PIANO
TRIENNALE
2016-2019
OFFERTA
FORMATIVA
1
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA LOMBARDIA
ISTITUTO COMPRENSIVO CREMONA 3
Via San Lorenzo, 4 - 26100 Cremona Tel. 0372 27786 - Fax 0372 534835
e-mail: [email protected] -pec: [email protected]
sito internet: www.vida.gov.it - Cod. MIUR CRIC82000X - C.F. 80005600194
Prot. n. 5694 /A19
Cremona, 29/12/2015
1.Al Collegio dei Docenti
2.Al sito web
3.Agli atti
ATTO D’ INDIRIZZO PER LA PREDISPOSIZIONE
DEL POF TRIENNALE 2016-2019
IL DIRIGENTE SCOLASTICO
VISTI :
il D.P.R. n. 297/94;
il D.P.R. n. 275/99;
il
D.P.R. 20 Marzo 2009, n. 89, recante Revisione dell'assetto
ordinamentale, organizzativo e didattico della Scuola dell'Infanzia e del
Primo Ciclo di Istruzione ai sensi dell'art. 64, comma 4, del Decreto
Legge 25 GIUGNO 2008, N. 112, convertito, con modificazioni, dalla
legge 4 AGOSTO 2009, N. 133;
gli artt. 26 - 27 - 28 – 29 del CCNL Comparto Scuola;
l'art. 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 commi 1.2.3;
la legge n. 107/2015
2
TENUTO CONTO:
delle disposizioni in merito all'attuazione degli indirizzi Nazionali per il
Curricolo (art. 1, c. 4 DPR 20.03.2009 n. 89, secondo i criteri indicati dal
DM 254 del 16.11.2012);
delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo 2012;
dei precedenti pronunciamenti del Collegio Docenti in materia;
degli interventi educativo – didattici e delle linee d'indirizzo fornite dal
Consiglio d'Istituto nei precedenti anni scolastici;
delle risultanze del processo di autovalutazione dell'Istituto esplicitate nel
Rapporto di Autovalutazione
PREMESSO:
che la formulazione della presente direttiva è compito attribuito al
Dirigente Scolastico dalla Legge 107/2015;
che l'obiettivo del documento è fornire una chiara indicazione sulle
modalità di elaborazione, i contenuti indispensabili, gli obiettivi strategici,
le priorità, gli elementi caratterizzanti l'identità dell'Istituzione, che
devono trovare adeguata esplicitazione nel Piano Triennale dell'offerta
Formativa, e sugli adempimenti che il corpo docente è chiamato a
svolgere in base alla normativa vigente;
che le competenze del Collegio dei docenti, risultanti dal combinato
disposto dall'art. 7 del T.U. 297/74, di successivi provvedimenti normativi
e delle disposizioni del CCNL si riferiscono a:
1.elaborazione del Piano dell'Offerta Formativa ai sensi dell'art. 3
del D.P.R. 08.03.1999, N. 275 e della Legge di Riforma n.
107/2015 che introduce il PTOF (triennale) elaborato dal
Collegio sulla base delle linee di indirizzo fornite dal Dirigente
Scolastico;
2.adeguamento dei programmi d'insegnamento alle particolari
esigenze del territorio e del coordinamento disciplinare (art. 7
comma 2 lett. a T.U. 297/94 e D.P.R. n. 275/99);
3.adozione delle iniziative per il sostegno di alunni handicappati e
figli di lavoratori stranieri (art.7 comma 2 lett. m e n. T.U.);
4.adozione di iniziative secondo quanto indicato da Linee Guida
sull'integrazione degli alunni con disabilità 2009, Legge n.
170/2010, Direttiva MIUR del 27.12.2012 sui B.E.S., Linee
Guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri
2014);
3
5.studio delle soluzioni dei casi di scarso profitto o di irregolare
comportamento degli alunni su iniziativa dei docenti della
rispettiva classe e sentiti, eventualmente, gli esperti (art. 7
comma 2 lett. o T.U.);
6.identificazione e attribuzione di funzioni strumentali al P.O.F. (art.
28 del CCNL 26.05.1999 e art. 37 del CCNL 31.08.1999) con la
definizione dei criteri d'accesso, della durata, delle competenze
richieste, dei parametri e delle cadenze temporali per la
valutazione dei risultati attesi;
7.delibera, nel quadro delle compatibilità con il P.O.F. e delle
disponibilità
finanziarie,
sulle
attività
aggiuntive
di
insegnamento e sulle attività funzionali all'insegnamento
EMANA
il seguente atto di indirizzo rivolto al Collegio dei Docenti:
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa è da intendersi non solo quale documento con cui
l’istituzione dichiara all’esterno la propria identità, ma programma in sé completo e
coerente di strutturazione precipua del curricolo, di attività, di logistica organizzativa, di
impostazione metodologico-didattica, di utilizzo, promozione e valorizzazione delle risorse
umane, con cui la scuola intende perseguire gli obiettivi dichiarati nell’esercizio di funzioni
che sono comuni a tutte le istituzioni scolastiche in quanto tali, ma al contempo la
caratterizzano e la distinguono.
Il coinvolgimento e la fattiva collaborazione delle risorse umane di cui dispone l’istituto,
l’identificazione e l’attaccamento all’istituzione, la motivazione, il clima relazionale ed il
benessere organizzativo, la consapevolezza delle scelte operate e delle motivazioni di
fondo, la partecipazione attiva e costante, la trasparenza, l’assunzione di un modello
operativo vocato al miglioramento continuo di tutti i processi di cui si compone l’attività
della scuola non possono darsi solo per effetto delle azioni poste in essere dalla dirigenza,
ma chiamano in causa tutti e ciascuno, quali espressione della vera professionalità che va
oltre l’esecuzione di compiti ordinari, ancorché fondamentali, e sa fare la differenza; essi
sono elementi indispensabili all’implementazione di un Piano che superi la dimensione del
mero adempimento burocratico e ne faccia reale strumento di lavoro, in grado di
canalizzare l’uso e la valorizzazione delle risorse umane e strutturali, di dare un senso ed
una direzione chiara all’attività dei singoli e dell’istituzione nel suo complesso.
Nell’esercizio della sua discrezionalità tecnica, pertanto, il Collegio Docenti è chiamato a
elaborare il Piano per il triennio che decorre dall’anno scolastico 2016-2017.
4
Ai fini dell’elaborazione del documento, il Dirigente Scolastico ritiene indispensabile che si
seguano le presenti indicazioni:
− l’elaborazione del PTOF dovrà tenere conto delle priorità, dei traguardi e degli obiettivi
individuati nel RAV per rispondere alle reali esigenze dell’utenza;
− l’Offerta Formativa dovrà articolarsi tenendo conto non solo della normativa e delle
Indicazioni Nazionali, ma anche della visione e missione condivise e dichiarate nei piani
precedenti, nonché del patrimonio di esperienza e professionalità che negli anni hanno
contribuito a costruire l’immagine della nostra scuola.
Si ritiene necessario, pertanto:
− rafforzare i processi di costruzione del curricolo d’istituto verticale e caratterizzante
l’ identità dell’ Istituto;
− strutturare i processi di insegnamento-apprendimento in modo che essi rispondano
esattamente alle Indicazioni Nazionali ed ai livelli che obbligatoriamente devono essere
conseguiti da ciascuno studente nell’esercizio del diritto-dovere dell'istruzione.
Da ciò deriva la necessità di:
migliorare i processi di pianificazione, sviluppo, verifica e valutazione dei percorsi di
studio (curricolo del singolo studente, curricolo per classi parallele, curricolo per
ordine di scuola, curricolo d’ Istituto);
superare la dimensione trasmissiva dell’insegnamento e modificare l’impianto
metodologico in modo da contribuire fattivamente, mediante l’azione didattica, allo
sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza europea;
monitorare e intervenire tempestivamente sugli alunni a rischio (a partire da una
segnalazione precoce di casi potenziali DSA/BES/dispersione);
abbassare le percentuali di dispersione e di abbandono;
implementare la verifica dei risultati a distanza come strumento di revisione e/o
correzione;
migliorare l’offerta formativa e il curricolo;
integrare le attività, i compiti e le funzioni dei diversi organi collegiali;
potenziare ed integrare il ruolo delle Commissioni di lavoro e delle Funzioni
Strumentali al POF;
migliorare il sistema di comunicazione, socializzazione e condivisione tra il
personale, gli alunni e le famiglie rispetto agli obiettivi perseguiti, alle modalità di
gestione, ai risultati conseguiti;
5
promuovere la condivisione delle regole di convivenza e di esercizio dei rispettivi
ruoli all’interno dell’istituzione;
generalizzare l’uso delle tecnologie digitali tra il personale e migliorarne la
competenza;
migliorare quantità e qualità delle dotazioni tecnologiche;
migliorare l’ambiente di apprendimento (dotazioni, logistica);
sostenere formazione e autoaggiornamento per la diffusione dell’innovazione
metodologico-didattica;
implementare i processi di dematerializzazione e trasparenza amministrativa;
accrescere la quantità e la qualità delle forme di collaborazione con il territorio: reti,
accordi, progetti;
operare per il miglioramento del clima relazionale e del benessere organizzativo.
L'offerta formativa sarà monitorata e rivista annualmente sulla base delle
esigenze sopravvenute nel territorio.
Il Piano dovrà pertanto includere:
l'offerta formativa;
il curricolo verticale caratterizzante;
le attività progettuali;
i regolamenti e quanto previsto dalla Legge n.107/2015 al comma 7 dalla
lettera “a” alla lettera “s” nonché le iniziative di formazione per gli studenti,
compresa la conoscenza delle procedure di primo soccorso (Legge n.107/15
comma 16) e le attività formative obbligatorie per il personale docente e ATA
(Legge n.107/15 comma 12);
la definizione delle risorse occorrenti, l'attuazione dei principi per le pari
opportunità e per la lotta alle discriminazioni;
i percorsi formativi e le iniziative diretti all'orientamento e alla valorizzazione
del merito scolastico e dei talenti (Legge n. 107/15 comma 29);
le azioni per difficoltà e problematiche relative all’integrazione degli alunni
stranieri e con italiano come L2;
le azioni specifiche per alunni adottati;
le azioni per sviluppare e migliorare le competenze digitali di alunni e
personale;
6
la descrizione dei rapporti con il territorio.
Il Piano dovrà inoltre includere ed esplicitare:
gli indirizzi del Dirigente Scolastico e le priorità del RAV;
il fabbisogno di posti comuni, di sostegno, e per il potenziamento dell'offerta
formativa (comma2);
il fabbisogno di ATA (comma3);
il fabbisogno di strutture, infrastrutture, attrezzature materiali;
il piano di miglioramento (riferito al RAV);
la rendicontazione sociale e la pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti.
L'Atto di Indirizzo fa espresso riferimento ai commi della legge 107 che espressamente si
riferiscono al Piano dell'Offerta Formativa Triennale e che indicano anche il quadro e le
priorità ineludibili.
Il predetto Piano dovrà contenere anche la programmazione delle attività formative rivolte
al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché la definizione delle
risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche.
Il Piano potrà essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre di ogni anno successivo
al 2016.
Poiché il presente Atto di Indirizzo, introdotto da una normativa recente, si colloca in un
momento di grandi cambiamenti normativi, si prevede sin d'ora che possa essere oggetto
di revisione, modifica o integrazione.
Considerando i principi di base espressi in precedenza, si riassumono di seguito
MODALITA' e CRITERI che hanno caratterizzato principalmente l'elaborazione del
presente Atto di Indirizzo.
MODALITA'
I presenti argomenti definiscono le direttrici lungo le quali l'Istituto vuole orientare la
propria Offerta Didattica. Per l'attuazione di tali linee e per favorire la proficua
partecipazione alla vita della scuola di tutte le sue componenti, nel rispetto dei ruoli, si
evidenziano in particolare le seguenti modalità operative:
− Programmazione e pianificazione, nei vari aspetti, della didattica e delle
attività, recependo in particolare l'impulso verso una programmazione per
competenze, anche secondo le linee indicate dalle prove INVALSI
(prove
nazionali di valutazione) e, più in generale, dalle raccomandazioni europee;
7
− Realizzazione di un sistema di autovalutazione della scuola, coerentemente a
quanto previsto dal recente Sistema Nazionale di Valutazione, che analizzi e
monitori i processi scolastici per l’individuazione dei punti di forza e di debolezza
degli stessi nella prospettiva del miglioramento continuo e della rendicontazione
(Piano di Miglioramento e Bilancio);
− Miglioramento delle modalità, degli strumenti e dei contenuti della
comunicazione tra tutte le componenti scolastiche (studenti, famiglie, docenti e
personale amministrativo). In particolare in riferimento a: orari, modalità di
richiesta, accesso e trasmissione alla modulistica, agli atti, a circolari e a
documenti, trasparenza e comunicazione scuola-allievi e scuola-famiglia in
merito a programmazione, obiettivi didattici, criteri di valutazione, ritardi,
assenze e di ogni altro elemento inerente il profilo didattico-disciplinare del
singolo allievo;
− Promozione di una cultura digitale consapevole, anche nell'uso degli strumenti
informatici nella programmazione didattica ordinaria;
− Potenziamento e manutenzione
delle infrastrutture
didattiche,
multimediali e di laboratorio della scuola e promozione del loro inserimento e
utilizzo nella programmazione didattica ordinaria, anche attraverso attività
di ampliamento dell'offerta formativa;
− Continuità verticale, finalizzata ad accompagnare l'allievo nel passaggio tra i
tre ordini di scuola e alla condivisione professionale dell'impianto curricolare e
metodologico;
− Orientamento in uscita, finalizzato a potenziare la consapevolezza dello
studente sulle proprie capacità ed attitudini in relazione alla prosecuzione del
suo percorso di studi.
A tal fine sarà necessario :
− sostenere formazione ed autoaggiornamento
per la diffusione dell'innovazione
metodologico-didattica;
− implementare i processi di progressiva dematerializzazione , riduzione di spesa delle
procedure e trasparenza amministrativa;
− accrescere la quantità e la qualità delle forme di collaborazione con il territorio: reti,
accordi e protocolli d'intesa.
Si individuano, in particolare, le sottoelencate priorità di gestione ed
amministrazione:
per ciò che concerne i posti per il potenziamento dell'offerta formativa il fabbisogno sarà
definito in relazione ai progetti ed alle attività contenuti nel Piano;
8
i progetti e le attività sui quali si pensa di utilizzare docenti dell'organico del
potenziamento devono fare esplicito riferimento al RAV e al piano di miglioramento,
definendo con esattezza l'area disciplinare coinvolta. Si terrà
conto del fatto che
l'organico di potenziamento deve servire anche alla copertura delle supplenze brevi e
quindi si eviterà di assorbire sui progetti
l'intera quota disponibile;
nell'ambito dei posti di potenziamento saranno accantonate preliminarmente le
necessarie per il semiesonero del collaboratore del dirigente;
nell'ambito delle scelte di organizzazione, dovranno essere previste la figura del
responsabile di plesso e quella del coordinatore di classe per la scuola secondaria
primo grado.
CRITERI
QUALITA' DELL'INSEGNAMENTO
•
•
•
•
Didattiche innovative
Utilizzo di nuove tecnologie nella didattica
Progettazione tra diversi ordini di scuola per la costruzione di un curricolo
verticale
Formazione e aggiornamento del personale
POTENZIAMENTO E AMPLIAMENTO DISCIPLINARE
•
•
•
Potenziamento dell'apprendimento delle lingue comunitarie
Valorizzazione delle eccellenze
Approfondimenti disciplinari
INCLUSIONE
•
•
•
•
•
Costruire percorsi didattici per alunni in situazione BES
Favorire i processi di inclusione degli alunni figli di migranti
Attenzione e cura degli alunni nella fase di accoglienza
Favorire l'integrazione degli alunni con disabilità
Sostenere con interventi didattici e tecnologie adeguate gli alunni con DSA
PROMOZIONE DEL BENESSERE
•
•
•
•
Porre attenzione agli ambienti di apprendimento
Orientamento e Continuità
Teatro, Laboratori, Musei
Prevenzione del disagio e della dispersione scolastica
9
ore
di
VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
•
•
Storia e tradizioni locali
Conoscenza dei beni ambientali, artistici e culturali
CITTADINANZA E COSTITUZIONE
•
•
•
•
•
•
•
Educazione
Educazione
Educazione
Educazione
Educazione
Educazione
Educazione
alla cittadinanza
stradale
ambientale
alla salute
alimentare
all'affettività
all'utilizzo consapevole del Web
Si ritiene utile, in conclusione, includere nell’ ”Atto di indirizzo” dirigenziale per l’
“Offerta Formativa Triennale” alcune linee fondanti che hanno sinora sostenuto l’impianto
sistemico di questo Istituto Comprensivo “Cremona Tre”, perché se ne possa fare, anche
all’esterno, oggetto di riflessione ponderata su quanto ci si ripromette di costruire nel
tempo a venire, a vantaggio dell’intera comunità scolastica per il benessere psico-fisico di
tutti gli alunni che vi appartengono.
10
Il piano di dimensionamento delle scuole dell'infanzia
e del primo ciclo e la nascita
dell'Istituto Comprensivo “Cremona Tre ”
A seguito della legge 111/2011 e successive modifiche e integrazioni, i parametri
dimensionali di riferimento per le istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione sono
state oggetto di revisione. In particolare, è stata disposta l’aggregazione delle scuole
dell’infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado in Istituti
Comprensivi, con la conseguente soppressione di direzioni didattiche e scuole secondarie
di primo grado autonome, con l’obiettivo di raggiungere un numero minimo medio
provinciale per autonomia di 1.000 studenti.
In armonia con quanto disposto dalla normativa citata e dalle linee di indirizzo fornite dalla
Regione Lombardia, la Provincia aveva provveduto ad avviare il processo di aggregazione
delle scuole previsto dalla normativa con propria DGP n. 30 del 24.01.2012 definendo per
l’a.s. 2012/2013 solo gli ambiti territoriali n. 1 (Casalmaggiore) e n. 15 (Pandino – Rivolta
d'Adda) e rinviando il completamento dell'operazione all'a.s. 2013/2014. La Regione
Lombardia ha recepito integralmente la suddetta proposta provinciale con proprio atto
giuntale n. 3039 del 22.02.2012.
Per l’a.s. 2013/2014, la Regione Lombardia, con propria deliberazione di Giunta n. IX/3744
dell'11.07.2012, ha previsto il completamento del processo di "verticalizzazione" in Istituti
Comprensivi delle istituzioni scolastiche autonome ancora costituite separatamente in
direzioni didattiche e scuole secondarie di primo grado, in continuità con la
programmazione dell'a.s. 2012/2013 e sulla base dei medesimi principi, al fine di garantire
equità di trattamento tra le diverse realtà territoriali, invitando le Province a trasmettere le
rispettive deliberazioni entro il 31 ottobre 2012.
Dopo numerose consultazioni territoriali, con deliberazione di Giunta Provinciale n. 408 del
30.10.2012, è stata approvata la proposta di modifica al piano di dimensionamento della
rete scolastica del primo ciclo di istruzione a partire dall' a. s. 2013/2014, completando, in
armonia con quanto disposto dalle indicazioni regionali, il processo di verticalizzazione
delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione.
11
DATI DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO “CREMONA TRE”
Aggiornati al dicembre 2015
Numero Alunni
Secondaria 1° grado
Numero Alunni
Primaria
Totale Alunni
Istituto
Comprensivo
Numero Alunni
Infanzia
Numero Docenti
Primaria
Numero ATA
Secondaria 1° grado
21
Numero ATA
Primaria
Numero ATA
Infanzia
12
Alunni
“Vida”
Alunni
“Colombo”
Alunni
“Amati”
Alunni San Felice
104
72
34
111
Numero Docenti
Infanzia
Totale
Numero
ATA
Istituto
Comprensivo
321
911
Numero Docenti
Secondaria 1° grado
Numero
Docenti
Istituto
Comprensivo
486
486
214
107
53
Alunni
“La Gabbianella”
Docenti
“Vida”
Docenti
“Colombo”
24,5
Docenti
“Amati”
9,5
Docenti
San Felice
2,5
Docenti
“La Gabbianella”
2,5
51
72
5
13
ATA
“Vida”
ATA
“Colombo”
13
ATA
“Amati”
2
4
6
ATA
San Felice
1
ATA
“La Gabbianella”
1
2
IL CURRICOLO VERTICALE DELL'ISTITUTO COMPRENSIVO
“CREMONA TRE“
Una prospettiva e un impegno
La costituzione dell’Istituto Comprensivo “Cremona Tre”, conseguenza del piano di
dimensionamento della rete scolastica delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di
istruzione, vede l’accorpamento in una sola istituzione scolastica delle Scuole dell’Infanzia
di Malagnino “La Gabbianella” e di San Felice (Cremona), delle Scuole Primarie “Colombo”
di Cremona - città e “Amati” di Malagnino e dell’Istituto Secondario di I grado “Vida” di
Cremona.
L’unione di scuole che hanno costruito nel tempo la propria identità educativa e
culturale, in relazione alle specifiche fasce di età degli alunni, alle esigenze del contesto e
del territorio, alla progettualità dei vari Collegi Docenti, ha imposto l’avvio di un processo
complesso, ma necessario, di costruzione di un linguaggio comune tra i diversi ordini di
Scuole, per elaborare un curricolo verticale capace di rendere il più possibile costruttivo ed
efficace il percorso di ogni alunno.
Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo costituiscono il quadro di riferimento delle
scelte affidate alla progettazione delle scuole nel rispetto e nella valorizzazione
dell’autonomia delle Istituzioni Scolastiche.
I “traguardi per lo sviluppo delle competenze” delineati nelle Indicazioni,
rappresentano una filigrana sottesa all’azione delle scuole, una nervatura significativa a cui
fare costante riferimento nella progettazione dell’Istituto Comprensivo, intesa come quadro
comune, da condividere tra i diversi livelli scolastici, in grado di offrire agli insegnanti i
materiali per la costruzione dei concreti curricoli da praticare in aula.
I docenti si impegnano nella definizione di standard di apprendimento, in
progressione verticale, come esiti attesi nelle varie fasi del percorso di formazione,
elaborando un curricolo, scandito in traguardi graduali e progressivi, organizzati attorno ad
alcuni assi culturali strategici ( i linguaggi, la matematica, la storia, la pratica musicale, la
tecnologia…).
Tale impegno da parte dei docenti nasce dall’esigenza di andare al di là dei luoghi
comuni sul termine “continuità”, che tende a semplificare il concetto di curricolo verticale,
abbassando il livello delle aspettative di tutti i soggetti coinvolti (allievi, docenti, genitori).
L'apprendimento, la crescita, lo sviluppo sono legati a nuove imprese e sfide
continue, attraverso contenuti che attivino processi più raffinati, argomentazioni più
complesse: si dovrebbe parlare di discontinuità utile.
I docenti di strumento musicale della Secondaria, in collaborazione con le docenti di
musica della Primaria, collaborano per la realizzazione di un progetto comune, con lezioni
di strumento a cadenza settimanale, rivolte agli alunni delle classi quinte della Primaria
dell’Istituto Comprensivo, plesso “Colombo”, Cremona - città.
Si tratta cioè di elaborare azioni e linee comuni, e contemporaneamente scegliere
contenuti, linguaggi e metodologie diverse a seconda delle età degli allievi in modo che sia
evidente ed apprezzabile una sostanziale ed autentica progressione di competenze nella
capacità di esposizione e di espressione degli alunni, nell'arco del primo ciclo di istruzione.
13
Occorre evitare il rischio di intendere la continuità in modo banale e lavorare
piuttosto sulla discontinuità delle esperienze di apprendimento: la discontinuità utile si
traduce in una progressione di competenze, da realizzare, come detto nelle Indicazioni,
attraverso la predisposizione di una serie di ambienti di apprendimento, differenziati e
progressivamente arricchiti, ma con una regia comune degli insegnanti dell'Istituto
Comprensivo.
Con ambienti di apprendimento si rimanda ad un apprendimento attivo, partecipato,
in cui si mettono in gioco motivazioni, emozioni, socialità e se la parola competenza evoca
conoscenze dichiarate e abilità, un metodo di lavoro, l'idea di processi da attivare, il clima
favorevole, la partecipazione emotiva, la sfida dell'impresa conoscitiva, allora l'alunno
competente è colui che usa anche le risorse dell'ambiente, colui che partecipa più
consapevolmente ad un ambiente culturalmente organizzato, sapendo utilizzare tutti gli
strumenti della conoscenza. Così è possibile costruire una comunità di pratiche e di
apprendimento: questa è la classe che lavora sulle competenze.
In questo senso la costituzione dell'Istituto Comprensivo ha rappresentato per i
docenti l'occasione e l'impegno per sviluppare una vera e propria comunità professionale
all'interno della quale ci si è confrontati in modo costruttivo, si è condiviso un linguaggio
comune, si cresce insieme nella progettazione del curricolo verticale, da articolare per
obiettivi di apprendimento e per traguardi di competenza, in relazione ai diversi percorsi
disciplinari.
L'impegno dei docenti dell' Istituto Comprensivo “Cremona Tre” si definisce dunque
nella prospettiva di ricerca alle radici del curricolo verticale, nella scoperta degli elementi
invarianti che corrono lungo tutto il curricolo - la ricorsività di azioni cognitive sempre più
sicure e consapevoli - per coniugarli con gli elementi variabili dell'esperienza di conoscenza
– contenuti sempre più ampi, abilità sempre più differenziate – assicurando coerenza e
coesione all'intera formazione di base.
COM’E’ STATO COSTRUITO IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA
Con il Piano dell’Offerta Formativa si è inteso fornire all’utenza un documento che
dia una visione d’insieme sulle finalità, sulle linee pedagogiche, sull’organizzazione e sui
percorsi educativo – didattici dell’Istituto Comprensivo.
Per facilitare nella consultazione del documento si è mantenuta una suddivisione
degli ambiti INFANZIA – PRIMARIA - SECONDARIA di I GRADO, data la composizione
dell’Istituto, formato da plessi distribuiti sul territorio, anche fuori dal Comune di Cremona.
La “parte comune” sinora descritta delinea l’identità della Scuola nelle parti
ritenute fondative di un progetto didattico - educativo che garantisca a tutti gli allievi
uguaglianza di opportunità in un’età decisiva per la loro crescita.
Grazie all’autonomia scolastica entrata in vigore col DPR 275/99 e in virtù della
Legge n. 53/2003 e del Decreto Legislativo n. 59/2004, normativa poi aggiornata con le
Nuove Indicazioni del DM del 31/07/2007, l’Istituto col Piano dell’Offerta Formativa declina
il curricolo fondamentale obbligatorio proposto dal Ministero nel proprio curricolo d’Istituto,
in base anche alle indicazioni date dall’Ufficio Scolastico Regionale, alle esigenze del
territorio e alle proprie risorse umane e finanziarie.
14
L’Istituto si ispira anche alle linee fondamentali della Carta dei Diritti dello Studente
e in particolare all'art. 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni […]. È compito della Repubblica (e quindi
anche della Scuola) rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di
fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona
umana e l'effettiva partecipazione di tutti […] all'organizzazione politica, economica e
sociale del paese." Questo significa che l’Istituto pone al centro della propria azione lo
sviluppo della persona-alunno nella sua interezza, cercando di predisporre un percorso di
formazione personale e di apprendimento che lo valorizzi e porti alla luce le sue
potenzialità.
Inoltre l’Istituto si attiene alla nuova normativa vigente in materia di Disturbi
Specifici dell’Apprendimento: la legge 170 del 2010 e le nuove Linee guida del Decreto
Ministeriale del 12 luglio 2011. Le Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento in ambito scolastico sollecitano ancora una volta la scuola a porre al centro
delle proprie attività e della propria cura la persona. La legge si focalizza sulla didattica
individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure dispensative,
su adeguate forme di verifica e di valutazione per la tutela del diritto allo studio.
“UNA SCUOLA PER TUTTI E PER CIASCUNO”
Una scuola per tutti e per ciascuno si muove secondo una logica inclusiva ed è orientata
da precisi criteri, che vanno a guidare la progettazione formativa e quella didattica:
• Incontro con la persona nella sua interezza, con i punti di forza e di debolezza;
• Rispetto della necessità di aiuti particolari, evitando comunque di creare
differenze e divisioni;
• Risposta ai bisogni individuali, ricercando la flessibilità all’interno di un sistema
stabile.
Per la progettazione di percorsi volti a costituire comunità solidali che accolgono,
rispettano, valorizzano i diritti ed i doveri di tutti secondo le possibilità di ognuno, è
essenziale evidenziare alcuni momenti importanti:
• L’accoglienza, intesa come disponibilità quotidiana all’ascolto ed all’aiuto verso
tutti, in risposta al bisogno fondamentale di sviluppare l’identità personale e
l’appartenenza al gruppo;
• La comunicazione e la relazione, per soddisfare nel singolo bambino/ragazzo e
nella collettività sia il desiderio di esprimere sé stessi nel contatto quotidiano sia la
necessità del confronto, condividendo le uguaglianze e rispettando le differenze;
• L’introduzione di didattiche individualizzate per semplificare, differenziare,
personalizzare e dare risposta al bisogno di sviluppare abilità e conoscenze, tutelando e
garantendo ad ogni alunno il diritto di poter seguire percorsi uguali adeguati alle proprie
condizioni e caratteristiche, al fine di raggiungere successi scolastici.
15
Nella scuola si incontrano sempre più differenze a cui essere sensibili, attraverso la
personalizzazione degli interventi educativi e la individualizzazione della didattica.
L’ INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’
L’integrazione nella scuola di tutti è la strategia fondamentale per lo sviluppo, la crescita e
la conquista dell’autonomia da parte di ogni alunno in situazione di disabilità e/o disagio.
Scopo primario della scuola nell’accogliere la disabilità è quello di creare le condizioni
affinché ogni alunno possa sviluppare le proprie potenzialità “nell'apprendimento, nella
comunicazione, nelle relazioni, nella socializzazione”.
A tale fine la legge n.104 del 1992 stabilisce che la scuola provveda ogni anno alla
formulazione di un piano educativo individualizzato che risponda alle esigenze specifiche di
ciascun soggetto con disabilità. Il piano (PEI) è indirizzato costantemente verso il
miglioramento della qualità dell’integrazione, seguendo come direttrici fondamentali:
• Emotività: conoscenza di sé, autostima, espressione di emozione;
• Relazionalità: socializzazione partecipata, acquisizione di ruolo nel gruppo;
• Cognitività: aumento di esperienze, capacità, competenze, conoscenze;
• Autonomia: padronanza sull’ambiente, indipendenza.
Tali indirizzi generali si concretizzano in un’azione educativa personalizzata sui bisogni
specifici dell’alunno, nel rispetto dei modi e dei tempi del suo apprendere, ma anche ben
inserita nella programmazione educativa e didattica della classe di appartenenza.
All’interno del percorso individuale si ritroveranno, infatti, quegli obiettivi previsti per la
classe, che sono stati selezionati valutandone: la significatività, la complessità e la
gradualità delle proposte rispetto alle specifiche capacità dell’alunno.
Anche la valutazione è individualizzata, relativa agli interventi educativi e didattici svolti;
riporta i progressi in rapporto alle potenzialità ed ai livelli di apprendimento iniziali.
Per la progettazione formativa e didattica e per la creazione di un contesto accogliente e
propositivo la scuola si avvale dei seguenti strumenti e predispone le seguenti azioni:
• protocollo di accoglienza degli alunni/e disabili, con particolare attenzione alla
predisposizione di un ambiente e di un contesto adatto alle esigenze più particolari;
• fascicolo personale contenente i seguenti strumenti: raccolta di informazioni in ingresso
dalle famiglie, dagli esperti, dalle scuole di provenienza, dalle figure assistenziali, dal
territorio; relazione osservativa dell’alunno; Piano Educativo personalizzato; relazione
finale delle attività di sostegno;
• assegnazione dei docenti che svolgono attività di sostegno, figure in possesso di
specifiche competenze osservative e didattiche, che utilizzano per coordinare la raccolta
dei dati, per definire significati e strategie, per proporre metodologie e strumenti. L’attività
16
essenziale dell’insegnante di sostegno, che è risorsa della scuola e nella scuola, consiste
nel coniugare, in collaborazione con i docenti di classe le esigenze del singolo alunno con il
contesto dei bisogni del gruppo in cui è inserito. Le insegnanti di classe a loro volta sono
soggetti pienamente coinvolti, partecipi e consapevoli del processo di integrazione;
• progetti specifici per la disabilità in collaborazione con assistenti alla persona, Enti locali,
altre scuole, specialisti della riabilitazione, cooperative di servizi, volti a promuovere la
socializzazione, l’integrazione e l’autonomia e a costruire un realistico progetto di vita;
• percorsi di accompagnamento rivolti alle famiglie improntati ad una reale collaborazione
e ad un’effettiva condivisione del progetto di vita dei bambini/e disabili;
• incontri di coordinamento con équipes di specialisti;
• costituzione ed attivazione del GLH d’Istituto, che ha il compito di promuovere e
coordinare i progetti e le azioni positive messe in atto da ogni ordine di scuola per favorire
l’integrazione.
Nella realizzazione di tali obiettivi l’Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti
riferimenti normativi:
•
•
legge 517/77: ha stabilito il principio dell'inclusione per tutti gli alunni disabili della
scuola elementare e media imponendo l'obbligo di una programmazione educativa
da parte di tutti gli insegnanti della classe, che venivano affiancati da un insegnante
specializzato per il "sostegno didattico".
Legge 104 del 5 febbraio 1992 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale
e i diritti delle persone handicappate." Raccoglie ed integra gli interventi legislativi
divenendo il punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale
delle persone con disabilità. Riconosce e tutela la partecipazione alla vita sociale
delle persone con disabilità, in particolare nei luoghi per essa fondamentali durante
l’infanzia e l’adolescenza, come la scuola.
•
Legge 142 del 8 giugno 1990: gli enti locali, gli organi scolastici e le unità sanitarie
locali, nell'ambito delle rispettive competenze, stipulano gli accordi di programma
finalizzati alla predisposizione, attuazione e verifica congiunta di progetti educativi,
riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché a forme di integrazione tra
attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche.
•
Linee guida sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità emanata dal MIUR
nel 2009: forniscono indicazioni in materia di integrazione degli alunni disabili nella
scuola.
•
Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento
italiano con la legge n. 18 del 3 marzo 2009.
All’interno dell’Istituto vengono infine individuate figure di insegnanti referenti della
disabilità sia per la scuola dell’infanzia e primaria sia per la scuola secondaria di primo
grado, le quali coordinano le azioni sovraesposte e partecipano ad azioni di formazione
concordate a livello territoriale.
17
ALUNNI CON DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA) E CON
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES)
Il concetto di BES si fonda su una visione globale della persona e la scuola è chiamata a
rispondere in modo articolato a tutti quegli studenti che evidenziano difficoltà stabili o
transitorie:
• negli apprendimenti;
• nello sviluppo di abilità e competenze;
• nel comportamento;
• nelle relazioni.
Come suggerisce la Direttiva Ministeriale, si estende il campo di intervento e di
responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali
(BES), comprendente: “svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento
e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della
lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.
La Scuola tiene presenti i seguenti riferimenti normativi :
•
•
•
•
•
Legge 8 ottobre 2010, n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici
di apprendimento in ambito scolastico”;
Decreto Ministeriale 5669 del 12 luglio 2011 “Linee guida disturbi specifici di
apprendimento”;
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni
con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione
scolastica”. Indicazioni operative;
Circolare Ministeriale N° 8 del 6 marzo 2013;
Chiarimenti del 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con
Bisogni Educativi Speciali”.
La Scuola pertanto si può avvalere dei seguenti strumenti :
•
•
una scheda di rilevazione dei bisogni;
un piano didattico personalizzato;
All’interno del nostro Istituto Comprensivo vengono individuate figure di insegnanti
referenti per alunni con BES, le quali parteciperanno ad azioni di formazione e/o di
prevenzione concordate a livello territoriale.
18
ALUNNI DI ALTRA MADRELINGUA
Partendo dal presupposto che gli alunni stranieri frequentano “ la scuola di tutti”, l’ Istituto
Comprensivo “Cremona Tre” intende l' Educazione all'Interculturalità come una offerta
formativa che fornisca, agli studenti di qualsivoglia provenienza, la possibilità sia di essere
inseriti in un contesto accogliente e rispettoso delle diversità sia di sviluppare appieno le
loro potenzialità attraverso conoscenze e competenze disciplinari, ai fini di comprendere la
realtà sempre più complessa e "globalizzata" in cui vivono. L’Istituto, al suo interno, ogni
anno redige, sviluppa e monitora progetti a carattere interculturale. Il Progetto Intercultura
si articola, quindi, su due livelli :
•
•
BUONE PRASSI PER L’ACCOGLIENZA;
INSERIMENTO E LA TUTELA DEL SUCCESSO SCOLASTICO PER GLI ALUNNI
PROVENIENTI DA ALTRI PAESI
attraverso :
1. la predisposizione di una serie di protocolli volti a favorire l’ accoglienza,
l'inserimento e il successo scolastico degli alunni stranieri comuni ai diversi
ordini di scuole dell’ Istituto, ma rispettosi delle necessità legate alle differenti
fasce d’ età;
2. l’avviamento di laboratori di Italiano L2, al fine di consentire l’ apprendimento
della lingua italiana e la prima alfabetizzazione agli alunni stranieri di recente
immigrazione.
FORMAZIONE ALL’INTERCULTURALITA’
Promuovere in tutti gli alunni atteggiamenti di apertura nei confronti delle diverse
culture, attraverso la partecipazione a progetti di educazione alla pace e
all’interculturalità interni o esterni all’Istituto.
Formare un gruppo di docenti, Commissione Intercultura d'Istituto, rappresentativo
dei vari ordini di scuola, che collabora, si aggiorna, promuove e favorisce l’
applicazione delle buone prassi, coordinate dai docenti che ricoprono il ruolo di
Funzione Strumentale Intercultura.
Questi parteciperanno ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate
a
livello territoriale.
L'Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi :
•
Circolare Ministeriale n. 24 del 1/3/2006 - Linee guida per l'accoglienza e
l'integrazione degli alunni stranieri;
•
Documento di indirizzo Ottobre 2007 - La via italiana per la scuola
interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri ;
•
Circolare Ministeriale n. 2 dell'8 gennaio 2010 - Indicazioni e
raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza non italiana;
19
•
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni
con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione
scolastica”. Indicazioni operative;
•
Circolare Ministeriale N° 8 del 6 marzo 2013;
•
Chiarimenti del 22 novembre 2013 “Strumenti di intervento per alunni con
Bisogni Educativi Speciali”.
ALUNNI ADOTTATI
Da alcuni anni la Lombardia è la regione con il maggior numero di bambini adottati ed
anche nella realtà locale e nel nostro Istituto Comprensivo vi è una presenza significativa
di bambini adottati in ambito nazionale ed internazionale. Dalla consapevolezza che esista
una “specificità dell’adozione” scaturisce inevitabilmente il bisogno di approfondimento e di
“investimento”.
A Cremona l'11/07/2013 è stato sottoscritto un importante Accordo di Programma fra
l'Ufficio Scolastico territoriale di Cremona, l'Azienda Ospedaliera, l'A.S.L, l'Azienda Sociale
Cremonese, il Consultorio Ucipem, il Gruppo “Gamma”, l'Associazione familiare “Genitori Si
Diventa”.
Si è creata dunque la possibilità di concretizzare sul territorio cremonese le direttive del
MIUR in merito al raggiungimento del benessere scolastico degli studenti adottati, dando
risposte agli effettivi bisogni, garantendo loro il diritto ad essere accolti adeguatamente ed
a vedere riconosciute e valorizzate le loro specificità.
L’ Istituto Comprensivo tiene presenti i seguenti riferimenti normativi :
•
•
Protocollo di intesa tra il MIUR e il CARE (Coordinamento delle Associazioni
familiari adottive e affidatarie in Rete) per "Agevolare l’inserimento, l’integrazione e
il benessere scolastico degli studenti adottati", del 26 marzo 2013;
L’accordo di programma “Adozione e scuola”, siglato a livello di provincia di
Cremona l’11 luglio 2013.
Nell’ Istituto Comprensivo ci si avvale dei seguenti strumenti di lavoro :
Progetti interni alle scuole attraverso :
• una raccolta di dati e documentazione interna alla scuola;
• il coinvolgimento dei genitori adottivi;
• il coinvolgimento dei docenti;
Un lavoro in rete :
•
un insegnante dell’Istituto Comprensivo presente al tavolo interistituzionale
provinciale per le adozioni.
20
All’interno del nostro Istituto Comprensivo viene individuata la figura dell’insegnante
referente per le adozioni, che ha il compito legato all’inserimento e all’accompagnamento
del bambino e della famiglia nell’ “iter” scolastico e che è presente al tavolo provinciale.
La tematica adottiva viene fatta rientrare nelle progettazioni che la Commissione
Intercultura declineranno nel corso dei vari anni scolastici.
La presente Direttiva di Indirizzo viene emanata a norma dell'art. 25 del D. Leg.vo
165/2001 e dell'art 1, comma 14 della legge 107/2015: essa costituisce riferimento per la
verifica annuale del POF e la valutazione del servizio formativo.
Il Collegio dei Docenti è tenuto ad assumerla ed ad adottarla ai fini della progettazione,
realizzazione e valutazione del PTOF nei modi e con gli strumenti che vorrà stabilire,
attraverso le collaborazioni e le sinergie sistematiche da attivare al suo interno nei gruppi
di lavoro, con le figure di sistema, i referenti dei progetti, i coordinatori di classe e i
collaboratori del D.S., al fine di un coordinamento efficace per il conseguimento degli
obiettivi.
Consapevole dell'impegno che i nuovi adempimenti comportano per il Collegio dei Docenti
e della responsabilità con cui il personale docente assolve normalmente ai propri doveri, il
Dirigente Scolastico ringrazia per la competente e fattiva collaborazione ed auspica che si
possa lavorare sempre insieme per il miglioramento della nostra Scuola.
f.to IL DIRIGENTE SCOLASTICO
Dott. Renato Suppini
21
SCUOLA DELL’INFANZIA
22
SCUOLA INFANZIA
SAN FELICE
“LA GABBIANELLA”
VIA MONTEVERDI, 9
26030 MALAGNINO
TEL/FAX: 0372 807721
e-mail: [email protected]
VIA SAN FELICE, 18
26100 CREMONA
TEL/FAX: 0372 434076
e-mail: [email protected]
SCUOLA INFANZIA
SCUOLA INFANZIA
SAN FELICE
MALAGNINO
Sezioni
2
Sezioni
2
Alunni
53
Alunni
51
Alunni stranieri
13
Alunni stranieri
5
Disabili
1
Disabili
1
Docenti curricolari
4
Docenti curricolari
4
docenti specialisti
Docente religione
docenti specialisti
3h
Docente religione
3h
Docente sostegno
13 h Docente sostegno
12 h
Funzionamento ore
40
40
Assistente “ad personam”
12 h
Funzionamento ore
Orario
da Lunedì a Venerdì
dalle 8:00 alle 16:00
Orario
da Lunedì a Venerdì
dalle 8:30 alle 16:30
Trasporto a cura del
Comune di Cremona
per gli aventi diritto
Trasporto a cura del
Comune di Malagnino
Disponibilità accoglienza anticipata
dalle 7:45
per alunni con genitori lavoratori che
presentino documentati problemi
Accoglienza anticipata
dalle 7:45
per alunni con genitori lavoratori che
presentino documentati problemi
23
I dati sopra riportati si riferiscono alla situazione presente nell'a.s. 2015/2016 .
Per il successivo triennio si ipotizza un sostanziale mantenimento della medesima e
pertanto, allo stato, non si prevede nessuna variazione riferibile al numero di posti
attualmente in organico.
Ovviamente resterà da attualizzare, in ciascun anno scolastico a venire, il dato relativo
alla frequenza nelle due scuole degli alunni disabili in possesso della certificazione, che
potrebbe causare il bisogno di incrementare la presenza di docenti e/o operatori da
impiegare per il sostegno psico-fisico necessario in “loco”.
PRINCIPI FORMATIVI
Le comunità scolastiche dell’Istituto Comprensivo Cremona Tre si ispirano ai principi
formativi contenuti nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo (DPR 20 marzo 2009, n. 89)
“quadro di riferimento per la progettazione curricolare affidata alle scuole”.
La scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni
personali dei bambini, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità
di ognuno, formare sul piano cognitivo e culturale, affinché ciascuno possa affrontare
positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e
futuri.
La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa
prospettiva, per il successo scolastico di tutti i bambini, con una particolare attenzione al
sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio. Particolare cura è
necessario dedicare alla formazione della sezione come gruppo, alla promozione dei legami
cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla
socializzazione.
La scuola si deve costruire come luogo accogliente, coinvolgendo in questo compito i
bambini stessi. Sono, infatti, importanti le condizioni che favoriscono lo star bene a scuola,
al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini a un progetto educativo
condiviso.
Il progetto che emerge è quello di una scuola che considera il bambino al centro
dell’azione educativa, come soggetto attivo e protagonista del percorso formativo; una
scuola che affianca al compito dell’insegnare ad apprendere quello del “saper stare nel
mondo”, condividendo il progetto educativo con la famiglia e la società, ognuno con il
proprio ruolo.
La scuola affianca al compito “dell’insegnare ad apprendere” quello “dell’insegnare a
essere”.
L’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ciascuno,
formare cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo
24
ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO
FINALITÀ
La scuola dell’infanzia si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai tre ai sei anni ed è la
risposta al loro diritto all’educazione e alla cura, in coerenza con i principi presenti nella
Costituzione della Repubblica, nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e nei documenti
dell’Unione Europea.
Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’IDENTITA’,
dell’AUTONOMIA, della COMPETENZA, e li avvia alla CITTADINANZA.
IDENTITÀ: consolidare l’identità significa imparare a conoscersi e a stare bene,
sperimentare diversi ruoli e sentirsi sicuri nell’affrontare nuove esperienze.
AUTONOMIA: sviluppare l’autonomia significa saper curare il proprio corpo, esprimere
sentimenti ed emozioni, motivare opinioni e scelte, coinvolgersi nelle varie attività con
fiducia, provando piacere nel fare da sé con atteggiamenti sempre più consapevoli.
COMPETENZA:
acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare,
curiosare, rappresentare esperienze proprie e altrui, fatti significativi, domandare,
imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto;
significa ascoltare e comprendere, raccontare e rievocare.
CITTADINANZA: vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro e dare
importanza ai suoi bisogni, al suo punto di vista e avvertire la necessità di gestire le
relazioni con regole condivise; significa mettere in atto comportamenti mirati al rispetto
degli altri, dell’ambiente, della natura.
Tali finalità sono perseguite attraverso:
•
occasioni di apprendimento create dalle insegnanti per favorire l’organizzazione di
ciò che i bambini vanno scoprendo, valorizzando ed estendendo le curiosità, le
esplorazioni, le loro proposte
•
l’organizzazione di un ambiente di vita e di relazioni
•
il dialogo sociale ed educativo con le famiglie e con la comunità
•
precisi criteri metodologici e strumenti di valutazione.
25
I CAMPI DI ESPERIENZA
Le occasioni di apprendimento sono deducibili dai diversi campi di esperienza.
Ciascuno offre un insieme di oggetti, situazioni, immagini e linguaggi, riferiti ai sistemi
simbolici della nostra cultura, capaci di evocare, stimolare, accompagnare apprendimenti
progressivamente più sicuri.
Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza relativa ai campi di
esperienza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare
piste di lavoro per organizzare attività ed esperienze volte a promuovere la competenza,
che a questa età va intesa in modo globale e unitario.
Il sé e l’altro
I bambini formulano tanti perché che rappresentano la loro spinta a capire il significato
della vita che li circonda e il valore morale delle loro azioni. Nella scuola hanno molte
occasioni per prendere coscienza della propria identità, per scoprire le diversità, per
apprendere le prime regole del vivere sociale.
Osservano l’ambiente che li circonda, colgono le diverse relazioni tra le persone;
partecipano alle tradizioni della famiglia e della comunità di appartenenza.
Ogni bambino cerca di dare un nome agli stati d’animo, sperimenta il piacere, il
divertimento, la frustrazione, la scoperta; si imbatte nelle difficoltà della condivisione e nei
primi conflitti, supera progressivamente l’egocentrismo e può cogliere altri punti di vista.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
•
Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare,
confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini.
•
Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri
sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato.
•
Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia,
della comunità e le mette a confronto con altre.
•
Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia e
riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta.
•
Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che
è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei
propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme.
•
Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove
con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono familiari,
modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e
con le regole condivise.
26
•
Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i
servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città.
Il corpo e il movimento
I bambini prendono coscienza del proprio corpo, utilizzandolo fin dalla nascita come
strumento di conoscenza di sé nel mondo. L’azione del corpo fa vivere emozioni e
sensazioni piacevoli, di rilassamento e di tensione, ma anche la soddisfazione del controllo
dei gesti, nel coordinamento con gli altri; consente di sperimentare potenzialità e limiti
della propria fisicità, sviluppando nel contempo la consapevolezza dei rischi di movimenti
incontrollati.
Le esperienze motorie consentono di integrare i diversi linguaggi, favoriscono la
costruzione dell’immagine di sé e l’elaborazione dello schema corporeo e possono essere
occasione per l’educazione alla salute.
La scuola dell’infanzia mira a sviluppare gradualmente nel bambino la capacità di leggere e
interpretare i messaggi provenienti dal corpo proprio e altrui, rispettandolo e avendone
cura. Essa mira altresì a sviluppare la capacità di esprimersi e di comunicare attraverso il
corpo per giungere ad affinarne le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, la
capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare secondo immaginazione e
creatività.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
•
Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale
comunicativo ed
espressivo, matura condotte che gli consentono una buona
autonomia nella gestione della giornata a scuola.
•
Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e
adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana alimentazione.
•
Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei
giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di
adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto.
•
Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di
movimento, nella musica, nella danza, nella comunicazione espressiva.
•
Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo e in
movimento.
27
Immagini, suoni, colori
I bambini esprimono pensieri ed emozioni con immaginazione e creatività: l’arte orienta
questa propensione, educando al piacere del bello e al sentire estetico.
I materiali esplorati con i sensi, le tecniche sperimentate e condivise nell’atelier della
scuola, le osservazioni di luoghi (piazze, giardini, paesaggi) e di opere (quadri, musei,
architetture) aiuteranno a migliorare le capacità percettive e a stimolare la creatività
nonché contagiare altri apprendimenti.
Il bambino, interagendo con il paesaggio sonoro, sviluppa le proprie capacità cognitive e
relazionali; esplora le proprie possibilità sonoro-espressive e simbolico-rappresentative,
accrescendo la fiducia nelle proprie potenzialità.
La scuola può aiutarlo, inoltre, a familiarizzare con l’esperienza della multimedialità (la
fotografia, il cinema, la televisione, il digitale), favorendo un contatto attivo.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
•
Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che
il linguaggio del corpo consente.
•
Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura
e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e
creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie.
•
Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di
animazione …); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e per la fruizione di
opere d’arte.
•
Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale
utilizzando voce, corpo e oggetti.
•
Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze
sonoro-musicali.
•
Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione
informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli.
I discorsi e le parole
La lingua, in tutte le sue funzioni e forme, è uno strumento essenziale per comunicare e
conoscere. È il mezzo per esprimersi in modi personali, creativi e sempre più articolati. La
lingua materna è parte dell’identità di ogni bambino, ma la conoscenza di altre lingue apre
all’incontro con nuovi mondi e culture.
I bambini si presentano alla scuola dell’infanzia con un patrimonio linguistico significativo,
ma con competenze differenziate, che vanno attentamente osservate e valorizzate.
In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano nuove capacità quando
interagiscono tra di loro, chiedono spiegazioni, confrontano punti di vista, progettano
giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze.
28
La scuola dell’infanzia ha la responsabilità di:
•
promuovere in tutti i bambini la padronanza della lingua italiana, rispettando l’uso
della lingua di origine
•
finalizzare l’estensione del lessico
•
sviluppare la corretta pronuncia dei suoni, parole e frasi
•
motivare un rapporto positivo con la lettura e la scrittura
•
familiarizzare con una seconda lingua.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
•
Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende
parole e discorsi, fa ipotesi sui significati.
•
Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni
attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative.
•
Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca
somiglianze e analogie tra i suoni e i significati.
•
Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre
spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole.
•
Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la
pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia.
•
Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione
attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media.
La conoscenza del mondo
I bambini esplorano continuamente la realtà e imparano a riflettere sulle proprie
esperienze descrivendole, rappresentandole, riorganizzandole con diversi criteri.
La curiosità e le domande sui fenomeni naturali, su se stessi e sugli organismi viventi e su
storie, fiabe e giochi tradizionali con riferimenti matematici, possono cominciare a trovare
risposte guardando sempre meglio i fatti del mondo. Esplorando oggetti, materiali e
simboli, osservando la vita di piante ed animali, i bambini elaborano idee personali da
confrontare con quelle dei compagni e degli insegnanti.
29
Oggetti, fenomeni, viventi
I bambini elaborano la prima “organizzazione fisica” del mondo esterno attraverso attività
concrete. Toccando, smontando, costruendo e ricostruendo, affinando i propri gesti, i
bambini individuano qualità e proprietà degli oggetti e dei materiali e si accorgono delle
loro eventuali trasformazioni.
Il proprio corpo è sempre oggetto di interesse, soprattutto per quanto riguarda i processi
nascosti. Si può così portare l’attenzione dei bambini sui cambiamenti insensibili o vistosi
che avvengono nel loro corpo, in quello degli animali e delle piante e verso le continue
trasformazioni dell’ambiente naturale.
Numero e spazio
La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni
giorno; poi, ragionando sulle quantità e sulla numerosità di oggetti diversi, i bambini
costruiscono le prime fondamentali competenze sul contare oggetti o eventi.
Piacevolmente operano e giocano con materiali strutturati, costruzioni, giochi da tavolo di
vario tipo. Gradualmente, scoprono concetti geometrici, realizzano elementari attività di
misura e imparano a rappresentare con simboli semplici i risultati delle loro esperienze.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
•
Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne
identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per
registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata.
•
Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana.
•
Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in
un futuro immediato e prossimo.
•
Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i
fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.
•
Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprirne le funzioni e i possibili
usi.
•
Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con
quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre
quantità.
•
Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come
avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra, ecc; segue correttamente un percorso
sulla base di indicazioni verbali.
30
ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI
L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica
dell’ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e
verifica.
In particolare lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto
estetico, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola.
Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di
espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’ambientazione fisica, la scelta di
arredamenti e oggetti volti a creare un luogo funzionale e invitante.
Si ritiene fondamentale organizzare l’ambiente di apprendimento in modo che ogni
bambino si senta riconosciuto, sostenuto e valorizzato. Sono infatti importanti le
condizioni che favoriscono lo star bene a scuola, al fine di ottenere partecipazione più
ampia dei bambini. Si allestiscono spazi per permettere ai bambini aggregazioni
diversificate, rispettando i loro interessi; pertanto vengono definiti angoli-gioco nelle
sezioni con materiali strutturati per giochi liberi – simbolici – logici – affettivi – motori o per
giochi organizzati dalle insegnanti: giochi di ruolo, mimo, linguistici, sonori ecc…
Altri spazi vengono definiti per attività guidate dalle insegnanti nell’arco della giornata col
piccolo o grande gruppo e contengono materiali più o meno strutturati.
GIORNATA SCOLASTICA
Il curricolo della scuola dell’infanzia non coincide con la sola organizzazione delle attività
didattiche che si realizzano nella sezione o nelle intersezioni, negli spazi esterni, nei
laboratori, negli ambienti di vita comune, ma si esplica in un’equilibrata integrazione di
momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse routine (l’ingresso, il
pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione dei ritmi della
giornata.
È compito fondamentale dell’insegnante programmare correttamente i diversi tempi della
vita scolastica, per garantire il benessere psico-fisico del bambino.
Pertanto la giornata scolastica è scandita da diversi momenti, ciascuno dei quali ha una
precisa valenza educativa.
SCUOLA - TERRITORIO
Le nostre scuole sono aperte alle iniziative rivolte ai bambini della scuola dell’infanzia
promosse sul territorio dall’Amministrazione comunale, dagli Enti Locali e dalle varie
Associazioni.
L’adesione a tali proposte permette di arricchire l’offerta formativa completando le
esperienze vissute a scuola.
SCUOLA - FAMIGLIA
Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini.
Nella diversità di stili di vita, di culture, di scelte etiche e religiose, esse sono portatrici di
risorse che devono essere valorizzate nella scuola, per far crescere una solida rete di
scambi comunicativi e di responsabilità condivise.
L’ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia è una grande occasione per prendere più
chiaramente coscienza delle responsabilità genitoriali. La famiglia è stimolata a partecipare
alla vita della scuola, condividendone finalità e contenuti, strategie educative e modalità
31
concrete per aiutare i piccoli a crescere e imparare, a diventare più “forti” per un futuro
che non è facile da prevedere e da decifrare.
L’accoglienza che la scuola attua nei confronti dei bambini non può prescindere dal
considerare anche le loro famiglie.
Il benessere dei piccoli dipende anche dal rapporto che le insegnanti riescono a stabilire.
Nel corso dell’anno scolastico si prevedono momenti d’incontro con i genitori che si
attuano attraverso:
Assemblee generali: di norma si svolgono due volte l’anno e vedono la partecipazione di
tutti i genitori dei bambini iscritti. In quel momento le insegnanti forniscono informazioni
sull’organizzazione della scuola e sulle attività progettate.
Consiglio di Intersezione: prevede momenti di valutazione, di conoscenza e di confronto su
questioni di carattere specifico fra le insegnanti del plesso e i rappresentanti dei genitori.
Durante questi incontri vengono illustrati i progetti didattici in corso e quelli in previsione,
si verifica l’organizzazione scolastica e si prendono in considerazione eventuali problemi
che possono sorgere durante l’anno.
Incontri individuali programmati: le insegnanti sono disponibili a colloqui con i genitori,
come momento di confronto e di verifica.
Feste: momenti ricreativi e socializzanti tra genitori, bambini ed insegnanti.
Nell’organizzazione delle feste i genitori sono chiamati a partecipare attivamente e a
portare il loro contributo.
SCELTE METODOLOGICHE
I presupposti fondamentali su cui si basa il nostro metodo per il perseguimento delle
finalità e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze mettono in evidenza alcune scelte
preliminari:
Porre in rilievo la “centralità del bambino”, con l’originalità del suo percorso
individuale, considerato in rapporto alla sua famiglia, alla società, all’ ambiente, alla
cultura.
Orientare l’attività didattica alla qualità dell’apprendimento di ciascun bambino e
non ad una sequenza lineare di contenuti, evitando trattazioni di argomenti
frammentati e distanti dall’esperienza.
Favorire una pratica basata sull’articolazione delle attività strutturate e libere
predisponendo spazi e materiali, adottando strategie di lavoro per gruppi
diversificati e laboratori, organizzando i tempi della giornata, scegliendo i contenuti
delle proposte didattiche in modo che ogni bambino possa raggiungere la propria
personale maturazione ed il pieno sviluppo delle sue competenze.
Considerare il gioco come risorsa privilegiata e come strumento per apprendere in
tutti i campi in quanto dimensione tipicamente umana, tramite
la
quale
il
bambino si “appropria” del mondo.
32
Dare spazio all’esplorazione, manipolazione, alla ricerca e alle varie forme
espressive, per soddisfare la curiosità e la creatività dei bambini.
Sottolineare l’importanza della vita di relazione, promuovendo legami cooperativi,
condizione importante per lo sviluppo della personalità di ciascuno, facilitando la
soluzione dei problemi, il superamento delle difficoltà.
MODALITA’ DI VALUTAZIONE E DI OSSERVAZIONE
L’attività di valutazione nella scuola dell’infanzia risponde ad una funzione di carattere
formativo, che riconosce, accompagna, descrive e documenta i processi di crescita, evita di
classificare e giudicare le prestazioni dei bambini, perché è orientata ad esplorare e
incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità, per consentire a ciascuno di realizzarsi
al massimo grado possibile.
La valutazione si basa sull’ osservazione e riguarda i livelli di sviluppo dei bambini e il
contesto di apprendimento.
L’osservazione, nelle sue varie funzioni, accompagna l’azione dell’insegnante in modo
continuativo e diventa strumento di controllo dell’azione educativa e della progettazione
didattica.
Gli aspetti importanti da osservare sono:
la dinamicità della situazione, i cambiamenti e le evoluzioni che la caratterizzano,
con una particolare attenzione agli stati d’animo e alle emozioni che i bambini
esprimono nel gioco libero e nelle attività didattiche;
i vari aspetti della comunicazione interpersonale fra bambini e con gli adulti, sia nel
piccolo che nel grande gruppo;
i contesti e le situazioni che sostengono e favoriscono la curiosità dei bambini, il
loro atteggiamento di esplorazione e ricerca, l’apprendimento attraverso
l’esperienza.
Partendo dalla osservazione degli interessi e dei bisogni dei bambini, il percorso educativo
e didattico si sviluppa in modo flessibile, modificabile (secondo le risposte che i bambini
danno alle proposte) e trasversale a tutti i campi di esperienza.
I livelli raggiunti da ogni bambino richiedono di essere osservati più che misurati, compresi
più che giudicati, poiché compito della scuola è quello di identificare i processi da
promuovere, sostenere e rafforzare per consentire a ciascuno di realizzarsi al massimo
grado possibile.
33
PRINCIPI PROGETTUALI COMUNI
ACCOGLIENZA
La scuola dell’infanzia si presenta come un ambiente protettivo, capace di accogliere le
diversità e di promuovere le potenzialità di tutti i bambini, che fra i tre e i sei anni
esprimono una grande ricchezza di bisogni ed emozioni,
Il concetto di accoglienza è un principio centrale della nostra scuola e si considera
fondamentale:
riconoscere ed accogliere i bisogni, le caratteristiche, le differenze, le storie
personali delle bambine e dei bambini attivando tutte le possibili soluzioni
organizzative, strumentali, didattiche ed educative che rispondano alle specificità
presenti nella scuola
allestire gli spazi della scuola e delle sezioni con giochi e materiale per creare un
ambiente accogliente e rassicurante per tutti e in particolare per i piccoli.
favorire un inserimento graduale nella scuola ( primi due giorni solo grandi e
mezzani)
rassicurare le famiglie sull’attenzione che la scuola pone nel ricevere i figli ed
avviare un percorso di conoscenza e di collaborazione
convocare un’assemblea con i genitori dei nuovi iscritti a maggio per illustrare i
principi educativi, visitare i locali scolastici e comunicare i tempi di iniziale
accoglienza
organizzare una giornata di pre-inserimento a giugno con i bambini nuovi iscritti
insieme ai genitori.
INTERCULTURA
La scuola, come importante nucleo sociale, può e deve favorire l’accettazione dell’altro. La
presenza di bambini con radici culturali diverse è un fenomeno ormai strutturale e deve
trasformarsi in un’opportunità per tutti.
Finalità delle nostre scuole sarà quello di promuovere la piena integrazione in un ambiente
di vita sereno dove esiste la possibilità di espressione per tutti, valorizzando le diverse
identità e radici culturali.
Si ritiene importante:attuare modalità di accoglienza finalizzate all’inserimento con
interventi specifici riguardanti l’apprendimento dell’italiano per i bambini stranieri
coinvolgere i genitori stranieri prevedendo momenti di incontro e scambio con tutti
i genitori
programmare colloqui con i genitori alla presenza, dove necessario, di un mediatore
culturale.
34
DISABILITA’- DISAGIO (BES)
La scuola italiana sviluppa la propria azione educativa in coerenza con i principi
dell’inclusione delle persone
considerando l’accoglienza della diversità un valore
irrinunciabile.
Particolare cura deve essere riservata ai bambini con disabilità o con bisogni educativi
speciali, attraverso adeguate strategie organizzative e didattiche, da considerare nella
normale progettazione dell’offerta formativa. Per affrontare difficoltà non risolvibili dai soli
insegnanti curricolari, la scuola si avvale dell’apporto di professionalità specifiche come
quelle dei docenti di sostegno e di altri operatori.
Risulta fondamentale:
individuare i bisogni e creare le condizioni per l’effettivo successo formativo di
ciascuno finalizzate soprattutto al raggiungimento della massima autonomia
possibile
mettere in atto strategie organizzative e didattiche (compatibilmente con le risorse
presenti: spazi, strumenti, risorse umane) utili a garantire a ciascun bambino il
diritto di “crescere”, rispettando e valorizzando capacità ed esperienze personali
strutturare un percorso individualizzato (PEI) o interventi didattici differenziati
garantire forme di collaborazione con le famiglie, enti locali ed équipes territoriali
per una necessaria uniformità di interventi educativi.
CONTINUITA’
Negli anni dell’infanzia la scuola accoglie, promuove e arricchisce l’esperienza vissuta dei
bambini in una prospettiva evolutiva, le attività educative offrono occasioni di crescita
all’interno di un contesto educativo orientato al benessere, alle domande di senso e al
graduale sviluppo di competenze riferibili alle diverse età, dai tre ai sei anni.
Si ritiene pertanto necessario per i bambini nuovi iscritti ricevere informazioni dalle
famiglie, dagli educatori degli asili nido, per capire e riconoscere l’unicità di ogni bambino
e progettare percorsi formativi strettamente legati alla relazione e ai bisogni di ciascuno.
Anche il passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria costituisce un momento
molto importante nel percorso di crescita dei bambini che devono affrontare nuove e
significative esperienze.
E’ quindi indispensabile il raccordo tra gli insegnanti dei due ordini di scuola impegnati in
una progettazione comune.
L’impegno delle insegnanti mira a:
realizzare un percorso educativo-didattico per supportare i bambini nell’approccio
con la scuola primaria
attuare una corretta trasmissione di informazioni utili e significative tra le insegnanti
interessate, riguardanti le caratteristiche personali, le capacità e le competenze dei
singoli alunni.
35
CONVIVENZA CIVILE
Nella scuola d’infanzia l’educazione alla Cittadinanza e alla Costituzione si declina come
una tematica trasversale nelle molteplici attività proposte; la nostra finalità è far scoprire le
regole, i modelli delle relazioni interpersonali e le norme di comportamento.
Il bambino che entra nella scuola a tre anni incontra il primo piccolo esempio di comunità
civile; i bambini sperimentano qui il piacere e le difficoltà della condivisione e i primi
conflitti, superano progressivamente l’egocentrismo disponendosi a cogliere la presenza di
altri bambini con le loro esigenze e le loro necessità.
Attraverso la condivisione di giochi, la gestione di ruoli, di eventuali conflitti, si sollecita:
l’accettazione dei limiti posti ai propri bisogni e ai propri desideri,
l’acquisizione delle prime regole sociali e morali,
l’espressione di sentimenti positivi e negativi,
la regolazione delle emozioni attraverso lo scambio verbale e il rapporto con gli altri.
L’intento è quello di guidare gradualmente il bambino a:
sviluppare una capacità generica di stare con gli altri
a comprendere, condividere, aiutare e cooperare in vista del riconoscimento del
valore di ogni persona.
porre le fondamenta di una prima consapevolezza dei propri diritti e dei diritti degli
altri nel rispetto delle diversità culturali e religiose.
IRC
L'insegnamento della religione cattolica intende offrire, ai bambini che se ne avvalgono,
occasioni per lo sviluppo integrale della persona, partendo dal vissuto di ciascuno per
valorizzarne la dimensione affettiva, religiosa, morale e spirituale.
Viene proposta nel rispetto del processo di crescita della persona e con modalità
diversificate a seconda della specifica fascia d'età.
Il progetto è finalizzato a:
aiutare il bambino nella reciproca accoglienza;
cogliere i segni della vita cristiana ed aiutare ad intuirne i significati;
esprimere e comunicare con parole, gesti, simboli e segni la loro esperienza
religiosa.
36
SCUOLA PRIMARIA
37
SCUOLA PRIMARIA “COLOMBO-APORTI “
Via Realdo Colombo, 1
26100 CREMONA
Tel. E Fax 0372 /20206
SCUOLA PRIMARIA “G.AMATI”
Via Montevervi, 9
26030 MALAGNINO (CR)
Tel. 0372 / 58017
e-mail : [email protected]
e-mail : [email protected]
SCUOLA PRIMARIA
SCUOLA PRIMARIA
“COLOMBO-APORTI “
“G.AMATI”
Classi
10 Classi
6
Alunni
214 Alunni
107
Alunni stranieri
80 Alunni stranieri
Disabili
10 Disabili
Docenti curricolari
13
1
19,5 Docenti curricolari
Organico potenziato
8,5
1 Organico potenziato
docenti specialisti
6h
docenti specialisti
Docenti religione
6 h Docente religione
12 h
Docenti sostegno
4 Docenti sostegno
1
40 Funzionamento ore
30
Funzionamento ore
Assistenza alla mensa
Orario
da Lunedì a Venerdì
dalle 8:15 alle 16:15
6 h e 40'
Orario
da Lunedì a Venerdì
dalle 8:30 alle 15:50
Trasporto a cura del
Comune di Malagnino
Accoglienza anticipata
dalle 7:30
per alunni con genitori lavoratori che
presentino documentati problemi
Accoglienza anticipata
dalle 7:45
per alunni con genitori lavoratori che
presentino documentati problemi
38
I dati sopra riportati si riferiscono alla situazione presente nell'a.s. 2015/2016.
Per il successivo triennio si ipotizza un sostanziale mantenimento del numero degli iscritti
nei due plessi e pertanto, allo stato, non si prevede nessuna variazione significativa
riferibile ai posti funzionanti attualmente nell' organico “di fatto”.
Ovviamente resterà da attualizzare, in ciascun anno scolastico a venire, il dato relativo
alla frequenza nelle due scuole degli alunni disabili in possesso della certificazione, che
potrebbe causare il bisogno di incrementare la presenza di docenti e/o operatori da
impiegare per il sostegno psico-fisico necessario in “loco”.Per ciò che attiene l'organico
“potenziato”, si auspica l'incremento di almeno altre due unità, che consentirebbero
l'aumento di ore curricolari sia al “Colombo – Aporti” (presenza piena di n. 20 docenti con
il corretto raddoppio della risorsa per ciascuna classe nel tempo “pieno”), che a Malagnino
(maggior disponibilità oraria giornaliera sino al funzionamento per otto ore, con
conseguente svolgimento di attività didattiche più valorizzate come l'inglese, l'ed. musicale
e allo strumento, l'ed. motoria, ecc.)
LA NOSTRA IDENTITA'
Riflettendo sull'identità e sul ruolo della nostra scuola oggi, emerge innanzitutto la
consapevolezza che la scuola concorre, insieme ad altre agenzie, alla formazione della
persona nella sua interezza. Il suo ruolo è quindi quello di sviluppare
un progetto
intenzionalmente rivolto alla promozione della persona senza ridurla ai soli aspetti cognitivi
e razionali.
L'organizzazione basata esclusivamente sulle discipline, non risponde a queste esigenze
formative. In sostanza, come evidenziano le Indicazioni Nazionali, le discipline non vanno
trasmesse e consegnate come mere e rigide sequenze di contenuti e procedure, ma come
occasioni per capire ed interpretare la cultura.
Il processo formativo richiede, dunque di porsi nell'ottica della flessibilità organizzativa e
didattica; pertanto si riconosce l'esigenza di intervenire sull'orario e sulle modalità di lavoro
dei docenti, per esprimere e sviluppare più efficacemente il rapporto tra gli obiettivi
proposti e gli esiti conseguiti. Pertanto la vita scolastica si organizza anche attorno a
progetti, a nuclei tematici che rappresentino una forte motivazione per i bambini ed i
docenti.
Costanti di questa organizzazione risultano:
•
la flessibilità orari docenti
•
la flessibilità organizzativa: gruppi alunni in verticale/orizzontale, classi aperte
•
l' utilizzo spazi e materiali diversi
39
•
i laboratori come luogo dei diversi linguaggi
•
la programmazione, il monitoraggio e la verifica
•
l' aggiornamento su tematiche specifiche
•
l'intervento esperti esterni
•
il supporto personale A.T.A
•
il radicamento sul territorio.
Le diverse azioni previste dall’organizzazione sono finalizzate a:
garantire la continuità nella erogazione del servizio scolastico, mediante:
3. L’ attribuzione di incarichi e supplenze temporanee per la sostituzione del
personale insegnante assente (attivata solo dopo l’ utilizzo delle risorse interne
nel caso di assenze brevi)
4. Una organizzazione flessibile dell’orario di servizio di tutto il personale
Promuovere il miglioramento dell’azione educativa, metodologica e didattica anche
in relazione al complesso avvio della Riforma scolastica mediante :
L’attivazione di gruppi di studio e lavoro
La creazione di diversi luoghi e soggetti decisionali, di responsabilità e controllo
delle coerenza tra il credo pedagogico dichiarato e l’ agito professionale (leadership
diffusa)
Il monitoraggio e la verifica effettuate in seno a gruppi di lavoro e allo Staff di
direzione
La formazione e l’aggiornamento del personale
Valorizzare le risorse umane assegnate all’istituzione scolastica e promuovere un
utilizzo razionale, coerente o coeso, allo scopo di garantire il miglioramento
complessivo dell’azione amministrativa e didattica
Questa azione prevede il pieno utilizzo delle risorse economiche assegnate alla Istituzione
scolastica e denominate “Fondo per il miglioramento e l’ampliamento dell’ offerta
formativa”, le risorse per la retribuzione dei docenti incaricati di funzioni strumentali, dei
docenti collaboratori del dirigente scolastico, le risorse per il personale amministrativo ed
ausiliario al quale vengono attribuiti i compiti di responsabilità e/o impegno previsti dal
contratto di lavoro, le risorse provenienti da convenzioni con le Amministrazioni Comunali
di riferimento.
40
Garantire la cura ed un incremento adeguato delle attrezzature e delle principali dotazioni
dell’Istituzione scolastica:
•
Laboratori di informatica
•
Laboratori musicali/dell’immagine /scientifici
•
Biblioteche scolastiche
•
Attrezzature audiovisive
•
Attrezzature per attività motorie
•
Sussidi e ausili per il proficuo inserimento dell’ handicap
•
Sostenere la formazione del personale
L’esperienza di questi anni ha dimostrato come l’innovazione, in un contesto di
“complessità”, ed il miglioramento del servizio istituzionalmente dovuto non possano
realizzarsi appieno senza adeguate azioni di formazione e aggiornamento rivolte ai docenti
e al restante personale.
Sostenere lo scambio con altre esperienze dei territori comunali, provinciale, regionale e
nazionale
•
Garantire la sicurezza, la salute e la privacy nei luoghi di apprendimento e di lavoro.
Queste azioni prevedono la realizzazione degli obiettivi, assunti come dati valoriali, posti
dai seguenti istituti normativi:
D.Lgs. 626/94 e successive integrazioni(D.Lgs 81/2008)
si intende proseguire nell’ applicazione assidua del dettato normativo in un’ ottica di
miglioramento costante di tutti gli aspetti relativi alla sicurezza.
Direttive emanate dal Ministero della Salute e della Presidenza del Consiglio dei
Ministri nel 2004 relativamente al “divieto di fumo” nei locali pubblici; si intendono
attivate tutte le procedure previste al fine di garantire la piena applicazione della
norma, così come aggiornata, al fine di garantire la salute di tutti i soggetti, minori ed
adulti, che condividono spazi e tempi nella scuola.
41
SITUAZIONE ESTERNA
La lettura del territorio: le risorse territoriali
Costituiscono risorse formative per le scuole territoriali dell' Istituto, gli Enti Locali, le
scuole dei diversi ordini, le A.S.L e le equipe, le Parrocchie, le Associazioni di volontariato, i
gruppi informali ecc.
Dal lavoro in rete con questi attori sociali, emergono condivisioni e domande orientate alla
Comunità Educante. Programmazione e
concertazione di intenti e di iniziative sono le
parole chiave di un percorso che invita ciascuno ad esprimersi secondo quanto è di propria
competenza, a condividere l'esistente, ad entrare in un'ottica di sistema integrato,
mettendo in comune le risorse e partecipando ad una progettualità comunitaria.
Lo sfondo valoriale condiviso si riconduce a:
•
sussidiarietà e solidarietà (vicina e lontana)
•
identità (memoria, integrazione)
•
cittadinanza (responsabilità individuale e collettiva)
•
partecipazione
Questi valori ispireranno quindi “le grandi tematiche” che ogni plesso si impegnerà a
realizzare.
Istanze educative della scuola nel territorio
La proposta formativa della scuola coordinata e integrata nel territorio, rileva e valorizza
senz'altro tutte le risorse positive, alle quali attinge per rispondere sempre meglio alle
nuove domande formative.
Essa pertanto svolge il compito di:
•
lettura delle istanze emergenti dal territorio orientate alla comunità educante
•
attivazione di progetti
•
fornitura di servizi
•
promozione della rete come modalità di scambio e collaborazione con il territorio e
le Amministrazioni Locali. Anche gli spazi territoriali sono assunti quindi come luoghi
di apprendimento, dove la scuola valorizza le esperienze e soprattutto ne evidenzia
la qualità e il senso. L'intervento educativo si esprime allora facendosi carico
dell'alunno, aiutandolo a capire, avviando in lui un percorso di conoscenza, non
solo mirato all'acquisizione degli alfabeti del conoscere, del ricercare e del fare, ma
42
anche
a quelli del vivere e del convivere, in un laboratorio significativo di
apprendimento, anche per la qualità delle relazioni interpersonali.
CURRICOLO
Per usare una metafora il curricolo è “ la rotta delle conoscenze e delle competenze
irrinunciabili”.
Nell’accezione pedagogica è il complesso organizzato delle esperienze di apprendimento
che una scuola intenzionalmente progetta e realizza per gli alunni al fine di conseguire le
mete formative desiderate e si propone come una sorta di mosaico didattico corredato da
molte tessere: cognitive, socio-affettive/etico- sociali. Perché queste tessere compongano
un disegno dotato di senso, è necessario perseguire:
•
Alleanze educative ed un dialogo pedagogico con gli “attori” sociali della vita della
scuola.
•
Criteri di senso per i percorsi curricolari da svolgere con gli alunni.
•
Un sistema di valutazione, sia delle competenze acquisite, sia dei processi posti in
essere durante il corso degli studi.
CENTRALITA’ DELLA PERSONA
Il nostro operare si ispira ai seguenti principi:
Ogni bambino è una persona che ha il diritto di veder rispettati e tutelati i propri
bisogni di crescita, di relazione, di apprendimento e di affettività.
Ogni bambino è dunque posto al centro dell’azione educativa, la quale deve essere
finalizzata innanzitutto alla creazione di un ambiente che stimoli gli scambi affettivi
ed emotivi tra gli alunni, quale premessa alla crescita di persone integrate con sé e
con gli altri.
I bambini, qualunque sia la loro condizione, sono soggetti attivi, impegnati in un
processo di interazione continua con i pari, con gli adulti, l’ambiente e la cultura. La
scuola opera per la formazione di soggetti liberi, responsabili e consapevoli, che
vivono all’interno di una società multiculturale, dove ogni tipo di diversità va accolta
come occasione di stimolo e di crescita reciproca.
43
In tal senso, il percorso educativo è inteso come una rete di rapporti dentro la quale
anche i docenti sono tenuti a rivedere ed aggiustare continuamente le proprie
azioni, grazie ad un confronto continuo con le esigenze degli alunni, con le famiglie
e con gli altri educatori.
Leggere i bisogni formativi, le attitudini personali, le capacità e le fragilità, le
aspirazioni e le motivazioni del singolo è necessario per mettere in campo uno stile
inclusivo, un progetto di accoglienza, un processo di empatia con gli alunni e con la
classe.
In questa prospettiva la scuola dovrà realizzare progetti educativi e didattici che
possano restituire ai bambini il senso delle esperienze che compiono, riducendone
la frammentazione ed il carattere episodico.
CITTADINANZA
Una scuola per tutti e per ciascuno è dunque orientata da precisi criteri, che guidano la
progettazione formativa e quella didattica:
Incontro con la persona nella sua interezza, con i punti di forza e di debolezza
Rispetto della necessità di aiuti particolari, evitando comunque di creare differenza
e divisione
Risposta ai bisogni individuali, ricercando la flessibilità all’interno di un sistema
stabile.
Per la progettazione di percorsi volti a costituire comunità solidali che accolgono,
rispettano, valorizzano i diritti ed i doveri di tutti secondo le possibilità di ognuno, è
essenziale evidenziare alcuni momenti importanti:
L’accoglienza, intesa come disponibilità quotidiana all’ascolto ed all’aiuto verso tutti,
in risposta al
bisogno fondamentale di sviluppare l’identità personale e
l’appartenenza al gruppo.
La comunicazione e la relazione, per soddisfare nel singolo bambino e nella
collettività il desiderio di esprimere sé stessi nel contatto quotidiano e la necessità
del confronto, condividendo le uguaglianze e rispettando le differenze.
Le discipline intese come strumenti educativi e culturali che forniscono valori e
criteri che orientino l’impegno di ciascuno per la costruzione di una società migliore.
44
L’introduzione di didattiche semplificate, differenziate, integrate, alternative per
dare risposta al bisogno di sviluppare abilità e conoscenze, tutelando e garantendo
ad ogni bambino il diritto di poter seguire percorsi uguali adeguati alle proprie
condizioni e caratteristiche, raggiungendo successi scolastici.
Poi, come ogni insegnante trova giustificazione e completezza del proprio agire
nell’armonia con gli altri insegnanti e con i bambini, così la scuola deve essere
attenta alle sollecitazioni, agli stimoli ed alle proposte che l’ambiente in cui è
inserita produce:
La prima e più importante parte del territorio che la scuola deve accogliere sono i
genitori, considerati come collaboratori con i quali dialogare, insieme ai quali
discutere e chiarire i percorsi educativi, i risultati dell’operare della scuola, in uno
scambio reciproco di idee e di considerazioni che abbiano come scopo la
condivisione di mete e strade.
Le famiglie rappresentano il contesto più influente per lo sviluppo dei bambini e,
pur nelle loro diversità, sono sempre portatrici di risorse che devono essere
valorizzate, sostenute e condivise dalla scuola. Le feste, le rappresentazioni teatrali,
i momenti vissuti insieme, vogliono essere l’atto più visibile di un cammino di
conoscenza e di crescita comune. .
“Il patto educativo” fra scuola e famiglia diventa l’elemento portante della
modalità di far scuola: quest'ultima non può realizzare il proprio compito di educare
senza la condivisione della famiglia; scuola e famiglia, potenziando ed ampliando gli
apprendimenti, educano alla cittadinanza:
insegnando a prendersi cura degli altri e dell’ambiente, attraverso forme di
cooperazione e solidarietà:
collaborando con gli altri ordini di scuola da cui provengono e a cui sono indirizzati i
nostri alunni: le Scuole dell’Istituto Comprensivo e altre. Questa forma di continuità
tra scuole vuole innanzitutto agire per la tutela della difficoltà e delle diversità,
caratterizzandosi non solo come conoscenza reciproca, ma come azione comune,
scambio di esperienze. In questo modo anche la scuola primaria può assolvere ad
una funzione di orientamento, intesa come tensione quotidiana alla consapevolezza
del sé, del proprio valore, delle proprie difficoltà e del rapporto con gli altri, che
sviluppano il senso di legalità e responsabilità:
45
guidando a riconoscere e rispettare i valori sanciti nella Costituzione (diritti
inviolabili dell’essere umano, pari dignità sociale, diritto alla parola).
SCUOLA COME AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
La scuola non attiva solo la cura della conoscenza, ma anche dell’imparare a ragionare, nel
confronto dialogico. Ciò implica, pur nella riduzione significativa e progressiva delle risorse
in questi ultimi anni, lo scommettere sulla classe come ambiente di cooperazione più che
di competizione, assegnare una priorità ai processi di apprendimento rispetto a quelli
dell’insegnamento; implica che deve essere cura della scuola predisporre al meglio
il
contesto educativo all’interno del quale si collocano i processi di apprendimento. Per
favorirne lo sviluppo
è utile confermare alcune prassi già praticate nella scuola negli
ultimi anni e che riguardano:
•
la significatività di ciò che si apprende, il suo rapporto con l’esperienza e il vissuto
precedente dell’alunno;
•
l’apprendimento per scoperta che motiva l’alunno a porsi domande e a cercare
risposte;
•
la dimensione collaborativa e cooperativa: si apprende meglio quando si apprende
insieme;
•
la riflessione meta cognitiva che regola apprendimenti semplici e complessi;
•
la didattica laboratoriale, che coniuga tutti gli elementi precedenti.
La scuola come ambiente di apprendimento è un contesto strutturato nello spazio e nel
tempo e non è il luogo dove si trasmette un sapere statico e codificato, ma un luogo dove
il sapere si costruisce attraverso processi di negoziazione di significati.
Il compito dell’insegnante è, perciò, quello di strutturare l’ambiente, finalizzandolo
all’apprendimento e di creare situazioni problematiche che motivino gli alunni a cercare
delle soluzioni utilizzando tutte le opportunità formative disponibili all’interno dell’ambiente
stesso.
46
TRASVERSALITA’
Il bisogno di conoscenza non è un accumulo di saperi frammentati e divaricati fra di loro,
ma un’organizzazione di apprendimenti progressivamente orientati ai saperi disciplinari.
E’ quindi essenziale la connessione tra gli ambiti e la collaborazione fra i docenti, in vista
della realizzazione di un sistema di competenze trasversali finalizzate allo sviluppo
integrale dell’alunno.
Questo insieme di traguardi, comune a tutte le discipline, è orientato alla conquista di
atteggiamenti positivi e consapevoli verso gli altri, verso il sé e verso le conoscenze.
Alla scuola spetta pertanto la responsabilità di promuovere gli strumenti di pensiero, i
metodi e le scelte culturali attraverso :
•
La scelta dell’essenzialità dei saperi
•
La realizzazione di una loro commistione, in quanto non possono essere studiati in
chiave specialistica
•
La promozione di esperienze profonde ed intense che racchiudano in sé il piacere,
lo stupore, il desiderio di conoscere in una dimensione emotiva, relazionale ed
intellettuale.
Questo è ciò che intendiamo con “ricerca del senso” che si traduce nelle competenze
chiave indicate dal quadro europeo.
COMPETENZE CHIAVE
Imparare ad imparare: atteggiamenti verso le conoscenze:
•
Sviluppare curiosità verso le esperienze e le conoscenze
•
Saper pianificare le fasi di esecuzione del lavoro in situazioni di gruppo ed
individuali
•
Essere in grado di discutere e trovare soluzioni a progetti di scuola e/o classe
•
Saper problematizzare: riformulare, proporre e confrontare soluzioni.
•
Essere capace di ascoltare e narrare.
•
Essere capace di meravigliarsi.
•
Sviluppare la creatività.
•
Possedere gli strumenti per leggere, interpretare e modificare la realtà.
47
Competenze sociali e civiche: atteggiamenti verso gli altri:
•
Collaborare con amici di classe e oltre la classe.
•
Discutere ed argomentare in situazioni di gruppo.
•
Accogliere e collaborare con chi vive realtà diverse.
•
Partecipare alle attività in modo positivo e consapevole.
•
Confrontarsi costruttivamente con persone di culture diverse.
•
Sviluppare la solidarietà e la gratuità.
•
Essere sensibili al rispetto dell'ambiente naturale, degli esseri viventi, del patrimonio
comune.
Capacità di iniziativa ed autonomia personale: atteggiamenti verso il sé:
•
Essere consapevoli dei percorsi: saper indicare le acquisizioni e le difficoltà
incontrate
•
Assumere sempre più responsabilmente i propri errori per correggerli.
•
Sapersi organizzare nei tempi e nei modi che l’attività scolastica richiede.
•
Costruire la propria identità personale.
•
Avere stima di sé.
•
Essere capace di gestire le frustrazioni.
•
Essere capace di assumersi le proprie responsabilità.
VALUTAZIONE
1) Il lavoro dell'insegnante
La valutazione non serve solo a capire “il quanto” e “il quale”, bensì “il come” e “il
perché ”.
non siamo giudici, perciò usiamo questo strumento per “fermarci a
riflettere”, perché la valutazione è anche la descrizione di un nostro modo di essere e di
fare.
Per valutare bisogna saper vedere, che è un atto quotidiano per nulla scontato.
Valutare è saper vedere innanzitutto i processi ed i percorsi, oltre che gli esiti finali; è
valorizzare gli interventi di tutti i bambini: di chi apprende con facilità, di chi apprende
secondo un percorso regolare, come di chi si trova in situazione di disagio o è di altra
nazionalità; è dare loro tempo e fiducia, provocare confronti e discussioni, osservarli
48
quando si aiutano, quando si isolano, quando litigano, quando imparano.
Ancora: osservare per valutare è saper creare le situazioni strutturate e libere perché
l'interazione tra i bambini sia reale, è saper dar conto delle proprie intenzioni, é saper
chiedere spiegazioni, é saper modificare i propri atteggiamenti.
Per quanto riguarda il profitto l'azione valutativa non si esaurisce nella misurazione del
raggiungimento degli obiettivi, ma si concretizza nel “profilo didattico-relazionale” ,
che risulta essere il percorso di apprendimento di ogni singolo bambino.
La valutazione serve soprattutto al docente per individuare e per mettere continuamente a
punto le strategie educative più efficaci, anche durate il lavoro didattico quotidiano.
Se la valutazione deve servire ad evitare gli insuccessi ed a mettere gli alunni sempre nella
condizione di apprendere e non deve essere l'unica e desiderata ricompensa al lavoro dei
bambini; allora deve essere sempre valutazione formativa.
Occorre valutare per educare, non per sanzionare, non per punire, non per far ripetere i
medesimi percorsi di apprendimento.
2) Per i bambini
La vita scolastica deve condurre il bambino ad una sempre più matura consapevolezza del
proprio operare ed è importante, a questo proposito, che ognuno di loro impari ad
autovalutarsi attraverso sistemi e modalità che lo coinvolga, riguardo al comportamento,
agli impegni personali ed alla propria modalità di conoscere.
Nel momento della valutazione, ogni bambino ha il diritto di essere valutato secondo il
proprio cammino di conoscenza, secondo ciò che per esso ha costituito successo o
difficoltà.
Se poi la scuola deve “garantire” la piena formazione, essa deve utilizzare la valutazione
per individuare le modalità che consentano all'alunno di apprendere e di formarsi, perché
si valuta per “educare”.
49
Via San Lorenzo , 4
26100 Cremona
tel. 0372/27786
fax. 0372/534835
e-mail: [email protected]
50
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
“MARCO GEROLAMO VIDA “
Classi
23
Alunni
486
Alunni stranieri
130
Disabili
35
Docenti curricolari
48
Organico potenziato
3
docenti specialisti
Docenti religione
2
Docenti sostegno
19
Funzionamento ore
Orario settimana corta
da Lunedì a Venerdì
dalle 8:00 alle 13:45
30/33
+ 3 h strumento
Orario settimana lunga
da Lunedì a Sabato
dalle 8:00 alle 12:50
I dati sopra riportati si riferiscono alla situazione presente nell' a.s. 2015/2016 .
Per il successivo triennio si ipotizza la possibilità di formare otto sezioni complete per un
totale di 24 classi, consentendo di conseguenza un organico “di fatto” ben strutturato,
soprattutto per le ore di cattedra prestate dai vari docenti di tutte le discipline con la quasi
totale eliminazione degli “spezzoni”.
Ovviamente resterà da attualizzare, in ciascun anno scolastico a venire, il dato relativo
alla frequenza degli alunni disabili in possesso della certificazione, che potrebbe causare il
bisogno di incrementare la presenza di docenti e/o operatori da impiegare per il sostegno
psico-fisico necessario.
Per ciò che attiene l'organico “potenziato”, si auspica l'incremento di almeno altre due
unità, che potrebbero anche permettere l'aumento di attività extra-curricolari pomeridiane,
ad integrazione delle lezioni ordinarie (si pensa a conversazioni con esperti di madrelingua, introduzione allo studio del latino, acquisizione della “patente europea” per
l'informatica, arricchimento delle competenze ed esibizioni interne ed esterne collegate
all'indirizzo musicale, prestazioni sportive, ecc...).
In tutte le cinque scuole dell'Istituto Comprensivo è prevedibile la necessità di
aumentare, nel corso del prossimo triennio, la risorsa disponibile del personale
A.T.A., ed in particolare dei collaboratori scolastici, in modo da poter garantire
l'estensione e la migliore copertura dei pomeriggi, tenendo conto
dell'intensificazione delle attività (sarebbe sicuramente utile poter disporre di
almeno due unità aggiunte).
51
STRUTTURE E RISORSE
Gli edifici della scuola fanno parte del complesso di San Lorenzo e sono stati ristrutturati in
tempi relativamente recenti secondo un'impostazione che prevedeva già la disponibilità di
aule speciali e di piccoli spazi da destinare ad attività per gruppi ridotti.
Nell'edificio si è cercato di abbattere barriere architettoniche mediante un adeguamento a
norma con l’installazione di ascensori e scivoli e servizi igienici per handicappati.
Nel tempo la scuola si è dotata di strumenti e mezzi più aggiornati e d'uso sempre
più corrente.
La qualità complessiva del patrimonio logistico pare buona ed adeguata allo svolgimento
dell'attività scolastica, mentre è sicuramente da potenziare la quantità degli spazi e delle
relative attrezzature.
L’aula magna, aula polivalente, è utilizzabile anche dagli alunni per laboratori espressivi,
conferenze, incontri con esperti, saggi di musica.
L’articolazione degli spazi scolastici consente l'organizzazione e la realizzazione di corsi
aggiuntivi pomeridiani di recupero, informatica, lingua straniera con insegnanti madrelingua volti a rendere più disinvolta la capacità di colloquiare degli alunni in contesti
diversificati.
Le risorse finanziarie derivano alla scuola essenzialmente dai vari contributi statali e dal
contributo comunale. Per altro la scuola è particolarmente attenta a cogliere le diverse
opportunità che gli enti locali – Comune, Provincia e Regione - offrono ad alunni e docenti:
progetti di cinema, teatro, musica, mostre e percorsi museali pensati e realizzati per le
scuole.
IDENTITA' DELLA SCUOLA
Si è dimostrata pronta nel cogliere le complessità della società, articolata e varia anche nei
suoi linguaggi, e ha cercato di modulare l'azione e gli interventi degli operatori con i
bisogni e la domanda dei soggetti che costituiscono l'utenza.
Il processo investe in uguale misura, se pure con diversa consapevolezza:
•
la scuola, che pur rimanendo istituzione, diventa essa stessa laboratorio di
sperimentazione;
52
•
il docente, che rielabora il suo ruolo, adeguando con la flessibilità necessaria,
competenze e conoscenze, per sviluppare la progettualità e diventare educatore e
coordinatore;
•
gli alunni, che si mettono in gioco nell'esperienza;
•
l'ambiente scolastico, che si pone come luogo dello "star bene" dove conoscere,
attraverso la solidarietà e la socializzazione, e dove crescere in equilibrio, scoprendo
attitudini ed inclinazioni attraverso l'operatività, la collaborazione fattiva, i rapporti
personali e la partecipazione creativa e responsabile;
•
le famiglie, che sono interlocutori privilegiati nel processo educativo.
Una scuola, sensibile nel percepire i cambiamenti della comunità civile contemporanea Che
ha maturato una significativa attenzione alla diversità. Ponendosi tali obiettivi, la scuola,
non può prescindere dall'integrazione con il territorio, dall’aprirsi alla vita sociale e
culturale della realtà in cui è radicata, conoscendone gli aspetti interculturali.
La forte diversificazione della domanda implicita dell'utenza porta alla revisione della
curricolarità rigida e settoriale e spinge verso l'interdisciplinarità, l'extracurricolarità e la
trasversalità dei saperi.
Tutti si sentono protagonisti del processo formativo ed operano con modalità costruttive,
consapevoli di vivere una fase di transizione che si va definendo anche attraverso lo
sperimentare ed il verificare ciò che si è fatto.
L’attenzione agli obiettivi formativi e al tasso di successo scolastico ha portato ad un
adattamento positivo, teso ad armonizzare l'azione di innovazione sistemica e strutturale
che si basa su alcuni elementi chiave:
la flessibilità del modello organizzativo
•
flessibilità della classe che continua ad esistere come identità di gruppo, ma che in
alcuni momenti si divide in sottogruppi oppure si apre con altre classi e si riaggrega
in nuovi gruppi;
l'individualizzazione
•
si attua suddividendo in alcuni momenti la classe in piccoli gruppi che, nell'ambito di
un curricolo personalizzato, consentono un maggiore rispetto dei tempi individuali;
l'operatività
•
viene realizzata attraverso i laboratori (informatica, scienze, arte e immagine,
teatro, cinema, musica, scienze motorie…);
•
in ogni classe i docenti lavorano da soli o in compresenza oraria a due e gli alunni
possono lavorare divisi in gruppi, inseriti nelle seguenti attività:
- laboratori
- ampliamenti curricolari
− recupero, sostegno, rinforzo e sviluppo
53
LINEE GUIDA PER LE SCELTE CULTURALI, FORMATIVE E
METODOLOGICHE DELLA SCUOLA
Lungo il percorso scolastico i ragazzi sono posti nella condizione di:
riconoscere e gestire i diversi aspetti della propria esperienza motoria,
emotiva e razionale;
distinguere il diverso grado di complessità nell’affrontare in modo logico i
vari argomenti;
avere consapevolezza delle proprie inclinazioni naturali, attitudini,
capacità e riuscire ad immaginare il proprio futuro;
avere gli strumenti di giudizio proporzionalmente sufficienti per valutare
se stessi, le proprie azioni, i fatti e i comportamenti individuali, umani e
sociali degli altri;
abituarsi a riflettere con spirito critico;
concepire liberamente progetti di vario ordine che li riguardino e tentare
di attuarli;
essere in grado di orientarsi nelle scelte di vita e nei comportamenti
sociali e civili;
essere disponibili al rapporto di collaborazione con gli altri;
porsi le grandi domande sul mondo, sulle cose, su di sé e sugli altri, sul
destino di ogni realtà.
(dal Profilo Educativo, Culturale e Professionale)
Il processo educativo formativo è incoraggiato in ogni soggetto ed in ogni dimensione
della persona umana; ciascuno nel proprio percorso evolutivo è stimolato a far emergere
capacità e risorse attive che vanno valorizzate, nel rispetto degli stili individuali di
apprendimento.
Tutte le attività educative di apprendimento proprie della Scuola Secondaria di 1° grado
sono impiegate con il proposito di sostenere l’età evolutiva specialmente nello sviluppo
delle capacità e delle competenze e si propongono di far raggiungere traguardi educativi e
culturali necessari alle singole persone per essere uomini, donne e cittadini.
Si intendono come dimensioni di sviluppo:
•
la scoperta della propria identità culturale, sociale, affettiva, di genere;
•
l’autonomia e l’assunzione di responsabilità;
54
•
l’uso del sapere e del fare come occasione per sviluppare armonicamente
la propria personalità in tutte le direzioni;
•
il recupero degli svantaggi e la prevenzione del disagio;
•
la relazione educativa tra allievo e docente;
•
il consolidamento delle competenze decisionali per operare scelte
realistiche, percorsi formativi e per avviare un progetto di vita personale;
•
la motivazione ad apprendere.
Gli alunni si appropriano dei contenuti, delle regole, dei principi costituivi delle diverse
discipline attraverso l’azione educativa e didattica della scuola che si confronta con i
bisogni e le caratteristiche psicologiche dei singoli allievi.
LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ DIDATTICO-FORMATIVE
Alla luce, da un lato, delle capacità di ogni singolo ragazzo e, dall’altro, delle teorie e delle
pratiche pedagogiche che si ritengono, a questo scopo, scientificamente più affidabili e
didatticamente più convenienti, gli Obiettivi Specifici di Apprendimento vengono tradotti in
Obiettivi Formativi.
In pratica gli Obiettivi Formativi esprimono le competenze acquisite dagli allievi e
sviluppatesi grazie alle mediazioni di metodo e di contenuto decise autonomamente dai
docenti all’interno di équipe di disciplina e di classe.
Per favorire l’acquisizione degli Obiettivi Formativi si progettano interventi didattici
ispirandosi agli Obiettivi Specifici di Apprendimento.
I docenti, tenendo conto della realtà personale di ciascun allievo e delle scelte educative
delle famiglie, progettano un’offerta formativa personalizzata.
Il processo di istruzione e formazione implica l'individuazione di un itinerario che struttura
un progetto didattico definito per obiettivi, strumenti metodologici, verifiche e valutazione.
La programmazione educativa e didattica, elaborata ed approvata dai Consigli di classe,
delinea il percorso formativo della classe e dei singoli alunni, adeguando ad essi gli
interventi operativi. Utilizza il contributo delle varie aree disciplinari per il raggiungimento
degli obiettivi e delle finalità educative indicati dal consiglio di classe. E' sottoposta
sistematicamente a momenti di verifica e di valutazione dei risultati.
Fasi dell'attività del consiglio di classe:
provvede all'analisi della situazione di partenza della classe;
sceglie gli obiettivi da raggiungere e valutare;
individua descrittori di comportamento per ciascun obiettivo;
esplicita obiettivi e descrittori in un linguaggio semplice e fruibile da parte dei
55
ragazzi e/o genitori;
pubblicizza la linea di osservazione/valutazione in assemblee di classe;
programma l'utilizzo delle ore di compresenza;
programma eventuali interventi di recupero/sostegno;
programma l'intervento specifico sull'alunno portatore di handicap;
predispone il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con Disturbo Specifico di
Apprendimento;
predispone il Piano Didattico Personalizzato per gli alunni con Bisogni Educativi
Speciali;
programma il lavoro in unità didattiche e/o unità di apprendimento;
provvede alla verifica degli obiettivi che si è dato;
provvede alla valutazione quadrimestrale;
provvede alla promozione, alla rilevazione, alla valutazione delle competenze;
provvede alla loro certificazione;
elabora il consiglio orientativo.
PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITA’
D.P.R. n. 235 del 21 novembre 2007
Il Patto Educativo di Corresponsabilità definisce in modo dettagliato e condiviso DIRITTI E
DOVERI nel rapporto collaborativo tra ISTITUZIONE SCOLASTICA, STUDENTI E FAMIGLIA
nel rispetto del Regolamento d’Istituto .
Strumenti essenziali di cooperazione sono: dialogo, condivisione, rispetto delle regole,
efficace e fattiva collaborazione tra scuola e famiglie.
Obiettivo del Patto educativo di corresponsabilità è realizzare la partecipazione
responsabile di tutte le componenti.
I docenti si impegnano a:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
realizzare un clima scolastico positivo fondato sul dialogo e sul rispetto;
informare i genitori del proprio intervento educativo e didattico nonché del livello di
apprendimento degli allievi;
utilizzare linguaggi e forme di comunicazione adeguate all’età;
informare gli alunni degli obiettivi educativi e didattici, dei tempi e delle modalità di
attuazione;
esplicitare i criteri per la valutazione delle verifiche comunicandone con chiarezza i
risultati;
esplicitare i criteri per la valutazione del comportamento;
favorire la capacità di iniziativa, di decisione e di assunzione di responsabilità;
incoraggiare gli allievi ad apprezzare e valorizzare le differenze;
pianificare il proprio lavoro, in modo da prevedere anche attività di recupero e
sostegno il più possibile personalizzate;
essere attenti alla sorveglianza degli allievi durante tutte le attività didattiche e
nell’intervallo;
56
•
informare i genitori del proprio intervento educativo e didattico, nonché del livello di
apprendimento degli allievi.
I genitori si impegnano a:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
conoscere l’Offerta formativa della scuola;
collaborare al progetto formativo partecipando, con proposte e osservazioni, a
riunioni, assemblee, consigli e colloqui;
conoscere il Regolamento d’Istituto (pubblicato anche sul sito www.vida.ecremona.it);
riflettere con i propri figli su un adeguato comportamento da tenere a scuola e sulle
norme disciplinari;
riflettere con i propri figli sui comportamenti da tenere durante le visite di
istruzione;
partecipare in modo regolare ai colloqui con i docenti o alle udienze generali;
controllare sul libretto e sul diario le comunicazioni dei professori;
giustificare puntualmente i ritardi e le assenze;
visionare, firmare e restituire in tempi brevi le verifiche;
dare informazioni utili alla scuola per migliorare la conoscenza degli alunni;
risarcire la scuola per i danneggiamenti arrecati dall’uso improprio dei servizi, per i
danni agli arredi ed alle attrezzature e per ogni altro danneggiamento provocato da
comportamento inadeguato del proprio figlio;
accertarsi che i figli giungano a scuola puntuali
Gli alunni si impegnano a:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
conoscere e rispettare il Regolamento d’Istituto;
essere puntuali alle lezioni e frequentarle con regolarità;
presentarsi a scuola con un abbigliamento consono all’ambiente e alla situazione;
attendere l’insegnante nella propria aula in modo ordinato e composto, durante il
cambio delle ore e non sostare inutilmente nei servizi e in altri spazi dell’edificio;
effettuare i trasferimenti dall’aula alla palestra o laboratori e all’uscita, in silenzio,
con ordine ed in fila;
intervenire, durante le lezioni, in modo ordinato e pertinente;
usare un linguaggio corretto e educato nei confronti di Docenti, compagni e
Personale della scuola rispettando le diversità personali, culturali e la sensibilità
altrui;
partecipare con impegno al lavoro scolastico individuale e/o di gruppo e svolgere
regolarmente il lavoro assegnato a scuola e a casa;
rispettare le consegne, gli impegni assunti e favorire la comunicazione
scuola/famiglia;
non usare mai a scuola il cellulare e/o altri dispositivi elettronici;
portare sempre tutto il materiale scolastico necessario;
portare sempre il libretto e il diario ed utilizzarli esclusivamente come strumenti di
comunicazione scuola-famiglia;
rispettare gli spazi, gli arredi ed i laboratori della scuola e lasciare in ordine il
proprio banco e la propria aula alla fine delle lezioni.
57
Il dirigente scolastico si impegna a:
•
•
•
•
•
•
•
•
vigilare affinché i principi ispiratori di questo documento siano quotidianamente
rispettati;
promuovere tutte le azioni che ne favoriscano la realizzazione;
favorire l’attuazione dell’Offerta formativa, ponendo studenti, genitori, docenti e
personale non docente nella condizione di esprimere al meglio il loro ruolo;
favorire il dialogo, la collaborazione ed il rispetto tra le diverse componenti della
comunità scolastica;
promuovere momenti di formazione/ informazione su tematiche educative e
culturali rivolti ad alunni, personale scolastico, famiglie e territorio;
favorire il dialogo e la cooperazione tra le varie associazioni/ istituzioni presenti sul
territorio;
intervenire prontamente in tutte le circostanze nelle quali il presente PATTO venga
violato;
esercitare il potere sanzionatorio là dove di propria competenza.
I CRITERI DI VALUTAZIONE
La valutazione viene intesa come ripensamento critico permanente, che non solo
pone l'alunno di fronte a se stesso in relazione al livello precedente, ma soprattutto lo
pone in relazione agli stimoli che riceve. E' un atto profondamente educativo mirato a
guidare l'alunno all'autovalutazione.
Per la verifica, intesa come processo costante di acquisizione dei dati circa il modo
in cui le attività previste dalla programmazione si sviluppano nel tempo, vengono
formulate prove di vario tipo per misurare sia gli apprendimenti conseguiti, sia le capacità
di dominio ed uso degli strumenti acquisiti da ciascun alunno. Le prove di verifica sono
sistematiche, graduali e se necessario differenziate, ripetute a scadenze periodiche e si
articolano secondo strumenti diversi per ogni materia e secondo i codici orale, scritto e
pratico.
Altra cosa rispetto alla verifica è la valutazione da intendersi come momento in cui
si raccolgono gli effetti dell'azione formativa e li si vagliano in base a dei criteri definiti
rispetto ai fini che la scuola intende perseguire: ciò con lo scopo fondamentale di tenere
sotto controllo l'intero progetto educativo, e, se necessario, di riequilibrarlo.
I dati che vengono acquisiti attraverso la valutazione servono infatti ad orientare non
solo l'azione della scuola, ma anche di tutti coloro che incidono sulla formazione
dell'alunno. La valutazione pertanto è un'azione continua che si snoda longitudinalmente
per l'intero ciclo scolastico; essa è affidata alla collegialità del Consiglio di Classe ed
avviene sulla base di criteri definiti dal Collegio Docenti e degli strumenti di rilevazione e di
analisi predisposti da uno specifico gruppo di lavoro.
A - Il primo momento cardine dell'iter valutativo è costituito dalla verifica della situazione
di partenza che costituisce la base su cui regolare la programmazione di classe e gli
interventi di individualizzazione necessari. le aree esplorate in questa diagnosi di
ingresso riguardano:
58
per le classi prime:
abilità dell'area cognitiva:
•
•
•
•
area
area
area
area
linguistico-espressiva
logico-matematica
tecnico-operativa
psicomotoria
capacità di comprensione;
ritmi di apprendimento.
per le classi seconda e terza la rilevazione contempla inoltre:
insieme di atteggiamenti:
• socializzazione;
• comportamento;
• partecipazione;
• impegno a scuola;
• impegno a casa;
metodo di studio.
B - La valutazione periodica (quadrimestrale) è espressa con una scala numerica che rileva
i risultati raggiunti dall'allievo relativamente ai contenuti dell'apprendimento nelle
diverse discipline, in coerenza con quanto evidenziato nell'analisi della situazione di
ingresso. Ad essa si aggiunge un conciso giudizio globale che descrive le dimensioni
della personalità, dell’impegno e del comportamento dell'alunno osservabile a scuola.
Riguardo alla valutazione la nostra scuola precisa quanto segue:
il Consiglio di Classe e lo scrutinio finale sono il vero luogo della discussione e del
dialogo in merito alle voci della valutazione globale finale (impegno, partecipazione,
socializzazione, conoscenze, abilità, competenze, comportamento). Tutte le discipli
ne hanno uguale valenza educativa ed insieme possono comprendere le possibili
evoluzioni delle potenzialità dell’allievo nel futuro contesto.
la diversità è ormai un dato di fatto in ogni gruppo classe, questo rende difficile una
generalizzazione dell’azione didattica ed educativa e quindi dell’atto valutativo. Alun
ni stranieri di recente immigrazione e alunni con diagnosi D.S.A e con B.E.S. hanno
diritto, se necessario, a prove e programmi personalizzati come indicano le ultime
normative:
L’ammissione alla classe successiva è condizionata dal puntuale conteggio di
assenze non veramente giustificabili (75% dei giorni di presenza);
le aggravanti comportamentali vanno approfondite caso per caso;
l'ammissione al percorso successivo è garantita dal reale progresso della
preparazione rispetto al punto di partenza o relativamente ad un programma
differenziato o personalizzato.
59
DESCRITTORI COMPETENZE COMPORTAMENTALI
VOTO
10
9
8
COMPETENZE COMPORTAMENTALI
 rispetta sempre le consegne
 collabora con i compagni ed esprime le proprie idee
 sa ascoltare cogliendo e accettando i diversi punti di vista
 svolge sempre e con cura i compiti assegnati
 si assume spontaneamente la responsabilità del proprio lavoro
 aiuta, senza bisogno di sollecitazione, i compagni
 rispetta sempre le consegne
 collabora con i compagni ed esprime le proprie idee
 sa ascoltare
 svolge sempre e con cura i compiti assegnati
 rispetta le consegne
 collabora con i compagni ma esprime le proprie idee solo se
sollecitato
 sa ascoltare ma talvolta fatica ad accettare i diversi punti di vista
 svolge i compiti assegnati
 contribuisce al lavoro
 aiuta i compagni su richiesta esplicita
 ha cura del materiale scolastico
7
 non sempre rispetta le consegne
 collabora con i compagni solo se sollecitato
 non sempre si rivolge a compagni e insegnanti in modo corretto
 non sempre svolge i compiti assegnati
 contribuisce poco o talvolta ostacola il lavoro scolastico
 ha scarsa cura del materiale scolastico
 non sempre rispetta gli arredi e gli ambienti
6
 spesso non rispetta le consegne
 la collaborazione con i compagni è difficoltosa
 spesso si rivolge a compagni e insegnanti in modo scorretto
 frequentemente non svolge i compiti assegnati
 contribuisce poco o ostacola il lavoro scolastico
 non ha cura del materiale scolastico
 non rispetta gli arredi a gli ambienti
5
Il Consiglio di Classe può attribuirlo in casi riconducibili al DPR 249/1998
modificato dal DPR 235/2007 per l'erogazione di sanzioni disciplinari che
comportino la sospensione dalle lezioni per periodi superiori a 15 giorni.
60
ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO
Il funzionamento della scuola è garantito dagli Organi Collegiali e di partecipazione
democratica i cui ruoli sono chiaramente indicati nell’organigramma.
L'operatività del Collegio Docenti viene attuata attraverso l'articolazione in gruppi di lavoro
e commissioni con compito sia propositivo che esecutivo.
Per garantire il miglior coordinamento organizzativo e didattico, il Dirigente Scolastico si
avvale della collaborazione di alcuni docenti cui sono affidati specifici compiti. Tali figure
sono: i collaboratori, tra i quali in particolare il vice-preside, i coordinatori dei Consigli di
classe e i responsabili dei gruppi di lavoro.
Sul piano specifico della didattica operano le figure strumentali come previsto dal contratto
nazionale di lavoro del comparto scuola e scelte direttamente dal Collegio docenti.
I MODELLI ORGANIZZATIVI
Le unità orarie di lezione hanno la durata di 55 minuti come deliberato
d’Istituto.
dal Consiglio
Sulla base delle disposizioni legislative e in ottemperanza alle richieste delle famiglie, il
Collegio Docenti ha deliberato un orario settimanale di 30 unità che, nell’ottica della
personalizzazione dei piani di studio, si può ampliare con insegnamenti facoltativi ed
opzionali.
Nella nostra scuola proponiamo due modelli :
- modello 30 unità nel corso della mattinata
- modello 33 unità nel corso della mattinata più due rientri pomeridiani : CORSO
MUSICALE
MODELLO 30 UNITÀ SETTIMANALI
ITALIANO
STORIA, CITTADINANZA E COSTITUZIONE
GEOGRAFIA
MATEMATICA E SCIENZE
TECNOLOGIA
LINGUA INGLESE
LINGUA FRANCESE
MUSICA
ARTE e IMMAGINE
SCIENZE MOTORIE e SPORTIVE
RELIGIONE
Totale
61
6 unità
2 unità
2 unità
6 unità
2 unità
3 unità
2 unità
2 unità
2 unità
2 unità
1 unità
30 unità
MODELLO 33 UNITÀ SETTIMANALI :
CORSO ORDINAMENTALE MUSICALE
ITALIANO
STORIA, CITTADINANZA E COSTITUZIONE
GEOGRAFIA
MATEMATICA E SCIENZE
TECNOLOGIA
LINGUA INGLESE
LINGUA FRANCESE
MUSICA
PRATICA STRUMENTALE *
TEORIA E SOLVEGGIO - MUSICA D’INSIEME
ARTE e IMMAGINE
SCIENZE MOTORIE e SPORTIVE
RELIGIONE
6 unità
2 unità
2 unità
6 unità
2 unità
3 unità
2 unità
2 unità
1 unità
2 unità
2 unità
2 unità
1 unità
33 unità
Classe intera
Classe intera
Classe intera
Classe intera
Classe intera
Classe intera
Classe intera
Classe intera
A coppie
Piccolo gruppo
Classe intera
Classe intera
Classe intera
Totale
* PRATICA STRUMENTALE : a scelta fra pianoforte, violino, clarinetto, chitarra, tromba
Gli alunni possono inoltre seguire le seguenti attività pomeridiane, che si svolgono
nell’arco dell’anno scolastico o in periodi limitati nel tempo.
CENTRO SPORTIVO STUDENTESCO
PROGETTO PATENTE EUROPEA ECDL ( a pagamento)
DOPOSCUOLA COOPERATIVA “IRIDE” (a pagamento)
DOPOSCUOLA COOPERATIVA “SENTIERO” (a
pagamento)
2h
10 h
2h
2h
Classi aperte
Classi terze
Rapporto 1:8
Rapporto 1:3
ARTICOLAZIONE DELL’ORARIO: “SETTIMANA LUNGA” E “ SETTIMANA CORTA”
I modelli descritti sono attivati con due diverse articolazioni settimanali:
una tradizionale, dal lunedì al sabato, con inizio alle ore 8.00 e termine alle ore 12.50;
una dal lunedì al venerdì, con inizio delle lezioni alle ore 8.00, sei unità di lezione nel
corso della mattinata, due intervalli, uno alle ore 10.45 della durata di dieci minuti, e
l’altro alle ore 12.45 della durata di cinque minuti, e uscita alle ore 13.45.
62
CORSO MUSICALE
La Scuola Secondaria di Primo Grado ad Indirizzo Musicale “M.G.Vida” si caratterizza
attraverso la presenza del corso ad indirizzo musicale curricolare, che può essere
frequentato sia dagli alunni che hanno scelto la settimana tradizionale articolata su sei
giorni, sia dagli alunni che hanno scelto la “settimana corta”.
A tutti gli iscritti viene offerta la possibilità di studiare uno strumento musicale scelto tra i
seguenti:
Chitarra - Pianoforte - Violino - Clarinetto - Tromba
L'attività non comporta nessun aggravio di spese per la famiglia poiché gli strumenti
vengono forniti direttamente dalla scuola, ad eccezione del Pianoforte che deve
necessariamente essere acquistato o noleggiato dalla famiglia dell'alunno.
MODALITA' DI AMMISSIONE
Gli alunni che intendono frequentare il corso di strumento devono sostenere un semplice
“test” attitudinale per il quale non è assolutamente necessaria una specifica preparazione
musicale.
ORGANIZZAZIONE DEI CORSI
Le lezioni di strumento si svolgono nella fascia oraria pomeridiana e sono articolate nel
seguente modo:
-una lezione di strumento (della durata di 1 ora a coppie di alunni);
-una lezione che comprende solfeggio e musica d'insieme (della durata di 2 ore per piccoli
gruppi)
Le lezioni del corso ad indirizzo musicale si articolano su tre aspetti fondamentali:
studio della pratica strumentale individuale
studio della teoria musicale (lettura della partitura e conoscenza delle principali
regole teoriche)
pratica della musica d'insieme.
Il terzo aspetto, la musica d'insieme , rappresenta un punto di forza del percorso didattico.
Viene data agli alunni l'opportunità di crescere condividendo “ il piacere di suonare uno
strumento musicale” con i compagni di classe.
La possibilità di imparare un linguaggio universale come quello della musica costituisce un
significativo valore aggiunto all'offerta formativa della scuola.
Tra le attività proposte dal corso ad indirizzo musicale troviamo, oltre ai modelli di lezione
sopra indicati, la partecipazione a Saggi, Concorsi e manifestazioni musicali pubbliche.
L'iscrizione al Corso musicale comporta un impegno serio e costante per l'intero triennio.
Lo strumento e la teoria musicale costituiscono, insieme alle altre materie, una parte
importante del percorso formativo degli alunni.
63
Pertanto viene richiesta una frequenza regolare alle lezioni e le eventuali assenze devono
essere giustificate.
Lo strumento e la teoria musicale vengono valutati in itinere durante l’anno scolastico,
sulla scheda di valutazione quadrimestrale e all'esame di licenza.
Con l’istituzione del corso musicale si è voluto privilegiare l’antica tradizione musicale della
nostra città. Lo studio di strumento, completamente gratuito, è riconosciuto dal Ministero
della Pubblica Istruzione come utile alla prosecuzione presso il Conservatorio o nelle
Scuole secondarie Superiori ad indirizzo musicale. Nel corso musicale, oltre a lezioni a
piccoli gruppi di Teoria e Solfeggio, è possibile lo studio di uno strumento musicale
(PIANOFORTE o VIOLINO o CLARINETTO o CHITARRA o TROMBA) da attuarsi in coppia o
in piccoli gruppi.
Per l’ammissione al corso ad indirizzo musicale, nel periodo immediatamente precedente il
termine fissato per le iscrizioni alla prima media, è prevista una semplice prova fisicoattitudinale, in presenza di una commissione composta dai docenti di strumento e
dall’insegnante curricolare di musica e presieduta dal Dirigente Scolastico o da un suo
delegato.
PROGETTI IN CONTINUITA’ CON LA SCUOLA PRIMARIA
I docenti di strumento, in collaborazione con le docenti di musica della Primaria,
collaborano per la realizzazione di progetti comuni, con lezioni di strumento a cadenza
settimanale, rivolte agli alunni delle classi quinte dell’Istituto Comprensivo.
AREA DEL CURRICOLO
ITALIANO
Lo sviluppo di competenze linguistiche ampie e sicure è una condizione
indispensabile per la crescita della persona e per l’esercizio pieno della cittadinanza, per
l’accesso critico a tutti gli ambiti culturali e per il raggiungimento del successo scolastico in
ogni settore di studio.
Assumendo la comunicazione come aspetto valoriale fondante, si pone inoltre la
finalità di aiutare l’alunno ad entrare in rapporto con gli altri, di sostenerlo nello sviluppo
del pensiero e nell’accesso alle varie forme di conoscenza. Si favorisce l’acquisizione di
capacità critica nei confronti della realtà relativamente al vissuto personale, aprendo
all’espressività, alla creatività e alla scoperta della dimensione affettiva.
Per realizzare queste finalità estese e trasversali, tutti i docenti si impegnano,
coordinando in questa prospettiva le loro attività, affinché l’apprendimento della lingua sia
oggetto di specifica attenzione.
La compresenza in classe di più lingue da tutto il mondo comporta che
nell’esperienza di molti alunni l’italiano rappresenti una seconda lingua. Questa realtà,
unita ad una sempre più diffusa omologazione del lessico, con perdita della ricchezza di
parole e termini specifici e la presenza dell’italiano parlato e scritto con livelli assai diversi
64
di padronanza, impone una cura costante rivolta alla progressiva padronanza dell’italiano,
non solo in funzione del miglioramento del rendimento scolastico, ma come componente
essenziale delle abilità per la vita.
STORIA
Favorisce la presa di coscienza del presente attraverso la conoscenza del passato e
recupera la memoria storica. Si propone di rendere consapevole l’alunno del fatto che
l’uomo è stato, è e sarà costruttore e quindi responsabile della storia. Attraverso la
conoscenza e l’analisi dei fatti storici, si pone l’obiettivo di una presa di coscienza civica
che sia fondamento di un progetto personale e sociale.
Ricerca storica e ragionamento critico rafforzano inoltre la possibilità di confronto e
di dialogo intorno alla complessità del passato e del presente fra le diverse componenti di
una società multiculturale e multietnica. Un particolare rilievo all’interno del curricolo
meritano l’analisi della trasformazione progressiva dell’ambiente naturale, la divisione del
lavoro, le innovazioni tecniche, le migrazioni, le conquiste di territori, i conflitti, le
trasformazioni sociali, i processi di mondializzazione e di globalizzazione.
L’insegnamento e l’apprendimento della storia contribuiscono all’educazione al
patrimonio culturale e alla cittadinanza attiva. I docenti si impegnano a far scoprire agli
alunni il nesso tra le tracce e le conoscenze del passato, ad utilizzare con metodo le fonti
di vario tipo, a far apprezzare il loro valore di beni culturali.
Un tale approccio, che genera l’elaborazione di un curricolo storico costruito tra
passato e presente, permette inoltre di non doversi soffermare troppo a lungo su singoli
temi e civiltà remote, nella convinzione che si possano svolgere in classe anche solo alcuni
argomenti specifici, ben selezionati, affrontati con metodo rigoroso ed approfonditi con
tempi distesi.
GEOGRAFIA
Studia i rapporti tra le società umane tra loro e con il pianeta che le ospita. E’
disciplina “di cerniera” per eccellenza perché consente di mettere in relazione temi
economici, giuridici, ambientali, scientifici, di rilevante importanza. Nelle nostre classi,
caratterizzate dalla presenza di alunni di ogni parte del mondo, consente il confronto sulle
grandi questioni comuni a partire dalla conoscenza dei differenti luoghi di nascita o di
origine famigliare.
Offre un’opportunità formativa irrinunciabile, quella cioè di abituare i nostri alunni
ad osservare la realtà da punti di vista diversi, che permettono di considerare e rispettare
visioni plurime, in un approccio interculturale dal vicino al lontano.
Ha come obiettivi la conoscenza e l’interpretazione del rapporto uomo-ambiente,
l’attenzione ai valori delle diverse realtà geografiche, economiche, sociali e culturali e la
sensibilizzazione al problema della solidarietà mondiale.
65
CITTADINANZA E COSTITUZIONE
Cittadinanza e costituzione si configura come una sintesi di conoscenze trasversali
che ha per obiettivo l’acquisizione di una crescente consapevolezza civica in materia di
convivenza civile e integra lo sviluppo di abilità e competenze proprie delle discipline
storico-geografiche. Si colloca sia nelle attività curricolari, sia nelle attività progettuali. Sul
piano didattico l’obiettivo è quello di rendere consapevoli gli alunni dello stretto rapporto
che intercorre tra sfera privata e collettività quando si parla di conoscenza della Carta
Costituzionale, della democrazia e del rispetto delle leggi.
L’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” previsto dall’art. 1 del Decreto legge
n°137/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n° 169/2008, è inserito nell’area
storico-geografica.
LINGUE STRANIERE
L’apprendimento delle lingue straniere va considerato parte integrante
dell’educazione linguistica e contribuisce in un contesto interdisciplinare allo sviluppo delle
potenzialità espressivo-comunicative, all’ampliamento della sfera affettivo-emotiva,
offrendo all’alunno una maggiore quantità di stimoli culturali , di contenuti, di confronto.
Le lingue straniere, tenuto conto della nuova realtà europea, predispongono ad una
integrazione interculturale concreta, rafforzano il potere di adattamento dell’alunno al
mondo, favorendo una maggiore apertura mentale, un più ricco sviluppo dei processi
analitici e sintetici, una più vivace creatività linguistica.
MATEMATICA E SCIENZE
Lo studio della Matematica e delle Scienze si propone, partendo dall’analisi di
situazioni e fenomeni, di guidare gli alunni a registrare, ordinare e correlare dati, a porre
problemi e ipotizzare soluzioni e a verificare la corrispondenza fra ipotesi formulate e
risultati ottenuti o osservati. Intende contribuire alla formazione, guidando l’alunno ad
interpretare la realtà attraverso schemi logici, abituandolo ad esprimersi in modo rigoroso
e sintetico attraverso l’uso dei linguaggi specifici della matematica e delle scienze
sperimentali.
TECNOLOGIA
L’insegnamento della disciplina si propone di sviluppare negli alunni l’attitudine a
lavorare intellettualmente e manualmente, valorizzando il lavoro come esercizio di
operatività volta ad ottenere un risultato intenzionale e verificabile come sintesi di un
processo conoscitivo e scientifico.
Fornisce inoltre strumenti per comprendere la realtà tecnologica e aiuta a conoscere
caratteristiche delle diverse professioni offerte e richieste dalla società e dalla produzione.
Collabora con le Scienze sperimentali per l’acquisizione del “Metodo Scientifico”e del
Metodo Progettuale.
66
ARTE E IMMAGINE
Lo studio dell’Arte, nelle sue varie articolazioni, mira alla maturazione delle capacità
di esprimersi e comunicare mediante i linguaggi propri della figurazione e di comprendere
e di produrre messaggi visuali. Aiuta inoltre a prendere coscienza del patrimonio culturale,
del presente e del passato, della propria e delle altrui culture, per essere in grado di
contribuire ed elaborare nuova cultura in prospettiva del futuro.
MUSICA
Lo scopo dello studio della Musica è promuovere la partecipazione attiva del
preadolescente all’esperienza della musica nel suo duplice aspetto di espressionecomunicazione (momento del fare musica) e di ricezione (momento dell’ascoltare).
CORSI DI STRUMENTO: VIOLINO – CLARINETTO – PIANOFORTE – CHITARRA – TROMBA
Lo studio specifico di uno strumento ha le seguenti finalità generali:
•
concorre e promuove la formazione globale dell’individuo, offrendogli occasioni di
maturazione logica, espressiva e comunicativa, di consapevolezza della propria
identità, ponendosi quindi l’obiettivo di renderlo autonomo nelle scelte della
condotta e nelle decisioni personali, sia nel presente che nel futuro;
•
consente all’alunno una consapevole appropriazione del linguaggio musicale inteso
in senso globale come mezzo di espressione e di comunicazione delle diverse civiltà,
di sviluppo del gusto estetico e del giudizio critico;
•
permette a tutti i preadolescenti di integrarsi in un gruppo omogeneo, soprattutto
agli alunni con situazioni di svantaggio.
SCIENZE MOTORIE E SPORTIVE
La disciplina si esprime all’insegna di tre principi basilari:
•
il valore del concetto di persona, sul quale va fondato lo stesso principio di
disabilità, in una visione che premia il valore del singolo individuo e non il criterio
della pura efficienza fisica;
•
il valore etico dello sport, da vivere come mezzo del raggiungimento di un
benessere dinamico e armonico ed elemento di positivo incontro-confronto con gli
altri, in uno spazio di totale uguaglianza e di piena solidarietà;
•
la conoscenza della meccanica del movimento, della capacità e delle abilità motorie,
delle tecniche di allenamento e dei regolamenti specifici per le diverse discipline
sportive.
67
RELIGIONE
E’ una materia scolastica che si pone come obiettivo quello di far riflettere l’alunno
sulle problematiche religiose confrontandosi con l’insegnamento della Chiesa. Centra
l’attenzione sul problema di Dio, sui valori e ideali dell’uomo, sulla ricerca del vero e del
bene, sul superamento di ogni forma di intolleranza e fanatismo, sul rispetto verso tutti,
sulla solidarietà anche verso chi è svantaggiato.
E’ possibile non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica esercitando
l’opzione secondo la vigente normativa.
I PROGETTI
Nel Piano dell’Offerta Formativa trovano spazio numerosi progetti che vanno a
collocarsi nelle attività curricolari.
I docenti adottano la metodologia della progettazione e della pianificazione, cercano
strategie volte a determinare cosa e come, con chi e quando fare. La progettualità diviene
necessaria per lavorare secondo ipotesi organizzative che vanno verificate a medio termine
e negli esiti. Nel piano annuale dell’Offerta, approvato dagli Organi competenti, si
contemplano progetti trasversali alle discipline, trasversali a tutte le classi o ad alcune
classi, progetti che approfondiscono e collegano i contenuti e progetti che sostengono la
sperimentazione di strumenti e mezzi funzionali all’apprendimento, aperti
all’interdisciplinarietà, volti a favorire una “visione personale ed unitaria della realtà”. Gli
obiettivi formativi dichiarati nei progetti sono in sintonia con le finalità dell’Istituto.
Di ogni progetto esiste un referente; i progetti approvati sono verificati
periodicamente e sistematicamente nei Consigli di classe e nel Collegio Docenti.
ACCOGLIENZA
La Scuola ha predisposto un progetto di accoglienza per tutte le classi prime,
attraverso varie attività:
Finalità
farsi conoscere dagli alunni e aiutare gli alunni a conoscersi reciprocamente;
la scuola organizza incontri con i genitori per pubblicizzare le attività svolte;
gli alunni delle scuole elementari ed i maestri possono visitare la scuola media al
mattino e assistere e partecipare alle attività;
gli insegnanti si presentano agli alunni e presentano la propria materia, il libro di
testo ed illustrano il metodo di studio;
vengono organizzate opportune attività finalizzate alla reciproca conoscenza degli
alunni;
all’inizio del ciclo scolastico gli insegnanti si adoperano affinché gli alunni conoscano
l’edificio, le strutture disponibili, la distribuzione e la dislocazione delle classi;
vengono resi noti agli alunni gli obiettivi educativi e didattici espressi in risultati
attesi;
68
Conoscere gli alunni su due distinti piani:
sul piano generale delle conoscenze teoriche riguardanti gli aspetti psicofisici e
psicologici dei preadolescenti;
sul piano più specifico riguardante i singoli alunni in merito al loro sviluppo
psicofisico, alle loro capacità comunicative, allo sviluppo dei processi logici, al
possesso di abilità strumentali e ai comportamenti sociali e regolativi, nonché al
contesto socio culturale. Tali informazioni vengono acquisite attraverso incontri con i
maestri delle classi quinte, colloqui con i genitori, lettura delle schede personali
degli alunni, test di ingresso graduati, osservazione diretta nei primi mesi di scuola.
ORIENTAMENTO E CONTINUITA'
Il triennio della Scuola Media conclude la fascia scolastica uguale per tutti ed
introduce ogni alunno alla prima vera e propria scelta di indirizzo personale di studio.
La scelta del percorso di studio successivo rappresenta un momento importante e
delicato per i ragazzi e per i loro genitori, legato
-
alla precocità della scelta;
alla fase di crescita, ancora in corso;
alla difficoltà di autovalutazione e di misurazione dell'impegno di studio;
alla precarietà o incertezza delle proprie preferenze;
all'individuazione delle proprie attitudini, spesso ancora indefinite;
alla generale incertezza vissuta dalle famiglie sulla situazione futura.
L’articolazione del progetto nasce pertanto dalla considerazione che l’orientamento
rappresenta un processo di educazione permanente alle scelte future in ogni ambito della
vita personale, scolastica e professionale dell’alunno, in cui la scuola interviene con tutto
l’insieme della propria offerta formativa.
Soggetti destinatari sono quindi gli ALUNNI, che nel corso del ciclo scolastico, sono
guidati allo sviluppo della consapevolezza di sé, a conoscere la realtà in cui vivono, a
conoscere i diversi percorsi di studio, per scegliere in modo informato ed efficace.
Destinatari del progetto sono anche i GENITORI, che sono coinvolti sulla base della
loro corresponsabilità educativa, attraverso incontri, colloqui, presentazioni ed ai quali la
Scuola consegna il Consiglio Orientativo elaborato dal Consiglio di Classe nel primo
quadrimestre della classe terza.
Tutto questo viene organizzato all'interno della programmazione dei vari Consigli di classe,
valutando la situazione di fatto e le prospettive possibili.
Quando possibile sono stati coinvolti anche agenti esterni, che hanno collaborato
con la Scuola, ed hanno condotto attività guidate volte allo sviluppo della capacità di
autovalutazione delle capacità di ogni singolo studente, anche nella prospettiva specifica
della misurazione della resilienza, ossia della capacità di ognuno di agire “per risalire dalla
barca rovesciata”, affrontando in modo positivo anche l’insuccesso (Assessorato alle
Politiche Educative, Informagiovani del Comune di Cremona e Criaf).
Il Progetto Orientamento si articola nell’arco del triennio, attraverso una serie di
attività orientanti, che sono parte integrante del curricolo e coinvolgono in questa
69
prospettiva anche la valutazione del processo di apprendimento, nella consapevolezza che
uno degli obiettivi principali della Scuola secondaria di primo grado è proprio quello di
orientare gli alunni verso la scelta del percorso di studio successivo più vicina alle proprie
attese, motivazioni, interessi ed abilità.
Questo aspetto formativo dell’attività di orientamento si realizza attraverso l’ analisi
del proprio vissuto scolastico, mediante letture e discussioni in classe, test, questionari,
raccolta di dati con autovalutazione degli alunni, focalizzando le singole modalità di
apprendimento, nella prospettiva di un approccio metacognitivo, che chiarisca all’alunno
come imparare a imparare.
L’aspetto informativo del progetto si realizza attraverso una serie di proposte: visita
al “Salone dello Studente” e partecipazione alle attività ad esso correlate, nelle giornate di
Scuola aperta, il cui calendario viene puntualmente trasmesso agli alunni delle classi terze;
visite guidate nelle realtà produttive del territorio, laboratori guidati presso le scuole
secondarie di secondo grado; analisi dei vari percorsi curricolari e soprattutto la
partecipazione ai micro-stages presso tutti gli Istituti Secondari di secondo grado della
città, offerto agli alunni e alle alunne delle classi terze nel corso di due giornate.
L’esperienza degli “stages” presso gli Istituti Secondari di secondo grado ha lo scopo
di:
- rendere i ragazzi protagonisti e responsabili della loro scelta futura;
- motivarli al successo scolastico e formativo;
- favorire la continuità fra i diversi ordini di scuole;
- realizzare la collaborazione fra le scuole, fra le famiglie, fra scuola/famiglia/territorio.
In due giornate preventivamente concordate con le scuole superiori, tutti i ragazzi e
le ragazze delle classi terze frequentano contemporaneamente due “stages”, in modo
tale da sperimentare una giornata-tipo nella scuola scelta e condurre le proprie
osservazioni.
Gli Istituti superiori si sono sempre dimostrati disponibili a questa proposta,
collaborando nell'organizzazione e nell’accoglienza degli alunni.
Alla prova dei fatti e di una ormai lunga esperienza, possiamo affermare che la
pratica degli "stages" si è confermata molto utile perché i ragazzi prendano coscienza
della scelta e la possano valutare con maggiore realismo.
Negli ultimi anni, sono stati approntati strumenti e definite alcune modalità per
seguire il percorso scolastico degli alunni licenziati e riflettere sugli esiti conseguiti nei
percorsi successivi, nella prospettiva del contenimento della dispersione scolastica.
Potenziando il raccordo con i percorsi successivi è possibile inoltre rivedere e rimodulare
la programmazione dell’attività didattica della scuola media nell’ottica della continuità.
L’analisi condotta nel biennio più recente dalla nostra Scuola sul rapporto tra
“stages” e consiglio orientativo da una parte e scelta della scuola di secondo grado
dall’altra, ha rivelato che un’alta percentuale di alunni segue quanto indicato dalla Scuola
Media Vida.
La ricerca condotta su tutti i Licei, gli IIS e i centri di I. Professionali del territorio
sugli esiti finali degli alunni, ha inoltre dimostrato che una buona pratica di azioni positive
nella prospettiva dell’orientamento garantisce anche un’ottima percentuale di successo
formativo per i nostri ex-alunni
70
ALUNNI CON DSA
Questo progetto nasce dall’esigenza di rispondere in modo adeguato alle richieste di
studenti/esse con diagnosi DSA (disturbo specifico di apprendimento: DISLESSIADISGRAFIA DISORTOGRAFIA-DISCALCULIA) e delle loro famiglie, in ottemperanza alle
disposizioni normative del MIUR Lombardia e del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca.
Il Consiglio di Classe si fa carico di elaborare il Piano Didattico Personalizzato per
ciascuna alunno/a in modo tale da favorirne al massimo il successo formativo.
Finalità
Porre attenzione allo star bene dello studente/essa che convive con il DSA;
aiutarlo a migliorare la propria situazione per raggiungere il maggior livello di
capacità e di autonomia possibile;
favorire la possibilità di imparare, di coltivare i propri interessi culturali e di poter
accedere all’informazione e alle materie di studio.
Obiettivi
individuare le strategie ostacolanti e predisporre strategie efficaci per
l’apprendimento;
rispettare i diversi stili di apprendimento;
creare situazioni in cui è possibile una relazione positiva tra studente/essa e
docenti;
fornire aiuto per i linguaggi specifici;
attuare le misure dispensative e compensative previste dalla normativa vigente;
collaborare con le famiglie per la stesura di un Piano Personalizzato.
Destinatari
Studenti/esse
Docenti
Genitori
71
GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI
Attività sportiva promossa ed organizzata dal M.I.U.R. in collaborazione con il C.O.N.I., le
Regioni e gli Enti Locali.
Partecipano ai G.S.S. tutti gli studenti dell’istituto (cat. Ragazzi/e classi 1°-cadetti/e classi
2° e 3°) senza esclusione alcuna, adeguatamente preparati attraverso la frequenza delle
ore di avviamento alla pratica sportiva.
Attività programmate:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
corsa campestre maschile/ femminile (fase istituto, distrettuale, provinciale…);
atletica leggera maschile/femminile (fase istituto, distrettuale, provinciale…);
badminton misto/singolo;
canottaggio maschile/femminile (fase istituto, distrettuale, provinciale…);
pallavolo femminile;
pallacanestro maschile;
tennis maschile/femminile;
judo (fase sperimentale comunale) in collaborazione con A.S.D. Sajgo Judo di
Cremona;
rugby misto;
tennis tavolo maschile/femminile;
GIOCHI DELLA GIOVENTU'
Attività sportiva promossa ed organizzata dal C.O.N.I nazionale in collaborazione con
l’ufficio provinciale scolastico di Cremona ( M.I.U.R.).
Partecipano alla fase di istituto tutte le classi, ma solo le tre classi meglio piazzate vengono
ammesse alla fase provinciale.
BASKIN
Lo sport è strumento di educazione, di recupero, di crescita culturale e fisica per tutti
gli alunni; per questo la scuola propone l’attività di Baskin in rete con gli altri Istituti
Comprensivi cittadini: basket integrato, rivolto ad alunni disabili e non, presso la palestra
di via Santa Maria in Betlem.
72
AUTONOMIA
Il progetto è rivolto agli alunni che necessitano di potenziare abilità di
comunicazione, d’orientamento, di uso del denaro, di autonomia personale e sociale.
Le attività proposte percorrono un itinerario educativo che pone il territorio come
risorsa da esplorare e conoscere al fine di acquisire una maggiore autonomia rispetto ai
bisogni della vita quotidiana, intessendo relazioni, acquisendo la capacità di fruire dei
servizi in genere e dei mezzi di trasporto.
Obiettivi:
aprire la scuola alla realtà che la circonda, permettendo ai ragazzi di integrare ed
ampliare esperienze, conoscenze, abilità;
favorire l’autonomia sociale mediante un approccio più diretto con aspetti della
quotidianità;
favorire l’apprendimento mediante sperimentazione ed approccio diretto;
affrontare la gestione del denaro facendo piccoli acquisti;
imparare a compilare un bollettino postale e altri moduli d’uso quotidiano;
saper richiedere l’aiuto necessario sapendo indicare correttamente i propri dati
personali;
potenziare il senso di responsabilità individuale;
favorire la socializzazione in contesti e situazioni variegate e complesse.
SOGGIORNO ESTIVO IN ALTA SAVOIA
L’associazione culturale “no profit” EUROVIDA tutti gli anni propone agli alunni della
Scuola corsi con docenti di madrelingua inglese e approfondimento della lingua francese,
durante un soggiorno estivo ad Annecy, in Alta Savoia, Francia.
ORCHESTRA
I corsi di strumento:
La scuola dal 1999 è passata dalla sperimentazione ad un corso ordinamentale ad
indirizzo musicale con attività di insegnamento di “teoria e solfeggio” e strumento
musicale: pianoforte, violino, chitarra, clarinetto e tromba.
Le lezioni si articolano in tre modalità significative: lo studio individuale dello
strumento, la pratica della musica d’insieme, la lettura (solfeggio) e lo studio della teoria
musicale.
La musica d’insieme costituisce un punto di forza dell’attività di questo corso e negli
ultimi anni è stata potenziata attraverso laboratori che hanno portato alla costituzione di
un orchestra giovanile.
73
L’orchestra:
La scuola, in collaborazione con il Comune e la Fondazione “Stauffer” di Cremona,
ha attivato la costituzione di un’ orchestra giovanile con sede presso la scuola stessa.
Il progetto, che trae origine dall’esperienza dei corsi di strumento avviati da diversi anni
nella scuola, si rivolge ai giovani delle scuole Primarie e Secondarie di primo e secondo
grado che abbiano già iniziato lo studio di uno strumento e intendano proseguire
nell’approfondimento attraverso attività di musica d’insieme con continuità partecipando
ad un laboratorio orchestrale di durata annuale.
Nell’ambito dell’orchestra sono previste parti per gli strumenti: chitarra, chitarra
basso, pianoforte, clarinetto, saxofono, violino, percussioni, flauto traverso, violoncello,
tromba.
LABORATORIO MUSICALE
All’interno del Progetto Nazionale Musica – finalizzato alla diffusione della cultura
musicale come fattore educativo nel sistema scolastico – la Scuola Media “Vida” ha chiesto
e ottenuto negli anni scorsi l’attivazione del laboratorio musicale.
Il laboratorio è un luogo fisico attrezzato che costituisce uno spazio operativo per
un insegnamento/apprendimento della musica, a servizio di tutta la scuola e di altre
realtà del territorio. La scuola sede del laboratorio introduce nel proprio percorso formativo
un elemento caratterizzante che, attraverso un sistema di rete, le conferisce la qualità di
scuola di riferimento.
Il laboratorio della Scuola Media “Vida” si propone di rafforzare il ruolo formativo
dell’Educazione Musicale, anche in una prospettiva interdisciplinare, sviluppa attitudini,
saperi, abilità estetiche ed espressive quali le capacità di comunicare e di esprimersi, di
conoscere e rappresentare, di cogliere la pluralità dei significati e sviluppare nuove
modalità di pensiero e la capacità di rielaborarle creativamente.
Ultimamente l’attività del laboratorio ha visto l’organizzazione di manifestazioni a
carattere musicale che potessero coinvolgere varie scuole presenti nel nostro territorio e
collaborazioni a livello regionale e nazionale.
MOUSIKE'
Prosegue l’attività di continuità con la Scuola Primaria già avviata attraverso alcuni
laboratori tematici. In particolare verranno costituiti degli insiemi vocali che, dopo un
percorso di apprendimento del repertorio proposto, verranno accompagnati dall’orchestra
giovanile “Mousikè” nella realizzazione dello spettacolo finale.
74
RAPPORTI CON L'ESTERNO
I RAPPORTI CON LE FAMIGLIE
I genitori con l'atto dell'iscrizione esprimono la loro adesione al Piano dell'offerta
formativa tramite il patto di corresponsabilità. La scuola su questa base infatti collabora
con la famiglia - prima responsabile dell'educazione dei figli - affinché l'azione dei genitori
sia rinforzata e sostenuta.
Il dirigente scolastico, i docenti e tutto il personale della scuola si attivano perché
l'allievo possa vivere in una struttura educante e perché i genitori possano esplicare la loro
partecipazione nella costruzione di un percorso utile al pieno sviluppo della persona ed al
raggiungimento di una maturazione integrale e globale. I contatti con le famiglie si
realizzano principalmente nei colloqui interpersonali sia durante le udienze settimanali che
durante le udienze generali, a cadenza quadrimestrale ed in orario tardo pomeridiano. Il
dialogo ed il confronto, oltre all'informazione, sono gli aspetti metodologici più positivi di
questi momenti. Se è necessario intensificare la comunicazione con le famiglie per curare
particolarmente i progressi di alunni problematici o in difficoltà, il dirigente scolastico ed i
docenti offrono la massima disponibilità. La collaborazione con la scuola può essere
sollecitata in forma scritta con convocazione dei genitori nei casi in cui la famiglia non
partecipi spontaneamente al dialogo.
Le schede di valutazione sono consegnate personalmente dai docenti ai genitori al
termine dei due quadrimestri, per offrire ulteriori occasioni di scambio.
La partecipazione dei rappresentanti eletti dei genitori ai Consigli di Classe ed al
Consiglio di Istituto garantisce una gestione corretta e pluralistica della vita dell'Istituto.
75
RAPPORTI CON IL TERRITORIO (ENTI E ASSOCIAZIONI )
Se la Scuola deve svolgere una funzione di inserimento dell'alunno nella vita sociale,
imprescindibile è l'esigenza di una forte integrazione tra scuola e comunità territoriale.
D'altra parte l'Istituzione stessa si trova immersa in tessuto locale territoriale dove
agenzie, associazioni ed entità politiche stabiliscono necessariamente un legame di
interdipendenza.
Per assumere nella sua complessità questo rapporto è necessario leggere il
territorio non solo attraverso i vari livelli istituzionali locali, ma anche come luogo della
partecipazione dei cittadini nelle strutture di aggregazione, nel volontariato, nei gruppi di
interesse; come luogo della multietnia che dà forma alla nuova composizione sociale ,
come luogo del disagio, della innovazione e della trasformazione.
La scuola Media "M.G.Vida" rivendica il riconoscimento del ruolo determinante
dell'istituzione scuola nell'elaborazione della cultura e nella capacità di fornire gli strumenti
per l'esercizio della cittadinanza: per questo, su un piano non subordinato, intende
dialogare, collaborare, interagire con l'esterno.
I rapporti della scuola con l'esterno sono pertanto finalizzati a:
operare per il contenimento della dispersione, per potenziare l'efficacia delle
comunità locali nei confronti del disagio, delle vecchie e nuove marginalità e
delle nuove fragilità;
progettare significative proposte culturali e formative affinché il Piano
dell'offerta formativa esprima una vera e significativa integrazione col
territorio;
fare uso dei servizi municipali per qualificare gli aspetti organizzativi di
progetti educativi e didattici.
COMUNE DI CREMONA
Per strutture
- Utilizzo edifici e attrezzature arredi
- Legge 626
Per risorse finanziarie - Diritto allo studio
- Progetti diversi
Per servizi
- Trasporti (KM)
- Servizi alla persona
- Servizi sociali
- Comunità alloggio
- Polizia municipale
- Polizia postale
Per servizi culturali
- Biblioteca
- Sistema museale
- Scuola Civica di Musica
- Teatro Ponchielli
- APIC
- Offerta formativa per integrazione
curricolare
- Orientamento (Informagiovani)
76
ALTRI REFERENTI
PROVINCIA DI
CREMONA
Per servizi culturali
- Offerta formativa per integrazione
curricolare
− Offerta formazione docenti
ASL
Per servizi
- Area handicap
- Medicina scolastica
− Educazione alla salute
ASSOCIAZIONI
PROFESSIONALI
Per servizi
- Consulenza esperti
- Lega Navale
ASSOCIAZIONI
SPORTIVE
Per servizi
- Consulenza esperti
- Condivisione progetti
ASSOCIAZIONI
AMBIENTALISTE
Per servizi
- Consulenza esperti
- Condivisione progetti
Per servizi culturali
- cooperazione educativa e assistenza
alunni
−
Iride
−
Sentiero
−
Altana
−
Coop. Dolce
−
Coop. Gamma
- offerta formazione per docenti
- interventi di esperti in classe
TERZO SETTORE
(Cooperative educative,
parrocchie, oratori,
Caritas)
ISTITUZIONI
CULTURALI
UCIPEM
UNIVERSITA'
Per servizi culturali
Per servizi
- contributi alla formazione
FAMIGLIA
- condivisione progetto educativo
VISITE GUIDATE
I consigli di classe inseriscono nella propria programmazione didattica i viaggi i
d’istruzione in località di interesse artistico e culturale e visite guidate a mostre, musei,
aziende.
I viaggi di istruzione, secondo il regolamento vigente, hanno di norma la durata di
un giorno e devono essere autorizzati dal Consiglio di Istituto che ne verifica la fattibilità e
la congruenza con le norme.
77
CONCLUSIONE
Il Piano dell'Offerta Formativa rappresenta la carta d'identità della scuola,
identità culturale e programmatica. Il piano ha valenza triennale perchè, a partire dalla
descrizione dell'identità venutasi a consolidare, individua, attraverso attente procedure
valutative, la parte programmatica e gli obiettivi di miglioramento, definiti dalle linee-guida
approvate dal Consiglio d'Istituto, previa delibera del Collegio Docenti.
In questo modo esso non è solo la fotografia dell'identità esistente, ma impegna la
struttura organizzativa della scuola e le sue risorse in modo dinamico verso obiettivi di
miglioramento e consolidamento.
La valutazione del P.T.O.F., dell'azione della dirigenza e di tutte le figure
professionali dovrà fare riferimento al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Ogni futura decisione degli Organi Collegiali, in funzione presso l'Istituto
Comprensivo “CREMONA TRE” dovrà favorire la correttezza, l'efficacia, l'efficienza,
l'imparzialità e la trasparenza che si richiedono alle pubbliche amministrazioni.
Tutto il lavoro interno alla comunità educativa si dovrà svolgere sempre in un clima
di consapevole e fattiva collaborazione.
Al P.T.O.F. saranno infine aggiunte ed esplicitate le priorità indicate nel “Rapporto
di Autovalutazione”, con le determinazioni conseguenti previste dal “Piano di
Miglioramento”.
Cremona, 14 gennaio 2016.
78
Scarica

piano triennale offerta formativa - Istituto Comprensivo Cremona Tre