BENVENUTO DON GIGI!
Carissima comunità del don Bosco di Bologna,
avrò tempo di farmi conoscere direttamente attraverso l’amicizia, il contatto personale e il servizio
pastorale, nei mesi che seguono, ma accetto anche
di scrivere poche righe di presentazione.
Provengo dalla diocesi di Milano e dalla casa salesiana di Arese dove per 11
anni ho prestato servizio
come incaricato di pastorale giovanile nell’unità pastorale cittadina e incaricato dell’oratorio, in prece­
den­z a ap­­­­pena ordinato
pre­­­te, sette anni sempre in
oratorio nell’opera salesiana di Brescia.
Sono all’inizio, alla prima
esperienza sia come direttore di comunità che come
par­roco, ma confido molto
nella collaborazione dei
miei confratelli e nella preghiera e aiuto concreto del­
la comunità cristiana par­rocchiale del don Bosco.
Ho accolto con spirito di fede la nuova obbedienza
che mi manda per la prima volta da quando sono
salesiano (26 anni) a vivere la mia consacrazione e
il mio sacerdozio in Emilia Romagna e in questa
città.
Negli scatoloni, valigie e altro che mi hanno accompagnato a Bologna ho portato con me un piccolo libretto intitolato “Dare la vita” di Ennio Ape­
citi dove viene presentata la biografia di un sacerdote della diocesi di Milano, beatificato in Duomo
lo scorso 30 aprile: don Luigi Monza.
Alcune sue lettere e scritti sono il punto di partenza del mio lavoro pastorale
qui al d. Bosco di Bolo­gna.
Così scrive: “Un prete sa che
Dio non lo abbandona mai,
perché egli vive nelle sue stes­
sa membra. Un prete sa che
in ogni luogo in cui si reca
per svolgere il suo ministero
d’a­­­more, lì con lui ci sarà Cri­
­­­­sto, dietro la porta di un ta­­
bernacolo, tra le sue stesse
mani.
Egli sarà sempre con lui.
Il prete è un pellegrino e sa
che ovunque si fermerà, ci
sa­rà una Chie­sa, un taberna­
colo.
E quando non ci fosse, nella valigia del prete ci sono
sempre un poco di pane e di vino, che trasformano il
cielo stellato nel tempo di Dio”.
Con questa certezza mi preparo ad iniziare il mio
mi­nistero tra voi.
Don Gigi
AGENDA
OTTOBRE 2006
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE
ALLA MADONNA DI SAN LUCA
• Ritrovo in Parrocchia ore 14.00 (per chi va in bus)
o al Meloncello ore 14.30
• Salita con la recita del Rosario • Santa Messa in Santuario alle ore 16.30
Domenica 8
Sabato 21 - Domenica 22
CAMPO CALENDARI “AMICI DEL SIDAMO”
Domenica 22
GIORNATA MONDIALE MISSIONARIA
PROFESSIONE DI FEDE (nella Santa Messa delle ore 10.00)
Domenica 29
MANDATO CATECHISTICO
(nella Santa Messa delle ore 10.00)
Parrocchia di San Giovanni Bosco
Via Bartolomeo Maria Dal Monte, 14 - 40139 Bologna - Tel. 051.460385 (uff. parr.) 051.467939 (oratorio) - Fax 051.453080
www.donbosco-bo.it - e-mail: [email protected]
la tua parrocchia nella tua casa
Divulgatore informativo della Parrocchia San Giovanni Bosco - Oratorio Centro Giovanile - Bologna via Bartolomeo Maria Dal Monte - N. 3 - 9/’06
GRAZIE, DON ROBERTO!
Carissimi parrocchiani tutti,
è ormai giunto, dopo i nove anni di
norma, il momento di salutarvi. Il
Si­­gnore, attraverso la voce del mio
su­periore, mi chiama a Zurigo.
è quindi per me tempo di consun­
tivi e di saluti.
Non ho trovato di meglio che an­
dare a rivedere che cosa mi ero ri­
promesso in quel lontano 19 otto­
bre 1997, quando il Cardinale Biffi
mi ha introdotto nella comunità del
don Bosco di Bologna.
Vi dicevo nell’omelia della prima
celebrazione Eucaristica da parro­
co:
“Perché la Chiesa nella persona
del Vescovo, successore degli
A­p ostoli, invia un nuovo parro­
co?...
Lo manda dicendogli: cammina
con la tua comunità (con la tua
gente).
La parola che meglio risponde alla
domanda “perché un parroco” è
COMUNIONE. Ed è la parola che
dice tutto di un parroco.
Quindi principalmente il servizio di
governo che la Chiesa affida al
par­roco è un servizio di comunio­
ne.”
Vi raccontavo poi questo aneddo­
to tratto da un manoscritto del pri­
mo secolo dopo Cristo: Vangelo
se­condo...
In quel tempo si avvicinò a Gesù
un giovane discepolo dicendogli.
“Maestro, voglio che tu mi faccia
quello che ti chiederò“, Egli rispo­
se: “Cosa vuoi che io faccia per
te?” Quello riprese: “Concedimi di
fare il pastore di questa comunità
cristiana e di sedere accanto a te
nella tua gloria“. E Gesù disse a lui:
“Tu non sai quello che domandi.
Puoi tu bere il calice che io be­vo e
ri­cevere il battesimo che io rice­
vo?” Gli rispose: “Certamente, non
ho dubbi! Ho già pensato a tutto:
chia­m erò collaboratori, farò as­
semblee, attuerò un piano di de­
centramento, valorizzerò le energie
dei giovani...”. E Gesù lo in­ter­rup­
pe: “Il calice che io bevo lo berrai e
il battesimo che io ricevo an­che tu
lo ri­ceverai. Ma sedere accanto a
me non sta a me concederlo, è per
co­loro per i quali è stato prepara­
to”. All’udire questo i fedeli di quel­
la comunità cristiana si sdegnaro­
no con quel discepolo e dicevano:
“Ma chi crede di essere; cos’ha di
speciale per essere il nostro pasto­
re?: nulla!”. Allora Ge­sù, chiamatili
vicino a sé, disse lo­ro: “I capi delle
nazioni le dominano. Fra voi però
non è così: grande tra voi è chi si
fa vostro servo; pri­mo tra voi è chi
serve tutti. Il figlio dell’uomo infatti
non è venuto per essere servito,
ma per servire e da­r e la pro­pria
vita in riscatto per molti”.
Il giovane discepolo allora obiettò:
“Ma Gesù, allora non ci sarà mai
nessuno che sarà capace di guida­
re le comunità cristiane!”. E Gesù a
lui: “Impossibile agli uomini, ma
tut­­to è possibile a Dio”. Ma il di­
sce­polo replicò: “Lo so Maestro,
ma non me la sento più; mi spa­
venta diventare servo: non ne ho il
coraggio né la forza”. E Gesù con­
cluse: “Senza di me non potete
fa­re nulla, ma il tralcio unito alla
vite porta molto frutto. Io vi man­
derò lo Spirito consolatore”.
E quel discepolo fu pastore.
Concludendo vi citavo le parole di
Gesù: “Marta, Marta tu ti preoc­cu­
pi di tante cose belle, buone, utili
(l’organizzazione le varie iniziative i
servizi, che tutto funzioni...), ma ti
di­mentichi dell’unica cosa as­solu­
tamente necessaria; Maria se l’è
ac­­­caparrata”: Maria contemplava
Ge­­­sù, era entrata in profonda co­
mu­­nione con Lui.
In questi nove anni abbiamo fatto
tanta strada insieme, voglia il Si­
gnore che sia stata nella direzione
giusta: conoscerlo sempre più per
entrare sempre più in comunione
con Lui.
Da parte mia devo dire che tante
vol­te ho perso di vista l’obiettivo:
spero vogliate accompagnarmi
con la preghiera nella nuova mis­
sione alla quale il Signore mi chia­
ma, affinché possa essere più fe­
dele per l’avvenire.
Vorrei qui ringraziare tutti per
quan­­to avete fatto perché il nostro
cam­m inare insieme fosse nella
giu­­sta direzione e anche bello e in
al­legria come voleva don Bosco.
Non posso nominare tutti. Per tutti
nomino i salesiani che hanno fatto
un po’ di strada con noi e che dal
pa­r adiso continuano a volerci
be­ne: il signor Gasparini, don Lino,
don Rodolfo e don Mario: il loro ri­
cordo e la loro presenza ci aiutino
a fare sempre più comunità.
Avrei ancora tante cose da dirvi,
ma non voglio occupare tutto lo
spa­­­zio del nostro giornalino e poi...
non vorrei allagare l’ufficio per la
commozione.
Vi porto tutti con me a Zurigo, che
dicono essere un bellissimo posto.
Qualche volta magari riuscirò a
tor­­­nare a gustare un buon piatto di
turtlen.
Allora arrivederci.
Su tutti invoco la benedizione di
Ma­ria Ausiliatrice e don Bosco.
Don Roberto
L’ARRIVEDERCI DEI “TUOI GIOVANI”...
dei tempi andati...
Ti vogliamo bene Don Roberto!
Finita l’estate eravamo pronti a
cominciare il nuovo anno orato­
riano ma soprattutto aspettava­
mo un po’ timorosi e un po’ curio­
si il nuovo direttore dell’oratorio.
...Ed ecco arrivare Don Roberto.
“Dall’aria rude che ha, sembra
u­no tosto...” abbiamo pensato ve­
dendoti la prima volta. Ma la pre­
sentazione non è stata delle mi­
gliori: quello che da noi giovani
era considerato il “nostro” ufficio,
la nostra sede, era stato chiuso a
chiave perché quello era il “suo”
ufficio e tutte le porte dell’orato­
rio, che prima erano sempre a­per­
te, improvvisamente non lo e­ra­no
più.
Che dire di quel periodo
...L’ora­torio era aperto ai più sva­
riati ge­neri di personaggi e lui
prese tempo per studiare la situa­
zione... Permise nel teatro vecchio
una festa di compleanno per i 18
anni di una ragazza che invitò i
suoi amici “buoni e cattivi” con
mu­sica disco a tutto volume: non
ci furono mai più feste!!! Oppure
quando ci fu il suo primo campo
invernale a Carisolo che rimase
stupito perché si erano iscritti
tan­­ti giovani che andavano in
o­r a­t orio... ma non andavano a
Mes­­sa e questo lui non lo aveva
notato... e non vi dico quello che è
successo e quello che lui ha pen­
sato fosse successo... Però fu un
campo memorabile, rimasto nel
cuore di chi vi ha partecipato e
do­­ve nacquero coppie che lui ha
felicemente sposato e delle quali
ha battezzato i figli, perché dicia­
mocelo chiaro: a Don Roberto la
cosa che piace di più è celebrare
le nozze dei “suoi giovani” e bat­
tezzare i loro figli (possibilmente
maschi!!!). Durante quegli anni
ha avvicinato “quelli fuori dal
can­cello” o Ultras del Bologna, co­­
me venivano chiamati da Suor
Giovanna, si è fatto voler bene e a
modo suo gli ha voluto bene. Il di­
vertimento maggiore poi era
quando, lui scendeva dalla cano­
ni­c a, Suor Giovanna scendeva
dal­­la scuola e si beccavano e ne
di­­­­cevano di tutti i colori: uno
spas­­­so!!!
Naturalmente lui non era attento
solo all’esterno; seguiva i giovani
nella loro formazione con ritiri e
campi in montagna: anche qui pe­­
rò Don Roberto, a volte, era un po’
distratto: al Gran Paradiso ri­
schiavano di lasciarci le penne 4
baldi ragazzotti su un ghiacciaio
che se la sono cavata grazie alle
Ave Maria dette dagli amici e da
lui! Ma sicuramente verrà ricor­
dato per la sua elezione a
“MISTER SAVOIR FAIRE” al
campo di Pre St. Didier.
Ti vogliamo bene Don Roberto!
e degli ultimi anni...
Arrivederci don Robby!!!
Carissimo don Roberto,
a scriverti ora sono i bambini. I
bambini di quando eri direttore
dell’oratorio! Si, alcuni di noi ora
hanno prole al seguito, ma non
ap­profondiamo, sappiamo che non
ti piace parlare della tua età
FESTA DELL’ORATORIO
e SALUTO A DON ROBERTO
Venerdì 29 settembre 2006
ore 21.00
in Chiesa
VEGLIA DI PREGHIERA
in preparazione alla Festa dell’Oratorio
(con la presenza di don Roberto)
Sabato 30 settembre 2006
nel pomeriggio
ORATORIO... IN FESTA
Tornei, giochi, sfide, ecc. + merenda
(vedi programma dettagliato negli appositi volantini)
Domenica 1 ottobre 2006
ore 10.00 SANTA MESSA (presieduta da don Roberto)
ore 12.45 PRANZO COMUNITARIO
(iscrizioni in Oratorio e in segreteria fino a esaurimento posti)
ore 15.30
in Teatro:
GRAZIE DON ROBERTO!
momento comunitario di divertimento e di ringraziamento...
assolutamente da non perdere!
INGRESSO NUOVO PARROCO
Domenica 15 ottobre 2006
ore 9.30
Insediamento del nuovo Parroco con Mons. Vecchi
ore 10.00 SANTA MESSA (presieduta da don Gigi)
seguirà un rinfresco in Oratorio
a­n agrafica. Noi ci ricordiamo
della prima volta che sei stato
qui... magari abbiamo solo qual­
che flash di quando alle giornate
dell’amicizia ci insegnavi “E
scommetto la mia vita” per esem­
pio... che dopo il primo ritornello
non dobbiamo rilassarci sulla a...
non è: scoppierà la primaveraaaaaaaaaa, ma piuttosto si riattac­
ca subito: ...scoppierà la primavera. E scommetto la mia vita fino
in fondo giocherò... ecc ecc.
Poi nella nostra memoria non ci
sei per un po’... riappari dopo
qual­che anno, torni in mezzo ai
tuoi giovani dell’oratorio, riallacci
legami, celebri matrimoni, vedi
nascere i figli di chi un tempo fa­
ceva giocare i bambini giù nel
vecchio oratorio...
Ora è tutto nuovo e grande, il bar
di Renzo cambia posto.
Tu da bra­­vo salesiano lo segui,
per seguire i giovani... vecchi e
nuovi! I bimbi del catechismo di
allora ora sono adolescenti. Tutto
preso dai cambiamenti che hai
visto tornando dici loro che vuoi
vederli sistemati prima che scada
il tuo mandato (sarà per quello
che te l’hanno rimandato di un
an­no?). In ogni caso non ti dimen­
tichi di loro, trovi il tempo per
farli rimanere uniti, li mandi in
spedizione a Roma per il giubileo,
tenti di convincerli ad animare la
Mes­sa delle 11.30 (l’importante è
seminare, non preoccuparti se
non sempre hai visto i frutti). Li
segui anche in montagna, o me­
glio li guidi in montagna... anche
se poi di ritorno dalla gita ti ac­
corgi di a­ver perso il bastone da
passeggiata a cui eri molto legato.
Noi con­tinuiamo a pensare che
sia sta­ta una perdita provviden­
ziale, perché qualche sera dopo,
quando ci hai trovati tutti riuniti
in una stanza da due con una
pera immersa nella nutella... è
stato davvero meglio che tu non
avessi quel bastone a portata di
mano.
è bastato un perentorio: “A letto,
su­bito”!
Questi e tanti altri ricordi riem­
piono il nostro cuore. Ci siamo
per­m essi di proporteli così, in
mo­do un po’ scherzoso, perché co­
nosciamo la tua ironia! Il tuo pre­
sunto maschilismo ad esempio... è
solo un modo per fare auto ironia
sulle grandi qualità del genere
femminile, no?
Ti ringraziamo anche per questo
e per le tue famigerate battute da
prete, per di più salesiano!
Per concludere, ancora grazie di
cuore per aver scommesso insie­
me a noi una fetta così grande
della tua vita! Ci separeranno i
chi­lometri, ma ci unirà l’affetto, e
poi chissà se davvero non c’è due
sen­za tre!
Arrivederci don Robby!!!
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agenda - S. Giovanni Bosco.