cronache ipogee
pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 2/2013
50 anni del Gruppo Speleo
Luigi Vittorio Ber tarelli - CAI
La copertina del libro.
L'esibizione del Coro "Monte Sabotino".
Il saluto dell'assessore alla Cultura del Comune
di Gorizia, Rodolfo Ziberna.
(Servizio fotografico di Alberto Maizan)
Sabato 23 febbraio 2013, presso la
sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, è stato presentato
il volume “50 anni del Gruppo Speleo
Bertarelli 1961-2011”.
Oltre un centinaio di persone hanno
partecipato alla presentazione, varia
e dinamica, accompagnata dall'introduzione canora del Coro “Monte
Sabotino” della Sezione del CAI di
Gorizia e arricchita dalla presenza
di vari gruppi regionali, delle Federazioni speleologiche e di autorità
rappresentanti la Fondazione Cassa
di Risparmio, il Club Alpino Italiano e
il Comune di Gorizia.
Una occasione per trovare e ricordare
vecchi soci, amici e simpatizzanti del
Gruppo Bertarelli, moderata abilmente
dal socio della sezione Marko Mosetti
che, illustrando la pubblicazione, ha
ripercorso cinquanta anni di attività
speleologica.
Dal lontano 1961, quando un gruppo
di amici si ritrova in una locanda goriziana per fondare il primo nucleo del
futuro gruppo speleologico, passando
per momenti fondamentali della storia
speleologica - l'ingresso nella sezione
del CAI, le esplorazioni sul massiccio
del Monte Canin, la nascita della scuola di speleologia - fino alla storia più
recente con la speleologia urbana e i
Corsi Nazionali.
Quest'opera, fortemente voluta dal
Consiglio Direttivo del Gruppo, vuole
ricordare, con una carrellata fotografica
e alcuni cenni scritti, la vita del Bertarelli ma, soprattutto, l'entusiasmo e
la passione per le esplorazioni ipogee
di persone che amano la natura, le
grotte e lo stare assieme; un gruppo
di amici con la “A” maiuscola.
Il libro per il cinquantesimo di fon-
cronache ipogee
L'introduzione all'evento del past president del
Gruppo Speleo Bertarelli, Andrea Luciani.
L'intervento del presidente del Gruppo Speleo
Bertarelli, Walter Turus.
Il decano del Bertarelli, Ennio Turus.
dazione non vuole assolutamente
rappresentare una conclusione, un
punto di arrivo ma, anzi, un punto
di partenza verso altri momenti che
proseguano la storia e diventino di
stimolo ad avvicinarsi al meraviglioso
mondo sotterraneo.
Luigi Milanese
febbraio 2013...
ATTIVITÀ DEL GRUPPO
SPELEOLOGICO PRADIS
Grotte di Pradis (Clauzetto, Pordenone). La
calata portando la statuetta di Gesù bambino.
Grotte di Pradis (Clauzetto, Pordenone). La
statuetta di Gesù bambino.
Spilimbergo. Incontro divulgativo sulla speleologia
presso l'Università della Terza Età.
La vena di goethite individuata nell'isola di Krk
(Dalmazia).
(Enrico Merlak)
Natale 2012
Fin dall’anno 1967 i suggestivi ambienti sotterranei delle Grotte
di Pradis, nel comune di Clauzetto,
fanno da scenario alla tradizionale
Santa Messa di mezzanotte, chiamata
anche “Natale in Grotta”.
Da 46 anni il GSP organizza l’evento
religioso curando in modo particolare
la ricostruzione speleologica della
Natività. Per l’occasione durante la S.
Messa, speleologi del GSP e del CSIF
di Udine, si sono calati dalla volta,
portando il Bambino Gesù.
La funzione è stata accompagnata dal
coro Juvenes Cantores di Plasencis
e ha visto la presenza di circa 600
persone.
Università della Terza Età
Il GSP, in collaborazione con l’Università della Terza Età di Spilimbergo, ha
organizzato un incontro divulgativo in
materia di speleologia.
L’esposizione si è tenuta il pomeriggio
del 24 gennaio, presenti oltre un centinaio d’iscritti, nell’auditorium dell’Istituto
di Spilimbergo. Il Presidente dell'UTE,
prof. Gianni Colledani, ha presentato
i vari relatori che si sono succeduti,
esponendo su vari argomenti, davanti
a una attenta platea di pubblico.
Particolarmente apprezzato l’intervento
del prof. Maurizio Paoletti, docente
dell’Università di Padova, che ha relazionato sullo studio rivolto alla “Cansiliella Servadei”, un piccolo coleottero
troglobio presente nell’area carsica del
Monte Ciaurlèc.
Visto l’interesse suscitato, in futuro
saranno tenute altre lezioni su specifici
argomenti speleologici.
Nuovo Consiglio Direttivo
Dando seguito alle votazioni dell’Assemblea dei soci, tenutasi il giorno
20 gennaio, il Gruppo Speleologico
Pradis ha provveduto al rinnovo del
suo Consiglio Direttivo.
Il giorno 2 febbraio, presso la sede del
gruppo, a Clauzetto, è stato definito il
nuovo Consiglio direttivo per il triennio
2013 - 2015.
Le cariche sociali sono così ripartite:
Presidente - Giorgio Concina,
Vice Presidente - Venicio Simonutti,
cronache ipogee
Segretario - Rinaldo Gerometta,
Consiglieri - Gabriele Concina e Doriano Parutto.
Presidente dei Revisori dei Conti - Lino
Marcuzzi.
Una curiosità
dei nostri geositi
carsificati
Una vena di goethite estrusa da una
formazione di calcari paleocenici a
struttura saccaroide (parzialmente
metamorfosati). Isola di Krk-Dalmazia
settentrionale-località: versante meridionale del Golfo di Baška a 180 metri
di quota nelle vicinanze della grotta
Škuljica presso l’omonima punta.
Distanza 100 metri dal contatto con
la formazione torbiditica del flysch, in
prossimità di un sovrascorrimento.
Spessore della vena 3-4 cm, lunghezza affiorante 3-4 metri.
Enrico Merlak
ALPI GIULIE CINEMA
2013
HELLS BELLS
Speleo award 2013
La giuria della seconda edizione del
concorso cinematografico dedicato
al documentario di speleologia Hells
Bells Speleo Award, composta da:
- Lucio Comello speleologo della
Commissione Grotte E. Boegan,
- Edy Haipel cultore delle discipline
carsiche,
- Sergio Serra presidente dell’associazione Monte Analogo,
dopo aver visionato le 12 opere presentate in concorso, si è così espressa
all’unanimità:
• MENZIONE SPECIALE a Sirio Sechi
(già vincitore della prima edizione di
Hells Bells) per l’originalità e la vena
umoristica dei suoi corti.
• MENZIONE SPECIALE al film “Cro
Ri Di Lo Ma” di Antonio Giacomin,
e in particolare alla testimonianza
di Francesca Debelli, che è riuscita
a trasmettere con spontaneità ed
efficacia lo spirito, le sensazioni,
l’entusiasmo di un partecipante a
un corso di speleologia, e di una
persona che in genere si avvicina
al mondo sotterraneo.
• CAMPANA D’ARGENTO al film “Il
sogno carsico di Istettai” di Vittorio
Crobu, per aver prodotto un video
dinamico, spettacolare, coinvolgente
sulle esplorazioni speleologiche di
profondità in Sardegna.
• CAMPANA D’ORO, PRIMO PREMIO
HELLS BELLS 2013 al film “Naica,
un lugar en la memoria” diretto e
prodotto dal messicano Gonzalo
Infante. Un documento straordinario,
che sfonda il confine dell’onirico con
immagini e storie degne del miglior
Jules Verne!
Le proiezioni si sono tenute al Teatro
Miela, giovedì 21 febbraio, all’insegna
della rassegna “Alpi Giulie Cinema”
promossa da Monte Analogo in collaborazione con la Commissione Grotte
E. Boegan della SAG-CAI Trieste.
La rassegna terminerà giovedì 28
febbraio 2013 alle ore 20.30 al Caffè
San Marco con le proiezioni delle
produzioni cinematografiche partecipanti al Premio Alpi Giulie Cinema “La
Scabiosa Trenta”.
Premio Alpi Giulie Cinema
È terminata giovedì 28 febbraio 2013
all’Antico Caffè San Marco di Trieste,
con grande successo di pubblico, la
rassegna Alpi Giulie Cinema (cinema
di montagna) organizzata dall’Associazione Monte Analogo.
L’ultima giornata era dedicata alla
premiazione e proiezione delle opere scelte dalla Giuria del “Premio
Alpi Giulie Cinema”, riservato alle
produzioni cinematografiche di autori
della Carinzia, Friuli Venezia Giulia e
Slovenia.
Al regista del miglior video è stata
assegnata la “SCABIOSA TRENTA”,
fiore alpino immaginario cercato per
una vita dal grande pioniere delle
Alpi Giulie, Julius Kugy. Quest’anno il
premio è stato realizzato in legno dagli
scultori goriziani Paolo Figar e Claudio
Mrakic, presenti in sala.
Sergio Serra e Giuliano Gelci, rispettivamente presidente e vice presidente
dell’associazione Monte Analogo hanno premiato come miglior film “Premio
Alpi Giulie Cinema 2013” Kole Kolisevski, produttore del film “WILD ONE
- A story of Philippe Ribiere”” con la
“SCABIOSA TRENTA”, principale riconoscimento del concorso e Samantha
Faccio, regista del film “VIE DI PACE
- L’alpinismo e la Grande Guerra” con
il premio in memoria “Luigi Medeot”
come miglior soggetto.
Era presente in sala anche Gregor
Kresal, regista del cortometraggio
“DOLINA SOČE”, menzione speciale
della giuria e vincitore del “Premio Alpi
Giulie Cinema 2012”.
Alpi Giulie Cinema si è tenuto con
il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia e Comune di
Trieste; in collaborazione con il CAI
di Gorizia, Cooperativa Bonawentura,
ARCI Servizio Civile, Antico Caffè
San Marco, CAI Società Alpina delle
Giulie - Commissione Grotte Eugenio
Boegan.
ALPI GIULIE CINEMA 2013
HELLS BELLS
Speleo award 2013
FOTOCRONACA
“PREMIO ALPI GIULIE CINEMA 2013
LA SCABIOSA TRENTA”
La giuria, alla quale sono stati commissionati i lavori di critica e giudizio
dei filmati pervenuti per la XIX° edizione del Premio Alpi Giulie Cinema
2013 - La Scabiosa Trenta, formata
da Claudio Ernè (giornalista, fotografo), Fulvio “Marko” Mosetti (direttore
responsabile della rivista Alpinismo
Goriziano) e Riccardo Trulla (antropologo culturale), dopo aver visionato le
opere presentate in concorso, pur non
avendo trovato un giudizio unanime e
concorde,assegna a maggioranza, i
seguenti riconoscimenti:
MIGLIOR FILM
Premio “Scabiosa Trenta” 2013
“WILD ONE - A story of Philippe
Ribiere” - regia di Jure Breceljnik
(Slovenija).
Il film ha innanzitutto il merito di
mostrare una realtà poco conosciuta come quella dell’arrampicata per
disabili e assume quindi un forte valore sociale, rompendo con una certa
concezione dell’alpinismo e dell’arrampicata sportiva: il protagonista infatti,
lungi dall’essere rappresentato come
un eroe, è mostrato nelle sue debolezze e nella sua forza che gli hanno
permesso di seguire la sua passione e
di condividerla. Sono proprio i momenti
di scambio con gli altri alpinisti, disabili
e non, a rendere il film emozionate e
comunicativo.
Il film presenta inoltre una fotografia e
un montaggio ottimi accompagnati da
una colonna sonora di qualità.
Premio “Luigi Medeot” per il miglior
soggetto
“VIE DI PACE - L’alpinismo e la
Grande Guerra” - regia di Samantha
Faccio (FVG).
cronache ipogee
Il film è un documentario ben costruito
che attinge a un materiale fotografico
e documentario di alta qualità e originalità. Riassumendo e interpretando
anche con delle ricostruzioni affidate
ad attori la vicenda straordinaria di
Julius Kugy, esso si rivela un ottimo
strumento didattico per percorsi museali, scolastici o semplicemente per
appassionati dell’argomento.
Menzione speciale è stata data infine
al cortometraggio “DOLINA SOČE” per
la regia di Gregor Kresal (Slovenija)
che condensa nel tempo breve di
uno spot pubblicitario, grazie a una
incredibile fotografia e a un esperto
uso del montaggio, la complessità
naturalistica, storica e culturale del
tratto sloveno dell’Isonzo.
CONGRESSI EUROPEI
DI SPELEOLOGIA
PROSSIMI APPUNTAMENTI
21st Intern. Karstological School
"Classical Karst":
Hypogene Speleogenesis
(between theory and reality…)
10-14 giugno 2013 - Postojna,
Slovenia. Organisation: Karst Research Institute SAZU.
Homepage: http://izrk.zrc-sazu.
si/en.
16th International Congress
of Speleology
21-28 luglio 2013, Brno, Czech
Republic. Organisation: Czech
Speleological Society & UIS.
Home page: ht tp://w w w.spe leo2013.com.
Summer School
on Speleothem Science
28 luglio - 3 agosto 2013, Germany.
Home page: ht tp://w w w.spe leothem2013.uni-hd.de.
Karstic Geomorphology:
From hydrological functioning
to palaeoenvironmental
reconstructions
27-31 agosto 2013, Paris, France
Organisation: International Association of Geomorphologists.
Homepage: http://www.geomorphology-iag-paris2013.com.
Il Nuovo Volume
di Atti e Memorie
della C.G.E.B. (n. 44),
entra in rete
Sono stati ineriti in rete internet i primi
tre articoli del nuovissimo volume di
Atti e Memorie della Commissione
Grotte “E. Boegan”, Società Alpina
della Giulie, CAI, Trieste. Del volume,
128 pagine, riccamente illustrato, sono
stati inseriti in rete i primi tre articoli.
- “Il Fondo Medeot presso l’archivio
storico del Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine”, autori Pino
Guidi e Umberto Sello.
Gli autori tracciano un profilo biografico
di Luciano Saverio Medeot (1917-1999).
Il lavoro contiene la documentazione in
dettaglio lasciata da Medeot e riguardante la sua attività speleologica a
Trieste negli anni 1939-1963. È inserita
la riproduzione di alcuni dei preziosi
documenti storici più significativi che
hanno coinvolto più speleologi, in un
quadro ormai entrato nella storia della
città e delle sue interessanti vicende
speleologiche, spesso drammatiche in
un contesto di guerra e politica.
- “Le Briofite della Grotta dell’Orso”,
autori Miris Castello e Luca Strazzaboschi.
Sono riportati i risultati di uno studio
sulla flora briologica della Grotta dell’Orso (33-7VG) del Carso triestino. 42
specie di Briofite di cui sono indicati
elemento corologico, distribuzione e
note ecologico-stazionali. È riportata
una nuova specie per la Regione:
l’epatica Cololejeunea rossettiana.
- “Solubilità della Silice nell’interazione acqua-flysch del Carso classico”,
autore Enrico Merlak.
Nel lavoro sono descritti i meccanismi
di dissoluzione dei silicati del flysch.
La maggior parte della silice presente
in soluzione nelle acque carsiche è
attribuita alla dissociazione incongruente degli allumo-silicati (feldspati,
fillosilicati, idrossidi di ferro ed alluminio) che avviene con continuità nel
corso dell’alterazione delle arenarie e
dei materiali derivati (sabbie, argille
e suoli).
Gli articoli sono consultabili nel sito
della CGEB: www.boegan.it.
Entro brevissimo tempo saranno inseriti in rete ulteriori tre articoli.
Nel complesso il 44° volume viene
strutturato in 128 pagine ed è riccamente illustrato. Si prevede l’uscita in
una elegante veste di stampa entro il
mese di aprile.
Enrico Merlak ([email protected])
cronache ipogee
Vincenzo Obersnel (1931-2013)
Alla bella età di 82 anni è morto
Vincenzo Obersnel, meglio conosciuto nell’ambiente grottistico triestino
dell’altro secolo come “Enzo Capèl”.
Dopo aver svolto attività speleoescursionistica fra la fine degli anni ’40 e
i primi ’50 con vari gruppi grotte (ma
non aderendo ad alcuno) riprende ad
andare in grotta saltuariamente nel
1963 e poi con maggior frequenza
dalla fine degli anni ’60.
Amante del Carso ipogeo ma spirito
indipendente, negli anni ’70 e ’80, acquistato qualche spezzone di scaletta
superleggera, si dedica a uno speleoturismo solitario nel Carso triestino,
con puntate in quello sloveno.
Nel 1990 - a sessant’anni... - inizia
ad andare in grotta con colleghi di
lavoro che gravitavano nell’ambito della
Commissione Grotte, di cui diviene
ben presto membro. Collabora agli
scavi in varie grotte, prendendo parte
soprattutto alle escursioni pomeridiane
infrasettimanali finalizzate a ricerche
spelobotaniche o entomologiche collezionando parecchie centinaia di uscite.
Grande conoscitore del Carso, su
cui si recava non appena aveva un
momento libero, non si limitava a percorrerne i sentieri ma ne indagava con
occhio attento e curioso i più nascosti
recessi. A lui si deve la riscoperta,
nel 2006, tra il monte di Opicina e
il monte Gurca, delle rovine di una
costruzione identificata poi come “Segnale fisso di mira” edificato nel 1883
a cura dell’Accademia di Commercio
e Nautica (l’attuale Istituto Nautico
di Trieste), costruzione restaurata a
cura del Rotary Club Trieste Nord su
interessamento di Luciano Filipas (e
descritta nel 2010 sul numero 104/1
della rivista Alpi Giulie).
Ancorché non in perfetta salute è
presente nel 2011 agli scavi all’Arva
1, il futuro secondo ingresso della
Grotta Impossibile: il suo amore per
le grotte si appagava anche soltanto
della partecipazione esterna ai lavori.
Ripeteva spesso che gli bastava “sentire il profumo di grotta”.
Ciao Ober (o Enzo Capèl, come ti
firmavi sulle pareti delle grotte visitate),
vero grottista della Trieste che fu.
Pino Guidi
Comunichiamo che da oggi
è online il nuovo sito internet delle Grotte di Villanova. Visitateci all’indirizzo:
www.grottedivillanova.it.
marzo 2013...
Assemblea ORDINARIA
del CLUB ALPINISTICO
TRIESTINO
per L'anno 2013
Martedì 26 febbraio 2013 si è tenuta
l'Assemblea ordinaria del Club Alpinistico Triestino per l'anno 2013.
Per quanto riguarda il Gruppo Grotte,
sono state presentate ai soci una decina di iniziative che caratterizzeranno
l'anno in corso.
Tutte le proposte sono state accolte
favorevolmente dai presenti che si
sono resi disponibili a portare a termine
i vari progetti, ognuno per le proprie
capacità e competenze.
Al 31 dicembre 2012 il Club Alpinistico
Triestino conta un totale di 142 soci tra
simpatizzanti, familiari e ordinari.
Su gentile invito, da parte dei colleghi
dell'Unione Speleologica Pordenonese,
c'è la possibilità che possa partecipare
alla manifestazione “PordenoneLegge”
nel mese di settembre 2013.
Attendiamo prudentemente gli sviluppi
prima di confermare o smentire.
Tuttocat
Bollettino sociale, composto da 40
pagine, con notizie sulle attività del
Club Alpinistico Triestino e altri articoli
che riguardano le varie tipologie del
territorio carsico provinciale.
RICERCHE SCIENTIFICHE
SUI FENOMENI CARSICI
Studio sulla dissoluzione carsica
all’interno delle grotte
Il progetto, di durata triennale, ha lo
scopo di approfondire gli studi geologici, idrologici, faunistici e ambientali
all’interno di quattro abissi carsici che,
per tipologia, morfologia e profondità
ben si prestano a fare da “laboratorio”
per lo studio dei fenomeni carsici ipogei nella Provincia di Trieste.
Lo studio verrà condotto nell’abisso dei
Morti, nell’abisso di Repen, nell’abisso
di Padriciano e nell'abisso Skerk.
DIDATTICA
“Un anno da pipistrello”
Il progetto si articola in tre momenti:
esposizione / editoria / corso di biologia con censimento delle colonie.
La mostra è composta da 14 pannelli
(roller) con foto e testi in 6 lingue
(italiano, sloveno, inglese, francese,
tedesco e spagnolo) che percorrono
i 12 mesi di vita del pipistrello.
Il libretto “I chirotteri” è composto
da 36 pagine con notizie di carattere
scientifico relative alla vita dei pipistrelli
e con una parte che riproduce le foto
e i testi della mostra “Un anno da
pipistrello” (in sei lingue). Autore: dott.
Sergio Dolce.
Il libretto “Il pipistrello. Miti, favole,
leggende, curiosità e superstizione”
è composto da 32 pagine con fiabe,
leggende, curiosità, ecc. sui pipistrelli.
Autore: Franco Gherlizza.
Corso di biologia: sotto la direzione
del dott. Sergio Dolce, verrà organizzato un corso di tre giorni per i
ragazzi delle scuole durante i quali si
visiteranno alcune grotte che ospitano i
pipistrelli. Qui verranno eseguite alcune
misurazioni di natura ambientale e il
censimento delle colonie.
N.B.: La mostra e la presentazione
del libretto scientifico sono già stati
inseriti nel programma dell’Incontro
Internazionale di Speleologia che si
terrà a Brno (Repubblica Ceca - luglio
2013).
EDITORIA SPELEOLOGICA
Grotte e leggende
del Friuli Venezia Giulia
Libretto, composto da 32 pagine, sul
folklore ipogeo “Grotte e leggende
del Friuli Venezia Giulia” da leggere
e colorare.
Convegno nazionale sulla didattica
speleologica nelle scuole
La manifestazione segue la scia dei
festeggiamenti per i 40 anni di questa
attività, che il Club ha iniziato nel 1971
presso gli istituti scolastici regionali,
e prevede due giornate di incontri
Presentiamo, qui di seguito, i progetti
approvati dall'Assemblea.
INIZIATIVE SPELEOLOGICHE
PER L’ANNO 2013
ATTIVITÀ DI RICERCA, ESPLORAZIONE E DOCUMENTAZIONE
Ricerche, scavi, esplorazioni, restituzione grafica, documentazione videofotografica di nuove e vecchie grotte
a favore del Catasto Regionale delle
Grotte del Friuli Venezia Giulia.
cronache ipogee
Scavi "invernali" nella zona di Basovizza (Carso
triestino).
(Franco Gherlizza)
Targhettatura dell'Abisso Silvano Zulla (Opicina
Campagna, Carso triestino). (Sergio Vianello)
Un anno
da pipistrello
Esposizione didattica itinerante
Con i ragazzi della Scuola media "N. Sauro" di
Muggia (Trieste) sul Monte Sei Busi (Redipuglia
- Gorizia).
(Sergio Dolce)
Posizionamento della sonda sul fondo
dell'Abisso di Repen (Rupingrande, Carso
triestino).
(Sergio Vianello)
Le profonde gole del Vikos (Grecia), nel periodo
invernale.
(Stephanos Christogoulas)
Abisso di Padriciano (Carso triestino). Parte dei
rifiuti gettati nella grotta, tra i quali spicca anche
una piccola barca.
(Sergio Vianello)
con gli operatori e gli educatori dei
gruppi speleologici di tutta Italia che
aderiranno all’iniziativa.
Sarà una occasione di scambio e di
confronto tra i soggetti partecipanti che
potranno esporre e far conoscere le
loro esperienze in questo campo.
Il Convegno Nazionale avrà luogo a
Trieste, indicativamente, nelle giornate
di sabato e domenica 19 e 20 ottobre
2013, con sede presso la Sala Incontri
del Civico Museo di Storia Naturale.
Previste delle visite guidate allo Speleovivarium e alla Kleine Berlin.
Alla manifestazione sono invitati tutti
gli Istituti scolastici, di ogni ordine
e grado, della Provincia di Trieste
congiuntamente ai loro insegnanti,
studenti, genitori e operatori nel settore
didattico-educativo.
Orizzonti Ipogei (seconda edizione)
L’iniziativa speleo-culturale “Orizzonti
ipogei” presenta il tema, le Grotte della
Grande Guerra sul Carso triestino per
anticipare la storia dell’entrata in guerra
della nostra città, nel luglio del 1914,
quando il territorio faceva ancora parte
dell’impero austriaco.
L’iniziativa è rivolta agli studenti delle
scuole secondarie di primo e secondo
grado di tutto il territorio nazionale ed è
riferita all’anno scolastico 2013-2014.
In questo lasso di tempo, i ragazzi
avranno la possibilità di conoscere,
attraverso lezioni teoriche ed escursioni in grotta, la storia degli ipogei
naturali e artificiali della prima guerra
mondiale sul Carso triestino.
Gli incontri teorici avverranno presso la
sala “Ennio Gherlizza”, all’interno delle
gallerie antiaeree e bunker denominate
“Kleine Berlin” (via Fabio Severo) alle
quali seguirà una visita all’esposizione
tematica sulle cavità usate dai due
eserciti contrapposti nel corso della
prima guerra mondiale.
Le escursioni si svolgeranno nelle
grotte o negli ipogei artificiali, della
Provincia di Trieste, che sono stati
adattati a ricoveri, rifugi, ospedali ecc.
durante il conflitto del 1915-1918.
Agli Istituti scolastici, che aderiranno
all’iniziativa, verrà consegnata una
copia del libro “Grotte della Grande
Guerra”, una copia della guida storica
“Kavernenbau” - Itinerari speleo-turistici della Grande Guerra in Friuli Venezia
Giulia” e una copia del video “Ipogei
naturali e artificiali della Grande Guerra
sul Carso”.
A tutti gli studenti verrà rilasciato un
attestato di partecipazione.
cronache ipogee
DIFFUSIONE
(MOSTRE E AUDIOVISIVI)
Scoperto il Timavo sul fondo dell’Abisso di Rupingrande (Repen)
Mostra fotografica e proiezione di un
video sulle esplorazioni e sulle recenti
scoperte fatte all’interno dell’abisso
carsico dagli speleologi del Club Alpinistico Triestino.
La manifestazione verrà organizzata
in collaborazione con il Comune di
Monrupino.
N.B.: La proiezione è già stata inserita
nel programma dell’Incontro Internazionale di Speleologia che si terrà a Brno
(Repubblica Ceca - luglio 2013).
Mostra e video sulla spedizione
speleologica “SPYLIAS” (Grecia)
Mostra fotografica e proiezione di un
video sulle esplorazioni e sulle scoperte fatte nel corso della spedizione
in oggetto dagli speleologi del Club
Alpinistico Triestino in Grecia (2011).
Manifestazione graditamente richiesta
(e in buona parte organizzata), dal
Consolato di Grecia a Trieste e dalla
Comunità Greca di Trieste.
CORSI DI FORMAZIONE TECNICA
1) Organizzazione del 7° Corso “Incontri con le Caverne di Guerra”.
2) Organizzazione del 5° Corso propedeutico alla speleo-subacquea.
3) Organizzazione del 8° Corso di
introduzione alla speleologia “Speleorando”.
4) Organizzazione del 32° Corso di
Speleologia di primo livello SSI.
TUTELA AMBIENTALE
Pulizia dell’Abisso di Padriciano
La grotta, attualmente, è interessata
da un pesante degrado dovuto allo
scarico e all’abbandono di rifiuti di
varia natura.
Accordi sono già stati presi con il
proprietario del terreno che ci ha autorizzato al recupero dei rifiuti.
Segnaliamo volentieri questa proiezione in HD che
si terrà il 7 marzo alle ore
21.00 presso l'Auditorium
comunale "Mons. Pigani"
di Reana del Roiale.
Il primo filmato è un omaggio alla Val
Aupa e alla sua gente, il secondo
filmato, sul carsismo e sulla flora ai
piedi del Monte Canin, verrà introdotto
dal geologo dott. Andrea Mocchiutti,
socio del CSIF.
cronache ipogee
Verde Urbano & Ambiente Naturale
Andrea Nardini
Foreste e cambiamenti climatici:
gli alberi rischiano di morire di sete?
Lunedì 4 marzo
ore 17.30
Sala Baroncini
Assicurazioni Generali
via Trento 8 TRIESTE
S.I.P.
cronache ipogee
Vi invitano alla conferenza aperta al pubblico
Sabato 9 marzo 2013 ore 11.00
Sala conferenze Hotel Sonia Domio, 47
San Dorligo della Valle-Dolina
VERDE URBANO E PAESAGGIO:
DA RISORSE A PROBLEMI?
(riflessioni su come gestire il verde pubblico e privato)
Sarà nostro ospite il tecnico del verde
GIORGIO VALVASON
INTERVERRANNO :
PAOLO PARMEGIANI Agronomo e componente della commissione paesaggistica di
San Dorligo - Dolina e Muggia
GIULIANO SAULI
Presidente nazionale Associazione Italiana Per l‘Ingegneria
Naturalistica - AIPIN)
cronache ipogee
PER NON DIMENTICARE UN VECCHIO AMICO: GIORGIO PASQUINI
Perlopiù, le nostre ultime generazioni di speleologi non lo ricordano,
poiché appartiene a un passato che
diventa ormai sempre più lontano;
quelli della mia generazione, invece,
non dimenticano come son quindici
anni da quando un vecchio amico, lo
speleologo romano Giorgio Pasquini,
ci ha lasciati. Amico, specialmente,
di parecchi speleologi triestini (tra cui
io). Ed è per questo motivo che di lui
scrivo. Poche parole per ricordarlo,
lasciandoci così più tempo per una
meditazione.
Giorgio, nato a Roma nel 1932 e
morto nel 1998, per la sua prestanza
fisica, il suo fare vulcanico, il suo vocione roboante, il suo presenzialismo
(indiscutibilmente “da romano”), ma
soprattutto per la sua grande capacità
come speleologo esploratore e come
studioso di carsismo, nonché parte di
quella schiera di italiani (magra) che
negli anni Sessanta la sola patria
andava stretta avendo una vocazione
internazionale, fu uno degli artefici della speleologia degli anni dal Cinquanta
al Settanta.
Giorgio entra nella speleologia nel
1952, a Roma, ovviamente nel blasonato Circolo Speleologico Romano,
ancora del barone Carlo Franchetti.
Si laurea nel 1959 in Geografia e dal
1961 al ’69 è assistente di Geografia
fisica presso “La Sapienza”. Intensa
- come si vedrà - è la sua attività
speleologica. Nel 1956 va a rappresentare l’Italia, assieme al nostro Walter
Maucci, nella spedizione internazionale
al Gouffre Berger (allora record del
mondo di profondità). Si dedica in
particolare alle zone carsiche laziali,
partendo dai bacini chiusi già noti agli
esploratori e in letteratura (soprattutto
grazie allo speleologo e geologo romano Aldo A. Segre), rivisitandoli e
ristudiandoli modernamente dal punto
di vista geomorfologico. Spazia anche
nelle vicine Apuane, sui vari carsi centro-meridionali, e in altre parti d’Italia.
Ha modo di studiare il carsismo nelle
grandi cavità appenniniche, tra l’altro
partecipando a importanti rilevamenti
topografici, ad esempio quello dell’Inghiottitoio del Bussento, come pure
chiamando nelle spedizioni giovani
speleologi già all’epoca con fama
internazionale, mirando alla collabo-
10
razione scientifica, tra cui lo spagnolo
Adolfo Eraso.
Nel 1971 passa a professore di Geografia all’Università di Genova, l’anno
dopo si trasferisce alla School of
Geography dell’Università di Oxford,
collaborando con la grande carsologa
inglese Marjorie Sweeting (si ricorderà: autrice del famoso trattato Karst
Landforms del 1972 per la Macmillan
Press).
In quegli anni, Giorgio era una presenza consueta nel panorama speleologico, soprattutto nazionale. Quanti
incontri ricordo, quante chiacchierate
ai vari congressi, tavole rotonde,
riunioni SSI, e così via! Da uomo
espansivo, socievole, e per la sua
presenza (indubbiamente scenica),
era il centro di ogni tavolata (anche
perché la sua voce si sentiva fino
nei posti più lontani), sempre pronto
a scherzare, all’immancabile battuta.
Neanche a dire: gran mangiatore, ma
la sua stazza richiedeva. Quando però
si trattava di discutere di scienza era
molto, veramente molto, preparato. Tutti noi avevamo letto i suoi lavori, come
quelli, per citarne alcuni, (avanzati
secondo la geomorfologia dell’epoca)
sugli inghiottitoi di Pietrasecca (1), di
Luppa (2) e della Val di Varri (3), sui
Giorgio Pasquini all’argano sfodera la sua grinta
e i suoi, immancabili, stivali di gomma. Da buon
esploratore, non si risparmiò nella fatica e nella
solidarietà verso i compagni in grotta.
cronache ipogee
“catravassi” (pozzi) dei Monti Lepini (4),
tipiche mete della speleologia laziale,
quelli che mostravano il suo interesse
verso l’intero carsismo dell’Appennino
centro-meridionale (5), con il Matese (6) e l’Alburno (7), per approdare
alla grande scoperta di Frasassi (8).
Oppure (mostrando la sua abilità nel
districare un puzzle) sul significato di
livello di base in zona carsica (9), e,
legato a questo, più tardi, un lavoro
sulle condotte carsiche (10), come pure
quello (anticipatore!) della corrosione
per condensazione in cavità (11). Oggi,
la visione di Giorgio Pasquini sui rapporti tra livello di base, oscillazione
della superficie piezometrica, livelli
di condotte freatiche - che risale a
40-50 anni fa! -, pur inesorabilmente
destinata all’oblio, o peggio al disinteresse poiché semplicemente “vecchia”,
è ancor moderna, trovando conferma
nel pensiero scientifico assai più
recente, sostanzialmente sorretto da
simulazioni e calcolo, mentre il suo
derivava dalla comprensione di uno
speleologo-ricercatore sul campo,
che i grandi complessi aveva materialmente percorso, come al Berger
o al Corchia, assorbendo ciò che di
fondamentale il carsismo profondo
emanava: l’idea stessa del reticolo.
Tanto che se scaviamo a fondo sulla
recentissima (buona) analisi del francese Pierre Boudinet (A statistical model
of karstic flow conduits, pubblicata
sull’ultimo “Speleogenesis”), partendo
però dall’ormai pedante “Four-state
model” fordiano che invita poco a
pensare (e che, a lungo andare, ha
obnubilato parecchie menti), la geometria dei condotti non-euleriana non
tanto sorprendentemente sarebbe più
conseguenza di un modello di flusso
imposto dal gradiente idraulico che
della diversa conduttività dei condotti
stessi, ripercorrendo - aggiungo io idee che il nostro Pasquini aveva già
sviluppato. Sapevamo bene quanto
Giorgio valesse. Bisognava riconoscergli quel suo modo razionale e alto nello
scrivere (non a caso aveva studiato per
anni filosofia, prima di cambiare corso
e fare geografia), e - quando voleva
- ti sbalordiva per la sua profondità
di analisi, sorretta da una cultura non
comune e una memoria, di citazione,
prodigiosa.
Organizzatore nato - poteva non esserlo? -, è stato consigliere della SSI,
poi ha tenuto incarichi nel Soccorso
(12) e nelle Scuole di speleologia.
Realizzò il 10° Congresso Nazionale
di Speleologia, nella sua Roma. Una
delle sue ultime apparizioni fu, a Varenna, come relatore al Seminario di
Speleogenesi nel 1972.
Dimenticavo - mea culpa - fondò lo
Speleo Club Roma, nel 1959, che
divenne un centro della speleologia,
nella capitale, di tutto rispetto al cui
interno nacquero diverse “carriere”
speleologiche. Il Circolo Speleologico
Romano - a dir lui poco aperto alla
modernità - gli stava ormai stretto. Di
quei primi anni con lo SCR, finalmente con un gruppo grotte “tutto suo”,
Giorgio ci lasciò un ricordo ancor
oggi piacevole da rileggere per la sua
freschezza (13).
Emergeva, sempre, la sua anima di
esploratore. Ben conscio com’era,
proprio per aver provato con il fascino
della profondità pure la fatica e l’abnegazione necessarie per affrontare
le grandi esplorazioni, che in questo
specifico campo di studio val più un
giorno in un abisso, e vedere con i
propri occhi e poi capire grazie alla
propria intelligenza e preparazione
scientifica, che cento costruiti sui risultati altrui. E di Giorgio, non si può
certo dire abbia lucrato sul sudore e
l’intellettualità di altri apponendo, per
mestiere, assieme a questi la firma
nelle pubblicazioni, forte di una posizione accademica. Certo, non bisogna
essere rigidi su questo (altrimenti la
ricerca può fermarsi), però determinati
privilegi - insiti con l’avanzare degli
anni - bisogna averli guadagnati sul
Primi anni Settanta: Giorgio Pasquini che porta
fieramente all’occhiello il distintivo della SSI,
società cui diede molto del proprio ingegno.
campo, come i galloni di un rude sergente sotto il fuoco nemico. Delle sue
grandi esplorazioni Giorgio Pasquini ci
lasciò testimonianza, pure dalla parte
dell’infangato e lacero grottista, su
quel Gouffre Berger cui volle ritornare
proprio perché, quel giovanile exploit,
non l’aveva mai dimenticato (14) (15).
Gli anni in cui “imperversava” l’ecletticità di Giorgio erano di una speleologia italiana più semplice (non più
…sempliciotta), dove tutti quelli che
la praticavano a livello nazionale (o
internazionale) si conoscevano, si
frequentavano, certamente molto più
ridotta nei ranghi, ma assai disponibile. Io non la ripresento, certo,
come modello, giacché il passato è
passato, e siamo stati ben fortunati
nei decenni successivi di aver sviluppato una speleologia molto più ricca
di eventi, diffusa, e che ha raggiunto
livelli che oggi si confrontano con quelli
internazionali, pur se quelli scientifici
dei grandi competitors, per esempio
statunitensi, canadesi, sloveni, svizzeri,
ucraini, ora anche i cinesi, etc., non
sono raggiungibili. È, dunque, solo
un riflusso di memorie, ma che non
traggono linfa dagli splendidi trascorsi
della mia gioventù speleologica (troppo
facile sarebbe abbandonarsi alla dolce
risacca dei ricordi), quanto dalla consapevolezza di una dimensione che
stava addosso come l’abito tagliato da
un buon sarto e in cui era più facile
integrarsi.
Forse, meglio che le mie parole, sarebbe il caso di rileggere quelle scritte
dopo la morte (“annunciata”) dal suo
amico, e vecchio compagno di grotta,
Antonio Mariani su “Appennino” (16),
che ripercorrono il percorso speleologico del Nostro, e quelle sulla nostra
rivista nazionale “Speleologia” (17), di
Arrigo A. Cigna e Alberta Felici, dove
si trovano note di un sentimento che
attinge a quell’umanità che mai dovrebbe abbandonarci. Giorgio, dopo
il suo grande periodo, nella vita ebbe
delle difficoltà e commise degli errori.
Mi ricordo di come, all’epoca, tra gli
speleologi italiani (molti di noi erano
sempre pronti a sogghignare) non la
sola ironia corresse.
E anche fra i triestini, che ben lo conoscevano perché lo avevano frequentato
e stimato (io, mi accomuno).
È il momento, allora, di risanare quel
ricordo. Sicuramente Giorgio ebbe
modo di pagare, fino all’ultimo, nei
suoi quattro mesi di cosciente lotta
con la leucemia prima di poter essere
sollevato dalla tristezza di un prematuro destino terreno, per andare in un
posto, poi, veramente migliore.
Rino Semeraro
Note bibliografiche
(1) Angelucci A., Chimenti M. & Pasquini G., 1959: Nota preliminare su alcune ricerche geologiche e geomorfologiche nella grotta di attraversamento
di Pietrasecca (M. Carseolani) e nel suo bacino di alimentazione. Boll. Soc. Geol. It., 3.
(2) Pasquini G., 1963: La Grotta di Luppa nei Monti Carseolani. Rass. Spel. It. 15, 1/2.
(3) Pasquini G., 1963: Osservazioni morfologiche sull’Inghiottitoio di Val di Varri (Monti Carseolani) e sul suo bacino di alimentazione. Atti 9° Congr.
Naz. Spel., Trieste 1963, Rass. Spel. It., Mem. 7, To 2°.
(4) Pasquini G., 1971: I catravassi dei Monti Lepini. Univ. St. Genova, Ist. Geogr., Ann. ricerche e studi di geografia, 27/4, 125-130.
(5) Pasquini G., 1963: Lo stato delle conoscenze carsiche in alcuni massicci dell’Italia centrale. 5° Congr. Spel. d'Italia Centro-Meridionale, 1-9.
(6) maniscalco A. & Pasquini G., 1963: Note sull'idrologia e il carsismo nel Matese meridionale. Boll. Soc. Geogr. It., 1963-11/2, 1-18.
(7) Felici A. & Pasquini G., 1973: La Grave di Valle di Mele nell’altopiano degli Alburni. Boll. AIIS, Napoli, 3-7.
(8) Pasquini G., 1976: Osservazioni morfologiche sul complesso carsico Mezzogiorno-Frasassi (Marche). Quad. Museo Spel. “V. Rivera”, L’Aquila,
s.e 2, 1, 3, 57-61.
(9) Pasquini G., 1965: Il concetto di livello di base in regione carsica. Atti 6° Conv. Spel. Italia centro-meridionale, Firenze.
(10) Pasquini G., 1973: Le condotte forzate nei massicci carsici. Atti del 2° Congr. Federazione Speleologica, Toscana, Firenze, 32-34.
(11) Pasquini G., 1975: Considerazioni sulla percolazione e sulla condensazione. Atti Seminario di Speleogenesi, Varenna 1972, Le Grotte d’Italia,
s.e 4a, 4-1973, Bologna.
(12) Pasquini G. & Pavanello A., 1970: Esercitazione nazionale della sezione speleologica del Corpo Nazionale Soccorso Alpino del Corchia (Alpi
Apuane) 25-26 aprile 1970. S.E., Bologna, s.e 2, 2, n. 7, 23-27.
(13) Pasquini G., 1999: La fondazione dello Speleo Club Roma: l'esplorazione dei Monti Carseolani: dalle novellette ricordi di speleologia. Speleo
Club Roma, Roma, 1-26.
(14) Pasquini G., 1967: La spedizione italiana al Gouffre Berger: 27 luglio - 10 agosto 1967. Speleo Club Roma, Roma, 22 pp.
(15) Pasquini G. & Utili F., 1971: La seconda spedizione italiana al Gouffre Berger. Boll. Notiz. Sez. Fiorentina del CAI, n. 1/2-1971, Firenze, 24 pp.
(16) Mariani A., 1998: In memoria, Giorgio Pasquini. “L’Appennino”, rivista Sezione di Roma del CAI, 3.
(17) Cigna A.A. & Felici A., 1998: In memoria, Giorgio Pasquini. “Speleologia”, 38.
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