Servizio Documentazione
Visita ad limina
Vescovi del MADAGASCAR
13 - 18 giugno 2005
1
INDICE
Storia
pag. 4
La Chiesa in Madagascar
-
Giovanni Paolo II e il Madagascar
-
pag. 7
Panoramica
Cronologia
Struttura ecclesiastica
Dati Statistici
pag. 13
Le Visite ad Limina del 1982 e del 1998
Il Viaggio Pastorale del 1989
Giovanni Paolo II sulle vicende interne
INTRODUZIONE
Dal 13 al 18 giugno i vescovi del Madagascar sono in visita ad
Limina a Roma. Nel presente libretto preparato dal SeDoc i
Programmi possono trovare documentazione sulla situazione
del Paese e della Chiesa locale anche in relazione alle sue vicende politiche interne. Esso è suddiviso in tre sezioni: la prima con una scheda storica dell’Isola dalla sua scoperta da parte dell’esploratore portoghese B. Diaz fino ai nostri giorni; la
seconda sulla Chiesa malgascia e, infine, la terza con una rassegna dei discorsi e interventi pronunciati da Giovanni Paolo
II sul Madagascar nel corso del suo pontificato. Le informazioni provengono dal Bollettino “Notizie dalla Chiesa” del
SeDoc, da fonti ecclesiali (tra cui la rivista cattolica francese
“Esprit et Vie”) e da giornali malgasci.
Superficie: 587.196 Km²
Abitanti: 16 473 477 ab. (2002)
Densità: 27 ab/Km²
Forma di governo: Repubblica presidenziale
Capitale: Antananarivo (876.000 ab.)
Altre città: Toamasina 90.000 ab., Mahajanga 80.000 ab.
Gruppi etnici: Malgasci 99% (di cui Merina 26%, Betsimisaraka 15%, Betsileo 12%, Tsimihety 7%, Sakalava 6%, Antandroy 5%)
Monti principali: Maromokotro 2876 m
Fiumi principali: Mangoky 550 Km, Betsiboka 520 Km
Laghi principali: Farihy Alaotra
Isole principali: Madagascar 586.500 Km², Nosy Be 293 Km²
Clima: Tropicale
Lingua: Malgascio (Malagasy), Francese (entrambe ufficiali)
Religione: Animista 52%, Cattolica 23%, Protestante 18%,
Musulmana 7%
Moneta: Franco malgascio
3
V
ero e proprio subcontinente dal punto di vista geografico, ambientale e umano, anche storicamente il Madagascar presenta uno sviluppo in gran parte distinto da
quello dell'Africa subsahariana, connotato da un processo
relativamente precoce di trasformazione in Stato nazionale
moderno (fine sec. XVIII).
Nel 1500 l’isola, che nel corso dei secoli aveva subito la
penetrazione di popolazioni asiatiche e degli arabi, viene
scoperta dal navigatore portoghese Bartolomeo Diaz. I primi tentativi degli europei, nel XVI e XVII secolo, di stabilirsi
nell’isola risultano infruttuosi, come anche quelli di evangelizzazione ad opera
di missionari protestanti e cattolici. Intanto, all'interno, il regno indigeno dei Merina sviluppatosi a partire dal XVII secolo,
acquisisce sotto il re Andrianampoinimerina (1787-1810) il controllo sulla regione centrale, ponendo le basi dell’unificazione politica dell’isola.
Nel 1896 il Madagascar viene annesso alla Francia. Col
favore della nuova situazione politica i missionari cattolici
francesi, precedentemente espulsi durante le due guerre
franco-malgasce (1883 e 1894), egemonizzano l'opera di
evangelizzazione dell'isola.
Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo un periodo
di occupazione inglese, l'isola ritorna alla Francia. Gli antichi conflitti tra la tribù dominante dei Merina (più ricca ed
evoluta) e le popolazioni della costa (la maggior parte delle
quali erano state sottomesse al regno merina agli inizi del
XIX secolo) influenzano il processo di indipendenza. Nel
1947, il partito nazionalista malgascio (MDRM) organizza
una rivolta che viene soffocata con una dura repressione.
Il Paese consegue la piena indipendenza il 26 giugno
1960 ed assume la forma di repubblica presidenziale col
nome di Repubblica Malgascia. La presidenza è conferita
al filofrancese Philippe Tsiranana, leader del partito socialdemocratico (PSD), che stabilisce un regime autoritario.
Nel 1972 Tsiranana viene deposto dal generale G. Ramanatsoa.
I governi militari che si succedono dal 1972 al 1975, ad
un deciso mutamento nella politica estera (avvicinamento
ai paesi socialisti ed arabi e soprattutto rottura con la Francia) associano una politica interna nazionalista (istituzione
del malgascio come lingua ufficiale e "malgascizzazione"
dell'educazione), fortemente avversata dai costieri. Il conseguente disordine politico ed istituzionale si arresta con la
nomina a capo dello Stato di un militare côtier, Didier Ratsiraka. Suoi principali provvedimenti
sono: l’istituzione di un Consiglio Supremo della Rivoluzione (CSR), che soprintende le attività di governo; la nazionalizzazione delle maggiori risorse ed
iniziative economiche dell'isola; la promozione di una nuova costituzione. A
seguito della promulgazione della Carta,
Ratsiraka ottiene un mandato settennale, il Paese è rinominato Repubblica Democratica del Madagascar.
Il dittatore Ratsiraka sarà alla guida del Paese dal 1975
al 1993 e la sua esperienza di governo si confronterà costantemente con un'estrema fragilità degli equilibri politici
ed istituzionali, con una drammatica stagnazione dell'economia e con forti tensioni e disordini sociali.
La crisi del regime inizia nel 1991, con le grandi manife-
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stazioni delle opposizioni (il Comitato delle Forze Vive CFV). Dopo mesi di aspre tensioni il 19 agosto 1992 viene
approvata con un referendum la nuova Costituzione che dà
vita alla Terza Repubblica. Nel 1993 le elezioni presidenziali e legislative danno la vittoria al CFV, ma il 26 dicembre 1996 il Presidente Albert Zafy viene destituito e il 29
dicembre 1996 l’ex dittatore Ratziraka vince le elezioni.
Le presidenziali del 16 dicembre 2001 precipitano il
Paese in una nuova grave crisi politica. Ratsiraka, appoggiato in un primo momento dalla Francia, non riconosce infatti la vittoria al primo turno dello sfidante Marc
Ravalomanana, imprenditore protestante appoggiato dalla società civile, dai
sindacati e dalle Chiese, nonostante la
decisione dell’Alta Corte Costituzionale favorevole a quest’ultimo. Ne seguono sanguinosi scontri, terminati con la
fuga di Ratsiraka in Francia (8 agosto
2002). L’esilio dell’ex dittatore e la
reintegrazione delle regioni che lo avevano sostenuto consentono il progressivo ritorno alla normalità e quindi l’avvio di un programma
di riforme centrato sulla liberalizzazione dell’economia, la
lotta contro la corruzione e il risanamento del sistema giudiziario. Nel 2003 Ravalomanana introduce, come moneta
nazionale, l'ariary, al posto del franco malgascio. Inoltre il
presidente concede ai cittadini stranieri l'accesso alla proprietà immobiliare e ottiene dalla Francia l'annullamento di
un debito di 50 milioni di euro. Restano tuttavia aperti alcuni nodi, a cominciare da quello dell’unità nazionale, già
fragile e ulteriormente indebolita dagli avvenimenti del
2002 .
La Chiesa
in Madagascar
PANORAMICA
D
a sempre molto molto attiva nel campo
dell’educazione e dell’assistenza, la Chiesa malgascia può contare sulla presenza di numerose Congregazioni
religiose (Gesuiti, Domenicani, Salesiani, ecc…), ma anche di un laicato molto vitale. Con la liberalizzazione
dell’informazione iniziata negli anni ’90, in quest’ultimo
decennio essa ha inoltre accresciuto la sua presenza nei
media, in particolare nella radiofonia. Nel 1998 si contavano
sei grandi emittenti cattoliche. Tra queste spicca Radio Don
Bosco di Antananarivo. Fondata nel 1996 dai Salesiani e attualmente diretta dall’italiano p. Cosimo Alvati, Radio Don
Bosco trasmette 24 ore su 24 ed è l'emittente più ascoltata
della capitale. Dietro a questo successo, oltre ad un livello di
preparazione professionale di tutto rispetto, vi è una programmazione ricca e diversificata: dai programmi di educazione religiosa, a quelli educativi in senso lato, a quelli culturali e musicali, oltre, naturalmente, ai notiziari di attualità ecclesiale e politica. L’episcopato intrattiene buoni rapporti con
le altre Chiese cristiane, con le quali condivide anche le
nuove sfide poste dalla proliferazione delle sette nel Paese.
Nelle complesse vicende politiche nazionali, i vescovi,
insieme al Consiglio delle Chiese cristiane del Madagascar
(Ffmk) hanno sempre cercato di tenere una posizione aperta al dialogo, anche se negli anni 80 non hanno risparmiato
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critiche alle derive del regime di Ratsiraka. Una posizione
mantenuta fino alla vigilia delle elezioni presidenziali del
16 dicembre 2001. Alla plenaria svoltasi qualche settimana
prima del voto, i vescovi tennero a precisare che la Chiesa
non sosteneva nessuno dei candidati in lizza, sottolineando
l’importanza dell’unità nazionale da porre al di sopra di
ogni interesse politico di parte. Con lo scoppio della crisi
seguita alle elezioni (sulla quale interverrà Giovanni Paolo
II all’Angelus del 3 marzo 2002), le Chiese cristiane vengono tuttavia coinvolte nello scontro
e avallano la vittoria del candidato
dell’opposizione Ravalomanana. In
un’intervista all´agenzia Fides (4
marzo 2002), Mons. Félix Ramananarivo, vescovo di Antsirabé, spiegherà questa posizione affermando
che: “La Chiesa appoggia la volontà
popolare”. Il nuovo Presidente presenta in effetti il profilo
dell’imprenditore di successo capace
di dare una svolta al Paese, ma anche
dell’uomo di fede. L’appoggio della Chiesa a Ravalomanana non è tuttavia incondizionato e la mancata soluzione di
alcuni problemi di fondo ha spinto nel corso del tempo i
vescovi a prendere le distanze dal nuovo governo. Nella
lettera pastorale annuale pubblicata nel novembre 2003
essi esprimono forti preoccupazioni per la situazione del
Paese. A preoccupare i vescovi è anche l’uso strumentale
della religione da parte di Ravalomanana.
L’ultima assemblea plenaria della Cem si è svolta nel novembre 2004 ad Antananarivo. Tra i principali punti in discussione vi sono stati: lo studio sulla ristrutturazione di
varie diocesi secondo affinità culturali, geografiche ed am-
ministrative; la celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia e
dell’Anno della Bibbia in Africa; gli sforzi realizzati a livello ecumenico; l’istituzione di una commissione per la
lotta contro l’Aids e la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia. All’assemblea è intervenuto anche il Primo Ministro malgascio, Jacques Sylla, che
ha sollecitato la collaborazione tra Chiesa e governo per lo
sviluppo e la lotta contro la povertà.
CRONOLOGIA
1540: primi tentativi missionari
1580: arrivo dei Domenicani
1610 arrivo dei primi Gesuiti
1643 inizio di una missione lazzarista a
Fort-Dauphin
1674: fine della missione con l’uccisione di
tutti i francesi
1820: il cattolicesimo è bloccato sulle piccole
isole, dove lavorano i Padri dello Spirito Santo
1835: interdizione del cattolicesimo
1845: i Gesuiti riprendono l’attività missionaria
1861: la Chiesa si stabilisce a Tananarive e comincia a organizzarsi
1896: erezione del Vicariato Apostolico del Madagascar del
Sud
1898 erezione del Vicariato Apostolico del Madagascar del
Nord
1913: erezione del Vicariato Apostolico di Fianarantsoa
1925: ordinazione di nove sacerdoti malgasci
1939: ordinazione del primo vescovo autoctono: Mons. J.
Ramarosandratana
1955: istituzione della Gerarchia cattolica
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1959: la nuova Costituzione garantisce la libertà religiosa
1965: beatificazione di P. Berthieu, S.I., martirizzato l’8 giugno 1896 a Tananarive;
1976: elevazione al cardinalato
dell’arcivescovo di Tananarive: Mons.
Victor Razafimahatratra, S.I.
1981 i vescovi denunciano la situazione di
insicurezza e di crisi del Paese attraversato
da forti tensioni a causa della depressione
economica;
1989: le diocesi di Antananarivo e Antsiranana sono elevate ad Arcidioccesi Metropolitane
1989: Visita Pastorale di Giovanni Paolo II, la prima di un
Papa nell’Isola; viene beatificata la prima beata del Madagascar, Vittoria Rasoamanarivo (1848-1894)
1994: elevazione al cardinalato dell’arcivescovo di Antananarivo, Mons. Armand G. Razafindratandra
2001: nomina di Mons. Zygmund Robaszkiewicz, missionario polacco della Santa Famiglia, a vescovo di Morombe, di
Mons. Gaetano Di Pierro, missionario dehoniano italiano, a
vescovo ausiliare della diocesi di Ambatondrazaka e di padre
Vincent Rakotozafy, a vescovo di Tolagnaro (Port-Dauphin)
2003: la diocesi di Toliara è elevata ad Arcidiocesi Metropolitana.
STRUTTURA ECCLESIASTICA:
I VESCOVI (76)
Conferenza episcopale: Conférence Episcopale de Madagascar (CEM);
Presidente: Mons. Fulgence RABEONY,
S.I., arcivescovo di Toliara
LE CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE
Nel 2004 la Chiesa cattolica è presente sul Territorio con 4
Arcidiocesi Metropolitane e 16 Diocesi
Arcidiocesi
Province
metropolitane (4) Ecclesiastiche
Antananarivo
Antananarivo
Antsiranana
Antsiranana
Fianarantsoa
Fianarantsoa
Toliara
Toliara
Diocesi (16)
Ambanja
Antsiranana
Ambatondrazaka
Antananarivo
Ambositra
Fianarantsoa
Antsirabé
Antananarivo
Farafangana
Fianarantsoa
Fenoarivo Atsinanana
Antsiranana
Ihosy
Fianarantsoa
Mahajanga
Antsiranana
Mananjary
Fianarantsoa
Miarinarivo
Antananarivo
Morombe
Toliara
Morondava
Toliara
Port-Bergé
Antsiranana
Toamasina
Antsiranana
Tôlagnaro
Toliara
Tsiroanomandidy
Antananarivo
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DATI STATISTICI
Cattolici: 4.582.644 (circa il 23% della
popolazione)
Parrocchie: 317;
Sacerdoti religiosi residenti in diocesi: 630
Sacerdoti secolari residenti in diocesi: 504
Sacerdoti membri degli istituti religiosi maschili:
1.406
Membri di istituti religiosi femminili 3.771
Diaconi permanenti –
Vescovi: 76
Istituti di educazione: 3.316
Seminaristi dei corsi filosofico e teologico: 459
Istituti di beneficenza: 349
Chiese o cappelle: 96
(* dalla Guida delle Missioni cattoliche 2005)
LE VISITE AD LIMINA DEL 1982 E 1998
Il primo incontro di Giovanni Paolo II con i vescovi del
Madagascar in visita Ad Limina risale al 1982. Nel suo
discorso per l’occasione, il Santo Padre li incoraggia a
proseguire l’opera di evangelizzazione iniziata dai
missionari e portata avanti con coraggio dai fedeli e
dai pastori locali, esprimendo parole di elogio per
l’impegno profuso dalla Chiesa malgascia nel campo
dell’educazione dei giovani, tanto importante anche
per la promozione delle vocazioni, per la loro attenzione all’inculturazione della fede, per il buon numero di
Congregazioni religiose in Madagascar e per la vitalità
del laicato locale e manifesta altresì il suo sostegno
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agli interventi dei vescovi in difesa dei valori spirituali
e sociali nel Paese, dove cresce lo scontento popolare
contro il regime di Ratsiraka. Concetti che saranno
ripresi e approfonditi nel discorso pronunciato nel settembre 1998, in occasione del loro secondo incontro a
Roma con Giovanni Paolo II. In esso il Papa si sofferma in particolare sull’importanza della qualità della
formazione nei seminari, come di quella dei laici, affinché possano essere all’altezza delle loro responsabilità cristiane nella società malgascia e sui buoni rapporti di collaborazione esistenti nell’isola tra le diverse
denominazioni cristiane. Di seguito ampi estratti dei
due discorsi (il secondo disponibile solo nella sua traduzione inglese):
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI
VESCOVI DEL MADAGASCAR IN VISITA
«AD LIMINA APOSTOLORUM»
Venerdì, 21 maggio 1982
Cari fratelli nell’Episcopato.
(…)
3. Il vostro primo impegno è di proseguire
l‟evangelizzazione ben iniziata presso di voi dallo
zelo missionario, e portata avanti con coraggio dai
fedeli e dai pastori originari di questo paese. Bisogna dunque annunciare senza sosta al popolo malgascio la Buona Novella dell‟amore di Dio, aiutarlo a ben comprenderla e ad accoglierla affinché
essa penetri veramente nel suo linguaggio, nella
sua mentalità e nel suo modo concreto di vivere,
personalmente, in famiglia, a scuola, nella società.
Perché questa evangelizzazione fosse reale e profonda, avete saputo voi stessi condividere le migliori
aspirazioni dei vostri compatrioti alla libertà, alla
verità, alla giustizia, al progresso sociale, alla condivisione fraterna, attraverso le vicissitudini della
vostra storia. In maniera aperta e positiva, vi sforzate, con discernimento e tenacia di incoraggiare
tutte le iniziative promettenti,
per aiutare il popolo malgascio
a risolvere i suoi problemi nella
dignità e nella pace, con i mezzi
di cui dispone; e se necessario,
con chiarezza e fermezza, sapete
rilevare le imperfezioni o le contraffazioni.
Vi sentite responsabili in tutti i campi dell’etica, per
contribuire a formare dei cristiani che siano allo
stesso tempo dei cittadini lavoratori, onesti, capaci
di cooperare, con competenza e disinteresse, al bene
comune del paese. Sapete che, per questo, bisogna
accollarsi l’impegno di chiamare senza sosta i cuori
alla conversione e di educarli pazientemente alla
verità e alla carità.
4. D’altra parte, il progresso lascia ai margini una
folla di poveri di ogni tipo, di persone che si sentono mal amate, o anche persino senza speranza. La
Chiesa, come il Signore, deve annunciare la Buona Novella ai poveri: essa sente dunque come un
particolare dovere di preoccuparsi di essi,
d’attirare l’attenzione sulla loro sorte, di suscitare
verso essi la solidarietà. Così facendo, voi siete, co-
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me avete promesso nel giorno della vostra ordinazione episcopale, i padri dei poveri e la voce di coloro che non possono farsi ascoltare.
5. I giovani, malgrado la scolarizzazione di cui beneficiano, in modo particolare soffrono di questo
smarrimento umano e spirituale, e so che questa è
una delle vostre più gravi preoccupazioni. (…)
E soprattutto bisogna offrire a questi giovani una
solida educazione che sia in grado di renderli forti
per affrontare le sfide del mondo moderno. È qui
che si colloca, tra gli altri, l‟apporto insostituibile
delle scuole cattoliche. Conosco la cura che avete
di esse, malgrado serie difficoltà. A questo proposito sono felice di costatare che le autorità civili hanno saputo ascoltare le richieste provenienti da diverse istanze della società e accettare il dialogo che
è sfociato nel 1979 nella promulgazione dello
“Statuto dell’Insegnamento privato”. Auguro, come
del resto è vostro grande desiderio e desiderio dei
genitori, che questo statuto possa ormai trovare applicazione piena a tutti i livelli. Nello stesso ordine
di idee, è essenziale che gli alunni
dell’insegnamento pubblico possano ricevere, in un
clima di libertà e di rispetto, l’appoggio spirituale,
la formazione umana e cristiana di cui essi hanno
bisogno per divenire dei cristiani adulti e responsabili.
7. Nel vostro apostolato, voi siete affiancati dai sacerdoti, dai religiosi e dalle religiose, tanto più meritori in quanto devono far fronte ad un compito im-
menso. La Chiesa in Madagascar ha la possibilità
di beneficiare di un buon numero
di Congregazioni religiose, sia maschili che femminili. Sono sicuro che
i loro membri hanno a cuore di lavorare nell’unità, salvo, se ce ne fosse
bisogno, a rafforzare le istanze che
permettono di favorire la loro collaborazione con l ’episcopato.
L’esempio della loro vita fraterna, tra di loro e con
tutti i sacerdoti secolari, sarà, non c’è dubbio, un
fattore determinante affinché sorgano in Madagascar numerose vocazioni sacerdotali e religiose, di
cui tutta la comunità deve avere la preoccupazione
prioritaria.
8. È importante infatti che il Popolo di Dio, già riunito dai sacramenti, come del resto coloro che ancora non conoscono il nome di Cristo, possano contare sul ministero di sacerdoti numerosi, ragguardevoli per le loro qualità spirituali e umane. È dunque
indispensabile che il Vescovo stesso si preoccupi,
come voi fate, del risveglio delle eventuali vocazioni, grazie ad un particolare servizio. La funzione di
un tale servizio è quella di sensibilizzare coloro
che, a gradi diversi, collaborano alla formazione
dei giovani, affinché trasmettano senza timore
l‟invito del Signore: “Vieni e seguimi!”. Perché è
importante che le famiglie cristiane siano coscienti
della grandezza della vocazione sacerdotale; e bisogna che nelle vostre scuole, l‟immagine del sa-
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cerdote appaia per quello che essa è: il compimento di una missione che nobilita l‟uomo mettendolo
interamente al servizio di Dio e dei suoi fratelli.
(…)
9. Un‟altra fortuna della Chiesa malgascia, è il
senso di responsabilità che distingue il suo laicato,
tanto nelle città che nelle campagne. È questa
un’antica tradizione delle vostre comunità: risale ai
tempi della persecuzione, segnata dall’azione di
quella donna ammirevole che fu Vittoria Rasoamanarivo. Questo laicato, da allora si è sviluppato, e
assume numerosi compiti al servizio della missione
della Chiesa. Conviene sottolineare, a questo proposito, il felice ruolo delle strutture che avete stabilito per assicurare con esso una stretta collaborazione, attraverso la quale vi apporta la ricchezza
delle sue riflessioni e delle sue iniziative. (…)
10. Offrite anche tutta la vostra attenzione alla questione dell’inculturazione. Avete già intrapreso a
questo proposito una riflessione, e vi siete proposti
di approfondirla ulteriormente. Certo, si tratta di
un’impresa delicata; è però un compito esaltante
che deve essere condotto a buon frutto, con discernimento e tenacia. È infatti di capitale importanza
per l’avvenire, che la fede cristiana - dopo essersi
aperta la strada per comprendere l’anima malgascia - possa ugualmente trovare nella cultura del
Madagascar dei mezzi di espressione che le siano
propri, nel rispetto dell’integralità delle ricchezze
del Vangelo e della Tradizione. Non si tratta di cedere alla tentazione del nuovo e del sensazionale,
ma di mostrarsi attenti ai ritmi e agli accenti interiori di un popolo che ha fatto suoi la preghiera e i
sentimenti cristiani, riconoscendo
in esso la capacità di tradurli secondo la propria peculiarità e
nell’armonia dell’unità cattolica.
Bisogna che non ci sia frattura tra
cultura e liturgia, così come non ci
deve essere tra cultura e catechesi.
So quali sforzi sono già stati compiuti a proposito di quest’ultimo
aspetto; simili sforzi devono essere continuati e sostenuti, con determinazione e chiaroveggenza, nei
differenti campi della liturgia, della formazione dei
seminaristi e degli operatori apostolici in generale.
Ed è importante evidentemente che gli adattamenti
necessari siano compiuti in stretta e permanente
relazione con la Santa Sede.
11. Prima di separarci, permettete che sottolinei
ancora questo: nelle circostanze cariche di significato che attraversa il vostro paese, la vostra voce si
è levata - nella sola considerazione della vostra sollecitudine pastorale e delle responsabilità legate
alla vostra missione di pastori e di dottori - per la
difesa dei valori spirituali e sociali senza dei quali
è gravemente compromessa la vita in società fondata sul rispetto della dignità della persona umana.
19
In quanto interpreti zelanti della nobile ricca tradizione malgascia - che privilegia l‟intesa fraterna e
la partecipazione di tutti all‟edificazione della comunità - avete percepito, con serenità e coraggio,
le difficoltà e i pericoli, e avete saggiamente indicato gli orientamenti e le soluzioni che permettono di
pervenire ad una reale promozione di tutto l‟uomo
e di ciascun uomo.
ADDRESS OF POPE JOHN PAUL II
TO BISHOPS' OF MADAGASCAR
Saturday, 26 September 1998
Dear Brothers in the Episcopate,
(…) A few weeks ago, the pastoral solidarity of the
Dioceses of your country was particularly evident at
the celebration of a National Synod on the theme:
The Church, Family of God Gathered by the
Eucharist, which you organized as a continuation
of the recent Special Assembly for Africa of the
Synod of Bishops. I hope that this important event
in the life of the Church in Madagascar, which is
part of the preparation for the Great Jubilee of the
Year 2000, will be an opportunity for each of your
communities to strengthen their faith in Jesus
Christ, and will awaken in the faithful “a true longing for holiness, a deep desire for conversion and
personal renewal in a context of ever more intense
prayer and of solidarity with one’s neighbour, especially the most needy” (Tertio millennio adveniente,
n. 42).
3. Turning now to your diocesan priests who are
your principal co-workers in the apostolic ministry,
I would like to assure them of the Church’s gratitude for the generosity they show in their priesthood
at the service of God’s People. I invite them to persevere with joy and enthusiasm in their vocation,
while leading a life worthy of the greatness of the
gift given to them. “The priest, by virtue of the consecration which he receives in the sacrament of Orders, is sent forth by the Father through the mediatorship of Jesus Christ, to whom he is configured in
a special way as head and shepherd of his people, in
order to live and work by the power of the Holy
Spirit in service of the Church and for the salvation
of the world” (Pastores dabo vobis, n. 12). (…)
Dear Brothers in the Episcopate, be close to each of
your priests; maintain relations with them that are
based on trust and dialogue; may they truly be your
sons and friends! Be responsible first of all for their
sanctification and continuing formation; may you
offer them ways to continue developing throughout
their lives the human, spiritual, intellectual and pastoral dimensions of their priestly formation, so that
their being and acting may conform ever more
closely to Christ the Good Shepherd.
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Lastly, I hope that in the presbyterate, the diocesan
and religious priests will accept one another fraternally, with the legitimate diversity of their charisms
and choices. In common prayer and sharing, they
will find support and encouragement for their ministry and their personal life.
4. Among your constant concerns are the birth and
growth of vocations to the priesthood and religious
life. The many young people who respond to
Christ’s call and willingly follow him are a sign of
the dynamism of your local Churches and an encouragement for the future. However, great prudence and careful discernment are essential to
strengthening their vocation and to enabling each
one to make a free and conscious response to
Christ‟s call. A life of following the Lord is demanding and thus the choice of candidates requires that
they be well-balanced and have human, spiritual,
emotional, psychological and intellectual ablities as
well as a firm will. I would like here to reaffirm the
request made by the Fathers of the African Synod
“„that religious institutes that do not have houses
in Africa‟ do not feel authorized „to come seeking
new vocations without prior dialogue with the local
Ordinary‟” (cf. Ecclesia in Africa, n. 94). Indeed,
young people who are uprooted will have great difficulty in developing the call they have received and
will be tempted by the many attractions of a society
unfamiliar to them. The hope of seeing new African
missionary vocations grow and develop, in order to
proclaim the Gospel throughout the continent and
even beyond it, also depends on wise discernment.
It is incumbent on you who are Christ’s first representatives in priestly formation (cf. Pastores dabo
vobis, n. 65) to carefully watch over the quality of
life and formation in the seminaries. I invite you to
set up joint educational communities, which give
seminarians a concrete example of an irreproachable Christian and priestly life. How can young people prepare themselves properly for the priesthood
if they do not see the example of authentic teachers
and witnesses? I know how difficult it is for you to
choose priests who are experienced in the spiritual
life, qualified in theology and philosophy, and capable of directing young people. I earnestly hope that
you will be able to train competent formation personnel for this mission, even if sacrifices must be
made in other areas of pastoral life. This is one of
the most important ministries today for the life of
the Church, especially in your country.
(…)
5. Institutes of consecrated life make an important
and valued contribution to many areas of the
Church‟s life in your country. The commitment of
consecrated people to the work of evangelization
must show in a particular way that “the more one
lives in Christ, the better one can serve him in others, going even to the furthest missionary outposts
and facing the greatest dangers” (Vita consecrata,
n. 76). (…)
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(…)To enable the institutes of consecrated life to
express their own charisms in ever greater communion with the diocesan Churches, as I stressed in the
Apostolic Exhortation Ecclesia in Africa, I invite
“the leaders of the local Churches and of the institutes of consecrated life and the societies of apostolic life to foster dialogue among themselves, in order to create, in the spirit of the Church as Family,
mixed groups for consultation which would serve as
a witness to fraternity and as a sign of unity in the
service of a common mission” (n. 94).
6. By virtue of their Baptism, all the faithful are
called to participate fully in the Church’s mission. I
rejoice in the exemplary contribution made by
many lay people to the ecclesial life of your country. I acknowledge in particular the work of the
catechists who, in often difficult conditions, strive to
proclaim the Gospel to their brothers and sisters
and, in communion with their Bishops and priests,
to provide leadership for their communities and to
care for them. Their role is of the utmost importance
for the Church’s establishment and vitality. They
also show their children what it means to serve
Christ. I invite them to maintain a lively awareness
of being “members of the Church of Jesus Christ,
participants in her mystery of communion and in her
dynamism in mission and the apostolate” (Christifideles laici, n. 64).
I also hope that lay people acquire a sound formation in order to take up their Christian responsibilities in social life. In fact, it is their task to work
with selflessness and tenacity in building the earthly
city, with respect for the dignity of the human person and in search of the common good. As for the
injustices that destroy peace between individuals
and groups, and everything that perverts the mind,
may they foster ever greater solidarity, the true fihavanana, which seeks to open human beings to the
divine plan of salvation!
Special care must be given to the family, that first
and vital cell of society. The formation of consciences, especially to remind people of respect for
all human life and to teach children basic values, is
an essential task for the Church and her Pastors. As
for the difficulties encountered by so many young
couples, I encourage you to continue your efforts to
help them better understand the genuine nature of
human love, conjugal chastity and Christian marriage based on fidelity and indissolubility.
To the young people of Madagascar, I would also
like to make a vigorous appeal for trust and hope. I
know of their great anxieties, but I also know the
riches that God has given them to face the future
with courage and clear-sightedness. May they be
able to assume their responsibilities in the life of the
Church and of society with a vivid awareness of
their vocation as human beings and Christians,
which commits them to being sowers of peace and
love! Christ awaits them and shows them the path of
life.
7. Bearing witness to Christ’s love for the sick and
the poor is one of the characteristics of Christian
25
life. Through her social institutions, the Church
works for the integral development of the person
and of society. I am grateful to all, who, through
their humble service in imitation of Christ, show the
Church’s love for those who are suffering or in distress. Poverty cannot be accepted as inevitable. It is
necessary to help the poor grow in humanity and to
ensure that their dignity as children of God is recognized. Despite the difficulties, your land is rich in
promise. I therefore strongly encourage you to develop initiatives of solidarity and service for people
who are often in distressing social and economic
situations, notably by giving a proper place to
works of education and human development,
which will enable each individual to express the
gifts God has given him by creating him in his image. Indeed, as I wrote in the Encyclical Redemptoris missio, “a people‟s development does not derive primarily from money, material assistance or
technological means, but from the formation of
consciences and the gradual maturing of ways of
thinking and patterns of behaviour. Man is the
principal agent of development, not money or technology” (n. 58).
The fraternal relations that exist between the different Christian denominations in Madagascar are
evidence of your commitment to respond generously
and perceptively to the Lord’s prayer: “that they
may all be one” (Jn 17:21). These ties take concrete
form in the efforts of the Council of Christian
Churches of Madagascar, which has frequently
acted to promote justice and integral human development in national life. (…)
LA VISITA PASTORALE
DI GIOVANNI PAOLO II DEL 1989
G
iovanni Paolo II ha visitato il
Madagascar dal 28 aprile al 1°
maggio 1989 nell‟ambito del suo 41°
Viaggio Apostolico fuori d‟Italia
(Madagascar, La Réunion, Zambia e
Malawi - 28 aprile - 6 maggio 1989).
La visita, la prima di un Papa nella
Grande Isola, lascia un profondo segno nel Paese, attraversato in questa fase da profonde tensioni interne che porteranno alle grandi
manifestazioni del 1991 e quindi alla fine del regime marxista di Ratsitraka. Uno dei momenti forti
del viaggio è la Santa Messa da lui presieduta il 30
aprile a Antsojobe-Analamahintsy, in cui davanti
ad una folla di più di centomila fedeli, il Santo Padre esorta il popolo malgascio al coraggio e alla
perseveranza di fronte alle presenti difficoltà. Durante la visita viene inoltre beatificata la prima beata del Madagascar, Vittoria Rasoamanarivo (1848-1894), coraggiosa testimone di Cristo
nel difficile periodo di persecuzioni del cristianesimo in Madagascar nel XIX secolo e un grande esempio dell'insostituibile ruolo dei laici, e soprattutto delle donne, nella vita della Chiesa.
27
Di seguito alcuni estratti del suo discorso in francese, a Ambohitsorohitra, il giorno dell‟arrivo in
Madagascar, il 28 aprile, e di quello durante
l‟Incontro con le nuove generazioni nello stadio
cittadino “Alarobia” di Anatananarivo, il 29 aprile:
Affirmer la personnalité originale du pays
“(...) De grand coeur, au moment de ce premier
contact, je souhaite aux Malgaches un progrès
constant sur le plan spirituel, et moral comme sur le
plan économique et social, pour qu’ils voient satisfaites leurs attentes et pour qu’ils connaissent tous
la prospérité et la paix. Les nobles traditions de ce
peuple et sa culture ancestrale sont les gages de sa
cohésion et de ses aptitudes à affirmer la personnalité originale du pays, dans le concert des Nations,
tout en mettant en valeur les précieuses ressources
humaines et physiques de la Grande île. Avant tout,
ma venue sur cette terre à une portée pastorale.
Comme Evêque de Rome, ayant reçu la charge de
veiller à l’unité de l’Eglise catholique, je désire rencontrer, à son invitation, l’Eglise qui est à Madagascar. Je salue avec affection ses pasteurs présents
ici, Monseigneur le Cardinal Victor Razafimahatratra, Archêque d’Antananarivo et Monseigneur Albert Tsiahoana, Président de la conférence épiscopale, ainsi que les évêques et les personnalités religieuses qui les accompagnent. Avec les fidèles malgaches, nous allons nous unir dans la prière, dans
la profession de la Foi au Christ, dans le témoignage évangélique.
Esprit de dialogue, de recherche de la vérité
Et je viens affermir mes frères dans la Foi, comme
le Seigneur en a donné mission à l’Apôtre Pierre. Il
y a bien plus d’un siècle à présent, l’annonce de l’Evangile a été inaugurée par les missionnaires d’Europe. Ils sont encore nombreux aujourdh’ui à servir
l’Eglise dans ce pays (...). Dans cette Eglise, c’est
une grande joie pour moi de célébrer la première
béatification d’une fille de cette terre, Victoire Rasoamanarivo, chrétienne exemplaire, vénérée par
ses frères et soeurs comme modèle et inspiratrice
pour la Foi et la Charité, pour la participation active et responsable de tous à l’animation de la communauté. En arrivant dans la Grande île, je vais
aussi à la rencontre de chrétiens appartenant à
d’autres communautés ecclésiastiques qui entretiennent des relations amicales et ouvertes avec les catholiques. Dès maintenant, je souhaite les saluer et
les assurer que je viens dans un esprit de dialogue,
de recherche de la vérité, d’action de grâce pour le
Baptême et la Foi qui déjà nous unissent. La coopération des chrétiens dans plusieurs domaines montre qu’une fraternité vivante se construit. J’en vois
un signe éloquent dans la très ancienne traduction
de la Bible, qui a permis aux Malgaches l’accès au
message chrétien dans leur langue est qui est saluée
29
comme un évènement culturel et spirituel remarquable de votre histoire.
Education de la jeunesse
Le souci du bien-être, de l’épanouissement et la dignité de l’Homme me rend proche aussi des membres de ce peuple qui n’ont pas adhéré à la foi chrétienne. Qu’ils soient assurés de mon respect pour
leurs convictions de conscience et mon estime pour
leur bonne volonté et leur tolérance, dans un pays
qui s’efforce de promouvoir une pleine liberté religieuse (...). Les évêques de ce pays ont engagé tous
leurs frères à travailler avec détermination dans le
champ du redressement national. J’encourage volontiers ces orientations qui vont dans le sens de ce
que les premiers chrétiens sur votre terre, ont cherché à réaliser. En particulier, ils participent avec
dévouement à l’éducation de la jeunesse, nombreuse
et dynamique, parfois inquiète dans son désir de
réussir son entrée dans la vie active avec les meilleurs atouts. Pour la formation professionnelle comme pour soutenir une bonne maturité morale et spirituelle, les écoles chrétiennes espèrent rendre un
véritable service à la Nation.
Solidarité de tout le peuple
Dans la droite ligne de l’esprit évangélique, les
chrétiens tiennent aussi à se consacrer au soin des
malades et au soutien des plus pauvres, des plus dé-
laissés de leurs frères. Je sais que leur désintéressement et leur efficacité dans ces domaines
sont reconnus, et je souhaite qu’ils poursuivent généreusement ces actions (...). Je viens animé de
confiance et d’espérance. Je souhaite profondément
que ma vie pastorale soit utile à votre pays. Je la
conçois comme un service qui est la sienne de réaliser la communion et de contribuer à la solidarité de
tout le peupe (...). Je prie le Dieu Tout-Puissant de
bénir ceux que leurs respnsabilités ont mis au service de la Nation et d’accorder ses bienfaits à tous les
Malgaches “.
Dal discorso di Giovanni Paolo II durante
l’Incontro con le nuove generazioni nello stadio cittadino
“Alarobia” (Anatananarivo)
29 aprile 1989
Ai giovani malgasci Giovanni
Paolo II ripete che hanno una
vocazione alla santità
“La vita, l’hai ricevuta dal tuo Creatore, attraverso i
tuoi genitori, insieme alla forza del tuo spirito e
all’abilità delle tue mani. Ora sei tu che devi forgiare la
tua personalità. Le guide non ti mancano. Sii perseverante, sii sempre franco; sii leale degno della fiducia dei
tuoi fratelli maggiori dei tuoi compagni , dei più giovani
che vengono dietro di te! Sai bene che se tu vuoi ricevere
31
tutto senza dare il meglio di te stesso, non sarai felice.
(…) Rispetta il tuo corpo, non rischiare per incoscienza,
malattie o incidenti. Non lasciarti andare elle soddisfazioni senza domani dell’alcool e della droga, ti ridurrebbero alla schiavitù.
Nel tuo intimo ascolta la tua coscienza he ti chiama a
essere puro: è cosa seria impegnarsi nel matrimonio, si
tratta di un fondamento per un edificio solido. Un focolare non può essere alimentato dal fuoco del piacere che
brucia velocemente come una manciata di erba secca.
Gli incontri passeggeri non fanno che rendere l’amore
una caricatura, ferire i cuori e sbeffeggiare il disegno di
Dio.
Se riponi la tua fidcucia in Cristo potrai vivere con la
generosità e la purezza del Vangelo: E’ vero per la morale familiare , è vero per la morale dell’onestà dinanzi
ai beni , è vero in tutti i campi della solidarietà, in cui
ciascuno è responsabile per la sua parte di ciò che fa
vivere i suoi fratelli e le sue sorelle.
La tua personalità non sarà matura se non spezzi
l’individualismo che ti allontana dagli altri. Il dialogo è
fonte di ricchezza. La condivisione è fonte di saggezza.
E’ nella comunità di studi, di lavoro, di piaceri, di villaggio o di quartiere dove ciascuno acquista la sua vera
dimensione di uomo. Se dai la mano ai tuoi compagni,
sarete come “fratelli che vanno insieme nella foresta”
GIOVANNI PAOLO II SULLE VICENDE
POLITICHE INTERNE DEL MADAGASCAR
Giovanni Paolo II ha fatto riferimento specifico
alla situazione politica del Paese in due occasioni:
dopo la recita dell’Angelus del 3 marzo 2002, e in
occasione della presentazione delle Lettere Credenziali del nuovo Ambasciatore del Madagascar
Jean-Pierre Razafy-Andriamihaingo, il 13 dicembre 2002:
Parole del Santo Padre dopo
dell’Angelus del 3 marzo 2003:
la
recita
Viva preoccupazione e rammarico suscitano nel mio
animo le notizie che provengono dal Madagascar.
Mentre confido nella tradizionale compostezza e non
violenza del popolo malgascio, esorto i responsabili a
riprendere con fiducia e coraggio le vie del dialogo
per una rapida soluzione della grave crisi, in vista unicamente del bene comune. Invito in particolare le
comunità cristiane della Grande Isola ad elevare fervide preghiere, per implorare dal Signore il dono della pace nella giustizia e nel rispetto reciproco.
Dal discorso del Santo Padre
all'Ambasciatore del Madagascar
presso la Santa Sede, S.E. il signor
Jean-Pierre
RazafyAndriamihaingo in occasione della
presentazione delle Lettere credenziali
(13 dicembre 2002)
Monsieur l'Ambassadeur,
33
(…) Au moment où votre pays vit une page nouvelle de son histoire et à la veille d'échéances électorales, je demande à Dieu de soutenir les efforts
de ceux qui, dans le souci du bien de tous, travaillent à ouvrir les chemins du dialogue et de la réconciliation nationale, pour que le pays s'engage
toujours davantage sur la voie de la bonne gouvernance et du respect des droits de l'homme.
3. Pour parvenir à réaliser ces nobles objectifs, toute Nation est appelée à développer une culture de la
paix. Cela nécessite en particulier de combattre
l'égoïsme sous toutes ses formes, dont les effets dévastateurs se font sentir dans les déséquilibres socio
-économiques et dans le développement de la pauvreté. La recherche de la paix suppose aussi d'être
attentif au principe d'équité dans la vie sociale,
bannissant avec une extrême fermeté ce qui relève
de la corruption, qui, en faussant les relations de
confiance, mine les liens de coopération loyale entre les personnes, les institutions et les communautés humaines. À tous les échelons de la vie publique, comme les évêques du pays l'ont récemment
rappelé, il convient de purifier les cœurs et les
consciences, en s'attachant à faire disparaître des
comportements constituant une violence sournoise
qui ne fait qu'accroître les disparités entre les riches
et les pauvres, et qui déstabilise la société tout entière. C'est alors que pourra se développer une authentique culture de la justice et de la paix, soutenue
par une coopération internationale qui "ne peut se
réduire à l'aide et à l'assistance [...] mais qui expri-
me au contraire un engagement concret de solidarité visant à faire des plus pauvres les acteurs de leur
développement" (Message pour la célébration de la
Journée mondiale de la Paix 2000, n. 17)
4. Votre pays doit aujourd'hui relever de nombreux
défis. L'Église catholique, en relation avec les autres instances religieuses présentes sur le territoire,
entend apporter une contribution spécifique à la
promotion du bien de la communauté nationale (…)
L'amour du Christ, Sauveur de tout homme et de
tout l'homme, la presse à proposer aux jeunes générations, en particulier à travers ses œuvres d'éducation et dans la fidélité aux nobles valeurs traditionnelles malgaches, les moyens humains et spirituels
qui leur permettront de prendre toute leur place
dans la construction d'une société forte, pacifique et
solidaire. Il importe en effet de sensibiliser la jeunesse au sens de l'effort et de la probité, à l'esprit
de conciliation et de partage, au juste respect des
biens et des personnes, à l'équitable répartition des
richesses et des responsabilités, ainsi qu'au souci
permanent de préserver l'environnement et les ressources naturelles. Je souhaite que lui soient donnés les moyens de garder espoir et de poursuivre
avec ardeur cette noble mission; de même, il importe de défendre la cause de la famille, dans laquelle
les jeunes font le premier apprentissage des vertus
morales et sociales, et "qui est pour la société l'âme
de sa vie et de son développement" (Exhortation
apostolique Familiaris consortio, n. 42).
5. Monsieur l'Ambassadeur, je voudrais saluer par
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La redazione, l‟allestimento e la raccolta della do-
cumentazione sono stati curati da Davide Dionisi,
Fabrizio Mastrofini e Lisa Zengarini
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visiste madagascar, visita ad limina 2005