dal 1967 in anteprima l informazione artistico-culturale Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali www.artecultura.org e-mail: [email protected] Anno XLVIII - N. 5 Maggio 2015 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n.46) Art. 1, Comma 1, dcb Milano In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa ARTECULTURA 1 2 Luci nelle opere di Paolo Scirpa Tra reminescenze naturalistiche, astrazione geometrica e arte otticocinetica, la ricerca condotta da Paolo Scirpa si è sempre contraddistinta per un taglio autonomo e indipendente che non è rientrato mai appieno in movimenti e tendenze dell’arte contemporanea, rispondendo principalmente a necessità interiori. Tutti i suoi lavori hanno una matrice comune e rispondono a istanze di natura etica, quasi fosse una religiosità insita nelle sue opere che si trasforma in “poetica della luce”, diventando metafora della spiritualità dell’uomo e di una luce come possibilità di una società percettivamente migliore. Una profonda riflessione sulla condizione umana, da un punto di vista morale e sociale, ha quindi caratterizzato il campo d’indagine dell’artista, il quale ha affrontato il 2 ARTECULTURA tema del dolore e della morte in croce per mezzo del disegno, della pittura e di opere tridimensionali, muovendosi tra figurazione e astrazione. Da un segno carico di tensione e capace di una sintesi formale nel restituire l’anatomia dei corpi, a oli e acrilici su tela che traducono il colore in funzione espressiva, Scirpa arriva successivamente a strutture geometriche che diventano la sua singolare cifra linguistica. I ludoscopi costituiranno l’elemento di unione tra lo spazio reale e lo spazio illusorio, in un moltiplicarsi della forma che supera la sua stessa dimensione fisica. Questa percezione infinita dello spazio, ottenuta con il neon e superfici specchianti, suggerisce il bisogno di ampliare le proprie percezioni fisiche e mentali per tendere verso una dimensione ultraterrena, sovran- + 1- La copertina: Paolo Scirpa Progetto d’intervento, 1994, Arco della Pace, Milano 2-Ludoscopio, Pozzo-Espansione, 1982 3-Vibrazione luminosa, 1998.Olio su tela,cm.140x200 4-Ludoscopi. Espansione curva e raccordo, 1985. Legno + neon azzurro+specchi, 70x70x25 cm. e 42x70x70 cm. Galleria S. Fedele, Milano, 1996 5-Progetto archetipo del Teatro greco di Siracusa con luce al neon, 1988-2003 6-Convergenza+divergenza cromospaziali, 1987. Particolare. Legno+acciaio inox+neon colorati+specchi, 50x55x55 cm. 7-Progetto d’intervento, 1999, Galleria Vittorio Emanuele,Milano. 8-Ludoscopio. Espansione curva. Legno+neon colorati+specchi, 140x140x50 cm.+base. Veduta di uno dei due elementi dell’installazione, Galleria Civica d’arte Moderna, Gallarate, 1987. naturale, tanto agognata e sofferta. Attraverso la ricerca della forma luminosa, la pesantezza si trasmuta nel suo contrario, in una leggerezza che è metafora di speranza e di fede, di riscatto da un dolore terreno, che si manifesta per mezzo di un elemento come il tubo al neon che assume forte valenza semantica: quella di concepire la luce come principio unificante della realtà (…) Ornella Fazzina 3 4 5 7 6 8 ARTECULTURA 3 4 1 5 2 6 3 7 4 ARTECULTURA 8 9 11 Le opere riprodotte nelle pagine 4 e 5 12 1-Vibrazione luminosa, 2002.Acrilico su tela, cm.150x150 2-Ludoscopio-croce. Altare Chiesa Madonna D.P., Cernusco sul Naviglio, Milano, 2007 3-Ludoscopio cubico multispaziale, 1987. 4-Vibrazione luminosa,2005. Olio su tela,89x118 cm. 5-Percezione cinetica. Alluminio inciso, 1976 6-Ludoscopio. Pozzo. Espansione verticale, 1999, 80x90x90 cm. 7-Cubo multispaziale, 1989, 40x40+14 cm. base 8-Convergenza e divergenza cromospaziali, 1982. Legno+acciaio inox +neon colorati+specchi, 50x70x70 cm. Collezione Valmore Studio d’Arte,Vicenza 9-Convergenza + divergenza cromospaziali, 1987. Legno+acciaio inox +neon colorati+specchi, 50x55x55 cm. 10-Ludoscopio. Pozzo. Espansione+Traslazione, 1982, 50x50x50 cm. 11-Ludoscopio. Espansione a raccordi illusori diagonali. Neon azzurro +specchi, 150x150x25 cm. Galleria Vismara, Milano, 1985. 12 Il Maestro Paolo Scirpa tra le sue intuizioni luminose. 10 ARTECULTURA 5 Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano FARE la PACE Bergamo Festival Festival Internazionale della cultura. Fare la pace: i confini del mondo e le speranze degli uomini 8-24 maggio 2015 - Bergamo Si svolgerà dall’8 al 24 maggio 2015 la sesta edizione del Festival della cultura Bergamo, un festival internazionale che affronta il tema della pace, con l’obiettivo di coinvolgere il pubblico nel dibattito culturale dei grandi processi di costruzione della vita civile sia nella loro dimensione locale e quotidiana sia globale e storica. Bergamo si conferma protagonista della cultura con 60 eventi gratuiti in programma, tra incontri, seminari, lectio Magistralis, laboratori, mostre, concerti e workshop. Un festival “aperto” e diffuso in più luoghi del tessuto urbano: Città Alta e Città Bassa accoglieranno i diversi eventi in un percorso a tappe fra interni ed esterni che coinvolgerà musei, piazze e teatri con la presenza di rilevanti personalità. Info:035358951 ufficiostampa @bergamofestival.it RADIO ITALIA IL 28 MAGGIO TORNA IN PIAZZA DUOMO A MILANO CON IL CONCERTO “RADIOITALIALIVE’’ Terrazza Triennale Osteria con vista La Triennale di Milano ha restaurato la sua Terrazza panoramica per offrire al pubblico una nuova proposta di ristorazione di qualità, una ulteriore tappa nell’offerta che la Triennale di Milano propone ai visitatori anche in vista della grande occasione di Expo 2015 e dell’appuntamento del 2016, quando la Triennale di Milano ritornerà alla grande Esposizione Internazionale che l’ha resa punto di riferimento nel mondo per il Design, l’Architettura, l’Arte e la Fotografia. In concomitanza dell’apertura della mostra “Arts & Foods” apre al pubblico anche il nuovo Ristorante Terrazza Triennale affidato allo chef Stefano Cerveni e disegnato da Paolo Brescia e Tommaso Principi di OBR. “Il Ristorante sulla Terrazza, che è frutto di un investimento della Triennale di Milano - afferma il presidente Claudio De Albertis - ottenuto grazie a 84 privati e 20 aziende che hanno aderito all’operazione di BancaProssima sulla piattaforma Terzo Valore, poggia sul tetto della Triennale appena restaurato sotto il controllo della Soprintendenza grazie a un progetto che ha ottenuto importanti finanziamenti di Regione Lombardia , Comune di Milano ed altri diversi Enti. [email protected] -Dopo gli straordinari successi delle edizioni 2012, 2013 e 2014, Radio Italia presenta la sua quarta edizione di “Radioitalialive- Il Concerto”, originale e unica serata live con graditissimi interpreti e autori della musica italiana! L’evento, come sempre gratuito e realizzato grazie alla collaborazione con il Comune di Milano all’interno di “EXPO in Città”, il palinsesto di eventi organizzati per i 6 mesi di “EXPO” Milano 2015”, si svolgerà a Milano nella splendida cornice di Piazza Duomo, giovedì 28 maggio 2015. A partire dalle ore 19,30 alcuni dei più noti e amati protagonisti del panorama musicale italiano, saliranno sul palco di “Radioitalialive-Il Concerto” per dare vita ad uno spettacolo unico: Alessandra Amoroso, Cesare Cremonini, Fedez, Marco Mengoni, Gianna Nannini, Nek, Max Pezzali, accompagnati dall’Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal M° Bruno Santori, proporranno al pubblico in piazza e a quello collegato da casa, alcuni dei loro più grandi successi e nuove hits! Giovanni Caccamo, Lorenzo Fragola e Nesli saranno i protagonisti di “Radio Italia 3.0”, spazio creato ad hoc per valorizzare quei giovani talenti che vantano già un solido presente artistico e un futuro di sicuro successo. Info: 02 88450 150 Dal fashion al design, lo IED protagonista per la ‘sua’ EXPO CASTELLO SFORZESCO. COMPLETATO IL RESTAURO DELL’ANTICO OSPEDALE SPAGNOLO, OSPITERA’ DAL 2 MAGGIO IL MUSEO DELLA PIETA’ RONDANINI Dal 23 maggio apre al pubblico nell’Abbazia di Valserena, a pochi chilometri da Parma, il Museo del Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università (CSAC), che conserva il più esteso patrimonio culturale visivo e progettuale in Italia sul Novecento con oltre 12 milioni di materiali suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Moda (con circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti, riviste), Progetto (1.500 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti), e Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione). Lo CSAC, fondato nel 1968 da Arturo Quintavalle e in seguito diretto da Gloria Bianchino, dal 2007 ha sede nella Abbazia cistercense di Valserena, tradizionalmente identificata come la stendhalliana “Certosa di Parma”. Info: www .csacparma.it [email protected] Il Castello Sforzesco si arricchisce di un nuovo straordinario spazio, destinato a diventare a breve un’importante sede espositiva per la città. E’ stato completato in questi giorni il restauro dell’antico Ospedale Spagnolo, situato presso la Cortina di S. Spirito - Lato Cadorna (dopo l’ingresso da via Minghetti). I lavori, durati quasi due anni, sono stati finanziati dalla Fondazione Cariplo con 2.100.000 euro. “La Pietà Rondanini non sarà più nella sua attuale collocazione di Sala degli Scarlioni, che sarà parzialmente chiusa al pubblico per interventi”. La Pietà Rondanini sarà visitabile nella nuova sede dell’Antico Ospedale Spagnolo dal 2 maggio. Info: 02 884 50150 6 ARTECULTURA Oltre dieci iniziative dedicate, più di 6000 studenti e professionisti coinvolti e 400 aziende e istituzioni a sostegno. Con questi numeri l’Istituto Europeo di Design partecipa, con azioni mirate sul territorio di ogni sede, all’evento internazionale che metterà sotto i riflettori del mondo l’eccellenza italiana. Dal mese di aprile fino al 31 ottobre, infatti, si articoleranno, su tutto il territorio nazionale e all’interno dei Padiglioni Expo, diverse iniziative a firma IED che interpreteranno il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” attraverso le aree di formazione dell’Istituto: Moda, Design, Comunicazione visiva e Management. IED è un sistema formativo in continua evoluzione con una mission ben precisa: forgiare i giovani creativi di domani, offrendo loro la possibilità concreta di entrare nel mondo del lavoro e realizzarsi, personalmente e professionalmente. Info T : +39 0115154600 Apre al pubblico il Museo dello CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma. RIAPRE LA GALLERIA ESTENSE DI MODENA: LA CITTA’ FESTEGGIA CON “NOTTI BAROCCHE” Dopo tre anni di chiusura forzata a causa dei danni del terremoto del maggio 2012 la Galleria Estense di Modena riapre il 29 maggio: sarà così restituita al pubblico una delle raccolte artistiche di origine dinastica più importanti d’Italia. Da venerdì 29 maggio a domenica 31 maggio il programma Notti Barocche celebra la riapertura con omaggi contemporanei al busto di Francesco I d’Este scolpito da Bernini e alle meraviglie effimere del barocco estense: oltre 30 appuntamenti, tutti gratuiti Una delle raccolte artistiche di origine dinastica più importanti d’Italia riapre al pubblico: la Galleria Estense di Modena. A tre anni dal terremoto restituiti alla città e ai visitatori capolavori - tra i quali opere celeberrime di Bernini, Velàzquez, Guido Reni, Correggio, El Greco, Cosmè Tura - in un allestimento rivisto e migliorato, con un maggior numero di opere esposte e nuovi apparati didattici informativi. Oltre trecento dipinti e sculture provenienti dai depositi dell’Estense saranno esposti in forma stabile nelle sale recentemente restaurate del Palazzo Ducale di Sassuolo, che è parte integrante del nuovo museo autonomo Galleria Estense. Info: Mob. 349.8304083 “PIACERE MODENA”, IL GIARDINO DEL GUSTO E DELLE ARTI: CINQUE MESI DI FESTIVAL PER NUTRIRE IL CORPO E LA MENTE. Nell’anno dell’Expo la città di Modena , leader dell’alimentazione in ambito mondiale, farà parlare di sé e delle sue eccellenze con un fitto palinsesto di eventi, spettacoli, incontri, show cooking, master class, concerti, spettacoli teatrali e animazioni per famiglie e bambini che coinvolgeranno numerosi chef stellati, artisti, musicisti, intellettuali, scrittori, giornalisti, del panorama locale, nazionale e internazionale. E’ “Piacere Modena. I giardini del gusto e delle arti”, un festival lungo cinque mesi. Una manifestazione organizzata da Palatipico srl con il sostegno della Camera di Commercio e il patrocinio del Comune di Modena. Info: tel. 339.8850143 “RITORNO ALLA LUCE”: BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA SVELA “LA CROCE DIPINTA” DI MARGARITO D’AREZZO - Banca Monte dei Paschi prosegue il ciclo “Ritorno alla luce” con il quinto appuntamento dedicato al recupero delle sue opere d’arte. E’ stato presentato a Siena, nella Sala San Donato di Rocca Salimbeni, il restauro della croce dipinta rappresentante il Christus Triumphans, importante opera dell’artista Margarito d’Arezzo. L’intervento ha permesso di riportare alla luce una delle croci più antiche del territorio senese, attraverso un’opera di manutenzione particolarmente complessa ed impegnativa della durata di oltre 8 mesi. Per visite e prenotazioni scrivere alla casella di posta elettronica [email protected] NORMA DI VINCENZO BELLINI: REGIA, SCENE E COSTUMI DELL’ARTISTA KARA WALKER In occasione della 56a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, il Teatro La Corrispondenza Culturale: Enti e Circoli segnalano Fenice affida all’artista afro-americana Kara Walker la regia, i costumi e le scene della Norma di Vincenzo Bellini, la prima mercoledì 20 maggio 2015. L’opera che ha come protagonista una donna, Norma, sarà rivista dall’espressione creativa di Kara Walker, che nella sua ricerca artistica contrappone e coniuga la forza psicologia delle donne alla loro delicatezza. Nella sua produzione rappresenta donne con un carattere volitivo e una forte sessualità come Norma, la sacerdotessa gallica protagonista di una drammatica storia d’amore che culmina con la scelta coraggiosa di sacrificare la sua vita per l’amore di un uomo e della Patria. SUBIACO Da marzo ad ottobre una serie di iniziative per celebrare il 550° anniversario della stampa italiana a caratteri mobili. In occasione del 550° anniversario della stampa del libro a caratteri mobili in Italia, il Comune di Subiaco lancia una serie di iniziative volte a valorizzare tale primato ed incrementare la diffusione del patrimonio culturale sublacense. Fu proprio presso il Monastero di Santa Scolastica di Subiaco, infatti, che le 1465 i due prototipografi Pannartz e Sweynheym, allievi di Gutenberg, impiantarono la prima tipografia per esportare la nuova arte della stampa. Attraverso una serie di eventi ed attività atte a stimolare sia la crescita socioculturale della città che a favorire un turismo di qualità rivolto ad una conoscenza approfondita della lettura della stampa, l’amministrazione comunale, col patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo e della Regione Lazio, e d’intesa con l’Abbazia territoriale, attiva il progetto “Subiaco 2015”. Infoline: [email protected] FIAF e CIFA insieme per supportare il Volontariato Italiano con il Progetto Tanti Per Tutti Il progetto si propone , attraverso l’attività fotografica, di rappresentare le diverse realtà di volontariato nelle regioni italiane mostrando iniziative, i luoghi di incontro, le fasi progettuali e la realizzazione delle attività promosse dall’esercito di volontari del nostro Paese, supportati e sorretti dai più diversi interessi e da differenti motivazioni, ma tutti uniti nella precisa volontà di partecipazione e di solidarietà. Ogni lavoro fotografico sarà composto da una serie di immagini che l’autore riterrà esaustive nel descrivere l’attività/ associazione scelti: un modo per entrare dentro alle molteplici passioni e alle motivazioni di reciproca assistenza che costituiscono la parte migliore del nostro Paese. Informazioni : http://fiaf.net/tantiper tutti NOTITLE GALLERY: About New una nuova doppia sfida About New Ideas è il nuovo progetto di No Title Gallery, che vede l’associazione culturale veneziana impegnata per i mesi di maggio e giugno in due differenti città: a Milano, in concomitanza con l’apertura di Expo 2015, e successivamente a Murano (VE), in una Venezia pervasa dal clima internazionale della Biennale d’Arte. Ideato e curato da Francesco Liggieri, questo evento ambizioso e multidisciplinare, patrocinato da Regione Veneto e il contributo della Municipalità di Venezia Murano e Burano, combina arte, grafica e industrial design. [email protected] Pensieri e parole di Sofia Pesce, bambina di nove anni. Il tempo Le gocce trasparenti, scendono ormai dalle nuvole grigio chiaro e scuro. La neve candida, anche lei scesa da quella pietra argentata, le segue. I fiocchetti di ghiaccio, ormai scaldati nel piccolo cuscino dorato, si mettono anche loro in viaggio. I piccoli fiocchetti, salutano con la mano sudata il Sole bambino che, giocando con le stelle color limone, augura a loro buon viaggio con le lacrime agli occhi. E’ un viaggio assai diverso da quello dei nostri, perché si vola non da soli, ma con le bufere e il vento che in quel caso non sono pericolosi. Salutare che bello! Ordini del re Se tu hai salutato le persone che hai conosciuto non è un gesto maleducato vuol dire che hai imparato: bravo! Se non sai salutare, impegnati è una cosa da imparare! Agli ordini del re non bisogna dire: -Perchéneanche: -Ma e però-. Puoi solo dire: - Gli ordini del re eseguirò.Sofia Pesce NUOVO MUSEO EGIZIO Vernice Art House edizione 2015 L’inaugurazione del Museo Egizio rappresenta in primo luogo la vittoria di una grande scommessa: quella di far coesistere un cantiere da 50 milioni di euro, tra i più grandi d’Europa, senza chiudere mai le sale museali, le movimentazioni dei reperti sono avvenute secondo un complesso cronoprogramma: un work in progress a cui il pubblico ha assistito nei cinque anni di lavori dal 2010 fino alla data storica del 1 aprile 2015, data dell’apertura al pubblico. Info: +39 011 5617776 Si lega al tema della salute e in particolare alle malattie che comportano disturbi del movimento. Obiettivo: la valorizzazione dell’arte come strumento che aiuta a sopperire alla mancanza di movimento. L a residenza si svolge a Palazzo Ca’ Zanardi, una dimora storica veneziana del XVI secolo gestita da Andrea Chinellato giovane operatore turistico e culturale, dove gli artisti sono invitati a produrre le proprie opere. Le opere realizzate diventano parte di una mostra collettiva nel nuovo Spazio Venice Art House in concomitanza con 56a Biennale di Arti Visive di Venezia. Inaugurazione il 3 settembre 2015. Info: tel. 041-5226277 MOMENTING THE MEMENTO FIRENZE 12-16 MAGGIO 2015 Nell’ambito del 150esimo anniversario di Firenze Capitale d’Italia, Polimoda - istituto internazionale di alta formazione per il settore moda - si prepara ad accogliere in città una platea internazionale di professionisti del mondo della moda, accademici e ricercatori, creativi appassionati d’arte, moda, architettura, scrittura, filosofia e design, per un momento di confronto culturale e artistico che coinvolgerà luoghi simbolo della città quali Palazzo Vecchio, l’Opera di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale Centrale, Palazzo Strozzi e Villa Favard. Info: +39 345 750 3572 da Firenze a Tokyo In collaborazione col museo Bunkamura, approda all’estero la grande rassegna sul Rinascimento e Botticelli: dal 21 marzo al 28 giugno 2015. La grande mostra Denaro e Bellezza. Botticelli, i banchieri e il rogo delle vanità, che si è tenuta a Palazzo Strozzi dal 17 settembre 2011 al 22 gennaio 2012 va in trasferta al Museo Bunkamura di Tokyo dove resterà dal 21 marzo al 28 giugno 2015. Attraverso 80 opere, principalmente capolavori di Botticelli, alcuni dei quali esposti in Giappone per la prima volta, nonché dipinti, sculture e incisioni di altri illustri artisti del Rinascimento. Info: +39 347 2526982 COSTITUITA LA FONDAZIONE FILOSOFI LUNGO L’OGLIO E’ ufficialmente nata l’istituzione della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio costituita il 7 gennaio 2015 ottenendo il riconoscimento prefettizio il 9 febbraio 2015. La neonata Fondazione, che si avvale di un Comitato scientifico composto dai Professori: Adriano Fabris, Amos Luzzatto, David Meghnagi, Bernhard Casper, Aldo Magris, Salvatore Natoli, Maria Rita Parsi, Piero Coda, Ilario Bertoletti e Francesca Nodari, ereditando lo spirito e missione dell’omonima associazione, intende proseguire nel fecondo solco da essa tracciato, potendo contare su una veste giuridica più robusta e solida. Info: www.filosofilungologlio.it A Pegognaga nasce la Rete dei Centri Civici presentata in occasione della prima giornata di workshop CULTURA e SVILUPPO LOCALE La sede della R.I.C.C.A. è presso il Centro Culturale Livia Bottardi Milani, di Pegognaga in piazza Vittorio Veneto, 14 - Pegognaga (MN) Informazioni: [email protected] ARTECULTURA 7 Riccardo Guarneri PITTURA TRA LUCE E ASSOLUTO Una notevole esposizione di opere di Riccardo Guarneri è presentata a Milano contestualmente alla storica Galleria Il Milione con opere degli anni Settanta e alla Galleria Antonio Battaglia con lavori realizzati nell’ultimo decennio e acutamente commentati in catalogo da Claudio Cerritelli. Una riflessione artistica, quella di Guarneri, che ancor prima d’esser tale, rivela anche un solido approfondimento teorico. E, forse, sta proprio in questa consapevolezza concettuale, il procedere sistematico della sua Verticalità di luci, 2011, tecnica mista su tela, cm. 95 x 120 Situazione di luce più accentuata, 2013, tecnica mista su tela, cm. 95 x 120 8 ARTECULTURA ricerca che sin dagli anni sessanta si dipana con evidente coerenza senza smagliature o deviazioni di percorso. Essa fondamentalmente fa riferimento ad una concezione analitica della pittura che in primo luogo indaga sull’essenza stessa della pittura, sui suoi basilari principi: il colore, la luce, lo spazio. Elementi che nelle opere di Guarneri assumono un loro emblematico valore di visione, di assoluta riduzione di tutto lo spettro del visibile alla realtà infinita della luce, al suo magico apparire, prima che essa designi od illumini alcunché. Lo stesso dicasi della linea che non circoscrive, non contorna ma è fluttuante nella dimensione illimitata del piano. Ecco quindi che la geometria, lungi dal solidificarsi in effetti concreti e tangibili, diventa evocazione spirituale, riverbero dell’animo, ancor prima che della mente razionale. Scaturisce dalle sue composizioni il senso di una pittura al di là di ogni orizzonte plastico, di qualunque natura esso sia, per essere, invece, una limpida meditazione dal tono metafisico, sulla pittura ed il suo possibile senso nell’epoca dematerializzata dell’informazione e del virtuale. Contemporaneamente ad un'attività musicale, Guarneri inizia a dipingere nel 1953. I suoi primi lavori, ispirati sull'astrazione, si collocano nell'area informale. La prima importante mostra personale è a l'Aia nel 1960. Qualche anno dopo comincia ad interessarsi al colore in quanto luce, alla grafia come pittura ed ai problemi inerenti alla percezione visuale. Da questo momento in poi, segno, luce e colore si identificano. Appaiono i primi quadri chiarissimi in cui lo spazio viene scandito da variazioni luminose e le cui superfici sono trattate prevalentemente a matita. Queste opere vengono presentate per la prima volta nel 1963 nella personale a “La Strozzina” di Palazzo Strozzi. Dal 1964/65 in poi il lavoro acquista una struttura più rigorosa e geometrica. Fa parte del gruppo Tempo 3, assieme a Giancarlo Bargoni, Carreri, Esposto e Stirone, che si proponeva come il terzo tempo della pittura astratta dopo l’astrattismo geometrico e l'informale. Le sue opere si collocano negli ambiti della pittura aniconica e della pittura analitica i cui artefici sono Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Giorgio Griffa, Claudio Verna, Marco Gastini, Carmengloria Morales, Elio Marchegiani, Gianfranco Zappettini, Paolo Cotani. Nel 1966 espone alla Biennale di Venezia . Info 02.36514048 - 02.29063272 ARTE IN POLONIA 1989-2015 Modena Galleria civica Sino al 7 giugno 2015 Quattordici autori selezionati – sulla scorta di tre generazioni di artisti polacchi nati tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Ottanta – presentano fotografie, pittura, collage, performance, sculture, disegni, installazioni e video.Il percorso espositivo racconta il delicato passaggio tra passato e futuro vissuto dal Paese, mostra lo scarto tra radicate eredità culturali e l’invenzione di un’arte nuova, e rivela un tratto deciso e autonomo, piena espressione della Polonia post-socialista di oggi. La ricerca di un’identità nel presente, che rappresenti anche la promessa del futuro, è il leitmotiv della mostra: "La memoria finalmente", titolo di una poesia scritta da W. Szymborska, scrittrice polacca premio Nobel per la letteratura nel 1996.A 25 anni dall’indipendenza democratica, la Polonia è diventata la culla di un rinascimento culturale senza precedenti, humus di quelle istanze storiche che hanno plasmato l’Europa del secolo scorso, tra traumi, rimozioni e ricostruzioni.Divisa nel corso del XX secolo, tornata indipendente tra il 1919 e il 1939 e poi liberata con l’aiuto dell’Armata Rossa, la Polonia divenne un paese del blocco socialista sovietico. Storico e strategico crocevia tra Est e Ovest, è divenuta un osservatorio privilegiato dei fenomeni politici e culturali europei, coniugando, spesso suo malgrado, istanze e differenze dei due poli estremi del nostro continente. L’inizio dell’era post-socialista e l’ingresso del capitalismo hanno segnato un confine culturale tra passato e futuro.La libertà ritrovata ha rappresentato la promessa del futuro senza il pericolo di cadere nelle trappole della rimozione e della perdita di memoria. La scena artistica contemporanea ha contribuito in maniera incisiva a questo rinascimento culturale anche grazie a una riflessione critica attenta tanto al passato quanto al presente, capace di generare la consapevolezza necessaria per giungere alla costruzione di nuova identità. Critical Art e New Documentalists sono alcuni dei fenomeni artistici principali sorti tra gli anni Novanta e gli anni Duemila che si sono fatti carico di affrontare schiettamente il tema delicato della memoria, gli effetti del capitalismo e della globalizzazione impiantati su una storia di totalitarismi, l’essere e il divenire della società polacca. Info 059 2032911 Vincenzo Castella, MILANO 2013 ITALIA INSIDE OUT Dal 21 marzo al 27 settembre 2015, Palazzo della Ragione Fotografia di Milano ospita Italia Inside Out, la più grande mostra di fotografia mai realizzata, interamente dedicata all’Italia.L’esposizione, concepita per essere un’unica iniziativa scandita in due momenti, dal 21 marzo al 21 giugno con i fotografi italiani e dal 1° luglio al 27 settembre con i fotografi del mondo, consegna al pubblico l’immagine del paese più rappresentato della terra, attraverso 600 immagini dei più importanti autori italiani e internazionali. “Questa mostra raccoglie idealmente il testimonial delle due precedenti esposizioni dedicate ai due grandi maestri della fotografia Salgado e Bonatti che hanno raccolto un grande successo e racconta il nostro paese proponendo le fotografie di grandi fotografi che hanno colto gli aspetti principali del nostro Paese e dei suoi abitanti – ha dichiarato Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura - . Un capitolo importante del palinsesto di Expo in città che conferma la vocazione di Milano come città d’arte aperta "aperta a tutti i linguaggi dell'espressione artistica contemporanea".” La rassegna promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, a cura di Giovanna Calvenzi e con un progetto scenografico di Peter Bottazzi, dopo le personali dedicate a Sebastião Salgado e Walter Bonatti, continua il programma di Palazzo della Ragione Fotografia, il nuovo spazio espositivo interamente dedicato alla fotografia in piazza dei Mercanti, inaugurato a giugno 2014, a due passi da piazza Duomo.La mostra fa parte di Expo in città, il palinsesto di iniziative che accompagnerà la vita culturale della città durante il semestre dell’Esposizione Universale. Italia Inside Out ripercorre la storia della nazione attraverso l’occhio attento degli artisti più decisivi del secolo scorso. Se da un lato Henri Cartier-Bresson o Herbert List, negli anni trenta, e successivamente Robert Capa o David Seymour, hanno documentato la seconda guerra mondiale e il dopoguerra, gli autori italiani hanno seguito le trasformazioni dell’Italia dagli anni cinquanta fino a oggi. Per la prima volta, Italia Inside Out propone il lavoro di grandi maestri che, in momenti diversi e con esperienze soggettive, hanno colto gli aspetti principali e le peculiarità che contraddistinguono il Belpaese e i suoi abitanti. La loro ricerca si è concentrata sulle bellezze dei paesaggi, sullo sviluppo delle città, sugli stereotipi, sul modo di vivere, ma anche sulle speranze, sui sogni e sui drammi della nostra storia recente. La prima parte - INSIDE - accoglie dal 21 marzo al 21 giugno 2015 una selezione di oltre 250 immagini di oltre quaranta fotografi, da Gianni Berengo Gardin a Massimo Vitali, da Gabriele Basilico a Mario Giacomelli, da Luigi Ghirri a Mimmo Jodice, da Letizia Battaglia a Silvia Camporesi, con opere che testimoniano l’evoluzione del linguaggio fotografico italiano contemporaneo e, al tempo stesso, sono un atto d’amore nei confronti del proprio Paese, dei suoi paesaggi, delle sue città, dei suoi abitanti. Con la seconda parte - OUT -, dal 1° luglio al 27 settembre 2015, le fotografie degli autori italiani lasceranno il posto a quelle di grandi maestri internazionali. ARTECULTURA 9 - RISORGIMENTO POETICO RAI: Indipendente, come la Magistratura quotidiano dei cittadini Per l’articolo 21 della Costituzione “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto, ed ogni altro mezzo di diffusione”. Ma come? Non lo dice, un problema. Pur se nella genericità costituzionale, niente da dire, senonché entrando nello specifico delle personali situazioni, le cose cambiano quando si constata che per chi ha soldi da pagarsi la divulgazione delle sue idee non ci sono problemi, mentre sorgono quando la disagiata condizione economica del cittadino, di fatto, glielo impedisce. Eppure, eccezioni a parte, il canone RAI non fa distinzione tra il possidente, il lavoratore ed il disoccupato. E l’uguaglianza dei cittadini scompare dando spazio a quelle scontate modalità di trasmissioni di potere che non attivano la partecipazione, ma condizionano a subirla. Certamente consapevoli che il problema non sia di facile soluzione, tuttavia l’idea di una RAI indipendente come la Magistratura che diventi quotidiano dei cittadini potrebbe garantire la migliore democrazia informativa mediante nuove regole. Per cui l’auspicio che si avveri. O, quanto meno, che la nuova riforma inquadri in tal senso l’orientamento. Poi le reti tematiche, con o senza pubblicità, non sono un problema purchè tra esse trovi l’opportuno spazio formativo una quotidiana libera pubblicistica di commento e di studio della nostra Costituzione, affinché non si stravolga lo spirito della Resistenza da cui è nata e che va difesa ad ogni costo nella sua finalità democrativa e di unità nazionale. E non pensando di stravolgerla come da qualche tempo si tenta di fare, ma, piuttosto, fatta evolvere contro il paravento di abusate strategie di comoda governance. Per cui c’è bisogno di una RAI nella quale una fondata Cultura Civica di partecipazione diventi una realtà condivisa. La violenza non si combatte con le armi, ma modificando i rapporti culturali del costume. Ed a questo riguardo 10 ARTECULTURA non va dimenticato che uno spazio culturale per la poesia della natura, sia davvero tanto indispensabile per estirpare la corruzione che origina dalle tante contraddizioni di costume. Oggi la sicurezza della persona sono solo i soldi, la ricchezza, e non il valore del normale respiro poetico. Occorre una riforma della RAI che faccia sentire ogni cittadino un pubblicista di partecipazione e non un sottomesso della discriminazione. Certo che quando si ripropone l’insegnamento della Storia dell’Arte nelle scuole, come sta facendo l’attuale governo, non è da respingere, ma da condividere, purchè l’insegnamento non sia di puro repertorio storiografico, ma di finalità formativa non violenta. Atto a comprendere che l’artista è l’uomo alla ricerca della sua migliore convivenza e non a recitare il plauso di inutili grandezze che non eliminano la guerra ma l’alimentano. Il valore della convivenza è l’uomo spontaneo e non l’archivio abusato di personali meriti. Persino l’antica storia babilonese proibiva ad un’artista di firmare la sua opera perché in essa prevalesse l’uomo universale e non soltanto l’autore. Per cui utile una rubrica fissa sull’arte in televisione, che rinnovi la mentalità del costume da comportamenti obsoleti. E poi c’è il lavoro, quel grande problema della nostra vita sul quale vi sarebbe tanto da domandarsi affinchè la schiavitù finisca per tutti e si estingua la supremazia di pochi. Ogni persona in cuor proprio non vuole sentirsi subordinato ad un altro. Un pesante problema della convivenza che solo l’adeguata formazione culturale può far superare e non le regole contrattuali che, per certi aspetti ancora vigenti, paragonano l’uomo al mulo. Per cui non una rubrica ma più settori dovrebbero trovare spazio di presenza e dialogo nella nuova programmazione RAI e non il secco carrierismo che non porta da nessuna parte e continua solo ad appesantire il problema dei nostri difficili giorni. Come sopportare il parassitismo di una burocrazia che non conosce il lavoro e, d’arbitrio, comanda su chi suda o, d’intelletto, studia come migliorare la ricerca affinché anche lo scienziato desista dallo scoprire la bomba che ammazza di più, invece di migliorare la fatica di tutti. Un linguaggio salutare del lavoro che nella sua stratificazione incontri l’armonia che lo spirito universale domanda e gli interessi venali e di potere invece impediscono. Una RAI che dal problema del lavoro si colleghi con quello dell’etica per dare crescita all’iniziativa delle attività produttive che culturalmente liberino di obiettiva conoscenza il cittadino dai superati reticolati di vecchi e nuovi tabù mitologici. Ed è ancora dalla creatività del lavoro che deve nascere e consolidarsi l’Europa dell’armonia e non dalle banche del parassitismo burocratico che non ha mai conosciuto il lavoro quale naturale fonte di affettiva vicinanza e finalità di vita. Ed ancor più dalle manifestazioni conoscitive del lavoro che deve delinearsi come elevazione culturale della società tutta, la necessità del riposo e dello sport e del giuoco non competitivo, come aveva incominciato ad essere un tempo la trasmissione di “Giochi senza frontiere” che annullava arcaiche divisioni di stati. Per cui anche l’Europa deve soprattutto realizzarsi dalla conoscenza di una Cultura del lavoro che apra alle finalità odierne del turismo, dello sport e del giuoco, non competitivo, che azzeri certi fanatismi di primati. Cosicchè occorre programmare, facendo i passi possibili, una RAI nella quale protagonista sia il costume evoluto del lavoro e non la persistente civetteria di abituali tavole rotonde. La sicurezza della società deve originare soprattutto dal costume e non dal numero delle guardie. Le ragioni per le quali la RAI con facoltà d’indipendenza uguale a quella della Magistratura ed opportunamente strutturata, diventi funzionalmente una democratica partecipazione per essere il quotidiano dei cittadini. Artecultura In questo numero MAGGIO 2015 Alberto Korda La Resistenza delle immagini Milano Ca’ di Fra’ 7 maggio - 5 giugno 2015 6 CORRISPONDENZA CULTURALE PAOLO SCIRPA di Ornella Fazzina 9 ARTE IN POLONIA - INSIDE OUT 10 RISORGIMENTO POETICO 11 SOMMARIO - LA RESISTENZA 12 INTERLUDI 16 VAN HONTHORST 17 UN MUSEO IDEALE 20 LA ROSA DI FUOCO 21 ROMA E LE GENTI DEL PO 22 ARTE-NATURA-STORIA 23 L’AUTODIDATTA NELLA STORIA 24 NEI LUOGHI DELL’IMMAGINE 25 LIBRI 26 GIOVANNI SALVEMINI poesie 28 LA POESIA LA CORRUZIONE 29 CARCIOFI INGRATI 30 LUCIO SILLA 31 UMANITA’ POETICA 32 ASTE 33 CONCORSI 34 RASSEGNA MENTE E DISARMO La Copertina Paolo Scirpa Progetto d’intervento 1994, Arco della Pace, Milano Inserto redazionale: -MOSTREA MILANO -POSTACATALOGO ARTECULTURA Le idee che la impegnano - CORRISPONDENZA CULTURALE - COSTUME POETICO - 24 OTTOBRE GIORNATA MONDIALE DISARMO - INFORMAZIONE ARTISTICO CULTURALE - POESIA DELLA NATURA - POESIA PACE - PSICOPOESIA LEONILDE PERSEU - MICHELE GIANNATTASIO - SILVANA TESTA - ELENA BELLAVITI - GIOVANNI JURATO - GREGORIO MANCINO - di Marpamoza; ELVINO MOTTI di Gianmarco Puntelli; UMBERTO MARIANI - ALBERTO VENDITTI - RICCARDO GUARNERI di Aoristias INSERZIONI: - GALLERIA PONTE ROSSO GIANFRANCO RONTANI. ARTECULTURA Mensile Manifestazioni Artistiche e Culturali Anno XLVIII N. 05 Maggio 2015 Registrazione Tribunale di Milano n. 253 del 6/9/1967 - Registro Nazionale della Stampa n. 5359 - Direttore responsabile: Giuseppe Martucci - ARTECULTURA Edizioni - Codice Fiscale MRT GPP 26M24 G616U -Partita IVA: 03093710154 - Direzione: via Ciovasso 19 - 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 Fax 02/860.833 - 02/896.573.02 www.artecultura.org e-mail:[email protected] 70 anni Borghetto Lodigiano 167ªBrigataGaribaldi-FratelliBiancardi 19 aprile - 5 maggio 2015 Diffusione gratuita (10 numeri annui) senza impegno fisso di recapito mensile. I lettori che desiderano ricevere ARTECULTURA in modo continuativo al proprio domicilio sono invitati ad abbonarsi. Intestare: ARTECULTURA di Giuseppe Martucci C.C. Postale n. 84356302 Via Ciovasso 19 - 20121 Milano Non si restituisce la quota di abbonamento se esigenze di forza maggiore costringessero la sospensione o la cessazione della pubblicazione. Abbonamento annuo Euro 50,00 Non disdetto tramite raccomandata un mese prima della scadenza si ritiene tacitamente rinnovato con invio della nuova quota. Non valide le disdette effettuate per telefono. ARTECULTURA non riceve pubbliche sovvenzioni Finito di stampare il 10-04-2015 Fotolito e stampa Press Point Via L. Cagnola, 35 Abbiategrasso ARTECULTURA, liberamente consultabile e scaricabile al sito www.artecultura.org. Sito che si suggerisce di visitare ad artisti, biblioteche, circoli culturali, gallerie, musei ed a tutti gli operatori artistici. ARTECULTURA edita dall’ottobre 1967. un libero accesso www.artecultura.org PER IL MONDO! Sostienila con l’abbonamento... [email protected] da BRERA... ARTECULTURA Due mostre per la libertà Alberto Korda dal titolo La Resistenza delle immagini, in via Carlo Farini, 2 Milano fa rivivere gli avvenimenti a seguito la liberazione di Cuba. Una mostra che per i suoi richiami storici merita certamente di essere visitata affinché non si cancellino le lotte per l’affermazione dei valori umani universali. Info: [email protected] 70 anni a Borghetto Lodigiano 167 ª Brigata Garibaldi - Fratelli Biancardi C/o Cooperativa operai e contadini, via Fossadotto 5, dal 19 aprile al 5 maggio 2015. Avvenimenti e ricordi della lotta partigiana nello spazio di un territorio dove la Resistenza ebbi il suo pieno significato di libertà e di riscatto nazionale. Per cui anche con questa seconda mostra, che Artecultura segnala, si evidenziano due eventi a significato storico che nei difficili tempi che ancora si vivono possono essere alimento di un grande riscatto umano e nazionale. La libertà è un valore che non ha limiti. ARTECULTURA 11 INTERLUDI D'ARTE Giuseppe fugge dalla moglie di Putifarre (arazzo XVI sec.) Giacomo Manzù, SCULTURA Vivian Mayer, NEW YORK, Settembre 1953 (Courtesy Howard Greenberg Gallery, New York) VIVIAN MAIER Street Photographer IL PRINCIPE DEI SOGNI Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino Milano, Palazzo Reale 29 aprile - 30 agosto 2015 Per la prima volta dopo centocinquanta anni, i venti arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio si possono visitare per la loro preziosità. Gli arazzi raffigurano la storia di Giuseppe e nel 1882 furono divisi per volere dei Savoia tra Firenze e il Palazzo del Quirinale. La straordinaria raffinatezza della loro manifattura, l’unicità della composizione dei soggetti raffigurati, la singolare vicenda storica che li ha interessati, profondamente intrecciata alla storia d’Italia, fa di questo progetto espositivo un evento di portata internazionale e di eccezionale rilevanza simbolica, culturale e storico artistica. Questa serie di panni monumentali, oggetto di un complesso e pluridecennale restauro, rappresenta una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale. Gli arazzi con le storie di Giuseppe vennero commissionati da Cosimo I de’ Medici tra il 1545 e il 1553 per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio di Firenze. I disegni preparatori furono affidati ai maggiori artisti del tempo, primo fra tutti Pontormo. Ma le prove predisposte da quest’ultimo non piacquero a Cosimo I, che decise di rivolgersi ad Agnolo Bronzino, allievo di Pontormo e già pittore di corte, e a cui si deve parte dell’impianto narrativo della serie. Tessuti alla metà del XVI secolo nella manifattura granducale, tra le prime istituite in Italia, furono realizzati dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher sui cartoni forniti da Agnolo Bronzino, Jacopo Pontormo e Francesco Salviati. Info 020202 12 ARTECULTURA “Manzù. Le donne e il fascino della figura”, Ostia Antica 12 marzo - 6 novembre 2015 L’area archeologica di Ostia Antica, museo e scavi, diventa luogo di profondo dialogo tra storia antica e bellezza, ospitando trenta opere del maestro bergamasco. Un fil-rouge si snoda tra le statue di divinità esposte nel museo e il fascino della donna di Manzù, tra i suoi lavori e le antiche teste auliche e stilizzate. L’evento è promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, in collaborazione con il Cigno GG Edizioni. Il percorso espositivo si conclude nell’ultima sala del Museo, dove è allocata la grande tela intitolata Pittore e modella, del 1958 e si snoda attraverso una serie di sculture e disegni in cui la figura, prevalentemente femminile, viene investigata con passione meticolosa, attraverso tecniche espressive che furono tra le preferite del Maestro bergamasco: carboncino, acrilico, olio su tela, sculture in bronzo. La donna, di cui è visibile il capolavoro che Manzù tenne nella sua camera da letto per tutta la vita e che ritrae la moglie Inge, ricondotta all’essenza e alla forza del suo essere, denudata di ogni vanità terrena, è fonte inesauribile d’ispirazione per l’artista che la ritrasse fin dal 1935, in opere agli antipodi dell’approccio accademico. All’esterno le sculture dialogano sia con la storia millenaria del luogo, animando di figure l’antica città, sia con i visitatori che potranno apprezzare da vicino il lavoro del Maestro bergamasco. Come ha scritto Maurizio Calvesi, “Da amante (...) egli non si è posto mai dei “modelli”, né antichi né contemporanei; ma ha risposto in modo diretto al proprio sentimento dell’eros, della bellezza...”. Info: tel.06-56368003-0656358099 Nuoro, Museo MAN 10 luglio - 18 ottobre 2015 Dopo gli Stati Uniti il fascino di Vivian Maier sta incantando l’Europa. Bambinaia per le famiglie benestanti di New York e Chicago sin dai primi anni Cinquanta del secolo scorso, per oltre cinque decadi ha fotografato la vita nelle strade delle città in cui ha vissuto senza mai far conoscere il proprio lavoro. Mai una mostra, neppure marginale, mai una pubblicazione. Ciò che ha lasciato, però, è un archivio sterminato, con più di 150.000 negativi, una miriade di pellicole non sviluppate, stampe, film in super 8 o 16 millimetri, registrazioni, appunti e altri documenti di vario genere che la tata “francese” (la madre era originaria delle Alpi provenzali) accumulava nelle stanze in cui si trovava a vivere, custodendo tutto con grande gelosia. Confinato infine in un magazzino, il materiale è stato confiscato nel 2007, per il mancato pagamento dell’affitto, e quindi scoperto dal giovane John Maloof in una casa d’aste di Chicago. La mostra al MAN di Nuoro, a cura di Anne Morin, realizzata in collaborazione con di Chroma Photography, sarà la prima di Vivian Maier ospitata da un’Istituzione pubblica italiana. Partendo dai materiali raccolti da John Maloof, il progetto espositivo fornisce una visione d’insieme dell’attività di Vivian Maier ponendo l’accento su elementi chiave della sua poetica, come l’ossessione per la documentazione e l’accumulo, fondamentali per la costruzione di un corretto profilo artistico, oltre che biografico. Insieme a 120 fotografie tra le più importanti dell’archivio di Maloof, catturate tra i primi anni Cinquanta e la fine dei Sessanta, la mostra presenta una serie di dieci filmati in super 8 e una selezione di immagini a colori realizzate dalla metà degli anni Sessanta. Info: 0784-25 21 10 INTERLUDI D'ARTE Torino, DONNE CHE VEDONO IL FUTURO Giovan Lorenzo Bernini Roma, LA FONTANA DEI 4 FIUMI Tato, SENSAZIONI DI VOLO, 1929-1930 ROMA 900. DONNE CHE VEDONO IL FUTURO / La mostra IL LABORATORIO DEL GENIO Bernini disegnatore 209 donne, dai 3 al 92 anni, raccontano a Palazzo Madama la loro idea di futuro nelle fotografie di Bruna Biamino - Torino, Palazzo Madama 12 marzo - 7 giugno 2015 Roma, Galleria Nazionale d’arte Antica - sino al 24 maggio 2015 Palazzo Madama presenta dal 12 marzo al 7 giugno prossimo in Camera di Madama Reale Donne che vedono il futuro, una grande esposizione di ben 209 ritratti fotografici di donne che hanno partecipato al grande progetto del museo dedicato al ruolo delle donne nella società. Il progetto conclude il percorso avviato a dicembre in occasione della mostra Women of Vision. Le fotografe di National Geographic. Un workshop a cura della fotografa torinese Bruna Biamino ha visto donne di ogni età, dai 3 ai 92 anni, rispondere all’invito del museo offrendo la propria visione del futuro attraverso un ritratto fotografico e una dichiarazione scritta. Ne sono nati 209 ritratti, tutti immersi nella luce della settecentesca veranda juvarriana che affaccia su Piazza Castello, la cui luminosità e spazialità ha permesso alle partecipanti al workshop di guardare “oltre”. Palazzo Madama ha raccolto tutti i 209 ritratti in Camera di Madama Reale in una grande esposizione originale, un modo per collegare un’illustre personalità femminile, Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, alle donne di oggi e ai loro “sogni di futuro”. Ad accompagnare le fotografie, un’installazione sonora con le frasi rilasciate dalle donne fotografate da Bruna Biamino. Ne hanno discusso esperti e professionisti provenienti da diversi ambiti: Stefano Barrese (manager), Carmen Belloni (sociologa), Bruna Biamino (fotografa), Mario Calabresi (giornalista e direttore “La Stampa”), Gianfranco Carbonato (imprenditore), Adriano Favole (antropologo), Luca Remmert (imprenditore), Camillo Venesio (banchiere) ed altri. Info: tel.0114433501 E’ la prima volta che una mostra così ricca per numero ed importanza viene dedicata alla produzione grafica del “principe” del barocco italiano, Giovan Lorenzo Bernini. Dopo la tappa di Lipsia, dove è stata allestita presso il Museum der bildenden Kunste fino al 2 febbraio 2015, questa eccezionale esposizione, arricchita anche da dipinti, sculture ed oggetti opera dello stesso cavalier Bernini, ospitata a Roma nelle prestigiose sale espositive della Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini dall’11 marzo al 24 maggio 2015. Il Museum der bildenden Kunste di Lipsia conserva, con più di 200 fogli, uno dei più ampi fondi di disegni di Giovan Lorenzo Bernini. Provenienti in parte dalla collezione della regina Cristina di Svezia, furono acquistati dalla città di Lipsia nel 1713 da un antiquario romano, il priore Francesco Antonio Renzi. Questo tesoro è rimasto dimenticato negli scaffali della Ratsbibliothek, la biblioteca comunale di Lipsia, fin quando non furono scoperti e pubblicati nel primo novecento, nel 1931, da Heinrich Brauer e Rudolf Wittkower nel loro, ancora oggi, fondamentale studio Die Zeichnungen e Giovan Lorenzo Bernini. Solo nel 1960 i volumi furono smembrati e i fogli montati singolarmente. I disegni di Lipsia documentano quasi tutto l’arco della vita artistica di Bernini e molti dei suoi progetti chiave che hanno segnato così profondamente il volto di Roma e fornito modelli artistici per il Barocco in Europa e nel mondo. Il genio creativo di Giovan Lorenzo Bernini è rappresentato in maniera ampia e variegata e riguarda tutte le tipologie, spaziando da rapidissimi schizzi a disegni di grande finitura, da disegni di figura a disegni architettonici e per le arti decorative. Ci sono, ad esempio, disegni per la Cappella Chigi ed importanti altri. Info: 06-4824184 De Chirico, Guttuso, Capogrossi, Balla, Casorati, Sironi, Carrà, Mafai, Scipione e gli altri. Parma - Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca 21 marzo - 5 luglio 2015 Sontuose figure femminili, Ritratti di celebri personaggi, Vedute dell’Urbe e della campagna romana, Nature morte rigorose o vibranti, sono i principali soggetti affrontati dagli artisti protagonisti della nuova mostra della Fondazione Magnani Rocca, fra i quali: Afro, Balla, Bocchi, Cambellotti, Capogrossi, Carena, Casorati, Conti, Crali, De Carolis, Depero, De Chirico, De Pisis, Discovolo, Donghi, Dottori, Fillia, Funi, Gentilini, Guttuso, Levi, Lionne, Mario Mafai, Antonietta Raphaël Mafai, Mancini, Manzù, Marini, Benedetta Marinetti,Melli,Monachesi,Pirandello,Prampolini, Sartorio, Savinio, Scipione, Severini, Sironi, Socrate, Spadini, Stradone, Tamburi, Tato, Turcato. La mostra, dal 21 marzo al 5 luglio 2015, promossa dalla Fondazione Magnani Rocca e da Roma Capitale, Assessorato Cultura e Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è a cura di Maria Catalano, Federica Pirani, Stefano Roffi. L’esposizione, attraverso oltre cento splendide opere, intende presentare il “Novecento romano”, quindi il collezionismo pubblico e la cultura artistica a Roma nella prima metà del XX secolo, nella complessità dei linguaggi che si sono succeduti, con gli artisti e i movimenti di riferimento. Prosegue così presso la Villa dei Capolavori - sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo, vicino Parma l’indagine della grande arte italiana del Novecento. Il percorso proposto dai curatori dell’esposizione permette una lettura aperta attraverso livelli intrecciati tra loro. Così la visita ai capolavori delle civiche collezioni romane è articolata in una sequenza di sezioni, coerenti al loro interno, in grado di condurre il visitatore alle opere. Info: tel. 0521-848327 ARTECULTURA 13 Leonilde Perseu Panorami di campagne Si sente l’avvicinarsi dell’estate, lo si intuisce anche guardando il dipinto della pittrice Leonilde Perseu che in questo mese di maggio 2015 ci propone “CAMPAGNA ESTIVA”, olio su tela. Una calorosa tavolozza che realizza il suo moderno figurativo in didascaliche campiture che fanno ondeggiare in profondità di movimento un rispecchio di campagna come fosse una divertita scena teatrale. L’organizzazione del dipinto, che viene sollecitata da una spinta di ritmo aperto alla curiosità dell’immaginario poetico, cerca di dar voce di canto umano a quelle che sono le prestazioni dei lavoratori della terra. Un dipinto che per le sue caratteristiche formali e di atmosfera purificatrice soffia una serenità di sogno riposante. Un lievito respiro contadino che sembra salire dalle tonalità del rossoarancione e dal verde di alberati e colture, dalla terra che sorregge il tutto della composizione che nella sua profondità si colora di un azzurro celestiale intercalato da un orizzontale di bianco latte. Insomma una realtà allusiva in cui i due rotoli della raccolta in primo piano del dipinto, simboleggiano la forma e il colore della fatica contadina. Un moderno figurativo per la sua sintesi e caratteristica di ricerca intenta a segnare d’anticipo l’augurio di buon raccolto. Marpanoza Leonilde Perseu “CAMPAGNA ESTIVA”” Olio su tela. 14 ARTECULTURA Michele Giannattasio L’architettura del sogno Eruzione tonale Persevera la spinta fantasmagorica a rievocare la drammaticità di un evento vulcanico che nei secoli avvenire doveva tanto interessare l’immaginario umano, artistico, poetico, la curiosità dei posteri partenopei ed il richiamo di meraviglia del turismo internazionale. L’atmosfera che dalla remota radice tematica diviene futuribile ed infonde nella pulsione espressionista del pittore Michele Giannattasio la realizzazione di un nuovo dipinto, della interessante serie del fenomeno eruttivo del Vesuvio avvenuta nel ‘70 dopo Cristo. E il “DINAMISMO STRUTTURALE” di Giannattasio, ci fa conoscere così una sua nuova sequenza in cui i tratti spalancati della struttura che animano il dipinto, sembrano gridare a bocca aperta, ancora oggi, quello che fu il tormento che a suo tempo interessò le popolazioni partenopee. L’opera non si costruisce per sintesi narrativa, ma propositiva che scava nelle sue radici per collegarsi all’attualità di un remoto vulcanico che tanto doveva incidere nell’intuizione artistica del futuro. Il fenomeno nel quale il dipinto di Giannattasio diviene un remoto di testimonianza al presente che sul dolore alimenta la vitalità artistica che si lascia ammirare non per passivo richiamo d’angoscia, ma per l’attrattiva creativa che gestisce l’intuizione. Marpanoza Michele Giannattasio “DINAMISMO STRUTTURALE” Olio su tela. Silvana Testa Itinerario ignoto Forse le parole son poca cosa a confronto il richiamo che scatena la composizione, la sua variata quanto emblematica struttura che dal vegetale si collega alla costruzione urbana, ad una scena teatrale dove le pietre delle gradinate possono anche sorridere a denti stretti sia per la forma che per le tonalità. Fino a darci l’impressione che “MOVIMENTO” il dipinto che la pittrice Silvana Testa ci fa conoscere in questo mese di maggio 2015 s’intuisce e si costruisce su una distruzione di richiamo planetario. L’evento nel quale la densa aggressività tonale arcobaleno del cielo si collega alla civiltà urbana della terra sensibilizzando i lati delle pietre di un ignoto anfiteatro di un suscettibile sorriso alludendo ad un dualismo creativo che sensibilizza la gioia sul dolore come per un divertito giuoco di spontaneità. Infatti la spinta al movimento, l’instancabile desiderio artistico di vivere creando, ha collegamento di un mondo nel quale la curiosità è fonte alimentatrice d’infinita conoscenza. (Marpanoza) Silvana Testa “MOVIMENTO” 2014 olio su tela, cm. 120x90 Giovanni Jurato L’intrasparenza della materia luminosa Nella continuità del saggio figurativo a valenza strutturale e tonale moderno di struttura e tocco di colore, il nuovo dipinto di Giovanni Jurato origina da un ritmo creativo di fermento mediterraneo e nello specifico fa riferimento soggettivo alla realtà naturalistica della Sicilia, sentita, vista e dipinta con spirito d’acredine in cui l’emozione del pittore vive una sentita vocazione. Questo ci lasciano pensare le incrinature della marina bagnate dalle acque in risentito movimento ondulatorio nel quale l’azzurro del mare ed i risalti della terra ferma in leggero rosa primaverile con brevi accenti di rosso sul pietrame che ne delinea il percorso, danno visione pittorica ad un dipinto in cui il sentimento dialoga con la natura come a condividere per destino la grinta della poetica che vezzeggia la realizzazione. Dunque un’opera che nel suo linguaggio traccia un arco di collegamento tra il passato remoto e l’attualità del sentimento critico che gestisce in una continua emozione il tempo, la storia e la natura che si domandano sul vero mistero dell’esistenza. (Marpanoza) Referenze: ARTECULTURA Via Ciovasso 19 20121 Milano tel. 02-86464093 GALLERIA DEGLI ARTISTI Via Nirone 1 20123 Milano tel. 02-867841 ASTARTE Via C. Scalia 33 96018 PACHINO-Sr. tel. 3391363178 Giovanni Jurato PAESAGGIO MEDITERRANEO N. 2 2014 Olio su tela, cm. 60x80 Gianfranco Rontani Tra le personalità dell’arte del XX Secolo La femminilità in tutta la sua espressione comunque manifestata dipinta o scolpita è sempre il rispecchio ideale ed umano della bellezza, fisica o allusiva. In tal caso la considerazione non muta nell’attrattiva del desiderio. Un desiderio che va ben oltre l’istinto animalesco della casuale sessualità, in quanto la sua bellezza apparente o coperta di etica mitologia racchiude in se un fenomeno in cui solo l’appellativo del divino può in qualche modo alleviare al senso del mistero che circonda la donna, il suo assoluto di bellezza dipinta di poesia che attrae senza mai respingere l’interlocutore maschile. Per cui la femminilità della donna si pone al sublime dei sensi e della parola che, detto in maniera metaforica, potrebbe anche esprimere l’origine del mondo, essere la sua genitrice ideale e le religioni in questo senso la sanno ben lunga. Cosicché un maestro come Gianfranco Rontani che sulla donna ha tanto dipinto lo ha fatto per corrispondere ad un suo stimolo che nella donna, appunto, incontra un significato non sempre avvertibile dalla coscienza. Marpanoza Segromigno di Piano (Lu) Cell. 3349020404 Artecultura tel. 02-864.64.093 Gianfranco Rontani “NUDO DI DONNA” olio su tela, cm. 30x40 GALLERIA PONTE ROSSO dal 1973GALLE GALLERIA PONTE ROSSO dal 23 aprile al 17 maggio 2015 SALVAT O R E MAMMOLITI Il pittore di Tropea, 2014 Inaugurazione giovedì 23 aprile ore 18 presentazione di FLAMINIO GUALDONI 20121 - Milano via Brera 2 Corrisp. via Monte di Pietà 1A Tel./Fax 02.86461053 E-mail: [email protected] www.ponterosso.com Orario di apertura: 10-12,30 / 15,30-19 Chiuso domenica e lunedì ARTECULTURA 15 28 marzo - 30 aprile 2015 Varese, Galleria Arte Armanti In questa primavera 2015 una bella mostra di Alberto Venditti rappresenta una suggestiva occasione per riflettere intorno ai temi della pittura e della figurazione e nella loro reciproca connessione. Uno sguardo altro e privilegiato, viene appunto dalla ricerca pittorica di Alberto Venditti, artista di origini partenopee, ma da tempo operante a Milano, sia come docente al Liceo Artistico e di Tecniche di Incisione e di Nudo, che poi, naturalmente nella sua più ampia attività artistica. Una riflessione, la sua, che si snoda attorno al tema della forma figurale, intuita, però, oltre il piano della Alberto Venditti L’OGGETTO E IL SUO ABBRIVIO Gerrit van Honthorst, L’INCORRUTTIBILE FILOSOFO Gerrit van Honthorst MAGICA E’ LA NOTTE (1592-1656) FUGA 2, - 2014 olio su tela, cm. 60 x60 pura descrizione, per essere invece espressione di quei moti interiori, psicologici che poi sanno trovare il loro giusto ritmo in una dinamica articolazione plastica e tonale nella quale la cadenza raffinata del segno si compenetra organicamente al respiro dell’atmosfera, al seducente viaggio dell’oggetto verso un ipotetico ignoto. Forme, quelle sviluppate dall’artista, che si alleggeriscono di ogni peso, materia e consistenza, per esser poi “poetico ostaggio” di quell’alito che così intensamente soffia su di esse, le fa increspare, le sottrae ad una dimensione prosaica o puramente rappresentativa. Un turbine elegante ed inquieto, fatto di toni, strutture grafiche, abbozzi di evocate morfologie, pervade le limpide composizioni dell’artista, le mette in moto. Venditti conquista il movimento, principio cardine della pittura, senza parafrasare futurismi o sperimentazioni cinetiche, ma ottenendole dal corpo vivo della pittura, dai suoi materiali che costantemente, come mossi da un’infinita energia, celebrano il teatro della loro vita ed espressione. Aoristias T. 0332 231241 16 ARTECULTURA Firenze, Galleria degli Uffizi Sino al 24 maggio 2015 La mostra dedicata a Gerrit van Honthorst detto Gherardo delle Notti, mette in evidenza la presenza in Italia del pittore nel primo Seicento e soprattutto l’entusiastica ricezione fiorentina, che assicurò quattro grandi tele alle collezioni medicee. A Gerrit, che deve il suo soprannome al talento per le scene notturne rischiarate da lucerne e candele, saranno affiancati altri pittori degli antichi Paesi Bassi, specialmente dediti alle medesime ricerche luministiche. Gerrit (o Gerard) van Honthorst, noto anche, come si è detto, con l’appellativo Gherardo delle Notti (Utrecht, 4 novembre 1592 – Utrecht, 27 aprile 1656), è stato un pittore olandese. All'inizio della sua carriera visitò Roma, dove venne a conoscenza delle opere dei maestri italiani e da cui fu influenzato, specialmente da Caravaggio. È proprio da quest'ultimo che trasse ispirazione per la caratteristica illuminazione usata in parte dei suoi dipinti. Ritornato nei Paesi Bassi, divenne uno dei pittori di spicco del suo periodo, dipingendo sia quadri che ritratti. Morì, sempre ad Utrecht dov'era anche nato, all'età di 65 anni.Svolse la sua formazione inizialmente presso il padre, un pittore decorativo, per poi diventare allievo di Abraham Bloemaert. Una volta concluso l'apprendistato si recò a Roma, come ormai era consueto per ogni pittore che aspirasse ad una formazione completa, dove studiò i grandi maestri e l'arte antica. Non vi sono no- tizie certe relative all'anno del suo arrivo, anno da collocare probabilmente attorno al 1610. In ogni caso, il primo dato cronologico certo del suo soggiorno romano è il 1616, ma è da escludere che Honthorst giunga nella città in quell'anno (come era stato ipotizzato in passato), anche perché alla fine del secondo decennio è già un pittore pienamente formato e maturo. Non era il solo pittore a provenire da Utrecht: assieme a lui, nello stesso periodo, visitarono Roma anche Dirk van Baburen, Hendrick ter Brugghen e Jan Van Bijlert.A Roma alloggiò presso il palazzo di Vincenzo Giustiniani, dove dipinse il Cristo dinanzi al sommo sacerdote (ora alla National Gallery di Londra). Il suo patrono romano aveva un'importante collezione di opere d'arte dipinte da vari artisti come Caravaggio, Bartolomeo Manfredi e i fratelli Carracci, e di cui Honthorst in questo modo poté fare conoscenza. Principalmente fu colpito proprio dalla straordinaria pittura di Michelangelo Merisi da Caravaggio, alla quale ispirò gran parte delle opere successive fino ad essere indicato come pittore caravaggista. Si specializzò nella pittura a "lume di notte", con straordinari effetti di luce artificiale, fatto che gli valse l'epiteto di Gherardo delle Notti. Ma in Italia Honthorst non ebbe come patrono il solo Giustiniani: il cardinale Scipione Borghese gli assicurò delle commissioni a San Silvestro Della Mariro, a Montecompatri e per Santa Maria della Vittoria in Roma. Info 055 238 8651 (Aoristias) Milano MUSEO DEL NOVECENTO dal 15 maggio 2015 UN MUSEO IDEALE Dal Futurismo all’Arte Povera Jannis Kounellis, ROSA BIANCA, 1967 OPERE DELLA DONAZIONE BERTOLINI Il Museo del Novecento presenta la mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini”, un omaggio a una delle più significative donazioni nella storia delle raccolte civiche milanesi cresciute negli anni proprio grazie a importanti lasciti privati. I capolavori donati da Mario Bertolini arricchiscono il patrimonio del Museo del Novecento di oltre 600 opere realizzate dai protagonisti dell’arte italiana e internazionale, dagli anni sessanta ai primi anni novanta del secolo scorso. Mario Bertolini inizia a interessarsi all’arte contemporanea negli anni sessanta a Milano,nelle più importanti gallerie della città. È proprio allora che nasce quella passione che per circa quattro decenni lo porterà a frequentare il mondo dell’arte internazionale e ad accrescere la sua collezione.La mostra “Nuovi Arrivi” ricostruisce, in una selezione di 120 opere, i capitoli fondamentali della raccolta. La Sala Archivi è dedicata alla Pop Art, primo nucleo acquistato dal collezionista, e s’apre con uno dei suoi protagonisti, Andy Warhol. Il soggetto più celebre dell’artista americano, la Marilyn, è qui presentato in una insolita versione su carta dai toni grigio-neri. Segue la serigrafia La Scala di Milano di Richard Hamilton del 1968, un omaggio alla città. Il percorso espositivo continua con le esperienze americane ed europee dell’Arte Concettuale degli anni sessanta e settanta, dunque con opere della Narrative Art di Mac Adams, Bill Beckley, Jochen Gerz, Jean Le Gac, Roger Welch; della Land Art di Christo e Jeanne-Claude, Hamish Fulton, Dennis Oppenheim; delle esperienze performative e comportamentali. Info 02 88444061 La mostra, a cura del Comitato Scientifico del Museo, presenta gli “Ospiti d’eccezione” nell’allestimento ideato dall’architetto Paolo Giacomazzi. Mentre i capolavori del XX secolo occupano i punti nevralgici del percorso museale, l’arte contemporanea è allestita in modo interstiziale creando, in relazione con l’arte storicizzata, una serie di sorprese inaspettate. La mostra offre un’irripetibile occasione per ammirare alcu- Luca Trevisani, COSTELLAZIONE BASCULANTE ne delle opere simbolo dell’arte italiana dal Futurismo all’Arte Povera, con un dialogo aperto con il contemporaneo. L’incipit del percorso presenta un’importante opera di ambito pre-futurista di Umberto Boccioni, Nudo di spalle (Controluce) (1909) del Mart di Rovereto, posta in dialogo con uno dei capolavori di Arturo Martini, la Prostituta (1913) proveniente da Ca’Pesaro di Venezia. Sempre nella Sala del Futurismo viene ospitata la poetica installazione sonora di Mario Airò, Là ci darem la mano (2003) – prima opera del percorso proveniente dalla collezione ACACIA. Al termine della sala del futurismo, Natura morta con squadra, tra le icone del museo milanese, sarà affiancata dal capolavoro Ovale delle apparizioni, della GNAM di Roma. Le due opere dipinte da Carlo Carrà tra 1917 e 1918, entrambe provenienti dalla collezione Jucker, rappresentano il superamento del periodo futurista e l’avvicinamento alla ricerca metafisica. Cortile di Via Fondazza (1958) di Morandi del Mambo di Bologna e Due figure mitologiche (Nus antiques, Composizione mitologica) (1927) di de Chirico del Mart, ampliano le sale monografiche del Museo del Novecento dedicate ai due artisti. L’opera simbolo del Museo Revoltella di Trieste, Meriggio (1920) di Casorati , accoglie i visitatori nella sala del movimento Novecento, mentre un allucinato ritratto fotografico - Senza titolo (2009) - del musicista americano Arto Lindsay realizzata da Roberto Cuoghi è ospitato accanto alle opere figurative di Pietro Marussig e Achille Funi. La sezione post-impressionismi, realismi e arcaismi ospita due opere di eccezionale rilievo, la grande Crocifissione (1940-1) di Guttuso dalla Gnam di Roma e Maternità (1934), capolavoro di Fausto Pirandello proveniente dalle collezioni della Gam di Palermo. Segue, nella sala monografica dedicata a Fausto Melotti, l’installazione monocroma di Marzia Migliora “…sono sgusciato dalla tua pienezza senza lasciarti vuota perché il vuoto l’ho portato con me…” (2007), in delicato dialogo con le sculture dell’artista roveretano. Alle opere polimateriche di Sabrina Mezzaqui e Francesco Gennari è affidata la riflessione sulla complessa relazione tra scultura, natura ed estetica. La prima con l’installazione Mettere a dimora (2008) invade progressivamente le pareti della sala per rappresentare fisicamente la proliferazione di immagini. La degenerazione di Parsifal (natività) (2005-2006) di Gennari, mostra come la materia possa subire un’evoluzione formale completamente indipendente dalla volontà dell’artista. Proseguendo nel percorso si raggiunge Sala Fontana con Costellazione basculante (2008) di Luca Trevisani: una scultura volatile in Felice Casorati, MERIGGIO, 1953 continuo mutamento, che con i palloncini sospesi a mezz’aria, sembra quasi giocare con il Neon di Lucio Fontana riprendendone il tema dello spazio e della relazione con l’ambiente circostante. Nel percorso dedicato alla gestualità degli anni Cinquanta sono ospitati Abstraction with Brown Burlap (Sacco) (1953) di Alberto Burri. Info 02 88444061 ARTECULTURA 17 Umberto Mariani LA VISIONE INCONDIZIONATA Davvero con singolare ed arguta intelligenza Umberto Mariani nella bella intervista rilasciata a Mariapia Bruno nel significativo catalogo UMBERTO MARIANI PIOMBI, presentato lo scorso febbraio in occasione dell’importante personale dell’artista alla Galleria Jerome Zodo Contemporary di Milano, introdotto da un approfondito intervento critico di Francesco Tedeschi, si definiva “artista democratico”, quasi a voler sottolineare i molteplici legami che la sua sensibile ricerca avverte con i vari archivi di stimoli, sensazioni, linguaggi che via via l’uomo ha elaborato nel corso dei millenni e che continuerà ad elaborare in futuro. Da qui discende per Mariani un’esplicita critica a quel mito della creazione assoluta che, appunto, è una realtà puramente ipotetica e che tanto la psicologia quanto la storia dell’arte hanno efficacemente smentito nel corso della seconda metà del novecento. Quello che l’uomo ha realizzato non può andare disperso, e del resto compito dell’arte, e di quella visiva in particolare, non è forse di sviluppare 18 ARTECULTURA nella dialettica dell’immagine un continuo dialogo tra la realtà quotidiana delle cose e il passato che pure in esse continua a vivere e convivere ? Drappeggi, sipari teatrali, addobbi di ogni genere, come lettere dell’alfabeto o le più astratte forme geometriche sono, infatti, realtà del passato, intese come scoperta, ma che tuttavia in nuovi modi disegnano e configurano l’esistenza contemporanea. Poi per l’artista assumono un valore emblematico in forza della loro pregnanza e della loro capacità di resistenza al tempo e nel tempo. Ed esse allora per Mariani non possono non costituire un privilegiato campo di osservazione e di studio, pittorico ed immaginario al tempo stesso, perché è proprio dalla loro forza, dalla loro capacità di resistere al farsi e disfarsi delle civiltà, che ne consegue la loro esistenza sul piano artistico ed, in questo caso, nei Piombi di Mariani. Osservando attentamente le sue recenti composizioni si può chiaramente comprendere come l’artista tenda a raggiungere un’espressione pura quanto mai essenziale e sem- plificata. Infatti nessun anelito o proposito narrativo, naturalistico, comunque stilizzato, appare nelle sue opere, esse, piuttosto parlano per archetipi ossia per una ricerca che dal suo personale punto di vista si orienta verso accezioni primarie, verso i fondamenti della cultura e della stessa storia dell’uomo. Questa ricerca poi si dispiega a partire da un suggestivo ed insolito punto di indagine: il drappeggio. Esso è una presenza costante nel- la storia dell’arte, raffinatamente stilizzato nella plastica dell’antico Egitto, poi raggiunge effetti straordinariamente sorprendenti nell’arte greca e romana con il loro evidente intendimento naturalistico. Quindi, dopo la sua eclissi nell’arte medioevale, riappare all’inizio del Ri- nascimento, diventando una sorta di DNA del singolo artista in quanto ogni pittore o scultore ha la sua maniera di rilevare e rappresentare il drappeggio. Esso contemporaneamente nasconde una parte e ne sollecita plasticamente un’altra o, al caso, la lascia intuire. Quindi per Mariani il drappeggio nasconde una straordinaria potenzialità espressiva, magica e razionale, al tempo stesso. Nelle sue strutturate pieghe si possono scorgere i profili silenziosi di enigmatiche lettere dell’alfabeto come di improbabili punta di fuga prospettici. L’opera acquista allora una sua particolare dinamicità sollecitata dal conflitto di direzioni percettive che sensibilmente l’artista sa poi far convergere con ritmo ed ordine nella visualità dello spazio, orientando l’osservatore, stimolandolo a nuove percezioni. La superficie della tela interagisce quindi con lo spazio, la forma celata si rivela nella sua acuta plasticità, nelle configurazioni tridimensionali che accentuano il loro effetto illusivo ed allusivo, quanto più sono nascoste, appunto tra le pieghe di un bellissimo drappeggio. La forma si cela, ma non scompare, essa risalta nelle silenziose strutture, quasi ispirate da un senso architettonico dell’ordine. Il raffinato monocromatismo che spazia dal blu al rosso, dal verde al bianco, dal giallo al rosa, è il fertile ricettacolo in cui le forme concepite da Mariani lasciano la loro impronta, vigorosa eppure vellutata. Da rilevare inoltre l’organica fusione tra le lettere scritte e tutto il corpo della pittura, anzi sono quest’ultime che generano la pittura, la rendono schermo vibrante, straordinariamente poetiche nella loro afona luminosità. E in fondo queste lettere non sono state scritte, nè incise, hanno più lo statuto delle visioni, smussano ogni rigidezza, lentamente dal piano della tela risalgono al loro primo piano, dove ve le ha condotte la luce e la trama plastica. La tridimensionalità rappresenta, al di là di possibili speculazioni, l’acme stesso della pittura, la sua forza legittimante che un’artista ne sia consapevole o meno. E infatti nelle composizioni di Mariani questo ideale, questo implicito movente ordinatore ed ispiratore, si perfeziona nelle premesse culturali a cui il pittore fa sensibilmente riferimento, vale a dire la dimensione degli archetipi e del loro sostrato simbolico. Ma questi archetipi sono per Mariani realtà viventi, vibrazioni luminose, fisiche, che configurano quasi un loro principio di classica bellezza. Luce ed ombra solo in parte sono un portato del colore, in realtà sono presenze vive, entità tangibili. Lo spazio di conseguenza sul piano visivo e concettuale è una certezza, in cui Mariani infonde il lungimirante affondo dei suoi drappeggi, delle lettere che sono sul punto di apparire e scomparire nello stesso tempo, di svelarsi e velarsi. L’apparizione diventa essa stessa un problema artistico e nello stesso tempo filosofico. La “forma” è solo una pura ma efficace mediazione tra apparenza e dissolvenza a cui non si sottraggono neanche i codici più raffinati con i quali la pittura di Mariani interagisce in profondità. Se scolpire nell’apparenza può sembrare assurdo, questo brillante paradosso l’alfabeto visivo di Mariani sembra averlo risolto e fatto proprio nella costante sperimentazione della sua ricerca. Questa ricchezza compositiva rileva poi chiaramente il suo plastico strutturarsi. La superficie modifica la sua tensione sul piano visivo e percettivo in quanto la luce penetra, orientata e canalizzata tra i ritmi delle pieghe, accrescendo il contrasto tra pieni e vuoti. Sorgono così forme rigorose, lucide, eppure senza contorni. Infatti Mariani non è un pittore geometrico, non persegue la finalità della geometria in se stessa, piuttosto questa è un risultato, non una premessa della sua ricerca, che è sempre un’attenta ricognizione sulle oggettive e naturali situazioni della vita, così come può essere percepita a partire da singoli dettagli, apparentemente fuorvianti, ma in realtà vitali e decisivi. E’ anche vero, in fondo, che la verità, ammesso che esista e possa essere percepita, si nasconde nei frammenti, in particolari forse inutili ma che una mente aperta e curiosa è in grado di afferrare per la loro primaria importanza e soprattutto per le aperte ed infinite prospettive che possono dispiegarsi innanzi a loro. Teodosio Martucci ARTECULTURA 19 LA ROSA DI FUOCO. La Barcellona di Picasso e Gaudí Nuove Acquisizioni alla Galleria Civica di Modena Modena, Galleria Civica Sino al 7 giugno 2015 Sabato 18 aprile 2015 la Galleria Civica di Modena ha inaugurato presso le sale superiori di Palazzo Santa Margherita la mostra dedicata alle nuove acquisizioni dell'istituto. Negli ultimi anni, grazie ad una accurata politica culturale volta ad incrementare il patrimonio, sono confluiti nelle raccolte del disegno e della fotografia più di 500 lavori, in prevalenza per donazione di artisti o collezionisti, oppure attraverso l'istituto del comodato. La ricerca messa in campo in questa occasione ha permesso inoltre la riscoperta di alcune opere che, pur entrate a far parte delle collezioni nel recente passato, non avevano ancora trovato occasione di essere presentate al pubblico. L'allestimento, a cura di Gabriella Roganti, presenta una selezione di queste carte e si propone di mostrare, fra gli altri, disegni di Aldo Bandinelli, Vittorio Ramon Casas: La garrota, 1894 Olio su tela, cm 127 x 166 Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía Ferrara, Palazzo dei Diamanti 19 aprile - 19 luglio 2015 La rosa di fuoco, o meglio La Rosa de Foc, per dirla alla catalana, per gli anarchici indicava all’inizio del Novecento il nome in codice di Barcellona. Nome che evoca, allo stesso tempo, il fermento che a cavallo del secolo infiammava la vita politica, sociale e culturale della capitale catalana, ma anche i violenti attentati dinamitardi di cui fu teatro la città. A mutare volto e storia di Barcellona era stata, nel 1888, la grande Esposizione universale che aveva introdotto dirompenti idee di modernità in una capitale ancora decentrata rispetto al cuore avanzato d’Europa. Nuovi modelli di vita, nuovo benessere e nuove visioni creative si accompagnavano all'espansione industriale ed economica della regione. In quegli anni a Barcellona il giorno continuava la notte e i caffè e i ritrovi lungo le Ramblas e nel Barrio Gotico pulsavano di gente e di incontri. I poeti, gli intellettuali, i pittori avevano base a Els Quatre Gats e da qui sciamavano per ogni dove, spesso approdando a Parigi. La crescita culturale ed economica della capitale catalana fu però accompagnata da marcate tensioni sociali che nel luglio del 1909, durante quella che venne chiamata la Settimana tragica, sfociarono in una serie di violente contestazioni e in una cruenta repressione che decretò la fine di questa irripetibile stagione. Di questi anni fecondi e inquieti e della colorata, sanguigna fucina di talenti che li animò dà conto 20 ARTECULTURA La rosa di fuoco, la grande mostra con cui Palazzo dei Diamanti apre la stagione espositiva 2015-2016, firmata dalla direttrice dell’istituzione, Maria Luisa Pacelli. La rosa di fuoco, ovvero l’arte e le arti a Barcellona tra 1888 e 1909, rispecchia perfettamente la cifra culturale dei Diamanti: mostre accuratamente selezionate, approfondite, particolari, mai banali. Rassegne che presentano in Italia artisti straordinari ma poco frequentati (tra i tanti Reynolds, Chardin, Zurbarán…) o snodi fondamentali della storia dell’arte da prospettive inedite. Anche in questa esposizione, infatti, i grandi protagonisti della storia dell’arte sono presentati da punti di vista meno scontati: è il caso del giovanissimo Picasso che, quantunque alle prime prove, nel giro di qualche anno conquista la scena artistica catalana e parigina, con il tratto graffiante del suo precoce talento. Accanto a nomi celebri, vengono proposti artisti che ai più risultano ignoti, ma sono ugualmente di altissimo livello. Pensiamo a Ramon Casas, Santiago Rusiñol o Isidre Nonell che, a differenza di Picasso, fecero ritorno in patria anziché diventare astri del palcoscenico parigino.Questa è una mostra di forti colori e forti emozioni. Si passa, non a caso, dal caleidoscopio delle tavolozze di fine Ottocento, ai colori acidi e brillanti delle effigi della moderna vita notturna, fino alla dominante blu dell’ultima sala della mostra. Poiché Picasso, e con lui altri animi inquieti, scelsero questo colore per esprimere il dolore e la solitudine. Info 0532 244 949 Bruno Cattani, Sognare giocando - dono dell'artista Corsini, Gianfranco Ferroni, Josep Ginestar, Mario Giovanardi, Claudia Losi, Roberto Paci Dalò, Nakis Panayotidis, Bepi Romagnoni, Claudio Verna, Moe Yoshida, e fotografie di Giorgio Barrera, Elina Brotherus, Bruno Cattani, Mario Cresci, Mario De Biasi, Franco Fontana, Luca Gilli, Ferdinando Scianna, Diego Zuelli, solo per citare alcuni degli artisti presenti.Nel percorso espositivo inoltre una selezione delle 114 incisioni di autori italiani donate nel 2013 dall’Associazione per la diffusione dell’opera artistica di Modena che a margine di mezzo secolo di attività ha lasciato la propria collezione di grafiche alla Galleria civica di Modena (per la parte che riguarda gli ultimi 30 anni) e la documentazione d'archivio alla biblioteca civica "Luigi Poletti", un gesto che ha consentito alla comunità di conservare memoria di un momento creativo esemplare sia per l'arte del territorio che per quella italiana. Info 059 2032932 Brescia, Museo di Santa Giulia 9 maggio 2015 - 17 gennaio 2016 Una suggestiva mostra a carattere storico e un evento atteso da decenni, entrambi a Brescia e entrambi collegati alla storia più antica della città e del territorio vasto. La mostra non a caso è realizzata a Brescia, la Brixia dei romani, anche se va chiarito che non si limita a illustrare l’origine della sola città ma racconta, per la prima volta, la grande vicenda che ha portato, tra il terzo secolo e il primo secolo avanti Cristo, alla romanizzazione delle genti del Po. E’ il racconto di una vicenda che ha la forza di una epopea. Una storia di scontri ma anche di incontri di civiltà, di sopraffazione e di profonda integrazione. Una epopea nella quale compaiono nomi che tutti abbiamo conosciuto sui libri di scuola: Annibale, Scipione, Emilio Lepido, Mario Silla, la Gallia Cisalpina, la Roma Repubblicana, ma anche di personalità che nulla hanno a che fare con campagne militari e battaglie, come quelli di Catone e Catullo, un filosofo e un poeta. Perché questa è una storia che, tra pace e guerra, permette di arrivare alla creazione di un nuovo modello sociale. E’ la storia della trasformazione, o meglio potremmo dire, di aperta modernizzazione di un grande territorio. Una trasformazione sociale e culturale, innanzitutto. Ma anche fisica, con disboscamenti, bonifiche, messe a coltura di terre fertilissime, con la creazione di città unite da grandi strade consolari.Un percorso lungo tre secoli. Dopo i quali nulla è stato come prima.E Brixia lo testimonia splendidamente con il suo Parco Archeologico, il BUSTO DI BRENNO ROMA E LE GENTI DEL PO Un incontro di culture. III-I secolo a.C. CELTI IN CAMMINO VERSO ROMA più importante, esteso e conservato dell’intera Gallia Cisalpina, ovvero del nord Italia. E proprio in occasione della inaugurazione della grande mostra, l’antica Brixia che si erge intorno al celebre Capitolium, nel cuore della moderna città, svelerà due ulteriori gemme: la Quarta Cella del tempio Repubblicano, eretto tre secoli prima dell’attuale con i raffinati affreschi parietali appena restaurati, e il grande Teatro Romano di Età Imperiale. In un percorso che va dal Capitolium, ora integralmente visitabile, al Teatro, a Santa Giulia, dove sono conservate le spettacolari Domus dell’Ortaglia insieme a sontuosi mosaici e ai grandi bronzi, prima fra tutte la celebre Vittoria Alata, nascosti e rinvenuti proprio nell’area archeologica e sacra della città. Sfuggiti dalle invasioni barbariche per arrivare sino a noi. Un tesoro di statuaria bronzea unico al mondo per qualità e bellezza.La mostra che BRIXIA dedica a "Roma e le genti del Po. Un incontro di culture. III-I secolo a.C.” è una grande esposizione archeologica, con quasi 500 reperti, tutti attentamente selezionati, concessi da decine di musei e istituzioni italiane. Molti mai prima esposti, perché provenienti da scavi recenti, per un percorso di ben 1500 metri quadri.Ma è anche un percorso emotivo, con installazioni interattive e multimediali che fanno rivivere situazioni e atmosfere di quei tempi lontani, adatte anche ai ragazzi. Uscire dalla mostra e incamminarsi nel Parco Archeologico sarà come uscire dal mito e dal racconto per entrare dentro la storia. Una esperienza indimenticabile. Accompa- gnano la mostra il Catalogo generale, a cura di Luigi Malnati e Valentina Manzelli, e la Guida alla mostra e alla Brescia Repubblicana, pubblicati entrambi dall’editore GAmm Giunti. Nella storiografia moderna in riferimento alla storica deduzione della Provincia Gallia Cisalpina gli storici oscillano fra la fine del II secolo a.C. e l'età sillana. Vero è che all'89 a.C. risale l’importante legge di Pompeo Strabone ("Lex Pompeia de Gallia Citeriore") che conferì alla città di Mediolanum e ad altre, la dignità di colonia latina. Nel dicembre del 49 a.C. Cesare con la Lex Roscia concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti della Cisalpina e infine, nel 42 a.C. , la provincia venne abolita del tutto, divenendo parte integrante dell'Italia romana. Nel periodo in cui fu provincia la Gallia Cisalpina venne amministrata da un propretore.La Gallia cisalpina fornirà a Cesare il bacino a cui attingere per la coscrizione delle legioni da utilizzare nella campagna di Gallia: la ricompensa si avrà nel 49 a.C. quando, attraversato il Rubicone, innescata la guerra civile con Pompeo e ottenuto il titolo di dictator, Cesare concesse la cittadinanza romana. Durante il principato di Augusto, in un anno intorno al 7 d.C., l'ex Gallia Cisalpina venne divisa in quattro Regiones, regio VIII Aemilia, regio IX Liguria, regio X Venetia et Histria e regio XI Transpadana, nell'ambito delle 11 regioni con le quali venne organizzata la divisione amministrativa dell'Italia. Info www.bresciamusei.com ARTECULTURA 21 ARTE-NATURA-STORIA Lo stimolo intuitivo nell’esperienza cosciente Uno dei tratti dominanti, anche se non esaustivo, della storia dell’arte contemporanea, e per contemporanea si intende quella sviluppatasi a partire dall’Impressionismo, si rivela nella precisa volontà di porre in maniera definitiva una pietra sopra l’arte figurativa, in qualsiasi forma essa si manifesti e si esprima. Tuttavia non tutte le correnti d’avanguardia appoggiarono propositi così radicali. Infatti tendenze come cubismo, futurismo, surrealismo, espressionismo, cercarono di riformulare in maniera assolutamente nuova la realtà dell’immagine figurativa, prendendo le distanze dalle convenzioni accademiche, come anche delle acquisizioni di un pur recente passato. Nel contempo, però, appare evidente che sul piano artistico più generale lo spirito del tempo si manifesta in una decisa accelerazione verso il superamento definitivo della forma figurativa. Già partire dall’opera di Klee e Kandinsky l’orizzonte espressivo dell’arte passa dal piano del visibile a quello dell’invisibile, alla ricerca di una realtà pura, immaginaria. Quello che prima per molti artisti, anche sommi, era stato solo un desiderio, un anelito spirituale, ora sembra dipanarsi ai loro occhi come una realtà concreta, tangibile, diventa oggetto non solo di ricerca tecnica, ma anche di riflessione teorica. E da questo punto di vista i testi scritti di Klee, Kandinsky, Mondrian e di altri ancora ne sono una oggettiva testimonianza. Si configura così per l’arte contemporanea una radicale mutazione della sua essenza, dei suoi articolati linguaggi espressivi e contestualmente si modifica anche il rapporto con il pubblico, che diventa più problematico. L’arte perde, come scopo, l’indagine sulla rappresentazione, smarrisce l’obiettivo di un realismo sempre più affinato ed oggettivo e si orienta verso il disvelamento di realtà che si pongono oltre la sfera del tangibile, del documentabile, come può essere una veduta di campagna, una scena di battaglia o un ritratto. 22 ARTECULTURA Quindi sulla scia delle opere e degli scritti di Klee e Kandinsky e sulla base anche di innovazioni tecniche che modificheranno in profondità il modo di percepire la natura, il paesaggio, le relazioni sociali ed esistenziali, prende avvio nelle sue varie declinazioni l’esperienza dell’astrazione lirica che poi si prolungherà nella seconda metà del XX secolo con l’informale. L’astrazione, però, nel contempo si avvale di una altra importante traduzione, ossia la variante geometrica. Anche qui, la natura, l’oggetto realistico, viene espunto, il reale, infatti, deve tradursi nella sua configurazione geometrica assoluta, pertanto la nuova sintassi pittorica utilizza cerchi, quadrati, triangoli, rettangoli e così via. Ad un livello ancora più estremo si pone l’informale che nelle sue impostazioni di fondo si propone un azzeramento totale di qualsiasi configurazione, sia verista, geometrica o simbolica. A questo punto la pittura, in quanto tale, sembra essere giunta, appunto, all’estremo delle sue possibilità espressive, come se si trovasse di fronte ad un muro invalicabile. La percezione - anche se la situazione oggettiva in realtà potrebbe essere ben diversa pare esser quella di trovarsi in un contesto in cui tutto sia già stato fatto, visto e meditato. Situazione, che per altro non è nuova nella storia dell’arte. Infatti l’epoca stessa del manierismo testimonia di una realtà culturale ed artistica che sembrava aver raggiunto il suo acme, il punto invalicabile e che l’arte stessa dovesse solo limitarsi a commentare i grandi maestri, Michelangiolo, Raffaello, Leonardo, oltre in quali non si poteva più oggettivamente andare. Sappiano, poi, naturalmente che le cose non sono andate così e l’arte ha ripreso il suo percorso con esiti imprevedibili ed altrettanto grandi. Del resto anche l’energia delle varie installazioni, ready-made, object trouvé, o come li si voglia chiamare, sembrano aver smarrito del tutto la loro spinta propulsiva. Sicuramente per l’arte una situazione non facile, complessa, e pervasa da un certa stanchezza. Una stanchezza, o anche persino una aperta involuzione, che del resto si può avvertire anche in altre sfere della società, come la politica, l’economia, la sicurezza ambientale. Si intuisce chiaramente, per riferirci più specificamente al tema dell’arte, che le tradizionali categorie di figurazione o astrazione, almeno nelle configurazioni in cui sino ad ora sono state ideate e sviluppate, abbiano definitivamente fatto il loro tempo e pertanto si debba andare oltre queste impostazioni culturali ed estetiche. La realtà stessa dell’ambiente oggi è radicalmente mutata non solo rispetto a secoli passati, ma persino in riferimento a tempi anche abbastanza recenti. Un quartiere edificato negli anni sessanta, oggi appare a prima vista del tutto irriconoscibile, tutto muta in fretta e soprattutto muta in direzioni diverse e persino opposte. Da qui ne consegue un evidente smarrimento dei punti di vista culturali orientativi, che l’arte, essendo lo strumento più sensibile della conoscenza umana, avverte con largo anticipo. Scienza e tecnologia, sembrano, al contrario, vivere un contesto estremamente creativo, se infatti un ricercatore in un qualsiasi campo scientifico smettesse di aggiornarsi per circa sei mesi, si troverebbe nella condizione di non poter più seguire la sua disciplina. Ma se questa rapidità appartiene alla scienza, alla sua sistematica organizzazione, non è detto che essa debba essere altrettanto utile o salutare per l’arte, che invece non deve vivere nel tempo, ma vivere il suo tempo, dotarsi delle sue specifiche, peculiari indagini di approfondimento e di studio dell’uomo, della natura, nei suoi molteplici collegamenti con la storia. Forse, se l’arte ricostituisce questa sua particolare relazione con il tempo, probabilmente rintraccerà anche le possibilità di superare quell’impasse, in cui, per ora sembra annaspare. Aoristias L'AUTODIDATTA NELLA STORIA Marie-Sophie Germain nacque da una ricca famiglia parigina impregnata di ideali liberali. Suo padre, Ambroise-François, fu un mercante di cura disuccessivamente Aoristiass seta che adivenne direttore della Banca di Francia e riuscì a farsi nominare rappresentante del Terzo Stato nell'Assemblea Costituente nel 1789. Sophie nacque nell'era della rivoluzione francese, e lo spirito rivoluzionario ed innovatore ne permeò le scelte di vita.Il suo amore per la matematica nacque nel 1789, lo stesso anno in cui scoppiò la Rivoluzione francese. Sophie Germain aveva allora 13 anni. Nella biblioteca del padre, un ricco mercante parigino, aveva trovato un libro sulla storia della matematica. Rimase colpita dal racconto della morte di Archimede: il matematico di Siracusa era così concentrato su un problema geometrico da non prestare attenzione ad un soldato dell'esercito romano che aveva invaso la città. Il soldato, irritato dalla mancata risposta alla sua domanda, lo uccise sul posto con la sua spada. La ragazza pensò che la matematica doveva essere un argomento affascinante, se qualcuno ne era attirato al punto da perdere la vita.Da quel momento Sophie divorò qualsiasi testo di matematica riuscisse a trovare nella biblioteca paterna, tra i quali le opere di Newton e di Eulero. I genitori inizialmente osteggiarono questo suo interesse, perché non lo ritenevano consono ad una giovane donna. Sophie Germain doveva studiare di notte, portando di nascosto libri e candele nella sua camera. Alla fine i genitori furono convinti dalla sua tenacia, e acconsentirono a lasciarla studiare. Il padre avrebbe poi finanziato gli studi della figlia per tutta la vita. Per diversi anni Sophie studiò da sola. Gli insegnanti privati, con i loro programmi di "matematica per signorine", non erano in grado di soddisfare il suo appetito culturale. Non c'erano, nemmeno tra gli amici di famiglia, esperti di matematica che potessero farle conoscere gli sviluppi più recenti in quel campo.Nel 1794 fu aperta a Parigi l'École polytechnique, istituzione destinata alla formazione superiore di GERMAIN (1776-1831) scienziati e matematici. Sarebbe stata la scuola ideale per Sophie Germain, allora diciottenne. Ma per legge le donne erano escluse dai corsi. La ragazza ricorse allora ad uno stratagemma: assunse un'identità maschile facendosi passare per Antoine-August Le Blanc, uno studente che risultava iscritto all'École, ma che aveva in realtà abbandonato gli studi. Per non farsi scoprire, si astenne dal frequentare i corsi, ma riusciva a ottenere le dispense su cui studiare e presentare le sue elaborazioni scritte ai docenti.Il professor Lagrange, uno dei matematici più importanti dell'epoca, fu molto colpito dall'improvviso e notevole salto di qualità dei lavori di AntoineAugust Le Blanc, uno studente che non aveva mai mostrato brillanti doti matematiche. Chiese con insistenza un incontro con lui, e Sophie Germain, a malincuore, fu costretta a svelare la sua vera identità. Contrariamente a quanto temeva la giovane, Lagrange, pur stupito nell'incontrare una ragazza, si complimentò con lei per il suo talento, e la invitò a proseguire gli studi. Con il sostegno di un mentore come Lagrange, Sophie si dedicò alla ricerca matematica più avanzata. Si interessò di teoria dei numeri e lavorò a lungo sull'ultimo teorema di Fermat. Nel corso di queste ricerche arrivò ad individuare un particolare tipo di nu- mero primo (che da lei prese il nome di numero primo di Sophie Germain). Sentiva però il bisogno di confrontarsi con un esperto, e scrisse direttamente alla massima autorità in materia, Carl Friedrich Gauss. La corrispondenza tra Sophie Germain e Carl Gauss iniziò nel 1804. Temendo di non essere presa sul serio in quanto donna, la studiosa utilizzò di nuovo lo pseudonimo di Antoine-August Le Blanc in tutte le lettere. Nel 1806 le armate di Napoleone invasero la Prussia, dove Gauss viveva a Braunschweig. Sophie Germain temeva che a Gauss potesse toccare la stessa sorte di Archimede, ucciso da un soldato mentre era assorto in un ragionamento matematico. Raccomandò a un generale amico di famiglia di riservargli un trattamento di riguardo. Il generale mantenne la promessa, e rivelò poi a Gauss che doveva ringraziare Sophie Germain per la sua incolumità. Gauss si meravigliò, perché quel nome non gli diceva nulla.Nella lettera successiva la donna fu allora costretta a svelare la vera identità dissimulata dietro al nome di Antoine-August Le Blanc. Si aspettava l'ira di Gauss per l'inganno, ma invece ricevette anche da lui elogi per il suo talento e per il suo coraggio. Il loro scambio epistolare si interruppe nel 1808. Gauss era stato nominato professore di astronomia all'università Georg-August di Gottinga, e aveva abbandonato la teoria dei numeri per gli studi di matematica applicata. Le lettere di Sophie Germain rimasero senza risposta.Senza l'appoggio di Gauss, Sophie Germain non se la sentì più di continuare il lavoro sulla teoria dei numeri e si dedicò ad altre linee di ricerca, che raggiunsero comunque eccellenti livelli di applicazione matematica in fisica teorica. Nonostante i suoi grandi meriti scientifici, Sophie Germain non era riuscita ad ottenere la laurea non avendo completato gli studi all'École Polytechnique. Nel 1830 l'università Georg-August di Gottinga, su pressione di Gauss, decise di assegnarle una laurea honoris causa. Tragicamente, prima che l'Università potesse consegnarle l'onorificenza, Sophie Germain morì di tumore al seno dopo due anni di malattia. ARTECULTURA 23 Nei luoghi dell’immagine a cura di Aoristias MARANO Filippo Marano nasce a Milano nel 1962 e svolge la sua attività a Rho. Diplomato tecnico pubblicitario, allievo di Piero Leddi, fin dal 1993 coltiva la passione per la pittura. Nel 1992, incuriosito dal mezzo con il quale lavora quotidianamente, “il computer”, si è cimentato a dar vita ad una tecnica che sviluppa nei suoi lavori nuove emozioni: il computer graphic, un mezzo efficace per esprimere le sue emozioni in forme e colori che tutti possono “leggere” e vedere. Le sue opere sono impreziosite dall’intervento manuale dell’artista e diventano così opere uniche e irripetibili.(Piero Airaghi) [email protected] Filippo Marano, Verso il futuro...tecnica mista, 2015 SCIALOJA Dal 28 marzo al 6 settembre 2015 la Sala Enel del MACRO di Roma sarà dedicata ad uno dei maggiori artisti italiani del secondo Novecento, con l’esposizione di numerosi capolavori di pittura, scenografia e grafica per l’infanzia.La selezione delle opere in mostra, realizzata con puntuale rigore scientifico, parte dalla scelta metodologica e concettuale di esporre soltanto gli “Scialoja di Scialoja”, ovvero le opere provenienti dalla sua collezione personale, custodite dalla Fondazione Toti Scialoja, tra cui spiccano molti lavori mai esposti prima. Info 06 6710 70400 DONATELLO Credenti o non, sarà difficile non emozionarsi di fronte ai tre Crocefissi di Donatello che verranno posti vis a vis nella mostra “Donatello svelato. Capolavori a confronto. Il crocifisso della chiesa dei Servi a Padova, della Basilica del Santo e di Santa Croce a Firenze” allestita al Diocesano di Padova dal 27 marzo al 26 luglio prossimi, per iniziativa della Diocesi di Padova. Il termine “svelato” utilizzato nel titolo non è affatto casuale. Al centro dell’esposizione sarà infatti un Donatello che va ad aggiungersi al catalogo delle opere certe del maestro fiorentino, il 24 ARTECULTURA Crocifisso dell’antica chiesa padovana di Santa Maria dei Servi. Info 049 8761924 / 049 652855 AGNETTI La Galleria Il Ponte di Firenze presenta, in collaborazione con lo Studio Visconti di Milano, un importante nucleo di opere di Vincenzo Agnetti, un artista che dalla prima personale tenuta nel 1967 alla morte prematura avvenuta nel 1981, si è dedicato all’attività artistica ed extra-artistica (di scrittore e teorico) con assoluta coerenza e lucidità di pensiero. La mostra ripercorre la ricca produzione di un artista che ha scelto il rigore analitico e la poeticità inquieta come complementari parole d’ordine di una ricerca tesa a sostituire l'oggetto con il linguaggio, la presenza con l'assenza, lo scorrere progressivo del tempo con il dimenticare a memoria. Sino al 10 maggio 2015. Info 055 240 617 L’OTTOCENTO A PARMA Angoli di città, vedute e monumenti storici osservati dall’occhio dei maestri parmensi del XIX secolo sono presentati alla Galleria Nazionale di Parma dal 27 marzo 2015 al 31 gennaio 2016. La sezione delle vedute pittoriche ottocentesche di Parma abitualmente esposte in Galleria Nazionale viene arricchita con numerosi dipinti finora mai esposti, raffiguranti interni suggestivi di chiese o edifici civili, di squarci cittadini e, accanto a questi, gli autoritratti degli artisti che operavano nell’Ottocento a Parma. Info 0521 233309 GREETINGS FROM ROME Il progetto Alcantara-MAXXI giunge alla sua quarta edizione. In questa occasione è stato chiesto a sette autori, profondamente legati all’Italia, di proporre una piccola collezione ispirata a Roma e alla ricchezza del suo immaginario culturale, storico e popolare. L’unicità di Roma rivisitata in chiave contemporanea.Filtrando la propria esperienza della città eterna attraverso simboli, pensieri e immagini scelti da un repertorio tradizionale, nascono oggetti che parlano linguaggi diversi grazie alle straordinarie capacità di interpretazione di Alcantara. Roma, MAXXI. Sino al 7 giugno 2015. Info 06 320 1954 DILILLO Il Museo Nazionale dell'Automobile “Avv. Giovanni Agnelli” di Torino ospita - dal 26 marzo a domenica al 17 maggio 2015 - la mostra RETRÒVISIONI. Fotografie di Alberto Dilillo. Sono esposte trentuno fotografie, scattate nel cimitero d’auto storiche di Kaufdorf, in Svizzera, pochi giorni prima del suo definitivo smantellamento. RETRÒVISIONI è un racconto per immagini, accompagnate da suggestive didascalie, aforismi e citazioni, una vera e propria Spoon River dell’auto. Info www.museoauto.it Vincenzo C. Ingrascì, “Questo fiore sono io - il mio soggetto per expo”, acrilico e collage su tavola INGRASCI’ Significativa composizione di Vincenzo Ingrascì che dal suo punto di vista artistico e culturale dialoga con l’imminente Rassegna Internazionale dell’Expo. Lo fa con la ricchezza dei materiali implicati nell’opera che diventano simboli, pensieri, allusioni in un confronto aperto e libero che nello stesso tempo dissocia la realtà convenzionale per ricomporla in una più dinamica e creativa situazione visiva e concettuale. UNCINI Dal 28 aprile al 15 settembre alla Galleria Cardi, di Milano, in coincidenza con Expo Milano 2015, è presentata una retrospettiva del grande artista italiano Giuseppe Uncini (Fabriano 1929 – Trevi 2008) realizzata in collaborazione con l’Archivio Giuseppe Uncini. Curata da Annamaria Maggi, la mostra è pensata per proporre al pubblico un excursus sintetico ma al contempo esaustivo, in grado di offrire una panoramica sulla produzione dell’artista. Info 0245478189. FREGNI NAGLER Le fotografie di Linda Fregni Nagler provengono dal vasto repertorio iconografico del giornalismo di cronaca novecentesco. Gli originali, raccolti negli anni dall’artista, sono stati ri-fotografati e ingranditi in camera oscura. I soggetti delle immagini sono figure in procinto di saltare o sospese in equilibrio precario. La scelta di questo tema è una riflessione sulla natura ambigua della fotografia documentaria. Milano Galleria Monica De Cardens, sino al 23 maggio 2015. info 02 29010068 Elena Bellaviti La voce della natura a cura di Aoristiass Pittrice molto sensibile al richiamo della natura fintanto da far ritenere che per lei i panorami del campestre, nel suo insieme, siano una irrinunciabile facoltà d’invito. Del resto basta guardare il dipinto “L’autunno degli aceri” di Elena Bellaviti,che viene riprodotto in armonia di testo, per rendersi conto che la spontanea animazione del soggetto è mediata tra vento e brezza, come se la pittrice volesse cercare la parola nella ramificazione degli aceri. Un ramificato così sensibile di movimento ondeggiante di rosso vivo con qualche leggero filo di marrone per liberare il ritmo di quella poetica che può essere una spinta affettiva della Bellaviti nel suo orientamento nel mondo della natura. Quell’universo nel quale lei si sente di convivere approfondendo nel contempo lo stimolo della sua vocazione conoscitiva. L’emozione dell’appagamento che sollecita la pittrice a sentirsi in armonia di vegetazione. Marpanoza Elena Bellaviti:“L’autunno degli aceri” 2012 carboncino, cm. 31x46 ...LIBRI....LIBRI.. Sergio Risaliti, Francesco Vossilla Michelangelo. La pietà vaticana Nell’autunno del 1497 Michelangelo aveva appena terminato a Roma il Bacco con satiro, prima scultura moderna dedicata a Dioniso: dio di forma umana, morto e risorto secondo i miti dei greci e dei romani. Fu allora che il cardinale Jean Bilhères de Lagraulas chiese a Michelangelo di scolpire “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio” per abbellire l’antica rotonda di Santa Petronilla. Un salto di tema vertiginoso dalla mitologia pagana all’iconografia cristiana. In un anno appena, tra il 1498 e il 1499, Michelangelo vinse ‘la natura’ e si avvicinò a Dio, cavando dal marmo la Pietà. Come scrisse Giorgio Vasari nel 1568: “certo è un miracolo che un sasso, da principio senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione, che la natura a fatica suol formar nella carne”. Gli studi sull’arte di Michelangelo hanno poco affrontato i rapporti tra l’artista e i suoi committenti, per mettere in primo piano il fulgore geniale del maestro fiorentino. Sergio Risaliti e Francesco Vossilla affrontano invece la Pietà vaticana – opera tra le più ammirate di Michelangelo, già considerata nel Cinquecento uno dei vertici della statuaria di ogni tempo – concentrandosi in particolar modo sulla figura di Jean Bilhères de Lagraulas. L’indagine permette, inoltre, di approfondire alcuni degli aspetti più originali della raffigurazione: la ‘sospensione della morte’, la significativa sublimazione degli aspetti più drammatici dell’evento attraverso la bellezza del nudo di Gesù e la grazia del volto di Maria, la studiata anatomia e l’arduo tema dell’incarnazione. Gli autori rispondono ad altri quesiti. Dove fu posizionata la scultura in Vaticano? Perché Maria appare così giovane? Cosa ha spinto Michelangelo a firmare l’opera? Sergio Risaliti si è laureato in Storia dell’Arte moderna e contemporanea a Firenze, mentre Francesco Vossilla si è laureato in Museologia a Firenze, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Architettura. UNA VITA BELLISSIMA Annamaria Cancellieri Mondadori Electa pubblica i ricordi di Annamaria Cancellieri, il libro nel quale l’autrice racconta le sue esperienze di vita, gli incarichi e i ruoli di grande responsabilità che ha ricoperto. Nata a Roma quando la guerra stava per finire, Annamaria Cancellieri è stata testimone della storia recente del nostro Paese, lavorando con passione ed entusiasmo al servizio dello Stato e dei cittadini, vivendo esperienze di grande valore umano e professionale. Negli anni quaranta nella Libia italiana, il nonno, antifascista convinto di purissima fede repubblicana, è un funzionario dello Stato a Tripoli. Il padre, ingegnere, in Libia costruisce pozzi e centrali elettriche: due uomini di grande levatura morale, che certamente influiscono in modo determinante sulla formazione e sul percorso professionale di Annamaria Cancellieri. Vive l’infanzia e l’adolescenza tra Tripoli e Roma dove, terminato il liceo, si iscrive all’università e contemporaneamente partecipa e vince il concorso per segretario al Servizio Informazioni e Proprietà letteraria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, occupandosi della diffusione della cultura italiana nel paese. Alla fine del 1969 si trasferisce a Milano e dal 1970 lavora all’ufficio stampa della Prefettura. Poco tempo dopo, fa domanda per partecipare al concorso per il ruolo di consigliere di Prefettura, lo vince e viene assegnata alla Prefettura di Milano: è una delle prime donne prefetto in Italia. È l’inizio di una lunga carriera che la porterà in molte città italiane, da Nord a Sud, fino a raggiungere i vertici della pubblica Amministrazione: prefetto, commissario straordinario, poi Ministro dell’Interno con il governo Monti e Ministro della Giustizia con Letta. Da Roma, a Milano, Parma, Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania, Genova e Bologna, sono molti i problemi ,le situazioni , le tematiche che Annamaria Cancellieri ha affrontato nei diversi ruoli che ha ricoperto in un periodo di tempo complicato, difficile, ma estremamente interessante dagli anni del terrorismo, a “Mani pulite”, alla nascita dell’Unione Europea. Conclude il libro un capitolo dedicato all’episodio della cosiddetta “vicenda Ligresti”, sulla quale l’autrice non si sofferma se non per ribadire la verità dei fatti e l’immediata archiviazione del fascicolo da parte della magistratura, non essendo stata ravvisata ipotesi di reato. ARTECULTURA 25 Il fuoco dell’alba Il turbinio del vento che ha sconvolto la notte si è placato. Il fuoco dell’alba rosseggiando dispiega le sue ali di luce accendendo il cielo di riflessi di cristallo. Amore, invadesti i miei pensieri, i miei sogni. Apristi un varco nell’orizzonte dell’amore. Continuiamo uniti ad attingere da questo cielo di bellezza indicibile quella luce d’amore che il tempo non ha spento. Ridammi la tenerezza delle passate stagioni. Fammi ancora sognare. Incontro Lontano nel tempo dalla nebbia dei ricordi affiora un dolce incontro. La luce solare si avviava ad abbandonare il cielo. Il tramonto con la sua fantasia di colori scandiva l’approssimarsi della sera. Il tuo viso candido primaverile mi avvinse. Nella tua timidezza portavi ciò che era in me di ineffabile. A passi felpati silenziosamente l’amore penetrò nel mio cuore. Volarono speranze d’amore. In silenzio In questa limpida, magica notte d’estate in silenzio ascolto la natura. I miei pensieri spaziano dalla vita a quanto si svolge intorno a me. Una malinconia mi sorprende. Ad un tratto la tua voce suadente il tuo sguardo dolce mi portano in un mondo diverso. Sboccia nel mio cuore un’emozione d’amore. Momenti magici, fugaci. L’ultimo componimento da “SPERANZE DI PACE’’ Edizioni La Vallisa-Bari 2012 26 ARTECULTURA Giovanni Salvemini Una classica affettività poetica La colta semplicità del verso viene intuita dalle viscere della natura ancor prima ch’essa diventi elaborata cognizione filologica della responsabilità creativa che il poeta Giovanni Salvemini sente e vive di sana unione con l’unità letteraria circa un linguaggio che rispecchia una grande vitalità umana. Linguaggio in cui lo spirito innato della fiducia si dimostra un valore esistenziale che mantiene l’affettività nel sociale e nel naturale resoconto della vita. Un verso che non si lascia aggettivare perché senza volerlo esalta la sua peculiarità di stato d’animo sorgivo dell’emozione che liberando se stessa dal mondo dell’ignoto, poi si unisce con la voce dell’uomo nella disinteressata facoltà che culturalmente denota l’intuizione e la prassi di una formazione che firma la sua civiltà linguistica nel rispetto altrui. Una posizione di poeta, quella di Salvemini, che respira stimoli d’oriente, la realtà del sorgere del sole, di quella luce liberatoria che tiene la persona lontana da ogni affanno di conquista. Per cui il vocabolo sintattico del verso assume una risonanza sferica, non come una ludica palla di ragazzi, ma in virtù di quel richiamo etico di convivenza che solo una poesia sentita e colta può offrire in disteso amore che conduce a connotato culturale di se stessi e del prossimo gravido di spontanea energia di Pace. Giuseppe Martucci ELVINO MOTTI L’ALCHIMISTA CHE VUOLE RICREARE UN MONDO CON PIU’ LUCE Flaash - 2 Si muove lungo le strade che portano al lago in quella atmosfera nostalgica che ricerca la luce, per uscire, per ricreare un mondo pronto ad esplodere in un’eleganza formale che nasconde l’esigenza della nascita di una dimensione atemporale di cui il sole e il lago stesso ne sono simbolicamente i rappresentanti. E’ un contemporaneo alchimista, un maestro capace di antichi miracoli e moderne idee, un artista che sa usare materiali tradizionali, recuperati, nuovi per collegare fra loro quei simboli e quelle visioni che vogliono miscelare natura e anima, storia e ciò che non è ancora realtà, in nome dell’urgenza dell’arte a ogni costo, come equilibrio che si può rompere senza perdere la propria armonia. Stiamo parlando di Elvino Motti, allievo di Vangi, Messina e di una tradizione che ha segnato la scultura del nostro paese e che ha avuto giusto riconoscimento all’estero. Stiamo parlando di uno scultore che ha compreso come la scultura di questi anni ha bisogno di ricercare quell’equilibrio sottile, trasparente, fra forza della natura intesa come forma e materia, e intervento dell’uomo pensato come tocco dell’anima che dona nuova presenza e cittadinanza a un oggetto che diventa fusione nello spazio tempo delle due dimensioni per diventare arte. Se l’arte ha, fra gli altri motivi, la ricerca dell’immortalità, in Motti la tensione si risolve in questo improbabile, quasi surreale incontro fra l’anima divina che plasma e una natura che a sua volta ha contribuito e contribuisce a realizzare la forma o almeno ne indica la direzione o il simbolo verso il quale il movimento creativo delle mani dello scultore deve procedere. Nasce un mondo fatto di presenze uniche, di significati originali non replicabili neppure da Sole nero - Bronzo blu Sole nero - Bronzo rosso (Ceresa Mauro Photographer) Motti, perché la sua arte nasce nell’idea che diventa forma e presenza e in quanto tale lontana da quel modo di procedere con la “clonazione” delle proprie opere che appartiene a troppi scultori contemporanei. Con il maestro Motti questo non avviene perché ogni lavoro risente dell’attimo nel quale un’anima, un pensiero e un cuore hanno incontrato il materiale per esprimere un significato, un simbolo, un mondo che prima non era in essere e con il quale l’osservatore può interagire con lo sguardo ma anche con l’azione. In che modo? Bisogna interagire con le mani, toccando i lavori per sentirne la sapienza di lavorazione e l’emozione. E poi tante sculture possono essere illuminate, altre si possono muovere. Un modo di lavorare che crea contatto con la natura e dialogo fra posizioni percettive diverse. Un mondo magico, un mondo dove i materiali, dal legno alle pietre, dall’acciaio al metacrilato, sono il pretesto per un incontro con la terra e con il sole, quel sole che è calore e vita, quella vita che appare nei suoi metacrilati con attenzione a vari temi, dai rapporti personali e sociali all’esplosione simbolo di quella libertà che lo scultore vero ha l’istinto di vedere nella materia. Del lavoro di Elvino Motti apprezzo l’armonia, l’eleganza e l’equilibrio formale che solo i grandi maestri hanno pur creando, appunto, “esplosioni”. Fra le sue capacità troviamo l’abilità di lavorare con vari materiali. Fra i suoi contenuti ammiro l’infaticabile originalità e ricerca, proprio quella ricerca di un sognatore alchimista che, conoscendo i segreti della natura, vuole ricreare un mondo con più luce attraverso il tocco di un’anima che fa della purezza e della magia la propria presenza in questo mondo. Gianmarco Puntelli, critico d’arte Prossimi appuntamenti d’arte di Elvino Motti “L’anima della Materia” Elvino Motti Scultore Lake Como 2015 Giammarco Puntelli è curatore del progetto "L'anima della Materia". Giammarco Puntelli co-direttore artistico con Giulia Sillato de " L'Arte e il Tempo", Official Event di Expo in Città in Expo 2015. Giammarco Puntelli presenterà, in unico progetto, un tour di tre mostre allestite in altrettante sontuose location dislocate nei siti più rinomati del Lago di Como. MOSTRA A PALAZZO GALLIO – GRAVEDONA ED UNITI da venerdì 3 aprile a domenica 3 maggio Piano terra - Elvino Motti: “L’anima della Materia” - Mauro Ceresa: "Photo Art 2015" Presentazione ufficiale : venerdì 3 aprile ore 17 _____________________ MOSTRA A VILLA CARLOTTA - TREMEZZO da mercoledì 13 maggio a giovedì 4 giugno Salone Galleria - Elvino Motti "La luce nella scultura - The methacrylates" Presentazione ufficiale : mercoledì 13 maggio ore 17 _____________________ MOSTRA A VILLA MELZI - BELLAGIO da sabato 29 agosto a mercoledi 30 settembre Elvino Motti - "Art in the landscape" - Opere nei giardini di Villa Melzi Presentazione ufficiale : da sabato 29 agosto ore 17 Le presentazioni saranno a cura di Giammarco Puntelli. Elvino Motti Scultore – Altri eventi 2015 2-11 LUGLIO Milano - Palazzo della Permanente “Collettiva dei Soci della Permanente” 10-30 GIUGNO Milano – Palazzo Giureconsulti Via dei Mercanti, angolo piazza Duomo "L'Arte e il Tempo" - official event Expo in Città in Expo 2015 24 GIU – 8 LUG Bellagio - Torre delle Arti Elvino Motti: "La luce nella scultura - The methacrylates". Info www.elvinomotti.com ARTECULTURA 27 ARTE E NON-VIOLENZA / POESIA / PSICOPOESIA / SESSO / SOCIETA’ la Poesia la Corruzione il Costume ”nel difficile mestiere di vivere...” In un mondo disattento, nel quale la famiglia, la scuola, il lavoro, la società in tutta la loro espressione, i linguaggi della formazione culturale ti lasciano intendere che il merito che contraddistingue una persona, non è la serietà del comportamento onesto, al contrario di puntare sempre più al bramoso cumulo della ricchezza personale, sorvolando sul danno morale e di fatto che gli altri subiscono dalla sua provocatoria condotta, si presenta difficile se non impossibile vivere quel costume che possa orientare alla reciprocità della fiducia. La mascherata ribellione a possedere quello che altri hanno e di cui ci si sente privati, di rivalsa spinge ad agire fuori dell’orbita dell’equilibrio e di rivincita s’è indotti alla prevaricazione sugli altri in modo violento. Un problema molto complesso nel quale a cospetto della naturale formazione della persona agiscono vari contrastanti fattori più di richiamo etico che morale o di entrambi con una quasi inestricabile condizione. Per cui non ci soffermiano sui tanti particolari casi che riguardano i personali comportamenti, ma sul generale orientamento che tuttavia fa voce in direzione di una alternativa di costume nel quale lo stimolo innato della Poesia della natura aiuti a superare le innaturali formazioni del cittadino continuamente indotto a dibattere ogni giorno tra la sua onestà e la trasgressione del malaffare degli altri. Un travaglio psicologico che giustifica la violenza come metodo stravolgendo ogni spirito distensivo che invece dovrebbe interessare la buona vicinanza di una persona verso l’altra. Un campo nel quale anche se le più esemplari punizioni delle regole del Diritto all’apparenza risolvono il caso, tuttavia non eliminano nella profondità interiore di un soggetto il senso di colpa. Ed anche quando si tratta di un efferrato omicidio, la sedia elettrica o il carcere a vita, l’individuo li accetta perché 28 ARTECULTURA costretto, ma sempre permane in lui, consapevole o meno, l’oscurità sul motivo della pena, senza mai chiarire però perchè abbia trasceso ed anche quando accetta in pieno la punizione, il desiderio della rivalsa conserva per lui la sua irraggiungibile radice. Ed a poco o nulla serve la più ardita psicologia del profondo capace di far comprendere la sottigliezza del movente per cui un soggetto abbia così violentemente trasceso. Agisce così un’essenza d’energia d’equilibrio che nemmeno le odierne neuroscienze sono ancora riuscite a rendere di comune conoscenza, ma la nostra ricerca poetica, soprattutto intuitiva, l’approfondisce da mezzo secolo mediante le sue annuali edizioni di Poesia pace. La ricerca da cui è scaturita la necessità di un Costume poetico alternativo all’attuale in cui la primigenia Poesia della natura, se recepita nella sua impalpabile essenza, orienta il costume a quella sfera di attendibilità rilassante capace di alternare di innato stimolo preventivo il comportamento trasgressivo nella normalità della non-violenza. Nell’insieme la prestazione di fatto sostituisce il costume convergente della fiducia a quello contorto della trasgressione, della violenza e della guerra. Il modo per sostenere che il soggetto umano non nasce corrotto o mafioso ma lo diventa in conseguenza alla sua formazione, in quanto osservando la prassi dei suoi giorni rimane convintissimo che mediante l’accumulo violento della ricchezza lui diventa una importante riverita persona, guarita dalla piaga della sua primaria povertà e sudditanza. Ed il fine giustifica i mezzi. Analoga considerazione può farsi per tutti i carrierismi politici, militari, di lavoro forzato, sportivi, etc. Nella verticalizzaione del linguaggio, sempre più assetato di fanatici piazzamenti, questi sono tutti aspetti contraddittori della nostra attuale vita di costume nel quale la corruzione origina dalla sfera della nostra contraddittoria formazione. Una amara situazione nella quale le leggi, purtroppo, anche con tutta la dedizione del legislatore impegnato più per vocazione che per stipendio, saranno sempre incapaci di risolvere del tutto, ma, al massimo, solo di contenere entro certe sfere del Diritto formulato all’oscuro della Poesia della natura. Questo il punto. E cosa poi sia in fin dei conti la tanto nostra sollecitata Poesia della natura, la risposta è semplice: sarebbe solo sufficiente riuscere a conoscere personalmente meglio se stessi per rendersene conto. E’ solo una vitalità di conoscenza che già fece tanto riflettere Socrate. Ugualmente la paura dei fulmini poi, a poco a poco scomparve man mano che la fisica chiariva il fenomeno delle scariche elettriche attratte anzitutto dalle piante. Un modo, dunque, per ricredersi e conoscere meglio se stessi - non si tratta di esplorare un pianeta astronomico - ma nell’epoca in cui i nostri linguaggi di comunicazione possono andare anche oltre la velocità del suono, non è più un problema. E non lo è perché è mutato l’ambiente in cui l’uomo risiede, gli è sufficiente solo guardare di pura sensibilità i suoi contatti con i luoghi in cui vive tra preferenze e rinunce, perchè delinei la sua prevenzione di conoscenza. Se, ad esempio, per il nostro gusto sono meglio le pere o le mele, se è preferibile recarsi al lavoro a piedi, con l’asino, con il treno o la macchina, se abitare nelle antiche paludi della malaria o nelle progredite case dell’architettura contemporanea, non facciamo alcuna fatica a distinguere, risolviamo tutto d’acchito come per innata scelta. E questo ci dice chiaramente senza scomodare troppo Freud che il nostro personale “IO” si è molto evoluto a confronto degli impedimenti dell’arretratezza, e sa ben distinguere di prevenzione la sicurezza dal pericolo, l’attivo desiderio dalla passiva negazione. Come anche di fare un viaggio o di non andare, lo decidiamo in modo spontaneo senza troppo rifletterci, siamo cioè capaci di scernere il comodo dallo scomodo, il bene dal male con molta facilità. E’ tutto. E pertanto tutto si deve ad un nostro esercizio di prestazione in modo da modificare i nostri rapporti di costume nel quale ci rendiamo prigionieri volontari. Infatti se non diamo retta alla spontaneità delle nostre pulsioni d’equilibrio, restiamo invece bloccati da comportamenti che ci fanno prigionieri da fuori e non dall’interiore della nostra personalità che affonda le sue radici esistenziali nella Poesia della natura. In quell’essenza di energia che non si vede e non si tocca ma esiste e noi lo sappiamo benissimo e dobbiamo solo allenarci di coerenza, perchè di conoscenza per farlo oggi ne abbiamo a sufficienza. Le rappresentanze istituzionali degli stati in cui viviamo, non lo faranno mai essendo questi ormai ubriachi di cieca follia fino alla condizione di non ritorno. Per cui se non lo fossero, in tal caso, si sarebbero già da tempo prodigati per unire il mondo e non a dividerlo. Invece la nostra attuale vita diventa sempre più un inspiegabile terrorismo nel quale i costumi non vengono evoluti in direzione della Poesia della natura ma spietatamente orientati sempre più verso la guerra per morire da innocenti in bombardamenti o in stragi di ogni natura ed infinito dolore. E così il nostro gramo destino di vivere si fa sempre più difficile perché l’uomo ha rinnegato la conoscenza di se stesso che la normalità della ricerca storica gli ha dato ad intendere affinché ogni persona sia capace di vivere e di lavorare nel pieno rispetto personale alimentato dalle radici della sua diretta psicologia e dal pane non avvelenato dal profitto. Un pane divenuto appetibile nel lavoro stimolato dalla creatività della Poesia della natura e non disgustato dagli arbitrari parassiti della insopportabile burocrazia gravida di prevaricazioni e di carrierismi. Per cui il costume si evolve se noi lo vogliamo. La conoscenza di noi stessi, inutile fingerla, ormai ce l’abbiamo già da tempo. E’ l’ora di agire. Giuseppe Martucci Carciofi e ingrati Rientrato nel tardo pomeriggio a Milano da un viaggio, mi fermo al grande mercato della frutta di Via Papiniano, nell’ora in cui asportano dalle bancarelle le derrate invendute, pronte per essere ricaricate sui furgoni. A quest’ora sono in vigore le offerte speciali, perché gli ortolani non hanno voglia di riportarsi indietro il poco rimasto. Nel frattempo un nugolo di umanità dolente cerca tra i rifiuti sparsi dovunque qualcosa di mangiabile da portare a casa. Essendo un grande consumatore di frutta e verdura, adocchio su un banco una cassetta contenente una ventina di carciofi, offerta al costo di due euro. Decido di prenderne una che pazientemente sistemo nel baule della mia auto, già occupato dai quadri, dando alla venditrice un biglietto da 20 euro, che la donna accetta a malincuore, in quanto, seccata per non avere il resto, le tocca andare in giro a cercare qualcuno che le cambi la banconota. Ritorna poco dopo e mi consegna 10 euro. Intanto s’arrabbia con una signora milanese di mezza età, che cercava di fare la furba Antonio Fomez: “Parente ingrato”, 1999, bronzo, cm. 45x24x10 scegliendosi dalle altre cassette i carciofi più grandi. Finita la mia operazione di carico, la fruttivendola ritorna da me e mi dà ancora 18 euro. Incasso la somma e, sorridendo, le restituisco i dieci euro di prima. La donna risponde scioccamente: ah, sì lo sapevo. Questa risposta mi ha mandato su tutte le furie e, sebbene blandamente, ho fatto in modo che capisse il perché della mia reazione. Questo episodio mi ricorda l’ingratidudine di un mio amico napoletano, nonché scarso scacchista, quando, dopo averlo avvisato che aveva la forte minaccia della Regina in presa, di rimando mi restituiva la solita risposta: lo so. In questo momento mi tornano in mente anche altri personaggi ingrati di vicende analoghe, come quando ho restituito al cassiere di una banca e ad un tabaccaio napoletano il resto in più: in entrambi i casi tornai indietro e restituii le somme, senza ottenere in cambi. Antonio Fomez ARTECULTURA 29 “LUCIO SILLA”, PREMESSA GIOVANILE DEL VERO MOZART Lucio Cornelio Silla Quando l’imperatrice Maria Teresa d’Austria raccomandò al figlio Ferdinando, che governava Milano, di tenere alla larga “quei due Mozart”, che altro non erano che “pitocchi a caccia di incarichi”, sia pure con crudezza altro non faceva che ribadire la verità dei tempi, nei quali a tutti gli artisti, non soltanto ai Mozart, toccava di pitoccare presso i potenti per ottenere di che vivere coltivando la propria arte. Può anche venire il dubbio che Leopold Mozart fosse davvero un postulante alquanto molesto, ma, dopo aver tentato di sfruttare il talento e l’accattivante grazia infantile della figlia Maria Anna, detta Nannerl, si era trovato dentro casa il dono assoluto della sconvolgente genialità del figlio minore, Wolfgang Amadeus, e va da sé che 30 ARTECULTURA intendesse offrirgli con orgoglio ogni possibile prospettiva. Ferdinando, al contrario del fratello Giuseppe, che sarebbe diventato l’imperatore Giuseppe II (quello del film “Amadeus”), nulla capiva di musica e molto seguiva i consigli materni, perciò non affidò a Mozart figlio nessun incarico ufficiale, ma non mise ostacoli al Regio Teatro Ducale, che commissionò al giovanissimo compositore tre opere. La prima, “Mitridate re del Ponto”, venne scritta nel 1770, quando il ragazzo aveva quattordici anni, e l’anno dopo fu seguita da “Ascanio in Alba”. Intendiamoci: per quanto genio precoce, Mozart non era ancora l’operista autore dei capolavori della trilogia scritta sui libretti di Da Ponte, ma le premesse perché lo diventasse apparivano inequivocabili. Con la terza opera “milanese”, “Lucio Silla” (1772), le premesse divennero qualcosa di più, con Mozart ormai tanto consapevole dei propri mezzi da adombrarsi per le modifiche che un monumento vivente come Pietro Metastasio apportò al libretto, sottopostogli dal librettista De Gamerra perché gli desse un parere. La vicenda è essenziale. Lucio Silla, dittatore di Roma, vorrebbe sposare Giunia, figlia del defunto rivale Mario, ma la ragazza è già legata al senatore Cecilio, fuggito perché perseguitato politico. A questa coppia si affianca quella formata da Celia, sorella di Silla, e da Cinna, che è amico del transfuga Cecilio e ne organizza il ritorno in patria. Seguono cospirazione contro il tiranno, attentato alla sua vita, fallimento del tutto e minaccia incombente di pena di morte. Ma alla fine, con magnanimità, Silla tutti perdona (come accadrà per “La clemenza di Tito”, ultima opera di Mozart, scritta guarda caso per celebrare l’ascesa al trono proprio di quel Ferdinando che a Milano non gli aveva dato incarichi, e che diventerà l’imperatore Ferdinando II); anzi, preso in un vortice di magnanimo altruismo, restituisce la libertà alla Repubblica ritirandosi a vita privata. Il barocco è superato dal calendario, ma le sue propaggini resistono e si stratificano, perciò lunghi recitativi con sottofondo di clavicembalo, arie dense di “a capo” a volte snervanti, e rischio di fioriture da parte dei cantanti di una volta. E invece eccole anche ai nostri giorni, queste fioriture, nella versione scaligera per la regia di Pynkoski, noi esterrefatti a dirci ”non è possibile”, i cantanti a gorgheggiare per dimostrarci che è invece possibilissimo, con il di più di un accenno di marcia nuziale del “Lohengrin” ruzzolato via dalle tastiere del clavicembalo, e le piccole voci di almeno tre delle quattro interpreti che sembrano fatte apposta per dimostrare alla regia che, stando così le cose, si deve cantare dal proscenio e non dal fondo del palcoscenico, mentre invece la quarta, Marianne Crebassa, oltre a una bella e molto elegante presenza ha “la canna”, e la sa sfoggiare da qualsiasi angolo. Insomma qualche zoppia, e qualche originale guizzo registico relegato alla sola seconda parte, ma spettacolo godibile, con l’orchestra ben diretta da Marc Minkowski a porre rimedio a certe flebili sonorità vocali, anche a costo di irromperci sopra sovrastandole, e mettendo sopra tutto la potenza della musica. Giovanni Chiara Umanità poetica - Costume poetico “La poesia comincia dove finiscono le discriminazioni” Umanità poetica è uno spazio aperto alla divulgazione poetica interessata al dibattito sull'identificazione e il ruolo odierno della poesia. La franchezza e l'obiettività degli interventi, costituiscono per la redazione della Rivista la premessa per la pubblicazione. Per facilitare la partecipazione degli Autori interessati si suggerisce negli elaborati brevità e concisione. Per necessità di spazio la redazione si ritiene autorizzata a sintetizzare i testi rispettando il contenuto. La pubblicazione dei testi poetici ha puro carattere divulgativo, di stimolo culturale. La proprietà letteraria dei componimenti pubblicati rimane pertanto a tutti gli effetti di legge dei singoli Autori. . Dei componimenti pubblicati si tiene conto soprattutto dei contenuti culturali. BISOGNO DI PACE La Pace nel mondo è un vuoto assoluto o un benefico pieno? Fare... provare... ascoltare vivere la Pace! Riconoscerne il suo significato. La vera Pace la troviamo in mezzo a noi...! Pace, un nostro stile di vita restar tutti insieme nella realtà d’ogni giorno. Vicini e “compagni” della nostra Pace, che ci colma d’amore ci abbraccia e coinvolge Alessandra Prat “CASTEL DEL MONTE” (la fonte battesimale di Federico II (stupor Mundi) Da sotto il Monte vedi che si erge maestoso ha ombre ombre geometriche e misteriose si vezzeggia Castel’virtuoso TERRE INSANGUINATE Nazioni in continuo conflitto dove uomini senza testa sparano in maniera lesta su persone che senza un soldo tondo se ne vanno allo sbando in giro per il mondo. Di anno in anno nei loro giardini spuntano giovani e bei fiorellini: “Non giocate a “M” ama non m’ama!” sembran dire molte margherite che al posto dei petali di pistole sono fornite! E a Tavola ? Una bella e lunga focaccia esclama: “Non mangiateci potrei esplodervi in faccia!” Sarebbe bello se... i popoli del mondo cercassero ciò che li accomuna e facessero un gran girotondo. E sappiamo tutti che le armi mai hanno risolto guerre ma sempre e solo recato morti! Fiorenza Bonfili arrivi al suo cospetto a giusta distanza è di abito accogliente ne goffo, ne slanciato ma da un aspetto di divina eleganza il cuore è un CUBO! Gli ottagoni sono nove gli enigmi quanti sono? La corona imperiale posta a dominio? o forse... la fonte battesimale? attorno la via percorro l’enigma continua a sorprendere t’illude di arrivo ma arrivi quando meno lo pensi entri ed iniziano i tormenti di muri e di vie di passaggi e di messaggi un labirinto di elementi mistero chi l’ha animato mistero chi l’ha abitato di mistero impregnato d’inchiostro svelato Fabrizio Pesci OLTRE Oltre il mio destino ho dentro di me quella sensazione di disagio e paura e sento qualcosa che non va. Dentro me vedo una luce che mi chiama “Ti prego, mi vieni a spegnere ho tanto freddo mi copro solo di fiori e di rose! Silvia Gambarelli MA 1 Che colori splendono in cielo! Ma vibrano d’odi lontani e sono inascoltate preghiere per piangere inutili morti. Fabio Campadelli (1- LA GUERRA) BUIO DI VALLE Lampi... tuoni pensieri incatenati asprezze crude solitari spazi Perché, perché?! Nei vincoli il respiro cede s’affossa... farnetica sta fisso Chiodi e spine lampi... tuoni è tutto! Maria Teresa Mosconi L’AFFETTIVITA’ Nascono i sentimenti nell’anima l’emozione colora il volto... Sento il battito del cuore! Attraverso sogni e fantasie vedo l’immagine di una notte stellata. Il mio abito ne prende il colore danzando con un cavaliere misterioso Daniela Balocco MAGGIO ’45 Solo in apparenza terminò la guerra senza cancellare il nemico in quel maggio ’45 E si continuò a fabbricare armi per le macellerie del potere disattento allo spontaneo disarmo e cieco sul conflitto di 50 milioni di morti Ci dicevano che questa era l’ultima guerra invece era l’inizio di un nuovo dramma di accentuata follia di governi dalla criminalità atomica Il Disarmo è stato da tutti dimenticato dai nemici dichiarati della guerra or come i favorevoli per malattia di comando sostenuta dall’ignoranza di una paura che conosce l’inizio ma non dove conduce Giuseppe Martucci ARTECULTURA 31 ASTE FARSETTI ARTE 5 MAG 2015 | PARIGI Important Mobilier, Sculptures et Objets d’Art ARTE MODERNA E CONTEMP. Asta: 29 - 30 maggio Esposizione: A MILANO (selezione): 14 -20 maggio Orario: 10.00 – 19.00 (mercoledì: 10.00-16.00) A PRATO: 23 maggio - 30 maggio Orario: 10.00 – 19.30 (festivi compresi) info: www.farsettiarte.it 5 MAG 2015 | NEW YORK Impressionist & Modern Art Evenin CASA D’ASTE IL PONTE Da maggio 2015 SOTHEBY’S 6 MAG 2015 | NEW YORK Impressionist & Modern Art Day Sale 7 MAG 2015 | NEW YORK 19th Century European Paintings 12 MAG 2015 | LONDRA Arts of Europe 12 MAG 2015 | LONDRA | Arts of Europe 13 MAG 2015 | GENEVA | Important Watches 13 MAG 2015 | LONDRA | The Soul of Japanese Aesthetics – The Tsuneichi Inoue Collection 13 MAG 2015 | LONDRA | Important Chinese Art 13 MAG 2015 | NEW YORK | Contemporary Art Day Auction 15 MAG 2015 | NEW YORK | African, Oceanic & Pre-Columbian Art 19 MAG 2015 | NEW YORK | The Warshawsky Collection: Masterworks of Tiffany and Pre-War Design 19 MAG 2015 | NEW YORK | Sotheby’s | Stack’s Bowers Galleries The D. Brent Pogue Collection of Early United States Coins Sale 1 20 MAG 2015 | LONDRA | 19th and 20th Century Sculpture 20 MAG 2015 | LONDRA | Finest and Rarest Wines 20 MAG 2015 | NEW YORK | American Art 20 MAG 2015 | MILANO Modern and Contemporary Art 20 MAG 2015 | NEW YORK | Sotheby’s | Stack’s Bowers Galleries The Rarities Auction info 32 www.sothebys.com ARTECULTURA Milano Via Pontaccio 12/14 maggio 2015 GIOIELLI E OROLOGI 12/14 maggio 2015 FASHION VINTAGE Milano Via Pitteri 8-10 19/22 maggio 2015 DECORAZIONI D’INTERNI Mobili, dipinti ed oggetti, libri antichi 30 giugno 1 e 2 luglio 2015 DECORAZIONE D’INTERNI mobili, dipinti ed oggetti Modernariato T. 02 863 141 - www.ponteonline.com GALLERIA PACE Milano 21 maggio 2015 h. 21 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Milano 25 giugno 2015 h. 21 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Piazza San Marco 1 - T.02 659 0147 GALLERIA POLESCHI Milano 12 maggio 2015 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Milano 13 maggio 2015 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Foro Buonaparte 68 - T.02 89459 708 BOLAFFI Milano 13 maggio 2015 VINI PREGIATI Milano 14 maggio 2015 LIBRI DI GASTRONOMIA Torino 28-29 maggio 2015 FILATELIA Torino 10-11 giugno 2015 NUMISMATICA Torino, Via Camillo Benso di Cavour 17 T.011 5576 320 PANDOLFINI Firenze 12 maggio 2015 REPERTI ARCHEOLOGICI Firenze 21-22 maggio 2015 VINI PREGIATI Firenze 26-27 maggio 2015 IMPORTANTI GIOIELLI, OROLOGI DA POLSO, ARGENTI E NUMISMATICA Firenze 9 giugno 2015 IMPORTANTE COLLEZIONE DI GRAFICA MODERNA E CONT. Firenze 10 giugno 2015 ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA - ARTI DECORATIVE Firenze 11 giugno 2015 LIBRI ANTICHI Borgo degli Albizi, 26 [email protected] CAMBI Casa d’Aste Genova 26 maggio 2015 ARTE CINESE Mura di San Bartolomeo 16 info: T. 010 8395029 ARTESEGNO Casa d’aste ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE 2 maggio 2015 - ore 16:30 ARTE CONTEMPORANEA INTERNAZIONALE 9 maggio 2015 - ore 16:30 Udine, Via Gervasutta 29 Info 0432 512 642 SANT’AGOSTINO ASTA DI DIPINTI 18 maggio 2015 ASTA DI OROLOGI E GIOIELLI 19 maggio 2015 Torino, Corso Tassoni 56 Info 011 437 77 70 BABUINO Casa d’Aste 11 maggio, ore 15.00 Dipinti ed arredi antichi 12 maggio, ore 15.00 Dipinti e arredi del XIX secolo 13 maggio, ore 15.00 Libri antichi e collezionismo 9 giugno, ore 15.30 Dipinti sculture disegni e grafiche 10 giugno, ore 15.30 Dipinti e arredi del XIX secolo Roma, [email protected] BLINDARTE 26 maggio 2015 ASTA DI GIOIELLI ED OROLOGI ANTIQUARIATO DIPINTI ANTICHI E DEL XX SECOLO 28 maggio 2015 ARTE MODERNA E CONTEMP. Napoli, Via Caio Duilio 4d/10 T.081 2395 261 Le date, come i programmi delle aste, possono essere soggetti a variazioni per cui Artecultura a riguardo non assume nessuna responsabilità. ARTECULTURA Mensile d’informazione artistica e culturale Abbonamenti 2015 Abbonamento euro 50,00 Abbonamento sostenitore euro 100 con omaggio di una Grafica a colori, cm. 50x70 di Artisti Contemporanei disponibili: Alfieri, Fomez, Kodra Intestare Artecultura c.c.postale n. 84356302 Via Ciovasso 19, 20121 Milano Da 48 anni, dal 1967, l’Informazione Artistica su Artecultura è presente in anteprima e per un intero anno su Internet. Il pdf è scaricabile dal sito [email protected]. Da ottobre del 2014 ad oggi, la rivista mensile ha dato un nuovo risalto all’arte contemporanea, pubblicando la copertina ed un ampio servizio all’interno di 4 pagine a colori di artisti, pittori e scultori senza limiti anagrafici né di tendenze, puntando sulla qualità delle opere. la cronologia delle uscite è la seguente: 1) Artecultura n. 7 ottobre 2014: Antonio Fomez 2) Artecultura n. 8 novembre 2014: Sergio Sarri 3) Artecultura n. 9 dicembre 2014: Fernando De Filippi 4) Artecultura n. 1 gennaio 2015: Umberto Mariani 5) Artecultura n. 2 febbraio 2015: Luca Lischetti 6) Artecultura n. 3 marzo 2015: Mario Benedetto 7) Artecultura n. 4 aprile 2015: Carlo Nangeroni 8) Artecultura n. 5 maggio 2015: Paolo Scirpa 9) Artecultura n. 6 giugno 2015: Paolo Baratella Possibili contatti per visite allo studio Quotazioni redatte da esperto perito di Tribunale Le offerte del mese a sostegno rivista Servizi redazionali su mostre ed eventi artistici di novità. ARTECULTURA Via Ciovasso 19 - 20121 Milano Tel. 02.864.64.093. www.artecultura.org - [email protected] CONCORSI Premio Fotografia Italiana Under 40. Un nuovo concorso per la fotografia italiana promosso da Fondazione Fotografia Modena e SKY Art HD. Iscrizioni aperte fino al 30 giugno. Modena - Per gli artisti emergenti italiani c’è una nuova importante novità. Fondazione Fotografia Modena e Sky Art HD lanciano un nuovo concorso riservato agli artisti under 40 che indagano nel loro lavoro il linguaggio delle immagini. Promosso in partnership con UniCredit, da sempre impegnato in favore dell’arte e delle iniziative culturali nei territori dove è presente, il premio è organizzato in parallelo al premio internazionale di Fotografia, un alto riconoscimento destinato a inserirsi tra i maggiori premi internazionali in ambito fotografico.Informazioni e bando completo su www.fondazionefotografia.org - tel. 059-224418 INVIDEO 2015, online il bando Scadenza 14 giugno 2015 Sono aperte le iscrizioni per la XXV edizione di INVIDEO Mostra internazionale di video e cinema oltre diretta da Romano Fattorossi e Sandra Lischi che si svolgerà a Milano dal 28 ottobre al 1 novembre prossimi. Il bando si rivolge ad autori italiani e stranieri di opere - senza limite di durata e prodotte tra il 2013 e il 2015 - appartenenti alle seguenti categorie: video arte, documentari e animazioni sperimentali, ricerca video, video danza, video teatro, video musicali, video astratti, video ritratti, ritratti di città e simili, fiction sperimentale. L’iscrizione è gratuita e va effettuata compilando la scheda online all’indirizzo: tel. +39 02 76115394 http://www.mostrainvideo.com/f.aspx?t=ivsub seguendo le indicazioni in essa contenute. Concorso a Tema: GLI ANIMALI NELL’ARTE Ok-Art organizza un concorso artistico sulla tematica degli animali. Gli animali hanno sempre avuto una posizione di privilegio nella rappresentazione artistica di tutti i tempi. Anche recentemente Grandi maestri dell’Arte contemporanea hanno riaffrontato questa tematica con espressività davvero innovative. Basti citare la “capra” di Picasso, gli asini di Marc Chagall, i cavalli di De Chirico ed infiniti altri. Certi che molti di Voi Artisti possiate proporre interpretazioni uniche ed originali su questo tema attendiamo le Vostre opere in questo Concorso speciale organizzato da Ad ArtAl. Al Concorso sono ammesse opere di pittura, scultura, grafica, fotografia. Info: www.ok-art.it/animaliarte Nuovo logo per il legno “termovuoto” E’ intitolato “Un nome e un luogo per il legno termovuoto trattato” il bando di concorso del progetto Tv4newood, finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Eco-Innovation edizione 2012, e nato con l’intento di produrre una nuova tipologia di legname di alta qualità prestazionale e basso impatto ambientale - il legno termovuoto trattato - tramite l’innovativo procedimento del trattamento termico sotto vuoto del legno. Il bando, riservato ai cittadini europei senza alcuna distinzione di sesso e di età, è rivolto ad appassionati di grafica e designi amatoriali, studenti o professionisti del settore comunicazione. Al vincitore 5.000 euro. Scadenza 15 maggio 2015 Info: +39 02 80604629 - [email protected] ARTECULTURA 33 Mente e Disarmo a costume poetico XLIII Edizione Poesia Pace. Scadenza 15 luglio 2015 non per vincere ma creare equilibrio di convivenza Patrocinio Comune di Cantalupo Ligure-Al. ...LIBRI....LIBRI.. Aderire per conoscersi e compenetrarsi di fiducia con la spontaneità dello stimolo poetico della natura che ci coinvolge e ci accompagna nel battito creativo universale della vita equilibrata, serena e pacifica. La poesia della natura non ha gerarchia ma si struttura nel libero collegamento della purezza spirituale che manifesta l’unità del valore umano nella concordanza etico-sociale di un costume poetico che sublima la coscienza da ogni oppressione di violenza, di armi, di potere. Mente-Disarmo-Poesia costituiscono l’insostituibile equilibrio che caratterizza di pace l’infinito divenire della civiltà. Il fucile non spara se la mente non ordina all’indice di tirare il grilletto. Così a riflettere per un realismo culturale alternativo. Poesia: l’adesione all’annuale nuova iniziativa Mente e Disarmo a costume poetico può essere effettuata tramite 1 (uno) componimento che non superi i 35 versi per essere accettato e pubblicato con qualche riga di commento (non più di otto) sul suo perché da riprodursi a fondo pagina dello stesso componimento. Saggistica: l’invio di una sintesi saggistica (corpo 10 che non superi le 20 righe A-4 per essere accettata ed inserita esclusivamente in formato DOC ). In modo che il breve saggio sia di stimolo per successivi incontri promossi dall’Autore ovunque opportuna la divulgazione di “Cultura per la pace”. Artecultura, informata, divulgherà prontamente la notizia per un impegno sempre più decentrato. 1) L'adesione alla XLIII: Edizione di Poesia Pace: Mente e Disarmo a costume poetico è gratuita. L'iniziativa si autogestisce nello spirito di Artecultura orientata a stimolare una serena convivenza sociale tra le persone. 2) Sono invitati quanti si sentono impegnati nella poetica ricerca della Pace, ideale di ogni libera persona umana. L'iniziativa non assegna premi di classifica e gli Autori delle liriche o dei saggi formalmente prescelti per l'inserimento nel volume antologico "Cultura per la pace" 2015 riceveranno il Diploma di solidarietà, ed una riproduzione artistica della copertina del volume. 3) Alla consultazione dei componimenti è preposta, a solo titolo di verifica formale, una Commissione composta da membri di varie attività sociali. 4) La presentazione del volume sarà a fine novembre in data e luogo opportunamente comunicati come per le passate edizioni. 5) Al ricevimento dell'esito dell'adesione l'Autore aderente s'impegna a comunicare il numero delle copie del volume che intende acquistare, al costo economico di Euro 5 al volume a parziale sostegno di realizzazione ed il restante del volume a collocazione gratuita particolarmente nelle scuole ed ospedali. Alla presentazione del volume antologico di Mente e Disarmo a costume poetico 2015 tutti gli Autori aderenti sono tenuti ad essere presenti ovvero rappresentati da persone di loro fiducia per il ritiro dei volumi ordinati e il dovuto per regolamento. 6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia 6) Poesia, una sola per ogni aderente, va spedita in duplice copia firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso firmate di autografa, alla Segreteria c/o Artecultura - Via Ciovasso 19 - 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo - [email protected] 19 20121 Milano o servirsi dell'indirizzo [email protected] Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per Saggi, 1 (solo per ogni aderente) vanno inviati esclusivamente per via e-mail all’indirizzo: [email protected] [email protected] via all’indirizzo: Pere-mail le Scuole si richiede l'invio di componimenti a firma Per le Scuole si richiede l'invio a firma colletcollettiva in modo da favorire la di piùcomponimenti ampia presenza scolastica tiva in modo da favorire la più ampia presenza scolastica nel nuovo volume antologico. Simboliche Borse di studio nel nuovo volume antologico. Previste Simboliche Borse di studio 7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale 7) Le Poesie ed i Saggi debbono essere inediti, di personale ispirazione e composizione ed attinenti al tema Costume Poetico ispirazione e composizione ed attinenti al tema Mente e Disarmo per il Disarmo nella più ampia libertà di pensiero. I minorenni sono a costume poetico piùfirma ampiadilibertà di pensiero. I minorenni accettati solo con la nella prevista chi esercita su di loro la tutela. sonosono accettati con lacomponimenti prevista firmadedicati di chi esercita su diviventi. loro la tutela. Non accettati a persone Non sono accettati componimenti dedicati a persone viventi. 8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali 8) Artecultura si riserva di favorire letture e confronti culturali 9) In caso di nuove esigenze, il presente regolamento potrà subire 9) In caso diche nuove esigenze, il presente regolamento potrà per subire modifiche migliorino l'attività di Costume Poetico il modifiche-che migliorino Mente e Disarmo a costume Disarmo "Cultura per l'attività la pace"di2014. poetico 2015. Si può ad partecipare ad entrambe le sezioni. L’adesione è limitata una sola sezione per Autore. 10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte. Poesie e Saggi fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa 10) Gli aderenti accettano il presente regolamento in ogni sua parte. non vengono ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura Poesie e Saggirestituiti fatti pervenire per spirito di solidarietà all'iniziativa per vengono la pace"restituiti di ARTECULTURA. non ed entrano a far parte dell'Archivio "Cultura per lanella pace" di ARTECULTURA. Sede quale permane l’Archivio di cui tutti possono prendeSede nella quale permane cui tuttidi possono re visione consultiva. La l’Archivio proprietà di letteraria tutti gliprendeelabore visione consultiva. proprietà letteraria di tutti gli elaborati è ad ogni effetto La pertinente agli Autori dei medesimi. rati è ad ogni effetto pertinente agli Autori dei medesimi. PARTECIPA E FAI PARTECIPARE! Informazioni ulteriori e invio componimenti: Mente e Disarmo a costume poetico 2015 c/o Artecultura Via Ciovasso 19- 20121 Milano - Tel. 02/864.64.093 http://www.artecultura.org 34 ARTECULTURA e-mail: [email protected] Gregorio Mancino visioni di vita e realtà africana La pittura di Gregorio Mancino scaturisce dal desiderio del suo profondo sempre più alla ricerca di se stesso che compenetri la somiglianza creativa con l’altro. Un suo personale principio esistenziale che potrebbe benissimo divenire una massima di etica generalizzata, nella quale convivono la contraddizione e l’armonioso che, guardandosi poi si contendono, da un punto di vista opposto, quel valore di consenso con l’orientamento universale dell’uomo. L’aspetto che denota le ragioni dei tanti viaggi di Mancino per il mondo: da Cuba al Kenia , dal Madagascar alla Russia, alla Francia ecc. dando vita a quella forma di solidarietà che libera da tutti i reticolati dell’affarismo sadico, violento. La sua pittura che potrebbe anche alludere ad una sembianza di scena teatrale dove il protagonista è l’uomo, di quel pittore Mancino che dipinge nella spaziale astronave per donare poi i lavori ai bambini di ospedali e scuole, come avviene nei suoi recenti viaggi africani, cercando nei pagliai della povera convivenza l’incontro spontaneamente condiviso che maturi nel tempo l’indimenticabile ricordo dei presenti e fermenti una nuova etica di vicinanza in apparenza senza saperlo. Per cui i suoi dipinti, le sue immagini tra le popolazioni africane o baltiche, vengono ad esprimere uno stimolo di arte per l’uomo. Un’arte per convivere in cui l’immagine dipinta manifesta quella carica di gioia disinteressata di un consenso al poter ridere insieme di conoscenza in uno spazio d’arte in cui il protagonista è l’uomo nella storia del tempo. La premessa, a nostro avviso, per cui Mancino si diverte da pittore itinerante, senza lasciarsi estraniare dai suoi principi di coerenza creativa e di solidarietà. Quel campo intuitivo alla costante ricerca della novità di una poetica d’arte che domanda di sconfessare il complesso per rendere la semplicità una raffinata eleganza di libertà pittorica. Non un rifugio dalla responsabilità, ma la novità nascente di spirito primaverile di fiducia che può originare solo navigando per il mondo come fa Mancino ricercando in un cuore così grande l’energia pittorica che sia vicinanza di pace. Marpanoza ARTECULTURA 35 Gregorio Mancino: nel suo studio milanese di Alzaia Naviglio Grande 4 36 ARTECULTURA