LE CONDIZIONI DI
EQUILIBRIO
ECONOMICO
Corso di Economia Aziendale
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Il significato del principio
di economicità

Coloro che pongono in essere un’attività produttiva lo
fanno per un proprio tornaconto, reputando di poter
realizzare ricavi superiori ai costi e, quindi, un reddito.

Ma per l’impresa è fondamentale anche il carattere della
durabilità, pur in presenza di un ambiente mutevole,
ricoprendo per una pluralità di soggetti il ruolo di fonte di
benessere e di sostentamento.

A tal fine è indispensabile rispettare il principio di
economicità della gestione  capacità di remunerare
congruamente tutti i fattori della produzione.
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Il significato del principio
di economicità
Le condizioni da rispettare nel
funzionamento dell’impresa si sostanziano
in due aspetti distinti ma interconnessi,
ossia:
 condizioni
di equilibrio economico-reddituale;
 condizioni di equilibrio finanziario.
Per ora ci occupiamo del primo.
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Il significato del principio
di economicità
Va accertata l’esistenza di un insieme di “precondizioni”, senza le quali non si ha reale e
duratura economicità dell’impresa:
i
processi produttivi aziendali si devono svolgere
secondo condizioni di efficienza soddisfacenti;
 i compensi corrisposti ai lavoratori devono essere
ritenuti soddisfacenti in relazione al loro impegno ed
alle loro competenze, oltre che in linea con il mercato;
 le remunerazioni dei portatori del capitale devono
essere giudicate soddisfacenti rispetto ad opportunità
di investimento analoghe presenti sul mercato.
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Le condizioni di equilibrio
economico
L’equilibrio in economia d’azienda non esprime
una situazione di “quiete”, di staticità; al
contrario, esso deve essere inteso in una
accezione spiccatamente dinamica, nel
senso che può essere raggiunto a livelli
dimensionali progressivi e variabili in relazione
alle mutevoli condizioni ambientali.
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Le condizioni di
equilibrio economico
Basandosi sul concetto di reddito “almeno
normale” è possibile esplicitare le possibili
condizioni di equilibrio (o di squilibrio)
economico in cui si può trovare l’impresa.
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Le condizioni di
disequilibrio economico
Disequilibrio economico assoluto
Ricavi < Costi
si tratta di una condizione sostenibile solo nel b.t. e nella
prospettiva di un sollecito e completo recupero di una
piena economicità
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Le condizioni di
disequilibrio economico
Disequilibrio economico relativo
Ricavi = Costi
non si ha alcun margine di reddito e l’impresa non è in grado
di remunerare i fattori che, pur non provocando uscite
monetarie per la loro acquisizione, comportano un sacrificio
per chi li conferisce (“oneri figurativi”).
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Le condizioni di
equilibrio economico
Equilibrio economico oggettivo
Ricavi = Costi + Oneri figurativi
vero e proprio livello di “indifferenza” per l’imprenditore, nel
senso che, essendo i ricavi esattamente pari ai costi (compresi
gli oneri figurativi), la gestione remunera tutti i fattori impiegati,
ma non oltre.
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Le condizioni di
equilibrio economico
Equilibrio economico soggettivo
Ricavi = Costi + Oneri figurativi + Quota di
extra-profitto
“soggettivo” perchè la congruità del profitto dipende dalle
aspettative dell’imprenditore.
Affinché l’imprenditore sia incentivato all’attività d’impresa, occorre che i
ricavi, oltre a coprire ogni genere di costo, lascino anche un margine (vera
giustificazione di tale attività).
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Le condizioni di
equilibrio economico
Il giudizio sulle condizioni di equilibrio economico va
espresso sull’orizzonte temporale del mediolungo termine, proprio perché questa è condizione
irrinunciabile per la sopravvivenza e lo sviluppo
dell’impresa.
Il risultato economico negativo di un breve periodo, pur non potendo
essere visto positivamente, va giudicato in connessione alle prospettive di
sviluppo future.
Per converso, un risultato di breve periodo positivo potrebbe derivare
dallo sfruttamento opportunistico di condizioni ambientali favorevoli ma
transitorie, con prospettive sfavorevoli di l.t.
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Le equazioni di equilibrio economico
di breve e di lungo termine
Per meglio proiettarlo nel
contesto temporale, l'equilibrio
economico può essere
rappresentato da una equazione
che ha una validità illimitata e
può essere verificata entro limiti
di breve e di lungo andare.
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Equazione del reddito
di periodo
Rp tx 
t ( x 1) z

t
t ( x 1)
tx
(
f

c
)

Rn

P

Rn

 i i
t tx i 1
t ( x 1)

j
t
t ( x 1)
(
q

p
)

Rp
 k k
t tx k 1
dove:
Rp = rimanenze positive (scorte, immobilizz., risconti att.)
f = quantità dei fattori produttivi
c = prezzo unitario dei fattori produttivi
Rn = rimanenze negative (risconti pass., ricavi anticipati)
P = profitto di periodo
q = quantità dei beni e/o servizi prodotti
p = prezzo unitario di scambio dei beni e/o servizi
tx = data iniziale del periodo
t(x+1) = data finale del periodo
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Equazione del reddito
di periodo


Compendia le determinanti del reddito del periodo
amministrativo e configura una situazione di
equilibrio nella misura in cui il profitto di periodo (P)
si attesti ad un livello confacente alle attese
dell’imprenditore.
Si presuppone che gli oneri figurativi siano già
inclusi tra gli altri costi. In caso contrario, il risultato si
configura come utile di periodo, il cui livello deve
essere tale da coprire anche gli oneri figurativi,
lasciando un soddisfacente margine di profitto.
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Equazione del reddito
totale d’impresa
tn
z
( f c )
t t 0 i 1
i
i
t
tn
j
 a  (qk  pk )
t
t t 0 k 1
dove:
f = fattori produttivi
c = prezzo unitario dei fattori produttivi
a = profitto di lungo periodo
q = beni e/o servizi prodotti
p = prezzo unitario di scambio dei beni e/o servizi
t0 = data iniziale del periodo
tn = data finale del periodo
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Equazione del reddito
totale d’impresa


Trattandosi di calcolare il reddito totale, relativo
all’intera vita dell’impresa, la sua quantificazione è
semplificata dall’essere tutti i cicli operativi della
gestione completati (no rimanenze).
Se gli oneri figurativi non sono già inclusi tra gli
altri costi, il risultato derivante dalla somma
algebrica di costi e ricavi si configura come utile,
che deve essere sufficiente a coprire anche gli
oneri figurativi, lasciando un soddisfacente
margine di profitto.
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Le equazioni di equilibrio economico di
breve e di lungo termine
Le condizioni di equilibrio tali equazioni
descrivono «debbono essere verificate in
funzione di dati mutevoli, continuamente
proiettati nel futuro, e nella variabilità
l’andamento dell’impresa che non solo mirerà al
mantenimento delle condizioni di equilibrio (di
minimo profitto), ma mirerà anche al
miglioramento dell’equilibrio» (Amaduzzi).
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Le relazioni tra condizioni di
equilibrio economico e di
equilibrio finanziario


Le condizioni di equilibrio economico hanno
strette connessioni con quelle di equilibrio
finanziario.
La sopravvivenza e lo sviluppo duraturo del
sistema d’impresa dipende dalla presenza di
entrambe le condizioni.
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Le relazioni tra condizioni di
equilibrio economico e di
equilibrio finanziario


Ma la gestione economica ha una dinamica
differenziata rispetto a quella della gestione
finanziaria: spesso non vi è coincidenza
temporale tra i costi sostenuti per l'acquisizione
dei fattori e le relative uscite monetarie, così
come ai ricavi non fanno riscontro nello stesso
momento le relative entrate.
Ciò è naturale conseguenza del diverso
modo in cui si manifestano l’aspetto
economico e quello finanziario.
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Le relazioni tra condizioni di
equilibrio economico e di
equilibrio finanziario



L’aspetto finanziario si concreta in singoli istanti,
quando avvengono incassi e pagamenti o
sorgono crediti e debiti.
La dinamica economica evidenzia una
formazione in molti casi graduale e protratta.
Solo se i ricavi sono nel tempo superiori ai costi
è possibile avere anche un tendenziale equilibrio
nell’aspetto finanziario: i ricavi prima o poi
determinano il concretarsi di entrate, così come i
costi sono causa delle uscite.
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Le relazioni tra condizioni di
equilibrio economico e di
equilibrio finanziario



L’aspetto economico assume un ruolo causale
dei confronti di quello finanziario, che ha veste
di effetto e di manifestazione esteriore del
profilo economico, con il merito di consentirne la
quantificazione monetaria.
Quindi, tra gli equilibri, quello economico è il
più rilevante.
Durature condizioni di equilibrio economico
determinano tendenzialmente situazioni di
equilibrio finanziario.
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Le relazioni tra condizioni di equilibrio
economico e di equilibrio finanziario


Non altrettanto si può asserire invertendo i
termini, poiché il solo equilibrio finanziario non
basta a determinare anche l’equilibrio
economico.
Questo non significa che la presenza di
condizioni di equilibrio finanziario, ossia di
corretta copertura e correlazione tra
finanziamenti ed investimenti, sia ininfluente
sugli equilibri economici; essa, infatti, è causa
di minori oneri finanziari.
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Il significato della economicità
nell’impresa pubblica e la valutazione
del suo equilibrio economico
Mentre per l’impresa privata è
irrinunciabile il perseguimento della
economicità, in quella pubblica il
fine sociale tende ad essere
concepito come prioritario e la
tensione verso l’economicità è
meno nitidamente percepita, tanto
da risultare spesso disattesa.
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Il significato della economicità
nell’impresa pubblica e la valutazione
del suo equilibrio economico



Il finalismo dell’impresa pubblica tende a differenziarsi
da quello della privata per quanto concerne la funzione
del lucro e la condizione dell’autosufficienza economica
della gestione.
L’impresa pubblica non gode di una reale autonomia di
azione in quanto fa parte della complessa economia di
erogazione dell’ente pubblico dal quale è sostenuta.
Ciò comporta che detta impresa può sopravvivere
durevolmente anche in condizioni di squilibrio
economico, a condizione che serva a perseguire
scopi di utilità pubblica.
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Il significato della economicità
nell’impresa pubblica e la valutazione
del suo equilibrio economico



Questo, tuttavia, non significa che la sua
amministrazione possa non curare l’economicità
dell’esercizio.
Anzi, è proprio dalla confusione che spesso
esiste nella interpretazione del ruolo sociale in
rapporto con quello economico del settore
pubblico che derivano le più gravi disfunzioni nel
suo funzionamento.
L’economicità non è in contrapposizione alla
socialità, bensì ne è condizione irrinunciabile
anche se non sufficiente.
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Il significato della economicità
nell’impresa pubblica e la valutazione del
suo equilibrio economico
Occorre fare ricorso a parametri che meglio del
profitto consentano l’espressione di un corretto
giudizio sulla condotta dell’impresa pubblica
il valore aggiunto (capace di esprimere sia
economicità che socialità della gestione d’impresa),
si pone con autorevolezza nel ruolo di obiettivo
strategico rappresentativo della corretta finalità
dell’impresa pubblica, ossia il “bene comune”
raggiunto attraverso la via più economica.
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Il significato della economicità
nell’impresa pubblica e la valutazione
del suo equilibrio economico
Le gestioni pubbliche possono risultare deficitarie
per due ordini di ragioni, che vanno attentamente
discriminate per il diverso significato economico
che conferiscono alle perdite di esercizio:

a causa di produzioni attuate in modo inefficiente (costi
più elevati di quanto sarebbe possibile date le finalità
perseguite e le condizioni ambientali);
 perché le produzioni che, per motivi sociali, si ritiene
opportuno (se non doveroso) attuare, non hanno per loro
natura la possibilità di essere remunerative, nonostante la
gestione sia efficiente negli altri aspetti.
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Il significato della economicità
nell’impresa pubblica e la valutazione
del suo equilibrio economico


Le perdite sub a) non sono economicamente
ed eticamente giustificabili e devono quindi
essere eliminate, puntando ad ottenere il
massimo valore aggiunto possibile.
Al contrario, le perdite sub b), conseguenti ad
opzioni di carattere politico, non sono
condannabili a priori, atteso che, nella economia
della collettività, a questi risultati economici
negativi corrispondono dei benefici.
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Il significato della economicità
nell’impresa pubblica e la valutazione del
suo equilibrio economico


Il valore aggiunto si pone, dunque, come
appropriato parametro misuratore della “socialità
economica”, più che della “economicità sociale”,
dell’impresa pubblica, dove assume una superiore
significatività.
Naturalmente, da solo, il valore aggiunto non può
quantificare quello che si potrebbe definire il
complessivo risultato sociale dell’agire d’impresa,
che comprende anche ricadute non monetarie sul
contesto in cui opera (migliore qualità della vita, più
ridotta disoccupazione, tutela dell’ambiente, buon
clima sociale, ecc.)
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Grazie per
l’attenzione!
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Equilibrio economico - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali