MENSILE DEL SINDACATO PENSIONATI ITALIANI SPI-CGIL DELL’EMILIA-ROMAGNA Sindacato Diritti Disuguaglianza, un fenomeno globale Primo piano Più sicuri in casa Attualità Olimpiadi: diritti violati Memoria La strage dell’Italicus Il Sindacato chiede diritti il Governo risponde con la carità Argentovivo luglio 2008 Autorizzazione del tribunale n.4897 del 5 marzo 1981 - Spedizione in abbonamento postale 45% Preparare l’autunno n.7 luglio 2008 1 In breve Argentovivo luglio 2008 Scandiano: attività sindacale e cultura 2 Lo Spi-Cgil del distretto di Scandiano affianca all’attività sindacale un impegno culturale e ricreativo. Nelle scorse settimane è stata organizzata una gita a Rovigo per uno scambio di esperienze sulla attività delle rispettive organizzazioni. “Siamo stati accompagnati nella visita guidata alle bellezze della città dal gentilissimo compagno della segreteria Spi del luogo, Malagugini, e dalla responsabile del Coordinamento donne - hanno testimoniato i pensionati che hanno preso parte alla gita a Rovigo -. Grazie alla loro disponibilità abbiamo visitato a Palazzo Roverella, la mostra dedicata all’arte italiana “La Belle Epoque 1880-1915”, apprezzata da molti nostri organizzati che con l’andata in pensione si interessano sempre più di arte e cultura”. Nella tarda mattinata la delegazione di Scandiano si è trasferita a Fratta Polesine per il pranzo, poi nel pomeriggio hanno visitato una bellissima villa Palladiana dove è stato reso omaggio alla tomba di Giacomo Matteotti, originario di Fratta e qui sepolto. Al ritorno, tutti soddisfatti a chiedere quando sarà organizzata la prossima gita. Donatella Turtura Libri/1: la vita e l’impegno di Donatella Turtura Giuseppe Di Vittorio Nelle scuole un documentario su Di Vittorio “Giuseppe Di Vittorio, Voci di ieri e di oggi”. E’ il film documentario, per la regia di Carlo Lizzani e Francesca Del Sette, inviato a tutti gli Istituti di istruzione secondaria superiore d’Italia. L’iniziativa, organizzata grazie alla collaborazione tra Fondazione Di Vittorio e ministero della Pubblica La gita a Rovigo dello Spi di Scandiano istruzione, ha l’obiettivo di fare circolare tra le nuove generazioni un testo che sollecita a riflettere sui diritti della persona, sui valori fondativi del mondo del lavoro, sulla nascita della Costituzione repubblicana. Le proiezioni - nelle scuole che si sono mostrate interessate al documentario – sono state accompagnate da interventi, incontri, dibattiti. L’iniziativa, cominciata nel mese di maggio, proseguirà anche il prossimo anno scolastico. In occasione del Centenario della Cgil, fra le iniziative di studio e ricerca sulla storia del Sindacato, si è voluto ricordare Donatella Turtura, che è stata una grande sindacalista e prima donna nella Segreteria nazionale della Cgil. La sua biografia, che si intreccia con la storia del dopoguerra e in particolare dell’EmiliaRomagna e di Bologna, dove Donatella inizia la sua attività sindacale in anni terribili, in cui gli eccidi proletari e le violenze di piazza contro i lavoratori furono i più duri del paese, è stata raccolta in un libro: “Donatella Turtura: rigore, umanità, ragione e passione di una grande sindacalista” a cura di Maria Paola Del Rossi. Il testo, presentato alla Camera del lavoro di Bologna il 27 giugno, oltre a riportare documentazione dell’attività sindacale e politica di Donatella Turtura, ospita la relazione e gli interventi del convegno “Donatella Turtura, il lavoro e l’impegno di una grande sindacalista”, svoltosi a Roma il 27 settembre 2007 per iniziativa dell’Associazione centenario Cgil e della Fondazione Di Vittorio. Una lettera d’addio per Betty Bartoli Libri/2: scritti inediti di Bruno Trentin Cara Betty, la notizia che tu non sei più con noi ci ha travolto e angosciato in un’afosa mattina di maggio. Un anno fa eravamo tutti a Riccione a fare il master e tu eri con noi a imparare. Eri sempre la prima ad arrivare, ilare, sorridente, disponibile e sapevamo quanto fosse faticosa quell’esperienza. Non sei stata solo una compagna di lavoro, ma anche una cara amica, con cui condividere una confidenza, una sigaretta, una risata. Ci mancherai tanto Betty, proprio adesso che stiamo per trovarci di nuovo e partire per Bruxelles, quella sorpresa che ti aveva tanto incuriosito. Partiamo con la tristezza nel cuore, ma con il tuo ricordo sempre vivo, perché una persona come te non si può dimenticare mai. Ciao Betty. I tuoi amici del corso master Spi. “Bruno Trentin. Dalla guerra partigiana alla Cgil”, “Diario di guerra” e “Lavoro e libertà”. Sono tre libri, appena pubblicati da Ediesse, dedicati alla figura di Bruno Trentin. Il primo, a cura di Iginio A riemma e Luisa Bellina, contiene due inter v iste inedite al sindacalista sulla sua esperienza nella guerra partigiana e negli anni successiv i alla Liberazione, insieme alle relazioni e alle testimonianze presentate in occasione del convegno tenutosi a Trev iso a dicembre 2007. Il secondo libro, invece, è il “Journal de guerre” di Trentin, scritto su una vecchia agenda in tela nera, un po’ sgualcita, rimasta gelosamente celata tra le sue carte. Ora, inaspettata, quell’agenda torna alla luce e si mostra in tutta la sua forza : un documento destinato a segnare il dibattito storico e la discussione civ ile sulla nostra guerra di Liberazione. In fine “Lavoro e libertà”, testo curato da Michele Magno, è una raccolta di scritti scelti e un dialogo inedito con Vittorio Foa e A ndrea Ranieri : tocca i temi dell’economia e della politica nelle lotte operaie, della grande questione dei diritti e della rappresentanza del lavoro, che si ripropone oggi attualissima. Passaparola I Diritti e la Carità La creatività del ministro del Tesoro Tremonti, novello Robin Hood, questa volta ha partorito la Carta dei poveri. Una carta di credito prepagata, da distribuire ai pensionati al minimo, ma attenzione non potranno spendere più di un euro al giorno altrimenti che poveri sarebbero! Se per caso il pensionato al minimo volesse essere un po’ più informato e magari acquistare un quotidiano, non potrà farlo, la “card” serve solo per comprare generi di prima necessità. Un benefit che il Governo Berlusconi dispenderà con magnanimità d’animo ai pensionati poveri che, vista l’esiguità della cifra, non diventeranno certo benestanti, in compenso si sentiranno umiliati e offesi nella propria dignità di persone che hanno lavorato per una vita intera. Respingiamo l’idea che ai poveri serve elemosina e carità. Alle pensioni al minimo, a tutte le pensioni, bisogna ridare potere d’acquisto, pesantemente decurtato anno dopo anno. I pensionati devono poter avere una pensione dignitosa sufficiente per vivere, servizi sanitari efficienti, livelli di assistenza adeguata. Diritti appunto, non carità. Argentovivo luglio 2008 In breve 3 Sommario 2| In breve •Scandiano: attività sindacale e cultura •Nelle scuole un documentario su Di Vittorio •Libri/1: la vita e l’impegno di Donatella Turtura 3| In breve •Una lettera d’addio per Betty Bartoli •Libri/2: scritti inediti di Bruno Trentin •Passaparola •Pechino 2008: nessuna medaglia ai diritti dei lavoratori Dipartimento internazionale Cgil 13| Primo piano •Sicuri in casa: prevenzione per ridurre gli incidenti Tamer Favali 15| Dal mondo 22| Auser •Volontariato, l’Associazione si riorganizza Auser Emilia-Romagna 23| Territori e leghe •Reggio Emilia, ricette per un territorio in crisi Paola Guidetti 24| Territori e Leghe •Serbia: il piccolo paese che somiglia all’Italia Ilva Fiori •Imola, la nuova contrattazione interessa anche i pensionati a cura dello Spi-Cgil Imola •No all’assistenzialismo: occorrono interventi strutturati a cura della redazione 17| Il ricordo 26| Territori e Leghe 6| Sindacato 18| Appuntamenti 5| Sindacato Argentovivo luglio 2008 12| Attualità •Preparare l’autunno: il richiamo alla mobilitazione unitaria Mayda Guerzoni 7| Diritti •Disuguaglianza, un fenomeno globale Franco di Giangirolamo •L’addio a Leda Spaggiari a cura della redazione •Festa di Liberetà: anziani, comunicazione e diritti Mirna Marchini 20| Dimensione Cgil •Sindacato, la nuova segreteria confederale a cura di Mayda Guerzoni 10| Estate •Bologna, sei incontri sulla non autosufficienza Bruno Pizzica 28| Territori e Leghe •Un premio alla lega di Meldola Ada Paganelli 29| Le stagioni della Memoria •La strage dell’Italicus Gianni Flamini 26 12 7 •Viaggiare in sicurezza sulle strade delle vacanze a cura della redazione Pechino 2008: nessuna medaglia ai diritti dei lavoratori Bologna, sei incontri sulla non autosufficienza Disuguaglianza, un fenomeno globale 15 10 29 Viaggiare in sicurezza sulle strade delle vacanze 4 Serbia: il piccolo paese che somiglia all’Italia La strage dell’Italicus La foto di copertina è di Gastone Ecchia Argentovivo n. 7 - luglio 2008 Chiuso in tipografia l’1/7/2008 la tiratura complessiva è di 8.000 copie Direttore responsabile: Mirna Marchini Vice direttore: Mauro Sarti In redazione: Roberto Melli, Elisabetta Norzi, Anna Maria Selini, Paola Guidetti, Valentina Vecchiattini, Franco Digiangirolamo. Direzione e redazione Via Marconi, 69 - 40122 Bologna tel. 051294799 - fax 051251347 Amministrazione Via Marconi, 69 - 40122 Bologna Abbonamento annuo 22 euro Costo copia 3 euro Costo copia arretrata 5 euro Realizzazione a cura di Agenda www.agendanet.it Progettazione grafica EXPLOIT Bologna - Via Dell’Arcoveggio, 82 Stampa a cura di FUTURA PRESS Proprietà EDITRICE DELLA SICUREZZA SOCIALE srl Associato UNIONE STAMPA PERIODICI ITALIANI Sindacato No all’assistenzialismo: occorrono interventi strutturali Intervista a Carla Cantone, Segretaria generale nazionale Spi-Cgil “U na donna che ha forza, affetto, simpatia, calore ed esperienza, noi saremo contenti di lei e lei sarà felice di lavorare con noi”. Guglielmo Epifani ha presentato con queste parole, a Taranto durante la manifestazione conclusiva della XV festa di Liberetà, la nuova Segretaria generale nazionale dello Spi, Carla Cantone eletta dal Comitato direttivo dell’11 giugno scorso. A Carla Cantone, che abbiamo intervistato subito dopo la nomina, vanno gli auguri di buon lavoro dallo Spi dell’Emilia-Romagna e dalla redazione di Argentovivo. Quali sono, in questo momento, i problemi più urgenti dei pensionati? E’ necessario riprendere i punti che devono completare l’accordo sul welfare del luglio 2007, a partire dall’apertura immediata della trattativa con il Governo come previsto dal decreto del ministro del Lavoro della precedente legislatura. L’obiettivo è definire una nuova modalità di adeguamento automatico delle pensioni per impedire che continui la perdita del potere di acquisto e, contemporaneamente, dare soluzioni ai problemi posti dalla Piattaforma unitaria SpiCgil, Fnp-Cisl, Uil Pensionati Quali le priorità su cui lavorare? Non certo la carta-caritatevole del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Occorrono interventi strutturali, e non solo di carattere assistenziale di antica memoria, a partire da alcuni punti precisi • l’estensione graduale della 14a mensilità ai pensionati esclusi; • la modifica del meccanismo di perequazione automatica e un paniere tarato sui bisogni dei pensionati proprio per meglio difendere e tutelare le pensioni rispetto al costo della vita; • l’incremento delle detrazioni fiscali, la No tax area già con la prossima finanziaria e l’approvazione della legge sulla non autosufficienza. Che cosa chiede lo Spi al Governo? Chiediamo di aprire immediatamente i tavoli di confronto per affrontare i temi della nostra piattaforma e gli impegni assunti dal precedente Governo che non possono passare in cavalleria con il cambio dello stesso Governo. Non è accettabile. Che cosa farà lo Spi? E’ prevista una mobilitazione dei pensionati per l’autunno? Se gli impegni non saranno rispettati, se non saranno date risposte adeguate, se si insisterà su un progetto solo caritatevole, risponderemo insieme a Cisl e Uil con le necessarie iniziative di mobilitazione il prossimo autunno. Alla luce anche della Conferenza di organizzazione, come pensi che il sindacato, e in particolare lo Spi, si debba rinnovare o riorganizzare per affrontare le prossime sfide? Prima di tutto presidiando il territorio. E’ fondamentale essere presente in ogni luogo di incontro delle pensionate e dei pensionati. Poi bisogna intensificare la partecipazione e il dialogo fra lo Spi e le nostre rappresentanze, anche attraverso il fondamentale ruolo che ricoprano le nostre Leghe. Rafforzare lo Spi ovunque, quindi, in stretto rapporto con le strutture Cgil, Auser, il Sistema Servizi, e aprire un confronto con le categorie degli attivi e con i giovani. Argentovivo luglio 2008 a cura della redazione Un saluto a Betty Leone Un saluto affettuoso e un ringraziamento sincero a Betty Leone, una donna, una compagna che abbiamo apprezzato e stimato per avere saputo, in questi anni difficili, guidare con fermezza, forza e coerenza la più grande categoria della Cgil, per averci trasmesso fiducia, per averci spronato a guardare oltre il quotidiano. La sua intelligenza, la sua passione, i suoi interventi ci hanno trascinato verso un pensiero alto, ci hanno fatto riflettere e osservare la realtà da diverse angolazioni. Betty Leone ora è un’iscritta allo Spi: siamo certi che non mancherà di farci ancora avere il suo prezioso contributo e la sua amicizia. 5 Sindacato Preparare l’autunno: il richiamo alla mobilitazione unitaria M. G. Argentovivo luglio 2008 L 6 e linee del piano triennale della Finanziaria presentata dal governo sono sbagliate e inadeguate: non affrontano le emergenze del paese, a partire dal recupero del potere d’acquisto di salari e pensioni, e compromettono la possibile ripresa prevista per il prossimo anno. Anche il metodo è preoccupante, poiché lo strumento del decreto legge, utilizzato per realizzare gran parte della manovra, rischia di limitare il ruolo del Parlamento. Dunque la Cgil è impegnata a promuovere una forte mobilitazione unitaria con Cisl e Uil per spingere il governo a un cambiamento di rotta. Questo il succo dell’ordine del giorno approvato dal Comitato Direttivo nazionale della confederazione al termine di due intense giornate di lavoro (23-24 giugno), nelle quali si è anche votata l’attribuzione degli incarichi alla nuova segreteria nazionale eletta nella seduta della settimana precedente. Il piano del governo, impostato prevalentemente sui tagli alle spese, “colpisce in modo consistente quantità e qualità dei servizi sociali - sottolinea la Cgil -, taglia pesantemente settori fondamentali come scuola e sanità e rischia di peggiorare la condizione di tante famiglie”. Per di più “non fornisce alcun sostegno alla domanda interna né dà la necessaria risposta alla riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da pensione come da noi proposto insieme con Cisl e Uil con la piattaforma unitaria sul fisco del novembre 2007”. Invece secondo la Cgil “si deve e si può cambiare, aumentando le detrazioni fiscali per i lavoratori e pensionati, rinnovando tutti i contratti ancora aperti che coinvolgono milioni di lavoratrici e lavoratori, evitando aumenti di tariffe e ticket che colpiscono direttamente le tasche dei cittadini più deboli e meno tutelati”. Quanto al capitolo pubblica amministrazione, il comitato direttivo lancia una campagna per contrastare il tentativo smaccato di delegittimare il lavoro pubblico, ridurre l’occupazione e allargare ancora una volta il precariato, tornando indietro dai processi di stabilizzazione, con l’obiettivo anche di indebolire la trattativa per un nuovo unico modello contrattuale. Le priorità invece sono “la lotta agli sprechi negli appalti e nelle consulenze per spendere meno e meglio”, insieme alla contrattazione collettiva come risorsa per governare tutti i processi e riqualificare la macchina pubblica. Il comitato direttivo Cgil inoltre punta il dito contro gli interventi di modifica degli accordi già sottoscritti fra le parti sociali e con il precedente governo, come nel caso del Protocollo sul welfare approvato da milioni di lavoratori e pensionati. Così come “non è accettabile una deregolazione delle norme sugli orari di lavoro che, abbassando la soglia dei diritti, altera quanto previsto dalla contrattazione collettiva in materia, oltre che allargare i rischi sulla sicurezza del lavoro”. Tutto ciò “rappresenta una unilaterale e inaccettabile manomissione che deve essere respinta da parte di tutte le forze sociali che hanno firmato quegli accordi”. Salta agli occhi l’urgenza di costruire “una forte mobilitazione unitaria in difesa dei risultati raggiunti e a sostegno delle proposte che, partendo dalla piattaforma sul fisco, obblighino il governo a un cambiamento vero. Per questo è indispensabile un’azione di informazione e comunicazione capillare con lavoratori, lavoratrici, pensionati e pensionate”. Riguardo al confronto tra Confindustria e sindacati confederali sulla riforma dei contratti, “siamo impegnati a far sì che il percorso avviato possa concludersi con un’intesa e ciò dipenderà solo ed esclusivamente dal merito della stessa”. Il messaggio dunque è chiaro: preparare fin da ora l’autunno per essere pronti ad una iniziativa sindacale forte e diffusa. Ma la Cgil va anche oltre e pensa già alla primavera 2009: il comitato direttivo nazionale ha infatti deliberato di svolgere in quel periodo la seconda Conferenza di Programma della confederazione. Diritti Disuguaglianza, un fenomeno globale I ndice di Gini. Si chiama così lo strumento per studiare le disuguaglianze che ci ha lasciato in eredità il professore Corrado Gini (1884-1965), docente universitario, statistico, economista, sociologo, fondatore e primo presidente dell’Istat. Si tratta di un metodo per quantificare come una popolazione si divide la torta dei redditi, della ricchezza. E’ molto efficace perché permette confronti nel tempo e nello spazio e lo dimostra il fatto che è utilizzato dagli economisti e dalle principali istituzioni di ricerca in tutto il mondo. Tralasciando gli aspetti tecnici, è importante sapere che questo indice può assumere valori compresi tra 0 e 1. Assume valore 0 quando si è in presenza della massima equidistribuzione del parametro misurato (reddito, ricchezza). Assume valore 1 se siamo di fronte alla massima disuguaglianza, ovvero alla concentrazione di tutti i redditi o ricchezza nelle mani di una sola persona o famiglia. E’ uno tra i principali indicatori del “grado di civiltà” di un paese, anche se tiene conto solo di quantità economiche. In tempi recenti in Italia l’attenzione sul tema della disuguaglianza, da questione esclusivamente sindacale, si è trasformata anche in questione politica, specialmente dopo che il governatore della banca d’Italia (che questi indici li misura frequentemente) ha fornito alcuni elementi di valutazione. L’Istat, pochi giorni fa, ha pubblicato una ricerca “100 statistiche per il paese” che vale la pena di riportare quasi integralmente perché offre un’analisi interna al nostro paese e un confronto europeo sugli indici di Gini. Si tratta di dati che arrivano dall’indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (Eu-Silc) condotte in ambito europeo. Argentovivo luglio 2008 Franco Di Giangirolamo Presidente Auser regionale 7 Diritti Infine vale la pena evidenziare l’andamento tendenziale del fenomeno della disuguaglianza. L’Istat ci dice che nel 1998 l’indice di Gini relativo ai redditi delle famiglie era 0,301, nel 1999 scendeva a 0,294 mentre nel 2005 risaliva a 0,321. In altre parole la disuguaglianza è aumentata e non di poco. Anche la banca d’Italia ci offre le sue valu- tazioni che sono “esplosive” non solo se si fa riferimento al reddito, ma se si fa riferimento alla ricchezza netta. Argentovivo luglio 2008 Banca d’Italia (Bollettino statistico) Distribuzione ricchezza netta e reddito dal 1995 al 2006. 8 Indici 1995 1998 2000 2002 2004 2006 Indice di GINI Ricchezza netta 0,618 0,628 0,631 0,618 0,603 0,616 Indice di GINI Redditi Familiari 0,363 0,375 0,362 - 0,353 - Percentuale della ricchezza detenuta dal 10% famiglie più ricche 44,5 46,3 47,5 44,9 42,9 44,6 Percentuale della ricchezza detenuta dal 10% famiglie più povere 9,3 9,3 9,6 - 10,1 - Anche in questo caso i dati si commentano da soli e descrivono una situazione anche peggiore di quella delineata dall’Istat e in sintonia con gli studi dei più quotati ricercatori del settore. Ma si tratta di un fenomeno nazionale? Niente affatto. L’Organizzazione internazionale del lavoro, in un recentissimo studio, che riportiamo, ci dice che l’evoluzione dell’indice di Gini per 18 paesi latinoamericani dimostra che in 10 paesi la disuguaglianza è aumentata tra il 1990 e il 2002, in 8 paesi è diminuita e in 3 paesi è rimasta pressoché identica, come si vede nel grafico. Che l’aumento della disuguaglianza sia un fenomeno globale indipendentemente dal livello di sviluppo dei vari paesi (basti osservare che nei paesi del G7, tra il 1983 e il 2006, i salari hanno ridotto il loro peso sul Pil di 5,8 punti percentuali) è un dato che non è né accettabile né, a mio avviso, sufficientemente contestato. Lo sostiene, in un rapporto del 2007, il Fondo monetario internazionale, un’istituzione che sa di che cosa parla in quanto ne è in grandissima parte responsabile. C’è tra gli economisti chi ancora sostiene che disuguaglianza sia un potente motore per il progresso economico e sociale, ma sappiamo bene che nell’era dell’innovazione tecnologica e della finanziarizzazione dell’economia, coloro che possono beneficiare di vantaggi competitivi sono solamente i più avvantaggiati. I più svantaggiati, viceversa, tendono a demotivarsi nell’impegno di fronte al crescere delle barriere al’accesso al reddito. Nella società attuale la disuguaglianza non è un motore ma un destino che rende la società sempre più iniqua e sempre meno dinamica, con buona pace dei neoliberisti. Argentovivo luglio 2008 Diritti 9 Estate Viaggiare in sicurezza sulle strade delle vacanze Argentovivo luglio 2008 a cura della redazione “O 10 cchi sulla strada” dice Diego Abatantuono. “Non lasciarti sedurre dalla velocità, l’attrazione potrebbe essere fatale” prosegue il giornalista Massimo Gramellini. “Non ignorare la segnaletica” ricorda la campionessa di nuoto Federica Pellegrini. “Alcol e velocità non sono mai buoni compagni di viaggio” avverte la cantante Carmen Consoli. “Rossi bruciati, partenze mozzafiato, sgommate… lasciale agli eroi dei fumetti. Sulla carta nessuno si fa male” ri- lancia Dylan Dog, uno dei più noti personaggi dei fumetti italiani. “Nessuna testa è più dura dell’asfalto” dice l’attore Vito che aggiunge “Usa sempre il casco allacciato”. Torna puntuale, come ogni estate, la campagna “Vacanze coi fiocchi” che quest’anno ha tra i promotori anche lo Spi dell’Emilia-Romagna. Personaggi reali e del mondo dei fumetti si trasformano in “ambasciatori di sicurezza stradale” e lo fanno dalle pagine di un libretto distribuito in tutta Italia ai caselli autostradali: la campagna prosegue tutta l’estate e vede protagonisti anche Carlo Lucarelli, Denny Mendez, Stefano Baldini, I Nomadi, Tania Zamparo, Carolina Marconi, Attilio Romita del Tg1, l’astrofisica Margherita Hack, gli Stadio, Snoopy, Martin Mystère, Diabolik, Eva Kant, Luporosso. L’edizione di quest’anno si presenta poi con una novità: la canzone “Una vacanza coi fiocchi”, composta per l’occasione dal vigile urbano, nonché cantautore, Antonio Labate. La campagna, promossa dal Centro Antartide di Bologna in collaborazione con il Ministero dei Trasporti e l’Osservatorio per l’educazione stradale e la sicurezza della Regione Emilia-Romagna, culminerà il 26 luglio, durante il primo grande esodo estivo, quando amministratori locali, personaggi dello spettacolo e volontari saranno ai caselli autostradali per distribuire materiale informativo e per augurare “buon viaggio” a tutti gli italiani in partenza per le ferie. “La maggior parte degli incidenti stradali si consumano nei mesi estivi – dice Piero Angela nel presentare la campagna –. Nel periodo di luglio e agosto muoiono sulle strade più di 1.000 persone. La causa principale è dovuta a errore del conducente: mancato rispetto delle regole, guida distratta e velocità elevata, provocano da sole quasi il 50% degli incidenti”. L’obiettivo della campagna è allora quello di cercare di ridurre le vittime sensibilizzan- do al rispetto del codice della strada quanti si metteranno in viaggio per andare in ferie. “Vacanze coi fiocchi” vede protagonisti oltre 600 enti italiani tra istituzioni, associazioni, aziende sanitarie locali, delegazioni Aci e società autostradali. Ed è grazie a questa vasta rete di aderenti che saranno distribuiti in tutta Italia 500.000 libretti, 250.000 adesivi e 15.000 manifesti con l’immagine di Snoopy nell’insolita veste di automobilista che invita tutti a “dare un passaggio alla sicurezza”. All’interno del libretto si troveranno le vignette disegnate da Altan, Vauro, Bucchi, Maramotti, Pillinini, Gomboli e altri fumettisti italiani, le riflessioni di Sergio Dondolini e Pietro Marturano della direzione generale per la sicurezza stradale del Ministero dei Trasporti più quelle di Franco Taggi dell’Istituto superiore di sanità e di Sergio Garbarino dell’Università di Genova. L’invito alla prudenza arriverà anche dalle radio e dalle tv che hanno aderito alla campagna e che trasmetteranno alcuni spot, a partire dai network nazionali come Radio Deejay, Radio Capital, Isoradio e Radio24 fino a una nutrita schiera di emittenti locali. Il brano musicale e tutti gli altri materiali sono scaricabili dal sito internet www. vacanzecoifiocchi.it. Attualità Estate Sono partiti anche quest’anno, nelle principali città dell’Emilia-Romagna, i “piani anti caldo” rivolti agli anziani e alle fasce più deboli della popolazione. In base ai bollettini elaborati quotidianamente dall’Arpa (l’Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente), le strutture sanitarie della regione attivano i servizi di supporto e assistenza alle persone considerate a rischio. Campagne di informazione organizzate dai Comuni, attivazione di numeri verdi e organizzazione di servizi di assistenza di varia natura (in cui sono coinvolte anche associazioni di volontariato) completano poi le azioni per limitare il disagio per i soggetti in difficoltà. Bologna: è attivo il servizio telefonico emergenza caldo 800562110 a cui i cittadini possono rivolgersi per ricevere informazioni o segnalare situazioni di bisogno. E’ previsto l’intervento domiciliare nell’arco di 24 ore dalla segnalazione e il servizio Pony della solidarietà per la tutela, il monitoraggio e la compagnia agli anziani soli, per commissioni, consegna di acqua e generi alimentari, consegna di farmaci, consegna ventilatori a domicilio e per accompagnamenti a visite mediche. Piacenza: in collaborazione con le cooperative sociali Coopselios e Unicoop, il Comune ha istituito un servizio gratuito di monitoraggio e sostegno rivolto alle persone anziane sole che può essere richiesto telefonando all’Informasociale 0523 492731 oppure al numero verde 800286678. Ferrara: in collaborazione con l’azienda Usl, l’Azienda ospedaliero univerisitaria S.Anna, Auser, Anteas, Ferrara Assistenza, Ada, Ancescao, Arci, Acli e Croce rossa italiana, il Comune promuove un piano d’intervento a favore delle persone con più di 75 anni di età per prevenire i disagi legati al caldo estivo. Per qualsiasi necessità, richiesta di informazioni e consigli è attivo il numero verde gratuito 800072110. Parma: è in funzione il numero verde 800977995 al quale gli anziani possono telefonare 24 ore su 24 compresi i giorni festivi. A questo numero risponde un volontario della pubblica assistenza che provvederà a segnalare ai servizi competenti le singole situazioni o ad attivare, se necessario, un intervento d’urgenza. Reggio Emilia: è operativo tutti i giorni un “Centro telefonico di ascolto e aiuto” che risponde al numero 0522 320666. A disposizione dei cittadini c’è anche il numero verde regionale 800 033033. Argentovivo luglio 2008 Come combattere il caldo 11 Attualità Pechino 2008: nessuna medaglia ai diritti dei lavoratori Dipartimento internazionale Cgil Argentovivo luglio 2008 N 12 on ci saranno medaglie per i diritti dei lavoratori alle olimpiadi, anzi, il rischio è che venga battuto ogni record nella loro violazione. E’ quanto viene confermato dal rapporto “Vincere gli ostacoli” della campagna internazionale Play Fair 2008, tradotto e distribuito in Italia in questi giorni (www.abitipuliti.org). Nonostante l’impegno del sindacato e dell’associazionismo e la grande enfasi sulla “responsabilità sociale dell’impresa”, l’industria dell’abbigliamento sportivo e i grandi marchi – da Adidas e Nike a Puma e Asics, da Diadora a Lotto, per citarne alcuni – continua a basarsi sullo sfruttamento del lavoro nella catena della subfornitura. I lavoratori intervistati nelle fabbriche in Cina, India, Indonesia e Thailandia sono vittime di condizioni di lavoro insostenibili, basate su orari lunghissimi, alta intensità del lavoro, salari al di sotto della soglia di sopravvivenza, lavoro nero, informale e precario, impediti ad organizzarsi in sindacati indipendenti. Al contempo, i profitti delle principali aziende del settore crescono in maniera esponenziale. Accanto alle responsabilità delle autorità cinesi nella repressione del Tibet e nel sostegno alla dittatura Birmana, la violazione dei diritti umani e dei diritti del lavoro continua ad essere una macchia indelebile sullo spirito olimpico. Ma, le responsabilità ricadono anche su quelle imprese multinazionali e su quei governi occidentali che, in nome dell’assoluta libertà di mercato, sfruttano le condizioni semischiavistiche in cui sono costretti molti lavoratori per incrementare i profitti e sostenere una crescita economica che è perfino eufemistico dire basata sul “dumping sociale”. Come anche il rapporto “Vincere gli ostacoli” della campagna Play Fair 2008 indica, va intensificata l’attenzione dell’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti dei lavoratori dell’abbigliamento sportivo, come di ogni altro settore legato alle Olimpiadi. Soprattutto, va intensificata l’azione per ottenere codici di condotta negoziati realmente applicati in ogni paese, insieme al rafforzamento del ruolo normativo e di monitoraggio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro e alla pressione sui governi dell’Ocse per una fattiva applicazione delle Linee Guida sulle imprese Multinazionali. “Doppi giochi”, l’altra faccia delle Olimpiadi Come dobbiamo vivere un grande evento come le Olimpiadi? Che cosa dobbiamo sapere? Quali Olimpiadi ci fanno vedere? A portare alla luce la faccia nascosta di Pechino 2008 è il libro di Roberto Reale “Doppi giochi” (Edizioni Stella). “Le Olimpiadi di Pechino saranno il fatto politico dell’anno insieme alle Presidenziali Usa”, ha scritto lo speciale dell’Economist dedicato alle previsioni sui principali appuntamenti del 2008. Nel 2001 per ottenere l’assegnazione dei giochi la Cina aveva promesso una pronunciata democratizzazione e liberalizzazione del sistema. Ma dove sono finite queste preannunciate buone intenzioni? “Doppi Giochi” è un libro inchiesta su questo tema, una ricostruzione delle storie di dissidenti e cittadini che hanno pagato con la vita o col carcere la loro domanda di giustizia. Il libro vede infatti nell’appuntamento olimpico un’occasione per svelare le ambiguità che in questi anni hanno segnato il rapporto fra l’occidente e la Cina. Racconta come si decida sul web la grande partita della libertà di espressione in quel paese e nel mondo. Con la regia del partito comunista e la complicità commerciale e tecnologica di molte aziende occidentali, in Cina si pratica un capitalismo privo di diritti e di democrazia. Il libro offre anche una documentazione inedita per l’Italia: dalle sentenze dei tribunali cinesi, a uno studio del Financial Times sugli strumenti usati dal governo per controllare il Web, al rapporto di Reporter sans frontières sulla censura in Internet. Roberto Reale, giornalista, è vicedirettore di Rainews24; si occupa di analisi dei comportamenti dei media a livello globale, informazione e nuove tecnologie, libertà di espressione nel mondo. Primo piano Sicuri in casa: prevenzione per ridurre gli incidenti Tamer Favali Segretario regionale Spi-Cgil Argentovivo luglio 2008 “S orveglianza e prevenzione degli incidenti domestici”. E’ il Piano della Regione Emilia-Romagna, primo in Italia e di recente, organica elaborazione, indirizzato alla cittadinanza in generale e alla popolazione anziana in particolare. Elabora e sviluppa l’intesa Stato/Regioni/Province autonome del 23 marzo 2005, successivamente assunta nel D.g.r. 426/2.006, ed è anche una risposta avanzata e qualificante a un tema da noi sollecitato, sostanzialmente scoperto nell’ambito delle politiche generali per la sicurezza, nonché statistiche alla mano, fattore di enorme rilevanza sociale e anche economica, non ancora adeguatamente percepito nella mentalità comune popolare nè nella promozione di politiche dedicate. Gli incidenti domestici avvenuti in Emilia-Romagna sono stati studiati con ricerche specifiche finalizzate, ognuna a indagare un aspetto parti- colare del fenomeno. Questi studi - indagini multiscopo Istat-Siniaca (Sistema informativo nazionale incidenti domestici) -, hanno evidenziato un’incidenza annua media di 35 incidenti per 1000 abitanti che provocano accesso al pronto soccorso o ricovero in ospedale. La stima dell’incidenza annua media degli incidenti complessivi – in linea con il dato nazionale – è di circa 150 per 1000 abitanti. Per il 78% dei casi è stata sufficiente una medicazione in casa (incidenti sommersi); la maggior parte delle lesioni di tali infortuni è rappresentata da fratture o lussazioni (46%) e da ferite da taglio (36%). Il tasso medio di cadute degli ultra 65enni costretti al pronto soccorso è del 3%; di questi il 10,8% riporta la frattura del femore che determina la morte, entro i 12 mesi successivi, nel 20,5% dei casi. Sulla base di queste e altre evidenze, il Piano si muove su tre direttrici fondamentali di prevenzione, che riguardano interventi singoli o combinati che in qualche sperimentazione testata hanno dato prova di efficacia in particolare su bambini e anziani: Riduzione del rischio di caduta nell’anziano fragile a domicilio, con intervento di promozione dell’attività fisica basato sulla mobilitazione e ginnastica dedicata; Rilevazione degli aspetti strutturali/impiantistici delle abitazioni, attraverso l’effettuazione di visite domiciliari associate a interventi informativo/educativi e fornitura di dispositivi a basso costo per bambini e anziani; Realizzazione di interventi informativo/educativi strutturati per bambini 0-4 anni (con coinvolgimento dei genitori e delle istituzioni scolastiche) e per anziani. 13 Argentovivo luglio 2008 Primo piano 14 Le prime due specie di interventi, per i loro contenuti altamente innovativi, in una prima fase verranno attuati in alcune realtà territoriali campione poi, messo a punto il modello operativo, ne sarà valutata l’estendibilità a tutto il territorio regionale. Inoltre, a tali progetti di prevenzione, viene affiancata la costruzione di un sistema informativo sul tema, con l’obiettivo di avere costantemente un quadro dettagliato dell’incidenza regionale del fenomeno e delle relative cause determinanti. In ognuno degli 11 territori pre-definiti come bacino geografico di riferimento (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Imola, Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini) è stato individuato un referente della sanità pubblica quale responsabile locale di progetto e soggetto di coordinamento operativo, di cui è stata data tempestiva comunicazione a ogni Spi territoriale. Per venerdì 27 giugno come Spi, Fnp e Uilp regionali è stata promossa, d’intesa con la Regione, una riunione informativa/formativa sul Piano che verrà presentato dalla dirigente regionale alla Sanità, Marinella Natali. Ciò potrà aiutare, fin dall’imminenza della partenza operativa su scala locale, una partecipazione consapevole e un’azione sindacale mirata e concreta. Intanto, chi meglio e più di noi può aiutare a costruire un rapporto motivato e di fiducia sul tema specifico in generale e, in particolare, sulle tre direttrici fondamentali della prevenzione fra le persone anziane soggette alle proposte e alle indicazioni pratiche e “le persone” che rappresentano il sapere, l’autorità pubblica? Chi meglio e più di noi, attraverso la contrattazione sociale territoriale, nell’ambito della definizione dei Piani sociali di zona, nella determinazione degli obiettivi dei Piani territoriali per la salute, può “aiutare a trovare” risorse economiche dedicate aggiuntive a quelle, insufficienti, messe direttamente a disposizione dalla Re- gione? In un’ottica,finalmente moderna, per la quale non si tratta di “un’altra spesa”, ma di un investimento sociale certamente in grado di risparmiare costi al sistema generale di intervento, tutelando meglio la salute e il benessere delle persone. E, infine, per dirla con Zygmunt Bauman, se i due valori cruciali senza i quali una vita umana soddisfacente è inconcepibile -libertà e sicurezza – vengono resi fattori valoriali e oggetto di promozione di buone pratiche, non contribuiamo a quell’immenso valore del capitale sociale che è la coesione sociale? Senza la quale resta solo il capitale come valore di riferimento. O, meglio, come disvalore. Serbia: il piccolo paese che somiglia all’Italia Ilva Fiori Auser Lugo S ono arrivata a Belgrado il 17 febbraio, giorno della dichiarazione di indipendenza del Kosovo, in aiuto al progetto di “Sostegno allo sviluppo del volontariato sociale rivolto alle persone anziane nelle città di Novi Sad e Kragujevac e alla riforma delle politiche di assistenza agli anziani in Serbia”, seguiti da Progetto Sviluppo, Ong della Cgil per lo sviluppo dell’attività sindacale nei paesi poveri, da Nexus-Cgil Solidarietà Internazionale Emilia Romagna e dall’Auser nazionale. La sera stessa ho incontrato i primi cortei di protesta con molti giovani e molte bandiere, proseguiti nei giorni successivi a Novi Sad, capoluogo della Voivodina, e accompagnati da sassaiole contro le vetrate dei McDonalds, simbolo dell’odiata America, da parte di studenti all’uscita delle lezioni. Li guardo dal mio albergo, situato nella piazza principale. Mi danno l’impressione di comportarsi come tifosi di calcio: cantano e saltano con le bandiere in mano. Gli adulti che incontro sono preoccupati: quelli che hanno vissuto l’embargo e i bombardamenti dicono che non ne possono più, sperano si trovi una soluzione pacifica. Da Belgrado mi informano che, in quanto italiana, devo stare attenta ed evitare gli assembramenti. A me sembrano disposizioni eccessive, mi sento tranquilla, la gente è cordiale e gentile, tutti si salutano con un ciao e a me sembra di essere a casa. E perciò frequento negozi e locali pubblici (non posso perdermi Liverpool-Inter…) senza nascondere la nazionalità. Novi Sad è una bella città. Come segno della guerra di dieci anni fa mostra i monconi dei piloni dei ponti sul Danubio e registra un livello di vita più basso del nostro causa stipendi e pensioni più poveri. Comincio a conoscere la situazione economica e sociale locale incontrando il sindacato indipendente (Nezavisnost) e le diverse Associazioni che seguono gli anziani e le persone più deboli e svantaggiate (malati, disabili, rom, profughi, ecc.). Parto da Novi Sad portando con me un caro ricordo della città e delle persone che ho conosciuto e, col pullman, arrivo a Kragujevac, quarta città della Serbia (180.000 abitanti) situata a 150 Km a sud di Belgrado. Appena arrivata, vedo la grande manifestazione di Belgrado in tv, a casa della famiglia che mi ospita. Eccetto gli incidenti che tutti hanno visto, la gente é composta e tranquilla: alla fine tutti cantano con le candele accese in mano e assistono alla messa solenne officiata dal Metropolita serbo-ortodosso, con sermone finale. A seguire, canti kosovari da parte di un’anziana in costume tradizionale (dicono che la tradizione del canto orale, molto sentita in Serbia, sia nata in Kosovo) poi poesie patriottiche recitate da una bambina, quindi canti e musiche tradizionali. In tv passano le dichiarazioni del tennista Novak Djokovic, del regista Emir Kosturica e di altri che ripetono il motto della manifestazione: Kosovo è Argentovivo luglio 2008 Dal mondo 15 Argentovivo luglio 2008 Dal mondo 16 Serbia. Riguardo gli incidenti che hanno causato un morto. Rada, la signora che mi ospita, dice nel suo stentato italiano: “giovani matti, matti” e si fa il segno della croce ogni tre secondi. Kragujevac è la Torino serba, qui c’è la Zastava, la fabbrica che produceva le “fiat yugoslave” e occupava 38.000 operai. Da qui molti tecnici andavano a Torino, a volte ci rimanevano per anni (come il padre di un nostro interprete che ha portato con sé la famiglia) e qui molti operai e tecnici italiani venivano a montare macchinari. Nel 1998 la Zastava è stata bombardata e, da allora, gli operai rimasti sono 4.000. Gli altri, per la maggior parte sono ancora disoccupati, come ci dice la direttrice del Servizio nazionale per l’impiego. Qui c’è un Centro Gerontologico (la nostra Casa protetta) molto grande, con un piccolo Centro Diurno ideato e messo in opera con l’aiuto di Progetto Sviluppo e della regione Emilia-Romagna. Il Centro Diurno é organizzato come i nostri: è il primo e, per ora unico, della Serbia ed è preso a modello dalle altre città che intendono seguire l’esempio. A Kragujevac operano gruppi di lavoro, organizzati da Progetto Sviluppo, che hanno preparato la prima Piattaforma sociale e il primo Festival creativo degli anziani, quest’ultimo nel periodo in cui sono stata presente. Nelle tre settimane di permanenza ho avuto la possibilità di mescolarmi con la gente, dal momento che quasi tutte le sere ed i week-end ero da sola, e di vivere normalmente come fossi in Italia. Ho ascoltato la versione degli avvenimenti che li hanno coinvolti in modo così tragico. Ho capito la loro sofferenza, a partire dall’embargo, iniziato nei primi anni ’90, che consisteva nell’isolamento assoluto della Serbia: né voli aerei, né medicine e attrezzature sanitarie, né benzina. Raika, una nostra interprete, nei lunghi periodi in cui non si trovava il carburante, accompagnava a piedi il figlio a scuola: un’ora e mezza al mattino e altrettanto la sera. “La Serbia si è fermata a quegli anni”, dice, “molte case sono da allora incompiute per mancanza di soldi.” I disoccupati a Kragujevac sono, per le stime ufficiali, oltre 25.000, e a questi si aggiungono i molti profughi, mandati via dalle zone dell’ex Jugoslavia, che non trovano lavoro e vivono in condizioni disumane (anche i 220.000 serbi nati in Kosovo, dopo l’indipendenza kosovara, devono fare la stessa fine?). A questi si aggiungono i Rom, i tanti invalidi e gli anziani che faticano a vivere causa le pensioni molto basse (meno di 200 euro al mese). Raika dice che i giovani sono tristi e si chiedono perché i serbi vengano considerati da tutto il mondo “cattivi” e non gli venga permesso di entrare nei paesi europei: la Comunità europea, infatti, non rilascia loro i visti di entrata, oppure li fa aspettare anni. I giovani, in ogni caso, non hanno soldi a sufficienza per visitare altri paesi, la stragrande maggioranza non ha mai lasciato la Serbia: questo produce rabbia e frustrazione, che sfocia nelle manifestazioni degli ultimi tempi. Il paese quindi si isola, si stringe attorno a se stesso, diventa ancor più nazionalista: “non vogliamo continuare ad essere umiliati – affermano -. Se dobbiamo entrare in Europa ad ogni costo e senza dignità, non ci stiamo”. Nebosja, l’interprete che ha vissuto a Torino, mi dice che la storia recente è stata tutta scritta a favore di sloveni, croati, bosniaci e kosovari. Mi parla dei tanti profughi serbi, delle coppie miste che si sono separate perché quello nato in Serbia doveva andare via, dei bombardamenti e di quando si difendevano sparando in cielo con i cannoni antigrandine per confondere i piloti. “Dopo una settimana di bombardamenti ci si abitua - sostiene -, ma la rabbia accumulata non si disperde. Quando si comincia una guerra, dopo un po’ non sei più un essere umano”. L’effetto che ricavo dalla mia esperienza è che la Serbia, pur dando l’impressione di essere un piccolo paese che si crede più grande di quanto non sia, ci assomiglia nel modo di essere e nello stile di vita. Ho conosciuto gente vitale, generosa, gente di cui ci si può fidare. Il penultimo giorno il titolare dell’Internet point che visitavo quasi ogni giorno, mi ha chiesto se era vero che i serbi sono diversi da come li descrivono sulla carta. Gli ho risposto: “sì, siete come tutti noi”. E’ la stessa cosa che ho detto ad Jelena, la coordinatrice serba locale di Progetto Sviluppo, al momento dell’addio, con un accenno di lacrime da parte di entrambe. Mi sono ripromessa di farlo sapere in giro, ed è quello che sto facendo. Pillole d’Europa a cura di Livio Melgari Dipartimento internazionale Spi La bandiera La bandiera europea è il simbolo dell’Unione, dell’unità e dell’identità dell’Europa. Azzurra perché colore del cielo e diffuso tra le corti europee, mentre la corona di dodici stelle dorate rappresenta la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’Europa. Il numero di dodici non dipende dalla quantità degli Stati membri, ma dal fatto che il cerchio e questo numero sono tradizionalmente simbolo di perfezione, completezza ed unità (la dozzina è un’antica unità di misura europea, inoltre dodici sono i mesi di un anno, le ore del quadrante dell’orologio, ecc.). La bandiera è rimasta e rimarrà pertanto invariata anche in presenza di futuri ampliamenti dell’Unione europea. Il primo organismo ad adottarla fu il Consiglio d’Europa negli anni 50, nel 1983 il Parlamento europeo e nel 1985 tutti i capi di Stato e di governo. Il ricordo L’addio a Leda Spaggiari Leda Spaggiari, collaboratrice di Argentovivo, ci ha lasciati. Per ricordarla pubblichiamo alcuni stralci di un suo articolo scritto per Argentovivo alcuni anni fa, “Clandestina in Svizzera”, dedicato alla storia della sua famiglia, emigrata in Svizzera negli anni Cinquanta. Leda è stata ricordata dagli amici della 7° circoscrizione del Comune di Reggio Emilia e dal Centro di documentazione storica di Villa Cougnet lo scorso 18 giugno, presentando il suo libro “Quando hai due soldi buttali nel mare. Diari di viaggi” (Centro stampa Comune di Reggio Emilia). a cura della redazione 1958, Delemont. Festicciola al bar di emigranti italiani. Leda Spaggiari è in primo piano a sinistra. cato, predeterminato; niente deve turbare la quieta routine quotidiana. E noi italiani siamo, non c’è dubbio, un elemento di forte disturbo di questa tranquilla monotonia. Gli svizzeri non ci amano e diffidano di noi definendoci maleducati, ladri e sporchi (…). Cominciano ad apparire con frequenza cartelli del tipo “vietato l’ingresso agli italiani”, con la variante “…ai cani e agli italiani”. Ci sentiamo addosso ogni giorno gli sguardi sprezzanti di chi ci considera accattoni alla ricerca di un’elemosina e finge di non capire l’incerta pronuncia delle parole che stiamo faticosamente imparando (…). Io sono clandestina. Infatti ai lavoratori stranieri è proibito tenere con sé i figli minori, altrimenti c’è il rischio che non se ne vadano più. Vanno bene come forza lavoro, ma non pretendano anche di usufruire della protezione sociale (…). Passano due anni e tutto fila liscio e tranquillo quando, inaspettata come un fulmine, arriva un’ordinanza di espulsione per me, tempo sette giorni (…). L’ordinanza di espulsione viene quindi sospesa fino a quando avrò terminato l’apprendistato, cioè tra due anni. Da quel momento divento legalmente clandestina. Davvero uno status singolare, probabilmente unico (…). Ci trasferiamo ancora, destinazione Ginevra. Qui c’è vita: è il posto giusto per i miei (sorvegliatissimi) 17 anni (…). Continuo l’apprendistato e la mia compagna di banco nelle ore di lezione è una coetanea con cui entro subito in sintonia perfetta. Finalmente mi sento a mio agio. Sono perfino felice. Per un anno siamo inseparabili, fino al giorno in cui sua madre scopre che sono italiana e le proibisce di continuare a frequentarmi (…). Mi sento così umiliata da odiare il mondo intero. Anche questa ferita lascerà segni profondi e indelebili (…). Intanto cominciano a essere celebrati i primi matrimoni misti tra stupore e scandalo, secondo i punti di vista. Ormai da molti anni i cognomi di origine italiana di seconda e terza generazione sono entrati nell’albero genealogico di molte famiglie svizzere e si trovano in tutti i settori: sociale, imprenditoriale, sportivo, culturale e perfino politico. E, paradosso della storia, alcuni di questi sono perfino fra i sostenitori dei periodici referendum per l’espulsione degli stranieri che la destra nazionalista non rinuncia a riproporre. Argentovivo luglio 2008 “A nni ’50: faticosi tentativi di ridare alla vita quotidiana una forma normale. La guerra è finita da dieci anni. Pochi per gli adulti che l’hanno subita tutta, molti per noi adolescenti che ne abbiamo un ricordo più sfumato, fatto per lo più di immagini, di episodi singoli, non sempre coerentemente collegati gli uni agli altri (…). La lunga, durissima lotta dei lavoratori delle “Officine Reggiane” si è conclusa da quattro anni con una dolorosa sconfitta e una marea di licenziamenti. Pochissimi gli operai che vengono fatti rientrare, rigorosamente selezionati tra coloro che non hanno partecipato all’occupazione e che non l’hanno sostenuta. Gli altri – e sono la stragrande maggioranza – non potendo trovare una nuova occupazione in un paese il cui sviluppo industriale postbellico non è ancora decollato, scelgono la via dell’emigrazione. E’ la grande diaspora delle “Reggiane”. Mio padre, insieme a molti altri, sceglie di andare in Svizzera, dove la professionalità degli ex operai delle “Reggiane” è conosciuta e apprezzata. Io resto a Reggio ancora un paio di anni, il tempo di finire le scuole medie, poi raggiungo i miei genitori (…). L’impatto è duro. Mi sembra di essere arrivata su un altro pianeta (…). Qui tutto sembra previsto, pianifi- 17 Appuntamenti Festa di Liberetà: anziani, comunicazione e diritti Mirna Marchini Segretaria regionale Spi-Cgil Argentovivo luglio 2008 L 18 a festa di Liberetà, nella sua XV edizione, si è svolta dal 18 al 20 giugno a Taranto, una bellissima città ricca di storia, importante centro della Magna Grecia come testimoniano i magnifici reperti del suo museo archeologico, oggi città dei due mari, con il ponte girevole, l’arsenale, la cantieristica, l’Italsider e l’Ilva e purtroppo i gravi problemi ambientali, le morti bianche, la disoccupazione. Città oggi amministrata da una giunta di centro sinistra, che ha ereditato dalla destra una pesante situazione di dissesto finanziario, ma una comunità, come ha detto il Sindaco Ippazio Stefàno durante l’incontro in Comune con dirigenti e attivisti di Liberetà e dello Spi, che non vuole soccombere e che sta reagendo per rimettersi in piedi e scommettere sul proprio futuro. Tradizionalmente la festa di Liberetà è sempre un’occasione per riflettere sulla diffusione e sullo sviluppo della rivista nazionale dello Spi, ma anche per discutere, con giornalisti e personalità del mondo della cultura, dei linguaggi della comunicazione, dei condizionamenti dell’informazione nel nostro Paese, di democrazia e partecipazione. Al teatro Orfeo, come da programma, si svolge l’incontro dibattito moderato da Giorgio Nardinocchi, direttore di Liberetà, sui linguaggi della comunicazione tra diritti di cittadinanza e partecipazione. Mara Nardini, Segretaria nazionale Spi e responsabile dell’informazione introduce l’appuntamento rilevando che gli anziani in genere hanno uno scarso accesso ai nuovi media e vivono il rapporto con la televisione con un ruolo pas- sivo che aumenta l’isolamento e la desocializzazione. L’Italia è un Paese che invecchia, è importante rapportarsi con questa fascia di età, ma i media e anche la carta stampata sembrano accorgersene solo per gravi fatti di cronaca, gli approfondimenti sui problemi sociali non trovano spazio e si deve principalmente alla tenacia del nostro Presidente della Repubblica se oggi i media parlano di infortuni e morti sul lavoro. L’invecchiamento è di solito visto e descritto come un problema, e spesso messo in contrapposizione con le esigenze delle nuove generazioni, così si crea un clima sociale sfavorevole e discriminatorio come denuncia il 43% degli ultra sessantacinquenni e non si favorisce la promozione di solidarietà intergenerazionale, cittadinanza attiva, partecipazione consapevole. La nostra rivista Liberetà è uno strumento importante di comunicazione e informazione, parla calciopoli, il crac Parmalat, un linguaggio universale, da e i fatti della clinica Santa visibilità alle persone e ai loro Rita, senza le intercettazioni problemi, dà voce ai diritti ai telefoniche non sarebbero bisogni, alle aspettative. Un venuti alla luce e soprattutto vero esempio di controinfornel caso Parmalat, le truffe ai mazione e di stampa libera. risparmiatori sarebbero andaInfine la Nardini denuncia con te avanti per anni”. In vigore il pericolo confine Natale dichiara tenuto nel disegno di che i giornalisti sono legge sulle intercettazioni fortemente Epifani: “tanti pronti allo sciopero, voluto da Berlusconi, diritti con- e che è importante che non solo lede i quistati con costruire alleanze contro il disegno di diritti dei giornalisti l’accordo sul legge, con i Sindacati, a fare informazione, welfare sono con le Associazioni ma anche quello dei cittadini ad essere cancellati” dei Consumatori perché una democrainformati e impedizia che non permette sce il formarsi di una la conoscenza è una opinione pubblica democrazia malata. Sergio consapevole, democratica e Staino, il bravo vignettista ci partecipata. Carlo Rognoni, racconta un paio di aneddoti consigliere d’amministrazione veramente divertenti che Rai, poi, rispondendo ad una suscitano ilarità e simpatia e precisa domanda del modeper un po’ dimentichiamo la ratore, dice che “fino a che politica, i problemi. Abbiamo è in vigore la legge Gasparri, ancora il sorriso sulle labbra la tv italiana sarà un inferno” quando si fa buio in sala e si perché è la politica che ha diffondono le note della canin mano la governance della zone Stasera torno prima della tv pubblica mentre invece cantautrice Mariella Nava, il sistema politico dovrebbe il video che è proiettato ci solo stabilire gli indirizzi ripiomba nella drammaticità generali e gli amministratori della cronaca degli ultimi giorgestire l’azienda. Rispetto alla ni. Si parla di morti sul lavoro programmazione estiva spesso le parole sono come macigni e scadente e piena di repliche, ci ricordano che nel 2007 1.341 Rognoni ha ribadito che l’estapersone sono uscite da casa e te non è una stagione proficua non sono più rientrate, erano per la pubblicità perché gli solo andate a lavorare. La giospettatori sono prevalentevane cantautrice ha lavorato mente anziani e per l’econosu questi temi con impegno e mia a due versanti (ascolti/ sensibilità, regalando la canzopubblicità) della Rai gli ne alla Associazione nazionale anziani non sono un pubblico mutilati ed invalidi sul lavoro appetibile. E’ Roberto Natale perché serva a raccogliere presidente della Federazione fondi a sostegno delle famiglie Nazionale della Stampa che che hanno perso un congiunriprende il tema del disegno to. Nell’oscurità della sala, di legge sulle intercettazioni ci asciughiamo le lacrime, la evidenziando che gli italiani commozione è tanta, le parole hanno il diritto ad essere della canzone, le immagini informati sui temi di grande del video toccano le nostre rilevanza sociale, si tratta di coscienze. Infine un lungo notizie e non di pettegolezzi, applauso liberatorio chiude va garantito il diritto alla l’indimenticabile incontro. Nel riservatezza e vanno puniti gli pomeriggio il dibattito con gli eccessi, ma le informazioni attivisti sulle nuove prospettivanno date. “Le scalate finanve per la diffusione di Liberetà ziarie ed editoriali del 2005, e l’attesa premiazione degli attivisti del giornale. Con la manifestazione conclusiva al gremito Palafiom di Taranto si chiude la festa, Carla Cantone, neo Segretaria Generale dello Spi, e Guglielmo Epifani fanno il punto sugli ultimi provvedimenti del governo che ha convocato le parti sociali solo per comunicare le decisioni assunte, senza tenere minimamente conto di piattaforme e richieste sindacali. La finanziaria di Tremonti approvata in nove minuti e mezzo accentra le decisioni, taglia i fondi per servizi a giovani ed anziani e scarica i problemi sugli enti locali. La Carta per aiutare gli anziani più poveri ei loro consumi primari, ci fa tornare alla tessera dei poveri nel dopoguerra. è solo un po’ di carità e di compassione, se si vogliono aiutare i pensionati dice Carla Cantone, bisogna aumentare le pensioni, istituire il tavolo per il potere d’acquisto, intervenire su prezzi, tariffe, costo della vita, aumentare le detrazio- ni fiscali. Riprende poi il Segretario Generale della Cgil che tanti diritti, ultimamente conquistati con l’accordo sul Welfare, sono cancellati, ma la Cgil che questo governo vuole indebolire, non si farà incitare, risponderà con fermezza autonomia ed equilibrio per fare capire che se regrediscono i diritti fondamentali non c’è sviluppo e futuro per il Paese. Infine Guglielmo Epifani esorta gli anziani ad essere di esempio, trasmettere memoria ai giovani che vivono momenti di smarrimento, costruire una catena con cui la Cgil si rinnova e si ritrova, perché i valori camminano sulla passione dei giovani che sono il futuro del Paese, agli anziani il compito di un abbraccio ideale per dare loro speranza. Non dimenticheremo facilmente questa quindicesima edizione della Festa, per l’alto contenuto dei dibattiti, per l’ospitalità, per le bellezze naturali della Puglia e di Taranto, per il calore e l’affetto delle sue genti. Argentovivo luglio 2008 Appuntamenti 19 Dimensione Cgil Sindacato, la nuova segreteria confederale a cura di Mayda Guerzoni Argentovivo luglio 2008 L 20 tari PD; Marigia Maulucci a Cgil ha una nuoe Mauro Guzzonato. va segreteria naEcco in sintesi i profili dei zionale: dieci comnuovi segretari confederali ponenti, cinque con le rispettive attribuziouomini e cinque donne, con ni degli incarichi loro afficinque new entry: Susanna dati dal Comitato direttivo Camusso segretaria gene(nella seduta della settimarale Cgil Lombardia; Vera na dopo). Lamonica segretaria geneSusanna Camusso (nata a rale Cgil Calabria; Agostino Milano nel 1955), impegnaMegale presidente dell’Ires; ta nell’attività sindacale Enrico Panini segretario dal 1975 nella categoria dei generale Flc (lavoratori delmetalmeccanici di Milano, la conoscenza); Fabrizio entra nella segreteria Fiom Solari segretario generale milanese, successivamente Filt (trasporti). Riconferin quella regionale Lombarmati Paola Agnello Modidia poi nella nazionale. Nel ca, Fulvio Fammoni, Mo‘97 diventa segretario generena Piccinini e Nicoletta rale della categoria dell’agro Rocchi. L’organismo è stato industria (Flai) lombarda, eletto il 17 giugno dal Comifino all’elezione a segretatato direttivo confederale, rio generale Cgil regionale su proposta del segretario nel 2001. In segregenerale Guglielmo teria nazionale Cgil Epifani, con 102 voti a favore (70,8%), 39 Cinque uomini seguirà le politiche contrari, 2 astenuti e cinque donne dei settori produte 1 scheda bianca compongono tivi, piccola media e (hanno votato 144 la segreteria grande impresa, cooperazione, artigiamembri del diretdella Cgil tivo su un totale di rinnovata il 17 nato, agricoltura. Vera Lamonica 163 aventi diritto). giugno (Lamezia Terme I neosegretari su1956) dal ‘78 nella bentrano a Carla Federbraccianti di Cantone, eletta alla Catanzaro, passa poi alla caguida dello Spi Cgil nazionategoria regionale, alla Cgil le; Paolo Nerozzi e Achille regionale Calabria e nel ‘93 Passoni, divenuti parlamen- miche e sociali della Cgil. A nella segreteria regionale lui faranno capo le politiche della Funzione Pubblica camacroeconomiche di bilanlabrese, che dirige in seguicio dello stato, bilanci locato come segretaria generale li, prezzi e tariffe, responsafino al 2000, quando viene bilità sociale d’impresa. chiamata nella segreteria Enrico Panini regionale della Cgil (Reims 1954), deleCalabria. Nel 2006 diventa la prima Cinque le new gato dal 1974, entra segretaria genera- entry: Susan- nella Cgil Scuola le donna di quella na Camusso, di Reggio Emilia confederazione. Si Vera Lamoni- che guida in prima occuperà di poli- ca, Agostino persona dall’82, arMegale, rivando al vertice tiche di coesione economica e sociale Enrico Panini, regionale e quindi del mezzogiorno, ri- Fabrizio Solari nazionale della categoria, di cui diventa forme istituzionali leader nel ’91. Protae federalismo, legagonista dell’unificazione tra lità e sicurezza Cgil Scuola e sindacato uniAgostino Megale (Cittanoversità-ricerca, da cui nasce va –RC 1953) assume dal ‘72 la Federazione Lavoratori diversi ruoli nella categoria della Conoscenza (Flc), al del tessile abbigliamento primo congresso del 2006 Pa(Filtea) di Milano e dall’83 nini viene eletto segretario nella segreteria nazionale generale della nuova categodella categoria, della quaria. Ora è responsabile Cgil le diventa segretario genenazionale delle politiche rale nel 1991. Ricopre vari organizzative, finanziarie e incarichi di livello europeo amministrative, formazione (commissione di settore sui sindacale e informatica. Comitati Aziendali Europei Fabrizio Solari (La Spezia –CAE, presidenza commis1958) è in Cgil dal 1978, prisione contrattuale tessile ma nella segreteria provineuropea) fino alla vice-preciale della categoria delle sidenza del sindacato tessicostruzioni (Fillea) di La li internazionale. Nel 2000 Spezia, poi nella segreteria diventa presidente dell’Ires, provinciale della Funzione l’istituto di ricerche econo- Dimensione Cgil Pubblica, quindi segretario generale della Fiom. Dal 1990 è segretario generale di quella Camera del lavoro. Nel 1997 entra nella segreteria nazionale della Filt e nel 2003 diventa segretario generale della categoria. Si occuperà di politiche delle Reti e politiche del terziario. Questi gli incarichi degli altri segretari riconfermati: a Paola Agnello Modica le politiche dell’ambiente e del territorio, abitative, sicurezza del lavoro; a Fammoni le politiche attive del lavoro, formazione e ricerca, informazione e comunicazione, ufficio handicap, politiche culturali e giovanili; a Morena Piccinini le politiche della previdenza, salute e assistenza, immigrazione, Terzo Settore e volontariato, nuovi diritti, contrattazione sociale e territoriale, sport e tempo libero; a Nicoletta Rocchi le politiche internazionali e della cooperazione, Segretariato per l’Europa, commercio internazionale. Le politiche dei settori pubblici e le politiche per le pari opportunità sono in capo al segretario generale. Giordano Giovannini è il nuovo segretario delle categorie Filcem (elettrici e chimici) e Filtea (tessili abbigliamento) dell’Emilia-Romagna. Lo hanno eletto (25 giugno) i Comitati Direttivi regionali delle due categorie, in coerenza con i dispositivi assunti dai due Comitati Direttivi nazionali Filcem e Filtea, i quali hanno dato il via alla costituzione di una nuova unica categoria, attraverso un percorso che si concluderà al prossimo congresso. Alla riunione, presieduta dal segretario generale Cgil Emilia-Romagna Danilo Barbi, sono intervenuti i segretari generali nazionali della Filtea Valeria Fedeli e della Filcem Alberto Morselli. A scrutinio segreto, Giordano Giovannini è stato eletto segretario generale Filtea dal Comitato Direttivo di quella categoria (con 22 voti favorevoli e 2 contrari) e analogamente segretario generale Filcem (con 40 Si, 9 No, 1 astenuto). Filcem e Filtea regionali Emilia-Romagna sono le prime strutture in Italia ad avere un unico segretario generale e avanzare così sul percorso comune verso una unica categoria, che in Emilia-Romagna potrà contare su circa 37.000 iscritti e 500 rsu elette. Finora le due categorie regionali sono state dirette la prima da Piero De Chicu e la seconda da Manuela Gozzi, i quali sono chiamati ad assumere altri importanti incarichi all’interno dello stesso percorso. Il valore dell’operazione è stato sottolineato come grande sfida per il sindacato che riunirà chimici, elettrici e lavoratori del sistema moda, di fronte alla massiccia riorganizzazione che investe i relativi settori e all’esigenza di ricomposizione delle filiere produttive e del lavoro, per incidere nei processi e rafforzare la capacità di rappresentanza e l’efficacia contrattuale. L’operazione avviata a livello regionale procederà ora nelle Camere del lavoro territoriali. Giordano Giovannini, classe ’51, romagnolo di Fontanelice, inizia la propria esperienza sindacale al Comitato disoccupati della Camera del lavoro di Imola nel ’77. Dopo un periodo di lavoro in un’azienda metalmeccanica, entra in segreteria Fiom di Imola di cui diventa segretario generale nell’80. Nell’86 passa alla segreteria regionale Fiom e ci tiene a rimarcare l’importante esperienza di cooperazione allo sviluppo con il sindacato brasiliano Cut svolta per sei mesi in Brasile. Dal ‘92 è responsabile del dipartimento industria e contrattazione Cgil Emilia-Romagna fino a quando, nel ’99, viene eletto segretario generale della categoria agroindustria Flai regionale. Argentovivo luglio 2008 Una categoria unica tra chimici, elettrici e sistema moda 21 Auser Volontariato, l’Associazione si riorganizza Auser Emilia-Romagna Argentovivo luglio 2008 I 22 l 24 giugno scorso il comitato direttivo congiunto di Auser regionale Emilia-Romagna ha preso atto delle dimissioni del presidente Giovanni Melli, motivate sia dalla condivisione del principio del limite del doppio mandato, ancorché non sancito formalmente nei regolamenti dell’associazione, che dall’essere stato investito del ruolo di portavoce del Forum regionale del terzo settore e di presidente dell’associazione di promozione sociale “Mai Soli” promossa dallo Spi di Bologna. Il comitato direttivo ha ringraziato Giovanni Melli per il rilevante contributo di direzione che ha garantito negli ultimi otto anni, nel corso dei quali l’Auser regionale ha raggiunto importanti obiettivi organizzativi (28.000 iscritti e oltre 10.000 volontari) e politici, attivando processi di adeguamento delle strutture al quadro normativo che è andato rapidamente modificandosi e, infine, sperimentando progetti che sono diventati “buone pratiche” sia a livello locale (come ad esempio l’iniziativa Finestra sul cortile) che a livello internazionale (ad esempio la scuola di Dakla in Saharawi). Grazie all’impegno della presidenza uscente l’Auser regionale ha giocato un ruolo politico molto importante nel dibattito sul nuovo welfare locale, non solo all’interno dei vari livelli dell’associazione e del sindacato, ma nel rapporto con le istituzioni e all’interno del Forum del terzo settore e la designazione di Giovanni Melli quale portavoce regionale ne è il riconoscimento più significativo. Il gruppo dirigente regionale dell’Auser potrà ancora contare sul patrimonio di esperienza e di capacità accumulato da Giovanni Melli e da Ermanno Zanotti, in quanto resteranno componenti del comitato direttivo, ruolo che ci auguriamo venga confermato anche dal prossimo Congresso, che si terrà in autunno. Il direttivo regionale ha infine eletto all’unanimità la nuova presidenza dell’Auser regionale, composta dal presidente Franco di Giangirolamo e dal vicepresidente Gaetano Sambri, proposta avanzata dal presidente di Auser nazionale e dal presidente regionale uscente, con parere favorevole delle segreterie regionali di Spi e Cgil. Franco Di Giangirolamo ha ringraziato il comitato direttivo per la fiducia accordata alla nuova presidenza, dedicando un particolare ringraziamento sia a Giovanni Melli che ad Ermanno Zanotti per l’accoglienza e l’insegnamento che gli hanno riservato nei due anni di lavoro comune. Rilevante il ruolo giocato in quest’ultimo anno da parte della presidenza nazionale dell’Auser e delle segreterie regionali di Spi e Cgil, che ci hanno aiutato in diversi frangenti a superare alcuni problemi e che, soprattutto, hanno favorito l’instaurarsi di buone relazioni politiche, premessa essenziale per le sfide che ci attendono. Un appello particolare è rivolto all’insieme del gruppo dirigente regionale affinché accompagni e sostenga, con il massimo della collegialità, l’impegno della nuova presidenza al fine di garantire un livello di direzione adeguata agli obiettivi strategici che la Conferenza di organizzazione e il prossimo Congresso andranno a deliberare e, soprattutto, all’altezza del grande patrimonio di valori e di capitale sociale prodotto dall’impegno, dall’intelligenza e dal cuore delle migliaia di volontari e volontarie e di soci dell’Auser. Territori e leghe Reggio Emilia, ricette per un territorio in crisi C’ è grande preoccupazione per lo sviluppo della zona montana nella provincia di Reggio Emilia. Il sindacato ha denunciato una pericolosa situazione di stallo con aziende che chiudono, la disoccupazione femminile che aumenta e giovani che emigrano per inseguire il lavoro. A tutto questo si aggiunge il problema della viabilità sulla statale 63 che necessita di una riprogettazione complessiva per la messa in sicurezza di alcune tratte appenniniche. Un allarme che il sindacato denuncia da tempo: per questo Cgil, Cisl e Uil hanno elaborato un documento programmatico contenente osservazioni e proposte che sono state presentate ai cittadini e ai rappresentanti delle istituzioni della montagna reggiana. L’intento è quello di fornire alcune indicazioni sulle linee da seguire anche in relazione al dibattito in corso sul futuro degli enti di secondo grado, Comunità Montana e Unione Comuni. Per Dusca Bonini, della Cgil di Castelnovo ne’ Monti “in questo territorio ci sono elementi di qualità da cui partire. E non si può neppure dire che le risorse per la montagna non ci siano: ne arrivano da vari enti e vengono investite, ma spesso manca un coordinamento efficace, così le ricadute non sono concrete come potrebbero”. Le linee guida del sindacato partono dunque dalla qualificazione di alcuni punti: ambiente e territorio, innanzitutto, con la richiesta di maggiore attenzione ad interventi edificatori di qualità e a basso impatto paesaggistico; per le politiche industriali è necessario un rafforzamento delle infrastrutture e delle reti telematiche e d’integra- zione tra filiere produttive (specie attraverso i consorzi tra imprese); la situazione dell’occupazione può trovare risposte se si stipulano protocolli esigibili ed efficaci con le istituzioni locali e con le associazioni di categoria. Le linee guida del sindacato puntano inoltre sulle attività produttive tipiche della zona montana, sul ruolo sociale del piccolo commercio, sulla valorizzazione del parco nazionale che “deve diventare un marchio di territorio”. Un nodo centrale per la montagna reggiana è quello della viabilità. Il problema principale resta la statale 63 che deve riaffermare la sua valenza di collegamento nazionale tra la pianura Padana e il Tirreno attraverso un progetto di ammodernamento. E necessaria rimane la messa in sicurezza di alcune tratte appenniniche di fondovalle, con il completamento della Lonza in Val d’Enza ed il prolungamento della Gatta-Pianello fino a Giarola. Argentovivo luglio 2008 Paola Guidetti Spi-Cgil Reggio Emilia 23 Territori e leghe Imola, la nuova contrattazione interessa anche i pensionati a cura dello Spi-Cgil Imola Argentovivo luglio 2008 V 24 orremmo invitarvi a ripercorrere insieme il percorso che ci ha portato alla discussione e all’elaborazione del progetto di riforma della struttura della contrattazione, che interessa anche noi pensionati. Perché si fece l’accordo 23 luglio 1993? Si veniva dal referendum perso sulla scala mobile del 1984. Da quel periodo non esistevano più regole contrattuali e di recupero dell’inflazione (a quella data l’inflazione nel Paese era al 16%). Nel luglio 1992 l’allora segretario generale Cgil Bruno Trentin firmò l’accordo (con il Governo Amato) e si dimise subito dopo la firma. Trentin giustificò la firma di quella intesa come inevitabile per il bene dei lavoratori e dei pensionati. Dopo un anno, il 23 luglio 1993 l’ accordo fu raggiunto unitariamente e con il mandato dei gruppi dirigenti confederali: prevedeva che i contratti nazionali di lavoro avessero la durata di 4 anni,con un recupero del potere d’acquisto rispetto all’inflazione programmata, con la verifica sull’inflazione prevista per l’eventuale aggiustamento, ogni biennio, per la parte che eccedeva quella programmata. In sintesi il governo si impegnava a contenere le tariffe entro l’inflazione programmata; gli imprenditori dovevano aprire alla contrattazione di secondo livello, concordando che la parte salariale fosse legata ad indici di risultato condivisi in azienda per tutti i lavoratori del settore interessato (il Ccnl era l’unico tavolo a cui si dovevano contrattare le normative generali). Le pensioni ogni anno dovevano recuperare con l’inflazione programmata dei salari, essere aggiornate sulla base dell’inflazione programmata e incrementate secondo l’andamento annuale del Pil del Paese. Quell’accordo venne approvato attraverso il referendum dei lavoratori e dei pensionati, e passò con una buona maggioranza. L’accordo per 6/7 anni funzionò. Poi il governo cambiò il sistema di tassazione per non conteggiare i rincari del paniere Istat che avrebbero inciso sull’inflazione e non aumentare in questo modo il recupero su salari e pensioni; poi si incrementarono tasse e tariffe sia da parte dello Stato, delle Regioni e dei Comuni (tassa bollo auto, tassa diesel, aumenti addizionali, ecc). Iniziarono così le difficoltà economiche di lavoratori e pensionati per la perdita del potere d’acquisto, specie delle pensioni. Nei rinnovi dei Ccnl, compreso quello metalmeccanico, si cominciò ad uscire dalle regole dell’accordo: chi nella durata del contratto in cambio di qualche euro in più; chi concedendo nuove normative anche nel secondo livello. Pochissime categorie entravano nella gestione della legge 30; così si ampliò il lavoro precario; mentre le pensioni rimanevano al palo, solo col recupero dell’inflazione programmata. Nel 2005, a Chianciano, all’assemblea dei quadri sindacali Cgil, Cisl, Uil viene deciso di costituire tre commissioni di lavoro per discutere un nuovo sistema contrattuale, regole e democrazia, certificazione e legge sulla rappresentanza, con l’intento di giungere a posizioni comuni, ma non si approda a una proposta concreta. Continua il confronto unitario tra le organizzazioni sindacali ai vari tavoli. Poi Cisl e Uil firmarono il Patto per l’Italia, la Cgil no; l’accordo non verrà mai applicato. Dopo quello strappo, con fatica si ricuce l’unità d’azione. Unitariamente, si approva e si mette in discussione tra i lavoratori e i pensionati un documento per il confronto con il governo. Risultato: il protocollo del 23 luglio 2007 da sottoporre al voto dei lavoratori e pensionati. Questo documento ha ottenuto l’approvazione di 5,5 milioni di voti. Per le pensioni si raggiunge un primo risultato per un incremento delle pensioni contributive più basse, con l’impegno all’apertura di un tavolo che affronti l’incremento delle altre pensioni. A novembre 2007, a Milano l’assemblea dei quadri approva un documento unitario da presentare al Governo per rivendicare nuove politiche fiscali, per combattere l’evasione, politiche per giovani e donne, contro il precariato, in difesa del potere d’acquisto di salari e pensioni. Su questi punti si era raggiunto l’accordo con il Governo per aprire il confronto tecnico, teso a dare risposte a lavoratori e pensionati nella primavera del 2008. Ma il Governo cade. Per il sindacato ciò ha significato non essere riusciti a raggiungere i risultati concordati e il disagio si fa sempre più forte. Dal voto delle elezioni politiche emerge che oltre 3 milioni di voti dalla sinistra passano alla destra. Tanti sono anche voti di pensionati e lavoratori. Arriviamo così alla piattaforma unitaria. Il Sindacato, in questi ultimi anni, è stato accusato da molti di essere vecchio e conservatore, di non rappresentare più i lavoratori, i pensionati e tanto meno i giovani, di frenare lo sviluppo del Paese. Già in campagna elettorale il centrodestra aveva rassicurato Confindustria che si sarebbe affrontata la riforma della contrattazione. La Cgil ha lavorato con Cisl e Uil a un testo unitario e questo è il punto di maggiore forza di questo documento,che oggi viene sottoposto al giudizio di lavoratori e pensionati. Viene mantenuto e valorizzato il contratto nazionale,viene ricostruito un nuovo sistema di calcolo per il recupero reale dell’inflazione; la durata di tre anni dei contratti; il rafforzamento del contratto di secondo livello con possibilità di estensione territoriale; nuove regole di garanzia della democrazia al termine di ogni accordo col passaggio al voto di lavoratori e pensionati; la certificazione obbligatoria degli iscritti alle organizzazioni sindacali, per assicurare la reale rappresentanza e sancire la rappresentatività delle sigle. Sarebbe stato molto grave se la Cgil si fosse sottratta alla sottoscrizione di questa piattaforma. La rottura dell’unità sindacale non sarebbe stata capita. Come Spi, assieme a Fnp e Uilp, abbiamo bisogno di rilanciare le nostre proposte portando alle assemblee un ordine del giorno, per far sì che le tre segreterie confederali nazionali prendano atto della nostra partecipazione e rafforzino le nostre richieste: • recupero del potere d’acquisto delle pensioni con l’incremento di quelle di importo superiore a 645 euro mensili estendendo gradualmente la 14^ mensilità; • unificazione del livello di reddito non tassato, tra pensionati e lavoratori dipendenti; • approvazione della legge delega e incremento del fondo nazionale per la non autosufficienza; • una nuova politica per prezzi e tariffe che eviti la speculazione e assicuri più tutela ai redditi fissi. Argentovivo luglio 2008 Territori e leghe 25 Territori e leghe Bologna, sei incontri sulla non autosufficienza Argentovivo luglio 2008 Bruno Pizzica Segretario generale Spi-Cgil Bologna 26 “D avvero una bella iniziativa, della quale si avvertiva il bisogno”, così la direttrice del Distretto socio sanitario di Porretta ha commentato uno dei sei incontri programmati dallo Spi di Bologna nei Distretti del territorio, per discutere di non autosufficienza, fondo regionale, badanti e tutto quello che c’è attorno. Commento appropriato (e non isolato), giacché si è trattato davvero di un giro interessante e proficuo: intanto sul piano della partecipazione, con diverse decine di persone presenti in ciascuna delle iniziative, un dibattito preciso e attento, un pubblico formato non solo dai nostri attivisti ma anche da cittadini coinvolti e consapevoli. La presenza agli c’è molto da lavorare per incontri del Sindaco capofila riorganizzare e rendere più efe del Direttore di ciascun ficace e rispondente ai bisogni Distretto, ha fatto sì che si tutta l’assistenza domiciliare. potessero approfondire i temi Troppo poche le ore pro-capite di maggiore attualità relativi (in media 3 o 4 a settimana), all’argomento, facendo un puntroppo ristretto l’arco orario di to preciso della situafunzionamento (quasi zione in particolare C’è sofferenza sempre dal lunedì al sullo stato di impegno venerdì, in orari solo nella filiera diurni). La stessa dei fondi stanziati dei servizi: le Regione del resto, ha messi a disposizione dei territori dal Fondo strutture resi- espressamente posto regionale per la non la necessità di una indenziali autosufficienza. Ne disponibili non tensa riorganizzazioè emerso un quadro ne di questo servizio soddisfano la che lo estenda sulle in movimento, com’è richiesta giusto in un settore 12 ore per 7 giorni, di definirne con ragionevole così delicato, con garantisca più ore approssimazione l’entità, a situazioni diverse pro- capite, qualifiprogetti di formazione sosteda Distretto a Distretto, che chi ulteriormente le proprie nibile sia dalla lavoratrice ci propone la necessità di funzioni valorizzando, anche che dalla famiglia (non certo svolgere fino in fondo il nostro per questa via, ruolo e funzioni le 120 ore prescritte dalla compito negoziale e di rappredel lavoro sociale. Ovviamente Regione), al passaggio fondasentanza. C’è ancora sofferenattenzione particolare è stata mentale dell’incontro za nella filiera dei servizi: le riservata alle badanti: domanda-offerta da strutture residenziali dispoun fenomeno in larga Dai sei incontri riportare in un alveo nibili con i circa 4.000 posti crescita che ormai temi e spunti pubblico. Su due complessivi, non soddisfano copre da solo ed in punti ci si è soffermaper una per intero la richiesta e non modo del tutto autorraggiungono lo standard fisganizzato il pezzo più piattaforma ti in particolare: la sato dalla Regione al 3% della rilevante del servizio sulla non auto- necessità di definire per ogni anziano non popolazione ultra settantacin(per ogni non autosufficienza autosufficiente un quenne; stesso problema per sufficiente assistito progetto di assistenza le strutture semiresidenziali, i dal pubblico, ce ne personalizzata, anche Centri Diurni, particolarmente sono più o meno 4 quando si sceglie la carenti proprio nel Distretto che si rivolgono al babadante e l’opportudella Valle del Reno. Situaziodantato): i problemi nità di garantire alle famiglie ne migliore per gli assegni di emersi sono quelli già ampiaun “tutor”, un operatore cura che vengono sostanzialmente noti, dalla necessità pubblico (o delle cooperative mente garantiti a tutti coloro di un monitoraggio attento convenzionate) che tenga che ne fanno richiesta, mentre del fenomeno che consenta sotto controllo lo svolgersi del rapporto di lavoro e della convivenza e che, in qualche modo, faccia da garante rispetto sia alla qualità della assistenza prestata sia alla correttezza del trattamento riservato alla badante. Sta qui un punto essenziale per tenere dentro al sistema pubblico questa realtà. Infine il tema del sostegno finanziario: bene la previsione esplicita dei 160 euro mensili fatta dalla Regione, ma troppo rigidi i meccanismi ai quali viene legata e che rischiano di escludere moltissimi casi, che resteran- no immersi nel nero. E adesso? Proveremo a riassumere tutti i temi e gli spunti emersi dai sei incontri (coinvolgendo anche Fnp e Uilp) facendoli diventare l’ossatura di fondo di una piattaforma compiuta e di medio periodo sulla non autosufficienza. L’obiettivo è di discuterne in una ulteriore iniziativa pubblica che sia centrata sul settimo Distretto del territorio, quello di Bologna città e quindi di proporla come base di riferimento per i confronti di mandato che pensiamo di chiedere a tutti i candidati sindaci della prossima tornata elettorale amministrativa. Perché sia chiaro subito che questo problema è e resta una priorità. Argentovivo luglio 2008 Territori e leghe 27 Territori e leghe Un premio alla lega di Meldola Ada Paganelli Spi-Cgil Forlì Argentovivo luglio 2008 A 28 bbiamo sempre dibattuto sul ruolo della lega, abbiamo sempre sostenuto come la lega sia non solo il luogo decentrato della nostra Organizzazione, ma il più capillare punto d’ascolto capace di rappresentare la complessità sociale presente in quel territorio: il luogo politico reale dove esprimere democrazia, partecipazione, solidarietà, sensibilità diverse, il luogo della ricomposizione sociale in una società così frammentata e disorientata come quella in cui viviamo. Abbiamo sempre ritenuto la lega un patrimonio per lo Spi e per l’intera Cgil e oggi ne abbiamo conferma anche dalle Istituzioni. In occasione del 60° anniversario della Costituzione italiana, l’amministrazione comunale di Meldola ha conferito onorificenze a singoli cittadini e alle forme associative della comunità che si sono distinte con particolari meriti. Quale riconoscimento all’azione sindacale, all’impegno e al lavoro svolto, è stata premiata la lega Spi, sempre attenta alle problematiche del territorio e sempre pronta a ideare, proporre e partecipare a iniziative sociali, culturali e politiche. Oltre al confronto costante con l’Amministra- zione comunale, agli incontri sulla discussione del bilancio e delle politiche socio sanitarie, la presenza della lega di Meldola è stata determinante per la programmazione della “Giornata della memoria”, con la lettura collettiva del libro di Primo Levi: ha partecipato alla visita al campo di internamento di Cà Fossoli e al sacrario di Marzabotto insieme alle locali scolaresche. La lega è inoltre in stretto contatto, tramite una sua delegazione, con il Sindacato pensionati in Bosnia, condividendo un progetto di solidarietà internazionale di scambio e aiuto in quello stato. Molto apprezzati e attesi sono i momenti ricreativi e le occasioni colloquiali con gli ospiti della locale casa protetta dove la lega Spi, oltre agli incontri periodici per la verifica delle condizioni degli anziani e le analisi delle rette, contribuisce all’organizzazione di feste e uscite nelle vicine campagne per assistere alla “mietitura del grano” e alla “spannocchiatura del granoturco”. Una particolare attenzione viene data agli eventi culturali, politici (le celebrazioni del 150° anniversario della morte di Felice Orsini nativo di Meldola) e alle iniziative naturalistiche finalizzate alla valorizzazione del territorio (escursione con guida alla Riserva naturale di Scardavilla). “Questa onorificenza premia tutto il lavoro di squadra che il Direttivo di lega ha saputo mettere in campo”, commenta Marino Bandini, segretario della lega di Meldola. Ci uniamo a questo commento inviando un sentito ringraziamento a questa squadra che sa creare legami e relazionalità personale e collettiva dove ognuno sa immettere la propria animosità, creatività, generosità, capacità e competenza che danno un senso compiuto alla rappresentanza dello Spi. Le stagioni della memoria La strage dell’Italicus Un’altra storia della Repubblica/22 Siamo alla ventiduesima parte della ricostruzione storica dell’Italia curata appositamente per Argentovivo da Gianni Flamini, giornalista, ricercatore e saggista. E’ il 4 agosto 1974: un ordigno incendiario esplode in uno scompartimento del quinto vagone del treno Italicus in servizio tra Roma e Monaco di Baviera partito il pomeriggio precedente alle 17,30 dalla stazione Tiburtina con 400 passeggeri. E’ la strage fatta preannunciare da Almirante. Lo scoppio avviene all’ingresso della piccola stazione di San Benedetto Val di Sambro (50 chilometri da Bologna) prima dell’uscita dalla grande galleria dell’Appennino. Argentovivo luglio 2008 Gianni Flamini D a mesi vanno susseguendosi attentati contro ferrovie e treni, oltre al resto, soprattutto in Toscana, rivendicati da bande che si firmano Ordine Nero e Fronte Nazionale Rivoluzionario. Quest’ultima ha il suo astro di riferimento in Mario Tuti, empolese. Lo sfrenato attivismo terroristico in corso, dietro il quale si profileranno anche le ambizioni e i quattrini del capo-loggia Licio Gelli, ha ovviamente delle motivazioni. Ne accennerà un giudice istruttore del Tribunale di Bologna, secondo il quale si sta verificando una “notevole crescita delle forze di sinistra sicché non pareva improbabile un loro accesso al potere”. Ed ecco farsi avanti uno strano profeta. E’ il segretario del Msi Almirante che decide di suonare l’allarme e che il 15 luglio 1974 chiede di essere ricevuto al Ministero dell’interno dal capo dell’Antiterrorismo Emilio Santillo. Lo avverte che un avvocato “di nessuna I soccorsi dopo lo scoppio dell’ordigno sul treno Italicus coloritura politica” ha ricevuto le confidenze di un dipendente dell’Università di Roma che ha visto negli scantinati della Facoltà di fisica “una vera e propria santabarbara” e una cartina millimetrata di Roma segnata con un cerchio tracciato sulla stazione Tiburtina e con due indicazioni: 5,30 e Palatino. Due giorni dopo Almirante manda a Santillo un biglietto con i nomi di tre probabili terroristi, tutti associati a gruppi extraparlamentari di sinistra. Ma i conti non tornano. Uno dei tre nomi è sbagliato, il secondo è troppo comune e non consente una identificazione certa, il terzo è di un tale che manca da Roma da parecchio tempo. E poi dalla stazione Tiburtina non parte il treno Palatino ma il treno Italicus; l’ora, se per le 5,30 si intendono le 17,30, è invece giusta. Poi salteranno fuori altri nomi. L’avvocato “di nessuna coloritura politica” è in realtà Aldo Basile, presidente della Commissione di vigilanza del Msi, e il suo confidente si chiama Francesco Sgrò, bidello e garagista, che lavora anche alla Facoltà di fisica dell’Univer- 29 Argentovivo luglio 2008 Le stagioni della memoria 30 La strage dell’Italicus alle porte di Bologna sità. Prospettando in anticipo una fantomatica “pista rossa” per una strage ancora di là da venire costui si proporrà come il primo inquinatore delle future indagini. Trascorso non molto tempo e a strage avvenuta le sue “rivelazioni” si dissolveranno in una raffica di smentite e di ritrattazioni mentre il posticcio supertestimone dirà di se stesso: “Io sono solo un matto”. La storia del profeta Almirante viaggia in parallelo con un’altra storia che ha come protagonista Edgardo Sogno. Il 28 luglio si presenta al Consiglio nazionale del Pli, il partito a cui è iscritto, e afferma l’esigenza di “un colpo di stato liberale”. Ha già messo a punto quello che sarà poi definito “golpe bianco”, ossia il progetto di un “governo provvisorio espresso dalle forze armate e composto da tecnici e militari”. Data prevista il 10 agosto, ma non accadrà nulla. Tornando alla storia di Almirante, al Ministero dell’interno giudicano sballate le confidenze di Sgrò. Non hanno trovato nessuna santabarbara e il questore Federico D’Amato, formalmente rimosso dal servizio segreto del Ministero e mandato a fare il poliziotto di frontiera (competente anche per le stazioni ferroviarie) decide di abolire a partire dal 1° agosto la sorveglianza speciale a cui è stata sottoposta la stazione Tiburtina. Il giorno precedente si è fatta avanti un’altra profetessa, del Sid. Infiltrata nel Pci, di cui ha la tessera, e negli ambienti degli studenti greci in Italia invisi ai colonnelli di Atene, lavora in un ufficetto del Sid in via Aureliana e il 31 luglio è scesa in una vicina ricevitoria del lotto per fare una telefonata privata. Secondo quanto riferiranno la titolare e l’impiegata della ricevitoria ha detto al telefono: “Le bombe sono pronte. Da Bologna c’é il treno per Mestre. Lì trovi la macchina per passare i confini. I passaporti sono pronti”. Il magistrato che andrà a interrogarla se la prenderà comoda e invierà al Tribunale di Bologna un rapporto sulla vicenda solo verso la fine di settembre. Ma aldilà dei polveroni presenti e futuri una cosa è certa. La seconda città nella lista del terrore per il 1974 è Bologna. La prima era Brescia. La conferma arriva all’1,20 di mattina del 4 agosto. Un ordigno incendiario esplode in uno scompartimento del quinto vagone del treno Italicus in servizio tra Roma e Monaco di Baviera partito il pomeriggio precedente alle 17,30 dalla stazione Tiburtina con 400 passeggeri. E’ la strage fatta preannunciare da Almirante. Lo scoppio avviene all’ingresso della piccola stazione di San Benedetto Val di Sambro (50 chilometri da Bologna) prima dell’uscita dalla grande galleria dell’Appennino. Il macchinista del treno riesce a portare e a fermare il convoglio all’aperto. Il quinto vagone brucia furiosamente: 12 passeggeri muoiono carbonizzati, i feriti sono 40. Come a Brescia le indagini si attardano a frugare il sottobosco locale della manovalanza neofascista e lì si impantaneranno. Nessuna autorità informativa collaborerà da Roma, i pochi contributi che ne verranno andranno nel sen- Le stagioni della memoria Mario Tuti dell’Italicus è ascrivibile ad un’organizzazione terroristica di ispirazione neofascista operante in Toscana; la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento dei gruppi della destra extraparlamentare. La Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage e può ritenersene responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale”. Gelli seguiterà a vivere tranquillo nella sua villa dalle parti di Arezzo. Quanto al generale Maletti, al riparo all’estero da ogni possibile conseguenza penale, il tempo di spezzare il pane di qualche segreto che tale non sarà più da almeno una generazione verrà solo Il simbolo della loggia massonica P2 nell’agosto 2000. Sceglierà un giornale come confessionale per dire: “La Cia voleva creare, attraverso la rinascita di un nazionalismo esasperato e con il contributo dell’estrema destra, Ordine Nuovo in particolare, l’arresto dello scivolamento verso sinistra. Questo è il presupposto della strategia della tensione. Nei Servizi Licio Gelli esisteva un orientamento favorevole a questo progetto”. Quasi una disquisizione da salotto. Della strategia della tensione aveva dato una ben più precisa valutazione il pubblico ministero a Padova Luigi Nunziante prima della fine del 1974. L’aveva definita “mezzo ignobile di condizionamento politico e sociale”. La campanella Poveri contro poveri “Fatti non foste a viver come bruti,/ ma per seguir virtute e conoscenza” fa dire Dante ad Ulisse intendendo che bisogna vivere da uomini nella pienezza e nella unicità di ciò che si è. E Freud nel secolo appena scorso ha risposto ad Einstein che chiedeva a lui, studioso dell’animo umano, come mai l’uomo si “esaltasse” di guerra, che nell’animo ci sono pulsioni aggressive-distruttive e pulsioni d’amore e che scopo della vita era “conoscersi” e tenere in equilibrio questi “appetiti”. Di certo non aiuta questa “conoscenza di sé”, che è il senso d’ogni filosofia, né tanto meno lo sforzo continuo di “equilibrio”, una società che mette gli uni contro gli altri e particolarmente, tenendo a modello i ”ricchi e famosi” che tutti vorrebbero imitare, i poveri contro i poveri. Nel continuo sforzo di “maturità sociale” ognuno deve fare la sua parte e non può tirarsi fuori “giudicando”. Questo deve essere anche il filo conduttore di un’educazione di cui la politica deve farsi carico. Da più di dieci anni abbiamo lasciato che prosperassero gli “ultras” in ogni campo di calcio, dove pensiamo “finiscano” quando vanno a votare? Lo stesso vale – basta chiedere – per i giovani che si “affacciano al voto”. Democrazia è sempre partecipazione non solo confronto-dibattito di idee. Un giorno ha bussato alla porta/ un giovane “vu cumprà”./ Io l’ho scacciato scontrosa/ “Sei ricca” m’ha detto/ “Macchè!” Povera ero e sono/ anche del solo sorriso/ simile in tutto al suo/ un euro per accendino. La zingarella chiedeva al semaforo/ una moneta che non le ho dato/ Ha visto sul sedile la mimosa/ e m’ha indicato un ramo/ Sul bordo al marciapiede s’è seduta/ a lungo ha goduto del profumo/ a lungo con amore m’ha sorriso. Il vero nemico è la paura: ricordiamo allora insieme le parole di Falcone e Borsellino: “Certo che abbiam paura di morire, ma chi ha paura muore un po’ ogni giorno”. Argentovivo luglio 2008 so opposto. Prima il generale del Sid Maletti dichiarerà a Bologna che i terroristi vanno cercati tra i neonazisti della Germania Federale (ma non riuscirà ad scovarne nessuno); poi, quando il nome di Licio Gelli affiorerà dalle indagini, il direttore del Sid ammiraglio Mario Casardi scriverà ai giudici che “il Sid non dispone di notizie sulla Loggia P2 né sul conto di Licio Gelli” (e invece il Sid è in possesso della documentazione completa sull’una e sull’altro, mentre lo stesso Maletti è associato alla Loggia); infine la vicenda di Claudia Ajello sarà insabbiata dal governo con il segreto di stato. L’istruttoria giudiziaria si concluderà il 31 luglio 1980, due giorni prima dell’eccidio alla stazione di Bologna, con il rinvio a giudizio di Mario Tuti, Luciano Franci e Piero Malentacchi, toscani del Fronte Nazionale Rivoluzionario, accusati della strage. Con loro anche l’inventore della “pista rossa” Sgrò, imputato di calunnia. L’intero iter processuale si concluderà con un’assoluzione generale, la strage resterà impunita. Unico condannato Sgrò. E tuttavia i contatti e i legami tra i gruppi terroristici toscani e la Loggia P2 saranno venuti in grande evidenza e le responsabilità per l’attentato - responsabilità non giudiziarie - saranno indicate dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia P2. Nella sua relazione finale scriverà: “La strage Miriam Ridolfi 31 Campagna “Vacanze coi fiocchi 2008”