PIANO TRIENNALE 2016-2019 OFFERTA FORMATIVA 1 MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA LOMBARDIA ISTITUTO COMPRENSIVO CREMONA 3 Via San Lorenzo, 4 - 26100 Cremona Tel. 0372 27786 - Fax 0372 534835 e-mail: [email protected] -pec: [email protected] sito internet: www.vida.gov.it - Cod. MIUR CRIC82000X - C.F. 80005600194 Prot. n. 5694 /A19 Cremona, 29/12/2015 1.Al Collegio dei Docenti 2.Al sito web 3.Agli atti ATTO D’ INDIRIZZO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL POF TRIENNALE 2016-2019 IL DIRIGENTE SCOLASTICO VISTI : il D.P.R. n. 297/94; il D.P.R. n. 275/99; il D.P.R. 20 Marzo 2009, n. 89, recante Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della Scuola dell'Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione ai sensi dell'art. 64, comma 4, del Decreto Legge 25 GIUGNO 2008, N. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 AGOSTO 2009, N. 133; gli artt. 26 - 27 - 28 – 29 del CCNL Comparto Scuola; l'art. 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 commi 1.2.3; la legge n. 107/2015 2 TENUTO CONTO: delle disposizioni in merito all'attuazione degli indirizzi Nazionali per il Curricolo (art. 1, c. 4 DPR 20.03.2009 n. 89, secondo i criteri indicati dal DM 254 del 16.11.2012); delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012; dei precedenti pronunciamenti del Collegio Docenti in materia; degli interventi educativo – didattici e delle linee d'indirizzo fornite dal Consiglio d'Istituto nei precedenti anni scolastici; delle risultanze del processo di autovalutazione dell'Istituto esplicitate nel Rapporto di Autovalutazione PREMESSO: che la formulazione della presente direttiva è compito attribuito al Dirigente Scolastico dalla Legge 107/2015; che l'obiettivo del documento è fornire una chiara indicazione sulle modalità di elaborazione, i contenuti indispensabili, gli obiettivi strategici, le priorità, gli elementi caratterizzanti l'identità dell'Istituzione, che devono trovare adeguata esplicitazione nel Piano Triennale dell'offerta Formativa, e sugli adempimenti che il corpo docente è chiamato a svolgere in base alla normativa vigente; che le competenze del Collegio dei docenti, risultanti dal combinato disposto dall'art. 7 del T.U. 297/74, di successivi provvedimenti normativi e delle disposizioni del CCNL si riferiscono a: 1.elaborazione del Piano dell'Offerta Formativa ai sensi dell'art. 3 del D.P.R. 08.03.1999, N. 275 e della Legge di Riforma n. 107/2015 che introduce il PTOF (triennale) elaborato dal Collegio sulla base delle linee di indirizzo fornite dal Dirigente Scolastico; 2.adeguamento dei programmi d'insegnamento alle particolari esigenze del territorio e del coordinamento disciplinare (art. 7 comma 2 lett. a T.U. 297/94 e D.P.R. n. 275/99); 3.adozione delle iniziative per il sostegno di alunni handicappati e figli di lavoratori stranieri (art.7 comma 2 lett. m e n. T.U.); 4.adozione di iniziative secondo quanto indicato da Linee Guida sull'integrazione degli alunni con disabilità 2009, Legge n. 170/2010, Direttiva MIUR del 27.12.2012 sui B.E.S., Linee Guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri 2014); 3 5.studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare comportamento degli alunni su iniziativa dei docenti della rispettiva classe e sentiti, eventualmente, gli esperti (art. 7 comma 2 lett. o T.U.); 6.identificazione e attribuzione di funzioni strumentali al P.O.F. (art. 28 del CCNL 26.05.1999 e art. 37 del CCNL 31.08.1999) con la definizione dei criteri d'accesso, della durata, delle competenze richieste, dei parametri e delle cadenze temporali per la valutazione dei risultati attesi; 7.delibera, nel quadro delle compatibilità con il P.O.F. e delle disponibilità finanziarie, sulle attività aggiuntive di insegnamento e sulle attività funzionali all'insegnamento EMANA il seguente atto di indirizzo rivolto al Collegio dei Docenti: Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa è da intendersi non solo quale documento con cui l’istituzione dichiara all’esterno la propria identità, ma programma in sé completo e coerente di strutturazione precipua del curricolo, di attività, di logistica organizzativa, di impostazione metodologico-didattica, di utilizzo, promozione e valorizzazione delle risorse umane, con cui la scuola intende perseguire gli obiettivi dichiarati nell’esercizio di funzioni che sono comuni a tutte le istituzioni scolastiche in quanto tali, ma al contempo la caratterizzano e la distinguono. Il coinvolgimento e la fattiva collaborazione delle risorse umane di cui dispone l’istituto, l’identificazione e l’attaccamento all’istituzione, la motivazione, il clima relazionale ed il benessere organizzativo, la consapevolezza delle scelte operate e delle motivazioni di fondo, la partecipazione attiva e costante, la trasparenza, l’assunzione di un modello operativo vocato al miglioramento continuo di tutti i processi di cui si compone l’attività della scuola non possono darsi solo per effetto delle azioni poste in essere dalla dirigenza, ma chiamano in causa tutti e ciascuno, quali espressione della vera professionalità che va oltre l’esecuzione di compiti ordinari, ancorché fondamentali, e sa fare la differenza; essi sono elementi indispensabili all’implementazione di un Piano che superi la dimensione del mero adempimento burocratico e ne faccia reale strumento di lavoro, in grado di canalizzare l’uso e la valorizzazione delle risorse umane e strutturali, di dare un senso ed una direzione chiara all’attività dei singoli e dell’istituzione nel suo complesso. Nell’esercizio della sua discrezionalità tecnica, pertanto, il Collegio Docenti è chiamato a elaborare il Piano per il triennio che decorre dall’anno scolastico 2016-2017. 4 Ai fini dell’elaborazione del documento, il Dirigente Scolastico ritiene indispensabile che si seguano le presenti indicazioni: − l’elaborazione del PTOF dovrà tenere conto delle priorità, dei traguardi e degli obiettivi individuati nel RAV per rispondere alle reali esigenze dell’utenza; − l’Offerta Formativa dovrà articolarsi tenendo conto non solo della normativa e delle Indicazioni Nazionali, ma anche della visione e missione condivise e dichiarate nei piani precedenti, nonché del patrimonio di esperienza e professionalità che negli anni hanno contribuito a costruire l’immagine della nostra scuola. Si ritiene necessario, pertanto: − rafforzare i processi di costruzione del curricolo d’istituto verticale e caratterizzante l’ identità dell’ Istituto; − strutturare i processi di insegnamento-apprendimento in modo che essi rispondano esattamente alle Indicazioni Nazionali ed ai livelli che obbligatoriamente devono essere conseguiti da ciascuno studente nell’esercizio del diritto-dovere dell'istruzione. Da ciò deriva la necessità di: migliorare i processi di pianificazione, sviluppo, verifica e valutazione dei percorsi di studio (curricolo del singolo studente, curricolo per classi parallele, curricolo per ordine di scuola, curricolo d’ Istituto); superare la dimensione trasmissiva dell’insegnamento e modificare l’impianto metodologico in modo da contribuire fattivamente, mediante l’azione didattica, allo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza europea; monitorare e intervenire tempestivamente sugli alunni a rischio (a partire da una segnalazione precoce di casi potenziali DSA/BES/dispersione); abbassare le percentuali di dispersione e di abbandono; implementare la verifica dei risultati a distanza come strumento di revisione e/o correzione; migliorare l’offerta formativa e il curricolo; integrare le attività, i compiti e le funzioni dei diversi organi collegiali; potenziare ed integrare il ruolo delle Commissioni di lavoro e delle Funzioni Strumentali al POF; migliorare il sistema di comunicazione, socializzazione e condivisione tra il personale, gli alunni e le famiglie rispetto agli obiettivi perseguiti, alle modalità di gestione, ai risultati conseguiti; 5 promuovere la condivisione delle regole di convivenza e di esercizio dei rispettivi ruoli all’interno dell’istituzione; generalizzare l’uso delle tecnologie digitali tra il personale e migliorarne la competenza; migliorare quantità e qualità delle dotazioni tecnologiche; migliorare l’ambiente di apprendimento (dotazioni, logistica); sostenere formazione e autoaggiornamento per la diffusione dell’innovazione metodologico-didattica; implementare i processi di dematerializzazione e trasparenza amministrativa; accrescere la quantità e la qualità delle forme di collaborazione con il territorio: reti, accordi, progetti; operare per il miglioramento del clima relazionale e del benessere organizzativo. L'offerta formativa sarà monitorata e rivista annualmente sulla base delle esigenze sopravvenute nel territorio. Il Piano dovrà pertanto includere: l'offerta formativa; il curricolo verticale caratterizzante; le attività progettuali; i regolamenti e quanto previsto dalla Legge n.107/2015 al comma 7 dalla lettera “a” alla lettera “s” nonché le iniziative di formazione per gli studenti, compresa la conoscenza delle procedure di primo soccorso (Legge n.107/15 comma 16) e le attività formative obbligatorie per il personale docente e ATA (Legge n.107/15 comma 12); la definizione delle risorse occorrenti, l'attuazione dei principi per le pari opportunità e per la lotta alle discriminazioni; i percorsi formativi e le iniziative diretti all'orientamento e alla valorizzazione del merito scolastico e dei talenti (Legge n. 107/15 comma 29); le azioni per difficoltà e problematiche relative all’integrazione degli alunni stranieri e con italiano come L2; le azioni specifiche per alunni adottati; le azioni per sviluppare e migliorare le competenze digitali di alunni e personale; 6 la descrizione dei rapporti con il territorio. Il Piano dovrà inoltre includere ed esplicitare: gli indirizzi del Dirigente Scolastico e le priorità del RAV; il fabbisogno di posti comuni, di sostegno, e per il potenziamento dell'offerta formativa (comma2); il fabbisogno di ATA (comma3); il fabbisogno di strutture, infrastrutture, attrezzature materiali; il piano di miglioramento (riferito al RAV); la rendicontazione sociale e la pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti. L'Atto di Indirizzo fa espresso riferimento ai commi della legge 107 che espressamente si riferiscono al Piano dell'Offerta Formativa Triennale e che indicano anche il quadro e le priorità ineludibili. Il predetto Piano dovrà contenere anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche. Il Piano potrà essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre di ogni anno successivo al 2016. Poiché il presente Atto di Indirizzo, introdotto da una normativa recente, si colloca in un momento di grandi cambiamenti normativi, si prevede sin d'ora che possa essere oggetto di revisione, modifica o integrazione. Considerando i principi di base espressi in precedenza, si riassumono di seguito MODALITA' e CRITERI che hanno caratterizzato principalmente l'elaborazione del presente Atto di Indirizzo. MODALITA' I presenti argomenti definiscono le direttrici lungo le quali l'Istituto vuole orientare la propria Offerta Didattica. Per l'attuazione di tali linee e per favorire la proficua partecipazione alla vita della scuola di tutte le sue componenti, nel rispetto dei ruoli, si evidenziano in particolare le seguenti modalità operative: − Programmazione e pianificazione, nei vari aspetti, della didattica e delle attività, recependo in particolare l'impulso verso una programmazione per competenze, anche secondo le linee indicate dalle prove INVALSI (prove nazionali di valutazione) e, più in generale, dalle raccomandazioni europee; 7 − Realizzazione di un sistema di autovalutazione della scuola, coerentemente a quanto previsto dal recente Sistema Nazionale di Valutazione, che analizzi e monitori i processi scolastici per l’individuazione dei punti di forza e di debolezza degli stessi nella prospettiva del miglioramento continuo e della rendicontazione (Piano di Miglioramento e Bilancio); − Miglioramento delle modalità, degli strumenti e dei contenuti della comunicazione tra tutte le componenti scolastiche (studenti, famiglie, docenti e personale amministrativo). In particolare in riferimento a: orari, modalità di richiesta, accesso e trasmissione alla modulistica, agli atti, a circolari e a documenti, trasparenza e comunicazione scuola-allievi e scuola-famiglia in merito a programmazione, obiettivi didattici, criteri di valutazione, ritardi, assenze e di ogni altro elemento inerente il profilo didattico-disciplinare del singolo allievo; − Promozione di una cultura digitale consapevole, anche nell'uso degli strumenti informatici nella programmazione didattica ordinaria; − Potenziamento e manutenzione delle infrastrutture didattiche, multimediali e di laboratorio della scuola e promozione del loro inserimento e utilizzo nella programmazione didattica ordinaria, anche attraverso attività di ampliamento dell'offerta formativa; − Continuità verticale, finalizzata ad accompagnare l'allievo nel passaggio tra i tre ordini di scuola e alla condivisione professionale dell'impianto curricolare e metodologico; − Orientamento in uscita, finalizzato a potenziare la consapevolezza dello studente sulle proprie capacità ed attitudini in relazione alla prosecuzione del suo percorso di studi. A tal fine sarà necessario : − sostenere formazione ed autoaggiornamento per la diffusione dell'innovazione metodologico-didattica; − implementare i processi di progressiva dematerializzazione , riduzione di spesa delle procedure e trasparenza amministrativa; − accrescere la quantità e la qualità delle forme di collaborazione con il territorio: reti, accordi e protocolli d'intesa. Si individuano, in particolare, le sottoelencate priorità di gestione ed amministrazione: per ciò che concerne i posti per il potenziamento dell'offerta formativa il fabbisogno sarà definito in relazione ai progetti ed alle attività contenuti nel Piano; 8 i progetti e le attività sui quali si pensa di utilizzare docenti dell'organico del potenziamento devono fare esplicito riferimento al RAV e al piano di miglioramento, definendo con esattezza l'area disciplinare coinvolta. Si terrà conto del fatto che l'organico di potenziamento deve servire anche alla copertura delle supplenze brevi e quindi si eviterà di assorbire sui progetti l'intera quota disponibile; nell'ambito dei posti di potenziamento saranno accantonate preliminarmente le necessarie per il semiesonero del collaboratore del dirigente; nell'ambito delle scelte di organizzazione, dovranno essere previste la figura del responsabile di plesso e quella del coordinatore di classe per la scuola secondaria primo grado. CRITERI QUALITA' DELL'INSEGNAMENTO • • • • Didattiche innovative Utilizzo di nuove tecnologie nella didattica Progettazione tra diversi ordini di scuola per la costruzione di un curricolo verticale Formazione e aggiornamento del personale POTENZIAMENTO E AMPLIAMENTO DISCIPLINARE • • • Potenziamento dell'apprendimento delle lingue comunitarie Valorizzazione delle eccellenze Approfondimenti disciplinari INCLUSIONE • • • • • Costruire percorsi didattici per alunni in situazione BES Favorire i processi di inclusione degli alunni figli di migranti Attenzione e cura degli alunni nella fase di accoglienza Favorire l'integrazione degli alunni con disabilità Sostenere con interventi didattici e tecnologie adeguate gli alunni con DSA PROMOZIONE DEL BENESSERE • • • • Porre attenzione agli ambienti di apprendimento Orientamento e Continuità Teatro, Laboratori, Musei Prevenzione del disagio e della dispersione scolastica 9 ore di VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO • • Storia e tradizioni locali Conoscenza dei beni ambientali, artistici e culturali CITTADINANZA E COSTITUZIONE • • • • • • • Educazione Educazione Educazione Educazione Educazione Educazione Educazione alla cittadinanza stradale ambientale alla salute alimentare all'affettività all'utilizzo consapevole del Web Si ritiene utile, in conclusione, includere nell’ ”Atto di indirizzo” dirigenziale per l’ “Offerta Formativa Triennale” alcune linee fondanti che hanno sinora sostenuto l’impianto sistemico di questo Istituto Comprensivo “Cremona Tre”, perché se ne possa fare, anche all’esterno, oggetto di riflessione ponderata su quanto ci si ripromette di costruire nel tempo a venire, a vantaggio dell’intera comunità scolastica per il benessere psico-fisico di tutti gli alunni che vi appartengono. 10 Il piano di dimensionamento delle scuole dell'infanzia e del primo ciclo e la nascita dell'Istituto Comprensivo “Cremona Tre ” A seguito della legge 111/2011 e successive modifiche e integrazioni, i parametri dimensionali di riferimento per le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione sono state oggetto di revisione. In particolare, è stata disposta l’aggregazione delle scuole dell’infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado in Istituti Comprensivi, con la conseguente soppressione di direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado autonome, con l’obiettivo di raggiungere un numero minimo medio provinciale per autonomia di 1.000 studenti. In armonia con quanto disposto dalla normativa citata e dalle linee di indirizzo fornite dalla Regione Lombardia, la Provincia aveva provveduto ad avviare il processo di aggregazione delle scuole previsto dalla normativa con propria DGP n. 30 del 24.01.2012 definendo per l’a.s. 2012/2013 solo gli ambiti territoriali n. 1 (Casalmaggiore) e n. 15 (Pandino – Rivolta d'Adda) e rinviando il completamento dell'operazione all'a.s. 2013/2014. La Regione Lombardia ha recepito integralmente la suddetta proposta provinciale con proprio atto giuntale n. 3039 del 22.02.2012. Per l’a.s. 2013/2014, la Regione Lombardia, con propria deliberazione di Giunta n. IX/3744 dell'11.07.2012, ha previsto il completamento del processo di "verticalizzazione" in Istituti Comprensivi delle istituzioni scolastiche autonome ancora costituite separatamente in direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado, in continuità con la programmazione dell'a.s. 2012/2013 e sulla base dei medesimi principi, al fine di garantire equità di trattamento tra le diverse realtà territoriali, invitando le Province a trasmettere le rispettive deliberazioni entro il 31 ottobre 2012. Dopo numerose consultazioni territoriali, con deliberazione di Giunta Provinciale n. 408 del 30.10.2012, è stata approvata la proposta di modifica al piano di dimensionamento della rete scolastica del primo ciclo di istruzione a partire dall' a. s. 2013/2014, completando, in armonia con quanto disposto dalle indicazioni regionali, il processo di verticalizzazione delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. 11 DATI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “CREMONA TRE” Aggiornati al dicembre 2015 Numero Alunni Secondaria 1° grado Numero Alunni Primaria Totale Alunni Istituto Comprensivo Numero Alunni Infanzia Numero Docenti Primaria Numero ATA Secondaria 1° grado 21 Numero ATA Primaria Numero ATA Infanzia 12 Alunni “Vida” Alunni “Colombo” Alunni “Amati” Alunni San Felice 104 72 34 111 Numero Docenti Infanzia Totale Numero ATA Istituto Comprensivo 321 911 Numero Docenti Secondaria 1° grado Numero Docenti Istituto Comprensivo 486 486 214 107 53 Alunni “La Gabbianella” Docenti “Vida” Docenti “Colombo” 24,5 Docenti “Amati” 9,5 Docenti San Felice 2,5 Docenti “La Gabbianella” 2,5 51 72 5 13 ATA “Vida” ATA “Colombo” 13 ATA “Amati” 2 4 6 ATA San Felice 1 ATA “La Gabbianella” 1 2 IL CURRICOLO VERTICALE DELL'ISTITUTO COMPRENSIVO “CREMONA TRE“ Una prospettiva e un impegno La costituzione dell’Istituto Comprensivo “Cremona Tre”, conseguenza del piano di dimensionamento della rete scolastica delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, vede l’accorpamento in una sola istituzione scolastica delle Scuole dell’Infanzia di Malagnino “La Gabbianella” e di San Felice (Cremona), delle Scuole Primarie “Colombo” di Cremona - città e “Amati” di Malagnino e dell’Istituto Secondario di I grado “Vida” di Cremona. L’unione di scuole che hanno costruito nel tempo la propria identità educativa e culturale, in relazione alle specifiche fasce di età degli alunni, alle esigenze del contesto e del territorio, alla progettualità dei vari Collegi Docenti, ha imposto l’avvio di un processo complesso, ma necessario, di costruzione di un linguaggio comune tra i diversi ordini di Scuole, per elaborare un curricolo verticale capace di rendere il più possibile costruttivo ed efficace il percorso di ogni alunno. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo costituiscono il quadro di riferimento delle scelte affidate alla progettazione delle scuole nel rispetto e nella valorizzazione dell’autonomia delle Istituzioni Scolastiche. I “traguardi per lo sviluppo delle competenze” delineati nelle Indicazioni, rappresentano una filigrana sottesa all’azione delle scuole, una nervatura significativa a cui fare costante riferimento nella progettazione dell’Istituto Comprensivo, intesa come quadro comune, da condividere tra i diversi livelli scolastici, in grado di offrire agli insegnanti i materiali per la costruzione dei concreti curricoli da praticare in aula. I docenti si impegnano nella definizione di standard di apprendimento, in progressione verticale, come esiti attesi nelle varie fasi del percorso di formazione, elaborando un curricolo, scandito in traguardi graduali e progressivi, organizzati attorno ad alcuni assi culturali strategici ( i linguaggi, la matematica, la storia, la pratica musicale, la tecnologia…). Tale impegno da parte dei docenti nasce dall’esigenza di andare al di là dei luoghi comuni sul termine “continuità”, che tende a semplificare il concetto di curricolo verticale, abbassando il livello delle aspettative di tutti i soggetti coinvolti (allievi, docenti, genitori). L'apprendimento, la crescita, lo sviluppo sono legati a nuove imprese e sfide continue, attraverso contenuti che attivino processi più raffinati, argomentazioni più complesse: si dovrebbe parlare di discontinuità utile. I docenti di strumento musicale della Secondaria, in collaborazione con le docenti di musica della Primaria, collaborano per la realizzazione di un progetto comune, con lezioni di strumento a cadenza settimanale, rivolte agli alunni delle classi quinte della Primaria dell’Istituto Comprensivo, plesso “Colombo”, Cremona - città. Si tratta cioè di elaborare azioni e linee comuni, e contemporaneamente scegliere contenuti, linguaggi e metodologie diverse a seconda delle età degli allievi in modo che sia evidente ed apprezzabile una sostanziale ed autentica progressione di competenze nella capacità di esposizione e di espressione degli alunni, nell'arco del primo ciclo di istruzione. 13 Occorre evitare il rischio di intendere la continuità in modo banale e lavorare piuttosto sulla discontinuità delle esperienze di apprendimento: la discontinuità utile si traduce in una progressione di competenze, da realizzare, come detto nelle Indicazioni, attraverso la predisposizione di una serie di ambienti di apprendimento, differenziati e progressivamente arricchiti, ma con una regia comune degli insegnanti dell'Istituto Comprensivo. Con ambienti di apprendimento si rimanda ad un apprendimento attivo, partecipato, in cui si mettono in gioco motivazioni, emozioni, socialità e se la parola competenza evoca conoscenze dichiarate e abilità, un metodo di lavoro, l'idea di processi da attivare, il clima favorevole, la partecipazione emotiva, la sfida dell'impresa conoscitiva, allora l'alunno competente è colui che usa anche le risorse dell'ambiente, colui che partecipa più consapevolmente ad un ambiente culturalmente organizzato, sapendo utilizzare tutti gli strumenti della conoscenza. Così è possibile costruire una comunità di pratiche e di apprendimento: questa è la classe che lavora sulle competenze. In questo senso la costituzione dell'Istituto Comprensivo ha rappresentato per i docenti l'occasione e l'impegno per sviluppare una vera e propria comunità professionale all'interno della quale ci si è confrontati in modo costruttivo, si è condiviso un linguaggio comune, si cresce insieme nella progettazione del curricolo verticale, da articolare per obiettivi di apprendimento e per traguardi di competenza, in relazione ai diversi percorsi disciplinari. L'impegno dei docenti dell' Istituto Comprensivo “Cremona Tre” si definisce dunque nella prospettiva di ricerca alle radici del curricolo verticale, nella scoperta degli elementi invarianti che corrono lungo tutto il curricolo - la ricorsività di azioni cognitive sempre più sicure e consapevoli - per coniugarli con gli elementi variabili dell'esperienza di conoscenza – contenuti sempre più ampi, abilità sempre più differenziate – assicurando coerenza e coesione all'intera formazione di base. COM’E’ STATO COSTRUITO IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA Con il Piano dell’Offerta Formativa si è inteso fornire all’utenza un documento che dia una visione d’insieme sulle finalità, sulle linee pedagogiche, sull’organizzazione e sui percorsi educativo – didattici dell’Istituto Comprensivo. Per facilitare nella consultazione del documento si è mantenuta una suddivisione degli ambiti INFANZIA – PRIMARIA - SECONDARIA di I GRADO, data la composizione dell’Istituto, formato da plessi distribuiti sul territorio, anche fuori dal Comune di Cremona. La “parte comune” sinora descritta delinea l’identità della Scuola nelle parti ritenute fondative di un progetto didattico - educativo che garantisca a tutti gli allievi uguaglianza di opportunità in un’età decisiva per la loro crescita. Grazie all’autonomia scolastica entrata in vigore col DPR 275/99 e in virtù della Legge n. 53/2003 e del Decreto Legislativo n. 59/2004, normativa poi aggiornata con le Nuove Indicazioni del DM del 31/07/2007, l’Istituto col Piano dell’Offerta Formativa declina il curricolo fondamentale obbligatorio proposto dal Ministero nel proprio curricolo d’Istituto, in base anche alle indicazioni date dall’Ufficio Scolastico Regionale, alle esigenze del territorio e alle proprie risorse umane e finanziarie. 14 L’Istituto si ispira anche alle linee fondamentali della Carta dei Diritti dello Studente e in particolare all'art. 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni […]. È compito della Repubblica (e quindi anche della Scuola) rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti […] all'organizzazione politica, economica e sociale del paese." Questo significa che l’Istituto pone al centro della propria azione lo sviluppo della persona-alunno nella sua interezza, cercando di predisporre un percorso di formazione personale e di apprendimento che lo valorizzi e porti alla luce le sue potenzialità. Inoltre l’Istituto si attiene alla nuova normativa vigente in materia di Disturbi Specifici dell’Apprendimento: la legge 170 del 2010 e le nuove Linee guida del Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011. Le Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico sollecitano ancora una volta la scuola a porre al centro delle proprie attività e della propria cura la persona. La legge si focalizza sulla didattica individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure dispensative, su adeguate forme di verifica e di valutazione per la tutela del diritto allo studio. “UNA SCUOLA PER TUTTI E PER CIASCUNO” Una scuola per tutti e per ciascuno si muove secondo una logica inclusiva ed è orientata da precisi criteri, che vanno a guidare la progettazione formativa e quella didattica: • Incontro con la persona nella sua interezza, con i punti di forza e di debolezza; • Rispetto della necessità di aiuti particolari, evitando comunque di creare differenze e divisioni; • Risposta ai bisogni individuali, ricercando la flessibilità all’interno di un sistema stabile. Per la progettazione di percorsi volti a costituire comunità solidali che accolgono, rispettano, valorizzano i diritti ed i doveri di tutti secondo le possibilità di ognuno, è essenziale evidenziare alcuni momenti importanti: • L’accoglienza, intesa come disponibilità quotidiana all’ascolto ed all’aiuto verso tutti, in risposta al bisogno fondamentale di sviluppare l’identità personale e l’appartenenza al gruppo; • La comunicazione e la relazione, per soddisfare nel singolo bambino/ragazzo e nella collettività sia il desiderio di esprimere sé stessi nel contatto quotidiano sia la necessità del confronto, condividendo le uguaglianze e rispettando le differenze; • L’introduzione di didattiche individualizzate per semplificare, differenziare, personalizzare e dare risposta al bisogno di sviluppare abilità e conoscenze, tutelando e garantendo ad ogni alunno il diritto di poter seguire percorsi uguali adeguati alle proprie condizioni e caratteristiche, al fine di raggiungere successi scolastici. 15 Nella scuola si incontrano sempre più differenze a cui essere sensibili, attraverso la personalizzazione degli interventi educativi e la individualizzazione della didattica. L’ INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ L’integrazione nella scuola di tutti è la strategia fondamentale per lo sviluppo, la crescita e la conquista dell’autonomia da parte di ogni alunno in situazione di disabilità e/o disagio. Scopo primario della scuola nell’accogliere la disabilità è quello di creare le condizioni affinché ogni alunno possa sviluppare le proprie potenzialità “nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni, nella socializzazione”. A tale fine la legge n.104 del 1992 stabilisce che la scuola provveda ogni anno alla formulazione di un piano educativo individualizzato che risponda alle esigenze specifiche di ciascun soggetto con disabilità. Il piano (PEI) è indirizzato costantemente verso il miglioramento della qualità dell’integrazione, seguendo come direttrici fondamentali: • Emotività: conoscenza di sé, autostima, espressione di emozione; • Relazionalità: socializzazione partecipata, acquisizione di ruolo nel gruppo; • Cognitività: aumento di esperienze, capacità, competenze, conoscenze; • Autonomia: padronanza sull’ambiente, indipendenza. Tali indirizzi generali si concretizzano in un’azione educativa personalizzata sui bisogni specifici dell’alunno, nel rispetto dei modi e dei tempi del suo apprendere, ma anche ben inserita nella programmazione educativa e didattica della classe di appartenenza. All’interno del percorso individuale si ritroveranno, infatti, quegli obiettivi previsti per la classe, che sono stati selezionati valutandone: la significatività, la complessità e la gradualità delle proposte rispetto alle specifiche capacità dell’alunno. Anche la valutazione è individualizzata, relativa agli interventi educativi e didattici svolti; riporta i progressi in rapporto alle potenzialità ed ai livelli di apprendimento iniziali. Per la progettazione formativa e didattica e per la creazione di un contesto accogliente e propositivo la scuola si avvale dei seguenti strumenti e predispone le seguenti azioni: • protocollo di accoglienza degli alunni/e disabili, con particolare attenzione alla predisposizione di un ambiente e di un contesto adatto alle esigenze più particolari; • fascicolo personale contenente i seguenti strumenti: raccolta di informazioni in ingresso dalle famiglie, dagli esperti, dalle scuole di provenienza, dalle figure assistenziali, dal territorio; relazione osservativa dell’alunno; Piano Educativo personalizzato; relazione finale delle attività di sostegno; • assegnazione dei docenti che svolgono attività di sostegno, figure in possesso di specifiche competenze osservative e didattiche, che utilizzano per coordinare la raccolta dei dati, per definire significati e strategie, per proporre metodologie e strumenti. L’attività 16 essenziale dell’insegnante di sostegno, che è risorsa della scuola e nella scuola, consiste nel coniugare, in collaborazione con i docenti di classe le esigenze del singolo alunno con il contesto dei bisogni del gruppo in cui è inserito. Le insegnanti di classe a loro volta sono soggetti pienamente coinvolti, partecipi e consapevoli del processo di integrazione; • progetti specifici per la disabilità in collaborazione con assistenti alla persona, Enti locali, altre scuole, specialisti della riabilitazione, cooperative di servizi, volti a promuovere la socializzazione, l’integrazione e l’autonomia e a costruire un realistico progetto di vita; • percorsi di accompagnamento rivolti alle famiglie improntati ad una reale collaborazione e ad un’effettiva condivisione del progetto di vita dei bambini/e disabili; • incontri di coordinamento con équipes di specialisti; • costituzione ed attivazione del GLH d’Istituto, che ha il compito di promuovere e coordinare i progetti e le azioni positive messe in atto da ogni ordine di scuola per favorire l’integrazione. Nella realizzazione di tali obiettivi l’Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi: • • legge 517/77: ha stabilito il principio dell'inclusione per tutti gli alunni disabili della scuola elementare e media imponendo l'obbligo di una programmazione educativa da parte di tutti gli insegnanti della classe, che venivano affiancati da un insegnante specializzato per il "sostegno didattico". Legge 104 del 5 febbraio 1992 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate." Raccoglie ed integra gli interventi legislativi divenendo il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità. Riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità, in particolare nei luoghi per essa fondamentali durante l’infanzia e l’adolescenza, come la scuola. • Legge 142 del 8 giugno 1990: gli enti locali, gli organi scolastici e le unità sanitarie locali, nell'ambito delle rispettive competenze, stipulano gli accordi di programma finalizzati alla predisposizione, attuazione e verifica congiunta di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché a forme di integrazione tra attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche. • Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità emanata dal MIUR nel 2009: forniscono indicazioni in materia di integrazione degli alunni disabili nella scuola. • Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la legge n. 18 del 3 marzo 2009. All’interno dell’Istituto vengono infine individuate figure di insegnanti referenti della disabilità sia per la scuola dell’infanzia e primaria sia per la scuola secondaria di primo grado, le quali coordinano le azioni sovraesposte e partecipano ad azioni di formazione concordate a livello territoriale. 17 ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA) E CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) Il concetto di BES si fonda su una visione globale della persona e la scuola è chiamata a rispondere in modo articolato a tutti quegli studenti che evidenziano difficoltà stabili o transitorie: • negli apprendimenti; • nello sviluppo di abilità e competenze; • nel comportamento; • nelle relazioni. Come suggerisce la Direttiva Ministeriale, si estende il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente: “svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”. La Scuola tiene presenti i seguenti riferimenti normativi : • • • • • Legge 8 ottobre 2010, n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”; Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 “Linee guida disturbi specifici di apprendimento”; Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative; Circolare Ministeriale N° 8 del 6 marzo 2013; Chiarimenti del 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali”. La Scuola pertanto si può avvalere dei seguenti strumenti : • • una scheda di rilevazione dei bisogni; un piano didattico personalizzato; All’interno del nostro Istituto Comprensivo vengono individuate figure di insegnanti referenti per alunni con BES, le quali parteciperanno ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale. 18 ALUNNI DI ALTRA MADRELINGUA Partendo dal presupposto che gli alunni stranieri frequentano “ la scuola di tutti”, l’ Istituto Comprensivo “Cremona Tre” intende l' Educazione all'Interculturalità come una offerta formativa che fornisca, agli studenti di qualsivoglia provenienza, la possibilità sia di essere inseriti in un contesto accogliente e rispettoso delle diversità sia di sviluppare appieno le loro potenzialità attraverso conoscenze e competenze disciplinari, ai fini di comprendere la realtà sempre più complessa e "globalizzata" in cui vivono. L’Istituto, al suo interno, ogni anno redige, sviluppa e monitora progetti a carattere interculturale. Il Progetto Intercultura si articola, quindi, su due livelli : • • BUONE PRASSI PER L’ACCOGLIENZA; INSERIMENTO E LA TUTELA DEL SUCCESSO SCOLASTICO PER GLI ALUNNI PROVENIENTI DA ALTRI PAESI attraverso : 1. la predisposizione di una serie di protocolli volti a favorire l’ accoglienza, l'inserimento e il successo scolastico degli alunni stranieri comuni ai diversi ordini di scuole dell’ Istituto, ma rispettosi delle necessità legate alle differenti fasce d’ età; 2. l’avviamento di laboratori di Italiano L2, al fine di consentire l’ apprendimento della lingua italiana e la prima alfabetizzazione agli alunni stranieri di recente immigrazione. FORMAZIONE ALL’INTERCULTURALITA’ Promuovere in tutti gli alunni atteggiamenti di apertura nei confronti delle diverse culture, attraverso la partecipazione a progetti di educazione alla pace e all’interculturalità interni o esterni all’Istituto. Formare un gruppo di docenti, Commissione Intercultura d'Istituto, rappresentativo dei vari ordini di scuola, che collabora, si aggiorna, promuove e favorisce l’ applicazione delle buone prassi, coordinate dai docenti che ricoprono il ruolo di Funzione Strumentale Intercultura. Questi parteciperanno ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale. L'Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi : • Circolare Ministeriale n. 24 del 1/3/2006 - Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri; • Documento di indirizzo Ottobre 2007 - La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri ; • Circolare Ministeriale n. 2 dell'8 gennaio 2010 - Indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana; 19 • Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative; • Circolare Ministeriale N° 8 del 6 marzo 2013; • Chiarimenti del 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali”. ALUNNI ADOTTATI Da alcuni anni la Lombardia è la regione con il maggior numero di bambini adottati ed anche nella realtà locale e nel nostro Istituto Comprensivo vi è una presenza significativa di bambini adottati in ambito nazionale ed internazionale. Dalla consapevolezza che esista una “specificità dell’adozione” scaturisce inevitabilmente il bisogno di approfondimento e di “investimento”. A Cremona l'11/07/2013 è stato sottoscritto un importante Accordo di Programma fra l'Ufficio Scolastico territoriale di Cremona, l'Azienda Ospedaliera, l'A.S.L, l'Azienda Sociale Cremonese, il Consultorio Ucipem, il Gruppo “Gamma”, l'Associazione familiare “Genitori Si Diventa”. Si è creata dunque la possibilità di concretizzare sul territorio cremonese le direttive del MIUR in merito al raggiungimento del benessere scolastico degli studenti adottati, dando risposte agli effettivi bisogni, garantendo loro il diritto ad essere accolti adeguatamente ed a vedere riconosciute e valorizzate le loro specificità. L’ Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi : • • Protocollo di intesa tra il MIUR e il CARE (Coordinamento delle Associazioni familiari adottive e affidatarie in Rete) per "Agevolare l’inserimento, l’integrazione e il benessere scolastico degli studenti adottati", del 26 marzo 2013; L’accordo di programma “Adozione e scuola”, siglato a livello di provincia di Cremona l’11 luglio 2013. Nell’ Istituto Comprensivo ci si avvale dei seguenti strumenti di lavoro : Progetti interni alle scuole attraverso : • una raccolta di dati e documentazione interna alla scuola; • il coinvolgimento dei genitori adottivi; • il coinvolgimento dei docenti; Un lavoro in rete : • un insegnante dell’Istituto Comprensivo presente al tavolo interistituzionale provinciale per le adozioni. 20 All’interno del nostro Istituto Comprensivo viene individuata la figura dell’insegnante referente per le adozioni, che ha il compito legato all’inserimento e all’accompagnamento del bambino e della famiglia nell’ “iter” scolastico e che è presente al tavolo provinciale. La tematica adottiva viene fatta rientrare nelle progettazioni che la Commissione Intercultura declineranno nel corso dei vari anni scolastici. La presente Direttiva di Indirizzo viene emanata a norma dell'art. 25 del D. Leg.vo 165/2001 e dell'art 1, comma 14 della legge 107/2015: essa costituisce riferimento per la verifica annuale del POF e la valutazione del servizio formativo. Il Collegio dei Docenti è tenuto ad assumerla ed ad adottarla ai fini della progettazione, realizzazione e valutazione del PTOF nei modi e con gli strumenti che vorrà stabilire, attraverso le collaborazioni e le sinergie sistematiche da attivare al suo interno nei gruppi di lavoro, con le figure di sistema, i referenti dei progetti, i coordinatori di classe e i collaboratori del D.S., al fine di un coordinamento efficace per il conseguimento degli obiettivi. Consapevole dell'impegno che i nuovi adempimenti comportano per il Collegio dei Docenti e della responsabilità con cui il personale docente assolve normalmente ai propri doveri, il Dirigente Scolastico ringrazia per la competente e fattiva collaborazione ed auspica che si possa lavorare sempre insieme per il miglioramento della nostra Scuola. f.to IL DIRIGENTE SCOLASTICO Dott. Renato Suppini 21 SCUOLA DELL’INFANZIA 22 SCUOLA INFANZIA SAN FELICE “LA GABBIANELLA” VIA MONTEVERDI, 9 26030 MALAGNINO TEL/FAX: 0372 807721 e-mail: [email protected] VIA SAN FELICE, 18 26100 CREMONA TEL/FAX: 0372 434076 e-mail: [email protected] SCUOLA INFANZIA SCUOLA INFANZIA SAN FELICE MALAGNINO Sezioni 2 Sezioni 2 Alunni 53 Alunni 51 Alunni stranieri 13 Alunni stranieri 5 Disabili 1 Disabili 1 Docenti curricolari 4 Docenti curricolari 4 docenti specialisti Docente religione docenti specialisti 3h Docente religione 3h Docente sostegno 13 h Docente sostegno 12 h Funzionamento ore 40 40 Assistente “ad personam” 12 h Funzionamento ore Orario da Lunedì a Venerdì dalle 8:00 alle 16:00 Orario da Lunedì a Venerdì dalle 8:30 alle 16:30 Trasporto a cura del Comune di Cremona per gli aventi diritto Trasporto a cura del Comune di Malagnino Disponibilità accoglienza anticipata dalle 7:45 per alunni con genitori lavoratori che presentino documentati problemi Accoglienza anticipata dalle 7:45 per alunni con genitori lavoratori che presentino documentati problemi 23 I dati sopra riportati si riferiscono alla situazione presente nell'a.s. 2015/2016 . Per il successivo triennio si ipotizza un sostanziale mantenimento della medesima e pertanto, allo stato, non si prevede nessuna variazione riferibile al numero di posti attualmente in organico. Ovviamente resterà da attualizzare, in ciascun anno scolastico a venire, il dato relativo alla frequenza nelle due scuole degli alunni disabili in possesso della certificazione, che potrebbe causare il bisogno di incrementare la presenza di docenti e/o operatori da impiegare per il sostegno psico-fisico necessario in “loco”. PRINCIPI FORMATIVI Le comunità scolastiche dell’Istituto Comprensivo Cremona Tre si ispirano ai principi formativi contenuti nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (DPR 20 marzo 2009, n. 89) “quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole”. La scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali dei bambini, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno, formare sul piano cognitivo e culturale, affinché ciascuno possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri. La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti i bambini, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Particolare cura è necessario dedicare alla formazione della sezione come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione. La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito i bambini stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini a un progetto educativo condiviso. Il progetto che emerge è quello di una scuola che considera il bambino al centro dell’azione educativa, come soggetto attivo e protagonista del percorso formativo; una scuola che affianca al compito dell’insegnare ad apprendere quello del “saper stare nel mondo”, condividendo il progetto educativo con la famiglia e la società, ognuno con il proprio ruolo. La scuola affianca al compito “dell’insegnare ad apprendere” quello “dell’insegnare a essere”. L’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ciascuno, formare cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo 24 ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO FINALITÀ La scuola dell’infanzia si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai tre ai sei anni ed è la risposta al loro diritto all’educazione e alla cura, in coerenza con i principi presenti nella Costituzione della Repubblica, nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e nei documenti dell’Unione Europea. Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’IDENTITA’, dell’AUTONOMIA, della COMPETENZA, e li avvia alla CITTADINANZA. IDENTITÀ: consolidare l’identità significa imparare a conoscersi e a stare bene, sperimentare diversi ruoli e sentirsi sicuri nell’affrontare nuove esperienze. AUTONOMIA: sviluppare l’autonomia significa saper curare il proprio corpo, esprimere sentimenti ed emozioni, motivare opinioni e scelte, coinvolgersi nelle varie attività con fiducia, provando piacere nel fare da sé con atteggiamenti sempre più consapevoli. COMPETENZA: acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, rappresentare esperienze proprie e altrui, fatti significativi, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto; significa ascoltare e comprendere, raccontare e rievocare. CITTADINANZA: vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro e dare importanza ai suoi bisogni, al suo punto di vista e avvertire la necessità di gestire le relazioni con regole condivise; significa mettere in atto comportamenti mirati al rispetto degli altri, dell’ambiente, della natura. Tali finalità sono perseguite attraverso: • occasioni di apprendimento create dalle insegnanti per favorire l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo, valorizzando ed estendendo le curiosità, le esplorazioni, le loro proposte • l’organizzazione di un ambiente di vita e di relazioni • il dialogo sociale ed educativo con le famiglie e con la comunità • precisi criteri metodologici e strumenti di valutazione. 25 I CAMPI DI ESPERIENZA Le occasioni di apprendimento sono deducibili dai diversi campi di esperienza. Ciascuno offre un insieme di oggetti, situazioni, immagini e linguaggi, riferiti ai sistemi simbolici della nostra cultura, capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti progressivamente più sicuri. Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza relativa ai campi di esperienza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze volte a promuovere la competenza, che a questa età va intesa in modo globale e unitario. Il sé e l’altro I bambini formulano tanti perché che rappresentano la loro spinta a capire il significato della vita che li circonda e il valore morale delle loro azioni. Nella scuola hanno molte occasioni per prendere coscienza della propria identità, per scoprire le diversità, per apprendere le prime regole del vivere sociale. Osservano l’ambiente che li circonda, colgono le diverse relazioni tra le persone; partecipano alle tradizioni della famiglia e della comunità di appartenenza. Ogni bambino cerca di dare un nome agli stati d’animo, sperimenta il piacere, il divertimento, la frustrazione, la scoperta; si imbatte nelle difficoltà della condivisione e nei primi conflitti, supera progressivamente l’egocentrismo e può cogliere altri punti di vista. Traguardi per lo sviluppo della competenza • Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini. • Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato. • Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto con altre. • Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia e riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta. • Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme. • Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise. 26 • Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città. Il corpo e il movimento I bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzandolo fin dalla nascita come strumento di conoscenza di sé nel mondo. L’azione del corpo fa vivere emozioni e sensazioni piacevoli, di rilassamento e di tensione, ma anche la soddisfazione del controllo dei gesti, nel coordinamento con gli altri; consente di sperimentare potenzialità e limiti della propria fisicità, sviluppando nel contempo la consapevolezza dei rischi di movimenti incontrollati. Le esperienze motorie consentono di integrare i diversi linguaggi, favoriscono la costruzione dell’immagine di sé e l’elaborazione dello schema corporeo e possono essere occasione per l’educazione alla salute. La scuola dell’infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere e interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui, rispettandolo e avendone cura. Essa mira altresì a sviluppare la capacità di esprimersi e di comunicare attraverso il corpo per giungere ad affinarne le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, la capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare secondo immaginazione e creatività. Traguardi per lo sviluppo della competenza • Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo, matura condotte che gli consentono una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola. • Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione. • Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto. • Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva. • Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in movimento. 27 Immagini, suoni, colori I bambini esprimono pensieri ed emozioni con immaginazione e creatività: l’arte orienta questa propensione, educando al piacere del bello e al sentire estetico. I materiali esplorati con i sensi, le tecniche sperimentate e condivise nell’atelier della scuola, le osservazioni di luoghi (piazze, giardini, paesaggi) e di opere (quadri, musei, architetture) aiuteranno a migliorare le capacità percettive e a stimolare la creatività nonché contagiare altri apprendimenti. Il bambino, interagendo con il paesaggio sonoro, sviluppa le proprie capacità cognitive e relazionali; esplora le proprie possibilità sonoro-espressive e simbolico-rappresentative, accrescendo la fiducia nelle proprie potenzialità. La scuola può aiutarlo, inoltre, a familiarizzare con l’esperienza della multimedialità (la fotografia, il cinema, la televisione, il digitale), favorendo un contatto attivo. Traguardi per lo sviluppo della competenza • Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente. • Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie. • Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione …); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di opere d’arte. • Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti. • Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali. • Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli. I discorsi e le parole La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento essenziale per comunicare e conoscere. È il mezzo per esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati. La lingua materna è parte dell’identità di ogni bambino, ma la conoscenza di altre lingue apre all’incontro con nuovi mondi e culture. I bambini si presentano alla scuola dell’infanzia con un patrimonio linguistico significativo, ma con competenze differenziate, che vanno attentamente osservate e valorizzate. In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano nuove capacità quando interagiscono tra di loro, chiedono spiegazioni, confrontano punti di vista, progettano giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze. 28 La scuola dell’infanzia ha la responsabilità di: • promuovere in tutti i bambini la padronanza della lingua italiana, rispettando l’uso della lingua di origine • finalizzare l’estensione del lessico • sviluppare la corretta pronuncia dei suoni, parole e frasi • motivare un rapporto positivo con la lettura e la scrittura • familiarizzare con una seconda lingua. Traguardi per lo sviluppo della competenza • Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati. • Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative. • Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati. • Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole. • Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia. • Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media. La conoscenza del mondo I bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie esperienze descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole con diversi criteri. La curiosità e le domande sui fenomeni naturali, su se stessi e sugli organismi viventi e su storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti matematici, possono cominciare a trovare risposte guardando sempre meglio i fatti del mondo. Esplorando oggetti, materiali e simboli, osservando la vita di piante ed animali, i bambini elaborano idee personali da confrontare con quelle dei compagni e degli insegnanti. 29 Oggetti, fenomeni, viventi I bambini elaborano la prima “organizzazione fisica” del mondo esterno attraverso attività concrete. Toccando, smontando, costruendo e ricostruendo, affinando i propri gesti, i bambini individuano qualità e proprietà degli oggetti e dei materiali e si accorgono delle loro eventuali trasformazioni. Il proprio corpo è sempre oggetto di interesse, soprattutto per quanto riguarda i processi nascosti. Si può così portare l’attenzione dei bambini sui cambiamenti insensibili o vistosi che avvengono nel loro corpo, in quello degli animali e delle piante e verso le continue trasformazioni dell’ambiente naturale. Numero e spazio La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni giorno; poi, ragionando sulle quantità e sulla numerosità di oggetti diversi, i bambini costruiscono le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi. Piacevolmente operano e giocano con materiali strutturati, costruzioni, giochi da tavolo di vario tipo. Gradualmente, scoprono concetti geometrici, realizzano elementari attività di misura e imparano a rappresentare con simboli semplici i risultati delle loro esperienze. Traguardi per lo sviluppo della competenza • Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata. • Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana. • Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo. • Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti. • Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprirne le funzioni e i possibili usi. • Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità. • Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra, ecc; segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali. 30 ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica. In particolare lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto estetico, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’ambientazione fisica, la scelta di arredamenti e oggetti volti a creare un luogo funzionale e invitante. Si ritiene fondamentale organizzare l’ambiente di apprendimento in modo che ogni bambino si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato. Sono infatti importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere partecipazione più ampia dei bambini. Si allestiscono spazi per permettere ai bambini aggregazioni diversificate, rispettando i loro interessi; pertanto vengono definiti angoli-gioco nelle sezioni con materiali strutturati per giochi liberi – simbolici – logici – affettivi – motori o per giochi organizzati dalle insegnanti: giochi di ruolo, mimo, linguistici, sonori ecc… Altri spazi vengono definiti per attività guidate dalle insegnanti nell’arco della giornata col piccolo o grande gruppo e contengono materiali più o meno strutturati. GIORNATA SCOLASTICA Il curricolo della scuola dell’infanzia non coincide con la sola organizzazione delle attività didattiche che si realizzano nella sezione o nelle intersezioni, negli spazi esterni, nei laboratori, negli ambienti di vita comune, ma si esplica in un’equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse routine (l’ingresso, il pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione dei ritmi della giornata. È compito fondamentale dell’insegnante programmare correttamente i diversi tempi della vita scolastica, per garantire il benessere psico-fisico del bambino. Pertanto la giornata scolastica è scandita da diversi momenti, ciascuno dei quali ha una precisa valenza educativa. SCUOLA - TERRITORIO Le nostre scuole sono aperte alle iniziative rivolte ai bambini della scuola dell’infanzia promosse sul territorio dall’Amministrazione comunale, dagli Enti Locali e dalle varie Associazioni. L’adesione a tali proposte permette di arricchire l’offerta formativa completando le esperienze vissute a scuola. SCUOLA - FAMIGLIA Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini. Nella diversità di stili di vita, di culture, di scelte etiche e religiose, esse sono portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola, per far crescere una solida rete di scambi comunicativi e di responsabilità condivise. L’ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia è una grande occasione per prendere più chiaramente coscienza delle responsabilità genitoriali. La famiglia è stimolata a partecipare alla vita della scuola, condividendone finalità e contenuti, strategie educative e modalità 31 concrete per aiutare i piccoli a crescere e imparare, a diventare più “forti” per un futuro che non è facile da prevedere e da decifrare. L’accoglienza che la scuola attua nei confronti dei bambini non può prescindere dal considerare anche le loro famiglie. Il benessere dei piccoli dipende anche dal rapporto che le insegnanti riescono a stabilire. Nel corso dell’anno scolastico si prevedono momenti d’incontro con i genitori che si attuano attraverso: Assemblee generali: di norma si svolgono due volte l’anno e vedono la partecipazione di tutti i genitori dei bambini iscritti. In quel momento le insegnanti forniscono informazioni sull’organizzazione della scuola e sulle attività progettate. Consiglio di Intersezione: prevede momenti di valutazione, di conoscenza e di confronto su questioni di carattere specifico fra le insegnanti del plesso e i rappresentanti dei genitori. Durante questi incontri vengono illustrati i progetti didattici in corso e quelli in previsione, si verifica l’organizzazione scolastica e si prendono in considerazione eventuali problemi che possono sorgere durante l’anno. Incontri individuali programmati: le insegnanti sono disponibili a colloqui con i genitori, come momento di confronto e di verifica. Feste: momenti ricreativi e socializzanti tra genitori, bambini ed insegnanti. Nell’organizzazione delle feste i genitori sono chiamati a partecipare attivamente e a portare il loro contributo. SCELTE METODOLOGICHE I presupposti fondamentali su cui si basa il nostro metodo per il perseguimento delle finalità e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze mettono in evidenza alcune scelte preliminari: Porre in rilievo la “centralità del bambino”, con l’originalità del suo percorso individuale, considerato in rapporto alla sua famiglia, alla società, all’ ambiente, alla cultura. Orientare l’attività didattica alla qualità dell’apprendimento di ciascun bambino e non ad una sequenza lineare di contenuti, evitando trattazioni di argomenti frammentati e distanti dall’esperienza. Favorire una pratica basata sull’articolazione delle attività strutturate e libere predisponendo spazi e materiali, adottando strategie di lavoro per gruppi diversificati e laboratori, organizzando i tempi della giornata, scegliendo i contenuti delle proposte didattiche in modo che ogni bambino possa raggiungere la propria personale maturazione ed il pieno sviluppo delle sue competenze. Considerare il gioco come risorsa privilegiata e come strumento per apprendere in tutti i campi in quanto dimensione tipicamente umana, tramite la quale il bambino si “appropria” del mondo. 32 Dare spazio all’esplorazione, manipolazione, alla ricerca e alle varie forme espressive, per soddisfare la curiosità e la creatività dei bambini. Sottolineare l’importanza della vita di relazione, promuovendo legami cooperativi, condizione importante per lo sviluppo della personalità di ciascuno, facilitando la soluzione dei problemi, il superamento delle difficoltà. MODALITA’ DI VALUTAZIONE E DI OSSERVAZIONE L’attività di valutazione nella scuola dell’infanzia risponde ad una funzione di carattere formativo, che riconosce, accompagna, descrive e documenta i processi di crescita, evita di classificare e giudicare le prestazioni dei bambini, perché è orientata ad esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità, per consentire a ciascuno di realizzarsi al massimo grado possibile. La valutazione si basa sull’ osservazione e riguarda i livelli di sviluppo dei bambini e il contesto di apprendimento. L’osservazione, nelle sue varie funzioni, accompagna l’azione dell’insegnante in modo continuativo e diventa strumento di controllo dell’azione educativa e della progettazione didattica. Gli aspetti importanti da osservare sono: la dinamicità della situazione, i cambiamenti e le evoluzioni che la caratterizzano, con una particolare attenzione agli stati d’animo e alle emozioni che i bambini esprimono nel gioco libero e nelle attività didattiche; i vari aspetti della comunicazione interpersonale fra bambini e con gli adulti, sia nel piccolo che nel grande gruppo; i contesti e le situazioni che sostengono e favoriscono la curiosità dei bambini, il loro atteggiamento di esplorazione e ricerca, l’apprendimento attraverso l’esperienza. Partendo dalla osservazione degli interessi e dei bisogni dei bambini, il percorso educativo e didattico si sviluppa in modo flessibile, modificabile (secondo le risposte che i bambini danno alle proposte) e trasversale a tutti i campi di esperienza. I livelli raggiunti da ogni bambino richiedono di essere osservati più che misurati, compresi più che giudicati, poiché compito della scuola è quello di identificare i processi da promuovere, sostenere e rafforzare per consentire a ciascuno di realizzarsi al massimo grado possibile. 33 PRINCIPI PROGETTUALI COMUNI ACCOGLIENZA La scuola dell’infanzia si presenta come un ambiente protettivo, capace di accogliere le diversità e di promuovere le potenzialità di tutti i bambini, che fra i tre e i sei anni esprimono una grande ricchezza di bisogni ed emozioni, Il concetto di accoglienza è un principio centrale della nostra scuola e si considera fondamentale: riconoscere ed accogliere i bisogni, le caratteristiche, le differenze, le storie personali delle bambine e dei bambini attivando tutte le possibili soluzioni organizzative, strumentali, didattiche ed educative che rispondano alle specificità presenti nella scuola allestire gli spazi della scuola e delle sezioni con giochi e materiale per creare un ambiente accogliente e rassicurante per tutti e in particolare per i piccoli. favorire un inserimento graduale nella scuola ( primi due giorni solo grandi e mezzani) rassicurare le famiglie sull’attenzione che la scuola pone nel ricevere i figli ed avviare un percorso di conoscenza e di collaborazione convocare un’assemblea con i genitori dei nuovi iscritti a maggio per illustrare i principi educativi, visitare i locali scolastici e comunicare i tempi di iniziale accoglienza organizzare una giornata di pre-inserimento a giugno con i bambini nuovi iscritti insieme ai genitori. INTERCULTURA La scuola, come importante nucleo sociale, può e deve favorire l’accettazione dell’altro. La presenza di bambini con radici culturali diverse è un fenomeno ormai strutturale e deve trasformarsi in un’opportunità per tutti. Finalità delle nostre scuole sarà quello di promuovere la piena integrazione in un ambiente di vita sereno dove esiste la possibilità di espressione per tutti, valorizzando le diverse identità e radici culturali. Si ritiene importante:attuare modalità di accoglienza finalizzate all’inserimento con interventi specifici riguardanti l’apprendimento dell’italiano per i bambini stranieri coinvolgere i genitori stranieri prevedendo momenti di incontro e scambio con tutti i genitori programmare colloqui con i genitori alla presenza, dove necessario, di un mediatore culturale. 34 DISABILITA’- DISAGIO (BES) La scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi dell’inclusione delle persone considerando l’accoglienza della diversità un valore irrinunciabile. Particolare cura deve essere riservata ai bambini con disabilità o con bisogni educativi speciali, attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche, da considerare nella normale progettazione dell’offerta formativa. Per affrontare difficoltà non risolvibili dai soli insegnanti curricolari, la scuola si avvale dell’apporto di professionalità specifiche come quelle dei docenti di sostegno e di altri operatori. Risulta fondamentale: individuare i bisogni e creare le condizioni per l’effettivo successo formativo di ciascuno finalizzate soprattutto al raggiungimento della massima autonomia possibile mettere in atto strategie organizzative e didattiche (compatibilmente con le risorse presenti: spazi, strumenti, risorse umane) utili a garantire a ciascun bambino il diritto di “crescere”, rispettando e valorizzando capacità ed esperienze personali strutturare un percorso individualizzato (PEI) o interventi didattici differenziati garantire forme di collaborazione con le famiglie, enti locali ed équipes territoriali per una necessaria uniformità di interventi educativi. CONTINUITA’ Negli anni dell’infanzia la scuola accoglie, promuove e arricchisce l’esperienza vissuta dei bambini in una prospettiva evolutiva, le attività educative offrono occasioni di crescita all’interno di un contesto educativo orientato al benessere, alle domande di senso e al graduale sviluppo di competenze riferibili alle diverse età, dai tre ai sei anni. Si ritiene pertanto necessario per i bambini nuovi iscritti ricevere informazioni dalle famiglie, dagli educatori degli asili nido, per capire e riconoscere l’unicità di ogni bambino e progettare percorsi formativi strettamente legati alla relazione e ai bisogni di ciascuno. Anche il passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria costituisce un momento molto importante nel percorso di crescita dei bambini che devono affrontare nuove e significative esperienze. E’ quindi indispensabile il raccordo tra gli insegnanti dei due ordini di scuola impegnati in una progettazione comune. L’impegno delle insegnanti mira a: realizzare un percorso educativo-didattico per supportare i bambini nell’approccio con la scuola primaria attuare una corretta trasmissione di informazioni utili e significative tra le insegnanti interessate, riguardanti le caratteristiche personali, le capacità e le competenze dei singoli alunni. 35 CONVIVENZA CIVILE Nella scuola d’infanzia l’educazione alla Cittadinanza e alla Costituzione si declina come una tematica trasversale nelle molteplici attività proposte; la nostra finalità è far scoprire le regole, i modelli delle relazioni interpersonali e le norme di comportamento. Il bambino che entra nella scuola a tre anni incontra il primo piccolo esempio di comunità civile; i bambini sperimentano qui il piacere e le difficoltà della condivisione e i primi conflitti, superano progressivamente l’egocentrismo disponendosi a cogliere la presenza di altri bambini con le loro esigenze e le loro necessità. Attraverso la condivisione di giochi, la gestione di ruoli, di eventuali conflitti, si sollecita: l’accettazione dei limiti posti ai propri bisogni e ai propri desideri, l’acquisizione delle prime regole sociali e morali, l’espressione di sentimenti positivi e negativi, la regolazione delle emozioni attraverso lo scambio verbale e il rapporto con gli altri. L’intento è quello di guidare gradualmente il bambino a: sviluppare una capacità generica di stare con gli altri a comprendere, condividere, aiutare e cooperare in vista del riconoscimento del valore di ogni persona. porre le fondamenta di una prima consapevolezza dei propri diritti e dei diritti degli altri nel rispetto delle diversità culturali e religiose. IRC L'insegnamento della religione cattolica intende offrire, ai bambini che se ne avvalgono, occasioni per lo sviluppo integrale della persona, partendo dal vissuto di ciascuno per valorizzarne la dimensione affettiva, religiosa, morale e spirituale. Viene proposta nel rispetto del processo di crescita della persona e con modalità diversificate a seconda della specifica fascia d'età. Il progetto è finalizzato a: aiutare il bambino nella reciproca accoglienza; cogliere i segni della vita cristiana ed aiutare ad intuirne i significati; esprimere e comunicare con parole, gesti, simboli e segni la loro esperienza religiosa. 36 SCUOLA PRIMARIA 37 SCUOLA PRIMARIA “COLOMBO-APORTI “ Via Realdo Colombo, 1 26100 CREMONA Tel. E Fax 0372 /20206 SCUOLA PRIMARIA “G.AMATI” Via Montevervi, 9 26030 MALAGNINO (CR) Tel. 0372 / 58017 e-mail : [email protected] e-mail : [email protected] SCUOLA PRIMARIA SCUOLA PRIMARIA “COLOMBO-APORTI “ “G.AMATI” Classi 10 Classi 6 Alunni 214 Alunni 107 Alunni stranieri 80 Alunni stranieri Disabili 10 Disabili Docenti curricolari 13 1 19,5 Docenti curricolari Organico potenziato 8,5 1 Organico potenziato docenti specialisti 6h docenti specialisti Docenti religione 6 h Docente religione 12 h Docenti sostegno 4 Docenti sostegno 1 40 Funzionamento ore 30 Funzionamento ore Assistenza alla mensa Orario da Lunedì a Venerdì dalle 8:15 alle 16:15 6 h e 40' Orario da Lunedì a Venerdì dalle 8:30 alle 15:50 Trasporto a cura del Comune di Malagnino Accoglienza anticipata dalle 7:30 per alunni con genitori lavoratori che presentino documentati problemi Accoglienza anticipata dalle 7:45 per alunni con genitori lavoratori che presentino documentati problemi 38 I dati sopra riportati si riferiscono alla situazione presente nell'a.s. 2015/2016. Per il successivo triennio si ipotizza un sostanziale mantenimento del numero degli iscritti nei due plessi e pertanto, allo stato, non si prevede nessuna variazione significativa riferibile ai posti funzionanti attualmente nell' organico “di fatto”. Ovviamente resterà da attualizzare, in ciascun anno scolastico a venire, il dato relativo alla frequenza nelle due scuole degli alunni disabili in possesso della certificazione, che potrebbe causare il bisogno di incrementare la presenza di docenti e/o operatori da impiegare per il sostegno psico-fisico necessario in “loco”.Per ciò che attiene l'organico “potenziato”, si auspica l'incremento di almeno altre due unità, che consentirebbero l'aumento di ore curricolari sia al “Colombo – Aporti” (presenza piena di n. 20 docenti con il corretto raddoppio della risorsa per ciascuna classe nel tempo “pieno”), che a Malagnino (maggior disponibilità oraria giornaliera sino al funzionamento per otto ore, con conseguente svolgimento di attività didattiche più valorizzate come l'inglese, l'ed. musicale e allo strumento, l'ed. motoria, ecc.) LA NOSTRA IDENTITA' Riflettendo sull'identità e sul ruolo della nostra scuola oggi, emerge innanzitutto la consapevolezza che la scuola concorre, insieme ad altre agenzie, alla formazione della persona nella sua interezza. Il suo ruolo è quindi quello di sviluppare un progetto intenzionalmente rivolto alla promozione della persona senza ridurla ai soli aspetti cognitivi e razionali. L'organizzazione basata esclusivamente sulle discipline, non risponde a queste esigenze formative. In sostanza, come evidenziano le Indicazioni Nazionali, le discipline non vanno trasmesse e consegnate come mere e rigide sequenze di contenuti e procedure, ma come occasioni per capire ed interpretare la cultura. Il processo formativo richiede, dunque di porsi nell'ottica della flessibilità organizzativa e didattica; pertanto si riconosce l'esigenza di intervenire sull'orario e sulle modalità di lavoro dei docenti, per esprimere e sviluppare più efficacemente il rapporto tra gli obiettivi proposti e gli esiti conseguiti. Pertanto la vita scolastica si organizza anche attorno a progetti, a nuclei tematici che rappresentino una forte motivazione per i bambini ed i docenti. Costanti di questa organizzazione risultano: • la flessibilità orari docenti • la flessibilità organizzativa: gruppi alunni in verticale/orizzontale, classi aperte • l' utilizzo spazi e materiali diversi 39 • i laboratori come luogo dei diversi linguaggi • la programmazione, il monitoraggio e la verifica • l' aggiornamento su tematiche specifiche • l'intervento esperti esterni • il supporto personale A.T.A • il radicamento sul territorio. Le diverse azioni previste dall’organizzazione sono finalizzate a: garantire la continuità nella erogazione del servizio scolastico, mediante: 3. L’ attribuzione di incarichi e supplenze temporanee per la sostituzione del personale insegnante assente (attivata solo dopo l’ utilizzo delle risorse interne nel caso di assenze brevi) 4. Una organizzazione flessibile dell’orario di servizio di tutto il personale Promuovere il miglioramento dell’azione educativa, metodologica e didattica anche in relazione al complesso avvio della Riforma scolastica mediante : L’attivazione di gruppi di studio e lavoro La creazione di diversi luoghi e soggetti decisionali, di responsabilità e controllo delle coerenza tra il credo pedagogico dichiarato e l’ agito professionale (leadership diffusa) Il monitoraggio e la verifica effettuate in seno a gruppi di lavoro e allo Staff di direzione La formazione e l’aggiornamento del personale Valorizzare le risorse umane assegnate all’istituzione scolastica e promuovere un utilizzo razionale, coerente o coeso, allo scopo di garantire il miglioramento complessivo dell’azione amministrativa e didattica Questa azione prevede il pieno utilizzo delle risorse economiche assegnate alla Istituzione scolastica e denominate “Fondo per il miglioramento e l’ampliamento dell’ offerta formativa”, le risorse per la retribuzione dei docenti incaricati di funzioni strumentali, dei docenti collaboratori del dirigente scolastico, le risorse per il personale amministrativo ed ausiliario al quale vengono attribuiti i compiti di responsabilità e/o impegno previsti dal contratto di lavoro, le risorse provenienti da convenzioni con le Amministrazioni Comunali di riferimento. 40 Garantire la cura ed un incremento adeguato delle attrezzature e delle principali dotazioni dell’Istituzione scolastica: • Laboratori di informatica • Laboratori musicali/dell’immagine /scientifici • Biblioteche scolastiche • Attrezzature audiovisive • Attrezzature per attività motorie • Sussidi e ausili per il proficuo inserimento dell’ handicap • Sostenere la formazione del personale L’esperienza di questi anni ha dimostrato come l’innovazione, in un contesto di “complessità”, ed il miglioramento del servizio istituzionalmente dovuto non possano realizzarsi appieno senza adeguate azioni di formazione e aggiornamento rivolte ai docenti e al restante personale. Sostenere lo scambio con altre esperienze dei territori comunali, provinciale, regionale e nazionale • Garantire la sicurezza, la salute e la privacy nei luoghi di apprendimento e di lavoro. Queste azioni prevedono la realizzazione degli obiettivi, assunti come dati valoriali, posti dai seguenti istituti normativi: D.Lgs. 626/94 e successive integrazioni(D.Lgs 81/2008) si intende proseguire nell’ applicazione assidua del dettato normativo in un’ ottica di miglioramento costante di tutti gli aspetti relativi alla sicurezza. Direttive emanate dal Ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2004 relativamente al “divieto di fumo” nei locali pubblici; si intendono attivate tutte le procedure previste al fine di garantire la piena applicazione della norma, così come aggiornata, al fine di garantire la salute di tutti i soggetti, minori ed adulti, che condividono spazi e tempi nella scuola. 41 SITUAZIONE ESTERNA La lettura del territorio: le risorse territoriali Costituiscono risorse formative per le scuole territoriali dell' Istituto, gli Enti Locali, le scuole dei diversi ordini, le A.S.L e le equipe, le Parrocchie, le Associazioni di volontariato, i gruppi informali ecc. Dal lavoro in rete con questi attori sociali, emergono condivisioni e domande orientate alla Comunità Educante. Programmazione e concertazione di intenti e di iniziative sono le parole chiave di un percorso che invita ciascuno ad esprimersi secondo quanto è di propria competenza, a condividere l'esistente, ad entrare in un'ottica di sistema integrato, mettendo in comune le risorse e partecipando ad una progettualità comunitaria. Lo sfondo valoriale condiviso si riconduce a: • sussidiarietà e solidarietà (vicina e lontana) • identità (memoria, integrazione) • cittadinanza (responsabilità individuale e collettiva) • partecipazione Questi valori ispireranno quindi “le grandi tematiche” che ogni plesso si impegnerà a realizzare. Istanze educative della scuola nel territorio La proposta formativa della scuola coordinata e integrata nel territorio, rileva e valorizza senz'altro tutte le risorse positive, alle quali attinge per rispondere sempre meglio alle nuove domande formative. Essa pertanto svolge il compito di: • lettura delle istanze emergenti dal territorio orientate alla comunità educante • attivazione di progetti • fornitura di servizi • promozione della rete come modalità di scambio e collaborazione con il territorio e le Amministrazioni Locali. Anche gli spazi territoriali sono assunti quindi come luoghi di apprendimento, dove la scuola valorizza le esperienze e soprattutto ne evidenzia la qualità e il senso. L'intervento educativo si esprime allora facendosi carico dell'alunno, aiutandolo a capire, avviando in lui un percorso di conoscenza, non solo mirato all'acquisizione degli alfabeti del conoscere, del ricercare e del fare, ma 42 anche a quelli del vivere e del convivere, in un laboratorio significativo di apprendimento, anche per la qualità delle relazioni interpersonali. CURRICOLO Per usare una metafora il curricolo è “ la rotta delle conoscenze e delle competenze irrinunciabili”. Nell’accezione pedagogica è il complesso organizzato delle esperienze di apprendimento che una scuola intenzionalmente progetta e realizza per gli alunni al fine di conseguire le mete formative desiderate e si propone come una sorta di mosaico didattico corredato da molte tessere: cognitive, socio-affettive/etico- sociali. Perché queste tessere compongano un disegno dotato di senso, è necessario perseguire: • Alleanze educative ed un dialogo pedagogico con gli “attori” sociali della vita della scuola. • Criteri di senso per i percorsi curricolari da svolgere con gli alunni. • Un sistema di valutazione, sia delle competenze acquisite, sia dei processi posti in essere durante il corso degli studi. CENTRALITA’ DELLA PERSONA Il nostro operare si ispira ai seguenti principi: Ogni bambino è una persona che ha il diritto di veder rispettati e tutelati i propri bisogni di crescita, di relazione, di apprendimento e di affettività. Ogni bambino è dunque posto al centro dell’azione educativa, la quale deve essere finalizzata innanzitutto alla creazione di un ambiente che stimoli gli scambi affettivi ed emotivi tra gli alunni, quale premessa alla crescita di persone integrate con sé e con gli altri. I bambini, qualunque sia la loro condizione, sono soggetti attivi, impegnati in un processo di interazione continua con i pari, con gli adulti, l’ambiente e la cultura. La scuola opera per la formazione di soggetti liberi, responsabili e consapevoli, che vivono all’interno di una società multiculturale, dove ogni tipo di diversità va accolta come occasione di stimolo e di crescita reciproca. 43 In tal senso, il percorso educativo è inteso come una rete di rapporti dentro la quale anche i docenti sono tenuti a rivedere ed aggiustare continuamente le proprie azioni, grazie ad un confronto continuo con le esigenze degli alunni, con le famiglie e con gli altri educatori. Leggere i bisogni formativi, le attitudini personali, le capacità e le fragilità, le aspirazioni e le motivazioni del singolo è necessario per mettere in campo uno stile inclusivo, un progetto di accoglienza, un processo di empatia con gli alunni e con la classe. In questa prospettiva la scuola dovrà realizzare progetti educativi e didattici che possano restituire ai bambini il senso delle esperienze che compiono, riducendone la frammentazione ed il carattere episodico. CITTADINANZA Una scuola per tutti e per ciascuno è dunque orientata da precisi criteri, che guidano la progettazione formativa e quella didattica: Incontro con la persona nella sua interezza, con i punti di forza e di debolezza Rispetto della necessità di aiuti particolari, evitando comunque di creare differenza e divisione Risposta ai bisogni individuali, ricercando la flessibilità all’interno di un sistema stabile. Per la progettazione di percorsi volti a costituire comunità solidali che accolgono, rispettano, valorizzano i diritti ed i doveri di tutti secondo le possibilità di ognuno, è essenziale evidenziare alcuni momenti importanti: L’accoglienza, intesa come disponibilità quotidiana all’ascolto ed all’aiuto verso tutti, in risposta al bisogno fondamentale di sviluppare l’identità personale e l’appartenenza al gruppo. La comunicazione e la relazione, per soddisfare nel singolo bambino e nella collettività il desiderio di esprimere sé stessi nel contatto quotidiano e la necessità del confronto, condividendo le uguaglianze e rispettando le differenze. Le discipline intese come strumenti educativi e culturali che forniscono valori e criteri che orientino l’impegno di ciascuno per la costruzione di una società migliore. 44 L’introduzione di didattiche semplificate, differenziate, integrate, alternative per dare risposta al bisogno di sviluppare abilità e conoscenze, tutelando e garantendo ad ogni bambino il diritto di poter seguire percorsi uguali adeguati alle proprie condizioni e caratteristiche, raggiungendo successi scolastici. Poi, come ogni insegnante trova giustificazione e completezza del proprio agire nell’armonia con gli altri insegnanti e con i bambini, così la scuola deve essere attenta alle sollecitazioni, agli stimoli ed alle proposte che l’ambiente in cui è inserita produce: La prima e più importante parte del territorio che la scuola deve accogliere sono i genitori, considerati come collaboratori con i quali dialogare, insieme ai quali discutere e chiarire i percorsi educativi, i risultati dell’operare della scuola, in uno scambio reciproco di idee e di considerazioni che abbiano come scopo la condivisione di mete e strade. Le famiglie rappresentano il contesto più influente per lo sviluppo dei bambini e, pur nelle loro diversità, sono sempre portatrici di risorse che devono essere valorizzate, sostenute e condivise dalla scuola. Le feste, le rappresentazioni teatrali, i momenti vissuti insieme, vogliono essere l’atto più visibile di un cammino di conoscenza e di crescita comune. . “Il patto educativo” fra scuola e famiglia diventa l’elemento portante della modalità di far scuola: quest'ultima non può realizzare il proprio compito di educare senza la condivisione della famiglia; scuola e famiglia, potenziando ed ampliando gli apprendimenti, educano alla cittadinanza: insegnando a prendersi cura degli altri e dell’ambiente, attraverso forme di cooperazione e solidarietà: collaborando con gli altri ordini di scuola da cui provengono e a cui sono indirizzati i nostri alunni: le Scuole dell’Istituto Comprensivo e altre. Questa forma di continuità tra scuole vuole innanzitutto agire per la tutela della difficoltà e delle diversità, caratterizzandosi non solo come conoscenza reciproca, ma come azione comune, scambio di esperienze. In questo modo anche la scuola primaria può assolvere ad una funzione di orientamento, intesa come tensione quotidiana alla consapevolezza del sé, del proprio valore, delle proprie difficoltà e del rapporto con gli altri, che sviluppano il senso di legalità e responsabilità: 45 guidando a riconoscere e rispettare i valori sanciti nella Costituzione (diritti inviolabili dell’essere umano, pari dignità sociale, diritto alla parola). SCUOLA COME AMBIENTE DI APPRENDIMENTO La scuola non attiva solo la cura della conoscenza, ma anche dell’imparare a ragionare, nel confronto dialogico. Ciò implica, pur nella riduzione significativa e progressiva delle risorse in questi ultimi anni, lo scommettere sulla classe come ambiente di cooperazione più che di competizione, assegnare una priorità ai processi di apprendimento rispetto a quelli dell’insegnamento; implica che deve essere cura della scuola predisporre al meglio il contesto educativo all’interno del quale si collocano i processi di apprendimento. Per favorirne lo sviluppo è utile confermare alcune prassi già praticate nella scuola negli ultimi anni e che riguardano: • la significatività di ciò che si apprende, il suo rapporto con l’esperienza e il vissuto precedente dell’alunno; • l’apprendimento per scoperta che motiva l’alunno a porsi domande e a cercare risposte; • la dimensione collaborativa e cooperativa: si apprende meglio quando si apprende insieme; • la riflessione meta cognitiva che regola apprendimenti semplici e complessi; • la didattica laboratoriale, che coniuga tutti gli elementi precedenti. La scuola come ambiente di apprendimento è un contesto strutturato nello spazio e nel tempo e non è il luogo dove si trasmette un sapere statico e codificato, ma un luogo dove il sapere si costruisce attraverso processi di negoziazione di significati. Il compito dell’insegnante è, perciò, quello di strutturare l’ambiente, finalizzandolo all’apprendimento e di creare situazioni problematiche che motivino gli alunni a cercare delle soluzioni utilizzando tutte le opportunità formative disponibili all’interno dell’ambiente stesso. 46 TRASVERSALITA’ Il bisogno di conoscenza non è un accumulo di saperi frammentati e divaricati fra di loro, ma un’organizzazione di apprendimenti progressivamente orientati ai saperi disciplinari. E’ quindi essenziale la connessione tra gli ambiti e la collaborazione fra i docenti, in vista della realizzazione di un sistema di competenze trasversali finalizzate allo sviluppo integrale dell’alunno. Questo insieme di traguardi, comune a tutte le discipline, è orientato alla conquista di atteggiamenti positivi e consapevoli verso gli altri, verso il sé e verso le conoscenze. Alla scuola spetta pertanto la responsabilità di promuovere gli strumenti di pensiero, i metodi e le scelte culturali attraverso : • La scelta dell’essenzialità dei saperi • La realizzazione di una loro commistione, in quanto non possono essere studiati in chiave specialistica • La promozione di esperienze profonde ed intense che racchiudano in sé il piacere, lo stupore, il desiderio di conoscere in una dimensione emotiva, relazionale ed intellettuale. Questo è ciò che intendiamo con “ricerca del senso” che si traduce nelle competenze chiave indicate dal quadro europeo. COMPETENZE CHIAVE Imparare ad imparare: atteggiamenti verso le conoscenze: • Sviluppare curiosità verso le esperienze e le conoscenze • Saper pianificare le fasi di esecuzione del lavoro in situazioni di gruppo ed individuali • Essere in grado di discutere e trovare soluzioni a progetti di scuola e/o classe • Saper problematizzare: riformulare, proporre e confrontare soluzioni. • Essere capace di ascoltare e narrare. • Essere capace di meravigliarsi. • Sviluppare la creatività. • Possedere gli strumenti per leggere, interpretare e modificare la realtà. 47 Competenze sociali e civiche: atteggiamenti verso gli altri: • Collaborare con amici di classe e oltre la classe. • Discutere ed argomentare in situazioni di gruppo. • Accogliere e collaborare con chi vive realtà diverse. • Partecipare alle attività in modo positivo e consapevole. • Confrontarsi costruttivamente con persone di culture diverse. • Sviluppare la solidarietà e la gratuità. • Essere sensibili al rispetto dell'ambiente naturale, degli esseri viventi, del patrimonio comune. Capacità di iniziativa ed autonomia personale: atteggiamenti verso il sé: • Essere consapevoli dei percorsi: saper indicare le acquisizioni e le difficoltà incontrate • Assumere sempre più responsabilmente i propri errori per correggerli. • Sapersi organizzare nei tempi e nei modi che l’attività scolastica richiede. • Costruire la propria identità personale. • Avere stima di sé. • Essere capace di gestire le frustrazioni. • Essere capace di assumersi le proprie responsabilità. VALUTAZIONE 1) Il lavoro dell'insegnante La valutazione non serve solo a capire “il quanto” e “il quale”, bensì “il come” e “il perché ”. non siamo giudici, perciò usiamo questo strumento per “fermarci a riflettere”, perché la valutazione è anche la descrizione di un nostro modo di essere e di fare. Per valutare bisogna saper vedere, che è un atto quotidiano per nulla scontato. Valutare è saper vedere innanzitutto i processi ed i percorsi, oltre che gli esiti finali; è valorizzare gli interventi di tutti i bambini: di chi apprende con facilità, di chi apprende secondo un percorso regolare, come di chi si trova in situazione di disagio o è di altra nazionalità; è dare loro tempo e fiducia, provocare confronti e discussioni, osservarli 48 quando si aiutano, quando si isolano, quando litigano, quando imparano. Ancora: osservare per valutare è saper creare le situazioni strutturate e libere perché l'interazione tra i bambini sia reale, è saper dar conto delle proprie intenzioni, é saper chiedere spiegazioni, é saper modificare i propri atteggiamenti. Per quanto riguarda il profitto l'azione valutativa non si esaurisce nella misurazione del raggiungimento degli obiettivi, ma si concretizza nel “profilo didattico-relazionale” , che risulta essere il percorso di apprendimento di ogni singolo bambino. La valutazione serve soprattutto al docente per individuare e per mettere continuamente a punto le strategie educative più efficaci, anche durate il lavoro didattico quotidiano. Se la valutazione deve servire ad evitare gli insuccessi ed a mettere gli alunni sempre nella condizione di apprendere e non deve essere l'unica e desiderata ricompensa al lavoro dei bambini; allora deve essere sempre valutazione formativa. Occorre valutare per educare, non per sanzionare, non per punire, non per far ripetere i medesimi percorsi di apprendimento. 2) Per i bambini La vita scolastica deve condurre il bambino ad una sempre più matura consapevolezza del proprio operare ed è importante, a questo proposito, che ognuno di loro impari ad autovalutarsi attraverso sistemi e modalità che lo coinvolga, riguardo al comportamento, agli impegni personali ed alla propria modalità di conoscere. Nel momento della valutazione, ogni bambino ha il diritto di essere valutato secondo il proprio cammino di conoscenza, secondo ciò che per esso ha costituito successo o difficoltà. Se poi la scuola deve “garantire” la piena formazione, essa deve utilizzare la valutazione per individuare le modalità che consentano all'alunno di apprendere e di formarsi, perché si valuta per “educare”. 49 Via San Lorenzo , 4 26100 Cremona tel. 0372/27786 fax. 0372/534835 e-mail: [email protected] 50 SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “MARCO GEROLAMO VIDA “ Classi 23 Alunni 486 Alunni stranieri 130 Disabili 35 Docenti curricolari 48 Organico potenziato 3 docenti specialisti Docenti religione 2 Docenti sostegno 19 Funzionamento ore Orario settimana corta da Lunedì a Venerdì dalle 8:00 alle 13:45 30/33 + 3 h strumento Orario settimana lunga da Lunedì a Sabato dalle 8:00 alle 12:50 I dati sopra riportati si riferiscono alla situazione presente nell' a.s. 2015/2016 . Per il successivo triennio si ipotizza la possibilità di formare otto sezioni complete per un totale di 24 classi, consentendo di conseguenza un organico “di fatto” ben strutturato, soprattutto per le ore di cattedra prestate dai vari docenti di tutte le discipline con la quasi totale eliminazione degli “spezzoni”. Ovviamente resterà da attualizzare, in ciascun anno scolastico a venire, il dato relativo alla frequenza degli alunni disabili in possesso della certificazione, che potrebbe causare il bisogno di incrementare la presenza di docenti e/o operatori da impiegare per il sostegno psico-fisico necessario. Per ciò che attiene l'organico “potenziato”, si auspica l'incremento di almeno altre due unità, che potrebbero anche permettere l'aumento di attività extra-curricolari pomeridiane, ad integrazione delle lezioni ordinarie (si pensa a conversazioni con esperti di madrelingua, introduzione allo studio del latino, acquisizione della “patente europea” per l'informatica, arricchimento delle competenze ed esibizioni interne ed esterne collegate all'indirizzo musicale, prestazioni sportive, ecc...). In tutte le cinque scuole dell'Istituto Comprensivo è prevedibile la necessità di aumentare, nel corso del prossimo triennio, la risorsa disponibile del personale A.T.A., ed in particolare dei collaboratori scolastici, in modo da poter garantire l'estensione e la migliore copertura dei pomeriggi, tenendo conto dell'intensificazione delle attività (sarebbe sicuramente utile poter disporre di almeno due unità aggiunte). 51 STRUTTURE E RISORSE Gli edifici della scuola fanno parte del complesso di San Lorenzo e sono stati ristrutturati in tempi relativamente recenti secondo un'impostazione che prevedeva già la disponibilità di aule speciali e di piccoli spazi da destinare ad attività per gruppi ridotti. Nell'edificio si è cercato di abbattere barriere architettoniche mediante un adeguamento a norma con l’installazione di ascensori e scivoli e servizi igienici per handicappati. Nel tempo la scuola si è dotata di strumenti e mezzi più aggiornati e d'uso sempre più corrente. La qualità complessiva del patrimonio logistico pare buona ed adeguata allo svolgimento dell'attività scolastica, mentre è sicuramente da potenziare la quantità degli spazi e delle relative attrezzature. L’aula magna, aula polivalente, è utilizzabile anche dagli alunni per laboratori espressivi, conferenze, incontri con esperti, saggi di musica. L’articolazione degli spazi scolastici consente l'organizzazione e la realizzazione di corsi aggiuntivi pomeridiani di recupero, informatica, lingua straniera con insegnanti madrelingua volti a rendere più disinvolta la capacità di colloquiare degli alunni in contesti diversificati. Le risorse finanziarie derivano alla scuola essenzialmente dai vari contributi statali e dal contributo comunale. Per altro la scuola è particolarmente attenta a cogliere le diverse opportunità che gli enti locali – Comune, Provincia e Regione - offrono ad alunni e docenti: progetti di cinema, teatro, musica, mostre e percorsi museali pensati e realizzati per le scuole. IDENTITA' DELLA SCUOLA Si è dimostrata pronta nel cogliere le complessità della società, articolata e varia anche nei suoi linguaggi, e ha cercato di modulare l'azione e gli interventi degli operatori con i bisogni e la domanda dei soggetti che costituiscono l'utenza. Il processo investe in uguale misura, se pure con diversa consapevolezza: • la scuola, che pur rimanendo istituzione, diventa essa stessa laboratorio di sperimentazione; 52 • il docente, che rielabora il suo ruolo, adeguando con la flessibilità necessaria, competenze e conoscenze, per sviluppare la progettualità e diventare educatore e coordinatore; • gli alunni, che si mettono in gioco nell'esperienza; • l'ambiente scolastico, che si pone come luogo dello "star bene" dove conoscere, attraverso la solidarietà e la socializzazione, e dove crescere in equilibrio, scoprendo attitudini ed inclinazioni attraverso l'operatività, la collaborazione fattiva, i rapporti personali e la partecipazione creativa e responsabile; • le famiglie, che sono interlocutori privilegiati nel processo educativo. Una scuola, sensibile nel percepire i cambiamenti della comunità civile contemporanea Che ha maturato una significativa attenzione alla diversità. Ponendosi tali obiettivi, la scuola, non può prescindere dall'integrazione con il territorio, dall’aprirsi alla vita sociale e culturale della realtà in cui è radicata, conoscendone gli aspetti interculturali. La forte diversificazione della domanda implicita dell'utenza porta alla revisione della curricolarità rigida e settoriale e spinge verso l'interdisciplinarità, l'extracurricolarità e la trasversalità dei saperi. Tutti si sentono protagonisti del processo formativo ed operano con modalità costruttive, consapevoli di vivere una fase di transizione che si va definendo anche attraverso lo sperimentare ed il verificare ciò che si è fatto. L’attenzione agli obiettivi formativi e al tasso di successo scolastico ha portato ad un adattamento positivo, teso ad armonizzare l'azione di innovazione sistemica e strutturale che si basa su alcuni elementi chiave: la flessibilità del modello organizzativo • flessibilità della classe che continua ad esistere come identità di gruppo, ma che in alcuni momenti si divide in sottogruppi oppure si apre con altre classi e si riaggrega in nuovi gruppi; l'individualizzazione • si attua suddividendo in alcuni momenti la classe in piccoli gruppi che, nell'ambito di un curricolo personalizzato, consentono un maggiore rispetto dei tempi individuali; l'operatività • viene realizzata attraverso i laboratori (informatica, scienze, arte e immagine, teatro, cinema, musica, scienze motorie…); • in ogni classe i docenti lavorano da soli o in compresenza oraria a due e gli alunni possono lavorare divisi in gruppi, inseriti nelle seguenti attività: - laboratori - ampliamenti curricolari − recupero, sostegno, rinforzo e sviluppo 53 LINEE GUIDA PER LE SCELTE CULTURALI, FORMATIVE E METODOLOGICHE DELLA SCUOLA Lungo il percorso scolastico i ragazzi sono posti nella condizione di: riconoscere e gestire i diversi aspetti della propria esperienza motoria, emotiva e razionale; distinguere il diverso grado di complessità nell’affrontare in modo logico i vari argomenti; avere consapevolezza delle proprie inclinazioni naturali, attitudini, capacità e riuscire ad immaginare il proprio futuro; avere gli strumenti di giudizio proporzionalmente sufficienti per valutare se stessi, le proprie azioni, i fatti e i comportamenti individuali, umani e sociali degli altri; abituarsi a riflettere con spirito critico; concepire liberamente progetti di vario ordine che li riguardino e tentare di attuarli; essere in grado di orientarsi nelle scelte di vita e nei comportamenti sociali e civili; essere disponibili al rapporto di collaborazione con gli altri; porsi le grandi domande sul mondo, sulle cose, su di sé e sugli altri, sul destino di ogni realtà. (dal Profilo Educativo, Culturale e Professionale) Il processo educativo formativo è incoraggiato in ogni soggetto ed in ogni dimensione della persona umana; ciascuno nel proprio percorso evolutivo è stimolato a far emergere capacità e risorse attive che vanno valorizzate, nel rispetto degli stili individuali di apprendimento. Tutte le attività educative di apprendimento proprie della Scuola Secondaria di 1° grado sono impiegate con il proposito di sostenere l’età evolutiva specialmente nello sviluppo delle capacità e delle competenze e si propongono di far raggiungere traguardi educativi e culturali necessari alle singole persone per essere uomini, donne e cittadini. Si intendono come dimensioni di sviluppo: • la scoperta della propria identità culturale, sociale, affettiva, di genere; • l’autonomia e l’assunzione di responsabilità; 54 • l’uso del sapere e del fare come occasione per sviluppare armonicamente la propria personalità in tutte le direzioni; • il recupero degli svantaggi e la prevenzione del disagio; • la relazione educativa tra allievo e docente; • il consolidamento delle competenze decisionali per operare scelte realistiche, percorsi formativi e per avviare un progetto di vita personale; • la motivazione ad apprendere. Gli alunni si appropriano dei contenuti, delle regole, dei principi costituivi delle diverse discipline attraverso l’azione educativa e didattica della scuola che si confronta con i bisogni e le caratteristiche psicologiche dei singoli allievi. LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ DIDATTICO-FORMATIVE Alla luce, da un lato, delle capacità di ogni singolo ragazzo e, dall’altro, delle teorie e delle pratiche pedagogiche che si ritengono, a questo scopo, scientificamente più affidabili e didatticamente più convenienti, gli Obiettivi Specifici di Apprendimento vengono tradotti in Obiettivi Formativi. In pratica gli Obiettivi Formativi esprimono le competenze acquisite dagli allievi e sviluppatesi grazie alle mediazioni di metodo e di contenuto decise autonomamente dai docenti all’interno di équipe di disciplina e di classe. Per favorire l’acquisizione degli Obiettivi Formativi si progettano interventi didattici ispirandosi agli Obiettivi Specifici di Apprendimento. I docenti, tenendo conto della realtà personale di ciascun allievo e delle scelte educative delle famiglie, progettano un’offerta formativa personalizzata. Il processo di istruzione e formazione implica l'individuazione di un itinerario che struttura un progetto didattico definito per obiettivi, strumenti metodologici, verifiche e valutazione. La programmazione educativa e didattica, elaborata ed approvata dai Consigli di classe, delinea il percorso formativo della classe e dei singoli alunni, adeguando ad essi gli interventi operativi. Utilizza il contributo delle varie aree disciplinari per il raggiungimento degli obiettivi e delle finalità educative indicati dal consiglio di classe. E' sottoposta sistematicamente a momenti di verifica e di valutazione dei risultati. Fasi dell'attività del consiglio di classe: provvede all'analisi della situazione di partenza della classe; sceglie gli obiettivi da raggiungere e valutare; individua descrittori di comportamento per ciascun obiettivo; esplicita obiettivi e descrittori in un linguaggio semplice e fruibile da parte dei 55 ragazzi e/o genitori; pubblicizza la linea di osservazione/valutazione in assemblee di classe; programma l'utilizzo delle ore di compresenza; programma eventuali interventi di recupero/sostegno; programma l'intervento specifico sull'alunno portatore di handicap; predispone il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con Disturbo Specifico di Apprendimento; predispone il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali; programma il lavoro in unità didattiche e/o unità di apprendimento; provvede alla verifica degli obiettivi che si è dato; provvede alla valutazione quadrimestrale; provvede alla promozione, alla rilevazione, alla valutazione delle competenze; provvede alla loro certificazione; elabora il consiglio orientativo. PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITA’ D.P.R. n. 235 del 21 novembre 2007 Il Patto Educativo di Corresponsabilità definisce in modo dettagliato e condiviso DIRITTI E DOVERI nel rapporto collaborativo tra ISTITUZIONE SCOLASTICA, STUDENTI E FAMIGLIA nel rispetto del Regolamento d’Istituto . Strumenti essenziali di cooperazione sono: dialogo, condivisione, rispetto delle regole, efficace e fattiva collaborazione tra scuola e famiglie. Obiettivo del Patto educativo di corresponsabilità è realizzare la partecipazione responsabile di tutte le componenti. I docenti si impegnano a: • • • • • • • • • • realizzare un clima scolastico positivo fondato sul dialogo e sul rispetto; informare i genitori del proprio intervento educativo e didattico nonché del livello di apprendimento degli allievi; utilizzare linguaggi e forme di comunicazione adeguate all’età; informare gli alunni degli obiettivi educativi e didattici, dei tempi e delle modalità di attuazione; esplicitare i criteri per la valutazione delle verifiche comunicandone con chiarezza i risultati; esplicitare i criteri per la valutazione del comportamento; favorire la capacità di iniziativa, di decisione e di assunzione di responsabilità; incoraggiare gli allievi ad apprezzare e valorizzare le differenze; pianificare il proprio lavoro, in modo da prevedere anche attività di recupero e sostegno il più possibile personalizzate; essere attenti alla sorveglianza degli allievi durante tutte le attività didattiche e nell’intervallo; 56 • informare i genitori del proprio intervento educativo e didattico, nonché del livello di apprendimento degli allievi. I genitori si impegnano a: • • • • • • • • • • • • conoscere l’Offerta formativa della scuola; collaborare al progetto formativo partecipando, con proposte e osservazioni, a riunioni, assemblee, consigli e colloqui; conoscere il Regolamento d’Istituto (pubblicato anche sul sito www.vida.ecremona.it); riflettere con i propri figli su un adeguato comportamento da tenere a scuola e sulle norme disciplinari; riflettere con i propri figli sui comportamenti da tenere durante le visite di istruzione; partecipare in modo regolare ai colloqui con i docenti o alle udienze generali; controllare sul libretto e sul diario le comunicazioni dei professori; giustificare puntualmente i ritardi e le assenze; visionare, firmare e restituire in tempi brevi le verifiche; dare informazioni utili alla scuola per migliorare la conoscenza degli alunni; risarcire la scuola per i danneggiamenti arrecati dall’uso improprio dei servizi, per i danni agli arredi ed alle attrezzature e per ogni altro danneggiamento provocato da comportamento inadeguato del proprio figlio; accertarsi che i figli giungano a scuola puntuali Gli alunni si impegnano a: • • • • • • • • • • • • • conoscere e rispettare il Regolamento d’Istituto; essere puntuali alle lezioni e frequentarle con regolarità; presentarsi a scuola con un abbigliamento consono all’ambiente e alla situazione; attendere l’insegnante nella propria aula in modo ordinato e composto, durante il cambio delle ore e non sostare inutilmente nei servizi e in altri spazi dell’edificio; effettuare i trasferimenti dall’aula alla palestra o laboratori e all’uscita, in silenzio, con ordine ed in fila; intervenire, durante le lezioni, in modo ordinato e pertinente; usare un linguaggio corretto e educato nei confronti di Docenti, compagni e Personale della scuola rispettando le diversità personali, culturali e la sensibilità altrui; partecipare con impegno al lavoro scolastico individuale e/o di gruppo e svolgere regolarmente il lavoro assegnato a scuola e a casa; rispettare le consegne, gli impegni assunti e favorire la comunicazione scuola/famiglia; non usare mai a scuola il cellulare e/o altri dispositivi elettronici; portare sempre tutto il materiale scolastico necessario; portare sempre il libretto e il diario ed utilizzarli esclusivamente come strumenti di comunicazione scuola-famiglia; rispettare gli spazi, gli arredi ed i laboratori della scuola e lasciare in ordine il proprio banco e la propria aula alla fine delle lezioni. 57 Il dirigente scolastico si impegna a: • • • • • • • • vigilare affinché i principi ispiratori di questo documento siano quotidianamente rispettati; promuovere tutte le azioni che ne favoriscano la realizzazione; favorire l’attuazione dell’Offerta formativa, ponendo studenti, genitori, docenti e personale non docente nella condizione di esprimere al meglio il loro ruolo; favorire il dialogo, la collaborazione ed il rispetto tra le diverse componenti della comunità scolastica; promuovere momenti di formazione/ informazione su tematiche educative e culturali rivolti ad alunni, personale scolastico, famiglie e territorio; favorire il dialogo e la cooperazione tra le varie associazioni/ istituzioni presenti sul territorio; intervenire prontamente in tutte le circostanze nelle quali il presente PATTO venga violato; esercitare il potere sanzionatorio là dove di propria competenza. I CRITERI DI VALUTAZIONE La valutazione viene intesa come ripensamento critico permanente, che non solo pone l'alunno di fronte a se stesso in relazione al livello precedente, ma soprattutto lo pone in relazione agli stimoli che riceve. E' un atto profondamente educativo mirato a guidare l'alunno all'autovalutazione. Per la verifica, intesa come processo costante di acquisizione dei dati circa il modo in cui le attività previste dalla programmazione si sviluppano nel tempo, vengono formulate prove di vario tipo per misurare sia gli apprendimenti conseguiti, sia le capacità di dominio ed uso degli strumenti acquisiti da ciascun alunno. Le prove di verifica sono sistematiche, graduali e se necessario differenziate, ripetute a scadenze periodiche e si articolano secondo strumenti diversi per ogni materia e secondo i codici orale, scritto e pratico. Altra cosa rispetto alla verifica è la valutazione da intendersi come momento in cui si raccolgono gli effetti dell'azione formativa e li si vagliano in base a dei criteri definiti rispetto ai fini che la scuola intende perseguire: ciò con lo scopo fondamentale di tenere sotto controllo l'intero progetto educativo, e, se necessario, di riequilibrarlo. I dati che vengono acquisiti attraverso la valutazione servono infatti ad orientare non solo l'azione della scuola, ma anche di tutti coloro che incidono sulla formazione dell'alunno. La valutazione pertanto è un'azione continua che si snoda longitudinalmente per l'intero ciclo scolastico; essa è affidata alla collegialità del Consiglio di Classe ed avviene sulla base di criteri definiti dal Collegio Docenti e degli strumenti di rilevazione e di analisi predisposti da uno specifico gruppo di lavoro. A - Il primo momento cardine dell'iter valutativo è costituito dalla verifica della situazione di partenza che costituisce la base su cui regolare la programmazione di classe e gli interventi di individualizzazione necessari. le aree esplorate in questa diagnosi di ingresso riguardano: 58 per le classi prime: abilità dell'area cognitiva: • • • • area area area area linguistico-espressiva logico-matematica tecnico-operativa psicomotoria capacità di comprensione; ritmi di apprendimento. per le classi seconda e terza la rilevazione contempla inoltre: insieme di atteggiamenti: • socializzazione; • comportamento; • partecipazione; • impegno a scuola; • impegno a casa; metodo di studio. B - La valutazione periodica (quadrimestrale) è espressa con una scala numerica che rileva i risultati raggiunti dall'allievo relativamente ai contenuti dell'apprendimento nelle diverse discipline, in coerenza con quanto evidenziato nell'analisi della situazione di ingresso. Ad essa si aggiunge un conciso giudizio globale che descrive le dimensioni della personalità, dell’impegno e del comportamento dell'alunno osservabile a scuola. Riguardo alla valutazione la nostra scuola precisa quanto segue: il Consiglio di Classe e lo scrutinio finale sono il vero luogo della discussione e del dialogo in merito alle voci della valutazione globale finale (impegno, partecipazione, socializzazione, conoscenze, abilità, competenze, comportamento). Tutte le discipli ne hanno uguale valenza educativa ed insieme possono comprendere le possibili evoluzioni delle potenzialità dell’allievo nel futuro contesto. la diversità è ormai un dato di fatto in ogni gruppo classe, questo rende difficile una generalizzazione dell’azione didattica ed educativa e quindi dell’atto valutativo. Alun ni stranieri di recente immigrazione e alunni con diagnosi D.S.A e con B.E.S. hanno diritto, se necessario, a prove e programmi personalizzati come indicano le ultime normative: L’ammissione alla classe successiva è condizionata dal puntuale conteggio di assenze non veramente giustificabili (75% dei giorni di presenza); le aggravanti comportamentali vanno approfondite caso per caso; l'ammissione al percorso successivo è garantita dal reale progresso della preparazione rispetto al punto di partenza o relativamente ad un programma differenziato o personalizzato. 59 DESCRITTORI COMPETENZE COMPORTAMENTALI VOTO 10 9 8 COMPETENZE COMPORTAMENTALI rispetta sempre le consegne collabora con i compagni ed esprime le proprie idee sa ascoltare cogliendo e accettando i diversi punti di vista svolge sempre e con cura i compiti assegnati si assume spontaneamente la responsabilità del proprio lavoro aiuta, senza bisogno di sollecitazione, i compagni rispetta sempre le consegne collabora con i compagni ed esprime le proprie idee sa ascoltare svolge sempre e con cura i compiti assegnati rispetta le consegne collabora con i compagni ma esprime le proprie idee solo se sollecitato sa ascoltare ma talvolta fatica ad accettare i diversi punti di vista svolge i compiti assegnati contribuisce al lavoro aiuta i compagni su richiesta esplicita ha cura del materiale scolastico 7 non sempre rispetta le consegne collabora con i compagni solo se sollecitato non sempre si rivolge a compagni e insegnanti in modo corretto non sempre svolge i compiti assegnati contribuisce poco o talvolta ostacola il lavoro scolastico ha scarsa cura del materiale scolastico non sempre rispetta gli arredi e gli ambienti 6 spesso non rispetta le consegne la collaborazione con i compagni è difficoltosa spesso si rivolge a compagni e insegnanti in modo scorretto frequentemente non svolge i compiti assegnati contribuisce poco o ostacola il lavoro scolastico non ha cura del materiale scolastico non rispetta gli arredi a gli ambienti 5 Il Consiglio di Classe può attribuirlo in casi riconducibili al DPR 249/1998 modificato dal DPR 235/2007 per l'erogazione di sanzioni disciplinari che comportino la sospensione dalle lezioni per periodi superiori a 15 giorni. 60 ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO Il funzionamento della scuola è garantito dagli Organi Collegiali e di partecipazione democratica i cui ruoli sono chiaramente indicati nell’organigramma. L'operatività del Collegio Docenti viene attuata attraverso l'articolazione in gruppi di lavoro e commissioni con compito sia propositivo che esecutivo. Per garantire il miglior coordinamento organizzativo e didattico, il Dirigente Scolastico si avvale della collaborazione di alcuni docenti cui sono affidati specifici compiti. Tali figure sono: i collaboratori, tra i quali in particolare il vice-preside, i coordinatori dei Consigli di classe e i responsabili dei gruppi di lavoro. Sul piano specifico della didattica operano le figure strumentali come previsto dal contratto nazionale di lavoro del comparto scuola e scelte direttamente dal Collegio docenti. I MODELLI ORGANIZZATIVI Le unità orarie di lezione hanno la durata di 55 minuti come deliberato d’Istituto. dal Consiglio Sulla base delle disposizioni legislative e in ottemperanza alle richieste delle famiglie, il Collegio Docenti ha deliberato un orario settimanale di 30 unità che, nell’ottica della personalizzazione dei piani di studio, si può ampliare con insegnamenti facoltativi ed opzionali. Nella nostra scuola proponiamo due modelli : - modello 30 unità nel corso della mattinata - modello 33 unità nel corso della mattinata più due rientri pomeridiani : CORSO MUSICALE MODELLO 30 UNITÀ SETTIMANALI ITALIANO STORIA, CITTADINANZA E COSTITUZIONE GEOGRAFIA MATEMATICA E SCIENZE TECNOLOGIA LINGUA INGLESE LINGUA FRANCESE MUSICA ARTE e IMMAGINE SCIENZE MOTORIE e SPORTIVE RELIGIONE Totale 61 6 unità 2 unità 2 unità 6 unità 2 unità 3 unità 2 unità 2 unità 2 unità 2 unità 1 unità 30 unità MODELLO 33 UNITÀ SETTIMANALI : CORSO ORDINAMENTALE MUSICALE ITALIANO STORIA, CITTADINANZA E COSTITUZIONE GEOGRAFIA MATEMATICA E SCIENZE TECNOLOGIA LINGUA INGLESE LINGUA FRANCESE MUSICA PRATICA STRUMENTALE * TEORIA E SOLVEGGIO - MUSICA D’INSIEME ARTE e IMMAGINE SCIENZE MOTORIE e SPORTIVE RELIGIONE 6 unità 2 unità 2 unità 6 unità 2 unità 3 unità 2 unità 2 unità 1 unità 2 unità 2 unità 2 unità 1 unità 33 unità Classe intera Classe intera Classe intera Classe intera Classe intera Classe intera Classe intera Classe intera A coppie Piccolo gruppo Classe intera Classe intera Classe intera Totale * PRATICA STRUMENTALE : a scelta fra pianoforte, violino, clarinetto, chitarra, tromba Gli alunni possono inoltre seguire le seguenti attività pomeridiane, che si svolgono nell’arco dell’anno scolastico o in periodi limitati nel tempo. CENTRO SPORTIVO STUDENTESCO PROGETTO PATENTE EUROPEA ECDL ( a pagamento) DOPOSCUOLA COOPERATIVA “IRIDE” (a pagamento) DOPOSCUOLA COOPERATIVA “SENTIERO” (a pagamento) 2h 10 h 2h 2h Classi aperte Classi terze Rapporto 1:8 Rapporto 1:3 ARTICOLAZIONE DELL’ORARIO: “SETTIMANA LUNGA” E “ SETTIMANA CORTA” I modelli descritti sono attivati con due diverse articolazioni settimanali: una tradizionale, dal lunedì al sabato, con inizio alle ore 8.00 e termine alle ore 12.50; una dal lunedì al venerdì, con inizio delle lezioni alle ore 8.00, sei unità di lezione nel corso della mattinata, due intervalli, uno alle ore 10.45 della durata di dieci minuti, e l’altro alle ore 12.45 della durata di cinque minuti, e uscita alle ore 13.45. 62 CORSO MUSICALE La Scuola Secondaria di Primo Grado ad Indirizzo Musicale “M.G.Vida” si caratterizza attraverso la presenza del corso ad indirizzo musicale curricolare, che può essere frequentato sia dagli alunni che hanno scelto la settimana tradizionale articolata su sei giorni, sia dagli alunni che hanno scelto la “settimana corta”. A tutti gli iscritti viene offerta la possibilità di studiare uno strumento musicale scelto tra i seguenti: Chitarra - Pianoforte - Violino - Clarinetto - Tromba L'attività non comporta nessun aggravio di spese per la famiglia poiché gli strumenti vengono forniti direttamente dalla scuola, ad eccezione del Pianoforte che deve necessariamente essere acquistato o noleggiato dalla famiglia dell'alunno. MODALITA' DI AMMISSIONE Gli alunni che intendono frequentare il corso di strumento devono sostenere un semplice “test” attitudinale per il quale non è assolutamente necessaria una specifica preparazione musicale. ORGANIZZAZIONE DEI CORSI Le lezioni di strumento si svolgono nella fascia oraria pomeridiana e sono articolate nel seguente modo: -una lezione di strumento (della durata di 1 ora a coppie di alunni); -una lezione che comprende solfeggio e musica d'insieme (della durata di 2 ore per piccoli gruppi) Le lezioni del corso ad indirizzo musicale si articolano su tre aspetti fondamentali: studio della pratica strumentale individuale studio della teoria musicale (lettura della partitura e conoscenza delle principali regole teoriche) pratica della musica d'insieme. Il terzo aspetto, la musica d'insieme , rappresenta un punto di forza del percorso didattico. Viene data agli alunni l'opportunità di crescere condividendo “ il piacere di suonare uno strumento musicale” con i compagni di classe. La possibilità di imparare un linguaggio universale come quello della musica costituisce un significativo valore aggiunto all'offerta formativa della scuola. Tra le attività proposte dal corso ad indirizzo musicale troviamo, oltre ai modelli di lezione sopra indicati, la partecipazione a Saggi, Concorsi e manifestazioni musicali pubbliche. L'iscrizione al Corso musicale comporta un impegno serio e costante per l'intero triennio. Lo strumento e la teoria musicale costituiscono, insieme alle altre materie, una parte importante del percorso formativo degli alunni. 63 Pertanto viene richiesta una frequenza regolare alle lezioni e le eventuali assenze devono essere giustificate. Lo strumento e la teoria musicale vengono valutati in itinere durante l’anno scolastico, sulla scheda di valutazione quadrimestrale e all'esame di licenza. Con l’istituzione del corso musicale si è voluto privilegiare l’antica tradizione musicale della nostra città. Lo studio di strumento, completamente gratuito, è riconosciuto dal Ministero della Pubblica Istruzione come utile alla prosecuzione presso il Conservatorio o nelle Scuole secondarie Superiori ad indirizzo musicale. Nel corso musicale, oltre a lezioni a piccoli gruppi di Teoria e Solfeggio, è possibile lo studio di uno strumento musicale (PIANOFORTE o VIOLINO o CLARINETTO o CHITARRA o TROMBA) da attuarsi in coppia o in piccoli gruppi. Per l’ammissione al corso ad indirizzo musicale, nel periodo immediatamente precedente il termine fissato per le iscrizioni alla prima media, è prevista una semplice prova fisicoattitudinale, in presenza di una commissione composta dai docenti di strumento e dall’insegnante curricolare di musica e presieduta dal Dirigente Scolastico o da un suo delegato. PROGETTI IN CONTINUITA’ CON LA SCUOLA PRIMARIA I docenti di strumento, in collaborazione con le docenti di musica della Primaria, collaborano per la realizzazione di progetti comuni, con lezioni di strumento a cadenza settimanale, rivolte agli alunni delle classi quinte dell’Istituto Comprensivo. AREA DEL CURRICOLO ITALIANO Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in ogni settore di studio. Assumendo la comunicazione come aspetto valoriale fondante, si pone inoltre la finalità di aiutare l’alunno ad entrare in rapporto con gli altri, di sostenerlo nello sviluppo del pensiero e nell’accesso alle varie forme di conoscenza. Si favorisce l’acquisizione di capacità critica nei confronti della realtà relativamente al vissuto personale, aprendo all’espressività, alla creatività e alla scoperta della dimensione affettiva. Per realizzare queste finalità estese e trasversali, tutti i docenti si impegnano, coordinando in questa prospettiva le loro attività, affinché l’apprendimento della lingua sia oggetto di specifica attenzione. La compresenza in classe di più lingue da tutto il mondo comporta che nell’esperienza di molti alunni l’italiano rappresenti una seconda lingua. Questa realtà, unita ad una sempre più diffusa omologazione del lessico, con perdita della ricchezza di parole e termini specifici e la presenza dell’italiano parlato e scritto con livelli assai diversi 64 di padronanza, impone una cura costante rivolta alla progressiva padronanza dell’italiano, non solo in funzione del miglioramento del rendimento scolastico, ma come componente essenziale delle abilità per la vita. STORIA Favorisce la presa di coscienza del presente attraverso la conoscenza del passato e recupera la memoria storica. Si propone di rendere consapevole l’alunno del fatto che l’uomo è stato, è e sarà costruttore e quindi responsabile della storia. Attraverso la conoscenza e l’analisi dei fatti storici, si pone l’obiettivo di una presa di coscienza civica che sia fondamento di un progetto personale e sociale. Ricerca storica e ragionamento critico rafforzano inoltre la possibilità di confronto e di dialogo intorno alla complessità del passato e del presente fra le diverse componenti di una società multiculturale e multietnica. Un particolare rilievo all’interno del curricolo meritano l’analisi della trasformazione progressiva dell’ambiente naturale, la divisione del lavoro, le innovazioni tecniche, le migrazioni, le conquiste di territori, i conflitti, le trasformazioni sociali, i processi di mondializzazione e di globalizzazione. L’insegnamento e l’apprendimento della storia contribuiscono all’educazione al patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. I docenti si impegnano a far scoprire agli alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, ad utilizzare con metodo le fonti di vario tipo, a far apprezzare il loro valore di beni culturali. Un tale approccio, che genera l’elaborazione di un curricolo storico costruito tra passato e presente, permette inoltre di non doversi soffermare troppo a lungo su singoli temi e civiltà remote, nella convinzione che si possano svolgere in classe anche solo alcuni argomenti specifici, ben selezionati, affrontati con metodo rigoroso ed approfonditi con tempi distesi. GEOGRAFIA Studia i rapporti tra le società umane tra loro e con il pianeta che le ospita. E’ disciplina “di cerniera” per eccellenza perché consente di mettere in relazione temi economici, giuridici, ambientali, scientifici, di rilevante importanza. Nelle nostre classi, caratterizzate dalla presenza di alunni di ogni parte del mondo, consente il confronto sulle grandi questioni comuni a partire dalla conoscenza dei differenti luoghi di nascita o di origine famigliare. Offre un’opportunità formativa irrinunciabile, quella cioè di abituare i nostri alunni ad osservare la realtà da punti di vista diversi, che permettono di considerare e rispettare visioni plurime, in un approccio interculturale dal vicino al lontano. Ha come obiettivi la conoscenza e l’interpretazione del rapporto uomo-ambiente, l’attenzione ai valori delle diverse realtà geografiche, economiche, sociali e culturali e la sensibilizzazione al problema della solidarietà mondiale. 65 CITTADINANZA E COSTITUZIONE Cittadinanza e costituzione si configura come una sintesi di conoscenze trasversali che ha per obiettivo l’acquisizione di una crescente consapevolezza civica in materia di convivenza civile e integra lo sviluppo di abilità e competenze proprie delle discipline storico-geografiche. Si colloca sia nelle attività curricolari, sia nelle attività progettuali. Sul piano didattico l’obiettivo è quello di rendere consapevoli gli alunni dello stretto rapporto che intercorre tra sfera privata e collettività quando si parla di conoscenza della Carta Costituzionale, della democrazia e del rispetto delle leggi. L’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” previsto dall’art. 1 del Decreto legge n°137/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n° 169/2008, è inserito nell’area storico-geografica. LINGUE STRANIERE L’apprendimento delle lingue straniere va considerato parte integrante dell’educazione linguistica e contribuisce in un contesto interdisciplinare allo sviluppo delle potenzialità espressivo-comunicative, all’ampliamento della sfera affettivo-emotiva, offrendo all’alunno una maggiore quantità di stimoli culturali , di contenuti, di confronto. Le lingue straniere, tenuto conto della nuova realtà europea, predispongono ad una integrazione interculturale concreta, rafforzano il potere di adattamento dell’alunno al mondo, favorendo una maggiore apertura mentale, un più ricco sviluppo dei processi analitici e sintetici, una più vivace creatività linguistica. MATEMATICA E SCIENZE Lo studio della Matematica e delle Scienze si propone, partendo dall’analisi di situazioni e fenomeni, di guidare gli alunni a registrare, ordinare e correlare dati, a porre problemi e ipotizzare soluzioni e a verificare la corrispondenza fra ipotesi formulate e risultati ottenuti o osservati. Intende contribuire alla formazione, guidando l’alunno ad interpretare la realtà attraverso schemi logici, abituandolo ad esprimersi in modo rigoroso e sintetico attraverso l’uso dei linguaggi specifici della matematica e delle scienze sperimentali. TECNOLOGIA L’insegnamento della disciplina si propone di sviluppare negli alunni l’attitudine a lavorare intellettualmente e manualmente, valorizzando il lavoro come esercizio di operatività volta ad ottenere un risultato intenzionale e verificabile come sintesi di un processo conoscitivo e scientifico. Fornisce inoltre strumenti per comprendere la realtà tecnologica e aiuta a conoscere caratteristiche delle diverse professioni offerte e richieste dalla società e dalla produzione. Collabora con le Scienze sperimentali per l’acquisizione del “Metodo Scientifico”e del Metodo Progettuale. 66 ARTE E IMMAGINE Lo studio dell’Arte, nelle sue varie articolazioni, mira alla maturazione delle capacità di esprimersi e comunicare mediante i linguaggi propri della figurazione e di comprendere e di produrre messaggi visuali. Aiuta inoltre a prendere coscienza del patrimonio culturale, del presente e del passato, della propria e delle altrui culture, per essere in grado di contribuire ed elaborare nuova cultura in prospettiva del futuro. MUSICA Lo scopo dello studio della Musica è promuovere la partecipazione attiva del preadolescente all’esperienza della musica nel suo duplice aspetto di espressionecomunicazione (momento del fare musica) e di ricezione (momento dell’ascoltare). CORSI DI STRUMENTO: VIOLINO – CLARINETTO – PIANOFORTE – CHITARRA – TROMBA Lo studio specifico di uno strumento ha le seguenti finalità generali: • concorre e promuove la formazione globale dell’individuo, offrendogli occasioni di maturazione logica, espressiva e comunicativa, di consapevolezza della propria identità, ponendosi quindi l’obiettivo di renderlo autonomo nelle scelte della condotta e nelle decisioni personali, sia nel presente che nel futuro; • consente all’alunno una consapevole appropriazione del linguaggio musicale inteso in senso globale come mezzo di espressione e di comunicazione delle diverse civiltà, di sviluppo del gusto estetico e del giudizio critico; • permette a tutti i preadolescenti di integrarsi in un gruppo omogeneo, soprattutto agli alunni con situazioni di svantaggio. SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE La disciplina si esprime all’insegna di tre principi basilari: • il valore del concetto di persona, sul quale va fondato lo stesso principio di disabilità, in una visione che premia il valore del singolo individuo e non il criterio della pura efficienza fisica; • il valore etico dello sport, da vivere come mezzo del raggiungimento di un benessere dinamico e armonico ed elemento di positivo incontro-confronto con gli altri, in uno spazio di totale uguaglianza e di piena solidarietà; • la conoscenza della meccanica del movimento, della capacità e delle abilità motorie, delle tecniche di allenamento e dei regolamenti specifici per le diverse discipline sportive. 67 RELIGIONE E’ una materia scolastica che si pone come obiettivo quello di far riflettere l’alunno sulle problematiche religiose confrontandosi con l’insegnamento della Chiesa. Centra l’attenzione sul problema di Dio, sui valori e ideali dell’uomo, sulla ricerca del vero e del bene, sul superamento di ogni forma di intolleranza e fanatismo, sul rispetto verso tutti, sulla solidarietà anche verso chi è svantaggiato. E’ possibile non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica esercitando l’opzione secondo la vigente normativa. I PROGETTI Nel Piano dell’Offerta Formativa trovano spazio numerosi progetti che vanno a collocarsi nelle attività curricolari. I docenti adottano la metodologia della progettazione e della pianificazione, cercano strategie volte a determinare cosa e come, con chi e quando fare. La progettualità diviene necessaria per lavorare secondo ipotesi organizzative che vanno verificate a medio termine e negli esiti. Nel piano annuale dell’Offerta, approvato dagli Organi competenti, si contemplano progetti trasversali alle discipline, trasversali a tutte le classi o ad alcune classi, progetti che approfondiscono e collegano i contenuti e progetti che sostengono la sperimentazione di strumenti e mezzi funzionali all’apprendimento, aperti all’interdisciplinarietà, volti a favorire una “visione personale ed unitaria della realtà”. Gli obiettivi formativi dichiarati nei progetti sono in sintonia con le finalità dell’Istituto. Di ogni progetto esiste un referente; i progetti approvati sono verificati periodicamente e sistematicamente nei Consigli di classe e nel Collegio Docenti. ACCOGLIENZA La Scuola ha predisposto un progetto di accoglienza per tutte le classi prime, attraverso varie attività: Finalità farsi conoscere dagli alunni e aiutare gli alunni a conoscersi reciprocamente; la scuola organizza incontri con i genitori per pubblicizzare le attività svolte; gli alunni delle scuole elementari ed i maestri possono visitare la scuola media al mattino e assistere e partecipare alle attività; gli insegnanti si presentano agli alunni e presentano la propria materia, il libro di testo ed illustrano il metodo di studio; vengono organizzate opportune attività finalizzate alla reciproca conoscenza degli alunni; all’inizio del ciclo scolastico gli insegnanti si adoperano affinché gli alunni conoscano l’edificio, le strutture disponibili, la distribuzione e la dislocazione delle classi; vengono resi noti agli alunni gli obiettivi educativi e didattici espressi in risultati attesi; 68 Conoscere gli alunni su due distinti piani: sul piano generale delle conoscenze teoriche riguardanti gli aspetti psicofisici e psicologici dei preadolescenti; sul piano più specifico riguardante i singoli alunni in merito al loro sviluppo psicofisico, alle loro capacità comunicative, allo sviluppo dei processi logici, al possesso di abilità strumentali e ai comportamenti sociali e regolativi, nonché al contesto socio culturale. Tali informazioni vengono acquisite attraverso incontri con i maestri delle classi quinte, colloqui con i genitori, lettura delle schede personali degli alunni, test di ingresso graduati, osservazione diretta nei primi mesi di scuola. ORIENTAMENTO E CONTINUITA' Il triennio della Scuola Media conclude la fascia scolastica uguale per tutti ed introduce ogni alunno alla prima vera e propria scelta di indirizzo personale di studio. La scelta del percorso di studio successivo rappresenta un momento importante e delicato per i ragazzi e per i loro genitori, legato - alla precocità della scelta; alla fase di crescita, ancora in corso; alla difficoltà di autovalutazione e di misurazione dell'impegno di studio; alla precarietà o incertezza delle proprie preferenze; all'individuazione delle proprie attitudini, spesso ancora indefinite; alla generale incertezza vissuta dalle famiglie sulla situazione futura. L’articolazione del progetto nasce pertanto dalla considerazione che l’orientamento rappresenta un processo di educazione permanente alle scelte future in ogni ambito della vita personale, scolastica e professionale dell’alunno, in cui la scuola interviene con tutto l’insieme della propria offerta formativa. Soggetti destinatari sono quindi gli ALUNNI, che nel corso del ciclo scolastico, sono guidati allo sviluppo della consapevolezza di sé, a conoscere la realtà in cui vivono, a conoscere i diversi percorsi di studio, per scegliere in modo informato ed efficace. Destinatari del progetto sono anche i GENITORI, che sono coinvolti sulla base della loro corresponsabilità educativa, attraverso incontri, colloqui, presentazioni ed ai quali la Scuola consegna il Consiglio Orientativo elaborato dal Consiglio di Classe nel primo quadrimestre della classe terza. Tutto questo viene organizzato all'interno della programmazione dei vari Consigli di classe, valutando la situazione di fatto e le prospettive possibili. Quando possibile sono stati coinvolti anche agenti esterni, che hanno collaborato con la Scuola, ed hanno condotto attività guidate volte allo sviluppo della capacità di autovalutazione delle capacità di ogni singolo studente, anche nella prospettiva specifica della misurazione della resilienza, ossia della capacità di ognuno di agire “per risalire dalla barca rovesciata”, affrontando in modo positivo anche l’insuccesso (Assessorato alle Politiche Educative, Informagiovani del Comune di Cremona e Criaf). Il Progetto Orientamento si articola nell’arco del triennio, attraverso una serie di attività orientanti, che sono parte integrante del curricolo e coinvolgono in questa 69 prospettiva anche la valutazione del processo di apprendimento, nella consapevolezza che uno degli obiettivi principali della Scuola secondaria di primo grado è proprio quello di orientare gli alunni verso la scelta del percorso di studio successivo più vicina alle proprie attese, motivazioni, interessi ed abilità. Questo aspetto formativo dell’attività di orientamento si realizza attraverso l’ analisi del proprio vissuto scolastico, mediante letture e discussioni in classe, test, questionari, raccolta di dati con autovalutazione degli alunni, focalizzando le singole modalità di apprendimento, nella prospettiva di un approccio metacognitivo, che chiarisca all’alunno come imparare a imparare. L’aspetto informativo del progetto si realizza attraverso una serie di proposte: visita al “Salone dello Studente” e partecipazione alle attività ad esso correlate, nelle giornate di Scuola aperta, il cui calendario viene puntualmente trasmesso agli alunni delle classi terze; visite guidate nelle realtà produttive del territorio, laboratori guidati presso le scuole secondarie di secondo grado; analisi dei vari percorsi curricolari e soprattutto la partecipazione ai micro-stages presso tutti gli Istituti Secondari di secondo grado della città, offerto agli alunni e alle alunne delle classi terze nel corso di due giornate. L’esperienza degli “stages” presso gli Istituti Secondari di secondo grado ha lo scopo di: - rendere i ragazzi protagonisti e responsabili della loro scelta futura; - motivarli al successo scolastico e formativo; - favorire la continuità fra i diversi ordini di scuole; - realizzare la collaborazione fra le scuole, fra le famiglie, fra scuola/famiglia/territorio. In due giornate preventivamente concordate con le scuole superiori, tutti i ragazzi e le ragazze delle classi terze frequentano contemporaneamente due “stages”, in modo tale da sperimentare una giornata-tipo nella scuola scelta e condurre le proprie osservazioni. Gli Istituti superiori si sono sempre dimostrati disponibili a questa proposta, collaborando nell'organizzazione e nell’accoglienza degli alunni. Alla prova dei fatti e di una ormai lunga esperienza, possiamo affermare che la pratica degli "stages" si è confermata molto utile perché i ragazzi prendano coscienza della scelta e la possano valutare con maggiore realismo. Negli ultimi anni, sono stati approntati strumenti e definite alcune modalità per seguire il percorso scolastico degli alunni licenziati e riflettere sugli esiti conseguiti nei percorsi successivi, nella prospettiva del contenimento della dispersione scolastica. Potenziando il raccordo con i percorsi successivi è possibile inoltre rivedere e rimodulare la programmazione dell’attività didattica della scuola media nell’ottica della continuità. L’analisi condotta nel biennio più recente dalla nostra Scuola sul rapporto tra “stages” e consiglio orientativo da una parte e scelta della scuola di secondo grado dall’altra, ha rivelato che un’alta percentuale di alunni segue quanto indicato dalla Scuola Media Vida. La ricerca condotta su tutti i Licei, gli IIS e i centri di I. Professionali del territorio sugli esiti finali degli alunni, ha inoltre dimostrato che una buona pratica di azioni positive nella prospettiva dell’orientamento garantisce anche un’ottima percentuale di successo formativo per i nostri ex-alunni 70 ALUNNI CON DSA Questo progetto nasce dall’esigenza di rispondere in modo adeguato alle richieste di studenti/esse con diagnosi DSA (disturbo specifico di apprendimento: DISLESSIADISGRAFIA DISORTOGRAFIA-DISCALCULIA) e delle loro famiglie, in ottemperanza alle disposizioni normative del MIUR Lombardia e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il Consiglio di Classe si fa carico di elaborare il Piano Didattico Personalizzato per ciascuna alunno/a in modo tale da favorirne al massimo il successo formativo. Finalità Porre attenzione allo star bene dello studente/essa che convive con il DSA; aiutarlo a migliorare la propria situazione per raggiungere il maggior livello di capacità e di autonomia possibile; favorire la possibilità di imparare, di coltivare i propri interessi culturali e di poter accedere all’informazione e alle materie di studio. Obiettivi individuare le strategie ostacolanti e predisporre strategie efficaci per l’apprendimento; rispettare i diversi stili di apprendimento; creare situazioni in cui è possibile una relazione positiva tra studente/essa e docenti; fornire aiuto per i linguaggi specifici; attuare le misure dispensative e compensative previste dalla normativa vigente; collaborare con le famiglie per la stesura di un Piano Personalizzato. Destinatari Studenti/esse Docenti Genitori 71 GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI Attività sportiva promossa ed organizzata dal M.I.U.R. in collaborazione con il C.O.N.I., le Regioni e gli Enti Locali. Partecipano ai G.S.S. tutti gli studenti dell’istituto (cat. Ragazzi/e classi 1°-cadetti/e classi 2° e 3°) senza esclusione alcuna, adeguatamente preparati attraverso la frequenza delle ore di avviamento alla pratica sportiva. Attività programmate: • • • • • • • • • • corsa campestre maschile/ femminile (fase istituto, distrettuale, provinciale…); atletica leggera maschile/femminile (fase istituto, distrettuale, provinciale…); badminton misto/singolo; canottaggio maschile/femminile (fase istituto, distrettuale, provinciale…); pallavolo femminile; pallacanestro maschile; tennis maschile/femminile; judo (fase sperimentale comunale) in collaborazione con A.S.D. Sajgo Judo di Cremona; rugby misto; tennis tavolo maschile/femminile; GIOCHI DELLA GIOVENTU' Attività sportiva promossa ed organizzata dal C.O.N.I nazionale in collaborazione con l’ufficio provinciale scolastico di Cremona ( M.I.U.R.). Partecipano alla fase di istituto tutte le classi, ma solo le tre classi meglio piazzate vengono ammesse alla fase provinciale. BASKIN Lo sport è strumento di educazione, di recupero, di crescita culturale e fisica per tutti gli alunni; per questo la scuola propone l’attività di Baskin in rete con gli altri Istituti Comprensivi cittadini: basket integrato, rivolto ad alunni disabili e non, presso la palestra di via Santa Maria in Betlem. 72 AUTONOMIA Il progetto è rivolto agli alunni che necessitano di potenziare abilità di comunicazione, d’orientamento, di uso del denaro, di autonomia personale e sociale. Le attività proposte percorrono un itinerario educativo che pone il territorio come risorsa da esplorare e conoscere al fine di acquisire una maggiore autonomia rispetto ai bisogni della vita quotidiana, intessendo relazioni, acquisendo la capacità di fruire dei servizi in genere e dei mezzi di trasporto. Obiettivi: aprire la scuola alla realtà che la circonda, permettendo ai ragazzi di integrare ed ampliare esperienze, conoscenze, abilità; favorire l’autonomia sociale mediante un approccio più diretto con aspetti della quotidianità; favorire l’apprendimento mediante sperimentazione ed approccio diretto; affrontare la gestione del denaro facendo piccoli acquisti; imparare a compilare un bollettino postale e altri moduli d’uso quotidiano; saper richiedere l’aiuto necessario sapendo indicare correttamente i propri dati personali; potenziare il senso di responsabilità individuale; favorire la socializzazione in contesti e situazioni variegate e complesse. SOGGIORNO ESTIVO IN ALTA SAVOIA L’associazione culturale “no profit” EUROVIDA tutti gli anni propone agli alunni della Scuola corsi con docenti di madrelingua inglese e approfondimento della lingua francese, durante un soggiorno estivo ad Annecy, in Alta Savoia, Francia. ORCHESTRA I corsi di strumento: La scuola dal 1999 è passata dalla sperimentazione ad un corso ordinamentale ad indirizzo musicale con attività di insegnamento di “teoria e solfeggio” e strumento musicale: pianoforte, violino, chitarra, clarinetto e tromba. Le lezioni si articolano in tre modalità significative: lo studio individuale dello strumento, la pratica della musica d’insieme, la lettura (solfeggio) e lo studio della teoria musicale. La musica d’insieme costituisce un punto di forza dell’attività di questo corso e negli ultimi anni è stata potenziata attraverso laboratori che hanno portato alla costituzione di un orchestra giovanile. 73 L’orchestra: La scuola, in collaborazione con il Comune e la Fondazione “Stauffer” di Cremona, ha attivato la costituzione di un’ orchestra giovanile con sede presso la scuola stessa. Il progetto, che trae origine dall’esperienza dei corsi di strumento avviati da diversi anni nella scuola, si rivolge ai giovani delle scuole Primarie e Secondarie di primo e secondo grado che abbiano già iniziato lo studio di uno strumento e intendano proseguire nell’approfondimento attraverso attività di musica d’insieme con continuità partecipando ad un laboratorio orchestrale di durata annuale. Nell’ambito dell’orchestra sono previste parti per gli strumenti: chitarra, chitarra basso, pianoforte, clarinetto, saxofono, violino, percussioni, flauto traverso, violoncello, tromba. LABORATORIO MUSICALE All’interno del Progetto Nazionale Musica – finalizzato alla diffusione della cultura musicale come fattore educativo nel sistema scolastico – la Scuola Media “Vida” ha chiesto e ottenuto negli anni scorsi l’attivazione del laboratorio musicale. Il laboratorio è un luogo fisico attrezzato che costituisce uno spazio operativo per un insegnamento/apprendimento della musica, a servizio di tutta la scuola e di altre realtà del territorio. La scuola sede del laboratorio introduce nel proprio percorso formativo un elemento caratterizzante che, attraverso un sistema di rete, le conferisce la qualità di scuola di riferimento. Il laboratorio della Scuola Media “Vida” si propone di rafforzare il ruolo formativo dell’Educazione Musicale, anche in una prospettiva interdisciplinare, sviluppa attitudini, saperi, abilità estetiche ed espressive quali le capacità di comunicare e di esprimersi, di conoscere e rappresentare, di cogliere la pluralità dei significati e sviluppare nuove modalità di pensiero e la capacità di rielaborarle creativamente. Ultimamente l’attività del laboratorio ha visto l’organizzazione di manifestazioni a carattere musicale che potessero coinvolgere varie scuole presenti nel nostro territorio e collaborazioni a livello regionale e nazionale. MOUSIKE' Prosegue l’attività di continuità con la Scuola Primaria già avviata attraverso alcuni laboratori tematici. In particolare verranno costituiti degli insiemi vocali che, dopo un percorso di apprendimento del repertorio proposto, verranno accompagnati dall’orchestra giovanile “Mousikè” nella realizzazione dello spettacolo finale. 74 RAPPORTI CON L'ESTERNO I RAPPORTI CON LE FAMIGLIE I genitori con l'atto dell'iscrizione esprimono la loro adesione al Piano dell'offerta formativa tramite il patto di corresponsabilità. La scuola su questa base infatti collabora con la famiglia - prima responsabile dell'educazione dei figli - affinché l'azione dei genitori sia rinforzata e sostenuta. Il dirigente scolastico, i docenti e tutto il personale della scuola si attivano perché l'allievo possa vivere in una struttura educante e perché i genitori possano esplicare la loro partecipazione nella costruzione di un percorso utile al pieno sviluppo della persona ed al raggiungimento di una maturazione integrale e globale. I contatti con le famiglie si realizzano principalmente nei colloqui interpersonali sia durante le udienze settimanali che durante le udienze generali, a cadenza quadrimestrale ed in orario tardo pomeridiano. Il dialogo ed il confronto, oltre all'informazione, sono gli aspetti metodologici più positivi di questi momenti. Se è necessario intensificare la comunicazione con le famiglie per curare particolarmente i progressi di alunni problematici o in difficoltà, il dirigente scolastico ed i docenti offrono la massima disponibilità. La collaborazione con la scuola può essere sollecitata in forma scritta con convocazione dei genitori nei casi in cui la famiglia non partecipi spontaneamente al dialogo. Le schede di valutazione sono consegnate personalmente dai docenti ai genitori al termine dei due quadrimestri, per offrire ulteriori occasioni di scambio. La partecipazione dei rappresentanti eletti dei genitori ai Consigli di Classe ed al Consiglio di Istituto garantisce una gestione corretta e pluralistica della vita dell'Istituto. 75 RAPPORTI CON IL TERRITORIO (ENTI E ASSOCIAZIONI ) Se la Scuola deve svolgere una funzione di inserimento dell'alunno nella vita sociale, imprescindibile è l'esigenza di una forte integrazione tra scuola e comunità territoriale. D'altra parte l'Istituzione stessa si trova immersa in tessuto locale territoriale dove agenzie, associazioni ed entità politiche stabiliscono necessariamente un legame di interdipendenza. Per assumere nella sua complessità questo rapporto è necessario leggere il territorio non solo attraverso i vari livelli istituzionali locali, ma anche come luogo della partecipazione dei cittadini nelle strutture di aggregazione, nel volontariato, nei gruppi di interesse; come luogo della multietnia che dà forma alla nuova composizione sociale , come luogo del disagio, della innovazione e della trasformazione. La scuola Media "M.G.Vida" rivendica il riconoscimento del ruolo determinante dell'istituzione scuola nell'elaborazione della cultura e nella capacità di fornire gli strumenti per l'esercizio della cittadinanza: per questo, su un piano non subordinato, intende dialogare, collaborare, interagire con l'esterno. I rapporti della scuola con l'esterno sono pertanto finalizzati a: operare per il contenimento della dispersione, per potenziare l'efficacia delle comunità locali nei confronti del disagio, delle vecchie e nuove marginalità e delle nuove fragilità; progettare significative proposte culturali e formative affinché il Piano dell'offerta formativa esprima una vera e significativa integrazione col territorio; fare uso dei servizi municipali per qualificare gli aspetti organizzativi di progetti educativi e didattici. COMUNE DI CREMONA Per strutture - Utilizzo edifici e attrezzature arredi - Legge 626 Per risorse finanziarie - Diritto allo studio - Progetti diversi Per servizi - Trasporti (KM) - Servizi alla persona - Servizi sociali - Comunità alloggio - Polizia municipale - Polizia postale Per servizi culturali - Biblioteca - Sistema museale - Scuola Civica di Musica - Teatro Ponchielli - APIC - Offerta formativa per integrazione curricolare - Orientamento (Informagiovani) 76 ALTRI REFERENTI PROVINCIA DI CREMONA Per servizi culturali - Offerta formativa per integrazione curricolare − Offerta formazione docenti ASL Per servizi - Area handicap - Medicina scolastica − Educazione alla salute ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI Per servizi - Consulenza esperti - Lega Navale ASSOCIAZIONI SPORTIVE Per servizi - Consulenza esperti - Condivisione progetti ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE Per servizi - Consulenza esperti - Condivisione progetti Per servizi culturali - cooperazione educativa e assistenza alunni − Iride − Sentiero − Altana − Coop. Dolce − Coop. Gamma - offerta formazione per docenti - interventi di esperti in classe TERZO SETTORE (Cooperative educative, parrocchie, oratori, Caritas) ISTITUZIONI CULTURALI UCIPEM UNIVERSITA' Per servizi culturali Per servizi - contributi alla formazione FAMIGLIA - condivisione progetto educativo VISITE GUIDATE I consigli di classe inseriscono nella propria programmazione didattica i viaggi i d’istruzione in località di interesse artistico e culturale e visite guidate a mostre, musei, aziende. I viaggi di istruzione, secondo il regolamento vigente, hanno di norma la durata di un giorno e devono essere autorizzati dal Consiglio di Istituto che ne verifica la fattibilità e la congruenza con le norme. 77 CONCLUSIONE Il Piano dell'Offerta Formativa rappresenta la carta d'identità della scuola, identità culturale e programmatica. Il piano ha valenza triennale perchè, a partire dalla descrizione dell'identità venutasi a consolidare, individua, attraverso attente procedure valutative, la parte programmatica e gli obiettivi di miglioramento, definiti dalle linee-guida approvate dal Consiglio d'Istituto, previa delibera del Collegio Docenti. In questo modo esso non è solo la fotografia dell'identità esistente, ma impegna la struttura organizzativa della scuola e le sue risorse in modo dinamico verso obiettivi di miglioramento e consolidamento. La valutazione del P.T.O.F., dell'azione della dirigenza e di tutte le figure professionali dovrà fare riferimento al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Ogni futura decisione degli Organi Collegiali, in funzione presso l'Istituto Comprensivo “CREMONA TRE” dovrà favorire la correttezza, l'efficacia, l'efficienza, l'imparzialità e la trasparenza che si richiedono alle pubbliche amministrazioni. Tutto il lavoro interno alla comunità educativa si dovrà svolgere sempre in un clima di consapevole e fattiva collaborazione. Al P.T.O.F. saranno infine aggiunte ed esplicitate le priorità indicate nel “Rapporto di Autovalutazione”, con le determinazioni conseguenti previste dal “Piano di Miglioramento”. Cremona, 14 gennaio 2016. 78