CIBO E DINTORNI I libri disponibili in biblioteca 1 La civiltà della forchetta: storie di cibi e di cucina / Giovanni Rebora. – Laterza, 2006. 394.12094 REB civ Le vicende istruttive ma anche divertenti dell'alimentazione dal Medioevo al Settecento, dalla Norvegia alla Tunisia, dal Nuovo Mondo alla Russia degli Zar. Una cavalcata tra usi alimentari, strumenti e pratiche di cucina tra prescrizioni religiose ed etimologie linguistiche, tra ricette e modi dello stare a tavola, che riporta continuamente le svolte dell'alimentazione a condizionamenti e a dati concreti, come le differenze economiche tra i vari ceti, lo sviluppo delle tecniche di cottura, la trasformazione delle risorse alimentari o l'evoluzione delle posate. Il piacere della gola: il romanzo della gastronomia / Folco Portinari. – Aliberti, 2005. 641.5 POR pia Non un trattato, non un saggio, ma il diario di un gastrolettore che degusta la pagina in bocca. Da letterato e non da gastronomo, l’autore si è dilettato, vincolato al solo criterio del divertimento., a inseguire nella propria memoria quei testi che hanno esaltato l'unione di cibo e parola, «Non c'è piacere della gola, a sé isolato, come non c'è il peccato di gola, ma c'è il piacere-peccato di cervello». Il piacere della gola. infatti, non è tanto e solo quello di chi assaggia il cibo, quanto piuttosto quello di chi lo dice: è un com-piacimento di parole, un piacere sul piacere. Non foss'altro che per la centralità linguistica e simbolica del cibo nell'universo umano. E Portinari, con gran gusto, spazia, tra l'altro, dall'epicureismo di Lucrezio alla misura di Grazio, da Trimalchione e Apicio a Cocagne e Pantagruel, dall'Aretino al Folengo a monsignor Della Casa, dall'esotismo del sauvage di Rousséau, all’erotismo del marquis de Sade. Dall’eloquence gourmande di Grimod de là Reynière alla physiologìe di Ahthelme Brillat-Savarin, alla massificazione del piacere nella scienza e nell'arte di Pellegrino Artusi, dalle raffinatezze di Des Esseintes ai rimedi di Robinson Crusoe, dal marzapane di Hansel e Gretel ai torsoli di Pinocchio, ricordando il racconto dei poeti e narratori, dei saggisti e filosofi, che hanno dato voce a un universo dove per l'uomo tutto è commestibile, perfino il proprio simile. La storia passa dalla cucina / Jenny Bassani Liscia. – ETS, 2000. 641.5676 BAS sto Quasi tutte le vicende della vita sono sottolineate dai vari odori. Ogni cosa ha un suo odore. Ricordi, odori, sapori. Con gli odori e i sapori si amalgamano i cibi. Cibi dell'infanzia legati alla casa, ai fratelli, ai genitori, ai nonni, alle tate, ai parenti, agli amici, ai nostri animali. Un odore, un sapore possono far riaffiorare nella nostra mente fatti lontanissimi. E si sa che la maggior parte degli odori e dei sapori passano dalla cucina: il luogo più comunemente caro a tutti. La cucina da dove escono rumori di piatti, di tegami, di posate, di scrosci d'acqua, voci di donne e di bambini. I ricordi sono legati al nostro udito, al nostro olfatto e al nostro palato. Odori sapori, piaceri dei sensi soddisfatti da cibi antichi e nuovi, mischiati ed elaborati nel tempo dalle donne delle nostre famiglie che ci hanno tramandato il gusto tradizionale, più o meno raffinato, delle pietanze che costellano i pranzi e le cene della nostra vita. La cucina, dove si affaccendano la mamma e le tate, dove si fanno la prima colazione e la merenda, da dove escono i profumi dei ragù, degli arrosti, dei fritti e dei dolci, legati alle ore della giornata, alle feste dell'anno, ebraiche e non, ai pranzi raffinati per gli inviti importanti, al giorno del bucato, quando la lavandaia restava a mangiare la minestra di fagioli. 2 L’altro gusto: saggi di estetica gastronomica / Nicola Perullo. – ETS, 2008. 394.12 PER alt Il gusto della filosofia è davvero al di là del gusto della gastronomia, del gusto in senso proprio? Una certa tradizione di pensiero sembrerebbe suggerirlo. I saggi raccolti in questo volume, al contrario, tentano di smentire questo assunto, proponendo un'articolata teoria, definibile come estetica gastronomica, che ha come protagonisti proprio il gusto gastronomico e la filosofia. Ma un'estetica gastronomica si riferisce necessariamente alla vista, alle forme e ai colori, alla composizione figurativa dei piatti? E questo nel senso di una dimensione dell'apparenza e dell'esteriorità rispetto alla sostanza del cibo? Non necessariamente, anche se di solito proprio a questo si pensa. L'estetica della gastronomia qui delineata pone sul piatto innanzitutto il gusto e l'olfatto ma, al contempo, tutta la dimensione polisensoriale che, per connessioni successive, si apre a una multidimensionalità dell’esperienza alla quale si associano anche riflessioni all'apparenza lontane dal tema specifico e impreviste. Attraverso la lettura mirata di autori quali Brillat-Savarin, Hume, Leroi-Gourhan, Ingold e molti altri, cinque saggi che affrontano da diverse angolature, in modo originale e rigoroso, il tema del gusto gastronomico, discutendo di questioni "serissime" quali il rapporto tra natura e cultura, soggettivo e oggettivo, etica ed estetica, forma e materia. La fame e l’abbondanza: storia dell’alimentazione in Europa / Massimo Montanari. – Laterza, 2006. 394.12094 MON fam Un libro di storia dall'impianto estremamente originale: il cibo e i comportamenti alimentari diventano la chiave di lettura per un approccio globale alla storia d'Europa dal III secolo d. C. sino ad oggi. Massimo Montanari insegna Storia medievale all'Università di Bologna. Fra i suoi lavori più importanti: "L'alimentazione contadina nell'alto Medioevo"; "L'azienda curtense in Italia"; "Campagne medievali". Del gusto e della fame: teorie dell’alimentazione / a cura di B. Antomarini, M. Biscuso. – Manifestolibri, 2004. 394.12 DEL Per il suo carattere naturale e insieme culturale, individuale e al tempo stesso sociale, l'alimentazione offre un suggestivo punto di vista da cui guardare per rendere conto di attività umane assai più complesse e immateriali, ma non per questo autonome dall'atto fondamentale della nutrizione, come il rapporto uomo-mondo o le rappresentazioni che i singoli o i gruppi sociali hanno di sé e dei conflitti che li attraversano. I diversi contributi che costituiscono questo volume si propongono di assumere l'alimentazione come chiave di accesso per comprendere problemi filosofici, medici, antropologici e politici. Viceversa, la complessità dell'alimentazione umana può rivelarsi pienamente solo alla luce delle sue implicazioni antropologiche e politiche, filosofiche e mediche. 3 La filosofia in cucina: piccola critica della ragion culinaria / Francesca Rigotti. – Il mulino, 2004. 394.12 RIG fil Un pretenzioso libro di ricette? No, un appetitoso volume fondato sull'analogia tra nutrimento della mente e nutrimento del corpo, il menu di una filosofia che elabora il pensiero come se fosse cibo, lo prepara, lo cucina, lo serve in tavola. Filosofare e cucinare, attività antichissime entrambe, sono rimaste spesso estranee l'una all'altra anche per la differenza di genere tra coloro che le svolgono: ambito per eccellenza femminile la cucina, territorio squisitamente maschile la filosofia. Ma conoscere e mangiare sono fatti della stessa pasta e sono figli della stessa madre, come ci rivelano innumerevoli metafore: divorare un libro, digerire un concetto, masticare il latino, avere sete di sapere. Argute e piacevoli, queste pagine ci fanno entrare in un laboratorio di filosofia culinaria, o meglio in una cucina filosofica, dove per una volta almeno questi due mondi si riuniscono. Mangiando olive e fichi secchi con Platone, in compagnia di Kant e di Kierkegaard, pelando patate con Wittgenstein, nei ristoranti della Rive Gauche con Sartre si gustano un po' di più le idee e si comprendono meglio le magiche alchimie delle nostre tavole. Buono da mangiare: enigmi del gusto e consuetudini alimentari / Marvin Harris. – Einaudi, 2006. 394.12 HAR buo Buono da mangiare o buono da pensare? Marvin Harris parte dalla domanda essenziale per comprendere il relativismo delle culture alimentari dei diversi paesi. In quanto onnivori, possiamo mangiare e digerire di tutto. Ma allora perché in alcune aree geografiche alcune cose vengono considerate un abominio culinario, mentre le medesime sono prelibatezze per i palati più fini in altre zone del mondo? Non tutto può essere spiegato in termini di “gusto”. Pubblicato in Italia per la prima volta nel 1990, questo saggio antropologico si spinge ad analizzare i tabù alimentari, nel tentativo di spiegare in che modo la scelta di ciò che è buono sia fortemente condizionata da fattori economici, religiosi e ambientali.Preferenze e avversioni in materia di cibo sono influenzate, secondo Harris, dal bilancio fra costi e benefici nella produzione dell’alimento stesso. Le cose definite “buone da mangiare” sarebbero quelle che, oltre a non fare male, sono facilmente disponibili e più vantaggiose in termini di rapporto fra calorie prodotte e calorie spese per ottenerle. La sacralità della mucca nell’induismo, per esempio, è determinata da fattori storicoambientali che si trasformano in precetti religiosi. Da un punto di vista alimentare, infatti, la mucca è un animale essenziale per l’economia della zona, essendo l’animale da tiro meno costoso e più efficace, in relazione alle condizioni socio-ambientali dell’India. In sostanza, la vacca sacra è un animale più utile come produttore di cibo (latticini e agricoltura) che non come alimento di per sé (carne). Riflessioni su ogni tipo di cibo, dalla carne al latte, dai “pet” al cannibalismo, fino agli insetti. Tesi sostenute con una disinvoltura talvolta spiazzante, con un linguaggio diretto ed immediato, ma sempre con grande serietà scientifica. La tavola imbandita: storia estetica della cucina / Gualtiero Marchesi, Luca Vercelloni. – Laterza, 2001. 641.5 MAR tav Da quando esiste l'alta cucina, i cuochi si sono dedicati a perfezionare tecniche e accorgimenti per la decorazione e la disposizione dei cibi in tavola. Dai banchetti rinascimentali ai trionfi della "grande cuisine" ottocentesca, dal lancio della cucina internazionale alla diffusione della fotografia gastronomica e all'invenzione della "nouvelle cuisine", questo libro ricostruisce la "storia estetica" della cucina attraverso le principali tappe che hanno scandito l'evoluzione del gusto della tavola, mettendone in luce le implicazioni culturali e le influenze artistiche. 4 Bello da mangiare: il cibo come forma simbolica nell’arte / Ave Appiano. – Meltemi, 2001. 704.949641 APP bel Avvicinarsi alle opere d’arte non soltanto con la vista ma anche attraverso il gusto e l’olfatto, imparando ad apprezzare le reazioni prodotte dalle immagini, dalle forme e dai colori. È quello che si propone l’autrice, visitando insieme al lettore una galleria ideale che ospita Bruegel e Botero, l’Ultima Cena e le allegorie della fecondità, il Déjeuner e la Vanitas alimentare. Artisti ed opere che, dal Medioevo al Novecento, hanno ritratto cibi e scenari conviviali, vengono reinterpretati per essere gustati nella loro completezza. Non mancano suggerimenti concreti per ricreare l’atmosfera e il sapore (grazie alle indicazioni gastronomiche dello chef Andrea Ambrogini) di alcuni capolavori della storia dell’arte. Dalla cucina alla città: Margarete Schutte-Lihotzky / a cura di Lorenza Minoli. – F. Angeli, 1999. 720.92 DAL Noi architetti abbiamo il dannato e sacrosanto dovere ed obbligo di romperci il capo su che cosa si debba fare nell'edilizia abitativa per facilitare la vita alle donne e agli uomini (...). Fin dall'inizio volli occuparmi sempre e solo di edilizia abitativa, con tutto quello che ci vuole: istituzioni per l'infanzia, scuole, biblioteche, ambulatori... ciò che appunto si chiama edilizia sociale. Queste poche parole riassumono il valore della professione per Margarete Schütte-Lihotzky (Vienna, 1897), prima donna architetto austriaca, testimone e protagonista dell'architettura del nostro secolo. Al miglioramento delle condizioni di vita delle classi disagiate e delle categorie deboli, in particolare donne e bambini, è dedicata tutta la sua vita e la sua opera, fin dai primi lavori con le cooperative di interesse pubblico che realizzano le Siedlungen operaie, al progetto Winarskyhof, uno dei più importanti interventi per abitazioni popolari realizzato dalla Vienna "rossa" degli anni venti. Ma la sua ricerca si allarga allo studio dell'ambiente domestico ed in particolare della cucina che si impegna a riorganizzare secondo dimensioni ed arredi più razionali. Da questi studi nasce la cucina di Francoforte (1926-27), prima "cucina moderna", progetto che ha largamente influenzato tutta la successiva produzione di questo ambiente. Negli stessi anni, l'impegno per il miglioramento della condizione femminile è alla base degli interessanti progetti dell'"abitazione per donne che lavorano e vivono sole", mentre gli studi sugli spazi per i bambini portano Margarete Lihotzky a progettare scuole, asili e parchi gioco secondo criteri che verranno a lungo riproposti. L’uovo alla kok: ricette, curiosità, segreti di alta e bassa cucina, dall’insalata all’acqua alla pastina in brodo della pensione, da Apicio a Michel Guérard, da Alexandre Dumas a Carlo Emilio Gadda, dal curato di Bregnier a san Nicolao della Flue / Aldo Buzzi; con quattordici disegni di Saul Steinberg. – Adelphi, 2006. 641.5 BUZ uov Il testo si avvicina al tono di una conversazione fra amici che si trasmettono segreti di "alta e bassa cucina". Segreti che possono riguardare l'insalata come anche certi piatti esotici e inauditi. Non c'è bisogno di citare Lévi-Strauss per far riconoscere che la cucina è un prezioso elemento della civiltà, dalle innumerevoli ramificazioni. La cucina prosegue nei luoghi, nelle maniere, nell'immaginazione e ci si potrà persino spingere ad affermare che la cucina è un sapere occulto che serve insieme al piacere e alla sopravvivenza. 5 Alimentazione, cultura e società / Jean-Pierre Poulain. – Il mulino, 2008. 394.12 POU ali Tra ogm e bio, cucina etnica e cibi vegetariani, digiuno rituale e grande abbuffata, tanta parte della nostra vita - anche emozionale - ruota attorno al cibo. Facendo il punto sull'alimentazione contemporanea, il libro parla dei mutamenti che l'attraversano: qual è l'impatto della globalizzazione? Che cosa ne è dei modelli alimentari tra macdonaldizzazione e reinvenzione delle cucine locali? In che modo l'organizzazione della vita quotidiana condiziona i modi di mangiare? Di che cosa è spia il fenomeno dell'obesità e come interpretare l'ansia che spesso si accompagna al comportamento alimentare? Nel fornire una risposta a tali interrogativi, l'autore intende accreditare, attraverso il concetto di "spazio sociale alimentare", un approccio scientifico nuovo a questi temi, che metta a frutto il contributo della sociologia del consumo, della riflessione sulle tecniche del corpo, della sociologia della cultura e persino della sociologia dell'immaginario. Il pane, la beffa e la festa / Vito Teti. – Guaraldi, 1978. 398.1 TET L’alimentazione è, nello stesso tempo, problema di ordine biologico e biochimico e problema di ordine politico e sociale. Legata a numerosi fattori quali quelli geografici, climatici, storici, e determinata, in ultima analisi dal tipo di rapporto di produzione, l’alimentazione provoca, a sua volta, una serie di conseguenze in campo sociale ed economico e di effetti somatici (peso, altezza, robustezza), di salute (varie forme di malattie, carenze, mortalità, ecc.) e anche di ordine morale, psicologico e storico-politico. Da presupposto di cultura, determinata direttamente dalla struttura, l’alimentazione diventa, essa stessa, cultura o, quanto meno, dà origine – non deterministicamente, ma dialetticamente – a un tipo di cultura. Essa può essere assunta, quindi, quale spia e dell’economia e della cultura di una determinata popolazione. Questo volume – che rompe il silenzio storico della cultura ufficiale sulla situazione alimentare delle classi subalterne meridionali – si pone come una lucida analisi del folklore indagato in connessione con la condizione alimentare e nelle rifrazioni di questo a livello culturale. Si tratta di una lettura insolita, ma proprio per questo estremamente utile, nel suo rigore documentario, per la comprensione effettiva di una fascia sociale discriminata e della cultura da essa espressa. Fast Food Nation: il lato oscuro del cheeseburger globale / Eric Schlosser. – Il saggiatore, 2008. 394.120973 SCH fas Vi siete mai chiesti perché mangiare in un fast food è così economico? I fast food sono in ogni angolo del pianeta. Servizio rapido, prezzi bassi e offerta omologata da Bangkok a Caracas. Dov’è il trucco? Eric Schlosser ha seguito a ritroso il percorso del cheeseburger e ha visto cose che voi consumatori non potreste neanche immaginare: laboratori dove si creano i sapori e impianti il cui unico scopo è produrre la patatina fritta perfetta. Ha intervistato i pochi allevatori di bestiame rimasti indipendenti in un mercato dominato delle multinazionali, i ragazzi che per un salario minimo servono dietro il bancone, i lavoratori immigrati che rischiano le dita in immensi impianti di macellazione. Appassionante libro inchiesta, Fast Food Nation svela le verità occulte e occultate del gigantesco sistema economico che ha modificato l’economia e la cultura di interi paesi. 6 Siamo fritti: truffe, inganni e altri veleni nel piatto / Mario Giordano. – Mondadori, 2006. 394.120945 GIA sia La cucina è diventata spettacolo: si moltiplicano game show quotidiani, reality show, riviste enogastronomiche, libri di cucina e guide su cuochi e ristoranti. Fioccano riconoscimenti di qualità, marchi di garanzia, timbri ufficiali. Quella del mangiare (e bere) bene e naturale è l'ultima grande moda che piace a tutti, uomini e donne, giovani e vecchi, di destra e sinistra. Ma, sostiene Giordano, c'è qualcuno che usa la nostra (giusta) passione per il cibo per truffarci. Giornalista cresciuto alla scuola di Vittorio Feltri e Gad Lerner, inviato del "Giornale" e dal 2000 direttore di "Studio Aperto", Giordano propone un'inchiesta feroce sul mondo enogastronomico. Slow Food: le ragioni del gusto / Carlo Petrini. – Laterza, 2003. 641.013 PET slo «Contro la follia universale della Fast Life, bisogna scegliere la difesa del tranquillo piacere materiale. Contro coloro, e sono i più, che confondono l’efficienza con la frenesia, proponiamo il vaccino di un’adeguata porzione di piaceri sensuali assicurati, da praticarsi in lento e prolungato godimento. Iniziamo proprio a tavola con lo Slow Food, contro l’appiattimento del Fast Food riscopriamo la ricchezza e gli aromi delle cucine locali. Se la Fast Life in nome della produttività ha modificato la nostra vita e minaccia l’ambiente e il paesaggio, lo Slow Food è oggi la risposta d’avanguardia.» Dal Documento di fondazione del Movimento Slow Food. Il dilemma dell’onnivvoro / Michael Pollan. – Adelphi, 2008. 394.120973 POL dil Che cosa mangiamo e perché? Sono domande che ci poniamo ogni giorno, convinti che per rispondere basti sfogliare la rubrica di un giornale, o ascoltare per qualche minuto l’ultimo imbonitore nutrizionista ospitato in tv. Ma se quelle domande le si guarda un po’ più da vicino, come fa Michael Pollan in questo documentato e brillantissimo saggio, forse il primo sull’argomento a non prendere nessun partito, se non quello dell’ironia e del buon senso, le risposte appaiono meno scontate. Che legga insieme a noi le strepitose biografie del pollo «biologico» riportate sulla confezione di petti del medesimo, o attraversi le lande grigie e fangose del Midwest, dove milioni di bovini nutriti a mais e antibiotici vivono la loro breve esistenza fra immense pozze di liquame, egli arriva immancabilmente a conclusioni di volta in volta raccapriccianti o paradossali. Il problema, che Pollan descrive con rigore ed e- strema chiarezza, è che trovarsi al vertice della catena alimentare – cioè poter mangiare, a differenza delle altre specie, pressoché tutto – offre all’homo sapiens numerosi vantaggi, ma lo espone anche a quasi infinite possibilità di manipolazione. Per condurre una vita meno insana, dunque, l’onnivoro ha bisogno di sapere, sui propri appetiti e sui propri meccanismi adattivi, almeno quanto ne sanno gli strateghi dell’industria alimentare. 7 I figli di McDonald's : la globalizzazione dell'hamburger / Paul Ariès. - Dedalo, 2000. 306.0904 ARI fig La catena Mc Donald's conta 25.000 ristoranti distribuiti in 115 paesi per 40 milioni di pasti al giorno. In Europa, con l'eccezione della sola Albania, se ne contano attualmente 630. Un risultato straordinario, se si pensa che il primo ristorante fu aperto nell'Illinois nel 1955. Questi, in sintesi, i dati forniti dal recente lavoro di Paul Ariès, docente universitario a Lione che ha già in passato scritto diverse opere sul tema dell'alimentazione, della modernizzazione e delle relazioni sociali. Modello esemplare dell'impresa moderna, il Mc Donald's di Ariès è frutto di una complessa strategia di marketing fondata sull'idea di superamento delle barriere culturali, per un consumo uniformato, globalizzato, comune ai più disparati angoli della terra. La semplicità dell'offerta alimentare dei ristoranti della catena è una scelta pressoché obbligatoria, ed è proprio nella ristretta scelta che si nasconde il segreto del successo. E' più facile, infatti, ottenere un vasto consenso grazie a pochi e precisi standardizzati sapori. In tutti gli angoli della terra, Mc Donald's offre un'immagine sempre uguale, in cui ogni popolo, ogni gruppo sociale, e ogni famiglia può identificarsi e trovarsi quasi come a casa sua. Per questo motivo, tutto all'interno della catena, dal cibo all'arredamento, dal personale di vendita ai messaggi pubblicitari, deve risultare rassicurante e rilassante agli occhi dei consumatori. Gli hamburger, il pane l'insalata e i condimenti utilizzati per confezionare ogni singolo panino sono sottoposti a rigidi controlli qualitativi e quantitativi che rendono tutti i prodotti perfettamente uguali agli standard stabiliti a tavolino. Sono questi gli ingredienti di un grande successo economico, che ha raggiunto dimensioni planetarie, ma anche quelli della McDonaldizzazione, come Ariès la definisce. A subire la standardizzazione, dunque, sono le nostre abitudini, il modo stesso in cui siamo soliti mangiare: da New York a Mosca, da Pechino a Budapest tendono a scomparire alcune delle differenze che contraddistinguono le diverse culture. E McDonald's contribuisce a questa trasformazione, puntandovi decisamente e apertamente, al contrario delle altre grandi multinazionali che, solitamente, preferiscono tenere nascosti i loro piani. Il libro di Ariès passa in rassegna tutti gli aspetti, anche quelli apparentemente secondari del fenomeno McDonald's, analizzandone di volta in volta la dimensione economica, sociale e ambientale. Proprio quest'ultimo elemento è uno dei punti più deboli del gigante della ristorazione mondiale, che è stato, a più riprese, attaccato dagli ambientalisti per il forte potere inquinante delle sue attività. Tutta la catena produttiva e distributiva, infatti, può rappresentare una minaccia per gli equilibri ecologici del pianeta. Il consumatore lavorato / a cura di Renato Curcio. – Sensibili alle foglie, 2005. 381.148 CON Società dei consumi. Abbiamo sentito così spesso nella nostra vita questa frase che ciò a cui essa rimanda ci sembra ovvio, familiare, naturale. E percepirci come ‘consumatori’ è talmente scontato che se qualcuno ci chiedesse ragione di questa ovvietà gli risponderemmo scoraggiati: ma che domanda è questa? Questo libro muove dal dubbio che quanto più qualcosa ci appare evidente di per sé, tanto meno esso lo è davvero. Cosa sia oggi e qui la ‘società dei consumi’ e più ancora chi siamo noi ‘consumatori’ nelle nostre pratiche quotidiane, quali dispositivi e quali routine precedono o sotterraneamente ci muovono nel nostro agire, ci è sembrato non meno malsicuro di cosa sia diventato, o stia diventando in questa stessa società, il lavoro, e di chi siamo davvero noi in quanto ‘lavoratori’. L’esplorazione, effettuata con gli strumenti della socioanalisi narrativa, ha assunto come analizzatore il territorio dei supermercati, degli ipermercati e dei grandi centri commerciali, epicentro spettacolare dei processi e delle trasformazioni in questione. La storia e l’evoluzione di queste ipermacchine del consumo sono anche il tema del breve saggio di Stefano Franzoni che accompagna la ricerca. 8 La leggenda del buon cibo italiano e altri miti alimentari contemporanei / Paolo C. Conti. – Fazi, 2008. 664.024 CON leg Il cibo italiano è apprezzato nel mondo perché sarebbe buono, sano e genuino. Ma la realtà dei fatti racconta una storia differente. Questo libro raccoglie i risultati di un'inchiesta giornalistica durata due anni. Paolo C. Conti ha indagato sulla natura nascosta di ciò che finisce nei nostri piatti, scoprendo che raramente quello che mangiamo è davvero ciò che sembra. La tecnologia estrema, la logica del profitto e le regole del mercato stanno cambiando nel profondo l'industria alimentare italiana, che è ormai sempre più incline a mascherare i propri prodotti sotto un'ingannevole immagine di naturalità. Gli alimenti vengono modificati, scomposti, ricostruiti e inscatolati con l'aiuto della chimica, della genetica, di tecniche alimentari sempre più sofisticate. Il risultato sono cibi che sembrano qualcosa, ma che in realtà sono qualcos'altro. Grazie a centinaia di interviste e indagini sul campo, in Italia e all'estero, l'autore analizza i rischi a cui ci esponiamo sedendoci a tavola e le strategie per combatterli, ma anche i nuovi poteri che condizionano uno degli elementi determinanti per la nostra sopravvivenza in questo secolo. Oggi infatti è più che mai in atto una guerra planetaria fra tecnocibo e biocibo: due modi diametralmente opposti e antagonisti di considerare l'alimentazione umana e la nostra stessa salute. Una guerra dall'esito ancora incerto, nella quale i consumatori avranno un ruolo determinante. Il cibo impazzito : il caso europeo della contraffazione alimentare / Jean-Claude Jaillette. – Feltrinelli, 2001. 664.024 JAI cib Da qualche anno le notizie sui rischi dell’alimentazione sono all’ordine del giorno, la crisi della mucca pazza è la vicenda più clamorosa ma in realtà è l’intera industria alimentare a essere malata. Sono entrati in gioco nuovi fattori nella produzione alimentare. Centri d’acquisto, sistema dei trasporti, catena del freddo: sono troppi i punti deboli della catena produttiva e delle reti distributive perché non avvengano incidenti. Da questa intrinseca fragilità hanno origine le intossicazioni alimentari. Polli alla diossina, carne agli ormoni, listeria (che rende pericoloso cibarsi di formaggio oltre che di carne e salumi): sono casi che si registrano da parecchi anni, non solo in Francia, in Inghilterra o in Europa. Sono la conseguenza di un impianto economico e politico globale che coinvolge soggetti diversi (industrie della produzione e della trasformazione, istituzioni, veterinari, sindacati di categoria, reti distributive), come dimostra il caso delle carni agli ormoni esploso nel dipartimento di Mulhouse nel 1993. Accanto alla recente vicenda della mucca pazza, che occupa un posto centrale nel libro, emerge la responsabilità delle grandi multinazionali dell’alimentazione e delle lobby che controllano la produzione di ormoni per animali e di organismi geneticamente modificati. Così si definiscono anche le discutibili decisioni politiche che hanno permesso l’apertura dei mercati europei ai cereali transgenici. Gruppi d’acquisto: cosa sono, come si costituiscono, come funzionano / Marino Perotta. – Ed. Lavoro, 2005. 381.32 PER gru La guida si prefigge di fornire informazioni utili a coloro che intendono intraprendere un progetto comune per l'acquisizione di beni e servizi. Questo nuovo e diverso approccio tra consumatori e prodotto viene chiamato "Gruppo d'acquisto". Il libro analizza le diverse problematiche in campo sociale, giuridico e fiscale con particolare riferimento alle diverse tipologie di gruppo. Inoltre vengono date indicazioni su come funziona e come si organizza un gruppo d'acquisto, da chi è costituito, come fare un piano operativo, quali i rapporti con Internet. In appendice le esperienze di alcuni gruppi d'acquisto. 9 Guida al consumo critico / Centro Nuovo Modello di Sviluppo. – EMI, 2003. 640.73 GUI In un momento in cui sembrano valere solo le ragioni del mercato e le multinazionali hanno più potere dei governi, dobbiamo trovare nuovi strumenti per dare delle regole alle imprese in modo da indurle a comportamenti più rispettosi nei confronti dei paesi del Sud del mondo, del lavoro e dell'ambiente. L'esperienza dimostra che uno dei mezzi più efficaci per condizionare le imprese è il consumo. Ecco quindi l'importanza di scegliere accuratamente ogni prodotto, in modo da premiare le imprese che si comportano meglio e punire le altre. Sobrietà / Francesco Gesualdi. – Feltrinelli, 2005. 306.3 GES sob Il mondo siede su due bombe: la crisi ambientale e quella sociale. Dalla protesta a tutto campo alla proposta di un nuovo stile di vita che ci induca a evitare i tanti sprechi che costellano la nostra quotidianità. Acqua con giustizia e sobrietà / Francesco Gesualdi. EMI, 2007. 333.9113 GES acq In "Acqua con giustizia e sobrietà", l'autore affronta in otto capitoli il problema dello spreco, dell'inquinamento, dell'ingiusto monopolio di un bene che è un bene comune dell'umanità e indica i comportamenti per un utilizzo dell'acqua "giusto e sobrio". Fame: produzione di cibo e sovranità alimentare / Luca Colombo. – Jaca book, 2002. 363.8 COL fam La fame è fenomeno in aumento. La sua risoluzione come problema mondiale può passare attraverso il ruolo cruciale che è chiamato ad assumere l’agricoltore nella produzione di cibo, nel mantenimento di comunità rurali attive e diversificate che concorrano nei paesi alla creazione di una vera sovranità alimentare. La fame nel mondo / Emanuele Djalma Vitali. – Ed. Riuniti, 1988. 339.46 DJA La fame : il problema numero uno / Ernesto Forte. – Paravia, 1981. 641 FOR Oggi nel mondo due uomini su tre soffrono la fame. Mentre tratteniamo il respiro di fronte al pericolo che consideriamo più imminente, quello di una guerra atomica, dimentichiamo o fingiamo di non accorgerci che la collera dei “paesi della fame”, la rabbia di coloro che non mangiano a sufficienza cresce intorno a noi ogni giorno di più. Contro la fame. L’alimentazione nel mondo / presentazione di Gian Tommaso Scarascia. – Le scienze, 1978. Cons. 641 CON 10 Gastronomo e giudice: vita di Jean-Anthelme Brillat-Savarin / Giles MacDonogh. – Slow Food, 2006. 641.013092 MAC gas «La gastronomia ci sostiene dalla culla alla tomba, aumenta le delizie dell'amore e la confidenza dell'amicizia, disarma l'odio, agevola gli affari e ci offre, nel breve corso della vita, la sola gioia che, non essendo seguita da stanchezza, ci riposa da tutte le altre». Così JeanAnthelme Brillat-Savarin (17751826), magistrato, scrittore e gourmet, unanimemente ritenuto come il fondatore della moderna scienza gastronomica. A questa figura di primo piano nella storia delle riflessioni sul cibo e sulla 'fisiologia del gusto', il giornalista e storico inglese Giles MacDonogh dedica una biografia che Slow Food propone al pubblico nella traduzione italiana. Il libro non solo ricostruisce la vita di Brillat-Savarin, ma la contestualizza nel suo tempo, proponendo uno spaccato assai significativo di anni segnati da avvenimenti epocali. La Rivoluzione e il Terrore, infatti, segnarono profondamente la complessa storia personale dell'autore della Fisiologia del gusto, pioniere di tematiche divenute patrimonio comune di gran parte del mondo nato da quegli eventi. Fisiologia del gusto / Jean Anthelme Brillat-Savarin. - Seb 27, 2002. 641.013 BRI fis La Fisiologia del gusto è un’opera curiosa come curiosa è pure la sorte che pressoché due secoli di vita le hanno riservato: dal 1825, anno della sua uscita, si sono susseguite, in una discreta serie, ristampe, riedizioni, traduzioni in varie lingue, versioni critiche, tirature di consumo ed edizioni di pregio. Il nome di Jean Anthelme Brillat-Savarin è stato l’imprimatur per circoli culinari o associazioni di buongustai; ha battezzato un dolce ed un formaggio; in rete una ricerca superficiale ci indica qualche centinaio di siti che a lui in qualche modo riconducono. A parlare dell’opera e del suo autore si sono scomodati da Balzac a Roland Barthes; molte delle sue espressioni sono diventate, e non solo tra gli addetti ai lavori, frasi d’uso diffuso, e dall’uso a volte storpiate o ridotte a luoghi comuni. Resta tuttavia la sensazione che Brillat-Savarin sia stato talmente citato e considerato un classico da essere – non saltuario paradosso della buona sorte – ormai raramente frequentato. Il testo presentato è un assaggio, un distillato, che al di là delle oggettive carenze, restituisce in pieno – con suono gradevole e sapore appetitoso – la voce e il fascino dell’opera di Brillat-Savarin. Il romanzo della grande cucina / Giuseppe Maffioli. – Canesi, 1965. 641 MAF A tavola è accaduto tutto. Sono stati tessuti intrighi, sono stati adulati potenti personaggi, pugnalati o avvelenati irriducibili nemici, sono stati legati i fili dell’amore, degli odi, degli inganni, degli scherzi crudeli, sono state decise le paci e le guerre, fissati i concili e creati gli scismi, fabbricata la storia spicciola di tutti i giorni, nonché quella che resiste ai secoli. 11 Il libro di cucina di Juana Inés de la Cruz / Angelo Morino. – Sellerio, 2000. 641.5 MOR lib «Nella premessa al testo del "Libro di cucina" attribuito a Juana Inés de la Cruz, viene indicato che il manoscritto su cui è basata la pubblicazione a stampa racchiude "una serie di ricette che la monaca selezionò e copiò da un libro di cucina del convento di San Girolamo". Si tratta dello stesso convento di Città del Messico in cui Juana Inés trascorse i suoi ventisette anni di clausura da quando nel 1668 vi entrò come novizia fino al momento della morte. Il ricettario, inserito all'interno dell'opera di quella che a suo tempo fu definita "fenice del Messico", "decima musa", "unica poetessa americana", a prima vista sembra funzionare armonicamente. Al tema del cucinare è stato spesso assegnato un posto non marginale fra gli scritti della monaca». La cucina moderna di Monsieur Guazzetto: ricette dal Settecento / a cura di Andrea Addobbati, Giuseppe Lo Castro. – ETS, 2006. 641.5 CUC L’Europa del Settecento fu conquistata dalla cultura e dalla moda francese; presero piede nuovi stili di vita, nuove pratiche sociali e nuove visioni del mondo. Anche la cucina fu toccata da una rivoluzione profonda: si deplorò l’abuso delle spezie, tanto amate nel Rinascimento e nell’età barocca, la sovrapposizione del salato al dolce e del dolce all’agro. E si preferì, da allora, estrarre i sapori dagli alimenti per fonderli in un equilibrato dosaggio, facendo un uso parsimonioso delle droghe, e relegando il dolce in una specifica portata a fine pasto. Nasceva, insomma, la cucina moderna. Il ricettario di Monsieur Guazzetto — un nome che è tutto un programma — è uno splendido e appetitoso esempio di questa rivoluzione del gusto. I curatori di questa edizione, veri appassionati di cucina, lo hanno ritrovato tra le carte di Monsignor Angiolo Franceschi, Arcivescovo di Pisa al tempo di Pietro Leopoldo, ed amante della buona tavola. Oltre cento ricette dove i nuovi dettami d’oltralpe sono armonizzati col meglio della tradizione culinaria italiana: il ricettario del Guazzetto è una guida preziosa per addentrarsi in un dedalo di sapori che i ghiottoni più raffinati apprezzeranno di certo. Il re è a tavola: ricordi dalla cucina di corte di re Luigi II di Baviera / Theodor Hierneis. – Lubrina, 1990. 641.5 HIE L’autore di queste memorie, giovanissimo cuoco alla corte di Ludwig, osserva il sovrano con gli occhi altrui: inavvicinabile dagli sguatteri, insofferente delle sue stesse gerarchie servili o capricciosamente infatuato di militari e valletti, il mito è illuminato da una luce insolita, segreta. Come scrisse Konstantin, Principe di Baviera, «queste memorie di Theodor Hierneis, cuoco di corte di Ludwig II di Baviera e uno degli ultimi testimoni sopravvissuti ai tragici avvenimenti che coinvolsero il “Re delle Favole”, si distinguono per gli innumerevoli, interessanti particolari. Partendo da una prospettiva inconsueta, esse completano la copiosa bibliografia di Re Ludwig II. Il loro valore risiede nella straordinaria semplicità e nell’autenticità dei racconti». Il racconto si snoda fra cene notturne, tavolini magici, convitati fantasma o in carne ed ossa, sontuosi ricevimenti di corte, devastanti sbornie di arrak e di birra. Il rimescolio degli stili, la suggestione delle vivande, la portata dei rituali, il continuo cambiamento degli scenari (dai rifugi alpini ai palazzi deserti, dalle grotte favolose agli ambienti in stile versagliese) tutto questo “crea cucina” e viene raccontato da un testimone (troppo semplice per dubitare delle voci e delle leggende) che trasmette ingenuamente ai posteri i segreti del proprio apprendistato. 12 Kitchen Confidential: avventure gastronomiche a New York / Anthony Bourdain. – Feltrinelli, 2008. 641.5092 BOU kit Dopo una gioventù dissipata, all'insegna di droghe e contestazione, Bourdain diventa uno dei cuochi più famosi di New York. Questo libro è il racconto di un'avventura culinaria, uno sguardo dietro le quinte che rivela gli orrori della ristorazione, gli ideali traditi e quelli realizzati. L'autore offre al lettore agghiaccianti informazioni su quanto accade all'interno di una cucina (anche quella dei ristoranti più famosi), ma nonostante gli avvertimenti più minacciosi ricorda che il nostro corpo non è un tempio ma un parco-divertimenti e non dobbiamo condannarlo a una vita di rigore e castità alimentare. Avventure agrodolci: vizi e virtù del sottobosco culinario / Anthony Bourdain. – Feltrinelli, 2008. 641.5092 BOU avv Una raccolta di storie candide e oltraggiose tratte della disavventure del cuoco più malizioso e smaliziato che abbia mai preso in mano la penna. Grazie al successo di Kitchen Confidential Anthony Bourdain non è più vincolato al lavoro in cucina. Ora è uno scrittore. Viaggia, collabora con vari giornali e conduce un programma televisivo di “travel cooking” per Discovery Channel. In questa raccolta di articoli comparsi su riviste quali “Gourmet” e “Rolling Stone” e su quotidiani come il “Los Angeles Times”, Bourdain guarda il mondo da questa sua nuova situazione di “esiliato” dalle cucine. Gran parte degli articoli è sui toni di Kitchen Confidential: la fauna di desperados multietnici che popola le cucine di New York, le bevute dopo il turno serale, le atmosfere chiassose e sanguigne, l’epico attaccamento dei cuochi alla loro vita sfasata. Gli scritti sulle cucine di New Mothafuckin’ York City sono quelli in cui Bourdain dà il meglio di sé: si va dalla guida ai migliori deli di New York, con tanto di indirizzo, descrizione dei piatti e del servizio; all’elogio dell’immigrazione clandestina, di messicani, ecuadoriani e caraibici, che fornisce così tante valide braccia al mondo della ristorazione, molto meglio degli studentelli bianchi, freschi di scuola professionale; alla spiegazione del gergo di cucina. Il resto del libro è ispirato alle trasferte negli Usa e nel resto del mondo con la troupe di Discovery Channel al seguito. C’è la visita alle cucine dei grandi alberghi di Las Vegas; le speziate incursioni cajun a New Orleans; la scena raccapricciante degli Inuit che sbranano una foca, cruda, nella Baia di Hudson; la trasferta in Sicilia; le sublimi bettole a conduzione familiare di Hanoi; il compianto per l’imbastardimento dei pub londinesi; l’incontro con il genio culinario catalano di Ferràn Adrià. La grandezza di Bourdain sta nell’aver fatto piazza pulita di tutte le convenzioni che inquinano l’edulcorata letteratura enogastronomica. In un grande esercizio di realismo, Bourdain dice le cose come stanno, parla come parlano i cuochi, sprezzante, ironico, gaudente, adrenalinico, raffinato, sensuale. Aimo e Nadia: le squisitezza del cibo e dell’anima / A cura di Stefania Moroni. – O barra O ed., 2007. 641.5092 AIM Aimo e Nadia, grandi cuochi, sono patrons a Milano di un luogo di eccellenza che offre l'esperienza di un cibo elaborato con sapienza e offerto con raffinatezza semplice e affettiva. Ma quali sono gli elementi a fondamento della loro grande cucina italiana, qual è la relazione tra arte e gastronomia? Il libro propone le conversazioni avvenute tra Aimo o Nadia, l'amico Paolo Ferrari, artista e scienziato, Marco Dotti, critico e giornalista, intorno ai legami tra cibo e gusto, origini e materia, arte e cultura. Le ricette si intrecciano ai temi delle conversazioni e tracciano l'itinerario gastronomico percorso nell'arco di oltre quarant'anni di attività. Anche le immagini narrano i passaggi: le origini, l'arrivo nella Milano del dopoguerra, il primo bar-trattoria e infine l'attuale Luogo di Aimo e Nadia, dove la grande tradizione gastronomica è capace di un continuo rinnovamento tra gusto, colore, forma, emozione e ideazione. 13 I luoghi del gusto : cibo e territorio come risorsa di marketing / Davide Paolini. – Baldini & Castoldi, 2000. 338.479145 PAO luo Che l'Italia possieda un patrimonio di sapori è cosa nota. Meno risaputo è che questi "giacimenti gastronomici" siano, sempre più spesso, l'ingrediente base della crescita economica di molte aree depresse della penisola. Un autentico motivo di richiamo per novelli "viaggiatori del gusto". Da questo punto di vista le specialità gastronomiche italiane hanno la stessa valenza delle opere d'arte e, come quelle, possono trasformare in meta turistica luoghi altrimenti privi di attrattive. Il fatto curioso è che questi cibi dalle tradizioni locali sono in netta controtendenza con la recente mania della globalizzazione culturale e gastronomica, anche se è proprio da alcuni aspetti della globalizzazione che origina la riscoperta geografica del gusto. Lo snob in cucina / Simonetta Fagiani; illustrato da S.A.R. Giovanni di Borbone principe delle Due Sicilie. – Sugar, 1967. 641.5 FAB Una raccolta di ricette per menu di qualsiasi occasione per risvegliare la sorpresa, l'entusiasmo e il divertimento in chi le gusta e in chi le prepara. Lo stivale allo spiedo: viaggio attraverso la cucina italiana / a cura di P. Accolti e G. A. Cibotto. – Canesi, [s.d.]. 641.5 STI Di ogni regione italiana e delle città più importanti, personaggi della cultura italiana, descrivono le caratteristiche territoriali, il carattere dei loro abitanti e la cucina tipica di cui sono l'espressione; vengono citati i locali caratteristici, le trattorie e le locande e i loro proprietari. Tra gli autori che hanno collaborato a quest'opera: Mario Soldati, Dino Buzzati, Giuseppe Gozzi, Piero Accolti, Giorgio Saviane, Giovanni Artieri, Ercole Patti, Igor Man,Carlo Laurenzi, per citarne solo alcuni. L’Artusi: la scienza in cucina e l’arte di mangiar bene / Pellegrino Artusi. – GarzantiVallardi, 1978. C. 641.5 ART Con le sue 790 ricette, raccolte dall’autore con paziente passione nel giro dei lunghi anni e innumerevoli viaggi, "l’Artusi" è il libro più famoso e letto sulla cucina italiana, quello da cui tutti i grandi cuochi dell’ultimo secolo hanno tratto ispirazioni e suggerimenti. È un’opera singolare che esalta il piacere del mangiar bene; più che un ricettario è un libro di gusto, ricco di dissertazioni, di spunti linguistici in una prosa limpida che ricorda la cordialità del discorso conviviale. …a tavola confratelli: storia e cronache delle confraternite bacchiche e dei sodalizi gastronomici / margherita Volpi. – Canesi, 1973. 641.5 VOL ata Della eccellenza e diversità de i vini che nella montagna di Torino si fanno e del modo di farli / Giovanni Battista Croce. – Seb 27, 2004. 641.22094512 CRO del Orafo, architetto, agronomo ed enologo; dopo aver ricoperto cariche pubbliche e offici di corte, nella Torino di Emanuele Filiberto di Savoia e di Carlo Emanuele I, scriverà nel 1606 il trattato qui riproposto in cui illustra le varie metodologie di vinificazione e conservazione dei vini, osservate e ideate per le uve da lui stesso coltivate nella propria vigna sulla collina torinese. Il Carnacina / a cura di Luigi Veronelli. – Garzanti, 1982. C. 641.8 CAR 14 Con poco o nulla: ricette di cucina popolare toscana. – Libreria editrice fiorentina, [s.d.]. 641.5 CON I piatti semplici e genuini della cucina popolare toscana che con poco o nulla riusciva a imbastire dei pranzi gustosi e nutrienti utilizzando ingredienti "poveri", ma buoni e sani. La cucina toscana / Aldo Santini. – Il tirreno, 1990. SLT 641.5 SAN cuc Cucina di magro e di festa: ricettario da documenti settecenteschi della Certosa di Calci / Claudio Casini. – ETS, 2002. 641.51 CAS cuc "Mangiate e bevete senza parlare, in silenzio". Così recita uno dei motti che accopagnano gli affreschi sei-settecenteschi della Certosa di Calci. Questo libro apre una finestra sulla vita cenobitica dei certosini attraverso una ricerca storico-documentaria e culinaria. Dai registri settecenteschi del priore Giusepppe Alfonso Maggi è stato infatti possibile ricavare uno spaccato sulle abitudini alimentari dei monaci , non senza qualche curiosità. Contrariamente a quello che si pensa, l'ordine certosino proibisce l'astinenza: l'alimento, infatti, é inteso come strumento per il sollievo del corpo nel silenzio imposto nel refettorio. Uno "strappo alla regola" avviene durante le visite di importanti personaggi nel complesso monastico pisano, primi fra tutti i granduchi di Toscana, per i quali si predispongono magnifici banchetti. Da qui l'idea di creare un piccolo ricettario di pietanze per le "tavole di magro e di festa", alcune non più proponibili (é il caso della carne di lontra), tutte le altre ancora oggi eseguibili. A tavola…con i pisani più schietti: fantasia e originalità a tavola di Victor Nesti. – Provincia di Pisa, 2003. SLP 641.5914555 ATA Livorno in cucina / B. Leonardini. – Nuova Fortezza, 1989. SLT 641.5094556 LEO liv Livorno a tavola / Franca Torsellini. – Nuova Fortezza, 1991. SLT 641.594556 TOR liv I quaderni regionali di Civiltà del bere: Toscana. – Lariana, 1982. SLT 663.2 TOS I luoghi del gusto a Siena / a cura di Barbara Latini e Maria Merlini. – Comune di Siena, [s.d.]. SLT 641.3 LUO Mangiare alla giudia : la cucina ebraica in Italia dal Rinascimento all’età moderna / Ariel Toaff. – Il mulino, 2000. 641.5676 TOA man La cucina ebraica è determinata fondamentalmente dalle prescrizioni religiose, che inibiscono il consumo di determinati cibi e impongono precise procedure di preparazione. Ma, al di là dei divieti, la cucina ebraica aveva comunque tradizioni proprie. E sono queste l'oggetto dello studio di Toaff. Ricorrendo ad una vasta mole di documentazione originale, egli ricostruisce il variegato menu della tavola ebraica, dal vino alle carni, ai molti modi di preparare l'oca, ai formaggi e ai pesci, alle paste e ai dolci. 15 L’islam a tavola : dal Medioevo a oggi / Lilia Zaouali. – Laterza, 2007. 641.5917671 ZAO isl Dalle cucine della corte dei califfi di Bagdad - dove i piaceri della buona tavola erano abbondantemente coltivati, e dove confluivano e si mescolavano le tradizioni alimentari di arabi, persiani e asiatici, oltre che di bizantini una ricca e raffinata civiltà gastronomica si irraggiò in tutto il mondo islamico, dal Vicino Oriente all'Egitto al Nordafrica, fino all'Andalusia. Una grande varietà di tipi di pasta, di piatti in agro-dolce, di salse, di cuscus, di dolci e persino di vino, affollano le ricette tramandate dai testi medievali. È tutta una festa di aromi, spezie, sapori e colori, che possono allietare anche le nostre tavole, come suggeriscono le 30 ricette adattate ai gusti di oggi che completano il volume. In cucina con…la ragazza di Monimbò / Franco Zagato. – Forte, 1983. 641.5 ZAG Questo libro descrive dal vivo la cucina dell’America centrale, con tutte le sue ricette; e attraverso il cibo l’ambiente, il modo di pensare, il modo di vivere di quei paesi. L’autore, scrittore, poeta, uomo impegnato che ha passato anni della sua vita laggiù, anche nella guerriglia, non scrive di cucina solo per interesse gastronomico, ma anche per desiderio di conoscere e di capire quel mondo; lo fa raccontando il suo rapporto con la giovanissima ragazza di Monimbò attraverso il cibo, che non è solo necessità, ma un modo di stare insieme, di capirsi, di amarsi. Cibo per l’anima: il significato delle prescrizioni alimentari nelle grandi religioni / Deborah Ravanello. – Ed. Mediterranee,2006. 641.567 PAV cib L'Autrice ha scoperto interessanti e curiose affinità tra consuetudini alimentari religiose in apparenza distanti fra loro. Può il cibo essere un mezzo utile alla meditazione? Possono al contrario alcuni alimenti ostacolare il progressivo avvicinarsi all'estasi mistica, all'illuminazione, alla santità? Gli studi sul sistema immunitario, endocrino, nervoso e quelli di psicosomatica, fanno riflettere sul perché, nelle pratiche spirituali tradizionali, alcune categorie di alimenti venivano sempre vietate mentre altre costituivano la base nutritiva essenziale. Ad esempio, tra i religiosi appartenenti a tradizioni diverse i carboidrati (pane, farine, cereali, ecc.) sono tra i cibi più diffusi e amati, mentre le carni sono state spesso bandite dalla dieta. Una scelta pienamente giustificata da un punto di vista scientifico. È stato infatti verificato che concentrazioni più alte di serotonina favoriscono il buonumore, e questo neurotrasmettitore è sintetizzato a partire da un aminoacido, il triptofano, che entra nel corpo sotto forma di un pasto a base di carboidrati. Questa ricerca della Pavanello risulta quindi interessante e stimolante proprio perché individua un "punto d'incontro" tra le conoscenze moderne e una saggezza antica basata sull'ascolto del corpo e del sé. Nei primi capitoli il lettore troverà alcune nozioni di anatomia e fisiologia dell'apparato digerente e di quelli endocrino e immunitario. Successivamente verrà affrontato il tema dell'alimentazione nelle tre grandi tradizioni che vengono definite "del Libro", ovvero l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam. Si parlerà poi dell'alimentazione nella cultura religiosa indiana (Induismo, Tantrismo e Yoga) e, infine, della tradizione buddhista. A conclusione verrà data un'"interpretazione" delle scelte alimentari dei religiosi alla luce delle moderne scoperte in campo biochimico, in modo tale da farle diventare dei suggerimenti pratici che possiamo utilizzare nella vita di tutti i giorni, per migliorare la salute fisica e mentale e rivolgerci con maggior consapevolezza alla nostra dimensione interiore, per capire meglio chi siamo e quali sono i meccanismi che agiscono in noi quando decidiamo di incamminarci sul sentiero della piena realizzazione. I ferri da cialda: documenti del costume e del gusto fra rinascimento dei miti ed eucaristia profana / Giovanni Ranieri Fascetti. – ETS, 1997. SLT 392.37 FAS fer 16 La cucina sul cortile / Maria Rita Gismondo. – Edizioni di latta, 2007. 641.5092 GIS cuc Questo non è un libro di ricette. L'autrice lo definisce sogno di una notte di mezza età, durante il quale, insieme ai volti e alle storie, sono tornati alla memoria i piatti che rendevano ricche le ritualità siciliane, le feste familiari ed i lutti, dandone persino un significato storico. Dopo anni trascorsi lontano dalla terra amata, ma carnefice della sua vita, come in un incantesimo ordito anni fa per riacciuffarla, quando ormai si credeva imprendibile, un banale oggetto capitatole per caso fra le mani ha compiuto il miracolo del ritorno. "Le ricette di Zenna e di mia madre" un quaderno di ricette e di appunti, l'odore di una polvere antica, della carta d'altri tempi ha aperto la sua mente ai ricordi, conducendola in un mondo onirico, popolato da volti, sapori, visioni, profumi, odori e voci, che hanno scacciato ogni risentimento ed ogni rimpianto, lasciando riemergere tenerezza, amore, amicizia. Le storie, le vite che popolavano il cortile della sua infanzia le fanno riacquistare il silenzioso coraggio di amare la sua Catania in una ritrovata pace. Graditi riaffiorano i ricordi e prepotenti i sapori delle diverse vecchie ricette, mentre come una marea montante, cresce la voglia di un dolce ritorno alle radici. Storia dei generi voluttuari: spezie, caffè, cioccolato, tabacco, alcol e altre droghe / Wolfgang Schivelbusch. – Milano: Mondadori, 1999. 394.1 SCH sto La borghesia preferiva il caffè, l'aristocrazia prediligeva invece la cioccolata. Nel Settecento il tabacco si fiutava, mentre nell'Ottocento era in voga la pipa. I generi voluttuari, i generi che producevano piacere, hanno contribuito a formare il costume e si sono intrecciati con il cambiamento della mentalità. Qual è stata l'influenza di questi beni di consumo sulla storia dell'uomo in epoca moderna? Come mai, in determinati periodi, apparvero in Europa dei generi di consumo totalmente nuovi? Caffè, tè, tabacco sono stati delle scoperte coloniali casuali oppure vennero a soddisfare bisogni nuovi di consumi diversi? Attraverso la "storia dei generi voluttuari", un affascinante affresco dell'Europa della modernità. La cena delle meraviglie / Camilla Baresani, Allan Bay. – Feltrinelli, 2007. 641.54092 BAR cen Una degustazione di vini piuttosto mediocri è la scena sulla quale si intrecciano i destini di Camilla Baresani, giornalista-scrittrice, e di Allan Bay, noto giornalista enogastronomico e autore di diversi libri di cucina. Durante la cena, Camilla è silenziosa e preoccupata, mentre Allan Bay e i suoi amici Paolo e Antonio - rispettivamente un intenditore di vini e un esteta della tavola - parlano di una fastosa "cena delle meraviglie" che da sempre hanno in mente di organizzare: la fidanzata di Antonio e la moglie di Paolo, stufe di sentirli descrivere nei particolari un progetto che sembra destinato a rimanere per sempre tale, li prendono un po' in giro. È qui che Camilla si scuote dalle sue tetre riflessioni per sfidare i tre amici a tradurre finalmente in realtà la loro idea: se entro quattro giorni riusciranno a organizzare quella cena perfetta, in grado di stupire e divertire i commensali, lei la racconterà nel suo libro. I tre uomini dapprima cercano di farsi concedere più tempo, ma Camilla è irremovibile e comincia così la fase esecutiva di quel progetto tanto lungamente accarezzato: c'è da fare la spesa,da decidere i vini,da scegliere le suppellettili. Teatro di questa mise en scène è la casa di Allan Bay, mentre la voce narrante è quella di Camilla che descrive con ironica leggerezza le ansie, i problemi, i piccoli incidenti di quella preparazione caotica e al tempo stesso precisa. 17 Servizio compreso: vita segreta di una cameriera a quattro stelle / Phoebe Damrosch. – Ponte alle Grazie, 2008. 647.95092 DAM ser Ancora impegnata a capire cosa farà da grande, Phoebe mantiene se stessa e le proprie aspirazioni di scrittrice lavorando come cameriera. Fin qui niente di particolare, se non fosse che ben presto approda in uno dei più importanti ristoranti di New York: il Per Se del celebre chef Thomas Keller. Allora dovrà fare i conti con le rigide regole di un posto in cui la parola d’ordine è la raffinatezza, e la perfezione un obbligo assoluto. Phoebe non solo sarà all’altezza della situazione, ma divenuta chef de rang riuscirà a impressionare persino un temibile critico gastronomico del New York Times. E da single ormai rassegnata si ritroverà coinvolta in una tenera storia d’amore con uno dei colleghi… Con tono ironico e a tratti pungente, Servizio compreso ci accompagna nel dietro le quinte di una realtà prestigiosa ma dominata da mille manie e rivalità, svelandoci i trucchi di un congegno inappuntabile come quello che fa «danzare» in armonia la sala e la cucina. Per di più ci restituisce un divertente quadro dei suoi famosi frequentatori e non lesina utili consigli per tutti su come evitare di inimicarsi un cameriere: non si sa mai! La cucina di Monsieur Momo / Henri de Toulouse-Lautrec, Maurice Joyant. 641.5 TOU cuc Pochi sanno che Toulouse-Lautrec fu anche un grande gourmet e un cuoco molto attento e raffinato. L'abilità culinaria del grande artista era infatti molto conosciuta ed apprezzata nella cerchia dei suoi amici, tanto quanto le sue opere pittoriche. Dopo la morte prematura di ToulouseLutrec nel 1901, a soli 37 anni, il suo grande amico Maurice Joyant raccolse e pubblicò le sue estrose ricette in un libro a tiratura limitata (un centinaio di copie) che poi fu ristampato in Svizzera e in Gran Bretagna. Questo volume ripropone una raccolta di 300 ricette del pittore francese, arricchite dagli schizzi creati per l'occasione e dai suoi dipinti legati all'arte della tavola. La tavola di Elisa: un inventario racconta: interpretazione di un rituale napoleonico / mostra e catalogo a cura di Roberta Martinelli; testi di M. Mosco, S. Gazzarrini. – Pacini Fazzi, 2002. SLT 642.707445531 TAV Le consuetudini della vita di corte della principessa legate all’uso della tavola e alle funzioni della cucina. La ricostruzione filologica degli oggetti si è basata sull’inventario redatto nei giorni precedenti la fuga di Elisa da Lucca (1814), in cui è riportato con precisione l’elenco dei suppellettili, degli arredi, dei beni e dei decori. Quest’importante documento attesta la provenienza dal Museo di Doccia e da collezioni private lucchesi delle bellissime manifatture di porcellana firmate Ginori e Sèvres dei servizi da tavola, da caffè, da cioccolato e da gelato, e da Palazzo Pitti alcuni pezzi di un servizio di porcellana donato ad Elisa da Napoleone stesso. (Catalogo della mostra) 18 L’educazione alimentare : intervista / a cura di Francesca Emiliani. – Cappelli, [s.d.]. 613.2 EDU Perché un libro sull’alimentazione? Perché oltre a ricevere informazioni spesso contraddittorie e disomogenee sul valore nutritivo degli alimenti, si assiste oggi ad una notevole diffusione dei disturbi del comportamento alimentare nei bambini e negli adolescenti. Il libro, realizzato mediante interviste con uno psicologo, un pediatra ed un dietologo, si propone di fornire ai genitori alcune notizie utili per comprendere il problema dell’alimentazione in una prospettiva più complessa. Mangiare bene mangiare sano: dubbi, errori e pregiudizi a tavola / Renzo Pellati. – Mondadori, 2005. 613.2 PEL man Come nutrirsi in modo razionale per mantenere salute e linea? Lo spiega uno specialista in scienza dell'alimentazione in questo libro, affrontando dubbi, errori, pregiudizi che accompagnano il nostra stare a tavola: quali sono i cibi più calorici? La frutta va mangiata al naturale o frullata? Le carni rosse sono più nutrienti? Una guida ricca di menù facili e gustosi per tutte le età e per tutte le situazioni. Educazione alimentare / Marino Finzi. – Zanichelli, 1988. 613.2 FIN L'autore afferma che l'educazione alimentare deve fare parte del bagaglio culturale di ogni individuo. Nei primi tre capitoli il libro si rivolge agli insegnanti della scuola dell'obbligo per proporre una didattica dell'alimentazione. I capitoli quarto e quinto forniscono le linee guida di base per il conseguimento, nell'età della crescita e nell'età adulta, di una "alimentazione ragionata". Il termine "alimentazione ragionata" viene utilizzato dall'autore per indicare che nell'alimentazione si deve far uso non del solo istinto, ma anche della ragione. L'alimentazione ragionata, secondo l'autore, ha lo scopo "di consentire a tutti di raggiungere un equilibrio nutritivo, cioè imparare a conoscere gli elementi nutritivi in modo da poterli assumere in maniera regolare e vantaggiosa per la salute e libera da pregiudizi". Mangiar giusto, mangiar sano / Luciano Campanacci. – Piccin, 1973. 641.CAM Una preziosa guida per le norme fisiologiche fondamentali dell’alimentazione: alimentazione che non risponde soltanto alle esigenze immediate del nostro ricambio ma assume valore sia per lo sviluppo dei giovani, sia per la loro resistenza organica, sia per la difesa del singolo da molti pericoli dovuti ad alterazioni del metabolismo ed infine per evitare in un periodo avanzato della vita gli errori di una pregressa ed errata nutrizione. Guida all’alimentazione / Emanuele Djalma Vitali. - Ed. Riuniti, 1980. 613.2 VIT I-II In questo volume sono presi in esame tutti i fattori nutritivi indispensabili per l'alimentazione: carboidrati, grassi, proteine, sali minerali. Di ciascun fattore nutritivo sono segnalate le quantità giornaliere necessarie per una corretta nutrizione, atta a favorire l'efficienza fisica e psichica e a prevenire numerose, diffuse, malattie. Numerose tabelle forniscono al lettore chiare risposte a interrogativi di largo interesse e molti dati per facilitare la preparazione di diete particolarmente ricche di determinati fattori nutritivi. In questa nuova edizione aggiornata sono stati maggiormente approfonditi alcuni argomenti di capitale importanza igienico-sanitaria, primo fra tutti quello del colesterolo. Le combinazioni alimentari / Gudrun Dalla Via. – Red, 1988. 613.2 DAL com 19 Cibo etico cibo dietetico: tradizioni, curiosità, origini e scienza degli alimenti della nostra tavola / Caterina e Giorgio Calabrese. – Piemme, 2007. 641.3 CAL cib Il cibo è vita, fonte di sostentamento per ogni essere vivente. Eppure, nonostante l’alimentazione sia un processo naturale, il nostro rapporto con il cibo ha in parte perso l’immediatezza che aveva un tempo, quando erano la disponibilità dei prodotti, la stagionalità, ma anche la consuetudine e la tradizione a determinare i piatti da consumare. Oggi sono molto diversi i fattori che giocano un ruolo chiave nella dieta, ed è per questo che per parlare di cibo non si può adottare un solo punto di vista. Come a tavola è difficile che uno stesso prodotto, cucinato in un solo modo, possa incontrare i gusti di tutti, così, quando si tratta di alimenti, è necessario analizzarne svariati aspetti: il valore biologico, l’apporto calorico, gli effetti sull’organismo, ma anche la loro storia, il significato, le curiosità a essi associate. Ed è esattamente questo che hanno fatto Caterina e Giorgio Calabrese, raccogliendo articoli pubblicati negli anni su diverse riviste, arricchendoli e integrandoli con nuovi e più approfonditi studi, per arrivare a proporre un’analisi a 360° e restituire al cibo tutta la sua dignità. Poiché conoscerlo meglio significa soprattutto ristabilire con esso un rapporto più sano e genuino. Questo non vuol dire abbracciare incondizionatamente i sapori della tradizione, i piatti di una volta, nella convinzione che “vecchio” sia sinonimo di “buono”. Ma neppure rifiutare a priori le migliorie che la scienza può portare nella sfera alimentare. Piuttosto, sgombrando il campo da pericolosi pregiudizi, è importante riconoscere che anche il cibo ha una sua etica. Solo così sarà un prezioso alleato della nostra salute. La dieta mediterranea / Roberta Salvatori. – Mondadori, 1997. C.641.591638 SAL die La dieta mediterranea è riconosciuta in tutto il mondo come la dieta quotidiana più equilibrata per il nostro organismo. Il libro intende spiegare tutti gli aspetti della dieta e indicare come seguirla con i cibi della tradizione alimentare italiana. L’alimentazione naturale: le caratteristiche di 500 alimenti per mangiar sano secondo natura / Nico Valerio. – Mondadori, 1997. C. 641.3 VAL ali Macrobiotica / Carlo Guglielmo. – Macro, 1994. 613.26 GUG mac Alla sua origine stanno le domande rivolte all’Autore, nel corso degli anni, da migliaia di persone che si sono avvicinate alla macrobiotica per motivi diversi. È stato scritto con lo scopo di fornire informazioni concrete e di chiarire i dubbi che possono sorgere all’inizio di questa esperienza e, nello stesso tempo, si propone di rendere comprensibile il significato più ampio di questa pratica di vita. Nel libro sono trattati tutti gli argomenti essenziali per avvicinarsi in modo efficace ed equilibrato alla macrobiotica: alimentazione di base e suoi adattamenti, ricette dei piatti principali, rimedi tradizionali, suggerimenti per l’alimentazione durante il periodo di transizione, principi di vita quotidiana, pratiche per la trasformazione di se stessi, e altro ancora, in un linguaggio chiaro e accessibile a tutti. La nuova cucina macrobiotica / Michio & Aveline Kushi. – Ed. Mediterranee, 1987. C. 641.563 KUS Alimenti biologici : una guida pratica e completa / Diego Marchetti. – Ed. GB, 1999. 641.302 MAR ali 20 L'orto di Frankenstein : cibo e piante transgenici / Jean-Marie Pelt. – Feltrinelli, 2000. 631.5233 PEL ort Scritto da un esperto del mondo vegetale, il libro presenta l'argomento in termini semplici ma non banali, segnalandone le numerose implicazioni sia sul piano scientificonaturalistico, sia su quello etico e socioeconomico. La manipolazione genetica del mondo vegetale, in genere finalizzata a produrre varietà a più alto rendimento o specie più resistenti ad antiparassitari ed erbicidi, è condotta con la più totale disinvoltura e senza quelle pur minime inibizioni di carattere etico che regolano, almeno ufficialmente, l'approccio alla sperimentazione sugli altri esseri viventi, animali o uomini. Inoltre, i prodotti della sperimentazione vegetale non vengono trattenuti e osservati in laboratorio, ma sono immessi direttamente in natura, coltivati nei campi all'aperto, e quindi fatti circolare sul mercato sotto forma di alimenti, senza che per il momento alcuna dicitura ne segnali l'origine. Due sono le questioni: 1) non si conosce il comportamento in natura delle piante geneticamente manipolate e soprattutto il modo in cui potrebbero interferire con altre piante coltivate o presenti spontaneamente sul terreno e con i vari predatori e parassiti del mondo animale; 2) nessuno conosce gli effetti di queste nuove piante sull'organismo umano o gli effetti di eventuali associazioni con altre sostanze assunte dall'uomo (per fare un piccolo esempio, il mais transgenico contiene un gene di resistenza ad alcuni antibiotici). Alla luce di queste considerazioni, l'autore sollecita il parlamento europeo a intervenire, senza cedere ai gruppi di pressione e alle tante lobby industriali: a) fornendo una corretta informazione ai consumatori; b) imponendo tempi più lunghi di sperimentazione, come per l'adozione dei farmaci;c) esigendo l'etichettatura dei prodotti contenenti materiale transgenico. Le fabbriche degli animali: alle origini dell’insicurezza alimentare / Enrico Morioni. – Cosmopolis, 2007. 636 MOR fab A sei anni dalla prima edizione l’autore ripropone un viaggio nella realtà degli allevamenti industriali. Dopo gli scandali BSE e polli alla diossina, si sono affacciati alle pagine della cronaca nuovi e ancor più inquietanti problemi sanitari legati alla produzione e al consumo di prodotti di origine animale. Non solo la temuta "influenza aviare" ma anche i numerosi problemi derivanti dalla globalizzazione del commercio. Polli provenienti da paesi nei quali i controlli e la sicurezza sono all'ultimo posto arrivano sulle nostre tavole rietichettati in modo da rendere difficile distinguerli da quelli nostrani. Carni, latte o uova adulterate o scadute vengono trattate chimicamente per poter tornare sui banchi frigo dei nostri supermercati. In un crescendo di scandali e frodi che sembra non conoscere limiti. Questo libro ci aiuta a capire meglio in quali meccanismi risiedono le origini dell'insicurezza alimentare e a fare scelte d'acquisto migliori. Perché in gioco non c'é soltanto la nostra salute ma anche la vita di milioni di esseri viventi e quella del Pianeta sul quale viviamo. Del mangiare carne : trattati sugli animali / Plutarchus. – Adelphi, 2001. 179.3 PLU del Il mangiare carne non è la condizione naturale dell'umanità, ma un passaggio traumatico nella sua storia. Con esso l'uomo, animale predato, passava dalla parte dei predatori. Ciò implicava vivere della regolare uccisione di animali, questi primi dèi. La questione era però anche religiosa, e come tale venne elaborata in antichi riti, come i Bouphonia ateniesi. Ma questo si desume anche da un importantissimo testo di Plutarco, "Del mangiare carne", fondato sulla tesi che la dieta carnea vada contro natura. Letto accanto agli altri due trattatelli qui pubblicati, questo testo documenta la profonda conoscenza e comprensione del mondo animale che caratterizza l'antichità classica e che Plutarco sembra compendiare nelle sue pagine. 21 Vegetariani… e allora?: manuale semi-serio di sopravvivenza per neovegetariani / Viviana Ribrezzo e Gabriella Crema. – Cosmopolis, 2005. 613.262 RIB veg Cosa rispondere agli amici che si preoccupano della vostra salute? Che vi ammoniscono circa il rischio di diventare anemici e stramazzare al suolo dopo un mese di alimentazione vegetariana? E si raccomandano di mangiare "almeno il pesce"? Che vi "insegnano" che anche la verdura soffre? In queste pagine troverete un po' di storia del vegetarismo, aneddoti curiosi, vegetariani più o meno famosi, ricette gustose, regole da seguire per una corretta alimentazione, risposte efficaci e spiritose per zittire carnivori impenitenti, strategie di sopravvivenza, indirizzi e consigli utili e divertenti... insomma tutto ciò di cui avete bisogno per sopravvivere in un mondo non proprio a "misura di vegetariano" Il giardiniere goloso / Cristina Bay, Gottardo Bonacini. – Ponte alle Grazie, 2008. 641.65 BAY gia Dall'orto alla tavola senza passare dal supermercato: ecco un sogno che si realizza. Poter coltivare quello che mangiamo, vederlo crescere e svilupparsi, maturare, e quando è pronto, non un minuto prima non un minuto dopo, coglierlo e mangiarlo o cucinarlo. I vantaggi sono moltissimi, primo fra tutti la garanzia di freschezza di quello che consumiamo. Ma al primo posto è probabile che dovremmo mettere il piacere del giardinaggio, seguito dal piacere del gusto perché le verdure e la frutta raccolte al punto giusto di maturazione sono più saporite di quelle che vengono separate ancora acerbe dalla pianta. Quindi, rimbocchiamoci le maniche, afferriamo la zappa e seminiamo. Questo libro ci insegna come fare a coltivare in vaso o in terra (a seconda delle nostre possibilità) verdura e frutta e a conservare e a cucinare il nostro raccolto. Un manuale preziosissimo per il giardiniere e per il cuoco. Il cece: coltivazione e usi alimentari / Felice La Rocca e Luigi Damaso. – Libreria editrice fiorentina, 2008. 641.6565 LAR cec Il cece (Cicer Arietinum L) è uno dei più antichi legumi coltivati dall'uomo. Deriva probabilmente dal Cicer Reticulatum Ladiz. e dal Cicer echinospermum David, forme selvtiche del genere Cicer, distribuite in alcune zone sud-orientali della Turchia dalle quali si diffuse tra gli antichi egizi, ebrei, greci e nell'Impero romano. In questo lavoro vengono trattate, in forma divulgativa, le origine storiche, la diffusione, le tecniche di coltivazione del legume, evidenziandone le viertù alimentari e terapeutiche. La parte finale dell'opera riunisce alcune gustose ricette di cucina, raccolte dalla vivca voce di cuochi e massaie interpellati in diverse località italiane. Cade a fagiolo: dal mondo antico alla nostra tavola. Storia, miti e pregiudizi della carne dei poveri / Flavio Birri, Carla Coco. – Marsilio, 2000. 641.35652 BIR cad I fagioli del Valeriano, quelli che ancora oggi mangiamo, arrivano dall'America meridionale. Coltivati prima come pianta ornamentale per abbellire orti e fare ombra, messi nei vasi sulle finestre per riparare le stanze dai raggi solari, i "semi papali" fecero presto fortuna in tutta Europa. Nonostante la passione di alcuni potenti, i fagioli si trascinano nei secoli una nomea ambivalente. Ancora una volta, il cibo è forse uno dei pretesti migliori per raccontare la nostra storia: e nel caso del fagiolo, la storia più povera, fatta di stenti, di alimenti ripetitivi, polenta e fagioli, pasta e fagioli... il mondo salvato dai fagioli, come ha scritto Eco in un articolo per il Corriere della Sera, è tutt’altro che una boutade, piuttosto una dura e concreta realtà. 22 Il gourmet di lunga vita / Eugenio Del Toma. – Laterza, 1999. 613.2 DEL gou L'autore si è prefisso di esporre ciò che sappiamo su una corretta alimentazione nella seconda metà della vita, e su alcuni problemi nutrizionali che più direttamente coinvolgono lo stato di salute di chi è o si accinge a diventare anagraficamente anziano. Ma nel far questo, ha cercato di sgombrare il campo da asserzioni infondate e in particolare da divieti alimentari che il progresso scientifico ha dimostrato inutili o eccessivi. Perché si può mangiare bene a tutte le età, senza smettere di mangiare con gusto. Manuale della nutrizione olistica / A. Bettin, M. Mondadori. – Tecniche nuove, 2002. 613.2 BET man “Olistico” deriva dal termine greco holos che indica “tutto l’insieme - globalmente”, abbinato a nutrizione, vuole definire tutto ciò che concerne il complesso “mondo dell’Alimentazione”. La Nutrizione Olistica si basa sulla scienza dell’alimentazione, ma anche sulle discipline nutrizionali che si sono sviluppate in questi ultimi anni e che hanno portato a rivoluzionare i concetti alla base delle relazioni tra i cibi e il nostro organismo, tra gli alimenti e il benessere psicofisico. Scopo di questo volume è portare alla conoscenza il benessere in rapporto all’alimentazione e di suggerire schemi dietetici in relazione a diverse patologie e situazioni di vita (per esempio: obesità, gravidanza, cefalee, ipertensione, attività sportiva, intolleranze alimentari). Il volume si avvale di diversi schemi nutrizionali e teorie ispirate da importanti studi sulla nutrizione e da nozioni della biochimica alimentare (Ecologia Clinica, metodo Kousmine, Nutrizione Ortomolecolare e altri). Sfruttare queste scoperte scientifiche, ci può avvicinare a un modello di alimentazione più corretto e sano, in modo tale che la nutrizione possa svolgere un importante azione non solo come efficace metodo di prevenzione, ma anche come possibile metodica terapeutica. Cibo e dietetica / William H. Sebrell. – Mondadori, 1968. 612.3 CIB Libro interessante e unico nel suo genere, Cibo e dietetica è conciso, chiaro nei suoi suggerimenti come guida di ordine pratico, ed è scritto in una prospettiva storica sufficiente a rispondere a tre importanti interrogativi: “Come siamo arrivati fin qui?”; “A che punto siamo ora?”; e “Che cosa vediamo dinanzi a noi?”. Questo libro risale le tracce dei miglioramenti avvenuti nella comprensione delle esigenze nutritive fino alla preistoria, quando l’uomo primitivo sceglieva i propri cibi senza badare molto al loro valore nutritivo, in quanto a guidarlo nella scelta era innanzi tutto il suo proprio piacere, influenzato dall’esperienza degli altri nella lotta comune per la sopravvivenza. L’equilibrio naturale del corpo / Henry Chenot. – Rizzoli, 1994. 613.2 CHE equ E' vero che il nostro benessere dipende da ciò che mangiamo? E' possibile che il tipo di alimentazione determini la forma fisica e influenzi la mente, lo spirito? In questo libro Henri Chenot ci accompagna in un viaggio dentro il nostro corpo e le sue esigenze alla ricerca di un equilibrio naturale. Guarire mangiando: i cibi che combattono disturbi e malattie di ogni età / Anna Bùttaro. – Red, 2007. 613.2 BUT gua Una raccolta di informazioni rintracciate in antichi erbari, in testi classici, in ricettari tradizionali e riesaminate con moderne tecnologie e analisi di laboratorio, che spiegano come guarire i disturbi e le malattie in cui l'alimentazione ha un ruolo veramente importante, come le malattie cardiovascolari, l'ipercolesterolemia, l'ipertensione, ma anche l'ansia e lo stress. 23 La dietetica del cervello / Jean-Marie Borre. – Sperling & Kupfer, 1995. 613.2 BOU die "L'originalità è il risultato di un accostamento inedito di cose già note". La citazione di un illustre biologo, Jacques Monod, serve da epigrafe ad un libro di scienza veramente originale, in cui si parla di dietetica e di cervello, di biochimica e di piacere. Jean-Marie Bourre è medico e direttore di ricerca all'Inserm (l'Istituto nazionale francese per la ricerca medica) ma è anche un brillante divulgatore con una scrittura immaginifica e ricca di humour. Nel libro l'accostamento fra neuroscienze e scienza dell'alimentazione non è peregrino ma si fonda sull'ipotesi di lavoro forte che il cervello, la più complessa costruzione del creato, deve essere nutrito in modo adeguato anzi deve essere oggetto di una diet-etica. E questa diet-etica non è fatta "di solo pane" ma deriva da un piacere completo dei sensi e contribuisce a fare un uomo libero ed intelligente! La trattazione è completa e accurata, arricchita da un glossario finale. Iniziazione all’alimentazione terapeutica: la salute attraverso il cibo / Paolo Giordo. – Edizioni mediterranee, 2007. 613.2 GIO ini Quando si comincia a utilizzare l'alimentazione con scopi terapeutici? Probabilmente dalla più remota antichità, ma tutto questo viene elaborato e codificato in Occidente solo a partire dalla medicina ippocratica. Da allora si dipana un percorso, ben sintetizzato da questo libro, che, attraverso i secoli, ci mostra l'evoluzione del concetto di cibo per curare e dei presupposti filosofici e scientifici che ne stanno alla base, dalla teoria umorale alle moderne concezioni caloriche, approfondendo aspetti d'importanza attuale come l'alimentazione mediterranea o opinioni controverse come la sindrome da sterilizzazione di Alessiani. Nel mondo contemporaneo, l'Autore prende in considerazione, alla luce del rapporto sempre più stretto tra alimentazione e malattie degenerative, i più importanti "sistemi" nutrizionali utilizzati per le moderne "malattie del benessere" come il metodo Kousmine e il metodo Gerson. Alla fine di ogni capitolo vengono approfonditi alcuni alimenti fondamentali nella storia dell'alimentazione occidentale che presentano proprietà e curiosità di rilievo. Cosa si propone in fondo questo lavoro? Creare, attraverso la conoscenza ragionata delle nostre radici culturali alimentari, una coscienza alimentare quanto più possibile indipendente dalle mode dietetiche moderne, strumento, questo, di fondamentale importanza per ogni individuo che si ponga domande sulla propria salute. 24 Le contraddizioni del corpo: presenza e simbologia sociale / a cura di Raffaele Rauty. – F. Angeli, 2006. 306.4 CON In una società di simboli anche il corpo diviene oggetto di consumo, simbolo di potenzialità iscritta nello status sociale, proiezione di un'idea (trasferita anzitutto nella rappresentazione del proprio corpo) di presenza e di prestigio sociale. Un prestigio al quale si giunge con il perseguimento di quello che viene considerato benessere individuale, in un processo a volte affannoso, tale da creare tensioni e malessere. Così il numero di quanti frequentano le palestre per esercitare il proprio corpo non indica solo la consapevolezza della conquista del benessere: il governo del proprio corpo non è solo acquisizione personale, esso è premessa per mostrarlo, e in un'ostentazione nella quale si racchiudono anche le contraddizioni delle modernità e delle sue espressioni. È anche necessario riflettere su un altro elemento: l'individuo non è educato, certo non da bambino, all'idea della sconfitta delle forze esistenziali, dunque al poter maturare, non solo nell'esaurimento del corpo per vecchiaia, della malattia e della morte. Questo numero di Salute e Società si propone di analizzare almeno in parte lo studio sugli intrecci tra genere, salute, cinematografia, arte, attitudine allo sport, disturbi del comportamento alimentare, questioni bioetiche e sociologiche delle nuove modalità di rappresentare il proprio e altrui corpo. L'idea è quella di dare una prima lettura dei dibattiti relativi a questi temi nelle scienze sociali e di esaminare e discutere alcuni dei principali approcci teoricoconcettuali interdisciplinari sul tema del corpo. Questo per meglio comprendere come nel tempo alcune forme di relazione si siano venute modificando, per poi giungere a esperienze di ricerca sul campo, che pongono in evidenza differenze ancora sostanziali nelle modalità di rappresentarsi, attraverso, il proprio corpo, tra uomo e donna. Prorompe così l'ideale che nella moderna società occidentale si ripropongono prospettive nelle trasformazioni delle relazioni e nella rilevanza acquisita dal processo di personalizzazione dei vissuti del proprio corpo, e lungo questi sembra che il corpo non riguardi più un uso particolaristico, ma esploda socialmente quasi contrapponendosi alle ristrettezze di molte delle condizioni cui è costretto l'individuo. Corporalmente corretto: note di antropologia / Michela Fusaschi. – Meltemi, 2008. 306.4 FUS cor Ossessivamente accessoriato, manipolato, celebrato, il corpo attraversa da indiscusso protagonista la società del consumo, in apparenza liberato da tutte quelle interdizioni morali che impedivano, fino a pochi decenni fa, di disporne per sé. Allo stesso tempo, questo diritto conquistato è sempre più oggetto del discorso politico, che vuole determinarne gli indirizzi, dal concepimento alla procreazione, fino all'eutanasia. Dalle tecniche di massaggio alla chirurgia estetica, il corpo sembra allora il luogo privilegiato della realizzazione, del "prendersi cura" di sé all'interno di modelli ritenuti accettabili e accettati dalla società. Contro tali modelli si rivolge invece il mondo delle "bodsmods piercings", tatuaggi ma anche manipolazioni hard. Tra i vari modi di esperire il corpo, c'è poi quello degli immigrati, che assistono alla sua ri-correzione da parte del potere politico nel segno di un disciplinamento delle condotte. L'obiettivo di questo testo è comporre alcuni fotogrammi di un'antropologia del corpo contemporaneo, ripercorrendone le principali tappe teoriche, indicando possibili traiettorie di analisi, spunti di riflessione, e lasciando molte domande aperte. Queste immagini sono lette dall'autrice attraverso la nozione di "corporalmente corretto", con la quale si intendono definire tanto i processi di modifica intrapresi dal soggetto su e per se stesso, quanto quelli connessi ai vincoli istituiti dall'autorità. 25 Il corpo / Umberto Galimberti. – Feltrinelli, 1999. 128 GAL cor Organismo da sanare, forza lavoro da impiegare, carne da redimere, inconscio da liberare: nel corpo, nella repressione della sua naturale ambivalenza, è leggibile la storia culturale dell'Occidente. Sociologia del corpo / Paola Borgna. – Laterza, 2005. 306.4 BOR soc Questo libro parla dei corpi - quello delle tecnologie biomediche e quello della Rete, il corpo dell'anoressia e quello del femminismo, il corpo dell'arte e il corpo del diritto e dell'etica - come realtà oggettive prodotte e costruite socialmente. Il significato del corpo è, cioè, collegato alla società storica di riferimento e alle sue rappresentazioni sociali e culturali, in questa prospettiva i comportamenti, la morfologia e persino la fisiologia del corpo sono i risultati di processi organizzati del contesto sociale, veri e propri processi politici operanti a tutti i livelli della vita quotidiana. Il cibo e l’amore / Willy Pasini. – Mondadori, 1994. 306.7 PAS cib Eros e cibo: qual è lo strettissimo legame che unisce in ciascuno di noi le predilezioni e le ripugnanze alimentari e sessuali? A queste domande e ad altre innumerevoli curiosità legate agli appetiti, risponde Willy Pasini in questo suo nuovo saggio. Figura di vespa e leggerezza di farfalla : le donne e il cibo nell'Italia borghese di fine Ottocento / Anna Colella. – Giunti, 2003. 394.120820945 COL fig Il rapporto tra donne e cibo si può leggere, come recenti studi hanno teso a dimostrare, come una storia di lunga durata; un rapporto fatto di persistenze, di trasformazioni, di rotture che si possono leggere su più piani di riflessione scientifica e metodologica (rifiuto del cibo e/o piacere del cibo, preparazione del cibo come piacere e/o dovere, il cibo e il confronto con il proprio corpo, ecc.) attraverso anche l’intreccio e il confronto di diverse discipline; un rapporto che innegabilmente costituisce un sia pur piccolo tassello di storia delle mentalità e dei comportamenti sociali. Angela Coltella racconta, da storica, lo svolgersi di questi intrecci con particolare riferimento alla stagione dell’Italia borghese, quella della fine del secolo XIX piena di eventi e mutamenti. Era una società che doveva fare i conti con le sue mille contraddizioni e difficoltà: il persistere di una diffusa economia agricola e l’avvio del processo di industrializzazione, una povertà evidente a fianco di nuove ricchezze. Anche l’alimentazione è un segno di quella realtà e le donne come procacciatrici di cibo, ma anche come consumatrici, ne sono protagoniste: hanno il compito di curare la famiglia e tra i loro doveri fondamentali vi è anche quello di procurare il cibo e prepararlo; sono loro stesse “cibo” quando allattano i propri figli. A loro si rivolge con sempre maggiore insistenza un’industria che le vede come consumatrici e, quindi, prime e privilegiate referenti. Tutte queste questioni sono seguite dall’autrice che, tra “doveri” e “piaceri”, costruisce il suo percorso mettendo a fuoco il tema dell’allattamento e del baliatico seguendo il crescere del rapporto tra una funzione ‘naturale’ e i dettami della scienza medico-igienista che rilancia con forza la funzione materna dell’allattamento; quello del sapere culinario, moltiplicato nel corso dell’Ottocento dal proliferare di raccolte di ricette e manuali in cui l’arte di far cucina si accomuna a quella delle buone maniere e dell’economia domestica; quello del rapporto cibo e corpo femminile così come si andava modificando in rapporto anche ai sempre rapidamente mutevoli modelli estetico-culturali per arrivare infine al delicato, e tanto attuale, tema del rifiuto del cibo o meglio ancora del non corretto rapporto col cibo. 26 Sacro convivio sacro digiuno: il significato religioso del cibo per le donne del Medioevo / Caroline Walzer Bynum. – Feltrinelli, 2001. 306.4 BYN sac La spiritualità medievale, in particolare quella femminile, più che nelle classiche categorie della castità e della povertà, si esprime attraverso il cibo e la sua simbologia. E' sul cibo che si concentrano le preoccupazioni di quell'età affamata: nei peccati di gola si ravvisa la peggior forma di lussuria, nel digiuno la più dolorosa delle rinunce e l'atto del mangiare è la via più diretta per incontrare Dio. L'autrice ricostruisce le espressioni simboliche e artistiche di una religiosità complessa. Dalle sante ascetiche alle ragazze anoressiche : il rifiuto del cibo nella storia / Walter Vandereycken, Ron van Deth. – R. Cortina, 1995. 616.85262009 VAN dal L'estremo digiuno religioso e l'astinenza delle sante, gli scioperi della fame, l'esibizione degli scheletri viventi, il destino dei melanconici, delle isteriche, dei posseduti e delle streghe: il libro di Vandereycken e van Deth si interroga sul rapporto esistente tra l'anoressia, malattia del nostro tempo, e altre manifestazioni che appartengono a contesti storici diversi, mostrando il significato attribuito in epoche differenti all'alimentazione, al suo rifiuto, al rapporto con la corporeità, con il trascendente, con la morte. Lo specchio delle brame: mass media, immagine corporea e disturbi alimentari / Silvia Ladogana. – F. Angeli, 2006. 306.4 LAD spe Nella società contemporanea l'importanza attribuita alla bellezza e alla perfezione comporta un'attenzione esasperata nei confronti delle istanze legate all'immagine corporea, la quale deve corrispondere a rigidi canoni estetici, essere scolpita in ogni sua forma, presentare un aspetto giovane e tonico ma soprattutto magro. I dati indicano come siano in maggioranza le giovani donne a considerare in modo critico la propria immagine (la quale spesso diviene fonte di disagio e di insoddisfazione), a sottoporsi costantemente a diete restrittive prediligendo cibi considerati "leggeri" e quindi innocui per la propria salute fisica, oppure a ricorrere alla chirurgia plastica per modificare il proprio aspetto. In particolare le ricerche mostrano come vi siano alcuni fattori tenuti in grande considerazione, molti dei quali provenienti, o amplificati, dal sistema massmediale: le icone della moda e dello spettacolo, l'alimentazione, l'immagine esteriore e la taglia dell'abito da indossare. Il volume si propone l'obiettivo di indagare le diverse questioni collegate all'immagine corporea e alle condotte alimentari. Per quale motivo si sta sempre più sviluppando un'attenzione esasperata nei confronti della corporeità, al punto che l'immagine sembra divenire sempre più l'unico canale attraverso cui esprimere l'identità individuale? Perché questo fenomeno riguarda in maggioranza il genere femminile? Quale ruolo hanno i mass media? E infine, quali possono essere le conseguenze estreme di un simile atteggiamento? Malate di perfezione / Marion Woodman. – Red, 1998. 616.85262 WOO mal Molte donne anoressiche, bulimiche o alcolizzate sono letteralmente intossicate da un ideale tipicamente maschile: la perfezione. Essere prime, migliori, più in tutto. "tentiamo sempre di fare di noi stesse dei capolavori, lavoriamo come pazze per creare la nostra perfezione ma dimentichiamo che siamo esseri umani" dice una di esse. Dimenticano cioè di avere un mondo interiore che a quell'ideale si oppone. E allora il vuoto interiore va riempito, gli armadi troppo pieni vanno svuotati, il disagio affogato. A questa particolare forma di infelicità si é dedicata Marion Woodman con l'intenzione di indicare una possibile via di scampo. 27 Come un chiodo: le ragazze, la moda, l’alimentazione / Giovanna Meandri. – Donzelli, 2007. 306.4 MEL com «Per la coscienza femminile il cerchio del nutrimento affettivo è sempre in primo piano. E affinché tale cerchio – amare e sentirsi riamata – si richiuda, è disposta a compiere qualunque titanica impresa. I disturbi dell’alimentazione segnalano sempre un “dubbio sull’amore”». Il 22 dicembre 2006 è stato firmato il Manifesto di autoregolamentazione della moda italiana contro l’anoressia: un impegno congiunto tra governo e mondo della moda per una parziale ma significativa azione di contrasto a malattie come l’anoressia e la bulimia, sempre più diffuse tra le giovani generazioni. L’autrice, impegnata nella guida del nuovo ministero per le Politiche giovanili, ripercorre la genesi di questo esperimento di responsabilità politica e sociale, intrapreso per contrastare malattie che colpiscono, in nove casi su dieci, soprattutto le donne. Partendo dai dati della ricerca clinica, che vede nei modelli socioculturali uno dei fattori implicati nella crescente diffusione dei disturbi alimentari, la sfida delle politiche giovanili ha puntato sulla collaborazione tra diverse forze sociali – le istituzioni, la comunità scientifica e la moda – fino a raggiungere il risultato di una vera e propria «carta dei valori» che vincola la moda nazionale a un impegno senza precedenti, con lo scopo di tracciare un confine netto tra corpo magro e corpo malato. Il libro illustra la valenza simbolica e gli impegni concreti contenuti nel Manifesto, evidenziando l’urgenza di una prevenzione fondata sull’ascolto, sulla responsabilità sociale e sulla promozione di modelli culturali positivi. Dal corpo «cucito» nell’icona della magrezza, dunque, verso un’autostima dei giovani fondata sulla valorizzazione della propria bellezza individuale. Il risentimento : lo scacco del desiderio nell'uomo contemporaneo / René Girard. – R. Cortina, 1999. 302.12 GIR ris L'autore affronta in questo libro temi sociologici e antropologici oggi molto attuali: il dilagare dell'anoressia e dei disordini alimentari, l'angoscia della solitudine, l'invidia, e in particolare il risentimento, la necessità umana di fondare l'ordine sociale, le apparenze culturali e religiose attraverso l'esclusione di capri espiatori. Secondo l'autore, l'uomo agisce sempre desiderando di essere un altro, che è ad un tempo modello e rivale: ecco il fuoco dell'invidia e del risentimento, ecco le prime micce della violenza e dell'esclusione. Girard mette in luce lo specifico delle interazioni sociali della società contemporanea e ne mostra le forme perverse e spesso esasperate. Il muro dell’anoressia / Domenico Cosenza. – Astrolabio, 2008. 616.85262 COS mur Questo libro è una lettura del muro impermeabile che l'anoressica, immersa in un godimento pieno e irrelato, e nel rifiuto del legame sociale e della cura, pone tra sé e l'Altro. Alla base dell'anoressia, intesa qui come sintomo e non come disturbo, non c'è infatti soltanto un rifiuto del cibo, del proprio corpo come sessuato, della propria immagine allo specchio, ma un fondamentale rifiuto dell'Altro che si esplica nell'azzeramento della portata evocativa della parola e nell'assenza di domanda e di transfert. L'anoressia sfida quindi radicalmente proprio le pratiche di cura sorte dal ceppo freudiano, le cure di parola, e innanzi tutto la psicoanalisi, che secondo l'autore può operare sul godimento reale alla base del sintomo solo a partire da un uso della parola non semantico, ma piuttosto legato alla sua dimensione di atto. Il clinico non ha il compito di normalizzare il negativismo anoressico, perché questa direzione spesso collude con l'altro versante del sintomo, in cui il soggetto risponde con adesività compiacente alla domanda dell'Altro, sia esso il genitore o il curante. Cercherà piuttosto di illuminare l'enigma del rifiuto anoressico a partire dalle quattro funzioni fondamentali che, a seconda della particolare posizione assunta dalla paziente, esso riveste: domanda inconscia d'amore, difesa dalla pulsione, tentativo di separazione e modalità di godimento. 28 Le identità corporee: quando l’immagine di sé fa star male / Elena Faccio. – Giunti, 2007. 155.2 FAC ide Perché molte persone vivono con tormento il confronto con lo specchio? Sebbene il problema non stia nel corpo, quasi nessuno è disposto ad abbandonare l'idea che sia la carne a dover cambiare. Microchirurgia e liposcultura, non meno della semplice dieta o della palestra, rappresentano solo alcuni esempi delle tecnologie del sé, capaci di alimentare una concezione nuova, post moderna della libertà: quella dell'autodeterminazione del corpo. Ma quali processi psicologici presiedono al desiderio di migliorare il proprio aspetto? Per soddisfare quale fame di identità? Questo volume esplora i sentimenti che tendono a sabotare il senso del proprio valore, offrendolo in ostaggio alla tirannia degli sguardi, reali o presunti. Quello anoressico, bulimico e dismorfofobico è il gioco a ciò che non si può essere. Le cattive immagini di sé nascono anche da una particolare coscienza collettiva del corpo e dalle sedimentazioni storico culturali dei modi di intenderlo. Il libro le esplora, proponendo una lettura originale del tormentato rapporto tra il chi siamo e il come siamo, lembi di una cerniera spesso imperfetta. La scoperta dell'anoressia / William Withey Gull, Ernest Charles Lasegue. – Mondadori, 1998. 616.85262 GUL sco L’anoressia nervosa fu “scoperta” nel 1873. il fenomeno di persone (soprattutto donne) che si lasciavano deperire per fame era conosciuto da molto tempo. Ma la definizione clinica che fece entrare questa malattia nella letteratura medica moderna si deve, in una singolare sincronia, a due medici: l’inglese Gull e il francese Lasègue. Da premesse differenti, e con conclusioni non del tutto coincidenti, i due giunsero a “inventare” un nome a un fenomeno che, nella pratica clinica, appariva non rientrare nei modelli conosciuti. Questo libro ripropone i testi dei due medici, per la prima volta tradotti in italiano, che sono ormai un classico della letteratura psichiatrica. La gabbia d’oro: l’enigma dell’anoressia mentale / Hilde Bruch. – Feltrinelli, 2006. 616.85262 BRU gab Le vittime dell'anoressia sono, spesso, ragazze adolescenti o preadolescenti, figlie modello di "buona famiglia" che si sentono spesso imprigionate da mete irraggiungibili e aspettative irrealizzabili. Sembrano chiuse in una "gabbia d'oro" di privilegi nella quale sentono di non essere al proprio posto e di non poter sopravvivere. La manifestazione principale della malattia è sconvolgente e comporta perdite di peso catastrofiche; la terapia è difficile e la guarigione incerta; i meccanismi di formazione della patologia non sono ancora definiti. Hilde Bruch, utilizzando numerosi esempi della propria casistica, disegna un quadro delle cause, degli effetti e della possibile terapia che, per essere efficace, necessita di una diagnosi precoce. Anoressia e bulimia / Monika Gerlinghoff, Herbert Backmund. – Red, 1996. 616.85262 GER ano Questo libro intende illustrare le strade che portano alla malattia, nonché i tratti psicologici del singolo e le situazioni familiari che la favoriscono. Attraverso la descrizione di numerose esperienze, gli autori presentano i loro suggerimenti (che coinvolgono anche i genitori, gli amici, i partner), basati soprattutto su un'accurata terapia psicologica e su diete speciali. 29 L’autostima allo specchio: la prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare in adolescenza / a cura di Elena Riva. – F. Angeli, 2007. 616.8526 AUT In una cultura come la nostra, in cui apparenza, efficienza fisica ed esteriorità sono considerati valori, la bellezza assume un ruolo fondamentale. In particolare gli adolescenti, sensibili ai messaggi della società e del gruppo, aderiscono facilmente agli inarrivabili canoni loro proposti: così se le giovani donne, alle prese con la costruzione della propria femminilità, rifiutano le forme di un corpo morbido ed accogliente imponendosi di somigliare alle disincarnate bellezze da copertina, i maschi si confrontano con modelli ambigui, esibendo fisici prestanti e muscolosi, ma dedicandosi alla cura estetica dell'aspetto e dell'immagine come mai in passato. Gli adolescenti oggi si vergognano per le imperfezioni del proprio corpo e derivano la propria autostima più dalla propria immagine che non da capacità e competenze. I vissuti di inadeguatezza degli adolescenti e la rigidità dei modelli estetici imperanti cui si ispirano li inducono ad attaccare il proprio corpo nutrendolo troppo o troppo poco. A partire da queste considerazioni, alcuni psicologi e psicoterapeuti dell'Istituto Minotauro, grazie al Fondo Dove per l'autostima, hanno condotto una ricerca-intervento sulla prevenzione dei disturbi alimentari, con l'obiettivo di individuare i valori affettivi che ispirano i comportamenti alimentari normali e patologici, ponendoli in relazione con i compiti evolutivi adolescenziali. Il volume, spunto di riflessione per quanti si occupano di adolescenza, sottolinea il valore preventivo che assume la possibilità di esprimere e condividere le ansie derivanti dai cambiamenti del corpo e della mente, per rendere riconoscibili le difficoltà e potenziare una consapevolezza di sé capace di evitare il ricorso automatico a comportamenti dannosi per la salute fisica e psicologica. Il tempo sospeso: anoressia e bulimia tra individuo, famiglia e società / Luigi Onnis. – F. Angeli, 2004. 616.8526 ONN tem L'anoressia e la bulimia sono disturbi del comportamento alimentare in crescente espansione (specialmente le forme bulimiche) nelle società contemporanee a benessere avanzato. Diffuse soprattutto tra gli adolescenti, prevalentemente di sesso femminile, esse esprimono, però, una sofferenza che va al di là del puro problema nutrizionale, e coinvolge la sfera psicologica e quella relazionale. Il libro vuole, appunto, restituire a questi disturbi il significato di "fenomeni complessi", in cui si intrecciano molteplici componenti, sempre strettamente collegate: - influenze socio-culturali che si riferiscono alle profonde trasformazioni del ruolo della donna, in una società che mette in vetrina corpi eternamente giovani ed efficienti; - aspetti psicologici individuali che, nel problematico rapporto col corpo esprimono una complessiva difficoltà di crescita; - dinamiche familiari che, nelle rigidità delle interazioni dei legami e dei miti condivisi, evidenziano un "corpo familiare" che sembra arrestarsi nelle proprie capacità evolutive. C'è dunque, un filo conduttore che attraversa le molteplici componenti in gioco in questi disturbi: il tentativo impossibile di sospendere il tempo dello sviluppo e della crescita. Di questo "tempo sospeso", il corpo anoressico e bulimico offre una suggestiva metafora, di cui vanno pazientemente ricostruiti i significati. Il libro fornisce al lettore una guida essenziale in questo percorso, proponendo ipotesi interpretative che consentano una più chiara comprensione dell'anoressia e bulimia e forniscano più efficaci orientamenti terapeutici. Esso si rivolge, dunque, sia agli operatori dell'area medica, psicologica, psicoterapeutica che si confrontano direttamente con questi disturbi, sia a quanti a qualsiasi titolo (educatori, pedagogisti, assistenti sociali, insegnanti, genitori) sono interessati a capire, in modo aggiornato e approfondito, il senso di una sofferenza sempre più diffusa tra le nostre giovani generazioni. 30 I disturbi del comportamento alimentare: l’approccio multidisciplinare per un intervento efficace / Giorgio Caviglia, Francesco Cecere. – Carocci, 2007. 616.8526 CAV dis Nei ultimi anni l'aumentata incidenza dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) ha suscitato molto interesse verso tali problematiche. In Italia si registrano ogni anno oltre 9.000 nuovi casi, prevalentemente nella fascia d'età compresa tra i 12 e i 25 anni. Purtroppo, però, nonostante queste malattie siano in rapida crescita, spesso i medici, gli psicologi e gli psicoterapeuti si trovano impreparati non solo a gestirle, ma anche a riconoscerle nelle toro fasi di insorgenza. I DCA sono, in poche parole, un problema: è un problema l'eziopatogenesi; è un problema la diagnosi, che spesso avviene tardivamente. Infine, ancor più grave, è un problema anche la terapia. In queste pagine, eziopatogenesi, diagnosi e terapia vengono tutte considerate da un punto di vista multidimensionale, nella convinzione che, a problemi complessi come i DCA, si possano dare solo risposte complesse, su più piani e con diverse metodologie. L'ultima cena : anoressia e bulimia / Massimo Recalcati. – Mondadori, 1997. 616.85262 REC ult Questo libro affronta una delle forme più attuali e inquietanti del disagio della modernità: l'anoressia-bulimia. Massimo Recalcati, mettendo a frutto la propria esperienza clinica, ne tratteggia i principi che la governano: la passione per il niente, l'appetito di morte, la spinta melanconica della Cosa, la domanda d'amore, la contemplazione estetica dell'immagine allo specchio, l'imperativo morale della rinuncia, il rifiuto e l'offesa della tavola dell'Altro. Ne emerge, attraverso la mediazione essenziale dell'insegnamento di Freud e Lacan, una teoria psicoanalitica dell'anoressia-bulimia ricca di suggestioni Il rifiuto dell'altro nell'anoressia : studi di psicoanalisi / a cura di Lucia Simona Bonifati, Fabio Galimberti. F. Angeli, 2001. 150.1952 RIF L'anoressia non è riducibile all'isteria: è questa la tesi che lega i saggi presentati nel volume. L'anoressia non è riducibile all'isteria innanzitutto perché nella clinica si incontrano soggetti anoressico-bulimici strutturalmente ossessivi oppure perversi, paranoici, schizofrenici; secondariamente perché l'anoressia non è l'espressione contemporanea dell'isteria incontrata da Freud: perché può rappresentare, per il soggetto confrontato con la questione della femminilità, un impasse oppure una risposta differente rispetto a quella tipicamente isterica; perché può costituire non solo una difesa del desiderio, ma anche una difesa dal desiderio; perché si presenta spesso come rifiuto dell'Altro tout court. Briciole : storia di un'anoressia / Alessandra Arachi. – Feltrinelli, 1997. 616.85262 ARA bri E' difficile credere all'anoressia mentale. Chi la osserva da fuori non concepisce che il cibo possa diventare un nemico così, all'improvviso, apparentemente senza motivi. Chi la vive non riesce più a capire come le persone possano mangiare senza problemi, senza l'ansia, senza l'angoscia. L'esistenza della protagonista di questo racconto parzialmente autobiografico si riduce un po' alla volta "in briciole". Si tiene in vita con pillole che anticipano l'alimentazione del futuro oppure alternando mangiate che la fanno star male a digiuni inflessibili. Ma sarà proprio una briciola di emozione, la riscoperta dei sentimenti, a ribaltarla e salvarle la vita. 31 Il rumore dei miei passi: una storia vera di anoressia / Nicoletta Tanghèri. – Infinito, 2007. 616.85262092 TAN rum Il rumore dei miei passi è un libro unico, nel suo genere, dedicato a una malattia sociale nascosta ma spaventosamente frequente, soprattutto tra le ragazze, come l’anoressia. L’autrice è una giovane che ce l’ha fatta e che attraverso un lirismo struggente e in alcuni momenti crudo vuole mettere la sua esperienza dolorosa al servizio della scrittura e di chi non capisce la malattia anoressica, trincerandosi spesso dietro luoghi comuni. "Cammino perché voglio camminare, fino a che ne avrò la forza e mi permetterò di volerlo; solo, prego di continuare a volere. Prego con la fede che ha solo chi non crede. Sono guarita? Il mio corpo mostra di sì. Non sono guarita. Forse camminerò fino alla fine dei miei giorni e allora avrò fatto di meglio che guarire poiché avrò dato un senso a questa vita", scrive Nicoletta nel suo libro, che spesso sfocia nella poesia, porto naturale dell’ineffabile. Né saggio né opera di narrativa né di poesia, questo libro è un “testamento” d'amore, dolore e saggezza per chi voglia conoscere meglio da vicino, senza paure né pregiudizi, l’anoressia. E magari guarirne. Con un intervento della madre dell’autrice. 32 L’Odissea in cucina: ricette e curiosità di un mitico viaggio / Anna Rita Zara. – Il leone verde, 2006. 641.5 ZAR odi Come ogni capolavoro, anche l'odissea ha avuto tante chiavi di lettura, ma quella che viene proposta in questo libro è particolare: il cibo. Ulisse, il mitico viaggiatore, che conosce tanti popoli, che scopre tante terre, sopravvive solo se trova il cibo, che rappresenta non soltanto l'alimento necessario al corpo, ma il grado di civiltà e di benessere di ogni popolazione che incontra. Mitiche ricette accompagnano il suo viaggio. La cucina dei califfi: le ricette delle Mille e una notte / Anna Rita Zara, Maurizio Tiani. – Il leone verde, 2002. 641.5 ZAR cuc Nei racconti delle Mille e una notte, mentre le magiche notti stellate illuminate dai pleniluni fanno risplendere le cupole delle moschee, le pietanze odorose di spezie permeano con i loro eccitanti inviti avventure e convegni d´amore. Il cibo, che è parte integrante del banchetto erotico ed il suggello delle gioie carnali, diventa metafora della vita da gustare, da assaporare, da godere. Le famose novelle dal punto di vista del cuoco con le ricette originali del Medio Oriente. A convito con Dante: la cucina della Divina Commedia / Rosa Elisa Giangoia. – Il leone verde, 2006. 641.5 GIA aco Una prospettiva certo originale e singolare di considerare l’opera e la vita del Sommo Poeta, attraverso i riferimenti gastronomici della sua opera e le ricette della sua epoca. Leggere la Commedia seguendo questo insolito percorso è un'opportunità particolare, in quanto consente in qualche caso di penetrare in più sottili risvolti interpretativi, sovente di aprire spiragli nella vita quotidiana dell'autore, che talvolta, anche solo tramite un semplice accenno linguistico, un paragone o qualche altro debole indizio, ci fornisce inaspettate possibilità di gettare un'occhiata, attraverso la sua arte, nel modo di vivere suo e del suo tempo. La contrada di Bengodi: cibo e cucina nel Decameron di Giovanni Boccaccia / Andrea Maia. – Il leone verde, 2007. 641.5 MAI con Questo saggio sul Decameron propone una serie di ricette della tradizione fiorentina e talvolta, a seconda dello sfondo narrativo, anche di altri luoghi (Piemonte, Romagna, Borgogna) collegate alle novelle; ma intende anche stimolare alla lettura del capolavoro di Boccaccio, forse più famoso che frequentato. Esso è presente nelle biblioteche degli italiani, ma si ignora quanti lo abbiano letto tutto intero, andando oltre le novelle incontrate per dovere scolastico. E allora questo libretto vorrebbe indurre il lettore di, oggi a riprendere in mano l'opera che, come i veri "classici", è sempre attuale, perché rappresenta realisticamente il mondo degli uomini; narra una serie di vicende di volta in volta leggere o tragiche, avventurose o quotidiane, appassionate o ironiche, tenere o crudeli; crea personaggi che si affollano intorno a noi e ci somigliano, in quanto tesi (come sempre e dovunque gli esseri umani) alla ricerca della felicità. I passi inseriti mostrano come le difficoltà legate alla lingua trecentesca siano superabili e abbiano il loro premio nella scoperta di un mondo piacevole e cordiale, libero e disinibito, nell'incontro festoso con individui di ogni genere, ambiente e livello sociale, ciascuno a suo modo espressione della bonaria e sorridente umanità del narratore. 33 In taverna con Shakespeare: amori, vendette e inganni a banchetto / Roberto Carretta. – Il leone verde, 2005. 641.5 CAR int L’orso bianco, Il leone rampante, Il cigno, La mitria, La sirena sono alcune delle in numerevoli taverne che esponevano le loro insegne nella Londra del XVI e XVII secolo. Al loro interno bevendo cherry, vino di Madera e birra, magari accompagnati da uova o da un piatto di acciughe, non solo uomini di fatica e donne di malaffare ma gruppi di letterati, autori di teatro che le hanno spesso trasformate in sedi di “club letterari”, a seconda della corrente da loro seguita. Così La mitria divenne la base dei classicisti e La sirena la tana della più moderna scuola eufuista. Talvolta le dispute si trasferivano davanti ai rispettivi locali e, invece che in punta di penna, venivano risolte col filo della spada. Tra di loro un giovane autore di provincia, da poco trasferitosi a Londra, William Shakespeare. Nace così, dai “quadri” rubati a quegli ambienti, il più celebre principe delle taverne di tutta la letteratura, John Oldcastle, alias Falstaff. Il banchetto vero e proprio è invece occasione, nelle opere del bardo di Stratford, per consumare vendette, ordire trame, affinare strategie dinastiche e amorose, momento centrale dell’intreccio, scenario iniziale e conclusivo di molte vicende." Le pentole di Don Chisciotte: a tavola con il Cavaliere della Triste Figura / Marina Cepeda Fuentes. – Il leone verde, 2006. 641.5 CEP pen Nel cosiddetto “Anno del Chisciotte” che commemora il Quarto Centenario della sua prima pubblicazione (1605), Marina Cepeda Fuentes racconta i piatti, i cibi e le bevande che Cervantes cita nel suo immortale romanzo: dalle semplici pietanze della più umile cucina mancega che tanto amava il buon Sancio Pancia, ai piatti più prelibati che vennero serviti al cavaliere errante nei luoghi delle sue folli avventure. I promessi sapori: il sugo della storia di Alessandro Manzoni / Domenico Carosso. – Il leone verde, 2007. 641.5 CAR pro L'ironia come misura del "vero" e come conoscenza del "cuore", é forse la protagonista dei promessi sposi, e all'ironia fanno da supporto, rendendola ancora più efficace, parecchi comprimari reali. Quali? La polenta in casa di Tonio, lo stufato all'Osteria della luna piena, i raveggioli, il pane e la farina, il vino e altri cibi ancora abbondanti o scarsi, tutti fieramente attivi nel romanzo di Manzoni. Il banchetto del Gattopardo: a tavola con l’aristocrazia siciliana / Elena Carcano. – Il leone verde, 2005. 641.5 CARC ban La nobiltà siciliana è stata l'ultima aristocrazia feudale dell'Europa occidentale, singolare sopravvivenza, fino alla metà del XX secolo, nell'epoca dell'affermarsi della società moderna: la raffinatezza quasi eccessiva che ne caratterizza gli ultimi bagliori è divenuta essa stessa un classico, grazie soprattutto al romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che ha descritto meglio di chiunque altro gli individui, le consuetudini, gli scenari, i cibi della classe cui egli stesso apparteneva. Le ricette sontuose ed elaborate descritte da Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel celebre libro, unite ad altre attinte alla vasta memorialistica dell’aristocrazia siciliana: un piccolo tributo ad un mondo raffinato e decadente che non perderà mai il suo fascino, e che possiamo nostalgicamente rievocare portando in tavola un lussureggiante timballo. 34 I Malavoglia a tavola: Giovanni Verga e la cucina dei contadini siciliani / Maria Ivana Tanga. – Il leone verde, 2008. 641.5 TAN mal Una rilettura dell’opera verghiana attraverso la cucina dei suoi protagonisti: i contadini siciliani. Una cucina semplice, quasi archetipica in cui il principale condimento è la fame. Una fame atavica. Pensiamo a quel pane reso “verde” dalla muffa che consuma il povero Jeli al seguito di un gregge che non è il suo. Pensiamo alla mitica zuppa di fave, il cui profumo pervade non soltanto le novelle “rusticane”, ma anche i due romanzi, I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. Un cibo, questo, quasi “trasversale”, che accomuna un povero cristo come Alfio Mosca ad un arricchito Don Gesualdo Motta. Per non parlare delle tanto amate acciughe, cibo cult che i Malavoglia sognavano nelle lunghe annate di carestia. Fave, cipolle, acciughe, verdure, pane “nero” sembrano i grani di un rosario profano che ripeteva sempre la stessa triste litania alimentare. Siamo lontani mille miglia dalle prelibatezze barocche delle corti palermitane, dalle opulente ed estrose creazioni culinarie dei “monsù” francesi, al soldo dei Borboni. Nei menù “verghiani”, infatti, non compaiono né i timballi, né i sartù, né le cassate o i cannoli tipici della cucina siciliana “ricca”, ma antichissime ricette del territorio, veri e propri “fossili viventi”. Coraggiosa sfida ai menù da “villaggio globale”. A tavola con Scarlett O’Hara: le ricette di Via col vento / Elisabetta Chicco Vitzizzai. - Il leone verde, 2008. 641.5 CHI ata Tra opulenza e penuria, ripercorrendo le vicende dell'affascinante Rossella O'Hara, si snoda una ricognizione nella cucina di Via col vento, che è anche un viaggio nella tradizione gastronomica del vecchio fascinoso Sud degli Stati Uniti. Margaret Mitchell, autrice di quello che resta uno dei romanzi più famosi e più amati dalle donne di ogni tempo, con il suo gusto per i dettagli storici e realistici, ha offerto infatti indicazioni molto accurate e precise sui cibi e le pietanze che i suoi personaggi mangiano o cucinano. E il lettore ne troverà qui le relative ricette. A tavola con gli zar: la cucina dei narratori russi / Dada Rosso. - Il leone verde, 2004. 641.5 ROS ata Quel lunedì di dicembre del 1989 in tutta Mosca non si trovava in vendita mezz'etto di burro per mantecare un risotto. E allora ho risolto il problema usando un trancio di gelato alla vaniglia, venduto in abbondanza - visto che la temperatura era scesa a -15° - in un kiosko sulla strada... Ma poi, dopo aver riflettuto su quanto devono ingegnarsi le donne per mettere insieme pranzo e cena anche in momenti di penuria, mi è venuta la voglia di sfamarmi alla grande, in modo virtuale: leggendo di fantastiche leccornie e rutilanti banchetti descritti dai grandi della letteratura russa e dagli scrittori europei che, viaggiando in passato tra Mosca e San Pietroburgo, di quei cibi avevano scritto meraviglie. Stando a tavola con gli Zar mi è venuta l'acquolina in bocca e ho conosciuto un po' meglio la storia della Russia... La cucina golosa di Madame Bovary: le ricette del tempo di Flaubert / Elisabetta Chicco Vitzizzai. – Il leone verde, 2002. 641.5 CHI cuc Madame Bovary: bruna, snella, graziosa, sognatrice, illusa, delusa, disperata. A questa serie di aggettivi c’è da aggiungere: golosa. Golosa di vita, di gioie, di cibi. Emma, ci dice Flaubert, ama le confitures, i gelati, gli sciroppi ghiacciati, i frutti, i liquori dolci. Ne deriva una raccolta di gustose ricette che un cuoco d’oggi ha reso eseguibili ai nostri tempi, mantenendone però inalterato il sapore antico, dei tempi di Flaubert. 35 Le osterie di Dublino: la cucina irlandesedi James Joyce / Andrea Maia. – Il leone verde, 2005. 641.5 MAI ost James Joyce è scrittore cardine e chiave per comprendere buona parte della letteratura del Novecento, da Proust a Svevo, da Virginia Woolf a Borges e molti altri. Ciò nonostante le sue opere sono ancora circondate da una certa diffidenza e avvolte dal mito dell’oscurità. Con questo libro non soltanto si smitizza questo alone di ermetismo e si stimola alla lettura dell’autore irlandese, ma soprattutto si mette a fuoco l’elemento gastronomico in tutte le sue opere, dalla “Gente di Dublino” all’“Ulisse” e al “Dedalus”. Con tutte le ricette joyciane. Alla ricerca della madeleine: le ricette di Marcel Proust. - Il leone verde, 2004. 641.5 GLE all La memoria è essenziale per chi, come Marcel Proust, va alla ricerca del tempo perduto ma è pure fondamentale per chi va alla ricerca delle ricette del tempo che fu. Curiosando nelle cucine dei Guermantes, dei Verdurin, di Françoise e del Grand Hotel di Balbec questo volume ci conduce nel mondo della Belle Epoque proponendo i piatti del romanzo più sontuosi come la Salade Japonnaise, più tradizionali come il Boeuf en gelée e più semplici come la Madeleine. Sì, quel dolcetto dal nome tanto grazioso che scatenò nella mente del romanziere francese il viaggio a ritroso nel tempo nel quale le papille gustative diventano l'organo che scatena i ricordi più deliziosi ma anche più terribili. Ecco una guida alla cucina della Recherche che "farà gola" ai lettori di Proust e stuzzicherà nuovi lettori per uno dei più grandi romanzi europei. Praga alla fiamma: ricette magiche e bevande prodigiose nella letteratura ceca / Luca Ragagnin. - Il leone verde, 2007. 641.5 RAG pra Cinquantatré autori antologizzati e accumunati dal gusto per la cucina ceca, protagonista a volte ironica, altre drammatica di romanzi noire, sceneggiature dell'assurdo e storie fantastiche. Il cibo, tema dominante delle pagine di questo volume, si fa così nostalgico ricordo dell'infanzia in autori come Bozena Nemcovà, o fuga immaginaria dalla realtà in Bohumil Hrabal, per assurgere a metafora della vita nelle parole di Jana Cernà, fino a rappresentare l'ultimo baluardo di civiltà nei lager nazisti raccontati da Julius Fucik: "Era meravigliosamente appetitoso, sì, era più che appetitoso, era un ricordo materiale della vita umana, era qualcosa di civile, nella anormalità crudele della prigione della Gestapo, qualcosa di cui si parlava con dolcezza e con voluttà - ah, chi può capire quale valore supremo posa raggiungere un cucchiaio di buon sugo condito dal terrore d'un deperimento continuo!" I protagonisti della letteratura ceca costituiscono allora la molla di un divertente viaggio nella gastronomia ceca, ne danno addirittura il titolo alle ricette, presentate nella seconda parte del testo, obbedendo alla filosofia culinaria di Ragagnin, per il quale: In cucina non bisognerebbe soltanto appoggiare i ricettari, ma anche la filosofia, la storia, la poesia. La musica. I cibi sono pieni di musica, per chi la sa ascoltare. A pranzo con Babette: le ricette di Karen Blixen / Allegra Alacevich. – Il leone verde, 2003. 641.5 ALA apr Un vento freddo soffia sulla splendida costa frastagliata, mentre una misteriosa cuoca francese armeggia nella piccola cucina: è Babette, che sta preparando il succulento pranzo che cambierà la vita della piccola comunità danese che l’ha accolta... e forse di tutti noi. Arricchiscono il testo le più famose ricette della tradizione danese. 36 Il delitto è servito: i menù di Agatha Christie / Maurizio Gelatti. – Il leone verde, 2005. 641.5 GEL del Hercule Poirot e Jane Marple, pagina dopo pagina, ricetta dopo ricetta, accompagnano il lettore alla scoperta di un protagonista discreto dei romanzi gialli più famosi al mondo: il cibo. Dal roastbeef al Christmas pudding, dallo stufato di montone alle verdure all’indiana: un vero e proprio viaggio gastronomico fra i romanzi di Agatha Christie. Un resoconto attento alla tradizione della cucina anglosassone ma dal respiro inaspettatamente etnico e internazionale. Con il fiato sospeso, fra veleni che si mischiano a bevande o pietanze, e cucine o sale da pranzo che si prestano come cornice di delitti ingegnosi, si possono rileggere i romanzi dell’autrice in un continuo svelamento di relazioni reciproche tra suspence, letteratura e piaceri del palato. A tavola con Maigret: intrighi e intigoli / Guido Guidi Guerriera. – Il leone verde, 2007. 641.5 GUI ata Quale maggiore piacere può gustare un ammiratore del nostro commissario che tentare di riprodurre le ricette che trapelano qua e là dai romanzi? ricette spesso semplici, ma con tutto il profumo del giallo e di Parigi. L'idea geniale è stata quella di inventare delle storie che vedessero per protagonisti proprio i personaggi della serie di Maigret, il famoso commissario, la signora Maigret, i colleghi... Saranno loro, e primo fra tutti il nostro grande "eroe", ad accompagnare per bistrot e trattorie il narratore. Ma in questo girovagare parigino accadranno anche cose inaspettate, così da animare il racconto che si trasforma in vero e proprio romanzo giallo. Nella seconda parte del libro invece l'omaggio è ancora più evidente: vengono trascritte ricette di piatti e di specialità estrapolandole dai romanzi, annotando però la fonte e completando l'informazione con alcune note sempre interessanti. In conclusione: un libro che si legge come un giallo, un libro che si consulta come un ricettario. A cena con Simenon e il commissario Maigret: le classiche ricette dei bistrot francesi secondo Madame Maigret / Robert J. Cortine. – Guido Tommasi, 2002. 641.5 COU ata Questo gustosissimo trattato ci presenta i due personaggi, Simenon e Maigret, alle prese con il cibo. Ad una serie di ricette che sono ricostruite attraverso i piatti dell'infanzia di Simenon ed i menu dei bistrot di Parigi degli anni 50, vengono accostati i commenti di Maigret ai piatti che lui stesso gusta nei bar di Parigi, o che sua moglie amorevolmente prepara. Ad accompagnare questo ameno percorso gastronomico, un racconto scritto dall'autore à la maniére de Simenon e le foto dei luoghi ove il commissario amava andare a passeggiare, a rifugiarsi ed a riflettere. Alla tavola di Virginia Woolf: vita in casa di una scrittrice / Elisabetta Chicco Vitzizzai. – Il leone verde, 2006. 641.5 CHI all Per Virginia Woolf la casa fu essenzialmente studio e rifugio, ma anche accoglienza e ospitalità. Gli amici frequentavano la casa della scrittrice per il tè o per il pranzo con cadenza quasi quotidiana e Virginia, che disponeva di cuoca e domestica, ma all'occorrenza cucinava da sé, affermava che "non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene". In questo libro il lettore troverà le ricette di parecchi dei piatti menzionati da Virginia Woolf nelle sue opere, dove scene di pranzi e di ricevimenti sono sovente centrali. Dal momento che compito di un romanziere, secondo la famosa scrittrice, è rivelare la vita attraverso le percezioni che nascono in noi dalle cose, anche in apparenza banali, di cui sono fatte le nostre esistenze. 37 La gran fiera magnara: le ricette di Carlo Emilio Gadda / Massimo Novelli. – Il leone verde, 2003. 641.5 NOV gra Carlo Emilio Gadda è uno dei massimi scrittori del Novecento anche per quanto riguarda il coté mangereccio. Nei suoi rimanzi e nei suoi racconti il cibo è una presenza costante. La cupidigia di parole e di vita che caratterizza la letteratura dell´Ingegnere, insomma, va di pari passo con la sua cupidigia gastronomica. Ne deriva una barocca e ingorda messe di ricette di tutta Italia, ma con particolare affezione per Milano e Roma, in cui i piatti poveri o poverissimi si alternano ad altri più elaborati, sempre nel solco delle tradizioni regionali e, in ogni caso, di non troppo difficile preparazione. Il surrealismo in cucina tra il pane e l’uovo: a tavola con Salvador Dalì / Marina Cepeda Fuentes. - Il leone verde, 2004. 641.5 CEP sur Il grande artista surrealista, eccentrico e ribelle, a tavola aveva invece gusti semplici e soprattutto legati alle tradizioni gastronomiche della sua terra, l'Empordà. In quella zona della Catalogna il mare, le colline e la montagna si uniscono per offrire piatti gustosissimi e originali che Dalí ricorda tante volte nelle sue memorie, rivelandoci così una passione frenetica e "sensuale" per il cibo che deve considerarsi una componente fondamentale della sua stessa vita. Ma è soprattutto nello squisito pane casereccio dell'Empordà e nella perfezione delle uova che l'artista catalano ritrova i sapori della sua infanzia e persino le radici del suo particolare e unico stile surrealista. Una fiesta mobile / Gail McDowell. – Il leone verde, 2005. 641.5 MCD fie Hemingway fa venire in mente le corride, la guerra, le bevute epiche,l'avventura. Certo non cene a lume di candela e cucine accoglienti. Invece, a Hemingway il cibo piaceva; gli piaceva semplice. E una bottiglia di vino o un cocktail non mancavano mai. Scopriamo così che il cibo, anche se non venisse menzionato spesso nei suoi romanzi e racconti, ebbe un ruolo importante nella sua vita. Questa è una biografia particolare di Hemingway: i viaggi, gli amori, ma soprattutto i suoi gusti nel mangiare e nel bere. Le ricette di alcuni dei piatti deliziosi che l'accompagnarono porteranno la sua memoria di nuovo in vita e dentro le nostre cucine. E non poteva certo mancare un capitolo dedicato ai suoi cocktail preferiti. Il manuale di cucina di Nero Wolfe: le ricette originali di un grande investigatore e un raffinato buongustaio / Rex Stout. – Sonzogno, 2007. 641.5 STO man Chi non ricorda la sagoma inconfondibile del grande Tino Buazzelli? Quale miglior testimonial per un libro di ricette? Nero Wolfe non è solo un celebre investigatore: è un gourmet e un fine gastronomo. Per la prima colazione non si fa mai mancare le "Uova au beurre noir" e per pranzo, in estate, considera perfetta l'Insalata brasiliana di aragosta, in una versione della ricetta da lui stesso riveduta e corretta; in tavola poi ammette solo il Pane di Fritz, e ogni tanto accontenta il fido Archie Goodwin che adora i Tortini di riso con il miele. I romanzi con Nero Wolfe sono talmente infarciti di riferimenti al cibo che Rex Stout ha creato per il suo personaggio questo manuale culinario, con la collaborazione di una celebre critica gastronomica del "New Yorker" con cui ha perfezionato tutte le ricette. Impaginato con una suggestiva grafica vintage, alle ricette abbina ampi brani dai romanzi e un interessante corredo di foto di New York dagli anni '30 agli anni '50. 38 Vino generoso / Italo Svevo. – Casagrande, 2008. 853.912 SVE vin In occasione del matrimonio di una nipote, la moglie del protagonista ottiene dal medico di famiglia una speciale licenza per il marito: questi, per una volta, e a titolo assolutamente eccezionale, nonostante i problemi di salute potrà mangiare e bere come tutti gli altri. “…Gli altri si dedicavano allo champagne, ma io dopo averne preso qualche bicchiere per rispondere ai vari brindisi, ero ritornato al vino da pasto comune, un vino istriano secco e sincero, che un amico di casa aveva inviato per l’occasione. Io l’amavo quel vino, come si amano i ricordi e non diffidavo di esso, né ero sorpreso che anziché darmi la gioia e l’oblio facesse aumentare nel mio animo l’ira. Come potevo non arrabbiarmi? M’avevano fatto passare un periodo di vita disgraziatissimo. Spaventato e immiserito, avevo lasciato morire qualunque mio istinto generoso per far posto a pastiglie, gocce e polverette. Non più socialismo. Che cosa poteva importarmi se la terra, contrariamente ad ogni più illuminata conclusione scientifica, continuava ad essere l’oggetto di proprietà privata? Se a tanti, perciò, non era concesso il pane quotidiano e quella parte di libertà che dovrebbe adornare ogni giornata dell’uomo? Avevo io forse l’uno o l’altra?...” Spezie, budella ed accessori per macelleria / Eugenio Cardi. – Perrone, 2005. 853.92 CARD spe Rosario fa il macellaio seguendo, in verità piuttosto svogliatamente, una ormai inveterata tradizione di famiglia. La sua iniziazione avviene in tenerissima età e, da allora, le giornate di Saro sono scandite dai ritmi incessanti degli affari del negozio. Le beghe familiari fanno il resto. Una moglie appesantita dagli anni, un'amante brontolona e fastidiosa, una figlia in rotta col marito che ha ormai piantato le tende, insieme al figlioletto, a casa sua. Il ruolo indiscusso di capo famiglia gli impone un rigido controllo su ogni cosa, non da ultimo sulla futura successione della macelleria. Ma l'improvvisa scomparsa del fratello Sebastiano crea un inaspettato scompiglio in tanta ordinata quotidianità. Saro sarà costretto a seguire le tracce del fuggiasco in un'altalena di scoperte e situazioni impreviste e spesso paradossali. Con una prosa vivida e scanzonata, Eugenio Cardi ci regala lo spaccato della Sicilia più autentica e appassionata, odorosa e impenetrabile, senza tempo eppure sempre suggestiva. La maga delle spezie / C. Banerjee Divakaruni. – Einaudi, 2001. 813.54 DIV mag C'è una vecchia signora indiana in una botteguccia di Oakland, California. Con le mani nodose sfiora polveri e semi, foglie e bacche alla ricerca del sapore piú squisito, o del sortilegio piú sottile. Ha gli occhi forse un po' troppo vivi quando guarda negli animi e nel futuro, e l'indole forse un po' troppo veemente per dispensare con distacco le arti del proprio potere. È Tilo, la Maga delle Spezie. La sua storia inizia in uno sperduto villaggio indiano dove la rapiscono i pirati, attratti dai suoi arcani e misteriosi poteri, per portarla su un'isola stregata e meravigliosa. Lí Tilo apprende la magia delle spezie che in America le permetterà di aiutare chi, come lei, si è lasciato l'India alle spalle. Quando entra in negozio la moglie di Ahuja, con i lividi in faccia e la morte nel cuore, Tilo sceglie un soffio di curcuma per consolare e un grumo di zenzero per cercare una strada. Per Jagjit, dal turbante verde pappagallo e le orecchie piene d'insulti, quello che ci vuole è un osso scuro di cannella per vincere i pregiudizi degli altri bambini e chiodi di garofano per risvegliare la compassione. E se Haroun fruga la città di notte sul suo taxi nuovo di zecca, servono semi di cumino tagliati con cura per allontanare il pericolo e polvere di mango per un amore duraturo. 39 Uomini da mangiare / Christine Leunens. – Meridiano zero, 2003. 813.54 LEU uom C’è più di un fraintendimento nell’educazione sessuale di Kate, figlia di una vedova dal robusto accento lituano e dal polso di ferro in fatto di educazione. Il suo disgusto per i succulenti arrosti e le frattaglie che la madre porta in tavola, s’intreccia indissolubilmente all’amplesso della coppia di amici di famiglia spiati dal corridoio, che con il concerto di grugniti, schiocchi di lingue, e invocazioni tipo "Mangiami!" le rivela che il sesso non è altro che un rivoltante banchetto. La morte del padre in un incidente stradale, con una sedicenne tra le gambe, la conferma in questa convinzione. Le cose si complicano quando i primi pruriti adolescenziali la mettono alla ricerca di un uomo da ’mangiare’. Quattro mele annurche / Maria Rosaria Valentini. – gce, Gabriele Capelli ed., 2005. 853.92 VAL qua Dalla postfazione di Domenico Bonini […] Chi addenta un’annurca scopre, se di fine palato, sotto la buccia rossiccia il piacevole connubio tra il dolce e l’asprigno, anzi l’acidulo, che la polpa bianca e succosa secerne. Chi si addentra nel dettato teso e pregnante di Quattro mele annurche non può non trarne la stessa bivalente impressione: l’asprezza, la realistica crudezza di molte situazioni e dell’eco profonda che queste risvegliano nell’animo della protagonista - e del lettore – non appare mai disgiunta da una dolcezza soffusa che investe luoghi, ambienti, personaggi e diviene la cifra stessa dell’intero racconto lungo. La narrazione si articola in quattro ampie sezioni, intitolate a quattro aspetti caratterizzanti del pomo: la scorza, la polpa, il picciuolo e il seme. Kitchen / Banana Yoshimoto. – Feltrinelli, 2005. 895.635 YOS kit Questo romanzo, dedicato alla solitudine giovanile, utilizza la cucina come simbolo della ricerca di protezione e di calore che la protagonista cerca, dopo la morte della nonna. La cucina diventa il luogo della trasformazione, non solo del cibo, ma anche della realtà interiore del personaggio e dei suoi stati d'animo. Il cavaliere del superbo palato / Lina Maria Ugolini. – Robin, 2007. 853.92 UGO cav Nella città di Soporo, conosciuta su tutte le guide gastronomiche del settore come la città del buon gusto, vive il Cavaliere del Superbo Palato Armido Loverani, proprietario e gestore del ristorante “L’Erpice Alato”, luogo di prelibate delizie gastronomiche. La fama e la fortuna del ristorante sono legate anche al prestigioso servizio offerto, garantito dal socio di Armido, il Magister Generalis Ortenzio Vespertini. Il nome “Erpice Alato” derivava dal fatto che il cliente che qui aveva la fortuna di consumare il soave pasto, per virtù dell’etichetta di Ortenzio e degli elisir gastronomici di Armido, se rispettoso di alcune norme e se ben predisposto, riusciva con prelibato gaudio a levitare dalla sedia sulla quale stava seduto. Il sodalizio tra i due geni culinari è, però, incrinato dalla visita del Governatore di Soporo e dalla malizia della stuzzicante “Impanatrice” del ristorante, che contravvenendo alle ligie regole della sala e della presentazione dei piatti imposte da Ortenzio, minaccia la collaudata intesa tra i due soci e rischia di far cancellare l’Erpice Alato dal grande libro della storia della ristorazione. Forse, però, una prodigiosa mousse, frutto della rinata concordia tra Armido e Ortenzio, salverà l’Erpice Alato dalla macchia infamante. Minimal cuisine / Antonio Bufi. – 18:30 ed., 2008. Raccontini di Antonio Bufi, cuciniere e girovago. 853.92 BUF min 40 Aglio, menta e basilico: Marsiglia, il noir e il Mediterraneo / Jean-Claude Izzo. – E/O, 2006. 843.914 IZZ agl Il volume raccoglie gli scritti e i racconti inediti dell'autore marsigliese. Tutti testi che hanno naturalmente a che vedere con quelli che sono i temi fondamentali della sua opera: Marsiglia, il mare e il noir mediterraneo, genere letterario che lui stesso inventò (e qui c'è anche un suo testo dove racconta quella genesi). Ci sono tre brevi testi dedicati a tre protagonisti della cucina e del paesaggio mediterranei: l'aglio, il basilico e la menta. Ci sono molti scritti su Marsiglia, città unica al mondo, sul suo porto, la sua storia, la sua musica, sulla gente di tutto il mondo passata di qui e accolta in questo grande porto. Ci sono pezzi struggenti sulla bellezza del mare, sull'identità del Mediterraneo, necessario punto d'incontro tra i popoli delle sue rive, tra il sud e il nord, tra le tante civiltà sviluppatesi intorno a questo mare ("Il Mediterraneo delle possibili felicità"). C'è la riflessione sul noir mediterraneo. Ci sono i pensieri sul suo personaggio più amato, l'"ex flic" Fabio Montale. C'è un racconto inedito: "La cena di Natale di Fabio Montale". La bellezza di questo piccolo libro è proprio nell’offerta di assaggi di pietanze che si preannunciano irresistibili: assaggi di piatti, di libri, di viaggi. È un invito al viaggio, quello vero: “Troppo spesso non osiamo andare fino in fondo a noi stessi. Incrociamo lo sguardo dell’Altro come un invito. Ma rimaniamo sul molo”. Le relazioni culinarie / Andreas Staikos. – Ponte alle Grazie, 2001. 889.334 STA rel Dimitris e Damocle vivono nello stesso palazzo, allo stesso piano. Poco a poco si rendono conto di avere in comune anche l'amante, Nanà. Entrambi decidono di conquistarne l'arrendevole palato sbaragliando il rivale in cucina. Ne nasce un duello buffo e bizzarro, a colpi di insalate di ricci di mare, involtini di foglie di vite, polpo in vino bianco, moussaka, kolliva e altre ghiottonerie tipiche della cucina greca. Quanto a Nanà (astuta, esigente e istrionica) non si fa scrupolo di spedire gli ignari ammiratori sulle coste dell'Attica per procurarsi gli ingredienti, interpretando il ruolo della "femme fatale" fino all'amara conclusione della vicenda. Afrodita: racconti, ricette e altri afrodisiaci / Isabel Allende. – Feltrinelli, 1998. 863.64 ALLafr Dalla salsa corallina alle pere ubriache, dall'habanera di gamberi all'insalata delle odalische, dalla zuppa scacciapensieri alle ciliegie civettuole: un patrimonio di ricette piccanti e spiritose condite con le spezie dell'ironia. Isabel Allende torna a gustare la vita. La troviamo alle prese con il mondo della cucina, tempio del piacere dei sensi e anticamera del "piacere dei piaceri". In un invito alla gioia dietro il grembiule, un gioco per nutrirsi ed inebriarsi senza prendersi troppo sul serio. Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop / Fannie Flagg. – Bompiani, 1995. 813.54 FLA pom Evelyn, una donna infelice e molto complessata, incontra in un ospizio Virginia, una vecchietta originale che le racconta una storia di tanti anni prima. Quella del Caffé di Whistle Stop, dove si cucinano i pomodori verdi fritti, aperto in Alabama da una singolare coppia al femminile, la dolce Ruth e la temeraria Idgie, e frequentato da stravaganti sognatori, uomini di colore, poetici banditi e vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda di due donne, coinvolte loro malgrado in un omicidio, e la loro tenacia nello sconfiggere le avversità, ridanno a Evelyn la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell'esistenza. 41 Confessioni di un cuoco eretico / David Madsen. – Meridiano zero, 2006. 823.914 MAD con Orlando Crispe è un cuoco d’eccezione, un vero Maestro dell’arte culinaria. Le ricette da lui inventate sono da capogiro e le cene che prepara nel suo ristorante romano, Il giardino dei piaceri, sono degli eventi a dir poco unici, non solo per la cucina sublime ma anche per le reazioni che il cibo provoca nei commensali. Il suo laboratorio gastronomico è tutto un vorticare di salse, pani, sughi, intingoli e paste. Ma è la carne la vera regina dell’arte di Crispe, il blocco di marmo in cui lui intaglia le sue creazioni, la prima materia della sua attività alchemica. Questa passione sfrenata e ossessiva per la carne travalica l’angusto spazio tra i fornelli, arrivando ad assumere le connotazioni di un atto che sta tra l’amore puro e l’erotismo. Così, quando trasmuta i corpi di animali morti in brasati, tartares e arrosti, Crispe sente che il suo genio creativo partecipa di un mistero divino e originario, e allo stesso tempo cresce in lui il desiderio di essere una cosa sola con le sue pietanze. La vera strada del genio, però, richiede studio e dedizione. Così, mentre alla sua mensa si succedono una varietà di personaggi curiosi – alte cariche ecclesiastiche, giornalisti di fama, potenziali mecenati – Orlando elabora nuove e visionarie teorie gastronomiche, in grado di produrre effetti sempre più sorprendenti sugli avventori. E per spingere la sua arte verso vette ancor più celestiali, non esita a sperimentare alcuni di questi stessi avventori come ingredienti per i suoi piatti… Chocolat / Joanne Harris. – Garzanti, 2000. 823.914 HARR cho Un paesino della provincia francese, popolato soprattutto da anziani; un martedì di carnevale, un momento di collettiva euforia che verrà spazzata via dopo poche ore, lasciando dietro di sé un vago senso di colpa e di disagio. Una giovane donna e la sua bambina decidono, dopo tanti anni di vita randagia, di fermarsi proprio in quel villaggio. Così viene presa in affitto una vecchia panetteria abbandonata e in pochi giorni quel luogo polveroso subisce, quasi per incanto, una trasformazione. La Céleste Praline è il nome della deliziosa pasticceria che Vianne Rocher inaugura tra la diffidenza dei paesani, la curiosità di alcuni di loro meno integrati e l'esplicita ostilità del giovane parroco. Cioccolatini, biscotti, torte, pupazzetti di marzapane, aromi inebrianti e colori vivacissimi: quella pasticceria è una vera testimonianza di allegria e di vitalità, un richiamo al piacere, al più semplice e innocente dei piaceri, un invito a socializzare, a stare insieme qualche minuto o qualche ora seduti davanti ad una tazza di cioccolata fumante e aromatica, per sentire che c'è una tregua in ogni guerra, un attimo di pausa in ogni sofferenza, una via d'uscita in ogni solitudine. Tutto ciò però è destabilizzante in un luogo in cui ognuno deve giocare un ruolo ben preciso, vestire una maschera che gli è stata attribuita fin dalla nascita, costringendolo a rimanere sempre e comunque dentro i canoni della morale corrente. E così i legami di amicizia che iniziano a stringersi intorno alla pasticceria e alla sua proprietaria hanno protagonisti particolari: il vecchio professore dolce e malinconico con il suo cane malato, la moglie irrequieta e cleptomane del violento proprietario dell'unico bar del villaggio, l'irriverente ed eccentrica signora che, ormai troppo vecchia e troppo intelligente per temere il giudizio altrui, sa prendersi gioco di tutto il perbenismo che la circonda. Pregiudizi contro libertà, tristezza contro vitalità, rancore contro disponibilità: due mentalità, due culture si scontrano attraverso la vetrina accattivante della Céleste Praline. 42 Spirocheta pallida / Marisa Vinci. – 18:30 ed., 2008. 853.92 VIN spi Mia cara, ieri sera ti ho trovata che impastavi dolci come una forsennata. La cucina era piena di colori e odori di frutta calda e di vaniglia. Da ragazza non sapevi cucinare neanche un uovo sodo eppure, da quando ti conosco, hai sempre fatto odore di vaniglia. E sudore. Chi se li doveva mangiare tutti quei dolci? Indossavi i guanti di lattice e tutto ti scivolava dalle mani. Anch’io, a momenti mi rompevo l’osso del collo scivolando sulla farina. E tu continuavi ad impastare. Nell’ipotesi improbabile di una cena, avremmo mangiato crostate. “L’uso eccessivo di carboidrati non favorisce una corretta alimentazione”. L’ho buttata lì per suscitare reazione ed interrompere quella fase compulsiva. Una fame da leggere : il cibo nella letteratura per l'infanzia / a cura di Vinicio Ongini. - Coop, 1994. 809.89282 FAM Una fame da leggere raccoglie i resoconti delle conferenze tenute durante l'omonimo ciclo di incontri ideato e curato da Vinicio Ongini, tenutosi a Campi Bisenzio nel 1994 e contiene contributi critici e bibliografici, come "Fame di fiabe" e "Al ristorante della letteratura per l'infanzia", per orientarsi tra le pubblicazioni per bambini e ragazzi che hanno per tema l'alimentazione. Ucci, ucci : piccolo manuale di gastronomia fiabesca / Giorgio Cusatelli. – Mondadori, 1994. 398.21 CUS ucc Di mangiate, è vero, si parla qui dentro. E non solo di quelle cannibalesche degli orchi, ma di banchetti principeschi, di feste contadine, di polli arrosto che volano per il cielo del paese di Cuccagna. E si offre, per gli intenditori, fior di ricette. Importante, però: la materia è svolta, al di là delle piacevolezze, da prospettive ideologiche rigorose (in duplice chiave storica e antropologico-folclorica), e sulla base delle uniche fonti legittime. 43