MENSILE DEL SINDACATO PENSIONATI ITALIANI
SPI-CGIL DELL’EMILIA-ROMAGNA
Sindacato
Diritti
Disuguaglianza,
un fenomeno globale
Primo piano
Più sicuri
in casa
Attualità
Olimpiadi:
diritti violati
Memoria
La strage
dell’Italicus
Il Sindacato chiede diritti
il Governo risponde
con la carità
Argentovivo luglio 2008
Autorizzazione del tribunale n.4897 del 5 marzo 1981 - Spedizione in abbonamento postale 45%
Preparare
l’autunno
n.7
luglio 2008
1
In breve
Argentovivo luglio 2008
Scandiano:
attività
sindacale e
cultura
2
Lo Spi-Cgil del distretto di
Scandiano affianca all’attività sindacale un impegno culturale e ricreativo.
Nelle scorse settimane è
stata organizzata una gita
a Rovigo per uno scambio
di esperienze sulla attività
delle rispettive organizzazioni.
“Siamo stati accompagnati
nella visita guidata alle
bellezze della città dal
gentilissimo compagno
della segreteria Spi del
luogo, Malagugini, e dalla
responsabile del Coordinamento donne - hanno
testimoniato i pensionati
che hanno preso parte alla
gita a Rovigo -.
Grazie alla loro disponibilità abbiamo visitato
a Palazzo Roverella, la
mostra dedicata all’arte
italiana “La Belle Epoque
1880-1915”, apprezzata da
molti nostri organizzati
che con l’andata in pensione si interessano sempre
più di arte e cultura”.
Nella tarda mattinata la
delegazione di Scandiano
si è trasferita a Fratta
Polesine per il pranzo, poi
nel pomeriggio hanno visitato una bellissima villa
Palladiana dove è stato
reso omaggio alla tomba
di Giacomo Matteotti,
originario di Fratta e qui
sepolto.
Al ritorno, tutti soddisfatti
a chiedere quando sarà organizzata la prossima gita.
Donatella Turtura
Libri/1:
la vita e
l’impegno di
Donatella Turtura
Giuseppe Di Vittorio
Nelle scuole
un documentario
su Di Vittorio
“Giuseppe Di Vittorio, Voci
di ieri e di oggi”. E’ il film
documentario, per la regia
di Carlo Lizzani e Francesca
Del Sette, inviato a tutti
gli Istituti di istruzione secondaria superiore d’Italia.
L’iniziativa, organizzata
grazie alla collaborazione
tra Fondazione Di Vittorio
e ministero della Pubblica
La gita a Rovigo dello Spi di Scandiano
istruzione, ha l’obiettivo di
fare circolare tra le nuove
generazioni un testo che
sollecita a riflettere sui diritti della persona, sui valori
fondativi del mondo del lavoro, sulla nascita della Costituzione repubblicana. Le
proiezioni - nelle scuole che
si sono mostrate interessate
al documentario – sono state
accompagnate da interventi,
incontri, dibattiti. L’iniziativa, cominciata nel mese di
maggio, proseguirà anche il
prossimo anno scolastico.
In occasione del Centenario
della Cgil, fra le iniziative di
studio e ricerca sulla storia del
Sindacato, si è voluto ricordare Donatella Turtura, che è
stata una grande sindacalista
e prima donna nella Segreteria nazionale della Cgil. La
sua biografia, che si intreccia
con la storia del dopoguerra
e in particolare dell’EmiliaRomagna e di Bologna, dove
Donatella inizia la sua attività
sindacale in anni terribili,
in cui gli eccidi proletari e
le violenze di piazza contro i
lavoratori furono i più duri del
paese, è stata raccolta in un libro: “Donatella Turtura: rigore,
umanità, ragione e passione
di una grande sindacalista”
a cura di Maria Paola Del
Rossi. Il testo, presentato alla
Camera del lavoro di Bologna
il 27 giugno, oltre a riportare
documentazione dell’attività sindacale e politica di
Donatella Turtura, ospita la
relazione e gli interventi del
convegno “Donatella Turtura,
il lavoro e l’impegno di una
grande sindacalista”, svoltosi
a Roma il 27 settembre 2007
per iniziativa dell’Associazione
centenario Cgil e della Fondazione Di Vittorio.
Una lettera
d’addio per
Betty Bartoli
Libri/2:
scritti inediti di
Bruno Trentin
Cara Betty, la notizia che
tu non sei più con noi ci
ha travolto e angosciato in
un’afosa mattina di maggio.
Un anno fa eravamo tutti a
Riccione a fare il master e
tu eri con noi a imparare.
Eri sempre la prima ad
arrivare, ilare, sorridente,
disponibile e sapevamo
quanto fosse faticosa
quell’esperienza. Non sei
stata solo una compagna di
lavoro, ma anche una cara
amica, con cui condividere
una confidenza, una sigaretta, una risata. Ci mancherai
tanto Betty, proprio adesso
che stiamo per trovarci di
nuovo e partire per Bruxelles, quella sorpresa che ti
aveva tanto incuriosito. Partiamo con la tristezza nel
cuore, ma con il tuo ricordo
sempre vivo, perché una
persona come te non si può
dimenticare mai.
Ciao Betty.
I tuoi amici
del corso master Spi.
“Bruno Trentin. Dalla
guerra partigiana alla
Cgil”, “Diario di guerra” e “Lavoro e libertà”.
Sono tre libri, appena
pubblicati da Ediesse,
dedicati alla figura di
Bruno Trentin. Il primo,
a cura di Iginio A riemma
e Luisa Bellina, contiene
due inter v iste inedite
al sindacalista sulla sua
esperienza nella guerra
partigiana e negli anni
successiv i alla Liberazione, insieme alle relazioni e alle testimonianze
presentate in occasione
del convegno tenutosi a
Trev iso a dicembre 2007.
Il secondo libro, invece,
è il “Journal de guerre”
di Trentin, scritto su una
vecchia agenda in tela
nera, un po’ sgualcita,
rimasta gelosamente celata tra le sue carte. Ora,
inaspettata, quell’agenda
torna alla luce e si mostra in tutta la sua forza :
un documento destinato a
segnare il dibattito storico e la discussione civ ile
sulla nostra guerra di Liberazione. In fine “Lavoro
e libertà”, testo curato da
Michele Magno, è una raccolta di scritti scelti e un
dialogo inedito con Vittorio Foa e A ndrea Ranieri :
tocca i temi dell’economia e della politica nelle
lotte operaie, della grande questione dei diritti e
della rappresentanza del
lavoro, che si ripropone
oggi attualissima.
Passaparola
I Diritti e la Carità
La creatività del ministro del Tesoro Tremonti, novello Robin Hood, questa volta ha partorito
la Carta dei poveri. Una carta di credito prepagata, da distribuire ai pensionati al minimo, ma
attenzione non potranno spendere più di un euro al giorno altrimenti che poveri sarebbero!
Se per caso il pensionato al minimo volesse essere un po’ più informato e magari acquistare
un quotidiano, non potrà farlo, la “card” serve solo per comprare generi di prima necessità.
Un benefit che il Governo Berlusconi dispenderà con magnanimità d’animo ai pensionati poveri che, vista l’esiguità della cifra, non diventeranno certo benestanti, in compenso si sentiranno umiliati e offesi nella propria dignità di persone che hanno lavorato per una vita intera.
Respingiamo l’idea che ai poveri serve elemosina e carità.
Alle pensioni al minimo, a tutte le pensioni, bisogna ridare potere d’acquisto, pesantemente
decurtato anno dopo anno.
I pensionati devono poter avere una pensione dignitosa sufficiente per vivere, servizi sanitari
efficienti, livelli di assistenza adeguata. Diritti appunto, non carità.
Argentovivo luglio 2008
In breve
3
Sommario
2| In breve
•Scandiano: attività
sindacale e cultura
•Nelle scuole un
documentario su Di Vittorio
•Libri/1: la vita e l’impegno di
Donatella Turtura
3| In breve
•Una lettera d’addio per
Betty Bartoli
•Libri/2: scritti inediti di
Bruno Trentin
•Passaparola
•Pechino 2008: nessuna
medaglia ai diritti dei
lavoratori
Dipartimento
internazionale Cgil
13| Primo piano
•Sicuri in casa: prevenzione
per ridurre gli incidenti
Tamer Favali
15| Dal mondo
22| Auser
•Volontariato,
l’Associazione si riorganizza
Auser Emilia-Romagna
23| Territori e leghe
•Reggio Emilia, ricette per un
territorio in crisi
Paola Guidetti
24| Territori e Leghe
•Serbia: il piccolo paese che
somiglia all’Italia
Ilva Fiori
•Imola, la nuova
contrattazione interessa
anche i pensionati
a cura dello Spi-Cgil Imola
•No all’assistenzialismo:
occorrono interventi
strutturati
a cura della redazione
17| Il ricordo
26| Territori e Leghe
6| Sindacato
18| Appuntamenti
5| Sindacato
Argentovivo luglio 2008
12| Attualità
•Preparare l’autunno:
il richiamo alla
mobilitazione unitaria
Mayda Guerzoni
7| Diritti
•Disuguaglianza,
un fenomeno globale Franco di Giangirolamo
•L’addio a Leda Spaggiari
a cura della redazione
•Festa di Liberetà: anziani,
comunicazione e diritti
Mirna Marchini
20| Dimensione Cgil
•Sindacato, la nuova
segreteria confederale
a cura di Mayda Guerzoni
10| Estate
•Bologna, sei incontri sulla
non autosufficienza
Bruno Pizzica
28| Territori e Leghe
•Un premio
alla lega di Meldola
Ada Paganelli
29| Le stagioni
della Memoria
•La strage dell’Italicus
Gianni Flamini
26
12
7
•Viaggiare in sicurezza sulle
strade delle vacanze
a cura della redazione
Pechino 2008:
nessuna medaglia ai
diritti dei lavoratori
Bologna, sei
incontri sulla non
autosufficienza
Disuguaglianza,
un fenomeno
globale
15
10 29
Viaggiare
in sicurezza
sulle strade
delle vacanze
4
Serbia:
il piccolo paese
che somiglia
all’Italia
La strage
dell’Italicus
La foto di copertina è di Gastone Ecchia
Argentovivo n. 7 - luglio 2008
Chiuso in tipografia l’1/7/2008
la tiratura complessiva
è di 8.000 copie
Direttore responsabile:
Mirna Marchini
Vice direttore:
Mauro Sarti
In redazione:
Roberto Melli, Elisabetta Norzi,
Anna Maria Selini, Paola Guidetti,
Valentina Vecchiattini, Franco
Digiangirolamo.
Direzione e redazione
Via Marconi, 69 - 40122 Bologna
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Stampa
a cura di FUTURA PRESS
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UNIONE STAMPA
PERIODICI ITALIANI
Sindacato
No all’assistenzialismo:
occorrono interventi
strutturali
Intervista a Carla Cantone, Segretaria generale nazionale Spi-Cgil
“U
na donna che
ha forza, affetto,
simpatia, calore
ed esperienza,
noi saremo contenti di lei e lei
sarà felice di lavorare con noi”.
Guglielmo Epifani ha presentato
con queste parole, a Taranto
durante la manifestazione
conclusiva della XV festa di
Liberetà, la nuova Segretaria generale nazionale dello Spi, Carla
Cantone eletta dal Comitato
direttivo dell’11 giugno scorso. A
Carla Cantone, che abbiamo intervistato subito dopo la nomina,
vanno gli auguri di buon lavoro
dallo Spi dell’Emilia-Romagna e
dalla redazione di Argentovivo.
Quali sono, in questo momento, i problemi più urgenti dei
pensionati?
E’ necessario riprendere i
punti che devono completare
l’accordo sul welfare del luglio
2007, a partire dall’apertura
immediata della trattativa con
il Governo come previsto dal
decreto del ministro del Lavoro della precedente legislatura. L’obiettivo è definire una
nuova modalità di adeguamento automatico delle pensioni
per impedire che continui la
perdita del potere di acquisto
e, contemporaneamente, dare
soluzioni ai problemi posti
dalla Piattaforma unitaria SpiCgil, Fnp-Cisl, Uil Pensionati
Quali le priorità su cui
lavorare?
Non certo la carta-caritatevole
del ministro dell’Economia
Giulio Tremonti. Occorrono
interventi strutturali, e non
solo di carattere assistenziale
di antica memoria, a partire
da alcuni punti precisi
• l’estensione graduale della
14a mensilità ai pensionati
esclusi;
• la modifica del meccanismo
di perequazione automatica
e un paniere tarato sui bisogni dei pensionati proprio
per meglio difendere e
tutelare le pensioni rispetto
al costo della vita;
• l’incremento delle detrazioni fiscali, la No tax area già
con la prossima finanziaria
e l’approvazione della legge
sulla non autosufficienza.
Che cosa chiede lo Spi al
Governo?
Chiediamo di aprire immediatamente i tavoli di confronto per affrontare i temi
della nostra piattaforma e gli
impegni assunti dal precedente Governo che non possono
passare in cavalleria con il
cambio dello stesso Governo.
Non è accettabile.
Che cosa farà lo Spi? E’ prevista una mobilitazione dei
pensionati per l’autunno?
Se gli impegni non saranno
rispettati, se non saranno date
risposte adeguate, se si insisterà su un progetto solo caritatevole, risponderemo insieme
a Cisl e Uil con le necessarie
iniziative di mobilitazione il
prossimo autunno.
Alla luce anche della Conferenza di organizzazione,
come pensi che il sindacato,
e in particolare lo Spi, si
debba rinnovare o riorganizzare per affrontare le
prossime sfide?
Prima di tutto presidiando il
territorio. E’ fondamentale
essere presente in ogni luogo
di incontro delle pensionate
e dei pensionati. Poi bisogna
intensificare la partecipazione
e il dialogo fra lo Spi e le nostre
rappresentanze, anche attraverso il fondamentale ruolo che
ricoprano le nostre Leghe.
Rafforzare lo Spi ovunque,
quindi, in stretto rapporto
con le strutture Cgil, Auser,
il Sistema Servizi, e aprire
un confronto con le categorie
degli attivi e con i giovani.
Argentovivo luglio 2008
a cura della redazione
Un saluto a Betty Leone
Un saluto affettuoso e un ringraziamento sincero a Betty
Leone, una donna, una compagna che abbiamo apprezzato e stimato per avere saputo, in questi anni difficili,
guidare con fermezza, forza e coerenza la più grande categoria della Cgil, per averci trasmesso fiducia, per averci
spronato a guardare oltre il quotidiano. La sua intelligenza, la sua passione, i suoi interventi ci hanno trascinato
verso un pensiero alto, ci hanno fatto riflettere e osservare la realtà da diverse angolazioni.
Betty Leone ora è un’iscritta allo Spi: siamo certi che non
mancherà di farci ancora avere il suo prezioso contributo
e la sua amicizia.
5
Sindacato
Preparare l’autunno:
il richiamo alla
mobilitazione unitaria
M. G.
Argentovivo luglio 2008
L
6
e linee del piano
triennale della Finanziaria presentata dal
governo sono sbagliate
e inadeguate: non affrontano
le emergenze del paese, a
partire dal recupero del potere
d’acquisto di salari e pensioni,
e compromettono la possibile
ripresa prevista per il prossimo
anno. Anche il metodo è preoccupante, poiché lo strumento
del decreto legge, utilizzato
per realizzare gran parte della
manovra, rischia di limitare il
ruolo del Parlamento. Dunque
la Cgil è impegnata a promuovere una forte mobilitazione
unitaria con Cisl e Uil per
spingere il governo a un cambiamento di rotta. Questo il
succo dell’ordine del giorno approvato dal Comitato Direttivo
nazionale della confederazione
al termine di due intense giornate di lavoro (23-24 giugno),
nelle quali si è anche votata
l’attribuzione degli incarichi
alla nuova segreteria nazionale
eletta nella seduta della settimana precedente. Il piano del
governo, impostato prevalentemente sui tagli alle spese,
“colpisce in modo consistente
quantità e qualità dei servizi
sociali - sottolinea la Cgil -,
taglia pesantemente settori
fondamentali come scuola e
sanità e rischia di peggiorare la
condizione di tante famiglie”.
Per di più “non fornisce alcun
sostegno alla domanda interna
né dà la necessaria risposta
alla riduzione della pressione
fiscale sui redditi da lavoro
e da pensione come da noi
proposto insieme con Cisl e
Uil con la piattaforma unitaria
sul fisco del novembre 2007”.
Invece secondo la Cgil “si deve
e si può cambiare, aumentando
le detrazioni fiscali per i lavoratori e pensionati, rinnovando
tutti i contratti ancora aperti
che coinvolgono milioni di lavoratrici e lavoratori, evitando
aumenti di tariffe e ticket che
colpiscono direttamente le
tasche dei cittadini più deboli
e meno tutelati”. Quanto al capitolo pubblica amministrazione, il comitato direttivo lancia
una campagna per contrastare
il tentativo smaccato di delegittimare il lavoro pubblico,
ridurre l’occupazione e allargare ancora una volta il precariato, tornando indietro dai
processi di stabilizzazione, con
l’obiettivo anche di indebolire
la trattativa per un nuovo unico
modello contrattuale. Le priorità invece sono “la lotta agli
sprechi negli appalti e nelle
consulenze per spendere meno
e meglio”, insieme alla contrattazione collettiva come risorsa
per governare tutti i processi
e riqualificare la macchina
pubblica. Il comitato direttivo
Cgil inoltre punta il dito contro
gli interventi di modifica degli
accordi già sottoscritti fra le
parti sociali e con il precedente governo, come nel caso del
Protocollo sul welfare approvato da milioni di lavoratori e
pensionati. Così come “non è
accettabile una deregolazione
delle norme sugli orari di lavoro che, abbassando la soglia dei
diritti, altera quanto previsto
dalla contrattazione collettiva
in materia, oltre che allargare
i rischi sulla sicurezza del
lavoro”. Tutto ciò “rappresenta
una unilaterale e inaccettabile
manomissione che deve essere
respinta da parte di tutte le
forze sociali che hanno firmato
quegli accordi”. Salta agli occhi
l’urgenza di costruire “una
forte mobilitazione unitaria in
difesa dei risultati raggiunti e
a sostegno delle proposte che,
partendo dalla piattaforma
sul fisco, obblighino il governo a un cambiamento vero.
Per questo è indispensabile
un’azione di informazione e
comunicazione capillare con
lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate”. Riguardo
al confronto tra Confindustria
e sindacati confederali sulla
riforma dei contratti, “siamo
impegnati a far sì che il percorso avviato possa concludersi
con un’intesa e ciò dipenderà
solo ed esclusivamente dal merito della stessa”. Il messaggio
dunque è chiaro: preparare
fin da ora l’autunno per essere
pronti ad una iniziativa sindacale forte e diffusa. Ma la Cgil
va anche oltre e pensa già alla
primavera 2009: il comitato
direttivo nazionale ha infatti
deliberato di svolgere in quel
periodo la seconda Conferenza
di Programma della confederazione.
Diritti
Disuguaglianza,
un fenomeno globale
I
ndice di Gini. Si chiama
così lo strumento per
studiare le disuguaglianze
che ci ha lasciato in eredità il professore Corrado Gini
(1884-1965), docente universitario, statistico, economista,
sociologo, fondatore e primo
presidente dell’Istat. Si tratta
di un metodo per quantificare
come una popolazione si divide
la torta dei redditi, della ricchezza. E’ molto efficace perché
permette confronti nel tempo e
nello spazio e lo dimostra il fatto
che è utilizzato dagli economisti
e dalle principali istituzioni
di ricerca in tutto il mondo.
Tralasciando gli aspetti tecnici,
è importante sapere che questo
indice può assumere valori compresi tra 0 e 1. Assume valore
0 quando si è in presenza della
massima equidistribuzione del
parametro misurato (reddito,
ricchezza). Assume valore 1 se
siamo di fronte alla massima
disuguaglianza, ovvero alla
concentrazione di tutti i redditi
o ricchezza nelle mani di una
sola persona o famiglia. E’ uno
tra i principali indicatori del
“grado di civiltà” di un paese,
anche se tiene conto solo di
quantità economiche. In tempi
recenti in Italia l’attenzione sul
tema della disuguaglianza, da
questione esclusivamente sindacale, si è trasformata anche in
questione politica, specialmente
dopo che il governatore della
banca d’Italia (che questi indici
li misura frequentemente)
ha fornito alcuni elementi di
valutazione. L’Istat, pochi giorni
fa, ha pubblicato una ricerca
“100 statistiche per il paese”
che vale la pena di riportare
quasi integralmente perché
offre un’analisi interna al nostro
paese e un confronto europeo
sugli indici di Gini. Si tratta di
dati che arrivano dall’indagine
sui redditi e sulle condizioni
di vita (Eu-Silc) condotte in
ambito europeo.
Argentovivo luglio 2008
Franco Di Giangirolamo
Presidente Auser regionale
7
Diritti
Infine vale la pena evidenziare
l’andamento tendenziale del
fenomeno della disuguaglianza. L’Istat ci dice che nel
1998 l’indice di Gini relativo
ai redditi delle famiglie era
0,301, nel 1999 scendeva a
0,294 mentre nel 2005 risaliva
a 0,321. In altre parole la
disuguaglianza è aumentata e
non di poco. Anche la banca
d’Italia ci offre le sue valu-
tazioni che sono “esplosive”
non solo se si fa riferimento al
reddito, ma se si fa riferimento
alla ricchezza netta.
Argentovivo luglio 2008
Banca d’Italia
(Bollettino statistico)
Distribuzione ricchezza netta e reddito dal 1995 al 2006.
8
Indici
1995
1998
2000
2002
2004
2006
Indice di GINI
Ricchezza netta
0,618
0,628
0,631
0,618
0,603
0,616
Indice di GINI
Redditi Familiari
0,363
0,375
0,362
-
0,353
-
Percentuale della
ricchezza detenuta dal
10% famiglie più ricche
44,5
46,3
47,5
44,9
42,9
44,6
Percentuale della
ricchezza detenuta dal
10% famiglie più povere
9,3
9,3
9,6
-
10,1
-
Anche in questo caso i dati si
commentano da soli e descrivono una situazione anche
peggiore di quella delineata
dall’Istat e in sintonia con gli
studi dei più quotati ricercatori del settore. Ma si tratta
di un fenomeno nazionale?
Niente affatto. L’Organizzazione internazionale del
lavoro, in un recentissimo
studio, che riportiamo, ci
dice che l’evoluzione dell’indice di Gini per 18 paesi
latinoamericani dimostra che
in 10 paesi la disuguaglianza
è aumentata tra il 1990 e il
2002, in 8 paesi è diminuita e
in 3 paesi è rimasta pressoché identica, come si vede
nel grafico.
Che l’aumento della disuguaglianza sia un fenomeno
globale indipendentemente
dal livello di sviluppo dei vari
paesi (basti osservare che nei
paesi del G7, tra il 1983 e il
2006, i salari hanno ridotto il
loro peso sul Pil di 5,8 punti
percentuali) è un dato che
non è né accettabile né, a
mio avviso, sufficientemente
contestato. Lo sostiene, in un
rapporto del 2007, il Fondo
monetario internazionale,
un’istituzione che sa di che
cosa parla in quanto ne è in
grandissima parte responsabile. C’è tra gli economisti chi
ancora sostiene che disuguaglianza sia un potente motore
per il progresso economico
e sociale, ma sappiamo bene
che nell’era dell’innovazione
tecnologica e della finanziarizzazione dell’economia,
coloro che possono beneficiare
di vantaggi competitivi sono
solamente i più avvantaggiati.
I più svantaggiati, viceversa,
tendono a demotivarsi nell’impegno di fronte al crescere
delle barriere al’accesso al
reddito. Nella società attuale
la disuguaglianza non è un motore ma un destino che rende
la società sempre più iniqua
e sempre meno dinamica, con
buona pace dei neoliberisti.
Argentovivo luglio 2008
Diritti
9
Estate
Viaggiare in sicurezza
sulle strade delle vacanze
Argentovivo luglio 2008
a cura della redazione
“O
10
cchi sulla strada” dice Diego
Abatantuono.
“Non lasciarti sedurre dalla velocità,
l’attrazione potrebbe essere
fatale” prosegue il giornalista
Massimo Gramellini. “Non
ignorare la segnaletica” ricorda la campionessa di nuoto
Federica Pellegrini. “Alcol e
velocità non sono mai buoni
compagni di viaggio” avverte
la cantante Carmen Consoli.
“Rossi bruciati, partenze mozzafiato, sgommate… lasciale
agli eroi dei fumetti. Sulla
carta nessuno si fa male” ri-
lancia Dylan Dog, uno dei più
noti personaggi dei fumetti
italiani. “Nessuna testa è più
dura dell’asfalto” dice l’attore Vito che aggiunge “Usa
sempre il casco allacciato”.
Torna puntuale, come ogni
estate, la campagna “Vacanze
coi fiocchi” che quest’anno ha
tra i promotori anche lo Spi
dell’Emilia-Romagna. Personaggi reali e del mondo dei
fumetti si trasformano in “ambasciatori di sicurezza stradale” e lo fanno dalle pagine di
un libretto distribuito in tutta
Italia ai caselli autostradali:
la campagna prosegue tutta
l’estate e vede protagonisti
anche Carlo Lucarelli, Denny
Mendez, Stefano Baldini, I
Nomadi, Tania Zamparo, Carolina Marconi, Attilio Romita
del Tg1, l’astrofisica Margherita Hack, gli Stadio, Snoopy,
Martin Mystère, Diabolik, Eva
Kant, Luporosso. L’edizione
di quest’anno si presenta poi
con una novità: la canzone
“Una vacanza coi fiocchi”,
composta per l’occasione
dal vigile urbano, nonché
cantautore, Antonio Labate.
La campagna, promossa dal
Centro Antartide di Bologna
in collaborazione con il
Ministero dei Trasporti e l’Osservatorio per l’educazione
stradale e la sicurezza della
Regione Emilia-Romagna,
culminerà il 26 luglio, durante
il primo grande esodo estivo,
quando amministratori locali,
personaggi dello spettacolo
e volontari saranno ai caselli
autostradali per distribuire
materiale informativo e per
augurare “buon viaggio” a
tutti gli italiani in partenza
per le ferie. “La maggior parte
degli incidenti stradali si consumano nei mesi estivi – dice
Piero Angela nel presentare
la campagna –. Nel periodo di
luglio e agosto muoiono sulle
strade più di 1.000 persone.
La causa principale è dovuta
a errore del conducente:
mancato rispetto delle regole,
guida distratta e velocità
elevata, provocano da sole
quasi il 50% degli incidenti”.
L’obiettivo della campagna è
allora quello di cercare di ridurre le vittime sensibilizzan-
do al rispetto del codice della
strada quanti si metteranno
in viaggio per andare in ferie.
“Vacanze coi fiocchi” vede
protagonisti oltre 600 enti
italiani tra istituzioni, associazioni, aziende sanitarie
locali, delegazioni Aci e
società autostradali. Ed è
grazie a questa vasta rete
di aderenti che saranno
distribuiti in tutta Italia
500.000 libretti, 250.000
adesivi e 15.000 manifesti
con l’immagine di Snoopy nell’insolita veste di
automobilista che invita
tutti a “dare un passaggio
alla sicurezza”. All’interno
del libretto si troveranno le
vignette disegnate da Altan,
Vauro, Bucchi, Maramotti,
Pillinini, Gomboli e altri fumettisti italiani, le
riflessioni di Sergio Dondolini e Pietro Marturano
della direzione generale
per la sicurezza stradale
del Ministero dei Trasporti
più quelle di Franco Taggi
dell’Istituto superiore di
sanità e di Sergio Garbarino
dell’Università di Genova. L’invito alla prudenza
arriverà anche dalle radio e
dalle tv che hanno aderito
alla campagna e che trasmetteranno alcuni spot, a
partire dai network nazionali come Radio Deejay,
Radio Capital, Isoradio e
Radio24 fino a una nutrita
schiera di emittenti locali.
Il brano musicale e tutti gli
altri materiali sono scaricabili dal sito internet www.
vacanzecoifiocchi.it.
Attualità
Estate
Sono partiti anche quest’anno, nelle principali città
dell’Emilia-Romagna, i “piani anti caldo” rivolti agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione. In base ai
bollettini elaborati quotidianamente dall’Arpa (l’Agenzia
regionale per la prevenzione e l’ambiente), le strutture
sanitarie della regione attivano i servizi di supporto e
assistenza alle persone considerate a rischio. Campagne
di informazione organizzate dai Comuni, attivazione di
numeri verdi e organizzazione di servizi di assistenza di
varia natura (in cui sono coinvolte anche associazioni di
volontariato) completano poi le azioni per limitare il disagio per i soggetti in difficoltà.
Bologna: è attivo il servizio telefonico emergenza caldo
800562110 a cui i cittadini possono rivolgersi per ricevere informazioni o segnalare situazioni di bisogno. E’
previsto l’intervento domiciliare nell’arco di 24 ore dalla
segnalazione e il servizio Pony della solidarietà per la
tutela, il monitoraggio e la compagnia agli anziani soli,
per commissioni, consegna di acqua e generi alimentari,
consegna di farmaci, consegna ventilatori a domicilio e
per accompagnamenti a visite mediche.
Piacenza: in collaborazione con le cooperative sociali Coopselios e Unicoop, il Comune ha istituito un servizio gratuito
di monitoraggio e sostegno rivolto alle persone anziane
sole che può essere richiesto telefonando all’Informasociale 0523 492731 oppure al numero verde 800286678.
Ferrara: in collaborazione con l’azienda Usl, l’Azienda
ospedaliero univerisitaria S.Anna, Auser, Anteas, Ferrara
Assistenza, Ada, Ancescao, Arci, Acli e Croce rossa italiana, il Comune promuove un piano d’intervento a favore
delle persone con più di 75 anni di età per prevenire i
disagi legati al caldo estivo. Per qualsiasi necessità, richiesta di informazioni e consigli è attivo il numero verde gratuito 800072110.
Parma: è in funzione il numero verde 800977995 al quale gli anziani possono telefonare 24 ore su 24 compresi
i giorni festivi. A questo numero risponde un volontario
della pubblica assistenza che provvederà a segnalare ai
servizi competenti le singole situazioni o ad attivare, se
necessario, un intervento d’urgenza.
Reggio Emilia: è operativo tutti i giorni un “Centro telefonico
di ascolto e aiuto” che risponde al numero 0522 320666.
A disposizione dei cittadini c’è anche il numero verde
regionale 800 033033.
Argentovivo luglio 2008
Come combattere il caldo
11
Attualità
Pechino 2008:
nessuna medaglia ai diritti
dei lavoratori
Dipartimento internazionale Cgil
Argentovivo luglio 2008
N
12
on ci saranno
medaglie per i diritti
dei lavoratori alle
olimpiadi, anzi, il
rischio è che venga battuto ogni
record nella loro violazione. E’
quanto viene confermato dal
rapporto “Vincere gli ostacoli”
della campagna internazionale
Play Fair 2008, tradotto e distribuito in Italia in questi giorni
(www.abitipuliti.org). Nonostante l’impegno del sindacato e
dell’associazionismo e la grande
enfasi sulla “responsabilità
sociale dell’impresa”, l’industria
dell’abbigliamento sportivo e
i grandi marchi – da Adidas e
Nike a Puma e Asics, da Diadora
a Lotto, per citarne alcuni –
continua a basarsi sullo sfruttamento del lavoro nella catena
della subfornitura. I lavoratori
intervistati nelle fabbriche in
Cina, India, Indonesia e Thailandia sono vittime di condizioni
di lavoro insostenibili, basate su
orari lunghissimi, alta intensità
del lavoro, salari al di sotto della
soglia di sopravvivenza, lavoro
nero, informale e precario, impediti ad organizzarsi in sindacati indipendenti. Al contempo,
i profitti delle principali aziende
del settore crescono in maniera
esponenziale.
Accanto alle responsabilità delle
autorità cinesi nella repressione
del Tibet e nel sostegno alla
dittatura Birmana, la violazione
dei diritti umani e dei diritti del
lavoro continua ad essere una
macchia indelebile sullo spirito
olimpico. Ma, le responsabilità ricadono anche su quelle
imprese multinazionali e su
quei governi occidentali che,
in nome dell’assoluta libertà di
mercato, sfruttano le condizioni
semischiavistiche in cui sono
costretti molti lavoratori per incrementare i profitti e sostenere
una crescita economica che è
perfino eufemistico dire basata
sul “dumping sociale”.
Come anche il rapporto “Vincere gli ostacoli” della campagna
Play Fair 2008 indica, va intensificata l’attenzione dell’opinione
pubblica sulle violazioni dei
diritti dei lavoratori dell’abbigliamento sportivo, come di ogni
altro settore legato alle Olimpiadi. Soprattutto, va intensificata
l’azione per ottenere codici di
condotta negoziati realmente
applicati in ogni paese, insieme
al rafforzamento del ruolo
normativo e di monitoraggio
dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e alla pressione
sui governi dell’Ocse per una
fattiva applicazione delle Linee
Guida sulle imprese Multinazionali.
“Doppi giochi”, l’altra faccia delle Olimpiadi
Come dobbiamo vivere un grande evento come le Olimpiadi? Che cosa dobbiamo sapere? Quali
Olimpiadi ci fanno vedere? A portare alla luce la faccia nascosta di Pechino 2008 è il libro di Roberto
Reale “Doppi giochi” (Edizioni Stella). “Le Olimpiadi di Pechino saranno il fatto politico dell’anno
insieme alle Presidenziali Usa”, ha scritto lo speciale dell’Economist dedicato alle previsioni sui principali appuntamenti del 2008. Nel 2001 per ottenere l’assegnazione dei giochi la Cina aveva promesso
una pronunciata democratizzazione e liberalizzazione del sistema. Ma dove sono finite queste preannunciate buone intenzioni? “Doppi Giochi” è un libro inchiesta su questo tema, una ricostruzione delle storie di dissidenti e cittadini che hanno pagato con la vita o col carcere la loro domanda di giustizia.
Il libro vede infatti nell’appuntamento olimpico un’occasione per svelare le ambiguità che in questi
anni hanno segnato il rapporto fra l’occidente e la Cina. Racconta come
si decida sul web la grande partita della libertà di espressione in quel
paese e nel mondo. Con la regia del partito comunista e la complicità
commerciale e tecnologica di molte aziende occidentali, in Cina si pratica un capitalismo privo di diritti e di democrazia. Il libro offre anche una
documentazione inedita per l’Italia: dalle sentenze dei tribunali cinesi,
a uno studio del Financial Times sugli strumenti usati dal governo per
controllare il Web, al rapporto di Reporter sans frontières sulla censura
in Internet. Roberto Reale, giornalista, è vicedirettore di Rainews24; si
occupa di analisi dei comportamenti dei media a livello globale, informazione e nuove tecnologie, libertà di espressione nel mondo.
Primo piano
Sicuri in casa: prevenzione
per ridurre gli incidenti
Tamer Favali
Segretario regionale
Spi-Cgil
Argentovivo luglio 2008
“S
orveglianza
e prevenzione degli
incidenti
domestici”. E’ il Piano della
Regione Emilia-Romagna,
primo in Italia e di recente, organica elaborazione,
indirizzato alla cittadinanza
in generale e alla popolazione
anziana in particolare. Elabora
e sviluppa l’intesa Stato/Regioni/Province autonome del 23
marzo 2005, successivamente
assunta nel D.g.r. 426/2.006, ed
è anche una risposta avanzata
e qualificante a un tema da noi
sollecitato, sostanzialmente
scoperto nell’ambito delle politiche generali per la sicurezza,
nonché statistiche alla mano,
fattore di enorme rilevanza
sociale e anche economica,
non ancora adeguatamente
percepito nella mentalità
comune popolare nè nella
promozione di politiche dedicate. Gli incidenti domestici
avvenuti in Emilia-Romagna
sono stati studiati con ricerche
specifiche finalizzate, ognuna
a indagare un aspetto parti-
colare del fenomeno. Questi
studi - indagini multiscopo
Istat-Siniaca (Sistema informativo nazionale incidenti domestici) -, hanno evidenziato
un’incidenza annua media di
35 incidenti per 1000 abitanti
che provocano accesso al
pronto soccorso o ricovero in
ospedale.
La stima dell’incidenza annua
media degli incidenti complessivi – in linea con il dato
nazionale – è di circa 150 per
1000 abitanti. Per il 78% dei
casi è stata sufficiente una
medicazione in casa (incidenti
sommersi); la maggior parte
delle lesioni di tali infortuni
è rappresentata da fratture o
lussazioni (46%) e da ferite da
taglio (36%). Il tasso medio di
cadute degli ultra 65enni costretti al pronto soccorso è del
3%; di questi il 10,8% riporta la
frattura del femore che determina la morte, entro i 12 mesi
successivi, nel 20,5% dei casi.
Sulla base di queste e altre
evidenze, il Piano si muove su
tre direttrici fondamentali di
prevenzione, che riguardano
interventi singoli o combinati
che in qualche sperimentazione testata hanno dato prova
di efficacia in particolare su
bambini e anziani:
Riduzione del rischio di
caduta nell’anziano fragile a
domicilio, con intervento di
promozione dell’attività fisica
basato sulla mobilitazione e
ginnastica dedicata;
Rilevazione degli aspetti
strutturali/impiantistici delle
abitazioni, attraverso l’effettuazione di visite domiciliari
associate a interventi informativo/educativi e fornitura
di dispositivi a basso costo per
bambini e anziani;
Realizzazione di interventi
informativo/educativi strutturati per bambini 0-4 anni (con
coinvolgimento dei genitori e
delle istituzioni scolastiche) e
per anziani.
13
Argentovivo luglio 2008
Primo piano
14
Le prime due specie di
interventi, per i loro contenuti
altamente innovativi, in una
prima fase verranno attuati
in alcune realtà territoriali
campione poi, messo a punto
il modello operativo, ne sarà
valutata l’estendibilità a tutto
il territorio regionale. Inoltre,
a tali progetti di prevenzione,
viene affiancata la costruzione
di un sistema informativo sul
tema, con l’obiettivo di avere
costantemente un quadro
dettagliato dell’incidenza
regionale del fenomeno e delle
relative cause determinanti.
In ognuno degli 11 territori
pre-definiti come bacino
geografico di riferimento
(Piacenza, Parma, Reggio
Emilia, Modena, Bologna,
Imola, Ferrara, Ravenna, Forlì,
Cesena, Rimini) è stato individuato un referente della sanità
pubblica quale responsabile
locale di progetto e soggetto
di coordinamento operativo,
di cui è stata data tempestiva
comunicazione a ogni Spi
territoriale.
Per venerdì 27 giugno come
Spi, Fnp e Uilp regionali è
stata promossa, d’intesa con
la Regione, una riunione informativa/formativa sul Piano
che verrà presentato dalla
dirigente regionale alla Sanità,
Marinella Natali. Ciò potrà
aiutare, fin dall’imminenza
della partenza operativa su
scala locale, una partecipazione consapevole e un’azione
sindacale mirata e concreta.
Intanto, chi meglio e più di
noi può aiutare a costruire un
rapporto motivato e di fiducia
sul tema specifico in generale
e, in particolare, sulle tre
direttrici fondamentali della
prevenzione fra le persone anziane soggette alle proposte e
alle indicazioni pratiche e “le
persone” che rappresentano
il sapere, l’autorità pubblica?
Chi meglio e più di noi, attraverso la contrattazione sociale
territoriale, nell’ambito della
definizione dei Piani sociali
di zona, nella determinazione
degli obiettivi dei Piani territoriali per la salute, può “aiutare
a trovare” risorse economiche
dedicate aggiuntive a quelle,
insufficienti, messe direttamente a disposizione dalla Re-
gione? In un’ottica,finalmente
moderna, per la quale non si
tratta di “un’altra spesa”, ma
di un investimento sociale certamente in grado di risparmiare costi al sistema generale di
intervento, tutelando meglio
la salute e il benessere delle
persone. E, infine, per dirla
con Zygmunt Bauman, se i due
valori cruciali senza i quali
una vita umana soddisfacente
è inconcepibile -libertà e sicurezza – vengono resi fattori
valoriali e oggetto di promozione di buone pratiche, non
contribuiamo a quell’immenso
valore del capitale sociale che
è la coesione sociale? Senza
la quale resta solo il capitale
come valore di riferimento. O,
meglio, come disvalore.
Serbia: il piccolo paese che
somiglia all’Italia
Ilva Fiori
Auser Lugo
S
ono arrivata a Belgrado il 17 febbraio, giorno della dichiarazione di
indipendenza del Kosovo, in aiuto al
progetto di “Sostegno allo sviluppo
del volontariato sociale rivolto alle persone
anziane nelle città di Novi Sad e Kragujevac e
alla riforma delle politiche di assistenza agli
anziani in Serbia”, seguiti da Progetto Sviluppo, Ong della Cgil per lo sviluppo dell’attività
sindacale nei paesi poveri, da Nexus-Cgil
Solidarietà Internazionale Emilia Romagna e
dall’Auser nazionale.
La sera stessa ho incontrato i primi cortei di
protesta con molti giovani e molte bandiere,
proseguiti nei giorni successivi a Novi Sad,
capoluogo della Voivodina, e accompagnati
da sassaiole contro le vetrate dei McDonalds,
simbolo dell’odiata America, da parte di
studenti all’uscita delle lezioni. Li guardo dal
mio albergo, situato nella piazza principale.
Mi danno l’impressione di comportarsi come
tifosi di calcio: cantano e saltano con le
bandiere in mano. Gli adulti che incontro
sono preoccupati: quelli che hanno vissuto
l’embargo e i bombardamenti dicono che
non ne possono più, sperano si trovi una
soluzione pacifica. Da Belgrado mi informano
che, in quanto italiana, devo stare attenta ed
evitare gli assembramenti. A me sembrano
disposizioni eccessive, mi sento tranquilla,
la gente è cordiale e gentile, tutti si salutano
con un ciao e a me sembra di essere a casa. E
perciò frequento negozi e locali pubblici (non
posso perdermi Liverpool-Inter…) senza
nascondere la nazionalità. Novi Sad è una
bella città. Come segno della guerra di dieci
anni fa mostra i monconi dei piloni dei ponti
sul Danubio e registra un livello di vita più
basso del nostro causa stipendi e pensioni più
poveri. Comincio a conoscere la situazione
economica e sociale locale incontrando il
sindacato indipendente (Nezavisnost) e le
diverse Associazioni che seguono gli anziani e
le persone più deboli e svantaggiate (malati,
disabili, rom, profughi, ecc.). Parto da Novi
Sad portando con me un caro ricordo della
città e delle persone che ho conosciuto e, col
pullman, arrivo a Kragujevac, quarta città
della Serbia (180.000 abitanti) situata a
150 Km a sud di Belgrado. Appena arrivata,
vedo la grande manifestazione di Belgrado
in tv, a casa della famiglia che mi ospita.
Eccetto gli incidenti che tutti hanno visto,
la gente é composta e tranquilla: alla fine
tutti cantano con le candele accese in mano
e assistono alla messa solenne officiata dal
Metropolita serbo-ortodosso, con sermone
finale. A seguire, canti kosovari da parte di
un’anziana in costume tradizionale (dicono
che la tradizione del canto orale, molto sentita in Serbia, sia nata in Kosovo) poi poesie
patriottiche recitate da una bambina, quindi
canti e musiche tradizionali. In tv passano le
dichiarazioni del tennista Novak Djokovic, del
regista Emir Kosturica e di altri che ripetono
il motto della manifestazione: Kosovo è
Argentovivo luglio 2008
Dal mondo
15
Argentovivo luglio 2008
Dal mondo
16
Serbia. Riguardo gli incidenti che hanno
causato un morto. Rada, la signora che mi
ospita, dice nel suo stentato italiano: “giovani
matti, matti” e si fa il segno della croce ogni
tre secondi. Kragujevac è la Torino serba, qui
c’è la Zastava, la fabbrica che produceva le
“fiat yugoslave” e occupava 38.000 operai. Da
qui molti tecnici andavano a Torino, a volte
ci rimanevano per anni (come il padre di un
nostro interprete che ha portato con sé la
famiglia) e qui molti operai e tecnici italiani
venivano a montare macchinari. Nel 1998 la
Zastava è stata bombardata e, da allora, gli
operai rimasti sono 4.000. Gli altri, per la
maggior parte sono ancora disoccupati, come
ci dice la direttrice del Servizio nazionale per
l’impiego. Qui c’è un Centro Gerontologico
(la nostra Casa protetta) molto grande, con
un piccolo Centro Diurno ideato e messo in
opera con l’aiuto di Progetto Sviluppo e della
regione Emilia-Romagna. Il Centro Diurno
é organizzato come i nostri: è il primo e, per
ora unico, della Serbia ed è preso a modello dalle altre città che intendono seguire
l’esempio. A Kragujevac operano gruppi di
lavoro, organizzati da Progetto Sviluppo, che
hanno preparato la prima Piattaforma sociale
e il primo Festival creativo degli anziani,
quest’ultimo nel periodo in cui sono stata
presente. Nelle tre settimane di permanenza
ho avuto la possibilità di mescolarmi con la
gente, dal momento che quasi tutte le sere ed
i week-end ero da sola, e di vivere normalmente come fossi in Italia. Ho ascoltato la
versione degli avvenimenti che li hanno
coinvolti in modo così tragico. Ho capito
la loro sofferenza, a partire dall’embargo,
iniziato nei primi anni ’90, che consisteva
nell’isolamento assoluto della Serbia: né voli
aerei, né medicine e attrezzature sanitarie,
né benzina. Raika, una nostra interprete, nei
lunghi periodi in cui non si trovava il carburante, accompagnava a piedi il figlio a scuola:
un’ora e mezza al mattino e altrettanto la
sera. “La Serbia si è fermata a quegli anni”,
dice, “molte case sono da allora incompiute
per mancanza di soldi.” I disoccupati a
Kragujevac sono, per le stime ufficiali, oltre
25.000, e a questi si aggiungono i molti profughi, mandati via dalle zone dell’ex Jugoslavia,
che non trovano lavoro e vivono in condizioni
disumane (anche i 220.000 serbi nati in Kosovo, dopo l’indipendenza kosovara, devono
fare la stessa fine?). A questi si aggiungono i
Rom, i tanti invalidi e gli anziani che faticano
a vivere causa le pensioni molto basse (meno
di 200 euro al mese). Raika dice che i giovani
sono tristi e si chiedono perché i serbi vengano considerati da tutto il mondo “cattivi” e
non gli venga permesso di entrare nei paesi
europei: la Comunità europea, infatti, non
rilascia loro i visti di entrata, oppure li fa
aspettare anni. I giovani, in ogni caso, non
hanno soldi a sufficienza per visitare altri
paesi, la stragrande maggioranza non ha mai
lasciato la Serbia: questo produce rabbia e
frustrazione, che sfocia nelle manifestazioni
degli ultimi tempi. Il paese quindi si isola, si
stringe attorno a se stesso, diventa ancor più
nazionalista: “non vogliamo continuare ad
essere umiliati – affermano -. Se dobbiamo
entrare in Europa ad ogni costo e senza
dignità, non ci stiamo”. Nebosja, l’interprete
che ha vissuto a Torino, mi dice che la storia
recente è stata tutta scritta a favore di sloveni, croati, bosniaci e kosovari. Mi parla dei
tanti profughi serbi, delle coppie miste che
si sono separate perché quello nato in Serbia
doveva andare via, dei bombardamenti e
di quando si difendevano sparando in cielo
con i cannoni antigrandine per confondere
i piloti. “Dopo una settimana di bombardamenti ci si abitua - sostiene -, ma la rabbia
accumulata non si disperde. Quando si
comincia una guerra, dopo un po’ non sei più
un essere umano”. L’effetto che ricavo dalla
mia esperienza è che la Serbia, pur dando
l’impressione di essere un piccolo paese che
si crede più grande di quanto non sia, ci assomiglia nel modo di essere e nello stile di vita.
Ho conosciuto gente vitale, generosa, gente
di cui ci si può fidare. Il penultimo giorno il
titolare dell’Internet point che visitavo quasi
ogni giorno, mi ha chiesto se era vero che i
serbi sono diversi da come li descrivono sulla
carta. Gli ho risposto: “sì, siete come tutti
noi”. E’ la stessa cosa che ho detto ad Jelena,
la coordinatrice serba locale di Progetto
Sviluppo, al momento dell’addio, con un
accenno di lacrime da parte di entrambe. Mi
sono ripromessa di farlo sapere in giro, ed è
quello che sto facendo.
Pillole d’Europa
a cura di Livio Melgari Dipartimento internazionale Spi
La bandiera
La bandiera europea è il simbolo dell’Unione, dell’unità e dell’identità dell’Europa.
Azzurra perché colore del cielo e diffuso tra le corti europee, mentre la corona di
dodici stelle dorate rappresenta la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’Europa.
Il numero di dodici non dipende dalla quantità degli Stati membri, ma dal fatto
che il cerchio e questo numero sono tradizionalmente simbolo di perfezione, completezza ed unità (la dozzina è un’antica unità di misura europea, inoltre dodici sono
i mesi di un anno, le ore del quadrante dell’orologio, ecc.). La bandiera è rimasta
e rimarrà pertanto invariata anche in presenza di futuri ampliamenti dell’Unione
europea. Il primo organismo ad adottarla fu il Consiglio d’Europa negli anni 50, nel
1983 il Parlamento europeo e nel 1985 tutti i capi di Stato e di governo.
Il ricordo
L’addio a Leda Spaggiari
Leda Spaggiari, collaboratrice di Argentovivo, ci ha lasciati. Per ricordarla pubblichiamo alcuni stralci di un suo
articolo scritto per Argentovivo alcuni anni fa, “Clandestina in Svizzera”, dedicato alla storia della sua famiglia,
emigrata in Svizzera negli anni Cinquanta. Leda è stata ricordata dagli amici della 7° circoscrizione del Comune
di Reggio Emilia e dal Centro di documentazione storica di Villa Cougnet lo scorso 18 giugno, presentando il suo
libro “Quando hai due soldi buttali nel mare. Diari di viaggi” (Centro stampa Comune di Reggio Emilia).
a cura della redazione
1958, Delemont. Festicciola al bar di emigranti italiani. Leda Spaggiari è in primo piano a sinistra.
cato, predeterminato; niente
deve turbare la quieta routine
quotidiana. E noi italiani siamo,
non c’è dubbio, un elemento di
forte disturbo di questa tranquilla monotonia. Gli svizzeri
non ci amano e diffidano di noi
definendoci maleducati, ladri
e sporchi (…). Cominciano ad
apparire con frequenza cartelli
del tipo “vietato l’ingresso agli
italiani”, con la variante “…ai
cani e agli italiani”. Ci sentiamo
addosso ogni giorno gli sguardi
sprezzanti di chi ci considera
accattoni alla ricerca di un’elemosina e finge di non capire
l’incerta pronuncia delle parole
che stiamo faticosamente imparando (…). Io sono clandestina.
Infatti ai lavoratori stranieri
è proibito tenere con sé i figli
minori, altrimenti c’è il rischio
che non se ne vadano più. Vanno
bene come forza lavoro, ma non
pretendano anche di usufruire
della protezione sociale (…).
Passano due anni e tutto fila
liscio e tranquillo quando,
inaspettata come un fulmine, arriva un’ordinanza di espulsione
per me, tempo sette giorni (…).
L’ordinanza di espulsione viene
quindi sospesa fino a quando
avrò terminato l’apprendistato, cioè tra due anni. Da quel
momento divento legalmente
clandestina. Davvero uno status
singolare, probabilmente unico
(…). Ci trasferiamo ancora,
destinazione Ginevra. Qui c’è
vita: è il posto giusto per i miei
(sorvegliatissimi) 17 anni (…).
Continuo l’apprendistato e la
mia compagna di banco nelle
ore di lezione è una coetanea
con cui entro subito in sintonia
perfetta. Finalmente mi sento
a mio agio. Sono perfino felice.
Per un anno siamo inseparabili,
fino al giorno in cui sua madre
scopre che sono italiana e le
proibisce di continuare a frequentarmi (…). Mi sento così
umiliata da odiare il mondo intero. Anche questa ferita lascerà
segni profondi e indelebili (…).
Intanto cominciano a essere
celebrati i primi matrimoni
misti tra stupore e scandalo,
secondo i punti di vista. Ormai
da molti anni i cognomi di
origine italiana di seconda e
terza generazione sono entrati
nell’albero genealogico di molte
famiglie svizzere e si trovano in
tutti i settori: sociale, imprenditoriale, sportivo, culturale e
perfino politico. E, paradosso
della storia, alcuni di questi
sono perfino fra i sostenitori
dei periodici referendum per
l’espulsione degli stranieri che
la destra nazionalista non rinuncia a riproporre.
Argentovivo luglio 2008
“A
nni ’50: faticosi
tentativi di
ridare alla vita
quotidiana una
forma normale. La guerra è
finita da dieci anni. Pochi per gli
adulti che l’hanno subita tutta,
molti per noi adolescenti che ne
abbiamo un ricordo più sfumato,
fatto per lo più di immagini, di
episodi singoli, non sempre coerentemente collegati gli uni agli
altri (…). La lunga, durissima
lotta dei lavoratori delle “Officine Reggiane” si è conclusa da
quattro anni con una dolorosa
sconfitta e una marea di licenziamenti. Pochissimi gli operai
che vengono fatti rientrare,
rigorosamente selezionati tra
coloro che non hanno partecipato all’occupazione e che non
l’hanno sostenuta. Gli altri – e
sono la stragrande maggioranza – non potendo trovare una
nuova occupazione in un paese
il cui sviluppo industriale postbellico non è ancora decollato,
scelgono la via dell’emigrazione.
E’ la grande diaspora delle
“Reggiane”. Mio padre, insieme
a molti altri, sceglie di andare in
Svizzera, dove la professionalità
degli ex operai delle “Reggiane”
è conosciuta e apprezzata. Io
resto a Reggio ancora un paio di
anni, il tempo di finire le scuole
medie, poi raggiungo i miei
genitori (…). L’impatto è duro.
Mi sembra di essere arrivata
su un altro pianeta (…). Qui
tutto sembra previsto, pianifi-
17
Appuntamenti
Festa di Liberetà: anziani,
comunicazione e diritti
Mirna Marchini
Segretaria
regionale Spi-Cgil
Argentovivo luglio 2008
L
18
a festa di Liberetà,
nella sua XV edizione,
si è svolta dal 18 al
20 giugno a Taranto,
una bellissima città ricca di
storia, importante centro della
Magna Grecia come testimoniano i magnifici reperti del
suo museo archeologico,
oggi città dei due mari, con
il ponte girevole, l’arsenale,
la cantieristica, l’Italsider
e l’Ilva e purtroppo i gravi
problemi ambientali, le morti
bianche, la disoccupazione.
Città oggi amministrata da una
giunta di centro sinistra, che
ha ereditato dalla destra una
pesante situazione di dissesto
finanziario, ma una comunità,
come ha detto il Sindaco Ippazio Stefàno durante l’incontro
in Comune con dirigenti e
attivisti di Liberetà e dello Spi,
che non vuole soccombere e
che sta reagendo per rimettersi in piedi e scommettere sul
proprio futuro.
Tradizionalmente la festa
di Liberetà è sempre un’occasione per riflettere sulla
diffusione e sullo sviluppo
della rivista nazionale dello
Spi, ma anche per discutere,
con giornalisti e personalità
del mondo della cultura, dei
linguaggi della comunicazione,
dei condizionamenti dell’informazione nel nostro Paese, di
democrazia e partecipazione.
Al teatro Orfeo, come da programma, si svolge l’incontro
dibattito moderato da Giorgio
Nardinocchi, direttore di
Liberetà, sui linguaggi della
comunicazione tra diritti di
cittadinanza e partecipazione. Mara Nardini, Segretaria
nazionale Spi e responsabile
dell’informazione introduce
l’appuntamento rilevando che
gli anziani in genere hanno
uno scarso accesso ai nuovi
media e vivono il rapporto con
la televisione con un ruolo pas-
sivo che aumenta l’isolamento
e la desocializzazione. L’Italia
è un Paese che invecchia, è
importante rapportarsi con
questa fascia di età, ma i media e anche la carta stampata
sembrano accorgersene solo
per gravi fatti di cronaca, gli
approfondimenti sui problemi
sociali non trovano spazio e si
deve principalmente alla tenacia del nostro Presidente della
Repubblica se oggi i media
parlano di infortuni e morti sul
lavoro. L’invecchiamento è di
solito visto e descritto come
un problema, e spesso messo
in contrapposizione con le esigenze delle nuove generazioni,
così si crea un clima sociale
sfavorevole e discriminatorio
come denuncia il 43% degli
ultra sessantacinquenni e non
si favorisce la promozione di
solidarietà intergenerazionale,
cittadinanza attiva, partecipazione consapevole. La nostra
rivista Liberetà è uno strumento importante di comunicazione e informazione, parla
calciopoli, il crac Parmalat,
un linguaggio universale, da
e i fatti della clinica Santa
visibilità alle persone e ai loro
Rita, senza le intercettazioni
problemi, dà voce ai diritti ai
telefoniche non sarebbero
bisogni, alle aspettative. Un
venuti alla luce e soprattutto
vero esempio di controinfornel caso Parmalat, le truffe ai
mazione e di stampa libera.
risparmiatori sarebbero andaInfine la Nardini denuncia con
te avanti per anni”. In
vigore il pericolo confine Natale dichiara
tenuto nel disegno di
che i giornalisti sono
legge sulle intercettazioni fortemente
Epifani: “tanti pronti allo sciopero,
voluto da Berlusconi,
diritti con- e che è importante
che non solo lede i
quistati con costruire alleanze
contro il disegno di
diritti dei giornalisti
l’accordo sul legge, con i Sindacati,
a fare informazione,
welfare sono con le Associazioni
ma anche quello dei
cittadini ad essere
cancellati” dei Consumatori
perché una democrainformati e impedizia che non permette
sce il formarsi di una
la conoscenza è una
opinione pubblica
democrazia malata. Sergio
consapevole, democratica e
Staino, il bravo vignettista ci
partecipata. Carlo Rognoni,
racconta un paio di aneddoti
consigliere d’amministrazione
veramente divertenti che
Rai, poi, rispondendo ad una
suscitano ilarità e simpatia e
precisa domanda del modeper un po’ dimentichiamo la
ratore, dice che “fino a che
politica, i problemi. Abbiamo
è in vigore la legge Gasparri,
ancora il sorriso sulle labbra
la tv italiana sarà un inferno”
quando si fa buio in sala e si
perché è la politica che ha
diffondono le note della canin mano la governance della
zone Stasera torno prima della
tv pubblica mentre invece
cantautrice Mariella Nava,
il sistema politico dovrebbe
il video che è proiettato ci
solo stabilire gli indirizzi
ripiomba nella drammaticità
generali e gli amministratori
della cronaca degli ultimi giorgestire l’azienda. Rispetto alla
ni. Si parla di morti sul lavoro
programmazione estiva spesso
le parole sono come macigni e
scadente e piena di repliche,
ci ricordano che nel 2007 1.341
Rognoni ha ribadito che l’estapersone sono uscite da casa e
te non è una stagione proficua
non sono più rientrate, erano
per la pubblicità perché gli
solo andate a lavorare. La giospettatori sono prevalentevane cantautrice ha lavorato
mente anziani e per l’econosu questi temi con impegno e
mia a due versanti (ascolti/
sensibilità, regalando la canzopubblicità) della Rai gli
ne alla Associazione nazionale
anziani non sono un pubblico
mutilati ed invalidi sul lavoro
appetibile. E’ Roberto Natale
perché serva a raccogliere
presidente della Federazione
fondi a sostegno delle famiglie
Nazionale della Stampa che
che hanno perso un congiunriprende il tema del disegno
to. Nell’oscurità della sala,
di legge sulle intercettazioni
ci asciughiamo le lacrime, la
evidenziando che gli italiani
commozione è tanta, le parole
hanno il diritto ad essere
della canzone, le immagini
informati sui temi di grande
del video toccano le nostre
rilevanza sociale, si tratta di
coscienze. Infine un lungo
notizie e non di pettegolezzi,
applauso liberatorio chiude
va garantito il diritto alla
l’indimenticabile incontro. Nel
riservatezza e vanno puniti gli
pomeriggio il dibattito con gli
eccessi, ma le informazioni
attivisti sulle nuove prospettivanno date. “Le scalate finanve per la diffusione di Liberetà
ziarie ed editoriali del 2005,
e l’attesa premiazione degli
attivisti del giornale. Con la
manifestazione conclusiva al
gremito Palafiom di Taranto si
chiude la festa, Carla Cantone,
neo Segretaria Generale dello
Spi, e Guglielmo Epifani fanno
il punto sugli ultimi provvedimenti del governo che ha
convocato le parti sociali solo
per comunicare le decisioni
assunte, senza tenere minimamente conto di piattaforme e
richieste sindacali. La finanziaria di Tremonti approvata in
nove minuti e mezzo accentra
le decisioni, taglia i fondi per
servizi a giovani ed anziani e
scarica i problemi sugli enti
locali. La Carta per aiutare gli
anziani più poveri ei loro consumi primari, ci fa tornare alla
tessera dei poveri nel dopoguerra. è solo un po’ di carità e
di compassione, se si vogliono
aiutare i pensionati dice Carla
Cantone, bisogna aumentare le
pensioni, istituire il tavolo per
il potere d’acquisto, intervenire su prezzi, tariffe, costo della
vita, aumentare le detrazio-
ni fiscali. Riprende poi il
Segretario Generale della Cgil
che tanti diritti, ultimamente
conquistati con l’accordo sul
Welfare, sono cancellati, ma la
Cgil che questo governo vuole
indebolire, non si farà incitare,
risponderà con fermezza autonomia ed equilibrio per fare
capire che se regrediscono i
diritti fondamentali non c’è
sviluppo e futuro per il Paese.
Infine Guglielmo Epifani
esorta gli anziani ad essere di
esempio, trasmettere memoria
ai giovani che vivono momenti
di smarrimento, costruire una
catena con cui la Cgil si rinnova e si ritrova, perché i valori
camminano sulla passione dei
giovani che sono il futuro del
Paese, agli anziani il compito
di un abbraccio ideale per dare
loro speranza. Non dimenticheremo facilmente questa
quindicesima edizione della
Festa, per l’alto contenuto dei
dibattiti, per l’ospitalità, per le
bellezze naturali della Puglia
e di Taranto, per il calore e
l’affetto delle sue genti.
Argentovivo luglio 2008
Appuntamenti
19
Dimensione Cgil
Sindacato, la nuova
segreteria confederale
a cura di Mayda Guerzoni
Argentovivo luglio 2008
L
20
tari PD; Marigia Maulucci
a Cgil ha una nuoe Mauro Guzzonato.
va segreteria naEcco in sintesi i profili dei
zionale: dieci comnuovi segretari confederali
ponenti,
cinque
con le rispettive attribuziouomini e cinque donne, con
ni degli incarichi loro afficinque new entry: Susanna
dati dal Comitato direttivo
Camusso segretaria gene(nella seduta della settimarale Cgil Lombardia; Vera
na dopo).
Lamonica segretaria geneSusanna Camusso (nata a
rale Cgil Calabria; Agostino
Milano nel 1955), impegnaMegale presidente dell’Ires;
ta nell’attività sindacale
Enrico Panini segretario
dal 1975 nella categoria dei
generale Flc (lavoratori delmetalmeccanici di Milano,
la conoscenza); Fabrizio
entra nella segreteria Fiom
Solari segretario generale
milanese, successivamente
Filt (trasporti). Riconferin quella regionale Lombarmati Paola Agnello Modidia poi nella nazionale. Nel
ca, Fulvio Fammoni, Mo‘97 diventa segretario generena Piccinini e Nicoletta
rale della categoria dell’agro
Rocchi. L’organismo è stato
industria (Flai) lombarda,
eletto il 17 giugno dal Comifino all’elezione a segretatato direttivo confederale,
rio generale Cgil regionale
su proposta del segretario
nel 2001. In segregenerale Guglielmo
teria nazionale Cgil
Epifani, con 102 voti
a favore (70,8%), 39 Cinque uomini seguirà le politiche
contrari, 2 astenuti e cinque donne dei settori produte 1 scheda bianca compongono tivi, piccola media e
(hanno votato 144 la segreteria grande impresa, cooperazione, artigiamembri del diretdella Cgil
tivo su un totale di
rinnovata il 17 nato, agricoltura.
Vera
Lamonica
163 aventi diritto).
giugno
(Lamezia
Terme
I neosegretari su1956) dal ‘78 nella
bentrano a Carla
Federbraccianti di
Cantone, eletta alla
Catanzaro, passa poi alla caguida dello Spi Cgil nazionategoria regionale, alla Cgil
le; Paolo Nerozzi e Achille
regionale Calabria e nel ‘93
Passoni, divenuti parlamen-
miche e sociali della Cgil. A
nella segreteria regionale
lui faranno capo le politiche
della Funzione Pubblica camacroeconomiche di bilanlabrese, che dirige in seguicio dello stato, bilanci locato come segretaria generale
li, prezzi e tariffe, responsafino al 2000, quando viene
bilità sociale d’impresa.
chiamata nella segreteria
Enrico
Panini
regionale della Cgil
(Reims 1954), deleCalabria. Nel 2006
diventa la prima Cinque le new gato dal 1974, entra
segretaria genera- entry: Susan- nella Cgil Scuola
le donna di quella na Camusso, di Reggio Emilia
confederazione. Si Vera Lamoni- che guida in prima
occuperà di poli- ca, Agostino persona dall’82, arMegale,
rivando al vertice
tiche di coesione
economica e sociale Enrico Panini, regionale e quindi
del mezzogiorno, ri- Fabrizio Solari nazionale della categoria, di cui diventa
forme istituzionali
leader nel ’91. Protae federalismo, legagonista dell’unificazione tra
lità e sicurezza
Cgil Scuola e sindacato uniAgostino Megale (Cittanoversità-ricerca, da cui nasce
va –RC 1953) assume dal ‘72
la Federazione Lavoratori
diversi ruoli nella categoria
della Conoscenza (Flc), al
del tessile abbigliamento
primo congresso del 2006 Pa(Filtea) di Milano e dall’83
nini viene eletto segretario
nella segreteria nazionale
generale della nuova categodella categoria, della quaria. Ora è responsabile Cgil
le diventa segretario genenazionale delle politiche
rale nel 1991. Ricopre vari
organizzative, finanziarie e
incarichi di livello europeo
amministrative, formazione
(commissione di settore sui
sindacale e informatica.
Comitati Aziendali Europei
Fabrizio Solari (La Spezia
–CAE, presidenza commis1958) è in Cgil dal 1978, prisione contrattuale tessile
ma nella segreteria provineuropea) fino alla vice-preciale della categoria delle
sidenza del sindacato tessicostruzioni (Fillea) di La
li internazionale. Nel 2000
Spezia, poi nella segreteria
diventa presidente dell’Ires,
provinciale della Funzione
l’istituto di ricerche econo-
Dimensione Cgil
Pubblica, quindi segretario
generale della Fiom. Dal
1990 è segretario generale
di quella Camera del lavoro.
Nel 1997 entra nella segreteria nazionale della Filt e
nel 2003 diventa segretario
generale della categoria. Si
occuperà di politiche delle
Reti e politiche del terziario.
Questi gli incarichi degli
altri segretari riconfermati: a Paola Agnello Modica
le politiche dell’ambiente
e del territorio, abitative,
sicurezza del lavoro; a Fammoni le politiche attive del
lavoro, formazione e ricerca, informazione e comunicazione, ufficio handicap,
politiche culturali e giovanili; a Morena Piccinini le
politiche della previdenza,
salute e assistenza, immigrazione, Terzo Settore e
volontariato, nuovi diritti,
contrattazione sociale e
territoriale, sport e tempo
libero; a Nicoletta Rocchi
le politiche internazionali
e della cooperazione, Segretariato per l’Europa, commercio internazionale. Le
politiche dei settori pubblici e le politiche per le pari
opportunità sono in capo al
segretario generale.
Giordano Giovannini è il nuovo segretario delle categorie Filcem (elettrici e chimici)
e Filtea (tessili abbigliamento) dell’Emilia-Romagna. Lo hanno eletto (25 giugno) i
Comitati Direttivi regionali delle due categorie, in coerenza con i dispositivi assunti
dai due Comitati Direttivi nazionali Filcem e Filtea, i quali hanno dato il via alla
costituzione di una nuova unica categoria, attraverso un percorso che si concluderà al prossimo congresso. Alla riunione, presieduta dal segretario generale Cgil
Emilia-Romagna Danilo Barbi, sono intervenuti i segretari generali nazionali della
Filtea Valeria Fedeli e della Filcem Alberto Morselli. A scrutinio segreto, Giordano
Giovannini è stato eletto segretario generale Filtea dal Comitato Direttivo di quella
categoria (con 22 voti favorevoli e 2 contrari) e analogamente segretario generale
Filcem (con 40 Si, 9 No, 1 astenuto).
Filcem e Filtea regionali Emilia-Romagna sono le prime strutture in Italia ad avere
un unico segretario generale e avanzare così sul percorso comune verso una unica categoria, che in Emilia-Romagna potrà contare su circa 37.000 iscritti e 500
rsu elette. Finora le due categorie regionali sono state dirette la prima da Piero
De Chicu e la seconda da Manuela Gozzi, i quali sono chiamati ad assumere altri
importanti incarichi all’interno dello stesso percorso. Il valore dell’operazione è
stato sottolineato come grande sfida per il sindacato che riunirà chimici, elettrici e
lavoratori del sistema moda, di fronte alla massiccia riorganizzazione che investe
i relativi settori e all’esigenza di ricomposizione delle filiere produttive e del lavoro, per incidere nei processi e rafforzare la capacità di rappresentanza e l’efficacia
contrattuale. L’operazione avviata a livello regionale procederà ora nelle Camere
del lavoro territoriali.
Giordano Giovannini, classe ’51, romagnolo di Fontanelice, inizia la propria esperienza sindacale al Comitato disoccupati della Camera del lavoro di Imola nel ’77.
Dopo un periodo di lavoro in un’azienda metalmeccanica, entra in segreteria Fiom
di Imola di cui diventa segretario generale nell’80. Nell’86 passa alla segreteria
regionale Fiom e ci tiene a rimarcare l’importante esperienza di cooperazione allo
sviluppo con il sindacato brasiliano Cut svolta per sei mesi in Brasile. Dal ‘92 è responsabile del dipartimento industria e contrattazione Cgil Emilia-Romagna fino a
quando, nel ’99, viene eletto segretario generale della categoria agroindustria Flai
regionale.
Argentovivo luglio 2008
Una categoria unica tra chimici,
elettrici e sistema moda
21
Auser
Volontariato,
l’Associazione si riorganizza
Auser Emilia-Romagna
Argentovivo luglio 2008
I
22
l 24 giugno scorso il
comitato direttivo congiunto di Auser regionale
Emilia-Romagna ha
preso atto delle dimissioni del
presidente Giovanni Melli,
motivate sia dalla condivisione
del principio del limite del
doppio mandato, ancorché non
sancito formalmente nei regolamenti dell’associazione, che
dall’essere stato investito del
ruolo di portavoce del Forum
regionale del terzo settore e di
presidente dell’associazione
di promozione sociale “Mai
Soli” promossa dallo Spi di
Bologna. Il comitato direttivo
ha ringraziato Giovanni Melli
per il rilevante contributo di
direzione che ha garantito negli ultimi otto anni, nel corso
dei quali l’Auser regionale ha
raggiunto importanti obiettivi
organizzativi (28.000 iscritti
e oltre 10.000 volontari) e
politici, attivando processi di
adeguamento delle strutture
al quadro normativo che è
andato rapidamente modificandosi e, infine, sperimentando progetti che sono diventati
“buone pratiche” sia a livello
locale (come ad esempio
l’iniziativa Finestra sul cortile)
che a livello internazionale
(ad esempio la scuola di Dakla
in Saharawi).
Grazie all’impegno della
presidenza uscente l’Auser
regionale ha giocato un ruolo
politico molto importante nel
dibattito sul nuovo welfare
locale, non solo all’interno dei
vari livelli dell’associazione e
del sindacato, ma nel rapporto
con le istituzioni e all’interno
del Forum del terzo settore e
la designazione di Giovanni
Melli quale portavoce regionale ne è il riconoscimento
più significativo. Il gruppo
dirigente regionale dell’Auser potrà ancora contare sul
patrimonio di esperienza e
di capacità accumulato da
Giovanni Melli e da Ermanno
Zanotti, in quanto resteranno
componenti del comitato direttivo, ruolo che ci auguriamo venga confermato anche
dal prossimo Congresso, che si
terrà in autunno.
Il direttivo regionale ha infine
eletto all’unanimità la nuova
presidenza dell’Auser regionale, composta dal presidente
Franco di Giangirolamo e
dal vicepresidente Gaetano
Sambri, proposta avanzata dal
presidente di Auser nazionale
e dal presidente regionale
uscente, con parere favorevole
delle segreterie regionali di
Spi e Cgil.
Franco Di Giangirolamo ha
ringraziato il comitato direttivo per la fiducia accordata
alla nuova presidenza, dedicando un particolare ringraziamento sia a Giovanni Melli
che ad Ermanno Zanotti per
l’accoglienza e l’insegnamento che gli hanno riservato nei
due anni di lavoro comune.
Rilevante il ruolo giocato in
quest’ultimo anno da parte
della presidenza nazionale
dell’Auser e delle segreterie
regionali di Spi e Cgil, che
ci hanno aiutato in diversi
frangenti a superare alcuni
problemi e che, soprattutto,
hanno favorito l’instaurarsi
di buone relazioni politiche,
premessa essenziale per
le sfide che ci attendono.
Un appello particolare è
rivolto all’insieme del gruppo
dirigente regionale affinché
accompagni e sostenga, con
il massimo della collegialità,
l’impegno della nuova presidenza al fine di garantire un
livello di direzione adeguata
agli obiettivi strategici che la
Conferenza di organizzazione e il prossimo Congresso
andranno a deliberare e,
soprattutto, all’altezza del
grande patrimonio di valori
e di capitale sociale prodotto
dall’impegno, dall’intelligenza e dal cuore delle migliaia
di volontari e volontarie e di
soci dell’Auser.
Territori e leghe
Reggio Emilia, ricette
per un territorio in crisi
C’
è grande preoccupazione per
lo sviluppo della
zona montana
nella provincia di Reggio
Emilia. Il sindacato ha denunciato una pericolosa situazione di stallo con aziende che
chiudono, la disoccupazione
femminile che aumenta e
giovani che emigrano per
inseguire il lavoro. A tutto
questo si aggiunge il problema della viabilità sulla statale
63 che necessita di una riprogettazione complessiva per la
messa in sicurezza di alcune
tratte appenniniche. Un allarme che il sindacato denuncia
da tempo: per questo Cgil,
Cisl e Uil hanno elaborato un
documento programmatico
contenente osservazioni
e proposte che sono state
presentate ai cittadini e ai
rappresentanti delle istituzioni della montagna reggiana.
L’intento è quello di fornire
alcune indicazioni sulle linee
da seguire anche in relazione al dibattito in corso sul
futuro degli enti di secondo
grado, Comunità Montana e
Unione Comuni. Per Dusca
Bonini, della Cgil di Castelnovo ne’ Monti “in questo
territorio ci sono elementi
di qualità da cui partire. E
non si può neppure dire che
le risorse per la montagna
non ci siano: ne arrivano da
vari enti e vengono investite,
ma spesso manca un coordinamento efficace, così le
ricadute non sono concrete
come potrebbero”.
Le linee guida del sindacato partono dunque dalla
qualificazione di alcuni punti:
ambiente e territorio, innanzitutto, con la richiesta di
maggiore attenzione ad interventi edificatori di qualità e a
basso impatto paesaggistico;
per le politiche industriali è
necessario un rafforzamento
delle infrastrutture e delle
reti telematiche e d’integra-
zione tra filiere produttive
(specie attraverso i consorzi
tra imprese); la situazione
dell’occupazione può trovare
risposte se si stipulano
protocolli esigibili ed efficaci
con le istituzioni locali e con
le associazioni di categoria.
Le linee guida del sindacato
puntano inoltre sulle attività
produttive tipiche della zona
montana, sul ruolo sociale
del piccolo commercio,
sulla valorizzazione del parco
nazionale che “deve diventare
un marchio di territorio”.
Un nodo centrale per la
montagna reggiana è quello
della viabilità. Il problema
principale resta la statale 63
che deve riaffermare la sua
valenza di collegamento nazionale tra la pianura Padana
e il Tirreno attraverso un progetto di ammodernamento. E
necessaria rimane la messa in
sicurezza di alcune tratte appenniniche di fondovalle, con
il completamento della Lonza
in Val d’Enza ed il prolungamento della Gatta-Pianello
fino a Giarola.
Argentovivo luglio 2008
Paola Guidetti
Spi-Cgil Reggio Emilia
23
Territori e leghe
Imola, la nuova
contrattazione interessa
anche i pensionati
a cura
dello Spi-Cgil Imola
Argentovivo luglio 2008
V
24
orremmo invitarvi a
ripercorrere insieme il
percorso che ci ha portato alla discussione e
all’elaborazione del progetto
di riforma della struttura della
contrattazione, che interessa
anche noi pensionati. Perché
si fece l’accordo 23 luglio 1993?
Si veniva dal referendum perso
sulla scala mobile del 1984. Da
quel periodo non esistevano
più regole contrattuali e di
recupero dell’inflazione (a
quella data l’inflazione nel Paese era al 16%). Nel luglio 1992
l’allora segretario generale Cgil
Bruno Trentin firmò l’accordo
(con il Governo Amato) e si
dimise subito dopo la firma.
Trentin giustificò la firma di
quella intesa come inevitabile
per il bene dei lavoratori e
dei pensionati. Dopo un anno,
il 23 luglio 1993 l’ accordo fu
raggiunto unitariamente e con
il mandato dei gruppi dirigenti
confederali: prevedeva che i
contratti nazionali di lavoro
avessero la durata di 4 anni,con
un recupero del potere d’acquisto rispetto all’inflazione
programmata, con la verifica
sull’inflazione prevista per
l’eventuale aggiustamento,
ogni biennio, per la parte che
eccedeva quella programmata.
In sintesi il governo si impegnava a contenere le tariffe entro
l’inflazione programmata; gli
imprenditori dovevano aprire
alla contrattazione di secondo
livello, concordando che la
parte salariale fosse legata ad
indici di risultato condivisi in
azienda per tutti i lavoratori del
settore interessato (il Ccnl era
l’unico tavolo a cui si dovevano contrattare le normative
generali).
Le pensioni ogni anno dovevano recuperare con l’inflazione
programmata dei salari, essere
aggiornate sulla base dell’inflazione programmata e incrementate secondo l’andamento
annuale del Pil del Paese.
Quell’accordo venne approvato
attraverso il referendum dei
lavoratori e dei pensionati, e
passò con una buona maggioranza. L’accordo per 6/7 anni
funzionò. Poi il governo cambiò
il sistema di tassazione per non
conteggiare i rincari del paniere Istat che avrebbero inciso
sull’inflazione e non aumentare
in questo modo il recupero su
salari e pensioni; poi si incrementarono tasse e tariffe sia da
parte dello Stato, delle Regioni
e dei Comuni (tassa bollo auto,
tassa diesel, aumenti addizionali, ecc). Iniziarono così le
difficoltà economiche di lavoratori e pensionati per la perdita
del potere d’acquisto, specie
delle pensioni. Nei rinnovi dei
Ccnl, compreso quello metalmeccanico, si cominciò ad
uscire dalle regole dell’accordo:
chi nella durata del contratto
in cambio di qualche euro in
più; chi concedendo nuove
normative anche nel secondo
livello. Pochissime categorie
entravano nella gestione della
legge 30; così si ampliò il lavoro
precario; mentre le pensioni
rimanevano al palo, solo col
recupero dell’inflazione programmata.
Nel 2005, a Chianciano, all’assemblea dei quadri sindacali
Cgil, Cisl, Uil viene deciso di
costituire tre commissioni di
lavoro per discutere un nuovo
sistema contrattuale, regole e
democrazia, certificazione e
legge sulla rappresentanza, con
l’intento di giungere a posizioni
comuni, ma non si approda a
una proposta concreta. Continua il confronto unitario tra le
organizzazioni sindacali ai vari
tavoli. Poi Cisl e Uil firmarono
il Patto per l’Italia, la Cgil no;
l’accordo non verrà mai applicato. Dopo quello strappo, con
fatica si ricuce l’unità d’azione.
Unitariamente, si approva e
si mette in discussione tra i
lavoratori e i pensionati un
documento per il confronto
con il governo. Risultato: il
protocollo del 23 luglio 2007 da
sottoporre al voto dei lavoratori
e pensionati. Questo documento ha ottenuto l’approvazione
di 5,5 milioni di voti. Per le
pensioni si raggiunge un primo
risultato per un incremento
delle pensioni contributive più
basse, con l’impegno all’apertura di un tavolo che affronti
l’incremento delle altre pensioni. A novembre 2007, a Milano
l’assemblea dei quadri approva
un documento unitario da presentare al Governo per rivendicare nuove politiche fiscali,
per combattere l’evasione,
politiche per giovani e donne,
contro il precariato, in difesa
del potere d’acquisto di salari
e pensioni. Su questi punti si
era raggiunto l’accordo con il
Governo per aprire il confronto
tecnico, teso a dare risposte a
lavoratori e pensionati nella
primavera del 2008.
Ma il Governo cade. Per il
sindacato ciò ha significato non
essere riusciti a raggiungere i
risultati concordati e il disagio
si fa sempre più forte. Dal voto
delle elezioni politiche emerge
che oltre 3 milioni di voti dalla
sinistra passano alla destra.
Tanti sono anche voti di pensionati e lavoratori.
Arriviamo così alla piattaforma unitaria. Il Sindacato,
in questi ultimi anni, è stato
accusato da molti di essere
vecchio e conservatore, di non
rappresentare più i lavoratori,
i pensionati e tanto meno i
giovani, di frenare lo sviluppo
del Paese. Già in campagna
elettorale il centrodestra aveva
rassicurato Confindustria che
si sarebbe affrontata la riforma
della contrattazione. La Cgil
ha lavorato con Cisl e Uil a
un testo unitario e questo è
il punto di maggiore forza di
questo documento,che oggi
viene sottoposto al giudizio
di lavoratori e pensionati.
Viene mantenuto e valorizzato
il contratto nazionale,viene
ricostruito un nuovo sistema
di calcolo per il recupero
reale dell’inflazione; la durata
di tre anni dei contratti; il
rafforzamento del contratto
di secondo livello con possibilità di estensione territoriale;
nuove regole di garanzia della
democrazia al termine di ogni
accordo col passaggio al voto
di lavoratori e pensionati; la
certificazione obbligatoria
degli iscritti alle organizzazioni
sindacali, per assicurare la
reale rappresentanza e sancire
la rappresentatività delle sigle.
Sarebbe stato molto grave se
la Cgil si fosse sottratta alla
sottoscrizione di questa piattaforma. La rottura dell’unità
sindacale non sarebbe stata
capita. Come Spi, assieme a
Fnp e Uilp, abbiamo bisogno di
rilanciare le nostre proposte
portando alle assemblee un
ordine del giorno, per far sì che
le tre segreterie confederali
nazionali prendano atto della
nostra partecipazione e rafforzino le nostre richieste:
• recupero del potere d’acquisto delle pensioni con
l’incremento di quelle di importo superiore a 645 euro
mensili estendendo gradualmente la 14^ mensilità;
• unificazione del livello di
reddito non tassato, tra
pensionati e lavoratori
dipendenti;
• approvazione della legge
delega e incremento del
fondo nazionale per la non
autosufficienza;
• una nuova politica per
prezzi e tariffe che eviti la
speculazione e assicuri più
tutela ai redditi fissi.
Argentovivo luglio 2008
Territori e leghe
25
Territori e leghe
Bologna,
sei incontri sulla
non autosufficienza
Argentovivo luglio 2008
Bruno Pizzica
Segretario generale
Spi-Cgil Bologna
26
“D
avvero una
bella iniziativa,
della quale
si avvertiva
il bisogno”, così la direttrice
del Distretto socio sanitario
di Porretta ha commentato
uno dei sei incontri programmati dallo Spi di Bologna nei
Distretti del territorio, per
discutere di non autosufficienza, fondo regionale, badanti e
tutto quello che c’è attorno.
Commento appropriato (e non
isolato), giacché si è trattato
davvero di un giro interessante e proficuo: intanto sul
piano della partecipazione,
con diverse decine di persone
presenti in ciascuna delle
iniziative, un dibattito preciso
e attento, un pubblico formato
non solo dai nostri attivisti ma
anche da cittadini coinvolti e
consapevoli. La presenza agli
c’è molto da lavorare per
incontri del Sindaco capofila
riorganizzare e rendere più efe del Direttore di ciascun
ficace e rispondente ai bisogni
Distretto, ha fatto sì che si
tutta l’assistenza domiciliare.
potessero approfondire i temi
Troppo poche le ore pro-capite
di maggiore attualità relativi
(in media 3 o 4 a settimana),
all’argomento, facendo un puntroppo ristretto l’arco orario di
to preciso della situafunzionamento (quasi
zione in particolare
C’è sofferenza sempre dal lunedì al
sullo stato di impegno
venerdì, in orari solo
nella filiera diurni). La stessa
dei fondi stanziati
dei servizi: le Regione del resto, ha
messi a disposizione
dei territori dal Fondo strutture resi- espressamente posto
regionale per la non
la necessità di una indenziali
autosufficienza. Ne
disponibili non tensa riorganizzazioè emerso un quadro
ne di questo servizio
soddisfano la che lo estenda sulle
in movimento, com’è
richiesta
giusto in un settore
12 ore per 7 giorni,
di definirne con ragionevole
così delicato, con
garantisca più ore
approssimazione l’entità, a
situazioni diverse
pro- capite, qualifiprogetti di formazione sosteda Distretto a Distretto, che
chi ulteriormente le proprie
nibile sia dalla lavoratrice
ci propone la necessità di
funzioni valorizzando, anche
che dalla famiglia (non certo
svolgere fino in fondo il nostro
per questa via, ruolo e funzioni
le 120 ore prescritte dalla
compito negoziale e di rappredel lavoro sociale. Ovviamente
Regione), al passaggio fondasentanza. C’è ancora sofferenattenzione particolare è stata
mentale dell’incontro
za nella filiera dei servizi: le
riservata alle badanti:
domanda-offerta da
strutture residenziali dispoun fenomeno in larga
Dai
sei
incontri
riportare in un alveo
nibili con i circa 4.000 posti
crescita che ormai
temi
e
spunti
pubblico. Su due
complessivi, non soddisfano
copre da solo ed in
punti ci si è soffermaper una
per intero la richiesta e non
modo del tutto autorraggiungono lo standard fisganizzato il pezzo più
piattaforma ti in particolare: la
sato dalla Regione al 3% della
rilevante del servizio sulla non auto- necessità di definire
per ogni anziano non
popolazione ultra settantacin(per ogni non autosufficienza
autosufficiente un
quenne; stesso problema per
sufficiente assistito
progetto di assistenza
le strutture semiresidenziali, i
dal pubblico, ce ne
personalizzata, anche
Centri Diurni, particolarmente
sono più o meno 4
quando si sceglie la
carenti proprio nel Distretto
che si rivolgono al babadante e l’opportudella Valle del Reno. Situaziodantato): i problemi
nità
di
garantire
alle famiglie
ne migliore per gli assegni di
emersi sono quelli già ampiaun
“tutor”,
un
operatore
cura che vengono sostanzialmente noti, dalla necessità
pubblico (o delle cooperative
mente garantiti a tutti coloro
di un monitoraggio attento
convenzionate) che tenga
che ne fanno richiesta, mentre
del fenomeno che consenta
sotto controllo lo svolgersi
del rapporto di lavoro e della
convivenza e che, in qualche modo, faccia da garante
rispetto sia alla qualità della
assistenza prestata sia alla
correttezza del trattamento
riservato alla badante. Sta qui
un punto essenziale per tenere
dentro al sistema pubblico
questa realtà. Infine il tema
del sostegno finanziario: bene
la previsione esplicita dei 160
euro mensili fatta dalla Regione, ma troppo rigidi i meccanismi ai quali viene legata
e che rischiano di escludere
moltissimi casi, che resteran-
no immersi nel nero. E adesso?
Proveremo a riassumere tutti
i temi e gli spunti emersi dai
sei incontri (coinvolgendo
anche Fnp e Uilp) facendoli
diventare l’ossatura di fondo
di una piattaforma compiuta
e di medio periodo sulla non
autosufficienza. L’obiettivo è
di discuterne in una ulteriore
iniziativa pubblica che sia centrata sul settimo Distretto del
territorio, quello di Bologna
città e quindi di proporla
come base di riferimento
per i confronti di mandato
che pensiamo di chiedere a
tutti i candidati sindaci della
prossima tornata elettorale
amministrativa. Perché sia
chiaro subito che questo problema è e resta una priorità.
Argentovivo luglio 2008
Territori e leghe
27
Territori e leghe
Un premio
alla lega di Meldola
Ada Paganelli
Spi-Cgil Forlì
Argentovivo luglio 2008
A
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bbiamo sempre
dibattuto sul ruolo
della lega, abbiamo
sempre sostenuto
come la lega sia non solo
il luogo decentrato della
nostra Organizzazione, ma il
più capillare punto d’ascolto
capace di rappresentare la
complessità sociale presente
in quel territorio: il luogo
politico reale dove esprimere
democrazia, partecipazione,
solidarietà, sensibilità diverse, il luogo della ricomposizione sociale in una società
così frammentata e disorientata come quella in cui
viviamo. Abbiamo sempre ritenuto la lega un patrimonio
per lo Spi e per l’intera Cgil
e oggi ne abbiamo conferma
anche dalle Istituzioni. In
occasione del 60° anniversario della Costituzione
italiana, l’amministrazione
comunale di Meldola ha conferito onorificenze a singoli
cittadini e alle forme associative della comunità che si
sono distinte con particolari
meriti. Quale riconoscimento
all’azione sindacale, all’impegno e al lavoro svolto, è
stata premiata la lega Spi,
sempre attenta alle problematiche del territorio
e sempre pronta a ideare,
proporre e partecipare a
iniziative sociali, culturali e
politiche. Oltre al confronto
costante con l’Amministra-
zione comunale, agli incontri
sulla discussione del bilancio e delle politiche socio
sanitarie, la presenza della
lega di Meldola è stata determinante per la programmazione della “Giornata della
memoria”, con la lettura
collettiva del libro di Primo
Levi: ha partecipato alla visita al campo di internamento
di Cà Fossoli e al sacrario
di Marzabotto insieme alle
locali scolaresche. La lega è
inoltre in stretto contatto,
tramite una sua delegazione,
con il Sindacato pensionati
in Bosnia, condividendo
un progetto di solidarietà
internazionale di scambio e
aiuto in quello stato. Molto
apprezzati e attesi sono
i momenti ricreativi e le
occasioni colloquiali con
gli ospiti della locale casa
protetta dove la lega Spi,
oltre agli incontri periodici
per la verifica delle condizioni degli anziani e le analisi
delle rette, contribuisce
all’organizzazione di feste e
uscite nelle vicine campagne
per assistere alla “mietitura
del grano” e alla “spannocchiatura del granoturco”.
Una particolare attenzione
viene data agli eventi culturali, politici (le celebrazioni
del 150° anniversario della
morte di Felice Orsini nativo
di Meldola) e alle iniziative
naturalistiche finalizzate
alla valorizzazione del territorio (escursione con guida
alla Riserva naturale di
Scardavilla). “Questa onorificenza premia tutto il lavoro
di squadra che il Direttivo
di lega ha saputo mettere in
campo”, commenta Marino
Bandini, segretario della
lega di Meldola. Ci uniamo a
questo commento inviando
un sentito ringraziamento a
questa squadra che sa creare
legami e relazionalità personale e collettiva dove ognuno
sa immettere la propria animosità, creatività, generosità,
capacità e competenza che
danno un senso compiuto alla
rappresentanza dello Spi.
Le stagioni della memoria
La strage dell’Italicus
Un’altra storia della Repubblica/22
Siamo alla ventiduesima parte della ricostruzione storica dell’Italia curata appositamente per Argentovivo da
Gianni Flamini, giornalista, ricercatore e saggista. E’ il 4 agosto 1974: un ordigno incendiario esplode in uno scompartimento del quinto vagone del treno Italicus in servizio tra Roma e Monaco di Baviera partito il pomeriggio
precedente alle 17,30 dalla stazione Tiburtina con 400 passeggeri. E’ la strage fatta preannunciare da Almirante. Lo
scoppio avviene all’ingresso della piccola stazione di San Benedetto Val di Sambro (50 chilometri da Bologna) prima dell’uscita dalla grande galleria dell’Appennino.
Argentovivo luglio 2008
Gianni Flamini
D
a mesi vanno susseguendosi attentati
contro ferrovie e
treni, oltre al resto,
soprattutto in Toscana, rivendicati da bande che si firmano
Ordine Nero e Fronte Nazionale Rivoluzionario. Quest’ultima
ha il suo astro di riferimento
in Mario Tuti, empolese. Lo
sfrenato attivismo terroristico
in corso, dietro il quale si
profileranno anche le ambizioni e i quattrini del capo-loggia
Licio Gelli, ha ovviamente
delle motivazioni. Ne accennerà un giudice istruttore del
Tribunale di Bologna, secondo
il quale si sta verificando una
“notevole crescita delle forze
di sinistra sicché non pareva
improbabile un loro accesso al
potere”.
Ed ecco farsi avanti uno strano
profeta. E’ il segretario del
Msi Almirante che decide di
suonare l’allarme e che il 15
luglio 1974 chiede di essere
ricevuto al Ministero dell’interno dal capo dell’Antiterrorismo Emilio Santillo. Lo avverte
che un avvocato “di nessuna
I soccorsi dopo lo scoppio dell’ordigno sul treno Italicus
coloritura politica” ha ricevuto
le confidenze di un dipendente
dell’Università di Roma che
ha visto negli scantinati della
Facoltà di fisica “una vera e
propria santabarbara” e una
cartina millimetrata di Roma
segnata con un cerchio tracciato sulla stazione Tiburtina
e con due indicazioni: 5,30
e Palatino. Due giorni dopo
Almirante manda a Santillo un
biglietto con i nomi di tre probabili terroristi, tutti associati
a gruppi extraparlamentari di
sinistra.
Ma i conti non tornano. Uno
dei tre nomi è sbagliato, il secondo è troppo comune e non
consente una identificazione
certa, il terzo è di un tale che
manca da Roma da parecchio
tempo. E poi dalla stazione
Tiburtina non parte il treno
Palatino ma il treno Italicus;
l’ora, se per le 5,30 si intendono le 17,30, è invece giusta.
Poi salteranno fuori altri nomi.
L’avvocato “di nessuna coloritura politica” è in realtà Aldo
Basile, presidente della Commissione di vigilanza del Msi,
e il suo confidente si chiama
Francesco Sgrò, bidello e garagista, che lavora anche alla
Facoltà di fisica dell’Univer-
29
Argentovivo luglio 2008
Le stagioni della memoria
30
La strage dell’Italicus alle porte di Bologna
sità. Prospettando in anticipo
una fantomatica “pista rossa”
per una strage ancora di là da
venire costui si proporrà come
il primo inquinatore delle
future indagini. Trascorso
non molto tempo e a strage
avvenuta le sue “rivelazioni”
si dissolveranno in una raffica
di smentite e di ritrattazioni
mentre il posticcio supertestimone dirà di se stesso: “Io
sono solo un matto”.
La storia del profeta Almirante viaggia in parallelo con
un’altra storia che ha come
protagonista Edgardo Sogno.
Il 28 luglio si presenta al
Consiglio nazionale del Pli,
il partito a cui è iscritto, e
afferma l’esigenza di “un colpo
di stato liberale”. Ha già messo
a punto quello che sarà poi
definito “golpe bianco”, ossia il
progetto di un “governo provvisorio espresso dalle forze
armate e composto da tecnici
e militari”. Data prevista il 10
agosto, ma non accadrà nulla.
Tornando alla storia di Almirante, al Ministero dell’interno
giudicano sballate le confidenze di Sgrò. Non hanno trovato
nessuna santabarbara e il
questore Federico D’Amato,
formalmente rimosso dal servizio segreto del Ministero e
mandato a fare il poliziotto di
frontiera (competente anche
per le stazioni ferroviarie)
decide di abolire a partire
dal 1° agosto la sorveglianza
speciale a cui è stata sottoposta la stazione Tiburtina. Il
giorno precedente si è fatta
avanti un’altra profetessa, del
Sid. Infiltrata nel Pci, di cui
ha la tessera, e negli ambienti
degli studenti greci in Italia
invisi ai colonnelli di Atene,
lavora in un ufficetto del Sid
in via Aureliana e il 31 luglio
è scesa in una vicina ricevitoria del lotto per fare una
telefonata privata. Secondo
quanto riferiranno la titolare e
l’impiegata della ricevitoria ha
detto al telefono: “Le bombe
sono pronte. Da Bologna c’é
il treno per Mestre. Lì trovi la
macchina per passare i confini. I passaporti sono pronti”.
Il magistrato che andrà a
interrogarla se la prenderà
comoda e invierà al Tribunale
di Bologna un rapporto sulla
vicenda solo verso la fine di
settembre.
Ma aldilà dei polveroni
presenti e futuri una cosa è
certa. La seconda città nella
lista del terrore per il 1974 è
Bologna. La prima era Brescia.
La conferma arriva all’1,20 di
mattina del 4 agosto. Un ordigno incendiario esplode in uno
scompartimento del quinto
vagone del treno Italicus in
servizio tra Roma e Monaco di
Baviera partito il pomeriggio
precedente alle 17,30 dalla
stazione Tiburtina con 400
passeggeri. E’ la strage fatta
preannunciare da Almirante.
Lo scoppio avviene all’ingresso della piccola stazione di
San Benedetto Val di Sambro
(50 chilometri da Bologna)
prima dell’uscita dalla grande
galleria dell’Appennino. Il
macchinista del treno riesce a
portare e a fermare il convoglio all’aperto. Il quinto
vagone brucia furiosamente:
12 passeggeri muoiono carbonizzati, i feriti sono 40.
Come a Brescia le indagini si
attardano a frugare il sottobosco locale della manovalanza
neofascista e lì si impantaneranno. Nessuna autorità
informativa collaborerà da
Roma, i pochi contributi che
ne verranno andranno nel sen-
Le stagioni della memoria
Mario Tuti
dell’Italicus è ascrivibile ad
un’organizzazione terroristica
di ispirazione neofascista operante in Toscana; la Loggia P2
svolse opera di istigazione agli
attentati e di finanziamento
dei gruppi della destra extraparlamentare. La Loggia P2 è
quindi gravemente coinvolta
nella strage e può ritenersene
responsabile in termini non
giudiziari ma storico-politici
quale essenziale retroterra
economico, organizzativo e
morale”. Gelli seguiterà a
vivere tranquillo nella sua villa
dalle parti di Arezzo.
Quanto al generale Maletti,
al riparo all’estero da ogni
possibile conseguenza penale,
il tempo di spezzare il pane
di qualche segreto che tale
non sarà più da almeno
una generazione verrà solo
Il simbolo della loggia massonica P2
nell’agosto 2000. Sceglierà un
giornale come confessionale
per dire: “La Cia voleva creare,
attraverso la rinascita di un
nazionalismo esasperato e
con il contributo dell’estrema
destra, Ordine Nuovo in particolare, l’arresto dello scivolamento verso sinistra. Questo è
il presupposto della strategia
della tensione. Nei Servizi
Licio Gelli
esisteva un orientamento
favorevole a questo progetto”.
Quasi una disquisizione da
salotto. Della strategia della
tensione aveva dato una ben
più precisa valutazione il
pubblico ministero a Padova
Luigi Nunziante prima della
fine del 1974. L’aveva definita
“mezzo ignobile di condizionamento politico e sociale”.
La campanella
Poveri contro poveri
“Fatti non foste a viver come bruti,/ ma per seguir virtute e conoscenza” fa dire Dante ad
Ulisse intendendo che bisogna vivere da uomini nella pienezza e nella unicità di ciò che
si è. E Freud nel secolo appena scorso ha risposto ad Einstein che chiedeva a lui, studioso
dell’animo umano, come mai l’uomo si “esaltasse” di guerra, che nell’animo ci sono pulsioni aggressive-distruttive e pulsioni d’amore e che scopo della vita era “conoscersi” e
tenere in equilibrio questi “appetiti”. Di certo non aiuta questa “conoscenza di sé”, che è
il senso d’ogni filosofia, né tanto meno lo sforzo continuo di “equilibrio”, una società che
mette gli uni contro gli altri e particolarmente, tenendo a modello i ”ricchi e famosi” che
tutti vorrebbero imitare, i poveri contro i poveri. Nel continuo sforzo di “maturità sociale”
ognuno deve fare la sua parte e non può tirarsi fuori “giudicando”. Questo deve essere anche il filo conduttore di un’educazione di cui la politica deve farsi carico. Da più di dieci anni
abbiamo lasciato che prosperassero gli “ultras” in ogni campo di calcio, dove pensiamo
“finiscano” quando vanno a votare? Lo stesso vale – basta chiedere – per i giovani che si
“affacciano al voto”. Democrazia è sempre partecipazione non solo confronto-dibattito di
idee. Un giorno ha bussato alla porta/ un giovane “vu cumprà”./ Io l’ho scacciato scontrosa/ “Sei ricca” m’ha detto/ “Macchè!” Povera ero e sono/ anche del solo sorriso/ simile
in tutto al suo/ un euro per accendino. La zingarella chiedeva al semaforo/ una moneta
che non le ho dato/ Ha visto sul sedile la mimosa/ e m’ha indicato un ramo/ Sul bordo al
marciapiede s’è seduta/ a lungo ha goduto del profumo/ a lungo con amore m’ha sorriso.
Il vero nemico è la paura: ricordiamo allora insieme le parole di Falcone e Borsellino: “Certo
che abbiam paura di morire, ma chi ha paura muore un po’ ogni giorno”.
Argentovivo luglio 2008
so opposto. Prima il generale
del Sid Maletti dichiarerà a
Bologna che i terroristi vanno
cercati tra i neonazisti della
Germania Federale (ma non
riuscirà ad scovarne nessuno);
poi, quando il nome di Licio
Gelli affiorerà dalle indagini,
il direttore del Sid ammiraglio Mario Casardi scriverà ai
giudici che “il Sid non dispone
di notizie sulla Loggia P2 né
sul conto di Licio Gelli” (e invece il Sid è in possesso della
documentazione completa
sull’una e sull’altro, mentre lo
stesso Maletti è associato alla
Loggia); infine la vicenda di
Claudia Ajello sarà insabbiata
dal governo con il segreto di
stato. L’istruttoria giudiziaria
si concluderà il 31 luglio 1980,
due giorni prima dell’eccidio
alla stazione di Bologna, con
il rinvio a giudizio di Mario
Tuti, Luciano Franci e Piero
Malentacchi, toscani del Fronte Nazionale Rivoluzionario,
accusati della strage. Con
loro anche l’inventore della
“pista rossa” Sgrò, imputato
di calunnia. L’intero iter
processuale si concluderà con
un’assoluzione generale, la
strage resterà impunita. Unico
condannato Sgrò.
E tuttavia i contatti e i
legami tra i gruppi terroristici toscani e la Loggia P2
saranno venuti in grande
evidenza e le responsabilità
per l’attentato - responsabilità non giudiziarie - saranno
indicate dalla Commissione
parlamentare d’inchiesta sulla
Loggia P2. Nella sua relazione
finale scriverà: “La strage
Miriam Ridolfi
31
Campagna “Vacanze coi fiocchi 2008”
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Argentovivo - luglio 2008 - SPI-CGIL Emilia