17 maggio 2013 PAG. VII La notte bianca della scuola pubblica. Trenta nidi e materne in festa ieri sera. Le mamme: il Comune stia dalla nostra parte di Ilaria Venturi «Politicamente ci vorrebbe un ente pubblico che sente il bisogno di esserci, non di andare via, perché garante di un certo modo di fare scuola». A parlare al nido e materna Grosso, dove si fa festa fino a mezzanotte con il cous couse la musica, è Marcella Ciari, la moglie di Bruno, il pedagogista che ha inventato la scuola dell’infanzia emiliana. Riaccende i volti delle maestre e delle dade, più che in ansia per il passaggio all’Asp, l’azienda dei servizi, nel presentare la riedizione de «Le nuove tecniche didattiche». Il libro, dice, è un pretesto per riscaldare di nuovo l’ambiente scolastico. E si è accesa, ieri, la scuola dei bambini. Una notte bianca che ha tenuto aperti dalle sei del pomeriggio a sera una trentina di materne e asili. Sono i genitori a promuovere la mobilitazione in un clima di festa: alla materna Follereau alle otto arriva la pizza, alle Baroncini parte la grigliata nel giardino, alla materna Andersen i genitori recitano per i bambini, alle Grosso ballano, alle Molino Tamburi si cena con focaccia e gateau di patate. «La scuola è nostra». Seduti per terra o sulle baby sedie in circolo, i genitori dei nidi Ada Negri e San Donato cercano di capire come farsi ascoltare dal Comune: «Raccogliamo firme? Andiamo per avvocati? Ci auto-riduciamo le rette?». Agnese, presidente del comitato di gestione osserva: «La notte bianca ha mosso tutti». Tra le grida dei bambini che giocano, tocchi con mano, girando tra asili e materne, da San Donato al Navile, la voglia di confronto a difesa di un bene comune, l’anima democratica più profonda e vera di Bologna. «Vogliamo essere informati e coinvolti: quello che il Comune non ha fatto con noi», lamentano i genitori. Le insegnanti e le dade, che saranno nuovamente in corteo lunedì, tacciono. Dai quartieri è partita la diffida: fuori i giorna-listi, niente dichiarazioni. La richiesta di avere la scuola aperta fuori orario è presentata dai rappresentanti dei genitori. Alle Zamboni, Fatima non ha dubbi: «Così si torna indietro, che tristezza ». Andrea Onado, presidente del Comitato genitori, osserva: «La cosa che spaventa di più è la carenza di informazioni da parte del Comune su cosa succederà nel passaggio all’Asp, giocare al ribasso non è corretto». «Questa iniziativa è il nostro segnale, noi ci siamo», sorride una mamma che ha appena recitato Mary Poppins alle Andersen. Alla materna Tobagi è partita una petizione: «I genitori sono a fianco delle maestre e delle educatrici contro il passaggio di gestione». «Non vogliamo assistenza, ma educazione», ripetono Elena e Maura alle Baroncini, dove i genitori hanno allestito un giardino naturale con balle di fieno. «L’Asp ci appare come una scatola vuota, il percorso prospettato non è chiaro, rimangono nodi irrisolti: il coordinamento pedagogico, i contratti di lavoro, il ruolo dei quartieri», spiega Silvia alle scuole Anna Frank. Stefania, mamma attrice, a un certo punto batte il tamburo: «Svegliamoci». 17 maggio 2013 PAG. 7 Lui vuole lasciarla. E lei si dà fuoco: grave una trentenne. Il compagno: l'ho salvata con l'estintore di Gianluca Rotondi Una notte insonne, la discussione che con il passare delle ore diventa sempre più accesa, travalica e si trasforma in lite, l'ennesima di un rapporto ormai logoro che lui aveva deciso di troncare. Mentre lei non si rassegna a lasciare quella casa, a chiudere una relazione che va avanti da molti anni. Lui invece ha già cancellato il suo nome dal citofono. Alle cinque di mattina sembra finalmente tornata la calma nell'appartamento al primo piano di un vecchio condominio di via Malvasia, alle spalle di via Saffi, dove vive una coppia di ragazzi di Potenza, 30 anni lui, elettricista e volontario della protezione civile, 32 lei, attualmente senza un lavoro. Ma è il silenzio che precede la tragedia. La ragazza s'infila in cucina, prende una bottiglia di alcol e se la versa addosso. Lui cerca di strappargliela dalle mani ma è troppo tardi: il tempo di afferrare un accendino e le fiamme la avvolgono completamente. Ci vogliono alcuni lunghi secondi per spegnerle. Il giovane ci prova prima con le mani, poi con uno straccio ma riesce a domarle solo grazie a un estintore. Pochi minuti e il condominio si riempie di poliziotti della volanti e addetti del 118. La ragazza è vigile e cosciente quando viene soccorsa dall'ambulanza. Ha il tempo di confermare agli agenti che ha fatto tutto da sola, in preda allo sconforto per quella storia che non voleva chiudere e su cui proprio ieri mattina sarebbe calato il sipario. Ora è ricoverata in prognosi riservata al Bufalini di Cesena, con ustioni profonde sulla metà del corpo. Per tutta la mattina è stata al Maggiore in rianimazione poi è stata trasportata in elicottero al centro grandi ustionati. Le sue condizioni sono gravi, i medici non si sbilanciano anche se filtra un moderato ottimismo per il futuro. Gli agenti hanno escluso una dinamica diversa solo dopo aver ascoltato il racconto del 30enne e una volta preso atto che non c'era discordanza tra le due versioni. «Abbiamo discusso per tutta la notte, siamo stati insieme tanti anni ma ormai la nostra storia è finita. In mattinata avrebbe dovuto lasciare la casa, ci eravamo accordati così. Solo che non voleva, non riusciva a farsene una ragione — racconta il giovane —. A un certo punto è andata in cucina, poco dopo l'ho seguita e ho visto che aveva in mano una bottiglia d'alcol. Le ho detto di posarla poi ho cercato di strappargliela ma si era già versata il contenuto addosso». È stata la sua reazione a salvarle la vita: «Ho usato le mani ma le fiamme erano già alte, allora ho preso l'estintore che avevo in casa proprio perché sono un volontario della protezione civile. Ho chiamato io l'ambulanza, sono arrivati subito». Il giovane è stato medicato al Maggiore per alcune bruciature alle mani ma, spavento a parte, sta bene. Nel condominio dove da poco più di un anno viveva la coppia sono tutti sconvolti. In tanti hanno sentito le voci alterate, le urla e i rumori provenienti dall'appartamento al primo piano. «Sono andati avanti per tutta la notte, li ho sentiti discutere animatamente, litigare, e ho anche pensato di chiamare i soccorsi ma poi d'improvviso hanno smesso — racconta una vicina —. Prima delle sei però ho sentito delle grida, un urlo straziante e mi sono preoccupata. Stavo per dare l'allarme ma pochi istanti dopo è arrivata l'ambulanza e subito dopo la polizia». 17 maggio 2013 Link: http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/188092/Psicologia%3A_addio_al_c orso_di_laurea_triennale.html Psicologia: addio al corso di laurea triennale di Enrico Gotti Parma perde il corso triennale in Psicologia. Ogni anno faceva il pieno di iscritti: trecento matricole, oltre seicento candidati al test di ingresso. In questi giorni, studenti dalla Lombardia alla Puglia, dall’Emilia alla Liguria, chiedono informazioni per prendere il libretto. Ma il corso è stato cancellato. La causa scatenante è che mancano i docenti, e quelli che c’erano si sono divisi. Non è un problema nuovo: più volte la facoltà di Psicologia ha chiesto rinforzi per aumentare il numero di docenti. Lo ha fatto anche lo scorso anno, quando la riforma Gelmini ha obbligato tutte le facoltà a chiudere e a trasformarsi in dipartimenti. A Psicologia sono mancati i numeri per fare questo passaggio. Naufragata questa iniziativa, i docenti si sono divisi in due grandi gruppi, uno ha trovato ospitalità nel dipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società, l’altro a Neuroscienze. 17 maggio 2013 Link: http://gazzettadireggio.gelocal.it/cronaca/2013/05/17/news/pugni-alla-ragazzinaarrestato-20enne-1.7075502 Stupra la moglie sotto gli occhi dei figli L’uomo, 39 anni, la maltrattava e la minacciava dicendole: «Finché sei nella mia casa posso fare di te tutto ciò che voglio» Picchiata e violentata dal marito davanti ai due figli minorenni, a loro volta presi a cinghiate. Una quotidianità aberrante fatta di gesti agghiaccianti e comportamenti inauditi. Da parte di un uomo, se così si può definire, di 39 anni, che ora si trova agli arresti domiciliari per maltrattamenti e violenza sessuale. Una nuova brutale pagina che ci mette di fonte a un ennesimo caso di violenza che si consuma tra le quattro mura di una casa diventata luogo di violenza e all’interno di una famiglia ormai o da sempre a pezzi. Tenuti insieme da ricatti di ogni genere, quelli del marito-padre aguzzino, e dal terrore quotidiano, quello della moglie-vittima. Pagine di aberrante violenza che ieri mattina Domenico De Iesu, capo della Squadra Mobile, ha “sfogliato” in occasione di una conferenza stampa convocata dal questore Domenico Savi per rendere noti i dati più recenti relativi all’andamento sul territorio dei reati di maltrattamento e stalking. E non a caso. «Perché ha spiegato De Iesu - questo ennesimo caso di violenza, nella sua complessità, è la prova di come sia necessario, per arrivare a inchiodare i colpevoli e a svolgere le indagini più intrigate, un lavoro capillare e specifico. Non a caso da dieci anni la Questura può contare su un gruppo di agenti specializzati, coordinati dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, che si occupa di violenza sulle donne e sui minori. Solo grazie a questo siamo riusciti a venire a capo di un caso in cui si intrecciano diversi aspetti».L’energumeno, come l’ha definito Domenico De Iesu, è un 39enne moldavo, nullafacente, regolarmente residente in Italia in quanto la moglie era entrata von un visto per lavoro come badante e colf. Da quando il marito la raggiunge a Reggio iniziano le vessazioni e i maltrattamenti fisici e psicologici. Che culminano, nel dicembre scorso, in una giornata di straordinaria violenza. L’uomo inizia ad apostrofare la moglie con termini quali “buona da niente” e “handicappata”. E la minaccia pesantemente: «Se vai da un avvocato ti taglio a pezzetti». Tutto questo davanti ai due figli minorenni che vengono presi, e non è la prima volta, a cinghiate. Poi l’uomo chiude la finestre. Sotto lo sguardo dei figli prende per i capelli la moglie per poi buttarla a terra. Quindi si getta su di lei con tutta la forza del suo corpo e la costringe ad avere un rapporto sessuale sottolineando che «finché sei nella mia casa posso fare di te tutto ciò che voglio». Vale forse la pena ricordare come l’uomo sia nullafacente e la moglie al contrario lavori tutti i giorni come badante e colf, oltre che a provvedere alla casa e ai figli. Eppure la realtà, per lui, è un’altra: perché se la moglie chiederà la separazione, lui dovrà andarsene da Reggio e dall’Italia. Non a caso minaccia la donna di morte e sottolinea come non sarà lui a ucciderla, ma qualcuno lo farà per lui. Ma la donna è esasusta e presenta querela. Da qui, una sorta di discesa nell’inferno. L’uomo, interrogato, afferma che quanto ha dichiarato la moglie agli uomini della Squadra Mobile è assolutamente falso. E spiega anche il motivo: «Mia moglie è innamoratissima di me e me la vuole fare pagare perché sa che ho avuto altre storie anche con donne della sua famiglia». Le indagini si spostano in Moldavia e la polizia scopre che, in passato, l’uomo aveva violentato per anni la sorella dell’attuale moglie. E da lei aveva avuto anche un figlio che, ancora oggi non sa che quello che chiama padre è in realtà anche suo zio. Così come l’altro figlio, il maggiore, è frutto di una violenza sessuale subita dalla donna, in Moldavia, dal primo marito. Ora l’uomo è agli arresti domiciliari per maltrattamenti e violenza sessuale mentre la moglie si trova in un luogo protetto con i figli. E’ il questore Domenico Savi a dare i “numeri” di una violenza che pare inarrestabile. «Fenomenologie criminali», così le definisce il questore, all’interno delle quali ci si trova ad operare in una logica disegnata dal legislatore. Dal gennaio 2012 al 10 maggio 2013, i dati recentissimi arrivano dalla Procura della Repubblica, in provincia di Reggio sono stati 215 i procedimenti aperti per maltrattamenti, 138 per stalking, 76 per violenza sessuale. Dal gennaio 2012 all’aprile 2013 (vedi la “torta” pubblicata in pagina), sono stati 222 i fascicoli trattati “per reati contro la persona, violenza sessuale ed in danno ai minori” così suddivisi: 40 casi di stalking, 29 di minacce, 13 di violenza sessuale su maggiorenni, 22 di violenza sessuale su minorenni, 49 di maltrattamenti, 38 di lesioni personali, 2 di tentati omicidi e 29 di molestie. I risultati ad oggi? Undici gli arresti, 44 le denunce a piede libero e 661 gli individui coinvolti tra familiari, testimoni, persone interrogate. 17 maggio 2013 Link: http://www.ravennatoday.it/cronaca/terrorizza-giovani-skater-con-una-roncola-vibutto-nel-canale-arrestato-clochard.html Ubriaco e infastidito da alcuni giovani che stavano praticando la skate, ha tirato fuori dalla borsa della sua bici una roncola e ha cominciato a minacciare i passanti Ubriaco e infastidito da alcuni giovani che stavano praticando la skate, ha tirato fuori dalla borsa della sua bici una roncola e ha cominciato a minacciare i passanti. Un clochard pugliese di 50 anni, già noto alle forze dell'ordine, è stato arrestato dai Carabinieri con l'accusa di violenza privata. L'episodio si è consumato nella tarda serata di mercoledì a Cervia, in piazzetta Evangelisti. L'individuo da un oltre un anno si aggira per le strade della città del sale e Milano Marittima. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il cinquantenne era ubriaco. In quel momento diversi giovani stavano praticando lo skate boards nei pressi della panchina dove il clochard si trovava. Infastidito dalla presenza dei ragazzi, ha iniziato a gridare “Vi butto nel canale!”. Poi ha tirato fuori dalla borsa della sua bici una pesante roncola, minacciando i presenti (una trentina), tra cui diversi minorenni, brandendo contro di loro l’arma affilatissima e lunga circa 40 centimetri. All’arrivo dei carabinieri, l’uomo ha tentato invano di liberarsi della roncola gettandola in una siepe. Il senza tetto giovedì mattina davanti al giudice Rossella Materia si è avvalso della facoltà di non rispondere. E, attraverso il suo avvocato Sabrina Cavallari, ha patteggiato un anno di reclusione ed è tornato in carcere.