I MISERABILI VOL. III
Questa Edizione è curata da
EBOOGLE
Ebook da mangiarsi con gli occhi
Visita il sito
www.eboogle.it
troverai i
migliori ebook per
la formazione, il benessere,
l’azienda, la scuola e
l’università
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
2
I MISERABILI VOL. III
SOMMARIO
PARTE QUINTA - GIOVANNI VALJEAN
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
5
3
I MISERABILI VOL. III
Victor Hugo
I MISERABILI
Volume III
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
4
I MISERABILI VOL. III
PARTE QUINTA - GIOVANNI VALJEAN
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
5
I MISERABILI VOL. III
Libro 1
LA GUERRA FRA QUATTRO MURI
1. CARIDDI NEL SOBBORGO SANT'ANTONIO E
SCILLA NEL SOBBORGO DEL TEMPIO
Le due barricate più memorabili, che l'osservatore delle
malattie sociali possa ricordare, non appartengono al
periodo in cui è collocata l'azione di questo libro. Quelle
due barricate, simboli tutt'e due, sotto due aspetti diversi,
d'una terribile situazione, sbucarono da sotto terra nella
fatale insurrezione del giugno 1848, la più grande guerra
per le vie che abbia mai visto la storia.
Accade talvolta che anche contro i princìpi, anche contro la
libertà, l'uguaglianza e la fratellanza, anche contro il
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
6
I MISERABILI VOL. III
suffragio universale, anche contro il governo popolare, dal
fondo delle sue angosce, dei suoi scoraggiamenti, delle sue
privazioni, delle sue febbri, delle sue miserie, dei suoi
miasmi, delle sue ignoranze, delle sue tenebre, quella
grande disperata, che è la canaglia, protesti, e la plebaglia
dia battaglia al popolo.
I pezzenti assaltano il diritto comune; l'oclocrazia insorge
contro la democrazia.
Sono giornate lugubri, perché c'è sempre un pizzico di
diritto anche in quella demenza, un pizzico di suicidio in
quel duello; e le parole accattoni, canaglia, oclocrazia,
plebe, che vorrebbero essere altrettante ingiurie,
dimostrano, ahimé! la colpa di chi regna piuttosto che
quella dei diseredati.
Dal canto nostro, non pronunciamo mai queste parole
senza dolore e senza rispetto, poiché, quando la filosofia
investiga i fatti a cui esse corrispondono, vi trova spesso
molte grandezze accanto alle miserie. Atene era
un'oclocrazia; i pezzenti hanno fatto l'Olanda; la plebaglia
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
7
I MISERABILI VOL. III
salvò più d'una volta Roma, e la poveraglia seguiva Gesù
Cristo.
Non c'è pensatore che non abbia talvolta contemplato le
magnificenze delle infime classi. A quella poveraglia, a
tutta quella povera gente, a tutti quei vagabondi, e a tutti
quei miserabili da cui sorsero gli apostoli e i martiri,
pensava san Girolamo quando diceva quella parola
misteriosa: "Fex urbis, lex orbis". Le esasperazioni della
folla che soffre e sanguina, le sue insensate violenze contro
i princìpi che informano la sua vita, il ricorso alla forza
contro il diritto, sono colpi di stato popolari e devono
essere repressi. L'uomo probo si sacrifica e combatte la
folla proprio per amore di essa. Ma come la trova scusabile
pur tenendole testa! Come la venera pur resistendole! E'
uno di quei rari momenti in cui, pur facendo ciò che è
doveroso, si sente qualcosa che sconcerta e quasi
sconsiglia di andare oltre; si persiste, se è necessario; però
la coscienza soddisfatta è triste, e il compimento del
dovere si unisce alla stretta del cuore.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
8
I MISERABILI VOL. III
Il giugno 1848, affrettiamoci a dichiararlo, fu un
avvenimento a sé, quasi impossibile a essere classificato
nella filosofia della storia. Tutte le parole vanno messe da
parte quando si parla di quella straordinaria sommossa,
nella quale si sentì la santa istanza del lavoro che
reclamava i suoi diritti. La si dovette combattere, ed era un
dovere, perché attaccava la Repubblica; ma, in fondo, che
cosa fu il giugno 1848? Una rivolta del popolo contro se
stesso.
Quando non si perde di vista l'argomento, non ci sono
digressioni; sia dunque concesso di richiamare l'attenzione
del lettore sulle due barricate assolutamente uniche, di cui
abbiamo parlato e che caratterizzano l'insurrezione.
Una sbarrava l'ingresso del sobborgo di Sant'Antonio,
l'altra difendeva le vicinanze del sobborgo del Tempio.
Quelli che sotto il luminoso cielo azzurro di giugno videro
sorgersi davanti quei due terribili capolavori della guerra
civile, non li dimenticheranno mai.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
9
I MISERABILI VOL. III
La barricata Sant'Antonio era mostruosa; era alta tre piani
e larga settecento piedi. Sbarrava da un angolo all'altro la
vasta imboccatura del sobborgo, vale a dire tre vie.
Franosa, frastagliata, dentellata, seghettata, scanalata da
una immensa fenditura, rafforzata da contrafforti che erano
altrettanti bastioni, con delle punte qua e là, potentemente
addossata ai due grandi promontori di case del sobborgo,
essa sorgeva come una costruzione ciclopica in fondo alla
formidabile piazza che ha visto il 14 luglio. Altre diciannove
barricate erano disposte nelle vie dietro quella barricata
madre, la cui sola vista faceva capire che nel sobborgo
l'immensa sofferenza era arrivata al punto estremo in cui
un'angoscia sta per diventare una catastrofe. Di che era
fatta quella barricata? Delle macerie di tre case a sei piani
demolite apposta, dicevano alcuni. Del prodigio di tutte le
collere, dicevano gli altri. Aveva il deplorevole aspetto di
tutte le costruzioni dell'odio: la rovina. Si poteva chiedere:
- Chi ha costruito questo? - e si poteva chiedere pure: Chi ha distrutto questo? - Era l'improvvisazione della
rivolta. Guarda:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
10
I MISERABILI VOL. III
quell'imposta, quel cancello, quel tavolato quello stipite,
quel caldano rotto, quella marmitta fessa. Date tutto,
buttate tutto!
spingete, rotolate, abbattete,smantellate,sconvolgete,
rovesciate tutto. Era la collaborazione della pietra, della
lastra, della trave, della sbarra di ferro, del cencio, del
vetro infranto, della sedia spagliata, del torso di cavolo,
dello strofinaccio, dello straccio e della maledizione. Era il
grandioso e il meschino. Era l'abisso parodiato dalla
confusione. Era la massa accanto all'atomo, il pezzo di
muro divelto e la scodella infranta; una minacciosa
fratellanza di tutti i rottami; Sisifo vi aveva gettato la sua
roccia, Giobbe il suo coccio. Terribile, insomma. Era
l'acropoli degli scalzacani. Alcuni carretti rovesciati
frastagliavano la scarpata; un carrettone immenso era
messo di traverso, con l'asse rivolta al cielo, e sembrava
una ferita su quella facciata tumultuosa; un omnibus issato
allegramente a forza di braccia in cima al cumulo, come se
gli architetti di quella costruzione selvaggia avessero voluto
aggiungere il monellesco al terribile, porgeva il timone a
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
11
I MISERABILI VOL. III
non si sapeva quali cavalli dell'aria. Quel gigantesco
ammasso, quell'alluvione della sommossa faceva pensare a
un gigantesco sovrapporsi di tutte le rivoluzioni; il '93
sull'89, il 9 termidoro sul 10 agosto, il 18 brumaio sul 21
gennaio, il vendemmiale sul pratile, il 1848 sul 1830. Il
luogo ne valeva la pena, e quella barricata era degna di
apparire nello stesso posto da cui era scomparsa la
Bastiglia. Se l'oceano formasse delle dighe, le costruirebbe
così. Su quel deforme affastellamento era impressa la furia
dei flutti. Quali flutti? La folla. Pareva di vedere un tumulto
pietrificato; pareva di sentir ronzare, al di sopra di quella
barricata, come se avessero là il loro alveare, le enormi api
tenebrose del progresso violento. Era una sterpaglia?
un baccanale? una fortezza? Sembrava costruita a colpi
d'ala dalla vertigine. C'era qualcosa della cloaca in quella
ridotta, e qualcosa di olimpico in quello scompiglio. Si
vedevano in quel disordine pieno di disperazione travi di
tetti, pezzi di mansarde con la loro tappezzeria di carta a
colori, invetriate di finestre con tutti i vetri, piantate tra le
macerie in attesa del cannone, fumaioli smantellati,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
12
I MISERABILI VOL. III
armadi, tavole, banchi, una confusione urlante, e quelle
mille miserabili cose, rifiuti dello stesso mendicante, che
contengono insieme qualcosa di furibondo e di
insignificante. Si sarebbe detto che fosse il cenciume d'un
popolo, cenciume di legno, di ferro, di bronzo, di pietra e
che il sobborgo Sant'Antonio lo avesse buttato là, alla sua
porta, con una colossale scopa, formando con la sua
miseria la sua barricata.
Massi simili a ceppi patibolari, catene spezzate, cavalletti di
legno che parevano forche, ruote orizzontali sporgenti dalle
macerie, aggiungevano a quell'edificio dell'anarchia la tetra
immagine dei vecchi supplizi sofferti dal popolo. La
barricata Sant'Antonio si faceva arma di tutto; tutto quello
che la guerra civile può scagliare sul capo della società
usciva da essa; non era un combattimento, ma un
parossismo; le carabine che difendevano quella ridotta, e
fra esse anche alcuni tromboni, lanciavano cocci di
terraglia, ossicini e persino rotelline di comodini da notte:
proiettili pericolosi per via del rame. Quella barricata era
forsennata; lanciava nel cielo un clamore inesprimibile; in
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
13
I MISERABILI VOL. III
certi momenti, provocando l'esercito, si copriva di folla e di
tempesta; una moltitudine di teste infiammate la
coronava; un brulichio la riempiva; aveva una cresta
spinosa di fucili, di sciabole, di bastoni, di scuri, di picche,
di baionette; una grande bandiera rossa sbatteva al vento;
vi si udivano grida di comando, canzoni di battaglia, rulli di
tamburi, singhiozzi di donne, e le tenebrose risate dei
morti di fame. Era smisurata e vivente; e da essa, come
dal dorso d'un animale elettrico, usciva uno scoppiettio di
fulmini. Il genio della rivoluzione copriva con la sua nube
quella cima su cui brontolava quella voce di popolo che
somigliava alla voce di Dio; una maestà strana emanava da
quella titanica gerla di macerie. Era un mucchio di lordure
ed era il Sinai.
Come abbiamo detto più su, essa assaliva in nome della
Rivoluzione. Chi? la Rivoluzione. Quella barricata, ossia il
caso, lo smarrimento, il malinteso, l'ignoto, aveva di fronte
l'assemblea costituente, la sovranità del popolo, il suffragio
universale, la nazione, la Repubblica; era la "Carmagnola"
che sfidava la "Marsigliese".
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
14
I MISERABILI VOL. III
Sfida insensata, ma eroica, poiché quel vecchio sobborgo è
un eroe.
Il sobborgo e la sua ridotta si prestavano man forte: il
sobborgo s'appoggiava alla ridotta, la ridotta si addossava
al sobborgo. La vasta barricata si stendeva come una
scogliera, contro la quale andava a infrangersi la strategia
dei generali d'Africa. Le sue caverne, le sue escrescenze, le
sue verruche, le sue gibbosità facevano le boccacce, per
così dire, e ghignavano sotto il fumo.
La mitraglia svaniva nell'informe; le palle vi si affondavano,
inghiottite, inabissate; le palle riuscivano solo a fare dei
buchi; a che serve cannoneggiare il caos? E i reggimenti,
abituati alle più selvagge visioni di guerra, guardavano con
occhio inquieto quella ridotta che era come una bestia
feroce, irsuta come un cinghiale, enorme come una
montagna.
A un quarto di lega, dall'angolo della via del Tempio che
sbocca sul boulevard presso lo Chateau d'Eau, se si
sporgeva avidamente la testa fuori della punta formata
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
15
I MISERABILI VOL. III
dalla vetrina del magazzino Dallemagne, si scorgeva
lontano, al di là del canale, nella via che sale le rampe di
Belleville, al punto culminante della salita, una muraglia
strana che giungeva al secondo piano della facciata, specie
di tratto d'unione delle case di destra con quelle di sinistra,
come se la via avesse ripiegato da sé il suo muro più alto
per chiudersi bruscamente. Quel muro era fatto di selci, e
si ergeva diritto, freddo, perpendicolare, livellato con la
squadra, tirato con l'archipenzolo. Mancava il cemento, è
vero, ma, come in certe costruzioni romane, la rigidità
architettonica non era turbata. Dall'altezza se ne
indovinava lo spessore. La sommità era matematicamente
parallela alla base. A tratti sulla sua superficie grigia, si
distinguevano delle feritoie quasi invisibili, che
somigliavano a fili neri; erano separate le une dalle altre da
spazi regolari. La via era deserta a perdita d'occhio; tutte
le finestre e tutte le porte erano chiuse. In fondo si ergeva
quello sbarramento che faceva della via un angiporto;
muro immobile e tranquillo; non vi si vedeva nessuno, non
vi si udiva nulla; non un grido, non un rumore, non un
soffio. Un sepolcro.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
16
I MISERABILI VOL. III
L'accecante sole di giugno inondava di luce quella scena
terribile.
Era la barricata del sobborgo del Tempio.
Appena giunti sul terreno e vedutala, era impossibile,
anche ai più audaci, non diventare pensosi davanti a
quell'apparizione misteriosa. Era aggiustata, incastrata,
levigata, rettilinea, simmetrica e funebre. C'era la scienza e
c'erano le tenebre. Si sentiva che il capo di quella barricata
era un geometra o uno spettro. Guardandola si parlava
sottovoce.
Se qualcuno, soldato, ufficiale o rappresentante del popolo,
si arrischiava ad attraversare la via deserta, si udiva un
sibilo acuto e leggero, e il passante cadeva ferito o morto,
o se sfuggiva, si vedeva penetrare in una imposta chiusa,
in una connessura di selci, nell'intonaco d'un muro una
pallottola e qualche volta un biscaglino, poiché i difensori
della barricata s'erano fatti due cannoncini con due tubi di
ferro del gas, chiusi a un'estremità con argilla e stoppa.
Non facevano spreco inutile di polvere. Quasi tutti i colpi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
17
I MISERABILI VOL. III
andavano a segno. C'erano qua e là dei cadaveri, e pozze
di sangue sul lastricato. Mi ricordo d'una farfalla che
svolazzava su e giù per la via. L'estate non abdica mai.
Nei dintorni, gli androni, erano ingombri di feriti.
Si era sorvegliati da qualcuno che restava invisibile e si
capiva che tutta la strada era presa di mira.
I soldati della colonna d'assalto, ammassati dietro quella
specie di schiena d'asino formata dal ponte del canale
all'ingresso del sobborgo del Tempio, osservavano gravi e
pensosi quella lugubre ridotta, quella immobilità, quella
impassibilità, da cui veniva la morte. Alcuni strisciavano col
ventre a terra fino alla curva del ponte, attenti a non
mostrare il loro chepì.
Il valoroso colonnello Monteynard ammirava fremendo
quella barricata. - "Com'è costruita bene!" - diceva a un
deputato. "Non un ciottolo che sporga; sembra di
porcellana". - In quel momento una palla gli spezzò la
croce sul petto e cadde.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
18
I MISERABILI VOL. III
- Vili! - dicevano. - Ma si mostrino dunque! si lascino
vedere!
non osano, si nascondono! - La barricata del sobborgo del
Tempio, difesa da ottanta uomini, assalita da diecimila,
resistette tre giorni. Al quarto si fece come a Zaatcha e a
Costantina, si fecero delle brecce nelle case, si calarono dai
tetti, e la barricata fu presa. Neppure uno degli ottanta vili
pensò di fuggire; furono uccisi tutti, eccetto il capo,
Barthélemy, di cui parleremo tra breve.
La barricata Sant'Antonio era il rombo dei tuoni, quella del
Tempio il silenzio: c'era tra queste due ridotte la differenza
che esiste tra il formidabile e il sinistro; l'una sembrava
una gola, l'altra una maschera.
Ammesso che la gigantesca e tenebrosa insurrezione del
giugno fosse composta d'una collera e d'un enigma, nella
prima barricata si sentiva il drago e dietro la seconda la
sfinge.
Queste due fortezze erano state costruite da due uomini
chiamati l'uno Cournet, l'altro Barthélémy: Cournet aveva
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
19
I MISERABILI VOL. III
fatto la barricata Sant'Antonio, Barthélémy quella del
Tempio, e ognuna era l'immagine del suo artefice.
Cournet era di alta statura, con le spalle larghe, la faccia
rubiconda, il pugno robusto, il cuore ardimentoso, l'anima
leale, l'occhio sincero e terribile. Intrepido, energico,
irascibile, tempestoso; l'uomo più cordiale, il più
formidabile combattente.
La guerra, la lotta, la mischia erano la sua aria respirabile e
lo mettevano di buon umore. Era stato ufficiale di marina,
e dal gesto e dalla voce s'indovinava che usciva dall'oceano
e veniva dalla tempesta; continuava la burrasca nella
battaglia. Tranne il genio, c'era in Cournet qualcosa di
Danton, come, tranne la divinità, c'era in Danton qualcosa
di Ercole.
Barthélémy, magro, sparuto, pallido, taciturno era una
specie di monello tragico che, schiaffeggiato da una
guardia di polizia, l'attese, l'uccise, e a diciassette anni fu
mandato in galera.
Quando ne uscì, costruì quella barricata.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
20
I MISERABILI VOL. III
Più tardi, cosa fatale, a Londra, proscritti tutti e due,
Barthélémy uccise Cournet. Fu un duello funebre. Qualche
tempo dopo, preso nell'ingranaggio d'una di quelle
misteriose avventure in cui vi si immischia la passione,
catastrofi nelle quali la giustizia francese vede delle
circostanze attenuanti e l'inglese vede solo la morte,
Barthélémy fu impiccato. Il tetro edificio sociale è così fatto
che, grazie alle privazioni materiali e all'oscurità morale,
quell'essere sventurato che conteneva un'intelligenza
certamente solida, forse grande, cominciò col bagno in
Francia e finì con la forca in Inghilterra. Barthélémy, in
tutte le occasioni, innalzava una sola bandiera: quella nera.
2. CHE FARE NELL'ABISSO SE NON CHIACCHIERARE?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
21
I MISERABILI VOL. III
Sedici anni valgono qualcosa nella silenziosa educazione
della sommossa, e il giugno 1848 la sapeva più lunga del
giugno 1832.
Per questo a paragone delle due barricate colossali che
abbiamo or ora descritte, quella della via Chanvrerie non
era che un abbozzo, un embrione; però, per quell'epoca,
era formidabile.
Gli insorti, sotto l'occhio di Enjolras, poiché Mario non
guardava più nulla, avevano approfittato della notte. La
barricata era stata non solo riparata, ma accresciuta,
rialzata di due piedi.
Alcune spranghe di ferro infisse tra le pietre somigliavano a
lance in resta; ogni sorta di rottami portati da tutte le parti
aumentavano il groviglio esteriore. La ridotta era stata
magistralmente rifatta come un muro di dentro e come un
roveto di fuori.
Avevano riattato la scala di selci che permetteva di
montarvi su come ad un muro di cittadella.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
22
I MISERABILI VOL. III
Avevano riordinato anche l'interno della barricata,
sgombrato la sala al pianterreno, trasportato l'ambulatorio
in cucina, compiuto la bendatura ai feriti, raccolto la
polvere sparsa per terra e sulle tavole, avevano fuso altre
palle, fabbricato altre cartucce, ripulito tutto, spazzato i
rottami, rimosso i cadaveri.
Questi ultimi vennero ammucchiati nel vicolo Mondétour,
che era libero, e il cui selciato restò per molto tempo
insanguinato. Fra i morti c'erano quattro guardie nazionali.
Enjolras fece porre in disparte le loro divise.
Enjolras aveva consigliato due ore di sonno, e un suo
consiglio era un ordine; tuttavia solo tre o quattro ne
approfittarono.
Feuilly impiegò quelle due ore a incidere sul muro
dirimpetto alla bettola questa iscrizione:
"VIVA I POPOLI!" Queste tre parole, incise nella pietra con
un chiodo, si leggevano ancora nel 1848.
Le tre donne avevano profittato della tregua notturna per
scomparire definitivamente; il che permise agli insorti di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
23
I MISERABILI VOL. III
respirare con maggior libertà. Erano riuscite a rifugiarsi in
una casa vicina.
La maggior parte dei feriti potevano e volevano ancora
combattere.
Nella cucina trasformata in ambulatorio, sopra materassi e
mucchi di paglia, c'erano cinque uomini feriti gravemente,
tra cui due guardie municipali, che vennero medicate per
prime.
Nella sala al pianterreno rimasero solo Mabeuf sotto il suo
drappo nero e Javert legato al palo.
- Questa è la sala mortuaria, - disse Enjolras.
In fondo a questa sala rischiarata appena da una candela,
c'era la tavola col morto che, stando dietro al palo come
una sbarra orizzontale, formava una grande croce che
andava da Javert in piedi a Mabeuf disteso.
Il timone dell'omnibus, benché spezzato dalla fucileria,
sporgeva ancora abbastanza per potervi attaccare una
bandiera.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
24
I MISERABILI VOL. III
Enjolras, che possedeva la qualità del capo di far sempre
quello che diceva, appese a quell'asta l'abito bucherellato e
insanguinato del vegliardo ucciso.
Non era possibile nessun pasto. Non c'era né pane né
carne. Da sedici ore che erano là, i cinquanta uomini della
barricata avevano esaurito le scarse provvigioni della
bettola. A un dato momento, ogni barricata che resiste
diventa inevitabilmente la zattera della Medusa. Bisognò
rassegnarsi alla fame. Si era alle prime ore di quella
giornata spartana del 6 giugno, quando nella barricata
Saint-Merry, Jeanne circondata da insorti che chiedevano
pane, rispondeva, a tutti i combattenti: - A che serve?
Sono le tre; alle quattro saremo morti.
Non essendo più possibile mangiare, Enjolras proibì di
bere:
interdì il vino e razionò l'acquavite.
In cantina avevano trovato una quindicina di bottiglie
piene, suggellate ermeticamente. Enjolras e Combeferre le
esaminarono e quest'ultimo risalendo disse: - Sono vecchi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
25
I MISERABILI VOL. III
rimasugli di papà Hucheloup, che faceva il droghiere. Deve essere vino schietto, - osservò Bossuet. - Fortuna che
Grantaire dorme: se fosse sveglio dureremmo fatica a
salvare queste bottiglie. - Malgrado i mormorii, Enjolras
mise il suo veto sulle quindici bottiglie, e perché nessuno le
toccasse e venissero considerate come una cosa sacra, le
fece collocare sotto la tavola su cui giaceva Mabeuf.
Verso le due del mattino si contarono: erano ancora in
trentasette.
Cominciava a spuntare l'alba. Avevano spento la torcia già
ricollocata nel suo alveo di pietre. L'interno della barricata,
quella specie di cortiletto sulla via, era immerso nelle
tenebre e somigliava, attraverso il vago orrore
crepuscolare, al ponte di una nave disalberata. I
combattenti che vi si muovevano sembravano fantasmi
neri. Al di sopra di quel terribile nido di ombre si
abbozzavano lividamente i piani delle case mute; in alto,
pallidi, i fumaioli. Il cielo aveva quella graziosa sfumatura
indecisa, che è forse il bianco ed è forse l'azzurro; gli
uccelli vi volavano con grida festose; l'alta casa che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
26
I MISERABILI VOL. III
formava il fondo della barricata, essendo volta a levante,
aveva sul tetto un lieve riflesso roseo. Il vento mattinale
agitava al finestrino del terzo piano i capelli grigi sulla testa
dell'ucciso.
- Sono contento che abbiano spento la torcia - disse
Courfeyrac a Feuilly; - quella fiamma che tremolava al
vento mi dava noia; pareva che avesse paura. La luce delle
torce somiglia alla saggezza dei vili; rischiara male perché
trema.
L'alba risveglia le menti come gli uccelli; tutti discorrevano.
Joly, vedendo un gatto passeggiare sopra una gronda, ne
cavò uno sfogo filosofico:
- Cos'è il gatto? - diss'egli. - Un correttivo. Il buon Dio,
avendo creato il sorcio disse tra sé: - Ecco che ho
commesso una sciocchezza. - E creò il gatto, che è l'erratacorrige del sorcio.
Il sorcio, più il gatto, è la prova riveduta e corretta della
creazione.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
27
I MISERABILI VOL. III
Combeferre, circondato da studenti e da operai, parlava dei
morti, di Prouvaire, di Bahorel, di Mabeuf e anche di Le
Cabuc, e della severa tristezza di Enjolras:
- Armodio e Aristogitone, Bruto, Cherea, Stephanus,
Cromwell, Carlotta Corday, Sand, tutti dopo il colpo ebbero
il loro momento d'angoscia. Il nostro cuore è così fremente
e la vita umana è un tal mistero, che anche dopo un
omicidio civico, anche dopo un omicidio liberatore, se
esiste, il rimorso di aver ucciso un uomo supera la gioia
d'aver servito il genere umano.
E un minuto dopo - sono così i meandri dello scambio di
parole - per una transizione venuta dai versi di Prouvaire,
Combeferre comparava tra loro i traduttori delle Georgiche,
Raux con Cournand, Cournand con Delille, e specialmente i
prodigi della morte di Cesare; e per questa parola, Cesare,
il discorso tornò a Bruto.
- Cesare - diceva Combeferre - cadde giustamente.
Cicerone fu severo con Cesare, ed ebbe ragione; la sua
severità non è la diatriba. Quando Zoilo insulta Omero,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
28
I MISERABILI VOL. III
quando Mevio insulta Virgilio, quando Visé insulta Molière,
quando Pope insulta Shakespeare, quando Fréron insulta
Voltaire, si compie una vecchia legge d'invidia e di odio, i
geni attirano l'ingiuria, i grandi uomini eccitano sempre i
latrati. Ma tra Zoilo e Cicerone bisogna distinguere.
Cicerone è un giustiziere col pensiero, come Bruto con la
spada. Dal canto mio, biasimo la giustizia della spada; ma
l'antichità l'ammetteva. Cesare, violatore del Rubicone,
conferendo, come provenienti da lui, le dignità che
provenivano dal popolo, non alzandosi quando entrava il
Senato, faceva, come dice Eutropio, cose da re e quasi da
tiranno, "regia ac poene tyrannica". Era un grand'uomo;
tanto peggio, o tanto meglio: la lezione è più alta. Le sue
ventitré ferite mi commuovono meno dello sputo in fronte
a Gesù Cristo. Cesare è pugnalato dai senatori, Cristo è
schiaffeggiato dai servi. Dal maggiore oltraggio si sente il
Dio.
Bossuet, dominando dall'alto di un mucchio di selci quelli
che discorrevano, esclamava:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
29
I MISERABILI VOL. III
- O Cidateneo, o Mirrino, o Probalinto, a grazie dell'Eantide!
Oh!
chi m'insegnerà a pronunciare i versi d'Omero come un
greco di Laurio o di Edapteon!
3. RAGGI E OMBRE
Enjolras era andato a fare una ricognizione, uscendo per il
vicolo Mondétour e strisciando rasente le case.
Dobbiamo dire che gli insorti erano pieni di speranza. Il
modo con cui avevano respinto l'assalto notturno, faceva
loro quasi disprezzare anticipatamente l'assalto dell'alba: lo
aspettavano e ne sorridevano, sicuri del successo come
della giustizia della loro causa. D'altronde stava per arrivar
loro evidentemente un aiuto: ci contavano. Con quella
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
30
I MISERABILI VOL. III
facilità di profezia trionfante che è uno degli elementi di
forza del combattente francese, essi dividevano in tre fasi
certe la giornata che stava per cominciare:
alle sei del mattino la rivolta d'un reggimento "che era
stato lavorato"; a mezzogiorno, l'insurrezione di tutta
Parigi; al tramonto, la rivoluzione.
Si udiva la campana a stormo di Saint-Merry, che dal
giorno prima non aveva mai sostato un minuto; prova che
l'altra barricata, la grande, quella di Jeanne, resisteva
ancora.
Tutte queste speranze si comunicavano da un gruppo
all'altro con una specie di bisbiglio allegro e formidabile,
che somigliava al ronzio bellicoso d'un alveare di api.
Ricomparve Enjolras di ritorno dalla sua fosca passeggiata
d'aquila nell'oscurità esterna; ascoltò un momento tutta
quella gioia con le braccia incrociate e una mano sulla
bocca; poi, fresco e roseo nel biancore crescente del
mattino, disse:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
31
I MISERABILI VOL. III
- Tutta la guarnigione di Parigi vi è contro, e un terzo di
essa preme sulla vostra barricata; di più, la guardia
nazionale. Ho riconosciuto gli sciaccò del quinto di linea e i
gagliardetti della sesta legione. Sarete assaliti tra un'ora.
Quanto al popolo, ieri ha tumultuato, ma questa mattina
non si muove. Nulla da attendere, nulla da sperare, né un
sobborgo né un reggimento.
Siete abbandonati.
Queste parole caddero sul ronzio dei gruppi, con l'effetto
che fa su uno sciame la prima goccia del temporale. Tutti
rimasero muti.
Ci fu un momento d'inesprimibile silenzio nel quale si
sarebbe potuto sentir volare la morte. Fu un breve
momento.
Una voce dal fondo più oscuro dei gruppi, gridò ad
Enjolras:
- E sia. Solleviamo la barricata a venti piedi d'altezza e
restiamoci tutti. Cittadini! facciamo la protesta dei
cadaveri.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
32
I MISERABILI VOL. III
Dimostriamo che, se il popolo abbandona i repubblicani, i
repubblicani non abbandonano il popolo.
Simili parole che liberavano dalla penosa nube delle ansietà
individuali il pensiero di tutti, furono accolte con una
acclamazione entusiastica.
Non si è mai saputo il nome dell'uomo che parlò in tal
modo. Era qualche operaio ignoto, uno sconosciuto, un
dimenticato, un passante eroe, il grande anonimo che si
trova sempre a lato alle crisi umane e alle genesi sociali,
che al momento opportuno dice in modo solenne la parola
decisiva e svanisce nelle tenebre, dopo aver per un minuto
rappresentato il popolo e Dio nella luce di un lampo.
Quella risoluzione inesorabile era talmente nell'aria del 6
giugno 1832, che quasi alla stessa ora gli insorti della
barricata Saint- Merry cacciavano quel clamore rimasto
storico e raccolto nel processo: - Facciamoci uccidere qui
fino all'ultimo.
Come si vede, le due barricate, benché isolate,
comunicavano tra di loro.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
33
I MISERABILI VOL. III
4. CINQUE Dl MENO, UNO DI PIU'
Quando l'uomo qualunque che decretava "la protesta dei
cadaveri" ebbe parlato ed espresso la formula dell'anima
comune, da tutte le bocche uscì un grido di strana e
terribile soddisfazione, funebre per il significato, trionfale
per l'accento:
- Viva la morte! Restiamo qui tutti.
- Perché tutti? - chiese Enjolras.
- Tutti! tutti!
Enjolras riprese:
- La posizione è buona, la barricata è bella: trenta uomini
bastano. Perché sacrificarne quaranta?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
34
I MISERABILI VOL. III
Essi risposero:
- Perché nessuno vorrà andarsene.
- Cittadini - gridò Enjolras, e nella sua voce c'era una
vibrazione quasi irritata - la Repubblica non è abbastanza
ricca di uomini per fare inutili spese. La gloria è uno sciupo.
Se per alcuni il dovere consiste nell'andarsene, questo
dovere dev'essere compiuto come un altro.
Enjolras, l'uomo-principio, aveva sui suoi corregionari
quella specie di onnipotenza che si sviluppa dall'assoluto;
tuttavia, per quanto grande fosse quell'onnipotenza, ci
furono dei mormorii.
Capo fino alla punta delle unghie, Enjolras, vedendo che si
mormorava, insisté, riprendendo alteramente:
- Quelli che hanno paura di trovarsi in trenta soltanto, lo
dicano.
I mormorii raddoppiarono.
- Del resto - osservò una voce in un gruppo - andarsene è
facile a dire. La barricata è circondata.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
35
I MISERABILI VOL. III
- Non dalla parte dei Mercati - disse Enjolras. - La via
Mondétour è libera, e per la via dei Predicatori si può
raggiungere il mercato degli Innocenti.
- E là - riprese un'altra voce del gruppo - si è presi: si
casca in qualche pattuglione di fanteria o di guardia
nazionale. Vedono passare un uomo in camiciotto e in
berretto: - Da dove vieni tu?
Saresti mai della barricata? - Gli guardano le mani: Tu
odori di polvere. Fucilato.
Enjolras senza rispondere toccò Combeferre alla spalla e
tutti e due entrarono nella sala al pianterreno.
Uscirono dopo un momento, Enjolras portando sulle braccia
distese le quattro divise che aveva fatto mettere in
disparte, Combeferre dietro con le buffetterie e gli sciaccò.
- Con questa divisa - disse Enjolras - ci si può mescolare
nelle file e sfuggire. Ecco provveduto ad ogni modo per
quattro.
E gettò le uniformi sul suolo disselciato.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
36
I MISERABILI VOL. III
Lo stoico uditorio non si scosse. Allora Combeferre prese la
parola:
- Su via, bisogna avere un po' di pietà. Sapete di che si
tratta qui? Si tratta delle donne. Vediamo, ci sono sì o no le
mogli? ci sono sì o no i figlioli? ci sono sì o no delle madri
che ninnano col piede le culle e che hanno un mucchio di
bambini intorno? Chi di voi non ha mai visto il seno di una
nutrice alzi la mano. Ah!
voi volete farvi ammazzare. Anch'io che vi parlo lo voglio,
ma non voglio sentirmi intorno dei fantasmi di donne che si
torcono le braccia. Morite, sia pure, ma non fate morire. I
suicidi come quelli che si compiono qui sono sublimi; ma il
suicidio è ristretto, non ammette estensione, e appena
tocca i parenti, il suicidio si chiama assassinio. Pensate alle
testoline bionde e ai capelli bianchi. Ascoltate. Poc'anzi
Enjolras, me l'ha detto lui, ha visto sull'angolo di via del
Cigno una povera finestra al quinto piano rischiarata da
una candela, e sul vetro l'ombra vacillante d'una testa di
vecchietta, che pareva avesse passato la notte ad
aspettare. Forse è la madre di uno di voi. Ebbene se ne
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
37
I MISERABILI VOL. III
vada colui, si affretti di andare a dire a sua madre: Eccomi, mamma! - E sia tranquillo, quello che s'ha da fare
qui si farà lo stesso. Quando col lavoro si sostengono i
propri cari; non si ha più il diritto di sacrificarsi; sarebbe un
disertare la famiglia.
E quelli che hanno le figliole! e quelli che hanno le sorelle!
Ci pensate? Voi vi fate uccidere, eccovi morti, sta bene; e
domani?
Delle ragazze che non hanno pane, è una cosa terribile.
L'uomo mendica, la donna si vende. Oh! quelle vezzose
creature così graziose e così tenere, con le cuffiette
infiorate, che cantano, cinguettano, riempiono la casa di
castità, che sono un profumo vivente, che dimostrano
l'esistenza degli angeli nel cielo con la purezza delle vergini
sulla terra, quella Giannina, quella Lisetta, quella Mimì,
quelle adorabili e oneste creature che formano la vostra
benedizione e il vostro orgoglio, mio Dio, avranno fame!
Che volete che vi dica? C'è un mercato di carne umana; e
non certo con le vostre mani di ombre, frementi intorno a
esse, impedirete loro di entrarci! Pensate alla via, pensate
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
38
I MISERABILI VOL. III
al lastrico coperto di passanti, pensate alle botteghe
dinanzi alle quali le donne scollacciate vanno su e giù nel
fango. Quelle donne furono pure anch'esse. Pensi alle sue
sorelle, chi ne ha. La miseria, la prostituzione, le guardie di
polizia, San Lazzaro, ecco dove vanno a cadere quelle belle
fanciulle così delicate, quelle fragili meraviglie di pudore, di
gentilezza e di bellezza, più fresche dei lilla nel mese di
maggio. Ah! voi vi siete fatti uccidere! ah! non siete più là!
Sta bene: avete voluto sottrarre il popolo alla monarchia e
abbandonate le vostre figlie alla polizia! Amici, badate,
abbiate compassione! Non avete l'abitudine di pensare
troppo alle donne, alle sventurate donne. Vi fidate perché
non hanno ricevuto l'educazione dell'uomo, perché si
impedisce loro di leggere, di pensare, di occuparsi di
politica; ma impedirete loro di recarsi questa sera alla
morgue a riconoscere i vostri cadaveri? Vediamo, è
necessario che quelli che hanno famiglia siano buoni figlioli,
e ci diano una stretta di mano, e se ne vadano, ci lascino
qui soli a fare quello che c'è da fare. Lo so che ci vuole
coraggio per andarsene, che è una cosa difficile, ma è
tanto più meritoria. Voi dite: - Ho un fucile, sono alla
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
39
I MISERABILI VOL. III
barricata; tanto peggio, ci resto. Si fa presto a dire tanto
peggio. Amici miei c'è un domani; voi non ci sarete a quel
domani, ma le vostre famiglie ci saranno. E quanti
patimenti! Ecco qua un piccino grazioso e sano, che ha le
guance, come due mele, che ciancia, cinguetta, garrisce e
ride, che sentiamo fresco sotto il braccio: sapete che cosa
diventa quando è abbandonato? Ne ho visto uno proprio
piccino, alto così. Suo padre era morto. Una povera
famiglia lo raccolse per carità, ma non aveva pane per sé,
e il piccino aveva sempre fame. Era d'inverno. Il bimbo non
piangeva. S'avvicinava alla stufa, in cui non c'era mai
fuoco, il cui tubo era saldato con la creta; staccava con i
suoi ditini un po' di quella creta e la mangiava. Aveva il
respiro rauco, il volto livido, le gambe flosce, il ventre
grosso; non diceva mai nulla; se gli parlavano, non
rispondeva. Morì. Lo portarono a morire all'ospizio Necker,
ove io ero interno, e dove lo vidi.
Ora, se ci sono dei padri tra voi, dei padri per cui è una
felicità passeggiare la domenica tenendo nella loro buona
mano robusta la manina del loro figliolo, ciascuno di quei
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
40
I MISERABILI VOL. III
padri si raffiguri in quel piccino il suo. Quel povero piccino,
me lo ricordo, mi sembra di vederlo, nudo sulla tavola
anatomica, con le costole che formavano dei rialzi nella
pelle, come le fosse nell'erba di un cimitero. Trovarono nel
suo stomaco una specie di fanghiglia e della cenere tra i
denti. Su via, mettiamoci una mano sulla coscienza e
prendiamo consiglio dal nostro cuore. Le statistiche
constatano che la mortalità dei fanciulli abbandonati è del
cinquanta per cento. Si tratta delle mogli, ripeto, delle
madri, delle giovinette, dei bimbi. Vi si parla di voi, forse?
Sappiamo bene chi siete, sappiamo bene che siete tutti
coraggiosi, per Dio!; sappiamo bene che avete tutti
nell'anima la gioia e la gloria di dare la vita per la grande
causa; sappiamo bene che vi sentite chiamati a morire
utilmente e magnificamente, che ciascuno di voi ci tiene
alla sua parte di trionfo. Benissimo. Ma voi non siete soli a
questo mondo. Ci sono altre creature a cui dovete pensare;
non dovete essere egoisti.
Tutti chinarono la testa con aria cupa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
41
I MISERABILI VOL. III
Strane contraddizioni del cuore umano nelle sue ore più
sublimi!
Combeferre, che parlava così, non era orfano; si ricordava
delle madri degli altri e dimenticava la propria. Andava a
farsi uccidere, era "egoista".
Mario, digiuno, febbricitante, successivamente
abbandonato da tutte le speranze, naufragato nel dolore, e
più cupo dei naufragi, saturo di emozioni violente,
sentendo venir la fine, s'era sempre più sprofondato in
quello stupore visionario che precede sempre l'ora fatale
volontariamente accettata.
Un fisiologo avrebbe potuto studiare in lui i sintomi
crescenti di quell'assopimento febbrile conosciuto e
classificato dalla scienza, che sta al dolore come la voluttà
al piacere. Anche la disperazione ha le sue estasi. Mario
era a quel punto. Assisteva a tutto come dal di fuori: come
abbiamo già detto, le cose che accadevano sotto i suoi
occhi gli sembravano lontane; scorgeva l'insieme, ma i
particolari gli sfuggivano; vedeva gli altri andare e venire
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
42
I MISERABILI VOL. III
attraverso un fiammeggiamento; udiva le voci come dal
fondo d'un abisso.
Tuttavia quella scena lo commosse; c'era in essa una punta
che penetrò sino a lui e lo risvegliò. Non aveva che un'idea,
morire, e non voleva distrarsene; ma nel suo funebre
sonnambulismo pensò che, pur perdendosi, non gli era
vietato di salvare qualcuno.
Prese la parola:
- Enjolras e Combeferre hanno ragione; niente sacrifici
inutili; mi unisco a essi, e bisogna far presto. Combeferre
vi ha detto delle cose decisive: tra voi ci sono di quelli che
hanno famiglia, che hanno madre, sorelle, moglie, figli;
questi, escano dalle file.
Nessuno si mosse.
- Gli ammogliati e i sostegni di famiglia fuori dalle file!
ripeté Mario.
Godeva grande autorità: se Enjolras era il capo della
barricata egli ne era il salvatore.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
43
I MISERABILI VOL. III
- Ve l'ordino - gridò Enjolras.
- Ve ne prego - disse Mario.
Allora, agitati dalla parola di Combeferre, scossi dall'ordine
di Enjolras, commossi dalla preghiera di Mario, quegli
uomini eroici cominciarono a denunciarsi l'un l'altro. - E'
vero, disse un giovanotto a un uomo maturo, tu sei padre
di famiglia, vattene. - Tu piuttosto, rispose l'uomo, che
mantieni due sorelle. - E scoppiò una lotta inaudita;
nessuno voleva farsi mettere alla porta dalla morte.
- Affrettiamoci! - disse Courfeyrac - tra un quarto d'ora non
saremo più in tempo.
- Cittadini - riprese Enjolras - qui siamo in repubblica e
regna il suffragio universale. Designate voi stessi quelli che
devono allontanarsi.
Obbedirono, e dopo pochi minuti cinque erano
unanimemente destinati e uscivano dalle file.
- Sono cinque! - esclamò Mario.
Le divise erano soltanto quattro.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
44
I MISERABILI VOL. III
- Ebbene - risposero i cinque - è necessario che uno resti.
E fu allora che la generosa contesa ricominciò.
- Tu hai una moglie che ti ama. - Tu hai la tua vecchia
mamma. Tu non hai più né padre né madre, che sarà dei
tuoi tre fratellini? - Tu sei padre di cinque bambini. - Tu hai
diritto di vivere; hai diciassette anni, è troppo presto.
Quelle grandi barricate rivoluzionarie erano appuntamenti
di eroismi; l'inverosimile vi diventava naturale, e quegli
uomini non si meravigliavano gli uni degli altri.
- Fate presto - ripeté Courfeyrac.
Dai gruppi si gridò a Mario:
- Designate voi quello che deve rimanere.
- Sì - dissero i cinque - scegliete: noi vi obbediremo.
Mario non credeva gli fosse più possibile un'emozione;
pure, all'idea di dover scegliere un uomo per la morte,
tutto il sangue gli rifluì al cuore. Avrebbe impallidito, se
avesse potuto impallidire ancora.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
45
I MISERABILI VOL. III
Si avanzò verso i cinque che gli sorridevano; ciascuno, con
nell'occhio quella gran fiamma che si vede in fondo alla
storia sulle Termopili, gli gridava:
- Io! io! io!
Mario, stupidamente, li contò; erano sempre cinque; poi
chinò gli occhi sulle quattro divise.
In quell'istante una quinta divisa cadde, come dal cielo,
sulle altre quattro.
Il quinto uomo era salvo.
Mario alzò gli occhi e riconobbe il signor Fauchelevent.
Valjean era entrato allora nella barricata.
Fosse per informazioni prese, fosse istinto, fosse caso, egli
giungeva per il vicolo Mondétour: grazie alla sua divisa di
guardia nazionale, era passato facilmente.
La vedetta posta dagli insorti nel vicolo Mondétour non
credette di dover dare l'allarme per una sola guardia
nazionale; l'aveva lasciato entrare nella via pensando: EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
46
I MISERABILI VOL. III
Probabilmente è un rinforzo, o alla peggio un prigioniero. Il momento era troppo grave, perché la sentinella potesse
distrarsi dal suo dovere e dal suo posto d'osservazione.
Nel momento in cui Valjean era entrato nella ridotta
nessuno l'aveva notato, poiché tutti gli sguardi erano fissi
sui cinque prescelti e sulle quattro divise. Egli invece aveva
visto e compreso, e spogliatosi silenziosamente dell'abito,
l'aveva gettato sugli altri.
L'emozione fu indescrivibile.
- Chi è quell'uomo? - chiese Bossuet.
- E' un uomo che salva gli altri - rispose Combeferre.
Mario aggiunse con voce grave:
- Io lo conosco.
Quella garanzia bastava a tutti.
Enjolras si volse a Valjean:
- Cittadino, siate il benvenuto.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
47
I MISERABILI VOL. III
E aggiunse:
- Saprete che stiamo per morire.
Valjean, senza rispondere, aiutò l'insorto, a cui salvava la
vita, a indossare la sua divisa.
5. QUALE ORIZZONTE SI VEDA DALL'ALTO DELLA
BARRICATA.
In quell'ora fatale e in quel luogo inesorabile, la situazione
di tutti aveva come risultante e come culmine la malinconia
suprema di Enjolras.
Egli aveva in sé la pienezza della rivoluzione; pure era
incompleto, per quanto può esserlo l'assoluto; somigliava
troppo a Saint-Just e non abbastanza ad Anacarsi Clotzx.
Tuttavia nella società degli amici dell'A B C la sua mente
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
48
I MISERABILI VOL. III
aveva finito col subire una certa influenza delle idee di
Combeferre; da qualche tempo, usciva a poco a poco dalla
stretta forma del dogma, si lasciava andare alle espansioni
del progresso, ed era giunto ad accettare, come evoluzione
definitiva e magnifica,la trasformazione della grande
repubblica francese in un'immensa repubblica umana.
Quanto ai mezzi immediati, data una situazione violenta,
egli li voleva violenti; in questo non mutava; era rimasto di
quella scuola epica e formidabile che si riassume nella
parola: Novantatré.
Stava ritto sulla gradinata di ciottoli, con un gomito sulla
bocca della carabina, pensoso; e trasaliva, come se su di
lui passassero dei soffi: i luoghi in cui c'è la morte danno di
queste impressioni di tripodi. Dalle sue pupille, piene dello
sguardo interno, uscivano come delle fiamme soffocate. A
un tratto, alzò la testa, e i suoi capelli biondi rovesciati
all'indietro come quelli dell'angelo sulla fosca quadriga fatta
di stelle, furono come una criniera di leone rizzata in un
fiammeggiamento d'aureola. Disse:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
49
I MISERABILI VOL. III
- Cittadini, v'immaginate voi l'avvenire? Le vie delle città
inondate di luce, dei rami verdi sulle soglie, le nazioni
sorelle, gli uomini giusti, i vecchi che benedicono i fanciulli,
il passato che ama il presente, i pensatori in piena libertà, i
credenti in piena uguaglianza, per religione il cielo, Dio
prete diretto, la coscienza umana divenuta altare, non più
odi, la fraternità dell'opificio e della scuola, per pena e
ricompensa la notorietà, a tutti il lavoro, per tutti il diritto,
su tutti la pace, non più sangue versato, non più guerre, e
le madri felici! Domare la materia, è il primo passo;
realizzare l'ideale, il secondo.
Riflettete a quel che ha già fatto il progresso. Anticamente,
le prime schiatte umane vedevano con terrore passare
dinanzi ai loro occhi l'idra che soffiava sulle acque, il drago
che eruttava fuoco, il grifone che era il mostro dell'aria e
volava con ali di aquila e artigli di tigre; bestie spaventose
che stavano al di sopra dell'uomo. Noi abbiamo domato
l'idra, ed essa si chiama battello a vapore; abbiamo
domato il drago e si chiama locomotiva; siamo sul punto di
domare il grifone, è già in nostro potere, e si chiama
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
50
I MISERABILI VOL. III
l'areostato. Il giorno in cui quest'opera prometeica sarà
compiuta, e l'uomo avrà definitivamente aggiogato alla sua
volontà la triplice Chimera antica, l'idra, il drago e il
grifone, egli sarà padrone dell'acqua, del fuoco e dell'aria,
e sarà per il resto della creazione animata quello che gli
antichi dèi erano una volta per lui. Coraggio e avanti! Dove
andiamo noi, cittadini?
Andiamo verso la scienza fatta governo, verso la forza
delle cose divenuta la sola forza pubblica, verso la legge
naturale che ha in se stessa la sua sanzione e la sua
penalità e che si prolunga con l'evidenza, verso un sorgere
di verità che somiglia al sorgere del giorno. Noi andiamo
verso l'unione dei popoli, verso l'unità dell'uomo. Non più
finzioni, non più parassiti. La realtà governata dalla verità,
ecco lo scopo. La civiltà terrà le sue assise al culmine
dell'Europa, e più tardi nel centro dei continenti, in un gran
parlamento d'intelligenza. Già qualcosa di simile si è visto.
Gli anfizioni tenevano due sedute all'anno, una a Delfo,
luogo degli dèi, l'altra alle Termopili, luogo degli eroi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
51
I MISERABILI VOL. III
L'Europa avrà i suoi anfizioni, li avrà l'intero globo; la
Francia porta nei suoi fianchi questo avvenire sublime: sarà
questa la gestazione del secolo diciannovesimo. Ciò che fu
abbozzato dalla Grecia è degno d'essere compiuto dalla
Francia.
Ascoltami tu, Feuilly, valente operaio, uomo del popolo,
uomo dei popoli, io ti venero. Sì, tu vedi chiaramente il
futuro; sì, tu hai ragione. Tu non avevi né padre né madre,
Feuilly, e hai adottato per madre l'umanità, per padre il
diritto. Tu stai per morire qui, vale a dire per trionfare.
Cittadini, checché avvenga oggi, tanto con la sconfitta,
quanto con la vittoria, noi stiamo per compiere una
rivoluzione. Come gli incendi illuminano un'intera città, le
rivoluzioni illuminano tutto il genere umano.
E quale rivoluzione faremo? L'ho detto, la rivoluzione del
Vero.
Dal punto di vista politico c'è un solo principio, la sovranità
dell'io si chiama Libertà. Quando due o parecchie di queste
sovranità si associano, comincia lo Stato. Ma in questa
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
52
I MISERABILI VOL. III
associazione non c'è nessuna abdicazione; ciascuna
sovranità concede una certa quantità di se stessa per
formare il diritto comune; questa quantità è la stessa per
tutti; e questa identità di cessione fatta da ciascuno a tutti
si chiama Eguaglianza. Il diritto comune non è altro che la
protezione di tutti che s'irradia sul diritto di ciascuno; e
questa protezione di tutti su ciascuno si chiama Fraternità.
Il punto d'intersezione di tutte queste sovranità che si
aggregano si chiama Società. Questa intersezione essendo
un'unione, quel punto è un nodo, donde ciò che si chiama
vincolo sociale. Alcuni dicono contratto sociale; ma è la
stessa cosa, essendo la parola contratto etimologicamente
formata con l'idea di legame. Intendiamoci
sull'eguaglianza, poiché se la libertà è la cima,
l'eguaglianza è la base.
L'eguaglianza, o cittadini, non è tutta la vegetazione allo
stesso livello, una società di giganteschi fili d'erba e di
querce nane, un vicinato di gelosie che si castrano tra loro;
ma significa, civilmente che tutte le attitudini abbiano lo
stesso sfogo, politicamente che tutti i voti abbiano lo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
53
I MISERABILI VOL. III
stesso peso, religiosamente che tutte le coscienze abbiano
lo stesso diritto.
L'eguaglianza ha un organo; l'istruzione gratuita e
obbligatoria.
Il diritto all'alfabeto: ecco da dove bisogna cominciare. La
scuola primaria imposta a tutti, la secondaria offerta a
tutti, ecco la legge. Dalla scuola identica esce la società
eguale. Sì, insegnamento! Luce! Luce! tutto viene dalla
luce e tutto vi ritorna.
Cittadini, il secolo diciannovesimo è grande, ma il secolo
ventesimo sarà felice. Allora più niente di simile alla
vecchia storia; non si dovrà più temere, come oggi, una
conquista, un'invasione, un'usurpazione, una rivalità di
nazioni a mano armata, un'interruzione di civiltà
dipendente dal matrimonio d'un re, una nascita nelle
tirannie ereditarie, una ripartizione di nazionalità decisa da
un congresso, uno smembramento per il crollare d'una
dinastia, una lotta fra due religioni che cozzano come due
capri delle tenebre sul ponte dell'infinito; non si dovrà più
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
54
I MISERABILI VOL. III
temere la fame, lo sfruttamento, la prostituzione per
miseria, la miseria per disoccupazione, e il patibolo, e la
spada, e le battaglie e tutti i brigantaggi del caso nella
foresta degli avvenimenti. Si potrebbe quasi dire: non ci
saranno più avvenimenti. Il genere umano sarà felice:
compirà la sua legge come il globo terrestre compie la sua;
si ristabilirà l'armonia tra l'anima e l'astro; quella graviterà
intorno alla verità come questa intorno alla luce. Amici,
l'ora in cui siamo e in cui vi parlo, è fosca; ma sono questi
gli acquisti terribili dell'avvenire. Una rivoluzione è un
pedaggio. Oh! il genere umano sarà liberato, rialzato, e
confortato! Noi glielo promettiamo su questa barricata. E
donde emetteremmo il grido d'amore se non dall'alto del
sacrificio? Fratelli miei, è questo il luogo di congiunzione di
quelli che pensano e di quelli che soffrono; questa barricata
non è fatta né di selci né di travi né di ferramenta; ma di
due mucchi, uno d'idee, l'altro di dolori. La miseria qui
s'incontra con l'ideale, qui il giorno abbraccia la notte e le
dice: - Io muoio con te e tu rinascerai con me.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
55
I MISERABILI VOL. III
Dalla stretta di tutte le desolazioni scaturisce la fede. I
patimenti portano qui la loro agonia, e le idee la loro
immortalità; e questa agonia e questa immortalità stanno
per mescolarsi e comporre la nostra morte. Fratelli, chi
muore qui, muore nelle irradiazioni dell'avvenire; e noi
penetriamo in una tomba tutta penetrata d'aurora.
Enjolras s'interruppe più che non tacesse; le sue labbra
continuarono ad agitarsi silenziosamente, come se parlasse
a se stesso, sicché tutti lo guardarono attenti, cercando di
udirlo ancora. Non ci furono applausi ma un lungo
mormorio. La parola è un soffio e i fremiti delle intelligenze
somigliano ai fremiti delle foglie.
6. MARIO FOSCO. JAVERT LACONICO
Vediamo che cosa avveniva nella mente di Mario.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
56
I MISERABILI VOL. III
Ricordiamo il suo stato d'animo. Come abbiamo già detto,
tutto quanto accadeva non era per lui che visione. Il suo
apprezzamento era torbido: Mario, ripetiamo, era sotto le
grandi ali tenebrose aperte sugli agonizzanti; si sentiva
nella tomba, si sentiva già dall'altra parte del muro, e non
vedeva più le facce dei vivi se non con gli occhi di un
morto.
Come mai il signor Fauchelevent era là? E perché vi era?
Che ci veniva a fare? Mario non si rivolse tutte queste
domande.
D'altronde, essendo proprio della nostra disperazione
avvolgere gli altri come noi stessi, gli pareva logico che
tutti venissero là a morire.
Solo, pensò a Cosetta con uno stringimento di cuore.
Fauchelevent non gli parlò, non lo guardò, e non parve
neppure che lo udisse quando Mario alzò la voce per dire: Io lo conosco.
Quanto a Mario, quel contegno del signor Fauchelevent lo
sollevava, e se si potesse usare una tal parola per simili
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
57
I MISERABILI VOL. III
espressioni, diremmo che gli piaceva. Egli si era sempre
sentito nell'assoluta impossibilità di rivolgere la parola a
quell'uomo enigmatico, che era per lui al tempo stesso
equivoco e imponente.
Inoltre da molto tempo non lo aveva visto, ciò che, per il
carattere timido e riservato di Mario, accresceva ancora
quella impossibilità.
I cinque uomini designati, che ora somigliavano
perfettamente a guardie nazionali, uscirono dalla barricata
per il vicolo Mondétour. Uno di essi se ne andò piangendo.
Prima di allontanarsi baciarono quelli che restavano.
Quando i cinque uomini rimandati alla vita furono partiti,
Enjolras pensò al condannato a morte:
entrò nella sala terrena; Javert, legato al palo, meditava.
- Hai bisogno di qualche cosa? - gli chiese Enjolras.
Javert rispose:
- Quando mi ucciderete?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
58
I MISERABILI VOL. III
- Aspetta. Abbiamo bisogno di tutte le nostre cartucce in
questo momento.
- Allora datemi da bere.
Enjolras gli porse egli stesso un bicchier d'acqua e, siccome
Javert era legato, lo aiutò a bere.
- Non vuoi altro? - riprese il giovane.
- Sto male a questo palo - rispose Javert. - Non siete stati
troppo teneri lasciandomi qui tutta la notte. Legatemi come
volete, ma potete benissimo distendermi sopra una tavola,
come l'altro.
E con un moto del capo accennò il cadavere di Mabeuf.
Il lettore si ricorderà che in fondo alla sala c'era una tavola
larga e lunga sulla quale avevano fuso le palle e fabbricato
le cartucce. Ora che tutte le cartucce erano fatte e tutta la
polvere adoperata, quella tavola era libera.
Per ordine d'Enjolras, quattro insorti sciolsero Javert dal
palo, mentre un quinto gli teneva una baionetta appuntata
sul petto. Gli lasciarono le mani legate dietro il dorso, gli
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
59
I MISERABILI VOL. III
misero ai piedi una corda di frusta, sottile e forte, che gli
permetteva di muovere dei passi di quindici pollici, come ai
condannati che salgono il patibolo, e lo fecero camminare
fino alla tavola in fondo, sulla quale lo stesero,
strettamente legato a mezzo il corpo.
Per maggiore sicurezza con una corda passata intorno al
collo, aggiunsero, al sistema di legature, che gli rendevano
impossibile la fuga, quel legame detto nelle prigioni
martingala, che parte dalla nuca, si biforca sullo stomaco,
e va a raggiungere le mani dopo essere passato tra le
gambe.
Mentre legavano Javert, un uomo, sul limitare della porta,
lo esaminava con attenzione straordinaria. L'ombra da lui
proiettata fece volgere la testa al prigioniero, che alzò gli
occhi e riconobbe Valjean. Non trasalì neppure: abbassò
fieramente le palpebre e si limitò a dire: - E' naturale.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
60
I MISERABILI VOL. III
7. LA SITUAZIONE SI AGGRAVA
Il giorno cresceva rapidamente; ma non una finestra si
apriva, non una porta si socchiudeva; era l'aurora, ma non
il risveglio.
L'estremità della via Chanvrerie opposta alla barricata,
sgombrata dalle truppe, come abbiamo già detto, pareva
libera, e si offriva ai passanti con una tranquillità sinistra.
La via San Luigi era muta come il viale delle sfingi a Tebe;
non un essere vivente nei crocicchi imbiancati da un
riflesso di luce. Non c'è cosa più lugubre di quel chiarore
nelle vie deserte.
Non si vedeva nulla, ma si udiva: un movimento misterioso
avveniva a qualche distanza. Evidentemente il momento
critico si avvicinava. Come la sera precedente, le sentinelle
ripiegarono, ma questa volta tutte.
La barricata era più forte che al momento del primo
assalto: dopo la partenza dei cinque era stata ancora
rialzata.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
61
I MISERABILI VOL. III
Per consiglio della sentinella che aveva vegliato dalla parte
dei Mercati, Enjolras, temendo una sorpresa alle spalle,
prese una risoluzione grave: fece barricare il piccolo
budello del vicolo Mondétour fino allora libero: al quale
scopo disselciarono un altro pezzo di strada. In quel
momento la ridotta, chiusa da tre lati, dinanzi nella via
della Chanvrerie, a sinistra la via del Cigno e della PetiteTruanderie, a destra verso il vicolo Mondétour, era
veramente quasi inespugnabile; è vero che vi si era anche
fatalmente rinchiusi. Aveva tre fronti, ma non più alcuna
uscita. - Fortezza, ma trappola - disse Courfeyrac ridendo.
Enjolras fece ammucchiare vicino alla porta della bettola
una trentina di selci "strappate in più" diceva Bossuet.
Ora il silenzio dalla parte donde doveva venire l'assalto era
così profondo, che Enjolras fece riprendere a ciascuno il
posto di combattimento.
Fu distribuita a tutti una razione di acquavite.
Nulla di più curioso di una barricata che si prepara a
sostenere un assalto. Ognuno sceglie il suo posto come a
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
62
I MISERABILI VOL. III
teatro; chi si appoggia col fianco, chi col gomito, chi con la
spalla; alcuni si formano un sedile coi ciottoli, uno si
allontana da uno spigolo di muro che gli dà fastidio, un
altro si ripara dietro una sporgenza che lo può proteggere.
I mancini sono preziosi: prendono i posti incomodi per gli
altri. Molti si dispongono in modo da poter combattere
seduti: vogliono stare a proprio agio per uccidere e
comodamente per morire. Nella funesta guerra del giugno
1848 un insorto, terribile per la precisione del tiro, che si
batteva dall'alto di una terrazza, vi si era fatto portare una
poltrona alla Voltaire, ma un colpo di mitraglia andò a
cercarvelo.
Non appena il capo ha comandato di stare pronti alla
battaglia, cessano tutti i movimenti disordinati, non più va
e vieni dall'uno all'altro, né crocchi né individui a parte;
tutto quello che è nelle mani converge e si muta in
aspettazione di assalto. Una barricata prima del pericolo è
un caos, nel pericolo è disciplina:
il pericolo produce l'ordine.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
63
I MISERABILI VOL. III
Appena Enjolras ebbe preso la sua carabina a due colpi e si
fu collocato a una specie di merlo che s'era riservato, tutti
tacquero. Lungo la muraglia di selci si udì uno scoppiettio
confuso di piccoli rumori: caricavano i fucili.
Del resto gli atteggiamenti erano più fieri e più fiduciosi che
mai; l'eccesso del sacrificio rinvigorisce: non avevano più
speranza, ma rimaneva loro la disperazione: la
disperazione, ultima arma che dà talvolta la vittoria, come
disse Virgilio. Le risorse supreme escono dalle estreme
risoluzioni. Imbarcarsi nella morte è talora il mezzo per
sfuggire al naufragio, e il coperchio della bara diventa
allora una tavola di salvezza.
Come la sera precedente, l'attenzione di tutti era rivolta, e
quasi diremmo appoggiata, all'estremità della via, ora
illuminata e visibile.
L'attesa non fu lunga. Il movimento ricominciò dalla parte
di San Leo, ma non somigliava a quello del primo assalto.
Uno sbattere di catene, i trabalzi inquietanti di qualche
cosa di pesante, un tinnire di bronzo saltellante sul
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
64
I MISERABILI VOL. III
selciato, una specie di fracasso solenne, annunciarono
l'avvicinarsi di una sinistra massa ferrigna. Trasalirono le
viscere di quelle vecchie vie tranquille, aperte e costruite
per la feconda circolazione degli interessi e delle idee, e
non fatte per il rotolare mostruoso delle ruote di guerra. Le
pupille di tutti i combattenti fisse sull'estremità della via
divennero selvagge.
Apparve un cannone.
Gli artiglieri spingevano il pezzo calettato nella parte
posteriore della carretta, mentre l'avantreno era stato
staccato.
Due artiglieri sostenevano l'affusto, quattro stavano alle
ruote, altri seguivano col cassone. Si vedeva fumare la
miccia accesa.
- Fuoco! - gridò Enjolras.
Tutta la barricata fece fuoco, con uno scoppio spaventoso,
e una valanga di fumo nascose cannone e cannonieri. Dopo
qualche secondo, dissipatasi la nube, cannone e cannonieri
ricomparvero; i serventi del pezzo finivano di spingerlo di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
65
I MISERABILI VOL. III
fronte alla barricata lentamente, correttamente, senza
affrettarsi. Nessuno era stato colpito. Poi il capo pezzo,
pesando sulla culatta per elevare il tiro, si mise a puntare il
cannone con la gravità di un astronomo che punta un
cannocchiale.
- Bravi cannonieri! - esclamò Bossuet.
E tutta la barricata batté le mani.
Un momento dopo, gagliardamente portato nel mezzo della
via, a cavalcioni del rigagnolo, il pezzo era in batteria,
aprendo la sua gola formidabile contro la barricata.
- Su via, allegri! - disse Courfeyrac. - Ecco i mezzi brutali.
Dopo il buffetto, il pugno. L'esercito stende verso di noi la
sua zampa grossa. La barricata sta per essere scossa
seriamente: la moschetteria tasta, il cannone prende.
- E' un pezzo da otto, nuovo modello - aggiunse
Combeferre. - Per poco che si oltrepassi la proporzione di
dieci parti di stagno su cento di rame, questi cannoni sono
soggetti a scoppiare: l'eccesso di stagno li rende troppo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
66
I MISERABILI VOL. III
teneri; e allora capita che abbiano delle bolle e delle
caverne nella lumiera. Per ovviare a questo pericolo e poter
forzare la carica converrebbe forse tornare al procedimento
del secolo quattordicesimo, la cerchiatura, rivestire
esteriormente il cannone dalla culatta fino agli orecchioni
con una serie di anelli d'acciaio senza saldatura. Intanto si
rimedia al difetto come si può: si arriva a riconoscere dove
sono i vani e le caverne nella lumiera a mezzo del gatto;
ma c'è un mezzo migliore, la stella mobile di Gribeauval.
- Nel secolo decimosesto, - osservò Bossuet, - i cannoni si
rigavano.
- Sì, - riprese Combeferre, - questo aumenta la forza
balistica, ma diminuisce la precisione del tiro. Inoltre nel
tiro a breve distanza la traiettoria non ha tutta la rigidità
desiderabile, la parabola si esagera, e il cammino che
percorre il proiettile non è più abbastanza rettilineo perché
possa colpire gli oggetti intermedi; eppure quest'ultima è
una necessità del combattimento, che cresce d'importanza
con la prossimità del nemico e la precipitazione del tiro.
Questo difetto di tensione nella curva del proiettile, nei
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
67
I MISERABILI VOL. III
cannoni rigati del sedicesimo secolo derivava dalla
debolezza della carica, la quale in quella specie di ordigni è
imposta da alcune necessità balistiche, come per esempio
la conservazione degli affusti. Insomma quel despota che è
il cannone non può tutto quello che vuole; la forza è una
grossa debolezza.
Una palla da cannone non percorre che seicento leghe
all'ora; la luce ne percorre settantamila al secondo. Tale è
la superiorità di Cristo su Napoleone.
- Ricaricate le armi, - disse Enjolras.
In che modo il rivestimento della barricata si sarebbe
comportato al colpo di cannone? Ci sarebbe stata una
breccia? Era questo il problema. Mentre gli insorti
ricaricavano i fucili, gli artiglieri caricavano il pezzo.
L'ansietà era profonda nella ridotta.
Partì il colpo e scoppiò la detonazione.
- Presente! - gridò una voce allegra.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
68
I MISERABILI VOL. III
E mentre la palla di cannone si abbatteva sulla barricata,
Gavroche si slanciava dentro.
Egli giungeva dalla parte di via del Cigno, e aveva
scavalcato agilmente lo sbarramento accessorio di fronte al
dedalo della Petite-Truanderie.
Gavroche fece più effetto nella barricata che non il colpo di
cannone.
La palla si era perduta fra l'ammasso dei rottami: aveva
tutt'al più spezzato una ruota dell'omnibus, e finito di
rompere il vecchio carretto Anceau.
Vedendo ciò là barricata si mise a ridere.
Continuate, - gridò Bossuet agli artiglieri.
8. GLI ARTIGLIERI SI FANNO PRENDERE SUL SERIO
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
69
I MISERABILI VOL. III
Circondarono Gavroche.
Ma non ebbe tempo di raccontare nulla. Mario, fremente, lo
trasse in disparte.
- Che vieni a fare, qui?
- Oh bella! - rispose il fanciullo. - E voi?
E guardò fisso Mario con la sua sfrontatezza epica; e i suoi
occhi erano ingranditi dall'intrepida luce che contenevano.
Mario proseguì con accento severo:
- Chi ti ha detto di ritornare? Hai almeno consegnato la
lettera al suo indirizzo?
Gavroche non era senza qualche rimorso riguardo a quella
lettera, di cui, per la fretta di ritornare alla barricata, si era
disfatto, più che non l'avesse consegnata. Era obbligato a
confessare a se stesso di averla affidata un po'
leggermente a quello sconosciuto, di cui non aveva
nemmeno potuto distinguere il volto. E' vero che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
70
I MISERABILI VOL. III
quell'uomo era a testa scoperta, ma questo non bastava.
Insomma egli si faceva su quel punto delle piccole
rimostranze interiori, e temeva i rimproveri di Mario; quindi
per cavarsi d'impaccio, adottò il procedimento più
semplice: mentì con audacia.
- Cittadino, ho consegnato la lettera al portinaio. La
signora dormiva. La riceverà allo svegliarsi.
Inviando quel biglietto, Mario aveva due scopi, dire addio a
Cosetta e salvare Gavroche; ma dovette contentarsi della
metà di quanto desiderava.
Intanto, l'invio della lettera e la presenza del signor
Fauchelevent nella barricata, questo ravvicinamento gli si
presentò alla mente. Mostrò a Gavroche il signor
Fauchelevent.
- Conosci quell'uomo?
- No, - rispose Gavroche.
Come abbiamo già ricordato, aveva visto infatti Valjean
solo di notte.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
71
I MISERABILI VOL. III
Le congetture torbide e traballanti sbozzate dalla mente di
Mario svanirono. Che cosa ne sapeva egli delle opinioni del
signor Fauchelevent? Forse era un repubblicano; quindi la
sua presenza era del tutto naturale in quella mischia.
Intanto Gavroche era già all'altro estremo della barricata
gridando: - Il mio fucile!
Courfeyrac glielo fece restituire.
Il birichino avvertì "i compagni", com'egli li chiamava, che
la barricata era bloccata, e che egli aveva durato non poca
fatica per ritornare. Un battaglione di linea, i cui fucili a
fasci erano nella Petite-Truanderie, guardava il lato della
via del Cigno; dal lato opposto, la guardia municipale
occupava la via del Predicatori: di fronte, avevano il grosso
dell'esercito.
Dopo le quali informazioni, Gavroche aggiunse:
- Vi autorizzo a conciarli come meritano.
Intanto Enjolras, dietro alla sua feritoia, con l'orecchio teso
spiava.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
72
I MISERABILI VOL. III
Gli assalitori, senza dubbio poco soddisfatti del colpo di
cannone, non l'avevano ripetuto.
Una compagnia di fanteria di linea era andata a occupare
l'estremità della via, dietro il cannone: i soldati
disselciavano il mezzo della via e vi costruivano con le
pietre un muricciolo basso, una specie di scarpa, che non
aveva più di diciotto pollici di altezza, e che faceva fronte
alla barricata. Nell'angolo a sinistra di quella scarpa si
vedeva la testa di colonna di un battaglione di guardia
nazionale del circondario, ammassato nella via San Dionigi.
Enjolras, sempre di vedetta, credette di distinguere il
rumore particolare che si fa quando si ritirano dai cassoni
le cartucce a mitraglia, e vide il capo-pezzo cambiare il
puntamento e piegare leggermente a sinistra la bocca del
cannone. Quindi i cannonieri si misero a caricarlo, e il
capo-pezzo, presa egli stesso la miccia, l'avvicinò al
focone.
- Abbassate la testa, accostatevi al muro e giù tutti, in
ginocchio lungo la barricata! - gridò Enjolras.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
73
I MISERABILI VOL. III
Gli insorti, che avevano lasciato i loro posti di battaglia
all'arrivo di Gavroche, ed erano sparsi dinanzi all'osteria, si
precipitarono alla rinfusa verso la barricata; prima che
l'ordine di Enjolras fosse eseguito, avvenne lo sparo col
rantolo spaventoso di una scarica di mitraglia. E tale era
infatti.
Il colpo, diretto verso il vano tra la barricata e la casa
vicina, aveva rimbalzato sul muro, e quel terribile rimbalzo
fece due morti e tre feriti.
Se si continuava così, la barricata non poteva resistere. La
mitraglia penetrava.
Ci fu un mormorio costernato.
- Impediamo ad ogni modo il secondo colpo - disse
Enjolras.
E, spianata la carabina, prese di mira il capo-pezzo, che in
quel momento, chino sulla culatta del cannone, rettificava
e fissava definitivamente il tiro.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
74
I MISERABILI VOL. III
Quel capo-pezzo era un bel sergente cannoniere,
giovanissimo, biondo, col viso dolcissimo, con la fisionomia
intelligente, propria di quell'arma predestinata e
formidabile che, a forza di perfezionarsi nell'orrore, deve
finire per uccidere la guerra.
Combeferre, in piedi vicino a Enjolras, contemplava quel
giovane.
- Che peccato! - disse. - Che orribile cosa sono queste
carneficine! Su via, quando non ci saranno più re, non ci
saranno più guerre. Tu, Enjolras, prendi di mira quel
sergente, ma non lo guardi. Figurati che è un grazioso
giovane, e intrepido, si vede che riflette; sono molto
istruiti, quei giovani artiglieri; ha un padre, una madre, una
famiglia, probabilmente ama, ha tutt'al più venticinque
anni, potrebbe essere tuo fratello.
- Lo è, - rispose Enjolras.
- Sì, - riprese Combeferre, - ed è anche mio. Ebbene non
uccidiamolo.
- Lasciami stare. Quel che è necessario, è necessario.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
75
I MISERABILI VOL. III
E una lacrima scorse lentamente sulla gota di marmo di
Enjolras.
Nello stesso tempo tirò il grilletto della carabina. Brillò un
lampo: l'artigliere girò due volte su se stesso con le braccia
tese in avanti e la testa alta come per aspirare l'aria, quindi
si rovesciò di fianco sul pezzo e vi rimase immoto. Si
vedeva dal centro del dorso uscire diritto uno zampillo di
sangue. La palla gli aveva attraversato il petto da parte a
parte. Era morto.
Si dovette trasportarlo e sostituirlo con un altro; erano
alcuni minuti guadagnati.
9. USO DI QUELLA VECCHIA DESTREZZA DI
BRACCONIERE E DI QUEL TIRO INFALLIBILE CHE
INFLUIRONO SULLA CONDANNA DEL 1796.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
76
I MISERABILI VOL. III
Nella barricata si incrociavano le opinioni. Il tiro del
cannone stava per ricominciare, e con quella mitraglia era
questione di un quarto d'ora. Era assolutamente necessario
ammortire i colpi.
Enjolras lanciò quest'ordine:
- Bisogna mettere là un materasso.
- Non ne abbiamo - rispose Combeferre; - ci sono sopra i
feriti.
Valjean, seduto in disparte sopra un pilastrino, all'angolo
della bettola, col fucile tra le gambe, fino a quel momento
non aveva preso parte a niente di quanto avveniva, e
pareva non udire i combattenti dire intorno a lui: - Ecco un
fucile che non fa nulla.
All'ordine di Enjolras, si alzò.
Il lettore ricorderà che, all'arrivo dell'assembramento in via
della Chanvrerie, una vecchia, prevedendo la moschetteria,
aveva messo un materasso dinanzi alla propria finestra.
Era una finestra di granaio, sul tetto d'una casa a sei piani
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
77
I MISERABILI VOL. III
situata un po' in fuori alla barricata. Il materasso, posto di
traverso e sostenuto di sotto da due pertiche per far
asciugare la biancheria, era retto in alto da due corde, che
da lontano sembravano spaghi ed erano annodate a due
chiodi infissi negli stipiti della finestra.
Sullo sfondo del cielo, le due corde si vedevano
distintamente come capelli.
- Qualcuno può prestarmi una carabina a due colpi? chiese Valjean.
Enjolras, che aveva ricaricato la sua, gliela porse.
Valjean prese di mira la finestra e tirò.
Il colpo spezzo una delle due corde che reggevano il
materasso, che restò così appeso a un solo filo.
Valjean tirò il secondo colpo; l'altra corda andò a sferzare i
vetri della soffitta, e il materasso, sdrucciolando tra le due
pertiche, cadde nella via.
La barricata applaudì.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
78
I MISERABILI VOL. III
Tutte le voci gridarono:
- Ecco un materasso.
- Si - osservò Combeferre, - ma chi andrà a prenderlo?
Infatti il materasso era caduto fuori della barricata, tra gli
assedianti e gli assediati. Ora la morte del sergente
artigliere aveva inasprito la truppa; da qualche minuto i
soldati si erano distesi ventre a terra dietro il riparo di
ciottoli da loro costruito, e per supplire al forzato silenzio
del pezzo, che taceva aspettando che fosse riorganizzato il
servizio, avevano aperto il fuoco contro la barricata. Gli
insorti non rispondevano a quella moschetteria per
economizzare le munizioni, e le fucilate andavano a
rompersi contro la trincea, ma la via, attraversata da tante
pallottole, era terribile.
Valjean uscì dall'apertura, entrò nella via, attraversò la
tempesta di fucilate, andò verso il materasso, lo raccolse,
se lo caricò sul dorso e rientrò nella barricata.
Egli stesso lo assestò nel vano, fissandolo contro il muro in
modo che gli artiglieri non potessero vederlo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
79
I MISERABILI VOL. III
Ciò fatto, stettero ad aspettare il colpo di mitraglia.
Il quale non tardò.
Il cannone vomitò con un ruggito il suo pacco di mitraglia,
ma non ci fu nessun rimbalzo: la mitraglia andò a
spegnersi sul materasso. L'effetto previsto era raggiunto: i
combattenti rimanevano illesi.
- Cittadino, - disse Enjolras a Valjean, - la repubblica vi
ringrazia.
Bossuet, che ammirava e rideva, gridò:
- E' una cosa immorale che un materasso abbia tanta
potenza; è il trionfo di quel che si piega su quello che
fulmina. Ma non importa: gloria al materasso che annulla
un cannone.
10. AURORA
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
80
I MISERABILI VOL. III
In quello stesso momento, Cosetta si svegliava.
La sua camera era piccola, pulita, discreta, con un'alta
finestra a levante sulla corte interna della casa.
Cosetta non sapeva nulla di quanto accadeva a Parigi: il
giorno prima si era ritirata presto in camera; e non era
presente quando la Toussaint aveva detto: - C'è del
movimento.
Essa aveva dormito poche ore, ma bene, e aveva fatto dei
dolci sogni, forse anche un po' perché il suo lettuccio era
molto bianco; qualcuno, che poi era Mario, le era apparso
avvolto in una luce. E si svegliò con il sole negli occhi, ciò
che nel primo momento le fece l'impressione che il sogno
continuasse.
Il suo primo pensiero, uscendo da quel sogno, fu ridente:
Cosetta si sentì tutta rassicurata. Come Valjean poche ore
innanzi, attraversava quella reazione dell'anima che
assolutamente non vuol saperne della sventura. Si mise a
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
81
I MISERABILI VOL. III
sperare con tutte le sue forze, senza sapere perché. Poi fu
presa da uno stringimento di cuore:
erano già tre giorni che non vedeva Mario. Ma rifletté che
egli doveva aver ricevuto la sua lettera, che sapeva dove
ritrovarla, e che egli aveva tanto spirito, e che avrebbe
trovato il mezzo di arrivare fino a lei. - E questo
certamente oggi, e forse questa mattina stessa. - Era
giorno chiaro, ma, dal raggio molto orizzontale, pensò che
doveva essere molto presto e che tuttavia bisognava
alzarsi, per ricevere Mario.
Sentiva di non poter vivere senza Mario, che per
conseguenza questo bastava, e che Mario sarebbe venuto.
Nessuna obiezione ammissibile: era una cosa certa. Già era
abbastanza mostruoso aver sofferto tre giorni, era una
cosa orribile da parte del buon Dio.
Ora quella crudele contrarietà che veniva dall'alto era una
prova attraversata; Mario stava per arrivare, e con una
buona notizia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
82
I MISERABILI VOL. III
La giovinezza è fatta così: si asciuga presto gli occhi, trova
inutile il dolore e non lo accetta.
Del resto la fanciulla non riusciva a ricordare quello che
Mario le aveva detto intorno a quell'assenza che doveva
durare un giorno solo, e quale spiegazione le aveva dato.
Tutti hanno osservato con quanta destrezza la moneta che
lasciamo cadere per terra corre a nascondersi, e con che
arte sa rendersi irreperibile. Ci sono dei pensieri che ci
giocano lo stesso tiro: si rannicchiano in un angolo del
cervello, ed è finita; sono perduti; impossibile tornare a
porvi su la memoria. Cosetta si indispettiva un po' del
piccolo sforzo inutile che faceva per ricordarsi, e diceva a
se stessa che non le stava bene e che era assai colpevole
aver dimenticato delle parole dette da Mario.
Uscì dal letto e fece le sue abluzioni dell'anima e del corpo,
la preghiera e la toletta.
A tutto rigore, si può introdurre il lettore in una camera
nuziale, non in quella di una vergine. Il verso l'oserebbe
appena; la prosa non deve.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
83
I MISERABILI VOL. III
E' l'interno d'un fiore non ancora sbocciato, è un candore
nell'ombra, l'intima cella d'un giglio chiuso, che non deve
essere guardato dall'uomo finché non sia stato guardato
dal sole. La donna ancora in boccio è sacra. Quel letto
innocente che si scopre, quell'adorabile semi-nudità che ha
paura di se stessa, quel piede che si rifugia in una
pantofola, quel seno che si vela dinanzi allo specchio come
se lo specchio fosse una pupilla, quella camicia che si
affretta a risalire e a nascondere la spalla per un mobile
che scricchiola o una vettura che passa, quei cordoncini
allacciati, quelle fibbie agganciate, quei laccetti tirati, quei
trasalimenti, quei piccoli brividi di freddo e di pudore, quei
movimenti squisitamente spauriti, quell'inquietudine quasi
alata mentre non c'è nulla da temere, le fasi successive
dell'abbigliarsi, graziose come le nuvole dell'aurora, sono
tutte cose che non sta bene descrivere, e che è già troppo
indicare.
L'occhio dell'uomo dev'essere ancora più religioso dinanzi
al levarsi d'una fanciulla, che dinanzi al levarsi d'una stella;
la possibilità di raggiungerla deve volgersi in un aumento di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
84
I MISERABILI VOL. III
rispetto. La peluria della pesca, la pruina della prugna, il
cristallo radiante della neve, la calugine sull'ala della
farfalla, sono cose rozze in confronto di quella castità che
non sa neppure d'essere casta. La fanciulla è appena una
luce di sogno e non è ancora una statua. La sua alcova è
nascosta nella parte oscura dell'ideale, e il contatto
indiscreto dello sguardo offende quella vaga penombra.
Contemplare è profanare.
Noi dunque non descriveremo per nulla quel soave
tramestìo del risveglio di Cosetta.
Un racconto orientale dice che la rosa era stata creata da
Dio bianca, ma che avendola Adamo guardata un momento
mentre si schiudeva, essa ebbe vergogna e divenne rossa.
Noi siamo di quelli che si sentono turbati dinanzi ai fiori e
alle fanciulle, perché li troviamo degni di venerazione.
Cosetta si vestì prontamente, si pettinò, si acconciò, cosa
molto semplice a quell'epoca, quando le donne non si
gonfiavano le ciocche e le bende con cuscinetti e barilotti, e
non si mettevano le crinoline nei capelli. Quindi aprì la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
85
I MISERABILI VOL. III
finestra e girò gli occhi tutt'intorno, sperando di scoprire un
po' della via, un angolo di casa, qualche pezzo di lastrico,
da cui spiare l'arrivo di Mario.
Ma non si vedeva nulla del di fuori. La corte interna era
circondata da muri abbastanza alti, e si intravedevano
soltanto alcuni giardini, che a Cosetta sembrarono orribili.
Per la prima volta in vita sua trovò dei fiori brutti. Prese il
partito di guardare il cielo, quasi credendo che Mario
potesse giungere di là.
A un tratto scoppiò in pianto: non per mobilità d'animo, ma
perché il suo stato era fatto di speranze alternate di
scoraggiamenti.
Sentì confusamente un non so che di orribile; poiché infatti
le cose passano nell'aria. Pensò che non era sicura di nulla,
che perdersi di vista era come andar perduti l'uno per
l'altro; e l'idea che Mario potesse tornare a lei dal cielo le si
affacciò non più sorridente, ma lugubre.
Poi ritornò la calma, e la speranza, e una specie di sorriso,
inconscio ma fiducioso, in Dio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
86
I MISERABILI VOL. III
Tutti ancora dormivano nelle case: un silenzio da cittadina
di provincia; non un'imposta aperta, chiuso anche il casotto
del portinaio. La Toussaint non era alzata e Cosetta ritenne
naturalmente che suo padre dormisse. Doveva aver
sofferto e soffrire ancora, poiché diceva tra sé che suo
padre era stato cattivo. Ma faceva assegnamento su Mario:
era impossibile che quella luce si eclissasse. Si pose a
pregare. Ogni tanto sentiva a una certa distanza delle
sorde scosse, e pensava: - E' strano che aprano e chiudano
i portoni così di buon mattino. - Erano i colpi di cannone
che battevano la barricata.
Pochi piedi sotto la finestra di Cosetta, nella vecchia
cornice del muro tutta nera c'era un nido di rondini, il quale
con la sua curva sporgeva un po' dalla cornice, sicché
dall'alto si poteva vedere l'interno del piccolo paradiso. La
madre era dentro, con le ali aperte a ventaglio sulla sua
covata, mentre il padre svolazzava, partiva e ritornava,
portando nel suo becco cibo e baci. ll giorno nascente
dorava quella scena di felicità, la gran legge del
"Moltiplicatevi" era là sorridente e augusta, e quel dolce
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
87
I MISERABILI VOL. III
mistero si schiudeva nella gloria del mattino. Cosetta, coi
capelli al sole e l'anima nelle chimere, illuminata dall'amore
di dentro e dall'aurora di fuori, si chinò quasi
macchinalmente, e senza forse osare di confessare a se
stessa che pensava nello stesso tempo a Mario, si mise a
guardare quegli uccelli, quella famiglia, quel maschio e
quella femmina, quella madre e quei piccoli, col profondo
turbamento che un nido suscita in una vergine.
11. IL COLPO DI FUCILE CHE NON FALLA MAI E NON
UCCIDE NESSUNO
Il fuoco degli assalitori perdurava; la moschetteria e la
mitraglia si alternavano, senza grave danno in verità. Solo
la parte superiore della facciata di Corinto ne soffriva: la
finestra del primo piano e gli abbaini del tetto, crivellati
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
88
I MISERABILI VOL. III
dalla mitraglia e dai biscaglini, si deformavano lentamente,
e i combattenti che vi si erano appostati avevano dovuto
allontanarsene. Del resto, continuare a lungo il fuoco è la
tattica dell'assalto alla barricata, allo scopo di esaurire le
munizioni degli insorti se commettono l'errore di
rispondere.
Quando si vede, dal loro fuoco rallentato, che non hanno
più né polvere né palle, si dà l'assalto. Enjolras non era
caduto nell'insidia: la barricata non rispondeva.
A ogni fuoco del plotone, Gavroche si gonfiava la gota con
la lingua, segno di alto disprezzo.
- Va bene, - diceva, - lacerate pure la tela; ci occorrono le
filacce.
Courfeyrac interpellava la mitraglia intorno ai suoi scarsi
effetti e diceva al cannone:
- Diventi prolisso, mio caro.
Nelle battaglie avviene di essere presi dalla curiosità come
al ballo. E' probabile che quel silenzio della ridotta
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
89
I MISERABILI VOL. III
cominciasse a inquietare gli assedianti e a far loro temere
qualche incidente inaspettato, e che sentissero il bisogno di
vedere chiaro attraverso quel mucchio di selci, di sapere
cosa avveniva dietro quel muro impassibile che riceveva i
colpi senza ribatterli. Il fatto è che a un tratto gli insorti
videro un elmo brillare al sole sopra un tetto vicino; era un
pompiere appoggiato a un alto fumaiolo, che pareva messo
là di sentinella. Il suo sguardo piombava a picco nella
barricata.
- Ecco un sorvegliante incomodo, - esclamò Enjolras.
Valjean aveva reso la carabina a Enjolras, ma teneva il suo
fucile.
Senza dire una parola, prese di mira il pompiere, e un
attimo dopo l'elmo, colpito da una palla, cadeva
rumorosamente nella via. Il soldato, spaventato, si affrettò
a sparire.
Il suo posto fu preso da un secondo osservatore, questa
volta un ufficiale. Valjean, che aveva ricaricato il fucile,
mirò il nuovo venuto, e mandò l'elmo dell'ufficiale a
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
90
I MISERABILI VOL. III
raggiungere quello del soldato. L'ufficiale non insistette e si
ritirò prontamente; e questa volta l'avviso fu compreso:
nessuno più apparve sul tetto, si rinunciò a spiare la
barricata.
- Perché non avete ucciso l'uomo? - chiese Bossuet a
Valjean.
Valjean non rispose.
12. IL DISORDINE PARTIGIANO DELL'ORDINE
Bossuet mormorò all'orecchio di Combeferre:
- Non ha risposto alla mia domanda.
- E' un uomo che pratica la bontà a colpi di fucile, - rispose
Combeferre.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
91
I MISERABILI VOL. III
Chi ha serbato qualche ricordo di quell'epoca lontana, sa
che la guardia nazionale del circondario era valorosa contro
le insurrezioni, e che nelle giornate del giugno 1832 essa fu
accanita e intrepida in modo particolare. Il pacifico
bettoliere di Pantin, a cui la sommossa rendeva vuoto "il
negozio", diventava un leone a vedere deserta la sua sala
da ballo, e si faceva ammazzare per salvare l'ordine
rappresentato dall'osteria. In quell'epoca, borghese ed
eroica insieme, di fronte alle idee che avevano i loro
cavalieri, gli interessi avevano i loro paladini.
Il prosaicismo della persona non toglieva nulla alla bravura
del gesto. La diminuzione dell'incasso induceva certuni a
cantare la Marsigliese. Si versava liricamente il proprio
sangue per il proprio banco, si difendeva con spartano
entusiasmo la bottega:
questo immenso diminutivo della patria.
In fondo, diciamolo, in tutto questo non c'era nulla che non
fosse molto serio. Erano gli elementi sociali che entravano
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
92
I MISERABILI VOL. III
in lotta, nella speranza che un giorno si mettessero in
equilibrio.
Un altro segno di quel tempo era l'anarchia mista al
paternalismo di governo (parola barbara del partito
dell'ordine). Si stava per l'ordine, ma senza disciplina. Il
tamburo batteva a casaccio, per ordine del tal colonnello
della Guardia nazionale, diane capricciose; la tale guardia
si batteva per conto suo e di testa sua. Nei momenti di
crisi, nelle "giornate" si prendeva consiglio più dagli istinti
che dai capi. Nell'esercito dell'ordine c'erano dei veri
guerriglieri, gli uni della spada come Fannicot, gli altri della
penna come E. Fonfrède.
La civiltà, rappresentata disgraziatamente allora da un
mucchio di interessi più che da un gruppo di princìpi, era o
si credeva in pericolo e mandava il grido d'allarme; e
ciascuno, facendosi centro, la difendeva, la soccorreva e la
proteggeva di testa sua.
Il primo venuto si attribuiva l'incarico di salvare la società.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
93
I MISERABILI VOL. III
Lo zelo si spingeva talvolta fino alla strage. Un qualunque
drappello della guardia nazionale si costituiva di propria
autorità in consiglio di guerra, e in cinque secondi
giudicava e fucilava un insorto fatto prigioniero. Giovanni
Prouvaire fu ucciso per una improvvisazione di questo
genere. Legge feroce di Lynch, che nessun partito ha il
diritto di rimproverare agli altri, perché è applicata dalla
repubblica in America come dalla monarchia in Europa.
Questa legge di Lynch veniva aggravata dagli errori. Un
giovane poeta, di nome Paolo Amato Garnier, in un giorno
di sommossa, fu inseguito sulla piazza Reale, con le
baionette alle spalle, e riuscì a mettersi in salvo
rifugiandosi in un portone. Gridavano: - "Ecco un altro
sansimoniano!" - e volevano ucciderlo. Egli portava
sottobraccio un volume delle memorie di Saint-Simon, e
una guardia leggendo sul libro la parola Saint-Simon aveva
gridato: - A morte!
Il 6 giugno 1832, una compagnia di guardie nazionali,
comandata dal capitano Fannicot, si fece scioccamente e
volentieri decimare in via Chanvrerie. Questo fatto, per
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
94
I MISERABILI VOL. III
quanto strano, fu constatato dall'inchiesta giudiziaria che
seguì alla insurrezione. Il capitano Fannicot, borghese
impaziente e ardito, una specie di soldato di ventura
dell'ordine, di quelli che abbiamo or ora caratterizzati,
governativo fanatico e indisciplinato, non seppe resistere
alla tentazione di far fuoco prima del tempo e all'ambizione
di espugnare la barricata da solo, vale a dire con la sua
compagnia. Esasperato dalla successiva apparizione della
bandiera rossa e del vecchio abito che scambiò per una
bandiera nera, biasimava i generali e í capi radunati in
consiglio, i quali ritenevano che non fosse ancora giunto il
momento dell'assalto decisivo, e lasciavano, secondo la
celebre frase di uno di loro "che l'insurrezione si cuocesse
nel suo brodo". Dal canto suo, egli trovava la barricata
matura, e siccome ciò che è maturo deve cadere, tentò la
prova.
Egli comandava uomini decisi come lui, degli "arrabbiati",
come disse un teste. La sua compagnia, quella stessa che
aveva fucilato il poeta Prouvaire, era la prima del
battaglione attestato all'angolo della strada. Quando meno
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
95
I MISERABILI VOL. III
c'era da aspettarselo, il capitano lanciò i suoi uomini contro
la barricata; ma quell'attacco, eseguito più con buona
volontà che con strategia, costò caro alla compagnia
Fannicot. Prima che fosse arrivata a due terzi della strada,
fu accolta da una scarica generale della barricata. Quattro,
tra i più audaci, che correvano avanti, vennero fulminati a
bruciapelo al piede della ridotta; e così quel manipolo
coraggioso di guardie nazionali, uomini assai valorosi ma
senza tenacia militare, dopo qualche esitazione, dovette
ripiegare lasciando quindici cadaveri sul lastrico. Quel
momento di esitazione diede tempo agli insorti di ricaricare
le armi, e una seconda scarica, molto micidiale, colse gli
assalitori prima di raggiungere la cantonata che serviva
loro da riparo. Per un momento furono presi tra due fuochi
e ricevettero la scarica del pezzo d'artiglieria, il quale, non
avendo ricevuto alcun ordine, non aveva sospeso il fuoco.
L'intrepido e imprudente Fannicot fu colpito dalla mitraglia;
fu ucciso dal cannone, vale a dire dall'ordine.
Quell'attacco, più furioso che serio, irritò Enjolras.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
96
I MISERABILI VOL. III
- Imbecilli! - disse. - Fanno uccidere i loro uomini e ci
fanno consumare le munizioni.
Enjolras parlava da quel vero generale di sommossa che
era.
L'insurrezione e la repressione non lottano ad armi pari.
L'insurrezione è più facilmente esauribile, ha solo pochi
colpi da tirare e pochi combattenti da opporre: una giberna
vuota, un uomo ucciso non si sostituiscono. La repressione
invece, avendo l'esercito, non conta gli uomini, e, avendo
Vincennes, non conta i colpi. A ogni uomo della barricata
può opporre un reggimento, a ogni cartuccia un arsenale.
Sono lotte di uno contro cento, che finiscono sempre con la
distruzione delle barricate. A meno che la rivoluzione,
scoppiando bruscamente, non venga a gettare nella
bilancia la sua fiammeggiante spada d'arcangelo: il che
accade qualche volta. Allora tutti si sollevano, il selciato
ribolle, le ridotte popolari pullulano. Parigi è presa da un
sovrano fremito, si sviluppa il "quid divinum", c'è nell'aria
un 10 agosto, un 29 luglio, appare una prodigiosa luce, le
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
97
I MISERABILI VOL. III
fauci spalancate della forza indietreggiano, e l'esercito, il
leone, si vede davanti ritto e tranquillo il profeta: la
Francia.
13. BAGLIORI CHE PASSANO
Nel caos dei sentimenti e delle passioni che difendono una
barricata c'è un po' di tutto; c'è la bravura, la giovinezza, il
punto d'onore, l'entusiasmo, l'ideale, la convinzione,
l'accanimento del giocatore, e soprattutto la speranza
intermittente.
Uno di questi momenti, uno di questi vaghi fremiti di
speranza attraversò rapidamente la barricata della
Chanvrerie, quando meno se l'aspettavano.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
98
I MISERABILI VOL. III
- Sentite! - esclamò d'improvviso Enjolras sempre in
vedetta. - Pare che Parigi si risvegli.
E' certo che nella mattinata del 6 giugno l'insurrezione
ebbe per un'ora o due una certa recrudescenza.
L'ostinazione della campana a stormo di Saint-Merry
rianimò qualche velleità. Via del Pero e via Gravilliers
fecero un tentativo di barricata. Davanti a Porta San
Martino un giovane armato di carabina attaccò da solo uno
squadrone di cavalleria. In pieno boulevard, allo scoperto,
mise un ginocchio a terra, alzò il fucile, fece fuoco, uccise il
capo- squadrone e si volse indietro dicendo: "Eccone un
altro che non ci farà più male". - Fu sciabolato. In via San
Dionigi, una donna tirava sulle guardie municipali, da
dietro una persiana abbassata, di cui ogni tanto si
vedevano tremare le stecche. Un ragazzo di quattordici
anni fu arrestato in via Cassonnerie con le tasche piene di
cartucce. Furono assaliti vari corpi di guardia. Un
reggimento di corazzieri, alla cui testa marciava il generale
Cavaignac de Baragne, all'imbocco di via Bertin Poirée, fu
accolto da una nutrita e inattesa fucileria. In via Planche-
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
99
I MISERABILI VOL. III
Mibray, da sopra i tetti, scagliarono sulla truppa cocci di
stoviglie e utensili domestici: cattivo segno. Quando al
maresciallo Soult, il vecchio luogotenente di Napoleone,
riferirono questo fatto, questi si fece pensoso, ricordando la
frase di Suchet a Saragozza: - "Quando le vecchie ci
rovesciano sulla testa i loro vasi da notte, siamo perduti!".
Quei sintomi generali che si manifestavano al momento in
cui si credeva localizzata la sommossa, quell'accesso di
collera che riprendeva il sopravvento, quelle faville che
volavano qua e là al di sopra delle profonde masse di
combustibile che sono i quartieri di Parigi, tutto questo
insieme rese inquieti i capi militari.
Questi si affrettarono a spegnere quei principi di incendio,
e fino a che non furono soffocate queste faville, ritardarono
l'assalto alle barricate della Maubuée, della Chanvrerie e di
Saint-Merry, per aver da fare solo con esse e poter
concludere tutto d'un colpo. Alcune colonne furono lanciate
nelle vie in agitazione, spazzando le grandi, inondando le
piccole, a destra, a sinistra, ora lentamente e con
precauzione, ora a passo di carica.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
100
I MISERABILI VOL. III
I soldati sfondavano le porte delle case da cui s'era tirato,
e nello stesso tempo la cavalleria manovrava per
disperdere i gruppi sui boulevard. Quella repressione non
avvenne senza quel rumore e senza quel fracasso
tumultuoso che è proprio dell'urto tra l'esercito e il popolo.
Ed era proprio questo che Enjolras udiva negli intervalli tra
la fucileria e le cannonate. Inoltre, aveva visto passare in
fondo alla via dei feriti sulle barelle, e diceva a Courfeyrac:
- Quei feriti non sono opera nostra.
La speranza durò breve tempo; presto il barlume si eclissò.
In meno di mezz'ora tutto svanì. Fu come un lampo senza
fulmine, e gli insorti sentirono ricadere sopra di loro quella
immensa cappa di piombo che l'indifferenza del popolo
getta sugli ostinati che abbandona.
La sommossa generale che pareva vagamente abbozzata
era già abortita, e l'attenzione del ministro della guerra
come Ia strategia dei generali potevano adesso
concentrarsi su tre o quattro barricate rimaste in piedi.
Il sole saliva all'orizzonte.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
101
I MISERABILI VOL. III
Un insorto chiese a Enjolras:
- Abbiamo fame qui. Dovremmo morire senza mangiare?
Enjolras, sempre appoggiato col gomito alla sua feritoia,
senza perdere di vista l'estremità della strada, fece un
cenno di testa affermativo.
14. ENJOLRAS INNAMORATO
Courfeyrac, seduto su un sasso accanto a Enjolras,
continuava a farsi beffe del cannone, e ogni qual volta
passava col suo mostruoso rumore quel cupo nugolo di
proiettili che si chiama mitraglia, lui lo salutava con parole
ironiche.
- Ti spolmoni, povero vecchio bestione, mi fai pena; il tuo è
uno strepito inutile; non sono tuoni ma colpi di tosse.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
102
I MISERABILI VOL. III
E intorno ridevano.
Courfeyrac e Bossuet, il cui coraggioso buon umore
cresceva col pericolo, sostituivano, come madame Scarron,
lo scherzo al cibo, e poiché mancava il vino, mescevano a
tutti la giocondità.
- Io ammiro Enjolras, - diceva Bossuet. - La sua
impassibile temerità mi sorprende. Egli vive solo, e questo
lo rende un po' triste; si lamenta della sua grandezza che
lo costringe alla vedovanza. Noi altri abbiamo più o meno
delle ragazze che ci fanno impazzire, vale a dire ci fanno
coraggiosi. Chi è innamorato come una tigre il meno che
possa fare è di battersi come un leone. E' un bel modo di
vendicarsi dei tiri birboni che ci fanno le nostre ragazze.
Orlando si fa uccidere per far arrabbiare Angelica. I nostri
eroismi derivano tutti dalle nostre donne. Un uomo senza
donna è una pistola senza cane. E' la donna che fa scattare
l'uomo. E intanto, Enjolras non ha donne, non è
innamorato, e tuttavia trova il modo di essere intrepido. E'
inaudito che si possa essere freddi come il ghiaccio e arditi
come il fuoco.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
103
I MISERABILI VOL. III
Enjolras fingeva di non ascoltare; ma se qualcuno gli fosse
stato vicino l'avrebbe udito mormorare sottovoce: "Patria".
Bossuet rideva ancora quando Courfeyrac esclamò:
- Qualcosa di nuovo!
E facendo la voce d'un usciere, aggiunse:
- Io mi chiamo Pezzo-da-otto.
Infatti era entrato in scena un nuovo personaggio, un
secondo cannone. Gli artiglieri fecero rapidamente la
manovra e misero subito quel secondo pezzo in batteria
accanto al primo. Cominciava a delinearsi la fine.
Pochi momenti dopo, i due pezzi manovrati rapidamente,
tiravano contro la ridotta, mentre i fuochi di fila della linea
e delle guardie nazionali sostenevano l'artiglieria.
A qualche distanza si udiva un altro cannoneggiamento.
Mentre i due pezzi si accanivano contro la ridotta di via
Chanvrerie, altri due, uno puntato su via san Dionigi e
l'altro su via Aubry-le- Boucher, crivellavano la barricata
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
104
I MISERABILI VOL. III
Saint-Merry. I quattro cannoni si facevano eco
lugubremente.
I latrati di quei tetri mastini da guerra si rispondevano.
I due cannoni che battevano ora la barricata di via
Chanvrerie tiravano uno a mitraglia, l'altro a palla.
Quello che tirava a palla era puntato un po' alto e il tiro era
calcolato in modo che il proiettile colpiva l'orlo estremo
della parte superiore della barricata, la sgretolava, ne
sbriciolava i ciottoli sugli insorti come scoppi di mitraglia.
Lo scopo di questo tiro era quello di allontanare i difensori
dalla cima della barricata e di costringerli a rintanarsi
nell'interno; vale a dire annunciava l'assalto.
Una volta cacciati i combattenti dalla cresta della barricata
con le palle di cannone, e dalle finestre della bettola con la
mitraglia, le colonne destinate all'attacco potevano
avventurarsi nella via senza essere prese di mira, e forse
anche senza essere viste, scalare improvvisamente la
barricata, come la sera precedente e, chissà, prenderla di
sorpresa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
105
I MISERABILI VOL. III
- Dobbiamo assolutamente far diminuire il fastidio di quei
cannoni, - disse Enjolras; e gridò: - Fuoco sugli artiglieri!
Erano tutti pronti. La barricata che taceva da tanto tempo
fece un fuoco disperato e sette o otto scariche si
succedettero con una specie di rabbia e di gioia. La via si
riempì di fumo accecante.
Qualche minuto dopo, attraverso quella nebbia striata di
fiamme, si poterono discernere confusamente i due terzi
degli artiglieri distesi sotto le ruote dei cannoni. Quelli
rimasti in piedi continuavano a servire i loro pezzi con
severa tranquillità. Ma il fuoco era rallentato.
- Così va bene, - disse Bossuet a Enjolras. - Buon
successo.
- Un altro quarto d'ora di questo buon successo e non ci
saranno più di dieci cartucce nella barricata.
A quanto pare, Gavroche udì questa frase.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
106
I MISERABILI VOL. III
15. GAVROCHE DI FUORI
D'un tratto Courfeyrac vide qualcuno ai piedi della
barricata, di fuori, nella via, sotto le pallottole.
Gavroche aveva preso nell'osteria un paniere per le
bottiglie, era uscito passando per il vano aperto, ed era
tranquillamente occupato a vuotare nel paniere le giberne
piene di cartucce delle guardie nazionali uccise sotto la
scarpata della ridotta.
- Che fai? - chiese Courfeyrac.
Gavroche alzò il capo:
- Cittadino, riempio il mio paniere.
- Ma non vedi la mitraglia?
- Già! Piove! E poi? - rispose Gavroche.
- Rientra, - gridò Courfeyrac.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
107
I MISERABILI VOL. III
- Un momento, - disse il monello.
E con un balzo, avanzò nella via.
Il lettore ricorderà che la compagnia Fannicot, ritirandosi,
aveva lasciato dietro di sé una striscia di cadaveri.
Una ventina di morti giacevano qua e là sul selciato per
tutta la lunghezza della strada; una ventina di giberne per
Gavroche, una provvista di cartucce per la barricata.
Il fumo nella strada faceva come una nebbia. Chi ha visto
una nuvola impigliata in una gola di montagna fra due
dirupi a picco, può immaginarsi quel fumo rinchiuso e come
addensato tra due fosche ali di case alte. Esso saliva
lentamente e si rinnovava continuamente. C'era quindi una
caligine graduale che rendeva pallida la stessa luce del
giorno. Era molto se i combattenti si vedevano da una
parte e dall'altra della via che era molto breve.
Quell'oscuramento, probabilmente voluto e predisposto dai
capi dell'assalto alla barricata, fu utile a Gavroche.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
108
I MISERABILI VOL. III
Sotto la protezione di quel velo di fumo e grazie alla sua
piccolezza, Gavroche poté spingersi molto avanti nella via
senza essere scorto, e saccheggiò le prime sette o otto
giberne senza gran pericolo.
Strisciava ventre a terra, galoppava a quattro zampe,
stringeva il paniere tra i denti, si contorceva, scivolava,
ondeggiava, serpeggiava da un morto all'altro, e vuotava le
giberne come una scimmia sguscia una noce.
Dalla barricata, a cui era molto vicino, non ardivano
gridargli di tornare, temendo di attirare su di lui
l'attenzione degli altri.
Sul cadavere di un caporale trovò una sacca di polvere.
- Per la sete! - disse mettendosela in tasca.
A furia di andare avanti, giunse al punto in cui la nebbia
della fucileria diveniva trasparente. Cosicché i fucilieri
appostati dietro il rialzo dei ciottoli, e quelli della guardia
nazionale ammassati dietro la cantonata della via, a un
tratto si mostrarono a dito qualcosa che si muoveva nel
fumo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
109
I MISERABILI VOL. III
Mentre Gavroche era intento a sbarazzare delle sue
cartucce un sergente disteso presso un pilastro, una palla
colpì il cadavere.
- Diamine! - fece Gavroche. - Mi ammazzano i miei morti!
Una seconda pallottola fece sprizzare faville dalle selci
accanto a lui; una terza gli rovesciò il paniere.
Allora si rizzò in piedi, diritto, con i capelli al vento, le mani
sui fianchi, l'occhio fisso alle guardie nazionali che tiravano,
e si mise a cantare:
"E colpa di Voltaire, se son brutti a Nanterre; è colpa di
Rousseau, se son sciocchi a Palaisseau".
Poi, raccolto il paniere, ci mise dentro, senza perderne una,
tutte le cartucce che ne erano cadute, e avanzando verso
la fucileria, andò a spogliare un'altra vittima. Là una quarta
pallottola fece cilecca. E Gavroche cantò:
"Se non sono notaro è colpa di Voltaire; sono un uccellino
per colpa di Rousseau".
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
110
I MISERABILI VOL. III
Una quinta pallottola riuscì soltanto a strappargli la terza
strofa:
"Ho un carattere allegro per colpa di Voltaire; ho per
corredo la miseria per colpa di Rousseau".
E così continuò per qualche tempo.
Era uno spettacolo spaventoso e incantevole. Gavroche,
preso a bersaglio, prendeva in burla la fucileria. Pareva
divertirsi un mondo. Era il passerotto che becca il
cacciatore. A ogni scarica una strofetta. Gli tiravano
continuamente ma senza mai colpirlo.
Soldati e guardie mirandolo ridevano. Egli si stendeva a
terra, si raddrizzava, si nascondeva nel vano d'una porta,
poi balzava, spariva, ricompariva, scappava, ritornava,
rispondeva alla mitraglia con un marameo, e frattanto
raccoglieva le cartucce, vuotava le giberne e riempiva il
paniere. Gli insorti, senza respiro per l'ansietà, lo
seguivano con gli occhi; la barricata trepidava, e lui
cantava. Non era un fanciullo, non era un uomo, ma uno
strano monello folletto. Pareva il nano invulnerabile della
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
111
I MISERABILI VOL. III
battaglia. Le pallottole lo inseguivano, ma lui era più lesto
di loro. Giocava a un terribile rimpiattino con la morte; e
ogni volta che la faccia camusa dello spettro si avvicinava,
il monello le dava m buffetto.
Però una palla meglio tirata e più traditrice delle altre, finì
col colpire il fanciullo folletto; e si vide Gavroche barcollare,
poi abbattersi. Tutta la barricata mandò un urlo. In quel
pigmeo c'era qualcosa di Anteo. Toccare il lastrico per il
monello è come toccar la terra per il gigante. Gavroche era
caduto ma per rialzarsi. Restò seduto per terra, mentre
una striscia di sangue gli rigava il volto. Alzò le due braccia
e, guardando dalla parte donde era venuta la palla, si mise
a cantare:
"Sono caduto per terra per colpa di Voltaire; col naso nel
rigagnolo per colpa di..." Non finì. Una seconda palla dello
stesso tiratore lo inchiodò.
Questa volta si abbatté col volto sul selciato e non si mosse
più.
La piccola grande anima aveva preso il volo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
112
I MISERABILI VOL. III
16. COME DA FRATELLO SI DIVENTA PADRE
In quello stesso momento c'erano nel giardino del
Lussemburgo perché l'occhio del dramma deve essere
presente dovunque - due fanciulli che si tenevano per
mano: uno aveva circa sette anni, l'altro cinque. Inzuppati
dalla pioggia, camminavano al sole dei viali. Il maggiore
guidava il minore. Erano cenciosi e pallidi.
Avevano l'aspetto di uccelli selvatici. Il più piccolo diceva:
Ho fame!
Il più grande, già un po' protettore, conduceva il fratellino
con la mano sinistra e teneva nella destra una bacchetta.
Erano soli nel giardino, che era deserto e con i cancelli
chiusi per misura di polizia, a causa dell'insurrezione. Le
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
113
I MISERABILI VOL. III
truppe che vi avevano bivaccato ne erano uscite a causa
del combattimento.
Come si trovavano là quei due ragazzi? Erano forse fuggiti
da qualche corpo di guardia lasciato aperto? erano forse
scappati da qualche baraccone di saltimbanchi fermo nei
dintorni, alla barriera dell'Inferno, o sulla spianata
dell'Osservatorio, o nel vicino crocevia dominato dal
frontone su cui stava scritto:
"Invenerunt parvulum pannis involutum"? forse la sera
precedente avevano eluso la sorveglianza dei guardiani e
avevano passato la notte in quei casotti dove si leggono i
giornali? Fatto sta che andavano a zonzo e sembravano
liberi. Andare a zonzo ed essere liberi significa essere
sperduti. Infatti quei due poveri piccini erano sperduti.
Erano proprio quei due bambini per i quali Gavroche era
stato tanto in pensiero, come il lettore ricorda.
Figli di Thénardier, dati a nolo alla Magnon, attribuiti a
Gillenormand, e ora foglie cadute da tutti quei rami senza
radici, e portate dal vento.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
114
I MISERABILI VOL. III
I loro vestiti, decenti ai tempi della Magnon, perché le
servivano di réclame di fronte a Gillenormand, erano
diventati cenci.
Quelle creature appartenevano ormai ai "fanciulli
abbandonati", che la polizia raccoglie, smarrisce e ritrova
sul lastrico di Parigi.
Ci voleva il trambusto di una giornata come quella perché
quei piccoli miserabili si trovassero in quel giardino, dal
quale i sorveglianti li avrebbero scacciati se li avessero
visti. I bimbi poveri non sono ammessi nei giardini pubblici.
Eppure, si dovrebbe riflettere che tutti i fanciulli hanno
diritto ai fiori.
Quei due vi si trovavano grazie ai cancelli chiusi. Erano in
contravvenzione. Introdottisi di soppiatto nel giardino,
c'erano restati. La chiusura dei cancelli non elimina la
vigilanza, che continua; questa però si rallenta e si riposa;
e gli ispettori, commossi anch'essi dalla pubblica
preoccupazione e interessati più all'esterno che all'interno,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
115
I MISERABILI VOL. III
non badavano al giardino e non avevano visto i due
contravventori.
Il giorno prima aveva piovuto; e anche un po' la mattina.
Ma di giugno le piogge non contano. Dopo un temporale, ci
si accorge appena che quella bella giornata bionda ha
pianto. D'estate la terra si asciuga presto come la gota di
un fanciullo. Nei giorni del solstizio, la luce meridiana è,
per così dire, penetrante; invade tutto; s'attacca e si
sovrappone alla terra come una specie di sanguisuga. Pare
che il sole abbia sete; un acquazzone scola via, e una
pioggia è subito bevuta. Al mattino tutto sgocciola; a
mezzogiorno tutto è impolverato.
Non c'è nulla di più bello di un prato lavato dalla pioggia e
asciugato dal sole; è una frescura tiepida. I giardini e i
prati quando hanno l'acqua alle radici e il sole nei rami,
diventano come incensieri che fumano con tutti i loro
profumi. Tutto ride, canta, si offre. Si prova una certa
ebbrezza. La primavera è un paradiso provvisorio. Il sole
aiuta l'uomo a pazientare.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
116
I MISERABILI VOL. III
Ci sono delle creature che non chiedono nulla di più;
viventi che, possedendo l'azzurro del cielo, dicono: ci
basta! pensatori assorti nel prodigio, i quali attingono
dall'idolatria per la natura l'indifferenza del bene e del
male; contemplatori del cosmo meravigliosamente distolti
dall'uomo, che non comprendono come mai ci si occupi
della fame di questi e della sete di quelli, della nudità del
povero nell'inverno, della incurvatura di una piccola spina
dorsale, del giaciglio, della soffitta, della prigione, dei cenci
delle ragazze che tremano dal freddo, quando invece si può
sognare sotto gli alberi; menti pacifiche e terribili,
implacabilmente soddisfatte. Cosa strana, a essi basta
l'infinito.
Essi ignorano quel gran bisogno dell'uomo, il finito, che
implica l'abbraccio. Non pensano al finito, che implica quel
sublime lavoro che è il progresso. Sfugge loro l'indefinito
che nasce dalla combinazione umana e divina dell'infinito e
del finito.
Purché si trovino di fronte all'immensità, sorridono. Mai la
gioia, sempre l'estasi. Inabissarsi: ecco la loro vita. La
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
117
I MISERABILI VOL. III
storia dell'umanità per loro non è altro che un piano
frammentario. Il Tutto non c'è; il vero Tutto è estromesso.
A che giova occuparsi di quell'accessorio che è l'uomo? Può
darsi che questi soffra; ma osservate Aldebaran che sorge!
Non voglio sapere se la madre non ha più latte e se il
neonato muore; guardate invece che meraviglioso rosone
forma un disco di abete visto al microscopio; confrontatelo
col più bel merletto! Quei pensatori si dimenticano di
amare. Lo zodiaco influisce su di loro al punto da impedire
di vedere il fanciullo che piange. Dio eclissa in essi la loro
anima.
E' una famiglia di spiriti che sono nello stesso tempo grandi
e piccini. Orazio ne faceva parte; anche Goethe; forse
anche La fontaine: tutti magnifici egoisti dell'infinito,
tranquilli spettatori del dolore, i quali, se il tempo è bello,
non vedono Nerone, ai quali il sole nasconde il rogo, che
starebbero a guardare ghigliottinare per cercarvi un effetto
di luce, che non sentono né un grido, né un singhiozzo, né
un rantolo, né una campana a stormo; gente, che crede
che tutto va bene solo perché è il mese di maggio, che si
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
118
I MISERABILI VOL. III
dichiara sempre contenta finché ha sul capo nuvole di
porpora e d'oro, ed è decisa a essere felice fino a che non
si sia esaurito lo scintillio degli astri e il canto degli uccelli.
Costoro sono degli splendidi tenebrosi. Non pensano che
sono da compiangere; ma lo sono. Chi non piange non
vede. Bisogna ammirarli e compiangerli, come si
compiangerebbe chi ammirerebbe un essere che fosse
notte e giorno insieme, che non avesse occhi ma soltanto
un astro in mezzo alla fronte.
L'indifferenza di questi pensatori è, secondo alcuni, una
filosofia superiore. Sia pure! ma in questa superiorità c'è
qualcosa di malato. Si può essere immortale e zoppo, come
Vulcano; si può essere più o meno che uomo. L'incompleto
immenso si trova nella natura. Chi sa se il sole non sia
cieco?
Ma allora di chi fidarsi? "Solem dicere quis falsum audeat"?
Sicché anche certi geni, certi uomini superiori, certi
uomini- astri potrebbero ingannarsi? Dunque, anche quello
che è lassù, al culmine, allo zenit, quello che manda tanta
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
119
I MISERABILI VOL. III
luce sulla terra vedrebbe poco, male, o niente affatto? Non
è disperante il caso?
No. Dunque che cosa c'è al di sopra del sole? Dio.
Il 6 giugno 1832, verso le undici del mattino, il
Lussemburgo, solitario e spopolato, era bello. Gli alberi e i
prati mandavano profumi e riflessi. Le rame, folli di luce
meridiana, parevano cercassero di abbracciarsi. C'era nei
sicomori un chiasso di capinere, i passerotti trionfavano, i
picchi si arrampicavano su per gli ippocastani dando
beccate nei buchi della corteccia. Le aiuole accettavano la
legittima regalità dei gigli. Il più bel profumo è quello che
emana dal candore. Si respirava l'acuto profumo dei
garofani. Le vecchie cornacchie di Maria dei Medici
amoreggiavano tra i grandi alberi. Il sole dorava,
imporporava e accendeva i tulipani, che non sono altro che
tutte le variazioni della fiamma diventate fiori, e attorno ai
calici dei tulipani turbinavano le api, scintille di quei fiorifiamme. Tutto era grazia e gaiezza, anche la pioggia vicina,
la quale, recidiva, non aveva nulla di inquietante per i
mughetti e per i caprifogli, che ne dovevano approfittare.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
120
I MISERABILI VOL. III
Le rondini minacciavano graziosamente di volar troppo
basso. Chi stava là dentro respirava la felicità. La vita
aveva un buon odore. Tutta quella natura esalava candore,
aiuto, assistenza, paternità, carezza, aurora. I pensieri che
venivano dal cielo erano teneri, come una manina di bimbo
offerta al bacio.
Sotto gli alberi, le statue nude e bianche avevano vesti di
ombra a strappi di luce; quelle dee erano tutte in cenci di
sole; erano avvolte di raggi da tutte le parti. Attorno alla
grande vasca, la terra era già asciutta sì che pareva quasi
bruciata. Spirava un venticello capace di sollevare piccole
nuvole di polvere. Alcune foglie gialle rimaste dall'ultimo
autunno s'inseguivano allegramente come tanti monelli.
Quell'abbondanza di luce dava una certa sicurezza. Vita,
linfa, calore, effluvi traboccavano. Si sentiva la creazione,
la sorgente enorme; in tutti quei venticelli impregnati di
amore, in quello scambio di riverberi e di riflessi, in quel
prodigioso dispendio di raggi, in quella mescita infinita di
oro fluido si sentiva la prodigalità dell'inesauribile; e dietro
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
121
I MISERABILI VOL. III
a quello splendore, come dietro a un sipario di fiamme, si
intravedeva Dio, il milionario di stelle.
Grazie alla sabbia, non c'era una pozzanghera; grazie alla
pioggia non c'era un granello di polvere. I fiori si erano
appena lavati, e tutti i velluti, tutti i rasi, tutte le vernici,
tutti gli ori che escono dalla terra in forma di fiori erano
irreprensibili.
Tutta quella magnificenza era linda. Il gran silenzio della
natura felice inondava il giardino: silenzio celeste che
s'accorda con mille musiche, col tubare dei colombi, col
ronzio delle api, col palpito del vento. L'intera armonia
della stagione si accordava in un grazioso insieme; le
entrate e le uscite della primavera avvenivano nell'ordine
voluto; finivano i lillà e cominciavano i gelsomini; alcuni
fiori erano in ritardo, alcuni insetti in anticipo;
l'avanguardia delle farfalle rosse di giugno fraternizzava
con la retroguardia delle farfalle bianche di maggio; i
platani mettevano la corteccia nuova; la brezza scavava
delle ondulazioni nella magnifica enormità degli
ippocastani. Era una cosa splendida. Un veterano della
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
122
I MISERABILI VOL. III
vicina caserma, guardando attraverso il cancello diceva:
Ecco la primavera sotto le armi e in gran tenuta!
Tutta la natura si nutriva; la creazione stava a tavola; la
gran tovaglia azzurra era distesa in cielo e la gran tovaglia
verde sulla terra; il sole illuminava tutto. Dio aveva
imbandito il pasto universale. Ogni essere aveva il suo cibo
o il suo pastore.
I colombi trovavano la cappuccina, i fringuelli il miglio, i
cardellini la paperina, il pettirosso i vermi, l'ape i fiori, la
mosca i moscerini, e il verdone le mosche. Talvolta si
mangiavano gli uni con gli altri, il che costituisce il mistero
del male misto al bene; però nessuna bestia aveva lo
stomaco vuoto.
I due piccoli derelitti erano giunti presso la grande vasca.
Un po' turbati da tutta quella luce cercavano di nascondersi
- istinto del povero e del debole davanti alla magnificenza,
anche impersonale - e si mantenevano dietro la baracca
dei cigni.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
123
I MISERABILI VOL. III
Di tanto in tanto, se spirava un alito di vento, si udivano
grida confuse, rumori, una specie di rantoli tumultuosi che
erano fucilate, e colpi sordi che erano cannonate. Sopra i
tetti dalla parte dei Mercati c'era del fumo. Una campana
che suonava in lontananza pareva che chiamasse.
I due bimbi sembravano indifferenti a quei rumori. Ogni
tanto il più piccolo ripeteva: - Ho fame!
Quasi contemporaneamente ai due bimbi, un'altra coppia si
avvicinava allo stagno. Era un ometto di cinquant'anni che
guidava per mano un ometto di sei; certamente padre e
figlio. Il ragazzetto portava una grossa focaccia.
A quell'epoca, alcune case limitrofe, in via Madame e in via
Inferno, possedevano una chiave del Lussemburgo, di cui
facevano uso gli inquilini quando i cancelli erano chiusi.
Questa tolleranza fu in seguito soppressa. Quel padre e
quel figlio uscivano certamente da una di quelle case.
I due piccoli mendicanti, vedendo venire quel "signore", si
nascosero di più.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
124
I MISERABILI VOL. III
L'uomo era un borghese, probabilmente lo stesso che
Mario un giorno, attraverso la sua febbre amorosa, aveva
sentito suggerire al figlio di "evitare gli eccessi", presso
quella stessa grande vasca. Aveva un aspetto affabile e
altero, e una bocca che sorrideva sempre e non si chiudeva
mai. Quel sorriso meccanico, prodotto da una mascella
troppo grande, da troppo poca pelle, mostrava i denti
anziché l'anima.
Il fanciullo, con la sua focaccia già addentata, pareva sazio.
Era vestito da guardia nazionale a causa della sommossa,
mentre il padre era in borghese per prudenza.
Padre e figlio si erano fermati presso la vasca, in cui
stavano a sollazzarsi due cigni. Quel borghese sembrava
avere per i cigni una particolare ammirazione; e aveva
questo di somigliante con loro, che camminava alla loro
maniera.
Per il momento i due cigni nuotavano ed erano superbi. Se
i due piccoli mendicanti avessero ascoltato e fossero stati
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
125
I MISERABILI VOL. III
in età da comprendere, avrebbero potuto raccogliere le
parole di un uomo grave. Il padre diceva al figlio:
- Il saggio s'accontenta di poco. Guarda me, figlio mio. Io
non amo il fasto, non vesto mai abiti fregiati d'oro e di
pietre preziose, lascio questo falso splendore alle anime
malfatte.
In quel momento le grida che provenivano dalla parte dei
Mercati raddoppiarono, insieme al suono della campana e
ai rumori.
- Che cos'è questo chiasso? - chiese il fanciullo.
- Sono saturnali, - rispose il padre.
A un tratto scorse i due piccoli cenciosi, immobili dietro il
casotto verde dei cigni.
- Ecco il principio, - disse.
E dopo una pausa aggiunse:
- L'anarchia penetra in questo giardino.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
126
I MISERABILI VOL. III
Frattanto il figlio morse la focaccia, ma sputò il morso e
improvvisamente scoppiò a piangere; - Perché piangi?
- Non ho più fame, - disse il bambino.
Il sorriso del padre si accentuò.
- Non è necessario aver fame per mangiare una focaccia.
- Non mi piace; è dura.
- Non ne vuoi più?
- No.
Allora il padre, indicandogli i cigni:
- Gettala a quei palmipedi.
Il ragazzo esitò. Non volerne non è una bella ragione per
dare la focaccia ad altri.
Il padre proseguì:
- Sii umano; abbi pietà degli animali.
La focaccia cadde molto vicino all'orlo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
127
I MISERABILI VOL. III
I cigni erano lontani, nel mezzo della vasca, e non avevano
visto né il borghese né la focaccia. Vedendo allora che la
focaccia poteva andare a fondo e commosso da quell'inutile
naufragio, il borghese si dette a fare movimenti telegrafici
per attirare i cigni. Questi scorsero qualcosa che
galleggiava e si diressero, virando di bordo, verso la
focaccia con la stupida maestà che si addice a bestie
bianche.
- I cigni capiscono i segnali, - disse il borghese, felice di
avere dello spirito.
In quel momento il lontano tumulto della città si accrebbe
improvvisamente, e questa volta parve sinistro. Certe
folate di vento parlavano con maggiore chiarezza di altre. Il
vento che soffiava in quel momento portò chiaramente dei
clamori, degli spari di fila e le lugubri risposte della
campana a stormo e del cannone. Tutto questo coincise
con una nuvola nera che nascose inaspettatamente il sole.
I cigni non erano ancora arrivati alla focaccia.
Torniamo a casa, - disse il padre. - Assaltano le Tuileries.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
128
I MISERABILI VOL. III
Riprese la mano del figlio e continuò:
- Dalle Tuileries al Lussemburgo corre solo la distanza che
separa la monarchia dall'istituzione dei Pari; non è molta.
Fra poco pioveranno le fucilate.
E guardando la nuvola:
- E forse verrà anche la pioggia; anche il cielo si mette in
mezzo; il ramo cadetto a casa.
- Vorrei vedere i cigni mangiare la focaccia, - disse il
fanciullo.
- Sarebbe un'imprudenza, - rispose il padre. - E condusse
via il suo piccolo borghese, che, rimpiangendo i cigni,
continuò a volgere la testa verso la vasca, finché un gomito
del viale non gliela ebbe nascosta.
Frattanto, contemporaneamente ai cigni, i due piccoli
vagabondi si erano avvicinati alla focaccia galleggiante. Il
più piccolo guardava la focaccia, il più grande il borghese
che se ne andava.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
129
I MISERABILI VOL. III
Padre e figlio entrarono nel labirinto dei viali che conduce
alla grande scalinata del boschetto dalla parte di via
Madame.
Non appena questi furono scomparsi, il più grande si stese
sull'orlo della vasca e aggrappandosi con la sinistra, chino
sull'acqua, fino al punto di poterci cadere dentro, allungò la
destra con la bacchetta verso la focaccia. I cigni, vedendo il
nemico, si affrettarono, e affrettandosi produssero un'onda
utile al piccolo pescatore. Mentre i cigni arrivavano la
bacchetta toccò la focaccia. ll fanciullo dette un colpo lesto,
accostò la focaccia, spaventò i cigni, la prese e si raddrizzò.
La focaccia era bagnata, ma essi avevano fame e sete. Il
maggiore ne fece due parti, una grossa e l'altra piccola,
tenne la piccola per sé e dando la grossa al fratellino,
disse:
Cacciati questo nel gozzo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
130
I MISERABILI VOL. III
17. MORTUUS PATER FILIUM MORITURUM EXPECTAT
Mario si era precipitato alla barricata e Combeferre lo
aveva seguito. Ma era troppo tardi. Gavroche era morto.
Combeferre raccolse il paniere della cartucce, Mario
raccolse Gavroche.
Ahimé! - pensava, - quel che il padre aveva fatto per suo
padre, egli lo faceva per il figlio, con questa differenza che
Thénardier aveva riportato il colonnello vivo, mentre lui
riportava il figlio morto.
Quando rientrò nella ridotta con Gavroche tra le braccia,
aveva il volto inondato di sangue come il ragazzo.
Chinandosi per raccogliere Gavroche, una palla gli aveva
sfiorato la testa, senza che lui se ne accorgesse.
Courfeyrac si tolse la cravatta e gli bendò la fronte.
Gavroche fu deposto sulla stessa tavola di Mabeuf, e sui
due corpi fu disteso lo scialle nero.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
131
I MISERABILI VOL. III
Combeferre distribuì le cartucce del paniere, e ne
toccarono quindici ciascuno.
Valjean stava sempre allo stesso posto, immobile presso il
pilastrino. Quando Combeferre gli consegnò le sue quindici
cartucce, lui scrollò il capo.
- Questo è proprio un eccentrico, - disse Combeferre a
Enjolras sottovoce. - Trova la scusa di non combattere su
questa barricata.
- Ma questo non gli impedisce di difenderla, - aggiunse
Enjolras.
- L'eroismo ha i suoi eccentrici, - riprese Combeferre.
Courfeyrac che aveva udito aggiunse:
- Però è diverso da papà Mabeuf.
Bisogna notare che il fuoco che batteva la barricata ne
disturbava appena l'interno. Chi non ha mai attraversato il
turbine di questa specie di guerra, non può formarsi
un'idea degli strani momenti di tranquillità che si uniscono
a quelle convulsioni. Si va, si viene, chiacchierando,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
132
I MISERABILI VOL. III
scherzando, dondolandosi. Un tale di nostra conoscenza ha
udito un combattente che gli diceva in mezzo alla
mitraglia: - "Qui ci troviamo come a colazione tra
giovanotti". - La ridotta di via Chanvrerie sembrava dunque
assai calma. Tutte le peripezie e tutte le fasi stavano per
esaurirsi. La posizione, da critica era diventata minacciosa,
e da minacciosa probabilmente stava per diventare
disperata. A mano a mano che la situazione diventava
sempre più confusa, la luce dell'eroismo imporporava
sempre più la barricata. Enjolras, grave, la dominava con
l'atteggiamento di un giovane spartano che consacra la sua
spada nuda al cupo genio di Epidota.
Combeferre, con un grembiule davanti, medicava i feriti;
Bossuet e Feuilly fabbricavano cartucce con la polvere della
fiaschetta che Gavroche aveva tolto al caporale ucciso, e il
primo diceva al secondo: - "Tra un poco prenderemo la
diligenza per un altro pianeta". - Courfeyrac, sulle poche
selci che s'erano riservate vicino a Enjolras, disponeva e
allineava tutto un arsenale, lo stocco, il fucile, due pistole
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
133
I MISERABILI VOL. III
grandi e una corta, con la cura di una fanciulla che mette
in ordine gli arnesi della toletta.
Valjean silenzioso guardava il muro di fronte. Un operaio
con una cordicella si fissava in testa un gran cappello di
paglia di mamma Hucheloup, "per paura dei colpi di sole",
diceva. I giovani affiliati alla Cougourde di Aix
chiacchieravano allegramente come se avessero premura
di parlare il loro vernacolo per l'ultima volta. Joly, che
aveva preso lo specchio della vecchia bettoliera, si
guardava la lingua. Alcuni combattenti, avendo trovato in
un cassetto delle croste di pane ammuffito, le mangiavano
avidamente.
Mario era inquieto per quello che tra poco gli avrebbe detto
suo padre.
18. L'AVVOLTOIO DIVENTATO PREDA
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
134
I MISERABILI VOL. III
Insistiamo su un fenomeno psicologico che è proprio delle
barricate. Non dobbiamo omettere nulla che riguarda il
carattere di questa guerra sorprendente.
Checché si possa dire della strana tranquillità interna di cui
abbiamo parlato, la barricata, per coloro che ci stanno
dentro, resta pur sempre una visione.
Nella guerra civile c'è qualcosa dell'apocalisse; tutte le
nebbie dell'ignoto si mescolano a quei fiammeggiamenti
selvaggi; le rivoluzioni sono sfingi, e chiunque ha
attraversato una barricata crede di essere passato
attraverso un sogno.
Che cosa si provi in un luogo come quello, lo abbiamo già
indicato a proposito di Mario e ne vedremo le conseguenze:
è qualcosa di più e di meno della vita. Chi esce da una
barricata non sa più le persone che vi ha conosciuto; fu
terribile, ma lui lo ignora; si trovò circondato da idee che
combattevano con volto umano, ebbe la testa nella luce
dell'avvenire. C'erano dei cadaveri distesi e dei fantasmi in
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
135
I MISERABILI VOL. III
piedi. Le ore erano interminabili e sembravano eternità.
Vide passare delle ombre; che cosa erano? Vide delle mani
sporche di sangue. Era un fracasso spaventevole, ma era
pure un orribile silenzio; c'erano delle bocche aperte che
gridavano e altre bocche aperte che tacevano; si stava nel
fumo, forse nelle tenebre.
Crede di essere stato in un sinistro trasudamento delle
profondità ignote; scorge qualcosa di rosso nelle sue
unghie; ma non se ne ricorda più.
Torniamo in via Chanvrerie.
A un tratto, tra le due scariche, si udirono lontano suonare
le ore.
- E' mezzogiorno, - disse Combeferre.
I dodici colpi non erano ancora scoccati, che Enjolras si
rizzò e dall'alto della barricata lanciò questi ordini con voce
tonante:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
136
I MISERABILI VOL. III
- Portate le selci in casa e mettetele sulle finestre. Metà
degli uomini ai fucili, l'altra metà ai sassi. Non c'è tempo da
perdere.
Un plotone di guastatori, con la scure in spalla, era apparso
in fondo alla via in ordine di battaglia.
Non poteva essere che la testa di una colonna! Di quale?
Evidentemente di quella d'assalto. I guastatori incaricati di
demolire la barricata devono sempre precedere i soldati
incaricati di dare la scalata.
Si era giunti al momento che Clermont-Tonnerre nel 1822
chiamava "il colpo di grazia".
L'ordine di Enjolras fu eseguito con la fretta precisa che è
propria delle navi e delle barricate, gli unici luoghi di
combattimento da cui è impossibile scappare. In meno di
un minuto, due terzi delle selci che Enjolras aveva fatto
ammucchiare davanti alla porta di Corinto vennero
trasportate al primo piano e alle soffitte, e prima che fosse
trascorso un altro minuto, quelle selci disposte
magistralmente l'una sull'altra chiudevano a metà la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
137
I MISERABILI VOL. III
finestra del piano principale e degli abbaini. Da alcuni
interstizi accuratamente lasciati da Feuilly, che era il
principale costruttore, si potevano far passare le canne dei
fucili. L'armamento delle finestre fu eseguito più facilmente
perché la mitraglia era cessata. I due cannoni adesso
tiravano a palla al centro della barricata per aprirvi una
breccia per l'assalto.
Quando le selci destinate all'estrema difesa furono messe a
posto, Enjolras fece trasportare al piano superiore le
bottiglie deposte sotto la tavola su cui giaceva Mabeuf.
- Chi le berrà? - chiese Bossuet.
- Loro, - rispose Enjolras.
Quindi barricarono la finestra del piano terreno e tennero
pronte le traverse di ferro che servivano a sprangare di
notte internamente la porta della bettola.
La fortezza era completata; la barricata era il bastione, la
bettola il torrione.
Con le selci che restavano chiusero il vano.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
138
I MISERABILI VOL. III
Poiché gli assedianti di una barricata sanno che i difensori
sono sempre obbligati a economizzare le munizioni,
attendono ai loro preparativi con una calma irritante, si
espongono al fuoco prima del tempo più per trarre in
inganno che per il desiderio di affrettare l'assalto.
I preparativi di un assalto si fanno sempre con una
metodica lentezza. Dopo viene la folgore.
Quella lentezza permise a Enjolras di rivedere e di
perfezionare ogni cosa. Dal momento che quegli uomini
dovevano morire, voleva che la loro morte fosse un
capolavoro.
Disse a Mario:
- Noi siamo due capi. Io vado a dare gli ultimi ordini per
l'interno; tu resta fuori a osservare.
Mario si mise in vedetta sulla cresta della barricata.
Enjolras fece inchiodare la porta della cucina che come
ricorderemo era l'infermeria. - Non deve schizzare nulla sui
feriti, - disse.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
139
I MISERABILI VOL. III
Dette le ultime istruzioni nella sala al pianterreno con voce
scattante ma perfettamente tranquilla. Feuilly ascoltava e
rispondeva a nome di tutti.
- Al primo piano tenete pronte le scuri per tagliare la scala.
Ne avete?
- Sì, - rispose Feuilly.
- Quante?
- Due accette e una grossa scure.
- Va bene. Noi siamo ventisei combattenti. Quanti fucili
abbiamo?
- Trentaquattro.
- Otto di più. Teneteli caricati e sottomano. Sciabole e
pistole alle cinture. Venti uomini alla barricata. Sei agli
abbaini e alla finestra per far fuoco sugli assalitori
attraverso le feritoie.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
140
I MISERABILI VOL. III
Nessuno deve essere inutile qui. Tra poco, quando il
tamburo batterà la carica, i venti di giù si precipitino sulla
barricata; i primi arrivati prenderanno i posti migliori.
Date queste disposizioni, si volse a Javert e disse:
- Non mi dimentico di te.
E posando una pistola sulla tavola, aggiunse:
- L'ultimo che uscirà di qui fracasserà il cranio a questa
spia.
- Qui dentro? - chiese una voce.
- No; non mischiamo questo cadavere ai nostri. Si può
scavalcare la piccola barricata nel vicolo Mondétour, alta
solo quattro piedi. Questi è ben legato; che venga
trascinato là e giustiziato.
C'era in quel momento qualcuno più impaziente di Enjolras
ed era Javert.
In quel punto apparve Valjean. Era confuso nel numero
degli insorti. Ne uscì e chiese a Enjolras:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
141
I MISERABILI VOL. III
- Siete voi il comandante?
- Sì.
- Poco fa mi avete ringraziato.
- In nome della Repubblica. La barricata fu salvata due
volte: da Mario Pontmercy e da voi.
- Credete che meriti una ricompensa?
- Certo.
- Ebbene, ne chiedo una.
- Quale?
- Bruciare le cervella a quell'uomo.
Javert alzò la testa, vide Valjean e fece un movimento
impercettibile, dicendo:
- E' giusto.
Enjolras, mentre ricaricava la pistola, volse gli occhi e
disse:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
142
I MISERABILI VOL. III
- Nessuno si oppone?
Poi, rivolto a Valjean:
- Prendetevi lo spione.
Valjean si impossessò di Javert, sedendosi all'estremità
della tavola; afferrò la pistola, e un lieve scricchiolìo
annunciò che l'aveva caricata.
Quasi in pari tempo si sentì un suono di tromba.
- All'armi! - gridò Mario dall'alto della barricata.
Javert si mise a ridere, con quel suo riso muto, e
guardando fisso gli insorti, disse loro:
- Voi non siete per niente migliori di me.
- Fuori tutti! - comandò Enjolras.
Gli insorti si lanciarono fuori tumultuosamente, ma
nell'uscire furono colpiti nella schiena, se così possiamo
esprimerci, da queste parole di Javert:
Arrivederci tra poco!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
143
I MISERABILI VOL. III
19. LA VENDETTA DI VALJEAN
Quando Valjean si trovò solo con Javert, sciolse la corda
che teneva legato il prigioniero alla tavola. Quindi gli fece
cenno di alzarsi. Javert obbedì con quell'indefinibile sorriso
che riassume la supremazia dell'autorità incatenata.
Valjean prese Javert per la martingala come si
prenderebbe una bestia da soma per la cavezza, e
tirandoselo dietro, uscì dalla bettola lentamente, perché
l'altro avendo ancora legate le gambe poteva muovere
soltanto dei passi molto brevi.
Valjean teneva impugnata la pistola. Attraversarono così il
trapezio interno della barricata. Gli insorti, attenti
all'assalto imminente, volgevano loro le spalle. Soltanto
Mario, collocato all'estremità sinistra dello sbarramento, li
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
144
I MISERABILI VOL. III
vide passare, e quel gruppo della vittima e del carnefice si
illuminò della luce spettrale che aveva nell'anima.
A fatica, ma senza mai lasciarlo un istante, Valjean fece
scalare al prigioniero la barricata di via Mondétour.
Quando l'ebbero scavalcata, si trovarono soli nel vicolo.
Nessuno li vedeva. Il gomito delle case li nascondeva alla
vista degli insorti.
I cadaveri ritirati dalla barricata formavano a qualche passo
di distanza un orribile mucchio.
Tra i morti si distingueva una faccia livida, una capigliatura
disciolta, una mano forata e un seno di donna seminuda.
Era Eponina.
Javert guardò di sbieco quella morta e, profondamente
calmo, disse:
- Mi pare di conoscere quella ragazza.
Poi si volse a Valjean.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
145
I MISERABILI VOL. III
Questi si mise la pistola sotto il braccio e fissò Javert con
uno sguardo che non aveva bisogno di parole per dire: Javert, sono io!
Javert rispose:
- Prenditi la rivincita.
Valjean trasse di tasca un coltello e lo sfoderò.
- Un coltello, - disse Javert; - hai ragione, è più adatto per
te!
Valjean tagliò la martingala che legava il collo al
prigioniero, poi tagliò le corde che aveva ai polsi, poi,
abbassandosi, tagliò quelle dei piedi. Rialzandosi, disse:
- Siete libero.
Javert non si stupiva facilmente; tuttavia, per quanto fosse
sempre padrone di sé, non poté trattenere una
commozione. Restò stupito e immobile.
Valjean continuo:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
146
I MISERABILI VOL. III
- Non credo che potrò uscire di qui. Tuttavia, se per caso
ne uscissi, sappiate che abito in via Homme-Armé, numero
sette, sotto il nome di Fauchelevent.
Javert ebbe una contrazione di tigre che gli dischiuse un
angolo della bocca, e mormorò tra i denti:
- Bada!
- Andate, - disse Valjean.
Javert riprese:
- Hai detto Fauchelevent, via Homme-Armé, numero sette?
- Numero sette.
Si abbottonò l'abito, riprese la sua rigidità militare, fece un
mezzo giro, incrociò le braccia puntellandosi il mento con
una mano e s'incamminò verso i Mercati. Valjean lo
seguiva con lo sguardo. Dopo alcuni passi Javert si voltò e
gridò a Valjean:
- Voi mi annoiate. Uccidetemi piuttosto.
Javert non si accorgeva di non parlare col tu a Valjean.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
147
I MISERABILI VOL. III
- Andate, - gli rispose Valjean.
Javert si allontanò a passi lenti e un momento dopo svoltò
l'angolo di via dei Predicatori.
Quando il poliziotto scomparve, Valjean scaricò la pistola in
aria.
Poi rientrò nella barricata e disse:
- E' fatto.
Intanto ecco che cos'era accaduto.
Più occupato dall'esterno che dall'interno della barricata,
Mario fino allora non aveva guardato attentamente lo
spione legato nel fondo oscuro della sala. Quando lo vide
alla luce del giorno mentre scavalcava la barricata per
andare a morte, lo riconobbe.
Un ricordo improvviso gli attraversò la mente. Si ricordò
dell'ispettore di via Pontoise, delle due pistole che gli aveva
dato e di cui egli, Mario, si era servito in quella stessa
barricata. Non solo ricordò la fisionomia ma anche il nome.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
148
I MISERABILI VOL. III
Quel ricordo però era nebbioso e torbido come tutte le sue
idee.
Non fu un'affermazione ma una domanda che si rivolse,
chiedendosi:
- Non è forse quello l'ispettore di polizia che mi disse di
chiamarsi Javert?
Era forse ancora in tempo per fare qualcosa a favore di
quell'uomo? ma bisognava innanzitutto sapere se era
proprio Javert. Interpellò Enjolras che proprio allora aveva
preso posto all'altra estremità della barricata.
- Enjolras?
- Eh!
- Come si chiama quell'uomo?
- Quale?
- L'agente di polizia. Sai il nome?
- Certo, ce l'ha detto.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
149
I MISERABILI VOL. III
- E come si chiama?
- Javert.
Mario si rizzò.
In quel momento si sentì il colpo di pistola.
E Valjean ricomparve dicendo:
- E' fatto.
Una fredda ombra attraversò il cuore di Mario.
20. I MORTI HANNO RAGIONE E I VIVI NON HANNO
TORTO
Stava per iniziare l'agonia della barricata.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
150
I MISERABILI VOL. III
Tutto concorreva alla tragica maestà di quel supremo
momento.
Mille misteriosi rumori nell'aria, il respiro delle masse
armate in movimento nelle strade ma che non si vedevano,
il galoppo intermittente della cavalleria, il pesante
trabalzare dell'artiglieria in marcia, i fuochi di fila e le
cannonate che s'incrociavano nel dedalo di Parigi, i fumi
della battaglia che salivano dorati dal sole al di sopra dei
tetti, le grida lontane, incerte e confusamente terribili,
lampi di minaccia dappertutto, la campana a stormo di
Saint-Merry che ora aveva l'accento del singhiozzo, la
mitezza della stagione, lo splendore del cielo pieno di sole
e di nuvole, la bellezza della giornata e lo spaventoso
silenzio delle case.
Fin dal giorno precedente le file di case di via Chanvrerie
erano diventate due muraglie sinistre. Porte chiuse,
finestre chiuse, imposte chiuse.
In quell'epoca così diversa dall'attuale, quando arrivava
l'ora in cui il popolo voleva farla finita con uno stato di cose
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
151
I MISERABILI VOL. III
durato troppo a lungo, quando la collera universale era
sparsa nell'atmosfera, quando la città acconsentiva a
sollevare i suoi ciottoli, quando l'insurrezione faceva
sorridere la borghesia sussurrandole all'orecchio la sua
parola d'ordine, allora gli abitanti, compenetrati per così
dire della sommossa, diventavano gli ausiliari dei
combattenti, e la casa fraternizzava con la fortezza
improvvisata che a essa si appoggiava. Quando invece i
tempi non erano maturi, quando l'insurrezione non era
completamente approvata, quando la massa sconfessava il
movimento, allora i combattenti erano perduti, la città
tutt'intorno alla rivolta si mutava in deserto, le anime
s'agghiacciavano, si chiudeva ogni luogo di rifugio, e la via
diventava un passaggio per aiutare l'esercito a prendere la
barricata.
Non si può far marciare un popolo più presto di quello che
vuole.
Guai a chi tenta di forzargli la mano! Il popolo non si lascia
costringere. Allora, abbandona l'insurrezione a se stessa;
gli insorti diventano tanti appestati; Ogni casa è una rupe,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
152
I MISERABILI VOL. III
ogni porta rifiuta di aprirsi, ogni facciata è un muro: muro
che vede, sente e non vuole. Potrebbe socchiudersi e
salvare; no, quel muro è un giudice, vi osserva e vi
condanna. Che cosa triste quelle case sbarrate! Sembrano
morte e sono vive. La vita è come sospesa, ma continua;
da ventiquattro ore nessuno è uscito e nessuno manca.
Nell'interno di quella rocca vanno, dormono, si alzano,
vivono in famiglia, bevono, mangiano, hanno paura: che
cosa terribile! La paura scusa quella formidabile
inospitalità, e c'è la circostanza attenuante dello
sbigottimento. Talvolta la paura è diventata anche
passione. Il terrore può cambiarsi in furia, come la
prudenza in rabbia; donde quella espressione così
profonda: "gli arrabbiati moderati". Ci sono eccessi di
supremo spavento da cui esce come da un lugubre fumo,
la collera. - Che cosa vogliono costoro? Non sono mai
contenti. Compromettono gli uomini pacifici.
Come se non ne avessimo abbastanza delle rivoluzioni! Che
cosa sono venuti a fare? Se la sbrighino ora! Peggio per
loro. Hanno quello che si meritano. E' una cosa che non ci
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
153
I MISERABILI VOL. III
riguarda. Intanto la nostra via è tutta crivellata dalle
pallottole. Un mucchio di mascalzoni. Soprattutto, non
aprite la porta! - E la casa assume l'aspetto di una tomba.
L'insorto davanti a quella porta agonizza; vede arrivare la
mitraglia e le sciabole sguainate, grida, sa che lo sentono
ma non gli apriranno; ci sono dei muri che potrebbero
proteggerlo, degli uomini che potrebbero salvarlo; quei
muri hanno orecchie di carne, e quegli uomini cuori di
pietra.
Chi accusare?
Nessuno e tutti.
I tempi immaturi in cui viviamo.
Sempre a suo rischio e pericolo, l'utopia si trasforma in
insurrezione, la protesta filosofica si trasforma in protesta
armata, Minerva si trasforma in Pallade. L'utopia che
diventa impaziente e si trasforma in sommossa sa quello
che l'attende. Il più delle volte arriva troppo presto; allora
si rassegna, e invece del trionfo accetta stoicamente la
catastrofe. Senza lamentarsi, anzi discolpandoli, essa serve
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
154
I MISERABILI VOL. III
coloro che la rinnegano, e la sua magnanimità consiste
nell'accettare l'abbandono. E' indomita contro l'ostacolo,
mite verso l'ingratitudine.
D'altronde, è ingratitudine?
Sì, dal punto di vista del genere umano.
No, dal punto di vista dell'individuo.
Il progresso è il modo d'essere dell'uomo. La vita generale
del genere umano si chiama progresso. Il progresso
cammina e percorre il grande viaggio umano e terrestre
verso la meta celeste e divina; ha le sue soste durante le
quali raduna il gregge in ritardo; ha le sue fermate in cui
medita davanti a qualche splendida terra di Canaan che si
svela all'improvviso al suo orizzonte; ha le sue notti in cui
dorme; e una delle più angosciose ansietà del pensatore è
di vedere l'ombra sull'anima umana, di toccare nelle
tenebre il progresso addormentato senza poterlo svegliare.
- "Dio è forse morto!" - diceva un giorno all'autore di
questo libro Gérard de Nerval, confondendo il progresso
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
155
I MISERABILI VOL. III
con Dio e l'interruzione del movimento con la morte
dell'Ente supremo.
Ha torto chi dispera. Il progresso si sveglia infallibilmente
e, tutto sommato, si potrebbe dire che ha camminato,
anche addormentato, perché è cresciuto. Quando lo
rivediamo in piedi, lo troviamo cresciuto. Essere sempre
tranquillo non dipende dal progresso, come non appartiene
al fiume. Non mettete dighe, non lanciatevi dei macigni;
l'ostacolo fa spumeggiare l'acqua e ribollire l'umanità. Di là
provengono i torbidi; ma dopo quei torbidi, si riconosce che
ha fatto del cammino. Finché non viene ristabilito l'ordine,
il quale non è altro che la pace universale, finché non
regnano l'armonia e l'unità, il progresso avrà per tappe le
rivoluzioni.
Che cosa è dunque il progresso? L'abbiamo detto: la vita
permanente dei popoli.
Orbene, accade talvolta che la vita momentanea degli
individui opponga resistenza alla vita esterna dell'umanità.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
156
I MISERABILI VOL. III
Diciamolo senza amarezza, l'individuo ha il suo interesse
distinto, e può senza inganno guardare questo suo
interesse e difenderlo; il presente ha la sua quantità
scusabile di egoismo; la vita temporanea ha il suo diritto e
non è sempre tenuta a sacrificarsi all'avvenire. La
generazione che attualmente è di passaggio sulla terra non
è obbligata ad abbreviarlo per le generazioni future e che
sono in fondo uguali a lei. - Io esisto - mormora quel
qualcuno che si chiama Tutti - Io sono giovane e
innamorato, io sono vecchio e voglio risparmiarmi, io sono
padre di famiglia, lavoro, faccio buoni affari, ho delle case
da affittare, ho una rendita in titoli, sono contento, ho
moglie e figli, e tutto questo mi piace, voglio vivere,
lasciatemi in pace.
- Ed è da questo che in certe ore s'abbatte un freddo
profondo sulle magnanime avanguardie del genere umano.
D'altronde, bisogna convenire che l'utopia, facendo la
guerra, esce dalla sua sfera radiosa. Essa, la verità di
domani, prende a prestito dalla menzogna il suo
procedimento, la battaglia. Essa, l'avvenire, agisce come il
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
157
I MISERABILI VOL. III
passato; essa, l'idea pura, diventa via di fatto; associa al
suo eroismo una violenza, di cui è giusto che sia
responsabile: violenza di occasione e di ripiego, contraria ai
princìpi e per la quale è fatalmente punita. L'utopiainsurrezione combatte col vecchio codice militare alla
mano; fucila le spie, condanna a morte i traditori, sopprime
gli esseri viventi e li getta nelle tenebre ignote; si serve
della morte: cosa grave. Pare che l'utopia non abbia più
fede nella sua luce che è la sua forza irresistibile c
incorruttibile. Colpisce con la spada; ma nessuna spada è
semplice; tutte le spade hanno il doppio taglio, e chi ferisce
con uno, si ferisce con l'altro.
Fatta questa riserva, con tutta severità, ci è impossibile
non ammirare, riescano o no, i gloriosi combattenti
dell'avvenire, i confessori dell'utopia. Anche quando non
riescono sono venerabili, e forse proprio nell'insuccesso
acquistano una maggiore maestà. La vittoria, quando
arriva secondo il progresso, merita l'applauso dei popoli;
ma una disfatta eroica merita la loro commozione; l'una è
magnifica, l'altra è sublime. Per noi che preferiamo il
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
158
I MISERABILI VOL. III
martirio al successo, John Brown è più grande di
Washington, e Pisacane è più grande di Garibaldi.
E' pur necessario che qualcuno stia per i vinti.
La società è ingiusta verso quei grandi pionieri
dell'avvenire che falliscono.
Si accusano i rivoluzionari di seminare lo spavento. Ogni
barricata sembra un attentato. Si incriminano le loro idee,
credono sospetto il loro scopo, temono le loro intenzioni
nascoste, denunciano la loro coscienza. Rimproverano loro
di innalzare, di costruire e ammassare contro il fatto
sociale dominante un cumulo di miserie, di dolori, di
iniquità, di lamenti, di disperazioni, e di strappare dai
bassifondi blocchi di tenebre per aprirvi dei spiragli e
combattere. Gridano loro: - Voi disselciate l'inferno! - Ma
essi potrebbero rispondere: Proprio per questo la nostra
barricata è fatta di buone intenzioni.
Certo, è preferibile la soluzione pacifica. Conveniamo che
quando si vedono le pietre si pensa all'orso, ed è una
buona volontà di cui la società si allarma. Ma dipende dalla
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
159
I MISERABILI VOL. III
società salvare se stessa, e noi facciamo appello proprio
alla sua buona volontà. Non è necessario nessun rimedio
violento. Studiare il male amichevolmente, constatarlo, poi
guarirlo: ecco a che cosa la invitiamo.
Comunque, anche caduti, soprattutto caduti, questi uomini
che su tutto il mondo, con l'occhio fisso alla Francia lottano
per la grande opera con la inflessibile logica dell'ideale,
sono augusti.
Essi danno la loro vita in puro dono per il progresso,
adempiono alla volontà della Provvidenza, compiono un
gesto religioso.
Obbedendo a una disposizione divina, discendono nella
tomba all'ora fissata, col medesimo disinteresse di un
attore che ha recitato la sua parte, e accettano quei
combattimenti senza speranza, quella stoica scomparsa,
per guidare verso le sue splendide e supreme conseguenze
universali il magnifico movimento umano iniziato in modo
irresistibile il 14 luglio 1789. Simili soldati sono dei
sacerdoti. La Rivoluzione francese è un'opera di Dio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
160
I MISERABILI VOL. III
Del resto, e bisogna aggiungere questa distinzione alle
altre già fatte in un precedente capitolo, ci sono le
rivoluzioni rifiutate che si chiamano sommosse. Quando
scoppia una insurrezione, è un'idea che subisce l'esame
davanti al popolo. Se il popolo lascia cadere la pallina nera,
l'idea è bocciata e l'insurrezione è un'impresa sballata.
Entrare in guerra a ogni invito, a ogni desiderio dell'utopia,
non è una dote dei popoli. Le nazioni non hanno sempre e
a ogni momento il temperamento dei martiri e degli eroi.
Sono positive. A priori, ripugnano l'insurrezione; prima di
tutto, perché essa ha quasi sempre come risultato una
catastrofe, e poi perché ha sempre per punto di partenza
una astrazione.
Infatti, e qui sta il bello, coloro che si sacrificano lo fanno
sempre e solo per l'ideale. Una insurrezione è un
entusiasmo.
L'entusiasmo può andare in collera, e quindi ricorrere alle
armi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
161
I MISERABILI VOL. III
Ma ogni insurrezione che prende di mira un governo o un
regime, ha una meta più alta. Così per esempio, e
insistiamo su questo, i capi dell'insurrezione del 1832, e in
particolare i giovani entusiasti di via Chanvrerie, non
combattevano precisamente contro Luigi Filippo; anzi, la
maggior parte, parlando francamente, rendevano giustizia
alle qualità di quel re che stava tra la monarchia e la
repubblica, e nessuno lo odiava. Essi assalivano il ramo
cadetto del diritto divino in Luigi Filippo, come avevano
assalito il ramo primogenito in Carlo Decimo; e quello che
volevano rovesciare, rovesciando la monarchia in Francia,
come abbiamo già spiegato, era l'usurpazione dell'uomo
sull'uomo e del privilegio sul diritto in tutto il mondo. Parigi
senza re ha per contraccolpo il mondo senza despoti. Essi
ragionavano così. Senza dubbio, il loro scopo era lontano,
forse vago e timoroso davanti allo sforzo, però era grande.
E' così. E si sacrificano per queste visioni, che per i
sacrificati sono sempre illusioni, ma illusioni alle quali, alla
fine, è commista tutta la certezza umana. L'insorto
poetizza e abbellisce l'insurrezione, e si lancia in quelle
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
162
I MISERABILI VOL. III
tragiche scene inebriandosi di quello che sta per fare. Forse
può riuscire.
Sono in pochi. Hanno di fronte un esercito intero. Ma
difendono il diritto, la legge naturale, la sovranità di
ciascuno su se stesso che non ha abdicazione possibile, la
giustizia, la verità, e all'occorrenza moriranno come i
trecento spartani. Non pensano a don Chisciotte ma a
Leonida. Vanno avanti, e una volta avviati, non
indietreggiano, si precipitano a testa bassa, sperando una
vittoria inaudita, la rivoluzione completata, il progresso
rimesso in libertà, l'ingrandimento del genere umano, la
liberazione universale, e, nel caso di sconfitta, le Termopili.
Questi combattimenti per il progresso non riescono, e ne
abbiamo detto il perché. La folla è restìa allo slancio dei
paladini.
Quelle pesanti masse che sono le moltitudini, fragili a
causa della loro stessa pesantezza, temono le avventure. E
nell'ideale c'è dell'avventura.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
163
I MISERABILI VOL. III
Inoltre, non bisogna dimenticare che ci sono gli interessi,
poco amici dell'ideale e del sentimento. Talvolta lo stomaco
paralizza il cuore.
La bellezza e la grandezza della Francia consiste nel
mettere meno pancia degli altri popoli, e di stringere più
facilmente la correggia. E' la prima a svegliarsi, l'ultima ad
addormentarsi. Va avanti e indaga.
Questo perché è artista.
L'ideale non è altro che il punto culminante della logica
come il bello è la cima del vero. I popoli artisti sono anche i
popoli logici. Amare la bellezza significa amare la luce. Per
questo, la fiaccola dell'Europa, vale a dire della civiltà, fu
portata prima dalla Grecia, che la consegnò all'Italia, la
quale la consegnò alla Francia. Divini popoli illuminatori!
"Vitae lampada tradunt!".
Cosa meravigliosa! La poesia di un popolo è l'elemento del
suo progresso. La quantità di incivilimento si misura dalla
quantità di immaginazione. Però un popolo civilizzatore
deve restare un popolo virile. Corinto, sì; ma Sibari no. Chi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
164
I MISERABILI VOL. III
diventa effeminato si imbastardisce. Non bisogna essere né
dilettante né virtuoso, ma artista. In materia di civiltà non
bisogna essere raffinati ma sublimi. A questa condizione, il
modello dell'ideale viene offerto al genere umano.
L'ideale moderno ha il suo tipo nell'arte e il suo mezzo
nella scienza. Per mezzo della scienza si realizzerà quella
augusta visione dei poeti che è il bello sociale. Si rifarà
l'Eden con A + B. Al punto in cui è giunta la civiltà, la
esattezza è un elemento necessario dello splendore, e il
sentimento artistico non è soltanto servito ma completato
dall'organo scientifico. La fantasia deve calcolare. L'arte
che conquista deve avere come punto di appoggio la
scienza che cammina. La solidità della cavalcatura è una
cosa importante. Lo spirito moderno è il genio della Grecia
che ha per vincolo il genio dell'India: Alessandro
sull'elefante.
Le razze pietrificate nel dogmatismo o demoralizzate dal
guadagno sono inadatte a guidare la civiltà. La
genuflessione davanti all'idolo o davanti allo scudo
atrofizza il muscolo che cammina e la volontà che va
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
165
I MISERABILI VOL. III
innanzi. L'estasi ieratica o mercantile diminuisce lo
splendore di un popolo, abbassa il suo orizzonte
abbassando il suo livello, e gli toglie quella intelligenza
umana e divina insieme dello scopo universale che forma le
nazioni missionarie. Babilonia e Cartagine non hanno un
ideale. Atene e Roma hanno e conservano, anche
attraverso lo spessore tenebroso dei secoli, un'aureola di
civiltà.
La Francia è della stessa razza della Grecia e dell'Italia. E'
ateniese per il bello e romana per il grande. Inoltre, essa è
buona; si dona; più degli altri popoli è disposta
all'abnegazione e al sacrificio. Però, questa disposizione ora
la prende e ora la lascia; ed è questo il grande pericolo per
quelli che corrono quando lei vuole soltanto camminare,
oppure camminano quando essa vuole fermarsi. La Francia
ha le sue ricadute di materialismo, e in certi momenti le
sue idee, che ostruiscono quel cervello sublime, non hanno
più niente che ricordi la grandezza francese, e hanno le
dimensioni del Missouri o della Carolina del Sud. Che farci?
La gigantessa fa parte della nana, l'immensa Francia ha i
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
166
I MISERABILI VOL. III
suoi capricci di piccolezza. Ecco tutto. Non c'è niente da
dire. I popoli, come gli astri, hanno il diritto d'eclisse. E
tutto va bene, purché ritorni la luce e l'eclissi non degeneri
in notte.
Alba e resurrezione sono sinonimi. La riapparizione della
luce è identica alla persistenza dell'io.
Constatiamo questi fatti con tranquillità. La morte sulla
barricata o la tomba nell'esilio, per l'abnegazione è una
eventualità accettabile. Il vero nome dell'abnegazione è
disinteresse. Gli abbandonati si lascino abbandonare, gli
esiliati si lascino esiliare, e noi limitiamoci a supplicare i
grandi popoli a non indietreggiare quando indietreggiano.
Col pretesto di tornare alla ragione, non bisogna andar
troppo oltre nella discesa.
La materia, il minuto, gli interessi, il ventre esistono; però
bisogna fare in modo che il ventre non diventi la sola
saggezza.
La vita momentanea ha il suo diritto, l'ammettiamo, ma
anche la vita permanente ha il suo diritto. L'essere saliti,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
167
I MISERABILI VOL. III
ahimé! non impedisce di cadere. Questo si costata nella
storia più spesso che non si creda. Una nazione illustre
gusta l'ideale, poi morde il fango e lo trova buono; e se le
chiedono perché abbandona Socrate per Falstaff, risponde:
- Perché mi piacciono gli uomini di Stato.
Ancora una parola prima di continuare il nostro racconto.
Una battaglia come quella che stiamo descrivendo non è
altro che una convulsione per l'ideale. Il progresso
impastoiato è malaticcio e ha queste tragiche epilessie.
Questa malattia del progresso, la guerra civile, noi
l'abbiamo dovuta incontrare sulla nostra strada. E' una
delle fasi fatali, un atto e insieme un intermezzo del nostro
dramma, il cui perno è un dannato sociale, e il cui vero
titolo è: "il progresso".
Il progresso.
Questo grido che lanciamo spesso è tutto il nostro
pensiero. Al punto in cui siamo col nostro dramma, l'idea in
esso contenuta deve subire ancora una prova, ed è per
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
168
I MISERABILI VOL. III
questo che ci sarà concesso se non di sollevarne il velo
almeno di farne trasparire la luce.
Il libro che il lettore ha sotto gli occhi in questo momento
è, nell'insieme e nei particolari, qualunque possano essere
le sue interruzioni, le sue eccezioni e le sue debolezze, la
marcia dal male al bene, il cammino dall'ingiustizia alla
giustizia, dal falso al vero, dalla notte al giorno,
dall'appetito alla coscienza, dalla putrefazione alla vita,
dalla bestialità al dovere, dall'inferno al cielo, dal nulla a
Dio. Il suo punto di partenza è la materia, quello d'arrivo
l'anima. L'idra al principio, l'angelo alla fine.
21. GLI EROI
Improvvisamente il tamburo suonò la carica.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
169
I MISERABILI VOL. III
L'attacco fu un uragano. La vigilia, nell'oscurità, gli
attaccanti si erano avvicinati alla barricata come una boa,
silenziosamente Ora, in piena luce, in una via a imbuto, la
sorpresa era del tutto impossibile; d'altronde, la forza s'era
già smascherata, il cannone aveva cominciato il suo ruggito
e l'esercito si precipitava sulla barricata. Ora l'abilità
consisteva nella furia.
Una numerosa colonna di fanteria, intervallata da guardie
nazionali e guardie municipali a piedi e appoggiata da
masse compatte che si sentivano senza vederle, sboccò
nella via a passo di carica, coi tamburi battenti, con le
trombe squillanti, con gli zappatori in testa, e
imperturbabile sotto i proiettili, piombò sulla barricata col
peso di una trave di bronzo contro un muro.
Il muro tenne fermo.
Gli insorti fecero un fuoco impetuoso. La barricata assalita
ebbe una criniera di lampi. L'assalto fu tanto forsennato
che la barricata fu per un momento inondata dagli
assalitori, ma si scrollò di dosso i soldati come il leone
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
170
I MISERABILI VOL. III
scuote i cani e si coprì di assediati come la scogliera si
copre di schiuma, per ricomparire un momento dopo
dirupata, nera e formidabile.
La colonna, costretta a ripiegare, restò compatta nella via,
allo scoperto, ma terribile, e rispose alla ridotta con una
fucileria spaventosa. Chiunque abbia visto un fuoco
d'artificio ricorda quel fascio formato da un incrociarsi di
fulmini che si chiama "rosa".
Pensate questa rosa non già verticale ma orizzontale, con
una pallottola, con un pallino, con un biscaglino
all'estremità di ciascuno dei suoi getti di fuoco, e mentre
sgrana la morte col suo grappolo di folgori. La barricata era
là sotto.
Dalle due parti c'era un'uguale decisione. Il coraggio era
quasi barbaro e si univa a un'eroica ferocia che cominciava
col sacrificio di se stesso. Era l'epoca in cui una guardia
nazionale si batteva come uno zuavo. La truppa voleva
farla finita, l'insurrezione voleva lottare. Quando si accetta
l'agonia nel vigore della gioventù, l'intrepidezza diventa
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
171
I MISERABILI VOL. III
frenesia. Ognuno in quella mischia era ingigantito dall'ora
suprema. La via fu tappezzata di cadaveri.
La barricata aveva a un'estremità Enjolras, all'altra Mario.
Il primo che era il comandante di tutta la barricata, si
teneva riparato; tre soldati caddero l'uno dietro l'altro
davanti alla sua feritoia senza essere stato scorto. Mario
invece combatteva allo scoperto, si offriva come bersaglio
sporgendo con più di mezzo busto dalla cima della ridotta.
Non c'è un prodigo più violento dell'avaro che prende il
morso per i denti; non c'è un uomo più terribile nell'azione
quanto un sognatore. Mario era tremendo e pensoso; stava
nella mischia come in un sogno; si sarebbe detto che un
fantasma facesse a schioppettate.
Le cartucce degli assediati si esaurivano, ma non i
sarcasmi. In quel turbine di tomba che li avvolgeva essi
ridevano.
Courfeyrac stava a testa nuda.
- Che cosa ne hai fatto del cappello? - chiese Bossuet.
E Courfeyrac rispose:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
172
I MISERABILI VOL. III
- Sono riusciti a portarmelo via a cannonate.
Oppure dicevano delle frasi sdegnose.
- Capite! - esclamava Feuilly con amarezza. - Quegli
uomini (e citava i nomi, nomi noti e anche celebri, alcuni
dell'antico esercito) che avevano promesso di raggiungerci
e avevano giurato di aiutarci, che si erano impegnati
sull'onore, che sono i nostri generali, ecco che ci
abbandonano.
E Combeferre si limitava a rispondere con un grave sorriso:
- Ci sono persone che osservano le regole dell'onore come
le stelle, molto da lontano.
L'interno della barricata era talmente cosparso di cartucce
che pareva avesse nevicato.
Gli assalitori avevano il numero, gli insorti la posizione.
Essi stavano in cima a un muro e fulminavano a bruciapelo
i soldati, che inciampavano tra i morti e i feriti ed erano
impastoiati nella scarpata della barricata. Quella barricata,
costruita com'era e meravigliosamente rafforzata, era
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
173
I MISERABILI VOL. III
veramente una di quelle posizioni in cui un pugno di uomini
tiene in scacco una legione.
Tuttavia la colonna di attacco, sempre accresciuta e
ingrossata sotto la pioggia delle palle, si avvicinava
inesorabilmente, e ora, a poco a poco, a passo a passo, ma
con sicurezza, stringeva la barricata, come la vite stringe lo
strettoio.
Gli assalti si susseguivano e l'orrore cresceva.
Allora, su quel cumulo di selci, in quella via Chanvrerie
scoppiò una lotta degna d'un muro di Troia. Quegli uomini
sparuti, cenciosi, spossati, digiuni da ventiquattro ore,
senza aver dormito, che possedevano pochi colpi da
sparare e si tastavano le tasche vuote di cartucce, quasi
tutti feriti, con la testa o il braccio bendato da una fascia
sporca e insanguinata, che avevano negli abiti dei buchi da
cui colava sangue, armati soltanto di cattivi fucili e di
vecchie sciabole inattaccate, diventarono dei titani. La
barricata fu dieci volte raggiunta, assalita, scalata, ma mai
presa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
174
I MISERABILI VOL. III
Per farsi un'idea di quella lotta bisognerebbe immaginare di
appiccare il fuoco a un cumulo di coraggi terribili e di stare
a guardare l'incendio. Non era una mischia ma l'interno di
una fornace. Le bocche respiravano fiamme, i volti erano
straordinari; la forma umana vi pareva impossibile;i
combattenti fiammeggiavano, ed era una cosa formidabile
vedere andare e venire quel fumo rosso, quelle salamandre
della mischia. Rinunciamo a descrivere le scene successive
e simultanee di quella grandiosa carneficina. Soltanto
l'epopea ha diritto di dedicare dodicimila versi a una
battaglia.
Si sarebbe detto che stava lì l'inferno del bramanesimo, il
più terribile dei diciassette abissi, che il Veda chiama la
Foresta delle spade.
Si battevano a corpo a corpo, piede contro piede, a colpi di
pistola, a sciabolate, a pugni, da lontano, da vicino,
dall'alto, dal basso, da tutte le parti, dai tetti, dalle finestre
della bettola, dagli spiragli delle cantine, in cui alcuni erano
sgusciati. Uno contro sessanta. La facciata di Corinto
mezzo smantellata era orribile. La finestra, tatuata dalla
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
175
I MISERABILI VOL. III
mitraglia, aveva perduto vetri e telai ed era ridotta a un
buco informe tumultuosamente turato con le pietre.
Bossuet fu ucciso, Feuilly fu ucciso, Courfeyrac fu ucciso,
Joly fu ucciso; Combeferre trapassato da due baionettate
nel petto mentre rialzava un soldato ferito ebbe appena il
tempo di guardare il cielo e spirò.
Mario, sempre combattendo, era così crivellato di ferite
principalmente alla testa, che il suo volto spariva sotto il
sangue e pareva che avesse la faccia coperta da una
grossa pezzuola rossa.
Soltanto Enjolras era incolume. Quando non aveva più
armi, allungava una mano e un insorto gli dava una lama
qualunque. Non aveva più che un mozzicone della quarta
spada: una più di Francesco Primo a Melegnano.
Nei nostri vecchi poemi eroici, Esplandiano armato con una
bipenne di fuoco assale il gigantesco marchese Swantibore,
il quale si difende lapidando il cavaliere con le torri che
sradica. I nostri antichi affreschi ci mostrano i duchi di
Bretagna e di Borbone, a cavallo, armati di tutto punto,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
176
I MISERABILI VOL. III
con stemmi e divise di guerra, che si affrontano con le
mazze alla mano, con celate, con gambali e guanti di ferro,
l'uno con la gualdrappa di ermellino e l'altro con una
gualdrappa azzurra; Bretagna col suo leone tra le due
estremità della corona, Borbone col casco fatto d'un
mostruoso giglio a visiera. Ma per essere magnifico non è
necessario portare, come Yvon, il morione ducale, né avere
in pugno come Esplandiano una fiamma viva, né come
Filete padre di Polidamante aver portato da Efiro una
buona armatura dono del re Eufete; basta sacrificare la
vita con convinzione e con fedeltà. Quel piccolo soldato
ingenuo, ieri contadino della Beauce o del Limosino, che
nel giardino del Lussemburgo, con la sua durlindana al
fianco circuisce le bambine; quel giovane pallido studente,
chino sopra un pezzo anatomico o sopra un libro, biondo
adolescente che si taglia la barba con le forbici; pigliateli
tutti e due, infondete a essi il senso del dovere, metteteli
l'uno contro l'altro nel crocicchio Boucherat oppure
nell'angiporto Planche-Mibray, fate che l'uno combatta per
la sua bandiera e l'altro per il suo ideale, e tutti e due
credano di combattere per la patria, e allora la lotta sarà
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
177
I MISERABILI VOL. III
colossale; e l'ombra prodotta da quel fantaccino e da quello
studente alle prese nel gran campo epico in cui si dibatte
l'umanità, sarà uguale all'ombra proiettata da Megarione re
della Licia piena di tigri, che stringe tra le sue braccia
l'immenso Aiace uguale agli dei.
23. CORPO A CORPO
Quando rimasero come capi soltanto Enjolras e Mario alle
due estremità della barricata, il centro sostenuto per tanto
tempo da Courfeyrac, Joly, Bossuet, Feuilly e Combeferre,
cedette. Il cannone, senza aprire una breccia praticabile,
aveva sbrecciato abbastanza largamente a mezzaluna il
centro della barricata; in quel punto, la cresta del muro,
sotto le palle, era crollata e i rottami, ora dentro ora
fuori,avevano finito con l'ammonticchiarsi dai due lati della
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
178
I MISERABILI VOL. III
trincea e formare due scarpate: una di dentro e l'altra di
fuori. Il pendìo esterno offriva all'assalto un piano inclinato.
Fu tentato l'ultimo assalto, che riuscì. La massa irta di
baionette e lanciata a passo di carica giunse irresistibile, e
il denso schieramento frontale della colonna d'assalto
apparve tra il fumo sopra la scarpata. Questa volta era
finita. Il gruppo degli insorti che difendeva il centro
indietreggiò disordinatamente.
Allora in alcuni si ridestò il fosco amore della vita. Presi di
mira da quella foresta di fucili non vollero più morire. E' un
momento quello in cui l'istinto della conservazione urla e la
bestia riappare nell'uomo. Erano addossati all'alta casa a
sei piani che formava il fondo della barricata. Quella casa
poteva essere la salvezza. Quella casa era sprangata e
come murata dal basso in alto. Ma prima che la truppa
fosse nell'interno della ridotta, una porta aveva il tempo di
aprirsi e di chiudersi, bastava la durata di un lampo, e la
porta di quella casa, socchiusa a un tratto e richiusa subito
rappresentava la vita per quei disperati. Dietro quella casa
c'erano le strade, la possibile fuga, lo spazio libero. Si
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
179
I MISERABILI VOL. III
misero a battere contro quella porta con i calci dei fucili e
con i piedi, chiamando, gridando, supplicando, giungendo
le mani. Nessuno aprì. Dal finestrino del terzo piano, la
testa del morto li guardava.
Ma Enjolras, Mario e sette o otto altri raggruppatisi con loro
s'erano lanciati e li proteggevano. Enjolras aveva gridato ai
soldati: - Non avanzate! - e un ufficiale che non aveva
ubbidito era stato ucciso da Enjolras. Egli stava adesso nel
breve spazio interno alla barricata, addossato alla casa di
Corinto, con la spada in una mano, la carabina nell'altra,
tenendo aperta la porta della bettola, di cui sbarrava il
passaggio agli assalitori. Gridò ai disperati: - C'è una sola
porta aperta, ed è questa! - E coprendoli col suo corpo,
affrontando da solo un battaglione, se li fece passare di
dietro. Tutti si precipitarono. Egli, maneggiando la carabina
come se fosse un bastone, e descrivendo quello che gli
schermitori chiamano un mulinello, deviò le baionette
intorno e davanti a sé, ed entrò per ultimo nella bettola. Fu
un momento terribile; i soldati volevano entrare e gli
insorti volevano chiudere; e la porta fu finalmente chiusa
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
180
I MISERABILI VOL. III
con tanta violenza che staccò, lasciandole attaccate allo
stipite, le cinque dita di un soldato che vi si era
aggrappato.
Mario restò fuori. Una fucilata gli aveva spezzato una
clavicola; si sentì svenire e stava per cadere quando, con
gli occhi già chiusi, ebbe la sensazione di una mano
vigorosa che lo afferrava.
Nel momento dello svenimento ebbe appena il tempo di
formulare questo pensiero unito al supremo ricordo di
Cosetta: Sono prigioniero; mi fucileranno.
Enjolras, non vedendo Mario tra i rifugiati nella bettola
ebbe la stessa idea. Ma quello era il momento in cui
ognuno ha appena il tempo di pensare alla propria morte.
Pose la sbarra alla porta, tirò i chiavistelli e chiuse a doppia
mandata la serratura, mentre di fuori i soldati con i fucili e
gli zappatori con le scuri la battevano furiosamente. Gli
assalitori stavano riuniti contro quella porta. Cominciava
l'assedio alla bettola.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
181
I MISERABILI VOL. III
I soldati erano pieni di collera. La morte del sergente di
artiglieria li aveva irritati, e inoltre, cosa più funesta. nelle
ore precedenti all'attacco era corsa voce che gli insorti
mutilavano i prigionieri e che nella bettola c'era il cadavere
di un soldato decapitato. Questo genere di dicerie fatali
s'accompagna ordinariamente alle guerre civili; e fu
appunto una falsa voce che più tardi causò la catastrofe di
via Transnonain.
Appena barricata la porta, Enjolras disse ai compagni:
- Vendiamo cara la pelle!
Poi si avvicinò alla tavola su cui giacevano Mabeuf e
Gavroche.
Sotto il drappo nero si vedevano le due forme ritte e
rigide: una grande, l'altra piccola, e i due volti si
delineavano confusamente sotto le fredde pieghe del
sudario. Una mano, la mano del vecchio, usciva di sotto il
panno e penzolava.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
182
I MISERABILI VOL. III
Enjolras si chinò e baciò quella mano venerabile, come il
giorno avanti aveva baciato la fronte. Erano gli unici baci
dati in vita sua.
Abbreviamo. La barricata aveva lottato come una porta di
Tebe; la bettola lottò come una casa di Saragozza. Simili
resistenze sono feroci. Si vuol morire purché si uccida.
Quando Suchet dice:
- Arrendetevi!
Palafox risponde:
- Dopo la guerra a cannonate, la guerra a coltello.
Nulla mancò all'assalto della bettola Hucheloup, né le selci
che piovevano dalle finestre e dal tetto sugli assedianti e
che esasperavano i soldati con le loro orribili ammaccature,
né le fucilate dalle cantine e dalle soffitte, né il furore
dell'attacco, né la rabbia della difesa, né infine, quando la
porta fu abbattuta, la frenetica follia della strage.
Precipitandosi nella bettola, inciampando con i piedi nei
battenti della porta sfondata, gli assalitori non trovarono
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
183
I MISERABILI VOL. III
neppure un combattente. La scala a chiocciola, tagliata a
colpi di scure, giaceva in mezzo alla sala, dove alcuni feriti
finivano di spirare, e tutti i viventi erano saliti al primo
piano, dove per il buco del pavimento, che era stato
l'ingresso della scala, scoppiò un fuoco terrorizzante. Erano
le ultime cartucce. Quando queste furono consumate,
quando quei formidabili agonizzanti non ebbero più né
polvere né palle, ognuno prese due delle bottiglie di cui
abbiamo parlato, messe in disparte da Enjolras, e tennero
fronte alla scalata con quelle mazze spaventosamente
fragili.
Erano bottiglie di acido solforico. Noi raccontiamo come
sono le cupe circostanze della carneficina. L'assedio,
ahimé! si fa scudo di tutto. Il fuoco greco non disonorò
Archimede, la pece bollente non disonorò Baiardo. Tutta la
guerra è orrore, e non c'è da scegliere. La fucileria degli
assedianti, benché impacciata e dal basso in alto, era
micidiale. L'orlo del buco nel pavimento fu ben presto
circondato di teste morte, da cui colavano lunghi fili rossi e
fumanti. Il fracasso era inesprimibile. Il fumo rinchiuso e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
184
I MISERABILI VOL. III
bruciante faceva quasi notte in quella battaglia. Ci
mancano le parole per esprimere l'orrore giunto a quel
grado. In quella lotta diventata ormai infernale non c'erano
più uomini; non c'erano più dei giganti contro colossi. Quel
luogo somigliava più alle descrizioni di Milton e di Dante
che a quelle di Omero, demoni che assalivano, spettri che
resistevano. Era l'eroismo mostruoso.
23. ORESTE DIGIUNO E PILADE UBRIACO
Alla fine, montando l'uno sull'altro, aiutandosi con lo
scheletro della scala, arrampicandosi ai muri,
aggrappandosi al soffitto, abbattendo la resistenza degli
ultimi difensori sull'orlo della botola, una ventina di uomini
tra soldati, guardie nazionali e guardie municipali, alla
rinfusa, la maggior parte sfigurati dalle ferite al volto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
185
I MISERABILI VOL. III
ricevute in quella terribile ascensione, accecati dal sangue,
furiosi, inferociti, irruppero nella sala del primo piano. In
piedi, restava soltanto Enjolras. Senza cartucce, senza
spada, aveva in mano soltanto la canna della carabina, di
cui aveva spezzato il calcio sulla testa di quelli che
entravano.
Aveva messo il bigliardo tra lui e gli assalitori,
indietreggiando verso un angolo della stanza, e là, con lo
sguardo fiero, con la testa alta, con quel mozzicone d'arma
in pugno, era ancora abbastanza minaccioso per fare del
vuoto attorno a lui. Una voce gridò:
- E' il capo! è quello che ha ucciso l'artigliere. Dal momento
che s'è messo là, ci sta bene; ci resti pure. Fuciliamolo sul
posto.
- Fucilatemi, - disse Enjolras.
E gettando via il mozzicone di carabina, incrociò le braccia
e offrì il petto.
L'audacia di ben morire commuove sempre. Non appena
Enjolras incrociò le braccia accettando la morte, cessò nella
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
186
I MISERABILI VOL. III
sala lo strepito della lotta e quel caos si mutò subito in una
calma sepolcrale. Sembrava che la minacciosa maestà di
Enjolras, disarmato e immobile, pesasse su quel tumulto, e
che soltanto con l'autorità del suo sguardo tranquillo, quel
giovane, l'unico che non avesse una ferita, altero,
insanguinato, bellissimo, indifferente come un uomo
invulnerabile, costringesse quella sinistra turba a ucciderlo
con rispetto. La sua bellezza, accresciuta in quel momento
dalla fierezza, era uno splendore; e siccome non pareva più
stanco di quel che non fosse ferito, dopo quelle tremende
ventiquattr'ore trascorse, era vermiglio e roseo.
Forse parlava di lui quel testimonio che più tardi davanti al
consiglio di guerra diceva: - C'era un insorto che udii
chiamare Apollo. - Una guardia nazionale che aveva preso
di mira Enjolras abbassò l'arma dicendo:
- Mi pare di fucilare un fiore!
Dodici uomini si schierarono nell'angolo opposto a Enjolras.
Prepararono silenziosamente i loro fucili.
Un sergente gridò:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
187
I MISERABILI VOL. III
- Pronti!
Intervenne un ufficiale.
- Aspettate!
E rivolgendosi a Enjolras:
- Volete che vi bendino gli occhi?
- No.
- Siete voi quello che ha ucciso il sergente d'artiglieria?
- Sì.
Da qualche minuto Grantaire s'era svegliato.
Ricordiamo che Grantaire dormiva dal giorno precedente
nella sala superiore della bettola, seduto sopra una sedia e
appoggiato a un tavolino. Aveva realizzato in tutta la sua
forza la vecchia metafora: ubriaco morto. L'abominevole
intruglio di acquavite, birra, assenzio l'aveva immerso nel
letargo. Poiché il tavolino a cui stava appoggiato era
piccolo e non poteva servire da barricata, glielo lasciarono,
ed egli era rimasto sempre nella stessa posizione, riverso
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
188
I MISERABILI VOL. III
sul tavolino con la testa tra bottiglie, bicchieri e boccali,
dormendo di quel sonno profondo dell'orso intorpidito e
della mignatta sazia. Nulla era valso a destarlo, né la
fucileria, né le cannonate, né la mitraglia che penetrava
nella stanza attraverso la finestra, né il prodigioso strepito
dell'assalto. Rispondeva di tanto in tanto al cannone con un
ronfo. Pareva che stesse in attesa di una palla che gli
risparmiasse la fatica di svegliarsi. Parecchi cadaveri gli
giacevano attorno, e alla prima occhiata nulla lo
distingueva da quei profondi dormienti della morte.
Il rumore non sveglia un ubriaco, ma il silenzio sì. E' una
stranezza che abbiamo notato spesso. Il crollare di ogni
cosa attorno a lui accresceva il sonno di Grantaire; la
rovina lo cullava; invece quella specie di sosta del tumulto
davanti a Enjolras fu una scossa per il suo sonno pesante.
Fu per lui come quando una vettura al galoppo si ferma di
botto e i viaggiatori assopiti si svegliano. Grantaire si rizzò
di soprassalto, stese le braccia, si fregò gli occhi, guardò,
sbadigliò e capì.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
189
I MISERABILI VOL. III
L'ubriachezza quando finisce somiglia a una tenda che si
lacera.
Si scorge tutt'insieme in una sola occhiata quello che
nascondeva.
Tutto si affaccia d'un tratto alla memoria; e l'ubriacone che
non sa nulla di quanto è accaduto da ventiquattro ore, non
ha neppure finito di schiudere le palpebre che già è al
corrente di tutto. Le idee gli ritornano con una improvvisa
lucidità. L'oblio prodotto dall'ebbrezza, specie di nebbia che
accieca il cervello, si dissipa e cede ii campo alla chiara e
netta ossessione delle cose reali.
I soldati, con l'occhio fisso su Enjolras, non s'erano
neanche accorti di Grantaire, relegato com'era in un angolo
e quasi nascosto dietro il bigliardo. Il sergente si accingeva
a ripetere l'ordine: -Pronti! - quando udirono a un tratto
una voce che gridò forte accanto a essi:
- Viva la repubblica! Ci sono anch'io!
Grantaire s'era alzato.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
190
I MISERABILI VOL. III
L'immenso bagliore di tutto il combattimento al quale
Grantaire non aveva partecipato,apparve nello sguardo
lucente dell'ubriacone trasfigurato.
Ripeté: - Viva la repubblica! - Attraversò la sala con passo
fermo e andò a prendere posto davanti ai fucili, ritto
accanto a Enjolras, dicendo:
- Fatene due con un colpo solo!
E rivoltosi a Enjolras, gli chiese gentilmente:
- Permetti?
Enjolras gli strinse la mano sorridendo. Il suo sorriso non
era finito che i fucili spararono. Enjolras, colpito da otto
fucilate, restò addossato al muro come se le palle ve lo
avessero inchiodato. Soltanto la testa si chinò. Grantaire,
fulminato gli si abbatté ai piedi.
Poco dopo, i soldati sloggiarono gli insorti rifugiati alla
sommità della casa. Questi tiravano attraverso una grata di
legno nel granaio. Si combatteva fin sopra i tetti. Si
gettavano i corpi dalle finestre, alcuni vivi. Due soldati, che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
191
I MISERABILI VOL. III
tentavano di rialzare l'omnibus fracassato, furono uccisi da
due colpi di carabina tirati dagli abbaini. Un uomo in blusa
era precipitato di lassù, con una baionetta nel ventre, e
rantolava a terra. Un soldato e un insorto scivolavano sul
pendio del tetto: non vollero lasciarsi e caddero tenendosi
stretti in un abbraccio feroce.
Uguale lotta avveniva in cantina; grida, fucilate, calpestio
feroce; poi silenzio. La barricata era presa.
I soldati cominciarono a perquisire le case attorno,
inseguendo i fuggitivi.
24. PRIGIONIERO
Mario era prigioniero. Prigioniero di Giovanni Valjean.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
192
I MISERABILI VOL. III
La mano che l'aveva afferrato alle spalle, mentre cadeva
perdendo la conoscenza, era quella di Valjean.
Valjean non aveva partecipato al combattimento, ma vi si
era esposto soltanto. Senza di lui, in quella suprema fase
di agonia nessuno avrebbe pensato ai feriti; grazie a lui,
presente dappertutto nella carneficina come una
Provvidenza, quelli che cadevano erano rialzati, trasportati
nella sala al pianterreno e medicati. Negli intervalli,
riparava la barricata. Ma le sue mani non fecero nulla che
somigliasse a un colpo, a un attacco o anche a una difesa
personale. Taceva e soccorreva. Del resto, aveva appena
qualche graffio. Le pallottole lo avevano sempre schivato.
Se entrando in quel sepolcro, il suicidio faceva parte dei
suoi scopi segreti, era fallito sotto questo aspetto. Ma
dubitiamo che avesse pensato al suicidio, che è un gesto
condannato dalla religione.
Nella densa caligine del combattimento, pareva che Valjean
non vedesse Mario, e invece non l'aveva mai perduto di
vista; e quando lo vide abbattuto da una fucilata, con
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
193
I MISERABILI VOL. III
l'agilità di una tigre, gli piombò sopra come a una preda e
se lo portò via.
In quel momento l'assalto era così violentemente
concentrato su Enjolras e sulla porta della bettola che
nessuno scorse Valjean attraversare il campo disselciato
della barricata, sostenendo sulle braccia Mario svenuto e
sparire dietro l'angolo della casa di Corinto.
Il lettore ricorderà che quell'angolo formava una specie di
promontorio sulla strada, riparando dalle pallottole e dalla
mitraglia, e anche dagli sguardi, pochi metri quadrati di
terreno.
Così talvolta negli incendi una stanza non brucia, così nei
mari più tempestosi, al di là di un promontorio o al di là di
una scogliera, c'è un cantuccio tranquillo. In quella specie
di ripiegamento del trapezio interno della barricata aveva
agonizzato Eponina.
Lì Valjean si fermò, depose Mario a terra, si addossò al
muro e guardò attorno. La situazione era spaventevole.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
194
I MISERABILI VOL. III
Per il momento, forse per due o tre minuti, quell'angolo di
muro era un ricovero. Ma come uscire da quel massacro?
Ricordava l'angoscia in cui si era trovato otto anni prima in
via Polonceau e del modo in cui era riuscito a sfuggire; ma
ciò che allora era difficile adesso pareva impossibile.
Davanti a lui stava quella implacabile e sorda casa a sei
piani, che pareva abitata soltanto dal cadavere prono alla
finestra; a destra aveva la barricata abbastanza bassa che
chiudeva via Petite-Truanderie; sembrava facile scavalcare
quell'ostacolo, ma al di là della cresta della barricata si
scorgeva una fila di baionette. Era la fanteria, appostata al
di là della barricata. Varcare la barricata significava andare
a cercare un fuoco di fila, e ogni testa che fosse apparsa
sulla cima del muro di pietra sarebbe servita di bersaglio a
sessanta fucili. A sinistra, dietro la cantonata, c'era il
campo di battaglia, cioè la morte.
Che fare?
Soltanto un uccello avrebbe potuto cavarsi di là.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
195
I MISERABILI VOL. III
Bisognava decidersi subito, trovare un espediente,
appigliarsi a un partito. A pochi passi da lui si combatteva.
Per fortuna, tutti si accanivano contro un punto solo: la
porta della bettola. Ma se a un soldato fosse venuta l'idea
di aggirare la casa o di assalirla di fianco, tutto sarebbe
finito per Valjean.
Questi guardò la casa di fronte a lui, guardò la barricata
vicina, poi guardò a terra con la violenza del momento
supremo, come se volesse scavarsi un buco con gli occhi.
A furia di guardare, in quella sua agonia si disegnò
qualcosa di confusamente percettibile e prese forma ai suoi
piedi, come se lo sguardo avesse avuto la capacità di far
sorgere la cosa richiesta.
A qualche passo da lui, ai piedi della piccola barricata così
spietatamente custodita e spiata di fuori, sotto delle selci
che la nascondevano in parte, vide una grata di ferro posta
a livello del suolo. Quella grata, formata da grosse sbarre
trasversali, era larga circa due piedi quadrati, la cornice di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
196
I MISERABILI VOL. III
lastre che la manteneva era stata divelta, e anche la grata
era quasi divelta.
Attraverso le sbarre, s'intravedeva un vano buio, qualcosa
di simile alla gola di un camino o d'una cisterna. Valjean
ebbe un fremito. La sua vecchia scienza delle evasioni gli si
presentò alla mente come un bagliore. Scostare le selci,
sollevare la grata, caricarsi sulle spalle Mario inerte come
un corpo morto, calarsi con quel fardello sulle spalle,
aiutandosi con i gomiti e con i ginocchi, in quella specie di
pozzo fortunatamente poco profondo, lasciarsi ricadere
sopra la testa la pesante botola di ferro, sulla quale i sassi
smossi si rovesciarono di nuovo, prendere piede su una
superficie lastricata a tre metri al di sotto del suolo, fu cosa
di qualche minuto appena, eseguita come nel delirio, con
una forza da gigante e una rapidità di aquila.
Si trovò con Mario sempre svenuto in una specie di lungo
corridoio sotterraneo, dove c'era pace profonda, silenzio
assoluto, notte.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
197
I MISERABILI VOL. III
Provò di nuovo la stessa sensazione che aveva provato
quando dalla via era finito nel convento; però questa volta
non portava più Cosetta ma Mario.
Adesso udiva appena, al di sopra di sé, come un vago
mormorio, il formidabile tumulto della bettola presa
d'assalto.
Libro 2
L'INTESTINO DEL LEVIATAN
1. LA TERRA IMPOVERITA DAL MARE
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
198
I MISERABILI VOL. III
Parigi ogni anno butta nell'acqua venticinque milioni. E non
è una metafora. Come, e in che modo? Di giorno e di
notte. Con che scopo? Nessuno. Con quale pensiero? senza
pensarci. Perché? per niente. Per mezzo di quale organo?
per mezzo del suo intestino. E qual è questo intestino? la
fogna.
Venticinque milioni è la più modesta delle somme
approssimative date dalle valutazioni speciali.
La scienza, dopo aver proceduto lungamente a tentoni,
oggi sa che il concime più fecondo ed efficace è il concime
umano. A nostra vergogna dobbiamo notare che i cinesi lo
sapevano prima di noi.
Non c'è contadino cinese, dice Eckeberg, che, recandosi in
città, non ne riporti, alle due estremità del suo bambù, due
secchi pieni di ciò che noi chiamiamo pozzo nero. Per
mezzo del concime umano, la campagna in Cina è ancora
giovane come ai tempi di Abramo, e il frumento cinese
rende fino a centoventi volte. Nessun guano è paragonabile
per fertilità ai rifiuti della capitale. Una grande città è il più
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
199
I MISERABILI VOL. III
potente stercorario. Usare della città per concimare la
campagna significa essere certi del risultato. Se il nostro
oro è fimo in compenso il nostro fimo è oro.
Che cosa ne fanno di questo oro-concime? Lo buttano via.
Si spediscono con grandi spese convogli di navi per
raccogliere al polo australe gli escrementi delle procellarie
e dei pinguini, e si butta a mare l'incalcolabile elemento di
ricchezza che si ha sottomano: tutto il concime umano e
animale che il mondo perde, se fosse restituito alla terra
invece di gettarlo nell'acqua, basterebbe a nutrirlo.
I mucchi di immondizie raccolti agli angoli delle vie, le
bigonce trabalzate per via durante la notte, le fetide botti
della nettezza urbana, i luridi scoli di melma sotterranea
che il selciato vi nasconde, sapete che cosa sono? Sono i
prati fioriti, l'erba verde, il timo, la salvia; sono la
selvaggina, il bestiame, il muggito dei buoi alla sera, il
fieno odoroso, il frumento dorato, il pane sulla nostra
tavola, il sangue caldo nelle nostre vene, la salute, la gioia,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
200
I MISERABILI VOL. III
la vita. Così vuole quella misteriosa creazione che è
trasformazione sulla terra e trasfigurazione in cielo.
Raccogliete quegli avanzi nel gran crogiuolo, e ne uscirà la
vostra abbondanza. Nutrire la terra è nutrire gli uomini.
Voi siete padroni di perdere tale ricchezza e di ritenermi
ridicolo; ma questo è il capolavoro della vostra ignoranza.
Le statistiche hanno calcolato che la sola Francia, per la
bocca dei suoi fiumi, versa ogni anno all'Atlantico mezzo
miliardo.
Notate che con quei cinquecento milioni si pagherebbe un
quarto delle spese del bilancio. Ma l'abilità dell'uomo è tale
che preferisce sbarazzarsene gettandoli nell'acqua. E' la
sostanza del popolo che viene portata via, qui a goccia a
goccia, là a ondate, dal miserabile vomito delle nostre
fogne nei fiumi, e dal gigantesco vomito dei fiumi
nell'oceano. Ogni fiotto di spurgo delle nostre cloache ci
costa mille franchi. Per questo la terra diventa povera e
l'acqua inquinata; la fame esce dal solco e la malattia dal
fiume.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
201
I MISERABILI VOL. III
E' notorio, per esempio, che il Tamigi avvelena Londra.
Quanto a Parigi, in questi ultimi anni, si è dovuta trasferire
più a valle, al di sotto dell'ultimo ponte, la maggior parte
degli sbocchi delle fognature.
Un duplice apparecchio tubolare provvisto di valvole e di
chiuse di sfogo, aspirante e premente, un sistema
elementare di fognatura, semplice come il polmone
dell'uomo, è già in funzione in molti comuni d'Inghilterra;
basterebbe a condurre nella nostra città l'acqua pura dei
campi e a respingere nella campagna l'acqua grassa della
città; e questo va e vieni, che è il più semplice di tutti,
tratterrebbe in casa nostra i cinquecento milioni che
gettiamo fuori. Ma si pensa a ben altro.
Il sistema attuale fa il male con l'intenzione di fare il bene;
l'intenzione è buona, il risultato è triste. Credono di
purgare la città e fanno intristire la popolazione. Una fogna
è un malinteso.
Quando il drenaggio, con la sua duplice funzione di
restituire quello che prende, avrà sostituito la fogna,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
202
I MISERABILI VOL. III
semplice lavaggio che impoverisce, allora, combinando
tutto questo con i dati di una nuova economia sociale, sarà
decuplicato il prodotto della terra e il problema della
miseria sarà particolarmente attenuato. Se poi vi
aggiungete anche la soppressione dei parassitismi, l'avrete
risolto completamente.
Intanto, la ricchezza pubblica se ne va a mare e la
dispersione continua. L'Europa si rovina così per
esaurimento.
Quanto alla Francia, abbiamo indicato la cifra. Ora, poiché
Parigi contiene una venticinquesima parte della
popolazione francese, e poiché i rifiuti parigini sono i più
ricchi, ci teniamo al di sotto della verità calcolando a
venticinque milioni la perdita di Parigi nel mezzo miliardo
che la Francia butta via ogni anno.
Questi venticinque milioni impiegati in pubblica assistenza
raddoppierebbero lo splendore della capitale. Essa invece li
spende in cloache, cosicché si può dire che la grande
prodigalità, la festa meravigliosa, la pazzia, l'orgia, la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
203
I MISERABILI VOL. III
dispersione dell'oro, il fasto, il lusso, la magnificenza di
Parigi è la sua fogna.
Così, nella cecità d'una cattiva economia politica si fa
annegare e si lascia andare alla deriva, a perdersi nei
gorghi, il benessere di tutti. Ci dovrebbero essere delle reti
di Saint-Cloud per la pubblica ricchezza.
Economicamente il fatto può riassumersi così: Parigi è un
secchio senza fondo.
Questa città modello, questo figurino delle capitali ben
fatte, di cui ogni popolo vuole avere una copia, questa
metropoli dell'ideale, questa patria augusta dell'iniziativa,
dell'impulso e dell'esperimento, questo centro e ritrovo
degli ingegni, questa città nazione, questo alveare
dell'avvenire, questo meraviglioso insieme di Babilonia e di
Corinto, dal punto di vista ora accennato farebbe
meravigliare un contadino cinese.
Imitate Parigi e vi rovinerete.
Del resto, specialmente in questo sciupio insensato, Parigi
non fa altro che imitare.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
204
I MISERABILI VOL. III
Queste sorprendenti assurdità non sono nuove. Non si
tratta di sciocchezze recenti. Gli antichi agivano come i
moderni. "Le cloache di Roma, dice Liebig, assorbirono
tutto il benessere del contadino romano". Quando ebbe
rovinato con la sua fognatura la campagna romana, Roma
esaurì l'Italia, e quand'ebbe messo l'Italia nella sua cloaca,
vi versò dentro la Sicilia, poi la Sardegna, poi l'Africa. La
cloaca di Roma ha inghiottito il mondo. Offriva il suo gorgo
alla città e all'universo, "urbi et orbi". Città eterna, cloaca
insondabile.
In queste come in altre cose, Roma dà l'esempio. E Parigi
segue questo esempio con tutta la stoltezza propria della
città di spirito.
Per i bisogni dell'operazione sulla quale già ci siamo
spiegati, Parigi ha sotto di sé un'altra Parigi, una Parigi di
fogne, con le sue vie, i suoi crocicchi, le sue piazze, i suoi
angiporti, le sue arterie e la sua circolazione. E' di fango,
con in meno la forma umana.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
205
I MISERABILI VOL. III
Non bisogna adulare nessuno, neppure un grande popolo;
dove c'è tutto, c'è anche l'ignominioso accanto al sublime;
e se Parigi contiene Atene, la città della intelligenza, Tiro,
la città della forza, Sparta, la città della virtù, Ninive, la
città del prodigio, contiene pure Lutezia, la città del fango.
D'altronde, il segno della potenza sta anche in questo, e la
titanica sentina di Parigi realizza tra i monumenti lo strano
ideale rappresentato nell'umanità da alcuni uomini, come
Machiavelli, Bacone, Mirabeau: il grandioso obiettivo.
Il sottosuolo di Parigi, se l'occhio potesse attraversarne la
superficie, presenterebbe l'aspetto di una colossale
madrepora.
Una spugna non ha maggior numero di buchi e di corridoi
della zolla di terra di sei leghe di circonferenza, su cui posa
l'antica città. Senza tener conto delle catacombe, che
formano il sotterraneo a parte, senza tener conto della
inestricabile rete della conduttura del gas, del vasto
sistema tubolare per la distribuzione dell'acqua potabile, le
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
206
I MISERABILI VOL. III
sole fogne formano un prodigioso e tenebroso intreccio, un
labirinto che ha per filo conduttore il proprio declivio.
Là in quella umida caligine appare il sorcio, che sembra il
frutto della gestazione di Parigi.
2. STORIA ANTICA DELLA CLOACA
Se si potesse scoperchiare Parigi, la rete sotterranea delle
cloache vista a volo d'uccello, presenterebbe sulle due rive
una specie di grossa ramaglia innestata al fiume. Sulla riva
destra, la cloaca di cinta sarà il tronco di quella ramaglia, i
condotti secondari saranno i rami, e gli angiporti i
ramoscelli.
Questa immagine è soltanto sommaria ed è esatta soltanto
in parte, giacché l'angolo retto, abituale in quella specie di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
207
I MISERABILI VOL. III
ramificazioni sotterranee, è rarissimo nelle ramificazioni
vegetali.
Per farsi un'idea più esatta di quella strana pianta
geometrica, bisogna supporre di vedere un bizzarro
alfabeto orientale, disegnato su uno sfondo nero, intricato
come un cespuglio, le cui lettere difformi siano saldate le
une alle altre, in una confusione apparente e come a caso,
ora agli angoli ora alle estremità.
Le sentine e le cloache hanno una parte importante nel
Medioevo, nel Basso Impero e nell'antico Oriente. Vi
nasceva la peste e vi morivano i despoti; le moltitudini
guardavano con un timore quasi religioso quei letti di
putrefazione, quelle mostruose culle della morte. La fossa
dei vermi di Benares non è meno mostruosa della fossa dei
leoni di Babilonia. Stando ai libri rabbinici, Teglatphalasar
giurava in nome della sentina di Ninive. Dalla fogna di
Munster, Giovanni di Leyda faceva spuntare la sua falsa
luna; dal pozzo nero di Kekhscheb, il menecmo orientale
Mokanna, il profeta velato del Khorassan, faceva spuntare
il suo falso sole.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
208
I MISERABILI VOL. III
La storia degli uomini si riflette in quella delle cloache. Le
gemonie raccontano di Roma. La fogna di Parigi è stata
una cosa formidabile; è stata sepolcro e asilo; il delitto,
l'intelligenza, la protesta sociale, la libertà di coscienza, il
pensiero, il furto, tutto quello che le leggi umane
perseguitano e hanno perseguitato si è nascosto in quel
buco: i "maillotins" nel secolo decimoquarto, i "tirelaines"
nel decimoquinto, gli ugonotti nel decimosesto, gli
illuminati di Marin nel decimosettimo, i briganti nel
decimottavo. Cento anni or sono ne usciva una pugnalata
notturna, e vi scivolava dentro il ladro in pericolo. Il bosco
aveva la caverna, Parigi la fogna. La pezzenteria parigina
aveva la cloaca come una succursale della Corte dei
Miracoli, e venuta la sera, rientrava, astuta e feroce, nella
fogna Maubuée come in un'alcova.
Chi lavorava quotidianamente nell'angiporto Vide-Gousset
o in via Coupe-Gorge era naturale che avesse per domicilio
notturno la vicina cloaca. Quanti ricordi! Fantasmi d'ogni
specie affollano quei lunghi corridoi solitari; putridume e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
209
I MISERABILI VOL. III
miasmi dappertutto; qua e là uno spiraglio da cui Villon di
dentro chiacchiera con Rabelais di fuori.
La fogna dell'antica Parigi è il ritrovo di tutti i rifiuti e di
tutti i tentativi; l'economia politica ci vede un detrito, la
filosofia sociale un residuo.
La cloaca è la coscienza della città. Tutto vi converge e
tutto vi si confronta. In quel livido luogo, ci sono le tenebre
ma non ci sono segreti. Ogni cosa ha la sua forma vera o
per lo meno la sua forma definitiva. Il mucchio di
immondizie ha questo di buono: che non è bugiardo. In
esso si è rifugiata l'ingenuità. Ci si trova la maschera di
Basilio, ma se ne vede il cartone e i lacci, il di dietro come
il di fuori, ed è macchiettata da un onesto fango. Le sta
accanto il finto naso di Scapino. Tutte le sudicerie della
civiltà, appena fuori servizio, cadono in quella fossa di
verità, a cui mette capo l'immensa decadenza sociale. Sono
inghiottite, ma messe in mostra. Quella mescolanza è una
confessione. Qui non ci sono false apparenze, non c'è
nessun intonaco; la sozzura si denuda, e la sua è una
denudazione assoluta, sbaraglio delle illusioni e dei
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
210
I MISERABILI VOL. III
miraggi, non è altro se non quello che è, con la sinistra
figura di quel che finisce. Realtà e sparizione. Là, un coccio
di bottiglia rivela l'ubriachezza, il manico d'un paniere
racconta la familiarità, il torso di mela che ebbe opinioni
letterarie ritorna torso di mela, l'effigie del soldo si macchia
francamente di verderame, lo sputo di Caifa incontra il
vomito di Falstaff, il luigi d'oro uscito dalla bisca si urta col
chiodo da cui pende la corda del suicida, un feto livido
rotola avviluppato in un indumento a pagliuzze d'oro che
ha ballato il martedì grasso all'Opera, un tocco che ha
giudicato gli uomini si avvoltola con un putridume che fu la
gonnella di Ghita; è più che fratellanza, familiarità. Tutto
ciò che prima si imbellettava, adesso si inzacchera.
L'ultimo velo è strappato. La cloaca è cinica. Dice tutto.
Ma, al tempo stesso, la cloaca ci dà un insegnamento.
L'abbiamo detto poco fa, la storia passa per la fogna. Le
"notti di san Bartolomeo" vi filtrano a goccia a goccia tra le
selci. I grandi assassini pubblici, le stragi politiche e
religiose attraversano quel sotterraneo della civiltà e vi
spingono i loro cadaveri.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
211
I MISERABILI VOL. III
All'occhio del pensatore, tutti gli omicidi storici sono là
nella schifosa penombra, inginocchiati, con un lembo del
loro sudario per grembiale, che lavano lugubremente
l'opera loro. C'è Luigi Undicesimo con Tristano, Francesco
Primo con Duprat, Carlo Nono con la madre, Richelieu con
Luigi Tredicesimo, c'è Louvois, c'è Letellier, ci sono Hébert
e Maillard; grattano le pietre e cercano di far scomparire le
tracce dei loro misfatti. Sotto quelle volte si sente la scopa
di quegli spettri, vi si respira l'enorme fetore delle
catastrofi sociali, si scorgono negli angoli dei riflessi
rossastri e vi scorre un'acqua terribile in cui si sono lavate
delle mani insanguinate.
L'osservatore sociale deve penetrare tra quelle ombre che
fanno parte del suo laboratorio. La filosofia è il microscopio
del pensiero, ogni cosa tenta di sottrarvisi ma nessuna le
sfugge. E' inutile tergiversare. Quale parte di sé si mostra
tergiversando?
La vergognosa. La filosofia col suo sguardo probo persegue
il male e non gli permette di sfuggire nel nulla. Essa
riconosce chiunque nello sbiadire delle cose che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
212
I MISERABILI VOL. III
svaniscono, nel rimpicciolirsi delle cose che spariscono.
Essa ricostruisce la porpora dai cenci e la donna dagli
stracci. Con la cloaca rifà la città, con la melma rifà i
costumi. Dal coccio rifà l'anfora oppure l'orcio; da
un'impronta d'unghia su una pergamena nota la differenza
che passa tra un ebreo della Judengasse e un ebreo del
Ghetto. Ritrova in quello che resta quello che è stato, il
bene, il male, il falso, il vero, la macchia di sangue della
reggia e lo sgorbio inchiostrato della caverna, la goccia di
sego del lupanare, le prove subite, le tentazioni accettate
con piacere, le orge vomitate, le pieghe che hanno fatto i
caratteri nell'abbassarsi, la traccia della prostituzione nelle
anime che ne erano capaci per la loro ignoranza, e sulla
veste dei facchini di Roma trova la traccia della gomitata di
Messalina.
3. BRUNESEAU
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
213
I MISERABILI VOL. III
La fogna di Parigi nel medioevo era leggendaria. Nel
cinquecento Enrico Secondo tentò un sondaggio che abortì.
Cento anni fa, la cloaca, come attesta Mercier, fu
abbandonata.
Tale era questa antica Parigi in preda alle discussioni, alle
indecisioni, al tentennamento. Per molto tempo fu piuttosto
stolta. Più tardi, l'89 mostrò come si sviluppa l'ingegno di
una città. Ma nel buon tempo antico la capitale aveva poco
cervello; non sapeva fare le cose sue né moralmente né
materialmente, non sapeva spazzare via le sue immondizie
come i suoi abusi. Tutto era di ostacolo, tutto sollevava
una discussione. La folla, per esempio, era ribelle a
qualsiasi itinerario.
Come nella città non si arrivava a intendersi, così nella
fogna non si arrivava a orientarsi. In alto l'inintelligibile, in
basso l'inestricabile; sotto la confusione delle lingue c'era
quella dei sotterranei; Dedalo foderava Babele.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
214
I MISERABILI VOL. III
Talvolta, la fogna parigina era presa dal capriccio di
traboccare, come se quel Nilo sconosciuto fosse stato a un
tratto vinto dalla collera, e avvenivano allora delle
inondazioni di immondizie. In certi momenti quello stomaco
della città digeriva male, la cloaca rifluiva verso la gola, e
Parigi gustava nuovamente il sapore della melma. Queste
rassomiglianze della fogna col rimorso avevano del buono;
erano tanti avvertimenti, quantunque male accolti. La città
si indignava che il suo fango avesse tanta audacia; non
ammetteva che la lordura rigurgitasse. Bisognava
scacciarla meglio.
L'inondazione del 1807 è uno dei ricordi vivi dei parigini
ottantenni. Il fango si sparse a mo' di croce in piazza delle
Vittorie, dove è la statua di Luigi Quattordicesimo; entrò in
via Sant'Onorato dalle due bocche dei Campi Elisi, in via
San Fiorentino dalla fogna della stessa via, in via Pierre-àPoisson da via Sonnerie, in via Popincourt dalla fogna di via
Chemin-Vert, in via Roquette da quella di via Lappe; coprì
la cunetta dei Campi Elisi fino all'altezza di trentacinque
centimetri; e nella parte meridionale, dalla cloaca della
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
215
I MISERABILI VOL. III
Senna, che adempiva le sue funzioni in senso inverso,
penetrò nelle vie Mazarino, Echaudé e Marais, dove si
fermò dopo averne percorso centonove metri, a pochi passi
dalla casa già abitata da Racine, rispettando del secolo
decimosesto più il poeta che il re. Raggiunse la massima
densità in via San Pietro, dove arrivò a tre piedi al di sopra
del canaletto di scolo, e la massima estensione in via San
Sabino ove si distese per la lunghezza di duecentotrentotto
metri.
Al principio di questo secolo, la fogna di Parigi era ancora
un luogo misterioso. Il fango non può mai avere un buon
nome; ma qui la cattiva fama arrivò fino al terrore. Parigi
sapeva confusamente di avere sotto di sé un terribile
labirinto. Se ne parlava come di quella mostruosa
pozzanghera di Tebe, popolata da scolopendre lunghe
quindici piedi e che avrebbe potuto servire da bagno a
Behemot. I grossi stivali dei fognaioli non s'avventuravano
mai al di là di certi punti conosciuti. Non erano molto
lontani i tempi in cui le bigonce della nettezza urbana,
dall'alto delle quali Sainte-Foix fraternizzava col marchese
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
216
I MISERABILI VOL. III
Créqui, si scaricavano direttamente nella fogna. Quanto
alla pulitura delle fogne, questa funzione veniva rimessa
agli acquazzoni, i quali ingombravano più che spazzare.
Roma lasciava ancora qualche poesia alla sua cloaca
chiamandola Gemonie; Parigi insultava la propria cloaca
chiamandola Buco fetido. La scienza e la superstizione
erano d'accordo nell'averla in orrore. Il Buco fetido non
ripugnava meno all'igiene che alla leggenda. Il lupo
mannaro era nato sotto la fetida volta della fogna
Mouffetard; i cadaveri dei bambini mostruosi erano stati
gettati in quella della Barillerie; Fagon aveva attribuito la
terribile febbre maligna del 1685 alla botola aperta della
chiavica del Marais, che restò aperta fino al 1833 in via San
Luigi quasi dirimpetto all'insegna del Messaggero Galante.
La bocca di fogna in via Mortellerie era celebre per le
pestilenze che ne uscivano; col suo cancello di ferro a
punte, che pareva una fila di denti, sembrava, in quella via
fatale, come la gola di un drago che soffiasse l'inferno sugli
uomini. La fantasia popolare condiva la tetra sentina
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
217
I MISERABILI VOL. III
parigina di non so quale nauseante miscuglio d'infinito; la
cloaca era senza fondo, era il baratro.
Nemmeno alla polizia veniva voglia d'esplorare quelle
regioni lebbrose. Chi avrebbe osato avventurarsi in
quell'ignoto, scandagliare quell'ombra, andare alla scoperta
di quell'abisso?
Era una cosa spaventosa. Eppure qualcuno ci si accinse, e
la cloaca trovò il suo Cristoforo Colombo.
Un giorno, nel 1805, in una delle rare apparizioni che
faceva l'imperatore a Parigi, il ministro dell'interno andò ad
assistere alla levata del suo padrone. Si sentiva nel
Carousel lo strascichìo delle sciabole di tutti quei soldati
straordinari della grande repubblica e del grande impero;
alla porta di Napoleone c'era un ingombro di uomini:
uomini del Reno, dell'Escaut, dell'Adige e del Nilo;
compagni d'arme di Joubert, di Dasaix, di Marceau, di
Hoche, di Kléber; granatieri di Magonza, genieri di Genova,
ussari che erano stati visti dalle Piramidi, artiglieri
inzaccherati dalla palla di cannone di Junot, corazzieri che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
218
I MISERABILI VOL. III
avevano preso d'assalto la flotta ancorata nel Zuyderzee;
alcuni avevano seguito Bonaparte sul ponte di Lodi, altri
erano stati compagni di Murat nella trincea di Mantova,
altri avevano preceduto Lannes nella strada incassata di
Montebello. Tutto l'esercito d'allora si trovava nel cortile
delle Tuileries rappresentato da una squadra o da un
plotone e montava la guardia al riposo di Napoleone. Era
quella l'epoca splendida in cui la Grande Armata aveva
dietro di sé Marengo e davanti Austerlitz.
- Sire, - disse il ministro dell'interno a Napoleone, - ieri ho
visto l'uomo più intrepido del vostro impero.
- Chi è costui? - chiese Napoleone. - Che cosa ha fatto?
- Vuol fare una cosa, sire.
- Quale?
- Visitare le fogne di Parigi.
Quest'uomo esisteva e si chiamava Bruneseau.
IV PARTICOLARI IGNORATI La visita ebbe luogo. Fu una
campagna terribile, una tenebrosa battaglia contro la peste
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
219
I MISERABILI VOL. III
e l'asfissia. Fu pure un viaggio di scoperte. Un operaio
intelligente e allora giovanissimo, che partecipò a quella
spedizione, alcuni anni fa narrava ancora dei particolari
curiosi, che Bruneseau credette opportuno omettere nel
suo rapporto al prefetto di polizia, come indegni dello stile
amministrativo. I processi di disinfezione erano molto
rudimentali a quell'epoca. Bruneseau aveva appena
oltrepassato le prime arterie della rete sotterranea, quando
otto operai su venti si rifiutarono di proseguire.
L'operazione era complicata, giacché all'ispezione si
accompagnava la pulitura; bisognava espurgare e insieme
misurare; notare le grate e le bocche, descrivere le
diramazioni, indicare le correnti nei punti di separazione,
riconoscere le rispettive circoscrizioni dei diversi bacini,
esaminare le piccole fogne innestate alla principale,
misurare l'altezza di ciascun condotto e la larghezza,
determinare infine le coordinate di ogni bocca d'entrata sia
dal suolo della cloaca che dal lastrico della via. Si avanzava
a fatica; spesso le scale affondavano in tre piedi di melma,
le lanterne agonizzavano nei miasmi, e di tanto in tanto
bisognava portar via un fognaiolo svenuto. In certi punti
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
220
I MISERABILI VOL. III
c'era il precipizio: il suolo era sfondato, il lastrico crollato e
la fogna si era mutata in un pozzo senza fondo. Non c'era
più piede; un uomo scomparve improvvisamente e si durò
fatica a tirarlo in salvo. Su consiglio di Fourcroy, si
accendevano a intervalli, nei luoghi sufficientemente
ripuliti, grandi gabbie piene di stoppa imbevuta di resina.
Qua e là le pareti erano coperte di funghi deformi che
parevano tanti tumori. Anche la pietra pareva malata in
quell'ambiente che toglieva il respiro.
Nella sua esplorazione, Bruneseau procedette da monte a
valle. Nel punto di biforcazione dei due condotti del GrandHurleur, decifrò la data del 1550 su una pietra sporgente
che indicava il limite dove si era fermato Filiberto Delorme,
incaricato da Enrico Secondo di ispezionare la cloaca
parigina: era il marchio impresso alla fogna dal secolo
decimosesto. Bruneseau riconobbe la mano d'opera del
Seicento nel condotto Ponceau e in quello di via Vecchia del
Tempio, forniti di volta tra il 1600 e il 1650, e la mano
d'opera del Settecento nella sezione occidentale del canale
collettore, incassata e fornita di volta nel 1740. Quelle due
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
221
I MISERABILI VOL. III
volte, e soprattutto la meno antica, quella del 1740, erano
più lesionate e più decrepite della muratura della fogna di
cinta la quale risale al 1412: epoca in cui il ruscello d'acqua
sorgiva di Ménilmontant fu elevato alla dignità di grande
cloaca di Parigi, promozione analoga a quella di un
contadino che diventasse primo cameriere del re, qualche
cosa come Gros-Jean trasformato in Lebel.
Qua e là, e principalmente sotto il Palazzo di giustizia, si
credette di riconoscere delle antiche segrete praticate nella
fogna stessa; schifosi "in pace", in uno dei quali pendeva
dalla volta un anello di ferro. Furono fatte anche altre
scoperte strane, tra cui lo scheletro di un orangutango
scomparso nel 1800 dal Giardino zoologico: scomparsa
probabilmente connessa con la famosa e incontestabile
apparizione del diavolo in via dei Bernardini, nell'ultimo
anno del secolo decimottavo. Il povero diavolo aveva finito
con l'annegare nella fogna.
Sotto il lungo condotto a volta, che mette capo a l'ArcheMarion, una gerla da cenciaiolo, perfettamente conservata,
formò l'ammirazione degli intenditori. Dappertutto la mota,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
222
I MISERABILI VOL. III
che i fognaioli erano arrivati a maneggiare intrepidamente,
abbondava di oggetti preziosi, gioielli d'oro e d'argento,
pietre e monete. Se un gigante avesse potuto passare al
vaglio quella cloaca, avrebbe raccolto la ricchezza dei
secoli. Nel punto di separazione delle due fogne di via del
Tempio e via Saint-Avoye fu raccolta una strana medaglia
ugonotta di rame, che recava da una parte un porco con un
cappello cardinalizio e dall'altra un lupo con la tiara.
La scoperta più sorprendente avvenne all'imboccatura della
grande cloaca, che una volta era stata chiusa da un
cancello, di cui restavano soltanto i cardini. Da uno di
questi cardini pendeva una specie di cencio informe e
sudicio che ondeggiava nell'ombra e s'andava sfilacciando
definitivamente.
Bruneseau, avvicinata la lanterna, lo esaminò. Era di
finissima tela batista, e in uno degli angoli meno rosi si
distingueva una corona araldica ricamata al di sopra di
queste sette lettere:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
223
I MISERABILI VOL. III
LAVBESP. La corona era marchesale e le sette lettere
significavano "Laubespine". Era quello un pezzo del
lenzuolo funebre di Marat.
In gioventù, quando faceva parte della casa del conte
d'Artois in qualità di medico delle scuderie, Marat aveva
avuto una relazione con una gran dama, di cui gli era
rimasto quel lenzuolo dimenticato o piuttosto lasciatogli
come ricordo. Poiché quello era l'unico lenzuolo fine
ritrovato nella sua casa al momento della sua morte, ce lo
avevano avvolto; furono alcune vecchie ad avvolgere in
quel lino che aveva conosciuto ore di piacere, il tragico
Amico del popolo.
Bruneseau passò oltre lasciando il cencio dove stava, senza
distruggerlo. Per disprezzo o per rispetto? Marat meritava
l'uno e l'altro. E poi, il destino vi era impresso abbastanza
chiaramente per esitare a toccarlo. Del resto, bisogna
sempre lasciare alle cose del sepolcro il posto che
scelgono. Tutto sommato, era una strana reliquia; una
marchesa vi aveva dormito su; Marat vi si era imputridito;
aveva attraversato il Pantheon per andare a finire tra i
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
224
I MISERABILI VOL. III
sorci della cloaca. Quel cencio, di cui un tempo Watteau
avrebbe disegnato allegramente tutte le pieghe, aveva
finito con l'essere degno dello sguardo fisso di Dante.
La visita completa della cloaca parigina durò sette anni, dal
1805 al 1817. Pur andando avanti, Bruneseau indicava,
dirigeva e portava a termine alcuni considerevoli lavori; nel
1808 abbassò lo scolo del Ponceau, creando nuove vie
dappertutto; nel 1809, spinse la fogna sotto la via San
Dionigi fino alla fontana degli Innocenti; nel 1810, la spinse
sotto la via Froidmanteau e la Salpêtrière, nel 1811 sotto la
via nuova dei Petits-Pères, sotto le vie Mail e Echarpe,
sotto la piazza reale, e nel 1812 sotto la via della Place e
sotto la Chaussée d'Antin. Nello stesso tempo faceva
disinfettare e risanare tutta la rete. Fin dal secondo anno,
Bruneseau aveva associato al lavoro il proprio genero
Nargaud.
Fu così che all'inizio di questo secolo la vecchia società
ripulì il suo sottosuolo. Ripulirono almeno questo. Volgendo
uno sguardo retrospettivo all'antica fogna parigina, si vede
che essa era tortuosa, disselciata, rotta da lesioni e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
225
I MISERABILI VOL. III
crepacci, tagliata da scoscendimenti, frastagliata da gomiti
bizzarri, da salite e discese senza senso, puzzolente,
selvaggia, feroce, buia, spaventosa. Ramificazioni in ogni
senso, incroci di condutture, bracci secondari, zampe d'oca,
stelle come trincee, intestini ciechi. angiporti, volte
salnitrate, pozzi infetti, gocciolìo dall'alto delle pareti,
tenebre; nulla uguagliava in orrore quella vecchia cripta
puzzolente, apparato digerente di Babilonia, antro, fossa,
abisso attraversato da vie, titanica topaia in cui la mente
crede di veder vagare nell'ombra quell'immensa talpa cieca
che è il passato.
Questa, ripetiamo, era la cloaca d'un tempo.
5. PROGRESSO ATTUALE
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
226
I MISERABILI VOL. III
Oggi la cloaca è pulita, fredda, diritta, corretta. Realizza
quasi l'ideale di ciò che in Inghilterra si intende con la
parola "respectable". E' decente e grigiastra; è perfetta e
potrebbe quasi dirsi attillata; somiglia a un fornitore
divenuto consigliere di Stato. Vi si vede quasi chiaro, e la
melma vi si comporta decentemente. A prima vista si
prenderebbe volentieri per uno di quei corridoi sotterranei,
così comuni una volta e così utili alle fughe dei monarchi e
dei principi in quel buon tempo antico "quando il popolo
amava i suoi re".
La cloaca attuale è una bella cloaca. Vi regna lo stile puro;
il classico alessandrino rettilineo che, scacciato dalla
poesia, pare si sia rifugiato nell'architettura, sembra
mescolato a tutte le pietre di quella lunga volta tenebrosa
e biancastra. Ogni scaricatoio è un'arcata; la via Rivoli fa
scuola fin nella cloaca.
Del resto, se c'è un luogo in cui la linea geometrica possa
dirsi a posto, è senza dubbio la fossa stercoraria di una
grande città, dove tutto deve essere subordinato alla via
più corta. La cloaca ha preso oggi un certo aspetto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
227
I MISERABILI VOL. III
ufficiale. Gli stessi rapporti di polizia, di cui qualche volta è
oggetto, non le mancano più di rispetto. Le parole che la
caratterizzano nella lingua amministrativa sono elevate e
dignitose. Quello che si chiamava budello si chiama
galleria, quello che si diceva buco, si dice occhio. Villon non
riconoscerebbe più la sua antica dimora di ripiego. Quella
rete di sotterranei ha pur sempre la sua immemorabile
popolazione di roditori, più pullulante che mai, e di tanto in
tanto qualche sorcio veterano si arrischia a mettere la testa
fuori della fogna ed esamina i parigini; ma anche quel
bestiame si addomestica, contento com'è del suo palazzo
sotterraneo.
La cloaca non ha più nulla della ferocia primitiva, e la
pioggia che una volta l'insudiciava, ora la lava. Però, non
fidatevene troppo. I miasmi l'abitano ancora. E' piuttosto
ipocrita che irreprensibile. La prefettura di polizia e la
commissione sanitaria hanno un bel da fare. Malgrado tutti
i sistemi di disinfezione, esala un certo odore sospetto,
come Tartufo dopo la confessione.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
228
I MISERABILI VOL. III
Tuttavia, conveniamone, siccome lo spazzamento, tutto
sommato, è un omaggio che la fogna rende alla civiltà, e
siccome, sotto questo punto di vista, la coscienza di
Tartufo rappresenta un progresso sulle stalle di Augia, è
certo che la cloaca di Parigi è migliorata.
E' più che un progresso, una trasmutazione. Fra l'antica
cloaca e l'attuale c'è una rivoluzione. Chi ha fatto questa
rivoluzione?
L'uomo che tutti dimenticano e che noi abbiamo nominato,
Bruneseau.
6. PROGRESSO FUTURO
Scavare la cloaca di Parigi non è stata una cosa da niente.
Gli ultimi dieci secoli vi hanno lavorato senza poterla
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
229
I MISERABILI VOL. III
terminare, come non hanno potuto completare la città. La
cloaca, infatti, subisce tutti i contraccolpi
dell'accrescimento di Parigi. E' una specie di polpo
tenebroso dai mille tentacoli che cresce di sotto
simultaneamente alla città di sopra. Ogni volta che la città
apre una via, la cloaca allunga un braccio. L'antica
monarchia aveva costruito soltanto ventitremila e trecento
metri di fognatura; a questo punto era pervenuta Parigi il
primo gennaio 1806. Da quell'epoca, di cui riparleremo tra
breve, l'opera fu ripresa e continuata utilmente e
alacremente; Napoleone ne ha costruito - queste cifre sono
curiose - quattromilaottocento metri; Luigi Diciottesimo
cinquemilasettecentonove; Carlo Decimo
diecimilaottocentotrentasei; Luigi Filippo ottantanovemila e
venti; la Repubblica del 1848 ventitremilatrecentottantuno;
il regime attuale settantamilacinquecento; in tutto, a
quest'ora, duecentoventiseimilaseicentodieci metri, cioè
sessanta leghe di fogna; enorme intestino di Parigi, oscura
ramificazione sempre in crescenza, costruzione ignorata e
immensa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
230
I MISERABILI VOL. III
Come si vede, il dedalo sotterraneo di Parigi è oggi più che
il decuplo di quello che era al principio del secolo. E'
difficile immaginare quanta perseveranza e quanti sforzi ci
siano voluti per portare la cloaca al grado di perfezione
relativa in cui è attualmente. Era già molto che la vecchia
amministrazione monarchica e, nell'ultimo decennio del
Settecento, il municipio rivoluzionario fossero riusciti a
costruire le cinque leghe di fognatura esistenti prima del
1806. L'opera loro era intralciata da ostacoli di ogni
genere: gli uni inerenti alla natura del suolo, gli altri
derivanti dai pregiudizi stessi della popolazione lavoratrice
di Parigi. Parigi è costruita sopra un terreno
straordinariamente ribelle alla zappa, al piccone, allo
scandaglio, all'opera dell'uomo. Non c'è cosa più difficile
che forare e penetrare in quella formazione geologica sulla
quale si innalza la meravigliosa formazione storica che è
Parigi. Non appena il lavoro, sotto una forma qualsiasi,
penetra e si avventura in quello strato di alluvioni, le
resistenze sotterranee abbondano. Sono argille pastose,
sorgenti d'acqua, rocce dure, fanghiglie molli e profonde
che la scienza speciale chiama "mostarde". Il piccone
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
231
I MISERABILI VOL. III
avanza faticosamente tra sedimenti calcarei alternati da
sottili strati di argilla e da strati schistosi incrostati di gusci
d'ostriche contemporanei agli oceani preadamitici. Talora
un ruscello sfonda improvvisamente una volta in
costruzione e inonda gli operai; oppure un'ondata di marna
irrompe e si precipita con la furia di una cateratta
spezzando come vetro le più grosse travi di sostegno.
Anche di recente, alla Villette, quando si è dovuto far
passare la fogna collettrice sotto il canale San Martino
senza interromperne la navigazione e senza asciugarlo, si è
aperta una crepa nel letto del canale, e l'acqua ha invaso
d'un tratto il cantiere sotterraneo, nonostante l'impiego
delle pompe di prosciugamento: si è dovuto far cercare da
un palombaro la fessura nel fondo della gran vasca, e non
ci è voluto poco per chiuderla. Altrove, nelle vicinanze della
Senna, e anche in luoghi abbastanza lontani dal fiume,
come per esempio a Belleville, nella Grande Rue e al
passaggio Lunière, si trovano delle sabbie mobili, nelle
quali si affonda e dove un uomo può sparire
improvvisamente. Aggiungete le asfissie per i miasmi, il
seppellimento sotto le frane, gli scoscendimenti repentini;
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
232
I MISERABILI VOL. III
aggiungete il tifo che lentamente attacca gli operai. Ai
nostri giorni, dopo aver scavato la galleria di Clichy con
una spalletta laterale per ricevere un condotto tubolare
delle acque dell'Ourcq, lavoro eseguito con un taglio di
dieci metri di profondità; dopo aver coperto a volta la
Bièvre, dal boulevard dell'Ospedale fino alla Senna,
superando frane, aiutandosi con i puntelli orizzontali e con
gli scavi di materie spesso putride; dopo aver costruito la
fognatura dalla barriera Blanche alla strada d'Aubervilliers,
allo scopo di liberare Parigi dalle acque torrenziali di
Montmartre e aprire uno scolo alla padule fluviale di nove
ettari che imputridiva vicino alla barriera dei Martiri, e ciò
mediante un lavoro di quattro mesi, continuato giorno e
notte, a undici metri di profondità; dopo aver costruito
sotterraneamente e senza aprire fosse, cosa affatto nuova,
una fogna nella via Barre-du-Bec a sei metri di profondità
dal suolo, il direttore Monnot è morto. Dopo aver coperto di
volte tremila metri di fogne su tutti i punti della città, dalla
via Traversa Sant'Antonio a quella di Lourcine; dopo avere
col ramo dell'Arbalète liberato dalle inondazioni pluviali il
crocicchio Censier-Mouffetard; dopo aver costruito la fogna
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
233
I MISERABILI VOL. III
San Giorgio con sassi e bitume in mezzo alle sabbie mobili;
dopo aver diretto il pericoloso abbassamento del condotto
di Nostra Signora di Nazaret, l'ingegner Duleau è morto.
Non c'è bollettino per questi atti di valore, che pure sono
più utili delle carneficine bestiali dei campi di battaglia.
Le fogne di Parigi nel 1832 erano ben lontane dallo stato
attuale.
Bruneseau aveva dato la spinta, ma ci volle il colera per
determinare la vasta ricostruzione che si è avuta in
seguito. E' sorprendente dire, per esempio, che una parte
della cloaca di cinta, detta Canal Grande, come a Venezia,
nel 1821 imputridiva ancora a cielo aperto in via Gourdes.
Solo nel 1823 la città di Parigi ha trovato nel suo taschino i
duecentosessantaseimilaottanta franchi e sei centesimi
necessari per coprire quella turpitudine. I tre pozzi
assorbenti del Combat, della Cunette e di Saint-Mandé coi
loro scaricatoi, le loro macchine, gli smaltitoi e le
diramazioni di spurgo datano soltanto dal 1836. Il ventre di
Parigi è stato rinnovato e, come abbiamo già detto, più che
decuplicato da un quarto di secolo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
234
I MISERABILI VOL. III
Trent'anni or sono, all'epoca dell'insurrezione del 5 e 6
giugno, in molti luoghi c'era ancora quasi l'antica fogna.
Moltissime vie, oggi leggermente convesse, allora erano
concave; si vedevano spesso, nel punto in declivio, a cui
mettevano capo i versanti di una via o di un crocicchio,
larghe inferriate quadrate, a grosse sbarre, il cui ferro
luccicava, forbito com'era dal calpestìo della folla,
sdrucciolevoli e pericolose per le carrozze tanto che spesso
i cavalli vi cadevano. La lingua ufficiale del genio civile
chiamava quei punti e quelle grate col nome espressivo di
"cassis". Nel 1832 in molti luoghi, come in via della Stella,
di San Luigi, del Tempio, Vecchia del Tempio, Nostra
Signora di Nazaret, Folie-Méricourt, riva dei Fiori, via del
Piccolo Muschio, di Normandia, del Pont-aux-Biches, del
Marais, sobborgo San Martino, via Nostra Signora delle
Vittorie; sobborgo Montmartre, via Grange-Batelière,
Campi Elisi, via Jacob e via Tour, l'antica cloaca gotica
mostrava ancora cinicamente le sue fauci. Erano enormi
bocche di sasso, talvolta circondate da pilastrini, con una
sfrontatezza monumentale.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
235
I MISERABILI VOL. III
Nel 1806, Parigi aveva ancora quasi la stessa lunghezza di
fogne constatata nel maggio 1663:
cinquemilatrecentoventotto tese. Dopo Bruneseau, il primo
gennaio 1832 ne esistevano quarantamilatrecento metri.
Dal 1806 al 1831 ne erano stati costruiti in media ogni
anno settecentocinquanta metri; poi hanno costruito ogni
anno otto o anche diecimila metri di galleria, con muratura
di piccoli materiali a calce idraulica e su fondo di bitume. A
duecento franchi al metro, le sessanta leghe dell'attuale
cloaca di Parigi rappresentano quarantotto milioni.
Oltre al progresso economico accennato in principio, gravi
problemi di igiene pubblica si connettono a questo
immenso problema: la fognatura di Parigi.
Parigi si trova fra due strati, uno d'acqua, l'altro d'aria.
Quello dell'acqua, giacente a una profondità sotterranea
abbastanza grande ma già raggiunto con due pozzi, è
formato da un sedimento di argilla verde situato tra la
creta e il calcare giurassico, e può essere rappresentato da
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
236
I MISERABILI VOL. III
un disco di venticinque leghe di raggio. Una quantità di
fiumi e di ruscelli ne trapelano:
in un bicchiere d'acqua del pozzo di Grenelle si bevono
insieme le acque della Senna, della Marna, dell'Yonne,
dell'Oise, del Cher, della Vienna e della Loira. Lo strato
d'acqua è salubre, poiché procede prima dal cielo, poi dalla
terra; lo strato d'aria è malsano perché viene dalla fogna.
Tutti i miasmi della cloaca si mescolano all'aria della città,
donde il suo odore cattivo. E' stato scientificamente
constatato che l'aria presa di sopra a un letamaio e più
pura di quella presa al di sopra di Parigi.
Nell'avvenire, con l'aiuto del progresso, col
perfezionamento delle macchine e col diffondersi della luce,
s'impiegherà lo strato d'acqua per purificare quello d'aria;
vale a dire per lavare la fogna. Ben inteso che per pulitura
della fogna noi intendiamo la restituzione del fango alla
terra, rinvio del letame al suolo e del concime ai campi. Per
questo semplice fatto ci sarà, per la comunità sociale,
diminuzione di miseria e accrescimento di salute.
Attualmente, le malattie parigine irradiano a cinquanta
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
237
I MISERABILI VOL. III
leghe di distanza dal Louvre, preso come mozzo di questa
ruota pestilenziale.
Si potrebbe dire che da dieci secoli la cloaca è la malattia
di Parigi, è il vizio che la città porta nel sangue. L'istinto
popolare non si è mai ingannato. Il mestiere di fognaiolo
era una volta quasi altrettanto pericoloso e quasi
altrettanto ripugnante quanto quello di scorticatore di
bestie, per tanto tempo connesso al carnefice. Ci voleva
un'alta paga per indurre un muratore a sparire in quella
fetida fossa; la scala dei nettapozzi esitava a discendervi;
si diceva proverbialmente: "chi scende nella fogna, entra
nella fossa"; e ogni sorta di orribili leggende, come
abbiamo detto, coprivano di spavento quel gigantesco
acquaio; formidabile sentina che conserva le tracce delle
rivoluzioni del globo come di quelle degli uomini, e dove si
trovano le vestigia di tutti i cataclismi, dalla conchiglia del
diluvio sino al lenzuolo di Marat.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
238
I MISERABILI VOL. III
Libro 3
LA MELMA, MA L'ANIMA
1. LA CLOACA E LE SUE SORPRESE
Valjean si trovava nella fogna di Parigi.
Somiglianza di Parigi col mare: come nell'oceano, chi
s'immerge può sparire.
Il passaggio era inaudito. Nel bel centro della città, Valjean
era uscito dalla città; in un batter d'occhio, quanto basta
per aprire e chiudere una botola, era passato dalla viva
luce all'oscurità completa, dal mezzogiorno alla
mezzanotte, dal fracasso al silenzio, dal turbinìo dei rumori
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
239
I MISERABILI VOL. III
alla tranquillità della tomba e, per una peripezia ancor più
prodigiosa di quella di via Polonceau, dall'estremo pericolo
alla sicurezza più assoluta.
Repentina caduta in un sotterraneo; scomparsa nel
trabocchetto di Parigi; lasciare quella via nella quale
dappertutto era la morte, per quella specie di sepolcro in
cui c'era la vita: fu uno strano momento. Rimase alcuni
secondi come sbalordito, in ascolto, stupefatto. La botola
della salvezza gli si era aperta a un tratto sotto i piedi. La
bontà celeste l'aveva colto, per così dire, a tradimento.
Adorabili imboscate della Provvidenza!
Solo che il ferito non si muoveva per nulla, e Valjean
ignorava se portava in quella fossa un vivo o un morto. La
sua prima sensazione fu l'accecamento; di colpo, non vide
più nulla. Gli sembrò pure d'essere diventato
improvvisamente sordo: non udiva più niente. La frenetica
bufera della carneficina che si scatenava a pochi passi da
lui, ripetiamo, grazie allo spessore della terra che lo
separava, gli giungeva affievolita e indistinta come un
rumore in una profondità. Sentiva di posare i piedi sul
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
240
I MISERABILI VOL. III
solido; non altro; ma questo bastava. Stese un braccio, poi
l'altro, toccò il muro dai due lati e s'accorse che il corridoio
era stretto; sdrucciolò, e si avvide che la pietra era
bagnata. Mosse un piede con precauzione temendo un
buco, un pozzo, un qualche precipizio, e constatò che il
lastricato si prolungava. Un odore fetido lo avvertì del
luogo in cui si trovava.
Dopo alcuni minuti non era più cieco. Lo spiraglio
attraverso il quale era scivolato lasciava trapelare un po' di
luce, e il suo sguardo si era abituato a quella cantina.
Cominciò a distinguere qualcosa. Il corridoio in cui si era
sepolto - è la parola che meglio esprime la situazione - era
murato dietro di lui. Si trovava in una di quelle vie cieche
che il linguaggio tecnico chiama diramazioni. Aveva davanti
un'altra specie di muro, un muro di tenebre. La luce dello
spiraglio moriva dieci o dodici passi in là dal punto dove
egli stava, e copriva di una tinta biancastra pochi metri
appena delle umide pareti della fogna. Al di là c'era
un'opacità massiccia; introdurvisi pareva una cosa orribile,
entrarvi significava essere ingoiato. Tuttavia era possibile e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
241
I MISERABILI VOL. III
necessario; bisognava anzi affrettarsi. Valjean pensò che
quella grata da lui scorta sotto le selci poteva essere vista
anche dai soldati, che tutto dipendeva da tale eventualità.
Anch'essi potevano calarsi in quel pozzo e frugarlo. Non
c'era un minuto da perdere. Riprese Mario, che aveva
posato al suolo, se lo caricò sulle spalle e si mise in
cammino, immergendosi risolutamente nell'oscurità.
In realtà essi erano meno salvi di quello che credesse
Valjean.
Pericoli d'un altro genere e non meno gravi forse li
aspettavano.
Dopo il turbine folgorante della battaglia, la caverna dei
miasmi e delle insidie; dopo il caos, la cloaca. Valjean era
caduto da un cerchio dell'inferno in un altro.
Fatti cinquanta passi, dovette fermarsi. Si presentò un
problema.
Il condotto terminava in un altro budello che incontrava
trasversalmente. Due vie si offrivano: a quale appigliarsi?
Doveva piegare a destra o a sinistra? Come orientarsi in
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
242
I MISERABILI VOL. III
quel nero labirinto? Abbiamo già fatto osservare che esso
ha un filo conduttore: il pendìo. Seguendolo, va verso il
fiume. Valjean lo capì subito.
Pensò che probabilmente si trovava nella fogna dei
Mercati; che se piegava a sinistra e seguiva il declivio, in
meno di un quarto d'ora giungeva a qualche sbocco sulla
Senna fra il Pont-au-Change e il Ponte Nuovo, cioè usciva
alla luce nel punto più popolato di Parigi. Fors'anche
andava a terminare in qualche chiavica di crocevia. In
questo caso, gran stupore dei viandanti nel vedere due
uomini insanguinati sbucare di sotterra, ai loro piedi;
accorrere di poliziotti; allarme del vicino corpo di guardia.
Sarebbero stati arrestati prima di venir fuori. Conveniva
meglio immergersi nel dedalo, affidarsi alle tenebre e,
quanto all'uscita, affidarsi alla Provvidenza. Risalì la china e
andò a destra.
Quand'ebbe svoltato l'angolo della galleria, il lontano
barlume dello spiraglio disparve; gli ricadde addosso la
tenda dell'oscurità e ridivenne cieco. Ma non desistette
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
243
I MISERABILI VOL. III
dall'avanzare quanto più rapidamente poté. Le braccia di
Mario gli passavano intorno al collo, e i piedi gli pendevano
dietro. Egli teneva le due braccia con una mano, mentre
con l'altra tastava il muro. La gota di Mario toccava la sua
e, insanguinata com'era, vi si attaccava: sentiva scorrere
su di lui e penetrare sotto le vesti un filo tiepido che
proveniva dal giovane; tuttavia un calore umido
all'orecchio che toccava la bocca del ferito indicava la
respirazione e per conseguenza la vita. Il corridoio nel
quale ora camminava era più largo del precedente, ma vi si
avanzava con difficoltà. Le piogge del giorno prima, non
ancora defluite interamente, formavano in mezzo al suolo
concavo un piccolo torrente, che lo poneva nella necessità
di rasentare il muro per non avere i piedi nell'acqua.
Procedeva così in mezzo alle tenebre, a somiglianza degli
esseri della notte che vanno a tentoni nell'invisibile, perduti
sotterraneamente nelle vene dell'ombra.
Tuttavia, o che qualche lontano spiraglio mandasse un po'
di luce fluttuante in quella bruma opaca, o che i suoi occhi
si abituassero all'oscurità, a poco a poco riacquistò una
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
244
I MISERABILI VOL. III
vista alquanto incerta, ricominciò confusamente a rendersi
conto, ora della parete che toccava, ora della volta sotto
cui passava. La pupilla nelle tenebre si dilata e finisce per
trovarvi una qualche luce, come l'anima si dilata nella
sventura e finisce per trovarvi Dio.
Dirigersi era difficile. Il tracciato delle fogne riproduce, per
così dire, il tracciato delle vie sovrapposte. Nella Parigi
d'allora c'erano duemiladuecento vie. Figuratevi là sotto
quella foresta di diramazioni tenebrose che si chiama la
cloaca. Le fognature esistenti a quell'epoca, messe di
seguito l'una all'altra, avrebbero formato una linea di undici
leghe. Più su abbiamo detto che grazie all'operosità
speciale degli ultimi trent'anni, la rete attuale ha una
lunghezza non minore di sessanta leghe. Valjean cominciò
con l'ingannarsi. Credette di trovarsi sotto la via San
Dionigi, ed era un peccato che non vi fosse davvero,
perché sotto la via San Dionigi c'è un antico condotto di
pietra che data da Luigi Tredicesimo e va diritto al
collettore detto Fogna Grande con un solo gomito, a
destra, all'altezza dell'antica Corte dei Miracoli, e con una
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
245
I MISERABILI VOL. III
sola intersezione, il condotto San Martino, i cui quattro
bracci si tagliano a croce. Ma il condotto della PetiteTruanderie, la cui entrata era presso l'osteria di Corinto,
non ha mai comunicato col condotto della via San Dionigi;
mette capo alla fogna Montmartre, lungo la quale si era
avviato Valjean.
La fogna Montmartre era una delle più labirintiche della
vecchia rete. Fortunatamente, Valjean s'era lasciato dietro
il condotto dei Mercati, la cui pianta geometrica somiglia a
una moltitudine di alberi di trinchetto intrecciati; ma aveva
dinanzi più d'un incontro imbarazzante e più di un angolo
di via - poiché sono vere vie - che si presentava
nell'oscurità come un punto interrogativo:
prima, a sinistra, la vasta fogna Platrière, una specie di
rompicapo cinese, che spinge e sviluppa il suo caos di T e
di Z sotto il palazzo della Posta e sotto la rotonda del
Mercato dei Grani fino alla Senna, dove termina a Y;
secondo, a destra, il condotto curvo della via del quadrante
con i suoi tre denti, che sono altrettanti vicoli chiusi; terza,
a sinistra, la diramazione del Mail, complicata quasi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
246
I MISERABILI VOL. III
all'ingresso da una specie di forca, e che con un seguito di
zig zag va a finire alla gran fogna del Louvre, spezzettata e
ramificata in tutti i sensi; finalmente, a destra, il condotto
cieco della via dei Digiunatori, senza calcolare qua e là le
piccole deviazioni prima di giungere alla cloaca perimetrale,
la sola che potesse guidarlo verso un'uscita abbastanza
lontana per essere sicura.
Se Valjean avesse avuto qualche nozione di quanto stiamo
dicendo, soltanto tastando la parete si sarebbe accorto di
non essere nella galleria sotterranea della via San Dionigi.
Invece della vecchia pietra da taglio, invece dell'antica
architettura altera e regale fin nelle fogne, col suolo e le
pareti di granito e cemento, che costava ottocento franchi
la tesa, avrebbe sentito sotto la mano la costruzione a
buon mercato di oggi, l'espediente economico, la selce con
letto di cemento idraulico sopra un fondamento di bitume,
che costa duecento franchi il metro: la muratura borghese
detta "a piccoli materiali". Ma egli non sapeva niente di
tutto questo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
247
I MISERABILI VOL. III
Andava con ansietà ma con calma, senza vedere né sapere
nulla, immerso nel caso, vale a dire inghiottito nella
Provvidenza.
E' anche vero che l'orrore a mano a mano lo vinceva, e
l'ombra da cui era circondato gli penetrava nell'anima.
Camminava in un enigma. Il corso della cloaca è
formidabile: s'intreccia in un modo vertiginoso, ed è una
cosa lugubre trovarsi in quella Parigi di tenebre. Valjean
era obbligato a trovare e quasi a inventare la strada, senza
vederla.
In quell'ignoto, ogni passo che arrischiava poteva essere
l'ultimo. Come uscirne? Troverebbe un'uscita, e in tempo?
Quella colossale spugna sotterranea dagli alveoli di pietra
si lascerebbe indovinare e attraversare? Oppure troverebbe
qualche inaspettato groviglio di tenebre, e arriverebbe
all'inestricabile e all'insormontabile? Sarebbero morti,
Mario di emorragia, e lui di fame? Finirebbero col perdersi
laggiù tutti e due e col formare due scheletri in un angolo
di quelle tenebre? Non sapeva. Si faceva tutte queste
domande e non poteva rispondere. ll budello di Parigi è un
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
248
I MISERABILI VOL. III
precipizio. Come il profeta, egli si trovava nel ventre del
mostro.
A un tratto ebbe una sorpresa. Quando meno se
l'aspettava e senza aver mai cessato di andare in linea
retta, si accorse che non saliva più e che l'acqua gli batteva
le calcagna invece di venirgli sulla punta dei piedi. La fogna
ora scendeva. Perché?
Stava dunque per giungere improvvisamente alla Senna?
Era un pericolo grave, ma quello di retrocedere era
maggiore. Continuò ad avanzare.
Ma non andava verso la Senna. La schiena d'asino, che fa il
suolo di Parigi sulla riva destra, vuota uno dei versanti
nella Senna e l'altro nella Fogna Grande, e la cresta della
schiena d'asino, che determina la divisione delle acque,
traccia una linea molto capricciosa. Il punto culminante,
dove ha luogo la separazione degli scoli, si trova nel
condotto di Saint-Avoye al di là della Via Michele Le
Compte, in quello del Louvre presso i boulevard e in quello
di Montmartre presso i Mercati. Valjean era pervenuto a
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
249
I MISERABILI VOL. III
quel punto culminante e si dirigeva verso la cloaca di cinta;
era sulla buona via ma non lo sapeva.
Ogni qual volta s'imbatteva in un crocicchio, ne tastava gli
spigoli, e se trovava l'apertura che gli si offriva meno larga
del condotto da lui seguito, non vi entrava e proseguiva la
sua strada, giudicando a ragione che qualunque passaggio
più stretto dovesse mettere capo a un condotto cieco e
quindi allontanarlo dalla meta, cioè dall'uscita. Così evitò la
quadruplice insidia tesagli nelle tenebre dai quattro dedali
che abbiamo enumerato. A un certo punto s'accorse
d'essere fuori dalla Parigi immobilizzata dalla sommossa,
dove le barricate avevano soppresso la circolazione, e di
essere penetrato sotto la Parigi vivente e normale. Sentì
subito sopra la testa un rumoreggiare di tuono, lontano ma
continuo: era il rotolìo delle vetture.
Camminava da circa mezz'ora, almeno dal calcolo che
faceva, e non aveva ancora pensato di riposarsi; aveva
soltanto cambiato la mano che sosteneva Mario. L'oscurità
era più profonda che mai, ma quella profondità lo
rassicurava.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
250
I MISERABILI VOL. III
D'improvviso, si vide davanti la sua ombra, che appariva
sopra un debole riflesso rosso quasi indistinto che
imporporava vagamente il suolo e la volta, e che scivolava
a destra e a sinistra sulle viscide pareti del corridoio. Si
volse stupefatto.
Dietro di lui, nella parte del condotto che aveva allora
oltrepassato, a una distanza che gli parve immensa,
fiammeggiava, striando la densa tenebra, una specie
d'astro orribile, che pareva lo guardasse.
Era la fosca stella della polizia che spuntava nella fogna.
Dietro quella stella si agitavano confusamente otto o dieci
forme nere, ritte, indistinte, terribili.
2. SPIEGAZIONE
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
251
I MISERABILI VOL. III
Nella giornata del 6 giugno, era stata ordinata una battuta
nelle fogne. Si temeva che i vinti vi si fossero rifugiati, e il
prefetto di polizia, Gisquet, dovette frugare la Parigi occulta
mentre il generale Bugeaud perlustrava la Parigi pubblica:
duplice operazione connessa, che richiese una doppia
strategia della forza pubblica, rappresentata in alto
dall'esercito e in basso dalla polizia. Tre pattuglioni di
agenti e di fognaioli esplorarono l'immondezzaio
sotterraneo della città, il primo sulla riva destra, il secondo
sulla sinistra, e il terzo nel centro.
Gli agenti erano armati di carabine, di mazze, di spade e di
pugnali.
La lanterna diretta in quel momento su Valjean era quella
della ronda della riva destra.
La ronda aveva allora perlustrato la galleria curva e i tre
condotti ciechi che sono sotto la via del Quadrante. Mentre
essa puntava la sua lanterna sui tre condotti ciechi, Valjean
aveva incontrato sul suo cammino l'ingresso di quella
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
252
I MISERABILI VOL. III
galleria, l'aveva riconosciuta più stretta della principale ed
era passato oltre.
Uscendo dalla galleria di via del Quadrante era parso ai
poliziotti di udire un rumore di passi in direzione della
cloaca di cinta. Erano infatti i passi di Valjean. Il sergente,
che comandava la ronda, aveva alzato la lanterna, e la
squadra s'era messa a guardare nella nebbia dal lato
donde veniva il rumore.
Fu per Valjean un minuto inesprimibile.
Fortunatamente, se egli vedeva bene la lanterna, la
lanterna lo vedeva male; essa era la luce, egli l'ombra, ed
era molto lontano, e confuso all'oscurità del luogo. Si
strinse al muro e si fermò.
Del resto, non si rendeva conto di quello che succedeva
dietro di lui: l'insonnia, la mancanza di nutrimento e le
emozioni avevano fatto passare anche lui allo stato di
visionario. Vedeva un fiammeggiamento e intorno delle
larve. Cos'era? Non capiva.
Fermatosi Valjean, il rumore cessò.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
253
I MISERABILI VOL. III
Gli uomini della ronda ascoltavano e non sentivano nulla,
guardavano e non vedevano nulla. Si consultarono.
C'era a quel tempo, in quel punto della fogna Montmartre,
una specie di crocicchio detto di servizio, più tardi
soppresso a causa del piccolo stagno interno che vi
formava, ingorgandosi durante i forti temporali, il torrente
dell'acqua piovana. Gli uomini della ronda potevano far
capannello in quel crocicchio.
Valjean vide quelle larve formare una specie di circolo.
Quelle teste di alani si avvicinarono susurrando.
Il risultato di quel consiglio, tenuto dai cani di guardia, fu
che s'erano ingannati, che non c'era stato rumore, che non
c'era nessuno di là, che era inutile entrare nella fogna di
cinta, che sarebbe stato tempo perso, che bisognava
invece affrettarsi ad andare verso Saint-Merry, che se c'era
qualche cosa da fare e qualche rivoltoso da snidare, era
proprio in quel quartiere.
Ogni tanto i partiti fanno risuonare le loro vecchie ingiurie.
Nel 1832, il vocabolo "bousingot" teneva l'interim fra quello
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
254
I MISERABILI VOL. III
di giacobino ormai sciupato, e quello di demagogo allora
pochissimo in uso e che poi ha prestato un così eccellente
servizio.
Il sergente ordinò di piegare a sinistra verso il versante
della Senna. Se avessero avuto l'idea di dividersi in due
squadre e di andare nei due sensi, Valjean sarebbe stato
preso. La cosa era appesa a un filo. E' probabile che le
istruzioni della polizia, prevedendo il caso di uno scontro
con numerosi insorti, vietassero alla pattuglia di
suddividersi. La ronda si rimise in cammino, lasciandosi
dietro Valjean, il quale di tutto quel movimento non scorse
niente,tranne la eclisse della lanterna che improvvisamente
si volse dal lato opposto.
Per sgravio di coscienza della polizia, il sergente, prima
d'allontanarsi, scaricò la sua carabina dal lato che
lasciavano, nella direzione di Valjean. La detonazione
rotolò d'eco in eco nella cripta, come borborigmo di quel
titanico intestino. Un pezzo di calcinaccio caduto nel
rigagnolo, che fece schioccare l'acqua a qualche passo da
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
255
I MISERABILI VOL. III
Valjean, lo avvertì che la palla aveva colpito la volta sopra
il suo capo.
I passi risuonarono per qualche tempo, misurati e lenti, sul
lastrico, sempre più attutiti con l'aumentare della
lontananza; il gruppo delle forme nere si disperse; un
barlume oscillò e ondeggiò, formando nella volta un arco
rossastro che s'indebolì e poi scomparve; il silenzio
ridivenne profondo, l'oscurità completa; la cecità e la
sordità ripresero possesso delle tenebre, e Valjean, non
osando ancora muoversi, rimase a lungo con le spalle al
muro, l'orecchio teso, la pupilla dilatata, contemplando lo
svanire di quella pattuglia di fantasmi.
3. L'UOMO PEDINATO
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
256
I MISERABILI VOL. III
Bisogna rendere onore alla polizia di quell'epoca; anche
nelle più gravi situazioni pubbliche, essa compiva
imperturbabilmente il suo dovere. Una sommossa non era
ai suoi occhi un pretesto per lasciare ai malfattori la briglia
sul collo, e trascurare la società, perché il governo era in
pericolo. Il servizio ordinario veniva adempiuto con
esattezza insieme con quello straordinario, e non ne era
turbato. Agli inizi di un incalcolabile fatto politico, sotto la
pressione di una rivoluzione possibile, un agente di polizia
si metteva a pedinare un ladro senza lasciarsi distrarre
dalla insurrezione e dalle barricate.
Nel pomeriggio del 6 giugno, accadeva appunto qualche
cosa di simile in riva alla Senna, sull'argine della sponda
destra, poco più in là del ponte degli Invalidi.
In quel punto non c'è più argine ora; l'aspetto dei luoghi è
mutato.
Due uomini, a qualche distanza l'uno dall'altro, pareva che
si osservassero e che uno evitasse l'altro. Quello che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
257
I MISERABILI VOL. III
andava avanti cercava di allontanarsi, quello che gli teneva
dietro cercava di avvicinarsi.
Era come una partita a scacchi giocata da lontano e in
silenzio.
Né l'uno né l'altro mostrava di affrettarsi, anzi tutti e due
camminavano lentamente, come se ciascuno di essi
temesse, per la troppa fretta, di far raddoppiare il passo al
proprio avversario.
Uno di essi sembrava un cacciatore che segua una preda,
senza aver l'aria di farlo apposta; e la preda era astuta e
stava in guardia.
Correvano fra loro le proporzioni richieste tra la faina
inseguita e l'alano cacciatore. Quello che cercava di fuggire
era piccolo e d'aspetto meschino; quello che cercava di
afferrarlo, alto e robusto, era di aspetto rude e doveva
anche essere rude in uno scontro.
Il primo, sentendo di essere il più debole, evitava l'altro,
ma evitandolo diventava profondamente curioso. Chi
avesse potuto osservarlo, gli avrebbe letto negli occhi la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
258
I MISERABILI VOL. III
cupa ostilità della fuga e tutta la minaccia che c'era nel suo
timore.
L'argine era deserto: non un passante; neppure un
battelliere o uno scaricatore nelle chiatte amarrate qua e
là.
Non si potevano scorgere agevolmente quei due uomini, se
non dalla riva opposta; e chi li avesse esaminati a quella
distanza, nell'uomo che camminava più innanzi avrebbe
ravvisato un individuo irsuto, cencioso e bieco, inquieto e
trepidante sotto un camiciotto a brandelli, e nell'altro un
tipo classico e ufficiale, rivestito dell'abito dell'autorità
abbottonato fin sotto il mento.
Vedendoli più da vicino, il lettore forse riconoscerebbe quei
due uomini.
Qual era lo scopo dell'ultimo?
Probabilmente quello di far indossare al primo degli abiti
più caldi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
259
I MISERABILI VOL. III
Quando un uomo vestito dallo Stato ne insegue un altro
cencioso, lo fa allo scopo di farne un uomo vestito dallo
Stato. La questione si riduce tutta al colore: essere vestito
di turchino è meritorio, di rosso è spiacevole.
Era probabilmente un dispiacere e una porpora di questa
specie che il primo desiderava schivare.
Se l'altro lo lasciava proseguire e non lo afferrava ancora,
secondo ogni apparenza lo faceva nella speranza di vederlo
andare a finire in qualche appuntamento significativo e in
qualche gruppo di facile sorpresa. Questa operazione
delicata costituisce ciò che si chiama "pedinamento".
Questa congettura è resa possibilissima dal fatto che
l'uomo abbottonato, scorgendo dall'argine una vettura che
passava vuota sulla riva, fece un cenno al cocchiere. Questi
capì e, riconoscendo evidentemente con chi aveva a che
fare, si mise a seguire i due uomini dall'alto della ripa. Di
ciò non s'accorse l'individuo losco e stracciato che andava
avanti.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
260
I MISERABILI VOL. III
La vettura si muoveva lungo gli alberi dei Campi Elisi; si
vedeva passare al di sopra del parapetto il busto del
cocchiere con la frusta in mano.
Nelle istruzioni segrete della polizia ai suoi agenti c'è un
articolo che prescrive: "Aver sempre sottomano una
vettura cittadina per ogni evento".
Pur manovrando ciascuno dal canto suo con una strategia
irreprensibile, quei due uomini si avvicinarono a una rampa
che dalla riva scendeva all'argine, e che allora permetteva
ai vetturini che arrivavano da Passy di andare al fiume ad
abbeverare i cavalli. Più tardi quella rampa fu soppressa
per simmetria. I cavalli soffrono la sete, ma l'occhio è
contento.
E' probabile che l'uomo in camiciotto volesse salire la
rampa per tentare di sfuggire i Campi Elisi, luogo ricco
d'alberi ma anche molto vigilato dagli agenti di polizia, e
dove quindi l'altro avrebbe trovato facilmente dei rinforzi.
Quel punto della riva è molto vicino alla casa detta di
Francesco Primo, che il colonnello Brack nel 1824 fece
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
261
I MISERABILI VOL. III
trasportare da Moret a Parigi. Là vicino c'è un corpo di
guardia.
Con grande sorpresa del poliziotto, l'uomo braccato non
prese la rampa dell'abbeveratoio, ma continuò ad andare
avanti sull'argine lungo la riva.
La sua posizione diventava visibilmente rischiosa.
Che poteva fare, tranne che gettarsi nella Senna?
Ormai non rimaneva più nessun mezzo per risalire sulla
riva; né rampe né scale; e si era proprio vicino al punto
contrassegnato col gomito che fa la Senna verso il ponte di
Iena, dove l'argine, sempre più ristretto, finisce in una
striscia sottile che va a perdersi sotto l'acqua. Là si sarebbe
trovato inevitabilmente bloccato tra il muro a picco a
destra, il fiume a sinistra e davanti e l'autorità alle
calcagna.
E' vero che la fine dell'argine era nascosta allo sguardo da
un mucchio di sterro alto sei o sette piedi, derivante da
non so quale demolizione; ma poteva quell'individuo
sperare di nascondersi utilmente dietro quel cumulo di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
262
I MISERABILI VOL. III
calcinacci che bastava aggirare? L'espediente sarebbe stato
puerile, e certamente quello non ci pensava; l'ingenuità dei
ladri non arriva fino a quel punto.
Il mucchio di sterro formava sull'argine dell'acqua una
specie di prominenza, che si prolungava a forma di
promontorio fino alla muraglia della riva.
L'uomo pedinato arrivò a quella collinetta, l'oltrepassò e
divenne così invisibile al poliziotto.
Costui, non vedendolo, non era neppure visto. Ne
approfittò per abbandonare ogni dissimulazione e per
camminare più lestamente, sicché in pochi momenti arrivò
al mucchio e lo sorpassò. Là si fermò stupefatto. L'uomo a
cui dava la caccia era scomparso.
Eclisse totale dell'individuo in camiciotto.
Al di là del cumulo, la proda non si protendeva più di una
trentina di passi, poi s'immergeva nell'acqua, che veniva a
battere contro il muro della ripa. Il fuggitivo non avrebbe
potuto gettarsi nella Senna, né scalare la ripa senza essere
scorto da chi l'inseguiva. Che n'era successo?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
263
I MISERABILI VOL. III
L'uomo dall'abito abbottonato continuò ad avanzare sino al
limite dell'argine, dove restò un momento pensoso, con i
pugni frementi, indagando con l'occhio. A un tratto si batté
la fronte. S'era accorto che nel punto dove finiva la terra e
cominciava l'acqua, c'era un gran cancello largo, basso,
arcuato, munito d'una robusta toppa e sostenuto da tre
cardini massicci; era una specie di porta praticata in basso
alla ripa, che s'apriva tanto sul fiume che sull'argine. Un
rigagnolo nerastro passava là sotto e si versava nella
Senna.
Al di là delle sue grosse sbarre arrugginite si distingueva
una specie di galleria a volta, oscura.
Il poliziotto incrociò le braccia e guardò il cancello con aria
di rimprovero.
Poi, non bastando lo sguardo, tentò di spingerlo; lo scosse,
ma quello oppose una resistenza solida. Era probabile che
fosse stato aperto allora allora, benché non si fosse udito
nessun rumore - cosa strana trattandosi di un cancello così
arrugginito - ma certamente era stato richiuso; la qual
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
264
I MISERABILI VOL. III
cosa indicava che l'uomo dinanzi al quale quella porta
aveva girato, non era munito di un semplice grimaldello,
ma di una chiave.
Tale evidenza, affacciatasi d'improvviso alla mente
dell'uomo che tentava di scuotere il cancello, gli strappò
questo epifonema indignato:
- Questa è grossa! Una chiave dell'autorità!
Poi, calmatosi immediatamente, espresse tutto un mondo
d'idee interiori con questo sbuffo di monosillabi accentuati
quasi ironicamente:
- Toh! toh! toh! toh!
Ciò detto, sperando forse di veder uscire di nuovo
quell'uomo o almeno di vederne entrare altri, si pose in
agguato dietro il cumulo di macerie con la rabbia paziente
del cane da guardia.
Dal canto suo, il vetturino, che si regolava dai suoi
movimenti, si era soffermato al di sopra di lui vicino al
parapetto. Il vetturino, prevedendo una lunga fermata,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
265
I MISERABILI VOL. III
fece passare il muso dei cavalli nel sacco d'avena umido in
basso, così noto ai parigini ai quali, sia detto tra parentesi,
lo applicano talvolta anche i governi. I rari passanti del
ponte di Iena, prima di allontanarsi, volgevano la testa per
guardare un attimo quei due particolari del paesaggio
immobile: l'uomo sull'argine e la vettura sulla riva.
4. ANCH'EGLI PORTA LA SUA CROCE
Valjean aveva ripreso il cammino e non si era più fermato.
Quel cammino diventava sempre più faticoso. Il livello di
quelle volte è vario; l'altezza media è di circa cinque piedi e
sei pollici, essendo calcolata per la statura di un uomo.
Valjean era costretto quindi a curvarsi per non far urtare
Mario contro la volta:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
266
I MISERABILI VOL. III
bisognava ogni momento abbassarsi poi raddrizzarsi, e
tastar sempre il muro. L'umidità delle pietre e la viscosità
del suolo ne facevano pessimi punti di appoggio tanto per
la mano che per il piede, ed è per questo che lui barcollava
di continuo nella schifosa gora della città. I riflessi
intermittenti degli spiragli apparivano soltanto a lunghi
intervalli e così pallidi che il sole sembrava un chiaro di
luna; tutto il resto era nebbia, miasma, opacità, tenebra
fitta. Valjean aveva fame e sete; sete soprattutto; e quello,
come il mare, è un luogo pieno d'acqua che non si può
bere. La sua forza, che, come sappiamo, era straordinaria
e nient'affatto scemata dall'età, grazie alla sua vita casta e
sobria, cominciava tuttavia a cedere; era stanco, e con
l'indebolimento delle forze sentiva sempre più il peso del
fardello. Mario, forse morto, pesava come pesano i corpi
inerti.
Valjean lo sosteneva in modo che il petto fosse libero e la
respirazione potesse effettuarsi il meglio possibile. Sentiva
tra i piedi la rapida fuga dei sorci, uno dei quali fu tanto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
267
I MISERABILI VOL. III
spaventato da morderlo. Ogni tanto, dai chiusini gli
arrivava un soffio d'aria fresca che lo rianimava.
Potevano essere circa le tre del pomeriggio quando giunse
alla cloaca di cinta. Dapprima si meravigliò di quel
subitaneo allargamento. Si trovò a un tratto in una galleria,
in cui le sue mani distese non giungevano a toccare le
pareti, sotto una volta che la testa non toccava. La Fogna
Grande infatti ha otto piedi di larghezza e sette d'altezza.
Nel punto dove il condotto Montmartre raggiunge la Fogna
Grande, altre due gallerie sotterranee, quella della via di
Provenza e quella dell'Abattoir, vanno a formare un
crocicchio. Un uomo meno sagace, fra quelle quattro vie,
sarebbe rimasto indeciso; Valjean prese la più larga, vale a
dire la fogna di cinta. Ma qui ritornava il problema:
scendere o salire? Pensò che la situazione era urgente e
che bisognava a ogni costo raggiungere la Senna: in altri
termini, scendere. Volse a sinistra.
E fu un ottimo consiglio. Infatti sarebbe un errore credere
che la fogna di cinta abbia due sbocchi, uno verso Bercy,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
268
I MISERABILI VOL. III
l'altro verso Passy, e che sia davvero, come indica il suo
nome, la cintura sotterranea di Parigi della riva destra. La
Fogna Grande, la quale, come ci è noto, non è altro che
l'antico ruscello Ménilmontant, termina dopo un ampio giro
al suo punto di partenza.
Essa non ha comunicazione diretta col ramo che raccoglie
le acque di Parigi a cominciare dal rione Popincourt, e che
si getta nella Senna per mezzo del condotto Amelot al di
sopra dell'antica isola Louviers. Questo ramo, che completa
il condotto collettore, ne è separato, sotto la stessa via
Ménilmontant, da un terrapieno che segna il punto di
separazione delle acque a monte e a valle. Se Valjean
avesse risalito la galleria, dopo mille sforzi, oppresso dalla
stanchezza e senza fiato, sarebbe arrivato, nelle tenebre, a
un muro. In tal caso, sarebbe stato perduto.
A rigore, tornando un po' sui suoi passi, imboccando il
condotto delle Figlie del Calvario, a condizione di non
esitare nella zampa d'oca sotterranea del crocicchio
Boucherat, prendendo il corridoio San Luigi, poi, a sinistra,
il budello San Gilles, poi volgendo a destra ed evitando la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
269
I MISERABILI VOL. III
galleria San Sebastiano, avrebbe potuto raggiungere la
fogna Arnelot; e di là, purché non si fosse smarrito nella
specie di F che sta sotto la Bastiglia, avrebbe potuto
raggiungere lo sbocco sulla Senna vicino all'Arsenale. Ma
per questo sarebbe stato necessario conoscere a fondo, in
tutte le ramificazioni e in tutti i suoi sbocchi, l'enorme
madrepora della cloaca. Ora, ripetiamo, Valjean non
sapeva proprio nulla di quel dedalo spaventoso in cui
camminava, e se gli avessero chiesto dove si trovava,
avrebbe risposto: nelle tenebre.
Il suo istinto lo aiutò. Nel discendere infatti era possibile la
salvezza.
Lasciò a destra i due condotti che si ramificano a forma di
zampa sotto le vie Laffette e San Giorgio, e il lungo
corridoio biforcato della Chaussée d'Antin Oltrepassato di
poco un affluente che era probabilmente il ramo della
Maddalena, si fermò. Era molto stanco. Uno spiraglio
abbastanza largo, forse quello della via d'Angiò, lasciava
penetrare una luce quasi chiara. Depose Mario sulla
panchetta della fogna con la dolcezza di modi che avrebbe
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
270
I MISERABILI VOL. III
avuto verso il fratello ferito. Il volto insanguinato del
giovane apparve alla luce bianca dello spiraglio come in
fondo a una tomba. Aveva gli occhi chiusi, i capelli aderenti
alle tempie come pennelli disseccati nel rosso, le mani
pendenti e inerti, le membra fredde e un filo di sangue
coagulato all'angolo delle labbra. Un grumo di sangue si
era formato nel nodo della cravatta; la camicia entrava
nelle piaghe, il bavero dell'abito sfregava le ferite sulla
carne viva. Valjean, scostando le vesti con la punta delle
dita, gli posò la mano sul petto: il cuore batteva ancora.
Lacerò la propria camicia, bendò le piaghe alla meglio e
arrestò la perdita di sangue; poi, chinandosi in quel
chiaroscuro su Mario, sempre svenuto e quasi senza
respiro, lo guardò con un odio inesprimibile.
Rimuovendo gli abiti del giovane, trovò nelle tasche due
cose: il pane dimenticato il giorno prima e il portafoglio.
Sulla prima pagina trovò le quattro righe che già sappiamo
scritte da Mario:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
271
I MISERABILI VOL. III
"Mi chiamo Mario Pontmercy. Il mio cadavere va portato a
casa di mio nonno, signor Gillenormand, via delle Figlie del
Calvario 6, al Marais".
Valjean lesse alla luce dello spiraglio queste quattro righe,
e restò un momento assorto, ripetendo sotto voce: "Via
delle Figlie del Calvario, numero sei, signor Gillenormand";
quindi ripose il portafoglio nella tasca del ferito. Aveva
mangiato; gli erano tornate le forze. Si ricaricò Mario sulle
spalle, appoggiandone accuratamente la testa sulla propria
spalla destra, e si rimise a discendere la cloaca.
La Grande Fogna, che segue il pendìo della valle di
Ménilmontant, ha circa due leghe di lunghezza, ed è
lastricata per una buona parte del suo percorso.
Questa guida dei nomi delle vie parigine, con cui noi
illuminiamo per il lettore il cammino sotterraneo di Valjean,
Giovanni Valjean non l'aveva. Nulla gli indicava quale zona
della città attraversasse, né quale tragitto avesse fatto.
Solo il pallore crescente delle strisce di luce che ogni tanto
incontrava lo avvertiva che il sole si ritirava dal lastrico
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
272
I MISERABILI VOL. III
delle vie e che il giorno era vicino al tramonto; e dal
rumore delle vetture sopra il suo capo, che da continuo era
diventato intermittente e poi era quasi cessato del tutto,
concluse che non era più sotto la parte centrale di Parigi
ma si avvicinava a qualche regione solitaria presso i
boulevard esterni e le rive più lontane. Dove ci sono meno
case e meno vie la fogna ha meno spiragli. L'oscurità
diventava sempre più fitta, ma Valjean non desisteva
dall'avanzare a tentoni nell'ombra.
D'un tratto quell'ombra divenne terribile.
5. LA SABBIA COME LA DONNA. UNA FINEZZA CHE E'
PERFIDIA
Sentì che entrava nell'acqua, e non aveva più sotto ai piedi
il lastrico, ma la melma.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
273
I MISERABILI VOL. III
Su certe coste della Bretagna e della Scozia avviene
talvolta che qualcuno, un viaggiatore o un pescatore,
camminando con la bassa marea sul lido a qualche
distanza dalla riva, si accorga a un tratto che da parecchi
minuti cammina con difficoltà. Sotto i suoi piedi la sabbia
diventa pece, la suola vi si attacca; non è più sabbia, ma
glutine. Il lido è perfettamente asciutto, ma ad ogni passo
l'orma lasciata dal piede sul terreno si riempie d'acqua.
L'occhio però non si è accorto di nessun cambiamento;
l'immensa spiaggia è piana e tranquilla; la sabbia ha
dappertutto il medesimo aspetto; nulla distingue il suolo
solido da quello che non lo è; e la piccola nuvola festosa
degli afidi marini continua a saltellare tumultuosamente sul
piede del passeggero. Egli prosegue la sua strada, va
innanzi, piega verso terra per ravvicinarsi alla costa. Non è
inquieto. Inquieto perché? Però prova una sensazione,
come se a ogni passo i suoi piedi diventassero più pesanti.
D'un tratto affonda; affonda di due o tre pollici.
Evidentemente non è sulla buona strada. Si ferma per
orientarsi. Non volendo, si guarda i piedi. Sono scomparsi,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
274
I MISERABILI VOL. III
la sabbia li copre. Li ritira, vuol retrocedere, si volge
indietro; affonda ancor più: la sabbia gli giunge al malleolo.
Si strappa fuori e si getta a sinistra. La sabbia gli arriva a
mezza gamba; si getta a destra, gli arriva ai ginocchi.
Allora riconosce, con indicibile terrore, che s'è cacciato in
una sabbia mobile, che ha sotto di sé quello spaventoso
elemento dove né l'uomo può camminare né il pesce
nuotare. Butta via il carico se lo ha, si alleggerisce come
una nave in pericolo; ma non è più in tempo; la sabbia gli
oltrepassa i ginocchi.
Chiama, agita il cappello o il fazzoletto, ma la sabbia lo
inghiotte sempre più. Se il lido è deserto, se la terra è
troppo lontana, se il banco di sabbia è troppo malfamato,
se non c'è un eroe nei dintorni, è finito, è condannato alla
sepoltura. E' condannato a quell'orribile sepoltura, lunga,
infallibile, implacabile, che non è possibile ritardare né
affrettare, che dura per ore, che non termina mai, che lo
coglie in piedi e in piena salute, che lo tira per i piedi, che a
ogni sforzo che tenta, a ogni grido che manda lo trascina
un po' più giù, che sembra voglia punirlo della sua
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
275
I MISERABILI VOL. III
resistenza raddoppiando le strette, che fa immergere
l'uomo lentamente nella terra, lasciandogli tutto il tempo di
contemplare l'orizzonte, gli alberi, le campagne verdi, il
fumo dei villaggi nella pianura, le vele delle navi sul mare,
gli uccelli che volano e cantano, il sole, il cielo.
L'affondamento è il sepolcro che diventa marea, e sale dal
fondo della terra verso un vivente. Ogni minuto è uno
spietato becchino.
Lo sventurato tenta di sedersi, di sdraiarsi, di strisciare, ma
ogni movimento che fa, lo seppellisce; si rialza e affonda;
si sente ingoiare; urla, implora, grida alle nuvole, torce le
braccia, si dispera. Eccolo con la sabbia fino al ventre; poi
sino al petto; non è più che un busto. Alza le mani, manda
dei gemiti furiosi, si aggrappa al greto, vuol afferrarsi a
quella cenere, si puntella sui gomiti per strapparsi fuori da
quella molle guaina, piange freneticamente; e la sabbia
sale. La sabbia giunge alle spalle, giunge al collo; ora, la
faccia sola è visibile. La bocca grida, la sabbia la riempie:
silenzio. Gli occhi guardano ancora, la sabbia li chiude;
notte. Poi la fronte va scemando, pochi capelli ondeggiano
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
276
I MISERABILI VOL. III
ancora sull'arena, una mano esce, bucando la superficie del
greto, si muove, si agita e scompare. Orribile scomparsa di
un uomo.
Talvolta affonda il cavaliere col cavallo, talvolta il
carrettiere col carro; tutto sprofonda nel greto. E' il
naufragio che si compie fuori acqua, è la terra che annega
l'uomo. La terra, imbevuta d'acqua, diventa un'insidia; si
presenta come una pianura e s'apre come l'onda. L'abisso
ha di questi tradimenti.
Tale funebre avventura, sempre possibile su questa o
quella spiaggia di mare, trent'anni or sono era possibile
anche nella fogna di Parigi.
Prima degli importanti lavori del 1833, lo sterquilinio
sotterraneo di Parigi era soggetto a frane improvvise.
L'acqua s'infiltrava in certi terreni soggiacenti,
particolarmente friabili; e il suolo concavo, anche se
formato di pietre come nelle gallerie antiche, o di calce
idraulica sopra il bitume come nelle moderne, mancando il
punto d'appoggio, cedeva. In un impiantito di quel genere
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
277
I MISERABILI VOL. III
una piega è una crepa, e una crepa è lo scoscendimento. Il
suolo crollava per una certa lunghezza. Quel crepaccio,
bocca d'una voragine di fango, nella lingua speciale si
chiamava "fontis". Che cos'è un fontis? E' la sabbia mobile
delle rive del mare incontrata improvvisamente sotto terra;
è il greto del Monte San Michele in una fogna. Il terreno,
inzuppato, è come in fusione, e tutte le sue molecole
rimangono sospese in un elemento molle, che non è né
terra né acqua, fino a una profondità talora assai grande.
Nulla di più pericoloso di un simile incontro; se predomina
l'acqua, la morte è pronta, per annegamento; se
predomina la terra, la morte è lenta, per affondamento.
Vi figurate una morte simile? Se lo sprofondamento è
terribile sulla spiaggia del mare, che dev'essere in una
cloaca? Invece dell'aria aperta, della viva luce, del pieno
giorno, del chiaro orizzonte, di quei larghi rumori, di quelle
libere nubi da cui piove la vita, di quelle barche lontane, di
quella speranza sotto tutte le forme, dei passanti probabili,
del soccorso possibile fino all'ultimo minuto, invece di tutto
ciò la sordità, la cecità, una negra volta, un interno di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
278
I MISERABILI VOL. III
tomba già pronto, la morte nella fanghiglia sotto un
coperchio! la soffocazione lenta in un lurido immondezzaio,
una cassa di pietra in cui l'asfissia apre l'artiglio nella
melma e ti afferra alla gola, il fetore mescolato al rantolo,
la melma invece della sabbia, l'idrogeno solforato invece
della tempesta, la lordura invece dell'oceano! e chiamare, e
digrignare i denti, e contorcersi, e dibattersi, e agonizzare,
con quella città enorme che non sa nulla e che pure si ha
sopra la testa!
Inesprimibile orrore di una morte simile! Talvolta la morte
riscatta la sua atrocità con una certa dignità terribile. Sul
rogo, in un naufragio, si può esser grandi; nella fiamma
come nella schiuma un atteggiamento superbo è possibile,
chi vi s'inabissa può trasfigurarsi. Qui no. La morte è
sudicia; è umiliante spirare; le estreme ondeggianti visioni
sono abiette.
Fango è sinonimo di vergogna. E' una fine meschina, laida,
infame.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
279
I MISERABILI VOL. III
Morire in una botte di malvasia come Clarence, è
tollerabile; ma nella fossa dell'immondezzaio come
d'Escoubleau è orribile.
Dibattersi là dentro è schifoso; mentre si agonizza, si
guazza nel fango. Ci sono abbastanza tenebre perché
quello sia un inferno, c'è fango abbastanza perché sia solo
un pantano, e il moribondo non sa se sta diventando uno
spettro o un rospo.
Il sepolcro, tetro dovunque, qui diventa deforme.
I fontis variavano di profondità, di larghezza, di densità
secondo la qualità più o meno cattiva del sottosuolo.
Talvolta la loro altezza era di tre o quattro piedi, talvolta di
otto o dieci; qualche volta non se ne trovava il fondo. Qui
la melma era quasi solida, là quasi liquida. Nel fontis
Lunière un uomo ci avrebbe messo una giornata a sparire,
mentre sarebbe stato ingoiato in cinque minuti dal pantano
Phélippeaux. La mota sostiene più o meno secondo la
maggiore o minore densità; un fanciullo può salvarsi dove
si perde un uomo. La prima legge di salvezza è quella di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
280
I MISERABILI VOL. III
sbarazzarsi d'ogni specie di carico. Quando un fognaiolo
sentiva il suolo cedere sotto di lui, cominciava col gettar
via la borsa degli utensili, o la gerla, o il martello che
portava.
I fontis derivavano da diverse cause; la friabilità del suolo;
qualche franamento a una profondità fuori della portata
dell'uomo; i violenti acquazzoni d'estate, i nembi incessanti
dell'inverno, le lunghe pioggerelle minute. Talvolta il peso
delle case circostanti, sopra un terreno marnoso o
sabbioso, comprimeva le volte delle gallerie e le faceva
piegare; oppure avveniva che sotto quella spinta
soverchiante si spezzasse e si fendesse il pavimento dei
condotti. Fu così che la massa del Panthéon rovinò, un
secolo fa, una parte dei sotterranei della montagna Santa
Genoveffa. Quando una fogna sprofondava sotto la
pressione delle case, il disordine, in alcune circostanze, si
manifestava in alto nella via con una specie di spaccatura
dentata fra le selci, che si prolungava con una linea
serpentina lungo tutta la volta spaccata, e allora, essendo
visibile il male, il rimedio poteva essere immediato. Invece
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
281
I MISERABILI VOL. III
spesso accadeva che il guasto interno non si palesasse con
nessuno sfregio di fuori; e in tal caso, guai ai fognaioli!
Entrando senza precauzione nel condotto sfondato,
potevano soccombere. Gli antichi registri fanno menzione
di parecchi uomini ingoiati in tal modo nei fontis, e
ricordano vari nomi, tra cui quello del fognaiolo che affondò
in un franamento sotto la bocca di via Carême-Prenant, un
certo Biagio Poutrain, fratello di Nicola Poutrain, che fu
l'ultimo affossatore del cimitero detto Carnaio degli
Innocenti nel 1785, epoca in cui quel cimitero venne
soppresso.
Ci fu anche il giovane e grazioso visconte d'Escoubleau,
che abbiamo già nominato, uno degli eroi dell'assedio di
Lerida, a cui si dette l'assalto con calze di seta e coi violini
in testa.
Sorpreso una notte in casa di sua cugina, la duchessa di
Sourdis, annegò in una fenditura della fogna Beautreilles,
nella quale s'era rifugiato per sfuggire al duca. Quando le
narrarono quella morte, la signora di Sourdis si fece dare la
sua boccetta e a forza di aspirare essenze odorose
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
282
I MISERABILI VOL. III
dimenticò di piangere. In simili casi non c'è amore che
tenga; la cloaca lo spegne. Ero ricusa di lavare il cadavere
di Leandro, Tisbe si tura il naso innanzi a Pirano
esclamando: - oibò!
6. IL fontIS
Valjean era incappato in un fontis.
Quella specie di franamento era allora frequente nel
sottosuolo dei Campi Elisi, difficilmente trattabile con i
lavori idraulici e refrattario a un trattamento in muratura a
causa della sua eccessiva fluidità. Questa fluidità è
maggiore dell'inconsistenza delle sabbie del quartiere San
Giorgio, che si è potuta domare solo per mezzo di una
sassaia sopraintrisa di bitume, e di quelle degli strati
argillosi pregni di gas del quartiere dei Martiri, talmente
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
283
I MISERABILI VOL. III
liquide, che il passaggio sotto la galleria poté effettuarsi
solo con un tubo di ghisa. Quando nel 1836, sotto il
quartiere Sant'Onorato venne demolito l'antico condotto di
pietra, nel quale in questo momento vediamo impegnato
Valjean, la sabbia mobile, che forma il sottosuolo dai
Campi Elisi fino alla Senna, oppose tanta resistenza, che il
lavoro di ricostruzione durò circa sei mesi, con grandi
proteste dei frontisti, soprattutto di quelli con palazzi e
carrozze. I lavori, non che difficili, riuscirono pericolosi; è
vero che ci furono quattro mesi e mezzo di pioggia e tre
piene della Senna.
Il fontis, in cui s'era imbattuto Valjean,derivava
dall'acquazzone del giorno prima. Un cedimento del suolo
mal sostenuto dalla sabbia sottostante, aveva prodotto un
ingorgo d'acqua piovana; era avvenuta l'infiltrazione e
quindi lo sprofondamento. Il suolo, smosso, era affondato
nella melma. Su quale estensione? Impossibile dirlo. Le
tenebre erano più fitte che in qualunque altro punto: era
un buco di fango in una caverna di tenebre.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
284
I MISERABILI VOL. III
Valjean sentì che il lastrico gli sfuggiva sotto, ma entrò
risolutamente nel fango; era acqua alla superficie, limo nel
fondo. Bisognava passare a ogni costo; tornare indietro era
impossibile: Mario era sul punto di spirare, e lui estenuato;
e poi, dove andare? Avanzò. Ai primi passi la fenditura
parve poco profonda; ma quanto più si inoltrava, tanto più
i piedi s'immergevano. Ben presto, la mota gli giunse a
mezza gamba, l'acqua ai ginocchi. Camminava alzando
Mario quanto più poteva al di sopra dell'acqua. Ora la
melma gli arrivava ai ginocchi e l'acqua alla cintura. Non
poteva più rinculare, e affondava sempre più. Quella mota,
abbastanza densa per sostenere il peso d'un uomo,
evidentemente non poteva portarne due. Se fossero stati
separati, Mario e Valjean avrebbero avuto probabilità di
salvezza.
Tuttavia Valjean continuò ad avanzare, sostenendo quel
moribondo, che era forse un cadavere.
L'acqua gli arrivava alle ascelle; si sentiva sprofondare; a
mala pena poteva muoversi nel fango profondo in cui
stava. La densità gli era di sostegno, ma anche di ostacolo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
285
I MISERABILI VOL. III
Teneva sempre sollevato Mario, e con uno spreco di forze
inaudito avanzava, ma affondava; non aveva più che la
testa fuori dell'acqua, e con le braccia teneva alto il ferito.
Nelle antiche pitture del diluvio si vede una madre che
sorregge così suo figlio.
Affondò ancora e rovesciò il capo all'indietro per sfuggire
all'acqua e respirare; chi l'avesse visto in quell'oscurità
avrebbe creduto di vedere una maschera galleggiante
nell'ombra.
Scorgeva confusamente sopra di sé la testa penzolante e il
viso livido di Mario. Fece uno sforzo disperato e cacciò
innanzi il piede, che andò a urtare contro qualcosa di
solido: un punto d'appoggio. Finalmente.
Si raddrizzò, si contorse, si abbarbicò quasi con furia su
quel punto d'appoggio: gli fece l'effetto del primo gradino
d'una scala risalente verso la vita.
Quel punto d'appoggio incontrato nella melma nel
momento estremo, era l'inizio dell'altro versante del
lastricato, che aveva ceduto senza rompersi, e si era
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
286
I MISERABILI VOL. III
curvato sotto il peso dell'acqua come un'asse, tutto d'un
pezzo. I lastricati ben costruiti s'inarcano e hanno quella
specie di fermezza. Quel frammento del suolo, sommerso
in parte, ma solido, era una vera rampa, e una volta su
quella rampa, si era salvi. Valjean risalì quel piano inclinato
e si trovò dall'altro lato della fenditura.
Uscendo dall'acqua inciampò in un sasso e cadde in
ginocchio.
Pensò che era giusto, e vi rimase qualche tempo, con
l'anima inabissata in chi sa quali parole rivolte a Dio.
Si raddrizzò tremante, intirizzito, insudiciato, curvo sotto il
peso del moribondo che trasportava, tutto gocciolante di
melma, ma con l'anima piena d'una strana luce.
7. QUALCHE VOLTA SI NAUFRAGA DOVE SI CREDE DI
SBARCARE
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
287
I MISERABILI VOL. III
Si rimise di nuovo in cammino.
Del resto, se non aveva lasciato la vita nel fontis sembrava
ci avesse lasciato la forza. Quel supremo sforzo l'aveva
esaurito. La sua stanchezza era tale che, ogni tre o quattro
passi, era costretto a riprendere fiato e ad appoggiarsi al
muro. Una volta dovette sedersi sulla panchetta per
cambiare la posizione di Mario, e credette di doverci
restare per sempre.
Ma se il suo vigore era spento, non così la sua energia. Si
rialzò.
Camminò disperatamente, quasi in fretta; fece un centinaio
di passi senza alzar la testa e quasi senza respirare, e
improvvisamente urtò contro il muro. Era giunto a un
gomito della fogna, e arrivando alla svolta a capo chino,
aveva incontrato la parete. Levò gli occhi, e all'estremità
del sotterraneo, laggiù, davanti a lui, lontano, assai
lontano, vide una luce. Questa volta non era la luce
terribile, ma la luce buona e bianca, quella del giorno.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
288
I MISERABILI VOL. III
Vedeva lo sbocco.
Un'anima dannata che, di mezzo alla fornace, scorgesse
improvvisamente l'uscita della geenna, proverebbe quello
che provò Valjean. Essa volerebbe disperatamente, coi
mozziconi delle ali bruciate, verso la porta radiosa. Valjean
non sentì più la stanchezza, non sentì più il peso di Mario,
ritrovò i suoi garretti d'acciaio e corse più che camminare.
A mano a mano che si avvicinava, l'uscita si delineava più
distintamente. Era un arco centinato, meno alto della volta
che si abbassava gradatamente, e meno largo della galleria
che andava restringendosi con l'abbassarsi della volta. Il
condotto finiva come l'interno di un imbuto; restringimento
vizioso, imitato dagli sportelli delle carceri, logico in una
prigione, illogico in una fogna, e che fu più tardi corretto.
Valjean giunse allo sbocco. E lì si fermò. Era proprio
l'uscita, ma non si poteva uscire.
L'arco era chiuso da un robusto cancello, che secondo ogni
apparenza girava di rado sui cardini arrugginiti, ed era
saldato allo stipite di pietra da una grossa serratura, tanto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
289
I MISERABILI VOL. III
rossastra per la ruggine che sembrava un enorme mattone.
Si vedeva il buco della chiave e la robusta stanghetta
immersa profondamente nella bocchetta di ferro: la
serratura, evidentemente chiusa a doppio giro, era una di
quelle da bastia che l'antica Parigi prodigava volentieri.
Al di là del cancello l'aria libera, il fiume, la luce, l'argine
molto stretto ma sufficiente per camminare, le rive
deserte, Parigi, questa voragine in cui è così facile
nascondersi, il vasto orizzonte, la libertà. Si distingueva a
destra, a valle, il ponte di Iena, e alla sinistra, a monte,
quello degli Invalidi. Il luogo sarebbe stato propizio per
attendere la notte e poi fuggire. Era uno dei punti più
solitari di Parigi: la proda che sta di fronte al Gros-Caillou.
Le mosche entravano e uscivano attraverso le sbarre del
cancello.
Erano circa le otto e mezzo di sera: il giorno declinava.
Valjean depose Mario lungo il muro sulla parte asciutta del
suolo; poi si avvicinò al cancello e strinse i pugni sulle
sbarre: la scossa fu frenetica, ma l'effetto fu nullo; il
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
290
I MISERABILI VOL. III
cancello non si mosse. Afferrò le sbarre l'una dopo l'altra,
sperando di poter strappare la meno solida e farsene una
leva per sollevare il cancello o rompere la serratura; ma
nessuna sbarra cedette: i denti d'una tigre non stanno più
saldi nei loro alveoli. Senza leva, era inutile qualsiasi
sforzo: l'ostacolo era invincibile.
Nessun mezzo per aprire.
Doveva dunque finire là? Che fare? A che partito
appigliarsi?
Retrocedere, ricominciare lo spaventoso tragitto già
compiuto? non ne sentiva la forza. Del resto, come
attraversare di nuovo quella fenditura, dalla quale s'era
tratto fuori per miracolo? E al di là della fenditura non c'era
quella ronda di polizia, a cui non sfuggirebbe certamente la
seconda volta? E poi, dove andare? Che direzione
prendere? Seguire la china non significava raggiungere lo
scopo. Pur arrivando a un altro sbocco, lo troverebbe
chiuso da una lastra o da un cancello, poiché tutte le uscite
erano chiuse in quel modo. Il caso aveva aperto l'inferriata
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
291
I MISERABILI VOL. III
per la quale era entrato, però tutte le altre bocche della
fogna erano chiuse.
Aveva ottenuto soltanto di fuggire in una prigione. Era
finita.
Quanto aveva fatto sino allora diventava inutile. Dio non
voleva.
Erano incappati l'uno e l'altro nella cupa e immensa tela
della morte, e Valjean sentiva il ragno spaventoso correre
su quei fili neri che fremevano nelle tenebre.
Volse le spalle al cancello, si buttò sul lastrico, più atterrato
che seduto, accanto a Mario sempre immobile, e piegò la
testa sulle ginocchia. Nessuna uscita. Era l'ultima goccia
dell'angoscia.
A chi pensava, in quel profondo abbattimento? Non a se
stesso. Non a Mario. Pensava a Cosetta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
292
I MISERABILI VOL. III
8. LA FALDA DELL'ABITO LACERATA
Mentre stava così prostrato, una mano gli si posò sulla
spalla e una voce gli disse, parlando sommesso:
- Dividiamo.
Qualcuno in quell'ombra? Non c'è nulla che somigli al
sogno come la disperazione: Valjean credette di sognare.
Non aveva udito nessun passo. Era mai possibile? Alzò gli
occhi.
Un uomo gli stava dinanzi.
Era vestito d'un camiciotto, aveva i piedi nudi e portava
nella mano sinistra le scarpe, che evidentemente si era
tolte per giungere sino a Valjean senza far sentire i suoi
passi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
293
I MISERABILI VOL. III
Valjean non esitò un momento: per quanto fosse
imprevisto l'incontro, quell'individuo gli era noto. Era
Thénardier.
Benché risvegliato, per così dire, di soprassalto, uso
com'era agli allarmi e agguerrito ai colpi inattesi che
bisogna parar presto, Valjean riprese presto la sua
presenza di spirito. Del resto la situazione non poteva
peggiorare; un certo grado di angustia non è più
suscettibile d'aumento, e lo stesso Thénardier non poteva
aggiungere maggiori tenebre a quella notte. Ci fu una
battuta d'aspetto.
Alzando la mano destra all'altezza della fronte, Thénardier
se ne fece paralume, quindi aggrottò le sopracciglia
strizzando gli occhi, con una leggera contrazione delle
labbra, gesto che caratterizza la sagace attenzione di un
uomo che cerca di riconoscere un altro. Non ci riuscì.
Valjean, come abbiamo detto, volgeva le spalle alla luce, e
d'altronde era così sfigurato, infangato e insanguinato, che
in pieno giorno sarebbe stato irriconoscibile. Invece,
illuminato di fronte dalla luce del cancello, luce di cantina,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
294
I MISERABILI VOL. III
livida ma precisa nella sua lividezza, Thénardier, come dice
l'energica metafora volgare, saltò subito agli occhi di
Valjean. Quella disparità di situazione bastava ad
assicurare a quest'ultimo qualche vantaggio nel misterioso
duello che stava per impegnarsi tra le due situazioni e i
due uomini.
Valjean si accorse subito che l'altro non lo riconosceva. Si
esaminarono un momento in quella penombra come se
volessero misurarsi. Thénardier fu il primo a rompere il
silenzio:
- Come farai per uscire?
Valjean non rispose.
L'altro continuò:
- E' impossibile scassinare la serratura; eppure è
necessario che tu te ne vada da qui.
- E' vero, - disse Valjean.
- Ebbene, dividiamo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
295
I MISERABILI VOL. III
- Che intendi dire?
- Tu hai ammazzato l'uomo, sta bene. Io ho la chiave.
E mostrava col dito Mario; quindi proseguì:
- Non ti conosco ma voglio aiutarti. Devi essere un amico.
Valjean cominciò a capire: Thénardier lo prendeva per un
assassino.
Costui riprese:
- Ascolta, amico: tu non hai ucciso quest'uomo senza
guardare in tasca; dammi la metà e io apro la porta.
E tirando una grossa chiave di sotto al camiciotto tutto
stracciato, soggiunse:
- Vuoi vedere come è fatta la chiave della libertà? Eccola.
Valjean "rimase stupito", la frase è del vecchio Corneille, al
punto di dubitare della realtà di quello che vedeva. Era la
Provvidenza che gli appariva con un orribile ceffo, il buon
angelo che sbucava dalla terra sotto le forme di
Thénardier.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
296
I MISERABILI VOL. III
Costui, cacciatosi la mano in una larga tasca sotto il
camiciotto, ne tirò fuori una corda e la porse a Valjean.
- Prendi, - disse; - in aggiunta ti do anche la corda.
- Che devo farne della corda?
- Hai bisogno anche d'una pietra, ma la troverai fuori. C'è
un mucchio di rottami.
- Che devo farne della pietra?
- Imbecille, se vuoi gettare il cadavere nel fiume, hai
bisogno di una pietra e di una corda, se no galleggerà
sull'acqua.
Valjean prese la corda. Abbiamo tutti di queste accettazioni
macchinali.
Thénardier fece scricchiolare le dita come all'arrivo di
un'idea improvvisa.
- Appunto, amico, come hai fatto a tirarti fuori laggiù dalla
fenditura? Io non ho osato arrischiarmi. Oibò! che puzza!
E dopo una pausa, aggiunse:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
297
I MISERABILI VOL. III
- Ti faccio delle domande, ma hai ragione di non
rispondermi. E' un tirocinio per il maledetto quarto d'ora
del giudice d'istruzione; e poi col non parlare affatto non
corri il rischio di parlare troppo forte. Ma è lo stesso; se
non vedo il tuo volto e non conosco il tuo nome, avresti
torto di credere che io non sappia chi sei e cosa vuoi. E'
cosa nota. Hai portato un pochino questo signore, e ora
vorresti ficcarlo in qualche luogo; ti occorre il fiume, il gran
nascondiglio delle castronerie. Io voglio cavarti d'impaccio.
Mi piace venire in aiuto a un buon ragazzo imbarazzato.
Benché approvasse il silenzio di Valjean, si vedeva
chiaramente che cercava di farlo parlare. Lo spinse per una
spalla tentando di esaminarlo di profilo, ed esclamò, senza
però mai alterare il suo tono di voce:
- A proposito della fenditura, sei una magnifica bestia:
perché non ci hai gettato l'individuo?
Valjean continuò a tacere.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
298
I MISERABILI VOL. III
Thénardier tirò su sino al pomo d'Adamo il cencio che gli
faceva da cravatta, gesto che completa l'aria importante di
un uomo serio; quindi riprese:
- In effetti, hai forse agito saggiamente. Gli operai domani,
venendo a tappare il buco, avrebbero senza dubbio trovato
il cittadino dimenticato laggiù, e si sarebbe potuto, a poco
a poco, filo per filo, rinvenire la traccia, giungere fino a te.
Qualcuno è passato nella fogna. Chi? di dove è uscito? è
stato visto uscire? La polizia è molto ingegnosa, e la fogna
è traditrice e vi denuncia. Simile scoperta è una rarità, e
attira l'attenzione; poche persone si servono della fogna
per le loro faccende, mentre il fiume è di tutti. Il fiume è la
vera fossa. Dopo un mese ti ripescano l'uomo nelle reti di
Saint-Cloud; ebbene, che importa questo? è una carogna!
Chi ha ucciso quell'uomo? Parigi. E la giustizia non
investiga! Hai fatto bene.
Più Thénardier era loquace, più Valjean era muto,
Thénardier lo scosse di nuovo per la spalla:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
299
I MISERABILI VOL. III
- Concludiamo dunque l'affare. Dividiamo. Hai visto la mia
chiave, mostrami il tuo denaro.
Thénardier era torvo, selvaggio, losco, un po' minaccioso e
tuttavia amichevole.
C'era questo di strano, che i suoi modi non erano naturali,
pareva non stare a suo agio, e benché non affettasse
nessun'aria misteriosa, parlava sottovoce; ogni tanto si
metteva il dito sulla bocca e mormorava: zitto! Era difficile
indovinare perché: non c'era nessuno, tranne che loro.
Valjean pensò che altri banditi erano forse nascosti in
qualche cantuccio, e che Thénardier non ci teneva a
dividere con loro.
Thénardier riprese:
- Finiamola. Quanto aveva il cadavere nelle sue tasche?
Valjean si frugò in tasca.
Ricorderemo che era sua abitudine portar sempre del
denaro addosso: l'oscura vita di espedienti a cui era
condannato gliene faceva una legge. Tuttavia questa volta
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
300
I MISERABILI VOL. III
veniva colto alla sprovvista. Indossando, la sera
precedente, la divisa di guardia nazionale, così
lugubremente assorto come era, aveva dimenticato di
prendere il portafoglio. Non aveva che poche monete nel
taschino del panciotto. Lo rovesciò, tutto inzuppato di
fango, e schierò sulla panchetta rasente al suolo un luigi
d'oro, due monete da cinque franchi e cinque o sei soldoni.
Thénardier sporse il labbro interiore e torse il collo in un
modo espressivo, dicendo:
- L'hai ammazzato a buon mercato.
E si mise a palpare, con perfetta familiarità, le tasche di
Mario e quelle di Valjean, il quale, soprattutto preoccupato
di volgere le spalle alla luce, lo lasciava fare. Mentre
maneggiava l'abito dei giovane, Thénardier, con una
destrezza da prestigiatore, trovò modo di strappare, senza
che Valjean se ne accorgesse, un lembo che nascose sotto
il camiciotto, pensando forse che quel pezzo di panno gli
poteva servire più tardi a riconoscere l'assassinato e
l'assassino. Del resto, non trovò altro che i trenta franchi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
301
I MISERABILI VOL. III
- E' vero, - diss'egli, - non possedete che questi.
E dimenticando la sua parola: "dividiamo", prese tutto.
Esitò un momento dinanzi ai soldoni; ma dopo aver
riflettuto li prese, borbottando:
- Non importa! Si ammazzano le persone a troppo buon
mercato.
Ciò fatto, tirò di nuovo la chiave di sotto al camiciotto.
- E ora, amico, te ne devi andare. Qui è come alla fiera, si
paga uscendo. Hai pagato, vattene.
E si mise a ridere.
Nel porgere il soccorso di quella chiave a quello
sconosciuto, e nel far passare da quella porta un altro in
vece sua, aveva l'intenzione pura e disinteressata di
salvare un assassino? Ci sia permesso dubitarne.
Thénardier aiutò Valjean a ricaricarsi Mario sulle spalle, poi,
sulla punta dei piedi nudi, andò al cancello, facendo segno
all'altro di seguirlo, guardò fuori ponendosi un dito sulla
bocca, e rimase qualche momento quasi in sospeso. Fatta
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
302
I MISERABILI VOL. III
l'ispezione, mise la chiave nella toppa; la stanghetta
scivolò e il cancello girò, senza che si udisse né stridere, né
scricchiolare. Tutto si svolse con calma. Evidentemente
quel cancello e i suoi cardini, unti con cura, si aprivano più
spesso che non si sarebbe creduto. Quella calma era
sinistra; vi si sentivano le andate e i ritorni furtivi di uomini
notturni, e i passi di lupo del delitto. La fogna era
evidentemente complice di qualche banda misteriosa: quel
cancello taciturno era un manutengolo.
Thénardier lo aprì tanto da dare appena il passo a Valjean,
lo richiuse, girando due volte la chiave nella toppa, e si
immerse nell'oscurità senza fare più rumore d'un soffio;
pareva che camminasse con le zampe vellutate della tigre.
Un momento dopo, quella schifosa provvidenza era
rientrata nell'invisibile. Valjean si trovò fuori.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
303
I MISERABILI VOL. III
9. MARIO SEMBRA MORTO A QUALCUNO CHE SE NE
INTENDE
Lasciò scivolare Mario sull'argine. Erano all'aria aperta! I
miasmi, l'oscurità, l'orrore, erano dietro di lui. Si sentiva
inondato dall'aria salubre, pura, vivificante, gioconda,
liberamente respirabile. Dappertutto silenzio, ma il silenzio
piacevole del tramonto nel limpido azzurro. Era già il
crepuscolo, veniva la notte, la grande liberatrice, l'amica di
tutti quelli che abbisognano di un mantello d'ombra per
uscire da un'angoscia.
Da ogni parte il cielo si offriva come un'enorme calma. Il
fiume gli lambiva i piedi col rumore di un bacio. Si udivano
gli aerei colloqui dei nidi che si davano la buona sera negli
olmi dei Campi Elisi. Alcune stelle, che punteggiavano
leggermente il pallido azzurro, visibili solo agli occhi
meditabondi, accendevano nella immensità piccoli
impercettibili splendori. La sera spiegava sul capo di
Valjean tutte le dolcezze dell'infinito.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
304
I MISERABILI VOL. III
Era l'ora indecisa e bella che non dice né sì, né no. Era già
buio abbastanza per perdersi di vista a qualche distanza, e
abbastanza giorno per poter essere riconosciuti da vicino.
Egli restò per qualche attimo irresistibilmente vinto da
quell'augusta e carezzevole serenità. Ci sono momenti di
oblìo nei quali la sofferenza rinuncia a far soffrire il
miserabile; ogni cosa si eclissa nella mente; la pace
avvolge il sognatore come una notte; e sotto i riverberi del
crepuscolo, ad imitazione del cielo che s'illumina, l'anima
pare una stella. Valjean non poté fare a meno di
contemplare quella vasta ombra chiara sopra di sé;
pensoso, prendeva nel maestoso silenzio del cielo eterno
un bagno d'estasi e di preghiera. Poi, premurosamente,
come se gli tornasse il senso del dovere, si chinò su Mario,
e attingendo un po' d'acqua nel cavo della mano, gli
spruzzò leggermente alcune gocce sul volto. Le palpebre
del giovane non si sollevarono; tuttavia la sua bocca
socchiusa respirava.
Valjean stava per immergere di nuovo la mano nel fiume,
quando provò a un tratto un certo imbarazzo, come
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
305
I MISERABILI VOL. III
quando si ha dietro qualcuno che non si vede. Abbiamo già
indicato altrove questa impressione, che tutti conoscono. Si
volse.
Come poco prima, qualcuno infatti era dietro di lui.
Un uomo d'alta statura, avvolto in un ampio soprabito, con
le braccia incrociate, con nella mano destra un randello di
cui si scorgeva il pomo di piombo, se ne stava in piedi a
qualche passo da Valjean chino su Mario.
Anche l'oscurità contribuiva a farlo sembrare
un'apparizione. Un sempliciotto ne avrebbe avuto paura a
causa del crepuscolo, un uomo riflessivo a causa del
randello.
Valjean riconobbe Javert.
Il lettore ha senza dubbio indovinato che il pedinatore di
Thénardier non era altri che Javert, il quale, dopo la sua
insperata uscita dalla barricata, era andato alla prefettura
di polizia, aveva fatto una relazione verbale al prefetto in
persona, in una breve udienza, e aveva preso
immediatamente il suo servizio, che abbracciava - come
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
306
I MISERABILI VOL. III
sappiamo dalla nota trovatagli addosso - un certa
sorveglianza sull'argine della riva destra ai Campi Elisi, il
quale da qualche tempo richiamava l'attenzione della
polizia. Veduto Thénardier, l'aveva seguito. Il resto ci è
noto.
Si comprende pure che quel cancello aperto con tanta
compiacenza a Valjean, era un'astuzia di Thénardier. Col
fiuto che non inganna mai l'uomo inseguito, Thénardier
sentiva che Javert era sempre là:
bisognava dunque gettare un osso a quel segugio. Un
assassino, che fortuna! Era la parte più prelibata, che non
bisogna mai rifiutare. Thénardier, mandando Valjean in sua
vece dava una preda alla polizia, l'allontanava dalla propria
traccia, si faceva dimenticare per un'avventura maggiore,
ricompensava Javert della sua attesa - cosa sempre
lusinghiera per una spia - guadagnava trenta franchi, e
contava di fuggire con l'aiuto di quel tranello.
Valjean era passato da uno scoglio all'altro.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
307
I MISERABILI VOL. III
Quei due incontri successivi, quel cadere da Thénardier in
Javert, era un colpo rude.
Il poliziotto non riconobbe Valjean che, come abbiamo
detto, non assomigliava più a se stesso. Egli non disciolse
le braccia, ma assicurandosi il randello nel pugno con un
moto impercettibile, disse con voce breve e calma:
- Chi siete?
- Io.
- Voi, chi?
- Giovanni Valjean.
Javert si mise il randello tra i denti, piegò i garretti, inclinò
il busto, pose le sue mani potenti sulle spalle di Valjean che
si trovarono serrate come tra due morse, l'esaminò e lo
riconobbe. I loro volti quasi si toccavano; lo sguardo del
poliziotto era terribile.
Valjean rimase inerte sotto la stretta di Javert, come un
leone che consentisse all'artiglio di una lince.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
308
I MISERABILI VOL. III
- Ispettore Javert, - diss'egli, - mi avete preso. Del resto,
da stamattina mi considero come vostro prigioniero; non vi
ho dato il mio indirizzo per tentare poi di sfuggirvi.
Prendetemi: però accordatemi una cosa.
Pareva che Javert non l'udisse. Teneva la pupilla fissa su
Valjean, e il suo mento corrugato spingeva le labbra verso
il naso, segno di una meditazione selvaggia. Finalmente lo
lasciò, si raddrizzò di colpo, riprese nel pugno il randello e
mormorò come in sogno, più che pronunciare, questa
domanda:
- Cosa fate qui? e chi è quest'uomo?
Continuava a non dargli più del tu.
Valjean rispose, e il tono della sua voce pareva che
svegliasse Javert.
- Appunto di lui volevo parlarvi. Disponete di me come vi
piace, ma aiutatemi prima a riportarlo a casa sua; non vi
chiedo altro.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
309
I MISERABILI VOL. III
Il volto di Javert si contrasse, come gli avveniva ogni
qualvolta la gente mostrava di supporlo capace di una
concessione: pure, non disse di no.
Si curvò di nuovo, trasse di tasca un fazzoletto che
immerse nell'acqua, e lavò il volto insanguinato di Mario.
- Quest'uomo era nella barricata, - disse sotto voce e come
parlando a se stesso. - E' quello che chiamavano Mario.
Spione di qualità, aveva tutto osservato, tutto ascoltato,
inteso e raccolto, benché credesse di dover morire; aveva
spiato anche nell'agonia, aveva preso delle note affacciato
sul primo gradino della tomba.
Prese la mano di Mario, cercando il polso.
- E' un ferito, - disse Valjean.
- E' un morto, - disse Javert.
Valjean rispose:
- No, non ancora.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
310
I MISERABILI VOL. III
- L'avete dunque portato dalla barricata fin qui? - chiese il
poliziotto.
La sua preoccupazione doveva essere profonda se non
insistette su quell'inquietante salvataggio attraverso la
cloaca, e non notò neppure il silenzio di Valjean dopo la
sua domanda.
Questi che, dal canto suo, sembrava avere un solo
pensiero, riprese:
- Abita al Marais, via Figlie del Calvario, presso suo
nonno...
Non ricordo più il nome.
E rovistando nell'abito del ferito, ne trasse fuori il
portafoglio, lo aprì alla pagina scritta da Mario e lo porse a
Javert.
C'era ancora nell'aria abbastanza luce per leggere, e inoltre
Javert aveva nell'occhio la fosforescenza felina degli uccelli
notturni. Decifrò le poche linee scritte da Mario e borbottò:
- Gillenormand, via delle Figlie del Calvario, numero sei.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
311
I MISERABILI VOL. III
Quindi gridò: - Cocchiere!
Il lettore ricorderà che una vettura era sempre a
disposizione, per ogni eventualità.
Il poliziotto si tenne il portafoglio di Mario.
Un momento dopo, la vettura, scesa dalla rampa
dell'abbeveratoio, era sull'argine. Mario era collocato sul
sedile in fondo, e Javert sedeva vicino a Valjean su quello
opposto.
Chiusa la portiera, la vettura si allontanò rapidamente,
risalendo la riva in direzione della Bastiglia.
Lasciarono la Senna e penetrarono nelle vie. Il cocchiere,
sagoma oscura sulla sua cassetta, sferzava i magri ronzini.
Silenzio glaciale nella vettura. Mario, immobile, col dorso
appoggiato a un angolo del fondo, la testa cadente sul
petto, le braccia penzoloni, le gambe irrigidite, pareva non
attendere altro che una bara. Valjean sembrava fatto di
ombra, Javert di pietra; e dentro quella tenebrosa vettura,
il cui interno, ogni volta che passava presso un lampione
appariva lividamente illuminato come da un lampo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
312
I MISERABILI VOL. III
intermittente, il caso riuniva e pareva confrontasse
lugubremente le tre immobilità tragiche, il cadavere, lo
spettro, e la statua.
10. RITORNO DEL FIGLIOL PRODIGO DALLA SUA
VITA.
A ogni trabalzo della vettura sul selciato, cadeva una
goccia di sangue dai capelli di Mario.
Era già notte buia quando la vettura giunse al numero sei
della via Figlie del Calvario.
Javert discese per primo, verificò con un'occhiata il numero
scritto sul portone e, sollevando il pesante martello di
ferro, istoriato, all'antica moda, d'un capro e d'un satiro
che si affrontavano, picchiò un colpo forte. Il battente fu
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
313
I MISERABILI VOL. III
socchiuso ed egli lo spinse. Il portinaio, semiaddormentato,
si mostrò a mezzo, sbadigliando, con una candela in mano.
Nella casa dormivano tutti. Al Marais si coricano per tempo,
soprattutto nei giorni di sommossa. Quel buon vecchio
quartiere, spaventato dalla rivoluzione, si rifugia nel sonno,
come fanno i fanciulli, che quando sentono avvicinarsi la
bufera, nascondono in fretta la testa sotto le coltri.
Frattanto Valjean e il cocchiere trassero fuori Mario dalla
vettura, Valjean sostenendolo per le ascelle e il cocchiere
per le gambe.
Pur reggendo Mario in quel modo, Valjean fece passare una
mano sotto gli abiti, che erano largamente stracciati, tastò
il petto e si assicurò che il cuore batteva ancora. Batteva
anzi un po' meno debolmente, come se il movimento della
carrozza avesse determinato una certa ripresa della vita.
Javert interrogò il portinaio col tono che si addice
all'autorità di fronte al portinaio d'un fazioso.
- C'è qui uno che si chiama Gillenormand?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
314
I MISERABILI VOL. III
- Sì, signore. Che desiderate da lui?
- Gli si riporta suo figlio.
- Suo figlio? - disse il portinaio attonito.
- E' morto!
Valjean che, cencioso e sudicio, veniva dietro a Javert, e
che il portinaio guardava con un certo orrore, gli fece
cenno di no col capo.
- E' andato alla barricata, ed eccolo qua.
- Alla barricata! - esclamò il portinaio.
- S'è fatto ammazzare. Andate a svegliare il padre.
Il portinaio non si muoveva.
- Andate dunque! - riprese Javert.
E aggiunse:
- Domani qui avrete un funerale.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
315
I MISERABILI VOL. III
Per Javert, gli incidenti abituali della pubblica strada erano
classificati categoricamente - il che costituisce già il
principio della previdenza e della vigilanza - e ogni
eventualità aveva il suo compartimento; i fatti possibili
erano in certo qual modo in tanti cassetti, donde uscivano,
secondo l'occasione, in quantità variabili. Nella via c'era il
tumulto, la sommossa, il carnevale, il funerale.
Il portinaio si contentò di svegliare Basco, che svegliò
Nicoletta, che svegliò la zia Gillenormand. Quanto al nonno
lo lasciarono dormire, pensando che avrebbe saputo la
cosa sempre troppo presto.
Trasportarono Mario al primo piano, senza che nessuno se
ne accorgesse nelle altre parti della casa, e lo deposero
sopra un vecchio canapé nell'anticamera del signor
Gillenormand; e mentre Basco andava a cercare un medico
e Nicoletta apriva gli armadi della biancheria, Valjean sentì
Javert toccargli la spalla. Capì e ridiscese, sentendo dietro
il passo di Javert che lo seguiva.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
316
I MISERABILI VOL. III
Il portinaio li guardò partire come li aveva visti arrivare,
con una sonnolenza sbigottita.
Risalirono sulla vettura; anche il cocchiere risalì sul proprio
sedile.
- Ispettore Javert, - disse Valjean, - concedetemi un'altra
cosa.
- Quale? - chiese rudemente Javert.
- Lasciatemi ritornare a casa un momento. Dopo, farete di
me quello che vorrete.
Javert rimase qualche minuto in silenzio, col mento
rientrato nel bavero del soprabito, poi abbassò il vetro
davanti.
Cocchiere. - disse. - via Homme-Armé, numero sette.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
317
I MISERABILI VOL. III
11. UNA SCOSSA NELL'ASSOLUTO
Non aprirono bocca per tutto il tragitto. Che voleva
Valjean?
Compiere quello che aveva cominciato: avvertire Cosetta,
dirle dov'era Mario, darle forse qualche altra indicazione
utile, lasciarle, se poteva, alcune supreme disposizioni.
Quanto a lui, quanto a quello che lo riguardava
personalmente, era finita; era arrestato da Javert e non
resisteva. Un altro, in quella situazione, avrebbe forse
pensato alla corda datagli da Thénardier e alle sbarre della
prima cella in cui sarebbe entrato; ma da quando aveva
conosciuto il Vescovo, ripetiamolo, c'era in Valjean di
fronte a qualsiasi attentato, anche contro se stesso, una
profonda esitazione religiosa.
Il suicidio, questa misteriosa via di fatto contro l'ignoto, la
quale può contenere in una certa misura la morte
dell'anima, gli riusciva impossibile.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
318
I MISERABILI VOL. III
La vettura si fermò all'ingresso della via Homme-Armé,
troppo stretta per dare accesso alle carrozze, e Valjean e
Javert discesero.
Il cocchiere fece umilmente osservare al "signor ispettore"
che il velluto di Utrecht della sua vettura era tutto
insudiciato dal sangue dell'assassinato e dal fango
dell'assassino. Così egli aveva capito la cosa. Aggiunse che
gli era dovuta una indennità, e nello stesso tempo, traendo
di tasca il suo libretto, pregò il signor ispettore di avere la
bontà di scrivere sopra il suo libretto un attestato di reso
servizio.
Javert respinse il libretto presentatogli dal cocchiere e
disse:
- Quanto ti devo, comprese la tua attesa e la corsa?
- Sono sette ore e un quarto, - rispose l'altro, - e il velluto
era nuovo. Ottanta franchi, signor ispettore.
Il poliziotto cacciò di tasca quattro napoleoni e congedò la
vettura.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
319
I MISERABILI VOL. III
Valjean ritenne che fosse intenzione di Javert condurlo a
piedi al posto dei Blancs-Manteaux o a quello degli Archivi,
situati lì vicino.
Entrarono nella via, che era, come al solito, deserta. Javert
seguiva Valjean. Arrivati al numero 7, questi bussò e la
porta si aprì.
- Sta bene, - disse Javert. - Salite.
E aggiunse con un'espressione strana e come se facesse
uno sforzo per parlare in quel modo:
- Vi aspetto qui.
Valjean lo guardò: quel modo di agire era poco conforme
alle abitudini del poliziotto. Tuttavia, deciso com'era a
lasciarsi arrestare e finirla, Valjean non poteva
meravigliarsi troppo che Javert gli accordasse ora una
specie di sdegnosa fiducia, la fiducia del gatto che concede
al sorcio una libertà lunga quanto la sua zampa. Spinse la
porta, entrò in casa, gridò: - Sono io - al portinaio, che
stava a letto e aveva tirato le tendine, e salì la scala.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
320
I MISERABILI VOL. III
Giunto al primo piano, si fermò un momento. Tutte le vie
dolorose hanno le loro stazioni. La finestra del pianerottolo,
larga e bassa, era aperta. Come in molte case antiche, la
scala s'affacciava sulla via e riceveva di là, un po' di luce. Il
lampione di fuori collocato proprio di fronte, dava un po' di
luce agli scalini, il che costituiva una economia di
illuminazione.
Fosse per respirare, fosse macchinalmente, Valjean sporse
il capo dalla finestra, chinandosi a guardare nella via, che
era corta e quindi illuminata dal lampione da un estremo
all'altro. Valjean restò enormemente stupito: non c'era più
nessuno.
Javert se n'era andato.
12. IL NONNO
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
321
I MISERABILI VOL. III
Basco e il portinaio avevano trasportato nel salotto Mario,
disteso immobile sul canapé su cui era stato adagiato
all'arrivo.
Il medico mandato a chiamare era accorso, e la zia
Gillenormand s'era alzata.
Questa andava e veniva, spaventata, giungendo le mani, e
capace di dire soltanto: - Possibile, mio Dio! - E talvolta
aggiungeva:- Si macchierà tutto di sangue! - Passato il
primo orrore, una certa filosofia della situazione si fece
strada nella sua mente, e si tradusse in questa
esclamazione: - Doveva finire così! Non si spinse fino al
"l'avevo detto io!" che è d'uso in simili occasioni.
Per ordine del medico, una branda fu allestita vicino al
canapé.
Il medico esaminò Mario, e dopo aver constatato che il
polso persisteva, che il ferito non aveva al petto nessuna
piaga profonda, che il sangue agli angoli della bocca
proveniva dalle fosse nasali, lo fece mettere disteso sul
letto, senza guanciale, con la testa al livello del corpo, anzi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
322
I MISERABILI VOL. III
un po' più bassa, il torso nudo per agevolare la
respirazione. La signorina Gillenormand, vedendo che
spogliavano Mario, si ritirò nella propria camera per
recitare il rosario.
Il torso non aveva nessuna lesione interna; una palla,
ammortita dal portafoglio, aveva deviato e girato
tutt'intorno alle costole con una lacerazione orribile, ma
non profonda, e quindi senza pericolo; la lunga marcia
sotterranea aveva finito di lussare la clavicola spezzata, e
in quel punto c'era qualche disordine serio; le braccia
erano tagliuzzate; nessuna ferita sfigurava il volto; ma la
testa era quasi coperta di tagli. Che ne sarebbe stato di
quelle ferite al capo? Si fermavano al cuoio capelluto, o
intaccavano il cranio? Non si poteva dirlo ancora. Era un
sintomo grave che avessero cagionato lo svenimento; e
non sempre da tali svenimenti si rinviene. Inoltre,
l'emorragia lo aveva sfinito.
Dalla cintola in giù, il corpo era stato coperto dalla
barricata.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
323
I MISERABILI VOL. III
Basco e Nicoletta laceravano dei pannolini per formarne
bende.
Nicoletta le cuciva. Basco le arrotolava. In mancanza di
filacce, il medico aveva provvisoriamente arrestato il
sangue delle ferite con batuffoli d'ovatta. Tre candele
ardevano accanto al letto, su una tavola, dove era
schierata la batteria dei ferri chirurgici.
Il medico lavò il volto e i capelli di Mario con acqua fredda.
Un secchio pieno d'acqua in un momento divenne rosso. Il
portinaio, con la candela in mano, faceva lume.
Il medico pareva tristemente pensoso. Ogni tanto faceva
un cenno di testa negativo, come se rispondesse a qualche
quesito propostosi mentalmente. Sono un cattivo segno
per il malato questi misteriosi colloqui del medico con se
stesso.
Mentre asciugava il volto del ferito e toccava leggermente
col dito le palpebre sempre chiuse, una porta si aprì in
fondo alla sala e apparve una lunga figura pallida.
Era il nonno.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
324
I MISERABILI VOL. III
Da due giorni, la sommossa aveva molto agitato, sdegnato
e preoccupato il signor Gillenormand. Non aveva potuto
dormire la notte precedente, e aveva avuto la febbre per
tutta la giornata.
La sera, si era coricato molto presto, raccomandando di
sprangare tutto nella casa, e per la stanchezza si era
assopito.
Ma i vecchi hanno il sonno fragile; la sua camera era
attigua alla sala, e malgrado tutte le precauzioni usate, il
rumore l'aveva svegliato. Sorpreso dalla fessura luminosa
che vedeva alla sua porta, era disceso dal letto ed era
venuto a tentoni.
Stava là sulla soglia, stupito, con una mano sulla maniglia
della porta socchiusa, con la testa un po' china innanzi e
oscillante, col corpo avvolto in una veste da camera bianca
diritta e senza pieghe come un sudario; pareva un
fantasma che guarda in una tomba.
Vide il letto, e sul materasso quel giovane sanguinante,
bianco d'un candore di cera, con gli occhi chiusi, la bocca
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
325
I MISERABILI VOL. III
aperta, le labbra livide, nudo sino alla cintura, coperto
dappertutto di piaghe vermiglie, immobile, chiaramente
illuminato.
Il nonno ebbe dalla testa ai piedi tutto il brivido che
possono provare le membra ossificate; i suoi occhi, con la
cornea ingiallita dalla tarda età, si velarono di una specie di
riflesso vitreo; tutta la faccia assunse in un momento tutte
le terree angolosità di un teschio; le braccia caddero
penzoloni come se si fosse spezzata una molla; lo stupore
si manifestò col disgiungersi delle dita delle sue vecchie
mani tutte tremanti, i ginocchi gli si piegarono innanzi,
lasciando vedere dall'apertura della veste da camera le
povere gambe nude irte di peli bianchi; mormorò:
- Mario!
- Signore, - disse Basco, - hanno portato poco fa il signore.
E' andato alla barricata e...
- E' morto! - esclamò il vecchio con voce terribile. - Ah,
brigante!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
326
I MISERABILI VOL. III
Allora una specie di trasfigurazione sepolcrale raddrizzò
quel centenario, diritto come un giovanotto.
- Signore, - disse, - voi siete il medico. Cominciate col
dirmi una cosa. E' morto, non è vero?
Il medico, al colmo dell'ansietà, non rispose.
Il signor Gillenormand si torse le mani con uno scoppio di
risa spaventevole.
- E' morto! è morto! s'è fatto ammazzare sulla barricata!
per odio verso di me! Ah! bevitore di sangue! E in questo
modo ritorna!
Miseria della mia vita, è morto!
Andò a una finestra, la spalancò, quasi si sentisse
soffocare, e ritto di fronte all'oscurità, si mise a parlare con
le tenebre della via:
- Ferito, sciabolato, sgozzato, sterminato, tagliuzzato, fatto
a brani! Capite, il briccone! Lo sapeva bene che
l'aspettavo, che gli avevo fatto preparare la camera, che
avevo messo al capezzale del mio letto il suo ritratto di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
327
I MISERABILI VOL. III
quand'era piccino! Lo sapeva bene che gli bastava
ritornare, che da anni lo invocavo, che me ne stavo la sera
in un angolo del focolare con le mani sulle ginocchia, senza
sapere che fare, e che mi ero rimbecillito!
Questo lo sapevi bene, che ti bastava tornare e dire: Sono io, - e che saresti stato il padrone della casa, e io
t'avrei obbedito; che avresti fatto quello che volevi del tuo
vecchio imbecille di nonno! Lo sapevi, e hai detto: - No, è
un legittimista, non andrò!
- E sei andato alla barricata e ti sei fatto uccidere per
cattiveria! per vendicarti di quello che ti avevo detto a
riguardo del signor duca di Berry! Ecco dov'è l'infamia!
Coricatevi dunque e dormite tranquillamente! E' morto!
Ecco il mio risveglio.
Il medico, che cominciava a essere inquieto, si staccò un
momento da Mario e accostatosi al signor Gillenormand lo
prese per il braccio. Il nonno si volse, lo guardò con occhi
che parevano ingranditi e sanguinosi, e gli disse con calma:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
328
I MISERABILI VOL. III
- Signore, vi ringrazio. Sono tranquillo, sono un uomo, ho
visto la morte di Luigi Sedicesimo, so sopportare gli
avvenimenti.
Quello che è terribile, è pensare che sono i vostri giornali la
causa di tutto il male. Voi avrete gli scribacchini, i parolai,
gli avvocati, gli oratori, le tribune, le discussioni, il
progresso, i lumi, i diritti sull'uomo, la libertà di stampa, ed
ecco come vi riporteranno a casa i figlioli! Ah, Mario, è una
cosa abominevole! Ucciso! Morto prima di me! In una
barricata! Ah, bandito! Dottore, voi abitate nel quartiere,
credo. Oh! vi conosco bene, vedo dalla finestra passare il
vostro calessino. Vi dirò:
avreste torto di credere che io sia in collera; non si va in
collera contro un morto; sarebbe stupido. E' un ragazzo
che ho allevato; ero già vecchio, quand'egli era ancora
piccino così.
Giocava alle Tuileries con la sua piccola pala e la sua
seggiolina, e perché gli ispettori del giardino non lo
sgridassero, io chiudevo man mano col bastone i buchi che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
329
I MISERABILI VOL. III
egli faceva in terra con la pala. Un giorno ha gridato: Abbasso Luigi Diciottesimo! - ed è andato via. Non è stata
colpa mia. Era tutto roseo e biondo. Sua madre è morta.
Avete notato che tutti i bambini sono biondi? Da che
deriva? E' figlio d'un brigante della Loira, ma i figli sono
innocenti dei delitti dei loro genitori. Me lo ricordo quando
era alto così; non riusciva a pronunciare la d.
Parlava in un modo così dolce e confuso che pareva un
uccello. Mi ricordo che una volta, davanti all'Ercole
Farnese, si formò un capannello per ammirare, tanto era
bello, il ragazzino! Aveva una testolina come se ne vedono
nelle pitture. Gli facevo la voce grossa, gli mettevo paura
col bastone, ma egli sapeva bene che lo facevo per ridere.
Quando alla mattina entrava nella mia camera, io
brontolavo, ma mi faceva l'effetto del sole. Non ci si può
difendere da questi mocciosi; vi pigliano, vi tengono, non vi
lasciano più. La verità è che era un amore di bambino
come non ce n'è più. E ora, cosa ne pensate dei vostri
Lafayette, dei vostri Beniamino Constant, dei vostri Tirecuir
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
330
I MISERABILI VOL. III
de Corcelles, che me lo ammazzano? La cosa non può finire
così.
Si accostò a Mario sempre livido e immobile, presso cui il
medico era tornato, e ricominciò a torcersi le braccia. Le
labbra bianche del vecchio si agitavano quasi
macchinalmente, e lasciavano passare, come soffi in un
rantolo, delle parole quasi indistinte che si udivano appena:
- Ah! senza cuore! Ah! clubista! Ah!
scellerato! Ah! settembrista! - Rimproveri a voce
sommessa di un agonizzante a un cadavere.
A poco a poco, siccome è pur sempre necessario che le
eruzioni interne si facciano strada, la concatenazione delle
parole tornò, ma il vecchio pareva che non avesse più la
forza di pronunciarle; la sua voce era così sorda e spenta
che sembrava venisse dal fondo di un abisso.
- Per me è lo stesso, sto per morire anch'io. E dire che non
c'è in tutta Parigi una briccona che non sarebbe stata
fortunata di formare la felicità di questo miserabile! Un
furfante che invece di divertirsi e di godersi la vita, è
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
331
I MISERABILI VOL. III
andato a battersi e a farsi mitragliare come un bruto! E per
chi poi? Per la repubblica!
Invece di andare a ballare alla Chaumière, com'è dovere
dei giovani. Vale proprio la pena di avere vent'anni. La
repubblica, bella balorda minchioneria! Povere madri,
mettete dunque al mondo dei bei giovanotti! Suvvia, è
morto; ci saranno due funerali nella casa. Dunque ti sei
fatto conciare in questo modo per i begli occhi del generale
Lamarque! Che ti aveva fatto di bello, quel generale
Lamarque? Uno sciabolatore! Un cialtrone! Farsi
ammazzare per un morto! Ma non è una cosa da diventar
pazzi? Capite! A vent'anni! E senza volgere la testa per
guardare se lasciava nulla dietro di sé! Ed ecco ora i poveri
vecchi condannati a morire soli. Crepa dunque nel tuo
cantuccio, gufo! Ebbene, tutto sommato, tanto meglio, è
quello che speravo, questo mi ucciderà senz'altro.
Sono troppo vecchio, ho cento anni, ho centomila anni, e
da molto tempo ho il diritto di essere morto. Con un colpo
simile, è fatta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
332
I MISERABILI VOL. III
E' dunque finita, che fortuna! Perché gli fate fiutare
l'ammoniaca e tutto quel mucchio di droghe? Voi ci
rimettete la fatica, imbecille di un medico! Andate là, è
morto, proprio morto. Io me ne intendo, io, che sono un
morto. Non ha fatto la cosa a metà.
Sì, quest'epoca è infame, infame, infame; ecco cosa penso
di voi, delle vostre idee, dei vostri sistemi, dei vostri
padroni, dei vostri oracoli, dei vostri dottori, dei vostri
cattivi arnesi di scrittori, dei vostri bricconi di filosofi e di
tutte le rivoluzioni che da sessant'anni in qua spaventano
gli stormi di corvi delle Tuileries! E giacché tu sei stato
senza pietà facendoti uccidere così, neppure io mi
affliggerò per la tua morte, capisci, assassino!
In quel momento Mario aprì lentamente le palpebre, e il
suo sguardo, ancora velato dallo stupore letargico, si fermò
sul signor Gillenormand.
- Mario! - gridò il vecchio. - Mario, mio piccolo Mario! Figlio
mio! figlio mio diletto! Tu apri gli occhi, mi guardi, sei vivo,
grazie!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
333
I MISERABILI VOL. III
E cadde svenuto.
Libro 4
JAVERT SVIATO
Javert si era allontanato a passi lenti da via Homme-Armé.
Per la prima volta in vita sua, camminava a capo chino, e
anche per la prima volta teneva le mani dietro il dorso.
Dei due atteggiamenti di Napoleone, Javert fino a quel
giorno aveva adottato soltanto quello che esprime la
risolutezza, cioè le braccia conserte sul petto; ma quello
che esprime l'incertezza, cioè le mani dietro il dorso, gli era
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
334
I MISERABILI VOL. III
ignoto. Ora, un cambiamento era avvenuto; tutta la sua
persona, lenta e cupa, era piena di ansietà.
S'incamminò per le vie silenziose. Nondimeno seguiva una
direzione. Si avviò per la strada più breve verso la Senna,
raggiunse la riva degli Olmi, la percorse, oltrepassò la
Grève e si fermò all'angolo del ponte Notre-Dame, a
qualche distanza dal corpo di guardia della piazza Chatelet.
Tra il ponte Notre-Dame e il Pont-au-Change da una parte,
e tra la riva della Mégisserie e quella dei Fiori dall'altra, la
Senna forma una specie di lago quadrato attraversato da
una corrente.
Questo tratto di fiume è molto temuto dai barcaioli a causa
della corrente pericolosissima, in quell'epoca rinserrata e
irritata dalle palafitte del mulino del ponte, oggi demolito. I
due ponti, così vicino l'uno all'altro, aumentano il pericolo,
perché l'acqua si precipita sotto gli archi, vi forma dei
larghi e terribili gorghi, vi si accumula e accavalla, e il
flutto forza i pilastri, come se volesse strapparli con grosse
corde liquide. Gli uomini che cadono là dentro non
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
335
I MISERABILI VOL. III
ricompaiono più; i migliori nuotatori vi rimangono
annegati.
Javert appoggiò i gomiti al parapetto e il mento alle mani,
e stette a riflettere, mentre le dita s'increspavano
macchinalmente tra i suoi baffi ritti.
Era avvenuta nel fondo della sua anima una novità, una
rivoluzione, una catastrofe. Aveva materia per un esame di
coscienza.
Soffriva orribilmente. Da alcune ore aveva cessato di
essere semplice; era diventato torbido; il suo cervello, così
limpido nella sua cecità, aveva perduto la sua trasparenza,
il cristallo si era appannato. Sentiva nella coscienza un
dovere di sdoppiarsi, e non poteva nasconderlo a se
stesso. Quando aveva incontrato così inaspettatamente
Valjean sull'argine del fiume, c'era stato in lui qualcosa del
lupo che riafferra la preda e del cane che ritrova il padrone.
Vedeva davanti a sé due strade ugualmente diritte; ma ne
vedeva due, e questo lo atterriva perché in vita sua aveva
sempre conosciuto una sola linea retta. E quelle due vie,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
336
I MISERABILI VOL. III
straziante angoscia, erano contrarie: una di quelle due
linee rette escludeva l'altra. Quale delle due era la vera?
La sua situazione era inesprimibile.
Essere debitore della vita a un malfattore, accettare un tal
debito e rimborsarlo; trovarsi, a proprio dispetto, sul piede
dell'uguaglianza con un criminale e pagargli un servigio con
un altro servigio; lasciarsi dire "vattene", e dirgli a sua
volta "sei libero"; sacrificare per motivi personali il dovere,
che è un obbligo generale, e sentire anche in quei motivi
personali qualche cosa di generale e forse di superiore;
tradire la società per restare fedele alla propria coscienza.
Era atterrito dal fatto che tutte queste assurdità si
realizzavano e andavano ad accumularsi sul suo capo.
Una cosa lo aveva stupito: Valjean gli aveva salvato la
vita; e una cosa lo aveva pietrificato: lui, Javert, aveva
salvato la vita a Valjean.
A che punto era? Si cercava, e non si ritrovava più.
Che fare adesso? Consegnare Valjean era un male,
lasciarlo libero era un male: nel primo caso, l'uomo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
337
I MISERABILI VOL. III
dell'autorità cadeva più giù dell'uomo del penitenziario; nel
secondo caso, un galeotto montava più su della legge e vi
poneva sopra il piede; nei due casi, disonore per lui,
Javert. Qualunque partito a cui si appigliasse, conteneva
una caduta. Il destino ha certe estremità a picco
sull'impossibile, al di là delle quali la vita diventa un
precipizio. Javert si trovava a una di quelle estremità.
Una delle sue angosce era costituita dal fatto che era
costretto a pensare; c'era obbligato dalla violenza stessa di
tutte quelle emozioni contraddittorie. Pensare: cosa
inusitata per lui e stranamente dolorosa.
Nel pensiero c'è sempre una certa quantità di ribellione
interiore, che egli si irritava di constatare in sé.
Pensare su un qualunque argomento estraneo alla stretta
cerchia delle sue funzioni, sarebbe stato in ogni caso per
lui una cosa inutile e una fatica; ma pensare sulla giornata
trascorsa era una tortura.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
338
I MISERABILI VOL. III
Nondimeno, dopo simili emozioni, era pur necessario
guardare nella propria coscienza e render conto di sé a se
stesso.
Quello che aveva fatto lo faceva rabbrividire. Aveva trovato
opportuno decidere la liberazione di un uomo, contro tutti i
regolamenti di polizia, contro tutta l'organizzazione sociale
e giudiziaria, contro l'intero codice; la cosa gli era
convenuta; aveva sostituito le sue parcelle agli affari
pubblici: non era una cosa inqualificabile? Ogni volta che si
metteva di fronte all'azione senza nome da lui commessa,
tremava da capo a piedi. E che doveva risolvere? Gli
rimaneva una sola risorsa: ritornare in fretta in via
Homme-Armé, e far tradurre in prigione Valjean. Era chiaro
che proprio questo bisognava fare. E non poteva.
Da questo lato, qualche cosa gli sbarrava la strada.
Qualche cosa. Quale? C'è forse al mondo qualche altra cosa
oltre i tribunali, le sentenze esecutive, la polizia e la
autorità? Javert era sconvolto.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
339
I MISERABILI VOL. III
Un galeotto sacro! Un forzato su cui la giustizia non deve
mettere la mano! E questo a causa di Javert!
Non era orribile che Javert e Valjean, l'uomo fatto per
incrudelire e l'uomo fatto per subire, che questi due
uomini, i quali erano, l'uno e l'altro, cosa della legge,
fossero arrivati al punto da mettersi tutti e due al di sopra
della legge?
Come! Accadrebbero enormità simili e nessuno ne sarebbe
punito!
Valjean, più forte dell'intero ordine sociale, rimarrebbe
libero, ed egli, Javert, continuerebbe a mangiare il pane del
governo!
La sua meditazione a poco a poco diventava terribile.
Avrebbe potuto muoversi anche qualche rimprovero a
proposito dell'insorto riportato in via Figlie del Calvario; ma
non ci pensava; la colpa minore si smarriva in quella più
grande. Del resto quel giovane era evidentemente un uomo
morto, e, legalmente, la morte estingue il provvedimento
penale.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
340
I MISERABILI VOL. III
Il peso che aveva sull'anima era Valjean.
Valjean lo sconcertava. Tutti gli assiomi che erano stati i
punti d'appoggio della sua vita intera crollavano dinanzi a
quell'uomo.
La generosità di Valjean verso di lui, Javert, lo opprimeva.
Altri infatti, che egli ricordava e che aveva una volta
considerati menzogne o pazzie, ora gli tornavano alla
memoria come realtà:
dietro Valjean riappariva il signor Madeleine; e le due
immagini si sovrapponevano in modo da formarne una
sola, che era venerabile. Sentiva che qualcosa di orribile gli
penetrava nell'anima: l'ammirazione per un forzato. E'
possibile mai il rispetto per un galeotto? Ne fremeva, ma
non poteva sottrarvisi.
Per quanto si dibattesse, era ridotto a confessare davanti
alla sua coscienza la sublimità di quel miserabile. E questo
era odioso.
Un malfattore benefico, un forzato compassionevole,
affabile, caritatevole, clemente, che ricambia il male col
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
341
I MISERABILI VOL. III
bene, l'odio col perdono, che preferisce la pietà alla
vendetta e perde se stesso anziché il nemico, che salva chi
l'ha rovinato, che sta inginocchiato sul culmine della virtù,
più vicino all'angelo che all'uomo: Javert era costretto a
confessare a se stesso che un tal mostro esisteva.
La cosa non poteva durare così.
Certo - e dobbiamo insistere su questo punto - egli non si
era arreso senza resistenza a quel mostro, a quell'angelo
infame, a quell'eroe schifoso, di cui era quasi altrettanto
indignato che stupefatto. Venti volte, mentre era da solo a
solo con Valjean in quella vettura, la tigre legale aveva
ruggito in lui; venti volte era stato tentato di scagliarsi su
Valjean, di afferrarlo, di divorarlo, vale a dire di arrestarlo.
Che c'era infatti di più naturale del gridare al primo corpo
di guardia dinanzi al quale si passava: - Ecco un galeotto in
rottura di bando! - del chiamare i gendarmi e dir loro: Quest'uomo è per voi! - e poi allontanarsi, lasciar là quel
dannato, ignorare il resto e non immischiarsi più di nulla?
Quell'individuo è per sempre prigioniero della legge che ne
farà quello che vorrà. Cosa c'era di più giusto? Javert
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
342
I MISERABILI VOL. III
aveva pensato a tutto questo; aveva voluto passar oltre,
agire, arrestare l'uomo, e allora, come ora, non aveva
potuto; e ogni qualvolta aveva alzato convulsamente la
mano verso il bavero di Valjean, gli era ricaduta come
sotto un peso enorme, e aveva udito in fondo alla
coscienza una voce, una voce strana che gli gridava:
- Sta bene: caccia in prigione il tuo salvatore, e poi fatti
portare la catinella di Ponzio Pilato e lavati le mani.
Poi la sua riflessione ricadeva su lui stesso, e accanto a
Valjean ingrandito vedeva se stesso degradato.
Un forzato era il suo benefattore!
Ma perché aveva permesso a quell'uomo di salvargli la
vita? In quella barricata aveva il diritto d'essere ucciso.
Avrebbe dovuto usare di quel diritto, chiamare gli insorti in
suo soccorso contro Valjean e farsi fucilare per forza;
sarebbe stato meglio.
La sua suprema angoscia era la scomparsa della certezza.
Si sentiva sradicato; il codice non era più che un
mozzicone; si trovava davanti a scrupoli di una specie
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
343
I MISERABILI VOL. III
ignota; avveniva in lui una rivelazione sentimentale del
tutto distinta dall'affermazione legale, sino allora sua unica
misura. Non gli bastava più rimanere nell'antica onestà; un
intero ordine di fatti inattesi sorgeva e lo soggiogava; tutto
un mondo nuovo appariva alla sua anima: il beneficio
accettato e restituito, l'abnegazione, la misericordia,
l'indulgenza, le violenze usate dalla pietà all'austerità, i
riguardi personali, non più condanne definitive, non più
dannazione, la possibilità di una lacrima nell'occhio della
legge, una certa giustizia secondo Dio che va in senso
inverso della giustizia secondo gli uomini. Scorgeva nelle
tenebre la terribile aurora di un sole morale ignoto, e ne
era atterrito e abbagliato.
Era un gufo costretto ad avere gli sguardi dell'aquila.
Pensava che era dunque vero, che c'erano delle eccezioni,
che l'autorità poteva essere sconcertata, che la regola
poteva non valere davanti a un fatto, che non tutto andava
inquadrato nel testo del codice, che l'imprevisto si faceva
obbedire, che la virtù di un galeotto poteva tendere
un'insidia a quella di un funzionario, che il mostruoso
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
344
I MISERABILI VOL. III
poteva essere divino, che il destino aveva di tali imboscate,
e pensava con disperazione che egli stesso non era rimasto
immune da una sorpresa.
Era costretto ad ammettere che la bontà esiste, che quel
galeotto era stato buono; che lui stesso, cosa incredibile, si
era mostrato buono. Dunque si depravava.
Si riconosceva vile, e faceva orrore a se stesso.
L'ideale, per Javert, non era di essere umano, grande,
sublime, ma di genere irreprensibile.
Ora egli aveva commesso una mancanza.
Come era arrivato a quel punto? Come era avvenuto? Non
avrebbe saputo dirlo a se stesso. Si pigliava la testa nelle
mani, e, checché facesse, non giungeva a spiegarselo.
Senza dubbio, aveva sempre avuto l'intenzione di rimettere
Valjean alla legge, della quale Valjean era il prigioniero, e
lui, Javert, lo schiavo. Mentre lo teneva, non aveva
neppure per un momento confessato a se stesso di avere
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
345
I MISERABILI VOL. III
l'idea di lasciarlo andare; a sua insaputa, la mano gli si era
aperta e lo aveva lasciato sfuggire.
Novità enigmatiche di ogni specie si aprivano davanti ai
suoi occhi. Si formulava delle domande e si dava delle
risposte; e queste risposte lo spaventavano. Chiedeva a se
stesso: - Quel galeotto, quel disperato, contro il quale ho
proceduto fino a perseguitarlo, e che mi ha tenuto sotto il
suo piede, e che poteva vendicarsi - e doveva farlo per il
suo rancore e per la sua sicurezza a un tempo salvandomi la vita che cosa ha fatto? Il suo dovere? No,
qualcosa di più. E io, facendogli grazia a mia volta, che ho
fatto? il mio dovere? No; qualcosa di più. C'è dunque
qualche cosa più del dovere? E qui egli sbigottiva. La sua
bilancia si spostava; uno dei piatti cadeva nell'abisso,
l'altro se ne andava nel cielo; ed egli si sentiva atterrito
non meno da quello balzato in alto che da quello disceso in
basso. Benché non fosse in nessun modo quello che si dice
un volterriano o un filosofo o un incredulo, e fosse anzi
istintivamente rispettoso verso la Chiesa, tuttavia la
considerava soltanto come una parte augusta dell'insieme
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
346
I MISERABILI VOL. III
sociale; l'ordine era il suo dogma e gli bastava. Da che era
diventato uomo e funzionario, riponeva quasi tutta la sua
religione nella polizia, giacché era, e adoperiamo qui le
parole senza la minima ironia e nel loro significato più
serio, era, l'abbiamo già detto, una spia come si può essere
prete. Egli aveva un superiore, Gisquet, e fino a quel
giorno non aveva mai pensato a quell'altro superiore, Dio.
Questo nuovo capo, Dio, egli lo sentiva inaspettatamente,
e ne era turbato.
Era disorientato da questa presenza inattesa. Non sapeva
che farne di quell'altro superiore, egli che non ignorava che
il dipendente è obbligato a piegarsi sempre, e non deve né
disobbedire né biasimare né discutere, e sapeva che, di
fronte a un superiore che lo stupisce troppo, l'inferiore non
ha altra risorsa che le dimissioni.
Ma come si fa a presentare le proprie dimissioni a Dio?
Comunque fosse, ritornava sempre allo stesso punto, al
fatto per lui dominante: aveva commesso una terribile
infrazione. Aveva chiuso gli occhi sopra un condannato
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
347
I MISERABILI VOL. III
recidivo in rottura di bando; aveva lasciato libero un
galeotto; aveva rubato alla legge un uomo che le
apparteneva. Aveva fatto questo, lui? Non capiva più se
stesso, non era più sicuro della propria identità. Gli
sfuggivano anche i motivi della sua azione, e gliene restava
soltanto l'angoscia. Fino a quel momento aveva vissuto di
quella fede cieca che genera la probità tenebrosa, ora
questa fede lo abbandonava, questa probità gli veniva a
mancare. Tutto quello a cui aveva creduto svaniva, e altre
verità che egli non voleva riconoscere l'ossessionavano. Da
quel momento bisognava essere un altro uomo.
Provava gli strani dolori di una coscienza a un tratto
operata di cataratta. Vedeva quello che gli ripugnava
vedere. Si sentiva svuotato, inutile, scardinato dalla vita
anteriore, destituito, disciolto. L'autorità in lui era morta;
ed egli non aveva più ragione d'esistere.
Sentirsi commosso: terribile situazione!
Essere di granito e dubitare! Essere la statua del castigo
fusa di un sol pezzo nello stampo della legge, e accorgersi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
348
I MISERABILI VOL. III
all'improvviso di avere sotto la mammella di bronzo
qualche cosa di assurdo e di disobbediente che somiglia
quasi a un cuore! Arrivare al punto di rendere bene per
bene, dopo essersi ripetuto fino a quel giorno che quel
bene era il male! Essere il cane da guardia e lambire,
essere il ghiaccio e sciogliersi, essere la tenaglia e
diventare una mano! Sentire a un tratto di avere delle dita
che si aprono e, cosa spaventosa! rilasciare la preda!
L'uomo-proiettile che non sa più la strada, e indietreggia!
Essere obbligato a confessare che l'infallibile non è
infallibile, che ci può essere errore nella legge, che quando
il codice ha parlato non è detto tutto, che la società non è
perfetta, che l'autorità può vacillare,che è possibile una
crepa nell'immutabile, che i giudici sono uomini, che la
legge può ingannarsi e i tribunali possono sbagliare! vedere
una incrinatura nell'immenso cristallo azzurro del cielo!
Quello che accadeva in Javert era il Fampoux di una
coscienza rettilinea, la deviazione di un'anima, il crollo di
una probità lanciata irresistibilmente in linea retta e che va
a cozzare in Dio. Certo, era una cosa strana che il fuochista
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
349
I MISERABILI VOL. III
dell'ordine, il macchinista dell'autorità montato sul cieco
cavallo di ferro della via rigida potesse essere disarcionato
da una folgorazione! che tutto quello che è incommutabile,
preciso, geometrico, passivo, perfetto potesse cedere! che
ci fosse una strada di Damasco per la locomotiva.
Dio che grida nell'intimo dell'uomo e ne dilania la
coscienza; divieto alla scintilla di spegnersi; ordine al
raggio di ricordarsi del Sole; ingiunzione all'anima di
riconoscere il vero assoluto posto a confronto con l'assoluto
fittizio; l'umanità imperdibile; il cuore umano
inammissibile, il cuore, questo splendido fenomeno, il più
bello forse dei prodigi interiori, Javert lo capiva? lo
penetrava? se ne rendeva conto? Evidentemente no. Ma
sotto la pressione di quell'incomprensibile che non poteva
contestare, sentiva spaccarglisi il cranio.
Egli era più la vittima di quel prodigio che il beneficiario. Lo
subiva, esasperato, e in tutto questo non vedeva che
un'immensa difficoltà di vivere: gli sembrava che da quel
momento in poi la sua respirazione sarebbe stata
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
350
I MISERABILI VOL. III
imbarazzata per sempre. Avere sul capo l'ignoto: a questo
no, non era abituato.
Fino allora tutto quello che stava sopra di lui era al suo
sguardo una superficie netta, semplice, limpida; nulla di
ignoto in essa, nulla di oscuro; nulla che non fosse definito,
coordinato, concatenato, preciso, esatto, circoscritto,
limitato, chiuso; tutto era previsto; l'autorità era una cosa
piana; nessuno scoscendimento in essa, nessun capogiro
davanti a lei. Javert non aveva visto l'ignoto se non in
basso. L'irregolare, l'inaspettato, il disordinato aprirsi del
caos, la possibilità di sdrucciolare in un abisso, tutto questo
era proprio delle regioni inferiori, dei ribelli, dei malvagi,
dei miserabili. Ora si rovesciava tutto, ed era
repentinamente atterrito dalla incredibile apparizione di
una voragine in alto. Come! era smantellato da cima a
fondo! era sconcertato, assolutamente! Di che fidarsi?
Quello di cui era convinto, sprofondava!
Ecco! Un miserabile magnanimo poteva trovare il difetto
nella corazza della società! Un onesto servitore della legge
poteva di colpo vedersi preso tra due delitti, quello di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
351
I MISERABILI VOL. III
lasciar sfuggire un uomo e quello d'arrestarlo! Non tutto
era certo nella consegna data dallo Stato al funzionario!
Potevano esserci dei vicoli ciechi nel dovere! E tutto questo
era una realtà! era vero che un vecchio galeotto, curvo
sotto la condanna, poteva raddrizzarsi e finire con l'aver
ragione? Era credibile? C'erano dunque dei casi in cui la
legge doveva ritirarsi dinanzi al delitto trasfigurato,
balbettando delle scuse!
Sì, era così! e Javert lo vedeva! e Javert lo toccava con
mano! e non solo non poteva negarlo, ma ne conveniva.
Erano realtà. Era un abominio che i fatti reali potessero
giungere a tanta deformità.
Se i fatti facessero il loro dovere, si limiterebbero a essere
testimonianze della legge: i fatti, è Dio che li manda.
L'anarchia dunque stava ora per scendere di lassù?
Dunque - e nell'angoscia crescente, nell'illusione ottica
della costernazione, quella che avrebbe potuto restringere
o correggere la sua impressione svaniva, e la società,
l'umanità, l'universo si riassumevano ormai agli occhi suoi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
352
I MISERABILI VOL. III
in un profilo semplice e ributtante - dunque, la penalità, la
cosa giudicata, la forza dovuta alla legislazione, le sentenze
delle corti sovrane, la magistratura, il governo, la
prevenzione e la repressione, la saggezza ufficiale, la
infallibilità legale, il principio d'autorità, tutti i dogmi sui
quali è basata la sicurezza politica e civile, la sovranità, la
giustizia, la logica che emana dal codice, l'assoluto sociale,
la verità pubblica, tutto ciò diventava macerie, ammasso,
caos; lui stesso, Javert, la vedetta dell'ordine,
l'incorruttibilità al servizio della polizia, il mastino
provvidenziale della società, era vinto e abbattuto; e su
tutta questa rovina un uomo ritto col berretto verde sul
capo e l'aureola intorno alla fronte; ecco a quale
sconvolgimento era giunto, ecco la spaventosa visione che
aveva nell'anima.
Che fosse almeno sopportabile. No!
Stato violento quant'altro mai. Non c'erano che due modi di
uscirne: l'uno, di recarsi risolutamente da Valjean e
restituire alla cella l'uomo del penitenziario; l'altro...
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
353
I MISERABILI VOL. III
Javert lasciò il parapetto, a a testa alta e con passo fermo
si diresse verso il corpo di guardia indicato da una
lanterna, in un angolo della piazza Chatelet.
Arrivato là, vide attraverso i vetri una guardia di polizia ed
entrò. I poliziotti si riconoscono fra loro, già solo dal modo
con cui spingono l'uscio di un corpo di guardia. Javert disse
il suo nome all'agente, gli mostrò la sua tessera e sedette
davanti al tavolo su cui bruciava una candela. Sulla tavola
c'era una penna, un calamaio di piombo, della carta per gli
eventuali processi verbali e per le relazioni delle ronde
notturne.
Quel tavolo, sempre completato dalla sua sedia impagliata,
è un'istituzione; si trova in tutti i posti di polizia, ornato
invariabilmente d'un piattello di bosso pieno di segatura e
d'una scatoletta d'ostie; esso forma il piano inferiore dello
stile ufficiale. Di là comincia la letteratura dello Stato.
Javert prese la penna e un foglio e si mise a scrivere. Ecco
che cosa scrisse:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
354
I MISERABILI VOL. III
"ALCUNE OSSERVAZIONI PER UN BUON SERVIZIO.
Primo: prego il signor prefetto di dare un'occhiata.
Secondo: i detenuti che tornano dall'interrogatorio si
tolgono le scarpe e rimangono a piedi nudi sul pavimento
mentre li frugano.
Parecchi, quando rientrano in prigione, tossiscono; questo
comporta delle spese d'infermeria.
Terzo: il pedinamento è buono, col cambio degli agenti di
tratto in tratto; ma nelle occasioni importanti è
conveniente che due agenti almeno non si perdano mai di
vista, perché se per una causa qualsiasi uno dei due viene
meno al suo servizio, l'altro lo sorveglia e lo supplisce.
Quarto: non si comprende perché il regolamento speciale
della prigione delle Madelonnettes proibisca al prigioniero
di avere una sedia, anche pagandola.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
355
I MISERABILI VOL. III
Quinto: alle Madelonnettes ci sono due sole sbarre al
finestrino della cantina; questo permette alla vivandiera di
lasciarsi toccare la mano dai detenuti.
Sesto: i detenuti chiamati abbaiatori, perché chiamano gli
altri prigionieri al parlatorio, si fanno pagare due soldi dal
chiamato per pronunciarne chiaramente il nome. E' un
furto.
Settimo: nel laboratorio dei tessitori, si trattengono dieci
soldi al detenuto per ogni filo spezzato; è un abuso
dell'imprenditore perché la tela non è perciò meno buona.
Ottavo: è un inconveniente che chi va a visitare i
prigionieri alla Force, debba attraversare il cortile dei
ragazzi per recarsi al parlatorio di Santa Maria Egiziaca.
Nono: è indubitabile che tutti i giorni si sentono nel cortile
della prefettura dei gendarmi raccontare gli interrogatori
fatti dai magistrati agli indiziati. Un gendarme, che
dovrebbe essere una persona sacra, e che ripete quello che
ha sentito nel gabinetto del giudice istruttore, è un
disordine grave.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
356
I MISERABILI VOL. III
Decimo: la signora Henry è una donna onesta e la sua
cantina è decentissima; ma sta male che una donna tenga
la chiave dello sportello della camera di deposito. Non è
cosa degna della "Conciergerie" d'una grande città".
Javert scrisse queste righe con la sua calligrafia più calma
e più corretta, senza omettere una virgola, e facendo
scricchiolare fortemente la penna sulla carta. Sotto l'ultima
riga firmò:
"Javert - Ispettore di prima classe".
"Dal posto in piazza Chatelet, 7 giugno 1832, l'una del
mattino circa".
Asciugò l'inchiostro fresco sulla carta, la piegò come una
lettera, la suggellò,scrisse di fuori: "Nota per
l'amministrazione", e lasciandola sul tavolo uscì dal corpo
di guardia. La porta a vetri e grata si chiuse dietro di lui.
Riattraversò diagonalmente la piazza Chatelet, raggiunse di
nuovo la riva e ritornò con una precisione meccanica allo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
357
I MISERABILI VOL. III
stesso posto lasciato un quarto d'ora prima; appoggiò i
gomiti e riprese il medesimo atteggiamento, sulla stessa
pietra del parapetto: pareva che non si fosse mosso.
L'oscurità era completa. Era l'ora sepolcrale che segna la
mezzanotte. Uno strato di nubi celava le stelle. Il cielo era
un blocco nero e sinistro. Le case non avevano un solo
lume; nessuno passava; quanto si scorgeva delle vie e
delle rive era deserto; Notre-Dame e le torri del Palazzo di
Giustizia sembravano lineamenti della notte. Un lampione
gettava la sua luce rossastra sulla spalletta della riva, e le
sagome dei ponti si deformavano l'una dietro l'altra nella
bruma. La pioggia aveva ingrossato il fiume.
Si ricorderà che il luogo dov'era appoggiato Javert era
situato precisamente al di sopra della rapida della Senna, a
picco su quella terribile spirale di vortici che si annodano e
si snodano di continuo come una vite senza fine.
Egli chinò la testa e guardò. Tutto era nero; non si
distingueva nulla; si udiva un rumore di schiuma, ma non
si vedeva il fiume.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
358
I MISERABILI VOL. III
Ogni tanto, in quella profondità vertiginosa, appariva e
serpeggiava confusamente un barlume, poiché l'acqua ha
la facoltà, nella notte più buia, di prendere la luce non si sa
da dove e di mutarla in serpente. Poi il barlume spariva e
tutto ritornava indistinto. Pareva che là si spalancasse
l'immensità, e che al di sotto ci fosse non l'acqua ma una
voragine. Il muro a picco della riva, confuso, avvolto nella
nebbia, sfuggente all'occhio, pareva uno scoscendimento
dell'infinito.
Non si vedeva nulla, ma si sentiva la freddezza ostile
dell'acqua e l'odore scipito delle pietre bagnate. Un soffio
selvaggio saliva da quell'abisso. La piena del fiume,
intravista più che vista, il tragico mormorìo delle onde, la
lugubre vastità degli archi del ponte, l'immagine di una
caduta in quel cupo vuoto, tutta quell'ombra era piena di
orrore.
Javert restò immobile alcuni minuti, guardando
quell'apertura di tenebre, considerando l'invisibile con una
fissità che somigliava all'attenzione. L'acqua rumoreggiava.
D'un tratto, si tolse di testa il cappello e lo posò sul
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
359
I MISERABILI VOL. III
parapetto della riva; e un momento dopo, una figura alta e
nera, che da lontano qualche passante in ritardo avrebbe
potuto prendere per un fantasma, apparve ritta sul
parapetto. Si curvò sulla Senna, poi si raddrizzò e cadde
diritta nelle tenebre.
Ci fu un tonfo sordo.
Soltanto la tenebra seppe il segreto delle convulsioni di
quella forma oscura scomparsa sotto l'acqua.
Libro 5
IL NIPOTE E IL NONNO
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
360
I MISERABILI VOL. III
1. SI RIVEDE L'ALBERO CON LA FASCIATURA DI
ZINCO
Qualche tempo dopo gli ultimi avvenimenti da noi
raccontati, il signor Boulatruelle provò una viva emozione.
Il signor Boulatruelle era quello stradino di Montfermeil già
intravisto nelle parti tenebrose di questo libro.
Il lettore forse ricorderà che costui si occupava di cose
torbide e svariate. Spaccava le pietre e alleggeriva qualche
viaggiatore sulla strada maestra. Terrazziere e ladro, aveva
un ideale:
credeva ai tesori nascosti nel bosco di Montfermeil.
Sperava di trovare un giorno o l'altro dei denari sepolti al
piede di qualche albero; nell'attesa, li cercava volentieri
nelle tasche dei viandanti.
Tuttavia, per il momento, era prudente. L'aveva scampata
bella.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
361
I MISERABILI VOL. III
Sappiamo che era stato sorpreso nella stamberga
Jondrette con gli altri banditi; ma, utilità d'un vizio, la sua
qualità di ubriacone l'aveva salvato. Non s'era mai potuto
stabilire se si trovasse là come ladro o come derubato. E
un'ordinanza di non luogo a procedere, fondata sul suo
stato di ubriachezza, ben constatato la sera dell'agguato, lo
aveva messo in libertà. Aveva ripreso la via dei boschi. Era
ritornato alla sua strada da Gagny a Lagny a fare, sotto la
sorveglianza dell'amministrazione, delle ghiaiate per conto
dello Stato, con una cera umile, molto pensoso, meno
appassionato al furto che lo aveva quasi perduto, e rivolto
con maggior tenerezza al vino che lo aveva salvato.
Quanto alla viva emozione provata poco tempo dopo il suo
ritorno sotto l'erboso tetto della sua capanna di stradino,
eccola qui.
Una mattina Boulatruelle, recandosi come al solito al
lavoro, e fors'anche all'agguato, un po' prima dello spuntar
del giorno, scorse tra gli alberi un uomo di cui non vide
altro che il dorso, ma la cui corporatura, da quello che gli
parve a distanza e nel crepuscolo, non gli era del tutto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
362
I MISERABILI VOL. III
sconosciuta. Sebbene ubriacone, Boulatruelle aveva una
memoria precisa e lucida: arma difensiva indispensabile a
chiunque sia un po' in lotta con l'ordine legale.
- Dove diavolo ho visto qualche cosa di simile a
quell'uomo? - chiese a se stesso.
Ma non poté rispondere altro, se non che colui
assomigliava a qualcuno di cui serbava confusamente la
traccia nella mente.
Del resto, indipendentemente dall'identità che non riusciva
ad afferrare, Boulatruelle fece dei riaccostamenti e dei
calcoli.
Quell'uomo non era del paese, vi arrivava allora, e
certamente a piedi, perché nessuna vettura pubblica
passava a quell'ora per Montfermeil. Aveva camminato
tutta la notte. Donde veniva? Non da lontano, poiché non
aveva né sacco né involto. Da Parigi certamente. E perché
si trovava nel bosco? Perché ci si trovava a quell'ora? Che
ci veniva a fare?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
363
I MISERABILI VOL. III
Boulatruelle pensò al tesoro. A forza di scavare nella
memoria, si ricordò confusamente di aver provato,
parecchi anni prima, una preoccupazione simile, a
proposito di un uomo che gli faceva l'impressione di poter
essere quello stesso.
Così meditando, e sotto il peso della meditazione, aveva
chinato la testa, cosa naturale ma poco abile. Quando la
rialzò, non c'era più nulla: l'uomo era scomparso nella
foresta e nel crepuscolo.
- Corpo del demonio! - diss'egli. - Lo ritroverò. Scoprirò la
parrocchia di quel parrocchiano. Quel bighellone mattutino
ha uno scopo, e io lo saprò. Non ci devono essere segreti
nel mio bosco senza che c'entri anch'io.
Prese la zappa ben affilata, borbottando:
- Ecco di che frugare nella terra e in un uomo.
E rifacendo alla meglio l'itinerario che doveva aver seguito
quell'individuo, come s'attacca un filo a un altro filo, si
mise in cammino attraverso il bosco ceduo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
364
I MISERABILI VOL. III
Quand'ebbe percorso un centinaio di passi, il giorno, che
cominciava a spuntare, l'aiutò. Le orme impresse qua e là
sulla sabbia, le erbe calpestate, alcune eriche schiacciate,
dei giovani rami piegati nella sterpaglia, che si
raddrizzavano con graziosa lentezza come le braccia d'una
bella donna che si stirano svegliandosi, gli indicavano in
certo modo una traccia. Egli la seguì, poi la perdette. Il
tempo passava. Si addentrò di più nel bosco e giunse a una
specie di altura. Un cacciatore mattutino che passava
lontano fischiettando il motivo di Guillery, gli suggerì l'idea
d'arrampicarsi sopra un albero. Benché vecchio, era agile.
Lì accanto c'era un gran faggio degno di Titiro e di
Boulatruelle.
Ci salì su, più alto che poté.
L'idea era buona. Esplorando la solitudine dalla parte dove
il bosco è più intricato e selvaggio, scorse d'un tratto
l'uomo.
Ma l'aveva appena scorto che lo perse di vista.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
365
I MISERABILI VOL. III
L'uomo entrò o piuttosto sgusciò in una radura abbastanza
lontana e mascherata da grandi alberi, ma che Boulatruelle
conosceva benissimo per avervi notato, presso un gran
mucchio di pietre molari, un castagno malato, medicato
con una fascia di zinco inchiodata sulla corteccia. Era la
radura che chiamavano una volta fondo Blaru. Il mucchio
di pietre, destinato a chi sa quale uso, che vi si vedeva or
sono trent'anni, certo c'è ancora. Non c'è niente che
uguagli la longevità d'un mucchio di sassi, tranne quella
d'una palizzata di tavole. Sono là provvisoriamente; ottima
ragione per durare!
Con la rapidità della gioia, Boulatruelle si lasciò cadere più
che non scendere dall'albero. Il covo era scoperto; si
trattava ora di cogliere la bestia. Il famoso tesoro sognato
probabilmente era là.
Non era una faccenda da poco arrivare a quella radura. Per
i sentieri battuti, che hanno mille zig-zag secanti, ci voleva
un buon quarto d'ora; in linea retta, attraverso la macchia,
che da quel lato era straordinariamente folta, molto
spinosa e aggressiva, occorreva più di mezz'ora. Ma questo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
366
I MISERABILI VOL. III
Boulatruelle ebbe il torto di non capirlo. Egli prestò fede
alla linea retta, illusione ottica rispettabile, ma che rovina
molti uomini. La macchia, per quanto irta, gli parve la via
buona.
- Prendiamo la via Rivoli dei lupi - disse.
Boulatruelle, abituato ad andare di traverso, commise
l'errore di andare diritto.
Ebbe da fare con gli agrifogli, con le ortiche, coi
biancospini, con le rose selvatiche, coi cardi, con rovi molto
irascibili, e ne fu molto graffiato.
Nel fondo del burrone trovò dell'acqua che dovette
attraversare.
Finalmente, dopo quaranta minuti, arrivò alla radura Blaru
sudato, bagnato, ansante, scorticato e furioso.
Non ci trovò nessuno.
Corse al mucchio di pietre; era al suo posto, nessuno lo
aveva portato via.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
367
I MISERABILI VOL. III
Quanto all'uomo, s'era dileguato nella foresta. Era fuggito.
Dove?
da che parte? in quale macchia? Impossibile indovinarlo.
E, cosa straziante, dietro al mucchio di sassi, davanti
all'albero dalla piastra di zinco, c'era della terra smossa di
fresco, una zappa abbandonata o dimenticata e un buco.
Quel buco era vuoto.
Ladro! - gridò Boulatruelle, mostrando i pugni all'orizzonte.
2. MARIO USCITO DALLA GUERRA CIVILE, SI
PREPARA ALLA GUERRA DOMESTICA
Mario rimase a lungo fra la morte e la vita. Per alcune
settimane ebbe la febbre accompagnata da delirio e da
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
368
I MISERABILI VOL. III
sintomi cerebrali abbastanza gravi, cagionati dalle
commozioni delle ferite alla testa piuttosto che dalle ferite
stesse.
Per notti intere ripeté il nome di Cosetta, con la lugubre
loquacità della febbre e la cupa ostinazione dell'agonia. La
larghezza di alcune lesioni fu un pericolo serio, poiché sotto
certe influenze atmosferiche la suppurazione delle piaghe
larghe può sempre essere riassorbita e uccidere di
conseguenza il malato; ad ogni variazione di tempo, al
minimo temporale, il medico diventava inquieto. - E
soprattutto che il ferito non provi nessuna emozione ripeteva. Le medicazioni erano complicate e difficili,
giacché non si era ancora scoperto il modo di fissare le
bende con lo sparadrappo. Nicoletta consumò in filacce un
lenzuolo "grande come un soffitto", diceva lei. Non senza
fatiche, le lozioni clorurate e il nitrato d'argento vinsero la
cancrena.
Finché ci fu pericolo, il signor Gillenormand disperato, al
capezzale del nipote, fu come Mario: né morto né vivo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
369
I MISERABILI VOL. III
Un signore coi capelli bianchi e molto ben vestito, tali
erano i connotati riferiti dal portinaio, andava ogni giorno e
talora due volte al giorno a chiedere notizie del ferito, e a
portare un grosso involto di filacce per le medicazioni.
Finalmente il 7 settembre, tre lunghi mesi di sofferenza,
dopo la dolorosa notte in cui Mario era stato portato
moribondo in casa del nonno, il medico lo dichiarò fuori
pericolo. Cominciò la convalescenza: tuttavia Mario dovette
restare ancora più di due mesi disteso sopra una poltrona a
sdraio, a causa della frattura della clavicola. C'è sempre in
simili casi un'ultima ferita che non vuol chiudersi e che
prolunga le medicazioni, con grande noia del malato.
Del resto, quella lunga malattia e quella lunga
convalescenza lo salvarono da un processo. In Francia non
c'è collera, nemmeno pubblica, che non si estingua in sei
mesi. Le sommosse, nello stato in cui si trova la società,
sono talmente colpa di tutti, che sono seguite da un
bisogno di chiudere gli occhi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
370
I MISERABILI VOL. III
Si aggiunga che l'inqualificabile ordinanza Gisquet, che
imponeva ai medici di denunciare i feriti, aveva indignato
l'opinione pubblica, e non questa soltanto, ma il re per
primo; e fu così che i feriti si trovarono coperti e protetti da
tale indignazione. Ad eccezione di quelli che erano caduti
prigionieri in flagrante combattimento, i Consigli di guerra
non osarono inquietare nessuno. Mario dunque fu lasciato
tranquillo.
Il signor Gillenormand provò dapprima tutte le angosce,
poi tutte le estasi. Si durò molta fatica a impedirgli di
passar le notti accanto al malato, accanto al letto del quale
fece portare la sua grande poltrona. Pretese che sua figlia
adoperasse la più bella biancheria della casa per farne
filacce e bende, ma la signorina Gillenormand, da persona
saggia e attempata, trovò modo di salvare la bella
biancheria, pur lasciando credere al padre di avergli
obbedito. Il vecchio non permise che gli spiegassero che
per far filacce la tela grossa è preferibile alla batista e la
tela usata alla nuova. Egli assisteva a tutte le fasciature,
dalle quali invece sua figlia si assentava pudicamente; e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
371
I MISERABILI VOL. III
quando si tagliavano con le forbici le carni morte, egli
gridava ahi! ahi! Nulla di più commovente che vederlo
porgere al ferito una pozione col suo lieve tremito senile.
Assediava il medico di domande, e non s'accorgeva di
ripetere sempre le stesse.
Il giorno in cui il medico gli annunciò che Mario era fuori
pericolo, il vecchio provò un delirio. Dette tre luigi di
gratifica al portinaio. E la sera, entrato in camera ballò una
gavotta, facendo le castagnette col pollice e l'indice, e
cantò questa canzone:
"Gianna è nata a Fougère vero nido d'una pastora.
Io adoro la sua veste briccona.
Amore, tu vivi in lei; perché nella sua pupilla tu metti il tuo
turcasso, furbacchione!
Io la canto e l'amo, più della stessa Diana, Gianna e il suo
solido seno bretone".
Poi si mise in ginocchio sopra una sedia, e Basco che lo
osservava dalla porta socchiusa, credette che pregasse.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
372
I MISERABILI VOL. III
Fino a quel giorno non aveva mai creduto in Dio.
A ogni nuova fase del miglioramento, che si andava
sempre più delineando, il nonno usciva fuori di sé; faceva
macchinalmente molti gesti di allegrezza, saliva e scendeva
le scale senza sapere il perché. Una vicina, graziosa del
resto, fu molto stupita una mattina di ricevere un gran
mazzo di fiori; era il signor Gillenormand che glielo
mandava. Il marito fece una scenata di gelosia. Il vecchio
tentava di prendersi Nicoletta sulle ginocchia, chiamava
Mario "signor barone" e gridava "Viva la repubblica".
Ogni momento chiedeva al medico: - E' vero che non c'è
più pericolo? - Guardava Mario con occhi amorosi, lo
covava mentre mangiava. Non si riconosceva più, non
contava più nulla, Mario era il padrone della casa; c'era
della abdicazione nella sua gioia; egli era il nipote di suo
nipote.
In quella sua allegrezza, era il più venerando dei fanciulli.
Per paura di stancare o d'importunare il convalescente, gli
si poneva di dietro per sorridergli. Era contento, gioioso,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
373
I MISERABILI VOL. III
rapito, grazioso, ringiovanito; i suoi capelli aggiungevano
una dolce maestà alla gaia luce che gli risplendeva nel
volto. Quando la grazia s'associa alle rughe diventa
adorabile; c'è non so quale aurora in una vecchiezza
gioconda.
Mario dal canto suo, mentre si lasciava medicare e curare,
aveva un'idea fissa: Cosetta.
Da quando la febbre e il delirio l'avevano lasciato, egli non
pronunciava più quel nome, e si sarebbe potuto credere
che non ci pensasse più. Taceva, appunto perché la sua
anima era con lei.
Non sapeva che ne fosse stato di Cosetta: tutta la faccenda
di via Chanvrerie era come una nube nella sua memoria;
delle ombre quasi indistinte ondeggiavano nella sua mente,
Eponina, Gavroche, Mabeuf, i Thénardier, tutti i suoi amici
lugubremente frammisti al fumo della barricata; lo strano
passaggio del signor Fauchelevent in quella sanguinosa
avventura gli faceva l'impressione d'un enigma in una
tempesta; non comprendeva nemmeno in qual modo si
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
374
I MISERABILI VOL. III
trovasse in vita; non sapeva come e da chi fosse stato
salvato, e nessuno lo sapeva intorno a lui; né avevano
potuto dirgli altro, se non che una notte era stato portato
in una vettura in via Figlie del Calvario; passato, presente,
avvenire, era in lui tutta una nebbia d'una idea confusa,
ma in quella nebbia c'era un punto immobile, un profilo
netto e preciso, qualche cosa che era di granito, una
risoluzione, una volontà: ritrovare Cosetta. Aveva deciso
nel suo cuore di non accettare l'una senza l'altra, ed era
incrollabilmente deciso a esigere da chiunque volesse
costringerlo a vivere, da suo nonno, dal destino,
dall'inferno, la restituzione del suo Eden sparito.
Non si nascondeva gli ostacoli.
Notiamo qui una circostanza: egli non era lusingato né
molto commosso per tutte le premure e le tenerezze del
nonno. In primo luogo, non le conosceva tutte; e poi, nelle
sue fantasticherie di malato, ancora febbricitante forse,
diffidava di tutte quelle carezze come di cosa strana e
nuova, che avesse lo scopo di domarlo. Quindi, rimaneva
freddo; e il povero sorriso senile del nonno era speso
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
375
I MISERABILI VOL. III
inutilmente. Mario pensava che tutto sarebbe andato bene
fino a che avesse taciuto e lasciato fare; ma quando si
fosse trattato di Cosetta, avrebbe trovato un altro viso, e il
vero atteggiamento del vecchio si sarebbe smascherato.
Allora la faccenda sarebbe diventata aspra; recrudescenza
delle questioni di famiglia, confronti di posizione, tutti i
sarcasmi e tutte le obiezioni insieme, Fauchelevent,
Coupelevent, la ricchezza, la povertà, la miseria, la pietra
al collo, l'avvenire. Resistenza violenta; in conclusione, il
rifiuto. Mario si irrigidiva già in anticipo.
E poi, a mano a mano che ripigliava le forze, le antiche
accuse risorgevano, le vecchie ulcere della sua memoria si
riaprivano, ripensava al passato, vedeva il colonnello
Pontmercy interporsi ancora fra lui e il signor Gillenormand
e diceva tra sé che non poteva sperare nessuna sincera
bontà da chi era stato così ingiusto e duro con suo padre. E
con la salute, gli ritornava una certa asprezza contro suo
nonno. Il vecchio ne soffriva dolcemente.
Il signor Gillenormand, senza per altro manifestare mai
nulla, notava che Mario, da quando era stato riportato in
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
376
I MISERABILI VOL. III
casa e aveva ripreso i sensi, neppure una volta lo aveva
chiamato padre. Non gli diceva signore, è vero: ma trovava
modo di non dire né l'uno né l'altro, con una sua certa
maniera di girar le frasi.
Evidentemente, una crisi s'avvicinava.
Come avviene quasi sempre in simili casi, Mario, per
saggiare, tentò qualche scaramuccia prima della battaglia;
quel che si chiama tastare il terreno. Una mattina accadde,
a proposito d'un giornale cadutogli sotto mano, che il
signor Gillenormand parlasse con leggerezza della
Convenzione, e lanciasse un epifonema monarchico su
Danton, Saint-Just e Robespierre. - Gli uomini del '93
erano giganti - osservò Mario severamente. Il vecchio
tacque e non fiatò più per tutto il resto della giornata.
Mario, che aveva sempre presente nella memoria
l'inflessibile nonno dei suoi primi anni, vide in quel silenzio
una profonda concentrazione di collera, ne presagì una
lotta, e aumentò nelle ultime trincee della sua mente i
preparativi della battaglia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
377
I MISERABILI VOL. III
Decise che in caso di rifiuto si sarebbe strappato le
fasciature, spostato la clavicola, avrebbe messo al nudo e
al vivo quante piaghe gli rimanevano, e respinto ogni cibo.
Le ferite erano le sue munizioni. Ottenere Cosetta o
morire.
Aspettò il momento favorevole con la pazienza sorniona dei
malati.
E il momento venne.
3. MARIO ALL'ASSALTO
Un giorno, mentre sua figlia metteva in ordine le fiale e le
tazze sul marmo del cassettone, il signor Gillenormand era
chino su Mario e gli diceva col suo accento più tenero:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
378
I MISERABILI VOL. III
- Vedi, mio piccolo Mario, se io fossi in te mangerei adesso
piuttosto carne che pesce; una sogliola fritta è ottima per
cominciare la convalescenza, ma per mettere in piedi un
malato ci vuole una buona costoletta.
Mario, a cui erano tornate quasi interamente le forze, le
raccolse, si rizzò a sedere, appoggiò i pugni contratti sul
lenzuolo, guardò in faccia il nonno, assunse un aspetto
terribile e disse:
- Questo mi induce a dirvi una una cosa.
- Quale?
- Che voglio ammogliarmi.
- Previsto! - rispose il nonno; e scoppiò a ridere.
- Come, previsto?
- Sì, previsto. L'avrai la tua piccina.
Mario, stupefatto e oppresso da quella sorpresa, fu preso
da un tremito in tutto il corpo.
Il signor Gillenormand continuò:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
379
I MISERABILI VOL. III
- Sì, l'avrai la tua bella figlioletta graziosa. Essa viene ogni
giorno, sotto le sembianze d'un vecchio signore, a chiedere
tue notizie. Da quando sei stato ferito, passa il tempo a
piangere e a far filacce. Mi sono informato; abita in via
Homme-Armé, numero sette. Ah, ci siamo! La vuoi eh?
Ebbene, l'avrai. Eccoti preso al laccio. Tu avevi ordito il tuo
piccolo complotto, avevi pensato fra te: "Glielo voglio
intimare bruscamente a questo nonno, a questa mummia
della reggenza e del direttorio, a questo vecchio galante, a
questo Dorante diventato Geronte; le ha avute anche lui le
sue leggerezze e i suoi amoretti, le sue donnine e le sue
Cosette; anche lui ha strisciato attorno alle gonnelle, ha
avuto le ali, ha mangiato il pane della primavera, e
bisognerà pure che se ne ricordi. Staremo a vedere.
Battaglia". Ah! tu pigli il toro per le corna! Sta bene. Io ti
offro una costoletta, tu mi rispondi: "A proposito, voglio
ammogliarmi". Questa sì che è una transizione! Ah! tu
avevi calcolato di farmi brontolare! Tu non sapevi che sono
un vecchio debole. Che ne dici? Tutto questo ti fa
arrabbiare. Non ti aspettavi di trovare tuo nonno più gonzo
di te; ci rimetti il discorso che mi volevi fare, signor
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
380
I MISERABILI VOL. III
avvocato, e questo ti dà noia. Ebbene, tanto peggio,
arrovellati. Io faccio quello che vuoi e questo ti rompe le
gambe, imbecille! Ascolta. Ho assunto le mie informazioni;
sono sornione anch'io, sai! Lei è vezzosa, saggia; la storia
del lanciere non è vera; ha fatto un monte di filacce; è un
gioiello e ti adora... Se morivi, saremmo stati in tre; la sua
bara avrebbe accompagnato la mia. Mi era ben passato per
la testa, appena sei stato meglio, di schiaffartela qui al
capezzale, ma solo nei romanzi s'introducono così
senz'altro le ragazze vicino al letto dei leggiadri feriti che le
interessano; sono cose che non si fanno. Che avrebbe
detto tua zia? Tu eri nudo i tre quarti del tempo, ragazzo
mio. Domanda a Nicoletta, che non t'ha mai lasciato un
minuto, se era possibile che una donna ti restasse vicino. E
poi che avrebbe detto il medico? Una bella ragazza non
guarisce la febbre. Infine, sta bene, non parliamone più; è
detto, fatto, concluso. Prendila. E' questa la mia ferocia.
Capisci? ho visto che non mi volevi bene, e allora ho detto:
Che devo fare perché questo animale mi voglia bene? E
allora ho detto: - Toh! ho sottomano la mia piccola
Cosetta, ora gliela do, e bisognerà pure che mi ami un
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
381
I MISERABILI VOL. III
poco, o mi dica perché non vuole. Ah! tu credevi che il
vecchio dovesse tempestare, far la voce grossa, gridare di
no, e alzare il bastone contro tutta questa aurora. Niente
affatto.
Cosetta? sia; amore? sia; non domando di meglio. Signore,
abbiate la compiacenza di ammogliarvi. Sii felice, figlio mio
diletto!
Ciò detto, il vecchio scoppiò in singhiozzi.
E presa la testa di Mario, se la strinse fra le braccia, sul
vecchio petto, e piansero tutti e due. E' una delle forme
della felicità suprema.
- Padre mio! - esclamò Mario.
- Ah! dunque mi vuoi bene! - disse il vecchio.
Successe un momento ineffabile; si sentivano soffocare e
non potevano parlare.
Finalmente il nonno balbettò:
- Su via! eccolo sulla buona strada. Mi ha chiamato padre.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
382
I MISERABILI VOL. III
Mario, liberata la testa dalle braccia del nonno, disse piano:
- Ma, padre mio, adesso che sto bene, mi pare che potrei
vederla.
- Previsto anche questo. La vedrai domani.
- Padre mio!
- Cos'è?
- E perché non oggi?
- Ebbene, oggi; vada per oggi. M'hai chiamato tre volte tuo
padre, una cosa vale l'altra. Vado a occuparmene. Te la
condurranno.
Previsto, ti dico. Fu già messo in versi. E' la conclusione
dell'elegia del "Giovane malato" di Andrea Chénier, di
Andrea Chénier che fu sgozzato dagli sceller... dai giganti
del '93.
Il signor Gillenormand credette di scorgere una leggera
ruga sulla fronte del giovane, il quale invece, a dire il vero,
non lo ascoltava, rapito com'era in estasi, e pensava molto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
383
I MISERABILI VOL. III
più a Cosetta che al '93. Il vecchio, tremante d'aver
ricordato così inopportunamente Andrea Chénier, riprese
precipitosamente:
- Sgozzato non è la parola. Fatto sta che i grandi geni
rivoluzionari, i quali non erano cattivi, questo è
incontestabile, ed erano tanti eroi, altro che! trovarono che
Andrea Chénier li infastidiva un poco, e lo fecero ghigliott...
vale a dire che nell'interesse della salute pubblica quei
grandi uomini il sette termidoro pregarono Andrea Chénier
che si degnasse di andare...
Stretto alla gola dalla propria frase, il signor Gillenormand
non poté continuare, e non potendo né terminarla né
ritrattarla, mentre sua figlia rassettava il guanciale dietro
di Mario, il vecchio sconvolto da tante emozioni, si slanciò
fuori dalla stanza da letto con tutta la sveltezza concessagli
dall'età, respinse dietro di sé la porta, e rosso, soffocato,
schiumante di collera, con gli occhi fuori dalla testa, si
trovò a faccia a faccia con l'onesto Basco, che stava in
anticamera lucidando le scarpe.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
384
I MISERABILI VOL. III
L'afferrò per il bavero e gli gridò in viso con furore:
- Per le centomila incudini del diavolo, quei briganti lo
hanno assassinato!
- Chi, signore?
- Andrea Chénier!
Sì, signore - rispose Basco spaventato.
4. LA SIGNORINA GILLENORMAND FINISCE COL
TROVARE NORMALE CHE IL SIGNOR FAUCHELEVENT
ENTRASSE CON QUALCHE COSA SOTTO IL BRACCIO
Cosetta e Mario si rividero. Rinunciamo a dire che cosa fu
quel colloquio. Ci sono cose che non si deve tentar di
descrivere; fra di esse c'è il Sole.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
385
I MISERABILI VOL. III
Tutta la famiglia, compresi Basco e Nicoletta, era riunita
nella camera di Mario nel momento in cui entrò Cosetta.
Quando apparve sulla soglia, sembrava avvolta in un
nimbo.
Il nonno, che proprio in quel momento stava per soffiarsi il
naso, restò sospeso, col naso nel fazzoletto, e, guardando
la fanciulla, esclamò:
- Adorabile!
Poi si soffiò rumorosamente.
Cosetta era inebriata, rapita, spaventata, estasiata. Era
sgomenta quanto si può esserlo per troppa felicità.
Balbettava, tutta pallida, tutta rossa, voleva lanciarsi nelle
braccia di Mario, ma non osava, vergognosa d'amare
davanti a tante persone. Siamo senza pietà con gli amanti
infelici; restiamo là, proprio quando più vorrebbero essere
soli, quando non hanno assolutamente bisogno di nessuno.
Con Cosetta - e dietro di lei - era entrato un uomo coi
capelli bianchi, grave e pur sorridente, ma d'un sorriso
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
386
I MISERABILI VOL. III
incerto e straziante. Era "il signor Fauchelevent", era
Valjean.
Era molto ben vestito, come aveva detto il portinaio, tutto
di nero e a nuovo, e in cravatta bianca.
Il portinaio era lontano le mille miglia dal riconoscere in
quel borghese corretto, in quel probabile notaio, l'orribile
portatore di cadaveri, che lacero, inzaccherato, schifoso,
stravolto, con la faccia coperta di sangue e di fango, si era
presentato alla sua porta nella notte del 7 giugno,
sostenendo per le ascelle Mario svenuto. Tuttavia il suo
fiuto di portinaio era buono, e quando vide giungere il
signor Fauchelevent con Cosetta, non seppe astenersi dal
confidare a sua moglie questa idea:
- Non so perché, ma mi pare di avere già visto quel volto.
Fauchelevent, nella stanza di Mario, rimaneva quasi in
disparte, presso l'uscio. Aveva sotto braccio un involto
assai simile a un volume in ottavo, avvolto in un foglio di
carta verdastra che sembrava ammuffita.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
387
I MISERABILI VOL. III
- Porta sempre dei libri sotto il braccio quel signore? chiese sottovoce a Nicoletta la signorina Gillenormand, a
cui non piacevano i libri.
- Ebbene - rispose con lo stesso tono il signor Gillenormand
che l'aveva udita - è un dotto. E perciò? E' colpa sua? Il
signor Boulard, che ho conosciuto, neppure lui andava in
giro senza un libro, e ne aveva sempre uno così stretto al
cuore.
- Signor Tranchelevent...
Papà Gillenormand non lo fece apposta, ma la
sbadataggine per i nomi propri era in lui una maniera
aristocratica.
- Signor Tranchelevent, ho l'onore di chiedervi per mio
nipote, il signor barone Mario Pontmercy, la mano della
signorina.
Il "Signor Tranchelevent" s'inchinò.
- E' fatto - disse il nonno.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
388
I MISERABILI VOL. III
E volgendosi a Mario e Cosetta, con le braccia distese, e
benedicendoli, gridò:
- Vi permetto di adorarvi.
Non se lo fecero dire due volte. Tanto meglio! Cominciò il
cinguettio. Parlavano sommesso. Mario puntellato col
gomito sulla poltrona a sdraio, Cosetta in piedi vicino a lui.
- Ah mio Dio - mormorava Cosetta - vi rivedo! Sei tu! siete
voi!
Andare a battervi in quel modo! Ma perché? E' una cosa
orribile!
Per quattro mesi, sono stata come una morta. Che
cattiveria essere stato a quella battaglia! Vi perdono, ma
non lo farete più. Poco fa, quando sono venuti a dirci di
venire, ho creduto ancora di morire, ma per la gioia. Ero
così triste! Non mi sono neppure preoccupata di vestirmi:
devo essere brutta da far paura. Cosa diranno i vostri
parenti, vedendomi con una gorgiera tutta gualcita? Ma
parlate dunque! Mi lasciate discorrere da sola.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
389
I MISERABILI VOL. III
Stiamo sempre in via Homme-Armé. Pare che la ferita alla
spalla fosse spaventosa; m'hanno detto che vi si poteva
cacciar dentro la mano. E poi, pare che vi abbiano tagliato
le carni con le forbici; è una cosa orribile! Ho pianto tanto
che non ho più occhi. E' strano che si possa soffrire così.
Vostro nonno ha l'aria molto buona. Non state così
scomodo, non vi appoggiate sul gomito; state attento, vi
farete male. Oh, come sono contenta! Sono dunque finite
le avventure! Sembro stordita; volevo dirvi tante cose, ma
non ricordo più nulla. Mi amate sempre? Abitiamo in via
Homme- Armé. Non c'è giardino. In tutto questo tempo ho
sempre fatto filacce; guardate, è colpa vostra, signorino,
ho un po' incallito le dita.
- Angelo! - diceva Mario.
Angelo è la sola parola che non si possa sciupare, nessun
altro vocabolo resisterebbe allo spietato abuso che ne
fanno gli innamorati.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
390
I MISERABILI VOL. III
Poi, essendoci delle persone presenti, s'interruppero e non
aprirono più bocca, accontentandosi di toccarsi
leggermente la mano.
Il signor Gillenormand si volse a tutte le persone che erano
in quella stanza e gridò:
- Parlate dunque ad alta voce, voi altri, fate rumore, tra le
quinte. Su animo, un po' di strepito, che diavolo! perché
questi ragazzi possano chiacchierare a loro piacere.
E accostatosi a Mario e a Cosetta, aggiunse sottovoce:
- Datevi del tu, non abbiate soggezione.
La zia Gillenormand assisteva stupita a quella irruzione di
luce nella sua vecchia casa. Ma quello stupore non aveva
nulla di aggressivo: non era niente affatto l'occhiata
scandalizzata e invidiosa d'una civetta a una coppia di
colombi, ma lo sguardo inebetito d'una povera innocente di
cinquantasett'anni; era la vita mancata che guardava quel
trionfo, l'amore.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
391
I MISERABILI VOL. III
- Signorina Gillenormand - le disse suo padre - te l'avevo
detto io che ti sarebbe accaduto così.
E dopo un momento di silenzio aggiunse:
- Guarda la felicità degli altri.
Quindi volgendosi a Cosetta:
- Com'è graziosa! com'è graziosa! E' un Greuze. L'avrai
dunque tutta per te solo, ragazzaccio! Ah, briccone, la
scampi bella con me! Sei fortunato: se avessi quindici anni
di meno, ce la disputeremmo in duello. Ecco che sono
innamorato di voi, signorina! E' naturale. E' il vostro diritto.
Ah, che belle, che allegre nozze che faremo! La nostra
parrocchia è San Dionigi del Santo Sacramento, ma otterrò
una dispensa perché vi sposiate a San Paolo. La chiesa è
più bella, più civettuola: fu edificata dai gesuiti dirimpetto
alla fontana del cardinale di Birague. Il capolavoro
architettonico dei gesuiti si trova a Namur; si chiama San
Lupo. Dovreste andare a vederlo quando sarete sposati:
val la pena d'un viaggio, signorina; io sono completamente
della vostra opinione, voglio che le fanciulle si maritino;
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
392
I MISERABILI VOL. III
sono fatte per questo. C'è una certa santa Caterina che
vorrei sempre vedere a capo scoperto. Rimanere nubili è
una cosa bella, ma fredda. La Bibbia dice: Moltiplicatevi.
Per salvare il popolo ci vuole Giovanna d'Arco, ma per fare
il popolo ci vuole mamma Gigogne.
Dunque sposatevi, ragazze. Io non capisco davvero a quale
scopo si debba restare zitelle. So benissimo che in chiesa
hanno una cappella separata, e che vanno a finire nella
confraternita della Vergine; ma, perbacco! un bel marito,
un bravo ragazzo, e dopo un anno un bel bamboccio
biondo che poppa gagliardamente, che ha delle buone
pieghe di ciccia sulle cosce e che vi annaspa sul seno con le
sue rosee manine ridendo come l'aurora; tutto questo vale
più che tenere un cero a vespro e cantare "Turris
Eburnea"!
Il nonno fece una piroetta sulle sue calcagna di novanta
anni, e riprese a parlare come se avesse ricaricato la molla.
- "Dunque, frenando il tuo vagar fantasioso, E' proprio
vero, Alcippo, tra poco sarai sposo".
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
393
I MISERABILI VOL. III
- A proposito.
- Che cosa, padre mio?
- Non avevi un amico intimo?
- Sì, Courfeyrac.
- Cosa ne è stato?
- E' morto.
- Così va bene.
Sedette vicino a essi, fece sedere Cosetta, e prese le loro
quattro mani nelle sue vecchie mani rugose:
- E' deliziosa, questa piccola. E' un capolavoro, questa
Cosetta!
E' una ragazzina ed è già una gran dama. Sarà soltanto
una baronessa; peccato, è nata marchesa! E che ciglia!
Figli miei, ficcatevi bene nella zucca che voi siete nel vero.
Amatevi, fino a diventarne stupidi. L'amore è la stoltezza
degli uomini e lo spirito di Dio. Adoratevi! Solo che soggiunse turbandosi d'un tratto - per disgrazia, ora che ci
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
394
I MISERABILI VOL. III
penso, più della metà di quanto possiedo è collocata a
vitalizio. Finché vivrò io, le cose cammineranno abbastanza
bene, ma dopo la mia morte, fra una ventina d'anni, miei
poveri figlioli, non avrete più un soldo. Le vostre belle mani
bianche, signora baronessa, faranno al diavolo l'onore di
tirarlo per la coda.
A questo punto si udì una voce grave e tranquilla che
diceva:
- La signorina Eufrasia Fauchelevent possiede seicentomila
franchi.
Era la voce di Valjean.
Non aveva ancora proferito una parola, e pareva che
nessuno sapesse che egli era là. Se ne stava in piedi e
immobile dietro a tutte quelle persone felici.
- Chi è questa signorina Eufrasia? - chiese il nonno
sorpreso.
- Sono io - rispose Cosetta.
- Seicentomila franchi! - riprese il signor Gillenormand.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
395
I MISERABILI VOL. III
- Meno forse quattordici o quindicimila franchi - osservò
Valjean.
E posò sulla tavola l'involto che la zia Gillenormand aveva
preso per un libro.
Valjean aprì lui stesso l'involto; era un fascio di biglietti di
banca. Furono sfogliati e contati; c'erano cinquecento
biglietti da mille franchi e centosessantotto da cinquecento;
in totale cinquecentottantaquattromila franchi.
- Ecco un buon libro - disse il signor Gillenormand.
- Cinquecentottantaquattromila franchi - mormorò la zia.
- Questo accomoda molte cose, non è vero, signorina
Gillenormand maggiore - riprese il nonno. - Quel diavolo di
Mario è andato a snidare nell'albero dei sogni una ragazza
milionaria! Fidatevi ora degli amoretti dei giovanotti! Gli
studenti che trovano delle studentesse con seicentomila
franchi! Cherubino che lavora meglio di Rothschild.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
396
I MISERABILI VOL. III
- Cinquecentottantaquattromila franchi - ripeteva sottovoce
la signorina Gillenormand. - Cinquecentottantaquattromila
franchi!
Tant'è dire seicentomila, diamine!
Mario e Cosetta frattanto si guardavano, e appena
s'accorsero di quell'incidente.
5. DEPOSITATE IL VOSTRO DENARO IN CERTE
FORESTE, PIUTTOSTO CHE PRESSO CERTI NOTAI
Il lettore ha certamente capito, senza bisogno di lunghe
spiegazioni, che dopo il processo Champmathieu e grazie
alla sua prima evasione di pochi giorni, Valjean aveva
potuto andare a Parigi e ritirare in tempo dalla banca
Laffitte la somma da lui guadagnata a Montreuil-sur-mer
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
397
I MISERABILI VOL. III
sotto il nome di Madeleine; e che, temendo d'essere
ripreso, come infatti avvenne poco tempo dopo, aveva
nascosto e sepolto quella somma nel bosco di Montfermeil,
nel luogo detto il fondo Blaru. La somma, che era di
seicentotrentamila franchi tutti in biglietti di banca, faceva
poco volume e stava in una scatola. Sennonché, per
preservare la scatola dall'umidità, l'aveva rinchiusa in un
cofanetto di quercia pieno di trucioli di castagno, nel quale
aveva messo pure l'altro suo tesoro, i candelieri del
vescovo, che, come sappiamo, aveva portato via
scappando da Montreuil-sur-mer. L'uomo, visto la prima
volta una sera da Boulatruelle, era Valjean. Più tardi, ogni
qual volta gli occorreva danaro, egli andava a prenderne
nella radura Blaru; donde le sue assenze già accennate. In
un nascondiglio tra le sterpaglie, noto a lui solo, teneva
una zappa. Vedendo Mario in convalescenza, sentendo
avvicinarsi il momento in cui quel denaro poteva essere
utile, era andato a prenderlo; ed era ancora lui che
Boulatruelle aveva visto nel bosco, questa volta però di
mattina e non di sera. Boulatruelle ereditò la zappa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
398
I MISERABILI VOL. III
La somma precisa era di cinquecentottantaquattromila
franchi.
Valjean prelevò per sé cinquecento franchi, pensando: - Più
tardi vedremo.
La differenza fra la somma attuale e i seicentotrentamila
franchi ritirati dalla banca Laffitte rappresentava la spesa di
dieci anni, dal 1823 al 1833. Pei cinque anni di soggiorno in
convento erano bastati solo cinquemila franchi.
Valjean mise i due candelieri d'argento sul caminetto, ove
brillarono con grande ammirazione della Toussaint.
D'altra parte Valjean sapeva d'essere stato liberato da
Javert, avendo udito narrare e poi letto nel Moniteur che
un ispettore di polizia Javert era stato rinvenuto annegato
sotto un battello da lavandaia tra il Pont-au-Change e il
Ponte Nuovo, e che uno scritto lasciato da quell'uomo,
irreprensibile del resto e molto stimato dai suoi superiori,
faceva credere a un accesso d'alienazione mentale e a un
suicidio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
399
I MISERABILI VOL. III
Infatti - pensò Valjean - per avermi lasciato libero quando
già mi teneva, doveva proprio essere pazzo.
6. I DUE VECCHI FANNO DI TUTTO PERCHE' COSETTA
SIA FELICE
Tutto fu disposto per il matrimonio. Il medico consultato
dichiarò che poteva celebrarsi in febbraio. Si era allora in
dicembre.
Trascorsero alcune incantevoli settimane di felicità
perfetta.
Il meno felice non era il nonno, il quale rimaneva dei quarti
d'ora a contemplarsi Cosetta.
- Oh che meravigliosa fanciulla! - esclamava. - E che
fisionomia dolce e buona! Non c'è da far paragoni, è la più
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
400
I MISERABILI VOL. III
graziosa figliola che abbia mai visto in vita mia. Più tardi
avrà delle virtù profumate di violetta. E' una vera grazia!
Non si può non vivere nobilmente con una creatura simile.
Mario, figlio mio, tu sei barone, sei ricco, non fare
l'avvocato, te ne supplico.
Cosetta e Mario erano passati repentinamente dal sepolcro
al paradiso; la transizione era avvenuta senza cautele, e ne
sarebbero rimasti storditi se non ne fossero già stati
abbagliati.
- Ci capisci qualcosa in tutto questo? - chiedeva Mario a
Cosetta.
- No - rispondeva Cosetta - ma mi sembra che il buon Dio
ci guardi.
Valjean fece tutto, appianò tutto, conciliò tutto, rese tutto
facile. Egli affrettava la felicità della fanciulla con
altrettanta premura e altrettanta gioia quanto Cosetta
stessa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
401
I MISERABILI VOL. III
Essendo stato sindaco, seppe risolvere un problema
delicato, di cui egli solo conosceva il segreto: lo stato civile
di Cosetta.
Confessarne apertamente l'origine, chi sa? poteva impedire
il matrimonio. Egli cavò la fanciulla da tutte le difficoltà. Le
diede una famiglia di persone morte, mezzo sicuro per
evitare i reclami. Cosetta la superstite di una famiglia
estinta. Non era figlia sua, ma d'un altro Fauchelevent. Due
fratelli di questo nome erano stati giardinieri nel convento
del Petit-Picpus. Si andò al convento, ove abbondarono le
migliori informazioni e le più rispettabili testimonianze. Le
buone religiose, poco adatte e poco inclini a investigare su
questioni di paternità, e non supponendo malizia, non
avevano mai saputo esattamente di quale dei due
Fauchelevent Cosetta fosse figlia. Dissero quel che si volle
da esse, e lo dissero con zelo. Fu steso un atto notarile e
Cosetta davanti alla legge divenne la signorina Eufrasia
Fauchelevent, dichiarata orfana di padre e di madre.
Valjean fece in modo da essere designato, sotto il nome di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
402
I MISERABILI VOL. III
Fauchelevent, come tutore di Cosetta, col signor
Gillenormand come protutore.
Quanto ai cinquecentottantaquattromila franchi, dichiarò
che erano un legato fatto a Cosetta da persona che
desiderava restare sconosciuta. Il legato ammontava in
origine a cinquecentonovantaquattromila franchi, ma
diecimila erano stati spesi per l'educazione della signorina
Eufrasia, di cui cinquemila pagati allo stesso convento.
Quel legato, depositato in mano di terza persona, doveva
essere rimesso alla fanciulla quando fosse maggiorenne o
all'epoca del suo matrimonio. Tutto questo era molto
plausibile, come si vede, soprattutto con l'appoggio di più
d'un mezzo milione. C'erano, è vero, qua e là alcune cose
strane, ma non le videro, giacché uno degli interessati
aveva gli occhi bendati dall'amore, gli altri dai seicentomila
franchi.
Cosetta seppe così di non essere figlia del buon vecchio da
lei per tanto tempo chiamato padre. Egli era soltanto un
parente; il suo vero padre era un altro Fauchelevent. In
tutt'altro momento, questo fatto l'avrebbe rattristata; ma
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
403
I MISERABILI VOL. III
nel momento ineffabile in cui si trovava, fu appena una
nuvola, un'ombra; ed era tanta la sua gioia che la nube
durò poco. Essa aveva Mario. Il giovane arrivava e il
vecchio scompariva. La vita è fatta così.
Inoltre, da molti anni Cosetta era abituata a vedersi
intorno degli enigmi; chiunque abbia avuto un'infanzia
misteriosa è sempre disposto a certe rinunce.
Tuttavia continuò a chiamare Valjean "padre".
Cosetta era entusiasta di papà Gillenormand, il quale, a dir
vero, la colmava di madrigali e di doni. Mentre Valjean le
costruiva una posizione normale nella società e uno stato
civile ineccepibile, il signor Gillenormand attendeva al
regalo nuziale. Niente gli piaceva tanto quanto mostrarsi
magnifico. Le regalò una veste di merletti Binche che
aveva ereditato dalla sua nonna, dicendole:
- Queste mode rinascono; le anticaglie fanno furore; le
giovani della mia vecchiaia si vestono come le vecchie della
mia infanzia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
404
I MISERABILI VOL. III
Svaligiava i suoi rispettabili e panciuti canterani laccati, che
non erano stati aperti da anni. - Scrutiamo i segreti di
queste nobili dame; vediamo che cosa hanno nel pancione
- diceva. - E violava rumorosamente i cassetti zeppi degli
ornamenti di tutte le sue mogli, di tutte le sue amanti e di
tutte le sue antenate.
Stoffe di Pechino, damaschi, lampazzi, moerri dipinti, abiti
di gros marezzati di Tours, fazzoletti ricamati in oro
lavabile delle Indie, delfine senza rovescio ancora in pezza,
punti di Genova e d'Alençon, parures in oreficeria antica,
bomboniere di avorio ornate di microscopiche battaglie,
guarnizioni, nastri; tutto donava prodigalmente a Cosetta.
E Cosetta meravigliata, pazza d'amore per Mario e
riboccante di riconoscenza per il signor Gillenormand,
sognava una felicità senza fine vestita di raso e di velluto.
Il suo cesto con i doni nuziali le pareva sostenuto da
serafini, e l'anima s'involava nell'azzurro sulle ali dei
merletti di Malines.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
405
I MISERABILI VOL. III
L'ebbrezza degli innamorati non era uguagliata, l'abbiamo
detto, se non dall'estasi del nonno. Nella via delle Figlie del
Calvario c'era una specie di fanfara.
Ogni mattina, nuova offerta di cose rare del nonno a
Cosetta, intorno alla quale si mettevano splendidamente in
mostra tutti i possibili falpalà.
Un giorno Mario, che volentieri intercalava i discorsi seri
con la sua felicità, disse a proposito di non so quale
incidente: Gli uomini della rivoluzione sono così grandi, che
hanno il prestigio dei secoli, come Catone e come Focione,
e ciascuno di loro sembra una memoria antica.
- Moerro antico! - esclamò il vecchio. - Grazie, Mario, era
appunto l'idea che cercavo.
E il giorno appresso una magnifica veste di moerro antico
color tè fu aggiunto al corredo di Cosetta.
Da tutti quegli ornamenti il vecchio deduceva delle
massime di saggezza.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
406
I MISERABILI VOL. III
- L'amore va bene, ma ci vuole anche questo. La felicità è
soltanto il necessario; ci vuole anche l'inutile; bisogna
condirla enormemente di superfluo. Un palazzo e il suo
cuore; il suo cuore e il Louvre; il suo cuore e i gran giochi
d'acqua di Versailles.
Datemi la mia pastorella e fate che sia duchessa.
Conducetemi Fillide coronata di fiordalisi e aggiungetele
centomila franchi di rendita. Spalancatemi una scena
bucolica, a perdita di vista, sotto un colonnato di marmo e
io accetto la bucolica e anche la fantasmagoria di marmo e
oro. La felicità asciutta somiglia al pane asciutto; si
mangia, ma non si pranza. Io voglio il superfluo, l'inutile, lo
stravagante, l'eccessivo, quello che non serve a nulla. Mi
ricordo di aver visto nella cattedrale di Strasburgo un
orologio alto come una casa a tre piani, che indicava l'ora,
che aveva la compiacenza d'indicare l'ora, ma che non
pareva fatto per questo; dopo aver suonato mezzodì o
mezzanotte, mezzodì l'ora del sole, mezzanotte l'ora
dell'amore, o qualsiasi altra cosa che vi piaccia, vi dava la
luna e le stelle, la terra e il mare, gli uccelli e i pesci, Febo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
407
I MISERABILI VOL. III
e Febea, e un mucchio di cose che uscivano dalla nicchia, e
i dodici apostoli, e l'imperatore Carlo Quinto, ed Eponina e
Sabino, e per soprammercato un mucchio di pupazzi dorati
che suonavano la tromba. Senza contare i deliziosi
scampanii che diffondeva nell'aria ogni tanto senza
ragione. Vale altrettanto un brutto quadrante nudo nudo
che indica soltanto le ore? Io sto per il grande orologio di
Strasburgo e lo preferisco al cuculo della Selva Nera.
Il signor Gillenormand divagava specialmente a proposito
delle nozze, e tutte le specchiere del settecento passavano
alla rinfusa nei suoi ditirambi.
- Voi altri ignorate l'arte delle feste - esclamava. - Oggi
non sapete organizzare un giorno di gioia. Il vostro secolo
diciannovesimo è fiacco; manca di eccessi; ignora il ricco, il
nobile. E' troppo terra-terra. ll vostro terzo Stato è
insipido, incolore, inodore e informe. Il sogno delle vostre
borghesi quando si accasano, come dicono, è un bel
salottino decorato di fresco, tutto in palissandro e calicò.
Largo, largo! il signor Pitocco sposa la signorina Lesina.
Sontuosità e splendore! Hanno attaccato un luigi d'oro a
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
408
I MISERABILI VOL. III
una torcia! Ecco l'epoca attuale. Domando di fuggirmene
tra i Sarmati. Ah! io predissi che tutto era perduto fino dal
1787, il giorno in cui vidi il duca di Rohan, principe di Léon,
duca di Chabot, duca di Mombazon, marchese di Soubise,
visconte di Thouars, pari di Francia, andare a Longchamps
in un calessino! La cosa ha dato i suoi frutti. In questo
secolo fanno gli affari, giocano alla Borsa, guadagnano
quattrini e sono spilorci. Curano e inverniciano la
superficie, sono attillati, lavati, insaponati, raschiati, rasati,
pettinati, lucidati, lisciati, strofinati, spazzolati, nettati al di
fuori, irreprensibili, levigati come ciottoli, discreti, assettati,
e nello stesso tempo - virtù della mia bella! - hanno in
fondo alla coscienza dei letamai e delle cloache da far
inorridire una vaccaia che si pulisca il naso con le dita! Io
affibbio a quest'epoca la seguente divisa: "decenza
sudicia". Mario, non andare in collera, permettimi di
parlare, vedi che non dico male del popolo; ma lascia che
mi sfoghi contro la borghesia. Sono borghese anch'io. Chi
ama molto castiga molto. E con ciò ti dico chiaro e tondo
che la gente si sposa, sì, ma non sanno sposarsi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
409
I MISERABILI VOL. III
E' vero, io rimpiango la gentilezza delle antiche usanze.
Rimpiango tutto; l'eleganza, i modi cavallereschi, le
maniere cortesi e graziose, il lusso rallegratore che ognuno
dimostrava, la musica che faceva parte delle nozze sinfonia per le alte classi, strepito di tamburi per le basse le danze, i visi giocondi a mensa, i madrigali lambiccati, le
canzoni, i fuochi d'artificio, le franche risate, il diavolo con
tutte le sue diavolerie, e grandi nodi di nastri. Rimpiango la
giarrettiera della sposa. Perché si fa la guerra di Troia?
Diamine! per la giarrettiera di Elena. Perché si battono?
perché il divino Diomede fracassa sul capo di Merione il
grand'elmo di bronzo dalle dieci punte? perché Achille ed
Ettore si picchiano a gran colpi di picca? No! Ma perché
Elena s'è lasciata prendere la giarrettiera da Paride. Con la
giarrettiera di Cosetta Omero comporrebbe l'Iliade;
introdurrebbe nel suo poema un vecchio ciarlone come me
e lo chiamerebbe Nestore. Amici miei, in altri tempi, in
quegli amabili altri tempi si sposavano sapientemente; si
faceva un buon contratto e poi una buona gozzoviglia;
appena uscito il notaio entrava il cuoco. Ma sicuro! perché
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
410
I MISERABILI VOL. III
lo stomaco è una bestia piacevole, che reclama quanto le è
dovuto, e vuole anch'essa le sue nozze. Si cenava bene, e
a tavola si aveva una bella vicina senza colletto, che
nascondeva il seno con moderazione. Oh, le belle bocche
ridenti! e come si stava allegri allora! la giovinezza era un
mazzo di fiori; ogni giovinotto si incoronava di un ramo di
lilla o una ciocca di rose; anche i guerrieri erano pastori, e
il capitano dei dragoni trovava modo di chiamarsi Floriano.
Ci tenevano a essere belli; si coprivano di ricami e di
porpora. Un borghese sembrava un fiore, il marchese una
gemma. Non si usavano le ghette, non si usavano gli
stivali. Erano azzimati, lustri, marezzati, biondeggianti,
agili, leggiadri, galanti, ciò che non impediva di portare la
spada al fianco. Il colibrì ha becco e unghie. Era l'epoca
delle "Indie galanti". Uno degli aspetti del secolo era la
delicatezza, l'altro la magnificenza, e, per la virtù d'un
cavolo! si divertivano. Oggi invece sono tutti seri. Il
borghese è avaro, la borghesia è schizzinosa. Il vostro è un
secolo sfortunato. Caccerebbe via le grazie perché troppo
scollacciate. Ahimé! nascondono la bellezza come una cosa
brutta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
411
I MISERABILI VOL. III
Dalla rivoluzione, tutti portano calzoni, anche le ballerine;
una saltimbanca deve essere grave; le vostre danze sono
dottrinarie.
Bisogna mostrarsi maestosi. Sarebbero irritatissimi se non
potessero nascondere il mento nella cravatta. L'ideale d'un
galoppino di vent'anni che prenda moglie è di somigliare a
Royer- Collard. E sapete cosa otterrete con codesta
maestà? Diventate piccini. Abbiate in mente che la gioia
non è soltanto gioconda, ma è grande. Amoreggiate
dunque allegramente, che diavolo! quando vi sposate;
sposatevi dunque con la febbre e lo stordimento, lo strepito
e il tramestio della felicità! Gravi in chiesa, sia pure; ma
appena finita la messa, perdinci! si dovrebbe circondare la
sposa d'un vortice fantastico. Uno sposalizio deve essere
regale e chimerico, deve far passeggiare la cerimonia dalla
cattedrale di Reims alla pagoda di Chanteloup. Io odio le
nozze miserabili. Per Bacco Bacchissimo! siate nell'olimpo,
almeno quel giorno: siate tanti dei. Potrebbero essere dei
silfi, delle divinità del gioco e del riso, degli argiraspidi, e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
412
I MISERABILI VOL. III
invece sono tanti gaglioffi! Amici miei, ogni novello sposo
dev'essere un principe Aldobrandini.
Profittate di questo minuto unico nella vita per lanciarvi
nell'empireo coi cigni e con le aquile, salvo a ricadere
l'indomani nella borghesia dei ranocchi. Non economizzate
la gioia, non accorciate i suoi splendori, non lesinate il
giorno in cui dovete scintillare. Lo sposalizio non è il regime
domestico.
Oh! se facessi a mio capriccio, riuscirebbe una cosa
galante: si sentirebbero i violini tra gli alberi. Ecco il mio
programma:
azzurro e denaro. Introdurrei nella festa le divinità agresti,
convocherei le driadi e le nereidi. Le nozze d'Anfitrite, una
nube rosea, delle ninfe bene pettinate e nude, un
accademico che offre delle quartine alla Dea, un carro
trascinato da mostri marini.
"Tritone trottava davanti, e cavava dalla sua conchiglia dei
suoni così incantevoli che rapivano chiunque".
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
413
I MISERABILI VOL. III
Ecco un programma di festa, un programma veramente
magnifico, o che io non me ne intendo più, corpo d'un
cestino!
Mentre il nonno, in piena effusione lirica, ascoltava se
stesso, Cosetta e Mario s'inebriavano guardandosi
liberamente.
La zia Gillenormand considerava tutte queste cose con la
sua placidità imperturbabile. Negli ultimi cinque o sei mesi
essa aveva provato una certa quantità d'emozioni: il
ritorno di Mario, Mario riportato sanguinante, Mario
proveniente da una barricata, Mario morto, poi vivo, Mario
riconciliato, poi fidanzato, Mario che sposava una fanciulla
povera, poi sposava una milionaria. I seicentomila franchi
avevano costituito l'ultima sua sorpresa.
Dopo di che aveva ripreso la sua indifferenza di bambina di
prima comunione. Si recava regolarmente in chiesa,
sgranava il rosario, leggeva il suo eucologio, biascicava
delle Ave in un angolo della casa, mentre nell'altro si
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
414
I MISERABILI VOL. III
sussurravano degli "I love you", e vedeva Mario e Cosetta
come due ombre. L'ombra era lei.
C'è un certo stato d'ascetismo inerte in cui l'anima
neutralizzata dal torpore, estranea a quella che potrebbe
chiamarsi l'occupazione di vivere, non percepisce, tranne i
terremoti e le catastrofi, nessuna impressione umana, né
piacevole né disgustosa .
- La tua devozione - diceva il signor Gillenormand a sua
figlia,- corrisponde a un'infreddatura di cervello; tu non
senti nulla della vita, né i cattivi odori, né i buoni.
Del resto i seicentomila franchi avevano posto fine alle
titubanze della vecchia zitella. Suo padre aveva preso
l'abitudine di calcolarla così poco, che non l'aveva
nemmeno consultata sul consenso al matrimonio di Mario.
Aveva agito con la foga consueta, preoccupato, despota
divenuto schiavo, da una sola idea:
contentare il nipote. Quanto alla zia, egli non s'era neppure
sognato che esistesse e potesse avere un'opinione; ciò che,
per quanto pecora fosse, l'aveva urtata. Un po' urtata in
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
415
I MISERABILI VOL. III
fondo all'anima, ma esteriormente impassibile, aveva detto
fra sé: - Mio padre risolve la questione del matrimonio
senza di me; io risolverò quella dell'eredità senza di lui. Essa infatti era ricca e il padre no. S'era dunque riservata
di decidere da sola su questo. Ed è probabile che se il
matrimonio fosse stato povero, l'avrebbe lasciato tale. Tanto peggio per il mio signor nipote!
Sposa una pezzente, e resti un pezzente. - Ma il mezzo
milione di Cosetta le piacque, e mutò le disposizioni
dell'animo suo riguardo a quella coppia d'innamorati.
Seicentomila franchi meritano considerazione, ed era
evidente che lei non poteva fare altrimenti che lasciare la
sua ricchezza a quei due giovani, dal momento che non ne
avevano più bisogno.
Fu stabilito che gli sposi avrebbero abitato in casa del
nonno, il quale volle assolutamente cedere loro la propria
camera, la più bella della casa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
416
I MISERABILI VOL. III
- Questo mi farà ringiovanire - dichiarò. - E' un mio antico
progetto; ho sempre avuto l'intenzione di far le nozze nella
mia camera.
Quindi l'adornò d'una quantità di antichi ninnoli galanti,
fece rinnovare il soffitto e la fece tappezzare con una stoffa
straordinaria di Utrecht: fondo rasato a bottoni d'oro con
fiori di velluto.
- Le cortine del letto della duchessa d'Anville alla RocheGuyon- diceva egli - erano di questa stoffa. - E mise sul
caminetto una figurina di Sassonia che si copriva il ventre
nudo col manicotto.
La biblioteca del signor Gillenormand divenne lo studio
legale di Mario, poiché, come già sappiamo, il consiglio
dell'ordine degli avvocati prescriveva uno studio.
7. SOGNO E FELICITA'
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
417
I MISERABILI VOL. III
I due innamorati si vedevano ogni giorno. Cosetta veniva
col signor Fauchelevent. - Che mondo alla rovescia - diceva
la signorina Gillenormand - adesso le fidanzate vengono a
domicilio a farsi corteggiare. - Ma la convalescenza di Mario
aveva introdotto l'abitudine, e le poltrone della via Figlie
del Calvario, più comode per i colloqui intimi che non le
sedie impagliate della via Homme-Armé, l'avevano
radicata. Mario e Fauchelevent si vedevano ma non si
parlavano. Pareva che così si fosse convenuto. Una
signorina ha bisogno di un'accompagnatrice, e senza
Fauchelevent Cosetta non poteva venire. Per Mario dunque
Fauchelevent era la condizione "sine qua non" di Cosetta.
Mettendo sul tappeto, in modo generico e senza precisare,
le questioni politiche, dal punto di vista del miglioramento
generale, essi arrivavano a dirsi qualche cosa di più del sì e
no. Una volta anzi, a proposito dell'istruzione, che Mario
voleva gratuita e obbligatoria, moltiplicata sotto tutte le
forme, prodigata a tutti come l'aria e la luce, in una parola,
respirabile dal popolo intero, si trovarono all'unisono e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
418
I MISERABILI VOL. III
quasi conversarono. In quell'occasione Mario notò che il
signor Fauchelevent parlava bene, e anche con una certa
elevatezza di linguaggio; però, gli mancava un non so che:
aveva qualcosa di meno di un uomo di mondo, e qualcosa
di più.
Nel suo interno, nel fondo del suo pensiero, Mario faceva
ogni sorta di mute domande a quel signore Fauchelevent,
che si mostrava con lui soltanto benevolo e freddo.
Provava talvolta dei dubbi sulle proprie rimembranze; c'era
nella sua memoria un vuoto, un punto nero, un abisso
scavato da quattro mesi d'agonia, nel quale molte cose
s'erano perdute. Arrivava al punto di chiedersi se avesse
realmente visto Fauchelevent, un uomo così serio e così
calmo, nella barricata.
Non era questo il solo stupore che le apparizioni e le
sparizioni del passato gli avessero lasciato nell'animo. Non
è da credere che egli fosse libero da tutte quelle ossessioni
della memoria che ci forzano,anche felici,anche soddisfatti,
a guardare melanconicamente indietro. La mente che non
si rivolge verso gli orizzonti svaniti non contiene né
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
419
I MISERABILI VOL. III
pensiero né amore. In certi momenti Mario, col viso nelle
mani, vedeva il passato tumultuoso e incerto attraversargli
il crepuscolo del cervello. Vedeva cadere Mabeuf, udiva
Gavroche cantare sotto la mitraglia, sentiva sotto le labbra
il freddo della fronte d'Eponina; Enjolras, Courfeyrac,
Prouvaire, Combeferre, Bossuet, Grantaire, tutti i suoi
amici gli si rizzavano dinanzi, poi svanivano. Tutti quegli
esseri cari, dolorosi, valenti, graziosi o tragici, erano
dunque sogni? o erano realmente esistiti? La sommossa gli
aveva tutto travolto. Le grandi febbri hanno grandi sogni.
Egli s'interrogava, si tastava, era preso dalla vertigine di
tutte quelle realtà svanite.
Dov'erano essi? era proprio vero che tutto fosse morto?
Una caduta nelle tenebre aveva ingoiato tutto, eccetto lui.
Gli sembrava che tutto fosse scomparso come dietro un
sipario di teatro. Ci sono infatti delle tende che calano così
nella vita. Dio passa all'atto seguente.
Ed egli pure, era veramente lo stesso uomo? Egli, il
povero, era ricco; egli, l'abbandonato, aveva una famiglia;
egli, il disperato, sposava Cosetta. Gli pareva d'aver
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
420
I MISERABILI VOL. III
attraversato una tomba nella quale era entrato nero e ne
era uscito bianco, mentre gli altri vi erano rimasti. In certi
momenti, tutte le persone del passato, ritornate e presenti,
formavano circolo intorno a lui e lo rendevano cupo. Allora
pensava a Cosetta e subito si rasserenava. Ma ci voleva
solo quella felicità per cancellare quella catastrofe.
Fauchelevent aveva preso posto fra questi esseri svaniti.
Mario esitava a credere che il Fauchelevent della barricata
fosse quello stesso in carne e ossa, così gravemente
seduto accanto alla fanciulla. Il primo era probabilmente
uno di quegli incubi recati e portati via dalle sue ore di
delirio. Del resto, la stessa diversità dei loro caratteri
rendeva impossibile qualunque interrogazione da parte di
Mario; non gliene sarebbe venuta neppure l'idea. E' una
circostanza caratteristica alla quale abbiamo già accennato.
E' meno raro che non si creda il caso di due uomini che
hanno un segreto comune, e che, per una specie di tacito
accordo, non si scambiano una parola su quell'argomento.
Una sola volta Mario tentò la prova. Fece entrare nella
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
421
I MISERABILI VOL. III
conversazione la via Chanvrerie, quindi, volgendosi a
Fauchelevent, gli disse:
- Conoscete quella via?
- Quale?
- La via Chanvrerie?
- Non ho nessuna idea del nome di quella via - rispose il
signor Fauchelevent col tono più naturale del mondo.
La risposta, che riguardava il nome della via anziché la via
stessa, parve a Mario più concludente di quanto non fosse
in realtà.
Certamente - pensò - ho sognato, ho avuto
un'allucinazione. Era qualcuno che gli somigliava, ma il
signor Fauchelevent non c'era.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
422
I MISERABILI VOL. III
8. DUE UOMINI CHE NON SI POSSONO RITROVARE
Per quanto vivo, l'incantamento non cancellò dalla mente
di Mario altre preoccupazioni.
Mentre attendeva l'epoca fissata per le nozze, che si
andavano preparando, egli fece fare alcune scrupolose e
difficili indagini sul passato.
Aveva un debito di gratitudine da più parti; ne doveva per
suo padre e per sé. C'era Thénardier; c'era lo sconosciuto
che aveva portato lui, Mario, in casa di Gillenormand. Egli
ci teneva a ritrovare questi due uomini. Non intendeva
ammogliarsi, essere felice e dimenticarli, temendo che quei
debiti sacri, non soddisfatti, gettassero un'ombra sulla sua
esistenza, la quale ora gli si offriva così luminosa. Gli
pareva impossibile lasciarsi dietro tutto quel passato di
sofferenza, e, prima d'entrare allegramente nell'avvenire,
voleva aver saldato il conto col passato.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
423
I MISERABILI VOL. III
Che Thénardier fosse uno scellerato, questo non
menomava in nulla il fatto di aver salvato la vita al
colonnello Pontmercy.
Thénardier era un bandito per tutti, meno per lui.
Ignorando la vera scena di battaglia a Waterloo, Mario
ignorava che suo padre si trovava di fronte a Thénardier
nella strana situazione di dovergli la vita, senza dovergli
alcuna riconoscenza.
Nessuno degli agenti impiegati da Mario giunse a scoprire
la traccia di Thénardier. Da quel lato la scomparsa
sembrava completa. La Thénardier era morta in prigione
durante l'istruttoria del processo; Thénardier e la figlia
Azelma, i due soli che restassero di quel deplorevole
gruppo, si erano immersi di nuovo nell'ombra. Il gorgo
dell'Ignoto sociale s'era richiuso silenziosamente su quegli
esseri, e non si vedeva neppure alla superficie quel
fremito, quel tremolio, quegli oscuri circoli concentrici i
quali annunciano che qualche cosa è caduta in quel punto e
che si può gettarvi lo scandaglio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
424
I MISERABILI VOL. III
Morta la Thénardier, Boulatruelle messo fuori causa,
Claquesous sparito, i principali accusati evasi di prigione, il
processo dell'agguato nella topaia Gorbeau era quasi
sfumato. La faccenda era rimasta abbastanza oscura. Il
banco degli accusati aveva dovuto contentarsi di due
subalterni, Panchaud detto Printanier, detto Bigrenaille, e
Demi-Liard soprannominato Deux Milliards, condannato a
dieci anni di galera. Contro i loro complici evasi e
contumaci era stata pronunciata la pena dei lavori forzati a
vita, e contro Thénardier, capo e organizzatore del delitto e
anche contumace, quella di morte. Tale condanna era la
sola cosa che rimanesse di quell'uomo, e gettava una luce
sinistra su quel nome sepolto, come una candela sopra un
feretro.
Del resto, sospingendo Thénardier nei più profondi
nascondigli per il timore di essere ripreso, quella condanna
accresceva le tenebre fitte che coprivano quell'uomo.
Quanto all'altro, all'uomo ignoto che aveva salvato Mario,
le ricerche dettero dapprima qualche frutto, poi si
fermarono a un tratto. Si riuscì a rintracciare la vettura che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
425
I MISERABILI VOL. III
la sera del 6 giugno aveva trasportato Mario nella via Figlie
del Calvario. Il cocchiere dichiarò che quel giorno egli era
rimasto a disposizione d'un agente di polizia, dalle tre
pomeridiane fino a notte sulla riva dei Campi Elisi al di
sopra dello sbocco della Grande Fogna; che verso le nove
di sera, il cancello della fogna che dà sull'argine del fiume
si era aperto; ne era uscito un uomo portandone sulle
spalle un altro che sembrava morto; l'agente, rimasto in
osservazione su quel punto, aveva arrestato il vivo e
sequestrato il morto; per ordine dell'agente, il cocchiere,
aveva ricevuto "tutta quella gente" nella sua vettura; si
erano prima recati in via Figlie del Calvario, dove avevano
deposto il morto; quel morto era il signor Mario, e lui, il
cocchiere, lo riconosceva benissimo benché "questa volta"
fosse vivo, dopo erano risaliti nella sua vettura ed egli
aveva sferzato i cavalli; a qualche passo dalla porta degli
Archivi lo avevano fatto fermare, e là nella via l'avevano
pagato e lasciato; l'agente aveva condotto via l'altro uomo;
non sapeva nulla di più, inoltre la notte era molto buia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
426
I MISERABILI VOL. III
Mario, come abbiamo detto, non si ricordava di nulla,
ricordava soltanto di essere stato afferrato per di dietro
nella barricata da una mano robusta nel momento in cui
cadeva rovescio; poi tutto era svanito e non aveva ripreso i
sensi se non in casa di Gillenormand.
Si perdeva in congetture.
Non poteva dubitare della propria identità.
Eppure, come era avvenuto che, caduto in via Chanvrerie,
fosse stato raccolto da un agente di polizia, sull'argine della
Senna vicino al ponte degli Invalidi? qualcuno l'aveva
portato dal quartiere dei Mercati sino ai Campi Elisi. E
come? attraverso la cloaca. Abnegazione inaudita!
Qualcuno? Chi?
Era l'uomo che Mario cercava.
Di quest'uomo, che era il suo salvatore, nulla, nessuna
traccia, neppure il minimo indizio.
Quantunque obbligato a una grande riserva, Mario spinse
le sue ricerche fino alla prefettura di polizia; ma là le
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
427
I MISERABILI VOL. III
informazioni non approdarono a nulla. La polizia ne sapeva
meno del vetturino; non si sapeva di nessun arresto
operato il 6 giugno al cancello della Grande Fogna; non era
pervenuto nessun rapporto intorno a quel fatto, che dalla
prefettura era considerato come una favola.
Se ne attribuiva l'invenzione al cocchiere, giacché i
cocchieri per avere una mancia sono capaci di tutto, anche
di inventare.
Eppure il fatto era certo e Mario non ne poteva dubitare a
meno che non mettesse in dubbio, come abbiamo detto, la
propria identità.
Tutto era inesplicabile in quello strano enigma.
Che ne era successo di quell'uomo, dell'uomo misterioso
che il cocchiere aveva visto uscire dal cancello della Grande
Fogna portando sulle spalle Mario svenuto, e che l'agente
di polizia in agguato aveva arrestato in flagrante delitto di
salvataggio d'un insorto? e che ne era stato dell'agente
stesso? perché quell'agente aveva taciuto? l'uomo era forse
riuscito a fuggire?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
428
I MISERABILI VOL. III
aveva corrotto l'agente? perché quell'uomo si era eclissato
agli occhi di Mario che gli doveva tutto? Il disinteresse non
era minore dell'abnegazione. Perché quell'uomo non
ricompariva? Forse egli era superiore a ogni ricompensa,
ma nessuno è superiore alla gratitudine. Era morto? e chi
era? che viso aveva? Nessuno sapeva dirglielo. Il cocchiere
rispondeva: "la notte era molto buia"; Basco e Nicoletta,
sbalorditi, avevano badato soltanto al loro giovane padrone
tutto sanguinante; il portinaio, la cui candela aveva
illuminato il tragico arrivo di Mario, era il solo che avesse
notato quell'uomo, ed ecco i connotati che ne dava:
"Quell'uomo era spaventevole".
Nella speranza di ricavarne qualcosa per le sue indagini,
Mario fece conservare i vestiti intrisi di sangue, che aveva
indosso quando l'avevano portato in casa del nonno.
Nell'esaminare il soprabito s'accorse che una delle falde era
lacerata in modo strano: ne mancava un pezzo.
Una sera Mario parlava, davanti a Cosetta e a Valjean, di
tutta quella strana avventura, delle innumerevoli
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
429
I MISERABILI VOL. III
informazioni assunte e dell'inutilità dei suoi sforzi. Il viso
freddo del "signor Fauchelevent" lo impazientiva: con una
vivacità che aveva quasi le vibrazioni della collera,
esclamò:
- Sì, quell'uomo, chiunque sia, fu sublime. Sapete cosa
fece, signore? Intervenne come l'arcangelo. Dovette
scagliarsi in mezzo alla battaglia, nascondermi, aprire la
fogna, trascinarmi in essa, e portarmi attraverso di essa!
Dovette percorrere più di una lega e mezzo tra orribili
gallerie sotterranee, curvato, piegato, nelle tenebre, nella
cloaca; più di una lega e mezzo, signore, con un cadavere
sulle spalle! E a che scopo? Con l'unico scopo di salvare
quel cadavere. E quel cadavere sono io. Egli pensò: qui c'è
forse ancora un barlume di vita, e io voglio arrischiare la
mia esistenza per questa miserabile scintilla. E la sua
esistenza l'ha arrischiata non una volta, ma venti. Ogni
passo era un pericolo; e lo prova il fatto che uscendo dalla
fogna fu arrestato. Sapete, signore, che quell'uomo ha
fatto tutto ciò? E non poteva sperare nessuna ricompensa.
Cos'ero io? un insorto. Cos'ero? un vinto. Oh!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
430
I MISERABILI VOL. III
se i seicentomila franchi di Cosetta fossero miei...
- Sono vostri - interruppe Valjean.
- Ebbene - riprese Mario - io li darei per ritrovare
quell'uomo.
Valjean tacque.
Libro 6
NOTTE BIANCA
1. IL 16 FEBBRAIO 1833
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
431
I MISERABILI VOL. III
La notte dal 16 al 17 febbraio fu una notte benedetta; al di
là del suo velo d'ombra il cielo si aprì sopra di lei. Fu la
notte delle nozze di Mario e Cosetta.
La giornata era stata bellissima.
Non era stata la festa azzurra sognata dal nonno, una
fantasmagoria con una confusione di cherubini e di cupìdi
sopra la testa degli sposi, un matrimonio degno di figurare
nei disegni d'una tappezzeria; ma era riuscita commovente
e gioconda.
La moda delle nozze nel 1833 non era quella di oggi. Allora
la Francia non aveva ancora preso a prestito dall'Inghilterra
la delicatezza suprema di rapire la propria sposa, di fuggire
via uscendo dalla chiesa, di nascondere vergognosi la
propria felicità, e di amalgamare un contegno da
bancarottiere con le estasi del Cantico dei Cantici. Non si
era ancora compreso quanta castità, quanta squisitezza e
decenza c'era nel far trabalzare il proprio paradiso in una
carrozza postale, intercalare al proprio mistero le
schioccate di frusta, prendere per letto nuziale un letto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
432
I MISERABILI VOL. III
d'albergo, e lasciarsi indietro, in un'alcova volgare a tanta
notte, il più sacro ricordo della vita, misto e confuso ai
convegni dei postiglioni con le fantesche d'albergo.
In questa seconda metà del secolo diciannovesimo in cui ci
troviamo, il sindaco e la sua sciarpa, il sacerdote e la sua
pianeta, la legge e Dio non bastano più; a completarli ci
vuole il postiglione di Longjumeau, l'abito turchino con
risvolti rossi e i bottoni a campanello, la piastra
sull'avambraccio, i calzoni di pelle verde, le bestemmie ai
cavalli normanni dalla coda annodata, i galloni finti, il
cappello incerato, i grossi capelli impolverati, l'enorme
frusta e i robusti stivali. La Francia non spinge ancora la
sua eleganza, come la nobiltà inglese, fino a far piovere
sulla carrozza postale degli sposi una grandine di pantofole
scalcagnate e di vecchie ciabatte, in memoria di Churchill,
chiamato più tardi Marlborough o Malbrouck, il quale il
giorno in cui sposò fu assalito dalla collera di una zia che
gli portò fortuna. Le ciabatte e le pantofole non sono
ancora comprese nelle nostre cerimonie nuziali; ma
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
433
I MISERABILI VOL. III
pazientate un poco, e col diffondersi del buon gusto ci si
arriverà.
Nel 1833, - sembra siano trascorsi da allora cento anni - ,
non si facevano le nozze a gran trotto.
In quell'epoca credevano tuttavia, cosa bizzarra, che lo
sposalizio fosse una festa intima e sociale, che un
banchetto patriarcale non guastasse una solennità
domestica, che la gioia, anche eccessiva purché onesta,
non facesse male alla felicità, e che infine fosse cosa
venerabile e buona che la fusione dei due destini da cui
deve scaturire una famiglia cominciasse nella casa, e che
l'accordo coniugale avesse a testimonio la camera nuziale.
E commettevano l'impudicizia di sposarsi in casa propria!
Le nozze si fecero dunque, seguendo quella moda ora
decaduta, in casa Gillenormand.
Per quanto naturale e ordinaria sia questa faccenda del
matrimonio, le pubblicazioni, gli atti contrattuali, il
municipio, la chiesa riservano sempre qualche
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
434
I MISERABILI VOL. III
complicazione; cosicché non si fu pronti prima del 16
febbraio.
Ora, notiamo questa circostanza per pura soddisfazione di
essere esatti, avvenne che il 16 febbraio fosse il martedì
grasso, donde esitazioni e scrupoli specialmente da parte
della zia Gillenormand.
- Martedì grasso! - esclamò il nonno. - Tanto meglio. C'è
un proverbio: "Le nozze di martedì grasso non avranno figli
ingrati".
Passiamo oltre! Vada per il 16! Vuoi forse ritardare tu,
Mario?
- No di certo! - rispose l'innamorato.
- Sposiamoci dunque! - concluse il vecchio.
Il matrimonio fu quindi celebrato il 16, malgrado la
pubblica festa. Pioveva quel giorno; ma c'è sempre in cielo,
a disposizione dell'allegria, un piccolo angolo azzurro, che
gli amanti sanno scorgere anche se il resto della creazione
sta sotto un ombrello.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
435
I MISERABILI VOL. III
Il giorno prima, Valjean aveva consegnato a Mario, in
presenza del signor Gillenormand, i
cinquecentottantaquattromila franchi.
Poiché il matrimonio avveniva in base al regime della
comunione dei beni, il contratto era stato semplice.
La Toussaint, diventava ormai inutile a Valjean, fu presa da
Cosetta e promossa al grado di cameriera.
Quanto a Valjean, c'era in casa Gillenormand una bella
camera ammobiliata espressamente per lui, e Cosetta gli
disse in modo così irresistibile: "Papà, ve ne prego", che
finì col fargli quasi promettere di andarla a occupare.
Alcuni giorni prima di quello fissato per le nozze, era
accaduto un incidente a Valjean: s'era un po' schiacciato il
pollice della mano destra. Non era una cosa grave, ed egli
non aveva permesso ad alcuno di occuparsene, né di
medicargli la ferita né di vederla, neppure a Cosetta; fu
però costretto ad avvolgere la mano in un fazzoletto e a
portare il braccio al collo; e ciò gli impedì di firmare. Lo
supplì Gillenormand in qualità di protutore di Cosetta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
436
I MISERABILI VOL. III
Non condurremo il lettore né al municipio né alla chiesa.
Non si seguono gli innamorati fin là, e abbiamo l'abitudine
di volgere le spalle al dramma, appena lo sposo s'è messo
il mazzolino di fiori all'occhiello. Ci limiteremo a notare un
incidente, d'altronde inavvertito dal corteo, che capitò nel
tragitto dalla via Figlie del Calvario alla chiesa di San Paolo.
Stavano in quei giorni riattando il lastricato dell'estremità
nord di via San Luigi, la quale era sbarrata all'altezza della
via del Parco Reale; era quindi impossibile alle carrozze
dello sposalizio andare direttamente a San Paolo;
bisognava cambiare itinerario, e il più semplice era di
girare per il boulevard. Uno degli invitati fece osservare
che era martedì grasso e che ci sarebbe stato ingombro di
carrozze. - Perché? - domandò il signor Gillenormand.
- A causa delle maschere. - Magnifico! disse il nonno. Andiamo allora di là. Questi giovani si sposano, stanno per
entrare nella parte seria della vita; il vedere un po' di
mascherata li preparerà meglio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
437
I MISERABILI VOL. III
Presero per il boulevard. La prima berlina portava Cosetta,
la signorina Gillenormand e Valjean; Mario, ancora
separato dalla sposa, secondo l'uso, veniva nella seconda.
All'uscire dalla via Figlie del Calvario, il corteo nuziale
s'accodò alla lunga processione di vetture che formano una
eterna catena dalla Maddalena alla Bastiglia e dalla
Bastiglia alla Maddalena.
Sul boulevard c'era una folla di maschere; pioveva a
intervalli, ma Pagliaccio, Pantalone e Zanni erano ostinati.
Nel buonumore di quell'inverno del 1833, Parigi s'era
travestita da Venezia. Di quei martedì grassi oggi non se
ne vedono più. Tutto ciò che esiste attualmente è un
eterno carnevale, e perciò non c'è più carnevale.
I viali laterali rigurgitavano di passanti e le finestre erano
piene di curiosi. Le terrazze che coronano i peristili dei
teatri erano zeppe di spettatori. Oltre le maschere, essi
guardavano quella sfilata, caratteristica nel martedì grasso
come Longchamps, di veicoli d'ogni sorta, che procedevano
in ordine, l'uno dopo l'altro secondo i regolamenti di polizia
e come incassati nelle rotaie. Quanti si trovano in quei
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
438
I MISERABILI VOL. III
veicoli sono nello stesso tempo spettatori e spettacolo. Le
guardie di polizia contenevano sui lati del boulevard le due
interminabili file parallele e procedenti in senso contrario, e
sorvegliavano perché nulla intralciasse la duplice corrente
dei due ruscelli di vetture scorrenti l'uno a valle, l'altro a
monte, l'uno verso la Chaussée d'Antin, l'altro verso il
sobborgo Sant'Antonio. Le carrozze stemmate dei Pari di
Francia e degli ambasciatori tenevano il mezzo del corso
andando e venendo liberamente, e alcune mascherate
splendide e festose, in particolare quella del Bue Grasso,
godevano lo stesso privilegio. In quella gaiezza parigina,
l'Inghilterra faceva schioccare la sua frusta: la carrozza
postale di lord Seymour passava rumorosamente,
accompagnata da un nomignolo triviale.
Nella duplice fila, lungo la quale galoppavano le guardie
municipali simili a cani da pastore, parecchi cupé privati,
ingombri di prozie e di nonni, mettevano in mostra alle
portiere freschi gruppi di fanciulli mascherati, pierrot di
sette anni, pierrot di sei, vezzose creaturine che sentivano
di partecipare alla pubblica allegrezza, e, compenetrate
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
439
I MISERABILI VOL. III
dalla dignità del loro travestimento, avevano una gravità
da funzionari.
Ogni tanto sopravveniva un inciampo alla circolazione delle
carrozze e l'una e l'altra fila laterale s'arrestavano sino a
che non fosse sciolto l'ingorgo. La fermata di un solo
veicolo bastava a paralizzare tutta la catena. Poi si
rimettevano in cammino.
Le carrozze del corteo nuziale si trovavano nella fila che
procedeva verso la Bastiglia e costeggiavano il lato destro
del boulevard. All'altezza di via Pont-aux-Choux ci fu una
fermata, e quasi contemporaneamente si fermò pure l'altra
fila rivolta verso la Maddalena. In quel punto dell'altra fila
c'era una vettura di maschere.
Queste vetture, o per dir meglio queste carrettate di
maschere sono ben conosciute dai parigini, i quali se le
vedessero mancare a un martedì grasso o a una mezza
quaresima, si metterebbero in sospetto e direbbero: "C'è
sotto qualche cosa. Probabilmente si sta per cambiare il
Ministero". Un'accozzaglia di Cassandre, di Arlecchini e di
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
440
I MISERABILI VOL. III
Colombine trabalzava al di sopra dei passanti; tutti i
grotteschi possibili, dal trucco al selvaggio; degli ercoli che
sostenevano delle marchese; delle pescivendole che
farebbero turare le orecchie a Rabelais come le menadi
facevano abbassare gli occhi ad Aristofane; parrucche di
stoppa; maglie rosse; cappelli da bellimbusto; occhiali da
buffone; tricorni di Janot con una farfalla; grida lanciate ai
pedoni; pugni sulle anche; pose ardite; spalle nude; volti
mascherati; impudicizie sfrenate; un caos di sfrontatezze
guidato da un cocchiere coronato di fiori: ecco cos'era
quella festa.
La Grecia aveva bisogno del carro di Tespi, la Francia ha
bisogno della vettura di Vadé.
Tutto può essere parodiato, anche la parodia. ll saturnale,
questa caricatura della bellezza antica, va sempre più
crescendo, quando è il martedì grasso. E il baccanale, una
volta coronato di pampini, inondato di sole, che mostrava
dei seni di marmo in una seminudità divina, oggi,
rammollito sotto i cenci umidi del nord, finisce col
chiamarsi mascherata.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
441
I MISERABILI VOL. III
La tradizione delle scarrozzate di maschere risale ai vecchi
tempi della monarchia. Nei conti di Luigi Undicesimo figura
la somma di "venti soldi tornesi", accordata al balivo del
palazzo "per tre carri di mascherate nei crocicchi". Ai tempi
nostri, questi mucchi di persone rumorose si fanno
trasportare da qualche vecchia carrozza di cui ingombrano
l'imperiale, oppure schiacciano col loro gruppo tumultuoso
qualche landò dell'amministrazione di cui rovesciano i
mantici. Salgono in venti in una vettura a sei posti, si
cacciano sulla cassetta del cocchiere, sugli sportelli, sul
mantice, sul timone; se ne vedono persino a cavalcione dei
fanali.
Sono in piedi, seduti, sdraiati, accovacciati, con le gambe
penzoloni; le donne stanno sulle ginocchia degli uomini; e
da lontano si vede la loro forsennata piramide sul
formicolio delle teste. Queste carrozze formano montagne
d'allegria in mezzo alla folla, e da esse derivano Collé,
Panard, Piron, ricchi di gergo.
Di là si sputa sul popolo il catechismo dei trivi. Quella
vettura, resa smisurata dal carico, ha un'aria di conquista;
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
442
I MISERABILI VOL. III
il frastuono la precede e la confusione la segue. Vociferano,
cantano, urlano, strepitano, si sbellicano dalle risa;
l'allegria rugge, il sarcasmo scintilla, la giovialità si dispiega
come una porpora; due rozze trascinano la farsa divenuta
apoteosi: è il carro trionfale del Riso.
Riso troppo cinico per essere sincero. E' infatti un riso
sospetto; ha una missione; è incaricato di dimostrare ai
parigini l'esistenza del carnevale.
Quelle mascherate triviali, in cui si avvertono non so quali
tenebre, rendono pensoso il filosofo. Là dentro c'è la mano
del governo; è evidente che c'è un'affinità misteriosa fra gli
uomini pubblici e le donne pubbliche.
Che le turpitudini sommate tra loro producano un totale
d'allegria; che sovrapponendo l'ignominia all'obbrobrio si
possa allettare il popolo; che lo spionaggio messo a
cariatide della prostituzione diverta la turba affrontandola;
che alla folla piaccia veder passare sulle quattro ruote
d'una vettura quel mostruoso mucchio vivente, quel
cencioso orpello, miscuglio di lordure e di luce, abbaiante e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
443
I MISERABILI VOL. III
cantante; che si battano le mani a quella gloria composta
di tutte le vergogne; che non ci sia festa per la moltitudine
senza che la polizia conduca a spasso, in mezzo a essa,
quella specie di idre della gioia dalle venti teste,
certamente è una triste cosa. Ma che farci? Quelle
carrettate di fango adorne di nastri e di fiori sono insultate
e amnistiate dal riso pubblico. La risata di tutti è complice
della degradazione universale. Certe feste malsane
disgregano il popolo e lo trasformano in plebe; e alla plebe
come ai tiranni occorrono i buffoni. Il re ha Roquelaure, il
volgo ha Pagliaccio. Parigi è la grande città folle, quando
non è la grande città sublime. Il carnevale fa parte della
politica. Parigi, dobbiamo confessarlo, accetta volentieri il
comico anche dall'infanzia; e ai suoi padroni - quando ne
ha - chiede una cosa sola, che le venga imbellettato il
fango. Roma aveva gli stessi gusti, e amava Nerone perché
era un titanico istrione.
Come abbiamo detto, volle il caso che uno di quei deformi
grappoli di donne e di uomini mascherati, trascinato da un
ampio calesse, si fermasse sulla sinistra del boulevard,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
444
I MISERABILI VOL. III
mentre il corteo nuziale si fermava sulla destra. Da un lato
all'altro del boulevard, le maschere della vettura scorsero
la carrozza della sposa.
- Toh! uno sposalizio, - disse una maschera.
- Uno sposalizio finto - riprese un'altra. - Il vero lo
facciamo noi.
Ma trovandosi troppo lontano per interpellare il corteo, e
temendo il richiamo delle guardie, le due maschere volsero
gli occhi altrove.
Un momento dopo tutta la carrozzata delle maschere ebbe
un gran da fare, perché la folla si mise a urlare, solita
carezza della folla alle maschere. I due che avevano
parlato dovettero unirsi ai compagni per far fronte a tutti, e
non furono soverchie le munizioni del repertorio dei Mercati
per rispondere alle enormi insolenze del popolo. Ne derivò
tra le maschere e la moltitudine uno spaventoso scambio di
metafore.
Frattanto altre due maschere della stessa vettura, uno
spagnolo dal naso smisurato con un'aria vecchiotta e due
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
445
I MISERABILI VOL. III
enormi baffi neri, e una pescivendola, magra,
giovanissima, con la mascherina, avevano notato anch'essi
il corteo nuziale, e mentre i compagni scambiavano insulti
con i passanti parlavano tra loro sottovoce.
Il loro dialogo a quattr'occhi era coperto dal tumulto, in cui
si perdeva. Gli spruzzi di pioggia avevano bagnato la
vettura tutta aperta; il vento di febbraio non è caldo, e
perciò la pescivendola scollacciata, pur rispondendo allo
spagnolo, tremava, rideva e tossiva.
Ecco il dialogo:
- Di' su, dunque.
- Cosa, babbino?
- Vedi quel vecchio?
- Quale?
- Là nella prima carrozza dello sposalizio, dalla parte
nostra.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
446
I MISERABILI VOL. III
- Quello che porta il braccio appeso al collo con un
fazzoletto nero?
- Sì.
- Ebbene?
- Sono sicuro di conoscerlo. Mi dovrebbero tagliare la testa
se non conosco quel parigino!
- Oggi sì che Parigi è veramente Parigi!
- Puoi vedere la sposa chinandoti un poco?
- No.
- E lo sposo?
- Non c'è posto in questa carrozza.
- Eh via!
- A meno che non sia l'altro vecchio.
- Cerca, chinandoti bene, di vedere la sposa.
- Non posso.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
447
I MISERABILI VOL. III
- A ogni modo, quel vecchio che ha qualcosa alla zampa
sono sicuro di conoscerlo.
- E cosa ti serve conoscerlo?
- Non si sa mai. Alle volte.
- Me ne infischio dei vecchi, io.
- Lo conosco.
- Conoscilo pure quanto ti piace.
- Come diavolo fa a trovarsi alle nozze?
- E noi, non ci siamo?
- Di dove viene, quel corteo?
- Che ne so io?
- Ascolta.
- Cosa c'è?
- Dovresti fare una cosa.
- Quale?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
448
I MISERABILI VOL. III
- Scendere dalla nostra carrozza e pedinare quella
comitiva.
- Per fare che?
- Per sapere dove vanno e chi sono. Affrettati a scendere,
corri fatina mia, tu che sei giovane.
- Ma io non posso lasciare la vettura.
- Perché?
- Perché sono pagata per stare qui.
- Ah diavolo!
- Devo alla prefettura di polizia l'intera giornata di
pescivendola.
- E' vero.
- Se m'allontano dalla carrozza, il mio ispettore che mi
vede m'arresta; lo sai bene.
- Sì, lo so.
- Per oggi sono pagata dal governo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
449
I MISERABILI VOL. III
- Non importa, quel vecchio mi secca.
- I vecchi ti seccano; eppure non sei una ragazza, tu.
- Lui sta nella prima carrozza.
- Ebbene?
- In quella della sposa.
- E così?
- Dunque è il padre.
- Cosa me ne importa?
- Ti dico che è il padre.
- Non c'è quello solo, di padri.
- Ascolta.
- Cosa?
- Io non posso uscire che mascherato. Qui mi trovo
nascosto, non sanno chi sono. Ma domani non ci saranno
più maschere: è il mercoledì delle ceneri; rischio di essere
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
450
I MISERABILI VOL. III
preso. Bisogna che rientri nel mio buco. Tu invece sei
libera.
- Non troppo.
- Sempre più di me.
- Ebbene, e poi?
- Devi cercare di sapere dove va quel corteo nuziale.
- Dove va?
- Sì.
- Lo so.
- Dove va?
- Al Cadran-Bleu.
- Prima di tutto non è da quella parte.
- Ebbene! alla Rapée. O altrove. Un corteo nuziale è libero.
Le nozze sono libere.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
451
I MISERABILI VOL. III
- Non si tratta di questo. Ti dico, è necessario che tu mi
faccia sapere cos'è quello sposalizio a cui prende parte quel
vecchio, e dove stanno di casa gli sposi.
- Stai fresco! Questa sì che è curiosa. Come se fosse una
cosa facile ritrovare, otto giorni dopo, uno sposalizio che è
passato per le vie di Parigi il martedì grasso. Una spilla in
un fienile!
Ma è possibile?
- Non importa, bisogna tentare. Capisci, Azelma?
Le due file ripresero, ai due lati del boulevard, il loro
cammino in senso inverso, e la vettura delle maschere
perse di vista la carrozza della sposa.
2. VALJEAN CONTINUA A PORTARE IL BRACCIO AL
COLLO
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
452
I MISERABILI VOL. III
Chi può realizzare il proprio sogno? Ci devono essere per
questo delle elezioni in cielo. Noi tutti, a nostra insaputa,
siamo candidati, e gli angeli votano. Cosetta e Mario sono
stati eletti.
Tanto in municipio quanto in chiesa, Cosetta fu splendida e
commovente. L'aveva abbigliata la Toussaint, con l'aiuto di
Nicoletta.
Portava, su una gonna di taffetà bianco, la sua veste di
merletto di Binche, un velo di pizzo inglese, una collana di
perle fine e una corona di fiori d'arancio; tutto era bianco,
e in mezzo a quel candore lei era radiosa. Era un candore
squisito che si diffondeva e si trasfigurava in luce; pareva
una vergine che si stesse mutando in dea.
I bei capelli di Mario erano lucidi e profumati; ma sotto le
folte ciocche s'intravedevano qua e là delle linee pallide,
che erano le cicatrici della barricata.
Il nonno, superbo, a testa alta, riunendo più che mai nella
sua toletta e nelle sue maniere tutte le eleganze dei tempi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
453
I MISERABILI VOL. III
di Barras, conduceva la sposa, tenendo le veci di Valjean, il
quale, a causa del braccio al collo, non poteva darle una
mano.
Valjean, vestito di nero, seguiva sorridendo.
- Signor Fauchelevent - gli disse il nonno - ecco una bella
giornata. Io voto per la fine delle afflizioni e dei dispiaceri.
Bisogna che d'ora in poi non ci sia più tristezza, in nessun
luogo. Perbacco! io decreto la gioia. Il male non ha più
diritto di esistere. In verità, è vergognoso, per l'azzurro del
cielo, che ci siano degli uomini infelici. Il male però non
viene dall'uomo, che in fondo è buono; tutte le miserie
hanno per capoluogo e per governo centrale l'inferno,
altrimenti detto le Tuileries del diavolo. Bene, ecco che
adesso mi sfuggono delle frasi demagogiche. Dal canto mio
non ho più opinioni politiche; che tutti gli uomini siano
ricchi, ossia allegri, ecco di che mi contento.
Quando, compiute le cerimonie, pronunciati tutti i sì
possibili dinanzi al sindaco e dinanzi al prete, firmato il
registro del municipio e quello della sacrestia, scambiati gli
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
454
I MISERABILI VOL. III
anelli, dopo essere stati in ginocchio, l'uno accanto all'altra
sotto il velo nuziale di moerro bianco, in mezzo al fumo
dell'incenso, quando, tenendosi per mano, ammirati e
invidiati da tutti, Mario in nero e lei in bianco, preceduti
dallo svizzero con le spalline di colonnello che batteva
l'alabarda sul pavimento, fra due ali di curiosi meravigliati,
giunsero sotto la porta maggiore della chiesa aperta a due
battenti, e mentre era sul punto di risalire in carrozza e
tutto era finito, Cosetta non poteva crederci ancora.
Guardava Mario, la folla, il cielo, e pareva temesse di
svegliarsi. La sua aria stupita e inquieta le aggiungeva
qualche cosa di incantevole. Al ritorno, salirono insieme
nella prima carrozza, l'uno accanto all'altra, mentre
Gillenormand e Valjean sedettero dirimpetto. La zia,
indietreggiando di un posto, si trovava nella seconda.
- Figlioli miei - disse il nonno - eccovi diventati il signor
barone e la signora baronessa con trentamila franchi di
rendita.- E Cosetta chinandosi verso Mario, gli accarezzò
l'orecchio con questo angelico sussurro: - E' dunque vero;
io mi chiamo Mario, sono la signora Te.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
455
I MISERABILI VOL. III
Queste due creature erano raggianti. Erano nel minuto
irrevocabile e irreperibile, nell'abbagliante punto di
intersezione di tutta la giovinezza e di tutta la gioia.
Realizzavano il verso di Giovanni Prouvaire: tra tutti e due
non formavano quarant'anni. Era il matrimonio sublimato;
quei due ragazzi erano due gigli. Non si guardavano, si
contemplavano; Cosetta scorgeva Mario in una gloria,
Mario scorgeva Cosetta sopra un altare. E su quell'altare e
in quella gloria, unendosi le due apoteosi, nel fondo, non si
sa come, dietro una nube per Cosetta, in un
fiammeggiamento per Mario, c'era la cosa reale e ideale, il
ritrovo del bacio e del sogno, il guanciale di nozze.
Tutti i tormenti patiti erano restituiti in ebbrezza; pareva
che i dolori, le insonnie, le lacrime, le angosce, gli
spaventi, le disperazioni, divenuti carezze e raggi,
rendessero ancora più incantevole l'ora incantevole che si
avvicinava; e che le tristezze fossero divenute tante ancelle
che attendessero alla toletta della gioia. Che ottima cosa
aver sofferto! La passata sventura formava un'aureola alla
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
456
I MISERABILI VOL. III
presente felicità; la lunga agonia del loro amore metteva
capo a un'ascensione.
C'era in quelle due anime il medesimo incanto, con una
sfumatura di voluttà in Mario, di pudore in Cosetta. Si
ripetevano sottovoce: "Andremo a rivedere il nostro
giardinetto di via Plumet"; le pieghe dell'abito della sposa
posavano sul giovane.
Una simile giornata è un'ineffabile miscela di sogno e di
certezza. Si possiede e si suppone: si ha ancora del tempo
davanti per indovinare. E' un'indicibile emozione, quel
giorno, essere a mezzogiorno e pensare a mezzanotte. Le
delizie di quei due cuori traboccavano sulla folla e
ispiravano l'allegrezza nei passanti.
La gente si fermava sulla via Sant'Antonio, dinanzi alla
chiesa di San Paolo, per vedere attraverso i vetri della
carrozza tremolare i fiori d'arancio sulla testa di Cosetta.
Poi tornarono in via Figlie del Calvario, a casa loro. Mario,
al fianco di Cosetta, salì, trionfante e radioso, quella scala
su cui l'avevano trasportato morente. I poveri, raggruppati
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
457
I MISERABILI VOL. III
davanti alla porta, dividendosi il contenuto delle loro borse,
li benedicevano.
Fiori da per tutto; la casa non era meno profumata della
chiesa; dopo l'incenso le rose. Sembrava loro d'udire delle
voci che cantassero sull'infinito; avevano Dio nel cuore; il
destino appariva loro come un cielo stellato e vedevano
sopra di sé una luce di sole nascente. A un tratto l'orologio
suonò. Mario guardò il bel braccio nudo di Cosetta e le
rosee bellezze che trasparivano vagamente attraverso i
pizzi del corpetto; e Cosetta, vedendo lo sguardo di Mario,
arrossì sino al bianco degli occhi.
Erano stati invitati molti vecchi amici della famiglia
Gillenormand, i quali circondavano premurosamente la
sposa, e facevano a gara nel chiamarla signora baronessa.
L'ufficiale Teodulo Gillenormand, ora capitano, era venuto
da Chartres, dove si trovava di guarnigione, per assistere
al matrimonio del cugino Pontmercy. Cosetta non lo
riconobbe.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
458
I MISERABILI VOL. III
Egli dal canto suo, avvezzo com'era a piacere alle donne,
non si ricordò di Cosetta più che di qualsiasi altra.
- Come ebbi ragione di non prestar fede a quella storia del
lanciere! - disse tra sé il vecchio Gillenormand.
Cosetta non era mai stata più tenera con Valjean. Essa era
all'unisono col nonno; mentre questi esprimeva la sua gioia
in aforismi e sentenze, lei esalava l'amore e la bontà come
un profumo. La felicità vuole tutti felici.
Per parlare con Valjean, ritrovava le inflessioni di voce della
sua fanciullezza; lo carezzava col sorriso.
Nella sala da pranzo avevano preparato il banchetto.
Un'illuminazione a giorno è il condimento necessario di una
gran gioia. La nebbia e l'oscurità non sono accettate dalla
gente felice, la quale non acconsente a esser nera; la notte
sì, le tenebre no. Se non c'è il sole, è necessario crearne
uno.
La sala da pranzo era una fornace di cose giulive. Nel
centro, al di sopra della tavola bianca e splendida, un
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
459
I MISERABILI VOL. III
lampadario di Venezia a lamine piatte, con ogni sorta
d'uccelli d'ogni colore, bianchi, violacei, rossi, verdi,
appollaiati in mezzo alle candele; intorno al lampadario le
candele e lungo le pareti dei doppieri a sfera con tre o
cinque bracci; specchi, cristalli, vetri, vasi, porcellane,
maioliche, terraglie, ori, argenterie, ogni cosa brillava e si
rallegrava. Gli intervalli fra i candelabri erano riempiti da
mazzi di fiori; così che dove non c'era una luce c'era un
fiore.
In anticamera, tre violini e un flauto suonavano in sordina
dei quartetti di Haydn.
Valjean s'era seduto su una sedia nel salotto, accanto alla
porta, il cui battente si ripiegava su di lui in modo quasi da
nasconderlo. Pochi minuti prima di mettersi a tavola,
Cosetta andò, come per capriccio, a fargli una gran
riverenza spiegando a due mani la sua toletta di sposa, e
con uno sguardo affettuosamente malizioso gli chiese:
- Papà, siete contento?
- Sì, - disse Valjean - sono contento.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
460
I MISERABILI VOL. III
- Ebbene, ridete allora.
E Valjean si mise a ridere.
Pochi minuti dopo, Basco annunciò che il pranzo era
servito. I convitati, preceduti da Gillenormand che dava il
braccio a Cosetta, entrarono nella sala da pranzo e si
sparsero intorno alla mensa nell'ordine stabilito.
Due seggioloni a braccioli, collocati a destra e a sinistra
della sposa, erano destinati, l'uno al signor Gillenormand e
l'altro a Valjean. Il primo fu occupato, l'altro rimase vuoto.
Cercarono con l'occhio il "signor Fauchelevent". Non c'era.
Il signor Gillenormand interpellò Basco:
- Sai dov'è andato il Fauchelevent?
- Signore - rispose il servo - appunto, il signor
Fauchelevent m'ha detto d'avvertire il signore che soffriva
un po' per la sua mano malata, e non avrebbe potuto
pranzare col signor barone e la signora baronessa. Egli
prega di volerlo scusare e dice che ritornerà domattina. E'
uscito un momento fa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
461
I MISERABILI VOL. III
Quella poltrona vuota raffreddò un momento la gioia del
pranzo nuziale. Ma se il signor Fauchelevent era assente, il
signor Gillenormand era presente e splendeva per due. Egli
affermò che il signor Fauchelevent faceva bene a coricarsi
per tempo, se soffriva, ma si trattava solo d'una "bua".
Quella dichiarazione bastò. D'altronde cos'era un punto
oscuro in quell'inondazione di gioia? Cosetta e Mario erano
in uno di quei momenti egoistici e benedetti, in cui non si
ha altra facoltà che quella di percepire la felicità. E poi, il
signor Gillenormand ebbe un'idea: - Perbacco! giacché
quella poltrona è vuota, occupala tu, Mario. Tua zia te lo
permetterà, benché abbia il diritto di tenerti vicino.
Quel posto è per te, è una cosa legale e gentile. Fortunato
vicino a Fortunata. - Applauso di tutta la tavola. Mario
prese accanto a Cosetta il posto di Valjean; e le cose così si
accomodarono in modo che Cosetta, dapprima triste per
l'assenza di Valjean, finì con l'esserne contenta. Dal
momento che era Mario il sostituto, Cosetta non avrebbe
rimpianto neppure Dio. Posò il suo piedino calzato di raso
bianco sul piede di Mario.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
462
I MISERABILI VOL. III
Occupato il seggiolone, il signor Fauchelevent venne
dimenticato; non si avvertì più nessuna mancanza. Cinque
minuti dopo, tutta la tavola rideva da un capo all'altro con
la vivacità dell'oblio.
Al dessert, il signor Gillenormand in piedi, con un bicchiere
di sciampagna in mano, pieno solo a metà perché il
tremolio dei suoi novantadue anni non lo facesse
traboccare, brindò alla salute degli sposi.
- Non sfuggirete a due sermoni - disse. - Avete avuto
stamane quello del parroco, avrete stasera quello del
nonno. Ascoltatemi; vi darò un consiglio: adoratevi. Io non
faccio tante chiacchiere, vado dritto allo scopo: siate felici.
Non ci sono nella creazione altri savi che le tortorelle. I
filosofi dicono: moderate le vostre gioie; io dico: rallentate
le briglie alle vostre gioie; siate infiammati come tanti
diavoli, siate furibondi. I filosofi vaneggiano; vorrei far loro
rientrare la filosofia nel gozzo.
Forse che possono esserci troppi profumi, troppi boccioli di
rose appena schiusi, troppi usignoli che cantano, troppe
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
463
I MISERABILI VOL. III
foglie verdi, troppa aurora nella vita? è possibile amarsi
troppo? è possibile piacere troppo l'uno all'altro? Bada
Estella, sei troppo vezzosa.
Bada Nemorino, sei troppo bello! Oh che bella
scempiaggine! Forse non è lecito affascinarsi, vezzeggiarsi,
ammaliarsi troppo l'un l'altro? Forse che non si può essere
troppo vivente, troppo felice? Moderate le vostre gioie. Stai
fresco! Abbasso i filosofi.
La saggezza sta nell'allegria. Giubilate, giubiliamo. Siamo
felici perché siamo buoni, oppure siamo buoni perché
siamo felici? Il Sancy si chiama così perché appartenne ad
Harlay de Sancy, o perché pesa centosei carati? Io non lo
so; la vita abbonda di simili problemi; l'importante è di
avere il Sancy, e la felicità.
Siamo felici senza cavillare; obbediamo ciecamente al sole.
Cos'è il sole? E' l'amore; e chi dice amore, dice donna. Ah!
Ah! la donna, ecco una vera onnipotenza! Chiedetelo a
questo demagogo di Mario se non è schiavo di questa
piccola tiranna di Cosetta. E col suo libero consenso, il vile!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
464
I MISERABILI VOL. III
La donna! Non c'è Robespierre che tenga, la donna regna.
Oramai non sono più realista se non di questa regalità.
Cos'è Adamo? E' il regno di Eva. Non c'è '89 per Eva. C'era
lo scettro reale sormontato da un giglio, c'era lo scettro
imperiale sormontato da un globo, quello di Carlomagno
che era di ferro, quello di Luigi il Grande che era d'oro; e la
rivoluzione li ha torti fra il pollice e l'indice, come festuche
di paglia da due centesimi; è finita, sono rotti, sono a
terra, non ci sono più scettri. Ma fatemi un po' una
rivoluzione contro quella piccola pezzuola ricamata,
profumata di patchouli! Vorrei vedervi all'opera; provatevi.
Perché è solida? perché è un cencio.
Ah, voi altri siete il secolo diciannovesimo? Ebbene, e
perciò?
Noi eravamo il decimottavo, noi! Ed eravamo gonzi al pari
di voi altri. Non immaginatevi d'aver mutato gran che
dell'universo solo perché la dissenteria ora la chiamate
"cholera-morbus", e perché la furlana la chiamate con un
nome straniero. In fondo, sarà pur necessario amare le
donne. Vi sfido a uscire di qui. Queste diavolesse sono i
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
465
I MISERABILI VOL. III
nostri angeli. Sì, l'amore, la donna, il bacio formano un
circolo, da cui vi sfido a uscire, e nel quale dal canto mio
vorrei poter rientrare. Chi di voi ha visto sorgere
nell'infinito, mentre tutto era calmo intorno a lei,
guardando i flutti come una donna, la stella di Venere, la
grande maliarda dell'abisso, la Celimene dell'oceano?
L'oceano, ecco un rude Alceste; eppure, ha un bel
brontolare. Venere appare ed egli deve pur sorridere; il
bruto si sottomette. E siamo tutti così.
Collera, procella, fulmini, schiuma fino al soffitto; ma se
entra in scena una donna, se spunta una stella, in
ginocchio! Sei mesi or sono, Mario si batteva, oggi si
sposa. Così va bene. Sì, Mario, sì, Cosetta, avete ragione;
vivete arditamente l'uno per l'altro, fatevi delle carezze,
fateci crepare di rabbia per non poter fare altrettanto,
idolatratevi. Raccogliete con i vostri due becchi tutte le
festuche di felicità sparse sulla terra, e formatevene un
nido per la vita. Perbacco! amare ed essere amato, che bel
miracolo quando si è giovani! Non state a credere di averlo
inventato voi. Io pure fantasticai, sognai, sospirai; io pure
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
466
I MISERABILI VOL. III
ebbi il chiaro di luna nell'anima. L'amore e una fanciulla
che conta seimila anni, e ha diritto a una lunga barba
bianca. Matusalemme è un monello di fronte a Cupido. Da
sessanta secoli l'uomo e la donna si tolgono d'impaccio solo
con l'amarsi. Il diavolo, che è astuto, si mise a odiare
l'uomo, e l'uomo che è ancor più astuto, si mise ad amare
la donna, e così ha fatto a se stesso più bene del male che
gli ha fatto il diavolo. Tale astuzia risale al paradiso
terrestre. Amici miei, l'invenzione è vecchia, ma è ancora
nuovissima. Profittatene. Siate Dafni e Cloe, aspettando
l'ora d'essere Filemone e Bauci. Quando vi trovate insieme,
fate in modo che non vi manchi nulla. Cosetta sia il sole di
Mario, Mario sia l'universo di Cosetta. Il sorriso di vostro
marito sia per voi, Cosetta, il bel tempo; e le lacrime di tua
moglie siano per te, Mario, la pioggia; e non piova mai
nella vostra famiglia.
Vi è toccato un buon numero alla lotteria, l'amore nel
sacramento; avete vinto il primo premio; custoditelo bene;
mettetelo sotto chiave, non lo sciupate, adoratevi, e
infischiatevi del resto.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
467
I MISERABILI VOL. III
Credete a quanto vi dico; è tutto buon senso, e il buon
senso non può mentire. Siate l'uno per l'altro come una
religione. Ciascuno ha il suo modo d'adorare Iddio; ma
poffare! il migliore è quello d'amare la propria moglie. Io
t'amo! ecco il mio catechismo; tutti quelli che amano sono
ortodossi. La bestemmia d'Enrico Quarto mette la santità
tra la gozzoviglia e l'ubriachezza. La religione di questa
bestemmia non è la mia. S'è dimenticata la donna; e
questo mi sorprende da parte di Enrico Quarto. Amici, viva
la donna! Io sono vecchio, a quanto dicono, ma è strano
come mi senta di lena d'essere giovane. Vorrei andare ad
ascoltare le zampogne nei boschi. Lo spettacolo di questi
figlioli, che riescono a essere belli e contenti, m'inebria. Mi
sposerei senz'altro, se qualcuno mi volesse. E' impossibile
supporre che Dio ci abbia creati per altro che per questo:
idolatrare, tubare, azzimarsi, fare il colombo, fare il
galletto, sbaciucchiarsi l'innamorata dalla mattina alla sera,
specchiarsi nella propria sposina, essere fiero, essere
trionfante, pavoneggiarsi; ecco lo scopo della vita.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
468
I MISERABILI VOL. III
Ecco, e non ve ne dispiaccia, ecco come pensavamo noi
altri quando eravamo giovani. Ah! per mille bombe! quante
belle donne c'erano allora, e leggiadre, sensibili! Anch'io
feci le mie conquiste!
Dunque amatevi. Se non dovessimo amarci, davvero non
comprenderei a cosa gioverebbe il possedere la primavera,
e dal canto mio pregherei il buon Dio di rinchiudere tutte le
belle cose che ci porge, di ritogliercele e di rimettere nella
sua scatola i fiori, gli uccelli e le belle fanciulle. Figli miei,
ricevete la benedizione di un vecchio galantuomo.
La serata trascorse animata, allegra, affettuosa. Il
buonumore predominante del nonno diede l'intonazione
alla festa, e tutti si regolarono su quella cordialità quasi
centenaria. Ballarono un poco, risero molto; fu insomma
un bello sposalizio alla buona, a cui avrebbero potuto
invitare quel buon nonno che è il Passato:
questi, del resto, era già presente nella persona di papà
Gillenormand.
Ci fu tumulto, poi silenzio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
469
I MISERABILI VOL. III
Gli sposi disparvero.
Poco dopo mezzanotte la casa Gillenormand divenne un
tempio.
Qui ci fermiamo. Sul limitare delle notti nuziali sta ritto un
angelo sorridente, col dito sulla bocca.
L'anima entra in contemplazione dinanzi a quel santuario in
cui si celebra l'amore.
Al di sopra di quelle case l'atmosfera dev'essere irradiata di
luce; la gioia in esse contenuta deve sfuggire in raggi
attraverso le pietre dei muri e rigare vagamente le
tenebre. E' impossibile che quella festa sacra e fatale non
irradi nell'infinito un celeste splendore. L'amore è il sublime
crogiolo in cui s'effettua la fusione dell'uomo con la donna,
e da cui esce l'essere uno, l'essere triplice, l'essere finale,
la trinità umana. Quella nascita di due anime in una
dev'essere un'emozione per l'ombra.
L'amante è un sacerdote; la vergine estasiata si sgomenta.
Qualche cosa di quella gioia sale a Dio. Là dove c'è vero
matrimonio, vale a dire dove c'è amore, entra l'ideale. Un
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
470
I MISERABILI VOL. III
letto nuziale traccia fra le tenebre un angolo d'aurora. Se
alla pupilla di carne fosse dato di scorgere le temute e
incantevoli visioni della vita superiore, probabilmente
vedremmo le parvenze della notte, gli ignoti aligeri, gli
azzurri passanti dell'invisibile, chinarsi, folla di visi oscuri,
intorno alla casa luminosa, soddisfatti, benedicenti,
additandosi gli uni agli altri la vergine sposa, dolcemente
sbigottiti, col riflesso della felicità umana sul loro volto
divino. Se in quell'ora suprema gli sposi, ebbri di gioia,
stessero a origliare, udrebbero nella loro camera un
confuso fruscio d'ali.
La felicità perfetta implica la solidarietà degli angeli. Quel
piccolo angolo buio ha per soffitto tutto il cielo. Quando
due bocche, consacrate dall'amore, si avvicinano, è
impossibile che al di sopra di quell'ineffabile bacio non
corra un brivido nell'immenso mistero delle stelle.
Tali felicità sono le vere; non c'è gioia al di fuori di esse.
L'amore, ecco l'unica estasi: tutto il resto piange.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
471
I MISERABILI VOL. III
Amare o avere amato, questo basta. Dopo, non chiedete
più nulla; non c'è altra perla da trovare nelle pieghe
tenebrose della vita.
L'amore è un coronamento.
3. L'INSEPARABILE
Che ne era di Valjean?
Subito dopo aver riso per il gentile comando di Cosetta, e
mentre nessuno badava a lui, egli s'era alzato, non visto, e
aveva raggiunto l'anticamera. Era la stessa sala in cui, otto
mesi prima, era entrato sudicio di fango, di sangue e di
polvere, riportando il nipote all'avo. Il vecchio tavolato
lungo le pareti era inghirlandato di foglie e di fiori; i
musicanti erano seduti sul canapé dove avevano deposto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
472
I MISERABILI VOL. III
Mario. Basco in abito nero, in calzoni al ginocchio, calze
bianche, guanti bianchi, disponeva delle corone di rose
intorno a ciascuno dei piatti destinati alla mensa. Valjean,
additandogli il braccio appeso al collo, l'aveva incaricato di
spiegare la sua assenza ed era uscito.
Le finestre della sala da pranzo davano sulla via. Valjean
stette alcuni minuti ritto, immobile nell'oscurità, sotto
quelle finestre risplendenti. Ascoltava. Il rumore del
banchetto giungeva fino a lui; udiva la parola alta e
magistrale del nonno; i violini, il tintinnio dei piatti e dei
bicchieri, gli scoppi di risa, e in mezzo a quel gaio rumore
distingueva la dolce voce gioconda di Cosetta.
Lasciò la via Figlie del Calvario e s'incamminò verso la via
Homme-Armé.
Per tornare a casa, andò per via San Luigi, via CultureSainte- Catherine e Blancs-Manteaux. La strada era un po'
più lunga, ma era quella che da tre mesi, per evitare gli
ingombri e il fango della via Vecchia del Tempio, usava
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
473
I MISERABILI VOL. III
seguire ogni giorno con Cosetta, per andare dalla via
Homme-Armé a quella delle Figlie del Calvario.
Il cammino battuto da Cosetta escludeva per lui ogni altro
itinerario.
Entrò in casa, accese la candela, e salì le scale.
L'appartamento era vuoto, non essendovi più nemmeno la
Toussaint. Il suo passo faceva nelle stanze più rumore del
solito. Tutti gli armadi erano aperti. Entrò nella camera di
Cosetta; non c'erano più lenzuola al letto, e il guanciale
senza federe era posato sulle coltri piegate, a pie' dei
materassi con le fodere scoperte, sui quali non doveva più
coricarsi nessuno.
Tutti i piccoli oggetti femminili a cui Cosetta era affezionata
li avevano portati via: non rimanevano che i mobili grossi e
le quattro pareti. Anche il letto della Toussaint era
sguarnito; uno solo era rifatto e pareva attendesse
qualcuno: il suo.
Guardò le pareti, chiuse alcuni sportelli di armadi, e andò
avanti e indietro da una stanza all'altra.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
474
I MISERABILI VOL. III
Poi si ritrovò nella sua camera, e posò la candela su una
tavola.
Aveva liberato il braccio dal fazzoletto, e si serviva della
mano destra come se non ne soffrisse.
S'accostò al letto, e i suoi occhi si fermarono, fu caso o
intenzione? sull'inseparabile di cui Cosetta era stata gelosa,
sulla piccola valigia che non lo abbandonava mai, e che, al
suo arrivo nella via Homme-Armé il 4 giugno, aveva
collocato sopra un tavolino accanto al capezzale. Mosse
verso il tavolino con una certa premura, si tolse di tasca
una chiave e aprì la valigia.
Ne trasse fuori lentamente delle vesti con le quali, dieci
anni prima, Cosetta aveva lasciato Montfermeil: la
vesticciola nera, poi il fazzoletto nero per il collo, poi le
robuste scarpe da ragazzo che Cosetta avrebbe quasi
potuto calzare ancora, tanto aveva il piede piccino; poi la
fascetta di fustagno assai spessa, poi la sottanella a
maglia, poi il grembialino con le saccocce, poi le calze di
lana, che conservavano tuttavia l'impronta dei graziosi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
475
I MISERABILI VOL. III
contorni di due piccole gambe, e che non erano più lunghe
della mano di Valjean. Tutto in nero. Era stato lui che
aveva portato quei vestiti per Cosetta a Montfermeil. A
mano a mano che li toglieva dalla valigia, li poneva sul
letto. E pensava:
ricordava. Era d'inverno, un dicembre freddissimo; lei
tremava mezza nuda nei suoi stracci, coi poveri piedini
rossi negli zoccoli; ed egli le aveva fatto lasciare quegli
stracci per farle indossare quel vestito di lutto. La madre
doveva essere stata contenta nella sua tomba, vedendola
portare il suo lutto e soprattutto vedendo che era vestita e
stava calda. Pensava a quella foresta di Montfermeil che
avevano attraversato insieme, Cosetta e lui; pensava al
tempo che faceva, agli alberi senza foglie, al bosco senza
uccelli, al cielo senza sole; ma non importa, era un tempo
delizioso. Allineò sul letto le piccole spoglie, la pezzuola
accanto alla gonnella, le calze vicino alle scarpe, la fascetta
accanto alla veste, e guardò tutto l'insieme.
Lei era alta appena così, portava fra le braccia la sua
grande bambola, aveva il luigi d'oro nella taschina del
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
476
I MISERABILI VOL. III
grembiule, e rideva, e camminavano tutti e due tenendosi
per mano, ed essa aveva lui solo al mondo.
Allora la sua veneranda testa canuta cadde sul letto, il suo
vecchio cuore stoico si spezzò, il suo volto si sprofondò per
così dire fra le vesti di Cosetta, e se qualcuno fosse passato
per la scala, avrebbe udito dei singhiozzi spaventosi.
4. "IMMORTALE JECUR"
L'antica formidabile lotta, di cui abbiamo già visto
parecchie fasi, ricominciò.
Giacobbe lottò una notte con l'angelo. Ohimé! quante volte
invece abbiamo visto Valjean, lottare a corpo a corpo nelle
tenebre con la sua coscienza, lottare disperatamente!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
477
I MISERABILI VOL. III
Lotta inaudita! In certi momenti, e il piede che scivola; in
certi altri, è il terreno che manca. Quante volte, quella
coscienza, forsennata per il bene, non lo aveva stretto e
abbattuto! Quante volte la verità, inesorabile, gli aveva
messo il ginocchio sul petto! Quante volte, atterrato dalla
luce, le aveva chiesto grazie! Quante volte quella luce
implacabile, accesa in lui e su lui dal Vescovo, lo aveva
abbagliato violentemente, mentre desiderava essere cieco!
Quante volte s'era rialzato nel combattimento, afferrandosi
alla roccia, abbassandosi al sofisma, trascinandosi nella
polvere, ora rovesciando sotto di sé la coscienza, ora
rovesciato da lei! Quante volte, dopo un equivoco, dopo
un'argomentazione ingannatrice e speciosa dell'egoismo,
aveva udito la coscienza sdegnata gridargli all'orecchio:
miserabile!
Quante volte il suo pensiero refrattario aveva rantolato
convulsamente sotto l'evidenza del dovere! Resistenza a
Dio.
Funebri sudori. Quante scorticature nella sua misera
esistenza!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
478
I MISERABILI VOL. III
Quante volte s'era rialzato, sanguinante, ammaccato,
spezzato, illuminato, con la disperazione nel cuore e la
serenità nell'anima, vinto, ma sentendosi vincitore! E dopo
averlo slogato, attanagliato e rotto, la sua coscienza, ritta
sopra di lui, terribile, luminosa, tranquilla, gli diceva: - Ora,
va' in pace!
Ma, uscendo da una lotta così cupa, ohimé, che lugubre
pace!
Tuttavia, Valjean sentì che ingaggiava quella notte la sua
ultima battaglia. Gli si presentava un quesito straziante.
Le predestinazioni non sono tutte diritte, non si svolgono in
un viale rettilineo dinanzi al predestinato, ma hanno degli
angiporti, dei vicoli ciechi, delle svolte oscure, dei crocicchi
allarmanti che offrono parecchie strade. In quel momento
Valjean faceva sosta nel più pericoloso di quei crocicchi.
Era giunto al supremo incrocio del bene e del male. Questa
tenebrosa intersezione gli stava sotto gli occhi. Anche
questa volta, come gli era già accaduto in altre dolorose
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
479
I MISERABILI VOL. III
peripezie, gli si aprivano due vie: una attraente, l'altra
spaventosa. Quale scegliere?
Quella che lo atterriva gli era sconsigliata dal misterioso
dito indicatore che scorgiamo ogni qual volta fissiamo
nostri occhi nell'ombra.
Ancora una volta Valjean doveva scegliere fra il porto
tremendo e l'insidia sorridente.
Il quesito che gli si presentava era questo:
Come si sarebbe comportato in presenza della felicità di
Cosetta e di Mario? Quella felicità voluta da lui, era stata
formata da lui; se l'era immersa egli stesso nelle viscere, e
ormai nell'esaminarla poteva provare la soddisfazione di un
armaiolo che riconosca la sua marca di fabbrica su un
coltello, strappandoselo fumante dal petto.
Cosetta aveva Mario, Mario possedeva Cosetta; essi
avevano tutto, fin la ricchezza: ed era opera sua.
Ma ora che quella felicità esisteva, che era là, che cosa ne
avrebbe fatto lui, Valjean? Doveva imporsi a essa, trattarla
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
480
I MISERABILI VOL. III
come cosa di sua pertinenza? Senza dubbio, Cosetta
apparteneva a un altro; ma doveva egli riservarsi tutto
quello che poteva, rimanere quella specie di padre, veduto
appena ma rispettato, che era stato? Doveva introdursi
tranquillamente nella casa degli sposi, aggiungere, senza
fiatare, il suo passato a quell'avvenire? Doveva presentarsi
là come chi ne abbia diritto, e andarsi a sedere, velato, a
quel luminoso focolare? Doveva stringere, sorridendo, nelle
sue tragiche mani, quelle mani innocenti? Posare sui
pacifici alari del salotto Gillenormand i suoi piedi, che si
trascinavano dietro l'ombra infamante della legge? Far
partecipare ai suoi rischi Cosetta e Mario? Addensare
l'oscurità sulla propria fronte, e la nube sulle loro?
Associare la sua catastrofe alle loro due felicità? Continuare
a tacere? In una parola, doveva egli essere, accanto a
quelle due creature felici, il sinistro muto del destino?
Bisogna essere abituati alla fatalità e ai suoi scontri per
osare alzare gli occhi quando certe questioni ci appaiono
nella loro orribile nudità. Dietro a quel severo punto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
481
I MISERABILI VOL. III
interrogativo c'è il bene o il male. Che fare? domanda la
sfinge.
Quell'abitudine alla lotta, Valjean la possedeva.
Egli guardò fisso la sfinge.
Esaminò sotto tutti gli aspetti lo spietato problema.
Cosetta, quell'incantevole esistenza, era la zattera di quel
naufragio. Che fare? aggrapparvisi o abbandonarla?
Se vi si attaccava, usciva dal disastro, risaliva verso il sole,
si lasciava sgocciolare l'acqua amara dagli abiti e dai
capelli, era salvo, viveva.
La lasciava andare?
Allora, l'abisso.
Così si consigliava dolorosamente col proprio pensiero; o,
per meglio dire, combatteva, e si precipitava furiosamente
entro di sé, ora contro la sua volontà, ora contro la sua
convinzione.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
482
I MISERABILI VOL. III
Fu una fortuna per Valjean aver potuto piangere, cosa che
forse lo illuminò. Tuttavia il principio fu aspro: una
tempesta più violenta di quella che altra volta l'aveva
spinto verso Arras si scatenò in lui. Il passato tornava di
fronte al presente; ed egli paragonava, e singhiozzava.
Una volta aperta la cateratta delle lacrime, il disperato si
contorse.
Si sentiva fermato.
Ahimé! nel pugilato a oltranza fra l'egoismo e il dovere,
quando indietreggiamo passo passo davanti al nostro
immutabile ideale, sconvolti, irritati, esasperati di dover
cedere, disputando il terreno, sperando una possibile fuga,
cercando un'uscita, quale brusca e sinistra resistenza è il
muro che sta dietro di noi!
Sentire l'ombra sacra che fa ostacolo!
L'invisibile inesorabile, che ossessione!
Con la coscienza dunque non si finisce mai. Deciditi Bruto,
deciditi Catone; essa è senza fine, perché è Dio. Si getta in
quel pozzo il lavoro di tutta la vita, vi si getta la fortuna, la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
483
I MISERABILI VOL. III
ricchezza, il successo conseguito, vi si getta la libertà e la
patria, vi si getta il benessere, il riposo, la gioia. Ancora!
ancora! ancora! Vuotate il vaso, rovesciate l'urna! Bisogna
finire col gettarvi il proprio cuore.
Fra le nebbie dei vecchi inferni c'è in qualche angolo un
pozzo fatto così.
Non siamo perdonabili se alla fine non ci prestiamo? Forse
che l'inesauribile può avere un diritto? Forse che le catene
senza fine non sono superiori alla forza umana? Chi
potrebbe biasimare Sisifo e Valjean se dicono: basta?
L'obbedienza della materia è limitata dall'attrito. Non ci
sarà un limite per la obbedienza dell'anima? Se è
impossibile il moto perpetuo, si può esigere la perpetua
abnegazione?
Il primo passo è nulla: difficile è l'ultimo. Cos'era il
processo Champmathieu in confronto del matrimonio di
Cosetta e delle sue conseguenze? Cos'era il ritorno nella
galera di fronte al ritorno nel nulla?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
484
I MISERABILI VOL. III
O primo gradino della discesa, come sei scuro! O secondo
gradino, come sei nero! Come non torcere il viso questa
volta?
Il martirio è una sublimazione, ma una sublimazione
corrosiva; è una tortura che santifica. Si può consentirvi
alla prima ora; si va a sedersi sul trono di ferro rovente, si
posa sulla fronte la corona di ferro rovente, si accetta il
globo di ferro rovente, s'impugna lo scettro di ferro
rovente; ma rimane ancora da indossare il manto di
fiamme; e non c'è un minuto in cui la miserabile carne si
rivolta, in cui si rinuncia al supplizio?
Finalmente Valjean entrò nella calma della prostrazione.
Meditò, ponderò, esaminò le alternative della misteriosa
bilancia di luce e di ombra.
Imporre la sua galera a quei due splendidi ragazzi, o
inabissarsi da sé irrevocabilmente. Da una parte il sacrificio
di Cosetta, dall'altra il suo.
A quale soluzione si fermò? Quale determinazione prese?
Quale fu, nel suo interno, la sua risposta definitiva
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
485
I MISERABILI VOL. III
all'incorruttibile interrogatorio della fatalità? Quale porta
decise di aprire? Qual lato della sua esistenza stabilì di
chiudere e murare? Fra tutti gli insondabili dirupi che lo
circondavano, quale fu la sua scelta? Quale estremo
accettò? A quale di quei precipizi fece un cenno col capo?
La sua vertiginosa fantasticheria durò tutta la notte.
Rimase là fino a giorno, nella solitudine, piegato in due su
quel letto, abbattuto e forse, ahimé! schiacciato sotto
l'enormità del destino, coi pugni contratti, con le braccia
distese ad angolo retto, come un crocifisso schiodato e
buttato con la faccia contro la terra.
Restò così per dodici ore, le dodici ore d'una lunga notte
d'inverno, intirizzito, senza rialzare la testa e senza
pronunciare una parola. Era immobile come un cadavere,
mentre il suo pensiero si prostrava per terra o spiccava il
volo verso il cielo, ora simile all'idra, ora simile all'aquila. A
vederlo così, immobile, pareva morto; ma ad un tratto
trasaliva convulsamente, e la sua bocca, incollata alle vesti
di Cosetta, le baciava; allora si vedeva che era vivo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
486
I MISERABILI VOL. III
Si vedeva? Ma da chi, se Valjean era solo e non c'era là
nessuno?
Da Colui che è nelle tenebre.
Libro 7
L'ULTIMO SORSO DEL CALICE
1. IL SETTIMO CERCHIO E L'OTTAVO CIELO
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
487
I MISERABILI VOL. III
L'indomani del giorno delle nozze è solitario. Si rispetta il
raccoglimento dei felici. E anche un po' il loro sonno
attardato.
Il frastuono delle visite e delle felicitazioni comincia solo
più tardi. La mattina del 17 febbraio - un po' dopo
mezzogiorno - Basco, con lo strofinaccio e il piumino sotto
il braccio, occupato a "fare l'anticamera", udì bussare
leggermente alla porta. Non avevano suonato, era una
discrezione in un giorno simile. Basco aprì, e vedendo il
signor Fauchelevent, l'introdusse nel salotto ancora
ingombro e in disordine, che pareva il campo di battaglia
delle allegrie del giorno prima.
- Si capisce, signore - osservò Basco - ci siamo svegliati
tardi.
- Il vostro padrone è alzato? - disse Valjean.
- Come va il braccio del signore? - rispose il servo.
- Meglio. Il vostro padrone è alzato?
- Quale? il vecchio o il nuovo?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
488
I MISERABILI VOL. III
- Il signor Pontmercy.
- Il signor barone? - fece Basco raddrizzandosi.
Si è barone soprattutto per i propri domestici. Ne riverbera
qualche cosa anche su loro; ricevono quello che un filosofo
potrebbe chiamare le zacchere del titolo, ed è cosa che li
lusinga. Mario, sia detto di volo, repubblicano militante, e
lo aveva dimostrato, adesso era barone suo malgrado. Era
avvenuta una piccola rivoluzione in famiglia intorno a quel
titolo; adesso era il signor Gillenormand che ci teneva e
Mario che ne era seccato.
Ma il colonnello Pontmercy aveva scritto: "Mio figlio porterà
il mio titolo", ed egli obbediva. E poi Cosetta, nella quale
incominciava a far capolino la donna, era contentissima di
chiamarsi baronessa.
- Il signor barone? - ripeté Basco. - Vado a vedere. Gli dirò
che il signor Fauchelevent è qui.
- No, non gli dite che sono io. Ditegli che c'è uno che
chiede di parlargli in particolare, ma non gli dite il nome.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
489
I MISERABILI VOL. III
- Ah! - esclamò Basco.
- Voglio fargli una sorpresa.
- Ah! - replicò il servo, dando a se stesso questo secondo
ah!
come spiegazione del primo.
E uscì.
Valjean rimase solo.
Il salotto, come abbiamo detto, era tutto in disordine:
pareva che, tendendo l'orecchio, vi si potesse ancora udire
il confuso rumore della festa. Sul pavimento c'era ogni
sorta di fiori caduti dalle ghirlande e dalle acconciature
femminili. Le candele, consumate fino in fondo,
aggiungevano ai cristalli del lampadario stalattiti di cera.
Neppure un mobile a posto. Negli angoli, tre o quattro
poltrone, ravvicinate in circolo l'una all'altra, pareva
continuassero una conversazione. L'insieme era ridente:
c'è ancora una certa grazia in una festa finita. E' stata una
cosa felice. In quelle sedie in disordine, tra quei fiori che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
490
I MISERABILI VOL. III
appassiscono, sotto quei lumi spenti si pensa alla gioia. Il
sole succeduto all'illuminazione penetrava allegramente nel
salotto.
Passarono alcuni minuti, durante i quali Valjean restò
immobile dove l'aveva lasciato Basco. Era molto pallido, gli
occhi erano incavati, e tanto affondati sotto le orbite dalla
insonnia, che quasi vi sparivano; il suo abito nero aveva le
pieghe calcate d'un vestito che ha passato la notte sulla
persona, i gomiti imbiancati dalla calugine che lascia sul
panno lo sfregamento della biancheria. Egli guardava ai
suoi piedi la finestra disegnata dal sole sul pavimento.
Udendo un rumore alla porta, alzò gli occhi.
Mario entrò, con la testa alta, la bocca ridente, un non so
che di luminoso nel volto, la fronte aperta e l'occhio
trionfante.
Nemmeno lui aveva dormito.
- Siete voi, papà! - esclamò vedendo Valjean. - E
quell'imbecille di Basco che aveva l'aria misteriosa! Ma voi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
491
I MISERABILI VOL. III
venite troppo di buon'ora: non sono ancora le dodici e
mezzo; Cosetta dorme.
La parola "Papà", detta da Mario al signor Fauchelevent
significava "felicità suprema". Era sempre esistito fra loro
come ci è noto, un dirupo, una freddezza, un riserbo, un
ghiaccio insomma da rompere o da sciogliere, ma il
giovane sposo era a tal punto d'entusiasmo, che il dirupo si
abbassava, il ghiaccio si scioglieva, e il signor Fauchelevent
era per lui, come per Cosetta, un padre.
Continuò; e le parole traboccavano da lui, come sempre
avviene in quei divini parossismi della gioia:
- Come sono contento di vedervi! Se sapeste come
sentimmo la vostra mancanza, ieri! Buon giorno, papà.
Come va la vostra mano?
Meglio, vero?
E, soddisfatto della buona risposta che s'era dato da sé,
proseguì:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
492
I MISERABILI VOL. III
- Abbiamo molto parlato di voi, tutti e due. Cosetta vi ama
tanto!
Non dimenticate che avete qui la vostra camera. Non
vogliamo più saperne di via Homme-Armé; per niente.
Come avete fatto a scegliere una via come quella,
ammalata, brontolona, brutta, con una sbarra all'estremità,
dove si sente freddo e non si può entrare? Verrete ad
alloggiare qui, e oggi stesso, altrimenti avrete da fare con
Cosetta, la quale intende menarci tutti per la punta del
naso, vi prevengo. La vostra camera l'avete già vista; è
proprio vicino alla nostra e dà sul giardino. Abbiamo fatto
accomodare la toppa, il letto è preparato, tutto è pronto,
non avete da far altro che venire. Cosetta vi ha fatto
collocare al letto una vecchia e grande poltrona di velluto di
Utrecht, alla quale ha detto: Stendigli le braccia! Nel folto
di acacie dirimpetto alla vostra finestra, viene tutte le
primavere un usignolo; lo udrete tra due mesi; avrete il
suo nido a sinistra e il nostro a destra; di notte udrete il
suo canto, di giorno il cinguettio di Cosetta. La vostra
camera è volta proprio a mezzodì.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
493
I MISERABILI VOL. III
Cosetta porrà in ordine i vostri libri, il viaggio del capitano
Cook, quello di Vancouver, e tutte le cose vostre. C'è, mi
pare, una valigetta che vi sta molto a cuore; ebbene, le ho
preparato un cantuccio d'onore. Avete fatto la conquista di
mio nonno; gli andate a genio. Vivremo tutti insieme.
Conoscete il "whist"? Se lo sapeste giocare, colmereste mio
nonno di gioia. Accompagnerete voi Cosetta a passeggio
quando io dovrò recarmi al tribunale; le darete il braccio
come una volta, al Lussemburgo, vi ricordate?
Noi siamo assolutamente decisi di essere felicissimi, e voi,
papà, prenderete parte alla nostra felicità, capite? Appunto,
fate colazione con noi oggi, vero?
- Signore - rispose Valjean - debbo dirvi una cosa. Io sono
un ex- forzato.
Il limite dei suoni acuti percettibili può essere oltrepassato
tanto dalla mente quanto dall'orecchio. Le parole "sono un
ex- forzato", uscendo dalla bocca del signor Fauchelevent
ed entrando nell'orecchio di Mario, andavano al di là del
possibile. Il giovane non intese: gli parve che gli fosse
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
494
I MISERABILI VOL. III
stato detto qualche cosa, ma che cosa non seppe, e rimase
a bocca aperta.
Si accorse allora che l'uomo che gli parlava era
spaventevole.
Preso dal suo entusiasmo, fino a quel momento non aveva
notato quel pallore terribile.
Valjean snodò il fazzoletto nero che gli sosteneva il braccio
destro, svolse la benda avvolta intorno alla mano, mise a
nudo il pollice e lo mostrò a Mario:
- Non ho nulla alla mano - disse.
Il giovane guardò il dito.
- Non ho avuto mai nulla - riprese Valjean.
Non c'era infatti nessuna traccia di ferita.
Valjean proseguì:
- Conveniva che io fossi estraneo al vostro matrimonio e ne
sono rimasto estraneo più che ho potuto. Finsi questa
ferita per non commettere un falso, per non introdurre un
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
495
I MISERABILI VOL. III
vizio di nullità negli atti matrimoniali, per potermi
dispensare dalla firma.
Mario balbettò:
- Che vuol dire tutto questo?
- Questo vuol dire - rispose Valjean - che io fui in galera.
- Voi mi fate impazzire - esclamò Mario spaventato.
- Signor Pontmercy - disse Valjean - sono stato diciannove
anni in galera: per furto; poi mi hanno condannato a vita:
per furto; come recidivo. In questo momento, sono m
latitante.
Mario aveva un bel rinculare dinanzi alla realtà, ricusare il
fatto, resistere all'evidenza; bisognava arrendervisi.
Cominciò a comprendere, e come sempre avviene in simili
casi, esagerò. Ebbe il brivido di un terribile lampo interiore;
un'idea, che lo fece fremere, gli attraversò la mente;
intravide nell'avvenire, per se stesso, un destino
mostruoso.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
496
I MISERABILI VOL. III
- Dite tutto! dite tutto! - gridò. - Voi siete il padre di
Cosetta!
E fece due passi indietro con un moto d'indicibile orrore.
Valjean rialzò la testa con tale maestoso atteggiamento,
che parve ingrandisse sino al soffitto.
- Signore, dovete credermi, e quantunque il giuramento
fatto da noi altri non sia accolto dai tribunali...
Tacque un momento, poi, con una specie di autorità
sovrana e sepolcrale, articolando lentamente e
accentuando le sillabe aggiunse:
- ... Voi mi crederete. Il padre di Cosetta, io! giuro dinanzi
a Dio, no. Signor barone di Pontmercy, io sono un
contadino di Faverolles, mi guadagnavo la vita potando gli
alberi. Non mi chiamo Fauchelevent, ma Giovanni Valjean.
Non ho nessuna parentela con Cosetta. Rassicuratevi.
Mario balbettò:
- Chi mi prova?...
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
497
I MISERABILI VOL. III
- Io, poiché lo dico.
Mario guardò quell'uomo. Era lugubre e tranquillo. Nessuna
menzogna poteva uscire da una tale calma. Chi è
ghiacciato è sincero, e in quella freddezza di tomba si
sentiva la verità.
- Vi credo - disse il giovane.
Valjean chinò la testa quasi per prenderne atto, poi
continuò:
- Che sono io per Cosetta? Un passante. Dieci anni or sono
ignoravo persino che esistesse. Le voglio bene, è vero. Ci si
affeziona a una fanciulla che si è conosciuta piccina,
quando si era già vecchio. I vecchi si sentono nonni per
tutti i bimbi. Mi sembra che possiate supporre in me
qualche cosa che somiglia a un cuore. Lei era orfana, senza
padre né madre, aveva bisogno di me, ed ecco perché mi
misi ad amarla. Sono così deboli i fanciulli, che il primo che
capita, anche un uomo come me, può essere il loro
protettore. Ecco il dovere che ho compiuto verso Cosetta.
Non credo che così poca cosa possa veramente chiamarsi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
498
I MISERABILI VOL. III
una buona azione; ma se è tale, supponete che io l'abbia
compiuta e prendete nota di questa circostanza
attenuante. Oggi, Cosetta abbandona la mia esistenza; le
nostre due strade si separano, d'ora innanzi io non posso
più nulla per lei. Lei è la signora Pontmercy; la sua
provvidenza è mutata e Cosetta guadagna nel cambio.
Tutto per il meglio. Quanto ai seicentomila franchi, non me
ne parlate, ma io prevengo il vostro pensiero: essi
costituiscono un deposito. In che modo quel deposito era
nelle mie mani? Che importa? Lo restituisco e nessuno può
chiedermi nulla di più. Completo la restituzione col dirvi il
mio vero nome. Anche questo mi riguarda:
ci tengo, io, che sappiate chi sono.
E fissò Mario in volto.
Tutto quanto Mario provava era tormentoso e incoerente.
Certe ventate del destino producono nell'anima nostra
simili ondulazioni.
Tutti abbiamo provato quegli istanti di turbamento, nei
quali ogni cosa in noi si disperde; allora diciamo le prime
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
499
I MISERABILI VOL. III
parole venute, le quali non sempre sono precisamente
quelle che bisognerebbe dire.
Ci sono subitanee rivelazioni che non si possono sopportare
e ci ubriacano come un vino funesto. Dalla nuova
situazione, intravista, Mario era sbalordito al punto di
parlare a quell'uomo quasi come sdegnato di quella
confessione.
- Ma infine - esclamò - perché mi dite tutto questo? Chi vi
costringe? Potevate conservare il vostro segreto. Non siete
né denunciato né inseguito né ricercato. Ci dev'essere una
ragione per farmi così allegramente una simile rivelazione.
Finite dunque:
c'è dell'altro. A quale scopo mi fate questa confessione?
Per qual motivo?
- Per quale motivo? - rispose Valjean con voce così bassa e
sorda che pareva parlasse a se stesso più che a Mario. Per quale motivo, infatti, questo forzato viene a dirvi: Io
sono un forzato?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
500
I MISERABILI VOL. III
Ebbene, sì, il motivo è strano! E' per onestà. La mia
disgrazia è un filo che ho qui nel cuore e che mi tiene
legato. E questi fili sono solidi soprattutto quando si è
vecchi: tutta la vita all'intorno si sfascia, ma essi resistono.
Se avessi potuto strapparmi questo filo, romperlo,
sciogliere il nodo o tagliarlo, e andarmene assai lontano, mi
sarei salvato. Bastava che partissi; nella via del Bouloy non
mancano le diligenze; voi siete felici e io me ne vado. Ho
tentato di romperlo questo filo, ho tirato con tutte le forze,
ma ha tenuto fermo, non s'è rotto; dovrei strapparmi
insieme il cuore. Allora ho detto: Non posso vivere altrove,
devo rimanere. Ebbene, sì, avete ragione, sono un
imbecille: perché non restare semplicemente? Voi mi offrite
una camera qui nella casa, la signora Pontmercy mi vuole
molto bene, e dice alla poltrona: stendigli le braccia; vostro
nonno è contentissimo di avermi con sé, gli vado a genio;
abiteremo tutti insieme; prenderemo i pasti in comune, io
darò il braccio a Cosetta... alla signora Pontmercy, scusate,
è l'abitudine...
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
501
I MISERABILI VOL. III
avremo un solo tetto, una sola mensa, un solo focolare, lo
stesso angolo da caminetto d'inverno, la stessa
passeggiata d'estate; ma questa è gioia, è felicità, è tutto.
Noi vivremo in famiglia. In famiglia!
A questa parola Valjean divenne torvo. Incrociò le braccia,
guardò il pavimento ai suoi piedi come se volesse scavarvi
un abisso, e d'un tratto la sua voce si fece sonora:
- Io, famiglia! no. Io non appartengo a nessuna famiglia,
né alla vostra né a quella di tutti gli uomini. Nelle case
dove si vive in dimestichezza io sono di troppo. Ci sono le
famiglie, ma non per me. Io sono lo sventurato, l'escluso.
Ebbi un padre e una madre?
quasi ne dubito. Il giorno in cui ho maritato quella fanciulla
tutto è finito: ho visto che era felice con l'uomo amato, che
c'era in questa casa un buon vecchio, un nido di due
angeli, tutte le gioie, tutto il bene, e ho detto a me stesso:
Non entrare, tu.
Potevo mentire, è vero, ingannarvi tutti, rimanere il signor
Fauchelevent. Finché è stato per lei, ho potuto mentire; ma
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
502
I MISERABILI VOL. III
ora, non devo. Bastava tacere, è vero, e tutto sarebbe
continuato. Voi mi chiedete che cosa mi costringa a
parlare? una cosa curiosa, la mia coscienza. Eppure, tacere
era assai facile: ho passato la notte a cercar di
persuaderne me stesso. Voi mi chiedete la mia
confessione, e quel che vi ho detto è tanto straordinario
che ne avete il diritto. Ebbene sì, ho consumato la notte a
dare a me stesso delle ragioni, e me ne sono date alcune
molto buone, ho fatto quanto ho potuto, siatene certo. Ma
ci sono due cose in cui non sono riuscito: né a spezzare il
filo che mi tiene attaccato, ribattuto e suggellato qui col
cuore né a far tacere qualcuno che mi parla
sommessamente quando sono solo. Ecco perché sono
venuto a confessarvi tutto stamane. Tutto, o quasi tutto. Ci
sono delle cose inutili a dirsi che riguardano me solo, e che
quindi tengo per me; l'essenziale lo sapete. Ho dunque
preso il mio mistero e ve l'ho portato; ho sventrato il mio
segreto sotto i vostri occhi.
Non era una risoluzione ovvia da prendere, e mi sono
dibattuto tutta la notte. Ah! credete forse che non abbia
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
503
I MISERABILI VOL. III
detto a me stesso che questo non era più il caso del
processo Champmathieu, che occultando il mio vero nome
non danneggiavo nessuno, che il nome di Fauchelevent mi
era stato dato dallo stesso Fauchelevent per riconoscenza
d'un servigio resogli, che potevo benissimo serbarlo, che
sarei stato felice nella camera da voi offertami, che non vi
avrei dato nessun fastidio, che me ne sarei stato nel mio
cantuccio, e che mentre voi avreste avuto Cosetta, io avrei
avuto l'idea di trovarmi nella stessa sua casa? Ciascuno
avrebbe goduto la sua proporzionata felicità. Continuando
a essere il signor Fauchelevent, tutto s'accomodava; tutto,
sì, fuorché l'anima mia.
Ci sarebbe stata la gioia sparsa su tutta la mia persona,
ma il fondo dell'anima mia sarebbe rimasto nero. Non
basta essere felici, occorre essere contenti. Dunque, sarei
rimasto il signor Fauchelevent, avrei nascosto il mio vero
volto; dunque, di fronte alla vostra espansione avrei avuto
un enigma, in mezzo alla vostra piena luce mi sarei avvolto
di tenebre; dunque, senza gridare "bada" con la massima
semplicità, mi sarei seduto alla vostra mensa col pensiero
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
504
I MISERABILI VOL. III
che se aveste saputo chi sono mi avreste scacciato, mi
sarei lasciato servire da domestici che, se avessero saputo,
avrebbero esclamato: Che orrore! Dunque, vi avrei toccato
col mio gomito che siete in diritto di respingere, avrei
truffato la vostra stretta di mano! Nella vostra casa
avrebbero diviso la riverenza tra i capelli bianchi venerabili
e i capelli bianchi infamati; e nelle vostre ore più intime,
quando tutti i cuori si sarebbero creduti aperti fino in
fondo, trovandoci tutt'e quattro insieme, vostro nonno voi
due e io, ci sarebbe stato fra noi un ignoto. Sarei stato
fianco a fianco con voi nella vostra esistenza, con la sola
preoccupazione di non spostare il coperchio del mio
terribile pozzo! Così io, un morto, mi sarei imposto a voi
che siete vivi. E lei, l'avrei condannata a essermi legata a
vita.
Voi, Cosetta e io, saremmo stati tre teste nel berretto
verde! Non vi sentite rabbrividire? Ora sono soltanto il più
oppresso degli uomini; allora sarei stato il più mostruoso. E
questo delitto, l'avrei commesso ogni giorno! E questa
menzogna, l'avrei ripetuta ogni giorno e questa maschera
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
505
I MISERABILI VOL. III
di tenebre l'avrei tenuta sul viso ogni giorno! E ogni giorno
vi avrei dato la vostra parte della mia infamia! Ogni giorno!
a voi, i miei cari, a voi i miei figli, a voi, i miei innocenti!
Tacere è nulla? Serbare il silenzio è una cosa semplice? No,
non è semplice. C'è un silenzio che mentisce. E la mia
menzogna, la mia frode, la mia indegnità, la mia viltà, il
mio tradimento, il mio delitto, io li avrei bevuti a goccia a
goccia, li avrei vomitati e poi ribevuti; avrei finito a
mezzanotte e ricominciato a mezzogiorno, e il mio
buongiorno avrebbe mentito, e il mio buonasera avrebbe
mentito, e ci avrei dormito sopra, e l'avrei mangiato col
pane, e avrei guardato in faccia Cosetta, e avrei risposto al
sorriso dell'angelo col sorriso del dannato, e sarei stato un
abominevole istrione! E perché? Per essere felice! Felice io!
Ho forse il diritto d'essere felice? Io sono fuori della vita,
signore.
Valjean si fermò. Mario ascoltava. Simili concatenamenti di
idee e di angosce non si possono interrompere. Valjean
abbassò di nuovo la voce, che non era più sorda, ma
sinistra.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
506
I MISERABILI VOL. III
- Voi chiedete perché parlo? Io che non sono né denunciato
né inseguito né ricercato, dite voi. Sì! sono denunciato!
sono inseguito! sono ricercato! Da chi? Da me! sono io che
sbarro a me stesso il passaggio, e mi trascino, e mi
sospingo, e mi arresto, e mi condanno, e quand'uno è
afferrato da se stesso, è ben tenuto.
E afferrandosi l'abito col pugno e tirandolo verso Mario:
- Guardate questo pugno - proseguì. - Non vi pare che
sappia tenere questo bavero in modo da non lasciarselo
sfuggire? Ebbene, la coscienza è un altro pugno! E per
vivere felice, signore, bisogna non comprendere il dovere;
appena è compreso, diventa implacabile. Sembra che vi
punisca d'averlo capito; ma no, vi ricompensa invece,
perché vi mette in un inferno dove si sente d'avere accanto
Iddio. Appena ci siamo lacerate le viscere, ci sentiamo in
pace con noi stessi.
E con accento straziante aggiunse:
- Signor Pontmercy, è una cosa che non ha senso, eppure
io sono un uomo onesto. Ed è col degradarmi ai vostri
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
507
I MISERABILI VOL. III
occhi che mi elevo ai miei. Questo mi è già accaduto una
volta, ma era meno doloroso; non era nulla. Sì, un uomo
onesto. Non lo sarei, se per mia colpa aveste continuato a
stimarmi; ora che mi disprezzate, lo sono.
Pesa su di me questa fatalità: che non potendo mai avere
alcuna considerazione se non rubata, questa
considerazione m'opprime interiormente, e perché io possa
rispettare me stesso, è necessario che gli altri mi
disprezzino. Allora mi rialzo. Sono un galeotto che
obbedisce alla sua coscienza. So bene che non è una cosa
verosimile; ma che posso farci io? è così. Ho preso degli
impegni con me stesso e li mantengo. Avvengono certi
incontri che ci legano, dei casi fortuiti che ci trascinano ad
assumere dei doveri. Vedete, signor Pontmercy, mi sono
accadute certe cose nella vita!...
Fece una nuova pausa, quindi ingoiando con fatica la
saliva, come se le sue parole sapessero di amaro, riprese:
- Quando sopra di noi pesa un tale orrore, non abbiamo il
diritto di renderne partecipi gli altri a loro insaputa, non
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
508
I MISERABILI VOL. III
abbiamo il diritto di comunicar loro la nostra peste, di farli
sdrucciolare nel nostro precipizio senza che se ne
avvedano, di buttar su di loro la nostra casacca rossa, e
d'intralciare segretamente con la nostra miseria la felicità
altrui. Avvicinarsi ai sani e toccarli di nascosto con la
propria ulcera invisibile è una cosa orribile.
Fauchelevent ha un bel prestarmi il suo nome; io non ho il
diritto di servirmene. Egli ha potuto darmelo, ma io non ho
potuto prendermelo. Un nome è un io. Vedete, signore, ho
un po' pensato, un po' letto, benché sia un contadino, e mi
rendo conto delle cose. Vedete che mi spiego
convenientemente. Mi sono fatto un'educazione da me
stesso. Ebbene sì, sottrarre un nome e ripararvisi sotto è
una cosa disonesta. Si possono rubare le lettere
dell'alfabeto come una borsa o un orologio. Essere una
firma falsa in carne e ossa, una chiave falsa vivente,
entrare in casa di gente onesta scassinando la serratura,
non guardar mai più francamente ma sempre di sottecchi,
essere infame dentro di me no!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
509
I MISERABILI VOL. III
no! no! no! E' meglio soffrire, sanguinare, piangere,
strapparsi la pelle dalle carni con le unghie, passare le notti
a torcersi tra le angosce, rodersi il ventre e il cuore. Ecco
perché vengo a raccontarvi tutto questo, allegramente,
come voi dite.
Respirò penosamente, quindi lanciò quest'ultima frase:
- Una volta, per vivere, rubai un pane; oggi, per vivere,
non voglio rubare un nome.
- Per vivere! - interruppe Mario. - Ma non avete bisogno di
questo nome per vivere!
- Oh! me ne intendo io! - rispose Valjean alzando e
abbassando lentamente la testa più volte di seguito.
Successe una pausa. Tacevano tutti e due, ciascuno
inabissato in un gorgo di pensieri. Mario si era seduto
vicino a una tavola e appoggiava l'angolo della bocca a un
dito piegato. Valjean passeggiava su e giù. Si fermò
davanti a uno specchio e rimase immobile; poi, come se
rispondesse a un ragionamento interiore, disse guardando
quello specchio nel quale non si mirava:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
510
I MISERABILI VOL. III
- Adesso mi sento sollevato.
Tornò a camminare e andò all'altro capo del salotto. Nel
voltarsi s'accorse che Mario lo guardava camminare. Allora,
con un accento inesprimibile, gli disse:
- Trascino un po' la gamba. Ora capite perché. - Quindi finì
di volgersi verso Mario:
- Ed ora, signore, fate questa supposizione: Io non ho
detto nulla, sono rimasto il signor Fauchelevent, ho preso il
mio posto in casa vostra, faccio parte della famiglia,
occupo la mia stanza, vengo la mattina a far colazione in
pantofole, la sera andiamo tutt'e tre al teatro, io
accompagno la signora Pontmercy alle Tuileries e alla
piazza Reale, viviamo insieme, voi mi credete un vostro
eguale; ed ecco che un bel giorno mentre ci troviamo uniti
e discorriamo e ridiamo, udite d'un tratto una voce gridare
il nome di Giovanni Valjean, e vedete una mano terribile,
quella della polizia,balzare fuori dall'ombra estrapparmi
improvvisamente la maschera!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
511
I MISERABILI VOL. III
Tacque di nuovo; Mario s'era alzato con un brivido. Valjean
riprese:
- Che ne dite?
Il silenzio di Mario era una risposta.
L'altro continuò:
- Vedete bene che ho avuto ragione a non tacere. Su via,
siate felice! siate al settimo cielo! siate l'angelo d'un
angelo! e siate nel sole! e contentatevi, e non vi
preoccupate di sapere che cosa faccia un povero dannato
per squarciarsi il petto e fare il proprio dovere. Avete
davanti a voi un miserabile.
Mario attraversò lentamente il salotto, e avvicinatosi a
Valjean gli tese la mano.
Ma dovette egli stesso andare a prendere quella mano che
non si presentava, e gli parve di stringere una mano di
marmo. Valjean lasciò fare.
- Mio nonno ha molti amici - disse Mario - e vi farà
ottenere la grazia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
512
I MISERABILI VOL. III
- E' inutile - rispose Valjean. - Mi credono morto e ciò
basta. I defunti non sono sottoposti a sorveglianza, si
suppone che imputridiscano tranquillamente. La morte è lo
stesso che la grazia.
E liberando la mano tenuta dal giovane, aggiunse con una
specie di dignità inesorabile:
- D'altronde, fare il mio dovere: ecco l'amico a cui ricorro;
e ho bisogno di una sola grazia, quella della mia coscienza.
In quel momento, all'altra estremità del salotto, la porta fu
socchiusa adagino e apparve la testa di Cosetta, coi capelli
in un incantevole disordine e le palpebre ancora gonfie di
sonno. Col movimento d'un uccello che spinge la testa fuori
dal nido, essa guardò prima suo marito, poi Valjean, e
gridò loro, ridendo, con un sorriso che parve sbocciar da
una rosa:
- Scommetto che parlate di politica. Che goffaggine! Invece
di tenermi compagnia!
Valjean trasalì.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
513
I MISERABILI VOL. III
- Cosetta!... - balbettò Mario, e non disse altro.
Sembravano due colpevoli.
Cosetta, raggiante, continuava a volgere lo sguardo
dall'uno all'altro; e nei suoi occhi c'erano luci di paradiso.
- Vi colgo in delitto flagrante - disse. - Ho sentito
attraverso l'uscio il mio papà Fauchelevent che diceva: la
coscienza...
l'adempimento del dovere... E' politica, questa; e io non ne
voglio. Non si parla di politica subito, all'indomani delle
nozze; non è giusto.
- T'inganni, Cosetta - rispose Mario. - Parliamo d'affari,
parliamo del collocamento migliore per i tuoi seicentomila
franchi...
- Poco importa - interruppe la donna. - Vengo anch'io. Mi
volete?
E spingendo risolutamente la porta entrò nel salotto. Era
avvolta in un vasto accappatoio bianco a mille pieghe e a
grandi maniche, che partendo dal collo le ricadeva fino ai
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
514
I MISERABILI VOL. III
piedi. Nei cieli d'oro dei vecchi dipinti gotici si vedono simili
graziosi sacchi da porvi dentro un angelo.
Essa si mirò dalla testa ai piedi in un grande specchio, poi
esclamò con un'esplosione d'estasi ineffabile:
- C'era una volta un re e una regina. Oh come sono
contenta!
Ciò detto, fece la riverenza a Mario e a Valjean, e proseguì:
- Ecco, io mi metterò in una poltrona accanto a voi. Tra
mezz'ora si fa colazione: voi direte tutto quello che volete,
so bene che gli uomini devono parlare; me ne starò
tranquilla.
Mario le prese il braccio e le disse amorosamente:
- Stiamo parlando d'affari.
- A proposito - rispose Cosetta - aprendo la mia finestra ho
visto arrivare nel giardino una quantità di cinciallegre, che
paiono maschere. Oggi è il mercoledì delle ceneri, ma non
per gli uccelli.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
515
I MISERABILI VOL. III
- Ti ripeto che parliamo d'affari; va', mia piccola Cosetta,
lasciaci soli un momento. Parliamo di cifre; t'annoieresti.
- Ti sei messo stamattina una deliziosa cravatta, Mario;
siete molto civettuolo, mio signore. No, non m'annoierò.
- T'assicuro che t'annoierai.
- No, perché siete voi; non capirò, ma starò ad ascoltarvi.
Quando si odono le voci amate non c'è bisogno di capire le
parole che dicono. Non desidero altro che stare con voi.
Rimango, via!
- Tu sei la mia adorata Cosetta! ma è impossibile.
- Impossibile!
- Sì.
- Va bene - riprese Cosetta. - Vi avrei dato delle notizie, vi
avrei detto che il nonno dorme ancora, che vostra zia è
andata a messa, che il camino della camera del mio papà
Fauchelevent fa fumo, che Nicoletta ha fatto chiamare uno
spazzacamino, che la Toussaint e Nicoletta hanno già
litigato, e che Nicoletta si burla della balbuzie della
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
516
I MISERABILI VOL. III
Toussaint. Ebbene, non saprete nulla. Ah! E' impossibile?
Anch'io a mia volta dirò è impossibile, vedrete, signore. E
allora chi sarà preso al laccio? Te ne prego, mio piccolo
Mario, lasciami stare qui con voi due.
- Ti giuro che è necessario che restiamo soli.
- Ebbene, sono forse qualcuno io?
Cosetta si volse verso Valjean che non diceva una parola:
- Prima di tutto, papà, voglio che veniate a darmi un bacio.
Che cosa fate lì silenzioso, invece di prendere le mie
difese? Chi mi ha dato un padre così? Non vedete che sono
infelicissima in famiglia? Mio marito mi batte. Animo
dunque, abbracciatemi subito.
Valjean s'avvicinò. Cosetta si volse verso Mario:
- A voi invece faccio le boccacce.
E porse la fronte a Valjean.
Questi le s'accostò d'un altro passo. Ma Cosetta rinculò.
- Siete pallido, papà. Forse che il braccio vi fa male?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
517
I MISERABILI VOL. III
- E' guarito - rispose.
- Avete dormito male?
- No.
- Siete triste?
- No.
- Datemi un bacio. Se vi sentite bene, se avete ben
dormito, se siete contento, non vi sgriderò.
E gli porse nuovamente la fronte.
Valjean depose un bacio su quella fronte, su cui splendeva
un riflesso del cielo.
- Sorridete.
Egli obbedì: fu il sorriso d'uno spettro.
- Ora difendetemi da mio marito.
- Cosetta... - esclamò Mario.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
518
I MISERABILI VOL. III
- Andate in collera! papà. Ditegli che è necessario che io
rimanga qui, che si può benissimo parlare davanti a me. Mi
credete dunque molto sciocca! Dunque è assai
stupefacente quello che dite! Gli affari, collocare dei denari
presso una banca, gran cosa! Gli uomini fanno i misteriosi
per un nulla. Voglio restare. Sono molto bella stamane;
guardami, Mario.
E con un adorabile moto delle spalle e non so qual broncio
squisito, essa guardò il marito. Fra quelle due creature
scoccò come un lampo. Poco importava che ci fosse
qualcuno presente.
- T'amo - disse Mario.
- T'adoro - rispose Cosetta.
E caddero irresistibilmente nelle braccia l'uno dell'altra.
- Ora - riprese Cosetta, rassettandosi una piega
dell'accappatoio con una smorfietta di trionfo - io rimango.
- Questo no - ripeté Mario in tono supplichevole. Dobbiamo terminare qualche cosa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
519
I MISERABILI VOL. III
- Ancora no?
Il giovane prese un tono severo:
- T'assicuro, Cosetta, che è impossibile.
- Ah! fate il vostro vocione d'uomo, signore. Va bene. Me
ne vado.
Voi, papà, non m'avete sostenuta. Signor marito, signor
padre, siete due tiranni, vado a dirlo al nonno. Se credete
che tornerò e che vi starò a pregare, v'ingannate. Sono
fiera. Adesso sarò io ad aspettarvi. Vedrete che vi
annoierete senza di me. Me ne vado, va benissimo.
E uscì.
Due secondi dopo l'uscio si riaprì, il suo fresco viso
vermiglio passò di nuovo tra i due battenti, ed essa gridò
loro:
- Sono molto in collera.
La porta si richiuse e si rifecero le tenebre.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
520
I MISERABILI VOL. III
Fu come un raggio di sole fuorviato che, senza
immaginarselo, aveva attraversato d'improvviso la notte.
Mario s'assicurò che l'uscio fosse ben chiuso.
- Povera Cosetta! - mormorò. - Quando verrà a sapere...
A queste parole Valjean tremò in tutte le membra, e fissò
su Mario l'occhio smarrito.
- Cosetta! Ah! sì, è vero, voi le direte tutto; è giusto. E io
non ci avevo pensato! Abbiamo talvolta la forza di
sopportare una cosa e non un'altra. Signore, ve ne
scongiuro, ve ne supplico, datemi la vostra parola più sacra
che non glielo direte. Non basta forse che lo sappiate voi?
Ho potuto dirlo io stesso senza esserci costretto; l'avrei
detto a tutti, all'universo intero, non m'importava. Ma lei...,
lei non capisce queste cose, e ne sarebbe spaventata. Un
forzato, come! Sarebbe necessario spiegarglielo, dirle: E'
un uomo che è stato in galera. Un giorno, vide passare la
catena... Ah mio Dio!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
521
I MISERABILI VOL. III
Si abbatté su una poltrona e si nascose il volto fra le mani.
Non si sentiva, ma dalle scosse delle spalle si vedeva che
piangeva.
Lacrime silenziose, lacrime terribili.
I singhiozzi soffocano. Preso da un impeto convulso,
dovette rovesciarsi indietro sulla spalliera come per
respirare, lasciando pendere le braccia e mostrando a
Mario la faccia inondata di lacrime; e Mario l'udì bisbigliare
con voce così sommessa che sembrava provenire da un
abisso senza fondo: - Oh! come vorrei morire!
- State tranquillo, - disse il giovane; - terrò il vostro
segreto per me solo.
E meno commosso di quanto forse avrebbe dovuto esserlo,
ma costretto da un'ora a familiarizzarsi con una spaventosa
sorpresa, vedendo a grado a grado sotto i suoi occhi un
galeotto sovrapporsi al signor Fauchelevent, vinto a poco a
poco da quella lugubre realtà e condotto dalla china
naturale della situazione a constatare l'intervallo che si era
formato tra quell'uomo e lui, aggiunse:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
522
I MISERABILI VOL. III
- E' impossibile che non vi dica una parola intorno al
deposito che m'avete così fedelmente e così onestamente
rimesso. E' un atto di probità, ed è giusto che vi sia dovuta
una ricompensa. Fissate voi stesso la somma che vi sarà
sborsata; né dovete temere di fissarla troppo alta.
- Vi ringrazio, signore - rispose Valjean con dolcezza.
Rimase pensoso un momento, passando macchinalmente
l'estremità dell'indice sull'unghia del pollice, quindi riprese:
- Tutto è quasi finito. Mi resta un'ultima cosa.
- Quale?
Valjean ebbe come una suprema esitazione, poi senza
voce, quasi senza respiro, balbettò più che non dicesse:
- E ora che sapete, credete, signore, voi che siete il
padrone, che io non debba più vedere Cosetta?
- Credo che sarebbe meglio - rispose Mario con freddezza.
- Non la vedrò più - mormorò Valjean.
E si diresse verso la porta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
523
I MISERABILI VOL. III
Mise la mano sulla maniglia, che cedette subito, socchiuse
la porta, l'aprì abbastanza per passare, restò un secondo
immobile, poi la richiuse ancora e si volse verso Mario.
Non era più pallido, ma era livido; non aveva più lacrime
negli occhi, ma una specie di tragica fiamma; e la sua voce
aveva ripreso una strana calma.
- Ascoltatemi, signore, - disse - se lo permetterete, verrò a
vederla. Vi assicuro che lo desidero ardentemente. Se non
ci avessi tenuto a vedere Cosetta, non vi avrei fatto la
confessione che vi ho fatta, sarei partito; ma volendo
rimanere dov'è Cosetta e continuare a vederla, ho dovuto
dirvi tutto. Voi seguite il mio ragionamento, non è vero? è
una cosa facile a capirsi. Vedete, sono più di nove anni che
l'ho con me. Abbiamo abitato prima in quella topaia del
boulevard, poi nel convento, poi presso il Lussemburgo,
dove l'avete vista la prima volta. Vi ricordate il suo cappello
di felpa azzurro? Siamo stati poi nel quartiere degli
Invalidi, dove c'era un cancello e un giardino, in via
Plumet. Io abitavo dalla parte interna, da dove udivo il suo
pianoforte.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
524
I MISERABILI VOL. III
Eccovi la mia vita. Non ci lasciavamo mai. La cosa è durata
nove anni e alcuni mesi; io ero come un padre per lei, e
essa la mia figliola. Non so se mi capite, signor Pontmercy;
ma andarmene ora, non vederla più, non parlarle più, non
avere più nulla, sarebbe difficile. Se non ci vedete niente di
male, verrò ogni tanto a trovare Cosetta. Non verrei
spesso, non resterei a lungo. Direte di ricevermi nel
salottino di giù. Entrerei volentieri per la porta di dietro,
destinata alla servitù, ma questo stupirebbe, forse; sarà
meglio, credo, entrare dalla porta di tutti. Davvero,
signore, vorrei vedere ancora un po' Cosetta: di rado,
quando vi aggrada. Mettetevi al mio posto: non ho più
nessuno al mondo. E poi, bisogna badare che se non
venissi più, la cosa farebbe una brutta impressione,
parrebbe molto strana. Quello che posso fare è di venire la
sera, quando comincia a farsi buio.
- Verrete tutte le sere - disse Mario - e Cosetta vi
aspetterà.
- Voi siete buono, signore - rispose Valjean.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
525
I MISERABILI VOL. III
Mario salutò Valjean. La felicità accompagnò fino all'uscio
la disperazione, e quei due uomini si separarono.
2. LE OSCURITA' CHE PUO' CONTENERE UNA
RIVELAZIONE
Mario era sconvolto.
Ora inclinava in quella specie di antipatia che aveva
sempre provato per l'uomo accanto al quale vedeva
Cosetta. C'era in quell'individuo un non so che di
enigmatico di cui l'istinto l'avvertiva, e quell'enigma era la
più schifosa delle vergogne: la galera. Fauchelevent era il
forzato Valjean.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
526
I MISERABILI VOL. III
Trovare a un tratto un simile segreto in mezzo alla sua
felicità somigliava a una scoperta d'uno scorpione in un
nido di tortore.
La felicità di Mario e Cosetta era dunque condannata a
quella vicinanza? Era un fatto compiuto? L'accettazione di
quell'uomo faceva parte del matrimonio? Non rimaneva più
nulla da fare? Aveva egli sposato anche il galeotto?
Si ha un bell'essere coronato di luce e di gioia, si ha un
bell'assaporare la grande ora purpurea della vita, l'amore
felice:
simili scosse costringerebbero a fremere anche l'arcangelo
nella sua estasi, anche il semidio nella sua gloria.
Come sempre avviene nei cambiamenti improvvisi, Mario si
chiedeva se non avesse qualche rimprovero da farsi.
Aveva mancato di giudizio? Aveva mancato di prudenza? Si
era volontariamente stordito? Un po', forse. S'era lanciato,
senza bastante precauzione, in quell'avventura d'amore
che era finita nel suo matrimonio con Cosetta? Constatava
- è così con una serie di successive constatazioni di noi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
527
I MISERABILI VOL. III
stessi su noi stessi, la vita a poco a poco ci emenda constatava il lato chimerico e visionario del proprio
carattere, specie di nube interiore, caratteristica di molti
individui e che nei parossismi della passione e del dolore,
col mutar temperatura dell'anima, si dilata e invade
interamente l'uomo in modo da formarne una coscienza
inzuppata di nebbia. Più d'una volta abbiamo accennato a
questo elemento caratteristico della personalità di Mario. Si
ricordava che nell'ebbrezza del suo amore, in via Plumet,
durante quelle sei o sette settimane estatiche, non aveva
nemmeno parlato a Cosetta di quel dramma enigmatico
della topaia Gorbeau, dove la vittima aveva avuto un così
strano atteggiamento di silenzio durante la lotta, che poi
era fuggita. Com'era stato possibile che non ne avesse
parlato a Cosetta? Eppure si trattava di una cosa tanto
recente e spaventosa. Come mai non le aveva neppure
nominato i Thénardier, neanche il giorno in cui aveva
incontrato Eponina? Durava quasi fatica a spiegarsi il suo
silenzio d'allora. Però lo comprendeva; rammentava il suo
sbalordimento, l'ebbrezza che provava per Cosetta, l'amore
che assorbiva ogni cosa, quel sollevarsi l'un l'altro
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
528
I MISERABILI VOL. III
nell'ideale, e fors'anche, come la quantità impercettibile di
ragione mista a quello stato violento e incantevole
dell'anima, un vago e sordo istinto di nascondere e di
cancellare nella memoria quella terribile avventura di cui
temeva il contatto, nella quale non voleva recitare alcuna
parte, a cui si sottraeva, in cui non poteva essere narratore
o testimonio senza essere accusatore. D'altronde, quelle
poche settimane erano state un lampo: non avevano avuto
il tempo di far nulla, fuorché amarsi.
Infine, tutto calcolato, tutto rigirato, tutto esaminato,
quand'anche avesse narrato a Cosetta l'insidia Gorbeau,
quando le avesse nominato i Thénardier, quand'anche
avesse scoperto che Valjean era un galeotto, questo
avrebbe cambiato lui, Mario, e lei, Cosetta? Avrebbe egli
indietreggiato? L'avrebbe meno adorata?
Avrebbe fatto a meno di sposarla? No. Ci sarebbe stato
nulla di mutato in quanto si era fatto? No. Nulla dunque
aveva da rimpiangere, nulla da rimproverarsi. Tutto per il
meglio. C'è un Dio per quegli ubriaconi che si chiamano
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
529
I MISERABILI VOL. III
innamorati. Cieco, Mario aveva battuto la via che avrebbe
scelto se ci avesse visto chiaro.
L'amore gli aveva bendato gli occhi, per condurlo dove? Al
paradiso.
Ma a quel paradiso veniva ora ad aggiungersi un confine
infernale.
L'antica antipatia di Mario per quell'uomo, per quel
Fauchelevent divenuto ormai Valjean, era mista d'orrore.
Tuttavia in quell'orrore, diciamolo, c'era una qualche pietà
e anche un po' di sorpresa.
Quel ladro, un ladro recidivo, aveva restituito un deposito.
E quale? Seicentomila franchi! Ed era solo a conoscerne il
segreto!
Poteva tenere tutto e aveva tutto restituito.
Inoltre aveva rivelato da sé la propria situazione. Nulla lo
costringeva. Se si sapeva chi era, si sapeva per mezzo suo.
C'era in quella confessione più che l'accettazione
dell'umiliazione, l'accettazione del pericolo. Per un
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
530
I MISERABILI VOL. III
condannato, una maschera non è una maschera, è un
rifugio; ed egli aveva rinunciato a quel rifugio; un falso
nome è la sicurezza, ed egli aveva rigettato quel falso
nome. Poteva, lui, galeotto, nascondersi per sempre in una
famiglia onorata, e aveva resistito a quella tentazione. E
per qual motivo? per scrupolo di coscienza; l'aveva
spiegato egli stesso con l'irresistibile accento della verità.
Chiunque fosse insomma quel Valjean, era
incontestabilmente una coscienza che si ridestava; c'era in
lui non so quale misteriosa riabilitazione già cominciata; e,
secondo ogni apparenza, già da molto tempo lo scrupolo
era padrone di quell'uomo. Simili scrupoli per la giustizia e
per il bene non sono propri delle nature volgari. Un
ridestarsi di coscienza è grandezza d'animo.
Valjean era sincero. Tale sincerità, visibile, palpabile,
irrefragabile, resa evidente dallo stesso dolore che gli
cagionava, rendeva inutile le indagini e dava autorità a
tutto quanto diceva quell'uomo. Qui, per Mario, una strana
inversione delle situazioni. Che cosa ispirava il signor
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
531
I MISERABILI VOL. III
Fauchelevent? la diffidenza. Che cosa emanava Giovanni
Valjean? la fiducia.
Nel misterioso bilancio di quel Valjean, fatto da Mario
cogitabondo, egli constatava l'attivo, constatava il passivo,
e cercava di giungere a un risultato: ma era come in una
bufera.
Sforzandosi di formarsi un concetto chiaro di quell'uomo, e
inseguendo, per così dire, Valjean in fondo alla sua mente,
lo perdeva di vista, e lo ritrovava circondato da una nebbia
fatale.
L'onesta restituzione del deposito, la probità della
confessione, sta bene; era come uno squarcio nella nube;
poi la nube ridiventava nera.
Per quanto fossero confusi i ricordi di Mario, pure gliene
ritornava qualche traccia.
Cos'era in definitiva l'avventura del tugurio Jondrette?
Perché, all'arrivo della polizia, invece di querelarsi,
quell'uomo era fuggito? Qui trovava la risposta; perché era
un galeotto latitante.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
532
I MISERABILI VOL. III
Altro quesito: Perché quell'uomo era venuto nella
barricata?
Adesso, Mario rivedeva distintamente quel ricordo,
riapparso in quella sua emozione, come l'inchiostro
simpatico al fuoco.
Quell'uomo era nella barricata, ma senza combattere. Che
era venuto a fare? Di fronte a questa domanda, uno
spettro si rizzava e rispondeva, Javert. Mario ricordava
perfettamente in quel momento la funebre visione di
Valjean che trascinava fuori della barricata Javert legato, e
sentiva ancora venire di dietro l'angolo del vicolo
Mondétour l'orribile colpo di pistola.
Verosimilmente c'era odio tra quella spia e quel galeotto;
l'uno impacciava l'altro; e Valjean era andato alla barricata
per vendicarsi. Vi era giunto tardi, quando già sapeva
probabilmente che Javert vi era trattenuto prigioniero. La
vendetta còrsa è penetrata in certi bassifondi e vi fa legge;
essa è tanto semplice che non stupisce neppure le anime
già mezzo rivolte verso il bene; e quei cuori sono così fatti
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
533
I MISERABILI VOL. III
che un colpevole avviato al pentimento può benissimo per
scrupolo trattenersi dal furto e non dalla vendetta. Valjean
aveva ucciso Javert; almeno, la cosa pareva evidente.
Ultimo quesito infine, a cui però non trovava risposta, e
che lo teneva afferrato come una morsa. Come mai
l'esistenza di Valjean era stata così a lungo vicino a quella
di Cosetta? Cos'era quel cupo gioco della Provvidenza che
aveva messo quella fanciulla a contatto con quell'uomo? Ci
sono dunque delle catene a due forgiate lassù, e Dio si
diletta ad accoppiare l'angelo col démone? Il delitto e
l'innocenza possono dunque essere compagni di camerata
nella misteriosa galera delle miserie? In quella sfilata di
condannati che si chiama il destino umano, possono
passare l'una vicino all'altra due fronti: l'una ingenua,
l'altra terribile, l'una bagnata dai sublimi candori dell'alba,
l'altra per sempre rabbrividente al bagliore d'un eterno
lampo? Chi aveva potuto determinare quell'inesplicabile
unione? In che maniera, in seguito a quale prodigio era
stata possibile una comunanza di vita tra quella celeste
piccina e quel vecchio dannato? Chi aveva potuto legare
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
534
I MISERABILI VOL. III
l'agnello al lupo, e, cosa più incomprensibile, il lupo
all'agnello?
Infatti il lupo amava l'agnello, la creatura selvaggia
adorava la creatura debole, e per nove anni l'angelo aveva
trovato il suo punto d'appoggio nel mostro. L'infanzia e
l'adolescenza di Cosetta, il suo sviluppo, il suo virgineo
progresso verso la luce e la vita erano stati protetti da
quell'affetto deforme.
E qui, i quesiti si sfogliavano, per così dire, in una serie
innumerevole di enigmi, gli abissi si spalancavano in fondo
agli abissi, e Mario non poteva più chinarsi verso Valjean
senza vertigine Cos'era dunque quell'uomo-precipizio?
Gli antichi simboli genesiaci sono eterni. Nella società
umana così com'è, fino al giorno in cui una maggior luce la
muterà, ci sono sempre due uomini, l'uno superiore, l'altro
sotterraneo; quello conforme al bene è Abele, quello
conforme al male è Caino.
Cos'era quel Caino affettuoso? Cos'era quel bandito
religiosamente assorto nell'adorazione d'una vergine, che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
535
I MISERABILI VOL. III
aveva vegliato su lei, l'aveva allevata, custodita, resa
pregevole, circondandola, egli impuro, di purezza? Cos'era
quella cloaca che aveva venerato quell'innocenza al punto
da non comunicarle alcuna macchia?
Cos'era quel Valjean che forniva l'educazione a Cosetta?
Cos'era quella figura tenebrosa che aveva l'unica cura di
preservare da ogni ombra e da ogni nube il sorgere d'un
astro? Era quello il segreto di Valjean; ed era pure il
segreto di Dio.
Di fronte a questo duplice segreto, Mario indietreggiava.
L'uno in certo qual modo lo rassicurava dell'altro. In
quell'avventura, Dio era visibile quanto Valjean. Dio ha i
suoi strumenti, fa uso degli utensili che vuole, e non è
responsabile dinanzi all'uomo.
Sappiamo noi quale sia il suo metodo? Era incontestabile
che Valjean aveva lavorato attorno a Cosetta, aveva
cooperato a formare quell'anima. Ebbene, è così? L'artefice
era orribile, ma il lavoro mirabile. Dio, che produce i suoi
miracoli come gli piace, aveva costruito quella incantevole
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
536
I MISERABILI VOL. III
Cosetta usando di Valjean: gli era piaciuto scegliersi quello
strano collaboratore.
Che conto possiamo domandargli? E' forse la prima volta
che il letame aiuta la primavera a produrre la rosa?
Mario si dava tali risposte, dichiarando tra sé che erano
buone.
Su nessuno dei punti da noi ora indicati aveva osato
insistere con Valjean, senza per altro confessare a se
medesimo di non osare.
Adorava Cosetta, la possedeva e la trovava
splendidamente pura; ciò gli bastava. Di quali schiarimenti
aveva bisogno? Cosetta era una luce, e la luce ha forse
bisogno di essere illuminata? Egli aveva già tutto; che
poteva desiderare? Il tutto forse non basta?
Gli affari personali di Valjean non lo riguardavano.
Chinandosi sull'ombra fatale di quell'uomo, egli si
aggrappava alla solenne dichiarazione del miserabile: Io
non sono nulla per Cosetta. Dieci anni fa non sapevo che
lei esistesse.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
537
I MISERABILI VOL. III
Valjean era un passante. Lo aveva detto lui stesso.
Ebbene, egli passava. Chiunque fosse, la sua parte era
terminata. Ad adempiere le funzioni di Provvidenza vicino a
Cosetta c'era lui ora, Mario.
Essa era venuta a rintracciare nell'azzurro il suo simile,
l'amante, lo sposo, il maschio celeste; involandosi, alata e
trasfigurata, essa si lasciava dietro sulla terra la sua vuota
e orribile crisalide, Valjean.
In qualunque ordine d'idee si aggirasse, Mario tornava
sempre a un certo orrore per Valjean. Orrore sacro, poiché,
come abbiamo accennato, egli sentiva in quell'uomo un
"quid divinum". Ma checché facesse e qualunque
attenuante cercasse, doveva sempre ricadere su questo
punto, che era un galeotto, vale a dire un essere che non
trova posto nemmeno nella scala sociale, essendo più giù
dell'ultimo gradino. Dopo l'ultimo degli uomini viene il
forzato, il quale, per così esprimerci, non è più per i vivi
nemmeno il prossimo. La società l'ha privato di tutta la
parte d'umanità che si può togliere a un uomo.
Quantunque democratico, nelle questioni penali Mario
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
538
I MISERABILI VOL. III
credeva ancora al sistema inesorabile, e aveva tutte le idee
della legge su coloro che la legge colpisce. Egli non aveva,
diciamolo pure, raggiunto tutti i progressi; non era ancora
pervenuto a distinguere tra quanto è scritto dall'uomo e
quanto è scritto da Dio, tra la legge e il diritto; non aveva
esaminato e pesato la facoltà che l'uomo si arroga di
disporre dell'irrevocabile e dell'irreparabile; la parola
"vendetta" non lo rivoltava. Gli sembrava naturale che
certe violazioni della legge scritta fossero seguite da pene
eterne, e accettava, come un portato della civiltà, la
dannazione sociale. Era ancora a quel punto, salvo ad
andare infallibilmente avanti più tardi, poiché il suo
carattere era buono e in fondo tutto fatto di progresso
latente.
In mezzo a tale ordine d'idee, Valjean gli appariva deforme
e ripugnante. Era il reprobo, il forzato: questa parola era
per lui come la tromba del giudizio; e dopo aver
considerato a lungo Valjean, il suo ultimo gesto era quello
di volgere altrove il capo. "Vade retro".
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
539
I MISERABILI VOL. III
Bisogna riconoscere che Mario - pur interrogando Valjean
al punto che questi gli aveva detto: "voi volete la mia
confessione" - non gli aveva mosso due o tre domande
decisive; e questo non già perché non gli si fossero
affacciate alla mente, ma perché ne aveva avuto paura. La
stamberga Jondrette? La barricata? Javert?
Chi sa fin dove sarebbero giunte le rivelazioni?
Valjean non sembrava un uomo da indietreggiare.
Chi sa se, dopo averlo spinto, Mario non avrebbe
desiderato trattenerlo?
Non è accaduto a tutti, in certe circostanze supreme, dopo
aver fatto una domanda, di turarci le orecchie per non
udire la risposta? Soprattutto quando si ama, accade di
commettere simili viltà. Non è prudente interrogare a
oltranza nelle situazioni sinistre, soprattutto quando il lato
indissolubile della nostra esistenza vi è fatalmente
implicato. Dalle spiegazioni disperate di Valjean poteva
balzar fuori qualche luce spaventosa, e chi sa se questa
non sarebbe rimbalzata anche su Cosetta? Chi sa se non
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
540
I MISERABILI VOL. III
sarebbe rimasta una specie d'infernale bagliore sulla fronte
di quell'angelo?
La zacchera di un fulmine è pur sempre fulmine. La fatalità
ha di queste solidarietà, nelle quali la stessa innocenza
s'infosca di delitto per la legge dei riflessi coloranti. I visi
più puri possono serbare pur sempre il riflesso d'una
orribile vicinanza. A torto o a ragione, Mario aveva avuto
paura. Ne sapeva già troppo.
Cercava di stordirsi anziché rischiararsi, e tutto smarrito,
portava via con sé Cosetta fra le braccia chiudendo gli
occhi su Valjean.
Quell'uomo era tenebra, tenebra vivente e terribile. Come
osare indagarne il fondo? Interrogare l'ombra è una cosa
spaventosa. Chi sa quale sarà la risposta? L'alba potrebbe
rimanerne oscurata per sempre.
In tale stato d'animo, il pensiero che colui da quel
momento avrebbe avuto un rapporto qualsiasi con Cosetta,
era per Mario una straziante perplessità. Ora si
rimproverava quasi di non aver mosso quelle domande
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
541
I MISERABILI VOL. III
formidabili, innanzi alle quali aveva indietreggiato, e da cui
sarebbe potuta scaturire una decisione implacabile e
definitiva. Gli sembrava d'essere stato troppo buono,
troppo dolce, diciamo la parola, troppo debole, e che quella
debolezza l'avesse trascinato a una concessione
imprudente.
S'era lasciato commuovere. Aveva avuto torto. Avrebbe
dovuto puramente e semplicemente respingere Valjean.
Costui rappresentava la parte del fuoco: egli avrebbe
dovuto farlo e sbarazzare di quell'uomo la sua casa. Era
irritato con se stesso e con la rapidità di quel vortice
d'emozioni che l'aveva assordato, accecato e trascinato.
Era insomma scontento di sé.
E ora come fare? Le visite di Valjean gli ripugnavano
profondamente. Perché quell'uomo in casa sua? Che ci
veniva a fare? E qui si stordiva, non voleva indagare, non
voleva approfondire, non voleva scrutare in se stesso.
Aveva promesso, s'era lasciato indurre a promettere.
Valjean aveva la sua promessa. Ebbene, anche con un
forzato, soprattutto con un forzato, si deve mantenere la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
542
I MISERABILI VOL. III
parola. Tuttavia il suo primo dovere riguardava Cosetta.
Infine una ripugnanza, che dominava tutto, lo sconvolgeva.
Mario agitava nella mente tutte queste idee alla rinfusa,
passando dall'una all'altra, sconvolto da tutte. Di qui un
profondo turbamento, che non gli riuscì facile nascondere a
Cosetta. Ma l'amore è un talento, e Mario ci riuscì.
Del resto, senza scopo apparente, fece delle domande a
Cosetta, che era candida come la colomba e non
sospettava di nulla; le parlò dell'infanzia e della giovinezza
di lei, e si convinse sempre più che quel galeotto era stato
per Cosetta tutto quanto un uomo può essere di buono, di
paterno e di rispettabile. Quello che Mario aveva intravisto
e supposto era reale: quella sinistra ortica aveva amato e
protetto quel giglio.
Libro 8
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
543
I MISERABILI VOL. III
DECRESCENZA CREPUSCOLARE
1. LA STANZA A PIANTERRENO
L'indomani, sull'imbrunire, Valjean bussò alla porta di casa
Gillenormand. Lo accolse Basco, che si trovò nel cortile al
momento opportuno, come se avesse ricevuto qualche
ordine in proposito. Avviene talvolta di dire a un servo: State attento che verrà il signor tale.
Senza aspettare che Valjean gli si avvicinasse, Basco gli
rivolse la parola:
- Il signor barone m'ha incaricato di domandare al signore
se desidera andare di sopra o restare a basso.
- Resto a basso - rispose Valjean.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
544
I MISERABILI VOL. III
Il servo, del resto perfettamente rispettoso, aprì l'uscio
della sala al pianterreno, dicendo: - Vado ad avvertire la
signora.
La stanza in cui entrò Valjean era un pianterreno a volta e
umido, che all'occorrenza serviva di cantina; dava sulla via,
aveva il pavimento di mattoni rossi, ed era male illuminato
da una finestra con le sbarre di ferro.
Non era una stanza di quelle troppo molestate dalla scopa:
la polvere vi si ammucchiava tranquillamente; la
persecuzione dei ragni non vi era organizzata e una bella
ragnatela, largamente distesa, nerissima e ornata di
mosche morte, disegnava una ruota sopra un vetro della
finestra. Piccola e bassa di soffitto, era occupata da un
mucchio di bottiglie vuote buttate in un angolo; le pareti
erano rivestite di un intonaco d'ocra gialla scrostato in
molti punti; nel fondo, c'era un caminetto di legno dipinto
in nero, con la mensola stretta, nel quale ardeva il fuoco;
ciò che indicava come si fosse fatto assegnamento sulla
risposta di Valjean: "Resto a basso".
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
545
I MISERABILI VOL. III
Due poltrone erano collocate ai due angoli del caminetto, e
tra esse era steso, come tappeto, un vecchio scendiletto
che mostrava più corda che lana.
La stanza era illuminata dal fuoco del caminetto e dalla
luce del crepuscolo che filtrava attraverso la finestra.
Valjean era stanco; da parecchi giorni non mangiava né
dormiva. Si lasciò cadere su una poltrona.
Basco ritornò, pose sul camino una candela accesa e si
ritirò, senza che Valjean, con la testa china e il mento sul
petto, si accorgesse né di lui né del lume.
A un tratto si rizzò come di soprassalto. Cosetta gli era
dietro.
Non l'aveva vista, ma l'aveva sentita entrare Si volse, la
guardò. Era adorabilmente bella: però, ciò che egli
guardava, con quello sguardo profondo, non era la
bellezza, ma l'anima.
- Benissimo! bella idea! - esclamò Cosetta. - Sapevo che
eravate strano, papà, ma questa non me la sarei aspettata
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
546
I MISERABILI VOL. III
mai più. Mario m'ha detto che siete voi a volere che io vi
riceva qui.
- Sì, sono io.
- Prevedevo la risposta. Preparatevi ora: vi prevengo che
sto per farvi una scena. Cominciamo dal principio; papà,
baciatemi.
E gli porse la guancia.
Valjean rimase immobile.
- Vedo che non vi muovete: contegno da colpevole. Ma non
importa, vi perdono. Gesù Cristo ha detto: "Porgete l'altra
guancia".
Eccola.
E gli presentò l'altra guancia.
Valjean non si mosse; pareva che i suoi piedi fossero
inchiodati al suolo.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
547
I MISERABILI VOL. III
- La faccenda si fa seria - disse Cosetta. - Che vi ho fatto?
Mi dichiaro imbronciata. Ora dovete meritarvi la
riconciliazione.
Pranzerete con noi.
- Ho già pranzato.
- Non è vero. Vi farò sgridare dal nonno; i nonni sono fatti
apposta per correggere i genitori. Su via, salite con me nel
salotto. Subito.
- Impossibile.
Qui Cosetta perse terreno: smise di comandare e passò
alle domande.
Ma perché? E scegliete per vedermi la più brutta stanza
della casa! E' orribile qui.
- Tu sai... - Valjean si corresse:
- Voi sapete, signora, che ho le mie idee, le mie ubbie.
Cosetta batté le piccole mani l'una contro l'altra.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
548
I MISERABILI VOL. III
- Signora!... voi sapete!... ecco altre novità! Che vuol dire?
Valjean le rivolse quel sorriso straziante al quale ricorreva
talvolta.
- Avete voluto essere signora, e lo siete.
- Ma non per voi, papà.
- Non chiamatemi più papà.
- Come?
- Chiamatemi signor Giovanni o, se volete, Giovanni.
- Non siete più il mio papà? Non sono più Cosetta? signor
Giovanni? Cosa vuol dire tutto ciò? Ma sono rivoluzioni,
queste!
che è successo dunque? guardatemi un momento in faccia.
E non volete abitare con noi! E non ne volete sapere della
mia camera!
Che vi ho fatto? C'è dunque qualche cosa?
- Nulla.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
549
I MISERABILI VOL. III
- Ma, e allora?
- Tutto va come al solito.
- Perché cambiate nome?
- L'avete ben cambiato, voi!
Sorrise di nuovo e aggiunse con lo stesso sorriso:
- Poiché voi vi chiamate signora Pontmercy, io posso ben
chiamarmi signor Giovanni.
- Non ci capisco niente. Tutto è idiota. Domanderò a mio
marito il permesso che diventiate il signor Giovanni, e
spero che non consentirà. Voi mi affliggete molto. Potete
avere delle ubbie, ma non dovete per questo affliggere la
vostra piccola Cosetta. Non va bene. Non avete il diritto
d'essere cattivo, voi che siete buono.
Egli non rispose.
Lei gli afferrò con impeto le mani, e alzandole con un moto
irresistibile fino al proprio volto, se le strinse, gesto di
profonda tenerezza, sul collo e sul mento.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
550
I MISERABILI VOL. III
- Oh! - disse, - siate buono!
E proseguì:
- Ecco ciò che io chiamo essere buono: mostrarsi
compiacente, venire ad abitare qui dove ci sono degli
uccelli come in via Plumet, vivere con noi, lasciare quel
buco di via Homme-Armé; riprendere le nostre belle
passeggiatine, non darci delle sciarade da indovinare,
essere come tutti, pranzare con noi, far colazione con noi,
essere mio padre.
E gli lasciò libere le mani.
- Ora non avete più bisogno di padre, avete un marito.
Cosetta andò in collera:
- Non ho più bisogno di padre! A sentir queste cose che
non hanno senso, davvero non si sa che rispondere!
- Se fosse qui la Toussaint - riprese Valjean come uno che
è ridotto a invocare l'autorità altrui e si attacca a tutte le
ramaglie - sarebbe la prima a convenire che ho sempre
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
551
I MISERABILI VOL. III
avuto le mie abitudini particolari. Non c'è niente di nuovo.
Ho sempre amato il mio cantuccio oscuro.
- Ma qui fa freddo e non ci si vede chiaro. E' una cosa
abominevole il volersi far chiamare signor Giovanni. Non
voglio che mi diate del voi.
- Poc'anzi venendo qui - riprese Valjean - ho visto nella
bottega d'un ebanista, in via San Luigi, un mobile che, se
fossi una bella donna, vorrei avere per me. E' una bella
toletta di forma moderna, di quello che chiamate, credo,
legno rosa, tutta intarsiata, con uno specchio abbastanza
grande. Ha pure i cassetti. E' graziosa.
- Uh! brutto orso! - rispose Cosetta.
E con una gentilezza squisita, stringendo i denti e
staccando le labbra, soffiò contro Valjean: era una grazia
che imitava una gatta.
- Sono furiosa - riprese. - Da ieri mi fate tutti arrabbiare, e
io mi arrovello. Non capisco: voi non mi difendete contro
Mario, Mario non mi sostiene contro di voi; sono sola.
Preparo una bella camera; se avessi potuto metterci il
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
552
I MISERABILI VOL. III
buon Dio, ce lo avrei messo; ed ecco che mi lasciano la
camera vuota: il mio inquilino fa bancarotta. Ordino a
Nicoletta un buon pranzetto: - Signora, non vogliono il
vostro pranzo. - E il mio papà Fauchelevent pretende che
io lo chiami Giovanni, e che lo riceva in una vecchia e
brutta cantina ammuffita dove le pareti hanno la barba, e
per cristalli ci sono le bottiglie vuote e per tendine le
ragnatele! Voi siete strano ne convengo, è la vostra
specialità, ma si deve concedere un po' di tregua agli sposi
novelli. Non avreste dovuto ricominciare così presto a
essere strano. Ve ne andate a vivere tutto contento nella
vostra orribile via Homme-Armé. Io invece ci sono stata
tanto disperata! Che avete contro di me? Mi fate molta
pena. Vergogna!
E diventando d'un tratto seria, guardò fisso Valjean e
aggiunse:
- Vi dispiace dunque che io sia felice?
Talvolta l'ingenuità, a sua insaputa, colpisce molto
addentro.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
553
I MISERABILI VOL. III
Questa domanda, semplice per Cosetta, era profonda per
Valjean.
Essa aveva voluto soltanto graffiare e invece lacerava.
Valjean impallidì, rimase un istante senza rispondere; poi,
con un tono inesprimibile e parlando a se stesso, mormorò:
- La tua felicità era lo scopo della mia vita. Ora Dio può
firmarmi il biglietto d'uscita. Tu sei felice, Cosetta; il mio
compito è finito.
- Ah! m'avete detto tu! - esclamò Cosetta.
E gli saltò al collo.
Valjean, fuori di sé, se la strinse al petto tutto smarrito. Gli
parve quasi di riprendersela.
- Grazie, papà! - gli disse Cosetta.
Il trasporto minacciava di diventare straziante per Valjean,
il quale staccatosi dolcemente dalle braccia di Cosetta,
prese il cappello.
- Ebbene? - chiese lei.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
554
I MISERABILI VOL. III
Egli rispose:
- Vi lascio, signora, siete attesa E dal limitare della stanza
aggiunse:
- Vi ho dato del tu. Dite a vostro marito che questo non mi
accadrà più. Perdonatemi.
E uscì, lasciando Cosetta attonita per quell'enigmatico
addio.
2. ALTRI PASSI INDIETRO
Il giorno seguente, Valjean tornò alla stessa ora.
Cosetta non gli fece domande, non si stupì più, non
protestò di sentir freddo, non parlò più del salotto; evitò
tanto di dire papà quanto signor Giovanni, si lasciò dare del
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
555
I MISERABILI VOL. III
voi, si lasciò chiamare signora. Sennonché c'era in lei una
certa diminuzione di gioia; e sarebbe stata triste, se la
tristezza le fosse stata possibile.
E' probabile che avesse avuto con Mario uno di quei
colloqui, in cui l'uomo amato dice quello che vuole, non
spiega nulla e accontenta la donna amata. La curiosità
degli innamorati non si spinge mai molto lontano dal loro
amore.
La stanza al pianterreno aveva fatto un po' di toletta!
Basco aveva portato via le bottiglie e Nicoletta le ragnatele.
Tutti i giorni che seguirono Valjean ritornò alla stessa ora.
Tornò ogni giorno, non avendo la forza di prendere le
parole di Mario se non alla lettera. Dal canto suo, Mario si
regolò in modo da essere sempre assente nelle ore in cui
veniva Valjean. La casa si abituò al nuovo contegno di
Fauchelevent, e la Toussaint vi contribuì ripetendo: - ll
signore è sempre stato così. - Il nonno diede questa
sentenza: - E' un originale, - e se ne accontentò.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
556
I MISERABILI VOL. III
D'altronde a novant'anni non ci sono più nuovi legami
possibili; tutto è sovrapposizione, e un nuovo venuto è un
fastidio. Non c'è più posto: le abitudini sono ormai
radicate; e papà Gillenormand non chiese nulla di meglio
che essere dispensato da quel signor Fauchelevent o
Tranchelevent, aggiungendo: - Non c'è cosa più comune di
siffatti originali, che commettono ogni sorta di bizzarrie.
Quanto ai motivi, zero. Il marchese di Canaples faceva di
peggio; comprò un palazzo per abitarne il solaio. Sono
fantasie.
Nessuno sospettò il tragico che c'era sotto. Chi, del resto
avrebbe potuto sospettare una cosa simile? Ci sono dei
curiosi pantani nell'India: l'acqua sembra straordinaria,
inesplicabile, fremente mentre non c'è vento, agitata
mentre dovrebbe essere calma: si vedono alla superficie
quei subbollimenti senza causa, ma non l'idra che striscia
sul fondo.
Molti uomini hanno un mostro segreto, un male che
nutrono, un drago che li rode, una disperazione che abita
la loro notte. Un uomo siffatto rassomiglia agli altri, si
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
557
I MISERABILI VOL. III
muove come gli altri; e nessuno sa che c'è in lui un
tremendo dolore parassita dai mille denti, che vive in quel
miserabile e lo uccide; nessuno sa che quell'uomo è una
voragine, stagnante, ma profonda. Ogni tanto si nota alla
sua superficie un turbamento del quale non si capisce
niente. Una ruga misteriosa si forma, poi svanisce, poi
ricompare; una bolla d'aria sale e scoppia. Poca cosa, ma
terribile: è la respirazione del mostro ignoto.
Certe abitudini strane, arrivare quando gli altri partono,
nascondersi quando gli altri si mettono in vista, conservare
in ogni occasione quello che potrebbe chiamarsi il mantello
color del muro, cercare il viale solitario, preferire la via
deserta, non prendere parte alla conversazione, evitare le
folle e le feste, sembrare agiato e vivere meschinamente,
avere, pur essendo ricco, la chiave di casa in tasca e la
candela del portinaio, entrare dalla porta di servizio, salire
per la scala segreta: tutte queste stranezze insignificanti,
rughe, bolle d'aria, striature momentanee alla superficie,
derivano spesso da un fondo terribile.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
558
I MISERABILI VOL. III
Passarono così parecchie settimane. A poco a poco
un'esistenza nuova s'impadronì di Cosetta. Le relazioni
sorte dal matrimonio, le visite, le cure della casa e quegli
importanti affari che sono i piaceri. I suoi piaceri non erano
costosi: consistevano in uno solo: stare con Mario. Uscire
con lui, rimanere con lui, ecco la grande occupazione della
sua vita. Era per essi una gioia sempre nuova andar fuori a
braccetto, alla luce del sole, nella pubblica via, senza
celarsi, in presenza di tutti, loro due soli. Cosetta provò
una contrarietà: la Toussaint non poté andar d'accordo con
Nicoletta, essendo riuscito impossibile l'amalgama delle
due vecchie zitelle, e se ne andò. Il nonno stava bene;
Mario ogni tanto difendeva qualche causa, e la zia
Gillenormand conduceva pacificamente presso la nuova
coppia quell'esistenza laterale che le bastava.
Valjean veniva tutti i giorni.
Il tu sparito, il voi, il signora, il signor Giovanni lo
rendevano diverso per Cosetta; e la cura che egli metteva
a staccarla da sé otteneva effetto. Lei era sempre più gaia
e sempre meno affettuosa; eppure gli voleva sempre molto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
559
I MISERABILI VOL. III
bene, ed egli se ne accorgeva. Un giorno gli disse a un
tratto: - Voi eravate mio padre e non siete più mio padre,
eravate mio zio e non siete più mio zio, eravate il signor
Fauchelevent e ora siete Giovanni. Chi siete dunque? Tutto
questo non mi va. Se non vi conoscessi così buono, avrei
paura di voi.
Egli continuò ad abitare in via Homme-Armé, giacché non
riusciva a decidersi ad allontanarsi dal quartiere in cui
dimorava Cosetta.
Nei primi tempi si tratteneva con lei soltanto alcuni minuti
e se ne andava.
Poi, a poco a poco, prese l'abitudine di far le visite meno
brevi.
Sembrava che approfittasse dell'autorizzazione delle
giornate che si allungavano; giungeva più presto e ripartiva
più tardi.
- Un giorno a Cosetta capitò di chiamarlo papà. Un lampo
di gioia rischiarò il volto cupo di Valjean, il quale tuttavia la
riprese:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
560
I MISERABILI VOL. III
- Dite Giovanni.
- Ah! è vero, - essa rispose con uno scoppio di risa, signor Giovanni.
Così va bene - disse egli, e si voltò perché lei non lo
vedesse asciugarsi gli occhi.
3. SI RICORDANO DEL GIARDINO DI VIA PLUMET
Fu l'ultima volta. Dopo l'ultimo barlume, fu l'estinzione
completa. Non più familiarità, non più il buongiorno con un
bacio, non più quella parola così profondamente dolce:
papà! A sua richiesta e con la sua complicità, era
successivamente scacciato da tutte le sue felicità; e sentiva
quell'angoscia d'avere perduto Cosetta, prima, tutta intera,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
561
I MISERABILI VOL. III
in un sol giorno, poi di riperderla lentamente, ma
inesorabilmente, di giorno in giorno.
L'occhio finisce con l'abituarsi alla luce dei sotterranei.
Tutto sommato, vedere ogni giorno Cosetta gli bastava. La
sua vita si concentrava esclusivamente in quell'ora; si
sedeva accanto a lei, la guardava in silenzio, oppure si
parlava dei tempi addietro, dell'infanzia, del convento,
delle sue piccole amiche d'allora.
Un pomeriggio - era una delle prime giornate d'aprile, già
calda e ancora fresca, il momento della gran gioia del sole,
i giardini dominati dalle finestre di Mario e Cosetta avevano
l'emozione del risveglio, i biancospini cominciavano a
spuntare, la gioielleria delle viole era in mostra sui vecchi
muri, le rosee corolle si schiudevano fra le commessure
delle pietre, nell'erba si vedeva un grazioso sbocciar di
margherite e di ranuncoli gialli, le farfalle bianche del
nuovo anno facevano la loro apparizione, e il vento, questo
menestrello delle nozze eterne, tentava fra gli alberi le
prime note di quella gran sinfonia aurorale, che gli antichi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
562
I MISERABILI VOL. III
poeti chiamavano la stagione nuova - un pomeriggio Mario
disse a Cosetta:
- Abbiamo detto che saremmo andati a rivedere il nostro
giardino di via Plumet. Andiamoci. Non dobbiamo essere
ingrati. - E presero il volo come due rondini verso la
primavera. Quel giardino di via Plumet rappresentava per
essi quasi l'alba; s'erano già lasciato indietro nella vita
qualcosa che era come la primavera del loro amore. La
casa di via Plumet, data a pigione, apparteneva tutta a
Cosetta. Andarono in quel giardino e in quella casa e ci si
ritrovarono, ci si dimenticarono. Quando la sera, all'ora
solita, Valjean si presentò in via Figlie del Calvario, Basco
gli disse: - La signora è uscita col signore e non è ancora
tornata. - Egli sedette in silenzio e aspettò un'ora; ma
Cosetta non rientrò.
Allora egli chinò la testa e se ne andò.
Cosetta era tanto inebriata della sua passeggiata al "loro
giardino", così giuliva d'aver "vissuto un giorno intero del
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
563
I MISERABILI VOL. III
passato" che l'indomani non parlò d'altro, e non si accorse
neppure di non aver visto Valjean.
- In che modo vi siete recati laggiù? - le chiese.
- A piedi.
- E come siete tornati?
- Con una vettura pubblica.
Da qualche tempo, Valjean notava la vita ristretta che
conduceva la giovane coppia, e ne era preoccupato.
L'economia di Mario era severa, e tale espressione per
Valjean aveva il significato assoluto. Egli arrischiò una
domanda.
- Perché non tenete una carrozza vostra? Un grazioso cupé
non vi costerebbe che cinquecento franchi al mese, e voi
siete ricchi.
- Non so - rispose Cosetta.
- E così pure per la Toussaint - egli riprese. - Da quando
s'è licenziata, non l'avete ancora sostituita. Perché?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
564
I MISERABILI VOL. III
- Nicoletta basta.
- Ma vi occorrerebbe una cameriera.
- Non ho Mario?
- Dovreste formare una casa vostra, con domestici vostri,
una carrozza, il palchetto a teatro. Non c'è niente di troppo
bello per voi. Perché non approfittate della vostra
ricchezza? Essa accrescerebbe la vostra felicità.
Cosetta non rispose.
Le visite di Valjean non s'accorciavano; anzi. Quando il
cuore scivola, non ci si ferma sul pendio.
Se Valjean voleva prolungare la visita e far dimenticare
l'ora, si metteva a tessere l'elogio di Mario: lo trovava
bello, nobile, coraggioso, spiritoso, eloquente, buono.
Cosetta rincarava la dose, egli tornava da capo, e non
finivano più. Mario era un tema inesauribile; interi volumi
si contenevano in quelle cinque lettere. Così gli riusciva di
restare a lungo. Era così dolce per lui vedere Cosetta e
dimenticare tutto, accanto a lei! Era la medicina della sua
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
565
I MISERABILI VOL. III
ferita. Accadde parecchie volte che Basco andò a dire a due
riprese: - Il signor Gillenormand mi manda a ricordare alla
signora baronessa che il pranzo è servito.
In quei giorni Valjean tornava a casa molto pensieroso.
C'era del vero dunque nella similitudine della crisalide che
s'era presentata alla mente di Mario? Era veramente
Valjean una crisalide che si ostinava ad andare a visitare la
sua farfalla?
Un giorno si trattenne ancor più del solito. L'indomani notò
che non c'era fuoco nel caminetto.
- Guarda, non c'è fuoco - pensò. E dette a se stesso questa
spiegazione: - E' naturale; siamo in aprile, e non fa più
freddo.
- Mio Dio, come fa freddo qui! - esclamò Cosetta entrando.
- Ma no - rispose Valjean.
- Siete stato voi che avete detto a Basco di non accendere?
- Sì. A momenti siamo in maggio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
566
I MISERABILI VOL. III
- Ma si accende fino a giugno. In questa cantina poi, ci
vuole tutto l'anno.
- Ho creduto che fosse inutile.
- Un'idea delle vostre! - essa riprese.
L'indomani il fuoco era acceso; ma le due poltrone erano
collocate all'altra estremità della stanza, presso la porta.
- Cosa significa questo? - pensò Valjean.
Prese le poltrone e le rimise al solito posto, accanto al
camino.
Tuttavia quel fuoco riacceso l'incoraggiò, e protrasse il
colloquio anche più del solito. Mentre si alzava per
andarsene, Cosetta gli disse:
- Mio marito mi ha detto una cosa curiosa ieri.
- Quale?
- Mi disse: - Cosetta, noi abbiamo trentamila franchi di
rendita; ventisette tuoi e tre che mi ha assegnato il nonno.
Io risposi: - Così sono trenta. - Egli riprese: - Avresti il
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
567
I MISERABILI VOL. III
coraggio di vivere coi soli tremila? - Io risposi: - Sì, anche
con nulla, purché sia con te. - E a mia volta gli chiesi:
Perché mi dici questo? - Così per sapere - mi rispose.
Valjean non trovò una parola da dire. Probabilmente
Cosetta si aspettava da lui qualche spiegazione; ma egli
l'ascoltò in un cupo silenzio. Ritornò in via Homme-Armé,
ma era così profondamente assorto, che sbagliò uscio e
invece di entrare in casa sua, entrò in quella vicina. Solo
dopo aver salito due piani si avvide dell'errore e ridiscese.
La sua mente era piena di congetture. Evidentemente
Mario aveva dei dubbi sull'origine dei seicentomila franchi,
temeva qualche sorgente impura, fors'anche, chi sa? aveva
scoperto che quel denaro proveniva da lui, ed esitava, e gli
ripugnava accettare come sua quella ricchezza sospetta,
preferendo rimanere povero con Cosetta, anziché essere
ricco d'una ricchezza equivoca.
Inoltre, Valjean cominciava a sentirsi messo alla porta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
568
I MISERABILI VOL. III
Il giorno seguente, entrando nella stanza al pianterreno
provò quasi una scossa; le poltrone erano scomparse e non
c'era neppure una sedia.
- Come! - esclamò Cosetta che sopraggiungeva, - le
poltrone? Dove sono le poltrone?
- Non ci sono più - rispose Valjean.
- Questa è grossa!
Egli balbettò:
- Sono stato io che ho detto a Basco di portarle via.
- E il motivo?
- Non mi trattengo che pochi minuti oggi.
- Restare per poco non è una ragione per stare in piedi.
- Credo che Basco avesse bisogno delle poltrone per il
salotto.
- Perché?
- Certo, stasera avrete gente.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
569
I MISERABILI VOL. III
- Non abbiamo nessuno.
Valjean non seppe aggiungere altro. Cosetta alzò le spalle.
- Far togliere le poltrone! L'altro giorno faceste spegnere il
fuoco. Come siete bizzarro!
- Addio - mormorò Valjean.
Non disse: - Addio, Cosetta. - Ma non ebbe il coraggio di
dire: - Addio signora.
Uscì abbattuto.
Questa volta aveva compreso.
L'indomani non venne. Cosetta lo notò soltanto la sera.
- Guarda! - disse - il signor Giovanni non è venuto oggi.
Provò una profonda stretta al cuore; ma la sentì appena,
subito distratta da un bacio di Mario.
Il giorno dopo, non venne.
Cosetta non ci badò: passò la serata e dormì la notte come
al solito, e ci pensò solo svegliandosi. Era tanto felice!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
570
I MISERABILI VOL. III
Mandò subito Nicoletta dal signor Giovanni per sapere se
era malato, e perché non era venuto la sera prima.
Nicoletta riferì la risposta del signor Giovanni: non era
malato, ma occupato; sarebbe venuto presto, più presto
che poteva; del resto, doveva fare un piccolo viaggio; la
signora doveva ricordarsi che egli aveva l'abitudine di fare
dei viaggi di quando in quando. Non doveva avere nessuna
inquietudine e non si doveva preoccupare per lui.
Nicoletta, entrando dal signor Giovanni, gli aveva ripetuto
le precise parole della sua padrona: la signora mandava a
chiedere "perché il signor Giovanni non era venuto il giorno
prima".
- Sono due giorni che non vengo, - egli notò con dolcezza.
Ma l'osservazione sfuggì a Nicoletta, che non la riferì a
Cosetta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
571
I MISERABILI VOL. III
4. ATTRAZIONE ED ESTINZIONE
Durante gli ultimi mesi della primavera e i primi dell'estate
del 1833 i rari passanti del Marais, i bottegai, gli oziosi che
erano sulla soglia notavano un vecchio, vestito
passabilmente di nero, che ogni giorno, verso la stessa ora,
sull'imbrunire, usciva dalla via Homme-Armé dal lato della
via Sainte-Croix-de-la-Bretonnerie, oltrepassava la via
Blancs-Manteaux, raggiungeva la via Culture- SainteCatherine, arrivava a quella dell'Echarpe, voltava a sinistra
ed entrava nella via San Luigi.
Là, camminava a passi lenti, con la testa in avanti, senza
vedere nulla, senza sentire nulla, con lo sguardo
immutabilmente fisso su un punto sempre identico, che a
lui pareva stellato: l'angolo della via Figlie del Calvario.
Più s'avvicinava a quell'angolo di via, più il suo occhio si
rischiarava; una gioia simile a un'aurora interna gli
illuminava le pupille; il suo aspetto diventava affascinato e
commosso; le sue labbra avevano dei movimenti strani,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
572
I MISERABILI VOL. III
quasi parlasse a qualcuno che non vedeva; sorrideva
vagamente e andava avanti più lentamente che poteva.
Sembrava che, pur desiderando d'arrivare, avesse paura
del momento in cui si sarebbe trovato là vicino. Quando
non rimaneva più che qualche casa fra lui e la via che
sembrava attirarlo, rallentava tanto il passo che in certi
momenti pareva non camminasse neppure. Il vacillare del
capo e la fissità dello sguardo facevano pensare all'ago che
cerca il polo. Ma per quanto si impegnasse a ritardare
l'arrivo, doveva pur arrivare; egli raggiungeva la via Figlie
del Calvario, e allora si fermava tremando, sporgeva la
testa con una certa cupa timidezza oltre la cantonata
dell'ultima casa, e guardava nella via; in quel suo tragico
sguardo c'era qualcosa che somigliava al barbaglio
dell'impossibile e al riverbero d'un paradiso chiuso. Poi una
lacrima formatasi a poco a poco nell'angolo delle palpebre,
divenuta abbastanza grossa per cadere, scivolava sulla
gota e qualche volta si fermava alla bocca, sicché il vecchio
ne sentiva l'amaro sapore. Rimaneva così alcuni minuti
come se fosse diventato una statua di pietra; poi se ne
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
573
I MISERABILI VOL. III
tornava per la stessa via, con lo stesso passo, e mentre si
allontanava, lo sguardo si spegneva.
A poco a poco, quel vecchio smise di spingersi fino
all'angolo della via Figlie del Calvario, fermandosi a metà
strada nella via San Luigi, ora un po' più innanzi, ora un
po' più indietro. Un giorno si fermò all'angolo della via
Culture-Sainte-Catherine e guardò da lontano quella delle
Figlie del Calvario; quindi, scuotendo silenziosamente il
capo da destra a sinistra, come se negasse a se stesso
qualcosa, tornò indietro.
Ben presto non raggiunse più nemmeno la via San Luigi:
arrivava fino alla via Pavée, dimenava la testa e se ne
tornava; poi non andò più in là della via dei Trois-Pavillons;
poi non oltrepassò più quella dei Blancs-Manteaux.
Sembrava il pendolo d'un orologio non ricaricato, che
accorcia man mano le sue oscillazioni in attesa di fermarsi.
Ogni giorno usciva di casa alla stessa ora e cominciava lo
stesso tragitto, ma non lo compiva più, e, forse senza
avvedersene, l'abbreviava sempre un poco. Il suo volto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
574
I MISERABILI VOL. III
esprimeva questa unica idea: A che pro? La pupilla era
spenta; più nessun lampo; anche la lacrima era essiccata e
non si raccoglieva più nell'angolo delle palpebre; il suo
occhio pensoso era asciutto. La testa era sempre in avanti,
il mento talvolta s'agitava, le pieghe del suo magro collo
facevano pena. Qualche volta, quando il tempo era cattivo,
portava sotto il braccio un ombrello che non apriva. Le
donnette del quartiere dicevano: - E' uno scemo.
E i ragazzi lo seguivano ridendo.
Libro 9
OMBRA SUPREMA, SUPREMA AURORA
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
575
I MISERABILI VOL. III
1. PIETA' PER GLI INFELICI, MA INDULGENZA PER I
FELICI
E' una cosa terribile, essere felice! Come ci si accontenta!
Come ci pare che basti! E come in possesso del falso scopo
della vita che è la felicità, si dimentica il vero scopo che è il
dovere!
Tuttavia, avremmo torto ad accusare Mario.
Abbiamo già spiegato che Mario, prima del suo matrimonio,
non aveva rivolto domande al signor Fauchelevent e, dopo,
aveva temuto di rivolgerne a Valjean. Aveva rimpianto la
promessa sfuggitagli, e molte volte s'era ripetuto che
aveva avuto torto nel fare quella concessione alla
disperazione. S'era limitato ad allontanare Valjean a poco a
poco dalla sua casa e a cancellarlo il più possibile dalla
mente di Cosetta. Si era in certo modo frapposto sempre
tra Cosetta e Valjean, sicuro che così lei, non vedendolo,
non ci avrebbe pensato. Più che una cancellazione, era
un'eclisse.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
576
I MISERABILI VOL. III
Mario agiva come riteneva necessario e giusto.
Per allontanare Valjean senza durezza ma senza debolezza,
credeva di avere dei motivi seri che abbiamo già visto e
altri che vedremo in seguito. Il caso gli aveva fatto
incontrare, in una causa da lui patrocinata, un antico
commesso della banca Laffitte, dal quale aveva
avuto,senza chiederle, alcune misteriose informazioni, che
in verità non aveva potuto approfondire, sia per rispetto a
quel segreto che aveva promesso di custodire, sia per
riguardo alla situazione pericolosa di Valjean. Credeva
allora di avere un grave dovere da compiere: restituire i
seicentomila franchi a qualcuno di cui andava in traccia con
quanto maggior riserbo poteva. Frattanto si asteneva dal
toccare quel denaro.
Quanto a Cosetta, non era a conoscenza di alcuno di quei
segreti.
Da Mario a lei veniva un magnetismo onnipotente, che le
faceva fare per istinto e quasi automaticamente tutto ciò
che egli desiderava. Essa sentiva, nei riguardi del "signor
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
577
I MISERABILI VOL. III
Giovanni", una volontà del marito, e vi si uniformava.
Senza che egli le dicesse nulla in proposito, subiva la
pressione vaga ma chiara delle tacite intenzioni di lui e
obbediva ciecamente. L'obbedienza in questo caso
consisteva solo nel non ricordarsi di quanto egli
dimenticava; né aveva bisogno di alcuno sforzo per questo.
Senza neppure sapere il perché, e non c'è motivo di
accusarla, la sua anima era tanto immedesimata con quella
del marito, che quanto si copriva d'ombra nella mente di
Mario, si oscurava nella sua.
Non andiamo però in fretta. Per quanto concerne Valjean,
quell'oblio e quella cancellazione erano soltanto
superficiali:
essa era più stordita che dimentica. In fondo, amava molto
l'uomo che per tanto tempo aveva chiamato suo padre, ma
amava ancor più suo marito. Questo aveva un po' falsato la
bilancia del suo cuore, pendente da un sol lato.
Qualche volta Cosetta parlava di Valjean e si stupiva. Allora
Mario la calmava: - E' assente, credo. Non disse che
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
578
I MISERABILI VOL. III
partiva per un viaggio? - E' vero - lei pensava; - aveva
l'abitudine di sparire così, ma non tanto a lungo. - Mandò
due o tre volte Nicoletta in via Homme-Armé a informarsi
se il signor Giovanni fosse tornato dal suo viaggio; ma
Valjean fece rispondere di no.
Cosetta non chiese di più. Una sola cosa al mondo le era
necessaria: Mario.
Diciamo pure che dal canto loro Mario e Cosetta erano stati
assenti: erano andati a Vernon, dove Mario aveva condotto
Cosetta alla tomba di suo padre.
A poco a poco, Mario aveva sottratto Cosetta a Valjean, e
lei aveva lasciato fare.
Del resto, quella che in certi casi con eccessiva durezza si
chiama l'ingratitudine dei figli, non è sempre una cosa
tanto riprovevole quanto si crede. E' l'ingratitudine della
natura, la quale, l'abbiamo detto altrove, "guarda davanti a
sé". La natura divide gli esseri viventi in quelli che arrivano
e quelli che partono, questi rivolti verso l'ombra, gli altri
verso la luce.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
579
I MISERABILI VOL. III
Quindi un distacco, che dal lato dei vecchi è fatale, e da
quello dei giovani è involontario. Questo distacco,
dapprima insensibile, poi s'accresce lentamente, come ogni
separazione di rami, i quali senza staccarsi dal tronco se ne
allontanano. Non è colpa loro; la giovinezza va dov'è la
gioia, verso le feste, gli splendori, l'amore; la vecchiaia va
verso la fine; non si perdono di vista, ma non sono più
stretti insieme. I giovani sentono il raffreddamento della
vita, i vecchi quello della tomba. Non accusiamo quei
poveri figlioli.
2. ULTIME PALPITAZIONI DELLA LAMPADA SENZA
OLIO
Un giorno Valjean scese le scale, fece tre passi nella via,
sedette su un pilastrino, quello stesso su cui Gavroche lo
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
580
I MISERABILI VOL. III
aveva trovato pensieroso la notte dal 5 al 6 giugno; vi si
trattenne alcuni minuti, poi risalì. Fu l'ultima oscillazione
del pendolo.
L'indomani non uscì di casa; il terzo giorno non si alzò dal
letto.
La portinaia, che gli preparava il magro pasto, un po' di
cavoli o di patate con un po' di lardo, dopo aver guardato
nella scodella di cretaglia, esclamò:
- Ma voi non avete mangiato, poveretto!
- Ma sì - rispose Valjean.
- La scodella è ancora piena.
- Osservate la brocca dell'acqua; è vuota.
- Questo dimostra che avete bevuto, ma non che avete
mangiato.
- Ebbene, - replicò Valjean - se ho avuto fame soltanto di
acqua?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
581
I MISERABILI VOL. III
- Questa si chiama sete e quando nello stesso tempo non si
mangia, si chiama febbre.
- -Mangerò domani.
- O il giorno della Trinità! E perché non oggi? Ma si può
dire:
mangerò domani? Lasciare lì il mio piatto senza toccarlo!
La mia zuppetta che era tanto buona!
Valjean prese la mano della vecchia, e le disse con la sua
voce affabile:
- Vi prometto di mangiarla.
- Non sono contenta di voi - rispose la portinaia.
Egli non vedeva nessuna creatura umana fuorché quella
donna. Ci sono a Parigi delle vie in cui nessuno passa e
delle case in cui nessuno entra; ed egli era appunto in una
di quelle vie e di quelle case.
Quando usciva ancora, aveva comprato da un calderaio,
per pochi soldi, un piccolo crocifisso di rame, che aveva
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
582
I MISERABILI VOL. III
appeso a un chiodo in faccia al letto. E' sempre bene avere
sott'occhio quel patibolo.
Passò una settimana senza che Valjean facesse un passo
nella stanza; era sempre coricato. La portinaia diceva a suo
marito:
Quel buon uomo di sopra non si alza più, non andrà molto
lontano.
Certo, ha dei dispiaceri. Nessuno mi toglie di testa che sua
figlia sia mal maritata.
Il portinaio rispose con l'accento della sovranità maritale:
- Se è ricco, chiami un medico. Se non è ricco, ne faccia a
meno.
Se non viene il medico, morirà.
- E se viene?
- Morirà - rispose il marito.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
583
I MISERABILI VOL. III
La donna si mise a grattare con un vecchio coltello l'erba
che spuntava in quello che chiamava il suo selciato, e
mentre strappava l'erba borbottava:
- E' un peccato; un vecchio così pulito! E' bianco come un
pollo.
E vedendo un medico del rione che passava in fondo alla
via, lo pregò di andare di sopra.
- E' al secondo piano - gli disse. - Entrate senz'altro:
siccome il vecchio non si muove da letto, la chiave è
sempre nella toppa.
Il medico vide Valjean e gli parlò.
Quando ridiscese, la portinaia lo interrogò:
- Ebbene; signor dottore?
- Il vostro ammalato sta molto male.
- Cos'ha?
- Tutto e nulla. A quanto pare, quell'uomo ha perduto una
persona cara; e di questo, si muore.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
584
I MISERABILI VOL. III
- Che vi ha detto?
- M'ha detto che sta bene.
- Ritornerete, signor dottore?
Sì - rispose il medico. - Ma sarebbe necessario che
ritornasse qualcun altro.
3. A CHI SOLLEVO' IL CARRO Dl FAUCHELEVENT PESA
UNA PENNA
Una sera Valjean durò fatica sollevarsi sul gomito; si prese
la mano e non trovò il polso; aveva il respiro corto e
intermittente; riconobbe di essere più debole che mai, e
allora, sotto la pressione di una preoccupazione suprema,
fece uno sforzo, si rizzò a sedere e si vestì, indossando i
suoi vecchi abiti da operaio. Da quando non usciva più, li
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
585
I MISERABILI VOL. III
aveva ripigliati e li preferiva. Dovette sostare parecchie
volte, vestendosi; per infilare le maniche della giacchetta, il
sudore gli scorreva dalla fronte.
Da quando era solo, aveva trasportato il letto
nell'anticamera, per occupare meno che poteva
quell'appartamento deserto.
Aprì la valigia e ne trasse fuori il corredo di Cosetta.
E lo spiegò sul letto.
I candelieri del vescovo erano al loro posto sul camino.
Tolse da un cassetto due candele di cera e le mise nei
candelieri; poi, benché fosse giorno d'estate, le accese. Si
vedono così talvolta dei ceri accesi in pieno giorno nelle
camere in cui c'è un morto.
Ogni passo che faceva per recarsi da un mobile all'altro lo
estenuava e lo costringeva a sedersi. Non era la consueta
stanchezza che consuma la forza per rinnovarla, ma
l'avanzo dei movimenti possibili, la vita esausta,
consumata a goccia a goccia in sforzi accascianti che non
saranno più rinnovati.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
586
I MISERABILI VOL. III
Una delle sedie su cui si lasciò cadere era posta davanti
allo specchio, così fatale per lui e così provvidenziale per
Mario. Si vide nello specchio e non si riconobbe;
dimostrava ottant'anni.
Prima del matrimonio di Mario, gliene avrebbero dati
appena cinquanta. Quell'anno aveva contato per trenta.
Quella che aveva sulla fronte non era più la ruga dell'età,
ma il segno misterioso della morte; vi si sentiva il solco
dell'unghia spietata. Le guance erano cascanti, la pelle del
viso aveva quel colore che farebbe credere che ci sia già
della terra sopra; gli angoli della bocca s'abbassavano
come in quelle maschere che gli antichi scolpivano sulle
tombe; guardava il vuoto con aria di rimprovero; si
sarebbe detto uno di quei grandi esseri tragici che hanno
da lagnarsi di qualcuno.
Si trovava in quello stato che è l'ultima fase della
prostrazione, in cui il dolore non si sente più; è, per così
dire, coagulato; e sull'anima c'è quasi un grumo di
disperazione.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
587
I MISERABILI VOL. III
Era sopraggiunta la notte. Egli trascinò faticosamente una
tavola e la vecchia poltrona presso il caminetto, e sulla
tavola pose una penna, un calamaio e della carta.
Ciò fatto, svenne: quando riprese i sensi ebbe sete, e non
potendo sollevare la brocca, la chinò verso le labbra e
bevve un sorso.
Poi si volse verso il letto e, sempre seduto, poiché non
poteva più stare in piedi, guardò la vesticciola nera e tutti
quei cari oggetti.
Tali contemplazioni durano ore che sembrano minuti. D'un
tratto fu colto da un brivido, sentì che il freddo veniva;
posò il gomito sulla tavola rischiarata dai candelieri del
vescovo e prese la penna.
Siccome la penna e l'inchiostro da molto tempo non erano
stati adoperati, la punta della penna era incurvata,
l'inchiostro disseccato: dovette alzarsi e mettere qualche
goccia d'acqua nel calamaio, ciò che non poté fare senza
fermarsi e sedersi due o tre volte. Fu obbligato a scrivere
col dorso della penna. Ogni tanto si asciugava la fronte.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
588
I MISERABILI VOL. III
La sua mano tremava: scrisse lentamente queste poche
righe:
"Cosetta, ti benedico. Voglio spiegarti. Tuo marito ha avuto
ragione di farmi capire che dovevo allontanarmi; c'è
qualche errore, è vero, in quello che ha creduto, ma
insomma ha avuto ragione. Egli è un uomo eccellente.
Amalo sempre, molto, quando io sarò morto. Signor
Pontmercy, amate sempre la mia figliola adorata. Cosetta,
troverete questo foglio; ecco che ti voglio dire, vedrai le
cifre, se ho la forza di ricordarmele. Ascolta bene, quel
denaro è proprio tuo. Ecco tutto il fatto. Il jais bianco viene
dalla Norvegia, il jais nero dall'Inghilterra, le conterie nere
vengono dalla Germania. Il jais è più leggero, più prezioso,
più caro. Le imitazioni si possono fare in Francia come in
Germania; occorre una piccola incudine di due pollici
quadrati e una lampada a spirito per rammollire la pasta.
La pasta una volta si faceva con la resina e il nerofumo e
costava quattro franchi la libbra. Io pensai di farla con la
gommalacca e la trementina; così non costa più che un
franco e mezzo ed è molto migliore. I fermagli si fanno con
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
589
I MISERABILI VOL. III
un vetro violetto che s'incolla con quella pasta sopra una
piccola ossatura di ferro. Il vetro dev'essere violetto per i
gioielli di acciaio e nero per quelli d'oro. La Spagna ne
compra in grande quantità. E' il paese del jais..." Qui
s'interruppe, la penna gli cadde dalle dita, fu preso da uno
di quei singhiozzi disperati che erompevano ogni tanto
dalla profondità del suo essere. Il poveretto si prese la
testa fra le mani e pensò.
- Oh! - esclamò dentro di sé (grida lamentose udite solo da
Dio) tutto è finito. Non la vedrò più. E' stato un sorriso
passato sopra di me. Entrerò nella notte senza nemmeno
rivederla. Oh! un minuto, un istante, udire la sua voce,
toccare la sua veste, guardarla, lei, l'angelo! e poi morire!
Morire non è nulla; orribile morire senza vederla. Essa mi
sorriderebbe, mi direbbe una parola. Forse che questo
farebbe male a qualcuno? No, è finita, mai più. Eccomi
solo. Mio Dio! mio Dio! non la vedrò più!
In quel momento bussarono alla porta.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
590
I MISERABILI VOL. III
4. BOTTIGLIA D'INCHIOSTRO CHE RIESCE SOLO A
IMBIANCARE
Quello stesso giorno, o per dir meglio quella sera stessa,
Mario s'era appena alzato da tavola e ritirato nel suo
studio, perché aveva un processo da studiare, quando
Basco gli rimise una lettera, dicendo:
- La persona che l'ha scritta aspetta in anticamera.
Cosetta aveva preso il braccio del nonno e faceva un giro
nel giardino.
Una lettera può, come un uomo, avere un cattivo aspetto;
carta grossa, mal piegata. Certe missive spiacciono al solo
vederle. La lettera portata da Basco era di quel genere.
Mario la prese. Puzzava di tabacco. Non c'è nulla che desti
un ricordo quanto un odore. Egli riconobbe quel tabacco.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
591
I MISERABILI VOL. III
Guardò la soprascritta: "Al signor barone Pommerci. In suo
palazzo". Il tabacco riconosciuto gli fece riconoscere la
scrittura. Si potrebbe dire che lo stupore ha dei lampi,
Mario fu illuminato da uno di quei lampi.
Quel misterioso ausilio della memoria che è l'odorato fece
rivivere in lui un mondo intero. Era proprio la carta, il
modo di piegare, la tinta pallida dell'inchiostro, la nota
scrittura; era soprattutto lo stesso tabacco. Gli riappariva
la stamberga di Jondrette.
In tal guisa - strano capriccio del caso! - una delle due
tracce tanto ricercate, quella per cui recentemente aveva
ancora fatto tanti sforzi e che credeva per sempre
smarrita, veniva a offrirglisi da se stessa.
Aprì avidamente la lettera e lesse:
"Signor barone, Se l'Esser Supremo me n'avesse dato il
talento, avrei potuto essere il barone Thénard, membro
dell'istituto (accademia delle scienze), ma non lo sono. Io
porto soltanto lo stesso nome di lui, fortunato se tale
ricordo mi raccomanda alla eccellenza di vostra bontà. Il
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
592
I MISERABILI VOL. III
beneficio di cui m'onorerete sarà reciproco. Io sono in
possesso d'un segreto riguardante un individuo.
Quest'individuo vi riguarda. Io tengo il segreto a vostra
disposizione desiderando avere l'onore d'esservi utile. Vi
darò il mezzo semplice di scacciare dalla vostra onorevole
famiglia quest'individuo che non vi à diritto, la signora
baronessa essendo di nobile nascita. Il santuario della virtù
non potrebbe coabitare più lungamente col delitto senza
abdicare.
Aspetto nell'anticamera gli ordini del signor barone. Con
rispetto Thénard".
Firma non falsa, ma soltanto un po' abbreviata.
Del resto il frasario e l'ortografia completavano la
rivelazione; il certificato d'origine era completo, il dubbio
non era possibile.
L'emozione di Mario fu profonda. Dopo il moto di sorpresa,
ne ebbe uno di contentezza. Se ora gli riuscisse di trovare
l'altro uomo che cercava, quello a cui doveva la vita, non
gli rimarrebbe più nulla a desiderare.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
593
I MISERABILI VOL. III
Aprì un cassetto della scrivania, ne trasse alcuni biglietti di
banca, se li mise in tasca, richiuse e suonò il campanello.
Basco socchiuse l'uscio.
- Fate entrare - disse Mario.
Il servo annunciò:
- Il signor Thénard.
Nuova sorpresa per Mario. Il vecchio che entrò gli era
perfettamente ignoto: aveva il naso grosso, il mento nella
cravatta, gli occhiali verdi e i capelli grigi lisciati e appiattiti
sulla fronte rasente le sopracciglia, come la parrucca dei
cocchieri inglesi dell'alta società: vestiva di nero da capo a
piedi, d'un nero molto ragnato ma pulito; un mazzo di
ciondoli, che usciva dal taschino del panciotto, faceva
supporre un orologio; teneva in mano un vecchio cappello;
camminava curvo, e la curvatura della schiena era
accresciuta dalla profondità del saluto.
Quello che a prima vista colpiva era l'abito di questo
personaggio: troppo ampio, benché abbottonato con cura,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
594
I MISERABILI VOL. III
non pareva fatto sulla sua misura. E qui è necessaria una
breve digressione.
Viveva a quell'epoca a Parigi, in un buio bugigattolo di via
Beautreillis, vicino all'arsenale, un ebreo ingegnoso, che
esercitava la professione di trasformare un briccone in un
galantuomo. Non per troppo tempo però, poiché sarebbe
stato fastidioso per il briccone. Il cambiamento si operava
a vista, per un giorno o due, a trenta soldi al giorno, per
mezzo d'un vestiario il più possibile somigliante all'onestà
di tutti. Quel noleggiatore si chiamava "il Trasformatore"; i
borsaioli parigini gli avevano dato questo nome e non si
sapeva che ne avesse altri.
Disponeva d'un assortimento assai ricco. Gli stracci con cui
camuffava le persone erano press'a poco plausibili. Aveva
delle specialità e delle categorie, e da ogni chiodo del suo
magazzino pendeva, usata e logora, una condizione
sociale, qui l'abito del magistrato, là quello del parroco, più
in là quello del banchiere, in un angolo la divisa del militare
in congedo, altrove l'abito del letterato, altrove ancora
quello dell'uomo di Stato.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
595
I MISERABILI VOL. III
Quell'individuo era il vestiarista dell'immenso dramma
rappresentato dalla ribalderia parigina. Il suo bugigattolo
era la quinta da cui usciva il furto e in cui rientrava lo
scrocco. Un ribaldo vi giungeva tutto cencioso, pagava i
suoi trenta soldi, sceglieva l'abito che gli conveniva
secondo la parte che voleva rappresentare quel giorno e
quando ridiscendeva le scale, il ribaldo era un personaggio.
L'indomani gli stracci erano fedelmente restituiti, e il
Trasformatore, che affidava ogni cosa ai ladri, non era mai
derubato. Quegli abiti però avevano un inconveniente:
"non andavano", non erano fatti per quelli che li portavano,
erano troppo stretti per l'uno, troppo larghi per l'altro, e
non stavano bene a nessuno. Tutti i malandrini che
sorpassavano la statura media, in più e in meno, non si
trovavano bene nei vestiti del Trasformatore. Non
bisognava essere né troppo magro né troppo grasso. Il
Trasformatore aveva previsto solo gli uomini ordinari, e
aveva scelto la misura tipica della persona del primo
gaglioffo venuto, il quale non è mai né grasso né magro,
né grande né piccolo. Perciò certi adattamenti a volte
difficili, nei quali quel praticone del Trasformatore se la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
596
I MISERABILI VOL. III
cavava come meglio poteva. Tanto peggio per le eccezioni!
L'abito dell'uomo di Stato, per esempio, nero da capo a
piedi e quindi conveniente, sarebbe stato troppo ampio per
Pitt e troppo stretto per Castelcicala.
Copiamo dal catalogo del Trasformatore com'era indicato
l'abbigliamento dell'uomo di Stato: "Un abito di panno
nero, un paio di pantaloni di cuoio di lana nera, un
panciotto di seta, scarpe e biancheria". In margine c'era:
"Ex-ambasciatore", con una nota che pure trascriviamo:
"In una scatola separata, una parrucca ben pettinata, un
paio di occhiali verdi, dei ciondoli e due piccoli cannelli di
penna, lunghi un pollice, avvolti di cotone".
Tutto ciò spettava all'uomo di Stato ex-ambasciatore.
Questo vestiario era, per così dire, estenuato; le costure
cominciavano a sbiancare, in uno dei gomiti si schiudeva
una specie di occhiello; inoltre l'abito mancava di un
bottone, ma era un particolare senza importanza poiché la
mano dell'uomo di Stato, dovendo star sempre nell'abito e
sul cuore, aveva l'incarico di nascondere l'assenza del
bottone.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
597
I MISERABILI VOL. III
Se Mario avesse avuto una certa familiarità con le
organizzazioni segrete di Parigi, avrebbe riconosciuto
subito, addosso al visitatore introdotto da Basco, l'abito
dell'uomo di Stato preso a prestito nel magazzino del
Trasformatore.
Il disappunto di Mario al veder entrare un uomo diverso da
quello che aspettava, si trasformò in malagrazia verso il
nuovo venuto.
Lo squadrò da capo a piedi, mentre il personaggio si
inchinava smisuratamente, e gli chiese seccamente:
- Cosa volete?
L'uomo rispose con un amabile ghigno, di cui il sorriso
carezzevole d'un coccodrillo ci darebbe una qualche idea:
- Mi sembra impossibile di non aver avuto l'onore di
conoscere il signor barone in società. Mi pare anzi di averlo
incontrato alcuni anni or sono, particolarmente in casa
della signora principessa Bagration, e nelle sale di Sua
Signoria il visconte Dambray, Pari di Francia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
598
I MISERABILI VOL. III
E' sempre una buona tattica di marioleria avere l'aria di
riconoscere una persona che non si è mai conosciuta.
Mario stava attento al discorso di quell'uomo e ne spiava
l'accento e il gesto; ma il suo disappunto crebbe udendo
una pronuncia nasale, del tutto diversa dal tono aspro e
secco di voce che si aspettava. Era completamente
sorpreso.
- Non conosco - diss'egli - né la signora Bagration né il
signor Dambray; in vita mia non ho mai posto piede in
casa dell'una né dell'altro.
La risposta era burbera, ma il personaggio, grazioso a ogni
costo, insistette:
- Allora sarà stato in casa di Chateaubriand che avrò visto
il signore! Conosco bene Chateaubriand, che è affabilissimo
e talvolta mi dice: - Thénard, amico mio... non berreste un
bicchiere con me?
La fronte di Mario diventava sempre più severa:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
599
I MISERABILI VOL. III
- Non ho avuto mai l'onore d'esser ricevuto dal signor
Chateaubriand. Insomma, che cosa volete?
L'uomo, di fronte alla voce più dura, salutò più
profondamente.
- Signor barone, degnatevi di ascoltarmi. In America, in un
paese dalle parti di Panama, c'è un villaggio chiamato la
Joya. Questo villaggio è composto d'una sola casa, una
grande casa quadrata a tre piani, costruita in mattoni cotti
al sole; ogni lato del quadrato è lungo cinquecento piedi,
ogni piano è dodici piedi più indietro del piano inferiore in
modo da lasciare davanti un terrazzo che gira tutt'intorno
al caseggiato; nel centro un cortile interno in cui sono le
provviste e le munizioni; niente finestre, ma feritoie;
niente porte, ma delle scale a mano per salire dal suolo al
primo terrazzo e dal primo al secondo e dal secondo al
terzo, e scale a mano per calarsi nel cortile interno; niente
usci alle stanze, ma botole; nessuna scala di pietra, ma
tutte a mano; la sera si chiudono le botole, si ritirano le
scale e si puntano i tromboni e le carabine alle feritoie; non
c'è mezzo d'entrare; casa di giorno, cittadella di notte, e
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
600
I MISERABILI VOL. III
ottocento abitanti: ecco cos'è quel villaggio. E perché tante
precauzioni?
Perché è un paese pericoloso, pieno d'antropofagi. E allora
perché ci vanno? Perché è un paese meraviglioso; ci si
trova l'oro.
- Che cosa volete concludere? - interruppe Mario, che dal
disappunto passava all'impazienza.
- Questo, signor barone. Io sono un ex-diplomatico stanco
degli affari. La vecchia civiltà mi ha spaurito; ora voglio
provare coi selvaggi.
- E poi?
- Signor barone, l'egoismo è la legge del mondo. La
contadina proletaria che lavora alla giornata si volta
quando passa la diligenza, la contadina proprietaria che
lavora il suo campo non si volta mai. Il cane del povero
abbaia dietro il ricco, il cane del ricco dietro il povero.
Ciascuno per sé. L'interesse è lo scopo dell'uomo, l'oro è la
sua calamita.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
601
I MISERABILI VOL. III
- E poi? concludete.
- Vorrei andare a stabilirmi a Joya. Siamo in tre, io, la mia
consorte e la mia signorina, una figliola molto bella. Il
viaggio è lungo e costoso, e ho bisogno di un po' di denaro.
- Ma questo a me che importa? - chiese Mario.
Lo sconosciuto allungò il collo fuori dalla cravatta,
movimento proprio dell'avvoltoio, e raddoppiando il sorriso
rispose:
- Il signor barone non ha letto la mia lettera?
La cosa era quasi vera. Mario non aveva badato al
contenuto della missiva; aveva guardato la scrittura più
che leggere la lettera, e se ne ricordava appena. Adesso la
sua attenzione era stata ridestata dall'espressione: "la mia
consorte e la signorina".
Teneva fisso sullo sconosciuto uno sguardo penetrante, che
un giudice inquirente avrebbe potuto invidiare; quasi lo
spiava. Si limitò a rispondere:
- Precisate.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
602
I MISERABILI VOL. III
L'individuo infilò le mani nei taschini del panciotto, alzò la
testa senza raddrizzare la spina dorsale, e si pose a sua
volta a scrutare Mario attraverso le lenti verdi dei suoi
occhiali.
- Va bene, signor barone: preciso. Ho un segreto da
vendervi.
- Un segreto!
- Un segreto.
- Che mi riguarda?
- Un poco.
- Qual è questo segreto?
Mentre lo ascoltava, Mario esaminava sempre meglio
quell'uomo.
- Comincio gratis - disse lo sconosciuto. - Vedrete se riesco
interessante.
- Parlate.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
603
I MISERABILI VOL. III
- Signor barone, voi avete in casa vostra un ladro
assassino.
Mario trasalì.
- In casa mia? No! - diss'egli.
Lo sconosciuto, imperturbabile, pulì il cappello col gomito e
proseguì:
- Assassino e ladro. Notate, signor barone, che io non parlo
di fatti antichi, arretrati, caduchi, che possano essere
cancellati dalla prescrizione in faccia alla legge e dal
pentimento dinanzi a Dio. Parlo di fatti recenti, attuali, di
fatti ancora ignoti alla giustizia. Continuo. Quest'uomo si è
insinuato nella vostra confidenza, e quasi nella vostra
famiglia, sotto un nome falso. Vi dirò il suo nome vero e ve
lo dirò per nulla.
- Ascolto.
- Si chiama Giovanni Valjean.
- Lo so.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
604
I MISERABILI VOL. III
- Ora vi dirò, anche per niente, che cos'è quest'uomo.
- Dite.
- E' un ex-galeotto.
- Lo so.
- Lo sapete da che ho avuto l'onore di dirvelo.
- No, lo sapevo prima.
Il contegno freddo di Mario, la sua doppia risposta "lo s", il
suo laconismo refrattario al dialogo, provocarono una sorda
collera nello sconosciuto, che scoccò, di sfuggita, su Mario
uno sguardo furioso, subito spento. Ma per quanto rapido
fosse, quello sguardo era di quelli che visti una volta si
riconoscono, e non sfuggì a Mario. Certi fiammeggiamenti
non possono venire che da certe anime: la pupilla, spiraglio
del pensiero, se ne accende, e gli occhiali non nascondono
nulla: provatevi a mettere un vetro all'inferno!
Lo sconosciuto riprese, sorridendo:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
605
I MISERABILI VOL. III
- Non mi permetto di smentire il signor barone. In ogni
caso, vedete che sono bene informato. Quello che ora mi
rimane da confidarvi è noto a me solo, e riguarda la
ricchezza della signora baronessa. E' un segreto
straordinario ed è da vendere. L'offro a voi per primo, a
buon mercato: ventimila franchi.
- Conosco questo segreto come conosco gli altri - rispose
Mario.
L'individuo sentì il bisogno di abbassare un po' il prezzo.
- Signor barone, datemi diecimila franchi e parlo.
- Vi ripeto che non avete nulla da dirmi. So già quanto
volete dirmi.
Ci fu nell'occhio dell'individuo un nuovo lampo; quindi
esclamò:
- Eppure devo mangiare anche oggi. E' un segreto
straordinario, vi ripeto. Signor barone, parlerò. Parlo;
datemi venti franchi.
Mario lo guardò fisso.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
606
I MISERABILI VOL. III
- So già il vostro segreto straordinario, come sapevo il
nome di Giovanni Valjean, come so il vostro.
- Il mio nome?
- Sì.
- Non è una cosa difficile, signor barone. Ebbi l'onore di
scriverlo e di dirvelo: Thénard. - Dier.
- Eh?
- Thénardier.
- Chi?
Nel pericolo il porcospino s'arruffa, lo scarafaggio fa il
morto, la vecchia guardia si stringe in quadrato;
quell'uomo si mise a ridere.
Quindi con un buffetto si tolse via un granello di polvere
dalla manica dell'abito.
Mario proseguì:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
607
I MISERABILI VOL. III
- Voi siete anche l'operaio Jondrette, il comico Fabantou, il
poeta Genflot, lo spagnolo don Alvarez e la donna Balizard.
- La donna cosa?
- E avete tenuto una bettola a Montfermeil.
- Una bettola! Mai.
- E io vi dico che siete Thénardier.
- Lo nego.
- E che siete un birbante. Prendete.
E Mario, tolto di tasca un biglietto di banca, glielo buttò in
faccia.
- Grazie! perdono! cinquecento franchi! signor barone!
E l'uomo, sconvolto, salutando e raccogliendo il biglietto, si
mise a esaminarlo.
- Cinquecento franchi! - riprese, sbalordito; e balbettò
sottovoce - Un bigliettone serio!
Poi esclamò bruscamente:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
608
I MISERABILI VOL. III
- Ebbene, sia! Mettiamoci in libertà.
E con prestezza di una scimmia, buttando indietro i capelli,
strappandosi gli occhiali, ritirando dal naso e facendo
scomparire i due cannelli di penne di cui si è detto più su, e
che del resto si sono già visti in altra pagina di questo
libro, si tolse la maschera come un altro si toglierebbe il
cappello.
Il suo sguardo s'accese; la fronte ineguale, qua e là con
fossi e bernoccoli e orribilmente corrugata in alto, apparve
allo scoperto; il naso ridivenne acuto come un becco, e
ricomparve il profilo feroce e astuto dell'uomo di rapina.
- Il signor barone è infallibile - diss'egli con voce chiara e
niente affatto nasale. - Io sono Thénardier.
E raddrizzò il dorso incurvato. Thénardier, poiché
veramente era lui, provava una strana sorpresa e si
sarebbe turbato se gli fosse stato possibile. Era venuto per
stupire e se ne stupiva prima lui.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
609
I MISERABILI VOL. III
Quella umiliazione gli veniva pagata cinquecento franchi e,
tutto considerato, l'accettava; ma non era per ciò meno
sbalordito.
Egli vedeva per la prima volta quel barone Pontmercy e,
malgrado il suo travestimento, quel barone Pontmercy lo
riconosceva e lo riconosceva a fondo; e non solo quel
barone conosceva Thénardier, ma sembrava che
conoscesse bene anche Valjean. Cos'era dunque quel
giovanotto quasi imberbe, così glaciale e così generoso,
che sapeva i nomi delle persone, tutti i loro nomi, apriva
loro la borsa, maltrattava i birbanti come un giudice, e li
pagava come chi si lascia abbindolare?
Il lettore ricorderà che Thénardier, benché fosse stato
vicino di Mario, non lo aveva mai visto, cosa frequente a
Parigi; aveva una volta udito le figlie parlare d'un
giovanotto molto povero, di nome Mario, che abitava nella
stessa casa, e gli aveva scritto senza conoscerlo la lettera
che sappiamo;ma nessun riavvicinamento era possibile
nella sua mente tra quel Mario e il signor barone
Pontmercy.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
610
I MISERABILI VOL. III
Quanto al nome di Pontmercy, ricordiamo che sul campo di
battaglia di Waterloo egli ne aveva udito solo le due ultime
sillabe, per le quali aveva sempre nutrito il legittimo
sdegno che si deve a quello che è soltanto un
ringraziamento.
Del resto, per mezzo di sua figlia Azelma, da lui messa
sulle tracce degli sposi del 16 febbraio, e per mezzo delle
sue indagini personali, era arrivato a sapere molte cose, e
dal fondo delle sue tenebre era riuscito ad afferrare più
d'un filo misterioso. Egli aveva scoperto, a furia di ricerche,
o almeno indovinato per via d'induzione, chi era l'uomo da
lui incontrato un certo giorno nella Fogna Grande; e
dall'uomo aveva potuto facilmente risalire al nome. Sapeva
che la signora baronessa Pontmercy era Cosetta; ma da
questo lato si riprometteva d'esser discreto. Chi era
Cosetta?
Neppure lui lo sapeva precisamente. Certo, intravedeva
una nascita illegittima, e la storia di Fantina gli era
sembrata sempre un po' sospetta; ma a che serviva
parlare? A farsi pagare il silenzio?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
611
I MISERABILI VOL. III
Egli teneva o credeva di tenere qualcosa di meglio da
vendere. E c'erano tutte le probabilità che l'andare a fare,
senza prove, questa rivelazione al barone Pontmercy: "Vostra moglie è una bastarda", - riuscisse solo ad attirare
lo stivale del marito verso la groppa del rivelatore.
Nel pensiero di Thénardier, il suo colloquio con Mario non
era ancora cominciato. Aveva dovuto indietreggiare,
modificare la sua strategia, abbandonare la sua posizione,
mutare fronte, ma non era compromesso ancora nulla
d'essenziale, e aveva cinquecento franchi in tasca. Inoltre,
aveva qualcosa di decisivo da dire, e si sentiva forte anche
contro quel barone Pontmercy così ben informato e così
ben armato. Per gli uomini della specie di Thénardier ogni
dialogo è un duello. E qual era la sua posizione in quello
che stava per impegnarsi? Non sapeva con chi parlava, non
sapeva di chi parlava. Fece rapidamente questa interna
rivista delle sue forze, e dopo aver detto: "Sono
Thénardier", - aspettò.
Mario era rimasto pensoso. Finalmente trovava Thénardier!
l'uomo che aveva tanto desiderato rintracciare era là:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
612
I MISERABILI VOL. III
poteva dunque far onore alla raccomandazione del
colonnello Pontmercy. Era umiliato che quell'eroe dovesse
qualcosa a un simile bandito, e che la cambiale, tratta dal
fondo del sepolcro di suo padre, fosse rimasta fino a quel
giorno protestata. Gli pareva pure che, nella situazione
complessa in cui si trovava la sua mente di fronte a
Thénardier, fosse il caso di vendicare il colonnello dalla
sventura d'essere stato salvato da quel furfante.
Comunque fosse, egli era contento; poteva dunque
finalmente liberare dall'indegno creditore l'ombra del
colonnello, e gli sembrava d'essere sul punto di togliere la
memoria del padre dalla prigione per debiti.
Accanto a tale dovere, ce n'era un altro, quello cioè di far
luce, se possibile, sull'origine della ricchezza di Cosetta.
Pareva che gli si offrisse l'occasione; Thénardier sapeva
forse qualcosa; poteva quindi essere utile vedere il fondo di
quell'uomo. Cominciò da questo.
Thénardier aveva fatto sparire il "bigliettone serio" nel suo
taschino, e guardava Mario con una dolcezza quasi
affettuosa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
613
I MISERABILI VOL. III
Mario ruppe il silenzio.
- Thénardier, vi ho detto il vostro nome. Ora volete che vi
dica anche il vostro segreto, quello che venivate a
svelarmi? Ho pure le mie informazioni, io, e ora vedrete
che ne so più di voi.
Valjean, come avete detto, è un assassino e un ladro; un
ladro, perché ha rubato a un ricco industriale di cui ha
causato la rovina, il signor Madeleine; un assassino perché
ha assassinato l'agente di polizia Javert.
- Non capisco, signor barone - fece Thénardier.
- Ora vi farò capire. Ascoltate. Verso il 1822 c'era in un
circondario del Passo di Calais un uomo che aveva avuto
qualche contrasto con la giustizia, e che, sotto il nome di
Madeleine, s'era rialzato e riabilitato, e anzi era diventato
un giusto, in tutta la forza del termine. Con un'industria, la
fabbrica delle conterie nere, formò la fortuna d'una intera
città. Quanto alla sua fortuna personale, egli l'aveva creata
pure, ma in modo secondario e per così dire
accidentalmente. Era il padre e il sostegno dei poveri,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
614
I MISERABILI VOL. III
fondava ospedali, apriva scuole, visitava i malati, dotava le
giovanette, sostentava le vedove, adottava gli orfani, era
quasi il tutore del paese. Aveva rifiutato le decorazioni e
l'avevano nominato sindaco. Un forzato liberato, che
sapeva il segreto d'una condanna subita in altro tempo da
quell'uomo, lo denunciò, lo fece arrestare, e profittò
dell'arresto per venire a Parigi e farsi rimettere dalla banca
Laffitte - ho saputo il fatto dal cassiere stesso - mediante
una firma falsa, una somma d'oltre mezzo milione
appartenente a Madeleine. Quel forzato che ha derubato
Madeleine è Valjean.
Quanto all'altro fatto, non avete nemmeno in questo caso
delle novità da comunicarmi. Valjean ha ucciso l'agente
Javert, l'ha ucciso con una pistolettata. Ero presente io
stesso che vi parlo.
Thénardier lanciò a Mario lo sguardo d'un uomo sconfitto
che torna ad afferrare la vittoria e riacquista in un minuto
tutto il terreno perduto. Ma ricomparve subito il sorriso;
l'inferiore di fronte al superiore deve avere il trionfo
carezzevole, e Thénardier si limitò a dire:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
615
I MISERABILI VOL. III
- Signor barone, noi sbagliamo strada.
E sottolineò la frase facendo fare al suo mazzo di ciondoli
un mulinello espressivo.
- Come! - riprese Mario. - Mi contestate tutto questo? Ma
sono fatti.
- Sono chimere. La fiducia della quale il signor barone mi
onora mi fa un dovere di dirglielo. Innanzi tutto la verità e
la giustizia - non mi piace di veder accusare le persone
ingiustamente. Signor barone, Valjean non ha derubato
Madeleine e non ha ucciso Javert.
- Questa è grossa! E come mai?
- Per due motivi.
- Quali? Parlate.
- Eccovi il primo; non ha derubato Madeleine, per il fatto
che Valjean, proprio lui, era Madeleine.
- Che mi andate contando?
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
616
I MISERABILI VOL. III
- Ed ecco il secondo: egli non ha assassinato Javert,
giacché colui che ha ucciso Javert è stato Javert.
- Cosa intendete dire?
- Che quello di Javert è stato un suicidio.
- Le prove! le prove! - gridò Mario fuori di sé.
Thénardier riprese la frase come una volta si scandivano i
versi:
- L'a-gen-te di po-li-zia Ja-vert fu tro-va-to an-ne-ga-to
sotto un bat-tel-lo del Pont-au-Change.
- Ma le prove dunque!
Thénardier cavò dalla tasca laterale una larga busta di
carta grigia, che pareva contenesse dei fogli piegati di varie
dimensioni.
- Ho i miei documenti - diss'egli con calma.
E aggiunse:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
617
I MISERABILI VOL. III
- Signor barone, nel vostro interesse ho voluto conoscere a
fondo il mio Valjean, e vi dico che Valjean e Madeleine
sono una sola persona, vi dico che Javert non ha avuto
altro assassino che Javert, e quando parlo vuol dire che ho
le prove. Non prove manoscritte, la scrittura è sospetta, la
scrittura è compiacente; ma prove stampate.
Mentre parlava, toglieva dalla busta due numeri di giornali
ingialliti, sciupati e ben saturi di tabacco, uno dei quali,
tutto gualcito nelle piegature, sembrava molto più vecchio
dell'altro.
- Due fatti, due prove - fece Thénardier; e porse a Mario i
due giornali aperti. Quei giornali, il lettore già li conosce.
Uno, il più antico, un numero del "Drapeau blanc" del 25
luglio 1823, stabiliva l'identità di Madeleine con Valjean.
L'altro, un "Moniteur" del 15 giugno 1832, constatava il
suicidio di Javert, e aggiungeva che, da un rapporto
verbale fatto dallo stesso Javert al prefetto, risultava che
egli, fatto prigioniero nella barricata della via Chanvrerie,
doveva la vita alla magnanimità di un insorto, il quale,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
618
I MISERABILI VOL. III
tenendolo sotto la sua pistola, invece di bruciargli le
cervella, aveva tirato in aria.
Mario lesse. C'era evidenza, data sicura, prova
irrefragabile, poiché quei due giornali non erano stati
stampati apposta per appoggiare le asserzioni di
Thénardier; inoltre la nota inserita nel "Moniteur" era
comunicata ufficialmente dalla prefettura di polizia. Non
era possibile il dubbio. Le informazioni del commessocassiere erano false, e lui pure si era ingannato.
Valjean, ingrandito a un tratto, balzava fuori dalla nebbia.
Mario non poté trattenere un grido di gioia:
- Ma allora quell'infelice era un uomo ammirabile! Tutto
quel denaro era veramente suo! egli è Madeleine, la
provvidenza d'un paese intero! è Valjean il salvatore di
Javert! e un eroe! è un santo!
- Non è un santo e non è un eroe - disse Thénardier. - E'
un assassino, un ladro.
E aggiunse col tono dell'uomo che comincia a sentirsi
qualche autorità: - Calmiamoci.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
619
I MISERABILI VOL. III
Ladro, assassino: queste parole che Mario credeva
scomparse e che ritornavano, caddero su di lui come una
doccia ghiacciata.
- Ancora! - diss'egli.
- Sempre! - fece Thénardier. - Valjean non ha derubato
Madeleine, ma è un ladro; non ha ucciso Javert, ma è un
assassino.
- Volete forse parlare - riprese Mario - di quel miserevole
furto di quarant'anni fa, espiato, come risulta dai vostri
stessi giornali, con un'intera vita di pentimento,
d'abnegazione e di virtù?
- Dico assassinio e furto, signor barone, e ripeto che vi
parlo di fatti recenti. Ciò che debbo rivelarvi è
assolutamente ignoto, è roba inedita e forse vi troverete la
sorgente della ricchezza così abilmente offerta da Valjean
alla signora baronessa. Dico abilmente, perché introdursi
con tale donazione in una casa onorata, partecipare alle
sue agiatezze, e, con lo stesso colpo, nascondere il delitto,
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
620
I MISERABILI VOL. III
godere il furto, sotterrare il proprio nome e crearsi una
famiglia, tutto questo non manca certamente di accortezza.
- Potrei interrompervi a questo punto - osservò Mario. - Ma
proseguite.
- Signor barone, vi dirò tutto, lasciando la ricompensa alla
vostra generosità. Questo segreto vale un tesoro. Mi
direte:
Perché non ti sei rivolto allo stesso Valjean? - per un
motivo semplicissimo: so che egli s'è spogliato di tutto, e
spogliato in vostro favore, combinazione che io trovo
ingegnosa; non ha quindi più un soldo, mi mostrerebbe le
sue mani vuote; e siccome io ho bisogno di un po' di
denaro per il viaggio alla Joya, così preferisco voi, che
avete tutto, a lui che non ha nulla. Ma sono un po' stanco,
permettetemi di prendere una sedia.
Mario sedette e gli fece cenno di imitarlo.
Thénardier si accomodò su una sedia imbottita, riprese i
due giornali, li ripose nella busta, e battendo con l'unghia
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
621
I MISERABILI VOL. III
sul "Drapeau blanc", mormorò: "Questo m'è costato fatica
ad averlo".
Ciò fatto, incrociò le braccia e s'appoggiò col dorso,
atteggiamento proprio della persona sicura di quello che
dice; poi entrò in materia, gravemente e accentuando le
parole:
- Signor barone, circa un anno fa, il 6 giugno 1832, il
giorno della sommossa, un uomo si trovava nella Fogna
Grande di Parigi, dal lato dove la cloaca va a raggiungere la
Senna, tra il Ponte degli Invalidi e quello di Iena.
Mario avvicinò bruscamente la sua sedia a quella di
Thénardier, il quale, notato il movimento, proseguì con la
lentezza d'un oratore che domina l'interlocutore e che
sente palpitare l'avversario sotto le sue parole.
- Quell'uomo costretto a nascondersi, per motivi, del resto,
estranei alla politica, aveva scelto per domicilio la fogna, di
cui possedeva una chiave. Era, lo ripeto, il 6 giugno;
potevano essere le otto di sera, quando l'uomo udì un
rumore nella fogna.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
622
I MISERABILI VOL. III
Assai sorpreso, si rannicchiò e stette a spiare. Era un
rumore di passi. Qualcuno nell'ombra camminava e veniva
dalla sua parte.
Cosa strana! C'era nella cloaca un altro uomo. ll cancello
d'uscita della fogna non era lontano, e quel po' di luce che
ne veniva permise di riconoscere il nuovo arrivato e di
vedere che quell'uomo portava qualcosa sulle spalle.
Camminava curvo, e l'uomo che camminava così era un
ex-galeotto, e quello che portava sul dorso un cadavere.
Flagrante delitto di assassinio, se mai ce ne fu uno. Quanto
al furto, va da sé: non si uccide un uomo per nulla. Quel
forzato andava a gettare il cadavere nel fiume. E' da notare
che, prima di arrivare al cancello di uscita, quel forzato,
che veniva da un punto lontano della cloaca, aveva
necessariamente incontrato un avvallamento spaventoso,
nel quale avrebbe potuto lasciare il cadavere; ma
l'indomani i fognaioli, lavorando dov'era l'avvallamento,
avrebbero ritrovato il corpo dell'assassinato; e questo non
conveniva all'assassino. Egli aveva preferito attraversare
l'avvallamento col suo carico, e deve aver fatto degli sforzi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
623
I MISERABILI VOL. III
terribili; è impossibile arrischiare di più la vita; anzi non
capisco come abbia potuto uscirne vivo.
La sedia di Mario si avvicinò di nuovo, e Thénardier ne
profittò per respirare a lungo; quindi proseguì:
- Signor barone, una fogna non è il campo di Marte. Ci
manca tutto, anche lo spazio. Quando si trovano là dentro,
due uomini devono incontrarsi; ed è appunto quel che
accadde. L'inquilino e il passante furono costretti a darsi il
buongiorno, benché a malincuore. Il passante disse
all'inquilino: - Vedi bene che cosa ho sulle spalle, ho
bisogno d'uscire; tu hai la chiave, dammela. - Quel forzato
era un uomo d'una forza terribile: non c'era mezzo di
rifiutare. Tuttavia quello che aveva la chiave traccheggiò,
soltanto per guadagnar tempo; esaminò il morto, ma non
poté vedere nulla, tranne che era giovane, ben messo,
d'apparenza signorile e tutto sfigurato dal sangue. Mentre
discorreva, trovò modo di lacerare e di strappare, senza
che l'assassino se ne accorgesse, un pezzetto dalla falda
dell'abito dell'assassinato; corpo del reato; capirete; mezzo
per ritrovare la traccia e provare il delitto del delinquente.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
624
I MISERABILI VOL. III
Egli dunque si mise in tasca il corpo di reato; dopo di che
aprì il cancello, fece uscire l'uomo col suo peso sul dorso,
richiuse subito e s'allontanò, poco curandosi di trovarsi
immischiato al seguito dell'avventura, e soprattutto non
volendo essere presente quando l'assassino avrebbe
gettato la vittima nel fiume. Ora comprendete tutto. Chi
portava il cadavere era Valjean, quello che teneva la chiave
vi parla in questo momento, e il brandello d'abito...
Thénardier compì la frase cavando di tasca e tenendo,
all'altezza degli occhi, tra i due pollici e i due indici un
pezzetto di panno nero strappato, tutto coperto di macchie
scure.
Mario s'era alzato, pallido, respirando appena, con l'occhio
fisso su quel frammento di stoffa, e, senza pronunciare una
parola, senza lasciare quel cencio con lo sguardo, rinculava
verso il muro, cercando con la mano destra dietro di sé, a
tastoni sulla parete, una chiave che era nella serratura d'un
armadio a muro presso il caminetto. Trovò la chiave, aprì
l'armadio, vi cacciò dentro il braccio senza che i suoi occhi
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
625
I MISERABILI VOL. III
smarriti si staccassero dallo straccetto che Thénardier
teneva spiegato.
Costui frattanto continuava:
- Signor barone, ho seri motivi di credere che il giovane
assassinato fosse un ricco straniero, che aveva addosso
una grossa somma, attirato da Valjean in qualche
tranello...
- Il giovane ero io, ed ecco l'abito! - gridò Mario, gettando
sul pavimento un vecchio abito nero tutto insanguinato.
Poi, strappando il pezzo di stoffa dalle mani di Thénardier,
si accosciò e avvicinò alla falda lacerata il pezzo strappato:
la laceratura si adattava perfettamente, e il cencio
completava l'abito.
Thénardier restò di sasso; pensò soltanto: - Sono finito.
Mario si rizzò fremente, disperato, raggiante.
Si frugò in tasca e mosse furiosamente contro Thénardier,
presentandogli e quasi appoggiandogli sul viso il pugno
pieno di biglietti di banca da cinquecento e da mille franchi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
626
I MISERABILI VOL. III
- Voi siete un infame! Siete un mentitore, un calunniatore,
uno scellerato! Siete venuto per accusare quell'uomo e
invece lo avete giustificato, avete tentato di perderlo e
siete riuscito soltanto a glorificarlo. Voi siete un ladro! voi
siete un assassino! Vi ho visto io, Thénardier Jondrette, in
quel covo del boulevard dell'Ospedale. Ne so sul conto
vostro quanto basta per mandarvi in galera e anche più
lontano, se volessi. Prendete, eccovi mille franchi,
sacripante che siete!
E gli gettò un biglietto di mille franchi.
- Ah! Jondrette Thénardier, vile ribaldo! Questo vi serva di
lezione, rigattiere di segreti, trafficante di misteri,
investigatore di tenebre; miserabile! Prendete questi
cinquecento franchi e uscite di qui! Waterloo vi protegge.
- Waterloo! - borbottò Thénardier intascando i cinquecento
franchi insieme con i mille.
- Sì, assassino! Voi avete laggiù salvato la vita a un
colonnello..
- A un generale - disse Thénardier rialzando la testa.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
627
I MISERABILI VOL. III
- A un colonnello! - riprese Mario con impeto. - Non darei
un centesimo per un generale. E venivate qui a perpetrare
delle infamie! Vi dico che avete commesso tutti i delitti.
Partite!
sparite! Siate soltanto felice, è tutto quanto desidero. Ah
mostro! Eccovi altri tremila franchi, prendeteli. Voi
partirete per l'America domani stesso con vostra figlia,
poiché vostra moglie è morta, abominevole mentitore. Mi
occuperò della vostra partenza, ribaldo, e all'ultimo
momento vi darò ventimila franchi.
Andate a farvi impiccare altrove!
- Signor barone - rispose Thénardier, salutando fino a terra
- riconoscenza eterna.
E uscì senza comprendere nulla, stupefatto e rapito per
quel gradito schiacciamento sotto sacchi di scudi, per
quella folgore che scoppiava sul suo capo in biglietti di
banca.
Era fulminato, ma anche contento, e gli sarebbe assai
dispiaciuto di avere un parafulmine contro simili saette.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
628
I MISERABILI VOL. III
Finiamola dunque con costui. Due giorni dopo gli
avvenimenti da noi narrati egli partiva, per interessamento
di Mario, sotto un falso nome, alla volta dell'America, con
la figlia Azelma, provvisto di un assegno di ventimila
franchi da incassare a New York. La miseria morale di
Thénardier, questo borghese mancato, era irrimediabile;
egli fu in America quello che era stato in Europa. Il
contatto di un uomo malvagio basta talvolta per far
imputridire una buona azione e per farne scaturire una
cosa cattiva. Col denaro di Mario, Thénardier si dedicò alla
tratta dei negri.
Non appena Thénardier fu uscito, Mario corse in giardino
dove Cosetta passeggiava ancora.
- Cosetta! Cosetta! - gridò. - Vieni, vieni subito. Andiamo!
Basco, una vettura! Cosetta, vieni. Ah mio Dio! E' stato lui
che mi ha salvato la vita. Non perdiamo un minuto! Metti lo
scialle.
Cosetta lo credette impazzito e ubbidì.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
629
I MISERABILI VOL. III
Egli non poteva respirare, si metteva la mano sul cuore per
comprimerne i battiti; andava su e giù a lunghi passi,
abbracciava Cosetta dicendole - Ah Cosetta! io sono uno
sciagurato!
Era fuori di sé. Cominciava a intravedere in quel Valjean
non so quale alta e triste figura: gli appariva una virtù
inaudita, augusta e tenera, umile nella sua immensità; il
galeotto si trasfigurava in Cristo. Si sentiva abbagliato da
quel prodigio.
Non sapeva bene quello che vedeva; ma era qualche cosa
di grande.
Un momento dopo, la vettura era alla porta.
Mario vi fece salire Cosetta e vi saltò dentro dicendo:
- Cocchiere, via Homme-Armé, numero 7.
- Ah! che piacere! esclamò Cosetta. - Via Homme-Armé!
Non osavo più parlartene. Andiamo a trovare il signor
Giovanni.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
630
I MISERABILI VOL. III
- Tuo padre, Cosetta! tuo padre più che mai! Ora indovino,
sai. Tu mi dicesti di non aver ricevuto la lettera che t'avevo
mandato per mezzo di Gavroche; dovette cadere nelle sue
mani, Cosetta, ed egli venne alla barricata per salvarmi. E
siccome essere un angelo è una necessità per lui, così
intanto ne salvò degli altri, salvò Javert. Mi trasse da quel
precipizio per darmi a te, mi portò sulle spalle in quella
orribile fogna. Ah! io sono un mostruoso ingrato. Dopo
essere stato la tua provvidenza, egli fu pure la mia.
Figurati che c'era un tremendo avvallamento da affogarvi
cento volte, affogare nel fango, Cosetta! ed egli me l'ha
fatto attraversare! Io ero svenuto, non vedevo niente, non
udivo niente, non potevo sapere nulla della mia stessa
avventura. Noi adesso andiamo a prenderlo, a condurlo con
noi, voglia o non voglia, e non ci lascerà mai più. Purché
sia in casa! Purché lo troviamo!
Passerò il resto della mia vita a venerarlo. Sì, deve essere
così, sai, Cosetta? A lui Gavroche avrà consegnato la mia
lettera. Tutto si spiega. Capisci?
Cosetta non capiva una parola.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
631
I MISERABILI VOL. III
- Hai ragione - diss'ella.
Frattanto la vettura correva.
5. LA LUCE DIETRO LE TENEBRE
Udendo bussare all'uscio, Valjean si volse.
- Avanti - disse debolmente.
La porta si aprì. Cosetta e Mario apparvero.
Cosetta si precipitò nella stanza.
Mario restò sulla soglia, appoggiato allo stipite.
- Cosetta! - disse Valjean, e si raddrizzò sulla sedia con le
braccia aperte e tremanti, selvaggio, livido, sinistro e con
un'immensa gioia negli occhi.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
632
I MISERABILI VOL. III
Cosetta, soffocata dall'emozione, si lasciò cadere sul petto
di Valjean.
- Papà! - disse.
Egli, sconvolto, balbettava:
- Cosetta! lei! voi, signora! sei tu! Ah mio Dio! - E stretto
tra le braccia di Cosetta, esclamò:
- Sei tu! tu qui! Dunque mi perdoni!
Mario, abbassando le palpebre per impedire alle lacrime di
scorrere, fece un passo e mormorò tra le labbra
convulsamente contratte per trattenere i singhiozzi:
- Padre mio!
- E voi, voi pure mi perdonate! - disse Valjean. Mario non
poté trovare una parola, e Valjean soggiunse: - Grazie.
Cosetta si strappò lo scialle e il cappello e si gettò sul letto,
dicendo:
- Mi danno fastidio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
633
I MISERABILI VOL. III
E sedutasi sulle ginocchia del vecchio, con un adorabile
gesto gli allontanò i capelli canuti e lo baciò in fronte.
Valjean, tutto smarrito, lasciava fare.
E Cosetta, che capiva appena qualche cosa in confuso,
raddoppiava le carezze, come se volesse pagare il debito di
Mario.
Valjean balbettava:
- Come si diventa sciocchi! Credevo di non vederla più.
Figuratevi signor Pontmercy, che quando siete entrati, io
dicevo tra me: - E' finita. Ecco la sua vesticciola; io sono
un povero miserabile uomo, non vedrò più Cosetta; dicevo
questo nel momento stesso che voi salivate le scale. Ero un
idiota, no? Ecco come si può essere idioti! Si fanno i conti
senza il buon Dio. E il buon Dio dice: - Tu credi che ti
abbandoneranno, scioccone! No, no, le cose non andranno
così. Su via, c'è là un povero vecchio che ha bisogno d'un
angelo. - E l'angelo viene, ed ecco che rivedo la mia
Cosetta, la mia piccola Cosetta! Ah! ero molto infelice!
Stette un po' senza poter parlare, quindi riprese:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
634
I MISERABILI VOL. III
- Avevo veramente bisogno di vedere un pochino ogni
tanto Cosetta.
Qualunque cane vuole un osso da rosicchiare. Però sentivo
bene che ero di troppo. Cercavo di persuadermene: Essi
non hanno bisogno di te, resta dunque nel tuo cantuccio,
non si ha il diritto di essere eterni. Ah! Dio benedetto la
rivedo! Sai, Cosetta, che tuo marito è molto bello? Ah! hai
un bel colletto ricamato; così va bene; mi piace questo
disegno. Te l'ha scelto tuo marito, vero? E poi devi avere
degli scialli di cascemir. Signor Pontmercy, permettetemi di
darle del tu. Non sarà per molto tempo.
E Cosetta a sua volta:
- Che cattiveria, lasciarci in questo modo! Dove siete
andato?
Perché siete stato lontano così a lungo? Una volta i vostri
viaggi non duravano più di tre o quattro giorni. Ho
mandato Nicoletta, ma le rispondevano sempre: è assente.
Quando siete tornato? E perché non ce l'avete fatto
sapere? Sapete che siete molto cambiato? Oh!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
635
I MISERABILI VOL. III
che brutto papà! è stato ammalato e noi non l'abbiamo
saputo!
Guarda, Mario, toccagli la mano: senti com'è fredda.
- Siete qui dunque! Signor Pontmercy, voi mi perdonate! ripeté Valjean.
A quella parola ripetuta da Valjean, tutto quello che
gonfiava il cuore di Mario trovò un'uscita. Egli disse con
impeto:
- Cosetta, capisci! Siamo a questo! mi chiede perdono. E
sai tu che cosa mi ha fatto? mi ha salvato la vita. Anzi ha
fatto più ancora; ti ha data a me. E dopo avermi salvato, e
dopo averti data a me, Cosetta, sai che ha fatto di se
stesso? Si è sacrificato.
Ecco l'uomo. E a me l'ingrato, a me il dimentico, a me lo
spietato, a me il colpevole, dice: Grazie! Cosetta, sarebbe
troppo poco passare tutta la vita ai piedi di quest'uomo!
Quella barricata, quella fogna, quella fornace, quella
cloaca, egli ha tutto attraversato per me, per te Cosetta;
egli mi ha portato attraverso tutte le morti, allontanandole
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
636
I MISERABILI VOL. III
da me e accettandole per se stesso. Egli ha tutti i coraggi,
tutte le virtù, tutti gli eroismi, tutte le santità. Cosetta,
quest'uomo è l'angelo!
- Zitto! zitto! - disse sotto voce Valjean. - Perché dire tutte
queste cose?
- Ma voi - esclamò Mario con una collera in cui c'era
venerazione - perché non m'avete detto? E' anche colpa
vostra. Salvate la vita alle persone e glielo nascondete! E
fate di più: col pretesto di smascherarvi, vi calunniate. E'
una cosa orribile!
- Ho detto la verità - rispose Valjean.
- No - riprese Mario - la verità è tutta la verità, e voi non
l'avete detta tutta. Voi eravate Madeleine; perché non
l'avete detto? Avete salvato Javert; perché non l'avete
detto? Io vi devo la vita; perché non l'avete detto?
- Perché pensavo come voi, perché trovavo che avevate
ragione, perché era necessario che io m'allontanassi. Se
aveste saputo la faccenda della fogna, mi avreste fatto
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
637
I MISERABILI VOL. III
restare con voi; dovevo dunque tacere. Se avessi parlato,
avrei imbarazzato ogni cosa.
- Imbarazzato che cosa? imbarazzato chi? - ribatté Mario. Ma credete forse di dover restare qui? Noi vi conduciamo
via. Ah, mio Dio! quando penso che tutto questo l'ho
saputo solo per caso! Vi portiamo via, voi fate parte di noi
stessi, siete suo padre e il mio. Non rimarrete un solo
giorno di più in questa orribile casa.
Non state a credere di trovarvi qui domani.
- Domani - rispose Valjean - non sarò più qui, ma non sarò
nemmeno con voi.
- Cosa volete dire? - riprese il giovane. - Ah! no, non
permettiamo più nessun viaggio. Non ci lascerete più. Ci
appartenete e non vi lasceremo più fuggire.
- Questa volta facciamo sul serio - aggiunse Cosetta. Abbiamo una vettura giù. Vi rapisco. Userò la forza se
occorre.
E ridendo fece il gesto di sollevare il vecchio fra le braccia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
638
I MISERABILI VOL. III
- C'è sempre la vostra camera in casa nostra - proseguì. Se
sapeste com'è bello, adesso, il giardino! Le azalee
fioriscono a meraviglia. I viali sono coperti con sabbia di
fiume, in cui ci sono delle piccole conchiglie violacee.
Mangerete le mie fragole, sono io che le innaffio. E non c'è
più né signora né signor Giovanni, siamo in repubblica e ci
diamo tutti del tu, vero, Mario? Il programma è mutato. Se
sapeste, papà, ho un dispiacere; c'era un pettirosso che
aveva fatto il suo nido in un buco del muro, e un brutto
gattaccio me l'ha mangiato. ll mio povero bel pettirosso
che metteva fuori la testolina dalla sua finestra e mi
guardava! Ne ho pianto. Avrei ammazzato il gatto! Ma ora
non piange più nessuno; ridiamo tutti, siamo tutti felici!
Verrete con noi. Come sarà contento il nonno! Avrete la
vostra aiuola in giardino e la coltiverete voi, e vedremo se
le vostre fragole saranno buone come le mie. E poi, io farò
tutto quello che vorrete, e poi, voi mi obbedirete
appuntino.
Valjean l'udiva senza intenderla; ascoltava la musica della
voce più che il senso delle parole, mentre nell'occhio gli si
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
639
I MISERABILI VOL. III
addensava una di quelle grosse lacrime che sono le fosche
perle dell'anima.
Mormorò:
- La prova che Dio è buono, eccola.
- Babbo mio! - disse Cosetta.
Valjean continuò.
- E' vero che sarebbe una delizia vivere insieme. Ci sono gli
alberi pieni di uccelli. Io passeggerei con Cosetta. Vivere
insieme, darsi il buongiorno, chiamarsi nel giardino, è una
dolce cosa. Ci si vede fin dal mattino. Coltiveremmo
ciascuno la nostra aiuola. Lei mi farebbe mangiare le sue
fragole, io le farei cogliere le mie rose. Sarebbe
incantevole. Solo che..
S'interruppe, poi disse dolcemente:
- Peccato!
La lacrima non cadde, rientrò, e Valjean vi sostituì un
sorriso.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
640
I MISERABILI VOL. III
Cosetta prese le mani del vecchio fra le sue.
- Mio Dio! - disse. - Le vostre mani sono ancora più gelide.
Siete forse malato? Soffrite?
- Io no - rispose egli. - Sto benissimo. Solo che...
E s'interruppe.
- Solo che cosa?
- Sto per morire.
Cosetta e Mario rabbrividirono.
- Morire! - esclamò Mario.
- Sì, ma non è nulla - disse Valjean.
Sospirò, sorrise e riprese:
- Cosetta, tu mi parlavi, continua, parla ancora; il tuo
piccolo pettirosso è morto dunque, parla, che io oda la tua
voce!
Mario, pietrificato, guardava il vecchio.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
641
I MISERABILI VOL. III
Cosetta mandò un grido straziante:
- Papà, papà mio! voi vivrete; dovete vivere. Voglio che
viviate, capite!
Valjean alzò la testa verso di lei con venerazione.
- Oh, sì, vietami di morire. Chi sa? obbedirò, forse. Quando
siete entrati stavo per morire. La vostra presenza mi ha
fermato, mi è parso di rinascere.
- Voi siete pieno di forza e di vita - esclamò Mario. Credete forse che si muore così? Avete avuto delle
afflizioni, ma non ne avrete più. Sono io che vi chiedo
perdono, e in ginocchio pure!
Voi vivrete con noi, vivrete a lungo. Siamo qui noi due, che
d'ora in poi avremo un pensiero unico: la vostra felicità!
- Lo vedete? - riprese Cosetta tutta in lacrime. - Mario vi
dice che non morirete.
Valjean continuava a sorridere.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
642
I MISERABILI VOL. III
- Quand'anche mi ripigliaste, signor Pontmercy, questo
farebbe in modo che io non fossi quello che sono? No. Dio
ha pensato come voi e me, e non muta parere; è utile che
me ne vada. La morte è un buon accomodamento, Dio sa
meglio di noi quello che fa. Siate felici! il signor Pontmercy
possieda Cosetta! la gioventù sposi il mattino! i lillà e gli
usignoli vi circondino, figli miei, e la vostra vita sia una
bella aiuola battuta dal sole! tutti gli incanti del cielo vi
riempiano l'anima, e che io, oramai non più buono a nulla,
muoia; certamente tutto questo sta bene. Su via, siamo
ragionevoli; ora nulla è più possibile, sento proprio che è
finita! Un'ora fa ho avuto un deliquio; e poi, stanotte ho
bevuto tutta quella brocca d'acqua. Come è buono, tuo
marito, Cosetta!
stai meglio con lui che con me.
S'udì un rumore alla porta; entrava il medico.
- Buongiorno e addio, dottore - disse Valjean. - Ecco i miei
poveri figlioli.
Mario s'avvicinò al medico; gli rivolse questa sola parola:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
643
I MISERABILI VOL. III
- Signore...? - ma nel modo di pronunciarla c'era una
domanda completa.
Il medico rispose alla domanda con un'occhiata espressiva.
- Se le cose dispiacciono - disse Valjean - non è un motivo
d'essere ingiusti verso Dio.
Ci fu un momento di silenzio. Tutti i petti erano oppressi.
Valjean si volse verso Cosetta, e si mise a contemplarla
come se volesse prenderne l'immagine per tutta l'eternità.
Nell'ombra profonda in cui era già disceso gli era tuttavia
possibile l'estasi guardando Cosetta. Il riflesso di quel dolce
viso illuminava la sua pallida faccia. Il sepolcro può avere i
suoi bagliori.
ll medico gli toccò il polso.
- Ah! di voi aveva bisogno! - mormorò, guardando Cosetta
e Mario.
E chinandosi all'orecchio di Mario, aggiunse con voce molto
sommessa: - Troppo tardi!
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
644
I MISERABILI VOL. III
Quasi senza cessare di guardar Cosetta, Valjean fissò
serenamente Mario e il medico, e dalla sua bocca si
sentirono uscire queste parole appena articolate:
- Morire è nulla; non vivere è orribile.
D'un tratto si alzò. Questi ritorni di forza talvolta sono un
segno dell'agonia. Egli andò con passo fermo verso la
parete, scostando Mario e il medico che volevano aiutarlo,
staccò il piccolo crocifisso di rame che vi era appeso, tornò
a sedersi con tutta la libertà dei movimenti dell'uomo sano,
e posando il crocifisso sulla tavola, disse con voce alta:
- Ecco il gran martire.
Poi il petto gli si accasciò, la testa gli vacillò come se fosse
presa dall'ebbrezza della tomba, e le mani posate sui
ginocchi, cominciarono a graffiare con le unghie la stoffa
dei pantaloni.
Cosetta gli sosteneva le spalle, e singhiozzava, e cercava di
parlargli, senza riuscirvi. Tra le parole, miste a quella
lugubre saliva che accompagna le lacrime, si distinguevano
delle frasi come questa:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
645
I MISERABILI VOL. III
- Papà non ci abbandonate. Possibile che vi ritroviamo solo
per perdervi?
Si potrebbe dire che l'agonia serpeggia; va, viene, s'avanza
verso il sepolcro, retrocede verso la vita; morendo, si va
quasi a tentoni.
Dopo quella mezza sincope, Valjean si riprese, scosse la
fronte come per farne cadere le tenebre, e ritornò quasi
interamente lucido. Prese un lembo della manica di Cosetta
e la baciò.
- Rinviene, dottore, rinviene! - esclamò Mario.
- Voi siete buoni tutti e due - disse Valjean.
- Ora vi dirò che cosa mi ha fatto pena. Quello che mi ha
fatto pena, signor Pontmercy, è stato che non avete voluto
toccare il denaro. Esso appartiene proprio a vostra moglie.
Ora vi spiego, figli miei, e anche per questo sono contento
di vedervi. Il jais nero viene dall'Inghilterra, il jais bianco
viene dalla Norvegia.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
646
I MISERABILI VOL. III
Tutto ciò è scritto su quel foglio lì, che leggerete. Per i
braccialetti inventai di sostituire ai cerchietti di latta saldati
i cerchietti di latta accostati; riescono più belli, migliori e
meno cari. Capirete quanto denaro si può guadagnare.
Dunque la ricchezza di Cosetta è proprio sua. Vi dò questi
particolari perché abbiate l'animo tranquillo.
La portinaia era salita e guardava dalla porta socchiusa. Il
medico la congedò, ma non poté impedire che quella donna
zelante, prima d'allontanarsi, gridasse al moribondo:
- Volete un prete?
- Ne ho già uno - rispose Valjean.
E parve accennasse col dito un punto al di sopra della sua
testa, dove si sarebbe detto che vedesse qualcuno.
E' probabile infatti che il Vescovo assistesse a quell'agonia.
Cosetta gli insinuò leggermente un guanciale dietro le reni.
Valjean riprese:
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
647
I MISERABILI VOL. III
- Signor Pontmercy, non abbiate nessun timore, ve ne
scongiuro. I seicentomila franchi sono di Cosetta. La mia
vita sarebbe stata inutile se voi non li godeste! Eravamo
riusciti a fabbricare molto bene quelle conterie, e potevamo
gareggiare con quelli che chiamano i gioielli di Berlino. Per
esempio, si può far concorrenza al vetro nero di Germania:
dodici dozzine, cioè milleduecento grani ben tagliati,
costano solo tre franchi.
Quando una persona cara sta per morire, noi la guardiamo
con uno sguardo che si aggrappa a lei e vorrebbe
trattenerla. Mario e Cosetta, tenendosi per mano, muti per
l'angoscia, disperati, tremanti, stavano in piedi davanti a
Valjean, non sapendo che cosa dire alla morte.
Di minuto in minuto, Valjean declinava, s'indeboliva,
s'avvicinava sempre più all'orizzonte oscuro. Il suo respiro
era divenuto intermittente, interrotto dal rantolo. Faceva
gran fatica a muovere l'avambraccio; i piedi avevano
perduto ogni movimento; e, mentre la debolezza delle
membra e l'accasciamento del corpo crescevano, tutta la
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
648
I MISERABILI VOL. III
maestà dell'anima saliva e si spiegava sulla sua fronte. Già
nella sua pupilla era visibile la luce del mondo ignoto.
Il suo volto impallidiva e nello stesso tempo sorrideva. Non
si vedeva più la vita: ma ben altro. Il respiro scemava, lo
sguardo s'ingrandiva. Era un cadavere al quale
cominciavano a spuntare le ali.
Fece segno a Cosetta, poi a Mario d'accostarsi: era
evidentemente l'ultimo minuto dell'ultima ora, ed egli si
mise a parlar loro con voce così fioca, che pareva venisse
di lontano; si sarebbe detto che ci fosse già una muraglia
tra essi e lui.
- Avvicinatevi, avvicinatevi tutti e due. Io vi amo molto.
Oh! è dolce morire così! Tu pure m'ami, Cosetta mia; io lo
sapevo che conservavi sempre l'affetto per il tuo vecchio
amico. Come sei stata gentile a mettermi questo guanciale
dietro le spalle! Mi piangerai un poco, vero? Ma non troppo.
Non voglio che tu abbia troppe afflizioni. E' necessario che
vi divertiate un poco, figlioli miei. Ho dimenticato di dirvi
che sui fermagli senza ardiglione guadagnavo anche più
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
649
I MISERABILI VOL. III
che su tutto il resto; dodici dozzine venivano a costare
dieci franchi e si vendevano a sessanta. Era davvero un
buon commercio. Non dovete dunque stupirvi dei
seicentomila franchi, signor Pontmercy. E' denaro onesto;
potete essere ricchi con tutta tranquillità. Dovrete avere
una carrozza, ogni tanto un palco a teatro, delle graziose
tolette da ballo per la mia Cosetta, e poi dare dei buoni
pranzi agli amici, essere molto felici.
Poco fa scrivevo a Cosetta; essa troverà la mia lettera. A
lei lascio i due candelieri che sono sul camino. Sono
d'argento; ma per me sono d'oro, sono di diamante;
mutano in ceri le candele che vi si pongono. Non so se
colui che me li ha dati sia contento di me lassù. Ho fatto
quanto ho potuto.
Figlioli miei, non dimenticate che io sono povero; mi farete
seppellire in un cantuccio qualunque sotto una pietra che
indichi il posto. E' questa la mia volontà. Nessun nome
sulla pietra. Se Cosetta vorrà venire qualche volta, mi farà
piacere, e voi pure signor Pontmercy.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
650
I MISERABILI VOL. III
A voi devo confessare che non vi ho sempre amato, e ve
ne chiedo perdono; ora Cosetta e voi formate per me una
sola persona. Vi sono tanto riconoscente, perché so che
farete felice Cosetta. Se sapeste, signor Pontmercy, le sue
belle guance rosee formavano la mia gioia, e quando la
vedevo un po' pallida ero triste.
Nel cassettone c'è un biglietto di cinquecento franchi; non
l'ho toccato; è per i poveri.
Cosetta, vedi là sul letto la tua vesticciola? La riconosci?
Eppure sono trascorsi solo dieci anni! Come passa il tempo!
Siamo stati molto felici. Ora è finita. Figlioli miei, non
piangete, non vado lontano, e di là vi vedrò. Basterà che
guardiate lassù quando si fa notte e mi vedrete sorridere.
Cosetta, ti ricordi di Montfermeil? Eri sola nel bosco e avevi
molta paura. Ti ricordi quando presi il manico del secchio
d'acqua? Fu quella la prima volta che toccai la tua povera
manina.
Era tanto fredda! Ah! avevate le mani rosse allora,
signorina, e ora le avete così candide. E la grande
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
651
I MISERABILI VOL. III
bambola? ti ricordi? La chiamavi Caterina! Ti rammaricavi
di non averla portata in convento! Quante volte m'hai fatto
ridere, buon angelo mio! Dopo la pioggia, mettevi come
barche dei fuscelli di paglia nei rigagnoli e li guardavi
andare. Un giorno, ti diedi una racchetta di vimini e un
volante con piume gialle, azzurre e verdi. Tu l'hai
dimenticato, tu! Eri così birichina da piccola! Giocavi; ti
mettevi delle ciliegie alle orecchie. Sono cose del passato.
Le foreste attraversate con la mia bambina, gli alberi sotto
i quali passeggiammo insieme, i monasteri in cui ci
nascondemmo, i giochi, il bel riso della fanciullezza, sono
ombra. E io che credevo che tutto ciò mi appartenesse;
ecco la mia stoltezza. Quei Thénardier erano cattivi, ma
bisogna perdonarli. Cosetta, è venuto il momento di dirti il
nome di tua madre. Essa si chiamava Fantina. Ricorda
questo nome: Fantina. Mettiti in ginocchio ogni qual volta
lo pronuncerai. Ha patito molto; e ti ha molto amata. Essa
ha avuto in sventura tutto quanto tu hai di felicità. Sono
queste le parti che fa Dio. Egli è lassù, ci vede tutti, e sa
quello che fa in mezzo alle sue grandi stelle.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
652
I MISERABILI VOL. III
Amatevi molto, sempre; non c'è altro al mondo: amarsi.
Penserete talvolta al povero vecchio che muore qui.
Cosetta mia, non è colpa mia, sai, se in tutto questo tempo
non ti ho vista; questo mi spezzava il cuore. Venivo fin
sull'angolo della tua via; dovevo fare un'impressione
curiosa alla gente che mi vedeva passare. Ero come pazzo;
una volta sono uscito senza cappello. Figlioli miei, comincio
a non vedere più chiaro; avevo ancora qualche cosa da
dire, ma non importa. Pensate un po' a me.
Voi siete creature benedette. Non so cos'abbia, vedo della
luce.
Avvicinatevi di più. Datemi le vostre care teste dilette; che
vi metta sopra le mani!
Cosetta e Mario caddero in ginocchio, smarriti, soffocati
dalle lacrime, ciascuno su una delle mani di Valjean. Quelle
mani auguste non si muovevano più.
Egli era rovesciato indietro, e il suo bianco volto, illuminato
dai candelieri, guardava il cielo; lasciava che Cosetta e
Mario coprissero di baci le sue mani: era morto.
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
653
I MISERABILI VOL. III
La notte era senza stelle e di un buio profondo. Certo,
nell'ombra, qualche angelo immenso stava ritto, con le ali
spiegate, ad attenderne l'anima.
6. L'ERBA NASCONDE E LA PIOGGIA CANCELLA
Nel cimitero di Père-Lachaise, vicino alla fossa comune,
lontano dal quartiere elegante di quella città dei sepolcri,
lontano da tutte quelle tombe dalle forme fantasiose che
ostentano al cospetto dell'eternità le orride mode della
morte, in un angolo deserto, rasente un vecchio muro,
sotto una grossa pietra alla quale si abbarbicano dei
vilucchi, tra la gramigna e il musco, c'è una tomba. Questa
tomba non è esente più delle altre dalle ingiurie del tempo,
dalla muffa, dal lichene e dagli escrementi di uccelli.
L'acqua la inverdisce, l'aria l'annerisce. Non è vicina a
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
654
I MISERABILI VOL. III
nessun sentiero, e i visitatori non amano spingersi da
quella parte perché l'erba è alta e bagna subito i piedi.
Quando splende un po' di sole, ci vanno le lucertole.
Tutt'intorno, c'è un fruscio di avena selvatica. A primavera
le capinere vanno a cantare sull'albero.
Quella tomba è nuda. Chi tagliò quella pietra si curò solo
del necessario e non si preoccupò d'altro che di fare quella
pietra abbastanza lunga e abbastanza larga per coprire un
uomo.
Non vi si legge alcun nome.
Solo, e sono già molti anni, una mano vi ha scritto a matita
questi versi resi a poco a poco illeggibili dalla pioggia e
dalla polvere, e probabilmente a quest'ora cancellati:
"Dorme. Benché fu ben strana la sorte egli viveva. E lo
toccò la morte quando l'angelo suo non ci fu più.
E una cosa assai naturale essa fu come la notte che
succede al giorno".
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
655
I MISERABILI VOL. III
EBOOGLE
© 2010 DATAZIENDA S.r.l Tutti i diritti riservati - Vietata qualunque duplicazione
www.eboogle.it
656
Scarica

i miserabili vol. iii