dal 1967 in anteprima l informazione artistico-culturale
Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
www.artecultura.org
e-mail: [email protected]
Anno XLVIII - N. 5 Maggio 2015 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano
In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa
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Luci nelle opere di Paolo Scirpa
Tra reminescenze naturalistiche,
astrazione geometrica e arte otticocinetica, la ricerca condotta da Paolo
Scirpa si è sempre contraddistinta
per un taglio autonomo e indipendente
che non è rientrato mai appieno in
movimenti e tendenze dell’arte
contemporanea, rispondendo principalmente a necessità interiori. Tutti
i suoi lavori hanno una matrice
comune e rispondono a istanze di
natura etica, quasi fosse una religiosità
insita nelle sue opere che si trasforma
in “poetica della luce”, diventando
metafora della spiritualità dell’uomo
e di una luce come possibilità di una
società percettivamente migliore.
Una profonda riflessione sulla
condizione umana, da un punto di
vista morale e sociale, ha quindi
caratterizzato il campo d’indagine
dell’artista, il quale ha affrontato il
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tema del dolore e della morte in croce
per mezzo del disegno, della pittura
e di opere tridimensionali, muovendosi tra figurazione e astrazione.
Da un segno carico di tensione e
capace di una sintesi formale nel
restituire l’anatomia dei corpi, a oli e
acrilici su tela che traducono il colore
in funzione espressiva, Scirpa arriva
successivamente a strutture geometriche che diventano la sua
singolare cifra linguistica. I ludoscopi
costituiranno l’elemento di unione
tra lo spazio reale e lo spazio illusorio,
in un moltiplicarsi della forma che
supera la sua stessa dimensione fisica.
Questa percezione infinita dello
spazio, ottenuta con il neon e superfici
specchianti, suggerisce il bisogno di
ampliare le proprie percezioni fisiche
e mentali per tendere verso una
dimensione ultraterrena, sovran-
+
1- La copertina: Paolo Scirpa
Progetto d’intervento, 1994, Arco della Pace, Milano
2-Ludoscopio, Pozzo-Espansione, 1982
3-Vibrazione luminosa, 1998.Olio su tela,cm.140x200
4-Ludoscopi. Espansione curva e raccordo, 1985. Legno
+ neon azzurro+specchi, 70x70x25 cm. e 42x70x70 cm.
Galleria S. Fedele, Milano, 1996
5-Progetto archetipo del Teatro greco di Siracusa con
luce al neon, 1988-2003
6-Convergenza+divergenza cromospaziali, 1987. Particolare. Legno+acciaio inox+neon colorati+specchi,
50x55x55 cm.
7-Progetto d’intervento, 1999, Galleria Vittorio Emanuele,Milano.
8-Ludoscopio. Espansione curva. Legno+neon colorati+specchi, 140x140x50 cm.+base. Veduta di uno
dei due elementi dell’installazione, Galleria Civica
d’arte Moderna, Gallarate, 1987.
naturale, tanto agognata e sofferta.
Attraverso la ricerca della forma
luminosa, la pesantezza si trasmuta
nel suo contrario, in una leggerezza
che è metafora di speranza e di fede,
di riscatto da un dolore terreno, che
si manifesta per mezzo di un elemento
come il tubo al neon che assume forte
valenza semantica: quella di concepire
la luce come principio unificante
della realtà (…) Ornella Fazzina
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Le opere riprodotte nelle pagine 4 e 5
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1-Vibrazione luminosa, 2002.Acrilico su tela, cm.150x150
2-Ludoscopio-croce. Altare Chiesa Madonna D.P.,
Cernusco sul Naviglio, Milano, 2007
3-Ludoscopio cubico multispaziale, 1987.
4-Vibrazione luminosa,2005. Olio su tela,89x118 cm.
5-Percezione cinetica. Alluminio inciso, 1976
6-Ludoscopio. Pozzo. Espansione verticale, 1999, 80x90x90 cm.
7-Cubo multispaziale, 1989, 40x40+14 cm. base
8-Convergenza e divergenza cromospaziali, 1982. Legno+acciaio inox
+neon colorati+specchi, 50x70x70 cm. Collezione Valmore Studio d’Arte,Vicenza
9-Convergenza + divergenza cromospaziali, 1987. Legno+acciaio inox
+neon colorati+specchi, 50x55x55 cm.
10-Ludoscopio. Pozzo. Espansione+Traslazione, 1982, 50x50x50 cm.
11-Ludoscopio. Espansione a raccordi illusori diagonali. Neon azzurro
+specchi, 150x150x25 cm. Galleria Vismara, Milano, 1985.
12 Il Maestro Paolo Scirpa tra le sue intuizioni luminose.
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Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
FARE la PACE Bergamo Festival
Festival Internazionale della cultura. Fare la
pace: i confini del mondo e le speranze degli
uomini 8-24 maggio 2015 - Bergamo
Si svolgerà dall’8 al 24 maggio 2015 la sesta
edizione del Festival della cultura Bergamo, un
festival internazionale che affronta il tema della
pace, con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico
nel dibattito culturale dei grandi processi di costruzione della vita civile sia nella loro dimensione
locale e quotidiana sia globale e storica.
Bergamo si conferma protagonista della cultura
con 60 eventi gratuiti in programma, tra incontri, seminari, lectio Magistralis, laboratori,
mostre, concerti e workshop. Un festival “aperto” e diffuso in più luoghi del tessuto urbano:
Città Alta e Città Bassa accoglieranno i diversi
eventi in un percorso a tappe fra interni ed esterni
che coinvolgerà musei, piazze e teatri con la presenza di rilevanti personalità. Info:035358951
ufficiostampa @bergamofestival.it
RADIO ITALIA IL 28 MAGGIO
TORNA IN PIAZZA DUOMO
A MILANO CON IL CONCERTO
“RADIOITALIALIVE’’
Terrazza Triennale Osteria con vista
La Triennale di Milano ha restaurato la sua Terrazza panoramica per offrire al pubblico una nuova
proposta di ristorazione di qualità, una ulteriore
tappa nell’offerta che la Triennale di Milano propone ai visitatori anche in vista della grande occasione di Expo 2015 e dell’appuntamento del 2016,
quando la Triennale di Milano ritornerà alla grande
Esposizione Internazionale che l’ha resa punto di
riferimento nel mondo per il Design, l’Architettura, l’Arte e la Fotografia.
In concomitanza dell’apertura della mostra “Arts
& Foods” apre al pubblico anche il nuovo Ristorante Terrazza Triennale affidato allo chef Stefano Cerveni e disegnato da Paolo Brescia e Tommaso Principi di OBR. “Il Ristorante sulla Terrazza, che è frutto di un investimento della Triennale
di Milano - afferma il presidente Claudio De
Albertis - ottenuto grazie a 84 privati e 20 aziende
che hanno aderito all’operazione di BancaProssima sulla piattaforma Terzo Valore, poggia sul tetto della Triennale appena restaurato
sotto il controllo della Soprintendenza grazie a un
progetto che ha ottenuto importanti finanziamenti
di Regione Lombardia , Comune di Milano ed altri
diversi Enti. [email protected]
-Dopo gli straordinari successi delle edizioni 2012,
2013 e 2014, Radio Italia presenta la sua quarta
edizione di “Radioitalialive- Il Concerto”, originale e unica serata live con graditissimi interpreti e
autori della musica italiana! L’evento, come sempre gratuito e realizzato grazie alla collaborazione
con il Comune di Milano all’interno di “EXPO in
Città”, il palinsesto di eventi organizzati per i 6
mesi di “EXPO” Milano 2015”, si svolgerà a
Milano nella splendida cornice di Piazza Duomo,
giovedì 28 maggio 2015.
A partire dalle ore 19,30 alcuni dei più noti e amati
protagonisti del panorama musicale italiano, saliranno sul palco di “Radioitalialive-Il Concerto”
per dare vita ad uno spettacolo unico: Alessandra
Amoroso, Cesare Cremonini, Fedez, Marco
Mengoni, Gianna Nannini, Nek, Max Pezzali, accompagnati dall’Orchestra Filarmonica Italiana
diretta dal M° Bruno Santori, proporranno al
pubblico in piazza e a quello collegato da casa,
alcuni dei loro più grandi successi e nuove hits!
Giovanni Caccamo, Lorenzo Fragola e Nesli saranno i protagonisti di “Radio Italia 3.0”, spazio
creato ad hoc per valorizzare quei giovani talenti
che vantano già un solido presente artistico e un
futuro di sicuro successo. Info: 02 88450 150
Dal fashion al design, lo IED protagonista per la ‘sua’ EXPO
CASTELLO SFORZESCO. COMPLETATO IL RESTAURO DELL’ANTICO
OSPEDALE SPAGNOLO, OSPITERA’
DAL 2 MAGGIO IL MUSEO DELLA
PIETA’ RONDANINI
Dal 23 maggio apre al pubblico nell’Abbazia di
Valserena, a pochi chilometri da Parma, il Museo
del Centro Studi e Archivio della Comunicazione
dell’Università (CSAC), che conserva il più esteso patrimonio culturale visivo e progettuale in
Italia sul Novecento con oltre 12 milioni di materiali suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700
dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia
(con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini),
Moda (con circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni,
schizzi, abiti, riviste), Progetto (1.500 disegni, 800
maquettes, 2000 oggetti), e Media (7.000 bozzetti
di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000
disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per
illustrazione). Lo CSAC, fondato nel 1968 da
Arturo Quintavalle e in seguito diretto da Gloria
Bianchino, dal 2007 ha sede nella Abbazia
cistercense di Valserena, tradizionalmente identificata come la stendhalliana “Certosa di Parma”.
Info: www .csacparma.it [email protected]
Il Castello Sforzesco si arricchisce di un nuovo
straordinario spazio, destinato a diventare a breve un’importante sede espositiva per la città. E’
stato completato in questi giorni il restauro dell’antico Ospedale Spagnolo, situato presso la
Cortina di S. Spirito - Lato Cadorna (dopo l’ingresso da via Minghetti). I lavori, durati quasi due
anni, sono stati finanziati dalla Fondazione Cariplo
con 2.100.000 euro. “La Pietà Rondanini non sarà
più nella sua attuale collocazione di Sala degli
Scarlioni, che sarà parzialmente chiusa al pubblico per interventi”. La Pietà Rondanini sarà
visitabile nella nuova sede dell’Antico Ospedale
Spagnolo dal 2 maggio. Info: 02 884 50150
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Oltre dieci iniziative dedicate, più di 6000 studenti
e professionisti coinvolti e 400 aziende e
istituzioni a sostegno. Con questi numeri l’Istituto Europeo di Design partecipa, con azioni mirate
sul territorio di ogni sede, all’evento internazionale che metterà sotto i riflettori del mondo l’eccellenza italiana.
Dal mese di aprile fino al 31 ottobre, infatti, si
articoleranno, su tutto il territorio nazionale e
all’interno dei Padiglioni Expo, diverse iniziative
a firma IED che interpreteranno il tema “Nutrire il
Pianeta, Energia per la Vita” attraverso le aree di
formazione dell’Istituto: Moda, Design, Comunicazione visiva e Management.
IED è un sistema formativo in continua evoluzione
con una mission ben precisa: forgiare i giovani
creativi di domani, offrendo loro la possibilità
concreta di entrare nel mondo del lavoro e realizzarsi, personalmente e professionalmente.
Info T : +39 0115154600
Apre al pubblico il Museo dello CSAC
Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma.
RIAPRE LA GALLERIA ESTENSE
DI MODENA: LA CITTA’ FESTEGGIA CON “NOTTI BAROCCHE”
Dopo tre anni di chiusura forzata a causa dei danni
del terremoto del maggio 2012 la Galleria Estense
di Modena riapre il 29 maggio: sarà così restituita
al pubblico una delle raccolte artistiche di origine
dinastica più importanti d’Italia. Da venerdì 29
maggio a domenica 31 maggio il programma Notti
Barocche celebra la riapertura con omaggi contemporanei al busto di Francesco I d’Este scolpito
da Bernini e alle meraviglie effimere del barocco
estense: oltre 30 appuntamenti, tutti gratuiti
Una delle raccolte artistiche di origine dinastica più
importanti d’Italia riapre al pubblico: la Galleria
Estense di Modena. A tre anni dal terremoto
restituiti alla città e ai visitatori capolavori - tra i
quali opere celeberrime di Bernini, Velàzquez,
Guido Reni, Correggio, El Greco, Cosmè Tura - in
un allestimento rivisto e migliorato, con un maggior numero di opere esposte e nuovi apparati
didattici informativi. Oltre trecento dipinti e sculture provenienti dai depositi dell’Estense saranno esposti in forma stabile nelle sale recentemente restaurate del Palazzo Ducale di Sassuolo, che
è parte integrante del nuovo museo autonomo
Galleria Estense. Info: Mob. 349.8304083
“PIACERE MODENA”, IL GIARDINO DEL GUSTO E DELLE ARTI:
CINQUE MESI DI FESTIVAL PER
NUTRIRE IL CORPO E LA MENTE.
Nell’anno dell’Expo la città di Modena , leader
dell’alimentazione in ambito mondiale, farà parlare di sé e delle sue eccellenze con un fitto
palinsesto di eventi, spettacoli, incontri, show
cooking, master class, concerti, spettacoli teatrali
e animazioni per famiglie e bambini che coinvolgeranno numerosi chef stellati, artisti, musicisti,
intellettuali, scrittori, giornalisti, del panorama
locale, nazionale e internazionale. E’ “Piacere
Modena. I giardini del gusto e delle arti”, un
festival lungo cinque mesi. Una manifestazione
organizzata da Palatipico srl con il sostegno della
Camera di Commercio e il patrocinio del Comune
di Modena. Info: tel. 339.8850143
“RITORNO ALLA LUCE”: BANCA
MONTE DEI PASCHI DI SIENA SVELA “LA CROCE DIPINTA” DI MARGARITO D’AREZZO
- Banca Monte dei Paschi prosegue il ciclo “Ritorno alla luce” con il quinto appuntamento dedicato
al recupero delle sue opere d’arte. E’ stato presentato a Siena, nella Sala San Donato di Rocca
Salimbeni, il restauro della croce dipinta rappresentante il Christus Triumphans, importante opera
dell’artista Margarito d’Arezzo. L’intervento ha
permesso di riportare alla luce una delle croci più
antiche del territorio senese, attraverso un’opera
di manutenzione particolarmente complessa ed
impegnativa della durata di oltre 8 mesi.
Per visite e prenotazioni scrivere alla casella di
posta elettronica
[email protected]
NORMA DI VINCENZO BELLINI:
REGIA, SCENE E COSTUMI DELL’ARTISTA KARA WALKER
In occasione della 56a Esposizione Internazionale
d’Arte della Biennale di Venezia, il Teatro La
Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano
Fenice affida all’artista afro-americana Kara Walker
la regia, i costumi e le scene della Norma di
Vincenzo Bellini, la prima mercoledì 20 maggio
2015. L’opera che ha come protagonista una
donna, Norma, sarà rivista dall’espressione
creativa di Kara Walker, che nella sua ricerca
artistica contrappone e coniuga la forza psicologia delle donne alla loro delicatezza. Nella sua
produzione rappresenta donne con un carattere
volitivo e una forte sessualità come Norma, la
sacerdotessa gallica protagonista di una drammatica storia d’amore che culmina con la scelta
coraggiosa di sacrificare la sua vita per l’amore di
un uomo e della Patria.
SUBIACO
Da marzo ad ottobre una serie di iniziative per
celebrare il 550° anniversario della stampa italiana a caratteri mobili.
In occasione del 550° anniversario della stampa
del libro a caratteri mobili in Italia, il Comune di
Subiaco lancia una serie di iniziative volte a valorizzare tale primato ed incrementare la diffusione
del patrimonio culturale sublacense. Fu proprio
presso il Monastero di Santa Scolastica di Subiaco,
infatti, che le 1465 i due prototipografi Pannartz e
Sweynheym, allievi di Gutenberg, impiantarono
la prima tipografia per esportare la nuova arte
della stampa. Attraverso una serie di eventi ed
attività atte a stimolare sia la crescita socioculturale della città che a favorire un turismo di
qualità rivolto ad una conoscenza approfondita
della lettura della stampa, l’amministrazione comunale, col patrocinio del Ministero dei Beni
Culturali e del Turismo e della Regione Lazio, e
d’intesa con l’Abbazia territoriale, attiva il progetto “Subiaco 2015”.
Infoline: [email protected]
FIAF e CIFA insieme per supportare il
Volontariato Italiano con il Progetto
Tanti Per Tutti
Il progetto si propone , attraverso l’attività fotografica, di rappresentare le diverse realtà di
volontariato nelle regioni italiane mostrando iniziative, i luoghi di incontro, le fasi progettuali e la
realizzazione delle attività promosse dall’esercito
di volontari del nostro Paese, supportati e sorretti
dai più diversi interessi e da differenti motivazioni, ma tutti uniti nella precisa volontà di partecipazione e di solidarietà. Ogni lavoro fotografico
sarà composto da una serie di immagini che l’autore riterrà esaustive nel descrivere l’attività/
associazione scelti: un modo per entrare dentro
alle molteplici passioni e alle motivazioni di reciproca assistenza che costituiscono la parte migliore del nostro Paese.
Informazioni : http://fiaf.net/tantiper tutti
NOTITLE GALLERY: About New
una nuova doppia sfida
About New Ideas è il nuovo progetto di No Title
Gallery, che vede l’associazione culturale veneziana impegnata per i mesi di maggio e giugno in
due differenti città: a Milano, in concomitanza con
l’apertura di Expo 2015, e successivamente a
Murano (VE), in una Venezia pervasa dal clima
internazionale della Biennale d’Arte. Ideato e
curato da Francesco Liggieri, questo evento
ambizioso e multidisciplinare, patrocinato da
Regione Veneto e il contributo della Municipalità
di Venezia Murano e Burano, combina arte,
grafica e industrial design. [email protected]
Pensieri e parole
di Sofia Pesce, bambina di nove anni.
Il tempo
Le gocce trasparenti,
scendono ormai dalle nuvole grigio chiaro e scuro.
La neve candida, anche lei scesa da quella pietra argentata, le segue.
I fiocchetti di ghiaccio,
ormai scaldati nel piccolo cuscino dorato,
si mettono anche loro in viaggio.
I piccoli fiocchetti,
salutano con la mano sudata il Sole bambino che,
giocando con le stelle color limone,
augura a loro buon viaggio
con le lacrime agli occhi.
E’ un viaggio assai diverso da quello dei nostri,
perché si vola non da soli, ma con le bufere e il vento
che in quel caso non sono pericolosi.
Salutare che bello!
Ordini del re
Se tu hai salutato
le persone che hai conosciuto
non è un gesto maleducato
vuol dire che hai imparato: bravo!
Se non sai salutare, impegnati
è una cosa da imparare!
Agli ordini del re
non bisogna dire: -Perchéneanche: -Ma e però-.
Puoi solo dire: - Gli ordini del re eseguirò.Sofia Pesce
NUOVO MUSEO EGIZIO
Vernice Art House edizione 2015
L’inaugurazione del Museo Egizio rappresenta in
primo luogo la vittoria di una grande scommessa:
quella di far coesistere un cantiere da 50 milioni di
euro, tra i più grandi d’Europa, senza chiudere mai
le sale museali, le movimentazioni dei reperti sono
avvenute secondo un complesso cronoprogramma:
un work in progress a cui il pubblico ha assistito
nei cinque anni di lavori dal 2010 fino alla data
storica del 1 aprile 2015, data dell’apertura al
pubblico. Info: +39 011 5617776
Si lega al tema della salute e in particolare alle
malattie che comportano disturbi del movimento.
Obiettivo: la valorizzazione dell’arte come strumento che aiuta a sopperire alla mancanza di
movimento. L a residenza si svolge a Palazzo Ca’
Zanardi, una dimora storica veneziana del XVI
secolo gestita da Andrea Chinellato giovane
operatore turistico e culturale, dove gli artisti
sono invitati a produrre le proprie opere. Le opere
realizzate diventano parte di una mostra collettiva
nel nuovo Spazio Venice Art House in concomitanza con 56a Biennale di Arti Visive di
Venezia. Inaugurazione il 3 settembre 2015.
Info: tel. 041-5226277
MOMENTING THE MEMENTO
FIRENZE 12-16 MAGGIO 2015
Nell’ambito del 150esimo anniversario di Firenze Capitale d’Italia, Polimoda - istituto internazionale di alta formazione per il settore moda - si
prepara ad accogliere in città una platea internazionale di professionisti del mondo della moda,
accademici e ricercatori, creativi appassionati
d’arte, moda, architettura, scrittura, filosofia e
design, per un momento di confronto culturale e
artistico che coinvolgerà luoghi simbolo della
città quali Palazzo Vecchio, l’Opera di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale Centrale, Palazzo Strozzi
e Villa Favard. Info: +39 345 750 3572
da Firenze a Tokyo
In collaborazione col museo Bunkamura, approda all’estero la grande rassegna sul Rinascimento e Botticelli: dal 21 marzo al 28 giugno
2015. La grande mostra Denaro e Bellezza.
Botticelli, i banchieri e il rogo delle vanità, che
si è tenuta a Palazzo Strozzi dal 17 settembre 2011
al 22 gennaio 2012 va in trasferta al Museo
Bunkamura di Tokyo dove resterà dal 21 marzo al
28 giugno 2015. Attraverso 80 opere, principalmente capolavori di Botticelli, alcuni dei quali
esposti in Giappone per la prima volta, nonché
dipinti, sculture e incisioni di altri illustri artisti del
Rinascimento. Info: +39 347 2526982
COSTITUITA LA FONDAZIONE
FILOSOFI LUNGO L’OGLIO
E’ ufficialmente nata l’istituzione della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio costituita il 7 gennaio
2015 ottenendo il riconoscimento prefettizio il 9
febbraio 2015. La neonata Fondazione, che si
avvale di un Comitato scientifico composto dai
Professori: Adriano Fabris, Amos Luzzatto, David
Meghnagi, Bernhard Casper, Aldo Magris, Salvatore Natoli, Maria Rita Parsi, Piero Coda, Ilario
Bertoletti e Francesca Nodari, ereditando lo spirito e missione dell’omonima associazione, intende proseguire nel fecondo solco da essa tracciato, potendo contare su una veste giuridica più
robusta e solida. Info: www.filosofilungologlio.it
A Pegognaga nasce la Rete dei Centri
Civici presentata in occasione della
prima giornata di workshop
CULTURA e SVILUPPO LOCALE
La sede della R.I.C.C.A. è presso il Centro
Culturale Livia Bottardi Milani, di Pegognaga in
piazza Vittorio Veneto, 14 - Pegognaga (MN)
Informazioni: [email protected]
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Riccardo
Guarneri
PITTURA
TRA LUCE E
ASSOLUTO
Una notevole esposizione di opere di
Riccardo Guarneri è presentata a Milano contestualmente alla storica Galleria Il
Milione con opere degli anni Settanta e alla
Galleria Antonio Battaglia con lavori realizzati nell’ultimo decennio e acutamente commentati in catalogo da Claudio Cerritelli.
Una riflessione artistica, quella di Guarneri,
che ancor prima d’esser tale, rivela anche
un solido approfondimento teorico. E, forse,
sta proprio in questa consapevolezza concettuale, il procedere sistematico della sua
Verticalità di luci, 2011, tecnica mista su tela, cm. 95 x 120
Situazione di luce più accentuata, 2013, tecnica mista su tela, cm. 95 x 120
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ricerca che sin dagli anni sessanta si dipana con evidente coerenza senza smagliature o deviazioni di percorso. Essa fondamentalmente fa riferimento ad una concezione analitica della pittura che in primo
luogo indaga sull’essenza stessa della pittura, sui suoi basilari principi: il colore, la
luce, lo spazio. Elementi che nelle opere
di Guarneri assumono un loro emblematico
valore di visione, di assoluta riduzione di
tutto lo spettro del visibile alla realtà infinita della luce, al suo magico apparire,
prima che essa designi od illumini
alcunché. Lo stesso dicasi della linea che
non circoscrive, non contorna ma è fluttuante nella dimensione illimitata del piano. Ecco quindi che la geometria, lungi
dal solidificarsi in effetti concreti e tangibili, diventa evocazione spirituale, riverbero dell’animo, ancor prima che della
mente razionale. Scaturisce dalle sue composizioni il senso di una pittura al di là di
ogni orizzonte plastico, di qualunque natura esso sia, per essere, invece, una limpida meditazione dal tono metafisico, sulla
pittura ed il suo possibile senso nell’epoca dematerializzata dell’informazione e del
virtuale.
Contemporaneamente ad un'attività musicale, Guarneri inizia a dipingere nel 1953.
I suoi primi lavori, ispirati sull'astrazione,
si collocano nell'area informale. La prima
importante mostra personale è a l'Aia nel
1960. Qualche anno dopo comincia ad
interessarsi al colore in quanto luce, alla
grafia come pittura ed ai problemi inerenti
alla percezione visuale. Da questo momento in poi, segno, luce e colore si identificano. Appaiono i primi quadri chiarissimi
in cui lo spazio viene scandito da variazioni luminose e le cui superfici sono trattate
prevalentemente a matita. Queste opere
vengono presentate per la prima volta nel
1963 nella personale a “La Strozzina” di
Palazzo Strozzi. Dal 1964/65 in poi il lavoro acquista una struttura più rigorosa e
geometrica. Fa parte del gruppo Tempo
3, assieme a Giancarlo Bargoni, Carreri,
Esposto e Stirone, che si proponeva come
il terzo tempo della pittura astratta dopo
l’astrattismo geometrico e l'informale. Le
sue opere si collocano negli ambiti della
pittura aniconica e della pittura analitica i
cui artefici sono Claudio Olivieri, Pino
Pinelli, Giorgio Griffa, Claudio Verna,
Marco Gastini, Carmengloria Morales, Elio
Marchegiani, Gianfranco Zappettini, Paolo Cotani. Nel 1966 espone alla Biennale di
Venezia . Info 02.36514048 - 02.29063272
ARTE
IN POLONIA
1989-2015
Modena Galleria civica
Sino al 7 giugno 2015
Quattordici autori selezionati – sulla scorta di tre generazioni di artisti polacchi
nati tra la fine degli anni Cinquanta e la
prima metà degli anni Ottanta – presentano fotografie, pittura, collage, performance, sculture, disegni, installazioni e
video.Il percorso espositivo racconta il
delicato passaggio tra passato e futuro
vissuto dal Paese, mostra lo scarto tra
radicate eredità culturali e l’invenzione
di un’arte nuova, e rivela un tratto deciso e autonomo, piena espressione della
Polonia post-socialista di oggi. La ricerca di un’identità nel presente, che rappresenti anche la promessa del futuro, è
il leitmotiv della mostra: "La memoria finalmente", titolo di una poesia scritta da
W. Szymborska, scrittrice polacca premio
Nobel per la letteratura nel 1996.A 25
anni dall’indipendenza democratica, la
Polonia è diventata la culla di un
rinascimento culturale senza precedenti,
humus di quelle istanze storiche che hanno plasmato l’Europa del secolo scorso,
tra traumi, rimozioni e ricostruzioni.Divisa
nel corso del XX secolo, tornata indipendente tra il 1919 e il 1939 e poi liberata
con l’aiuto dell’Armata Rossa, la Polonia divenne un paese del blocco socialista sovietico. Storico e strategico crocevia tra Est e Ovest, è divenuta un osservatorio privilegiato dei fenomeni politici
e culturali europei, coniugando, spesso
suo malgrado, istanze e differenze dei due
poli estremi del nostro continente.
L’inizio dell’era post-socialista e l’ingresso del capitalismo hanno segnato un confine culturale tra passato e futuro.La libertà ritrovata ha rappresentato la promessa del futuro senza il pericolo di cadere nelle trappole della rimozione e della perdita di memoria.
La scena artistica contemporanea ha contribuito in maniera incisiva a questo
rinascimento culturale anche grazie a
una riflessione critica attenta tanto al
passato quanto al presente, capace di
generare la consapevolezza necessaria
per giungere alla costruzione di nuova
identità.
Critical Art e New Documentalists sono
alcuni dei fenomeni artistici principali
sorti tra gli anni Novanta e gli anni
Duemila che si sono fatti carico di affrontare schiettamente il tema delicato della
memoria, gli effetti del capitalismo e della globalizzazione impiantati su una storia di totalitarismi, l’essere e il divenire
della società polacca.
Info 059 2032911
Vincenzo Castella, MILANO 2013
ITALIA INSIDE OUT
Dal 21 marzo al 27 settembre 2015, Palazzo della Ragione Fotografia di Milano
ospita Italia Inside Out, la più grande mostra di fotografia mai realizzata, interamente dedicata all’Italia.L’esposizione, concepita
per essere un’unica iniziativa scandita in due
momenti, dal 21 marzo al 21 giugno con i
fotografi italiani e dal 1° luglio al 27 settembre con i fotografi del mondo, consegna al
pubblico l’immagine del paese più rappresentato della terra, attraverso 600 immagini
dei più importanti autori italiani e internazionali.
“Questa mostra raccoglie idealmente il
testimonial delle due precedenti esposizioni
dedicate ai due grandi maestri della fotografia Salgado e Bonatti che hanno raccolto un
grande successo e racconta il nostro paese
proponendo le fotografie di grandi fotografi
che hanno colto gli aspetti principali del nostro Paese e dei suoi abitanti – ha dichiarato
Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura - .
Un capitolo importante del palinsesto di Expo
in città che conferma la vocazione di Milano
come città d’arte aperta "aperta a tutti i linguaggi dell'espressione artistica contemporanea".”
La rassegna promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, a
cura di Giovanna Calvenzi e con un progetto scenografico di Peter Bottazzi, dopo le
personali dedicate a Sebastião Salgado e
Walter Bonatti, continua il programma di
Palazzo della Ragione Fotografia, il nuovo
spazio espositivo interamente dedicato alla
fotografia in piazza dei Mercanti, inaugurato a giugno 2014, a due passi da piazza
Duomo.La mostra fa parte di Expo in città,
il palinsesto di iniziative che accompagnerà
la vita culturale della città durante il semestre dell’Esposizione Universale. Italia Inside
Out ripercorre la storia della nazione attraverso l’occhio attento degli artisti più decisivi del secolo scorso. Se da un lato Henri
Cartier-Bresson o Herbert List, negli anni
trenta, e successivamente Robert Capa o
David Seymour, hanno documentato la seconda guerra mondiale e il dopoguerra, gli
autori italiani hanno seguito le trasformazioni dell’Italia dagli anni cinquanta fino a oggi.
Per la prima volta, Italia Inside Out propone
il lavoro di grandi maestri che, in momenti
diversi e con esperienze soggettive, hanno
colto gli aspetti principali e le peculiarità che
contraddistinguono il Belpaese e i suoi abitanti. La loro ricerca si è concentrata sulle
bellezze dei paesaggi, sullo sviluppo delle città, sugli stereotipi, sul modo di vivere, ma
anche sulle speranze, sui sogni e sui drammi
della nostra storia recente.
La prima parte - INSIDE - accoglie dal 21
marzo al 21 giugno 2015 una selezione di
oltre 250 immagini di oltre quaranta fotografi, da Gianni Berengo Gardin a Massimo Vitali, da Gabriele Basilico a Mario Giacomelli,
da Luigi Ghirri a Mimmo Jodice, da Letizia
Battaglia a Silvia Camporesi, con opere che
testimoniano l’evoluzione del linguaggio fotografico italiano contemporaneo e, al tempo stesso, sono un atto d’amore nei confronti
del proprio Paese, dei suoi paesaggi, delle
sue città, dei suoi abitanti.
Con la seconda parte - OUT -, dal 1° luglio
al 27 settembre 2015, le fotografie degli autori italiani lasceranno il posto a quelle di grandi maestri internazionali.
ARTECULTURA
9
- RISORGIMENTO POETICO RAI: Indipendente, come la Magistratura
quotidiano dei cittadini
Per l’articolo 21 della Costituzione
“tutti hanno diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero con la
parola, lo scritto, ed ogni altro mezzo
di diffusione”. Ma come? Non lo dice,
un problema. Pur se nella genericità
costituzionale, niente da dire, senonché
entrando nello specifico delle personali
situazioni, le cose cambiano quando si
constata che per chi ha soldi da pagarsi la
divulgazione delle sue idee non ci sono
problemi, mentre sorgono quando la
disagiata condizione economica del
cittadino, di fatto, glielo impedisce. Eppure,
eccezioni a parte, il canone RAI non fa
distinzione tra il possidente, il lavoratore
ed il disoccupato. E l’uguaglianza dei
cittadini scompare dando spazio a quelle
scontate modalità di trasmissioni di potere
che non attivano la partecipazione, ma
condizionano a subirla.
Certamente consapevoli che il
problema non sia di facile soluzione,
tuttavia l’idea di una RAI indipendente
come la Magistratura che diventi
quotidiano dei cittadini potrebbe
garantire la migliore democrazia
informativa mediante nuove regole. Per
cui l’auspicio che si avveri. O, quanto
meno, che la nuova riforma inquadri in tal
senso l’orientamento. Poi le reti tematiche,
con o senza pubblicità, non sono un
problema purchè tra esse trovi l’opportuno
spazio formativo una quotidiana libera
pubblicistica di commento e di studio
della nostra Costituzione, affinché non si
stravolga lo spirito della Resistenza da
cui è nata e che va difesa ad ogni costo
nella sua finalità democrativa e di unità
nazionale. E non pensando di stravolgerla
come da qualche tempo si tenta di fare,
ma, piuttosto, fatta evolvere contro il
paravento di abusate strategie di comoda
governance. Per cui c’è bisogno di una
RAI nella quale una fondata Cultura
Civica di partecipazione diventi una realtà
condivisa. La violenza non si combatte
con le armi, ma modificando i rapporti
culturali del costume. Ed a questo riguardo
10
ARTECULTURA
non va dimenticato che uno spazio
culturale per la poesia della natura, sia
davvero tanto indispensabile per estirpare
la corruzione che origina dalle tante
contraddizioni di costume. Oggi la
sicurezza della persona sono solo i soldi,
la ricchezza, e non il valore del normale
respiro poetico. Occorre una riforma
della RAI che faccia sentire ogni cittadino
un pubblicista di partecipazione e non un
sottomesso della discriminazione.
Certo che quando si ripropone l’insegnamento della Storia dell’Arte nelle
scuole, come sta facendo l’attuale
governo, non è da respingere, ma da
condividere, purchè l’insegnamento non
sia di puro repertorio storiografico, ma di
finalità formativa non violenta. Atto a
comprendere che l’artista è l’uomo alla
ricerca della sua migliore convivenza e
non a recitare il plauso di inutili grandezze
che non eliminano la guerra ma
l’alimentano. Il valore della convivenza è
l’uomo spontaneo e non l’archivio abusato
di personali meriti. Persino l’antica storia
babilonese proibiva ad un’artista di firmare
la sua opera perché in essa prevalesse
l’uomo universale e non soltanto l’autore.
Per cui utile una rubrica fissa sull’arte in
televisione, che rinnovi la mentalità del
costume da comportamenti obsoleti.
E poi c’è il lavoro, quel grande
problema della nostra vita sul quale vi
sarebbe tanto da domandarsi affinchè la
schiavitù finisca per tutti e si estingua la
supremazia di pochi. Ogni persona in
cuor proprio non vuole sentirsi subordinato
ad un altro. Un pesante problema della
convivenza che solo l’adeguata formazione culturale può far superare e non
le regole contrattuali che, per certi aspetti
ancora vigenti, paragonano l’uomo al
mulo. Per cui non una rubrica ma più
settori dovrebbero trovare spazio di
presenza e dialogo nella nuova programmazione RAI e non il secco
carrierismo che non porta da nessuna
parte e continua solo ad appesantire il
problema dei nostri difficili giorni. Come
sopportare il parassitismo di una burocrazia
che non conosce il lavoro e, d’arbitrio,
comanda su chi suda o, d’intelletto,
studia come migliorare la ricerca affinché
anche lo scienziato desista dallo scoprire
la bomba che ammazza di più, invece di
migliorare la fatica di tutti. Un linguaggio
salutare del lavoro che nella sua
stratificazione incontri l’armonia che lo
spirito universale domanda e gli interessi
venali e di potere invece impediscono.
Una RAI che dal problema del lavoro
si colleghi con quello dell’etica per dare
crescita all’iniziativa delle attività
produttive che culturalmente liberino di
obiettiva conoscenza il cittadino dai
superati reticolati di vecchi e nuovi tabù
mitologici. Ed è ancora dalla creatività
del lavoro che deve nascere e consolidarsi
l’Europa dell’armonia e non dalle banche
del parassitismo burocratico che non ha
mai conosciuto il lavoro quale naturale
fonte di affettiva vicinanza e finalità di
vita. Ed ancor più dalle manifestazioni
conoscitive del lavoro che deve delinearsi
come elevazione culturale della società
tutta, la necessità del riposo e dello sport
e del giuoco non competitivo, come aveva
incominciato ad essere un tempo la
trasmissione di “Giochi senza frontiere”
che annullava arcaiche divisioni di stati.
Per cui anche l’Europa deve soprattutto
realizzarsi dalla conoscenza di una
Cultura del lavoro che apra alle finalità
odierne del turismo, dello sport e del
giuoco, non competitivo, che azzeri certi
fanatismi di primati. Cosicchè occorre
programmare, facendo i passi possibili,
una RAI nella quale protagonista sia il
costume evoluto del lavoro e non la
persistente civetteria di abituali tavole
rotonde. La sicurezza della società deve
originare soprattutto dal costume e non
dal numero delle guardie. Le ragioni per
le quali la RAI con facoltà d’indipendenza
uguale a quella della Magistratura ed
opportunamente strutturata, diventi
funzionalmente una democratica partecipazione per essere
il quotidiano dei cittadini.
Artecultura
In questo numero MAGGIO 2015
Alberto Korda
La Resistenza delle immagini
Milano Ca’ di Fra’
7 maggio - 5 giugno 2015
6 CORRISPONDENZA CULTURALE PAOLO SCIRPA di Ornella Fazzina 9 ARTE IN POLONIA - INSIDE OUT
10 RISORGIMENTO POETICO
11 SOMMARIO - LA RESISTENZA
12 INTERLUDI
16 VAN HONTHORST
17 UN MUSEO IDEALE
20 LA ROSA DI FUOCO
21 ROMA E LE GENTI DEL PO
22 ARTE-NATURA-STORIA
23 L’AUTODIDATTA NELLA STORIA
24 NEI LUOGHI DELL’IMMAGINE
25 LIBRI
26 GIOVANNI SALVEMINI poesie
28 LA POESIA LA CORRUZIONE
29 CARCIOFI INGRATI
30 LUCIO SILLA
31 UMANITA’ POETICA
32 ASTE
33 CONCORSI
34 RASSEGNA MENTE E DISARMO
La Copertina
Paolo Scirpa Progetto d’intervento
1994, Arco della Pace, Milano
Inserto redazionale:
-MOSTREA MILANO
-POSTACATALOGO
ARTECULTURA
Le idee che la impegnano
- CORRISPONDENZA
CULTURALE
- COSTUME POETICO
- 24 OTTOBRE GIORNATA
MONDIALE DISARMO
- INFORMAZIONE
ARTISTICO CULTURALE
- POESIA DELLA NATURA
- POESIA PACE
- PSICOPOESIA
LEONILDE PERSEU - MICHELE GIANNATTASIO - SILVANA TESTA - ELENA
BELLAVITI - GIOVANNI JURATO - GREGORIO MANCINO - di Marpamoza; ELVINO
MOTTI di Gianmarco Puntelli; UMBERTO
MARIANI - ALBERTO VENDITTI - RICCARDO
GUARNERI di Aoristias
INSERZIONI: - GALLERIA PONTE ROSSO GIANFRANCO RONTANI.
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Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali
Anno XLVIII N. 05 Maggio 2015
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ARTECULTURA
Due mostre
per la libertà
Alberto Korda dal titolo La Resistenza delle immagini, in via Carlo Farini,
2 Milano fa rivivere gli avvenimenti a
seguito la liberazione di Cuba. Una
mostra che per i suoi richiami storici
merita certamente di essere visitata
affinché non si cancellino le lotte per
l’affermazione dei valori umani
universali. Info: [email protected]
70 anni a Borghetto Lodigiano 167 ª Brigata Garibaldi - Fratelli
Biancardi C/o Cooperativa operai e
contadini, via Fossadotto 5, dal 19
aprile al 5 maggio 2015. Avvenimenti e ricordi della lotta partigiana
nello spazio di un territorio dove la
Resistenza ebbi il suo pieno significato
di libertà e di riscatto nazionale. Per
cui anche con questa seconda mostra,
che Artecultura segnala, si evidenziano
due eventi a significato storico che nei
difficili tempi che ancora si vivono possono
essere alimento di un grande riscatto
umano e nazionale.
La libertà è un valore che non ha limiti.
ARTECULTURA
11
INTERLUDI D'ARTE
Giuseppe fugge dalla moglie di Putifarre
(arazzo XVI sec.)
Giacomo Manzù, SCULTURA
Vivian Mayer, NEW YORK, Settembre 1953
(Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York)
VIVIAN MAIER
Street Photographer
IL PRINCIPE DEI SOGNI
Giuseppe negli arazzi medicei
di Pontormo e Bronzino
Milano, Palazzo Reale
29 aprile - 30 agosto 2015
Per la prima volta dopo centocinquanta
anni, i venti arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici per la
Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio si
possono visitare per la loro preziosità. Gli
arazzi raffigurano la storia di Giuseppe e
nel 1882 furono divisi per volere dei Savoia tra Firenze e il Palazzo del Quirinale. La
straordinaria raffinatezza della loro manifattura, l’unicità della composizione dei
soggetti raffigurati, la singolare vicenda
storica che li ha interessati, profondamente intrecciata alla storia d’Italia, fa di
questo progetto espositivo un evento di
portata internazionale e di eccezionale
rilevanza simbolica, culturale e storico
artistica. Questa serie di panni monumentali, oggetto di un complesso e
pluridecennale restauro, rappresenta una
delle più alte testimonianze dell’artigianato
e dell’arte rinascimentale. Gli arazzi con le
storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il
1553 per la Sala de’ Dugento di Palazzo
Vecchio di Firenze. I disegni preparatori
furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove
predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad
Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e
già pittore di corte, e a cui si deve parte
dell’impianto narrativo della serie. Tessuti
alla metà del XVI secolo nella manifattura
granducale, tra le prime istituite in Italia,
furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui
cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo
Pontormo e Francesco Salviati. Info 020202
12
ARTECULTURA
“Manzù. Le donne e il fascino
della figura”, Ostia Antica
12 marzo - 6 novembre 2015
L’area archeologica di Ostia Antica, museo e scavi, diventa luogo di profondo
dialogo tra storia antica e bellezza, ospitando trenta opere del maestro bergamasco.
Un fil-rouge si snoda tra le statue di
divinità esposte nel museo e il fascino della
donna di Manzù, tra i suoi lavori e le
antiche teste auliche e stilizzate. L’evento
è promosso dalla Soprintendenza Speciale
per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, in
collaborazione con il Cigno GG Edizioni.
Il percorso espositivo si conclude nell’ultima sala del Museo, dove è allocata la
grande tela intitolata Pittore e modella,
del 1958 e si snoda attraverso una serie di
sculture e disegni in cui la figura, prevalentemente femminile, viene investigata con
passione meticolosa, attraverso tecniche
espressive che furono tra le preferite del
Maestro bergamasco: carboncino, acrilico,
olio su tela, sculture in bronzo. La donna,
di cui è visibile il capolavoro che Manzù
tenne nella sua camera da letto per tutta la
vita e che ritrae la moglie Inge, ricondotta
all’essenza e alla forza del suo essere,
denudata di ogni vanità terrena, è fonte
inesauribile d’ispirazione per l’artista che
la ritrasse fin dal 1935, in opere agli antipodi dell’approccio accademico.
All’esterno le sculture dialogano sia con la
storia millenaria del luogo, animando di figure
l’antica città, sia con i visitatori che potranno
apprezzare da vicino il lavoro del Maestro
bergamasco. Come ha scritto Maurizio
Calvesi, “Da amante (...) egli non si è posto
mai dei “modelli”, né antichi né contemporanei; ma ha risposto in modo diretto al proprio
sentimento dell’eros, della bellezza...”.
Info: tel.06-56368003-0656358099
Nuoro, Museo MAN
10 luglio - 18 ottobre 2015
Dopo gli Stati Uniti il fascino di Vivian
Maier sta incantando l’Europa. Bambinaia
per le famiglie benestanti di New York e
Chicago sin dai primi anni Cinquanta del
secolo scorso, per oltre cinque decadi ha
fotografato la vita nelle strade delle città in
cui ha vissuto senza mai far conoscere il
proprio lavoro. Mai una mostra, neppure
marginale, mai una pubblicazione. Ciò che
ha lasciato, però, è un archivio sterminato,
con più di 150.000 negativi, una miriade di
pellicole non sviluppate, stampe, film in
super 8 o 16 millimetri, registrazioni, appunti e altri documenti di vario genere che
la tata “francese” (la madre era originaria
delle Alpi provenzali) accumulava nelle
stanze in cui si trovava a vivere, custodendo tutto con grande gelosia. Confinato
infine in un magazzino, il materiale è stato
confiscato nel 2007, per il mancato pagamento dell’affitto, e quindi scoperto dal
giovane John Maloof in una casa d’aste di
Chicago.
La mostra al MAN di Nuoro, a cura di
Anne Morin, realizzata in collaborazione
con di Chroma Photography, sarà la prima
di Vivian Maier ospitata da un’Istituzione
pubblica italiana. Partendo dai materiali
raccolti da John Maloof, il progetto
espositivo fornisce una visione d’insieme
dell’attività di Vivian Maier ponendo l’accento su elementi chiave della sua poetica,
come l’ossessione per la documentazione
e l’accumulo, fondamentali per la costruzione di un corretto profilo artistico, oltre
che biografico. Insieme a 120 fotografie
tra le più importanti dell’archivio di Maloof,
catturate tra i primi anni Cinquanta e la fine
dei Sessanta, la mostra presenta una serie
di dieci filmati in super 8 e una selezione di
immagini a colori realizzate dalla metà
degli anni Sessanta. Info: 0784-25 21 10
INTERLUDI D'ARTE
Torino, DONNE CHE VEDONO IL FUTURO
Giovan Lorenzo Bernini
Roma, LA FONTANA DEI 4 FIUMI
Tato, SENSAZIONI DI VOLO, 1929-1930
ROMA 900.
DONNE CHE VEDONO
IL FUTURO / La mostra
IL LABORATORIO DEL
GENIO Bernini disegnatore
209 donne, dai 3 al 92 anni, raccontano a Palazzo Madama la loro idea di
futuro nelle fotografie di Bruna
Biamino - Torino, Palazzo Madama
12 marzo - 7 giugno 2015
Roma, Galleria Nazionale d’arte
Antica - sino al 24 maggio 2015
Palazzo Madama presenta dal 12 marzo
al 7 giugno prossimo in Camera di Madama
Reale Donne che vedono il futuro, una
grande esposizione di ben 209 ritratti fotografici di donne che hanno partecipato al
grande progetto del museo dedicato al ruolo
delle donne nella società.
Il progetto conclude il percorso avviato a
dicembre in occasione della mostra Women
of Vision. Le fotografe di National
Geographic. Un workshop a cura della
fotografa torinese Bruna Biamino ha visto
donne di ogni età, dai 3 ai 92 anni, rispondere
all’invito del museo offrendo la propria
visione del futuro attraverso un ritratto
fotografico e una dichiarazione scritta. Ne
sono nati 209 ritratti, tutti immersi nella
luce della settecentesca veranda juvarriana
che affaccia su Piazza Castello, la cui luminosità e spazialità ha permesso alle partecipanti al workshop di guardare “oltre”.
Palazzo Madama ha raccolto tutti i 209
ritratti in Camera di Madama Reale in
una grande esposizione originale, un
modo per collegare un’illustre personalità
femminile, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, alle donne di oggi e ai loro
“sogni di futuro”. Ad accompagnare le
fotografie, un’installazione sonora con le frasi rilasciate dalle donne fotografate da Bruna
Biamino. Ne hanno discusso esperti e professionisti provenienti da diversi ambiti:
Stefano Barrese (manager), Carmen Belloni
(sociologa), Bruna Biamino (fotografa),
Mario Calabresi (giornalista e direttore “La
Stampa”), Gianfranco Carbonato (imprenditore), Adriano Favole (antropologo), Luca
Remmert (imprenditore), Camillo Venesio
(banchiere) ed altri. Info: tel.0114433501
E’ la prima volta che una mostra così ricca
per numero ed importanza viene dedicata
alla produzione grafica del “principe” del
barocco italiano, Giovan Lorenzo Bernini.
Dopo la tappa di Lipsia, dove è stata allestita
presso il Museum der bildenden Kunste fino
al 2 febbraio 2015, questa eccezionale esposizione, arricchita anche da dipinti, sculture
ed oggetti opera dello stesso cavalier Bernini,
ospitata a Roma nelle prestigiose sale
espositive della Galleria Nazionale di Arte
Antica di Palazzo Barberini dall’11 marzo al
24 maggio 2015.
Il Museum der bildenden Kunste di Lipsia
conserva, con più di 200 fogli, uno dei più
ampi fondi di disegni di Giovan Lorenzo
Bernini. Provenienti in parte dalla collezione
della regina Cristina di Svezia, furono acquistati dalla città di Lipsia nel 1713 da un
antiquario romano, il priore Francesco Antonio Renzi. Questo tesoro è rimasto dimenticato negli scaffali della Ratsbibliothek, la
biblioteca comunale di Lipsia, fin quando non
furono scoperti e pubblicati nel primo novecento, nel 1931, da Heinrich Brauer e Rudolf
Wittkower nel loro, ancora oggi, fondamentale studio Die Zeichnungen e Giovan Lorenzo Bernini. Solo nel 1960 i volumi furono
smembrati e i fogli montati singolarmente.
I disegni di Lipsia documentano quasi tutto
l’arco della vita artistica di Bernini e molti dei
suoi progetti chiave che hanno segnato così
profondamente il volto di Roma e fornito
modelli artistici per il Barocco in Europa e nel
mondo. Il genio creativo di Giovan Lorenzo
Bernini è rappresentato in maniera ampia e
variegata e riguarda tutte le tipologie,
spaziando da rapidissimi schizzi a disegni di
grande finitura, da disegni di figura a disegni
architettonici e per le arti decorative. Ci
sono, ad esempio, disegni per la Cappella
Chigi ed importanti altri. Info: 06-4824184
De Chirico, Guttuso, Capogrossi,
Balla, Casorati, Sironi, Carrà,
Mafai, Scipione e gli altri.
Parma - Mamiano di Traversetolo,
Fondazione Magnani Rocca
21 marzo - 5 luglio 2015
Sontuose figure femminili, Ritratti di celebri
personaggi, Vedute dell’Urbe e della campagna romana, Nature morte rigorose o vibranti, sono i principali soggetti affrontati
dagli artisti protagonisti della nuova mostra
della Fondazione Magnani Rocca, fra i quali:
Afro, Balla, Bocchi, Cambellotti, Capogrossi,
Carena, Casorati, Conti, Crali, De Carolis,
Depero, De Chirico, De Pisis, Discovolo,
Donghi, Dottori, Fillia, Funi, Gentilini, Guttuso,
Levi, Lionne, Mario Mafai, Antonietta Raphaël
Mafai, Mancini, Manzù, Marini, Benedetta
Marinetti,Melli,Monachesi,Pirandello,Prampolini,
Sartorio, Savinio, Scipione, Severini, Sironi,
Socrate, Spadini, Stradone, Tamburi, Tato,
Turcato.
La mostra, dal 21 marzo al 5 luglio 2015,
promossa dalla Fondazione Magnani Rocca
e da Roma Capitale, Assessorato Cultura e
Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni
Culturali, è a cura di Maria Catalano, Federica Pirani, Stefano Roffi. L’esposizione,
attraverso oltre cento splendide opere,
intende presentare il “Novecento romano”,
quindi il collezionismo pubblico e la cultura
artistica a Roma nella prima metà del XX
secolo, nella complessità dei linguaggi che si
sono succeduti, con gli artisti e i movimenti
di riferimento. Prosegue così presso la Villa
dei Capolavori - sede della Fondazione a
Mamiano di Traversetolo, vicino Parma l’indagine della grande arte italiana del Novecento.
Il percorso proposto dai curatori dell’esposizione permette una lettura aperta attraverso livelli intrecciati tra loro. Così la visita
ai capolavori delle civiche collezioni romane
è articolata in una sequenza di sezioni, coerenti al loro interno, in grado di condurre il
visitatore alle opere. Info: tel. 0521-848327
ARTECULTURA
13
Leonilde
Perseu
Panorami
di campagne
Si sente l’avvicinarsi dell’estate, lo si
intuisce anche guardando il dipinto
della pittrice Leonilde Perseu che in
questo mese di maggio 2015 ci
propone “CAMPAGNA ESTIVA”, olio
su tela. Una calorosa tavolozza che
realizza il suo moderno figurativo in
didascaliche campiture che fanno ondeggiare in profondità di movimento un
rispecchio di campagna come fosse una
divertita scena teatrale. L’organizzazione del dipinto, che viene sollecitata
da una spinta di ritmo aperto alla curiosità
dell’immaginario poetico, cerca di dar
voce di canto umano a quelle che sono le
prestazioni dei lavoratori della terra.
Un dipinto che per le sue caratteristiche
formali e di atmosfera purificatrice
soffia una serenità di sogno riposante.
Un lievito respiro contadino che
sembra salire dalle tonalità del rossoarancione e dal verde di alberati e colture,
dalla terra che sorregge il tutto della
composizione che nella sua profondità si
colora di un azzurro celestiale intercalato
da un orizzontale di bianco latte. Insomma
una realtà allusiva in cui i due rotoli della
raccolta in primo piano del dipinto, simboleggiano la forma e il colore della
fatica contadina. Un moderno figurativo per la sua sintesi e caratteristica di ricerca intenta a segnare
d’anticipo l’augurio di buon raccolto.
Marpanoza
Leonilde Perseu
“CAMPAGNA ESTIVA””
Olio su tela.
14
ARTECULTURA
Michele
Giannattasio
L’architettura
del sogno
Eruzione tonale
Persevera la spinta fantasmagorica a
rievocare la drammaticità di un evento
vulcanico che nei secoli avvenire
doveva tanto interessare l’immaginario
umano, artistico, poetico, la curiosità
dei posteri partenopei ed il richiamo
di meraviglia del turismo internazionale. L’atmosfera che dalla
remota radice tematica diviene futuribile ed infonde nella pulsione
espressionista del pittore Michele
Giannattasio la realizzazione di un
nuovo dipinto, della interessante serie del
fenomeno eruttivo del Vesuvio avvenuta
nel ‘70 dopo Cristo. E il “DINAMISMO
STRUTTURALE” di Giannattasio, ci fa
conoscere così una sua nuova sequenza
in cui i tratti spalancati della struttura che
animano il dipinto, sembrano gridare a
bocca aperta, ancora oggi, quello che fu
il tormento che a suo tempo interessò le
popolazioni partenopee. L’opera non si
costruisce per sintesi narrativa, ma
propositiva che scava nelle sue radici per
collegarsi all’attualità di un remoto
vulcanico che tanto doveva incidere
nell’intuizione artistica del futuro. Il
fenomeno nel quale il dipinto di
Giannattasio diviene un remoto di
testimonianza al presente che sul
dolore alimenta la vitalità artistica che
si lascia ammirare non per passivo
richiamo d’angoscia, ma per l’attrattiva
creativa che gestisce l’intuizione.
Marpanoza
Michele Giannattasio
“DINAMISMO STRUTTURALE”
Olio su tela.
Silvana
Testa
Itinerario
ignoto
Forse le parole son poca cosa a confronto
il richiamo che scatena la composizione,
la sua variata quanto emblematica
struttura che dal vegetale si collega alla
costruzione urbana, ad una scena teatrale
dove le pietre delle gradinate possono
anche sorridere a denti stretti sia per la
forma che per le tonalità. Fino a darci
l’impressione che “MOVIMENTO” il
dipinto che la pittrice Silvana Testa ci fa
conoscere in questo mese di maggio 2015
s’intuisce e si costruisce su una distruzione
di richiamo planetario. L’evento nel quale
la densa aggressività tonale arcobaleno
del cielo si collega alla civiltà urbana della
terra sensibilizzando i lati delle pietre di un
ignoto anfiteatro di un suscettibile sorriso
alludendo ad un dualismo creativo che
sensibilizza la gioia sul dolore come per
un divertito giuoco di spontaneità. Infatti
la spinta al movimento, l’instancabile
desiderio artistico di vivere creando, ha
collegamento di un mondo nel quale la
curiosità è fonte alimentatrice d’infinita
conoscenza.
(Marpanoza)
Silvana Testa
“MOVIMENTO” 2014
olio su tela, cm. 120x90
Giovanni
Jurato
L’intrasparenza
della materia luminosa
Nella continuità del saggio figurativo a
valenza strutturale e tonale moderno di
struttura e tocco di colore, il nuovo dipinto
di Giovanni Jurato origina da un ritmo
creativo di fermento mediterraneo e nello
specifico fa riferimento soggettivo alla
realtà naturalistica della Sicilia, sentita,
vista e dipinta con spirito d’acredine in
cui l’emozione del pittore vive una sentita
vocazione. Questo ci lasciano pensare le
incrinature della marina bagnate dalle
acque in risentito movimento ondulatorio
nel quale l’azzurro del mare ed i risalti
della terra ferma in leggero rosa
primaverile con brevi accenti di rosso sul
pietrame che ne delinea il percorso, danno
visione pittorica ad un dipinto in cui il
sentimento dialoga con la natura come a
condividere per destino la grinta della
poetica che vezzeggia la realizzazione.
Dunque un’opera che nel suo linguaggio
traccia un arco di collegamento tra il
passato remoto e l’attualità del sentimento
critico che gestisce in una continua
emozione il tempo, la storia e la natura
che si domandano sul vero mistero
dell’esistenza. (Marpanoza)
Referenze:
ARTECULTURA
Via Ciovasso 19
20121 Milano tel. 02-86464093
GALLERIA DEGLI ARTISTI
Via Nirone 1
20123 Milano tel. 02-867841
ASTARTE
Via C. Scalia 33
96018 PACHINO-Sr. tel. 3391363178
Giovanni Jurato
PAESAGGIO MEDITERRANEO N. 2 2014
Olio su tela, cm. 60x80
Gianfranco
Rontani
Tra le personalità
dell’arte del XX Secolo
La femminilità in tutta la sua espressione comunque manifestata
dipinta o scolpita è sempre il rispecchio ideale ed umano della
bellezza, fisica o allusiva. In tal caso la
considerazione non muta nell’attrattiva
del desiderio. Un desiderio che va ben
oltre l’istinto animalesco della casuale
sessualità, in quanto la sua bellezza
apparente o coperta di etica mitologia
racchiude in se un fenomeno in cui
solo l’appellativo del divino può in
qualche modo alleviare al senso del
mistero che circonda la donna, il suo
assoluto di bellezza dipinta di poesia
che attrae senza mai respingere
l’interlocutore maschile. Per cui la
femminilità della donna si pone al
sublime dei sensi e della parola che,
detto in maniera metaforica, potrebbe
anche esprimere l’origine del mondo,
essere la sua genitrice ideale e le
religioni in questo senso la sanno ben
lunga. Cosicché un maestro come
Gianfranco Rontani che sulla donna
ha tanto dipinto lo ha fatto per corrispondere ad un suo stimolo che nella
donna, appunto, incontra un significato
non sempre avvertibile dalla coscienza.
Marpanoza
Segromigno di Piano (Lu)
Cell. 3349020404
Artecultura tel. 02-864.64.093
Gianfranco Rontani
“NUDO DI DONNA”
olio su tela, cm. 30x40
GALLERIA PONTE ROSSO
dal 1973GALLE
GALLERIA
PONTE ROSSO
dal 23 aprile
al 17 maggio 2015
SALVAT O R E
MAMMOLITI
Il pittore di Tropea, 2014
Inaugurazione
giovedì 23 aprile ore 18
presentazione di
FLAMINIO GUALDONI
20121 - Milano via Brera 2
Corrisp. via Monte di Pietà 1A
Tel./Fax 02.86461053
E-mail: [email protected]
www.ponterosso.com
Orario di apertura:
10-12,30 / 15,30-19
Chiuso domenica e lunedì
ARTECULTURA
15
28 marzo - 30 aprile 2015
Varese, Galleria Arte Armanti
In questa primavera 2015 una bella mostra di Alberto Venditti rappresenta una
suggestiva occasione per riflettere intorno ai temi della pittura e della
figurazione e nella loro reciproca connessione. Uno sguardo altro e privilegiato, viene appunto dalla ricerca pittorica
di Alberto Venditti, artista di origini
partenopee, ma da tempo operante a Milano, sia come docente al Liceo Artistico
e di Tecniche di Incisione e di Nudo, che
poi, naturalmente nella sua più ampia attività artistica. Una riflessione, la sua,
che si snoda attorno al tema della forma
figurale, intuita, però, oltre il piano della
Alberto Venditti
L’OGGETTO E IL
SUO ABBRIVIO
Gerrit van Honthorst, L’INCORRUTTIBILE FILOSOFO
Gerrit van Honthorst
MAGICA E’ LA NOTTE
(1592-1656)
FUGA 2, - 2014 olio su tela, cm. 60 x60
pura descrizione, per essere invece espressione di quei moti interiori, psicologici che
poi sanno trovare il loro giusto ritmo in
una dinamica articolazione plastica e tonale nella quale la cadenza raffinata del
segno si compenetra organicamente al respiro dell’atmosfera, al seducente viaggio dell’oggetto verso un ipotetico ignoto. Forme, quelle sviluppate dall’artista,
che si alleggeriscono di ogni peso, materia e consistenza, per esser poi “poetico
ostaggio” di quell’alito che così intensamente soffia su di esse, le fa increspare,
le sottrae ad una dimensione prosaica o
puramente rappresentativa. Un turbine
elegante ed inquieto, fatto di toni, strutture grafiche, abbozzi di evocate
morfologie, pervade le limpide composizioni dell’artista, le mette in moto. Venditti
conquista il movimento, principio cardine della pittura, senza parafrasare
futurismi o sperimentazioni cinetiche, ma
ottenendole dal corpo vivo della pittura,
dai suoi materiali che costantemente, come
mossi da un’infinita energia, celebrano
il teatro della loro vita ed espressione.
Aoristias
T. 0332 231241
16
ARTECULTURA
Firenze, Galleria degli Uffizi
Sino al 24 maggio 2015
La mostra dedicata a Gerrit van Honthorst
detto Gherardo delle Notti, mette in evidenza la presenza in Italia del pittore nel primo
Seicento e soprattutto l’entusiastica ricezione fiorentina, che assicurò quattro grandi tele
alle collezioni medicee. A Gerrit, che deve il
suo soprannome al talento per le scene notturne rischiarate da lucerne e candele, saranno affiancati altri pittori degli antichi Paesi Bassi, specialmente dediti alle medesime
ricerche luministiche.
Gerrit (o Gerard) van Honthorst, noto anche, come si è detto, con l’appellativo
Gherardo delle Notti (Utrecht, 4 novembre 1592 – Utrecht, 27 aprile 1656), è stato un pittore olandese. All'inizio della sua
carriera visitò Roma, dove venne a conoscenza delle opere dei maestri italiani e da
cui fu influenzato, specialmente da Caravaggio. È proprio da quest'ultimo che
trasse ispirazione per la caratteristica illuminazione usata in parte dei suoi dipinti.
Ritornato nei Paesi Bassi, divenne uno dei
pittori di spicco del suo periodo, dipingendo sia quadri che ritratti. Morì, sempre ad
Utrecht dov'era anche nato, all'età di 65
anni.Svolse la sua formazione inizialmente presso il padre, un pittore decorativo,
per poi diventare allievo di Abraham
Bloemaert. Una volta concluso l'apprendistato si recò a Roma, come ormai era consueto per ogni pittore che aspirasse ad una
formazione completa, dove studiò i grandi maestri e l'arte antica. Non vi sono no-
tizie certe relative all'anno del suo arrivo,
anno da collocare probabilmente attorno
al 1610. In ogni caso, il primo dato cronologico certo del suo soggiorno romano
è il 1616, ma è da escludere che Honthorst
giunga nella città in quell'anno (come era
stato ipotizzato in passato), anche perché
alla fine del secondo decennio è già un pittore pienamente formato e maturo. Non
era il solo pittore a provenire da Utrecht:
assieme a lui, nello stesso periodo, visitarono Roma anche Dirk van Baburen,
Hendrick ter Brugghen e Jan Van Bijlert.A
Roma alloggiò presso il palazzo di Vincenzo
Giustiniani, dove dipinse il Cristo dinanzi
al sommo sacerdote (ora alla National
Gallery di Londra). Il suo patrono romano aveva un'importante collezione di opere d'arte dipinte da vari artisti come Caravaggio, Bartolomeo Manfredi e i fratelli
Carracci, e di cui Honthorst in questo modo
poté fare conoscenza. Principalmente fu
colpito proprio dalla straordinaria pittura
di Michelangelo Merisi da Caravaggio, alla
quale ispirò gran parte delle opere successive fino ad essere indicato come pittore
caravaggista. Si specializzò nella pittura a
"lume di notte", con straordinari effetti di
luce artificiale, fatto che gli valse l'epiteto
di Gherardo delle Notti. Ma in Italia
Honthorst non ebbe come patrono il solo
Giustiniani: il cardinale Scipione Borghese
gli assicurò delle commissioni a San
Silvestro Della Mariro, a Montecompatri
e per Santa Maria della Vittoria in Roma.
Info 055 238 8651 (Aoristias)
Milano MUSEO DEL NOVECENTO
dal 15 maggio 2015
UN MUSEO IDEALE
Dal Futurismo all’Arte Povera
Jannis Kounellis, ROSA BIANCA, 1967
OPERE DELLA
DONAZIONE
BERTOLINI
Il Museo del Novecento presenta la mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini”, un omaggio a una delle più significative donazioni nella storia delle raccolte civiche milanesi cresciute negli anni proprio grazie
a importanti lasciti privati. I capolavori
donati da Mario Bertolini arricchiscono
il patrimonio del Museo del Novecento di
oltre 600 opere realizzate dai protagonisti dell’arte italiana e internazionale, dagli anni sessanta ai primi anni novanta
del secolo scorso.
Mario Bertolini inizia a interessarsi all’arte contemporanea negli anni sessanta a Milano,nelle più importanti gallerie
della città. È proprio allora che nasce
quella passione che per circa quattro decenni lo porterà a frequentare il mondo
dell’arte internazionale e ad accrescere
la sua collezione.La mostra “Nuovi Arrivi” ricostruisce, in una selezione di 120
opere, i capitoli fondamentali della raccolta. La Sala Archivi è dedicata alla Pop
Art, primo nucleo acquistato dal collezionista, e s’apre con uno dei suoi protagonisti, Andy Warhol. Il soggetto più celebre dell’artista americano, la Marilyn, è
qui presentato in una insolita versione su
carta dai toni grigio-neri. Segue la
serigrafia La Scala di Milano di Richard
Hamilton del 1968, un omaggio alla città. Il percorso espositivo continua con le
esperienze americane ed europee dell’Arte Concettuale degli anni sessanta e settanta, dunque con opere della Narrative
Art di Mac Adams, Bill Beckley, Jochen
Gerz, Jean Le Gac, Roger Welch; della
Land Art di Christo e Jeanne-Claude,
Hamish Fulton, Dennis Oppenheim; delle esperienze performative e comportamentali. Info 02 88444061
La mostra, a cura del Comitato Scientifico
del Museo, presenta gli “Ospiti d’eccezione” nell’allestimento ideato dall’architetto
Paolo Giacomazzi. Mentre i capolavori del
XX secolo occupano i punti nevralgici del
percorso museale, l’arte contemporanea è
allestita in modo interstiziale creando, in relazione con l’arte storicizzata, una serie di
sorprese inaspettate. La mostra offre
un’irripetibile occasione per ammirare alcu-
Luca Trevisani, COSTELLAZIONE BASCULANTE
ne delle opere simbolo dell’arte italiana dal
Futurismo all’Arte Povera, con un dialogo
aperto con il contemporaneo. L’incipit del
percorso presenta un’importante opera di
ambito pre-futurista di Umberto Boccioni,
Nudo di spalle (Controluce) (1909) del
Mart di Rovereto, posta in dialogo con uno
dei capolavori di Arturo Martini, la Prostituta (1913) proveniente da Ca’Pesaro di
Venezia. Sempre nella Sala del Futurismo
viene ospitata la poetica installazione sonora di Mario Airò, Là ci darem la mano
(2003) – prima opera del percorso proveniente dalla collezione ACACIA.
Al termine della sala del futurismo, Natura morta con squadra, tra le icone del museo milanese, sarà affiancata dal capolavoro Ovale delle apparizioni, della GNAM
di Roma. Le due opere dipinte da Carlo
Carrà tra 1917 e 1918, entrambe provenienti dalla collezione Jucker, rappresentano il superamento del periodo futurista
e l’avvicinamento alla ricerca metafisica.
Cortile di Via Fondazza (1958) di Morandi
del Mambo di Bologna e Due figure mitologiche (Nus antiques, Composizione mitologica) (1927) di de Chirico del Mart, ampliano le sale monografiche del Museo del Novecento dedicate ai due artisti. L’opera simbolo del Museo Revoltella di Trieste,
Meriggio (1920) di Casorati , accoglie i visitatori nella sala del movimento Novecento,
mentre un allucinato ritratto fotografico - Senza titolo (2009) - del musicista americano
Arto Lindsay realizzata da Roberto Cuoghi
è ospitato accanto alle opere figurative di
Pietro Marussig e Achille Funi. La sezione
post-impressionismi, realismi e arcaismi
ospita due opere di eccezionale rilievo, la
grande Crocifissione (1940-1) di Guttuso dalla Gnam di Roma e Maternità (1934), capolavoro di Fausto Pirandello proveniente dalle collezioni della Gam di Palermo. Segue,
nella sala monografica dedicata a Fausto
Melotti, l’installazione monocroma di Marzia
Migliora “…sono sgusciato dalla tua pienezza senza lasciarti vuota perché il vuoto l’ho
portato con me…” (2007), in delicato dialogo con le sculture dell’artista roveretano.
Alle opere polimateriche di Sabrina
Mezzaqui e Francesco Gennari è affidata
la riflessione sulla complessa relazione tra
scultura, natura ed estetica. La prima con
l’installazione Mettere a dimora (2008) invade progressivamente le pareti della sala
per rappresentare fisicamente la proliferazione di immagini. La degenerazione
di Parsifal (natività) (2005-2006) di
Gennari, mostra come la materia possa subire un’evoluzione formale completamente
indipendente dalla volontà dell’artista. Proseguendo nel percorso si raggiunge Sala
Fontana con Costellazione basculante (2008)
di Luca Trevisani: una scultura volatile in
Felice Casorati, MERIGGIO, 1953
continuo mutamento, che con i palloncini
sospesi a mezz’aria, sembra quasi giocare
con il Neon di Lucio Fontana riprendendone il tema dello spazio e della relazione
con l’ambiente circostante. Nel percorso
dedicato alla gestualità degli anni Cinquanta
sono ospitati Abstraction with Brown
Burlap (Sacco) (1953) di Alberto Burri.
Info 02 88444061
ARTECULTURA
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Umberto Mariani
LA VISIONE INCONDIZIONATA
Davvero con singolare ed arguta
intelligenza Umberto Mariani nella
bella intervista rilasciata a Mariapia
Bruno nel significativo catalogo
UMBERTO MARIANI PIOMBI, presentato lo scorso febbraio in occasione
dell’importante personale dell’artista
alla Galleria Jerome Zodo Contemporary di Milano, introdotto da un
approfondito intervento critico di
Francesco Tedeschi, si definiva “artista
democratico”, quasi a voler sottolineare i molteplici legami che la
sua sensibile ricerca avverte con i vari
archivi di stimoli, sensazioni, linguaggi
che via via l’uomo ha elaborato nel
corso dei millenni e che continuerà ad
elaborare in futuro. Da qui discende
per Mariani un’esplicita critica a quel
mito della creazione assoluta che,
appunto, è una realtà puramente
ipotetica e che tanto la psicologia
quanto la storia dell’arte hanno
efficacemente smentito nel corso della
seconda metà del novecento.
Quello che l’uomo ha realizzato
non può andare disperso, e del resto
compito dell’arte, e di quella visiva in
particolare, non è forse di sviluppare
18
ARTECULTURA
nella dialettica dell’immagine un
continuo dialogo tra la realtà quotidiana
delle cose e il passato che pure in esse
continua a vivere e convivere ?
Drappeggi, sipari teatrali, addobbi di
ogni genere, come lettere dell’alfabeto o le più astratte forme geometriche sono, infatti, realtà del
passato, intese come scoperta, ma che
tuttavia in nuovi modi disegnano e
configurano l’esistenza contemporanea. Poi per l’artista assumono un
valore emblematico in forza della loro
pregnanza e della loro capacità di
resistenza al tempo e nel tempo. Ed
esse allora per Mariani non possono
non costituire un privilegiato campo
di osservazione e di studio, pittorico
ed immaginario al tempo stesso,
perché è proprio dalla loro forza,
dalla loro capacità di resistere al farsi
e disfarsi delle civiltà, che ne consegue
la loro esistenza sul piano artistico ed,
in questo caso, nei Piombi di Mariani.
Osservando attentamente le sue
recenti composizioni si può chiaramente comprendere come l’artista
tenda a raggiungere un’espressione
pura quanto mai essenziale e sem-
plificata. Infatti nessun anelito o proposito
narrativo, naturalistico, comunque
stilizzato, appare nelle sue opere, esse,
piuttosto parlano per archetipi ossia per
una ricerca che dal suo personale punto
di vista si orienta verso accezioni primarie,
verso i fondamenti della cultura e della
stessa storia dell’uomo. Questa ricerca
poi si dispiega a partire da un suggestivo
ed insolito punto di indagine: il drappeggio. Esso è una presenza costante nel- la
storia dell’arte, raffinatamente stilizzato
nella plastica dell’antico Egitto, poi
raggiunge effetti straordinariamente
sorprendenti nell’arte greca e romana
con il loro evidente intendimento
naturalistico. Quindi, dopo la sua eclissi
nell’arte medioevale, riappare all’inizio
del Ri- nascimento, diventando una sorta
di DNA del singolo artista in quanto ogni
pittore o scultore ha la sua maniera di
rilevare e rappresentare il drappeggio.
Esso contemporaneamente nasconde
una parte e ne sollecita plasticamente
un’altra o, al caso, la lascia intuire.
Quindi per Mariani il drappeggio
nasconde una straordinaria potenzialità
espressiva, magica e razionale, al tempo
stesso. Nelle sue strutturate pieghe si
possono scorgere i profili silenziosi di
enigmatiche lettere dell’alfabeto come di
improbabili punta di fuga prospettici.
L’opera acquista allora una sua
particolare dinamicità sollecitata dal
conflitto di direzioni percettive che
sensibilmente l’artista sa poi far
convergere con ritmo ed ordine nella
visualità dello spazio, orientando
l’osservatore, stimolandolo a nuove
percezioni. La superficie della tela
interagisce quindi con lo spazio, la forma
celata si rivela nella sua acuta plasticità,
nelle configurazioni tridimensionali che
accentuano il loro effetto illusivo ed
allusivo, quanto più sono nascoste, appunto
tra le pieghe di un bellissimo drappeggio.
La forma si cela, ma non scompare, essa
risalta nelle silenziose strutture, quasi
ispirate da un senso architettonico
dell’ordine. Il raffinato monocromatismo
che spazia dal blu al rosso, dal verde al
bianco, dal giallo al rosa, è il fertile
ricettacolo in cui le forme concepite da
Mariani lasciano la loro impronta, vigorosa
eppure vellutata. Da rilevare inoltre
l’organica fusione tra le lettere scritte e
tutto il corpo della pittura, anzi sono
quest’ultime che generano la pittura, la
rendono schermo vibrante, straordinariamente poetiche nella loro afona
luminosità. E in fondo queste lettere non
sono state scritte, nè incise, hanno più lo
statuto delle visioni, smussano ogni
rigidezza, lentamente dal piano della tela
risalgono al loro primo piano, dove ve le
ha condotte la luce e la trama plastica.
La tridimensionalità rappresenta, al
di là di possibili speculazioni, l’acme stesso
della pittura, la sua forza legittimante che
un’artista ne sia consapevole o meno. E
infatti nelle composizioni di Mariani questo
ideale, questo implicito movente ordinatore ed ispiratore, si perfeziona nelle
premesse culturali a cui il pittore fa
sensibilmente riferimento, vale a dire la
dimensione degli archetipi e del loro
sostrato simbolico. Ma questi archetipi
sono per Mariani realtà viventi, vibrazioni
luminose, fisiche, che configurano quasi
un loro principio di classica bellezza.
Luce ed ombra solo in parte sono un
portato del colore, in realtà sono presenze
vive, entità tangibili. Lo spazio di
conseguenza sul piano visivo e concettuale
è una certezza, in cui Mariani infonde il
lungimirante affondo dei suoi drappeggi,
delle lettere che sono sul punto di apparire
e scomparire nello stesso tempo, di
svelarsi e velarsi. L’apparizione diventa
essa stessa un problema artistico e nello
stesso tempo filosofico. La “forma” è
solo una pura ma efficace mediazione
tra apparenza e dissolvenza a cui non si
sottraggono neanche i codici più raffinati
con i quali la pittura di Mariani interagisce
in profondità. Se scolpire nell’apparenza
può sembrare assurdo, questo brillante
paradosso l’alfabeto visivo di Mariani
sembra averlo risolto e fatto proprio nella
costante sperimentazione della sua
ricerca. Questa ricchezza compositiva
rileva poi chiaramente il suo plastico
strutturarsi. La superficie modifica la
sua tensione sul piano visivo e percettivo
in quanto la luce penetra, orientata e
canalizzata tra i ritmi delle pieghe,
accrescendo il contrasto tra pieni e vuoti.
Sorgono così forme rigorose, lucide,
eppure senza contorni. Infatti Mariani
non è un pittore geometrico, non persegue
la finalità della geometria in se stessa,
piuttosto questa è un risultato, non una
premessa della sua ricerca, che è sempre
un’attenta ricognizione sulle oggettive e
naturali situazioni della vita, così come
può essere percepita a partire da singoli
dettagli, apparentemente fuorvianti, ma
in realtà vitali e decisivi. E’ anche vero, in
fondo, che la verità, ammesso che esista
e possa essere percepita, si nasconde nei
frammenti, in particolari forse inutili ma
che una mente aperta e curiosa è in
grado di afferrare per la loro primaria
importanza e soprattutto per le aperte ed
infinite prospettive che possono dispiegarsi
innanzi a loro.
Teodosio Martucci
ARTECULTURA
19
LA ROSA DI FUOCO.
La Barcellona di Picasso e Gaudí
Nuove Acquisizioni
alla Galleria Civica di Modena
Modena, Galleria Civica
Sino al 7 giugno 2015
Sabato 18 aprile 2015 la Galleria Civica
di Modena ha inaugurato presso le sale
superiori di Palazzo Santa Margherita la
mostra dedicata alle nuove acquisizioni
dell'istituto. Negli ultimi anni, grazie ad
una accurata politica culturale volta ad
incrementare il patrimonio, sono confluiti nelle raccolte del disegno e della fotografia più di 500 lavori, in prevalenza
per donazione di artisti o collezionisti, oppure attraverso l'istituto del comodato. La
ricerca messa in campo in questa occasione ha permesso inoltre la riscoperta
di alcune opere che, pur entrate a far parte delle collezioni nel recente passato, non
avevano ancora trovato occasione di essere presentate al pubblico.
L'allestimento, a cura di Gabriella
Roganti, presenta una selezione di queste carte e si propone di mostrare, fra gli
altri, disegni di Aldo Bandinelli, Vittorio
Ramon Casas: La garrota, 1894 Olio su tela, cm 127 x 166 Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
Ferrara, Palazzo dei Diamanti
19 aprile - 19 luglio 2015
La rosa di fuoco, o meglio La Rosa de Foc,
per dirla alla catalana, per gli anarchici indicava all’inizio del Novecento il nome in codice di Barcellona. Nome che evoca, allo
stesso tempo, il fermento che a cavallo del
secolo infiammava la vita politica, sociale e
culturale della capitale catalana, ma anche i
violenti attentati dinamitardi di cui fu teatro
la città. A mutare volto e storia di Barcellona
era stata, nel 1888, la grande Esposizione
universale che aveva introdotto dirompenti
idee di modernità in una capitale ancora
decentrata rispetto al cuore avanzato d’Europa. Nuovi modelli di vita, nuovo benessere
e nuove visioni creative si accompagnavano
all'espansione industriale ed economica della
regione.
In quegli anni a Barcellona il giorno continuava la notte e i caffè e i ritrovi lungo le
Ramblas e nel Barrio Gotico pulsavano di
gente e di incontri. I poeti, gli intellettuali, i
pittori avevano base a Els Quatre Gats e da
qui sciamavano per ogni dove, spesso approdando a Parigi. La crescita culturale ed
economica della capitale catalana fu però
accompagnata da marcate tensioni sociali
che nel luglio del 1909, durante quella che
venne chiamata la Settimana tragica, sfociarono in una serie di violente contestazioni
e in una cruenta repressione che decretò la
fine di questa irripetibile stagione. Di questi
anni fecondi e inquieti e della colorata, sanguigna fucina di talenti che li animò dà conto
20
ARTECULTURA
La rosa di fuoco, la grande mostra con
cui Palazzo dei Diamanti apre la stagione
espositiva 2015-2016, firmata dalla direttrice dell’istituzione, Maria Luisa Pacelli.
La rosa di fuoco, ovvero l’arte e le arti a
Barcellona tra 1888 e 1909, rispecchia perfettamente la cifra culturale dei Diamanti:
mostre accuratamente selezionate, approfondite, particolari, mai banali. Rassegne che
presentano in Italia artisti straordinari ma
poco frequentati (tra i tanti Reynolds,
Chardin, Zurbarán…) o snodi fondamentali
della storia dell’arte da prospettive inedite.
Anche in questa esposizione, infatti, i grandi
protagonisti della storia dell’arte sono presentati da punti di vista meno scontati: è il
caso del giovanissimo Picasso che, quantunque alle prime prove, nel giro di qualche anno
conquista la scena artistica catalana e parigina, con il tratto graffiante del suo precoce
talento. Accanto a nomi celebri, vengono proposti artisti che ai più risultano ignoti, ma sono
ugualmente di altissimo livello. Pensiamo a
Ramon Casas, Santiago Rusiñol o Isidre
Nonell che, a differenza di Picasso, fecero
ritorno in patria anziché diventare astri del
palcoscenico parigino.Questa è una mostra
di forti colori e forti emozioni. Si passa, non
a caso, dal caleidoscopio delle tavolozze di
fine Ottocento, ai colori acidi e brillanti delle
effigi della moderna vita notturna, fino alla
dominante blu dell’ultima sala della mostra.
Poiché Picasso, e con lui altri animi inquieti,
scelsero questo colore per esprimere il dolore e la solitudine. Info 0532 244 949
Bruno Cattani, Sognare giocando - dono dell'artista
Corsini, Gianfranco Ferroni, Josep
Ginestar, Mario Giovanardi, Claudia
Losi, Roberto Paci Dalò, Nakis Panayotidis, Bepi Romagnoni, Claudio Verna,
Moe Yoshida, e fotografie di Giorgio
Barrera, Elina Brotherus, Bruno Cattani,
Mario Cresci, Mario De Biasi, Franco
Fontana, Luca Gilli, Ferdinando Scianna,
Diego Zuelli, solo per citare alcuni degli
artisti presenti.Nel percorso espositivo
inoltre una selezione delle 114 incisioni
di autori italiani donate nel 2013 dall’Associazione per la diffusione dell’opera
artistica di Modena che a margine di mezzo secolo di attività ha lasciato la propria collezione di grafiche alla Galleria
civica di Modena (per la parte che riguarda gli ultimi 30 anni) e la documentazione d'archivio alla biblioteca civica "Luigi Poletti", un gesto che ha consentito alla
comunità di conservare memoria di un
momento creativo esemplare sia per l'arte del territorio che per quella italiana.
Info 059 2032932
Brescia, Museo di Santa Giulia
9 maggio 2015 - 17 gennaio 2016
Una suggestiva mostra a carattere storico
e un evento atteso da decenni, entrambi a
Brescia e entrambi collegati alla storia più
antica della città e del territorio vasto. La
mostra non a caso è realizzata a Brescia, la
Brixia dei romani, anche se va chiarito che
non si limita a illustrare l’origine della sola
città ma racconta, per la prima volta, la grande vicenda che ha portato, tra il terzo secolo
e il primo secolo avanti Cristo, alla romanizzazione delle genti del Po. E’ il racconto di una vicenda che ha la forza di una
epopea. Una storia di scontri ma anche di
incontri di civiltà, di sopraffazione e di profonda integrazione. Una epopea nella quale
compaiono nomi che tutti abbiamo conosciuto
sui libri di scuola: Annibale, Scipione, Emilio
Lepido, Mario Silla, la Gallia Cisalpina, la
Roma Repubblicana, ma anche di personalità che nulla hanno a che fare con campagne
militari e battaglie, come quelli di Catone e
Catullo, un filosofo e un poeta.
Perché questa è una storia che, tra pace e
guerra, permette di arrivare alla creazione
di un nuovo modello sociale. E’ la storia della trasformazione, o meglio potremmo dire,
di aperta modernizzazione di un grande territorio. Una trasformazione sociale e culturale, innanzitutto. Ma anche fisica, con
disboscamenti, bonifiche, messe a coltura di
terre fertilissime, con la creazione di città
unite da grandi strade consolari.Un percorso lungo tre secoli. Dopo i quali nulla è stato
come prima.E Brixia lo testimonia splendidamente con il suo Parco Archeologico, il
BUSTO DI BRENNO
ROMA E LE GENTI DEL PO
Un incontro di culture. III-I secolo a.C.
CELTI IN CAMMINO VERSO ROMA
più importante, esteso e conservato dell’intera Gallia Cisalpina, ovvero del nord Italia.
E proprio in occasione della inaugurazione
della grande mostra, l’antica Brixia che si
erge intorno al celebre Capitolium, nel cuore della moderna città, svelerà due ulteriori
gemme: la Quarta Cella del tempio Repubblicano, eretto tre secoli prima dell’attuale
con i raffinati affreschi parietali appena restaurati, e il grande Teatro Romano di Età
Imperiale. In un percorso che va dal
Capitolium, ora integralmente visitabile, al
Teatro, a Santa Giulia, dove sono conservate le spettacolari Domus dell’Ortaglia insieme a sontuosi mosaici e ai grandi bronzi, prima fra tutte la celebre Vittoria Alata, nascosti e rinvenuti proprio nell’area archeologica
e sacra della città. Sfuggiti dalle invasioni
barbariche per arrivare sino a noi. Un tesoro di statuaria bronzea unico al mondo per
qualità e bellezza.La mostra che BRIXIA
dedica a "Roma e le genti del Po. Un incontro di culture. III-I secolo a.C.” è una grande esposizione archeologica, con quasi 500
reperti, tutti attentamente selezionati, concessi da decine di musei e istituzioni italiane.
Molti mai prima esposti, perché provenienti
da scavi recenti, per un percorso di ben 1500
metri quadri.Ma è anche un percorso emotivo, con installazioni interattive e multimediali
che fanno rivivere situazioni e atmosfere di
quei tempi lontani, adatte anche ai ragazzi.
Uscire dalla mostra e incamminarsi nel Parco Archeologico sarà come uscire dal mito
e dal racconto per entrare dentro la storia.
Una esperienza indimenticabile. Accompa-
gnano la mostra il Catalogo generale, a cura
di Luigi Malnati e Valentina Manzelli, e la
Guida alla mostra e alla Brescia Repubblicana, pubblicati entrambi dall’editore GAmm
Giunti.
Nella storiografia moderna in riferimento
alla storica deduzione della Provincia Gallia
Cisalpina gli storici oscillano fra la fine del II
secolo a.C. e l'età sillana. Vero è che all'89
a.C. risale l’importante legge di Pompeo
Strabone ("Lex Pompeia de Gallia Citeriore")
che conferì alla città di Mediolanum e ad
altre, la dignità di colonia latina. Nel dicembre del 49 a.C. Cesare con la Lex Roscia
concesse la cittadinanza romana a tutti gli
abitanti della Cisalpina e infine, nel 42 a.C. ,
la provincia venne abolita del tutto, divenendo parte integrante dell'Italia romana. Nel
periodo in cui fu provincia la Gallia Cisalpina
venne amministrata da un propretore.La
Gallia cisalpina fornirà a Cesare il bacino a
cui attingere per la coscrizione delle legioni
da utilizzare nella campagna di Gallia: la ricompensa si avrà nel 49 a.C. quando, attraversato il Rubicone, innescata la guerra civile con Pompeo e ottenuto il titolo di dictator,
Cesare concesse la cittadinanza romana.
Durante il principato di Augusto, in un anno
intorno al 7 d.C., l'ex Gallia Cisalpina venne
divisa in quattro Regiones, regio VIII Aemilia,
regio IX Liguria, regio X Venetia et Histria e
regio XI Transpadana, nell'ambito delle 11
regioni con le quali venne organizzata la divisione amministrativa dell'Italia.
Info www.bresciamusei.com
ARTECULTURA
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ARTE-NATURA-STORIA
Lo stimolo intuitivo nell’esperienza cosciente
Uno dei tratti dominanti, anche se
non esaustivo, della storia dell’arte
contemporanea, e per contemporanea
si intende quella sviluppatasi a partire
dall’Impressionismo, si rivela nella
precisa volontà di porre in maniera
definitiva una pietra sopra l’arte figurativa, in qualsiasi forma essa si manifesti e si esprima. Tuttavia non tutte
le correnti d’avanguardia appoggiarono propositi così radicali. Infatti tendenze come cubismo, futurismo,
surrealismo, espressionismo, cercarono di riformulare in maniera assolutamente nuova la realtà dell’immagine figurativa, prendendo le distanze
dalle convenzioni accademiche, come
anche delle acquisizioni di un pur recente passato. Nel contempo, però,
appare evidente che sul piano artistico più generale lo spirito del tempo si
manifesta in una decisa accelerazione verso il superamento definitivo
della forma figurativa. Già partire dall’opera di Klee e Kandinsky l’orizzonte espressivo dell’arte passa dal piano del visibile a quello dell’invisibile,
alla ricerca di una realtà pura, immaginaria. Quello che prima per molti
artisti, anche sommi, era stato solo un
desiderio, un anelito spirituale, ora
sembra dipanarsi ai loro occhi come
una realtà concreta, tangibile, diventa
oggetto non solo di ricerca tecnica,
ma anche di riflessione teorica. E da
questo punto di vista i testi scritti di
Klee, Kandinsky, Mondrian e di altri
ancora ne sono una oggettiva testimonianza. Si configura così per l’arte
contemporanea una radicale mutazione della sua essenza, dei suoi articolati linguaggi espressivi e contestualmente si modifica anche il rapporto con il pubblico, che diventa più
problematico. L’arte perde, come
scopo, l’indagine sulla rappresentazione, smarrisce l’obiettivo di un realismo sempre più affinato ed oggettivo e si orienta verso il disvelamento
di realtà che si pongono oltre la sfera
del tangibile, del documentabile, come
può essere una veduta di campagna,
una scena di battaglia o un ritratto.
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ARTECULTURA
Quindi sulla scia delle opere e degli scritti
di Klee e Kandinsky e sulla base anche
di innovazioni tecniche che modificheranno in profondità il modo di percepire la
natura, il paesaggio, le relazioni sociali
ed esistenziali, prende avvio nelle sue varie declinazioni l’esperienza dell’astrazione lirica che poi si prolungherà nella seconda metà del XX secolo con l’informale. L’astrazione, però, nel contempo
si avvale di una altra importante traduzione, ossia la variante geometrica. Anche qui, la natura, l’oggetto realistico,
viene espunto, il reale, infatti, deve tradursi nella sua configurazione geometrica assoluta, pertanto la nuova sintassi
pittorica utilizza cerchi, quadrati, triangoli, rettangoli e così via. Ad un livello
ancora più estremo si pone l’informale
che nelle sue impostazioni di fondo si
propone un azzeramento totale di qualsiasi configurazione, sia verista, geometrica o simbolica. A questo punto la pittura, in quanto tale, sembra essere giunta,
appunto, all’estremo delle sue possibilità
espressive, come se si trovasse di fronte ad un muro invalicabile. La percezione - anche se la situazione oggettiva in
realtà potrebbe essere ben diversa pare esser quella di trovarsi in un contesto in cui tutto sia già stato fatto, visto e
meditato. Situazione, che per altro non
è nuova nella storia dell’arte. Infatti
l’epoca stessa del manierismo testimonia di una realtà culturale ed artistica
che sembrava aver raggiunto il suo
acme, il punto invalicabile e che l’arte
stessa dovesse solo limitarsi a commentare i grandi maestri, Michelangiolo, Raffaello, Leonardo, oltre in quali non si
poteva più oggettivamente andare. Sappiano, poi, naturalmente che le cose
non sono andate così e l’arte ha ripreso il suo percorso con esiti imprevedibili ed altrettanto grandi. Del resto
anche l’energia delle varie installazioni, ready-made, object trouvé, o come
li si voglia chiamare, sembrano aver
smarrito del tutto la loro spinta
propulsiva. Sicuramente per l’arte
una situazione non facile, complessa, e
pervasa da un certa stanchezza. Una
stanchezza, o anche persino una aperta
involuzione, che del resto si può avvertire anche in altre sfere della società, come
la politica, l’economia, la sicurezza ambientale. Si intuisce chiaramente, per riferirci più specificamente al tema dell’arte, che le tradizionali categorie di
figurazione o astrazione, almeno nelle
configurazioni in cui sino ad ora sono
state ideate e sviluppate, abbiano definitivamente fatto il loro tempo e pertanto si debba andare oltre queste
impostazioni culturali ed estetiche. La
realtà stessa dell’ambiente oggi è radicalmente mutata non solo rispetto a
secoli passati, ma persino in riferimento
a tempi anche abbastanza recenti. Un
quartiere edificato negli anni sessanta,
oggi appare a prima vista del tutto
irriconoscibile, tutto muta in fretta e soprattutto muta in direzioni diverse e persino opposte. Da qui ne consegue un
evidente smarrimento dei punti di vista
culturali orientativi, che l’arte, essendo
lo strumento più sensibile della conoscenza umana, avverte con largo anticipo.
Scienza e tecnologia, sembrano, al contrario, vivere un contesto estremamente
creativo, se infatti un ricercatore in un
qualsiasi campo scientifico smettesse di
aggiornarsi per circa sei mesi, si troverebbe nella condizione di non poter più
seguire la sua disciplina. Ma se questa
rapidità appartiene alla scienza, alla sua
sistematica organizzazione, non è detto
che essa debba essere altrettanto utile o
salutare per l’arte, che invece non deve
vivere nel tempo, ma vivere il suo tempo, dotarsi delle sue specifiche, peculiari
indagini di approfondimento e di studio
dell’uomo, della natura, nei suoi molteplici collegamenti con la storia. Forse, se
l’arte ricostituisce questa sua particolare relazione con il tempo, probabilmente
rintraccerà anche le possibilità di superare quell’impasse, in cui, per ora sembra annaspare.
Aoristias
L'AUTODIDATTA NELLA STORIA
Marie-Sophie Germain nacque da
una ricca famiglia parigina impregnata di ideali liberali. Suo padre, Ambroise-François, fu un mercante di
cura disuccessivamente
Aoristiass
seta che adivenne
direttore della Banca di Francia e riuscì
a farsi nominare rappresentante del
Terzo Stato nell'Assemblea Costituente nel 1789. Sophie nacque nell'era
della rivoluzione francese, e lo spirito rivoluzionario ed innovatore ne permeò le scelte di vita.Il suo amore per
la matematica nacque nel 1789, lo
stesso anno in cui scoppiò la Rivoluzione francese. Sophie Germain aveva allora 13 anni. Nella biblioteca del
padre, un ricco mercante parigino, aveva trovato un libro sulla storia della
matematica. Rimase colpita dal racconto della morte di Archimede: il
matematico di Siracusa era così concentrato su un problema geometrico
da non prestare attenzione ad un soldato dell'esercito romano che aveva
invaso la città. Il soldato, irritato dalla
mancata risposta alla sua domanda, lo
uccise sul posto con la sua spada. La
ragazza pensò che la matematica doveva essere un argomento affascinante, se qualcuno ne era attirato al punto
da perdere la vita.Da quel momento
Sophie divorò qualsiasi testo di matematica riuscisse a trovare nella biblioteca paterna, tra i quali le opere di
Newton e di Eulero. I genitori inizialmente osteggiarono questo suo interesse, perché non lo ritenevano consono ad una giovane donna. Sophie
Germain doveva studiare di notte, portando di nascosto libri e candele nella
sua camera. Alla fine i genitori furono
convinti dalla sua tenacia, e acconsentirono a lasciarla studiare. Il padre
avrebbe poi finanziato gli studi della
figlia per tutta la vita.
Per diversi anni Sophie studiò da sola.
Gli insegnanti privati, con i loro programmi di "matematica per signorine",
non erano in grado di soddisfare il suo
appetito culturale. Non c'erano, nemmeno tra gli amici di famiglia, esperti
di matematica che potessero farle conoscere gli sviluppi più recenti in quel
campo.Nel 1794 fu aperta a Parigi
l'École polytechnique, istituzione destinata alla formazione superiore di
GERMAIN
(1776-1831)
scienziati e matematici. Sarebbe stata
la scuola ideale per Sophie Germain,
allora diciottenne. Ma per legge le
donne erano escluse dai corsi. La ragazza ricorse allora ad uno stratagemma: assunse un'identità maschile facendosi passare per Antoine-August
Le Blanc, uno studente che risultava
iscritto all'École, ma che aveva in realtà abbandonato gli studi. Per non farsi scoprire, si astenne dal frequentare
i corsi, ma riusciva a ottenere le dispense su cui studiare e presentare le
sue elaborazioni scritte ai docenti.Il
professor Lagrange, uno dei matematici più importanti dell'epoca, fu molto colpito dall'improvviso e notevole
salto di qualità dei lavori di AntoineAugust Le Blanc, uno studente che non
aveva mai mostrato brillanti doti matematiche. Chiese con insistenza un
incontro con lui, e Sophie Germain, a
malincuore, fu costretta a svelare la
sua vera identità. Contrariamente a
quanto temeva la giovane, Lagrange,
pur stupito nell'incontrare una ragazza, si complimentò con lei per il suo
talento, e la invitò a proseguire gli studi. Con il sostegno di un mentore
come Lagrange, Sophie si dedicò alla
ricerca matematica più avanzata. Si interessò di teoria dei numeri e lavorò a
lungo sull'ultimo teorema di Fermat.
Nel corso di queste ricerche arrivò ad
individuare un particolare tipo di nu-
mero primo (che da lei prese il nome
di numero primo di Sophie Germain).
Sentiva però il bisogno di confrontarsi con un esperto, e scrisse direttamente alla massima autorità in materia,
Carl Friedrich Gauss. La corrispondenza tra Sophie Germain e Carl Gauss
iniziò nel 1804. Temendo di non essere presa sul serio in quanto donna,
la studiosa utilizzò di nuovo lo pseudonimo di Antoine-August Le Blanc
in tutte le lettere. Nel 1806 le armate
di Napoleone invasero la Prussia, dove
Gauss viveva a Braunschweig. Sophie
Germain temeva che a Gauss potesse
toccare la stessa sorte di Archimede,
ucciso da un soldato mentre era assorto in un ragionamento matematico.
Raccomandò a un generale amico di
famiglia di riservargli un trattamento
di riguardo. Il generale mantenne la
promessa, e rivelò poi a Gauss che doveva ringraziare Sophie Germain per
la sua incolumità. Gauss si meravigliò,
perché quel nome non gli diceva
nulla.Nella lettera successiva la donna fu allora costretta a svelare la vera
identità dissimulata dietro al nome di
Antoine-August Le Blanc. Si aspettava l'ira di Gauss per l'inganno, ma invece ricevette anche da lui elogi per il
suo talento e per il suo coraggio. Il
loro scambio epistolare si interruppe
nel 1808. Gauss era stato nominato
professore di astronomia all'università Georg-August di Gottinga, e aveva
abbandonato la teoria dei numeri per
gli studi di matematica applicata. Le
lettere di Sophie Germain rimasero
senza risposta.Senza l'appoggio di
Gauss, Sophie Germain non se la sentì più di continuare il lavoro sulla teoria dei numeri e si dedicò ad altre linee di ricerca, che raggiunsero comunque eccellenti livelli di applicazione
matematica in fisica teorica. Nonostante i suoi grandi meriti scientifici,
Sophie Germain non era riuscita ad
ottenere la laurea non avendo completato gli studi all'École Polytechnique.
Nel 1830 l'università Georg-August di
Gottinga, su pressione di Gauss, decise di assegnarle una laurea honoris
causa. Tragicamente, prima che l'Università potesse consegnarle l'onorificenza, Sophie Germain morì di tumore al seno dopo due anni di malattia.
ARTECULTURA
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Nei luoghi
dell’immagine
a cura di Aoristias
MARANO
Filippo Marano nasce a Milano nel 1962 e
svolge la sua attività a Rho. Diplomato tecnico pubblicitario, allievo di Piero Leddi,
fin dal 1993 coltiva la passione per la
pittura. Nel 1992, incuriosito dal mezzo
con il quale lavora quotidianamente, “il
computer”, si è cimentato a dar vita ad
una tecnica che sviluppa nei suoi lavori
nuove emozioni: il computer graphic, un
mezzo efficace per esprimere le sue emozioni in forme e colori che tutti possono
“leggere” e vedere. Le sue opere sono
impreziosite dall’intervento manuale dell’artista e diventano così opere uniche e
irripetibili.(Piero Airaghi)
[email protected]
Filippo Marano, Verso il futuro...tecnica mista, 2015
SCIALOJA
Dal 28 marzo al 6 settembre 2015 la Sala
Enel del MACRO di Roma sarà dedicata ad
uno dei maggiori artisti italiani del secondo
Novecento, con l’esposizione di numerosi
capolavori di pittura, scenografia e grafica
per l’infanzia.La selezione delle opere in
mostra, realizzata con puntuale rigore scientifico, parte dalla scelta metodologica e concettuale di esporre soltanto gli “Scialoja di
Scialoja”, ovvero le opere provenienti dalla
sua collezione personale, custodite dalla Fondazione Toti Scialoja, tra cui spiccano molti
lavori mai esposti prima.
Info 06 6710 70400
DONATELLO
Credenti o non, sarà difficile non emozionarsi di fronte ai tre Crocefissi di Donatello
che verranno posti vis a vis nella mostra
“Donatello svelato. Capolavori a confronto.
Il crocifisso della chiesa dei Servi a Padova,
della Basilica del Santo e di Santa Croce a
Firenze” allestita al Diocesano di Padova dal
27 marzo al 26 luglio prossimi, per iniziativa
della Diocesi di Padova. Il termine “svelato” utilizzato nel titolo non è affatto casuale.
Al centro dell’esposizione sarà infatti un
Donatello che va ad aggiungersi al catalogo
delle opere certe del maestro fiorentino, il
24 ARTECULTURA
Crocifisso dell’antica chiesa padovana di
Santa Maria dei Servi.
Info 049 8761924 / 049 652855
AGNETTI
La Galleria Il Ponte di Firenze presenta, in
collaborazione con lo Studio Visconti di Milano, un importante nucleo di opere di Vincenzo Agnetti, un artista che dalla prima personale tenuta nel 1967 alla morte prematura
avvenuta nel 1981, si è dedicato all’attività
artistica ed extra-artistica (di scrittore e teorico) con assoluta coerenza e lucidità di
pensiero. La mostra ripercorre la ricca
produzione di un artista che ha scelto il
rigore analitico e la poeticità inquieta come
complementari parole d’ordine di una ricerca tesa a sostituire l'oggetto con il linguaggio, la presenza con l'assenza, lo scorrere progressivo del tempo con il dimenticare a memoria. Sino al 10 maggio 2015.
Info 055 240 617
L’OTTOCENTO A PARMA
Angoli di città, vedute e monumenti storici
osservati dall’occhio dei maestri parmensi
del XIX secolo sono presentati alla Galleria
Nazionale di Parma dal 27 marzo 2015 al 31
gennaio 2016. La sezione delle vedute pittoriche ottocentesche di Parma abitualmente
esposte in Galleria Nazionale viene arricchita con numerosi dipinti finora mai esposti, raffiguranti interni suggestivi di chiese o edifici civili, di squarci cittadini e, accanto a questi, gli autoritratti degli artisti
che operavano nell’Ottocento a Parma.
Info 0521 233309
GREETINGS FROM ROME
Il progetto Alcantara-MAXXI giunge alla
sua quarta edizione. In questa occasione è
stato chiesto a sette autori, profondamente
legati all’Italia, di proporre una piccola collezione ispirata a Roma e alla ricchezza del
suo immaginario culturale, storico e popolare. L’unicità di Roma rivisitata in chiave
contemporanea.Filtrando la propria esperienza della città eterna attraverso simboli, pensieri e immagini scelti da un repertorio tradizionale, nascono oggetti che parlano linguaggi
diversi grazie alle straordinarie capacità di
interpretazione di Alcantara. Roma, MAXXI.
Sino al 7 giugno 2015. Info 06 320 1954
DILILLO
Il Museo Nazionale dell'Automobile “Avv.
Giovanni Agnelli” di Torino ospita - dal 26
marzo a domenica al 17 maggio 2015 - la
mostra RETRÒVISIONI. Fotografie di Alberto Dilillo. Sono esposte trentuno fotografie, scattate nel cimitero d’auto storiche
di Kaufdorf, in Svizzera, pochi giorni prima
del suo definitivo smantellamento. RETRÒVISIONI è un racconto per immagini,
accompagnate da suggestive didascalie,
aforismi e citazioni, una vera e propria Spoon
River dell’auto. Info www.museoauto.it
Vincenzo C. Ingrascì, “Questo fiore sono io - il mio
soggetto per expo”, acrilico e collage su tavola
INGRASCI’
Significativa composizione di Vincenzo
Ingrascì che dal suo punto di vista artistico
e culturale dialoga con l’imminente Rassegna Internazionale dell’Expo. Lo fa con la
ricchezza dei materiali implicati nell’opera
che diventano simboli, pensieri, allusioni
in un confronto aperto e libero che nello
stesso tempo dissocia la realtà convenzionale per ricomporla in una più dinamica e creativa situazione visiva e concettuale.
UNCINI
Dal 28 aprile al 15 settembre alla Galleria
Cardi, di Milano, in coincidenza con Expo
Milano 2015, è presentata una retrospettiva
del grande artista italiano Giuseppe Uncini
(Fabriano 1929 – Trevi 2008) realizzata in
collaborazione con l’Archivio Giuseppe Uncini. Curata da Annamaria Maggi, la mostra
è pensata per proporre al pubblico un
excursus sintetico ma al contempo esaustivo,
in grado di offrire una panoramica sulla produzione dell’artista. Info 0245478189.
FREGNI NAGLER
Le fotografie di Linda Fregni Nagler provengono dal vasto repertorio iconografico del
giornalismo di cronaca novecentesco. Gli originali, raccolti negli anni dall’artista, sono stati ri-fotografati e ingranditi in camera oscura. I soggetti delle immagini sono figure in
procinto di saltare o sospese in equilibrio precario. La scelta di questo tema è una riflessione sulla natura ambigua della fotografia
documentaria. Milano Galleria Monica De
Cardens, sino al 23 maggio 2015.
info 02 29010068
Elena
Bellaviti
La voce
della natura
a cura di Aoristiass
Pittrice molto sensibile al richiamo della
natura fintanto da far ritenere che per lei
i panorami del campestre, nel suo insieme,
siano una irrinunciabile facoltà d’invito.
Del resto basta guardare il dipinto
“L’autunno degli aceri” di Elena
Bellaviti,che viene riprodotto in armonia
di testo, per rendersi conto che la
spontanea animazione del soggetto è
mediata tra vento e brezza, come se la
pittrice volesse cercare la parola nella
ramificazione degli aceri. Un ramificato
così sensibile di movimento ondeggiante
di rosso vivo con qualche leggero filo di
marrone per liberare il ritmo di quella
poetica che può essere una spinta
affettiva della Bellaviti nel suo orientamento nel mondo della natura.
Quell’universo nel quale lei si sente di
convivere approfondendo nel contempo
lo stimolo della sua vocazione conoscitiva.
L’emozione dell’appagamento che
sollecita la pittrice a sentirsi in armonia di
vegetazione.
Marpanoza
Elena Bellaviti:“L’autunno degli aceri” 2012
carboncino, cm. 31x46
...LIBRI....LIBRI..
Sergio Risaliti, Francesco Vossilla
Michelangelo. La pietà vaticana
Nell’autunno del 1497 Michelangelo aveva
appena terminato a Roma il Bacco con satiro,
prima scultura moderna dedicata a Dioniso:
dio di forma umana, morto e risorto secondo
i miti dei greci e dei romani. Fu allora che il
cardinale Jean Bilhères de Lagraulas chiese
a Michelangelo di scolpire “una Vergine
Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio” per abbellire l’antica rotonda di Santa
Petronilla. Un salto di tema vertiginoso dalla
mitologia pagana all’iconografia cristiana. In
un anno appena, tra il 1498 e il 1499,
Michelangelo vinse ‘la natura’ e si avvicinò
a Dio, cavando dal marmo la Pietà. Come
scrisse Giorgio Vasari nel 1568: “certo è un
miracolo che un sasso, da principio senza
forma nessuna, si sia mai ridotto a quella
perfezione, che la natura a fatica suol formar nella carne”. Gli studi sull’arte di
Michelangelo hanno poco affrontato i rapporti tra l’artista e i suoi committenti, per
mettere in primo piano il fulgore geniale del
maestro fiorentino. Sergio Risaliti e Francesco Vossilla affrontano invece la Pietà
vaticana – opera tra le più ammirate di
Michelangelo, già considerata nel Cinquecento uno dei vertici della statuaria di ogni
tempo – concentrandosi in particolar modo
sulla figura di Jean Bilhères de Lagraulas.
L’indagine permette, inoltre, di approfondire
alcuni degli aspetti più originali della raffigurazione: la ‘sospensione della morte’, la significativa sublimazione degli aspetti più
drammatici dell’evento attraverso la bellezza del nudo di Gesù e la grazia del volto di
Maria, la studiata anatomia e l’arduo tema
dell’incarnazione. Gli autori rispondono ad
altri quesiti. Dove fu posizionata la scultura
in Vaticano? Perché Maria appare così giovane? Cosa ha spinto Michelangelo a firmare l’opera? Sergio Risaliti si è laureato in
Storia dell’Arte moderna e contemporanea
a Firenze, mentre Francesco Vossilla si è
laureato in Museologia a Firenze, dove ha
conseguito il dottorato di ricerca in Storia
dell’Architettura.
UNA VITA BELLISSIMA
Annamaria Cancellieri
Mondadori Electa pubblica i ricordi di
Annamaria Cancellieri, il libro nel quale l’autrice racconta le sue esperienze di vita, gli
incarichi e i ruoli di grande responsabilità che
ha ricoperto. Nata a Roma quando la guerra
stava per finire, Annamaria Cancellieri è stata testimone della storia recente del nostro
Paese, lavorando con passione ed entusiasmo al servizio dello Stato e dei cittadini, vivendo esperienze di grande valore
umano e professionale. Negli anni quaranta
nella Libia italiana, il nonno, antifascista
convinto di purissima fede repubblicana,
è un funzionario dello Stato a Tripoli. Il
padre, ingegnere, in Libia costruisce pozzi e
centrali elettriche: due uomini di grande levatura morale, che certamente influiscono
in modo determinante sulla formazione e sul
percorso professionale di Annamaria Cancellieri.
Vive l’infanzia e l’adolescenza tra Tripoli e
Roma dove, terminato il liceo, si iscrive
all’università e contemporaneamente partecipa e vince il concorso per segretario al
Servizio Informazioni e Proprietà letteraria
della Presidenza del Consiglio dei Ministri,
occupandosi della diffusione della cultura italiana nel paese. Alla fine del 1969 si trasferisce a Milano e dal 1970 lavora all’ufficio
stampa della Prefettura. Poco tempo dopo,
fa domanda per partecipare al concorso per
il ruolo di consigliere di Prefettura, lo vince e
viene assegnata alla Prefettura di Milano: è
una delle prime donne prefetto in Italia. È
l’inizio di una lunga carriera che la porterà in
molte città italiane, da Nord a Sud, fino a
raggiungere i vertici della pubblica Amministrazione: prefetto, commissario straordinario, poi Ministro dell’Interno con il governo
Monti e Ministro della Giustizia con Letta.
Da Roma, a Milano, Parma, Vicenza,
Bergamo, Brescia, Catania, Genova e Bologna, sono molti i problemi ,le situazioni , le
tematiche che Annamaria Cancellieri ha affrontato nei diversi ruoli che ha ricoperto in
un periodo di tempo complicato, difficile,
ma estremamente interessante dagli anni
del terrorismo, a “Mani pulite”, alla nascita dell’Unione Europea. Conclude il libro
un capitolo dedicato all’episodio della cosiddetta “vicenda Ligresti”, sulla quale l’autrice non si sofferma se non per ribadire
la verità dei fatti e l’immediata archiviazione del fascicolo da parte della
magistratura, non essendo stata ravvisata
ipotesi di reato.
ARTECULTURA
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Il fuoco dell’alba
Il turbinio del vento
che ha sconvolto la notte
si è placato.
Il fuoco dell’alba
rosseggiando dispiega
le sue ali di luce
accendendo il cielo
di riflessi di cristallo.
Amore,
invadesti i miei pensieri,
i miei sogni.
Apristi un varco
nell’orizzonte dell’amore.
Continuiamo uniti
ad attingere
da questo cielo
di bellezza indicibile
quella luce d’amore
che il tempo
non ha spento.
Ridammi
la tenerezza
delle passate stagioni.
Fammi ancora sognare.
Incontro
Lontano nel tempo
dalla nebbia dei ricordi
affiora
un dolce incontro.
La luce solare
si avviava
ad abbandonare il cielo.
Il tramonto
con la sua fantasia di colori
scandiva
l’approssimarsi della sera.
Il tuo viso candido
primaverile
mi avvinse.
Nella tua timidezza
portavi ciò che era in me
di ineffabile.
A passi felpati
silenziosamente
l’amore penetrò nel mio cuore.
Volarono speranze d’amore.
In silenzio
In questa limpida, magica
notte d’estate
in silenzio
ascolto la natura.
I miei pensieri
spaziano dalla vita
a quanto si svolge intorno a me.
Una malinconia
mi sorprende.
Ad un tratto la tua voce suadente
il tuo sguardo dolce
mi portano
in un mondo diverso.
Sboccia nel mio cuore
un’emozione d’amore.
Momenti magici, fugaci.
L’ultimo componimento da “SPERANZE DI PACE’’
Edizioni La Vallisa-Bari 2012
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ARTECULTURA
Giovanni Salvemini
Una classica affettività poetica
La colta semplicità del verso viene intuita dalle viscere della natura ancor
prima ch’essa diventi elaborata cognizione filologica della responsabilità
creativa che il poeta Giovanni Salvemini sente e vive di sana unione con
l’unità letteraria circa un linguaggio che rispecchia una grande vitalità
umana. Linguaggio in cui lo spirito innato della fiducia si dimostra un valore
esistenziale che mantiene l’affettività nel sociale e nel naturale resoconto della
vita.
Un verso che non si lascia aggettivare perché senza volerlo esalta la sua
peculiarità di stato d’animo sorgivo dell’emozione che liberando se stessa
dal mondo dell’ignoto, poi si unisce con la voce dell’uomo nella disinteressata
facoltà che culturalmente denota l’intuizione e la prassi di una formazione
che firma la sua civiltà linguistica nel rispetto altrui.
Una posizione di poeta, quella di Salvemini, che respira stimoli d’oriente, la
realtà del sorgere del sole, di quella luce liberatoria che tiene la persona
lontana da ogni affanno di conquista. Per cui il vocabolo sintattico del verso
assume una risonanza sferica, non come una ludica palla di ragazzi, ma in
virtù di quel richiamo etico di convivenza che solo una poesia sentita e colta
può offrire in disteso amore che conduce a connotato culturale di se stessi e
del prossimo gravido di spontanea energia di Pace.
Giuseppe Martucci
ELVINO MOTTI
L’ALCHIMISTA CHE VUOLE RICREARE
UN MONDO CON PIU’ LUCE
Flaash - 2
Si muove lungo le strade che portano al lago in
quella atmosfera nostalgica che ricerca la luce, per
uscire, per ricreare un mondo pronto ad esplodere
in un’eleganza formale che nasconde l’esigenza
della nascita di una dimensione atemporale di cui
il sole e il lago stesso ne sono simbolicamente i
rappresentanti.
E’ un contemporaneo alchimista, un maestro
capace di antichi miracoli e moderne idee, un
artista che sa usare materiali tradizionali, recuperati,
nuovi per collegare fra loro quei simboli e quelle
visioni che vogliono miscelare natura e anima,
storia e ciò che non è ancora realtà, in nome
dell’urgenza dell’arte a ogni costo, come equilibrio
che si può rompere senza perdere la propria
armonia.
Stiamo parlando di Elvino Motti, allievo di Vangi,
Messina e di una tradizione che ha segnato la
scultura del nostro paese e che ha avuto giusto
riconoscimento all’estero. Stiamo parlando di uno
scultore che ha compreso come la scultura di
questi anni ha bisogno di ricercare quell’equilibrio
sottile, trasparente, fra forza della natura intesa
come forma e materia, e intervento dell’uomo
pensato come tocco dell’anima che dona nuova
presenza e cittadinanza a un oggetto che diventa
fusione nello spazio tempo delle due dimensioni
per diventare arte.
Se l’arte ha, fra gli altri motivi, la ricerca
dell’immortalità, in Motti la tensione si risolve in
questo improbabile, quasi surreale incontro fra
l’anima divina che plasma e una natura che a sua
volta ha contribuito e contribuisce a realizzare la
forma o almeno ne indica la direzione o il simbolo
verso il quale il movimento creativo delle mani
dello scultore deve procedere.
Nasce un mondo fatto di presenze uniche, di
significati originali non replicabili neppure da
Sole nero - Bronzo blu
Sole nero - Bronzo rosso (Ceresa Mauro Photographer)
Motti, perché la sua arte nasce nell’idea che
diventa forma e presenza e in quanto tale lontana
da quel modo di procedere con la “clonazione”
delle proprie opere che appartiene a troppi scultori
contemporanei.
Con il maestro Motti questo non avviene perché
ogni lavoro risente dell’attimo nel quale un’anima,
un pensiero e un cuore hanno incontrato il
materiale per esprimere un significato, un simbolo,
un mondo che prima non era in essere e con il
quale l’osservatore può interagire con lo sguardo
ma anche con l’azione. In che modo? Bisogna
interagire con le mani, toccando i lavori per sentirne
la sapienza di lavorazione e l’emozione. E poi tante
sculture possono essere illuminate, altre si
possono muovere. Un modo di lavorare che crea
contatto con la natura e dialogo fra posizioni
percettive diverse.
Un mondo magico, un mondo dove i materiali, dal
legno alle pietre, dall’acciaio al metacrilato, sono
il pretesto per un incontro con la terra e con il sole,
quel sole che è calore e vita, quella vita che appare
nei suoi metacrilati con attenzione a vari temi, dai
rapporti personali e sociali all’esplosione simbolo
di quella libertà che lo scultore vero ha l’istinto di
vedere nella materia.
Del lavoro di Elvino Motti apprezzo l’armonia,
l’eleganza e l’equilibrio formale che solo i grandi
maestri hanno pur creando, appunto, “esplosioni”.
Fra le sue capacità troviamo l’abilità di lavorare
con vari materiali.
Fra i suoi contenuti ammiro l’infaticabile originalità
e ricerca, proprio quella ricerca di un sognatore
alchimista che, conoscendo i segreti della natura,
vuole ricreare un mondo con più luce attraverso
il tocco di un’anima che fa della purezza e della
magia la propria presenza in questo mondo.
Gianmarco Puntelli, critico d’arte
Prossimi appuntamenti d’arte di Elvino Motti
“L’anima della Materia” Elvino Motti Scultore Lake Como 2015
Giammarco Puntelli è curatore del progetto
"L'anima della Materia".
Giammarco Puntelli co-direttore artistico con Giulia
Sillato de " L'Arte e il Tempo", Official Event di
Expo in Città in Expo 2015.
Giammarco Puntelli presenterà, in unico progetto,
un tour di tre mostre allestite in altrettante sontuose
location dislocate nei siti più rinomati del Lago di
Como.
MOSTRA A PALAZZO GALLIO – GRAVEDONA
ED UNITI
da venerdì 3 aprile a domenica 3 maggio
Piano terra - Elvino Motti: “L’anima della
Materia”
- Mauro Ceresa: "Photo Art 2015"
Presentazione ufficiale : venerdì 3 aprile ore 17
_____________________
MOSTRA A VILLA CARLOTTA - TREMEZZO
da mercoledì 13 maggio a giovedì 4 giugno
Salone Galleria - Elvino Motti "La luce nella
scultura - The methacrylates"
Presentazione ufficiale : mercoledì 13 maggio ore 17
_____________________
MOSTRA A VILLA MELZI - BELLAGIO
da sabato 29 agosto a mercoledi 30 settembre
Elvino Motti - "Art in the landscape" - Opere nei
giardini di Villa Melzi
Presentazione ufficiale : da sabato 29 agosto ore 17
Le presentazioni saranno a cura di Giammarco
Puntelli.
Elvino Motti Scultore – Altri eventi 2015
2-11 LUGLIO Milano - Palazzo della Permanente
“Collettiva dei Soci della Permanente”
10-30 GIUGNO Milano – Palazzo Giureconsulti
Via dei Mercanti, angolo piazza Duomo
"L'Arte e il Tempo" - official event Expo in Città in
Expo 2015
24 GIU – 8 LUG Bellagio - Torre delle Arti
Elvino Motti: "La luce nella scultura - The
methacrylates". Info www.elvinomotti.com
ARTECULTURA
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ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’
la Poesia la Corruzione il Costume
”nel difficile mestiere di vivere...”
In un mondo disattento, nel quale la
famiglia, la scuola, il lavoro, la società in
tutta la loro espressione, i linguaggi della
formazione culturale ti lasciano intendere
che il merito che contraddistingue una
persona, non è la serietà del comportamento onesto, al contrario di puntare
sempre più al bramoso cumulo della
ricchezza personale, sorvolando sul danno
morale e di fatto che gli altri subiscono
dalla sua provocatoria condotta, si
presenta difficile se non impossibile vivere
quel costume che possa orientare alla
reciprocità della fiducia. La mascherata
ribellione a possedere quello che altri
hanno e di cui ci si sente privati, di rivalsa
spinge ad agire fuori dell’orbita dell’equilibrio e di rivincita s’è indotti alla
prevaricazione sugli altri in modo violento.
Un problema molto complesso nel
quale a cospetto della naturale formazione della persona agiscono vari
contrastanti fattori più di richiamo etico
che morale o di entrambi con una quasi
inestricabile condizione. Per cui non ci
soffermiano sui tanti particolari casi che
riguardano i personali comportamenti,
ma sul generale orientamento che tuttavia
fa voce in direzione di una alternativa di
costume nel quale lo stimolo innato della
Poesia della natura aiuti a superare le
innaturali formazioni del cittadino
continuamente indotto a dibattere ogni
giorno tra la sua onestà e la trasgressione
del malaffare degli altri. Un travaglio
psicologico che giustifica la violenza
come metodo stravolgendo ogni spirito
distensivo che invece dovrebbe interessare la buona vicinanza di una
persona verso l’altra. Un campo nel quale
anche se le più esemplari punizioni delle
regole del Diritto all’apparenza risolvono
il caso, tuttavia non eliminano nella
profondità interiore di un soggetto il senso
di colpa. Ed anche quando si tratta di un
efferrato omicidio, la sedia elettrica o il
carcere a vita, l’individuo li accetta perché
28
ARTECULTURA
costretto, ma sempre permane in lui,
consapevole o meno, l’oscurità sul motivo
della pena, senza mai chiarire però perchè
abbia trasceso ed anche quando accetta
in pieno la punizione, il desiderio della
rivalsa conserva per lui la sua irraggiungibile radice. Ed a poco o nulla
serve la più ardita psicologia del profondo
capace di far comprendere la sottigliezza
del movente per cui un soggetto abbia
così violentemente trasceso. Agisce così
un’essenza d’energia d’equilibrio che
nemmeno le odierne neuroscienze sono
ancora riuscite a rendere di comune
conoscenza, ma la nostra ricerca poetica,
soprattutto intuitiva, l’approfondisce da
mezzo secolo mediante le sue annuali
edizioni di Poesia pace.
La ricerca da cui è scaturita la
necessità di un Costume poetico
alternativo all’attuale in cui la primigenia
Poesia della natura, se recepita nella sua
impalpabile essenza, orienta il costume a
quella sfera di attendibilità rilassante
capace di alternare di innato stimolo
preventivo il comportamento trasgressivo
nella normalità della non-violenza.
Nell’insieme la prestazione di fatto
sostituisce il costume convergente della
fiducia a quello contorto della trasgressione, della violenza e della guerra.
Il modo per sostenere che il soggetto
umano non nasce corrotto o mafioso ma
lo diventa in conseguenza alla sua
formazione, in quanto osservando la prassi
dei suoi giorni rimane convintissimo che
mediante l’accumulo violento della
ricchezza lui diventa una importante
riverita persona, guarita dalla piaga della
sua primaria povertà e sudditanza. Ed il
fine giustifica i mezzi. Analoga considerazione può farsi per tutti i carrierismi
politici, militari, di lavoro forzato, sportivi,
etc. Nella verticalizzaione del linguaggio,
sempre più assetato di fanatici piazzamenti, questi sono tutti aspetti
contraddittori della nostra attuale vita di
costume nel quale la corruzione origina
dalla sfera della nostra contraddittoria
formazione. Una amara situazione nella
quale le leggi, purtroppo, anche con tutta
la dedizione del legislatore impegnato più
per vocazione che per stipendio, saranno
sempre incapaci di risolvere del tutto, ma,
al massimo, solo di contenere entro certe
sfere del Diritto formulato all’oscuro della
Poesia della natura. Questo il punto. E
cosa poi sia in fin dei conti la tanto nostra
sollecitata Poesia della natura, la risposta
è semplice: sarebbe solo sufficiente
riuscere a conoscere personalmente
meglio se stessi per rendersene conto.
E’ solo una vitalità di conoscenza che
già fece tanto riflettere Socrate.
Ugualmente la paura dei fulmini poi, a
poco a poco scomparve man mano che
la fisica chiariva il fenomeno delle scariche
elettriche attratte anzitutto dalle piante.
Un modo, dunque, per ricredersi e
conoscere meglio se stessi - non si tratta
di esplorare un pianeta astronomico - ma
nell’epoca in cui i nostri linguaggi di
comunicazione possono andare anche
oltre la velocità del suono, non è più un
problema. E non lo è perché è mutato
l’ambiente in cui l’uomo risiede, gli è
sufficiente solo guardare di pura
sensibilità i suoi contatti con i luoghi in cui
vive tra preferenze e rinunce, perchè
delinei la sua prevenzione di conoscenza.
Se, ad esempio, per il nostro gusto
sono meglio le pere o le mele, se è
preferibile recarsi al lavoro a piedi, con
l’asino, con il treno o la macchina, se
abitare nelle antiche paludi della malaria
o nelle progredite case dell’architettura
contemporanea, non facciamo alcuna
fatica a distinguere, risolviamo tutto
d’acchito come per innata scelta. E questo
ci dice chiaramente senza scomodare
troppo Freud che il nostro personale “IO”
si è molto evoluto a confronto degli
impedimenti dell’arretratezza, e sa ben
distinguere di prevenzione la sicurezza
dal pericolo, l’attivo desiderio dalla passiva
negazione. Come anche di fare un viaggio
o di non andare, lo decidiamo in modo
spontaneo senza troppo rifletterci, siamo
cioè capaci di scernere il comodo dallo
scomodo, il bene dal male con molta
facilità. E’ tutto. E pertanto tutto si deve
ad un nostro esercizio di prestazione in
modo da modificare i nostri rapporti di
costume nel quale ci rendiamo prigionieri
volontari. Infatti se non diamo retta alla
spontaneità delle nostre pulsioni d’equilibrio, restiamo invece bloccati da
comportamenti che ci fanno prigionieri
da fuori e non dall’interiore della nostra
personalità che affonda le sue radici
esistenziali nella Poesia della natura. In
quell’essenza di energia che non si vede
e non si tocca ma esiste e noi lo sappiamo
benissimo e dobbiamo solo allenarci di
coerenza, perchè di conoscenza per
farlo oggi ne abbiamo a sufficienza. Le
rappresentanze istituzionali degli stati in
cui viviamo, non lo faranno mai essendo
questi ormai ubriachi di cieca follia fino
alla condizione di non ritorno. Per cui se
non lo fossero, in tal caso, si sarebbero già
da tempo prodigati per unire il mondo e
non a dividerlo. Invece la nostra attuale
vita diventa sempre più un inspiegabile
terrorismo nel quale i costumi non vengono
evoluti in direzione della Poesia della
natura ma spietatamente orientati sempre
più verso la guerra per morire da innocenti
in bombardamenti o in stragi di ogni
natura ed infinito dolore.
E così il nostro gramo destino di
vivere si fa sempre più difficile perché
l’uomo ha rinnegato la conoscenza di se
stesso che la normalità della ricerca storica
gli ha dato ad intendere affinché ogni
persona sia capace di vivere e di lavorare
nel pieno rispetto personale alimentato
dalle radici della sua diretta psicologia e
dal pane non avvelenato dal profitto. Un
pane divenuto appetibile nel lavoro
stimolato dalla creatività della Poesia
della natura e non disgustato dagli arbitrari
parassiti della insopportabile burocrazia
gravida di prevaricazioni e di carrierismi.
Per cui il costume si evolve se noi lo
vogliamo. La conoscenza di noi stessi,
inutile fingerla, ormai ce l’abbiamo già da
tempo. E’ l’ora di agire.
Giuseppe Martucci
Carciofi e ingrati
Rientrato nel tardo pomeriggio a Milano da un viaggio, mi fermo al grande mercato della frutta
di Via Papiniano, nell’ora in cui asportano dalle bancarelle le derrate invendute, pronte per
essere ricaricate sui furgoni. A quest’ora sono in vigore le offerte speciali, perché gli ortolani
non hanno voglia di riportarsi indietro il poco rimasto. Nel frattempo un nugolo di umanità
dolente cerca tra i rifiuti sparsi dovunque qualcosa di mangiabile da portare a casa. Essendo
un grande consumatore di frutta e verdura, adocchio su un banco una cassetta contenente una
ventina di carciofi, offerta al costo di due euro. Decido di prenderne una che pazientemente
sistemo nel baule della mia auto, già occupato dai quadri, dando alla venditrice un biglietto da
20 euro, che la donna accetta a malincuore, in quanto, seccata per non avere il resto, le tocca
andare in giro a cercare qualcuno che le cambi la banconota. Ritorna poco dopo e mi consegna
10 euro. Intanto s’arrabbia con una signora milanese di mezza età, che cercava di fare la furba
Antonio Fomez: “Parente ingrato”, 1999, bronzo, cm. 45x24x10
scegliendosi dalle altre cassette i carciofi più grandi. Finita la mia operazione di carico, la
fruttivendola ritorna da me e mi dà ancora 18 euro. Incasso la somma e, sorridendo, le
restituisco i dieci euro di prima. La donna risponde scioccamente: ah, sì lo sapevo. Questa
risposta mi ha mandato su tutte le furie e, sebbene blandamente, ho fatto in modo che capisse
il perché della mia reazione. Questo episodio mi ricorda l’ingratidudine di un mio amico
napoletano, nonché scarso scacchista, quando, dopo averlo avvisato che aveva la forte
minaccia della Regina in presa, di rimando mi restituiva la solita risposta: lo so. In questo
momento mi tornano in mente anche altri personaggi ingrati di vicende analoghe, come quando
ho restituito al cassiere di una banca e ad un tabaccaio napoletano il resto in più: in entrambi
i casi tornai indietro e restituii le somme, senza ottenere in cambi.
Antonio Fomez
ARTECULTURA
29
“LUCIO SILLA”, PREMESSA
GIOVANILE DEL VERO MOZART
Lucio Cornelio Silla
Quando l’imperatrice Maria Teresa
d’Austria raccomandò al figlio
Ferdinando, che governava Milano,
di tenere alla larga “quei due
Mozart”, che altro non erano che
“pitocchi a caccia di incarichi”, sia
pure con crudezza altro non faceva
che ribadire la verità dei tempi, nei
quali a tutti gli artisti, non soltanto
ai Mozart, toccava di pitoccare
presso i potenti per ottenere di che
vivere coltivando la propria arte.
Può anche venire il dubbio che
Leopold Mozart fosse davvero un
postulante alquanto molesto, ma,
dopo aver tentato di sfruttare il
talento e l’accattivante grazia
infantile della figlia Maria Anna,
detta Nannerl, si era trovato dentro
casa il dono assoluto della sconvolgente genialità del figlio minore,
Wolfgang Amadeus, e va da sé che
30
ARTECULTURA
intendesse offrirgli con orgoglio
ogni possibile prospettiva.
Ferdinando, al contrario del fratello
Giuseppe, che sarebbe diventato
l’imperatore Giuseppe II (quello del
film “Amadeus”), nulla capiva di
musica e molto seguiva i consigli
materni, perciò non affidò a Mozart
figlio nessun incarico ufficiale, ma
non mise ostacoli al Regio Teatro
Ducale, che commissionò al giovanissimo compositore tre opere.
La prima, “Mitridate re del Ponto”,
venne scritta nel 1770, quando il
ragazzo aveva quattordici anni, e
l’anno dopo fu seguita da “Ascanio
in Alba”. Intendiamoci: per quanto
genio precoce, Mozart non era
ancora l’operista autore dei capolavori della trilogia scritta sui
libretti di Da Ponte, ma le premesse
perché lo diventasse apparivano
inequivocabili.
Con la terza opera “milanese”,
“Lucio Silla” (1772), le premesse
divennero qualcosa di più, con
Mozart ormai tanto consapevole dei
propri mezzi da adombrarsi per le
modifiche che un monumento
vivente come Pietro Metastasio
apportò al libretto, sottopostogli dal
librettista De Gamerra perché gli
desse un parere.
La vicenda è essenziale. Lucio Silla,
dittatore di Roma, vorrebbe sposare
Giunia, figlia del defunto rivale
Mario, ma la ragazza è già legata al
senatore Cecilio, fuggito perché
perseguitato politico. A questa
coppia si affianca quella formata da
Celia, sorella di Silla, e da Cinna,
che è amico del transfuga Cecilio e
ne organizza il ritorno in patria.
Seguono cospirazione contro il
tiranno, attentato alla sua vita,
fallimento del tutto e minaccia
incombente di pena di morte. Ma
alla fine, con magnanimità, Silla tutti
perdona (come accadrà per “La
clemenza di Tito”, ultima opera di
Mozart, scritta guarda caso per
celebrare l’ascesa al trono proprio
di quel Ferdinando che a Milano non
gli aveva dato incarichi, e che
diventerà l’imperatore Ferdinando
II); anzi, preso in un vortice di
magnanimo altruismo, restituisce la
libertà alla Repubblica ritirandosi a
vita privata.
Il barocco è superato dal calendario,
ma le sue propaggini resistono e si
stratificano, perciò lunghi recitativi
con sottofondo di clavicembalo, arie
dense di “a capo” a volte snervanti, e
rischio di fioriture da parte dei
cantanti di una volta.
E invece eccole anche ai nostri
giorni, queste fioriture, nella
versione scaligera per la regia di
Pynkoski, noi esterrefatti a dirci ”non
è possibile”, i cantanti a gorgheggiare
per dimostrarci che è invece possibilissimo, con il di più di un
accenno di marcia nuziale del
“Lohengrin” ruzzolato via dalle
tastiere del clavicembalo, e le
piccole voci di almeno tre delle
quattro interpreti che sembrano fatte
apposta per dimostrare alla regia
che, stando così le cose, si deve
cantare dal proscenio e non dal fondo
del palcoscenico, mentre invece la
quarta, Marianne Crebassa, oltre a
una bella e molto elegante presenza
ha “la canna”, e la sa sfoggiare da
qualsiasi angolo.
Insomma qualche zoppia, e qualche
originale guizzo registico relegato
alla sola seconda parte, ma spettacolo godibile, con l’orchestra ben
diretta da Marc Minkowski a porre
rimedio a certe flebili sonorità
vocali, anche a costo di irromperci
sopra sovrastandole, e mettendo
sopra tutto la potenza della musica.
Giovanni Chiara
Umanità poetica - Costume poetico
“La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni”
Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della
poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione.
Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio
la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere
divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli
Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali.
BISOGNO DI PACE
La Pace nel mondo
è un vuoto assoluto
o un benefico pieno?
Fare... provare... ascoltare
vivere la Pace!
Riconoscerne il suo significato.
La vera Pace
la troviamo in mezzo a noi...!
Pace, un nostro stile di vita
restar tutti insieme
nella realtà d’ogni giorno.
Vicini e “compagni” della nostra Pace,
che ci colma d’amore
ci abbraccia e coinvolge
Alessandra Prat
“CASTEL DEL MONTE”
(la fonte battesimale di Federico II (stupor Mundi)
Da sotto il Monte vedi che si erge maestoso
ha ombre
ombre geometriche e misteriose
si vezzeggia Castel’virtuoso
TERRE INSANGUINATE
Nazioni in continuo conflitto
dove uomini senza testa
sparano in maniera lesta
su persone che senza un soldo tondo
se ne vanno allo sbando
in giro per il mondo.
Di anno in anno
nei loro giardini
spuntano giovani
e bei fiorellini:
“Non giocate a “M” ama non m’ama!”
sembran dire molte margherite
che al posto dei petali
di pistole sono fornite!
E a Tavola ?
Una bella e lunga focaccia
esclama: “Non mangiateci
potrei esplodervi in faccia!”
Sarebbe bello se...
i popoli del mondo
cercassero ciò che li accomuna
e facessero un gran girotondo.
E sappiamo tutti che le armi
mai hanno risolto guerre
ma sempre e solo recato morti!
Fiorenza Bonfili
arrivi al suo cospetto a giusta distanza
è di abito accogliente
ne goffo, ne slanciato
ma da un aspetto di divina eleganza
il cuore è un CUBO!
Gli ottagoni sono nove
gli enigmi quanti sono?
La corona imperiale
posta a dominio?
o forse...
la fonte battesimale?
attorno la via percorro
l’enigma continua a sorprendere
t’illude di arrivo
ma arrivi quando meno lo pensi
entri ed iniziano i tormenti
di muri e di vie
di passaggi e di messaggi
un labirinto di elementi
mistero chi l’ha animato
mistero chi l’ha abitato
di mistero impregnato
d’inchiostro svelato
Fabrizio Pesci
OLTRE
Oltre il mio destino
ho dentro di me
quella sensazione
di disagio e paura
e sento qualcosa che non va.
Dentro me vedo
una luce che mi chiama
“Ti prego, mi vieni
a spegnere
ho tanto freddo
mi copro solo
di fiori e di rose!
Silvia Gambarelli
MA
1
Che colori
splendono in cielo!
Ma vibrano
d’odi lontani
e sono
inascoltate preghiere
per piangere inutili morti.
Fabio Campadelli
(1- LA GUERRA)
BUIO DI VALLE
Lampi... tuoni
pensieri incatenati
asprezze crude
solitari spazi
Perché, perché?!
Nei vincoli
il respiro cede
s’affossa... farnetica
sta fisso
Chiodi e spine
lampi... tuoni
è tutto!
Maria Teresa Mosconi
L’AFFETTIVITA’
Nascono i sentimenti nell’anima
l’emozione colora il volto...
Sento il battito del cuore!
Attraverso sogni e fantasie
vedo l’immagine
di una notte stellata.
Il mio abito ne prende il colore
danzando con un cavaliere misterioso
Daniela Balocco
MAGGIO ’45
Solo in apparenza terminò la guerra
senza cancellare il nemico
in quel maggio ’45
E si continuò
a fabbricare armi
per le macellerie del potere
disattento allo spontaneo disarmo
e cieco sul conflitto di 50 milioni di morti
Ci dicevano che questa era l’ultima guerra
invece era l’inizio di un nuovo dramma
di accentuata follia di governi
dalla criminalità atomica
Il Disarmo è stato da tutti dimenticato
dai nemici dichiarati della guerra
or come i favorevoli
per malattia di comando
sostenuta dall’ignoranza di una paura
che conosce l’inizio ma non dove conduce
Giuseppe Martucci
ARTECULTURA
31
ASTE
FARSETTI ARTE
5 MAG 2015 | PARIGI
Important Mobilier, Sculptures
et Objets d’Art
ARTE MODERNA E CONTEMP.
Asta: 29 - 30 maggio
Esposizione:
A MILANO (selezione): 14 -20 maggio
Orario: 10.00 – 19.00
(mercoledì: 10.00-16.00)
A PRATO: 23 maggio - 30 maggio
Orario: 10.00 – 19.30 (festivi compresi)
info: www.farsettiarte.it
5 MAG 2015 | NEW YORK
Impressionist & Modern Art Evenin
CASA D’ASTE IL PONTE
Da maggio 2015
SOTHEBY’S
6 MAG 2015 | NEW YORK
Impressionist & Modern Art Day Sale
7 MAG 2015 | NEW YORK
19th Century European Paintings
12 MAG 2015 | LONDRA
Arts of Europe
12 MAG 2015 | LONDRA |
Arts of Europe
13 MAG 2015 | GENEVA |
Important Watches
13 MAG 2015 | LONDRA |
The Soul of Japanese Aesthetics – The
Tsuneichi Inoue Collection
13 MAG 2015 | LONDRA |
Important Chinese Art
13 MAG 2015 | NEW YORK |
Contemporary Art Day Auction
15 MAG 2015 | NEW YORK |
African, Oceanic & Pre-Columbian Art
19 MAG 2015 | NEW YORK |
The Warshawsky Collection: Masterworks
of Tiffany and Pre-War Design
19 MAG 2015 | NEW YORK |
Sotheby’s | Stack’s Bowers Galleries
The D. Brent Pogue Collection of Early
United States Coins Sale 1
20 MAG 2015 | LONDRA |
19th and 20th Century Sculpture
20 MAG 2015 | LONDRA |
Finest and Rarest Wines
20 MAG 2015 | NEW YORK |
American Art
20 MAG 2015 | MILANO
Modern and Contemporary Art
20 MAG 2015 | NEW YORK |
Sotheby’s | Stack’s Bowers Galleries
The Rarities Auction
info
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www.sothebys.com
ARTECULTURA
Milano Via Pontaccio
12/14 maggio 2015
GIOIELLI E OROLOGI
12/14 maggio 2015
FASHION VINTAGE
Milano Via Pitteri 8-10
19/22 maggio 2015
DECORAZIONI D’INTERNI
Mobili, dipinti ed oggetti, libri antichi
30 giugno 1 e 2 luglio 2015
DECORAZIONE D’INTERNI
mobili, dipinti ed oggetti Modernariato
T. 02 863 141 - www.ponteonline.com
GALLERIA PACE
Milano 21 maggio 2015 h. 21
ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Milano 25 giugno 2015 h. 21
ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Piazza San Marco 1 - T.02 659 0147
GALLERIA POLESCHI
Milano 12 maggio 2015
ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Milano 13 maggio 2015
ARTE MODERNA
E CONTEMPORANEA
Foro Buonaparte 68 - T.02 89459 708
BOLAFFI
Milano 13 maggio 2015
VINI PREGIATI
Milano 14 maggio 2015
LIBRI DI GASTRONOMIA
Torino 28-29 maggio 2015
FILATELIA
Torino 10-11 giugno 2015
NUMISMATICA
Torino, Via Camillo Benso di Cavour 17
T.011 5576 320
PANDOLFINI
Firenze 12 maggio 2015
REPERTI ARCHEOLOGICI
Firenze 21-22 maggio 2015
VINI PREGIATI
Firenze 26-27 maggio 2015
IMPORTANTI GIOIELLI, OROLOGI
DA POLSO, ARGENTI
E NUMISMATICA
Firenze 9 giugno 2015
IMPORTANTE COLLEZIONE DI
GRAFICA MODERNA E CONT.
Firenze 10 giugno 2015
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA - ARTI DECORATIVE
Firenze 11 giugno 2015
LIBRI ANTICHI
Borgo degli Albizi, 26
[email protected]
CAMBI Casa d’Aste
Genova 26 maggio 2015
ARTE CINESE
Mura di San Bartolomeo 16
info: T. 010 8395029
ARTESEGNO Casa d’aste
ARTE CONTEMPORANEA
INTERNAZIONALE
2 maggio 2015 - ore 16:30
ARTE CONTEMPORANEA
INTERNAZIONALE
9 maggio 2015 - ore 16:30
Udine, Via Gervasutta 29
Info 0432 512 642
SANT’AGOSTINO
ASTA DI DIPINTI
18 maggio 2015 ASTA DI OROLOGI E GIOIELLI
19 maggio 2015 Torino, Corso Tassoni 56
Info 011 437 77 70
BABUINO Casa d’Aste
11 maggio, ore 15.00
Dipinti ed arredi antichi
12 maggio, ore 15.00 Dipinti e arredi del XIX secolo
13 maggio, ore 15.00 Libri antichi e collezionismo
9 giugno, ore 15.30 Dipinti sculture disegni e grafiche
10 giugno, ore 15.30 Dipinti e arredi del XIX secolo
Roma, [email protected]
BLINDARTE
26 maggio 2015
ASTA DI GIOIELLI ED OROLOGI
ANTIQUARIATO DIPINTI ANTICHI
E DEL XX SECOLO
28 maggio 2015
ARTE MODERNA E CONTEMP.
Napoli, Via Caio Duilio 4d/10
T.081 2395 261
Le date, come i programmi delle aste, possono essere soggetti a variazioni per
cui Artecultura a riguardo non assume nessuna responsabilità.
ARTECULTURA
Mensile d’informazione artistica e culturale
Abbonamenti 2015
Abbonamento euro 50,00
Abbonamento sostenitore euro 100
con omaggio di una Grafica a colori, cm. 50x70
di Artisti Contemporanei disponibili:
Alfieri, Fomez, Kodra
Intestare
Artecultura c.c.postale n. 84356302
Via Ciovasso 19, 20121 Milano
Da 48 anni, dal 1967, l’Informazione Artistica su Artecultura
è presente in anteprima e per un intero anno su Internet.
Il pdf è scaricabile dal sito [email protected].
Da ottobre del 2014 ad oggi, la rivista mensile ha dato un
nuovo risalto all’arte contemporanea, pubblicando la copertina ed un ampio servizio all’interno di 4 pagine a colori di
artisti, pittori e scultori senza limiti anagrafici né di tendenze,
puntando sulla qualità delle opere.
la cronologia delle uscite è la seguente:
1) Artecultura n. 7 ottobre 2014: Antonio Fomez
2) Artecultura n. 8 novembre 2014: Sergio Sarri
3) Artecultura n. 9 dicembre 2014: Fernando De Filippi
4) Artecultura n. 1 gennaio 2015: Umberto Mariani
5) Artecultura n. 2 febbraio 2015: Luca Lischetti
6) Artecultura n. 3 marzo
2015: Mario Benedetto
7) Artecultura n. 4 aprile
2015: Carlo Nangeroni
8) Artecultura n. 5 maggio
2015: Paolo Scirpa
9) Artecultura n. 6 giugno
2015: Paolo Baratella
Possibili contatti per visite allo studio
Quotazioni redatte da esperto perito di Tribunale
Le offerte del mese a sostegno rivista
Servizi redazionali su mostre ed eventi artistici di novità.
ARTECULTURA
Via Ciovasso 19 - 20121 Milano
Tel. 02.864.64.093.
www.artecultura.org - [email protected]
CONCORSI
Premio Fotografia Italiana Under 40. Un nuovo
concorso per la fotografia italiana promosso da
Fondazione Fotografia Modena e SKY Art HD.
Iscrizioni aperte fino al 30 giugno.
Modena - Per gli artisti emergenti italiani c’è una
nuova importante novità. Fondazione Fotografia
Modena e Sky Art HD lanciano un nuovo concorso
riservato agli artisti under 40 che indagano nel
loro lavoro il linguaggio delle immagini. Promosso
in partnership con UniCredit, da sempre impegnato
in favore dell’arte e delle iniziative culturali nei
territori dove è presente, il premio è organizzato in
parallelo al premio internazionale di Fotografia, un
alto riconoscimento destinato a inserirsi tra i
maggiori premi internazionali in ambito fotografico.Informazioni e bando completo su
www.fondazionefotografia.org - tel. 059-224418
INVIDEO 2015, online il bando
Scadenza 14 giugno 2015
Sono aperte le iscrizioni per la XXV edizione di
INVIDEO Mostra internazionale di video e cinema
oltre diretta da Romano Fattorossi e Sandra Lischi
che si svolgerà a Milano dal 28 ottobre al 1
novembre prossimi. Il bando si rivolge ad autori
italiani e stranieri di opere - senza limite di durata
e prodotte tra il 2013 e il 2015 - appartenenti alle
seguenti categorie: video arte, documentari e
animazioni sperimentali, ricerca video, video danza,
video teatro, video musicali, video astratti, video
ritratti, ritratti di città e simili, fiction sperimentale.
L’iscrizione è gratuita e va effettuata compilando
la scheda online all’indirizzo: tel. +39 02 76115394
http://www.mostrainvideo.com/f.aspx?t=ivsub
seguendo le indicazioni in essa contenute.
Concorso a Tema: GLI ANIMALI NELL’ARTE
Ok-Art organizza un concorso artistico sulla
tematica degli animali.
Gli animali hanno sempre avuto una posizione di
privilegio nella rappresentazione artistica di tutti
i tempi. Anche recentemente Grandi maestri
dell’Arte contemporanea hanno riaffrontato
questa tematica con espressività davvero
innovative. Basti citare la “capra” di Picasso, gli
asini di Marc Chagall, i cavalli di De Chirico ed
infiniti altri. Certi che molti di Voi Artisti possiate
proporre interpretazioni uniche ed originali su
questo tema attendiamo le Vostre opere in questo
Concorso speciale organizzato da Ad ArtAl. Al
Concorso sono ammesse opere di pittura, scultura,
grafica, fotografia. Info: www.ok-art.it/animaliarte
Nuovo logo per il legno “termovuoto”
E’ intitolato “Un nome e un luogo per il legno
termovuoto trattato” il bando di concorso del
progetto Tv4newood, finanziato dalla Commissione
Europea attraverso il programma Eco-Innovation
edizione 2012, e nato con l’intento di produrre una
nuova tipologia di legname di alta qualità
prestazionale e basso impatto ambientale - il legno
termovuoto trattato - tramite l’innovativo
procedimento del trattamento termico sotto vuoto
del legno. Il bando, riservato ai cittadini europei
senza alcuna distinzione di sesso e di età, è rivolto
ad appassionati di grafica e designi amatoriali,
studenti o professionisti del settore comunicazione.
Al vincitore 5.000 euro. Scadenza 15 maggio 2015
Info: +39 02 80604629 - [email protected]
ARTECULTURA
33
Mente e Disarmo
a
costume
poetico
XLIII Edizione Poesia Pace. Scadenza 15 luglio 2015
non per vincere ma creare equilibrio di convivenza
Patrocinio Comune di Cantalupo Ligure-Al.
...LIBRI....LIBRI..
Aderire
per conoscersi e compenetrarsi di fiducia con la spontaneità dello stimolo poetico della natura che
ci coinvolge e ci accompagna nel battito creativo universale della vita equilibrata, serena e pacifica. La
poesia della natura non ha gerarchia ma si struttura nel libero collegamento della purezza spirituale che
manifesta l’unità del valore umano nella concordanza etico-sociale di un costume poetico che sublima la
coscienza da ogni oppressione di violenza, di armi, di potere. Mente-Disarmo-Poesia costituiscono
l’insostituibile equilibrio che caratterizza di pace l’infinito divenire della civiltà. Il fucile non spara se la
mente non ordina all’indice di tirare il grilletto. Così a riflettere per un realismo culturale alternativo.
Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa Mente e Disarmo a costume poetico può essere effettuata
tramite 1 (uno) componimento che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga
di commento (non più di otto) sul suo perché da riprodursi a fondo pagina dello stesso componimento.
Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere accettata
ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo per successivi incontri
promossi dall’Autore ovunque opportuna la divulgazione di “Cultura per la pace”.
Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato.
1) L'adesione alla XLIII: Edizione di Poesia Pace:
Mente e Disarmo a costume poetico è gratuita.
L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a
stimolare una serena convivenza sociale tra le persone.
2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca
della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non
assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche o dei saggi
formalmente prescelti per l'inserimento nel volume antologico
"Cultura per la pace" 2015 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una riproduzione artistica della copertina del volume.
3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo
di verifica formale, una Commissione composta da membri di
varie attività sociali.
4) La presentazione del volume sarà a fine novembre in data e
luogo opportunamente comunicati come per le passate edizioni.
5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende
acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume a parziale
sostegno di realizzazione ed il restante del volume a collocazione gratuita particolarmente nelle scuole ed ospedali.
Alla presentazione del volume antologico di Mente e Disarmo
a costume poetico 2015 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad
essere presenti ovvero rappresentati da persone di loro fiducia
per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per regolamento.
6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia
6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia
firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso
firmate
di autografa,
alla Segreteria
c/o Artecultura
- Via Ciovasso
19
- 20121
Milano o servirsi
dell'indirizzo
- [email protected]
19
20121
Milano
o
servirsi
dell'indirizzo
[email protected]
Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per
Saggi,
1 (solo
per ogni aderente)
vanno inviati esclusivamente per
via
e-mail
all’indirizzo:
[email protected]
[email protected]
via
all’indirizzo:
Pere-mail
le Scuole
si richiede
l'invio di componimenti a firma
Per le Scuole
si richiede
l'invio
a firma
colletcollettiva
in modo
da favorire
la di
piùcomponimenti
ampia presenza
scolastica
tiva
in
modo
da
favorire
la
più
ampia
presenza
scolastica
nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio nel
nuovo volume antologico. Previste Simboliche Borse di studio
7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale
7) Le Poesie
ed i Saggi debbono
essere
inediti,
di personale
ispirazione
e composizione
ed attinenti
al tema
Costume
Poetico
ispirazione
e
composizione
ed
attinenti
al
tema
Mente
e Disarmo
per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni
sono
a costume
poetico
piùfirma
ampiadilibertà
di pensiero.
I minorenni
accettati
solo
con la nella
prevista
chi esercita
su di loro
la tutela.
sonosono
accettati
con lacomponimenti
prevista firmadedicati
di chi esercita
su diviventi.
loro la tutela.
Non
accettati
a persone
Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi.
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali
8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali
9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire
9) In caso diche
nuove
esigenze,
il presente
regolamento
potrà per
subire
modifiche
migliorino
l'attività
di Costume
Poetico
il
modifiche-che
migliorino
Mente e Disarmo a costume
Disarmo
"Cultura
per l'attività
la pace"di2014.
poetico 2015.
Si può ad
partecipare
ad entrambe
le sezioni.
L’adesione
è limitata
una sola sezione
per Autore.
10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte.
Poesie
e Saggi fatti
pervenire
per spirito
di solidarietà
all'iniziativa
10)
Gli aderenti
accettano
il presente
regolamento
in ogni
sua parte.
non vengono
ed entrano
a far parte
dell'Archivio
"Cultura
Poesie
e Saggirestituiti
fatti pervenire
per spirito
di solidarietà
all'iniziativa
per vengono
la pace"restituiti
di ARTECULTURA.
non
ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura
per
lanella
pace"
di ARTECULTURA.
Sede
quale
permane l’Archivio di cui tutti possono prendeSede
nella quale
permane
cui tuttidi
possono
re visione
consultiva.
La l’Archivio
proprietà di
letteraria
tutti gliprendeelabore
visione
consultiva.
proprietà
letteraria
di tutti
gli elaborati
è ad ogni
effetto La
pertinente
agli
Autori dei
medesimi.
rati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi.
PARTECIPA E FAI PARTECIPARE!
Informazioni ulteriori e invio componimenti:
Mente e Disarmo a costume poetico 2015
c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093
http://www.artecultura.org
34
ARTECULTURA
e-mail: [email protected]
Gregorio
Mancino
visioni
di vita
e realtà
africana
La pittura di Gregorio Mancino
scaturisce dal desiderio del suo
profondo sempre più alla ricerca di se
stesso che compenetri la somiglianza
creativa con l’altro. Un suo personale
principio esistenziale che potrebbe
benissimo divenire una massima di
etica generalizzata, nella quale convivono la contraddizione e l’armonioso
che, guardandosi poi si contendono,
da un punto di vista opposto, quel
valore di consenso con l’orientamento
universale dell’uomo. L’aspetto che
denota le ragioni dei tanti viaggi di
Mancino per il mondo: da Cuba al
Kenia , dal Madagascar alla Russia,
alla Francia ecc. dando vita a quella
forma di solidarietà che libera da tutti
i reticolati dell’affarismo sadico,
violento. La sua pittura che potrebbe
anche alludere ad una sembianza di
scena teatrale dove il protagonista è
l’uomo, di quel pittore Mancino che
dipinge nella spaziale astronave per
donare poi i lavori ai bambini di
ospedali e scuole, come avviene nei
suoi recenti viaggi africani, cercando
nei pagliai della povera convivenza
l’incontro spontaneamente condiviso
che maturi nel tempo l’indimenticabile
ricordo dei presenti e fermenti una
nuova etica di vicinanza in apparenza
senza saperlo. Per cui i suoi dipinti,
le sue immagini tra le popolazioni
africane o baltiche, vengono ad
esprimere uno stimolo di arte per
l’uomo. Un’arte per convivere in cui
l’immagine dipinta manifesta quella
carica di gioia disinteressata di un
consenso al poter ridere insieme di
conoscenza in uno spazio d’arte in
cui il protagonista è l’uomo nella
storia del tempo. La premessa, a
nostro avviso, per cui Mancino si
diverte da pittore itinerante, senza
lasciarsi estraniare dai suoi principi di
coerenza creativa e di solidarietà.
Quel campo intuitivo alla costante
ricerca della novità di una poetica
d’arte che domanda di sconfessare il
complesso per rendere la semplicità
una raffinata eleganza di libertà
pittorica. Non un rifugio dalla
responsabilità, ma la novità nascente
di spirito primaverile di fiducia che
può originare solo navigando per il
mondo come fa Mancino ricercando
in un cuore così grande l’energia
pittorica che sia vicinanza di pace.
Marpanoza
ARTECULTURA
35
Gregorio Mancino: nel suo studio milanese di Alzaia Naviglio Grande 4
36
ARTECULTURA
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