Le economie di apprendimento, di raggio d’azione e di transazione Contenuto • Le economie di apprendimento (o di esperienza) • Le economie di raggio d’azione • Le economie di transazione Scelte e Modelli Scelte Aziendali Devo ampliare la gamma di prodotti offerti? Quali sono i vantaggi connessi alla vendita di prodotti diversi che condividono almeno in parte la struttura aziendale? Teorie aziendali e modelli Economie di raggio d’azione Quanto è grande il vantaggio di costo di un Economie di concorrente presente da più tempo sul mercato apprendimento e con più elevati volumi complessivamente prodotti? Quali attività/componenti/fasi della lavorazione mi conviene svolgere internamente e quali far realizzare esternamente? Economie di scala Costi di transazione Punto di equilibrio e rischio operativo Economie di apprendimento Le economie di apprendimento (o di esperienza) sono le riduzioni di costo unitario dell’output prodotto che conseguono all’incremento della produzione cumulata Con esperienza si intende il numero cumulato di output prodotto fino alla data considerata Le fonti di economie di apprendimento • Crescente abilità nello svolgimento delle attività • Migliore selezione delle risorse produttive • Coordinamento più efficiente fra le risorse produttive • Più elevata programmabilità dell’attività • Semplificazioni dei prodotti e dei processi Economie di raggio d’azione Le economie di raggio d’azione (o di scopo) sono le riduzioni di costo unitario dell’output prodotto che conseguono alla produzione congiunta di due o più beni La presenza di economie di scopo sottointende l’esistenza di capacità produttive non completamente utilizzate o di fattori della produzione con capacità produttiva illimitata (es.: marchi, know how) Esempio: Terreno coltivato a pioppi e felci Le fonti di economie di economie di raggio d’azione Sinergie di vendita Sinergie operative Sinergie negli investimenti Sinergie manageriali Interrelazioni tangibili (condivisione di risorse) Interrelazioni intangibili (trasferimento di competenze) Scelte di internalizzazione/esternalizzazione Economie di esperienza Economie di scala Economie di scopo Scelte di internalizzazione/esternalizzazione di attività produttive di attività commerciali e di servizio Teoria dei costi di transazione Vantaggi e svantaggi dell’esternalizzazione • • • • • • • • + esternalizzazione + specializzazione ed efficienza + esternalizzazione + meccanismi di coordinamento garantiti dal mercato + esternalizzazione - complessità della gestione e rischi esternalizzare significa “affidarsi” ad altri per lo svolgimento di attività che possono anche essere molto critiche gli altri possono avere comportamenti opportunistici. il danno che possiamo ricevere da comportamenti opportunistici aumenta quando risulta difficile cambiare interlocutore la probabilità di comportamenti opportunistici aumentano se la transazione è poco trasparente dei contratti perfetti potrebbero diminuire i danni da comportamenti opportunistici La teoria dei costi di transazione • Il premio Nobel Coase (1937) interrogandosi sul perché le imprese nascono e si sviluppano formulò la Teoria dei Costi di Transazione. • Secondo tale economiche a Teoria per carattere svolgere non attività strettamente artigianale è necessario articolare un sistema di relazioni ampio e intenso. • In funzione di intensità e ampiezza di tali relazioni (Coase, 1937; Williamson, 1975) un’impresa può acquisire vantaggi nell’internalizzare (gerarchia) alcune transazioni che, al contrario, sarebbe più oneroso acquistare dal mercato. La teoria dei costi di transazione In tale prospettiva, se il sistema delle relazioni economiche esterne (Mercato) non è adeguatamente efficiente, o non presenta fornitori affidabili, l’unica soluzione per fare impresa (o per sviluppare le dimensioni dell’impresa) è lo sviluppo interno (Gerarchia) Ronald Coase (1910-viv.). Ronald Coase, autore di importanti saggi scientifici sull'impresa (che gli hanno valso il premio Nobel nel 1991) ma anche di studi di notevole interesse per tutti quei liberali che vogliono riflettere sulla società e sulle sue istituzioni. In particolare, in un articolo del 1974 Coase mostrò che per secoli il servizio di illuminazione garantito dai fari era stato gestito da soggetti privati e smascherò in questo modo tutta la fragilità della cosiddetta teoria dei "beni pubblici". Ma ancor più importante è l'articolo su "Il problema del costo sociale" (del 1960), nel quale egli mise in evidenza i limiti di ogni regolamentazione statale e inaugurò la "scuola dei diritti di proprietà", che ebbe un ruolo tanto significativo anche nello sviluppo di una riflessione liberale in materia di ambiente. Oliver E. Williamson (nato nel 1932) ha insegnato economia presso la Yale University ed è attualmente professore di economia presso la Haas School of Business, University of California, Berkeley. È stato recentemente eletto presidente della ISNIE (International Society for New Institutional Economics). Williamson è una delle figure più rappresentative della nuova economia istituzionale, scuola che annovera fra le proprie file anche i premi Nobel per l'economia Ronald Coase (1991) e Douglas North (1993). La sua influenza è dovuta in particolare all'analisi dei costi di transazione. Secondo questo approccio, l'unità di analisi è rappresentata dalla transazione. Influenzato dal concetto di razionalità limitata elaborato da Herbert Simon, Williamson concentra la propria attenzione sulle variabili che determinano la scelta individuale nelle transazioni. Tali variabili sono appunto la razionalità limitata dei singoli, il loro opportunismo e inoltre la natura specifica di molte variabili economiche. Dati i limiti imposti dalla razionalità limitata e sotto l'influenza dell'opportunismo e della specificità, Williamson elabora una teoria microeconomica della scelta individuale, che spiega l'esistenza delle organizzazioni come il frutto di una scelta dettata dalla convenienza economica. La razionalità degli attori economici è limitata in quanto essi, pur cercando di ottenere il massimo risultato nelle circostanze vigenti, sono in questo limitati dalla loro capacità di conoscenza, di calcolo e di valutazione dei rischi insiti nei contratti. Ciò li induce a specializzarsi. Di conseguenza, è l'obiettivo di ridurre i costi che essi debbono affrontare nelle transazioni a guidare le loro scelte. Tali costi diventano importanti alla luce dell'opportunismo degli agenti economici. Essi infatti perseguono il proprio interesse nelle transazioni, facendo ricorso a scaltrezza e anche all'inganno e distorcendo o nascondendo le informazioni a proprio vantaggio, ma non facendo uso di costrizione sugli altri. Ciò rende il risultato incerto e rischioso e implica la necessità di governare le transazioni. Infine, la specificità è dovuta al fatto che le parti debbono spesso effettuare degli investimenti per portare a buon termine delle transazioni specifiche, spesso ripetute nel tempo con la stessa controparte. In questo caso diventa conveniente alle due parti fondersi, dando luogo a una organizzazione (un'impresa), che permette loro di attenuare gli effetti della razionalità limitata e dell'opportunismo. Questi, infatti, sarebbero fortemente accresciuti dalla dipendenza reciproca in assenza di integrazione. In questo Williamson offre un contributo di notevole importanza alla teoria microeconomica. Egli infatti spiega l'impresa come una struttura di governo delle transazioni, ben differente dall'approccio tradizionale che la vede invece come una funzione di produzione. L'obiettivo degli attori economici è quello di ridurre i costi delle transazioni in cui sono impegnati. Essi scelgono di perseguire questo obiettivo direttamente attraverso il mercato, come supposto dalla teoria tradizionale, o attraverso un'organizzazione gerarchica (un'impresa) a seconda della convenienza:le organizzazioni appaiono come una soluzione ai problemi posti dalle caratteristiche degli attori individuali. La teoria dei costi di transazione • I parametri principali per valutare se internalizzare una transazione, o meno, sono: – Frequenza di svolgimento; – Intensità del contenuto (valore/volume); – Specificità del contenuto rispetto ai processi aziendali. Da tale specificità deriva la cd. idiosincraticità - e.g. intolleranza degli investimenti rispetto ad altri utilizzi, o irreversibilità dell’investimento (sunk cost) in risorse sviluppate internamente La teoria dei costi di transazione Transazione: si manifesta quando un bene o un servizio è trasferito attraverso un'interfaccia tecnologicamente separabile Problema: decidere quali transazioni tenere all'interno dell'organizzazione e per quali, invece, ricorrere ad altri operatori. Internalizzazione • Costi di realizzazione interna – economie di scala – economie di scopo – economie di apprendimento • Costi di coordinamento interno – direzione e controllo – sprechi ed errori Esternalizzazione • Prezzi di acquisto (o di vendita) – costi di realizzazione esterni – potere contrattuale interlocutori • Costi di transazione esterna – raccolta informazioni – negoziazione – difesa da comportamenti opportunistici – danni da comportamenti opportunistici Conclusioni • Le economie di apprendimento riguardano le variazioni di costo legate al volume cumulato prodotto • Le economie di scopo riguardano le variazioni di costo legate alla co-produzione di due o più prodotti • Le scelte di internalizzazione/esternalizzazione sono influenzate – dalle economie di scala, scopo e apprendimento – dai costi di transazione • I costi di transazione esterni sono i costi che occorre sostenere per ricorrere al mercato