====== INVESTIRE INFORMATI ================
Informazione sulla gestione del risparmio.
Edito da ADUC, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
Redazione: Via Cavour 68, 50129 Firenze
URL: http://investire.aduc.it
A cura di:
- Alessandro Pedone, pianificatore finanziario
- Giuseppe D'Orta, consulente finanziario indipendente
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Archivio dal 18-07-2013 al 31-07-2013
2013-16
EDITORIALI
- Ci serve veramente il sistema finanziario attuale?
http://investire.aduc.it/editoriale/ci+serve+veramente+sistema+finanziario+attuale_21523.php
ARTICOLI
- Conti di deposito - Quando una banca è in difficoltà
http://investire.aduc.it/articolo/conti+deposito+quando+banca+difficolta_21524.php
- Obbligazioni Mediobanca 2019 legate all'inflazione: conferma alla regola aurea dell'investitore non esperto
http://investire.aduc.it/articolo/obbligazioni+mediobanca+2019+legate+all+inflazione_21507.php
- Conti di deposito - Estate e tassi aridi
http://investire.aduc.it/articolo/conti+deposito+estate+tassi+aridi_21494.php
LETTERE
- Fondo in franchi svizzeri contro il default
http://investire.aduc.it/lettera/fondo+franchi+svizzeri+contro+default_259927.php
- Buoni postali fruttiferi: sicuri o no?
http://investire.aduc.it/lettera/buoni+postali+fruttiferi+sicuri+no_259909.php
- Pagamento Bollettini Postali con bonifico
http://investire.aduc.it/lettera/pagamento+bollettini+postali+bonifico_259877.php
- Smarrimento libretto postale
http://investire.aduc.it/lettera/smarrimento+libretto+postale_259875.php
- Non posso non avere il conto corrente ma nemmeno averlo
http://investire.aduc.it/lettera/non+posso+non+avere+conto+corrente+ma+nemmeno_259874.php
- Società Ovb offerta di lavoro
http://investire.aduc.it/lettera/societa+ovb+offerta+lavoro_259865.php
- Penale estinzione anticipata mutuo
http://investire.aduc.it/lettera/penale+estinzione+anticipata+mutuo_259862.php
- Estinzione dossier titoli
http://investire.aduc.it/lettera/estinzione+dossier+titoli_259848.php
- Ina Assitalia Sette
http://investire.aduc.it/lettera/ina+assitalia+sette_259840.php
- Il fondo interbancario dei depositi funziona?
http://investire.aduc.it/lettera/fondo+interbancario+dei+depositi+funziona_259768.php
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EDITORIALI
31-07-2013 16:29
Ci serve veramente il sistema finanziario attuale?
La quasi totalità delle azioni che svolgiamo ogni giorno le
compiamo sulla base del fatto che in passato lo abbiamo già fatto in situazioni simili.
La psicologia cognitiva ha molto da insegnarci in proposito. Spesso adottiamo comportamenti che non sono
realmente voluti, ma che sono innescati in maniera sostanzialmente automatica dal nostro cervello il quale,
attraverso il sistema emozionale, identifica una situazione simile ad una già vissuta in passato nella quale un
determinato comportamento si è rivelato utile, si parla in questi casi di “schemi mentali” (1). Questo
meccanismo ci fa risparmiare un sacco di energie ed essere molto più veloci: nella maggior parte dei casi
funziona abbastanza bene. Il problema è che può accadere che il comportamento appreso in passato non
risulti più adeguato al contesto attuale. Si parla, in questi casi, di “schemi mentali distruttivi”.
Si pensi al bambino o alla bambina che in passato si è sentito/a abbandonato/a da un genitore. In quel
contesto ha sviluppato una serie di comportamenti che l'hanno aiutato/a a gestire il dolore e la paura.
Quando il bambino/a è diventato/a adulto/a questi schemi mentali riaffiorano innescando comportamenti che
non sono più utili e talvolta sono molto dannosi (è il caso dei vari problemi nelle relazioni di coppia dovuti a
questi schemi mentali distruttivi).
Meccanismi simili avvengono anche al livello sociale. All'intero di una società c'è sempre una sorta di
stratificazione di regole comportamentali (nella maggior parte dei casi non codificate) le quali avevano una
certa utilità al momento in cui si sono affermate, ma che nel presente non sono più utili e potrebbero essere
perfino dannose.
Prima che la società, nel suo complesso, si accorga che quell'abitudine sociale non è più utile passa
moltissimo tempo per varie ragioni sia di ordine psicologico/comportamentale, sia di ordine opportunistico
legato al fatto che quel determinato comportamento non più utile al complesso della società può essere
vantaggiosissimo per una parte di essa la quale – facendo leva sulla forza dell'abitudine – lotta per
mantenere i propri privilegi.
E' questo il caso del sistema finanziario nel suo complesso.
Fra gli studiosi di economia e di finanza, oggi, in pochissimi riflettono sul fatto che il modo di organizzare il
sistema finanziario e monetario che abbiamo ereditato dai secoli scorsi non è più adeguato al livello di
conoscenze scientifiche e tecnologiche della società attuale. Ci sono moltissime dotte argomentazioni su
come poter meglio operare all'interno delle regole attuali, ma pochissimi hanno l'elasticità mentale
necessaria per mettere il discussione le basi stesse di funzionamento del sistema.
La quasi totalità delle regole, scritte e non scritte, che governano il sistema finanziario derivano dal fatto che
in passato si è sempre fatto così. Anche i pochi cambiamenti che sono gradualmente avvenuti (ad esempio il
passaggio dal così detto “gold standard” al sistema attuale di “fiat money”), cambiamenti che solitamente
sono avvenuti solo attraverso gravissime crisi, non hanno mai implicato un radicale ripensamento
complessivo.
Il risultato è che oggi abbiamo un sistema finanziario il quale, ben lungi da essere un supporto, rappresenta il
primo ostacolo ed il più importante fattore di rischio e di instabilità per l'economia reale.
Sarebbe immaginabile una società moderna senza banche e istituzioni finanziarie?
Sembrerebbe una domanda retorica la cui risposta non possa che essere negativa ed invece è l'esatto
contrario. Siamo talmente abituati ad usare il denaro come abbiamo sempre fatto che la riteniamo l'unica
possibilità esistente. Il sistema finanziario, nel suo complesso, servirebbe essenzialmente a distribuire le
risorse finanziarie in modo efficiente per la società: da chi ha un eccesso di risorse e non sa come impiegarle
a chi ha una carenza di risorse ma sa come poterle impiegare profittevolmente. Centinaia di anni fa non
avevamo il livello di conoscenze scientifiche e tecnologiche per fare questa cosa in maniera diversa da come
si è fatto fino ad oggi.
Negli ultimi decenni, però, abbiamo acquisito alcune conoscenze scientifiche e tecnologiche che potrebbero
(vorrei scrivere: dovrebbero) essere messe a frutto per liberare l'umanità dalla piaga della scarsità indotta
(2).
L'umanità non ha mai avuto a disposizione, prima di adesso, la capacità di elaborare in maniera istantanea
flussi praticamente infiniti di informazioni in modo automatizzato. Questa capacità tecnologica, insieme alle
nuove conoscenze scientifiche di cui disponiamo (ad esempio in ordine al funzionamento dei sistemi
complessi) ci consentirebbe di organizzare un sistema monetario e finanziario totalmente diverso da quello
attuale pensato come una infrastruttura necessaria all'economia e non come ad un mercato nei quale si
scambia quella particolarissima merce (che merce non è) chiamata denaro.
Sarebbe possibile realizzare una società nella quale il denaro sia gestito esclusivamente in formato
elettronico e pubblico con tutte le garanzie del caso per gli aspetti di privacy e sicurezza (3). Sia chiaro che
pubblico non significa necessariamente gestito dallo Stato. Internet, in qualche modo, è “pubblico” nel senso
che non è posseduto da nessuno, ma accessibile a tutti. Naturalmente un sistema che gestisce il denaro
dovrebbe essere realizzato con standard di sicurezza più elevati di quelli della rete attuale, ma ciò è
tecnicamente possibile.
Dal punto di vista tecnologico disponiamo delle conoscenze per poter realizzare un sistema del genere che
renderebbero obsolete le banche per la funzione di gestione dei pagamenti e del denaro.
Una nuova progettazione del sistema finanziario e monetario dovrebbe eliminare alcuni chiari obbrobri
giuridici che stanno alla base del sistema attuale. Vediamone un paio che sono collegati: (a) la riserva
frazionaria e (b) la proprietà della moneta all'atto dell'emissione.
Quando noi apriamo un conto corrente veniamo definiti, giuridicamente, depositanti ma in realtà non siamo
depositanti, siamo dei prestatori di denaro. L'art. 1834 del codice civile, intitolato “Depositi di denaro”, dice
che: “Nei depositi di una somma di denaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà”. E' evidente
che si tratta di un pasticcio giuridico. Se si tratta di un deposito, senza il consenso esplicito del depositante,
“il depositario non può servirsi della cosa depositata” (art. 1770 c.c.) e quindi la banca non potrebbe
acquisirne la proprietà se non in virtù dell'articolo successivo che sancisce una contraddizione giuridica. Nei
fatti tutti sappiamo che la banca utilizza questi soldi per prestarli ad altri e le banche nel loro complesso
prestano gli stessi soldi molte volte (4). Se una parte anche minoritaria (nell'ordine del 5%) dei correntisti
decidesse di ritirare il denaro contemporaneamente, tutto il sistema salterebbe!
E' evidente che un sistema monetario ben progettato non si può reggere su questo pasticcio giuridico.
Attraverso il sistema della riserva monetaria, di fatto, viene creata indirettamente la moneta.
Ma all'atto dell'emissione, la moneta, a chi appartiene ed a chi dovrebbe appartenere?
Un tempo la moneta era una rappresentazione di alcuni beni, tipicamente oro (almeno nell'immaginario
collettivo, nella realtà è un po' diverso, ma non è questa la sede per questioni storiche). Quindi chi
possedeva l'oro era anche colui che possedeva la moneta all'atto dell'emissione. Oggi non è più così, la
moneta non rappresenta alcunché ed ha valore solo ed esclusivamente perché è convenzionalmente e
legalmente accettata. Ciò che conferisce valore alla moneta, oggi, è lo Stato ed i cittadini che l'accettano
(che in ultima analisi dovrebbero essere la stessa cosa). Il denaro, quindi, è di proprietà dei cittadini, ma
quando viene creato e prestato allo Stato quest'ultimo deve pagare un tasso d'interesse per acquisire la
proprietà di qualcosa che, in teoria, è già suo. A quale titolo la Banca Centrale presta allo stato il denaro che
non è suo? Lo fa in maniera perfettamente legale grazie al Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea
(in particolare l'art. 128) che, così come nel caso dell'art. 1834 del codice civile, stravolge il buonsenso.
Un altro errore che ci portiamo avanti dalla stratificazione delle abitudini relative al sistema monetario e
finanziario è quello di considerare la moneta una merce. In effetti la moneta era rappresentativa di una
merce, ma oggi non è più così da molto tempo, ciò nonostante continuiamo a comportarci come se la
moneta fosse una merce.
In un sistema monetario e finanziario moderno dovrebbero esserci come minimo almeno due forme di
moneta. Una che abbia la funzione di accumulo ed un'altra che abbia la funzione di scambio. La moneta che
ha funzione di accumulo dovrebbe essere rappresentativa di uno o più beni. Il più importante teorico delle
monete complementari, Bernard Lietaer, ad esempio ha proposto una moneta, denominata Terra la quale è
rappresentativa di un paniere di merci (5).
Accumulare ricchezze non costituisce un problema a patto che queste ricchezze siano direttamente
collegate con dei beni fisici. Il valore di queste ricchezze accumulate quindi diventa in relazione con il resto
degli altri beni. Oggi non è così. Oggi si accumula denaro con lo scopo di fare altro denaro. L'accumulo di
denaro non è in nessun modo in relazione con i beni fisici disponibili in questo pianeta. Va anche bene che
un soggetto accumuli una fortuna in case, petrolio, oro, diamanti, legno, terra, ecc. Tale persona, però, deve
essere esposta al rischio che questi beni possano oscillare di valore in funzione dell'evoluzione
dell'economia e della società, inoltre deve occuparsi degli oneri e rischi connessi al possesso di questi beni
fisici. E' utile che esista una moneta la quale renda questo accumulo molto più semplice e riduca il più
possibile i costi, ma la connessione ai beni fisici è un requisito indispensabile per dare stabilità all'intero
sistema economico e monetario.
La seconda moneta, quella che ha la funzione di scambio, invece, dovrebbe essere molto semplicemente
una unità di misura e niente più. Dovrebbe essere di proprietà del portatore e priva di tasso d'interesse
(meglio ancora se con tasso d'interesse negativo, ma qui si aprirebbe un altro lungo dibattito) e dovrebbe
essere emessa in funzione della quantità di beni e servizi prodotti con dei meccanismi automatici regolati
dalla libera iniziativa dei soggetti economici. Tutto questo è possibilissimo senza alcuna banca che decida
chi può essere finanziato e chi no.
La moneta come mezzo di scambio potrebbe essere nient'altro che una enorme stanza di compensazione
multilaterale per le transazioni commerciali. Strumenti di questo di questo tipo sono già in funzione con
risultati eccellenti in vari posti (anche in Italia), ma affinché possano realmente apportare benefici sistemici
necessitano chiaramente di una massa critica molto elevata.
Non abbiamo alcun bisogno di banche che decidano chi può ricevere un credito o chi no. Tutto ciò di cui
avremmo bisogno, in un sistema di questo tipo, è un insieme di regole automatiche che stabiliscano i limiti di
accesso al credito, validi per tutti, anche al fine di limitare gli inevitabili abusi che sono connaturati,
purtroppo, con la natura umana.
Una volta compresa la vera natura del denaro (6) ed effettuata la separazione fra moneta per lo scambio e
moneta per l'accumulo, anche il problema dell'accesso al credito e/o dell'emissione di nuova moneta (che è
poi sostanzialmente la stessa cosa) acquista una prospettiva completamente diversa. L'emissione di moneta
(o la concessione di crediti) diventa un problema di equilibrio fra il valore delle merci e dei servizi prodotti da
una società e la quantità di moneta-mezzo-di-scambio disponibile (7).
Senza scendere nei dettagli, il concetto di base è che questo tipo di sistema monetario e questo tipo di
finanza non sono affatto indispensabili per mantenere il nostro livello di benessere economico e sociale,
anzi, rappresentano l'ostacolo più grande verso il passaggio da una società della scarsità indotta, quella
attuale, ad una società della prosperità sostenibile.
Affinché questo modello possa essere superato, però, è necessario che ci rendiamo conto che stiamo
operando in base ad abitudini vecchie che non tengono conto delle nuove conoscenze e delle nuove
tecnologie di cui siamo dotati. Un modello totalmente nuovo di sistema monetario e finanziario è possibile, in
larga parte già teorizzato. Abbiamo solo bisogno che sempre più persone se ne rendano conto fino al punto
che il cambiamento necessario diventerà evidente. Oggi, purtroppo, siamo ben lontani da quel momento.
-------------Note:
(1) Un bellissimo libro da leggere su questo tema è: “Alchimia Emotiva” di Tara Bennet Goleman con
prefazione di S.S. il Dalai Lama.
(2) Con questo termine mi riferisco al fatto che l'umanita, nel suo complesso, è dotata di risorse economiche
affinché tutti possano soddisfare i loro bisogni, ma in realtà tutti viviamo in una perenne carenza di risorse
finanziarie che ci impediscono di farlo. Questa carenza è una carenza indotta dal sistema, non legata ad una
effettiva scarsità di risorse materiali. Il concetto è espresso in modo un po' più articolato qui:
http://investire.aduc.it/editoriale/scarsita+prosperita_21452.php
(3) Per denaro qui intendo quello che ha corso legale. Ne avevo già parlato qui:
http://investire.aduc.it/articolo/moneta+elettronica+pubblica+alcuni+chiarimenti_19929.php. Un sistema
monetario ideale dovrebbe veder circolare una ecosistema di monete ciascuno aventi funzioni diverse.
(4) Il meccanismo della riserva frazionaria l'abbiamo illustrato più nel dettaglio in questo articolo:
http://www.aduc.it/articolo/altra+moneta+possibile+altra+finanza+possibile_20434.php
(5) Per una spiegazione dettaglia di questo modello si può leggere qui:
http://www.terratrc.org/PDF/Terra_WhitePaper_2.27.04.pdf
(6) Per un approfondimento su cos'è il denaro: http://investire.aduc.it/articolo/che+cos+denaro_21376.php
(7) Il problema potenziale è quello del così detto “azzardo morale” per il quale dovrebbero esserci delle
regole che impediscano a chi adotta comportamenti antisociali di continuare a farlo, ma qui il discorso
sarebbe molto lungo ed in questa sede non posso entrare nei dettagli.
Alessandro Pedone
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ARTICOLI
31-07-2013 15:02
Conti di deposito - Quando una banca è in difficoltà
L'ultimo aggiornamento sulla situazione dei conti di deposito prima della pausa estiva si chiude all'insegna
della stabilità dei tassi. Nessuna modifica infatti è stata comunicata dai vari istituti di credito. Le promozioni
sono state tutte rinnovate o lasciate invariate.
Unica novità decisa dalla Banca Popolare di Vicenza su Conto Sempre più web riguarda l'inserimento del
conto vincolato con durata biennale. Non è stato però aumentato il tasso corrisposto, che rimane il
medesimo di quelli vincolati a 12 e 18 mesi, sia per la forma vincolata (2,75%) che svincolabile (2,25%).
Sul fronte dei titoli di Stato invece, si è chiusa ieri l'asta dei Bot semestrali con i rendimenti di assegnazione
in decisa riduzione, tornati sotto l'1%: il tasso è sceso allo 0,799% dal precedente 1,052%. Migliorato anche
il rapporto di copertura che è salito all'1,47 rispetto all'1,36 del mese di giugno.
Parlando di conti deposito, vale la pena spendere due parole per l'istituto di credito che al momento occupa
la vetta della nostra classifica sia per i depositi vincolati a 12 che a 6 mesi.
Sono di pochi giorni fa infatti le notizie che hanno messo in luce il momento di difficoltà che sta attraversando
Banca Marche.
Bankitalia, dalle verifiche effettuata sui conti aziendali in seguito alla chiusura in rosso del bilancio societario
2012 di oltre 500 milioni di euro, ha imposto all'istituto di compiere entro fine anno, un aumento di capitale di
circa 300 milioni per sanare la situazione (le cifre non sono ancora certe).
Il salvataggio di Banca Marche dovrebbe avvenire attraverso la sottoscrizione dell'aumento di capitale
necessario da parte di una cordata di imprenditori, marchigiani e non, accordo di cui nelle ultime ore si
stanno definendo i dettagli.
Diversi consumatori ci hanno scritto preoccupati della vicenda, chiedendo cosa sia meglio fare con i soldi
investiti nell'istituto ed in particolare nel conto di deposito della banca stessa.
Ricordiamo, come fatto più volte in relazione ai conti deposito ma non solo, che il Fondo Interbancario di
Tutela dei Depositi garantisce, per ogni depositante degli istituti di credito ubicato sul territorio nazionale, un
importo massimo di 100.000 euro.
La situazione dell'istituto è sì di certo difficile, ma non crediamo che al momento sia talmente grave da non
poter essere sanata, e che quindi ci sia un serio rischio di default di Banca Marche. Nonostante ciò, e
nonostante le garanzie date dal Fondo Interbancario, invitiamo chi non si sentisse tranquillo a dirottare tutti o
parte dei propri risparmi verso altri istituti.
Qualche spicciolo in più di rendimento non vale di certo la serenità di sapere i propri soldi “al sicuro”.
Barbara Auricchio
24-07-2013 11:06
Obbligazioni Mediobanca 2019 legate all'inflazione: conferma alla regola aurea dell'investitore non
esperto
Si è conclusa da poco (ma le pubblicità ancora impazzano sui
giornali, sostenendo un po' i corsi) l'emissione del prestito obbligazionario Mediobanca Inflazione Italiana
2013/2019 (codice ISIN IT0004941875).
Si tratta dell'ennesimo prodotto emesso dalla banche che può essere sottoscritto solo da chi non viene
correttamente informato. L'ennesima riprova, se mai ce ne fosse bisogno, che quando una banca propone
con insistenza un suo prodotto, già questa è un'ottima ragione per rifiutare la proposta senza neppure
entrare troppo nel merito.
In questo articolo, però, dobbiamo chiaramente entrare nel merito per dimostrano quanto detto sopra in un
modo che può sembrare eccessivamente tranchant ma che è invece è la pura fotografia della realtà.
Dunque, l'obbligazione in questione ha una cedola lorda – a regime – pari al 2,2% più l'inflazione del
periodo. Caso piuttosto raro, per questo tipo di obbligazioni legate all'inflazione, nel caso – abbastanza
remoto, ma non trascurabile, nel quale l'inflazione sia negativa, la cedola verrà ridotta in maniera
corrispondente alla deflazione del periodo fino – potenzialmente – ad annullarla completamente. La cedola,
quindi, non è certa.
A scadenza l'obbligazione restituisce il capitale investito.
La prima cedola è a tasso fisso pari al 3,5%. Considerato che l'inflazione italiana, in questo momento, è pari
all'1,2%, la cedola ha un piccolo “premio” dello 0,1% rispetto al meccanismo previsto per le altre cedole
(bisogna vedere poi il dato di periodo, al momento si assiste ad una lievissima ripresa).
Il rating, per quello che vale, è tripla BBB di S&P, come l'Italia (in realtà, a voler essere pignoli, al momento, il
rating complessivo dell'Italia è migliore perché le altre agenzie, Fitch e Moody's la danno un gradino sopra).
La tassazione di questa obbligazione, come è noto, è pari al 20%, mentre i titoli di stato hanno un tassazione
pari al 12,5%.
Per tipologia di obbligazione, il confronto più immediato è con il BTP Italia che ha, anch'esso, una cedola al
quale si aggiunge il valore dell'inflazione italiana e restituzione del valore nominale a scadenza. Il BTP Italia,
però, ha una scadenza più breve: 2017. Quindi dovrebbe offrire un rendimento inferiore. La cedola di questo
BTP Italia (IT0004917958 ) è invece superiore, pari a 2,25%. Quindi, scadenza più breve, cedola superiore,
rischi inferiori (perché non c'è il rischio di deflazione e la cedola è certa, diversamente dal titolo Mediobanca)
e tassazione migliore! Perché mai sottoscrivere il titolo Mediobanca?
Volendo confrontarsi sulla stessa scadenza, 2019, l'Italia offre un titolo legato all'inflazione di tipo tradizionale
(IT0004380546), ovvero con il capitale a scadenza che viene restituito al valore reale (cioè il valore nominale
più l'inflazione) e le cedole calcolate non sul valore nominale, ma sul valore nominale più l'inflazione. Una
struttura decisamente più interessante rispetto a quella del BTP Italia con il piccolo inconveniente che
l'inflazione di riferimento è quella europea e non quella italiana (in questo momento si equivalgono). Il titolo
in questione offre una cedola reale pari al 2,35%, in luogo del 2,20% dell'obbligazione Mediobanca e
calcolata sul capitale rivalutato per l'inflazione, non sul valore nominale e basta! Il prezzo di questa
obbligazione sul mercato, fra l'altro, in questo momento è leggermente sotto la pari ed il rendimento reale
quindi è del 2,4% lordo.
Come si vede, non c'è nessuna ragione per preferire questa obbligazione Mediobanca ad un tradizionale
titolo di stato italiano legato all'inflazione perché l'obbligazione offerta ha un rendimento inferiore
(specialmente al netto dell'imposizione fiscale) e rischi maggiori.
Si può pensare di sottoscrivere un titolo del genere solo nel caso in cui non si dispongano delle necessarie
informazioni o, come più spesso accade, si viene sviati da informazioni fuorvianti. Può darsi che finito il
battage pubblicitario il prezzo di questa obbligazione scenda sensibilmente rendendola in quel momento da
valutare. Ad oggi, con prezzi ancora troppo vicini a 100 si tratta di un investimento senza alcun senso.
Da parte nostra, continuiamo a ripetere la “regola aurea” per l'investitore non esperto: se la banca te lo
propone ed è un suo prodotto, non merita neppure perderci tempo per valutare, rifiutare
immediatamente!
Alessandro Pedone
18-07-2013 11:25
Conti di deposito - Estate e tassi aridi
Sembrano ormai lontanissimi i tempi - tra fine 2011 e gran parte del 2012 - in cui i rendimenti
dei conti di deposito erano particolarmente allettanti, quando vincolando denaro a 12 mesi era possibile
spuntare tassi fino al 5%. Attualmente invece la migliore offerta continua ad essere quella di Banca Marche
con Deposito Sicuro che garantisce ai clienti che depositano le somme per un anno il tasso del 3,5% (prima
3,7%). Deposito Sicuro rimane il conto che garantisce la remunerazione più alta del momento anche per le
somme vincolate a 6 mesi con un tasso del 2,56% annuo.
Saltano poi particolarmente all'occhio i nuovi tassi di Banca Sistema, che ha comunicato tagli su SiConto
per tutte le scadenze dallo 0,90% fino all'1,30%. Sono sì riduzioni notevoli, ma questo non deve destare
preoccupazioni di alcuna sorta sulla situazione della banca (domanda che mi è stata posta da uno dei nostri
lettori), dal momento che l'istituto non metteva mano ai tassi dal mese di febbraio. Il taglio ha portato i tassi
in linea con quelli medi di mercato, ma fa uscire di gran lunga Si Conto dalla top dei migliori conti del
momento. Per i vincoli annuali è prevista una remunerazione del 2%, in precedenza 2,9%.
Nel complesso ancora non si arresta la discesa dei rendimenti dei conti di deposito; anche in questa
pubblicazione infatti sono da segnalare solamente variazioni in diminuzione dei tassi di interesse, variazioni
che a breve andremo a vedere nel dettaglio.
I motivi alla base di queste continue revisioni risiedono, come accennato più volte, nella riduzione del valore
dello spread, che al momento si attesta sotto quota 300 pb (ricordiamo che il differenziale fra Btp decennali e
Bund tedeschi è arrivato negli ultimi mesi del 2011 bel oltre quota 500 punti base) e nei bassi livelli del costo
del denaro: la BCE ha recentemente confermato che per il momento “la politica monetaria resterà
accomodante” e che quindi non sarà messa mano al tasso di interesse di riferimento, fermo al minimo
storico dello 0,50%.
Nonostante ciò, i conti di deposito continuano ancora ad attirare clientela, soprattutto grazie alla
remunerazione garantita, che risulta comunque superiore a strumenti alternativi di liquidità quali i buoni
ordinari del Tesoro.
L'ultima asta dei Bot con durata annuale si è chiusa con un tasso di assegnazione dell'1,078% leggermente
superiore rispetto a quello della precedente asta (0,962%) ma sempre notevolmente penalizzante se
confrontato con quello attualmente garantito dai conti di deposito.
Venendo a quanto deciso questo mese dai vari istituti di credito, oltre a quanto già descritto per Banca
Marche e Banca Sistema, anche Banca Ifis ha comunicato, ancora una volta, la riduzione dei tassi su
Rendimax in tutte le sue forme. Sono stati quindi rivisti sia i tassi per i depositi liberi (le variazioni entreranno
in vigore dal prossimo 19 settembre per i conti già in essere, mentre saranno valide da subito per i nuovi
depositanti) che per i depositi vincolati, dove i nuovi tassi saranno validi dal primo agosto. Non sarà applicata
alcuna variazione invece ai vincoli già attivi. Con i nuovi tassi quindi, vincolando per 12 mesi le somme su
Rendimax con interessi posticipati, sarà possibile ottenere un tasso del 2,75%, in precedenza 3,35%.
Rendimax Like passa invece al 2,25% dal precedente 3%.
Tagli anche per Unipol Banca che ha ridotto di un quarto di punto percentuale i rendimenti su tutte le
scadenze per Deposit@ e per Time Deposit. I tassi garantiti dai due conti per i depositi ad un anno sono
adesso rispettivamente pari al 2,75% ed al 2,50%.
Cariparma ha invece messo mano alla remunerazione di Crescideposito più sia per il conto con durata
quinquennale, dove il tasso medio annuo passa dal 2,88% al 2,14%, che per quello a 24 mesi, dove
mediamente si percepisce un tasso annuo dell'1,15%, in precedenza 2,28%.
Infine IngDirect ha ridotto solamente i tassi garantiti sui vincoli a 3 mesi per tutti gli importi, mentre ha
lasciato invariati gli altri tassi di Conto Arancio nella forma libera e vincolata.
Barbara Auricchio
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25-07-2013 00:00 Fondo in franchi svizzeri contro il default
Un funzionario di banca vorrebbe farci acquistare un fondo monetario J.Baer in CHF perchè,a suo dire, in
caso di collasso del sistema bancario italiano questo denaro si potrebbe incassare presso uno sportello
svizzero, mentre gli investimenti tradizionali (titoli di Stato o sovranazionali,ETF) sarebbero inaccessibili. Ha
senso questo discorso, o è l'ennesima bufala?
Franco, da Duino Aurisina (TS)
Risposta:
Al di là del suggerimento specifico, vi è un aspetto che non è stato preso in considerazione: se davvero si
ritiene opportuno proteggersi dal collasso del sistema bancario nazionale, come anche dal default del paese,
bisogna evitare accuratamente qualsiasi intermediario italiano perché questo sarebbe un soggetto cui il
Governo -nel prendere decisioni di emergenza- potrebbe demandare il compito, ad esempio, di applicare
un'imposta patrimoniale o anche convertire nelle nuove lire le somme erogate dal fondo.
Di conseguenza, senza entrare nel merito dello specifico prodotto suggerito, in tal caso bisogna detenere
esclusivamente strumenti finanziari esteri ed in deposito all'estero presso intermediari non italiani. Nemmeno
occorre servirsi di strumenti finanziari dove ci sia di mezzo un intermediario italiano, ad esempio sotto forma
di banca corrispondente di un fondo comune oppure agente pagatore di una polizza.
------------------25-07-2013 00:00 Buoni postali fruttiferi: sicuri o no?
Essendo ora l’Italia declassata da BBB+ a BBB e quindi a un pelo dall’inaffidabilita’ e quindi a rischio “titoli
spazzatura”, avendo io TUTTI i risparmi della mia vita e del mio duro lavoro in Titoli di Stato, volevo sapere
se disinvestire e prendere I Buoni postali Fruttiferi.
Solo che il mio grosso dubbio e’, in caso di default (che pero’ non credo Europa permettera’) essendo mi
pare garantiti dalla cassa depositi e prestiti, sono garantiti su TUTTO il capitale investito o come per le
banche solo per 100.000 euro ?
E sono TUTTI quelli emessi garantiti dalla cassa deposito prestiti oppure (come mi pare di ricordare ?) alcuni
no e quindi a rischio ? se cosi, come capire quali garantiti dalla cassa e quali no e rischiosi ?
Enry, da Pavia (PV)
Risposta:
I buoni ed i libretti postali sono garantiti dallo Stato e non si può parlare di diversificazione rispetto ai titoli di
Stato. In caso di dissesto, è ovvio che ne risentirebbe anche la Cassa Depositi e Prestiti, che è l'emittente,
come ne risentirebbe qualsiasi altra attività finanziaria che abbia a che fare col paese.
Non ha senso, quindi, disinvestire titoli di Stato per impiegare il danaro in buoni o libretti postali, perché in tal
caso non diversifica il rischio.
Riguardo i centomila euro, ricordiamo che quello è il tetto di intervento del fondo interbancario per i depositi e
non per i titoli e nemmeno per i buoni ed i libretti postali.
------------------22-07-2013 00:00 Pagamento Bollettini Postali con bonifico
Sul Sole24ore di oggi è stata riportata la notizia che finalmente i bollettini postali si potranno pagare tramite
banca con iban e questo dovrebbe succedere nel 2014.
IlSole24Ore del 20/07/2013
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-19/bollettini-postali-presto-paghera-115852.shtml?
uuid=AbzYPcFI&fromSearch
Il Sole24ore del 28/12/2009 riportò la stessa notizia, ma non è stata mai applicata lasciando ancora il
monopolio alle poste,(meno male che c'era l'istruttoria l'antitrust).
IlSole24Ore del 29/12/2009
http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com/articolo-769983/poste-antitrust-chiude-istruttoria-ok/
Della vecchia notizie ne avevo diffuso la conoscenza su cara aduc, e speriamo che questa volta sia la volta
buona e definitiva.
Gli stessi enti pubblici (RAI, utenze, bollo auto)non hanno mai accettato altri tipi di pagamenti se non presso
le poste con relativo aggravio, ossia pagare una tassa sul bollettino per pagare una tassa.
Ovviamente optando per il pagamento con iban presso le banche on line, tale operazione è priva di qualsiasi
costo aggiuntivo.
Prego voi che siete così attenti agli abusi di seguire gli eventi e darne ampia diffusione sul V/s ottimo e
seguito sito.
Biagio, da Garbagnate Milanese
Risposta:
E' da alcuni anni che la "grande novità" viene ripetutamente annunciata ma poi non applicata. Anche la
notizia che riporta annuncia la partenza della "grande novità"...nel mese di giugno del prossimo anno!
Non vi è alcun bisogno di creare, come si legge nell'articolo, una piattaforma apposita. Sarebbe sufficiente
che il bollettino riportasse le coordinate IBAN. I bollettini di conto corrente sono stati predisposti allo scopo
da tempo, ma quasi sempre pervengono all'interessato con una bella sfilza di asterischi al posto delle
coordinate bancarie.
Da non dimenticare che il Codice dell'Amministrazione Digitale impegna tutte le Pubbliche Amministrazioni a
pubblicare sui propri siti istituzionali e sulle richieste di pagamento i codici identificativi dell’utenza bancaria
sulla quale poter pagare tramite bonifico, con anche i dati e i codici da indicare nella causale di versamento
per consentirne l’esatta identificazione.
Anche quest'ultima disposizione è molto spesso disapplicata.
Prima di annunciare la "grande rivoluzione" prevista per giugno 2014, quindi, vorremmo vedere qualche
risultato concreto.
------------------22-07-2013 00:00 Smarrimento libretto postale
Gentile Aduc, ho da poco smarrito il libretto postale cointestato.
Il problema è il seguente recandomi all'ufficio postale dopo le formalità di rito, l'addetto all'ufficio postale ha
affermato che non mi può essere concesso il duplicato per un tempo di tre mesi, inoltre in tutto questo
periodo lo scrivente non può prelevare o versare su tale libretto in alcun modo.
Volevo sapere se la procedura è corretta oppure è un abuso?
Adriano, da Palermo (PA)
Risposta:
Il comportamento delle Poste è legittimo, poiché è in corso la procedura di ammortamento del libretto. Se
sussiste l'accredito di stipendio o di pensione, questi si possono ugualmente incassare tramite l'ufficio dove il
libretto è stato emesso.
------------------22-07-2013 00:00 Non posso non avere il conto corrente ma nemmeno averlo
Sono al momento disoccupata, e per vivere mi arrangio con qualche lavoretto di poco conto che mi permette
giusto di comprarmi da mangiare. Genitori, parenti e amici mi aiutano per permettermi di pagare l'affitto dove
per ora vivo, affitto a mio nome ma ottenuto portando mia madre, pensionata, come garante. Il contratto
prevede un pagamento trimestrale tramite bonifico bancario. Non avendo un conto corrente, spesa per me
assurda dato che lo utilizzerei solo per il pagamento dell'affitto, finora ho effettuato un bonifico bancario a
cassa, in contanti e con documenti in regola. A fine giugno mi reco alla solita filiale per pagare i tre mesi
successivi, come fatto fino a quel momento. L'impiegato, invece, mi informa, anche con una certa scortesia,
che non è possibile dato che la somma supera i 1000 euro e io non ho un conto presso di loro. Addirittura
dice che non è possibile che abbiano accettato di fare una cosa del genere in precedenza, pur mostrandogli
ricevuta dell'ultimo bonifico effettuato! Mi reco presso altre banche, persino quella dove ha il conto il padrone
di casa e non solo ricevo lo stesso rifiuto per la somma trimestrale da pagare, ma addirittura si rifiutano di
farmi un bonifico per cassa per un mese solo, che equivale ad una cifra decisamente al di sotto dei 1000
euro: è necessario un conto corrente presso di loro! Valutando la possibilità, se proprio necessario, di aprirne
uno, queste le informazioni che ottengo da banche diverse (chiedendomi perchè e percome voglio aprire un
conto): posso farlo solo accreditando uno stipendio o una pensione, una banca mi dice pure che devo avere
già un conto a mio nome per aprirne un altro! Allora mi informo per un conto corrente postale e, dopo le
solite inquisizioni perchè e percome mi serve il conto, mi sento dire che posso aprire il nuovo bancopostapiù
(che ha un canone annuo di 48 euro, più naturalmente i bolli statali e chissà poi cos'altro) o il
bancopostaclick (senza canone ma dove sono obbligata a utilizzare un non meglio specificato apparecchio
fornito da loro e poi fare tutte le operazioni tramite pc o cellulare, cosa che per me risulta difficile: non mi fido,
non ho grande dimestichezza con il pc, il mio l'ho venduto per pagare le bollette e se ho bisogno uso quello
di amici o l'internet point). Il contobancoposta e soprattutto il bancopostabase standard che avrei
eventualmente scelto e che hanno un costo minore, sono solo per pensionati, peccato che sul sito non ho
trovato cenno su queste specifiche. Ora io chiedo, è possibile che ci sia tutta questa difficoltà per pagare un
affitto? Che tutte le banche si rifiutino di effettuare un bonifico per cassa (anche sotto i 1000 euro) quando mi
risulta che i pagamenti in contanti se tracciabili siano invece consentiti? Che dire del bancoposta? Avete
consigli o soluzioni?
Monica, da Milano (MI)
Risposta:
I bonifici per contanti, infatti, sono perfettamente regolari anche se superano la soglia prevista per i
trasferimenti in contanti. Sono, come giustamente ha detto, un mezzo di pagamento tracciabile e come tale
non soggetto a limitazioni di importo.
L'imposta di bollo sui conti correnti è dovuta solo se la giacenza media supera i cinquemila euro, esistono
anche dei conti correnti senza canone offerti da varie banche, come anche esistono (sebbene nessuna li
pubblicizzi) il conto corrente semplice ed il servizio bancario di base. Dettagli a questo indirizzo:
http://www.pattichiari.it/home/conti-correnti/servizio-bancario-di-base/che-cose.dot
------------------22-07-2013 00:00 Società Ovb offerta di lavoro
Salve a tutti ho ricevuto un'offerta di lavoro dalla società Ovb< (gestione patrimoniale) e abbiamo fissato un
appuntamento a Brescia la prossima settimana.
Avrei delle domande:
1)è una società seria? e se no per quale motivo? cosa si rischia in pratica?
2)se accetto, come mi posso preparare al meglio per il colloquio?
3)sapete se pagano bene e se lo stipendio è fisso o variabile?
Marco, da Mantova (MN)
Risposta:
Ne abbiamo spesso parlato: http://investire.aduc.it/lettera/ovb+consulenza+patrimoniale+srl_216203.php
Si tratta della classica società di vendita di polizze dove le nuove leve servono per prima cosa a far stare in
piedi il tutto. La quasi totalità di chi entra, infatti, abbandona dopo poco tempo. La somma delle poche
polizze vendute da un gran numero di persone che poi abbandona garantisce a chi si trova ai livelli superiori
di incamerare validi profitti.
La struttura, infatti, ricalca quella del network marketing, dove i veri guadagni si ottengono non tanto
vendendo polizze quanto "coordinando" i collaboratori che si cerca di far entrare nella struttura.
Le polizze collocate da questa tipologia di reti di vendita sono tra le peggiori che si trovano in giro, e ciò è
dovuto al fatto che si bada esclusivamente ad incamerare provvigioni alte e quanto più in fretta possibile.
Lo stipendio è quasi sempre solo variabile a provvigione, attenzione al fatto che a volte si offre un fisso ma
sotto forma di anticipi provvigionali che quindi vengono poi defalcati dalle provvigioni di vendita che si
incamerano.
Analogo discorso quando chi ha sottoscritto una polizza esce dal contratto prima della scadenza prevista per
gli storni provvigionali (in genere tre anni): anche in questo caso il venditore deve restituire la somma
relativa.
Anche l'ambiente che si respira, in cui si tende a "gasare" i venditori sotto vari aspetti (a partire dall'utilizzo
massiccio di techiche di psicologia e programmazione neuro-linguistica) non è proprio il massimo.
Il rischio principale che si corre è quello di perdere tempo, danaro ed amicizie...e non è poco.
------------------22-07-2013 00:00 Penale estinzione anticipata mutuo
Buongiorno, ho letto su un sito che la penale massima per la estinzione anticipata di un mutuo fisso su un
immobile acceso dopo il 31/12/2000 (il mio è stato acceso il 18/12/2006) è 1,90% (se si recede nella prima
metà del periodo di ammortamento, come nel mio caso), ma sul mio contratto è superiore. Cosa posso fare
per farla modificare?
Francesco, da Taranto (TA)
Risposta:
Se il mutuo per acquisto o ristrutturazione della casa di abitazione o dell'unità immobiliare adibita allo
svolgimento della propria attività economico/professionale si deve applicare la migliore aliquota fissata dalla
legge rispetto a quella inserita nel contratto:
http://sosonline.aduc.it/scheda/liberalizzazioni+nuove+regole+telefonia_11751.php#Voce_6
In tal caso non deve fare niente. Se procederà ad estinzione totale o parziale, la banca dovrà per forza di
cose applicare ciò che la legge prevede e non ciò che a suo tempo fu indicato nel contratto.
Se il mutuo non rientra nelle categorie sopra indicate, invece, vale la penale indicata nel contratto.
------------------22-07-2013 00:00 Estinzione dossier titoli
Ho un dubbio rispetto a come sia meglio procedere per chiudere il mio conto corrente e relativo deposito titoli
che ultimamente impongono uno stillicidio di spese che vorrei evitare.
Il CC attuale è intestato sempre a me mentre il deposito titoli è cointestato con mia moglie (scelta infelice);
avendo però titoli azionari, che non sono al portatore, è attivo un sottodeposito intestato solo a me.
Ho appena aperto un CC Arancio a zero spese con annesso deposito titoli, a me intestato.
La via più economica per trasferire i miei titoli sembra essere quella di aprire un secondo CC Arancio
cointestato, con annesso deposito cointestato. A quel punto potrei trasferire i titoli dal mio attuale deposito ai
due nuovi, corrispondentemente all'intestatario.
La domanda é: questo trasferimento verso due depositi differenti rientra nella normativa per cui la chiusura
del deposito è gratuita o andando incontro ad un doppio trasferimento rischio di vedermi addebitate delle
spese?
Luca, da Busto Arsizio (VA)
Risposta:
Non vi sono ostacoli, poiché il trasferimento titoli disposto in occasione dell'estinzione del contratto di
amministrazione degli stessi consente alla banca di reclamare al massimo le spese che effettivamente ha
sostenuto e che deve anche documentare al cliente. Molte banche non pretendono alcuna spesa, del resto.
Non importa se i titoli vengono fatti trasferire presso più di un nuovo dossier.
Deve fare attenzione al fatto che se il trasferimento fa cambiare, anche in parte, l'intestazione dei titoli, su di
essi viene applicato il capital gain come se si trattasse di una vendita.
Attenzione anche al rateo di imposta sostitutiva sugli interessi delle obbligazioni, che viene sempre
addebitato dalla banca di partenza per venire poi restituito dalla banca di arrivo se l'intestazione non è
cambiata.
Ultimo aspetto da tenere sotto controllo è che alcune banche, per estinguere il dossier titoli, esigono anche
l'estinzione del conto corrente perché adottano un contratto unico che li rende indivisibili.
------------------22-07-2013 00:00 Ina Assitalia Sette
Sono un trentenne laureato e da pochi anni nel mondo del lavoro.
Recentemente sono stato contattato da un consulente previdenziale ed assicurativo di INA Assitalia che ha
cercato di sensibilizzarmi sul tema delle pensioni integrative al fine di vendermi un loro prodotto. Ne ho
approfittato per iniziare a interessarmi dell'argomento incontrandolo presso la loro agenzia. Dopo uno
spiegone della problematica in generale mi hanno proposto un prodotto dal nome "Sette", parlandomi di un
piano di accumulo nel quale in base a quanto versato viene prederminato il vitalizio mensile (se opto per il
vitalizio) e la data di inizio erogazione di questa pensione integrativa. Hanno evidenziato il grosso vantaggio
del fissare il coefficiente di conversione in rendita (sostenendo di essere gli unici a farlo...), il fatto della
rivalutazione basata sulla gestione speciale Euro Forte e il poter contare su di un consulente che ti prepara
un piano su misura e ti segue. Mi sono stati inoltre indicati alcune a detta loro vantaggiose opzioni
assicurative... Ho chiesto quale era il guadagno della compagnia e la risposta è stata: parte dell'investimento
nel rendimento euroforte. Ovviamente ho messo in chiaro che necessitavo di tempo per valutare e verificare
quando mi era stato raccontato, prima di legarmi a loro per 35 anni. Mi hanno lasciato solo un volantino e
alcune fotocopie in cui sono indicati rendimenti del passato di Euro Forte. Ho raccolto informazioni sul web
realizzando che, oltre ad essere una jungla vera e propria, ciò di cui non mi hanno parlato sono i caricamenti
e i frazionamenti. Inoltre ho scaricato e iniziato a guardare i 2 Fascicoli Informativi trovati sul loro sito web (7
Basic e 7 Massima, non ho ancora capito la differenza). A breve tornerò da loro, il consulente/venditore mi
ha richiamato per un secondo incontro per rispondere ad ulteriori mie domande e iniziare a intavolare una
proposta. Cercherò di raccogliere ulteriori informazioni (tenendo comunque presente che loro hanno un
obiettivo) e vedere la reazione alla mia richiesta di voler capire esattamente i costi. Avendo intuito che vi
sono svariati modi di integrare la pensione, vi chiedo se sapete indicarmi sotto quale categoria ricade "Sette"
(PIP, PAC, polizza vita, etc) e quale tipologia di pensione integrativa sia migliore sul lungo periodo (35 anni).
In particolare mi sembra che importanti siano il coefficiente di trasformazione bloccato alla sottoscrizione e la
rendita rivalutabile (quest'ultima per ora poco chiaro con INA). Altrimenti mi pare più conveniente risparmiare
e investire per conto proprio come sto facendo ora per il momento solo con conti deposito online.
Claudio, da Casinalbo (MO)
Risposta:
Si tratta di una tradizionale polizza mista a premio costante (Basic) o rivalutato anno per anno (Massima). E'
vero che i coefficienti di trasformazione in rendita sono fissati in principio ma questo aspetto si paga a
carissimo prezzo tramite i costi della polizza che, come ha potuto constatare, non le hanno spiegato
appieno. Il non aver consegnato i documenti di legge depone molto poco a favore del venditore. Anche
l'affermazione secondo cui soltanto Ina fissa in partenza i coefficienti di conversione in rendita delle polizze è
falsa.
In tema di previdenza integrativa non è possibile fornire indicazioni utili se non personalizzandole, possiamo
però dire che questa tipologia di polizze non è certo lo strumento migliore ch si possa adottare.
------------------19-07-2013 00:00 Il fondo interbancario dei depositi funziona?
Come mai ripetete sempre che il fondo interbancario non coprirebbe fallimenti se non di piccola entità? Allora
funziona ma solo quando ne hanno bisogno in pochi?
Aaa, da Roma (RM)
Risposta:
La risposta è positiva e non è una presa in giro: si tratta di una questione matematica, oltre che di buon
senso.
Nella relazione al 31 dicembre 2012 del Fondo Interbancario si legge che le risorse complessive per
interventi ammontano a 1.839.113.707 euro, corrispondenti allo 0,4% del totale dei fondi rimborsabili. Tenuto
conto degli impegni in corso a quella data, pari a 74.926.213 euro, l'impegno residuo per interventi da
deliberare è pari a 1.764.187.494 euro. Ma ciò è normalissimo, poiché se le banche dovessero coprire in toto
i propri depositi non potrebbero fare le banche, ovvero "far lavorare" il danaro. Anche la garanzia di Stato
promulgata ad ottobre 2008 e valida per tre anni costituì una decisione presa, appena dopo il default
Lehman Brothers, per tranquillizzare il pubblico in un momento particolarmente difficile. E' per questo motivo
che le Banche Centrali tengono costantemente monitorato il settore, ed intervengono sugli istituti in difficoltà
per prevenire i dissesti.
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(N.B. il carattere a sé stante è la lettera O e non la cifra zero)
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