OSSERVATORIO REGIONALE DEL COMMERCIO La spesa iglie delle fam i s e t n o m pie miglie a f e ll e d a s e p s a ll Indagine su ne iemont p ia c in v o r p i d i i capoluogh anno 200 7 esi Coordinamento metodologico ed elaborazione dati Roberto Strocco, Coordinatore Ufficio Studi e Statistica Unioncamere Piemonte Hanno collaborato Elena Porta, Donatella Bobbio, Fiamma Morrocchi, Chiara Della Sala Ufficio Studi e Statistica Unioncamere Piemonte La spesa miglie delle fa piemontesi anno 2007 Coordinamento editoriale Annalisa D’Errico, Responsabile Ufficio Comunicazione, Stampa e Pubblicazioni Unioncamere Piemonte Gisella Guatieri, Ufficio Comunicazione, Stampa e Pubblicazioni Unioncamere Piemonte Progetto grafico Giuseppe Errico Impaginazione La Réclame Srl Stampa L’Artistica Savigliano Srl Si ringraziano in particolare gli Uffici Studi e i rilevatori delle Camere di commercio piemontesi Finito di stampare nel mese di aprile 2008 Indice 6 6 7 1 Introduzione 1.1 Obiettivi conoscitivi della ricerca 1.2 Premessa metodologica 2 Il campione oggetto dell’indagine 2.1 Le famiglie 2.2 I componenti 3 Le spese per consumi alimentari 3.1 Approfondimenti sulle spese per consumi alimentari 3.2 Il ruolo dell’autoconsumo e le spese alimentari extradomestiche 4 I consumi non alimentari 4.1 Le spese per l’abitazione 4.2 Le spese per trasporti e comunicazioni 4.3 Altre spese per consumi non alimentari 25 25 28 32 5 Il possesso dei beni durevoli 36 6 I luoghi d’acquisto 6.1 Le preferenze sui luoghi d’acquisto 6.2 Le ragioni di scelta dei luoghi d’acquisto 40 40 43 7 Altri aspetti legati ai consumi 7.1 I comportamenti d’acquisto in relazione all’inflazione percepita 7.2 Il consumo di prodotti del commercio equo e solidale 7.3 Gli acquisti di beni on line 7.4 Gli acquisti con pagamento rateale 46 46 48 49 50 8 I consumi complessivi: considerazioni conclusive 52 9 Allegato statistico 55 8 8 10 13 19 21 3 _ La spesamiglie delle fa esi piemont • Indagare i comportamenti d’acquisto delle famiglie, conoscerne il livello e la dinamica temporale, ed esplorarne le preferenze fornisce indicazioni imprescindibili per lo sviluppo di corrette politiche e l’attuazione di efficaci programmi di intervento. Forti di questa consapevolezza, per il settimo anno consecutivo Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte hanno realizzato il consueto rapporto di analisi sulla spesa delle famiglie nei capoluoghi di provincia piemontesi. anno 2007 Obiettivo consolidato del rapporto è analizzare i consumi e le abitudini di acquisto delle famiglie piemontesi da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo, sondandone l’evoluzione nel corso del tempo attraverso il confronto con i dati emersi dai precedenti rapporti. Come nella precedente edizione, la rilevazione è estesa all’intero anno e si è deciso di mantenere la numerosità campionaria al di sopra delle 800 unità. In questa edizione sono state introdotte alcune importanti novità tese a cogliere gli aspetti più innovativi legati ai consumi: si è infatti indagato, da un lato, il ricorso delle famiglie ad abbonamenti congiunti per le spese telefoniche e la connessione ad Internet (le cosiddette tariffe “flat”, ormai ampiamente diffuse) e, dall’altro, il possesso di alcuni beni high-tech, quali lettore Mp3, palmare e navigatore satellitare. Torino, aprile 2008 1. Introduzione 1.1 Obiettivi conoscitivi della ricerca • Per il settimo anno consecutivo, nel proseguire un percorso di ricerca avviato in forma sperimentale e perfezionato nel corso delle passate sei edizioni, Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte, nell’ambito delle attività promosse dall’Osservatorio regionale sul commercio, hanno realizzato l’indagine sulla spesa delle famiglie residenti nei capoluoghi di provincia piemontesi. Una ricerca analitica su un indicatore così importante assume una valenza peculiare di fronte a scelte di consumo sempre più razionali, guidate dalla prudenza e condizionate dagli aumenti di prezzi. Perché i consumi possano diventare elementi rivelatori della qualità della vita su un territorio, occorre studiarne i livelli, la struttura qualitativa e l’andamento nel tempo, scendendo il più possibile nel dettaglio per poi giungere, con un metodo deduttivo, a valutazioni globali e di sintesi. In tale ottica, questa indagine rappresenta la fonte informativa per poter descrivere, analizzare ed interpretare i comportamenti di spesa delle famiglie residenti nei capoluoghi di provincia piemontesi, attraverso una rilevazione della struttura e del livello dei consumi che presta particolare attenzione alle principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali. Grazie al disegno che la caratterizza, l’indagine consente di conoscere e seguire l’evoluzione, in senso qualitativo e quantitativo, degli standard di vita e dei comportamenti di consumo delle principali tipologie familiari, in riferimento ai differenti ambiti territoriali e sociali. Nella presente edizione, alcuni profili di consumo sono stati analizzati più nel dettaglio, e nello scorporare alcune voci si è cercato di evidenziare alcune peculiarità nelle propensioni di acquisto, senza la pretesa di fornire un’informazione completa e assoluta - ben consapevoli dei limiti di un’indagine campionaria e della difficoltà della materia -, ma con l’obiettivo di fornire un’interpretazione dei dati, per capire come si orientano i gusti e le preferenze delle famiglie piemontesi. Oggetto della rilevazione sono le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni e servizi: in tale definizione rientrano anche i prodotti provenienti dal proprio orto o dalla propria azienda agricola e direttamente consumati dalla famiglia (autoconsumo), e i fitti stimati delle abitazioni occupate dai proprietari o godute a titolo gratuito. Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia per scopo diverso dal consumo è esclusa dalla rilevazione (ad esempio, l’acquisto di una casa e di terreni, il pagamento delle imposte, le spese connesse con l’attività professionale, etc.). In particolare, oltre ai dati sui componenti della famiglia, le caratteristiche dell’abitazione, il reddito e il risparmio, sono state rilevate le spese per generi alimentari, abitazione, arredamento, abbigliamento e calzature, sanità, trasporti e comunicazioni, tempo libero, spettacoli e istruzione, altri beni e servizi. L’unità di rilevazione è la famiglia di fatto, intesa come insieme di persone coabitanti e legate da vincoli affettivi, di matrimonio, parentela, affinità, adozione e tutela. Sono considerate appartenenti alla famiglia, come membri aggregati, tutte le persone che, a qualsiasi titolo, convivono abitualmente con essa. Si ricorda, infine, che i dati rilevati da Unioncamere Piemonte vengono integrati con le informazioni raccolte presso il campione torinese osservato dall’Ascom di Torino e da Confesercenti nell’anno in corso; queste informazioni, ulteriormente approfondite, confluiscono nell’Osservatorio sui consumi delle famiglie torinesi, curato dall’associazione di categoria per conto della Camera di commercio di Torino. 6 _ 1.2 Premessa metodologica • Con il supporto operativo degli uffici studi delle Camere di commercio piemontesi - e, per quanto riguarda Torino, con l’ulteriore attività svolta dall’Ascom e da Confesercenti -, per realizzare il settimo rapporto sulla spesa delle famiglie piemontesi sono state coinvolte complessivamente 809 famiglie residenti nei capoluoghi di provincia: 89 per Alessandria, 90 per Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli e 180 per Torino. La raccolta dei dati è stata affidata alle Camere di commercio, che si sono occupate di selezionare le famiglie da intervistare e di scegliere, formare, supervisionare e dare assistenza ai rilevatori. Le rilevazioni sono state effettuate in quattro tranches della durata di dieci giorni ciascuna (11-20 aprile 2007, 2-11 luglio 2007, 1-10 ottobre 2007, 7-16 gennaio 2008). Le famiglie già intervistate gli scorsi anni e che hanno rinnovato la propria disponibilità sono state generalmente mantenute nel campione, ulteriormente integrato e rivisto nei diversi periodi di rilevazione, rispettando la stratificazione della popolazione e la dimensione media dei nuclei familiari residenti nei capoluoghi di provincia. Sono state utilizzate due diverse tecniche di raccolta dei dati: l’autocompilazione di un diario, denominato “Libretto degli acquisti”, sul quale la famiglia ha tenuto nota quotidianamente, per il solo periodo di riferimento, delle spese effettuate per generi di largo consumo (alimentari, tabacchi, giornali, etc.) e, successivamente, un’intervista condotta dal rilevatore, nella quale sono stati rilevati i dati sulle caratteristiche socio-demografiche dei componenti della famiglia e sull’abitazione, oltre a tutte le altre spese non registrate nel diario. Le spese indicate si riferiscono generalmente al consumo mensile, tranne che per l’acquisto di beni durevoli o per spese eccezionali, per le quali si fa riferimento al trimestre o, in alcuni casi, agli ultimi dodici mesi; per alcuni beni durevoli, è stata inoltre rilevata l’indicazione del pagamento attraverso rate mensili. Le novità rispetto alla sesta edizione riguardano l’introduzione di una nuova voce di spesa per l’abitazione, ovvero la possibilità di un abbonamento congiunto per le spese telefoniche e di Internet, e di nuovi prodotti (lettore Mp3, navigatore satellitare e palmare) nella sezione dedicata al possesso dei beni durevoli. A differenza della scorsa edizione, nel 2007 non sono state indagate le spese sostenute dalle famiglie piemontesi nel periodo natalizio. Si ricorda che la spesa media mensile definita nel rapporto è stata calcolata dividendo la spesa totale, generata dall’elaborazione dei dati complessivi, per il numero delle famiglie oggetto dell’indagine. Tutti i grafici e le tabelle presentate, compreso l’allegato statistico, sono state elaborate da Unioncamere Piemonte su dati propri. 7 _ 2. Il campione oggetto dell’indagine 2.1 Le famiglie • L’indagine sulla spesa delle famiglie piemontesi è giunta alla sua settima edizione. Anno dopo anno, la numerosità campionaria è stata perfezionata al fine di migliorare lo standard qualitativo delle informazioni raccolte e ridurre in maniera significativa eventuali errori di campionamento. Nel 2001, le famiglie analizzate erano infatti 280, mentre nella presente edizione il numero è salito a 809, con un incremento di 529 unità. Di questi nuclei familiari, 180 sono localizzati nel comune di Torino e in alcuni comuni dell’area metropolitana; le restanti 629 famiglie si distribuiscono in maniera omogenea nei restanti capoluoghi di provincia, con la sola eccezione di Alessandria, che in questa edizione presenta un’unità campionaria in meno rispetto all’anno precedente. L’unità oggetto della rilevazione è la famiglia anagrafica, definita dall’Istat come un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, affinità, adozione, affiliazione, tutela o vincoli affettivi e aventi dimora abituale nella stessa unità abitativa. Così definita, una famiglia può essere costituita anche da un singolo individuo. Il campione rappresenta un’immagine ridotta ma fedele della realtà piemontese ed è stato costituito in base ad opportune operazioni di stratificazione, con riferimento ai dati del Censimento del 2001. I dati censuari mettono in evidenza come, a livello nazionale, sia aumentato il numero di famiglie, che tuttavia diventano sempre più piccole: il numero medio di componenti scende, infatti, dai 2,8 del 1991 ai 2,6 registrato nel 2001. Quanto alla realtà piemontese, la popolazione di riferimento da cui è stato estratto il campione conta 1.932.734 famiglie anagrafiche, per un ammontare complessivo di oltre 4.352.828 componenti, con una media di 2,3 persone per nucleo familiare. Numerosità campionaria 2001-2007 900 800 700 600 500 400 300 200 100 280 350 560 630 647 810 809 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 0 8 _ L’analisi delle tipologie delle famiglie intervistate rivela come, nel 2007, la quota maggiore del campione sia rappresentata dalle coppie con figli, che costituiscono il 32% del totale, seguite dai nuclei composti da una singola persona, pari al 29% delle unità campionate, e dalle coppie senza figli (il 26%). La dimensione media delle famiglie del campione si attesta a 2,3 componenti. Distribuzione percentuale delle famiglie per tipologia di nucleo familiare Campione di 809 famiglie Altro 13,0% Single 29,0% Coppie con figlii 32,0% % Coppie senza fig gli 26,0% Si riscontra, in particolare, una correlazione tra l’età del capofamiglia e la dimensione media del nucleo familiare, che risulta più numeroso se la persona di riferimento ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (2,5 componenti per famiglia), e di dimensioni più ridotte (1,7 componenti) quando il capofamiglia supera i 65 anni. Risultano, infine, più piccole (2 componenti in media) le famiglie in cui la persona di riferimento ha meno di 35 anni o un’età compresa tra i 55 e i 64 anni. La distribuzione del campione per classe di età della persona di riferimento mette in evidenza la maggior presenza di capifamiglia over 65 (il 24% del totale), seguiti da quelli tra i 45 e 54 anni (il 22% del campione) e tra i 35 e 45, la cui presenza si attesta al 21%. Per quanto riguarda la condizione professionale, il 63% dei capifamiglia è occupato. Tra le figure professionali della persona di riferimento, la percentuale maggiore è rappresentata dagli impiegati (il 32%), seguiti dai lavoratori in proprio (il 14%) e dagli operai (l’8,4%). Analizzando, infine, i dati relativi al reddito, il 49% delle famiglie intervistate ha dichiarato un reddito basso (fino a 2.066 euro mensili); segue la classe di reddito medio (tra i 2.067 ai 4.132 euro mensili) che racchiude il 46% del campione. Si precisa che il reddito è qui indicato al netto di imposte e contributi sociali. A livello provinciale, ad Alessandria e a Novara si concentrano i nuclei familiari con un reddito alto (il 9% del campione), mentre Torino si conferma il capoluogo con la percentuale più alta di famiglie a basso reddito (il 57% del campione provinciale). 9 _ Distribuzione percentuale delle famiglie per fascia di reddito* Campione di 809 famiglie Non indicato 1,0% Alto 4,0% Basso 49,0% Medio 46,0% * basso fino a 2.066 euro mensili, medio da 2.067 a 4.132 euro mensili, alto oltre 4.132 euro mensili 2.2 I componenti • Nelle 809 famiglie oggetto della rilevazione, si contano complessivamente 1.825 individui. Anche nel 2007, come nella precedente edizione, la componente femminile prevale su quella maschile, rappresentando il 55% del campione. La fascia d’età più numerosa è quella sotto i 24 anni, a cui appartiene il 22% del campione; gli under 35 rappresentano nel complesso il 37% del totale, mentre la classe d’età meno consistente è quella tra i 55 e i 64 anni, pari al 14%. Il 50% dei componenti dei nuclei familiari intervistati è occupato; la tipologia di professione maggiormente rappresentata è quella degli impiegati (il 48% degli occupati), seguita dai lavoratori in proprio (il 18%) e dagli operai (il 14%). Risulta più bassa la presenza di imprenditori (il 3,3%) e dirigenti (il 2%). Tra gli individui in condizione non professionale, i disoccupati rappresentano solo l’1% del campione complessivo; sono maggiori le quote di pensionati (il 22% del totale), studenti (il 15%) e casalinghe (il 5%). 10 _ Distribuzione percentuale dei componenti per classe di età Campione di 809 famiglie ≤ 24 anni 22% ≥ 65 anni 17% 55-64 anni 14% 25-3 anni 25-34 15% 45-54 anni 16% 35-44 anni 16% Distribuzione percentuale dei componenti per condizione professionale Campione di 809 famiglie In cerca di prima occupazione Disoccupati 1% 1% % Casalinghe 5% Studenti 14% Occupati 51% Pensio Pensionati 22% Altro 6% 11 _ Distribuzione percentuale dei componenti occupati per tipologia di professione Campione di 809 famiglie Operai 14% Altre forme di lavoro indipendente 5% Impiegati 48% Non dichiarato 10% Imprenditori 3% Dirigenti 2% 12 _ Lavoratori in proprio 18% 3. Le spese per consumi alimentari • I prodotti alimentari rappresentano una voce essenziale delle spese familiari e presentano una dinamica generalmente rigida rispetto al reddito disponibile: una congiuntura economica, per quanto sia favorevole o sfavorevole, non può comprimere o espandere più di tanto i consumi per soddisfare i fabbisogni nutrizionali delle persone. Il peso dell’alimentare sulla spesa complessiva delle famiglie si mantiene quindi sostanzialmente stabile nel corso degli anni. Un periodo di particolare sfiducia delle famiglie o di forte espansione dei prezzi dei prodotti alimentari, fenomeni entrambi riscontrati nel mese di gennaio, quando si è svolta la nostra ultima rilevazione, può in ogni caso lasciare il segno, influendo in primo luogo sulla qualità dei prodotti comprati e portando alla contrazione degli acquisti degli alimenti non strettamente necessari e più costosi, come la carne, il pesce, le bevande alcoliche e analcoliche o i dolci. In secondo luogo, esiste comunque un margine, sebbene piccolo, per ridurre i volumi acquistati. La presente rilevazione si riferisce alla spesa e non alla quantità di prodotti acquistati: a fronte di una variazione della spesa, non è quindi possibile definire con certezza quanta parte sia riconducibile all’inflazione e quanta alla variazione dei consumi effettivi. Sicuramente una riduzione della spesa alimentare delle famiglie piemontesi in un periodo in cui i prezzi hanno ripreso a correre non rappresenta comunque un segnale incoraggiante. Le spese per prodotti alimentari sono state rilevate essenzialmente attraverso la raccolta degli scontrini durante i quattro periodi di indagine. All’interno dell’analisi sono stati inseriti approfondimenti relativi all’acquisto di prodotti biologici, all’autoconsumo e ai pasti fuori casa. Peso delle spese alimentari sui consumi familiari totali Campione di 809 famiglie Spese alimentari 11,9% Spese non alimentari 88,1% 13 _ Nel 2007, la spesa delle famiglie piemontesi per acquisti alimentari ha subìto una flessione del 2,7%, pari a -8,36 euro, scendendo a 298,46 euro medi mensili, contro i 306,82 dell’anno precedente. La flessione si inserisce nel quadro di una dinamica negativa dei consumi totali, pertanto il peso del comparto alimentare sulla spesa complessiva delle famiglie (al netto dell’acquisto di autoveicoli) è rimasto sostanzialmente stabile, pari all’11,9%. La riduzione ha coinvolto in misura particolarmente significativa la spesa per dolciumi e drogheria, bevande, pesce, carni e salumi; l’unica voce in crescita nel comparto alimentare è la frutta, mentre pane e cereali, latticini e legumi e ortaggi sono risultati sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente. I dati suggeriscono quindi che, a fronte di una crescita consistente dei prezzi, in particolare di quelli dei beni ad alta frequenza d’acquisto - come sottolineato dall’Istat -, le famiglie piemontesi hanno concentrato la loro spesa sui prodotti più strettamente necessari: pane, latte, frutta e verdura hanno quindi aumentato la propria incidenza sul paniere delle famiglie, mentre è risultato in lieve riduzione il peso degli altri alimenti. Biella è il capoluogo di provincia dove le famiglie hanno speso di più per i prodotti alimentari (353 euro al mese), mentre si collocano al di sotto delle media regionale Alessandria, Novara e Asti, rispettivamente con 281, 259 e 210 euro mensili. Spesa media mensile familiare per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia (dati in euro) Campione di 809 famiglie Latte, Pane Dolciumi Carni Oli Legumi Pesce formaggi Frutta Bevande Totale e cereali e drogheria e salumi e grassi e ortaggi e uova Alessandria 51,22 25,57 66,31 15,45 6,23 37,49 30,03 30,22 18,31 280,84 Asti 34,58 29,35 60,14 7,23 3,88 25,35 14,77 15,62 19,12 210,05 Biella 55,82 32,85 84,15 20,36 14,02 50,62 34,64 31,95 28,25 352,66 Cuneo 56,60 39,39 62,95 20,01 5,47 54,58 25,16 21,27 23,07 308,50 Novara 49,58 32,98 53,98 12,22 3,82 35,77 22,92 23,85 24,36 259,47 Torino 46,02 34,73 73,28 18,45 7,55 45,44 33,52 26,59 27,34 312,93 Verbania 51,43 39,14 78,03 18,59 5,75 39,63 25,92 29,58 45,98 334,05 Vercelli 50,33 38,69 78,80 12,37 7,50 41,74 28,97 27,75 28,38 314,52 Piemonte 2007 49,06 34,17 70,11 15,90 6,86 41,79 27,71 25,93 26,92 298,46 Piemonte 2006 49,27 37,73 73,11 16,81 7,59 41,96 28,29 23,57 28,49 306,82 Nonostante la spesa per la carne e i salumi si sia ridotta in un anno di 3 euro per famiglia, rappresenta ancora la voce di gran lunga più importante del paniere alimentare dei piemontesi, con importi che nel 2007 si aggirano sui 70 euro al mese, pari al 23,5% della spesa destinata ai prodotti alimentari. Il maggior consumo si è verificato a Biella (circa 84 euro), seguita da Vercelli (poco meno di 79 euro); questi sono anche gli unici due capoluoghi dove si è registrato un trend positivo rispetto al 2006. Si collocano al di sopra della media regionale anche Verbania e Torino, dove le famiglie spendono in media 78 e 73 euro al mese per l’acquisto di carne. Si colloca sotto i 70 euro la spesa ad Alessandria, Asti e Cuneo. A Novara, il consumo familiare di carne ha sfiorato i 54 euro mensili, con una riduzione di quasi 17 euro rispetto al 2006. La seconda categoria di consumi alimentari è quella che comprende pane, pasta e cereali: nel 2007 ogni famiglia ha speso in media 49 euro per questa voce, che ha rappresentato il 16,4% del paniere (contro il 16,1% dell’anno precedente). Cuneo è ancora al primo posto per consumo di pasta, con quasi 57 euro per famiglia, mentre Biella ha superato Verbania ed è salita al secondo posto, con una spesa di circa 56 euro (oltre 4 euro in più rispetto al 2006). Al di sotto delle media regionale si collocano Torino e Asti, entrambe con valori in diminuzione rispetto al 2006. 14 _ Composizione del paniere della spesa familiare per consumi alimentari Campione di 809 famiglie Bevande 9,0% Pane e cereali 16,4% Frutta 8,7% Dolciumi e drogheria 11,4% Legumi e ortaggi 9,3% Latte, formaggi e uova 14,0% Oli e grassi 2,3% Carni e salumi 23,5% Pesce 5,3% Latticini e uova sono la terza componente del paniere alimentare; la spesa in questo caso si attesta poco al di sotto dei 42 euro, arrivando ad incidere per il 14% sul totale (contro il 13,7% del 2006). Anche nel 2007 Cuneo, territorio con una forte tradizione per questi prodotti, è al primo posto, con una spesa di oltre 54 euro. Come nel caso della pasta e cereali, Biella risulta in ripresa, collocandosi in seconda posizione con circa 51 euro mensili, 3,5 euro in più della rilevazione precedente. All’ultimo posto si colloca nuovamente Asti, dove il consumo dei latticini arriva appena a 25 euro. Dolciumi e prodotti di drogheria, come cioccolato, caffè e the, rappresentano l’11,4% del totale alimentare, quota in riduzione rispetto al 12,3% del 2006. La spesa media ammonta a 34 euro mensili, con una flessione di 3,5 euro in un anno. I più golosi sono sempre i cuneesi, ma il consumo di questi prodotti risulta in aumento a Verbania, Vercelli e Novara. Nella graduatoria delle spese alimentari seguono i legumi e gli ortaggi, il cui peso nel 2007 ha superato quello delle bevande: ogni famiglia ha infatti speso mediamente 28 euro per verdure e legumi, che hanno rappresentato il 9,3% del paniere; allo stesso tempo, la spesa per bevande alcoliche e analcoliche si è ridotta di quasi 2 euro, scendendo a 27 euro mensili, con un’incidenza del 9% sul carrello della spesa alimentare. La frutta esercita un peso sempre maggiore negli acquisti alimentari e la sua quota sul totale è passata dal 7,7% del 2006 all’8,7% del 2007: l’aumento della spesa per questa tipologia di prodotti è pari a più di 2 euro in un anno e nel 2007 è salito a 26 euro mensili per famiglia, con incrementi particolarmente consistenti a Biella e Torino. Le altre voci di spesa (pesce e oli e grassi) rappresentano componenti minoritaria della spesa alimentare, con quote pari rispettivamente al 5,3% (circa 16 euro mensili per famiglia) e al 2,3% (7 euro). 15 _ Composizione del paniere della spesa familiare per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia Campione di 809 famiglie Alessandria Bevande 6,5% Frutta 10,8% Legumi e ortaggi 10,7% Pane e cereali 18,2% Dolciumi e drogheria 9,1% Latte, formaggi e uova 13,3% Oli e grassi 2,2% Pesce 5,5% Asti Carni e salumi 23,6% Frutta 7,4% Legumi mi e ortaggi gi 7,0% % Bevande 9,1% , Dol Dolciumi ed drogheria 14,0% 1 4,0 Latte, formaggi e uova 12,1% Biella Bevande 8,0% , Frutta rutta 9,1% Legumi e ortaggi 9,8% Carni e salumi 28,6% 28 6% Dol Dolciumi ed drogheria 9,3% 9 ,3 Latte, formaggi gi e uova a 14,4% % Olii e grassi 4,0% Oli e grassi assi 1,8% ,8% Pesce 3,4% Pane e cereali 15,8% Pane e cereali 16,5% Pesce 5,8% 5 8% Carni e salumi 23,9% Cuneo Bevande 7,5% , Frutta rutta 6,9% Legumi e ortaggi 8,2% Pane e cereali 18,3% Dol Dolciumi ed drogheria 12,8% 1 2,8 Latte, formaggi gi a e uova 17,7% % Olii e grassi 1,8% 16 _ Pesce 6,5% 6 5% Carni e salumi 20,4% Novara Bevande 9,4% Frutta rutta 9,2% Legumi e ortaggi 8,8% Pane e cereali 19,1% Dol Dolciumi ed drogheria 12,7% 1 2,7 Latte, formaggii e uova a 13,8% % Olii e grassi 1,5% Pesce 4,7% 4 7% Carni e salumi 20,8% 20 8% Torino Bevande 8,7% Frutta rutta 8,5% Legumi e ortaggi 10,7% Pane e cereali 14,7% Dol Dolciumi drogheria ed 11,1% 1 1, Latte, formaggi gi e uova a 14,5% % Verbania Olii e grassi 2,4% Bevande 13,8% , Frutta rutta 8,9% Legumi e ortaggi 7,8% Pane e cereali 15,4% Pesce 5,9% 5 9% Carni e salumi 23,4% Dol Dolciumi ed drogheria 11,7% 1 1, Latte, formaggi gi a e uova 11,9% % Olii e grassi 1,7% Pesce 5,6% 5 6% Carni e salumi 23,4% 23 4% Vercelli Bevande 9,0% , Frutta rutta 8,8% Legumi e ortaggi 9,2% Pane e cereali 16,0% Dol Dolciumi ed drogheria 12,3% 1 2, Latte, formaggi gi a e uova 13,3% % Olii e grassi 2,4% Pesce 3,9% 3 9% Carni e salumi 25,1% 25 1% 17 _ A livello nazionale, gli ultimi dati disponibili di fonte Istat sono relativi all’anno 2006 e non al 2007; si è comunque ritenuto opportuno effettuare un confronto, non in termini di valore ma di peso percentuale delle singole voci di spesa, tra i comportamenti delle famiglie piemontesi e quelli degli italiani nel loro complesso. Prodotti come il pane e i cereali, i latticini e le uova, la frutta, gli ortaggi e le bevande incidono in egual misura sul carrello della spesa regionale e nazionale. Allo stesso tempo, i piemontesi consumano meno pesce (che rappresenta il 5,3% del paniere regionale, contro il 9% a livello nazionale), anche perché, a differenza delle regioni affacciate sul mare, questo tipo di alimento appartiene in misura minore alla tradizione alimentare del Piemonte. Anche gli oli e i grassi rappresentano una quota minore nella spesa piemontese (2,3%), rispetto a quanto si riscontra a livello italiano (3,9%). Il consumo di carne e salumi merita un discorso a parte. Nelle precedenti rilevazioni, la spesa per questa tipologia di prodotti incideva decisamente di più sul paniere piemontese che su quello nazionale; nel 2007 la forbice si è però ridotta, così che il peso della carne sulla spesa alimentare delle famiglie piemontesi (pari al 23,5%), sebbene superiore al dato nazionale (22,7%), non si discosta in misura rilevante. Rimane invece consistente la differenza relativa al consumo di prodotti dolciari e di drogheria, con uno scostamento del 4,5% tra la quota detenuta a livello regionale e quella nazionale. Tornando al dettaglio regionale e disaggregando ulteriormente i dati, è possibile osservare le differenze nei comportamenti d’acquisto delle famiglie piemontesi a seconda dell’età, del sesso, della condizione e posizione professionale del capo famiglia, nonché in base alla tipologia del nucleo familiare stesso (single, coppia con figli o senza). Tutte queste informazioni sono raccolte nell’allegato statistico presente al fondo di questo volume, ma in questa sede si vogliono sottolineare alcuni dati particolarmente significativi. Nel 2007, in linea con il trend degli anni precedenti, si è ulteriormente ridotto il gap tra la spesa delle famiglie più “anziane” (in cui la persona di riferimento ha più di 65 anni) e quella dei nuclei più “giovani” (con il capo famiglia sotto i 65 anni). Nel primo caso la spesa media mensile si è attestata sui 289 euro, nel secondo è stata pari a 302 euro, con una differenza di soli 13 euro, contro i 36 del 2006; il divario è riconducibile soprattutto alle diverse scelte nel consumo delle bevande, dei prodotti dolciari e di drogheria e di pane e cereali. Analogamente, si è ridotto il differenziale di spesa tra famiglie ad alto e basso reddito: le prime hanno effettuato acquisti per prodotti alimentari pari a 380 euro, contro i 256 dei nuclei a basso reddito. La differenza è stata quindi di 124 euro (contro i 182 del 2006) ed è risultata legata soprattutto al maggior consumo di carni, salumi e bevande da parte delle famiglie più benestanti. I consumi delle famiglie con persona di riferimento pensionata o non pensionata risultano invece allineati, con scarti di spesa significativi solo nel caso dei prodotti dolciari e delle bevande, che sono comunque meno abituali nella dieta quotidiana. Tra i nuclei con capofamiglia occupato, la spesa alimentare maggiore si rileva per imprenditori e lavoratori in proprio, che superano la media del campione rispettivamente per 61 e 21 euro mensili. Questi soggetti si distinguono soprattutto per l’alto ammontare degli acquisti di dolci, carne, pesce e bevande, ad indicare come essi spendono di più non perché consumano volumi maggiori di prodotti, ma perché compiono scelte a favore di prodotti di qualità e più costosi. Un’ultima analisi riguarda la spesa alimentare per dimensione del nucleo familiare. Come è naturale attendersi, più la famiglia è numerosa, più la sua spesa complessiva aumenta, tanto che un nucleo di cinque componenti o più spende il doppio di una famiglia composta da un solo individuo. Considerando la spesa pro capite, entrano tuttavia in gioco le economie di scala, per cui all’aumentare della dimensione del nucleo familiare si riduce notevolmente la spesa alimentare per ciascun individuo, come evidenzia il grafico sottostante. Se i single spendono mediamente 214 euro al mese, la spesa pro capite nell’ambito di una coppia scende a 148 euro, riducendosi del 30%, e in una famiglia di tre persone cala ulteriormente a 110 euro, con un risparmio complessivo di quasi il 50%. La spesa per individuo si riduce di soli 6 euro se si passa da tre a quattro componenti, ma si evidenzia nuovamente un notevole risparmio se il nucleo è di cinque o più persone, con una spesa alimentare pro capite di appena 86 euro: il risparmio rispetto ad un single è di ben 128 euro, pari a quasi il 60%. 18 _ Spesa media mensile familiare e pro capite per consumi alimentari, per dimensione della famiglia (dati in euro) Campione di 809 famiglie Spesa media familiare Spesa media pro capite 450 415,20 430,23 400 350 329,85 297,87 300 250 214,22 200 148,93 150 109,95 100 103,80 86,05 50 0 1 2 3 4 5 Numero componenti della famiglia 3.1 Approfondimenti sulle spese per consumi alimentari • L’analisi generale dei consumi alimentari delle famiglie piemontesi viene accompagnata dal focus sulla spesa per alcune tipologie di prodotti che si ritiene caratterizzino in modo particolarmente significativo il paniere di una famiglia. Il primo approfondimento riguarda il consumo di carne, operando una distinzione tra carni rosse (come vitello o manzo) e carni bianche (pollo, coniglio e volatili in genere). La carne rossa è comunemente considerata migliore dai consumatori rispetto alla carne bianca, anche se quest’ultima, grazie ai tratti distintivi di maggior leggerezza e minor prezzo, ha conquistato una fetta crescente del mercato. Dall’indagine emerge infatti un avvicinamento tra l’ammontare della spesa per i due tipi di prodotto, anche se l’acquisto di carni rosse continua ad essere più consistente. Nel 2007 le famiglie piemontesi hanno speso in media 30 euro per l’acquisto di carni rosse e 13 euro per le carni bianche, con un distacco di 17 euro, in calo rispetto ai 24 euro del 2006. Per completare il quadro, occorre affiancare a queste due componenti quella dei salumi, per i quali le famiglie piemontesi spendono circa 10 euro al mese. La riduzione della spesa per carni rosse rispetto all’anno precedente rappresenta sicuramente un segnale delle difficoltà economiche delle famiglie, la cui tendenza nel 2007 è stata di tagliare gli acquisti di questi prodotti particolarmente costosi. Allo stesso tempo, bisogna comunque sottolineare come il progressivo invecchiamento della popolazione piemontese porti ad un graduale cambiamento nelle preferenze delle famiglie, che scelgono sempre di più le carni bianche. Sono infatti le famiglie più anziane (quelle in cui la persona di riferimento ha più di 65 anni) a preferire pollame e volatili, spendendo mensilmente circa 16 euro, contro una spesa delle famiglie più giovani pari a circa 12 euro. Al contrario, i nuclei con capofamiglia sotto i 65 anni acquistano carni rosse per oltre 30 euro, contro una media delle altre famiglie di 28 euro. La motivazione risiede soprattutto nella differente tipologia di dieta seguita a seconda dell’età delle persone, oltre al fatto che le famiglie giovani spesso hanno 19 _ dei figli, per i quali le carni rosse incidono in misura più consistente sull’alimentazione. Le coppie con figli sono infatti al primo posto nel consumo di carni rosse (con circa 36 euro mensili di spesa), mentre quelle senza figli guidano la classifica del consumo di carni bianche, con una spesa che ammonta a 14 euro. A livello territoriale, Biella è la città dove si consuma più carne, sia rossa che bianca. L’acquisto di carni rosse è rilevante (superiore a 30 euro) a Vercelli, Verbania e Torino, mentre la città di Novara è all’ultimo posto con una media di 21 euro. Per quanto riguarda polli, conigli e volatili, il minor consumo si registra ad Asti, con una spesa di appena 6 euro al mese per famiglia. Il secondo focus è dedicato alle bevande, che nella rilevazione sono state divise tra alcoliche e analcoliche. Nel 2007 le famiglie piemontesi hanno destinato circa 14 euro al mese all’acquisto di acqua, succhi di frutta e bibite analcoliche, segnando una lieve flessione rispetto al 2006, mentre la spesa per le bevande alcoliche (vino, birra, liquori) si è attestata sui 13 euro mensili. In entrambi i casi, a consumare di più sono state le famiglie di Verbania, che sono arrivate a spendere in media 28 euro per gli alcolici e 18 euro per le bevande analcoliche. Nelle città di Cuneo, Asti e Alessandria l’acquisto di bevande di ogni tipo è invece particolarmente contenuto. Si evidenzia una correlazione tra consumo di bevande ed età del capofamiglia: i nuclei con la persona di riferimento sotto i 65 anni spendono circa 5 euro in più rispetto alle altre famiglie nel caso degli alcolici e 4 euro nel caso degli analcolici. Emerge inoltre un legame piuttosto significativo tra il tipo di occupazione del capofamiglia e l’acquisto di bevande alcoliche: la spesa degli imprenditori e dei lavoratori in proprio si colloca in questo caso nettamente al di sopra della media del campione; questi nuclei familiari sono per la maggior parte a reddito medio-alto e possono quindi dedicare una maggior parte del proprio paniere a prodotti più costosi e voluttuari. Un ulteriore approfondimento riguarda la somma destinata all’acquisto di caffè, the e tisane, escludendo il consumo di questi prodotti in bar e ristoranti, che rientra in un’altra voce di spesa. Anche nel 2007 la spesa media mensile delle famiglie piemontesi per il caffè supera quella per il the e le tisane, attestandosi a quasi 4 euro, contro gli 1,2 spesi per gli infusi. Il capoluogo di provincia con il maggior consumo di caffè è Cuneo, mentre quello in cui si bevono di più the e tisane è Vercelli. La spesa per l’acquisto di cioccolato è stata distinta da quella per dolci e altri prodotti di drogheria, al fine di evidenziare meglio le tendenze di consumo per questo prodotto d’eccellenza del territorio piemontese. La somma destinata all’acquisto di cioccolato si è notevolmente ridotta tra il 2006 e il 2007, passando da 7 a 3 euro mensili per famiglia; queste variazioni non devono tuttavia trarre in inganno in quanto si riferiscono ad un ammontare di spesa molto contenuto e perciò soggetto a forti oscillazioni. In ogni caso, si segnala come le diminuzioni maggiori (circa 7 euro in meno al mese) si siano registrate ad Alessandria, Biella e Cuneo. Le famiglie con la persona di riferimento sotto i 65 anni hanno ridotto gli acquisti di cioccolato, allineandosi ai consumi dei nuclei più anziani; solo tra i single la spesa rimane sostanzialmente stabile, pari a circa 3 euro. Cuneo, territorio sede di importanti industrie dolciarie, rimane la città più “golosa”, con quasi 4 euro di spesa mensile per famiglia (nel 2006 si attestava poco al di sotto degli 11 euro), seguita da Novara; il minor consumo di cioccolato si registra invece a Biella, con una media di 1,3 euro (l’anno precedente era di 8 euro). L’ultimo focus riguarda l’acquisto di prodotti biologici. L’agricoltura biologica considera l’intero ecosistema agricolo, sfrutta la fertilità naturale del suolo sostenendola con interventi limitati, promuove la biodiversità dell’ambiente escludendo l’utilizzo di prodotti di sintesi (con l’eccezione di quelli specificatamente concessi dal regolamento comunitario) e organismi geneticamente modificati; gli animali vengono allevati con tecniche naturali e nutriti con prodotti vegetali ottenuti dall’agricoltura biologica; vengono evitate tecniche di forzatura della crescita e metodi industriali di gestione dell’allevamento, mentre per quanto concerne la cure di eventuali malattie si utilizzano per lo più prodotti omeopatici e fitoterapici limitando il ricorso ad altri medicinali nei casi previsti dai regolamenti. I prodotti biologici si sono progressivamente diffusi in Piemonte, come nella maggior parte delle società avanzate, di pari passo con l’innalzamento del livello di istruzione e con la maggior sensibilità delle persone ai problemi dell’inquinamento e dell’ambiente. Anche il reddito ha svolto un ruolo rilevante nell’affermarsi di questi prodotti, che spesso risultano più costosi dei loro analoghi non biologici. Nel 2007 il 53% delle famiglie intervistate ha dichiarato di aver comprato prodotti biologici, e per un sesto di queste l’acquisto di tali prodotti è stato abituale. La propensione verso i consumi biologici è particolarmente 20 _ Acquisto di prodotti biologici da parte delle famiglie Campione di 809 famiglie Famiglie Cuneo che acquistano 13,1% prodotti biologici 52,8% Biella 13,1% Novara 10,5% Torino 21,1% Asti 6,8% Verbania 13,8% Alessandria 14,1% Famiglie che non acquistano prodotti biologici 47,2% Vercelli 7,5% elevata ad Alessandria e a Verbania, dove la percentuale di famiglie che hanno dichiarato acquisti saltuari o abituali sale rispettivamente al 67% e al 66%. Nel complesso, si rileva un calo nel consumo di questi prodotti rispetto al 2006, quando ben il 72% delle famiglie aveva effettuato almeno un acquisto di merci biologiche: questo può essere imputato alla generale riduzione della spesa alimentare, che ha coinvolto in primo luogo i prodotti con prezzi più elevati, come quelli biologici. I maggiori sostenitori dei prodotti biologici rimangono le persone tra i 35 e 55 anni e le famiglie con figli, che prestano maggior attenzione alla qualità del cibo destinato all’alimentazione dei propri bambini. Tra i prodotti biologici più diffusi sulle tavole dei piemontesi troviamo verdura, frutta, uova, pasta, biscotti, latte e latticini, marmellata, succhi di frutta e riso. 3.2 Il ruolo dell’autoconsumo e le spese alimentari extradomestiche • Nel valutare la spesa alimentare delle famiglie piemontesi non si è tenuto conto dei beni prodotti in regime di autoproduzione, ossia quelli derivanti dal proprio orto, frutteto o pollaio di famiglia. Si tratta sicuramente di una componente minima, in quanto le famiglie intervistate risiedono in contesti urbani e non hanno quindi molta disponibilità di spazio per l’autoproduzione di beni alimentari. I prodotti derivanti dall’autoproduzione non rientrano nelle voci di spesa poiché non richiedono un esborso finanziario diretto; tuttavia, poiché rappresentano una parte del paniere alimentare delle famiglie, per descrivere meglio le abitudini di consumo si è ritenuto opportuno richiedere agli intervistati di effettuare una stima relativa anche a questa componente. 21 _ Stima del valore dei beni consumati mensilmente dalle famiglie in regime di autoproduzione (dati in euro) Campione di 809 famiglie 70 60 50 40 Piemonte 21,83 30 20 10 13,31 18,51 22,28 64,75 17,70 20,74 9,55 8,78 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli 0 Nel 2007 ha dichiarato di aver fatto ricorso all’autoconsumo il 43% delle famiglie piemontesi, percentuale in leggero aumento rispetto al 2006. Il valore dei beni autoprodotti si attesta poco al di sotto dei 22 euro mensili, con una crescita di circa 1 punto percentuale sull’anno precedente. Se si considerano solo le famiglie che dichiarano di praticare l’autoconsumo, la somma sale a circa 50 euro mensili, evidenziando quindi un’incidenza rilevante sul paniere di questi nuclei familiari. La provincia di Cuneo si distingue tradizionalmente per un ricorso all’autoconsumo particolarmente elevato e anche nel 2007 si conferma al primo posto, con quasi 65 euro di spesa media mensile per famiglia, in leggero aumento rispetto al 2006. Segue Biella, con un valore di circa 22 euro, allineato alla media del campione. Vercelli si conferma la realtà in cui il ricorso all’autoconsumo è più limitato, tanto da non raggiungere i 9 euro. È infine interessante notare come siano le famiglie giovani quelle più propense all’autoproduzione alimentare: nei nuclei in cui il capofamiglia ha meno di 35 anni, il valore dell’autoconsumo viene infatti stimato intorno ai 30 euro mensili, quindi ben oltre la media del campione. Nell’ambito dei consumi alimentari assumono una particolare rilevanza anche i consumi extra-domestici, voce che comprende le spese per i pasti consumati presso bar, ristoranti, pizzerie e self-service, ad eccezione di quelli rimborsati dal datore di lavoro o sostenute attraverso i ticket aziendali che, uniformemente a quanto stabilito dall’Istat, non sono considerate consumi. Le spese per consumi alimentari extra-domestici rientrano, secondo le classificazioni Istat, nelle spese per il tempo libero, ma si è scelto di trattarle in questo capitolo in quanto ormai rientrano a pieno titolo tra le abitudini alimentari di larga parte delle famiglie. Negli ultimi anni, i pasti fuori casa hanno infatti assunto un peso crescente nel quadro del bilancio familiare, sia in seguito a cambiamenti dello stile di vita (maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro, riduzione del tempo libero, etc.) sia come conseguenza di un generale innalzamento dei redditi. Nel 2007, la spesa media mensile di una famiglia piemontese per i pasti fuori casa è stata pari a 61 euro, valore in netta diminuzione rispetto al 2006, quando si era registrato un dato particolarmente elevato prossimo agli 80 euro, ma in crescita del 16% rispetto al 2005. Se la diminuzione rispetto all’anno precedente ha coinvolto un po’ tutto il territorio regionale, risultano in controtendenza, con variazioni positive, Biella e Torino. Cuneo sale al primo posto, con una media di quasi 83 euro mensili, seguita da Verbania. All’ultimo posto si colloca Vercelli, con una spesa media di circa 25 euro. 22 _ Ricorso delle famiglie all’autoconsumo Campione di 809 famiglie Famiglie che non ricorrono all’autoconsumo 56,7% Famiglie che ricorrono all’autoconsumo 43,3% Spesa media mensile familiare per consumi alimentari extradomestici (dati in euro) Campione di 809 famiglie 90 80 70 Piemonte 61,08 60 50 40 30 20 10 49,85 50,47 70,46 82,57 53,60 67,33 82,52 25,44 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli 0 23 _ La metà delle famiglie intervistate ha dichiarato di recarsi al ristorante o in trattoria con cadenza mensile, quindicinale o settimanale: il consumo dei pasti fuori casa è abituale per quasi l’8% del campione, mentre per il 13% si tratta di un’esperienza ripetuta ogni due settimane. L’analisi territoriale evidenza come tale abitudine sia particolarmente diffusa a Verbania, dove tre famiglie su quattro mangiano regolarmente fuori casa, ma anche a Vercelli, Asti e Cuneo, dove le famiglie interessate dal fenomeno superano la metà. A Biella invece solo il 34% degli intervistati si reca al ristorante o in trattoria almeno una volta al mese. Il fenomeno è naturalmente legato all’età e al reddito delle famiglie: il 75% dei nuclei con la persona di riferimento sotto i 35 anni consuma spesso i pasti fuori casa, percentuale che si riduce progressivamente all’aumentare dell’età del capofamiglia. Allo stesso tempo, il 54% dei nuclei ad alto reddito si concede un pasto al ristorante o in trattoria, contro il 49% delle famiglie a reddito basso. Tra gli occupati, a mangiare fuori casa sono prevalentemente imprenditori e dirigenti. È da notare, infine, come i single, probabilmente per il loro stile di vita, frequentino trattorie e ristoranti mediamente di più rispetto a chi vive con altre persone. Frequenza con cui la famiglia si reca al ristorante o in trattoria Campione di 809 famiglie Settimanale 7,7% Quindicinale 13,5% Raramente o mai 49,6% 24 _ Mensile 29,3% 4. I consumi non alimentari • Nel 2007, la spesa media mensile sostenuta dalla famiglia piemontese per l’acquisto di beni non alimentari ammonta a 2.204,19 euro, in calo dell’1,7% (38,3 euro in meno) rispetto al 2006, quando la cifra si aggirava sui 2.242,49 euro. Questo valore non comprende l’esborso finanziario per l’acquisto degli autoveicoli, considerati beni di investimento e non di consumo. La spesa per consumi non alimentari si compone di categorie estremamente eterogenee, quali l’abitazione e le utenze domestiche, i trasporti e le comunicazioni, le spese sanitarie e il vestiario, il tempo libero e divertimento, l’istruzione. Si tratta di capitoli di spesa nei confronti dei quali i consumatori mostrano tradizionalmente comportamenti differenziati, modificando le proprie abitudini di acquisto in risposta a variazioni delle caratteristiche dell’offerta, laddove sia possibile effettuare una scelta, o subendo tali cambiamenti nei casi in cui la discrezionalità sia minima. La contrazione delle spese per consumi non alimentari rilevata nel 2007 ha così coinvolto essenzialmente l’istruzione, i trasporti e le comunicazioni, le utenze domestiche e i capitoli di spesa più discrezionali legati alla casa, mentre si registra un incremento negli esborsi destinati all’abitazione complessivamente considerata e alla salute, voci di spesa in cui il potere discrezionale del consumatore è minimo. Va tuttavia sottolineato come il 2006 avesse costituito un anno di profonda discontinuità, a causa del rinnovato dinamismo del sistema produttivo regionale dopo anni di congiuntura economica negativa e del ritrovato ottimismo innescato dall’evento olimpico. Il 2007 ha invece segnato un ritorno alla normalità, e molti comparti dell’economia regionale hanno scontato la prevista ricaduta negativa post-olimpica e il mutato clima di fiducia da parte delle famiglie piemontesi, evidente nei cambiamenti intercorsi nelle rispettive abitudini d’acquisto. Il 2007 ha subìto, inoltre, la profonda crisi finanziaria americana, le cui conseguenze hanno lambito i Paesi europei, tra cui l’Italia, restituendo una diffusa incertezza sulle sorti a breve termine dell’economia e una minor fiducia da parte delle famiglie consumatrici. Le abitudini di acquisto. dei consumatori sono state influenzate negativamente anche dalla maggiore pressione fiscale e dalla percezione di un elevato aumento dei prezzi. L’analisi territoriale delle spese sostenute per l’acquisto di beni non alimentari evidenzia come Cuneo sia il capoluogo di provincia in cui è maggiore l’esborso medio delle famiglie intervistate, che raggiunge i 2.596 euro, seguito da Novara e Biella, dove mediamente si destinano alle spese non alimentari rispettivamente 2.377 e 2.324 euro. Si spende decisamente meno ad Asti (1.872 euro mensili) e si collocano al di sotto della media regionale anche gli esborsi delle famiglie che risiedono a Verbania, Torino e Vercelli. 4.1 Le spese per l’abitazione • La quota più cospicua del budget della famiglia media piemontese è riservata, anche nel 2007, alle spese per l’abitazione. A fronte di una stagnazione dei consumi complessivi, gli esborsi dei piemontesi per la casa si sono infatti incrementati di oltre 1 punto percentuale, a conferma della scarsa comprimibilità di tali spese e della bassa discrezionalità goduta dal consumatore in questo ambito. Le spese per l’abitazione in senso stretto (affitto, spese condominiali, assicurazione e imposta sui rifiuti) ammontano, nel 2007, a 687,11 euro, e rappresentano il 27,5% delle spese per consumi complessivi, quota in lieve incremento rispetto al 2006. Per rendere questa valutazione confrontabile con i dati rilevati dall’Istat, si è chiesto alle 809 famiglie del campione di indicare non solo l’importo mensile dell’affitto, ma anche di stimare il valore del fitto figurato nel caso di abitazioni di proprietà o godute a titolo gratuito. 25 _ Peso delle spese per l’abitazione sui consumi familiari totali Campione di 809 famiglie iglie 42,3% Arredi, apparecchiature e servizi per la casa 8,4% Abitazione* 27,5% Combustibili ed energia elettrica** 6,4% * ** sono escluse le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato A conferma della tradizionale importanza dell’abitazione per le famiglie piemontesi, anche nel 2007 la quota di nuclei familiari che risiedono in una casa in affitto non supera i 25 punti percentuale, contro il 75% delle case di proprietà. La quota di locatari è minima nel capoluogo biellese, dove solo 13 famiglie su 100 vivono in affitto, mentre è massima a Verbania, dove sfiora il 50%, ed è rilevante anche nel capoluogo torinese, dove raggiunge quota 32%. I comuni di Verbania e Vercelli sono quelli in cui i canoni di affitto toccano le cifre più elevate, rispettivamente 440 e 435 euro mensili, mentre è decisamente più economico affittare una casa ad Alessandria e a Biella, dove le cifre si aggirano rispettivamente intorno ai 296 e 314 euro. Questi ultimi sono anche i due capoluoghi in cui si trovano le case con la metratura maggiore, rispettivamente di 117 mq e 115 mq, mentre Torino detiene il primato delle abitazioni con la superficie minore (84 mq circa). Le case di proprietà, con una superficie media che sfiora i 108 mq, risultano più grandi rispetto a quelle affittate, che superano di poco i 71 mq. All’interno delle spese per l’abitazione rientrano i costi condominiali, mediamente pari a 44,08 euro mensili, quelli per l’assicurazione della casa (21,81 euro) e l’imposta sui rifiuti (20,63 euro al mese). Anche per queste voci esistono marcate differenze territoriali: per il condominio si spende di più a Verbania e a Novara, dove gli esborsi medi mensili ammontano rispettivamente a 64,54 e 50,02 euro, mentre l’assicurazione per la casa risulta più costosa a Cuneo (29,61 euro) e ad Alessandria (28,88 euro). L’imposta sui rifiuti grava maggiormente, infine, sulle famiglie alessandrine (30,37 euro mensili) e astigiane (26,22 euro). Disaggregando i dati in base alla posizione professionale del capofamiglia, emerge come siano i lavoratori in proprio a sostenere le spese maggiori per l’abitazione complessivamente considerata (763,85 euro contro i 687,11 euro medi mensili del campione), seguiti dagli impiegati (699,19 euro). Relativamente alle singole voci 26 _ di spesa, le spese condominiali gravano maggiormente sui nuclei la cui persona di riferimento occupa una posizione impiegatizia (51,45 euro), mentre le uscite per l’imposta sui rifiuti e l’assicurazione della casa sono massime per i lavoratori in proprio (rispettivamente 23,96 e 24,25 euro mensili). Il 14% circa delle famiglie piemontesi del campione ha dichiarato, inoltre, di dover sostenere anche le spese per l’affitto di un garage, che si aggirano intorno ai 58 euro mensili. Per valutare il peso complessivo che l’abitazione, in maniera diretta ed indiretta, esercita sul budget familiare, si è scelto di unire a questa prima porzione di costi anche le due voci relative alle utenze domestiche e all’arredamento e servizi per la casa. Nel 2007 le utenze domestiche rappresentano il 6,4% delle spese per consumi complessivi e ammontano a 161,11 euro mensili, circa 8 euro in meno rispetto all’anno precedente. Le famiglie piemontesi spendono mensilmente circa 32,60 euro per l’energia elettrica, 46,26 per il gas e 16,89 euro per l’acqua; risultano maggiori le spese per il riscaldamento, sia centralizzato (96,14 euro) che autonomo (75,94 euro). La disaggregazione territoriale rivela come le bollette siano più alte a Biella (200,97 euro mensili) e ad Alessandria (196,62 euro), mentre risultano meno salate a Torino e Verbania. Nel dettaglio delle singole voci di spesa che compongono le utenze domestiche, le famiglie biellesi sostengono gli esborsi maggiori per energia elettrica, gas da rete e riscaldamento centralizzato, mentre le bollette per il riscaldamento autonomo e l’acqua sono massime a Vercelli. Dalla disaggregazione dei dati in base alle caratteristiche socio-anagrafiche delle persone di riferimento, si osserva come i nuclei con capofamiglia sopra i 65 anni sostengano, per le utenze domestiche, una spesa mediamente minore (154,18 euro) rispetto alle famiglie più giovani (163,32 euro). Anche la condizione professionale del capofamiglia sembra incidere su questo capitolo di spesa: se la persona di riferimento svolge un’attività autonoma oppure è impiegata, gli esborsi per le bollette mensili sono maggiori rispetto a quelli degli operai o imprenditori. Rientrano nelle spese legate all’abitazione anche l’acquisto di arredi, apparecchiature e servizi per la casa, che raggiungono mediamente i 209,70 euro mensili, con un peso dell’8,4% sui consumi complessivi, in lieve contrazione rispetto all’anno precedente. In questo caso, si concedono spese maggiori le famiglie di Alessandria (262,84 euro) e di Novara (242,41 euro), i nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 65 anni (235,32 euro contro i 129,57 euro delle famiglie over 65) e quelli appartenenti ad una fascia di reddito alta (237,02 euro). Spesa media mensile familiare per l’abitazione nei capoluoghi di provincia (dati in euro) Campione di 809 famiglie Abitazione* Utenze domestiche** Arredi, apparecchiature e servizi per la casa Alessandria 682,84 196,62 262,84 Asti 566,08 153,72 230,84 Biella 731,42 200,97 162,44 Cuneo 710,05 163,27 307,73 Novara 699,05 160,00 242,41 Torino 694,84 151,93 167,17 Verbania 739,51 116,10 136,44 Vercelli 665,33 155,81 210,88 Piemonte 687,11 161,11 209,70 * ** sono escluse le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 27 _ 4.2 Le spese per trasporti e comunicazioni • Muoversi e comunicare rappresentano aspetti peculiari della società moderna: nel 2007, il peso esercitato da questi capitoli di spesa sul budget familiare è del 14,1%, stabile rispetto all’anno precedente. In valori correnti, per muoversi e comunicare la famiglia piemontese spende mediamente 352,04 euro mensili, circa 4 euro in meno rispetto al 2006. Le spese per trasporti e comunicazioni sono qui intese al netto dell’acquisto di autoveicoli, considerati beni di investimento e non di consumo. L’analisi territoriale rivela come a spendere di più per viaggiare e comunicare siano le famiglie cuneesi (456,52 euro mensili) e biellesi (392,37 euro), mentre le stesse spese gravano in minor misura sui nuclei di Verbania (280,35 euro) e Vercelli (306,73 euro). Disaggregando i dati per caratteristiche socio-anagrafiche della persona di riferimento, emerge come, in questo caso, i nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 65 anni spendano quasi il doppio rispetto alle famiglie più anziane, a testimonianza della maggior attenzione riservata a queste voci di spesa da parte degli individui più giovani. Ad ulteriore conferma, si sottolinea che la spesa media mensile per trasporti e comunicazioni dei nuclei con capofamiglia occupato è superiore di circa 100 euro a quella delle famiglie con persona di riferimento non occupata: poiché tra gli individui in posizione non professionale figurano i pensionati, è possibile ribadire che muoversi e comunicare rappresentano aspetti fondamentali soprattutto per i nuclei familiari più giovani. Peso delle spese per trasporti e comunicazioni sui consumi familiari totali Campione di 809 famiglie iglie Trasporti e comunicazioni* 14,1% * al netto dell’acquisto di autoveicoli 28 _ Tra le posizioni professionali, le spese per trasporti e comunicazioni gravano maggiormente sui capifamiglia dirigenti (438,94) quindi sui lavoratori in proprio (372,83) e sugli impiegati (361,81). Le spese relative a trasporti e comunicazioni sono state sinora accorpate poiché nella società moderna muoversi e comunicare rappresentano azioni che si integrano vicendevolmente; si tratta, tuttavia, di capitoli di spesa altamente eterogenei, ciascuno dei quali costituito da numerose componenti. Focalizzando l’attenzione sulle spese per trasporti – che comprendono l’assicurazione degli autoveicoli, il carburante, biglietti e abbonamenti per bus, tram e taxi, oltre alle spese varie per accessori e manutenzione degli autoveicoli, autolavaggi, autostrade e pedaggi - emerge come nel 2007 la spesa media familiare (al netto dell’acquisto di auto, moto, camper, etc.) sia pari a 263,79 euro mensili, contro i 260,87 dell’anno precedente. Gli esborsi più ingenti sono stati sostenuti dai nuclei familiari residenti a Cuneo (346,46 euro) e a Biella (299,83 euro), mentre risulta minore l’attenzione riservata a questo tipo di spese dalle famiglie di Verbania (211,77 euro mensili) e Vercelli (222,87 euro). Analizzando separatamente gli esborsi familiari per l’utilizzo di mezzi privati da quelli per l’impiego del trasporto pubblico, si è scelto di accorpare le spese per carburanti, pedaggi e autolavaggi. Nel 2007, l’esborso mensile familiare per benzina, gasolio e altri carburanti è pari, mediamente, a 109,42 euro; aggiungendo i 5,85 euro destinati ad autostrade e autolavaggi il totale delle uscite familiari per l’utilizzo dei mezzi di trasporto privati raggiunge quota 115,27 euro. A livello provinciale, questo capitolo di spesa grava maggiormente sulle famiglie cuneesi (165,67 euro al mese); si collocano sopra la media regionale anche gli esborsi di novaresi (122,28 euro) e alessandrini (121,88 euro), mentre si attestano su quote decisamente inferiori le uscite dei nuclei familiari residenti ad Asti e a Vercelli. È forte il legame tra queste spese e la posizione professionale del capofamiglia: la necessità di utilizzare i mezzi di trasporto privati è evidente per dirigenti e lavoratori in proprio, che sostengono livelli di spesa ben al di sopra della media regionale, rispettivamente con 178,9 e 124,14 euro mensili. Le categorie professionali con il consumo più basso sono le altre forme di lavoro indipendente (84 euro) e gli imprenditori (81,13 euro), che spesso abitano nelle vicinanze del luogo di lavoro, dando tradizionalmente vita alla propria idea imprenditoriale nell’area in cui risiedono. Esiste, infine, una marcata correlazione tra le spese per l’utilizzo dei mezzi privati e la fascia di reddito della famiglia: le uscite mensili per carburanti, pedaggi e autolavaggi si collocano sui 143 euro per i nuclei con reddito alto, 118 euro per quelli con reddito medio e 111 per le famiglie con minori capacità reddituali. La seconda componente della spesa per mezzi di trasporto provati è costituita da bollo e assicurazione, che convogliano mediamente 83,62 euro mensili. Il capoluogo di provincia con i costi più elevati è, in questo caso, Alessandria (90,60 euro mensili), seguita a breve distanza da Cuneo (89,19 euro). Le famiglie che pagano meno per bollo e assicurazione sono, invece, quelle di Verbania e di Asti. Tra le diverse categorie occupazionali, sono ancora una volta i dirigenti a sostenere la spesa più elevata (104,70 euro), mentre le altre forme di lavoro indipendente si mostrano più parsimoniose. Per quanto riguarda le spese sostenute per l’utilizzo del trasporto pubblico, il peso di questa voce sul budget familiare è decisamente inferiore rispetto agli esborsi per l’impiego dei mezzi privati. Nel 2007, il livello medio della spesa si colloca sui 22,64 euro; i costi del trasporto pubblico si incrementano laddove è minore l’utilizzo dei mezzi privati, ovvero a Biella (33,47 euro) e Torino (27,28 euro). Il ricorso ai mezzi pubblici risulta più frequente tra gli impiegati, che spendono mensilmente circa 27 euro. Un’ulteriore voce di spesa inserita nel capitolo dei trasporti è rappresentata dall’acquisto di accessori e dalle spese di manutenzione per gli autoveicoli posseduti dalla famiglia. Se a livello regionale l’esborso medio è pari a 42,26 euro, i nuclei familiari residenti nel capoluogo biellese si concedono una spesa quasi doppia (76,92 euro), mentre è ridotta all’essenziale la spesa delle famiglie di Verbania (15,92 euro). 29 _ Spesa media mensile familiare per carburante e abbonamenti ai trasporti pubblici nei capoluoghi di provincia (dati in euro) Campione di 809 famiglie Carburanti, pedaggi e autolavaggi Abbonamenti ai trasporti pubblici 250 200 31,13 150 10,93 10,71 28,14 22,25 100 22,33 1,89 7,19 17,44 50 121,88 85,89 105,69 165,67 122,28 111,95 109,46 102,74 115,27 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Piemonte 0 Composizione del paniere della spesa familiare per trasporti Campione di 809 famiglie Abbonamenti e biglietti per pullman, tram e taxi 6,6% Accessori e riparazioni 16,0% Pedaggi e autolavaggi 2,2% Assicurazione e bollo auto 31,7% Biglietti aerei, ferroviari e navali 2,0% Carburante 41,5% 30 _ Spesa media mensile familiare per telefonia e collegamento a Internet nei capoluoghi di provincia (dati in euro) Campione di 809 famiglie Telefono fisso Telefono cellulare Collegamento a Internet Tariffe flat Alessandria 34,69 44,88 4,33 5,74 Asti 30,29 31,58 3,45 3,38 Biella 32,31 37,25 5,69 4,65 Cuneo 24,70 53,74 8,72 3,30 Novara 21,19 40,12 6,17 9,11 Torino 31,62 37,58 3,76 5,92 Verbania 23,20 25,38 2,99 4,92 Vercelli 27,88 29,57 3,99 2,79 Piemonte 28,60 37,51 4,76 5,08 Il capitolo comunicazione grava sul budget mensile della famiglia piemontese con un importo che, nel 2007, è stimato pari a 88,31 euro, in calo di circa 8 euro rispetto al 2006. Nel dettaglio, le spese per comunicazione sono così ripartite: 37,51 euro per il telefono cellulare, 28,60 euro per il telefono fisso, 5,08 euro per le tariffe di tipo “flat” (che coniugano telefonate urbane, suburbane e connessione a Internet), 4,76 euro per il solo collegamento a Internet, e il rimanente per l’acquisto di schede telefoniche e spese varie, tra cui l’acquisto di nuove apparecchiature. Ragionando sugli esborsi familiari destinati al capitolo comunicazione, va sottolineato come nel 2007 si sia verificato, a partire dal mese di marzo, l’abbattimento dei costi di ricarica della telefonia mobile, in seguito all’entrata in vigore del decreto Bersani, che ne ha sancito l’eliminazione. Spesa media mensile familiare per telefonia e collegamento a Internet, per profilo professionale della persona di riferimento (dati in euro) Campione di 809 famiglie Telefono fisso Telefono cellulare Collegamento a Internet 90 4,91 4,31 80 Tariffe flat 6,42 6,16 70 4,86 60 5,05 1,29 4,18 4,53 1,05 4,69 3 84 3,84 5,47 2,53 50 40 30 44,64 19,61 34,88 41,50 38,50 42,05 28,97 20 10 30,23 23,65 27,57 23,39 36,56 28,54 23,26 Altre forme di lavoro indipendente Dirigenti Impiegati Imprenditori Lavoratori in proprio Non indicato Operai 0 31 _ L’analisi territoriale rivela come il primato per le spese di comunicazione spetti alle famiglie cuneesi (110,05 euro mensili), seguite dai nuclei alessandrini e biellesi, che riservano a questa voce del budget rispettivamente 95,48 e 92,54 euro mensili. Le uscite familiari per comunicare si attestano sui livelli più bassi ad Asti (73,99 euro) e Verbania (68,58 euro). Nel dettaglio provinciale delle singole voci, a Novara si spendono gli importi maggiori per le tariffe flat (9,11 euro al mese), a Cuneo è superiore la spesa per il collegamento a Internet (8,72 euro), ad Alessandria e a Biella si spende più per la telefonia fissa (rispettivamente 34,69 e 32,31 euro mensili); gli esborsi per il telefono cellulare sono infine maggiori a Cuneo (53,74 euro) e Alessandria (44,88 euro). Si segnalano, inoltre, i bassi livelli delle spese per tariffe flat a Vercelli e per il collegamento a Internet, la telefonia fissa e mobile per le famiglie di Verbania. La disaggregazione dei dati in base alle caratteristiche socio-anagrafiche del capofamiglia rivela una certa eterogeneità in base all’età e alla categoria professionale: i nuclei più giovani dedicano infatti un’attenzione particolare alle comunicazioni, spendendo mediamente 97,85 euro mensili contro i 58,47 degli ultresessantacinquenni; tra le posizioni professionali, infine, sono i lavoratori in proprio e gli impiegati a sostenere le uscite maggiori per questo capitolo di spesa. 4.3 Altre spese per consumi non alimentari • Tra i consumi non alimentari rientrano le spese per vestiario e calzature, servizi sanitari e salute, istruzione, ricreazione e spettacolo e altri beni e servizi. Nel complesso, tutte queste voci gravano sul bilancio familiare con una quota del 36%, in crescita rispetto all’anno precedente, quando detenevano una fetta del budget mensile pari al 31,4%. Peso delle altre spese per consumi non alimentari sui consumi familiari totali* Campione di 809 famiglie Tabacco 0,6% Vestiario e calzature 6,0% Servizi sanitari e salute 5,1% Ricreazione e spettacolo 5,8% Istruzione 1,2% Altri beni e servizi 17,3% * al netto dell’acquisto di autoveicoli 32 _ Abbigliamento e calzature Nel 2007, il peso maggiore tra questi capitoli di spesa è esercitato dai capi di abbigliamento e calzature, a cui i piemontesi destinano mediamente 131,28 euro al mese, importo in lieve incremento rispetto ai 124,74 euro del 2006. Nel dettaglio, le spese per capi di abbigliamento ammontano ad 88,85 euro mensili, quelle per calzature raggiungono i 33,94 euro e quelle di merceria non superano i 9 euro. A livello territoriale, si registrano le uscite più ingenti presso le famiglie che risiedono a Cuneo (166,85 euro) e a Vercelli (166,73 euro), mentre si riscontrano esborsi minimi per i torinesi (113,04 euro). La giovane età del capofamiglia comporta una spesa media maggiore, che si aggira sui 144,81 euro mensili, contro i soli 88,97 euro per i nuclei con capofamiglia in età matura. L’elevata discrezionalità di questa tipologia di spesa conduce a consumi differenziati anche a seconda della categoria professionale della persona di riferimento: i lavoratori in proprio si concedono acquisti mensili per 145 euro, ma gli esborsi si mantengono su livelli elevati anche per imprenditori e impiegati. Ricreazione e spettacoli Nonostante i sensibili incrementi di alcuni costi non comprimibili, anche nel 2007 la famiglia piemontese ha dedicato una modesta fetta del proprio budget alle spese per ricreazione e spettacoli, con uscite mensili pari a 128,89 euro (2,54 euro in più rispetto al 2006). Tra le spese per tempo libero e divertimenti figurano l’acquisto di apparecchi televisivi (33,50 euro mensili), libri e giornali (18,29 euro), gli esborsi sostenuti per le attività sportive svolte dai componenti della famiglia (17, 52 euro), abbonamenti tv (13,76 euro) e le uscite per spettacoli teatrali e cinematografici (9,40 euro). Scendendo nel dettaglio territoriale, cui i nuclei familiari di Cuneo e Vercelli sono quelli più disposti a spendere per tempo libero e divertimenti, raggiungendo cifre rispettivamente pari a 165,03 e 137,88 euro. Per quanto riguarda le diverse categorie di divertimenti, si segnalano spese particolarmente elevate dei torinesi per cinema e teatro, mentre le famiglie residenti a Cuneo destinano cifre significative all’acquisto di libri e giornali. Se si scompongono i dati in base alla posizione professionale del capofamiglia, si rileva come dirigenti e impiegati si concedano le spese più elevate per divertimento e tempo libero. Servizi sanitari e salute La spesa per servizi sanitari e salute è pari al 5,8% del bilancio mensile familiare, quota in continua ascesa negli ultimi anni (negli anni precedenti era infatti passata dal 3,8% del 2005 al 4,2% del 2006), a testimonianza della crescente attenzione riservata dai piemontesi a questo fondamentale aspetto della vita quotidiana. A valori correnti, la salute canalizza una spesa di 113,06 euro, con un aumento di 5,09 euro rispetto all’anno precedente. Nell’ambito di questo capitolo di spesa figurano, in primo luogo, gli onorari medici, che mensilmente ammontano a 63,08 euro; seguono i medicinali, per i quali si spendono 25,59 euro, e occhiali e lenti a contatto, che gravano sul bilancio familiare per un importo pari a 24,40 euro al mese. L’età della persona di riferimento gioca un ruolo rilevante nel determinare le uscite mensili per la salute e i servizi sanitari: i nuclei con capofamiglia ultrasessantacinquenne spendono 146,59 euro, contro i 102,34 delle famiglie con persona di riferimento più giovane. Un altro fattore discriminante è il reddito: le famiglie con reddito più elevato possono permettersi una spesa maggiore, in primo luogo per gli onorari corrisposti a medici privati; gli esborsi per servizi sanitari e salute ammontano quindi rispettivamente a 133,71, 113,31 e 111,84 euro per i nuclei con capacità reddituali elevate, medie e ridotte. A livello territoriale, Biella e Vercelli si contraddistinguono come i capoluoghi di provincia in cui le famiglie mostrano una sensibilità più elevata nei confronti di questo capitolo di spesa, con uscite medie pari rispettivamente a 170,70 e 156,54 euro. Istruzione Le spese per il pagamento delle rette scolastiche, l’acquisto di libri scolastici e le eventuali uscite per il mantenimento di familiari residenti al di fuori dei confini comunali per motivi di studio concorrono a determinare il capitolo dell’istruzione. Nel 2007, la somma di queste voci è pari a 26,80 euro (-6,74 euro rispetto al 2006), con una quota dell’1,2% sul budget familiare mensile. Nel dettaglio, sono le uscite 33 _ per il pagamento delle tasse scolastiche, pari a 18,88 euro mensili (circa 227 euro l’anno), a pesare in maggior misura; i libri scolastici costano alla famiglia piemontese solo 6,04 euro (meno di 75 euro annuali), mentre è del tutto marginale il peso esercitato dalle spese per il sostentamento di familiari che risiedono altrove per ragioni di studio. Non tutte le famiglie, tuttavia, devono sostenere spese per l’istruzione: se si calcola a media solo sui nuclei che hanno confermato la presenza di tali uscite nel budget familiare, la cifra convogliata mensilmente dall’istruzione diventa decisamente più alta, pari a 99 euro (1.188 euro l’anno). Tornando a considerare i dati in base alla media calcolata sul campione complessivo, si osserva come, tra i capoluoghi di provincia, Cuneo primeggi anche nelle spese scolastiche (33,19 euro al mese), seguito da Torino (29,85 euro) e Verbania (29,63 euro); sono, invece, le famiglie residenti a Vercelli a spendere meno (14,15 euro) per la propria istruzione. L’entità della spesa appare altamente differenziata a seconda dell’età del capofamiglia, con una media pari a 33,80 euro se la persona di riferimento ha meno di 65 anni, e a 4,91 qualora ne abbia più di 65. Tra gli occupati, dirigenti e lavoratori in proprio dedicano alle spese per l’istruzione importi che sfiorano i 35 euro, mentre gli operai vi destinano solo 17,08 euro al mese. Tabacco L’ultima voce delle spese per consumi complessivi è rappresentata dal tabacco, che grava sul budget familiare con una quota dello 0,6%, stabile rispetto al 2006, pari a 13,56 euro a valori correnti (erano 14,59 euro l’anno precedente). L’analisi dei dati aggregati a livello territoriale svela profonde differenze tra i capoluoghi di provincia: a Novara si spendono 28,42 euro al mese, a Verbania 19,79 euro, e a Torino 19,16; i non fumatori si concentrano, invece, nel capoluogo astigiano, con una media di soli 1,04 euro al mese. Impiegati e lavoratori in proprio destinano al tabacco una cifra superiore alla media piemontese, e i nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 65 anni spendono il doppio rispetto a quelli più anziani. Altri beni e servizi All’interno della macrocategoria delle altre spese per consumi non alimentari, le uscite di cassa dedicate ad altri beni e servizi convogliano il 17,3% del budget familiare mensile, per un importo di 380,97 euro, circa 28 euro in meno rispetto al 2006. La fetta più consistente di questa voce è rappresentata dalle vacanze, a cui la famiglia piemontese dedica 128,66 euro mensili, pari a circa 1.543,92 euro all’anno (50 euro annui in più rispetto al 2006). I più propensi a spendere per le vacanze sono i cuneesi, i torinesi e i vercellesi: se la famiglia media residente a Cuneo vi dedica 182,40 euro mensili (2.188,8 euro l’anno), a Vercelli e Torino si riservano a questo capitolo di spesa rispettivamente 165,73 e 162,58 euro mensili (1.988,76 e 1.950,96 euro annuali). Le vacanze gravano, invece, in misura minore sul bilancio delle famiglie di Alessandria e di Verbania. Al secondo posto tra le spese per altri beni e servizi si collocano i pasti fuori casa: ogni mese la famiglia media piemontese spende 61,08 euro in bar, chioschi, pasticcerie, trattorie e ristoranti. Gli esborsi in questo caso sono elevati soprattutto tra i nuclei con capofamiglia sotto i 65 anni (69,95 euro al mese contro i 33,32 delle famiglie con persona di riferimento più anziana) e presso i lavoratori in proprio (67,39 euro mensili), i dirigenti (67,19 euro) e gli impiegati (67,10 euro). Scorporando i dati a livello territoriale, sono ancora una volta i cuneesi, seguiti dalle famiglie di Verbania, a sostenere le spese maggiori, pari a circa 84 euro mensili. La cura e l’igiene della persona comporta un esborso medio mensile pari a 49,61 euro, importo che supera la media regionale presso i nuclei residenti a Novara, Torino, Alessandria e Verbania, nonché presso le famiglie con persona di riferimento che occupa posizioni dirigenziali. Le spese varie per la fotografia raggiungono, poi, i 47,41 euro mensili, seguiti dai 41,83 euro destinati mediamente all’assicurazione sulla vita. Il 3,7% delle spese per altri beni e servizi, pari a 13,97 euro, è destinato infine alla cura degli animali domestici; la somma dedicata a questa voce è al di sopra della media regionale per le famiglie residenti a Cuneo (18,76 euro) e Verbania (24,97 euro). Calcolando lo stesso dato solo tra i nuclei che hanno dichiarato di possedere animali domestici (il 34,5% delle famiglie intervistate), l’esborso medio mensile raggiunge quota 40,52 euro, in crescita rispetto ai 31,36 euro dell’anno precedente. 34 _ Spesa media mensile familiare per altri beni e servizi nei capoluoghi di provincia (dati in euro) Campione di 809 famiglie Vacanze Pasti fuori casa Cura e igiene della persona Assicurazione sulla vita Totale Alessandria 92,32 49,85 56,42 58,95 312,50 Asti 100,21 50,47 29,43 29,78 276,01 Biella 112,84 70,46 39,38 60,57 345,48 Cuneo 182,40 82,57 48,78 37,75 455,41 Novara 123,64 53,60 58,65 46,54 463,57 Torino 162,58 67,33 57,60 46,92 400,56 Verbania 55,21 82,52 53,14 21,05 440,05 Vercelli 165,73 25,44 45,60 28,19 333,80 Piemonte 128,66 61,08 49,61 41,83 380,97 35 _ 5. Il possesso dei beni durevoli • Volendo inquadrare i comportamenti di acquisto delle famiglie piemontesi nel contesto nazionale ed europeo, è utile fare riferimento all’Osservatorio Findomestic, che fornisce interessanti elementi di riflessione sul consumo di beni durevoli in Italia e in Europa. Nel quadro delineato dall’edizione 2008, migliora il morale dei consumatori europei, grazie al buon dinamismo dell’economia evidenziatosi nel 2006; in Italia, la stabilità dei redditi, il rincaro dei mutui e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità hanno invece provocato una leggera flessione del grado di soddisfazione dei consumatori sull’attuale situazione del Paese, che, su una scala da 1 a 10, è passato dal 4,8 del 2006 al 4,7 del 2007, di poco inferiore alla media europea (4,9). Il giudizio sul futuro è invece migliorato rispetto al 2006, attestandosi a 5,2, valore più alto rispetto a quello medio dell’Europa (5,1). Per quanto riguarda le previsioni di spesa e risparmio per il 2008, ben il 77% degli italiani prevede di accrescere le proprie uscite, a fronte di una media europea del 71%. L’Osservatorio Findomestic conferma, inoltre, la fase di rafforzamento dei consumi avviata nel 2006, trainata dalla spesa per servizi e dai consumi di beni durevoli, anche grazie agli incentivi fiscali per l’acquisto di auto ed elettrodomestici ad elevato risparmio energetico stanziati dalla Legge Finanziaria 2007. Si stima infatti che la domanda di beni durevoli sia aumentata, in quantità, del 6,1%. Con riferimento alle voci che compongono questa categoria, la ricerca stima che il volume di spesa per mobili sia cresciuto dell’1,2%, e che, grazie agli incentivi fiscali, il mercato degli elettrodomestici bianchi (lavastoviglie, microonde, etc.) abbia registrato una crescita dell’8,1% in quantità e del 10,8% in valore. Anche il mercato degli elettrodomestici bruni (hi-fi, video e telefonia) si è confermato in forte espansione nel 2007, chiudendo l’anno con una crescita dei volumi di spesa pari al 25,6%, trainata dall’ottima performance di televisioni ad alta tecnologia, navigatori satellitari e lettori Mp3. Risultati meno brillanti per il mercato dei piccoli elettrodomestici che, dopo la veloce crescita della domanda degli ultimi anni, ha registrato una battuta d’arresto: l’incremento dei volumi di spesa è stimato ad un modesto 1,1%. Il mercato della fotografia ha registrato una crescita del 9,2% in volume, mentre il valore delle vendite ha presentato una riduzione, a causa del calo dei prezzi (-15%). La telefonia, nonostante il leggero incremento dei volumi di vendita (2,0%), ha chiuso l’anno in contrazione rispetto al 2006 (-7,0%): l’aumento dei pezzi venduti non è stato pertanto tale da controbilanciare il consistente calo dei prezzi di listino (-8,8%). Passando a considerare la realtà del Piemonte, l’Osservatorio Findomestic rileva che la crescita della spesa dei piemontesi per beni durevoli è risultata la più elevata tra le regioni italiane e si è concentrata, grazie al sostegno degli incentivi governativi, prevalentemente sull’acquisto di auto nuove: si stima che il comparto abbia chiuso con un incremento delle vendite superiore al 20%. Nel contesto appena delineato si inserisce l’Indagine sulla spesa delle famiglie piemontesi, che fa emergere alcune importanti tendenze in parte coerenti con quanto osservato a livello nazionale. Cresce rispetto al 2006 il settore degli elettrodomestici bianchi: il 63% dei nuclei intervistati possiede ora un forno a microonde a fronte del 59% registrato l’anno precedente, e una famiglia su due ha la lavastoviglie. A livello provinciale, la maggior presenza di forni a microonde si registra a Verbania (76,7%) e ad Asti (68,9%), mentre la più alta concentrazione di lavastoviglie si rileva nuovamente a Verbania (80%) e a Cuneo (71,1%). Cresce anche la percentuale delle famiglie che possiede una bicicletta, che si riconferma un bene tradizionale per il 78% dei piemontesi; a Cuneo si sale al 93%, mentre a Torino, dove il traffico intenso rende più difficoltoso il suo utilizzo, la quota scende al 57,2%. Il 20,6% del campione possiede scooter e moto, percentuale in lieve diminuzione rispetto al 2006, quando raggiungeva il 22%. A Verbania, con una famiglia su tre munita di un motoveicolo, si registra la concentrazione maggiore, mentre la presenza meno consistente si rileva ancora una volta nel capoluogo piemontese. Risulta meno diffuso, infine, il camper: solo il 2,6% delle famiglie ha dichiarato di possederne uno, percentuale in diminuzione di 1 punto rispetto all’anno precedente. Analizzando il profilo delle famiglie, emerge come siano le coppie con figli a preferire questa soluzione: in questi nuclei la quota sale infatti al 5,7%. 36 _ Possesso di alcuni beni durevoli da parte delle famiglie Campione di 809 famiglie Camper 2,6% Bicicletta 78,0% Motocicletta 20,6% Condizionatore 22,4% Lavastoviglie 55,6% Microonde 63,0% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Valore percentuale di possesso Il mercato degli elettrodomestici bruni continua ad accrescere la propria quota nel paniere degli acquisti dei piemontesi, anche grazie alle frequenti promozioni e all’abbattimento dei prezzi di listino dei prodotti ad alta tecnologia divenuti rapidamente obsoleti. Aumenta la percentuale di famiglie che possiede un lettore dvd, pari al 64,9% a fronte del 59% registrato nel 2006; a livello territoriale, sono i nuclei residenti ad Asti a mostrare maggior interesse per questo prodotto (l’80,0% del campione provinciale possiede infatti un dvd), mentre è ancora bassa la richiesta da parte dei torinesi (il 51,1%). La più ampia diffusione si rileva tra le famiglie con persona di riferimento in età compresa tra i 35 e i 44 anni, che dichiarano di possedere un lettore dvd nell’85,4% dei casi. Strettamente legato a questo mercato, anche il comparto degli impianti home-theatre appare in aumento: nel 2007, l’11,4% delle famiglie del campione dichiara di possederne uno. Il fenomeno, sebbene in crescita, ha quindi dimensioni ancora ridotte; le percentuali maggiori si registrano nei capoluoghi di Asti, Biella e Cuneo, le più ridotte ad Alessandria. È lievemente in aumento il mercato delle consolle da gioco: il 20,1% delle famiglie piemontesi ha dichiarato di possedere la Playstation, X-box o altre consolle. Nel biellese la diffusione di tali prodotti è più spiccata, con una quota del 30,0% sul campione provinciale, mentre il dato è inferiore alla media regionale nei capoluoghi di Verbania, Alessandria, Torino e Cuneo. Non sorprende che la percentuale di famiglie che possiede una consolle da gioco cresca significativamente nel caso di coppie con figli (38,9%), mentre è particolarmente bassa per i single (5,6%). Cresce il grado di diffusione del computer, che si conferma un bene tradizionale per il 58,1% delle famiglie piemontesi. A livello locale, i nuclei residenti ad Asti e Cuneo presentano le maggiori percentuali di possesso, mentre a Verbania le famiglie sono meno orientate verso questo prodotto. Fanno ricorso alla connessione Adsl sempre più famiglie, con una percentuale pari al 29,5% del campione, che sale al 35,6% nel capoluogo di Cuneo. Appare invece meno diffusa la fibra ottica: solo il 2,2% dei nuclei intervistati possiede questo tipo di connessione, percentuale che sale al 4,7% nelle famiglie in cui la persona di riferimento ha un’età compresa tra i 35 e i 44 anni. 37 _ Possesso di beni high-tech da parte delle famiglie Campione di 809 famiglie 4,4% Palmare Navigatore satellitare 12,0% Lettore Mp3 35,1% Macchina fotografica digitale 52,8% Computer 58,1% Decoder terrestre 12,1% Decoder satellitare 16,4% Playstation 20,1% Home theatre 11,4% Dvd 64,9% 2,2% Fibra ottica 29,5% Adsl 0% 10% 20% 30% 40% 50% Valore percentuale di possesso 38 _ 60% 70% 80% È in crescita, rispetto al 2006, l’acquisto dei decoder: il 16,4% delle famiglie ne possiede uno satellitare, mentre per quelli terrestri la percentuale è pari al 12,1%. Quest’ultima tipologia trova la più ampia diffusione tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni, per le quali la quota sale al 16,0%, mentre il decoder satellitare è preferito dai nuclei con capofamiglia tra i 35 e i 44 anni (21,9%). Si mostra sempre più dinamico il mercato della fotografia digitale, i cui prodotti sono presenti in una famiglia su due. La diffusione è più forte nel cuneese, dove il 71,1% del campione provinciale possiede almeno una macchina fotografica digitale, mentre le famiglie Verbania, Torino, Alessandria e Vercelli mostrano valori al di sotto alla media regionale. Come prevedibile, sono le famiglie più giovani (con persona di riferimento sotto i 35 anni) a mostrare il maggior interesse verso questo prodotto, con una percentuale di possesso che sale al 76,0%. L’edizione 2007 dell’Indagine sulla spesa delle famiglie piemontesi si arricchisce, all’interno di questa sezione, di un approfondimento relativo ai beni high-tech: sono state inserite, infatti, nuove informazioni circa il possesso di lettori Mp3, navigatori satellitari e palmari. I lettori di musica digitale risultano presenti in almeno una famiglia su tre, confermandosi un bene largamente utilizzato, specialmente nell’astigiano e nel verbano, dove si registrano percentuali superiori alla media regionale. Sono nuovamente le famiglie più giovani le più propense all’acquisto dei lettori Mp3: ben il 51,2% dei nuclei con persona di riferimento sotto i 35 anni dichiara, infatti, di possederne almeno uno. Appare discreta, infine, la diffusione del navigatore satellitare (posseduto dal 12,0% del campione) e del palmare (4,4%): le famiglie in cui la persona di riferimento ha un’età tra i 35 e i 44 anni mostrano una certa preferenza per il navigatore satellitare (la percentuale in questo caso sale infatti al 17,2%), mentre i nuclei più giovani si orientano maggiormente verso il palmare, posseduto dall’8,8% degli under 35. Tali quote aumentano se si prendono in esame i nuclei residenti a Cuneo, dove il 22,2% delle famiglie dichiara di possedere un navigatore satellitare, e Verbania, dove si rileva la maggior propensione all’acquisto del palmare (l’8,9% del campione provinciale). 39 _ 6. I luoghi d’acquisto 6.1 Le preferenze sui luoghi di acquisto • Il consumatore moderno si mostra sempre più attento al processo d’acquisto, compiendo scelte ben precise a seconda del tipo di prodotto, del livello qualitativo desiderato e del prezzo atteso. La famiglia consumatrice diventa sempre più esigente e determinata, e decide non solo cosa, ma anche dove comprare, adottando un approccio multicanale fondato su un mix tra piccola distribuzione tradizionale(1), grande(2) e media(3) distribuzione e hard discount(4). Luoghi d’acquisto delle famiglie Campione di 809 famiglie Negozio in centro commerciale 5,6% Acquisti on line e vendite a domicilio 1,9% Mercato 4,9% Negozio tradizionale 30,1% Hard discount 5,2% Supermercato, ipermercato 43,7% Minimercato 8,6% (1) esercizi con superficie di vendita non superiore a 250 mq (2) esercizi con superficie superiore a 2.500 mq (3) esercizi con superficie di vendita compresa tra 251 e 2.500 mq (4) esercizi di vendita al dettaglio in sede fissa di superficie medio-grande che, attuando una politica di abbattimento dei costi di impianto, gestione e servizio, offre in self-service una gamma limitata di prodotti, genericamente non di marca, a prezzi contenuti 40 _ La diversificazione nella preferenza dei luoghi d’acquisto ha consentito la diffusione di moderni canali distributivi, come ad esempio gli hard discount, un tempo poco utilizzati dalle famiglie piemontesi, e al tempo stesso ha rafforzato l’affluenza nei negozi tradizionali, maggiormente in grado di soddisfare le esigenze di nicchie specifiche. Ciascuna forma distributiva risponde infatti ad esigenze differenti: in tal senso, la media e grande distribuzione e il piccolo commercio tradizionale sono parti complementari di un medesimo sistema. Il comportamento del consumatore è anche influenzato dalle caratteristiche strutturali dell’offerta distributiva presente localmente. Secondo l’Osservatorio regionale del commercio della Regione Piemonte, il territorio piemontese è costituito per il 93,5% da esercizi tradizionali, per il 6,2% da medie strutture e solo per lo 0,3% da grandi strutture. In termini di superficie di vendita, il dettaglio tradizionale rappresenta il 52,5% della rete distributiva, mentre la distribuzione moderna controlla complessivamente il 47,5% della superficie di vendita. Quest’ultima quota è composta per il 75% da medie strutture, per il 22% da grandi strutture e per il restante 3% dai negozi presenti all’interno dei centri commerciali. A livello di consumi complessivi, il luogo d’acquisto prediletto dalle famiglie piemontesi nel 2007 è risultato nuovamente il supermercato-ipermercato che, come nel 2006, ottiene il 43,7% delle preferenze espresse, sintomo di un forte apprezzamento dei vantaggi offerti dalla Gdo in termini di scelta dei prodotti, flessibilità degli orari e prezzi delle merci. Il negozio tradizionale mantiene comunque una quota importante sul totale delle preferenze, pari al 30,1%, in lieve diminuzione rispetto al 30,5% del 2006. Il minimercato non registra mutamenti significativi rispetto all’anno precedente, ottenendo l’8,6% delle preferenze dei consumatori (era l’8,7% nel 2006). L’hard discount viene apprezzato, invece, da una quota crescente di famiglie piemontesi, passando dal 4,8% del 2006 al 5,2% del 2007. Anche i negozi all’interno dei centri commerciali registrano un lieve aumento delle preferenze, con una quota del 5,6% a fronte del 5,3% dell’anno precedente. Il mercato rionale passa dal 5,0% del 2006 al 4,9% del 2007, manifestando una sostanziale stabilità, mentre gli acquisti on line e le vendite a domicilio incidono solo per l’1,9%, influendo marginalmente sugli acquisti delle famiglie. Esaminando le diverse realtà locali, si rileva, come nel 2006, una maggiore inclinazione per gli acquisti presso gli hard discount a Torino (con il 10,7% delle preferenze) e Novara (6,8%), mentre questa tipologia distributiva registra minor successo ad Alessandria e Verbania. Anche per la Gdo si confermano i risultati della scorsa edizione, con le famiglie dei capoluoghi del Piemonte orientale che mostrano una più accentuata propensione verso questa tipologia distributiva: a Vercelli, ipermercati e supermercati registrano il 66,0% delle preferenze, a Novara il 54,3%, a Verbania e Biella rispettivamente il 49,4% e 47,3%. Tali percentuali sono più basse ad Asti (35,3%) e Torino (28,1%), dove si registrano invece, come nel 2006, maggiori preferenze per il minimercato, con quote rispettivamente del 16,7% e 15,3%. I novaresi, invece, pongono il minimercato all’ultimo posto nella graduatoria delle proprie preferenze. Se il Piemonte orientale mostra la più alta frequentazione delle grandi strutture, nel Piemonte meridionale si rilevano le propensioni più elevate all’acquisto presso i negozi tradizionali, che totalizzano il 40,9% delle preferenze ad Alessandria e il 37,7% a Cuneo. Tra i capoluoghi del Piemonte del nord est, Verbania risulta, per il terzo anno consecutivo, quello con il più basso utilizzo delle piccole strutture e, contemporaneamente, con il maggior successo dei negozi situati presso i grandi centri commerciali, che registrano preferenze pari a quasi il triplo della media regionale. Il mercato rionale viene frequentato maggiormente nei capoluoghi di Torino e Novara, e meno frequentemente a Vercelli. Si fa ancora scarsamente ricorso, infine, agli acquisti on line e alle vendite a domicilio che, se a livello regionale registrano l’1,9% dei consensi, ottengono risultati migliori a Verbania e ad Asti. Passando dal dettaglio territoriale a quello merceologico, emerge come le preferenze delle famiglie piemontesi verso i luoghi d’acquisto siano differenziate a seconda del prodotto, orientandosi di volta in volta verso la Gdo o il negozio tradizionale e lasciando alle altre realtà distributive gradimenti inferiori. Per i prodotti alimentari, le famiglie piemontesi preferiscono il supermercato, considerato come punto di riferimento per l’acquisto di surgelati (con il 69,3% delle preferenze), prodotti in scatola (69,3%), pasta e biscotti (66,9%), pesce (52,8%), frutta e verdura (40,5%); va rilevato che, per quest’ultima tipologia di prodotti, risulta diffuso anche l’acquisto presso il mercato rionale (con il 29,3% delle preferenze). Per comprare carni e salumi, le famiglie si rivolgono sia al supermercato (nel 41,2% dei casi) che alla macelleria (40,3%), dove gioca un ruolo fondamentale il rapporto di fiducia con il negoziante. È solo per l’acquisto di pane che il negozio tradizionale, ovvero la panetteria, rappresenta il canale di approvvigionamento preferito dalle famiglie, con il 65,3 dei consensi contro il 24,4% della Gdo. 41 _ Prodotti alimentari: preferenza dei luoghi d’acquisto Campione di 809 famiglie Supermercato, ipermercato Negozio tradizionale 69,3% Prodotti surgelati 2,6% , 69,3% Prodotti in scatola 1,6% , 40,5% Frutta e verdura 15,0% 52,8% Pesce 19,8% 41,2% 40,3% , Carne 66,9% Pasta e biscotti 5,7% , 24,4% Pane 65,3% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Percentuale sul totale delle preferenze espresse A differenza di quanto osservato per gli alimentari, le famiglie piemontesi acquistano i prodotti non alimentari principalmente negli esercizi commerciali tradizionali, che si confermano luogo di acquisto prediletto in particolare per l’abbigliamento e l’arredamento, con preferenze rispettivamente pari al 64,6% e 75,2%. La propensione verso questo canale di approvvigionamento è diminuita di alcuni punti percentuale rispetto al 2006, quando il negozio tradizionale conquistava il 66,8% delle preferenze per l’abbigliamento e il 79,4% per l’arredamento. Anche per l’acquisto di elettrodomestici le famiglie continuano a prediligere il negozio tradizionale, ritenendo di poter contare su una maggiore assistenza nella fase di scelta del prodotto. L’ipermercato ottiene consensi maggiori solo per l’acquisto di prodotti per la pulizia della casa e per la cura e l’igiene della persona. Si conferma anche nel 2007 la relazione tra l’età della persona di riferimento della famiglia e il comportamento d’acquisto adottato: i nuclei in cui il capofamiglia supera i 65 anni si recano meno spesso al supermercato (con il 37,4% delle preferenze), manifestando una propensione superiore alla media per il negozio tradizionale (34,1%), il minimercato (12,9%) e il mercato rionale (6,8%). Nelle famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni, la preferenza per la Gdo è invece nettamente prevalente (nel 53,0% dei casi), sebbene questi nuclei frequentino anche il negozio tradizionale (28,6%) e gli hard discount (6,6%). Nella fascia d’età 35-44 anni si registra una forte propensione per l’ipermercato (con il 48,2% dei consensi), e anche i negozi presso i centri commerciali, scelti nel 7,4% dei casi, sono frequentati in misura maggiore rispetto alle altre famiglie. Quando la persona di riferimento ha tra i 45 e i 54 anni, gli acquisti vengono effettuati nel 45,1% dei casi presso la Gdo e nel 31,0% dei casi preso il negozio tradizionale. I nuclei con capofamiglia nella fascia d’età 55-64 anni prediligono, infine, la Gdo (con il 41,9% delle preferenze) e il negozio tradizionale (31,5%), simpatizzando anche per il minimercato e trascurando invece l’hard discount. 42 _ Prodotti non alimentari: preferenza dei luoghi d’acquisto Campione di 809 famiglie Supermercato, ipermercato Negozio tradizionale 21,9% Elettrodomestici 51,7% 8,0% Arredamento 75,2% 60,6% Cura e igiene personale 16,7% 7,2% Abbigliamento 64,6% 62,7% Pulizia casa 2,7% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Percentuale sul totale delle preferenze espresse La preferenza per ipermercati e supermercati è trasversale a tutte le tipologie professionali: la flessibilità in termini di orario, la possibilità di trovare un’ampia gamma di prodotti e una serie di servizi complementari rendono la grande distribuzione molto appetibile per le famiglie di lavoratori, che hanno tempi ristretti da dedicare agli acquisti. Gli impiegati manifestano la più marcata propensione per la Gdo, con il 50,4% delle preferenze; per le “altre forme di lavoro indipendente” e per gli operai si individua un significativo apprezzamento per la convenienza dell’hard discount (con quote rispettivamente pari al 12,2% e 10,4%), mentre dirigenti e imprenditori si riforniscono spesso nel negozio tradizionale. Esiste, infine, un evidente legame tra la fascia di reddito delle famiglie e la scelta del luogo di acquisto. I negozi tradizionali registrano preferenze superiori alla media presso i nuclei con redditi alti, che scelgono questo canale nel 36,3% dei casi, mentre le famiglie con reddito medio prediligono il supermercato (con il 47,6% delle preferenze) e il negozio nel centro commerciale (6,2%). I redditi bassi mostrano, invece, preferenze superiori alla media regionale per hard discount (7,2%) e mercati rionali (6,0%). 6.2 Le ragioni di scelta dei luoghi di acquisto • Sul territorio piemontese l’offerta di canali distributivi a disposizione del consumatore è molto articolata, in grado di soddisfare le differenti esigenze del consumatore a seconda delle circostanze o della tipologia di prodotto che desidera acquistare. Queste esigenze spingono il consumatore di volta in volta a scegliere un canale distributivo piuttosto che un altro. Dall’analisi dei consumi delle famiglie piemontesi del 2007 è emerso, come per gli scorsi anni, che le strutture commerciali più utilizzate per effettuare acquisti sono la grande distribuzione organizzata (ipermercati 43 _ e supermercati) e il negozio tradizionale. Le altre tipologie distributive (mercato rionale, minimarket, hard discount, ecc.), pur rivestendo un ruolo significativo, non hanno ancora conquistato quote importanti di preferenze del consumatore locale come le prime due. Per questa ragione, nell’analizzare le ragioni di scelta del luogo di acquisto sarà dedicata maggior attenzione proprio alla Gdo e al negozio tradizionale. La principale motivazione che spinge le famiglie piemontesi ad acquistare presso ipermercati e supermercati è riconducibile al vasto assortimento di prodotti che queste strutture offrono, sia in termini di categorie merceologiche sia in termini di varietà di gamma della stessa tipologia di prodotto appartenente però a fasce di prezzo differenti. La seconda motivazione indicata dalla famiglia piemontese è la possibilità di parcheggiare comodamente all’interno del supermercato; ciò permette di effettuare agilmente anche spese di grandi dimensioni in una volta sola, risparmiando tempo e fatica. Ed è appunto l’efficienza in termini di tempo la terza motivazione che spinge i consumatori verso la grande distribuzione organizzata: in una società in cui il lavoro occupa gran parte della giornata diviene infatti un’esigenza sempre più pressante ottimizzare il tempo da dedicare agli acquisti. La vicinanza e la comodità si collocano al quarto posto, seguite dalla piacevolezza dell’ambiente. La convenienza in termini di prezzo rappresenta la quinta e ultima motivazione che spinge le famiglie piemontesi verso le grandi strutture, forse perché la convenienza viene percepita maggiormente in strutture come gli hard discount. Ragioni di scelta del supermercato o ipermercato Campione di 809 famiglie Piacevolezza dell’ambiente 16,2% Prezzi bassi 12,1% Ass Assortimento maggiore 19,7% 19, Parcheggio 18,0% Riduzione del tempo mpo di acquisto 17,3% Vicinanza e co comodità 16,7% Differenti le ragioni che inducono le famiglie piemontesi ad acquistare presso il negozio tradizionale: mentre per le grandi strutture le motivazioni sono legate all’assortimento di beni, al parcheggio e alla comodità, la prima ragione per cui le famiglie scelgono di acquistare presso il negozio di quartiere è, anche quest’anno, legata alla qualità dei prodotti, quali pane, carne, abbigliamento ed elettrodomestici. La seconda motivazione che spinge le famiglie consumatrici verso il negozio di quartiere è la cortesia del negoziante, con cui il cliente può facilmente instaurare un rapporto cordiale. Segue, tra le motivazioni delle famiglie piemontesi, il rapporto di fiducia che si instaura tra cliente e rivenditore; acquistando nel negozio 44 _ di quartiere, infatti, il cliente sa che potrà essere assistito nella fase di scelta del prodotto e che potrà successivamente usufruire dell’assistenza diretta del rivenditore. Il negozio tradizionale viene scelto anche per la vicinanza all’abitazione e perché consente momenti di socializzazione. Tra le altre forme distributive, il mercato rionale viene frequentato dalle famiglie piemontesi per acquistare soprattutto frutta e verdura e viene scelto poiché dà la possibilità di socializzare e si trova nelle vicinanze dell’abitazione. Anche il minimercato viene scelto principalmente per la sua vicinanza a casa, mentre gli hard discount, per la loro politica di contenimento dei prezzi, sono frequentati principalmente dai consumatori che vogliono contenere le proprie spese. Ragioni di scelta del negozio tradizionale Campione di 809 famiglie Socializzazione 14,8% Qualità dei pr prodotti 23,6% Cortesia del negoziante 23,4% Vicina Vicinanza e comodità 15,2% Rapporto di fiducia 23,0% 45 _ 7. Altri aspetti legati ai consumi 7.1 I comportamenti d’acquisto in relazione all’inflazione percepita • In base ai dati diffusi dall’Istat, a gennaio 2008 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) ha registrato una variazione del +0,4% rispetto al mese di dicembre e del +2,9% rispetto al mese di gennaio dell’anno precedente. Gli aumenti tendenziali più significativi hanno riguardato i capitoli dei trasporti, dei prodotti alimentari e bevande analcoliche e dell’abitazione, acqua, elettricità e combustibili, mentre le comunicazioni hanno registrato una diminuzione dell’8,5%. L’indice “Città di Torino”, calcolato come variazione dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati (al netto del consumo dei tabacchi), riporta invece, sempre a gennaio 2008, una crescita del 3,2% rispetto allo stesso mese del 2007. Nell’opinione delle famiglie, tuttavia, i rialzi dei prezzi sono stati ben più consistenti e la spesa è diventata sempre più cara. Per quanto riguarda i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, a gennaio 2008 l’Istat ha rilevato una crescita di ben il 4,8% rispetto a dodici mesi prima. Questa categoria comprende generi alimentari, bevande, tabacchi, spese per l’affitto, beni non durevoli e servizi per la manutenzione e la pulizia della casa, carburanti, trasporti urbani, giornali e periodici, servizi di ristorazione e spese di assistenza. Si tratta di un paniere di beni che, nel complesso, pesa per il 39% sugli acquisti annuali: il dato sulla variazione dei prezzi di tali prodotti non può quindi sostituire in alcun modo l’indice generale dei prezzi al consumo, pur rappresentando un utile strumento per la comprensione e l’approfondimento delle dinamiche inflattive. L’acquisto giornaliero di determinati prodotti incide maggiormente, tuttavia, sulla percezione dei prezzi rispetto ad un acquisto effettuato una tantum: questo spiega perché l’inflazione percepita tende a crescere più rapidamente di quella reale, soprattutto in un periodo di forti rincari dei prodotti energetici e alimentari. Se si aggiungono l’affermarsi di sentimenti allarmistici e una diffusa disinformazione, oltre che la confusione ancora oggi presente in seguito all’introduzione dell’euro, è evidente come la divaricazione tra i trend dei prezzi reali e percepiti stia raggiungendo dimensioni sempre maggiori. Il confronto tra inflazione percepita e rilevata rappresenta un argomento di particolare interesse, non solo ai fini di un’analisi generale delle reazioni dei consumatori ai fenomeni congiunturali, ma, nel contesto del presente volume, anche per un ulteriore approfondimento dei comportamenti dei piemontesi in conseguenza della percezione del loro potere d’acquisto. Ai fini dell’indagine sono stati perciò individuati alcuni generi alimentari e non alimentari particolarmente rappresentativi ed è stato chiesto alle famiglie di indicare i cambiamenti nel consumo di questi prodotti negli ultimi dodici mesi, in seguito alle variazioni dei prezzi da loro osservate. Per quanto riguarda i generi alimentari, più della metà delle famiglie intervistate ha continuato ad acquistare come o più di prima, sia quantitativamente che qualitativamente: il rialzo dei prezzi di tali prodotti registrato negli ultimi mesi del 2007 non sembra quindi aver inciso in misura significativa sulle scelte di acquisto dei piemontesi. Scendendo nel dettaglio, più di una famiglia su due non ha modificato le proprie abitudini nel consumo di carne, a fronte di un 25% che ha reagito alle dinamiche inflazionistiche limitando l’acquisto, senza rinunciare alla qualità. Le variazioni dei prezzi non hanno influito sugli acquisti di carne in otto famiglie su dieci a Vercelli, nel 70% dei casi a Biella e nel 60% ad Asti. Gli imprenditori e le coppie senza figli hanno mantenuto stabile la propria spesa per carne in due casi su tre, mentre i single hanno risentito maggiormente dell’aumento dei prezzi e nel 30% dei casi hanno limitato l’acquisto, pur non rinunciando alla qualità. 46 _ Variazioni delle abitudini d’acquisto delle famiglie in relazione all’inflazione percepita Campione di 809 famiglie Ha continuato ad acquistare come e più di prima per quantità e qualità Ha limitato l'acquisto, non diminuendo la qualità Ha scelto prodotti di qualità inferiore, pur sempre buona, non limitando l'acquisto Ha limitato l'acquisto e scelto prodotti di qualità inferiore, pur sempre buona Ha cambiato il tipo di prodotto, non modificando la quantità Risposta non espressa Totale carne 54% 25% 6% 5% 5% 5% 100% pesce 49% 28% 8% 7% 4% 5% 100% frutta e verdura 60% 16% 10% 7% 3% 4% 100% abbigliamento e calzature 26% 36% 15% 17% 3% 3% 100% pasti e consumazioni fuori casa 35% 31% 6% 10% 7% 11% 100% cinema, teatro e altri spettacoli 41% 23% 5% 8% 3% 20% 100% Generi alimentari Generi non alimentari Il consumo di pesce non ha subìto cambiamenti né in quantità, né in qualità, per il 49% degli intervistati (nella precedente rilevazione la percentuale si attestava al 42%), mentre il 28% delle famiglie ha limitato la propria spesa, pur senza rinunciare alla qualità. Le scelte di acquisto sono risultate più elastiche all’andamento dei prezzi nei nuclei familiari con persona di riferimento giovane, mentre a ridurre maggiormente il consumo di pesce - senza tuttavia scegliere prodotti di qualità inferiore - sono stati i single. Se imprenditori e dirigenti non hanno tenuto conto, nella maggior parte dei casi, dell’andamento dei prezzi, solo il 20% dei nuclei con capofamiglia appartenente alla categoria delle “altre forme di lavoro indipendente” (coadiuvanti, collaboratori, soci di cooperative) ha potuto permettersi questo atteggiamento, mentre il 10% ha ridotto il consumo sia in termini quantitativi che qualitativi. Le abitudini di acquisto di frutta e verdura sono rimaste immutate, nonostante i forti rincari registrati per queste tipologie di prodotti, per il 60% delle famiglie intervistate. L’inflazione percepita ha tuttavia portato il 16% del campione a diminuire le quantità, mantenendo però inalterata la qualità, e il 7% a ridurre i propri acquisti sia quantitativamente che qualitativamente. I comportamenti di consumo sono rimasti invariati principalmente a Vercelli e a Biella, tra le famiglie più anziane e tra gli imprenditori. Hanno invece diminuito il consumo di frutta e ortaggi, sacrificando anche la qualità, soprattutto i nuclei con capofamiglia occupato in “altre forme di lavoro indipendente” e quelli a medio e basso reddito. I single hanno ridotto, ancora una volta, i volumi ma non la qualità. Le famiglie piemontesi hanno risentito in misura maggiore del tasso d’inflazione nell’acquisto dei generi non alimentari, anche se la percentuale di chi ha dichiarato di non aver modificato le proprie abitudini risulta in aumento rispetto al 2006. Relativamente all’abbigliamento e alle calzature, il 26% degli intervistati ha continuato a spendere come e quanto prima, ma allo stesso tempo il 17% ha dovuto ridurre sia la quantità che la qualità dei proprio acquisti. I sacrifici maggiori hanno riguardato le famiglie di Asti e Verbania, dove il 30% del campione ha comprato meno capi d’abbigliamento e di qualità inferiore. Le abitudini di acquisto sono rimaste sostanzialmente stabili per buona parte dei nuclei con capofamiglia sopra i 65 anni e per gli imprenditori. 47 _ Le coppie con figli si sono invece trovate costrette, in quasi un caso su cinque, ad acquistare le stesse quantità di prodotti, ma rinunciando alla qualità. Il consumo di pasti fuori casa non ha risentito delle dinamiche inflattive per quasi un intervistato su tre, mentre solo una famiglia su dieci ha sacrificato quantità e qualità. A Vercelli e Torino, in particolare, le modalità di consumo non hanno subìto cambiamenti rispettivamente per il 72% e per il 64% del campione; a Cuneo e Novara, circa il 40% delle famiglie ha invece preferito ridurre le cene fuori, senza però rinunciare al livello del servizio. I single e le coppie senza figli hanno scelto in quasi quattro casi su dieci di mantenere invariate le proprie abitudini, mentre le coppie con figli hanno limitato la frequenza, mantenendo la qualità, nel 33% dei casi, e diminuito sia la quantità che la qualità in più di un caso su dieci. La spesa per divertimenti non ha subìto rilevanti cambiamenti per il 40% delle famiglie, a fronte di un 30% nel 2006. In particolare, quasi la metà dei single non ha rinunciato a queste spese né in termini di frequenza né di livello del servizio fruito. L’elasticità della spesa per cinema, teatro e altri spettacoli risulta inoltre correlata in maniera direttamente proporzionale al reddito. Nel complesso, i dati mostrano una certa sensibilità dei comportamenti d’acquisto delle famiglie alle tendenze inflazionistiche, che però risulta in costante diminuzione negli anni soprattutto per i generi non alimentari, ma anche, in parte, per quelli alimentari. Il generale aumento della percentuale di famiglie che ha dichiarato di non aver modificato le proprie abitudini di spesa in un contesto di rialzo dei prezzi e di forte allarmismo rappresenta quindi un segnale positivo della capacità dei piemontesi di affrontare periodi di inflazione, reale o presunta, con crescente serenità. 7.2 Il consumo di prodotti del commercio equo e solidale • Il primo negozio di commercio equo e solidale aprì nel 1958 negli Stati Uniti: da allora questo mercato alternativo si è diffuso fino a diventare un movimento globale che coinvolge oltre un milione di piccoli produttori e lavoratori dei Paesi del sud del mondo. I prodotti alimentari e di artigianato del commercio equo e solidale vengono oggi venduti non solo nelle botteghe specializzate, ma anche nei supermercati e in altri punti di vendita tradizionali. Il peso di questi prodotti sul totale degli acquisti dei piemontesi è ancora modesto, ma le famiglie intervistate hanno aumentato nel corso degli ultimi anni la propria propensione ad effettuare consumi in questa direzione, dimostrando di conoscere e condividere sempre di più gli obiettivi di questo commercio alternativo: supportare i produttori svantaggiati garantendo loro un giusto guadagno ed evitare discriminazioni e sfruttamento operando in un regime di trasparenza. Le famiglie piemontesi che nel 2007 hanno acquistato prodotti del commercio equo e solidale sono il 35%, il 2% in più rispetto al 2006, e più del 4% degli intervistati ha compiuto questa scelta con regolarità. I nuclei residenti a Cuneo hanno mostrato ancora una volta la più alta propensione a consumare questo tipo di prodotti (circa il 50% delle famiglie ha effettuati tali acquisti almeno una volta nell’anno), mentre i vercellesi risultano i più restii a scegliere questo canale alternativo. Il commercio equo e solidale è diffuso soprattutto tra i giovani, tanto che emerge una chiara relazione tra l’età della persona di riferimento del nucleo familiare e il ricorso all’acquisto di questo tipo di prodotti. Si tratta inoltre di un’abitudine che coinvolge più i lavoratori dipendenti (rispettivamente il 43% e il 39% dei dirigenti e degli impiegati ha effettuato questo tipo di acquisti almeno una volta nel 2007) rispetto ai lavoratori autonomi: le percentuali risultano infatti molto più basse tra imprenditori, lavoratori in proprio tra le altre forme di lavoro indipendente. Facendo infine riferimento alle caratteristiche delle famiglie intervistate, le coppie senza figli e i single che nel 2007 hanno consumato prodotti del commercio equo e solidale si attestano sul 30%, mentre la percentuale sale al 43% se si considerano i nuclei con figli. 48 _ Acquisto di prodotti del commercio equo e solidale da parte delle famiglie per età della persona di riferimento Campione di 809 famiglie < 35 anni 45,6% 35-44 anni 43,8% 45-54 anni 38,1% 55-64 anni 33,6% ≥ 65 anni Piemonte 35,1% 19,4% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 7.3 Gli acquisti di beni on line • Nella società moderna, Internet rappresenta sempre più spesso il primo media attraverso il quale reperire informazioni prima di effettuare un acquisto: tale abitudine, conosciuta con il nome di “infocommerce”, è sempre più diffusa, ma le reticenze e le paure legate alla sicurezza in rete e alla qualità della logistica fanno sì che vi sia un significativo ritardo degli italiani nell’effettuare acquisti on line rispetto ai principali Paesi europei. Se in Gran Bretagna, leader europeo sul fronte dell’e-commerce, le vendite on line nel 2007 hanno realizzato un balzo di circa 76 punti percentuale rispetto al 2006, in Italia il trend espansivo è infatti risultato decisamente più contenuto, con una crescita del 30% del giro d’affari complessivo. L’Italia fatica ad allinearsi agli altri Paesi anche in termini di penetrazione dell’e-commerce sul totale delle vendite ai consumatori finali: nel nostro Paese, le transazioni effettuate sul web rappresentano infatti solo lo 0,6% delle vendite complessive, contro valori che vanno dall’1,5% al 5% negli altri Paesi. Gli italiani comprano in rete principalmente i prodotti che non riescono a trovare altrove, quantomeno a livello di prezzo: è questa la ragione del successo sperimentato sul web da alcuni comparti, quale, ad esempio, quello delle polizze assicurative. Anche nel 2007, il turismo ha rappresentato il settore con la maggior frequenza di acquisti on line (pari al 49% delle transazioni), seguito dall’informatica ed elettronica di largo consumo (9%) e dal comparto assicurativo (8%). Anche la propensione dei piemontesi ad effettuare acquisti sul web cresce, ma non decolla: se nel 2006 circa 17 famiglie su 100 dichiaravano di utilizzare la rete per i propri acquisti, nel 2007 la stessa proporzione è infatti salita solo al 20%. L’analisi territoriale rivela come la diffusione dell’e-commerce sia maggiore a Verbania, dove il 26,7% delle famiglie ha effettuato, nel corso dell’anno, transazioni sul web, seguita da Alessandria (23,6%) e Novara (23,3%). La diffusione del commercio on line risulta in linea con la media regionale nei capoluoghi di Asti, Biella, Cuneo e Vercelli, mentre è minima tra i torinesi, con una percentuale dell’11,7%. 49 _ La reticenza nei confronti del web è minore tra i nuclei con capofamiglia sotto i 35 anni rispetto a quelli in cui la persona di riferimento è più anziana: tra i primi, il 40% sfrutta le potenzialità degli acquisti on line, mentre solo il 6% degli over 65 compra beni e servizi in rete. In generale, si osserva come la propensione all’e-commerce diminuisca al crescere dell’età del capofamiglia. La disaggregazione per categoria professionale del capofamiglia rivela la spiccata tendenza di impiegati e operai ad effettuare acquisti on line: la percentuale di famiglie che sfrutta Internet per le proprie spese si attesta rispettivamente al 28,6% e al 24% se la persona di riferimento svolge mansioni impiegatizie o operaie. Anche in Piemonte, è il turismo il comparto in cui l’e-commerce riscuote il maggior successo: sul web i piemontesi acquistano per lo più biglietti aerei e pacchetti vacanze. Tra gli altri beni comprati più frequentemente on line figurano, infine, cd musicali, libri e capi d’abbigliamento. Acquisiti on line da parte delle famiglie per classe di età della persona di riferimento Campione di 809 famiglie 45% 40% 35% 30% 25% Piemonte 19,9% 20% 15% 10% 5% 39,2% 26,0% 21,6% 13,3% 5,6% < 35 anni 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni ≥ 65 anni 0% 7.4 Gli acquisti con pagamento rateale • Il credito erogato alle famiglie italiane continua a crescere, ma a ritmi sempre più contenuti: è questo il trend che emerge dai dati elaborati da Assofin nell’Osservatorio sul credito al consumo. Il valore complessivo dei finanziamenti erogati sul territorio nazionale a fine dicembre 2007 si attesta a oltre 59,8 miliardi di euro, il 9,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2006, registrando la crescita più bassa degli ultimi cinque anni. Dai dati forniti dall’Osservatorio Assofin emerge, inoltre, che per tutto il 2007 l’evoluzione complessiva del comparto del credito al consumo è stata sostenuta dai prestiti non finalizzati, ovvero erogati direttamente dalle banche e dalle società finanziarie, che hanno mostrato tassi di crescita sempre superiori alla media. È risultata buona, inoltre, la dinamica dei prestiti contro cessione di un quinto dello stipendio, mentre i finanziamenti erogati attraverso l’utilizzo delle carte revolving - un particolare tipo di carte di credito che consente di rimborsare a rate il saldo di fine mese - hanno registrato un tasso di sviluppo inferiore alla performance del comparto del credito al consumo nel suo complesso. 50 _ Il confronto internazionale, di fonte Ocse, vede l’Italia lontana dai picchi raggiunti in altri Paesi: se nel nostro Paese la percentuale del debito sul reddito disponibile delle famiglie è stabile al 59%, in Olanda ha raggiunto il 246%, in Danimarca il 260%, in Gran Bretagna il 159%, negli Usa il 135%, in Germania e Francia rispettivamente il 107% e l’89%. Mentre in Italia il credito al consumo rappresenta il 5,8% del Pil, in Gran Bretagna e Germania le stesse quote si stabiliscono al 16,5% e 9,9%. Questi dati sono indice di un certo grado di preoccupazione da parte delle famiglie, dovuto, in primo luogo, all’aumento dei tassi di interesse, che spinge gli italiani ad indebitarsi in maniera più oculata rispetto al passato. Spostando l’attenzione alla dimensione piemontese del fenomeno, si evidenzia come il 15% delle famiglie intervistate abbia effettuato, nel corso del 2007, acquisti con pagamento rateale, quota stabile rispetto al 2006. Si osserva un’elevata eterogeneità nel ricorso al credito al consumo nei diversi capoluoghi di provincia: a Verbania, il 32,2% dei nuclei familiari acquista beni e servizi servendosi di forme di pagamento rateale, mentre ad Alessandria la percentuale precipita all’8%; negli altri capoluoghi, il ricorso al credito al consumo coinvolge quote di famiglie che oscillano tra il 12% e il 14%. Nel confronto tra le classi di età delle persone di riferimento, i più giovani appaiono più spregiudicati: il ricorso ad acquisti rateali coinvolge infatti il 24,9% dei nuclei con capofamiglia tra i 35 e i 44 anni, mentre la stessa percentuale scende al 4,1% tra gli over 65. Quanto alla tipologia del nucleo familiare, il pagamento rateale di beni e servizi è frequente soprattutto tra le coppie con figli (il 18,5%), mentre è occasionale tra le coppie senza figli e i single (12,9% per entrambe le categorie). La richiesta di forme di credito al consumo è alta da parte delle famiglie di impiegati (il 21,4%), mentre risulta nulla tra i nuclei in cui la persona di riferimento è un imprenditore. A causa delle minori disponibilità monetarie, sono soprattutto i nuclei con reddito medio (nel 15% dei casi) e basso (15,3%) a ricorrere agli acquisti con pagamento rateale. In generale, le famiglie che hanno dichiarato di impiegare queste forme di pagamento lo fanno per lo più saltuariamente (quota del 13,2%), mentre ricorre abitualmente a questo strumento creditizio solo l’1,7% del campione. Indagando le ragioni che spingono le famiglie ad utilizzare il credito al consumo, si osserva come il 55% utilizzi strumenti di questo tipo per acquistare prodotti e servizi che diversamente non sarebbe in grado di comprare, mentre il 45% lo ritiene una modalità di pagamento comoda e conveniente. I beni acquistati più frequentemente con forme di pagamento rateale sono le automobili, i computer, gli apparecchi televisivi, gli elettrodomestici e i capi di abbigliamento. Ricorso al credito al consumo da parte delle famiglie per età della persona di riferimento Campione di 809 famiglie 45-54 anni 23,1% , 55-64 anni an 18,2% Sì 15,0% 15,0 ≥ 65 anni 6,6% 6 ,6% 35-44 anni 34,7% 4,7% < 35 anni 17,4% No 85,0% 51 _ 8. I consumi complessivi: considerazioni conclusive • Se il 2006 aveva rappresentato un anno di profonda discontinuità rispetto al passato, a causa dell’ottimismo innescato nei piemontesi dall’evento olimpico e della ritrovata fiducia dei consumatori derivante da una congiuntura economica di nuovo positiva, la situazione riscontrata nel 2007 è del tutto differente. In primo luogo, l’anno è stato dominato dalla perdurante sensazione, da parte delle famiglie, di una forte perdita del proprio potere d’acquisto. Sulla base dei dati forniti dall’Istat, a gennaio 2008 l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha scontato un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente, mentre su base annua l’incremento è stato del +2,9%. Per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, l’aumento tendenziale è stato ancora più sostenuto, sfiorando i 5 punti percentuale. Per quanto i prodotti comprati più frequentemente non rappresentino la totalità degli acquisti mensili, è chiaro come le percezioni dei consumatori sulle dinamiche inflattive siano legate soprattutto alle spese quotidiane. A causa di questi meccanismi, le percezioni inflazionistiche delle famiglie piemontesi hanno giocato, nel 2007, un ruolo preponderante nel ridimensionarne i consumi complessivi. In secondo luogo, nell’ultima metà del 2007 l’economia europea è stata lambita dagli effetti della crisi finanziaria americana: a partire dall’estate, sui mercati internazionali si respira un clima di diffusa incertezza che ha minato la fiducia dei consumatori, anche di quelli italiani e, quindi, piemontesi. I piemontesi hanno reagito contraendo, in parte, le proprie spese, soprattutto quelle destinate a beni di consumo non strettamente indispensabili: la spesa media mensile delle famiglie nel 2007 si è attestata a 2.502,64 a valori correnti (che incorporano anche il tasso di inflazione), circa 47 euro in meno rispetto al 2006, con una riduzione dell’1,8%. Composizione della spesa familiare per consumi complessivi Campione di 809 famiglie Tabacco 0,5% Abbigliamento e calzature 5,2% Alimentari 11,9% Abitazione 27,5% Altri beni e servizi 15,2% Istruzione 1,1% Ricreazione e spettacoli 5,2% Trasporti e comunicazioni 14,1% 52 _ Servizi sanitari e salute 4,5% Combustibili ed energia elettrica 6,4% Arredi, apparecchiature e servizi per la casa 8,4% La composizione della spesa familiare per consumi complessivi si mostra parzialmente modificata rispetto al 2006. Accanto alle quote sostanzialmente invariate detenute dagli esborsi per prodotti alimentari, trasporti e comunicazioni, nel 2007 il budget delle famiglie piemontesi sconta un aumento del peso delle spese per l’abitazione in senso stretto e di quelle per servizi sanitari e salute. Ragionando in termini di valori, si osservano invece dinamiche maggiormente differenziate rispetto all’anno precedente: diminuiscono l’esborso medio per l’acquisto di prodotti alimentari, soprattutto di quelli non strettamente necessari, le spese mensili per muoversi e comunicare subiscono una modesta contrazione, mentre è più marcata flessione delle bollette domestiche e delle spese più discrezionali legate all’abitazione, ovvero quelle per arredi e apparecchiature per la casa. Si osservano contemporaneamente incrementi nel valore assoluto delle spese per l’abitazione in senso stretto e, soprattutto, per le prestazioni sanitarie, sintomo della crescente attenzione sociale riservata a questo aspetto della vita quotidiana. A livello territoriale, Cuneo primeggia quanto a spesa media mensile familiare per consumi complessivi, con un importo che sfiora i 2.905 euro; in seconda posizione, a notevole distanza, si collocano le famiglie biellesi, che spendono circa 2.677 euro al mese. A Novara, la cifra tocca i 2.637 euro mensili; seguono i capoluoghi di Alessandria, Vercelli, Torino, Verbania e, in ultima posizione, Asti, dove si superano di poco i 2mila euro. Nell’ambito dell’indagine, si è domandato a ciascun nucleo familiare di indicare la percentuale di reddito annuo risparmiata. Il 30,4% delle famiglie piemontesi ha dichiarato di spendere tutto il proprio reddito nell’arco dell’anno, il 27% circa ne risparmia una quota compresa tra l’1% e il 10%, mentre per il 17,8% e il 12,6% degli intervistati la quota si aggira rispettivamente intorno all’11-20% e al 21-30% delle entrate familiari. Solo 6 famiglie su 100 riescono ad accantonare quote maggiori. Nel dettaglio, sono soprattutto i nuclei familiari con il capofamiglia tra i 45 e i 54 anni a spendere l’intero reddito nell’arco dell’anno: in questi casi, la percentuale sale infatti al 35,2%. Si segnalano quote elevate anche tra i single (il 40% non riesce a mettere da parte nulla) e tra i nuclei con capofamiglia che svolge “altre forme di lavoro indipendente” (il 36,8%). Riescono a risparmiare di più solo le coppie con figli e, prevedibilmente, le famiglie in cui la persona di riferimento è occupata in posizioni dirigenziali e quelle che si collocano in una fascia di reddito alta. Spesa media mensile familiare per consumi complessivi nei capoluoghi di provincia (dati in euro) Campione di 809 famiglie Consumi alimentari 3.500 Consumi non alimentari 3.000 2.500 2.000 1.500 1.000 500 0 2.220,29 1.871,97 2.324,06 2.595,93 2.377,18 2.143,80 2.008,05 2.152,78 2.204,19 280,84 280 84 210,05 352,66 352 66 308,50 308 50 259,47 312,93 312 93 334,05 334 05 314,52 314 52 298,46 298 46 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Piemonte 53 _ 54 _ La spesa iglie delle fami s e t n o m pie o c i t s i t a t s Allegato 55 _ 56 _ Allegato statistico Tab. 1.1 Famiglie per numero di componenti e tipologia 59 Tab. 1.2 Famiglie per numero di componenti e classe di età della persona di riferimento 60 Tab. 1.3 Famiglie per numero di componenti e condizione professionale della persona di riferimento Tab. 1.4 Componenti delle famiglie per classe di età e sesso Tab. 1.5 Componenti delle famiglie per condizione professionale e non Tab. 1.6 Componenti delle famiglie occupati per posizione professionale Tab. 1.7 Famiglie per capoluogo di provincia e fascia di reddito 61 62 63 64 65 Tab. 2.1 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia 66 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per età e sesso della persona di riferimento 67 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia, per età della persona di riferimento 68 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per classe di età della persona di riferimento 69 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per condizione professionale della persona di riferimento 70 Tab. 2.2 Tab. 2.3 Tab. 2.4 Tab. 2.5 Tab. 2.6 Tab. 2.7 Tab. 2.8 Tab. 2.9 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per numero di componenti 71 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per tipologia della famiglia 72 Spesa mensile pro capite per consumi alimentari, per numero di componenti della famiglia 73 Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per fascia di reddito 74 Tab. 2.10 Spesa media mensile familiare per pasti fuori casa nei capoluoghi di provincia, per età e condizione professionale della persona di riferimento Tab. 3.1 Tab. 3.2 Tab. 3.3 Tab. 3.4 Tab. 3.5 Tab. 3.6 Tab. 3.7 75 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per classe di età della persona di riferimento 76 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari nelle zone del Piemonte 78 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per condizione professionale della persona di riferimento 80 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per professione della persona di riferimento 81 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per classe di età della persona di riferimento 82 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per fascia di reddito 83 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per numero di componenti 84 57 _ Tab. 3.8 Tab. 3.9 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per tipologia della famiglia 85 Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari nei capoluoghi di provincia 86 Tab. 3.10 Spesa media mensile familiare per consumi complessivi nei capoluoghi di provincia Tab. 4.1 Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi Tab. 4.2 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Alessandria Tab. 4.3 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Asti Tab. 4.4 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Biella Tab. 4.5 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Cuneo Tab. 4.6 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Novara Tab. 4.7 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Torino Tab. 4.8 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Verbania Tab. 4.9 Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Vercelli Tab. 4.10 Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per classe di età della persona di riferimento Tab. 4.11 Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per professione della persona di riferimento Tab. 4.12 Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per fascia di reddito 58 _ 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 59 _ Single 234 - - - - - 234 28,9% N. componenti 1 2 3 4 5 6 Totale % Campione di 809 famiglie Famiglie per numero di componenti e tipologia 26,0% 210 - - - - 210 - Coppia senza figli 32,4% 262 3 15 93 151 - - Coppia con figli 12,7% 103 - - 6 30 67 - Altro 100,0% 809 3 15 99 181 277 234 Totale - 100,0% 0,4% 1,9% 12,2% 22,4% 34,2% 28,9% % Tab 1.1 60 _ 45 46 28 6 - - 125 15,5% 2,0 2 3 4 5 6 Totale % Numero medio componenti < 35 anni 1 N. componenti Campione di 809 famiglie 2,5 20,9% 169 - 5 35 54 42 33 35-44 anni 2,5 21,8% 176 3 6 45 46 38 38 45-54 anni Classe di età Famiglie per numero di componenti e classe di età della persona di riferimento 2,1 17,7% 143 - 4 12 31 63 33 55-64 anni 1,7 24,2% 196 - - 1 25 87 83 ≥ 65 anni 2,3 100,0% 809 3 15 99 184 276 232 n. Totale - - 100,0% 0,4% 1,9% 12,2% 22,7% 34,1% 28,7% % Tab 1.2 61 _ 121 152 134 89 11 3 510 63,0% 100,0% 2 3 4 5 6 Totale % sul totale famiglie % sul totale occupati n. - - 100,0% 0,6% 2,2% 17,5% 26,3% 29,8% 23,7% % Occupati 1 N. componenti Campione di 809 famiglie - 29,9% 242 0 2 4 36 102 98 pensionati - 7,0% 57 0 2 6 14 22 13 altro In condizione non professionale - 100,0% 809 3 15 99 184 276 232 Totale 3,1% 2,0% 16 0 0 2 8 5 1 imprenditori, liberi professionisti Famiglie per numero di componenti e condizione professionale della persona di riferimento 22,0% 13,8% 112 1 5 16 29 39 22 lavoratori in proprio 1,8% 1,1% 9 0 0 1 2 4 2 dirigenti 50,6% 31,9% 258 2 4 51 65 74 62 impiegati Di cui occupati 13,3% 8,4% 68 0 1 15 19 16 17 operai 4,3% 2,7% 22 0 0 2 5 3 12 4,9% 3,1% 25 0 1 2 6 11 5 altre forme non di lavoro dichiarato indipendente Tab 1.3 62 _ 2 30 120 175 43 11 381 2 3 4 5 6 Totale ≤ 24 anni 1 N. componenti Campione di 809 famiglie 277 0 2 35 96 101 43 25-34 anni Componenti delle famiglie per classe di età e sesso 297 1 11 70 103 79 33 35-44 anni 300 4 13 85 103 57 38 45-54 anni Classe di età 257 1 6 26 70 121 33 55-64 anni 313 1 0 5 60 164 83 ≥ 65 anni 1825 18 75 396 552 552 232 n. 1,0% 4,1% 21,7% 30,2% 30,2% 12,7% % 100,0% Totale 829 9 40 209 262 244 65 uomini Di cui 996 9 35 187 290 308 167 donne Tab 1.4 63 _ 121 272 309 192 28 7 929 50,9% 2 3 4 5 6 Totale % n. - 100,0% 0,8% 3,0% 20,7% 33,3% 29,3% 13,0% % Occupati 1 N. componenti Campione di 809 famiglie 0,8% 15 0 1 3 2 8 1 n. disoccupati 0,9% 16 0 1 4 6 4 1 n. 5,3% 96 0 4 18 29 38 7 n. 14,5% 264 10 33 129 73 17 2 n. 21,8% 398 1 3 14 82 200 98 n. pensionati 5,9% 107 0 5 36 51 13 2 n. altro In condizione non professionale in cerca di prima casalinghe studenti occupazione Componenti delle famiglie per condizione professionale e non - - - - - - - - n. non dichiarato 49,1% 896 11 47 204 243 280 111 n. - 100,0% 1,2% 5,2% 22,8% 27,1% 31,3% 12,4% % totale non professionale 100,0% 1825 18 75 396 552 552 232 n. % - 100,0% 1,0% 4,1% 21,7% 30,2% 30,2% 12,7% Totale Tab 1.5 64 _ Imprenditori 1 10 14 6 0 0 31 3,3% N. componenti 1 2 3 4 5 6 Totale % Campione di 809 famiglie 17,8% 165 2 7 29 52 53 22 Lavoratori in proprio 1,9% 18 0 1 6 3 6 2 Dirigenti Componenti delle famiglie occupati per posizione professionale 47,9% 445 5 11 95 145 131 58 Impiegati 14,0% 130 0 4 34 47 28 17 Operai 5,4% 50 0 0 6 16 16 12 9,7% 90 0 5 16 32 28 9 Altre forme Non dichiarato di lavoro indipendente 100,0% 929 7 28 192 309 272 121 n. - 100,0% 0,8% 3,0% 20,7% 33,3% 29,3% 13,0% % Totale occupati Tab 1.6 65 _ * 1 4 4 8 5 2 2 34 Asti Biella Cuneo Novara Torino Vercelli Verbania Totale 374 38 37 72 38 52 47 49 41 medio Fascia di reddito* basso fino a 2.066 euro mensili, medio da 2.067 a 4.132 euro mensili, alto oltre 4.132 euro mensili 8 alto Alessandria Campione di 809 famiglie Famiglie per capoluogo di provincia e fascia di reddito 391 48 50 102 43 33 37 39 39 basso 10 2 1 1 1 1 2 1 1 non indicato Tab 1.7 66 _ 51,22 34,58 55,82 56,60 49,58 46,02 51,43 50,33 49,06 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Piemonte Pane e cereali Campione di 809 famiglie 34,17 38,69 39,14 34,73 32,98 39,39 32,85 29,35 25,57 Dolciumi e drogheria 70,11 78,80 78,03 73,28 53,98 62,95 84,15 60,14 66,31 Carni e salumi 15,90 12,37 18,59 18,45 12,22 20,01 20,36 7,23 15,45 Pesce 6,86 7,50 5,75 7,55 3,82 5,47 14,02 3,88 6,23 Oli e grassi 41,79 41,74 39,63 45,44 35,77 54,58 50,62 25,35 37,49 Latte, formaggi e uova Spesa media mensile familiare per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia (dati in euro) 27,71 28,97 25,92 33,52 22,92 25,16 34,64 14,77 30,03 Legumi e ortaggi 25,93 27,75 29,58 26,59 23,85 21,27 31,95 15,62 30,22 Frutta 26,92 28,38 45,98 27,34 24,36 23,07 28,25 19,12 18,31 Bevande 298,46 314,52 334,05 312,93 259,47 308,50 352,66 210,05 280,84 Totale Tab 2.1 67 _ 50,50 36,03 70,82 16,03 5,60 41,42 27,02 24,93 29,25 301,60 Dolciumi e drogheria Carni e salumi Pesce Oli e grassi Latte, formaggi e uova Legumi e ortaggi Frutta Bevande Totale euro Pane e cereali N. famiglie Campione di 809 famiglie 613 9,7% 8,3% 9,0% 13,7% 1,9% 5,3% 23,5% 11,9% 16,7% % 100,0% < 65 anni 288,63 19,63 29,05 29,88 42,94 10,82 15,51 67,88 28,35 44,57 euro Classe di età 196 ≥ 65 anni % 100,0% 6,8% 10,1% 10,4% 14,9% 3,8% 5,4% 23,5% 9,8% 15,4% Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per età e sesso della persona di riferimento 298,46 26,92 25,93 27,71 41,79 6,86 15,90 70,11 34,17 49,06 euro 809 100,0% 9,0% 8,7% 9,3% 14,0% 2,3% 5,3% 23,5% 11,4% 16,4% % media campione 317,92 29,87 27,56 28,74 43,58 9,22 18,00 74,28 34,04 52,63 euro uomini Sesso 281,73 24,38 24,53 26,83 40,25 4,84 14,10 66,52 34,28 46,00 euro donne Tab 2.2 68 _ Piemonte Vercelli Verbania Torino Novara Cuneo Biella Asti Alessandria 48,13 33,78 34,71 48,09 59,31 55,40 57,09 49,72 49,54 30,37 50,49 48,57 52,41 32,93 55,30 44,57 < 65 anni ≥ 65 anni < 65 anni ≥ 65 anni < 65 anni ≥ 65 anni < 65 anni ≥ 65 anni < 65 anni ≥ 65 anni < 65 anni ≥ 65 anni < 65 anni ≥ 65 anni < 65 anni ≥ 65 anni 50,50 58,33 ≥ 65 anni < 65 anni Pane e cereali Classe di età Campione di 809 famiglie 36,03 28,35 42,66 24,81 40,47 35,28 36,93 27,06 35,70 22,85 40,05 37,74 34,70 28,74 30,62 21,86 26,03 24,51 Dolciumi e drogheria 70,82 67,88 79,11 77,72 75,40 85,69 74,34 69,57 50,53 66,87 61,99 65,33 89,22 72,93 61,03 54,87 74,68 47,11 Carni e salumi 16,03 15,51 12,25 12,79 19,59 15,69 20,55 11,10 12,01 13,02 21,64 16,01 18,37 24,78 7,47 5,77 13,34 20,29 Pesce 5,60 10,82 7,45 7,65 5,94 5,20 7,62 7,31 3,46 5,15 5,27 5,95 4,66 34,73 3,52 6,03 4,86 9,37 Oli e grassi 41,42 42,94 44,28 32,83 39,28 40,62 44,39 49,12 36,16 34,28 53,16 58,07 50,49 50,92 25,74 23,06 38,12 36,04 Latte, formaggi e uova 27,02 29,88 28,48 30,70 24,11 31,20 34,66 29,53 23,80 19,62 24,59 26,55 33,49 37,19 15,46 10,73 25,37 40,75 Legumi e ortaggi Spesa media mensile familiare per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia, per età della persona di riferimento (dati in euro) 24,93 29,05 24,30 39,82 28,13 33,78 27,52 23,34 23,30 25,89 21,09 21,71 30,80 34,49 16,48 10,50 26,81 38,06 Frutta 29,25 19,63 31,49 17,49 49,35 36,15 31,79 11,80 28,34 9,52 22,87 23,57 28,15 28,49 19,85 14,84 19,67 15,20 Bevande 301,60 288,63 325,31 276,74 334,68 332,20 328,28 259,19 262,83 246,92 307,75 310,33 349,19 360,35 214,87 181,44 277,00 289,66 Totale Tab 2.3 69 _ 39,13 51,11 56,46 52,38 44,57 49,06 35-44 anni 45-54 anni 55-64 anni ≥ 65 anni Media campione Pane e cereali < 35 anni Classe di età Campione di 809 famiglie 34,17 28,35 34,34 39,44 34,81 34,82 Dolciumi e drogheria 70,11 67,88 84,68 78,84 62,65 54,73 Carni e salumi 15,90 15,51 15,49 16,35 17,85 13,72 Pesce 6,86 10,82 7,36 5,43 4,71 5,01 Oli e grassi Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per classe di età della persona di riferimento (dati in euro) 41,79 42,94 40,80 43,95 42,59 37,00 Latte, formaggi e uova 27,71 29,88 31,98 28,97 27,40 18,10 Legumi e ortaggi 25,93 29,05 31,35 25,10 24,10 18,48 Frutta 26,92 19,63 33,67 28,26 27,36 28,14 Bevande 298,46 288,63 332,03 322,80 292,58 249,13 Totale Tab 2.4 70 _ 5,55 41,38 13,9% 42,49 14,1% 26,66 24,03 29,18 296,87 100,0% 301,16 100,0% 297,94 Latte, formaggi e uova Legumi e ortaggi Frutta Bevande Totale 9,8% 8,1% 9,0% 1,9% 23,06 29,17 29,51 9,10 15,56 Oli e grassi 5,4% 16,11 7,7% 9,7% 9,8% 3,0% 5,2% 22,20 29,87 29,95 41,43 9,66 15,24 74,00 29,68 Pesce 9,9% % % 2,3% 5,3% 26,92 25,93 27,71 9,0% 8,7% 9,3% 41,79 14,0% 6,86 15,90 70,11 23,5% 34,17 11,4% 49,06 16,4% 809 euro Media campione 100,0% 298,46 100,0% 7,5% 10,0% 10,1% 13,9% 3,2% 5,1% 24,8% 10,0% 15,4% 242 66,51 22,4% 76,24 25,3% 45,90 euro Carni e salumi % 36,77 12,4% 29,74 299 euro di cui pensionati Dolciumi e drogheria % totale 50,69 17,1% 46,29 15,4% 510 euro Occupati Condizione non professionale Pane e cereali N. famiglie Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per condizione professionale della persona di riferimento 359,59 34,49 24,59 32,25 45,64 10,31 31,46 83,73 44,33 52,78 16 euro 319,83 35,96 27,02 30,14 39,50 7,21 15,76 76,82 37,57 49,85 112 euro 243,71 10,62 23,23 23,68 45,33 3,17 16,29 49,40 32,84 39,15 22 euro 195,20 10,38 9,12 7,58 22,97 0,42 5,16 74,41 24,64 40,51 9 euro 296,35 28,70 22,93 25,68 42,61 5,01 15,85 65,25 37,54 52,78 258 euro 294,85 28,93 27,36 27,29 40,90 5,66 16,24 62,41 35,72 50,34 68 euro imprenditori, lavoratori altre forme impiegati, dirigenti operai liberi prof. in proprio di lavoro indip. coadiuvanti Occupati per posizione professionale Tab 2.5 71 _ 33,63 27,75 50,53 10,87 4,45 29,54 21,24 19,37 16,83 214,22 Dolciumi e drogheria Carni e salumi Pesce Oli e grassi Latte, formaggi e uova Legumi e ortaggi Frutta Bevande Totale euro Pane e cereali N. famiglie Campione di 809 famiglie 234 1 100,0% 7,9% 9,0% 9,9% 13,8% 2,1% 5,1% 23,6% 13,0% 15,7% % 297,87 24,71 28,13 30,57 39,07 8,93 15,65 72,48 31,17 47,16 euro 277 2 100,0% 8,3% 9,4% 10,3% 13,1% 3,0% 5,3% 24,3% 10,5% 15,8% % 329,85 35,40 27,02 26,88 49,12 7,04 17,65 73,69 38,53 54,52 euro 181 3 100,0% 10,7% 8,2% 8,1% 14,9% 2,1% 5,3% 22,3% 11,7% 16,5% % Numero componenti Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per numero di componenti 415,20 36,62 31,74 34,02 61,54 6,26 23,88 99,15 48,06 73,91 euro 99 4 100,0% 8,8% 7,6% 8,2% 14,8% 1,5% 5,8% 23,9% 11,6% 17,8% % 430,23 50,85 33,54 41,08 57,68 7,79 22,87 89,71 42,04 84,68 euro 18 ≥5 100,0% 11,8% 7,8% 9,5% 13,4% 1,8% 5,3% 20,9% 9,8% 19,7% % 298,46 26,92 25,93 27,71 41,79 6,86 15,90 70,11 34,17 49,06 euro 809 100,0% 9,0% 8,7% 9,3% 14,0% 2,3% 5,3% 23,5% 11,4% 16,4% % Media campione Tab 2.6 72 _ 49,83 33,14 74,69 16,16 3,98 37,73 27,00 26,81 30,51 299,84 Dolciumi e drogheria Carni e salumi Pesce Oli e grassi Latte, formaggi e uova Legumi e ortaggi Frutta Bevande Totale euro Pane e cereali N. famiglie Campione di 809 famiglie 232 10,2% 8,9% 9,0% 12,6% 1,3% 5,4% 24,9% 11,1% 16,6% % 100,0% single 306,63 25,94 28,97 31,73 40,49 10,76 16,71 72,74 32,18 47,10 euro 209 100,0% 8,5% 9,4% 10,3% 13,2% 3,5% 5,4% 23,7% 10,5% 15,4% % coppia senza figli 365,23 35,13 28,93 30,49 55,11 7,02 19,57 83,39 41,76 63,82 euro 265 100,0% 9,6% 7,9% 8,3% 15,1% 1,9% 5,4% 22,8% 11,4% 17,5% % coppia con figli Tipologia della famiglia Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per tipologia della famiglia 214,22 16,83 19,37 21,24 29,54 4,45 10,87 50,53 27,75 33,63 euro 103 altro 100,0% 7,9% 9,0% 9,9% 13,8% 2,1% 5,1% 23,6% 13,0% 15,7% % 298,46 26,92 25,93 27,71 41,79 6,86 15,90 70,11 34,17 49,06 euro 809 100,0% 9,0% 8,7% 9,3% 14,0% 2,3% 5,3% 23,5% 11,4% 16,4% % Media campione Tab 2.7 73 _ 33,63 27,75 50,53 10,87 4,45 29,54 21,24 19,37 16,83 214,22 Dolciumi e drogheria Carni e salumi Pesce Oli e grassi Latte, formaggi e uova Legumi e ortaggi Frutta Bevande Totale euro Pane e cereali N. famiglie Campione di 809 famiglie 234 1 100,0% 7,9% 9,0% 9,9% 13,8% 2,1% 5,1% 23,6% 13,0% 15,7% % 148,93 12,35 14,07 15,29 19,53 4,46 7,83 36,24 15,58 23,58 euro 277 2 100,0% 8,3% 9,4% 10,3% 13,1% 3,0% 5,3% 24,3% 10,5% 15,8% % 109,95 11,80 9,01 8,96 16,37 2,35 5,88 24,56 12,84 18,17 euro 181 3 100,0% 10,7% 8,2% 8,1% 14,9% 2,1% 5,3% 22,3% 11,7% 16,5% % Numero componenti Spesa mensile pro capite per consumi alimentari, per numero di componenti della famiglia 103,80 9,16 7,94 8,51 15,39 1,57 5,97 24,79 12,02 18,48 euro 99 4 100,0% 8,8% 7,6% 8,2% 14,8% 1,5% 5,8% 23,9% 11,6% 17,8% % 86,05 10,17 6,71 8,22 11,54 1,56 4,57 17,94 8,41 16,94 euro 18 ≥5 100,0% 11,8% 7,8% 9,5% 13,4% 1,8% 5,3% 20,9% 9,8% 19,7% % 129,76 11,70 11,27 12,05 18,17 2,98 6,91 30,48 14,86 21,33 euro 809 100,0% 9,0% 8,7% 9,3% 14,0% 2,3% 5,3% 23,5% 11,4% 16,4% % Media campione Tab 2.8 74 _ 83,93 23,23 6,74 52,73 37,48 32,50 49,95 380,43 Carni e salumi Pesce Oli e grassi Latte, formaggi e uova Legumi e ortaggi Frutta Bevande Totale 34 alto 100,0% 13,1% 8,5% 9,9% 13,9% 1,8% 6,1% 22,1% 10,1% 14,6% % 334,39 30,07 27,02 30,42 49,31 6,68 18,95 78,17 37,85 55,92 euro 374 9,0% 8,1% 9,1% 14,7% 2,0% 5,7% 23,4% 11,3% 16,7% % 100,0% medio 256,46 22,18 24,07 24,01 34,08 7,16 12,02 60,91 30,36 41,67 euro Fascia di reddito* 391 basso basso fino a 2.066 euro mensili, medio da 2.067 a 4.132 euro mensili, alto oltre 4.132 euro mensili 38,47 Dolciumi e drogheria * 55,39 euro Pane e cereali N. famiglie Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi alimentari, per fascia di reddito 100,0% 8,6% 9,4% 9,4% 13,3% 2,8% 4,7% 23,7% 11,8% 16,2% % 318,09 15,97 35,12 38,28 24,81 2,77 28,69 81,31 30,95 60,20 euro 10 100,0% 5,0% 11,0% 12,0% 7,8% 0,9% 9,0% 25,6% 9,7% 18,9% % non indicato 298,46 26,92 25,93 27,71 41,79 6,86 15,90 70,11 34,17 49,06 euro 809 100,0% 9,0% 8,7% 9,3% 14,0% 2,3% 5,3% 23,5% 11,4% 16,4% % Media campione Tab 2.9 75 _ 56,72 55,88 88,78 91,50 62,90 82,30 30,65 83,10 69,95 Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Piemonte 33,32 80,83 7,21 14,92 18,83 60,61 29,89 18,47 34,08 < 65 anni ≥ 65 anni Classe di età Campione di 809 famiglie 74,95 87,02 25,51 92,96 66,33 99,38 93,43 53,61 66,06 Occupati 37,42 73,05 25,33 27,97 26,83 56,16 30,79 44,50 29,07 totale 32,43 68,60 11,36 19,66 17,85 54,45 31,75 37,61 27,79 di cui pensionati Condizione non professionale 61,08 82,52 25,44 67,33 53,60 82,57 70,46 50,47 49,85 Media campione 88,93 50,47 16,24 157,55 - 0 155,17 0 88,85 imprenditori, liberi prof. 101,34 113,56 53,43 118,74 146,09 110,40 86,24 26,06 39,89 122,93 12,04 - 121,48 42,64 186,13 - 240,80 - lavoratori altre forme di in proprio lavoro indip. 43,73 - 47,60 22,46 - 0 - 64,71 0 dirigenti 65,46 46,43 23,43 86,80 60,92 96,56 88,05 52,34 75,59 impiegati, coadiuvanti Occupati per posizione professionale Spesa media mensile familiare per pasti fuori casa nei capoluoghi di provincia, per età e condizione professionale della persona di riferimento (dati in euro) 54,88 51,59 14,70 46,18 30,08 42,51 96,47 63,93 59,55 operai Tab 2.10 76 _ 15,36 144,81 687,41 117,17 486,20 163,32 51,91 60,02 51,39 235,32 75,83 21,15 43,19 58,56 28,59 8,00 Vestiario e calzature Abitazione* affitto e subaffitto valore locativo Combustibili ed energia elettrica energia elettrica e acqua gas, kerosene e riscaldamento autonomo riscaldamento centrale Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa mobili coperture, tessuti, tappeti, etc. oggetti per la casa e detersivi cucine, frigo, lavatrici e piccoli elettrodomestici servizi domestici** lavanderia e riparazioni euro Tabacco N. famiglie Campione di 809 famiglie 613 < 65 anni - - - - - - 9,4% - - - 6,5% - - 27,5% 5,8% 0,6% % 7,56 26,78 34,36 26,68 11,82 22,37 129,57 58,51 50,67 45,00 154,18 521,42 70,46 686,19 88,97 6,29 euro Classe di età Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per classe di età della persona di riferimento 196 ≥ 65 anni - - - - - - 7,1% - - - 8,4% - - 37,6% 4,9% 0,3% % 7,90 28,15 52,70 39,19 18,89 62,87 209,70 53,12 57,75 50,24 161,11 494,73 105,85 687,11 131,28 13,16 euro 809 - - - - - - 9,0% - - - 6,9% - - Segue 29,4% 5,6% 0,6% % Media campione Tab 3.1 77 _ 101,56 11,16 33,80 419,78 53,06 46,04 142,36 69,95 14,11 spese varie per divertimenti spese varie (cinema, teatro, noleggi, giochi, etc.) Istruzione Altri beni e servizi cura e igiene personale assicurazione vita e salute vacanze (viaggi, hotel, etc.) pasti fuori casa animali domestici ** * 613 100,0% - - - - - 16,8% 1,4% - - - - 6,0% - - - - - - - 11,5% - % 1.825,49 13,55 33,32 85,79 28,68 38,82 259,58 4,91 3,89 46,35 11,01 16,96 61,01 57,08 4,44 66,52 48,86 1,70 7,65 136,09 548,27 146,59 euro Classe di età 196 ≥ 65 anni 100,0% - - - - - 14,2% 0,3% - - - - 3,3% - - - - - - - 30,0% - % 2.337,34 13,97 61,08 128,66 41,83 49,61 380,97 26,80 9,40 88,18 13,76 22,53 128,89 83,30 5,20 109,42 83,62 3,26 12,72 117,17 485,26 113,06 euro 809 100,0% - - - - - 16,3% 1,1% - - - - 5,5% - - - - - - - 20,8% - % Media campione sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione, che ammontano complessivamente a 68,84 euro nelle famiglie più giovani e a 31,07 euro nelle famiglie più anziane la voce dei servizi domestici comprende anche i servizi di assistenza alle persone (ad esempio baby sittering) 2.501,00 14,64 spese varie tempo libero (tv, radio, etc.) Totale* 24,31 giornali e libri 123,13 benzina, gasolio, etc. 150,59 94,73 assicurazione e bolli Ricreazione e spettacolo 3,76 camper, roulotte e bici 91,69 14,34 acquisto di scooter e moto telefono fisso e cellulare (acquisto, bolletta e schede) 57,99 acquisto dell’auto 5,45 288,19 Trasporti e comunicazioni biglietti tram, bus, treno, etc. 102,34 Servizi sanitari e salute N. famiglie euro < 65 anni 78 _ 46,87 riscaldamento centrale 72,61 19,03 39,64 44,23 21,78 7,95 mobili coperture, tessuti, tappeti, etc. oggetti per la casa e detersivi cucine, frigo, lavatrici e piccoli elettrodomestici servizi domestici**** lavanderia e riparazioni 205,24 72,89 gas, kerosene e riscaldamento autonomo Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa 52,49 172,26 energia elettrica e acqua Combustibili ed energia elettrica 532,17 valore locativo 698,60 Abitazione*** 85,27 143,48 Vestiario e calzature affitto e subaffitto 14,46 360 - - - - - - 8,6% - - - 7,2% - - 29,3% 6,0% 0,6% 7,12 43,04 68,21 38,38 24,89 85,51 267,15 60,75 57,96 52,40 171,11 490,36 77,39 652,88 147,83 5,63 269 - - - - - - 11,3% - - - 7,3% - - 27,7% 6,3% 0,2% % euro euro % Piemonte sud** Piemonte nord est* Tabacco N. famiglie Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari nelle zone del Piemonte 9,10 20,73 50,77 39,49 13,64 33,43 167,17 63,00 43,05 45,88 151,93 496,24 136,06 694,84 113,04 19,16 euro 180 Torino - - - - - - 7,0% - - - 6,4% - - 29,2% 4,8% 0,8% % 7,90 28,15 52,70 39,19 18,89 62,87 209,70 53,12 57,75 50,24 161,11 494,73 105,85 687,11 131,28 13,16 euro 809 - - - - - - Segue 9,0% - - - 6,9% - - 29,4% 5,6% 0,6% % Media campione Tab 3.2 79 _ * ** *** **** 2.385,53 360 100,0% - - - - - 16,0% 1,0% - - - - 5,8% - - - - - - 19,2% 6,3% 2.358,67 14,47 61,01 125,10 42,10 44,83 348,11 27,36 7,01 88,19 14,47 23,08 129,07 87,36 3,47 120,72 86,92 11,40 112,06 503,78 105,76 269 - - - - - 14,8% 1,2% - - - - 5,5% - - - - - - 21,4% 4,5% 100,0% nord est Piemonte: province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli sud Piemonte: province di Alessandria, Asti e Cuneo sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione la voce servizi domestici comprende anche i servizi di assistenza alle persone (ad esempio baby sittering) Totale*** 11,23 47,88 cura e igiene personale animali domestici 380,95 Altri beni e servizi 49,83 23,27 Istruzione pasti fuori casa 8,22 spese varie (cinema, teatro, noleggi, giochi, etc.) 45,10 93,18 spese varie per divertimenti 134,07 14,16 spese varie tempo libero (tv, radio, etc.) vacanze (viaggi, hotel, etc.) 21,16 giornali e libri assicurazione vita e salute 137,80 102,64 benzina, gasolio, etc. Ricreazione e spettacolo 80,40 assicurazione e bolli 7,79 10,96 acquisto di scooter e moto 82,47 87,70 acquisto dell’auto telefono fisso e cellulare (acquisto, bolletta e schede) 458,13 Trasporti e comunicazioni biglietti tram, bus, treno, etc. 151,35 Servizi sanitari e salute N. famiglie % euro euro % Piemonte sud** Piemonte nord est* 2.376,25 11,86 67,33 162,58 46,92 57,60 400,56 29,85 14,67 88,77 13,07 26,40 122,16 87,52 4,96 105,20 84,61 4,07 227,22 579,15 98,38 euro 180 - - - - - 16,9% 1,3% - - - - 5,1% - - - - - - 24,4% 4,1% % 100,0% Torino 2.337,34 13,97 61,08 128,66 41,83 49,61 380,97 26,80 9,40 88,18 13,76 22,53 128,89 83,30 5,20 109,42 83,62 12,72 117,17 485,26 113,06 euro 809 100,0% - - - - - 16,3% 1,1% - - - - 5,5% - - - - - - 20,8% 4,8% % Media campione 80 _ 149,90 688,33 160,06 242,69 101,05 547,65 403,74 160,26 35,64 444,67 2.546,36 2.402,46 Vestiario e calzature Abitazione* Combustibili ed energia elettrica** Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa Servizi sanitari e salute Trasporti e comunicazione Trasporti e comunicazione (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Ricreazione e spettacolo Istruzione Altri beni e servizi Totale* Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli) 1.866,00 1.980,81 272,31 11,72 75,37 264,02 378,83 133,56 153,43 162,89 685,04 99,52 8,15 299 totale 1.838,94 1.965,47 269,64 7,63 66,18 252,87 379,41 138,76 149,63 165,07 680,31 100,93 7,92 242 pensionati Condizione non professionale sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 16,10 Tabacco * ** 510 Occupati N. famiglie Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per condizione professionale della persona di riferimento (dati in euro) 2.204,19 2.337,34 380,97 26,80 128,89 352,10 485,26 113,06 209,70 161,11 687,11 131,28 13,16 809 Media campione Tab 3.3 81 _ 144,74 210,24 62,84 300,75 294,60 91,22 22,25 290,17 1.890,83 1.884,69 Combustibili ed energia elettrica** Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa Servizi sanitari e salute Trasporti e comunicazioni Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Ricreazione e spettacolo Istruzione Altri beni e servizi Totale* Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli) 2.304,14 2.409,78 382,54 34,12 133,35 372,83 478,47 114,10 178,87 166,44 763,85 145,44 12,59 112 Lavoratori in proprio 1.682,91 1.682,91 235,73 31,69 78,76 251,57 251,57 61,72 126,88 131,11 658,51 102,75 4,17 22 2.314,93 2.481,11 404,60 25,45 137,31 361,81 527,99 119,49 250,98 164,15 699,19 137,52 14,43 258 Altre forme Impiegati, di lavoro coadiuvanti indipendente 1.997,73 2.009,04 395,23 35,95 138,42 438,94 450,25 93,95 110,59 148,75 522,79 103,80 9,30 9 Dirigenti 2.167,44 2.470,29 482,29 17,08 113,27 332,74 635,59 145,25 160,84 144,41 643,49 119,72 8,34 68 Operai sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 627,72 Abitazione* * ** 139,11 1,78 Tabacco Vestiario e calzature 16 Imprenditori e liberi prof. N. famiglie Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per professione della persona di riferimento (dati in euro) 2.204,19 2.337,34 380,97 26,80 128,89 352,10 485,26 113,06 209,70 161,11 687,11 131,28 13,16 485 Media campione Tab 3.4 82 _ 541,98 131,03 233,92 53,60 498,45 372,51 128,24 21,67 361,91 2.118,47 1.992,53 Abitazione* Combustibili ed energia elettrica** Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa Servizi sanitari e salute Trasporti e comunicazioni Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Ricreazione e spettacolo Istruzione Altri beni e servizi Totale* Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli) 2.346,41 2.497,58 450,98 34,99 158,22 384,69 535,85 82,64 255,13 157,45 672,85 136,77 12,69 35-44 anni 2.439,18 2.533,01 405,49 49,53 181,94 418,81 512,64 116,56 233,50 168,61 690,46 156,07 18,20 45-54 anni Classe di età 2.543,26 2.800,02 451,07 23,64 122,51 393,57 650,34 150,75 215,38 191,97 827,97 153,46 12,94 55-64 anni 1.758,14 1.825,49 259,58 4,91 61,01 220,84 288,19 146,59 129,57 154,18 686,19 88,97 6,29 ≥ 65 anni sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 129,92 Vestiario e calzature * ** 17,74 < 35 anni Tabacco Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per classe di età della persona di riferimento (dati in euro) 2.204,19 2.337,34 380,97 26,80 128,89 352,10 485,26 113,06 209,70 161,11 687,11 131,28 13,16 Media campione Tab 3.5 83 _ 721,06 170,32 237,02 133,71 389,77 346,60 116,86 34,18 414,49 2.336,51 2.293,34 Abitazione** Combustibili ed energia elettrica*** Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa Servizi sanitari e salute Trasporti e comunicazioni Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Ricreazione e spettacolo Istruzione Altri beni e servizi Totale** Totale** (al netto dell’acquisto di autoveicoli) 2.210,79 2.318,42 380,85 28,05 135,35 349,53 457,17 113,31 205,28 158,21 690,63 137,94 11,63 medio 2.190,81 2.358,30 380,07 25,29 123,50 356,91 524,40 111,84 209,82 161,67 680,17 127,44 14,10 basso Fascia di reddito 2.173,08 2.202,05 311,42 17,71 156,73 289,02 318,00 82,32 244,21 194,57 705,59 165,54 5,97 non indicato basso fino fino a 2 2.066 066 euro mensili, mensili medio da 2 2.067 067 a 4 4.132 132 euro mensili mensili, alto oltre 4 4.132 132 euro mensili sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 99,37 Vestiario e calzature * ** *** 19,73 alto Tabacco Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per fascia di reddito* (dati in euro) 2.204,19 2.337,34 380,97 26,80 128,89 352,10 485,26 113,06 209,70 161,11 687,11 131,28 13,16 Media campione Tab 3.6 84 _ 282,47 205,38 76,39 4,17 Trasporti e comunicazioni Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Ricreazione e spettacolo Istruzione * ** 2.206,06 2.306,93 379,50 9,96 117,58 355,13 456,00 131,11 185,29 167,24 714,58 134,98 10,69 2 2.577,54 2.632,28 451,69 36,95 162,31 437,19 491,92 102,27 288,86 168,56 748,80 162,86 18,06 3 Numero componenti 2.918,43 3.373,17 508,43 78,58 199,34 500,15 954,89 161,03 291,49 215,38 773,44 174,09 16,49 4 2.986,45 3.370,04 516,42 188,20 249,84 512,86 896,45 118,33 165,50 173,61 903,06 150,99 7,65 ≥5 sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 1.540,37 79,28 Servizi sanitari e salute Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli) 144,49 Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa 1.617,46 123,77 Combustibili ed energia elettrica** Totale* 551,92 Abitazione* 261,73 82,02 Vestiario e calzature Altri beni e servizi 11,23 1 Tabacco Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per numero di componenti (dati in euro) 2.204,19 2.337,34 380,97 26,80 128,89 352,10 485,26 113,06 209,70 161,11 687,11 131,28 13,16 Media campione Tab 3.7 885 _ 282,47 205,38 76,39 4,17 Trasporti e comunicazioni Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Ricreazione e spettacolo Istruzione * ** 2.277,55 2.370,55 397,15 5,39 121,77 363,40 456,40 134,37 196,25 172,32 737,79 138,80 17,13 coppia senza figli 2.754,56 2.959,41 492,63 61,91 187,35 464,69 669,54 124,08 280,38 186,43 774,94 165,01 17,13 coppia con figli Tipologia della famiglia 2.134,51 2.290,96 329,43 30,90 111,17 370,01 526,46 117,56 202,03 157,29 662,86 140,17 13,10 altro sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 1.540,37 79,28 Servizi sanitari e salute Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli) 144,49 Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa 1.617,46 123,77 Combustibili ed energia elettrica** Totale* 551,92 Abitazione* 261,73 82,02 Vestiario e calzature Altri beni e servizi 11,23 single Tabacco Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari, per tipologia della famiglia (dati in euro) 2.204,19 2.337,34 380,97 26,80 128,89 352,10 485,26 113,06 209,70 161,11 687,11 131,28 13,16 Media campione Tab 3.8 86 _ 196,62 262,84 106,57 479,76 356,24 113,17 26,27 312,50 2.343,80 2.220,29 Combustibili ed energia elettrica** Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa Servizi sanitari e salute Trasporti e comunicazioni Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Ricreazione e spettacolo Istruzione Altri beni e servizi Totale* Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli) 345,48 29,36 151,76 392,37 641,85 170,70 162,44 200,97 731,42 129,53 10,04 Biella 455,41 33,19 165,03 456,52 622,78 131,67 307,73 163,27 710,05 166,85 6,22 Cuneo 463,57 26,30 123,76 372,69 425,24 126,80 242,41 160,00 699,05 134,17 28,42 Novara 400,56 29,85 122,16 346,70 579,15 98,38 167,17 151,93 694,84 113,04 19,16 Torino 440,05 29,63 115,05 280,35 323,51 49,42 136,44 116,10 739,51 81,70 19,79 Verbania 333,80 14,15 137,88 306,73 307,29 156,54 210,88 155,81 665,33 166,73 4,91 Vercelli 1.871,97 2.324,06 2.595,93 2.377,18 2.143,80 2.008,05 2.152,78 1.969,84 2.573,54 2.762,19 2.429,72 2.376,25 2.051,21 2.153,33 276,01 22,59 108,83 310,67 408,54 79,04 230,84 153,72 566,08 123,14 1,04 Asti sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato 682,84 Abitazione* * ** 153,56 9,67 Alessandria Vestiario e calzature Tabacco Campione di 809 famiglie Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari nei capoluoghi di provincia (dati in euro) 2.204,19 2.337,34 380,97 26,80 128,89 352,10 485,26 113,06 209,70 161,11 687,11 131,28 13,16 Media campione Tab 3.9 87 _ 352,66 308,50 259,47 312,93 334,05 314,52 298,46 Biella Cuneo Novara Torino Verbania Vercelli Media campione sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione 210,05 Asti * 280,84 Consumi alimentari Alessandria Campione di 809 famiglie 2.337,34 2.153,33 2.051,21 2.376,25 2.429,72 2.762,19 2.573,54 1.969,84 2.343,80 Consumi non alimentari* Spesa media mensile familiare per consumi complessivi nei capoluoghi di provincia (dati in euro) 2.635,80 2.467,85 2.385,25 2.689,18 2.689,19 3.070,69 2.926,20 2.179,88 2.624,64 Totale 2.502,64 2.467,30 2.342,10 2.456,73 2.636,65 2.904,43 2.676,72 2.082,01 2.501,12 Totale (al netto dell’acquisto di autoveicoli) Tab 3.10 88 _ 69 27 36 35 100 72 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 99 1 40 2 3 pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari 18 Hard discount pane Generi alimentari Campione di 809 famiglie Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi 177 65 490 58 507 561 561 328 427 333 541 197 Supermercato ipermercato 13 13 93 13 106 118 115 62 61 72 130 38 Minimercato 418 608 135 523 22 21 13 121 160 326 46 528 Negozio tradizionale 180 108 30 110 14 16 15 18 17 12 18 9 Negozio in centro commerciale 1 3 7 94 10 - - 237 90 21 2 11 Mercato 17 10 14 10 51 21 5 8 18 18 3 8 Acquisti on line e vendita a domicilio 809 809 809 809 809 809 809 809 809 809 809 809 Totale Tab 4.1 8899 _ 3 - - 1 2 3 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 6 - 3 - - pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari - Hard discount pane Generi alimentari Campione di 89 famiglie 19 3 52 1 68 60 66 24 34 25 67 16 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Alessandria 2 3 12 3 13 14 14 8 3 3 10 6 Minimercato 34 71 20 77 1 10 5 42 44 59 8 66 Negozio tradizionale 29 10 2 6 1 1 2 3 4 1 1 1 Negozio in centro commerciale 1 - - 2 - - - 10 - - - - Mercato 4 2 - - - 1 - 1 4 1 - - Acquisti on line e vendita a domicilio 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 89 Totale Tab 4.2 90 _ 5 1 2 3 9 5 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 6 - 2 - - pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari 2 Hard discount pane Generi alimentari Campione di 90 famiglie 9 7 26 11 48 53 53 32 37 20 49 36 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Asti 1 1 15 - 22 25 25 15 22 19 28 7 Minimercato 57 69 38 58 12 2 2 9 17 32 4 41 Negozio tradizionale 22 12 3 11 - - - 2 - - 1 - Negozio in centro commerciale - - 1 8 - - - 28 4 6 1 3 Mercato 1 1 5 2 2 5 1 1 8 12 2 1 Acquisti on line e vendita a domicilio 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 Totale Tab 4.3 91 _ 6 5 4 4 12 6 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 10 1 4 - - pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari 2 Hard discount pane Generi alimentari Campione di 90 famiglie 14 3 57 1 67 70 70 46 55 38 67 23 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Biella 1 1 7 65 8 8 7 9 6 8 9 8 Minimercato 64 79 16 16 - - - 9 10 38 7 56 Negozio tradizionale 10 4 3 7 1 1 1 1 - - 1 1 Negozio in centro commerciale - 3 2 - 4 - - 21 13 1 - - Mercato 1 - 1 - - 5 - - 2 - - - Acquisti on line e vendita a domicilio 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 Totale Tab 4.4 92 _ 1 2 3 - 4 4 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 6 - 2 - - pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari - Hard discount pane Generi alimentari Campione di 90 famiglie 41 9 55 13 69 75 75 30 24 16 63 15 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Cuneo 1 1 9 2 9 9 9 4 3 7 13 1 Minimercato 25 72 20 55 2 2 2 27 52 64 12 73 Negozio tradizionale 20 6 1 5 - - - - - - - - Negozio in centro commerciale - - - 13 - - - 28 7 - 1 - Mercato 3 2 3 2 4 - - 1 1 1 - 1 Acquisti on line e vendita a domicilio 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 Totale Tab 4.5 9933 _ 13 - 4 6 16 11 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 18 - 2 - 1 pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari 2 Hard discount pane Generi alimentari Campione di 90 famiglie 33 16 74 - 65 70 67 43 59 58 71 30 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Novara - - 2 - 3 3 3 5 1 3 2 1 Minimercato 38 64 6 58 1 1 - 13 13 18 1 50 Negozio tradizionale 15 7 3 15 1 1 2 - 2 2 3 - Negozio in centro commerciale - - 1 15 - - 2 21 11 7 - 4 Mercato 3 3 2 2 2 4 - 2 - 2 - 3 Acquisti on line e vendita a domicilio 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 Totale Tab 4.6 94 _ 33 18 20 13 45 34 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 38 - 20 - - pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari 10 Hard discount pane Generi alimentari Campione di 180 famiglie 37 5 85 7 88 87 80 24 71 29 78 17 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Torino 3 3 43 1 45 53 53 16 22 24 59 9 Minimercato 112 151 25 114 1 3 1 12 11 100 9 139 Negozio tradizionale 27 20 3 13 1 - - - 1 - - - Negozio in centro commerciale - - 3 44 6 3 1 114 52 7 - 4 Mercato 1 1 1 1 1 - - 1 3 2 1 1 Acquisti on line e vendita a domicilio 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 180 Totale Tab 4.7 9955 _ 5 1 3 6 10 7 pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 12 1 7 2 2 pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari 2 Hard discount pane Generi alimentari Campione di 90 famiglie 19 18 54 19 16 64 63 53 64 63 63 37 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Verbania 3 2 4 4 5 4 3 3 3 7 6 5 Minimercato 36 39 9 32 5 2 3 8 11 10 4 40 Negozio tradizionale 29 28 14 28 10 13 10 10 9 9 12 5 Negozio in centro commerciale - - - 3 - - - 9 - - - - Mercato 1 1 2 3 42 - 1 1 - - - 1 Acquisti on line e vendita a domicilio 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 Totale Tab 4.8 96 _ 3 - - 2 2 - pasta e biscotti carne pesce frutta e verdura prodotti in scatola prodotti surgelati 3 - - - - pulizia casa abbigliamento cura e igiene personale arredamento elettrodomestici Generi non alimentari - Hard discount pane Generi alimentari Campione di 90 famiglie 5 4 87 6 86 89 87 76 83 84 83 23 Supermercato ipermercato Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Vercelli 2 2 1 2 1 1 1 2 1 1 3 1 Minimercato 52 63 1 64 - - - 1 2 5 1 63 Negozio tradizionale 28 21 1 16 - - - 2 1 - - 2 Negozio in centro commerciale - - - 2 - - - 6 3 - - - Mercato 3 - - - - - - 1 - - - 1 Acquisti on line e vendita a domicilio 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 90 Totale Tab 4.9 97 _ 118 60 103 502 45-54 anni 55-64 anni ≥ 65 anni Totale 4.245 868 705 939 957 776 Supermercato ipermercato 834 299 183 149 140 63 Minimercato 2.921 791 530 645 537 418 Negozio tradizionale 547 100 108 122 146 71 Negozio in centro commerciale 476 157 95 105 80 39 Mercato 47 4 9 14 7 13 Acquisti on line e vendita a domicilio per ciascuna famiglia sono state conteggiate le preferenze espresse per l’acquisto di tutte le categorie merceologiche considerate nelle tabelle precedenti, nei diversi canali distributivi 125 35-44 anni * 96 Hard discount < 35 anni Classe di età Campione di 809 famiglie* Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per classe di età della persona di riferimento Tab 4.10 98 _ 11 83 192 83 32 502 Imprenditori Lavoratori in proprio Non indicato Operai Altre forme di lavoro indipendente Totale 4.245 105 359 1541 596 69 1530 45 Supermercato ipermercato 834 13 65 420 88 14 225 9 Minimercato 2.921 86 201 1222 378 67 926 41 Negozio tradizionale 547 11 39 210 117 21 148 1 Negozio in centro commerciale 476 16 51 236 57 6 108 2 Mercato 47 0 1 12 4 2 20 8 Acquisti on line e vendita a domicilio per ciascuna famiglia sono state conteggiate le preferenze espresse per l’acquisto di tutte le categorie merceologiche considerate nelle tabelle precedenti, nei diversi canali distributivi 101 Impiegati * 0 Hard discount Dirigenti Professione Campione di 809 famiglie* Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per professione della persona di riferimento Tab 4.11 99 _ 334 Basso * ** 502 4.245 61 1906 2098 180 Supermercato ipermercato 834 3 495 313 23 Minimercato 2.921 34 1348 1394 145 Negozio tradizionale 547 4 249 273 21 Negozio in centro commerciale 476 4 279 179 14 Mercato 47 0 10 34 3 Acquisti on line e vendita a domicilio basso fino fino a 2 2.066 066 euro mensili mensili, medio da 2 2.067 067 a 4 4.132 132 euro mensili mensili, alto oltre 4 4.132 132 euro mensili per ciascuna famiglia sono state conteggiate le preferenze espresse per l’acquisto di tutte le categorie merceologiche considerate nelle tabelle precedenti, nei diversi canali distributivi Totale 2 149 Medio Non indicato 17 Hard discount Alto Fascia di reddito Campione di 810 famiglie** Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per fascia di reddito* Tab 4.12 Note 100 _ Note 101 _ Note 102 _ Note 103 _ Note 104 _