cronache ipogee pagine di informazione speleologica per il Friuli Venezia Giulia - n. 2/2013 50 anni del Gruppo Speleo Luigi Vittorio Ber tarelli - CAI La copertina del libro. L'esibizione del Coro "Monte Sabotino". Il saluto dell'assessore alla Cultura del Comune di Gorizia, Rodolfo Ziberna. (Servizio fotografico di Alberto Maizan) Sabato 23 febbraio 2013, presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, è stato presentato il volume “50 anni del Gruppo Speleo Bertarelli 1961-2011”. Oltre un centinaio di persone hanno partecipato alla presentazione, varia e dinamica, accompagnata dall'introduzione canora del Coro “Monte Sabotino” della Sezione del CAI di Gorizia e arricchita dalla presenza di vari gruppi regionali, delle Federazioni speleologiche e di autorità rappresentanti la Fondazione Cassa di Risparmio, il Club Alpino Italiano e il Comune di Gorizia. Una occasione per trovare e ricordare vecchi soci, amici e simpatizzanti del Gruppo Bertarelli, moderata abilmente dal socio della sezione Marko Mosetti che, illustrando la pubblicazione, ha ripercorso cinquanta anni di attività speleologica. Dal lontano 1961, quando un gruppo di amici si ritrova in una locanda goriziana per fondare il primo nucleo del futuro gruppo speleologico, passando per momenti fondamentali della storia speleologica - l'ingresso nella sezione del CAI, le esplorazioni sul massiccio del Monte Canin, la nascita della scuola di speleologia - fino alla storia più recente con la speleologia urbana e i Corsi Nazionali. Quest'opera, fortemente voluta dal Consiglio Direttivo del Gruppo, vuole ricordare, con una carrellata fotografica e alcuni cenni scritti, la vita del Bertarelli ma, soprattutto, l'entusiasmo e la passione per le esplorazioni ipogee di persone che amano la natura, le grotte e lo stare assieme; un gruppo di amici con la “A” maiuscola. Il libro per il cinquantesimo di fon- cronache ipogee L'introduzione all'evento del past president del Gruppo Speleo Bertarelli, Andrea Luciani. L'intervento del presidente del Gruppo Speleo Bertarelli, Walter Turus. Il decano del Bertarelli, Ennio Turus. dazione non vuole assolutamente rappresentare una conclusione, un punto di arrivo ma, anzi, un punto di partenza verso altri momenti che proseguano la storia e diventino di stimolo ad avvicinarsi al meraviglioso mondo sotterraneo. Luigi Milanese febbraio 2013... ATTIVITÀ DEL GRUPPO SPELEOLOGICO PRADIS Grotte di Pradis (Clauzetto, Pordenone). La calata portando la statuetta di Gesù bambino. Grotte di Pradis (Clauzetto, Pordenone). La statuetta di Gesù bambino. Spilimbergo. Incontro divulgativo sulla speleologia presso l'Università della Terza Età. La vena di goethite individuata nell'isola di Krk (Dalmazia). (Enrico Merlak) Natale 2012 Fin dall’anno 1967 i suggestivi ambienti sotterranei delle Grotte di Pradis, nel comune di Clauzetto, fanno da scenario alla tradizionale Santa Messa di mezzanotte, chiamata anche “Natale in Grotta”. Da 46 anni il GSP organizza l’evento religioso curando in modo particolare la ricostruzione speleologica della Natività. Per l’occasione durante la S. Messa, speleologi del GSP e del CSIF di Udine, si sono calati dalla volta, portando il Bambino Gesù. La funzione è stata accompagnata dal coro Juvenes Cantores di Plasencis e ha visto la presenza di circa 600 persone. Università della Terza Età Il GSP, in collaborazione con l’Università della Terza Età di Spilimbergo, ha organizzato un incontro divulgativo in materia di speleologia. L’esposizione si è tenuta il pomeriggio del 24 gennaio, presenti oltre un centinaio d’iscritti, nell’auditorium dell’Istituto di Spilimbergo. Il Presidente dell'UTE, prof. Gianni Colledani, ha presentato i vari relatori che si sono succeduti, esponendo su vari argomenti, davanti a una attenta platea di pubblico. Particolarmente apprezzato l’intervento del prof. Maurizio Paoletti, docente dell’Università di Padova, che ha relazionato sullo studio rivolto alla “Cansiliella Servadei”, un piccolo coleottero troglobio presente nell’area carsica del Monte Ciaurlèc. Visto l’interesse suscitato, in futuro saranno tenute altre lezioni su specifici argomenti speleologici. Nuovo Consiglio Direttivo Dando seguito alle votazioni dell’Assemblea dei soci, tenutasi il giorno 20 gennaio, il Gruppo Speleologico Pradis ha provveduto al rinnovo del suo Consiglio Direttivo. Il giorno 2 febbraio, presso la sede del gruppo, a Clauzetto, è stato definito il nuovo Consiglio direttivo per il triennio 2013 - 2015. Le cariche sociali sono così ripartite: Presidente - Giorgio Concina, Vice Presidente - Venicio Simonutti, cronache ipogee Segretario - Rinaldo Gerometta, Consiglieri - Gabriele Concina e Doriano Parutto. Presidente dei Revisori dei Conti - Lino Marcuzzi. Una curiosità dei nostri geositi carsificati Una vena di goethite estrusa da una formazione di calcari paleocenici a struttura saccaroide (parzialmente metamorfosati). Isola di Krk-Dalmazia settentrionale-località: versante meridionale del Golfo di Baška a 180 metri di quota nelle vicinanze della grotta Škuljica presso l’omonima punta. Distanza 100 metri dal contatto con la formazione torbiditica del flysch, in prossimità di un sovrascorrimento. Spessore della vena 3-4 cm, lunghezza affiorante 3-4 metri. Enrico Merlak ALPI GIULIE CINEMA 2013 HELLS BELLS Speleo award 2013 La giuria della seconda edizione del concorso cinematografico dedicato al documentario di speleologia Hells Bells Speleo Award, composta da: - Lucio Comello speleologo della Commissione Grotte E. Boegan, - Edy Haipel cultore delle discipline carsiche, - Sergio Serra presidente dell’associazione Monte Analogo, dopo aver visionato le 12 opere presentate in concorso, si è così espressa all’unanimità: • MENZIONE SPECIALE a Sirio Sechi (già vincitore della prima edizione di Hells Bells) per l’originalità e la vena umoristica dei suoi corti. • MENZIONE SPECIALE al film “Cro Ri Di Lo Ma” di Antonio Giacomin, e in particolare alla testimonianza di Francesca Debelli, che è riuscita a trasmettere con spontaneità ed efficacia lo spirito, le sensazioni, l’entusiasmo di un partecipante a un corso di speleologia, e di una persona che in genere si avvicina al mondo sotterraneo. • CAMPANA D’ARGENTO al film “Il sogno carsico di Istettai” di Vittorio Crobu, per aver prodotto un video dinamico, spettacolare, coinvolgente sulle esplorazioni speleologiche di profondità in Sardegna. • CAMPANA D’ORO, PRIMO PREMIO HELLS BELLS 2013 al film “Naica, un lugar en la memoria” diretto e prodotto dal messicano Gonzalo Infante. Un documento straordinario, che sfonda il confine dell’onirico con immagini e storie degne del miglior Jules Verne! Le proiezioni si sono tenute al Teatro Miela, giovedì 21 febbraio, all’insegna della rassegna “Alpi Giulie Cinema” promossa da Monte Analogo in collaborazione con la Commissione Grotte E. Boegan della SAG-CAI Trieste. La rassegna terminerà giovedì 28 febbraio 2013 alle ore 20.30 al Caffè San Marco con le proiezioni delle produzioni cinematografiche partecipanti al Premio Alpi Giulie Cinema “La Scabiosa Trenta”. Premio Alpi Giulie Cinema È terminata giovedì 28 febbraio 2013 all’Antico Caffè San Marco di Trieste, con grande successo di pubblico, la rassegna Alpi Giulie Cinema (cinema di montagna) organizzata dall’Associazione Monte Analogo. L’ultima giornata era dedicata alla premiazione e proiezione delle opere scelte dalla Giuria del “Premio Alpi Giulie Cinema”, riservato alle produzioni cinematografiche di autori della Carinzia, Friuli Venezia Giulia e Slovenia. Al regista del miglior video è stata assegnata la “SCABIOSA TRENTA”, fiore alpino immaginario cercato per una vita dal grande pioniere delle Alpi Giulie, Julius Kugy. Quest’anno il premio è stato realizzato in legno dagli scultori goriziani Paolo Figar e Claudio Mrakic, presenti in sala. Sergio Serra e Giuliano Gelci, rispettivamente presidente e vice presidente dell’associazione Monte Analogo hanno premiato come miglior film “Premio Alpi Giulie Cinema 2013” Kole Kolisevski, produttore del film “WILD ONE - A story of Philippe Ribiere”” con la “SCABIOSA TRENTA”, principale riconoscimento del concorso e Samantha Faccio, regista del film “VIE DI PACE - L’alpinismo e la Grande Guerra” con il premio in memoria “Luigi Medeot” come miglior soggetto. Era presente in sala anche Gregor Kresal, regista del cortometraggio “DOLINA SOČE”, menzione speciale della giuria e vincitore del “Premio Alpi Giulie Cinema 2012”. Alpi Giulie Cinema si è tenuto con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia e Comune di Trieste; in collaborazione con il CAI di Gorizia, Cooperativa Bonawentura, ARCI Servizio Civile, Antico Caffè San Marco, CAI Società Alpina delle Giulie - Commissione Grotte Eugenio Boegan. ALPI GIULIE CINEMA 2013 HELLS BELLS Speleo award 2013 FOTOCRONACA “PREMIO ALPI GIULIE CINEMA 2013 LA SCABIOSA TRENTA” La giuria, alla quale sono stati commissionati i lavori di critica e giudizio dei filmati pervenuti per la XIX° edizione del Premio Alpi Giulie Cinema 2013 - La Scabiosa Trenta, formata da Claudio Ernè (giornalista, fotografo), Fulvio “Marko” Mosetti (direttore responsabile della rivista Alpinismo Goriziano) e Riccardo Trulla (antropologo culturale), dopo aver visionato le opere presentate in concorso, pur non avendo trovato un giudizio unanime e concorde,assegna a maggioranza, i seguenti riconoscimenti: MIGLIOR FILM Premio “Scabiosa Trenta” 2013 “WILD ONE - A story of Philippe Ribiere” - regia di Jure Breceljnik (Slovenija). Il film ha innanzitutto il merito di mostrare una realtà poco conosciuta come quella dell’arrampicata per disabili e assume quindi un forte valore sociale, rompendo con una certa concezione dell’alpinismo e dell’arrampicata sportiva: il protagonista infatti, lungi dall’essere rappresentato come un eroe, è mostrato nelle sue debolezze e nella sua forza che gli hanno permesso di seguire la sua passione e di condividerla. Sono proprio i momenti di scambio con gli altri alpinisti, disabili e non, a rendere il film emozionate e comunicativo. Il film presenta inoltre una fotografia e un montaggio ottimi accompagnati da una colonna sonora di qualità. Premio “Luigi Medeot” per il miglior soggetto “VIE DI PACE - L’alpinismo e la Grande Guerra” - regia di Samantha Faccio (FVG). cronache ipogee Il film è un documentario ben costruito che attinge a un materiale fotografico e documentario di alta qualità e originalità. Riassumendo e interpretando anche con delle ricostruzioni affidate ad attori la vicenda straordinaria di Julius Kugy, esso si rivela un ottimo strumento didattico per percorsi museali, scolastici o semplicemente per appassionati dell’argomento. Menzione speciale è stata data infine al cortometraggio “DOLINA SOČE” per la regia di Gregor Kresal (Slovenija) che condensa nel tempo breve di uno spot pubblicitario, grazie a una incredibile fotografia e a un esperto uso del montaggio, la complessità naturalistica, storica e culturale del tratto sloveno dell’Isonzo. CONGRESSI EUROPEI DI SPELEOLOGIA PROSSIMI APPUNTAMENTI 21st Intern. Karstological School "Classical Karst": Hypogene Speleogenesis (between theory and reality…) 10-14 giugno 2013 - Postojna, Slovenia. Organisation: Karst Research Institute SAZU. Homepage: http://izrk.zrc-sazu. si/en. 16th International Congress of Speleology 21-28 luglio 2013, Brno, Czech Republic. Organisation: Czech Speleological Society & UIS. Home page: ht tp://w w w.spe leo2013.com. Summer School on Speleothem Science 28 luglio - 3 agosto 2013, Germany. Home page: ht tp://w w w.spe leothem2013.uni-hd.de. Karstic Geomorphology: From hydrological functioning to palaeoenvironmental reconstructions 27-31 agosto 2013, Paris, France Organisation: International Association of Geomorphologists. Homepage: http://www.geomorphology-iag-paris2013.com. Il Nuovo Volume di Atti e Memorie della C.G.E.B. (n. 44), entra in rete Sono stati ineriti in rete internet i primi tre articoli del nuovissimo volume di Atti e Memorie della Commissione Grotte “E. Boegan”, Società Alpina della Giulie, CAI, Trieste. Del volume, 128 pagine, riccamente illustrato, sono stati inseriti in rete i primi tre articoli. - “Il Fondo Medeot presso l’archivio storico del Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine”, autori Pino Guidi e Umberto Sello. Gli autori tracciano un profilo biografico di Luciano Saverio Medeot (1917-1999). Il lavoro contiene la documentazione in dettaglio lasciata da Medeot e riguardante la sua attività speleologica a Trieste negli anni 1939-1963. È inserita la riproduzione di alcuni dei preziosi documenti storici più significativi che hanno coinvolto più speleologi, in un quadro ormai entrato nella storia della città e delle sue interessanti vicende speleologiche, spesso drammatiche in un contesto di guerra e politica. - “Le Briofite della Grotta dell’Orso”, autori Miris Castello e Luca Strazzaboschi. Sono riportati i risultati di uno studio sulla flora briologica della Grotta dell’Orso (33-7VG) del Carso triestino. 42 specie di Briofite di cui sono indicati elemento corologico, distribuzione e note ecologico-stazionali. È riportata una nuova specie per la Regione: l’epatica Cololejeunea rossettiana. - “Solubilità della Silice nell’interazione acqua-flysch del Carso classico”, autore Enrico Merlak. Nel lavoro sono descritti i meccanismi di dissoluzione dei silicati del flysch. La maggior parte della silice presente in soluzione nelle acque carsiche è attribuita alla dissociazione incongruente degli allumo-silicati (feldspati, fillosilicati, idrossidi di ferro ed alluminio) che avviene con continuità nel corso dell’alterazione delle arenarie e dei materiali derivati (sabbie, argille e suoli). Gli articoli sono consultabili nel sito della CGEB: www.boegan.it. Entro brevissimo tempo saranno inseriti in rete ulteriori tre articoli. Nel complesso il 44° volume viene strutturato in 128 pagine ed è riccamente illustrato. Si prevede l’uscita in una elegante veste di stampa entro il mese di aprile. Enrico Merlak ([email protected]) cronache ipogee Vincenzo Obersnel (1931-2013) Alla bella età di 82 anni è morto Vincenzo Obersnel, meglio conosciuto nell’ambiente grottistico triestino dell’altro secolo come “Enzo Capèl”. Dopo aver svolto attività speleoescursionistica fra la fine degli anni ’40 e i primi ’50 con vari gruppi grotte (ma non aderendo ad alcuno) riprende ad andare in grotta saltuariamente nel 1963 e poi con maggior frequenza dalla fine degli anni ’60. Amante del Carso ipogeo ma spirito indipendente, negli anni ’70 e ’80, acquistato qualche spezzone di scaletta superleggera, si dedica a uno speleoturismo solitario nel Carso triestino, con puntate in quello sloveno. Nel 1990 - a sessant’anni... - inizia ad andare in grotta con colleghi di lavoro che gravitavano nell’ambito della Commissione Grotte, di cui diviene ben presto membro. Collabora agli scavi in varie grotte, prendendo parte soprattutto alle escursioni pomeridiane infrasettimanali finalizzate a ricerche spelobotaniche o entomologiche collezionando parecchie centinaia di uscite. Grande conoscitore del Carso, su cui si recava non appena aveva un momento libero, non si limitava a percorrerne i sentieri ma ne indagava con occhio attento e curioso i più nascosti recessi. A lui si deve la riscoperta, nel 2006, tra il monte di Opicina e il monte Gurca, delle rovine di una costruzione identificata poi come “Segnale fisso di mira” edificato nel 1883 a cura dell’Accademia di Commercio e Nautica (l’attuale Istituto Nautico di Trieste), costruzione restaurata a cura del Rotary Club Trieste Nord su interessamento di Luciano Filipas (e descritta nel 2010 sul numero 104/1 della rivista Alpi Giulie). Ancorché non in perfetta salute è presente nel 2011 agli scavi all’Arva 1, il futuro secondo ingresso della Grotta Impossibile: il suo amore per le grotte si appagava anche soltanto della partecipazione esterna ai lavori. Ripeteva spesso che gli bastava “sentire il profumo di grotta”. Ciao Ober (o Enzo Capèl, come ti firmavi sulle pareti delle grotte visitate), vero grottista della Trieste che fu. Pino Guidi Comunichiamo che da oggi è online il nuovo sito internet delle Grotte di Villanova. Visitateci all’indirizzo: www.grottedivillanova.it. marzo 2013... Assemblea ORDINARIA del CLUB ALPINISTICO TRIESTINO per L'anno 2013 Martedì 26 febbraio 2013 si è tenuta l'Assemblea ordinaria del Club Alpinistico Triestino per l'anno 2013. Per quanto riguarda il Gruppo Grotte, sono state presentate ai soci una decina di iniziative che caratterizzeranno l'anno in corso. Tutte le proposte sono state accolte favorevolmente dai presenti che si sono resi disponibili a portare a termine i vari progetti, ognuno per le proprie capacità e competenze. Al 31 dicembre 2012 il Club Alpinistico Triestino conta un totale di 142 soci tra simpatizzanti, familiari e ordinari. Su gentile invito, da parte dei colleghi dell'Unione Speleologica Pordenonese, c'è la possibilità che possa partecipare alla manifestazione “PordenoneLegge” nel mese di settembre 2013. Attendiamo prudentemente gli sviluppi prima di confermare o smentire. Tuttocat Bollettino sociale, composto da 40 pagine, con notizie sulle attività del Club Alpinistico Triestino e altri articoli che riguardano le varie tipologie del territorio carsico provinciale. RICERCHE SCIENTIFICHE SUI FENOMENI CARSICI Studio sulla dissoluzione carsica all’interno delle grotte Il progetto, di durata triennale, ha lo scopo di approfondire gli studi geologici, idrologici, faunistici e ambientali all’interno di quattro abissi carsici che, per tipologia, morfologia e profondità ben si prestano a fare da “laboratorio” per lo studio dei fenomeni carsici ipogei nella Provincia di Trieste. Lo studio verrà condotto nell’abisso dei Morti, nell’abisso di Repen, nell’abisso di Padriciano e nell'abisso Skerk. DIDATTICA “Un anno da pipistrello” Il progetto si articola in tre momenti: esposizione / editoria / corso di biologia con censimento delle colonie. La mostra è composta da 14 pannelli (roller) con foto e testi in 6 lingue (italiano, sloveno, inglese, francese, tedesco e spagnolo) che percorrono i 12 mesi di vita del pipistrello. Il libretto “I chirotteri” è composto da 36 pagine con notizie di carattere scientifico relative alla vita dei pipistrelli e con una parte che riproduce le foto e i testi della mostra “Un anno da pipistrello” (in sei lingue). Autore: dott. Sergio Dolce. Il libretto “Il pipistrello. Miti, favole, leggende, curiosità e superstizione” è composto da 32 pagine con fiabe, leggende, curiosità, ecc. sui pipistrelli. Autore: Franco Gherlizza. Corso di biologia: sotto la direzione del dott. Sergio Dolce, verrà organizzato un corso di tre giorni per i ragazzi delle scuole durante i quali si visiteranno alcune grotte che ospitano i pipistrelli. Qui verranno eseguite alcune misurazioni di natura ambientale e il censimento delle colonie. N.B.: La mostra e la presentazione del libretto scientifico sono già stati inseriti nel programma dell’Incontro Internazionale di Speleologia che si terrà a Brno (Repubblica Ceca - luglio 2013). EDITORIA SPELEOLOGICA Grotte e leggende del Friuli Venezia Giulia Libretto, composto da 32 pagine, sul folklore ipogeo “Grotte e leggende del Friuli Venezia Giulia” da leggere e colorare. Convegno nazionale sulla didattica speleologica nelle scuole La manifestazione segue la scia dei festeggiamenti per i 40 anni di questa attività, che il Club ha iniziato nel 1971 presso gli istituti scolastici regionali, e prevede due giornate di incontri Presentiamo, qui di seguito, i progetti approvati dall'Assemblea. INIZIATIVE SPELEOLOGICHE PER L’ANNO 2013 ATTIVITÀ DI RICERCA, ESPLORAZIONE E DOCUMENTAZIONE Ricerche, scavi, esplorazioni, restituzione grafica, documentazione videofotografica di nuove e vecchie grotte a favore del Catasto Regionale delle Grotte del Friuli Venezia Giulia. cronache ipogee Scavi "invernali" nella zona di Basovizza (Carso triestino). (Franco Gherlizza) Targhettatura dell'Abisso Silvano Zulla (Opicina Campagna, Carso triestino). (Sergio Vianello) Un anno da pipistrello Esposizione didattica itinerante Con i ragazzi della Scuola media "N. Sauro" di Muggia (Trieste) sul Monte Sei Busi (Redipuglia - Gorizia). (Sergio Dolce) Posizionamento della sonda sul fondo dell'Abisso di Repen (Rupingrande, Carso triestino). (Sergio Vianello) Le profonde gole del Vikos (Grecia), nel periodo invernale. (Stephanos Christogoulas) Abisso di Padriciano (Carso triestino). Parte dei rifiuti gettati nella grotta, tra i quali spicca anche una piccola barca. (Sergio Vianello) con gli operatori e gli educatori dei gruppi speleologici di tutta Italia che aderiranno all’iniziativa. Sarà una occasione di scambio e di confronto tra i soggetti partecipanti che potranno esporre e far conoscere le loro esperienze in questo campo. Il Convegno Nazionale avrà luogo a Trieste, indicativamente, nelle giornate di sabato e domenica 19 e 20 ottobre 2013, con sede presso la Sala Incontri del Civico Museo di Storia Naturale. Previste delle visite guidate allo Speleovivarium e alla Kleine Berlin. Alla manifestazione sono invitati tutti gli Istituti scolastici, di ogni ordine e grado, della Provincia di Trieste congiuntamente ai loro insegnanti, studenti, genitori e operatori nel settore didattico-educativo. Orizzonti Ipogei (seconda edizione) L’iniziativa speleo-culturale “Orizzonti ipogei” presenta il tema, le Grotte della Grande Guerra sul Carso triestino per anticipare la storia dell’entrata in guerra della nostra città, nel luglio del 1914, quando il territorio faceva ancora parte dell’impero austriaco. L’iniziativa è rivolta agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutto il territorio nazionale ed è riferita all’anno scolastico 2013-2014. In questo lasso di tempo, i ragazzi avranno la possibilità di conoscere, attraverso lezioni teoriche ed escursioni in grotta, la storia degli ipogei naturali e artificiali della prima guerra mondiale sul Carso triestino. Gli incontri teorici avverranno presso la sala “Ennio Gherlizza”, all’interno delle gallerie antiaeree e bunker denominate “Kleine Berlin” (via Fabio Severo) alle quali seguirà una visita all’esposizione tematica sulle cavità usate dai due eserciti contrapposti nel corso della prima guerra mondiale. Le escursioni si svolgeranno nelle grotte o negli ipogei artificiali, della Provincia di Trieste, che sono stati adattati a ricoveri, rifugi, ospedali ecc. durante il conflitto del 1915-1918. Agli Istituti scolastici, che aderiranno all’iniziativa, verrà consegnata una copia del libro “Grotte della Grande Guerra”, una copia della guida storica “Kavernenbau” - Itinerari speleo-turistici della Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia” e una copia del video “Ipogei naturali e artificiali della Grande Guerra sul Carso”. A tutti gli studenti verrà rilasciato un attestato di partecipazione. cronache ipogee DIFFUSIONE (MOSTRE E AUDIOVISIVI) Scoperto il Timavo sul fondo dell’Abisso di Rupingrande (Repen) Mostra fotografica e proiezione di un video sulle esplorazioni e sulle recenti scoperte fatte all’interno dell’abisso carsico dagli speleologi del Club Alpinistico Triestino. La manifestazione verrà organizzata in collaborazione con il Comune di Monrupino. N.B.: La proiezione è già stata inserita nel programma dell’Incontro Internazionale di Speleologia che si terrà a Brno (Repubblica Ceca - luglio 2013). Mostra e video sulla spedizione speleologica “SPYLIAS” (Grecia) Mostra fotografica e proiezione di un video sulle esplorazioni e sulle scoperte fatte nel corso della spedizione in oggetto dagli speleologi del Club Alpinistico Triestino in Grecia (2011). Manifestazione graditamente richiesta (e in buona parte organizzata), dal Consolato di Grecia a Trieste e dalla Comunità Greca di Trieste. CORSI DI FORMAZIONE TECNICA 1) Organizzazione del 7° Corso “Incontri con le Caverne di Guerra”. 2) Organizzazione del 5° Corso propedeutico alla speleo-subacquea. 3) Organizzazione del 8° Corso di introduzione alla speleologia “Speleorando”. 4) Organizzazione del 32° Corso di Speleologia di primo livello SSI. TUTELA AMBIENTALE Pulizia dell’Abisso di Padriciano La grotta, attualmente, è interessata da un pesante degrado dovuto allo scarico e all’abbandono di rifiuti di varia natura. Accordi sono già stati presi con il proprietario del terreno che ci ha autorizzato al recupero dei rifiuti. Segnaliamo volentieri questa proiezione in HD che si terrà il 7 marzo alle ore 21.00 presso l'Auditorium comunale "Mons. Pigani" di Reana del Roiale. Il primo filmato è un omaggio alla Val Aupa e alla sua gente, il secondo filmato, sul carsismo e sulla flora ai piedi del Monte Canin, verrà introdotto dal geologo dott. Andrea Mocchiutti, socio del CSIF. cronache ipogee Verde Urbano & Ambiente Naturale Andrea Nardini Foreste e cambiamenti climatici: gli alberi rischiano di morire di sete? Lunedì 4 marzo ore 17.30 Sala Baroncini Assicurazioni Generali via Trento 8 TRIESTE S.I.P. cronache ipogee Vi invitano alla conferenza aperta al pubblico Sabato 9 marzo 2013 ore 11.00 Sala conferenze Hotel Sonia Domio, 47 San Dorligo della Valle-Dolina VERDE URBANO E PAESAGGIO: DA RISORSE A PROBLEMI? (riflessioni su come gestire il verde pubblico e privato) Sarà nostro ospite il tecnico del verde GIORGIO VALVASON INTERVERRANNO : PAOLO PARMEGIANI Agronomo e componente della commissione paesaggistica di San Dorligo - Dolina e Muggia GIULIANO SAULI Presidente nazionale Associazione Italiana Per l‘Ingegneria Naturalistica - AIPIN) cronache ipogee PER NON DIMENTICARE UN VECCHIO AMICO: GIORGIO PASQUINI Perlopiù, le nostre ultime generazioni di speleologi non lo ricordano, poiché appartiene a un passato che diventa ormai sempre più lontano; quelli della mia generazione, invece, non dimenticano come son quindici anni da quando un vecchio amico, lo speleologo romano Giorgio Pasquini, ci ha lasciati. Amico, specialmente, di parecchi speleologi triestini (tra cui io). Ed è per questo motivo che di lui scrivo. Poche parole per ricordarlo, lasciandoci così più tempo per una meditazione. Giorgio, nato a Roma nel 1932 e morto nel 1998, per la sua prestanza fisica, il suo fare vulcanico, il suo vocione roboante, il suo presenzialismo (indiscutibilmente “da romano”), ma soprattutto per la sua grande capacità come speleologo esploratore e come studioso di carsismo, nonché parte di quella schiera di italiani (magra) che negli anni Sessanta la sola patria andava stretta avendo una vocazione internazionale, fu uno degli artefici della speleologia degli anni dal Cinquanta al Settanta. Giorgio entra nella speleologia nel 1952, a Roma, ovviamente nel blasonato Circolo Speleologico Romano, ancora del barone Carlo Franchetti. Si laurea nel 1959 in Geografia e dal 1961 al ’69 è assistente di Geografia fisica presso “La Sapienza”. Intensa - come si vedrà - è la sua attività speleologica. Nel 1956 va a rappresentare l’Italia, assieme al nostro Walter Maucci, nella spedizione internazionale al Gouffre Berger (allora record del mondo di profondità). Si dedica in particolare alle zone carsiche laziali, partendo dai bacini chiusi già noti agli esploratori e in letteratura (soprattutto grazie allo speleologo e geologo romano Aldo A. Segre), rivisitandoli e ristudiandoli modernamente dal punto di vista geomorfologico. Spazia anche nelle vicine Apuane, sui vari carsi centro-meridionali, e in altre parti d’Italia. Ha modo di studiare il carsismo nelle grandi cavità appenniniche, tra l’altro partecipando a importanti rilevamenti topografici, ad esempio quello dell’Inghiottitoio del Bussento, come pure chiamando nelle spedizioni giovani speleologi già all’epoca con fama internazionale, mirando alla collabo- 10 razione scientifica, tra cui lo spagnolo Adolfo Eraso. Nel 1971 passa a professore di Geografia all’Università di Genova, l’anno dopo si trasferisce alla School of Geography dell’Università di Oxford, collaborando con la grande carsologa inglese Marjorie Sweeting (si ricorderà: autrice del famoso trattato Karst Landforms del 1972 per la Macmillan Press). In quegli anni, Giorgio era una presenza consueta nel panorama speleologico, soprattutto nazionale. Quanti incontri ricordo, quante chiacchierate ai vari congressi, tavole rotonde, riunioni SSI, e così via! Da uomo espansivo, socievole, e per la sua presenza (indubbiamente scenica), era il centro di ogni tavolata (anche perché la sua voce si sentiva fino nei posti più lontani), sempre pronto a scherzare, all’immancabile battuta. Neanche a dire: gran mangiatore, ma la sua stazza richiedeva. Quando però si trattava di discutere di scienza era molto, veramente molto, preparato. Tutti noi avevamo letto i suoi lavori, come quelli, per citarne alcuni, (avanzati secondo la geomorfologia dell’epoca) sugli inghiottitoi di Pietrasecca (1), di Luppa (2) e della Val di Varri (3), sui Giorgio Pasquini all’argano sfodera la sua grinta e i suoi, immancabili, stivali di gomma. Da buon esploratore, non si risparmiò nella fatica e nella solidarietà verso i compagni in grotta. cronache ipogee “catravassi” (pozzi) dei Monti Lepini (4), tipiche mete della speleologia laziale, quelli che mostravano il suo interesse verso l’intero carsismo dell’Appennino centro-meridionale (5), con il Matese (6) e l’Alburno (7), per approdare alla grande scoperta di Frasassi (8). Oppure (mostrando la sua abilità nel districare un puzzle) sul significato di livello di base in zona carsica (9), e, legato a questo, più tardi, un lavoro sulle condotte carsiche (10), come pure quello (anticipatore!) della corrosione per condensazione in cavità (11). Oggi, la visione di Giorgio Pasquini sui rapporti tra livello di base, oscillazione della superficie piezometrica, livelli di condotte freatiche - che risale a 40-50 anni fa! -, pur inesorabilmente destinata all’oblio, o peggio al disinteresse poiché semplicemente “vecchia”, è ancor moderna, trovando conferma nel pensiero scientifico assai più recente, sostanzialmente sorretto da simulazioni e calcolo, mentre il suo derivava dalla comprensione di uno speleologo-ricercatore sul campo, che i grandi complessi aveva materialmente percorso, come al Berger o al Corchia, assorbendo ciò che di fondamentale il carsismo profondo emanava: l’idea stessa del reticolo. Tanto che se scaviamo a fondo sulla recentissima (buona) analisi del francese Pierre Boudinet (A statistical model of karstic flow conduits, pubblicata sull’ultimo “Speleogenesis”), partendo però dall’ormai pedante “Four-state model” fordiano che invita poco a pensare (e che, a lungo andare, ha obnubilato parecchie menti), la geometria dei condotti non-euleriana non tanto sorprendentemente sarebbe più conseguenza di un modello di flusso imposto dal gradiente idraulico che della diversa conduttività dei condotti stessi, ripercorrendo - aggiungo io idee che il nostro Pasquini aveva già sviluppato. Sapevamo bene quanto Giorgio valesse. Bisognava riconoscergli quel suo modo razionale e alto nello scrivere (non a caso aveva studiato per anni filosofia, prima di cambiare corso e fare geografia), e - quando voleva - ti sbalordiva per la sua profondità di analisi, sorretta da una cultura non comune e una memoria, di citazione, prodigiosa. Organizzatore nato - poteva non esserlo? -, è stato consigliere della SSI, poi ha tenuto incarichi nel Soccorso (12) e nelle Scuole di speleologia. Realizzò il 10° Congresso Nazionale di Speleologia, nella sua Roma. Una delle sue ultime apparizioni fu, a Varenna, come relatore al Seminario di Speleogenesi nel 1972. Dimenticavo - mea culpa - fondò lo Speleo Club Roma, nel 1959, che divenne un centro della speleologia, nella capitale, di tutto rispetto al cui interno nacquero diverse “carriere” speleologiche. Il Circolo Speleologico Romano - a dir lui poco aperto alla modernità - gli stava ormai stretto. Di quei primi anni con lo SCR, finalmente con un gruppo grotte “tutto suo”, Giorgio ci lasciò un ricordo ancor oggi piacevole da rileggere per la sua freschezza (13). Emergeva, sempre, la sua anima di esploratore. Ben conscio com’era, proprio per aver provato con il fascino della profondità pure la fatica e l’abnegazione necessarie per affrontare le grandi esplorazioni, che in questo specifico campo di studio val più un giorno in un abisso, e vedere con i propri occhi e poi capire grazie alla propria intelligenza e preparazione scientifica, che cento costruiti sui risultati altrui. E di Giorgio, non si può certo dire abbia lucrato sul sudore e l’intellettualità di altri apponendo, per mestiere, assieme a questi la firma nelle pubblicazioni, forte di una posizione accademica. Certo, non bisogna essere rigidi su questo (altrimenti la ricerca può fermarsi), però determinati privilegi - insiti con l’avanzare degli anni - bisogna averli guadagnati sul Primi anni Settanta: Giorgio Pasquini che porta fieramente all’occhiello il distintivo della SSI, società cui diede molto del proprio ingegno. campo, come i galloni di un rude sergente sotto il fuoco nemico. Delle sue grandi esplorazioni Giorgio Pasquini ci lasciò testimonianza, pure dalla parte dell’infangato e lacero grottista, su quel Gouffre Berger cui volle ritornare proprio perché, quel giovanile exploit, non l’aveva mai dimenticato (14) (15). Gli anni in cui “imperversava” l’ecletticità di Giorgio erano di una speleologia italiana più semplice (non più …sempliciotta), dove tutti quelli che la praticavano a livello nazionale (o internazionale) si conoscevano, si frequentavano, certamente molto più ridotta nei ranghi, ma assai disponibile. Io non la ripresento, certo, come modello, giacché il passato è passato, e siamo stati ben fortunati nei decenni successivi di aver sviluppato una speleologia molto più ricca di eventi, diffusa, e che ha raggiunto livelli che oggi si confrontano con quelli internazionali, pur se quelli scientifici dei grandi competitors, per esempio statunitensi, canadesi, sloveni, svizzeri, ucraini, ora anche i cinesi, etc., non sono raggiungibili. È, dunque, solo un riflusso di memorie, ma che non traggono linfa dagli splendidi trascorsi della mia gioventù speleologica (troppo facile sarebbe abbandonarsi alla dolce risacca dei ricordi), quanto dalla consapevolezza di una dimensione che stava addosso come l’abito tagliato da un buon sarto e in cui era più facile integrarsi. Forse, meglio che le mie parole, sarebbe il caso di rileggere quelle scritte dopo la morte (“annunciata”) dal suo amico, e vecchio compagno di grotta, Antonio Mariani su “Appennino” (16), che ripercorrono il percorso speleologico del Nostro, e quelle sulla nostra rivista nazionale “Speleologia” (17), di Arrigo A. Cigna e Alberta Felici, dove si trovano note di un sentimento che attinge a quell’umanità che mai dovrebbe abbandonarci. Giorgio, dopo il suo grande periodo, nella vita ebbe delle difficoltà e commise degli errori. Mi ricordo di come, all’epoca, tra gli speleologi italiani (molti di noi erano sempre pronti a sogghignare) non la sola ironia corresse. E anche fra i triestini, che ben lo conoscevano perché lo avevano frequentato e stimato (io, mi accomuno). È il momento, allora, di risanare quel ricordo. Sicuramente Giorgio ebbe modo di pagare, fino all’ultimo, nei suoi quattro mesi di cosciente lotta con la leucemia prima di poter essere sollevato dalla tristezza di un prematuro destino terreno, per andare in un posto, poi, veramente migliore. Rino Semeraro Note bibliografiche (1) Angelucci A., Chimenti M. & Pasquini G., 1959: Nota preliminare su alcune ricerche geologiche e geomorfologiche nella grotta di attraversamento di Pietrasecca (M. Carseolani) e nel suo bacino di alimentazione. Boll. Soc. Geol. It., 3. (2) Pasquini G., 1963: La Grotta di Luppa nei Monti Carseolani. Rass. Spel. It. 15, 1/2. (3) Pasquini G., 1963: Osservazioni morfologiche sull’Inghiottitoio di Val di Varri (Monti Carseolani) e sul suo bacino di alimentazione. Atti 9° Congr. Naz. Spel., Trieste 1963, Rass. Spel. It., Mem. 7, To 2°. (4) Pasquini G., 1971: I catravassi dei Monti Lepini. Univ. St. Genova, Ist. Geogr., Ann. ricerche e studi di geografia, 27/4, 125-130. (5) Pasquini G., 1963: Lo stato delle conoscenze carsiche in alcuni massicci dell’Italia centrale. 5° Congr. Spel. d'Italia Centro-Meridionale, 1-9. (6) maniscalco A. & Pasquini G., 1963: Note sull'idrologia e il carsismo nel Matese meridionale. Boll. Soc. Geogr. It., 1963-11/2, 1-18. (7) Felici A. & Pasquini G., 1973: La Grave di Valle di Mele nell’altopiano degli Alburni. Boll. AIIS, Napoli, 3-7. (8) Pasquini G., 1976: Osservazioni morfologiche sul complesso carsico Mezzogiorno-Frasassi (Marche). Quad. Museo Spel. “V. Rivera”, L’Aquila, s.e 2, 1, 3, 57-61. (9) Pasquini G., 1965: Il concetto di livello di base in regione carsica. Atti 6° Conv. Spel. Italia centro-meridionale, Firenze. (10) Pasquini G., 1973: Le condotte forzate nei massicci carsici. Atti del 2° Congr. Federazione Speleologica, Toscana, Firenze, 32-34. (11) Pasquini G., 1975: Considerazioni sulla percolazione e sulla condensazione. Atti Seminario di Speleogenesi, Varenna 1972, Le Grotte d’Italia, s.e 4a, 4-1973, Bologna. (12) Pasquini G. & Pavanello A., 1970: Esercitazione nazionale della sezione speleologica del Corpo Nazionale Soccorso Alpino del Corchia (Alpi Apuane) 25-26 aprile 1970. S.E., Bologna, s.e 2, 2, n. 7, 23-27. (13) Pasquini G., 1999: La fondazione dello Speleo Club Roma: l'esplorazione dei Monti Carseolani: dalle novellette ricordi di speleologia. Speleo Club Roma, Roma, 1-26. (14) Pasquini G., 1967: La spedizione italiana al Gouffre Berger: 27 luglio - 10 agosto 1967. Speleo Club Roma, Roma, 22 pp. (15) Pasquini G. & Utili F., 1971: La seconda spedizione italiana al Gouffre Berger. Boll. Notiz. Sez. Fiorentina del CAI, n. 1/2-1971, Firenze, 24 pp. (16) Mariani A., 1998: In memoria, Giorgio Pasquini. “L’Appennino”, rivista Sezione di Roma del CAI, 3. (17) Cigna A.A. & Felici A., 1998: In memoria, Giorgio Pasquini. “Speleologia”, 38. cronache ipogee 11 un abisso di occasioni...? Sito internet: www.cronacheipogee.jimdo.com Indirizzo di posta elettronica: [email protected] cerco... Cerco "SpeleoCollezionisti" di francobolli sulle grotte e sui pipistrelli. Per scambio materiale e informazioni: Gianpaolo Fornasier e-mail: [email protected] cell. 335 6058868. Cerco cartoline postali o annulli filatelici delle grotte turistiche del Carso classico (Italia e Slovenia). vendo... VENDO EROGATORI Vendo due erogatori Poseidon Jetstream, entrambi con manometro Poseidon da 400 bar. Uno con il secondo stadio mai usato, e l'altro con una frusta di bassa pressione. Il tutto usato solo una decina di volte in acqua dolce e limpidissima. 250 euro l'uno e 450 tutti e due. Per contatti: "[email protected]" tel. 339 4177843 Vendo IMBRAGATURE!!! A prezzo modico imbragatura da speleologia e imbragatura da arrampicata. Marco Meneghini Via R. 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