Corso di Economia Agraria (SSE)-Politica Agraria Europea (SIM)-Secondo modulo:
la Politica agricola comunitaria tra sviluppo e cris. Prof. R. Fanfani A.A. 2004-2005
Nascita e sviluppo della
Politica Agricola
Comunitaria (PAC)
Dott.ssa Di Michele Manuela
La Politica agricola comunitaria
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La Pac ha costituito e costituisce il principale settore di
intervento nell’Ue.
Ha portato alla creazione di un mercato comune agricolo.
Lo sviluppo dell’agricoltura europea ha modificato lo
scenario mondiale dei mercati agricoli.
L’Ue rappresenta oggi la principale area commerciale di
prodotti agricoli a livello mondiale, per la posizione
spesso dominante raggiunta come importatrice ed
esportatrice di prodotti agricoli e alimentari.
La politica agricola comunitaria (segue)
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La nascita e impostazione della Pac sono state
determinate dalla situazione di arretratezza dell’agricoltura
e dai problemi della sicurezza alimentare esistenti
nell’immediato dopogruerra.
La politica agricola comunitaria (segue)
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I primi progetti di integrazione dell’agricoltura europea si
manifestano nel 1948, ma si limitarono a regolamentare e
sviluppare gli scambi che fino a quel momento erano stati
limitati, per il prevalere di politiche protezionistiche nei
singoli Paesi
1957 firma del Trattato di Roma, con il quale furono
definiti gli obiettivi generali di politica agraria
Articolo 39 del Trattato di Roma
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Necessità di incrementare la produttività dell’agricoltura
Migliorare il tenore di vita della popolazione agricola
attraverso un miglioramento del reddito
Stabilizzare i mercati
Puntare alla sicurezza degli approviggionamenti
Articolo 39 (seconda parte)
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Struttura sociale e disparità tra le diverse regioni agricole
Stretta relazione tra agricoltura e resto del sistema
economico
Strumenti di intervento
Gli strumenti di intervento e le finalità della Pac sono stati
definiti alla Conferenza intergovernativa di Stresa nel 1958
 Furono confermati gli interventi a favore dell’aumento
produttivo come elemento centrale per incrementare la
produttività ed i redditi agricoli
 Il problema dei prezzi agricoli non ricevette la giusta
attenzione
Il sostegno dei prezzi e dei mercati agricoli
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Le prime proposte della Commissione europea prevedevano la
fissazione dei prezzi agricoli ad un livello medio rispetto a quelli
in vigore nei paesi della comunità
La posizione dei tedeschi fu particolarmente rigida, richiedevano
di fissare i prezzi ai livelli più elevati del loro mercato interno (
simili a quelli italiani)
Francesi e olandesi, assieme alla Commissione, erano favorevoli a
prezzi più bassi
Le azioni più efficaci e pressanti per fissare i prezzi furono messe
in atto dalle organizzazioni agricole di categoria, il cui ruolo nella
determinazione della Pac fu molto incisivo nei primi anni
Nel gennaio1962 presse l’avvio l’Organizzazione comune di
mercato (Ocm) per i cereali, in cui si prevedeva un forte
sostegno del prezzo del grano e degli altri cereali
Politica di fissazione del prezzo del grano
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un prezzo obiettivo o di riferimento, idoneo per regolare i
mercati europei e mantenerli in equilibrio
prezzo di intervento, prezzo minimo garantito al
produttore al quale il prodotto veniva ritirato dal
mercato a spese della Comunità
prezzo soglia, prezzo di ingresso nell’Unione per le
importazioni agricole dal resto del mondo
(regolamentare le importazioni)
prelievi sulle importazioni agricole dal resto del mondo
restrizioni alle esportazioni, pari alla differenza fra
prezzo mondiale (generalmente più basso) e quello soglia
(più alto)
Finanziamento della Pac
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Fondo europeo orientamento e garanzia agricola
(FEOGA)
 La sezione garanzia finanzia la politica dei prezzi e dei
mercati
 La sezione orientamento finanzia le politiche strutturali
attraverso cui vengono erogati i finanziamenti Ue
Politica di fissazione del prezzo del grano
(segue)
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La fissazione del prezzo del grano fu particolarmente importante
Il prezzo di intervento fu fissato per la prima campagna agraria del
1963-1964 a circa 10,5 unità di conto per quintale (l’Unità di conto
allora corrispondeva al valore in oro del dollaro), mentre il prezzo
mondiale del grano era di circa 6 dollari
Prese così avvio una Politica fortemente protezionistica, che si estese
ben presto a tutti gli altri prodotti agricoli (latte,carni, zucchero, olio
di oliva, vino e prodotti ortofrutticoli)
Alla fine degli anni ’60 la Pac è quasi completata e interessa il 75%
della produzione agricola europea
La partecipazione italiana alla definizione
della Pac
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è stata molto modesta e intermittente
si allineò sulle posizioni tedesche nella richiesta di
prezzi elevati per i prodotti agricoli
dal 1966 su sollecitazione dell’Italia venne
regolamentato il settore ortofrutticolo, con il ritiro o la
distruzione delle eccedenze di frutta e alcuni ortaggi
per il grano duro e l’olio di oliva fu istituito un regime
di sostegno diretto ai redditi degli agricoltori, simile al
deficiency payment usato nel Regno Unito prima del suo
ingresso nell’Ue ( con tale sistema si mantengono bassi i prezzi alla
produzione e viene pagato agli agricoltori un premio in base alla quantità
prodotta)
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L’Italia non chiese mai con fermezza l’attuazione né di una
politica strutturale di ammodernamento delle aziende agricole, né
delle strutture politiche di trasformazione
Debolezze della Pac
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Il sostegno dei prezzi e dei mercati non è stato uniforme
ha privilegiato in modo particolare i prodotti delle colture
continentali
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Cereali e seminativi
Latte, carne bovina e suina
al contrario delle colture mediterranee, che pur rappresentando il
25% della produzione agricola dell’Ue, che ricevono solo il 12%
del totale della spesa
Questa caratteristica che è rimasta una costante della Pac ha
provocato disparità a vantaggio delle regioni e delle aziende
maggiormente interessate alle produzioni continentali
Le prime difficoltà della Pac
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Vengono alla luce quando la Pac inizia a funzionare a pieno regime
La produzione agricola europea aumenta in modo rapido, sia per i
prezzi elevati sia per il massiccio diffondersi del progresso
tecnologico
Tale aumento viene però a scontrarsi con una forte riduzione della
crescita dei consumi alimentari
Portando alla creazione di vere eccedenze produttive soprattutto
per grano, orzo, zucchero e burro
Le preoccupazioni aumentano anche per il forte incremento delle
spese della Pac (negli anni ’60 assorbivano circa il 75% del bilancio
complessivo della Comunità )
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Nonostante l’adozione di una politica di sostegno dei
prezzi, i redditi agricoli non aumentano in modo
soddisfacente
i redditi agricoli rimanevano bassi a causa
dell’incremento maggiore dei prezzi dei principali
fattori produttivi
I redditi agricoli non aumentavano in confronto con
quelli degli altri settori
Dalla fine degli anni ’50 alla fine degli anni ’60 la
struttura socio-economica dei Paesi europei risultò
completamente modificata
Nel 1970 l’occupazione agricola era inferiore al 15% di
quella totale e l’agricoltura contribuiva per meno del
10% al PNL della Comunità
Le prime difficoltà della Pac (segue)
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Le difficoltà aumentano con la prima crisi energetica del
1973, quando inizia un periodo di instabilità caratterizzato
da spinte inflazionistiche e dal definitivo smantellamento
del sistema di cambi fissi
La fissazione dei prezzi agricoli a livello europeo diventa
quindi più difficile, in quanto essa veniva effettuata in
Unità di conto
Utilizzo delle cosiddette “monete verdi”, al posto del
tasso di cambio di mercato
Vengono così istituiti i cosiddetti montanti compensativi,
positivi e negativi, che ristabilivano gli aiuti e le tassazioni
degli scambi intracomunitari di prodotti agricoli
(smantellato alla fine degli ’90)
Le prime difficoltà della Pac (segue)
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Le difficoltà della Pac si manifestano con tutta la loro
evidenza nel corso degli anni ’80, quando il problema
delle eccedenze agricole da immagazzinare e da
distruggere diventa sempre più grave
Le scorte di prodotti agricoli immagazzinate
raggiungono un massimo storico nel 1987 con oltre 12
miliardi di ecu (unità di misura costituita da un paniere
di monete europee)
Nel corso degli anni la spesa per la Pac aumenta
progressivamente passando dai 12 miliardi di euro nel
1980 ai 30 miliardi nel 1988, per poi superare e
stabilizzarsi attorno ai 44 miliardi di euro nel 2003
I segni premonitori di una riforma della Pac
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La situazione dei mercati agricoli richiede nuovi
interventi nell’ambito della politica agricola
Nel corso degli anni ’80 si succedono numerose
modifiche della Pac per risolvere
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Gli squilibri dei mercati agricoli
L’aumento delle spese determinate dai meccanismi automatici
di sostegno dei prezzi
I segni premonitori di una riforma della Pac
(segue)
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Politica restrittiva dei prezzi a partire dal 1982
Introduzione delle quote di produzione (in vigore già per lo
zucchero dal 1979 e per il latte dal 1984)
Introduzione degli stabilizzatori di bilancio nel 1988 (fissazione
delle quantità massime garantite a livello comunitario, superate le
quali si riducono automaticamente i prezzi di sostegno)
Programmi specifici per l’abbattimento delle vacche, per
estirpamento dei vigneti e per il ritiro dei seminativi dalla
produzione
Nel 1988 viene stabilita una “linea direttrice” di bilancio che
stabilisce che le spese per la Pac non possono superare il 74%
dell’incremento delle entrate dell’Ue
I segni premonitori di una riforma della Pac
(segue)
La necessità di una riforma della Pac è stata
sollecitata anche dall’analisi dei suoi effetti nella
distribuzione dei costi e benefici
 I maggiori benefici si sono verificati per le
regioni dei paesi continentali
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dove importante è la produzione di cereali, latte e
carne, che hanno rappresentato da sempre i settori di
maggiore intervento
I segni premonitori di una riforma della Pac
(segue)
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L’Italia ha ricevuto i minori benefici, anche se il suo
contributo al VA complessivo dell’agricoltura Ue è circa
del 20%, essa riceve meno dell’11% del totale delle
spese per il sostegno dei prezzi
La Francia pur fornendo un contributo di poco
superiore a quello dell’Italia (20.6%) riceve quasi il 25%
delle spese
La Germania con un contributo del 13% riceve
finanziamenti per oltre il 15.5%
I segni premonitori di una riforma della Pac
(segue)
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A livello dei singoli produttori la distribuzione dei benefici della
Pac è stata più distorta (stime della Commissione)
 l’80% di tutti i contributi sono andati al 20% delle aziende
agricole europee
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Un altro importante elemento redistributivo della Pac
riguarda i consumatori
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gli elevati prezzi agricoli hanno favorito gli agricoltori più
grandi e più efficienti
allo stesso tempo ciò ha determinato prezzi al consumo più
alti penalizzando i consumatori con reddito più basso che
spendono una quota maggiore del loro reddito per
l’alimentazione
I segni premonitori di una riforma della Pac
(segue)
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La riforma della Pac è stata sollecitata anche da
pressioni internazionali
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in particolare dalla necessità di raggiungere un accordo
all’interno dei nagoziati Gatt
le trattative in Uruguay (1986) avevano posto al primo punto
dei lavori la liberalizzazione degli scambi agricoli e la
riduzione del sostegno pubblico all’agricoltura; le difficoltà
nel raggiungere un accordo sono state superiori al previsto e
solo nel 1993 si è arrivati ad un accordo definitivo sulla base
di un’intesa tra Ue e USA; solo nel 2000 sono poi ripresi i
negoziati sul commercio internazionale con il Millennium
Round a Seattle
Bibliografia
Fanfani R. Lo sviluppo della Politica agricola comunitaria,
Carrocci ed. Roma 1998
Fanfani R., Branili C., “ La Politica di sviluppo rurale in
Italia” in La nuona programmazione dei fondi strutturali
(2000-2006) a cura di Leonardi R., Ciaffi A., Le istituzioni
del federalismo, n.2 2001, Maggiori Editore.
 Fanfani R., L’agricoltura in Italia, 2004 Il Mulino

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Nascita e sviluppo della politica Agricola Comune (PAC)