Anteprima Estratta dall' Appunto di
Biogiuridica
Università :
Facoltà : Giurisprudenza
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L' Appunto
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L' Appunto
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BIOETICA
CAP 2 bioetica liberale-libertaria
la prospettiva liuberale libertaria in bioetica coincide ,sul piano teorico ,con il pluralismo bioetico
inteso nn solo quale presa d'atto fattuale della pluralità di etiche,ma anche quale affermazione
delprincipio della loro irriducibilità.
L'impossibilità della ragion umana di elaborare una morale universale portaalla convinzione che la
post-modernità nn possa che accettare la frantumazione del poiteismo etico.Ogni visione etica
soggettiva,secondo tale concezione,va accolta e tollerata in modo equivalente rispetto a qualsiasi
altra.
om
La bioetica libertaria ritiene che il dibattito pubblico sia possibile solo se si ricerca l'origine della
autorità morale non in principi sostanziali(max o min) ma nel mero fatto dell'accordo tra i soggetti
o le comunità morali.
AB
Ct
rib
e.c
In tal eprospettiva ,i principi proposti in bioetica sono:IL PRINCIPIO DI AUTONOMIA E IL PRINCIPIO
DI BENEFICENZA--->il primo individua il sogg morale nell'individu che esprima autonomamente un
consenso;il secondo è un compleento possibile di una visione morale determinabile solo all'interno
della comunità morale,auspicando un atteggiamento benevolo tra stranieri morali o un
atteggiamento simpatetico degli agenti morali verso coloro che nn fanno più parte di una comunità
morale.
Secondo la bioetica libertaria è persona in senso stretto solo "L'agente morale" ossia colui che è in
grado di stipulare un contratto ,di esprimere un parere o consenso dunque un sogg autocoscente
capace di razionalità e autodeterminazione;non sono invece protetti gli individui che nn sono in
grado di esercitare la libertà perchè nn la esrcitano ancora(feti,embrioni,neonati,i minori)o non la
esercitano più o nn l'hanno mai esercitatsa
3 BIOETICA UTILITARISTA
è una teoria benesserista in quanto ritiene etica l'azione che produce conseguenze migliori --->il
principio chiave è la massimizzazione dei benefici,la minimizzazione dei costi per il maggior
numero di individui.
Vi sono diverse versioni di utilitarismo:
utilitarismo EDONISTA--->il valore si identifica con il piacere prodotto da un azione e il disvalora
con il dolore
UTILITARISMO DELLLE PREFERENZE--->il valore è nella realizzazione e soddisfazione di un desiderio
UTILITARISMO DELL'ATTO--->si calcola il risultato dei costi/benefici in riferimento alla singola
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azione
UTILITARISMO DELLA REGOLA---->
ciò che conta per l'utilitarismo è
-la capacità di provare piacere/dolore
-la capacità di preferire ilpiacere al dolore
-capacità di autonomia
Per la bioetica utilitarista "avere interessi" costituisce illivello minimo per avere una rilevanza
morale e giuridica:chi può percepire piacere e dolore,gode di una qualche tutela ,almeno gli si
deve riconoscere il diritto a non soffrire inutilmente.
Ct
CAP 4 BIOETICA DEI PRINCIPI
rib
e.c
om
•é possibile togliere la vita ad un individuo senziente senza provocargli dolore.Non
solo:riconoscere il diritto a non soffrire inutilmente significa anche riconoscere un obbligo a
togliere la vita nella misura in cui la sofferenza è eccessiva nel presente e produce troppa
sofferenza rispetto agli altri.La vita nella quale la sofferenza prevale si ritiene"non valga la pena
di essere vissuta".Il diritto a non soffrire inutilmente finisce col coincidere con un dovere di
sopprimere la vita sofferente .L'unico limite può essere la presenza di una "preferenza di
vivere";la" bioetica utilitarista" è contrapposta alla" bioetica della sacralità della vita";gli
utilitaristi subordinano il valora della vita alla presenza di qualità.
AB
Il "principalismo" ritiene possibile elaborare una bioetica a livello di principi a livello "medio"
nonostante la divergenza o il dissenso sul piano delle teorie
PRINCIPIO DI AUTONOMIA :la libertà dell'individuo come non-interferenza e autodeterminazione,quando si
tratta di azioni senza condizionamenti esterni.
indica alcune regole quali dire la verità,rispettare la privacy,ottenere il consenso informato in
contrapposizione al paternalismo medico(il paziente va sempre informato)
PRINCIPIO DI BENEFICENZA: scegliere l'azione che produce il miglior saldo positivo tra benefici e
danni;indica di fare del benee assistere la salute dei pazienti
PRINCIPIO DI NON MALEFICENZA: l'ippocretico nn fare male ossia l'obbligo di non arrecareintenzionalmente
un danno
indica il dovere di non procurare danni fisici(nn uccidere,nn infliggere dolore)eccetto l'assistenza per morire
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA: criterio dell'aquità distributiva
la bioetica dei principi si propone quale tentativo di offrire mediazione tra contrapposte teorie etiche per
raggiungere accordi da applicare alle situazioni concrete.
Il principalismo si rivela un approccio dinamico ,sempre emendabile e riformulabilein un equilibrio mai
stabile ma che tende alla stabiità;i principi sono sottoposti ad una duplice strategia :del "bilanciamento" e
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della "specificazione"
CRITICA:la mancanza di un quadro teorico di riferimentosolido che garantisce significati costanti.Il modello
dei principi ha una debolezza intrinseca nella misura in cui da un lato recepisce acriticamente la moralità
comune e dall'altro pretende di sottoporla ad un vaglio critico(ma nn essendoci un quadro teorico di
riferiento manca il fondamento di un criterio che possa esprimere una critica sulla moralità comune)
5 BIOETICA DELLE VIRTù
I teorici delle virtù,in bioetica,pongono l'attenzione sull'agente morale(e nn sull'azione) e sulla riflessione
personale(chi vorrei essere?chi dovrei essere?).La bioetica delle virtù riguarda la motivazione
etica,ritendendo l'agire morale nn riducibile a mera obbedienzaestrinseca delle regole,in quanto radicato
nella intenzione interiore.
Si delineano 2 linee di pensiero nell'ambito delle virtù in bioetica:
-Teoria Aristotelica (finalistico-metafisica)
-Teoria humeana(empiristica)
rib
e.c
om
Nel contesto della concezione neoaristotelica si inserisce la bioetica delle virtù che, in linea con la tradizione
medica ippocratica ,propone una riflessione filosofica del sapere medico con l'obbiettivo di elaborare una
"filosofia della medicina";la filosofia in medicina nn è l'applicazione dei concetti filosofici alla medicina ma
deve essere una riflessione critica sulla medicina.La filosofia è chiamata a comprendere la natura della
medicina,la sua essenza e i suoi fini:a partitre da ciò è possibile cogliere le regole morali della pratica
medica.
AB
Ct
L'ineguaglianza strutturale tra medico e paziente è forse uno degli aspetti più problematici della riflessione
bioetica:l'ineguaglianza può facilmente diventare affermazione paternalistica di un potere del più forte
(medico)sul più debole (paziente);ma può divenire impostazione deel'autonomia del paziente rispetto al
medico,ove il paziente pone i suoi desideri e le sue preferenze come superiori rispetto le decisioni del
medico che diviene mero esecutore meccanico e passivo dellla volontà.Il modello che si potrebbe definire
della medicina "relazionale"che si basa sul rapporto di fiducia medico-paziente.
La virtù è l'obbligazione etica che scaturisce dall'atto "della professione medica" a dall'"atto del medico" di
fronte al "fatto della malattia";la virtù della cura è in senso di "guarire" che di "prendersi cura"
6 BIOETICA FEMMINISTA E FEMMINILE (della cura)
Obbiettivo della bioetica femminista è di analizzare le ragioni dellla subordinazione della donna rispetto
all'uomo e di teorizzare un cambiamneto delle condizioni della donna .Qst tipo di bioetica accusa la bioetica
di apparente "neutralità" non distinguendo maschi e femmine parlendo di "essere umano";
-il femminismo di II generazione ha come oggetto LA RIVENDICAZIONE DELL'UGUAGLIANZA (femminismo
emancipazionista) ossia parità dei dir civili,politici,sociali
-poi c'è un'altra corrente femmiista che ha per ogg LA RIVENDICAZIONE DELLA DIFFERENZA(femminismo
differenzialista)
La bioetica femminista di può differenziare in pensiero radicale e moderato:
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