COMITATO DI PROGETTO A.I.P Azioni Integrate Professionalizzanti RICERCA-AZIONE Decreto Regione Toscana del 23/12/2003 n° 8128 Sostegno ai comitati di progetto costituiti in attuazione dell’art.4 dell’allegato C della DGR 687 del 14 luglio 2003 per la sperimentazione di un’offerta formativa integrata di attività di istruzione e formazione professionale. Attività del Comitato di Progetto approvata dalla Provincia di Prato con Det. Dir. n°4456 del 31/12/03 COMITATO di PROGETTO MARCO BIANCHINI MARCO MANZUOLI MASSIMO MASSAGNI ARIANNA MENCI ROBERTO PAGANELLI GABRIELLA RUSSO Note Il materiale raccolto in questa pubblicazione è uno strumento operativo che il Comitato di Progetto ha realizzato per sostenere ed implementare la diffusione di buone pratiche fra i docenti del sistema dell’istruzione e gli operatori della formazione professionale, nell’attività di progettazione e realizzazione di percorsi integrati di istruzione e formazione. Esso si compone di un glossario che rinvia a schede di approfondimento, siti internet da consultare e strumenti operativi di esemplificazione. La forma editoriale è stata pensata per poter essere aggiornata. Il Testo e gli eventuali aggiornamenti saranno disponibili e scaricabili dal sito www.datini.prato.it Ogni eventuale comunicazione e suggerimento può essere inviato al seguente indirizzo [email protected] all’attenzione del Comitato di Progetto. Coordinamento redazionale e progetto grafico a cura di Massimo Massagni I SCHEDA – Accoglienza nel sistema istruzione Il P.O.F ( ) prevede all’interno delle attività didattiche, e nel calendario dell’anno scolastico, una serie di attività e di interventi finalizzati alla conoscenza, all’inserimento e all’orientamento per gli alunni che iniziano un nuovo percorso scolastico. Nella scuola superiore , l’accoglienza riguarda le classi prime. Nell’ambito dell’autonomia scolastica, ogni Istituto organizza la fase dell’accoglienza tarandola sui bisogni formativi e socio-affettivi degli alunni, sui necessari raccordi col territorio e con le famiglie. La fase dell’accoglienza si concretizza in una serie di azioni, alcune precedenti l’inizio dell’anno scolastico ( definibili quindi come attività di pre-accoglienza). La fase della pre-accoglienza Nella fase della pre-accoglienza, in particolare, dopo che si sono formate sulla base delle iscrizioni le classi prime dell’Istituto ( si fa riferimento a qualsiasi tipologia di Istituto superiore) vengono messe in opera una serie di attività, fra le quali si segnalano: La conoscenza dei percorsi scolastici precedenti L’individuazione per ciascuna classe prima di “alunni tutor” , generalmente appartenenti a una o più classi quarte, che faranno da guida ai nuovi alunni quando essi entreranno materialmente a scuola. La progettazione di attività “ trasversali” e “interdisciplinari” volte a promuovere azioni collegiali da parte dei docenti per le nuove classi prime , nelle prime settimane di scuola. In tale ottica all’interno del P.O.F. viene previsto uno specifico gruppo di progetto per l’Accoglienza, che lavora in collaborazione con altre strutture dell’Istituto ( Funzione strumentale per la didattica, Funzione strumentale sull’Handicap, responsabili e operatori del C.I.C., responsabili di eventuali progetti che hanno incidenza diretta o indiretta sugli alunni delle prime classi) La fase dell’accoglienza : l’inizio dell’anno scolastico Nelle prime due-tre settimane di attività sono generalmente previste alcune attività didattiche finalizzate alla miglior conoscenza dell’istituto e del gruppo-classe . Le classi durante il primo giorno di scuola, attraverso l’azione dei docenti e degli alunni tutor, che insieme e in collaborazione strettissima con l’intero consiglio di classe, iniziano la conoscenza reciproca e la conoscenza dell’istituto, attraverso le sue strutture, i suoi regolamenti, le discipline e le attività extracurricolari. Nella fase dell’accoglienza, un ruolo decisivo è rivestito dagli alunni-tutor , che hanno il compito di offrire, oltre che una vera e propria guida pratica, un riferimento per ciascuna classe prima nel primo impatto con la nuova realtà scolastica. In questa fase dell’accoglienza, i docenti, secondo una progettazione collegiale che sarebbe sempre opportuna, sviluppano alcune attività volte alla conoscenza del gruppo-classe ( che in alcuni casi, secondo l’organizzazione che una scuola può darsi, non è addirittura ancora stabile in queste settimane) , in particolare: Test di conoscenza trasversali ( a volte gestiti anche in collaborazione con operatori esterni provenienti da altre agenzie formative) sull’autovalutazione, sull’immagine di sé, sul precedente percorso scolastico STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Accoglienza nel sistema istruzione Test di conoscenza disciplinari, anche raggruppati per aree ( linguistica, logico-matematica , storico-sociale) e comunque volti sempre a costruire all’interno della classe vere e proprie “mappe di potenzialità” Illustrazione del “contratto formativo” da parte dei docenti, ovvero illustrazione e discussione con gli alunni degli obiettivi disciplinari, dei criteri di valutazione, dell’organizzazione delle verifiche e tutto quanto può rientrare nel rapporto quotidiano docente-alunno. Particolare importanza assume la fase dell’accoglienza nel caso di alunni provenienti da aree culturali extracomunitarie, per i quali l’inserimento e l’integrazione rappresentano obiettivi imprenscindibili: in questo caso il lavoro sulle competenze linguistiche può essere modulato in maniera diversa. La fase dell’accoglienza non deve intendersi conclusa ovviamente con le prime due-tre settimane di scuola, in quanto alcuni strumenti e tipologie di attività sono trasversali e quindi debbono durare tutto l’anno, soprattutto laddove le attività iniziali avessero riscontrato carenze, disagi o comunque difficoltà. La previsione di uno sportello , gestito in parte da docenti in parte ancora dagli alunni tutor, può essere uno strumento con il quale le scuole prolungano questa “accoglienza” fino alla fine dell’anno scolastico, o almeno fino al momento delle prime valutazioni (fine primo quadrimestre) Nota Il percorso indicato e stato ricavato , in un’ottica di generalizzazione e di creazione di modelli sui cui discutere e lavorare nella prospettiva dell’integrazione fra sistemi, dalle esperienze svolte all’interno dell’Istituto Professionale “Datini” di Prato, dal momento della sperimentazione dell’autonomia scolastica ( a.s. 1997-98) STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Alternanza Scuola-Lavoro La legge di riforma legge 28 marzo 2003, n.53 all'articolo 4 introduce il sistema dell’alternanza come sistema. Di seguito viene riportato nelle linee fondamentali il decreto legislativo concernente la definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro. ART. 1 (Ambito di applicazione) Il presente decreto disciplina l'alternanza scuola-lavoro, ....come modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo, sia nel sistema dei licei sia nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. Gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età, salva restando la possibilità di espletamento del diritto - dovere con il contratto di apprendistato ai sensi dell'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276, possono presentare la richiesta di svolgere, con la predetta modalità l'intera formazione dai 15 ai 18 anni o parte di essa, attraverso l'alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa. I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o CCIAA, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. Le istituzioni scolastiche e formative, nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, destinano specifiche risorse alle attività di progettazione dei percorsi in alternanza scuola-lavoro. omissis ART. 2 (Finalità dell'alternanza) Nell'ambito del sistema dei licei e del sistema dell'istruzione e della formazione professionale, la modalità di apprendimento in alternanza, quale opzione formativa rispondente ai bisogni individuali di istruzione e formazione dei giovani, persegue le seguenti finalità: a. attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica; b. arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l'acquisizione di competenze spendibili anche nel mercato del lavoro; c. favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali; d. realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, nei processi formativi; e. correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. ART. 3 (Realizzazione dei percorsi in alternanza) .... le istituzioni scolastiche o formative, singolarmente o in rete, stipulano, nei limiti degli importi allo scopo annualmente assegnati nell'ambito delle risorse di cui all'articolo 9, comma 1, apposite convenzioni, a titolo gratuito, con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, secondo quanto previsto ai commi 2 e 3 del presente articolo. Ai fini dello sviluppo, nelle diverse realtà territoriali, dei percorsi di cui all'articolo 1 che rispondano a criteri di qualità sotto il profilo educativo ed ai fini del monitoraggio e della valutazione dell'alternanza scuola lavoro, nonché ai fini di cui al comma 3, è istituito, a livello nazionale, un apposito Comitato,....... Il Comitato è istituito assicurando la rappresentanza dei soggetti istituzionali interessati, delle CCIAA e delle rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro. Per la valutazione dei percorsi il Comitato si coordina con l'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione (INVALSI), ....Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata....sulla base delle indicazioni del comitato di cui al comma 2, sono definiti: a. i criteri generali cui le convenzioni devono fare riferimento; b. le risorse finanziarie annualmente assegnate alla realizzazione dell'alternanza, e i criteri e le modalità di ripartizione delle stesse al fine di contenere la spesa entro i limiti delle risorse disponibili; c. i requisiti che i soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, devono possedere per contribuire a realizzare i percorsi in alternanza, con particolare riferimento all'osservanza delle norme vigenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di ambiente ed all'apporto formativo nei confronti degli studenti ed al livello di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti; d. le modalità per promuovere a livello nazionale il confronto fra le diverse esperienze territoriali e per assicurare il perseguimento delle finalità di cui al comma 2; STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Alternanza Scuola-Lavoro e. il modello di certificazione per la spendibilità a livello nazionale delle competenze e per il riconoscimento dei crediti di cui all'articolo 6. Le convenzioni di cui al comma 1, in relazione al progetto formativo, regolano i rapporti e le responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nei percorsi in alternanza, ivi compresi gli aspetti relativi alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti. ART. 4 (Organizzazione dei percorsi in alternanza) I percorsi in alternanza hanno una struttura flessibile e si articolano in periodi di formazione in aula e in periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, che le istituzioni scolastiche e formative progettano e attuano sulla base delle convenzioni di cui all'articolo 3. I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro fanno parte integrante dei percorsi formativi personalizzati volti alla realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi e degli obiettivi generali e specifici di apprendimento stabiliti a livello nazionale e regionale. omissis Nell'ambito dell'orario complessivo annuale dei piani di studio, i periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, previsti nel progetto educativo personalizzato relativo al percorso scolastico o formativo, possono essere svolti anche in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni. [omissis] ART. 5 (Funzione tutoriale) [omissis] La funzione tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza è svolta dal docente tutor interno di cui al comma 2 e dal tutor esterno di cui al comma 3. Il docente tutor interno, designato dall'istituzione scolastica o formativa tra coloro che, avendone fatto richiesta, possiedono titoli documentabili e certificabili, svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza e verifica, con la collaborazione del tutor esterno di cui al comma 3, il corretto svolgimento del percorso in alternanza. Il tutor formativo esterno, designato dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, disponibili ad accogliere gli studenti, favorisce l'inserimento dello studente nel contesto operativo, lo assiste nel percorso di formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o formativa ogni elemento atto a verificare e valutare le attività dello studente e l'efficacia dei processi formativi. Lo svolgimento dei predetti compiti non deve comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. I compiti svolti dal tutor interno di cui al comma 2 sono riconosciuti nel quadro della valorizzazione della professionalità del personale docente. -. omissis ART. 6 (Valutazione, certificazione e riconoscimento dei crediti) I percorsi in alternanza sono oggetto di verifica e valutazione da parte dell'istituzione scolastica o formativa. ......, l'istituzione scolastica o formativa, tenuto conto delle indicazioni fornite dal tutor formativo esterno, valuta gli apprendimenti degli studenti in alternanza e certifica, sulla base del modello di cui all'articolo 3, comma 3, lettera e), le competenze da essi acquisite, che costituiscono crediti, sia ai fini della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma o della qualifica, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi ivi compresa l'eventuale transizione nei percorsi di apprendistato. La valutazione e la certificazione delle competenze acquisite dai disabili che frequentano i percorsi in alternanza sono effettuate a norma della legge 5 febbraio 1992, n. 104, con l'obiettivo prioritario di riconoscerne e valorizzarne il potenziale, anche ai fini dell'occupabilità. Le istituzioni scolastiche o formative rilasciano, a conclusione dei percorsi in alternanza, in aggiunta alla certificazione prevista dall'articolo 3, comma 1 lett. a) della legge n.53/2003, una certificazione relativa alle competenze acquisite nei periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro. ART. 7 (Percorsi integrati) Le istituzioni scolastiche, a domanda degli interessati e d'intesa con le Regioni, nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, possono collegarsi con il sistema dell'istruzione e della formazione professionale per la frequenza, negli istituti d'istruzione e formazione professionale, di corsi integrati, attuativi di piani di studio progettati d'intesa tra i due sistemi e realizzati con il concorso degli operatori di ambedue i sistemi. ART. 8 (Disposizioni particolari per le Regioni a statuto speciale e per le Province Autonome di Trento e di Bolzano) Omissis ART. 9 (Risorse) omissis ART. 10 (Coordinamento delle competenze) omissis ART. 11 (Disciplina transitoria) Fino all'emanazione dei decreti legislativi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera g) della legge 28 marzo 2003, n. 53, i percorsi in alternanza di cui all'articolo 1 possono essere realizzati negli istituti di istruzione secondaria superiore secondo l'ordinamento vigente. ...omissis STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Apprendistato L’Apprendistato è un contratto di lavoro subordinato definito a “causa mista” essendo contemporaneamente previsti lavoro e formazione. E’ uno dei tre canali per assolvere il diritto/dovere all’istruzione e formazione, nella previgente normativa (art 68 L.144/1997) solo per l’obbligo formativo. La normativa di riferimento: disciplinato dagli artt.2130-2134 (che lo definisce tirocinio) è stato regolato dalla legge 19/01/1955,n°25 poi modificata dalla L.2/04/1987,n°56 e in ultimo novellato dalla legge “Biagi” (L. 14/02/2003,n°30), dal Dlgs 276/2003 artt, 47-53; circ. ministeriale 14 ottobre 2004 n°40 L’art 47 ne definisce tre tipologie a) contratto di apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione b) contratto di apprendistato professionalizzante per il conseguimento di una qualificazione professionale attraverso una formazione sul lavoro e un apprendimento tecnico-professionale c) contratto di apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione Si rivolge ai giovani di età compresa tra 15-18 per i tipo a) (assolto “l’obbligo scolastico”) 18- 29 anni non compiuti tipo b) e c) Un giovane che abbia compiuto il 15 esimo anno, può rivolgersi anche ai Centri per l’impiego presenti sul territorio, per consultare le offerte di lavoro e usufruire della preselezione sulle richieste di personale pervenute dalle aziende oppure deve attivarsi contattando direttamente le aziende presso le quali sarebbe interessato a svolgere l’attività lavorativa. La durata del rapporto di apprendistato è stabilita dai Contratti Nazionali di Lavoro e dal Dlgs 276/2003; il diritto-dovere alla istruzione/formazione ha una durata massima di 3 anni v.art 48/276; l’apprendistato professionalizzante può durare da 2 a 6 anni (v art.49), per la terza tipologia è in fase di definizione in accordo con le Regioni. (v. art.50). I centri per l’impiego hanno funzione di collettore per segnalare i percorsi formativi offerti dalla agenzie accreditate, restando libero l’apprendista di optare per i corsi che preferisce seguire. Il giovane usufruisce di 2 tipologie di formazione: formazione interna all’azienda, impartita sul luogo di lavoro, finalizzata a far acquisire all’apprendista le abilità professionali richieste dal lavoro al quale deve essere avviato; formazione esterna all’azienda, svolta durante l’orario di lavoro in strutture formative esterne all’azienda, appositamente accreditate. La durata minima della “formazione esterna” nei contratti di apprendistato è di 120 ore annue, per i giovani in obbligo formativo (1518 anni) le ore di formazione esterna annue sono 240 finalizzate all’acquisizione di conoscenze tecnico-professionali nonché alle competenze organizzative, relazionali, gestionali e sulla sicurezza nel luogo di lavoro. La formazione esterna si articola in tre aree di base, trasversale e professionalizzante. Le competenze di base sono finalizzate al recupero delle abilità linguistiche e matematiche indispensabili per operare nell’ambiente di lavoro. Le competenze trasversali sono quelle che il lavoratore deve possedere, qualunque sia il settore in cui presta la sua opera fanno riferimento a competenze quali: la diagnosi, la comunicazione, la presa di decisioni. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Apprendistato Le competenze professionalizzanti sono finalizzate all’acquisizione di abilità specifiche nel settore lavorativo prescelto. Il contratto prevede la figura del tutor aziendale. Un lavoratore dell’impresa ha il compito di affiancare l’apprendista durante tutto il periodo di apprendistato, per fargli sviluppare le competenze necessarie al lavoro e curare l’integrazione tra le iniziative esterne all’azienda e la formazione sul luogo di lavoro. In particolare il tutor provvede ai necessari collegamenti con la struttura di formazione esterna all’azienda, allo scopo di valorizzare il percorso di apprendimento ed esprimere le proprie valutazioni sulle competenze acquisite, ai fini dell’attestazione finale, che viene rilasciata dal datore di lavoro al termine del periodo di apprendistato. Al termine dell’esperienza di apprendistato il datore di lavoro attesta le competenze professionali acquisite dal ragazzo. Le competenze certificate, valutate da apposite commissioni, costituiscono credito formativo per il passaggio tra i vari sistemi di istruzione/formazione. (vedi D.M. n° 86 del 3 dicembre 2004) SETTORI Artigianato Artistico oreficeria Artigianato del legno decorazione restauro Elettricisti Fabbricazione articoli da viaggio Fabbricazione mobili Idrulico Pelletterie - Preparazione cuoio Costruzioni Confezioni vestiario Fabbricazione e Lavorazione di minerali Fabbricazione macchine e apparecchi meccanici elettrici e informatici Fabbricazioni prodotti meccanici Fabbricazione materie plastiche Fabbricazioni pasta e carta Fabbricazione prodotti metallo Industrie alimentari e bevande Industria del legno Industria Tessile Metalmeccanici STRUMENTI Recupero e preparazione per il riciclaggio Alberghi e ristoranti: addetto alla cucina, addetto al ricevimento, camerieri di sala. Attività di organizzazioni associative Attività di servizi Attività professionali e imprenditoriali Attività ricreative, culturali e sportive Editoria Estetica - acconciature Istruzione Manutenzione autoveicoli Noleggio Macchinari Poste e telecomunicazioni Ricerca e sviluppo Sanità e altri servizi sociali Trasporti Turismo agenzia di viaggio Assicurativo Commercio Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Autoimprenditoria (servizi per) In relazione ai servizi per l’autoimprenditoria si possono distinguere tre diversi livelli di azione: Informazione e accoglienza in merito a: - opportunità di finanziamento, agevolazioni, sgravi fiscali suddivise per idea d’impresa e appartenenza ad un target di riferimento (giovani, donne, laureati); - caratteristiche generali del mercato del lavoro e del settore produttivo d’interesse; - caratteristiche territoriali e della programmazione negoziata (programmi di sviluppo locali, obiettivi comunitari specifici ob.2, patti territoriali, contratti d’area); - attori strategici locali e reti di relazioni: Camere di Commercio, Associazioni di categoria; Business Innovation Center (BIC); Enti locali; Centri per l’impiego. Consulenza specialistica (interna ad un percorso formativo o attraverso la modalità di colloqui individuali) finalizzata al raggiungimento dei seguenti obiettivi: - definizione del contesto normativo entro il quale si colloca l’idea d’impresa (forme d’impresa, normativa settoriale); - definizione e valutazione dell’idea d’impresa; - impostazione del piano di marketing; - redazione del Business Plan; - individuazione di possibili canali di finanziamento; - simulazione d’impresa; - sostegno per lo start up d’impresa; Follow up: attività finalizzata a sostenere la “natalità” dell’impresa attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi: - consolidamento dell’impresa (entro 1 anno dalla nascita dell’impresa) - sostegno alle aree funzionali critiche della neo impresa - impostazione di programmi di formazione continua - facilitazione nel raggiungimento di standard qualitativi Normativa di riferimento: Legge 95/95; Legge 236/93; Legge 608/96 (misure straordinarie per la promozione del lavoro autonomo); Legge 135/97; Legge 448/98; DLgs. 21 aprile 2000, n.185; D.M. 28 maggio 2001, n. 295 STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Autonomia scolastica L’autonomia delle istituzioni scolastiche è uno strumento necessario per garantire, a tutti gli studenti, i livelli di istruzione indispensabili per diventare cittadini protagonisti delle proprie scelte. L’autonomia deve consentire la progettazione e realizzazione di azioni formative che, tenendo conto dei diversi contesti e delle specifiche caratteristiche di ogni studente, garantiscano il successo formativo e riducano conseguentemente gli elevati tassi di dispersione e di abbandono. In questa ottica il processo di insegnamento/apprendimento deve essere al centro dell’attenzione: occorre capire quali sono le condizioni necessarie per realizzare nel modo migliore questo processo. Con l’attribuzione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche si vuole abbandonare il pre-esistente modello rigido che, con un’impostazione basata sulla omogeneità dell’offerta garantita dall’identità degli adempimenti, non è in grado di rispondere a domande qualitativamente diverse.Si istituisce una nuova concezione di governo dei processi che deve orientare le scelte da compiere, i comportamenti da adottare e le verifiche da attuare: L’obiettivo principale non è più l’uniformità dell’offerta, ma la congruità dei risultati; I comportamenti non sono più dettati dalle direttive centrali, ma dal rapporto tra obiettivi e contesto operativo; Il controllo formale sugli adempimenti è sostituito dalla valutazione sistematica del rapporto tra obiettivi programmati e risultati ottenuti. Gli strumenti dell’autonomia si ispirano ad un concetto che ribalta i rapporti tra le istituzioni scolastiche ed il centro: tutto ciò che non è esplicitamente vietato è consentito senza ulteriore autorizzazione. Il DPR n°275/1999 indica agli artt. 4-7, le modalità di attuazione dell’autonomia, in particolare: AUTONOMIA DIDATTICA. Le istituzioni scolastiche possono adottare le seguenti forme di flessibilità: Articolazione modulare del monte annuale di ciascuna disciplina; Definizione dell’unità d’insegnamento non coincidente con l’unità oraria; Attivazione di percorsi didattici individualizzati; Articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso; Aggregazione di discipline in aree ed ambiti disciplinari; Percorsi formativi che coinvolgono più discipline. I concetti nuovi e fondamentali che sottendono all’introduzione di queste forme di flessibilità sono, da una parte il riconoscimento e la valorizzazione delle diversità, dall’altra la richiesta, rivolta alle istituzioni scolastiche, di assumere tutte le iniziative utili a garantire il successo formativo: il successo non è più un traguardo individuale del singolo studente ma un obiettivo assunto dall’istituzione scolastica nei confronti di ogni studente. AUTONOMIA ORGANIZZATIVA. L’impiego dei docenti e le modalità organizzative sono ispirate alla promozione ed il sostegno dei processi innovativi ed il miglioramento dell’offerta formativa; è consentita l’attuazione delle seguenti forme di flessibilità: Adattamenti del calendario scolastico in relazione alle esigenze derivanti dal Piano dell’Offerta Formativa (POF), nel rispetto delle competenze attribuite alle Regioni; Programmazione plurisettimanale; STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Autonomia scolastica Orario complessivo del curricolo e delle singole discipline. Rimane il vincolo dell’articolazione delle lezioni in non meno di cinque giorni settimanali ed il rispetto del monte ore annuale. AUTONOMIA DI RICERCA, SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO. Nell’esercizio dell’autonomia, le istituzioni scolastiche gestiscono: Progettazione formativa e ricerca valutativa; Formazione ed aggiornamento del personale scolastico; Innovazione metodologica e disciplinare; Ricerca didattica sulla valenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione; Documentazione educativa; Scambi di informazioni, esperienze e materiali didattici; Integrazione fra le diverse articolazioni del sistema scolastico, ivi compresa la formazione professionale. RETI DI SCUOLE. Le istituzioni scolastiche possono promuovere e/o aderire ad accordi di rete per il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali. L’oggetto dell’accordo può essere riferito ad attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo, formazione ed aggiornamento, acquisto di beni e servizi, amministrazione e contabilità (ferma restando l’autonomia dei singoli bilanci), l’accordo può prevedere lo scambio temporaneo di docenti. PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA (POF). Il DPR n°275/1999, all’art.3, fornisce le indicazioni per la formulazione e l’adozione del POF che ha le caratteristiche di: Documento fondamentale dell’istituzione scolastica, né costituisce l’identità culturale e progettuale sia a livello curricolare che extracurricolare, tenendo conto sia dell’aspetto educativo che organizzativo, ancorato in modo significativo alla realtà territoriale; Nella sua formulazione tiene conto dei pareri formulati dai genitori e dagli studenti. Da questi due aspetti, e dal fatto che la formulazione e l’adozione del POF richiedono la delibera sia del Collegio dei Docenti che del Consiglio d’Istituto, si evince la portata di questo documento: rappresenta l’atto costitutivo dell’istituzione scolastica intesa come comunità educante pertanto tutte le componenti (docenti, ATA, genitori e studenti) sono chiamate ad esprimere un loro parere. IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO. (D.lgs. n° 165/2001) Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione scolastica, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio; spettano al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane. In particolare il dirigente scolastico organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia formativa ed è titolare delle relazioni sindacali; promuove gli interventi per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio. E’ evidente come la declinatoria delle competenze spettanti al dirigente scolastico sia diversa da quella voluta per il capo d’istituto, riassumibile nella funzione di promozione e coordinamento delle attività dell’istituto, la cui normativa di riferimento è completamente indicata dal centro sia sotto il profilo organizzativo che amministrativo. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Bilancio delle competenze Gli obiettivi perseguiti da un percorso di Bilancio delle Competenze, e che lo distinguono anche da altre tipologie di servizi per l’orientamento sono: Permettere all’utente di elaborare un’analisi e poi una sintesi delle proprie competenze e potenzialità che possono essere reinvestite nell’elaborazione e realizzazione di un progetto di inserimento sociale e professionale; Conferire (trasferire) all’utente la capacità di acquisire in maniera autonoma la capacità di autovalutazioni, di attivazione e di scelta; Contribuire allo sviluppo, rispetto a sé e al mercato del lavoro, di quadri di riferimento socio-culturali e di registri emotivi appropriati per reggere situazioni di transizione/cambiamento e per investire/reinvestire sulla propria progettualità; Elaborare un progetto di sviluppo professionale finale Caratteristica fondamentale del Bilancio delle Competenze è favorire il riconoscimento delle competenze sviluppate nel corso dell’esperienza professionale, scolastica e personale, al fine di un loro potenziamento e/o trasferimento in nuovi contesti. E’ quindi uno strumento indirizzato a persone che cercano una ricollocazione lavorativa o che si trovino ad affrontare una transizione professionale/scolastica, sia essa volontaria o forzata. Il percorso di Bilancio delle Competenze si struttura in 3 fasi operative: 1. accoglienza, dove sono introdotti i contenuti dell’attività e si pongono le basi per il corretto svolgimento del percorso. Qui emergono i fabbisogni 2. analisi del potenziale, articolato in aree di approfondimento e riflessione, è il nucleo centrale dell’azione; 3. restituzione, elaborazione progetto finale, accompagnamento, conclude il percorso monitorando al tempo stesso le azioni di avvio del progetto professionale. La durata di svolgimento ottimale del Bilancio delle Competenze (escluso l’accompagnamento), è di 20/24 ore, lungo un tempo di 3-6 mesi. La sequenza delle attività, nell’ottica di una flessibilizzazione e individualizzazione del percorso, pur non tralasciando nessuna delle aree d'esplorazione o degli elementi di riflessione, non è rigida. La fase di accoglienza si propone di introdurre, attraverso azioni mirate, l’intervento di bilancio vero e proprio. In questa fase si effettua una prima analisi della domanda allo scopo di valutare la reale necessità di un intervento di bilancio di competenze o piuttosto di altro tipo di servizio orientativo. L’utente del percorso è informato adeguatamente sulle caratteristiche del servizio, ed in seguito si analizzano, mediante colloquio, le caratteristiche personali, sociali e professionali, e si approfondiscono i bisogni dell’utente. Questa fase permette di definire esattamente gli obiettivi dell’intervento e delle varie fasi del percorso, ponendo le basi per una corretta effettuazione del bilancio partendo dal contratto di bilancio. L’analisi del potenziale è il cuore dell’azione di Bilancio delle Competenze, con l’obiettivo di individuare conoscenze, competenze, STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Bilancio delle competenze risorse psico-sociali dell’utente. E’ importante mettere in luce, analizzare e valorizzare, i meccanismi e i processi di acquisizione delle competenze stesse rispetto ai vari ambiti in cui esse sono state esperite. Le azioni specifiche da svilupparsi in questa fase si riferiscono a 4 aree/dimensioni di riflessione/elaborazione dell’utenza: leggere con maggiore consapevolezza professionali e personali; le proprie caratteristiche confrontarle con le opportunità offerte dal mercato del lavoro; individuare le risorse spendibili e/o da potenziare e mettere a fuoco le competenze trasferibili (trasversali); facilitare e sostenere il processo di costruzione di ipotesi professionali L’operatore di bilancio ha una funzione di facilitatore, di colui che aiuta nella lettura e nell’interpretazione degli strumenti adottati, utili al raggiungimento degli obiettivi previsti e non di valutatore La restituzione del Documento di Sintesi (l’elaborato finale che l’operatore restituisce all’utente), costituisce la conclusione del Bilancio delle Competenze, in cui indicano gli elementi significativi e utili emersi dal percorso realizzato e dall'elaborazione della relativa documentazione scritta Di questo documento il soggetto è l'unico proprietario e lui soltanto può deciderne l'utilizzo e le modalità di un'eventuale divulgazione/socializzazione. Il documento deve contenere: motivi della richiesta di bilancio da parte dal cliente (motivazioni, circostanze, tipo di progetto professionale eventualmente ipotizzato); svolgimento e articolazione del percorso di bilancio: scansione temporale, articolazione in colloqui individuali e sessioni di gruppo, tappe principali in relazione agli obiettivi perseguiti; acquisizioni del bilancio, ovvero le informazioni e gli elementi più importanti scaturiti dal percorso, che possono sostenere il progetto di sviluppo professionale in relazione soprattutto a: il percorso formativo e lavorativo, le aree di interesse e attività extra-professionali; le competenze professionali; il progetto di sviluppo professionale e lavorativo (che può contenere anche più ipotesi e individuare delle aree di competenza da acquisire c/o sviluppare in funzione della sua realizzazione) e il piano d'azione. Bibliografia minima BRESCIANI P. G., Il bilancio di competenze degli operatori della FP - La sperimentazione in provincia di Trento, in Professionalità n. 59, settembre/ottobre 2000 EFFE, Dalla biografia al progetto – Bilancio - portafoglio di competenze, Torino, Rosenberg & Sellier, 2000 POMBENI M. L., Il colloquio di orientamento, Roma, Carocci, 1998 SELVATICI A., D'ANGELO M.G., (Acd), Il bilancio di competenze, Milano, Franco Angeli, 1999 ROSSI A., Il bilancio di competenze, in “Sviluppo e Organizzazione” STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Certificazione delle competenze Le caratteristiche degli interventi di percorsi integrati che si sviluppano in un’ottica d’individualizzazione del percorso formativo, e si basano su un sistema di obiettivi in termini di competenze, rispondono ad esigenze di flessibilizzazione e personalizzazione dei percorsi formativi, che valorizzano gli itinerari individuali. Rispondere adeguatamente a queste esigenze è possibile solo attraverso la creazione di modalità che consentano: una reciproca “leggibilità” degli itinerari di sviluppo conoscitivo e professionale effettuati dai singoli, sviluppando e rendendo possibile la circolarità dei percorsi individuali; la possibilità di individuare unità minime (le competenze) di conoscenza e abilità, reciprocamente riconoscibili, in linea di principio, tra i 3 “sistemi” dell’istruzione, formazione e lavoro. una corrispondenza tra le conoscenze e le competenze acquisite in tali percorsi, consentendo una loro “capitalizzazione” visibile e condivisa dai diversi sistemi. La valorizzazione dei percorsi formativi e professionali individuali implica che i diversi percorsi siano articolati in segmenti singolarmente certificabili e reciprocamente riconosciuti, in modo che a determinate parti del percorso formativo corrispondano specifiche competenze professionali, come parametro comune di riferimento. In questa prospettiva cambia sostanzialmente l’ottica con cui si effettua la certificazione: dall’attestazione relativa ai percorsi effettuati, si passa all’individuazione delle competenze effettivamente acquisite, calibrando su questa dimensione anche il riconoscimento dei crediti. In questo modo è possibile riconoscere e certificare il possesso di crediti formativi, attraverso l’adozione di uno stesso riferimento per leggere i diversi segmenti di esperienza scolastica/formativa/professionale, con una logica coerente e omogenea. Lo strumento del libretto formativo, in questa prospettiva, si configura come una sorta di “carta di identità” dell’individuo. Bibliografia minima Decreto Ministeriale n.174 del 31/05/2001; Legge n°16 del 24/06/1997 Decreto legislativo n°112 del 31 marzo 1998; Accordo Stato Regioni del 18 febbraio 2000 STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Counselling (orientativo) Per Burnett (1977) il counselling consiste “nell’abilitare il cliente a prendere decisioni riguardo a scelte di carattere personale, o problemi o difficoltà speciali che lo riguardano direttamente”. Per l’Associazione Britannica di Counselling (1985) si realizza un intervento di counselling “quando una persona, che riveste regolarmente o temporaneamente il ruolo di counselor, offre o concorda esplicitamente di offrire tempo, attenzione e rispetto ad un’altra persona, o persone, temporaneamente nel ruolo di cliente. Compito del counselling è di dare al cliente un’opportunità di esplorare, scoprire e chiarire dei modi di vivere più fruttuosi e miranti ad un più elevato stato di benessere”. Il counselling rientra nel novero degli approcci propri delle “relazioni d’aiuto”, ossia gli ambiti relazionali finalizzati alla promozione di processi di comprensione, crescita, sviluppo, e comunque il raggiungimento di un modo d’agire adeguato rispetto al contesto problematico. E’ dunque un approccio che interviene in situazioni in cui l’operatore di counselling (il counselor) cerca di favorire, una valorizzazione delle risorse personali dell’utente ed una maggiore possibilità/capacità di espressione. La “relazione d’aiuto” ha una potenzialità applicativa molto ampia, ed è dunque attivata in molteplici “ambiti”, ma in ogni caso il suo tratto distintivo è la specificità costituita dall’aspetto metacognitivo, ed in particolare la finalità di dar luogo a relazioni umane impostate in modo consapevole, controllato e intenzionale, padroneggiando razionalmente abilità che indivisibili dalle caratteristiche personali degli individui. Il counselling nasce come modalità di aiuto psicologico in ambiti diversi da quello dell’orientamento e/o della formazione professionale, ed è sviluppato a partire dagli anni ‘30 da Rollo May e Carl Rogers in opposizione alla psicanalisi. Carl Rogers struttura poi nel suo lavoro più importante “Counselling and Psycoterapy” (1942) i presupposti teorici derivati dalla precedente esperienza sul campo. La peculiarità metodologica del counselling è l’approccio non direttivo, che cambia sostanzialmente i termini della relazione d’aiuto, soprattutto perché sposta il “focus” dal ruolo dell’operatore/esperto a quello del cliente/utente dei servizi. In questo caso, al contrario di quanto avviene nell’approccio psicoterapeutico tradizionale, il successo del servizio non dipende esclusivamente dall’operatore. Anzi, l’attore principale del processo è il cliente/utente e l’aiuto, in questa chiave di lettura, non consiste nel proporre soluzioni quanto piuttosto contribuire nella rimozione degli ostacoli (emozionali, cognitivi, oggettivi impedimenti esterni al soggetto) rendendo possibile l’emersione di energie e potenzialità che l’utente possiede. Dunque scopo del counselling è: 1. Offrire ad una persona l’opportunità di esplorare; 2. scoprire; 3. rendere chiari, gli schemi di pensiero e di azione, per aumentare il proprio livello di consapevolezza. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Counselling (orientativo) In termini operativi, l’attività di counselling è suddivisibile in tre fasi, in sequenza, che comunque non presuppone delle norme procedurali rigide e astratte: 1. riconoscimento e alla definizione del problema. Secondo Di Fabio ci si dovrebbe concentrare sulla persona e non sul problema; 2. ridefinizione e focalizzazione del problema, il lavoro è finalizzato a determinare, attraverso riformulazioni figura-sfondo, incrinature dello schema mentale del soggetto, fino a quando quest’ultimo non è disponibile ad eliminarlo per elaborarne uno nuovo (anche diverso da quello che il counselor preventivava); 3. gestione del problema da parte del cliente, dunque facilitazione del processo decisionale, che rimane comunque autogestito. Per facilitare una decisione si intende: - pervenire alla definizione del problema in termini di obiettivo concreto, - formulazione di stategie per il conseguimento dell’obiettivo; - valutazione di ogni strategia proposta; - scelta di una strategia; - valutazione dei tempi richiesti; - verifica della congruità della scelta. Bibliografia fondamentale Di Fabio A., Counseling, Giunti, Firenze 1998. Di Fabio A., Psicologia dell’orientamento, Giunti, Firenze 1999. Pombeni M.L., Il colloquio di orientamento, NIS, Roma 1996 Carkhuff R., L'arte di aiutare. Guida per insegnanti, volontari e operatori sociali Erickson, Trento 1992. Castelli C., Venini L., Psicologia dell’orientamento scolastico e professionale, Angeli, Milano 1996. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Consulenza individuale Aiutare - attraverso colloqui individuali o per piccoli gruppi - a fare il punto su di sé, sulla propria situazione formativa o lavorativa e a predisporre un progetto professionale. E’ un servizio di supporto personalizzato alla scelte formative e professionali. Attraverso il confronto con un esperto (specialisti qualificati) si avvia un percorso di riflessione e di definizione di un progetto professionale che tenga conto dei vincoli e delle possibilità connesse al proprio curriculum di studi, alle caratteristiche e attitudini personali e al contesto socio economico. La metodologia usata prevede l’utilizzo di strumenti che favoriscono l’autodiagnosi delle proprie caratteristiche e competenze e la definizione del piano d’azione per realizzare il proprio obiettivo professionale, anche in collegamento con altre tipologie di servizi. La consulenza trasforma il rapporto operatore-utente in una più accentuata "relazione di aiuto", soprattutto in riferimento alla conoscenza di sé, (delle proprie capacità, competenze, aspirazioni, attitudini) e al supporto alla scelta di percorsi di avvicinamento al mondo del lavoro. Attraverso la consulenza si realizza un’ analisi e una diagnosi più approfondita dei bisogni e delle competenze, fornendo una consulenza personalizzata ed un supporto alla definizione di percorsi per l’occupabilità. La consulenza è prevalentemente offerta all’interno di colloqui e attività individuali, ma in funzione di particolari percorsi possono essere previste sessioni di gruppo su tematiche specifiche. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Crediti formativi Il sistema di crediti nei percorsi integrati deve garantire il riconoscimento delle competenze rispetto a due ambiti: interno: al fine di costruire percorsi individualizzati che prevedano anche un itinerario più breve o l’ingresso/uscita in itinere degli allievi; esterno: per consentire il proseguimento nel sistema scolastico e/o di formazione professionale, nonché per facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro e lo sviluppo dei percorsi di sviluppo professionale. Nel caso di crediti verso l’interno, si tratta di “crediti didattici”, utilizzabili per riconoscere all’allievo competenze maturate in ambito disciplinare conseguite attraverso percorsi formativi e professionali precedenti. Per il riconoscimento di crediti formativi rispetto all’ingresso in percorsi universitari è possibile far riferimento al sistema universitario di crediti, valido a livello europeo, lo European Credit Transfer System (ECTS). Secondo questo sistema, il credito è costituito da un valore numerico compreso tra 1 e 60 (necessariamente standardizzato), il quale è associato ad ogni unità di corso prevista dal curricolo, in modo da descrivere il carico di lavoro minimo richiesto all’utente per completarla. E’ importante sottolineare che i crediti formativi sono valutati considerando il complesso delle attività di lavoro necessario all’utente per completare positivamente il periodo di studio previsto dal corso: lezioni, attività sperimentali e pratiche, seminari, stage, lavoro individuale, elaborati, tesi, ed altre attività in grado di essere valutate. Nel caso in cui le competenze siano maturate all’interno del sistema del lavoro, dove ad oggi non esistono forme di certificazione definite, è possibile procedere all’individuazione di competenze non formalizzate attraverso strumenti quali questionari o bilanci delle competenze (che in questo caso non avranno finalità esclusivamente autovalutative). STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Curriculum europeo FORMATO EUROPEO PER IL CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI Nome Indirizzo Data di nascita Nazionalità Telefono Fax E-mail Sede di servizio Titolo di studio _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _______________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ ________________________________________________ ESPERIENZA LAVORATIVA • Date (da – a) _________________________________________________ [ Iniziare con le informazioni più recenti ed elencare separatamente ciascun impiego pertinente ricoperto. ] • Tipo di azienda o settore • Principali mansioni e responsabilità Titolarità dell’insegnamento (se docente) Posizione giuridica all’interno dell’I.S. Classe e/o classi di insegnamento per le quali si è abilitato _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ ISTRUZIONE E FORMAZIONE Titoli Corsi Abilitazioni Specializzazioni Altro CAPACITÀ E COMPETENZE PERSONALI Acquisite nel corso della vita e della carriera ma non necessariamente riconosciute da certificati e diplomi ufficiali. MADRE LINGUA ALTRE LINGUE • Capacità di lettura • Capacità di scrittura • Capacità di espressione orale STRUMENTI _________________________________________________ ________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ [ Indicare quale lingua ] [ Indicare il livello: eccellente, buono, elementare. ] [ Indicare il livello: eccellente, buono, elementare. ] [ Indicare il livello: eccellente, buono, elementare. ] Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Curriculum europeo CAPACITÀ E COMPETENZE RELAZIONALI Vivere e lavorare con altre persone, in ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in squadra (ad es. cultura e sport), ecc. CAPACITÀ E COMPETENZE ORGANIZZATIVE Supporti organizzativi Biblioteca C.I.C tutoraggio Corsi 3^ area Corsi post-diploma, IFTS,integrazione altro [ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ] _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ ______________________ [ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ] _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ _________________________________________________ Distinguere: funzioni organizzative coordinamento/ progettazione..ecc. Funzione docente/tutor ________________________________________________ [Figure strumentali/area/ a.s. ] _________________________________________________ _________________________________________________ [Collaboratore del dirigente scolastico/funzione/a.s.] _________________________________________________ CAPACITÀ E COMPETENZE TECNICHE Con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc. CAPACITÀ E COMPETENZE ARTISTICHE ALTRE CAPACITÀ E COMPETENZE [ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ] _________________________________________________ _________________________________________________ ______________________________________________ [ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ] _________________________________________________ _________________________________________________ [ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ] Competenze non precedentemente indicate _________________________________________________ PATENTE O PATENTI _________________________________________________ ULTERIORI INFORMAZIONI [ Inserire qui ogni altra informazione pertinente, ad esempio persone di riferimento, referenze, altre esperienze lavorative, ecc. ]__________________________________________________ __________________________________________ ALLEGATI [ Se del caso, enumerare gli allegati al CV.]__________________ Ai sensi del DLgs 196/2003 autorizzo al trattamento dei dati personali. Il sottoscritto consapevole delle conseguenze penali e civili derivanti da false attestazioni, dichiara sotto la propria responsabilità, che quanto sopra esposto corrisponde al vero e si impegna a fornire all’istituto eventuali variazioni e/o integrazioni a quanto dichiarato. Firma _______________________________ STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Diritto dovere all’istruzione e formazione Nel sistema dell’Istruzione negli ultimi anni si sono succedute importanti e diverse modalità per elevare il numero degli italiani in possesso di un diploma o qualificazione professionale più elevata. Obbligo scolastico e obbligo formativo sono stati i due canali sui quali si è maggiormente discusso: l’obbligo scolastico viene elevato ai 15 anni dalla L 9/1999 mentre l’obbligo formativo viene introdotto ex novo nel nostro sistema dalla L. 17 maggio 1999, n. 144, articolo 68 e regolato dal dlgs Di seguito è riportato nei punti salienti il decreto di attuazione del diritto/dovere di cui alla L.53/2003 ART. 1 (Diritto-dovere all'istruzione e alla formazione) La Repubblica promuove l'apprendimento in tutto l'arco della vita [omissis]L'obbligo scolastico di cui all'articolo 34 della Costituzione, nonché l'obbligo formativo, introdotto dalla legge 17 maggio 1999, n. 144, articolo 68 e successive modificazioni, sono ridefiniti ed ampliati, come diritto all'istruzione e formazione e correlativo dovere. La Repubblica assicura a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione, per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Tale diritto si realizza nelle istituzioni del primo e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, costituite dalle istituzioni scolastiche e dalle istituzioni formative accreditate dalle Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, anche attraverso l'apprendistato....[omissis], secondo livelli essenziali di prestazione definiti a norma dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione. I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o direttamente all'istruzione dei propri figli, ai fini dell'esercizio del dirittodovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che provvede agli opportuni controlli... [omissis] ART. 2 (Realizzazione del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione) Il diritto-dovere ha inizio con l'iscrizione alla prima classe della scuola primaria, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, fatta salva la possibilità di frequenza della scuola dell'infanzia di cui al medesimo decreto legislativo. Le scuole secondarie di primo grado organizzano, in raccordo con le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione del secondo ciclo ed i competenti servizi territoriali, iniziative di orientamento ai fini della scelta dei percorsi educativi del secondo ciclo, sulla base dei percorsi di ciascun allievo, personalizzati e documentati. I giovani che hanno conseguito il titolo conclusivo del primo ciclo sono iscritti ad un istituto del sistema dei licei o del sistema di istruzione e formazione professionale di cui all'articolo 1, comma 3, fino al conseguimento del diploma liceale o di un titolo o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età, fatto salvo il limite di frequentabilità delle singole classi ai sensi dell'articolo 192, comma 4 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 ...[omissis] All'attuazione del diritto-dovere concorrono gli alunni, le loro famiglie, le istituzioni scolastiche e formative, nonché i soggetti che assumono con il contratto di apprendistato, di cui all'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276, ed il tutore aziendale di cui al comma 4, lettera f) del predetto articolo, STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Diritto dovere all’istruzione e formazione ART. 3 (Sistema nazionale delle anagrafi degli studenti) ....., l'anagrafe nazionale degli studenti presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca opera il trattamento dei dati sui percorsi scolastici, formativi e in apprendistato dei singoli studenti a partire dal primo anno della scuola primaria,. Le anagrafi regionali per l'obbligo formativo, già costituite ai sensi dell'articolo 68 della legge 17 maggio 1999, n.144 e successive modificazioni, sono trasformate in Anagrafi regionali degli studenti che contengono i dati sui percorsi scolastici, formativi e in apprendistato dei singoli studenti a partire dal primo anno della scuola primaria. [omissis] ART. 4 (Azioni per il successo formativo e la prevenzione degli abbandoni) [omissis] Nell'ambito della programmazione regionale e nel rispetto del quadro normativo delle singole Regioni, le scuole secondarie di primo grado possono organizzare, in raccordo con le istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione del secondo ciclo ed i servizi territoriali previste dalle Regioni stesse, iniziative di orientamento e azioni formative volte a garantire il conseguimento del titolo conclusivo del primo ciclo di istruzione, anche ad integrazione con altri sistemi. ART. 5 (Vigilanza sull'assolvimento del diritto-dovere e sanzioni) Responsabili dell'adempimento del dovere di istruzione e formazione sono i genitori dei minori o coloro che a qualsiasi titolo ne facciano le veci, che sono tenuti ad iscriverli alle istituzioni scolastiche o formative. Alla vigilanza .....provvedono: il Comune, ove hanno la residenza i giovani che sono soggetti al predetto dovere; il dirigente dell'istituzione scolastica o il responsabile dell'istituzione formativa presso la quale sono iscritti ovvero abbiano fatto richiesta di iscrizione gli studenti tenuti ad assolvere al predetto dovere; la Provincia, attraverso i servizi per l'impiego in relazione alle funzioni di loro competenza a livello territoriale; [omissis] In caso di mancato adempimento del dovere di istruzione e formazione si applicano a carico dei responsabili le sanzioni relative al mancato assolvimento dell'obbligo scolastico previsto dalle norme previgenti. ART. 6 (Gradualità dell'attuazione del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione) In attesa dell'emanazione dei decreti legislativi inerenti il secondo ciclo di istruzione e di istruzione e formazione professionale, dall'anno scolastico 2005-2006, l'iscrizione e la frequenza gratuite di cui all'articolo 1, comma 5, ricomprendono i primi due anni degli istituti secondari superiori e dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale realizzati sulla base dell'accordo in sede di Conferenza unificata del 19 giugno 2003. )[omissis] ART. 7 (Monitoraggio) Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, avvalendosi dell'Istituto per lo Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori (ISFOL), dell'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa (INDIRE) e dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) effettuano annualmente il monitoraggio sullo stato di attuazione del presente decreto...[omissis] STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - European computer driving licence (ECDL) La European Computer Driving Licence (ECDL) – ossia Patente Europea di Guida del Computer – è un sistema di certificazioni che attestano la capacità di saper usare il personal computer a diversi livelli di approfondimento e di specializzazione. ECDL costituisce uno standard di riferimento internazionale in quanto si caratterizza per: completezza, con una struttura articolata su vari livelli uniformità, poiché i test sono identici in tutti i Paesi (garantendo così la circolarità del titolo) neutralità rispetto ai vendor, essendo aperto alle diverse piattaforme tecnologiche,da quelle “proprietarie” a quelle “open-source” Nell’ambito del programma ECDL si distinguono tre livelli: Core, Advanced e Specialised. ECDL Core - E’ la certificazione di base, attestante che chi lo possiede ha l’insieme minimo delle abilità necessarie per poter lavorare col personal computer nelle usuali applicazioni d’ufficio. Per conseguire il diploma ECDL Core si devono superare i seguenti sette esami (non è richiesto alcun prerequisito): Concetti teorici di base Uso del computer e gestione dei file Elaborazione testi Foglio elettronico Basi di dati Strumenti di presentazione Reti informatiche (Internet – Posta Elettronica) Un diploma intermedio (ECDL Start) si può ottenere superando quattro esami a scelta tra quelli sopra indicati. ECDL Advanced - E’ la certificazione per l’utente evoluto del computer, che attesta una competenza più approfondita di alcuni moduli dell’ECDL Core. Più precisamente, sono previsti i seguenti moduli: Elaborazione testi Foglio Elettronico Basi di dati Strumenti di presentazione Gli esami di ECDL Advanced sono indipendenti tra loro e ognuno comporta un diploma a sé. ECDL Specialised - E’ la certificazione per chi utilizza il computer per applicazioni specialistiche, quali: Computer Aided Design (CAD) Web publisher Multimedialità Nel mondo,il programma ECDL è operativo in 135 Paesi. E’ presente, infatti, oltre che in tutte le nazioni europee, in Paesi come Cina, India, Australia, Sud Africa, Emirati Arabi, Canada, Argentina ecc. I test sono disponibili in 35 lingue diverse. In Italia, ECDL ha ormai un’ampia diffusione ed è riconosciuto dalle Istituzioni – a livello sia centrale che regionale – e nella Pubblica Amministrazione. Attualmente esistono circa 3.000 sedi d’esame accreditate da AICA (Test Center ECDL), distribuite su tutto il territorio nazionale, presso le quali vengono effettuati ogni mese oltre 100.000 esami, mediante un sistema di test automatizzato. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – European Credit Transfer System ECTS Per comprendere cosa sia l’ E.C.T.S. ( Sistema Europeo di Trasferimento Crediti), si rimanda alle voci → credito formativo e credito scolastico L’ E.C.T.S. si inserisce dunque più in generale nel sistema dei crediti, ovvero è un modo di descrivere un programma di studi attribuendo dei crediti alle sue componenti. Il sistema europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti è un sistema incentrato sullo studente e basato sul carico di lavoro richiesto ad uno studente per raggiungere gli obiettivi di un corso di studio, obiettivi preferibilmente espressi in termini di risultati dell'apprendimento e di competenze da acquisire. L'ECTS è stato introdotto nel 1989 nell'ambito del programma Erasmus, oggi parte del programma Socrates. L'ECTS è l'unico sistema di crediti che sia stato testato ed usato con successo in Europa. L'ECTS è stato inizialmente concepito per il trasferimento dei crediti. Il sistema facilitava il riconoscimento di periodi di studio all'estero, aumentando così la qualità ed il volume della mobilità studentesca in Europa. Negli ultimi anni l'ECTS si è evoluto in un sistema di accumulazione, da utilizzare a livello istituzionale, regionale, nazionale ed europeo. Questo è uno dei principali obiettivi della Dichiarazione di Bologna del giugno 1999. (www.crui.it/crui/ECTS/cosa_e.htm) STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - I percorsi di Istruzione Formazione tecnica Superiore I.F.T.S. Rappresenta un canale integrato tra Scuola-F.P.-Università-Mondo del lavoro, rivolto a giovani ed adulti diplomati, per rispondere alla domanda di figure professionali tecniche di livello medio alto.Gli elementi costitutivi di tali percorsi sono rintracciabili nei seguenti aspetti: una integrazione dei soggetti istituzionali e delle strutture formative del territorio; un forte legame con i fabbisogni di professionalità connessi alla programmazione dello sviluppo economico; uno stretto raccordo con il mondo del lavoro, un'offerta aperta e flessibile, centrata sulle condizioni di partecipazione dei soggetti, che preveda anche la fruizione dei percorsi da parte di adulti occupati e non; il potenziamento della funzione formativa dell'esperienza di lavoro. Al fine di garantire il rispetto delle finalità generali dei percorsi di IFTS, è indispensabile che la loro progettazione tenga conto di alcune componenti basilari che sono: 1.L'analisi dei fabbisogni di professionalità e la definizione della figura professionale.E’ necessario partire dall'analisi dei fabbisogni di professionalità del contesto economico-produttivo locale (a breve e medio periodo), attraverso strumenti , che vanno dall'esame di fonti statistiche e dei risultati di indagini specifiche (Organismi bilaterali delle Parti sociali, Osservatori regionali, Camere di Commercio, Associazioni professionali e di categoria, ecc.) Occorre verificare che tali fabbisogni non siano soddisfatti dall'attuale offerta formativa. Devono quindi essere tradotti in fabbisogni formativi specifici, individuando le competenze e/o le figure professionali di riferimento per tali percorsi, anche in relazione alle direttrici di sviluppo socio-economico del territorio, quali patti territoriali,contratti d’area ecc. Per la definizione della figura professionale si dovrà tener conto della dimensione europea, sia in termini di regolamentazione comunitaria dell'esercizio delle professioni, che in termini di mobilità lavorativa all'interno dei paesi membri. La descrizione della figura professionale sarà effettuata, a partire dall'analisi dei compiti e delle mansioni da svolgere, secondo tipologie di competenze di base tecnico-specialistiche e trasversali 2.Pogettazione del percorso formativo :deve mantenere coerenza tra gli aspetti didattici e quelli gestionali-organizzativi. La progettazione didattica dei percorsi di IFTS deve assicurare l'acquisizione di conoscenze e competenze di elevato contenuto teorico e applicativo; per tale obiettivo si dovrà tener conto di: l'analisi del target dei destinatari e delle loro condizioni di partecipazione , prevedendo eventuali moduli di omogeneizzazione, con modalità differenziate (iniziali, in itinere, ecc.); la scansione modulare del percorso in unità di apprendimento, al fine di consentire una verifica in itinere degli apprendimenti e la certificazione delle competenze acquisite, anche in relazione all'attribuzione di crediti formativi e all'eventuale riduzione dei percorsi; la struttura del percorso, in termini di bilanciamento delle attività di aula, laboratorio, esercitazioni, tirocinio, ecc.); l'utilizzo di metodologie e tecnologie didattiche interattive; il coinvolgimento di operatori con diverse funzioni (coordinatori, docenti, tecnici, esperti, tutor d'aula e aziendali, ecc.), in relazione alle diverse fasi e obiettivi del percorso. Aspetti cruciali della progettazione didattica sono: le misure di accompagnamento (informazione, orientamento, consulenza formativa e professionale, supporto individuale, monitoraggio degli abbandoni, inserimento lavorativo); la formazione dei formatori; le attività di tirocinio gestite in modo integrato rispetto a: obiettivi del corso, attività d'aula e propensioni professionali dei corsisti; l'individualizzazione dei percorsi, prevedendo modalità differenziate di fruizione degli stessi, e con la possibilità di entrate ed uscite in itinere STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - I percorsi di Istruzione Formazione tecnica Superiore I.F.T.S. Le caratteristiche strutturali del percorso, alle quali si devono riferire i progetti di IFTS, sono: un numero di allievi pari a 20, fino a un massimo di 30 solo nei casi in cui la didattica d'aula preveda una prevalente strutturazione in gruppi di lavoro (il numero massimo può essere ampliato solo nel caso dell'utilizzo della FaD); la durata da 2 a 4 semestri, comunque non inferiore alle 1.200 ore; l'attività di tirocinio non inferiore al 30% del monte ore totale; la docenza composta per almeno il 50% da esperti provenienti dal mondo della produzione, delle professioni e del lavoro; la differenziazione delle sedi di attività didattica, La pluralità dei soggetti coinvolti richiede attenzione alla progettazione organizzativa dei percorsi di IFTS. Ai fini dell'efficacia formativa è fondamentale porre attenzione alle seguenti fasi: le modalità di gestione per favorire la più ampia integrazione dei soggetti e delle risorse; la selezione dei partecipanti: analisi dei prerequisiti; le modalità di accoglienza: esplorazione delle motivazioni individuali; valutazione delle competenze in ingresso attraverso strumenti codificati, quali il bilancio di competenze, al fine di valutare i crediti/debiti in ingresso; definizione del patto formativo; l'organizzazione del corso, con particolare attenzione a modalità differenti di partecipazione tali da favorire l'accesso di adulti occupati e non 3. Il Comitato tecnico-scientifico composto da rappresentanti dei diversi soggetti coinvolti, per la gestione integrata dei percorsi, ha responsabilità di coordinamento e supervisione. 4. La valutazione e la certificazione:il processo di valutazione dei percorsi IFTS va definito in relazione a due aree: 1) la valutazione interna al percorso, relativa agli apprendimenti, condotta in diverse fasi (prove di verifica di fine modulo, valutazione per insiemi di competenze, ecc.); auto-valutazione; valutazione delle esperienze pratiche e di tirocinio. Inoltre i corsisti possono esprimersi in merito alla qualità delle componenti del progetto (organizzazione, docenti, materiali, tirocini, ecc.). 2) la valutazione esterna, relativa agli aspetti di: congruità tra progetto formativo, esiti formativi ed occupazionali; qualità del percorso formativo e del progetto in generale; prestazioni dei formatori e delle strutture formative; grado e modalità di integrazione dei soggetti coinvolti; ecc. Essa richiede un'azione di monitoraggio in itinere del percorso, affidata alla responsabilità del comitato tecnico-scientifico, fin dal momento della progettazione. Il canale IFTS presuppone un sistema integrato di certificazione, valido sia per la prosecuzione dell'iter formativo nel canale universitario, sia per il riconoscimento di qualifiche professionali di II livello da parte delle Regioni. La certificazione rilasciata al termine del corso è costituita da un attestato finale di IV livello europeo spendibile in ambito nazionale e da una qualifica professionale Un punto innovativo è rappresentato dalla possibilità di riconoscimento a livello europeo delle competenze acquisite, ai fini della mobilità lavorativa e di altre esperienze formative. Standard di costo: è riferito a un corso di formazione di 1200 ore, è composto dalle seguenti categorie di spesa con la relativa aliquota di quota ammissibile A - Spese insegnanti 50% B - Spese allievi 15% C - Spese di funzionamento e gestione 15 % D - Altre spese ivi compresi i servizi di accompagnamento (*) 20 % Normativa di riferimento: Nota operativa, Accordo Stato Regioni. Per la parte finanziata 440/97 circ. n.98/95 del 12.8.95 pubblicata nel suppl.to ordinario n.99 alla G.U. serie gen n. 188 del 12.8.95; n.101/97 del 17.7.97 pubblicata nella G.U. n.175 del 29.7.97. Per la quota regionale vedi Norme Regionali in materia di gestione fondi FSE STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA- Istituto nazionale Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa INDIRE L’Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa, nasce con il Dlgs n. 258/1999 che stabilisce la trasformazione della BDP (Biblioteca di Documentazione Pedagogica) in ente nazionale di ricerca e di documentazione in ambito educativo. Indire ha sede nel centro di Firenze, nel quartiere di Santa Croce, all’interno del rinascimentale Palazzo Gerini, ristrutturato all’inizio del ‘900 dall’ architetto Michelucci che ne ha progettato anche il mobilio interno. Indire si occupa di: formazione: attraverso PuntoEdu, l’ambiente integrato di apprendimento online utilizzato per l’aggiornamento di centinaia di migliaia di insegnanti italiani, interamente sviluppato e gestito da Indire. PuntoEdu offre percorsi formativi strutturati e personalizzabili, utilizzando i più avanzati strumenti tecnologici; ricerca e documentazione: Indire fa ricerca applicata e teorica su formazione, comunicazione, educazione e linguaggi di documentazione per un’archiviazione intelligente e condivisibile della memoria; cura e gestisce un sistema nazionale di documentazione delle ricerche educative e delle esperienze d’innovazione didattica, sviluppa una rete informativa comparata sui sistemi educativi in Europa e sui corsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS), progetta e realizza archivi online di risorse e strumenti utili per la didattica; comunicazione: Indire fa ricerca sulla teoria e i linguaggi della comunicazione, sostenendo gli insegnanti nella loro professione per una formazione di qualità. relazioni internazionali: dal 1995 Indire è Agenzia nazionale Socrates, ente che gestisce per l’Italia tutte le azioni e le misure dell’omonimo programma europeo. Dal 2001 si occupa anche della gestione dei contratti del progetto Erasmus. Indire è inoltre partner di European Schoolnet, una rete che coinvolge più di 26 Ministeri europei dell’educazione con l’obiettivo di promuovere in ambito educativo la conoscenza e l’uso delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC). Indire custodisce un prezioso patrimonio storico contenente gli archivi privati di illustri esponenti della pedagogia italiana e una vasta raccolta di materiali scolastici prodotti dalle scuole tra la fine degli anni Venti e la prima metà degli anni Sessanta del Novecento. ( si può accedere on-line al sito ufficiale dell’INDIRE, sia dall’indirizzo www.indire.it , sia dalle pagine del MIUR) STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Inserimento lavorativo Le attività di inserimento lavorativo, prenderanno in considerazione le diverse forme di lavoro: autonomo, dipendente, nel settore pubblico e privato, ecc. Tale servizio, in particolare, prevede il coinvolgimento delle strutture per l’impiego, in quanto costituisce uno dei possibili canali che facilitano l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, e deve quindi integrarsi con le strutture presenti nel territorio. Il servizio opererà soprattutto nella fase conclusiva del percorso, prevedendo comunque momenti finalizzati alla conoscenza del mercato del lavoro specifico, delle competenze contestuali della figura professionale anche in itinere. Gli obiettivi espliciti degli inserimenti lavorativi possono essere così sintetizzati: favorire la conoscenza dei partecipanti in merito alle diverse opportunità del mercato del lavoro, in relazione alle specifiche competenze professionali oggetto del percorso formativo; creare canali di collegamento con agenzie/soggetti che operano nel campo del reclutamento, selezione, collocamento lavorativo realizzare momenti di incontro diretto tra i soggetti del mercato del lavoro di specifici settori/aree e gli utenti interessati ad inserirsi in esso promuovere forme di incontro con i soggetti operanti nel lavoro autonomo per la promozione della creazione d’impresa da parte degli allievi interessati creare uno strumento informativo periodico sulla specifica domanda di lavoro L’attività è svolta attraverso l’attivazione di seminari e/o giornate informative, diffusione delle informazioni derivanti dall’analisi delle richieste di professionalità specifiche, collegamento a banche dati sulle opportunità di lavoro relative alla figura professionale considerata, incontri con le aziende del territorio interessate dalla specifica professionalità oggetto del percorso formativo. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema scolastico. I.N.Val.Si I compiti attribuiti all’Istituto ( ex C.E.D.E.) , dopo gli ultimi interventi legislativi in materia di valutazione legati direttamente alla riforma del sistema scolastico, riguardano : valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del sistema di istruzione nel suo complesso ed analiticamente – ove opportuno anche per singola istituzione scolastica – inquadrando la valutazione nazionale nel contesto internazionale; studio delle cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica, con riferimento al contesto sociale e alle tipologie dell’offerta formativa; conduzione di attività di valutazione sulla soddisfazione dell’utenza; fornitura di supporto e assistenza tecnica all’amministrazione per la realizzazione di autonome iniziative di valutazione e supporto alle singole istituzioni scolastiche, anche mediante la predisposizione di archivi informatici liberamente consultabili; - valutazione degli effetti degli esiti applicativi delle iniziative legislative che riguardano la scuola; valutazione degli esiti dei progetti e delle iniziative di innovazione promossi in ambito nazionale; assicurazione della partecipazione italiana ai progetti di ricerca internazionale in campo valutativo e nei settori connessi dell’innovazione organizzativa e didattica. Recentemente , l’ I.N.Val.Si ha curato per conto del MIUR la somministrazione nelle scuole di ogni ordine e grado dei questionari per la rilevazione degli standard di competenza , nell’ambito del Progetto Pilota P.I.S.A. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Istituto Regionale di Ricerca Educativa I.R.R.E Gli Istituti Regionali di Ricerca Educativa si trovano nei capoluoghi di regione, si occupano di ricerca in campo educativo, di formazione in servizio, di azioni a supporto dell'autonomia scolastica. Gli IRRE, sottoposti a supervisione del Ministero dell'Istruzione, hanno autonomia amministrativa. Sono regolati dal D.P.R. 6 marzo 2001, n.190 dal quale riportiamo alcune indicazioni generali sull’attività e sulla funzione degli Istituti. Funzioni degli Istituti regionali di ricerca educativa 1. Gli Istituti regionali di ricerca educativa, di seguito denominati: "I.R.R.E.", sono enti strumentali dell'amministrazione della pubblica istruzione, dotati di personalita' giuridica e autonomia amministrativa e contabile, a norma dell'articolo 76 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300. 2. Gli I.R.R.E., nel quadro degli interventi programmati dagli uffici scolastici di ambito regionale e delle iniziative di innovazione degli ordinamenti scolastici, tenendo anche conto delle esigenze delle comunita' e degli enti locali e delle regioni, svolgono funzioni di supporto alle istituzioni scolastiche e alle loro reti e consorzi, nonché agli uffici dell'amministrazione, anche di livello sub regionale. Tali funzioni si esplicano in attività' di ricerca nell'ambito didattico-pedagogico e nell'ambito della formazione del personale della scuola, per lo svolgimento delle quali gli I.R.R.E. si coordinano con l'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa, con le università e le altre agenzie formative. 3. Gli I.R.R.E. supportano l'autonomia delle istituzioni scolastiche in modo particolare mediante: a) collaborazioni e partecipazione attiva alla progettazione e attuazione di programmi di ricerca educativa e della relativa sperimentazione in tutti gli ambiti di cui all'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, anche con riguardo alle problematiche concernenti le minoranze linguistiche, l'immigrazione, l'integrazione dei soggetti svantaggiati, l'integrazione europea, l'educazione degli adulti e la prevenzione dell'abbandono e della dispersione scolastica; b) collaborazioni alla costruzione di percorsi formativi per il personale della scuola coerenti con le scelte di programmazione dell'offerta formativa; c) selezione, individuazione e comunicazione alle scuole di particolari progetti formativi cui le stesse possono partecipare in Italia e all'estero; d) partecipazione e collaborazione per l'attivazione di un sistema di scambio di documentazione tra le istituzioni scolastiche; e) collaborazione all'elaborazione di proposte per l'innovazione degli ordinamenti didattici a norma dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275; f) approfondimento degli obiettivi formativi e delle competenze connesse con i diversi curricoli ai fini dell'innovazione metodologica e disciplinare. 4. Gli I.R.R.E. si coordinano e collaborano con l'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione, al fine di favorire la diffusione delle metodologie e delle pratiche di valutazione e di autovalutazione. 5. Gli I.R.R.E., per il raggiungimento dei fini istituzionali, possono avvalersi anche delle competenze degli ispettori tecnici. (art. 1 del D.P.R. 6 marzo 2001, n.190) STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Libretto formativo ( delle competenze) Il libretto formativo è il documento finalizzato a documentare e valorizzare le competenze degli individui e favorire al contempo il riconoscimento dei crediti da apprendimento formale, non formale ed informale. E’ quindi uno strumento che consente di mettere insieme - in forma coerente e leggibile - i diversi elementi che fanno riferimento a singole parti del percorso individuale, sia esso scolastico, formativo o lavorativo. Assume una valenza rilevante, laddove permetta l’identificazione e la riconoscibilità di competenze all’interno di percorsi formativi che non prevedono qualifiche/specializzazioni finali, oppure nel caso di percorsi completati soltanto in parte dall’utente. Ad oggi non esistono modelli standard o criteri definitivi di redazione dei libretti, ma solo singole sperimentazioni. Proprio perché non ancora standardizzato (benché definito a livello nazionale), il libretto formativo costituisce una componente sperimentale importante di un percorso formativo. E’ fondamentale che dal libretto emergano in modo evidente le caratteristiche del percorso che ha consentito all’individuo di sviluppare determinate competenze, anche in termini di crediti formativi maturati. E’ uno strumento nato all’interno del sistema della formazione professionale, a cui fanno riferimento diverse sperimentazioni regionali, con denominazioni diverse (per esempio certificato di competenza, libretto di certificazione, passaporto formativo, portfolio delle competenze, ecc.). La sua appartenenza al sistema della formazione, ad oggi, rende rara la presenza di libretti formativi prodotti all’interno del sistema scolastico o in quello del lavoro. Proprio nell’ottica di percorsi formativi integrati, in cui si riconosce valore formativo all’apporto dell’esperienza professionale, è invece fondamentale che la totalità delle esperienze dell’individuo sia certificata e riportata all’interno del libretto formativo. A questo scopo, dovrebbe essere possibile rendere accessibili le informazioni contenute nel libretto formativo sia al singolo individuo, quanto ai soggetti formativi o del mondo del lavoro. E’ pertanto necessario che sia scritto in modo chiaro, consentendo la lettura degli elementi in esso contenuti su di un piano duplice: in quanto parti di un unico percorso complessivo e come aspetti che, pur se in termini di apporti differenziati, siano comparabili tra di loro. Per la sua costruzione è necessario quindi porre attenzione a due aspetti fondamentali: il numero e la qualità delle informazioni contenute, cercando di ridurre queste ultime a quelle maggiormente rilevanti (normalmente le competenze acquisite); le chiavi di codificazione condivise, che consentano di comparare le diverse tipologie di esperienze e le relative competenze secondo un unico modello e linguaggio di riferimento. Fin dal momento del suo ingresso nel percorso formativo, dovrebbero essere registrate sul libretto formativo individuale: il percorso scolastico e formativo effettuato, evidenziando le specifiche caratteristiche, ove possibile; le competenze professionali pregresse, anche con riferimento ad esperienze lavorative o extra-lavorative, effettuate in modo parziale o in campi diversi. Bibliografia minima ACCORDO STATO-REGIONI del 18 febbraio 2000; DECRETO LEGISLATIVO 276/03 STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Misure di accompagnamento Le misure di accompagnamento si compongono di attività diverse, messe a punto dal sistema degli attori che compongono l’offerta formativa, educativa, lavorativa e istituzionale del territorio, messe a disposizione dell’utente dei servizi attraverso le agenzie formative. Queste misure rendono fruibile per l’utenza una rete di servizi presenti sul territorio, finalizzati a soddisfare una serie di bisogni differenziati, che vanno dalla scelta del percorso formativo, all’esigenza di riqualificazione a quella della ricerca di lavoro. Anche se ciascuna misura di accompagnamento richiede competenze e attività differenziate, è possibile che il ruolo di coordinamento di ogni servizio sia svolto in parallelo da un numero limitato di persone, con specifiche competenze professionali. Tra le misure di accompagnamento più tipiche da prevedere all’interno della progettazione integrata, particolare attenzione deve essere posta alle seguenti: 1. Informazione 2. Orientamento 3. Consulenza individuale 4. Inserimenti lavorativi Un supporto informativo adeguato costituisce un aspetto essenziale dell’esercizio del diritto allo studio e alla formazione. Nel territorio sono già presenti strutture operanti con questa finalità, pertanto la logica progettuale deve incentivare la strutturazione di reti di relazioni e partnership. Le azioni di informazione devono essere sviluppate soprattutto in fase di avvio dei percorsi, e comunque garantite con continuità durante il loro svolgimento, attraverso modalità da definire, per consentire gli eventuali ingressi o uscite in itinere degli allievi. Gli obiettivi sono quelli di garantire la capillare diffusione dell’informazione sullo specifico percorso formativo, rispondere alla domanda individuale di informazione relativamente agli aspetti specifici del percorso formativo, offrire un supporto informativo rispetto all’offerta formativa di tipo superiore esistente sul territorio e fornire il necessario collegamento con i servizi informativi locali. Tra le attività previste, si possono ipotizzare sportello informativi individuali (anche on-line), collegamento a banche dati sull’offerta formativa del territorio, giornate informative, azioni di pubblicizzazione (stampa, televisione, radio, internet, ecc.) con produzione di materiali ad hoc. Le attività indicate non sono da intendersi come uniche o esclusive: talvolta i bandi europei, regionali o provinciali, esplicitano tali misure in termini di obiettivi del progetto. L’orientamento [vedi scheda] si configura come un supporto all’utente in un duplice momento: all’ingresso del percorso, per aiutarlo nella scelta e nella predisposizione di un percorso di formazione individualizzato in alcuni aspetti e all’uscita dal percorso, per assisterlo nell’eventuale scelta di proseguire verso ulteriori opportunità formative. La consulenza individuale è un’attività personalizzata, sul modello del counselling, che mira a sostenere l’allievo durante il percorso formativo e a prevenirne l’abbandono. Attraverso tale servizio sarà possibile seguirlo fin dal momento della costruzione del percorso individualizzato, coordinandosi con il servizio di orientamento, e aiutarlo nel corso dell’intervento formativo in relazione a diversi fattori (apprendimento, motivazione, relazioni, ecc.) che condizionano il successo formativo. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Misure di accompagnamento L’inserimento lavorativo ha invece la finalità di promuovere l’incontro tra la potenziale domanda di lavoro e gli allievi in uscita dal percorso interessati a trovare un’occupazione. La progettazione formativa, soprattutto nei progetti integrati, deve fare ricorso alla collaborazione con i soggetti del mondo del lavoro e si basa sulla pratica dell’alternanza: queste stesse dinamiche facilitano ovviamente l’incontro domanda e offerta di lavoro. Bibliografia minima PROGRAMMA SOCRATES, AZIONE 8, Misure di accompagnamento, Guida del candidato in http://europa.eu.int/comm/education/programmes/socrates/action8/action8_ it.html PROGRAMMA COMENIUS, Misure di accompagnamento, Guida del candidato in http://europa.eu.int/comm/education/programmes/socrates/comenius/accom eas_it.html PROGRAMMA GIOVENTU’, Misure di accompagnamento, Azione 5, in www.gioventu.it/az5.htm. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - Modulo Nella pratica didattica, la parola modulo si ritrova largamente usata , intendendosi, nella sua accezione teorica più convincente come: “ parte significativa, altamente omogenea e unitaria, di un più esteso percorso formativo, disciplinare ( o anche multidisciplinare o pluridisciplianre o interdisciplinare) programmato , in grado di assolvere ben specifiche funzioni e di far perseguire obiettivi cognitivi ben precisi, verificabili , documentabili e capitalizzabili” ( definizione proposta da G. Dominici, L’organizzazione modulare e flessibile della didattica, Roma, 1997) Nella pratica didattica la valenza del termine modulo può essere tuttavia anche di tipo organizzativo: in particolare, l’autonomia scolastica ha permesso di organizzare il curricolo all’interno delle singole istituzioni secondo criteri di modularità che rispondono ad esigenze di flessibilità : il monte orario disciplinare può ,ad esempio, essere organizzato in modo flessibile prevedendo interventi differenziati sulle discipline nel corso dell’anno scolastico , attraverso la nozione di monte-orario annuale e non più attraverso una semplice suddivisione settimanale delle discipline. L’articolazione modulare della didattica consente di : Aggregare contenuti disciplinari omogenei secondo una logica non necessariamente sequenziale Garantire la promozione di conoscenze e competenze significative, tali da modificare la mappa cognitiva e la rete di saperi precedentemente posseduti Certificare le competenze acquisite –alle quali corrisponderanno altrettanti crediti formativi- e raggruppare nel portfolio individuale dello studente le varie certificazioni. L’approccio modulare è stato adottato in primo luogo nella formazione tecnica., ed è stata soprattutto la formazione tecnica ad avvalersi negli anni passati di questa metodologia didattica , e non casualmente l’UNESCO ha dedicato due volumi dedicati all’approccio modulare , nel 1989 riguardante in particolare l’istruzione tecnica, nel 1991 la matrice teorica dell’approccio modulare. Proprio l’UNESCO ha, inoltre, proposto una interessante, prima definizione di “modulo” : “ un contenuto informativo da trasmettere, che permette l’acquisizione di competenze definite in termini di comportamento visibile”, rimandando quindi ad alcune caratteristiche specifiche del modulo: il rapporto necessario fra i contenuti di un insegnamento e competenze e abilità d acquisire la necessità di poter “comporre” i moduli e giungere alla certificazione delle competenze e quindi alla possibilità di capitalizzare i moduli . Sempre secondo l’impostazione originaria dell’UNESCO, i moduli sono segmenti ben valutabili, attraverso una valutazione essenzialmente misurativa , oggettiva: per il completamento positivo di ciascun modulo si assegnano punti di credito o unità di capitale , e dopo il completamento di moduli lo studente può farsi valutare o anche autovalutarsi. L’approccio modulare è quindi un sistema che permette di progettare i contenuti rendendoli adatti a micro-contesti didattici. Il modulo è uno strumento flessibile, adatto anche a percorsi brevi, che meglio asseconda la tendenza del sistema formativo ( istruzione) a offrire percorsi sempre più diversificati ( si pensi ai curricoli individualizzati, o alla logica delle STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - Modulo “passerelle”, e nella prospettiva della riforma, ai passaggi fra sistemi). Il principio modulare, la metodologia sopraindicata è in stretto raccordo con il principio base dell’autonomia scolastica, che è quello di articolare l’offerta formativa secondo la massima flessibilità. La valenza formativa di una tale organizzazione dei saperi disciplinari può essere raggiunta grazie a un’organizzazione interna dei moduli stessi che prevede l’esplicitazione di una serie di “oggetti didattici”: prerequisiti obiettivi verifiche per valutare il grado di apprendimento degli obiettivi L’organizzazione in moduli dei contenuti prevede che essi vengano liberamente giustapposti all’interno di una sequenza , decisa dall’insegnante all’interno della programmazione individuale, con il coinvolgimento opportuno dei Dipartimenti ( materie o aree affini) dei consigli di classe, del collegio docenti. All’interno di questa organizzazione , i prerequisiti rappresentano il punto di partenza per affrontare il modulo o i moduli, e la loro esplicitazione può avvenire facendo riferimento agli strumenti che li accertano ( test d’ingresso ). Gli obiettivi ( vedi scheda dettagliata) sono esplicitati all’interno del modulo in termini di conoscenze, competenze e capacità, termini sui quali in altre schede o parti del presente strumento si problematizzano le basi teoriche e i rapporti fra i sistemi. Le verifiche all’interno del percorso modulare sono costruite in modo da accertare e misurare il livello di apprendimento dei contenuti in funzione degli obiettivi dichiarati all’inizio del modulo. Si prevedono verifiche di vario tipo nella pratica didattica, su cui ci limiteremo a dare alcuni riferimenti generali: prove a riposta chiusa , utili per la verifica delle conoscenze prove a domande aperte , necessarie per verificare le competenze prove orali , per testare la capacità relazionale e comunicativa nei contesti disciplinari Inoltre, si segnala, sempre a livello di integrazione fra sistemi, il lavoro di riflessione svolto sulla didattica modulare non solo dal punto di vista dell’autonomia organizzativa, ma dal punto di vista metodologico, una delle principali risorse offerte dalle sperimentazioni recenti di percorsi integrati. Dalla classica lezione frontale di “trasmissione “ , la didattica modulare è passata ad una serie di metodi e strumenti differenziati in funzione del modulo da realizzare: domande stimolo pere focalizzare l’attenzione discussione in classe realizzazione di esperienze ( produzione , ricerca, laboratorio) introduzione della multimedialità lezioni “esterne” ( visite guidate, incontri con esperti e simili) utilizzo di schemi, mappe concettuali. Il tutto nella logica fondamentale che presiede alla didattica modulare, quella dell’insegnamento-apprendimento, e a maggior ragione in quella particolare didattica realizzata soprattutto nei percorsi integrati che si focalizza sull’orientamento e sulla valutazione e , talora, autovalutazione delle competenze. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Obiettivi formativi Alla base della progettazione dei percorsi formativi, indipendentemente dalle specifiche caratteristiche della figura professionale oggetto dell’intervento formativo, come anche della specificità di ogni progetto, possono essere individuati alcuni elementi comuni: le competenze individuate devono avere una forte componente contestualizzata, legata cioè al settore di attività e al contesto territoriale in cui si esplicano. Il “luogo” in cui si svolge la specifica attività professionale, ed i “clienti” esterni ed interni con cui si relaziona. Per questo, i momenti di formazione teorica hanno continui richiami nell’attività pratica in azienda, in modo da attivare un processo di apprendimento che parte dall’esperienza concreta, utilizzando criteri di ricerca (teoria) per la soluzione delle singole situazioni problematiche (pratica); i percorsi di formazione devono articolarsi secondo unità modulari, con la possibilità di fruizioni individualizzate e flessibili, prevedendo momenti per la verifica delle competenze acquisite e la programmazione di eventuali interventi di rinforzo/sostegno; ogni modulo formativo, ogni competenza acquisita dovrà essere posta sempre in chiara connessione con le altre programmate, in modo da garantire coerenza all’intero percorso formativo. I moduli devono rispondere ad una duplice finalità: essere fortemente articolati per consentire una flessibilità di fruizione; mantenere però sempre correlati i diversi elementi con le competenze finali previste. Le misure di accompagnamento previste, devono essere integrate strettamente al percorso formativo, e risultare coerenti rispetto alle aspettative e problematiche del target-group destinatario delle azioni formative. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Obiettivi didattici Gli obiettivi didattici rappresentano le prestazioni osservabili e i comportamenti che, secondo l’insegnante, possono costituire degli indicatori o sintomi del conseguimento di certe acquisizioni (cognitive, affettive o psicomotorie) (L.Tartarotti “La programmazione didattica” Giunti) Si possono distinguere vari livelli di obiettivi: a) le finalità dell’educazione ( definite a livello extra scolastico, politico) b) gli obiettivi generali (consentono il passaggio dalle finalità generali dell’educazione all’azione educativa concreta) c) gli obiettivi operativi (costituiscono la descrizione di una performance che gli allievi devono essere in grado di mostrare per essere considerati competenti) Gli obiettivi sono importanti per : a) scegliere e programmare contenuti e metodi didattici; b) per valutare e accertare la validità dell’istruzione; c) per organizzare sforzi e attività verso il raggiungimento delle mete didattiche. La descrizione dell’obiettivo pertanto deve essere chiara, non ambigua e fatta in termini di performance (ciò che lo studente deve essere in grado di fare.) (da Mager “Gli obiettivi didattici” Giunti) Un obiettivo operativo è ben formulato se è ben definito, se rende possibile la rilevazione delle abilità ad esso sottese, se il suo raggiungimento determina una modifica della mappa cognitiva dell’allievo. Pertanto un obiettivo deve essere: a. preciso; b. osservabile, c. misurabile(Pellerey) N.B. “Non è irragionevole pensare che un insegnante , il quale sappia cos’è che sta cercando di fare, abbia maggiori possibilità di riuscirvi di chi invece non lo sa.” (Wiseman) STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - Orientamento L’orientamento pone al centro dell’intervento l’individuo, affrontare e collegare tutti gli aspetti del suo “bisogno”: aiutandolo ad personale – scoperta delle proprie risorse; di prospettiva professionale – sbocchi nella vita attiva; di prosecuzione degli studi – quadro d’insieme dell’offerta formativa; d’inserimento/percorso di carriera nel mondo del lavoro – come muoversi sul mercato del lavoro. Tutto questo tenendo conto dei tre ordini di variabili/vincoli che incidono sulle sue decisioni: Personali – attinenti alle caratteristiche individuali; Sociali – attinenti al contesto familiare e geografico-culturale; Strutturali o situazionali – attinenti al contesto economico locale, alle opportunità formative, alle dinamiche dell’occupazione; L’orientamento può essere attivato all’ingresso del percorso formativo, per aiutare l’utente alla scelta, e favorire la predisposizione di un percorso di formazione individualizzato in alcuni aspetti, oppure anche all’uscita dal percorso, in questo caso come forma di assistenza nell’eventuale scelta di proseguire verso ulteriori opportunità formative, oppure di entrare nel mondo del lavoro. In caso di attività di orientamento in ingresso, il servizio si collega necessariamente con le altre attività previste dal progetto: in questo ambito è strumentale soprattutto alla definizione del patto formativo. Nel caso sia attivato ex-post, è in stretta correlazione con l’inserimento lavorativo, nel caso in cui la propensione individuale sia verso il mondo del lavoro. Le modalità privilegiate per le azioni di orientamento non dovranno necessariamente riguardare il singolo utente, ma possono essere previsti interventi per piccoli gruppi o utilizzando strumenti standardizzati, ad esempio questionari, che consentono di rilevare i bisogni e le aspettative individuali. Attività previste dall’orientamento: Screening dell’utenza: registrazione dei dati anagrafici, esperenziali (formativo/professionali) dell’utente; Bilancio delle competenze individuali (attraverso strumenti standardizzati e colloqui); Colloqui orientativi brevi strutturati (consulenza individuale e counselling) e non; Attività di orientamento individuale finalizzato alla predisposizione dei piani personalizzati di formazione; Sportello per l’orientamento a disposizione degli utenti (con cadenza periodica) anche on-line; Orientamento di gruppo e/o tematico; Collegamento a servizi di orientamento presenti nel territorio, come i Centri per l’Impiego Bibliografia minima AJELLO A.M., MEGHNAGI S., MASTRACCI C., Orientare dentro e fuori la scuola, Milano, RCS-La Nuova Italia, 2000. BONCORI L., BONCORI G., L'orientamento. Metodi, tecniche, test, Roma, Carocci, 2002. CASTELLI C., VENINI L. (a cura di), Psicologia dell'orientamento scolastico e professionale. Teorie, modelli e strumenti, Milano, Franco Angeli, 2002. ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della FOrmazione professionale dei Lavoratori), Modelli e strumenti a confronto: una rassegna sull'orientamento, a cura di GRIMALDI A., Milano, Franco Angeli, 2002. POMBENI M.L., Il colloquio di orientamento, Roma, Carocci, 1996. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Osservatorio scolastico provinciale L’Osservatorio Scolastico Provinciale (OSP) è un organismo di supporto statistico e conoscitivo fondamentale non solo per la Provincia, ma per tutti i soggetti, pubblici e non, che operano nel mondo della scuola. Dati importanti sulla natalità, sulla struttura del sistema, sulla consistenza attuale delle scuole in classi e alunni, sulla mobilità territoriale degli studenti, sui risultati della scuola di ogni ordine e grado, sul disagio e gli abbandoni. Una base di dati utilissima per chi deve operare e governare il sistema scolastico provinciale.. Una base di dati che si aggiorna ma che progressivamente si estende anche ad aree e settori di analisi nuovi e che è destinata a crescere ulteriormente, quantitativamente e qualitativamente. Di tale sforzo conoscitivo si avverte il bisogno anche e soprattutto a livello provinciale, in considerazione delle nuove competenze attribuite agli enti territoriali dal D.Lgs. 112/98: gli articoli 138 e 139 affidano a Comuni, Province e Regioni competenze che è possibile esercitare solo con una approfondita conoscenza dei sistemi scolastici locali. Nel corso dell’anno 2003 si è rinnovato il Protocollo d’intesa tra i soggetti coinvolti nell’alimentazione della banca dati dell’Osservatorio Scolastico Provinciale (scuole, Comuni, Ufficio Scolastico Provinciale) che tra i suoi obiettivi primari si prefigge di gestire le informazioni per il controllo dell’adempimento dell’obbligo scolastico e dell’obbligo formativo/diritto dovere all’istruzione.. La popolazione statistica che incrementa la banca dati dell'OSP è formata dagli studenti frequentanti le scuole della provincia di Prato. I dati relativi agli alunni sono richieste dall’OSP alle Istituzioni scolastiche. Il flusso dei dati è così organizzato: I dati sono raccolti dalle segreterie scolastiche nei seguenti momenti 1. nel periodo 1-15 febbraio di ogni anno per la fornitura ai Centri per l'Impiego e dei Comuni degli elenchi nominativi degli alunni soggetti rispettivamente all'obbligo formativo e all'obbligo scolastico; 2. entro il mese di luglio, per la Scuola di Base, ed entro il mese di agosto, per gli Istituti Superiori, di ogni anno per l'implementazione della banca dati provinciale completa degli esiti scolastici degli alunni. 3. entro il mese di dicembre per avere un monitoraggio effettivo della situazione scolastica all’”inizio” dell’anno scolastico; 4. saranno possibili prelievi parziali durante l’anno scolastico, di dati relativi a casistiche particolari (ritirati, trasferiti, ecc.); tali prelievi saranno concordati con le singole unità scolastiche. L’OSP di Prato costituisce, insieme alle analoghe strutture delle altre Province Toscane, la base del sistema informativo scolastico regionale (SISR) così come stabilito dalla Regione Toscana nel Piano di indirizzo 2001 e ribadito nel Piano di Indirizzo 2003. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Patto formativo Il patto formativo è uno dei servizi dell’ accoglienza e presuppone che gli impegni sottoscritti da utenti ed enti erogatori dei servizi formativi siano monitorati e verificati in itinere ed al termine del percorso formativo, con tempi, strumenti e modalità definiti al momento della stipula del patto stesso. La verifica finale è finalizzata a porre in relazione i termini iniziali del patto con i risultati effettivamente raggiunti, risultati rilevati con modalità condivise da entrambi i soggetti, per arrivare ad una “risoluzione” del patto stesso. Il Patto formativo è situato all’inizio del processo di erogazione del servizio di formazione, e costituisce un vero e proprio “accordo” tra le parti finalizzato a raggiungere obiettivi reciprocamente condivisi. Si tratta di uno strumento fondamentale nel processo formativo, e non di una mera convenzione formale, la cui importanza cresce in relazione alla tipologia di utenza cui il percorso è rivolto, ma anche relativamente alla durata e all’impegno del percorso formativo stesso. In sintesi il patto formativo è finalizzato a: assicurare adeguata chiarezza sui diritti/doveri di entrambi i soggetti coinvolti. individuare gli obiettivi formativi specifici in relazione al singolo utente, per consentire successivamente la verifica/autoverifica del loro raggiungimento; valorizzare le capacità di analisi e programmazione del proprio percorso formativo da parte dell’utente, sia rispetto agli obiettivi individuati, sia per sostenere la motivazione ed il coinvolgimento rispetto al percorso stesso; promuovere azioni di monitoraggio e verifica del successo formativo dei singoli utenti e di qualità dell’offerta elaborata. Il patto formativo rientra in una visione del percorso formativo non standardizzato, flessibile in quanto costruito anche contestualmente per rispondere alle esigenze degli specifici percorsi personali e professionali. In questa prospettiva l’utente è partecipe della definizione e organizzazione del proprio percorso. Bibliografia minima CALAMICINI P., Accoglienza orientamento, patto formativo: un percorso possibile in Percorsi 6, pp. 28-30, giugno 2000 ALBERT L., GALLINA V., LICHTNER M., Tornare a scuola da grandi, Milano, Franco Angeli, 1998. LICHTNER M., La qualità delle azioni formative. Criteri di valutazione tra esigenze di funzionalità e costruzione del significato, Milano, Franco STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I) 1a Il riferimento normativo fondamentale è rappresentato dalla Legge 104/92 "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate." (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O.) (DPR 24-2-94, L104/92) Il Piano educativo individualizzato (P.E.I.), è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione. Il P.E.I. deve essere formulato, congiuntamente : • • • • dagli operatori sanitari individuati dalla ASL dal personale insegnante curriculare ( nella scuola superiore il coordinatore della classe) e di sostegno della scuola con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, sempre prevista in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale dell'alunno. Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività scolastiche ed extrascolastiche e contiene gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione ed integrazione scolastica dell'alunno in situazione di handicap. Tali interventi possono essere: • • • • • • • i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione; la programmazione didattica individualizzata; le forme di integrazione tra attività scolastica ed extrascolastica; l'orario generale della scuola e di permanenza dell'alunno in situazione di handicap; l'organizzazione integrata dei servizi eventualmente presenti di trasporto, mensa, sostegno, assistenza, accompagnamento, rabilitazione; i progetti di continuità; I progetti di orientamento. Altri aspetti legati alla redazione e attuazione del P.E.I. Verifiche Con frequenza, preferibilmente, correlata all'ordinaria ripartizione dell'anno scolastico o, se possibile, con frequenza trimestrale (entro ottobre-novembre, entro febbraio-marzo, entro maggio-giugno), i soggetti indicati al comma 6 dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992, verificano gli effetti dei diversi interventi disposti e l'influenza esercitata dall'ambiente scolastico sull'alunno in situazione di handicap. Di prassi, nella scuola superiore gli incontri di verifica sul P.E.I. si svolgono 2 volte l’anno. Gli esiti delle verifiche devono confluire nel P.E.I. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I) 1a Valutazione dell'alunno con handicap (art.16 L.104/92, art.318 D. Leg.vo 297/94, art.4 O.M.128 14-5-99 e Ordinanze emanate annualmente dal MIUR a conferma e/ parziale modifica delle precedenti) Alunni con minorazioni fisiche e sensoriali Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali non si procede, di norma, ad alcuna valutazione differenziata; è consentito, tuttavia, l'uso di particolari strumenti didattici appositamente individuati dai docenti, al fine di accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attraverso un colloquio o prove scritte tradizionali. Alunni con handicap psichico Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo carattere formativo ed educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei confronti dell'allievo, deve comunque aver luogo. Il Consiglio di classe, in sede di valutazione trimestrale o quadrimestrale e finale, sulla scorta del Piano Educativo Individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei genitori nei modi e nei tempi previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di giudizio forniti da ciascun insegnante sui livelli di apprendimento raggiunti, anche attraverso l'attività di integrazione e di sostegno, verifica i risultati complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano Educativo Individualizzato. Valutazione normale Ove il Consiglio di classe riscontri che l'allievo abbia raggiunto un livello di preparazione conforme agli obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti, decide in conformità degli i artt. 2 e 3 dell'O.M.128 del 14-5-99 (valutazione normale e eventuale promozione con debito formativo o con credito). Valutazione differenziata Qualora, al fine di assicurare il diritto allo studio ad alunni in situazione di handicap psichico e, eccezionalmente, fisico e sensoriale, il piano educativo individualizzato sia diversificato in funzione di obiettivi didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe, fermo restando l'obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare ministeriale n. 262 del 22 settembre 1988, valuta i risultati dell'apprendimento, con l'attribuzione di voti relativi unicamente allo svolgimento del citato piano educativo individualizzato e non ai programmi ministeriali. Tali voti hanno, pertanto, valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli obiettivi del piano educativo individualizzato. I predetti alunni possono, di conseguenza, essere ammessi alla frequenza dell'anno successivo o dichiarati ripetenti anche per tre volte in forza del disposto di cui all'art.316 del D.Lvo 16.4.1994, n.297. In calce alla pagella degli alunni medesimi, deve essere apposta l'annotazione secondo la quale la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi dell'art.4 della presente Ordinanza (O.M.128 del 14-5-99). STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I) 2a Esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte Gli alunni valutati in modo differenziato come sopra possono partecipare agli esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte, svolgendo prove differenziate, omogenee al percorso svolto, finalizzate all'attestazione delle competenze e delle abilità acquisite. Tale attestazione può costituire, in particolare quando il piano educativo personalizzato preveda esperienze di orientamento, di tirocinio, di stage, di inserimento lavorativo, un credito formativo spendibile nella frequenza di corsi di formazione professionale nell'ambito delle intese con le Regioni e gli Enti locali. Ripetenze In caso di ripetenza, il Consiglio di classe riduce ulteriormente gli obiettivi didattici del piano educativo individualizzato. Non può, comunque, essere preclusa ad un alunno in situazione di handicap fisico, psichico o sensoriale, anche se abbia sostenuto gli esami di qualifica o di licenza di maestro d'arte, conseguendo l'attestato di cui sopra, l'iscrizione e la frequenza anche per la terza volta alla stessa classe. Qualora durante il successivo anno scolastico vengano accertati livelli di apprendimento corrispondenti agli obiettivi previsti dai programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera in conformità degli artt 2 e 3 dell'O.M.128 14-5-99 (promozione con debito o credito formativo), senza necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell'anno o degli anni precedenti, tenuto conto che il Consiglio medesimo possiede già tutti gli elementi di valutazione. Gli alunni in situazione di handicap che svolgono piani educativi individualizzati differenziati, ripetenti la terza classe degli istituti professionali e d'arte, possono frequentare, nel quadro dei principi generali stabiliti dall'art.312 e seguenti del D.Lvo n.297/1994, lezioni e attività delle classi successive, sulla base di un progetto - che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione professionale, con la conseguente acquisizione del relativo credito formativo concordato dai rispettivi consigli di classe al fine del raggiungimento degli obiettivi educativi e del pieno sviluppo della persona, in attuazione del diritto allo studio costituzionalmente garantito. Per gli alunni medesimi, che al termine della frequenza dell'ultimo anno di corso, essendo in possesso di crediti formativi, possono sostenere l'esame di Stato sulla base di prove differenziate coerenti con il percorso svolto e finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art.13 del Regolamento, si fa rinvio a quanto previsto dall'art.17, comma 4, dell'O.M. n.38/1999. Consenso della famiglia alla valutazione differenziata Qualora un Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata di cui sopra, deve darne immediata notizia alla famiglia fissandole un termine per manifestare un formale assenso, in mancanza del quale la modalità valutativa proposta si intende accettata. In caso di diniego espresso, l'alunno non può essere considerato in situazione di handicap ai soli fini della valutazione, che viene effettuata ai sensi degli artt.2 e 3 dell'O.M.128 14-5-99 (valutazione normale) Annotazioni riguardanti la valutazione differenziata Per gli alunni che seguono un Piano educativo Individualizzato differenziato, ai voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si aggiunge l'indicazione che la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali. Prove d'esame (Relazione del Consiglio di classe, Prove equipollenti, Tempi più lunghi, Assistenti per l'autonomia e la comunicazione) STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I) 2a Trovano applicazione, in quanto connessi con il momento della valutazione, le disposizioni contenute nelle circolari n.163 del 16 giugno 1983 e n.262 del 22 settembre 1988, paragrafi n.6) svolgimento dei programmi, n.7 prove scritte, grafiche, scrittografiche, orali e pratiche e n.8) valutazione. Al fine di facilitare lo svolgimento delle prove equipollenti previste dall'art.318 del D.Lvo 16.4.1994, n.297, i Consigli di classe presentano alle Commissioni d'esame un'apposita relazione, nella quale, oltre a indicare i criteri e le attività previste al comma precedente, danno indicazioni concrete sia per l'assistenza alla persona e alle prove d'esame sia sulle modalità di svolgimento di prove equipollenti, sulla base dell'esperienza condotta a scuola durante il percorso formativo. Per l'esame di Stato conclusivo dei corsi, tale relazione fa parte integrante del documento del Consiglio di classe del 15 maggio, come precisato dall'art.17, comma 1, dell'O.M. n.38/1999. Nell'ambito della scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni handicappati sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di assistenti per l'autonomia e la comunicazione. (art.318 del D.Lvo n.297/1994) I tempi più lunghi nell'effettuazione delle prove scritte e grafiche, previsti dal terzo comma dell'art.318 del D.Lvo n.297/1994, riguardano le ore destinate normalmente alle prove ma non possono comportare di norma un maggior numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami. I docenti di sostegno, a norma dell'art.315, comma quinto, del D.Lvo n.297/1994, fanno parte del Consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di voto per tutti gli alunni della classe. Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del rendimento scolastico o allo svolgimento di esami anche universitari con l'uso degli ausili loro necessari. Relazione finale (C.M.262/88 par.8) In sede di valutazione finale, il consiglio della classe frequentata da alunni con handicap dovrà stilare una relazione che tenga conto del piano educativo individualizzato e delle notizie fornite da ciascun insegnante. Tale relazione dovrà indicare per quali discipline siano stati adottati particolari accorgimenti didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche eventualmente in sostituzione parziale dei contenuti programmatici di alcune discipline. Sulla base di tutti gli elementi sopra indicati, possono essere predisposte prove valutative differenziate per gli alunni con handicap psichico coerenti con il livello degli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell'allievo in rapporto con le sue potenziali attitudini e alle finalità dei programmi complessivi del biennio o del successivo triennio di ciascun ordine di scuola. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F) Il Piano dell'offerta formativa (P.O.F.) è la presentazione dell'Istituzione Scolastica ai soggetti coinvolti e interessati sul territorio, ed esplicita l'azione progettuale della scuola che opera in regime di autonomia. È lo strumento in cui si integra coerentemente tutta la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che ciascuna singola scuola adotta nell'ambito della propria autonomia. Secondo quanto previsto dall’autonomia, nella costruzione e nella declinazione del P.O.F. proprio per la sua valenza di “carta di identità “ dell’ Istituzione scolastica , devono essere indicati con chiarezza una serie di punti , che servano a collocare le attività della scuola in regime di autonomia nel territorio di riferimento. Questi punti riguardano ( e naturalmente possono variare da Istituto a Istituto) 1 - Il Contesto e i traguardi formativi La collocazione dell’Istituto nel territorio, il suo rapporto con le Istituzioni e la realtà economico-sociale dello stesso, la sua “storia” rispetto al contesto, rappresentano la necessaria premessa per l’esplicitazione dei traguardi formativi che l’Istituto si propone, che ovviamente hanno una stretta relazione con l’evoluzione del contesto stesso. 2 - I profili professionali Nel dettaglio, l’offerta formativa vera e propria che l’Istituto offre agli studenti e alle loro famiglie, attraverso l’illustrazione dei percorsi formativi presenti, i titoli di studio rilasciati, l’articolazione dei profili professionali, i loro possibili sbocchi occupazionali, il dettaglio delle conoscenze e competenze in uscita al termine dei percorsi proposti. 3 - La struttura dell’Istituto e l’organizzazione dell’Istituto In questa sezione si danno informazioni sulle dotazioni della scuola necessarie allo svolgimento della didattica ( aule, laboratori, uffici, altre attrezzature e risorse) e si presenta la struttura organizzative dell’Istituto, la sua articolazione dal punto di vista amministrativo, le figure di riferimento per i vari settori di attività, didattiche, di supporto e logistiche. 4 - L’organizzazione oraria L’autonomia scolastica ha permesso di articolare l’orario attraverso scelte flessibili che meglio possano rispondere alle esigenze degli alunni e delle famiglie, e quindi all’interno del P.O.F. si danno una serie di informazioni sulla gestione del monte orario annuale delle lezioni, sui servizi aggiuntivi offerti, sui periodi dell’anno scolastico e simili. 5 - Il regolamento d’Istituto In questa sezione si offrono informazioni sulle modalità di svolgimento della vita scolastica, sull’accesso ai servizi di segreteria, alle strutture della scuola, in una parola tutte quelle informazioni che lo studente deve avere per poter vivere al meglio la sua esperienza nella comunità scolastica, e che le famiglie devono conoscere per poter avere un corretto e positivo rapporto con l’Istituzione scolastica. 7 - Le scelte pedagogico- didattiche e organizzative E’ la parte del P.O.F. che più di ogni altra rappresenta la carta d’identità dell’Istituzione scolastica. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F) Il progetto didattico - educativo dell’Istituto intende fornire un servizio partendo dai bisogni degli allievi, ed è impostato su una programmazione che si svolge a livello di Collegio dei docenti, Consiglio di Classe, discipline o Dipartimenti per materie . La Programmazione Educativa di Istituto, secondo quanto elaborato dal Collegio dei Docenti, individua le finalità educative generali formazione dell’uomo e del cittadino, quali ad esempio, promozione della crescita globale degli studenti, valorizzazione della personalità degli studenti al fine di realizzare scelte personali capacità di affrontare situazioni complesse nello specifico professionale. In questa sezione del P.O.F. trovano poi riferimenti precisi le scelte didattiche , gli obiettivi trasversali, la programmazione disciplinare ed interdisciplinare, con relativi obiettivi di apprendimento, e un riferimento inoltre agli strumenti di attuazione, controllo e valutazione delle scelte metodologico-didattiche adottate. Altre informazioni che possono trovare riferimento nel P.O.F. riguardano le Aree di specializzazione, Progetti speciali ( gestiti in forma di partneriato, o afferenti al Fondo Sociale Europeo, o ancora condotti in forma integrata) , e tutti quei progetti che di anno in anno l’Istituto propone al territorio attraverso l’utilizzazione delle risorse finanziarie di anno in anno disponibili. L’elencazione e una breve sintesi dei progetti in essere rappresenta un ‘ulteriore modalità di apparire sul territorio come riferimento per le scelte educative e formative declinate nella parte introduttiva del P.O.F. Monitoraggio e valutazione del P.O.F. Il MIUR ogni anno, attraverso l’ INDIRE, effettua un monitoraggio del P.O.F., consultabile da ciascuna scuola direttamente on-line. Il monitoraggio prevede una serie di schede predisposte dove inserire le informazioni che nello schema sopra proposto si sono elencate. Attraverso gli IRRE, infine, sono state predisposte attività di formazione e consulenza per la redazione dei POF, per la loro strutturazione, per tutti i quesiti e le problematiche ad essi collegati. All’interno dell’Istituto è , di norma, prevista una Commissione o un gruppo di Progetto che annualmente verificano l’attuazione del P.O.F. e ne sottopongono al Collegio eventuali variazioni all’inizio dell’anno scolastico successivo, relativamente ad aspetti e problemi verificati in itinere. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Stage Nell’ambito di un percorso formativo, lo stage rappresenta un’esperienza “protetta”, una modalità formativa che si realizza attraverso un’attività di lavoro. La formazione e l’orientamento costituiscono le finalità principali dello stage: il contenuto formativo ed orientativo predominano su quello lavorativo-professionale (Pedrizzi, Castrovilli: 2001) Durante lo stage il soggetto puo’ mettersi alla prova in un contesto lavorativo reale, orientare le proprie scelte professionali e acquisire un’esperienza pratica concreta. L’esperienza formativa dello stage si sviluppa in situazione e nel vivo dei rapporti professionali, relazionali, sociali, organizzativi che caratterizzano un determinato contesto lavorativo. In sintesi lo stage rappresenta una delle possibili esperienze di integrazione tra ambiente formativo (scuola, formazione professionale, università) e contesto di lavoro. Lo stage si basa sia sulle conoscenze acquisite nel corso della fase teorica di un percorso, che sul saper fare in via di formazione, e permette di consolidare il proprio sapere essere. Esso è centrato sia sull’oggetto che sul soggetto dell’apprendimento ed è finalizzato allo sviluppo di capacità di autoformazione, di autonomia e di autostima (Di Nubila, Fabbri, Margotta: 1999). Come fase pratica della formazione, lo stage permette l’integrazione tra il sistema dell’istruzione/della formazione ed il sistema produttivo, evitando una separazione troppo netta tra il tempo della formazione e il tempo del lavoro. In generale la tipologia di stage dipende dalla finalità del progetto formativo e dagli obiettivi specifici definiti in fase di progettazione, che a loro volta dipendono da altri fattori, tra i quali l’utenza coinvolta e la tipologia di percorso formativo di cui lo stage fa parte. Possiamo classificare due diverse tipologie di stage: stage conoscitivo (osservazione di attività svolta da altri) stage applicativo affiancamento) (attività pratica non produttiva svolta in La realizzazione dello stage passa attraverso varie fasi, che possono essere sintetizzate come segue: fase di preparazione: rappresenta una prima definizione degli obiettivi e degli ambiti formativi, della tempistica e delle modalità di realizzazione dell’esperienza di stage. fase di progettazione: consiste nella definizione specifica di finalità, obiettivi, contenuti, strumenti didattici, durata e tempi di realizzazione dell’esperienza, modalità operative, criteri e modalità di verifica e di valutazione. fase di realizzazione: prende avvio con l’inserimento in azienda dello stagista e si sviluppa attraverso lo svolgimento delle attività indicate nel progetto formativo di stage, predisposto dall’ente gestore in accordo con l’azienda ospitante. Durante questa fase un tutor didattico organizzativo ha il compito di monitorare l’andamento dello stage, nonché di verificare il raggiungimento degli obiettivi specifici, attraverso incontri di verifica e/o visite periodiche in azienda. Parallelamente un tutor aziendale ha la funzione di facilitare l’inserimento in azienda dello stagista, di creare le condizioni ideali per permettere allo stagista di apprendere ed imparare ad apprendere nel contesto aziendale di riferimento. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Stage fase di valutazione: si sviluppa ex ante, in itinere ed ex post rispetto alla realizzazione dell’esperienza di stage, con l’obiettivo di verificare il raggiungimento degli obiettivi individuati nella fase di progettazione ed i risultati attesi, in termini di acquisizione delle competenze tecnico- professionali e trasversali del profilo di riferimento. La progettazione dello stage puo’ basarsi su diversi livelli di inserimento (Di Nubila, Fabbri, Margotta: 1999), finalizzati ad un esito positivo dell’esperienza, tra cui è importante sottolineare i seguenti: livello delle relazioni organizzative: per facilitare l’inserimento dello stagista nel sistema di rapporti e flussi che caratterizzano un contesto lavorativo specifico; livello delle relazioni interpersonali: per permettere al partecipante di stabilire rapporti interpersonali positivi e di “testare” la propria capacità di inserimento; livello produttivo: per applicare la propria preparazione nell’ambito delle attività lavorative relative al contesto aziendale ed al profilo professionale di riferimento. Bibliografia minima: Di Nubila R., Fabbri D., Margotta U., La formazione oltre l’aula: lo stage, CEDAM, Padova 1999. Pedrizzi T., Castrovilli E., Dalla scuola al lavoro. Manuale operativo per una formazione efficace, La Nuova Italia, 2001. Bresciani P.G. – Ghiotto G., Lo stage in azienda, “Collana scuola-lavoro”, n° 8, Maggioli Editore, Rimini 1985 STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Tirocinio Il tirocinio può essere di tipo orientativo, con l’obiettivo di supportare il soggetto nelle proprie scelte professionali, o di tipo formativo, finalizzato all’acquisizione di pratiche lavorative attraverso un coinvolgimento nelle attività concrete dell’azienda. Il tirocinio di formazione e di orientamento rappresenta una soluzione particolarmente consona per quei soggetti che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro, configurandosi come un'opportunità per testare le proprie capacità e le proprie attitudini professionali. In tal senso il tirocinio può facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro, poiché può assumere un ruolo determinante nell'esame di un curriculum o nell'ambito di un colloquio. Il tirocinio prevede il coinvolgimento di tre soggetti (un tirocinante, un ente promotore, ed un'azienda ospitante) e può svolgersi presso aziende, studi professionali o altre strutture produttive private o pubbliche. L'ente promotore ha il compito di vigilare sul corretto andamento del rapporto di tirocinio, funzione esplicata attraverso la figura di un tutor che controlla la realizzazione del progetto formativo e di orientamento appositamente redatto dall'azienda ospitante. Per le aziende ospitanti il tirocinio può rappresentare uno strumento che facilita e affianca l’attività di selezione di personale. I soggetti che possono beneficiare di un tirocinio sono, oltre agli studenti della scuola secondaria, anche i lavoratori inoccupati o disoccupati (compresi gli iscritti alle liste di mobilità), gli studenti frequentanti attività formative postdiploma o post-laurea, gli studenti universitari, laureati o in dottorato e le persone svantaggiate ai sensi della L.381/91 e soggetti portatori di handicap. Il tirocinio può essere rivolto anche a cittadini di stati membri della comunità europea o a cittadini extra comunitari. L’ente promotore di un tirocinio è una struttura in grado di guidare il processo di tirocinio, garantendone il buon funzionamento dalla fase di progettazione a quella di monitoraggio fino alla fase conclusiva di valutazione, nel rispetto della normativa. Funzione principale dell’ente promotore è quella di permettere l’incontro tra aspettative del soggetto in tirocinio ed interessi dell’azienda ospitante. I soggetti che possono farsi promotori di tirocinio sono, invece: Agenzie regionali per l'impiego e sezioni circoscrizionali per l'impiego, le direzioni provinciali del lavoro, le università, i provveditorati agli studi, le scuole statali, quelle private parificate, i centri di formazione e/o orientamento pubblici o convenzionati, le comunità terapeutiche e cooperative sociali, i servizi di inserimento lavorativo per disabili ed infine le istituzioni formative private, senza fini di lucro. Sono fissati limiti sia rispetto alla durata massima del tirocinio che in relazione al numero di tirocinanti che un’azienda può ospitare, secondo i seguenti criteri: • 1 tirocinante per aziende con non piu’ di 5 dipendenti a tempo indeterminato; • non più di 2 tirocinanti contemporaneamente per aziende con un numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra 6 e 19; • tirocinanti in misura non superiore al 10% per aziende con piu’ di venti dipendenti a tempo indeterminato. L’attività di tirocinio è regolata da una convenzione, stipulata tra soggetto attuatore ed ente ospitante, che descrive gli aspetti fondamentali del tirocinio (tipologia e modalità del tirocinio, quali durata, frequenza ed orario; nominativi del partecipante, del tutor didattico organizzativo e del tutor aziendale; mansioni previste). Il soggetto che partecipa ad un’attività di tirocinio è accompagnato nel suo percorso di formazione da due distinte figure: il tutor didattico e il tutor aziendale. Il tutor didattico organizzativo, incaricato dall’ente promotore, svolge funzioni in relazione all’impostazione metodologica e di controllo del progetto di In base alle indicazioni fornite dall’azienda ospitante e dal partecipante, il tutor elabora il Progetto formativo individualizzato. Tale documento, allegato alla convenzione, regola i rapporti tra ente promotore, ente ospitante e tirocinante, e contiene i seguenti elementi: • dati anagrafici del tirocinante, del soggetto promotore e dell’azienda ospitante; • obiettivi e modalità di svolgimento del tirocinio (competenze da acquisire); • nominativo del tutor didattico e del tutor aziendale; STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Tirocinio • • • estremi identificativi delle assicurazioni (INAIL e responsabilità civile); durata e periodo di svolgimento; settore aziendale di inserimento. Il tutor didattico svolge attività di controllo e di monitoraggio attraverso verifiche periodiche per valutare in itinere la corrispondenza tra quanto definito nel progetto formativo e l’attività effettivamente svolta dal tirocinante in azienda. Il tutor fornisce, oltre al controllo dei contenuti del tirocinio, anche sostegno in termini di aiuto, motivazione, orientamento e verifica degli esiti. Il tutor aziendale invece è il responsabile, all’interno dell’azienda, dell’inserimento del tirocinante, con l’espletamento delle seguenti funzioni: • funzione informativa, rispetto alle regole interne all’azienda ospitante; • funzione di integrazione, per agevolare l’incontro tra aspettative del tirocinante ed esigente aziendali; • funzione di orientamento, rispetto alle caratteristiche del settore di inserimento, dei rapporti aziendali interni, ecc; • funzione di sostegno all’apprendimento, per facilitare l’acquisizione di competenze tecniche richieste dal ruolo e di competenze trasversali; • funzione progettuale e di supporto all’attività di monitoraggio effettuata dal tutor didattico; • funzione di valutazione rispetto alle prestazioni del tirocinante. Il tirocinio non costituisce rapporto di lavoro e come tale non è retribuito: il soggetto ospitante non è tenuto a fornire al tirocinante alcun corrispettivo economico per l’attività svolta. L'azienda può comunque, a sua discrezione, erogare al partecipante un rimborso delle spese sostenute (spese di vitto, alloggio, trasporto). Nei confronti dell’azienda ospitante il tirocinante rappresenta un “ospite” ed è tenuto ad adeguarsi alle regole dell’azienda che lo accoglie, rispettandone le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. Le attività svolte nel corso di un tirocinio possono avere valore di credito formativo e, se certificato dall'ente promotore, il tirocinio può essere riportato nel curriculum vitae del soggetto per favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro. L’art. 60 del Dlgs 276/2003 introduce la formula dei “tirocini estivi di orientamento”, come attività rivolte a giovani o adolescenti (15-25 anni) iscritti a regolari corsi di studi presso università o istituti scolastici di ogni ordine e grado. Questa formula può avere una durata non superiore a tre mesi ed è prevista nel periodo compreso tra la fine dell’anno scolastico/accademico e l’inizio del successivo. Per la regolamentazione complessiva del rapporto si rinvia all’applicazione della disciplina di cui al DM 142/1998. In base all’art. 4 della Legge 28 marzo 2003 n. 53 ed i successivi decreti attuativi, gli studenti che hanno compiuto il 15° anno di età possono svolgere attraverso la modalità dell’alternanza scuola - lavoro l'intera formazione dai 15 ai 18 anni o parte di essa. L’alternanza è istituita come modalità di realizzazione dei corsi del secondo ciclo, sia nel sistema dei licei che nel sistema dell'istruzione e della formazione professionale, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. I percorsi svolti in alternanza sono progettati, attuati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con soggetti pubblici o privati, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa. Normativa di riferimento: Legge 196/1997; D.M. 25 Marzo 1998, n. 142; Circolare 15 luglio 1998, n. 92; Legge delega 14 febbraio 2003, n.30; D.L.gs. 10 settembre 2003, n. 276; Legge 28 marzo 2003, n. 53 e successivi decreti attuativi; STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA – Unità formative capitalizzabili L’Unità Formativa Capitalizzabile (UFC) è definibile come una unità-tipo di riferimento per il raggiungimento e/o il riconoscimento di competenze professionali: costituisce uno strumento codificato per la pianificazione di azioni formative finalizzate all’acquisizione di competenze professionali. In via generale, nell’impostazione dell’ISFOL, le Unità Formativa Capitalizzabili presentano le seguenti caratteristiche: Componibilità : ogni UFC è progettata in modo tale che risulti possibile collegarla con altre UFC (o altri crediti acquisiti in forma diversa dal percorso formativo). Relativa autonomia - Ogni Unità ha obiettivi e contenuti di apprendimento definibili in un set di competenze in grado di costituire un valore riconoscibile sul mercato del lavoro. Tendenziale pluridisciplinarità: l’attuazione ed il presidio delle attività, può riguardare conoscenze ed abilità riguardanti diverse discipline, nonché la capacità di porre in atto “piani di comportamento professionale” in cui esse convergono in forma sinergica. Le Unità Formative Capitalizzabili, assumendo le competenze come riferimento centrale, consentono la composizione e l’erogazione di un’offerta educativa e formativa flessibile ed adeguata alle esigenze di una progettazione coerente rispetto sia alle indicazioni generali, sia alle distintività di contesto. Oltre che ad orientare il progetto formativo in una prospettiva orientata alle competenze da acquisire (e non ai contenuti della didattica), l’UFC, costituisce una matrice di riferimento utile per la “negoziazione” degli obiettivi formativi da parte dei soggetti che, se appartengono a sistemi educativi e formativi, debbano arrivare a concretizzare un percorso condiviso ed integrato. Tale valenza assume un ruolo decisivo sia nel creare i presupposti per la capitalizzazione, da parte degli individui, delle competenze acquisite nel proprio percorso formativo e professionale, sia, su un piano sistemico, a creare i presupposti per un reciproco riconoscimento (tra sistema della formazione professionale e sistema scolastico, ma anche tra questi il mondo del lavoro) dei crediti formativi e delle relative competenze acquisite. Bibliografia minima ISFOL, Guida metodologica alla progettazione per UFC nella formazione integrata superiore, in www.indire.it ISFOL, Unità capitalizzabili e crediti formativi. Metodologie e strumenti di lavoro, Franco Angeli, Milano 1998. STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 SCHEDA - Valutazione Per valutazione si intende un processo critico di confronto fra dati “osservativi” e costrutti teorici. …In generale la valutazione si esprime come concordanza o discordanza fra i termini messi a confronto, senza di per sé implicare un significato stretto in senso “ valoriale”. ….. Per elementi della valutazione si intendono tutti i dati disponibili e i criteri in base ai quali il giudizio viene formulato. Per dati si intendono sia quelli intuitivi, globali, qualitativi, sia quelli analitici, particolari, quantitativi. I secondi offrono notevoli vantaggi, ma non escludono i primi. Perciò la valutazione include l’accertamento (presenza o assenza di certe note caratteristiche….) e la misurazione (confronto con unità di riferimento computabili, su scale ordinali, a intervalli o a rapporti. La valutazione si effettua in base a di criteri, cioè tutti i fattori di spareggio o distinzione. Il giudizio criteriale assegna soglie e limiti, al di sopra e al di sotto dei quali si stabilisce una posizione di rilevanza. Momenti della valutazione sono le fasi in cui essa processualmente si articola: iniziale; intermedia ; finale; sommativa (= consuntiva); formativa La valutazione può rispondere a finalità finalità diverse : conoscitive, tanto diagnostiche quanto prognostiche; di intervento modificativo o correttivo; di tipo selettivo; di tipo formativo e orientativo. (tratto da G. Domenici “Elementi della valutazione”aggiornamento a distanza in ELEMENTI DI DIDATTICA 1989)) Corso di N.B. Nell’ambito della didattica la valutazione svolge la funzione essenziale di regolatore dell’intero processo formativo. Cioè didattica a valutazione sono l’una concausa ed effetto dell’altra. La valutazione serve al docente per: 1. conoscere grado e stili di apprendimento degli studenti 2. individuare lacune; 3. verificare l’efficacia del proprio intervento. Serve agli alunni per : 1. rendersi conto dei risultati ottenuti; 2.del l’efficacia del proprio metodo di studio. Strumenti per la valutazione nella scuola : prove di verifica non strutturate (tradizionali) scritte e orali (interrogazioni), che hanno buona validità, ma attendibilità scarsa; prove di verifica strutturate o oggettive ( es. v/F; items a scelta multipla, ecc.) che hanno buona validità e massima attendibilità. Bibliografia essenziale B. Vertecchi – Manuale della valutazione. Analisi degli apprendimenti, Editori Riuniti G. Domenici – Manuale della valutazione scolastica, Ed. Laterza G. Grandi – Misurazione e valutazione, La Nuova Italia G. De Landheere – Elementi di docimologia. Valutazione continua ed esami, La Nuova Italia STRUMENTI Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei PROGETTO INTEGRATO MODUlARE PR.I.MO SINTESI DEL PROGETTO SOGGETTI COINVOLTI NEL PROGETTO: PARTENARIATO in A.T.S Capofila IPSSCTSP “F.DATINI” attività : gestione percorsi IF, gestione percorsi IP, gestione percorsi SI, gestione amministrativa, formazione, orientamento, monitoraggio e valutazione, rendicontazione finale. Partner N 1 F.I.L. S.p.A attività: gestione percorsi PF, gestione percorsi SI, analisi dei bisogni formativi, formazione, orientamento, bilanci delle competenze, counseling, monitoraggio e valutazione, amministrazione e supporto alla rendicontazione. Partner N 2 I.T.I.S. “T.BUZZI” attività: gestione percorsi LIP, gestione percorsi SI, formazione, orientamento, monitoraggio e valutazione, amministrazione. Partner N 3 Liceo psicopedagogico Cicognini Rodari attività: gestione percorsi LIF, gestione percorsi SI, formazione, orientamento, monitoraggio e valutazione, amministrazione. Modalità organizzative adottate dai soggetti Composizione Comitato di Progetto Provincia di Prato, Assessorato Pubblica Istruzione; IPSSCTP Francesco Datini, F.I.L. Spa; ITS Tullio Buzzi – Prato Liceo psicopedagogico Cicognini Rodari Prato 1 Direttore responsabile del progetto Funzioni 1. Coordina le attività formative, per verificare le azioni da un punto di vista didattico, motivazionale, anche nei servizi individuali previsti; 2. Convoca e coordina le riunioni periodiche dello staff di progetto monitorarne costantemente il flusso dei servizi erogati; 3. Ha funzioni di Comitato Tecnico-Scientifico, allo scopo di realizzare la rete e la sinergia tra partners, coordinare e verificare il raggiungimento degli obiettivi progettuali. 4. Monitora e valuta la qualità dell’intervento delle procedure , 5. Partecipa e coordina le azioni di mainstreaming, disseminazione e interazione con gli stakeholders locali, allo scopo di promuovere il progetto, 6. Fornisce indicazioni ai consigli di classe in merito ai crediti formativi maturati durante le esperienze previste nelle diverse azioni del progetto; Modalità di lavoro Ha il compito di supervisionare l’intera attività. Nelle sue funzioni di Comitato tecnicoscientifico si occupa del rilascio di eventuali crediti formativi in entrata e in uscita, avrà anche il ruolo di verificare l’andamento in itinere del progetto. Fornisce su richiesta al Gruppo Tecnico Regionale (GTR), ogni elemento utile al corretto svolgimento della sperimentazione ed alla valutazione dei risultati. Il comitato di progetto è inoltre il riferimento per la strutturazione e l’implementazione di reti relazionali sul territorio. Sono previste riunioni plenarie tra il Comitato di Progetto e il coordinatore del consiglio di classe (percorsi IP, LIP, LIF e IF) delle sezioni coinvolte dal progetto, docenti delle aree di integrazione, i tutor,. Nella programmazione didattica delle classi coinvolte dal progetto, i docenti coinvolti nella sperimentazione, adegueranno conseguentemente la loro programmazione disciplinare. Verranno effettuate riunioni anche con i tutor e i responsabili del personale delle aziende sedi di stage. Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 1 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei DESCRIZIONE PROGETTO Architettura dell’offerta complessiva proposta Il progetto costituisce la terza fase della sperimentazione della programmazione territoriale dell’offerta di istruzione e formazione con l’obiettivo strategico di implementare le esperienze maturate, ottimizzandone le caratteristiche, in virtù della presenza di azioni nuove (LIP e LIF) introdotte dal nuovo bando regionale Il progetto si sviluppa attraverso le seguenti fasi Azione 1- Tipologia (IF): 4 edizioni dello stesso percorso integrato con la formazione professionale. Il percorso, che coinvolgerà alunni di quattro classi prime per complessive 352 ore annue (88 per ogni classe), utilizzerà la cosiddetta “area di integrazione” del “progetto 2002”. Rispetto alle precedenti edizioni della sperimentazione, il percorso IF sarà maggiormente caratterizzato da modelli di didattica orientativa, e sostegno alla motivazione all’apprendimento. Azione 2- Tipologia (IP): 1 percorso integrato fra istruzione e formazione, pensato come elementi di continuità per gli allievi dell’Istituto Datini frequentanti la classe II del biennio comune, individuati fra coloro che alla fine della classe seconda vorranno proseguire nella classe III dell’indirizzo turistico e riguarderà il profilo di: Addetto agli uffici turistici (indirizzo turistico), di durata complessiva pari a 1200 ore, delle quali il 74% di integrazione di integrazione, e prevede la partecipazione di 1 classe seconda; Azione 3 – Tipologia (LIF): 1 corso integrato tra istruzione liceale (Liceo Rodari) e formazione professionale, da svolgersi in una classe prima del Biennio iniziale dell'Istituto, con l’obiettivo chiave di potenziare negli alunni le competenze di base e quelle trasversali in relazione al mondo del lavoro, competenze che per gli studenti di un Liceo assumono una valenza particolarmente significativa in funzione sia di un’indagine esplorativa per la ricerca del lavoro, che per eventuali studi e perfezionamenti post-diploma. Il percorso, si articolerà su 330h biennali, pari al 15% del curricolo, come previsto dal Decreto sull’autonomia scolastica. Azione 4 – Tipologia (LIP): 1 percorso integrato fra istruzione e formazione, pensato come elemento di continuità per gli allievi dell’Istituto Buzzi frequentanti la classe III, e riguarderà il seguente profilo: Montatore manutentore di sistemi meccanici, di durata complessiva pari a 1200 ore (stage 360), delle quali il 55% di integrazione; Azione 5- Tipologia (PF): 2 Percorsi di formazione professionale regionale, strutturati sul modello delle pluriqualifiche per garantirne il carattere individualizzato e orientato all’utenza. I percorsi sono rivolti a 20 giovani, con le seguenti caratteristiche: • Possesso di licenza di scuola secondaria di primo grado e compimento del 15° anno di età per coloro che abbiano frequentato il primo anno di un corso di istruzione secondaria superiore e/o abbiano frequentato i corsi IF o il primo anno di corsi LIF; • Possesso di licenza di scuola secondaria di primo grado e compimento del 16° anno di età per coloro che non abbiano frequentato il primo anno di un corso di istruzione secondaria superiore. L’offerta riguarda 2 percorsi formativi assolutamente differenziati nelle caratteristiche del profilo d’uscita, con 228 ore di attività comune (moduli competenze di base e trasversali): 1. Addetto all’assemblaggio di personal computer (1200 ore); 2. Addetto ai rapporti commerciali (1200 ore); Azione 6- Tipologia (SI) Servizi di supporto individuale Attività di supporto ai percorsi formativi offerti, strutturato con modalità di erogazione pluriservizio. Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 2 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Servizi alle persone attivati: 1. Sostegno individualizzato alla motivazione all’apprendimento, allo studio e al lavoro; 2. Sportelli orientamento individualizzato; 3. Servizi di sostegno alla motivazione allo studio, all’apprendimento e al lavoro; 4. Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze; 5. Servizi per i soggetti con disabilità: Azione trasversale 1- Pubblicizzazione e Accoglienza; La pubblicizzazione può essere intesa sia diretta ai beneficiari dei percorsi formativi, che come azione di sistema, precedente ed integrativa rispetto alle azioni di mainstreaming orizzontali e verticali, ed a queste orientata. Per quanto riguarda la pubblicità diretta ai beneficiari dei percorsi formativi, adotterà canali comunicativi differenziati ed orientati all’utenza quali: giornali a tiratura locale e regionale, radio, siti internet istituzionali (Regione, Provincia, centri per l’impiego) e dei soggetti partner, volantini e brochure informative. Per gli alunni delle scuole partner, particolare attenzione sarà rivolta alle famiglie, “attori” determinanti per la strutturazione di servizi efficaci rispetto al target. Anamnesi preliminare ed accoglienza: si svolge attraverso un “patto” tra formatori, familiari degli utenti e beneficiari diretti delle azioni formative, e prevede la redazione di una “carta dei servizi” idonea a presentare la tipologia dei servizi offerti. Azione trasversale 2- Valutazione, Controllo di qualità e Monitoraggio Strumenti aggiuntivi di natura quantitativa e qualitativa per la valutazione e verifica saranno presenti in tutte le fasi formative e di supporto alla formazione. Il controllo di qualità interno al progetto sarà compito di una commissione appositamente formata. Il monitoraggio per il rispetto delle modalità e dei tempi previsti sarà compito del gruppo dei progettisti. Azione trasversale 3 - Disseminazione Il livello di efficacia dell’azione è commisurato non solo sui servizi offerti ma anche la capacità di raccogliere intorno all’iniziativa il maggior numero di consensi da parte dei policy makers che operano nel territorio provinciale. L’ATS avrà il compito quindi di: 1. garantire la massima adesione al progetto da parte degli attori chiave coinvolti; 2. identificare all’interno delle varie azioni quelle che vengono definite le “buone pratiche” 3. creare le condizioni esterne al progetto per favorire la diffusione di tali pratiche. 4. identificare i soggetti verso i quali diffondere queste pratiche; 5. identificare strategie e mezzi per questa azione di disseminazione; In questa sede, per ottimizzare l’attività di disseminazione, mettendo a confronto entrambe le sperimentazioni, si prevede per la disseminazione la pubblicazione di un rapporto così strutturato: 1. Resoconto dell’attività svolta, sia in termini quantitativi (indicatori di performance del progetto, dati del monitoraggio fisico e del monitoraggio d’aula, dati aggregati sulle valutazioni dei docenti, dei tutor d’aula e di stage); 2. Resoconto dell’attività svolta in termini qualitativi (testimonianze degli operatori e dei partecipanti in merito all’esperienza svolta); 3. Individuazione e descrizione delle “buone prassi” individuate durante i due anni di sperimentazione; 4. Quadro delle problematiche e delle criticità individuate durante lo svolgimento delle attività; Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 3 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Articolazione dell’offerta proposta Tipologia I/F L’articolazione dell’intervento prevede le seguenti fasi e modalità operative : Fase preliminare Individuazione delle 4 classi prime che andranno a compiere il percorso I/F ( raccordo con I/P per la II e la III-indirizzo economico-aziendale) composte complessivamente da circa 100 allievi (valore stimato sulla base a.s. 2004/05 salvo classi con H) con la seguente articolazione: • 2 classi prime dell’indirizzo economico-aziendale; • 1 classe prima dell’indirizzo grafico-pubblicitario; • 1 classe prima dell’indirizzo servizi –sociali; Attivazione dei compiti in base alla composizione durante il Consiglio di classe iniziale per la progettazione dell’intervento, la definizione della programmazione disciplinare, l’articolazione dei moduli integrati, allargato a docenti della formazione (fine settembre 2005); Accoglienza e orientamento iniziale in cui verrà predisposta una mappatura attraverso strumenti (test ingresso-colloqui individuali a cura dei coordinatori di classe) Progettazione azioni S/I sugli alunni delle classi prime in modo trasversale ( tenendo conto in primo luogo della fascia d’età degli alunni) Fase della realizzazione Progettazione moduli (comunicazione-ruolo professionale-visite) con l’inserimento nella programmazione didattica di “ moduli di approfondimento culturale sulle competenze di base in collaborazione con il liceo “ . Svolgimento dei moduli nelle ore dell’Area di Integrazione , in forma di co-docenza con docenti esterni e docenti della classe. Visite guidate :le visite sono orientate alle risorse del territorio Modalità operative Ogni classe prescelta per il percorso I/F utilizza i moduli nel monte orario scolastico. I moduli sono svolti in forma integrata, e l’intervento di docenti esterni alla scuola avviene in forma di co-docenza . Non si può inoltre, stante l’ordinamento dell’Istituto (progetto 2002), procedere alla riduzione del 15 % del monte orario previsto dal bando regionale. L’intervento viene attivato quindi all’interno del orario scolastico già destinato all’area denominata “ Area di Integrazione”strutturata in base all’autonomia scolastica sul monte orario di 132 ore annue di cui effettive di aula relative ai moduli professionalizzanti, predisposti per il progetto PR.I.MO. pari ad 88 ore per un offerta complessiva di 352 ore annue. I percorsi saranno caratterizzati da: Organizzazione modulare della didattica Monte orario riservato alle visite aziendali Certificazione finale dei crediti formativi Azione: attività modulare di 88 ore Modulo 1. Comunicazione 2. Ruolo professionale 3. Visite aziendali (comprensivo di fasi di preparazione e rielaborazione) 4. Diritto del lavoro: elementi di base Totale Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 Ore 24 24 34 6 88 4 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Crediti riconosciuti Si riconoscono crediti formativi per tutte le 88 ore dei moduli sopra indicati tali crediti sono spendibili sia nel sistema dell’Istruzione per passaggio ad altri indirizzi che in quello dalla F.P. crediti riconoscibili (maturati nel sistema dell’istruzione) per gli allievi che decidano alla fine del percorso IF di passare al sistema della F.P. Lingua inglese 66 ore Lingua francese 66ore Lingua tedesca 66 ore Informatica di base 99 ore Economia aziendale 99 ore Matematica 66 ore Tipologia IP Percorso IP- ADDETTO AGLI UFFICI TURISTICI alunni del secondo e terzo anno – monte ore 1200 Comparto: agenzie e uffici turistici CONTESTO LOCALE L’area pratese è caratterizzata da un settore economico, il tessile, che si trova in un momento di stallo. Da ciò la necessita di diversificare l’economia anche in senso turistico sfruttando la notorietà del distretto tessile per comunicare al turista la possibilità di conoscere Prato attraverso la tipicità dei suoi prodotti e dei processi di produzione tessili. Da tempo la Provincia di Prato sta tentando di dare impulso sempre più forte al settore turistico anche tramite la valorizzazione dei beni culturali, ciò con lo scopo di far sviluppare un settore economico, che possa integrare il tessile come fonte di occupazione e reddito a se’ stante, ma anche con l’obiettivo di rafforzare l’immagine di Prato. CONTESTO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE La Comunità Europea ha investito molto sull’asse dei beni culturali, l’Italia è un paese leader nel mondo per la qualità e la varietà della sua offerta turistica e per le molte tradizioni locali. L’arte e la cultura, che costituiscono il principale valore aggiunto del nostro paese, oltre che nei musei e nell’architettura dei centri urbani, in molte mostre e manifestazioni, nelle feste locali, nella gastronomia e nei prodotti dell’artigianato e della moda. L’intreccio fra arte, storia, gastronomia e prodotti tipici è presente ovunque, anche dove non è valorizzato turisticamente, la moda rappresenta una grande marca del nostro paese nel mondo, i processi artigianali costituiscono una risorsa turistica non ancora sfruttata per il turismo. Sono in corso interventi di riorganizzazione e modernizzazione dei musei su tutto il territorio nazionale, che sono – insieme con la moltiplicazione dell’offerta – alla base di una crescita costante del numero dei visitatori. DESTINATARI Il percorso è rivolto (durante il 1° anno) ad un guppo di allievi delle classi seconde che abbiano già effettuato la scelta di proseguimento sull’indirizzo turistico ed ad una classe terza ad indirizzo turistico (2° anno). Il numero di allievi è stimato in un numero massimo di 25. FORMATIVI Integrare la formazione fornita dal sistema istruzione, già professionalizzante, con quella della formazione professionale. Attraverso i moduli d’aula del 1° anno e del 2° anno e con metologia didattica basata esclusivamente sul problem solving verrà realizzata una formazione mirata esclusivamente a far acquisire agli allievi: 1. conoscenze e competenze legate al patrimonio culturale di Prato con particolare riferimento alla tradizione del settore tessile e ai valori sociali che attorno ad esso si sono storicamente sviluppati; OBIETTIVI Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 5 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei 2. consapevolezza della “memoria storica” come risorsa turistica del territorio attraverso lezioni pratiche di archeologia industriale; 3. acquisizione di competenze per la realizzazione di semplici prodotti multimediali per la comunicazione di beni dell’archeologia industriale, quali ad esempio antichi telai o antiche fabbriche, e dei valori umani e sociali che hanno caratterizzato la storia di Prato. Sarà perseguito infine l’obiettivo di restituire ai futuri cittadini di Prato quella “pratesità” che è necessaria per dare valore aggiunto a qualsiasi ufficio o agenzia turistica che voglia vendere Prato come meta turistica. Obiettivi formativi specifici CONOSCENZE • • • • • • • • • • Beni culturali Tecniche di comunicazione Soggetti, relazioni e risorse del mercato turistico Tecniche aziendali e turistiche Tecniche di comunicazione Storia Geografia e cartografia Matematica Lingue straniere Diritto COMPETENZE • • • • • • Saper dare semplici informazioni turistiche su località, tempi e mezzi per raggiungerle Saper comprendere semplici richieste di informazione turistica da parte di clientela straniera Saper effettuare operazioni di prenotazione di servizi turistici Saper ricercare informazioni turistiche Saper selezionare informazioni turistiche per specifici target di clientela Saper realizzare con software specifici semplice materiale informativo mirato a target di clientela turistica SBOCCHI OCCUPAZIONALI Le competenze acquisite potranno essere spese sia in agenzie ed uffici turistici rivolte al mercato turistico dell’incoming, sia in agenzie di viaggi orientate al mercato dell’outgoing, in quanto dall’esperienza dell’istituto che da anni, risulta che la creatività applicata nell’ambito dei prodotti per il turismo culturale è già da oggi una delle competenze maggiormente spendibili nel mercato del lavoro del settore. In sintesi le figure professionali in uscita si inseriscono in un trend economico crescente di valorizzazione del patrimonio culturale per i flussi turistici incoming ed outgoing. QUOTA DI INTEGRAZIONE 74% Formazione professionale Crediti Aula (moduli didattici da effettuare) Stage TOTALE MODULI aula Primo anno UFC 1 Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro UFC 2 Tecniche di ricerca attiva del lavoro e ruolo Professionale UFC 3 Psicologia del turismo UFC 4 Storia dell’arte e del folklore Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 h. 890 h. 117 h. 193 1200 ore 8 8 16 16 6 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei II anno UFC 3 UFC 4 UFC 5 TOTALE Psicologia del turismo Storia dell’arte e del folklore Uso del PC 16 27 26 117 Stage durata ore 193 Lo stage si articola in 2 step Gli alunni potranno richiedere credito per l’attività di stage svolta per il conseguimento del diploma di qualifica statale delle classi terze. La prima fase di stage avverrà fra il 1° ed il secondo anno ed avrà una valenza osservativa orientativa volta all’acquisizione di consapevolezza sul ruolo professionale e delle competenze necessarie al percorso formativo scelto. La seconda fase, che sarà collocata oltre la metà del 2° anno, avrà invece un valore più applicativo delle competenze professionali . Sia la prima che la seconda fase saranno precedute da una formazione preparatoria e seguite da strategie didattiche di consolidamento da realizzarsi in aula in particolare in merito al saper essere e comunicare fondamentale per questo profilo. (maturati sistema istruzione) Diritto del lavoro e contrattualistica 32 Informatica di base 66 Principi di logica e matematica di base 140 Comunicazione e abilità relazionali 60 Geografia turistica 32 Inglese 200 Francese/Tedesco 136 Legislazione sociale turistica 32 Tecnica turistica e alberghiera 192 890 CREDITI RICONOSCIUTI UFC UFC UFC UFC UFC UFC UFC UFC UFC 2 4 5 6 8 9 10 12 13 TOTALE Tipologia LIF Corsi di istruzione liceale e tecnica integrati con attività di formazione professionale. Obiettivo: il potenziamento negli alunni di competenze di base e trasversali in relazione al mercato del lavoro. Destinatari e caratteristiche Studenti di una classe prima del biennio iniziale (età 14 anni): si prevede il coinvolgimento di 25 alunni, pari indicativamente al numero standard degli iscritti ad una classe prima. L’individuazione degli studenti della classe sperimentale dovrà risultare funzionale al raggiungimento degli obiettivi di integrazione e ampliamento dell’offerta formativa standard prevista dal curricolo scolastico, per cui richiederà l’attivazione di procedure atte a sensibilizzare l’utenza e i formatori . Pertanto si procederà a: Effettuare incontri con il Consiglio di Classe, per raggiungere una collaborazione efficace e attiva al progetto stesso Coinvolgere le famiglie degli alunni tramite documentazione descrittiva del progetto, al momento dell’iscrizione alla classe prima, per creare una efficace sinergia tra scuola e famiglia Inserire gli studenti che hanno aderito al progetto nella classe designata Fase Preliminare Consiglio di classe iniziale per: a) colloqui con le famiglie articolati in due fasi: 1° Fase: al momento dell’iscrizione alla classe prima dell’Istituto 2° Fase: a settembre, per “socializzare” tutto il percorso Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 7 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei b) rimodulazione della programmazione disciplinare in relazione alla riduzione del 15% del monte orario complessivo, c) articolazione dei moduli integrati in collaborazione con i docenti della formazione (settembre 2005), Azione: attività modulare di 165 ore annuali (pari a 330 biennali) 1. Informatica 2. Lingua inglese 3. Ruolo professionale 4. Comunicazioni e relazioni interpersonali 5. Diritto del lavoro 6. Sicurezza 7. Tecniche di ricerca attiva del lavoro 8. Principi d’economia del terzo settore 9. Organizzazione del lavoro 10. Visite aziendali 11. Preparazione e rielaborazione visite aziendali totale 70 60 20 38 20 16 20 30 10 30 16 330 h h h h h h h h h h h h Svolgimento del corso Monte orario – 165 ore annue ( corrispondenti al 15% dell’orario complessivo ) Il corso sarà caratterizzato da: • Organizzazione modulare della didattica • Monte orario riservato alle visite aziendali • Certificazione finale dei crediti formativi Modalità operative: I moduli sono svolti in forma integrata e l’intervento dei docenti esterni alla scuola per lo svolgimento dei moduli avviene in forma di co-docenza. Crediti riconosciuti spendibili nel sistema della FP e/o istruzione disciplina 1. Informatica di base 2. Lingua inglese 3. Ruolo professionale 4. Comunicazioni e relazioni interpersonali 5. Diritto del lavoro 6. Sicurezza 7. Tecniche di ricerca attiva del lavoro 8. Principi d’economia del terzo settore 9. Organizzazione del lavoro 10. Visite aziendali credito in ore 70 60 20 38 20 16 20 30 10 30 Nota: nel caso in cui l’alunno che abbia frequentato il percorso LIF decida alla fine del primo anno di inserirsi in corsi dellIstruz. prof.le e/o nella FP il monte ore è pari alla metà Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 8 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Tipologia LIP Profilo - Montatore manutentore di sistemi meccanici 1200 ore Comparto impiantistica, riparatori manutentori elettrici. La quota di integrazione è pari a 660 ore, corrispondenti al 55% ARTICOLAZIONE DEL CORSO MODULI DIDATTICI IN INTEGRAZIONE AULA - LABORATORIO STAGE TOTALE 660 180 360 ORE 1200 La prima annualità del percorso formativo, sarà attivata al III anno del percorso scolastico, e la seconda al IV anno. Entrambe avranno la durata di 90 ore di attività d’aula-laboratorio e 180 di stage. Destinatari: 25 allievi di una classe III individuata dal Collegio dei docenti MODULI IN AULA e LABORATORI I ANNO II ANNO • Impiantistica meccanica • Tipologie di produzione in serie e commessa • Fasi di montaggio dei pezzi • Strumenti e attrezzature di montaggio e misurazione • Messa a punto del montaggio • Manutenzione preventiva • Contratto di lavoro e principali normative regolanti il rapporto di lavoro, • Igiene, prevenzione e pronto soccorso TOTALE ore 15 10 15 30 5 5 15 15 0 15 15 10 20 90 10 10 90 STAGE Realizzato in due step (di 180 ore l’uno, per complessive 360 ore, pari al 30% del percorso di qualifica) i tempi saranno deliberati dagli organi collegiali. Gli stage saranno attivati preferibilmente in aziende dove gli allievi hanno già effettuato periodi di addestramento e potranno richiedere credito per l'attività di stage svolta per il conseguimento del Diploma di Perito Tecnico per la specializzazione meccanica. Articolazione delle attività: Progettazione individualizzata dei percorsi di stage Selezione delle imprese Pianificazione temporale delle attività Individuazione del tutor scolastico e di quello aziendale Visite da parte del tutor ed eventuale revisione del progetto individuale di stage; Valutazione e riconoscimento crediti formativi; CREDITI RICONOSCIUTI (maturati nel sistema dell’Istruzione) MODULI DISEGNO TECNICO IMPIANTISTICA MECCANICA IMPIANTISTICA TERMOIDRAULICA IMPIANTISTICA OLEODINAMICA TIPOLOGIE DI PRODUZIONE: SERIE E COMMESSA FASI DEL MONTAGGIO DEI PEZZI STRUMENTI E ATTREZZATURE DI MONTAGGIO E MISURAZIONE MESSA A PUNTO DEL MONTAGGIO MANUTENZIONE PREVENTIVA BASI DI INFORMATICA E USO DEL PC CONTRATTO DI LAVORO E PRINCIPALI NORMATIVE REGOLANTI IL RAPPORTO DI LAVORO IGIENE DI LAVORO, PREVENZIONE E PRONTO SOCCORSO TOTALE TOTALE CREDITI IN ORE Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 III anno IV anno 70 40 60 10 30 10 50 10 280 100 100 40 20 50 10 20 30 10 380 660 9 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Tipologia PF La tipologia PF si diversifica sostanzialmente nei contenuti dell’azione delle prime due sperimentazioni. La necessità di diversificare i profili e di ottimizzare l’offerta formativa in relazione sia alle tendenze occupazionali maturate sul territorio provinciale che alla domanda di formazione registrata al centro per l’Impiego o presso gli istituti scolastici. è determinata da tre motivazioni di fondo: 1. L’offerta formativa si integra all’interno del sistema dell’istruzione, non solo in termini di reciproco riconoscimento dei crediti formativi, ma per l’individuazione di un profilo di natura tecnico-amministrativa che, in sinergia con l’offerta della tipologia IP. 2. L’offerta formativa, al contrario delle precedenti sperimentazioni, forma un profilo dell’area dell’Information & Communication Technology e uno dell’area amministrazione/rapporto con i clienti. La diversificazione delle aree funzionali aziendali è performativa all’ottimizzazione dell’occupabilità dei partecipanti, oltre che all’ampliamento degli ambiti di scelta per l’eventuale abbandono/reinserimento nei percorsi scolastici e formativi; 3. L’individuazione del profilo Addetto ai rapporti commerciali è finalizzata, non solo al fornire risposte in termini di offerta formativa alla domanda registrata sul territorio, ma anche a tracciare una maggiore “contiguità”, in termini di orientamento alla scelta professionale, per coloro che abbandonano i percorsi scolastici, o ai drop-out delle scuole provinciali ad indirizzo economico-aziendale. Il profilo individuato è in grado di facilitare il reinserimento nel percorso scolastico date le sue caratteristiche di “affinità” rispetto alla formazione scolastica. Questo garantisce ai partecipanti la doppia opzione di perseguire una professionalità “affine” rispetto al percorso scolastico (grazie alla quale riconoscere/riconoscersi in un ruolo professionale) ma anche di ritrovare moduli/contenuti conformi e interscambiali con quelli dell’esperienza scolastica, e tali da facilitare l’eventuale reingresso nella scuola. 4. Il profilo dell’Addetto all’assemblaggio di personal computer, apre l’offerta formativa locale per il conseguimento della qualifica europea di II livello alle professioni dell’Information & Communication Technology. Tale offerta formativa, peraltro, amplia il sistema delle professionalità d’uscita proprie dell’intero progetto, con un percorso integrato ma anche potenzialmente “complementare” all’offerta di istruzione scolastica, per facilitare la scelta formativa dei destinatari, e facilitare l’integrazione (attraverso percorsi alternativi rispetto a quelli “istituzionalmente” presenti sul territorio). I profili individuati sono i seguenti: • Addetto all’assemblaggio di personal computer (1200 ore), profilo specializzato nell’ambito dei servizi di fornitura hardware, periferiche ed accessori ad imprese e singoli clienti; • Addetto ai rapporti commerciali (1200 ore), figura professionale a-settoriale, di grande importanza date le caratteristiche distrettuali del contesto pratese, e la propensione all’export propria del sistema di piccola e media impresa locale; Destinatari: giovani di età 15-18 anni con le seguenti caratteristiche: • Giovani di 15 anni che, al termine dei corsi IF o del primo anno di corsi LIF scelgono il canale della formazione professionale. • Giovani di 15 anni, indipendentemente dalla frequenza dei corsi IF e LIF, ma che abbiano frequentato il primo anno di un corso di istruzione secondaria superiore; • Giovani di 16 anni, anche senza obbligo di frequenza a percorsi di istruzione secondaria superiore; Qualora il numero dei candidati all’iscrizione ai percorsi formativi superasse le 20 unità, è prevista la selezione basata su: 1. Motivazione alla frequenza; 2. Test relativi alle capacità comunicative dei candidati; Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 10 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Obiettivi: L’attività prevista nel PF si pone un set di obiettivi diversificati ed integrati: 1. Permettere l’acquisizione di una qualifica professionale di II livello europeo, 2. Attivare percorsi integrati fra istruzione/formazione professionale che favoriscano la permanenza all’interno del sistema formativo 3. Fornire agli allievi conoscenze e competenze di base tali da consentire loro di esercitare una cittadinanza attiva 4. Sperimentazione della certificazione delle competenze in unità formative capitalizzabili (UFC), rendendo attivo un reciproco riconoscimento fra sistemi mediante l’attivazione di passerelle; 5. Dare risposta ai fabbisogni formativi ed occupazionali del territorio provinciale; Tipologie di attività Momenti di formazione da svolgere in aula e in laboratorio e momenti formativi attuati mediante stage presso aziende locali.. Il gruppo dei corsisti è organizzato in modo flessibile e prevede la divisione e l’aggregazione a seconda delle seguenti attività: • Percorso formativo comune, riferito alle competenze di base e trasversali afferenti all’ambito della “cittadinanza attiva”, per complessive 236 ore; • Percorso formativo differenziato, che permetterà lo sviluppo di competenze tecnico-professionali specifiche delle 2 figure d’uscita: 364 per ogni profilo; • Percorsi di stage di ore 600. Articolazione E’ modellata su un sistema di UFC distinte per “tipologia” di competenze: di base, trasversali e tecnico professionali. Le competenze di base e trasversali prescindono in buona parte dallo specifico settoriale e produttivo cui si riferiscono i profili professionali: è in tale prospettiva che la didattica è stata pensata in comune. Completamente differenziate, invece, le unità didattiche riferibili alla maturazione delle competenze tecnico-professionali. Area 1 UFC1 UFC2 UFC3 UFC4 UFC5 UFC6 UFC7 Competenze di base (Comuni ai due profili) Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Diritto del lavoro e contrattualistica Informatica di base Principi di logica e matematica di base Tecniche per la ricerca attiva di lavoro Principi di economia aziendale Principi di organizzazione aziendale Area 2 UFC8 UFC9 Competenze trasversali (Comuni ai due profili) Comunicazione e abilità relazionali Motivazione e progetto professionale Totale Area 3.1 UFC10 UFC11 UFC12 UFC13 UFC14 UFC15 Competenze tecnico prof.li : Addetto ai rapporti commerciali Laboratorio pratico di informatica Laboratorio software dedicati Lingua inglese Elementi di contabilità generale Elementi di tecniche di vendita I rapporti commerciali con l’Italia e con l’estero UFC16 UFC17 UFC18 Totale Amministrazione delle vendite Comunicazione e gestione dei rapporti col cliente Rischi specifici Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 Ore 16 24 42 30 20 20 20 172 Ore 40 24 64 236 Ore 50 50 100 50 30 30 24 14 16 364 11 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Area 3.2 UFC10 UFC11 UFC12 UFC13 UFC14 UFC15 UFC16 UFC17 UFC18 UFC19 Totale Competenze tecnico professionali Addetto all’assemblaggio dei Personal Computer Inglese tecnico Principi di elettronica Hardware: caratteristiche tecnologiche e problematiche Le fasi dell’assemblaggio Sistemi operativi I: installazione, configurazione driver e periferiche Reti e connessioni Applicazioni: installazione software e programmi di diagnostica Ricerca problematiche relative all’assemblaggio Laboratorio di assemblaggio Rischi specifici Ore 30 20 50 40 46 36 30 16 80 16 364 Stage. Durata pari a 600 ore, sarà attivato al termine delle attività didattiche d’aula, per un calendario di circa 35 ore settimanali in azienda, con rientri d’aula ogni 15 giorni (per la supervisione delle eventuali problematiche, l'empowerment e il sostegno alla motivazione). Prima dell'ingresso in stage, si predisporranno schede di: Progetto Stage, Elaborazione aziendale del profilo di stage, Planning individuale, attività settimanali e strumenti di valutazione. Crediti: tipologia P/F crediti spendibili nel sistema dell’istruzione UFC2 UFC3 UFC4 UFC6 UFC7 UFC8 UFC9 UFC10 UFC11 UFC12 UFC13 UFC10 UFC16 Crediti minimi riconoscibili per entrambi i profili Diritto del lavoro e contrattualistica Informatica di base Principi di logica e matematica di base Principi di economia aziendale Principi di organizzazione aziendale Comunicazione e abilità relazionali Motivazione e progetto professionale Totale Ore di corso 24 42 30 20 40 24 20 200 Crediti 24 42 30 20 40 24 20 200 Crediti minimi riconoscibili Addetto ai rapporti commerciali Laboratorio pratico di informatica Laboratorio software dedicati Lingua inglese Elementi di contabilità generale Totale Ore di corso 50 50 100 50 250 Crediti 50 50 66 50 216 Crediti minimi riconoscibili Addetto all’assemblaggio dei P.C. Inglese tecnico Applicazioni: installazione software e programmi di diagnostica Totale Ore di corso 30 Crediti 30 30 60 30 60 QUOTE DI INTEGRAZIONE: riepilogo Ore di corso Integrazione % 16,67% Integrazione % 18,00% Integrazione % Crediti minimi 5,00% Integrazione % Addetto ai rapporti commerciali 1200 416 34,67% Addetto all’assemblaggio dei P.C. 1200 260 21,67% Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 12 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Le quote di integrazione indicate, non tengono in considerazione le attività di stage (di durata pari a 600 ore) in nessuno dei due profili indicati: una quota di tale attività, pari almeno al 10%, sarà comunque riconosciuta come credito formativo, ma richiederà una specifica attività di analisi individuale svolta della Commissione Crediti. Tipologia SI Per l’efficacia delle azioni proprie dei servizi di supporto individuale il progetto PR.I.MO prevede una distinzione tra 2 “macro-tipologie” di servizi attivati: 1. Assistenza al servizio ed analisi preliminari, volte a migliorare la qualità del servizio offerto, attraverso la focalizzazione delle caratteristiche e delle problematiche proprie del target-group; 2. Erogazione di tipologie differenziate di servizi individuali, secondo le caratteristiche dell’utenza, le esigenze individuali, la tipologia di percorso formativo o scolastico scelto; Assistenza al servizio ed analisi preliminari: le attività sono così articolate: 1. Ricerca-azione, finalizzata a: - Analizzare la situazione di ingresso degli studenti - Stabilire in maniera preventiva le reali necessità dell’intervento alla luce anche delle variazioni degli iscritti intercorse dalla data dell’obbligo di iscrizione; - Prima analisi dei fabbisogni formativi attraverso colloqui con docenti responsabili dell’orientamento. 2. Definizione Task-force all’interno degli Istituti , così strutturata: - Un gruppo di lavoro misto (docenti e un referente della formazione profe.le) che curano questa fase in collaborazione anche con un docente di sostegno per quei casi in cui il passaggio di scuola comporta una variazione nella certificazione (alunni non più certificati dopo la terza media); - Un raccordo con le varie scuole medie inferiori, per la lettura e la comprensione reale delle documentazioni sui vari alunni, al di là della documentazione ufficiale (compito svolto da un docente); 3. Mappa dei bisogni formativi dei partecipanti, come azione diretta alla prevenzione dell’abbandono precoce, attraverso interventi mirati sul disagio scolastico. L’azione ha lo scopo di informare i soggetti sul sistema di vincoli ed opportunità in merito all’obbligo formativo, oltre quello di fornire un aiuto alla “genitorialità” per gli alunni in situazione di disagio sociale. Le attività previste sono: - Colloqui iniziali individuali di conoscenza con tutti gli alunni e le loro famiglie (1 docente per ogni classe prima). Tale attività rientra nel POF dell’Istituto Datini; - Mappa delle potenzialità della classe, costruita attraverso questionari e test di ingresso. (docenti delle classi prime su materie di area comune). Tale attività rientra nel POF dell’Istituto Datini; - Colloquio con la famiglia degli allievi individuati per i percorsi IP, IF, LIF e LIP per facilitare l’emersione di bisogni e aspettative, nonché richieste particolari per il percorso scolastico e formativo dell’alunno e concordare con loro il patto formativo. Resta inteso che l’adesione alla sperimentazione dei percorsi sarà autorizzata dai genitori degli alunni coinvolti. - Realizzazione di moduli didattici volti alla conoscenza da parte degli alunni delle loro potenzialità, del loro metodo di lavoro, delle loro aspettative, dei loro bisogni, dei loro interessi generali e professionali. Le attività, essendo indirettamente connesse ai destinatari finali dell’intera iniziativa, circa 195 direttamente coinvolti nelle classi oggetto della sperimentazione (ad essi vanno aggiunti gli alunni delle classi prime degli Istituti Cicogni Rodari e Datini) non rende possibile una quantificazione certa del monte ore. Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 13 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Servizi alle persone attivati Sostegno individualizzato alla motivazione all’apprendimento, allo studio e al lavoro Ogni fase delle azioni IP, LIF e LIP e dell’azione PF, comprende almeno il 27 % della quota oraria di incontri di orientamento individuali e per piccoli gruppi, e la disponibilità per incontri di counseling individuale per gli allievi che ne facciano richiesta. Per quanto attiene invece il percorso IF, sono previsti invece colloqui orientativi per circa un ora per partecipante (totale 120). Per gli IP le ore previste sono 120 (circa 5 per partecipante): l’attività integra e supporta quelle del coordinatore del consiglio di classe. I servizi individuali direttamente riferibili alla tipologia LIF , hanno una durata di 260 ore (circa 7 per partecipante di supporto al percorso e circa 2 di attività didattica individualizzata). Per il LIP, le ore di servizi integrativi è pari a 125 (circa 5 ore per partecipante). Per il PF, che riguarda una realtà diversa da quella scolastica, si prevede un impegno maggiore, esterno all’offerta di corsi formativi, per 120 durante le azioni di aula, laboratorio e stage (6 per partecipante) e 60 ore di Bilancio delle competenze (3 per partecipante). In totale si prevede l’erogazione di servizi diretti pari a 1045 ore. Il tutoring, in tutte le tipologie di percorso, è inteso come un accompagnamento ulteriore rispetto a quelli tradizionali di aula e/o di stage, allo scopo di: - Sviluppare azioni individuali di empowerment e sostegno alla motivazione all’apprendimento e al lavoro, oltre che alla creazione di un quadro di riferimento chiaro delle finalità dei percorso e delle caratteristiche della figura d'uscita, l’attività è volta ad implementare l'autostima, facilitare l’individuazione del sistema delle competenze non formalizzabili dei partecipanti, valorizzarne gli aspetti caratteriali e cognitivi; - Riorientare gli alunni che manifestano difficoltà in merito alla scelta del corso di studi; - Sostenere le pari opportunità e le differenze di genere - Valorizzare le diversità, il progetto intende ricostruire, integrandole, due modalità diverse di interpretare il problema del processo di scelta formativa/occupazionale: sia le variabili fondamentali del processo decisionale, ossia attitudine (disposizione valutabile in termini di capacità o potenzialità), interesse (è la “forza di attrazione”) che uno specifico campo d’attività scolastica o lavorativa esercita nei confronti della persona) e inclinazione (disposizione del soggetto nei confronti di uno specifico campo d’attività, ed espressione dinamica di bisogni profondi); - Attivare relazione d’aiuto di carattere diagnostico e progettuale. Il servizio ha lo scopo di abilitare il soggetto all’autovalutazione ed all’autoprogettazione. - Attivare percorsi di Counseling, una metodologia che fa riferimento ad un soggetto attivo, in grado di autodeterminarsi e di orientarsi, rispetto al quale facilitare l’acquisizione personale progressiva di un livello maggiore di consapevolezza. L’aiuto del counseling pertanto consiste nel realizzare un investimento di fiducia nelle capacità della persona ed una conseguente attribuzione di responsabilità. Sportelli orientamento individualizzato Gli sportelli, attivati esplicitamente per l’iniziativa, saranno aperti presso le sedi dei soggetti partner, e saranno attivi per 4 ore settimanali per 40 settimane, per complessive 160 ore. Si prevede che di tale servizio si avvalgano gli utenti dei corsi IP e PF, complessivamente in numero di 45. Il servizio sarà così articolato: - Colloqui informativi, volti prevalentemente a fornire all’utente tutte le informazioni, le metodologie, gli strumenti, di cui il servizio di orientamento dispone aiutandolo a selezionarle e valutarle. Nel colloquio informativo l’operatore, di fatto, svolge un’analisi della domanda dell’utente, attività di particolare importanza specie per quell’utenza che ha difficoltà ad identificare/presentare la domanda stessa, oppure Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 14 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei che pone domande diverse/contradditorie, che necessitano di aiuto per la formulazione della domanda stessa; - Colloqui orientativi brevi, un servizio di consulenza orientativa che mira ad aiutare l’utente a selezionare, valutare le informazioni disponibili a supportarlo nella realizzazione di un proprio progetto/percorso. Rivolto a coloro che sono interessati alla formazione o ad uno specifico progetto ma non sono in grado di reperire da soli le informazioni; Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze; E’ costituito da 2 differenti tipologie di servizio: - Bilancio delle competenze, attivato in fase ex-ante, in itinere ed ex-post rispetto all’erogazione dei servizi formativi integrati, per facilitare la presa di coscienza dei propri saperi e del proprio saper fare per renderli manifesti anche agli altri ed eventualmente impiegarli in nuove esperienze. Può essere infatti considerato uno strumento al servizio della politica di riconoscimento e validazione dei crediti formativi e lavorativi acquisiti dalla persona. E’ inoltre un processo che permette di elaborare un progetto professionale a breve, medio e lungo termine a partire dall’analisi dell’esperienza, della storia individuale, delle competenze possedute e dal potenziale cognitivo, tenendo conto di gusti, valori prioritari, scelte personali nella vita. Gli output visibili del percorso di bilancio sono: - un progetto professionale con ipotesi di sviluppo, attività da intraprendere e piano d’azione - un documento di sintesi in cui sono raccolte le informazioni emerse durante il percorso un portafoglio delle competenze con elementi che attestano le risorse e competenze acquisite che possono essere trasferite in altre esperienze che costituisce l’occasione per fare il punto sul percorso già effettuato, di confrontarsi con altri sulle ragioni che motivano eventuali cambiamenti, di elaborare nuovi progetti ed esaminarne la fattibilità. - Il bilancio delle risorse personali, finalizzato a migliorare le capacità di autovaluazione della persona, a completare e/o correggere l’immagine che la persona ha di se stessa in funzione di uno sviluppo professionale/lavorativo. In sintesi il bilancio delle risorse è un’attività molto vicina al bilancio delle competenze, la differenza sta nell’essere un’azione più sfumata, non tanto per i contenuti, quanto per la durata e relativo approfondimento. E’ dunque un percorso di orientamento che permette ai partecipanti ai percorsi di: - analizzare le proprie competenze professionali/personali nonché le proprie attitudini/motivazioni; - definire un proprio progetto professionale e/o formativo. Servizi di didattica individualizzata per recupero debiti formativi; Il servizio è rivolto ai partecipanti del percorso PF e IP, complessivamente (circa) 45 soggetti, e sarà eventualmente attivato su richiesta della Commissione crediti, per complessive 80 ore, con un’incidenza per partecipante non definibile ad oggi, perché strettamente dipendente dalla presenza di eventuali “debiti formativi”. La durata complessiva del servizio quantificabile e diretto è pari a 865 ore . Crediti formativi acquisibili e certificabili durante i percorsi e loro spendibilità nel sistema della formazione professionale ed in quello dell’istruzione; IF - CREDITI RICONOSCIUTI (maturati nel sistema dell’istruzione) per gli allievi che decidano alla fine del percorso IF di passare al sistema della F.P. Lingua inglese 66 ore Lingua francese 66ore Lingua tedesca 66 ore Informatica di base 99 ore Economia aziendale 99 ore Matematica 66 ore Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 15 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei Totale: 396 ore per qualifiche II livello europeo (310 per PF – Addetto ai rapporti commerciali e 224 per Addetti all’assemblaggio di P.C.) IP- CREDITI RICONOSCIUTI (maturati sistema istruzione) UFC 2 Diritto del lavoro e contrattualistica 32 UFC 4 Informatica di base 66 UFC 5 Principi di logica e matematica di base 140 UFC 6 Comunicazione e abilità relazionali 60 UFC 8 Geografia turistica 32 UFC 9 Inglese 200 UFC 10 Francese/Tedesco 136 UFC 12 Legislazione sociale turistica 32 UFC 13 Tecnica turistica e alberghiera 192 TOTALE 890 LIF- CREDITI RICONOSCIUTI Informatica di base 70 Lingua inglese 60 Ruolo professionale 20 Comunicazioni e relazioni interpersonali 38 Diritto del lavoro 20 Sicurezza 16 Tecniche di ricerca attiva del lavoro 20 Principi d’economia del terzo settore 30 Organizzazione del lavoro 10 Visite aziendali 30 Totale: 330 ore per qualifiche II livello europeo (288 per PF – Addetto ai rapporti commerciali e 238 per Addetti all’assemblaggio di P.C.) LIP- CREDITI RICONOSCIUTI Crediti 1 Disegno Tecnico 2 Impiantistica meccanica 3 Impiantistica termoidaulica 4 Impiantistica oleodinamica 5 Tipologie di produzione: serie e commessa 6 Fasi del montaggio dei pezzi 7 Strumenti e attrezzature di montaggio e misurazione 8 Messa a punto del montaggio 9 Manutenzione preventiva 10 Basi d’informatica e uso del PC 11 Contratto di lavoro e principali normative regolanti il rapporto di lavoro 12 Igiene del lavoro, prevenzione e pronto soccorso Totale per anno TOTALE CREDITI IN ORE: 660 PF - CREDITI RICONOSCIUTI Crediti minimi riconoscibili per entrambi i profili UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica UFC3 Informatica di base UFC4 Principi di logica e matematica di base UFC6 Principi di economia aziendale UFC7 Principi di organizzazione aziendale Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 III anno IV anno 70 100 40 100 60 40 40 10 20 30 50 10 10 20 50 30 280 Ore di corso Crediti 24 24 42 42 30 30 20 20 40 40 280 Integrazione % 16 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei UFC8 UFC9 UFC10 UFC11 UFC12 UFC13 Comunicazione e abilità relazionali Motivazione e progetto professionale Totale Crediti minimi riconoscibili Addetto ai rapporti commerciali Laboratorio pratico di informatica Laboratorio software dedicati Lingua inglese Elementi di contabilità generale Totale Crediti minimi riconoscibili Addetto all’assemblaggio dei P.C. UFC10 Inglese tecnico Applicazioni: installazione software e UFC16 programmi di diagnostica Totale 24 20 200 24 20 200 16,67% Ore di corso Crediti 50 50 50 50 100 66 50 50 250 216 Integrazione % Ore di corso Crediti 30 30 Integrazione % 30 60 30 60 18,00% 5,00% Riconoscimento crediti in entrata Specificare le modalità di valutazione dei crediti in entrata ai diversi percorsi Saranno presi in considerazione i crediti formativi formali derivanti dal sistema dell’istruzione e della formazione professionale, tenendone conto nei termini della spendibilità totale e/o parziale nei percorsi di istruzione e formazione professionale. In assenza di documentazione formale, a domanda dell’utente, si procederà all’accertamento del credito richiesto, tramite una prova (test, prova pratica, colloquio), il cui esito verrà ritenuto positivo al superamento della soglia minima prevista nel sistema dell’istruzione (6/10) ovvero in quello della formazione (60/100). Per la valutazione dei crediti verrà attivata una commissione mista composta da esperti provenienti dal sistema dell’istruzione da quello della formazione professionale. Saranno implementati anche gli strumenti attualmente in fase di elaborazione da parte del CTP destinatario dei finanziamenti per le attività di ricerca- azione prevista dalla Regione Toscana Modalità di realizzazione di eventuali verifiche periodiche dei livelli di apprendimento Nel dettaglio, nel rispetto al valore della spendibilità reale dei crediti formativi maturati, si prevede la distinzione in 3 momenti per le verifiche periodiche: 1. Valutazione finalizzata alla valorizzazione delle competenze comunque maturate: attività resa possibile dall’attività di orientamento, in vista della definizione del proprio progetto formativo e professionale. Tale verifica assume una rilevante funzione rispetto alla definizione di atteggiamenti e comportamenti volti all’autovalutazione delle proprie competenze; 2. Valutazione finalizzata alla messa in trasparenza delle competenze acquisite in funzione di una migliore spendibilità sul mercato del lavoro o rispetto ad un percorso educativo/formativo. Il riconoscimento è limitato allo specifico percorso individuale intrapreso, ed è definito attraverso un portafoglio delle competenze finalizzato a facilitare i rapporti domanda/offerta di lavoro, mettendo più affidabilmente in relazione imprese e soggetti in cerca di occupazione. Tale valutazione sarà effettuata attraverso lo strumento del Bilancio delle Competenze. Valutazione diretta e generale del possesso da parte dell’individuo del set delle competenze-obiettivo, diversificate su tre livelli: competenze di base, trasversali e tecnico-professionali. Questa fase è fondamentale per il riconoscimento dei crediti, che diverranno la base per il rientro in percorsi formativi (o educativi) durante l’intero corso della vita, flessibili, modulari e individualizzati. La valutazione in questo caso prevede Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 17 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei un sistema di accertamenti in itinere, previsti in conclusione di ogni singola UFC, attraverso approcci ritenuti significativi in relazione alla tipologia di competenze d’uscita. Si prevedono comunque colloqui, test/prove scritte o simulazioni di problematiche in situazioni lavorative. Ulteriori verifiche saranno effettuate anche in occasione del completamento del percorso di stage aziendale, e le valutazioni del corpo docente saranno in tale occasione integrate da quelle dei tutor aziendali/responsabili delle imprese sede di stage. Attestazioni professionali conseguibili mediante la frequenza ai diversi percorsi proposti nell’ambito delle qualifiche professionali indicate nell’allegato 6 del presente bando e i profili professionali (durata minima 1200 ore e requisiti di ingresso licenza di scuola secondaria di primo grado e compimento del 15° anno di età) che saranno approvati, ai sensi della DGR.870/03, entro la data di scadenza del presente bando, e/o titoli professionali rilasciati dal sistema dell’istruzione professionale, liceale e tecnica.Profili professionali conseguibili all’interno dei percorsi formativi: ADDETTO AGLI UFFICI TURISTICI, 1200 ORE, CODICE REGIONALE 1701131 MONTATORE MANUTENTORE DI SISTEMI MECCANICI, 1200 ORE, CODICE REGIONALE 602021 ADDETTO AI RAPPORTI COMMERCIALI 1200 ORE, CODICE REGIONALE 2404051 ADDETTO ALL’ASSEMBLAGGIO DEI P.C. 1200 ORE, CODICE REGIONALE 2606012 Materiali didattici e di supporto I supporti didattici utilizzati sono individuati coerentemente agli obiettivi dei singoli moduli, e ottemperano alle seguenti condizioni generali: 1- Integrazione: la strumentazione didattica di ogni modulo è un insieme sistemico ed organico di elementi di rinforzo dell’apprendimento; 2- Coerenza e coincidenza con gli obiettivi formativi, perché l’utilizzo dei sussidi conduca al conseguimento degli obiettivi; - 3- Multimedialità: elemento di forza da un punto di vista della strategia formativa è l’utilizzo di più tipologie di strumenti didattici (supporti cartacei, audio, video, PC) in funzione dell’efficacia potenziale di ogni strumento rispetto a obiettivi/economia dei moduli. Grande importanza riveste il materiale didattico, che dovrà svolgere un’azione mediatrice tra il momento dell’erogazione di contenuti e il momento della verifica. Per quanto attiene alla strumentazione di sostegno alla partecipazione, si prevede l’utilizzo di: - Questionario di rilevazione sull’orientamento scolastico; - Questionario di rilevazione sugli interessi professionali; - Questionario di rilevazione dell’andamento di progetto I primi due questionari, già prodotti per le precedenti esperienze del progetto Drop-in, richiedono una rivisitazione e focalizzazione rispetto agli obiettivi del presente progetto, mentre il questionario di rilevazione dell’andamento del progetto, sarà definito ad hoc per la presente iniziativa. Sempre in ambito di sostegno e supporto ai partecipanti, saranno utilizzate le banche dati del Centro per l’Impiego. Monitoraggio La valutazione dell’efficacia dell’intervento è rivolta a verificare i cambiamenti intervenuti nella dimensione cognitiva dei partecipanti, non certo in termini assoluti, ma relativi al valore di variazione nel possesso di uno o più competenze . Tali aspetti risultano di particolare rilevanza nel momento in cui il target-group costituisce un soggetto particolarmente fragile, per il quale il “successo” delle attività svolte, può costituire un determinante fattore di spinta verso l’inclusione sociale e l’occupabilità, oltre che per continuare i percorsi d’istruzione. Parlando di cambiamenti in tale prospettiva, si fa riferimento ad un sistema complesso che implica: che l’orientamento consideri le 3 forme principali di transizione per il target group, momenti critici (scelta di un futuro), esperienza d’inserimento in un nuovo contesto, perdita di ruolo nell’ambito della propria esperienza formativa in conseguenza di eventi esterni o crisi soggettive; Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 18 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei che esista una separazione tra la logica esclusivamente socio-assistenziale e quella culturale in senso antropologico, dunque in una logica di cultura del cambiamento per promuovere un “apprendimento alla scelta” senza che questo debba essere confinato alle situazioni critiche; che le abilità e le conoscenze da generare o da incrementare siano in termini di qualità e quantità come obiettivo dell’attività formativa, che l’esplicazione didattica sia coerente al progetto formativo, che l’organizzazione e le procedure siano avvenute nel modo e nei tempi previsti nel progetto, che i destinatari dell’intervento abbiano effettivamente acquisito nuove abilità e conoscenze o abbiano migliorato quelle di cui erano in possesso. che il maggior numero possibile di destinatari possa continuare il percorso di educazione superiore, conseguire una qualifica regionale di secondo livello, e/o trovare un inserimento lavorativo o sia in condizione di attivare una scelta di auto-imprenditoria. La valutazione del livello dei risultati raggiunti si riferisce pertanto non solo alle conoscenze, abilità e cambiamenti nell’atteggiamento dei destinatari dell’azione formativa, ma anche la motivazione al lavoro e al reinserimento nel tessuto sociale, richiedono un approccio valutativo diverso nelle metodologie di rilevazione, nei tempi come anche nella natura dei parametri. La valutazione del corso si basa essenzialmente su alcune tecniche quali: osservazione diretta, colloqui individuali e di gruppo, test a risposta multipla, questionari. Per quel che riguarda la valutazione delle attività formative gli strumenti saranno: 1. Scheda personale dell’allievo è lo strumento di raccolta di informazioni individuali fin dal momento dell’ingresso nei percorsi, e conterrà il progetto formativo dell’allievo e le varie valutazioni in itinere. 2. Osservazioni formali e informali dei tutor schede strutturate e osservazioni informali riguardanti il clima d’aula, l’atteggiamento dei partecipanti nei confronti dell’intero ambiente formativo e la loro partecipazione individuale nonché la capacità di lavorare e cooperare nel gruppo-classe 3. Schede di valutazione dei docenti che informeranno i coordinatori del corso sugli obiettivi effettivamente raggiunti , i problemi incontrati, i metodi usati e la valutazione dei partecipanti. 4. Questionario valutazione del gradimento dei partecipanti fatto in itinere, a metà e alla fine del percorso formativo per acquisire informazioni circa la valutazione dei docenti da parte dei corsisti, delle metodologie utilizzate e dell’organizzazione in generale del corso. 5. Questionario per i responsabili delle aziende al fine di valutare il percorso degli stagisti durante l’attività di training on the job. 6. Commissione Controllo e Qualità: verificherà lo svolgimento del progetto a livello operativo, didattico, organizzativo e finanziario. 7. Social audit: ossia attivazione dello strumento che permette di verificare all’interno dell’organizzazione delle attività svolte per la qualità e i risultati ottenuti sono in accordo con gli obiettivi prefissati.Partendo da un percorso tutto tarato sull’efficienza, infatti, si rischierebbe di ridurre grossolanamente il percorso di qualità verso forme di controllo eccessivamente rigide per gli tutti i soggetti coinvolti che di fatto finiscono per privilegiare fattori che risultano del tutto inadeguati per verifiche o revisioni continue della qualità Gli strumenti 1. La scheda personale dell’allievo 2. Il questionario di gradimento A, B, C: valutazione dell’attività d’aula, di laboratori e degli stage da parte dei corsisti, nell’ambito delle tecniche didattiche utilizzate e per qualità relazionali dei docenti, il questionario sarà somministrato dal tutor. 3. Quaderno delle osservazioni del tutor, inerente all’attività d’aula per individuare le dinamiche d’aula, (l’atteggiamento di ciascun allievo nei confronti del corso, dei Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 19 STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei docenti, dei compagni del corso, dell’ambiente in cui avviene la formazione, nonché la partecipazione fisica, psicologica e motivazionale) e per una valutazione dei docenti. Le osservazioni saranno inserite in una griglia standard definita all’avvio delle attività. 4. Questionario di valutazione, osservazione sistematica e non episodica dell’allievo da parte degli operatori responsabili di questa fase che serve ad individuare la capacità, inoltre il questionario consente di avere un quadro personale e globale delle abilità e delle carenze degli allievi. 5. Quaderno delle osservazioni da parte degli Assistenti al laboratorio; inerente all’attività di laboratorio, per integrare le osservazioni a quanto rilevato in aula. Anche queste osservazioni saranno inserite in una griglia standard definita all’avvio delle attività. 6. Quaderno delle osservazioni da parte degli imprenditori / responsabili del personale delle aziende entro cui si svolgeranno gli stage: riguarderà le attività di stage e sarà integrato ai due strumenti precedenti; 7. Autovalutazione dei partecipanti, anche sulla base del “gap” misurabile tra la situazione ex-ante, in itinere ed ex-post attraverso il Bilancio delle Competenze; 8. Carte di Controllo per il monitoraggio delle varie fasi del progetto, serviranno ad individuare eventuali fattori di disturbo che possono influenzare lo svolgimento pregiudicandone i risultati. In specifico questa fase prevede valutazioni: a livello operativo per verificare se le attività sono svolte nel modo corretto; se l’integrazione tra i partner dell’iniziativa produce valore aggiunto al progetto;se il progetto è stato in grado di sensibilizzare gli Interessi Locali Organizzati che operano sul territorio; a livello direzionale, per analizzare l’adeguatezza del tempo assegnato per l’esecuzione delle attività, l’appropriatezza e la tempestività dei supporti, a livello didattico: per controllare l’esplicazione modulare dei contenuti didattici, delle verifiche e delle valutazioni; per valutare i livelli di trasferibilità delle metodologie adottate ed i criteri da seguire per renderli più efficaci; per coordinare l’attività dei docenti. a livello finanziario, per controllare la gestione delle risorse finanziarie rese disponibili per la realizzazione del corso. 9. Il questionario di fine corso: valutazione di coordinamento, organizzazione, direzione, tutoring e docenze da parte degli allievi. Il questionario sarà somministrato dal tutor. Si è scelto la forma del questionario, in quanto si tratta di uno strumento di raccolta di informazioni finalizzato a realizzare indagini, inchieste, trend di sviluppo. 10. Per la fase ex-post, si farà invece riferimento alla creazione di un sistema di audit basato sui seguenti indicatori: - Numero di aziende coinvolte nella fase di stage; - Percentuale di soddisfazione delle aziende rispetto ai percorsi di stage; - Percentuale di “dispersione” nelle attività formative dei partecipanti; - Percentuale di assunti all’interno dei partecipanti alle attività formative; - Valutazione degli stakeholders; Modalità di verifica per la rilevazione della soddisfazione di utenti, operatori ed imprese I risultati saranno tradotti in indicatori riepilogativi per ciascun allievo e per tematica (approccio metodologico modulare e del corso complessivo, rapporto tra teoria e pratica, utilità del materiale didattico, adeguatezza della durata del corso, competenza comunicativa dei docenti, qualità dei servizi individuali) definiti da questionari a domande chiuse con punteggio 1/10. Percorso analogo è previsto per i docenti. La rilevazione del grado di soddisfazione sarà attivata anche presso le imprese sede di stage, sottoponendo strumenti analoghi ai precedenti, per i responsabili tecnici dell’area professionale e/o per i tutor aziendali. Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003 20 STRUMENTI OPERATIVI Nota agli strumenti operativi I materiali di lavoro qui riportati sono la sintesi di due delle tre sperimentazioni del bando regionale relativo all’integrazione istruzione / formazione, attuate a livello della Provincia di Prato. Essi rappresentano due tipologie di MODELLI di sperimentazione di formazione integrata. Si tratta della sintesi: 1. della seconda sperimentazione di A.I.P. (II), che vede coinvolti solo due tipologie di soggetti - Istituto Professionale e Agenzia Formativa della Formazione Professionale; 2. della sperimentazione di PR.I.MO (progetto integrato modulare) che vede coinvolti, alla luce del nuovo bando regionale, assieme a Istituti professionali e Agenzie Formative della Formazione Professionale anche l’Istruzione Tecnica e quella Liceale. La finalità dei due esempi proposti è quella di servire come strumento e pertanto, i due modelli qui sintetizzati, riportano esclusivamente gli aspetti contenutistici e la logica dei progetti trascritti sui formulari della Regione Toscana. In molte parti, per agevolarne la lettura, si è teso a togliere tutto quello che commentava ulteriormente le scelte operate dai progettisti che sono tenuti, essendo il formulario soggetto a valutazione di una commissione , a rendere il più possibile esplicito tutto il contenuto di un progetto. STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Azioni Integrate Professionalizzanti II A.I.P. II SINTESI DEL PROGETTO SOGGETTI ATTUATORI : ATS Capofila IPSSCTP “F.DATINI” attività : gestione amministrativa, rendicontazione finale, analisi dei bisogni formativi, formazione, orientamento, monitoraggio e valutazione Partner F.I.L. spa attività: analisi dei bisogni formativi, formazione, orientamento, bilanci delle competenze, counseling, monitoraggio e valutazione, amministrazione. Modalità organizzative adottate per la realizzazione del progetto Composizione Comitato di Progetto Un rappresentante della Provincia di Prato, Servizio Formazione e lavoro e uno Assessorato Pubblica Istruzione; 3 rappresentanti scuola e 3 agenzia formativa Funzioni e modalità di lavoro del Comitato di Progetto Funzioni: (strumento essenziale per il “pilotaggio” e la valutazione dell’intera attività) 1. Coordina le attività formative, per verificare le azioni da un punto di vista didattico, motivazionale, anche nei servizi individuali previsti; 2. Convoca e coordina le riunioni periodiche dello staff di progetto, al fine di facilitare l’andamento delle attività e monitorarne costantemente il flusso dei servizi erogati; 3. Ha funzioni di Comitato Tecnico-Scientifico, allo scopo di realizzare la rete e la sinergia tra partners, coordinare e verificare il raggiungimento degli obiettivi progettuali. Se necessario, si avvarrà di competenze esterne qualificate. 4. Verifica e valuta la qualità dell’intervento in quanto responsabile in prima istanza delle procedure di monitoraggio e valutazione, anche se per queste potrà eventualmente avvalersi di esperti esterni; 5. Partecipa e coordina le azioni di mainstreaming, disseminazione e interazione con gli stakeholders locali, allo scopo di promuovere il progetto, sostenerne la rilevanza formativa sul territorio, rispondere alle sollecitazioni degli attori locali. 6. Fornisce indicazioni ai consigli di classe in merito ai crediti formativi maturati durante le esperienze previste nelle diverse azioni del progetto; Modalità Ha il compito di supervisionare l’intera attività. Si riunisce in occasione dell’avvio di ogni attività e, comunque, almeno 1 volta al mese. Compone il Comitato Tecnico Scientifico (incluso nel Comitato di progetto) coordinato dal capofila, composto dai diversi soggetti che agiscono nell’ambito del progetto allo scopo di realizzare la rete e la sinergia tra partner, coordinare e verificare il raggiungimento degli obiettivi progettuali. Il comitato, se necessario si avvarrà di competenze qualificate esterne. Il comitato tecnicoscientifico avrà anche il ruolo di verificare l’attività didattica e di rilevare le competenze dei partecipanti all’iniziativa; Direzione amministrativa; Gruppo di ricerca: è composto da tecnici delle organizzazioni proponenti, coadiuvati da consulenze ad hoc esterne; Una segreteria organizzativa: che ha lo scopo di coadiuvare l’organizzazione e la gestione delle attività da un punto di vista logistico, ed è realizzata dai soggetti attuatori. Segreteria amministrativa: che ha il compito di gestire le attività amministrative e completare la rendicontazione in itinere ed ex post; Responsabile della qualità del corso: è l’interfaccia tra il Comitato Tecnico Scientifico, la direzione progettuale e l’utenza del corso.. Coordinamento amministrativo: composto dal Direttore dei servizi Generali e Amministrativi e dal Direttore FIL spa,. Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 1 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Per un’erogazione del servizio, si prevedono riunioni plenarie tra il Comitato di Progetto e il coordinatore del consiglio di classe (percorsi IP e IF) delle sezioni coinvolte dal progetto, docenti delle aree di integrazione, in collaborazione con i tutor. I docenti che partecipano all’iniziativa forniscono, in tali contesti, un programma dettagliato dei contenuti delle attività didattiche. Nella programmazione didattica delle classi coinvolte dal progetto, i docenti saranno coinvolti nella sperimentazione ed adegueranno conseguentemente la loro programmazione disciplinare. Riunioni analoghe saranno svolte anche con i soli tutor e, eventualmente, gli imprenditori o i responsabili del personale delle aziende sedi di stage, durante l’apprendimento in azienda. Reti relazionali. Trattandosi di un progetto sperimentale Istruzione/Formazione, interagisce in un quadro complesso di integrazione tra sistemi, politiche attive del lavoro, offerta formativa ed educativa e strategie di sviluppo locale. Necessariamente saranno attivate sinergie tra più soggetti: 1. Enti pubblici (Provincia di Prato, Comuni); 2. Imprese e Associazioni e cooperative del privato Sociale 3. Organizzazioni sindacali e datoriali; 4. Scuole medie superiori del distretto; La rete di relazioni ha anche lo scopo di diffondere la conoscenza dell’attività svolta ed implementare l’offerta di stage, modellizzando le attività secondo le dinamiche del territorio, evitando rischi di autoreferenzialità. DESCRIZIONE PROGETTO I percorsi formativi per ciascuna delle tipologie di intervento previste all’articolo 1 del bando Il secondo anno della sperimentazione intende rafforzare l’integrazione dell’offerta formativa, attraverso un più sinergico raccordo operativo tra il “sistema” dell’istruzione e quello della formazione, proponendo una filiera di professioni contigue dal punto di vista delle Aree di Attività, per facilitare non solo il perseguimento dell’obbligo formativo e l’integrazione tra i sistemi, ma anche di facilitare l’individuazione di un target più ampio di utenza. Per facilitare il perseguimento degli obiettivi indicati, la seconda sperimentazione individua bacini di utenza potenziale legati ad istituti scolastici presenti su tutto il territorio provinciale. In questa prospettiva, resta centrale il ruolo che il territorio assume nella modellizzazione di un “governo dell’obbligo formativo”: la territorialità assume il valore di categoria-chiave, diventa la dimensione cui riferire l’insieme dei problemi. Il territorio è dunque assunto come fattore decisivo perché: 1. mette in campo tutte le informazioni qualitative e quantitative capaci di far compiere scelte motivate e consapevoli; 2. è indispensabile il supporto degli Interessi locali organizzati per far conoscere e cooperare sulle scelte operate e per facilitare la predisposizione di offerte coerenti; 3. introduce le sperimentazioni sui nuovi modelli di governance in tema di offerta di istruzione e formazione in modo che i vari percorsi proposti divengano patrimonio comune; 4. valorizza le eccellenze nel sistema dell’istruzione e in quello della formazione. Il sistema dell’education prefigurato disegna un’offerta integrata di molteplici opportunità per formare od arricchire il patrimonio di competenze dei giovani: acquisibile in contesti diversi ed integrati; certificabile in due dei tre sistemi, istruzione, formazione e lavoro; necessario all’occupabilità. A tale logica, si integra in questa seconda sperimentazione la definizione di un sistema di Aree di Attività di 4 differenti profili professionali che costituiranno l’offerta formativa dei servizi IP e PF, e faciliteranno l’integrazione. Il progetto formativo si propone di fornire competenze interdisciplinari e abilità pratiche, rendendo più ampio il range di scelta che collega il credito formativo alla sua spendibilità nei sistemi istruzione e formazione, oltre che la relativa spendibilità delle capacità professionali acquisite. Per attuare i propositi Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 2 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le indicati, date anche le caratteristiche dell’utenza, si prevedono ampi momenti di orientamento, empowerment, autovalutazione e tutoring individuale e di gruppo al percorso formativo (grazie ai servizi SI). FASI DEL PROGETTO Azione 1- Istruzione/Formazione (IF): 4 edizioni dello stesso percorso integrato con la formazione professionale. Il percorso, che coinvolgerà alunni di quattro classi prime per complessive 400 ore annue (100 per ogni classe), utilizzerà la cosiddetta “area di integrazione” del “progetto 2002”. Rispetto alla precedente edizione il percorso IF sarà maggiormente caratterizzato da modelli di didattica orientativa, e sostegno alla motivazione all’apprendimento. Azione 2- Percorsi formativi (PF): 2 Percorsi di formazione professionale , strutturati sul modello delle pluriqualifiche per garantirne il carattere individualizzato e orientato all’utenza. I percorsi sono rivolti a 20 giovani usciti dal sistema scolastico (drop-out) senza adeguata qualificazione professionale, che hanno fatto richiesta dei servizi del Centro per l’Impiego. L’offerta riguarda 2 percorsi formativi assolutamente differenziati nelle caratteristiche del profilo d’uscita, con 228 ore di attività comune (moduli competenze di base e trasversali): 1. Addetto alla contabilità (1200 ore); 2. Modellista di abbigliamento (900 ore); Azione 3- Integrazione professionalizzante (IP): 2 corsi integrati fra istruzione e formazione, pensati come elementi di continuità per gli allievi dell’Istituto Datini frequentanti la classe II, individuati in due degli indirizzi dell’Istituto e riguarderanno i seguenti profili: 1. Addetto ai rapporti commerciali (indirizzo economico-aziendale). L’attività complessiva è pari a 1200 ore, delle quali 108 di integrazione, e prevede la partecipazione di 1 classe seconda; 2. Addetto agli uffici turistici (indirizzo turistico), di durata complessiva pari a 900 ore, delle quali 106 di integrazione, e prevede la partecipazione di 1 classe seconda; Azione 4- Servizi si supporto individuale (SI): attività di supporto ai percorsi formativi offerti, strutturato con modalità di erogazione pluriservizio: Servizi alle persone attivati: 1. Sostegno individualizzato alla motivazione all’apprendimento, allo studio e al lavoro: 2. Sportelli orientamento individualizzato: 3. Rete per l’autoimprenditoria: 4. Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze; 5. Servizi per i soggetti con disabilità: Azione trasversale 1- Pubblicizzazione e Accoglienza; Essa può essere intesa sia diretta ai beneficiari dei percorsi formativi che come azione di sistema, precedente ed integrativa rispetto alle azioni di mainstreaming orizzontali e verticali, ed a queste orientata. Per quanto riguarda la pubblicità diretta ai beneficiari dei percorsi formativi, adotterà canali comunicativi differenziati ed orientati all’utenza quali: giornali a tiratura locale e regionale, radio, siti internet istituzionali (Regione, Provincia, centri per l’impiego) e dei soggetti partner, volantini e brochure informative. Per gli alunni dell’Istituto Datini particolare attenzione sarà rivolta alle famiglie. Anamnesi preliminare ed accoglienza: si svolge attraverso un “patto” tra formatori, familiari degli utenti e beneficiari diretti delle azioni formative, e prevede la redazione di una “carta dei servizi” idonea a presentare la tipologia dei servizi offerti. Azione trasversale 2- Valutazione, Controllo di qualità e Monitoraggio; Strumenti aggiuntivi di natura quantitativa e qualitativa per la valutazione e verifica saranno presenti in tutte le fasi formative e di supporto alla formazione. Il controllo di qualità interno al progetto sarà compito di una commissione appositamente formata. Il monitoraggio per il rispetto delle modalità e dei tempi previsti sarà compito del gruppo dei progettisti. Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 3 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Azione trasversale 3: Disseminazione Il livello di efficacia dell’azione è commisurato non solo sui servizi offerti per la durata del progetto, ma anche sulla capacità di raccogliere intorno all’iniziativa il maggior numero di consensi da parte dei policy makers e degli attori chiave della collettività. L’ATS avrà il compito quindi di: 1. garantire la massima adesione al progetto da parte degli attori chiave coinvolti; 2. identificare all’interno delle varie azioni quelle che vengono definite le “buone pratiche” 3. creare le condizioni esterne al progetto per favorire la diffusione di tali pratiche. 4. identificare i soggetti verso i quali diffondere queste pratiche; 5. identificare strategie e mezzi per questa azione di disseminazione; In questa sede, per ottimizzare l’attività di disseminazione, mettendo a confronto entrambe le sperimentazioni, si prevede per la disseminazione la pubblicazione di un rapporto così strutturato: 1. Resoconto dell’attività svolta, in termini quantitativi (indicatori di performance del progetto, dati del monitoraggio fisico e del monitoraggio d’aula, dati aggregati sulle valutazioni dei docenti, dei tutor d’aula e di stage); 2. Resoconto dell’attività svolta in termini qualitativi (testimonianze degli operatori e dei partecipanti in merito all’esperienza svolta); 3. Individuazione e descrizione delle “buone prassi” individuate; 4. Quadro delle problematiche e delle criticità individuate. Articolazione dell’offerta proposta Tipologia I/F (Istruzione/formazione) Il percorso integrato si svolge a 4 classi prime intere dell’istituto per l’anno scolastico 2004-2005, con la seguente articolazione: 2 classi prime dell’indirizzo economico-aziendale; 1 classe prima dell’indirizzo grafico-pubblicitario; 1 classe prima dell’indirizzo servizi –sociali; Si prevede un numero di alunni interessati pari indicativamente a 100. Le classi saranno individuate dai referenti dell’Istituto Datini a partire dal giugno 2004. Fase preliminare Individuazione per le quattro classi coinvolte di un docente tutor interno all’Istituto (Giugno 2004), commissione formazione classi e Dirigente scolastico Consiglio di classe iniziale per la progettazione dell’intervento, la definizione della programmazione disciplinare, l’articolazione dei moduli integrati, allargato a docenti della formazione (settembre 2004); Colloqui individuali con le famiglie degli alunni coinvolti (inizio anno scolastico) a cura del docente coordinatore della classe (presentazione del percorso e sottoscrizione di un “patto formativo” (Attivato con servizi previsti nel SI) Moduli di orientamento/affettività specifici per le classi individuate (prime due settimane di svolgimento delle lezioni, attivato con servizi previsti nel SI) Azione: attività modulare di 100 ore predisposta per progetto A.I.P 1. Ruolo professionale h.20 2. Comunicazione e relazioni interpersonali h.34 3. Preparazione e rielaborazione visite aziendali h.20 4. Visite aziendali h.10 5. Rapporto di lavoro subordinato h.16 Totale ore 100 Svolgimento dell’intervento Monte orario: 132 ore annue (corrispondenti al monte orario denominato “ Area di Integrazione”) di cui effettive di aula relative ai moduli in seguito descritti, 100 ore. I percorsi saranno caratterizzati da: Organizzazione modulare della didattica Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 4 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Monte orario riservato alle visite aziendali Certificazione finale dei crediti formativi Modalità operative Ogni classe prescelta per il percorso I/F utilizza i moduli nel monte orario dell’Area di Integrazione prevista dal Progetto 2002 di sperimentazione didattica che l’ Istituto attua dall’ a.s. 1997-98. I moduli sono svolti in forma integrata, e l’intervento di docenti esterni alla scuola per lo svolgimento dei moduli avviene in forma di co-docenza . Non si può inoltre, stante l’ordinamento dell’Istituto (progetto 2002) procedere alla riduzione del 15 % del monte orario previsto dal bando regionale. Crediti riconosciuti tutte le 100 ore dei moduli sopra indicati. Tipologia PF (percorso formativo) Il percorso PF costituisce un momento centrale rispetto all’integrazione educazione e formazione. La necessità di diversificare i profili è tesa da una parte ad ampliare l’offerta formativa rispetto all’esperienza precedente e dall’altra di ottimizzare l’offerta formativa. La scelta è determinata da tre motivazioni di fondo: 1. L’offerta formativa si integra all’interno del sistema dell’istruzione, non solo in termini di reciproco riconoscimento dei crediti formativi, ma per l’individuazione di un profilo di natura tecnico-amministrativa che, in sinergia con l’offerta della tipologia IP, è in grado di attivare sul territorio locale un “sistema di professionalità” tali da ricostruire le Aree di Attività più rilevanti all’interno delle funzioni di segreteria amministrativa per le aziende locali. 2. L’offerta formativa, al contrario della precedente sperimentazione, forma un profilo dell’area produzione Modellista di abbigliamento e uno dell’area amministrazione/rapporto con i clienti, che è l’Addetto alla contabilità. La diversificazione delle aree funzionali aziendali è performativa all’ottimizzazione dell’occupabilità dei partecipanti, oltre che ampliare gli ambiti di scelta per l’eventuale abbandono/reinserimento nei percorsi scolastici e formativi; 3. L’individuazione del profilo Addetto alla contabilità è finalizzato, non solo al fornire risposte in termini di offerta formativa alla domanda registrata sul territorio, ma anche a tracciare una maggiore “contiguità” in termini di orientamento alla scelta professionale per coloro che abbandonano i percorsi scolastici del Datini, o ai drop-out delle scuole provinciali ad indirizzo economico-aziendale. Il profilo individuato è in grado di facilitare il reinserimento nel percorso scolastico date le sue caratteristiche di “affinità” rispetto alla formazione scolastica. Questo garantisce ai partecipanti la doppia opzione di perseguire una professionalità “affine” rispetto al percorso scolastico (grazie alla quale riconoscere/riconoscersi in un ruolo professionale) ed indirizzata al mondo del lavoro, ma anche di ritrovare moduli/contenuti conformi e interscambiali con quelli dell’esperienza scolastica, e tali da facilitare l’eventuale reingresso nella scuola. I profili individuati sono i seguenti: • Modellista di abbigliamento (900 ore), rappresenta uno dei profili “chiave” dell’ambito delle aziende di confezione; • Addetto alla contabilità (1200 ore), figura professionale a-settoriale, di grande importanza date le caratteristiche del distretto pratese; Per garantire l’efficacia reale dell’intervento di professionalizzazione ed evitare rischi di scarsa collocabilità sul mercato del lavoro, nonché in risposta alle esigenze individualmente espresse dai partecipanti, le attuali indicazioni, potrà essere rimodulato in corso d’opera. Destinatari - giovani di età 15-18 anni o giovani che abbiano seguito con esito positivo un anno di corsi nel sistema dell’istruzione ovvero abbiano frequentato il primo anno di istruzione superiore. E’ prevista la selezione, in caso di più di 20 iscritti , basata su: 1. Motivazione alla frequenza; 2. Test relativi alle capacità comunicative dei candidati; Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 5 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Obiettivi L’attività prevista nel PF si pone dunque un set di obiettivi diversificati ed integrati: 1. Permettere l’acquisizione di una qualifica professionale di secondo livello europeo strutturato secondo modalità pluriqualifica 2. Consentire agli allievi di assolvere all’obbligo formativo come indicato dalla legge n° 144 /1999 e successivo regolamento (DPR 257/ 2000); 3. Attivare percorsi integrati fra scuola, formazione professionale che favoriscano la permanenza del giovane all’interno del sistema formativo in modo da prolungarne la permanenza nel mondo dell’istruzione e della formazione per avviare processi di formazione continua; 4. Fornire agli allievi conoscenze e competenze di base e tecniche tali da consentire loro di esercitare una cittadinanza attiva, di leggere il contesto socio-economico, politico e ambientale in cui vivono e conseguentemente avere buone capacità di inserimento nel mondo sociale e lavorativo 5. Sostanziare la sperimentazione della certificazione delle competenze che ha organizzato gli interventi formativi in unità formative capitalizzabili (UFC), rendendo attivo il reciproco riconoscimento fra sistemi diversi per consentire il passaggio da un sistema all’altro mediante l’attivazione di passerelle; 6. Valorizzare il vissuto culturale ed emotivo dei giovani, non duplicare interventi formativi: progredire sul riconoscimento dei crediti formativi; 7. Rendere spendibile il proprio portfolio di conoscenze e competenze; 8. Dare risposta ai fabbisogni formativi ed occupazionali del territorio Tipologie di attività Il progetto prevede momenti di formazione da svolgere in aula e in laboratorio e momenti formativi attuati mediante stage presso aziende locali. Il gruppo dei corsisti è organizzato in modo flessibile e prevede la divisione e l’aggregazione a seconda delle attività da svolgere. Il percorso formativo, si svolgerà nelle modalità pluriqualifica sopra descritte: • Percorso formativo comune, riferito alle competenze di base e trasversali ed afferenti all’ambito della “cittadinanza attiva”, per complessive 228 ore; • Percorso formativo differenziato, che permetterà lo sviluppo di competenze tecnico-professionali specifiche delle 2 figure d’uscita: rispettivamente 372 per il Modellista di abbigliamento e 378 per l’Addetto alla Contabilità; • Percorsi di stage differenziati, e rispettivamente di ore 300 nel corso di Modellista di abbigliamento e 464 per l’Addetto alla Contabilità. Articolazione L’intervento è organizzato su base biennale a.s. 2004/2005 e 2005/2006. I destinatari sono: • Giovani che abbiano compiuto il 16° anno di età pur non avendo frequentato il primo anno delle superiori; • Giovani drop-out dall’istruzione secondaria superiore senza aver conseguito alcun titolo e al di sotto dei 18 anni; Area 1 UFC1 UFC2 UFC3 UFC4 Competenze di base (Comuni ai due profili) Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Diritto del lavoro e contrattualistica Informatica di base Principi di logica e matematica di base Area 2 UFC5 UFC6 Competenze trasversali (Comuni ai due profili) Comunicazione e abilità relazionali Motivazione e progetto professionale Totale Area 3 UFC7 UFC8 Competenze tecnico professionali Addetto alla Contabilità Principi di organizzazione aziendale Software dedicati Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 ore 16 40 32 66 154 ore 50 24 74 228 Ore 32 66 6 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le UFC9 UFC10 UFC11 UFC12 UFC13 UFC14 Esercitazioni informatica Lingue Elementi di contabilità generale Tecnica ragionieristica, tecnica bancaria, flussi di cassa Elementi di organizzazione di procedure d’ufficio Elementi di base della legislazione tributaria e fiscale 66 66 112 90 12 52 UFC15 Totale Tecniche di archiviazione e gestione documenti Area 3 UFC7 UFC8 UFC9 UFC10 UFC11 UFC12 Totale Competenze tecnico professionali Modellista di abbigliamento Software CAD Cucitura e produzione di abiti Disegno bidimensionale Laboratorio modellista Rischi specifici Principi di organizzazione aziendale 12 508 Ore 32 66 66 66 112 90 372 Stage Prevede l'alternanza tra tirocinio formativo e lezioni d'aula, sulla base degli accordi presi con le aziende, per un calendario di circa 35/40 ore settimanali in azienda e 3 di rientri in aula per la supervisione delle eventuali problematiche oltre che per l'empowerment e il sostegno alla motivazione. Prima dell'ingresso in stage, si predisporranno schede di: Progetto Stage, Elaborazione aziendale del profilo di stage, Planning individuale, attività settimanali e strumenti di valutazione. Ogni settimana il Programma sarà aggiornato sulla base delle esperienze e problematiche degli stagisti o del Tutor aziendale. Crediti: tipologia P/F crediti spendibili nel sistema dell’istruzione UFC2 UFC3 UFC4 UFC5 UFC6 UFC7 UFC8 UFC9 UFC10 UFC11 UFC12 UFC14 Addetto alla contabilità Diritto del lavoro e contrattualistica Informatica di base Principi di logica e matematica di base Comunicazione e abilità relazionali Motivazione e progetto professionale Principi di organizzazione aziendale Software dedicati Esercitazioni informatica Lingue Elementi di contabilità generale Tecnica ragionieristica, tecnica bancaria, flussi di cassa Elementi di base della legislazione tributaria e fiscale Ore 40 32 66 50 24 32 66 66 66 112 90 52 Crediti Ore Crediti 40 32 66 50 24 32 66 66 66 112 90 52 Quota di integrazione: 58% (senza contare lo stage). Modellista di abbigliamento UFC2 UFC3 UFC4 UFC5 UFC6 UFC7 UFC9 UFC12 Diritto del lavoro e contrattualistica Informatica di base Principi di logica e matematica di base Comunicazione e abilità relazionali Motivazione e progetto professionale Software CAD Disegno bidimensionale Principi di organizzazione aziendale 40 32 66 50 24 40 20 20 40 32 66 50 24 40 20 20 Quota di integrazione: 32% (senza contare lo stage). Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 7 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Tipologia IP (Istruzione professionalizzante) Percorso IP– Addetto ai rapporti commerciali alunni del II e III anno monte ore 1200 Settore produttivo: distribuzione commerciale Quote di integrazione: 24% Formazione Prof.le 76% Istruzione Professionale ARTICOLAZIONE DEL CORSO Crediti Aula (moduli didattici da effettuare) Stage* Primo step - h.71; Secondo step - h.100 UFC1 UFC9 UFC15 UFC16 UFC17 UFC18 Totale h.921 h.108 h.171 Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (I principi della prevenzione) Motivazione e progetto professionale Elementi base di marketing Elementi di tecniche di vendita I rapporti commerciali con l’Italia e con l’estero Amministrazione delle vendite 16 16 16 16 24 20 h. 1200 MODULI aula Primo anno Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (I principi della prevenzione) Igiene del lavoro e pronto soccorso 16 Motivazione e progetto professionale Secondo anno Elementi base di marketing Elementi di tecniche di vendita I rapporti commerciali con l’Italia e con l’estero Amministrazione delle vendite Totale (maturati sistema istruzione) UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica UFC3 Informatica di base UFC4 Videoscrittura e fogli elettronici UFC5 Internet e posta elettronica UFC6 Principi di logica e matematica di base UFC7 Principi di organizzazione aziendale UFC8 Comunicazione e abilità relazionali UFC11 Software dedicati (informatica gestionale) UFC12 Esercitazioni informatica UFC13 Lingua inglese UFC14 Lingue (francese/tedesco) UFC15 Contabilità generale Totale crediti spendibili nel corso di FP 16 16 24 20 h. 108 CREDITI RICONOSCIUTI 66 33 66 18 132 32 84 66 132 66 32 194 h. 921 Percorso IP - ADDETTO AGLI UFFICI TURISTICI alunni del II e III anno monte ore 900 Comparto: Agenzie ed uffici turistici QUOTA DI INTEGRAZIONE 21 % Formazione professionale. ARTICOLAZIONE DEL CORSO Crediti Aula (moduli didattici da effettuare) Stage Totale MODULI aula Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 h.645 h. 88 h.167 h.900 8 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Primo anno UFC1 Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro UFC3 Tecniche di ricerca attiva di lavoro UFC7 Psicologia del turismo UFC11Storia dell'arte e del folklore Secondo anno UFC7 Psicologia del turismo UFC11Storia dell'arte e del folklore Totale 16 8 16 16 16 16 h.106 Stage Lo stage si articola in due step con tempistiche da deliberare dal C.di C Collegio docenti e Consiglio d’istituto. Gli alunni potranno richiedere credito per l’attività di stage svolta per il conseguimento del diploma di qualifica della classe terza. CREDITI RICONOSCIUTI (maturati nel sistema istruzione) UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica UFC4 Informatica di base UFC5 Principi di logica e matematica di base UFC6 Comunicazione e abilità relazionali UFC8 Geografia turistica UFC9 Inglese UFC10Francese/tedesco UFC12Legislazione sociale e turistica UFC13Tecnica turistica ed alberghiera Totale 32 66 66 60 32 99 66 32 192 h.645 Tipologia SI (Servizi di supporto individuale) Per l’efficacia delle azioni proprie dei servizi di supporto individuale, AIP prevede una distinzione tra 2 “macro-tipologie” di servizi attivati: 1. Assistenza al servizio ed analisi preliminari, volte a migliorare la qualità del servizio offerto, attraverso la focalizzazione delle caratteristiche e delle problematiche proprie del target-group; 2. Erogazione di tipologie differenziate di servizi individuali, secondo le caratteristiche dell’utenza, le esigenze individuali, la tipologia di percorso formativo o scolastico scelto; Assistenza al servizio ed analisi preliminari: le attività sono così articolate: 1. Ricerca-azione, finalizzata a: - Analizzare la situazione di ingresso degli studenti - Stabilire in maniera preventiva le reali necessità dell’intervento alla luce anche delle variazioni degli iscritti intercorse dalla data dell’obbligo di iscrizione; - prima analisi dei fabbisogni formativi attraverso colloqui con docenti responsabili dell’orientamento. 2. Definizione Task-force all’interno della scuola, così strutturata: - Un gruppo di lavoro misto (docenti e un referente della formazione professionale) che curano questa fase in collaborazione anche con un docente di sostegno per quei casi in cui il passaggio di scuola comporta una variazione nella certificazione degli alunni (alunni non più certificati dopo la terza media); - Un raccordo con le varie scuole medie, per la lettura e la comprensione reale delle documentazioni sui vari alunni, al di là della documentazione ufficiale. (compito svolto da un docente); 3. Mappa dei bisogni formativi dei partecipanti, come azione diretta alla prevenzione dell’abbandono precoce, attraverso interventi volti ad intervenire sul disagio scolastico. L’azione ha lo scopo di informare sul sistema di vincoli ed opportunità in merito all’obbligo formativo, Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 9 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le oltre che di fornire un aiuto alla “genitorialità” per gli alunni in situazione di disagio sociale. Le attività previste sono: - Colloqui iniziali individuali di conoscenza con tutti gli alunni e le loro famiglie (1 docente per ogni classe prima). Tale attività rientra nel POF dell’Istituto Datini; - Mappa delle potenzialità della classe, costruita attraverso questionari e test di ingresso. (docenti delle classi prime su materie di area comune). Tale attività rientra nel POF dell’Istituto Datini; - Colloquio con la famiglia degli allievi individuati per i percorsi IP e IF per facilitare l’emersione di bisogni e aspettative, nonché richieste particolari per il percorso scolastico e formativo dell’alunno e concordare con loro il patto formativo. Resta inteso che l’adesione alla sperimentazione dei percorsi sarà autorizzata dai genitori degli alunni coinvolti. - Realizzazione di moduli didattici volti alla conoscenza da parte degli alunni delle loro potenzialità, del loro metodo di lavoro, delle loro aspettative, dei loro bisogni, dei loro interessi generali e professionali. Le attività, essendo indirettamente connesse ai destinatari finali dell’intera iniziativa, circa 160 ragazzi di età 14*-18 anni, non rendono possibile una quantificazione del monte ore. (14 anni solo percorsi IF) Servizi alle persone attivati Sostegno individualizzato alla motivazione, allo studio e al lavoro Ogni fase delle 2 azioni IP e dell’azione PF comprende almeno il 14% della quota oraria di incontri di orientamento individuali e per piccoli gruppi, e la disponibilità per incontri di counseling individuale per gli allievi che ne facciano richiesta. Per quanto attiene invece il percorso IF, sono previsti colloqui orientativi per circa 2 ore per partecipante. Per gli IP le ore previste sono 80 (2 per partecipante): l’attività integra e supporta quelle del coordinatore del consiglio di classe. Per il PF, che riguarda una realtà diversa da quella scolastica, si prevede un impegno maggiore, esterno all’offerta di corsi formativi, per 220 ore durante le azioni di aula e laboratorio (11 per partecipante), e 200 per lo stage (10 per partecipante, per il primo anno). In totale si prevede l’erogazione di servizi diretti pari a 420 ore. Il tutoring, in entrambe le tipologie di percorsi, è inteso come un accompagnamento ulteriore rispetto a quelli tradizionali di aula e di stage, allo scopo di: - Sviluppare azioni individuali di Empowerment e sostegno alla motivazione all’apprendimento e al lavoro, oltre che alla creazione di un quadro di riferimento chiaro delle finalità dei percorso e delle caratteristiche della figura d'uscita, l’attività è volta ad implementare l'autostima, facilitare l’individuazione del sistema delle competenze non formalizzabili dei partecipanti, valorizzarne gli aspetti caratteriali e cognitivi; - Riorientare gli alunni che manifestano difficoltà in merito alla scelta del corso di studi; - Sostenere le pari opportunità e le differenze di genere - Valorizzare le diversità, il progetto intende ricostruire, integrandole, due modalità diverse di interpretare il problema del processo di scelta formativa/occupazionale: sia le variabili fondamentali del processo decisionale, ossia attitudine (disposizione valutabile in termini di capacità o potenzialità), interesse (è la “forza di attrazione” che uno specifico campo d’attività scolastica o lavorativa esercita nei confronti della persona) e inclinazione (disposizione del soggetto nei confronti di uno specifico campo d’attività, ed espressione dinamica di bisogni profondi) con il prodotto dell’interazione di fattori che chiamano in causa sia le contingenze di scelta che l’intenzionalità della persona, oltre che i fattori determinati dalle caratteristiche socio-culturali ed ambientali del contesto locale; - Attivare relazione d’aiuto di carattere diagnostico e progettuale. Il servizio ha lo scopo di abilitare il soggetto all’autovalutazione ed all’autoprogettazione. Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 10 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le - Attivare percorsi di Counseling, una metodologia che fa riferimento ad un soggetto attivo, in grado di autodeterminarsi e di orientarsi, rispetto al quale facilitare l’acquisizione personale progressiva di un livello maggiore di consapevolezza. L’aiuto del counseling pertanto consiste nel realizzare un investimento di fiducia nelle capacità della persona ed una conseguente attribuzione di responsabilità. In questo modo la persona che fruisce dell’intervento può esplorare, scoprire e rendere chiari quegli elementi e quelle scelte utili per vivere in modo più adeguato: aumentando il proprio livello di consapevolezza e facendo un uso migliore delle proprie risorse rispetto ai bisogni e desideri è più facile pervenire ad un grado maggiore di benessere. Sportelli orientamento individualizzato Gli sportelli, attivati esplicitamente per l’iniziativa, saranno aperti presso le sedi dei soggetti partner, e saranno attivi per 2 ore settimanali per 66 settimane, per complessive 132 ore. Si prevede che di tale servizio si avvalgano gli utenti dei corsi IP e PF, complessivamente in numero di 68. Il servizio sarà così articolato: - Colloqui informativi, volti prevalentemente a fornire all’utente tutte le informazioni, le metodologie, gli strumenti, di cui il servizio di orientamento dispone aiutandolo a selezionarle e valutarle. Nel colloquio informativo l’operatore, di fatto, svolge un’analisi della domanda dell’utente, attività di particolare importanza specie per quell’utenza che ha difficoltà ad identificare/presentare la domanda stessa, oppure che pone domande diverse/contradditorie, che necessitano di aiuto per la formulazione della domanda stessa; - Colloqui orientativi brevi, un servizio di consulenza orientativa che mira ad aiutare l’utente a selezionare, valutare le informazioni disponibili a supportarlo nella realizzazione di un proprio progetto/percorso. Rivolto a coloro che sono interessati alla formazione o ad uno specifico progetto ma non sono in grado di reperire da soli le informazioni. Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze Il servizio è rivolto ai partecipanti del percorso PF, complessivamente 20 soggetti, e sarà attivato su richiesta del partecipante o della Direzione di Progetto, per complessive 120 ore. E’ costituito da 2 differenti tipologie di servizio: 1. Bilancio delle competenze, attivato in fase ex-ante, in itinere ed ex-post rispetto all’erogazione dei servizi formativi integrati, per facilitare la presa di coscienza dei propri saperi e del proprio saper fare per renderli manifesti anche agli altri ed eventualmente impiegarli in nuove esperienze. Può essere infatti considerato uno strumento al servizio della politica di riconoscimento e validazione dei crediti formativi e lavorativi acquisiti dalla persona. E’ inoltre un processo che permette di elaborare un progetto professionale a breve, medio e lungo termine a partire dall’analisi dell’esperienza, della storia individuale, delle competenze possedute e dal potenziale cognitivo, tenendo conto di gusti, valori prioritari, scelte personali nella vita. Gli output visibili del percorso di bilancio sono: 9 un progetto professionale con ipotesi di sviluppo, attività da intraprendere e piano d’azione 9 un documento di sintesi in cui sono raccolte le informazioni emerse durante il percorso un portafoglio delle competenze con elementi che attestano le risorse e competenze acquisite che possono essere trasferite in altre esperienze.che costituisce l’occasione per fare il punto sul percorso già effettuato, di confrontarsi con altri sulle ragioni che motivano eventuali cambiamenti, di elaborare nuovi progetti ed esaminarne la fattibilità. 2. Il bilancio delle risorse personali, finalizzato a migliorare le capacità di autovaluazione della persona, a completare e/o correggere l’immagine che la persona ha di se stessa in funzione di uno sviluppo professionale/lavorativo. In sintesi il bilancio delle risorse è un’attività molto vicina al bilancio delle Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 11 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le competenze, la differenza sta nell’essere un’azione più sfumata, non tanto per i contenuti, quanto per la durata e relativo approfondimento. Si tratta dunque di uno strumento che, dato il target group di riferimento, può facilitare le azioni di autovalutazione e motivazione, sostituendo o introducendo il Bilancio delle Competenze. E’ dunque un percorso di orientamento che permette ai partecipanti ai percorsi di: 9 analizzare le proprie competenze professionali/personali nonché le proprie attitudini/motivazioni; 9 definire un proprio progetto professionale e/o formativo. Servizi di didattica individualizzata per recupero debiti formativi Il servizio è rivolto ai partecipanti del percorso PF e IP, complessivamente (circa) 60 soggetti, e sarà attivato su richiesta della Commissione crediti, per complessive 80 ore, con un’incidenza per partecipante non definibile ad oggi, perché strettamente dipendente dalla presenza di eventuali “debiti formativi”. La durata complessiva del servizio offerto quantificabile e diretto è pari a 1032 ore . Crediti formativi e di istruzione acquisibili e certificabili (spendibilità nel sistema della formazione professionale ed in quello dell’istruzione) Per percorso IF i crediti formativi previsti sono: 6. Ruolo professionale h.20 7. Comunicazione e relazioni interpersonali h.34 8. Preparazione e rielaborazione visite aziendali h.20 9. Visite aziendali h.10 10. Rapporto di lavoro subordinato h.16 Totale ore 100 Per IP-1 Addetto ai rapporti commerciali UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica UFC3 Informatica di base UFC4 Videoscrittura e fogli elettronici UFC5 Internet e posta elettronica UFC6 Principi di logica e matematica di base UFC7 Principi di organizzazione aziendale UFC8 Comunicazione e abilità relazionali UFC11 Software dedicati (informatica gestionale) UFC12 Esercitazioni informatica UFC13 Lingua inglese UFC14 Lingue (francese/tedesco) UFC15 Contabilità generale 66 33 66 18 132 32 84 66 132 66 32 194 Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 921; Per IP-2 Addetto agli uffici turistici UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica UFC4 Informatica di base UFC5 Principi di logica e matematica di base UFC6 Comunicazione e abilità relazionali UFC8 Geografia turistica UFC9 Inglese UFC10Francese/tedesco Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 32 66 66 60 32 99 66 12 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le UFC12Legislazione sociale e turistica UFC13Tecnica turistica ed alberghiera 32 192 Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 645; Per PF Addetto alla contabilità Crediti: tipologia P/F crediti spendibili nel sistema dell’istruzione Addetto alla contabilità UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica UFC3 Informatica di base UFC4 Principi di logica e matematica di base UFC5 Comunicazione e abilità relazionali UFC6 Motivazione e progetto professionale UFC7 Principi di organizzazione aziendale UFC8 Software dedicati UFC9 Esercitazioni informatica UFC10Lingue UFC11Elementi di contabilità generale UFC12Tecnica ragionieristica, tecnica bancaria, flussi di cassa UFC14Elementi di base della legislazione tributaria e fiscale Crediti 40 32 66 50 24 32 66 66 66 112 90 52 Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 696; Per PF Modellista di abbigliamento: Modellista calzaturiero UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica UFC3 Informatica di base UFC4 Principi di logica e matematica di base UFC5 Comunicazione e abilità relazionali UFC6 Motivazione e progetto professionale UFC7 Software CAD UFC9 Disegno bidimensionale UFC12Principi di organizzazione aziendale Crediti 40 32 66 50 24 40 20 20 Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 292; Riconoscimento crediti in entrata modalità di valutazione dei crediti in entrata Saranno presi in considerazione i crediti formativi formali derivanti dal sistema dell’istruzione e della formazione professionale, tenendone conto nei termini della spendibilità totale e/o parziale nei percorsi di istruzione e formazione professionale. In assenza di documentazione formale, a domanda dell’utente, si procederà all’accertamento del credito richiesto, tramite una prova (test, prova pratica, colloquio), il cui esito verrà ritenuto positivo al superamento della soglia minima prevista nel sistema dell’istruzione (6/10) ovvero in quello della formazione (60/100). Per la valutazione dei crediti verrà attivata una commissione mista composta da esperti provenienti dal sistema dell’istruzione da quello della formazione professionale. Per i vari percorsi verranno presi in considerazione i criteri di cui sopra, con una successiva diversificazione operativa cosi articolata: per il percorso I/F e i due I/P saranno, in collaborazione con il Comitato di Progetto e la Commissione Crediti, i singoli Consigli di classe che procederanno alle certificazioni utilizzando lo strumento del libretto predisposto dal Progetto “Pinocchio”, mentre per il percorso PF sarà il Comitato di Progetto Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 13 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Modalità di realizzazione di eventuali verifiche periodiche dei livelli di apprendimento L’integrazione tra “sistemi”, che costituisce uno dei più significativi obiettivi progettuali, costituisce anche una prerogativa delle verifiche periodiche dei livelli di apprendimento, che saranno quindi diversificate in relazione al sistema delle competenze-obiettivo dell’azione formativa. Più nel dettaglio, nel rispetto al valore della spendibilità reale dei crediti formativi maturati, si prevede la distinzione in 3 momenti per le verifiche periodiche: 1. Valutazione finalizzata alla valorizzazione delle competenze comunque maturate: attività resa possibile dall’attività di orientamento, in vista della definizione del proprio progetto formativo e professionale. Tale verifica assume una rilevante funzione rispetto alla definizione di atteggiamenti e comportamenti volti all’autovalutazione delle proprie competenze; 2. Valutazione finalizzata alla messa in trasparenza delle competenze acquisite in funzione di una migliore spendibilità sul mercato del lavoro o rispetto ad un percorso educativo/formativo. Il riconoscimento è limitato allo specifico percorso individuale intrapreso, ed è definito attraverso un portafoglio delle competenze finalizzato a facilitare i rapporti domanda/offerta di lavoro, mettendo più affidabilmente in relazione imprese e soggetti in cerca di occupazione. Tale valutazione sarà effettuata attraverso lo strumento del Bilancio delle Competenze. Valutazione diretta e generale del possesso da parte dell’individuo del set delle competenze-obiettivo, diversificate su tre livelli: competenze di base, trasversali e tecnico-professionali. Questa fase è fondamentale per il riconoscimento dei crediti, che diverranno la base per il rientro in percorsi formativi (o educativi) durante l’intero corso della vita, flessibili, modulari e individualizzati. La valutazione in questo caso prevede un sistema di accertamenti in itinere, previsti in conclusione di ogni singola UFC, attraverso approcci ritenuti significativi in relazione alla tipologia di competenze d’uscita. Si prevedono comunque colloqui, test/prove scritte o simulazioni di problematiche in situazioni lavorative. Ulteriori verifiche saranno effettuate anche in occasione del completamento del percorso di stage aziendale, e le valutazioni del corpo docente saranno in tale occasione integrate da quelle dei tutor aziendali/responsabili delle imprese sede di stage. Materiali didattici e di supporto I supporti didattici utilizzati sono individuati coerentemente agli obiettivi dei singoli moduli esso sarà articolato e polivalente: - dispense “modulari” che rappresentano il supporto primario di ogni lezione, contenenti la sintesi teorica e pratica rispetto all’obiettivo didattico, redatte con un progetto grafico “ad hoc” in termini di concetti chiave e contenuti essenziali della materia; - dispense monografiche, con la finalità di approfondire particolari attività didattiche sia teoriche che pratiche; - libri di testo in adozione presso Istituto Datini - libri consigliati, al fine di fornire un allargamento della cultura del settore dei discenti. Per quanto attiene alla strumentazione di sostegno alla partecipazione, si prevede l’utilizzo di: - Questionario di rilevazione sull’orientamento scolastico; - Questionario di rilevazione sugli interessi professionali; - Questionario di rilevazione dell’andamento di progetto I primi due questionari, già prodotti per le precedenti esperienze del progetto Dropin, richiedono una rivisitazione e focalizzazione rispetto agli obiettivi del presente progetto, mentre il questionario di rilevazione dell’andamento del progetto sarà definito ad hoc per la presente iniziativa. Sempre in ambito di sostegno e supporto ai partecipanti, saranno utilizzate le banche dati del Centro per l’Impiego e quelle delle precedenti edizioni al progetto. Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 14 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le Monitoraggio modalità di svolgimento del monitoraggio in itinere e la ripartizione dei relativi ruoli La valutazione dell’efficacia dell’intervento è rivolta a verificare i cambiamenti intervenuti nella dimensione cognitiva dei partecipanti, non certo in termini assoluti, ma relativi al valore di variazione nel possesso di uno o più competenze che l’attività riesce a produrre. Tali aspetti risultano di particolare rilevanza nel momento in cui il target-group costituisce un soggetto particolarmente fragile, per il quale il “successo” delle attività svolte, può costituire un determinante fattore di spinta verso l’inclusione sociale e l’occupabilità, oltre che per continuare i percorsi d’istruzione. Parlando di cambiamenti in tale prospettiva, si fa riferimento ad un sistema complesso che implica: che l’orientamento consideri le 3 forme principali di transizione per il target group, momenti critici (scelta di un futuro), esperienza d’inserimento in un nuovo contesto, perdita di ruolo nell’ambito della propria esperienza formativa in conseguenza di eventi esterni o crisi soggettive; che esista una separazione tra la logica esclusivamente socio-assistenziale e quella culturale in senso antropologico, dunque in una logica di cultura del cambiamento per promuovere un “apprendimento alla scelta” senza che questo debba essere confinato alle situazioni critiche; che le abilità e le conoscenze da generare o da incrementare siano in termini di qualità e quantità, quelle correttamente definite come obiettivo dell’attività formativa, che l’esplicazione didattica sia coerente al progetto formativo, che l’organizzazione e le procedure siano avvenute nel modo e nei tempi previsti nel progetto, che i destinatari dell’intervento abbiano effettivamente acquisito nuove abilità e conoscenze o abbiano migliorato quelle di cui erano in possesso, in modo da trovarsi in una condizione favorevole all’utilizzo delle nuove competenze. che il maggior numero possibile di destinatari possa continuare il percorso di educazione superiore, conseguire una qualifica regionale di secondo livello, e/o trovare un inserimento lavorativo o sia in condizione di attivare una scelta di auto-imprenditoria. La valutazione del livello dei risultati raggiunti si riferisce pertanto non solo alle conoscenze, abilità e cambiamenti nell’atteggiamento dei destinatari dell’azione formativa, ma anche la motivazione al lavoro e al reinserimento nel tessuto sociale, richiedono un approccio valutativo diverso nelle metodologie di rilevazione, nei tempi come anche nella natura dei parametri. La valutazione del corso si basa essenzialmente su alcune tecniche quali: osservazione diretta, colloqui individuali e di gruppo, test a risposta multipla, questionari. Strumenti per la valutazione delle attività formative: 1. Scheda personale dell’allievo è lo strumento di raccolta di informazioni individuali fin dal momento dell’ingresso nei percorsi, e conterrà il progetto formativo dell’allievo e le varie valutazioni in itinere. Sarà distribuita dal tutor nella fase di avvio del corso ed è uno strumento di raccolta di informazioni finalizzato a realizzare indagini, inchieste, trend di sviluppo. 2. Osservazioni formali e informali dei tutor schede strutturate e osservazioni informali riguardanti il clima d’aula, l’atteggiamento dei partecipanti nei confronti dell’intero ambiente formativo e la loro partecipazione individuale nonché la capacità di lavorare e cooperare nel gruppo-classe 3. Schede di valutazione dei docenti che informeranno i coordinatori del corso sugli obiettivi effettivamente raggiunti , i problemi incontrati, i metodi usati e la valutazione dei partecipanti. 4. Questionario valutazione del gradimento dei partecipanti fatto in itinere, a metà e alla fine del percorso formativo per acquisire informazioni circa la valutazione dei docenti da parte dei corsisti, delle metodologie utilizzate e dell’organizzazione in generale del corso. Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 15 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le 5. Questionario per i responsabili delle aziende al fine di valutare il percorso degli stagisti durante l’attività di training on the job. 6. Commissione Controllo e Qualità: verificherà lo svolgimento del progetto a livello operativo, didattico, organizzativo e finanziario. Verrà redatto un verbale che indicherà con valutazioni quantitative e qualitative il livello di sviluppo e la qualità dell’intero progetto. 7. Social audit: ossia attivazione dello strumento che permette di verificare all’interno dell’organizzazione delle attività svolte per la qualità e i risultati ottenuti sono in accordo con gli obiettivi prefissati. In una certa misura dunque, questo tipo di strumento ha come principale finalità quella di verificare l’efficacia dell’organizzazione, nel senso di raggiungimento completo del sistema di obiettivi prefissati. Partendo da un percorso tutto tarato sull’efficienza, infatti, si rischierebbe di ridurre grossolanamente il percorso di qualità verso forme di controllo eccessivamente rigide per gli operatori, docenti, tutor, formatori, o della stessa utenza, che di fatto finiscono per privilegiare fattori che risultano del tutto inadeguati per verifiche o revisioni continue della qualità. In sintesi tale strumento permette di: 1. Monitorare l’efficacia degli interventi, tenendo in considerazione le relazioni tra l’ambito sociale ed economico, anche per attuare scelte di priorità; 2. Influenzare il comportamento delle attività da parte degli stakeholder; 3. Giudicare se il progetto impresa sta realmente raggiungendo un valore sociale, comunitario e culturale. Gli strumenti 1. La scheda personale dell’allievo 2. Il questionario di gradimento A, B, C: valutazione dell’attività d’aula, di laboratori e degli stage da parte dei corsisti, nell’ambito delle tecniche didattiche utilizzate e per qualità relazionali dei docenti, il questionario sarà somministrato dal tutor. 3. Quaderno delle osservazioni del tutor, inerente all’attività d’aula per individuare le dinamiche d’aula, (l’atteggiamento di ciascun allievo nei confronti del corso, dei docenti, dei compagni del corso, dell’ambiente in cui avviene la formazione, nonché la partecipazione fisica, psicologica e motivazionale) e per una valutazione dei docenti. Dovranno essere disponibili in maniera completa e definitiva prima della fine del corso, oltre che essere comunicati periodicamente ai coordinatori delle varie fasi. Le osservazioni saranno inserite in una griglia standard definita all’avvio delle attività. 4. Questionario di valutazione, osservazione sistematica e non episodica dell’allievo da parte degli operatori responsabili di questa fase che serve ad individuare la capacità, inoltre il questionario consente di avere un quadro personale e globale delle abilità e delle carenze degli allievi. 5. Quaderno delle osservazioni da parte degli Assistenti al laboratorio; inerente all’attività di laboratorio, per integrare le osservazioni a quanto rilevato in aula. Anche queste osservazioni saranno inserite in una griglia standard definita all’avvio delle attività. 6. Quaderno delle osservazioni da parte degli imprenditori / responsabili del personale delle aziende entro cui si svolgeranno gli stage: riguarderà le attività di stage e sarà integrato ai due strumenti precedenti; 7. Autovalutazione dei partecipanti, anche sulla base del “gap” misurabile tra la situazione ex-ante, in itinere ed ex-post attraverso il Bilancio delle Competenze; 8. Carte di Controllo per il monitoraggio delle varie fasi del progetto, serviranno ad individuare eventuali fattori di disturbo che possono influenzare lo svolgimento pregiudicandone i risultati. In specifico questa fase prevede valutazioni: • a livello operativo: - per verificare se le attività sono svolte nel modo corretto; Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 16 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le - se l’integrazione tra i partner dell’iniziativa produce valore aggiunto al progetto; - se il progetto è stato in grado di sensibilizzare gli Interessi Locali Organizzati che operano sul territorio; • a livello direzionale, per analizzare l’adeguatezza del tempo assegnato per l’esecuzione delle attività, l’appropriatezza e la tempestività dei supporti, • a livello didattico: - per controllare l’esplicazione modulare nella definizione dei contenuti didattici, delle verifiche e delle valutazioni; - per organizzare l’attività di ricerca ed immersione del territorio; - per valutare i livelli di trasferibilità delle metodologie adottate ed i criteri da seguire per renderli più efficaci; - per coordinare l’attività dei docenti, • a livello finanziario, per controllare la gestione delle risorse finanziarie rese disponibili per la realizzazione del corso. 9. Il questionario di fine corso: valutazione di coordinamento, organizzazione, direzione, tutoring e docenze da parte degli allievi. Il questionario sarà somministrato dal tutor. Si è scelto la forma del questionario, in quanto si tratta di uno strumento di raccolta di informazioni finalizzato a realizzare indagini, inchieste, trend di sviluppo. 10. Per la fase ex-post, si farà invece riferimento alla creazione di un sistema di audit basato sui seguenti indicatori: - Numero di aziende coinvolte nella fase di stage; - Percentuale di soddisfazione delle aziende rispetto ai percorsi di stage; - Percentuale di “dispersione” nelle attività formative dei partecipanti; - Percentuale di assunti all’interno dei partecipanti alle attività formative; - Valutazione degli stakeholders; Modalità di verifica per la rilevazione della soddisfazione di utenti, operatori ed imprese . Le verifiche descritte per la valutazione in itinere ed ex ante sono finalizzate alla rilevazione del grado di soddisfazione dei corsisti, delle aziende e dei docenti. I risultati saranno tradotti in indicatori riepilogativi per ciascun allievo e per tematica (approccio metodologico modulare e del corso complessivo, rapporto tra teoria e pratica, utilità del materiale didattico, adeguatezza della durata del corso, competenza comunicativa dei docenti, qualità dei servizi individuali) definiti da questionari a domande chiuse con punteggio 1/10. Percorso del tutto analogo è previsto per i docenti, anche per avere un quadro esaustivo delle dinamiche d'aula e dello spirito col quale si affronterà lo stage (coesione del gruppo dei partecipanti, livello di preparazione, disponibilità a crescere professionalmente). La rilevazione del grado di soddisfazione sarà attivata anche presso le imprese sede di stage, sottoponendo strumenti analoghi ai precedenti, per i responsabili tecnici dell’area professionale entro cui sarà operativamente declinato lo stage e/o per i tutor aziendali. Eventuali particolari caratteristiche del progetto per tenere conto delle specificità di genere Progettare e attivare un’esperienza formativa rivolta ad una utenza femminile implica alcune buone pratiche che, oltre ad una sensibilità per le specificità in generale, evidenzi la diversità di genere, almeno quando tale diversità si pone come un limite manifesto alla possibilità / capacità di inserirsi sul mercato del lavoro. La prima tappa per agire un percorso formativo orientato al mainstreaming all’interno di un percorso di formazione mista, come quello proposto, viene agito attraverso “una strategia dell’attenzione” nei confronti della componente femminile di utenza utilizzando metodologie di orientamento, formazione, counselling e tutoring personalizzato messi in atto da una formazione orientata, pensata e gestita in prospettiva di genere. Tale aspetto risulta determinante soprattutto nella Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 17 STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le prospettiva del reinserimento scolastico e/o formativo di soggetti svantaggiati per situazioni di marginalità sociale o devianza. Attività fortemente individualizzate, che ripercorrono l’intera “filiera” formativa che il progetto prevede, dalla specificità femminile nella creazione di strumenti per il Bilancio delle Competenze tarati ad hoc, fino al Tutoring individualizzato per le attività d’aula, di laboratorio, di stage. Tali servizi hanno, prioritariamente, la logica di lenire le condizioni di disagio e di conciliare il sistema di attese dell’utenza, con le opzioni di inserimentoreinserimento in un percorso formativo, educativo e/o lavorativo (oltre che, ovviamente, per la frequenza delle attività formative proposte). Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003 18