COMITATO DI PROGETTO
A.I.P
Azioni Integrate Professionalizzanti
RICERCA-AZIONE
Decreto Regione Toscana del 23/12/2003 n° 8128
Sostegno ai comitati di progetto costituiti in attuazione dell’art.4 dell’allegato C
della DGR 687 del 14 luglio 2003 per la sperimentazione di un’offerta
formativa integrata di attività di istruzione e formazione professionale.
Attività del Comitato di Progetto
approvata dalla Provincia di Prato con Det. Dir. n°4456 del 31/12/03
COMITATO di PROGETTO
MARCO BIANCHINI
MARCO MANZUOLI
MASSIMO MASSAGNI
ARIANNA MENCI
ROBERTO PAGANELLI
GABRIELLA RUSSO
Note
Il materiale raccolto in questa pubblicazione è uno strumento operativo
che il Comitato di Progetto ha realizzato per sostenere ed
implementare la diffusione di buone pratiche fra i docenti del sistema
dell’istruzione e gli operatori della formazione professionale,
nell’attività di progettazione e realizzazione di percorsi integrati di
istruzione e formazione.
Esso si compone di un glossario che rinvia a schede di
approfondimento, siti internet da consultare e strumenti operativi di
esemplificazione. La forma editoriale è stata pensata per poter essere
aggiornata. Il Testo e gli eventuali aggiornamenti saranno disponibili e
scaricabili dal sito www.datini.prato.it
Ogni eventuale comunicazione e suggerimento può essere inviato al
seguente indirizzo [email protected] all’attenzione del Comitato di
Progetto.
Coordinamento redazionale e progetto grafico
a cura di Massimo Massagni
I
SCHEDA – Accoglienza nel sistema istruzione
Il P.O.F (
) prevede all’interno delle attività didattiche, e nel calendario
dell’anno scolastico, una serie di attività e di interventi finalizzati alla
conoscenza, all’inserimento e all’orientamento per gli alunni che iniziano
un nuovo percorso scolastico.
Nella scuola superiore , l’accoglienza riguarda le classi prime. Nell’ambito
dell’autonomia scolastica, ogni Istituto organizza la fase dell’accoglienza
tarandola sui bisogni formativi e socio-affettivi degli alunni, sui necessari
raccordi col territorio e con le famiglie.
La fase dell’accoglienza si concretizza in una serie di azioni, alcune
precedenti l’inizio dell’anno scolastico ( definibili quindi come attività di
pre-accoglienza).
La fase della pre-accoglienza
Nella fase della pre-accoglienza, in particolare, dopo che si sono
formate sulla base delle iscrizioni le classi prime dell’Istituto ( si fa
riferimento a qualsiasi tipologia di Istituto superiore) vengono messe in
opera una serie di attività, fra le quali si segnalano:
ƒ La conoscenza dei percorsi scolastici precedenti
ƒ L’individuazione per ciascuna classe prima di “alunni tutor” ,
generalmente appartenenti a una o più classi quarte, che faranno
da guida ai nuovi alunni quando essi entreranno materialmente a
scuola.
ƒ La progettazione di attività “ trasversali” e “interdisciplinari” volte
a promuovere azioni collegiali da parte dei docenti per le nuove
classi prime , nelle prime settimane di scuola. In tale ottica
all’interno del P.O.F. viene previsto uno specifico gruppo di
progetto per l’Accoglienza, che lavora in collaborazione con altre
strutture dell’Istituto ( Funzione strumentale per la didattica,
Funzione strumentale sull’Handicap, responsabili e operatori del
C.I.C., responsabili di eventuali progetti che hanno incidenza
diretta o indiretta sugli alunni delle prime classi)
La fase dell’accoglienza : l’inizio dell’anno scolastico
Nelle prime due-tre settimane di attività sono generalmente
previste alcune attività didattiche finalizzate alla miglior conoscenza
dell’istituto e del gruppo-classe .
Le classi durante il primo giorno di scuola, attraverso l’azione dei docenti
e degli alunni tutor, che insieme e in collaborazione strettissima con
l’intero consiglio di classe, iniziano la conoscenza reciproca e la
conoscenza dell’istituto, attraverso le sue strutture, i suoi regolamenti, le
discipline e le attività extracurricolari.
Nella fase dell’accoglienza, un ruolo decisivo è rivestito dagli alunni-tutor
, che hanno il compito di offrire, oltre che una vera e propria guida
pratica, un riferimento per ciascuna classe prima nel primo impatto con
la nuova realtà scolastica.
In questa fase dell’accoglienza, i docenti, secondo una progettazione
collegiale che sarebbe sempre opportuna, sviluppano alcune attività volte
alla conoscenza del gruppo-classe ( che in alcuni casi, secondo
l’organizzazione che una scuola può darsi, non è addirittura ancora
stabile in queste settimane) , in particolare:
ƒ Test di conoscenza trasversali ( a volte gestiti anche in
collaborazione con operatori esterni provenienti da altre agenzie
formative) sull’autovalutazione, sull’immagine di sé, sul precedente
percorso scolastico
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Accoglienza nel sistema istruzione
ƒ
ƒ
Test di conoscenza disciplinari, anche raggruppati per aree (
linguistica, logico-matematica , storico-sociale) e comunque volti
sempre a costruire all’interno della classe vere e proprie “mappe
di potenzialità”
Illustrazione del “contratto formativo” da parte dei docenti, ovvero
illustrazione e discussione con gli alunni degli obiettivi
disciplinari, dei criteri di valutazione, dell’organizzazione delle
verifiche e tutto quanto può rientrare nel rapporto quotidiano
docente-alunno.
Particolare importanza assume la fase dell’accoglienza nel caso di
alunni provenienti da aree culturali extracomunitarie, per i quali
l’inserimento e l’integrazione rappresentano obiettivi imprenscindibili: in
questo caso il lavoro sulle competenze linguistiche può essere modulato
in maniera diversa.
La fase dell’accoglienza non deve intendersi conclusa ovviamente con
le prime due-tre settimane di scuola, in quanto alcuni strumenti e
tipologie di attività sono trasversali e quindi debbono durare tutto l’anno,
soprattutto laddove le attività iniziali avessero riscontrato carenze, disagi
o comunque difficoltà. La previsione di uno sportello , gestito in parte da
docenti in parte ancora dagli alunni tutor, può essere uno strumento con
il quale le scuole prolungano questa “accoglienza” fino alla fine dell’anno
scolastico, o almeno fino al momento delle prime valutazioni (fine primo
quadrimestre)
Nota
Il percorso indicato e stato ricavato , in un’ottica di generalizzazione e di
creazione di modelli sui cui discutere e lavorare nella prospettiva
dell’integrazione fra sistemi, dalle esperienze svolte all’interno dell’Istituto
Professionale “Datini” di Prato, dal momento della sperimentazione
dell’autonomia scolastica ( a.s. 1997-98)
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Alternanza Scuola-Lavoro
La legge di riforma legge 28 marzo 2003, n.53 all'articolo 4 introduce il sistema dell’alternanza come
sistema. Di seguito viene riportato nelle linee fondamentali il decreto legislativo concernente la
definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro.
ART. 1 (Ambito di applicazione)
Il presente decreto disciplina l'alternanza scuola-lavoro, ....come modalità di realizzazione dei corsi
del secondo ciclo, sia nel sistema dei licei sia nel sistema dell'istruzione e della formazione
professionale, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze
spendibili nel mercato del lavoro. Gli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età, salva
restando la possibilità di espletamento del diritto - dovere con il contratto di apprendistato ai sensi
dell'articolo 48 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276, possono presentare la richiesta di
svolgere, con la predetta modalità l'intera formazione dai 15 ai 18 anni o parte di essa, attraverso
l'alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o
formativa.
I percorsi in alternanza sono progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità
dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le
rispettive associazioni di rappresentanza, o CCIAA, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli
del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione
lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro. Le istituzioni scolastiche e formative,
nell'ambito degli ordinari stanziamenti di bilancio, destinano specifiche risorse alle attività di
progettazione dei percorsi in alternanza scuola-lavoro. omissis
ART. 2 (Finalità dell'alternanza)
Nell'ambito del sistema dei licei e del sistema dell'istruzione e della formazione professionale, la
modalità di apprendimento in alternanza, quale opzione formativa rispondente ai bisogni individuali di
istruzione e formazione dei giovani, persegue le seguenti finalità:
a. attuare modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed
educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la
formazione in aula con l'esperienza pratica;
b. arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l'acquisizione di
competenze spendibili anche nel mercato del lavoro;
c. favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli
stili di apprendimento individuali;
d. realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche e formative con il mondo del
lavoro e la società civile che consenta la partecipazione attiva dei soggetti di cui all'articolo 1,
comma 2, nei processi formativi;
e. correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.
ART. 3 (Realizzazione dei percorsi in alternanza)
.... le istituzioni scolastiche o formative, singolarmente o in rete, stipulano, nei limiti degli importi allo
scopo annualmente assegnati nell'ambito delle risorse di cui all'articolo 9, comma 1, apposite
convenzioni, a titolo gratuito, con i soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, secondo quanto previsto ai
commi 2 e 3 del presente articolo.
Ai fini dello sviluppo, nelle diverse realtà territoriali, dei percorsi di cui all'articolo 1 che rispondano a
criteri di qualità sotto il profilo educativo ed ai fini del monitoraggio e della valutazione
dell'alternanza scuola lavoro, nonché ai fini di cui al comma 3, è istituito, a livello nazionale, un
apposito Comitato,....... Il Comitato è istituito assicurando la rappresentanza dei soggetti istituzionali
interessati, delle CCIAA e delle rappresentanze dei lavoratori e dei datori di lavoro. Per la valutazione
dei percorsi il Comitato si coordina con l'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione
(INVALSI), ....Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con
il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata....sulla base
delle indicazioni del comitato di cui al comma 2, sono definiti:
a. i criteri generali cui le convenzioni devono fare riferimento;
b. le risorse finanziarie annualmente assegnate alla realizzazione dell'alternanza, e i criteri e le
modalità di ripartizione delle stesse al fine di contenere la spesa entro i limiti delle risorse
disponibili;
c. i requisiti che i soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, devono possedere per contribuire a
realizzare i percorsi in alternanza, con particolare riferimento all'osservanza delle norme
vigenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e di ambiente ed all'apporto formativo nei
confronti degli studenti ed al livello di innovazione dei processi produttivi e dei prodotti;
d. le modalità per promuovere a livello nazionale il confronto fra le diverse esperienze territoriali
e per assicurare il perseguimento delle finalità di cui al comma 2;
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Alternanza Scuola-Lavoro
e.
il modello di certificazione per la spendibilità a livello nazionale delle competenze e per il
riconoscimento dei crediti di cui all'articolo 6.
Le convenzioni di cui al comma 1, in relazione al progetto formativo, regolano i rapporti e le
responsabilità dei diversi soggetti coinvolti nei percorsi in alternanza, ivi compresi gli aspetti relativi
alla tutela della salute e della sicurezza dei partecipanti.
ART. 4 (Organizzazione dei percorsi in alternanza)
I percorsi in alternanza hanno una struttura flessibile e si articolano in periodi di formazione in aula e
in periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro, che le istituzioni scolastiche e formative
progettano e attuano sulla base delle convenzioni di cui all'articolo 3.
I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro fanno parte integrante dei percorsi formativi
personalizzati volti alla realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale del corso di studi
e degli obiettivi generali e specifici di apprendimento stabiliti a livello nazionale e regionale. omissis
Nell'ambito dell'orario complessivo annuale dei piani di studio, i periodi di apprendimento mediante
esperienze di lavoro, previsti nel progetto educativo personalizzato relativo al percorso scolastico o
formativo, possono essere svolti anche in periodi diversi da quelli fissati dal calendario delle lezioni.
[omissis]
ART. 5 (Funzione tutoriale)
[omissis] La funzione tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza è svolta dal docente tutor
interno di cui al comma 2 e dal tutor esterno di cui al comma 3.
Il docente tutor interno, designato dall'istituzione scolastica o formativa tra coloro che, avendone fatto
richiesta, possiedono titoli documentabili e certificabili, svolge il ruolo di assistenza e guida degli
studenti che seguono percorsi in alternanza e verifica, con la collaborazione del tutor esterno di cui al
comma 3, il corretto svolgimento del percorso in alternanza.
Il tutor formativo esterno, designato dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 2, disponibili ad
accogliere gli studenti, favorisce l'inserimento dello studente nel contesto operativo, lo assiste nel
percorso di formazione sul lavoro e fornisce all'istituzione scolastica o formativa ogni elemento atto a
verificare e valutare le attività dello studente e l'efficacia dei processi formativi. Lo svolgimento dei
predetti compiti non deve comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
I compiti svolti dal tutor interno di cui al comma 2 sono riconosciuti nel quadro della valorizzazione
della professionalità del personale docente. -. omissis
ART. 6 (Valutazione, certificazione e riconoscimento dei crediti)
I percorsi in alternanza sono oggetto di verifica e valutazione da parte dell'istituzione scolastica o
formativa.
......, l'istituzione scolastica o formativa, tenuto conto delle indicazioni fornite dal tutor formativo
esterno, valuta gli apprendimenti degli studenti in alternanza e certifica, sulla base del modello di cui
all'articolo 3, comma 3, lettera e), le competenze da essi acquisite, che costituiscono crediti, sia ai fini
della prosecuzione del percorso scolastico o formativo per il conseguimento del diploma o della
qualifica, sia per gli eventuali passaggi tra i sistemi ivi compresa l'eventuale transizione nei percorsi di
apprendistato.
La valutazione e la certificazione delle competenze acquisite dai disabili che frequentano i percorsi in
alternanza sono effettuate a norma della legge 5 febbraio 1992, n. 104, con l'obiettivo prioritario di
riconoscerne e valorizzarne il potenziale, anche ai fini dell'occupabilità.
Le istituzioni scolastiche o formative rilasciano, a conclusione dei percorsi in alternanza, in aggiunta
alla certificazione prevista dall'articolo 3, comma 1 lett. a) della legge n.53/2003, una certificazione
relativa alle competenze acquisite nei periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro.
ART. 7 (Percorsi integrati)
Le istituzioni scolastiche, a domanda degli interessati e d'intesa con le Regioni, nell'ambito
dell'alternanza scuola-lavoro, possono collegarsi con il sistema dell'istruzione e della formazione
professionale per la frequenza, negli istituti d'istruzione e formazione professionale, di corsi integrati,
attuativi di piani di studio progettati d'intesa tra i due sistemi e realizzati con il concorso degli
operatori di ambedue i sistemi.
ART. 8 (Disposizioni particolari per le Regioni a statuto speciale e per le Province Autonome di
Trento e di Bolzano) Omissis ART. 9 (Risorse) omissis ART. 10 (Coordinamento delle competenze)
omissis
ART. 11 (Disciplina transitoria)
Fino all'emanazione dei decreti legislativi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera g) della legge 28
marzo 2003, n. 53, i percorsi in alternanza di cui all'articolo 1 possono essere realizzati negli istituti di
istruzione secondaria superiore secondo l'ordinamento vigente. ...omissis
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Apprendistato
L’Apprendistato è un contratto di lavoro subordinato definito a “causa
mista” essendo contemporaneamente previsti lavoro e formazione. E’ uno
dei tre canali per assolvere il diritto/dovere all’istruzione e formazione,
nella previgente normativa (art 68 L.144/1997) solo per l’obbligo
formativo.
La normativa di riferimento: disciplinato dagli artt.2130-2134 (che
lo definisce tirocinio) è stato regolato dalla legge 19/01/1955,n°25 poi
modificata dalla L.2/04/1987,n°56 e in ultimo novellato dalla legge
“Biagi” (L. 14/02/2003,n°30), dal Dlgs 276/2003 artt, 47-53; circ.
ministeriale 14 ottobre 2004 n°40
L’art 47 ne definisce tre tipologie
a) contratto di apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di
istruzione e formazione
b) contratto di apprendistato professionalizzante per il conseguimento
di una qualificazione professionale attraverso una formazione sul
lavoro e un apprendimento tecnico-professionale
c) contratto di apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per
percorsi di alta formazione
Si rivolge ai giovani di età compresa tra 15-18 per i tipo a) (assolto
“l’obbligo scolastico”) 18- 29 anni non compiuti tipo b) e c)
Un giovane che abbia compiuto il 15 esimo anno, può rivolgersi anche
ai Centri per l’impiego presenti sul territorio, per consultare le offerte di
lavoro e usufruire della preselezione sulle richieste di personale pervenute
dalle aziende oppure deve attivarsi contattando direttamente le aziende
presso le quali sarebbe interessato a svolgere l’attività lavorativa.
La durata del rapporto di apprendistato è stabilita dai Contratti
Nazionali di Lavoro e dal Dlgs 276/2003; il diritto-dovere alla
istruzione/formazione ha una durata massima di 3 anni v.art 48/276;
l’apprendistato professionalizzante può durare da 2 a 6 anni (v art.49),
per la terza tipologia è in fase di definizione in accordo con le Regioni. (v.
art.50). I centri per l’impiego hanno funzione di collettore per segnalare i
percorsi formativi offerti dalla agenzie accreditate, restando libero
l’apprendista di optare per i corsi che preferisce seguire.
Il giovane usufruisce di 2 tipologie di formazione:
ƒ formazione interna all’azienda, impartita sul luogo di lavoro,
finalizzata a far acquisire all’apprendista le abilità professionali
richieste dal lavoro al quale deve essere avviato;
ƒ formazione esterna all’azienda, svolta durante l’orario di lavoro in
strutture formative esterne all’azienda, appositamente accreditate.
La durata minima della “formazione esterna” nei contratti di
apprendistato è di 120 ore annue, per i giovani in obbligo formativo (1518 anni) le ore di formazione esterna annue sono 240 finalizzate
all’acquisizione di conoscenze tecnico-professionali nonché alle
competenze organizzative, relazionali, gestionali e sulla sicurezza nel
luogo di lavoro.
La formazione esterna si articola in tre aree di base, trasversale e
professionalizzante.
Le competenze di base sono finalizzate al recupero delle abilità
linguistiche e matematiche indispensabili per operare nell’ambiente di
lavoro.
Le competenze trasversali sono quelle che il lavoratore deve
possedere, qualunque sia il settore in cui presta la sua opera fanno
riferimento a competenze quali: la diagnosi, la comunicazione, la presa di
decisioni.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Apprendistato
Le competenze professionalizzanti sono finalizzate all’acquisizione
di abilità specifiche nel settore lavorativo prescelto.
Il contratto prevede la figura del tutor aziendale. Un lavoratore
dell’impresa ha il compito di affiancare l’apprendista durante tutto il
periodo di apprendistato, per fargli sviluppare le competenze necessarie al
lavoro e curare l’integrazione tra le iniziative esterne all’azienda e la
formazione sul luogo di lavoro. In particolare il tutor provvede ai necessari
collegamenti con la struttura di formazione esterna all’azienda, allo scopo
di valorizzare il percorso di apprendimento ed esprimere le proprie
valutazioni sulle competenze acquisite, ai fini dell’attestazione finale, che
viene rilasciata dal datore di lavoro al termine del periodo di
apprendistato.
Al termine dell’esperienza di apprendistato il datore di lavoro
attesta le competenze professionali acquisite dal ragazzo.
Le competenze certificate, valutate da apposite commissioni, costituiscono
credito formativo per il passaggio tra i vari sistemi di
istruzione/formazione.
(vedi D.M. n° 86 del 3 dicembre 2004)
SETTORI
Artigianato Artistico oreficeria
Artigianato del legno
decorazione restauro
Elettricisti
Fabbricazione articoli da
viaggio
Fabbricazione mobili
Idrulico
Pelletterie - Preparazione cuoio
Costruzioni
Confezioni vestiario
Fabbricazione e Lavorazione di
minerali
Fabbricazione macchine
e apparecchi meccanici elettrici
e informatici
Fabbricazioni prodotti
meccanici
Fabbricazione materie plastiche
Fabbricazioni pasta e carta
Fabbricazione prodotti metallo
Industrie alimentari e bevande
Industria del legno
Industria Tessile
Metalmeccanici
STRUMENTI
Recupero e preparazione per il
riciclaggio
Alberghi e ristoranti: addetto
alla cucina, addetto al
ricevimento, camerieri di sala.
Attività di organizzazioni
associative
Attività di servizi
Attività professionali e
imprenditoriali
Attività ricreative, culturali e
sportive
Editoria
Estetica - acconciature
Istruzione
Manutenzione autoveicoli
Noleggio Macchinari
Poste e telecomunicazioni
Ricerca e sviluppo
Sanità e altri servizi sociali
Trasporti
Turismo agenzia di viaggio
Assicurativo
Commercio
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SCHEDA – Autoimprenditoria (servizi per)
In relazione ai servizi per l’autoimprenditoria si possono distinguere tre
diversi livelli di azione:
ƒ Informazione e accoglienza in merito a:
-
opportunità di finanziamento, agevolazioni, sgravi fiscali
suddivise per idea d’impresa e appartenenza ad un target di
riferimento (giovani, donne, laureati);
-
caratteristiche generali del mercato del lavoro e del settore
produttivo d’interesse;
-
caratteristiche territoriali e della programmazione negoziata
(programmi di sviluppo locali, obiettivi comunitari specifici ob.2, patti territoriali, contratti d’area);
-
attori strategici locali e reti di relazioni: Camere di
Commercio, Associazioni di categoria; Business Innovation
Center (BIC); Enti locali; Centri per l’impiego.
ƒ Consulenza specialistica (interna ad un percorso formativo o attraverso
la modalità di colloqui individuali) finalizzata al raggiungimento dei
seguenti obiettivi:
-
definizione del contesto normativo entro il quale si colloca
l’idea d’impresa (forme d’impresa, normativa settoriale);
-
definizione e valutazione dell’idea d’impresa;
-
impostazione del piano di marketing;
-
redazione del Business Plan;
-
individuazione di possibili canali di finanziamento;
-
simulazione d’impresa;
-
sostegno per lo start up d’impresa;
ƒ Follow up: attività finalizzata a sostenere la “natalità” dell’impresa
attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:
-
consolidamento dell’impresa (entro 1 anno dalla nascita
dell’impresa)
-
sostegno alle aree funzionali critiche della neo impresa
-
impostazione di programmi di formazione continua
-
facilitazione nel raggiungimento di standard qualitativi
Normativa di riferimento:
Legge 95/95;
Legge 236/93;
Legge 608/96 (misure straordinarie per la promozione del lavoro autonomo);
Legge 135/97;
Legge 448/98;
DLgs. 21 aprile 2000, n.185;
D.M. 28 maggio 2001, n. 295
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Autonomia scolastica
L’autonomia delle istituzioni scolastiche è uno strumento necessario per
garantire, a tutti gli studenti, i livelli di istruzione indispensabili per
diventare cittadini protagonisti delle proprie scelte. L’autonomia deve
consentire la progettazione e realizzazione di azioni formative che,
tenendo conto dei diversi contesti e delle specifiche caratteristiche di ogni
studente,
garantiscano
il
successo
formativo
e
riducano
conseguentemente gli elevati tassi di dispersione e di abbandono.
In questa ottica il processo di insegnamento/apprendimento deve essere
al centro dell’attenzione: occorre capire quali sono le condizioni
necessarie per realizzare nel modo migliore questo processo.
Con l’attribuzione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche si vuole
abbandonare il pre-esistente modello rigido che, con un’impostazione
basata sulla omogeneità dell’offerta garantita dall’identità degli
adempimenti, non è in grado di rispondere a domande qualitativamente
diverse.Si istituisce una nuova concezione di governo dei processi che
deve orientare le scelte da compiere, i comportamenti da adottare e le
verifiche da attuare:
ƒ L’obiettivo principale non è più l’uniformità dell’offerta, ma la
congruità dei risultati;
ƒ I comportamenti non sono più dettati dalle direttive centrali, ma
dal rapporto tra obiettivi e contesto operativo;
ƒ Il controllo formale sugli adempimenti è sostituito dalla
valutazione sistematica del rapporto tra obiettivi programmati e
risultati ottenuti.
Gli strumenti dell’autonomia si ispirano ad un concetto che ribalta i
rapporti tra le istituzioni scolastiche ed il centro: tutto ciò che non è
esplicitamente vietato è consentito senza ulteriore autorizzazione.
Il DPR n°275/1999 indica agli artt. 4-7, le modalità di attuazione
dell’autonomia, in particolare:
AUTONOMIA DIDATTICA. Le istituzioni scolastiche possono adottare le
seguenti forme di flessibilità:
ƒ Articolazione modulare del monte annuale di ciascuna disciplina;
ƒ Definizione dell’unità d’insegnamento non coincidente con l’unità
oraria;
ƒ Attivazione di percorsi didattici individualizzati;
ƒ Articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa
o da diverse classi o da diversi anni di corso;
ƒ Aggregazione di discipline in aree ed ambiti disciplinari;
ƒ Percorsi formativi che coinvolgono più discipline.
I concetti nuovi e fondamentali che sottendono all’introduzione di queste
forme di flessibilità sono, da una parte il riconoscimento e la
valorizzazione delle diversità, dall’altra la richiesta, rivolta alle istituzioni
scolastiche, di assumere tutte le iniziative utili a garantire il successo
formativo: il successo non è più un traguardo individuale del singolo
studente ma un obiettivo assunto dall’istituzione scolastica nei confronti
di ogni studente.
AUTONOMIA ORGANIZZATIVA. L’impiego dei docenti e le modalità
organizzative sono ispirate alla promozione ed il sostegno dei processi
innovativi ed il miglioramento dell’offerta formativa; è consentita
l’attuazione delle seguenti forme di flessibilità:
ƒ Adattamenti del calendario scolastico in relazione alle esigenze
derivanti dal Piano dell’Offerta Formativa (POF), nel rispetto delle
competenze attribuite alle Regioni;
ƒ Programmazione plurisettimanale;
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Autonomia scolastica
ƒ Orario complessivo del curricolo e delle singole discipline.
Rimane il vincolo dell’articolazione delle lezioni in non meno di cinque
giorni settimanali ed il rispetto del monte ore annuale.
AUTONOMIA DI
RICERCA,
SPERIMENTAZIONE E SVILUPPO.
Nell’esercizio dell’autonomia, le istituzioni scolastiche gestiscono:
ƒ Progettazione formativa e ricerca valutativa;
ƒ Formazione ed aggiornamento del personale scolastico;
ƒ Innovazione metodologica e disciplinare;
ƒ Ricerca didattica sulla valenza delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione;
ƒ Documentazione educativa;
ƒ Scambi di informazioni, esperienze e materiali didattici;
ƒ Integrazione fra le diverse articolazioni del sistema scolastico, ivi
compresa la formazione professionale.
RETI DI SCUOLE. Le istituzioni scolastiche possono promuovere e/o
aderire ad accordi di rete per il raggiungimento delle proprie finalità
istituzionali. L’oggetto dell’accordo può essere riferito ad attività di
ricerca, sperimentazione e sviluppo, formazione ed aggiornamento,
acquisto di beni e servizi, amministrazione e contabilità (ferma restando
l’autonomia dei singoli bilanci), l’accordo può prevedere lo scambio
temporaneo di docenti.
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA (POF). Il DPR n°275/1999, all’art.3,
fornisce le indicazioni per la formulazione e l’adozione del POF che ha le
caratteristiche di:
ƒ Documento fondamentale dell’istituzione scolastica, né costituisce
l’identità culturale e progettuale sia a livello curricolare che
extracurricolare, tenendo conto sia dell’aspetto educativo che
organizzativo, ancorato in modo significativo alla realtà territoriale;
ƒ Nella sua formulazione tiene conto dei pareri formulati dai genitori
e dagli studenti.
Da questi due aspetti, e dal fatto che la formulazione e l’adozione del POF
richiedono la delibera sia del Collegio dei Docenti che del Consiglio
d’Istituto, si evince la portata di questo documento: rappresenta l’atto
costitutivo dell’istituzione scolastica intesa come comunità educante
pertanto tutte le componenti (docenti, ATA, genitori e studenti) sono
chiamate ad esprimere un loro parere.
IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO. (D.lgs. n° 165/2001)
Il dirigente scolastico assicura la gestione unitaria dell’istituzione
scolastica, ne ha la legale rappresentanza, è responsabile della gestione
delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio; spettano
al dirigente scolastico autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di
valorizzazione delle risorse umane. In particolare il dirigente scolastico
organizza l’attività scolastica secondo criteri di efficienza e di efficacia
formativa ed è titolare delle relazioni sindacali; promuove gli interventi
per assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle
risorse culturali, professionali, sociali ed economiche del territorio.
E’ evidente come la declinatoria delle competenze spettanti al dirigente
scolastico sia diversa da quella voluta per il capo d’istituto, riassumibile
nella funzione di promozione e coordinamento delle attività dell’istituto,
la cui normativa di riferimento è completamente indicata dal centro sia
sotto il profilo organizzativo che amministrativo.
STRUMENTI
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SCHEDA – Bilancio delle competenze
Gli obiettivi perseguiti da un percorso di Bilancio delle Competenze, e che
lo distinguono anche da altre tipologie di servizi per l’orientamento sono:
ƒ
Permettere all’utente di elaborare un’analisi e poi una sintesi delle
proprie competenze e potenzialità che possono essere reinvestite
nell’elaborazione e realizzazione di un progetto di inserimento sociale
e professionale;
ƒ
Conferire (trasferire) all’utente la capacità di acquisire in maniera
autonoma la capacità di autovalutazioni, di attivazione e di scelta;
ƒ
Contribuire allo sviluppo, rispetto a sé e al mercato del lavoro, di
quadri di riferimento socio-culturali e di registri emotivi appropriati
per reggere situazioni di transizione/cambiamento
e
per
investire/reinvestire sulla propria progettualità;
ƒ
Elaborare un progetto di sviluppo professionale finale
Caratteristica fondamentale del Bilancio delle Competenze è
favorire il riconoscimento delle competenze sviluppate nel corso
dell’esperienza professionale, scolastica e personale, al fine di un loro
potenziamento e/o trasferimento in nuovi contesti. E’ quindi uno
strumento indirizzato a persone che cercano una ricollocazione lavorativa
o che si trovino ad affrontare una transizione professionale/scolastica,
sia essa volontaria o forzata.
Il percorso di Bilancio delle Competenze si struttura in 3 fasi
operative:
1. accoglienza, dove sono introdotti i contenuti dell’attività e si pongono
le basi per il corretto svolgimento del percorso. Qui emergono i
fabbisogni
2. analisi del potenziale, articolato in aree di approfondimento e
riflessione, è il nucleo centrale dell’azione;
3. restituzione, elaborazione progetto finale, accompagnamento,
conclude il percorso monitorando al tempo stesso le azioni di avvio del
progetto professionale.
La durata di svolgimento ottimale del Bilancio delle Competenze
(escluso l’accompagnamento), è di 20/24 ore, lungo un tempo di 3-6
mesi. La sequenza delle attività, nell’ottica di una flessibilizzazione e
individualizzazione del percorso, pur non tralasciando nessuna delle aree
d'esplorazione o degli elementi di riflessione, non è rigida.
La fase di accoglienza si propone di introdurre, attraverso azioni
mirate, l’intervento di bilancio vero e proprio. In questa fase si effettua
una prima analisi della domanda allo scopo di valutare la reale necessità
di un intervento di bilancio di competenze o piuttosto di altro tipo di
servizio orientativo. L’utente del percorso è informato adeguatamente
sulle caratteristiche del servizio, ed in seguito si analizzano, mediante
colloquio, le caratteristiche personali, sociali e professionali, e si
approfondiscono i bisogni dell’utente. Questa fase permette di definire
esattamente gli obiettivi dell’intervento e delle varie fasi del percorso,
ponendo le basi per una corretta effettuazione del bilancio partendo dal
contratto di bilancio.
L’analisi del potenziale è il cuore dell’azione di Bilancio delle
Competenze, con l’obiettivo di individuare conoscenze, competenze,
STRUMENTI
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SCHEDA – Bilancio delle competenze
risorse psico-sociali dell’utente. E’ importante mettere in luce, analizzare
e valorizzare, i meccanismi e i processi di acquisizione delle competenze
stesse rispetto ai vari ambiti in cui esse sono state esperite. Le azioni
specifiche da svilupparsi in questa fase si riferiscono a 4 aree/dimensioni
di riflessione/elaborazione dell’utenza:
ƒ
leggere con maggiore consapevolezza
professionali e personali;
le
proprie
caratteristiche
ƒ
confrontarle con le opportunità offerte dal mercato del lavoro;
ƒ
individuare le risorse spendibili e/o da potenziare e mettere a fuoco le
competenze trasferibili (trasversali);
ƒ
facilitare e sostenere il processo di costruzione di ipotesi professionali
L’operatore di bilancio ha una funzione di facilitatore, di colui che
aiuta nella lettura e nell’interpretazione degli strumenti adottati, utili al
raggiungimento degli obiettivi previsti e non di valutatore
La restituzione del Documento di Sintesi (l’elaborato finale che
l’operatore restituisce all’utente), costituisce la conclusione del Bilancio
delle Competenze, in cui indicano gli elementi significativi e utili emersi
dal percorso realizzato e dall'elaborazione della relativa documentazione
scritta Di questo documento il soggetto è l'unico proprietario e lui
soltanto può deciderne l'utilizzo e le modalità di un'eventuale
divulgazione/socializzazione.
Il documento deve contenere:
ƒ
motivi della richiesta di bilancio da parte dal cliente (motivazioni,
circostanze, tipo di progetto professionale eventualmente ipotizzato);
ƒ
svolgimento e articolazione del percorso di bilancio: scansione
temporale, articolazione in colloqui individuali e sessioni di gruppo,
tappe principali in relazione agli obiettivi perseguiti;
ƒ
acquisizioni del bilancio, ovvero le informazioni e gli elementi più
importanti scaturiti dal percorso, che possono sostenere il progetto di
sviluppo professionale in relazione soprattutto a: il percorso formativo
e lavorativo, le aree di interesse e attività extra-professionali; le
competenze professionali;
ƒ
il progetto di sviluppo professionale e lavorativo (che può contenere
anche più ipotesi e individuare delle aree di competenza da acquisire
c/o sviluppare in funzione della sua realizzazione) e il piano d'azione.
Bibliografia minima
BRESCIANI P. G., Il bilancio di competenze degli operatori della FP - La sperimentazione in
provincia di Trento, in Professionalità n. 59, settembre/ottobre 2000
EFFE, Dalla biografia al progetto – Bilancio - portafoglio di competenze, Torino, Rosenberg
& Sellier, 2000
POMBENI M. L., Il colloquio di orientamento, Roma, Carocci, 1998
SELVATICI A., D'ANGELO M.G., (Acd), Il bilancio di competenze, Milano, Franco Angeli,
1999
ROSSI A., Il bilancio di competenze, in “Sviluppo e Organizzazione”
STRUMENTI
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SCHEDA – Certificazione delle competenze
Le caratteristiche degli interventi di percorsi integrati che si sviluppano
in un’ottica d’individualizzazione del percorso formativo, e si basano su
un sistema di obiettivi in termini di competenze, rispondono ad esigenze
di flessibilizzazione e personalizzazione dei percorsi formativi, che
valorizzano gli itinerari individuali. Rispondere adeguatamente a queste
esigenze è possibile solo attraverso la creazione di modalità che
consentano:
ƒ una reciproca “leggibilità” degli itinerari di sviluppo conoscitivo e
professionale effettuati dai singoli, sviluppando e rendendo
possibile la circolarità dei percorsi individuali;
ƒ
la possibilità di individuare unità minime (le competenze) di
conoscenza e abilità, reciprocamente riconoscibili, in linea di
principio, tra i 3 “sistemi” dell’istruzione, formazione e lavoro.
ƒ
una corrispondenza tra le conoscenze e le competenze acquisite in
tali percorsi, consentendo una loro “capitalizzazione” visibile e
condivisa dai diversi sistemi.
La valorizzazione dei percorsi formativi e professionali individuali implica
che i diversi percorsi siano articolati in segmenti singolarmente
certificabili e reciprocamente riconosciuti, in modo che a determinate
parti del percorso formativo corrispondano specifiche competenze
professionali, come parametro comune di riferimento. In questa
prospettiva cambia sostanzialmente l’ottica con cui si effettua la
certificazione: dall’attestazione relativa ai percorsi effettuati, si passa
all’individuazione delle competenze effettivamente acquisite, calibrando
su questa dimensione anche il riconoscimento dei crediti.
In questo modo è possibile riconoscere e certificare il possesso di crediti
formativi, attraverso l’adozione di uno stesso riferimento per leggere i
diversi segmenti di esperienza scolastica/formativa/professionale, con
una logica coerente e omogenea. Lo strumento del libretto formativo, in
questa prospettiva, si configura come una sorta di “carta di identità”
dell’individuo.
Bibliografia minima
Decreto Ministeriale n.174 del 31/05/2001;
Legge n°16 del 24/06/1997
Decreto legislativo n°112 del 31 marzo 1998;
Accordo Stato Regioni del 18 febbraio 2000
STRUMENTI
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SCHEDA – Counselling (orientativo)
Per Burnett (1977) il counselling consiste “nell’abilitare il cliente a
prendere decisioni riguardo a scelte di carattere personale, o problemi o
difficoltà speciali che lo riguardano direttamente”.
Per l’Associazione Britannica di Counselling (1985) si realizza
un intervento di counselling “quando una persona, che riveste
regolarmente o temporaneamente il ruolo di counselor, offre o concorda
esplicitamente di offrire tempo, attenzione e rispetto ad un’altra persona, o
persone, temporaneamente nel ruolo di cliente. Compito del counselling è di
dare al cliente un’opportunità di esplorare, scoprire e chiarire dei modi di
vivere più fruttuosi e miranti ad un più elevato stato di benessere”.
Il counselling rientra nel novero degli approcci propri delle
“relazioni d’aiuto”, ossia gli ambiti relazionali finalizzati alla promozione
di processi di comprensione, crescita, sviluppo, e comunque il
raggiungimento di un modo d’agire adeguato rispetto al contesto
problematico. E’ dunque un approccio che interviene in situazioni in cui
l’operatore di counselling (il counselor) cerca di favorire, una
valorizzazione delle risorse personali dell’utente ed una maggiore
possibilità/capacità di espressione. La “relazione d’aiuto” ha una
potenzialità applicativa molto ampia, ed è dunque attivata in molteplici
“ambiti”, ma in ogni caso il suo tratto distintivo è la specificità costituita
dall’aspetto metacognitivo, ed in particolare la finalità di dar luogo a
relazioni umane impostate in modo consapevole, controllato e
intenzionale, padroneggiando razionalmente abilità che indivisibili dalle
caratteristiche personali degli individui.
Il counselling nasce come modalità di aiuto psicologico in ambiti
diversi da quello dell’orientamento e/o della formazione professionale, ed
è sviluppato a partire dagli anni ‘30 da Rollo May e Carl Rogers in
opposizione alla psicanalisi. Carl Rogers struttura poi nel suo lavoro più
importante “Counselling and Psycoterapy” (1942) i presupposti teorici
derivati dalla precedente esperienza sul campo. La peculiarità
metodologica del counselling è l’approccio non direttivo, che cambia
sostanzialmente i termini della relazione d’aiuto, soprattutto perché
sposta il “focus” dal ruolo dell’operatore/esperto a quello del
cliente/utente dei servizi. In questo caso, al contrario di quanto avviene
nell’approccio psicoterapeutico tradizionale, il successo del servizio non
dipende esclusivamente dall’operatore. Anzi, l’attore principale del
processo è il cliente/utente e l’aiuto, in questa chiave di lettura, non
consiste nel proporre soluzioni quanto piuttosto contribuire nella
rimozione degli ostacoli (emozionali, cognitivi, oggettivi impedimenti
esterni al soggetto) rendendo possibile l’emersione di energie e
potenzialità che l’utente possiede.
Dunque scopo del counselling è:
1. Offrire ad una persona l’opportunità di esplorare;
2. scoprire;
3. rendere chiari, gli schemi di pensiero e di azione, per aumentare il
proprio livello di consapevolezza.
STRUMENTI
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SCHEDA – Counselling (orientativo)
In termini operativi, l’attività di counselling è suddivisibile in tre fasi, in
sequenza, che comunque non presuppone delle norme procedurali rigide e
astratte:
1. riconoscimento e alla definizione del problema. Secondo Di Fabio ci
si dovrebbe concentrare sulla persona e non sul problema;
2. ridefinizione e focalizzazione del problema, il lavoro è finalizzato a
determinare, attraverso riformulazioni figura-sfondo, incrinature
dello schema mentale del soggetto, fino a quando quest’ultimo non
è disponibile ad eliminarlo per elaborarne uno nuovo (anche
diverso da quello che il counselor preventivava);
3. gestione del problema da parte del cliente, dunque facilitazione del
processo decisionale, che rimane comunque autogestito. Per
facilitare una decisione si intende:
- pervenire alla definizione del problema in termini di
obiettivo concreto,
- formulazione
di
stategie
per
il
conseguimento
dell’obiettivo;
- valutazione di ogni strategia proposta;
- scelta di una strategia;
- valutazione dei tempi richiesti;
- verifica della congruità della scelta.
Bibliografia fondamentale
Di Fabio A., Counseling, Giunti, Firenze 1998.
Di Fabio A., Psicologia dell’orientamento, Giunti, Firenze 1999.
Pombeni M.L., Il colloquio di orientamento, NIS, Roma 1996
Carkhuff R., L'arte di aiutare. Guida per insegnanti, volontari e operatori sociali
Erickson, Trento 1992.
Castelli C., Venini L., Psicologia dell’orientamento scolastico e professionale,
Angeli, Milano 1996.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Consulenza individuale
Aiutare - attraverso colloqui individuali o per piccoli gruppi - a fare
il punto su di sé, sulla propria situazione formativa o lavorativa e a
predisporre un progetto professionale.
E’ un servizio di supporto personalizzato alla scelte formative e
professionali. Attraverso il confronto con un esperto (specialisti
qualificati) si avvia un percorso di riflessione e di definizione di un
progetto professionale che tenga conto dei vincoli e delle possibilità
connesse al proprio curriculum di studi, alle caratteristiche e attitudini
personali e al contesto socio economico.
La metodologia usata prevede l’utilizzo di strumenti che
favoriscono l’autodiagnosi delle proprie caratteristiche e competenze e la
definizione del piano d’azione per realizzare il proprio obiettivo
professionale, anche in collegamento con altre tipologie di servizi.
La consulenza trasforma il rapporto operatore-utente in una più
accentuata "relazione di aiuto", soprattutto in riferimento alla conoscenza
di sé, (delle proprie capacità, competenze, aspirazioni, attitudini) e al
supporto alla scelta di percorsi di avvicinamento al mondo del lavoro.
Attraverso la consulenza si realizza un’ analisi e una diagnosi più
approfondita dei bisogni e delle competenze, fornendo una consulenza
personalizzata ed un supporto alla definizione di percorsi per
l’occupabilità. La consulenza è prevalentemente offerta all’interno di
colloqui e attività individuali, ma in funzione di particolari percorsi
possono essere previste sessioni di gruppo su tematiche specifiche.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Crediti formativi
Il sistema di crediti nei percorsi integrati deve garantire il riconoscimento
delle competenze rispetto a due ambiti:
ƒ
interno: al fine di costruire percorsi individualizzati che
prevedano anche un itinerario più breve o l’ingresso/uscita in
itinere degli allievi;
ƒ
esterno: per consentire il proseguimento nel sistema scolastico
e/o di formazione professionale, nonché per facilitare l’ingresso
nel mondo del lavoro e lo sviluppo dei percorsi di sviluppo
professionale.
Nel caso di crediti verso l’interno, si tratta di “crediti didattici”,
utilizzabili per riconoscere all’allievo competenze maturate in ambito
disciplinare conseguite attraverso percorsi formativi e professionali
precedenti.
Per il riconoscimento di crediti formativi rispetto all’ingresso in
percorsi universitari è possibile far riferimento al sistema universitario di
crediti, valido a livello europeo, lo European Credit Transfer System
(ECTS). Secondo questo sistema, il credito è costituito da un valore
numerico compreso tra 1 e 60 (necessariamente standardizzato), il quale
è associato ad ogni unità di corso prevista dal curricolo, in modo da
descrivere il carico di lavoro minimo richiesto all’utente per completarla.
E’ importante sottolineare che i crediti formativi sono valutati
considerando il complesso delle attività di lavoro necessario all’utente per
completare positivamente il periodo di studio previsto dal corso: lezioni,
attività sperimentali e pratiche, seminari, stage, lavoro individuale,
elaborati, tesi, ed altre attività in grado di essere valutate.
Nel caso in cui le competenze siano maturate all’interno del
sistema del lavoro, dove ad oggi non esistono forme di certificazione
definite, è possibile procedere all’individuazione di competenze non
formalizzate attraverso strumenti quali questionari o bilanci delle
competenze (che in questo caso non avranno finalità esclusivamente
autovalutative).
STRUMENTI
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SCHEDA – Curriculum europeo
FORMATO EUROPEO
PER IL CURRICULUM
VITAE
INFORMAZIONI PERSONALI
Nome
Indirizzo
Data di nascita
Nazionalità
Telefono
Fax
E-mail
Sede di servizio
Titolo di studio
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_______________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
________________________________________________
ESPERIENZA LAVORATIVA
• Date (da – a)
_________________________________________________
[ Iniziare con le informazioni più recenti ed elencare separatamente ciascun
impiego pertinente ricoperto. ]
• Tipo di azienda o settore
• Principali mansioni e responsabilità
Titolarità dell’insegnamento (se
docente)
Posizione giuridica all’interno dell’I.S.
Classe e/o classi di insegnamento
per le quali si è abilitato
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Titoli
Corsi
Abilitazioni
Specializzazioni
Altro
CAPACITÀ E COMPETENZE
PERSONALI
Acquisite nel corso della vita e della
carriera ma non necessariamente
riconosciute da certificati e diplomi
ufficiali.
MADRE LINGUA
ALTRE LINGUE
• Capacità di lettura
• Capacità di scrittura
• Capacità di espressione orale
STRUMENTI
_________________________________________________
________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
[ Indicare quale lingua ]
[ Indicare il livello: eccellente, buono, elementare. ]
[ Indicare il livello: eccellente, buono, elementare. ]
[ Indicare il livello: eccellente, buono, elementare. ]
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SCHEDA – Curriculum europeo
CAPACITÀ E COMPETENZE
RELAZIONALI
Vivere e lavorare con altre persone, in
ambiente multiculturale, occupando posti
in cui la comunicazione è importante e in
situazioni in cui è essenziale lavorare in
squadra (ad es. cultura e sport), ecc.
CAPACITÀ E COMPETENZE
ORGANIZZATIVE
Supporti organizzativi
Biblioteca
C.I.C
tutoraggio
Corsi 3^ area
Corsi post-diploma, IFTS,integrazione
altro
[ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ]
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
______________________
[ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ]
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
_________________________________________________
Distinguere: funzioni organizzative coordinamento/ progettazione..ecc.
Funzione docente/tutor
________________________________________________
[Figure strumentali/area/ a.s. ]
_________________________________________________
_________________________________________________
[Collaboratore del dirigente scolastico/funzione/a.s.]
_________________________________________________
CAPACITÀ E COMPETENZE
TECNICHE
Con computer, attrezzature specifiche,
macchinari, ecc.
CAPACITÀ E COMPETENZE
ARTISTICHE
ALTRE CAPACITÀ E COMPETENZE
[ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ]
_________________________________________________
_________________________________________________
______________________________________________
[ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ]
_________________________________________________
_________________________________________________
[ Descrivere tali competenze e indicare dove sono state acquisite. ]
Competenze non precedentemente
indicate
_________________________________________________
PATENTE O PATENTI
_________________________________________________
ULTERIORI INFORMAZIONI
[ Inserire qui ogni altra informazione pertinente, ad esempio persone di
riferimento, referenze, altre esperienze lavorative, ecc.
]__________________________________________________
__________________________________________
ALLEGATI
[ Se del caso, enumerare gli allegati al CV.]__________________
Ai sensi del DLgs 196/2003 autorizzo al trattamento dei dati personali.
Il sottoscritto consapevole delle conseguenze penali e civili derivanti da false attestazioni, dichiara sotto la propria responsabilità, che quanto sopra
esposto corrisponde al vero e si impegna a fornire all’istituto eventuali variazioni e/o integrazioni a quanto dichiarato.
Firma _______________________________
STRUMENTI
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SCHEDA – Diritto dovere all’istruzione e formazione
Nel sistema dell’Istruzione negli ultimi anni si sono succedute importanti
e diverse modalità per elevare il numero degli italiani in possesso di un
diploma o qualificazione professionale più elevata.
Obbligo scolastico e obbligo formativo sono stati i due canali sui quali si è
maggiormente discusso: l’obbligo scolastico viene elevato ai 15 anni dalla
L 9/1999 mentre l’obbligo formativo viene introdotto ex novo nel nostro
sistema dalla L. 17 maggio 1999, n. 144, articolo 68 e regolato dal dlgs
Di seguito è riportato nei punti salienti il decreto di attuazione del
diritto/dovere di cui alla L.53/2003
ART. 1 (Diritto-dovere all'istruzione e alla formazione)
La Repubblica promuove l'apprendimento in tutto l'arco della vita
[omissis]L'obbligo scolastico di cui all'articolo 34 della Costituzione,
nonché l'obbligo formativo, introdotto dalla legge 17 maggio 1999, n. 144,
articolo 68 e successive modificazioni, sono ridefiniti ed ampliati, come
diritto all'istruzione e formazione e correlativo dovere.
La Repubblica assicura a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione,
per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una
qualifica di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Tale
diritto si realizza nelle istituzioni del primo e del secondo ciclo del
sistema educativo di istruzione e di formazione, costituite dalle istituzioni
scolastiche e dalle istituzioni formative accreditate dalle Regioni e dalle
Province autonome di Trento e Bolzano, anche attraverso
l'apprendistato....[omissis], secondo livelli essenziali di prestazione
definiti a norma dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della
Costituzione.
I genitori, o chi ne fa le veci, che intendano provvedere privatamente o
direttamente all'istruzione dei propri figli, ai fini dell'esercizio del dirittodovere, devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e
darne comunicazione anno per anno alla competente autorità, che
provvede agli opportuni controlli... [omissis]
ART. 2 (Realizzazione del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione)
Il diritto-dovere ha inizio con l'iscrizione alla prima classe della scuola
primaria, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 19 febbraio
2004, n. 59, fatta salva la possibilità di frequenza della scuola
dell'infanzia di cui al medesimo decreto legislativo.
Le scuole secondarie di primo grado organizzano, in raccordo con le
istituzioni del sistema educativo di istruzione e formazione del secondo
ciclo ed i competenti servizi territoriali, iniziative di orientamento ai fini
della scelta dei percorsi educativi del secondo ciclo, sulla base dei
percorsi di ciascun allievo, personalizzati e documentati.
I giovani che hanno conseguito il titolo conclusivo del primo ciclo sono
iscritti ad un istituto del sistema dei licei o del sistema di istruzione e
formazione professionale di cui all'articolo 1, comma 3, fino al
conseguimento del diploma liceale o di un titolo o di una qualifica
professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età,
fatto salvo il limite di frequentabilità delle singole classi ai sensi
dell'articolo 192, comma 4 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297
...[omissis] All'attuazione del diritto-dovere concorrono gli alunni, le loro
famiglie, le istituzioni scolastiche e formative, nonché i soggetti che
assumono con il contratto di apprendistato, di cui all'articolo 48 del
decreto legislativo 10 settembre 2003, n.276, ed il tutore aziendale di cui
al comma 4, lettera f) del predetto articolo,
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SCHEDA – Diritto dovere all’istruzione e formazione
ART. 3 (Sistema nazionale delle anagrafi degli studenti)
....., l'anagrafe nazionale degli studenti presso il Ministero dell'istruzione,
dell'università e della ricerca opera il trattamento dei dati sui percorsi
scolastici, formativi e in apprendistato dei singoli studenti a partire dal
primo anno della scuola primaria,.
Le anagrafi regionali per l'obbligo formativo, già costituite ai sensi
dell'articolo 68 della legge 17 maggio 1999, n.144 e successive
modificazioni, sono trasformate in Anagrafi regionali degli studenti che
contengono i dati sui percorsi scolastici, formativi e in apprendistato dei
singoli studenti a partire dal primo anno della scuola primaria. [omissis]
ART. 4 (Azioni per il successo formativo e la prevenzione degli abbandoni)
[omissis] Nell'ambito della programmazione regionale e nel rispetto del
quadro normativo delle singole Regioni, le scuole secondarie di primo
grado possono organizzare, in raccordo con le istituzioni del sistema
educativo di istruzione e formazione del secondo ciclo ed i servizi
territoriali previste dalle Regioni stesse, iniziative di orientamento e azioni
formative volte a garantire il conseguimento del titolo conclusivo del
primo ciclo di istruzione, anche ad integrazione con altri sistemi.
ART. 5 (Vigilanza sull'assolvimento del diritto-dovere e sanzioni)
Responsabili dell'adempimento del dovere di istruzione e formazione sono
i genitori dei minori o coloro che a qualsiasi titolo ne facciano le veci, che
sono tenuti ad iscriverli alle istituzioni scolastiche o formative. Alla
vigilanza .....provvedono:
il Comune, ove hanno la residenza i giovani che sono soggetti al predetto
dovere;
il dirigente dell'istituzione scolastica o il responsabile dell'istituzione
formativa presso la quale sono iscritti ovvero abbiano fatto richiesta di
iscrizione gli studenti tenuti ad assolvere al predetto dovere;
la Provincia, attraverso i servizi per l'impiego in relazione alle funzioni di
loro competenza a livello territoriale; [omissis]
In caso di mancato adempimento del dovere di istruzione e formazione si
applicano a carico dei responsabili le sanzioni relative al mancato
assolvimento dell'obbligo scolastico previsto dalle norme previgenti.
ART. 6 (Gradualità dell'attuazione del diritto-dovere all'istruzione e alla
formazione)
In attesa dell'emanazione dei decreti legislativi inerenti il secondo ciclo di
istruzione e di istruzione e formazione professionale, dall'anno scolastico
2005-2006, l'iscrizione e la frequenza gratuite di cui all'articolo 1, comma
5, ricomprendono i primi due anni degli istituti secondari superiori e dei
percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale realizzati
sulla base dell'accordo in sede di Conferenza unificata del 19 giugno
2003. )[omissis]
ART. 7 (Monitoraggio)
Il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e il Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, avvalendosi dell'Istituto per lo
Sviluppo della Formazione professionale dei Lavoratori (ISFOL),
dell'Istituto nazionale di documentazione per l'innovazione e la ricerca
educativa (INDIRE) e dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema
educativo di istruzione e di formazione (INVALSI) effettuano annualmente
il monitoraggio sullo stato di attuazione del presente decreto...[omissis]
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SCHEDA -
European computer driving licence (ECDL)
La European Computer Driving Licence (ECDL) – ossia Patente Europea
di Guida del Computer – è un sistema di certificazioni che attestano la
capacità di saper usare il personal computer a diversi livelli di
approfondimento e di specializzazione.
ECDL costituisce uno standard di riferimento internazionale in quanto si
caratterizza per:
ƒ completezza, con una struttura articolata su vari livelli
ƒ uniformità, poiché i test sono identici in tutti i Paesi (garantendo così
la circolarità del titolo)
ƒ neutralità rispetto ai vendor, essendo aperto alle diverse piattaforme
tecnologiche,da quelle “proprietarie” a quelle “open-source”
Nell’ambito del programma ECDL si distinguono tre livelli:
Core, Advanced e Specialised.
ECDL Core - E’ la certificazione di base, attestante che chi lo possiede ha
l’insieme minimo delle abilità necessarie per poter lavorare col personal
computer nelle usuali applicazioni d’ufficio. Per conseguire il diploma
ECDL Core si devono superare i seguenti sette esami (non è richiesto
alcun prerequisito):
ƒ Concetti teorici di base
ƒ Uso del computer e gestione dei file
ƒ Elaborazione testi
ƒ Foglio elettronico
ƒ Basi di dati
ƒ Strumenti di presentazione
ƒ Reti informatiche (Internet – Posta Elettronica)
Un diploma intermedio (ECDL Start) si può ottenere superando quattro esami a
scelta tra quelli sopra indicati.
ECDL Advanced - E’ la certificazione per l’utente evoluto del computer,
che attesta una competenza più approfondita di alcuni moduli dell’ECDL
Core. Più precisamente, sono previsti i seguenti moduli:
ƒ Elaborazione testi
ƒ Foglio Elettronico
ƒ Basi di dati
ƒ Strumenti di presentazione
Gli esami di ECDL Advanced sono indipendenti tra loro e ognuno comporta un
diploma a sé.
ECDL Specialised - E’ la certificazione per chi utilizza il computer per
applicazioni specialistiche, quali:
ƒ Computer Aided Design (CAD)
ƒ Web publisher
ƒ Multimedialità
Nel mondo,il programma ECDL è operativo in 135 Paesi. E’ presente,
infatti, oltre che in tutte le nazioni europee, in Paesi come Cina, India,
Australia, Sud Africa, Emirati Arabi, Canada, Argentina ecc. I test sono
disponibili in 35 lingue diverse.
In Italia, ECDL ha ormai un’ampia diffusione ed è riconosciuto dalle
Istituzioni – a livello sia centrale che regionale – e nella Pubblica
Amministrazione. Attualmente esistono circa 3.000 sedi d’esame
accreditate da AICA (Test Center ECDL), distribuite su tutto il territorio
nazionale, presso le quali vengono effettuati ogni mese oltre 100.000
esami, mediante un sistema di test automatizzato.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – European Credit Transfer System ECTS
Per comprendere cosa sia l’ E.C.T.S. ( Sistema Europeo di Trasferimento
Crediti), si rimanda alle voci → credito formativo e credito scolastico
L’ E.C.T.S. si inserisce dunque più in generale nel sistema dei crediti,
ovvero è un modo di descrivere un programma di studi attribuendo dei
crediti alle sue componenti.
Il sistema europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti è un
sistema incentrato sullo studente e basato sul carico di lavoro richiesto
ad uno studente per raggiungere gli obiettivi di un corso di studio,
obiettivi
preferibilmente
espressi
in
termini
di
risultati
dell'apprendimento e di competenze da acquisire.
L'ECTS è stato introdotto nel 1989 nell'ambito del programma Erasmus,
oggi parte del programma Socrates. L'ECTS è l'unico sistema di crediti
che sia stato testato ed usato con successo in Europa.
L'ECTS è stato inizialmente concepito per il trasferimento dei crediti. Il
sistema facilitava il riconoscimento di periodi di studio all'estero,
aumentando così la qualità ed il volume della mobilità studentesca in
Europa.
Negli ultimi anni l'ECTS si è evoluto in un sistema di accumulazione, da
utilizzare a livello istituzionale, regionale, nazionale ed europeo. Questo è
uno dei principali obiettivi della Dichiarazione di Bologna del giugno
1999.
(www.crui.it/crui/ECTS/cosa_e.htm)
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA - I percorsi di Istruzione Formazione tecnica
Superiore
I.F.T.S.
Rappresenta un canale integrato tra Scuola-F.P.-Università-Mondo del lavoro,
rivolto a giovani ed adulti diplomati, per rispondere alla domanda di figure
professionali tecniche di livello medio alto.Gli elementi costitutivi di tali percorsi
sono rintracciabili nei seguenti aspetti:
ƒ una integrazione dei soggetti istituzionali e delle strutture formative del
territorio;
ƒ un forte legame con i fabbisogni di professionalità connessi alla
programmazione dello sviluppo economico;
ƒ uno stretto raccordo con il mondo del lavoro,
ƒ un'offerta aperta e flessibile, centrata sulle condizioni di partecipazione dei
soggetti, che preveda anche la fruizione dei percorsi da parte di adulti occupati
e non;
ƒ il potenziamento della funzione formativa dell'esperienza di lavoro.
Al fine di garantire il rispetto delle finalità generali dei percorsi di IFTS, è
indispensabile che la loro progettazione tenga conto di alcune componenti basilari
che sono:
1.L'analisi dei fabbisogni di professionalità e la definizione della figura
professionale.E’ necessario partire dall'analisi dei fabbisogni di professionalità del
contesto economico-produttivo locale (a breve e medio periodo), attraverso
strumenti , che vanno dall'esame di fonti statistiche e dei risultati di indagini
specifiche (Organismi bilaterali delle Parti sociali, Osservatori regionali, Camere di
Commercio, Associazioni professionali e di categoria, ecc.) Occorre verificare che
tali fabbisogni non siano soddisfatti dall'attuale offerta formativa. Devono quindi
essere tradotti in fabbisogni formativi specifici, individuando le competenze e/o le
figure professionali di riferimento per tali percorsi, anche in relazione alle direttrici
di sviluppo socio-economico del territorio, quali patti territoriali,contratti d’area ecc.
Per la definizione della figura professionale si dovrà tener conto della dimensione
europea, sia in termini di regolamentazione comunitaria dell'esercizio delle
professioni, che in termini di mobilità lavorativa all'interno dei paesi membri.
La descrizione della figura professionale sarà effettuata, a partire dall'analisi dei
compiti e delle mansioni da svolgere, secondo tipologie di competenze di base
tecnico-specialistiche e trasversali
2.Pogettazione del percorso formativo :deve mantenere coerenza tra gli aspetti
didattici e quelli gestionali-organizzativi. La progettazione didattica dei percorsi di
IFTS deve assicurare l'acquisizione di conoscenze e competenze di elevato
contenuto teorico e applicativo; per tale obiettivo si dovrà tener conto di:
ƒ l'analisi del target dei destinatari e delle loro condizioni di partecipazione ,
prevedendo eventuali moduli di omogeneizzazione, con modalità differenziate
(iniziali, in itinere, ecc.);
ƒ la scansione modulare del percorso in unità di apprendimento, al fine di
consentire una verifica in itinere degli apprendimenti e la certificazione delle
competenze acquisite, anche in relazione all'attribuzione di crediti formativi e
all'eventuale riduzione dei percorsi;
ƒ la struttura del percorso, in termini di bilanciamento delle attività di aula,
laboratorio, esercitazioni, tirocinio, ecc.);
ƒ l'utilizzo di metodologie e tecnologie didattiche interattive;
ƒ il coinvolgimento di operatori con diverse funzioni (coordinatori, docenti, tecnici,
esperti, tutor d'aula e aziendali, ecc.), in relazione alle diverse fasi e obiettivi del
percorso.
Aspetti cruciali della progettazione didattica sono:
ƒ le misure di accompagnamento (informazione, orientamento, consulenza
formativa e professionale, supporto individuale, monitoraggio degli abbandoni,
inserimento lavorativo);
ƒ la formazione dei formatori;
ƒ le attività di tirocinio gestite in modo integrato rispetto a: obiettivi del corso,
attività d'aula e propensioni professionali dei corsisti;
ƒ l'individualizzazione dei percorsi, prevedendo modalità differenziate di fruizione
degli stessi, e con la possibilità di entrate ed uscite in itinere
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA - I percorsi di Istruzione Formazione tecnica
Superiore
I.F.T.S.
Le caratteristiche strutturali del percorso, alle quali si devono riferire i progetti di
IFTS, sono:
ƒ un numero di allievi pari a 20, fino a un massimo di 30 solo nei casi in cui la
didattica d'aula preveda una prevalente strutturazione in gruppi di lavoro (il
numero massimo può essere ampliato solo nel caso dell'utilizzo della FaD);
ƒ la durata da 2 a 4 semestri, comunque non inferiore alle 1.200 ore;
ƒ l'attività di tirocinio non inferiore al 30% del monte ore totale;
ƒ la docenza composta per almeno il 50% da esperti provenienti dal mondo della
produzione, delle professioni e del lavoro;
ƒ la differenziazione delle sedi di attività didattica,
La pluralità dei soggetti coinvolti richiede
attenzione alla progettazione
organizzativa dei percorsi di IFTS. Ai fini dell'efficacia formativa è fondamentale
porre attenzione alle seguenti fasi:
ƒ le modalità di gestione per favorire la più ampia integrazione dei soggetti e delle
risorse;
ƒ la selezione dei partecipanti: analisi dei prerequisiti;
ƒ le modalità di accoglienza: esplorazione delle motivazioni individuali;
valutazione delle competenze in ingresso attraverso strumenti codificati, quali il
bilancio di competenze, al fine di valutare i crediti/debiti in ingresso; definizione
del patto formativo;
ƒ l'organizzazione del corso, con particolare attenzione a modalità differenti di
partecipazione tali da favorire l'accesso di adulti occupati e non
3. Il Comitato tecnico-scientifico composto da rappresentanti dei diversi soggetti
coinvolti, per la gestione integrata dei percorsi, ha responsabilità di coordinamento
e supervisione.
4. La valutazione e la certificazione:il processo di valutazione dei percorsi IFTS
va definito in relazione a due aree:
1) la valutazione interna al percorso, relativa agli apprendimenti, condotta in diverse
fasi (prove di verifica di fine modulo, valutazione per insiemi di competenze, ecc.);
auto-valutazione; valutazione delle esperienze pratiche e di tirocinio. Inoltre i
corsisti possono esprimersi in merito alla qualità delle componenti del progetto
(organizzazione, docenti, materiali, tirocini, ecc.).
2) la valutazione esterna, relativa agli aspetti di: congruità tra progetto formativo,
esiti formativi ed occupazionali; qualità del percorso formativo e del progetto in
generale; prestazioni dei formatori e delle strutture formative; grado e modalità di
integrazione dei soggetti coinvolti; ecc. Essa richiede un'azione di monitoraggio in
itinere del percorso, affidata alla responsabilità del comitato tecnico-scientifico,
fin dal momento della progettazione.
Il canale IFTS presuppone un sistema integrato di certificazione, valido sia per la
prosecuzione dell'iter formativo nel canale universitario, sia per il riconoscimento di
qualifiche professionali di II livello da parte delle Regioni.
La certificazione rilasciata al termine del corso è costituita da un attestato finale di
IV livello europeo spendibile in ambito nazionale e da una qualifica professionale
Un punto innovativo è rappresentato dalla possibilità di riconoscimento a livello
europeo delle competenze acquisite, ai fini della mobilità lavorativa e di altre
esperienze formative.
Standard di costo: è riferito a un corso di formazione di 1200 ore, è composto dalle
seguenti categorie di spesa con la relativa aliquota di quota ammissibile
A - Spese insegnanti
50%
B - Spese allievi
15%
C - Spese di funzionamento e gestione
15 %
D - Altre spese ivi compresi i servizi di accompagnamento (*) 20 %
Normativa di riferimento: Nota operativa, Accordo Stato Regioni. Per la parte finanziata 440/97 circ.
n.98/95 del 12.8.95 pubblicata nel suppl.to ordinario n.99 alla G.U. serie gen n. 188 del 12.8.95;
n.101/97 del 17.7.97 pubblicata nella G.U. n.175 del 29.7.97.
Per la quota regionale vedi Norme Regionali in materia di gestione fondi FSE
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA- Istituto nazionale Documentazione per
l’Innovazione e la Ricerca Educativa INDIRE
L’Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca
Educativa, nasce con il Dlgs n. 258/1999 che stabilisce la trasformazione
della BDP (Biblioteca di Documentazione Pedagogica) in ente nazionale di
ricerca e di documentazione in ambito educativo.
Indire ha sede nel centro di Firenze, nel quartiere di Santa Croce,
all’interno del rinascimentale Palazzo Gerini, ristrutturato all’inizio del
‘900 dall’ architetto Michelucci che ne ha progettato anche il mobilio
interno.
Indire si occupa di:
ƒ formazione: attraverso PuntoEdu, l’ambiente integrato di
apprendimento online utilizzato per l’aggiornamento di centinaia di
migliaia di insegnanti italiani, interamente sviluppato e gestito da
Indire. PuntoEdu offre percorsi formativi strutturati e
personalizzabili, utilizzando i più avanzati strumenti tecnologici;
ƒ ricerca e documentazione: Indire fa ricerca applicata e teorica su
formazione,
comunicazione,
educazione
e
linguaggi
di
documentazione per un’archiviazione intelligente e condivisibile
della memoria; cura e gestisce un sistema nazionale di
documentazione delle ricerche educative e delle esperienze
d’innovazione didattica, sviluppa una rete informativa comparata
sui sistemi educativi in Europa e sui corsi di Istruzione e
Formazione Tecnica Superiore (IFTS),
ƒ progetta e realizza archivi online di risorse e strumenti utili per la
didattica;
ƒ comunicazione: Indire fa ricerca sulla teoria e i linguaggi della
comunicazione, sostenendo gli insegnanti nella loro professione
per una formazione di qualità.
ƒ relazioni internazionali: dal 1995 Indire è Agenzia nazionale
Socrates, ente che gestisce per l’Italia tutte le azioni e le misure
dell’omonimo programma europeo. Dal 2001 si occupa anche della
gestione dei contratti del progetto Erasmus.
Indire è inoltre partner di European Schoolnet, una rete che coinvolge
più di 26 Ministeri europei dell’educazione con l’obiettivo di promuovere
in ambito educativo la conoscenza e l’uso delle Tecnologie
dell’Informazione e della Comunicazione (TIC).
Indire custodisce un prezioso patrimonio storico contenente gli archivi
privati di illustri esponenti della pedagogia italiana e una vasta raccolta
di materiali scolastici prodotti dalle scuole tra la fine degli anni Venti e la
prima metà degli anni Sessanta del Novecento.
( si può accedere on-line al sito ufficiale dell’INDIRE, sia dall’indirizzo
www.indire.it , sia dalle pagine del MIUR)
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Inserimento lavorativo
Le attività di inserimento lavorativo, prenderanno in considerazione le
diverse forme di lavoro: autonomo, dipendente, nel settore pubblico e
privato, ecc. Tale servizio, in particolare, prevede il coinvolgimento delle
strutture per l’impiego, in quanto costituisce uno dei possibili canali che
facilitano l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, e deve quindi
integrarsi con le strutture presenti nel territorio.
Il servizio opererà soprattutto nella fase conclusiva del percorso,
prevedendo comunque momenti finalizzati alla conoscenza del mercato
del lavoro specifico, delle competenze contestuali della figura
professionale anche in itinere.
Gli obiettivi espliciti degli inserimenti lavorativi possono essere così
sintetizzati:
ƒ
favorire la conoscenza dei partecipanti in merito alle diverse
opportunità del mercato del lavoro, in relazione alle specifiche
competenze professionali oggetto del percorso formativo;
ƒ
creare canali di collegamento con agenzie/soggetti che operano
nel campo del reclutamento, selezione, collocamento lavorativo
ƒ
realizzare momenti di incontro diretto tra i soggetti del mercato
del lavoro di specifici settori/aree e gli utenti interessati ad
inserirsi in esso
ƒ
promuovere forme di incontro con i soggetti operanti nel lavoro
autonomo per la promozione della creazione d’impresa da parte
degli allievi interessati
ƒ
creare uno strumento informativo periodico sulla specifica
domanda di lavoro
L’attività è svolta attraverso l’attivazione di seminari e/o giornate
informative, diffusione delle informazioni derivanti dall’analisi delle
richieste di professionalità specifiche, collegamento a banche dati sulle
opportunità di lavoro relative alla figura professionale considerata,
incontri con le aziende del territorio interessate dalla specifica
professionalità oggetto del percorso formativo.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA - Istituto Nazionale per la Valutazione del
Sistema scolastico. I.N.Val.Si
I compiti attribuiti all’Istituto ( ex C.E.D.E.) , dopo gli ultimi
interventi legislativi in materia di valutazione legati direttamente
alla riforma del sistema scolastico, riguardano :
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del sistema di
istruzione nel suo complesso ed analiticamente – ove opportuno
anche per singola istituzione scolastica – inquadrando la
valutazione nazionale nel contesto internazionale;
studio delle cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica,
con riferimento al contesto sociale e alle tipologie dell’offerta
formativa;
conduzione di attività di valutazione sulla soddisfazione
dell’utenza;
fornitura di supporto e assistenza tecnica all’amministrazione
per la realizzazione di autonome iniziative di valutazione e
supporto alle singole istituzioni scolastiche, anche mediante la
predisposizione di archivi informatici liberamente consultabili;
- valutazione degli effetti degli esiti applicativi delle iniziative
legislative che riguardano la scuola;
valutazione degli esiti dei progetti e delle iniziative di
innovazione promossi in ambito nazionale;
assicurazione della partecipazione italiana ai progetti di ricerca
internazionale in campo valutativo e nei settori connessi
dell’innovazione organizzativa e didattica.
Recentemente , l’ I.N.Val.Si ha curato per conto del MIUR la
somministrazione nelle scuole di
ogni ordine e grado dei
questionari per la rilevazione degli standard di competenza ,
nell’ambito del Progetto Pilota P.I.S.A.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Istituto Regionale di Ricerca Educativa
I.R.R.E
Gli Istituti Regionali di Ricerca Educativa si trovano nei capoluoghi
di regione, si occupano di ricerca in campo educativo, di formazione in
servizio, di azioni a supporto dell'autonomia scolastica. Gli IRRE,
sottoposti a supervisione del Ministero dell'Istruzione, hanno autonomia
amministrativa. Sono regolati dal D.P.R. 6 marzo 2001, n.190 dal quale
riportiamo alcune indicazioni generali sull’attività e sulla funzione degli
Istituti.
Funzioni degli Istituti regionali di ricerca educativa
1. Gli Istituti regionali di ricerca educativa, di seguito denominati:
"I.R.R.E.", sono enti strumentali dell'amministrazione della pubblica
istruzione, dotati di personalita' giuridica e autonomia amministrativa e
contabile, a norma dell'articolo 76 del decreto legislativo 30 luglio 1999,
n. 300.
2. Gli I.R.R.E., nel quadro degli interventi programmati dagli uffici
scolastici di ambito regionale e delle iniziative di innovazione degli
ordinamenti scolastici, tenendo anche conto delle esigenze delle
comunita' e degli enti locali e delle regioni, svolgono funzioni di supporto
alle istituzioni scolastiche e alle loro reti e consorzi, nonché agli uffici
dell'amministrazione, anche di livello sub regionale. Tali funzioni si
esplicano in attività' di ricerca nell'ambito didattico-pedagogico e
nell'ambito della formazione del personale della scuola, per lo
svolgimento delle quali gli I.R.R.E. si coordinano con l'Istituto nazionale
di documentazione per l'innovazione e la ricerca educativa, con le
università e le altre agenzie formative.
3. Gli I.R.R.E. supportano l'autonomia delle istituzioni scolastiche in
modo particolare mediante:
a) collaborazioni e partecipazione attiva alla progettazione e
attuazione di programmi di ricerca educativa e della relativa
sperimentazione in tutti gli ambiti di cui all'articolo 6 del decreto
del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, anche con
riguardo alle problematiche concernenti le minoranze linguistiche,
l'immigrazione,
l'integrazione
dei
soggetti
svantaggiati,
l'integrazione europea, l'educazione degli adulti e la prevenzione
dell'abbandono e della dispersione scolastica;
b) collaborazioni alla costruzione di percorsi formativi per il personale
della scuola coerenti con le scelte di programmazione dell'offerta
formativa;
c) selezione, individuazione e comunicazione alle scuole di particolari
progetti formativi cui le stesse possono partecipare in Italia e
all'estero;
d) partecipazione e collaborazione per l'attivazione di un sistema di
scambio di documentazione tra le istituzioni scolastiche;
e) collaborazione all'elaborazione di proposte per l'innovazione degli
ordinamenti didattici a norma dell'articolo 11 del decreto del
Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275;
f) approfondimento degli obiettivi formativi e delle competenze
connesse con i diversi curricoli ai fini dell'innovazione
metodologica e disciplinare.
4. Gli I.R.R.E. si coordinano e collaborano con l'Istituto nazionale di
valutazione del sistema dell'istruzione, al fine di favorire la diffusione
delle metodologie e delle pratiche di valutazione e di autovalutazione.
5. Gli I.R.R.E., per il raggiungimento dei fini istituzionali, possono
avvalersi anche delle competenze degli ispettori tecnici. (art. 1 del D.P.R.
6 marzo 2001, n.190)
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Libretto formativo ( delle competenze)
Il libretto formativo è il documento finalizzato a documentare e
valorizzare le competenze degli individui e favorire al contempo il riconoscimento
dei crediti da apprendimento formale, non formale ed informale. E’ quindi uno
strumento che consente di mettere insieme - in forma coerente e leggibile - i
diversi elementi che fanno riferimento a singole parti del percorso individuale,
sia esso scolastico, formativo o lavorativo. Assume una valenza rilevante,
laddove permetta l’identificazione e la riconoscibilità di competenze all’interno di
percorsi formativi che non prevedono qualifiche/specializzazioni finali, oppure
nel caso di percorsi completati soltanto in parte dall’utente. Ad oggi non esistono
modelli standard o criteri definitivi di redazione dei libretti, ma solo singole
sperimentazioni.
Proprio perché non ancora standardizzato (benché definito a livello
nazionale), il libretto formativo costituisce una componente sperimentale
importante di un percorso formativo. E’ fondamentale che dal libretto emergano
in modo evidente le caratteristiche del percorso che ha consentito all’individuo di
sviluppare determinate competenze, anche in termini di crediti formativi
maturati.
E’ uno strumento nato all’interno del sistema della formazione
professionale, a cui fanno riferimento diverse sperimentazioni regionali, con
denominazioni diverse (per esempio certificato di competenza, libretto di
certificazione, passaporto formativo, portfolio delle competenze, ecc.). La sua
appartenenza al sistema della formazione, ad oggi, rende rara la presenza di
libretti formativi prodotti all’interno del sistema scolastico o in quello del lavoro.
Proprio nell’ottica di percorsi formativi integrati, in cui si riconosce valore
formativo all’apporto dell’esperienza professionale, è invece fondamentale che la
totalità delle esperienze dell’individuo sia certificata e riportata all’interno del
libretto formativo. A questo scopo, dovrebbe essere possibile rendere accessibili
le informazioni contenute nel libretto formativo sia al singolo individuo, quanto
ai soggetti formativi o del mondo del lavoro. E’ pertanto necessario che sia scritto
in modo chiaro, consentendo la lettura degli elementi in esso contenuti su di un
piano duplice: in quanto parti di un unico percorso complessivo e come aspetti
che, pur se in termini di apporti differenziati, siano comparabili tra di loro.
Per la sua costruzione è necessario quindi porre attenzione a due aspetti
fondamentali:
ƒ
il numero e la qualità delle informazioni contenute, cercando di ridurre
queste ultime a quelle maggiormente rilevanti (normalmente le competenze
acquisite);
ƒ
le chiavi di codificazione condivise, che consentano di comparare le diverse
tipologie di esperienze e le relative competenze secondo un unico modello e
linguaggio di riferimento.
Fin dal momento del suo ingresso nel percorso formativo, dovrebbero
essere registrate sul libretto formativo individuale:
ƒ
il percorso scolastico e formativo effettuato, evidenziando le specifiche
caratteristiche, ove possibile;
ƒ
le competenze professionali pregresse, anche con riferimento ad esperienze
lavorative o extra-lavorative, effettuate in modo parziale o in campi diversi.
Bibliografia minima
ACCORDO STATO-REGIONI del 18 febbraio 2000;
DECRETO LEGISLATIVO 276/03
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Misure di accompagnamento
Le misure di accompagnamento si compongono di attività diverse, messe
a punto dal sistema degli attori che compongono l’offerta formativa,
educativa, lavorativa e istituzionale del territorio, messe a disposizione
dell’utente dei servizi attraverso le agenzie formative. Queste misure
rendono fruibile per l’utenza una rete di servizi presenti sul territorio,
finalizzati a soddisfare una serie di bisogni differenziati, che vanno dalla
scelta del percorso formativo, all’esigenza di riqualificazione a quella della
ricerca di lavoro. Anche se ciascuna misura di accompagnamento
richiede competenze e attività differenziate, è possibile che il ruolo di
coordinamento di ogni servizio sia svolto in parallelo da un numero
limitato di persone, con specifiche competenze professionali.
Tra le misure di accompagnamento più tipiche da prevedere all’interno
della progettazione integrata, particolare attenzione deve essere posta alle
seguenti:
1. Informazione
2. Orientamento
3. Consulenza individuale
4. Inserimenti lavorativi
Un supporto informativo adeguato costituisce un aspetto
essenziale dell’esercizio del diritto allo studio e alla formazione. Nel
territorio sono già presenti strutture operanti con questa finalità,
pertanto la logica progettuale deve incentivare la strutturazione di reti di
relazioni e partnership. Le azioni di informazione devono essere
sviluppate soprattutto in fase di avvio dei percorsi, e comunque garantite
con continuità durante il loro svolgimento, attraverso modalità da
definire, per consentire gli eventuali ingressi o uscite in itinere degli
allievi. Gli obiettivi sono quelli di garantire la capillare diffusione
dell’informazione sullo specifico percorso formativo, rispondere alla
domanda individuale di informazione relativamente agli aspetti specifici
del percorso formativo, offrire un supporto informativo rispetto all’offerta
formativa di tipo superiore esistente sul territorio e fornire il necessario
collegamento con i servizi informativi locali. Tra le attività previste, si
possono ipotizzare sportello informativi individuali (anche on-line),
collegamento a banche dati sull’offerta formativa del territorio, giornate
informative, azioni di pubblicizzazione (stampa, televisione, radio,
internet, ecc.) con produzione di materiali ad hoc. Le attività indicate non
sono da intendersi come uniche o esclusive: talvolta i bandi europei,
regionali o provinciali, esplicitano tali misure in termini di obiettivi del
progetto.
L’orientamento [vedi scheda] si configura come un supporto
all’utente in un duplice momento: all’ingresso del percorso, per aiutarlo
nella scelta e nella predisposizione di un percorso di formazione
individualizzato in alcuni aspetti e all’uscita dal percorso, per assisterlo
nell’eventuale scelta di proseguire verso ulteriori opportunità formative.
La consulenza individuale è un’attività personalizzata, sul
modello del counselling, che mira a sostenere l’allievo durante il
percorso formativo e a prevenirne l’abbandono. Attraverso tale servizio
sarà possibile seguirlo fin dal momento della costruzione del percorso
individualizzato, coordinandosi con il servizio di orientamento, e aiutarlo
nel corso dell’intervento formativo in relazione a diversi fattori
(apprendimento, motivazione, relazioni, ecc.) che condizionano il
successo formativo.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Misure di accompagnamento
L’inserimento lavorativo ha invece la finalità di promuovere
l’incontro tra la potenziale domanda di lavoro e gli allievi in uscita dal
percorso interessati a trovare un’occupazione. La progettazione
formativa, soprattutto nei progetti integrati, deve fare ricorso alla
collaborazione con i soggetti del mondo del lavoro e si basa sulla pratica
dell’alternanza: queste stesse dinamiche facilitano ovviamente l’incontro
domanda e offerta di lavoro.
Bibliografia minima
PROGRAMMA SOCRATES, AZIONE 8, Misure di accompagnamento, Guida del
candidato in
http://europa.eu.int/comm/education/programmes/socrates/action8/action8_
it.html
PROGRAMMA COMENIUS, Misure di accompagnamento, Guida del candidato in
http://europa.eu.int/comm/education/programmes/socrates/comenius/accom
eas_it.html
PROGRAMMA GIOVENTU’, Misure di accompagnamento, Azione 5, in
www.gioventu.it/az5.htm.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA - Modulo
Nella pratica didattica, la parola modulo si ritrova largamente usata ,
intendendosi, nella sua accezione teorica più convincente come:
“ parte significativa, altamente omogenea e unitaria, di un più esteso
percorso formativo, disciplinare ( o anche multidisciplinare o
pluridisciplianre o interdisciplinare) programmato , in grado di assolvere
ben specifiche funzioni e di far perseguire obiettivi cognitivi ben precisi,
verificabili , documentabili e capitalizzabili” ( definizione proposta da G.
Dominici, L’organizzazione modulare e flessibile della didattica, Roma,
1997)
Nella pratica didattica la valenza del termine modulo può essere tuttavia
anche di tipo organizzativo: in particolare, l’autonomia scolastica ha
permesso di organizzare il curricolo all’interno delle singole istituzioni
secondo criteri di modularità che rispondono ad esigenze di flessibilità : il
monte orario disciplinare può ,ad esempio, essere organizzato in modo
flessibile prevedendo interventi differenziati sulle discipline nel corso
dell’anno scolastico , attraverso la nozione di monte-orario annuale e non
più attraverso una semplice suddivisione settimanale delle discipline.
L’articolazione modulare della didattica consente di :
ƒ Aggregare contenuti disciplinari omogenei secondo una logica non
necessariamente sequenziale
ƒ Garantire la promozione di conoscenze e competenze significative, tali
da modificare la mappa cognitiva e la rete di saperi precedentemente
posseduti
ƒ Certificare le competenze acquisite –alle quali corrisponderanno
altrettanti crediti formativi- e raggruppare nel portfolio individuale
dello studente le varie certificazioni.
L’approccio modulare è stato adottato in primo luogo nella formazione
tecnica., ed è stata soprattutto la formazione tecnica ad avvalersi negli
anni passati di questa metodologia didattica , e non casualmente
l’UNESCO ha dedicato due volumi dedicati all’approccio modulare , nel
1989 riguardante in particolare l’istruzione tecnica, nel 1991 la matrice
teorica dell’approccio modulare. Proprio l’UNESCO ha, inoltre, proposto
una interessante, prima definizione di “modulo” :
“ un contenuto informativo da trasmettere, che permette l’acquisizione di
competenze definite in termini di comportamento visibile”, rimandando
quindi ad alcune caratteristiche specifiche del modulo:
ƒ il rapporto
necessario fra i contenuti di un insegnamento e
competenze e abilità d acquisire
ƒ la necessità di poter “comporre” i moduli e giungere alla certificazione
delle competenze e quindi alla possibilità di capitalizzare i moduli .
Sempre secondo l’impostazione originaria dell’UNESCO, i moduli sono
segmenti ben valutabili, attraverso una valutazione essenzialmente
misurativa , oggettiva: per il completamento positivo di ciascun modulo si
assegnano punti di credito o unità di capitale , e dopo il completamento
di moduli lo studente può farsi valutare o anche autovalutarsi.
L’approccio modulare è quindi un sistema che permette di progettare i
contenuti rendendoli adatti a micro-contesti didattici. Il modulo è uno
strumento flessibile, adatto anche a percorsi brevi, che meglio asseconda
la tendenza del sistema formativo ( istruzione) a offrire percorsi sempre
più diversificati ( si pensi ai curricoli individualizzati, o alla logica delle
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SCHEDA - Modulo
“passerelle”, e nella prospettiva della riforma, ai passaggi fra sistemi). Il
principio modulare, la metodologia sopraindicata è in stretto raccordo
con il principio base dell’autonomia scolastica, che è quello di articolare
l’offerta formativa secondo la massima flessibilità.
La valenza formativa di una tale organizzazione dei saperi disciplinari
può essere raggiunta grazie a un’organizzazione interna dei moduli stessi
che prevede l’esplicitazione di una serie di “oggetti didattici”:
ƒ prerequisiti
ƒ obiettivi
ƒ verifiche per valutare il grado di apprendimento degli obiettivi
L’organizzazione in moduli dei contenuti prevede che essi vengano
liberamente giustapposti all’interno di una sequenza , decisa
dall’insegnante all’interno della programmazione individuale, con il
coinvolgimento opportuno dei Dipartimenti ( materie o aree affini) dei
consigli di classe, del collegio docenti.
All’interno di questa organizzazione , i prerequisiti rappresentano il punto
di partenza per affrontare il modulo o i moduli, e la loro esplicitazione
può avvenire facendo riferimento agli strumenti che li accertano ( test
d’ingresso ).
Gli obiettivi ( vedi scheda dettagliata) sono esplicitati all’interno del
modulo in termini di conoscenze, competenze e capacità, termini sui
quali in altre schede o parti del presente strumento si problematizzano le
basi teoriche e i rapporti fra i sistemi.
Le verifiche all’interno del percorso modulare sono costruite in modo da
accertare e misurare il livello di apprendimento dei contenuti in funzione
degli obiettivi dichiarati all’inizio del modulo.
Si prevedono verifiche di vario tipo nella pratica didattica, su cui ci
limiteremo a dare alcuni riferimenti generali:
ƒ prove a riposta chiusa , utili per la verifica delle conoscenze
ƒ prove a domande aperte , necessarie per verificare le competenze
ƒ prove orali , per testare la capacità relazionale e comunicativa nei
contesti disciplinari
Inoltre, si segnala, sempre a livello di integrazione fra sistemi, il lavoro di
riflessione svolto sulla didattica modulare non solo dal punto di vista
dell’autonomia organizzativa, ma dal punto di vista metodologico, una
delle principali risorse offerte dalle sperimentazioni recenti di percorsi
integrati.
Dalla classica lezione frontale di “trasmissione “ , la didattica modulare è
passata ad una serie di metodi e strumenti differenziati in funzione del
modulo da realizzare:
ƒ domande stimolo pere focalizzare l’attenzione
ƒ discussione in classe
ƒ realizzazione di esperienze ( produzione , ricerca, laboratorio)
ƒ introduzione della multimedialità
ƒ lezioni “esterne” ( visite guidate, incontri con esperti e simili)
ƒ utilizzo di schemi, mappe concettuali.
Il tutto nella logica fondamentale che presiede alla didattica modulare,
quella dell’insegnamento-apprendimento, e a maggior ragione in quella
particolare didattica realizzata soprattutto nei percorsi integrati che si
focalizza sull’orientamento e sulla valutazione e , talora, autovalutazione
delle competenze.
STRUMENTI
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SCHEDA – Obiettivi formativi
Alla base della progettazione dei percorsi formativi, indipendentemente
dalle specifiche caratteristiche della figura professionale oggetto
dell’intervento formativo, come anche della specificità di ogni progetto,
possono essere individuati alcuni elementi comuni:
ƒ
le competenze individuate devono avere una forte componente
contestualizzata, legata cioè al settore di attività e al contesto
territoriale in cui si esplicano. Il “luogo” in cui si svolge la specifica
attività professionale, ed i “clienti” esterni ed interni con cui si
relaziona. Per questo, i momenti di formazione teorica hanno
continui richiami nell’attività pratica in azienda, in modo da
attivare un processo di apprendimento che parte dall’esperienza
concreta, utilizzando criteri di ricerca (teoria) per la soluzione delle
singole situazioni problematiche (pratica);
ƒ
i percorsi di formazione devono articolarsi secondo unità modulari,
con la possibilità di fruizioni individualizzate e flessibili,
prevedendo momenti per la verifica delle competenze acquisite e la
programmazione di eventuali interventi di rinforzo/sostegno;
ƒ
ogni modulo formativo, ogni competenza acquisita dovrà essere
posta sempre in chiara connessione con le altre programmate, in
modo da garantire coerenza all’intero percorso formativo. I moduli
devono rispondere ad una duplice finalità: essere fortemente
articolati per consentire una flessibilità di fruizione; mantenere
però sempre correlati i diversi elementi con le competenze finali
previste.
Le misure di accompagnamento previste, devono essere integrate
strettamente al percorso formativo, e risultare coerenti rispetto alle
aspettative e problematiche del target-group destinatario delle azioni
formative.
STRUMENTI
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SCHEDA – Obiettivi didattici
Gli obiettivi didattici rappresentano le prestazioni osservabili e i
comportamenti che, secondo l’insegnante, possono costituire degli
indicatori o sintomi del conseguimento di certe acquisizioni
(cognitive, affettive o psicomotorie)
(L.Tartarotti “La programmazione didattica” Giunti)
Si possono distinguere vari livelli di obiettivi:
a) le finalità dell’educazione ( definite a livello extra
scolastico, politico)
b) gli obiettivi generali (consentono il passaggio dalle finalità
generali dell’educazione all’azione educativa concreta)
c) gli obiettivi operativi (costituiscono la descrizione di una
performance che gli allievi devono essere in grado di
mostrare per essere considerati competenti)
Gli obiettivi sono importanti per :
a) scegliere e programmare contenuti e metodi didattici;
b) per valutare e accertare la validità dell’istruzione;
c) per organizzare sforzi e attività verso il raggiungimento delle
mete didattiche.
La descrizione dell’obiettivo pertanto deve essere chiara, non
ambigua e fatta in termini di performance (ciò che lo studente deve
essere in grado di fare.) (da Mager “Gli obiettivi didattici” Giunti)
Un obiettivo operativo è ben formulato se è ben definito, se rende
possibile la rilevazione delle abilità ad esso sottese, se il suo
raggiungimento determina una modifica della mappa cognitiva
dell’allievo.
Pertanto un obiettivo deve essere: a. preciso; b. osservabile, c.
misurabile(Pellerey)
N.B. “Non è irragionevole pensare che un insegnante , il quale
sappia cos’è che sta cercando di fare, abbia maggiori possibilità di
riuscirvi di chi invece non lo sa.” (Wiseman)
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SCHEDA - Orientamento
L’orientamento pone al centro dell’intervento l’individuo,
affrontare e collegare tutti gli aspetti del suo “bisogno”:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
aiutandolo
ad
personale – scoperta delle proprie risorse;
di prospettiva professionale – sbocchi nella vita attiva;
di prosecuzione degli studi – quadro d’insieme dell’offerta formativa;
d’inserimento/percorso di carriera nel mondo del lavoro – come muoversi
sul mercato del lavoro.
Tutto questo tenendo conto dei tre ordini di variabili/vincoli che incidono sulle
sue decisioni:
ƒ Personali – attinenti alle caratteristiche individuali;
ƒ Sociali – attinenti al contesto familiare e geografico-culturale;
ƒ Strutturali o situazionali – attinenti al contesto economico locale, alle
opportunità formative, alle dinamiche dell’occupazione;
L’orientamento può essere attivato all’ingresso del percorso formativo, per
aiutare l’utente alla scelta, e favorire la predisposizione di un percorso di
formazione individualizzato in alcuni aspetti, oppure anche all’uscita dal
percorso, in questo caso come forma di assistenza nell’eventuale scelta di
proseguire verso ulteriori opportunità formative, oppure di entrare nel mondo del
lavoro.
In caso di attività di orientamento in ingresso, il servizio si collega
necessariamente con le altre attività previste dal progetto: in questo ambito è
strumentale soprattutto alla definizione del patto formativo. Nel caso sia attivato
ex-post, è in stretta correlazione con l’inserimento lavorativo, nel caso in cui la
propensione individuale sia verso il mondo del lavoro.
Le modalità privilegiate per le azioni di orientamento non dovranno
necessariamente riguardare il singolo utente, ma possono essere previsti
interventi per piccoli gruppi o utilizzando strumenti standardizzati, ad esempio
questionari, che consentono di rilevare i bisogni e le aspettative individuali.
Attività previste dall’orientamento:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Screening dell’utenza: registrazione dei dati anagrafici, esperenziali
(formativo/professionali) dell’utente;
Bilancio delle competenze individuali (attraverso strumenti standardizzati
e colloqui);
Colloqui orientativi brevi strutturati (consulenza individuale e
counselling) e non;
Attività di orientamento individuale finalizzato alla predisposizione dei
piani personalizzati di formazione;
Sportello per l’orientamento a disposizione degli utenti (con cadenza
periodica) anche on-line;
Orientamento di gruppo e/o tematico;
Collegamento a servizi di orientamento presenti nel territorio, come i
Centri per l’Impiego
Bibliografia minima
AJELLO A.M., MEGHNAGI S., MASTRACCI C., Orientare dentro e fuori la scuola,
Milano, RCS-La Nuova Italia, 2000.
BONCORI L., BONCORI G., L'orientamento. Metodi, tecniche, test, Roma, Carocci,
2002.
CASTELLI C., VENINI L. (a cura di), Psicologia dell'orientamento scolastico e
professionale. Teorie, modelli e strumenti, Milano, Franco Angeli, 2002.
ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della FOrmazione professionale dei Lavoratori),
Modelli e strumenti a confronto: una rassegna sull'orientamento, a cura di
GRIMALDI A., Milano, Franco Angeli, 2002.
POMBENI M.L., Il colloquio di orientamento, Roma, Carocci, 1996.
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SCHEDA – Osservatorio scolastico provinciale
L’Osservatorio Scolastico Provinciale (OSP) è un organismo di supporto
statistico e conoscitivo fondamentale non solo per la Provincia, ma per
tutti i soggetti, pubblici e non, che operano nel mondo della scuola.
Dati importanti sulla natalità, sulla struttura del sistema, sulla
consistenza attuale delle scuole in classi e alunni, sulla mobilità
territoriale degli studenti, sui risultati della scuola di ogni ordine e grado,
sul disagio e gli abbandoni.
Una base di dati utilissima per chi deve operare e governare il sistema
scolastico provinciale.. Una base di dati che si aggiorna ma che
progressivamente si estende anche ad aree e settori di analisi nuovi e che
è
destinata
a
crescere
ulteriormente,
quantitativamente
e
qualitativamente.
Di tale sforzo conoscitivo si avverte il bisogno anche e soprattutto a
livello provinciale, in considerazione delle nuove competenze attribuite
agli enti territoriali dal D.Lgs. 112/98: gli articoli 138 e 139 affidano a
Comuni, Province e Regioni competenze che è possibile esercitare solo
con una approfondita conoscenza dei sistemi scolastici locali.
Nel corso dell’anno 2003 si è rinnovato il Protocollo d’intesa tra i soggetti
coinvolti nell’alimentazione della banca dati dell’Osservatorio Scolastico
Provinciale (scuole, Comuni, Ufficio Scolastico Provinciale) che tra i suoi
obiettivi primari si prefigge di gestire le informazioni per il controllo
dell’adempimento dell’obbligo scolastico e dell’obbligo formativo/diritto
dovere all’istruzione..
La popolazione statistica che incrementa la banca dati dell'OSP è formata
dagli studenti frequentanti le scuole della provincia di Prato.
I dati relativi agli alunni sono richieste dall’OSP alle Istituzioni
scolastiche.
Il flusso dei dati è così organizzato:
I dati sono raccolti dalle segreterie scolastiche nei seguenti
momenti
1. nel periodo 1-15 febbraio di ogni anno per la fornitura ai Centri
per l'Impiego e dei Comuni degli elenchi nominativi degli alunni
soggetti rispettivamente all'obbligo formativo e all'obbligo
scolastico;
2. entro il mese di luglio, per la Scuola di Base, ed entro il mese di
agosto, per gli Istituti Superiori, di ogni anno per
l'implementazione della banca dati provinciale completa degli esiti
scolastici degli alunni.
3. entro il mese di dicembre per avere un monitoraggio effettivo della
situazione scolastica all’”inizio” dell’anno scolastico;
4. saranno possibili prelievi parziali durante l’anno scolastico, di dati
relativi a casistiche particolari (ritirati, trasferiti, ecc.); tali prelievi
saranno concordati con le singole unità scolastiche.
L’OSP di Prato costituisce, insieme alle analoghe strutture delle altre
Province Toscane, la base del sistema informativo scolastico regionale
(SISR) così come stabilito dalla Regione Toscana nel Piano di indirizzo
2001 e ribadito nel Piano di Indirizzo 2003.
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Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Patto formativo
Il patto formativo è uno dei servizi dell’ accoglienza e presuppone
che gli impegni sottoscritti da utenti ed enti erogatori dei servizi formativi
siano monitorati e verificati in itinere ed al termine del percorso
formativo, con tempi, strumenti e modalità definiti al momento della
stipula del patto stesso. La verifica finale è finalizzata a porre in relazione
i termini iniziali del patto con i risultati effettivamente raggiunti, risultati
rilevati con modalità condivise da entrambi i soggetti, per arrivare ad una
“risoluzione” del patto stesso. Il Patto formativo è situato all’inizio del
processo di erogazione del servizio di formazione, e costituisce un vero e
proprio “accordo” tra le parti finalizzato a raggiungere obiettivi
reciprocamente condivisi.
Si tratta di uno strumento fondamentale nel processo formativo, e
non di una mera convenzione formale, la cui importanza cresce in
relazione alla tipologia di utenza cui il percorso è rivolto, ma anche
relativamente alla durata e all’impegno del percorso formativo stesso. In
sintesi il patto formativo è finalizzato a:
ƒ assicurare adeguata chiarezza sui diritti/doveri di entrambi i
soggetti coinvolti.
ƒ individuare gli obiettivi formativi specifici in relazione al singolo
utente, per consentire successivamente la verifica/autoverifica del
loro raggiungimento;
ƒ valorizzare le capacità di analisi e programmazione del proprio
percorso formativo da parte dell’utente, sia rispetto agli obiettivi
individuati, sia per sostenere la motivazione ed il coinvolgimento
rispetto al percorso stesso;
ƒ promuovere azioni di monitoraggio e verifica del successo
formativo dei singoli utenti e di qualità dell’offerta elaborata.
Il patto formativo rientra in una visione del percorso formativo non
standardizzato, flessibile in quanto costruito anche contestualmente per
rispondere alle esigenze degli specifici percorsi personali e professionali.
In questa prospettiva l’utente è partecipe della definizione e
organizzazione del proprio percorso.
Bibliografia minima
CALAMICINI P., Accoglienza orientamento, patto formativo: un percorso possibile in
Percorsi 6, pp. 28-30, giugno 2000
ALBERT L., GALLINA V., LICHTNER M., Tornare a scuola da grandi, Milano, Franco
Angeli, 1998.
LICHTNER M., La qualità delle azioni formative. Criteri di valutazione tra esigenze di
funzionalità e costruzione del significato, Milano, Franco
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SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I)
1a
Il riferimento normativo fondamentale è rappresentato dalla Legge 104/92
"Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate." (Pubblicata in G. U. 17 febbraio 1992, n. 39, S.O.)
(DPR 24-2-94, L104/92)
Il Piano educativo individualizzato (P.E.I.), è il documento nel quale vengono
descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno
in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della
realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione.
Il P.E.I. deve essere formulato, congiuntamente :
•
•
•
•
dagli operatori sanitari individuati dalla ASL
dal personale insegnante curriculare ( nella scuola superiore il coordinatore
della classe) e di sostegno della scuola
con la partecipazione dell'insegnante operatore psico-pedagogico, sempre
prevista
in collaborazione con i genitori o gli esercenti la potestà parentale
dell'alunno.
Il P.E.I. tiene presenti i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di
socializzazione individualizzati, nonché le forme di integrazione tra attività
scolastiche ed extrascolastiche e contiene gli interventi finalizzati alla piena
realizzazione del diritto all'educazione, all'istruzione ed integrazione scolastica
dell'alunno in situazione di handicap.
Tali interventi possono essere:
•
•
•
•
•
•
•
i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione;
la programmazione didattica individualizzata;
le forme di integrazione tra attività scolastica ed extrascolastica;
l'orario generale della scuola e di permanenza dell'alunno in situazione di
handicap;
l'organizzazione integrata dei servizi eventualmente presenti di trasporto,
mensa, sostegno, assistenza, accompagnamento, rabilitazione;
i progetti di continuità;
I progetti di orientamento.
Altri aspetti legati alla redazione e attuazione del P.E.I.
Verifiche
Con frequenza, preferibilmente, correlata all'ordinaria ripartizione dell'anno
scolastico o, se possibile, con frequenza trimestrale (entro ottobre-novembre,
entro febbraio-marzo, entro maggio-giugno), i soggetti indicati al comma 6
dell'art. 12 della legge n. 104 del 1992, verificano gli effetti dei diversi interventi
disposti e l'influenza esercitata dall'ambiente scolastico sull'alunno in situazione
di handicap. Di prassi, nella scuola superiore gli incontri di verifica sul P.E.I. si
svolgono 2 volte l’anno.
Gli esiti delle verifiche devono confluire nel P.E.I.
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SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I)
1a
Valutazione dell'alunno con handicap
(art.16 L.104/92, art.318 D. Leg.vo 297/94, art.4 O.M.128 14-5-99 e
Ordinanze emanate annualmente dal MIUR a conferma e/ parziale modifica delle
precedenti)
Alunni con minorazioni fisiche e sensoriali
Nei confronti degli alunni con minorazioni fisiche e sensoriali non si procede, di
norma, ad alcuna valutazione differenziata; è consentito, tuttavia, l'uso di
particolari strumenti didattici appositamente individuati dai docenti, al fine di
accertare il livello di apprendimento non evidenziabile attraverso un colloquio o
prove scritte tradizionali.
Alunni con handicap psichico
Per gli alunni in situazione di handicap psichico la valutazione, per il suo
carattere formativo ed educativo e per l'azione di stimolo che esercita nei
confronti dell'allievo, deve comunque aver luogo. Il Consiglio di classe, in sede di
valutazione trimestrale o quadrimestrale e finale, sulla scorta del Piano
Educativo Individualizzato a suo tempo predisposto con la partecipazione dei
genitori nei modi e nei tempi previsti dalla C. M. 258/83, esamina gli elementi di
giudizio forniti da ciascun insegnante sui livelli di apprendimento raggiunti,
anche attraverso l'attività di integrazione e di sostegno, verifica i risultati
complessivi rispetto agli obiettivi prefissati dal Piano Educativo Individualizzato.
Valutazione normale
Ove il Consiglio di classe riscontri che l'allievo abbia raggiunto un livello di
preparazione conforme agli obiettivi didattici previsti dai programmi ministeriali
o, comunque, ad essi globalmente corrispondenti, decide in conformità degli i
artt. 2 e 3 dell'O.M.128 del 14-5-99 (valutazione normale e eventuale promozione
con debito formativo o con credito).
Valutazione differenziata
Qualora, al fine di assicurare il diritto allo studio ad alunni in situazione di
handicap psichico e, eccezionalmente, fisico e sensoriale, il piano educativo
individualizzato sia diversificato in funzione di obiettivi didattici e formativi non
riconducibili ai programmi ministeriali, il Consiglio di classe, fermo restando
l'obbligo della relazione di cui al paragrafo 8 della Circolare ministeriale n. 262
del 22 settembre 1988, valuta i risultati dell'apprendimento, con l'attribuzione di
voti relativi unicamente allo svolgimento del citato piano educativo
individualizzato e non ai programmi ministeriali. Tali voti hanno, pertanto,
valore legale solo ai fini della prosecuzione degli studi per il perseguimento degli
obiettivi del piano educativo individualizzato.
I predetti alunni possono, di conseguenza, essere ammessi alla frequenza
dell'anno successivo o dichiarati ripetenti anche per tre volte in forza del
disposto di cui all'art.316 del D.Lvo 16.4.1994, n.297. In calce alla pagella degli
alunni medesimi, deve essere apposta l'annotazione secondo la quale la
votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi ministeriali ed è adottata ai sensi
dell'art.4 della presente Ordinanza (O.M.128 del 14-5-99).
STRUMENTI
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SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I)
2a
Esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte
Gli alunni valutati in modo differenziato come sopra possono partecipare agli
esami di qualifica professionale e di licenza di maestro d'arte, svolgendo prove
differenziate, omogenee al percorso svolto, finalizzate all'attestazione delle
competenze e delle abilità acquisite. Tale attestazione può costituire, in
particolare quando il piano educativo personalizzato preveda esperienze di
orientamento, di tirocinio, di stage, di inserimento lavorativo, un credito
formativo spendibile nella frequenza di corsi di formazione professionale
nell'ambito delle intese con le Regioni e gli Enti locali.
Ripetenze
In caso di ripetenza, il Consiglio di classe riduce ulteriormente gli obiettivi
didattici del piano educativo individualizzato. Non può, comunque, essere
preclusa ad un alunno in situazione di handicap fisico, psichico o sensoriale,
anche se abbia sostenuto gli esami di qualifica o di licenza di maestro d'arte,
conseguendo l'attestato di cui sopra, l'iscrizione e la frequenza anche per la terza
volta alla stessa classe. Qualora durante il successivo anno scolastico vengano
accertati livelli di apprendimento corrispondenti agli obiettivi previsti dai
programmi ministeriali, il Consiglio di classe delibera in conformità degli artt 2 e
3 dell'O.M.128 14-5-99 (promozione con debito o credito formativo), senza
necessità di prove di idoneità relative alle discipline dell'anno o degli anni
precedenti, tenuto conto che il Consiglio medesimo possiede già tutti gli elementi
di valutazione.
Gli alunni in situazione di handicap che svolgono piani educativi individualizzati
differenziati, ripetenti la terza classe degli istituti professionali e d'arte, possono
frequentare, nel quadro dei principi generali stabiliti dall'art.312 e seguenti del
D.Lvo n.297/1994, lezioni e attività delle classi successive, sulla base di un
progetto - che può prevedere anche percorsi integrati di istruzione e formazione
professionale, con la conseguente acquisizione del relativo credito formativo concordato dai rispettivi consigli di classe al fine del raggiungimento degli
obiettivi educativi e del pieno sviluppo della persona, in attuazione del diritto allo
studio costituzionalmente garantito. Per gli alunni medesimi, che al termine
della frequenza dell'ultimo anno di corso, essendo in possesso di crediti
formativi, possono sostenere l'esame di Stato sulla base di prove differenziate
coerenti con il percorso svolto e finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui
all'art.13 del Regolamento, si fa rinvio a quanto previsto dall'art.17, comma 4,
dell'O.M. n.38/1999.
Consenso della famiglia alla valutazione differenziata
Qualora un Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata di
cui sopra, deve darne immediata notizia alla famiglia fissandole un termine per
manifestare un formale assenso, in mancanza del quale la modalità valutativa
proposta si intende accettata. In caso di diniego espresso, l'alunno non può
essere considerato in situazione di handicap ai soli fini della valutazione, che
viene effettuata ai sensi degli artt.2 e 3 dell'O.M.128 14-5-99 (valutazione
normale)
Annotazioni riguardanti la valutazione differenziata
Per gli alunni che seguono un Piano educativo Individualizzato differenziato, ai
voti riportati nello scrutinio finale e ai punteggi assegnati in esito agli esami si
aggiunge l'indicazione che la votazione è riferita al P.E.I e non ai programmi
ministeriali.
Prove d'esame (Relazione del Consiglio di classe, Prove equipollenti, Tempi più
lunghi, Assistenti per l'autonomia e la comunicazione)
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SCHEDA – Piano Educativo Individualizzaato (P.E.I)
2a
Trovano applicazione, in quanto connessi con il momento della valutazione, le
disposizioni contenute nelle circolari n.163 del 16 giugno 1983 e n.262 del 22
settembre 1988, paragrafi n.6) svolgimento dei programmi, n.7 prove scritte,
grafiche, scrittografiche, orali e pratiche e n.8) valutazione.
Al fine di facilitare lo svolgimento delle prove equipollenti previste dall'art.318 del
D.Lvo 16.4.1994, n.297, i Consigli di classe presentano alle Commissioni
d'esame un'apposita relazione, nella quale, oltre a indicare i criteri e le attività
previste al comma precedente, danno indicazioni concrete sia per l'assistenza
alla persona e alle prove d'esame sia sulle modalità di svolgimento di prove
equipollenti, sulla base dell'esperienza condotta a scuola durante il percorso
formativo.
Per l'esame di Stato conclusivo dei corsi, tale relazione fa parte integrante del
documento del Consiglio di classe del 15 maggio, come precisato dall'art.17,
comma 1, dell'O.M. n.38/1999.
Nell'ambito della scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni
handicappati sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per
l'effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di assistenti per
l'autonomia e la comunicazione. (art.318 del D.Lvo n.297/1994)
I tempi più lunghi nell'effettuazione delle prove scritte e grafiche, previsti dal
terzo comma dell'art.318 del D.Lvo n.297/1994, riguardano le ore destinate
normalmente alle prove ma non possono comportare di norma un maggior
numero di giorni rispetto a quello stabilito dal calendario degli esami.
I docenti di sostegno, a norma dell'art.315, comma quinto, del D.Lvo
n.297/1994, fanno parte del Consiglio di classe e partecipano, pertanto, a pieno
titolo alle operazioni di valutazione, con diritto di voto per tutti gli alunni della
classe.
Gli alunni handicappati sostengono le prove finalizzate alla valutazione del
rendimento scolastico o allo svolgimento di esami anche universitari con l'uso
degli ausili loro necessari.
Relazione finale
(C.M.262/88 par.8)
In sede di valutazione finale, il consiglio della classe frequentata da alunni con
handicap dovrà stilare una relazione che tenga conto del piano educativo
individualizzato e delle notizie fornite da ciascun insegnante.
Tale relazione dovrà indicare per quali discipline siano stati adottati particolari
accorgimenti didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte,
anche eventualmente in sostituzione parziale dei contenuti programmatici di
alcune discipline.
Sulla base di tutti gli elementi sopra indicati, possono essere predisposte prove
valutative differenziate per gli alunni con handicap psichico coerenti con il livello
degli insegnamenti impartiti e idonee a valutare il progresso dell'allievo in
rapporto con le sue potenziali attitudini e alle finalità dei programmi complessivi
del biennio o del successivo triennio di ciascun ordine di scuola.
STRUMENTI
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SCHEDA – Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F)
Il Piano dell'offerta formativa (P.O.F.) è la presentazione dell'Istituzione
Scolastica ai soggetti coinvolti e interessati sul territorio, ed esplicita
l'azione progettuale della scuola che opera in regime di autonomia.
È lo strumento in cui si integra coerentemente tutta la progettazione
curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che ciascuna
singola scuola adotta nell'ambito della propria autonomia.
Secondo quanto previsto dall’autonomia, nella costruzione e nella
declinazione del P.O.F. proprio per la sua valenza di “carta di identità “
dell’ Istituzione scolastica , devono essere indicati con chiarezza una serie
di punti , che servano a collocare le attività della scuola in regime di
autonomia nel territorio di riferimento.
Questi punti riguardano ( e naturalmente possono variare da Istituto a
Istituto)
1 - Il Contesto e i traguardi formativi
La collocazione dell’Istituto nel territorio, il suo rapporto con le
Istituzioni e la realtà economico-sociale dello stesso, la sua “storia”
rispetto al contesto,
rappresentano la necessaria premessa per
l’esplicitazione dei traguardi formativi che l’Istituto si propone, che
ovviamente hanno una stretta relazione con l’evoluzione del contesto
stesso.
2 - I profili professionali
Nel dettaglio, l’offerta formativa vera e propria che l’Istituto offre agli
studenti e alle loro famiglie, attraverso l’illustrazione dei percorsi
formativi presenti, i titoli di studio rilasciati, l’articolazione dei profili
professionali, i loro possibili sbocchi occupazionali, il dettaglio delle
conoscenze e competenze in uscita al termine dei percorsi proposti.
3 - La struttura dell’Istituto e l’organizzazione dell’Istituto
In questa sezione si danno informazioni sulle dotazioni della scuola
necessarie allo svolgimento della didattica ( aule, laboratori, uffici,
altre attrezzature e risorse) e si presenta la struttura organizzative
dell’Istituto, la sua articolazione dal punto di vista amministrativo, le
figure di riferimento per i vari settori di attività, didattiche, di supporto
e logistiche.
4 - L’organizzazione oraria
L’autonomia scolastica ha permesso di articolare l’orario attraverso
scelte flessibili che meglio possano rispondere alle esigenze degli alunni
e delle famiglie, e quindi all’interno del P.O.F. si danno una serie di
informazioni sulla gestione del monte orario annuale delle lezioni, sui
servizi aggiuntivi offerti, sui periodi dell’anno scolastico e simili.
5 - Il regolamento d’Istituto
In questa sezione si offrono informazioni sulle modalità di svolgimento
della vita scolastica, sull’accesso ai servizi di segreteria, alle strutture
della scuola, in una parola tutte quelle informazioni che lo studente
deve avere per poter vivere al meglio la sua esperienza nella comunità
scolastica, e che le famiglie devono conoscere per poter avere un
corretto e positivo rapporto con l’Istituzione scolastica.
7
- Le scelte pedagogico- didattiche e organizzative
E’ la parte del P.O.F. che più di ogni altra rappresenta la carta
d’identità dell’Istituzione scolastica.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Il Piano dell’Offerta Formativa (P.O.F)
Il progetto didattico - educativo dell’Istituto intende fornire un servizio
partendo dai bisogni degli allievi, ed è
impostato su
una
programmazione che si svolge a livello di Collegio dei docenti, Consiglio di
Classe, discipline o Dipartimenti per materie .
La Programmazione Educativa di Istituto, secondo quanto elaborato dal
Collegio dei Docenti, individua le finalità educative generali formazione
dell’uomo e del cittadino, quali ad esempio, promozione della crescita
globale degli studenti, valorizzazione della personalità degli studenti al fine
di realizzare scelte personali capacità di affrontare situazioni complesse
nello specifico professionale. In questa sezione del P.O.F. trovano poi
riferimenti precisi le scelte didattiche , gli obiettivi trasversali, la
programmazione disciplinare ed interdisciplinare, con relativi obiettivi di
apprendimento, e un riferimento inoltre agli strumenti di attuazione,
controllo e valutazione delle scelte metodologico-didattiche adottate.
Altre informazioni che possono trovare riferimento nel P.O.F. riguardano le
Aree di specializzazione, Progetti speciali ( gestiti in forma di partneriato,
o afferenti al Fondo Sociale Europeo, o ancora condotti in forma integrata)
, e tutti quei progetti che di anno in anno l’Istituto propone al territorio
attraverso l’utilizzazione delle risorse finanziarie di anno in anno
disponibili.
L’elencazione e una breve sintesi dei progetti in essere rappresenta un
‘ulteriore modalità di apparire sul territorio come riferimento per le scelte
educative e formative declinate nella parte introduttiva del P.O.F.
Monitoraggio e valutazione del P.O.F.
Il MIUR ogni anno, attraverso l’ INDIRE, effettua un monitoraggio del
P.O.F., consultabile da ciascuna scuola direttamente on-line. Il
monitoraggio prevede una serie di schede predisposte dove inserire le
informazioni che nello schema sopra proposto si sono elencate.
Attraverso gli IRRE, infine, sono state predisposte attività di formazione e
consulenza per la redazione dei POF, per la loro strutturazione, per tutti i
quesiti e le problematiche ad essi collegati.
All’interno dell’Istituto è , di norma, prevista una Commissione o un
gruppo di Progetto che annualmente verificano l’attuazione del P.O.F. e ne
sottopongono al Collegio eventuali variazioni all’inizio dell’anno scolastico
successivo, relativamente ad aspetti e problemi verificati in itinere.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Stage
Nell’ambito di un percorso formativo, lo stage rappresenta
un’esperienza “protetta”, una modalità formativa che si realizza
attraverso un’attività di lavoro. La formazione e l’orientamento
costituiscono le finalità principali dello stage: il contenuto formativo ed
orientativo predominano su quello lavorativo-professionale (Pedrizzi,
Castrovilli: 2001) Durante lo stage il soggetto puo’ mettersi alla prova in
un contesto lavorativo reale, orientare le proprie scelte professionali e
acquisire un’esperienza pratica concreta. L’esperienza formativa dello
stage si sviluppa in situazione e nel vivo dei rapporti professionali,
relazionali, sociali, organizzativi che caratterizzano un determinato
contesto lavorativo. In sintesi lo stage rappresenta una delle possibili
esperienze di integrazione tra ambiente formativo (scuola, formazione
professionale, università) e contesto di lavoro.
Lo stage si basa sia sulle conoscenze acquisite nel corso della fase
teorica di un percorso, che sul saper fare in via di formazione, e permette
di consolidare il proprio sapere essere. Esso è centrato sia sull’oggetto
che sul soggetto dell’apprendimento ed è finalizzato allo sviluppo di
capacità di autoformazione, di autonomia e di autostima (Di Nubila,
Fabbri, Margotta: 1999). Come fase pratica della formazione, lo stage
permette l’integrazione tra il sistema dell’istruzione/della formazione ed il
sistema produttivo, evitando una separazione troppo netta tra il tempo
della formazione e il tempo del lavoro.
In generale la tipologia di stage dipende dalla finalità del progetto
formativo e dagli obiettivi specifici definiti in fase di progettazione, che a
loro volta dipendono da altri fattori, tra i quali l’utenza coinvolta e la
tipologia di percorso formativo di cui lo stage fa parte. Possiamo
classificare due diverse tipologie di stage:
ƒ
stage conoscitivo (osservazione di attività svolta da altri)
ƒ
stage applicativo
affiancamento)
(attività
pratica
non
produttiva
svolta
in
La realizzazione dello stage passa attraverso varie fasi, che
possono essere sintetizzate come segue:
ƒ
fase di preparazione: rappresenta una prima definizione degli
obiettivi e degli ambiti formativi, della tempistica e delle modalità di
realizzazione dell’esperienza di stage.
ƒ
fase di progettazione: consiste nella definizione specifica di finalità,
obiettivi, contenuti, strumenti didattici, durata e tempi di
realizzazione dell’esperienza, modalità operative, criteri e modalità di
verifica e di valutazione.
ƒ
fase di realizzazione: prende avvio con l’inserimento in azienda dello
stagista e si sviluppa attraverso lo svolgimento delle attività indicate
nel progetto formativo di stage, predisposto dall’ente gestore in
accordo con l’azienda ospitante. Durante questa fase un tutor
didattico organizzativo ha il compito di monitorare l’andamento dello
stage, nonché di verificare il raggiungimento degli obiettivi specifici,
attraverso incontri di verifica e/o visite periodiche in azienda.
Parallelamente un tutor aziendale ha la funzione di facilitare
l’inserimento in azienda dello stagista, di creare le condizioni ideali
per permettere allo stagista di apprendere ed imparare ad apprendere
nel contesto aziendale di riferimento.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Stage
ƒ
fase di valutazione: si sviluppa ex ante, in itinere ed ex post rispetto
alla realizzazione dell’esperienza di stage, con l’obiettivo di verificare il
raggiungimento degli obiettivi individuati nella fase di progettazione
ed i risultati attesi, in termini di acquisizione delle competenze
tecnico- professionali e trasversali del profilo di riferimento.
La progettazione dello stage puo’ basarsi su diversi livelli di
inserimento (Di Nubila, Fabbri, Margotta: 1999), finalizzati ad un esito
positivo dell’esperienza, tra cui è importante sottolineare i seguenti:
ƒ
ƒ
ƒ
livello delle relazioni organizzative: per facilitare l’inserimento dello
stagista nel sistema di rapporti e flussi che caratterizzano un
contesto lavorativo specifico;
livello delle relazioni interpersonali: per permettere al partecipante di
stabilire rapporti interpersonali positivi e di “testare” la propria
capacità di inserimento;
livello produttivo: per applicare la propria preparazione nell’ambito
delle attività lavorative relative al contesto aziendale ed al profilo
professionale di riferimento.
Bibliografia minima:
Di Nubila R., Fabbri D., Margotta U., La formazione oltre l’aula: lo stage,
CEDAM, Padova 1999.
Pedrizzi T., Castrovilli E., Dalla scuola al lavoro. Manuale operativo per
una formazione efficace, La Nuova Italia, 2001.
Bresciani P.G. – Ghiotto G., Lo stage in azienda, “Collana scuola-lavoro”,
n° 8, Maggioli Editore, Rimini 1985
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Tirocinio
Il tirocinio può essere di tipo orientativo, con l’obiettivo di supportare il
soggetto nelle proprie scelte professionali, o di tipo formativo, finalizzato
all’acquisizione di pratiche lavorative attraverso un coinvolgimento nelle attività
concrete dell’azienda. Il tirocinio di formazione e di orientamento rappresenta una
soluzione particolarmente consona per quei soggetti che si affacciano per la prima
volta sul mercato del lavoro, configurandosi come un'opportunità per testare le
proprie capacità e le proprie attitudini professionali. In tal senso il tirocinio può
facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro, poiché può assumere un ruolo
determinante nell'esame di un curriculum o nell'ambito di un colloquio.
Il tirocinio prevede il coinvolgimento di tre soggetti (un tirocinante, un ente
promotore, ed un'azienda ospitante) e può svolgersi presso aziende, studi
professionali o altre strutture produttive private o pubbliche. L'ente promotore ha il
compito di vigilare sul corretto andamento del rapporto di tirocinio, funzione
esplicata attraverso la figura di un tutor che controlla la realizzazione del progetto
formativo e di orientamento appositamente redatto dall'azienda ospitante. Per le
aziende ospitanti il tirocinio può rappresentare uno strumento che facilita e
affianca l’attività di selezione di personale.
I soggetti che possono beneficiare di un tirocinio sono, oltre agli studenti
della scuola secondaria, anche i lavoratori inoccupati o disoccupati (compresi gli
iscritti alle liste di mobilità), gli studenti frequentanti attività formative postdiploma o post-laurea, gli studenti universitari, laureati o in dottorato e le persone
svantaggiate ai sensi della L.381/91 e soggetti portatori di handicap. Il tirocinio può
essere rivolto anche a cittadini di stati membri della comunità europea o a cittadini
extra comunitari.
L’ente promotore di un tirocinio è una struttura in grado di guidare il
processo di tirocinio, garantendone il buon funzionamento dalla fase di
progettazione a quella di monitoraggio fino alla fase conclusiva di valutazione, nel
rispetto della normativa. Funzione principale dell’ente promotore è quella di
permettere l’incontro tra aspettative del soggetto in tirocinio ed interessi
dell’azienda ospitante.
I soggetti che possono farsi promotori di tirocinio sono, invece: Agenzie
regionali per l'impiego e sezioni circoscrizionali per l'impiego, le direzioni provinciali
del lavoro, le università, i provveditorati agli studi, le scuole statali, quelle private
parificate, i centri di formazione e/o orientamento pubblici o convenzionati, le
comunità terapeutiche e cooperative sociali, i servizi di inserimento lavorativo per
disabili ed infine le istituzioni formative private, senza fini di lucro.
Sono fissati limiti sia rispetto alla durata massima del tirocinio che in relazione al
numero di tirocinanti che un’azienda può ospitare, secondo i seguenti criteri:
• 1 tirocinante per aziende con non piu’ di 5 dipendenti a tempo indeterminato;
• non più di 2 tirocinanti contemporaneamente per aziende con un numero di
dipendenti a tempo indeterminato compreso tra 6 e 19;
• tirocinanti in misura non superiore al 10% per aziende con piu’ di venti
dipendenti a tempo indeterminato.
L’attività di tirocinio è regolata da una convenzione, stipulata tra soggetto
attuatore ed ente ospitante, che descrive gli aspetti fondamentali del tirocinio
(tipologia e modalità del tirocinio, quali durata, frequenza ed orario; nominativi del
partecipante, del tutor didattico organizzativo e del tutor aziendale; mansioni
previste).
Il soggetto che partecipa ad un’attività di tirocinio è accompagnato nel suo
percorso di formazione da due distinte figure: il tutor didattico e il tutor aziendale.
Il tutor didattico organizzativo, incaricato dall’ente promotore, svolge funzioni in
relazione all’impostazione metodologica e di controllo del progetto di In base alle
indicazioni fornite dall’azienda ospitante e dal partecipante, il tutor elabora il
Progetto formativo individualizzato. Tale documento, allegato alla convenzione,
regola i rapporti tra ente promotore, ente ospitante e tirocinante, e contiene i
seguenti elementi:
• dati anagrafici del tirocinante, del soggetto promotore e dell’azienda ospitante;
• obiettivi e modalità di svolgimento del tirocinio (competenze da acquisire);
• nominativo del tutor didattico e del tutor aziendale;
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Tirocinio
•
•
•
estremi identificativi delle assicurazioni (INAIL e responsabilità civile);
durata e periodo di svolgimento;
settore aziendale di inserimento.
Il tutor didattico svolge attività di controllo e di monitoraggio attraverso verifiche
periodiche per valutare in itinere la corrispondenza tra quanto definito nel progetto
formativo e l’attività effettivamente svolta dal tirocinante in azienda. Il tutor
fornisce, oltre al controllo dei contenuti del tirocinio, anche sostegno in termini di
aiuto, motivazione, orientamento e verifica degli esiti. Il tutor aziendale invece è il
responsabile, all’interno dell’azienda, dell’inserimento del tirocinante, con
l’espletamento delle seguenti funzioni:
• funzione informativa, rispetto alle regole interne all’azienda ospitante;
• funzione di integrazione, per agevolare l’incontro tra aspettative del tirocinante
ed esigente aziendali;
• funzione di orientamento, rispetto alle caratteristiche del settore di inserimento,
dei rapporti aziendali interni, ecc;
• funzione di sostegno all’apprendimento, per facilitare l’acquisizione di
competenze tecniche richieste dal ruolo e di competenze trasversali;
• funzione progettuale e di supporto all’attività di monitoraggio effettuata dal
tutor didattico;
• funzione di valutazione rispetto alle prestazioni del tirocinante.
Il tirocinio non costituisce rapporto di lavoro e come tale non è retribuito: il
soggetto ospitante non è tenuto a fornire al tirocinante alcun corrispettivo
economico per l’attività svolta. L'azienda può comunque, a sua discrezione, erogare
al partecipante un rimborso delle spese sostenute (spese di vitto, alloggio,
trasporto). Nei confronti dell’azienda ospitante il tirocinante rappresenta un “ospite”
ed è tenuto ad adeguarsi alle regole dell’azienda che lo accoglie, rispettandone le
norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro.
Le attività svolte nel corso di un tirocinio possono avere valore di credito
formativo e, se certificato dall'ente promotore, il tirocinio può essere riportato nel
curriculum vitae del soggetto per favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro.
L’art. 60 del Dlgs 276/2003 introduce la formula dei “tirocini estivi di
orientamento”, come attività rivolte a giovani o adolescenti (15-25 anni) iscritti a
regolari corsi di studi presso università o istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Questa formula può avere una durata non superiore a tre mesi ed è prevista nel
periodo compreso tra la fine dell’anno scolastico/accademico e l’inizio del
successivo. Per la regolamentazione complessiva del rapporto si rinvia
all’applicazione della disciplina di cui al DM 142/1998.
In base all’art. 4 della Legge 28 marzo 2003 n. 53 ed i successivi decreti
attuativi, gli studenti che hanno compiuto il 15° anno di età possono svolgere
attraverso la modalità dell’alternanza scuola - lavoro l'intera formazione dai 15 ai
18 anni o parte di essa. L’alternanza è istituita come modalità di realizzazione dei
corsi del secondo ciclo, sia nel sistema dei licei che nel sistema dell'istruzione e
della formazione professionale, per assicurare ai giovani, oltre alle conoscenze di
base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro. I percorsi svolti
in alternanza sono progettati, attuati e valutati, sotto la responsabilità
dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di convenzioni con soggetti
pubblici o privati, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento
in situazione lavorativa.
Normativa di riferimento:
Legge 196/1997;
D.M. 25 Marzo 1998, n. 142;
Circolare 15 luglio 1998, n. 92;
Legge delega 14 febbraio 2003, n.30;
D.L.gs. 10 settembre 2003, n. 276;
Legge 28 marzo 2003, n. 53 e successivi decreti attuativi;
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA – Unità formative capitalizzabili
L’Unità Formativa Capitalizzabile (UFC) è definibile come una unità-tipo
di riferimento per il raggiungimento e/o il riconoscimento di competenze
professionali: costituisce uno strumento codificato per la pianificazione di
azioni formative finalizzate all’acquisizione di competenze professionali.
In via generale, nell’impostazione dell’ISFOL, le Unità Formativa
Capitalizzabili presentano le seguenti caratteristiche:
Componibilità : ogni UFC è progettata in modo tale che risulti
possibile collegarla con altre UFC (o altri crediti acquisiti in forma
diversa dal percorso formativo).
ƒ Relativa autonomia - Ogni Unità ha obiettivi e contenuti di
apprendimento definibili in un set di competenze in grado di
costituire un valore riconoscibile sul mercato del lavoro.
ƒ Tendenziale pluridisciplinarità: l’attuazione ed il presidio delle
attività, può riguardare conoscenze ed abilità riguardanti diverse
discipline, nonché la capacità di porre in atto “piani di
comportamento professionale” in cui esse convergono in forma
sinergica.
Le Unità Formative Capitalizzabili, assumendo le competenze come
riferimento centrale, consentono la composizione e l’erogazione di
un’offerta educativa e formativa flessibile ed adeguata alle esigenze di
una progettazione coerente rispetto sia alle indicazioni generali, sia alle
distintività di contesto.
Oltre che ad orientare il progetto formativo in una prospettiva orientata
alle competenze da acquisire (e non ai contenuti della didattica), l’UFC,
costituisce una matrice di riferimento utile per la “negoziazione” degli
obiettivi formativi da parte dei soggetti che, se appartengono a sistemi
educativi e formativi, debbano arrivare a concretizzare un percorso
condiviso ed integrato. Tale valenza assume un ruolo decisivo sia nel
creare i presupposti per la capitalizzazione, da parte degli individui, delle
competenze acquisite nel proprio percorso formativo e professionale, sia,
su un piano sistemico, a creare i presupposti per un reciproco
riconoscimento (tra sistema della formazione professionale e sistema
scolastico, ma anche tra questi il mondo del lavoro) dei crediti formativi e
delle relative competenze acquisite.
ƒ
Bibliografia minima
ISFOL, Guida metodologica alla progettazione per UFC nella formazione
integrata superiore, in www.indire.it
ISFOL, Unità capitalizzabili e crediti formativi. Metodologie e strumenti di lavoro,
Franco Angeli, Milano 1998.
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
SCHEDA - Valutazione
Per valutazione si intende un processo critico di confronto fra dati
“osservativi” e costrutti teorici. …In generale la valutazione si
esprime come concordanza o discordanza fra i termini messi a
confronto, senza di per sé implicare un significato stretto in senso “
valoriale”. …..
Per elementi della valutazione si intendono tutti i dati disponibili e
i criteri in base ai quali il giudizio viene formulato.
Per dati si intendono sia quelli intuitivi, globali, qualitativi, sia
quelli analitici, particolari, quantitativi. I secondi offrono notevoli
vantaggi, ma non escludono i primi.
Perciò la valutazione include l’accertamento (presenza o assenza di
certe note caratteristiche….) e la misurazione (confronto con unità
di riferimento computabili, su scale ordinali, a intervalli o a
rapporti.
La valutazione si effettua in base a di criteri, cioè tutti i fattori di
spareggio o distinzione. Il giudizio criteriale assegna soglie e limiti,
al di sopra e al di sotto dei quali si stabilisce una posizione di
rilevanza.
Momenti della valutazione sono le fasi in cui essa
processualmente si articola: iniziale; intermedia ;
finale;
sommativa (= consuntiva); formativa
La valutazione può rispondere a finalità finalità diverse :
conoscitive, tanto diagnostiche quanto prognostiche; di intervento
modificativo o correttivo; di tipo selettivo; di tipo formativo e
orientativo.
(tratto da G. Domenici “Elementi della valutazione”aggiornamento a distanza in ELEMENTI DI DIDATTICA 1989))
Corso
di
N.B. Nell’ambito della didattica la valutazione svolge la funzione
essenziale di regolatore dell’intero processo formativo. Cioè
didattica a valutazione sono l’una concausa ed effetto dell’altra.
La valutazione serve al docente per: 1. conoscere grado e stili di
apprendimento degli studenti 2. individuare lacune; 3. verificare
l’efficacia del proprio intervento.
Serve agli alunni per : 1. rendersi conto dei risultati ottenuti; 2.del
l’efficacia del proprio metodo di studio.
Strumenti per la valutazione nella scuola : prove di verifica non
strutturate (tradizionali) scritte e orali (interrogazioni), che hanno
buona validità, ma attendibilità scarsa;
prove di verifica
strutturate o oggettive ( es. v/F; items a scelta multipla, ecc.) che
hanno buona validità e massima attendibilità.
Bibliografia essenziale
B. Vertecchi – Manuale della valutazione. Analisi degli apprendimenti, Editori
Riuniti
G. Domenici – Manuale della valutazione scolastica, Ed. Laterza
G. Grandi – Misurazione e valutazione, La Nuova Italia
G. De Landheere – Elementi di docimologia. Valutazione continua ed esami, La
Nuova Italia
STRUMENTI
Comitato di Progetto AIP – Ricerca – azione D.D. Regione Toscana n° 8128/2003
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
PROGETTO INTEGRATO MODUlARE
PR.I.MO
SINTESI DEL PROGETTO
SOGGETTI COINVOLTI NEL PROGETTO: PARTENARIATO in A.T.S
Capofila
IPSSCTSP “F.DATINI” attività : gestione percorsi IF, gestione percorsi IP,
gestione percorsi SI, gestione amministrativa, formazione, orientamento, monitoraggio e
valutazione, rendicontazione finale.
Partner N 1 F.I.L. S.p.A
attività: gestione percorsi PF, gestione percorsi SI, analisi
dei bisogni formativi, formazione, orientamento, bilanci delle competenze, counseling,
monitoraggio e valutazione, amministrazione e supporto alla rendicontazione.
Partner N 2 I.T.I.S. “T.BUZZI” attività: gestione percorsi LIP, gestione percorsi SI,
formazione, orientamento, monitoraggio e valutazione, amministrazione.
Partner N 3 Liceo psicopedagogico Cicognini Rodari
attività: gestione percorsi
LIF, gestione percorsi SI, formazione, orientamento, monitoraggio e valutazione,
amministrazione.
Modalità organizzative adottate dai soggetti
Composizione Comitato di Progetto
Provincia di Prato, Assessorato Pubblica Istruzione; IPSSCTP Francesco Datini, F.I.L.
Spa; ITS Tullio Buzzi – Prato Liceo psicopedagogico Cicognini Rodari Prato
1 Direttore responsabile del progetto
Funzioni
1. Coordina le attività formative, per verificare le azioni da un punto di vista
didattico, motivazionale, anche nei servizi individuali previsti;
2. Convoca e coordina le riunioni periodiche dello staff di progetto monitorarne
costantemente il flusso dei servizi erogati;
3. Ha funzioni di Comitato Tecnico-Scientifico, allo scopo di realizzare la rete e la
sinergia tra partners, coordinare e verificare il raggiungimento degli obiettivi
progettuali.
4. Monitora e valuta la qualità dell’intervento delle procedure ,
5. Partecipa e coordina le azioni di mainstreaming, disseminazione e interazione
con gli stakeholders locali, allo scopo di promuovere il progetto,
6. Fornisce indicazioni ai consigli di classe in merito ai crediti formativi maturati
durante le esperienze previste nelle diverse azioni del progetto;
Modalità di lavoro
Ha il compito di supervisionare l’intera attività. Nelle sue funzioni di Comitato tecnicoscientifico si occupa del rilascio di eventuali crediti formativi in entrata e in uscita,
avrà anche il ruolo di verificare l’andamento in itinere del progetto. Fornisce su
richiesta al Gruppo Tecnico Regionale (GTR), ogni elemento utile al corretto
svolgimento della sperimentazione ed alla valutazione dei risultati. Il comitato di
progetto è inoltre il riferimento per la strutturazione e l’implementazione di reti
relazionali sul territorio. Sono previste riunioni plenarie tra il Comitato di Progetto e il
coordinatore del consiglio di classe (percorsi IP, LIP, LIF e IF) delle sezioni coinvolte dal
progetto, docenti delle aree di integrazione, i tutor,. Nella programmazione didattica
delle classi coinvolte dal progetto, i docenti coinvolti nella sperimentazione,
adegueranno conseguentemente la loro programmazione disciplinare. Verranno
effettuate riunioni anche con i tutor e i responsabili del personale delle aziende sedi di
stage.
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
1
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
DESCRIZIONE PROGETTO
Architettura dell’offerta complessiva proposta
Il progetto costituisce la terza fase della sperimentazione della programmazione
territoriale dell’offerta di istruzione e formazione con l’obiettivo strategico di
implementare le esperienze maturate, ottimizzandone le caratteristiche, in virtù della
presenza di azioni nuove (LIP e LIF) introdotte dal nuovo bando regionale
Il progetto si sviluppa attraverso le seguenti fasi
Azione 1- Tipologia (IF): 4 edizioni dello stesso percorso integrato con la formazione
professionale. Il percorso, che coinvolgerà alunni di quattro classi prime per
complessive 352 ore annue (88 per ogni classe), utilizzerà la cosiddetta “area di
integrazione” del “progetto 2002”. Rispetto alle precedenti edizioni della
sperimentazione, il percorso IF sarà maggiormente caratterizzato da modelli di
didattica orientativa, e sostegno alla motivazione all’apprendimento.
Azione 2- Tipologia (IP): 1 percorso integrato fra istruzione e formazione, pensato
come elementi di continuità per gli allievi dell’Istituto Datini frequentanti la classe II
del biennio comune, individuati fra coloro che alla fine della classe seconda vorranno
proseguire nella classe III dell’indirizzo turistico e riguarderà il profilo di:
ƒ Addetto agli uffici turistici (indirizzo turistico), di durata complessiva pari a 1200
ore, delle quali il 74% di integrazione di integrazione, e prevede la partecipazione di
1 classe seconda;
Azione 3 – Tipologia (LIF): 1 corso integrato tra istruzione liceale (Liceo Rodari) e
formazione professionale, da svolgersi in una classe prima del Biennio iniziale
dell'Istituto, con l’obiettivo chiave di potenziare negli alunni le competenze di base e
quelle trasversali in relazione al mondo del lavoro, competenze che per gli studenti di
un Liceo assumono una valenza particolarmente significativa in funzione sia di
un’indagine esplorativa per la ricerca del lavoro, che per eventuali studi e
perfezionamenti post-diploma. Il percorso, si articolerà su 330h biennali, pari al 15%
del curricolo, come previsto dal Decreto sull’autonomia scolastica.
Azione 4 – Tipologia (LIP): 1 percorso integrato fra istruzione e formazione, pensato
come elemento di continuità per gli allievi dell’Istituto Buzzi frequentanti la classe III, e
riguarderà il seguente profilo:
ƒ Montatore manutentore di sistemi meccanici, di durata complessiva pari a 1200
ore (stage 360), delle quali il 55% di integrazione;
Azione 5- Tipologia (PF): 2 Percorsi di formazione professionale regionale, strutturati
sul modello delle pluriqualifiche per garantirne il carattere individualizzato e orientato
all’utenza. I percorsi sono rivolti a 20 giovani, con le seguenti caratteristiche:
• Possesso di licenza di scuola secondaria di primo grado e compimento del 15°
anno di età per coloro che abbiano frequentato il primo anno di un corso di
istruzione secondaria superiore e/o abbiano frequentato i corsi IF o il primo
anno di corsi LIF;
• Possesso di licenza di scuola secondaria di primo grado e compimento del 16°
anno di età per coloro che non abbiano frequentato il primo anno di un corso di
istruzione secondaria superiore.
L’offerta riguarda 2 percorsi formativi assolutamente differenziati nelle caratteristiche
del profilo d’uscita, con 228 ore di attività comune (moduli competenze di base e
trasversali):
1. Addetto all’assemblaggio di personal computer (1200 ore);
2. Addetto ai rapporti commerciali (1200 ore);
Azione 6- Tipologia (SI) Servizi di supporto individuale
Attività di supporto ai percorsi formativi offerti, strutturato con modalità di erogazione
pluriservizio.
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
2
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Servizi alle persone attivati:
1. Sostegno individualizzato alla motivazione all’apprendimento, allo studio e al
lavoro;
2. Sportelli orientamento individualizzato;
3. Servizi di sostegno alla motivazione allo studio, all’apprendimento e al lavoro;
4. Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze;
5. Servizi per i soggetti con disabilità:
Azione trasversale 1- Pubblicizzazione e Accoglienza;
La pubblicizzazione può essere intesa sia diretta ai beneficiari dei percorsi
formativi, che come azione di sistema, precedente ed integrativa rispetto alle azioni di
mainstreaming orizzontali e verticali, ed a queste orientata. Per quanto riguarda la
pubblicità diretta ai beneficiari dei percorsi formativi, adotterà canali comunicativi
differenziati ed orientati all’utenza quali: giornali a tiratura locale e regionale, radio, siti
internet istituzionali (Regione, Provincia, centri per l’impiego) e dei soggetti partner,
volantini e brochure informative. Per gli alunni delle scuole partner, particolare
attenzione sarà rivolta alle famiglie, “attori” determinanti per la strutturazione di
servizi efficaci rispetto al target.
Anamnesi preliminare ed accoglienza: si svolge attraverso un “patto” tra
formatori, familiari degli utenti e beneficiari diretti delle azioni formative, e prevede la
redazione di una “carta dei servizi” idonea a presentare la tipologia dei servizi offerti.
Azione trasversale 2- Valutazione, Controllo di qualità e Monitoraggio
Strumenti aggiuntivi di natura quantitativa e qualitativa per la valutazione e
verifica saranno presenti in tutte le fasi formative e di supporto alla formazione. Il
controllo di qualità interno al progetto sarà compito di una commissione
appositamente formata. Il monitoraggio per il rispetto delle modalità e dei tempi
previsti sarà compito del gruppo dei progettisti.
Azione trasversale 3 - Disseminazione
Il livello di efficacia dell’azione è commisurato non solo sui servizi offerti ma
anche la capacità di raccogliere intorno all’iniziativa il maggior numero di consensi da
parte dei policy makers che operano nel territorio provinciale. L’ATS avrà il compito
quindi di:
1. garantire la massima adesione al progetto da parte degli attori chiave coinvolti;
2. identificare all’interno delle varie azioni quelle che vengono definite le “buone
pratiche”
3. creare le condizioni esterne al progetto per favorire la diffusione di tali pratiche.
4. identificare i soggetti verso i quali diffondere queste pratiche;
5. identificare strategie e mezzi per questa azione di disseminazione;
In questa sede, per ottimizzare l’attività di disseminazione, mettendo a confronto
entrambe le sperimentazioni, si prevede per la disseminazione la pubblicazione di un
rapporto così strutturato:
1. Resoconto dell’attività svolta, sia in termini quantitativi (indicatori di
performance del progetto, dati del monitoraggio fisico e del monitoraggio d’aula,
dati aggregati sulle valutazioni dei docenti, dei tutor d’aula e di stage);
2. Resoconto dell’attività svolta in termini qualitativi (testimonianze degli operatori
e dei partecipanti in merito all’esperienza svolta);
3. Individuazione e descrizione delle “buone prassi” individuate durante i due anni
di sperimentazione;
4. Quadro delle problematiche e delle criticità individuate durante lo svolgimento
delle attività;
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
3
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Articolazione dell’offerta proposta
Tipologia I/F
L’articolazione dell’intervento prevede le seguenti fasi e modalità operative :
Fase preliminare
Individuazione delle 4 classi prime che
andranno a compiere il percorso I/F (
raccordo con I/P per la II e la III-indirizzo economico-aziendale) composte
complessivamente da circa 100 allievi (valore stimato sulla base a.s. 2004/05 salvo
classi con H) con la seguente articolazione:
• 2 classi prime dell’indirizzo economico-aziendale;
• 1 classe prima dell’indirizzo grafico-pubblicitario;
• 1 classe prima dell’indirizzo servizi –sociali;
Attivazione dei compiti in base alla composizione durante il Consiglio di classe iniziale
per la progettazione dell’intervento, la definizione della programmazione disciplinare,
l’articolazione dei moduli integrati, allargato a docenti della formazione (fine settembre
2005);
Accoglienza e orientamento iniziale in cui verrà predisposta una mappatura attraverso
strumenti (test ingresso-colloqui individuali a cura dei coordinatori di classe)
Progettazione azioni S/I sugli alunni delle classi prime in modo trasversale ( tenendo
conto in primo luogo della fascia d’età degli alunni)
Fase della realizzazione
Progettazione moduli (comunicazione-ruolo professionale-visite) con l’inserimento nella
programmazione didattica di “ moduli di approfondimento culturale sulle competenze
di base in collaborazione con il liceo “ .
Svolgimento dei moduli nelle ore dell’Area di Integrazione , in forma di co-docenza con
docenti esterni e docenti della classe.
Visite guidate :le visite sono orientate alle risorse del territorio
Modalità operative
Ogni classe prescelta per il percorso I/F utilizza i moduli nel monte orario scolastico.
I moduli sono svolti in forma integrata, e l’intervento di docenti esterni alla scuola
avviene in forma di co-docenza . Non si può inoltre, stante l’ordinamento dell’Istituto
(progetto 2002), procedere alla riduzione del 15 % del monte orario previsto dal bando
regionale. L’intervento viene attivato quindi all’interno del orario scolastico già
destinato all’area denominata “ Area di Integrazione”strutturata in base all’autonomia
scolastica sul monte orario di 132 ore annue di cui effettive di aula relative ai moduli
professionalizzanti, predisposti per il progetto PR.I.MO. pari ad 88 ore per un offerta
complessiva di 352 ore annue.
I percorsi saranno caratterizzati da:
ƒ Organizzazione modulare della didattica
ƒ Monte orario riservato alle visite aziendali
ƒ Certificazione finale dei crediti formativi
Azione: attività modulare di 88 ore
Modulo
1. Comunicazione
2. Ruolo professionale
3. Visite aziendali
(comprensivo di fasi di preparazione e rielaborazione)
4. Diritto del lavoro: elementi di base
Totale
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
Ore
24
24
34
6
88
4
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Crediti riconosciuti
Si riconoscono crediti formativi per tutte le 88 ore dei moduli sopra indicati tali crediti
sono spendibili sia nel sistema dell’Istruzione per passaggio ad altri indirizzi che in
quello dalla F.P.
crediti riconoscibili (maturati nel sistema dell’istruzione) per gli allievi che decidano
alla fine del percorso IF di passare al sistema della F.P.
Lingua inglese
66 ore
Lingua francese
66ore
Lingua tedesca
66 ore
Informatica di base
99 ore
Economia aziendale
99 ore
Matematica
66 ore
Tipologia IP
Percorso IP- ADDETTO AGLI UFFICI TURISTICI
alunni del secondo e terzo anno – monte ore 1200 Comparto: agenzie e uffici turistici
CONTESTO LOCALE
L’area pratese è caratterizzata da un settore economico, il tessile, che si trova in un
momento di stallo. Da ciò la necessita di diversificare l’economia anche in senso
turistico sfruttando la notorietà del distretto tessile per comunicare al turista la
possibilità di conoscere Prato attraverso la tipicità dei suoi prodotti e dei processi di
produzione tessili. Da tempo la Provincia di Prato sta tentando di dare impulso sempre
più forte al settore turistico anche tramite la valorizzazione dei beni culturali, ciò con lo
scopo di far sviluppare un settore economico, che possa integrare il tessile come fonte
di occupazione e reddito a se’ stante, ma anche con l’obiettivo di rafforzare l’immagine
di Prato.
CONTESTO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE
La Comunità Europea ha investito molto sull’asse dei beni culturali, l’Italia è un paese
leader nel mondo per la qualità e la varietà della sua offerta turistica e per le molte
tradizioni locali. L’arte e la cultura, che costituiscono il principale valore aggiunto del
nostro paese, oltre che nei musei e nell’architettura dei centri urbani, in molte mostre
e manifestazioni, nelle feste locali, nella gastronomia e nei prodotti dell’artigianato e
della moda. L’intreccio fra arte, storia, gastronomia e prodotti tipici è presente
ovunque, anche dove non è valorizzato turisticamente, la moda rappresenta una
grande marca del nostro paese nel mondo, i processi artigianali costituiscono una
risorsa turistica non ancora sfruttata per il turismo.
Sono in corso interventi di riorganizzazione e modernizzazione dei musei su tutto il
territorio nazionale, che sono – insieme con la moltiplicazione dell’offerta – alla base di
una crescita costante del numero dei visitatori.
DESTINATARI
Il percorso è rivolto (durante il 1° anno) ad un guppo di allievi delle classi seconde che
abbiano già effettuato la scelta di proseguimento sull’indirizzo turistico ed ad una
classe terza ad indirizzo turistico (2° anno). Il numero di allievi è stimato in un numero
massimo di 25.
FORMATIVI Integrare la formazione fornita dal sistema istruzione, già
professionalizzante, con quella della formazione professionale.
Attraverso i moduli d’aula del 1° anno e del 2° anno e con metologia didattica basata
esclusivamente sul problem solving verrà realizzata una formazione mirata
esclusivamente a far acquisire agli allievi:
1. conoscenze e competenze legate al patrimonio culturale di Prato con particolare
riferimento alla tradizione del settore tessile e ai valori sociali che attorno ad
esso si sono storicamente sviluppati;
OBIETTIVI
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
5
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
2. consapevolezza della “memoria storica” come risorsa turistica del territorio
attraverso lezioni pratiche di archeologia industriale;
3. acquisizione di
competenze per la realizzazione di semplici prodotti
multimediali per la comunicazione di beni dell’archeologia industriale, quali ad
esempio antichi telai o antiche fabbriche, e dei valori umani e sociali che hanno
caratterizzato la storia di Prato.
Sarà perseguito infine l’obiettivo di restituire ai futuri cittadini di Prato quella
“pratesità” che è necessaria per dare valore aggiunto a qualsiasi ufficio o agenzia
turistica che voglia vendere Prato come meta turistica.
Obiettivi formativi specifici
CONOSCENZE
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Beni culturali
Tecniche di comunicazione
Soggetti, relazioni e risorse del mercato turistico
Tecniche aziendali e turistiche
Tecniche di comunicazione
Storia
Geografia e cartografia
Matematica
Lingue straniere
Diritto
COMPETENZE
•
•
•
•
•
•
Saper dare semplici informazioni turistiche su località, tempi e mezzi per
raggiungerle
Saper comprendere semplici richieste di informazione turistica da parte di
clientela straniera
Saper effettuare operazioni di prenotazione di servizi turistici
Saper ricercare informazioni turistiche
Saper selezionare informazioni turistiche per specifici target di clientela
Saper realizzare con software specifici semplice materiale informativo mirato a
target di clientela turistica
SBOCCHI OCCUPAZIONALI
Le competenze acquisite potranno essere spese sia in agenzie ed uffici turistici rivolte
al mercato turistico dell’incoming, sia in agenzie di viaggi orientate al mercato
dell’outgoing, in quanto dall’esperienza dell’istituto che da anni, risulta che la
creatività applicata nell’ambito dei prodotti per il turismo culturale è già da oggi una
delle competenze maggiormente spendibili nel mercato del lavoro del settore. In sintesi
le figure professionali in uscita si inseriscono in un trend economico crescente di
valorizzazione del patrimonio culturale per i flussi turistici incoming ed outgoing.
QUOTA DI INTEGRAZIONE 74% Formazione professionale
Crediti
Aula (moduli didattici da effettuare)
Stage
TOTALE
MODULI aula
Primo anno
UFC 1
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
UFC 2
Tecniche di ricerca attiva del lavoro e ruolo
Professionale
UFC 3
Psicologia del turismo
UFC 4
Storia dell’arte e del folklore
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h. 890
h. 117
h. 193
1200
ore
8
8
16
16
6
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
II anno
UFC 3
UFC 4
UFC 5
TOTALE
Psicologia del turismo
Storia dell’arte e del folklore
Uso del PC
16
27
26
117
Stage durata ore 193
Lo stage si articola in 2 step Gli alunni potranno richiedere credito per l’attività di
stage svolta per il conseguimento del diploma di qualifica statale delle classi terze.
La prima fase di stage avverrà fra il 1° ed il secondo anno ed avrà una valenza
osservativa orientativa volta all’acquisizione di consapevolezza sul ruolo professionale
e delle competenze necessarie al percorso formativo scelto.
La seconda fase, che sarà collocata oltre la metà del 2° anno, avrà invece un valore più
applicativo delle competenze professionali . Sia la prima che la seconda fase saranno
precedute da una formazione preparatoria e seguite da strategie didattiche di
consolidamento da realizzarsi in aula in particolare in merito al saper essere e
comunicare fondamentale per questo profilo.
(maturati sistema istruzione)
Diritto del lavoro e contrattualistica 32
Informatica di base 66
Principi di logica e matematica di base 140
Comunicazione e abilità relazionali 60
Geografia turistica 32
Inglese 200
Francese/Tedesco 136
Legislazione sociale turistica 32
Tecnica turistica e alberghiera 192
890
CREDITI RICONOSCIUTI
UFC
UFC
UFC
UFC
UFC
UFC
UFC
UFC
UFC
2
4
5
6
8
9
10
12
13
TOTALE
Tipologia LIF Corsi di istruzione liceale e tecnica integrati con attività di formazione
professionale.
Obiettivo: il potenziamento negli alunni di competenze di base e trasversali in
relazione al mercato del lavoro.
Destinatari e caratteristiche
Studenti di una classe prima del biennio iniziale (età 14 anni): si prevede il
coinvolgimento di 25 alunni, pari indicativamente al numero standard degli iscritti ad
una classe prima. L’individuazione degli studenti della classe sperimentale dovrà
risultare funzionale al raggiungimento degli obiettivi di integrazione e ampliamento
dell’offerta formativa standard prevista dal curricolo scolastico, per cui richiederà
l’attivazione di procedure atte a sensibilizzare l’utenza e i formatori .
Pertanto si procederà a:
ƒ Effettuare incontri con il Consiglio di Classe, per raggiungere una
collaborazione efficace e attiva al progetto stesso
ƒ Coinvolgere le famiglie degli alunni tramite documentazione descrittiva del
progetto, al momento dell’iscrizione alla classe prima, per creare una efficace
sinergia tra scuola e famiglia
ƒ Inserire gli studenti che hanno aderito al progetto nella classe designata
Fase Preliminare
Consiglio di classe iniziale per:
a) colloqui con le famiglie articolati in due fasi:
ƒ 1° Fase: al momento dell’iscrizione alla classe prima dell’Istituto
ƒ 2° Fase: a settembre, per “socializzare” tutto il percorso
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7
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
b) rimodulazione della programmazione disciplinare in relazione alla riduzione del 15%
del monte orario complessivo,
c) articolazione dei moduli integrati in collaborazione con i docenti della formazione
(settembre 2005),
Azione: attività modulare di 165 ore annuali (pari a 330 biennali)
1. Informatica
2. Lingua inglese
3. Ruolo professionale
4. Comunicazioni e relazioni interpersonali
5. Diritto del lavoro
6. Sicurezza
7. Tecniche di ricerca attiva del lavoro
8. Principi d’economia del terzo settore
9. Organizzazione del lavoro
10. Visite aziendali
11. Preparazione e rielaborazione visite aziendali
totale
70
60
20
38
20
16
20
30
10
30
16
330
h
h
h
h
h
h
h
h
h
h
h
h
Svolgimento del corso
Monte orario – 165 ore annue ( corrispondenti al 15% dell’orario complessivo )
Il corso sarà caratterizzato da:
• Organizzazione modulare della didattica
• Monte orario riservato alle visite aziendali
• Certificazione finale dei crediti formativi
Modalità operative:
I moduli sono svolti in forma integrata e l’intervento dei docenti esterni alla scuola per
lo svolgimento dei moduli avviene in forma di co-docenza.
Crediti riconosciuti spendibili nel sistema della FP e/o istruzione
disciplina
1. Informatica di base
2. Lingua inglese
3. Ruolo professionale
4. Comunicazioni e relazioni interpersonali
5. Diritto del lavoro
6. Sicurezza
7. Tecniche di ricerca attiva del lavoro
8. Principi d’economia del terzo settore
9. Organizzazione del lavoro
10. Visite aziendali
credito in ore
70
60
20
38
20
16
20
30
10
30
Nota: nel caso in cui l’alunno che abbia frequentato il percorso LIF decida alla fine del primo anno di inserirsi in
corsi dellIstruz. prof.le e/o nella FP il monte ore è pari alla metà
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STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Tipologia LIP
Profilo - Montatore manutentore di sistemi meccanici 1200 ore
Comparto impiantistica, riparatori manutentori elettrici.
La quota di integrazione è pari a 660 ore, corrispondenti al 55%
ARTICOLAZIONE DEL CORSO
MODULI DIDATTICI IN
INTEGRAZIONE
AULA - LABORATORIO
STAGE
TOTALE
660
180
360
ORE 1200
La prima annualità del percorso formativo, sarà attivata al III anno del percorso
scolastico, e la seconda al IV anno. Entrambe avranno la durata di 90 ore di attività
d’aula-laboratorio e 180 di stage.
Destinatari: 25 allievi di una classe III individuata dal Collegio dei docenti
MODULI IN AULA e LABORATORI
I ANNO
II ANNO
•
Impiantistica meccanica
•
Tipologie di produzione in serie e commessa
•
Fasi di montaggio dei pezzi
•
Strumenti e attrezzature di montaggio e misurazione
•
Messa a punto del montaggio
•
Manutenzione preventiva
•
Contratto di lavoro e principali normative regolanti
il rapporto di lavoro,
•
Igiene, prevenzione e pronto soccorso
TOTALE ore
15
10
15
30
5
5
15
15
0
15
15
10
20
90
10
10
90
STAGE
Realizzato in due step (di 180 ore l’uno, per complessive 360 ore, pari al 30% del
percorso di qualifica) i tempi saranno deliberati dagli organi collegiali. Gli stage
saranno attivati preferibilmente in aziende dove gli allievi hanno già effettuato periodi
di addestramento e potranno richiedere credito per l'attività di stage svolta per il
conseguimento del Diploma di Perito Tecnico per la specializzazione meccanica.
Articolazione delle attività:
ƒ Progettazione individualizzata dei percorsi di stage
ƒ Selezione delle imprese
ƒ Pianificazione temporale delle attività
ƒ Individuazione del tutor scolastico e di quello aziendale
ƒ Visite da parte del tutor ed eventuale revisione del progetto individuale di stage;
ƒ Valutazione e riconoscimento crediti formativi;
CREDITI RICONOSCIUTI (maturati nel sistema dell’Istruzione)
MODULI
DISEGNO TECNICO
IMPIANTISTICA MECCANICA
IMPIANTISTICA TERMOIDRAULICA
IMPIANTISTICA OLEODINAMICA
TIPOLOGIE DI PRODUZIONE: SERIE E COMMESSA
FASI DEL MONTAGGIO DEI PEZZI
STRUMENTI E ATTREZZATURE DI MONTAGGIO E MISURAZIONE
MESSA A PUNTO DEL MONTAGGIO
MANUTENZIONE PREVENTIVA
BASI DI INFORMATICA E USO DEL PC
CONTRATTO DI LAVORO E PRINCIPALI NORMATIVE REGOLANTI IL RAPPORTO DI
LAVORO
IGIENE DI LAVORO, PREVENZIONE E PRONTO SOCCORSO
TOTALE
TOTALE CREDITI IN ORE
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
III anno IV anno
70
40
60
10
30
10
50
10
280
100
100
40
20
50
10
20
30
10
380
660
9
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Tipologia PF
La tipologia PF si diversifica sostanzialmente nei contenuti dell’azione delle prime
due sperimentazioni. La necessità di diversificare i profili e di ottimizzare l’offerta
formativa in relazione sia alle tendenze occupazionali maturate sul territorio
provinciale che alla domanda di formazione registrata al centro per l’Impiego o presso
gli istituti scolastici. è determinata da tre motivazioni di fondo:
1. L’offerta formativa si integra all’interno del sistema dell’istruzione, non solo in
termini di reciproco riconoscimento dei crediti formativi, ma per l’individuazione di
un profilo di natura tecnico-amministrativa che, in sinergia con l’offerta della
tipologia IP.
2. L’offerta formativa, al contrario delle precedenti sperimentazioni, forma un profilo
dell’area dell’Information & Communication Technology e uno dell’area
amministrazione/rapporto con i clienti. La diversificazione delle aree funzionali
aziendali è performativa all’ottimizzazione dell’occupabilità dei partecipanti, oltre
che all’ampliamento degli ambiti di scelta per l’eventuale abbandono/reinserimento
nei percorsi scolastici e formativi;
3. L’individuazione del profilo Addetto ai rapporti commerciali è finalizzata, non solo al
fornire risposte in termini di offerta formativa alla domanda registrata sul territorio,
ma anche a tracciare una maggiore “contiguità”, in termini di orientamento alla
scelta professionale, per coloro che abbandonano i percorsi scolastici, o ai drop-out
delle scuole provinciali ad indirizzo economico-aziendale. Il profilo individuato è in
grado di facilitare il reinserimento nel percorso scolastico date le sue caratteristiche
di “affinità” rispetto alla formazione scolastica. Questo garantisce ai partecipanti la
doppia opzione di perseguire una professionalità “affine” rispetto al percorso
scolastico (grazie alla quale riconoscere/riconoscersi in un ruolo professionale) ma
anche di ritrovare moduli/contenuti conformi e interscambiali con quelli
dell’esperienza scolastica, e tali da facilitare l’eventuale reingresso nella scuola.
4. Il profilo dell’Addetto all’assemblaggio di personal computer, apre l’offerta formativa
locale per il conseguimento della qualifica europea di II livello alle professioni
dell’Information & Communication Technology. Tale offerta formativa, peraltro,
amplia il sistema delle professionalità d’uscita proprie dell’intero progetto, con un
percorso integrato ma anche potenzialmente “complementare” all’offerta di
istruzione scolastica, per facilitare la scelta formativa dei destinatari, e facilitare
l’integrazione (attraverso percorsi alternativi rispetto a quelli “istituzionalmente”
presenti sul territorio).
I profili individuati sono i seguenti:
• Addetto all’assemblaggio di personal computer (1200 ore), profilo
specializzato nell’ambito dei servizi di fornitura hardware, periferiche ed
accessori ad imprese e singoli clienti;
• Addetto ai rapporti commerciali (1200 ore), figura professionale a-settoriale,
di grande importanza date le caratteristiche distrettuali del contesto
pratese, e la propensione all’export propria del sistema di piccola e media
impresa locale;
Destinatari: giovani di età 15-18 anni con le seguenti caratteristiche:
• Giovani di 15 anni che, al termine dei corsi IF o del primo anno di corsi LIF
scelgono il canale della formazione professionale.
• Giovani di 15 anni, indipendentemente dalla frequenza dei corsi IF e LIF,
ma che abbiano frequentato il primo anno di un corso di istruzione
secondaria superiore;
• Giovani di 16 anni, anche senza obbligo di frequenza a percorsi di istruzione
secondaria superiore;
Qualora il numero dei candidati all’iscrizione ai percorsi formativi superasse le 20
unità, è prevista la selezione basata su:
1. Motivazione alla frequenza;
2. Test relativi alle capacità comunicative dei candidati;
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STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Obiettivi:
L’attività prevista nel PF si pone un set di obiettivi diversificati ed integrati:
1. Permettere l’acquisizione di una qualifica professionale di II livello europeo,
2. Attivare percorsi integrati fra istruzione/formazione professionale che
favoriscano la permanenza all’interno del sistema formativo
3. Fornire agli allievi conoscenze e competenze di base tali da consentire loro di
esercitare una cittadinanza attiva
4. Sperimentazione della certificazione delle competenze in unità formative
capitalizzabili (UFC), rendendo attivo un reciproco riconoscimento fra sistemi
mediante l’attivazione di passerelle;
5. Dare risposta ai fabbisogni formativi ed occupazionali del territorio provinciale;
Tipologie di attività
Momenti di formazione da svolgere in aula e in laboratorio e momenti formativi attuati
mediante stage presso aziende locali.. Il gruppo dei corsisti è organizzato in modo
flessibile e prevede la divisione e l’aggregazione a seconda delle seguenti attività:
• Percorso formativo comune, riferito alle competenze di base e trasversali
afferenti all’ambito della “cittadinanza attiva”, per complessive 236 ore;
• Percorso formativo differenziato, che permetterà lo sviluppo di competenze
tecnico-professionali specifiche delle 2 figure d’uscita: 364 per ogni profilo;
• Percorsi di stage di ore 600.
Articolazione
E’ modellata su un sistema di UFC distinte per “tipologia” di competenze: di base,
trasversali e tecnico professionali. Le competenze di base e trasversali prescindono in
buona parte dallo specifico settoriale e produttivo cui si riferiscono i profili
professionali: è in tale prospettiva che la didattica è stata pensata in comune.
Completamente differenziate, invece, le unità didattiche riferibili alla maturazione delle
competenze tecnico-professionali.
Area 1
UFC1
UFC2
UFC3
UFC4
UFC5
UFC6
UFC7
Competenze di base (Comuni ai due profili)
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Diritto del lavoro e contrattualistica
Informatica di base
Principi di logica e matematica di base
Tecniche per la ricerca attiva di lavoro
Principi di economia aziendale
Principi di organizzazione aziendale
Area 2
UFC8
UFC9
Competenze trasversali (Comuni ai due profili)
Comunicazione e abilità relazionali
Motivazione e progetto professionale
Totale
Area 3.1
UFC10
UFC11
UFC12
UFC13
UFC14
UFC15
Competenze tecnico prof.li : Addetto ai rapporti commerciali
Laboratorio pratico di informatica
Laboratorio software dedicati
Lingua inglese
Elementi di contabilità generale
Elementi di tecniche di vendita
I rapporti commerciali con l’Italia e con l’estero
UFC16
UFC17
UFC18
Totale
Amministrazione delle vendite
Comunicazione e gestione dei rapporti col cliente
Rischi specifici
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
Ore
16
24
42
30
20
20
20
172
Ore
40
24
64
236
Ore
50
50
100
50
30
30
24
14
16
364
11
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Area 3.2
UFC10
UFC11
UFC12
UFC13
UFC14
UFC15
UFC16
UFC17
UFC18
UFC19
Totale
Competenze tecnico professionali
Addetto all’assemblaggio dei Personal Computer
Inglese tecnico
Principi di elettronica
Hardware: caratteristiche tecnologiche e problematiche
Le fasi dell’assemblaggio
Sistemi operativi I: installazione, configurazione driver e periferiche
Reti e connessioni
Applicazioni: installazione software e programmi di diagnostica
Ricerca problematiche relative all’assemblaggio
Laboratorio di assemblaggio
Rischi specifici
Ore
30
20
50
40
46
36
30
16
80
16
364
Stage.
Durata pari a 600 ore, sarà attivato al termine delle attività didattiche d’aula, per un
calendario di circa 35 ore settimanali in azienda, con rientri d’aula ogni 15 giorni (per
la supervisione delle eventuali problematiche, l'empowerment e il sostegno alla
motivazione). Prima dell'ingresso in stage, si predisporranno schede di: Progetto Stage,
Elaborazione aziendale del profilo di stage, Planning individuale, attività settimanali e
strumenti di valutazione.
Crediti: tipologia P/F crediti spendibili nel sistema dell’istruzione
UFC2
UFC3
UFC4
UFC6
UFC7
UFC8
UFC9
UFC10
UFC11
UFC12
UFC13
UFC10
UFC16
Crediti minimi riconoscibili per entrambi i
profili
Diritto del lavoro e contrattualistica
Informatica di base
Principi di logica e matematica di base
Principi di economia aziendale
Principi di organizzazione aziendale
Comunicazione e abilità relazionali
Motivazione e progetto professionale
Totale
Ore di
corso
24
42
30
20
40
24
20
200
Crediti
24
42
30
20
40
24
20
200
Crediti minimi riconoscibili Addetto ai
rapporti commerciali
Laboratorio pratico di informatica
Laboratorio software dedicati
Lingua inglese
Elementi di contabilità generale
Totale
Ore di
corso
50
50
100
50
250
Crediti
50
50
66
50
216
Crediti minimi riconoscibili Addetto
all’assemblaggio dei P.C.
Inglese tecnico
Applicazioni: installazione software e programmi
di diagnostica
Totale
Ore di
corso
30
Crediti
30
30
60
30
60
QUOTE DI INTEGRAZIONE: riepilogo
Ore di
corso
Integrazione
%
16,67%
Integrazione %
18,00%
Integrazione %
Crediti
minimi
5,00%
Integrazione %
Addetto ai rapporti commerciali
1200
416
34,67%
Addetto all’assemblaggio dei P.C.
1200
260
21,67%
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12
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Le quote di integrazione indicate, non tengono in considerazione le attività di stage (di
durata pari a 600 ore) in nessuno dei due profili indicati: una quota di tale attività,
pari almeno al 10%, sarà comunque riconosciuta come credito formativo, ma
richiederà una specifica attività di analisi individuale svolta della Commissione Crediti.
Tipologia SI
Per l’efficacia delle azioni proprie dei servizi di supporto individuale il progetto
PR.I.MO prevede una distinzione tra 2 “macro-tipologie” di servizi attivati:
1. Assistenza al servizio ed analisi preliminari, volte a migliorare la qualità del
servizio offerto, attraverso la focalizzazione delle caratteristiche e delle
problematiche proprie del target-group;
2. Erogazione di tipologie differenziate di servizi individuali, secondo le
caratteristiche dell’utenza, le esigenze individuali, la tipologia di percorso
formativo o scolastico scelto;
Assistenza al servizio ed analisi preliminari: le attività sono così articolate:
1. Ricerca-azione, finalizzata a:
- Analizzare la situazione di ingresso degli studenti
- Stabilire in maniera preventiva le reali necessità dell’intervento alla luce anche
delle variazioni degli iscritti intercorse dalla data dell’obbligo di iscrizione;
- Prima analisi dei fabbisogni formativi attraverso colloqui con docenti responsabili
dell’orientamento.
2. Definizione Task-force all’interno degli Istituti , così strutturata:
- Un gruppo di lavoro misto (docenti e un referente della formazione profe.le) che
curano questa fase in collaborazione anche con un docente di sostegno per quei
casi in cui il passaggio di scuola comporta una variazione nella certificazione
(alunni non più certificati dopo la terza media);
- Un raccordo con le varie scuole medie inferiori, per la lettura e la comprensione
reale delle documentazioni sui vari alunni, al di là della documentazione ufficiale
(compito svolto da un docente);
3. Mappa dei bisogni formativi dei partecipanti, come azione diretta alla
prevenzione dell’abbandono precoce, attraverso interventi
mirati sul disagio
scolastico. L’azione ha lo scopo di informare i soggetti sul sistema di vincoli ed
opportunità in merito all’obbligo formativo, oltre quello di fornire un aiuto alla
“genitorialità” per gli alunni in situazione di disagio sociale. Le attività previste
sono:
- Colloqui iniziali individuali di conoscenza con tutti gli alunni e le loro famiglie (1
docente per ogni classe prima). Tale attività rientra nel POF dell’Istituto Datini;
- Mappa delle potenzialità della classe, costruita attraverso questionari e test di
ingresso. (docenti delle classi prime su materie di area comune). Tale attività
rientra nel POF dell’Istituto Datini;
- Colloquio con la famiglia degli allievi individuati per i percorsi IP, IF, LIF e LIP
per facilitare l’emersione di bisogni e aspettative, nonché richieste particolari
per il percorso scolastico e formativo dell’alunno e concordare con loro il patto
formativo. Resta inteso che l’adesione alla sperimentazione dei percorsi sarà
autorizzata dai genitori degli alunni coinvolti.
- Realizzazione di moduli didattici volti alla conoscenza da parte degli alunni
delle loro potenzialità, del loro metodo di lavoro, delle loro aspettative, dei loro
bisogni, dei loro interessi generali e professionali.
Le attività, essendo indirettamente connesse ai destinatari finali dell’intera
iniziativa, circa 195 direttamente coinvolti nelle classi oggetto della sperimentazione
(ad essi vanno aggiunti gli alunni delle classi prime degli Istituti Cicogni Rodari e
Datini) non rende possibile una quantificazione certa del monte ore.
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13
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
Servizi alle persone attivati
Sostegno individualizzato alla motivazione all’apprendimento, allo studio e al
lavoro
Ogni fase delle azioni IP, LIF e LIP e dell’azione PF, comprende almeno il 27 % della
quota oraria di incontri di orientamento individuali e per piccoli gruppi, e la
disponibilità per incontri di counseling individuale per gli allievi che ne facciano
richiesta. Per quanto attiene invece il percorso IF, sono previsti invece colloqui
orientativi per circa un ora per partecipante (totale 120).
Per gli IP le ore previste sono 120 (circa 5 per partecipante): l’attività integra e
supporta quelle del coordinatore del consiglio di classe. I servizi individuali
direttamente riferibili alla tipologia LIF , hanno una durata di 260 ore (circa 7 per
partecipante di supporto al percorso e circa 2 di attività didattica individualizzata). Per
il LIP, le ore di servizi integrativi è pari a 125 (circa 5 ore per partecipante).
Per il PF, che riguarda una realtà diversa da quella scolastica, si prevede un
impegno maggiore, esterno all’offerta di corsi formativi, per 120 durante le azioni di
aula, laboratorio e stage (6 per partecipante) e 60 ore di Bilancio delle competenze (3
per partecipante). In totale si prevede l’erogazione di servizi diretti pari a 1045 ore.
Il tutoring, in tutte le tipologie di percorso, è inteso come un accompagnamento
ulteriore rispetto a quelli tradizionali di aula e/o di stage, allo scopo di:
- Sviluppare azioni individuali di empowerment e sostegno alla motivazione
all’apprendimento e al lavoro, oltre che alla creazione di un quadro di
riferimento chiaro delle finalità dei percorso e delle caratteristiche della figura
d'uscita, l’attività è volta ad implementare l'autostima, facilitare l’individuazione
del sistema delle competenze non formalizzabili dei partecipanti, valorizzarne gli
aspetti caratteriali e cognitivi;
- Riorientare gli alunni che manifestano difficoltà in merito alla scelta del corso
di studi;
- Sostenere le pari opportunità e le differenze di genere
- Valorizzare le diversità, il progetto intende ricostruire, integrandole, due
modalità diverse di interpretare il problema del processo di scelta
formativa/occupazionale: sia le variabili fondamentali del processo decisionale,
ossia attitudine (disposizione valutabile in termini di capacità o potenzialità),
interesse (è la “forza di attrazione”) che uno specifico campo d’attività scolastica
o lavorativa esercita nei confronti della persona) e inclinazione (disposizione del
soggetto nei confronti di uno specifico campo d’attività, ed espressione
dinamica di bisogni profondi);
- Attivare relazione d’aiuto di carattere diagnostico e progettuale. Il servizio ha lo
scopo di abilitare il soggetto all’autovalutazione ed all’autoprogettazione.
- Attivare percorsi di Counseling, una metodologia che fa riferimento ad un
soggetto attivo, in grado di autodeterminarsi e di orientarsi, rispetto al quale
facilitare l’acquisizione
personale progressiva di un livello maggiore di
consapevolezza. L’aiuto del counseling pertanto consiste nel realizzare un
investimento di fiducia nelle capacità della persona ed una conseguente
attribuzione di responsabilità.
Sportelli orientamento individualizzato
Gli sportelli, attivati esplicitamente per l’iniziativa, saranno aperti presso le sedi dei
soggetti partner, e saranno attivi per 4 ore settimanali per 40 settimane, per
complessive 160 ore. Si prevede che di tale servizio si avvalgano gli utenti dei corsi IP e
PF, complessivamente in numero di 45. Il servizio sarà così articolato:
- Colloqui informativi, volti prevalentemente a fornire all’utente tutte le informazioni,
le metodologie, gli strumenti, di cui il servizio di orientamento dispone aiutandolo a
selezionarle e valutarle. Nel colloquio informativo l’operatore, di fatto, svolge
un’analisi della domanda dell’utente, attività di particolare importanza specie per
quell’utenza che ha difficoltà ad identificare/presentare la domanda stessa, oppure
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14
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
che pone domande diverse/contradditorie, che necessitano di aiuto per la
formulazione della domanda stessa;
- Colloqui orientativi brevi, un servizio di consulenza orientativa che mira ad aiutare
l’utente a selezionare, valutare le informazioni disponibili a supportarlo nella
realizzazione di un proprio progetto/percorso. Rivolto a coloro che sono interessati
alla formazione o ad uno specifico progetto ma non sono in grado di reperire da soli
le informazioni;
Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze;
E’ costituito da 2 differenti tipologie di servizio:
- Bilancio delle competenze, attivato in fase ex-ante, in itinere ed ex-post rispetto
all’erogazione dei servizi formativi integrati, per facilitare la presa di coscienza dei
propri saperi e del proprio saper fare per renderli manifesti anche agli altri ed
eventualmente impiegarli in nuove esperienze. Può essere infatti considerato uno
strumento al servizio della politica di riconoscimento e validazione dei crediti
formativi e lavorativi acquisiti dalla persona. E’ inoltre un processo che permette di
elaborare un progetto professionale a breve, medio e lungo termine a partire
dall’analisi dell’esperienza, della storia individuale, delle competenze possedute e
dal potenziale cognitivo, tenendo conto di gusti, valori prioritari, scelte personali
nella vita. Gli output visibili del percorso di bilancio sono:
- un progetto professionale con ipotesi di sviluppo, attività da intraprendere e
piano d’azione
- un documento di sintesi in cui sono raccolte le informazioni emerse durante il
percorso un portafoglio delle competenze con elementi che attestano le risorse e
competenze acquisite che possono essere trasferite in altre esperienze che
costituisce l’occasione per fare il punto sul percorso già effettuato, di
confrontarsi con altri sulle ragioni che motivano eventuali cambiamenti, di
elaborare nuovi progetti ed esaminarne la fattibilità.
- Il bilancio delle risorse personali, finalizzato a migliorare le capacità di
autovaluazione della persona, a completare e/o correggere l’immagine che la
persona ha di se stessa in funzione di uno sviluppo professionale/lavorativo. In
sintesi il bilancio delle risorse è un’attività molto vicina al bilancio delle
competenze, la differenza sta nell’essere un’azione più sfumata, non tanto per i
contenuti, quanto per la durata e relativo approfondimento. E’ dunque un
percorso di orientamento che permette ai partecipanti ai percorsi di:
- analizzare le proprie competenze professionali/personali nonché le proprie
attitudini/motivazioni;
- definire un proprio progetto professionale e/o formativo.
Servizi di didattica individualizzata per recupero debiti formativi;
Il servizio è rivolto ai partecipanti del percorso PF e IP, complessivamente (circa) 45
soggetti, e sarà eventualmente attivato su richiesta della Commissione crediti, per
complessive 80 ore, con un’incidenza per partecipante non definibile ad oggi, perché
strettamente dipendente dalla presenza di eventuali “debiti formativi”.
La durata complessiva del servizio quantificabile e diretto è pari a 865 ore .
Crediti formativi acquisibili e certificabili durante i percorsi e loro spendibilità nel
sistema della formazione professionale ed in quello dell’istruzione;
IF - CREDITI RICONOSCIUTI (maturati nel sistema dell’istruzione) per gli allievi che
decidano alla fine del percorso IF di passare al sistema della F.P.
Lingua inglese
66 ore
Lingua francese
66ore
Lingua tedesca
66 ore
Informatica di base
99 ore
Economia aziendale
99 ore
Matematica
66 ore
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Totale: 396 ore per qualifiche II livello europeo (310 per PF – Addetto ai rapporti
commerciali e 224 per Addetti all’assemblaggio di P.C.)
IP- CREDITI RICONOSCIUTI (maturati sistema istruzione)
UFC 2 Diritto del lavoro e contrattualistica
32
UFC 4 Informatica di base
66
UFC 5 Principi di logica e matematica di base
140
UFC 6 Comunicazione e abilità relazionali
60
UFC 8 Geografia turistica
32
UFC 9 Inglese
200
UFC 10 Francese/Tedesco
136
UFC 12 Legislazione sociale turistica
32
UFC 13 Tecnica turistica e alberghiera
192
TOTALE 890
LIF- CREDITI RICONOSCIUTI
Informatica di base 70
Lingua inglese 60
Ruolo professionale 20
Comunicazioni e relazioni interpersonali 38
Diritto del lavoro 20
Sicurezza 16
Tecniche di ricerca attiva del lavoro 20
Principi d’economia del terzo settore 30
Organizzazione del lavoro 10
Visite aziendali 30
Totale: 330 ore per qualifiche II livello europeo (288 per PF – Addetto ai rapporti
commerciali e 238 per Addetti all’assemblaggio di P.C.)
LIP- CREDITI RICONOSCIUTI
Crediti
1 Disegno Tecnico
2 Impiantistica meccanica
3 Impiantistica termoidaulica
4 Impiantistica oleodinamica
5 Tipologie di produzione: serie e commessa
6 Fasi del montaggio dei pezzi
7 Strumenti e attrezzature di montaggio e misurazione
8 Messa a punto del montaggio
9 Manutenzione preventiva
10 Basi d’informatica e uso del PC
11 Contratto di lavoro e principali normative regolanti il
rapporto di lavoro
12 Igiene del lavoro, prevenzione e pronto soccorso
Totale per anno
TOTALE CREDITI IN ORE: 660
PF - CREDITI RICONOSCIUTI
Crediti minimi riconoscibili per entrambi
i profili
UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica
UFC3 Informatica di base
UFC4 Principi di logica e matematica di base
UFC6 Principi di economia aziendale
UFC7 Principi di organizzazione aziendale
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III anno IV anno
70
100
40
100
60
40
40
10
20
30
50
10
10
20
50
30
280
Ore di
corso
Crediti
24
24
42
42
30
30
20
20
40
40
280
Integrazione
%
16
STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
UFC8
UFC9
UFC10
UFC11
UFC12
UFC13
Comunicazione e abilità relazionali
Motivazione e progetto professionale
Totale
Crediti minimi riconoscibili Addetto ai
rapporti commerciali
Laboratorio pratico di informatica
Laboratorio software dedicati
Lingua inglese
Elementi di contabilità generale
Totale
Crediti minimi riconoscibili Addetto
all’assemblaggio dei P.C.
UFC10 Inglese tecnico
Applicazioni: installazione software e
UFC16 programmi di diagnostica
Totale
24
20
200
24
20
200
16,67%
Ore di
corso
Crediti
50
50
50
50
100
66
50
50
250
216
Integrazione
%
Ore di
corso
Crediti
30
30
Integrazione
%
30
60
30
60
18,00%
5,00%
Riconoscimento crediti in entrata
Specificare le modalità di valutazione dei crediti in entrata ai diversi percorsi
Saranno presi in considerazione i crediti formativi formali derivanti dal sistema
dell’istruzione e della formazione professionale, tenendone conto nei termini della
spendibilità totale e/o parziale nei percorsi di istruzione e formazione professionale. In
assenza di documentazione formale, a domanda dell’utente, si procederà
all’accertamento del credito richiesto, tramite una prova (test, prova pratica, colloquio),
il cui esito verrà ritenuto positivo al superamento della soglia minima prevista nel
sistema dell’istruzione (6/10) ovvero in quello della formazione (60/100). Per la
valutazione dei crediti verrà attivata una commissione mista composta da esperti
provenienti dal sistema dell’istruzione da quello della formazione professionale.
Saranno implementati anche gli strumenti attualmente in fase di elaborazione da
parte del CTP destinatario dei finanziamenti per le attività di ricerca- azione prevista
dalla Regione Toscana
Modalità di realizzazione di eventuali verifiche periodiche dei livelli di
apprendimento
Nel dettaglio, nel rispetto al valore della spendibilità reale dei crediti formativi
maturati, si prevede la distinzione in 3 momenti per le verifiche periodiche:
1. Valutazione finalizzata alla valorizzazione delle competenze comunque
maturate: attività resa possibile dall’attività di orientamento, in vista della
definizione del proprio progetto formativo e professionale. Tale verifica assume
una rilevante funzione rispetto alla definizione di atteggiamenti e
comportamenti volti all’autovalutazione delle proprie competenze;
2. Valutazione finalizzata alla messa in trasparenza delle competenze acquisite in
funzione di una migliore spendibilità sul mercato del lavoro o rispetto ad un
percorso educativo/formativo. Il riconoscimento è limitato allo specifico
percorso individuale intrapreso, ed è definito attraverso un portafoglio delle
competenze finalizzato a facilitare i rapporti domanda/offerta di lavoro,
mettendo più affidabilmente in relazione imprese e soggetti in cerca di
occupazione. Tale valutazione sarà effettuata attraverso lo strumento del
Bilancio delle Competenze.
Valutazione diretta e generale del possesso da parte dell’individuo del set delle
competenze-obiettivo, diversificate su tre livelli: competenze di base, trasversali e
tecnico-professionali. Questa fase è fondamentale per il riconoscimento dei crediti, che
diverranno la base per il rientro in percorsi formativi (o educativi) durante l’intero corso
della vita, flessibili, modulari e individualizzati. La valutazione in questo caso prevede
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STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
un sistema di accertamenti in itinere, previsti in conclusione di ogni singola UFC,
attraverso approcci ritenuti significativi in relazione alla tipologia di competenze
d’uscita. Si prevedono comunque colloqui, test/prove scritte o simulazioni di
problematiche in situazioni lavorative. Ulteriori verifiche saranno effettuate anche in
occasione del completamento del percorso di stage aziendale, e le valutazioni del corpo
docente saranno in tale occasione integrate da quelle dei tutor aziendali/responsabili
delle imprese sede di stage.
Attestazioni professionali conseguibili mediante la frequenza ai diversi percorsi proposti
nell’ambito delle qualifiche professionali indicate nell’allegato 6 del presente bando e i profili
professionali (durata minima 1200 ore e requisiti di ingresso licenza di scuola secondaria di
primo grado e compimento del 15° anno di età) che saranno approvati, ai sensi della
DGR.870/03, entro la data di scadenza del presente bando, e/o titoli professionali rilasciati dal
sistema dell’istruzione professionale, liceale e tecnica.Profili professionali conseguibili all’interno
dei percorsi formativi:
ADDETTO AGLI UFFICI TURISTICI, 1200 ORE, CODICE REGIONALE 1701131
MONTATORE MANUTENTORE DI SISTEMI MECCANICI, 1200 ORE, CODICE REGIONALE 602021
ADDETTO AI RAPPORTI COMMERCIALI 1200 ORE, CODICE REGIONALE 2404051
ADDETTO ALL’ASSEMBLAGGIO DEI P.C. 1200 ORE, CODICE REGIONALE 2606012
Materiali didattici e di supporto
I supporti didattici utilizzati sono individuati coerentemente agli obiettivi dei singoli
moduli, e ottemperano alle seguenti condizioni generali:
1- Integrazione: la strumentazione didattica di ogni modulo è un insieme sistemico
ed organico di elementi di rinforzo dell’apprendimento;
2- Coerenza e coincidenza con gli obiettivi formativi, perché l’utilizzo dei sussidi
conduca al conseguimento degli obiettivi;
- 3- Multimedialità: elemento di forza da un punto di vista della strategia
formativa è l’utilizzo di più tipologie di strumenti didattici (supporti cartacei,
audio, video, PC) in funzione dell’efficacia potenziale di ogni strumento rispetto
a obiettivi/economia dei moduli. Grande importanza riveste il materiale
didattico, che dovrà svolgere un’azione mediatrice tra il momento
dell’erogazione di contenuti e il momento della verifica.
Per quanto attiene alla strumentazione di sostegno alla partecipazione, si prevede
l’utilizzo di:
- Questionario di rilevazione sull’orientamento scolastico;
- Questionario di rilevazione sugli interessi professionali;
- Questionario di rilevazione dell’andamento di progetto
I primi due questionari, già prodotti per le precedenti esperienze del progetto
Drop-in, richiedono una rivisitazione e focalizzazione rispetto agli obiettivi del presente
progetto, mentre il questionario di rilevazione dell’andamento del progetto, sarà
definito ad hoc per la presente iniziativa. Sempre in ambito di sostegno e supporto ai
partecipanti, saranno utilizzate le banche dati del Centro per l’Impiego.
Monitoraggio
La valutazione dell’efficacia dell’intervento è rivolta a verificare i cambiamenti
intervenuti nella dimensione cognitiva dei partecipanti, non certo in termini assoluti,
ma relativi al valore di variazione nel possesso di uno o più competenze . Tali aspetti
risultano di particolare rilevanza nel momento in cui il target-group costituisce un
soggetto particolarmente fragile, per il quale il “successo” delle attività svolte, può
costituire un determinante fattore di spinta verso l’inclusione sociale e l’occupabilità,
oltre che per continuare i percorsi d’istruzione. Parlando di cambiamenti in tale
prospettiva, si fa riferimento ad un sistema complesso che implica:
ƒ che l’orientamento consideri le 3 forme principali di transizione per il target
group, momenti critici (scelta di un futuro), esperienza d’inserimento in un
nuovo contesto, perdita di ruolo nell’ambito della propria esperienza formativa
in conseguenza di eventi esterni o crisi soggettive;
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STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
che esista una separazione tra la logica esclusivamente socio-assistenziale e
quella culturale in senso antropologico, dunque in una logica di cultura del
cambiamento per promuovere un “apprendimento alla scelta” senza che questo
debba essere confinato alle situazioni critiche;
ƒ che le abilità e le conoscenze da generare o da incrementare siano in termini di
qualità e quantità come obiettivo dell’attività formativa,
ƒ che l’esplicazione didattica sia coerente al progetto formativo,
ƒ che l’organizzazione e le procedure siano avvenute nel modo e nei tempi
previsti nel progetto,
ƒ che i destinatari dell’intervento abbiano effettivamente acquisito nuove abilità e
conoscenze o abbiano migliorato quelle di cui erano in possesso.
ƒ che il maggior numero possibile di destinatari possa continuare il percorso di
educazione superiore, conseguire una qualifica regionale di secondo livello, e/o
trovare un inserimento lavorativo o sia in condizione di attivare una scelta di
auto-imprenditoria.
La valutazione del livello dei risultati raggiunti si riferisce pertanto non solo alle
conoscenze, abilità e cambiamenti nell’atteggiamento dei destinatari dell’azione
formativa, ma anche la motivazione al lavoro e al reinserimento nel tessuto sociale,
richiedono un approccio valutativo diverso nelle metodologie di rilevazione, nei tempi
come anche nella natura dei parametri. La valutazione del corso si basa
essenzialmente su alcune tecniche quali: osservazione diretta, colloqui individuali e di
gruppo, test a risposta multipla, questionari.
Per quel che riguarda la valutazione delle attività formative gli strumenti saranno:
1. Scheda personale dell’allievo è lo strumento di raccolta di informazioni
individuali fin dal momento dell’ingresso nei percorsi, e conterrà il progetto
formativo dell’allievo e le varie valutazioni in itinere.
2. Osservazioni formali e informali dei tutor schede strutturate e osservazioni
informali riguardanti il clima d’aula, l’atteggiamento dei partecipanti nei confronti
dell’intero ambiente formativo e la loro partecipazione individuale nonché la
capacità di lavorare e cooperare nel gruppo-classe
3. Schede di valutazione dei docenti che informeranno i coordinatori del corso sugli
obiettivi effettivamente raggiunti , i problemi incontrati, i metodi usati e la
valutazione dei partecipanti.
4. Questionario valutazione del gradimento dei partecipanti fatto in itinere, a
metà e alla fine del percorso formativo per acquisire informazioni circa la
valutazione dei docenti da parte dei corsisti, delle metodologie utilizzate e
dell’organizzazione in generale del corso.
5. Questionario per i responsabili delle aziende al fine di valutare il percorso degli
stagisti durante l’attività di training on the job.
ƒ
6. Commissione Controllo e Qualità: verificherà lo svolgimento del progetto a livello
operativo, didattico, organizzativo e finanziario.
7. Social audit: ossia attivazione dello strumento che permette di verificare all’interno
dell’organizzazione delle attività svolte per la qualità e i risultati ottenuti sono in
accordo con gli obiettivi prefissati.Partendo da un percorso tutto tarato
sull’efficienza, infatti, si rischierebbe di ridurre grossolanamente il percorso di
qualità verso forme di controllo eccessivamente rigide per gli tutti i soggetti
coinvolti che di fatto finiscono per privilegiare fattori che risultano del tutto
inadeguati per verifiche o revisioni continue della qualità
Gli strumenti
1. La scheda personale dell’allievo
2. Il questionario di gradimento A, B, C: valutazione dell’attività d’aula, di laboratori
e degli stage da parte dei corsisti, nell’ambito delle tecniche didattiche utilizzate e
per qualità relazionali dei docenti, il questionario sarà somministrato dal tutor.
3. Quaderno delle osservazioni del tutor, inerente all’attività d’aula per individuare
le dinamiche d’aula, (l’atteggiamento di ciascun allievo nei confronti del corso, dei
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STRUMENTI OPERATIVI – Modelloprogettazione integrata allargato agli Istituti Tecnici e Licei
docenti, dei compagni del corso, dell’ambiente in cui avviene la formazione, nonché
la partecipazione fisica, psicologica e motivazionale) e per una valutazione dei
docenti. Le osservazioni saranno inserite in una griglia standard definita all’avvio
delle attività.
4. Questionario di valutazione, osservazione sistematica e non episodica dell’allievo
da parte degli operatori responsabili di questa fase che serve ad individuare la
capacità, inoltre il questionario consente di avere un quadro personale e globale
delle abilità e delle carenze degli allievi.
5. Quaderno delle osservazioni da parte degli Assistenti al laboratorio; inerente
all’attività di laboratorio, per integrare le osservazioni a quanto rilevato in aula.
Anche queste osservazioni saranno inserite in una griglia standard definita all’avvio
delle attività.
6. Quaderno delle osservazioni da parte degli imprenditori / responsabili del
personale delle aziende entro cui si svolgeranno gli stage: riguarderà le attività
di stage e sarà integrato ai due strumenti precedenti;
7. Autovalutazione dei partecipanti, anche sulla base del “gap” misurabile tra la
situazione ex-ante, in itinere ed ex-post attraverso il Bilancio delle Competenze;
8. Carte di Controllo per il monitoraggio delle varie fasi del progetto, serviranno
ad individuare eventuali fattori di disturbo che possono influenzare lo svolgimento
pregiudicandone i risultati. In specifico questa fase prevede valutazioni:
ƒ a livello operativo per verificare se le attività sono svolte nel modo corretto; se
l’integrazione tra i partner dell’iniziativa produce valore aggiunto al progetto;se
il progetto è stato in grado di sensibilizzare gli Interessi Locali Organizzati che
operano sul territorio;
ƒ a livello direzionale, per analizzare l’adeguatezza del tempo assegnato per
l’esecuzione delle attività, l’appropriatezza e la tempestività dei supporti,
ƒ a livello didattico: per controllare l’esplicazione modulare dei contenuti didattici,
delle verifiche e delle valutazioni; per valutare i livelli di trasferibilità delle
metodologie adottate ed i criteri da seguire per renderli più efficaci; per
coordinare l’attività dei docenti.
ƒ a livello finanziario, per controllare la gestione delle risorse finanziarie rese
disponibili per la realizzazione del corso.
9. Il questionario di fine corso: valutazione di coordinamento, organizzazione,
direzione, tutoring e docenze da parte degli allievi. Il questionario sarà
somministrato dal tutor. Si è scelto la forma del questionario, in quanto si tratta di
uno strumento di raccolta di informazioni finalizzato a realizzare indagini,
inchieste, trend di sviluppo.
10. Per la fase ex-post, si farà invece riferimento alla creazione di un sistema di audit
basato sui seguenti indicatori:
- Numero di aziende coinvolte nella fase di stage;
- Percentuale di soddisfazione delle aziende rispetto ai percorsi di stage;
- Percentuale di “dispersione” nelle attività formative dei partecipanti;
- Percentuale di assunti all’interno dei partecipanti alle attività formative;
- Valutazione degli stakeholders;
Modalità di verifica per la rilevazione della soddisfazione di utenti, operatori ed
imprese
I risultati saranno tradotti in indicatori riepilogativi per ciascun allievo e per tematica
(approccio metodologico modulare e del corso complessivo, rapporto tra teoria e
pratica, utilità del materiale didattico, adeguatezza della durata del corso, competenza
comunicativa dei docenti, qualità dei servizi individuali) definiti da questionari a
domande chiuse con punteggio 1/10. Percorso analogo è previsto per i docenti. La
rilevazione del grado di soddisfazione sarà attivata anche presso le imprese sede di
stage, sottoponendo strumenti analoghi ai precedenti, per i responsabili tecnici
dell’area professionale e/o per i tutor aziendali.
Comitato di Progetto Ricerca-azione DD Regione Toscana 8128/2003
20
STRUMENTI
OPERATIVI
Nota agli strumenti operativi
I materiali di lavoro qui riportati sono la sintesi di due delle tre
sperimentazioni del bando regionale relativo all’integrazione istruzione /
formazione, attuate a livello della Provincia di Prato. Essi rappresentano
due tipologie di MODELLI di sperimentazione di formazione integrata.
Si tratta della sintesi:
1. della seconda sperimentazione di A.I.P. (II), che vede coinvolti solo
due tipologie di soggetti - Istituto Professionale e Agenzia
Formativa della Formazione Professionale;
2. della sperimentazione di PR.I.MO (progetto integrato modulare)
che vede coinvolti, alla luce del nuovo bando regionale, assieme a
Istituti professionali e Agenzie Formative della Formazione
Professionale anche l’Istruzione Tecnica e quella Liceale.
La finalità dei due esempi proposti è quella di servire come strumento e
pertanto, i due modelli qui sintetizzati, riportano esclusivamente gli
aspetti contenutistici e la logica dei progetti trascritti sui formulari della
Regione Toscana.
In molte parti, per agevolarne la lettura, si è teso a togliere tutto quello
che commentava ulteriormente le scelte operate dai progettisti che sono
tenuti, essendo il formulario soggetto a valutazione di una commissione ,
a rendere il più possibile esplicito tutto il contenuto di un progetto.
STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Azioni Integrate Professionalizzanti II
A.I.P. II
SINTESI DEL PROGETTO
SOGGETTI ATTUATORI : ATS
Capofila IPSSCTP “F.DATINI” attività : gestione amministrativa, rendicontazione
finale, analisi dei bisogni formativi, formazione, orientamento, monitoraggio e
valutazione
Partner F.I.L. spa attività: analisi dei bisogni formativi, formazione,
orientamento, bilanci delle competenze, counseling, monitoraggio e valutazione,
amministrazione.
Modalità organizzative adottate per la realizzazione del progetto
Composizione Comitato di Progetto
Un rappresentante della Provincia di Prato, Servizio Formazione e lavoro e uno
Assessorato Pubblica Istruzione; 3 rappresentanti scuola e 3 agenzia formativa
Funzioni e modalità di lavoro del Comitato di Progetto
Funzioni: (strumento essenziale per il “pilotaggio” e la valutazione dell’intera
attività)
1. Coordina le attività formative, per verificare le azioni da un punto di vista
didattico, motivazionale, anche nei servizi individuali previsti;
2. Convoca e coordina le riunioni periodiche dello staff di progetto, al fine di
facilitare l’andamento delle attività e monitorarne costantemente il flusso dei
servizi erogati;
3. Ha funzioni di Comitato Tecnico-Scientifico, allo scopo di realizzare la rete e la
sinergia tra partners, coordinare e verificare il raggiungimento degli obiettivi
progettuali. Se necessario, si avvarrà di competenze esterne qualificate.
4. Verifica e valuta la qualità dell’intervento in quanto responsabile in prima
istanza delle procedure di monitoraggio e valutazione, anche se per queste
potrà eventualmente avvalersi di esperti esterni;
5. Partecipa e coordina le azioni di mainstreaming, disseminazione e interazione
con gli stakeholders locali, allo scopo di promuovere il progetto, sostenerne la
rilevanza formativa sul territorio, rispondere alle sollecitazioni degli attori locali.
6. Fornisce indicazioni ai consigli di classe in merito ai crediti formativi maturati
durante le esperienze previste nelle diverse azioni del progetto;
Modalità
ƒ Ha il compito di supervisionare l’intera attività. Si riunisce in occasione
dell’avvio di ogni attività e, comunque, almeno 1 volta al mese. Compone il
Comitato Tecnico Scientifico (incluso nel Comitato di progetto) coordinato
dal capofila, composto dai diversi soggetti che agiscono nell’ambito del
progetto allo scopo di realizzare la rete e la sinergia tra partner, coordinare e
verificare il raggiungimento degli obiettivi progettuali. Il comitato, se
necessario si avvarrà di competenze qualificate esterne. Il comitato tecnicoscientifico avrà anche il ruolo di verificare l’attività didattica e di rilevare le
competenze dei partecipanti all’iniziativa;
ƒ Direzione amministrativa;
ƒ Gruppo di ricerca: è composto da tecnici delle organizzazioni proponenti,
coadiuvati da consulenze ad hoc esterne;
ƒ Una segreteria organizzativa: che ha lo scopo di coadiuvare l’organizzazione
e la gestione delle attività da un punto di vista logistico, ed è realizzata dai
soggetti attuatori.
ƒ Segreteria amministrativa: che ha il compito di gestire le attività
amministrative e completare la rendicontazione in itinere ed ex post;
ƒ Responsabile della qualità del corso: è l’interfaccia tra il Comitato Tecnico
Scientifico, la direzione progettuale e l’utenza del corso..
ƒ Coordinamento amministrativo: composto dal Direttore dei servizi Generali
e Amministrativi e dal Direttore FIL spa,.
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
1
STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Per un’erogazione del servizio, si prevedono riunioni plenarie tra il Comitato di
Progetto e il coordinatore del consiglio di classe (percorsi IP e IF) delle sezioni
coinvolte dal progetto, docenti delle aree di integrazione, in collaborazione con i
tutor. I docenti che partecipano all’iniziativa forniscono, in tali contesti, un
programma dettagliato dei contenuti delle attività didattiche. Nella programmazione
didattica delle classi coinvolte dal progetto, i docenti saranno coinvolti nella
sperimentazione ed adegueranno conseguentemente la loro programmazione
disciplinare. Riunioni analoghe saranno svolte anche con i soli tutor e,
eventualmente, gli imprenditori o i responsabili del personale delle aziende sedi di
stage, durante l’apprendimento in azienda.
Reti relazionali.
Trattandosi di un progetto sperimentale Istruzione/Formazione, interagisce in un
quadro complesso di integrazione tra sistemi, politiche attive del lavoro, offerta
formativa ed educativa e strategie di sviluppo locale. Necessariamente saranno
attivate sinergie tra più soggetti:
1. Enti pubblici (Provincia di Prato, Comuni);
2. Imprese e Associazioni e cooperative del privato Sociale
3. Organizzazioni sindacali e datoriali;
4. Scuole medie superiori del distretto;
La rete di relazioni ha anche lo scopo di diffondere la conoscenza dell’attività svolta
ed implementare l’offerta di stage, modellizzando le attività secondo le dinamiche
del territorio, evitando rischi di autoreferenzialità.
DESCRIZIONE PROGETTO
I percorsi formativi per ciascuna delle tipologie di intervento previste all’articolo 1 del bando
Il secondo anno della sperimentazione intende rafforzare l’integrazione
dell’offerta formativa, attraverso un più sinergico raccordo operativo tra il “sistema”
dell’istruzione e quello della formazione, proponendo una filiera di professioni
contigue dal punto di vista delle Aree di Attività, per facilitare non solo il
perseguimento dell’obbligo formativo e l’integrazione tra i sistemi, ma anche di
facilitare l’individuazione di un target più ampio di utenza. Per facilitare il
perseguimento degli obiettivi indicati, la seconda sperimentazione individua bacini
di utenza potenziale legati ad istituti scolastici presenti su tutto il territorio
provinciale. In questa prospettiva, resta centrale il ruolo che il territorio assume
nella modellizzazione di un “governo dell’obbligo formativo”: la territorialità assume
il valore di categoria-chiave, diventa la dimensione cui riferire l’insieme dei
problemi. Il territorio è dunque assunto come fattore decisivo perché:
1. mette in campo tutte le informazioni qualitative e quantitative capaci di far
compiere scelte motivate e consapevoli;
2. è indispensabile il supporto degli Interessi locali organizzati per far
conoscere e cooperare sulle scelte operate e per facilitare la predisposizione
di offerte coerenti;
3. introduce le sperimentazioni sui nuovi modelli di governance in tema di
offerta di istruzione e formazione in modo che i vari percorsi proposti
divengano patrimonio comune;
4. valorizza le eccellenze nel sistema dell’istruzione e in quello della
formazione.
Il sistema dell’education prefigurato disegna un’offerta integrata di molteplici
opportunità per formare od arricchire il patrimonio di competenze dei giovani:
ƒ acquisibile in contesti diversi ed integrati;
ƒ certificabile in due dei tre sistemi, istruzione, formazione e lavoro;
ƒ necessario all’occupabilità.
A tale logica, si integra in questa seconda sperimentazione la definizione di un
sistema di Aree di Attività di 4 differenti profili professionali che costituiranno
l’offerta formativa dei servizi IP e PF, e faciliteranno l’integrazione.
Il progetto formativo si propone di fornire competenze interdisciplinari e
abilità pratiche, rendendo più ampio il range di scelta che collega il credito
formativo alla sua spendibilità nei sistemi istruzione e formazione, oltre che la
relativa spendibilità delle capacità professionali acquisite. Per attuare i propositi
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
indicati, date anche le caratteristiche dell’utenza, si prevedono ampi momenti di
orientamento, empowerment, autovalutazione e tutoring individuale e di gruppo al
percorso formativo (grazie ai servizi SI).
FASI DEL PROGETTO
Azione 1- Istruzione/Formazione (IF): 4 edizioni dello stesso percorso integrato
con la formazione professionale. Il percorso, che coinvolgerà alunni di quattro
classi prime per complessive 400 ore annue (100 per ogni classe), utilizzerà la
cosiddetta “area di integrazione” del “progetto 2002”. Rispetto alla precedente
edizione il percorso IF sarà maggiormente caratterizzato da modelli di didattica
orientativa, e sostegno alla motivazione all’apprendimento.
Azione 2- Percorsi formativi (PF): 2 Percorsi di formazione professionale ,
strutturati sul modello delle pluriqualifiche per garantirne il carattere
individualizzato e orientato all’utenza. I percorsi sono rivolti a 20 giovani usciti dal
sistema scolastico (drop-out) senza adeguata qualificazione professionale, che
hanno fatto richiesta dei servizi del Centro per l’Impiego. L’offerta riguarda 2
percorsi formativi assolutamente differenziati nelle caratteristiche del profilo
d’uscita, con 228 ore di attività comune (moduli competenze di base e trasversali):
1. Addetto alla contabilità (1200 ore);
2. Modellista di abbigliamento (900 ore);
Azione 3- Integrazione professionalizzante (IP): 2 corsi integrati fra istruzione e
formazione, pensati come elementi di continuità per gli allievi dell’Istituto Datini
frequentanti la classe II, individuati in due degli indirizzi dell’Istituto e
riguarderanno i seguenti profili:
1. Addetto ai rapporti commerciali (indirizzo economico-aziendale). L’attività
complessiva è pari a 1200 ore, delle quali 108 di integrazione, e prevede la
partecipazione di 1 classe seconda;
2. Addetto agli uffici turistici (indirizzo turistico), di durata complessiva pari a
900 ore, delle quali 106 di integrazione, e prevede la partecipazione di 1
classe seconda;
Azione 4- Servizi si supporto individuale (SI): attività di supporto ai percorsi
formativi offerti, strutturato con modalità di erogazione pluriservizio:
Servizi alle persone attivati:
1. Sostegno individualizzato alla motivazione all’apprendimento, allo studio e
al lavoro:
2. Sportelli orientamento individualizzato:
3. Rete per l’autoimprenditoria:
4. Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze;
5. Servizi per i soggetti con disabilità:
Azione trasversale 1- Pubblicizzazione e Accoglienza;
Essa può essere intesa sia diretta ai beneficiari dei percorsi formativi che
come azione di sistema, precedente ed integrativa rispetto alle azioni di
mainstreaming orizzontali e verticali, ed a queste orientata. Per quanto riguarda la
pubblicità diretta ai beneficiari dei percorsi formativi, adotterà canali comunicativi
differenziati ed orientati all’utenza quali: giornali a tiratura locale e regionale, radio,
siti internet istituzionali (Regione, Provincia, centri per l’impiego) e dei soggetti
partner, volantini e brochure informative. Per gli alunni dell’Istituto Datini
particolare attenzione sarà rivolta alle famiglie.
Anamnesi preliminare ed accoglienza: si svolge attraverso un “patto” tra
formatori, familiari degli utenti e beneficiari diretti delle azioni formative, e prevede
la redazione di una “carta dei servizi” idonea a presentare la tipologia dei servizi
offerti.
Azione trasversale 2- Valutazione, Controllo di qualità e Monitoraggio;
Strumenti aggiuntivi di natura quantitativa e qualitativa per la valutazione
e verifica saranno presenti in tutte le fasi formative e di supporto alla formazione. Il
controllo di qualità interno al progetto sarà compito di una commissione
appositamente formata. Il monitoraggio per il rispetto delle modalità e dei tempi
previsti sarà compito del gruppo dei progettisti.
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Azione trasversale 3: Disseminazione
Il livello di efficacia dell’azione è commisurato non solo sui servizi offerti per
la durata del progetto, ma anche sulla capacità di raccogliere intorno all’iniziativa il
maggior numero di consensi da parte dei policy makers e degli attori chiave della
collettività.
L’ATS avrà il compito quindi di:
1. garantire la massima adesione al progetto da parte degli attori chiave coinvolti;
2. identificare all’interno delle varie azioni quelle che vengono definite le “buone
pratiche”
3. creare le condizioni esterne al progetto per favorire la diffusione di tali pratiche.
4. identificare i soggetti verso i quali diffondere queste pratiche;
5. identificare strategie e mezzi per questa azione di disseminazione;
In questa sede, per ottimizzare l’attività di disseminazione, mettendo a
confronto entrambe le sperimentazioni, si prevede per la disseminazione la
pubblicazione di un rapporto così strutturato:
1. Resoconto dell’attività svolta, in termini quantitativi (indicatori di performance
del progetto, dati del monitoraggio fisico e del monitoraggio d’aula, dati
aggregati sulle valutazioni dei docenti, dei tutor d’aula e di stage);
2. Resoconto dell’attività svolta in termini qualitativi (testimonianze degli operatori
e dei partecipanti in merito all’esperienza svolta);
3. Individuazione e descrizione delle “buone prassi” individuate;
4. Quadro delle problematiche e delle criticità individuate.
Articolazione dell’offerta proposta
Tipologia I/F (Istruzione/formazione)
Il percorso integrato si svolge a 4 classi prime intere dell’istituto per l’anno
scolastico 2004-2005, con la seguente articolazione:
ƒ 2 classi prime dell’indirizzo economico-aziendale;
ƒ 1 classe prima dell’indirizzo grafico-pubblicitario;
ƒ 1 classe prima dell’indirizzo servizi –sociali;
Si prevede un numero di alunni interessati pari indicativamente a 100. Le classi
saranno individuate dai referenti dell’Istituto Datini a partire dal giugno 2004.
Fase preliminare
ƒ Individuazione per le quattro classi coinvolte di un docente tutor interno
all’Istituto (Giugno 2004), commissione formazione classi e Dirigente scolastico
ƒ Consiglio di classe iniziale per la progettazione dell’intervento, la definizione
della programmazione disciplinare, l’articolazione dei moduli integrati, allargato
a docenti della formazione (settembre 2004);
ƒ Colloqui individuali con le famiglie degli
alunni coinvolti
(inizio anno
scolastico) a cura del docente coordinatore della classe (presentazione del
percorso e sottoscrizione di un “patto formativo” (Attivato con servizi previsti nel
SI)
ƒ Moduli di orientamento/affettività specifici per le classi individuate (prime due
settimane di svolgimento delle lezioni, attivato con servizi previsti nel SI)
Azione: attività modulare di 100 ore predisposta per progetto A.I.P
1. Ruolo professionale
h.20
2. Comunicazione e relazioni interpersonali
h.34
3. Preparazione e rielaborazione visite aziendali
h.20
4. Visite aziendali
h.10
5. Rapporto di lavoro subordinato
h.16
Totale ore
100
Svolgimento dell’intervento
Monte orario: 132 ore annue (corrispondenti al monte orario denominato “ Area di
Integrazione”) di cui effettive di aula relative ai moduli in seguito descritti, 100 ore.
I percorsi saranno caratterizzati da:
ƒ Organizzazione modulare della didattica
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
ƒ Monte orario riservato alle visite aziendali
ƒ Certificazione finale dei crediti formativi
Modalità operative
Ogni classe prescelta per il percorso I/F utilizza i moduli nel monte orario
dell’Area di Integrazione prevista dal Progetto 2002 di sperimentazione didattica
che l’ Istituto attua dall’ a.s. 1997-98.
I moduli sono svolti in forma integrata, e l’intervento di docenti esterni alla scuola
per lo svolgimento dei moduli avviene in forma di co-docenza . Non si può inoltre,
stante l’ordinamento dell’Istituto (progetto 2002) procedere alla riduzione del 15 %
del monte orario previsto dal bando regionale.
Crediti riconosciuti tutte le 100 ore dei moduli sopra indicati.
Tipologia PF (percorso formativo)
Il percorso PF costituisce un momento centrale rispetto all’integrazione
educazione e formazione. La necessità di diversificare i profili è tesa da una parte
ad ampliare l’offerta formativa rispetto all’esperienza precedente e dall’altra di
ottimizzare l’offerta formativa.
La scelta è determinata da tre motivazioni di fondo:
1. L’offerta formativa si integra all’interno del sistema dell’istruzione, non solo
in termini di reciproco riconoscimento dei crediti formativi, ma per
l’individuazione di un profilo di natura tecnico-amministrativa che, in
sinergia con l’offerta della tipologia IP, è in grado di attivare sul territorio
locale un “sistema di professionalità” tali da ricostruire le Aree di Attività
più rilevanti all’interno delle funzioni di segreteria amministrativa per le
aziende locali.
2. L’offerta formativa, al contrario della precedente sperimentazione, forma un
profilo dell’area produzione Modellista di abbigliamento e uno dell’area
amministrazione/rapporto con i clienti, che è l’Addetto alla contabilità. La
diversificazione
delle
aree
funzionali
aziendali
è
performativa
all’ottimizzazione dell’occupabilità dei partecipanti, oltre che ampliare gli
ambiti di scelta per l’eventuale abbandono/reinserimento nei percorsi
scolastici e formativi;
3. L’individuazione del profilo Addetto alla contabilità è finalizzato, non solo al
fornire risposte in termini di offerta formativa alla domanda registrata sul
territorio, ma anche a tracciare una maggiore “contiguità” in termini di
orientamento alla scelta professionale per coloro che abbandonano i
percorsi scolastici del Datini, o ai drop-out delle scuole provinciali ad
indirizzo economico-aziendale. Il profilo individuato è in grado di facilitare il
reinserimento nel percorso scolastico date le sue caratteristiche di “affinità”
rispetto alla formazione scolastica. Questo garantisce ai partecipanti la
doppia opzione di perseguire una professionalità “affine” rispetto al percorso
scolastico (grazie alla quale riconoscere/riconoscersi in un ruolo
professionale) ed indirizzata al mondo del lavoro, ma anche di ritrovare
moduli/contenuti conformi e interscambiali con quelli dell’esperienza
scolastica, e tali da facilitare l’eventuale reingresso nella scuola.
I profili individuati sono i seguenti:
• Modellista di abbigliamento (900 ore), rappresenta uno dei profili “chiave”
dell’ambito delle aziende di confezione;
• Addetto alla contabilità (1200 ore), figura professionale a-settoriale, di
grande importanza date le caratteristiche del distretto pratese;
Per garantire l’efficacia reale dell’intervento di professionalizzazione ed evitare rischi
di scarsa collocabilità sul mercato del lavoro, nonché in risposta alle esigenze
individualmente espresse dai partecipanti, le attuali indicazioni, potrà essere
rimodulato in corso d’opera.
Destinatari - giovani di età 15-18 anni o giovani che abbiano seguito con esito
positivo un anno di corsi nel sistema dell’istruzione ovvero abbiano frequentato il
primo anno di istruzione superiore. E’ prevista la selezione, in caso di più di 20
iscritti , basata su:
1. Motivazione alla frequenza;
2. Test relativi alle capacità comunicative dei candidati;
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Obiettivi
L’attività prevista nel PF si pone dunque un set di obiettivi diversificati ed integrati:
1. Permettere l’acquisizione di una qualifica professionale di secondo livello
europeo strutturato secondo modalità pluriqualifica
2. Consentire agli allievi di assolvere all’obbligo formativo come indicato dalla
legge n° 144 /1999 e successivo regolamento (DPR 257/ 2000);
3. Attivare percorsi integrati fra scuola, formazione professionale che
favoriscano la permanenza del giovane all’interno del sistema formativo in
modo da prolungarne la permanenza nel mondo dell’istruzione e della
formazione per avviare processi di formazione continua;
4. Fornire agli allievi conoscenze e competenze di base e tecniche tali da
consentire loro di esercitare una cittadinanza attiva, di leggere il contesto
socio-economico, politico e ambientale in cui vivono e conseguentemente
avere buone capacità di inserimento nel mondo sociale e lavorativo
5. Sostanziare la sperimentazione della certificazione delle competenze che ha
organizzato gli interventi formativi in unità formative capitalizzabili (UFC),
rendendo attivo il reciproco riconoscimento fra sistemi diversi per
consentire il passaggio da un sistema all’altro mediante l’attivazione di
passerelle;
6. Valorizzare il vissuto culturale ed emotivo dei giovani, non duplicare
interventi formativi: progredire sul riconoscimento dei crediti formativi;
7. Rendere spendibile il proprio portfolio di conoscenze e competenze;
8. Dare risposta ai fabbisogni formativi ed occupazionali del territorio
Tipologie di attività
Il progetto prevede momenti di formazione da svolgere in aula e in laboratorio e
momenti formativi attuati mediante stage presso aziende locali. Il gruppo dei
corsisti è organizzato in modo flessibile e prevede la divisione e l’aggregazione a
seconda delle attività da svolgere.
Il percorso formativo, si svolgerà nelle modalità pluriqualifica sopra descritte:
• Percorso formativo comune, riferito alle competenze di base e trasversali
ed afferenti all’ambito della “cittadinanza attiva”, per complessive 228 ore;
• Percorso formativo differenziato, che permetterà lo sviluppo di competenze
tecnico-professionali specifiche delle 2 figure d’uscita: rispettivamente 372
per il Modellista di abbigliamento e 378 per l’Addetto alla Contabilità;
• Percorsi di stage differenziati, e rispettivamente di ore 300 nel corso di
Modellista di abbigliamento e 464 per l’Addetto alla Contabilità.
Articolazione
L’intervento è organizzato su base biennale a.s. 2004/2005 e 2005/2006. I
destinatari sono:
• Giovani che abbiano compiuto il 16° anno di età pur non avendo
frequentato il primo anno delle superiori;
• Giovani drop-out dall’istruzione secondaria superiore senza aver conseguito
alcun titolo e al di sotto dei 18 anni;
Area 1
UFC1
UFC2
UFC3
UFC4
Competenze di base (Comuni ai due profili)
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Diritto del lavoro e contrattualistica
Informatica di base
Principi di logica e matematica di base
Area 2
UFC5
UFC6
Competenze trasversali (Comuni ai due profili)
Comunicazione e abilità relazionali
Motivazione e progetto professionale
Totale
Area 3
UFC7
UFC8
Competenze tecnico professionali Addetto alla Contabilità
Principi di organizzazione aziendale
Software dedicati
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
ore
16
40
32
66
154
ore
50
24
74
228
Ore
32
66
6
STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
UFC9
UFC10
UFC11
UFC12
UFC13
UFC14
Esercitazioni informatica
Lingue
Elementi di contabilità generale
Tecnica ragionieristica, tecnica bancaria, flussi di cassa
Elementi di organizzazione di procedure d’ufficio
Elementi di base della legislazione tributaria e fiscale
66
66
112
90
12
52
UFC15
Totale
Tecniche di archiviazione e gestione documenti
Area 3
UFC7
UFC8
UFC9
UFC10
UFC11
UFC12
Totale
Competenze tecnico professionali Modellista di abbigliamento
Software CAD
Cucitura e produzione di abiti
Disegno bidimensionale
Laboratorio modellista
Rischi specifici
Principi di organizzazione aziendale
12
508
Ore
32
66
66
66
112
90
372
Stage
Prevede l'alternanza tra tirocinio formativo e lezioni d'aula, sulla base degli
accordi presi con le aziende, per un calendario di circa 35/40 ore settimanali in
azienda e 3 di rientri in aula per la supervisione delle eventuali problematiche oltre
che per l'empowerment e il sostegno alla motivazione. Prima dell'ingresso in stage,
si predisporranno schede di: Progetto Stage, Elaborazione aziendale del profilo di
stage, Planning individuale, attività settimanali e strumenti di valutazione. Ogni
settimana il Programma sarà aggiornato sulla base delle esperienze e
problematiche degli stagisti o del Tutor aziendale.
Crediti: tipologia P/F crediti spendibili nel sistema dell’istruzione
UFC2
UFC3
UFC4
UFC5
UFC6
UFC7
UFC8
UFC9
UFC10
UFC11
UFC12
UFC14
Addetto alla contabilità
Diritto del lavoro e contrattualistica
Informatica di base
Principi di logica e matematica di base
Comunicazione e abilità relazionali
Motivazione e progetto professionale
Principi di organizzazione aziendale
Software dedicati
Esercitazioni informatica
Lingue
Elementi di contabilità generale
Tecnica ragionieristica, tecnica bancaria, flussi di cassa
Elementi di base della legislazione tributaria e fiscale
Ore
40
32
66
50
24
32
66
66
66
112
90
52
Crediti
Ore
Crediti
40
32
66
50
24
32
66
66
66
112
90
52
Quota di integrazione: 58% (senza contare lo stage).
Modellista di abbigliamento
UFC2
UFC3
UFC4
UFC5
UFC6
UFC7
UFC9
UFC12
Diritto del lavoro e contrattualistica
Informatica di base
Principi di logica e matematica di base
Comunicazione e abilità relazionali
Motivazione e progetto professionale
Software CAD
Disegno bidimensionale
Principi di organizzazione aziendale
40
32
66
50
24
40
20
20
40
32
66
50
24
40
20
20
Quota di integrazione: 32% (senza contare lo stage).
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Tipologia IP (Istruzione professionalizzante)
Percorso IP– Addetto ai rapporti commerciali alunni del II e III anno monte
ore 1200
Settore produttivo: distribuzione commerciale
Quote di integrazione: 24% Formazione Prof.le 76% Istruzione Professionale
ARTICOLAZIONE DEL CORSO
Crediti
Aula (moduli didattici da effettuare)
Stage*
Primo step - h.71; Secondo step - h.100
UFC1
UFC9
UFC15
UFC16
UFC17
UFC18
Totale
h.921
h.108
h.171
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (I principi della
prevenzione)
Motivazione e progetto professionale
Elementi base di marketing
Elementi di tecniche di vendita
I rapporti commerciali con l’Italia e con l’estero
Amministrazione delle vendite
16
16
16
16
24
20
h. 1200
MODULI aula
Primo anno
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (I principi della prevenzione)
Igiene del lavoro e pronto soccorso
16
Motivazione e progetto professionale
Secondo anno
Elementi base di marketing
Elementi di tecniche di vendita
I rapporti commerciali con l’Italia e con l’estero
Amministrazione delle vendite
Totale
(maturati sistema istruzione)
UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica
UFC3 Informatica di base
UFC4 Videoscrittura e fogli elettronici
UFC5 Internet e posta elettronica
UFC6 Principi di logica e matematica di base
UFC7 Principi di organizzazione aziendale
UFC8 Comunicazione e abilità relazionali
UFC11 Software dedicati (informatica gestionale)
UFC12 Esercitazioni informatica
UFC13 Lingua inglese
UFC14 Lingue (francese/tedesco)
UFC15 Contabilità generale
Totale crediti spendibili nel corso di FP
16
16
24
20
h. 108
CREDITI RICONOSCIUTI
66
33
66
18
132
32
84
66
132
66
32
194
h. 921
Percorso IP - ADDETTO AGLI UFFICI TURISTICI alunni del II e III anno monte ore 900
Comparto: Agenzie ed uffici turistici
QUOTA DI INTEGRAZIONE 21 % Formazione professionale.
ARTICOLAZIONE DEL CORSO
Crediti
Aula (moduli didattici da effettuare)
Stage
Totale
MODULI aula
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
h.645
h. 88
h.167
h.900
8
STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Primo anno
UFC1 Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
UFC3 Tecniche di ricerca attiva di lavoro
UFC7 Psicologia del turismo
UFC11Storia dell'arte e del folklore
Secondo anno
UFC7 Psicologia del turismo
UFC11Storia dell'arte e del folklore
Totale
16
8
16
16
16
16
h.106
Stage
Lo stage si articola in due step con tempistiche da deliberare dal C.di C Collegio
docenti e Consiglio d’istituto. Gli alunni potranno richiedere credito per l’attività di
stage svolta per il conseguimento del diploma di qualifica della classe terza.
CREDITI RICONOSCIUTI (maturati nel sistema istruzione)
UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica
UFC4 Informatica di base
UFC5 Principi di logica e matematica di base
UFC6 Comunicazione e abilità relazionali
UFC8 Geografia turistica
UFC9 Inglese
UFC10Francese/tedesco
UFC12Legislazione sociale e turistica
UFC13Tecnica turistica ed alberghiera
Totale
32
66
66
60
32
99
66
32
192
h.645
Tipologia SI (Servizi di supporto individuale)
Per l’efficacia delle azioni proprie dei servizi di supporto individuale, AIP
prevede una distinzione tra 2 “macro-tipologie” di servizi attivati:
1. Assistenza al servizio ed analisi preliminari, volte a migliorare la qualità del
servizio offerto, attraverso la focalizzazione delle caratteristiche e delle
problematiche proprie del target-group;
2. Erogazione di tipologie differenziate di servizi individuali, secondo le
caratteristiche dell’utenza, le esigenze individuali, la tipologia di percorso
formativo o scolastico scelto;
Assistenza al servizio ed analisi preliminari: le attività sono così articolate:
1. Ricerca-azione, finalizzata a:
- Analizzare la situazione di ingresso degli studenti
- Stabilire in maniera preventiva le reali necessità dell’intervento alla luce
anche delle variazioni degli iscritti intercorse dalla data dell’obbligo di
iscrizione;
- prima analisi dei fabbisogni formativi attraverso colloqui con docenti
responsabili dell’orientamento.
2. Definizione Task-force all’interno della scuola, così strutturata:
- Un gruppo di lavoro misto (docenti e un referente della formazione
professionale) che curano questa fase in collaborazione anche con un
docente di sostegno per quei casi in cui il passaggio di scuola comporta una
variazione nella certificazione degli alunni (alunni non più certificati dopo la
terza media);
- Un raccordo con le varie scuole medie, per la lettura e la comprensione
reale delle documentazioni sui vari alunni, al di là della documentazione
ufficiale. (compito svolto da un docente);
3. Mappa dei bisogni formativi dei partecipanti,
come azione diretta alla prevenzione dell’abbandono precoce, attraverso
interventi volti ad intervenire sul disagio scolastico. L’azione ha lo scopo di
informare sul sistema di vincoli ed opportunità in merito all’obbligo formativo,
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
9
STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
oltre che di fornire un aiuto alla “genitorialità” per gli alunni in situazione di
disagio sociale. Le attività previste sono:
- Colloqui iniziali individuali di conoscenza con tutti gli alunni e le loro
famiglie (1 docente per ogni classe prima). Tale attività rientra nel POF
dell’Istituto Datini;
- Mappa delle potenzialità della classe, costruita attraverso questionari e test
di ingresso. (docenti delle classi prime su materie di area comune). Tale
attività rientra nel POF dell’Istituto Datini;
- Colloquio con la famiglia degli allievi individuati per i percorsi IP e IF per
facilitare l’emersione di bisogni e aspettative, nonché richieste particolari
per il percorso scolastico e formativo dell’alunno e concordare con loro il
patto formativo. Resta inteso che l’adesione alla sperimentazione dei
percorsi sarà autorizzata dai genitori degli alunni coinvolti.
- Realizzazione di moduli didattici volti alla conoscenza da parte degli alunni
delle loro potenzialità, del loro metodo di lavoro, delle loro aspettative, dei
loro bisogni, dei loro interessi generali e professionali.
Le attività, essendo indirettamente connesse ai destinatari finali dell’intera
iniziativa, circa 160 ragazzi di età 14*-18 anni, non rendono possibile una
quantificazione del monte ore. (14 anni solo percorsi IF)
Servizi alle persone attivati
Sostegno individualizzato alla motivazione, allo studio e al lavoro
Ogni fase delle 2 azioni IP e dell’azione PF comprende almeno il 14% della quota
oraria di incontri di orientamento individuali e per piccoli gruppi, e la disponibilità
per incontri di counseling individuale per gli allievi che ne facciano richiesta. Per
quanto attiene invece il percorso IF, sono previsti colloqui orientativi per circa 2 ore
per partecipante.
Per gli IP le ore previste sono 80 (2 per partecipante): l’attività integra e
supporta quelle del coordinatore del consiglio di classe. Per il PF, che riguarda una
realtà diversa da quella scolastica, si prevede un impegno maggiore, esterno
all’offerta di corsi formativi, per 220 ore durante le azioni di aula e laboratorio (11
per partecipante), e 200 per lo stage (10 per partecipante, per il primo anno). In
totale si prevede l’erogazione di servizi diretti pari a 420 ore.
Il tutoring, in entrambe le tipologie di percorsi, è inteso come un accompagnamento
ulteriore rispetto a quelli tradizionali di aula e di stage, allo scopo di:
- Sviluppare azioni individuali di Empowerment e sostegno alla motivazione
all’apprendimento e al lavoro, oltre che alla creazione di un quadro di
riferimento chiaro delle finalità dei percorso e delle caratteristiche della
figura d'uscita, l’attività è volta ad implementare l'autostima, facilitare
l’individuazione del sistema delle competenze non formalizzabili dei
partecipanti, valorizzarne gli aspetti caratteriali e cognitivi;
- Riorientare gli alunni che manifestano difficoltà in merito alla scelta del
corso di studi;
- Sostenere le pari opportunità e le differenze di genere
- Valorizzare le diversità, il progetto intende ricostruire, integrandole, due
modalità diverse di interpretare il problema del processo di scelta
formativa/occupazionale: sia le variabili fondamentali del processo
decisionale, ossia attitudine (disposizione valutabile in termini di capacità o
potenzialità), interesse (è la “forza di attrazione” che uno specifico campo
d’attività scolastica o lavorativa esercita nei confronti della persona) e
inclinazione (disposizione del soggetto nei confronti di uno specifico campo
d’attività, ed espressione dinamica di bisogni profondi) con il prodotto
dell’interazione di fattori che chiamano in causa sia le contingenze di scelta
che l’intenzionalità della persona, oltre che i fattori determinati dalle
caratteristiche socio-culturali ed ambientali del contesto locale;
- Attivare relazione d’aiuto di carattere diagnostico e progettuale. Il servizio ha
lo scopo di abilitare il soggetto all’autovalutazione ed all’autoprogettazione.
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
-
Attivare percorsi di Counseling, una metodologia che fa riferimento ad un
soggetto attivo, in grado di autodeterminarsi e di orientarsi, rispetto al quale
facilitare l’acquisizione personale progressiva di un livello maggiore di
consapevolezza. L’aiuto del counseling pertanto consiste nel realizzare un
investimento di fiducia nelle capacità della persona ed una conseguente
attribuzione di responsabilità. In questo modo la persona che fruisce
dell’intervento può esplorare, scoprire e rendere chiari quegli elementi e
quelle scelte utili per vivere in modo più adeguato: aumentando il proprio
livello di consapevolezza e facendo un uso migliore delle proprie risorse
rispetto ai bisogni e desideri è più facile pervenire ad un grado maggiore di
benessere.
Sportelli orientamento individualizzato
Gli sportelli, attivati esplicitamente per l’iniziativa, saranno aperti presso le sedi dei
soggetti partner, e saranno attivi per 2 ore settimanali per 66 settimane, per
complessive 132 ore. Si prevede che di tale servizio si avvalgano gli utenti dei corsi
IP e PF, complessivamente in numero di 68. Il servizio sarà così articolato:
- Colloqui informativi, volti prevalentemente a fornire all’utente tutte le
informazioni, le metodologie, gli strumenti, di cui il servizio di orientamento
dispone aiutandolo a selezionarle e valutarle. Nel colloquio informativo
l’operatore, di fatto, svolge un’analisi della domanda dell’utente, attività di
particolare importanza specie per quell’utenza che ha difficoltà ad
identificare/presentare la domanda stessa, oppure che pone domande
diverse/contradditorie, che necessitano di aiuto per la formulazione della
domanda stessa;
- Colloqui orientativi brevi, un servizio di consulenza orientativa che mira ad
aiutare l’utente a selezionare, valutare le informazioni disponibili a
supportarlo nella realizzazione di un proprio progetto/percorso. Rivolto a
coloro che sono interessati alla formazione o ad uno specifico progetto ma
non sono in grado di reperire da soli le informazioni.
Servizio di Bilancio delle risorse e delle competenze
Il servizio è rivolto ai partecipanti del percorso PF, complessivamente 20 soggetti, e
sarà attivato su richiesta del partecipante o della Direzione di Progetto, per
complessive 120 ore. E’ costituito da 2 differenti tipologie di servizio:
1. Bilancio delle competenze, attivato in fase ex-ante, in itinere ed ex-post rispetto
all’erogazione dei servizi formativi integrati, per facilitare la presa di coscienza
dei propri saperi e del proprio saper fare per renderli manifesti anche agli altri
ed eventualmente impiegarli in nuove esperienze. Può essere infatti considerato
uno strumento al servizio della politica di riconoscimento e validazione dei
crediti formativi e lavorativi acquisiti dalla persona. E’ inoltre un processo che
permette di elaborare un progetto professionale a breve, medio e lungo termine
a partire dall’analisi dell’esperienza, della storia individuale, delle competenze
possedute e dal potenziale cognitivo, tenendo conto di gusti, valori prioritari,
scelte personali nella vita. Gli output visibili del percorso di bilancio sono:
9 un progetto professionale con ipotesi di sviluppo, attività da
intraprendere e piano d’azione
9 un documento di sintesi in cui sono raccolte le informazioni emerse
durante il percorso un portafoglio delle competenze con elementi che
attestano le risorse e competenze acquisite che possono essere
trasferite in altre esperienze.che costituisce l’occasione per fare il
punto sul percorso già effettuato, di confrontarsi con altri sulle
ragioni che motivano eventuali cambiamenti, di elaborare nuovi
progetti ed esaminarne la fattibilità.
2. Il bilancio delle risorse personali, finalizzato a migliorare le capacità di
autovaluazione della persona, a completare e/o correggere l’immagine che la
persona ha di se stessa in funzione di uno sviluppo professionale/lavorativo. In
sintesi il bilancio delle risorse è un’attività molto vicina al bilancio delle
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
competenze, la differenza sta nell’essere un’azione più sfumata, non tanto per i
contenuti, quanto per la durata e relativo approfondimento.
Si tratta dunque di uno strumento che, dato il target group di riferimento, può
facilitare le azioni di autovalutazione e motivazione, sostituendo o introducendo
il Bilancio delle Competenze.
E’ dunque un percorso di orientamento che permette ai partecipanti ai percorsi
di:
9 analizzare le proprie competenze professionali/personali nonché le
proprie attitudini/motivazioni;
9 definire un proprio progetto professionale e/o formativo.
Servizi di didattica individualizzata per recupero debiti formativi
Il servizio è rivolto ai partecipanti del percorso PF e IP, complessivamente (circa) 60
soggetti, e sarà attivato su richiesta della Commissione crediti, per complessive 80
ore, con un’incidenza per partecipante non definibile ad oggi, perché strettamente
dipendente dalla presenza di eventuali “debiti formativi”.
La durata complessiva del servizio offerto quantificabile e diretto è pari a
1032 ore .
Crediti formativi e di istruzione acquisibili e certificabili
(spendibilità nel sistema della formazione professionale ed in quello dell’istruzione)
Per percorso IF i crediti formativi previsti sono:
6. Ruolo professionale
h.20
7. Comunicazione e relazioni interpersonali
h.34
8. Preparazione e rielaborazione visite aziendali
h.20
9. Visite aziendali
h.10
10. Rapporto di lavoro subordinato
h.16
Totale ore 100
Per IP-1 Addetto ai rapporti commerciali
UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica
UFC3 Informatica di base
UFC4 Videoscrittura e fogli elettronici
UFC5 Internet e posta elettronica
UFC6 Principi di logica e matematica di base
UFC7 Principi di organizzazione aziendale
UFC8 Comunicazione e abilità relazionali
UFC11 Software dedicati (informatica gestionale)
UFC12 Esercitazioni informatica
UFC13 Lingua inglese
UFC14 Lingue (francese/tedesco)
UFC15 Contabilità generale
66
33
66
18
132
32
84
66
132
66
32
194
Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il
profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 921;
Per IP-2 Addetto agli uffici turistici
UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica
UFC4 Informatica di base
UFC5 Principi di logica e matematica di base
UFC6 Comunicazione e abilità relazionali
UFC8 Geografia turistica
UFC9 Inglese
UFC10Francese/tedesco
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
32
66
66
60
32
99
66
12
STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
UFC12Legislazione sociale e turistica
UFC13Tecnica turistica ed alberghiera
32
192
Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il
profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 645;
Per PF Addetto alla contabilità
Crediti: tipologia P/F crediti spendibili nel sistema dell’istruzione
Addetto alla contabilità
UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica
UFC3 Informatica di base
UFC4 Principi di logica e matematica di base
UFC5 Comunicazione e abilità relazionali
UFC6 Motivazione e progetto professionale
UFC7 Principi di organizzazione aziendale
UFC8 Software dedicati
UFC9 Esercitazioni informatica
UFC10Lingue
UFC11Elementi di contabilità generale
UFC12Tecnica ragionieristica, tecnica bancaria, flussi di cassa
UFC14Elementi di base della legislazione tributaria e fiscale
Crediti
40
32
66
50
24
32
66
66
66
112
90
52
Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il
profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 696;
Per PF Modellista di abbigliamento:
Modellista calzaturiero
UFC2 Diritto del lavoro e contrattualistica
UFC3 Informatica di base
UFC4 Principi di logica e matematica di base
UFC5 Comunicazione e abilità relazionali
UFC6 Motivazione e progetto professionale
UFC7 Software CAD
UFC9 Disegno bidimensionale
UFC12Principi di organizzazione aziendale
Crediti
40
32
66
50
24
40
20
20
Totale crediti spendibili nei corsi di formazione professionale afferenti il
profilo d’uscita e nell’istruzione: ore 292;
Riconoscimento crediti in entrata modalità di valutazione dei crediti in entrata
Saranno presi in considerazione i crediti formativi formali derivanti dal
sistema dell’istruzione e della formazione professionale, tenendone conto nei
termini della spendibilità totale e/o parziale nei percorsi di istruzione e formazione
professionale. In assenza di documentazione formale, a domanda dell’utente, si
procederà all’accertamento del credito richiesto, tramite una prova (test, prova
pratica, colloquio), il cui esito verrà ritenuto positivo al superamento della soglia
minima prevista nel sistema dell’istruzione (6/10) ovvero in quello della formazione
(60/100). Per la valutazione dei crediti verrà attivata una commissione mista
composta da esperti provenienti dal sistema dell’istruzione da quello della
formazione professionale.
Per i vari percorsi verranno presi in considerazione i criteri di cui sopra, con
una successiva diversificazione operativa cosi articolata: per il percorso I/F e i due
I/P saranno, in collaborazione con il Comitato di Progetto e la Commissione Crediti,
i singoli Consigli di classe che procederanno alle certificazioni utilizzando lo
strumento del libretto predisposto dal Progetto “Pinocchio”, mentre per il percorso
PF sarà il Comitato di Progetto
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Modalità di realizzazione di eventuali verifiche periodiche dei livelli di
apprendimento
L’integrazione tra “sistemi”, che costituisce uno dei più significativi obiettivi
progettuali, costituisce anche una prerogativa delle verifiche periodiche dei livelli di
apprendimento, che saranno quindi diversificate in relazione al sistema delle
competenze-obiettivo dell’azione formativa. Più nel dettaglio, nel rispetto al valore
della spendibilità reale dei crediti formativi maturati, si prevede la distinzione in 3
momenti per le verifiche periodiche:
1. Valutazione finalizzata alla valorizzazione delle competenze comunque
maturate: attività resa possibile dall’attività di orientamento, in vista della
definizione del proprio progetto formativo e professionale. Tale verifica assume
una rilevante funzione rispetto alla definizione di atteggiamenti e
comportamenti volti all’autovalutazione delle proprie competenze;
2. Valutazione finalizzata alla messa in trasparenza delle competenze acquisite in
funzione di una migliore spendibilità sul mercato del lavoro o rispetto ad un
percorso educativo/formativo. Il riconoscimento è limitato allo specifico
percorso individuale intrapreso, ed è definito attraverso un portafoglio delle
competenze finalizzato a facilitare i rapporti domanda/offerta di lavoro,
mettendo più affidabilmente in relazione imprese e soggetti in cerca di
occupazione. Tale valutazione sarà effettuata attraverso lo strumento del
Bilancio delle Competenze.
Valutazione diretta e generale del possesso da parte dell’individuo del set delle
competenze-obiettivo, diversificate su tre livelli: competenze di base, trasversali e
tecnico-professionali. Questa fase è fondamentale per il riconoscimento dei crediti,
che diverranno la base per il rientro in percorsi formativi (o educativi) durante
l’intero corso della vita, flessibili, modulari e individualizzati. La valutazione in
questo caso prevede un sistema di accertamenti in itinere, previsti in conclusione
di ogni singola UFC, attraverso approcci ritenuti significativi in relazione alla
tipologia di competenze d’uscita. Si prevedono comunque colloqui, test/prove
scritte o simulazioni di problematiche in situazioni lavorative. Ulteriori verifiche
saranno effettuate anche in occasione del completamento del percorso di stage
aziendale, e le valutazioni del corpo docente saranno in tale occasione integrate da
quelle dei tutor aziendali/responsabili delle imprese sede di stage.
Materiali didattici e di supporto
I supporti didattici utilizzati sono individuati coerentemente agli obiettivi dei
singoli moduli esso sarà articolato e polivalente:
- dispense “modulari” che rappresentano il supporto primario di ogni lezione,
contenenti la sintesi teorica e pratica rispetto all’obiettivo didattico, redatte
con un progetto grafico “ad hoc” in termini di concetti chiave e contenuti
essenziali della materia;
- dispense monografiche, con la finalità di approfondire particolari attività
didattiche sia teoriche che pratiche;
- libri di testo in adozione presso Istituto Datini
- libri consigliati, al fine di fornire un allargamento della cultura del settore
dei discenti.
Per quanto attiene alla strumentazione di sostegno alla partecipazione, si prevede
l’utilizzo di:
- Questionario di rilevazione sull’orientamento scolastico;
- Questionario di rilevazione sugli interessi professionali;
- Questionario di rilevazione dell’andamento di progetto
I primi due questionari, già prodotti per le precedenti esperienze del progetto Dropin, richiedono una rivisitazione e focalizzazione rispetto agli obiettivi del presente
progetto, mentre il questionario di rilevazione dell’andamento del progetto sarà
definito ad hoc per la presente iniziativa. Sempre in ambito di sostegno e supporto
ai partecipanti, saranno utilizzate le banche dati del Centro per l’Impiego e quelle
delle precedenti edizioni al progetto.
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
Monitoraggio modalità di svolgimento del monitoraggio in itinere e la ripartizione dei relativi ruoli
La valutazione dell’efficacia dell’intervento è rivolta a verificare i cambiamenti
intervenuti nella dimensione cognitiva dei partecipanti, non certo in termini
assoluti, ma relativi al valore di variazione nel possesso di uno o più competenze
che l’attività riesce a produrre. Tali aspetti risultano di particolare rilevanza nel
momento in cui il target-group costituisce un soggetto particolarmente fragile, per il
quale il “successo” delle attività svolte, può costituire un determinante fattore di
spinta verso l’inclusione sociale e l’occupabilità, oltre che per continuare i percorsi
d’istruzione.
Parlando di cambiamenti in tale prospettiva, si fa riferimento ad un sistema
complesso che implica:
ƒ che l’orientamento consideri le 3 forme principali di transizione per il target
group, momenti critici (scelta di un futuro), esperienza d’inserimento in un
nuovo contesto, perdita di ruolo nell’ambito della propria esperienza
formativa in conseguenza di eventi esterni o crisi soggettive;
ƒ che esista una separazione tra la logica esclusivamente socio-assistenziale e
quella culturale in senso antropologico, dunque in una logica di cultura del
cambiamento per promuovere un “apprendimento alla scelta” senza che
questo debba essere confinato alle situazioni critiche;
ƒ che le abilità e le conoscenze da generare o da incrementare siano in termini
di qualità e quantità, quelle correttamente definite come obiettivo
dell’attività formativa,
ƒ che l’esplicazione didattica sia coerente al progetto formativo,
ƒ che l’organizzazione e le procedure siano avvenute nel modo e nei tempi
previsti nel progetto,
ƒ che i destinatari dell’intervento abbiano effettivamente acquisito nuove
abilità e conoscenze o abbiano migliorato quelle di cui erano in possesso, in
modo da trovarsi in una condizione favorevole all’utilizzo delle nuove
competenze.
ƒ che il maggior numero possibile di destinatari possa continuare il percorso
di educazione superiore, conseguire una qualifica regionale di secondo
livello, e/o trovare un inserimento lavorativo o sia in condizione di attivare
una scelta di auto-imprenditoria.
La valutazione del livello dei risultati raggiunti si riferisce pertanto non solo
alle conoscenze, abilità e cambiamenti nell’atteggiamento dei destinatari dell’azione
formativa, ma anche la motivazione al lavoro e al reinserimento nel tessuto sociale,
richiedono un approccio valutativo diverso nelle metodologie di rilevazione, nei
tempi come anche nella natura dei parametri. La valutazione del corso si basa
essenzialmente su alcune tecniche quali: osservazione diretta, colloqui individuali e
di gruppo, test a risposta multipla, questionari.
Strumenti per la valutazione delle attività formative:
1. Scheda personale dell’allievo è lo strumento di raccolta di informazioni
individuali fin dal momento dell’ingresso nei percorsi, e conterrà il progetto
formativo dell’allievo e le varie valutazioni in itinere. Sarà distribuita dal tutor
nella fase di avvio del corso ed è uno strumento di raccolta di informazioni
finalizzato a realizzare indagini, inchieste, trend di sviluppo.
2. Osservazioni formali e informali dei tutor schede strutturate e osservazioni
informali riguardanti il clima d’aula, l’atteggiamento dei partecipanti nei
confronti dell’intero ambiente formativo e la loro partecipazione individuale
nonché la capacità di lavorare e cooperare nel gruppo-classe
3. Schede di valutazione dei docenti che informeranno i coordinatori del corso
sugli obiettivi effettivamente raggiunti , i problemi incontrati, i metodi usati e la
valutazione dei partecipanti.
4. Questionario valutazione del gradimento dei partecipanti fatto in itinere, a
metà e alla fine del percorso formativo per acquisire informazioni circa la
valutazione dei docenti da parte dei corsisti, delle metodologie utilizzate e
dell’organizzazione in generale del corso.
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
5. Questionario per i responsabili delle aziende al fine di valutare il percorso
degli stagisti durante l’attività di training on the job.
6. Commissione Controllo e Qualità: verificherà lo svolgimento del progetto a
livello operativo, didattico, organizzativo e finanziario. Verrà redatto un verbale
che indicherà con valutazioni quantitative e qualitative il livello di sviluppo e la
qualità dell’intero progetto.
7. Social audit: ossia attivazione dello strumento che permette di verificare
all’interno dell’organizzazione delle attività svolte per la qualità e i risultati
ottenuti sono in accordo con gli obiettivi prefissati. In una certa misura
dunque, questo tipo di strumento ha come principale finalità quella di verificare
l’efficacia dell’organizzazione, nel senso di raggiungimento completo del sistema
di obiettivi prefissati. Partendo da un percorso tutto tarato sull’efficienza,
infatti, si rischierebbe di ridurre grossolanamente il percorso di qualità verso
forme di controllo eccessivamente rigide per gli operatori, docenti, tutor,
formatori, o della stessa utenza, che di fatto finiscono per privilegiare fattori che
risultano del tutto inadeguati per verifiche o revisioni continue della qualità.
In sintesi tale strumento permette di:
1. Monitorare l’efficacia degli interventi, tenendo in considerazione le relazioni
tra l’ambito sociale ed economico, anche per attuare scelte di priorità;
2. Influenzare il comportamento delle attività da parte degli stakeholder;
3. Giudicare se il progetto impresa sta realmente raggiungendo un valore
sociale, comunitario e culturale.
Gli strumenti
1. La scheda personale dell’allievo
2. Il questionario di gradimento A, B, C: valutazione dell’attività d’aula, di
laboratori e degli stage da parte dei corsisti, nell’ambito delle tecniche
didattiche utilizzate e per qualità relazionali dei docenti, il questionario sarà
somministrato dal tutor.
3. Quaderno delle osservazioni del tutor, inerente all’attività d’aula per
individuare le dinamiche d’aula, (l’atteggiamento di ciascun allievo nei confronti
del corso, dei docenti, dei compagni del corso, dell’ambiente in cui avviene la
formazione, nonché la partecipazione fisica, psicologica e motivazionale) e per
una valutazione dei docenti. Dovranno essere disponibili in maniera completa e
definitiva prima della fine del corso, oltre che essere comunicati periodicamente
ai coordinatori delle varie fasi. Le osservazioni saranno inserite in una griglia
standard definita all’avvio delle attività.
4. Questionario di valutazione, osservazione sistematica e non episodica
dell’allievo da parte degli operatori responsabili di questa fase che serve ad
individuare la capacità, inoltre il questionario consente di avere un quadro
personale e globale delle abilità e delle carenze degli allievi.
5. Quaderno delle osservazioni da parte degli Assistenti al laboratorio;
inerente all’attività di laboratorio, per integrare le osservazioni a quanto rilevato
in aula. Anche queste osservazioni saranno inserite in una griglia standard
definita all’avvio delle attività.
6. Quaderno delle osservazioni da parte degli imprenditori / responsabili del
personale delle aziende entro cui si svolgeranno gli stage: riguarderà le
attività di stage e sarà integrato ai due strumenti precedenti;
7. Autovalutazione dei partecipanti, anche sulla base del “gap” misurabile tra la
situazione ex-ante, in itinere ed ex-post attraverso il Bilancio delle
Competenze;
8. Carte di Controllo per il monitoraggio delle varie fasi del progetto,
serviranno ad individuare eventuali fattori di disturbo che possono influenzare
lo svolgimento pregiudicandone i risultati. In specifico questa fase prevede
valutazioni:
• a livello operativo:
- per verificare se le attività sono svolte nel modo corretto;
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
-
se l’integrazione tra i partner dell’iniziativa produce valore aggiunto al
progetto;
- se il progetto è stato in grado di sensibilizzare gli Interessi Locali
Organizzati che operano sul territorio;
• a livello direzionale, per analizzare l’adeguatezza del tempo assegnato per
l’esecuzione delle attività, l’appropriatezza e la tempestività dei supporti,
• a livello didattico:
- per controllare l’esplicazione modulare nella definizione dei contenuti
didattici, delle verifiche e delle valutazioni;
- per organizzare l’attività di ricerca ed immersione del territorio;
- per valutare i livelli di trasferibilità delle metodologie adottate ed i criteri
da seguire per renderli più efficaci;
- per coordinare l’attività dei docenti,
• a livello finanziario, per controllare la gestione delle risorse finanziarie rese
disponibili per la realizzazione del corso.
9. Il questionario di fine corso: valutazione di coordinamento, organizzazione,
direzione, tutoring e docenze da parte degli allievi. Il questionario sarà
somministrato dal tutor. Si è scelto la forma del questionario, in quanto si
tratta di uno strumento di raccolta di informazioni finalizzato a realizzare
indagini, inchieste, trend di sviluppo.
10. Per la fase ex-post, si farà invece riferimento alla creazione di un sistema di
audit basato sui seguenti indicatori:
- Numero di aziende coinvolte nella fase di stage;
- Percentuale di soddisfazione delle aziende rispetto ai percorsi di stage;
- Percentuale di “dispersione” nelle attività formative dei partecipanti;
- Percentuale di assunti all’interno dei partecipanti alle attività formative;
- Valutazione degli stakeholders;
Modalità di verifica per la rilevazione della soddisfazione di utenti,
operatori ed imprese .
Le verifiche descritte per la valutazione in itinere ed ex ante sono finalizzate
alla rilevazione del grado di soddisfazione dei corsisti, delle aziende e dei docenti. I
risultati saranno tradotti in indicatori riepilogativi per ciascun allievo e per
tematica (approccio metodologico modulare e del corso complessivo, rapporto tra
teoria e pratica, utilità del materiale didattico, adeguatezza della durata del corso,
competenza comunicativa dei docenti, qualità dei servizi individuali) definiti da
questionari a domande chiuse con punteggio 1/10. Percorso del tutto analogo è
previsto per i docenti, anche per avere un quadro esaustivo delle dinamiche d'aula
e dello spirito col quale si affronterà lo stage (coesione del gruppo dei partecipanti,
livello di preparazione, disponibilità a crescere professionalmente). La rilevazione
del grado di soddisfazione sarà attivata anche presso le imprese sede di stage,
sottoponendo strumenti analoghi ai precedenti, per i responsabili tecnici dell’area
professionale entro cui sarà operativamente declinato lo stage e/o per i tutor
aziendali.
Eventuali particolari caratteristiche del progetto per tenere conto delle
specificità di genere
Progettare e attivare un’esperienza formativa rivolta ad una utenza
femminile implica alcune buone pratiche che, oltre ad una sensibilità per le
specificità in generale, evidenzi la diversità di genere, almeno quando tale diversità
si pone come un limite manifesto alla possibilità / capacità di inserirsi sul mercato
del lavoro.
La prima tappa per agire un percorso formativo orientato al mainstreaming
all’interno di un percorso di formazione mista, come quello proposto, viene agito
attraverso “una strategia dell’attenzione” nei confronti della componente femminile
di utenza utilizzando metodologie di orientamento, formazione, counselling e
tutoring personalizzato messi in atto da una formazione orientata, pensata e gestita
in prospettiva di genere. Tale aspetto risulta determinante soprattutto nella
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
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STRUMENTI OPERATIVI – Modello di progettazione integrata Istruzione Prof.le/Formaz.prof.le
prospettiva del reinserimento scolastico e/o formativo di soggetti svantaggiati per
situazioni di marginalità sociale o devianza. Attività fortemente individualizzate, che
ripercorrono l’intera “filiera” formativa che il progetto prevede, dalla specificità
femminile nella creazione di strumenti per il Bilancio delle Competenze tarati ad
hoc, fino al Tutoring individualizzato per le attività d’aula, di laboratorio, di stage.
Tali servizi hanno, prioritariamente, la logica di lenire le condizioni di disagio e di
conciliare il sistema di attese dell’utenza, con le opzioni di inserimentoreinserimento in un percorso formativo, educativo e/o lavorativo (oltre che,
ovviamente, per la frequenza delle attività formative proposte).
Comitato di Progetto-Ricerca azione DD Regione Toscana n°8128/2003
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