Il gioco e la
dimensione
identitaria
Il bambino, nel primo anno di vita, secondo Michael Lewis e
Janne Brooks dell’Università dell’Oregon, a Eugene, per scoprire
se stesso, possiede un altro strumento, ovverosia lo specchio. I
due studiosi americani hanno compiuto l’esperimento su
novantasei bambini, usando uno stratagemma: ai bambini di circa
sei mesi, dopo aver, a loro insaputa, praticato una macchia di
rossetto sulla punta del naso, li ponevano davanti ad uno
specchio. Essi se cercavano di togliere la macchia all’immagine
rispecchiata, non avevano, in modo evidente, ancora raggiunto la
capacità di distinguere il sé dal non sé. Se, al contrario, si
toccavano il naso, avevano sicuramente raggiunto lo stadio
cognitivo della comprensione che l’immagine nello specchio era la
propria.
Intorno ai dodici mesi il bambino sa riconoscere ormai anche una
propria fotografia e distinguere la sua figura in una foto di gruppo.
Ha acquisito, quindi, la capacità di autoriconoscimento e lo stadio
fusivo dell’indistinzione sé/non sé viene così superato.
Non smettiamo di
giocare perché
diventiamo vecchi,
diventiamo vecchi
perché smettiamo di
giocare (Anonimo)
E’ possibile una definizione
del gioco?
Il gioco come parola-valigia
che permette di raggruppare
cose diverse
Il gioco è il mondo della
negoziazione, della contrattazione
con gli altri e con la
realtà,necessaria per darsi regole e
paradigmi condivisibili, i quali ci
permettono di inventare l’esistenza,
di sfidare il destino mediante la
creatività.
Giocare secondo il dizionario significa:
“andare
qua e là in modo vivace o capriccioso,
saltellare,
volteggiare, svolazzare,avvicendarsi
rapidamente
Caratteristiche del gioco
Improduttività : si portano avanti attività
gratuite
Piacevolezza : provoca soddisfazione
divertimento
Spontaneità : ci si impegna volontariamente
Stacco : interrompe il principio di realtà, “questo
è un gioco”,”facciamo che”
Tranquillità : quando non ci sono impellenze e ci si
può rilassare, spazio protetto
Regolamentazione : qualsiasi gioco, anche i più
semplici sono sottoposti a regole
Libertà : chi gioca è libero di cambiare le regole e
modalità
Incertezza : gli esiti non sono prevedibili
Finzione ; ci si muove fra immaginazione e realtà
I sette bisogni fondamentali dell’infanzia:
comunicazione
socializzazione
movimento
autonomia
costruzione
esplorazione
fantasia
ritrovano nel gioco una occasione per esaltare le loro potenzialità educative
Qualche ipotesi
operativa
Offrire spazi e tempi sufficienti perché il bambino possa
effettivamente e liberamente giocare
Dare la sensazione che il gioco sia considerato una cosa seria, un
preciso diritto del bambino, una modalità generale con cui dare
senso al suo impegno quotidiano
Offrire tutti gli strumenti necessari perché il suo gioco con la
realtà non sia elusivo, ma consenta un rapporto il più attivo e
produttivo possibile (fondamentali i materiali “alternativi” ai giochi
sul mercato, semistrutturati e facilmente re-inventabili)
Il comportamento dell’adulto caratterizzato dall’alternarsi di
coinvolgimento(testimonianza di serietà) e assenza(garanzia di piena
libertà) dal gioco del bambino
Considerare che giocare è un formidabile strumento di sviluppo
dell’intelligenza oltre che di sviluppo della affettività e della
socialità
Immerso in una propria trama simbolico-narrativa, può raccogliere un
pezzetto di legno per farne una freccia, un fucile, un mestolino, una penna,
un telefono; modifica temporaneamente la funzione, così la scopa diventa
cavallo, i cuscini del divano fungono da rifugio, diversamente disposti.
Attivare un curricolo della scuola dell’infanzia in chiave tecnologica, allora,
significa permettere ai propri alunni di coltivare sensibilità e curiosità
olistiche attraverso l’organizzazione di attività ed ambienti di apprendimento
che diano forma essenzialmente a due principi: fare e riflettere sul fare, in
altri termini, parafrasando David Hawkins, pasticciare e meta-pasticciare.
Il gioco è anche un buon metodo per
l’integrazione culturale perché educa all’incontro con l’altro; essendo
attività
comune tra i bambini nel mondo è il primo elemento di condivisione.
I bambini possono riconoscere le caratteristiche che li accomunano
all’amichetto
proveniente da un’altra nazione attraverso la partecipazione a
giochi conosciuti in più parti del pianeta seppur con varianti, ciò mette i
bambini nella condizione di incontrarsi su un terreno comune e condiviso.
Con il gioco si rimuove l’ostacolo linguistico che spesso preclude la
piena integrazione dello straniero nel gruppo. Il gioco favorisce
l’integrazione perché l’attività
ludica non prevede differenze sociali, fisiche o di cultura. Gli educatori
devono
ricordarsi nel proporre un gioco (soprattutto se lo scopo è didattico
e/o educativo) che questo deve avere poche regole chiare e semplici in
relazione
all’età.
Gioco e metacognizione
narrativa
La metacognizione narrativa è un congegno che
connette. Connette fra loro i soggetti che giocano
e connette ingredienti simbolici e cognitivi in forma
di racconto, perché giocare è sempre mettere in
scena delle microstorie.
Cani Esselunga.pdf
Diviene pertanto essenziale renderci
conto di come la consapevolezza del
fondamento narrativo dell'azione
didattica comporti, per il docente, la
corrispondente coscienza
deontologica di dover possedere e
sapere utilizzare le caratteristiche
del “buon narratore”.
Nella attività ludica il bambino
acquista alcuni tratti peculiari che
lo rendono allo stesso tempo
artista,, scienziato,esploratore,
sempre in una dimensione
borderline fra regole e
sregolatezza.
Artisti, scienziati,inventori sono adulti cui è
socialmente permesso di continuare a giocare
cioè di continuare ad analizzare e a
sperimentare le possibili combinazioni di idee.
Tramite il gioco, ciascuno si esercita ad
ordinare il mondo a dominarlo, a conoscerlo, a
declinare il suo rapporto con l’altro da sé.
Giocare significa (come in una ricerca) saper
formulare ipotesi da verificare nel reale.
M. Dallari
Esperienze di gioco didattico
con computer
lupoELepre.zip
Bolle.zip
quadratoMagico.zip
puzzleMatematico.zip
Gianni Rodari
"Io non userei mai la parola fantasia in
opposizione alla parola realtà. La
fantasia è uno strumento per conoscere
la realtà come lo spirito critico, come
qualsiasi altro strumento intellettuale.
Così non farei mai un'opposizione,
parlando delle fiabe, tra razionale e
irrazionale... parlerei invece di una
composizione nella fiaba di esperienza
storica e di esperienza ultrastorica, di
magia e di realtà, di realtà quotidiana e
di quell'altra realtà che è la realtà
dell'immaginazione ma che è anche
quella realtà. Anche l'immaginazione fa
parte della realtà, anche la fantasia fa
parte della realtà, come anche
l'irrazionale fa parte della realtà".
Racconto delle esperienze:
Inchiesta sul gioco
La consulta dei bambini
Articolo 31
1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il
diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al
gioco e ad attività ricreative proprie della sua
età e a partecipare liberamente alla vita
culturale ed artistica.
2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il
diritto del fanciullo di partecipare pienamente
alla vita culturale e artistica e incoraggiano
l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di
mezzi appropriati di divertimento e di attività
ricreative, artistiche e culturali.
Carta delle città educative
AICE
1 Tutti gli abitanti di una città
avranno diritto a fruire, in piena
libertà ed uguaglianza, dei mezzi e
delle opportunità di formazione, di
svago e di sviluppo personale offerti
dalla città stessa. Perché ciò sia
possibile si dovrà tenere conto di
tutte le categorie, ognuna con le
proprie particolari esigenze.
Carta delle città educative
Barcellona
Art. 7
Il soddisfacimento delle esigenze dei
bambini presuppone che si offrano
loro
così come a tutti i cittadini, spazi
attrezzature e servizi adeguati per il
loro sviluppo sociale, morale e
culturale.
Art. 16
….. L’aspetto dello spazio fisico urbano
dovrà evidenziare il riconoscimento
delle esigenze ludiche e ricreative……
Il Giardino dei
racconti
Bomba, costruirla e farci
una nuova cosa:
Ferrovecchio o lampione
(parere di un bambino della
consulta)
Costruirci accanto una
colomba della pace ( una
bambina della consulta)
La grammatica della fantasia
“Io spero che il libretto possa essere
utile a chi crede nella necessità che
l'immaginazione abbia il suo posto
nell'educazione; a chi ha fiducia nella
creatività infantile; a chi sa quale
valore di liberazione possa avere la
parola.”
A. Tetti Ricreazione 1988
Il binomio fantastico
"La parola singola (gettata li a caso, con la sua forza
evocativa di immagini, ricordi, fantasie, personaggi,
avvenimenti del passato, …) agisce solo quando ne
incontra una seconda che la provoca, la costringe ad
uscire dai binari dell'abitudine, a scoprirsi nuove
capacità di significato …. Una storia può nascere solo
da un binomio fantastico."
Per essere tale "occorre una certa distanza tra le due
parole, occorre che l'una sia sufficientemente
estranea all'altra e il loro accostamento
discretamente insolito, perché l'immaginazione sia
costretta a mettersi in moto per istituire tra di loro
una parentela, per costruire un insieme fantastico in
cui i due elementi estranei possono convivere."
Il modo migliore per fare un binomio è pertanto quello
di affidarsi al caso. L'accostamento potrà risultare in
molti casi poco fecondo, ma non mancheranno
sicuramente gli incontri ben riusciti
La costruzione di
giochi di parole
Logogrifo
Un logogrifo è una sorta di
anagramma parziale, cioè una
parola formata con alcune
delle lettere di un'altra
parola.
COSTRUIRE UNA STORIA
CON FRASI FATTE E
PROVERBI
Una involontaria
classificazione del
gioco
Un tautogramma è
un componimento
nel quale tutte le
parole hanno la
medesima lettera
iniziale.
Costruire una storia
fantastica
Un anagramma (dal greco ανα/ana-,
"indietro", e γραφειν/graphein, "scrivere") è
il risultato della permutazione delle lettere
di una o più parole compiuta in modo tale da
creare altre parole o eventualmente frasi di
senso compiuto. Il significato delle parole
risultanti non di rado risulta affine al
contesto originario, o ad esso completamente
opposto, producendo così sorpresa: o con
effetti umoristici o, comunque, con
interessanti associazioni (es.: attore =
teatro, bibliotecario = beato coi libri).
Un acrostico (dal greco tardo akróstichon,
composto di ákros, «estremo» e stíchos, «verso») è
un componimento poetico in cui le lettere o le sillabe
o le parole iniziali di ciascun verso formano un nome
o una frase, a loro volta denominati acronimo.
Sono definiti acrostici anche i termini che risultano
dalle lettere iniziali di singole parole anziché di
versi: l'esempio più noto è l'acrostico cristologico
ιχθύς, pesce, costituito dalle iniziali della formula
Iησοὺς Χριστὸς Θεοῦ Υιὸς Σωτήρ, Gesù Cristo figlio
di Dio Salvatore.
BUSH: Bisogna Uccidere Saddam Hussein
Pagina
di
presentazione
Tipo di
abitazione
del
bambino
e zona di
residenza
Nucleo
familiare
Il bambino
può disegnare
i giochi che fa
abitualmente e
che non sono
proposti nella
griglia
Gli spazi
del gioco
dei
bambini
I tempi
del gioco
dei
bambini
Una giornata
tipo: come ti
piacerebbe
che fosse e…
… com’è
strutturata.
Il questionario è stato
somministrato ad alcune classi
di quattro scuole di Rovereto
(ricerca pilota).
E’ ora in fase di rielaborazione e
“aggiustamento” .
Il prossimo autunno verrà
proposto anche alle altre scuole
di Rovereto e del Comprensorio.
Esempi di grafici
costruiti elaborando i
dati raccolti nel corso
della ricerca pilota
NB: i dati non sono attendibili!
Quanti anni hai?
10 anni
8%
11 anni
7%
6 anni
32%
9 anni
9%
8 anni
16%
7 anni
28%
Sei maschio o femmina?
Maschio
Femmina
48%
52%
Di che classe sei?
16%
I
35%
14%
II
III
IV
20%
15%
V
Come si chiama il tuo paese?
13%
Rovereto
Dintorni
87%
Nella tua casa abita solo la tua
famiglia?
40%
60%
si
no
La tua casa ha il giardino?
33%
si
67%
no
Ti piace dove abiti?
5%
si
95%
no
Con chi giochi?
6%
4%
17%
23%
50%
mamma
papà
f ratello/sorella
nessuno
altro
Che giochi fai?
corda
play station
120
mosca cieca
100
soldatini, macchine
80
bambole
casa sull'albero
60
giochi in scatola
40
pittura, disegno
computer, cellulare
20
strumenti musicali
0
tipo di gioco
con gli animali
altro
Quali giochi ti divertono di più?
corda
80
play station
70
mosca cieca
soldatini, macchine
60
bambole
50
casa sull'albero
40
giochi in scatola
30
pittura, disegno
20
computer, cellulare
10
strumenti musicali
0
con gli animali
giochi
altro
Dove giochi?
120
100
80
60
40
20
0
Parco
Giardino Palestra
Strada
Ludoteca
Giochi all'aperto?
7%
si
no
93%
Giochi con i videogiochi?
38%
si
no
62%
Con chi giochi con i
videogiochi?
6%
36%
58%
da
solo
amici
niente
“Prima di tutto si nasce uomini. Poi nei
primi anni dell’infanzia si prendono tali
spaventi e si sperimentano tali dolcezze,
che tutta la vita ne è determinata. Un
genio (odio queta parola) è determinato
dagli spaventi e dalle dolcezze (ambedue
estremi) che ha subito il bambino: Il
“crearsi” genio consiste in un manovrare
(accanito,occulto, inconscio, invasato,
irrefrenabile) per ricreare le dolcezze
infantili o per creare barriere contro gli
spaventi infantili.
P.P.Pasolini. Il genio. In Quasi un testamento in Sggi politici e sulla
società. Mondadori Milano
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Gioco 2