- GAS 22 gennaio 2010 - ….IN CAMMINO CON DON BOSCO…. Canto: Padre Maestro e Amico Padre di molte genti padre il nostro grido ascolta è il canto della vita. Quella perenne giovinezza che tu portavi in cuore perché non doni a noi. Padre maestro ed amico noi giovani del mondo guardiamo ancora a te. Apri il nostro cuore a Cristo sostieni il nostro impegno in questa società. Oh, oh, oh... Festa con te la vita è festa, con te la vita è canto è fremito di gioia. Oggi tra noi è ancora vivo l’amore che nutrivi per tutti i figli tuoi. C: Nel nome del Padre, del figlio e dello Spirito Santo T: Amen C: Nel ricordo della beatificazione di Laura Vicuna e nella vicinanza della solennità di San Giovanni Bosco, il Signore, che ci ha riuniti per rinnovare il nostro impegno di apostolato nei confronti dei ragazzi e bambini della nostra parrocchia, sia con tutti noi. T: E con il tuo spirito Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 10, 1-18) “In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. Parola del Signore Guida Queste parole del Vangelo hanno trovato autentica espressione in Don Bosco, che ha vissuto tutta la sua vita come un’offerta continua ai suoi giovani, incarnando appieno la figura del Pastore che ama e conduce le sue pecore. La lettera, scritta dal Santo dei giovani il 10 maggio 1884 durante un periodo di permanenza a Roma, costituisce un vero e proprio testamento spirituale che egli ha lasciato a tutta la Chiesa, e che noi vogliamo accogliere nell’opera di apostolato giovanile a cui siamo chiamati. D.B: Miei carissimi figliuoli in Gesù Cristo. Vicino o lontano io penso sempre a voi. Un solo è il mio desiderio; quello di vedervi felici nel tempo e nell'eternità.—Questo pensiero, questo desiderio mi risolsero a scrivervi questa lettera. In una delle sere scorse, io mi ero ritirato in camera, e mentre ero a riposo mi parve che mi si presentassero innanzi due degli antichi giovani dell'Oratorio. Uno di questi due mi si avvicinò e salutatomi affettuosamente mi disse: G: ‐ O Don Bosco! mi conosce? D.B: ‐ Si che ti conosco: risposi. G:‐ E si ricorda ancora di me? D.B: ‐ Mi ricordo di te e di tutti gli altri. Tu sei Valfrè, ed eri nell'Oratorio prima del 1870. G:‐Vuol vedere i giovani che erano nell'Oratorio ai miei tempi? D.B: ‐ Si, fammeli vedere, mi farà molto piacere. Mi pareva di essere nell'antico Oratorio nell'ora della ricreazione. Era una scena tutta vita, tutta moto, tutta allegria. Chi correva, chi saltava, chi giocava al pallone. In un luogo era radunato un crocchio di giovani che pendeva dalle labbra di un prete, il quale narrava una storiella. In un altro luogo un chierico che giocava in mezzo ad altri giovanetti. Si cantava e si rideva da tutte le parti. Si vedeva che fra i giovani e i Superiori regnava la più grande cordialità e confidenza e io ero incantato a questo spettacolo. In quell'istante si avvicinò a me l'altro mio antico allievo che aveva la barba tutta bianca, era Buzzetti Giuseppe, e mi disse: G: D. Bosco, vuole adesso conoscere e vedere i giovani che attualmente sono nell'Oratorio? D.B: Sì, perché è già un mese che più non li vedo! Vidi l'Oratorio e tutti voi che facevate ricreazione. Ma non udiva più grida di gioia e canti, non vedevo più quel movimento e quella vita come nella prima scena. Negli atti e nel viso di molti giovani si leggeva una noia, una spossatezza, una musoneria, una diffidenza che faceva pena al mio cuore. G: Hai visti i tuoi giovani? Quanto sono differenti da quelli che eravamo noi una volta! D.B: ‐ Purtroppo! quanta svogliatezza in questa ricreazione. G: ‐ E da qui proviene la freddezza in tanti nell'accostarsi ai Santi Sacramenti; la trascuranza delle pratiche di pietà in chiesa e altrove e le ingratitudini verso i Superiori. D.B: ‐ Capisco, Ma come si possono rianimare questi miei cari giovani, affinché riprendano l'antica vivacità e allegria? G:‐ Con l’amore! D.B: ‐ Amore? Ma i miei giovani non sono amati abbastanza? Tu lo sai se io li amo. Tu sai quanto per essi ho sofferto e tollerato per corso di ben quarant'anni, e quanto tollero e soffro ancora adesso, cosa manca dunque? G: ‐ Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati. D.B: ‐ Spiegati meglio! G:‐ Osservi i giovani in ricreazione. D.B: E che cosa c'è di speciale da vedere? G:‐ Sono tanti anni che va educando giovani e non capisce? Guardi meglio! dove sono i nostri Salesiani? D.B: ‐ Osservai e vidi che ben pochi preti e chierici si mescolavano fra i giovani e ancor più pochi prendevano parte ai loro divertimenti. I Superiori non erano più l'anima della ricreazione. La maggior parte di essi passeggiavano fra di loro parlando, senza badare a cosa facessero i ragazzi. G: ‐ Negli antichi tempi dell'Oratorio, lei non stava sempre in mezzo ai giovani e specialmente durante la ricreazione? Bisogna che i Superiori amino ciò che piace ai giovani e i giovani ameranno ciò che piace ai Superiori. Famigliarità coi giovani specialmente in ricreazione. Senza famigliarità non si dimostra l'amore e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuole essere amato bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le nostre infermità. Ecco il maestro della famigliarità. Il maestro visto solo in cattedra è maestro e non più, ma se va in ricreazione coi giovani diventa come fratello. Se uno è visto solo a predicare dal pulpito, si dirà che fa né più né meno del proprio dovere, ma se dice una parola in ricreazione è la parola di uno che ama. Quante conversioni cagionarono alcune sue parole fatte risuonare all'improvviso all'orecchio di un giovane mentre si divertiva… “Se dunque si vuole che l'Oratorio ritorni all'antica felicità, si rimetta in vigore l'antico sistema: che il Superiore sia tutto a tutti, pronto ad ascoltare sempre ogni dubbio dei giovani, tutto occhi per sorvegliare paternamente la loro condotta, tutto cuore per cercare il bene spirituale e temporale di coloro che la Provvidenza gli ha affidati. Allora i cuori non saranno più chiusi. D.B: ‐ Hai null'altro da dirmi? G: Predica a tutti, grandi e piccoli, che si ricordino sempre che sono figli di Maria SS. Ausiliatrice. Che essa stessa li ha qui radunati per condurli via dai pericoli del mondo, perché si amino come fratelli, e perché diano gloria a Dio e a lei con la loro buona condotta. (pausa) G: E don Bosco conclude la sua lettera con queste parole. D.B: Sapete che cosa desidera da voi questo povero vecchio, che per i suoi cari giovani ha consumata tutta la vita? Niente altro fuorché, fatte le debite proporzioni, ritornino i giorni felici dell'antico Oratorio. I giorni dell'amore e della confidenza cristiana tra i giovani ed i superiori; i giorni dello spirito di accondiscendenza e sopportazione per amore di Gesù Cristo degli uni verso degli altri; i giorni dei cuori aperti con tutta semplicità e candore; i giorni della carità e della vera allegrezza per tutti. Ho bisogno che mi consoliate dandomi la speranza e la promessa che voi farete tutto ciò che desidero per il bene delle anime vostre. Vostro aff.mo amico in Gesù Cristo Sac. Giovanni Bosco Canto : Seguendo quel sogno Nei cuori giovani di tutto il mondo, il suo ricordo, un prete semplice, diceva sempre : “ Per voi giovani,io spendo tutto e non voglio niente. C’è un Dio che crede in noi, ci fa sognare cose in grande, a realizzarle io vi aiuterò. Perché la vita conta su di voi. Datele un senso, non è tempo perso. Ché la felicità attende chi la cerca”. Vorrei avere il coraggio di essere come sei Tu, dedicare la vita ai giovani, che ancora stanno cercando momenti di felicità. Ma non è facile restare in piedi, sicuramente so che sbaglierò, lasciare il mondo come hai fatto Tu. Correre il rischio di sentirmi solo, per fare come te. Molto lavoro affronterò, perché per impegnarsi con i giovani è necessaria molta volontà. Sguardo sempre attento, cuore sempre pronto e familiarità per camminare insieme. Vorrei avere il coraggio di essere come sei Tu, dedicare la vita ai giovani, che ancora stanno cercando un futuro di felicità. Seguendo Te col tempo ho aperto il cuore ho visto che lì, c’era un sogno da vivere e credere. Crescendo lentamente ho scelto anch’io il tuo sentiero. E quando avrò paura dei sogni, dei giorni del mondo, Ti chiederò il coraggio di essere come sei Tu, dedicare la vita ai giovani che insieme riscopriranno la voglia di vivere. E ancora oggi il Tuo sogno continua con me. Riflessione del celebrante Guida Durante tutta la sua vita, Don Bosco è sempre stato umile servitore del Papa e della Chiesa, ed è proprio questo secondo aspetto della sua immensa ricchezza spirituale, che stasera vogliamo mettere in risalto. Don Bosco voleva che i suoi salesiani fossero a disposizione delle chiese locali. Ancora oggi nella strenna 2010, il rettor maggiore don Pascual Chávez ci dice che solo facendosi discepoli autentici e apostoli appassionati potremmo portare il vangelo ai giovani e ai ragazzi. Su questa riflessione del Rettor Maggiore ognuno scrive un pensiero, un ringraziamento, un impegno che lo accompagnerà nel suo cammino per diventare un discepolo autentico di Gesù, a fianco ai santi salesiani. Ognuno porta il foglietto sotto la statua di don Bosco. Benedizione delle tessere C. Padre misericordioso, tu che hai mandato il tuo Figlio per riconciliare gli uomini con te e tra loro e doni lo Spirito Santo perché il tuo popolo sia segno e strumento di un amore premuroso e infaticabile, benedici quanti esprimono, attraverso queste tessere, un impegno di vita a servizio della tua Chiesa; fa’ che siano testimoni della novità di vita del Vangelo e collaborino alla costruzione di una comunità cristiana che sia segno vivo del tuo amore e luogo di accoglienza premurosa per ogni persona. Per Cristo nostro Signore. T. Amen C. Con la grazia del Signore e l’intercessione di Maria possiate testimoniare il dono di essere laici cristiani che ardono e risplendono nella vita della Chiesa e della società. Siate presenza viva nella pastorale e nella vita civile in fedeltà alla vostra identità. Curate la vostra formazione cercando ciò che è necessario ed essenziale. Nelle scelte siate fedeli all’esempio del nostro San Giovanni Bosco. E aprite mente e mani a servizio di questa Chiesa amandola di vero cuore. Ora gli educatori faranno la loro promessa, seguiti dagli allievi animatori, animatori junior e animatori. Ognuno in base al cammino percorso farà la sua promessa. PROMESSA EDUCATORI Chiamato ad annunciare la tua Parola, aiutami, Signore, a vivere di Te, aiutami a parlare di te con gli occhi limpidi di chi si vuole stupire ancora. Fa' che nei miei comportamenti risplenda la Tua Luce per illuminare la via della vita a coloro che oggi Tu metterai sul mio cammino. Donami la sapienza e l'umiltà della preghiera per vivere sempre in comunione con Te come il tralcio con la vite, affinché l'apostolato non sia esibizione di me, ma irradiazione del Tuo Amore, che esiste e palpita in me. Ho paura, Signore, della mia povertà. Regalami, perciò, il conforto di veder crescere i ragazzi nella conoscenza e nel servizio di Te. Fammi silenzio per udirli. Fammi ombra per seguirli. Fammi sosta per attenderli. Fammi vento per scuoterli. Fammi soglia per accoglierli. Infondi in me una grande passione per la Verità, e impediscimi di parlare in tuo nome se prima non ti ho consultato. Salvami dalla presunzione di sapere tutto, dall'arroganza di chi non ammette dubbi; Vergine Maria, madre e sorella della mia fede, metto nel tuo cuore il sì della mia missione di educatore. Accompagnami con ferma dolcezza, come soltanto una madre sa fare, per cantare il servizio come vera libertà, per vivere la generosità, per invitare tutti alla vera festa della vita affinché io possa realizzare, con Te, il grande sogno che hai per ciascuno di loro. Amen PROMESSA ALLIEVI ANIMATORI Grazie Signore, per avermi fatto incontrare il gruppo, le suore, i sacerdoti, l’oratorio. Grazie per avermi dato la possibilità di conoscere la famiglia salesiana e di essere un allievo animatore. Oggi, davanti a Te Signore, e con l’aiuto Tuo e di don Bosco PROMETTO di camminare con Te, di essere Tuo amico e amico di tutti con allegria e semplicità, e di impegnarmi nei miei doveri quotidiani per diventare un buon cristiano. Amen Canto : Salve Regina PROMESSA ANIMATORI JUNIOR Grazie Signore, perché mi hai cercato e tenuto con Te avvicinandomi alla famiglia salesiana e ora mi chiami ad essere un animatore junior. Oggi VOGLIO farti la mia promessa e con il Tuo aiuto e quello di don Bosco mi impegno a crescere nell’amicizia con Te, Signore, ad essere umile e sincero con tutti, ad essere un esempio cristiano in mezzo ai miei compagni, ad aver fiducia nei miei genitori e negli educatori. Aiutami ad essere fedele ogni giorno a questa promessa nell’umiltà e semplicità della Tua parola. Amen Salve Regina, Madre di misericordia. Vita, dolcezza, speranza nostra, salve! Salve Regina! (2v) A te ricorriamo, esuli figli di Eva. A te sospiriamo, piangenti in questa valle di lacrime. Avvocata nostra, volgi a noi gli occhi tuoi. Mostraci, dopo quest’esilio, il frutto del tuo seno, Gesù. Salve Regina, Madre di misericordia. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Salve Regina! Salve Regina, salve, salve! PROMESSA ANIMATORI Grazie Signore, che mi hai voluto con Te fin dal battesimo, e che mi hai posto sotto la guida di don Bosco perché diventi un “buon cristiano e un onesto cittadino”. Per questo oggi io SCELGO di impegnarmi a diventare un onesto e umile animatore di seguirti e di incontrarti nelle mie preghiere, di farmi guidare dal tuo Spirito Santo affinché io possa animare nella purezza e gioia autentica, testimone allegro e coraggioso tra i bambini e ragazzi, disponibile e generoso nel servizio, e fedele nel compimento del mio dovere quotidiano. Ho bisogno del Tuo aiuto e dei Tuoi consigli, perché assieme a don Bosco e Maria Ausiliatrice mi sosteniate ogni giorno per vivere secondo il vostro esempio. Aiutatemi ad avere sempre un’energia esplosiva e propositiva in armonia con gli educatori nel servizio verso il prossimo. Amen C. Signore, tu ci scruti e ci conosci, ti fidi noi e ci doni la tua grazia. Tu ci chiami ad essere sempre più partecipi della tua azione misericordiosa, ci inviti ad essere testimoni fedeli e gioiosi annunciatori della Tua Parola nella ferialità della vita quotidiana. Rendici capaci di essere degni testimoni del tuo Vangelo nel nostro cammino associativo ed ecclesiale, per Cristo nostro Signore. T. Amen Il celebrante introduce il Padre Nostro, poi si recitano 10 Ave Maria. Liberamente ognuno può iniziare la preghiera. Si conclude con il canto Salve Regina. Canto : Giovani Orizzonti Ciao, amico, in che piazza vai? Spazi immensi, libero ora sei. Perché le strade oggi siano meno vuote, perché il sorriso tuo resti a noi per sempre. Le tue mani stringono ancora mani, la tua vita è forte dentro noi. Profumo di cielo aveva il pane con te mangiato, e l’infinito in terra ha con te giocato. E tu resta ancora qui Giovanni, resta, vivi con noi per sempre. Resta nei cuori, resta tra la gente. E tu giovani orizzonti va nel mondo libero. (2v). Il tuo passo festa di passi è. La città vuota è senza te. E come dimenticare i giorni della tua festa? E come dimenticarti? Non andare... resta! Il tuo amore, il tuo sorriso, ali giovani ai tuoi occhi. Tu sei vivo per le strade. Tu sei festa nella gente. Tu in cerca di futuro, canta ancora libertà (2v).