INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO 2011-2012 CONCERTO PER IL CENTENARIO Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Niccolò Piccinni” Direttori della Scuola di Direzione d’orchestra Bari · Multisala Showville 3 dicembre 2011 · ore 20,30 Conservatorio di Musica “Niccolò Piccinni” Anno Accademico 2011-2012 Cerimonia di Inaugurazione Saluti del Direttore M° Francesco Monopoli Saluti del Presidente Dott. Stefano Carulli Consegna dei riconoscimenti alla carriera ai Docenti e al Personale del Conservatorio “Niccolò Piccinni” Profilo artistico del M° Michele Marvulli a cura del M° Dinko Fabris Una vita col Maestro raccontata e suonata al pianoforte da Michele Marvulli Conduce la Prof.ssa Detty Bozzi Nino Rota (Milano, 3 dicembre 1911 · Roma, 10 aprile 1979) Il cappello di paglia di Firenze (1955) Ouverture direttore Dominga Giannone “Tra un’ora sarò sposo” · Fadinard (Tenore) Atto I, Scena terza “Papà gli voglio bene” · Elena (Soprano) Atto IV, Scena quinta “Elena” · Fadinard / Elena (Tenore/Soprano) Atto I, Scena sesta “È una cosa incredibile” · Beaupertuis (Baritono) Atto III, Scena prima soprano Maria Meerovich tenore Nicola Cuocci baritono Giuseppe Naviglio direttore Leonardo Smaldone Le Molière imaginaire Suite dal balletto (1976) I) Ouverture II) Molière III) Danse du roi IV) Pont Neuf, le Roi direttore Roberta Peroni *** La Strada Suite dal balletto (1966) direttore Rino Campanale I ntervistato a Trieste nel 1960, in occasione di una delle prime repliche della sua opera Il cappello di paglia di Firenze, Nino Rota così rispose alla prevedibile domanda su quale genere fosse il suo preferito tra il teatro e il cinema: “E’ naturale che la mia predilezione vada all’opera lirica. Nei film bisogna ascoltare i registi, nell’opera solo sé stessi…”. Eppure nel vasto catalogo rotiano di oltre 170 composizioni non filmiche, troviamo soltanto tre opere liriche vere e proprie: Ariodante, Torquemada e appunto Il cappello di paglia di Firenze, curiosamente scritte tutte nello stesso periodo di guerra tra il 1942 e il 1945. A queste si possono sommare l’operina infantile Il principe porcaro, l’esperimento di favola per adulti Aladino e la lampada magica (con superamento della struttura in pezzi chiusi), l’altro esperimento di oratorio-opera La visita meravigliosa e alcune composizioni di teatro con musica di varia natura, per bambini (Lo scoiattolo in gamba), per la radio (I due timidi, La notte di un nevrastenico), il caso tuttora formalmente non classificabile di Napoli milionaria! e poi balletti, musiche di scena per spettacoli di prosa e ancora altro. Dunque il rapporto di Rota con le scene teatrali, parallelamente alla produzione filmica di oltre 150 colonne sonore, si presenta particolarmente forte e coerente nel tempo. Nel programma del concerto scelto per celebrare il giorno della nascita di Nino Rota esattamente cento anni fa, il 3 dicembre 1911, il “suo” Conservatorio di Bari, che lo ebbe come direttore per quasi trent’anni, offre all’ascolto alcune pagine che dimostrano il grande legame di Rota con il teatro d’opera e con il balletto. La genesi del Cappello di paglia di Firenze resta tuttora in parte misteriosa. Il suo trasferimento al sud era avvenuto già nel 1937 e dal 1939 Nino Rota aveva iniziato ad insegnare nel Conservatorio di Bari, la città che negli anni immediatamente successivi della guerra fu tra le prime liberate dagli Alleati, dove lo aveva raggiunto sua madre Ernestina. Nell’ozio forzato della loro residenza estiva di Torre a Mare, madre e figlio avevano deciso di lavorare insieme alla composizione di un’opera in stile ottocentesco, per il divertimento dei tanti amici musicofili che li circondavano affettuosamente. Ricavarono dunque insieme un libretto dalla omonima farsa ottocentesca allora ancora molto popolare di Labiche, e Nino mise mano ad una partitura particolarmente ricca di citazioni o rimandi all’opera ottocentesca, in cui però fece confluire anche molto materiale suo, già utilizzato per il film Il birichino di papà che non aveva avuto significativo successo, e per una rivista di avanspettacolo, Il suo cavallo. Il manoscritto originale restò in un cassetto per quasi dieci anni, fino a quando l’opera non fu allestita al Teatro Massimo di Palermo nell’aprile 1955 e accolta con tale entusiasmo da entrare per sempre nei cartelloni lirici più importanti del mondo. L’intreccio continuo tra musiche per il cinema e per il teatro trova ulteriore verifica nella realizzazione della colonna sonora del capolavoro di Fellini La Strada (del 1952) a balletto presentato in prima assoluta alla Scala nel settembre 1966 e da cui Rota trasse poi una suite orchestrale. Con la grande Carla Fracci nei panni della protagonista Gelsomina, l’opera fu accolta in maniera trionfale, con oltre venti minuti di applausi. Scrisse lo stesso Rota in una lettera al soprintendente del teatro milanese:“Beh anch’io mi sono stupito molto per il prestigio conferito alla mia musica dalla Scala, con l’aver realizzato uno spettacolo che a me, e ad altre persone che molto stimo, è apparso tra i più nuovi e i più belli degli ultimi anni. Non nascondo come sia stato per me motivo di intima soddisfazione osservare l’imponente pubblico della Scala attento e intento per un’ora e dieci minuti (forse troppo!) allo svolgersi della Strada… anche se qualche mio collega, e carissimo amico, mi ha confessato di essersi addormentato. Ma anche di questo mi sono confortato, pensando malignamente che se il mio lavoro avesse tenuto sveglio il collega avrebbe forse fatto addormentare il resto del pubblico…”. Ancora al mondo della grande danza internazionale riporta l’ultimo brano in programma, la suite dal balletto Le Molière imaginaire composto per Maurice Béjart e la sua compagnia Ballet du XXeme siècle e proposto in contemporanea a Parigi e a Bruxelles nel dicembre 1976 con esiti trionfali. Si tratta di una data simbolica per il rapporto di Rota con la sua città di adozione, Bari, dove nello stesso anno aveva concluso il suo incarico di direttore (e forse per questo i giovani allievi del Conservatorio non ebbero modo di provare in anteprima quelle musiche come era accaduto per gran parte delle composizioni teatrali del maestro). In una intervista pubblicata in francese nel 1978, Nino Rota così parla della sua collaborazione con il grande coreografo: “Maurice Béjart si è rivolto a me perché conosceva bene tutti i film di Fellini. E io ho accettato perché questa era l’occasione per fare qualcosa di diverso. Ma anche perché scrivere musica per un balletto è da sempre tra le mie ambizioni di compositore. Questo perché si tratta di musica autonoma, che è sufficiente a sé stessa…”. Che Béjart avesse tratto ispirazione dalla filmografia della coppia Fellini-Rota è evidente dalla scelta di atmosfere circensi e scatenate nella partitura, ben lontana da ogni velleità di coerenza cronologica con la vita di Molière, appunto “immaginaria”. Eppure, ascoltando con attenzione il tema della marcia reale che apre e chiude il balletto (e da cui derivano alcuni dei temi principali della suite) vi possiamo trovare la radice stessa della manière de Nino Rota, che non è di per sé cinematografica e neppure teatrale ma esprime il suo contributo originale e prezioso a quell’archivio sonoro globale dell’umanità che chiamiamo storia della musica. Dinko Fabris Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Niccolò Piccinni” Violini Primi M° Carmine Scarpati M° Corrado Roselli M° Francesca Spinelli M° Mariangela Scarola Antonella Altamura Alessandra Arcidiacono Ester Augelli Michela Dellino Francesca Indellicato Stefania Lomolino Saverio Losappio Lucia Somma Violini Secondi M° Diomira Fiore M° Pietro Bruno M° Anna Carbone Giuseppe Altomare Francesco Avella Francesca Binetti Anna Borracino Rosa Di Savino Anna Lorusso Daniele Montarulo Giovanni Pedroncelli Viole M° Maurizio Lomartire M° Paolo Messa Claudia Laraspata Debora Caretto Manuela Dell’Olio Fabiana Bruni Veronica De Lauro Claudia Petrelli Violoncelli M° Giovanna Buccarella M° Giovanni Melisi M° Giuseppe Gravino Maria Pia Dattolico Marco Clarizio Angela Schiralli Vincenzo Raimondi Elisabetta Angiuli Contrabbassi You Wen Michele Traversa Paolo Vulpi Francesco T. De Vito Angelo Verbena Flauti M° Michele Bozzi M° Francesco Di Puppo M° Francesco Girardi Oboi M° Pasquale Carbonara M° Domenico Sarcina Giuseppe Larenza Clarinetti M° Giuseppe Accogli M° Michele Consueto M° Antonio Di Maso M° Ferdinando Rubinetti Clarinetto Basso Lidia Valerio Fagotti M° Michele Dilallo Carlo Lionetti Emanuele Savino Corni Vito Vernì Marianna Del Vescovo Francesco Ferrara Vincenzo Ciccarone Trombe M° Armando Tonelli M° Martino Chiarulli Alberto Saltarelli Tromboni M° Antonio De Marco M° Angelo Palmisano Biagio De Michina Tuba Martino Davide Percussioni M° Beniamino Forestiere Francesco Acquafredda Francesco Palasciano Celesta Francesco Giancaspro Pianoforte Carlo Angione Arpa Fabrizio Aiello