OSSERVATORIO
REGIONALE
DEL COMMERCIO
La spesa iglie
delle fam
i
s
e
t
n
o
m
pie
miglie
a
f
e
ll
e
d
a
s
e
p
s
a
ll
Indagine su
ne
iemont
p
ia
c
in
v
o
r
p
i
d
i
i capoluogh
anno 200
7
esi
Coordinamento metodologico ed elaborazione dati
Roberto Strocco, Coordinatore Ufficio Studi
e Statistica Unioncamere Piemonte
Hanno collaborato
Elena Porta, Donatella Bobbio,
Fiamma Morrocchi, Chiara Della Sala
Ufficio Studi e Statistica Unioncamere Piemonte
La spesa miglie
delle fa
piemontesi
anno 2007
Coordinamento editoriale
Annalisa D’Errico, Responsabile Ufficio Comunicazione,
Stampa e Pubblicazioni Unioncamere Piemonte
Gisella Guatieri, Ufficio Comunicazione,
Stampa e Pubblicazioni Unioncamere Piemonte
Progetto grafico
Giuseppe Errico
Impaginazione
La Réclame Srl
Stampa
L’Artistica Savigliano Srl
Si ringraziano in particolare gli Uffici Studi e i rilevatori
delle Camere di commercio piemontesi
Finito di stampare nel mese di aprile 2008
Indice
6
6
7
1
Introduzione
1.1
Obiettivi conoscitivi della ricerca
1.2
Premessa metodologica
2
Il campione oggetto dell’indagine
2.1
Le famiglie
2.2
I componenti
3
Le spese per consumi alimentari
3.1
Approfondimenti sulle spese per consumi alimentari
3.2
Il ruolo dell’autoconsumo e le spese alimentari extradomestiche
4
I consumi non alimentari
4.1
Le spese per l’abitazione
4.2
Le spese per trasporti e comunicazioni
4.3
Altre spese per consumi non alimentari
25
25
28
32
5
Il possesso dei beni durevoli
36
6
I luoghi d’acquisto
6.1
Le preferenze sui luoghi d’acquisto
6.2
Le ragioni di scelta dei luoghi d’acquisto
40
40
43
7
Altri aspetti legati ai consumi
7.1
I comportamenti d’acquisto in relazione all’inflazione percepita
7.2
Il consumo di prodotti del commercio equo e solidale
7.3
Gli acquisti di beni on line
7.4
Gli acquisti con pagamento rateale
46
46
48
49
50
8
I consumi complessivi: considerazioni conclusive
52
9
Allegato statistico
55
8
8
10
13
19
21
3
_
La spesamiglie
delle fa esi
piemont
• Indagare i comportamenti d’acquisto delle famiglie,
conoscerne il livello e la dinamica temporale,
ed esplorarne le preferenze fornisce indicazioni
imprescindibili per lo sviluppo di corrette politiche
e l’attuazione di efficaci programmi di intervento.
Forti di questa consapevolezza, per il settimo anno
consecutivo Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte
hanno realizzato il consueto rapporto di analisi
sulla spesa delle famiglie nei capoluoghi
di provincia piemontesi.
anno 2007
Obiettivo consolidato del rapporto è analizzare i consumi
e le abitudini di acquisto delle famiglie piemontesi
da un punto di vista sia qualitativo che quantitativo,
sondandone l’evoluzione nel corso del tempo attraverso
il confronto con i dati emersi dai precedenti rapporti.
Come nella precedente edizione, la rilevazione è estesa
all’intero anno e si è deciso di mantenere la numerosità
campionaria al di sopra delle 800 unità.
In questa edizione sono state introdotte alcune importanti
novità tese a cogliere gli aspetti più innovativi legati
ai consumi: si è infatti indagato, da un lato, il ricorso
delle famiglie ad abbonamenti congiunti per le spese
telefoniche e la connessione ad Internet (le cosiddette
tariffe “flat”, ormai ampiamente diffuse) e, dall’altro,
il possesso di alcuni beni high-tech, quali lettore Mp3,
palmare e navigatore satellitare.
Torino, aprile 2008
1. Introduzione
1.1
Obiettivi conoscitivi della ricerca
• Per il settimo anno consecutivo, nel proseguire un percorso di ricerca avviato in forma sperimentale
e perfezionato nel corso delle passate sei edizioni, Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte, nell’ambito
delle attività promosse dall’Osservatorio regionale sul commercio, hanno realizzato l’indagine sulla spesa
delle famiglie residenti nei capoluoghi di provincia piemontesi.
Una ricerca analitica su un indicatore così importante assume una valenza peculiare di fronte a scelte
di consumo sempre più razionali, guidate dalla prudenza e condizionate dagli aumenti di prezzi. Perché i consumi
possano diventare elementi rivelatori della qualità della vita su un territorio, occorre studiarne i livelli, la struttura
qualitativa e l’andamento nel tempo, scendendo il più possibile nel dettaglio per poi giungere, con un metodo
deduttivo, a valutazioni globali e di sintesi. In tale ottica, questa indagine rappresenta la fonte informativa
per poter descrivere, analizzare ed interpretare i comportamenti di spesa delle famiglie residenti nei capoluoghi
di provincia piemontesi, attraverso una rilevazione della struttura e del livello dei consumi che presta particolare
attenzione alle principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali.
Grazie al disegno che la caratterizza, l’indagine consente di conoscere e seguire l’evoluzione, in senso qualitativo
e quantitativo, degli standard di vita e dei comportamenti di consumo delle principali tipologie familiari,
in riferimento ai differenti ambiti territoriali e sociali.
Nella presente edizione, alcuni profili di consumo sono stati analizzati più nel dettaglio, e nello scorporare alcune
voci si è cercato di evidenziare alcune peculiarità nelle propensioni di acquisto, senza la pretesa di fornire
un’informazione completa e assoluta - ben consapevoli dei limiti di un’indagine campionaria e della difficoltà
della materia -, ma con l’obiettivo di fornire un’interpretazione dei dati, per capire come si orientano i gusti
e le preferenze delle famiglie piemontesi.
Oggetto della rilevazione sono le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquistare beni e servizi: in tale
definizione rientrano anche i prodotti provenienti dal proprio orto o dalla propria azienda agricola e direttamente
consumati dalla famiglia (autoconsumo), e i fitti stimati delle abitazioni occupate dai proprietari o godute a titolo
gratuito. Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia per scopo diverso dal consumo è esclusa dalla rilevazione
(ad esempio, l’acquisto di una casa e di terreni, il pagamento delle imposte, le spese connesse con l’attività
professionale, etc.). In particolare, oltre ai dati sui componenti della famiglia, le caratteristiche dell’abitazione,
il reddito e il risparmio, sono state rilevate le spese per generi alimentari, abitazione, arredamento, abbigliamento
e calzature, sanità, trasporti e comunicazioni, tempo libero, spettacoli e istruzione, altri beni e servizi.
L’unità di rilevazione è la famiglia di fatto, intesa come insieme di persone coabitanti e legate da vincoli affettivi,
di matrimonio, parentela, affinità, adozione e tutela. Sono considerate appartenenti alla famiglia, come membri
aggregati, tutte le persone che, a qualsiasi titolo, convivono abitualmente con essa.
Si ricorda, infine, che i dati rilevati da Unioncamere Piemonte vengono integrati con le informazioni raccolte
presso il campione torinese osservato dall’Ascom di Torino e da Confesercenti nell’anno in corso;
queste informazioni, ulteriormente approfondite, confluiscono nell’Osservatorio sui consumi delle famiglie
torinesi, curato dall’associazione di categoria per conto della Camera di commercio di Torino.
6
_
1.2
Premessa metodologica
• Con il supporto operativo degli uffici studi delle Camere di commercio piemontesi - e, per quanto riguarda
Torino, con l’ulteriore attività svolta dall’Ascom e da Confesercenti -, per realizzare il settimo rapporto
sulla spesa delle famiglie piemontesi sono state coinvolte complessivamente 809 famiglie residenti nei capoluoghi
di provincia: 89 per Alessandria, 90 per Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli e 180 per Torino.
La raccolta dei dati è stata affidata alle Camere di commercio, che si sono occupate di selezionare le famiglie
da intervistare e di scegliere, formare, supervisionare e dare assistenza ai rilevatori.
Le rilevazioni sono state effettuate in quattro tranches della durata di dieci giorni ciascuna (11-20 aprile 2007,
2-11 luglio 2007, 1-10 ottobre 2007, 7-16 gennaio 2008).
Le famiglie già intervistate gli scorsi anni e che hanno rinnovato la propria disponibilità sono state generalmente
mantenute nel campione, ulteriormente integrato e rivisto nei diversi periodi di rilevazione, rispettando la
stratificazione della popolazione e la dimensione media dei nuclei familiari residenti nei capoluoghi di provincia.
Sono state utilizzate due diverse tecniche di raccolta dei dati: l’autocompilazione di un diario, denominato
“Libretto degli acquisti”, sul quale la famiglia ha tenuto nota quotidianamente, per il solo periodo di riferimento,
delle spese effettuate per generi di largo consumo (alimentari, tabacchi, giornali, etc.) e, successivamente,
un’intervista condotta dal rilevatore, nella quale sono stati rilevati i dati sulle caratteristiche socio-demografiche
dei componenti della famiglia e sull’abitazione, oltre a tutte le altre spese non registrate nel diario.
Le spese indicate si riferiscono generalmente al consumo mensile, tranne che per l’acquisto di beni durevoli
o per spese eccezionali, per le quali si fa riferimento al trimestre o, in alcuni casi, agli ultimi dodici mesi; per alcuni
beni durevoli, è stata inoltre rilevata l’indicazione del pagamento attraverso rate mensili.
Le novità rispetto alla sesta edizione riguardano l’introduzione di una nuova voce di spesa per l’abitazione,
ovvero la possibilità di un abbonamento congiunto per le spese telefoniche e di Internet, e di nuovi prodotti
(lettore Mp3, navigatore satellitare e palmare) nella sezione dedicata al possesso dei beni durevoli.
A differenza della scorsa edizione, nel 2007 non sono state indagate le spese sostenute dalle famiglie piemontesi
nel periodo natalizio.
Si ricorda che la spesa media mensile definita nel rapporto è stata calcolata dividendo la spesa totale, generata
dall’elaborazione dei dati complessivi, per il numero delle famiglie oggetto dell’indagine.
Tutti i grafici e le tabelle presentate, compreso l’allegato statistico, sono state elaborate
da Unioncamere Piemonte su dati propri.
7
_
2. Il campione oggetto dell’indagine
2.1
Le famiglie
• L’indagine sulla spesa delle famiglie piemontesi è giunta alla sua settima edizione. Anno dopo anno,
la numerosità campionaria è stata perfezionata al fine di migliorare lo standard qualitativo delle informazioni
raccolte e ridurre in maniera significativa eventuali errori di campionamento. Nel 2001, le famiglie analizzate
erano infatti 280, mentre nella presente edizione il numero è salito a 809, con un incremento di 529 unità.
Di questi nuclei familiari, 180 sono localizzati nel comune di Torino e in alcuni comuni dell’area
metropolitana; le restanti 629 famiglie si distribuiscono in maniera omogenea nei restanti capoluoghi
di provincia, con la sola eccezione di Alessandria, che in questa edizione presenta un’unità campionaria
in meno rispetto all’anno precedente.
L’unità oggetto della rilevazione è la famiglia anagrafica, definita dall’Istat come un insieme di persone legate
da vincoli di matrimonio, affinità, adozione, affiliazione, tutela o vincoli affettivi e aventi dimora abituale
nella stessa unità abitativa. Così definita, una famiglia può essere costituita anche da un singolo individuo.
Il campione rappresenta un’immagine ridotta ma fedele della realtà piemontese ed è stato costituito in base
ad opportune operazioni di stratificazione, con riferimento ai dati del Censimento del 2001. I dati censuari mettono
in evidenza come, a livello nazionale, sia aumentato il numero di famiglie, che tuttavia diventano sempre più piccole:
il numero medio di componenti scende, infatti, dai 2,8 del 1991 ai 2,6 registrato nel 2001. Quanto alla realtà
piemontese, la popolazione di riferimento da cui è stato estratto il campione conta 1.932.734 famiglie anagrafiche,
per un ammontare complessivo di oltre 4.352.828 componenti, con una media di 2,3 persone per nucleo familiare.
Numerosità
campionaria 2001-2007
900
800
700
600
500
400
300
200
100
280
350
560
630
647
810
809
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
0
8
_
L’analisi delle tipologie delle famiglie intervistate rivela come, nel 2007, la quota maggiore del campione
sia rappresentata dalle coppie con figli, che costituiscono il 32% del totale, seguite dai nuclei composti
da una singola persona, pari al 29% delle unità campionate, e dalle coppie senza figli (il 26%).
La dimensione media delle famiglie del campione si attesta a 2,3 componenti.
Distribuzione percentuale delle famiglie
per tipologia di nucleo familiare
Campione di 809 famiglie
Altro
13,0%
Single
29,0%
Coppie con figlii
32,0%
%
Coppie senza fig
gli
26,0%
Si riscontra, in particolare, una correlazione tra l’età del capofamiglia e la dimensione media del nucleo familiare,
che risulta più numeroso se la persona di riferimento ha un’età compresa tra i 35 e i 54 anni (2,5 componenti
per famiglia), e di dimensioni più ridotte (1,7 componenti) quando il capofamiglia supera i 65 anni.
Risultano, infine, più piccole (2 componenti in media) le famiglie in cui la persona di riferimento ha meno
di 35 anni o un’età compresa tra i 55 e i 64 anni.
La distribuzione del campione per classe di età della persona di riferimento mette in evidenza la maggior
presenza di capifamiglia over 65 (il 24% del totale), seguiti da quelli tra i 45 e 54 anni (il 22% del campione)
e tra i 35 e 45, la cui presenza si attesta al 21%.
Per quanto riguarda la condizione professionale, il 63% dei capifamiglia è occupato. Tra le figure professionali
della persona di riferimento, la percentuale maggiore è rappresentata dagli impiegati (il 32%), seguiti dai
lavoratori in proprio (il 14%) e dagli operai (l’8,4%).
Analizzando, infine, i dati relativi al reddito, il 49% delle famiglie intervistate ha dichiarato un reddito basso
(fino a 2.066 euro mensili); segue la classe di reddito medio (tra i 2.067 ai 4.132 euro mensili) che racchiude il 46%
del campione. Si precisa che il reddito è qui indicato al netto di imposte e contributi sociali. A livello provinciale,
ad Alessandria e a Novara si concentrano i nuclei familiari con un reddito alto (il 9% del campione), mentre Torino
si conferma il capoluogo con la percentuale più alta di famiglie a basso reddito (il 57% del campione provinciale).
9
_
Distribuzione percentuale
delle famiglie per fascia di reddito*
Campione di 809 famiglie
Non indicato
1,0%
Alto
4,0%
Basso
49,0%
Medio
46,0%
* basso fino a 2.066 euro mensili, medio da 2.067 a 4.132 euro mensili,
alto oltre 4.132 euro mensili
2.2
I componenti
• Nelle 809 famiglie oggetto della rilevazione, si contano complessivamente 1.825 individui. Anche nel 2007,
come nella precedente edizione, la componente femminile prevale su quella maschile, rappresentando
il 55% del campione.
La fascia d’età più numerosa è quella sotto i 24 anni, a cui appartiene il 22% del campione; gli under 35
rappresentano nel complesso il 37% del totale, mentre la classe d’età meno consistente è quella tra i 55
e i 64 anni, pari al 14%.
Il 50% dei componenti dei nuclei familiari intervistati è occupato; la tipologia di professione maggiormente
rappresentata è quella degli impiegati (il 48% degli occupati), seguita dai lavoratori in proprio (il 18%)
e dagli operai (il 14%). Risulta più bassa la presenza di imprenditori (il 3,3%) e dirigenti (il 2%). Tra gli individui
in condizione non professionale, i disoccupati rappresentano solo l’1% del campione complessivo; sono maggiori
le quote di pensionati (il 22% del totale), studenti (il 15%) e casalinghe (il 5%).
10
_
Distribuzione percentuale
dei componenti per classe di età
Campione di 809 famiglie
≤ 24 anni
22%
≥ 65 anni
17%
55-64 anni
14%
25-3 anni
25-34
15%
45-54 anni
16%
35-44 anni
16%
Distribuzione percentuale dei componenti
per condizione professionale
Campione di 809 famiglie
In cerca di prima occupazione
Disoccupati
1%
1%
%
Casalinghe
5%
Studenti
14%
Occupati
51%
Pensio
Pensionati
22%
Altro
6%
11
_
Distribuzione percentuale dei componenti
occupati per tipologia di professione
Campione di 809 famiglie
Operai
14%
Altre forme di lavoro
indipendente
5%
Impiegati
48%
Non dichiarato
10%
Imprenditori
3%
Dirigenti
2%
12
_
Lavoratori in proprio
18%
3. Le spese per consumi alimentari
• I prodotti alimentari rappresentano una voce essenziale delle spese familiari e presentano una dinamica
generalmente rigida rispetto al reddito disponibile: una congiuntura economica, per quanto sia favorevole
o sfavorevole, non può comprimere o espandere più di tanto i consumi per soddisfare i fabbisogni nutrizionali
delle persone. Il peso dell’alimentare sulla spesa complessiva delle famiglie si mantiene quindi sostanzialmente
stabile nel corso degli anni. Un periodo di particolare sfiducia delle famiglie o di forte espansione dei prezzi
dei prodotti alimentari, fenomeni entrambi riscontrati nel mese di gennaio, quando si è svolta la nostra ultima
rilevazione, può in ogni caso lasciare il segno, influendo in primo luogo sulla qualità dei prodotti comprati
e portando alla contrazione degli acquisti degli alimenti non strettamente necessari e più costosi, come la carne,
il pesce, le bevande alcoliche e analcoliche o i dolci. In secondo luogo, esiste comunque un margine, sebbene
piccolo, per ridurre i volumi acquistati.
La presente rilevazione si riferisce alla spesa e non alla quantità di prodotti acquistati: a fronte di una variazione
della spesa, non è quindi possibile definire con certezza quanta parte sia riconducibile all’inflazione e quanta
alla variazione dei consumi effettivi. Sicuramente una riduzione della spesa alimentare delle famiglie piemontesi
in un periodo in cui i prezzi hanno ripreso a correre non rappresenta comunque un segnale incoraggiante.
Le spese per prodotti alimentari sono state rilevate essenzialmente attraverso la raccolta degli scontrini durante
i quattro periodi di indagine. All’interno dell’analisi sono stati inseriti approfondimenti relativi all’acquisto
di prodotti biologici, all’autoconsumo e ai pasti fuori casa.
Peso delle spese
alimentari sui consumi familiari totali
Campione di 809 famiglie
Spese alimentari
11,9%
Spese non alimentari
88,1%
13
_
Nel 2007, la spesa delle famiglie piemontesi per acquisti alimentari ha subìto una flessione del 2,7%, pari a -8,36
euro, scendendo a 298,46 euro medi mensili, contro i 306,82 dell’anno precedente. La flessione si inserisce
nel quadro di una dinamica negativa dei consumi totali, pertanto il peso del comparto alimentare sulla spesa
complessiva delle famiglie (al netto dell’acquisto di autoveicoli) è rimasto sostanzialmente stabile, pari all’11,9%.
La riduzione ha coinvolto in misura particolarmente significativa la spesa per dolciumi e drogheria, bevande,
pesce, carni e salumi; l’unica voce in crescita nel comparto alimentare è la frutta, mentre pane e cereali, latticini
e legumi e ortaggi sono risultati sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente. I dati suggeriscono
quindi che, a fronte di una crescita consistente dei prezzi, in particolare di quelli dei beni ad alta frequenza
d’acquisto - come sottolineato dall’Istat -, le famiglie piemontesi hanno concentrato la loro spesa sui prodotti
più strettamente necessari: pane, latte, frutta e verdura hanno quindi aumentato la propria incidenza sul paniere
delle famiglie, mentre è risultato in lieve riduzione il peso degli altri alimenti.
Biella è il capoluogo di provincia dove le famiglie hanno speso di più per i prodotti alimentari (353 euro al mese),
mentre si collocano al di sotto delle media regionale Alessandria, Novara e Asti, rispettivamente con 281,
259 e 210 euro mensili.
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari
nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Latte,
Pane
Dolciumi
Carni
Oli
Legumi
Pesce
formaggi
Frutta Bevande Totale
e cereali e drogheria e salumi
e grassi
e ortaggi
e uova
Alessandria
51,22
25,57
66,31
15,45
6,23
37,49
30,03
30,22
18,31
280,84
Asti
34,58
29,35
60,14
7,23
3,88
25,35
14,77
15,62
19,12
210,05
Biella
55,82
32,85
84,15
20,36
14,02
50,62
34,64
31,95
28,25
352,66
Cuneo
56,60
39,39
62,95
20,01
5,47
54,58
25,16
21,27
23,07
308,50
Novara
49,58
32,98
53,98
12,22
3,82
35,77
22,92
23,85
24,36
259,47
Torino
46,02
34,73
73,28
18,45
7,55
45,44
33,52
26,59
27,34
312,93
Verbania
51,43
39,14
78,03
18,59
5,75
39,63
25,92
29,58
45,98
334,05
Vercelli
50,33
38,69
78,80
12,37
7,50
41,74
28,97
27,75
28,38
314,52
Piemonte 2007
49,06
34,17
70,11
15,90
6,86
41,79
27,71
25,93
26,92
298,46
Piemonte 2006
49,27
37,73
73,11
16,81
7,59
41,96
28,29
23,57
28,49
306,82
Nonostante la spesa per la carne e i salumi si sia ridotta in un anno di 3 euro per famiglia, rappresenta ancora
la voce di gran lunga più importante del paniere alimentare dei piemontesi, con importi che nel 2007 si aggirano
sui 70 euro al mese, pari al 23,5% della spesa destinata ai prodotti alimentari.
Il maggior consumo si è verificato a Biella (circa 84 euro), seguita da Vercelli (poco meno di 79 euro); questi
sono anche gli unici due capoluoghi dove si è registrato un trend positivo rispetto al 2006. Si collocano
al di sopra della media regionale anche Verbania e Torino, dove le famiglie spendono in media 78 e 73 euro al mese
per l’acquisto di carne. Si colloca sotto i 70 euro la spesa ad Alessandria, Asti e Cuneo. A Novara, il consumo
familiare di carne ha sfiorato i 54 euro mensili, con una riduzione di quasi 17 euro rispetto al 2006.
La seconda categoria di consumi alimentari è quella che comprende pane, pasta e cereali: nel 2007 ogni famiglia
ha speso in media 49 euro per questa voce, che ha rappresentato il 16,4% del paniere (contro il 16,1% dell’anno
precedente). Cuneo è ancora al primo posto per consumo di pasta, con quasi 57 euro per famiglia, mentre Biella
ha superato Verbania ed è salita al secondo posto, con una spesa di circa 56 euro (oltre 4 euro in più rispetto al 2006).
Al di sotto delle media regionale si collocano Torino e Asti, entrambe con valori in diminuzione rispetto al 2006.
14
_
Composizione del paniere della spesa
familiare per consumi alimentari
Campione di 809 famiglie
Bevande
9,0%
Pane e cereali
16,4%
Frutta
8,7%
Dolciumi e drogheria
11,4%
Legumi e ortaggi
9,3%
Latte, formaggi e uova
14,0%
Oli e grassi
2,3%
Carni e salumi
23,5%
Pesce
5,3%
Latticini e uova sono la terza componente del paniere alimentare; la spesa in questo caso si attesta poco
al di sotto dei 42 euro, arrivando ad incidere per il 14% sul totale (contro il 13,7% del 2006). Anche nel 2007 Cuneo,
territorio con una forte tradizione per questi prodotti, è al primo posto, con una spesa di oltre 54 euro.
Come nel caso della pasta e cereali, Biella risulta in ripresa, collocandosi in seconda posizione con circa 51 euro
mensili, 3,5 euro in più della rilevazione precedente. All’ultimo posto si colloca nuovamente Asti, dove il consumo
dei latticini arriva appena a 25 euro.
Dolciumi e prodotti di drogheria, come cioccolato, caffè e the, rappresentano l’11,4% del totale alimentare,
quota in riduzione rispetto al 12,3% del 2006. La spesa media ammonta a 34 euro mensili, con una flessione
di 3,5 euro in un anno. I più golosi sono sempre i cuneesi, ma il consumo di questi prodotti risulta in aumento
a Verbania, Vercelli e Novara.
Nella graduatoria delle spese alimentari seguono i legumi e gli ortaggi, il cui peso nel 2007 ha superato
quello delle bevande: ogni famiglia ha infatti speso mediamente 28 euro per verdure e legumi, che hanno
rappresentato il 9,3% del paniere; allo stesso tempo, la spesa per bevande alcoliche e analcoliche si è ridotta
di quasi 2 euro, scendendo a 27 euro mensili, con un’incidenza del 9% sul carrello della spesa alimentare.
La frutta esercita un peso sempre maggiore negli acquisti alimentari e la sua quota sul totale è passata
dal 7,7% del 2006 all’8,7% del 2007: l’aumento della spesa per questa tipologia di prodotti è pari a più
di 2 euro in un anno e nel 2007 è salito a 26 euro mensili per famiglia, con incrementi particolarmente
consistenti a Biella e Torino.
Le altre voci di spesa (pesce e oli e grassi) rappresentano componenti minoritaria della spesa alimentare,
con quote pari rispettivamente al 5,3% (circa 16 euro mensili per famiglia) e al 2,3% (7 euro).
15
_
Composizione del paniere della spesa familiare
per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia
Campione di 809 famiglie
Alessandria
Bevande
6,5%
Frutta
10,8%
Legumi
e ortaggi
10,7%
Pane
e cereali
18,2%
Dolciumi
e drogheria
9,1%
Latte, formaggi
e uova
13,3%
Oli e grassi
2,2%
Pesce
5,5%
Asti
Carni
e salumi
23,6%
Frutta
7,4%
Legumi
mi
e ortaggi
gi
7,0%
%
Bevande
9,1%
,
Dol
Dolciumi
ed
drogheria
14,0%
1
4,0
Latte, formaggi
e uova
12,1%
Biella
Bevande
8,0%
,
Frutta
rutta
9,1%
Legumi
e ortaggi
9,8%
Carni
e salumi
28,6%
28
6%
Dol
Dolciumi
ed
drogheria
9,3%
9
,3
Latte, formaggi
gi
e uova
a
14,4%
%
Olii e grassi
4,0%
Oli e grassi
assi
1,8%
,8%
Pesce
3,4%
Pane
e cereali
15,8%
Pane
e cereali
16,5%
Pesce
5,8%
5
8%
Carni
e salumi
23,9%
Cuneo
Bevande
7,5%
,
Frutta
rutta
6,9%
Legumi
e ortaggi
8,2%
Pane
e cereali
18,3%
Dol
Dolciumi
ed
drogheria
12,8%
1
2,8
Latte, formaggi
gi
a
e uova
17,7%
%
Olii e grassi
1,8%
16
_
Pesce
6,5%
6
5%
Carni
e salumi
20,4%
Novara
Bevande
9,4%
Frutta
rutta
9,2%
Legumi
e ortaggi
8,8%
Pane
e cereali
19,1%
Dol
Dolciumi
ed
drogheria
12,7%
1
2,7
Latte, formaggii
e uova
a
13,8%
%
Olii e grassi
1,5%
Pesce
4,7%
4
7%
Carni
e salumi
20,8%
20
8%
Torino
Bevande
8,7%
Frutta
rutta
8,5%
Legumi
e ortaggi
10,7%
Pane
e cereali
14,7%
Dol
Dolciumi
drogheria
ed
11,1%
1
1,
Latte, formaggi
gi
e uova
a
14,5%
%
Verbania
Olii e grassi
2,4%
Bevande
13,8%
,
Frutta
rutta
8,9%
Legumi
e ortaggi
7,8%
Pane
e cereali
15,4%
Pesce
5,9%
5
9%
Carni
e salumi
23,4%
Dol
Dolciumi
ed
drogheria
11,7%
1
1,
Latte, formaggi
gi
a
e uova
11,9%
%
Olii e grassi
1,7%
Pesce
5,6%
5
6%
Carni
e salumi
23,4%
23
4%
Vercelli
Bevande
9,0%
,
Frutta
rutta
8,8%
Legumi
e ortaggi
9,2%
Pane
e cereali
16,0%
Dol
Dolciumi
ed
drogheria
12,3%
1
2,
Latte, formaggi
gi
a
e uova
13,3%
%
Olii e grassi
2,4%
Pesce
3,9%
3
9%
Carni
e salumi
25,1%
25
1%
17
_
A livello nazionale, gli ultimi dati disponibili di fonte Istat sono relativi all’anno 2006 e non al 2007; si è comunque
ritenuto opportuno effettuare un confronto, non in termini di valore ma di peso percentuale delle singole voci
di spesa, tra i comportamenti delle famiglie piemontesi e quelli degli italiani nel loro complesso.
Prodotti come il pane e i cereali, i latticini e le uova, la frutta, gli ortaggi e le bevande incidono in egual misura
sul carrello della spesa regionale e nazionale. Allo stesso tempo, i piemontesi consumano meno pesce
(che rappresenta il 5,3% del paniere regionale, contro il 9% a livello nazionale), anche perché, a differenza
delle regioni affacciate sul mare, questo tipo di alimento appartiene in misura minore alla tradizione alimentare
del Piemonte. Anche gli oli e i grassi rappresentano una quota minore nella spesa piemontese (2,3%), rispetto
a quanto si riscontra a livello italiano (3,9%).
Il consumo di carne e salumi merita un discorso a parte. Nelle precedenti rilevazioni, la spesa per questa
tipologia di prodotti incideva decisamente di più sul paniere piemontese che su quello nazionale; nel 2007
la forbice si è però ridotta, così che il peso della carne sulla spesa alimentare delle famiglie piemontesi
(pari al 23,5%), sebbene superiore al dato nazionale (22,7%), non si discosta in misura rilevante.
Rimane invece consistente la differenza relativa al consumo di prodotti dolciari e di drogheria,
con uno scostamento del 4,5% tra la quota detenuta a livello regionale e quella nazionale.
Tornando al dettaglio regionale e disaggregando ulteriormente i dati, è possibile osservare le differenze
nei comportamenti d’acquisto delle famiglie piemontesi a seconda dell’età, del sesso, della condizione e posizione
professionale del capo famiglia, nonché in base alla tipologia del nucleo familiare stesso (single, coppia con figli
o senza). Tutte queste informazioni sono raccolte nell’allegato statistico presente al fondo di questo volume,
ma in questa sede si vogliono sottolineare alcuni dati particolarmente significativi.
Nel 2007, in linea con il trend degli anni precedenti, si è ulteriormente ridotto il gap tra la spesa delle famiglie più
“anziane” (in cui la persona di riferimento ha più di 65 anni) e quella dei nuclei più “giovani” (con il capo famiglia
sotto i 65 anni). Nel primo caso la spesa media mensile si è attestata sui 289 euro, nel secondo è stata pari
a 302 euro, con una differenza di soli 13 euro, contro i 36 del 2006; il divario è riconducibile soprattutto alle diverse
scelte nel consumo delle bevande, dei prodotti dolciari e di drogheria e di pane e cereali.
Analogamente, si è ridotto il differenziale di spesa tra famiglie ad alto e basso reddito: le prime hanno effettuato
acquisti per prodotti alimentari pari a 380 euro, contro i 256 dei nuclei a basso reddito. La differenza è stata
quindi di 124 euro (contro i 182 del 2006) ed è risultata legata soprattutto al maggior consumo di carni, salumi
e bevande da parte delle famiglie più benestanti.
I consumi delle famiglie con persona di riferimento pensionata o non pensionata risultano invece allineati,
con scarti di spesa significativi solo nel caso dei prodotti dolciari e delle bevande, che sono comunque meno
abituali nella dieta quotidiana. Tra i nuclei con capofamiglia occupato, la spesa alimentare maggiore si rileva
per imprenditori e lavoratori in proprio, che superano la media del campione rispettivamente per 61 e 21 euro
mensili. Questi soggetti si distinguono soprattutto per l’alto ammontare degli acquisti di dolci, carne, pesce
e bevande, ad indicare come essi spendono di più non perché consumano volumi maggiori di prodotti, ma perché
compiono scelte a favore di prodotti di qualità e più costosi.
Un’ultima analisi riguarda la spesa alimentare per dimensione del nucleo familiare. Come è naturale
attendersi, più la famiglia è numerosa, più la sua spesa complessiva aumenta, tanto che un nucleo
di cinque componenti o più spende il doppio di una famiglia composta da un solo individuo. Considerando
la spesa pro capite, entrano tuttavia in gioco le economie di scala, per cui all’aumentare della dimensione
del nucleo familiare si riduce notevolmente la spesa alimentare per ciascun individuo, come evidenzia
il grafico sottostante. Se i single spendono mediamente 214 euro al mese, la spesa pro capite nell’ambito
di una coppia scende a 148 euro, riducendosi del 30%, e in una famiglia di tre persone cala ulteriormente
a 110 euro, con un risparmio complessivo di quasi il 50%. La spesa per individuo si riduce di soli 6 euro
se si passa da tre a quattro componenti, ma si evidenzia nuovamente un notevole risparmio se il nucleo è
di cinque o più persone, con una spesa alimentare pro capite di appena 86 euro: il risparmio rispetto
ad un single è di ben 128 euro, pari a quasi il 60%.
18
_
Spesa media mensile familiare e pro capite
per consumi alimentari, per dimensione della famiglia (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Spesa media familiare
Spesa media pro capite
450
415,20
430,23
400
350
329,85
297,87
300
250
214,22
200
148,93
150
109,95
100
103,80
86,05
50
0
1
2
3
4
5
Numero componenti della famiglia
3.1
Approfondimenti sulle spese per consumi alimentari
• L’analisi generale dei consumi alimentari delle famiglie piemontesi viene accompagnata dal focus sulla spesa
per alcune tipologie di prodotti che si ritiene caratterizzino in modo particolarmente significativo il paniere di una famiglia.
Il primo approfondimento riguarda il consumo di carne, operando una distinzione tra carni rosse (come vitello
o manzo) e carni bianche (pollo, coniglio e volatili in genere). La carne rossa è comunemente considerata migliore
dai consumatori rispetto alla carne bianca, anche se quest’ultima, grazie ai tratti distintivi di maggior leggerezza e minor
prezzo, ha conquistato una fetta crescente del mercato. Dall’indagine emerge infatti un avvicinamento tra l’ammontare
della spesa per i due tipi di prodotto, anche se l’acquisto di carni rosse continua ad essere più consistente.
Nel 2007 le famiglie piemontesi hanno speso in media 30 euro per l’acquisto di carni rosse e 13 euro per le carni
bianche, con un distacco di 17 euro, in calo rispetto ai 24 euro del 2006. Per completare il quadro, occorre affiancare
a queste due componenti quella dei salumi, per i quali le famiglie piemontesi spendono circa 10 euro al mese.
La riduzione della spesa per carni rosse rispetto all’anno precedente rappresenta sicuramente un segnale
delle difficoltà economiche delle famiglie, la cui tendenza nel 2007 è stata di tagliare gli acquisti di questi prodotti
particolarmente costosi. Allo stesso tempo, bisogna comunque sottolineare come il progressivo invecchiamento
della popolazione piemontese porti ad un graduale cambiamento nelle preferenze delle famiglie, che scelgono
sempre di più le carni bianche. Sono infatti le famiglie più anziane (quelle in cui la persona di riferimento ha più di
65 anni) a preferire pollame e volatili, spendendo mensilmente circa 16 euro, contro una spesa delle famiglie più
giovani pari a circa 12 euro. Al contrario, i nuclei con capofamiglia sotto i 65 anni acquistano carni rosse
per oltre 30 euro, contro una media delle altre famiglie di 28 euro. La motivazione risiede soprattutto nella differente
tipologia di dieta seguita a seconda dell’età delle persone, oltre al fatto che le famiglie giovani spesso hanno
19
_
dei figli, per i quali le carni rosse incidono in misura più consistente sull’alimentazione. Le coppie con figli sono infatti
al primo posto nel consumo di carni rosse (con circa 36 euro mensili di spesa), mentre quelle senza figli guidano
la classifica del consumo di carni bianche, con una spesa che ammonta a 14 euro.
A livello territoriale, Biella è la città dove si consuma più carne, sia rossa che bianca. L’acquisto di carni rosse
è rilevante (superiore a 30 euro) a Vercelli, Verbania e Torino, mentre la città di Novara è all’ultimo posto
con una media di 21 euro. Per quanto riguarda polli, conigli e volatili, il minor consumo si registra ad Asti,
con una spesa di appena 6 euro al mese per famiglia.
Il secondo focus è dedicato alle bevande, che nella rilevazione sono state divise tra alcoliche e analcoliche.
Nel 2007 le famiglie piemontesi hanno destinato circa 14 euro al mese all’acquisto di acqua, succhi di frutta e bibite
analcoliche, segnando una lieve flessione rispetto al 2006, mentre la spesa per le bevande alcoliche (vino, birra,
liquori) si è attestata sui 13 euro mensili. In entrambi i casi, a consumare di più sono state le famiglie di Verbania,
che sono arrivate a spendere in media 28 euro per gli alcolici e 18 euro per le bevande analcoliche. Nelle città
di Cuneo, Asti e Alessandria l’acquisto di bevande di ogni tipo è invece particolarmente contenuto.
Si evidenzia una correlazione tra consumo di bevande ed età del capofamiglia: i nuclei con la persona di
riferimento sotto i 65 anni spendono circa 5 euro in più rispetto alle altre famiglie nel caso degli alcolici e 4 euro
nel caso degli analcolici. Emerge inoltre un legame piuttosto significativo tra il tipo di occupazione del capofamiglia
e l’acquisto di bevande alcoliche: la spesa degli imprenditori e dei lavoratori in proprio si colloca in questo caso
nettamente al di sopra della media del campione; questi nuclei familiari sono per la maggior parte a reddito
medio-alto e possono quindi dedicare una maggior parte del proprio paniere a prodotti più costosi e voluttuari.
Un ulteriore approfondimento riguarda la somma destinata all’acquisto di caffè, the e tisane, escludendo
il consumo di questi prodotti in bar e ristoranti, che rientra in un’altra voce di spesa. Anche nel 2007 la spesa
media mensile delle famiglie piemontesi per il caffè supera quella per il the e le tisane, attestandosi a quasi
4 euro, contro gli 1,2 spesi per gli infusi. Il capoluogo di provincia con il maggior consumo di caffè è Cuneo,
mentre quello in cui si bevono di più the e tisane è Vercelli.
La spesa per l’acquisto di cioccolato è stata distinta da quella per dolci e altri prodotti di drogheria, al fine
di evidenziare meglio le tendenze di consumo per questo prodotto d’eccellenza del territorio piemontese.
La somma destinata all’acquisto di cioccolato si è notevolmente ridotta tra il 2006 e il 2007, passando da 7 a 3
euro mensili per famiglia; queste variazioni non devono tuttavia trarre in inganno in quanto si riferiscono
ad un ammontare di spesa molto contenuto e perciò soggetto a forti oscillazioni. In ogni caso, si segnala come
le diminuzioni maggiori (circa 7 euro in meno al mese) si siano registrate ad Alessandria, Biella e Cuneo.
Le famiglie con la persona di riferimento sotto i 65 anni hanno ridotto gli acquisti di cioccolato, allineandosi
ai consumi dei nuclei più anziani; solo tra i single la spesa rimane sostanzialmente stabile, pari a circa 3 euro.
Cuneo, territorio sede di importanti industrie dolciarie, rimane la città più “golosa”, con quasi 4 euro
di spesa mensile per famiglia (nel 2006 si attestava poco al di sotto degli 11 euro), seguita da Novara;
il minor consumo di cioccolato si registra invece a Biella, con una media di 1,3 euro (l’anno precedente
era di 8 euro).
L’ultimo focus riguarda l’acquisto di prodotti biologici. L’agricoltura biologica considera l’intero ecosistema
agricolo, sfrutta la fertilità naturale del suolo sostenendola con interventi limitati, promuove la biodiversità
dell’ambiente escludendo l’utilizzo di prodotti di sintesi (con l’eccezione di quelli specificatamente concessi
dal regolamento comunitario) e organismi geneticamente modificati; gli animali vengono allevati
con tecniche naturali e nutriti con prodotti vegetali ottenuti dall’agricoltura biologica; vengono evitate tecniche
di forzatura della crescita e metodi industriali di gestione dell’allevamento, mentre per quanto concerne
la cure di eventuali malattie si utilizzano per lo più prodotti omeopatici e fitoterapici limitando il ricorso ad altri
medicinali nei casi previsti dai regolamenti.
I prodotti biologici si sono progressivamente diffusi in Piemonte, come nella maggior parte delle società
avanzate, di pari passo con l’innalzamento del livello di istruzione e con la maggior sensibilità delle persone
ai problemi dell’inquinamento e dell’ambiente. Anche il reddito ha svolto un ruolo rilevante nell’affermarsi
di questi prodotti, che spesso risultano più costosi dei loro analoghi non biologici.
Nel 2007 il 53% delle famiglie intervistate ha dichiarato di aver comprato prodotti biologici, e per un sesto
di queste l’acquisto di tali prodotti è stato abituale. La propensione verso i consumi biologici è particolarmente
20
_
Acquisto di prodotti biologici
da parte delle famiglie
Campione di 809 famiglie
Famiglie
Cuneo
che acquistano
13,1%
prodotti biologici
52,8%
Biella
13,1%
Novara
10,5%
Torino
21,1%
Asti
6,8%
Verbania
13,8%
Alessandria
14,1%
Famiglie che
non acquistano
prodotti biologici
47,2%
Vercelli
7,5%
elevata ad Alessandria e a Verbania, dove la percentuale di famiglie che hanno dichiarato acquisti saltuari
o abituali sale rispettivamente al 67% e al 66%.
Nel complesso, si rileva un calo nel consumo di questi prodotti rispetto al 2006, quando ben il 72% delle famiglie
aveva effettuato almeno un acquisto di merci biologiche: questo può essere imputato alla generale riduzione
della spesa alimentare, che ha coinvolto in primo luogo i prodotti con prezzi più elevati, come quelli biologici.
I maggiori sostenitori dei prodotti biologici rimangono le persone tra i 35 e 55 anni e le famiglie con figli,
che prestano maggior attenzione alla qualità del cibo destinato all’alimentazione dei propri bambini. Tra i prodotti
biologici più diffusi sulle tavole dei piemontesi troviamo verdura, frutta, uova, pasta, biscotti, latte e latticini,
marmellata, succhi di frutta e riso.
3.2
Il ruolo dell’autoconsumo
e le spese alimentari extradomestiche
• Nel valutare la spesa alimentare delle famiglie piemontesi non si è tenuto conto dei beni prodotti in regime
di autoproduzione, ossia quelli derivanti dal proprio orto, frutteto o pollaio di famiglia. Si tratta sicuramente
di una componente minima, in quanto le famiglie intervistate risiedono in contesti urbani e non hanno quindi molta
disponibilità di spazio per l’autoproduzione di beni alimentari.
I prodotti derivanti dall’autoproduzione non rientrano nelle voci di spesa poiché non richiedono un esborso
finanziario diretto; tuttavia, poiché rappresentano una parte del paniere alimentare delle famiglie, per descrivere
meglio le abitudini di consumo si è ritenuto opportuno richiedere agli intervistati di effettuare una stima relativa
anche a questa componente.
21
_
Stima del valore dei beni consumati mensilmente
dalle famiglie in regime di autoproduzione (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
70
60
50
40
Piemonte
21,83
30
20
10
13,31
18,51
22,28
64,75
17,70
20,74
9,55
8,78
Alessandria
Asti
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbania
Vercelli
0
Nel 2007 ha dichiarato di aver fatto ricorso all’autoconsumo il 43% delle famiglie piemontesi, percentuale
in leggero aumento rispetto al 2006. Il valore dei beni autoprodotti si attesta poco al di sotto dei 22 euro mensili,
con una crescita di circa 1 punto percentuale sull’anno precedente. Se si considerano solo le famiglie
che dichiarano di praticare l’autoconsumo, la somma sale a circa 50 euro mensili, evidenziando quindi un’incidenza
rilevante sul paniere di questi nuclei familiari.
La provincia di Cuneo si distingue tradizionalmente per un ricorso all’autoconsumo particolarmente elevato
e anche nel 2007 si conferma al primo posto, con quasi 65 euro di spesa media mensile per famiglia, in leggero
aumento rispetto al 2006. Segue Biella, con un valore di circa 22 euro, allineato alla media del campione.
Vercelli si conferma la realtà in cui il ricorso all’autoconsumo è più limitato, tanto da non raggiungere i 9 euro.
È infine interessante notare come siano le famiglie giovani quelle più propense all’autoproduzione alimentare:
nei nuclei in cui il capofamiglia ha meno di 35 anni, il valore dell’autoconsumo viene infatti stimato intorno ai 30 euro
mensili, quindi ben oltre la media del campione.
Nell’ambito dei consumi alimentari assumono una particolare rilevanza anche i consumi extra-domestici, voce
che comprende le spese per i pasti consumati presso bar, ristoranti, pizzerie e self-service, ad eccezione di quelli
rimborsati dal datore di lavoro o sostenute attraverso i ticket aziendali che, uniformemente a quanto stabilito
dall’Istat, non sono considerate consumi. Le spese per consumi alimentari extra-domestici rientrano, secondo
le classificazioni Istat, nelle spese per il tempo libero, ma si è scelto di trattarle in questo capitolo in quanto ormai
rientrano a pieno titolo tra le abitudini alimentari di larga parte delle famiglie. Negli ultimi anni, i pasti fuori casa
hanno infatti assunto un peso crescente nel quadro del bilancio familiare, sia in seguito a cambiamenti
dello stile di vita (maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro, riduzione del tempo libero, etc.)
sia come conseguenza di un generale innalzamento dei redditi.
Nel 2007, la spesa media mensile di una famiglia piemontese per i pasti fuori casa è stata pari a 61 euro, valore
in netta diminuzione rispetto al 2006, quando si era registrato un dato particolarmente elevato prossimo
agli 80 euro, ma in crescita del 16% rispetto al 2005.
Se la diminuzione rispetto all’anno precedente ha coinvolto un po’ tutto il territorio regionale, risultano
in controtendenza, con variazioni positive, Biella e Torino. Cuneo sale al primo posto, con una media di quasi
83 euro mensili, seguita da Verbania. All’ultimo posto si colloca Vercelli, con una spesa media di circa 25 euro.
22
_
Ricorso delle famiglie
all’autoconsumo
Campione di 809 famiglie
Famiglie che non ricorrono
all’autoconsumo
56,7%
Famiglie che ricorrono
all’autoconsumo
43,3%
Spesa media mensile familiare
per consumi alimentari extradomestici (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
90
80
70
Piemonte
61,08
60
50
40
30
20
10
49,85
50,47
70,46
82,57
53,60
67,33
82,52
25,44
Alessandria
Asti
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbania
Vercelli
0
23
_
La metà delle famiglie intervistate ha dichiarato di recarsi al ristorante o in trattoria con cadenza mensile,
quindicinale o settimanale: il consumo dei pasti fuori casa è abituale per quasi l’8% del campione, mentre
per il 13% si tratta di un’esperienza ripetuta ogni due settimane. L’analisi territoriale evidenza come tale
abitudine sia particolarmente diffusa a Verbania, dove tre famiglie su quattro mangiano regolarmente fuori casa,
ma anche a Vercelli, Asti e Cuneo, dove le famiglie interessate dal fenomeno superano la metà. A Biella invece
solo il 34% degli intervistati si reca al ristorante o in trattoria almeno una volta al mese.
Il fenomeno è naturalmente legato all’età e al reddito delle famiglie: il 75% dei nuclei con la persona
di riferimento sotto i 35 anni consuma spesso i pasti fuori casa, percentuale che si riduce progressivamente
all’aumentare dell’età del capofamiglia. Allo stesso tempo, il 54% dei nuclei ad alto reddito si concede un pasto
al ristorante o in trattoria, contro il 49% delle famiglie a reddito basso. Tra gli occupati, a mangiare fuori casa
sono prevalentemente imprenditori e dirigenti.
È da notare, infine, come i single, probabilmente per il loro stile di vita, frequentino trattorie e ristoranti
mediamente di più rispetto a chi vive con altre persone.
Frequenza con cui la famiglia
si reca al ristorante o in trattoria
Campione di 809 famiglie
Settimanale
7,7%
Quindicinale
13,5%
Raramente o mai
49,6%
24
_
Mensile
29,3%
4. I consumi non alimentari
• Nel 2007, la spesa media mensile sostenuta dalla famiglia piemontese per l’acquisto di beni non alimentari
ammonta a 2.204,19 euro, in calo dell’1,7% (38,3 euro in meno) rispetto al 2006, quando la cifra si aggirava
sui 2.242,49 euro. Questo valore non comprende l’esborso finanziario per l’acquisto degli autoveicoli, considerati
beni di investimento e non di consumo.
La spesa per consumi non alimentari si compone di categorie estremamente eterogenee, quali l’abitazione
e le utenze domestiche, i trasporti e le comunicazioni, le spese sanitarie e il vestiario, il tempo libero e divertimento,
l’istruzione. Si tratta di capitoli di spesa nei confronti dei quali i consumatori mostrano tradizionalmente
comportamenti differenziati, modificando le proprie abitudini di acquisto in risposta a variazioni
delle caratteristiche dell’offerta, laddove sia possibile effettuare una scelta, o subendo tali cambiamenti nei casi
in cui la discrezionalità sia minima. La contrazione delle spese per consumi non alimentari rilevata nel 2007
ha così coinvolto essenzialmente l’istruzione, i trasporti e le comunicazioni, le utenze domestiche e i capitoli
di spesa più discrezionali legati alla casa, mentre si registra un incremento negli esborsi destinati all’abitazione
complessivamente considerata e alla salute, voci di spesa in cui il potere discrezionale del consumatore è minimo.
Va tuttavia sottolineato come il 2006 avesse costituito un anno di profonda discontinuità, a causa del rinnovato
dinamismo del sistema produttivo regionale dopo anni di congiuntura economica negativa e del ritrovato
ottimismo innescato dall’evento olimpico. Il 2007 ha invece segnato un ritorno alla normalità, e molti comparti
dell’economia regionale hanno scontato la prevista ricaduta negativa post-olimpica e il mutato clima di fiducia
da parte delle famiglie piemontesi, evidente nei cambiamenti intercorsi nelle rispettive abitudini d’acquisto.
Il 2007 ha subìto, inoltre, la profonda crisi finanziaria americana, le cui conseguenze hanno lambito i Paesi europei,
tra cui l’Italia, restituendo una diffusa incertezza sulle sorti a breve termine dell’economia e una minor fiducia
da parte delle famiglie consumatrici. Le abitudini di acquisto. dei consumatori sono state influenzate negativamente
anche dalla maggiore pressione fiscale e dalla percezione di un elevato aumento dei prezzi.
L’analisi territoriale delle spese sostenute per l’acquisto di beni non alimentari evidenzia come Cuneo sia
il capoluogo di provincia in cui è maggiore l’esborso medio delle famiglie intervistate, che raggiunge i 2.596
euro, seguito da Novara e Biella, dove mediamente si destinano alle spese non alimentari rispettivamente 2.377
e 2.324 euro. Si spende decisamente meno ad Asti (1.872 euro mensili) e si collocano al di sotto della media
regionale anche gli esborsi delle famiglie che risiedono a Verbania, Torino e Vercelli.
4.1
Le spese per l’abitazione
• La quota più cospicua del budget della famiglia media piemontese è riservata, anche nel 2007, alle spese
per l’abitazione. A fronte di una stagnazione dei consumi complessivi, gli esborsi dei piemontesi per la casa si sono
infatti incrementati di oltre 1 punto percentuale, a conferma della scarsa comprimibilità di tali spese e della bassa
discrezionalità goduta dal consumatore in questo ambito.
Le spese per l’abitazione in senso stretto (affitto, spese condominiali, assicurazione e imposta sui rifiuti)
ammontano, nel 2007, a 687,11 euro, e rappresentano il 27,5% delle spese per consumi complessivi, quota
in lieve incremento rispetto al 2006. Per rendere questa valutazione confrontabile con i dati rilevati dall’Istat,
si è chiesto alle 809 famiglie del campione di indicare non solo l’importo mensile dell’affitto, ma anche di stimare
il valore del fitto figurato nel caso di abitazioni di proprietà o godute a titolo gratuito.
25
_
Peso delle spese per l’abitazione
sui consumi familiari totali
Campione di 809 famiglie
iglie
42,3%
Arredi, apparecchiature
e servizi per la casa
8,4%
Abitazione*
27,5%
Combustibili
ed energia elettrica**
6,4%
*
**
sono escluse le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria
e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene,
altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
A conferma della tradizionale importanza dell’abitazione per le famiglie piemontesi, anche nel 2007 la quota
di nuclei familiari che risiedono in una casa in affitto non supera i 25 punti percentuale, contro il 75%
delle case di proprietà. La quota di locatari è minima nel capoluogo biellese, dove solo 13 famiglie su 100 vivono
in affitto, mentre è massima a Verbania, dove sfiora il 50%, ed è rilevante anche nel capoluogo torinese, dove
raggiunge quota 32%. I comuni di Verbania e Vercelli sono quelli in cui i canoni di affitto toccano le cifre più
elevate, rispettivamente 440 e 435 euro mensili, mentre è decisamente più economico affittare una casa
ad Alessandria e a Biella, dove le cifre si aggirano rispettivamente intorno ai 296 e 314 euro. Questi ultimi sono
anche i due capoluoghi in cui si trovano le case con la metratura maggiore, rispettivamente di 117 mq
e 115 mq, mentre Torino detiene il primato delle abitazioni con la superficie minore (84 mq circa). Le case
di proprietà, con una superficie media che sfiora i 108 mq, risultano più grandi rispetto a quelle affittate,
che superano di poco i 71 mq.
All’interno delle spese per l’abitazione rientrano i costi condominiali, mediamente pari a 44,08 euro mensili,
quelli per l’assicurazione della casa (21,81 euro) e l’imposta sui rifiuti (20,63 euro al mese). Anche per queste voci
esistono marcate differenze territoriali: per il condominio si spende di più a Verbania e a Novara, dove gli esborsi
medi mensili ammontano rispettivamente a 64,54 e 50,02 euro, mentre l’assicurazione per la casa risulta più
costosa a Cuneo (29,61 euro) e ad Alessandria (28,88 euro). L’imposta sui rifiuti grava maggiormente, infine,
sulle famiglie alessandrine (30,37 euro mensili) e astigiane (26,22 euro).
Disaggregando i dati in base alla posizione professionale del capofamiglia, emerge come siano i lavoratori
in proprio a sostenere le spese maggiori per l’abitazione complessivamente considerata (763,85 euro contro
i 687,11 euro medi mensili del campione), seguiti dagli impiegati (699,19 euro). Relativamente alle singole voci
26
_
di spesa, le spese condominiali gravano maggiormente sui nuclei la cui persona di riferimento occupa
una posizione impiegatizia (51,45 euro), mentre le uscite per l’imposta sui rifiuti e l’assicurazione della casa sono
massime per i lavoratori in proprio (rispettivamente 23,96 e 24,25 euro mensili).
Il 14% circa delle famiglie piemontesi del campione ha dichiarato, inoltre, di dover sostenere anche le spese
per l’affitto di un garage, che si aggirano intorno ai 58 euro mensili.
Per valutare il peso complessivo che l’abitazione, in maniera diretta ed indiretta, esercita sul budget familiare,
si è scelto di unire a questa prima porzione di costi anche le due voci relative alle utenze domestiche
e all’arredamento e servizi per la casa. Nel 2007 le utenze domestiche rappresentano il 6,4% delle spese
per consumi complessivi e ammontano a 161,11 euro mensili, circa 8 euro in meno rispetto all’anno precedente.
Le famiglie piemontesi spendono mensilmente circa 32,60 euro per l’energia elettrica, 46,26 per il gas e 16,89
euro per l’acqua; risultano maggiori le spese per il riscaldamento, sia centralizzato (96,14 euro) che autonomo
(75,94 euro). La disaggregazione territoriale rivela come le bollette siano più alte a Biella (200,97 euro mensili)
e ad Alessandria (196,62 euro), mentre risultano meno salate a Torino e Verbania. Nel dettaglio delle singole voci
di spesa che compongono le utenze domestiche, le famiglie biellesi sostengono gli esborsi maggiori per energia
elettrica, gas da rete e riscaldamento centralizzato, mentre le bollette per il riscaldamento autonomo e l’acqua
sono massime a Vercelli.
Dalla disaggregazione dei dati in base alle caratteristiche socio-anagrafiche delle persone di riferimento,
si osserva come i nuclei con capofamiglia sopra i 65 anni sostengano, per le utenze domestiche, una spesa
mediamente minore (154,18 euro) rispetto alle famiglie più giovani (163,32 euro). Anche la condizione
professionale del capofamiglia sembra incidere su questo capitolo di spesa: se la persona di riferimento svolge
un’attività autonoma oppure è impiegata, gli esborsi per le bollette mensili sono maggiori rispetto
a quelli degli operai o imprenditori.
Rientrano nelle spese legate all’abitazione anche l’acquisto di arredi, apparecchiature e servizi per la casa,
che raggiungono mediamente i 209,70 euro mensili, con un peso dell’8,4% sui consumi complessivi, in lieve
contrazione rispetto all’anno precedente. In questo caso, si concedono spese maggiori le famiglie di Alessandria
(262,84 euro) e di Novara (242,41 euro), i nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 65 anni (235,32 euro contro
i 129,57 euro delle famiglie over 65) e quelli appartenenti ad una fascia di reddito alta (237,02 euro).
Spesa media mensile familiare
per l’abitazione nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Abitazione*
Utenze domestiche**
Arredi, apparecchiature
e servizi per la casa
Alessandria
682,84
196,62
262,84
Asti
566,08
153,72
230,84
Biella
731,42
200,97
162,44
Cuneo
710,05
163,27
307,73
Novara
699,05
160,00
242,41
Torino
694,84
151,93
167,17
Verbania
739,51
116,10
136,44
Vercelli
665,33
155,81
210,88
Piemonte
687,11
161,11
209,70
*
**
sono escluse le spese per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento
autonomo e riscaldamento centralizzato
27
_
4.2
Le spese per trasporti e comunicazioni
• Muoversi e comunicare rappresentano aspetti peculiari della società moderna: nel 2007, il peso esercitato
da questi capitoli di spesa sul budget familiare è del 14,1%, stabile rispetto all’anno precedente. In valori
correnti, per muoversi e comunicare la famiglia piemontese spende mediamente 352,04 euro mensili, circa 4
euro in meno rispetto al 2006. Le spese per trasporti e comunicazioni sono qui intese al netto dell’acquisto
di autoveicoli, considerati beni di investimento e non di consumo.
L’analisi territoriale rivela come a spendere di più per viaggiare e comunicare siano le famiglie cuneesi
(456,52 euro mensili) e biellesi (392,37 euro), mentre le stesse spese gravano in minor misura sui nuclei
di Verbania (280,35 euro) e Vercelli (306,73 euro).
Disaggregando i dati per caratteristiche socio-anagrafiche della persona di riferimento, emerge come,
in questo caso, i nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 65 anni spendano quasi il doppio rispetto
alle famiglie più anziane, a testimonianza della maggior attenzione riservata a queste voci di spesa da parte
degli individui più giovani. Ad ulteriore conferma, si sottolinea che la spesa media mensile per trasporti
e comunicazioni dei nuclei con capofamiglia occupato è superiore di circa 100 euro a quella delle famiglie
con persona di riferimento non occupata: poiché tra gli individui in posizione non professionale figurano
i pensionati, è possibile ribadire che muoversi e comunicare rappresentano aspetti fondamentali soprattutto
per i nuclei familiari più giovani.
Peso delle spese per trasporti
e comunicazioni sui consumi familiari totali
Campione di 809 famiglie
iglie
Trasporti
e comunicazioni*
14,1%
* al netto dell’acquisto di autoveicoli
28
_
Tra le posizioni professionali, le spese per trasporti e comunicazioni gravano maggiormente sui capifamiglia
dirigenti (438,94) quindi sui lavoratori in proprio (372,83) e sugli impiegati (361,81).
Le spese relative a trasporti e comunicazioni sono state sinora accorpate poiché nella società moderna
muoversi e comunicare rappresentano azioni che si integrano vicendevolmente; si tratta, tuttavia,
di capitoli di spesa altamente eterogenei, ciascuno dei quali costituito da numerose componenti.
Focalizzando l’attenzione sulle spese per trasporti – che comprendono l’assicurazione degli autoveicoli,
il carburante, biglietti e abbonamenti per bus, tram e taxi, oltre alle spese varie per accessori
e manutenzione degli autoveicoli, autolavaggi, autostrade e pedaggi - emerge come nel 2007 la spesa
media familiare (al netto dell’acquisto di auto, moto, camper, etc.) sia pari a 263,79 euro mensili, contro
i 260,87 dell’anno precedente. Gli esborsi più ingenti sono stati sostenuti dai nuclei familiari residenti
a Cuneo (346,46 euro) e a Biella (299,83 euro), mentre risulta minore l’attenzione riservata a questo tipo
di spese dalle famiglie di Verbania (211,77 euro mensili) e Vercelli (222,87 euro).
Analizzando separatamente gli esborsi familiari per l’utilizzo di mezzi privati da quelli per l’impiego
del trasporto pubblico, si è scelto di accorpare le spese per carburanti, pedaggi e autolavaggi. Nel 2007,
l’esborso mensile familiare per benzina, gasolio e altri carburanti è pari, mediamente, a 109,42 euro;
aggiungendo i 5,85 euro destinati ad autostrade e autolavaggi il totale delle uscite familiari per l’utilizzo
dei mezzi di trasporto privati raggiunge quota 115,27 euro.
A livello provinciale, questo capitolo di spesa grava maggiormente sulle famiglie cuneesi (165,67 euro
al mese); si collocano sopra la media regionale anche gli esborsi di novaresi (122,28 euro) e alessandrini
(121,88 euro), mentre si attestano su quote decisamente inferiori le uscite dei nuclei familiari residenti
ad Asti e a Vercelli. È forte il legame tra queste spese e la posizione professionale del capofamiglia:
la necessità di utilizzare i mezzi di trasporto privati è evidente per dirigenti e lavoratori in proprio,
che sostengono livelli di spesa ben al di sopra della media regionale, rispettivamente con 178,9
e 124,14 euro mensili. Le categorie professionali con il consumo più basso sono le altre forme di lavoro
indipendente (84 euro) e gli imprenditori (81,13 euro), che spesso abitano nelle vicinanze del luogo
di lavoro, dando tradizionalmente vita alla propria idea imprenditoriale nell’area in cui risiedono.
Esiste, infine, una marcata correlazione tra le spese per l’utilizzo dei mezzi privati e la fascia di reddito
della famiglia: le uscite mensili per carburanti, pedaggi e autolavaggi si collocano sui 143 euro
per i nuclei con reddito alto, 118 euro per quelli con reddito medio e 111 per le famiglie con minori
capacità reddituali.
La seconda componente della spesa per mezzi di trasporto provati è costituita da bollo e assicurazione,
che convogliano mediamente 83,62 euro mensili. Il capoluogo di provincia con i costi più elevati è,
in questo caso, Alessandria (90,60 euro mensili), seguita a breve distanza da Cuneo (89,19 euro).
Le famiglie che pagano meno per bollo e assicurazione sono, invece, quelle di Verbania e di Asti.
Tra le diverse categorie occupazionali, sono ancora una volta i dirigenti a sostenere la spesa più elevata
(104,70 euro), mentre le altre forme di lavoro indipendente si mostrano più parsimoniose.
Per quanto riguarda le spese sostenute per l’utilizzo del trasporto pubblico, il peso di questa voce
sul budget familiare è decisamente inferiore rispetto agli esborsi per l’impiego dei mezzi privati. Nel 2007,
il livello medio della spesa si colloca sui 22,64 euro; i costi del trasporto pubblico si incrementano
laddove è minore l’utilizzo dei mezzi privati, ovvero a Biella (33,47 euro) e Torino (27,28 euro). Il ricorso
ai mezzi pubblici risulta più frequente tra gli impiegati, che spendono mensilmente circa 27 euro.
Un’ulteriore voce di spesa inserita nel capitolo dei trasporti è rappresentata dall’acquisto di accessori
e dalle spese di manutenzione per gli autoveicoli posseduti dalla famiglia.
Se a livello regionale l’esborso medio è pari a 42,26 euro, i nuclei familiari residenti nel capoluogo
biellese si concedono una spesa quasi doppia (76,92 euro), mentre è ridotta all’essenziale la spesa
delle famiglie di Verbania (15,92 euro).
29
_
Spesa media mensile familiare per carburante e abbonamenti
ai trasporti pubblici nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Carburanti, pedaggi e autolavaggi
Abbonamenti ai trasporti pubblici
250
200
31,13
150
10,93
10,71
28,14
22,25
100
22,33
1,89
7,19
17,44
50
121,88
85,89
105,69
165,67
122,28
111,95
109,46
102,74
115,27
Alessandria
Asti
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbania
Vercelli
Piemonte
0
Composizione del paniere
della spesa familiare per trasporti
Campione di 809 famiglie
Abbonamenti e biglietti
per pullman, tram e taxi
6,6%
Accessori
e riparazioni
16,0%
Pedaggi e autolavaggi
2,2%
Assicurazione
e bollo auto
31,7%
Biglietti aerei,
ferroviari e navali
2,0%
Carburante
41,5%
30
_
Spesa media mensile familiare per telefonia
e collegamento a Internet nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Telefono fisso
Telefono cellulare
Collegamento
a Internet
Tariffe flat
Alessandria
34,69
44,88
4,33
5,74
Asti
30,29
31,58
3,45
3,38
Biella
32,31
37,25
5,69
4,65
Cuneo
24,70
53,74
8,72
3,30
Novara
21,19
40,12
6,17
9,11
Torino
31,62
37,58
3,76
5,92
Verbania
23,20
25,38
2,99
4,92
Vercelli
27,88
29,57
3,99
2,79
Piemonte
28,60
37,51
4,76
5,08
Il capitolo comunicazione grava sul budget mensile della famiglia piemontese con un importo che, nel 2007, è stimato
pari a 88,31 euro, in calo di circa 8 euro rispetto al 2006. Nel dettaglio, le spese per comunicazione sono così ripartite:
37,51 euro per il telefono cellulare, 28,60 euro per il telefono fisso, 5,08 euro per le tariffe di tipo “flat” (che coniugano
telefonate urbane, suburbane e connessione a Internet), 4,76 euro per il solo collegamento a Internet, e il rimanente
per l’acquisto di schede telefoniche e spese varie, tra cui l’acquisto di nuove apparecchiature.
Ragionando sugli esborsi familiari destinati al capitolo comunicazione, va sottolineato come nel 2007 si sia
verificato, a partire dal mese di marzo, l’abbattimento dei costi di ricarica della telefonia mobile, in seguito
all’entrata in vigore del decreto Bersani, che ne ha sancito l’eliminazione.
Spesa media mensile familiare per telefonia e collegamento a Internet,
per profilo professionale della persona di riferimento (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Telefono fisso
Telefono cellulare
Collegamento a Internet
90
4,91
4,31
80
Tariffe flat
6,42
6,16
70
4,86
60
5,05
1,29
4,18
4,53
1,05
4,69
3
84
3,84
5,47
2,53
50
40
30
44,64
19,61
34,88
41,50
38,50
42,05
28,97
20
10
30,23
23,65
27,57
23,39
36,56
28,54
23,26
Altre forme
di lavoro
indipendente
Dirigenti
Impiegati
Imprenditori
Lavoratori
in proprio
Non indicato
Operai
0
31
_
L’analisi territoriale rivela come il primato per le spese di comunicazione spetti alle famiglie cuneesi (110,05 euro
mensili), seguite dai nuclei alessandrini e biellesi, che riservano a questa voce del budget rispettivamente 95,48
e 92,54 euro mensili. Le uscite familiari per comunicare si attestano sui livelli più bassi ad Asti (73,99 euro)
e Verbania (68,58 euro).
Nel dettaglio provinciale delle singole voci, a Novara si spendono gli importi maggiori per le tariffe flat
(9,11 euro al mese), a Cuneo è superiore la spesa per il collegamento a Internet (8,72 euro), ad Alessandria e a Biella
si spende più per la telefonia fissa (rispettivamente 34,69 e 32,31 euro mensili); gli esborsi per il telefono cellulare
sono infine maggiori a Cuneo (53,74 euro) e Alessandria (44,88 euro). Si segnalano, inoltre, i bassi livelli delle spese
per tariffe flat a Vercelli e per il collegamento a Internet, la telefonia fissa e mobile per le famiglie di Verbania.
La disaggregazione dei dati in base alle caratteristiche socio-anagrafiche del capofamiglia rivela una certa
eterogeneità in base all’età e alla categoria professionale: i nuclei più giovani dedicano infatti un’attenzione
particolare alle comunicazioni, spendendo mediamente 97,85 euro mensili contro i 58,47
degli ultresessantacinquenni; tra le posizioni professionali, infine, sono i lavoratori in proprio e gli impiegati a sostenere
le uscite maggiori per questo capitolo di spesa.
4.3
Altre spese per consumi non alimentari
• Tra i consumi non alimentari rientrano le spese per vestiario e calzature, servizi sanitari e salute, istruzione,
ricreazione e spettacolo e altri beni e servizi. Nel complesso, tutte queste voci gravano sul bilancio familiare
con una quota del 36%, in crescita rispetto all’anno precedente, quando detenevano una fetta del budget
mensile pari al 31,4%.
Peso delle altre spese per consumi
non alimentari sui consumi familiari totali*
Campione di 809 famiglie
Tabacco
0,6%
Vestiario e calzature
6,0%
Servizi sanitari e salute
5,1%
Ricreazione e spettacolo
5,8%
Istruzione
1,2%
Altri beni e servizi
17,3%
* al netto dell’acquisto di autoveicoli
32
_
Abbigliamento e calzature
Nel 2007, il peso maggiore tra questi capitoli di spesa è esercitato dai capi di abbigliamento e calzature,
a cui i piemontesi destinano mediamente 131,28 euro al mese, importo in lieve incremento rispetto ai 124,74
euro del 2006. Nel dettaglio, le spese per capi di abbigliamento ammontano ad 88,85 euro mensili,
quelle per calzature raggiungono i 33,94 euro e quelle di merceria non superano i 9 euro. A livello territoriale,
si registrano le uscite più ingenti presso le famiglie che risiedono a Cuneo (166,85 euro) e a Vercelli
(166,73 euro), mentre si riscontrano esborsi minimi per i torinesi (113,04 euro). La giovane età del capofamiglia
comporta una spesa media maggiore, che si aggira sui 144,81 euro mensili, contro i soli 88,97 euro
per i nuclei con capofamiglia in età matura. L’elevata discrezionalità di questa tipologia di spesa conduce
a consumi differenziati anche a seconda della categoria professionale della persona di riferimento: i lavoratori
in proprio si concedono acquisti mensili per 145 euro, ma gli esborsi si mantengono su livelli elevati anche
per imprenditori e impiegati.
Ricreazione e spettacoli
Nonostante i sensibili incrementi di alcuni costi non comprimibili, anche nel 2007 la famiglia piemontese
ha dedicato una modesta fetta del proprio budget alle spese per ricreazione e spettacoli, con uscite mensili
pari a 128,89 euro (2,54 euro in più rispetto al 2006). Tra le spese per tempo libero e divertimenti figurano
l’acquisto di apparecchi televisivi (33,50 euro mensili), libri e giornali (18,29 euro), gli esborsi sostenuti
per le attività sportive svolte dai componenti della famiglia (17, 52 euro), abbonamenti tv (13,76 euro) e le uscite
per spettacoli teatrali e cinematografici (9,40 euro). Scendendo nel dettaglio territoriale, cui i nuclei familiari
di Cuneo e Vercelli sono quelli più disposti a spendere per tempo libero e divertimenti, raggiungendo cifre
rispettivamente pari a 165,03 e 137,88 euro. Per quanto riguarda le diverse categorie di divertimenti,
si segnalano spese particolarmente elevate dei torinesi per cinema e teatro, mentre le famiglie residenti
a Cuneo destinano cifre significative all’acquisto di libri e giornali. Se si scompongono i dati in base
alla posizione professionale del capofamiglia, si rileva come dirigenti e impiegati si concedano le spese
più elevate per divertimento e tempo libero.
Servizi sanitari e salute
La spesa per servizi sanitari e salute è pari al 5,8% del bilancio mensile familiare, quota in continua ascesa
negli ultimi anni (negli anni precedenti era infatti passata dal 3,8% del 2005 al 4,2% del 2006),
a testimonianza della crescente attenzione riservata dai piemontesi a questo fondamentale aspetto della vita
quotidiana. A valori correnti, la salute canalizza una spesa di 113,06 euro, con un aumento di 5,09 euro
rispetto all’anno precedente.
Nell’ambito di questo capitolo di spesa figurano, in primo luogo, gli onorari medici, che mensilmente
ammontano a 63,08 euro; seguono i medicinali, per i quali si spendono 25,59 euro, e occhiali e lenti
a contatto, che gravano sul bilancio familiare per un importo pari a 24,40 euro al mese. L’età della persona
di riferimento gioca un ruolo rilevante nel determinare le uscite mensili per la salute e i servizi sanitari:
i nuclei con capofamiglia ultrasessantacinquenne spendono 146,59 euro, contro i 102,34 delle famiglie
con persona di riferimento più giovane. Un altro fattore discriminante è il reddito: le famiglie con reddito
più elevato possono permettersi una spesa maggiore, in primo luogo per gli onorari corrisposti a medici
privati; gli esborsi per servizi sanitari e salute ammontano quindi rispettivamente a 133,71, 113,31 e 111,84
euro per i nuclei con capacità reddituali elevate, medie e ridotte. A livello territoriale, Biella e Vercelli
si contraddistinguono come i capoluoghi di provincia in cui le famiglie mostrano una sensibilità più elevata
nei confronti di questo capitolo di spesa, con uscite medie pari rispettivamente a 170,70 e 156,54 euro.
Istruzione
Le spese per il pagamento delle rette scolastiche, l’acquisto di libri scolastici e le eventuali uscite
per il mantenimento di familiari residenti al di fuori dei confini comunali per motivi di studio concorrono
a determinare il capitolo dell’istruzione. Nel 2007, la somma di queste voci è pari a 26,80 euro (-6,74 euro
rispetto al 2006), con una quota dell’1,2% sul budget familiare mensile. Nel dettaglio, sono le uscite
33
_
per il pagamento delle tasse scolastiche, pari a 18,88 euro mensili (circa 227 euro l’anno), a pesare in maggior
misura; i libri scolastici costano alla famiglia piemontese solo 6,04 euro (meno di 75 euro annuali), mentre è
del tutto marginale il peso esercitato dalle spese per il sostentamento di familiari che risiedono altrove
per ragioni di studio.
Non tutte le famiglie, tuttavia, devono sostenere spese per l’istruzione: se si calcola a media solo sui nuclei
che hanno confermato la presenza di tali uscite nel budget familiare, la cifra convogliata mensilmente
dall’istruzione diventa decisamente più alta, pari a 99 euro (1.188 euro l’anno).
Tornando a considerare i dati in base alla media calcolata sul campione complessivo, si osserva come,
tra i capoluoghi di provincia, Cuneo primeggi anche nelle spese scolastiche (33,19 euro al mese), seguito
da Torino (29,85 euro) e Verbania (29,63 euro); sono, invece, le famiglie residenti a Vercelli a spendere meno
(14,15 euro) per la propria istruzione. L’entità della spesa appare altamente differenziata a seconda dell’età
del capofamiglia, con una media pari a 33,80 euro se la persona di riferimento ha meno di 65 anni,
e a 4,91 qualora ne abbia più di 65. Tra gli occupati, dirigenti e lavoratori in proprio dedicano alle spese
per l’istruzione importi che sfiorano i 35 euro, mentre gli operai vi destinano solo 17,08 euro al mese.
Tabacco
L’ultima voce delle spese per consumi complessivi è rappresentata dal tabacco, che grava sul budget
familiare con una quota dello 0,6%, stabile rispetto al 2006, pari a 13,56 euro a valori correnti (erano 14,59
euro l’anno precedente). L’analisi dei dati aggregati a livello territoriale svela profonde differenze tra i
capoluoghi di provincia: a Novara si spendono 28,42 euro al mese, a Verbania 19,79 euro, e a Torino 19,16;
i non fumatori si concentrano, invece, nel capoluogo astigiano, con una media di soli 1,04 euro al mese.
Impiegati e lavoratori in proprio destinano al tabacco una cifra superiore alla media piemontese, e i nuclei
con capofamiglia di età inferiore ai 65 anni spendono il doppio rispetto a quelli più anziani.
Altri beni e servizi
All’interno della macrocategoria delle altre spese per consumi non alimentari, le uscite di cassa dedicate
ad altri beni e servizi convogliano il 17,3% del budget familiare mensile, per un importo di 380,97 euro,
circa 28 euro in meno rispetto al 2006. La fetta più consistente di questa voce è rappresentata dalle
vacanze, a cui la famiglia piemontese dedica 128,66 euro mensili, pari a circa 1.543,92 euro all’anno
(50 euro annui in più rispetto al 2006). I più propensi a spendere per le vacanze sono i cuneesi, i torinesi
e i vercellesi: se la famiglia media residente a Cuneo vi dedica 182,40 euro mensili (2.188,8 euro l’anno),
a Vercelli e Torino si riservano a questo capitolo di spesa rispettivamente 165,73 e 162,58 euro mensili
(1.988,76 e 1.950,96 euro annuali).
Le vacanze gravano, invece, in misura minore sul bilancio delle famiglie di Alessandria e di Verbania.
Al secondo posto tra le spese per altri beni e servizi si collocano i pasti fuori casa: ogni mese la famiglia
media piemontese spende 61,08 euro in bar, chioschi, pasticcerie, trattorie e ristoranti. Gli esborsi in questo
caso sono elevati soprattutto tra i nuclei con capofamiglia sotto i 65 anni (69,95 euro al mese contro i 33,32
delle famiglie con persona di riferimento più anziana) e presso i lavoratori in proprio (67,39 euro mensili),
i dirigenti (67,19 euro) e gli impiegati (67,10 euro). Scorporando i dati a livello territoriale, sono ancora
una volta i cuneesi, seguiti dalle famiglie di Verbania, a sostenere le spese maggiori, pari a circa 84 euro mensili.
La cura e l’igiene della persona comporta un esborso medio mensile pari a 49,61 euro, importo che supera
la media regionale presso i nuclei residenti a Novara, Torino, Alessandria e Verbania, nonché presso
le famiglie con persona di riferimento che occupa posizioni dirigenziali.
Le spese varie per la fotografia raggiungono, poi, i 47,41 euro mensili, seguiti dai 41,83 euro destinati
mediamente all’assicurazione sulla vita.
Il 3,7% delle spese per altri beni e servizi, pari a 13,97 euro, è destinato infine alla cura degli animali
domestici; la somma dedicata a questa voce è al di sopra della media regionale per le famiglie residenti
a Cuneo (18,76 euro) e Verbania (24,97 euro). Calcolando lo stesso dato solo tra i nuclei che hanno dichiarato
di possedere animali domestici (il 34,5% delle famiglie intervistate), l’esborso medio mensile raggiunge
quota 40,52 euro, in crescita rispetto ai 31,36 euro dell’anno precedente.
34
_
Spesa media mensile familiare
per altri beni e servizi nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Vacanze
Pasti fuori casa
Cura e igiene
della persona
Assicurazione
sulla vita
Totale
Alessandria
92,32
49,85
56,42
58,95
312,50
Asti
100,21
50,47
29,43
29,78
276,01
Biella
112,84
70,46
39,38
60,57
345,48
Cuneo
182,40
82,57
48,78
37,75
455,41
Novara
123,64
53,60
58,65
46,54
463,57
Torino
162,58
67,33
57,60
46,92
400,56
Verbania
55,21
82,52
53,14
21,05
440,05
Vercelli
165,73
25,44
45,60
28,19
333,80
Piemonte
128,66
61,08
49,61
41,83
380,97
35
_
5. Il possesso dei beni durevoli
• Volendo inquadrare i comportamenti di acquisto delle famiglie piemontesi nel contesto nazionale ed europeo,
è utile fare riferimento all’Osservatorio Findomestic, che fornisce interessanti elementi di riflessione sul consumo
di beni durevoli in Italia e in Europa. Nel quadro delineato dall’edizione 2008, migliora il morale dei consumatori
europei, grazie al buon dinamismo dell’economia evidenziatosi nel 2006; in Italia, la stabilità dei redditi, il rincaro
dei mutui e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità hanno invece provocato una leggera flessione
del grado di soddisfazione dei consumatori sull’attuale situazione del Paese, che, su una scala da 1 a 10,
è passato dal 4,8 del 2006 al 4,7 del 2007, di poco inferiore alla media europea (4,9). Il giudizio sul futuro è invece
migliorato rispetto al 2006, attestandosi a 5,2, valore più alto rispetto a quello medio dell’Europa (5,1).
Per quanto riguarda le previsioni di spesa e risparmio per il 2008, ben il 77% degli italiani prevede di accrescere
le proprie uscite, a fronte di una media europea del 71%.
L’Osservatorio Findomestic conferma, inoltre, la fase di rafforzamento dei consumi avviata nel 2006, trainata
dalla spesa per servizi e dai consumi di beni durevoli, anche grazie agli incentivi fiscali per l’acquisto di auto
ed elettrodomestici ad elevato risparmio energetico stanziati dalla Legge Finanziaria 2007. Si stima infatti che
la domanda di beni durevoli sia aumentata, in quantità, del 6,1%. Con riferimento alle voci che compongono
questa categoria, la ricerca stima che il volume di spesa per mobili sia cresciuto dell’1,2%, e che, grazie agli
incentivi fiscali, il mercato degli elettrodomestici bianchi (lavastoviglie, microonde, etc.) abbia registrato una
crescita dell’8,1% in quantità e del 10,8% in valore. Anche il mercato degli elettrodomestici bruni (hi-fi, video
e telefonia) si è confermato in forte espansione nel 2007, chiudendo l’anno con una crescita dei volumi di spesa
pari al 25,6%, trainata dall’ottima performance di televisioni ad alta tecnologia, navigatori satellitari e lettori Mp3.
Risultati meno brillanti per il mercato dei piccoli elettrodomestici che, dopo la veloce crescita della domanda
degli ultimi anni, ha registrato una battuta d’arresto: l’incremento dei volumi di spesa è stimato ad un modesto
1,1%. Il mercato della fotografia ha registrato una crescita del 9,2% in volume, mentre il valore delle vendite
ha presentato una riduzione, a causa del calo dei prezzi (-15%). La telefonia, nonostante il leggero incremento
dei volumi di vendita (2,0%), ha chiuso l’anno in contrazione rispetto al 2006 (-7,0%): l’aumento dei pezzi venduti
non è stato pertanto tale da controbilanciare il consistente calo dei prezzi di listino (-8,8%).
Passando a considerare la realtà del Piemonte, l’Osservatorio Findomestic rileva che la crescita della spesa
dei piemontesi per beni durevoli è risultata la più elevata tra le regioni italiane e si è concentrata, grazie al sostegno
degli incentivi governativi, prevalentemente sull’acquisto di auto nuove: si stima che il comparto abbia chiuso
con un incremento delle vendite superiore al 20%.
Nel contesto appena delineato si inserisce l’Indagine sulla spesa delle famiglie piemontesi, che fa emergere
alcune importanti tendenze in parte coerenti con quanto osservato a livello nazionale. Cresce rispetto al 2006
il settore degli elettrodomestici bianchi: il 63% dei nuclei intervistati possiede ora un forno a microonde a fronte
del 59% registrato l’anno precedente, e una famiglia su due ha la lavastoviglie. A livello provinciale, la maggior
presenza di forni a microonde si registra a Verbania (76,7%) e ad Asti (68,9%), mentre la più alta concentrazione
di lavastoviglie si rileva nuovamente a Verbania (80%) e a Cuneo (71,1%).
Cresce anche la percentuale delle famiglie che possiede una bicicletta, che si riconferma un bene tradizionale
per il 78% dei piemontesi; a Cuneo si sale al 93%, mentre a Torino, dove il traffico intenso rende più difficoltoso
il suo utilizzo, la quota scende al 57,2%. Il 20,6% del campione possiede scooter e moto, percentuale in lieve
diminuzione rispetto al 2006, quando raggiungeva il 22%. A Verbania, con una famiglia su tre munita
di un motoveicolo, si registra la concentrazione maggiore, mentre la presenza meno consistente si rileva ancora
una volta nel capoluogo piemontese.
Risulta meno diffuso, infine, il camper: solo il 2,6% delle famiglie ha dichiarato di possederne uno, percentuale
in diminuzione di 1 punto rispetto all’anno precedente. Analizzando il profilo delle famiglie, emerge come siano
le coppie con figli a preferire questa soluzione: in questi nuclei la quota sale infatti al 5,7%.
36
_
Possesso di alcuni beni durevoli
da parte delle famiglie
Campione di 809 famiglie
Camper
2,6%
Bicicletta
78,0%
Motocicletta
20,6%
Condizionatore
22,4%
Lavastoviglie
55,6%
Microonde
63,0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Valore percentuale di possesso
Il mercato degli elettrodomestici bruni continua ad accrescere la propria quota nel paniere degli acquisti
dei piemontesi, anche grazie alle frequenti promozioni e all’abbattimento dei prezzi di listino dei prodotti ad alta
tecnologia divenuti rapidamente obsoleti.
Aumenta la percentuale di famiglie che possiede un lettore dvd, pari al 64,9% a fronte del 59% registrato
nel 2006; a livello territoriale, sono i nuclei residenti ad Asti a mostrare maggior interesse per questo prodotto
(l’80,0% del campione provinciale possiede infatti un dvd), mentre è ancora bassa la richiesta da parte
dei torinesi (il 51,1%). La più ampia diffusione si rileva tra le famiglie con persona di riferimento in età compresa
tra i 35 e i 44 anni, che dichiarano di possedere un lettore dvd nell’85,4% dei casi. Strettamente legato a questo
mercato, anche il comparto degli impianti home-theatre appare in aumento: nel 2007, l’11,4% delle famiglie
del campione dichiara di possederne uno. Il fenomeno, sebbene in crescita, ha quindi dimensioni ancora ridotte;
le percentuali maggiori si registrano nei capoluoghi di Asti, Biella e Cuneo, le più ridotte ad Alessandria.
È lievemente in aumento il mercato delle consolle da gioco: il 20,1% delle famiglie piemontesi ha dichiarato
di possedere la Playstation, X-box o altre consolle. Nel biellese la diffusione di tali prodotti è più spiccata,
con una quota del 30,0% sul campione provinciale, mentre il dato è inferiore alla media regionale nei capoluoghi
di Verbania, Alessandria, Torino e Cuneo. Non sorprende che la percentuale di famiglie che possiede una consolle
da gioco cresca significativamente nel caso di coppie con figli (38,9%), mentre è particolarmente bassa per i single (5,6%).
Cresce il grado di diffusione del computer, che si conferma un bene tradizionale per il 58,1% delle famiglie
piemontesi. A livello locale, i nuclei residenti ad Asti e Cuneo presentano le maggiori percentuali di possesso, mentre
a Verbania le famiglie sono meno orientate verso questo prodotto. Fanno ricorso alla connessione Adsl sempre più
famiglie, con una percentuale pari al 29,5% del campione, che sale al 35,6% nel capoluogo di Cuneo. Appare invece
meno diffusa la fibra ottica: solo il 2,2% dei nuclei intervistati possiede questo tipo di connessione, percentuale che
sale al 4,7% nelle famiglie in cui la persona di riferimento ha un’età compresa tra i 35 e i 44 anni.
37
_
Possesso di beni high-tech
da parte delle famiglie
Campione di 809 famiglie
4,4%
Palmare
Navigatore
satellitare
12,0%
Lettore Mp3
35,1%
Macchina
fotografica digitale
52,8%
Computer
58,1%
Decoder
terrestre
12,1%
Decoder
satellitare
16,4%
Playstation
20,1%
Home theatre
11,4%
Dvd
64,9%
2,2%
Fibra ottica
29,5%
Adsl
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Valore percentuale di possesso
38
_
60%
70%
80%
È in crescita, rispetto al 2006, l’acquisto dei decoder: il 16,4% delle famiglie ne possiede uno satellitare,
mentre per quelli terrestri la percentuale è pari al 12,1%. Quest’ultima tipologia trova la più ampia diffusione
tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni, per le quali la quota sale al 16,0%, mentre il decoder
satellitare è preferito dai nuclei con capofamiglia tra i 35 e i 44 anni (21,9%).
Si mostra sempre più dinamico il mercato della fotografia digitale, i cui prodotti sono presenti in una famiglia
su due. La diffusione è più forte nel cuneese, dove il 71,1% del campione provinciale possiede almeno
una macchina fotografica digitale, mentre le famiglie Verbania, Torino, Alessandria e Vercelli mostrano valori
al di sotto alla media regionale. Come prevedibile, sono le famiglie più giovani (con persona di riferimento sotto i 35
anni) a mostrare il maggior interesse verso questo prodotto, con una percentuale di possesso che sale al 76,0%.
L’edizione 2007 dell’Indagine sulla spesa delle famiglie piemontesi si arricchisce, all’interno di questa sezione,
di un approfondimento relativo ai beni high-tech: sono state inserite, infatti, nuove informazioni circa il possesso
di lettori Mp3, navigatori satellitari e palmari.
I lettori di musica digitale risultano presenti in almeno una famiglia su tre, confermandosi un bene largamente
utilizzato, specialmente nell’astigiano e nel verbano, dove si registrano percentuali superiori alla media regionale.
Sono nuovamente le famiglie più giovani le più propense all’acquisto dei lettori Mp3: ben il 51,2% dei nuclei
con persona di riferimento sotto i 35 anni dichiara, infatti, di possederne almeno uno.
Appare discreta, infine, la diffusione del navigatore satellitare (posseduto dal 12,0% del campione)
e del palmare (4,4%): le famiglie in cui la persona di riferimento ha un’età tra i 35 e i 44 anni mostrano una certa
preferenza per il navigatore satellitare (la percentuale in questo caso sale infatti al 17,2%), mentre i nuclei più
giovani si orientano maggiormente verso il palmare, posseduto dall’8,8% degli under 35. Tali quote aumentano
se si prendono in esame i nuclei residenti a Cuneo, dove il 22,2% delle famiglie dichiara di possedere
un navigatore satellitare, e Verbania, dove si rileva la maggior propensione all’acquisto del palmare
(l’8,9% del campione provinciale).
39
_
6. I luoghi d’acquisto
6.1
Le preferenze sui luoghi di acquisto
• Il consumatore moderno si mostra sempre più attento al processo d’acquisto, compiendo scelte ben precise
a seconda del tipo di prodotto, del livello qualitativo desiderato e del prezzo atteso. La famiglia consumatrice
diventa sempre più esigente e determinata, e decide non solo cosa, ma anche dove comprare, adottando
un approccio multicanale fondato su un mix tra piccola distribuzione tradizionale(1), grande(2) e media(3)
distribuzione e hard discount(4).
Luoghi d’acquisto
delle famiglie
Campione di 809 famiglie
Negozio in centro
commerciale
5,6%
Acquisti on line
e vendite a domicilio
1,9%
Mercato
4,9%
Negozio tradizionale
30,1%
Hard discount
5,2%
Supermercato,
ipermercato
43,7%
Minimercato
8,6%
(1)
esercizi con superficie di vendita non superiore a 250 mq
(2)
esercizi con superficie superiore a 2.500 mq
(3)
esercizi con superficie di vendita compresa tra 251 e 2.500 mq
(4)
esercizi di vendita al dettaglio in sede fissa di superficie medio-grande che, attuando una politica di abbattimento dei costi di impianto,
gestione e servizio, offre in self-service una gamma limitata di prodotti, genericamente non di marca, a prezzi contenuti
40
_
La diversificazione nella preferenza dei luoghi d’acquisto ha consentito la diffusione di moderni canali distributivi,
come ad esempio gli hard discount, un tempo poco utilizzati dalle famiglie piemontesi, e al tempo stesso
ha rafforzato l’affluenza nei negozi tradizionali, maggiormente in grado di soddisfare le esigenze di nicchie
specifiche. Ciascuna forma distributiva risponde infatti ad esigenze differenti: in tal senso, la media e grande
distribuzione e il piccolo commercio tradizionale sono parti complementari di un medesimo sistema.
Il comportamento del consumatore è anche influenzato dalle caratteristiche strutturali dell’offerta distributiva
presente localmente. Secondo l’Osservatorio regionale del commercio della Regione Piemonte, il territorio
piemontese è costituito per il 93,5% da esercizi tradizionali, per il 6,2% da medie strutture e solo per lo 0,3%
da grandi strutture. In termini di superficie di vendita, il dettaglio tradizionale rappresenta il 52,5% della rete
distributiva, mentre la distribuzione moderna controlla complessivamente il 47,5% della superficie di vendita.
Quest’ultima quota è composta per il 75% da medie strutture, per il 22% da grandi strutture e per il restante 3%
dai negozi presenti all’interno dei centri commerciali.
A livello di consumi complessivi, il luogo d’acquisto prediletto dalle famiglie piemontesi nel 2007 è risultato
nuovamente il supermercato-ipermercato che, come nel 2006, ottiene il 43,7% delle preferenze espresse,
sintomo di un forte apprezzamento dei vantaggi offerti dalla Gdo in termini di scelta dei prodotti, flessibilità degli
orari e prezzi delle merci. Il negozio tradizionale mantiene comunque una quota importante sul totale
delle preferenze, pari al 30,1%, in lieve diminuzione rispetto al 30,5% del 2006. Il minimercato non registra mutamenti
significativi rispetto all’anno precedente, ottenendo l’8,6% delle preferenze dei consumatori (era l’8,7%
nel 2006). L’hard discount viene apprezzato, invece, da una quota crescente di famiglie piemontesi, passando
dal 4,8% del 2006 al 5,2% del 2007. Anche i negozi all’interno dei centri commerciali registrano un lieve aumento
delle preferenze, con una quota del 5,6% a fronte del 5,3% dell’anno precedente. Il mercato rionale passa
dal 5,0% del 2006 al 4,9% del 2007, manifestando una sostanziale stabilità, mentre gli acquisti on line e le vendite
a domicilio incidono solo per l’1,9%, influendo marginalmente sugli acquisti delle famiglie.
Esaminando le diverse realtà locali, si rileva, come nel 2006, una maggiore inclinazione per gli acquisti presso
gli hard discount a Torino (con il 10,7% delle preferenze) e Novara (6,8%), mentre questa tipologia distributiva
registra minor successo ad Alessandria e Verbania. Anche per la Gdo si confermano i risultati della scorsa
edizione, con le famiglie dei capoluoghi del Piemonte orientale che mostrano una più accentuata propensione
verso questa tipologia distributiva: a Vercelli, ipermercati e supermercati registrano il 66,0% delle preferenze,
a Novara il 54,3%, a Verbania e Biella rispettivamente il 49,4% e 47,3%. Tali percentuali sono più basse ad Asti
(35,3%) e Torino (28,1%), dove si registrano invece, come nel 2006, maggiori preferenze per il minimercato,
con quote rispettivamente del 16,7% e 15,3%. I novaresi, invece, pongono il minimercato all’ultimo posto
nella graduatoria delle proprie preferenze. Se il Piemonte orientale mostra la più alta frequentazione delle grandi
strutture, nel Piemonte meridionale si rilevano le propensioni più elevate all’acquisto presso i negozi tradizionali,
che totalizzano il 40,9% delle preferenze ad Alessandria e il 37,7% a Cuneo. Tra i capoluoghi del Piemonte del
nord est, Verbania risulta, per il terzo anno consecutivo, quello con il più basso utilizzo delle piccole strutture
e, contemporaneamente, con il maggior successo dei negozi situati presso i grandi centri commerciali,
che registrano preferenze pari a quasi il triplo della media regionale. Il mercato rionale viene frequentato
maggiormente nei capoluoghi di Torino e Novara, e meno frequentemente a Vercelli. Si fa ancora scarsamente
ricorso, infine, agli acquisti on line e alle vendite a domicilio che, se a livello regionale registrano l’1,9%
dei consensi, ottengono risultati migliori a Verbania e ad Asti.
Passando dal dettaglio territoriale a quello merceologico, emerge come le preferenze delle famiglie piemontesi
verso i luoghi d’acquisto siano differenziate a seconda del prodotto, orientandosi di volta in volta verso la Gdo
o il negozio tradizionale e lasciando alle altre realtà distributive gradimenti inferiori.
Per i prodotti alimentari, le famiglie piemontesi preferiscono il supermercato, considerato come punto di riferimento
per l’acquisto di surgelati (con il 69,3% delle preferenze), prodotti in scatola (69,3%), pasta e biscotti (66,9%), pesce
(52,8%), frutta e verdura (40,5%); va rilevato che, per quest’ultima tipologia di prodotti, risulta diffuso anche l’acquisto
presso il mercato rionale (con il 29,3% delle preferenze). Per comprare carni e salumi, le famiglie si rivolgono
sia al supermercato (nel 41,2% dei casi) che alla macelleria (40,3%), dove gioca un ruolo fondamentale il rapporto
di fiducia con il negoziante. È solo per l’acquisto di pane che il negozio tradizionale, ovvero la panetteria, rappresenta
il canale di approvvigionamento preferito dalle famiglie, con il 65,3 dei consensi contro il 24,4% della Gdo.
41
_
Prodotti alimentari:
preferenza dei luoghi d’acquisto
Campione di 809 famiglie
Supermercato, ipermercato
Negozio tradizionale
69,3%
Prodotti surgelati
2,6%
,
69,3%
Prodotti in scatola
1,6%
,
40,5%
Frutta e verdura
15,0%
52,8%
Pesce
19,8%
41,2%
40,3%
,
Carne
66,9%
Pasta e biscotti
5,7%
,
24,4%
Pane
65,3%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Percentuale sul totale delle preferenze espresse
A differenza di quanto osservato per gli alimentari, le famiglie piemontesi acquistano i prodotti non alimentari
principalmente negli esercizi commerciali tradizionali, che si confermano luogo di acquisto prediletto
in particolare per l’abbigliamento e l’arredamento, con preferenze rispettivamente pari al 64,6% e 75,2%.
La propensione verso questo canale di approvvigionamento è diminuita di alcuni punti percentuale rispetto
al 2006, quando il negozio tradizionale conquistava il 66,8% delle preferenze per l’abbigliamento e il 79,4%
per l’arredamento. Anche per l’acquisto di elettrodomestici le famiglie continuano a prediligere il negozio tradizionale,
ritenendo di poter contare su una maggiore assistenza nella fase di scelta del prodotto. L’ipermercato ottiene
consensi maggiori solo per l’acquisto di prodotti per la pulizia della casa e per la cura e l’igiene della persona.
Si conferma anche nel 2007 la relazione tra l’età della persona di riferimento della famiglia e il comportamento
d’acquisto adottato: i nuclei in cui il capofamiglia supera i 65 anni si recano meno spesso al supermercato
(con il 37,4% delle preferenze), manifestando una propensione superiore alla media per il negozio tradizionale (34,1%),
il minimercato (12,9%) e il mercato rionale (6,8%). Nelle famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni, la preferenza
per la Gdo è invece nettamente prevalente (nel 53,0% dei casi), sebbene questi nuclei frequentino anche il negozio
tradizionale (28,6%) e gli hard discount (6,6%). Nella fascia d’età 35-44 anni si registra una forte propensione
per l’ipermercato (con il 48,2% dei consensi), e anche i negozi presso i centri commerciali, scelti nel 7,4% dei casi, sono
frequentati in misura maggiore rispetto alle altre famiglie. Quando la persona di riferimento ha tra i 45 e i 54 anni,
gli acquisti vengono effettuati nel 45,1% dei casi presso la Gdo e nel 31,0% dei casi preso il negozio tradizionale.
I nuclei con capofamiglia nella fascia d’età 55-64 anni prediligono, infine, la Gdo (con il 41,9% delle preferenze)
e il negozio tradizionale (31,5%), simpatizzando anche per il minimercato e trascurando invece l’hard discount.
42
_
Prodotti non alimentari:
preferenza dei luoghi d’acquisto
Campione di 809 famiglie
Supermercato, ipermercato
Negozio tradizionale
21,9%
Elettrodomestici
51,7%
8,0%
Arredamento
75,2%
60,6%
Cura e igiene personale
16,7%
7,2%
Abbigliamento
64,6%
62,7%
Pulizia casa
2,7%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
Percentuale sul totale delle preferenze espresse
La preferenza per ipermercati e supermercati è trasversale a tutte le tipologie professionali: la flessibilità
in termini di orario, la possibilità di trovare un’ampia gamma di prodotti e una serie di servizi complementari
rendono la grande distribuzione molto appetibile per le famiglie di lavoratori, che hanno tempi ristretti
da dedicare agli acquisti. Gli impiegati manifestano la più marcata propensione per la Gdo, con il 50,4%
delle preferenze; per le “altre forme di lavoro indipendente” e per gli operai si individua un significativo
apprezzamento per la convenienza dell’hard discount (con quote rispettivamente pari al 12,2% e 10,4%),
mentre dirigenti e imprenditori si riforniscono spesso nel negozio tradizionale.
Esiste, infine, un evidente legame tra la fascia di reddito delle famiglie e la scelta del luogo di acquisto. I negozi
tradizionali registrano preferenze superiori alla media presso i nuclei con redditi alti, che scelgono questo
canale nel 36,3% dei casi, mentre le famiglie con reddito medio prediligono il supermercato (con il 47,6%
delle preferenze) e il negozio nel centro commerciale (6,2%). I redditi bassi mostrano, invece, preferenze superiori
alla media regionale per hard discount (7,2%) e mercati rionali (6,0%).
6.2
Le ragioni di scelta dei luoghi di acquisto
• Sul territorio piemontese l’offerta di canali distributivi a disposizione del consumatore è molto articolata, in grado
di soddisfare le differenti esigenze del consumatore a seconda delle circostanze o della tipologia di prodotto
che desidera acquistare. Queste esigenze spingono il consumatore di volta in volta a scegliere un canale distributivo
piuttosto che un altro.
Dall’analisi dei consumi delle famiglie piemontesi del 2007 è emerso, come per gli scorsi anni, che le strutture
commerciali più utilizzate per effettuare acquisti sono la grande distribuzione organizzata (ipermercati
43
_
e supermercati) e il negozio tradizionale. Le altre tipologie distributive (mercato rionale, minimarket, hard discount,
ecc.), pur rivestendo un ruolo significativo, non hanno ancora conquistato quote importanti di preferenze
del consumatore locale come le prime due. Per questa ragione, nell’analizzare le ragioni di scelta del luogo
di acquisto sarà dedicata maggior attenzione proprio alla Gdo e al negozio tradizionale.
La principale motivazione che spinge le famiglie piemontesi ad acquistare presso ipermercati e supermercati
è riconducibile al vasto assortimento di prodotti che queste strutture offrono, sia in termini di categorie
merceologiche sia in termini di varietà di gamma della stessa tipologia di prodotto appartenente però a fasce
di prezzo differenti.
La seconda motivazione indicata dalla famiglia piemontese è la possibilità di parcheggiare comodamente
all’interno del supermercato; ciò permette di effettuare agilmente anche spese di grandi dimensioni in una volta
sola, risparmiando tempo e fatica. Ed è appunto l’efficienza in termini di tempo la terza motivazione che spinge
i consumatori verso la grande distribuzione organizzata: in una società in cui il lavoro occupa gran parte
della giornata diviene infatti un’esigenza sempre più pressante ottimizzare il tempo da dedicare agli acquisti.
La vicinanza e la comodità si collocano al quarto posto, seguite dalla piacevolezza dell’ambiente. La convenienza
in termini di prezzo rappresenta la quinta e ultima motivazione che spinge le famiglie piemontesi verso le grandi
strutture, forse perché la convenienza viene percepita maggiormente in strutture come gli hard discount.
Ragioni di scelta
del supermercato o ipermercato
Campione di 809 famiglie
Piacevolezza dell’ambiente
16,2%
Prezzi bassi
12,1%
Ass
Assortimento
maggiore
19,7%
19,
Parcheggio
18,0%
Riduzione del tempo
mpo di acquisto
17,3%
Vicinanza e co
comodità
16,7%
Differenti le ragioni che inducono le famiglie piemontesi ad acquistare presso il negozio tradizionale: mentre
per le grandi strutture le motivazioni sono legate all’assortimento di beni, al parcheggio e alla comodità, la prima
ragione per cui le famiglie scelgono di acquistare presso il negozio di quartiere è, anche quest’anno,
legata alla qualità dei prodotti, quali pane, carne, abbigliamento ed elettrodomestici.
La seconda motivazione che spinge le famiglie consumatrici verso il negozio di quartiere è la cortesia
del negoziante, con cui il cliente può facilmente instaurare un rapporto cordiale. Segue, tra le motivazioni
delle famiglie piemontesi, il rapporto di fiducia che si instaura tra cliente e rivenditore; acquistando nel negozio
44
_
di quartiere, infatti, il cliente sa che potrà essere assistito nella fase di scelta del prodotto e che potrà
successivamente usufruire dell’assistenza diretta del rivenditore. Il negozio tradizionale viene scelto anche
per la vicinanza all’abitazione e perché consente momenti di socializzazione.
Tra le altre forme distributive, il mercato rionale viene frequentato dalle famiglie piemontesi per acquistare
soprattutto frutta e verdura e viene scelto poiché dà la possibilità di socializzare e si trova nelle vicinanze
dell’abitazione. Anche il minimercato viene scelto principalmente per la sua vicinanza a casa, mentre gli hard
discount, per la loro politica di contenimento dei prezzi, sono frequentati principalmente dai consumatori
che vogliono contenere le proprie spese.
Ragioni di scelta
del negozio tradizionale
Campione di 809 famiglie
Socializzazione
14,8%
Qualità dei pr
prodotti
23,6%
Cortesia del negoziante
23,4%
Vicina
Vicinanza
e comodità
15,2%
Rapporto di fiducia
23,0%
45
_
7. Altri aspetti legati ai consumi
7.1
I comportamenti d’acquisto in relazione
all’inflazione percepita
• In base ai dati diffusi dall’Istat, a gennaio 2008 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività
(Nic) ha registrato una variazione del +0,4% rispetto al mese di dicembre e del +2,9% rispetto al mese
di gennaio dell’anno precedente. Gli aumenti tendenziali più significativi hanno riguardato i capitoli
dei trasporti, dei prodotti alimentari e bevande analcoliche e dell’abitazione, acqua, elettricità e combustibili,
mentre le comunicazioni hanno registrato una diminuzione dell’8,5%. L’indice “Città di Torino”, calcolato
come variazione dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati (al netto del consumo dei tabacchi), riporta
invece, sempre a gennaio 2008, una crescita del 3,2% rispetto allo stesso mese del 2007. Nell’opinione
delle famiglie, tuttavia, i rialzi dei prezzi sono stati ben più consistenti e la spesa è diventata sempre più cara.
Per quanto riguarda i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, a gennaio 2008 l’Istat ha rilevato una crescita
di ben il 4,8% rispetto a dodici mesi prima. Questa categoria comprende generi alimentari, bevande,
tabacchi, spese per l’affitto, beni non durevoli e servizi per la manutenzione e la pulizia della casa,
carburanti, trasporti urbani, giornali e periodici, servizi di ristorazione e spese di assistenza. Si tratta
di un paniere di beni che, nel complesso, pesa per il 39% sugli acquisti annuali: il dato sulla variazione
dei prezzi di tali prodotti non può quindi sostituire in alcun modo l’indice generale dei prezzi al consumo,
pur rappresentando un utile strumento per la comprensione e l’approfondimento delle dinamiche inflattive.
L’acquisto giornaliero di determinati prodotti incide maggiormente, tuttavia, sulla percezione dei prezzi
rispetto ad un acquisto effettuato una tantum: questo spiega perché l’inflazione percepita tende a crescere
più rapidamente di quella reale, soprattutto in un periodo di forti rincari dei prodotti energetici e alimentari.
Se si aggiungono l’affermarsi di sentimenti allarmistici e una diffusa disinformazione, oltre che la confusione
ancora oggi presente in seguito all’introduzione dell’euro, è evidente come la divaricazione tra i trend
dei prezzi reali e percepiti stia raggiungendo dimensioni sempre maggiori.
Il confronto tra inflazione percepita e rilevata rappresenta un argomento di particolare interesse, non solo
ai fini di un’analisi generale delle reazioni dei consumatori ai fenomeni congiunturali, ma, nel contesto
del presente volume, anche per un ulteriore approfondimento dei comportamenti dei piemontesi
in conseguenza della percezione del loro potere d’acquisto. Ai fini dell’indagine sono stati perciò individuati
alcuni generi alimentari e non alimentari particolarmente rappresentativi ed è stato chiesto alle famiglie
di indicare i cambiamenti nel consumo di questi prodotti negli ultimi dodici mesi, in seguito alle variazioni
dei prezzi da loro osservate.
Per quanto riguarda i generi alimentari, più della metà delle famiglie intervistate ha continuato ad acquistare
come o più di prima, sia quantitativamente che qualitativamente: il rialzo dei prezzi di tali prodotti registrato
negli ultimi mesi del 2007 non sembra quindi aver inciso in misura significativa sulle scelte di acquisto dei piemontesi.
Scendendo nel dettaglio, più di una famiglia su due non ha modificato le proprie abitudini nel consumo di
carne, a fronte di un 25% che ha reagito alle dinamiche inflazionistiche limitando l’acquisto, senza rinunciare
alla qualità. Le variazioni dei prezzi non hanno influito sugli acquisti di carne in otto famiglie su dieci
a Vercelli, nel 70% dei casi a Biella e nel 60% ad Asti. Gli imprenditori e le coppie senza figli hanno
mantenuto stabile la propria spesa per carne in due casi su tre, mentre i single hanno risentito maggiormente
dell’aumento dei prezzi e nel 30% dei casi hanno limitato l’acquisto, pur non rinunciando alla qualità.
46
_
Variazioni delle abitudini d’acquisto
delle famiglie in relazione all’inflazione percepita
Campione di 809 famiglie
Ha continuato
ad acquistare
come e più
di prima
per quantità
e qualità
Ha limitato
l'acquisto,
non
diminuendo
la qualità
Ha scelto
prodotti
di qualità
inferiore,
pur sempre
buona,
non limitando
l'acquisto
Ha limitato
l'acquisto
e scelto
prodotti
di qualità
inferiore,
pur sempre
buona
Ha cambiato
il tipo
di prodotto,
non
modificando
la quantità
Risposta
non
espressa
Totale
carne
54%
25%
6%
5%
5%
5%
100%
pesce
49%
28%
8%
7%
4%
5%
100%
frutta e verdura
60%
16%
10%
7%
3%
4%
100%
abbigliamento e calzature
26%
36%
15%
17%
3%
3%
100%
pasti e consumazioni fuori casa
35%
31%
6%
10%
7%
11%
100%
cinema, teatro e altri spettacoli
41%
23%
5%
8%
3%
20%
100%
Generi alimentari
Generi non alimentari
Il consumo di pesce non ha subìto cambiamenti né in quantità, né in qualità, per il 49% degli intervistati
(nella precedente rilevazione la percentuale si attestava al 42%), mentre il 28% delle famiglie ha limitato
la propria spesa, pur senza rinunciare alla qualità. Le scelte di acquisto sono risultate più elastiche
all’andamento dei prezzi nei nuclei familiari con persona di riferimento giovane, mentre a ridurre
maggiormente il consumo di pesce - senza tuttavia scegliere prodotti di qualità inferiore - sono stati
i single. Se imprenditori e dirigenti non hanno tenuto conto, nella maggior parte dei casi, dell’andamento
dei prezzi, solo il 20% dei nuclei con capofamiglia appartenente alla categoria delle “altre forme di lavoro
indipendente” (coadiuvanti, collaboratori, soci di cooperative) ha potuto permettersi questo atteggiamento,
mentre il 10% ha ridotto il consumo sia in termini quantitativi che qualitativi.
Le abitudini di acquisto di frutta e verdura sono rimaste immutate, nonostante i forti rincari registrati
per queste tipologie di prodotti, per il 60% delle famiglie intervistate. L’inflazione percepita ha tuttavia portato
il 16% del campione a diminuire le quantità, mantenendo però inalterata la qualità, e il 7% a ridurre i propri
acquisti sia quantitativamente che qualitativamente. I comportamenti di consumo sono rimasti invariati
principalmente a Vercelli e a Biella, tra le famiglie più anziane e tra gli imprenditori. Hanno invece diminuito
il consumo di frutta e ortaggi, sacrificando anche la qualità, soprattutto i nuclei con capofamiglia occupato
in “altre forme di lavoro indipendente” e quelli a medio e basso reddito. I single hanno ridotto, ancora
una volta, i volumi ma non la qualità.
Le famiglie piemontesi hanno risentito in misura maggiore del tasso d’inflazione nell’acquisto dei generi
non alimentari, anche se la percentuale di chi ha dichiarato di non aver modificato le proprie abitudini risulta
in aumento rispetto al 2006.
Relativamente all’abbigliamento e alle calzature, il 26% degli intervistati ha continuato a spendere come
e quanto prima, ma allo stesso tempo il 17% ha dovuto ridurre sia la quantità che la qualità dei proprio
acquisti. I sacrifici maggiori hanno riguardato le famiglie di Asti e Verbania, dove il 30% del campione
ha comprato meno capi d’abbigliamento e di qualità inferiore. Le abitudini di acquisto sono rimaste
sostanzialmente stabili per buona parte dei nuclei con capofamiglia sopra i 65 anni e per gli imprenditori.
47
_
Le coppie con figli si sono invece trovate costrette, in quasi un caso su cinque, ad acquistare le stesse
quantità di prodotti, ma rinunciando alla qualità.
Il consumo di pasti fuori casa non ha risentito delle dinamiche inflattive per quasi un intervistato su tre,
mentre solo una famiglia su dieci ha sacrificato quantità e qualità. A Vercelli e Torino, in particolare,
le modalità di consumo non hanno subìto cambiamenti rispettivamente per il 72% e per il 64% del campione;
a Cuneo e Novara, circa il 40% delle famiglie ha invece preferito ridurre le cene fuori, senza però rinunciare
al livello del servizio. I single e le coppie senza figli hanno scelto in quasi quattro casi su dieci di mantenere
invariate le proprie abitudini, mentre le coppie con figli hanno limitato la frequenza, mantenendo la qualità,
nel 33% dei casi, e diminuito sia la quantità che la qualità in più di un caso su dieci.
La spesa per divertimenti non ha subìto rilevanti cambiamenti per il 40% delle famiglie, a fronte di un 30%
nel 2006. In particolare, quasi la metà dei single non ha rinunciato a queste spese né in termini di frequenza
né di livello del servizio fruito. L’elasticità della spesa per cinema, teatro e altri spettacoli risulta inoltre
correlata in maniera direttamente proporzionale al reddito.
Nel complesso, i dati mostrano una certa sensibilità dei comportamenti d’acquisto delle famiglie
alle tendenze inflazionistiche, che però risulta in costante diminuzione negli anni soprattutto per i generi
non alimentari, ma anche, in parte, per quelli alimentari. Il generale aumento della percentuale di famiglie
che ha dichiarato di non aver modificato le proprie abitudini di spesa in un contesto di rialzo dei prezzi e di forte
allarmismo rappresenta quindi un segnale positivo della capacità dei piemontesi di affrontare periodi
di inflazione, reale o presunta, con crescente serenità.
7.2
Il consumo di prodotti del commercio equo e solidale
• Il primo negozio di commercio equo e solidale aprì nel 1958 negli Stati Uniti: da allora questo mercato
alternativo si è diffuso fino a diventare un movimento globale che coinvolge oltre un milione di piccoli
produttori e lavoratori dei Paesi del sud del mondo. I prodotti alimentari e di artigianato del commercio equo
e solidale vengono oggi venduti non solo nelle botteghe specializzate, ma anche nei supermercati e in altri
punti di vendita tradizionali.
Il peso di questi prodotti sul totale degli acquisti dei piemontesi è ancora modesto, ma le famiglie
intervistate hanno aumentato nel corso degli ultimi anni la propria propensione ad effettuare consumi
in questa direzione, dimostrando di conoscere e condividere sempre di più gli obiettivi di questo
commercio alternativo: supportare i produttori svantaggiati garantendo loro un giusto guadagno ed evitare
discriminazioni e sfruttamento operando in un regime di trasparenza. Le famiglie piemontesi che nel 2007
hanno acquistato prodotti del commercio equo e solidale sono il 35%, il 2% in più rispetto al 2006,
e più del 4% degli intervistati ha compiuto questa scelta con regolarità. I nuclei residenti a Cuneo hanno
mostrato ancora una volta la più alta propensione a consumare questo tipo di prodotti (circa il 50%
delle famiglie ha effettuati tali acquisti almeno una volta nell’anno), mentre i vercellesi risultano i più restii
a scegliere questo canale alternativo.
Il commercio equo e solidale è diffuso soprattutto tra i giovani, tanto che emerge una chiara relazione
tra l’età della persona di riferimento del nucleo familiare e il ricorso all’acquisto di questo tipo di prodotti.
Si tratta inoltre di un’abitudine che coinvolge più i lavoratori dipendenti (rispettivamente il 43% e il 39%
dei dirigenti e degli impiegati ha effettuato questo tipo di acquisti almeno una volta nel 2007) rispetto
ai lavoratori autonomi: le percentuali risultano infatti molto più basse tra imprenditori, lavoratori in proprio
tra le altre forme di lavoro indipendente.
Facendo infine riferimento alle caratteristiche delle famiglie intervistate, le coppie senza figli e i single
che nel 2007 hanno consumato prodotti del commercio equo e solidale si attestano sul 30%, mentre
la percentuale sale al 43% se si considerano i nuclei con figli.
48
_
Acquisto di prodotti del commercio equo e solidale
da parte delle famiglie per età della persona di riferimento
Campione di 809 famiglie
< 35 anni
45,6%
35-44 anni
43,8%
45-54 anni
38,1%
55-64 anni
33,6%
≥ 65 anni
Piemonte
35,1%
19,4%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
7.3
Gli acquisti di beni on line
• Nella società moderna, Internet rappresenta sempre più spesso il primo media attraverso il quale reperire
informazioni prima di effettuare un acquisto: tale abitudine, conosciuta con il nome di “infocommerce”,
è sempre più diffusa, ma le reticenze e le paure legate alla sicurezza in rete e alla qualità della logistica fanno sì
che vi sia un significativo ritardo degli italiani nell’effettuare acquisti on line rispetto ai principali Paesi europei.
Se in Gran Bretagna, leader europeo sul fronte dell’e-commerce, le vendite on line nel 2007 hanno realizzato
un balzo di circa 76 punti percentuale rispetto al 2006, in Italia il trend espansivo è infatti risultato decisamente
più contenuto, con una crescita del 30% del giro d’affari complessivo. L’Italia fatica ad allinearsi agli altri Paesi
anche in termini di penetrazione dell’e-commerce sul totale delle vendite ai consumatori finali: nel nostro Paese,
le transazioni effettuate sul web rappresentano infatti solo lo 0,6% delle vendite complessive, contro valori che
vanno dall’1,5% al 5% negli altri Paesi.
Gli italiani comprano in rete principalmente i prodotti che non riescono a trovare altrove, quantomeno a livello
di prezzo: è questa la ragione del successo sperimentato sul web da alcuni comparti, quale, ad esempio,
quello delle polizze assicurative. Anche nel 2007, il turismo ha rappresentato il settore con la maggior frequenza
di acquisti on line (pari al 49% delle transazioni), seguito dall’informatica ed elettronica di largo consumo (9%)
e dal comparto assicurativo (8%).
Anche la propensione dei piemontesi ad effettuare acquisti sul web cresce, ma non decolla: se nel 2006 circa 17 famiglie
su 100 dichiaravano di utilizzare la rete per i propri acquisti, nel 2007 la stessa proporzione è infatti salita solo al 20%.
L’analisi territoriale rivela come la diffusione dell’e-commerce sia maggiore a Verbania, dove il 26,7%
delle famiglie ha effettuato, nel corso dell’anno, transazioni sul web, seguita da Alessandria (23,6%) e Novara (23,3%).
La diffusione del commercio on line risulta in linea con la media regionale nei capoluoghi di Asti, Biella, Cuneo
e Vercelli, mentre è minima tra i torinesi, con una percentuale dell’11,7%.
49
_
La reticenza nei confronti del web è minore tra i nuclei con capofamiglia sotto i 35 anni rispetto a quelli in cui
la persona di riferimento è più anziana: tra i primi, il 40% sfrutta le potenzialità degli acquisti on line, mentre solo
il 6% degli over 65 compra beni e servizi in rete. In generale, si osserva come la propensione all’e-commerce
diminuisca al crescere dell’età del capofamiglia.
La disaggregazione per categoria professionale del capofamiglia rivela la spiccata tendenza di impiegati
e operai ad effettuare acquisti on line: la percentuale di famiglie che sfrutta Internet per le proprie spese si attesta
rispettivamente al 28,6% e al 24% se la persona di riferimento svolge mansioni impiegatizie o operaie.
Anche in Piemonte, è il turismo il comparto in cui l’e-commerce riscuote il maggior successo: sul web
i piemontesi acquistano per lo più biglietti aerei e pacchetti vacanze. Tra gli altri beni comprati più frequentemente
on line figurano, infine, cd musicali, libri e capi d’abbigliamento.
Acquisiti on line da parte delle famiglie
per classe di età della persona di riferimento
Campione di 809 famiglie
45%
40%
35%
30%
25%
Piemonte
19,9%
20%
15%
10%
5%
39,2%
26,0%
21,6%
13,3%
5,6%
< 35 anni
35-44 anni
45-54 anni
55-64 anni
≥ 65 anni
0%
7.4
Gli acquisti con pagamento rateale
• Il credito erogato alle famiglie italiane continua a crescere, ma a ritmi sempre più contenuti: è questo il trend che
emerge dai dati elaborati da Assofin nell’Osservatorio sul credito al consumo. Il valore complessivo dei finanziamenti
erogati sul territorio nazionale a fine dicembre 2007 si attesta a oltre 59,8 miliardi di euro, il 9,5% in più rispetto
allo stesso periodo del 2006, registrando la crescita più bassa degli ultimi cinque anni. Dai dati forniti dall’Osservatorio
Assofin emerge, inoltre, che per tutto il 2007 l’evoluzione complessiva del comparto del credito al consumo è stata
sostenuta dai prestiti non finalizzati, ovvero erogati direttamente dalle banche e dalle società finanziarie, che hanno
mostrato tassi di crescita sempre superiori alla media. È risultata buona, inoltre, la dinamica dei prestiti contro cessione
di un quinto dello stipendio, mentre i finanziamenti erogati attraverso l’utilizzo delle carte revolving - un particolare
tipo di carte di credito che consente di rimborsare a rate il saldo di fine mese - hanno registrato un tasso di sviluppo
inferiore alla performance del comparto del credito al consumo nel suo complesso.
50
_
Il confronto internazionale, di fonte Ocse, vede l’Italia lontana dai picchi raggiunti in altri Paesi: se nel nostro Paese
la percentuale del debito sul reddito disponibile delle famiglie è stabile al 59%, in Olanda ha raggiunto il 246%,
in Danimarca il 260%, in Gran Bretagna il 159%, negli Usa il 135%, in Germania e Francia rispettivamente il 107%
e l’89%. Mentre in Italia il credito al consumo rappresenta il 5,8% del Pil, in Gran Bretagna e Germania le stesse quote
si stabiliscono al 16,5% e 9,9%.
Questi dati sono indice di un certo grado di preoccupazione da parte delle famiglie, dovuto, in primo luogo,
all’aumento dei tassi di interesse, che spinge gli italiani ad indebitarsi in maniera più oculata rispetto al passato.
Spostando l’attenzione alla dimensione piemontese del fenomeno, si evidenzia come il 15% delle famiglie intervistate
abbia effettuato, nel corso del 2007, acquisti con pagamento rateale, quota stabile rispetto al 2006. Si osserva un’elevata
eterogeneità nel ricorso al credito al consumo nei diversi capoluoghi di provincia: a Verbania, il 32,2% dei nuclei familiari
acquista beni e servizi servendosi di forme di pagamento rateale, mentre ad Alessandria la percentuale precipita all’8%;
negli altri capoluoghi, il ricorso al credito al consumo coinvolge quote di famiglie che oscillano tra il 12% e il 14%.
Nel confronto tra le classi di età delle persone di riferimento, i più giovani appaiono più spregiudicati: il ricorso
ad acquisti rateali coinvolge infatti il 24,9% dei nuclei con capofamiglia tra i 35 e i 44 anni, mentre la stessa percentuale
scende al 4,1% tra gli over 65. Quanto alla tipologia del nucleo familiare, il pagamento rateale di beni e servizi
è frequente soprattutto tra le coppie con figli (il 18,5%), mentre è occasionale tra le coppie senza figli e i single
(12,9% per entrambe le categorie).
La richiesta di forme di credito al consumo è alta da parte delle famiglie di impiegati (il 21,4%), mentre risulta nulla
tra i nuclei in cui la persona di riferimento è un imprenditore. A causa delle minori disponibilità monetarie, sono soprattutto
i nuclei con reddito medio (nel 15% dei casi) e basso (15,3%) a ricorrere agli acquisti con pagamento rateale.
In generale, le famiglie che hanno dichiarato di impiegare queste forme di pagamento lo fanno per lo più
saltuariamente (quota del 13,2%), mentre ricorre abitualmente a questo strumento creditizio solo l’1,7% del campione.
Indagando le ragioni che spingono le famiglie ad utilizzare il credito al consumo, si osserva come il 55% utilizzi
strumenti di questo tipo per acquistare prodotti e servizi che diversamente non sarebbe in grado di comprare, mentre
il 45% lo ritiene una modalità di pagamento comoda e conveniente. I beni acquistati più frequentemente con forme
di pagamento rateale sono le automobili, i computer, gli apparecchi televisivi, gli elettrodomestici e i capi di abbigliamento.
Ricorso al credito al consumo
da parte delle famiglie per età della persona di riferimento
Campione di 809 famiglie
45-54 anni
23,1%
,
55-64 anni
an
18,2%
Sì
15,0%
15,0
≥ 65 anni
6,6%
6
,6%
35-44 anni
34,7%
4,7%
< 35 anni
17,4%
No
85,0%
51
_
8. I consumi complessivi: considerazioni conclusive
• Se il 2006 aveva rappresentato un anno di profonda discontinuità rispetto al passato, a causa dell’ottimismo
innescato nei piemontesi dall’evento olimpico e della ritrovata fiducia dei consumatori derivante
da una congiuntura economica di nuovo positiva, la situazione riscontrata nel 2007 è del tutto differente.
In primo luogo, l’anno è stato dominato dalla perdurante sensazione, da parte delle famiglie, di una forte perdita
del proprio potere d’acquisto. Sulla base dei dati forniti dall’Istat, a gennaio 2008 l’indice dei prezzi al consumo
per l’intera collettività ha scontato un aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente, mentre su base annua
l’incremento è stato del +2,9%. Per i prodotti ad alta frequenza d’acquisto, l’aumento tendenziale è stato
ancora più sostenuto, sfiorando i 5 punti percentuale. Per quanto i prodotti comprati più frequentemente non
rappresentino la totalità degli acquisti mensili, è chiaro come le percezioni dei consumatori sulle dinamiche inflattive
siano legate soprattutto alle spese quotidiane. A causa di questi meccanismi, le percezioni inflazionistiche
delle famiglie piemontesi hanno giocato, nel 2007, un ruolo preponderante nel ridimensionarne i consumi complessivi.
In secondo luogo, nell’ultima metà del 2007 l’economia europea è stata lambita dagli effetti della crisi finanziaria
americana: a partire dall’estate, sui mercati internazionali si respira un clima di diffusa incertezza che ha minato
la fiducia dei consumatori, anche di quelli italiani e, quindi, piemontesi. I piemontesi hanno reagito contraendo,
in parte, le proprie spese, soprattutto quelle destinate a beni di consumo non strettamente indispensabili:
la spesa media mensile delle famiglie nel 2007 si è attestata a 2.502,64 a valori correnti (che incorporano anche
il tasso di inflazione), circa 47 euro in meno rispetto al 2006, con una riduzione dell’1,8%.
Composizione della spesa familiare
per consumi complessivi
Campione di 809 famiglie
Tabacco
0,5%
Abbigliamento e calzature
5,2%
Alimentari
11,9%
Abitazione
27,5%
Altri beni e servizi
15,2%
Istruzione
1,1%
Ricreazione e spettacoli
5,2%
Trasporti e comunicazioni
14,1%
52
_
Servizi sanitari e salute
4,5%
Combustibili ed energia elettrica
6,4%
Arredi, apparecchiature
e servizi per la casa
8,4%
La composizione della spesa familiare per consumi complessivi si mostra parzialmente modificata rispetto
al 2006. Accanto alle quote sostanzialmente invariate detenute dagli esborsi per prodotti alimentari, trasporti
e comunicazioni, nel 2007 il budget delle famiglie piemontesi sconta un aumento del peso delle spese
per l’abitazione in senso stretto e di quelle per servizi sanitari e salute.
Ragionando in termini di valori, si osservano invece dinamiche maggiormente differenziate rispetto all’anno
precedente: diminuiscono l’esborso medio per l’acquisto di prodotti alimentari, soprattutto di quelli non
strettamente necessari, le spese mensili per muoversi e comunicare subiscono una modesta contrazione,
mentre è più marcata flessione delle bollette domestiche e delle spese più discrezionali legate all’abitazione,
ovvero quelle per arredi e apparecchiature per la casa. Si osservano contemporaneamente incrementi nel valore
assoluto delle spese per l’abitazione in senso stretto e, soprattutto, per le prestazioni sanitarie, sintomo
della crescente attenzione sociale riservata a questo aspetto della vita quotidiana.
A livello territoriale, Cuneo primeggia quanto a spesa media mensile familiare per consumi complessivi,
con un importo che sfiora i 2.905 euro; in seconda posizione, a notevole distanza, si collocano le famiglie biellesi,
che spendono circa 2.677 euro al mese. A Novara, la cifra tocca i 2.637 euro mensili; seguono i capoluoghi
di Alessandria, Vercelli, Torino, Verbania e, in ultima posizione, Asti, dove si superano di poco i 2mila euro.
Nell’ambito dell’indagine, si è domandato a ciascun nucleo familiare di indicare la percentuale di reddito
annuo risparmiata. Il 30,4% delle famiglie piemontesi ha dichiarato di spendere tutto il proprio reddito nell’arco
dell’anno, il 27% circa ne risparmia una quota compresa tra l’1% e il 10%, mentre per il 17,8% e il 12,6%
degli intervistati la quota si aggira rispettivamente intorno all’11-20% e al 21-30% delle entrate familiari.
Solo 6 famiglie su 100 riescono ad accantonare quote maggiori.
Nel dettaglio, sono soprattutto i nuclei familiari con il capofamiglia tra i 45 e i 54 anni a spendere l’intero reddito
nell’arco dell’anno: in questi casi, la percentuale sale infatti al 35,2%. Si segnalano quote elevate anche
tra i single (il 40% non riesce a mettere da parte nulla) e tra i nuclei con capofamiglia che svolge “altre forme di lavoro
indipendente” (il 36,8%). Riescono a risparmiare di più solo le coppie con figli e, prevedibilmente,
le famiglie in cui la persona di riferimento è occupata in posizioni dirigenziali e quelle che si collocano
in una fascia di reddito alta.
Spesa media mensile familiare per consumi complessivi
nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
Campione di 809 famiglie
Consumi alimentari
3.500
Consumi non alimentari
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
2.220,29
1.871,97
2.324,06
2.595,93
2.377,18
2.143,80
2.008,05
2.152,78
2.204,19
280,84
280
84
210,05
352,66
352
66
308,50
308
50
259,47
312,93
312
93
334,05
334
05
314,52
314
52
298,46
298
46
Alessandria
Asti
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbania
Vercelli
Piemonte
53
_
54
_
La spesa iglie
delle fami
s
e
t
n
o
m
pie
o
c
i
t
s
i
t
a
t
s
Allegato
55
_
56
_
Allegato statistico
Tab. 1.1
Famiglie per numero di componenti e tipologia
59
Tab. 1.2
Famiglie per numero di componenti e classe di età
della persona di riferimento
60
Tab. 1.3
Famiglie per numero di componenti e condizione
professionale della persona di riferimento
Tab. 1.4
Componenti delle famiglie per classe di età e sesso
Tab. 1.5
Componenti delle famiglie per condizione professionale e non
Tab. 1.6
Componenti delle famiglie occupati per posizione professionale
Tab. 1.7
Famiglie per capoluogo di provincia e fascia di reddito
61
62
63
64
65
Tab. 2.1
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari
nei capoluoghi di provincia
66
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per età e sesso della persona di riferimento
67
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari nei capoluoghi
di provincia, per età della persona di riferimento
68
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per classe di età della persona di riferimento
69
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per condizione professionale della persona di riferimento
70
Tab. 2.2
Tab. 2.3
Tab. 2.4
Tab. 2.5
Tab. 2.6
Tab. 2.7
Tab. 2.8
Tab. 2.9
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per numero di componenti
71
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per tipologia della famiglia
72
Spesa mensile pro capite per consumi alimentari,
per numero di componenti della famiglia
73
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per fascia di reddito
74
Tab. 2.10 Spesa media mensile familiare per pasti fuori casa nei capoluoghi di provincia,
per età e condizione professionale della persona di riferimento
Tab. 3.1
Tab. 3.2
Tab. 3.3
Tab. 3.4
Tab. 3.5
Tab. 3.6
Tab. 3.7
75
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per classe di età della persona di riferimento
76
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari
nelle zone del Piemonte
78
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per condizione professionale della persona di riferimento
80
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per professione della persona di riferimento
81
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per classe di età della persona di riferimento
82
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per fascia di reddito
83
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per numero di componenti
84
57
_
Tab. 3.8
Tab. 3.9
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per tipologia della famiglia
85
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari
nei capoluoghi di provincia
86
Tab. 3.10 Spesa media mensile familiare per consumi complessivi
nei capoluoghi di provincia
Tab. 4.1
Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi
Tab. 4.2
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Alessandria
Tab. 4.3
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Asti
Tab. 4.4
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Biella
Tab. 4.5
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Cuneo
Tab. 4.6
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Novara
Tab. 4.7
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Torino
Tab. 4.8
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Verbania
Tab. 4.9
Luoghi d’acquisto delle famiglie della città di Vercelli
Tab. 4.10 Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per classe di età
della persona di riferimento
Tab. 4.11 Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per professione
della persona di riferimento
Tab. 4.12 Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi per fascia di reddito
58
_
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
59
_
Single
234
-
-
-
-
-
234
28,9%
N. componenti
1
2
3
4
5
6
Totale
%
Campione di 809 famiglie
Famiglie per numero
di componenti e tipologia
26,0%
210
-
-
-
-
210
-
Coppia senza figli
32,4%
262
3
15
93
151
-
-
Coppia con figli
12,7%
103
-
-
6
30
67
-
Altro
100,0%
809
3
15
99
181
277
234
Totale
-
100,0%
0,4%
1,9%
12,2%
22,4%
34,2%
28,9%
%
Tab 1.1
60
_
45
46
28
6
-
-
125
15,5%
2,0
2
3
4
5
6
Totale
%
Numero medio
componenti
< 35 anni
1
N. componenti
Campione di 809 famiglie
2,5
20,9%
169
-
5
35
54
42
33
35-44 anni
2,5
21,8%
176
3
6
45
46
38
38
45-54 anni
Classe di età
Famiglie per numero di componenti
e classe di età della persona di riferimento
2,1
17,7%
143
-
4
12
31
63
33
55-64 anni
1,7
24,2%
196
-
-
1
25
87
83
≥ 65 anni
2,3
100,0%
809
3
15
99
184
276
232
n.
Totale
-
-
100,0%
0,4%
1,9%
12,2%
22,7%
34,1%
28,7%
%
Tab 1.2
61
_
121
152
134
89
11
3
510
63,0%
100,0%
2
3
4
5
6
Totale
% sul totale
famiglie
% sul totale
occupati
n.
-
-
100,0%
0,6%
2,2%
17,5%
26,3%
29,8%
23,7%
%
Occupati
1
N. componenti
Campione di 809 famiglie
-
29,9%
242
0
2
4
36
102
98
pensionati
-
7,0%
57
0
2
6
14
22
13
altro
In condizione
non professionale
-
100,0%
809
3
15
99
184
276
232
Totale
3,1%
2,0%
16
0
0
2
8
5
1
imprenditori,
liberi
professionisti
Famiglie per numero di componenti
e condizione professionale della persona di riferimento
22,0%
13,8%
112
1
5
16
29
39
22
lavoratori
in proprio
1,8%
1,1%
9
0
0
1
2
4
2
dirigenti
50,6%
31,9%
258
2
4
51
65
74
62
impiegati
Di cui occupati
13,3%
8,4%
68
0
1
15
19
16
17
operai
4,3%
2,7%
22
0
0
2
5
3
12
4,9%
3,1%
25
0
1
2
6
11
5
altre forme
non
di lavoro
dichiarato
indipendente
Tab 1.3
62
_
2
30
120
175
43
11
381
2
3
4
5
6
Totale
≤ 24 anni
1
N. componenti
Campione di 809 famiglie
277
0
2
35
96
101
43
25-34 anni
Componenti delle famiglie
per classe di età e sesso
297
1
11
70
103
79
33
35-44 anni
300
4
13
85
103
57
38
45-54 anni
Classe di età
257
1
6
26
70
121
33
55-64 anni
313
1
0
5
60
164
83
≥ 65 anni
1825
18
75
396
552
552
232
n.
1,0%
4,1%
21,7%
30,2%
30,2%
12,7%
%
100,0%
Totale
829
9
40
209
262
244
65
uomini
Di cui
996
9
35
187
290
308
167
donne
Tab 1.4
63
_
121
272
309
192
28
7
929
50,9%
2
3
4
5
6
Totale
%
n.
-
100,0%
0,8%
3,0%
20,7%
33,3%
29,3%
13,0%
%
Occupati
1
N. componenti
Campione di 809 famiglie
0,8%
15
0
1
3
2
8
1
n.
disoccupati
0,9%
16
0
1
4
6
4
1
n.
5,3%
96
0
4
18
29
38
7
n.
14,5%
264
10
33
129
73
17
2
n.
21,8%
398
1
3
14
82
200
98
n.
pensionati
5,9%
107
0
5
36
51
13
2
n.
altro
In condizione non professionale
in cerca
di prima
casalinghe studenti
occupazione
Componenti delle famiglie
per condizione professionale e non
-
-
-
-
-
-
-
-
n.
non
dichiarato
49,1%
896
11
47
204
243
280
111
n.
-
100,0%
1,2%
5,2%
22,8%
27,1%
31,3%
12,4%
%
totale non
professionale
100,0%
1825
18
75
396
552
552
232
n.
%
-
100,0%
1,0%
4,1%
21,7%
30,2%
30,2%
12,7%
Totale
Tab 1.5
64
_
Imprenditori
1
10
14
6
0
0
31
3,3%
N. componenti
1
2
3
4
5
6
Totale
%
Campione di 809 famiglie
17,8%
165
2
7
29
52
53
22
Lavoratori
in proprio
1,9%
18
0
1
6
3
6
2
Dirigenti
Componenti delle famiglie
occupati per posizione professionale
47,9%
445
5
11
95
145
131
58
Impiegati
14,0%
130
0
4
34
47
28
17
Operai
5,4%
50
0
0
6
16
16
12
9,7%
90
0
5
16
32
28
9
Altre forme
Non dichiarato
di lavoro indipendente
100,0%
929
7
28
192
309
272
121
n.
-
100,0%
0,8%
3,0%
20,7%
33,3%
29,3%
13,0%
%
Totale occupati
Tab 1.6
65
_
*
1
4
4
8
5
2
2
34
Asti
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Vercelli
Verbania
Totale
374
38
37
72
38
52
47
49
41
medio
Fascia di reddito*
basso fino a 2.066 euro mensili, medio da 2.067 a 4.132 euro mensili, alto oltre 4.132 euro mensili
8
alto
Alessandria
Campione di 809 famiglie
Famiglie per capoluogo
di provincia e fascia di reddito
391
48
50
102
43
33
37
39
39
basso
10
2
1
1
1
1
2
1
1
non indicato
Tab 1.7
66
_
51,22
34,58
55,82
56,60
49,58
46,02
51,43
50,33
49,06
Alessandria
Asti
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbania
Vercelli
Piemonte
Pane
e cereali
Campione di 809 famiglie
34,17
38,69
39,14
34,73
32,98
39,39
32,85
29,35
25,57
Dolciumi
e drogheria
70,11
78,80
78,03
73,28
53,98
62,95
84,15
60,14
66,31
Carni
e salumi
15,90
12,37
18,59
18,45
12,22
20,01
20,36
7,23
15,45
Pesce
6,86
7,50
5,75
7,55
3,82
5,47
14,02
3,88
6,23
Oli
e grassi
41,79
41,74
39,63
45,44
35,77
54,58
50,62
25,35
37,49
Latte,
formaggi
e uova
Spesa media mensile familiare
per consumi alimentari nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
27,71
28,97
25,92
33,52
22,92
25,16
34,64
14,77
30,03
Legumi
e ortaggi
25,93
27,75
29,58
26,59
23,85
21,27
31,95
15,62
30,22
Frutta
26,92
28,38
45,98
27,34
24,36
23,07
28,25
19,12
18,31
Bevande
298,46
314,52
334,05
312,93
259,47
308,50
352,66
210,05
280,84
Totale
Tab 2.1
67
_
50,50
36,03
70,82
16,03
5,60
41,42
27,02
24,93
29,25
301,60
Dolciumi e drogheria
Carni e salumi
Pesce
Oli e grassi
Latte, formaggi e uova
Legumi e ortaggi
Frutta
Bevande
Totale
euro
Pane e cereali
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
613
9,7%
8,3%
9,0%
13,7%
1,9%
5,3%
23,5%
11,9%
16,7%
%
100,0%
< 65 anni
288,63
19,63
29,05
29,88
42,94
10,82
15,51
67,88
28,35
44,57
euro
Classe di età
196
≥ 65 anni
%
100,0%
6,8%
10,1%
10,4%
14,9%
3,8%
5,4%
23,5%
9,8%
15,4%
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per età e sesso della persona di riferimento
298,46
26,92
25,93
27,71
41,79
6,86
15,90
70,11
34,17
49,06
euro
809
100,0%
9,0%
8,7%
9,3%
14,0%
2,3%
5,3%
23,5%
11,4%
16,4%
%
media campione
317,92
29,87
27,56
28,74
43,58
9,22
18,00
74,28
34,04
52,63
euro
uomini
Sesso
281,73
24,38
24,53
26,83
40,25
4,84
14,10
66,52
34,28
46,00
euro
donne
Tab 2.2
68
_
Piemonte
Vercelli
Verbania
Torino
Novara
Cuneo
Biella
Asti
Alessandria
48,13
33,78
34,71
48,09
59,31
55,40
57,09
49,72
49,54
30,37
50,49
48,57
52,41
32,93
55,30
44,57
< 65 anni
≥ 65 anni
< 65 anni
≥ 65 anni
< 65 anni
≥ 65 anni
< 65 anni
≥ 65 anni
< 65 anni
≥ 65 anni
< 65 anni
≥ 65 anni
< 65 anni
≥ 65 anni
< 65 anni
≥ 65 anni
50,50
58,33
≥ 65 anni
< 65 anni
Pane
e cereali
Classe
di età
Campione di 809 famiglie
36,03
28,35
42,66
24,81
40,47
35,28
36,93
27,06
35,70
22,85
40,05
37,74
34,70
28,74
30,62
21,86
26,03
24,51
Dolciumi
e drogheria
70,82
67,88
79,11
77,72
75,40
85,69
74,34
69,57
50,53
66,87
61,99
65,33
89,22
72,93
61,03
54,87
74,68
47,11
Carni
e salumi
16,03
15,51
12,25
12,79
19,59
15,69
20,55
11,10
12,01
13,02
21,64
16,01
18,37
24,78
7,47
5,77
13,34
20,29
Pesce
5,60
10,82
7,45
7,65
5,94
5,20
7,62
7,31
3,46
5,15
5,27
5,95
4,66
34,73
3,52
6,03
4,86
9,37
Oli
e grassi
41,42
42,94
44,28
32,83
39,28
40,62
44,39
49,12
36,16
34,28
53,16
58,07
50,49
50,92
25,74
23,06
38,12
36,04
Latte, formaggi
e uova
27,02
29,88
28,48
30,70
24,11
31,20
34,66
29,53
23,80
19,62
24,59
26,55
33,49
37,19
15,46
10,73
25,37
40,75
Legumi
e ortaggi
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari
nei capoluoghi di provincia, per età della persona di riferimento (dati in euro)
24,93
29,05
24,30
39,82
28,13
33,78
27,52
23,34
23,30
25,89
21,09
21,71
30,80
34,49
16,48
10,50
26,81
38,06
Frutta
29,25
19,63
31,49
17,49
49,35
36,15
31,79
11,80
28,34
9,52
22,87
23,57
28,15
28,49
19,85
14,84
19,67
15,20
Bevande
301,60
288,63
325,31
276,74
334,68
332,20
328,28
259,19
262,83
246,92
307,75
310,33
349,19
360,35
214,87
181,44
277,00
289,66
Totale
Tab 2.3
69
_
39,13
51,11
56,46
52,38
44,57
49,06
35-44 anni
45-54 anni
55-64 anni
≥ 65 anni
Media campione
Pane
e cereali
< 35 anni
Classe di età
Campione di 809 famiglie
34,17
28,35
34,34
39,44
34,81
34,82
Dolciumi
e drogheria
70,11
67,88
84,68
78,84
62,65
54,73
Carni
e salumi
15,90
15,51
15,49
16,35
17,85
13,72
Pesce
6,86
10,82
7,36
5,43
4,71
5,01
Oli
e grassi
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per classe di età della persona di riferimento (dati in euro)
41,79
42,94
40,80
43,95
42,59
37,00
Latte, formaggi
e uova
27,71
29,88
31,98
28,97
27,40
18,10
Legumi
e ortaggi
25,93
29,05
31,35
25,10
24,10
18,48
Frutta
26,92
19,63
33,67
28,26
27,36
28,14
Bevande
298,46
288,63
332,03
322,80
292,58
249,13
Totale
Tab 2.4
70
_
5,55
41,38 13,9% 42,49 14,1%
26,66
24,03
29,18
296,87 100,0% 301,16 100,0% 297,94
Latte, formaggi e uova
Legumi e ortaggi
Frutta
Bevande
Totale
9,8%
8,1%
9,0%
1,9%
23,06
29,17
29,51
9,10
15,56
Oli e grassi
5,4%
16,11
7,7%
9,7%
9,8%
3,0%
5,2%
22,20
29,87
29,95
41,43
9,66
15,24
74,00
29,68
Pesce
9,9%
%
%
2,3%
5,3%
26,92
25,93
27,71
9,0%
8,7%
9,3%
41,79 14,0%
6,86
15,90
70,11 23,5%
34,17 11,4%
49,06 16,4%
809
euro
Media
campione
100,0% 298,46 100,0%
7,5%
10,0%
10,1%
13,9%
3,2%
5,1%
24,8%
10,0%
15,4%
242
66,51 22,4% 76,24 25,3%
45,90
euro
Carni e salumi
%
36,77 12,4% 29,74
299
euro
di cui pensionati
Dolciumi e drogheria
%
totale
50,69 17,1% 46,29 15,4%
510
euro
Occupati
Condizione non professionale
Pane e cereali
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi alimentari,
per condizione professionale della persona di riferimento
359,59
34,49
24,59
32,25
45,64
10,31
31,46
83,73
44,33
52,78
16
euro
319,83
35,96
27,02
30,14
39,50
7,21
15,76
76,82
37,57
49,85
112
euro
243,71
10,62
23,23
23,68
45,33
3,17
16,29
49,40
32,84
39,15
22
euro
195,20
10,38
9,12
7,58
22,97
0,42
5,16
74,41
24,64
40,51
9
euro
296,35
28,70
22,93
25,68
42,61
5,01
15,85
65,25
37,54
52,78
258
euro
294,85
28,93
27,36
27,29
40,90
5,66
16,24
62,41
35,72
50,34
68
euro
imprenditori, lavoratori altre forme
impiegati,
dirigenti
operai
liberi prof. in proprio di lavoro indip.
coadiuvanti
Occupati per posizione professionale
Tab 2.5
71
_
33,63
27,75
50,53
10,87
4,45
29,54
21,24
19,37
16,83
214,22
Dolciumi e drogheria
Carni e salumi
Pesce
Oli e grassi
Latte, formaggi e uova
Legumi e ortaggi
Frutta
Bevande
Totale
euro
Pane e cereali
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
234
1
100,0%
7,9%
9,0%
9,9%
13,8%
2,1%
5,1%
23,6%
13,0%
15,7%
%
297,87
24,71
28,13
30,57
39,07
8,93
15,65
72,48
31,17
47,16
euro
277
2
100,0%
8,3%
9,4%
10,3%
13,1%
3,0%
5,3%
24,3%
10,5%
15,8%
%
329,85
35,40
27,02
26,88
49,12
7,04
17,65
73,69
38,53
54,52
euro
181
3
100,0%
10,7%
8,2%
8,1%
14,9%
2,1%
5,3%
22,3%
11,7%
16,5%
%
Numero componenti
Spesa media mensile familiare
per consumi alimentari, per numero di componenti
415,20
36,62
31,74
34,02
61,54
6,26
23,88
99,15
48,06
73,91
euro
99
4
100,0%
8,8%
7,6%
8,2%
14,8%
1,5%
5,8%
23,9%
11,6%
17,8%
%
430,23
50,85
33,54
41,08
57,68
7,79
22,87
89,71
42,04
84,68
euro
18
≥5
100,0%
11,8%
7,8%
9,5%
13,4%
1,8%
5,3%
20,9%
9,8%
19,7%
%
298,46
26,92
25,93
27,71
41,79
6,86
15,90
70,11
34,17
49,06
euro
809
100,0%
9,0%
8,7%
9,3%
14,0%
2,3%
5,3%
23,5%
11,4%
16,4%
%
Media campione
Tab 2.6
72
_
49,83
33,14
74,69
16,16
3,98
37,73
27,00
26,81
30,51
299,84
Dolciumi e drogheria
Carni e salumi
Pesce
Oli e grassi
Latte, formaggi e uova
Legumi e ortaggi
Frutta
Bevande
Totale
euro
Pane e cereali
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
232
10,2%
8,9%
9,0%
12,6%
1,3%
5,4%
24,9%
11,1%
16,6%
%
100,0%
single
306,63
25,94
28,97
31,73
40,49
10,76
16,71
72,74
32,18
47,10
euro
209
100,0%
8,5%
9,4%
10,3%
13,2%
3,5%
5,4%
23,7%
10,5%
15,4%
%
coppia senza figli
365,23
35,13
28,93
30,49
55,11
7,02
19,57
83,39
41,76
63,82
euro
265
100,0%
9,6%
7,9%
8,3%
15,1%
1,9%
5,4%
22,8%
11,4%
17,5%
%
coppia con figli
Tipologia della famiglia
Spesa media mensile familiare
per consumi alimentari, per tipologia della famiglia
214,22
16,83
19,37
21,24
29,54
4,45
10,87
50,53
27,75
33,63
euro
103
altro
100,0%
7,9%
9,0%
9,9%
13,8%
2,1%
5,1%
23,6%
13,0%
15,7%
%
298,46
26,92
25,93
27,71
41,79
6,86
15,90
70,11
34,17
49,06
euro
809
100,0%
9,0%
8,7%
9,3%
14,0%
2,3%
5,3%
23,5%
11,4%
16,4%
%
Media campione
Tab 2.7
73
_
33,63
27,75
50,53
10,87
4,45
29,54
21,24
19,37
16,83
214,22
Dolciumi e drogheria
Carni e salumi
Pesce
Oli e grassi
Latte, formaggi e uova
Legumi e ortaggi
Frutta
Bevande
Totale
euro
Pane e cereali
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
234
1
100,0%
7,9%
9,0%
9,9%
13,8%
2,1%
5,1%
23,6%
13,0%
15,7%
%
148,93
12,35
14,07
15,29
19,53
4,46
7,83
36,24
15,58
23,58
euro
277
2
100,0%
8,3%
9,4%
10,3%
13,1%
3,0%
5,3%
24,3%
10,5%
15,8%
%
109,95
11,80
9,01
8,96
16,37
2,35
5,88
24,56
12,84
18,17
euro
181
3
100,0%
10,7%
8,2%
8,1%
14,9%
2,1%
5,3%
22,3%
11,7%
16,5%
%
Numero componenti
Spesa mensile pro capite per consumi alimentari,
per numero di componenti della famiglia
103,80
9,16
7,94
8,51
15,39
1,57
5,97
24,79
12,02
18,48
euro
99
4
100,0%
8,8%
7,6%
8,2%
14,8%
1,5%
5,8%
23,9%
11,6%
17,8%
%
86,05
10,17
6,71
8,22
11,54
1,56
4,57
17,94
8,41
16,94
euro
18
≥5
100,0%
11,8%
7,8%
9,5%
13,4%
1,8%
5,3%
20,9%
9,8%
19,7%
%
129,76
11,70
11,27
12,05
18,17
2,98
6,91
30,48
14,86
21,33
euro
809
100,0%
9,0%
8,7%
9,3%
14,0%
2,3%
5,3%
23,5%
11,4%
16,4%
%
Media campione
Tab 2.8
74
_
83,93
23,23
6,74
52,73
37,48
32,50
49,95
380,43
Carni e salumi
Pesce
Oli e grassi
Latte, formaggi e uova
Legumi e ortaggi
Frutta
Bevande
Totale
34
alto
100,0%
13,1%
8,5%
9,9%
13,9%
1,8%
6,1%
22,1%
10,1%
14,6%
%
334,39
30,07
27,02
30,42
49,31
6,68
18,95
78,17
37,85
55,92
euro
374
9,0%
8,1%
9,1%
14,7%
2,0%
5,7%
23,4%
11,3%
16,7%
%
100,0%
medio
256,46
22,18
24,07
24,01
34,08
7,16
12,02
60,91
30,36
41,67
euro
Fascia di reddito*
391
basso
basso fino a 2.066 euro mensili, medio da 2.067 a 4.132 euro mensili, alto oltre 4.132 euro mensili
38,47
Dolciumi e drogheria
*
55,39
euro
Pane e cereali
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare
per consumi alimentari, per fascia di reddito
100,0%
8,6%
9,4%
9,4%
13,3%
2,8%
4,7%
23,7%
11,8%
16,2%
%
318,09
15,97
35,12
38,28
24,81
2,77
28,69
81,31
30,95
60,20
euro
10
100,0%
5,0%
11,0%
12,0%
7,8%
0,9%
9,0%
25,6%
9,7%
18,9%
%
non indicato
298,46
26,92
25,93
27,71
41,79
6,86
15,90
70,11
34,17
49,06
euro
809
100,0%
9,0%
8,7%
9,3%
14,0%
2,3%
5,3%
23,5%
11,4%
16,4%
%
Media campione
Tab 2.9
75
_
56,72
55,88
88,78
91,50
62,90
82,30
30,65
83,10
69,95
Alessandria
Asti
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbania
Vercelli
Piemonte
33,32
80,83
7,21
14,92
18,83
60,61
29,89
18,47
34,08
< 65 anni ≥ 65 anni
Classe di età
Campione di 809 famiglie
74,95
87,02
25,51
92,96
66,33
99,38
93,43
53,61
66,06
Occupati
37,42
73,05
25,33
27,97
26,83
56,16
30,79
44,50
29,07
totale
32,43
68,60
11,36
19,66
17,85
54,45
31,75
37,61
27,79
di cui
pensionati
Condizione non professionale
61,08
82,52
25,44
67,33
53,60
82,57
70,46
50,47
49,85
Media
campione
88,93
50,47
16,24
157,55
-
0
155,17
0
88,85
imprenditori,
liberi prof.
101,34
113,56
53,43
118,74
146,09
110,40
86,24
26,06
39,89
122,93
12,04
-
121,48
42,64
186,13
-
240,80
-
lavoratori altre forme di
in proprio lavoro indip.
43,73
-
47,60
22,46
-
0
-
64,71
0
dirigenti
65,46
46,43
23,43
86,80
60,92
96,56
88,05
52,34
75,59
impiegati,
coadiuvanti
Occupati per posizione professionale
Spesa media mensile familiare per pasti fuori casa nei capoluoghi di provincia,
per età e condizione professionale della persona di riferimento (dati in euro)
54,88
51,59
14,70
46,18
30,08
42,51
96,47
63,93
59,55
operai
Tab 2.10
76
_
15,36
144,81
687,41
117,17
486,20
163,32
51,91
60,02
51,39
235,32
75,83
21,15
43,19
58,56
28,59
8,00
Vestiario e calzature
Abitazione*
affitto e subaffitto
valore locativo
Combustibili ed energia elettrica
energia elettrica e acqua
gas, kerosene e riscaldamento autonomo
riscaldamento centrale
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
mobili
coperture, tessuti, tappeti, etc.
oggetti per la casa e detersivi
cucine, frigo, lavatrici e piccoli elettrodomestici
servizi domestici**
lavanderia e riparazioni
euro
Tabacco
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
613
< 65 anni
-
-
-
-
-
-
9,4%
-
-
-
6,5%
-
-
27,5%
5,8%
0,6%
%
7,56
26,78
34,36
26,68
11,82
22,37
129,57
58,51
50,67
45,00
154,18
521,42
70,46
686,19
88,97
6,29
euro
Classe di età
Spesa media mensile familiare per consumi
non alimentari, per classe di età della persona di riferimento
196
≥ 65 anni
-
-
-
-
-
-
7,1%
-
-
-
8,4%
-
-
37,6%
4,9%
0,3%
%
7,90
28,15
52,70
39,19
18,89
62,87
209,70
53,12
57,75
50,24
161,11
494,73
105,85
687,11
131,28
13,16
euro
809
-
-
-
-
-
-
9,0%
-
-
-
6,9%
-
-
Segue
29,4%
5,6%
0,6%
%
Media campione
Tab 3.1
77
_
101,56
11,16
33,80
419,78
53,06
46,04
142,36
69,95
14,11
spese varie per divertimenti
spese varie (cinema, teatro, noleggi, giochi, etc.)
Istruzione
Altri beni e servizi
cura e igiene personale
assicurazione vita e salute
vacanze (viaggi, hotel, etc.)
pasti fuori casa
animali domestici
**
*
613
100,0%
-
-
-
-
-
16,8%
1,4%
-
-
-
-
6,0%
-
-
-
-
-
-
-
11,5%
-
%
1.825,49
13,55
33,32
85,79
28,68
38,82
259,58
4,91
3,89
46,35
11,01
16,96
61,01
57,08
4,44
66,52
48,86
1,70
7,65
136,09
548,27
146,59
euro
Classe di età
196
≥ 65 anni
100,0%
-
-
-
-
-
14,2%
0,3%
-
-
-
-
3,3%
-
-
-
-
-
-
-
30,0%
-
%
2.337,34
13,97
61,08
128,66
41,83
49,61
380,97
26,80
9,40
88,18
13,76
22,53
128,89
83,30
5,20
109,42
83,62
3,26
12,72
117,17
485,26
113,06
euro
809
100,0%
-
-
-
-
-
16,3%
1,1%
-
-
-
-
5,5%
-
-
-
-
-
-
-
20,8%
-
%
Media campione
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione, che ammontano complessivamente a 68,84 euro nelle famiglie più giovani e a 31,07 euro
nelle famiglie più anziane
la voce dei servizi domestici comprende anche i servizi di assistenza alle persone (ad esempio baby sittering)
2.501,00
14,64
spese varie tempo libero (tv, radio, etc.)
Totale*
24,31
giornali e libri
123,13
benzina, gasolio, etc.
150,59
94,73
assicurazione e bolli
Ricreazione e spettacolo
3,76
camper, roulotte e bici
91,69
14,34
acquisto di scooter e moto
telefono fisso e cellulare (acquisto, bolletta e schede)
57,99
acquisto dell’auto
5,45
288,19
Trasporti e comunicazioni
biglietti tram, bus, treno, etc.
102,34
Servizi sanitari e salute
N. famiglie
euro
< 65 anni
78
_
46,87
riscaldamento centrale
72,61
19,03
39,64
44,23
21,78
7,95
mobili
coperture, tessuti, tappeti, etc.
oggetti per la casa e detersivi
cucine, frigo, lavatrici e piccoli elettrodomestici
servizi domestici****
lavanderia e riparazioni
205,24
72,89
gas, kerosene e riscaldamento autonomo
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
52,49
172,26
energia elettrica e acqua
Combustibili ed energia elettrica
532,17
valore locativo
698,60
Abitazione***
85,27
143,48
Vestiario e calzature
affitto e subaffitto
14,46
360
-
-
-
-
-
-
8,6%
-
-
-
7,2%
-
-
29,3%
6,0%
0,6%
7,12
43,04
68,21
38,38
24,89
85,51
267,15
60,75
57,96
52,40
171,11
490,36
77,39
652,88
147,83
5,63
269
-
-
-
-
-
-
11,3%
-
-
-
7,3%
-
-
27,7%
6,3%
0,2%
%
euro
euro
%
Piemonte sud**
Piemonte nord est*
Tabacco
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare
per consumi non alimentari nelle zone del Piemonte
9,10
20,73
50,77
39,49
13,64
33,43
167,17
63,00
43,05
45,88
151,93
496,24
136,06
694,84
113,04
19,16
euro
180
Torino
-
-
-
-
-
-
7,0%
-
-
-
6,4%
-
-
29,2%
4,8%
0,8%
%
7,90
28,15
52,70
39,19
18,89
62,87
209,70
53,12
57,75
50,24
161,11
494,73
105,85
687,11
131,28
13,16
euro
809
-
-
-
-
-
-
Segue
9,0%
-
-
-
6,9%
-
-
29,4%
5,6%
0,6%
%
Media campione
Tab 3.2
79
_
*
**
***
****
2.385,53
360
100,0%
-
-
-
-
-
16,0%
1,0%
-
-
-
-
5,8%
-
-
-
-
-
-
19,2%
6,3%
2.358,67
14,47
61,01
125,10
42,10
44,83
348,11
27,36
7,01
88,19
14,47
23,08
129,07
87,36
3,47
120,72
86,92
11,40
112,06
503,78
105,76
269
-
-
-
-
-
14,8%
1,2%
-
-
-
-
5,5%
-
-
-
-
-
-
21,4%
4,5%
100,0%
nord est Piemonte: province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli
sud Piemonte: province di Alessandria, Asti e Cuneo
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
la voce servizi domestici comprende anche i servizi di assistenza alle persone (ad esempio baby sittering)
Totale***
11,23
47,88
cura e igiene personale
animali domestici
380,95
Altri beni e servizi
49,83
23,27
Istruzione
pasti fuori casa
8,22
spese varie (cinema, teatro, noleggi, giochi, etc.)
45,10
93,18
spese varie per divertimenti
134,07
14,16
spese varie tempo libero (tv, radio, etc.)
vacanze (viaggi, hotel, etc.)
21,16
giornali e libri
assicurazione vita e salute
137,80
102,64
benzina, gasolio, etc.
Ricreazione e spettacolo
80,40
assicurazione e bolli
7,79
10,96
acquisto di scooter e moto
82,47
87,70
acquisto dell’auto
telefono fisso e cellulare (acquisto, bolletta e schede)
458,13
Trasporti e comunicazioni
biglietti tram, bus, treno, etc.
151,35
Servizi sanitari e salute
N. famiglie
%
euro
euro
%
Piemonte sud**
Piemonte nord est*
2.376,25
11,86
67,33
162,58
46,92
57,60
400,56
29,85
14,67
88,77
13,07
26,40
122,16
87,52
4,96
105,20
84,61
4,07
227,22
579,15
98,38
euro
180
-
-
-
-
-
16,9%
1,3%
-
-
-
-
5,1%
-
-
-
-
-
-
24,4%
4,1%
%
100,0%
Torino
2.337,34
13,97
61,08
128,66
41,83
49,61
380,97
26,80
9,40
88,18
13,76
22,53
128,89
83,30
5,20
109,42
83,62
12,72
117,17
485,26
113,06
euro
809
100,0%
-
-
-
-
-
16,3%
1,1%
-
-
-
-
5,5%
-
-
-
-
-
-
20,8%
4,8%
%
Media campione
80
_
149,90
688,33
160,06
242,69
101,05
547,65
403,74
160,26
35,64
444,67
2.546,36
2.402,46
Vestiario e calzature
Abitazione*
Combustibili ed energia elettrica**
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
Servizi sanitari e salute
Trasporti e comunicazione
Trasporti e comunicazione (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
Ricreazione e spettacolo
Istruzione
Altri beni e servizi
Totale*
Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
1.866,00
1.980,81
272,31
11,72
75,37
264,02
378,83
133,56
153,43
162,89
685,04
99,52
8,15
299
totale
1.838,94
1.965,47
269,64
7,63
66,18
252,87
379,41
138,76
149,63
165,07
680,31
100,93
7,92
242
pensionati
Condizione non professionale
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
16,10
Tabacco
*
**
510
Occupati
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per condizione professionale della persona di riferimento (dati in euro)
2.204,19
2.337,34
380,97
26,80
128,89
352,10
485,26
113,06
209,70
161,11
687,11
131,28
13,16
809
Media campione
Tab 3.3
81
_
144,74
210,24
62,84
300,75
294,60
91,22
22,25
290,17
1.890,83
1.884,69
Combustibili ed energia elettrica**
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
Servizi sanitari e salute
Trasporti e comunicazioni
Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
Ricreazione e spettacolo
Istruzione
Altri beni e servizi
Totale*
Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
2.304,14
2.409,78
382,54
34,12
133,35
372,83
478,47
114,10
178,87
166,44
763,85
145,44
12,59
112
Lavoratori
in proprio
1.682,91
1.682,91
235,73
31,69
78,76
251,57
251,57
61,72
126,88
131,11
658,51
102,75
4,17
22
2.314,93
2.481,11
404,60
25,45
137,31
361,81
527,99
119,49
250,98
164,15
699,19
137,52
14,43
258
Altre forme
Impiegati,
di lavoro
coadiuvanti
indipendente
1.997,73
2.009,04
395,23
35,95
138,42
438,94
450,25
93,95
110,59
148,75
522,79
103,80
9,30
9
Dirigenti
2.167,44
2.470,29
482,29
17,08
113,27
332,74
635,59
145,25
160,84
144,41
643,49
119,72
8,34
68
Operai
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
627,72
Abitazione*
*
**
139,11
1,78
Tabacco
Vestiario e calzature
16
Imprenditori
e liberi prof.
N. famiglie
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per professione della persona di riferimento (dati in euro)
2.204,19
2.337,34
380,97
26,80
128,89
352,10
485,26
113,06
209,70
161,11
687,11
131,28
13,16
485
Media
campione
Tab 3.4
82
_
541,98
131,03
233,92
53,60
498,45
372,51
128,24
21,67
361,91
2.118,47
1.992,53
Abitazione*
Combustibili ed energia elettrica**
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
Servizi sanitari e salute
Trasporti e comunicazioni
Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
Ricreazione e spettacolo
Istruzione
Altri beni e servizi
Totale*
Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
2.346,41
2.497,58
450,98
34,99
158,22
384,69
535,85
82,64
255,13
157,45
672,85
136,77
12,69
35-44 anni
2.439,18
2.533,01
405,49
49,53
181,94
418,81
512,64
116,56
233,50
168,61
690,46
156,07
18,20
45-54 anni
Classe di età
2.543,26
2.800,02
451,07
23,64
122,51
393,57
650,34
150,75
215,38
191,97
827,97
153,46
12,94
55-64 anni
1.758,14
1.825,49
259,58
4,91
61,01
220,84
288,19
146,59
129,57
154,18
686,19
88,97
6,29
≥ 65 anni
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
129,92
Vestiario e calzature
*
**
17,74
< 35 anni
Tabacco
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per classe di età della persona di riferimento (dati in euro)
2.204,19
2.337,34
380,97
26,80
128,89
352,10
485,26
113,06
209,70
161,11
687,11
131,28
13,16
Media
campione
Tab 3.5
83
_
721,06
170,32
237,02
133,71
389,77
346,60
116,86
34,18
414,49
2.336,51
2.293,34
Abitazione**
Combustibili ed energia elettrica***
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
Servizi sanitari e salute
Trasporti e comunicazioni
Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
Ricreazione e spettacolo
Istruzione
Altri beni e servizi
Totale**
Totale** (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
2.210,79
2.318,42
380,85
28,05
135,35
349,53
457,17
113,31
205,28
158,21
690,63
137,94
11,63
medio
2.190,81
2.358,30
380,07
25,29
123,50
356,91
524,40
111,84
209,82
161,67
680,17
127,44
14,10
basso
Fascia di reddito
2.173,08
2.202,05
311,42
17,71
156,73
289,02
318,00
82,32
244,21
194,57
705,59
165,54
5,97
non indicato
basso fino
fino a 2
2.066
066 euro mensili,
mensili medio da 2
2.067
067 a 4
4.132
132 euro mensili
mensili, alto oltre 4
4.132
132 euro mensili
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
99,37
Vestiario e calzature
*
**
***
19,73
alto
Tabacco
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per fascia di reddito* (dati in euro)
2.204,19
2.337,34
380,97
26,80
128,89
352,10
485,26
113,06
209,70
161,11
687,11
131,28
13,16
Media campione
Tab 3.6
84
_
282,47
205,38
76,39
4,17
Trasporti e comunicazioni
Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
Ricreazione e spettacolo
Istruzione
*
**
2.206,06
2.306,93
379,50
9,96
117,58
355,13
456,00
131,11
185,29
167,24
714,58
134,98
10,69
2
2.577,54
2.632,28
451,69
36,95
162,31
437,19
491,92
102,27
288,86
168,56
748,80
162,86
18,06
3
Numero componenti
2.918,43
3.373,17
508,43
78,58
199,34
500,15
954,89
161,03
291,49
215,38
773,44
174,09
16,49
4
2.986,45
3.370,04
516,42
188,20
249,84
512,86
896,45
118,33
165,50
173,61
903,06
150,99
7,65
≥5
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
1.540,37
79,28
Servizi sanitari e salute
Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
144,49
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
1.617,46
123,77
Combustibili ed energia elettrica**
Totale*
551,92
Abitazione*
261,73
82,02
Vestiario e calzature
Altri beni e servizi
11,23
1
Tabacco
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per numero di componenti (dati in euro)
2.204,19
2.337,34
380,97
26,80
128,89
352,10
485,26
113,06
209,70
161,11
687,11
131,28
13,16
Media
campione
Tab 3.7
885
_
282,47
205,38
76,39
4,17
Trasporti e comunicazioni
Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
Ricreazione e spettacolo
Istruzione
*
**
2.277,55
2.370,55
397,15
5,39
121,77
363,40
456,40
134,37
196,25
172,32
737,79
138,80
17,13
coppia senza figli
2.754,56
2.959,41
492,63
61,91
187,35
464,69
669,54
124,08
280,38
186,43
774,94
165,01
17,13
coppia con figli
Tipologia della famiglia
2.134,51
2.290,96
329,43
30,90
111,17
370,01
526,46
117,56
202,03
157,29
662,86
140,17
13,10
altro
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
1.540,37
79,28
Servizi sanitari e salute
Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
144,49
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
1.617,46
123,77
Combustibili ed energia elettrica**
Totale*
551,92
Abitazione*
261,73
82,02
Vestiario e calzature
Altri beni e servizi
11,23
single
Tabacco
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari,
per tipologia della famiglia (dati in euro)
2.204,19
2.337,34
380,97
26,80
128,89
352,10
485,26
113,06
209,70
161,11
687,11
131,28
13,16
Media campione
Tab 3.8
86
_
196,62
262,84
106,57
479,76
356,24
113,17
26,27
312,50
2.343,80
2.220,29
Combustibili ed energia elettrica**
Mobili, arredamenti, apparecchiature e servizi per la casa
Servizi sanitari e salute
Trasporti e comunicazioni
Trasporti e comunicazioni (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
Ricreazione e spettacolo
Istruzione
Altri beni e servizi
Totale*
Totale* (al netto dell’acquisto di autoveicoli)
345,48
29,36
151,76
392,37
641,85
170,70
162,44
200,97
731,42
129,53
10,04
Biella
455,41
33,19
165,03
456,52
622,78
131,67
307,73
163,27
710,05
166,85
6,22
Cuneo
463,57
26,30
123,76
372,69
425,24
126,80
242,41
160,00
699,05
134,17
28,42
Novara
400,56
29,85
122,16
346,70
579,15
98,38
167,17
151,93
694,84
113,04
19,16
Torino
440,05
29,63
115,05
280,35
323,51
49,42
136,44
116,10
739,51
81,70
19,79
Verbania
333,80
14,15
137,88
306,73
307,29
156,54
210,88
155,81
665,33
166,73
4,91
Vercelli
1.871,97 2.324,06 2.595,93 2.377,18 2.143,80 2.008,05 2.152,78
1.969,84 2.573,54 2.762,19 2.429,72 2.376,25 2.051,21 2.153,33
276,01
22,59
108,83
310,67
408,54
79,04
230,84
153,72
566,08
123,14
1,04
Asti
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
questa voce comprende le spese per energia elettrica, acqua, gas, kerosene, altri combustibili per riscaldamento autonomo e riscaldamento centralizzato
682,84
Abitazione*
*
**
153,56
9,67
Alessandria
Vestiario e calzature
Tabacco
Campione di 809 famiglie
Spesa media mensile familiare per consumi non alimentari
nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
2.204,19
2.337,34
380,97
26,80
128,89
352,10
485,26
113,06
209,70
161,11
687,11
131,28
13,16
Media
campione
Tab 3.9
87
_
352,66
308,50
259,47
312,93
334,05
314,52
298,46
Biella
Cuneo
Novara
Torino
Verbania
Vercelli
Media campione
sono escluse le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’abitazione
210,05
Asti
*
280,84
Consumi alimentari
Alessandria
Campione di 809 famiglie
2.337,34
2.153,33
2.051,21
2.376,25
2.429,72
2.762,19
2.573,54
1.969,84
2.343,80
Consumi
non alimentari*
Spesa media mensile familiare per consumi complessivi
nei capoluoghi di provincia (dati in euro)
2.635,80
2.467,85
2.385,25
2.689,18
2.689,19
3.070,69
2.926,20
2.179,88
2.624,64
Totale
2.502,64
2.467,30
2.342,10
2.456,73
2.636,65
2.904,43
2.676,72
2.082,01
2.501,12
Totale (al netto
dell’acquisto di autoveicoli)
Tab 3.10
88
_
69
27
36
35
100
72
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
99
1
40
2
3
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
18
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 809 famiglie
Luoghi d’acquisto
delle famiglie piemontesi
177
65
490
58
507
561
561
328
427
333
541
197
Supermercato
ipermercato
13
13
93
13
106
118
115
62
61
72
130
38
Minimercato
418
608
135
523
22
21
13
121
160
326
46
528
Negozio
tradizionale
180
108
30
110
14
16
15
18
17
12
18
9
Negozio
in centro
commerciale
1
3
7
94
10
-
-
237
90
21
2
11
Mercato
17
10
14
10
51
21
5
8
18
18
3
8
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
809
809
809
809
809
809
809
809
809
809
809
809
Totale
Tab 4.1
8899
_
3
-
-
1
2
3
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
6
-
3
-
-
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
-
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 89 famiglie
19
3
52
1
68
60
66
24
34
25
67
16
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Alessandria
2
3
12
3
13
14
14
8
3
3
10
6
Minimercato
34
71
20
77
1
10
5
42
44
59
8
66
Negozio
tradizionale
29
10
2
6
1
1
2
3
4
1
1
1
Negozio
in centro
commerciale
1
-
-
2
-
-
-
10
-
-
-
-
Mercato
4
2
-
-
-
1
-
1
4
1
-
-
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
89
Totale
Tab 4.2
90
_
5
1
2
3
9
5
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
6
-
2
-
-
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
2
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 90 famiglie
9
7
26
11
48
53
53
32
37
20
49
36
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Asti
1
1
15
-
22
25
25
15
22
19
28
7
Minimercato
57
69
38
58
12
2
2
9
17
32
4
41
Negozio
tradizionale
22
12
3
11
-
-
-
2
-
-
1
-
Negozio
in centro
commerciale
-
-
1
8
-
-
-
28
4
6
1
3
Mercato
1
1
5
2
2
5
1
1
8
12
2
1
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
Totale
Tab 4.3
91
_
6
5
4
4
12
6
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
10
1
4
-
-
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
2
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 90 famiglie
14
3
57
1
67
70
70
46
55
38
67
23
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Biella
1
1
7
65
8
8
7
9
6
8
9
8
Minimercato
64
79
16
16
-
-
-
9
10
38
7
56
Negozio
tradizionale
10
4
3
7
1
1
1
1
-
-
1
1
Negozio
in centro
commerciale
-
3
2
-
4
-
-
21
13
1
-
-
Mercato
1
-
1
-
-
5
-
-
2
-
-
-
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
Totale
Tab 4.4
92
_
1
2
3
-
4
4
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
6
-
2
-
-
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
-
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 90 famiglie
41
9
55
13
69
75
75
30
24
16
63
15
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Cuneo
1
1
9
2
9
9
9
4
3
7
13
1
Minimercato
25
72
20
55
2
2
2
27
52
64
12
73
Negozio
tradizionale
20
6
1
5
-
-
-
-
-
-
-
-
Negozio
in centro
commerciale
-
-
-
13
-
-
-
28
7
-
1
-
Mercato
3
2
3
2
4
-
-
1
1
1
-
1
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
Totale
Tab 4.5
9933
_
13
-
4
6
16
11
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
18
-
2
-
1
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
2
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 90 famiglie
33
16
74
-
65
70
67
43
59
58
71
30
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Novara
-
-
2
-
3
3
3
5
1
3
2
1
Minimercato
38
64
6
58
1
1
-
13
13
18
1
50
Negozio
tradizionale
15
7
3
15
1
1
2
-
2
2
3
-
Negozio
in centro
commerciale
-
-
1
15
-
-
2
21
11
7
-
4
Mercato
3
3
2
2
2
4
-
2
-
2
-
3
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
Totale
Tab 4.6
94
_
33
18
20
13
45
34
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
38
-
20
-
-
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
10
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 180 famiglie
37
5
85
7
88
87
80
24
71
29
78
17
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Torino
3
3
43
1
45
53
53
16
22
24
59
9
Minimercato
112
151
25
114
1
3
1
12
11
100
9
139
Negozio
tradizionale
27
20
3
13
1
-
-
-
1
-
-
-
Negozio
in centro
commerciale
-
-
3
44
6
3
1
114
52
7
-
4
Mercato
1
1
1
1
1
-
-
1
3
2
1
1
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
180
180
180
180
180
180
180
180
180
180
180
180
Totale
Tab 4.7
9955
_
5
1
3
6
10
7
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
12
1
7
2
2
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
2
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 90 famiglie
19
18
54
19
16
64
63
53
64
63
63
37
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Verbania
3
2
4
4
5
4
3
3
3
7
6
5
Minimercato
36
39
9
32
5
2
3
8
11
10
4
40
Negozio
tradizionale
29
28
14
28
10
13
10
10
9
9
12
5
Negozio
in centro
commerciale
-
-
-
3
-
-
-
9
-
-
-
-
Mercato
1
1
2
3
42
-
1
1
-
-
-
1
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
Totale
Tab 4.8
96
_
3
-
-
2
2
-
pasta e biscotti
carne
pesce
frutta e verdura
prodotti in scatola
prodotti surgelati
3
-
-
-
-
pulizia casa
abbigliamento
cura e igiene personale
arredamento
elettrodomestici
Generi non alimentari
-
Hard discount
pane
Generi alimentari
Campione di 90 famiglie
5
4
87
6
86
89
87
76
83
84
83
23
Supermercato
ipermercato
Luoghi d’acquisto
delle famiglie della città di Vercelli
2
2
1
2
1
1
1
2
1
1
3
1
Minimercato
52
63
1
64
-
-
-
1
2
5
1
63
Negozio
tradizionale
28
21
1
16
-
-
-
2
1
-
-
2
Negozio
in centro
commerciale
-
-
-
2
-
-
-
6
3
-
-
-
Mercato
3
-
-
-
-
-
-
1
-
-
-
1
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
90
Totale
Tab 4.9
97
_
118
60
103
502
45-54 anni
55-64 anni
≥ 65 anni
Totale
4.245
868
705
939
957
776
Supermercato
ipermercato
834
299
183
149
140
63
Minimercato
2.921
791
530
645
537
418
Negozio
tradizionale
547
100
108
122
146
71
Negozio
in centro
commerciale
476
157
95
105
80
39
Mercato
47
4
9
14
7
13
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
per ciascuna famiglia sono state conteggiate le preferenze espresse per l’acquisto di tutte le categorie merceologiche considerate nelle tabelle precedenti, nei diversi canali distributivi
125
35-44 anni
*
96
Hard discount
< 35 anni
Classe di età
Campione di 809 famiglie*
Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi
per classe di età della persona di riferimento
Tab 4.10
98
_
11
83
192
83
32
502
Imprenditori
Lavoratori in proprio
Non indicato
Operai
Altre forme di lavoro indipendente
Totale
4.245
105
359
1541
596
69
1530
45
Supermercato
ipermercato
834
13
65
420
88
14
225
9
Minimercato
2.921
86
201
1222
378
67
926
41
Negozio
tradizionale
547
11
39
210
117
21
148
1
Negozio
in centro
commerciale
476
16
51
236
57
6
108
2
Mercato
47
0
1
12
4
2
20
8
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
per ciascuna famiglia sono state conteggiate le preferenze espresse per l’acquisto di tutte le categorie merceologiche considerate nelle tabelle precedenti, nei diversi canali distributivi
101
Impiegati
*
0
Hard discount
Dirigenti
Professione
Campione di 809 famiglie*
Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi
per professione della persona di riferimento
Tab 4.11
99
_
334
Basso
*
**
502
4.245
61
1906
2098
180
Supermercato
ipermercato
834
3
495
313
23
Minimercato
2.921
34
1348
1394
145
Negozio
tradizionale
547
4
249
273
21
Negozio
in centro
commerciale
476
4
279
179
14
Mercato
47
0
10
34
3
Acquisti on line
e vendita
a domicilio
basso fino
fino a 2
2.066
066 euro mensili
mensili, medio da 2
2.067
067 a 4
4.132
132 euro mensili
mensili, alto oltre 4
4.132
132 euro mensili
per ciascuna famiglia sono state conteggiate le preferenze espresse per l’acquisto di tutte le categorie merceologiche considerate nelle tabelle precedenti, nei diversi canali distributivi
Totale
2
149
Medio
Non indicato
17
Hard discount
Alto
Fascia di reddito
Campione di 810 famiglie**
Luoghi d’acquisto delle famiglie piemontesi
per fascia di reddito*
Tab 4.12
Note
100
_
Note
101
_
Note
102
_
Note
103
_
Note
104
_
Scarica

famiglie piemontesi 07.indd