Ipertensione arteriosa e complicanze cerebrali Ipertensione arteriosa come fattore di rischio L’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio maggiore e modificabile per complicanze cerebrovascolari: •emorragia intraparenchimale •ischemia cerebrale •infarto lacunare •attacco ischemico transitorio •demenza vascolare •emorragia subaracnoidea •encefalopatia ipertensiva Sindromi lacunari • Motoria pura (come nel caso del paziente del caso clinico descritto) • Sensitiva pura • Sensitivo-motoria • Emiparesi atassica • Dysartria-clumsy hand Ipertensione arteriosa e ischemia cerebrale • La condizione associata più comune. • Il più importante fattore di rischio modificabile. • Correlazione lineare tra i valori sistolici e diastolici e rischio di ictus. • La riduzione della pressione arteriosa (PA) riduce sia la morbilità sia la mortalità. • Mediatori della PA, quale l’angiotensina II, influenzano il rischio di ictus indipendentemente dai valori pressori. Ipertensione arteriosa e ictus: prevenzione secondaria • I farmaci che riducono maggiormente la variabilità dei valori di PA sono associati alla migliore prevenzione di eventi cerebrali indipendentemente dai valori medi di pressione sistolica, i beta bloccanti che sono associati a un aumento della variabilità della pressione arteriosa, sono i farmaci meno efficaci nella prevenzione di eventi cerebrovascolari ischemici. • Il controllo della PA in prevenzione secondaria contribuisce significativamente a prevenire le recidive. • A parità di controllo pressorio, il trattamento con farmaci bloccanti del RAAS riduce il rischio di eventi maggiormente rispetto alle altre categorie di antipertensivi. Caratteristiche dei trial inclusi nella revisione I trial includevano >15.527 pazienti. Follow-up: 14 mesi-5 anni Altra terapia ipertensiva, % Soggetti (Centri) Età (aa)/maschi, % “IS” 100 99 (1) ?/58 >0,5 2-5 100 ? ? 0 IS/ICH 96 TIA 4 452 (10) 59/60 <12 2,8 100 167/100 25,0/12,3 (15/12%) Atenololo (50 mg); placebo ? IS 66 TIA 34 1473 (56) ∼66/64 <3 2,6 29 157/91 5,8/2,9 (4/3%) PATS 1995; A Indapamide (2,5 mg); placebo 0 IS 71 ICH 14 TIA 12 SAH 2 5665 (44) 60/72 14 2 84 154/93 6,2/2,9 (4/3%) TEST 1995;A Atenololo ? mg; placebo ? IS/ICH 67 TIA 20 720 (21) 70/60 <0,75 2,5 100 161/88 4/3 (2/3%) HOPE 2000; A Ramipril; placebo 64† “Stroke” & TIA 100 1013 (267) 66/73 >1 5† 47 139/79 151/79 3,3/1,4 (2/2%) 10/4 (7/5%) Perindopril 4 mg; placebo 51 IS 70 ICH 11 TIA 23 2561 (172) 65/68 0,5-60 4,1 40 144/84 4,9/2,8 (3/3%) Perindopril 4 mg + indapamide 2,5 mg; doppio-placebo 50 IS 71 ICH 11 TIA 22 3544 (172) 63/71 0,5-60 4,1 54 149/87 12,3/5,0 (8/6%) Studio; Qualità Farmaco (dose giornaliera); Controllo Carter 1970; B Diuretici tiazidici mg ± metildopa (750 mg); controllo ? HSCSG 1974; A Deserpidine 1 mg e metilclotiazide 10 mg; placebo Dutch TIA 1993; A PROGRESS 2001; A Ictus, tipo, % Tempo dall’ictus al trial, mesi Follow-up intervallo, anni Ipertensione prececente, % PA basale, mmHg Variazioni PA, mmHg (%) ICH = emorragia intracerebrale; IS = ischemico; SAH = emorragia subaracnoidea; TIA = attacco ischemico transitorio. Modificata da Rashid P, et al. Stroke 2003;34:2741-48 Effetto della riduzione della PA su ictus, infarto miocardico, eventi vascolari e mortalità Outcome Trial Eventi Soggetti Tasso nel gruppo di controllo, % OR IC 95% p Eterogeneità, p Ictus, tutti 7 1577 15.527 11,5 0,76 0,63-0,92 0,005 0,01 Ictus, fatali 7 329 15.527 2,4 0,76 0,56-1,03 0,08 0,16 Ictus, non fatali 7 1268 15.527 9,2 0,79 0,65-0,95 0,01 0,042 Infarto miocardico, tutti 6 555 15.428 4,0 0,79 0,63-0,98 0,03 0,19 Eventi vascolari, tutti 6 2225 15.428 16,0 0,79 0,66-0,95 0,01 0,002 Morti vascolari 7 852 15.527 5,9 0,86 0,70-1,06 0,16 0,066 Morti, tutti 7 1427 15.527 9,6 0,91 0,79-1,05 0,18 0,17 Modificata da Rashid P, et al. Stroke 2003;34:2741-48 Effetto della classe di farmaci, PA basale e tipo di ictus su ictus, infarto miocardico ed eventi vascolari Outcome Ictus, tutti i trial/soggetti OR (IC 95%) IM, tutti i trial/soggetti OR (IC 95%) Eventi vascolari, tutti i trial/soggetti OR (IC 95%) Tutti i trial 7/15 527 0,76 (0,63–0,92) 6/15 428 0,79 (0,63–0,98) 6/15 428 0,79 (0,66–0,95) Classe dei farmaci ACE-I β-RA Diuretici Diuretici e ACE-I Non β-RA 2/3574 2/2193 3/6216 1/3544 5/13 334 0,93 (0,75–1,14) 0,93 (0,72–1,20) 0,68 (0,50–0,92) 0,55 (0,44–0,68) 0,71 (0,57–0,90) 2/3574 2/2193 3/6216 1/3544 4/13 235 0,74 (0,56–0,98) 0,94 (0,60–1,45) 1,06 (0,63–1,78) 0,55 (0,38–0,79) 0,72 (0,57–0,92) 2/3574 2/2193 2/6117 1/3544 4/13 235 0,83 (0,61–1,13) 1,01 (0,81–1,27) 0,75 (0,63–0,90) 0,57 (0,48–0,68) 0,73 (0,60–0,89) PA basale PA elevata Qualsiasi 3/1271 4/14 256 0,74 (0,45–1,22) 0,75 (0,60–0,94) … … … … 2/1172 4/14 256 0,85 (0,60–1,19) 0,78 (0,63–0,97) Tipo di ictus Ictus ischemico Tutti gli ictus 2/1572 5/13 955 0,58 (0,24–1,40) 0,78 (0,63–0,96) … … … … 1/1473 5/13 955 1,04 (0,77–1,41) 0,76 (0,63–0,92) Modificata da Rashid P, et al. Stroke 2003;34:2741-48 Prevenzione secondaria dell’ictus Lo studio Morbidity and Mortality After Stroke–Eprosartan Compared with Nitrendipine for Secondary Prevention (MOSES) fornisce due messaggi importanti. Primo, consolida l’evidenza che è vantaggioso trattare l’ipertensione anche dopo il verificarsi di un disturbo cerebrovascolare (ictus o attacco ischemico transitorio). Secondo, e più rilevante, lo studio supporta l’idea che i farmaci antipertensivi (in particolare gli antagonisti del recettore dell'angiotensina [ARB]) possono avere benefici che vanno oltre all’abbassamento della pressione arteriosa. Da Strandberg TE. Stroke 2005;36:1225-6 Lezione dai trial • La pressione arteriosa è il più critico determinante del rischio di ictus. • La riduzione della pressione arteriosa ha un ruolo chiave in qualsiasi strategia di prevenzione cerebrovascolare. • Maggiore è la riduzione della pressione arteriosa e più grande è il beneficio in riduzione del rischio. • ACE-I e AT1RB possono agire sulla riduzione del rischio di ictus a prescindere dalla riduzione specifica dei valori pressori.