SIMPOSIO 16 COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA CON D.I. “CAA CAA e CP in persone adulte con DSA e DIntellettiva” DIntellettiva Work in progress al Pamapi.. Dr. Michele Boschetto Neuropsichiatra, Direttore Sanitario PAMAPI [email protected] P.A.M.A.P.I. Centro di abilitazione per disturbi di spettro autistico Trattamenti Progetto Riabilitativo Individualizzato • • • • 21 utenti Età media 35 aa (range 18-53) 19/21 diagnosi DSA + DI Non verbali o con linguaggio prevalentemente non funzionale IL COMPORTAMENTO E’ COMUNICAZIONE Comportamenti problema Ogni tipologia di comportamento che inibisce o interferisce il funzionamento quotidiano FORME • • • • • Condotte eteroaggressive Condotte autoaggressive Distruttività Pica Condotte ripetitive (stereotipie motorie o perseverazioni verbali) CONSEGUENZE • Disturbanti • Pericolose • Stigmatizzanti ANCHE IL COMPORTAMENTO PROBLEMA E’ COMUNICAZIONE Il cui significato funzionale può essere quello di ricercare: • RINFORZI POSITIVI • ENDOGENI: Autostimolazioni sensoriali (con rilascio di endorfine) -visive, olfattive, tattili, propiocettive, vestibolari AMBIENTALI: Attenzione, Oggetti, Attività, Cibo, Giochi, Pause • RINFORZI NEGATIVI • ENDOGENI: evitare stimoli – mal di testa, mal di denti, fame, irritazioni cutanee.. • AMBIENTALI: evitare compiti difficili o attività sgradite, evitare il contatto, rimproveri, lodi, interruzioni o modifiche nelle routines Spesso i comportamenti problema possono avere significati multifunzionali Incident Report Dati di partenza Comportamenti Problema set-dic 2010 81 comportamenti problema (media 4 cp/utente/mese) Nel 77% dei casi si trattava di condotte auto o eteroaggressive Progetto C.A.A. in DSA adulti con D.I. PREMESSE • spesso la persona con autismo presenta scarsa intenzionalità comunicativa • e sembra non conoscere il potere della comunicazione e la sua capacità di modificare il mondo • nell’autismo non è quindi sufficiente fornire uno strumento di comunicazione , ma è anche necessario insegnare la comunicazione • a tal fine bisogna utilizzare la spinta motivazionale della persona • e creare ripetute occasioni quotidiane e naturalistiche per l’apprendimento L’incapacità di comunicare • fa sperimentare una situazione di impotenza nell’autodeterminarsi nel mondo • concorre al mantenimento dei deficit di propositività • il contenuto comunicativo può essere espresso con comportamenti problema • le capacità visuo-spaziali punto di forza di molte persone con autismo che in molti casi beneficiano di una organizzazione dell’informazione attraverso formati visivi, sia rispetto ai bisogni di prevedibilità e comprensione che di compiere scelte ed autodeterminazione. • alcuni studi hanno documentato una relazione inversa tra competenze di comunicazione e comportamenti problema. • è ormai chiaro che la gestione farmacologica dei comportamenti problema è risposta quantomeno parziale, spesso inefficace e inappropriata Alcuni vantaggi della comunicazione attraverso immagini nei DSA • Le informazioni verbali sono ASTRATTE, INVISIBILI, TEMPORANEE • La persona con autismo e DI spesso non riesce ad utilizzarle rispetto ai propri bisogni di prevedibilità, e più in generale di comprensione del mondo: la comprensione quindi deve essere sostenuta ed anticipata. • Le informazioni visive costituiscono un sistema di comunicazione CONCRETO, VISIBILE, PERMANENTE • La comunicazione con immagini non si sostituisce, ma piuttosto sostiene i residui di comunicazione verbale funzionale. • L’immagine è un MEZZO COMUNICATIVO UNIVERSALE gli interventi di CAA dovrebbero essere estremamente personalizzati: • sia rispetto all’individuazione delle specifiche contingenze motivazionali efficaci per quella persona • che rispetto alla scelta delle immagini da utilizzare: stile cognitivo del ‘pensare per dettagli’ - qual’è l’immagine, o il dettaglio significativo per quella persona rispetto al target comunicativo? Progetto C.A.A. in DSA adulti con D.I. Sostenibilità finanziaria 2011 Regione Toscana, 2012 Az. USL 10 Firenze Inizio primavera 2011 OBIETTIVI • sostituire i comportamenti problema con modalità comunicative con significato funzionale equivalente • incrementare l’autodeterminazione attraverso una migliore espressione dei bisogni riducendo gli interventi sostitutivi o arbitrariamente interpretativi • migliorare la QdV di utenti e famiglie METODOLOGIA • selezione di un primo gruppo di 5 utenti (età media 31 aa - range 23/42) sulla base dell’intensità e della frequenza dei comportamenti problema - coinvolti nel 90% degli episodi segnalati nel periodo set-dic ’10 • analisi della comunicazione spontanea attraverso videoriprese e del significato funzionale dei comportamenti problema (ABC, FAST) • raccolta ed elaborazione individualizzata dei dati • formazione ed attivazione di training PECS • adozione di strategie naturalistiche di C.A.A. per la gran parte degli utenti PECS • Acronimo di “Picture Exchange Communication System” • Sistema di comunicazione mediante scambio di immagini • Sviluppato da Lori, Frost e Bondy all’interno di un programma per soggetti autistici (USA ’94) PECS - le 6 Fasi Fase 1 Lo scambio fisico: • • La carta simbolo è sul tavolo e l’oggetto fuori. Obiettivo: scambio fisico tra carta simbolo e oggetto gradito (rinforzo) in cambio. Fase 2 Aumentare la spontaneità: • • La carta simbolo è attaccata sul libro per la comunicazione, l’oggetto desiderato è fuori dalla portata ma visibile. Obiettivo: aumentare la spontaneità dello scambio comunicativo attraverso la distanza fisica. Fase 3 La discriminazione del simbolo: • • Carte simbolo attaccate sul libro per la comunicazione per ampliare il panorama di scelta. Obiettivo: discriminazione tra stimoli visivi ed espressione di una scelta. Fase 4 La costruzione della frase IO VOGLIO: • • Varie carte simbolo attaccate sul libro per la comunicazione con l’aggiunta della carta “IO VOGLIO”. Gli obiettivi possono essere visibili e non. Obiettivo: costruire la frase “io voglio” Fase 5 Rispondere alla domanda COSA VUOI: • • Numerose carte simbolo con oggetti preferiti. Oggetti in vista ma non alla portata. L’operatore chiede COSA VUOI, il ragazzo impara a staccare la carta simbolo. Obiettivo: rispondere alla domanda “Cosa vuoi?” Fase 6 Fare un commento: • • Il libro per la comunicazione è a disposizione del ragazzo con varie carte simbolo. Obiettivo: imparare a commentare, chiedere aiuto ed aspettare. dati preliminari Settembre/Dicembre 2010 81 comportamenti problema (media 4 cp/utente/mese) Settembre/Dicembre 2011 32 comportamenti problema (media 1,6 cp/utente/mese) • Trasloco Centro con ritorno alla sede originaria • Inizio processo razionalizzazione farmacoterapia con monitoraggi quotidiani (dr. Lassi) • Incremento del personale educativo attraverso azioni di ottimizzazione del budget e grazie al progetto C.A.A. • Attenzione prioritaria al clima interno, con miglioramenti significativi documentati dall’indagine annuale • Miglioramento strategie e coerenza operativa nella gestione dei CP negli utenti più problematici grazie ai dati dell’analisi funzionale Ma anche.. • Attuazione di strategie di C.A.A. • training di comunicazione, • incremento prevedibilità e input visivi di comunicazione recettiva • incremento occasioni di comunicazione espressiva, scelte ed autodeterminazione Storia di Stefano note anamnestiche • Autismo con regressione fra 18/24 m • Linguaggio verbale assente • Diagnosi di autismo a 7aa (1982) • Neuroimaging ed altri accertamenti negativi • Frequenta la scuola e negli anni si riduce progressivamente il ritiro e si verifica una riduzione della frequenza delle crisi comportamentali. • Dal 1993 (inserimento al Pamapi, a 18aa) fino al 2010, ogni anno riportate numerose crisi comportamentali • Politerapia con aloperidolo, olanzapina, fluvoxamina Scheda di continuità assistenziale 1. Anagrafica Cognome e Nome Stefano Nato a Firenze il 12.04.1975 1. 6. Diagnosi DSM IV -TR Asse I Autismo Note di profilo funzionale (F84.0) Linguaggio verbale assente e ridotta comunicazione non verbale (mimica, Asse II Disabilità Intellettiva sguardo, comunicazioni motorie o protogestuali). Non comunica malesseri o dolori. Buona la comprensione. Ricerca stimolazioni sensoriali visive ed Gravissima (F73.1) Indirizzo di residenza ---olfattive. Impaurito dagli stati di agitazione degli altri utenti. Numeri di telefono (casa) --- Asse III Ipertrigliceridemia, Impersistenza motoria. Breve span attentivo. Interazione sociale fugace. iperuricemia Interessato ma poco partecipe ad attività di giardinaggio e falegnameria. Asse IV Buone autonomie di vita quotidiana. Asse V VGF 30 Medico curante --Medici della struttura PAMAPI 1. Allergie (alimentari e/o farmaci) --Altri medici referenti --Niente da segnalare Persone di riferimento 1. Anamnesi fisiologica breve (familiari, tutore, curatore, ammini-stratore di sostegno): la madre, la sorella maggiore Alvo regolare Diuresi regolare (pro-tutore) Sonno fisiologico Alimentazione vorace, tende all’iperfagia C.F. --(dieta ipolipidica ed ipoproteica) Cod.esenzione AO8 N° libretto sanitario --Invalidità (%, con/senza accompagnam., 104, interdizione) 100% con accompagnamento, Legge 104, interdetto Data di inserimento c/o la PAMAPI: 1. Vaccinazioni Antitetanica Non rinnovata Anti HBV Non effettuata Anti-influenzale effettuata annualmente 6. Comportamenti problema Distruttività e/o eteroaggressività con crisi di agitazione psicomotoria di difficile comprensione: frustrazioni comunicative o cambiamenti di routines, o risposta al caldo o al a dolore organico. Durante le crisi, stringe polsi, afferra braccialetti, collane, orecchini, graffia, spinge, butta in terra le cose dai tavoli. Possibili escalation eteroaggressive anche imponenti. Necessario utilizzare modalità accoglienti, calme e fornirgli sempre spiegazioni, possibilmente visive e concrete, e prevedibilità. Proporgli acqua da bere, spugnature fredde o doccia. Utile isolarlo in ambiente protetto e chiuso, dove può camminare e non ha da spingere o lanciare niente. Talora necessario contenimento fisico. Di fronte ad una crisi comportamentale, somministrare in prima istanza Serenase 10 gtt, e se inefficace dopo 15’ utilizzare Tachipirina 1000 mg. Data di Revisione 27.12.2011 Firma………………………. 01.12.1993 10.Esami ematici, altri accertamenti significativi e controlli 21.6.11 ac. Urico 7,2, colesterolo 217, trigliceridi 260, gamma GT 53 2010/11 Analisi funzionale dei CP (ABC) • Nel 2010 si sono verificate 12 crisi comportamentali, che hanno richiesto 6 interventi di contenimento fisico e 4 interventi di farmacoterapia a bisogno • Nel 2011, fino a settembre 8 crisi comportamentali con 2 interventi di contenimento fisico e 7 interventi di farmacoterapia a bisogno – quasi tutte le crisi si sono verificate: • Durante i trasporti in pulmino • Durante le uscite, in contesti non familiari – La fenomenologia delle crisi orienta ad una ricerca comunicativa del tutto disfunzionale: nella prima fase della crisi, in genere, afferra polsi e monili 2011. Analisi funzionale dei CP (ABC) – Nel settembre 2011 la crisi più imponente: nell’escalation distruttiva rompe un vetro della porta di accesso al Centro, si procura una importante ferita a flap dell’avambraccio dx che richiede miorrafia – La crisi è cominciata nell’attesa del pulmino per tornare a casa. S. ha da poco traslocato, ed è cambiato anche il servizio di trasporto che lo portava a casa. La crisi si scatena alla vista del precedente servizio, che non era più il suo. – Ci si orienta con convinzione ad interpretare tale episodio (e la gran parte dei precedenti) come secondari ad un bisogno insoddisfatto di prevedibilità, in particolare rispetto al momento del ritorno a casa. Si inizia la C.A.A. dal settembre 2011 al 25 ottobre 2012 nessuna crisi comportamentale, contenimenti fisici, terapia a bisogno DATA AGITAZIONE MOTORIA 2 = Intensa, 1 = Moderata, 0 = No MIMICA 3 = sofferente, 2 = cosi’ cosi’, 1 = sereno, 0 = sorridente AGITI 2 = Eteroaggressivi, 1 = Distruttivi, 0 = no TERAPIA A BISOGNO conclusioni Nei DSA con DI, anche in persone adulte, una presa in carico specialistica, con interventi mirati, anche di C.A.A. può permettere: - una riduzione dei comportamenti problema con diminuzione del ricorso alla farmacoterapia . - un progressivo riconoscimento dei bisogni e della capacità di autodeterminazione . - un miglioramento della QdV della persona e della sua famiglia . - un’utilizzo strategico delle risorse con ottimizzazione della spesa sanitaria Il futuro.. ..nell’individuare le strategie educative più efficaci.. ’OUR BEST TEACHER IS OUR CLIENT’ Michael Powers, Yale University, Connecticut, USA Grazie.. L’USO DELLA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA NELLA DISABILITA’ INTELLETTIVA IN CONDIZIONI DI BILINGUISMO Dott.ssa Mari R., Dott.ssa Bonucchi E. INTRODUZIONE: Nello studio viene indagato come l’applicazione degli strumenti della Comunicazione Aumentativa Alternativa possa essere utile per migliorare, in primo luogo, gli aspetti recettivi (ossia la comprensione della L2) in soggetti con disabilità intellettiva medio-grave, che vivono in condizioni di bilinguismo consecutivo-tardivo. L’ipotesi da cui si è partiti è che, per garantire un migliore adattamento al nuovo ambiente di vita, è prioritario migliorare, in questi soggetti, il livello di comprensione del contesto e del linguaggio. Una condizione inalienabile per garantire la riuscita di questa modalità di presa in carico è la conoscenza della storia pregressa dei ragazzi. Essa è stata recuperata tramite l’uso del mediatore culturale, ponendo attenzione agli stili educativi e alle modalità comunicative usate nel contesto familiare. Lo studio va ad indagare anche come, conseguentemente all’uso delle tecniche di C.A.A., possano migliorare le capacità relazionali e sociali dei bambini coinvolti nel progetto, con possibilità di prevenire disturbi psichici, psicologici e comportamentali che potrebbero insorgere successivamente a causa della difficoltà di comprensione del contesto. Il rispetto delle condizioni descritte soddisfa i criteri essenziali per garantire ai soggetti stranieri un’equità nel trattamento sanitario, poiché un tema centrale è quello di rendere accessibile il sistema di cura proposto a partire dalle diverse culture con cui si viene a contatto, (Linee Guida Nazionali 2008-2010, “Progetto migrazione e salute”, ISS). MATERIALI E METODI: I soggetti coinvolti nello studio sono stati bambini di età compresa tra i 6 e i 15 anni provenienti dal Pakistan e dalla Moldavia, con diagnosi di D.I. medio-grave associata a Sindromi Genetiche, PCI e caratterizzati da una totale o parziale assenza di linguaggio. Gli interventi di C.A.A. che sono stati pensati per questi soggetti prevedono l’uso di strumenti unaided della C.A.A. (linguaggio gestuale) e di strumenti aided di tipo low-tech (tabelle di comunicazione, agende giornaliere, quaderno dei resti) che sono stati personalizzati tenendo conto delle caratteristiche individuali dei diversi soggetti. Questi interventi sono stati condivisi con i principali contesti di vita dei bambini (scuola, famiglia),con i quali è stata costruita un’alleanza terapeutica basata sulla comprensione e sulla condivisone delle modalità di C.A.A. proposte e sul conseguente graduale cambiamento delle modalità comunicative usate abitualmente, a favore di una pragmatica che tenga conto degli stili comunicativi dei soggetti (pause lunghe, accentuazione della prosodia, uso di gesti sia indicativi sia referenziali in associazione al linguaggio verbale). RISULTATI: L’applicazione di questi progetti terapeutici individualizzati ha permesso di migliorare la comprensione del contesto da parte dei bambini, sia in termini di orientamento spaziale sia di comprensione della L2 (e della L1 in quei casi in cui si presentava una difficoltà di comprensione anche nella lingua madre). Inoltre l’introduzione degli strumenti di C.A.A. all’interno di giochi e attività in piccolo gruppo ha favorito lo sviluppo di quelle capacità di socializzazione, interazione e cooperazione che risultavano prima particolarmente deficitarie. I cambiamenti ottenuti sono stati valutati in relazione, non solo all’osservazione diretta da parte degli operatori sanitari, ma anche attraverso la raccolta di informazioni da parte di insegnanti, educatori e genitori facendo riferimento ai principi della Medicina Narrativa. CONCLUSIONI: L’intervento di C.A.A., in un soggetto con disabilità intellettiva medio-grave che vive in una situazione di bilinguismo, può essere considerato un metodo adeguato per supportare lo sviluppo linguistico e lo sviluppo delle capacità adattive al nuovo contesto di vita. Ciò è possibile soprattutto se è presente un ambiente scolastico che sostiene il mantenimento della L1, evitando di mettere in pratica processi di erosione linguistica, e se è stato possibile costruire un’alleanza con la famiglia al fine di permettere l’adeguata applicazione di un sistema di C.A.A., ponendo l’attenzione all’aspetto etico (rispetto delle altre culture), pragmatico (conoscenza reciproca tra operatori e famiglia) e tecnico (conoscenza dei problemi psicolinguistici e delle possibili conseguenze) della relazione terapeutica. Inoltre tale studio ha messo in luce come il bilinguismo non sia un elemento di rischio per un soggetto con disabilità intellettiva, analogamente a quanto è riconosciuto dalla comunità scientifica in relazione ai disturbi specifici di linguaggio e apprendimento. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE: BAKER, C., 2006. Foundations of bilingual education and bilingualism. 4th edition. Multilingual Matter Ltd BURKHART, L. J., 2007. Comunicazione Aumentativa Totale. Torino: Omega Edizioni CASTELLANI, A., et al., a cura di., 2010. La promozione della Salute Mentale nella Disabilità Intellettiva. Trento: Edizioni Erickson CONTENTO, S., a cura di., 2010. Crescere nel bilinguismo. Roma: Carocci Editore GAVA, M.L., 2007. La Comunicazione Aumentativa Alternativa tra Pensiero e Parola. Milano: Edizione Franco Angeli HARRISON-HARRIS, O., 2002. AAC, Literacy and Bilingualism. The ASHA Leader KAYSER, H., 2004. Biliteracy and Second Language Learners. The ASHA Leader PARADIS, J., GENESEE, F., CRAGO, M.B., 2011. Dual language development and disorders. 2th edition. Baltimore, Maryland: Brookes Publishing SARTI, P., 2002. Le prime facilitazioni al bambino con difficoltà di comunicazione. Auxilia TITOLO Intervento KEY-BOOKS: VOCABOLARI DI BASE DEI GESTI AUTORI Autori: Dott.ssa S. Gozzi , Dott.ssa R. Mari, Dott. C. Ruggerini Editore: AUXILIA s.a.s ENTE DI APPARTENENZA [email protected] Indirizzo E-mail Testo della relazione Introduzione Metodologia Conclusioni Alcuni bambini con deficit di linguaggio, possono spontaneamente sviluppare modalità mimiche e gestuali per integrare e ampliare la loro comunicazione. Essi fanno un uso più ampio del gesto rispetto ai loro compagni parlanti poiché questa modalità espressiva è per loro maggiormente accessibile. L’uso di una modalità mimico-gestuale per la comunicazione pone dei problemi di comprensibilità agli interlocutori non abituali del bambino. Un altro ostacolo che i bambini possono incontrare in questo loro sviluppo è rappresentato dall’assenza di un modello di comunicazione sociale cui fare riferimento, attingere e attraverso cui negoziare i significati linguistico-gestuali. I KEY-BOOKS nascono proprio allo scopo di facilitare il lavoro di ampliamento e selezione dei gesti ai caregivers del bambino e agli operatori di CAA. Questo strumento permette di avere una prima base di gesti da produrre in accompagnamento al parlato nelle comuni interazioni dialogiche quotidiane così come in interazioni di gioco e narrazione di storie, per offrire un modello “linguistico” integrato e la possibilità di un apprendimento indiretto di nuovi gesti L’accoppiamento al pittogramma è stato realizzato per creare una prima consuetudine, nell’adulto, al trasferimento anche grafico, del significato così da creare un “ponte” fra diverse modalità di rappresentazione che potranno essere adottate o spese nel modo più conveniente a seconda dei contesti e delle situazioni In conclusione modalità di comunicazione multimodali (parola-segno-immagine) possono favorire un ampliamento della competenza linguistica e di rappresentazione, particolarmente nei bambini privi di linguaggio. PAOLA SARTI, 2002. Le prime facilitazioni al bambino con difficoltà di Almeno 3 riferimenti comunicazione, Auxilia, Milano. Bibliografici J. DIXON, 2008. Facilitare la comunicazione nell’autismo: oltre 2600 immagini per comunicare a casa e a scuola, Erickson, Torino. CYNTHIA J.CRESS e CHRISTINA MARVIN, VOL. 19, n°4, 2003. (University of Nebraska-Lincoln, Nebraska,USA). Augmentative and Alternative Communication