LE GRANDEZZE MISURABILI IN TOPOGRAFIA E RELATIVI STRUMENTI DI MISURA Lo scopo delle operazioni topografiche è quello di misurare gli angoli, i dislivelli e le distanze. ANGOLI Gli angoli possono essere azimutali (orizzontali) o zenitali (verticali) Angoli azimutali Detti: • V è la verticale passante per A • B è il piano definito dalla verticale V e dalla congiungente AB • C è il piano definito dalla verticale V e dalla congiungente AC chiamiamo angolo azimutale l'angolo diedro definito dai due piani B e C e che ha per spigolo la verticale V passante per A . ANGOLI Dato un punto A ed un punto B, l'angolo zenitale è l'angolo formato dalla verticale per il punto A e dalla congiungente i punti A e B Angoli zenitali ANGOLI Nel sistema sessagesimale l'unità di misura, chiamata grado sessagesimale, è la 360ma parte dell'angolo giro. I sottomultipli sono il primo ed il secondo sessagesimale, ottenuti rispettivamente come la 60ma parte del grado e del primo. Un generico angolo risulta espresso in tale sistema nel modo che segue: 36°51' 25". Il sistema centesimale ha come unità di misura il grado centesimale, che è la 400ma parte dell'angolo giro. I sottomultipli sono il primo centesimale, ottenuto come la 100ma parte del grado ed il secondo centesimale che è la 100ma parte del primo. Un generico angolo sarà: 57g, 41c, 87 cc , oppure, più semplicemente: 57,4187. Come si può notare, il sistema centesimale presenta il vantaggio della divisione centesimale del grado. Ad esempio la somma dei due angoli: = 127 g,3849 127 g,3849 = 54 g,0348 risulta 54 g,0348 181 g,4197 DISLIVELLI La quota di un punto è la sua distanza da una superficie di riferimento misurata sulla verticale per il punto stesso; la superficie di riferimento è il geoide (livello del mare. Considerando il punto A, di quota qA ed il punto B a quota qB , il problema sarà quello di stabilire la differenza di quota, o dislivello, fra i punti, cioè la differenza qA - qB. Se le verticali per A e B, distano meno di 100 metri, possono essere considerate parallele e la superficie del geoide può essere approssimata da un piano ad essa tangente; il dislivello tra due punti A e B può allora essere approssimato dalla differenza di distanza dei due punti dal piano tangente al geoide. DISTANZE La distanza topografica tra due punti A e B è l'arco di ellissoide che congiunge le proiezioni A' e B' dei due punti sull'ellissoide. In Topografia quando si parla di distanza si intende sempre la distanza topografica e quindi l'aggettivo topografico viene omesso. Si aggiunge invece un aggettivo quando si indica una distanza che non è quella topografica; ad esempio distanza reale d* è la distanza in linea d'aria tra i due punti. La distanza ridotta all'orizzontale d0 è la distanza reale, moltiplicata per il seno dell'angolo zenitale tra i due punti. In caso di distanze brevi ( e cioè inferiori a qualche centinaio di metri), la distanza topografica coincide con la distanza ridotta all’orizzontale. DISTANZE Vi è quindi un legame molto semplice tra la distanza reale d* , l’angolo zenitale e la distanza topografica d: d = d0 = d* . sen Inoltre, dalla misura della distanza d* e dell’angolo zenitale si ricava anche il dislivello AB dalla relazione: AB = d* . cos STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI Gli strumenti per la misura degli angoli sono detti, in generale, goniometri. I goniometri universali sono in grado di misurare sia gli angoli verticali che quelli orizzontali. Questi vengono distinti in TEODOLITI se hanno la precisione di alcuni secondi o TACHEOIMETRI se hanno la precisione del primo. Da alcuni anni si sono sviluppati i TEODOLITI ELETTRONICI e le STAZIONI TOTALI che oltre agli angoli misurano, contemporaneamente anche le distanze. STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI L'asse di rotazione r è detto asse primario; l'asse m è detto asse secondario. L’elemento ruotante U è detto alidada. La misura degli angoli azimutali e zenitali nei moderni strumenti topografici avviene in modo automatico. E cioè, per misurare l’angolo azimutale tra i due punti B e C dal punto di stazione A, l’operatore deve: • collimare il punto B • premere il pulsante di registrazione di misura • ruotare l’alidada (nel piano orizzontale) e il canocchiale (nel piano verticale) fino a collimare il punto C • premere nuovamente il pulsante di registrazione di misura. STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI Un goniometro, per il corretto funzionamento, deve soddisfare alcune condizioni di esattezza: - l’asse principale Z-Z di rotazione dell’alidada deve essere verticale - l’asse secondario Y-Y di rotazione del cannocchiale deve essere orizzontale e incidente con l’asse Z-Z - l’asse di collimazione X-X deve essere perpendicolare all’asse Y-Y e incidente con esso e con l’asse Z-Z nello stesso punto O detto centro dello strumento - i cerchi graduati devono essere montati in modo che l’asse del cerchio azimutale coincida con Z-Z e quello del cerchio zenitale con YY - le graduazioni dei cerchi devono essere esatte STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI Per controllare se uno strumento soddisfa le condizioni suesposte, una volta posto in stazione curando bene la verticalità dell’asse Z-Z , si possono effettuare letture ai cerchi collimando a punti ben identificati e tali da consentire un centramento molto preciso, dopo aver annotato le letture su un registro, si capovolge il cannocchiale e, ruotata l’alidada di un angolo piatto, si ripete a ritroso la serie di collimazioni precedente (questa procedura prende il nome di “regola di Bessel”). In ciascuna coppia di letture così ottenute collimando nelle due posizioni (coniugate) ad uno stesso punto devono valere, a meno di errori accidentali di collimazione e di lettura ai cerchi, le relazioni: H" = H' ± 200g V" = 400g - V' dove l’angolo piatto è riportato nel sistema centesimale. I valori più probabili delle letture saranno ottenuti quindi come media aritmetica delle due misure coniugate riportate alla prima: H = (H' + H" ± 200g) / 2 j = (V' - V" + 400g) / 2 STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI La regola di Bessel consente di eliminare l’influenza sulle misure degli errori di: - orizzontalità dell’asse secondario; - ortogonalità dell’asse di collimazione con l’asse secondario; - eccentricità dell’asse di collimazione; - eccentricità dell’alidada (con il cerchio orizzontale); - eccentricità del cerchio zenitale (con l’asse secondario); Si capisce quindi che il suo impiego risulta indispensabile per il corretto impiego di tutti quegli strumenti (prevalentemente i teodoliti) che hanno caratteristiche di precisione tali da risentire delle pur minime imperfezioni di costruzione (o di manutenzione). STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI Teodolite ottico Teodolite elettronico STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI Quando l’operatore preme il pulsante di registrazione di misura lo strumento esegue automaticamente una misura di posizione dell’alidada; dalla differenza delle due misure di posizione dell’alidada lo strumento calcola automaticamente l’angolo azimutale =BAC. Per misurare un angolo zenitale è invece sufficiente che l’operatore collimi il punto di cui si vuole misurare l’angolo zenitale e premere il pulsante di registrazione. In questo caso lo strumento misura direttamente l’angolo che l’asse di collimazione del teodolite forma con l’asse di rotazione primario (l’asse r) che all’atto della misura deve coincidere con la verticale passante per il centro dello strumento. Volendo misurare l’angolo zenitale =AB, l’operatore dovrà semplicemente collimare il punto B stando in stazione su A come indicato in figura. MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI Prendiamo in considerazione, a questo scopo, la misura di un angolo azimutale; la misura verrà eseguita mettendosi con uno strumento, il teodolite, sul punto A e osservando, mediante il cannocchiale topografico, che fa parte del teodolite, gli altri due punti B e C. Il punto A sul quale ci si mette con lo strumento, si chiama punto di stazione, mentre i punti B e C sono i punti collimati. MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI In dipendenza dalle dimensioni dell'area, del numero di punti rilevati e dalla loro precisione, nonché dalla strumentazione impiegata, le operazioni di misura possono essere eseguite in una sola sessione di misure, oppure richiedere interventi ripetuti nel tempo, se poi il rilievo è soggetto ad aggiornamenti anche in epoche abbastanza distanti, allora si pone il problema della materializzazione dei punti di stazione e di segnalizzazione di alcuni punti rilevati, tali da consentire la ripresa delle operazioni di misura o la loro ripetibilità nel tempo. - Segnali temporanei e permanenti - La segnalazione di un punto deve soddisfare a 3 esigenze: a - visibilità dai punti di stazione circostanti: il segnale deve avere dimensioni tali da formare un angolo visuale sufficiente ad essere individuato (circa 90") ed essere colorato in modo tale da risaltare con evidenza (generalmente bianco e rosso alternati). b - precisione di centramento o di collimazione MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI c - stabilità e reperibilità nel tempo: in base alle esigenze di conservazione nel tempo dei segnali si possono utilizzare: - chiodi, paline o picchetti di legno o metallici per segnali provvisori - paloni, capre di collimazione, centrini murati o pilastrini metallici per i segnali semipermanenti -pozzetti in muratura con centrini inossidabili o pilastrini in cemento armato per i segnali permanenti. - Centramento forzato - Quando si debbano raggiungere elevate precisioni angolari con distanze di collimazione relativamente brevi si utilizzano attrezzature provvisorie o semipermanenti che consentono il posizionamento dei segnali, o alternativamente degli strumenti di misura, su pilastrino o su treppiede, con adeguata precisione. Tali attrezzature, molto varie per soluzioni meccaniche, prendono il nome di apparecchiature per il centramento forzato. MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI Il punto di stazione (deve essere accessibile) può essere costituito da una borchia metallica infissa nella pavimentazione stradale, da un cilindretto di metallo cementato in una piccola gettata di calcestruzzo, dall'incrocio di due tratti disegnati sulla testa di un picchetto, da una borchia cementata in un piccolo pilastrino di cemento armato, da un punto non materializzato di proposito ma ben individuabile, come ad esempio l'incrocio di due assi stradali. I punti collimati (possono non essere accessibili) possono essere materializzati in due modi: • da punti di strutture artificiali esistenti (punta di un campanile, spigolo di una casa, un punto caratteristico di un edificio, ecc.); • da punti del tipo di quelli su cui si fa stazione e che vengono resi visibili da lontano con opportuni segnali. MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI Collimare un punto P con il cannocchiale dello strumento di misura (teodolite, livello distanziometro o totalstation) significa puntare il cannocchiale (che è parte integrante di ogni strumento topografico) sul punto P in modo che esso si trovi sull'asse ottico del cannocchiale. La condizione di cui sopra è verificata quando il puntamento viene effettuato in modo che l'immagine del punto P si formi sul reticolo, proprio in coincidenza dell'incrocio dei due tratti che formano il reticolo stesso. MISURA DEI DISLIVELLI La misura di un dislivello tra due punti con il metodo della livellazione geometrica prende il nome di battuta di livellazione. Una battuta di livellazione consente di determinare il dislivello tra due punti che distino al massimo tra di loro di non più di 100 m. Facendo però battute di livellazioni consecutive ( e cioè: tra A e B, poi tra B e C, poi tra C e D, e così via) con la livellazione geometrica si può misurare il dislivello tra punti posti a qualsiasi distanza. Per eseguire una battuta di livellazione per determinare il dislivello fra due punti A e B mediante livellazione geometrica, si usa uno strumento detto LIVELLO. MISURA DEI DISLIVELLI Il livello consiste essenzialmente in un canocchiale posto su un alidada; la rotazione dell’alidada consente di ruotare il canocchiale nel piano orizzontale; il canocchiale può inoltre ruotare anche nel piano verticale (ma di piccoli angoli); in virtù di questa possibilità di rotazione nel piano verticale, l'asse di collimazione del livello può essere rese orizzontale, con opportuni dispositivi e seguendo opportune procedure. MISURA DEI DISLIVELLI LIVELLO OTTICO LIVELLO LASER ROTANTE (USATO IN EDILIZIA) LIVELLO OTTICO DIGITALE MISURA DEI DISLIVELLI - Con stazione da un estremo - In figura vediamo lo schema di una livellazione geometrica operata facendo stazione sul punto A e ponendo una mira graduata in posizione verticale sul punto B. A meno di un errore xb dovuto ad una inclinazione e dell’asse di collimazione (errore sistematico se dovuto ad una scorretta rettifica o altrimenti accidentale), il dislivello è dato dalla: Dab = ha - lb data la imprecisione generalmente inevitabile nella misura di ha, la possibile influenza di errori dovuti alla sfericità e alla rifrazione e la impossibilità di eliminare l’eventuale errore sistematico, ε, questo metodo è impiegato per determinazioni di modesta precisione. MISURA DEI DISLIVELLI LIVELLAZIONE DAL MEZZO. Si dispone una stadia su ciascuno dei punti A e B. Le stadie sono stecche di legno lunghe 3 m e larghe circa 10 cm . Recano generalmente una graduazione in cm la cui origine è il punto di appoggio sul terreno. Le stadie vengono disposte secondo la verticale con l'ausilio di una livella sferica montata su ciascuna di esse dalla parte opposta rispetto alla graduazione. Il livello viene posto in una posizione intermedia fra le stadie. Si collima la stadia e si rende l’asse del cannocchiale orizzontale. Si legge quindi la graduazione della stadia in corrispondenza del punto in cui l’asse di collimazione intercetta la stadia; chiamiamo questa lettura LA. Si ruota l’alidada fino a che col cannocchiale si collima la stadia posta in B; si rende nuovamente orizzontale l’asse di collimazione del cannocchiale; si effettua la lettura LB alla stadia posta in B. MISURA DEI DISLIVELLI In questo caso gli errori xa e xb, dovuti ad un eventuale errore residuo di rettifica dell’asse di collimazione assumono eguale valore e vengono eliminati perché di segno opposto nel calcolo del dislivello: ∆ab = l’a-l’b = la+xa - lb-xb = la - lb allo stesso modo vengono eliminati gli effetti di rifrazione atmosferica e di sfericità della terra e l’imprecisione dovuta alla misura dell’altezza strumentale, inoltre viene dimezzata la distanza tra lo strumento e la mira con conseguenti benefici per la precisione di lettura e per la limitazione dell’influenza della componente accidentale dell’errore ε. Per queste ragioni questa prassi operativa è fortemente raccomandabile per le determinazioni di alta precisione. MISURA DEI DISLIVELLI Il dislivello AB tra i due punti A e B sarà dato dalla relazione: AB= LB - LA Non si può fare una battuta di livellazione tra punti a distanza maggiore di 100 m (circa ovviamente) per il semplice motivo che a una distanza maggiore di 50 m non si riesce a leggere con sufficiente accuratezza la graduazione della stadia. Poiché le stadie sono lunghe tre metri il massimo dislivello misurabile ad ogni battuta sarà di circa 2,50 m. Quando si deve misurare il dislivello fra punti la cui distanza sia superiore ai 100 m o fra i quali vi sia un dislivello maggiore a tre metri si eseguono più battute di livellazione. MISURA DEI DISLIVELLI La misura del dislivello risulta: = 1 + 2+ ...... n Nell'errore di determinazione di un dislivello concorrono errori dovuti a cause diverse (meccanica dello strumento, precisione della livella, ecc.); tuttavia la causa fondamentale è l'errore di stima che si commette nel leggere la graduazione alla stadia; essendo infatti tali graduazioni centimetrate, l’operatore deve stimare i millimetri di graduazione. Poiché l'errore di stima è generalmente del decimo dell'intervallo di suddivisione, ogni lettura sarà affetta da un e.q.m. di ± 1 mm. Il problema è in parte risolto grazie ai livelli elettronici. MISURA DEI DISLIVELLI Livellazione stazioni reciproche - Quando non sia possibile operare con stazione dal mezzo, si può applicare la metodica di Porro, che consiste nella effettuazione di due stazioni poste nei pressi degli estremi A e B. Anche in questo caso risulta corretto dall’influenza di eventuali errori residui di rettifica e dagli effetti della sfericità e della rifrazione. Misurando il dislivello ∆ab con questa metodica e poi dal mezzo, si può verificare l’esistenza di un eventuale errore sistematico di inclinazione dell’asse di collimazione e Il dislivello risulta: MISURA DEI DISLIVELLI MISURA DEI DISLIVELLI La precisione del livello è l’errore che si commette nella misura del dislivello tra due punti distanti 1km. Si distinguono: LIVELLI DA CANTIERE LIVELLI DI PRECISIONE LIVELLI DI ALTA PRECISIONE MISURA DELLE DISTANZE Misura diretta Precisione conseguibile tramite i distanziometri elettronici MISURA DELLE DISTANZE Misura indiretta Stazione totale con prisma riflettente Per quanto riguarda il calcolo della distanza orizzontale e del dislivello si hanno le: d = di senϕ = di cosα ∆ab = di cos ϕ + hs - hp = d tgα + hs - hp Il problema è quello di misurare con precisione le altezze strumentali RILIEVO TOPOGRAFICO L’insieme delle misure atte a determinare, con la dovuta precisione le coordinate dei punti che verranno rappresentati in scala (1:D) sulla mappa topografica, prende il nome di rilievo di dettaglio. In questa fase operativa il risultato, in termini di precisione, non può prescindere dagli errori commessi in precedenza, durante le fasi che hanno consentito di determinare le coordinate dei punti di stazione (rilievo di inquadramento), pertanto strumenti e metodi andranno individuati all’interno di un procedimento di progettazione del rilievo nel suo complesso. Anzitutto la buona riuscita di un rilievo di dettaglio dipende dalla cura posta nella redazione dell’eidotipo, nella identificazione dei punti rilevati su questo elaborato e dall’ordine con cui viene tenuto il libretto delle misure, nonché ovviamente dall’esattezza delle stesse. Senza questa premessa infatti in fase di restituzione non sarà possibile identificare con certezza il particolare del terreno (casa, fosso, strada,..) cui ciascun punto si riferisce. RILIEVO TOPOGRAFICO Rilievo con stazioni totali – L’evoluzione degli strumenti topografici di misura ha comportato: - incremento delle portate distanziometriche (da 100 m a 1 Km) - riduzione dei tempi di misura (da 60 a 600 punti/ora) - migliori precisioni angolari (da 1-2c a 5-20cc) - possibilità di registrazione automatica dei dati di misura - possibilità di elaborazione analitica e grafica interattiva sono quindi superate le problematiche relative ai collegamenti tra stazioni o alla portata utile dello strumento, mentre insorgono nuove esigenze, quali l’influenza degli errori di sfericità e rifrazione nelle misure dei dislivelli o la riduzione delle distanze alla superficie di riferimento. RILIEVO TOPOGRAFICO RILIEVO PER POLIGONAZIONE Si chiama poligonale il rilievo di una serie di punti collegati da una linea spezzata, aperta o chiusa, della quale si misurano le lunghezze dei lati e le ampiezze degli angoli (destrorsi) da questi formati. Questo metodo di rilievo ha ricevuto un forte impulso dalla evoluzione tecnologica degli strumenti di rilievo, infatti gli incrementi di portata, precisione e rapidità di impiego di questi, nonché il sempre più diffuso impiego di mezzi elettronici per l’elaborazione dei dati di misura, consente di ottenere risultati, in termini di precisione, di notevole interesse pratico, soprattutto per reti di inquadramento di medie dimensioni. RILIEVO TOPOGRAFICO Poligonali di inquadramento - Le poligonali in questo caso possono essere riferite ad un sistema cartografico e si dicono “orientate”. Perché un rilievo sia “collegato” ad un sistema di riferimento, almeno due punti di esso devono avere coordinate note. Se i lati eccedono il campo topografico si dovranno operare le riduzioni alla corda e al piano conforme. Il risultato del rilievo per poligonazione è la conoscenza delle coordinate dei vertici, che potranno poi essere impiegati come punti di stazione per il rilievo di dettaglio, in questo caso la poligonale viene detta “di inquadramento” del rilievo. RILIEVO TOPOGRAFICO Iperdeterminazioni - Quando le misure eseguite sono in numero superiore a quelle strettamente indispensabili si parla di “iperdeterminazione” e si ha la possibilità di effettuare un controllo (individuazione di eventuali errori grossolani) e di operare una correzione delle misure per renderle congruenti alle condizioni geometriche che di caso in caso devono essere verificate (ad esempio se in un triangolo misuro i tre angoli, la loro somma deve risultare eguale ad un angolo piatto). Tale operazione di calcolo prende il nome di “compensazione”. Nelle poligonali si contrassegnano con un triangolo i punti di coordinate note e i lati non misurati vengono indicati a linea tratteggiata, come si nota alcune poligonali ammettono solo controllo angolare (d) o solo controllo lineare (b), nel caso invece che siano possibili entrambi i controlli (c, e), tradizionalmente si opera prima la “compensazione” delle misure angolari e poi quella lineare. RILIEVO TOPOGRAFICO Se l’ultimo angolo di direzione risulta noto (c, d, e), si può effettuare il confronto con quello calcolato, e se la differenza risulta “tollerabile” si può procedere ad una compensazione, altrimenti si dovranno ripetere le misure angolari. Parimenti se le coordinate dell’ultimo vertice sono note, allora si può effettuare un controllo delle misure, attraverso il confronto con le coordinate calcolate. Se la differenza (errore) non supera una predeterminata tolleranza, si possono compensare le misure altrimenti si dovranno ripetere. RILIEVO TOPOGRAFICO Tolleranze ammissibili RILIEVO TOPOGRAFICO RILIEVO PER INTERSEZIONE Quando non si disponga di un distanziometro, o non ne sia possibile l’impiego (punti inaccessibili o fuori portata utile), si possono rilevare punti incogniti mediante sole misure angolari, partendo dalla conoscenza delle coordinate di almeno 2 punti (noti). Questi metodi, alcuni dei quali oramai desueti, possono essere ancora utilizzati con profitto in taluni casi. RILIEVO TOPOGRAFICO - Intersezione diretta semplice- Note le coordinate dei punti di stazione A e B (fig. 1.35), si misurano in questi gli angoli α e β, determinando così le direzioni θap e θbp (si calcola θab e si sommano algebricamente le rotazioni α e β a θab e a θba = θab ± 200g), le coordinate di P sono date dalle: RILIEVO TOPOGRAFICO Intersezione inversa semplice e multipla - Se si vogliono determinare le coordinate di un punto P nel quale si fa stazione, collimando ad almeno 3 punti noti (A,B,C), si parla di intersezione inversa semplice indicata nella letteratura anche come problema di POTHÉNOT o di SNELLIUS o del vertice di piramide. La soluzione parte dal calcolo delle distanze e degli angoli di direzione dab, dbc,θba e θbc per sottrazione tra gli angoli di direzione si determina l'angolo γ, mentre α e β sono i valori angolari misurati in P. RILIEVO TOPOGRAFICO La triangolazione è un metodo per il rilievo di precisione dei punti che si basa sulla conoscenza delle coordinate di almeno 2 di questi e su sole misure angolari, sempre iperdeterminate, in quanto si fa stazione sempre su tutti e tre i vertici delle maglie triangolari che collegano tra loro i punti noti e quelli incogniti. La trilaterazione invece, sempre partendo da almeno 2 punti di coordinate note, sviluppa il rilievo con maglie quadrilatere nelle quali vengono misurati i lati ed entrambe le diagonali (anche in questo caso si ha iperdeterminazione), si procede cioè per sole misure lineari. RILIEVO TOPOGRAFICO Lo sviluppo di questi metodi di rilievo è legato in modo evidente alla evoluzione delle precisioni ottenibili con i goniometri o con i distanziometri. Attualmente le trilaterazioni risultano poco praticate ed anche il campo applicativo delle triangolazioni è fortemente ristretto, in quanto, per i rilievi di grandi reti geodetiche risulta più conveniente l’impiego del G.P.S. mentre per i rilievi di inquadramento, disponendo di una stazione totale è conveniente misurare sia gli angoli che le lunghezze dei lati e quindi la forma delle maglie, non più necessariamente triangolare, può essere adattata alle esigenze del terreno: il rilievo così conformato, abbiamo visto prende il nome di rete di linee di poligonazione. Tuttavia nel settore dei controlli di stabilità e dei collaudi statici di grandi opere di ingegneria, le triangolazioni cosiddette “tecniche”, possono ancora essere impiegate con risultati, in termini di precisione e di economicità, ancora adesso ineguagliati. RILIEVO TOPOGRAFICO