Servizio Documentazione Visita ad limina Vescovi del MADAGASCAR 13 - 18 giugno 2005 1 INDICE Storia pag. 4 La Chiesa in Madagascar - Giovanni Paolo II e il Madagascar - pag. 7 Panoramica Cronologia Struttura ecclesiastica Dati Statistici pag. 13 Le Visite ad Limina del 1982 e del 1998 Il Viaggio Pastorale del 1989 Giovanni Paolo II sulle vicende interne INTRODUZIONE Dal 13 al 18 giugno i vescovi del Madagascar sono in visita ad Limina a Roma. Nel presente libretto preparato dal SeDoc i Programmi possono trovare documentazione sulla situazione del Paese e della Chiesa locale anche in relazione alle sue vicende politiche interne. Esso è suddiviso in tre sezioni: la prima con una scheda storica dell’Isola dalla sua scoperta da parte dell’esploratore portoghese B. Diaz fino ai nostri giorni; la seconda sulla Chiesa malgascia e, infine, la terza con una rassegna dei discorsi e interventi pronunciati da Giovanni Paolo II sul Madagascar nel corso del suo pontificato. Le informazioni provengono dal Bollettino “Notizie dalla Chiesa” del SeDoc, da fonti ecclesiali (tra cui la rivista cattolica francese “Esprit et Vie”) e da giornali malgasci. Superficie: 587.196 Km² Abitanti: 16 473 477 ab. (2002) Densità: 27 ab/Km² Forma di governo: Repubblica presidenziale Capitale: Antananarivo (876.000 ab.) Altre città: Toamasina 90.000 ab., Mahajanga 80.000 ab. Gruppi etnici: Malgasci 99% (di cui Merina 26%, Betsimisaraka 15%, Betsileo 12%, Tsimihety 7%, Sakalava 6%, Antandroy 5%) Monti principali: Maromokotro 2876 m Fiumi principali: Mangoky 550 Km, Betsiboka 520 Km Laghi principali: Farihy Alaotra Isole principali: Madagascar 586.500 Km², Nosy Be 293 Km² Clima: Tropicale Lingua: Malgascio (Malagasy), Francese (entrambe ufficiali) Religione: Animista 52%, Cattolica 23%, Protestante 18%, Musulmana 7% Moneta: Franco malgascio 3 V ero e proprio subcontinente dal punto di vista geografico, ambientale e umano, anche storicamente il Madagascar presenta uno sviluppo in gran parte distinto da quello dell'Africa subsahariana, connotato da un processo relativamente precoce di trasformazione in Stato nazionale moderno (fine sec. XVIII). Nel 1500 l’isola, che nel corso dei secoli aveva subito la penetrazione di popolazioni asiatiche e degli arabi, viene scoperta dal navigatore portoghese Bartolomeo Diaz. I primi tentativi degli europei, nel XVI e XVII secolo, di stabilirsi nell’isola risultano infruttuosi, come anche quelli di evangelizzazione ad opera di missionari protestanti e cattolici. Intanto, all'interno, il regno indigeno dei Merina sviluppatosi a partire dal XVII secolo, acquisisce sotto il re Andrianampoinimerina (1787-1810) il controllo sulla regione centrale, ponendo le basi dell’unificazione politica dell’isola. Nel 1896 il Madagascar viene annesso alla Francia. Col favore della nuova situazione politica i missionari cattolici francesi, precedentemente espulsi durante le due guerre franco-malgasce (1883 e 1894), egemonizzano l'opera di evangelizzazione dell'isola. Alla fine della seconda guerra mondiale, dopo un periodo di occupazione inglese, l'isola ritorna alla Francia. Gli antichi conflitti tra la tribù dominante dei Merina (più ricca ed evoluta) e le popolazioni della costa (la maggior parte delle quali erano state sottomesse al regno merina agli inizi del XIX secolo) influenzano il processo di indipendenza. Nel 1947, il partito nazionalista malgascio (MDRM) organizza una rivolta che viene soffocata con una dura repressione. Il Paese consegue la piena indipendenza il 26 giugno 1960 ed assume la forma di repubblica presidenziale col nome di Repubblica Malgascia. La presidenza è conferita al filofrancese Philippe Tsiranana, leader del partito socialdemocratico (PSD), che stabilisce un regime autoritario. Nel 1972 Tsiranana viene deposto dal generale G. Ramanatsoa. I governi militari che si succedono dal 1972 al 1975, ad un deciso mutamento nella politica estera (avvicinamento ai paesi socialisti ed arabi e soprattutto rottura con la Francia) associano una politica interna nazionalista (istituzione del malgascio come lingua ufficiale e "malgascizzazione" dell'educazione), fortemente avversata dai costieri. Il conseguente disordine politico ed istituzionale si arresta con la nomina a capo dello Stato di un militare côtier, Didier Ratsiraka. Suoi principali provvedimenti sono: l’istituzione di un Consiglio Supremo della Rivoluzione (CSR), che soprintende le attività di governo; la nazionalizzazione delle maggiori risorse ed iniziative economiche dell'isola; la promozione di una nuova costituzione. A seguito della promulgazione della Carta, Ratsiraka ottiene un mandato settennale, il Paese è rinominato Repubblica Democratica del Madagascar. Il dittatore Ratsiraka sarà alla guida del Paese dal 1975 al 1993 e la sua esperienza di governo si confronterà costantemente con un'estrema fragilità degli equilibri politici ed istituzionali, con una drammatica stagnazione dell'economia e con forti tensioni e disordini sociali. La crisi del regime inizia nel 1991, con le grandi manife- 5 stazioni delle opposizioni (il Comitato delle Forze Vive CFV). Dopo mesi di aspre tensioni il 19 agosto 1992 viene approvata con un referendum la nuova Costituzione che dà vita alla Terza Repubblica. Nel 1993 le elezioni presidenziali e legislative danno la vittoria al CFV, ma il 26 dicembre 1996 il Presidente Albert Zafy viene destituito e il 29 dicembre 1996 l’ex dittatore Ratziraka vince le elezioni. Le presidenziali del 16 dicembre 2001 precipitano il Paese in una nuova grave crisi politica. Ratsiraka, appoggiato in un primo momento dalla Francia, non riconosce infatti la vittoria al primo turno dello sfidante Marc Ravalomanana, imprenditore protestante appoggiato dalla società civile, dai sindacati e dalle Chiese, nonostante la decisione dell’Alta Corte Costituzionale favorevole a quest’ultimo. Ne seguono sanguinosi scontri, terminati con la fuga di Ratsiraka in Francia (8 agosto 2002). L’esilio dell’ex dittatore e la reintegrazione delle regioni che lo avevano sostenuto consentono il progressivo ritorno alla normalità e quindi l’avvio di un programma di riforme centrato sulla liberalizzazione dell’economia, la lotta contro la corruzione e il risanamento del sistema giudiziario. Nel 2003 Ravalomanana introduce, come moneta nazionale, l'ariary, al posto del franco malgascio. Inoltre il presidente concede ai cittadini stranieri l'accesso alla proprietà immobiliare e ottiene dalla Francia l'annullamento di un debito di 50 milioni di euro. Restano tuttavia aperti alcuni nodi, a cominciare da quello dell’unità nazionale, già fragile e ulteriormente indebolita dagli avvenimenti del 2002 . La Chiesa in Madagascar PANORAMICA D a sempre molto molto attiva nel campo dell’educazione e dell’assistenza, la Chiesa malgascia può contare sulla presenza di numerose Congregazioni religiose (Gesuiti, Domenicani, Salesiani, ecc…), ma anche di un laicato molto vitale. Con la liberalizzazione dell’informazione iniziata negli anni ’90, in quest’ultimo decennio essa ha inoltre accresciuto la sua presenza nei media, in particolare nella radiofonia. Nel 1998 si contavano sei grandi emittenti cattoliche. Tra queste spicca Radio Don Bosco di Antananarivo. Fondata nel 1996 dai Salesiani e attualmente diretta dall’italiano p. Cosimo Alvati, Radio Don Bosco trasmette 24 ore su 24 ed è l'emittente più ascoltata della capitale. Dietro a questo successo, oltre ad un livello di preparazione professionale di tutto rispetto, vi è una programmazione ricca e diversificata: dai programmi di educazione religiosa, a quelli educativi in senso lato, a quelli culturali e musicali, oltre, naturalmente, ai notiziari di attualità ecclesiale e politica. L’episcopato intrattiene buoni rapporti con le altre Chiese cristiane, con le quali condivide anche le nuove sfide poste dalla proliferazione delle sette nel Paese. Nelle complesse vicende politiche nazionali, i vescovi, insieme al Consiglio delle Chiese cristiane del Madagascar (Ffmk) hanno sempre cercato di tenere una posizione aperta al dialogo, anche se negli anni 80 non hanno risparmiato 7 critiche alle derive del regime di Ratsiraka. Una posizione mantenuta fino alla vigilia delle elezioni presidenziali del 16 dicembre 2001. Alla plenaria svoltasi qualche settimana prima del voto, i vescovi tennero a precisare che la Chiesa non sosteneva nessuno dei candidati in lizza, sottolineando l’importanza dell’unità nazionale da porre al di sopra di ogni interesse politico di parte. Con lo scoppio della crisi seguita alle elezioni (sulla quale interverrà Giovanni Paolo II all’Angelus del 3 marzo 2002), le Chiese cristiane vengono tuttavia coinvolte nello scontro e avallano la vittoria del candidato dell’opposizione Ravalomanana. In un’intervista all´agenzia Fides (4 marzo 2002), Mons. Félix Ramananarivo, vescovo di Antsirabé, spiegherà questa posizione affermando che: “La Chiesa appoggia la volontà popolare”. Il nuovo Presidente presenta in effetti il profilo dell’imprenditore di successo capace di dare una svolta al Paese, ma anche dell’uomo di fede. L’appoggio della Chiesa a Ravalomanana non è tuttavia incondizionato e la mancata soluzione di alcuni problemi di fondo ha spinto nel corso del tempo i vescovi a prendere le distanze dal nuovo governo. Nella lettera pastorale annuale pubblicata nel novembre 2003 essi esprimono forti preoccupazioni per la situazione del Paese. A preoccupare i vescovi è anche l’uso strumentale della religione da parte di Ravalomanana. L’ultima assemblea plenaria della Cem si è svolta nel novembre 2004 ad Antananarivo. Tra i principali punti in discussione vi sono stati: lo studio sulla ristrutturazione di varie diocesi secondo affinità culturali, geografiche ed am- ministrative; la celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia e dell’Anno della Bibbia in Africa; gli sforzi realizzati a livello ecumenico; l’istituzione di una commissione per la lotta contro l’Aids e la partecipazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia. All’assemblea è intervenuto anche il Primo Ministro malgascio, Jacques Sylla, che ha sollecitato la collaborazione tra Chiesa e governo per lo sviluppo e la lotta contro la povertà. CRONOLOGIA 1540: primi tentativi missionari 1580: arrivo dei Domenicani 1610 arrivo dei primi Gesuiti 1643 inizio di una missione lazzarista a Fort-Dauphin 1674: fine della missione con l’uccisione di tutti i francesi 1820: il cattolicesimo è bloccato sulle piccole isole, dove lavorano i Padri dello Spirito Santo 1835: interdizione del cattolicesimo 1845: i Gesuiti riprendono l’attività missionaria 1861: la Chiesa si stabilisce a Tananarive e comincia a organizzarsi 1896: erezione del Vicariato Apostolico del Madagascar del Sud 1898 erezione del Vicariato Apostolico del Madagascar del Nord 1913: erezione del Vicariato Apostolico di Fianarantsoa 1925: ordinazione di nove sacerdoti malgasci 1939: ordinazione del primo vescovo autoctono: Mons. J. Ramarosandratana 1955: istituzione della Gerarchia cattolica 9 1959: la nuova Costituzione garantisce la libertà religiosa 1965: beatificazione di P. Berthieu, S.I., martirizzato l’8 giugno 1896 a Tananarive; 1976: elevazione al cardinalato dell’arcivescovo di Tananarive: Mons. Victor Razafimahatratra, S.I. 1981 i vescovi denunciano la situazione di insicurezza e di crisi del Paese attraversato da forti tensioni a causa della depressione economica; 1989: le diocesi di Antananarivo e Antsiranana sono elevate ad Arcidioccesi Metropolitane 1989: Visita Pastorale di Giovanni Paolo II, la prima di un Papa nell’Isola; viene beatificata la prima beata del Madagascar, Vittoria Rasoamanarivo (1848-1894) 1994: elevazione al cardinalato dell’arcivescovo di Antananarivo, Mons. Armand G. Razafindratandra 2001: nomina di Mons. Zygmund Robaszkiewicz, missionario polacco della Santa Famiglia, a vescovo di Morombe, di Mons. Gaetano Di Pierro, missionario dehoniano italiano, a vescovo ausiliare della diocesi di Ambatondrazaka e di padre Vincent Rakotozafy, a vescovo di Tolagnaro (Port-Dauphin) 2003: la diocesi di Toliara è elevata ad Arcidiocesi Metropolitana. STRUTTURA ECCLESIASTICA: I VESCOVI (76) Conferenza episcopale: Conférence Episcopale de Madagascar (CEM); Presidente: Mons. Fulgence RABEONY, S.I., arcivescovo di Toliara LE CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE Nel 2004 la Chiesa cattolica è presente sul Territorio con 4 Arcidiocesi Metropolitane e 16 Diocesi Arcidiocesi Province metropolitane (4) Ecclesiastiche Antananarivo Antananarivo Antsiranana Antsiranana Fianarantsoa Fianarantsoa Toliara Toliara Diocesi (16) Ambanja Antsiranana Ambatondrazaka Antananarivo Ambositra Fianarantsoa Antsirabé Antananarivo Farafangana Fianarantsoa Fenoarivo Atsinanana Antsiranana Ihosy Fianarantsoa Mahajanga Antsiranana Mananjary Fianarantsoa Miarinarivo Antananarivo Morombe Toliara Morondava Toliara Port-Bergé Antsiranana Toamasina Antsiranana Tôlagnaro Toliara Tsiroanomandidy Antananarivo 11 DATI STATISTICI Cattolici: 4.582.644 (circa il 23% della popolazione) Parrocchie: 317; Sacerdoti religiosi residenti in diocesi: 630 Sacerdoti secolari residenti in diocesi: 504 Sacerdoti membri degli istituti religiosi maschili: 1.406 Membri di istituti religiosi femminili 3.771 Diaconi permanenti – Vescovi: 76 Istituti di educazione: 3.316 Seminaristi dei corsi filosofico e teologico: 459 Istituti di beneficenza: 349 Chiese o cappelle: 96 (* dalla Guida delle Missioni cattoliche 2005) LE VISITE AD LIMINA DEL 1982 E 1998 Il primo incontro di Giovanni Paolo II con i vescovi del Madagascar in visita Ad Limina risale al 1982. Nel suo discorso per l’occasione, il Santo Padre li incoraggia a proseguire l’opera di evangelizzazione iniziata dai missionari e portata avanti con coraggio dai fedeli e dai pastori locali, esprimendo parole di elogio per l’impegno profuso dalla Chiesa malgascia nel campo dell’educazione dei giovani, tanto importante anche per la promozione delle vocazioni, per la loro attenzione all’inculturazione della fede, per il buon numero di Congregazioni religiose in Madagascar e per la vitalità del laicato locale e manifesta altresì il suo sostegno 13 agli interventi dei vescovi in difesa dei valori spirituali e sociali nel Paese, dove cresce lo scontento popolare contro il regime di Ratsiraka. Concetti che saranno ripresi e approfonditi nel discorso pronunciato nel settembre 1998, in occasione del loro secondo incontro a Roma con Giovanni Paolo II. In esso il Papa si sofferma in particolare sull’importanza della qualità della formazione nei seminari, come di quella dei laici, affinché possano essere all’altezza delle loro responsabilità cristiane nella società malgascia e sui buoni rapporti di collaborazione esistenti nell’isola tra le diverse denominazioni cristiane. Di seguito ampi estratti dei due discorsi (il secondo disponibile solo nella sua traduzione inglese): DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II AI VESCOVI DEL MADAGASCAR IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM» Venerdì, 21 maggio 1982 Cari fratelli nell’Episcopato. (…) 3. Il vostro primo impegno è di proseguire l‟evangelizzazione ben iniziata presso di voi dallo zelo missionario, e portata avanti con coraggio dai fedeli e dai pastori originari di questo paese. Bisogna dunque annunciare senza sosta al popolo malgascio la Buona Novella dell‟amore di Dio, aiutarlo a ben comprenderla e ad accoglierla affinché essa penetri veramente nel suo linguaggio, nella sua mentalità e nel suo modo concreto di vivere, personalmente, in famiglia, a scuola, nella società. Perché questa evangelizzazione fosse reale e profonda, avete saputo voi stessi condividere le migliori aspirazioni dei vostri compatrioti alla libertà, alla verità, alla giustizia, al progresso sociale, alla condivisione fraterna, attraverso le vicissitudini della vostra storia. In maniera aperta e positiva, vi sforzate, con discernimento e tenacia di incoraggiare tutte le iniziative promettenti, per aiutare il popolo malgascio a risolvere i suoi problemi nella dignità e nella pace, con i mezzi di cui dispone; e se necessario, con chiarezza e fermezza, sapete rilevare le imperfezioni o le contraffazioni. Vi sentite responsabili in tutti i campi dell’etica, per contribuire a formare dei cristiani che siano allo stesso tempo dei cittadini lavoratori, onesti, capaci di cooperare, con competenza e disinteresse, al bene comune del paese. Sapete che, per questo, bisogna accollarsi l’impegno di chiamare senza sosta i cuori alla conversione e di educarli pazientemente alla verità e alla carità. 4. D’altra parte, il progresso lascia ai margini una folla di poveri di ogni tipo, di persone che si sentono mal amate, o anche persino senza speranza. La Chiesa, come il Signore, deve annunciare la Buona Novella ai poveri: essa sente dunque come un particolare dovere di preoccuparsi di essi, d’attirare l’attenzione sulla loro sorte, di suscitare verso essi la solidarietà. Così facendo, voi siete, co- 15 me avete promesso nel giorno della vostra ordinazione episcopale, i padri dei poveri e la voce di coloro che non possono farsi ascoltare. 5. I giovani, malgrado la scolarizzazione di cui beneficiano, in modo particolare soffrono di questo smarrimento umano e spirituale, e so che questa è una delle vostre più gravi preoccupazioni. (…) E soprattutto bisogna offrire a questi giovani una solida educazione che sia in grado di renderli forti per affrontare le sfide del mondo moderno. È qui che si colloca, tra gli altri, l‟apporto insostituibile delle scuole cattoliche. Conosco la cura che avete di esse, malgrado serie difficoltà. A questo proposito sono felice di costatare che le autorità civili hanno saputo ascoltare le richieste provenienti da diverse istanze della società e accettare il dialogo che è sfociato nel 1979 nella promulgazione dello “Statuto dell’Insegnamento privato”. Auguro, come del resto è vostro grande desiderio e desiderio dei genitori, che questo statuto possa ormai trovare applicazione piena a tutti i livelli. Nello stesso ordine di idee, è essenziale che gli alunni dell’insegnamento pubblico possano ricevere, in un clima di libertà e di rispetto, l’appoggio spirituale, la formazione umana e cristiana di cui essi hanno bisogno per divenire dei cristiani adulti e responsabili. 7. Nel vostro apostolato, voi siete affiancati dai sacerdoti, dai religiosi e dalle religiose, tanto più meritori in quanto devono far fronte ad un compito im- menso. La Chiesa in Madagascar ha la possibilità di beneficiare di un buon numero di Congregazioni religiose, sia maschili che femminili. Sono sicuro che i loro membri hanno a cuore di lavorare nell’unità, salvo, se ce ne fosse bisogno, a rafforzare le istanze che permettono di favorire la loro collaborazione con l ’episcopato. L’esempio della loro vita fraterna, tra di loro e con tutti i sacerdoti secolari, sarà, non c’è dubbio, un fattore determinante affinché sorgano in Madagascar numerose vocazioni sacerdotali e religiose, di cui tutta la comunità deve avere la preoccupazione prioritaria. 8. È importante infatti che il Popolo di Dio, già riunito dai sacramenti, come del resto coloro che ancora non conoscono il nome di Cristo, possano contare sul ministero di sacerdoti numerosi, ragguardevoli per le loro qualità spirituali e umane. È dunque indispensabile che il Vescovo stesso si preoccupi, come voi fate, del risveglio delle eventuali vocazioni, grazie ad un particolare servizio. La funzione di un tale servizio è quella di sensibilizzare coloro che, a gradi diversi, collaborano alla formazione dei giovani, affinché trasmettano senza timore l‟invito del Signore: “Vieni e seguimi!”. Perché è importante che le famiglie cristiane siano coscienti della grandezza della vocazione sacerdotale; e bisogna che nelle vostre scuole, l‟immagine del sa- 17 cerdote appaia per quello che essa è: il compimento di una missione che nobilita l‟uomo mettendolo interamente al servizio di Dio e dei suoi fratelli. (…) 9. Un‟altra fortuna della Chiesa malgascia, è il senso di responsabilità che distingue il suo laicato, tanto nelle città che nelle campagne. È questa un’antica tradizione delle vostre comunità: risale ai tempi della persecuzione, segnata dall’azione di quella donna ammirevole che fu Vittoria Rasoamanarivo. Questo laicato, da allora si è sviluppato, e assume numerosi compiti al servizio della missione della Chiesa. Conviene sottolineare, a questo proposito, il felice ruolo delle strutture che avete stabilito per assicurare con esso una stretta collaborazione, attraverso la quale vi apporta la ricchezza delle sue riflessioni e delle sue iniziative. (…) 10. Offrite anche tutta la vostra attenzione alla questione dell’inculturazione. Avete già intrapreso a questo proposito una riflessione, e vi siete proposti di approfondirla ulteriormente. Certo, si tratta di un’impresa delicata; è però un compito esaltante che deve essere condotto a buon frutto, con discernimento e tenacia. È infatti di capitale importanza per l’avvenire, che la fede cristiana - dopo essersi aperta la strada per comprendere l’anima malgascia - possa ugualmente trovare nella cultura del Madagascar dei mezzi di espressione che le siano propri, nel rispetto dell’integralità delle ricchezze del Vangelo e della Tradizione. Non si tratta di cedere alla tentazione del nuovo e del sensazionale, ma di mostrarsi attenti ai ritmi e agli accenti interiori di un popolo che ha fatto suoi la preghiera e i sentimenti cristiani, riconoscendo in esso la capacità di tradurli secondo la propria peculiarità e nell’armonia dell’unità cattolica. Bisogna che non ci sia frattura tra cultura e liturgia, così come non ci deve essere tra cultura e catechesi. So quali sforzi sono già stati compiuti a proposito di quest’ultimo aspetto; simili sforzi devono essere continuati e sostenuti, con determinazione e chiaroveggenza, nei differenti campi della liturgia, della formazione dei seminaristi e degli operatori apostolici in generale. Ed è importante evidentemente che gli adattamenti necessari siano compiuti in stretta e permanente relazione con la Santa Sede. 11. Prima di separarci, permettete che sottolinei ancora questo: nelle circostanze cariche di significato che attraversa il vostro paese, la vostra voce si è levata - nella sola considerazione della vostra sollecitudine pastorale e delle responsabilità legate alla vostra missione di pastori e di dottori - per la difesa dei valori spirituali e sociali senza dei quali è gravemente compromessa la vita in società fondata sul rispetto della dignità della persona umana. 19 In quanto interpreti zelanti della nobile ricca tradizione malgascia - che privilegia l‟intesa fraterna e la partecipazione di tutti all‟edificazione della comunità - avete percepito, con serenità e coraggio, le difficoltà e i pericoli, e avete saggiamente indicato gli orientamenti e le soluzioni che permettono di pervenire ad una reale promozione di tutto l‟uomo e di ciascun uomo. ADDRESS OF POPE JOHN PAUL II TO BISHOPS' OF MADAGASCAR Saturday, 26 September 1998 Dear Brothers in the Episcopate, (…) A few weeks ago, the pastoral solidarity of the Dioceses of your country was particularly evident at the celebration of a National Synod on the theme: The Church, Family of God Gathered by the Eucharist, which you organized as a continuation of the recent Special Assembly for Africa of the Synod of Bishops. I hope that this important event in the life of the Church in Madagascar, which is part of the preparation for the Great Jubilee of the Year 2000, will be an opportunity for each of your communities to strengthen their faith in Jesus Christ, and will awaken in the faithful “a true longing for holiness, a deep desire for conversion and personal renewal in a context of ever more intense prayer and of solidarity with one’s neighbour, especially the most needy” (Tertio millennio adveniente, n. 42). 3. Turning now to your diocesan priests who are your principal co-workers in the apostolic ministry, I would like to assure them of the Church’s gratitude for the generosity they show in their priesthood at the service of God’s People. I invite them to persevere with joy and enthusiasm in their vocation, while leading a life worthy of the greatness of the gift given to them. “The priest, by virtue of the consecration which he receives in the sacrament of Orders, is sent forth by the Father through the mediatorship of Jesus Christ, to whom he is configured in a special way as head and shepherd of his people, in order to live and work by the power of the Holy Spirit in service of the Church and for the salvation of the world” (Pastores dabo vobis, n. 12). (…) Dear Brothers in the Episcopate, be close to each of your priests; maintain relations with them that are based on trust and dialogue; may they truly be your sons and friends! Be responsible first of all for their sanctification and continuing formation; may you offer them ways to continue developing throughout their lives the human, spiritual, intellectual and pastoral dimensions of their priestly formation, so that their being and acting may conform ever more closely to Christ the Good Shepherd. 21 Lastly, I hope that in the presbyterate, the diocesan and religious priests will accept one another fraternally, with the legitimate diversity of their charisms and choices. In common prayer and sharing, they will find support and encouragement for their ministry and their personal life. 4. Among your constant concerns are the birth and growth of vocations to the priesthood and religious life. The many young people who respond to Christ’s call and willingly follow him are a sign of the dynamism of your local Churches and an encouragement for the future. However, great prudence and careful discernment are essential to strengthening their vocation and to enabling each one to make a free and conscious response to Christ‟s call. A life of following the Lord is demanding and thus the choice of candidates requires that they be well-balanced and have human, spiritual, emotional, psychological and intellectual ablities as well as a firm will. I would like here to reaffirm the request made by the Fathers of the African Synod “„that religious institutes that do not have houses in Africa‟ do not feel authorized „to come seeking new vocations without prior dialogue with the local Ordinary‟” (cf. Ecclesia in Africa, n. 94). Indeed, young people who are uprooted will have great difficulty in developing the call they have received and will be tempted by the many attractions of a society unfamiliar to them. The hope of seeing new African missionary vocations grow and develop, in order to proclaim the Gospel throughout the continent and even beyond it, also depends on wise discernment. It is incumbent on you who are Christ’s first representatives in priestly formation (cf. Pastores dabo vobis, n. 65) to carefully watch over the quality of life and formation in the seminaries. I invite you to set up joint educational communities, which give seminarians a concrete example of an irreproachable Christian and priestly life. How can young people prepare themselves properly for the priesthood if they do not see the example of authentic teachers and witnesses? I know how difficult it is for you to choose priests who are experienced in the spiritual life, qualified in theology and philosophy, and capable of directing young people. I earnestly hope that you will be able to train competent formation personnel for this mission, even if sacrifices must be made in other areas of pastoral life. This is one of the most important ministries today for the life of the Church, especially in your country. (…) 5. Institutes of consecrated life make an important and valued contribution to many areas of the Church‟s life in your country. The commitment of consecrated people to the work of evangelization must show in a particular way that “the more one lives in Christ, the better one can serve him in others, going even to the furthest missionary outposts and facing the greatest dangers” (Vita consecrata, n. 76). (…) 23 (…)To enable the institutes of consecrated life to express their own charisms in ever greater communion with the diocesan Churches, as I stressed in the Apostolic Exhortation Ecclesia in Africa, I invite “the leaders of the local Churches and of the institutes of consecrated life and the societies of apostolic life to foster dialogue among themselves, in order to create, in the spirit of the Church as Family, mixed groups for consultation which would serve as a witness to fraternity and as a sign of unity in the service of a common mission” (n. 94). 6. By virtue of their Baptism, all the faithful are called to participate fully in the Church’s mission. I rejoice in the exemplary contribution made by many lay people to the ecclesial life of your country. I acknowledge in particular the work of the catechists who, in often difficult conditions, strive to proclaim the Gospel to their brothers and sisters and, in communion with their Bishops and priests, to provide leadership for their communities and to care for them. Their role is of the utmost importance for the Church’s establishment and vitality. They also show their children what it means to serve Christ. I invite them to maintain a lively awareness of being “members of the Church of Jesus Christ, participants in her mystery of communion and in her dynamism in mission and the apostolate” (Christifideles laici, n. 64). I also hope that lay people acquire a sound formation in order to take up their Christian responsibilities in social life. In fact, it is their task to work with selflessness and tenacity in building the earthly city, with respect for the dignity of the human person and in search of the common good. As for the injustices that destroy peace between individuals and groups, and everything that perverts the mind, may they foster ever greater solidarity, the true fihavanana, which seeks to open human beings to the divine plan of salvation! Special care must be given to the family, that first and vital cell of society. The formation of consciences, especially to remind people of respect for all human life and to teach children basic values, is an essential task for the Church and her Pastors. As for the difficulties encountered by so many young couples, I encourage you to continue your efforts to help them better understand the genuine nature of human love, conjugal chastity and Christian marriage based on fidelity and indissolubility. To the young people of Madagascar, I would also like to make a vigorous appeal for trust and hope. I know of their great anxieties, but I also know the riches that God has given them to face the future with courage and clear-sightedness. May they be able to assume their responsibilities in the life of the Church and of society with a vivid awareness of their vocation as human beings and Christians, which commits them to being sowers of peace and love! Christ awaits them and shows them the path of life. 7. Bearing witness to Christ’s love for the sick and the poor is one of the characteristics of Christian 25 life. Through her social institutions, the Church works for the integral development of the person and of society. I am grateful to all, who, through their humble service in imitation of Christ, show the Church’s love for those who are suffering or in distress. Poverty cannot be accepted as inevitable. It is necessary to help the poor grow in humanity and to ensure that their dignity as children of God is recognized. Despite the difficulties, your land is rich in promise. I therefore strongly encourage you to develop initiatives of solidarity and service for people who are often in distressing social and economic situations, notably by giving a proper place to works of education and human development, which will enable each individual to express the gifts God has given him by creating him in his image. Indeed, as I wrote in the Encyclical Redemptoris missio, “a people‟s development does not derive primarily from money, material assistance or technological means, but from the formation of consciences and the gradual maturing of ways of thinking and patterns of behaviour. Man is the principal agent of development, not money or technology” (n. 58). The fraternal relations that exist between the different Christian denominations in Madagascar are evidence of your commitment to respond generously and perceptively to the Lord’s prayer: “that they may all be one” (Jn 17:21). These ties take concrete form in the efforts of the Council of Christian Churches of Madagascar, which has frequently acted to promote justice and integral human development in national life. (…) LA VISITA PASTORALE DI GIOVANNI PAOLO II DEL 1989 G iovanni Paolo II ha visitato il Madagascar dal 28 aprile al 1° maggio 1989 nell‟ambito del suo 41° Viaggio Apostolico fuori d‟Italia (Madagascar, La Réunion, Zambia e Malawi - 28 aprile - 6 maggio 1989). La visita, la prima di un Papa nella Grande Isola, lascia un profondo segno nel Paese, attraversato in questa fase da profonde tensioni interne che porteranno alle grandi manifestazioni del 1991 e quindi alla fine del regime marxista di Ratsitraka. Uno dei momenti forti del viaggio è la Santa Messa da lui presieduta il 30 aprile a Antsojobe-Analamahintsy, in cui davanti ad una folla di più di centomila fedeli, il Santo Padre esorta il popolo malgascio al coraggio e alla perseveranza di fronte alle presenti difficoltà. Durante la visita viene inoltre beatificata la prima beata del Madagascar, Vittoria Rasoamanarivo (1848-1894), coraggiosa testimone di Cristo nel difficile periodo di persecuzioni del cristianesimo in Madagascar nel XIX secolo e un grande esempio dell'insostituibile ruolo dei laici, e soprattutto delle donne, nella vita della Chiesa. 27 Di seguito alcuni estratti del suo discorso in francese, a Ambohitsorohitra, il giorno dell‟arrivo in Madagascar, il 28 aprile, e di quello durante l‟Incontro con le nuove generazioni nello stadio cittadino “Alarobia” di Anatananarivo, il 29 aprile: Affirmer la personnalité originale du pays “(...) De grand coeur, au moment de ce premier contact, je souhaite aux Malgaches un progrès constant sur le plan spirituel, et moral comme sur le plan économique et social, pour qu’ils voient satisfaites leurs attentes et pour qu’ils connaissent tous la prospérité et la paix. Les nobles traditions de ce peuple et sa culture ancestrale sont les gages de sa cohésion et de ses aptitudes à affirmer la personnalité originale du pays, dans le concert des Nations, tout en mettant en valeur les précieuses ressources humaines et physiques de la Grande île. Avant tout, ma venue sur cette terre à une portée pastorale. Comme Evêque de Rome, ayant reçu la charge de veiller à l’unité de l’Eglise catholique, je désire rencontrer, à son invitation, l’Eglise qui est à Madagascar. Je salue avec affection ses pasteurs présents ici, Monseigneur le Cardinal Victor Razafimahatratra, Archêque d’Antananarivo et Monseigneur Albert Tsiahoana, Président de la conférence épiscopale, ainsi que les évêques et les personnalités religieuses qui les accompagnent. Avec les fidèles malgaches, nous allons nous unir dans la prière, dans la profession de la Foi au Christ, dans le témoignage évangélique. Esprit de dialogue, de recherche de la vérité Et je viens affermir mes frères dans la Foi, comme le Seigneur en a donné mission à l’Apôtre Pierre. Il y a bien plus d’un siècle à présent, l’annonce de l’Evangile a été inaugurée par les missionnaires d’Europe. Ils sont encore nombreux aujourdh’ui à servir l’Eglise dans ce pays (...). Dans cette Eglise, c’est une grande joie pour moi de célébrer la première béatification d’une fille de cette terre, Victoire Rasoamanarivo, chrétienne exemplaire, vénérée par ses frères et soeurs comme modèle et inspiratrice pour la Foi et la Charité, pour la participation active et responsable de tous à l’animation de la communauté. En arrivant dans la Grande île, je vais aussi à la rencontre de chrétiens appartenant à d’autres communautés ecclésiastiques qui entretiennent des relations amicales et ouvertes avec les catholiques. Dès maintenant, je souhaite les saluer et les assurer que je viens dans un esprit de dialogue, de recherche de la vérité, d’action de grâce pour le Baptême et la Foi qui déjà nous unissent. La coopération des chrétiens dans plusieurs domaines montre qu’une fraternité vivante se construit. J’en vois un signe éloquent dans la très ancienne traduction de la Bible, qui a permis aux Malgaches l’accès au message chrétien dans leur langue est qui est saluée 29 comme un évènement culturel et spirituel remarquable de votre histoire. Education de la jeunesse Le souci du bien-être, de l’épanouissement et la dignité de l’Homme me rend proche aussi des membres de ce peuple qui n’ont pas adhéré à la foi chrétienne. Qu’ils soient assurés de mon respect pour leurs convictions de conscience et mon estime pour leur bonne volonté et leur tolérance, dans un pays qui s’efforce de promouvoir une pleine liberté religieuse (...). Les évêques de ce pays ont engagé tous leurs frères à travailler avec détermination dans le champ du redressement national. J’encourage volontiers ces orientations qui vont dans le sens de ce que les premiers chrétiens sur votre terre, ont cherché à réaliser. En particulier, ils participent avec dévouement à l’éducation de la jeunesse, nombreuse et dynamique, parfois inquiète dans son désir de réussir son entrée dans la vie active avec les meilleurs atouts. Pour la formation professionnelle comme pour soutenir une bonne maturité morale et spirituelle, les écoles chrétiennes espèrent rendre un véritable service à la Nation. Solidarité de tout le peuple Dans la droite ligne de l’esprit évangélique, les chrétiens tiennent aussi à se consacrer au soin des malades et au soutien des plus pauvres, des plus dé- laissés de leurs frères. Je sais que leur désintéressement et leur efficacité dans ces domaines sont reconnus, et je souhaite qu’ils poursuivent généreusement ces actions (...). Je viens animé de confiance et d’espérance. Je souhaite profondément que ma vie pastorale soit utile à votre pays. Je la conçois comme un service qui est la sienne de réaliser la communion et de contribuer à la solidarité de tout le peupe (...). Je prie le Dieu Tout-Puissant de bénir ceux que leurs respnsabilités ont mis au service de la Nation et d’accorder ses bienfaits à tous les Malgaches “. Dal discorso di Giovanni Paolo II durante l’Incontro con le nuove generazioni nello stadio cittadino “Alarobia” (Anatananarivo) 29 aprile 1989 Ai giovani malgasci Giovanni Paolo II ripete che hanno una vocazione alla santità “La vita, l’hai ricevuta dal tuo Creatore, attraverso i tuoi genitori, insieme alla forza del tuo spirito e all’abilità delle tue mani. Ora sei tu che devi forgiare la tua personalità. Le guide non ti mancano. Sii perseverante, sii sempre franco; sii leale degno della fiducia dei tuoi fratelli maggiori dei tuoi compagni , dei più giovani che vengono dietro di te! Sai bene che se tu vuoi ricevere 31 tutto senza dare il meglio di te stesso, non sarai felice. (…) Rispetta il tuo corpo, non rischiare per incoscienza, malattie o incidenti. Non lasciarti andare elle soddisfazioni senza domani dell’alcool e della droga, ti ridurrebbero alla schiavitù. Nel tuo intimo ascolta la tua coscienza he ti chiama a essere puro: è cosa seria impegnarsi nel matrimonio, si tratta di un fondamento per un edificio solido. Un focolare non può essere alimentato dal fuoco del piacere che brucia velocemente come una manciata di erba secca. Gli incontri passeggeri non fanno che rendere l’amore una caricatura, ferire i cuori e sbeffeggiare il disegno di Dio. Se riponi la tua fidcucia in Cristo potrai vivere con la generosità e la purezza del Vangelo: E’ vero per la morale familiare , è vero per la morale dell’onestà dinanzi ai beni , è vero in tutti i campi della solidarietà, in cui ciascuno è responsabile per la sua parte di ciò che fa vivere i suoi fratelli e le sue sorelle. La tua personalità non sarà matura se non spezzi l’individualismo che ti allontana dagli altri. Il dialogo è fonte di ricchezza. La condivisione è fonte di saggezza. E’ nella comunità di studi, di lavoro, di piaceri, di villaggio o di quartiere dove ciascuno acquista la sua vera dimensione di uomo. Se dai la mano ai tuoi compagni, sarete come “fratelli che vanno insieme nella foresta” GIOVANNI PAOLO II SULLE VICENDE POLITICHE INTERNE DEL MADAGASCAR Giovanni Paolo II ha fatto riferimento specifico alla situazione politica del Paese in due occasioni: dopo la recita dell’Angelus del 3 marzo 2002, e in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali del nuovo Ambasciatore del Madagascar Jean-Pierre Razafy-Andriamihaingo, il 13 dicembre 2002: Parole del Santo Padre dopo dell’Angelus del 3 marzo 2003: la recita Viva preoccupazione e rammarico suscitano nel mio animo le notizie che provengono dal Madagascar. Mentre confido nella tradizionale compostezza e non violenza del popolo malgascio, esorto i responsabili a riprendere con fiducia e coraggio le vie del dialogo per una rapida soluzione della grave crisi, in vista unicamente del bene comune. Invito in particolare le comunità cristiane della Grande Isola ad elevare fervide preghiere, per implorare dal Signore il dono della pace nella giustizia e nel rispetto reciproco. Dal discorso del Santo Padre all'Ambasciatore del Madagascar presso la Santa Sede, S.E. il signor Jean-Pierre RazafyAndriamihaingo in occasione della presentazione delle Lettere credenziali (13 dicembre 2002) Monsieur l'Ambassadeur, 33 (…) Au moment où votre pays vit une page nouvelle de son histoire et à la veille d'échéances électorales, je demande à Dieu de soutenir les efforts de ceux qui, dans le souci du bien de tous, travaillent à ouvrir les chemins du dialogue et de la réconciliation nationale, pour que le pays s'engage toujours davantage sur la voie de la bonne gouvernance et du respect des droits de l'homme. 3. Pour parvenir à réaliser ces nobles objectifs, toute Nation est appelée à développer une culture de la paix. Cela nécessite en particulier de combattre l'égoïsme sous toutes ses formes, dont les effets dévastateurs se font sentir dans les déséquilibres socio -économiques et dans le développement de la pauvreté. La recherche de la paix suppose aussi d'être attentif au principe d'équité dans la vie sociale, bannissant avec une extrême fermeté ce qui relève de la corruption, qui, en faussant les relations de confiance, mine les liens de coopération loyale entre les personnes, les institutions et les communautés humaines. À tous les échelons de la vie publique, comme les évêques du pays l'ont récemment rappelé, il convient de purifier les cœurs et les consciences, en s'attachant à faire disparaître des comportements constituant une violence sournoise qui ne fait qu'accroître les disparités entre les riches et les pauvres, et qui déstabilise la société tout entière. C'est alors que pourra se développer une authentique culture de la justice et de la paix, soutenue par une coopération internationale qui "ne peut se réduire à l'aide et à l'assistance [...] mais qui expri- me au contraire un engagement concret de solidarité visant à faire des plus pauvres les acteurs de leur développement" (Message pour la célébration de la Journée mondiale de la Paix 2000, n. 17) 4. Votre pays doit aujourd'hui relever de nombreux défis. L'Église catholique, en relation avec les autres instances religieuses présentes sur le territoire, entend apporter une contribution spécifique à la promotion du bien de la communauté nationale (…) L'amour du Christ, Sauveur de tout homme et de tout l'homme, la presse à proposer aux jeunes générations, en particulier à travers ses œuvres d'éducation et dans la fidélité aux nobles valeurs traditionnelles malgaches, les moyens humains et spirituels qui leur permettront de prendre toute leur place dans la construction d'une société forte, pacifique et solidaire. Il importe en effet de sensibiliser la jeunesse au sens de l'effort et de la probité, à l'esprit de conciliation et de partage, au juste respect des biens et des personnes, à l'équitable répartition des richesses et des responsabilités, ainsi qu'au souci permanent de préserver l'environnement et les ressources naturelles. Je souhaite que lui soient donnés les moyens de garder espoir et de poursuivre avec ardeur cette noble mission; de même, il importe de défendre la cause de la famille, dans laquelle les jeunes font le premier apprentissage des vertus morales et sociales, et "qui est pour la société l'âme de sa vie et de son développement" (Exhortation apostolique Familiaris consortio, n. 42). 5. Monsieur l'Ambassadeur, je voudrais saluer par 35 La redazione, l‟allestimento e la raccolta della do- cumentazione sono stati curati da Davide Dionisi, Fabrizio Mastrofini e Lisa Zengarini