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GIOVEDÌ 28 marzo 2013 ore 20.30
VENERDÌ 29 marzo 2013 ore 20.30
John Axelrod direttore
Rachel Kolly d’Alba violino
Janice Dixon soprano
Justin Lee Miller baritono
Bernstein
Gershwin
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abbonamento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra,
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concerto presso la Biglietteria dell’Auditorium Rai, oppure il martedì e il
giovedì dalle 10 alle 12, telefonando al 335 6944539.
giovedì 28 marzo 2013 ore 20.30
venerdì 29 marzo 2013 ore 20.30
John Axelrod direttore
Rachel Kolly d’Alba violino
Janice Dixon soprano
Justin Lee Miller baritono
Leonard Bernstein (1918-1990)
Candide. Ouverture (1956)
Allegro molto con brio
Durata: 4’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 20 dicembre 2007, Wayne Marshall.
Leonard Bernstein
Serenade per violino, orchestra d’archi,
arpa e percussione (1954)
(dal Simposio di Platone)
CONVENZIONE OSN RAI - GTT
GTT concede agli Abbonati della Stagione Sinfonica OSN Rai 2012/13 una
riduzione del 10% sulle Cene e Apericene organizzate a bordo dei tram
Ristocolor, Gustotram e sui battelli Valentina e Valentino.
PER INFORMAZIONI: www.osn.rai.it (sezione Biglietti e abbonamenti,
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CONVENZIONE OSN RAI - VITTORIO PARK
Tutti gli Abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti
per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2012/13 che utilizzeranno il VITTORIO
PARK DI PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone,
vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel
foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla
tariffa oraria ordinaria.
PER INFORMAZIONI RIVOLGERSI AL PERSONALE DI SALA O IN BIGLIETTERIA.
Redazione a cura di Irene Sala
I. Phaedrus, Pausanias (Lento – Allegro)
II. Aristophanes (Allegretto)
III. Eryximachus (Presto – Fugato)
IV. Agathon (Adagio)
V. Socrates, Alcibiades (Molto tenuto – Adagio – Allegro molto vivace)
Durata: 33’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 14 giugno 1991, Eliahu Inbal,
Daniel Heifetz.
George Gershwin (1898-1937)
Porgy and Bess, suite da concerto (1936)
(versione di Robert Russell Bennett)
Introduzione – Summertime – A Woman is a Sometime Thing –
Gone, Gone, Gone – My man’s gone now – Promised Land –
I Got Plenty o’ Nuttin’ – Bess you is my Woman now – Oh, I can’t
sit Down – It ain’t Necessarily so – There’s a Boat dat’s Leavin –
Oh Lawd, I’m on my Way.
Durata: 40’ ca.
Ultima esecuzione Rai a Torino: 28 giugno 2007, Wayne Marshall,
Daniel Washington, Maureen Brathwaite (versione da concerto
di W. Marshall); 19 ottobre 2001, Dmitrij Kitaenko (Symphonic
Picture, versione solo strumentale di R. R. Bennett).
Il concerto di venerdì 29 marzo è trasmesso in collegamento
diretto su Radio3 per il programma “Radio3 Suite”
e in streaming audio-video su www.osn.rai.it
Leonard Bernstein
Candide. Ouverture
Leonard Bernstein
Serenade per violino, orchestra d’archi, arpa e percussione.
Il migliore dei mondi possibili. Ecco la celebre frase in cui si condensa la
riflessione proposta da Voltaire nel suo Candide (1759). Ma il migliore dei
mondi possibili non deve necessariamente essere un buon mondo; ed è per
questo che i due protagonisti del romanzo, Candide e Cunegonde, dopo aver
conosciuto le atrocità commesse dagli uomini in ogni luogo della terra, si
ritirano in campagna per celebrare il culto del lavoro: l’unico mezzo in grado di
rendere sopportabile la vita all’uomo.
Era inevitabile che nel 1956, dopo mezzo secolo di guerre e violenze, tornasse
terribilmente attuale l’ottimismo rovesciato di Voltaire. Negli Stati Uniti
tocco a Lillian Helmann riprendere il messaggio di Candide: un adattamento
teatrale realizzato a quattro mani con Leonard Bernstein, agli albori della
sua spettacolare carriera come direttore d’orchestra. Ma l’opera, nonostante
il soggetto settecentesco, continua a essere un veicolo di significati moderni,
perfettamente di moda anche nella società del world wide web. Il Candide di
Bernstein appartiene alla serie di capolavori che non sono classificabili entro
alcun genere: accoglie in sé una moltitudine di stili e caratteri che si reggono tra
loro come in un castello di carte, in bilico tra l’allegria spensierata dell’operetta, il
turbinio spettacolare del musical e il profondo lirismo del teatro musicale classico.
Nella brillante freschezza dell’ouverture, pagina ormai entrata stabilmente a far
parte del repertorio sinfonico, si condensa tutto il senso dell’opera: la leggerezza
e l’ironia nascondono un amaro commento all’ipocrisia di un mondo che cerca
disperatamente di seppellire la vera natura delle azioni umane.
Andrea Malvano
(dagli archivi Rai)
Serenade fu presentata per la prima volta a Venezia nel 1954, in occasione
del XVII Festival di musica contemporanea. Bernstein all’epoca era all’inizio
della sua brillante carriera. Come direttore stava già lasciando un segno su
podi prestigiosi in giro per il mondo. Ma come compositore doveva ancora
esplodere, nonostante decisi incoraggiamenti venuti da musicisti del tempo.
Aaron Colpand, ad esempio, nel 1951 scrisse: «Le doti di Bernstein come
compositore sono state oscurate da quelle di direttore d’orchestra e pianista.
Sarebbe strano che egli non fosse capace di comporre, perché la sua abilità in
questo campo è solo uno dei vari aspetti di una personalità straordinariamente
versatile». Giudizio profetico, che sarebbe stato ampiamente confermato da
pagine che hanno fatto la storia del secondo Novecento.
Serenade, pochi anni dopo, avrebbe cominciato a irrobustire il catalogo
di Bernstein. Il sottotitolo, «dal Simposio di Platone», esplicita la fonte
dell’ispirazione: l’opera dedicata dal filosofo classico al tema dell’amore.
I movimenti richiamano i nomi dei vari convitati che nel trattato danno vita
alla disquisizione. Ma fu lo stesso Bernstein a precisare il suo pensiero: «non
si tratta di un programma letterale: la musica è solo un seguito di racconti
in onore dell’amore, come accade nel Simposio». L’analogia, dunque, si deve
fermare alla struttura generale: narrazioni riferite da vari personaggi in merito
a un tema comune. Ed effettivamente è proprio quello che accade in Serenade.
Alcune linee melodiche continuano a tornare con differenti colori, alcuni episodi
interni ritornano in maniera ciclica, e spesso il materiale di ogni movimento
genera il brano successivo. Eppure, nonostante questi intrecci interni, il racconto
sembra ogni volta diverso. C’è un minimo comun denominatore tematico, ma le
narrazioni vanno per conto loro.
Il primo movimento, Phaedrus – Pausanias, parla la lingua dell’amore
spirituale: l’esordio solistico del violino ci porta subito in un mondo esile,
fatto di nuvole molto più che di terra ferma. Aristophanes ha qualcosa del
sentimento cervellotico: la melodia gira su se stessa, proprio come il pensiero
di un individuo che fatica a prendere una decisione. Quante volte ci sentiamo
così, quando cerchiamo di dare un senso all’amore. Erixymachos esplode con
violenza, come una storia passionale che fa schizzare il sangue nelle orbite.
Agathon torna a volteggiare nel regno dei sogni a occhi aperti, con il violino in
continua ascesa verso la dimensione del trascendente: la lunga cadenza solistica
sembra alludere alla necessità di confrontarsi in maniera individuale con temi
così elevati. Socrates infine chiude il cerchio riprendendo molto materiale del
primo movimento; ma c’è una sofferenza nuova in questa pagina, come se quel
clima spirituale si fosse macchiato di qualche ombra mortale.
Massimo Mila vedeva nella musica di Bernstein il grande pregio di saper divertire
e interessare, «anche a costo di infilare nel discorso qualche parolaccia, qualche
espressione dialettale colorita». Questo ragionamento vale anche per Serenade,
vista la sua fisionomia borderline tra sublimazione cameristica e sinfonismo in
stile folk-opera: il tono generale è senza dubbio quello delle pagine asessuate,
che fanno dell’amore un porta privilegiata con l’aldilà; ma sono molte le idee
che si portano già dentro tutto il voltaggio pop di Westside Story.
Andrea Malvano
George Gershwin
Porgy and Bess, Suite da concerto
Riflessioni su Porgy and Bess in forma di concerto
La folk-opera di Gershwin presentata in forma di concerto si priva dell’azione
scenica e della danza, dell’ambiente e del colore, sue componenti essenziali.
Inoltre, un’esecuzione concertistica non può offrirla in versione integrale, a
causa della voluminosa partitura che prevede ben oltre tre ore di durata senza
contare gli intervalli. Una considerazione attenta della vera natura dell’opera
è tuttavia capace di trovare ragioni persuasive in una simile operazione, che
ha in primo luogo il merito di avvicinare Porgy and Bess al grande pubblico
non statunitense, anche in situazioni teatrali in cui sarebbe arduo allestirla in
versione scenica integrale a motivo dei costi di produzione: un cast interamente
afroamericano impone la tournée di una compagnia già costituita.
L’esecuzione sintetica in forma di concerto rende possibili apparizioni frequenti
dell’opera, pur senza necessariamente rinunciare a porgerla nei suoi valori autentici,
e questo per due ragioni ad essa intrinseche, soltanto in apparenza contrastanti.
La prima ragione è che Porgy and Bess è un’opera che – contrariamente alle
affermazioni della quasi totalità dell’opinione critica e musicologica – ha un
convincente spessore sinfonico. La scena, l’azione e il moto le sono sì essenziali;
ma altrettanto distintive, seppure non altrettanto riconosciute, sono le
risorse orchestrali della folk-opera, dotata di forte identità e autonomia della
partitura. La seconda ragione è che la sua teatralità è implicita alla musica e al
libretto; pur senza necessità di scena irradia ed esprime moto interno e azione.
[...] Che l’opera gershwiniana si svolga in una trama continua di tessuto sinfonico
e non attraverso una serie frammentaria di song con accompagnamento
orchestrale, e che in quanto tale Gershwin ne proponesse l’interpretazione, è
documentato anche da testimonianze sonore dell’epoca.
La registrazione storica dal vivo delle prove di una selezione dell’opera sotto
la direzione dello stesso compositore, effettuata il 19 luglio 1935, in un
momento cruciale in cui Gershwin era ancora impegnato nell’orchestrazione di
Porgy and Bess (che debuttò il 10 ottobre di quello stesso anno a Broadway,
Alvin Theater) evoca un coerente senso dell’insieme e della continuità. […]
Sugli aspetti sinfonici di Porgy and Bess sarà inoltre importante soffermarsi su
Catfish Row, la Suite sinfonica dall’opera scritta dallo stesso Gershwin nel 1936
e originariamente intitolata Porgy and Bess Suite, illuminante anch’essa sul
modo in cui il compositore viveva il rapporto con la partitura operistica [anche
se l’esecuzione di questa sera prevede la celebre Suite nell’arrangiamento del
compositore e orchestratore Robert Russell Bennett (1894-1981), ndr].
La Suite gershwiniana consiste in cinque sezioni: 1) Catfish Row (Opening:
Introduction – “Jasbo Brown” – “Summertime”).
Un breve riferimento alla fuga, protagonista della sezione seguente (momento
geniale e originalissimo di libertà creativa del compositore nei riguardi del
suo materiale) conduce alla sezione 2) Porgy Sings (“I Got Plenty O’ Nuttin’”;
“Bess, You Is My Woman Now”). “Bess, You Is My Woman” è introdotto dalle tre
misure di violoncello che Gershwin chiede esplicitamente nella registrazione
delle prove per entrare nel duetto Porgy-Bess. Nella Suite, il celebre duetto
riceve un trattamento orchestrale lieve e affettuoso, con strumentazione
delicata e trasparente, quasi da commedia musicale; 3) Fugue (morte di
Crown); 4) Hurricane (Opening Atto II, Scena III, e episodio dell’uragano),
dalla strumentazione travolgente; 5) Good morning, Brother (Opening Atto III,
Scena III: “Occupational Humoresque: Good Morning, Brother”; “Children’s Song
‘Sure To Go To Heaven’”; “Lord, I’M On My Way”) con straordinaria pienezza di
apparizioni strumentali, indimenticabile per evocazione teatrale e narrativa.
Questa Suite è ricca di inventiva, sempre vibrante e tesa; incorpora sezioni
solitamente trascurate e tagliate dell’opera, a testimoniare il valore che i
raccordi e il tessuto teatrale-sinfonico avevano per l’autore. Porgy prevale
come personaggio assieme al suo ambiente, la comunità afroamericana di
Catfish Row, un decaduto sobborgo di Charleston, South Carolina. Proprio
come nella fonte originale del libretto, il romanzo di DuBose Heyward (1925)
dalla cui lettura Gershwin tanto rimase conquistato. Del resto, ancora al tempo
delle prove, l’opera si intitolava solamente Porgy. […] Esecuzioni sintetiche di
Porgy and Bess sono pure gli arrangiamenti, talora medley (compilazioni, poutpourri) come quello di Bennett del 1942, che combina i ruoli vocali e le parti in
due soli cantanti, voce maschile e femminile, con conseguente enorme sforzo
vocale richiesto agli interpreti e difficoltà insuperabili nella resa differenziata
dei personaggi e della varietà drammatica. I manoscritti della Library of
Congress rivelano i tagli apportati alla partitura nel 1935. Questi tagli furono
approvati dal compositore. Porgy and Bess è opera così fortemente dinamica e
distintiva, che sostiene anche una lettura di sintesi, purché non vada perduto il
senso della sua compattezza e drammaturgia stringente, e non la si riduca ad
una serie di highlight, melodie pur bellissime e originali con accompagnamento
orchestrale. […] Oltre alle considerazioni sulla natura dell’opera gershwiniana
e sull’ambivalenza tra esecuzione integrale o adattata e ridotta, si impone
una riflessione conclusiva circa la qualità altamente spettacolare della musica
gershwiniana, anche separatamente da una rappresentazione scenica, e
persino in composizioni sinfoniche e non destinate al teatro, eppure mai
prive della nozione di rapporto con il pubblico, della esecuzione dal vivo in un
ambiente popolato. La spettacolarità di Porgy and Bess e i lavori concertistici
gershwiniani rispondono ad un progetto unico, consapevole e chiaro: essi
incarnano le più alte aspirazioni compositive di George Gershwin, che per anni,
proprio durante il periodo in cui scrisse la folk-opera, riempì interi quaderni
di esercizi di contrappunto, fughe e ogni sorta di studi con l’integro maestro
Joseph Schillinger (1895-1943). Scorrendo quelle pagine si assiste all’impegno
quotidiano di un compositore per costruire un risultato di eccellenza: in esso
l’integrazione di personaggio, orchestra e coro trova realizzazione in un fluire
ininterrotto, diversificato ma senza fratture, come vera essenza di teatralità.
Tratto da Aloma Bardi,“Porgy and Bess, dramma musicale in tre atti versione
da concerto di Wayne Marshall”, 2007.
Sinossi di Porgy and Bess nella versione breve da concerto
Atto I
SCENA I. Nel cortile di Catfish Row, un antico palazzo signorile decaduto, ora
abitato da famiglie di colore, che vivono di pesca e del lavoro nei campi di cotone.
Sabato sera la gente si diverte: gioca a dadi e improvvisa canti (“Jasbo Brown
Blues”). Clara, la donna di un pescatore, canta al suo bambino una ninna nanna
(“Summertime”).
SCENA II. La notte seguente, nella stanza di Serena.
Viene esposto il cadavere di Robbins e si fa una colletta per pagare il suo
funerale. Serena piange, mentre i vicini le danno conforto.
Le donne cantano uno spiritual (“Gone, Gone, Gone”) e Porgy intona un’accorata
preghiera. La veglia funebre continua e Serena canta una commovente melodia
(“My Man’s Gone Now”). Bess, accolta in mezzo agli altri, continua a cantare
(“Leavin’ for the Promise’ Lan’”).
Atto II
SCENA I. Catfish Row, un mese dopo.
Porgy, alla finestra, canta felice (“I Got Plenty O’ Nuttin’”) per l’arrivo di Bess.
L’animo di Porgy viene turbato dal volo di un’albanella, uccello che annuncia
sfortune (“Buzzard Song”). Mentre tutti si preparano per un picnic, Sporting
Life trova il modo di avvicinarsi a Bess per blandirla promettendole una vita
lussuosa se accetterà di mettersi con lui e andare a New York; Porgy lo caccia e
canta un duetto d’amore con Bess (“Bess, You Is My Woman”).
Vinta dalla tenerezza d’animo di Porgy, Bess accetta controvoglia di unirsi da
sola al picnic sull’isolotto di Kittiwah.
SCENA II. Kittiwah Island, nel tardo pomeriggio.
La festa è in pieno svolgimento, tutti si lasciano andare a un’euforia poco
controllata, culminante nella blasfema parodia di un sermone officiata dal
solito Sporting Life (“It Ain’t Necessarily So”).
SCENA III. A Catfish Row, prima dell’alba, una settimana più tardi.
Porgy attende un miglioramento di Bess che, in realtà gli confida di aver
promesso a Crown di tornare con lui ma confessa che, pur volendo restare
a Catfish Row, teme di non resistere a Crown (“I Loves You, Porgy”). Porgy
non vuole rinunciare a lei e le promette di tenerla al riparo dalle insidie.
Il vento comincia a soffiare sempre più forte, il cielo si oscura, il campanile
annuncia l’arrivo di un uragano.
Atto III
SCENA I. A Catfish Row, la notte seguente.
Calmata la tempesta, Jake, Clara e Crown non hanno fatto ritorno a casa e la
gente di Catfish Row li compiange.
SCENA II. A Catfish Row, il pomeriggio seguente.
Sporting Life spinge Bess a credere che Porgy non uscirà più di galera e la lusinga
ancora (“There’s A Boat Dat’s Leavin’ Soon For New York”); Bess lo respinge, ma
Sporting Life, sicuro del successo, le offre un altro po’ di droga: Bess cede e si
allontana a braccetto con lui.
SCENA III. A Catfish Row, una settimana dopo.
Passata una settimana in cella per essersi rifiutato di guardare il cadavere, Porgy
torna a casa felice di essere scampato al castigo; nel cortile, tra l’imbarazzo
generale, chiede di Bess. Vede quindi Serena col bambino di Clara: i sospetti si
fanno realtà, si allarma e si rende conto che la donna non c’è più. Comincia così a
cantare (“Oh Bess, Oh Where’s My Bess”); Serena e Maria si uniscono al suo canto.
Sulle prime Porgy pensa che Bess sia morta, ma Serena glielo nega. Porgy esulta
e, scoprendo che Bess è andata a New York, chiede dove si trovi questa città.
Nonostante la distanza, è pronto a partire con la sua capra e il suo carretto per
cercare Bess. Gli amici tentano di dissuaderlo, ma è tutto inutile, mentre lascia
Catfish Row, tutti si uniscono al suo canto (“Oh Lawd, I’m On My Way”).
George Gershwin
Porgy and Bess suite da concerto
ACT I, Scene I
ATTO I, Scena I
CLARA
Summertime and the livin’ is easy,
Fish are jumpin’, and the cotton is high.
Oh your daddy’s rich, and your ma is good
lookin’, So hush, little baby, don’ yo’ cry.
(Girls of chorus sing “ooh” behind Clara)
One of these mornin’s you goin’ to rise
[up singin’,
Then you’ll spread yo’ wings an’ you’ll
[take the sky.
But till that mornin’, there’s a-nothin’ can
[harm you
With Daddy and Mammy standin’ by.
CLARA
Tempo d’estate, è facile la vita,
guizzano i pesci, è alto il cotone.
Oh è ricco tuo padre, ed è bella tua madre,
ma zitto, bimbo mio, non piangere.
(Le ragazze del coro cantano ‘ooh’
accompagnando Clara)
Un mattino ti alzi cantando,
poi spieghi le ali e Sali al cielo.
Ma fino a quel mattino nulla può nuocerti,
con babbo e mamma vicini a te.
JAKE
Lissen to yo’ daddy warn you,
‘Fore you start a-travelling,
Woman may born you, love you and
[mourn you,
But a woman is a sometime thing,
Yes, a woman is a sometime thing.
Yo’ mammy is the first to name you,
Then she’ll tie you to her apron string,
Then she’ll shame you and she’ll blame you
Till yo’ woman comes to claim you,
‘Cause a woman is a sometime thing,
Yes, a woman is a sometime thing.
JAKE
Ascolta il papà che ti ammonisce
prima di fare un viaggetto,
la donna ti partorisce, ti ama e ti fa
[il funerale,
ma la donna è cosa passeggera,
sì, la donna è cosa passeggera.
La mamma è la prima a darti il nome,
e ti legherà alla sua gonnella,
ti svergognerà e ti sgriderà
finché viene una donna a cercarti,
perché la donna è cosa passeggera,
sì, la donna è cosa passeggera.
ACT I, Scene II
ATTO I, Scena II
SERENA
My man’s gone now,
Ain’t no use alistenin’
For his tired foot-steps
Climbin’ up de stairs. Ah!
Ole Man Sorrow
SERENA
Il mio uomo se n‘è andato,
è inutile ascoltare
i suoi stanchi passi
che salgono alle stelle. Ah!
Vecchio amico Dolore,
Come to keep me comp’ny,
Whisperin’ beside me
When I say my prayers. Ah...
Ain’t dat I min’ workin’•
Work an’ me is travellers
Journeyin’ togedder
To de promise land.
But Ole Man Sorrow’s
Marchin’ all de way wid me
Tellin’ me I’m ole now
Since I lose my man.
Ole Man Sorrow sittin’ by de fireplace,
Lyin’ all night long by me in de bed.
Tellin’ me de same thing mornin’,
[noon an’ eb’nin’
That I’m all alone now since my man
[is dead.
Ah…
vieni a tenermi compagnia,
mormora accanto a me
mentre recito le mie preghiere. Ah…
non è questo che vorrei fare.
La fatica ed io siamo viaggiatori,
viaggiamo insieme
verso la Terra Promessa.
Ma il vecchio amico Dolore
avanza sempre con me,
mi dice che son vecchia abbastanza
per perdere il mio uomo.
Il vecchio amico Dolore, seduto al focolare,
si sdraia ogni notte accanto a me nel letto,
mi dice la stessa cosa mattina,
[mezzodì e sera,
che sono sola da quando il mio uomo
[è morto.
Ah…
BESS
Oh, the train is at the station
An’ you better get on board,
‘Cause it’s leavin’ today,
‘An it’s headin’ for The Promise Lan’.
Oh, we’re leavin’ for the Promise Lan’
Leavin’ for the Promise’ Lan’.
Keep that drivin’ wheel arollin’, rollin’
Let i troll…
Until we meet our brudder in the
[Promise’ Lan’.
Oh, I got my ticket ready
An’ de time is gettin’ short
‘Cause we’re leavin’ today,
An’ we’re headed for the Promise Lan’.
BESS
Oh, il treno è alla stazione
e tu devi salire a bordo
perché oggi parte,
ed è diretto alla Terra Promessa.
Partiamo per la Terra Promessa
partiamo per la Terra Promessa.
Girino le ruote, girino…
Girino…
Fin che incontriamo il nostro fratello
[nella Terra Promessa.
Oh, ho pronto il mio biglietto
e il tempo affretta,
perché oggi partiamo
e siamo diretti alla Terra Promessa.
ACT II, Scene I
PORGY
(at window, laughing)
Oh, I got plenty o’ nuttin’,
An’ nuttin’s plenty fo’ me.
I got no car, got no mule, I got no misery.
De folks wid plenty o’ plenty
ATTO II, Scena I
Got a lock on dey door.
‘Fraid somebody’s agoin’ to rob ‘em
While dey’s out amakin’ more.
What for?
I got no lock on de door,
(Dat’s no way to be)
Dey can steal de rug from de floor..
Dat’s okeh wid me,
‘Cause de things dat I prize
Like de stars in de skies
All are free.
Oh, I got plenty o’ nuttin’,
An’ nuttin’s plenty fo’ me,
I got my gal, got my song,
Got Hebben de whole day long!
No use complainin’!
Got my gal, got my Lawd, got my song.
I got plenty o’nuttin’,
An’ nuttin’s plenty fo’ me.
I got de sun, got de moon, got de
[deep blue sea.
De folks wid plenty o’ plenty,
Got to pray all de day.
Seems wid plenty you sure got to worry
How to keep de debble away, away.
I ain’t afrettin’ ‘bout hell
Till de time arrive.
Never worry long as I’m well,
Never one to strive to be good, to be bad,
What de hell, I is glad I’s alive.
Oh, I got plenty o’ nuttin’
An’ nuttin’s plenty fo’ me.
I got my gal, got my song,
Got Hebben de whole day long.
No use complainin’,
Got my gal, got my Lawd, got my song!
ha catenaccio alla porta.
Temendo che qualcuno la derubi
mentre è fuori a lavorare.
Per cosa?
Non ho lucchetto alla porta
(a che servirebbe?),
possono rubare il tappetino del pavimento.
Per me va bene così,
perché le cose che apprezzo,
come le stelle nel cielo,
sono tutte libere.
Ho gran quantità di niente,
e niente è ricchezza per me,
ho la mia ragazza, ho il mio canto,
ho il cielo per tutto il giorno!
Non servono lamenti!
Ho la mia ragazza, ho il mio Signore,
[ho il mio canto.
Ho quantità di niente,
e niente è ricchezza per me,
ho il sole, ho la luna, ho il profondo mare azzurro.
La gente con grande ricchezza
deve pregare tutto il giorno.
Se sei ricco ti devi preoccupare
di come tener lontano i ladri.
Non mi turba neanche l’inferno
fin che arrivi il gran giorno.
Non m’importa fin che vivo,
non mi sforzo d’esser buono, d’esser cattivo,
che ci sia l’inferno, son felice d’esser vivo.
Oh, ho gran quantità di niente,
e niente è ricchezza per me,
ho la mia ragazza, ho il mio canto,
ho il cielo per tutto il giorno.
Non compiangetemi,
ho la mia ragazza, ho il mio Signore, ho il mio canto!
PORGY
(alla finestra, ridendo)
Oh, ho gran quantità di niente,
e niente è ricchezza per me.
Non ho carretta, non ho mulo, non ho miseria.
La gente con grande ricchezza
PORGY
Bess, you is my woman now, you is, you is!
An’ you mus’ laugh an’ sing an’ dance for
[two instead of one.
Want no wrinkle on yo’ brow, no-how.
Because de sorrow of de past is all done.
PORGY
Bess, sei la mia donna ora, sì, sì!
Devi ridere, cantare e ballare per due ore
[invece di uno.
Non corrugare le ciglia, non così.
Il dolore del passato è svanito.
Oh, Bess, my Bess,
De real happiness is jes’ begun.
Oh Bess, mia Bess,
è cominciata la vera felicità.
BESS
Porgy, I’s yo’ woman now, I is, I is!
An’ I ain’ never goin’ nowhere ‘less
[you shares de fun.
Dere’s no wrinkle on my brow, no how,
But I ain’ goin’! You hear me sayin’,
If you ain’ goin’, wid you I’m stayin’.
Porgy, I’s yo’ woman now, I’s yours
[forever
Mornin’ time an’ evenin time an summer
[time an’ winter time.
BESS
Porgy, sono la tua donna ora, sì, sì!
E non andrò mai altrove se non
[condivido il piacere con te.
Non c’è ruga sulla mia fronte,
ma non vado! Ti dico,
se tu non vai, resto con te.
Porgy, sono la tua donna, ora sono tua
[per sempre,
al mattino, a sera, in estate e in inverno.
PORGY
Mornin’ time an’ evenin’ time an summer
[time an’ winter time,
Bess, you got yo’ man.
PORGY
Al mattino, a sera, in estate e inverno,
Bess, tu hai il tuo uomo.
PORGY
Bess, you is my woman now an’ forever.
Dis life is jes’ begun.
Bess, we two is one now an’ forever.
Oh, Bess, don’ min’ dose women.
You got yo’ Porgy, you loves yo’ Porgy
I knows you means it, I seen it in yo’
[eyes, Bess.
We’ll go swingin’ through de years
[a-singin’
Hmmm...Mornin’ time an’ evenin’ time
An’ summer time an’ winter time.
My Bess, my Bess, from dis minute I’m
Tellin’ you, I keep dis vow;
Oh, my Bessie, we’s happy now,
We is one now.
PORGY
Bess, sei la mia donna ora per sempre,
è cominciata la vera vita.
Bess, noi due siamo uno e per sempre.
Oh, Bess, non badare a quelle donne.
Tu hai il tuo Porgy, tu ami il tuo Porgy,
so che lo sai, lo vedo nei
[tuoi occhi, Bess.
Trascorreremo anni di felicità.
Hmmm…di mattina, a sera, e d’estate
[e d’inverno.
Mia Bess, mia Bess, in questo momento
ti dico, e mantengo il voto;
oh, mia Bess, ora siamo felici,
siamo uno solo.
BESS
Porgy, I’s yo woman now, I is, I is!
An’ I ain’ never goin’ nowhere
‘Less you shares de fun.
Dere’s no wrinkle on my brow, no how
But I ain’ goin’! You hear me sayin’,
BESS
Porgy, sono la tua donna ora, sì, sì!
E non andrò mai in nessun posto
a meno che tu non condivida il piacere.
Non corrugare la fronte, non così,
ma non andrò! Ti dico,
If you ain’ goin’, wid you I’m stayin’.
Porgy, I’s yo woman now! I’s yours forever.
Mornin’ time an’ evenin’ time an’
Summer time an’ winter
[time, hmmmmmm.
Oh, my Porgy, my man Porgy,
From dis minute I’m tellin’ you,
[I keep dis vow:
Porgy, I’s yo’ woman now.
se tu non vai, resto con te.
Porgy, sono la tua donna ora! Sono tua
[per sempre,
Al mattino, a sera, in estate e in inverno,
[hmmmmm.
Oh, mio Porgy, Porgy mio marito,
da dieci minuti ti dico, e mantengo
[il voto:
Porgy, io sono la tua donna.
ACT II, Scene II
ATTI II, Scena II
SPORTING LIFE
It ain’t necessarily so,
De t’ings dat yo’ li’ble
To read in de Bible,
It ain’t necessarily so.
Li’l David was small, but oh my!
He fought big Goliath
Who lay down an’ dieth,
Li’l David was small, but oh my!
Wadoo-Zim bam boodle-oo,
Hoodle ah da wa da - Scatty wah.
Yeah! Oh, Jonah, he lived in de whale,
Fo’ he made his home in
Dat fish’s abdomen.
Oh, Jonah, he lived in de whale.
Li’l Moses was found in a stream.
He floated on water
Till Ole Pharaoh’s daughter
She fished him, she says, from dat stream.
Wa-dooZim bam boodle-oo,
Hoodle ah da wa - Scatty wah.
Yeah! It ain’t necessarily so,
Dey tell all you chillun
De debble’s a villun
But ‘tain’t necessarily so.
To get into Hebben,
Don’ snap for a sebben!
Live clean. Look at me! Don’ have no fault.
Oh, I takes dat gospel
Whenever it’s pos’ble,
But wid a grain of salt.
SPORTING LIFE
Non è detto che sia così,
Le cose che dovete
leggere nella Bibbia,
non è detto che sian così.
Davide era piccino, ma ohimè!
Lottò col grosso Golia,
che abbattuto morì.
Davide era piccino, ma ohimè!
Wadoo – Zim bam boodle-oo,
Hoodle ah da wa da – Scatty vah.
Oh, Giona viveva in una balena,
Perché fece la sua casa
nel ventre di quel pesce.
Oh, Giona viveva nella balena.
Il piccolo Mosè fu trovato nella corrente.
Quel bimbo galleggiò nell’acqua
fin che la figlia del vecchio Faraone
lo ripescò, dicono, dalla corrente.
Wadoo – Zim bam boodle-oo,
Hoodle ah da wa da – Scatty vah.
Non è detto che sia così,
Han detto a voi poverini
che il diavolo è brutto,
a non è detto che sia così.
Per andare in cielo
non mangiare roba vietata!
Vivete bene; non è peccato. Guardatemi!
Oh, seguo questo vangelo
fin ch’è possibile,
ma con un grano di sale.
Methus’lah lived nine hundred years.
Say, but who calls dat livin’
When no gal’ll give in
To no man what’s nine hundred years?
I’m preachin’ dis sermon to show
It ain’t nessa, ain’t nessa, ain’t nessa,
ain’t nessa...
Ain’t necessarily so.
I’m preachin’ dis sermon to show
It ain’t nessa, ain’t nessa, ain’t nessa, ain’t
nessa, ain’t necessarily so...
Matusalemme visse novecento anni.
Ma chi vuole questa vita,
e senza una ragazza,
che gli servono novecento anni?
Recito questo sermone per mostrare
che non è detto, non è detto, non è detto,
non è detto…
Non è detto che sia così.
Recito questo sermone per mostrare
che non è detto, non è detto, non è detto,
non è detto che sia così…
ACT III, Scene II
ACT III, Scene II
SPORTING LIFE
There’s a boat dat’s
Leavin’ soon for New York. Come wid
Me, dat’s where
We belong, sister.
You an’ me kin live dat high life
[in New York.
Come wid me, dere you can’t go wrong,
[sister.
I’ll buy you de swellest mansion
Up on upper Fi’th Avenue
An’ through Harlem we’ll go struttin’,
We’ll go astruttin’,
An’ dere’ll be nuttin’
Too good for you.
I’ll dress you in silks and satins
In de latest Paris styles.
And de blues you’ll be forgettin’,
You’ll be forgettin’,
There’ll be no frettin’
Jes nothin’ but smiles.
Come along wid me, Hey dat’s de place.
Don’t be a fool, come along, come along.
There’s a boat dat’s leavin’ soon for
[New York.
Come wid me, dat’s where we belong,
[sister,
Dat’s where we belong!
SPORTING LIFE
C’è un battello
che parte presto per New York.
Vieni con me, quello è il posto
per noi, sorella.
Tu ed io faremo la bella vita a
[New York.
Vieni con me, là tutto ti andrà per il
[meglio, sorella.
Ti comprerò la casa più elegante
lungo la Quinta Strada
e passeggeremo per Harlem,
passeggeremo,
e per te non ci sarà
niente di troppo caro.
Ti vestirò di seta e raso,
all’ultima moda parigina.
E scorderai ogni tristezza,
scorderai,
non vi saranno dolori,
ma solo sorriso.
Vieni via con me, il luogo è quello.
Non fare la pazza, vieni via, vieni via.
Con un battello che presto parte per
[New York.
Vieni con me, è quello il luogo per noi, sorella,
è quello il luogo!
Oh, Signore, prendo la mia strada.
ACT III, Scene III
ATTO III, Scena III
PORGY, BESS AND ALL
Oh Lawd, I’m on my way.
I’m on my way to a Heav’nly Lan’,
I’ll ride dat long, long road.
If You are there to guide my han’.
Oh Lawd, I’m on my way.
I’m on my way to a Heav’nly Lan’Oh Lawd. It’s a long, long way, but
You’ll be there to take my han’.
PORGY, BESS E TUTTI
Prendo la mia strada verso il paradiso,
andrò per lunga, lunga via.
Se ci sei tu a guidare la mia mano,
oh Signore sono sulla mia strada.
Sono sulla mia strada verso il paradiso –
Oh Signore, è un viaggio lungo,
ma ci sei tu a tenermi la mano.
La nota e i testi sono pubblicati per gentile concessione del Teatro Massimo
di Palermo.
JOHN AXELROD
Laureato ad Harvard e formatosi nella tradizione di Bernstein, ha studiato al
Conservatorio di San Pietroburgo con Ilya Musin e ha partecipato al programma
dell’American Symphony Orchestra League. Dopo la carica quinquennale come
direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Lucerna e direttore musicale del
Teatro di Lucerna e la nomina di Direttore Musicale dell’Orchestre National des
Pays de la Loire, da aprile 2011 è Direttore Principale dell’Orchestra Sinfonica di
Milano “G. Verdi”. Ha collaborato con Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino, NDR
Symphony di Amburgo, Orchestra del Gewandhaus, Orchestre de Paris, Royal
Philharmonic di Londra, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, OSN Rai, Orchestra
del Teatro La Fenice di Venezia e del San Carlo di Napoli, Royal Stockholm
Philharmonic, Orchestra della Radio Svedese e di Vienna, Salzburg Mozarteum,
Sinfonia Varsovia, e viene invitato ai festival Beethoven, Schleswig Holstein
Music, Salisburgo, Bregenz, Ravinia (Chicago), Notti Bianche (San Pietroburgo).
Negli Stati Uniti e in Asia è impegnato con le orchestre di Washington, Los
Angeles, Philadelphia, Chicago, Kyoto, Shanghai e NHK di Tokyo. L’attività
operistica comprende nuove produzioni di Candide di Bernstein al Théâtre du
Châtelet e al Teatro alla Scala, Tristano e Isotta ad Angers/Nantes e Kehraus um
St. Stephan di Krenek al Festival di Bregenz. Al Teatro di Lucerna ha diretto nuove
produzioni di Kaiser von Atlantis, Rigoletto, Rake’s Progress, Don Giovanni, L’opera
da tre soldi, Idomeneo, Il barbiere di Siviglia, Evgenij Onegin, L’elisir d ‘Amore e
Falstaff. È stato Primo Direttore Ospite della Sinfonietta Cracovia (2000-2010),
ha collaborato con ARTE e diretto l’orchestra ad Auschwitz per un film della BBC
in memoria dell’Olocausto (Emmy Award 2007). Impegnato nella promozione
del repertorio contemporaneo, ha diretto le prime esecuzioni di lavori firmati da
compositori quali van der Aa, al-Zand, Dalbavie, Dorman, Dusapin, Gordon, Kilar,
Gabriel Prokofiev, Rihm, Saariaho, Stroppa e Widmann. Le ultime registrazioni
comprendono la Sinfonia n. 3 di Gorecki con la Danish National Symphony (Sony
Classical); Herminie e Les Nuits d’été di Berlioz e Shéhérazade di Ravel con Gens
e l’Orchestre National des Pays de la Loire (Ondine); i CD “French Impressions”
(premiato con l’International Classical Music Award 2012), e American Serenade
(Warner Classics) con Kolly d’Alba. Prossimamente: Rhapsody in Blue di Gershwin
con la London Symphony, Lang Lang e Herbie Hancock (Sony Classical).
RACHEL KOLLY D’ALBA
Ha iniziato gli studi del violino e del pianoforte a 5 anni. Al Conservatorio di
Losanna ha ottenuto a soli 15 anni il diploma di insegnamento per il violino
e la musica da camera. Ha successivamente studiato nella classe di Igor
Ozim, ottenendo il diploma di solista, e ha beneficiato dei consigli di grandi
maestri quali Franco Gulli, Ivry Gitlis, Boris Kushnir, Hansheinz Schneeberger
e Thomas Kakuska. I suoi studi l’hanno vista approfondire la composizione,
l’orchestrazione e l’analisi. Recentemente è stata nominata Ambasciatrice per
“Handicap International” con la sua prima missione in Cambogia. Ha vinto
i principali concorsi svizzeri e nel 2005 il Primo Premio nella quinta edizione
del concorso internazionale “Julio Cardona”, nonché il Premio per la migliore
interpretazione di un lavoro contemporaneo.
Ha in programma debutti con la Filarmonica di Rotterdam, la Real Orquesta
Sinfónica de Sevilla, la WDR di Colonia, avendo già collaborato con la BBC
Philharmonic, la NHK di Tokyo, l’Orchestra da Camera di Losanna, l’Orchestra
Sinfonica di Milano “G.Verdi”, l’Orchestra Sinfonica di Berna, l’Orchestra della
Radio Svizzera Italiana, l’Orchestra da camera di Friburgo e l’Orchestra della
Toscana. Suona in recital con il pianista Christian Chamorel ai festival di Gstaad,
Schleswig Holstein, Menton, Buenos Aires e delle Fiandre. Incide in esclusiva
per la prestigiosa etichetta Warner Classics. La prima uscita dedicata alle sonate
di Ysaÿe, “Passion Ysaÿe”, ha ricevuto il plauso della critica internazionale.
Il secondo disco con orchestra, “French Impressions”, dedicato a musiche di
Saint-Saëns, Chausson, Ravel e Ysaÿe dirette da Jean-Jacques Kantorow e
John Axelrod ha vinto il “Supersonic Award” 2011 della rivista Pizzicato, ed è
stato premiato come “Best Recording of the Year in the Concerto category” agli
International Classical Music Award 2012 (ICMA). L’ultima incisione, “American
Serenade”, con musiche di Gershwin, Bernstein e Waxman vede continuare la
collaborazione con il direttore John Axelrod e l’Orchestre National des Pays de la
Loire. Uscito in Ottobre 2012, ha già ottenuto il premio “Supersonic” della rivista
Pizzicato, 5 stelle da Diapason e la nomina per gli ICMA 2013.
Dall’aprile 2011 suona uno splendido Stradivari del 1732.
È ospite per la prima volta dell’OSN Rai.
Janice Dixon
Il soprano newyorkese Janice Dixon ha completato gli studi in canto, pianoforte
e violino presso la Aaron Copland School of Music. Dopo le esibizioni con la
New York Philharmonic e la American Symphony e in sale quali la Carnegie Hall
e la Alice Tully Hall, è stata in tournée nel ruolo di Bess nel Porgy and Bess di
Gershwin in America, Australia ed Europa. Questo ruolo l’ha condotta anche al
Theater des Westens di Berlino sotto la direzione di Götz Friedrich.
Da allora ha collaborato con la Deutsche Staatsoper e la Deutsche Oper di
Berlino, la Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf, l’Opera di Francoforte, il
Teatro Nazionale di Mannheim, il Prinzregententheater di Monaco e i Teatri di
Stato di Hannover, Wiesbaden, Saarbrücken e Kassel.
I suoi ruoli includono Tosca, Marschallin (Der Rosenkavalier), Senta (Der
Fliegende Holländer), Elsa (Lohengrin), Sieglinde (Die Walküre), Chrysothemis
(Elektra), Ariadne (Ariadne auf Naxos), Abigaille (Nabucco), Desdemona
(Otello), Donna Elvira (Don Giovanni), Fiordiligi (Così fan Tutte), Lisa (La dama
di Picche),Tatjana (Evgenij Onegin) e Eva (Die Meistersinger).
Tra i direttori con cui si è esibita figurano James Levine, Marcello Viotti, Graeme
Jenkins, Kenneth Montgomery, David Stahl, Peter Schneider, Adam Fischer,
Oliver von Dohnányi, Michael Gielen, Miguel Gómez-Martínez, Helmuth Rilling,
Karl-Heinz Steffens e Arthur Fagen, oltre alla collaborazione con Friedrich
Meyer-Oertel, Rebecca Horn e Sandra Leupold.
Si dedica anche al repertorio di musica vocale e sacra. È apparsa in concerto
con la Collegiate Chorale, le Orchestre Sinfoniche di Cleveland e Virginia, la
Scottish Chamber Orchestra, Berliner Philharmoniker, la Filarmonica di Colonia
e ha cantato al Festspielhaus di Baden-Baden, all’Alten Oper di Francoforte e al
Concertgebouw di Amsterdam.
Justin Lee Miller
Il basso-baritono Justin Lee Miller si è laureato alla scuola di musica
dell’Università del Michigan dove ha studiato con il famoso mezzosoprano
Shirley Verrett.
Il suo debutto con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai lo vede impegnato
nella versione da concerto di Porgy and Bess. In Italia è apparso anche al Teatro
Alighieri di Ravenna, al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro di San Carlo
di Napoli sempre in Porgy and Bess in coproduzione con il New York Harlem
Theater.
Si è inoltre esibito con la Las Vegas Company e nel North American National
Tour di The Phantom of the Opera di Andrew Lloyd Webber. Ha cantato all’Opera
di Atlanta, Los Angeles, alla Lyric Opera di Chicago, al Théâtre National de
l’Opéra-Comique di Parigi, alla Avery Fisher Hall presso il Lincoln Center e alla
Carnegie Hall di New York.
Nel 2006 ha inciso Porgy and Bess per la Decca con la Nashville Symphony
Orchestra.
CLARINETTO BASSO
partecipano al concerto
Simone Simonelli
FAGOTTI
*Andrea Corsi, Cristian Crevena.
VIOLINI PRIMI
*Alessandro Milani (di spalla), °Giuseppe Lercara, °Marco Lamberti, Irene Cardo, Claudio Cavalli,
Patricia Greer, Elfrida Kani, Kazimierz Kwiecien, Alfonso Mastrapasqua, Martina Mazzon,
Fulvia Petruzzelli, Rossella Rossi, Matteo Ruffo, Elena Abbati, Antonio Aiello, Marco Mazzucco.
VIOLINI SECONDI
CONTROFAGOTTO
Bruno Giudice
CORNI
*Corrado Saglietti, Valerio Maini, Bruno Tornato, Marco Tosello.
*Roberto Righetti, Valentina Busso, Enrichetta Martellono, Carmine Evangelista, Jeffrey Fabisiak,
Rodolfo Girelli, Alessandro Mancuso, Antonello Molteni, Vincenzo Prota, Francesco Sanna,
Elisa Schack, Isabella Tarchetti, Alessandra Génot, Lorenzo Gugole.
*Marco Braito, Daniele Greco D’Alceo, Roberto Rivellini.
VIOLE
*Enzo Turriziani, Antonello Mazzucco.
*Ula Ulijona, Geri Brown, Rossana Dindo, Federico Maria Fabbris, Alberto Giolo,
Margherita Sarchini, Luciano Scaglia, Giovanni Matteo Brasciolu, Giuseppe Curri,
Valentina De Filippis, Enzo Salzano, Magdalena Vasilescu.
Gianfranco Marchesi
TROMBE
TROMBONI
VIOLONCELLI
*Pierpaolo Toso, Ermanno Franco, Giacomo Berutti, Stefano Blanc, Pietro Di Somma,
Michelangiolo Mafucci, Carlo Pezzati, Fabio Storino, Davide Pettigiani, Marco Radaelli.
CONTRABBASSI
*Augusto Salentini, Gabriele Carpani, Giorgio Curtoni, Luigi Defonte, Antonello Labanca,
Marco Martelli, Maurizio Pasculli, Virgilio Sarro.
FLAUTI
*Marco Jorino, Luigi Arciuli.
TROMBONE BASSO
TUBA
Daryl Smith
TIMPANI
*Stefano Cantarelli
PERCUSSIONI
Maurizio Bianchini, Carmelo Gullotto, Alberto Occhiena, Massimiliano Francese.
ARPA
*Margherita Bassani
OTTAVINO
PIANOFORTE
Carlo Bosticco
*Vittorio Rabagliati
OBOI
BANJO
*Carlo Romano, Teresa Vicentini.
Amelia Saracco
CLARINETTI
*Cesare Coggi, Graziano Mancini.
CLARINETTO PICCOLO
Franco Da Ronco
*prime parti ° concertini
Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, messo gentilmente
a disposizione dalla Fondazione Pro Canale di Milano.
18
GIOVEDÌ 4 APRILE 2013 ore 20.30
VENERDÌ 5 APRILE 2013 ore 20.30
Christopher Hogwood direttore
Bernarda Bobro soprano
Jeremy Ovenden tenore
Jan Martiník basso
Coro della Radio Svedese
Coro Maghini
Peter Dijkstra, Claudio Chiavazza maestri dei cori
Joseph Haydn
Die Schöpfung (La creazione), oratorio Hob XXI n. 2
per soli, coro e orchestra
CARNET
da un minimo di 6 concerti scelti fra i due turni e in tutti i settori
Adulti: 24,00 euro a concerto Giovani: 5,00 euro a concerto
SINGOLO CONCERTO
Poltrona numerata: da 30,00 a 15,00 euro (ridotto giovani)
INGRESSO
Posto non assegnato: da 20,00 a 9,00 euro (ridotto giovani)
BIGLIETTERIA
Tel. 011/8104653 - 8104961 - Fax 011/8170861
[email protected] - www.osn.rai.it
www.facebook.com/osnrai
@OrchestraRai
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