24 e 25 novembre 2006 Polo Specialistico Riabilitativo – Sant’Angelo dei Lombardi L’INTERVENTO RIABILITATIVO COME VALORE AGGIUNTO NELLA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE DEL PAZIENTE DI OGNI ETÀ Modelli innovativi in neuroriabilitazione: le gravi cerebrolesioni acquisite Marco Forni Polo riabilitativo del Levante Ligure Ospedale S. Bartolomeo – Sarzana (SP) Il percorso del paziente con grave cerebrolesione acquisita Rianimazioni e Neurochirurgie Cardiologie Cardiochirurgie Neurologie FASE DELL’ACUZIE Esperto - UGCA 25-30 giorni Area di terapia sub-intensiva Per pazienti in coma Percorso tipo 2 Percorso tipo 1 FASE RIABILITATIVA Unità di Riabilitazione Intensiva cod. 75 (UGCA) Unità per SV SMC FASE DELLA CRONICITÀ recupero coscienza Riabilitazioni Estensive e/o cod. 60 90-180 giorni R.S.A. SUAP Speciale Unità di Accoglienza Permanente Domicilio per sempre RIABILITAZIONE MEDICA RIABILITAZIONE SOCIALE recupero coscienza Degenza postacuta Ordinaria (cod. 56) Day Hospital Riabilitativo Inserimento o reinserimento Sociale Trattamento Ambulatoriale Trattamento Domiciliare Scolastico Professionale CRITERI DIAGNOSTICI PER SVP Nessuna evidenza di: • coscienza di sé o di consapevolezza dell’ambiente ed incapacità ad interagire con gli altri; • comportamenti durevoli, riproducibili, finalizzati o volontari in risposta alle stimolazioni; • produzione o comprensione verbale. Presenza di: • • • • • • • • • • • apertura degli occhi pattern sonno-veglia EEG più o meno rudimentale; funzioni vitali autonome (respiro, circolo, etc.); incontinenza vescicale e rettale; deficit di vario grado della funzionalità dei nervi cranici; presenza variabile di riflessi troncoencefalici e spinali. motilità oculare assente o erratica. rarità dell’ammiccamento schemi motori primitivi rigidità - spasticità posture patologiche CRITERI DIAGNOSTICI PER SMC • Apertura spontanea degli occhi • Ritmo sonno-veglia • Range di vigilanza : ottundimento → norma • Percezione riproducibile, ma inconsistente • Abilità comunicativa riproducibile, ma inconsistente • Range di comunicazione: nessuna risposta → risposta si/no inconsistente → verbalizzazione → gestualità • Attività motoria finalistica, riproducibile, ma inconsistente • Inseguimento con lo sguardo • Comportamenti ed azioni intenzionali (non attività riflessa) sulla stimolazione ambientale • Comunicazione funzionale interattiva: • Uso funzionale di 2 oggetti diversi • Verbalizzazione, scrittura, risposte si/no, uso di comunicazione alternativa o comunicatori facilitanti PROBLEMI • cos’è e come si valuta la coscienza? • danno primario e danno secondario: la profezia che si autoavvera • … e se non comunica perché non vuole? • … e se non comunica perché non capisce? L’uso dei gesti al posto delle parole • “questa non è vita” Il destino del paziente con grave cerebrolesione acquisita: i nostri dati al novembre 2005 nostri dati del novembre 2005 numero totale pazienti ricoverati dal settembre 2004: 53 età media: 52 anni variabili continue intervallo LESIONE – RICOVERO media 52 giorni mediana 40 giorni durata della DEGENZA media 102 giorni mediana 92 giorni reparti di provenienza 6 altro reparto ospedaliero 5 neurologia 18 neurochirurgia 24 rianimazione 0 5 10 15 20 25 asl di competenza livorno 1 alessandria 1 savona 2 massa carrara 3 aosta 6 la spezia 16 24 genova 0 5 10 15 20 25 neoplastica 4% post anossica 4% traumatica 40% metabolica altro 2% 9% danno vascolare 41% eziologia gravità all'ingresso: GOS disabilità moderata 6% stato vegetativo 26% campione: 38 pazienti grave disabilità 68% gravità alla dimissione: GOS campione: 38 pazienti disabilità 63% moderata 11% buon recupero 13% grave disabilità decesso 8% stato vegetativo 5% gravità all'ingresso: DRS campione 38 pazienti disabilità molto stato vegetativo grave 29% 50% disabilità lieve 5% disabilità moderata 5% disabilità grave 11% gravità alla dimissione: DRS campione 38 pazienti non residua disabilità lieve disabilità 5% 5% stato vegetativo 18% disabilità moderata 29% disabilità molto disabilità grave grave 13% 30% pazienti decannulati decannulazione prevista 9% pazienti decannulati 49% campione 53 pazienti in valutazione 12% non decannulati 30% tempo svezzamento cannula media 89 giorni mediana 58 giorni ... dei pazienti decannulati: disfagia 81% no disfagia 19% alimentazione ... dei pazienti disfagici: funzionale 67% alimentazione possibile, ma non ancora funzionale 33% PEG/SNG svezzamento campione 38 pazienti in valutazione 6% previsto non svezzati 47% 25% svezzati 22% altri reparti ospedalieri per complicanze 14% destinazione alla dimissione: decessi 3% rsa 19% proprio domicilio 56% altra struttura riabilitazione 8% PROBLEMI • all’ingresso: la stabilizzazione clinica dei pazienti e criteri di trasferibilità • durante la degenza: mantenere la priorità riabilitativa • alla dimissione: trovare o costruire una soluzione accettabile e mantenere una continuità anche se a diverso “tenore” riabilitativo • la valutazione di “persistenza” o di “permanenza” dello stato vegetativo o della condizione di minimal responder con differenze fra le Regioni e fra le ASL, ci sono due “buchi” assistenziali importanti, che motivano la mobilità di questi pazienti: • quello tra la rianimazione e la riabilitazione acuta • quello che segue la riabilitazione acuta per i pazienti che non vanno a casa stante la incompleta correlazione lesione – funzione - recupero, nella fase riabilitativa acuta bisogna trattare tutti come se fossero recuperabili l’organizzazione del lavoro clinico-riabilitativo non deve mai abbandonarsi alla tecnologia rinunciando al contatto umano, la sola risorsa in grado di intercettare precocemente il risveglio è meglio credere alle cose riferite da un familiare anche quando non sono probabili piuttosto che rinunciare a riconoscere e sfruttare i segni iniziali del risveglio bisogna ricercare in tutti i modi un rapporto di alleanza terapeutica con il paziente e con i suoi familiari. A questo contribuisce anche la presenza di risorse alberghiere a basso costo nelle vicinanze dell’ospedale. IL TEAM DI RIABILITAZIONE 1980 IL PRIMO DOCUMENTO DELLA WHO (ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ) ICIDH - International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps • menomazione (impairment): perdita o anormalità a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica • disabilità (disability): qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano • handicap: condizione di svantaggio conseguente a una menomazione o a una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali LIVELLI CORPO O SUE PARTI DEFINIZIONI WHO IMPAIRMENT INTERA PERSONA DISABILITY SOCIETÀ HANDICAP 2001 IL NUOVO DOCUMENTO DELLA WHO ICF - International Classification of Functioning, Disability and Health il nuovo documento sostituisce ai termini impairment, disability e handicap che indicano qualcosa che manca per raggiungere il pieno funzionamento, altri termini che indicano ciò che è presente piuttosto che ciò che manca (attività, partecipazione) Health condition (disorder or disease) Body Functions Activity Participation & Structures Environmental Factors Personal Factors ICF • funzioni corporee - le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse le funzioni psicologiche • strutture corporee - parti anatomiche del corpo come organi, arti e loro componenti • attività - esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo • partecipazione - coinvolgimento di un individuo in una situazione di vita • fattori ambientali - caratteristiche del mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti, che possono avere impatto sulle prestazioni di un individuo in un determinato contesto ICF non riguarda solo le persone con disabilità, riguarda tutti, ha dunque uso e valore universale. Rispetto a ciascuna delle centinaia di voci classificate, a ciascun individuo può essere associato uno o più qualificatori che quantificano il suo "funzionamento". team interprofessionale • varia composizione in base al contesto e alla fase della riabilitazione • il team comprende il paziente ed i suoi familiari • il team è unito dalla funzione progettuale e programmatoria • che a sua volta è funzione dell’obiettivo U.O. GCA personale medico 4 medici fisiatri 1 medico internista personale della riabilitazione personale infermieristico 15 infermieri professionali operatori socio sanitari 13 oss 8 fisioterapisti con competenze nei settori neuromotorio, respiratorio, cardiologico servizio di neuropsicologia/logopedia 1 neuropsicologa 2 logopedisti servizio di psicologia 1 psicologo SERVIZI INTERNI: terapia occupazionale e valutazione ausili (SIVA) vasca terapeutica per idrocinesiterapia valutazione strumentale: analisi del cammino posturografia elettromiografia funzionale valutazione isocinetica elettroencefalografia e potenziali evocati SERVIZI OSPEDALIERI : competenza ASL 5 anestesia e rianimazione neurologia pneumologia infettivologia radiologia/ radiodiagnostica laboratorio analisi otorinolaringoiatria psichiatria assistente sociale competenza ASL esterne neurochirurgia chirurgia funzionale PROBLEMI • governare la flessibilità organizzativa • mantenere il rapporto di pari dignità e di collaborazione con il pubblico • declinare il modello della Fondazione nel rispetto delle norme e dei regolamenti dettati dall’ASL • mantenere alta la motivazione del team • gestire la conflittualità e la competizione che deriva dalla valorizzazione delle aree di sovrapposizione professionale VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE DALLA SERVICE-BASED REHABILITATION (EROGARE PRESTAZIONI) ALLA OUTCOME-BASED REHABILITATION (PRENDERE IN CARICO) Progettazione degli interventi PROGETTO e PROGRAMMA RIABILITATIVO Informazioni e comunicazione nel team RIUNIONI DI TEAM, CARTELLA INTEGRATA IL PROGETTO RIABILITATIVO TREATMENT / OUTCOME Level of Outcome Measurement Pathology Level of Intervention (1) Impairmen t (2) Disability (3) Handicap (4) Pathology (A) Impairment (B) Disability (C) Handicap (D) Whyte J., Toward A Methodology For Rehabilitation Research, Am J Phys Med Rehab, 1994 L’ORGANIZZAZIONE DEL TEAM L’ORGANIZZAZIONE GERARCHICA • alta governabilità • bassa sensibilità al contesto L’ORGANIZZAZIONE ETERARCHICA • bassa governabilità • alta sensibilità al contesto L’ORGANIZZAZIONE GERARCHICA ETERARCHICAMENTE ORGANIZZATA compromesso tra governabilità e sensibilità al contesto IL MODELLO DEL CASE MANAGER Affidamento e fiducia Responsabilità Valorizzazione degli “ultimi” anche fra gli operatori Eradicazione della “logica della tutela” nel rapporto con i pazienti Grazie dell’attenzione