89° anno LXXXIX N. 8-9 Agosto-Settembre 2010 in cruce gloriantes MENSILE DELL’AZIONE CATTOLICA TICINESE Il futuro è donna In questo numero: 2 Don Pio Camilotto nuovo assistente generale 3 Azione Cattolica. L’associazione del sì 5 Esperti in umanità 6-13 Spazio giovani 14 Grazie di cuore ai ragazzi del 1° Maggio 15 Carmen Pronini: “Missione compiuta!” 16 Riconoscenti per aver accettato la sfida 17 Il potente motore dell’amicizia 18 Storia di ordinaria santità: Madre Maria Serafina 20 Il teologo risponde dall’associazione Nominato dal Vescovo, prende il posto di don Massimo Gaia Don Pio Camilotto nuovo assistente generale È don Pio Camilotto, 62 anni, vicario parrocchiale a Minusio, il nuovo assistente generale dell’Azione Cattolica Ticinese. Prende il posto di don Massimo Gaia, parroco di Ascona. La nomina del Vescovo, che con questa decisione dimostra la sua vicinanza alla nostra associazione, è del 2 agosto scorso. Si tratta di un momento importantissimo nella vita dell’AC diocesana. Il primo appuntamento che vivremo con don Pio è già in programma a fine settembre. Sarà infatti lui a guidare il ritiro spirituale per tutta l’Azione Cattolica Ticinese (quindi giovani, famiglie, adulti, donne…) in programma il week end del 24 e 26 settembre (probabilmente a Quinto). Sarà un momento in cui accogliere ufficialmente il nostro nuovo assistente, alla presenza di tutti i membri del Consiglio diocesano di AC. Chi volesse partecipare al ritiro (tutti possono farlo) può telefonare in Segretariato (allo 091 950 84 64) per chiedere informazioni o comunicare la propria iscrizione. Ringraziando il Vescovo per la nomina e don Massimo Gaia per lo straordinario contributo che ha donato in tutti questi anni all’Azione Cattolica nella nostra diocesi, salutiamo con gioia il nuovo assistente assicurando a don Pio Camilotto la nostra fraterna e totale collaborazione. Avete rinnovato l’abbonamento di Spighe? Da una verifica sugli abbonamenti 2010 abbiamo notato che molti non hanno ancora versato la loro quota. Se non avete ancora provveduto al rinnovo del vostro abbonamento a Spighe vi invitiamo a farlo al più presto. Ricordiamo che l’abbonamento ordinario è di soli 25 franchi, mentre quello sostenitore (che serve anche ad aiutare coloro che non possono permettersi l’abbonamento a prezzo pieno) è di almeno 30 franchi. La rivista vive unicamente delle sottoscrizioni dei suoi lettori e delle sue lettrici. Senza il vostro sostegno, non potremmo esistere. Vi ringraziamo di cuore!!! 2 Spighe Agosto-Settembre 2010 dal presidente Nel nuovo anno pastorale ci affidiamo al Signore con disponibilità Azione Cattolica. L’associazione del sì Loreto si trova sospesa sulla terra circostante e si affaccia sul mare. Quest’estate nella grandiosa basilica non c’era pressoché nessuno. Appoggiato alle semplici e povere pietre della Santa Casa di Nazareth, di fronte a Maria, ho sentito che in fondo la grandezza è tutta lì, essere visitati dall’Alto, essere presi per qualcosa di grande e dire un immenso sì, quel “si compia in me la tua parola”. Nelle nostre povere pietre del quotidiano accogliere un disegno immensamente più grande e bello, anche nella fatica, nella routine, nel sentirsi soli. Sono questi sì che cambiano la storia del mondo e allora in fondo non è poi così difficile, accogliere una “parola” che vuole declinarsi nelle pieghe della nostra vita, dando senso e prospettive nuove. Vivere nella Chiesa come AC è per noi una chiamata, personale e comunitaria. Non tutti ovviamente fanno parte di AC, ma per noi il Signore ha pensato questa strada per farci crescere e per farci incontrare con Lui, rendendoci collaboratori e corresponsabili dell’opera affidata all’intera Chiesa. Non dobbiamo però correre il rischio di perderci nelle cose da fare, da organizzare: siamo laici cattolici in cammino, giovani, adulti e famiglie chiamati prima di tutto a un cammino di santità, a essere fratelli e sorelle in Cristo e non solo per nostra volontà ma come accoglienza di un fatto che ci precede, l’essere tutti figli di Dio. Giovanni Paolo II nel 2004 a Loreto aveva dato tre consegne all’AC mondiale contemplazione, comunione, missione: devono essere il nostro pane quotidiano. “Carissimi vi invito a rinnovare il vostro sì e vi affido tre consegne. La prima è “contemplazione”: impegnatevi a camminare sulla strada della santità, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, unico Maestro e Salvatore di tutti. La seconda consegna è “comunione”: cercate di promuovere la spiritualità dell’unità con i Pastori della Chiesa, con tutti i fratelli di fede e con le altre aggregazioni ecclesiali. Siate fermento di dialogo con tutti gli uomini di buona volontà. La terza consegna è “missione”: portate da laici il fermento del Vangelo nelle case e nelle scuole, nei luoghi del lavoro e del tempo libero. Il Vangelo è parola di speranza e di salvezza per il mondo.” (Giovanni Paolo II, Angelus del 5 settembre 2004 a Loreto) formazione con il Vescovo, i momenti unitari che ci fanno crescere nella consapevolezza di essere AC. “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.” (Gv 15,5) Non lasciamo andare le cose, anzi, sentiamoci protagonisti della vita delle nostre comunità! Stiamo vicini ai sacerdoti, accogliamo le loro proposte, offriamo la nostra amicizia. Facciamo come Maria: di fronte alle cose grandi e piccole della vita diciamo semplicemente di sì. Sarebbe bello se fossimo riconosciuti come coloro che dicono questi sì: l’AC c’è e dice di sì. Davide De Lorenzi Anche quest’anno avremo tanto da “fare” (la missione): il Vescovo ci chiede molto, i parroci un po’ meno, ma senz’altro dobbiamo vegliare affinché il nostro impegno sia sostenuto da un reale cammino di santità e da una comunione aperta e reale. Quindi preparandoci a vivere il nuovo anno pastorale cercando di riappropriaci di ciò che siamo, nella certezza che in AC non solo “si fa” ma prima ancora “si è”: non manchiamo i ritiri, i momenti di preghiera, i momenti di Agosto-Settembre 2010 Spighe 3 la parrocchia Le case nascondono drammi e raccontano la speranza della fede di molti Esperti in umanità. Come i postini... Ripartiamo da coloro che non incontriamo mai. Da quelle porte che non abbiamo mai visto aperte. Da quelle che crediamo non si aprirebbero mai al nostro passaggio. Il comando del Signore è di entrare nelle case portando la sua pace. Dove questa è accolta, in quella casa la pace entrerà. Là dove non è accolta, ci si limiterà a scuotere la polvere dei sandali. Ma i sandali vanno impolverati, per poterli scuotere. Non vanno tenuti nella scarpiera per paura che si sporchino. Spesso invece pensiamo di fare un favore quando non tentiamo neppure di bussare a certe porte. Crediamo di aver rispettato la libertà e la privacy. In realtà abbiamo solo messo da parte il vangelo e sprecato un’occasione per annunciarlo. Cerchiamo piuttosto di imparare dagli esperti. Da coloro che sanno bene chi sta dietro ad una porta: dai postini, dai medici, dai venditori a domicilio. Ci sarebbero anche i topi d’appartamento ma loro, certe informazioni, se le tengono per sé. Queste persone conoscono bene ciò che accade tra le quattro mura domestiche. Sanno tutto. A volte, basta loro uno sguardo di ciò che viene esposto fuori dal pianerottolo o in giardino per capire se in quella casa ci sono bambini, persone anziane, famiglie in difficoltà, giovani single. Mi è capitato una volta di scendere sette piani di un palazzo popolare, alla ricerca di una famiglia che non sapevo esattamente dove abitasse. Cercavo un nome sul campanello. E fuori c’era di tutto: mobiletti da quattro soldi, giocattoli ingombranti, passeggini. So- prattutto scarpe: guardandole capivi da quante persone era composta la famiglia, se erano giovani, se c’erano bambini o adolescenti. Su una porta c’era addirittura un biglietto: “Attenzione, la serratura è stata cambiata. Per informazioni rivolgersi in Polizia”. Gli esperti (i postini, i medici, i venditori, i ladri…) “leggono” questi segnali e si adeguano alle persone che incontreranno. Il senso della missionarietà è questo. Adeguarsi alla persona che si incontra affinché l’inestimabile ricchezza del messaggio che si vuole portare giunga a destinazione nella sua integrità. Il cardinale Martini, invitando la Chiesa a fare esperimenti di vita più semplice con poca burocrazia, citava le visite alle famiglie. “È probabile scriveva - che con forme semplici si riesca ad essere missionari e a instaurare nuovi contatti meglio che non con un intero calendario di appuntamenti e orari d’ufficio prestabiliti. Purtroppo molte delle nostre parrocchie sono perfette organizzazioni burocratiche ma incapaci di realizzare semplici visite nelle case dove la gente vive”. Le case nascondono drammi che non usciranno mai dai muri e allo stesso tempo raccontano la speranza della fede di tante persone. La visita alle famiglie distacca il prete dalla tentazione delle cose che ci sono sempre da fare in chiesa, dalle carte da riordinare; lo schioda dall’intimismo e lo allontana dalla sicurezza della parrocchia per avviarlo verso il largo. Come il prete, anche noi laici cristiani dobbiamo imparare ad incontrare le persone a casa loro. Non come fanno i testimoni di Geova, che hanno solo certezze indiscutibili e lezioni imparate a memoria da imporre. Ma come fa il samaritano, che si china sulla sofferenza dell’altro soltanto per condividerla e alleviarla. O come lo sposo che fa festa con gli amici perché la felicità è contagiosa. (4 – continua) Luigi Maffezzoli Agosto-Settembre 2010 Spighe 5 primo maggio I frutti della giornata: raccolti quasi 2 mila franchi per i cristiani perseguitati Grazie di cuore ai ragazzi del 1° Maggio Questa la bella lettera di ringraziamento inviata a Giusy Pronzini, organizzatrice della giornata del 1° Maggio, dall’associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”. È un grazie rivolto a tutti i bambini e ragazzi che con la loro azione hanno permesso di raccogliere quasi 2 mila franchi per 14 Spighe Agosto-Settembre 2010 sostenere i cristiani che nel mondo si trovano in difficoltà e nella sofferenza. dall’associazione Cambio al vertice dell’UFCT. Appello per la Montanina di Camperio Carmen Pronini: “Missione compiuta!” Due le assemblee, distinte ma intimamente connesse, tenutesi giovedì 5 agosto alla Montanina di Camperio. La mattina si è aperta con l’assemblea ordinaria dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese (UFCT). Davanti ad una trentina di aderenti, Carmen Pronini ha ripercorso brevemente, nella sua ultima relazione da presidente, la storia di questo sodalizio che nella sua storia quasi secolare (ricorrono quest’anno i suoi 90 anni di vita) ha attraversato le vicissitudini di questo secolo breve, arrivando ad avere nel 1930, 13 mila iscritte in oltre 200 gruppi parrocchiali diffusi in tutto il Cantone. Molte sono state in questi anni le sfide che queste donne hanno superato e vinto. La prima e più importante è quella di non essersi mai, in nessuna occasione, arrese. Neppure nella bufera del ’68, neppure in questi ultimi anni, dove l’età che avanza e la fatica di tante battaglie sostenute, avrebbe potuto consigliare la resa. E se nel 1999 mons. Eugenio Corecco invitò a riflettere su una possibile rinascita dell’Azione Cattolica, poté farlo proprio perché c’erano ancora loro: le donne dell’Unione Femminile che raccolsero l’invito, assumendolo come una loro priorità per gli anni a venire. la sua indipendenza e i suoi statuti. Ma dinnanzi all’incalzare del tempo, ha proseguito Carmen Pronini, con gli anni si è fatta sempre più urgente la necessità di tentare di rinnovare le file dell’associazione. Al punto tre dell’ordine del giorno c’era, infatti, una trattanda legata alla nomina di una nuova presidente. Per acclamazione è stata eletta la giornalista Corinne Maffezzoli-Zaugg. Nel suo primo discorso, la neo eletta ha ribadito oltre alla riconoscenza a chi l’ha preceduta, la volontà di indirizzarsi in maniera più mirata alle donne di età compresa tra i 45 e i 65 anni: età impegnativa che vede le donne affrontare (spesso da sole) importanti cambiamenti familiari, sociali, fisici. L’impegno, pertanto, sarà quello di condividere nella fede questo tratto di strada. E a questo proposito è stato presentato già un fitto calendario di appuntamenti. Salviamo la Montanina! Il pomeriggio si è aperto, poi, con la seconda assemblea ordinaria; quella della Cooperativa “La Favilla” che gestisce la casa “La Montanina” di Camperio. Lo scorso inverno, a causa dell’inverno particolarmente rigido, la casa ha subito un grave danno di infiltrazione d’acqua. L’architetto valmaggese Gabriella Tomamichel, chiamata inizialmente per rinnovare i locali della cucina, si è così vista costretta a dare la priorità al contenimento dei danni e a proporre una soluzione a questa emergenza. Pertanto l’assemblea si è trovata a dover affrontare due gravose decisione. Autorizzare la spesa di 300 mila franchi per la rimessa a nuovo del tetto e lavori correlati e il rinnovo degli spazi della cucina per una cifra pressoché uguale. Se per il tetto l’unanimità dell’assemblea ha deciso di avviare un mutuo e di procedere quanto prima alla realizzazione dei lavori, per la cucina è stato deciso di riunirsi in un’assemblea straordinaria fissata tra due mesi, per riesaminare la questione alla luce di nuove varianti progettuali e alla possibilità di trovare, nel frattempo, sponsor che sostengano in parte i pesantissimi oneri finanziari a cui “La Montanina” deve far fronte se vuole continuare ad essere quello che è sempre stata: una casa di accoglienza e formazione cristiana per bambini e ragazzi e una tranquilla meta di vacanza per famiglie e anziani. “Missione compiuta” si può oggi dire: l’Azione Cattolica è ripartita ridiventando una presenza all’interno delle parrocchie ticinesi mentre l’Unione Femminile ha conservato Agosto-Settembre 2010 Spighe 15 dall’associazione Corinne Zaugg nuova presidente dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese Riconoscenti per aver accettato la sfida Quando il Signore vuole qualcosa, manda anche le persone che possono essere strumento per realizzarlo. Così è stato per l’Azione Cattolica unitaria, così lo è ora per l’UFCT che saluta la nuova presidente come un dono. Siamo davvero molto riconoscenti a Corinne per aver accettato con coraggio questa sfida e la ringraziamo di cuore, convinte che con le sue doti e competenze, la sua preparazione professionale e familiare, la sua sensibilità femminile, riuscirà a raggiungere l’obiettivo che si è prefisso: indirizzarsi in maniera più mirata alle donne di età compresa tra i 45 e i 65 anni (età impegnativa che vede le donne affrontare spesso da sole importanti cambiamenti familiari, sociali, fisici) per condividere con esse nella fede questo tratto di strada. Noi l’accompagneremo con la pre- ghiera fraterna e l’amicizia, sostenendo le varie iniziative che proporrà. Un cordiale invito lo rivolgiamo a tutte quelle persone che nella loro adolescenza e giovinezza sono venute a contatto con l’Azione Cattolica Femminile o con la “Montanina” per vivere momenti significativi di crescita, di formazione e di svago, perché, se interessate, prendano contatto con la nuova presidente per conoscere i progetti e gli appuntamenti previsti. Alle nostre aderenti di sempre diciamo che accanto al nuovo, continuerà pure nella fede e nell’amicizia il cammino di chi, ormai in età più avanzata, ha tenuto accesa la lampada con costanza e fedeltà. Avremo occasione prossimamente, ricordando il 90ennio dell’Associazione, di dare uno sguardo alla storia, ai cambiamenti epocali che si sono succeduti, alle responsabilità antiche e recenti delle donne all’interno della società, della famiglia, della Chiesa, e il loro impatto con i mutamenti sopraggiunti. Buon cammino, Corinne! Carmen Pronini L’Unione fa la donna Il 24 ottobre l’Unione Femminile Cattolica Ticinese compie 90 anni. L’assemblea costitutiva si tenne infatti a Lugano nel 1910. Per l’occasione, l’Azione Cattolica pubblicherà un quaderno che ne rievoca la storia. Copie di questo libretto (il costo è assai contenuto: 2.– franchi) possono essere richieste in Segretariato a partire dal mese di ottobre. 16 Spighe Agosto-Settembre 2010 dall’associazione Si apre una nuova stagione per l’associazione delle donne cattoliche Il potente motore dell’amicizia A dare un’ulteriore testimonianza di una fedeltà durata tutta la vita, alla Montanina, il 5 agosto scorso, per l’annuale assemblea generale c’erano tutte le donne che l’età troppo avanzata o la malattia non hanno costretto a rinunciare. Una trentina di donne la cui vita ha coinciso con la storia dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese, anzi ha fatto UFCT! Ad essa hanno dedicato, non solo il tempo libero - come si suole fare oggi - ma l’hanno fatta diventare parte della loro vita: portandola nel loro ambiente, nella loro famiglia, nel loro lavoro. Grazie a loro e a chi le ha precedute l’UFCT ha potuto attraversare le profonde trasformazioni di questo ultimo, veloce secolo, senza soccombervi, senza diventare altro da sé. Grazie a loro l’UFCT non solo oggi c’è ancora, ma ha costituito la base da cui far ripartire, nel 1989, l’Azione Cattolica tutta. Poi, con quella generosa lungimiranza che ha sempre caratterizzato il suo operato, ha preso una nuova, per certi versi sbalorditiva, decisione: ricominciare con modi nuovi e forse più adeguati ai tempi, puntando su persone nuove, lasciando spazio a stili e linguaggi nuovi. Una decisione straordinariamente “giovane”, rivoluzionaria e coraggiosa. ricchezza, ma anche la fragilità e il peso. A motivarmi, certamente, ha contribuito la fiducia che sin dal primo momento ho avvertito, la forte comunione di intenti e la concreta e urgente necessità di raggiungere le donne, cuore e centro delle famiglie, con il messaggio forte, coinvolgente, rivoluzionario del Vangelo. Un messaggio che una fetta sempre più vasta di persone sembra avere deciso che non fa per loro. Convincerle del contrario, dotarle nuovamente di questa “quinta marcia” per affrontare le difficili sfide che la quotidianità propone, sarà l’ obiettivo principale che questa nuova UFCT si propone. Si tratterà di andare a cercare le persone dove si trovano, incontrandole dove vivono, facendole incontrare tra di loro. Il tutto attraverso il potente motore dell’amicizia. Non si tratterà di inventare nuove cose, sovrapponendo incontri ad incontri, serate su serata, ritiri su ritiri. Consapevoli che, almeno inizialmente, le nostre forze sono esigue, cercheremo di frequentare insieme quello che già c’è. Usufruendo delle ricchezze che in questo senso, fortunatamente non mancano nella nostra diocesi. Il programma, su cui torneremo nel prossimo numero di Spighe, si svilupperà in due direzioni. Da un lato lavoreremo su un progetto che interesserà tutta la diocesi coinvolgendo le singole parrocchie su tutto il territorio, dall’altro, già a partire da settembre, prenderanno avvio nel Mendrisiotto alcune attività con cadenze regolari che si rivolgono principalmente alle donne di età comprese tra i 45 e i 65 anni. Forte della solidarietà che ho sentito intorno a me, sin dai miei primi contatti con l’UFCT, del sostegno e dell’amicizia del presidente dell’Azione Cattolica, Davide de Lorenzi e della segretaria generale Rina Ceppi, entrambi intervenuti nel corso dell’assemblea della Montanina, mi accingo ad iniziare questo mio cammino con voi al mio fianco, accanto alle grandi figure a cui da sempre si ispirano i miei passi: Santa Teresa d’Avila, Santa Teresa del Bambin Gesù, Madeleine Debrêl e Hetty Hillesum. Corinne Zaugg A questo punto intervengo io. Contattata due anni fa da Carmen Pronini, non ho (stranamente, mi viene da dire) avuto dubbi a dire il mio sì alla proposta di prendere in mano questa eredità di cui avverto tutta la Agosto-Settembre 2010 Spighe 17 riflessioni Dal Carmelo di Locarno Monti la straordinaria biografia di una monaca Storia di ordinaria santità: Madre Maria Serafina Madre Maria Serafina dei Sacri Cuori fu chiamata – con Madre Maria Stefania della Corte Celeste e Madre Maria Beatrice del Sacro Cuore – dal vescovo Angelo Jelmini a fondare il Monastero carmelitano ticinese, quello di San Giuseppe a Locarno Monti. Le stesse consorelle, che ora hanno pubblicato un libro a lei dedicato, definiscono le tre Madri (che al momento della loro professione religiosa hanno scelto nomi angelici che richiamano già il Paradiso piuttosto che una istituzione terrena…) le “tre pietre di fondamento del nostro Carmelo”. E, riferendosi a Madre Maria Serafina dei Sacri Cuori, la “terza nota di una sinfonia d’amore che continuerà nel tempo a lode di Dio, per il bene dei fratelli, a servizio della Chiesa in Ticino”. La decisione delle monache carmelitane scalze di Locarno – alle quali 18 Spighe Agosto-Settembre 2010 la stessa Azione Cattolica Ticinese deve moltissimo per l’incessante sostegno spirituale e il ricordo nella preghiera – di pubblicare la biografia di Madre M. Serafina (intitolata “In un silenzio d’amore nel giardino degli Angeli” come lei chiamava il Carmelo) nasce dal desiderio di far conoscere ai lettori l’esemplare figura di questa carmelitana. A favorire questo lavoro, la ricchezza di documenti (scritti spirituali, diari, memorie, lettere) conservati nell’archivio monastico, che “conferma, amplia e approfondisce il ricordo che abbiamo di lei, noi, sue consorelle per lunghi anni”. Maria Serafina dei Sacri Cuori nasce a Roma l’8 febbraio 1904. Terzogenita della famiglia Ronconi, le viene dato il nome di Giulietta. Il papà Francesco e la mamma Rosa Cappellacci (discendente da una famiglia ticinese immigrata in Italia) vivevano i veri valori della vita coniugale in una religiosità semplice ma profondamente calata nella prassi di ogni giorno. Questa famiglia donerà al Carmelo, oltre a Madre Maria Serafina, anche altri due figli: Padre Bernardino di S. Agnese e Madre Maria Stefania della Corte Celeste che, come abbiamo visto, fu fondatrice del Monastero di Locarno. Ventenne, Giulietta entrò nel Monastero romano di S. Egidio e il 22 gennaio 1926 fece la sua professione religiosa. Nel 1946 viene costituito (all’inizio clandestino a causa di vecchie leggi proibitive) il Carmelo ticinese. Da Roma, Madre Maria Stefania e Madre Maria Beatrice vengono accompagnate da mons. Jelmini a Locarno, nel palazzo Balli, prima sede della poverissima comunità carmelitana. L’anno seguente, le due fondatrici saranno raggiunte da Madre Maria Serafina. Dotata da Dio, sin dall’infanzia, di grazie mistiche, seppe occultarle nel suo cuore innocente e semplice vivendo unita al “suo Gesù, anima della sua anima”, con lo sguardo rivolto al Cielo, nel silenzio e nel nascondimento, in continua orazione per la Chiesa e per il mondo intero. Nel presentare il volume, don Alessandro Pronzato sottolinea – con l’efficacia che contraddistingue la sua penna – come la vita di questa monaca sia all’apparenza del tutto “normale”. Poi però “se si riflette con calma, si intuisce che sotto la crosta di quell’apparente normalità, c’è qualcosa che non è affatto normale, che quella semplicità è una cosa tutt’altro che semplice, (...) che quell’ingenuità, quella gioia infantile affondano le radici in un terreno misterioso e di rara profondità”. Madre Maria Serafina dei Sacri Cuori morì nella serena alba del sabato 18 maggio 1996 sorridendo alla Madre di Dio che, secondo la sua predizione, sarebbe venuta “a prenderla per portarla a Casa”. Monastero Carmelo S. Giuseppe Locarno Monti, In un silenzio d’amore nel giardino degli Angeli, Editrice Ancilla, Conegliano, 2009, 15€. A 75 anni dalla morte di mons. Aurelio Bacciarini Il 27 giugno scorso è stata celebrata a Lavertezzo, suo paese natale, una Messa in occasione del 75° anniversario della morte di mons. Aurelio Bacciarini. Per assoluta mancanza di spazio siamo costretti a rimandare al prossimo numero di ottobre il ricordo di quella giornata. Agosto-Settembre 2010 Spighe 19 G.A.B. 6600 LOCARNO 4 Ritorni a Amministrazione «Spighe» Corso Elvezia 35 6900 Lugano il teologo risponde Donne preti: essere pastori richiede il martirio, non il sesso Si parla in questi giorni della freddezza con la quale gli inglesi accolgono il Papa. Fra i motivi di questo scetticismo vi è anche l’opposizione della Chiesa cattolica al sacerdozio femminile, che invece gli anglicani riconoscono. Perché le donne non possono diventare preti? L’opposizione del Magistero cattolico ed anche di tutta la Chiesa ortodossa si appoggia sul fatto che Gesù non ha chiamato al servizio apostolico delle donne, pur avendole elette a testimoni della sua morte e risurrezione. Questa è un’esclusione voluta o semplicemente ispirata alla vita sociale d’allora, che vedeva nella donna più un oggetto che una persona? A questa domanda non possiamo rispondere in modo apodittico. Dato che molte Chiese evangeliche prevedono oggi il presbiterato e l’episcopato per la donna, sarà interessante osservare i risultati che questa apertura darà: se le predette Chiese si rinnoveranno quantitativamente e qualitativamente, dovremo ammettere che questo passo fu benefico. Finora mi pare di non aver costatato nulla di particolare. Ho solo notato che le ordinate ci tengono al colletto e ai paramenti sontuosi. La credibilità di un servo del popolo di Dio non si deduce dall’abito (nei primi secoli non si aveva alcuna differenza tra il vestito dei preti e quello dei laici, e solo attorno al Vaticano I si è sviluppato l’uso della talare), ma dal comportamento. Quando avremo le prime donne ve- scovi o preti martirizzate, riceveremo un segno eloquente che ci farà riflettere. Il ministero ordinato non ha nulla di onorifico. Chi serve in prima fila il Pastore è anche in prima fila a dare la sua vita per il gregge. Vescovo e preti hanno una funzione profetica e non solo “sciolgono”, ma anche “legano”. La Parola di Dio che annunciano deve snidare il male del mondo, il mammona dell’iniquità. Si pensi alla esportazione incontrollata di armi e di droga, allo sfruttamento per ignobili fini di donne e ragazzi, alla schiavitù ancora imperante per milioni di lavoratori, alla vergognosa ricompensa data ai manager per rapporto ai bassissimi salari degli operai, allo spreco blasfemo delle energie del creato: i Pastori della Chiesa devono avere il coraggio di “legare” e cioè di denunciare tutto quanto lede la dignità della persona umana, tempio del Signore. Più noi predichiamo con coraggio la Parola, più siamo perseguitati e arrischiamo di morire martiri. Se le donne che hanno assunto il ministero di presbitero e di vescovo morranno spesso martiri, ci convinceremo che hanno saputo servire il gregge come Gesù e 20 Spighe Agosto-Settembre 2010 in Gesù, e anche la prassi della Chiesa cattolica e ortodossa potrà mutare. Essere pastori nell’unico Pastore non implica per la rivelazione del Nuovo Testamento una particolare dignità, che si indica con stracci variopinti, ma esige il dono della vita per il gregge. Evocando il sacco di Roma si ricordano le guardie svizzere che diedero la vita per il Papa. Sarebbe stato molto più evangelico che il Papa avesse dato la vita per i suoi fratelli. don Sandro Vitalini Responsabile: Luigi Maffezzoli Redazione Davide De Lorenzi Chiara Ferriroli Isabel Indino Chantal Montandon Carmen Pronini Redazione-Amministrazione Corso Elvezia 35 6900 Lugano Telefono 091 950 84 64 Fax 091 968 28 32 [email protected] CCP 69-1067-2 Abbonamento annuo fr. 25.– Sostenitori fr. 35.– TBL Tipografia Bassi Locarno