NOTIZIARIO DEL CONSOLATO PROVINCIALE DI ROMA DELLA FEDERAZIONE MAESTRI DEL LAVORO D'ITALIA
ENTE MORALE D.P.R. 1625 14-4-1956
VIA BARBERINI 36 - 00187 ROMA - TEL: 06.59.21.552 - e-mail: [email protected] – sito: www.maestrilavoro-roma.it
SPECIALE “FLASH 2” - APRILE 2014
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Fonti consultate:
Agenzia delle Entrate / Equitalia / FiscoOggi
Bollettino Banca d’Italia/Relazione/Consob/
Gazzetta Ufficiale / Ministero Economia e Finanza
Pubblicazioni ISTAT
Quotidiani (La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Giornale)
Quotidiani economici (Il sole 24 ore, Milano Finanza)
Riviste specializzate e siti Web
Edizione on-line
Riservata ai Maestri del Lavoro
Aprile 2014
INDICE
NOTIZIE DALLA REDAZIONE, IL NOSTRO SITO, LE NOSTRE PENSIONI.............................................3
1 – LE PENSIONI NEL 2012: RIFLESSIONI..........................................................................................4
2 – LA NUOVA NORMATIVA.................................................................................................................7
2.1 – LE CITTÀ METROPOLITANE, LE“NUOVE” PROVINCE, LE UNIONI E FUSIONI DEI COMUNI........................................................7
2.1.1 - Le Città Metropolitane:...............................................................................................................7
2.1.2 - Le “nuove” Province:..................................................................................................................8
2.1.3 - La Città metropolitana di Roma Capitale: ....................................................................................9
2.1.4 - Organi e funzionamento delle unioni di Comuni, fusione di Comuni:..............................................9
2.2 - E' ANCORA VALIDO IL BICAMERALISMO PERFETTO O PARITARIO?....................................................................................9
2.3 - CENNI SUL DEF....................................................................................................................................11
3 – IL FISCO, L'ECONOMIA, LA FINANZA: NOTIZIE IN BREVE (O QUASI).......................................11
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
–
–
–
–
–
DOPO I BRICS ARRIVANO I MINT:............................................................................................................11
PRONTA LA SCHEDA PER LA DESTINAZIONE DEL 2 PER MILLE AI PARTITI POLITICI: .............................................................12
LOTTA ALL'EVASIONE RECORD. INCASSATI 13,1 MILIARDI NEL 2013: .........................................................................12
PER L'AGENZIA DELLE ENTRATE CI SONO 8 “ITALIE”: ............................................................................................12
TAGLIATE 4 AMBASCIATE: .........................................................................................................................13
4 – CURIOSITA'..................................................................................................................................13
4.1 – LA DEFLAZIONE.....................................................................................................................................13
3.2 – STOP AL CONTANTE ................................................................................................................................14
4 – RINGRAZIAMENTI E SALUTI........................................................................................................15
Speciale “Flash 2”- APRILE 2014
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NOTIZIE DALLA REDAZIONE, IL NOSTRO SITO, LE NOSTRE PENSIONI
Care maestre, cari maestri, care lettrici e cari lettori, amiche ed
amici abbiamo voluto trovare il tempo per fare un altro flash.
Abbiamo diverse cose da dire cominciando dal nostro nuovo
sito. Come tanti ricorderanno, fino a un anno fa il nostro Consolato (uno
dei più grandi della nostra Federazione) oltre ad un proprio indirizzo di
posta elettronica aveva da tempo un proprio sito. Le recenti vicende della
nostra organizzazione, senza dilungarci più di tanto e senza fare commenti di alcun tipo, da un giorno all'altro ci hanno lasciato senza un punto di riferimento: ”... io non gioco più e mi riprendo il pallone,...”. Questa è la
sintesi della storia. Noi Maestri del Lavoro di Roma non potevamo rimanere senza “il punto di riferimento”: la
nostra Federazione si era dichiarata disponibile ad “ospitarci” sul proprio sito (come fa con tanti Consolati) e
di questo la ringraziamo affettuosamente. Ma avendo le capacità tecniche, la voglia e lo spirito adatto non potevamo non tenerne uno nostro. Ringraziamo soprattutto il Maestro Franco e “subito a ruota” il Maestro Mau ro, oltre al Console che ha dato il “là” al progetto.
Non entriamo nel merito perché non spetta a noi fare una valutazione oppure dire quanto siamo stati bravi: possiamo solo dire che l'impegno c'è stato e... tanto. Visitate il nostro sito e date il Vostro giudizio. E' que sto ciò che ci interessa, oltre ai Vostri suggerimenti, le Vostre critiche (costruttive), il Vostro pensiero.
In Federmaestri News (il magazine nel nostro Consolato) di prossima pubblicazione ci sarà una presentazione del sito da parte degli autori. Aspettiamo le Vostre “visite” (www.maestrilavoro-roma.it) ed i Vostri
commenti.
°°°°°
Lo stesso giorno in cui abbiamo inviato lo Speciale “Flash 1” di Aprile, l'Istituto Nazionale Previdenza
Sociale (INPS) e l'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) hanno pubblicato il report annuale relativo ai “Trattamenti pensionistici e beneficiari- Anno 2012” di cui riportiamo la pagina di presentazione riepilogativa.
“Nel 2012 la spesa complessiva per le prestazioni pensionistiche è stata pari a 271 miliardi circa ed è au mentata dell'1,8% rispetto all'anno precedenza. L'incidenza sul PIL è cresciuta dal 16,83% al 17, 28%.
Le pensioni di vecchiaia e di anzianità assorbono il 71,8% della spesa pensionistica totale, quelle dei superstiti il 14,7%, quelle di invalidità il 4%, le pensioni assistenziali pesano per il 7,9% e le indennitarie per
l'1,7%.
L'importo medio annuo è pari a a 11.482 €, 253 € in più rispetto al 2011 (+2,3%).
I pensionati sono 16,6 milioni, circa 75 mila in meno rispetto al 2011; in media ognuno percepisce 16.314
Euro all'anno tenuto conto che, in alcuni casi, lo stesso pensionato può contare anche su più di una pensione.
Le donne sono il 52,9% e percepiscono assegni medi pari a 13.569 euro (contro i 19.359 degli uomini); oltre la metà delle donne riceve meno di 1.000 € al mese a fronte di circa un terzo degli uomini (il 32,2%).
Il 47,8% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% al Centro ed il 31,7% nel mezzogiorno.
Le persone che hanno iniziato a percepire una pensione nel 2012 (i nuovi pensionati del dopo “Fornero”)
sono stati 626.408, mentre le persone che hanno smesso di essere percettori sono stati 701.101 (e quindi il
numero complessivo dei pensionati è diminuito); il reddito medio dei nuovi pensionati (14.068 €) è inferiore a
quello dei cessati (15.262 €) e a quello dei pensionati sopravviventi.
Il 26,5% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 50% ha un'età compresa tra i 65 e 79 anni, il 23,5% ha più
di 80 anni.
Il 42,6% percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese (vedremo quanti sono sotto i
500 €); il 13% tra i 2.000 e i 3.000 €; il 4,2% tra i 3.000 e i 5.000 € e il restante 1,3% percepisce un importo
superiore ai 5.000 (analizzeremo i dati disaggregati);
Il 67,3% dei pensionati è titolare di una sola pensione, il 24,9% ne percepisce due e il 6,5% tre; il restan te 1,3% è titolare di quattro o più pensioni”.
Questa è la fotografia a fine 2012 che l'INPS e l'ISTAT fanno dei trattamenti pensionistici. Affronteremo alcuni temi nel 1° paragrafo e faremo alcuni nostre riflessioni ripetendo quella che è divenuta la nostra frase di
Speciale “FLASH 2”- APRILE 2014
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rito:
Trattandosi di un flash non vorremmo essere troppo lunghi e quindi è bene passare ..... alla fase operativa
ma solo dopo avere augurato a tutti, come al solito, buona salute e meno problemi e soprattutto festività pa squali serene.
Grazie per l'attenzione.
Gino e Mauro
Roma, 3 Aprile 2014
[email protected]
[email protected]
1 – LE PENSIONI NEL 2012: RIFLESSIONI
Il report INPS-ISTAT sulle pensioni, di ben 16 pagine, continua analizzando tutta una serie dettagliata di dati (rimandiamo alla pubblicazione i lettori interessati). In particolare viene evidenziato che il nostro
sistema pensionistico ha erogato 23,6 milioni di prestazioni a fronte di 16,6 milioni di pensionati in quanto il
32,7% dei pensionati percepisce più di una pensione. Il prospetto 10 (a pagina 10 del report) ci dice che:
n. totale
donne (milioni) uomini
2.205.147 pensionati (1,291
4.870.131
“
(3,267
3.745.022
“
(2,081
2.671.428
“
(1,118
2.197.975
“
(0,797
693.275
“
(0,185
199.231
“
(0,032
11.683
“
(0,002
----------------------16.593.892
8,773
e
e
e
e
e
e
e
e
0,913)
1,603)
1,664)
1,553)
1,400)
0,508)
0,167)
0,011)
-------7,819
%
miliardi annui di €
il 13,3 incasso
29,3
“
22,6
“
16,1
“
13,2
“
4,2
“
1,2
“
0,1
“
--------100,00
compl. 7,6
“
41,9
“
55,9
“
55,1
“
62,9
“
30,4
“
15,1
“
1,8
-------270,7
% fascia importo mese €
2,8 fino a 499,99 (lordo)
15,5 tra 500 e
999,99
20,6 “ 1.000 e 1.499,99
20,4 “ 1.500 e 1.999,99
23,2 “ 2.000 e 2.999,99
11,2 “ 3.000 e 4.999,99
5,6
“ 5.000 e 9.999,99
0,7
“ oltre 10.000
-------100,00
Come abbiamo visto il numero dei trattamenti è di circa 7 milioni, superiore al numero dei pensionati:
i trattamenti (cioè le singole pensioni) più numerosi sono relativi alle pensioni sotto i 500 € (circa 8 milioni) e
tra i 500 ed i 1.000 €, circa 7,9 milioni (per chi vuole approfondire è il prospetto 9 sempre di pagina 10 del
Report). Molti di questi trattamenti sono relativi alle pensioni assistenziali (invalidità civili - tra le quali rientrano anche le indennità di accompagnamento -, pensioni sociali e pensioni di guerra): trattasi in molti casi di
una seconda pensione che rende meno drammatica la situazione di molti pensionati che, come risulta nella
tabella per circa il 42,6%, è sotto i mille euro (per un totale di circa 7 milioni di pensionati). Ed ancora più
drammatica è la situazione di 2,2 milioni di pensionati (molte donne e pensioni assistenziali) che hanno un
importo complessivo mensile sotto i 500 €: sarebbe interessante conoscere l'entità della/e pensioni per nucleo
familiare.
°°°°°°°
Avrebbe ragione anche Carla Cantone, Segretario Generale SPI (pensionati)-CGIL, la simpatica pavese
Speciale “Flash 2”- APRILE 2014
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(che si occupava ancor prima degli edili ed è stata spesso protagonista a Ballarò) che ha chiesto al Governo di
adottare per i pensionati le analoghe misure prese in favore dei lavoratori dipendenti: anche i pensionati sotto
i 1.500 € sono all'incirca 10 milioni, ma dove li trova oggi Renzi altri 10 miliardi di €? E poi c'è il solito problema di “mischiare” l'assistenza con la previdenza: molte di queste pensioni da un punto di vista attuariale/assi curativo nemmeno arriverebbero a certi importi (trattasi di trattamenti di baby pensionati, di pensionati che
hanno versato scarse contribuzioni come gli agricoltori ed i commercianti, trattamenti di invalidità e di accompagno (anche non “veritieri”), pensioni sociali e di guerra, trattamenti di dipendenti pubblici per i quali lo Sta to non ha versato alcuna contribuzione). Un Paese civile non può ovviamente lasciare indietro le classi più de boli e se ne deve fare carico, ma non può delegare la funzione ad un Istituto Previdenziale; deve farsene carico ricorrendo alla fiscalità generale (attraverso detrazioni ovvero provvedimenti ad hoc per gli incapienti), che
può anche prevedere una redistribuzione della ricchezza. Come abbiamo più volte sottolineato, questa, la ric chezza, in primo luogo deve essere aumentata; poi contemporaneamente si devono aumentare le entrate dello Stato con azioni mirate, soprattutto, a combattere l'evasione, la corruzione, la criminalità organizzata, la
concussione (il peggiore dei cancri dei “rappresentanti pubblici”, sia politici che “dipendenti affaristi”) e coloro
che, con azioni criminali, frodano il fisco.
°°°°°°
Le statistiche richiamano l'attenzione su un tema di attualità che spesso viene sollevato anche per motivazioni politiche e demagogiche: le famose pensioni d'oro.
Se si formulasse la domanda: da che importo (lordo o netto?) una pensione è d'oro?
Ognuno di noi risponderebbe che la pensione diventa d'oro quando è pari alla propria pensio ne più “x” (dove “x” è a scelta del pensionato): ognuno di noi vorrebbe, quindi, che la propria
pensione non venisse “toccata” ma che si cominciasse da quella di importo immediatamente
superiore. E' solo da tale importo, secondo la quasi totalità di tutti noi, che dovrebbe esserci
un contributo di solidarietà.
Ma non sono già applicati i contributi di solidarietà? Certo che si. Sulla base della normativa oggi in vigore sono ben tre (ed oggi hanno tutti lo stesso nome). Due che riguardano specificatamente le pensioni, un
terzo che riguarda redditi complessivi (pensioni + reddito). Ci sarebbe anche un limite di cumulo che oggi è
particolarmente limitato nell'applicazione e per cui non rileva ai fini delle nostre riflessioni. Ricordiamo infine
che il precedente contributo (chiamato di perequazione) voluto da governo Berlusconi nel 2011 è stato dichiarato incostituzionale dalla Suprema Corte: anzi alcuni importi sono stati già restituiti, altri lo saranno nel 2015.
Il più “longevo” contributo di solidarietà in essere (dopo la sentenza della Corte) e, quindi, in vigore è
quello che riguarda alcune categorie di pensionati che avrebbero conseguito il vantaggio di aver un Fondo
pensionistico Speciale (per esempio gli elettrici, gli ex Inpdai; il fondo volo, ex fondo trasporti, i telefonici,
ecc.): la legge, la 214/2011, quella del “Salva Italia” del Governo Monti, ha stabilito che qualora la pensione
fosse superiore di 5 volte al minimo INPS deve essere applicato, secondo una procedura che non siamo mai
riusciti a capire anche perché mai spiegata esaurientemente, un contributo di solidarietà che va dal 2012 al
2017. Nel Cud che i pensionati ricevono dall'INPS non c'è la minima traccia di questo contributo: la pensione
lorda è già al netto del contributo (e quindi diventa di fatto deducibile) ed il contributo non c'è: è un mistero.
C'è invece (anche per l'anno in corso) nell'ObisM. Anche per tale contributo previsto nella legge 214/2011
(Salva Italia) è in corso la “procedura” di incostituzionalità. Inoltre, lo stesso pensionato potrebbe, contempo raneamente, rientrare nel contributo di solidarietà previsto nella legge di Stabilità 2014 (il terzo, di seguito
trattato).
Sempre in sequenza temporale, il secondo contributo di solidarietà è quello relativo
ai contribuenti con introiti superiori ai 300 milioni: il contributo, abbastanza contenuto, è
pari al 3% per la parte di introiti (redditi+pensioni) superiore ai 300 milioni di € (i contribuenti che “cadono” sotto tale “tagliola”, sulla base di dati ufficiali sono in numero veramente molto limitato).
Il terzo contributo di solidarietà è quello voluto dal Governo Letta ed approvato nella
Legge di Stabilità 2014. Avrebbe dovuto sostituire il provvedimento dichiarato incostituzionale. Anzi, ha inasprito le modalità (in modo “rozzo”, come ebbe a scrivere Tito Boeri) aumentando le percentuali di contribu zione e rimodulando le fasce da cui applicare le percentuali di “penalità”: ad oggi, benché in vigore, non è
stato ancora applicato. Come “foglia di fico” (almeno per tentare di evitare la probabile dichiarazione di inco stituzionalità) è previsto che le somme ricavate siano destinate alla copertura dei fabbisogni relativi agli eso dati: questi, secondo l'ultima rilevazione di Marzo 2014 continuano ad essere, sia nella liquidazione delle pensioni che nelle accettazioni delle pratiche, in numero nettamente inferiore ai famosi 300.000 (nonostante che i
Speciale “FLASH 2”- APRILE 2014
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provvedimenti di salvaguardia siano arrivati a 5) di cui, ancora una volta a sproposito, si era montato un gros so “can can” per quanto concerne il numero effettivo.
Il dibattito sulle pensioni d'oro è spesso accompagnato, come detto, da dichiarazioni demagogiche (vero onorevole Meloni?) ed oggi c'è un altro Signore (l'on.
Enrico Zanetti, di Scelta Civica, sottosegretario al MEF) che ha trovato un metodo
che forse avrebbe un minimo di base tecnica, e cioè il ricalcolo delle pensioni con il
sistema contributo e penalizzazioni per quelle pensioni ove la differenza tra le “due
pensioni” superasse certi importi (si è parlato di 10.000 €): ma come farà l'onorevole con tutti coloro che non hanno mai versato un centesimo di contributo come i
gran commis di Stato (dipendenti di Palazzo Chigi, della Presidenza della Repubblica, del Senato, D.G. dei vari
Ministeri), con i Sigg. Parlamentari che dopo una legislatura hanno diritto alla pensione anche se oggi (finalmente) decorre dai 65 anni, con i magistrati contabili della Corte dei Conti, con i Consiglieri di Stato (tutte fi gure che ricoprono spesso la posizione di Capo di gabinetto dei vari Ministeri, di Consulenti legislativi e via di
seguito), con i Magistrati, con i giudici Costituzionali, con gli alti gradi militari (abbiamo 5 o 6 armi) che prima
di andare in pensione (o per andare in pensione) diventano “non difficilmente” generali.
Ma questo, aggiungiamo noi, dovrebbe valere per tutti i 16,6 milioni di pensionati: avremmo così un
INPS “più pulito” dove si ottiene la pensione in base ai contributi (sarebbero da seguire ovviamente tutte le
regole finanziarie ed attuariali e quindi anche la capitalizzazione dei contributi versati). Per chi non dovesse
avere i contributi, ovvero la pensione “contributiva” risultasse di importo modesto, dovrebbe essere la fiscalità
generale (Stato) a provvedervi e non l'INPS.
Tornando alla proposta dell'onorevole Meloni: ma cosa aveva fatto quando l'onorevole era stata Ministro, anche se della Gioventù e non di un Ministero economico?
“Libero”, di Maurizio Belpietro (quando necessario leggiamo anche questo, anche se il quotidiano non viene ai
primi posti nelle nostre letture) ieri 3 aprile ha riportato “un conteggio” fatto dal giornalista Francesco De Dominicis: “Taglio delle pensioni d'oro? Vale un paio di caffè ….. Il bluff svelato dall'Istat : tagliare le pensioni
d'oro è inutile”. Secondo l'articolo anche ipotizzando il taglio del 50% (“palesemente illegittimo”) di tutte le
pensioni d'oro superiori ai 10.000 € (lordi, aggiungiamo noi) ne esce (cfr. tabella) un “bottino di 661,5 milioni”
che ripartito tra i 15,8 milioni di pensionati “mini” (cioè sotto i 3.000) garantirebbero circa 3 € a pensionato.
…. La sforbiciata al secondo gruppo (5-10 €) invece assicurerebbe un gettito di 2,4 miliardi ed un incremento
di altri 12 €” .
Ma a prescindere dall'esattezza dei calcoli (anche perché non viene precisato se si tratta di importi
netti o di importi lordi), che a noi vengono leggermente differenti, quello che evidenzia l'articolo è che sulla
base dell'attuale struttura delle pensioni togliere a qualcuno per dare a “tanti altri” (anche con le ipotesi estre me fatte del 50% di taglio delle pensioni d'oro) questi “tanti altri” riceverebbero in termini annui molto poco.
Occorre infine sottolineare che la mozione fatta dall'onorevole Meloni era già stata considerata da altri
onorevoli “priva di ogni fondamento” e che peccava, secondo noi, di approssimazioni per carenze di vere analisi finanziarie-attuariali e che nel togliere ai “pochi” (che pagavano sulle somme “tagliate” già un'aliquota fi scale del 50% che rientrava allo Stato) dando ai “tanti altri” (che erano esenti o con aliquote fiscali basse)
avrebbe potuto causare un ulteriore fabbisogno per lo Stato.
Pensiamo che possa bastare.
P.S. Quando pensiamo all'onorevole Meloni ed all'onorevole Crosetto (fondatori di F.d.I. e spesso “insieme”
per motivazioni politiche sullo stesso “palco”) ci viene sempre in mente, ma esclusivamente per la loro struttura fisica, la bella, controversa, censurata canzone “Il Gigante e la bambina”, scritta e cantata da Rosalino
Cellamare, alias Ron.
Roma, 4 Aprile 2014
Speciale “Flash 2”- APRILE 2014
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2 – LA NUOVA NORMATIVA
Cominceremo con l'unico provvedimento definitivo (è una legge, la n. 56/2014
approvata da entrambi i rami del Parlamento) e cioè il cosiddetto d.d.l. Delrio sulle
Province e sulle Città Metropolitane che è stato pubblicato in G.U. n. 81 del 7 aprile
2014.
Vedremo poi a che punto è il Decreto “Enti Locali” (D.L. n. 16 del 6 marzo 2014
pubblicato in G.U. in pari data e che contiene anche le norme cosiddette del “Salva
Roma”: è la terza volta). La settimana scorsa il decreto ha fatto qualche passo in
avanti in Commissione (soprattutto per quanto concerne le date relative alle scadenze
Tasi ed alle altre misure sulla fiscalità locale tra cui la proroga fino al 31 maggio della
“rottamazione o sanatoria”) e questa settimana dovrebbe passare in Aula e, secondo
il calendario, potrebbe essere approvato dalla Camera dei deputati (N.B. Il provvedimento è stato approvato
con un “faticoso” voto di fiducia il 10 aprile) per passare all'altro ramo del Parlamento: se ci saranno commenti da fare verranno fatti, altrimenti rimandiamo a quando il provvedimento sarà approvato in via definitiva. Co munque il ritardo accumulato (è già passato oltre un mese e c'è la pausa pasquale ed i ponti di fine mese) fa
tornare d'attualità la problematica sul bicameralismo perfetto o paritario. Avevamo promesso che ce ne saremmo occupati: sarà fatto, senza però entrare più di tanto nel dibattito della riforma del Senato (anche se
diremo brevemente il nostro pensiero), perché sarebbero al momento solo.... parole. Poi vedremo che altro
succederà.
Roma, 7 Aprile 2014
2.1 – LE CITTÀ METROPOLITANE, LE“NUOVE” PROVINCE, LE UNIONI
E FUSIONI DEI
COMUNI
La Camera dei Deputati ha approvato in data 2 aprile u.s. il cosiddetto disegno di legge Delrio (attuale sottosegretario alla Presidenza del CdM)
in allora, nell'agosto del 2013 quando il d.d.l. venne presentato, Ministro per
gli Affari Regionali del Governo Letta. Il provvedimento aveva superato
l'approvazione della Camera nel dicembre 2013 ed il Governo (Renzi) aveva
chiesto ed ottenuta la fiducia del Senato il 26 marzo 2014 tornando quindi
definitivamente alla Camera per l'approvazione finale. Con la nuova legge,
recante “ Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e
fusioni di comuni” vengono ridisegnati i confini e le competenze delle amministrazioni locali, in attesa della riforma del Titolo V della nostra Carta Costituzionale, l'ultimo passo prima dell'abolizione delle province che, intanto, diventano enti territoriali di “secondo livello” (vedremo cosa significa). Dal
2015, poi, avremo anche le città metropolitane che subentreranno alle province omonime (“sindaco metropolitano” sarà il sindaco del Comune Capoluogo), e l'unione e la fusione dei Comuni.
Ma andiamo per ordine.
2.1.1 - LE CITTÀ METROPOLITANE:
sono nove le città metropolitane. Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli,
Bari, Reggio Calabria, cui si aggiunge Roma Capitale alla quale, considerato il suo status di Capitale, è
dedicato un capitolo a parte del provvedimento legislativo; il territorio della città metropolitana coincide con
quello della provincia omonima. A queste nove occorre aggiungere Trieste, Palermo, Catania, Messina,
Cagliari, istituite in conformità alla autonomia speciale delle regioni Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna.
E' previsto un procedimento ordinario per il passaggio di singoli comuni da una Provincia limitrofa alla città
metropolitana.
Gli Organi:
a) il Sindaco metropolitano,
b) il Consiglio metropolitano,
c) la Conferenza metropolitana.
Speciale “FLASH 2”- APRILE 2014
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Il Sindaco metropolitano: (quello del capoluogo) presiede sia il Consiglio che la Conferenza. Non è
prevista l'istituzione di una Giunta metropolitana. Sono previste invece deleghe che il Sindaco metropolitano
può assegnare ai consiglieri metropolitani. Tutti gli incarichi sono gratuiti.
Il Consiglio metropolitano: è organo elettivo di secondo “grado” e dura in carica 5 anni. Sono elettori e
possono essere eletti i Consiglieri comunali dei comuni della Città metropolitana. Il numero dei Consiglieri me tropolitani è in funzione della popolazione della Città metropolitana (da 14 a 24 consiglieri). E' anche prevista
la possibilità di elezioni a suffragio universale (previa approvazione di una legge statale). Il Consiglio metropolitano è l'organo di indirizzo e di controllo; approva regolamenti, piani, programmi. Ha il potere di proposta
dello Statuto e per l'approvazione del Bilancio.
La Conferenza metropolitana: è composta dal sindaco metropolitano e dai sindaci dei comuni della città metropolitana; ha il potere di approvare lo Statuto e le modifiche. Ha funzione consultiva sul bilancio.
Le funzioni:
sono quelle fondamentali delle province e quelle attribuite alla città metropolitana nell'ambito del processo di
riordino delle funzioni delle province stesse. Oltre alle altre seguenti funzioni fondamentali proprie:
a) piano strategico del territorio metropolitano;
b) pianificazione territoriale generale;
c) le strutture di comunicazioni, le reti di servizi e delle infrastrutture appartenenti alla competenza della città
metropolitana;
d) mobilità e viabilità;
e) promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale;
f) sistemi di informatizzazione e digitalizzazione in ambito metropolitano.
Istituzione delle città metropolitane:
le città metropolitane (esclusa Reggio Calabria che, a seguito dello scioglimento del Consiglio Comunale, se guirà una tempistica diversa) dovranno seguire un procedimento articolato e programmato che dovrà portare
alla predisposizione ed alla approvazione dello Statuto delle città metropolitane, alle elezioni sia del Consiglio
che della Conferenza: è prevista la “partenza” dal 1° gennaio 2015.
2.1.2 - LE “NUOVE” PROVINCE:
in attesa che la riforma costituzionale elimini dal Titolo V della nostra “Carta” ogni
riferimento alle province, la legge n. 56/2014 ne ha cambiato la configurazione, le funzioni,
gli organi. La disciplina appena approvata, espressamente qualificata come transitoria, definisce le Province come “enti di area vasta”, facendole diventare enti di “secondo livello”, ossia
senza elezione a suffragio universale, con i seguenti organi: il Presidente della provincia, il
Consiglio provinciale e l'Assemblea dei Sindaci . Tutti gli incarichi sono a titolo gratuito.
L'Assemblea dei sindaci è composta dai Sindaci della provincia; il Consiglio provinciale è formato da 10 a 16 membri, in funzione della popolazione, scelti tra gli amministratori municipali
(oppure tra i membri uscenti delle province in scadenza quest'anno) ed eletti dagli stessi (amministratori e sindaci): quindi è un organo elettivo di secondo livello.
°°°°°°
Il Presidente della provincia ha la rappresentanza, convoca e presiede il Consiglio provinciale e l'Assemblea
dei sindaci. Resta in carica 4 anni, ma decade automaticamente in caso di cessazione dalla carica di Sindaco.
E' eletto dai Sindaci e dai consiglieri dei comuni della provincia: sono eleggibili i Sindaci della provincia il cui
mandato scada non prima di 18 mesi dalla data delle elezioni. La candidatura deve essere sottoscritta da almeno il 15% degli aventi diritto al voto. Ogni elettore ha a disposizione un solo voto che però è “ponderato”.
Il Consiglio provinciale svolge funzioni di indirizzo e controllo, approva regolamenti, piani, programmi. Ha poteri di proposta per lo Statuto e poteri decisori finali per l'approvazione del bilancio. Dura in carica due anni: il
consigliere decade in caso di cessazione dalla carica comunale (sindaco, consigliere). La legge approvata prevede un apposito sistema di regolamentazione sia per le candidature che per l'elezione dei consiglieri.
Speciale “Flash 2”- APRILE 2014
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L'Assemblea dei Sindaci, composta da tutti i sindaci dei comuni della provincia è competente per l'adozione
dello Statuto e ha potere consultivo per l'approvazione dei bilanci.
Le nuove funzioni: sono molto leggere. Molte competenze passeranno ai Comuni ed alle Regioni.
Le funzioni fondamentali delle nuove province sono:
a) pianificazione territoriale e tutele per la valorizzazione dell'ambiente;
b) pianificazione dei trasporti provinciali;
c) programmazione provinciale per la rete scolastica;
d) gestione dell'edilizia scolastica, ecc..
Quando partono? Dal 1° gennaio 2015. E' previsto un calendario di adempimenti la cui prima fase deve concludersi entro il prossimo 30 settembre. Il nuovo Statuto dovrà essere approvato entro il prossimo 31 dicembre.
2.1.3 - LA CITTÀ METROPOLITANA DI ROMA CAPITALE:
oltre alle incombenze stabilite dalla legge n. 56/2014, Roma dovrà operare anche
sulla base di “poteri” attribuiti dal Dlgs 156/2010. Il suo statuto dovrà dunque disciplinare i
rapporti tra la città metropolitana, il Comune di Roma e gli altri Comuni, garantendo la mi gliore funzionalità ai compiti che Roma, in quanto Capitale, è chiamata a svolgere.
2.1.4 - ORGANI E FUNZIONAMENTO DELLE UNIONI DI COMUNI, FUSIONE DI COMUNI:
è stata semplificata la disciplina di unione tra Comuni con l'abolizione dell'unione dei Comuni per
l'esercizio facoltativo di tutte le funzioni e servizi. Restano invece ferme le altre due tipologie di unione:
a) esercizio facoltativo di specifiche funzioni;
b) esercizio obbligatorio delle funzioni fondamentali.
Per le funzioni obbligatorie viene confermato il limite di popolazione di almeno 10.000 abitanti, ma viene abbassato per i soli comuni montani a 3.000. E' prevista la gratuità delle cariche negli organi delle unioni di co muni. Specifiche disposizioni in materia di ineleggibilità, incandidabilità, incompatibilità.
Deroga nei Comuni sino a 3.000 abitanti al limite dei due mandati alla carica sindaco (portati a tre). Ampliato
il numero dei consiglieri e degli assessori a disposizione dei Comuni. Tutti incarichi per i quali non verrà co munque corrisposto alcun compenso.
Ci fermiamo qui.
Roma, 08 Aprile 2014
°°°°°°
2.2 - E' ANCORA
VALIDO IL BICAMERALISMO PERFETTO O PARITARIO?
Il Titolo I - Sezione I ( Le Camere) della Parte Seconda della nostra Costituzione all'art. 55 reca: “ Il
Parlamento si compone della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica...” . La Sezione II (La formazione delle leggi) all'art. 70 recita: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”.
Si può dire che per bicameralismo perfetto (o paritario) si intende il sistema legislativo che assegna gli
stessi poteri ad entrambi i rami del Parlamento: nessuna Camera vanta una competenza diversa rispetto
all'altra. Le due Camere sono paritarie. Il principale obiettivo è quello di assicurare il pluralismo e l'equilibrio
dei poteri.
Con il bicameralismo paritario la funzione legislativa, quindi, risulta essere molto meno veloce rispetto
al monocameralismo ovvero rispetto ad un bicameralismo imperfetto (come quello che dovrebbe in un futuro,
più o meno prossimo, svolgere la funzione legislativa nel nostro Paese).
Speciale “FLASH 2”- APRILE 2014
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Si pensi alle diverse letture che debbono fare i provvedimenti legislativi (soprattutto progetti o disegni
di legge, entrambi come noto non soggetti, normalmente, a scadenza). Le cronache parlamentari parlano addirittura di provvedimenti che per essere approvati hanno superato complessivamente (tra Camera dei Deputati e Senato) le dieci letture. Da qui la brutta abitudine invalsa negli ultimi anni che ha portato l'Esecutivo a
“sostituirsi” spesso e volentieri al potere Legislativo attraverso l'adozione di decreti legge che come noto en trano immediatamente in vigore anche se devono essere convertiti in legge dai due rami del Parlamento entro
60 giorni: abbiamo assistito al ripetersi di continui voti di fiducia perché il dibattito in una delle due camere
aveva “speso” molti dei 60 giorni e quindi l'altra camera ha dovuto, per assenza di tempo, accettare senza di scutere il provvedimento, pena la decadenza o una riproposizione “camuffata” dello stesso: il tutto in barba al
bicameralismo perfetto.
Il rapporto fra le due Camere varia da Paese a Paese.
Secondo un articolo del Prof. Roberto D'Alimonti, politologo ed esperto di sistemi elettorali,
riportato su“Il Sole-24Ore” del 3 aprile ultimo scorso “su 14 Paesi dell'Europa occidentale, in 6 (Finlandia, Danimarca, Svezia, Grecia, Lussemburgo, Malta) la seconda camera non
esiste, il Parlamento è, cioè, monocamerale. Negli altri 8, solo in Spagna la seconda camera è in parte elettiva ... . L'Italia, secondo la proposta Renzi, non sarà come la Svezia ma
piuttosto come la Germania, dove i membri del Bundesrat sono nominati dai governi dei
lander” (in proporzione alla popolazione). “Solo il Bundestag dà la fiducia al Governo. Il
Bundesrat ha però il potere di veto (assoluto o sospensivo) sulle materie legislative che toccano le prerogative dei lander soprattutto in materia finanziaria …; per l'approvazione delle riforme costituzionali serve la maggioranza dei due terzi dei suoi membri … . Negli altri tre grandi Paesi dell'Europa occidentale l'elezione diretta
esiste solo in Spagna. Ma nemmeno in questo Paese si può parlare di una camera alta con poteri
rilevanti .... . E lo stesso vale anche per Gran Bretagna e Francia. Così come per Paesi Bassi, Belgio, Irlanda,
Austria. Per trovarne un'altra con poteri simili al nostro attuale Senato bisogna andare negli Usa e in Giappone. Il modello europeo è quello del monocameralismo o del bicameralismo asimmetrico”.
Sicuramente qualcosa deve essere fatta, pena il rallentamento della attività legislativa soprattutto in
una fase che richiede l'approvazione di numerose riforme rimandate negli anni. Ma una classe politica pleonastica e, nella migliore delle ipotesi, inadeguata (per non dire altro, anche se ovviamente non bisogna fare di
tutta l'erba un fascio perché non mancano negli schieramenti persone “oneste e di buona volontà”) trova terreno fertile in una situazione paludosa.
Ormai tutti, o quasi tutti, sono d'accordo sulla necessità di cambiare il bicameralismo (e sono anche
d'accordo, “a parole”, ma con molti distinguo, sulla riduzione del numero complessivo dei parlamentari: attualmente sono circa 950, no-ve-cen-to-cin-quan-ta! (quasi quanto un piccolo paese). Alla fine si sono anche
“convertiti” sia Stefano Rodotà che Gustavo Zagrebelsky dichiarandosi a favore, in una nota di Giustizia e Libertà del 7 aprile, di una revisione dell'attuale sistema in cui le due Camere hanno medesimi poteri. In una si tuazione molto “fluida” e che cambia in continuazione sembrerebbe che gli unici che potrebbero avere delle
riserve sono i parlamentari del movimento pentastellato. Staremo a vedere.
La discussione verte ormai su come dovrà essere il Senato. Paradossalmente è “un
duello interno al PD”: da una parte la proposta del Governo, firmata dal Presidente della
Repubblica, che andrà presto in aula e che, anche se dichiaratamente aperta ad implementazione, prevede, almeno al momento, 4 punti fermi:
1) Senatori non eletti;
2) stop alle indennità;
3) no al voto di fiducia al Governo da parte del “nuovo” Senato;
4) no al voto sul Bilancio sempre da parte del Senato.
Dall'altra, la proposta di Vannino Chiti, già presidente della regione Toscana e già ministro, di Massimo Muc chetti (già apprezzato editorialista del Corriere della Sera) e dell' ex magistrato Felice Casson, che hanno presentato un d.d.l. (firmato da altri 19 senatori P.D. e sostenuto, anche a titolo personale o di forza politica da
altri parlamentari) che prevede senatori eletti a suffragio universale, una riduzione nel numero dei parlamentari sia alla Camera di Deputati che al Senato, pur in regime di monocameralismo o bicameralismo asimmetri co. A questo punto conviene fermarsi ed aspettare quando comincerà ad esserci qualcosa di concreto (nella
speranza che ci sia): tempo ce ne è tanto, anche perché essendo una modifica costituzionale richiede tempi e
passaggi parlamentari da rispettare.
Buttata lì: non potrebbero combinarsi le due “posizioni”, cioè elezioni per il Senato in occasione delle
elezioni comunali e regionali, con candidati sia locali che nazionali? Più che monocameralismo non sarebbe
Speciale “Flash 2”- APRILE 2014
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preferibile un bicameralismo imperfetto o asimmetrico con composizione, competenze, materie, poteri e tempi
specifici per il Senato? È solo .... una idea. E poi, come si “sposano” (o si armonizzano) le due nuove riforme
e cioè quella sulla legge elettorale (già approvata da un ramo del parlamento) e quella sul Senato? Anche qui
non mancano i distinguo e le opposizioni.
2.3 - CENNI SUL DEF
Il documento di economia e finanza è stato approvato da C.d.M.
dell'8 aprile scorso. Non è tanto importante l'iter, quanto invece i provvedimenti attuativi che verranno adottati. In questa sede riportiamo solo i
temi che il Governo ha dichiarato di voler approvare che noi affronteremo
quando verranno emanati e/o approvati:
Taglio del cuneo fiscale: che per l'anno in corso prevede una riduzione
dell'Irpef per i lavoratori dipendenti di 6,7 miliardi (a regime saranno
dieci): la copertura degli ormai noti “80 € al mese” dovrà esser assicurata
dalla Spending Review (per 4,5 miliardi, con tagli alla sanità soprattutto
nelle regioni in cui le spese siano superiori ai costi standard, i trasferimenti
alle imprese e alle retribuzioni dei dirigenti pubblici), e dal gettito IVA (a
seguito di pagamenti pregressi della P.A.) e dall'aumento al 26%
dell'imposta sulle plusvalenze delle quote Bankitalia realizzate dalle banche; anche gli incapienti, prima esclusi, dovrebbero rientrare nel provvedimento.
Deficit: nel 2014 si prevede un deficit/PIl pari al 2,6%. Il prodotto interno lordo è previsto in crescita dello
0,8%, per migliorare negli anni seguenti sino ad arrivare all'1,9% nel 2018 (quando dovrebbe finire l'attuale
legislatura). Permane l'avanzo primario che toccherà il 5% nel 2018.
Rendite finanziarie: aumenteranno le aliquote fiscali al 26% (ex 20) da luglio. Gli importi serviranno a tagliare l'IRAP del 5-10%. La tassazione sui titoli pubblici (e similari) resterà al 12,50%.
Riparte la “voluntary disclosure”: lo sconto dovrebbe riguardare solo le sanzioni e non dovrebbe esserci
l'abbattimento dell'imposta. Ci sarà un “ammorbidimento” per le sanzioni penali.
Privatizzazioni: gli introiti (previsti 12 miliardi) sono destinati alla riduzione del debito. Oltre alle Poste ed
all'Enav, potrebbero essere cedute quote Eni, Fincanieri, Grandi Stazioni, Sace, Stm, ecc..
Disoccupazione: nell'anno rimane su livelli elevati (12,8%) per poi calare progressivamente sino all'11% nel
2017.
Piano nazionale per le riforme: il Pnr che accompagna il DEF è il documento programmatico e strategico
del Governo per i prossimi tre anni. Le strategie di politica economica che dovranno passare al vaglio della Ue
prevedono tra l'alto il Job Act (mercato del lavoro), la riforma del sistema fiscale da rendere esecutiva con la
Delega Fiscale già approvata, la riforma della Giustizia, la riforma Costituzionale, le semplificazioni.
Ci fermiamo qui
Roma, 9 Aprile 2014
3 – IL FISCO, L'ECONOMIA, LA FINANZA: NOTIZIE IN BREVE (O QUASI)
3.1 – DOPO I BRICS ARRIVANO I MINT:
Abbiamo a suo tempo parlato dei BRIC (l'acronimo che sta per Brasile, Russia, India, Cina), dei BRICS (+ Sud Africa), di BRIICS (+ Indonesia). I termini erano stati coniati da Jim O' Neil, economista britannico ex analista di Goldman Sachs per indicare
economie di Paesi “emergenti”, caratterizzati da tassi di crescita elevati, territori ampi
e popolazioni in aumento. Sempre secondo O' Neil il 2014 potrebbe essere l'anno di
nuovi emergenti: i MINT (Messico, Indonesia, Nigeria Turchia). Le previsioni dell'economista dicono che nel 2050 per ammontare di PIL, l'Indonesia sarà la settima potenza mondiale, il Messico
l'ottava, (entrambe, subito dopo la Russia e prima della Gran Bretagna e della Francia); quindi la Nigeria e la
Speciale “FLASH 2”- APRILE 2014
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Turchia, nei primi sedici Paesi.
3.2 – PRONTA
LA SCHEDA PER LA DESTINAZIONE DEL
2 PER
MILLE AI PARTITI POLITICI:
Con comunicato stampa del 4 aprile u.s. l'Agenzia delle Entrate ha informato i contribuenti che è stata predisposta la scheda per destinare il
due per mille in favore dei partiti politici. Possono effettuare la scelta sia i
contribuenti che presentano il modello 730 o Unico P.F., sia i contribuenti
che, pur essendo titolari di redditi, sono esonerati dall'obbligo. La scheda e
le relative istruzioni è disponibile sul sito dell'Agenzia o del Governo. La
scheda può essere presentata sia via web, sia consegnata al sostituto
d'imposta che presta assistenza fiscale o all'intermediario (CAF o professionista) che trasmette la dichiarazione dei redditi (la procedura per questi ultimi è abbastanza rigida e vincolante). In alternativa, la busta con la scheda del 2 per mille può essere consegnata ad un qualunque ufficio postale.
La scheda che deve essere presentata, in una delle modalità previste, secondo le ordinarie scadenze per le dichiarazioni fiscali, è composta da due
sezioni: nella prima vanno indicati i dati del contribuente, nella seconda
sono contenuti i riquadri con l'indicazione dei partiti.
Dopo l'8 per mille da destinare alle diverse confessioni religiose oltre che allo Stato, dopo il 5 per mille
per la ricerca scientifica e il terzo settore (oltre ad una serie di iniziative ... quanto meno discutibili) arriva il 2
per mille per i partiti politici. Siamo arrivati al 15 per mille cioè l'1,5% (anche se sono previsti dei “cap”, degli
importi massimi). E' vero che per il contribuente non c'è costo ma è altrettanto vero che ciò rappresenta
meno entrate per lo Stato e quindi per tutta la comunità: l'augurio è che tanti quattrini siano utilizzati nei giu sti modi. Chissà?
3.3 – LOTTA
ALL'EVASIONE RECORD. INCASSATI
13,1
MILIARDI NEL
2013:
Nel 2013 l'incasso record ha superato del 5% quanto recuperato nel 2012. L'Agenzia tiene a paragonare l'incasso del 2013 con quello del 2001 (3,8 miliardi), quando l'attuale direttore Attilio Befera assunse la
carica di Direttore Centrale per diventare poi Direttore Generale nel 2008. (Ultimora: circolano voci di una
prossima uscita di Befera, oggi sessantottenne, dall'Agenzia e da Equitalia, le quali potrebbero anche essere
fuse).
Il risultato del 2013 è da considerarsi ancora più significativo poiché il periodo è stato caratterizzato da diffi coltà di carattere economico. Nell'anno in questione ricordiamo i diversi “blitz mirati” che la Guardia di Finanza
ha fatto nelle diverse località “in” del nostro Paese. Fortunatamente i blitz delle Fiamme Gialle si estendono ai
diversi corruttori ed anche a funzionari corrotti di Equitalia (cioè ”l'esattore” operativo dell'Agenzia dell'Entra te, le cui quote/azioni sono detenute, come noto, dall'Agenzia stessa e dall'INPS).
3.4 – PER L'AGENZIA
DELLE ENTRATE CI SONO
8 “ITALIE”:
Nel corso della recente audizione che il D.G. dell'Agenzia Befera ha avuto al
Senato, alla commissione Finanze, è emerso che il Tax Gap, cioè la differenza tra
il gettito effettivo ed il gettito potenziale, è di 90 miliardi di €. Una relazione di 46
pagine, disponibile sul sito dell'Agenzia. Tanti i dati sia sull'Irpef, sull'Ires, Iva e
Irap. E' stata fatta una mappatura dell'Italia, e sono state individuate 8 aree, a seconda del rischio della pericolosità fiscale, della pericolosità sociale, del tenore di
vita: ne parleremo tra poco ma anticipiamo che le aree più critiche si trovano in
Campania, Calabria, e Puglia.
Il Tax Gap analizzato dall'Agenzia non comprende i contributi e le altre tasse locali che, secondo Massimo Giannini, vice direttore di Repubblica e direttore del supplemento del lunedì “Affari & Finanza”, arrivano a
“cubare” un'evasione annua complessiva non molto lontano dalla cifra-monstre dei 200 miliardi “più volte riportata anche da B.I.” . In un articolo sul supplemento di lunedì 7 aprile, Giannini evidenzia che anche se, in
passato, l'evasione “Nessuno riusciva a sconfiggerla almeno se ne parlava, se ne discuteva. Oggi di evasione
non si parla più. …. L'unico che abbaia alla luna e ne parla nell'indifferenza generale è proprio ed il solo Befera. Anche se non se ne parla più l'evasione non solo c'è ancora, ma continua a crescere. I segnali che arriva -
Speciale “Flash 2”- APRILE 2014
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no dalla Guardia di Finanza sul territorio e che vanno oltre le statistiche ufficiali segnalano una ripresa della
piccola e grande infedeltà fiscale ....”
Tornando alle 8 zone, lo studio dell'Agenzia utilizza nomi di film per ogni gruppo, accomunando le pro vince per indicatori di fisco, criminalità ed economia. Ma andiamo nei dettagli.
Rischio Totale: 11,2 milioni di residenti- pericolosità fiscale massima (5), pericolosità sociale massima (5),
tenore di vita minimo (1). Riguarda le seguenti province: Agrigento, Brindisi, Caltanissetta, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Foggia, Frosinone, Lecce, Napoli, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Trapani, Vibo Valentia, Barletta-Andria-Trani.
Metropolis: 7,1 mln di residenti- pericolosità fiscale (4), pericolosità sociale (4), tenore di vita massima (5).
Riguarda le due grandi città Roma e Milano
Niente da dichiarare: 2,3 mln di residenti- pericolosità fiscale (4), pericolosità sociale (2), tenore di vita minimo (1). Avellino, Benevento, Campobasso, Enna, Isernia, Matera, Nuoro, Oristano, Potenza, Rieti, Ogliastra.
Rischiose abitudini: 4 mln di residenti- pericolosità fiscale (3), pericolosità sociale (4), tenore di vita (3).
Grosseto, Imperia, La Spezia, Latina, Livorno, Lucca, Massa-Carrara, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Rimini, Savona.
Non siamo angeli: 6,5 mln di residenti- pericolosità fiscale (3), pericolosità sociale 3, tenore di vita (2). Bari,
Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Sassari, Siracusa, Taranto, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Olbia-Tempio.
Gli equilibristi: 5,3 mln di residenti- pericolosità fiscale (3), pericolosità sociale (2), tenore di vita (3). Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Chieti, Ferrara, L'Aquila, Macerata, Novara, Perugia, Pesaro e Urbino, Teramo, Terni,
Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Viterbo, Fermo.
Industriale: 14,3 mln di residenti- pericolosità fiscale minima (1), pericolosità sociale (3), tenore di vita (4).
Ancona, Bergamo, Bologna, Brescia, Firenze, Genova, Padova, Torino, Treviso, Trieste, Varese, Vicenza Monza
e Brianza.
Stanno tutti bene: 9 mln di residenti- pericolosità fiscale minima (1), pericolosità sociale minima (1), tenore
di vita (4). Aosta, Belluno, Biella, Bolzano, Como, Cremona, Cuneo, Forlì, Cesena, Gorizia, Lecco, Lodi, Mantova, Modena, Parma, Pavia, Piacenza, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, Siena, Sondrio, Trento, Udi ne.
3.5 – TAGLIATE 4 AMBASCIATE:
Due saranno tagliate e due non verranno aperte: Honduras, Santo Domingo, Mauritania e
Islanda. Inoltre ci sarà la chiusura della rappresentanza dell'Unesco a Parigi le cui funzioni saran no attribuite alla rappresentanza presso l'OCSE.
Roma, 10 Aprile 2014
4 – CURIOSITA'
I due temi affrontati nel precedente “Flash 1” di aprile - che è possibile trovare sul nostro sito www.maestrilavoro-roma.it - sul Fiscal Compact e sulle nuove regole sul diritto di famiglia hanno riscosso un
buon gradimento. Questa volta abbiamo risposto, sempre per i nostri lettori, ad altri due quiz (a) La deflazio ne; (b) Stop al contante, fatti on-line dal Sole-24Ore. Anche questa volta il nostro “score” è stato buono ma
forse perché “giochiamo sempre in casa”, cioè su materie a noi familiari. Di seguito riportiamo la domanda e la
sola risposta esatta (su tre possibilità).
4.1 – LA DEFLAZIONE
D: Che cosa è la deflazione?
R: Una diminuzione generale del livello dei prezzi.
D: Quali sono le conseguenze negative della deflazione?
R: L'economia entra in una specie di “anoressia”: consumatori e aziende spendono sempre meno perché si aspettano ulteriori cali dei prezzi, creando in questo modo una spirale negativa.
Speciale “FLASH 2”- APRILE 2014
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D: Cosa accade nel rapporto tra debito pubblico e Pil durante la deflazione?
R: Sale, perché in situazione di bassa crescita e con inflazione negativa il PIL nominale tende a con trarsi (e calano le entrate fiscali).
D: Che cosa è la “sindrome giapponese” che rischia l'Europa?
R: E' il ventennio di stagnazione che ha colpito l'economia nipponica dall'inizio degli anni novanta.
D: Alcuni Paesi europei sono attualmente già in deflazione. Quali?
R: Bulgaria, Cipro, Croazia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svizzera (al 1 aprile 2014).
D: Combattere la deflazione è molto difficile, come dimostra l'esperienza giapponese, Cosa possono
fare le banche centrali?
R: Abbassare i tassi ed immettere liquidità nel sistema (per esempio: quantitative easing, operazioni
di Ltro cioè finanziamenti alle banche, acquisto di titoli sul mercato secondario, ecc.).
Score: 6/6
3.2 – STOP
AL CONTANTE
D: L'affitto può essere pagato in contanti o va sempre pagato con bonifico o
altri strumenti tracciabili?
R: Si può pagare in contanti fino a 999,99 facendosi rilasciare una ricevuta.
(N.B. Per coerenza noi abbiamo sbagliato la risposta perché non siamo sulla stessa
linea del Sole 24 ore in quanto riteniamo che un chiarimento, fatto ad altri fini, fir mato ed indirizzato dal “funzionario 1” all'Agenzia delle Entrate non può fare “giurisprudenza” - ci si passi l'espressione - né tanto meno può modificare una chiara e
specifica norma imperativa: il resto sono tutte chiacchiere).
D: Si può prelevare un importo di mille euro dal proprio c/c?
R: Si. Perché non esistono limiti di prelievo.
D: Esiste una sanzione minima per chi non rispetta la soglia sui pagamenti in contanti?
R: Si. Si applica in ogni caso una sanzione minima di 3.000 euro.
D: Esiste una deroga al limite del contante per il pagamento del pranzo di nozze con i soldi regalati
dagli invitati?
R: Non si può pagare in contanti perché il limite dei mille € vale per qualsiasi transazione tra privati.
D: Un consumatore va ad un supermercato ed effettua nella stessa giornata (ma in due momenti di versi) due acquisti rispettivamente di 900 e 600 € (totale complessivo 1.500 €). Può pagare in contanti?
R: Si. Perché sono due operazioni diverse.
D: Il contratto con la colf prevede un compenso annuale di 10.000 €. Si possono pagare in contante
le singole mensilità se sono inferiori a 1.000 €?
R: Si. In quanto l'importo pagato mensilmente è inferiore ai 1.000 €.
D: Si possono tenere 30.000 € in contanti?
R: Si. Perché chiunque può detenere qualsiasi somma per propri interessi.
D: Un libretto al portatore può contenere importi superiori a 999,99 € ?
R: No. Perché è vietato detenere libretti al portatore superiori a 999,99 €.
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D: Il costo di un computer in un negozio è di 1.100 €. Si possono pagare, per esempio, 900 € in con tanti e 200 con carta di credito?.
R: Si. Perché l'importo in contanti sarebbe inferiore a mille €.
D: Un esercizio commerciale vuole acquistare degli spazi pubblicitari on-line da un provider per 500 €.
Può pagarli in contanti?
R: No. Perché la pubblicità on-line può essere acquistata solo con mezzi di pagamento tracciabili.
D: Le cambiali possono essere emesse e girate anche per importi pari o superiori a 1.000 €?
R: Si. Perché le cambiali sono titoli di credito (esclusi dal limite di 1000 €).
D: E' ammesso un assegno bancario da 10.000 € che riporta il beneficiario e la clausola di non trasfe ribilità?
R: Si. Gli assegni possono essere emessi per qualsiasi cifra a condizione che sia indicato il beneficiario
e sia riportata la clausola di non trasferibilità.
D: Per il pagamento della parcella del professionista si può usare solo il bancomat?
R: No. L'obbligo di consentire i pagamenti con il Bancomat (per importi superiori ai 30 euro) scatterà
a partire dal prossimo 1° luglio.
D: Si può pagare un'imposta da 2.000 € in contanti al servizio di tesoreria del Comune?
R: No. Perché la tesoreria di un Comune non è equiparata ad una banca.
D: Ho portato dei preziosi ai compro-oro che li ha valutati 3.000 €. Posso riceverli in contanti?
R: No. Perché vale in questo caso la soglia dei 1.000 €.
score 13/15
Roma, 11 Aprile 2014
4 – RINGRAZIAMENTI E SALUTI
Ringraziamo il Console MdL Marisa Micheletti e i MdL. Luciano Brunelli e Franco Moroni per la loro pre ziosa collaborazione. Desideriamo, soprattutto, salutare i nostri lettori, i nostri amici, i colleghi Maestri del La voro.
Gino e Mauro
Edizione Speciale Flash 2 “Aprile 2014”
Terminata il 12 Aprile 2014
Riservata alle Maestre ed ai Maestri del Consolato di Roma ed agli amici.
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Speciale Aprile 2 - Maestri del Lavoro