanda: Potrebbe la rimozione di un trauma localizzato nell’emisfero destro, proprio quello specializzato nella visione 3D e nella visione a colori, avere permesso alla signora di tornare a vedere in modo ottimale? Il fatto che, di punto in bianco, si sia resa conto che fino al giorno precedente la visione delle cose fosse sbiadita fa riflettere. Evidentemente non si era resa conto che gradualmente, negli anni precedenti, la qualità di visione fosse peggiorata. Un cambiamento così repentino l’ha resa consapevole di cosa si stesse perdendo, ormai da anni. Oltre a questo risultato, ve ne sono altri inimmaginabili fino a pochi giorni fa. Proprio ieri sera suo figlio mi ha detto che non vedeva sua madre ridere di gusto da anni. Sì, questi metodi sono veramente prodigiosi. Visitando la sezione VIDEO in questo sito, oltre ad alcuni filmati in cui spiego brevemente in cosa consiste il metodo e parlo di alcuni casi reali, troverai le testimonianze di alcune persone con cui ho lavorato. Come già detto, io non so se effettivamente tramite tali tecniche sia possibile rimuovere in blocco decine e decine di traumi o se dopo essersi sottoposti a tali metodi ciò che cambia è semplicemente ciò che crediamo. A mio parere, ciò che conta sono i risultati. Se usando un metodo per imparare a credere è poi possibile vivere meglio, ridere, eliminare cattive abitudini, tornare a vedere a colori e via così, evviva le nuove credenze. Con questi metodi impari a usare le credenze e quando hai imparato, parola mia, con esse puoi fare ciò che vuoi. Ovviamente, un testo di 48 pagine non può essere esaustivo quanto un libro o un seminario. Il mio consiglio è approfondire questi argomenti, poiché sono proprio quelli che servono per cambiare concretamente e definitivamente la propria vita. Le indicazioni fornite credo servano per stuzzicare l’appetito di chiunque sia veramente deciso a migliorare il proprio standard di vita. Voglio concludere allacciandomi a quanto detto durante l’introduzione: Ognuno di noi può davvero sentirsi acrobata librandosi in alto, anziché sentirsi un nano e vivere al di sotto delle proprie aspettative. Io, dopo avere trascorso ben oltre la metà della mia vita tentando inutilmente di ottenere ciò che meritavo, alla fine credo di esserci riuscito. Auguro di cuore di poter ottenere la consapevolezza di quanto le proprie credenze possano essere devastanti o il contrario, potenzianti. Quali di queste vogliamo far nostre? Io sono un avido lettore, ma ti garantisco che, ora, dopo essermi appropriato delle tecniche di cui ti ho parlato e averne elaborate altre a seguito di personali intuizioni, quando entro in una libreria non so quale libro comprare. Ho la ferma convinzione di essere già in possesso dei migliori strumenti per migliorare me stesso e aiutare altri a fare altrettanto. Se riesci ad assimilare il metodo per imparare a credere, ogni cosa da realizzare diverrà facile, veloce e divertente. Giuseppe Cusenza 47 BIBLIOGRAFIA 48