Il ruolo della domanda e
dell’offerta nella nascita
dell’industria del tessile e
dell’abbigliamento
Reddito e potere d’acquisto
Domanda = insieme di beni e servizi che gli uomini intendono
acquistare offrendo in cambio mezzi di pagamento.
• Il livello della domanda dipende dalla popolazione, quindi dai
bisogni umani.
• La quantità e la qualità dei bisogni varia enormemente in
funzione di numerose circostanze.
• La linea di demarcazione fra necessario e superfluo è difficile
da definire. Ma non si può limitare la definizione di “bisogno” al
minimo necessario per vivere.
• Anche quei bisogni che sembrano più anelastici, come il
bisogno di nutrimento e quindi di cibo, variano in relazione al
sesso, all’età, al clima, al tipo di lavoro.
Qualità e quantità dei bisogni di una società
dipendono da:
•
•
•
•
1. Totale della popolazione
2. struttura della popolazione
3. fattori geo-fisici
4. fattori socio-culturali.
Bisogni e desideri
• Fino a quando una persona è libera di
domandare ciò che desidera, quel che conta
sul mercato non sono tanto i bisogni quanto
i desideri.
• Ma essendo le risorse limitate bisogna fare
delle scelte
• Le scelte possibili sono legate al reddito
Il livello di reddito determina il potere
d’acquisto
• I desideri, o i bisogni, per essere realizzabili
devono essere sostenuti dal “potere
d’acquisto”.
• E’ il “potere d’acquisto” che determina la
“domanda effettiva”.
• La domanda effettiva non coincide
necessariamente con i bisogni, tanto meno
coi desideri.
Determinazione della domanda effettiva
• 1. livello di reddito corrente e cumulato.
• 2. distribuzione del reddito.
• 3. livello dei prezzi
• In età preindustriale data la bassa
produttività del lavoro, c’era un basso livello
salariale. Inoltre, il livello dei prezzi era
troppo alto.
• Enorme disparità fra ricchi e poveri
Inghilterra del 1688. dati Gregory King. Il 5% della
popolazione controllava il 28% del reddito
Nobili, professioni
liberali
n. Famiglie
Reddito
4%
23%
Mercanti, uomini
d’affari
1%
5%
Piccoli proprietari
24%
39%
Bottegai, artigiani
7%
10%
Ufficiali, basso clero
19%
2%
Salariati, marinai
62%
21%
Nelle società di ancien règime in generale:
• Il 10% più ricco possedeva oltre il 50% del
reddito, e ancor più della ricchezza.
• A Firenze nel 1400 il 10% della popolazione
deteneva il 68% della ricchezza
• A Lione, nel 1545, il 10% della popolazione
possedeva il 53% della ricchezza.
• A fine 1500 gli Odescalchi di Como
spendevano: per alimentazione il 31,65% del
reddito; per il vestiario il 19,1%; per i salari
della servitù il 12,13%.
Le distanze nella ricchezza e nel reddito
• Si ampliarono in età moderna, forse anche
nella prima Rivoluzione industriale
• Ma dopo, soprattutto dal XIX scolo, le
distanze hanno teso ad accorciarsi.
• Il restringimento della distanza del reddito è
dovuto a un aumento del salario reale.
• Lo sviluppo ha accorciato le distanze sociali.
Una squilibrata ripartizione del reddito ha
conseguenze sulla struttura della domanda.
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•
•
•
La domanda complessiva si divide in:
1. domanda di beni alimentari
2. domanda di beni durevoli
3. domanda di servizi
Inoltre vi è la domanda di beni capitali, la
domanda pubblica, quella estera.
Y=C+I+G
Legge di Engel
• La percentuale della spesa in conto
alimentazione sul totale della spesa, aumenta
quando il reddito diminuisce e diminuisce
quando il reddito aumenta.
• Più un paese, o un individuo, è ricco minore
è la percentuale di spesa rappresentata per
l’alimentazione.
Domanda di beni alimentari
• Nelle società preindustriali il rilievo era più
alto che nei paesi sviluppati di oggi.
• Oggi spesa Alimentare 20-30% del reddito
• 1950 sulla spesa totale dei consumi per
alimenti si spendeva:
• Usa 22%
• GB 31%
• IT 46%
In Europa la percentuale di reddito per
l’alimentazione era:
• Fino a metà 1800 circa 70%
• Tra fine 1800 e il 1914 circa 50%
• Anni successivi circa 30%
Domanda di beni durevoli
• In periodo preindustriale la differenza fra
ricchi è poveri era minore nei consumi
alimentari che non riguardo ai beni durevoli
(casa, arredamento, vestiti ecc.)
• La limitata domanda della maggior parte
della popolazione per beni durevoli
ostacolava la formazione di un mercato di
massa, e quindi la crescita dell’industria.
Il valore degli abiti
Durante il Regno di Luigi XIV (1613-1715) i
nobili possedevano vestiario per un valore di
1.800 livree, i salariati per 27 livree.
Il guardaroba di un nobile equivaleva a tanto
grano da sfamare 50 persone, per circa un
anno, a un chilo di grano al giorno.
Valore simbolico dell’abito
Nell’Europa preindustriale comprarsi un abito,
o del panno per la confezione di un abito, era
un lusso per la gente comune.
Il fatto, di per sé economico, finì per acquistare
un valore simbolico e fu istituzionalizzato.
Abbigliamento come distinzione
sociale
• Dal tardo medioevo la “moda” diviene una
delle caratteristiche del mondo europeo.
• Legata agli sforzi dei ceti privilegiati per
distinguersi socialmente e in modo visibile
dai gruppi sociali inferiori, e dal tentativo dei
gruppi sociali inferiori di mostrarsi all’altezza
delle classi superiori.
Nascita dell’economia della moda
• La cosciente creazione della moda e il suo
cambiamento stagionale è un fenomeno
successivo al tardo medioevo.
• L’epoca in cui essa si afferma è la stessa
della diffusione internazionale della parola
“moda”: il Seicento.
• I mercanti imprenditori di tessuti di seta di
Lione furono i primi ad usare in modo
consapevole e su larga scala la
differenziazione annuale del prodotto del
genere façonnes come un’arma strategica
per conquistare il mercato internazionale
• Le vicende dei mercanti imprenditori della
Grande fabrique sono indicativi di una svolta
epocale nella storia delle pratiche mercantili
tessili: quello della differenziazione annuale
della produzione, programmata e prevista in
anticipo secondo consapevoli e sistematiche
strategie.
• La moda, per i produttori serici lionesi, era il
prodotto
di
decisioni
strategiche
relativamente
centralizzate,
di
scelte
formulate da potenti interessi economici, ma
già integrati con l’élite del gusto e del potere.
• All’inizio del ‘700 in Europa possiamo
distinguere tre comparti:
• 1. quello d’avanguardia rappresentato da un
solo centro: Lione.
• 2. un secondo formato da imprese import
substitutes, che imitano nel colore e nel
disegno i tessuti lionesi.
• 3. centri che abbandonano i tessuti alla moda
(broccatelli e damaschi di Venezia, veli di
Bologna, velluti di Genova)
• Vanno considerati anche quei tessuti che
diventano improvvisamente alla moda, come
il “taffettà forte” di Roma alla fine degli anni
’80 del 1700.
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