D TE H IG R PY O C Prospettiva #01 www.dreweditorial.com PY O C D TE H IG R "DREAM DAY" Spring | Summer 2013 Collection C O PY R IG H TE D www.leit-motiv.com PY O C D TE H IG R Ogni nuvola ha una linea argento che ne disegna il contorno, ne cinge la sostanza come a sollevare schiuma candida e profumata, collega la sua essenza al resto del cielo, azzurro e infinito. Così è la prospettiva: un’occhiata da un punto fermo e definito verso qualcosa di indefinito che alcuni chiamano orizzonte, altri destino, altri vita e altri ancora non classificano perché preferiscono viverlo. Difficile è stare fermi in un punto e guardare solo avanti. Rischioso è stare fermi in un punto e voltarsi indietro. Coraggioso è vincere le vertigini e guardarsi intorno, come a cercare qualcosa. A scrutare l’orizzonte, lasciarsi catturare da luci vicine o lontane, da profumi di casa e famiglia o sconosciuti e di nuovo, evolversi. Sembra semplice trovare motivi per cui chi è infelice cerca nuovi punti di vista. Strano appare chi, nonostante sia soddisfatto e sereno, continua a cercare e protendere verso l’infinito. Per trovare nuove stelle polari a cui fare capo e aggrapparsi e da li, senza fermarsi, con il vento in faccia, un ghigno sorridente e un po’ di incoscienza quanto basta, andare nel mondo... E tornare, e andare, e tornare di nuovo, così da creare da un punto solo, una linea che continua, argento e dei colori del cielo. Testo di Sara Maduzzi Translated by Antonella Giannelli Illustration by Antonio Colomboni TE H IG R PY O Text by Sara Maduzzi C Every cloud has a silver line that draws its outline, it surrounds the substance and lifts the white and perfumed foam, linking its essence to the rest of the blue and infinite sky. So is the prospective: a look from a fixed point to something undefined that someone call horizon, others fate, others life and others do not classify because they prefer to live it. It is difficult to stand still in one spot and just look forward. It is risky to stay still in one place and looking back. It is brave to win the dizziness and look around, as if looking for something. Scanning the horizon, yielding to lights both near and far, to perfumes of home and family or strangers and once again, evolve yourself. It seems easy to find reasons why unhappy people look for new points of view. Strange appears those that despite being happy and serene continue to try hard searching for infinity. Finding a new polar star to which refer, hanging on to there without stopping, with the wind in your face, smiling a little, unconscious enough, go into the world ... And come back and leave, and come back again, so as to create from a single point, a line that continues, silver and full of colors of the sky. D Illustrazione di Antonio Colomboni Prospettiva Perspective Una nuova stagione, quella del rinnovamento. A new season; a season of renovation. The spring is in the air; it is invisible to the eyes, but one can already feel it while breathing. The spring has come accompanied by the sighs of relief of those who could no longer stand the cruel cold, or who just need a gentle push to go out and embrace an ever more attractive perspective. Una corrente che vede la trasparenza come nuova chiave di comunicazione. Tra l’altro, interessante collegamento con le persone che ho potuto intervistare per questo numero, tutti con un’attenzione particolare a ciò che va al di là dell’immagine, perché per proporre un concetto di bellezza più convincente, è necessario comprendere di fare un lavoro e non essere un lavoro. Prospettiva come punto di vista che cambia ed evolve, cresce e si adatta in modo più sicuro. Drew come il rapporto tra lettore e artista che si crea nel momento in cui un supporto non rimane soltanto un insieme di pagine ma uno spazio di espressione e libertà, al tempo stesso, divulgativo. A current that regards transparency as a new key to communication. There is, among other things, an interesting link between the people I had a chance to interview in this issue; each of them pays particular attention to what is there beyond the image, because to propose the most compelling concept of beauty, it is something necessary to realize in order to do work and not becoming this work. Perspective as a point of view changes and evolves, grows and adapts itself in a more confident way. DREW represents the relationship between reader and artist, which creates itself at the moment when a support is no longer just a set of pages but a space for expression and freedom, and, at the same time, of an educational value. Cesar Valdivieso D TE H IG In comparison with the pilot issue, new subjects emerge here and the visual approach reaches a new certain yet not exaggerated maturity. In-depth analysis becomes nearly a religious prerogative. Emotional changes see the revised logo a logo rather more psychological than purely aesthetical; a simple shape with three angles representing three significant meanings of DREW. DREW with its own personality, DREW as a draft of a started drawing to be carried out, and finally DREW as to represent attraction towards the art of a new and headstrong generation of visionaries. R Rispetto a un pilot iniziale, spuntano nuovi argomenti e l’approccio visivo vede una certa maturità ma senza esagerare. L’approfondimento diventa una prerogativa quasi religiosa. Anche cambiamenti emotivi vedono un logo rivisto più psicologico che puramente estetico: figura semplice con tre angoli a descrivere tre significati di Drew con una propria personalità, Drew come bozza di un disegno iniziato e da portare avanti, e Drew a rappresentare l’attrazione per l’arte di una nuova e cocciuta generazione di visionari. All dressed up and with that perfect smile like in a photo DREW is ready to share its own personal Perspective – the main theme of the #01 issue. Analyses and observations were made to raise awareness of what “perspective” actually is, in order to know where to go, by presenting a point of view, young and curious; and also whimsical, just like every person with many interests. PY Vestito di tutto punto e col miglior sorriso da fotografia, Drew è pronto per condividere una sua personale Prospettiva, tema generale di questo numero #01. Analisi e osservazioni per prendere maggior consapevolezza di ciò che si è per sapere dove andare, presentando un punto di vista giovane e curioso. Anche lunatico, come ogni persona piena d’interessi. Spring cleaning, Spring Ball, spring hormones… A quite interesting overview. A season of winter inaction culminates and reinvents itself in a new episode with different features and intentions, ready to lay the foundations for a new chapter to be read, examined, and understood. Exactly like this editorial. O Pulizie di primavera, balli di primavera, ormoni di primavera: una panoramica davvero interessante. Una stagione di fermo invernale che culmina e reinventa se stessa in un nuovo episodio con nuove caratteristiche e intenzioni, pronta a gettare le basi di un nuovo capitolo tutto da leggere, vedere e interpretare. Come questo progetto editoriale. C Nell’aria, invisibile agli occhi ma che puoi già respirare, ecco arrivata la primavera con i sospiri di sollievo di chi del freddo crudele non ne poteva più o di chi ha giusto bisogno di una spinta per uscire e abbracciare una prospettiva un po’ più allettante. 02 “Setting the mood” by Antonio Colomboni & Sara Maduzzi 04 EDITORIAL 06 INDEX 08 VISUAL SUMMARY 10 VISUAL SUMMARY 12 COVER 30 DREW MEANING 196 COLOPHON 157 158 160 162 164 WARDROBE LIFE IN TECHNICOLOUR METALMARK GET SPORTY PRINT IT TE H IG R PY O C 32 NOT AN ORDINARY NIGHT 42 PEAKING LIGHTS 60 HIJA DE LA LUNA 66 OUTLOOK 86 L’AMOUR FOU 99 EMPTY WHITE 104 HYSTERON PROTERON 112 VISION 2.0 128 WATERANDSTONE 136 YOUNG LIONS 166 AVANGUARDIA 176 CHASM GBM2000 D 14 THE FASHION PERSPECTIVE: Condé Nast 190 GREEN: LA LEGGEREZZA DEL PRESENTE 18 ART: Prospettive Metropolitane. Paolo Leonardo 56 ART: Le preziose angolature di Manfred Bischop 94 ART: Itinere 122 ART: Unfolding by Alyssia Lazin 194 ART: Zhivago Duncan 52 INTERVIEW: David August 78 INTERVIEW: Paolo Zerbini 22 STORIES: Gabriele Verratti. The science of words. 26 STORIES: Antonio Colomboni. Smiling colours. 82 STORIES: Gnam Box. The strategy of success. 154 STORIES: Andrea Porro. A popaholic conversation. D H IG 136 O PY R 104 TE 32 42 166 66 176 C 08 128 D 78 H IG 194 O PY R 82 TE 52 26 94 18 160 C 10 122 -Up to 60 characters“avvicinatevi all’orlo” “non possiamo, abbiamo paura!” “avvicinatevi all’orlo!” “non possiamo, cadremo giù!” “avvicinatevi all’orlo” E si avvicinarono. E lui li spinse. E volarono. Top by TIBI. Photography by Gautier Pellegrin. Styling by Sofia Hernandez Bombaci. Make-up and Hair Styling by Rory Rice. Stylist assistant: Paula Ortiz. Milano. cover TE H IG R PY O Text by Sara Maduzzi. Traslated by Antonella Giannelli. C “come closer to the edge” “We can not, we are afraid!” “get close to the edge!” “We can not, we will fall down!” “come closer to the edge” And they came. And he pushed them. And they flew. D Testo di Sara Maduzzi exhibition Translated by Alisa Nikitina TE H IG R Written by Giovanni Celsi PY Giovanni Celsi O In a magazine that features fashion and talks about it, a reference to the fashion Bible is perhaps inevitable. The occasion is an exhibition “Fashion. Un secolo di straordinarie fotografie di moda dagli archivi Condé Nast” ongoing until 7th April 2013 at Fondazione Forma per la Fotografia, in Milan. The exhibition guarantees a deep aesthetic satisfaction. The fathers of fashion photography like Patrick Demarchelier, Bruce Weber, Cecil Beaton, Man Ray, Mario Testino, Helmut Newton, Terry Richardson, Tim Walker, and Guy Bourdin were able to get and realize the initial perspective of Edward Steichen he once told to the editor of “Vogue USA” Edna Woolman Chase: «We have to make Vogue into a Louvre». The decades have passed since then, yet, sadly, art of fashion photography is still a challenge for minor and undersold photographers. This exhibition carried out by Nathalie Herschdorfer demolishes this argument by providing a build-up collection from the Condé Nast archives in Paris, London, and Milan and shows a symbiosis of talent and hard work of photographers, editors, stylists, models, and makeup artists. You will get lost in the eyes of Linda Evangelista or somewhere in-between Miles Aldridge’s colour-saturated photography and Albert Watson’s photography plasticity. The exhibition is a project realized in collaboration with La Fondazione Forma per la Fotografia by Foundation for the Exhibition of Photography (FEP), Minneapolis/Paris/Lausanne. C 14 Kim Ann Foxman Return It In un giornale che mostra la moda e pretende di scriverne, il riferimento alla sua Bibbia è forse inevitabile. Il pretesto è la mostra Fashion. Un secolo di straordinarie fotografie di moda dagli archivi Condé Nast, che fino al 7 aprile a Milano presso la Fondazione Forma per la Fotografia, ci farà ammirare vere opere d’arte. Padri della fotografia quali Patrick Demarchelier, Bruce Weber, Cecil Beaton, Man Ray, Mario Testino, Helmut Newton, Terry Richardson, Tim Walker e Guy Bourdin, hanno saputo cogliere e interpretare la prospettiva iniziale che Edward Steichen dichiarò molti anni fa alla capo-redattrice di “Vogue America” Edna Woolman Chase: «Dobbiamo fare di Vogue un Louvre». Da allora sono trascorsi decenni che hanno fatto arte della fotografia di moda, una sfida che ancora oggi vede, purtroppo, chi scatta la moda come un fotografo secondario e svenduto. Questa mostra a cura di Nathalie Herschdorfer demolisce questo pensiero e raccoglie gli archivi della rivista di Parigi, Londra e Milano rappresentando una vera summa di un lavoro fotografico, ma anche dei suoi fautori: redattori, stylist, modelle e make-up artist. La moda come non l’avete mai vista, una vera cronistoria fatta di sequenze uniche che vi faranno smarrire negli occhi di Linda Evangelista, tra le saturazioni di Miles Aldridge fino alla plasticità di Albert Watson. La mostra è un progetto realizzato dalla (FEP), Foundation for the Exhibition of Photography, Minneapolis/Paris/Lausanne, in collaborazione con Forma. D Fashion. Dal 17 gennaio al 7 Aprile 2013 Tutti i giorni dalle 10 alle 20 Giovedì e Venerdì fino alle 22. Chiuso il Lunedì Costo biglietto: 7.50 euro Ridotto 6 euro Scuole 4 euro Per informazioni: 02 58118067 formafoto.it D TE O PY R IG H exhibition Photo courtesy by Condé Nast C 16 Fondazione Forma per la Fotografia Milano, Piazza Tito Lucrezio Caro, 1 formafoto.it Black Lips Modern Art D TE H R IG Photo courtesy: Paolo Leonardo foto Lorenzo Michelini Firenze PY Con lo spirito critico di chi sa bene che la fotografia, ad oggi, condizionata da modelli che edulcorano e ingannano l’osservatore, non è più in grado di offrire una visione oggettiva della realtà, e per tornare a possedere coscienza di una percezione sensibile, finalmente più autentica e “realistica”, è necessario fare un passo indietro, senza dimenticare ciò che siamo diventati. Come cavallo di battaglia di una tanto ardita sfida esistenzialista a sostegno dell’uomo e della sua individualità, nel suo ultimo intervento urbano l’artista si sofferma su 12 manifesti pubblicitari recuperati clandestinamente per le strade di Parigi. Immagini fotografiche dall’aspetto plastico e ingessato, vengono strappate dal contesto metropolitano di origine, sfregiate e ridipinte, assumendo così una O 18 di uso comune, quel freddo e ripetitivo patrimonio di immagini globalizzate da cui siamo quotidianamente martellati, per svelarne i difetti e le intrinseche incongruenze, ma al contempo concedergli un’occasione di riscatto. Il più romantico degli anarchici? Più che altro un partigiano figurativo. Looking at deceptive limits of our society with eyes full of paternalism and care, Paolo Leonardo demonstrates how possible it is to save us from the oblivion of technological approval and its stereotypes combining the past and the present, without denying the one and mythologizing the other, by virtue of the independent and responsible identity that only art can offer. C Rompere con gli schemi della tradizione non è mai stata esperienza dai docili risvolti. Difficile riscontrare ad oggi una pratica artistica che si prefigga di lanciare un messaggio davvero nuovo sfruttando a pieno titolo il linguaggio comunicativo contemporaneo, senza ricadere in un’inevitabile violenza espressiva o velleità di stupire a tutti i costi. Paolo Leonardo (Torino, 1973) è una rara quanto piacevole eccezione a questa moltitudine eterogenea di rivoluzionari incalliti: memore della lezione di alcuni grandi che lo hanno preceduto, Giacometti in primis, ma anche Bacon, il suo lavoro parte abbracciando il progresso e i morbosi meccanismi che ne muovono le fila, non per rompere ma per ricostruire, sfidando le convenzioni in modo positivo e propositivo, e sfuggendo così al rischio di una polemica ripiegata su sé stessa, anzi guardando al futuro attraverso quella prospettiva “olistica” di commutazione artistica verso cui il mondo del contemporaneo da tempo ormai sta volgendo. L’intento è quello di riabilitare l’ormai “antica” arte della pittura, accettando e facendo proprio il codice comunicativo mediatico e Guardando con occhi paternalistici e premurosi agli ingannevoli limiti della nostra società, Paolo Leonardo dimostra come sia possibile salvarci dall’oblio dell’omologazione tecnologica e dei suoi stereotipi, conciliando passato e presente, senza rinnegare l’uno né mitizzare l’altro, in virtù di un’identità finalmente autonoma e responsabile che solo l’arte può concedere. Breaking with tradition has never been experienced by obedient groups. It is hard to rediscover such artistic activity that would concentrate on expressing brand new ideas utterly through contemporary communicative language without getting plunged into the abyss of inevitable expressive violence chasing after universal attention. Paolo Leonardo (Turin, 1973) is not only rare but also a pleasant exception to this miscellaneous crowd of hard-bitten revolutionaries. A tribute to the lessons of some great predecessors – Giacometti in the first place, and also Bacon – his work starts by covering the progress and the morbid mechanisms that pull its strings mainly not to break, but reconstruct it by challenging conventionalities in a positive and proactive way. It escapes, risking, from a self-contained controversy; or rather, looks to the future through the same “holistic” perspective of the artistic change that the world of contemporary, for some time now, is turning to. The intention is to rehabilitate the art of painting, which is now considered “antique”, by accepting and embrac- ing the communicative code of media and common use. The aim is to reveal the flaws and internal contradictions of the belonging to the cold and repetitive heritage globalized pictures we are daily being hammered with. Yet, at the same time, the intention is to give them a chance to redeem. Is he the most romantic anarchist ever or rather a creative partisan? The critics claim that photography today is no longer capable of offering an objective vision of reality, since it is influenced by models that soften and deceive the observer. In order to get back the awareness of a sensitive perception eventually more genuine and “realistic” it is necessary to take a step back without forgetting what we have become. Like a war horse in a very daring existential challenge to support the man and his or hers individuality the artist during his last urban intervention focuses on the 12 advertising hoardings that were illegally recovered in the streets of Paris. Photographic images, made of plastic and plaster, were taken out of the metropolitan context. After being scarred and repainted they have thus assumed 19 video by Alberto Momo, who documented the whole performance held on the streets of Paris) the mission of Leonardo extends onto the urban fabric violating its stability and taking possession of it in a conscious manner, with no effect on the dynamics, and becomes an active and essential part of it. The message of Leonardo is more than just a modest art lesson. It rises to almost an ethical mission level by acquiring a sacred and philosophical meaning. Photography gives back the artist the potential for high emotional and sensual communication that just needs to be released. What may seem like the process of an almost paradoxical regression – to return to the representation of the body, negatively exploiting its extremes, and to bring it back to the painting world – becomes an opportunity not only to re-enact the painting in a contemporary way, but also and above all to bring us back to reality. Written by Sarah Venturini R IG H TE D Translated by Alisa Nikitina PY 20 Sarah Venturini a new aesthetic appearance and a rediscovered identity. Where the system’s flat perfectionism standardizes and levels out everything, the painting intervenes to redeem and release it by creating a different abnormal and faulty entity, but because of that, they are loaded with soul and life of its own. Compared to his previous works, Leonardo particularly concentrates on feminine iconography and dedicates himself exclusively to fashion photography. Particular attention is paid to empower the role of women in today’s society. The artist liberates a woman from the cliché that a woman is a mere futile object of collective desire and sublimes her from the decorative serial furnishings to a person with individual personality. The creatures with almost elven, enigmatic, and non-existent appearance that exudes mystery and allegorical force are the result. It is emphasized by the skilful use of a palette of acrylic colours that is reduced to a minimum: red, silver, and black. These abstract figurative portraits are the echoes of the Symbolists and Surrealists. But there is more. After all the painted posters have been returned to their place (as it is told in the O Ma c’è di più. Ricollocando i manifesti truccati nel territorio di provenienza, come racconta il video di Alberto Momo che documenta il lavoro performativo svolto in loco per le strade di Parigi, la missione di Leonardo si allarga anche al tessuto urbano, arrivando a destabilizzarlo e farlo suo in modo del tutto consapevole, senza subirne le dinamiche, divenendo parte attiva e integrante. Il messaggio di Leonardo è allora molto più di una modesta lezione artistica, e assurge quasi ad una missione etica, assumendo una veste sacrale e filosofica. La fotografia rimanda all’artista un potenziale di forte comunicazione emotiva e sensoriale, che ha soltanto bisogno di essere svincolato. E quello che può sembrare un processo di regressione quasi paradossale, ritornare alla rappresentazione del corpo proprio servendosi della sua estremizzazione in negativo, riportandola sul terreno pittorico, diventa quindi un’opportunità non solo per riattualizzare la pittura in chiave contemporanea, ma anche e soprattutto per riportarci alla realtà. C nuova apparenza estetica e una ritrovata identità. Laddove la piatta perfezione del sistema massifica e livella tutto, la pittura interviene a redimere e affrancare, creando differenti entità, anomale e difettose, ma per questo cariche di anima e di vita propria. Rispetto ai lavori precedenti, Leonardo si concentra nello specifico sull’iconografia femminile, dedicandosi esclusivamente a fotografie di moda. Un’attenzione particolare volta ad emancipare la figura della donna nella società odierna, liberandola dal cliché di mero e futile oggetto del desiderio collettivo, ed elevandola, da suppellettile decorativo seriale, a persona e personalità a sé stante. Il risultato, accentuato dal sapiente uso di una tavolozza di colori acrilici ridotta ai minimi termini, (rosso, argento e nero), sono creature dalle sembianze quasi elfiche, enigmatiche ed evanescenti, che trasudano mistero e forza allegorica. Sono ritratti figurativi astratti, dagli echi simbolisti e surrealisti. 2 stories 1 TE H IG R Graduated in Classical Humanities and possessing initial intention to dedicate himself to teaching Latin and Greek, Gabriele surprises his interlocutor with a profound knowledge of communicative skills typical of those who give due weight to the words. Born in Abruzzi but resident in Milan for many years now, he tells us the history of rhetoric with the enthusiasm characteristic of someone who followed chosen route being guided by love for its direction. A devotee of writing, he has always been fascinated by communication in general and, although quietly, that of fashion. Moreover, it is an inherent relationship that was supported by Cicero himself: clothes are the perfect metaphors. Just PY Laureato in lettere classiche e con la volontà iniziale di dedicarsi all’insegnamento del latino e del greco, Gabriele sorprende il suo interlocutore con una proprietà comunicativa tipica di chi sa dare il giusto peso alle parole. Abruzzese di nascita ma cittadino milanese ormai da diversi anni, ci racconta della storia della retorica con l’entusiasmo caratteristico di chi ha seguito un percorso guidato dall’amore per il proprio indirizzo. Amante della scrittura subisce il fascino della comunicazione da sempre, anche se sottovoce, insieme a quello della moda. Del resto è una relazione intrinseca sostenuta già da Cicerone: i vestiti sono delle perfette metafore. Come i primi sono concepiti per aggraziare l’e- O Nowadays one of the less discussed arts is probably the art of speaking and speaking well, the knowledge of rhetoric. One might say that this discipline, which studies methods of speech structure, is a school for less and less actual generations, considering the constantly emerging insignificant languages. Even in this case there are some exceptions that could save us from generalization. One of these exceptions is made by a young fashion editor, a master of words – Gabriele Verratti. C 22 Cut Copy Going Nowhere Una delle arti forse meno chiacchierate ai giorni nostri è l’arte del saper parlare, del parlar bene, la conoscenza della retorica. Questa disciplina, che studia il metodo di composizione dei discorsi, si direbbe una scuola per generazioni sempre meno attuali visto la continua nascita di linguaggi trascurabili; ma anche in questo caso a salvarci dalla prevedibilità del generalizzare ci sono le eccezioni. Eccezione fatta da un giovane fashion editor, un Signore della parola: Gabriele Verratti. D The science of words stetica dell’uomo, così le metafore, abbelliscono un testo. Tutto a servizio di una bellezza di base. like clothes are intended to add grace to a man, metaphors embellish a text. Everything is for beauty. Figure retoriche, metafore e similitudini come strumenti di una scienza esatta, con metodi e sistemi a disposizione per una descrizione ricercata, proprio come per un altro degli interessi del nostro redattore: l’Astrologia Classica. Durante l’università approfondisce gli studi di Tolomeo, la relazione tra aspettative e prospettive e capisce che forse non è più portato solo a osservare un passato fermo ma può abbracciare un futuro in continuo movimento evolutivo. Quale settore migliore dell’arte della moda per seguire prospettive in costante rinnovamento. Figures of speech, metaphors and similes as instruments of an exact science with its methods and systems at the disposal of a refined description; exactly like of another interest of our editor – Classical Astrology. While at university, Gabriele delves deeply into the treatises of Ptolemy, a relationship between expectations and perspectives, and realizes that maybe it does not lead to observe the still past, but it can embrace the future in continuous evolutionary movement. What sector of art is better than fashion to follow perspectives in constant renovation? Inizia a studiare il fashion system per capirlo e analizzarlo con un approccio nuovo attraverso corsi di formazione e stage, esperienze di styling e cool hunting, per un confronto diretto così da toccare con mano il sistema. La sua innata capacità descrittiva insieme a un perspicato gusto lo portano a recensire per diverse testate giornalistiche, sfilate e collezioni, affermandosi come giovane critico di moda e fashion editor. He starts studying the fashion system to understand and analyse it with a new approach through training courses, internships, and work experience in styling and cool hunting in order to draw a direct comparison of the system from within. His innate descriptive ability along with a sharp taste leads him to review for various newspapers and magazines fashion shows and collections; he thus establishes himself as a young 23 stories Gabriele dimostra il suo ormai inscindibile amore per la parola scritta e la moda attraverso recensioni brillanti, puntualmente seguite dal pubblico. Il rapporto con il mondo del web è di sicuro forte anche se il suo animo da scrittore vorrebbe che ogni notizia venisse analizzata meglio e avesse un giusto tempo di maturazione piuttosto che puntare sulla velocità per il primato nell’erogare news, colpa dell’enorme concorrenza creatasi dalle innumerevoli piattaforme web, purtroppo per lo più approssimative. Insomma, una prospettiva chiara basata sulla trasformazione come arricchimento. Dalle solide basi classiche alla meditazione per un continuo approfondimento intelletuale che proietta la felicità come ricerca e conquista di una propria personalità, mettendo di continuo in gioco se stessi. In short, a clear perspective equally based on a change and fortification. From the solid classical bases to meditation for a continual intellectual development, that displays happiness as a research and conquest of personality by constantly bringing themselves into play. Written by Cesar Valdivieso Translated by Alisa Nikitina stories 3 R PY O Photo by 1- Alessia Campostrini 2- Massimo Bianchi 3- Monsieur Jerome C 24 IG H TE D Cesar Valdivieso fashion critic and fashion editor. Gabriele demonstrates his almost inseparable love for the written word and fashion in his brilliant reviews that are regularly followed by the public. The relationship with the World Wide Web is definitely strong, even though his soul of a true writer would prefer news to be better analysed by giving them time to maturate instead of focusing on setting a record in news delivery. 1 3 Smiling colours Photo by 1- Chet Faker, Portrait “I’m into you” 2- Portrait by Alessandro Omiccioli 3- Spring 4- New Shoes! 5- [INSPIRED by MUSIC] AMY WINEHOUSE - Tears dry on their own stories Grafico e Illustratore, Antonio fa dell’immagine la risposta giusta per dar vita al suo estro. Disegna da quando riesce a ricordare ed è sempre fortemente motivato da tutto ciò che riesce a entusiasmarlo sia questo un palazzo o una canzone, un abito o un semplice gesto. Meditativo, ama osservare le persone focalizzando i loro tratti distintivi per elaborare le sue sensazioni/reazioni in immaginari piacevoli e ironici. Partendo già con un’idea chiara della palette da usare, studia sempre le tonalità che possano essere ogni volta interessanti, sempre più con una volontà sperimentale. Volontà che vede anche un senso di positività come concetto generale da trasmettere con i suoi lavori, unendo un messaggio implicito di sostanza alla grazia dei disegni. Classe 1983, è un ragazzo intraprendente ed energico che non soltanto partecipa a diversi concorsi ma vince la maggior parte di questi ancora prima di laurearsi alla I.U.A.V. di San Marino come Visual Designer. Il contest più significativo, la cui vittoria lo vede cambiare anche cielo, è quello organizzato dalla Giovane Grafica Italiana e che all’età di 26 anni lo porta a vivere un’importante esperienza lavorativa ad Amsterdam. E gli è servito andare lontano per decidere di tornare alla sua passione iniziale, quella del disegno a mano libera, professione che A graphic designer and illustrator he chooses a picture as the best way for his inspiration to take form. He draws since he can remember; he is always strongly motivated by everything that can fire him with enthusiasm, even it is a building or a song, a dress or a simple gesture. As a meditative person he loves to observe people focusing on their distinctive features to express the feelings/reactions in pleasantly ironic images. Starting with a clear idea of the colour palette he then studies its tonality, which always turns out interesting, with an increasing desire to experiment. The desire that sees a sense of positivity as a general concept to be transmitted in his works, combining an implicit message of essence with the grace of the drawings. TE D Be it love, career success, or simply his infinite optimism, but the fact is that Antonio presents himself as a person who leaves a lasting impression thanks to his bright personality and a simplicity, which reflects a mature interest towards the nature of things being his personal trademark. Visual philosophy expressed in most of his works, the drafts of a positive karma. H This is the very freedom of mind represented through lines, characters, and stories with a seemingly naïve and basic approach, yet with clear awareness. A visual approach that deliberately embraces representative techniques in the childish traits in order to help us to (re) discover the world through the eyes of a child, and to marvel over the beauty surrounding us, since, depending on one’s point of view, it gains an entirely different and new colour. IG Ecco rappresentata la libertà mentale attraverso linee, personaggi e storie con un approccio forse naïve ed elementare ma con una chiara consapevolezza. Un approccio visivo che abbraccia volutamente tecniche a tratti infantili per aiutarci a (ri)vedere il mondo con gli occhi da bambino e stupirci della bellezza di ciò che ci circonda perché a seconda dei punti vista, essa assume tutto un altro e nuovo colore. R Among these instruments that, in this case, have also become the means of study, are colours and shades that are able to influence healthily body and mind; exactly like the smile and positive energy shared by such a charismatic person as Antonio Colomboni. Sarà proprio l’amore, i successi lavorativi o semplicemente il suo eterno ottimismo, fatto sta che Antonio si presenta come una persona che lascia il segno grazie a un carattere brillante e una semplicità che rispecchia un maturo interesse per l’essenza delle cose, un nobile personale biglietto da visita. Filosofia visibile nella maggior parte dei suoi lavori, bozze di un karma positivo. PY Tra gli strumenti, diventati a loro volta anche strumenti di studio, ci sono i colori che con le loro cromie sono capaci di influenzare anche in modo salutare il corpo e la psiche, proprio come il sorriso e le energie positive trasmesse da persone piene di carisma, come Antonio Colomboni. him several collaborations with magazines and well-known companies, what, once again, proves the decision to move to Milan, with his better half, to be the right one. riprende attivamente una volta ritornato sul suolo italiano. Tutte queste esperienze arricchiscono la sua tecnica e visione artistica portandolo a realizzare diverse collaborazioni con testate giornalistiche e aziende rinomate, confermando vincente anche la sua decisione di spostarsi a Milano, sempre insieme alla sua dolce metà. O The instruments that make possible to perform our activities, our works, are of a great variety and can also become special when dealing with the materialisation of artistic perceptions. Means through which visions and feelings take the form of something more or less recognisable, turning ourselves into the most important instruments of the chain of emotions. Those people, who either with a pen, or violin, or a pair of scissors are able to create parallel words in which we can recognize ourselves by accepting the language of the author. C 26 Hidegard Knef Im Achtzigsten Stockwerk Sono di una grande diversità gli strumenti che rendono possibile lo svolgere delle nostre attività, dei nostri lavori, diventando anche speciali quando si tratta di materializzare percezioni artistiche. Mezzi attraverso i quali visioni e sensazioni prendono forme più o meno riconoscibili, facendo anche di noi stessi gli strumenti più importanti di una catena di emozioni. Chi con una penna, un violino o un paio di forbici riesce a costruire dei mondi paralleli in cui possiamo scegliere di riconoscerci, scegliendo di condividere il linguaggio dell’autore. Cesar Valdivieso Written by Cesar Valdivieso 27 4 Translated by Alisa Nikitina 2 Class 1983; an enterprising and energetic boy, who not only participates in different contests long before his graduation in Visual Design from IUAV (University of Venice) of San Marino, but wins in most of them. The most significant contest, the victory in which made him think he can change his sky, was organised by the Giovane Grafica Italiana; this offered him an important work experience in Amsterdam. This influences him to go back to his initial passion – freehand drawing – a profession that he enters right after he comes back to Italy. All these experiences enrich his artistic technique and vision, and bring stories C O PY R IG H TE D 5 robertofragata PY O C D TE H IG R D TE H IG R PY O C not an ordinary night photographer Tania Alineri stylist Federica Migliazza grooming Sara del Re @ MKS model Charles Benoit @ Indipendent A sleepless night; a hotel and its surroundings. A guy “at attention” is marching around in search of something, or someone. Silk jacket ANGELOS FRENTZOS. Pants GIULIANO FUJIWARA. Boots ANGELOS FRENTZOS. D TE H IG R PY O C Shirt LEITMOTIV. Pants BORSALINO. Belt FABRIZIO MANCINI. D TE H IG R PY O C Shirt LEITMOTIV. Pants BORSALINO. Belt FABRIZIO MANCINI. Shirt BAND OF OUTSIDERS. Suspenders GIULIANO FUJIWARA. Pants ANGELOS FRENTZOS. Shoes GIULIANO FUJIWARA. D TE H IG R PY O C Jacket and pants BAND OF OUTSIDERS. Shirt LEITMOTIV. Boots ANGELOS FRENTZOS. D TE H IG R PY O C Jacket BAND OF OUTSIDERS. Shirt and pants GIULIANO FUJIWARA. Boots ANGELOS FRENTZOS D TE H IG R PY O C PEAKING LIGHTS photographer Gautier Pellegrin stylist Sofia Hernandez Bombaci Make up and Hair Stylist Rory Rice Stylist Assistant Paula Ortiz Bodysuit AMERICAN APPAREL. Shirt MARCO DE VINCENZO. D TE H IG R PY O C Top TIBI. Crop top TIBI. Skirt JIL SANDER. Socks stylist’s own. D TE H IG R PY O C Bodysuit AMERICAN APPAREL. Sport bra NIKE. Shirt MARCO DE VINCENZO. Dress MM6 MAISON MARTIN MARGIELA. D TE H IG R PY O C Crop top TIBI. Skirt JIL SANDER. Shoes MARCO DE VINCENZO. Socks stylist’s own. Bodysuit AMERICAN APPAREL. Sport bra NIKE. Shirt MARCO DE VINCENZO. D TE H IG R PY O C Top and shoes MARCO DE VINCENZO. Skirt DAKS. Socks stylist’s own. D TE interview Beh, ho avuto bisogno di tempo per l’università e per il mio prossimo album e ho dovuto rinunciare ai concerti. Ho la sensazione che non posso ancora permettermi di giudicare dove sono, ma la cosa più importante per me è toccare e raggiungere le persone con un linguaggio che tutti su questo pianeta capiscono: la musica. In merito al progresso, le opinioni sono contrastanti. C’è chi pensa che l’avvento di programmi e mezzi sempre più evoluti rappresenti un ausilio non indifferente per chi si trovi ad affacciarsi ora R IG H The perspective of the Catcher In The Rye of music. Dando un’occhiata al sito della tua agenzia di booking, ho letto che nell’ultimo periodo ti sei esibito pochissimo live, così da poterti dedicare interamente allo studio, oltre che alla produzione del primo Lp in uscita ad Aprile, “Times”. Quasi un modo per ricordarci che a vent’anni, sei ancora un ragazzo prima di tutto. Ironia della sorte dei tempi che corrono doverci sorprendere di una tale banalità. Pensi di aver bruciato un po’ troppo le tappe? PY A small man with so much experience behind him, and a suitcase full of ideals. Hard to listen and not be impressed by his maturity of how he expresses himself and how he speaks of his “career.” Just twenty years old, he can boast a musical evolution worthy of the most experienced producers, a passage trough luxury labels, from Stil Vor Talent, foster mother of hits like “Trumpets Victory” or “Sweden Roof”, to Dynamic, and bold utterances in which the pupil admits not to recognize himself today in the work of the “beginning”. A drop in the ocean? Yet David looks like he is not afraid of the contraindications of success, and he knows how to deal with them. He does it with the unconditional confidence in their own ability in music that is something more than the wishful thinking of those who came into life just now. It doesn’t matter if his first brand new album, “Times”, anticipated by the last EP “You Got To Love Me” is being ushered in by that downtempo house, that seems more an answer to the hype of the moment, rather than a certificate of identity of their own, already well defined. The boy has clear ideas and a good dose of noble boldness not to follow the trends in the music industry, and all its perverse mechanisms. O david august sfrontatezza per fregarsene delle tendenze del mercato discografico e di tutti i suoi meccanismi perversi, in virtù di un percorso votato alla continua sperimentazione verso sempre più molteplici direzioni creative. C 52 Un piccolo uomo con già tanta gavetta alle spalle e una valigia di ideali. Difficile ascoltarlo e non rimanere impressionati dalla composta maturità con cui si esprime e parla della sua “carriera”. Ad appena vent’anni, può vantare l’evoluzione musicale degna di un produttore navigato, un passaggio di etichette di lusso, dalla Stil Vor Talent, madre putativa di successi come “Trumpets Victory” o “Sweden Roof”, alla Dynamic, condito da ardite esternazioni in cui il pupillo ammette di non riconoscersi a oggi nei lavori degli “esordi”, e aspettative su di lui che fioccano da ogni dove. Una goccia in mezzo al mare? Eppure, David sembra uno che non teme le controindicazioni del successo, e che sa come affrontarle di petto, forte di quella fiducia incondizionata nella musica e nei propri mezzi che è qualcosa di più della pia illusione di chi si affaccia or ora alla vita. Poco importa se il suo primo album di inediti, “Times”, anticipato dall’uscita dell’ultimo osannato Ep “You Got To Love Me”, si preannuncia all’insegna di quell’house downtempo tanto di moda negli ambienti chic dell’elettronica di nicchia, quanto un tantino inflazionata. Che si tratti di una sussiegosa risposta alla corrente del momento, piuttosto che di un provvisorio attestato di stima in previsione di probabili “futuristiche” virate, il ragazzo dimostra di avere le idee chiare e la giusta dose di gentile Looking at the website of your booking agency I have read you had decided to drop your gigs in the last few months, so you can take your time for studying and produce your first LP, “Times”, coming out on April. Nearly a way to remind us that you are a twenty years old boy first. Don’t you think you’ve shot to the top a bit too fast? Well, I needed some time for university and for my album which I couldn’t combine with playing gigs. I have the feeling I don’t have the objectivity to judge where I am. But the most important thing for me is to touch and reach people with a language everybody on this planet understands: music. 53 David August You Got To Love Me About technological progress, opinions are mixed. Some people think that the advent of more and more sophisticated software represents an aid for those who are new in the world of electronic music, an easy way to halve the difficulties. On the other side some consider it a double edged sword that helps the proliferation of immature musicians most of the time overrated. What kind of software/hardware do you use to produce? Modern equipment or do you prefer vintage/ analog instruments? I work with different Daw’s, but for my electronic music I use Logic, as I figured Portrait by Linn Kuhlmann - linnkuhlmann.de interview 54 Il corso che sto facendo è sostanzialmente uno studio sull’audio engineering che include anche un focus sulla musica classica con tutte le materie più comuni (teoria, composizione, teoria fonetica, ecc.). Cerco giorno dopo giorno di essere sempre più in grado di produrre qualsiasi tipo di stile musicale, non solo per assicurarmi in futuro una sicurezza finanziaria, ma per avere anche una certa varietà nella mia vita. Tornando alla musica, non si può negare che ti manchino le competenze tecniche in materia, suoni il pianoforte dall’età di cinque anni. E non si può dire che dalle tue produzioni non traspaia un’evidente familiarità con le strutture musicali tradizionali, così come una notevole padronanza melodica e armonica del resto. Quanto è importante per uno del tuo campo conoscere la musica classica e interview Sì, sicuramente. In effetti la registrazione è in realtà tutto ciò che riguarda il mio studio attuale. Solo che proprio nel momento in cui abbiamo prodotto queste canzoni stavo entrando all’università, il che significa che non avevo avuto ancora tante esperienze in merito. Lavorando con loro ho imparato alcune cose in anticipo che in futuro si sono rivelate veramente d’aiuto, è stato bello. Ripercorrendo le tappe della tua, brevissima, carriera, sembra di rapportarsi molto più con un giovane musicista in erba, piuttosto che con un dj. Cosa mi dici del dj set? Ti piace farlo o è solo un palliativo d’obbligo per mantenere un contatto diretto con la pista? Molti produttori lo considerano un passatempo disimpegnato per sfoggiare la propria versatilità artistica senza mettersi troppo in gioco, sminuendone notevolmente il valore a livello tecnico però. Pensi che un dj che non produce possa definirsi uno che fa musica? Forse non può definirsi in grado di comporre musica, ma rimane pur sempre un artista. Penso che per essere un buon dj si abbia bisogno più che altro di mettere, molto semplicemente, le tracce a tempo. “Stepping Through Myself”, onirico e introspettivo B-side di “You Got To Love Me”, ricorda molto lo stile di Nicolas Jaar. Talmente tanto da farci credere che tu ne abbia palesemente tratto spunto. è così? Non saresti il solo in tal caso... È interessante che tu abbia citato quel pezzo, ma non credo che questa traccia sia simile al suo lavoro in realtà. Ma è certamente eccitante quando un ragazzo, un anno più grande di me, entra nella scena con un nuovo stile e ha tanto successo per questo. Naturalmente questo mi ispira. Ho letto che hai più volte definito Solomun il tuo mentore artistico per eccellenza, colui che ti ha condotto per mano alla scoperta della vocazione per la musica house. Ma non ne soffri un po’ il confronto? Non ti pesa essere additato come suo figlioccio? Il rischio è di perderci in personalità. No, non soffro per niente di questo. Non posso che essere felice di avere una grande persona così vicino a me, più successo ottiene, più io sono felice per lui. Nessuno nella nostra etichetta soffre perché qualcuno ha più successo di un altro, alla fine è la famiglia che ci rende forti e fa sì che nessuno debba preoccuparsi di sè stesso. E da mezzo italiano è molto bello essere in una squadra dove Yes, definitely Johan Sebastian Bach. A demonstration of how your work is open to the most diverse influences, you have recently driven yourself in other genres, in addition to the classic. Thanks to the sub-label of Dynamic, DIY4, you have produced together with Stimming a track (“Game Over”) of the Pool, a young indie-rock band from Hamburg. Tell us about this experience: is it helpful for the further refinement of your musical knowledge? There are a lot of artists I admire, but recently more artists from the past, who are not active anymore/not alive. By working all the time on my album, I actually missed a little bit the movements in the scene. The course I am doing is basically an audio engineering study which includes also a focus on classical music with all the common subjects (theory, composition, aural theory…) . I try to be able one day to produce any kind of music style. Not only to have a financial security but also to have variety in my life. Yes, definitely. But recording is actually what my study is all about. Just at the time we produced these songs I was entering into university, what means I didn’t have so many experiences yet. By working with them I learned some things in advance which was really cool and helpful. D Is unique and commendable, despite the success already widely reported, that you have immediately demonstrated a firm intention to progress and learn more about music, symptomatic of your humility as an artist and as a young man. I know you’ve recently moved from Hamburg, your hometown, to Berlin, just to follow your music studies. Technically, what is this course about? You’ve chosen it to deepen your path in electronic music or intend to explore other styles? TE L’album è un long player, basato più su canzoni vere e proprie che su tracce da ballare, in cui tento di combinare tutte le influenze musicali che ho avuto nella mia vita fino ad ora, attraverso i generi musicali più disparati, in modo da lavorare con un sacco di strumenti acustici differenti. La cassa in 4/4 è sempre presente, ma anche in altri contesti non propriamente abituali. Ci sono strutture a base elettronica con tempi a partire da 85 bpm fino a 116 bpm, e non tutti composti con l’obiettivo di funzionare sulla pista. Sarah Venturini Excluding your label mate at Dynamic Records, which artists do you admire most? There is some young talent that you feel to recommend us as the future “wunderkind” of house music, as you’ve been often called? Retracing the steps of your very brief career, seems to relate more to a young musician rather than a dj. What about the dj set? Do you like it or it is just a must to maintain direct contact with the track? Many producers consider it a disengaged hobby to show off their versatility as artists without putting too much at stake, diminishing considerably the value on a technical level though. Do you think that a DJ who doesn’t produce can be called one who makes music? H A dimostrazione di quanto i tuoi lavori siano aperti alle più variegate influenze, ti sei recentemente orientato alla scoperta di altri generi, oltre alla classica. Grazie alla sotto etichetta della Dynamic, DIY4, hai prodotto insieme a Stimming un pezzo (“Game Over”) dei Pool, una giovane indie-rock band di Amburgo. Parlaci di quest’esperienza: è stata utile ai fini di un ulteriore perfezionamento delle tue nozioni musicali? Cosa ci dobbiamo aspettare dunque dal nuovo album? Ulteriori cambiamenti o una linea coerente con questo filone low-bpm? Non così presto in realtà, dovrò studiare ancora per altri 3 anni. Sto solo per avere il mio pre-diploma, che arriva dopo 2 anni di studi. Così spero di ottenere la possibilità di continuare con il mio percorso e portare avanti la mia carriera come ho fatto negli ultimi 2 anni. There is no doubt that classical music has given birth to the most famous composers of all time, a factor that shouldn’t be underrated even for those who like electronics. Are there some of the greats of the past that inspire you especially in your production? IG È singolare e lodevole come, nonostante il successo già ampiamente riscontrato, tu abbia fin da subito dimostrato una ferma intenzione di progredire e apprendere sempre nuove conoscenze più specifiche, sintomatica della tua umiltà come artista e come giovane uomo. So che ti sei trasferito da poco da Amburgo, tua città natale, a Berlino, proprio per poter seguire un ricercato corso di musica nella capitale tedesca. Tecnicamente in cosa consiste il corso? Lo hai scelto per approfondire il tuo percorso nella musica elettronica o intendi spaziare con altro? Si, senza dubbio Johan Sebastian Bach. In realtà è stato solo un metodo per attirare l’attenzione, lo ammetto. A breve quindi terminerai gli studi. Come intendi applicare in concreto le nuove conoscenze acquisite grazie al corso? Programmi per il futuro, dove ti vedi “da grande”? : ) out a kind of workflow, which makes me working fast. I am used to work more on software plugins. Now with the time i am starting to use also analog stuff although i work with a lot of acoustic elements by recording several types of sounds/ instruments. R Ci sono un sacco di artisti che ammiro, ma recentemente più gli artisti del passato, che non sono attivi da tempo ormai o purtroppo morti. Lavorando tanto sul mio album, in realtà ho perso un po’ il movimento della scena attuale. È indubbio, a prescindere dal gusto soggettivo, che la musica classica abbia dato i natali ai più illustri compositori di tutti i tempi, un fattore non di poco conto anche per chi si diletta di elettronica. C’è qualcuno dei grandi del passato a cui ti ispiri particolarmente per produrre? Il tuo percorso nella musica house è iniziato grazie alla Stil Vor Talent che ha scommesso su di te, e a Oliver Koletzki cui hai inviato, ancora pressochè sconosciuto, le tracce del tuo primissimo Ep “Praha” con un’originale quanto audace postilla: «Attenzione non è una demo». Sembravi già molto sicuro dei tuoi mezzi. O facevi solo finta? la parola “famiglia” ha una grande importanza, cosi come quanta ne ha nella patria di mia madre, ovvero la vostra. : ) PY Escludendo i compagni di Dynamic Records, la tua etichetta, quale collega ammiri di più? C’è qualche giovane talento che ti senti di raccomandare come il futuro “wunderkind” della musica house, come sei stato più volte definito tu? Non è fondamentale. Potrebbe essere utile e potrebbe aiutarti, ma i fattori che contano di più sono il talento e l’intuizione. La cosa che ammiro di persone senza alcun background è che hanno saputo lasciarsi andare e non conoscono confini musicali. A volte sono seduto alle tastiere, cercando di trovare un tema per una nuova canzone e finisco per ricascare sempre in strutture musicali classiche, quando in realtà non vorrei averle in quel momento. Un sacco di artisti senza alcun background musicale hanno così tanto successo perché sono diversi. E sono così diversi, perché non rientrano in strutture o temi musicali che le persone già conoscono, ma ricadono in un mondo musicale del tutto autentico che deriva dal loro interno. Sto parlando di proporre qualcosa che abbia un senso compiuto per la gente, la posizione, il tempo, ecc. Un buon dj deve tener conto di tanti molteplici aspetti, ed un dj che sia in grado di gestire tutte queste cose, è un Artista per me. O Di solito lavoro con diversi DAW (digital audio workstation n.d.r), ma nell’ultimo periodo per la musica elettronica che produco uso LOGIC, da quando ho trovato una sorta di flusso di continuità, che mi fa ottenere ottimi risultati velocemente. Sono abituato a lavorare di più sui plugin software. Ora con il tempo sto iniziando ad utilizzare anche roba analogica, nonostante mi serva di un sacco di elementi acustici registrando dal vivo diversi tipi di suoni/strumenti. saper suonare uno strumento? Speaking about music again, you play the piano since the age of five. And in your production there is a clear familiarity with traditional song structures, as well as a remarkable mastery of melody and harmony. How important is, for one of your field, to know classical music and to be able to play an instrument? C al mondo della musica elettronica, utile a dimezzarne le difficoltà, e chi invece lo considera un’arma a doppio taglio che favorisce la moltiplicazione di acerbi quanto sprovveduti avventori dal talento piuttosto sopravvalutato. Tu cosa usi per produrre? Strumentazione all’avanguardia o supporti vintage/analogici? It’s not such important, it might be useful and might help you but the things which count most are talent and intuition. The thing I really admire about people without any background is that they let their selves go. They just don’t know any musical boarders. Sometimes I am sitting on my keys, trying to find a theme for a new song and I fall into musical/classical structures I actually don’t want to have at that moment. A lot of artists without any heavy musical background are so successful because they are different. and also different because they don’t fall into structures or musical themes people already know but fall into a musical world from their inside. He maybe doesn’t compose music, but he is still an artist. I think to be a good dj means you really need more than just beatmatching the tracks. I am talking about having a sense for the people, the location, the time etc. So many aspects a good dj has to concern. And a dj who can handle these things, is an artist to me. Your first appearance in the house music started thanks to Stil Vor Talent that has bet on you, and Oliver Koletzki to who you sent, still almost unknown, the tracks of your very first Ep “Praha” with an original and daring remark, “attention is not a demo”. You seemed very sure of your means. Or did you just pretend? till now. I go through several musical genres by working also with a lot of different acoustic instruments. The 4/4 bassdrum is mostly there but also in other contexts. There are electronica based structures with tempi starting from 85 bpm till 116 bpm and not all of them composed to work on the dance floor. “Stepping Through Myself”, dreamlike and introspective B-side of “You Got To Love Me”, reminds the style of Nicolas Jaar. So much to make us believe that you clearly drawn inspiration from. Is it right? You would not be the only one in this case. It’s interesting you name that song but i don’t think this track is similar to his work. But it’s of course exciting when a boy, one year older than me, steps into the scene with a new style and having so much success with it. of course this inspires. I read that you often defined Solomun your mentor for artistic excellence, the one who led you to discover the vocation for house music. Don’t you suffer a bit the comparison with him? Don’t you mind being heralded as his godson. The risk is to lost personality. I don’t suffer at all. I just can be more than happy by having such a great person near to me, the more he gets successful the more I am happy for him. But nobody suffers at our label because somebody is more successful than another. At the end it is the family which makes us strong and why nobody should worry about himself. And as an half Italian it feels very good to be in a team where the word “family” has such a big importance as it has in my mother’s homeland. Soon you have just finished your studies. How do you plan to apply in practice the new knowledge gained from the course? What are you plans for the future, where do you see yourself “grown up”? :) 55 Actually it will happen not so soon. I have to study 3 years. I am just having my pre-diploma, which comes after 2 years. so I hopefully will have the chance to continue with my study and my career as I have been doing for the last 2 years. Written by Sarah Venturini Translated by Antonella Giannelli It was actually just a method to attract attention. So what can we expect from the new album? Further changes or you’re staying on the current of low-bpm? The album is more a song based longplayer where I try to combine all the musical influences I had in my life interview Qualcosa di più di un’accessoria guarnizione, preziosa e appariscente, ma una vera e propria opera d’arte che trascenda il valore concreto del materiale impiegato per parlare un linguaggio nuovo, quello di una creatività attiva, fino al punto da prevaricare il portatore che ne usufruisce, diventando esso stesso protagonista e codificatore di nuovi metri di valutazione estetica. E se ci rapportiamo al mondo del contemporaneo in funzione di questo orizzonte sempre più multidisciplinare, all’insegna dello art It is something more than precious and strikingly beautiful decoration accessories. It is a pure piece of art that transcends the real value of its material so it could speak a whole new language – the TE H IG R PY The Ruby Suns Closet Astrologer O 56 Manfred Bischoff undermines the principles of deep-rooted decorative concepts and demonstrates how with a simple piece of jewellery it is possible not only to garnish our bodies, but, first of all, to seal our lost souls in consolatory decorations. Our souls, abandoned to a perspective of pleasant oblivion and incredibly conscious and constructive vanity. If we think about the traditional role of ornament in the past, it may seem that the task was to embellish the female figure with a support of skilful craftsmanship. A handicraft that seeks to protect and emphasize the value of the precious object, which is usually considered as a distinctive element of social class system, a status symbol that guaranteed access to a particular social class. This unbreakable bond between ornament and social ostentation has vanished over the past centuries. However, it has evolved a new concept of jewellery based on plain decoration corresponding to the aesthetic values of mere appearance and the so-called superficiality, devoid of any metaphysical content. Besides breaking down the barriers between artistic disciplines in the recent times, it has assumed an ever-increasing universal importance and a selfsufficient personality, up to the point of becoming an object or a subject that enjoys its own life, thus forming a contemporary conception of jewellery that we all have today. C Se pensiamo al tradizionale ruolo dell’ornamento nel passato, appare inevitabile ricondurne il compito essenziale a un’operazione di semplice abbellimento della figura femminile, supportata spesso da una sapiente lavorazione artigianale. Una manualità volta alla tutela e al risalto del valore dell’oggetto prezioso, generalmente considerato in qualità di elemento distintivo del ceto di appartenenza, status symbol che garantiva l’adesione a una particolare classe sociale. Nel corso dei secoli, questo legame inscindibile tra ornamento e ostentazione sociale, si è andato perdendo, e al contempo è andato via via evolvendosi il concetto di gioiello inteso come sterile decorazione funzionale a canoni estetici di mera apparenza e sedicente superficialità, privo di contenuto metafisico autonomo. In linea con l’abbattimento delle barriere tra discipline artistiche proprio dei tempi recenti, esso ha assunto una valenza sempre più universale, fino al punto da diventare oggetto/soggetto che gode di vita propria, e personalità autosufficiente, arrivando alla concezione di gioiello contemporaneo che intendiamo tutt’oggi. D In un percorso che scardina i principi delle concezioni decorative più radicate, Manfred Bischoff dimostra come grazie a un semplice gioiello possiamo non solo guarnire i nostri corpi, ma prima di tutto suggellare, di decori consolatori, le nostre anime smarrite, abbandonati alla prospettiva di un piacevole oblio e a una vanità incredibilmente consapevole e costruttiva. D TE H IG R PY O C scambio reciproco di risorse e possibilità creative, non si può allora non volgere la dovuta attenzione agli esemplari lavori di un maestro come Manfred Bischoff (Schömbrg/Calw, 1947). Designer ambivalente, un po’ artigiano, un po’ scrittore, un po’ scenografo se vogliamo. Un orafo che allestisce teatri di metafore oniriche, approfittando del nostro esibizionismo più recondito. In sostanza, un filosofo del gioiello, dallo spirito machiavellico a tutti gli effetti. A dimostrazione di quanto la manualità possa ancora essere portatrice di inediti significati, Bischoff lavora metalli e materiali dall’inestimabile valore, oro e corallo, come fossero pezzi di pongo, imbrattandosi grottescamente le mani di leghe preziose e imbrattandoci le coscienze di verità inaspettate. Con la stessa sprovveduta leggerezza di un bambino, forgia creature attinte dagli immaginari più diversificati (curiosi animali, personaggi fiabeschi, improbabili fiori), e incurante della presunta resa trasandata che ne deriva, sfrutta la semplicità dell’immediatezza per lanciare un messaggio che metta a proprio agio, e arrivi dritto al punto. Non sfoggia né esibisce, ma sussurra e accenna, fingendosi ingenuo e inattento. Fingendosi appunto. Ogni singolo oggetto, viene presentato sopra a un cartoncino bianco, sul quale l’artista accompagna un messaggio scritto e/o disegnato da lui, con una grafia che essa stessa ricorda lo stile dell’opera, distorta, asimmetrica, volutamente scomposta. È attraverso questi titoli dal sapore caustico e sibillino che l’opera assume una nuova individualità (“Edipo Re”, “Libido”, per citarne alcuni), e l’incompiuta disinvoltura delle forme, svela il paradosso, l’ironia del tutto. E il gioiello si completa. Una poetica dell’allusione che, lungi dall’essere totalmente rivoluzionaria, apporta di certo un elemento di indiscussa novità: si serve dell’oggetto prezioso, di norma considerato superficiale e sussidio di pochi eletti, per innescare un pensiero filosofico senza gridarlo con violenza, lasciandoci liberi di interpretare, e al contempo incanalati, ben lontano dall’omologazione conformistica che lo macchierebbe. Le parole di Bischoff sono moniti per le nostre coscienze spaesate e spersonalizzate, suggerimenti a renderci parte attiva, non più negando, ma abbracciando l’indiscusso bisogno di apparenza che ci contraddistingue. Le sue mani plasmano il futuro dell’arte: non dimenticano l’estetica dell’esteriorità, ma la elevano a disciplina finalmente nobile e positiva. Scusate se è poco. Sarah Venturini one of the active creativity. People who possess it become overpowered by this piece of jewellery. It itself becomes the protagonist and new aesthetical valuesetter. In this contemporary world in the terms of this increasingly multidisciplinary horizon characterized by the mutual exchange of resources and creative opportunities, it is impossible not to pay attention to flawless works of a master like Manfred Bischoff (Schömberg/Cawl, 1947). An ambivalent designer, who is also a bit of a craftsman, a bit of a writer, a bit of a set designer, as you please. He is a goldsmith who furnishes the theatres of dreamlike metaphors, taking advantage of our innermost exhibitionism. Basically, he is a philosopher of jewellery with the Machiavellian spirit in all senses. To give a demonstration of how manual dexterity can still be a bearer of unique meanings, Bischoff works with metals and materials of great value, gold and coral, as if they were pieces of dough, getting his hands grotesquely dirty with precious alloys, and smearing us with the unexpected consciences of the truth. With the same frivolity of a child he forges the creatures drawn from the most diverse images, and indifferent to a presumed sloppy yield that derives from these images, he leverages the ease of immediacy, in order to send a message, which he puts to ease and would go straight to the point. He is not boasting, nor is showing off; he whispers and drops a hint pretending to be naïve and inattentive. Pretending indeed. 59 Every single object is presented on top of a white card, on which the artist adds a message whether written or designed by him and with handwriting that resembles the object’s style: distorted, asymmetrical, and deliberately displaced. It is exactly through these titles of caustic and cryptic taste the work assumes a new individuality and the unfinished ease of forms reveals the paradox – the irony of it all. And thus the jewel is completed. Poetry of allusion which is far from being totally revolutionary certainly adds an element of undoubted novelty. It is about the use of a precious object, to trigger a philosophical thinking without violently shouting it out loud, that leaves us free to interpret, yet at the same time, channelled far away from conformist approval that would stain it. The words of Bischoff are the warnings for our bewildered and depersonalised conscience, suggestions to make us an active part by no longer denying but embracing the unquestioned need of appearance that distinguishes us. His hands shape the future of art. They do not forget the aesthetics of exteriority; on the contrary, they elevate it to an eventually noble and positive discipline. Written by Sarah Venturini Translated by Alisa Nikitina art D TE H IG R PY O C Hija de la Luna Photographer Elena Soriano elenasoriano.carbonmade.com Stylist Angela Patiño Make up Artist Angela P. Model Lorena O. @ NewIconMM Mexico City Total looks EVA URIAS. Portraits of a girl with a dreamlike feeling created due to the fabrics and materials that mirror warm echoes of moonlight. Reflective effects on the light-woven dresses highlight the design work of the two young emerging fashion designers: Alfredo Martinez and Eva Uria. D TE H IG R PY O C Blouse EVA URIAS. Skirt ALFREDO VILLASEÑOR. Blouse EVA URIAS. Skirt ALFREDO VILLASEÑOR. D TE H IG R PY O C Top ALFREDO MARTINEZ. Blouse ALFREDO MARTINEZ. Pants ZARA. Gloves vintage. D TE H IG R PY O C OUTLOOK photographers Nocera&Ferri noceraferri.com stylist Emma Pulbrook Make up and Hair Stylist Pace Chen, using Bumble and Bumble Models David Valensi @AMCK Robert Monteiro @Select London Jacket JOHN SKELTON. Vest top QUICKSILVER. Shirt ZDDZ. Shorts JOHN SKELTON. Shoes SAINT LAURENT PARIS. / Cardigan TOPMAN. Shirt MAISON MARTIN MARGIELA@Start Boutique. Trousers HARDY AMIES. Shoes TOPMAN. “We shape our buildings; thereafter they shape us” - Churchill. The geometric relationship between man, his environment and the influence they have on one another. D TE H IG R PY O C Cardigan TOPMAN. Shirt MAISON MARTIN MARGIELA @Start Boutique. / Jacket JOHN SKELTON. Vest top QUICKSILVER. Shirt ZDDZ. Jumper ACNE @Start Boutique. Shirt MAISON MARTIN MARGIELA @Start Boutique. Tie stylist’s own. C O PY R IG H TE D Jumper ACNE @Start Boutique. Shirt MAISON MARTIN MARGIELA @Start Boutique. Tie stylist’s own. Chinos JAEWAN PARK. Shoes TOPMAN. / Double collared shirt JAEWAN PARK. Blazer HARDY AMIES. Blue trousers TOPMAN. Shoes SAINT LAURENT PARIS. Blue printed jacket HARDY AMIES. White mesh vest AQUA by ACQUA. Shirt DENIM DEMON. Trousers HARDY AMIES. Shoes TOPMAN. D TE H IG R PY O C Jumper JOSEPH TURVEY. Polo shirt HARDY AMIES. Black jeans NUDIE JEANS CO @Start Boutique. D TE H IG R PY O C Jacket TOPMAN. Navy striped T-Shirt ACNE @Start Boutique. / Shirt DENIM DEMON. Trousers HARDY AMIES. Blue printed jacket HARDY AMIES. White mesh vest AQUA by AQUA. D TE H IG R PY O C Up in this page: Jacket ACNE @Start Boutique. Trousers JOHN SKELTON. Belt HARDY AMIES. Hat stylist’s own. Shoes FALLEN. Down this page and right: Jacket TOPMAN. Navy striped T-Shirt ACNE @Start Boutique. Sperimentazione prospettica Paolo Craft Spells Still Left With Me D TE H IG R Name PY 78 Paolo O Nome When I think about perspective, I think about future, of the “perfume” of novelty, and of the poplars along the river Po a few steps away from my home, in the heart of the Padan Plain. I think about my past, how a small country can go hand in hand with the great expectations of the young dreamers. Sometimes a perspective can become a salvation. A way to look ahead, forgetting about what you cannot see beyond the end of your nose and thinking about exploring how the world works a little further than here. What to do? No one has the instruction manual; each one has to make his own way. You can get help from music, films, your friends, and photography. And if you get lucky enough to be able to combine two of these elements in a single person, then something special may occur. As if you see a perspective in the world you are dreaming of, through the eyes of someone who comes from your world. C Se devo pensare alla prospettiva, penso al futuro, al “profumo” di nuovo e ai pioppeti dietro il fiume Po a due passi da casa mia nel cuore della Pianura Padana. Penso al mio passato, a quanto un piccolo paese possa andare stretto alle grandi aspettative di ogni giovane sognatore che si rispetti. A quanto la prospettiva diventi una salvezza, talvolta. Un modo di guardare oltre, scordando cosa si blocca all’altezza del proprio naso per scoprire come gira il mondo un po’ più in là. Come fare? Nessuno ha il libretto di istruzioni, ognuno si farà strada da sé. Ci si può aiutare però: con la musica, le letture, i film, gli amici, la fotografia. Se poi si ha la fortuna di poter coniugare due di questi elementi in una persona sola, ecco che nasce qualcosa di speciale. Come vedere la prospettiva di un mondo che sogni, attraverso gli occhi di qualcuno che viene dal tuo. Cognome Surname Zerbini Zerbini Professione Profession Fotografo Photographer Dove vivi attualmente? Where do you live and where would you like to live? Nord-Est di Londra e sono esattamente dove vorrei. Com’è nata la tua passione per la fotografia? Con la curiosità per il mondo e per le persone. Per l’identità: mia e di chi incontravo in quel periodo… circa 17 anni. Ora resta questa curiosità che mi spinge avanti, e sulla strada ho trovato anche il piacere per il passato e ciò che riesce a evocarlo con sincerità; l’irripetibilità della fotografia che adoro e un’ossessione per la luce. Cosa ti viene in mente con la parola “prospettiva”? Una strada lunga e piena di pioppi. Per l’esattezza la strada che dal mio paese porta alla frazione di Bardelle (nel paese di San Benedetto Po, in provincia di Mantova, ndr). interview 79 North East London and I am exactly where I want to be. How was your passion for photography discovered? It started due to my curiosity about the world and people. For the identity: mine and of the people I met during that period… that is about 17 years from now. This curiosity is what pushed me forward. In the process I have also found enjoyment in dealing with the past and with what evokes it with sincerity. The uniqueness of photography I adore and its obsession with the light. What comes into your mind with the word “perspective”? A long road bordered by poplar trees. To be precise, the road that leads to the village of my home land in Bardelle (in San Benedetto Po, in the Province of interview pre salutare. Per chi è abituato da anni a vedere le immagini ferme sulla carta, cercare tutto d’un tratto di farle muovere può risultare qualcosa di superfluo. Che cosa vuol dire per te sperimentare: è qualcosa di necessario e positivo? TE D Per me il termine “sperimentare” significa provare a fare una cosa con un approccio diverso da quello che si è soliti usare. Io non sperimento molto, in verità. Cerco di fare quello che sono capace di fare e cerco di raffinarlo sempre di più. Sperimentare certo è un bene, il problema sorge quando si confonde la sperimentazione con il prodotto finito. Ovvero si confonde il modo con l’opera. La sperimentazione è qualcosa di intimo e personale all’artista, deve appartenergli esclusivamente. Nell’atto della creazione in sé poi, non c’è spazio per la sperimentazione. Bisogna fare cosa ci si è ripromessi di fare, cosa si ha dentro, trovare e creare l’emozione che si sente e non confidare che a parlare sia uno sbaglio o un artificio del mezzo. Credo che il punto di vista vincente sia quello dettato dalla propria visione delle cose, spudoratamente in sintonia con la “nostra” visione delle cose. H paolozerbini.com Come vedi il cambiamento degli ultimi anni nel mondo della comunicazione visiva (l’utilizzo non solo di photoshooting, ma sempre più di videoshooting o l’insieme dei due)? La fotografia subisce costantemente cambiamenti all’interno della maniera di porsi nella moda e nella pubblicità. I vecchi stili ritornano, poi vengono abbandonati; il ricambio è ciclico dato il consumo delle immagini nel nostro periodo. Questo fa si che ci sia spazio per tutti i fotografi dotati di una certa sensibilità e coerenti con il loro modo di vedere le cose. Per quanto riguarda il video penso che il legame tra fotografia e cinema sia sempre stato molto forte, infatti la fotografia è uno dei materiali grezzi con cui si forma il cinema. Oggi l’era digitale ha aperto la porta dell’immagine in movimento ai fotografi. È un’evoluzione naturale, quasi obbligata, ma non sem- interview And “perspective” in terms of your work? Is it frightening, isn’t it? No. The idea of an uncertain future is what gives me tickles. In the ideal, my intention is to work harder with very talented people. Reaching a complete aesthetical freedom in what you do, is probably the best possible perspective I could ever wish for and focus on. R PY No. Mi stuzzica l’idea di un futuro incerto. Nell’ideale, l’intenzione è comunque quella di fare sempre più lavori che mi appassionino e con persone di grande talento. Arrivare a una totale libertà estetica all’interno del lavoro è forse la migliore delle prospettive che potrei augurarmi e sulla quale puntare. Mantua, ed.). To me the term “to experiment” means to try to do something with a different approach from what it is usually done with. To be honest, I don’t experiment that much. I try to do what I can do, each time getting closer to perfection. Experimenting is definitely good. Difficulties come when the experimentation itself is merged with the final product. In other words, the method blends with the result. Experimentation is something intimate and personal for the artist, so it should remain. In the very act of creation, there is no space for experimentation. What is promised to be done must be done; one must feel what is inside there and find the right emotions that would correspond to what is actually felt. Although, it is wrong to believe that speaking is a mistake or an artificial method. I believe the key point to be what is dictated by your own way of seeing things, though shamelessly keeping it in harmony with “our” way of seeing things. paolozerbini.com Written by Sara Maduzzi Translated by Alisa Nikitina O E la “prospettiva” nell’ambito del tuo lavoro? Impaurisce? What does experimenting mean to you: is it something necessary and positive? C 80 IG Sara Maduzzi moving picture. It is a natural evolution, almost inevitable, but not always good. For those who are used to see pictures on paper, trying to make them move all of a sudden can result something unnecessary. 81 Paolo Zerbini for i-D, VMan, Velvet, Vice UK. What do you think about the recent changes in the world of visual communications (the use of photo shooting alongside with video shooting is getting more and more popular)? Photography undergoes constant changes in order to fit in with fashion and advertising. Old styles come back, and then become abandoned again. The change is cyclical, according to the image-consumption in our period. This means that there is enough space for all photographers with a certain sensibility, consistent with their own perception of the world. As for the video, I believe that the link between photography and cinema has always been very strong, since photography is one of the “raw materials” the cinema was made of. Nowadays, the digital age gives a chance for photographers to enter the world of interview # tips from Riccardo and Stefano Una scatola di sapori di successo nata due anni fà senza particolari tattiche da seguire. L’intenzione di sviluppare qualcosa che abbia come ingrediente principale la convivialità attorno a un tavolo in cucina è più una conseguenza che un piano di marketing. Amanti delle lunghe cene tra amici in atmosfere cinematografiche che di reale però hanno tutta l’intimità creatasi tra commensali, Stefano e Riccardo hanno pensato di spostare più in là quello che già facevano. Naturalmente e senza artifici. Due ragazzi di “buona forchetta” , cultori dei sapori e della cucina di stagione hanno riscoperto il cibo come chiave per mettere in relazione persone di diversi ambienti, occasione ideale per mettere in pentola provenienze e interessi diversi che congiungono in un ambiente casalingo. 82 Blood Orange Dinner What do we believe in nowadays? In a time of social transition like the one we are currently going through, our needs are being reduced by other priorities. We are in need of situations and actions that would help us to deal peacefully with today’s climate to be more serene and, why not, more happy. Therefore, thinking about happiness we have focused on what mostly does, regularly, primarily, and (nine times out of ten) on time, give us complete satisfaction: food. Good food. First of all, the fulfilment of a primordial need and a joint effort in everyday life, which if well-organized becomes the creativity itself and the process of true art, more actual than ever. Stefano Paleari and Riccardo Casiraghi are well aware of it being able to make us follow and fall in love with the cult of the cuisine and believe in the power of food. An exclamation of flavour and a box that is what Gnambox is. The box of flavours was formed two years ago without any particular tactics to follow. The intention of developing something that would have a convivial atmosphere around the kitchen table as its main ingredient is sort of a consequence rather than a marketing plan. Fans of long-lasting dinners among friends held in cinematographic atmospheres, yet with the real intimacy created by the guests. Stefano and Riccardo have decided to go further with what they were already doing: naturally. Two healthy eaters, two flavours and seasonal cuisine lovers, they have rediscovered food as the key to make different people gather together. It is an ideal opportunity to put in the pot entirely different backgrounds and interests that join up in the home environment. Il secondo consiglio, nel limite del possibile, è quello di acquistare prevalentemente prodotti locali e, quando possibile, farlo direttamente dai produttori. Abbiamo la possibilità di farlo grazie alla Coldiretti (lombardia.coldiretti.it) che con il progetto Campagna Amica (campagnamica.it) organizza mercati agricoli e punti vendita su tutto il territorio nazionale. Ecco alcune ricette per la primavera: The second advice is whenever possible to purchase mostly local products and, if possible, to buy them directly from the manufacturers. We have a chance to do this thanks to Coldiretti (lombardia.coldiretti.it) who in collaboration with the project Campagna Amica (campagnamica.it) organise agricultural markets and retail stores across the country. Here you can find some spring recipes: Spaghetti con asparagi e zafferano http://goo.gl/dzZuh Asparagi saltati con pane tostato e mandorle http://goo.gl/eurb6 Farinata di ceci con foglie di papavero http://goo.gl/UbySL Fusilli con spinaci freschi e pinoli http://goo.gl/12znC Spaghetti with asparagus and saffron http://goo.gl/dzZuh Salty asparagus with toast bread and almonds http://goo.gl/eurb6 Chick-pea farinata with poppy leaves http://goo.gl/UbySL Fusilli with fresh spinach and pine nuts http://goo.gl/12znC D no TE have H to IG In che cosa crediamo al giorno d’oggi? In un momento di transizione sociale come quello che stiamo attraversando, le nostre necessità vengono ridotte a priorità. Abbiamo bisogno di situazioni e azioni che ci aiutino ad affrontare il clima odierno in tranquillità, per essere più sereni e perché no, felici. Pensando quindi alla felicità ci siamo concentrati su ciò che più di tutto, regolarmente, principalmente, e (quasi sempre) puntualmente ci dà un senso di piena soddisfazione: il mangiare. Il mangiare bene. Prima di tutto appagamento di un bisogno primordiale e azione comune nella quotidianità che però se studiata, diventa creatività e processo di una e vera propria arte, attuale più che mai. Lo sanno bene Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi riuscendo a farci innamorare e seguire il culto della cucina, per credere nel potere del cibo. Una esclamazione di gusto e un contenitore, ecco Gnam Box. is R success PY a O of As you know we are supporters of “seasonal food” and spring brings us some of the flavors that we prefer the most: asparagus, strawberries, cherries, peas, spinach… Eating seasonal food is a basic, but really important norm. First of all, because of a simple fact that the products are tastier and more economical; secondly, to give preference to seasonal food means also to support more natural, healthy, and environmentally friendly productions. C The strategy strategy. Come saprete siamo dei sostenitori del “mangiare di stagione” e la primavera ci riporta alcuni dei sapori che più di tutti preferiamo: asparagi, fragole, albicocche, ciliegie, piselli, spinaci...Mangiare i prodotti di stagione è una regola semplice ma molto importante prima di tutto per il semplice fatto che i prodotti sono più gustosi ed economici ma, in secondo luogo, preferire i prodotti di stagione significa anche supportare produzioni più naturali e sane e rispettose dell’ambiente. 83 Cesar Valdivieso A transparent approach in Milan, which looks even more polluted because of the urban stress, seems to be the right reply to believe again in something genuine and in the sense of confidence that is barely present in everyday life. An example of spontaneity made up of people who decide to meet up to flavour the time, to get to know each other, and/or to gather together to create something tasty to share, while chatting in the kitchen. Written by Sarah Venturini Translated by Alisa Nikitina D TE H IG R PY Un approccio trasparente in una Milano sempre più contaminata dallo stress cittadino, sembra essere la risposta giusta per credere ancora in qualcosa di genuino e in un senso di confidenza sempre meno presente nel quotidiano. Un esempio di spontaneità fatta di persone che decidono di incontrasi per insaporire il tempo, per conoscersi e/o ritrovarsi creando qualcosa di sfizioso, tra chiacchiere in cucina, da condividere. Gnambox is also the name and fashion. A real social phenomenon; they have established themselves in the Web as a brand, every product of which becomes cult. Shopping bags, gadgets, viral videos, continuous brought out strikes and much copied #hashtags are what makes Gnambox a platform where winning ideas prove to be only an appetizer. O Ma anche un nome e una moda. Vero fenomeno social, nel web si affermano come brand facendo diventare cult ogni iniziativa da loro firmata. Shopping bags, gadgets, video virali e un continuo sfornare di azzeccati e copiatissimi #hashtags, rendono Gnambox una piattaforma in cui le idee vincenti dimostrano di essere soltanto all’antipasto. Stefano and Riccardo, both professional artists and chefs for leisure, team up to bring to life an interesting project, which combines traditionalism and innovation. Stefano (art director) and Riccardo (graphic and interior designer) open their own kitchen. They turn it into a true culinary laboratory where they create, while preparing simple, delicious, and also sophisticated and original recipes, sometimes alongside with the traditions and customs of invited guest, a friendly atmosphere thanks to their customization and personal point of view. A successful dynamic appreciated by an increasing number of followers impatient to discover which celebrity will be the next chef. C Tutti e due artisti di professione e cuochi per diletto, mettono insieme le loro capacità per dar vita a un interessante percorso che unisce tradizionalità e innovazione. Stefano, art director, e Riccardo, grafico e designer d’interni, aprono la loro cucina facendola diventare un autentico laboratorio culinario dove, a volte insieme alle esperienze e usanze dei loro invitati, trasmettono un senso di familiarità durante la preparazione di ricette semplici e appetitose ma anche ricercate e originali grazie alla personalizzazione e al loro personale punto di vista. Una dinamica vincente e apprezzata dai followers sempre più in aumento, impazienti anche di scoprire il prossimo personaggio ai fornelli. # infoodwetrust D TE H IG R PY O C l’amour fou photographer Federico Garibaldi stylist Alessandro Buzzi Top MSGM. Fur P.A.R.O.S.H. Skirt GIANNI VERSACE. Dress MASSIMO REBECCHI. Bangle CREART II. D TE H IG R PY O C Top SESSÙN. Skirt GIANNI VERSACE vintage. Foulard EMILIO PUCCI. Shoes CARLO PAZOLINI. D TE H IG R PY O C Top P.A.R.O.S.H. Vintage ring. Top SESSÙN. Skirt GIANNI VERSACE vintage. Foulard EMILIO PUCCI. Shoes CARLO PAZOLINI. D TE H IG R PY O C Dress P.A.R.O.S.H. « The stories I tell are simple. And are complicated. They are simple because only small things tend to happen in them. Like pouring milk. And they are complicated because they tell about the small things. Like drinking milk. Daily moments that are, perhaps, dressed up. Acid facts and sweet facts as seen through the plastic eyes of a baby doll. My stories are not stories at all.» F.G. itinere Mustafa Sabbagh - Drusil la Foer - Sara Bencini O C Suuns Up Past The Nursery PY R IG H TE D Nell’ottica prospettica di una sempre più diffusa impollinazione incrociata tra le discipline, un collettivo di cavalieri creativi senza macchia ci mostra come elevare l’arte eso-terica, appannaggio di pochi eletti, ad esso-terica e comunemente condivisa, senza per questo intaccarne la valenza simbolica, interpretando stimoli di identità e sessualità primordiali, che hanno nel corpo l’ossessivo comun denominatore. Uno dei fattori che nel corso dei secoli ha reso la società diffidente nei confronti dell’artista è stato di certo il modo in cui egli sia riuscito a testimoniare la libertà con la sua azione, il modo di vivere, comportarsi e agire. L’opera d’arte è la quintessenza di questo sentire esistenziale di rottura. C’erano una volta le invenzioni e i templi antichi. Erano opere che illustravano una storia, una genesi, un tracciato, un percorso; oggi invece è grazie all’emancipazione da tutti questi retaggi che ci è consentita un’esperienza individuale davvero autentica, tra quello che è visibile e quello che non lo è. Occupandosi dell’estetica fine a sé stessa e trascendendola, l’arte ha reso tutti i soggetti potenzialmente liberi, pensanti, creativi e in grado di esprimere un’identità personale autonoma e svincolata dal funzionalismo massificante in cui siamo implosi. Lontana dalla logica che solo la merce prodotta, l’oggetto di scambio, possa avere un reale valore di trasformazione sociale. E perciò vittima di emarginazione, in quanto ritenuta inutile e improduttiva. Ebbene, in questo caso siamo di fronte alla sublimazione massima di un simile pensiero: un lavoro a sei mani di tre personalità (più una) che incarnano a pieno titolo l’arte dell’effimero, tre ere- In a scenario where there is a growing cross contamination between disciplines, a group of creative unblemished knights show us how to elevate the eso-teric art, adobe of select few, to esso-teric and commonly-shared without losing the symbolic meaning, interpreting identity stimuli and primordial sexuality, which both have the body their obsessive common denominator. Over the centuries one thing that made the society wary of artists was certainly the way they are able to witness freedom with their actions, the way they live, behavior and act. The piece of art is the essence of this feeling of existential rupture. Once upon a time there were inventions and ancient temples. They were works illustrating a story, a genesis, a path. Today thanks to the emancipation from all these legacies we are allowed to an individual authentic experience, between what is visible and what is not. Dealing with the aesthetic itself, and transcending it, art made all people potentially free thinking, creative, and able to express personal identity self-released by the overpowering functionalism we imploded. Distant from the logic that only the goods produced can have a real value of social transformation. And therefore the victim of marginalization as it is considered unnecessary and unproductive. Well, in this case we are facing the sublimation of a similar thought: a piece made by three people (plus one) that fully embodies the art of the ephemeral, three heretics of the appearance and opulence. Mustafa Sabbagh (Amman), Drusilla Foer (Florence, 1967) and Sara Bencini (Florence) under the supervision of the expert D TE H IG R PY O C tici dell’apparenza e dell’opulenza. Mustafa Sabbagh (Amman), Drusilla Foer (Firenze, 1967) e Sara Bencini (Firenze) sotto l’egida del sapiente stylist Simone Valsecchi. Fotografia, moda e gioiello si incontrano in un “Itinere” multi sfaccettato, un controverso viaggio di affermazione/negazione dell’inconscio in nome del valore feticistico che, l’abito, inteso come abitazione del corpo, ma anche come habitus, abitudine/attitudine di pensiero, rappresenta per le loro anime, a dimostrazione di quanto tre differenti discipline vittima di pregiudizi e velleitarie subordinazioni possano essere vettori di un messaggio antropologico, sociologico e filosofico molto profondo, barometri di cambiamento di una società in crisi, espressioni di un desiderio che da intimo si fa universale. La prima impressione che emerge dai dodici scatti in mostra (più due installazioni), aldilà dell’indiscussa resa tecnica, è, infatti, proprio questa evanescente dimensione di ritorno all’ancestrale, quando creatività e spiritualità collimavano e l’artista era considerato alla stregua di un profeta, uno stregone quasi, capace di rendere manifesto ciò che non era percettibile, di svelare l’arcano altrimenti impossibile da cogliere. E chi meglio di una creatura fittizia poteva impersonificare alla perfezione un messaggio che in fondo è ancora più rarefatto della stessa? Ecco allora una donna, Drusilla Foer (al secolo Gianluca Gori), che non esiste, e che eppure è più palpabile e significante del corpo che la ospita. Drusilla vive e comunica il disagio di noi tutti, sia quando si divincola tra gabbie corvine di lattice e corpetti neo-vittoriani, barocchi gioielli-gabbia e corone di piume soffocanti, sullo sfondo di una natura tanto silenziosa quanto connivente; sia stylist Simone Valsecchi. Photography, fashion and jewelry meet themselves in an “Itinere” multifaceted ongoing, a controversial trip of affirmation/ negation of the unconscious in the name of the fetishistic value that, dress, as the dwelling of the body. But also as a habitus, habit/attitude of thought, is for their souls, to demonstrate how three different disciplines, victims of prejudice and unrealistic subordination can carry a very deep anthropological, sociological and philosophical message, barometers of a society in crisis changing, expressions of an intimate desire that becomes universal. The first impression that emerges from twelve shots displayed (plus two installations), beyond the undisputed technical performance, is just this return to the ancestral dimension, when creativity and spirituality fit together and the artist was regarded as a prophet, almost a sorcerer, able to make visible what is not perceptible, to unravel the mystery that would be impossible to grasp. And who could perfectly impersonate a lighter message at the bottom better than a fictional creature? Here it is a woman: Drusilla Foer (born Gianluca Gori), which does not exist, but is more palpable and significant than the body that hosts it. Drusilla lives and communicates the discomfort of all of us, she struggles between black latex cages and neo-Victorian corsets, Baroque jewelry-cage and crowns of suffocating feather. On the back the nature is as quiet as conniving, and she seems to seek shelter in deceptive care bandages that ultimately imprison her, and does not find peace even under clothing, in the cozy warmth of the nineteenth century embroidered lingerie. Translated by Antonella Giannelli C O PY R IG H Sarah Venturini Photographer Alessandra Canteri Stylist Yosephine Melfi Make-up Serena Congiu Drusilla Boldini “Empty White” is a photography project that focuses on white colour; the suspension of the subject inside the buildings that surround the model. The theme is therefore mainly related to the location, a modern and simple building, full of geometric spots and empty places, where white is the dominant colour; it is also the colour of the outfits chosen to create a visual link between the subject and the location, along with the cold and delicate face of the model. D Written by Sarah Venturini “Empty White” e’ un progetto fotografico che si focalizza sul colore bianco, la sospensione del soggetto all’interno delle architetture che avvolgono la modella. Il tema è quindi legato soprattutto alla location, un edificio moderno ed essenziale, ricco di spunti geometrici, di spazi vuoti, in cui il colore predominante rimane il bianco, colore scelto per gli outfit con lo scopo di creare un legame visivo tra il soggetto ed il luogo, insieme alla fisionomia fredda e fragile della modella stessa. She can be identified with a muse, a nymph, a martyr, it does not matter. Because Drusilla is primarily a symbol, the Freud (alter) ego par excellence. She is the austere and fragile ambassador of our innermost impulses, the only mediator able to control them without suppressing them. Her appearance is not an obstacle, but a bridge between us and the world, leveraging on the power of “different” be able to touch the strings of the explicit, while not compromising with the sad laws which regulate it. So this is the time to leave for this trip, in search of Drusilla who is inside each of us. TE quando sembra cercare riparo tra ingannevoli cure di bende color cipria che finiscono per imprigionarla, e non trova quiete neppure sotto i vestiti, nell’accogliente tepore della ottocentesca lingerie ricamata. La si può identificare con una musa, una ninfa, una martire, poco importa. Perché Drusilla è prima di tutto un simbolo, l’(alter) Ego freudiano per eccellenza. è l’ambasciatrice austera e fragile dei nostri impulsi più reconditi, l’unica mediatrice in grado di controllarli senza reprimerli. Le sue sembianze artefatte non sono un ostacolo, bensì un ponte tra noi e il mondo, in virtù di quel singolare potere caratteristico del “diverso” di riuscire a toccare le corde dell’esplicito, pur non scendendo a compromessi con le tristi leggi livellatrici che lo regolano. Non resta che lasciarci traghettare in questo viaggio allora, alla ricerca della Drusilla che è in ognuno di noi. PY O C D TE H IG R Hat Vintage archive. Necklace H&M. Dress Topshop. Total look stylist’s own. Shirt Fosco. Skirt Yosephine Melfi. Bag Dior. Sandals Cos. PY O C D TE H IG R Earrings Yosephine Melfi. Bodysuit Vintage archive. Fur Gentilini. Shoes Yves Saint Laurent. Hat Fosco. Earrings Yosephine Melfi. Pull and skirt Glossynet. Shoes and ring Vintage archive. D TE H IG R PY O C HYSTERON PROTERON PHOTOGRAPHER Federico Garibaldi STYLIST Federica Migliazza MAKE UP Katja Wilhelmus @ W-MManagement HAIR Marco Minunno @ W-MManagement MODEL Rachel Mc Knight @D’Management Group PH ASSISTANT Antony Fesce PHOTO EDITING Federica Beffumo «My low critical consciousness doesn’t like to speculate on the matters of light. I don’t like to disguise reality, though I love eye makeup. The eyes certainly do look. Only sometimes do they see what is not there. Even when they pretend like nothing happened. There remains the irony of a little trick from the outset.» F.G. Headpiece KREISI COUTURE. Bodysuit FRANKIE MORELLO. Bracelet SHARRA PAGANO. D TE H IG R PY O C Earrings UNGER. Dress RICOSTRU. Shoes UNITED NUDE. Headpiece BENEDETTA BRUZZICHES. Culotte FIFI CHACHNIL. D TE H IG R PY O C Headpiece VIOLA TESEI. Sunglasses LOTHO. Top NO.NU Bodysuit FRANKIE MORELLO. Earrings UNGER. D TE H IG R PY O C Earrings DE LIGUORO. Bra FIFI CHACHNIL. Necklace TOI ET MOI. Dress stylist’s own. D TE O PY R IG H photographer Tania Alineri C vision 2.0 stylist Federica Migliazza model Daan Broeze @ Why Not Make up and Hair Stylist Paolo de Vita @ MKS – Milano Using Kiehl’s Geometric visions blend with the human figure, creating a confusing optical effect rendering noticeable the intense and colourful rhythm, heightened by multi-patterned clothes. Trench SUZANNE SUSCEPTIBLE. Vest and pants C’N’C’ COSTUME NATIONAL. Shoes BYBLOS. C O PY R IG H TE D Jacket A-LAB MILANO. T-shirt PAUL SMITH. Necklace SHOUROUK. D TE H IG R PY O C Shirt ETRO. D TE H IG R PY O C Top and skirt GAETANO NAVARRA. Rings and bracelet ETRO. Dress KOONHOR. Necklace ETRO. Shoes AMEN_newvintageshoes. D TE H IG R PY O C Top GENNY. Trousers SERGEI GRINKO. Headpieces STELLA JEAN. Necklace COLIAC. Shoes UNITED NUDE. O C Matthew Dear Her Fantasy PY R IG H TE D Nel momento in cui la tecnologia tende sempre più ad accorciare le distanze tra pubblico e artista, Alyssia Lazin e le sue fotografie ci illustrano una lezione difficile da dimenticare, dimostrando quanto, ancora oggi, non si possa prescindere dalle infinite possibilità dell’occhio umano e delle sue molteplici capacità di osservazione, per fare della realtà stessa, una vera e propria forma d’arte, oltre i confini dell’apparenza sensibile. L’importanza della prospettiva è alla base di ogni disciplina artistica che si rispetti, ma prima di tutto alla base del nostro approccio visivo alla realtà sensibile. E se c’è un aspetto che ad oggi avvicina il pubblico comune alla fotografia, è proprio l’agognata possibilità che essa offre di usare gli occhi come non siamo normalmente in grado di fare, contando su un potente alleato che ci aiuti a contemplare il mondo da punti di vista sempre nuovi e variegati. Attraverso lo sguardo artificiale della macchina si può infatti imparare ad osservarlo in maniera diversa, coglierne ed enfatizzarne quegli aspetti che sfuggono inevitabilmente all’occhio umano, edonizzarlo e/o drammatizzarlo all’occorrenza. Ma c’è di più: si può arrivare addirittura a distinguere realtà fittizie, a creare dal niente creature fantastiche, partorite esclusivamente attraverso uno zoom azzeccato, un’ottica diversa, rilevate sotto forme nuove rispetto a quelle canoniche ed esperibili, unicamente in base all’angolatura dalla quale vengono riprese, all’attenzione prospettica che scegliamo di dedicare a questo o quel dettaglio specifico. Perchè lo studio del particolare ha in sé un fascino estraniante, e soffermarcisi può cambiare del tutto l’assetto di un panorama qualsiasi, permettendo di andare oltre ciò che è percebile attraverso i sensi, dando vita alle più sconvolgenti e assurde evasioni. Difficile oggi avvicinarsi a un tale livello di allenamento visivo per affidarsi solo al disarmante potere degli obiettivi di nuova generazione. Oltre a una certa attenzione e cura al dettaglio, è fondamentale prima di tutto un’indiscussa sensibilità estetica, una naturale attitudine alla bellezza che in pochi possono vantare di possedere. Alyssia Lazin, passato da ex modella e affermata graphic designer, ci mostra come fare rivelando quanto siano flebili i confini tra apparenza e realtà e quanto in fondo, gli occhi con la giusta consapevolezza, possano bastare a stravolgere il senso naturale e logico delle cose e a rendere la macchina fotografica un mero strumento al loro servizio, in un ritorno all’antico che è però una forma di rinnovamento al tempo stesso. While technology is shortening the distance between audience and artists, Alyssia Lazin and her photographs teach us a lesson that we’ll never forget. She’s showing us how it is impossible to leave out of consideration the infinite abilities of the human eyes and its multiple observation capabilities, that turns reality itself into pure art beyond the sensitive appearance. The perspective is the core of any artistic discipline, but first of all the core of our visual approach to sensitive reality. And if there is one aspect which approaches the general public to photography, is the chance of using eyes beyond normal capabilities, contemplating the world from different and new points of view. Through the eyes of the camera you can learn to observe the world in a different way, to grasp and emphasize those aspects that the human eye cannot catch, to hedonize and/or dramatize it, if necessary. But in effect you can even spot fake realities, create fantastic creatures using the right zoom, different from the canonical way, taken from a particular angle, choosing perspective for this or that detail. The particular itself is charming, lingering on one can change the entire structure of a landscape, allowing to go beyond what is perceptible through the senses, giving life to the most shocking and absurd evasion. It is difficult to approach this level of visual training, relying only on capabilities of the new generation lenses. Above a certain care and attention to detail, it is important an aesthetic sensibility, a natural aptitude to beauty that few people can claim to have. Alyssia Lazin, a former model and a well-known graphic designer, shows us how to do it, revealing how small are the boundaries between appearance and reality, and how only using the eyes with the right knowledge, can be enough to upset the natural and logical sense of things, and to make the camera a mere tool to serve them, back to the times but at the same time a form of renewal. La Lazin gioca con la nostra immaginazione attraverso prospettiva e forme, materiali e colori. Senza dimenticare l’uso della carta da acquarello come supporto di stampa, una scelta di sicuro non convenzionale e volta a conservare il carattere autentico e caldo dei suoi lavori, così come il rifiuto di cedere ai ritocchi digitali. Un connubio tra arte e moda che abbraccia e culla la mente, stuzzica la fantasia e allena gli occhi alla bellezza racchiusa nel particolare, forte di un unico, grande e meraviglioso paradosso: per una volta, è l’artificiale che ricrea la natura. Con maggior autenticità della natura stessa. Sarah Venturini C O PY R IG H TE D “Unfolding” è dunque prima di tutto un processo, un’azione in continuo movimento attraverso cui le sue fotografie, 18 inedite per l’occasione, si allargano e dispiegano in forme e concetti liberi e originali, oltre il visibile, e da semplici oggetti di uso comune diventano soggetti inediti, finalmente protagonisti. A fare da tramite a questa trasformazione, stoffe impalpabili e delicate, sete, tulles, organze ma anche pesanti velluti e corposi lini che si schiudono dinanzi allo spettatore come germogli disseminati in una giungla di piante rigogliose e rampicanti (“Wave Surrender” e “Vegetable Love”); o immacolati boccioli di variopinti fiori tropicali (“Floating Dreams”, “Floral Deception”); talvolta addirittura in veste di paesaggi che ricordano sperdute faune marine o improbabili candide savane lunari (“Blue Embrace”, “Swirl Dance”, “Winter Blossom”). Photo courtesy: Unfolding by Alisya Lazin “Unfolding” is a process, an ongoing movement through which her photographs, 18 unpublished, get wider and deploy free and original forms and concepts beyond the visible, and simple and common objects become finally protagonists. To mediate this transformation, finer fabrics and delicate silks, tulles, organzas but also velvets and thick linen open to the viewer as seeds scattered in a jungle of lush plants and vines (“Wave Surrender” and “Vegetable Love”), or delicate buds of colourful tropical flowers (“Floating Dreams “,”Floral Deception”), sometimes even landscapes that resemble to marine faunas or improbable white savannah moon (“Blue Embrace”,”Swirl Dance” “Winter Blossom”). Lazin plays with our imagination, using perspective and shapes, materials and colors. Not to mention the use of watercolor paper for printing, an unconventional choice aimed to preserve the authentic character and warmth of her work, as well as it represents the refusal to give in to digital retouching. A marriage between art and fashion that embraces and cradles the mind, stimulates the imagination and training your eyes to the beauty contained in particular, a strong and unique paradox: for once it is the artificial that recreates nature with greater authenticity of the nature itself. Written by Sara Venturini 125 Translated by Antonella Giannelli Alyssia Lazin C O PY R IG H TE D La passione per la fotografia ha seguito Alyssia Lazin per tutta la vita, portandola a rapportarsi sia da un lato che dall’altro dell’obiettivo. Dopo aver completato gli studi a Washington D.C., l’artista si trasferì a New York City dove, scoperta dalla prestigiosa Ford Model Agency, iniziò la sua carriera da fotomodella lavorando a livello internazionale e posando per servizi fotografici di noti giornali come “Vogue”, “Harper’s Bazaar”, “Elle” e “Mademoiselle”. Nel frattempo, la frequentazione di numerosi corsi accese in lei un incontenibile interesse verso la fotografia e, grazie al suo nascente talento artistico, realizzò una prima serie di riproduzioni di sue foto in serigrafia, in seguito vendute in molte gallerie importanti negli Stati Uniti. In costante fermento creativo, Alyssia rimase affascinata anche da altri campi artistici e di lì a poco venne selezionata per il corso di grafica presso l’Art and Architecture Department dell’Università di Yale, assieme a solo altri dieci studenti. Ottenuto il diploma in Master Of Fine Arts, tornò a Manhattan per fondare insieme a un compagno di università il Lazin e Katalani, affermato studio di graphic design. Grazie al suo occhio raffinato e attento, unito alla conoscenza in ambito fotografico, l’artista è riuscita a ottenere grandi risultati sia nel settore del design che in quello del branding, realizzando col suo studio lavori ricercati e di qualità, svariate pubblicazioni e mateThe passion for photography has followed Alyssia Lazin during her whole life, bringing her from one side to another of the camera lens. After finishing her studies in Washington DC, the artist moves to New York City where she gets scouted by the prestigious Ford Model Agency and starts her modeling career working on an international level and posing for renowned magazine such as Vogue, Harper’s Bazaar, Elle, and Mademoiselle. In the meanwhile, the attendance at the numerous courses arouses great interest for photography, and thanks to her on growing talent she creates the first series of reproductions of her photos in screen printing, that were later sold out in the major galleries of the USA. In a continuous creative ferment Alyssia becomes fascinated by other artistic fields; soon after she becomes one of the 10 students selected for a Graphic course at the Art and Architecture Department of the Yale University. After having graduated in MA in Fine Arts she returns to Manhattan and funds with her university classmate a studio of graphic design called Lazin and Katalani. Thanks to her keen eye as well as great knowledge in the photography field, the artist managed to achieve high results in both design and branding, by realizing riale promozionale. Tra i suoi clienti più rinomati spiccano realtà importanti come “American Express”, “IBM”, “Sony”, “Goldman Sachs”, “Tiffany & Co”, “the Museum of Modern Art”, nonchè il servizio postale degli Stati Uniti e l’Università di Harvard, e tra i suoi traguardi numerosi riconoscimenti, tra cui il premio in Design conferitole dall’American Institute of Graphic Arts. Dopo 25 anni di gratificazioni in questo settore, Alyssia decise allora di dedicarsi in particolare alla fotografia artistica, attività di cui si occupa ancora oggi, lavorando con suo marito, Pavel Kapic, pittore astratto nato a Praga, nei loro rispettivi studi di Lucca e Sarasota (Florida). I frequenti viaggi all’estero poi hanno ulteriormente influenzato le sue inimitabili rappresentazioni astratte della realtà ordinaria e tramite un immaginario sempre più poliedrico e sofisticato, si osservano così oggetti quotidiani, costumi e ambienti architettonici, il mutuare in fotografie che toccano la resa estetica e l’anima poetica della pittura. Immagini che convergono in energia visiva, che mirano sul mondo del particolare e catturano visioni dal raro misticismo, apprezzate da noti galleristi, collezionisti, nonché semplici appassionati di tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Europa. well thought-through projects of good quality, various publications, and promotional materials. Among her important clients stand out such companies like American Express, IBM, Sony, Goldman Sachs, Tiffany & Co, the Museum of Modern Art, U.S. Postal Service, and Harvard University; and the list of her numerous achievements includes an award in Design presented by the American Institute of Graphic Arts. After 25 years of gratifications in this field, Alyssia has then decided to specifically dedicate herself to artistic photography. Until today she occupies herself in this activity working with her husband Pavel Kapic, an abstract painter born in Prague, in their studios in Lucca and Sarasota (Florida). Everyday objects, customs, and architectural environments are being observed through an increasingly versatile and sophisticated imagination and shown in photographs that reach up to the aesthetic and poetic soul of painting. These are the images that converge in visual energy and aim at a universe of particularity by capturing the visions of mysticism; they are appreciated by famous art dealers, collectors, and simple amateurs from around the world, from the United States to Europe. D TE H IG R C O PY waterandstone photographer Erica Fava stylist Carmel Imelda Walsh make-up artist Chiara Corsaletti hair styling Fulvia Tellone stylist assistant Indigo Millar model Michela d’Angelo @ NoLogo MGMT location STR S.p.A. D TE H IG R PY O C Leggings MARTIN MARGIELA for H&M. Knitted feather vest BRENDA FORD. Mohair bulk knit collar with tape fringe BRENDA FORD. Fringe neckpiece BRENDA FORD. Metal and rubber sleeve IDRISS GUELAI Atelier. Necklace WOODOO Jewels. D TE H IG R PY O C Jacket PIEDI NUDI NEL PARCO. Stretch satin basque IKONOSTAS by Daniela Corcio. Stretch satin girdle IKONOSTAS by Daniela Corcio. Crystal necklace and ring WOODOO Jewels. Mohair cable-knit dress with fringe BRENDA FORD. Long fringe scarf BRENDA FORD. Stockings EMILIO CAVALLINI. Shoes PIEDI NUDI NEL PARCO by Guidi. Turban stylist’s own. D TE H IG R PY O C Metal mesh top IDRISS GUELAI Atelier. Overdyed leggings IKONOSTAS by Daniela Corcio. Top stylist’s own. D TE H IG R PY O C young lions art director and fashion editor Cesar Valdivieso photographer Giorgia Benazzo models coach Alias Nikitina grooming Valentina Ferrulli model Tadas @ 2morrowmodel Jan S. @ 2morrowmodel Milano Your carbon makes a star, your carbon makes a star And after all that’s all we are, after all that’s all we are That’s all we are, that’s all we are That’s all we are, that’s all we are, that’s all we are All these young men, these young lions All these young men, these young lions The Maccabbes D TE H IG R PY O C Suede and tulle t-shirt LAFRÈ. D TE H IG R PY O C Printed silk bomber TOTHEM. D TE H IG R PY O C Bicolour boots ANDREA INCONTRI. Printed silk bomber TOTHEM. D TE H IG R PY O C Baseball cap OBEY. Net t-shirt ANDREA INCONTRI. D TE H IG R PY O C Printed silk bomber TOTHEM. Shorts LEITMOTIV. Boots ANGELOS FRENTZOS. D TE H IG R PY O C Printed silk k-ways and dark brown shorts ANGELOS FRENTZOS. Light colour shorts COMEFORBREAKFAST. C O PY R IG H TE D Grey silk trench MOI MULTIPLE. Shirt LEITMOTIV. Light colour shorts COMEFORBREAKFAST. Studded sandals DR. MARTENS. Shirt, backpack and metallic sandals ANDREA INCONTRI. Dark brown shorts ANGELOS FRENTZOS. Linen t-shirts ANDREA INCONTRI. Long sleeve sport shirts by DECATHLON. Shorts TOTHEM. Shoes GAZZARRINI. D TE H IG R PY O C Wool sweater ANGELOS FRENTZOS. Long sleeve sport shirt DECATHLON. Short LEITMOTIV. Boots DR.MARTENS. Un ringraziamento a Idroscalo, il parco della Provincia di Milano. Idroscalo è anche il parco dedicato all’arte con esposizioni di giovani artisti, un teatro all’aperto e una mostra scultorea permanente all’aria aperta. Un parco dove poter praticare oltre venti discipline sportive, sia di terra sia di acqua, grazie alle attrezzature e agli impianti. Idroscalo è, infatti, riconosciuto come uno dei migliori parchi attrezzati a livello europeo, e, per questo, viene scelto dagli organismi sportivi internazionali quale sede di prove assolute per i campionati del mondo dalla canoa al Dragon Boat , allo sci nautico. idroscalo.info 1 2 A popaholic conversation in a easy funny sunny aftrenoon Photo by 1- Michael Woolley 2- Monsieur Jerome 3- Gnam Box stories Come nelle storie più affascinanti, Andrea inizia la sua carriera in questo settore quasi per caso. Lavorare come giornalista di moda non è un desiderio che porta con sè da sempre, anzi, ci si ritrova grazie a un’esperienza di stage e sa ricrearsi, unendo un nuovo campo lavorativo con la sua innata curiosità, lasciando fare all’istinto. 26 anni, molti già dedicati alla sperimentazione tra settori creativi. Un primo approccio come account pubblicitario a 19 anni lo porta a considerare l’ambito della moda come mezzo per esprimere le proprie idee. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, passa a svolgere il lavoro di stylist di redazione iniziando soprattutto a dar vita al suo immaginario visivo. In parallelo scrive di tendenze, ritrova il suo amore per la parola scritta e decide di specializzarsi in moda uomo. Professionista poliedrico, pensa e produce ogni singolo progetto e scrive di musica, moda, arte e design, linguaggi diversi per esprimere il suo punto Just like in the most fascinating stories, Andrea starts his career in fashion industry by a chance. Working as a fashion journalist has not always been his dream but he recreates it by following his innate curiosity to this new work field, trusting his own instinct. A 26 years old man, he spent the biggest part of his life dedicating himself to experiment in different sectors of creativity. His experience as an Advertising Account Executive at the age of 19 helps him consider the fashion industry as a medium for his own ideas. Always looking for new challenges, he switches his job to the position of an editorial stylist to give life to his imagination. At the same time, he writes about trends and after finding love for written language, he decides to specialize in men’s fashion. As a multifaceted professional he personally thinks through and creates every project, he writes about music, fashion, art, design, and various languages by expressing his personal point of view, focusing on scouting what he first observed and studies personally H TE D before applying it to work (and not vice versa). A brilliant personality and a child of the POP culture of the 90s, he works on strong visual imagination, as he also works on his own trademark – a fusion of different genres. His particular enthusiasm for communication is easily noticed in his work as well as in the enterprising approach to the world of social network. A globetrotter, a chef de cuisine and a music fan, Mr. Porro is full of interests and cannot sit on his hands and does nothing. A devotee of contrasts, he is always open to innovation and is not afraid of calling himself a xenophile (who can blame him). With a personal style – a result of different international inspirations, yet adapted to Milanese fashion taste – he offers interesting outfits that are being regularly highly appreciated by street style photographers and bloggers through photos taken during fashion weeks. IG R PY I enter the cafe where I meet Andrea Porro, a fashion editor, who despite his young age has already collaborated with several fashion magazines. A “vitaminic” smile and an exclusively designed by Kenzo item available just in one store in the world are two images that accompany me in the earliest moments of this famous first impression and describe the guest’s personality as anything but conservative. We all probably have an idea of an extravagant person of fashion industry with all his or her oddities, but what shocks me now at most, is his way of living almost as an outsider. di vista con un occhio di riguardo allo scouting che vive e studia prima personalmente, per poi renderlo lavoro (e non viceversa). Personalità brillante e figlio della cultura pop degli anni 90, lavora su un forte immaginario visivo, facendo anche della contaminazione tra diversi generi il suo marchio di fabbrica. Il suo particolare entusiasmo per la comunicazione è tangibile sia nelle dinamiche professionali, sia nel suo approccio intraprendente con il mondo dei social network. Globe-trotter, cuoco provetto e appassionato di musica, Mr. Porro è pieno d’interessi e non riesce a stare con le mani in mano. Amante dei contrasti è sempre attento alle novità e non ha paura di dichiararsi esterofilo (come dargli torto). Con un look personale dalle diverse inspirazioni internazionali ma adattato a un gusto milanese, propone degli outfit interessanti che puntualmente vengono molto apprezzati da fotografi e blogger nelle recensioni fotografiche durante le diverse fashion week. O 154 Local Natives Breakers Entrato nella caffetteria, ho il piacere di incontrare Andrea Porro, fashion editor che nonostate la giovane età vanta già delle importanti collaborazioni con diverse testate del settore moda. Un sorriso vitaminico e un capo esclusivo firmato Kenzo trovabile in un unico negozio al mondo, sono le immagini che mi accompagnano nei primi secondi di questo tête-à-tête e che già sembrano descrivere un carattere del tutto non convenzionale. Abbiamo tutti più o meno presente la figura stravagante di chi lavora nel settore moda, ma in questo caso a colpirmi sarà il suo vivere quasi da outsider. This Monday promises to be tough and busy. It is one of those Mondays when public transport is always late and you don’t even have time to drink a coffee. A typical start of a week, that is to say. I run out from the tube rushing to the last meeting of the day. The moment I enter the café where the appointment with our guest was taken, I pause to admire the magnificent sun shining brightly over the city. In the moments like this you realize that so many amazing things are taken for granted. Pretty much what will happen a few moments after. La conversazione scorre in modo piacevole, quasi come mi fossi ritrovato con un amico di vecchia data, mentre mi racconta della sua radicata passione per la cultura nordica e le basse temperature, del suo carattere schematico e del non essere un tipico “party lover”. Il tè è praticamente finito quando mi confessa di non sopportare il brutto rumore del silenzio e di stufarsi facilmente delle situazioni prevedibili , ma che allo stesso tempo, sono proprio queste a spronarlo a prendere l’iniziativa per essere sempre in allenamento mentale, fisico e creativo. Una conversazione inebriante e un interessante scambio di idee sono il sunto di questo pomeriggio in cui il sole sembra essere davvero gentile con noi. Un punto di vista eclettico con una filosofia ben precisa e coerente, da persona che sa perfettamente ciò che vuole soprattutto dal punto di vista professionale. Meno onnipresenza e più sostanza da comunicare nei propri lavori, tipico di chi punta più sulle esperienze pratiche che una perfezione teorica. Da qui progetti, collaborazioni e consulenze lo portano a essere uno dei giovani fashion editor più richiesti tra i nuovi nomi del settore moda. C È un lunedì che si preavvisa difficile e pieno d’impegni. Uno di quei lunedì in cui i mezzi pubblici sono sempre in ritardo e non hai nemmeno il tempo di prenderti un caffè. Un tipico inizio di settimana, per intenderci. Uscendo di corsa dalla metropolitana per l’ultimo appuntamento della giornata, subito prima di entrare nel café in cui ci siamo dati appuntamento con il nostro ospite, mi soffermo ad ammirare il magnifico sole che splende intenso sulla città e mi rendo conto di dare molte volte per scontato attimi che possono sorprendere. Più o meno come accadrà da lì a poco. Cesar Valdivieso The conversation flows smoothly, almost like with an old friend, as Andrea goes on talking about his deeply rooted passion for the Nordic culture and their low temperature, about his “schematic” personality and about not being a typical “party lover”. The tea is almost finished when he confesses that he cannot stand the terrible sound of silence and that he easily gets bored with predictable situations. However, at the same time, these are the very reasons that encourage him to act and to be always working out mentally, physically, and creatively. A heady conversation, an interesting exchange of ideas is the summary of this sunny afternoon, when the sun seemed to be especially gentle with us. An eclectic point of view with a very clear and precise philosophy of a person who knows exactly what he wants from professional point of view. Less omnipresence and more essence to be reported in our work, which is typical of those who have chosen experience over theory. This is where all projects, collaborations and consultations come from and what makes him one of the most required young fashion editors among the new names in the fashion industry. 155 3 Written by Cesar Valdivieso Translated by Alisa Nikitina stories D TE H IG R PY O C GUEST EDITOR Andrea Porro life in technicolour Left. In clockwise: 1, 2-Salvatore Ferragamo. 3-Jil Sander. 4,5-Salvatore Ferragamo. 6-Gucci. 2 Soft Powers Just Like Tropica-L In this page. In clockwise: 7-Jil Sander. 8-Salvatore Ferragamo. 9-Jil Sander. 10-Valentino. 11-Les Hommes. 12-Paul Smith. 13-Gucci. 14-Salvatore Ferragamo. 15-Moschino. 16-Gucci. 17-Paul Smith. H TE D 7 1 8 9 10 11 12 13 14 C O PY R IG 3 Tinte unite, fantasia, abbinati o a contrasto questa stagione sarà un’esplosione di colore, soprattutto per la moda uomo. Total look, prints, colourblocking or contrasting, this season will be a colour explosion , especially for menswear. Non solo moda sportiva ma molto abbigliamento formale per un uomo dalla rinnovata eleganza, dallo stile moderno e contemporaneo che non rinuncia ad apparire ma con stile e glamour. Sempre più narciso e vanesio preferisce puntare su accessori rubati dal guardaroba femminile come borse “postino” o borselli, che diventano la coperta di Linus del moderno viaggiatore in tecnicolor. Not only sportwear, but also the formal’s one designed for a man with a renewed elegance, modern and contemporary that never gives up his appearance always aiming style and glamour. More and more narcissist and vain he prefers accessories such as handbags or messenger bags stolen from the female wardrobe that become the security blanket of the modern traveler in technicolor. Dopo un eccesso di colori accesi e fluorescenti tornano le tinte pastello, da portare anche sull’abito da lavoro, riletto in chiave poetica da Paul Smith con camicie in seta o dal sapore glam rock di Gucci e Les Hommes. Immancabile il tocco di colore di Jil che tinge di blu l’abito tre pezzi, grande ritorno di stagione! After an overload of bright and fluorescent colors, pastels are back, also on work suits, in a poetic way as seen by Paul Smith with its silk shirts or glam rock like Gucci and Les Hommes. The touch of colour by Jil is inevitable that turns into blue the three-piece suit, great return of the season! 6 17 4 5 16 15 metalmark Bear in Heaven Sinful Nature 1 R IG 2 O PY 7 C 4 6 H TE D 5 12 13 8 3 A quasi 20 anni dal video che rivoluzionò il modo di concepire l’industria musicale, sembrano sfilare sulle passerelle modelli dalle futuristiche visioni di Scream di Michael e Janet Jackson. Maglie, pantaloni e persino trench in pelle metallizzata, più o meno colorata, invadono ora anche le vetrine con total look dal feeling decisamente futuristico. Nearly 20 years after the release of the video that completed changed the way we think about the music industry, on the catwalks models seem to come from the futuristic visions of Scream by Michael and Janet Jackson. Shirts, trousers and even metallic leather trench, colored or not, are ready to invade windows with a total look absolutely futuristic. Non solo abbigliamento ma anche accessori, dalla cover per Ipad di Burberry Prorsum alle stringate di L’F, dalla borsa di Lanvin alle calze di Marc Jacobs. Not only clothing but also accessories, from Burberry Prorsum Ipad cover, to laced shoes by L’F, from Lanvin backpack to Marc Jacobs stockings. Specchiato o opaco la tendenza della moda metallizzata conquista uomini e donne, per un look che non passa di certo inosservato. Mirrored or opaque the Metallic fashion trend wins over men and women, for a look that will never be unnoticed. Left. In clockwise: 1-Marni. 2-Alexander Wang. 3-Burberry Prorsum. 4-Frankie Morello. In this page. In clockwise: 11 10 9 5-Burberry Prorsum. 6-Versace. 7-Lanvin. 8-Burberry Prorsum. 9-Christian Dior. 10-Maison Martin Margiela. 11-Burberry Prorsum. 12-Lanvin. 13-Neil Barrett. get sporty Toro y Moi Say That 3 11 2 R 5 In this page. In clockwise: 1,2,3-Alexander Wang. 4,5-Andrea Pompilio. 6-Dirk Bikkembergs. 7,8,9-Louis Vuitton. 10-Issey Miyake. Right: 11,12-Valentino. 13-Dries Van Noten. 14-Valentino. 9 8 C 10 O PY 4 IG H TE D 1 14 12 6 7 La passata stagione di sfilate milanesi così come parigine, ha visto in scena un uomo che ama mixare sport e classico, dove tessuti tecnici si uniscono a silhouette più formali per un look street sofisticato. During the last fashion season in Milan and in Paris we noticed a man who likes to mix sports and classic, where technical fabrics are combined with more formal silhouette for a sophisticated street look. Nappa e neoprene a bande colorate vestono l’uomo Valentino, con forme over che conquistano stampa e pubblico. La maison Vuitton porta in scena un moderno pescatore mentre Issey Miyake fa sfilare, o meglio correre, un uomo metropolitano in sella alla sua bicicletta. Nappa leather and neoprene with colored stripes dress Valentino man, with forms that win over the press and public. Vuitton brings to the stage a modern fisherman while Issey Miyake introduces a metropolitan man riding his bicycle. Grande ricerca per i tessuti con un occhio al mondo eco, fatto di materiali riciclati ed eco sostenibili. Huge research on fabrics and especially to the eco’s one like recycled materials or environmentally sustainable. 13 The Velvet Illusions Acid Head 10 3 In this page. In clockwise: 9 H IG R 5 PY 4 O 8 C 1-John Galliano. 2-Band of Outsiders. 3-Paul Smith. 4-Carven. 5-Marc Jacobs. 6-Roberto Piqueras. 7-Dries Van Noten. 8-Marni. Right: 9-Bottega Veneta. 10-Thom Browne. 11-Dries Van Noten. 12-Katie Eary. 13-Agi & Sam. D 2 TE 1 13 11 Spesso prerogativa di un guardaroba prettamente femminile, la stampa all over viene proposta ora anche per la moda maschile. Un total look dove patterns geometrici o stampe digitali ricoprono giacche, camicie, pantaloni e persino gli accessori. Marni, Carven e Marc Jacobs scelgono grafismi più o meno netti, con stampe colorate e a contrasto. Alexander McQueen veste un uomo a cavallo tra realtà e fantascienza, con tessuti jacquard in fili di oro. Thom Browne e Band of Outsider continuano a dissacrare la moda maschile con tremp d’oeil o shape distorti. 7 6 12 Ma tornando alla moda Italiana non possiamo dimenticare Roberto Cavalli, che propone stampe e tessuti shining anche per la sera. Often characteristic of a women wardrobe, the all over print is now offered for men’s wear too. A total look where geometric patterns or digital prints cover jackets, shirts, trousers and even accessories. Marni, Carven and Marc Jacobs choose graphic elements more or less clear, with colorful and contrast prints . Alexander McQueen introduces a man between reality and fiction wearing jacquard fabrics with gold threads. Thom Browne and Band of Outsiders still desecrating men’s fashion with tremp d’oeil or distorted shape. But back to the Italian fashion we cannot forget Roberto Cavalli, who offers prints and shining fabrics for the evening as well. D TE H IG C O PY R avanguardia Photographer Erica Fava stylist Gabriele Corbyons make up and hair stylist Chiara Corsaletti assistant Martina Cavaliere location Howtan Space model Alane Souza @ Icon Shirt YOHJI YAMAMOTO. Skirt and belt CO/TE. Jacket AROMA 30. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Bracelet LUCILLA PACI. D TE H IG R PY O C Top, skirt and shorts RES NULLIUS. Leather strap LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS. Head HOWTAN RE. D TE H IG R PY O C Jacket and pants YOHJI YAMAMOTO. Bracelets and belt LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS. Top JEAN PAUL GAUTIER. Dress MISSONI. Black dress RES NULLIUS. Bracelets LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS. D TE H IG R PY O C Top CO/TE. Bracelets LUCILLA PACI. Hat ILARIUSSS. Dress YOHJI YAMAMOTO. Jacket LUIGI BORBONE. Necklace used as crown LUIGI BORBONE. Shoes JEFFREY CAMPBELL. D TE H IG R PY O C Top CO/TE. Skirt MARIOS. Bracelets LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS. O PY R IG H TE D photographer Giorgia Benazzo C CHASM GBM2000 stylist Federica Migliazza make-up ARTIST Giuliana Intelisano model Ava @ Boom The factory is a dark abyss flashed with pale light of a lamp. In front of the lamp, like in the deep sea, an observed creature looks motionless between the oil and metal. Dress (ES)* ARTISANAL by Fabrizio Talia. D TE H IG R PY O C Dress (ES)* ARTISANAL by Fabrizio Talia. Dress AVARO FIGLIO. Necklace TOI ET MOI. D TE H IG R PY O C Dress MIRKO G di BRANDIMARTE. PY O C D TE H IG R D TE H IG R PY O C Mask COCO DE MER. Necklace TOI ET MOI. D TE H IG R PY O C Headpieces ALESSANDRO MENGOZZI. PY O C D TE H IG R D TE H The bearable lightness of the present time. green Precursore dell’onda lenta in Italia fu Carlo Petrini, che fondò l’associazione internazionale no-profit “Slow Food” in risposta all’apertura nel 1986 di un McDonald’s in piazza di Spagna a Roma, seguito nel 1989 dalla nascita del movimento internazionale per la Difesa e il Diritto al Piacere, sorto per promuovere un consumo consapevole della propria vita, seguendo ritmi naturali, attraverso lunghe sedute dedicate ai piaceri sensuali. Basti pensare ai poli industriali postbellici disseminati lungo tutto lo Stivale, e in particolare ai distretti tessili (Prato, Faenza, Biella, Gallarate, Empoli fra gli altri), che hanno contribuito non solo alla crescita economica, ma anche allo sviluppo sociale della popolazione. Recuperando le abilità manuali inscritte nella storia nazionale, creando un network fra le infrastrutture, le medie imprese e i singoli, e con l’aiuto di norme legislative ad hoc, si può ben sperare in una rifioritura di un’economia sana che disponga di strutture preesistenti, innovazioni tecniche e valori etici nella gestione delle politiche aziendali. Esempio luminoso di questo iter è il noto imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli, che ha restaurato l’antico borgo medievale di Solomeo per ospitare la nuova sede del brand, dotandolo di un R IG Mentre il 900 si è fregiato del titolo di “secolo della velocità”, distinto da innumerevoli progressi in campo sociale e scientifico, il nuovo millennio, grazie alla crisi economica e ai copiosi disastri ambientali, ha dovuto arrestare la corsa sfrenata verso accumuli di beni e poteri terreni, favorendo una politica attenta alle risorse del pianeta. PY How Paul Valery would say: “The trouble with our times is that the future is not was used to be.” While in the past aware philosophers, rigorous men of science and whimsical fortune tellers used to resolve the mysterious puzzle of the fate of men, nowadays the focus is moving to the present time. O Uno dei campi più interessanti e trasversalmente collegati allo Slow Movement è la “Green Economy”, che coinvolge tutti i settori occupazionali: energia, edilizia, alimentazione, moda, design, architettura e telecomunicazioni. E in questo contesto l’Italia potrebbe elevarsi a detentore d’eccellenza nella moda sostenibile, in virtù della sua tradizione tessile, che contraddistingue il nostro Paese e l’ha reso riconoscibile nel resto del mondo. C Come direbbe Paul Valéry: «Il problema ai nostri tempi è che il futuro non è com’è sempre stato». Se in passato fila di edotti filosofi, rigorosi uomini di scienza ed estrosi indovini si adoperavano per sciogliere l’arcano rebus che avvolgeva il destino dell’uomo, oggi assistiamo a un’inversione di tendenza ove l’attenzione si sposta sul tempo presente. While the ‘900 was named “the century of speed” for its successful developments in social and scientific fields, thanks to the economic crisis and huge environmental disasters the new millennium had to stop the frantic race to accumulate goods and powers, sustaining a more sensitive approach to planet’s resources. In Italy the precursor to the slow thinking was Carlo Petrini, who founded the international non-profit association “Slow Food” in response to McDonald opening in Piazza di Spagna in Rome in 1986 and then in 1989 the International Movement for the Defense of and the Right to Pleasure was established to promote responsible consumption in line to natural rhythms, through long meetings focused on sensual pleasures. One of the most interesting issue related to the Slow Movement is the “Green Economy”, which involves all employment sectors: energy, construction, food, fashion, design, architecture and telecommunications. In such scenario Italy could rise to excellence in sustainable fashion leveraging on its textile tradition that distinguishes our country and has been its hallmark in the rest of the world. Just think about the post-war industrial centers scattered throughout the boot, and in particular the textile districts (Prato, Faenza, Biella, Gallarate, Empoli among others), which have contributed not only to economic growth but also to the social development of the population. Recovering manual skills related to the tradition, creating a network between infrastructure, midsize companies and entrepreneur and some ad hoc legislation, we may hope of economic revival that can rely on pre-existing infrastructures, technical innovations and ethical values in the management of corporate policies. A shining example of this is the wellknown Cashmere entrepreneur Brunello Cucinelli, who restored the medieval village of Solomeo to host the new headquarters of the brand, a 200-seat theater, providing daily meals prepared in the morning in the canteen by Umbrian housewives using regional products (more local than this ...). Beach Fossils Generational Synthetic 191 Photo courtesy Brunello Cucinelli - Skyline Solomeo green D TE H Esiste un numero cospicuo di designer italiani, molti under 3o, che con l’ausilio di fibre naturali, riutilizzando scampoli di green Etichetta di rilievo è poi Altriluoghi, che produce una linea di t-shirts in cotone organico fairtrade (gli stilisti sono soci di una cooperativa, che importa tramite i canali del commercio equo le materie prime dall’ India, nota per aver adottato da decenni la coltivazione biologica nella produzione del cotone). Una volta giunti i filati, la tessitura e la confezione delle magliette è affidata all’esperienza di artigiani qualificati; la stampa viene eseguita a mano con inchiostri vegetali a base di spezie e verdure e talvolta si riesce ancora a percepire l’aroma del caffè… provare per credere! Un altro progetto degno di nota è Regenesi, ideato da Maria Silvia Pazzi nel Lo scenario appare decisamente confortante, soprattutto per il segmento d’età 15/25, per il quale il sentimento dell’ insicurezza viaggia di pari passo con la speranza, e il desiderio di un’esistenza rilassata prevale sulla naturale tensione al “posto fisso” (mecca per i meno giovani), che, lontano dall’essere fucina di certezze, ha determinato la comparsa di un’instabilità emotiva endemica. E dunque distaccandosi dalle vorticose spirali delle avanguardie di inizio Novecento, dove la velocità si fa mito e mezzo per una vita migliore, si profila per le nuove generazioni un insieme di linee/ occasioni che tagliano lo spazio/Terra su un piano equo, costruendo così un’immagine che genera la “prospettiva”, una volta chiamata futuro. Sabrina De Mercurio PY Obviously Cucinelli has shared with its employees, who already receive salaries higher than their counterparts in similar areas, the proceeds from the IPO of the company up to € 5 million. Who would have not done the same? Maybe it is really possible an alternative system to the models imposed by the speculative capitalism. O Alcune storie si differenziano per l’alto tasso di eticità, come quella di Cangiari, un marchio che si avvale della tradizionale tessitura calabrese a telaio, creando così una filiera di produzione interamente italiana, formata dalle cooperative del Gruppo Goel, che si dedicano attivamente al riscatto del territorio, troppo spesso invaso dalle ombre tentacolari della ‘ndrangheta. 2008, azienda italiana che crea oggetti dal design innovativo con l’ausilio di materiali di riciclo (vetro, plastica, pelle, cartone…), collaborando con noti designers internazionali e giovani emergenti, per dare vita non a una semplice tendenza ma a un vero e proprio lifestyle basato sul binomio: bellezza e sostenibiltà. R IG A sostegno di questa realtà dai tratti fiabeschi, la teoria degli stakeholder, ideata da E. Freeman, secondo cui la sostenibilità è il risultato della considerazione degli interessi di tutti gli stakeholder, che si dividono in primari (coloro che sono direttamente coinvolti nelle transazioni economiche dell’ impresa: azionisti, creditori etc) e secondari (tutti coloro che possono influenzare o essere influenzati dall’impresa: le comunità, le generazioni future, la pubblica amministrazione). Dunque, se si rispetta e incentiva ogni figura che collabora allo sviluppo di un’impresa, allora si potrà definire quest’ultima sostenibile. tessuto di maison prestigiose o semplicemente lasciate in disuso nelle fabbriche, stampando con tinture vegetali o producendo a Km 0, realizzano collezioni eco friendly. C teatro di 200 posti, fornendo ogni giorno alla mensa aziendale pasti preparati la mattina dalle massaie umbre con prodotti tipici regionali (più local di così…). Ovviamente Cucinelli ha condiviso con i suoi dipendenti, che percepiscono stipendi maggiori rispetto ai loro colleghi in ambiti simili, il ricavo della quotazione in Borsa dell’azienda, pari a 5 milioni di euro. Chi di questi tempi non avrebbe fatto altrettanto? Forse è davvero possibile un sistema alternativo rispetto ai modelli imposti dal capitalismo di stampo speculativo. In support to this fairytale reality the stakeholder theory by E. Freeman states that sustainability is the result of all stakeholders ‘interests which are split into primary (those who are directly involved in economic transactions: shareholders, creditors, etc.) and secondary (all those who can influence or be influenced by the company: the communities, future generations, public administration). So, if all the figures that collaborate on the development of a company are respected and fostered , then the business is sustainable. There is a large number of Italian designers, many under 30, that produce eco-friendly collections using natural fibers or scraps of fabric of prestigious fashion houses or simply unused fabric, printing with vegetable dyes or producing at Km 0. Some stories are particularly noted for their ethics, such as Cangiari, a brand that uses traditional Calabrian weaving frame creating a complete Italian production chain including Goel cooperatives, who are actively involved in the redemption of ‘Ndrangheta lands. An outstanding label is Altriluoghi, which produces t-shirts made of fairtrade organic cotton (the designers are members of a cooperative, which imports fair trade raw materials from ‘India that has adopted organic farming in cotton production for decades). Once the yarn is imported, the weaving and the making of the shirts is assigned to skilled artisans, while the printing is done by hand with vegetable and spices inks, and sometimes you still can feel the aroma of coffee ... try it! for which the feeling of insecurity goes hand in hand with the hope, and the desire of relaxed way of life prevails over the “permanent job” (mecca for older people), which far from being source of certainty creates endemic emotional instability. Far from the swirling spirals of the early twentieth century avant-garde, where the speed becomes myth and means to a better life, for the new generations is ready a set of lines / opportunities that cut the space / Earth on a fair base, thus building an image that generates the “perspective”, once called the future. 193 Written by Sabrina De Mercurio Translated by Antonella Giannelli Another project worth mentioning is Regenesi, created by Maria Silvia Pazzi in 2008, an Italian company that creates objects with an innovative design using recycled materials (glass, plastic, leather, cardboard ...), working with well-known international designers and emerging young artists and giving life not only to a mere trend but to a real lifestyle based on the combination of: Beauty and Sustainability. The scenario is very comforting, especially with the 15/25 age segment, Regenesi oRegami mobile lamp by matali crasset green Photo courtesy Galleria Poggiali e Forconi art All’intuito lungimirante dei Coen unisce l’urgenza critica e il gusto del macabro di Cronenberg, spingendosi ben oltre i classici clichè del genere, e forte di un alfabeto visivo dell’infanzia che assurge a qualcosa di più che un semplice espediente neo-dada per avvicinare il pubblico al significato coinvolto, non si limita a ridicolizzare con fare sornione le contraddizioni dell’esistenza; ma riesce nel velleitario compito di conferire a tutto quel bagaglio di retaggi storici, politici e religiosi della società odierna, comprensivo di abiezioni ed iniquità di ogni sorta, un rinnovato e fascinoso allure di finalità costruttiva, arrivando ad educare la crisi, quasi ad addomesticarla, in una democratica prospettiva di mediazione col nemico che fa tanto strano di questi tempi. A partire da uno status quo che è denigrazione ai minimi termini della realtà, e da un concentrato di icone che ne rappresentano la discesa verso l’abisso, il risultato di dittature cadute, guerre e quant’altro, Duncan demolisce allo scopo di ricostruire, utilizzando proprio questo patrimonio mitologico gretto ed esasperato di globalizzazione consumistica come veicolo, non per compiangere un indefinito passato, quanto He combines the far-sighted intuition of the Coen with the urgency and the critical taste for the macabre of Cronenberg, going well beyond the traditional clichés of the genre, and on the strength of a visual alphabet of the childhood that becomes something more than just a gimmick neo-dada to bring the audience to the meaning involved; he does not only make a fool of the existence’s contradictions with a sly smile, but he succeeds in the unrealistic task of giving all that baggage of historical, political, and religious legacies of contemporary society, including vileness and wickedness of all sorts, a renewed and fascinating allure of constructive purpose, getting to educate the crisis, almost to tame it, in the democratic perspective of mediation with the enemy that looks so strange in these days. From a status quo, which is disparaging the reality on lowest terms, and from a mix of icons that represent the descent into the abyss, the result of fallen dictatorships, wars and so on, Duncan destroys in order to reconstruct, using exactly this mythological and exasperated heritage of consumerist globalization as a vehicle, not to mourn an indefinite past, but rather to warn of a possible future, while not aiming at any H TE D The impeccable actors in this film are basically readymade; from soulless background actors become insolent and bizarre characters: military vehicles, cars, trucks, and tanks, richly repainted and modified, on which the artist acts as a cranky kid with irreverent graffiti from propaganda slogans and colourful compositions of pins. But above all, they are airplanes: Japanese Zero fighters and German bombers that are instinctively associated with the symbolism of war; for Duncan they become “Papillon”, as he himself called them, the butterflies, graceful and, at the same time, powerful creatures: like of the animals they represent, their wings’ beating is able to affect the entire atmosphere. Similarly, they borrow the same significance like in the Tarkvosky’s movie “Stalker”, majestic God messengers capable of illuminating the death before us, in order to prevent it with this “wing-beat”of consciousness. IG R PY Venturing into Zhivago Duncan’s world is like watching a film. A film of primitive feelings that comes straight from the beginning to the consciousness of the viewer, like many immediate frames extrapolated to a comedy of the absurd’s film editing, in which, in spite of appearances and dramatization, he prefers the authenticity of genuineness’s playful exasperation. Zhivago Duncan (Terre Haute, Indiana, 1980) is the director of this film, daring and amused. Reducing the screenplay in a sterile raw canvas, and expanding the set in the cotton of a post-apocalyptic dimension, this young chamberlain of anomaly directs a grotesque Oscar-worthy film, paying particular attention to the costumes very similar to those of a circus. Gli attori impeccabili di questo film sono principalmente readymade, che da comparse senz’anima si fanno insolenti e bizzarri protagonisti: mezzi militari, macchine, camion, carri armati, doviziosamente ridipinti e modificati, su cui l’artista interviene come un bimbo capriccioso con irriverenti graffiti dagli slogan propagandistici e colorate composizioni di spilli. Ma soprattutto, sono aereoplani: caccia Zero giapponesi, bombardieri tedeschi, d’istinto associati alla simbologia bellica, per Duncan diventano “Papillon”, come lui stesso li ha definiti, farfalle appunto, creature leggiadre ma al contempo potenti, come gli animali che rappresentano, il cui battito d’ali può bastare ad influenzare l’intera atmosfera. Analogamente, essi mutuano in Stalker di Tarkvoskijana memoria, maestosi messi divini in grado di illuminare la morte dinanzi a noi, al fine di prevenirla con il solo “battito d’ali” della consapevolezza. Modellini lillipuziani sospesi singolarmente o composti all’interno di enormi croci bordate di luci al neon, si alternano allora ad imponenti quanto alienanti dipinti ad olio su tela, fino ad arrivare all’eccellenza comunicativa dei diorami: teche, mini-composizioni di resina in movimento meccanico costante, che mimano siparietti catastrofici dal sapore di preziosi relitti e carcasse abbandonate, la cui visione isolata e decontestualizzata ne accresce ancor di più l’aura di misticismo e l’efficacia espressiva. L’artista lavora dunque sul divenire, sul risultato in potenza della resa egoistica all’istinto, mostrandoci come siano prima di tutto quei desideri e quegli impulsi più reconditi, su vasta scala, a fare la nostra storia evolutiva, e come paradossalmente proprio in essi, nelle scorie e nei rifiuti della società, risieda la chiave risolutiva di una plausibile salvezza del mondo. D’altronde, “prima creiamo la spazzatura e dopo costruiamo un sistema per riuscire a fronteggiarla”, suggeriva Underworld. Duncan ci lascia liberi di contemplarne in pace la bellezza (auto)distruttiva del processo degenerativo, senza esortare al masochismo, ma consapevole di quel che di perverso e disumano che in fondo appartiene a ciascuno di noi. O 194 Kirin J Callinan W II W / Thighs Avventurarsi nel mondo di Zhivago Duncan è come assistere alla visione di un film. Una pellicola di sensazioni primitive che arrivano fin da subito dritte alla coscienza dello spettatore, al pari di tanti immediati fotogrammi estrapolati al montaggio cinematografico di una commedia dell’assurdo, in cui, a dispetto delle apparenze, ai toni drammatizzanti si predilige la genuinità schietta dell’esasperazione ludica. Zhivago Duncan (Terre Haute, Indiana, 1980), ne è il regista ardito e divertito. Riducendo la sceneggiatura a sterile e grezzo canovaccio, e dilatando la scenografia nell’ovatta di una dimensione post-apocalittica, questo giovane cerimoniere dell’anomalia dirige un grottesco da Oscar, con un’attenzione ai costumi da circo tutta particolare. power specifically, but speaking in universal terms to all humanity. piuttosto per allertare su un possibile avvenire, pur non mirando ad alcun potere nello specifico, ma rivolgendosi in termini universali all’intera umanità. C Giocando con un’estetica della popdistruzione, Zhivago Duncan inscena con la sua arte una commedia pirandelliana dalle molteplici sfumature, che riflette sul potere della memoria storica e sulla sua attendibilità commemorativa, non demonizzando il passato, bensì scendendo a compromessi con i nostri demoni, edificando su di essi le fondamenta di un futuro migliore. Sarah Venturini Lilliputians models suspended individually or compounded within huge, lined with neon lights crosses, alternate with massive, as well as alienating oil on canvas paintings, until achieving the communicative excellence of the dioramas: display cases, mini-resin compositions in constant mechanical motion, miming catastrophic gags with the flavour of precious relics and abandoned carcasses, whose isolated and decontextualized vision enhances even more the aura of mysticism and the effectiveness of expression. Therefore the artist works on the formation, on the possible results of a selfish output to the instinct, showing how, first of all, those desires and impulses innermost, on a large scale, are able to make our evolutionary history, and how paradoxically it is in them, in waste, and the dregs of society, where the key to resolving a plausible salvation of the world lies. On the other hand, “firstly, we create the trash and only then we build a system that would deal with it,” suggests Underworld. Duncan leaves us free to contemplate in peace the beauty of (self-) destructive degenerative process without urging towards masochism, but being aware of that kind of perverse and inhuman, which basically belongs to each of us. 195 Written by Cesar Valdivieso Translated by Alisa Nikitina art edited by AIDE factory Associazione internazionale designer emergenti / international association of young designers aide-factory.com Executive Director TE D Giorgio Favini Editor in Chief H Cesar Valdivieso Fashion Director IG Federica Migliazza Photo Editor Sarah Venturini Sara Maduzzi Copy Editor Cristina Cusi PY Contributor Editors O Giovanni Celsi C Editor R Giorgia Benazzo Chief Communications Officer Alisa Nikitina Graphic Design Davide Barni Graphic Project Alice Alessandri Media Designer Federica Intelisano Web Designer Marco Buzzoni Special Thanks Assessorato moda eventi EXPO della Provincia di Milano, David Beltran, Stefano Libertini, Antonella Giannelli, Alessandro Minisci di InterCode@ and the support from our family and friends AIDE factory, via Enrico Noè 17 , 20133 Milano - C.F. 97593560150 Tipografia Spadamedia Srl Via Panama 88 00198 Roma