Clan Cassiopea – Parabita1 – anno associativo 2008/09 L’anno associativo 2008/09 ha visto il Clan “Cassiopea” del Parabita1 impegnato nella stesura della nuova Carta di Clan e questo ha portato via una bella fetta dell’intero anno. In ogni caso non sono mancate attività di servizio, di presenza sul territorio e di collaborazione in ambito parrocchiale, oltre alla partecipazione ad attività organizzate dalla zona. Apertura sabato 11 ottobre. Preparazione e attuazione dei passaggi 25/26 ottobre. Nell’ambito della Santa Messa, a fine celebrazione c’è stata la cerimonia del mandato per l’affidamento delle branche ai rispettivi capi (cambiavano i capi unità in branca E/G ed L/C). In occasione della festa dell’Immacolata: visibilità sul territorio con costruzione in piazza di tavoli dove proporre oggettistica per il Natale realizzata da E/G ed L/C (la cui preparazione è stata motivo di sensibilizzazione all’avvento) e una struttura, sempre con pali, dove accendere due fuochi (sollevati da terra) per preparare ed offrire caldarroste e vino caldo (a cura R/S). Negli ultimi tre giorni della novena di Natale, all’uscita della Messa mattutina, il clan ha servito cioccolata calda e biscotti così come pure all’uscita della Messa della veglia. A Natale, la sera della Veglia, prima di partecipare alla celebrazione in parrocchia, abbiamo fatto servizio di animazione presso una casa per anziani a Gallipoli. Tra capodanno e l’Epifania, il clan ha organizzato per l’animazione della comunità parrocchiale, una tombolata ricca di divertimenti e sorrisi. L’occasione è stata utile per presentare a tutti quello che facciamo e il tanto sperato sogno di realizzare una route di servizio all’estero. Dopo capodanno le riunioni e le uscite sono state dedicate alla stesura della Carta di Clan e alla programmazione per il restante anno associativo. Alla vigilia della pentolaccia siamo stati impegnati nell’animazione di una serata che tramite un’organizzazione di volontariato cittadina, ha raccolto fondi per beneficenza. Sempre nel periodo di carnevale, come ormai tradizione da alcuni anni, abbiamo fatto i “camerieri” per una cena di beneficenza chiamata “Il carnevale dei popoli” organizzata da Don Salvatore Leopizzi della parrocchia Sant’Antonio di Gallipoli. La domenica delle Palme, il clan ha preparato un ricordino da distribuire a tutta l’assemblea (un dischetto in legno d’ulivo con su una colomba, un ramoscello d’ulivo e un foglietto con una frase di circostanza). Per la domenica di Pasqua come tradizione abbiamo fatto le “cuddrhure” (panino con l’uovo), anche queste distribuite all’assemblea all’uscita delle Messe celebrate in quel giorno. Nel periodo successivo c’è stata la partecipazione per i novizi al Challenge e per il clan alla route di Pentecoste. Anche queste occasioni sono state logicamente lanciate e preparate come concordato in zona. Subito dopo ci siamo tuffati nella preparazione della route estiva. Abbiamo realizzato il tanto sperato sogno di una route all’estero (siamo stati in Albania). Questo ha comportato un incontro a Verona fatto a fine aprile dove hanno partecipato i due capi unità oltre a due ragazzi del clan. Nel periodo seguente, su indicazioni avute nell’incontro di Verona, è stata curata una certa formazione per tutti. Siccome la partenza per l’Albania era prevista per il 20 di agosto, si può ben immaginare come ci si è arrivati. Escluso una breve pausa concessa ai ragazzi (i primi quindici giorni di agosto), per il resto ci sono stati incontri più che settimanali e per i capi unità quasi quotidiani. Ne valeva la pena? Alla luce dei risultati ottenuti possiamo dire sicuramente di si. Per chi avrà voglia di leggere, allegheremo le verifiche fatte a conclusione della route dove ci sono anche i commenti dei ragazzi del clan albanese che con noi hanno condiviso l’esperienza. Gli obiettivi prefissati dallo staff internazionale e che suggerivano ai vari clan erano quelli di far conoscere la realtà albanese, la situazione e il ruolo della donna, condivisione delle diverse culture, collaborazione con lo scoutismo albanese (contribuire ad una migliore conoscenza del metodo) e importantissimo quella di sviluppare una coscienza critica determinata dal confronto e non dai preconcetti spesso dettati dai media. Facendo nostri gli obiettivi dell’internazionale e considerando prioritaria l’esperienza di una conoscenza interculturale e interreligiosa, ci siamo orientati, fra le altre destinazioni, a Beràt, città a sud dell’Albania dove la presenza cristiana è in netta minoranza rispetto a quella ortodossa e mussulmana. Era proprio li che volevamo condividere la nostra esperienza di servizio. Abbiamo portato a casa un’esperienza di servizio straordinaria e forte. Sono stati moltissimi gli episodi e le occasioni che hanno determinato un’accoglienza calorosa e un coinvolgimento totale. La sintonia col clan albanese (erano in 7, 4 ragazzi e 3 ragazze) era tale da farci sembrare un unico clan. Come capi abbiamo vissuto la gioia di vedere un clan unito, forte e pronto ma soprattutto un clan che si sente e vive come COMUNITA’. Non proprio con il clan ma con i genitori dei ragazzi abbiamo avviato un progetto orientato alla “corresponsabilità educativa”. In questo siamo stati aiutati da una “specialista” con esperienza e contiamo di continuare. E’ un progetto che coinvolge tutto il gruppo ma che si porta avanti prevalentemente per branca. Che il Signore ci assista. Una bimba durante l’attività di mani abili Animazione in uno dei due ospedaletti Attività a tema proposta dai seminaristi di Rimini ospiti in Foto di gruppo: tutti i ragazzi e poi in basso a sinistra i quel periodo del parroco Don Giovanni e che ha capi unità e Don Giovanni coinvolto sia noi che altre persone che ruotano attorno alla struttura gestita dalle suore Verifiche route 2009 - 28/08/2009 Beràt (Albania) ore 17,15 Bruno – Molto bene col mio e con il vostro clan. Prima volta per me a Beràt. E’ stato tutto molto bello. Flo – Prima esperienza di campo in assoluto. Mi sono sentita bene. Potendo tornare indietro comincerei prima l’esperienza e non a campo cominciato. Ido – Ringrazio molto Parabita 1. Siete stati tutti bravi, ringrazio tutti di cuore. Giuly – Per me non era la prima esperienza. Con voi ho notato che siete unità forte e compatta. Non ci sono separazioni come in altri gruppi. Spero che impariamo da voi, avete dato proprio un bell’esempio. Molto bella l’esperienza della firma della carta di clan. Grazie di tutto. Arbri – Per me prima esperienza a Beràt, altre volte in altri posti. Prima volta di un clan così unito, grazie per la bella esperienza. Ghenti – Avevo già fatto vari campi a Sdrava ma è il primo a Beràt. Con i bambini è stato un po’ difficile ma con voi tutto a posto. Irda – Io una sola cosa chiedo. Ma eravamo veramente due gruppi ? A me è sembrato uno solo. E’ stato tutto molto bello. Luigi (capo clan) – Io ringrazio tutti voi per la collaborazione nella riuscita di questa route. Anch’io come Angela, dello staff internazionale, vi ringrazio per la pazienza dimostrata nel voler accettare le nostre regole e nel cercare di adeguarvi ai nostri ritmi. Chissà quanti gruppi e quanti stili diversi avete conosciuto e quindi avete avuto necessità di adeguarvi. Vi auguro di continuare in questo impegno e che se anche la vita vi porterà lontano da qui, possiate poi ritornare per essere dei validi punti di riferimento per quelle che saranno poi le future generazioni. Difficilmente ci dimenticheremo di voi come sono sicuro che anche voi non ci dimenticherete. Grazie di cuore. Senza di voi questa route sarebbe stata poca cosa. Roberta (primo anno di clan) - In pattuglia con Samuele ed Eugenio abbiamo lavorato bene. E’ stata la route più attesa anche se non sapevo cosa mi aspettava. Con altri clan non sono mai riuscita ad avere le confidenze che ho avuto con questo di Kucove. Qualche difficoltà con loro per quello che riguarda i turni di lavoro ma in fondo tutto bene. Interessante l’incontro con i giovani tenuto da Suor Maria e suggestivo il Padre Nostro recitato ognuno nella propria lingua. La veglia con i seminaristi pensavo peggio. La cerimonia della firma della carta di clan mi è sembrata breve. Il servizio di animazione ai bambini è stato un po’ particolare, ha richiesto un certo autocontrollo. Forte l’esperienza di servizio ai due ospedaletti, le difficoltà degli ospiti erano toccanti. Interessante l’incontro con il sindaco. Mi è piaciuta la catechesi arricchita di canzoni attuali e farla di mattina è stata una buona idea. Elena (novizia) – Credo sia andata bene. Qualche pecca in alcune riunioni prima della partenza, poco partecipate. Arrivati qui ci siamo trovati a raddoppiare quasi il numero di quanti eravamo. Alcune negatività nel condividere i turni dei servizi con i ragazzi del Cucove1. Col tempo però ci siamo uniti parecchio. Come ho scritto sulla mano in occasione della cerimonia della firma della carta di clan, mi sono allontanata dalla fede. Con questa route mi stavo avvicinando, poi i discorsi di Suor Maria di stamattina mi hanno fatto fare di nuovo retromarcia. I primi giorni mi chiedevo come prendere i ragazzi che venivano per l’animazione, mi sconfortavo, pi col tempo ci siamo confrontati e la situazione è migliorata. Nell’incontro che c’è stato col sindaco, non sono riuscita a seguirlo. A volte in città sembravamo un gruppo vacanze. Samuele (novizio) – Da quando è partita l’idea di questa route tutti abbiamo lavorato per ottenere i migliori risultati possibili e l’abbiamo ottenuti. Mi aspettavo qualcosa di ripetitivo e invece ogni giorno cose nuove. La catechesi è stata bellissima ed è stato un bene farla la mattina. Con i bambini il primo giorno è stato brutto, bisognava dimostrare loro di non aver paura, poi con alcuni c’è stato un bel rapporto. Ringrazio i ragazzi del Kucove per l’intermediazione (traducevano e ci spiegavano alcune cose) nelle attività. Divertente fare la spesa con chi non ti capiva ma i gesti come al solito aiutano molto. Bella la città castello e il panorama, in compenso il ristorante un po’ meno. Per me è stata la prima route in assoluto ma per il clan del Parabita era anche la prima all’estero. Girando per la città ho notato il contrasto tra le case “distrutte” e le automobili di lusso. Alessandro (primo anno di clan) – I lavori preparati in pattuglia con i due Matteo e Marina (domande e curiosità) ce li siamo trovati utili negli incontri effettuati. All’inizio la mia timidezza ha frenato i rapporti con i ragazzi albanesi ma poi tutto per il meglio, mi sono divertito. Dei bambini mi ha sorpreso il carattere selvatico e ci hanno fatto capire che ci vuole pazienza. La veglia fatta con i seminaristi è stata poco pallosa. La catechesi è stata bella e mi ha coinvolto molto. Il servizio all’ospedale mi ha fatto molto riflettere, almeno un sorriso bisognava darglielo. Le visite in città sono state utili occasioni per conoscere. Non eravamo un gruppo vacanze. Matteo Grasso (secondo anno di clan) – Non avevo idea su come poteva essere la route. Già a Valona ho pensato, ma chi me lo ha fatto fare. In pattuglia abbiamo lavorato bene. Il menù ci è servito un po’ da canovaccio, poi ci siamo dovuti confrontare con quello che si trovava sul mercato. La presenza del clan di Kucove è stata rincuorante. Nel servizio con i bambini sono in difficoltà perché non li sopporto. Negli ospedali, in uno c’era più collaborazione. Esperienza da ripetere anche nello stesso posto per verificare i cambiamenti. Mi sono ricreduto sui pregiudizi che avevo. Forse ripenso alla scelta della partenza. Sabrina (primo anno di clan) – In pattuglia con le due Valentina ed Elena, c’era solo Elena. I lavori preparatori sono stati molto utili per noi stessi anche se hanno trovato scarsa applicazione. C’è stato un bel confronto sulle tradizioni. Avevo anche l’incarico di fare un po’ la cronista della situazione. Non sono riuscita a prendere appunti, lo farò a casa sperando di ricordare. Ottimi rapporti nel clan, con Valentina Fracasso non mi parlavo e adesso facciamo le “sceme” insieme. Per l’ospedaletto penso che ogni mondo è paese. Nel clan del Kucove alcuni ragazzi erano un po’ scansafatiche. Gli obiettivi prefissati (conoscere l’altra cultura, maturare un senso critico, stare attenti ai pregiudizi, ecc..) sono stati raggiunti. La catechesi è stata fatta e proposta bene. Mi è piaciuto come la chiesa (stanza attigua alla cucina) ci ha visto transitare, giocare, vivere. La cerimonia della firma della carta di clan molto bella anche nei gesti e nei simboli. L’atmosfera e l’armonia proprio giusti. Eugenio (primo anno di clan) – I lavori preparati in pattuglia non sono serviti molto, utili invece gli origami. Di questa route non avevo né idea né aspettative ma le giornate sono state vissute alla grande. Nell’animazione i ragazzi molto vivaci e le ragazze piuttosto taciturne. Le condizioni degli ospedaletti inferiori a quelle italiane. Belle le visite alla città e molto utili. Catechesi ben strutturata ma forse al mattino non siamo pronti a collaborare. La cucina tutto ok. Ho passato molto tempo con i ragazzi albanesi e questo mi ha dato modo di capire meglio la loro condizione, specie quella della donna che rimane la più differente. Una di loro mi ha confidato che vuole staccarsi dalle loro usanze. Una volta ha baciato uno scout senza però pentirsene. Sono rammaricato per la mia “assenza” di ieri sera, quando Angela ci stava salutando. La firma della carta di clan? Finalmente! Matteo Bove (primo anno di clan) – Nel preparare la catechesi tutto bene. Non pensavo venisse fuori un lavoro così articolato. I rapporti con gli albanesi mi hanno fatto ricredere sulle aspettative, non sono diversi da noi. Abbiamo condiviso tutto, impegni e spensieratezze. Route piuttosto arricchente. La firma della carta di clan momento forte, veglia intensa, preparata con il simbolo delle “mani”, mi son deciso a mettermi sotto e a stimolare l’aspetto fede. L’incontro con il sindaco “palloso”. Valentina Piccino (primo anno di clan) – Sfiga tremenda, un sacco di dolori per quasi tutto il periodo. Tutto sommato però è andata bene. Con i ragazzi del Kucove ho fatto subito amicizia. Mi facevano rabbia alcuni di loro quando facevano gli sfaticati. L’animazione è andata un po’ calando. La catechesi mi è piaciuta come anche la Messa nelle due lingue. Inizialmente duro il servizio di animazione ai ragazzi. Ho apprezzato i giri in paese e per la carta di clan dico anch’io “Finalmente”. Valentina Fracasso (terzo anno di clan) – Non avevo idea anzi, l’Albania non mi piace. Contenta quando ho visto l’altro clan. La liturgia bella e ok per l’orario di buon mattino. La firma della carta di clan non l’ho sentita. I bambini sono delle pesti. No l’ho vista come una route di servizio. Il servizi all’ospedaletto è stata una buona occasione di servizio. Abbiamo mangiato bene. Marina (primo anno di clan) – Non ho collaborato nella pattuglia per motivi di famiglia. La route è andata bene. Diffili i primi giorni ma poi tutto bene. La catechesi mi è piaciuta in parte, le lettere di San Paolo no. La firma della carta di clan? L’abbiamo firmata in occasione di questa route così come mi aspettavo. Le varie veglie ed incontri non mi hanno interessato. Carlo (novizio) – Prima route in assoluto. Un po’ difficile dal punto di vista psicologico. I bambini mi hanno messo a dura prova. Bella la catechesi e l’incontro con i giovani, un po’ meno quello con i seminaristi. Con i ragazzi albanesi ho fatto amicizia un po’ con tutti anche se con alcuni c’era un po’ di antipatia. Bene con Giuly e Irda un po’ meno con Flo. I giri in paese molto utili. Non eravamo un gruppo vacanze. Con il clan mi sono trovato bene, mi sono attaccato a tutti. Sono contento che sia venuto Dario, sia per la catechesi che per l’età un po’ più adulta. Dario (staff) – Utili i momenti giudicati di relax, col tempo ce li ritroveremo. Questa route è un segno del Signore, l’ho scritta nella mia carta di clan e me la sono ritrovata sulla strada. Questa route è stata perfetta anche per il mio percorso di seminarista. Bene con Samuele e Matteo nella preparazione della catechesi. Grande esperienza il servizio ma il primo giorno mi ha lasciato sconvolto. Con i bambini felice di averli incontrati, Bello parlare con i ragazzi del Kucove e confrontarsi sulla fede e sulla cultura. Rita (capo fuoco) – Immaginavo una route organizzata a puntino, ricca dal punto di vista formativo, ma per me non è stato così. Il primo giorno c’è stato un po’ di smarrimento perché rispetto alla nostra preparazione la route era troppo libera. Contenta del gran numero del clan di Kucove ma loro non hanno una grande impostazione del metodo scout, perciò le nostre lamentele devono ricordare che i ragazzi albanesi non hanno solidi punti di riferimento. Se avessimo saputo per tempo il numero dei ragazzi in più, avremmo organizzato meglio i turni e i servizi. Le difficoltà saranno ricchezza per il domani. Per quanto riguarda il servizio mi ha colpito il degrado sociale degli ospedaletti. La loro sofferenza mi fa apprezzare la nostra vita con i suoi doni. Ho visto un clan compatto che lavora insieme, un bel rapporto con gli altri ragazzi ed è la cosa più bella di questa route. Non è un problema se alcuni di voi fumano, è un’esperienza che potete provare ma perché non parlarne dall’inizio? Luigi – Le ultime riunioni prima di partire poco frequentate in qualche modo sono state motivo di sconforto ma forse abbiamo chiesto troppo. Sono contento per la collaborazione data da Samuele e Matteo B. a Dario per la catechesi che mi è piaciuta. Utile farla di buon mattino, in qualche modo era propedeutica per la giornata. Mi sono un po’ allarmato quando ho visto sfumare alcune proposte di conoscenza della cultura previste (ortodossi e famiglie rom), comunque non sono mancate altre occasioni. Abbiamo gestito bene il tempo nell’arco della giornata (forse troppo tempo in cucina ma eravamo numerosi) e nel complesso la route è stata gratificante. Il clan si è compattato più di come era grazie alla volontà che ciascuno di voi aveva nel fare del suo meglio. Siete stati bravi e puntuali nei vari servizi in casa. Abbiamo tutti sperimentato come il servizio manuale anche se faticoso è meno impegnativo degli altri che richiedono una certa dose di pazienza ed equilibrio. Avete avuto prova come i ragazzi che sembrano pestiferi, se ben organizzati in giochi di competizione, rispettano comunque le regole. Se qualche ragazzo del clan di Kucove ci è sembrato meno partecipe aspettiamo a emettere sentente, piuttosto armiamoci di pazienza. La loro presenza è stata una ricchezza e anche se Don Giovanni me lo ha proposto all’ultimo momento non ho avuto esitazione ad accettare considerando che “più siamo meglio stiamo”. Gradita l’idea del “rinfresco generale” venerdì pomeriggio, in altri giorni forse no. Sicuramente i momenti che ci sono sembrati più rilassanti (escursioni in città e pause pomeridiane) sono stati quelli che ci hanno fatto “incontrare” in modo più confidenziale. Con Rita prima di partire, considerando le aspettative che avevamo, ho valutato che se le avessimo raggiunte al 50% mi ritenevo soddisfatto e potevo pure “salutare” il mio impegno con gli scout ma adesso che la percentuale è molto vicina al 100%, credo che non sia il caso di farlo.. Fine delle verifiche ore 20,15 Alcune considerazioni • • L’informazione e la formazione per le route all’estero è molto importante. Forse per noi è stata un po’ carente considerato alcuni appuntamenti mancati a causa della distanza. Ci hanno un po’ spiazzato i ragazzi che si avvicinavano per l’animazione e che aumentavano di giorno in giorno fino ad arrivare ad alcune decine gli ultimi giorni. Eravamo comunque in tanti e a piccoli gruppi potevamo dedicarci con varie attività a tutti. Pensavamo di avere a che fare con ragazzi che abitualmente frequentavano la missione e che erano più propensi ad accettare le regole. Alcuni di loro cercavano prepotentemente di stare con noi ad ogni ora del giorno, dalle prime ore del mattino a sera inoltrata. Conclusioni Non sappiamo quanto di buono siamo riusciti a dare ma siamo consapevoli di quanto ci portiamo a casa. La gioia che sgorgava dagli occhi ed i calorosi abbracci nel salutarci non solo li a Beràt ma anche giunti a Parabita, sono testimonianze di come tutti, capi e ragazzi, abbiamo accarezzato la felicità. N.B.: Se può interessare, l’agenzia a cui ci siamo rivolti per l’acquisto dei biglietti del traghetto sulla tratta Brindisi Valona e viceversa, è riuscita ad ottenere uno sconto a noi riservato del 50%. In effetti abbiamo speso solo € 50,00 a testa andata e ritorno oltre alle spese portuali. Clan Racale1 – anno associativo 2008/09 L'anno inizia con l'uscita a Gallipoli per la partenza di Luigi Cacciatore; tra le attività anche l'incontro con don Salvatore Leopizzi amico di don Tonino Bello, paladino di legalità; argomento che gli r/s stanno trattando dalla route 2008. Partecipazione a Ugento al convengo organizzato a seguito dell'uccisione di Peppino Basile. Uscita presso la comunità "Clara" a Taviano che accoglie minori con difficoltà familiari. Inizia un servizio che si protrarrà durante tutto l'anno anche con attività di tipo sportivo. Uscita ad Alessano ed incontro con Suor Chiara Veronica; testimonianza forte della sua vocazione. Per la giornata del pensiero incontro con una volontaria della Croce Rossa; raccolta e consegna di medicinali da inviare in Tanzania. Partecipazione a Nardò all'anniversario della morte di Renata Fonte alla presenza di don Ciotti. A margine incontro con Viviana Matrangolo figlia di Renata,vecchia conoscenza che durante la route 2008 svoltasi lungo il Parco di Porto Selvaggio ci aveva testimoniato il suo impegno "politico" contro le mafie. Inoltre insieme a tutto il Gruppo scout si è animata la messa vespertina del sabato sera durante tutto l'anno e si è partecipato alla rassegna parrocchiale dei Cori di Natale. Partecipazione al challenge dei due novizi. La route 2009 ci ha portato nel parco di Gallipoli-Cognato in Basilicata, durante la quale abbiamo svolto il tema della bellezza esteriore, rappresentata dalle bellezze naturali del posto, viste anche dall'alto con il volo dell'angelo tra Pietrapertosa e Castelmezzano, e la bellezza interiore il cui percorso è stato proposto dall'Assistente ecclesiastico don Salvatore Tundo. Clan “La Vetta” Nardò 1 – anno associativo 2008/09 Il Clan “La Vetta” nell’anno associativo 2008\2009 era composto da 6 Rover\Scolte e un numerosissimo noviziato (formato sia dai ragazzi del nostro gruppo e quelli del Porto Cesareo 1), il quale per tutto il Clan era una risorsa. L’anno associativo iniziato a metà ottobre, ha visto tutti i suoi membri molto attivi e con tanta voglia di fare, anche se nel corso dell’anno molti ragazzi del Clan erano alle prese con l’Esame di Stato e hanno dovuto impegnarsi nello studio. Infatti,un punto fondamentale della Carta di Clan ribadisce il fatto che non bisogna trascurare la scuola per affrontare le attività proposte. La richiesta di stilare una nuova Carta di Clan prima della firma ha tenuto impegnato l’intero Clan per ben due mesi. Grazie a questa attività, il Clan ha iniziato a confrontarsi durante le riunioni gestite da noi, autonomamente; confronto che prima di tutto è servito a riflettere su alcuni argomenti importanti non solo nell’ambito scout ma anche nella vita quotidiana. Successivamente al mese di dicembre,quindi, il nostro Clan è stato impegnato prima nell’uscita per la firma di noi Rover\Scolte della nuova Carta di Clan e poi successivamente nell’attività natalizia di gruppo “Il Presepe cerca casa” che vedeva impegnato il Clan nell’elaborazione del calendario 2009, nell’organizzazione del concerto per allietare la serata durante la quale il presepe, realizzato dal Reparto, era aperto alla visita della cittadinanza; e infine nella costruzione di giocattoli in legno per i bambini. L’anno 2008 si è concluso con la Route Invernale (Lecce – Monopoli – Fasano – Alberobello – Martina Franca), che si basava principalmente sulla STRADA, ma indirettamente serviva a fare più nostra la parola COMUNITA’ per il Clan, invece una “scoperta” per il Noviziato di queste parole chiave. Il Clan\Noviziato, inoltre, ha partecipato al progetto Paul (Adotta una Lettera) che ha accompagnato le nostre riunioni ed attività con molti momenti di riflessione. Nel tempo stesso si pensava e si lavorava per alcune attività di autofinanziamento. A Marzo, si è valutata l’idea di voler partecipare alla Marcia contro la Mafia (iniziativa di Libera) che si teneva a Napoli,esperienza questa vissuta dal Clan anche l’anno precedente. Questa attività ha visto coinvolto non solo i membri del Clan ma anche il Noviziato e alcuni nostri capi di altre branche. Non và sottovalutata la Route di Pentecoste, route tenutasi con altri Clan della Zona, momento questo di confronto, che possiamo considerarlo come un “punto della strada del Clan”,dove abbiamo cercato di presentare tutto il nostro lavoro, alcuni passi fondamentali delle Lettere di San Paolo che ci avevano accompagnato fino a quel momento, attività anche questa che ha visto Clan e Noviziato molto uniti. Da come si può notare, durante l’anno, Noviziato e Clan hanno sempre collaborato insieme (tranne alcune attività) e quindi a Maggio si è ritenuto opportuno il passaggio del Noviziato in Clan. Dopo aver fatto un buon “cammino”, iniziamo insieme a organizzare la Route Estiva per poter concludere al meglio questo anno associativo pieno di attività. Durante le riunioni, sono state proposte numerose idee e destinazioni ma la scelta è ricaduta solo su ciò che riguarda il Servizio. Verso fine Giugno, siamo arrivati alla conclusione di volerla svolgere in Toscana, facendo una route itinerante ma di Servizio. A causa di vari motivi la route ha avuto “variazioni” di programma, e alla fine si è svolta una Route di Strada in Basilicata; una route di Strada, piena di momenti di riflessione, di veglie, di confronti… una Route che ha concluso l’anno associativo nei migliori dei modi.. facendo crescere quell’affiatamento che tiene unito il nostro Clan. Clan “Frodo Baggings” Galatone 1 – anno associativo 2008/09 1 Attività di Natale. Allestimento di un presepe con messaggio biblico: “la promessa di Dio nella Storia dell’uomo” Il presepe è stato allestito nel frantoio ipogeo: nelle ciaie dove si depositavano le olive per la macinatura, sono state allestite delle scene simboliche tratte dalla Bibbia. - Il peccato originale; - Promessa di Dio ad Abramo - Tronco di Jesse; - Promessa di Dio a David - Profezia di Isaia - Il sole che sorge (Zaccaria) ; - Annunciazione. - La Natività 2 rielaborazione Carta di Clan La nostra C.d.C. ormai vecchia di tre anni non rispecchiava più le esigenze del clan attuale per cui è stato necessario rivederla. Lavoro che ci ha portato via tutto il mese di febbraio e che si è concluso con la sua presentazione al noviziato e la firma della stessa da parte dei ragazzi di primo anno, durante la route di Pasqua che si è svolta a Casarano nella parrocchia “Santi Giuseppe e Pio”. 3 le due attività di cui sopra sono state inserite all’interno del percorso “operazione P.A.U.L.” , che ci ha visti impegnati per quasi tutto l’anno fra lettura delle lettere, visione di un film su S.Paolo per meglio conoscerne la figura e il contesto storico e religioso in cui viveva; scelta e discussione della lettera che più si avvicina alle problematiche della comunità (1 lettera ai Corinti); discussione delle tematiche con l’aiuto di un biblista; partecipazione ad una messa didattica per riscoprire i significati dei gesti; discussione e confronto con un sacerdote che ci ha introdotti ad una conoscenza elementare sulla religione ortodossa; differenze e punti in comune. Route estiva a Corinto sulle strade di S.Paolo… Chi l’avrebbe mai detto?? Quando i nostri capi l’anno scorso ci hanno proposto di partecipare all’operazione P.A.U.L, Progetto Adotta Una Lettera, non avremmo mai pensato che saremmo arrivati addirittura a Corinto! In comunità di clan abbiamo scelto la Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi e nel corso dell’anno associativo abbiamo approfondito tutto ciò che riguarda San Paolo, la sua storia e la sua missione. Ci siamo soffermati sui temi principali della lettera, quali la comunità cristiana, la carità e il mistero della Resurrezione, aiutati nello studio oltre che dal nostro assistente ecclesiastico anche da un biblista. Per mesi l’idea di una route all’estero è stata nell’aria, fra telefonate al Nazionale e tentativi di contatto con un qualche gruppo scout greco, trascorrendo le riunioni a fantasticare, nella speranza di poter arrivare proprio dove San Paolo portò il messaggio evangelico alla comunità di Corinto. Grazie al Settore Internazionale siamo riusciti a trovare qualcuno che potesse aiutarci in questa nostra avventura: Socrates, un capo scout di Corinto, che, dopo mille e mille mails, ci ha messo a disposizione la loro sede degli esploratori, ed è stato preziosa guida durante la route. Così, armati di entusiasmo e grandi aspettative ci siamo imbarcati sul traghetto. Direzione: Grecia! Grazie al nostro fratello scout abbiamo avuto la possibilità di partecipare ad una Messa di rito ortodosso, che ha suscitato non poche curiosità nella nostra comunità. Le nostre domande hanno trovato risposta grazie ad un incontro con un esperto teologo greco che ci ha illustrato le differenze fra il rito cattolico e quello ortodosso. Il rito ortodosso, infatti, a differenza del nostro, dura fino a 3 ore, durante le quali per gran parte del tempo i credenti stanno in piedi. Questi ultimi, inoltre, non partecipano attivamente al servizio, ma sono quasi degli spettatori che assistono alla recitazione dei salmi da parte del coro e del celebrante. Il sacerdote, che sapeva che avremmo partecipato al rito, in via del tutto eccezionale ci ha chiesto di recitare il Padre Nostro cattolico sull’altare. Dato che i cattolici non sono nemmeno ammessi a ricevere la Comunione nel rito ortodosso (infatti noi abbiamo ricevuto il pane a servizio concluso), questa richiesta ci ha molto sorpresi, ma ci ha fatto anche riflettere sul fatto che, nonostante le diversità fra un rito e l’altro, o, se vogliamo, fra una Chiesa e l’altra, ciò che ci unisce è molto più forte e molto più importante, ed è la Fede in Cristo. La nostra route è stata molto particolare: alle normali attività di clan abbiamo aggiunto la visita del sito archeologico della vecchia Corinto. L’emozione è stata grande quando abbiamo visitato il luogo in cui San Paolo parlava ai Corinzi, il luogo in cui ha pronunciato quelle parole di fede e fratellanza che ci avevano accompagnati per tutto l’anno. Abbiamo inoltre avuto la possibilità di visitare l’acropoli di Atene e le antiche rovine di Micene. Nonostante dei problemi di comunicazione dovuti alla differenza di lingua, che hanno causato più di qualche gaffe ed episodi tutti da ridere, siamo riusciti ad instaurare un magnifico rapporto con Socrates e, mettendo a dura prova le nostre abilità di rover e scolte, siamo perfino stati in grado di fare la spesa. Durante questa route molto speciale, sei dei nostri compagni di strada hanno vissuto il momento della Partenza, la cui cerimonia abbiamo celebrato in riva al mare. Non ringrazieremo mai abbastanza tutte le persone che, senza nemmeno conoscerci, hanno reso la nostra route indimenticabile, primo fra tutti Socrates, grazie al quale abbiamo avuto testimonianza di ciò che veramente significa essere “fratello di ogni altra Guida e Scout”. Abbiamo concluso questo viaggio sulle orme di San Paolo arricchiti da tante piccole esperienze che ci hanno fatto sentire più vicini a lui, che da primo rover è partito su strade sconosciute per diffondere il messaggio di Cristo. Clan “Frodo Baggins” Gruppo Galatone 1 “Don Mimino Colazzo” Clan Porto Cesareo 1 – anno associativo 2008/09 Durante l'ultimo anno associativo il Clan "La Vetta" era composto da 6 Rover/Scolte giunti ormai a piena maturazione e da 10 novizj, dei quali 5 di Nardò ed altri 5 d'origine cesarina. Abbiamo iniziato l'anno associativo a metà ottobre ed abbiam proseguito molto attivamente nonostante quasi tutti i membri del Clan avessero da preparare i loro esami di Stato. Il punto critico della situazione era il fatto che l'antica Carta di Clan prevedesse che il Rover/la Scolta non dovesse trascurare il suo impegno nello studio; fatto sta che si previde, anno inchŏante, che la Carta di Clan fosse modificata, e in due mesi s'arrivò all'intento. Alle porte dell'Avvento, poi, Neretini e Cesarini si sono momentaneamente divisi limitatamente alle attività natalizie, che son state svolte indipendentemente dai due gruppi. Il Porto Cesareo, in particolare, s'è impegnato nella messa in scena di diverse recite al limite del teatrale, aventi il Natale come tema portante. Ma ben altro aspettava l'indomito Clan "La Vetta": la Route Invernale (Lecce-Monopoli-Fasano-Alberobello-Martina Franca), una Route di Strada ma anche di Comunità, che definirei CRUCIALE (nel senso che ha messo molti del Clan in CROCE). Sia il Clan che il Noviziato, inoltre, han partecipato sin dall'inizio dell'anno al progetto Paul "Adotta una lettera", che ci ha accompagnato con momenti di riflessione per tutto l'anno. [[ANGOLO DEL NOVIZIATO]]Il noviziato s'impegnava intanto nell'inchiesta "Rispetto della vita contro le sue dipendenze", che permise non solo esperienze di già -credetemi- molto forti come la visione del film "Noi ragazzi dello zoo di Berlino", ma addirittura il servizio, per due giornate, alla Comunità Emmanuel di Novoli, un momento della vita che non si può scordare. Durante la festa di San Gregorio Armeno, con la sua sospirata settimana di ferie scolastiche, il Clan ha messo a punto una serie di progetti di autofinanziamento. Arrivato Marzo non solo il profumo dei fiori primaverili era nell'aria, ma anche una nuova stupefacente attività: la Marcia contro la Mafia, organizzata da "Libera" a Partenope (per intenderci, la città di Pulcinella). La lotta contro la Mafia ha segnato anche l'ultimo giorno di Marzo, con la partecipazione alla XXV Ricorrenza in onore di Renata Fonte, con la presenza nientepopodimeno che di Luigi Ciotti. [[ANGOLO DEL NOVIZIATO]] Un'importantissima data s'avvicinava per gl'eroici novizj: quella del Challenge, che era in gemellaggio addirittura con la Lecce Adriatica (zona dell'AGESCI lontana e primitiva). A quest'ultimo il Noviziato ha partecipato conseguendo lodevoli risultati che riportiam nella tabella qui in basso: Gruppo di provenienza Nomi dei vincenti (Numero dei vincenti) Nardò 1 Nessuno (0) Quale la causa di questo posizionamento? Degl'esperti molto esperti imputano tutto ciò allo stress causato ai novizj del Clan "La Vetta" dalla domanda posta loro di continuo: "Ma perché portate due fazzolettoni diversi se siete un solo gruppo!?" Ritornati chi da Napoli (con lo spirito sognante) chi dal Challenge (con l'ascella puzzolente), le giovani marmotte i novizj dovettero celebrare un rito d'iniziazione che consentì loro di entrare, pensate un po', nella potente Setta degl'Illuminati nel vero e proprio Clan. Ma ora attendeva loro una nuova colossale attività, ch'era, tanto per cambiare, a livello zonale (per i non intelligenti, zonale=di zona), cui ci dedicammo maximo cum gaudio: la Route di Pentecoste. Facezie a parte, quella fu davvero una gran bella Route! Molto ben organizzata, e soprattutto capace di proporre argomenti molto profondi ed importanti. Fu in questo periodo che l'intera Italia assisté, ex abrupto, alla catastrofe dell'Aquila; era ormai giunta l'ora di programmare la Route Estiva e alla domanda "Dove si va quest'anno?" il Clan rispose, sic et simpliciter, "All'Aquila!!!" Ma ben presto l'idea si rivelò molto meno interessante del previsto per tutta una serie di motivi e così, dopo un po' di discussioni, il Clan preferì al motto cristiano "Est plus beatitudo in dando, quam in recipiendo"(C'è più gioja nel dare che nel ricevere) il ben più sympatico precetto d'epicurea memoria "Laze biosas" (fatti i c***i tuoi che campi molto di più) e decise di fare una Route a Firenze. Alla domanda "Facciamo strada o servizio?" Il Clan arrivò ad una sottospecie di guerra civile, ed alla fine s'optò per una Route di Strada/Servizio. Ci si potrebbe chiedere "Ma perché devo leggere tutta 'sta storia della Route?" In effetti ciò non ha senso, in quanto alla fine non abbiam potuto fare la Route a Firenze, ma ci siam dovuti andare a sbattere in Basilicata/Calabria; comunque, la Route è andata bene, non fosse per il fatto che ogni membro del Clan ha contratto un malore, un'infezione o la paralisi d'un arto. La Route infatti, ed anche tutto l'anno associativo, sarebbe dovuta finire in un lazzaretto. In breve, possiamo paragonare tutto quest'anno ad una Route di Strada. Con la Strada in discesa. Ed infatti siam rotolati giù in fondo... Clan "La Vetta" (Clan la Vetta= Clan Nardò+Clan Porto Cesareo) Salve a tutti ! Noi siamo Federica, Mattia, Massimiliano, Pierluigi e Marco, del clan “Li Specchi” del Gruppo Scout Racale 2, e che insieme ad Elisa e Marta, 2 fresche scolte del clan “Impronte” del gruppo scout Taurisano 1, abbiamo vissuto tutti insieme la nostra PRIMA ROUTE ESTIVA del CLAN del RACALE 2 !!! Esatto, questa è stata lo nostra prima avventura al 100% stile RyS!! Infatti, fino ad ora, tutte le “cosiddette” route estive del nostro clan non sono state altro che campi di servizio al reparto. Ma quest’anno, a 9 anni dalla nascita del nostro gruppo, finalmente il clan ha potuto vivere la sua prima vera esperienza di Route Estiva ! Un’esperienza assolutamente entusiasmante ! Ma andiamo con ordine. Quest’anno la route è stata interamente organizzata e programmata dal clan: dalle tappe al mezzo di trasporto, dalle attività che si volevano svolgere fino al minimo dettaglio della logistica, arrivando perfino alla completa stesura del libretto del campo, tutto è stato deciso e realizzato da noi rover e scolte! Ma non credete che i capi non abbiano fatto niente: infatti (oltre a sopportarci !!) hanno provveduto ad organizzare attività fantastiche che hanno poi dato il vero senso a questa uscita di comunità. Prima ancora di descrivere la route, partiamo ancor prima dal motivo che ci ha spinti ad affrontarla: il nostro clan aveva alcuni problemi di coesione e durante l’anno non siamo neanche riusciti a portare a termine il capitolo. Da qua il titolo della route : RICOMINCIAMO DA QUI. Come avrai certamente notato dalla foto in alto, siamo tutti in sella a delle biciclette: infatti la nostra route estiva è stata percorsa completamente in bici! Partendo da Racale, e passando da Taurisano per prendere le 2 nostre amiche scolte, insieme al loro capo, abbiamo fatto un percorso quasi circolare nel nostro amato Salento, facendo tappa in alcuni posti caratteristici dei paesi di Supersano, Palmariggi, Galatone, Porto Selvaggio e Gallipoli. A parte le prime 2 tappe, corrispondenti ai primi 2 giorni di route, che sono serviti proprio per rinsaldare la nostra comunità, a Galatone si è svolta l’attività più importante ed emozionante di tutta la route estiva: il SERVIZIO ! Ospiti della comunità CAPODARCO, ci siamo divisi nel servizio: le ragazze si sono occupate di far divertire i bambini che entrambe le mattine sono venuti a fare attività con noi, mentre tutti i ragazzi hanno realizzato un piccolo stagno (che tra l’altro ha assunto una bellissima forma di cuore !) e riparato le varie strutture presenti nel grande giardino, predisposte proprio per il campetto dei bambini. Questo tipo di servizio ci ha fatto riscoprire quanto è bello sentirsi utili verso il prossimo, donando gratuitamente gioia e allegria, ma anche l’importanza e l’allegria di fare le cose insieme. Infatti anche la tantissima strada fatta insieme, caratterizzata dal fatto che 2 dei nostri compagni rover (a turno con altri) trainavano dietro le loro bici un carrellino ciascuno, contenenti entrambi il materiale per la route, ovvero le tende, l’attrezzatura varia per il campo, alcune volte gli zaini di qualcuno che non ce la faceva proprio più, e ovviamente la spesa e l’acqua. Una delle cose che più ha caratterizzato questa route è stata proprio lo spirito di condivisione e di venire ognuno incontro all’altro, che ha potuto realizzare con successo l’obiettivo che tutto il clan si era proposto di raggiungere: formare una comunità ! Sono stati giorni di incredibile scambio di energie e di pensieri, di divertimento e di consolazione, di voglia di mettersi alla prova e scoprire che è possibile superare i propri limiti. Un’altra attività molto bella che è stata svolta è stata visitare la Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio, ma grazie al prezioso aiuto di una guida. L’esperto ci ha illustrato le principali peculiarità di questa meravigliosa riserva, e anche l’imminente pericolo che la minaccia! Infatti essa è principalmente di origine artificiale, ovvero è stato l’uomo a importare la lussureggiante vegetazione che ci vive. Solo che tutti gli alberi sono stati piantati contemporaneamente, come si può evincere dall’altezza degli stessi, e questo provocherà anche la contemporanea morte di tutti essi ! E il fatto è che sembra che non si possa intervenire, in quanto tutti gli alberi sono praticamente uno attaccato all’altro, a distanze che difficilmente superano i 5 metri di raggio! Quindi se non ci diamo una mossa, secondo alcuni calcoli di esperti, tra meno di 30 anni potremmo non avere più il nostro bellissimo Porto Selvaggio! Mentre il penultimo giorno l’abbiamo passato con don Andrea, un prete di Gallipoli molto molto giovane, che ci davvero coinvolto nel raccontarci la vita dell’apostolo Paolo. Queste alcune delle sue parole: “ Per capire la figura di San Paolo, bisogna capire come Saulo, un ragazzetto di una bella città antica, Tarso, sia potuto divenire Paolo: con le sue ansie, i suoi sogni, il suo carattere, la sua spinta in avanti, il suo cuore appassionato. Lui ha saputo dare un sapore pieno alla sua vita! Perché l’ha riempita di un volto, di un cuore: il cuore ed il volto di Gesù di Nazaret. Ed insegnerà anche a noi a dare alla nostra vita un sapore vero, una gioia piena, una meta Raggiunta. Il nome Saulo ricorda un grande re d’Israele. Saulo è forte di carattere, è un uomo passionale che non teme di esprimere con tono il suo sentire. È un tipo che non si arrende di fronte agli ostacoli. Un giovane che dà pieno sapore alla vita, ma tiene nel cuore una spinta di inquietudine, che lo mette sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, e chiede affetto, comprensione, incoraggiamento; qualcuno che gli dica: non avere paura, vai avanti. Saulo è cittadino di tre mondi, di tre culture: ebraica, greca e romana. Proprio per questo cambierà il suo nome, per renderlo ancora più universale e comprensibile a tutti, da Saulo a PAOLO. Paolo è figlio della città, ne osserva abitudini e stile e, passando lungo le larghe vie romane, coglie sempre spunti nuovi, come fece un giorno ad Atene, dove notò un altare dedicato al “Dio Ignoto”. Lo vide, ne trasse ispirazione scrivendo:”Noi cerchiamo Dio e ci sforziamo di trovarlo, anche a tentoni, per poterlo trovare, benché non sia lontano da ciascuno di noi”. Come abbiamo già detto Paolo appartiene a tre mondi e a tre culture che cerca di valorizzare, perfezionare e lascia ciascuna con il suo colore, con la sua forza, con la sua ricchezza storica e prospettiva. Tutto questo perché sulla via di Damasco ha incontrato il Cristo, che oltre a cambiargli la vita, gli ha permesso di uscire dalle culture alle quali apparteneva, ma senza rinnegarle, anzi rivalorizzandole. Il nostro è, oggi, un mondo che deve fare i conti con una società dall’evidente pluralismo religioso. Il primo inganno è l’estremismo religioso, la difesa assoluta delle tradizioni dei padri. L’altro errore è quello di cadere in un relativismo di pensiero e di speranza. La sintesi sta nel saper accogliere tutti e saper valorizzare tutti. È proprio questa la strada che san Paolo ci insegna: la strada del dialogo e dell’incontro. Possiamo analizzare tre passaggi: ‐ Scendere da cavallo ed entrare nella polvere: ‐ prendere cioè consapevolezza dei nostri limiti e difetti: ‐ ammettere i nostri fallimenti; riconoscere di essere fragili e limitati.. Chi sei, Signore? Cioè interrogarsi con lealtà su quella voce che nel nostro cuore e nella nostra coscienza ci inquieta, ci pone domande nuove. Che vuoi che io faccia?: cioè interrogarsi con chiarezza sulle scelte da fare, non imposte, ma maturate da se stessi. E Saulo diviene Paolo. Sperimenta vitalmente, a Damasco, la potenza della parola di Dio, nel deserto, per lunghi anni, proseguirà la sua ricerca della Verità. Vede con chiarezza quanto la Parola di Dio ha compiuto nella sua vita. Cambia i suoi punti di riferimento, la valutazione delle sue cose. È l’incontro con Gesù, l’Amore! Paolo ci svela che solo nell’amore l’uomo si conquista alla sua piena esistenza personale, solo nell’amore egli attualizza la totale pienezza della sua essenza, della sua dignità. L’uomo è affermato nella sua irriducibilità di persona, solo se è personalmente amato da Dio. E Paolo lo è stato! Ha visto e sentito Dio che lo ama personalmente. Paolo viene afferrato dal Mistero dell’amore che Dio ha mostrato di avere per tutti gli uomini in Cristo Gesù, morto e risorto. La sua fede è amore per Cristo Gesù. È l’amore rafforza la sua fede. Così tutto il suo cammino si farà speranza attualizzata.” Da quest’incontro abbiamo potuto davvero capire il perché San Paolo è il protettore della branca RyS: lo possiamo capire dalla sua vita passata nell’offrire servizio, non come atto dovuto, ma come estrema ricerca e soddisfazione di quel vivere appieno la vita, di dargli un sapore unico, il sapore di donare sempre al prossimo il proprio amore; il prossimo non per forza deve essere qualcuno lontano da noi, qualcuno che sappiamo essere in qualche modo diverso, ma può anche essere qualcuno che ci sta vicino, qualcuno dal quale magari abbiamo subito un torto, o che semplicemente non vogliamo aiutare solo a causa della nostra pigrizia, o ancora perché (e speriamo di sbagliarci !) senza la nostra uniforme, perdiamo tutto il coraggio di offrire il nostro amore ! Possiamo comunque affermare, anche a distanza di mesi, che questa nostra prima route è stata un’esperienza bellissima, che ci ha regalato emozioni e “vittorie” in moltissimi ambiti: infatti abbiamo creato una bellissima comunità, nella quale ognuno si può fidare dell’altro; ognuno si è posto in gioco e ha potuto scoprire e superare i propri limiti; abbiamo riscoperto la fatica e la gioia della strada, di viverla tutti insieme, e tutti con lo stesso fiatone; abbiamo riassaporato il gusto della scoperta della natura, grazie alla visita guidata nel parco di Porto Selvaggio; abbiamo imparato moltissime cose sulla vita del nostro santo protettore San Paolo; abbiamo vissuto l’ennesima bellissima esperienza di servizio verso il prossimo.