I quaderni di
A cura di Alberto Mucci
LA TV DIGITALE PORTA
NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
a Tv digitale terrestre si sta qualificando come portatrice di servizi per
le famiglie, come strumento da utilizzare per affrontare e risolvere i problemi del vivere quotidiano. Un passo dopo l’altro, la Tv digitale si sta
parimenti diffondendo, come Telèma aveva sottolineato nel “Quaderno” di
luglio/agosto dello scorso anno.
Siamo di fronte ad una nuova, significativa rivoluzione. La Tv digitale ha
infatti la caratteristica di essere, come è noto, interattiva. Può dialogare, contrariamente alla analogica. La Tv diventa, in altre parole, uno strumento attivo con il tele-spettatore che si trasforma in tele-utente.
Fino ad oggi, come sappiamo e sperimentiamo quotidianamente, la Tv ci ha
permesso di vedere programmi, di seguire manifestazioni, di leggere avvenimenti in tempo reale. Con la Tv digitale, utilizzando Internet, la banda larga, ecc. possiamo chiedere ed avere anche molteplici servizi: da quelli sanitari e ospedalieri,
ai giochi, ai servizi della Pubblica Amministrazione (certificati, bollettini vari, informazioni su tasse e contributi, ecc.: da e-government a t-government, con la “t”
che segnala il cambiamento portato dalle nuove tecnologie ).
In sintesi: abbiamo un “modo nuovo di usare un mezzo vecchio”, l’apparecchio Tv. Un modo che sta avendo crescenti consensi. Si stima che in Italia
siano già in funzione un milione di “decoder” presso le famiglie, con almeno
tre milioni di utilizzatori. La previsione è che entro l’anno i “decoder” installati sfioreranno i tre milioni, a conferma di un primato italiano in Europa che
merita di essere sottolineato, a conferma di una strategia vincente portata avanti dal Ministero delle Comunicazioni.
Questo “Quaderno”, curato come sempre dalla Fondazione Bordoni, si propone di fornire, con il contributo di esperti e di operatori, indicazioni sui servizi che la Tv digitale terrestre mette a disposizione dei cittadini, in tutti i campi del vivere civile. E di disegnare gli scenari di una crescente multimedialità
che lega la Tv al telefono fisso, a quello mobile, a Internet, alle reti di collegamento.
L
Supplemento al numero 224 di marzo 2005
di MEDIA DUEMILA
INDICE
INDICE
Con la televisione digitale avanza la società dell'informazione
Ma quella è la nostra TV? Come i servizi cambieranno la televisione
La catena del valore dei servizi
Scenari per la DTT
Card in the box. Un'opportunità per le smart card
La pubblicità interattiva sulla TV digitale
Modelli di business per l'emittenza locale nella DTT
L’interfaccia della TV digitale terrestre
La (tele)visione di un vedente: come l'interattività aiuterà i più deboli
Strategie Rai nello sviluppo del digitale terrestre
Le applicazioni di t-government del Gruppo Telecom Italia
La televisione digitale terrestre al servizio del cittadino: i bandi FUB
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Il Quaderno è stato realizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni (Presidente il Prof. Giordano Bruno Guerri, Direttore
Generale il Consigliere Guido Salerno, Direttore delle Ricerche l’ing. Mario Frullone. Il coordinatore del Quaderno
è stato l’ing. Daniela D’Aloisi. Hanno collaborato: Monica Bartocci, RAI; Emilio Gioioso, Sante Fata, Bianca
Papini, Stefania Sagona, Telecom Italia; Giovanni Bellocca, CSP; Salvo Mizzi, Danilo Parravano, My-Tv; Pier
Angelo Biga, ICM Advisors; Erik Lambert; Andrea Bernardini, Germano Carella, Sabrina Cioffi, Cristina Delogu,
Giuseppe Fierro, Raffaele Nicolussi, Isabella Maria Palombini, Susanna Ragazzini, Sebastiano Trigila, Fondazione
Ugo Bordoni. Si ringraziano tutti gli enti e le aziende partecipanti al Bando FUB per la loro disponibilità.
Sono usciti nel 2004:
Il progetto Galileo sta diventando realtà
dicembre 2003-gennaio 2004
Non confondere la biometrica con il “grande fratello”
febbraio 2004
Dal call center al contact center
marzo 2004
La larga banda si diffonde cambia la vita della gente
aprile 2004
I campi elettromagnetici non sono più “sconosciuti”
maggio 2004
Anche l’Italia si dota di un organismo che certifica la sicurezza informatica
giugno 2004
Il digitale terrestre accende i motori
luglio-agosto 2004
Una sfida dell’Europa a 25: la molteplicità delle traduzioni
settembre 2004
Infomobilità: si può viaggiare rimanendo sempre informati
ottobre 2004
Il controllo dell’ambiente si attua mettendo a punto reti efficienti
novembre 2004
Televisione e telefonini quale integrazione?
dicembre 2004-gennaio 2005
Con la televisione digitale
avanza la società dell’informazione
O
ltre un milione e mezzo di decoder venduti in
un anno: è un risultato che conferma come il digitale terrestre stia avendo un ruolo importante nel rilancio del settore delle comunicazioni e delle tecnologie
dell’informazione in Italia. E’ un risultato particolarmente interessante perché si tratta di decoder interattivi, in grado di accedere ai servizi della società dell’informazione (mentre all’estero – è bene ricordarlo – prevalgono i cosiddetti zapper, apparati che possono solo
visualizzare i programmi audio-video).
Il Governo si è adoperato per una rapida crescita
del digitale terrestre nella certezza che questa tecnologia consentirà, oltre ad un maggiore pluralismo dell’offerta televisiva, l’alfabetizzazione informatica della società, molto più rapida di quella ottenibile in tempi lunghi con la sola diffusione del personal computer. I contributi statali del 2004 e del 2005 (110 milioni di euro
per ciascun anno) hanno stimolato questa crescita: in
nessun altro paese europeo gli acquisti di decoder si
sono sviluppati a ritmo così elevato.
La televisione digitale terrestre rappresenta un caso
in cui vengono a coincidere le ragioni dello sviluppo
economico con quelle dello sviluppo democratico e culturale. Il diffuso interesse suscitato dalla possibilità di
sfruttare la televisione digitale terrestre a fini di democrazia elettronica è dimostrato anche dal grande numero di adesioni ai due bandi – emanati dal Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione per conto del Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, e dalla Fondazione Ugo Bordoni per conto del
Ministero delle Comunicazioni – volti a finanziare progetti delle pubbliche amministrazioni per l’erogazione
di servizi ai cittadini (t–government). Le decine di progetti presentati dimostrano che le imprese e le amministrazioni assegnano un grande valore strategico alla
televisione digitale terrestre come veicolo per favorire
la diffusione di servizi on line. La strategia di sostegno
per il passaggio verso il digitale terrestre ha coinvolto
tutta la filiera digitale italiana, dai costruttori alle emittenti, dai fornitori di servizi agli sviluppatori di applicazioni. Né va dimenticato, in questo contesto, lo sforzo culturale sviluppato nel corso degli anni dall’Osservatorio TuttiMedia, per promuovere prima, e stimolare oggi, il cambiamento legato al digitale terrestre. La
Fondazione Bordoni sta svolgendo anche in questo set-
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tore un ruolo centrale, con grande dinamismo: non solo
partecipa all’Osservatorio TuttiMedia, prima citato, e
all’associazione che riunisce i broadcasters digitali,
DGTVi, ma ha radunato attorno a sé un intero sistema imprenditoriale, attraverso la costituzione di tre associazioni: Ambiente digitale, Sistema digitale ed INPUT
(quest’ultima insieme ad ISIMM), che riuniscono,
rispettivamente, le imprese che si occupano di servizi
e di applicazioni interattive, quelle che realizzano gli
impianti trasmessivi ed i decoder, ed i soggetti che a
vario titolo si occupano dei nuovi linguaggi dell’interattività televisiva.
L’atteggiamento delle imprese e delle amministrazioni pubbliche si è rivelato particolarmente incline allo
sviluppo e all’esportazione del digitale terrestre italiano. Il mercato italiano dei media costituisce oggi un ecosistema unico in Europa per qualità, quantità e opportunità di crescita. Sono già molti i servizi e le applicazioni interattive che arricchiscono la TV digitale nelle
sue accezioni terrestre, cavo e satellitare. I telefoni cellulari hanno dato vita ad mercato di servizi che non ha
uguali nel mondo. L’Italia si trova in una posizione di
vantaggio: questo anticipo rispetto ad altri paesi crea
uno spazio di sviluppo per l’intera industria digitale italiana e la proietta potenzialmente sullo scenario europeo e internazionale.
La politica di sostegno all’interattività sulla televisione digitale si inserisce in una più ampia politica comunitaria e nazionale di avanzamento della società dell’informazione, che sfrutta la convergenza fra tutti i media
digitali, dal cellulare al personal computer, alla stessa televisione, una volta liberata quest’ultima dal suo “fardello” analogico che ormai rappresentava una singolarità
nell’insieme del sistema delle comunicazioni elettroniche. Questo numero dei Quaderni di Telèma, centrato sullo stato dell’arte e sulle prospettive dei servizi interattivi sul digitale terrestre, offre così una panoramica
complessiva delle potenzialità e degli economics dei servizi che saranno disponibili attraverso la televisione digitale interattiva, in corrispondenza dell’avvio di decine
di iniziative istituzionali e industriali volte a portare il
T-government presso tutte le famiglie italiane.
MAURIZIO GASPARRI
Ministro delle Comunicazioni
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Ma quella è la nostra TV? Come i servizi cambieranno la televisione
Ma quella è la nostra TV?
Come i servizi cambieranno la televisione
L
a TV è l’elettrodomestico più diffuso nelle
nostre case, dove è presente in più di un esemplare. È anche presente nelle camere d’albergo,
nei bar, nei ristoranti persino nei grandi magazzini. La televisione, a parte la scelta del programma, ci unifica tutti e tutti noi siamo in grado di
sfruttare tutte le funzionalità della TV, anche coloro che non riescono ad accendere un computer
o ad usare in modo corretto tutti i programmi del
forno a microonde.
La televisione è rimasta per lungo tempo l’unica oasi analogica in un mondo digitale: perfino la lavatrice si è digitalizzata prima, pronta ad
entrare nella casa domotica per essere comandata remotamente e capace di decidere da sola il
migliore ciclo di lavaggio.
Il divario è ormai colmato: la TV analogica terrestre, quella i cui canali sono captati dalle vecchie antenne poste sui terrazzi dei nostri palazzi,
è diventata digitale dando nuovo impulso a chi
l’ha preceduta, la TV digitale satellitare e la TV
via cavo (ADSL e fibra ottica).
La Tv digitale si caratterizza rispetto a quella
analogica, oltre che per le caratteristiche tecnologiche di emissione e trattamento del segnale, per
la possibilità di erogazione di servizi attraverso
modalità interattive che presuppongono l’uso di
una linea telefonica (canale di ritorno), un
modem e una smart card. Le capacità interattive
della TV sono racchiuse nel decoder interattivo
(STB, ossia Set Top Box), che contiene almeno
un alloggiamento per la smart card.
Una piccola scatola…
Questa piccola scatola rende la nostra televisione
digitale e apre scenari nuovi, di cui si parla
diffusamente in questo numero: servizi di tgovernment, pubblicità interattiva, collegamenti
con i programmi televisivi, notizie e molto di più.
Lo scenario che si prospetta non è più quello di un telespettatore che alla fine della giornata si siede passivamente davanti alla TV, ma
quello di un teleutente che usa la TV per paga-
re la bolletta della luce, per seguire un corso di
aggiornamento, per prenotare una visita medica, per informarsi sulla sua cantante preferita,
per cercare approfondimenti su una notizia, per
giocare con il suo programma preferito, che
rimane presente sullo schermo anche mentre
vediamo le estrazioni del lotto.
I servizi per la TV digitale possono rappresentare il volano per sostenere la modernizzazione del
paese, in un settore strategico ad elevato valore
aggiunto.
L’associazione Ambiente Digitale e il marchio
Media in Italy (entrambi presentati in questo
numero) hanno lo scopo è quello di incentivare
la ricognizione, selezione ed emersione della ricchezza inespressa nel mondo dei servizi digitali.
La TV digitale interattiva modificherà il mercato televisivo, oltre che per la disponibilità di
servizi, anche per rinnovato ruolo delle TV locali. I due aspetti non sono scollegati, in quanto le
TV locali possono veicolare servizi che non troveranno posto nei Mux nazionali. Alcune applicazioni hanno poi un interesse prettamente locale, anche se poi i modelli sono esportabili. I servizi, soprattutto quelli interattivi, devono però
avere spazio, o meglio banda: è necessario quindi che nella loro realizzazione e diffusione abbiano una parte tutti gli attori coi volti, dal fornitore di servizio all’implementatore dell’applicazione, dal broadcaster (locale o nazionale) al centro servizi.
L’interattività non ha valore in sé ma aumenta le potenzialità e le capacità di un’applicazione a prescindere dal mezzo con cui viene fruita. Per rendere la TV interattiva un vero avanzamento rispetto alla televisione analogica e una
reale alternativa ad Internet, sarà necessario studiare nuovi linguaggi televisivi e nuove modalità di interazione, prestare attenzione all’integrazione tra servizi e contenuto televisivo. Il
rischio è infatti quello di trasformare il nuovo
mezzo in una fusione tra TV analogica e Internet: in questo modo non si sfrutterebbe le caratteristiche proprie dell’interattività televisiva e le
straordinarie possibilità offerte dalla semplicicontinua a pagina 64
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I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Requisiti dei progetti di
T-government per il bando FUB
Tra il 2000 e il 2002 il Consiglio Europeo
propone l’obiettivo e-government, come
nuova modalità di comunicazione tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni basata sulle tecnologie della società dell’informazione.
Nella televisione digitale viene individuata la possibilità di prestazioni interattive idonee a renderla un nuovo canale di
accesso ai servizi per il cittadino, accanto a Internet su rete fissa e su rete mobile. Il governo italiano adotta fin dal 2002
tale obiettivo decidendo di puntare sulla
televisione digitale terrestre in versione
interattiva come mezzo per superare il
divario tra i cittadini dotati di dispositivi digitali multimediali e computer con accesso
Internet e cittadini fermi agli elettrodomestici di base (tra i quali, il televisore, presente nel 99% delle abitazioni).
Il termine T-government rappresenta la
declinazione dell’obiettivo e-government
sul mezzo digitale terrestre interattivo.
L’universo dei potenziali servizi di Tgovernment può essere classificato in tre
categorie: (a) servizi informativi ad interattività locale, con i quali l’informazione viene radiodiffusa insieme ai programmi televisivi (esattamente come avviene con il televideo) e nei quali la sola informazione trasferibile è quella di interesse generale per
i telespettatori (l’utente può navigare in tale
informazione, tramite il telecomando); (b)
servizi interattivi ad interattività remota, con
cui l’utente può accedere a dati di suo specifico interesse, se non anche individuali,
utilizzando il canale di ritorno, che consente il collegamento ad un centro servizi, il
quale a sua volta si collega alle banche dati
degli erogatori di servizi per prelevare e
consegnare i dati inviati o richiesti; (c) ser-
Marzo 2005
vizi transattivi, nei quali l’informazione scambiata con i siti remoti deve essere protetta da sguardi e usi non consentiti, vuoi per
motivi di riservatezza vuoi perché può implicare disposizioni di pagamento.
I servizi con più alto tasso di innovazione e con maggiori ricadute socio-economiche sono evidentemente quelli ad interattività remota e quelli transattivi. Consapevole della necessità di stimolare la diffusione di tali servizi e di esaltarne le prestazioni più avanzate, la Fondazione Ugo Bordoni, nel suo bando di gara del 1° luglio
2004 per il cofinanziamento di progetti di
t-government, ha indicato come elementi di reale innovazione per l’ammissibilità dei
progetti, la presenza di funzioni quali l’autenticazione, l’autorizzazione degli utenti e
i pagamenti on-line oppure la proposta di
nuove tipologie di canale di ritorno.
La risposta delle istituzioni e della filiera
industriale legata al digitale terrestre è stata molto positiva: sono stati presentati ben
18 progetti conformi ai requisiti tecnici indicati per il canale di ritorno e per le smartcard, a dimostrazione che la strategia di
sviluppo dei servizi di t-government, individuata dal Ministero delle comunicazioni
e dalla Fondazione Bordoni, è realmente
condivisa da un’ampia platea di pubbliche
amministrazioni e di soggetti di mercato.
Dato il plafond totale di 3 milioni di euro
e il limite di finanziabilità (600mila euro) per
singolo progetto, solo un terzo dei progetti saranno cofinanziabili, ma c’è ragione di
ritenere che molti degli altri progetti – saldamente motivati – si attiveranno autonomamente con finanziamenti alternativi.
GUIDO SALERNO
Direttore Generale Fondazione Ugo Bordoni
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Ma quella è la nostra TV? Come i servizi cambieranno la televisione
tà d’uso della televisione. Ambiente Digitale si
è assunta anche questo compito.
L’interattività della TV digitale
L’interattività della TV digitale può essere
caratterizzata in vari modi: un’analisi ad alto
livello distingue tra interattività locale e
interattività bidirezionale.
L’interattività locale non ha bisogno di
canale di ritorno. In genere permette di operare sul contenuto presentato variandone alcune
caratteristiche, come ad esempio l’angolazione
dell’immagine, oppure associandogli delle
informazioni, che arricchiscono e completano
quello che si sta guardando. A questa categoria appartengono il supertelevideo, gli EPG, gli
approfondimenti generali, la guida ai programmi. Dato che la tecnologia è matura si può facilmente prevedere una rapida diffusione di tali servizi a fronte di modesti investimenti.
L’interattività bidirezionale prevede la
presenza di un canale di ritorno che colloquia
con un centro servizi. Il canale di ritorno
influisce sulla caratterizzazione dell’interattività e sugli sviluppi futuri di questo tipo di servizio. I possibili tipi di ritorno sono già tutti
possibili, una linea telefonica con modem tradizionale V90, una rete ad alta velocità, una
connessione wireless. È quindi già possibile
inviare domande e messaggi oppure votare.
Spesso i costi dei servizi sono caricati sulla
telefonata, ma si prevedono differenti modelli di business per rendere l’utente più sicuro
del sistema di pagamento.
Il modello adottato dalle televisioni che vendono le partite di calcio prevede l’utilizzo di carte prepagate, nei due modelli ricaricabile e non.
Non è richiesto il canale di ritorno, ma l’utente
ha comunque certezza della somma pagata.
Sono però prevedibili servizi più sofisticati
che possono richiedere pagamenti più consistenti o trasferimento di dati sensibili: per rendere
questo possibile è necessario aggiungere funzionalità di sicurezza e autenticazione.
La potenzialità della interattività bidirezionale è elevatissima, ma legata a molti fattori alcuni dei quali particolarmente critici sui quali è
necessario porre la massima attenzione. Questi
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fattori influenzano gli scenari futuri dei servizi
della TV interattiva.
Fattori critici sono la capacità/velocità del canale di ritorno, la sicurezza delle comunicazioni sul
canale di ritorno, la capacità di elaborare applicazioni e servizi usabili e accessibili per gli utenti, la capacità di elaborare applicazioni e servizi
in modo integrabile con il linguaggio televisivo in
modo da non danneggiare il canale di supporto.
Sono aspetti che devono essere considerati
se si vuole che la TV digitale aiuti a superare il
digital divide. La diffusione della televisione
rispetto al computer la rende potenzialmente
adatta tale compito. La TV entra in tutte le case,
se è interattiva, anche la tecnologia digitale entrerà in tutte le case rendendo possibile una sinergia con tutti gli altri media digitali.
I contenuti della tv interattiva
I contenuti della TV interattiva hanno una
caratteristica condivisa con quelli della TV
analogica: sono beni consumati collettivamente.
L’unico grado di libertà è la scelta del programma,
ma una consistente quantità di persone sta
facendo la stessa cosa nello stesso momento.
Nel caso dell’interattività, ogni utente può richiedere un programma personalizzato e individuale
e le azioni che compie creano percorsi diversi sia
rispetto a quelli degli altri utenti sia rispetto a quelli precedenti dell’utente stesso. Il mezzo si individualizza e il contenuto diventa un bene privato.
La TV si trasforma così in un oggetto di consumo che rende unici ogni casa, ogni famiglia,
ogni utente similmente a quanto avvenuto per
il cellulare. La sfida della TV digitale è rendere diffusa questa personalizzazione, cercando di
rendere i servizi usabili da tutti coloro che fino
ad ieri sono stati telespettatori. Questo richiederà uno sforzo di progettazione nella direzione dell’usabilità e dell’accessibilità.
Insomma. Il futuro della televisione digitale è appena iniziato, e si preannuncia molto ricco, sia per i contenuti che per le possibilità di
mercato. Non facciamocelo sfuggire.
DANIELA D’ALOISI
Coordinatore Progetto Ambiente Digitale,
Fondazione Ugo Bordoni
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Ambiente digitale
Il 13 luglio 2004 nasce l’associazione
“Ambiente Digitale”, frutto di un dialogo
continuo e intenso, di sperimentazione
e di sviluppo, di prodotti, servizi e linguaggi per una effettiva interattività nell’ambito dell’universo digitale. I partners sono
la garanzia del progetto: Rai, Telecom,
Wind, StMicroelectronics, Sun
Microsystem e
oltre 100 aziende che hanno
aderito all’idea
della Fondazione Ugo Bordoni, mettendo in comune le proprie conoscenze tecnologiche ed editoriali all’insegna dei tre concetti fondamentali che
caratterizzeranno la televisione digitale: interattività, accesso e sicurezza.
“Media In Italy” è il progetto di punta che
condensa la missione istituzionale di
Ambiente Digitale: il primo osservatorio
congiunto sulla proprietà intellettuale nel
mercato italiano del Digitale Terrestre, per
creare e garantire una cultura ed uno sviluppo reali degli intellectual properties
rights, i diritti sulle proprietà intellettuali.
L’anno appena trascorso ha rappresentato per l’Italia il decollo della Tv digitale terrestre e l’adeguamento agli standard e al mercato europei ha portato
in Italia all’acquisizione dei diritti sul calcio, segnando la fine del monopolio del
digitale satellitare.
Il 2005 segnerà il percorso verso una
vera libertà televisiva dell’utente e del
broadcaster-editore, protagonisti di un
nuovo processo di comunicazione e di
business: informativa, interattiva o transattiva, l’intuitività operativa rappresentata dalla televisione digitale terrestre, grazie alla
sua facilità d’uso, ha superato il primo banco di prova. Il t-government è già una realtà apprezzata ed utilizzata, ed è sicura-
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mente il mezzo più efficace per riavvicinare i cittadini alla Pubblica Amministrazione,
segnando la fine della burocrazia cartacea, delle code e di tutto ciò che peggiora il rapporto cittadino-istituzioni.
L’obiettivo di mutare il ruolo tradizionalmente assegnato allo “spettatore”, da passivo e acritico ad
attore comunicativo consapevole
e in continua relazione con le possibilità offerte da
una televisione
(digitale) ampliata
nelle sue funzioni (enhanced), nella forma e nei contenuti, è la scommessa da
realizzare. In questa prospettiva, la totale
convergenza dei media esistenti, Tv, Pc e
Mobile, con le nuove tecnologie, è la prossima meta. La loro integrazione con elementi tecnicamente innovativi e la creazione di interfacce intuitive, a misura d’uomo,
sono un passaggio obbligato per entrare
in un vero ambiente digitale, il non – luogo aperto a tutti.
Il rischio maggiore, in questo cambiamento, sarebbe quello di trasferire,
in toto, le applicazioni del web, trapiantandole sul DTT; la funzionalità legata al
telecomando ed al tv screen deve essere basica e pensata per tutti coloro che
sono rimasti fuori dalla rete: l’approccio
dello “interaction design”, in questo senso, è un esempio importante, per progettare e realizzare una tecnologia che
davvero migliori la qualità della vita, riducendo il “digital divide” al minimo possibile, allargando l’utilizzo di tecnologie
“esclusive” alle fasce di cittadinanza che
finora non hanno acquisito familiarità
con internet.
SALVO MIZZI
My-Tv, Presidente Ambiente Digitale
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Ma quella è la nostra TV? Come i servizi cambieranno la televisione
Il marchio della filiera italiana dei
servizi per la TV Digitale Interattiva
La televisione digitale interattiva rappresenta in Italia una grande opportunità industriale. Il mercato nazionale dei media e degli
operatori costituisce un sistema unico in
Europa e l’anticipo rispetto ad altri paesi crea
ampi spazi di sviluppo per
l’intera filiera digitale,
proiettandola potenzialmente sullo scenario
europeo e internazionale.
La disponibilità di contenuti, servizi e applicazioni che stimolino l’adozione e l’utilizzo della TV
digitale interattiva da parte degli utenti è uno dei fattori critici per il
suo decollo. Accanto agli operatori televisivi e delle telecomunicazioni che presidiano il mercato finale, ci sono molte piccole e medie imprese altamente innovative e capaci, ma prive di quella massa critica di volumi ed investimenti necessaria
per favorirne la crescita.
Per sostenere l’evoluzione e la crescita
della filiera italiana l’associazione Ambiente
Digitale della Fondazione Bordoni ha sviluppato una piattaforma denominata Media
in Italy quale marchio di qualità della nascente industria della TV digitale che si propone
di qualificare, certificare e promuovere le
applicazioni ed i servizi interattivi delle aziende associate, nonché di valorizzarne i relativi asset di proprietà intellettuale.
L’iniziativa nata da alcuni mesi si pone i
seguenti obiettivi:
- promuovere le capacità, il know-how
e i servizi delle aziende operanti nella filiera verso mercati di sbocco nazionali e internazionali;
- costituire un polo di informazione e di
stimolo alla comprensione delle opportunità della TV digitale interattiva al fine di favorire l’evoluzione del settore;
- promuovere l’adozione e lo sviluppo
di standard sulle tematiche Interactive TV,
utili per accelerare la diffusione dei servizi
della TV Digitale;
- identificare i servizi e le applicazioni
prioritarie per il roll-out della televisione digitale favorendo la costituzione di
progetti interaziendali per
il supporto e il lancio di tali
applicazioni e servizi;
- supportare le aziende
della filiera a valorizzare e
monetizzare i propri asset
di proprietà intellettuale;
- identificare i modelli di business emergenti della televisione digitale e sviluppare le ricerche economico-finanziarie
che supportino gli operatori nei loro piani di sviluppo.
Per raggiungere gli obiettivi preposti
Media in Italy si avvale di diversi strumenti. Una base informativa in costruzione
contenente tutte le informazioni sulla filiera italiana (aziende, servizi, capacità) che
è composta da circa 200 aziende operanti nei diversi segmenti che concorrono alla catena del valore per la concezione, progettazione, realizzazione e
gestione dei servizi e delle applicazioni
interattive.
Tre gruppi di lavoro (GLAD – Gruppi di
Lavoro Ambiente Digitale) operanti su
tematiche rilevanti per lo sviluppo della
televisione digitale quali: - la definizione d’interfacce accessibili e usabili per i servizi e
le applicazioni della DTT - i servizi, le applicazioni e le nuove modalità di erogazione
di contenuti tipiche del nuovo mezzo di
comunicazione - i modelli di business e i
sistemi di transazione economica che regoleranno la diffusione dei servizi tra fornitori, centri servizi e utenti).
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I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Ai gruppi di lavoro, coordinati dai professionisti della Fondazione Ugo Bordoni, partecipano le più importanti aziende
italiane e internazionali del settore e sviluppano risultati quali linee guida, specifiche,
service/product concept, business case
che possono dare vita a progetti realizzativi interaziendali.
L’attività di sviluppo di Media in Italy è
supportata da una politica e da processi
di gestione dei diritti di proprietà intellettuale adeguata alle esigenze delle aziende che partecipano ai Gruppi di lavoro condividendo know-how ed esperienze, evitando inoltre la dispersione di know-how
e mantenendo salvi gli interessi proprietari. La politica è allineata ai criteri e ai migliori standard riconosciuti e applicati a livello
mondiale dalle Standard Setting Organization (SSO) e dalle Industry Association.
Hanno aderito a questa iniziativa, gestita nell’ambito dall’associazione Ambiente Digitale con il supporto della Fondazione Ugo Bordoni, le principali società di
servizi, contenuti e applicazioni dell’industria italiana della televisione digitale. A
questo progetto collabora anche ICM
Advisors, società internazionale indipendente di advisory e ricerca finanziaria, specializzata nella valorizzazione degli asset
intangibili e della proprietà intellettuale nei
settori high tech, media e servizi mass
consumer.
PIER ANGELO BIGA
ICM Advisors
La catena del valore dei servizi
L
a digitalizzazione del mezzo televisivo, nei
suoi aspetti di infrastruttura di trasmissione e per la fruizione, oltreché quelli di produzione del contenuto audiovisivo (processo già
da lungo tempo avviato) costituisce un importante punto di svolta nel processo di integrazione delle tecnologie, sia applicative (per la realizzazione di servizi) che infrastrutturali (reti di
comunicazione). Le premesse tecnologiche erano già state poste con l’avvento della televisione digitale satellitare che, però, a causa del suo
carattere più elitario, è rimasto strumento familiare ad una piccola cerchia di utenti. L’avvento del digitale terrestre segna, invece, l’ingresso nel mondo delle tecnologie dell’informazione e telecomunicazioni del reale motore del servizio televisivo e porta in dote il suo enorme
patrimonio, costituito dal bacino di utenza che
esso è grado di raggiungere. Gli strumenti studiati per l’arricchimento interattivo dell’esperienza televisiva si rivelano, improvvisamente,
il passepartout per avvicinare i cittadini agli
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strumenti del mondo telematico e la loro integrazione/complemento con le applicazioni
dell’internetworking la via per lo sviluppo di
nuovi servizi a che aumentino il valore. La filiera per la produzione e la gestione dei nuovi servizi hanno carattere di autonomia e originalità rispetto ai campi applicativi originari che qui
cercheremo di evidenziare.
Al di là degli aspetti tecnologici della questione, un elemento colpisce l’attenzione: la
possibilità di destrutturazione del ruolo del
broadcaster, che perde il proprio aspetto di
monolito capace di riassumere l’alfa e l’omega del processo di produzione e di erogazione del servizio per essere sostituito da ciò che,
in ambiti diversi, verrebbe chiamata una
“organizzazione virtuale”: un gruppo di soggetti appartenenti a domini organizzativi
diversi che operano condividendo risorse al
fine di arrivare alla produzione del servizio.
Questo processo era già stato parzialmente
anticipato a livello normativo dalla distinzio-
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La catena del valore dei servizi
ne dei ruoli di fornitore di contenuti, operatore di rete e fornitore di servizi. Tale distinzione, però, non è sufficiente a rendere conto della complessità dei ruoli nella gestione
della catena del valore (non è questo il suo scopo), e poco dice della necessità di creare le
condizioni affinché tale organizzazione virtuale sia un’organizzazione aperta, al fine di
garantire la partecipazione di una pluralità di
attori, in un contesto di libero mercato.
Se, da una parte, è relativamente semplice
definire un processo sufficientemente modulare e in cui le interfacce tra gli attori che vi
prendono parte siano ben definite, così da rendere un problema di contestualizzazione sul territorio la scelta del particolare operatore di
broadcasting, del centro servizi o del responsabile dello sviluppo delle applicazioni MHP,
molto più difficile è il superamento delle barriere culturali dovute alla loro provenienza da
aree di attività fortemente eterogenee.
In questo contesto diventa un punto centrale la necessità di creare strette relazioni tra gli
attori che partecipano al processo e, a questo
scopo, l’identificazione di opportune entità,
capaci di ottenere un consenso unanime da parte degli attori, quali Certification Authorities ed
Enti di certificazione dei prodotti che forniscano gli strumenti necessari ad oggettivare il rapporto di fiducia.
Resta ancora aperto il problema delle
infrastrutture di supporto: la realizzazione del
servizio richiede che una moltitudine di produttori di contenuti, applicazioni, gestori di servizi, operatori di rete possano comunicare e
scambiare dati secondo politiche, service level
agreements prestabiliti. Un ruolo fondamentale a questo livello può essere svolto da infrastrutture condivise quali i punti di interscambio del traffico dati (i cosiddetti Neutral Access
Point), punti in corrispondenza dei quali è possibile gestire in modo efficace la qualità del servizio nella gestione del traffico, fornendo così
la possibilità di realizzare link di contribuzione affidabili e versatili.
La necessaria strutturazione del processo
di sviluppo e produzione non è, però, di per
sé sufficiente ad assicurare che gli sforzi profusi possano essere ripagati. È possibile individuare un certo numero di condizioni e fat-
68
tori ambientali che richiedono uno stretto controllo per assicurare una buona riuscita del
progetto.
Consideriamo, a titolo di esempio, alcuni
aspetti più propriamente legati allo sviluppo e
gestione dei servizi.
Mettendosi nella prospettiva di chi opera nel
campo delle ICT, risulta forte la tentazione di
impadronirsi del mezzo televisivo per cercare
di omologarlo e sottometterlo agli stessi criteri di uso e gestione che governano, ad esempio,
le infrastrutture di rete e le applicazioni su di
esse sviluppate.
Questo tentativo, realizzato in sola forma
di irruzione dell’informatica nel modo della
televisione, non può che causare effetti
distruttivi, poiché le specificità che caratterizzano i due mondi diventerebbero differenze
inconciliabili.
Dal punto di vista opposto, invece, la prospettiva più attraente sembra essere costituita dal miracoloso effetto di moltiplicazione
degli spazi disponibili che può spingere l’operatore televisivo a chiudersi su se stesso,
adottando modelli di servizio dedicati a
comunità chiuse sulla falsariga di quanto accade in campo satellitare.
Purtroppo, sia nel primo che nel secondo
caso viene perso quanto di positivo il passaggio al digitale può offrire.
Proviamo ad analizzare alcuni degli aspetti caratterizzanti di questo fenomeno cercando di evidenziare come queste caratteristiche
permettono la realizzazione di servizi fino ad
ora impraticabili.
Abbiamo già accennato al fatto che la dote
rilevante che la televisione terrestre porta con
sé è la capacità di penetrazione capillare nel tessuto della società. Il vecchio adagio “un pc in
ogni casa” sembra materializzarsi improvvisamente traslitterato in “un set top box in ogni
casa”. Tale traduzione ha una corrispondenza
nella realtà solo a patto di individuare le corrette condizioni operative: è molto improbabile che questo possa significare accesso universale a servizi telematici “tout court” se questi
non vengono pensati ed integrati nel mondo
della televisione nel modo corretto.
Molto si è già scritto dell’inutilità/impossibilità di trasporto diretto dei servizi Internet sul
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
televisore e delle ragioni fondate sui differenti modelli di interazione ed usabilità. Vale la
pena, però, di soffermarsi su un ulteriore aspetto. Il mondo delle applicazioni telematiche, e
in particolare di quelle legate all’Internet, è per
certi versi insensibile alle distinzioni di tempo
e di luogo: “anytime, anywhere, on any device” (in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo,
su qualsiasi dispositivo) per citare uno slogan
o concetti più strettamente legati alla natura dei
sistemi di gestione e le architetture di erogazione e fruizione quali “high availability” o “always
on” sottintendono la disponibilità continua nel
tempo e nello spazio di un determinato servizio. Se questo è vero in senso infrastrutturale
anche per la televisione (inizio e fine quotidiani delle trasmissioni sono ormai ricordi di un
passato remoto), gli aspetti che ne caratterizzano la fruizione sono opposti: ogni evento è
pensato in funzione della sua collocazione temporale; esiste una corrispondenza quasi biunivoca tra fascia oraria di fruizione del servizio
e appartenenza ad un segmento della società
specifico e ben identificato (tale logica viene
solo parzialmente modificata dalla comparsa dei
canali tematici, che evidenziano il confinamento “spaziale” della fascia di utenza).
A questo si aggiunge un altro elemento di
forte caratterizzazione: la localizzazione del
segnale. Come già accennato, le reti telematiche sono pensate con il preciso scopo di rendere i servizi accessibili in qualsiasi posto esistano i mezzi per effettuare una connessione,
mentre il segnale televisivo è caratterizzato da
precisi vincoli di confinamento su una specifica area territoriale.
Marzo 2005
Anche in questo scenario, alcune applicazioni trovano un ambito di collocazione naturale: sono quelle strettamente collegate alla fruizione di uno specifico evento televisivo (televoto, partecipazione interattiva alle trasmissioni, statistiche ed informazioni nel corso di eventi sportivi,…) e per questo, però, poco hanno
a che fare con la convergenza con il mondo della telematica, rappresentando una semplice
estensione funzionale di un sistema già esistente. Altre, invece, hanno probabilmente bisogno
della caratterizzazione di uno spazio proprio (si
pensi, in modo particolare alle applicazioni di
T-government, e in modo speciale a quelle di
Enti locali) che ne renda possibile l’identificazione e l’accesso. L’identificazione di tale spazio richiede l’identificazione di un contesto
tematico nonché applicativo appropriati.
Al fine di preservare il valore dei servizi interattivi è, quindi, necessario affrontare il problema della corretta contestualizzazione e collocazione delle applicazioni: bisogna valutare a
quali condizioni chi fornisce il servizio applicativo può accettare l’associazione delle proprie applicazioni a contenuti audio e video che
non può controllare o validare. Dal punto di
vista della gestione applicativa, la moltiplicazione dei canali e la corrispondente moltiplicazione dei punti di accesso alle applicazioni
può diventare fonte di confusione per gli utenti: potrebbe diventare rapidamente necessario
lo sviluppo di strumenti che permettano di trovare e raggiungere in modo guidato il punto di
accesso a servizi specifici.
Il passo finale è la costruzione del rapporto con l’utente. Nuovamente si tratta di
costruire un rapporto basato sulla fiducia (con
attenzione particolare per le fasce di utenza che
non hanno dimestichezza con gli strumenti telematici e, quindi, potenzialmente più diffidenti), partendo dalla possibilità di garantire il
buon comportamento (assenza di malfunzionamenti e comportamenti maliziosi) delle
applicazioni. Ritorna nuovamente la necessità
di istituire Enti super partes che possano provvedere alla valutazione oggettiva della qualità
del prodotto.
GIOVANNI BALLOCCA
CSP- Innovazione nelle ICT
69
Scenari per la DTT
Scenari per la DTT
S
ono stati individuati già moltissimi scenari
per la TV digitale e molti altri vengono periodicamente definiti grazie alle nuove potenzialità offerte dai STB e alla sperimentazione condotta dai produttori di servizi. Non vanno trascurati, inoltre, quelli futuri e futuribili la cui
progettazione, spesso ora solo a livello ipotetico, è in continuo essere.
L’intersezione tra i vari scenari è forte (la
pubblicità, per esempio, è comune a molte
applicazioni) e non esiste mai una separazione netta tra essi.
È possibile immaginare vari possibili criteri
di classificazione delle applicazioni:
per tipologia (divertimento, informazione,
pubblica utilità, etc.);
per utilizzo del canale di ritorno (basso o assente, medio o ad alto utilizzo);
per livello di sicurezza richiesto (nessuna
autenticazione, autenticazione con login e password, con smartcard, crittografata, ecc);
per capacità di elaborazione richiesta (bassa,
media, alta).
70
Questa classificazione racchiude in sé molti scenari attualmente esistenti ma anche altri futuribili. Spesso un ostacolo alla realizzazione pratica di
un servizio considerato vincente è, però, rappresentato dalla tecnologia attuale dei decoder, ancora insufficiente a gestire applicazioni evolute.
PUBBLICITÀ. La pubblicità, soprattutto nell’ambito delle trasmissioni gratuite come quelle offerte dalla tv digitale, sembra essere l’applicazione più interessante per l’aspetto economico che è in grado di
veicolare. Si possono individuare molti scenari (n.d.r.
vedi i due articoli proposti), come quello della customizzazione di massa o quello della pubblicità interattiva in grado di consentire acquisti in diretta.
EPG. L’EPG è una guida elettronica che consente di visualizzare informazioni dettagliate su ciascun
programma trasmesso: è possibile, ad esempio, ottenere la trama e gli interpreti di un film, visualizzare l’elenco dei programmi trasmessi da ciascun canale ad una data ora della giornata, ecc. L’EPG può
essere basato su un motore di ricerca, un interessante scenario con forti analogie con il web.
Attraverso una prima analisi sono stati individuati 12 raggruppamenti ognuno suddiviso
ulteriormente in sotto categorie: pubblicità,
EPG, VOD (Video On Demand), divertimento, musica interattiva, programmi educativi, quiz,
news interattive, sport interattivo, trasporti, economia, pubblica utilità.
VOD. Il Video On Demand rappresenta la concreta possibilità di trasformare la propria televisione in un comodo e sicuro sistema di noleggio
film. Il VOD fa parte della sezione intrattenimento, ma merita senz’altro un paragrafo a parte per
le possibili implicazioni, soprattutto di carattere economico, che potrebbe generare.
Esempio di una EPG.
DIVERTIMENTO. L’intrattenimento potrebbe rappresentare un’altra applicazione chiave per la diffusione della tv digitale e i giochi occupano in questo ambito sicuramente una posizione predominante. I giochi possono essere di tantissimi generi (azione, strategia, puzzle, …) e fruibili da soli
o in gruppo, in modalità competitiva o collaborativa. I giochi in gruppo risultano essere i più
appetibili e coinvolgenti e, probabilmente, quelli su cui basare maggiormente ipotesi di business. I giochi collegati alle trasmissioni possono prevedere la messa in onda, durante lo spettacolo, del nome del giocatore interattivo che è
risultato essere il migliore fornendo, in questo
modo, uno sprone alla partecipazione.
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Programmi educativi per bambini.
MUSICA INTERATTIVA. Seppur la musica interattiva possa essere vista come una sotto sezione del più generico cluster del divertimento
si è preferito riservare all’argomento una
apposita sezione per evidenziarne le potenzialità offerte. Il fenomeno dell’acquisto di
musica da internet, o di suonerie per il cellulare, potrebbe essere proficuamente replicato anche nel caso della tv digitale. La musica acquistata potrebbe essere scaricata direttamente nel STB, nei modelli più evoluti dotati di HD, o ricevuta sul supporto scelto (CD,
DVD, ecc…) per posta e pagata attraverso
carte di credito o prepagate.
PROGRAMMI EDUCATIVI. Questo settore è particolarmente interessante grazie, soprattutto,
alla presenza di servizi come il t-learning,
naturale evoluzione dell’e-learning sul digitale terrestre. La futura evoluzione di questa
applicazione sembra promettente sia per le
tematiche toccate (formazione a distanza e a
basso costo) sia per la capillarità della diffusione (quella televisiva).
QUIZ. I quiz rappresentano una categoria di
servizi piuttosto diffusa sul digitale terrestre,
essendo quella di più facile implementazione
e in grado di riscuotere alti gradimenti. In genere sono associati alle trasmissioni televisive a
cui fanno riferimento e resi disponibili durante la loro messa in onda, oppure sempre attivi. Possono essere gratuiti o a pagamento e
invogliare il giocatore attraverso premi o segnalazione in trasmissione.
Marzo 2005
NEWS INTERATTIVE. È questa una categoria molto interessante per l’aspetto sociale e informativo che la caratterizza. Le news possono essere trasmesse in apposite applicazioni a sé stanti (Super
Televideo) o come inserti all’interno di trasmissioni apposite (RaiNews24). Applicazioni trainanti potrebbero riguardare le previsioni meteo (con
la possibilità di selezionare la regione/città di interesse) o gli avvisi di emergenza interattivi in grado di sovrapporsi automaticamente alla trasmissione qualora se ne presentasse il bisogno.
SPORT INTERATTIVO. Si tratta di servizi a cavallo tra quelli delle news interattive e del divertimento. Applicazioni interessanti sono:
Controllo sull’inquadratura: grazie alla
quale scegliere la visuale preferita;
FantaCalcio: applicazione per giocare con
squadre virtuali con punteggi basati sui
risultati reali delle partite;
T-commerce: per acquistare i gadget relativi alle varie squadre.
Fantacalcio.
71
Card in the box. Un’opportunità per le smart card
ECONOMIA. Si tratta, questo, di un settore chiave per il ritorno economico degli attori della tv
digitale. In questo cluster si concentrano applicazioni riguardanti:
l’home shopping, per l’acquisto da casa di
prodotti;
l’home banking, per la consultazione del proprio conto corrente e per permettere alcune operazioni base;
le aste, gestite da un centro servizi che raccolga le varie offerte degli t-utenti per l’acquisto di
un prodotto;
le scommesse e i casinò virtuali.
Trasporti
TRASPORTI. Un’applicazione che dia informazioni sui trasporti può essere di notevole interesse per
moltissimi utenti della tv digitale. Si possono immaginare scenari relativi alla situazione dei voli e dei
treni (avvisi su possibili ritardi, controllo degli orari effettivi di partenza e arrivo) o sulla viabilità di
strade e autostrade.
PUBBLICA UTILITÀ. Alcuni servizi di pubblica utilità sono stati già individuati nella classificazione ora
vista. La situazione del traffico, le previsioni meteorologiche e le notizie ne sono alcuni esempi. Per
il mercato italiano è opportuno, però, evidenziarne altri che rientrino più specificatamente nella categoria della pubblica utilità: sono i servizi di t-government. In questo ambito sono molte le attività già
avviate e i bandi FUB e CNIPA daranno impulso
a nuovi servizi. I campi più promettenti sono i servizi postali, le pratiche amministrative, la t-medicina, i servizi universitari, le pratiche automobilistiche, i servizi comunali e sanitari. La possibilità, poi,
di poter usare le future carte di identità elettroniche, così da snellire i processi di autenticazione e
compilazione di moduli e, soprattutto, aumentare la sicurezza nel trattamento dei dati personali,
costituisce un’evoluzione futura molto interessante e dalle implicazioni ancora tutte da scoprire.
RAFFAELE NICOLUSSI
Fondazione Ugo Bordoni
Card in the box. Un’opportunità per le smart card
Q
uando nel 1997 Tele+ introdusse il
GoldBox in Italia, ci fu un grande fermento intorno al secondo slot per la lettura delle smart card aggiunto al box.
Questo accadeva all’inizio del periodo
“caldo” di quella che fu poi considerata la
72
bolla di Internet e in cui qualunque cosa
cominciasse con il prefisso “e”, o che permettesse transazioni basate su Internet, era
considerato una grossa possibilità di business, se non addirittura un passo in avanti
per tutto un paese.
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Numerose furono le proposte di joint ventures: le banche volevano vendere pizze da
consegnare a domicilio, le compagnie di assicurazioni volevano offrire le scommesse,
imprenditori indipendenti volevano vendere qualunque cosa: dalle auto, alle case, alle
magliette. Ma quelli erano gli anni di Internet e, come sappiamo, ben poco venne fuori da tutte queste attività e proposte.
A quel tempo, dal punto di vista della
compagnia madre, la francese Canal+,
quella era innanzitutto una scelta ovvia dal
punto di vista industriale, Si era verificata
la necessità (per ragioni di pirateria) di rimpiazzare i vecchi Set Top Box: utilizzare lo
stesso modello usato in Francia era la soluzione più semplice ed economica.
In Francia, uno dei paesi dove è nato il
concetto di smart card (vedi cronologia), l’uso delle smart card ha sempre avuto un forte supporto. Per un operatore televisivo
come Canal+, con l’introduzione della televisione digitale satellitare, il passaggio da un
modulo di sicurezza rimovibile di formato
proprietario (somigliava ad una chiave), il
passaggio ad un formato standard di smart
card, l’incorporazione della possibilità di
usare una carta di pagamento con il terminale, sono stati tutti passi ovvii e naturali.
Comunque i negoziati con il Groupement Carte Bancarie, l’entità che gestisce il
sistema di pagamento con le smart card in
Francia, avevano portato a certificazioni
limitate dei terminali e quindi a diritti d’uso limitati. Solo le transazioni connesse al
core business di Canal+ erano autorizzate:
pagamento di programmi PPV (pay per
view), acquisto di home video e biglietti per
le partite di calcio, etc. Nella metà degli anni
‘90, le smart card erano principalmente
associate ai telefoni (pubblici e cellulari) ed
alle banche.
Oggi, nel 2005, con l’arrivo della televisione digitale terrestre e del box interattivo (come definito da DGTVi, vedere
www.dgtvi.it) ci troviamo in una situazione molto diversa. I ricevitori digitali sono
molto più avanzati. In Italia l’utilizzo delle smart card si sta rapidamente diffondendo; dalle carte bancarie alle carte sanitarie,
Marzo 2005
dai pagamenti autostradali alla carta d’identità elettronica, dai programmi di fedeltà alle
carte d’abbonamento per i trasporti pubblici: voi stessi avete probabilmente, nel
vostro portafoglio, diverse smart card di
questo tipo.
Il ricevitore della televisione digitale non
ha più due slot per le smart card, ma un singolo slot multifunzionale. Inizialmente è stato previsto per servizi di T-governement, ma
ora è utilizzato per carte prepagate che permettono all’utente di comprare partite di
calcio secondo il modello PPV.
Questi lettori sono però completamente flessibili, e stanno così diventando i primi lettori di smart card di massa. Sebbene
possa sembrare strano, le smart card stanno diventando sempre più popolari, mentre i lettori sono ancora confinati ad un
ambito professionale, ciò limita i potenziali benefici derivanti dal loro uso diffuso.
Per capire perché questo è importante,
è utile ricordare quali sono le principali funzioni di una smart card:
• identificazione sicura con capacità di
autenticazione, e (alcune) informazioni sul
titolare;
• memorizzazione sicura di dati elettronici (ad esempio disponibilità finanziaria,
diritti di visione, file medici, bonus o punti fedeltà acquisiti, ecc.).
Affinché una carta sia utile ha bisogno
di una infrastruttura per essere letta. Se parliamo solo d’identificazione, i lettori presenti negli ambienti professionali possono essere sufficienti: questo è l’utilizzo principale
nelle applicazioni bancarie. Ma quando una
carta diventa un sistema sicuro e flessibile
di memorizzazione, allora è necessario che
gli utenti siano almeno in grado di verificare e controllare il contenuto dei loro file
elettronici: nella Pay TV è possibile verificare i diritti acquisiti, nei telefoni cellulari
è possibile leggere i numeri telefonici
memorizzati sulla carta. In questi due casi,
il lettore è un prodotto di consumo largamente utilizzato, non un prodotto limitato
ad ambienti professionali. Ancora meglio se
l’utente può manipolare direttamente la sua
cartella elettronica (scrivere, modificarne il
73
Card in the box. Un’opportunità per le smart card
contenuto). Un altro punto di forza è dato
dalla capacità addizionale, da parte dell’utente, di eseguire transazioni a distanza,
basate sull’identità e su quanto memorizzato nella smart card.
Ma il beneficio di un lettore domestico
non è dipendente dalla possibilità di stabilire una connessione a distanza attraverso
un modem, anche se questo è indubbiamente un vantaggio.
L’assenza della semplice possibilità di
verificare i contenuti del proprio borsellino elettronico è stato certamente uno dei
motivi principali di fallimento dei vari test
della moneta elettronica.
Fino ad oggi leggere una smart card a
casa richiedeva le seguenti azioni:
procurarsi un personal computer (se non
ne avevi già uno);
procurarsi un lettore esterno (a costi non
esorbitanti);
farli lavorare insieme (e non sempre era
una cosa facile).
Il nuovo paradigma della TV digitale terrestre, con la possibilità di un’ampia
disponibilità di lettori di smart card multifunzione, sicuri, come quelli sui Set Top
Box, apre nuove strade. E se il T-government è stata l’idea trainante, le possibilità
commerciali derivanti dalla diffusione dei
lettori hanno reso il tutto ancora più interessante.
Si possono immediatamente immaginare servizi collegati ai programmi TV, ma
sicuramente questa non è l’unica possibilità. La compagnia francese TV Card sta
proponendo un programma di fedeltà per
il telespettatore: più si guarda uno specifico canale, più punti fedeltà si accumulano. Questo naturalmente può essere applicato a vari segmenti della programmazione televisiva, inclusa la pubblicità: attraverso una smart card collegata con lo specifico venditore, si accumulerà in proporzione il diritto allo sconto nei suoi negozi,
guardando le pubblicità o i programmi da
questo sponsorizzati, etc. Un’altra possibilità è quella di spendere punti fedeltà
acquistando programmi PPV. Altro esem-
74
pio è costituito dalle smart card dedicate
alle scommesse, collegate a programmi
sportivi.
La maggiore innovazione potrebbe
venire da un uso non connesso alla TV. Per
esempio, le smart card possono essere utili strumenti per le Università nell’ottimizzazione della gestione amministrativa e nel
miglioramento del servizio agli studenti.
Nel 2001 la Robert Huber Associates
(società americana di consulenza) ha stilato una lista di 100 potenziali usi in ambito universitario.
Nella maggior parte dei casi la facilità
d’accesso ai dati, da parte dell’utente titolare della smart card, ne amplifica l’utilità: avere la possibilità di verificare comodamente a casa propria la data di restituzione di un libro, piuttosto che scoprire
direttamente in biblioteca il ritardo e la
conseguente multa…
La grande diffusione dei lettori offre
vantaggi in particolare ai programmi fedeltà: consentendo agli utenti di verificare
l’ammontare dei punti accumulati, se ne
stimola l’uso. Tutto ciò diventa ancora più
comodo se il programma fedeltà è relativo ad un’associazione di produttori e fornitori di servizi, di cui almeno uno “inevitabile”(che si deve usare ogni giorno o quasi), come una società di trasporti: i punti
accumulati ogni giorno e la possibilità di
poter verificare quotidianamente il loro
ammontare, avranno un effetto positivo
sull’uso della carta.
Nel 1999, Olivier Piou, vice presidente
Smart Card Products della Schlumberger,
predisse: “Il ventunesimo secolo c’introdurrà nell’era digitale e le smart card costituiranno la chiave per accedere a tutti i vantaggi. (…) Le smart card sono la soluzione e, nei prossimi venti anni, ogni persona
sul pianeta userà questa tecnologia.”
L’ingresso della TV digitale terrestre in
tutte le case, con i suoi Set Top Box interattivi avanzati e i lettori di smart card, è
in procinto di divenire il più grande contributo alla realizzazione di questa visione.
ERIK LAMBERT
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Smart Card in date
1970 In Giappone, Kunitaka Arimura
ottiene il primo e unico brevetto sul concetto di smart card.
1974 In Francia, Roland Moreno ottiene
il brevetto originale per la card IC, detta
poi smart card.
1977 Tre aziende (Bull CP8, SGS Thomson, e Schlumberger) iniziano a produrre carte IC.
1979 La Motorola sviluppa il primo minicontroller sicuro, in un singolo chip, da utilizzare nel sistema bancario francese.
1982 In Francia avviene il primo test sul
campo di carte telefoniche, che è il primo test rilevante nel mondo per le carte IC.
1984 Test sul campo delle carte bancarie ATM con chip incorporato (bancomat)
condotto con successo.
1987 Primo uso su larga scala di applicazioni con smart card negli Stati Uniti d’America, con la Peanut Marketing Card, per
il Dipartimento dell’Agricoltura.
1992 In Danimarca parte un progetto
nazionale (DANMONT) di carte prepagate (borsellino elettronico).
1993 Test sul campo di una smart card
multifunzione a Rennes, Francia, dove la
funzionalità Telecarte (per i telefoni pubblici) fu abilitata attraverso la smart card
bancaria.
1994 Europay, MasterCard, e Visa
(EMV) pubblicano congiuntamente le
Marzo 2005
specifiche per carte bancarie basate su
microchip (smart card). La Germania
comincia ad emettere 80 milioni di carte basate su chip sotto forma di carte
sanitarie nazionali.
1995 In tutto il mondo più di 3 milioni
d’abbonati ai telefoni mobili digitali compiono e fatturano chiamate usando le
smart card. Le prime 40.000 carte multifunzione, le MARC, sono emesse dal
Corpo dei Marines degli Stati Uniti, nelle basi delle Hawaii.
1995 Più di 1.5 milioni di carte VISACash
sono emesse durante le Olimpiadi di
Atlanta.
1998 La Francia inizia un programma
pilota per introdurre le smart card nella
sanità per i suoi 50 milioni di cittadini.
2000 Ci sono decine milioni di possessori di smart card in tutto il mondo. Le
carte funzionano in più di 90 paesi, principalmente in Europa e nell’Estremo
Oriente, processando transazioni punto-punto, gestendo informazioni, assicurando meccanismi di protezione e
sicurezza.
2004 L’Italia lancia la televisione digitale terrestre e intraprende, quasi casualmente, il più grande programma di diffusione di lettori universali di smart card
al mondo.
Adattato da “Re-engineering Educational Institutions through Smart Cards” di
Lavanya Rastogi e Pranabjyoti Das,
Dehli Business Review, Vol.3, No.1, JanJune, 2002
75
La pubblicità interattiva sulla tv digitale
La pubblicità interattiva sulla TV digitale
L
a pubblicità interattiva rappresenta il passaggio dallo spot lineare (notorietà della marca)
allo spot interattivo, ovvero una comunicazione
commerciale televisiva che richiede la reazione del
telespettatore attraverso il telecomando.
I telespettatori con l’avvento dell’interactive
advertisingpotranno essere più attivamente
coinvolti con il prodotto, il servizio, il brand proposto. La pubblicità interattiva coniugherà le
caratteristiche della pubblicità tradizionale
comunicanti i valori del brand con quelle del
direct marketing, con l’obiettivo di creare un
rapporto con il consumatore.
Il passaggio alla televisione digitale, e in particolare al digitale terrestre, rappresenterà quindi un
paradigm shift per la pubblicità: in questo contesto i vari broadcaster potranno creare ambienti di
brand-building di riferimento per gli inserzionisti
pubblicitari. I canali televisivi in digitale avranno
l’occasione di aumentare l’efficacia e la flessibilità
della pubblicità televisiva nel pieno rispetto della
propria mission: l’interactive advertising non
dovrà essere solo remunerativa, ma anche intelligente, innovativa e di intrattenimento.
I principali player coinvolti nel mondo della pubblicità interattiva sono:
BROADCASTER. Avranno il compito di sviluppare due elementi chiave della pubblicità interattiva: permettere ai consumatori interessati ad un
certo brand di ottenere maggiori informazioni
e fare in modo che l’interactive advertising
aggiunga valore e fornisca servizi agli utenti. La
pubblicità interattiva per affermarsi dovrà
infatti essere in grado di fornire intrattenimento e divertimento aggiuntivo, offrendo informazioni personalizzate ai consumatori.
ADVERTISER. La pubblicità interattiva offrirà
nuove opportunità agli inserzionisti e consentirà una comunicazione bidirezionale tra spettatore e advertiser. Le applicazioni di interactive advertising saranno in grado di accrescere la
“brand awareness” e l’“advertising awareness”, creando una propensione all’acquisto più
forte di quella generata dai classici spot televisivi. Gli inserzionisti pubblicitari avranno l’opportunità di usare le loro campagne televisive
in modo più dinamico e coinvolgente rispetto
a prima. Ogni advertiser consentirà agli utenti
76
di richiedere una brochure, ricevere un campione, ottenere il “call-back”, o avere un’esperienza di brand prolungata.
PUBBLICO. L’interactive advertising consentirà
al pubblico televisivo di interagire con i contenuti pubblicitari: l’interattività è vista dal pubblico come un modo facile e conveniente per
ricevere più informazioni. In genere i telespettatori sono più propensi ad una interazione di
breve durata: questa tipo di attenzione viene
chiamata “lazy interactivity”.
La pubblicità interattiva offre quindi la possibilità di instaurare un contatto diretto con il
target, per meglio conoscerne i bisogni e per
rispondervi in maniera precisa e veloce.
L’interactive advertising è in grado di trasformare una pubblicità di 30” in 3’ di interazione con
il brand, e inoltre genera vantaggio competitivo
rispetto ai prodotti o ai marchi concorrenti.
Gli ambienti di pubblicità interattiva possono essere usati oltre che per fornire informazioni (testo e immagini) sui prodotti, anche per altre
finalità avanzate:
- richiedere una brochure o una demo in DVD
- attività di sampling
- richiedere di essere richiamati al telefono (callback)
- partecipare ad un quiz o ad un gioco
- rispondere a delle domande o esprimere la propria opinione.
La definizione dei format
Il format di una pubblicità interattiva dipende dal
tipo di inserzionista, dal brand, dagli obiettivi della campagna e dal prodotto offerto. I format principali di Interactive advertising sono quattro: DAL,
Mini-DAL, Microsites, Impulse Response (fonte:
Interactive advertising research sett. 2004 – ids UK),
a cui si aggiunge la Splash Page non interattiva.
Il Dedicated Advertiser Location (DAL) è
un’area interattiva dedicata completamente
all’inserzionista: l’advertiser in questo format
può presentare prodotti, servizi, promozioni con
l’aiuto di testi, immagini e video accessibili senza l’uso del canale di ritorno. Il DAL è quindi
uno spazio pubblicitario, in genere senza flus-
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
so video e ricco di contenuti, che sfrutta le funzionalità interattive e lascia gli utenti immersi nelle informazioni dell’inserzionista. Per tale ragione questo format è usato più per la promozione del brand che per l’attività di response.
Il telespettatore potrà navigare in questo
ambiente pubblicitario attraverso un menù principale, i tasti colorati e i numeri del telecomando. Il Mini-DAL è una versione ridotta del DAL:
è strutturato con poche pagine di testo, grafica e
immagini. L’obiettivo è sempre quello di evidenziare il brand, promuovere i prodotti e raccogliere dati del target. Anche in questo format il flusso video non è presente e il menù di navigazione
è meno ampio rispetto a quello di un DAL.
Il Microsite è un ambiente interattivo nel quale il flusso tv è ridotto ad un quarto di schermo.
È usato per offrire brevi informazioni (in genere due pagine), per raccogliere i dati dei telespettatori (attraverso l’uso del canale di ritorno), per
il call-back e per la promozione del brand. Questo format è una via di mezzo tra la ricerca di stimolo all’azione e l’affermazione del brand.
L’Impulse Response è un formato di spot interattivo semplice, che permette ai telespettatori di
interagire attraverso un overlay sullo schermo.
Anche in questo ambiente di interactive advertising gli spettatori possono richiedere una brochure, un campione o informazioni, oppure hanno
la possibilità di richiedere il “call-back”.
Il vantaggio di questo formato è che permette agli inserzionisti di arricchire il proprio spot televisivo tradizionale: l’interfaccia infatti si articola
su un overlay poco invasivo. L’Impulse Response è adatto per campagne di direct marketing, permette di acquisire i dati sui contatti-utente e può
ospitare semplici quiz o sondaggi. La navigazione sarà molto semplice e immediata attraverso l’uso dei tasti colorati del telecomando.
La Splash Page è un “intermezzo” di pochi
secondi rispetto al caricamento di una applicazione interattiva. La Splash Page conterrà esclusivamente un’immagine pubblicitaria. Non prevede
interazione da parte del telespettatore e rappresenta una sorta di sponsorizzazione dell’applicazione che si sta caricando o di una sezione di essa.
L’inserzionista potrà inserire la Splash Page all’ingresso dell’applicazione per raggiungere tutti gli
utenti o potrà posizionarla esclusivamente in una
sezione di specifico interesse del proprio target.
Marzo 2005
I Punti di accesso
I telespettatori potranno accedere agli applicativi
di pubblicità interattiva attraverso tre “strade”
differenti: inside the broadcast stream, standalone interactive area, applicazioni interattive.
INSIDE THE BROADCAST STREAM. Nel corso del
break pubblicitario sullo schermo appare un
“alert” (es. «premi il tasto OK o il tasto giallo»)
accompagnato da un brand: il telespettatore
schiacciando il tasto indicato potrà entrare nell’ambiente di interactive advertisingcorrelato allo
spot che sta vedendo in quel momento. Sia per
gli spot da 30” che per le Telepromozioni da
120” si potrà adottare uno dei quattro format
proposti con gli opportuni adattamenti rispetto al tipo di inserzionista, al brand, agli obiettivi della campagna e al prodotto offerto. In
genere comunque per gli spot si adotta l’Impulse Remote, mentre per le Telepromozioni i
Microsites.
STAND-ALONE INTERACTIVE AREA. Il telespettatore mentre sta guardando un programma o
durante un break pubblicitario può accedere
premendo il tasto rosso al layer degli applicativi interattivi del canale selezionato. L’utente avrà
così la possibilità di entrare, oltre che nei vari
applicativi interattivi del brodcaster, in alcuni
ambienti di interactive advertising presenti nel
layer. Questi applicativi dedicati alla pubblicità potranno essere dei DAL, dei Mini-DAL o
dei Microsites. È possibile arricchire il DAL o
il Mini-DAL con un video aggiuntivo o con lo
spot del prodotto, fruibile senza l’uso del canale di ritorno.
APPLICAZIONI INTERATTIVE. All’interno delle
varie applicazioni interattive di un canale tv vi
potranno essere dei “directional banners” dedicati ai vari advertiser: il formato degli ambienti di advertising potrà essere DAL, Mini-DAL
o Microsite. L’avvento della pubblicità interattiva sulla tv digitale rappresenterà insomma
un’occasione importante per sperimentare
forme di comunicazione avanzate, nuovi linguaggi ma anche nuovi approcci creativi: una
rivoluzione che cambierà in modo radicale il
modo di fare pubblicità all’interno dei palinsesti televisivi.
DANILO PARRAVANO
My-Tv
77
Modelli di business per l’emittenza locale nella DTT
Modelli di business per l’emittenza
locale nella DTT
A
d oggi, le caratteristiche essenziali della Tv
digitale terrestre su cui può basarsi la sostenibilità economica del processo innovativo per le
emittenti, e la costruzione dei modelli di business,
riguardano tre aspetti principali: la multicanalità,
l’interattività e i cosiddetti contenuti premium,
ovvero la Pay per View.
Per le Tv locali, spesso, l’aumento della
disponibilità di banda, e quindi di canali di trasmissione, non appare come un vantaggio evidente, dal momento che, di solito, non sussiste un bisogno intrinseco di ampliare la programmazione.
L’interattività, a sua volta, specialmente se non limitata ad alcuni servizi poco sofisticati, rappresenta ancora un’incognita, e comunque richiede l’impiego di risorse aggiuntive ed esterne, in termini
economici e materiali, rispetto al modello consolidato dell’impresa. La vendita di contenuti premium, infine, può rappresentare un terreno percorribile, ma solo nel momento in cui si crei quella base di utenti in grado di riceverli ed interessata a farlo, e che pertanto giustifichi i costi di produzione e di criptaggio degli stessi, nonché della
realizzazione del sistema di vendita. Le emittenti locali, pertanto, appaiono spesso ancora perplesse di fronte all’opportunità di investire nella nuova tecnologia, se non per le strette necessità connesse al mantenimento della licenza, dal momento che il loro asset fondamentale è comunque proprio la frequenza di cui sono titolari.
Nell’intento di iniziare un percorso volto ad
identificare i differenti modelli di business che si
possono prospettare nelle direzioni sopra dette,
e per valutarne la sostenibilità economica in base
a realistiche ipotesi di costo e di ricavo, derivate
da contatti con aziende del settore, si è cominciato con l’esaminare due passi iniziali per lo sviluppo della DTT da parte delle emittenti locali: l’adeguamento degli impianti e l’eventuale offerta
aggiuntiva di servizi informativi senza canale di
ritorno (il cosiddetto “supertelevideo”).
Si sottolinea che i valori di costo stimati si riferiscono ad un mercato non consolidato, in cui cioè
la domanda e l’offerta sono ancora molto variabili, e con esse i prezzi dei prodotti/servizi scam-
78
biati. In definitiva è possibile che in una situazione di maggiore equilibrio, più avanti nel tempo,
tali valori siano anche sensibilmente più bassi di
quelli qui presentati. L’esercizio è stato condotto
nell’ipotesi di un’emittente a copertura pluri-provinciale. Sono stati considerati, inoltre, i soli costi
incrementali rispetto a quelli sostenuti con la trasmissione in analogico.
Nel caso di semplice ri-programmazione in
digitale del palinsesto trasmesso in analogico le voci
relative riguardano, essenzialmente, l’adeguamento degli impianti e degli apparati di trasmissione: encoder MPEG, multiplexer, hardware e
software per il Network Management, il ponte
radio digitale completo di parabole e accessori di
installazione, il trasmettitore DVB-T e il sistema
d’antenna.
Se l’emittente, oltre a provvedere all’adeguamento dei propri impianti, intende fornire su di
essi anche dei semplici servizi informativi, i costi
incrementali, oltre a quelli precedenti, riguarderanno il progetto del servizio nonché la dotazione di apparati hw e sw specifici per la realizzazione dei servizi informativi (principalmente object
carousel e applicativo).
Si noti che il valore massimo considerato per
tali investimenti, riportato nella tabella allegata,
offre anche la possibilità di gestire, se pur in forma limitata, alcuni servizi a interattività remota,
non previsti in questo schema di offerta, ma i cui
costi “infrastrutturali” possono essere iniziati ad
ammortizzare già attraverso servizi più semplici.
Come riportato in dettaglio nella tabella, l’incremento complessivo di costo stimato nel caso
di un’emittente a copertura pluri-provinciale risulta compreso nella fascia 95.000 – 175.000 €/anno
per la semplice riprogrammazione in digitale, e
70.000 – 135.000 €/anno per il supertelevideo. I
costi degli impianti possono essere stati, in molti
casi, parzialmente finanziati dai contributi statali derivanti dalla Legge 57/2001 (fino ad un massimo dell’80%), tuttavia gli introiti da tali contributi non sono stati qui calcolati, per considerare
il caso più sfavorevole.
A fronte di tali costi si considerano possibili
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
incrementi nei ricavi da pubblicità, sia di tipo tradizionale, costituita da spot o televendite, ovvero, nel caso del supertelevideo, del tipo di quella presente su Internet, rappresentata da banner
associati alle pagine informative, eventualmente
“apribili” a richiesta, per approfondimenti, tramite i tasti colorati del telecomando. I valori considerati per i ricavi sono i seguenti: nel caso di pubblicità tabellare, circa 50 € per uno spot di 30
secondi; circa 10 €/minuto nel caso di televendite; nel caso di pubblicità associata a servizi informativi (banner), si può prendere come riferimento il costo medio della pubblicità su Internet, pari
a circa 2.000-3.000 €/anno. Per i ricavi pubblicitari è bene sottolineare che, in alcune aree del
Paese, si possono raggiungere cifre più elevate.
I calcoli sono stati eseguiti sommando, semplicemente, le voci di costo e di ricavo individuate
nei vari casi. Ne risulta che, nel caso della semplice riprogrammazione dell’offerta analogica in digitale, per coprire i costi del solo adeguamento degli
impianti e degli apparati, nonché la loro gestione
e manutenzione, è sufficiente incrementare di un
numero compreso fra 6 e 10 gli spot giornalieri (di
30 secondi ciascuno) o di 30-50 minuti al giorno
le televendite. Per coprire anche i costi dei servizi informativi, attraverso pubblicità del tipo
“banner”, occorre trovare dai 40 ai 70 clienti per
ogni anno di programmazione.
Per coprire i costi complessivi, naturalmente, si può puntare a varie combinazioni dei ricavi sopra detti.
I valori di incremento della raccolta pubblicitaria richiesti, nel caso di spot e televendite, appaiono generalmente accettabili e, comunque compatibili con i limiti, peraltro aumentati, imposti dalla legge di riassetto del sistema televisivo. Nel caso
di pubblicità a banner il numero di clienti richiesto può apparire più critico; come a dire che le
nuove forme di ricavo introdotte dall’offerta dei
servizi informativi non sembrano sufficienti a
coprirne i costi. Tuttavia questa innovazione presenta un valore non quantificato, sia per l’attrattività che può rivestire verso gli utenti, e quindi
in termini di possibile incremento indotto (dall’ampliamento di ascolti) nella vendita di spazi pubblicitari, sia per il fatto di aprire la strada a quelle che saranno le nuove forme di servizio e di pubblicità interattiva della televisione digitale terrestre,
consentendo all’utente di familiarizzare con l’ana-
Marzo 2005
logo del “click through” per gli utenti di Internet
(l’approfondimento sui banner), ed al fornitore di
sperimentare un’offerta di servizi che può diventare via via più diversificata.
Il passo successivo, infatti, potrebbe essere quello di inserire un livello minimo di interattività remota, legata, ad esempio, proprio alla pubblicità interattiva, che permette, tra le altre cose, di raccogliere periodicamente le informazioni relative alle
richieste, che possono essere rivendute agli inserzionisti; oppure giochi non sincronizzati al palinsesto. Si tratta di servizi che non richiedono particolari livelli di sicurezza e che non sono destinati a generare elevati picchi di traffico rimanendo,
quindi, abbastanza semplici da implementare.
Inoltre, come accennato precedentemente, il
passaggio dall’analogico al digitale, per un operatore titolare della frequenza, potrebbe determinare una disponibilità di banda notevolmente maggiore di quella necessaria. Tale banda, se non necessaria all’emittente, può essere affittata a chi, invece, ne sia interessato, sia che si tratti di un’altra
emittente che voglia operare su quella zona (affitto di un canale), sia che si tratti di privati, che
vogliano utilizzarla, a scopi personali ed occasionali, per nuove forme di comunicazione, per brevi periodi di tempo prefissato (affitto di porzioni
di programmazione), generando così ulteriori ricavi senza particolari costi aggiuntivi. L’innovazione tecnologica rappresentata dal passaggio completo al digitale per le trasmissioni televisive potrà
avere comunque altre positive ricadute, in termini di sviluppo di nuovi servizi, creazione o ampliamento dei mercati, in alcuni casi soprattutto per
le emittenti locali.
Lo studio qui presentato ha avuto il solo scopo di discutere, sulla base di stime ed in termini
molto semplificati, la sostenibilità economica della semplice transizione alla televisione digitale terrestre e dell’avvio dei primi servizi, per le emittenti locali, prendendo in esame il caso di un’emittente a copertura pluri-provinciale. Le ipotesi, come
detto, sono legate all’attuale scenario di mercato.
E’ intenzione degli autori proseguire l’analisi iniziata, dettagliando ciascuno dei suddetti modelli
di business, per valutarne indicativamente la redditività sulla base di stime ed ipotesi realistiche.
ISABELLA MARIA PALOMBINI
E
SABRINA CIOFFI
Fondazione Ugo Bordoni
79
Modelli di business per l’emittenza locale nella DTT
Tabella esemplificativa dei costi e dei ricavi per modelli di business basati su
Ri-programmazione in digitale e Supertelevideo, per un’emittente locale
a copertura pluri-provinciale
COSTI INCREMENTALI
Adeguamento
impianti
Dotazione
apparati Hw e Sw
Riprogrammazione
in digitale dell’offerta
esistente
Offerta aggiuntiva
di Supertelevideo
Valore Acquisto (€)
Valore Annuale (€)
Valore Annuale (€)
600.000–800.000
(amm.to in 10 anni)
60.000–80.000
20.000–100.000
(amm.to in 3-5 anni)
7.000–20.000
50.000–150.000
(amm.to in 5 anni)
10.000–30.000
Manutenzione Hw e Sw
4.000–20.000
(20 % dei costi di acquisto)
10.000–30.000
(20 % dei costi di acquisto)
Gestione
della piattaforma
10.000–20.000
(1-3 unità)
10.000–20.000
(1-3 unità)
Progetto e realizzazione
del servizio
50.000
(amm.to in 5 anni)
10.000
Gestione del servizio
15.000
Rischi
10.000–20.000
10.000–20.000
Costi al netto degli oneri
90.000–160.000
65.000–125.000
Oneri (5-8%)
5.000–13.000
4.000–10.000
Costi Totali annuali
95.000–175.000
70.000–135.000
Costi per offerta complessiva
165.000 – 310.000
RICAVI
80
Pubblicità tabellare
Televendite
Banner
Ricavo medio
(i valori possono
differire secondo l’area
geografica considerata)
50 €
(spot di 30 secondi)
10 €
(al minuto)
2000 €
/ cliente (anno)
Incremento pubblicitario
necessario
2.000–3.500
spot/anno (6–10 spot/giorno)
30–50 minuti
giornalieri
40/70 clienti annuali
Incremento di ricavo
(€/anno)
100.000–175.000
110.000–180.000
80.000–140.000
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
L’interfaccia della TV digitale terrestre
N
el bene o nel male una caratteristica della TV fino ad oggi è stata l’uguaglianza: tutti gli utenti sono uguali di fronte alla TV. Non
ci sono differenze economiche o culturali, non
c’è gap generazionale, nessuno è escluso: tutti sanno accendere il televisore e cambiare canale, le uniche operazioni richieste dalla semplice interfaccia della vecchia TV analogica. Questo grazie al fatto che non è interattiva e che
quindi ci consente di stare passivamente
sdraiati sul divano a vedere i programmi proposti dai vari canali e a passare da un canale
all’altro.
Come cambieranno le cose con la TV digitale terrestre che invece è interattiva e con la quale potremo non solo vedere una trasmissione ma
anche giocare, approfondire argomenti, accedere al nostro conto corrente ecc.? Non è che c’è
il rischio che l’uguaglianza della vecchia TV analogica sparisca? Non è che succederà come col
PC e con Internet che molti utenti ne verranno
esclusi per quel digital divide che si allarga sempre più? Cosa bisogna fare per non escludere
nessun potenziale utente della TV digitale compresi gli anziani, i bambini, gli stranieri, i disabili, ognuno con diversi livelli culturali?
Per rispondere a queste domande basta utilizzare le varie applicazioni della TV digitale
già on air. I problemi cominciano subito: a
seconda del canale dove stiamo la segnalazione della presenza di una applicazione varia, nel
senso che ogni canale mostra un logo diverso dall’altro. E una volta che siamo dentro
un’applicazione, le cose non migliorano. Per
muoverci dobbiamo usare le frecce oppure utilizzare i tasti colorati e i comandi, qualche volta anche i numeri che ci ricordano il telecomando della vecchia TV.
Se vogliamo uscire dall’applicazione, su un
canale dobbiamo spingere il tasto ROSSO, ma
anche il tasto <TEXT>. Come è possibile? Un
attimo prima avevamo dovuto premere
<TEXT> per tornare indietro! Su un altro invece il comando per uscire è <TXT>, comando
che in genere usiamo per attivare il Televideo,
oppure il tasto ROSSO.
Marzo 2005
Per uscire dall’applicazione di un altro canale dobbiamo spingere il tasto <EXIT>, per un
altro il tasto GIALLO.
Tutti questi diversi modi per uscire dall’applicazione non ci aiutano di certo. Inoltre, il più
delle volte, vogliamo uscire dall’applicazione non
dal canale, invece per l’attuale interfaccia della
TV digitale “uscire” vuole dire sempre “uscire
dal canale”. E così perdiamo tempo, perché se
vogliamo accedere ancora a qualcosa all’interno
del canale dobbiamo ricaricarlo di nuovo.
E visto che abbiamo accennato alla perdita di
tempo è il momento giusto per parlare del tempo di caricamento che è lunghissimo. Premiamo
un tasto e spesso non succede niente. Neanche
un avviso scritto che ci preghi di attendere, che
ci segnali il tempo di attesa. All’inizio non ci crediamo, pensiamo di non aver premuto bene, e
allora premiamo nuovamente il tasto una due tre
volte, finché tutto si blocca e non ci rimane che
staccare la spina del set-top-box.
È un’ora che giriamo tra un’applicazione e
l’altra, ma non ci sembra di averne imparato i
comandi principali. Per non parlare poi della difficoltà del telecomando. Ci sentiamo disorientati dal gran numero di tasti presenti e non ci
rendiamo subito conto che sono in stretto rapporto con i comandi sullo schermo. Siamo seduti su una sedia di fronte al televisore, per leggere meglio i comandi sullo schermo, la luce è accesa, non riusciamo neanche a immaginare come
individuare tutti quei tasti sul telecomando al
buio, già così dobbiamo continuamente toglierci e metterci gli occhiali da vicino!
Fin qui abbiamo raccontato i problemi. Ma
noi non siamo semplici utenti della TV digitale, quindi non possiamo fermarci ai problemi,
dobbiamo anche pensare come superarli.
La prima cosa da risolvere è l’incoerenza che
abbiamo riscontrato nell’interfaccia di navigazione. Le conseguenze di tale incoerenza
sono la difficoltà nell’utilizzare l’applicazione
e nell’imparare la nuova interfaccia.
Per fare in modo che l’utente impari ad interagire al meglio con l’applicazione è importante
81
81
l’interfaccia della tv digitale terrestre
introdurre dei feedback e degli aiuti da parte del
sistema: segnalazioni temporali durante il caricamento dell’applicazione, feedback alla pressione
dei tasti per far capire all’utente dove si trova o
dove sta andando, feedback durante la transazione per evitare una perdita di fiducia dell’utente.
Un’altra cosa da evitare è la lentezza nel caricamento che può compromettere seriamente l’interazione, e comunque spingere l’utente a cambiare canale. Il tempo di risposta è particolarmente rilevante per la TV digitale dove spesso quello che si vede sullo schermo deve essere scaricato o processato dal set-top box. Nell’attesa di setof-box più potenti bisognerebbe comunque diminuire il peso delle applicazioni limitando il più
possibile l’ uso eccessivo di elementi grafici.
Infine non bisogna dimenticare i problemi
relativi al telecomando: è necessario progettare
un’interfaccia che aiuti l’utente a capire la stret-
ta relazione tra lo schermo e il telecomando, che
è cruciale per usufruire al meglio dell’interattività della TV digitale. Ed è anche importante avere un telecomando più facile da usare.
Per concludere, quindi, per risolvere i problemi di interfaccia che rendono così difficile
la fruizione della TV digitale è necessario studiare le strategie naturali utilizzate dagli utenti e coinvolgerli il più possibile nella progettazione delle interfacce.
Infine è necessario produrre delle raccomandazioni che portino a una maggiore
coerenza dell’interfaccia della TV digitale attraverso un linguaggio visuale in grado di dare a
tutti gli elementi un significato chiaro e semplice per tutti gli utenti.
CRISTINA DELOGU
E
SUSANNA RAGAZZINI
Fondazione Ugo Bordoni
La (tele)visione di un vedente: come l’interattività
aiuterà i più deboli
a televisione, si sa, non ha avuto un inventore unico. È il risultato di un processo
durato nel tempo a cui hanno contribuito,
anche con i propri insuccessi, diverse persone. Ebbene, è ragionevole supporre che ciascuno di questi personaggi, mentre era intento a trovare la soluzione al problema di turno, sia stato implicitamente convinto che i propri sforzi, se coronati da successo, avrebbero
portato alla realizzazione di un oggetto ad
esclusivo beneficio dell’universo dei vedenti.
Questo non solo perché la sensibilità nei
confronti delle problematiche di chi è meno
fortunato è una conquista relativamente
recente, ma anche e soprattutto perché ci si
stava occupando di un qualcosa intrinsecamente connesso col meccanismo umano della visione.
Il tempo e i fatti hanno smentito questo
apparentemente scontato paradigma.
L
82
In realtà, come ben sa chi ne ha avuto
un’esperienza diretta o indiretta, il cieco usa
il verbo vedere molto più spesso di quanto
sia lecito attendersi.
Cosa differenzia il vedere del vedente dal
vedere del non vedente?
In entrambi i casi si tratta di una percezione globale che sintetizza tutti gli stimoli disponibili. Il meccanismo percettivo del
non vedente, in assenza totale o parziale di
stimoli visivi, ha la possibilità di prendere
in considerazione e di elaborare una quantità di stimoli per così dire secondari che al
vedente normalmente sfuggono.
Forse è proprio partendo da questo concetto che possiamo renderci conto di quanto la televisione digitale possa essere determinante nel migliorare la fruizione del mezzo televisivo da parte di chi non vede.
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
L’accessibilità della DTT
Con il termine accessibilità di una tecnologia si intende la possibilità per una tecnologia di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche per
coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o di configurazioni particolari. L’attenzione verso una progettazione accessibile sta diventando predominante in molti settori, basti pensare alle
rampe negli edifici per eliminare le barriere
architettoniche o alla recente Legge Stanca che impone l’accessibilità ai siti web delle pubbliche amministrazioni per eliminare
le barriere informatiche.
Anche la televisione digitale terrestre dovrà
quindi confrontarsi con questa tematica.
Concepire servizi e tecnologie accessibili vuole dire concentrarsi sulla figura degli
utenti non in modo astratto ma in modo concreto. L’evoluzione della televisione analogica infatti verso il digitale cambierà completamente i modelli e le modalità di fruizione
delle trasmissioni. Si passerà da modelli di
La natura circostante comunica con noi
in maniera certamente ridondante mentre un
mezzo di comunicazione artificiale ci fornisce esclusivamente le informazioni che
qualcuno ha deciso di convogliare in esso.
I canali digitali, essendo intrinsecamente predisposti al trasporto indistinto di ogni tipo
di dati, sono già pronti per ospitare le ridondanze necessarie a creare questo auspicabile salto di accessibilità.
Cosa può aiutare la persona non vedente a guardare un film? L’audio riveste un
ruolo importante. Attraverso il sonoro,
infatti, è possibile ricavare un buon numero di informazioni: ci si può rendere conto
dello sfondo in cui è ambientata una scena,
quali oggetti la persona sta tenendo in mano,
oppure se due persone si stanno baciando e
altro ancora. Il cinema americano è ormai
all’avanguardia nella cura delle icone acusti-
Marzo 2005
fruizione passiva a modelli interattivi. Agli utenti verrà chiesto molto spesso di “leggere” la
televisione, di interpretare interfacce e di interagire con applicazioni complesse. Tutto
questo aumenterà lo sforzo cognitivo ed
anche fisico del guardare la televisione.
Nasce l’esigenza di concepire e plasmare questa evoluzione tecnologica proprio
sugli utenti per rendere questa transizione
il più naturale possibile. Molti degli utenti che
fruiranno della DTT sono infatti anziani che
hanno poca familiarità con il computer e che
potrebbero incontrare difficoltà. Si dovrà prestare quindi massima attenzione alla leggibilità dei testi mostrati sul video, alla loro
complessità e alla loro organizzazione
spaziale. Trovandosi di fronte ad una nuova tecnologia sarà necessario creare interfacce intuitive, corredate da meccanismi di
feedback e spiegazioni adeguate delle nuove modalità di navigazione.
ANDREA BERNARDINI
Fondazione Ugo Bordoni
che e, se si dispone di un buon impianto surround, il non vedente può addirittura comprendere la larghezza dello spazio in cui è
ambientata una scena.
La TV digitale permetterà una fedeltà del
suono sempre più raffinata: si può prevedere che la cura dell’audio assumerà un aspetto sempre più importante nella realizzazione di un film, portando giovamento non
solo ai non vedenti, ma a tutti gli appassionati per cui l’aspetto sonoro è rilevante quanto quello visivo.
A volte l’audio non è del tutto sufficiente ad aiutare chi non vede nella comprensione delle scene. La RAI ha risolto il problema trasmettendo alla radio un commento
descrittivo, basato sulla sceneggiatura, in contemporanea alle scene del film prive di dialoghi. Sebbene sia di notevole importanza,
questo servizio è trasmesso su frequenze ad
83
La (tele)visione di un vedente: come l’interattività aiuterà i più deboli
onde medie e il segnale audio si può ascoltare solo in monofonia. In questo modo però
tutte le icone acustiche che sono state eventualmente associate alle immagini si perdono. I costi di realizzazione di questo servizio sono abbastanza elevati per questo non
tutti i film vengono commentati; viene
effettuata una selezione, anche per non occupare l’intero spazio della frequenza radio che
trasmette i film.
Per i documentari, la soluzione è più
semplice: lo speaker racconta praticamente tutto ciò che è visibile, quindi il non
vedente è perfettamente in grado di seguire senza problemi.
Tuttavia, con la TV digitale si potranno
avere sicuramente servizi aggiuntivi che non
faranno altro che rafforzare la “visione” da
parte di chi non può vedere. Si può ad
esempio realizzare un sistema interattivo
che permetta di scegliere se attivare la lettura del commento e di sceglierne le
modalità. I commenti potrebbero essere letti da una voce sintetica e in modo del tutto automatizzato, abbattendo così anche i
costi degli attori.
Anche la tecnologia informatica può
essere d’aiuto ad un non vedente: attraverso una scheda che sia in grado di ricevere
il segnale televisivo e che si possa collegare ad un PC, i non vedenti possono da anni
consultare il televideo.
Con questo sistema è possibile accedere a una vasta gamma di informazioni: notizie, meteo, borsa, guida ai programmi e
molto altro ancora. La TV digitale già da
adesso fornisce alcuni di questi servizi: la
sua interattività permette di estendere la
fruizione anche ai non vedenti, fornendo
funzioni di lettura del contenuto dello
schermo.
84
Un altro servizio utile è la consultazione della guida ai programmi in modo vocale, attraverso menù vocalizzati, in modo da
avere orari di trasmissione e descrizione.
Non solo: l’utente potrebbe essere interessato a conoscere il cast del film che gli interessa o consultare informazioni aggiuntive
a un documentario, come la descrizione
dettagliata di un paesaggio o di un oggetto che non riesce ad associare ad un’immagine precisa. Attraverso l’interattività si
potrebbe inoltre realizzare un glossario
contestuale di termini riguardanti il programma che si sta visualizzando.
Per quanto riguarda i servizi non strettamente televisivi, le possibilità sono infinite. Se le applicazioni interattive avanzate (t-learning, t-commerce, t-government,
etc..) venissero dotate di interfacce vocali
sarebbe semplificata molto la vita di un
non vedente. Basti pensare alle file evitate negli uffici postali o il non dovere ricorrere all’aiuto di qualcuno per sbrigare semplici pratiche che richiederebbero pochi
minuti. Alcuni di questi servizi sono già
disponibili attraverso Internet: ma non
sono moltissimi i non vedenti in grado di
usare le tecnologie assistive per l’uso del
computer.
In conclusione, la TV digitale deve essere vista come un ulteriore abbattimento di
barriere che, a tutt’oggi, sono un ostacolo
per le persone affette da disabilità visiva e
non solo. Questi potranno certamente
trarre beneficio dalla TV digitale, che sarà
in grado di offrire loro tutto ciò che fino
ad oggi era stato riservato ad utenti di nicchia, capaci di usare un computer.
GERMANO CARELLA
Fondazione Ugo Bordoni
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Strategie Rai nello sviluppo del digitale terrestre
a strategia di sviluppo del digitale di RAI
si è articolata nel corso del 2004 secondo
diverse direttrici volte a rafforzare il nascente
sistema della Televisione Digitale Terrestre:
sviluppo della rete trasmissiva;
creazione di nuovi canali;
sviluppo applicazioni interattive.
L
Oggi nel Sistema Integrato delle Comunicazioni la Rai mantiene e amplia le sue responsabilità di servizio pubblico, la sua competenza tecnica sempre all’avanguardia nell’innovazione, l’attenzione editoriale ai contenuti e al
brand dell’editore, la conoscenza profonda del
gusto e delle aspettative del pubblico televisivo. Per queste sue caratteristiche Rai ha scelto di arricchire attraverso l’interattività i prodotti più rappresentativi di tutti i generi presenti nel suo palinsesto e gli eventi televisivi di
maggior rilievo.
Offerta interattiva come
“palinsesto parallelo”
L’offerta interattiva è proposta come
Canale Virtuale, con un proprio “palinsesto
parallelo” costantemente correlato all’offerta TV ed al flusso televisivo. Approfondimento, personalizzazione e partecipazione sono
i tre effetti dell’applicazione di funzioni interattive alla tradizionale programmazione di
flusso. Il televisore diviene il punto d’accesso ad una serie di servizi: questi possono
accompagnare il flusso televisivo correlandosi ad esso ma anche rappresentare servizi a se
stanti dei quali poter fruire mentre si guarda la televisione.
Nell’offerta interattiva:
il canale virtuale non ha un unico luogo fisico d’ingresso, l’accesso al canale avviene attraverso i suoi stessi prodotti e strumenti;
la fruizione richiede un’azione attiva di scelta e personalizzazione che modifica il contenuto stesso dell’offerta;
l’offerta non si declina solo sull’asse temporale ma anche “spaziale” attraverso la contemporaneità di alcuni prodotti sempre disponibili
Il punto di partenza della costruzione del palinsesto è, quindi, l’individuazione di alcune “porte
di accesso” primarie da offrire al telespettatore.
La RAI ha sviluppato tre prodotti “cardine”
per facilitare l’ingresso al canale virtuale. I tre
prodotti sono sempre in onda ed accessibili da
tutti i canali TV del bouquet Rai.
Il “launcher” è un’applicazione sviluppata sull’impostazione grafica di RaiDigit. Si attiva automaticamente e segnala al telespettatore sintonizzato su un canale del bouquet Rai la
presenza di applicazioni interattive. Mostra, in
sovrimpressione al video, l’elenco completo delle applicazioni e dei servizi in onda.
Il Televideo digitale si naviga con pochi tasti
del telecomando e diviene un vero e proprio giornale interattivo. Le notizie potranno essere arricchite da immagini e grafica ed i servizi diventeranno realmente interattivi. A breve, ad esempio, il
telespettatore non solo potrà consultare l’orario di
treni ed aerei ma anche, attraverso un semplice
comando, prenotare un biglietto o acquistarlo.
Nell’offerta televisiva tradizionale:
canale è riconducibile ad un luogo “fisico”: un tasto del telecomando ci fa entrare sul
canale;
la fruizione dei contenuti è passiva, in quanto l’offerta è rigidamente circolare;
l’offerta si declina nei suoi contenuti attraverso l’asse temporale
il
Marzo 2005
85
strategie rai nello sviluppo del digitale terrestre
Un altro prodotto interessante è “Guida!”,
la guida tv interattiva che permette al telespettatore di conoscere tutta la programmazione
prevista dal bouquet Rai, nella settimana in corso, sugli otto canali digitali che compongono
il bouquet Rai.
La guida permette al telespettatore di fare
zapping tra i canali Rai ed avere l’immediata informazione del programma in onda,
informarsi sulla programmazione quotidiana
di ciascun canale, trovare le trasmissioni programmate attraverso il motore di ricerca per
generi, avere la visualizzazione completa dei
programmi in onda Rai senza uscire dall’applicazione
Il digitale terrestre Rai non dimentica la
radio, ha creato infatti “La Radio”, applicazione interattiva presente 24 ore su 24, fruibile da
chi ascolta la radio via digitale terrestre. Permette la navigazione nella programmazione
radio, la sintonia tra i tre canali senza uscire dall’applicazione e fornisce informazioni aggiuntive su singoli programmi.
La Rai ha anche creato due canali interattivi, in cui gli elementi interattivi s’innestano sulla grafica del canale realizzando una schermata multimediale che consente all’utente di avere sempre disponibili le informazioni che lo
interessano.
RaiNews24, in onda dal 21 luglio, in cui l’interattività si declina con modalità peculiari:
L’uso di layer leggeri e poco invasivi per la
proposizione dei contenuti di approfondimento, rende l’interattività di RaiNews sempre complanare e contemporanea al canale TV.
L’uso del sondaggio consente la partecipazione del telespettatore e la creazione di una redazione virtuale.
con i Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale della Protezione Civile
T-government
La RAI ha attivato numerose iniziative per permettere la massima integrazione tra i fornitori di informazioni e i cittadini/telespettatori, sviluppando servizi interattivi di T-government,
che favoriscano l’interazione tra cittadino e
pubblica Amministrazione.
Una delle più importanti sfide della nuova televisione digitale terrestre è infatti quella di concorrere a colmare, con tutta l’efficacia del mezzo televisivo ed il nuovo strumento dell’interattività, quel digital divide culturale, prima ancora che infrastrutturale, che
rischia di lasciare ai margini della società dell’informazione una parte consistente di cittadini che, per età, scolarizzazione o localizzazione geografica, non si è ancora avvicinato
al computer e ad Internet.
In questo contesto nasce Italia Utile, il portalTV per il cittadino di RaiUtile sulla Pubblica Amministrazione, una collaborazione Rai e
CNIPA, che propone in modo innovativo i servizi on line e le informazioni del Portale Nazionale del Cittadino (Italia.gov), tramite sei sezioni: Utile news, domande e risposte, cosa fare
per…, studio, ragazzi, protezione civile.
Sulle frequenze digitali della Rai in Piemonte è inoltre disponibile un portale televisivo interattivo che offre numerose informazioni e servizi realizzato dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Centro Ricerche Rai di Torino.
RAI Utile:
Dal 25 ottobre tutti i giorni i cittadini e la
Pubblica Amministrazione si incontrano su
RaiUtile dalle 8.00 alle 12.00.
Canale TV sempre interattivo caratterizzato
da 5 grandi aree tematiche: consumi, famiglia,
ambiente, società civile, cultura/tempo. TG
quotidiano di “TelePA” con gli aggiornamenti sui principali fatti della Pubblica Amministrazione. Ogni mezz’ora collegamenti in diretta
86
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
RAI ha valutato che la partecipazione ai bandi CNIPA e FUB costituisse un asset strategico nella logica di posizionamento istituzionale dell’Azienda come fornitore privilegiato di
servizi di T-Government alla PA, rafforzando
anche un radicamento territoriale con le
amministrazioni locali reso ancor più importante alla luce degli sviluppi indotti dalla modifica del Titolo V della Costituzione. Ha quindi
partecipato con 8 domande al bando CNIPA
e con tre a quello FUB.
Si è dunque attivata per supportare le Pubbliche Amministrazioni nella individuazione
dei servizi al cittadino da proporre nei vari
bandi in maniera coerente con la logica della sperimentazione, la compatibilità col palinsesto e le risorse della DTT. Conseguentemente il ruolo di RAI nei vari progetti non si limita alla mera attività di diffusione dei servizi ma
si estende alla attività di consulenza editoriale, sviluppo ed esercizio delle applicazioni e, laddove previsto, di attore principale della innovazione tecnologica.
Il pieno sviluppo di servizi interattivi di Tgovernment non potrà comunque prescindere dalla regionalizzazione del digitale terrestre.
Enhanced
Anche nel campo dell’enhanced tv, ovvero delle applicazioni interattive che arricchiscono il
prodotto con contenuti aggiuntivi correlati al
programma e che permettono forme progressive di interazione del telespettatore Rai ha sviluppato molteplici prodotti interattivi che hanno arricchito la sua programmazione: da Sanremo ai portali film e serie tv all’Isola dei
Famosi.
Il 27 Gennaio per lo Speciale Shoah sono
andate in onda 2 applicazioni per celebrare la
giornata della memoria, la prima content-related al film “Il pianista”, in onda su RaiUno, la
seconda era inserita nel magazine interattivo
Rai50.
Stiamo inoltre sviluppando 2 applicazioni
per il Festival di Sanremo 2005. Quella content
–related sarà accessibile solo durante i giorni
del Festival e permetterà di avere informazioni aggiuntive sulle serate, sui cantanti e sulla
Marzo 2005
classifica, articoli di commento e un forum
SMS.
Il tv-magazine sarà un portale televisivo
dedicato interamente al Festival, che accompagnerà i telespettatori, da febbraio, con notizie,
contributi sulla storia di Sanremo, video e audio
a richiesta (senza l’uso del canale di ritorno),
giochi e forum SMS.
Infine in questi giorni (dal 28 gennaio al 13
febbraio 2005) è in onda Bormio 2005, un canale tv dedicato ai Campionati del Mondo di sci
alpino. Il canale e l’ambiente enhanced cambieranno le modalità con cui lo sci viene abitualmente vissuto dagli appassionati. I contenuti dell’applicazione sono molto ricchi comprendendo dal
calendario delle gare alle classifiche, dalle news
al meteo, dagli eventi alla gastronomia.
MONICA BARTOCCI
RAI
87
Le applicazioni di t-government del gruppo telecom italia
Le applicazioni di t-government
del Gruppo Telecom Italia
ltre alla messa in onda di un palinsesto di programmi televisivi tradizionali, la DTT consente di trasmettere via etere applicazioni informative ed interattive, che sono ricevute dal set-top-box
e possono essere fruite dall’utilizzatore mediante
il telecomando in dotazione al STB stesso.
Esistono ampie fasce di popolazione escluse
dai benefici della società dell’informazione: di fatto, solo una abitazione su tre è dotata di apparati multimediali o di PC, mentre la TV è il mezzo di informazione preferito ed è presente nel
99% delle case italiane.
Passando alla tecnica digitale, sarà possibile per
le Pubbliche Amministrazioni creare un nuovo e
importante canale di accesso all’e-government (TGovernment). La Televisione Digitale Terrestre
potrà essere utilizzata dalle Amministrazioni Pubbliche per sviluppare una serie di servizi che saranno accessibili a tutta la popolazione come ad esempio: servizi di informazione alla cittadinanza, servizi tributari, servizi interattivi, servizi di T-commerce, servizi sanitari (T-Health), formazione.
Telecom Italia ha sviluppato una piattaforma
tecnologica che permette di coprire l’intera filiera tecnologica ed operativa necessaria allo sviluppo di servizi interattivi erogabili sulla Televisione Digitale terrestre offrendo così tutte le componenti del servizio.
In sostanza le competenze di Telecom Italia,
all’interno del modello organizzativo, sono: sviluppo applicazioni, publishing, concept design,
messa in onda delle applicazioni, centro servizi interattivo, canale di ritorno.
O
88
In particolare, la messa in onda e aggiornamento continuo di un’applicazione MHP e la
relativa attivazione e gestione delle interazioni sul canale di ritorno implica il coinvolgimento di molteplici attori e la messa in campo di
molteplici attività.
La figura seguente dettaglia i passi attraverso i
quali l’applicazione viene sviluppata ed erogata.
Rimangono invece quali competenze degli
Enti, lo sviluppo e l’aggiornamento dei contenuti nonché la gestione dei sistemi informativi sui
quali risiedono i dati che vengono prelevati dalle applicazioni interattive.
In particolare:
– l’Ente è responsabile dei contenuti e del back office delle applicazioni, residente sui propri sistemi
– per quanto riguarda il Centro Servizi, è possibile
sia una soluzione in ASP che impiega le risorse del
Centro Servizi del Gruppo Telecom, sia la costituzione di un CS dedicato nel territorio di pertinenza
– l’interfacciamento con gli operatori di rete (broadcaster) consiste nell’invio delle applicazioni MHP
al Carousel Generator dei broadcaster stessi, che
le mettono in onda sul proprio segnale digitale.
Le sperimentazioni avviate
Telecom Italia ha avviato nel corso del 2004 diverse sperimentazioni coinvolgendo Enti della
Pubblica Amministrazione Locale; sul canale digitale di La7 sono state messe in onda le diverse
applicazioni, citiamo:
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
COMUNE DI PESARO - LA TV PER I SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀ.La sperimentazione prevede la realizzazione di un televideo digitale interattivo che rappresenti un contenitore di servizi e informazioni di
pubblica utilità. Si tratta di informazioni generiche
con diverso livello di dinamicità: informazioni la cui
frequenza di variazione è bassissima (emergenze,
numeri utili…) ed informazioni che richiedono
aggiornamenti giornalieri (news). Alle informazioni sono abbinate foto ed è anche previsto un servizio che utilizzi il canale di ritorno.
CSP (CENTRO SERVIZI PIEMONTE) – SUN
MICROSYSTEMS – TELECOM ITALIA: DTT LAB. Lo
scopo di questa sperimentazione è la messa in
onda di applicazioni sviluppate da CSP (Centro
Servizi Piemonte) e gestite in un Centro Servizi
proprio basato su tecnologia fornita da SUN
Microsystems. Sono state messe in onda diverse
applicazioni, con diversi gradi di dinamicità, tra
queste è stata realizzata un’applicazione che consente di effettuare una prenotazione dei posti in
un cinema. Tra le applicazioni di T-government
citiamo un’applicazione rivolta alla gestione
delle offerte di lavoro dei Centri per l’impiego della Provincia di Torino attraverso la quale è possibile visualizzare le offerte di lavoro ed inviare
il proprio curriculum precedentemente memorizzato via internet.
AGSMTEL - LA TV NEL FUTURO DELLA GESTIONE
La sperimentazione ha l’obiettivo di
dimostrare l’efficacia dell’uso, sul canale alternativo DTT, di un set di servizi informativi e interattivi sviluppati nelle aree PAL e Servizi di pubblica utilità - Trasporti, Acqua, Gas, Energia, Abitazioni Pubbliche, Rifiuti - già accessibili da un portale internet per gli abitanti dei Comuni di Verona, San Martino Buonalbergo, San Giovanni Lupatoto e Villafranca. In particolare, é stata realizzata
un’applicazione che consente al cittadino di inviare la richiesta di bonifica dell’amianto.
DEI SERVIZI.
COMUNE DI BOLOGNA - IPERBOLE – I SERVIZI DELLA RETE CIVICA COMUNALE. La sperimentazione
ha l’obiettivo di riproporre in modo innovativo
le informazioni ed i servizi già presenti sulla rete
civica comunale. Sono previsti sia servizi informativi che servizi interattivi (scuole, biblioteche,
disponibilità relative alle prestazioni sanitarie).
Marzo 2005
Il contesto delle applicazioni
Paragonando quello che si ritiene sarà nei prossimi anni
il ciclo di sviluppo delle applicazioni e dei servizi per
la DTT con quello che è stato, nel decennio precedente, il ciclo di sviluppo delle applicazioni e dei servizi
per il mondo Internet, si ritiene che il caso numericamente più significativo riguarderà la nascita di attori interessati a sviluppare applicazioni interattive.
Queste potranno riguardare tre grandi categorie di
applicazioni, che possono essere così caratterizzate:
quelle destinate a fare packaging di contenuti generati o forniti da terze parti, con l’obiettivo di renderne possibile la fruizione sulla TV anziché su altri dispositivi (modello Enhanced TV). Queste applicazioni
avranno un mercato di riferimento costituito dai fornitori di contenuti ipertestuali e/o multimediali del
tutto analogo a quelli già presenti nel mondo Internet;
quelle destinate ad abilitare paradigmi di interattività con la componente televisiva, che avranno come
principale mercato quello delle TV, o comunque dei
fornitori di contenuti audiovisivi “ufficiali”, interessati ad aggiungere il filone di interattività collegato in
modo stretto ai contenuti da loro trasmessi (modello Interactive TV). Questo filone di interattività risulta tipicamente interessante per il mondo televisivo,
in quanto in grado di generare flussi economici aggiuntivi, basati su interazioni semplici come il televoto con
tariffazione premium per l’interazione con i Reality
Show, oppure piccoli concorsi a premi (es: il più bel
messaggio d’amore della giornata);
quelle destinate al supporto di applicazioni che abilitano una interazione bidirezionale e personalizzata,
rispetto alla quale il canale TV tende a perdere la sua
specificità originale di canale broadcast (che quindi
trasmette a tutti la stessa cosa, permettendo poi al singolo telespettatore di operare le proprie scelte in locale), rendendo così la DTT un veicolo di informatizzazione generalizzato per certi versi simile al PC domestico, ma che, diversamente dal PC, ha il vantaggio
di essere presente in tutte le case dei cittadini. Questo modello, di tipo transazionale, è quello più completo, all’interno del quale si collocano sia il paradigma chiamato T-commerce, sia quelli di T-learning e
T-government, che sono quelli di più specifico interesse per la Pubblica Amministrazione.
EMILIO GIOIOSO
E
SANTE FATA
Telecom Italia
89
la televizione digitale al servizio del cittadino: i bandi fub
La televisione digitale al servizio
del cittadino: i bandi FUB
I
n risposta al bando di concorso “Lo sviluppo
di servizi di e-government tramite la televisione digitale terrestre (t-government)” della Fondazione Ugo Bordoni sono stati presentati 18 progetti, per un totale di oltre 35 enti e aziende.
Di seguito riportiamo la descrizione dei progetti presentati, da cui emerge la grande opportunità che la televisione digitale terrestre (TDT) rappresenta per il t-government.
CINQUE APPLICAZIONI INTERATTIVE
Obiettivo del progetto, coordinato dalla AGSM
Telecomunicazioni è la realizzazione di cinque
applicazioni interattive in altrettanti contesti di utilizzo che variano per tipologia e tecnologia: autolettura contatori e gestione fatturazione, servizio di
bonifica amianto, verifica della validità degli assegni, telemedicina e formazione a distanza.
Per ogni contesto verranno realizzati alcuni
casi di uso tra quelli ritenuti di maggiore rilevanza per l’utenza.
La sperimentazione, attuata tramite il canale
Rai Utile, coinvolgerà un campione di circa 600
famiglie distribuite nelle province di Verona e
Livorno. Esse verranno dotate di decoder differenziati per tipologia di servizio e di relative smart
card. Il canale di ritorno utilizzato sarà di tipo
telefonico analogico (PSTN V90).
La carta utilizzata sarà la Carta Nazionale Servizi (CNS) che potrà essere prenotata on-line tramite
il servizio stesso e verrà sfruttata a diversi livelli di riservatezza a seconda delle applicazioni selezionate.
Il progetto prevede la gestione di pagamenti online, tramite integrazione dell’uso della CNS e del
sistema BankPass Web. Per tale integrazione il consorzio può valorizzare l’esperienza maturata con
il progetto TESEO già svolto dalla stessa capofila con alcuni dei Partner del consorzio costituito.
T-ISLESSIA
Il progetto T-islessia propone la riabilitazione dei
bambini affetti da problemi di dislessia attraverso la tv digitale terrestre interattiva.
L’utilizzo di questo nuovo strumento potrebbe apportare notevoli vantaggi sia economici che
terapeutici rispetto al trattamento tradizionale che
risulta penalizzato dagli elevati costi di screening
90
e dalla limitata disponibilità di apparecchiature
specializzate.
L’esperimento verrà effettuato su bambini del
primo anno delle scuole elementari di due province dell’Emilia Romagna. Dopo una fase di screening che coinvolgerà i bambini di entrambe le province, in cui verrà usato un test informatizzato dell’associazione Asphi di Bologna, si procederà al
trattamento di riabilitazione tradizionale su di una
provincia ed a quello basato su TDT sull’altra. Il
gruppo sperimentale effettuerà esercizi giornalieri di riabilitazione utilizzando un’applicazione interattiva erogata attraverso il decoder digitale terrestre che sfrutta il canale di ritorno e un’autenticazione basata su smart card.
Il confronto dei risultati consentirà di valutare l’efficacia delle cure riabilitative sperimentali e darà preziose indicazioni sull’opportunità di
estenderle a tutte le scuole italiane.
Questo progetto è promosso da una ATI composta da CINECA, per la piattaforma per l’interattività (CreaTV), dall’Università di Urbino,
dal CRESM di Trieste, da INDIRE (Istituto
Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa) assieme al Laboratorio di Strategie della Comunicazione del Dipartimento di Scienze dell’Educazione e dei Processi Culturali e Formativi dell’Università di Firenze e con la collaborazione esterna di partner “abilitatori” quali l’emittente televisiva Sestarete, già
attiva su tutta l’Emilia Romagna con un MUX
digitale, Telsey, Asphi e Wind.
P.R.ES.T.O.
Gli attori facenti parte dell’ATS (Cineca, Cittàdigitali Srl, Home Shopping Europe Broadcasting
S.p.A., Sago S.p.A. e Sinergie Soc. Cons. a.r.l.) si
sono costituiti in gruppo, con l’adesione dell’ASL
n. 2 Toscana (Lucca), per consentire agli utenti dell’Ente Sanitario Locale di prenotare, comodamente da casa attraverso l’apparecchio televisivo e grazie alla nuova tecnica in digitale terrestre, visite
mediche specialistiche presso il locale ospedale.
Per facilitare l’accesso e lo sfruttamento dei servizi attraverso la TDT saranno implementati:
le conoscenze ed informazioni presso i Centri
Unici di Prenotazione (CUP), nelle sedi perife-
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
riche distrettuali e nei presidi ospedalieri;
la predisposizione del modulo delle prestazioni specialistiche ambulatoriali e di diagnostica;
lo sviluppo di reti integrate con le altre Aziende Sanitarie della Regione Toscana e Nazionali;
il progressivo incremento dei punti di prenotazione in relazione all’aumento dei decoder
(STB) nel territorio della Provincia di Lucca e,
contestualmente, della Regione Toscana.
Il servizio PR.ES.T.O., se i test ne confermeranno la validità, potrà essere esteso a tutto il territorio nazionale, consentendo così a tutti i cittadini di
beneficiare delle opportunità rese dal servizio CUP
attraverso il proprio apparecchio televisivo di casa.
IL COMUNE DI PARMA IN TV
Il Comune di Parma da anni ha intrapreso l’evoluzione dei propri servizi seguendo le linee guida dell’e-Government, dotandosi di un Centro
Servizi al Cittadino e di un portale Internet e contribuendo, quale ente sperimentatore, alla realizzazione di servizi accessibili tramite Carta d’Identità Elettronica (CIE).
Oggi il Comune ha elaborato, insieme ad
ENTEPRISE Digital Architects, azienda storica del
settore ICT e operatore di Centro Servizi, il progetto in risposta al bando FUB per il servizio su
TDT “Il Comune di Parma in TV” coinvolgendo
anche Itcity (società strumentale del Comune),
ADB (vendor di STP) e TeleDucato (Broadcaster).
Il servizio è stato progettato in modo da risultare immediatamente comprensibile all’utente e
facilmente utilizzabile, prestandosi a sviluppi
futuri senza perdere di vista gli aspetti di riusabilità. La scelta del partner è caduta su ENTERPRISE in quanto società già in grado di supportare con un approccio end to end la PA e i broadcaster nello sviluppo e gestione di servizi TDT
e leader nell’integrazione di servizi multicanale.
Il progetto mira ad offrire sia servizi di tipo
generalistico (informazioni istituzionali, notizie
utili, bacheca eventi) che servizi ad elevata interattività e tecnologicamente avanzati per i possessori di CIE (pagamento delle multe e visualizzazione dello stato delle pratiche) già disponibili sul portale Internet del Comune. La CIE sarà
utilizzata per il riconoscimento e l’autenticazione degli utenti attraverso STB.
SERVIZI CERTITEL E BOLLETTINO PER LA TDT
L’obiettivo del Progetto è di dimostrare alcune
importanti potenzialità della TDT. Grazie alla tec-
Marzo 2005
nologia implementata a bordo degli attuali decoder, sarà possibile effettuare vere e proprie operazioni di pagamento direttamente da casa stando
comodamente seduti sulla propria poltrona.
I servizi che verranno sperimentati sono il
“pagamento dei bollettini postali” e la “richiesta di certificati anagrafici”.
Per poter utilizzare tali Servizi, che saranno
disponibili sui canali della RAI, ai cittadini coinvolti nella sperimentazione sarà richiesto di collegare il proprio decoder alla linea telefonica e
di utilizzare una Smart Card fornita da Poste Italiane. Tale carta consentirà all’utente di autenticarsi e di accedere ad un server di Poste Italiane per poter usufruire dei servizi offerti interagendo con un telecomando su semplici menù che
appariranno sullo schermo.
ECO
Il Progetto ECO (Servizi di e-Gov e Comunicazione sulla piattaforma digitale terrestre) è volto
all’erogazione di servizi ai cittadini attraverso l’uso del televisore e del telefono con il supporto di
tecnologie per il Voice Recognition, che permetteranno di inviare comandi al server che eroga i
servizi. Questo, connesso al sistema di trasmissione digitale terrestre, invierà le pagine richieste e
le informazioni per la loro compilazione.
Il STB oltre a permettere la ricezione, sarà
dotato di lettore di smart card per il riconoscimento dell’utente e come supporto per eventuali pagamenti on-line, che pure possono essere fatti dettando il numero della carta di credito.
Il gruppo di progetto e realizzazione è guidato dal Laboratorio di Telematica per il Territorio
(LTT) di Parma e composto da Galyleo, Gruppo
Meta, MediaBase, Università degli Studi di Parma,
Telemec SPA (Teleducato Parma e Teleducato Piacenza), con la collaborazione di IBM.
LTT, società partecipata dagli enti pubblici della provincia di Parma, il cui socio di riferimento
è l’Amministrazione Provinciale, eroga già oggi servizi di e-gov sia dal portale provinciale portale.parma.it sia dai siti dei comuni della provincia. I nuovi servizi andranno ad integrarsi con quelli già esistenti: il Rapporto RUR Censis 2004 attesta i servizi web della Provincia di Parma al quarto posto
nazionale complessivo, ma al primo per la qualità dei servizi e il marketing territoriale.
Il servizio interattivo on-line è ancora precluso a parte della popolazione. Grazie alla tecnologia del digitale terrestre è possibile ridurre in
91
la televizione digitale al servizio del cittadino: i bandi fub
misura considerevole l’impatto del digital divide
legato al calcolatore, abilitando all’accesso ai servizi quelle fasce deboli che maggiormente beneficerebbero di servizi erogati in modalità asincrona e svincolati dalla necessità di recarsi fisicamente presso uno sportello.
Il sistema prevede l’uso di due canali di ritorno: uno tradizionale per l’autenticazione ed uno
vocale per l’accesso al Centro Servizi tramite
numero verde.
CIVIS DTT: UNA PIATTAFORMA DI T-PUBLISHING
PER CITTADINI E TERRITORIO
Sinedita ed Unione Editoriale hanno dato vita al
progetto Civis DTT per consentire agli Editori
Locali di svolgere un ruolo centrale nello sviluppo dei servizi per i Cittadini ed il Territorio attraverso il Digitale Terrestre.
Il presidio del territorio di un Editore Locale passa attraverso un insieme di media differenti, ognuno dei quali gestito secondo le sue peculiari caratteristiche. La disponibilità di un nuovo media impone un ragionamento sul suo utilizzo, al pari di quanto si è fatto alcuni anni fa con Internet.
La soluzione si basa sul concetto forte che l’Editore Locale è un punto di riferimento certo e
credibile, sul proprio territorio, per l’erogazione ai cittadini di informazioni e servizi locali.
La TDT ha in se tutte le caratteristiche necessarie per creare un triangolo virtuoso fra Editori Locali, Territorio e Cittadini. In particolare è
in grado di garantire la propria sostenibilità attraverso il sistema dei micropagamenti e di rendere disponibile in modo più semplice ed efficace
la necessaria banda trasmissiva.
Il sistema Civis DTT, inglobando completamente la piattaforma MHP, riesce a gestire la
redazione dei contenuti, i micropagamenti, l’identificazione dell’utente e la raccolta push&pull dei
frammenti informativi. Il sistema interattivo
Client MHP offre inoltre all’utente una fruizione semplificata di servizi come giornali on-line,
bacheche elettroniche e sondaggi.
SVOD, SMALL VIDEO ON DEMAND
In questo progetto sottoposto alla selezione del
Bando della Fondazione Bordoni, My-tv e RaiNet,
forti della collaborazione già avviata nel mondo del
digitale terrestre con il gruppo Rai, si propongono come co-partners nella realizzazione di un servizio di Video On Demand che, forzando la tecnologia dei set-top box già esistenti, prevede il canale di ritorno su banda stretta (narrowband). Il suo
92
nome è SVOD, Small Video On Demand, e permette l’accesso agli utenti del digitale terrestre a
contenuti audio-visivi legati alla pubblica amministrazione (t-government) e all’insegnamento a
distanza (t-learning). In concreto, SVOD permetterà ai cittadini di pagare le tasse on line, di essere assistiti dal medico curante in tempo reale, o di
seguire corsi scolastici e universitari a distanza, consentendo agli utenti di poter usufruire dei servizi
video e audio in ogni momento della giornata.
Lo streaming dei contenuti audio-video
avviene su canale di ritorno telefonico ed è fruibile da un qualsiasi set-top box; non è necessaria una smart-card, l’utilizzo è anonimo e aperto a tutti i telespettatori del digitale terrestre. Gli
unici costi per l’utente sono quelli di connessione internet al proprio provider.
L’esperienza maturata da My-tv per il portale Rosso Alice di Telecom Italia, nella realizzazione di software per lo streaming live di eventi
sportivi e musicali, nell’encoding dei film (Video
On Demand tradizionale), e nell’implementazione della piattaforma MY-DTT© per MHP, sposa la consolidata capacità infrastrutturale della
Rai, fornitrice del Centro Servizi e dei contenuti audiovisivi. Si apre così la strada verso la vera
interattività del cittadino, non più spettatore, ma
attore di un processo comunicativo assolutamente innovativo nel panorama italiano.
Il dato essenziale, da un punto di vista tecnologico, è costituito dall’utilizzo di applicazioni da videotelefono unite alla corrente tecnologia broadcast.
PROGETTO PRIM@TV
La Regione Emilia-Romagna individua nella TDT
una opportunità fondamentale per la Pubblica
Amministrazione, perché rende disponibile un
canale complementare in grado di incrementare significativamente l’utilizzo dei servizi on line.
La TDT permette di risolvere due criticità dell’e-government: l’ancora scarsa diffusione di
Internet e l’eccessiva mole di informazioni e servizi che ne appesantiscono l’uso.
L’impegno regionale intende cogliere l’opportunità della moltiplicazione delle frequenze disponibili per realizzare le funzioni di informazione e servizio pubblici, nell’ottica della progressiva convergenza di piattaforme diverse. Si intende evidenziare la possibilità di utilizzare uno specifico canale di
trasmissione, possibilmente in una dimensione regionale, sia per fini informativi e di erogazione di servizi verso i cittadini, sia per sperimentare la possibilità di funzioni di diffusione culturale con speci-
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Canale di ritorno always-on e
smart-card: fattori abilitanti per
servizi di T-government innovativi
Il canale di ritorno oggi presente in tutti i
box interattivi è la linea telefonica analogica pilotata da modem V90 interno. Tale
canale tuttavia richiede una procedura di
connessione ad ogni utilizzo di servizi interattivi, non può essere usato in contemporanea con il servizio telefonico vocale
ed è notoriamente “a banda stretta”. Tutto questo rappresenta un limite non solo
per l’immediatezza di utilizzo, ma anche
per le tipologie di servizi che possono essere offerti all’utente (si pensi a servizi di televoto, a servizi in modalità “push”, alla messaggeria istantanea e a flussi audio-video
a richiesta). Da qui nasce l’esigenza di nuove tipologie di canale di ritorno “alwayson”: ADSL, GSM/GPRS, WiFi, UMTS.
Nel caso di servizi a interattività remota
o transattivi, inoltre, occorre porre l’utente
in condizioni di trasferire agevolmente i suoi
dati personali o il suo profilo senza doverli comporre con il telecomando su formulari a schermo come avviene con il pc. Qualora poi tali dati siano anche riservati, il sistema deve poter richiedere agli utenti l’autenticazione (ovvero il loro riconoscimen-
fiche iniziative e contenuti riguardanti gli ambiti territoriali. Per questo l’opportunità di acquisire la
disponibilità di un canale dedicato è perseguita prioritariamente rispetto a quella di sola sovrapposizione in preesistenti canali trasmissivi.
Il progetto PRIM@TV (Programmi Regionali
Interattivi Multimediali @ TV digitale terrestre) punta a sperimentare servizi ad alta interattività, che prevedono due modalità di autenticazione e pagamento: CNS con BANKPASS e SIM card che utilizzano rispettivamente come canali di ritorno l’ADSL
e la linea dati di telefonia mobile (GPRS).
La sperimentazione verrà effettata su servizi come
il pagamento delle multe, la prenotazione di visite
mediche e la possibilità di collegarsi con un juke box
audiovisivo. Seguirà una fase di valutazione e dif-
Marzo 2005
to certo) e l’autorizzazione ad effettuare
operazioni che intervengano sulla loro situazione anagrafica o sul loro portafoglio. A
tutte queste esigenze si può far fronte con
la tecnologia della smart-card (carta con
microchip a bordo). I decoder interattivi presenti nelle case degli italiani sono già dotati di ingresso per smart card, ma – al
momento in cui questo scritto va in stampa – sono (peraltro da poco tempo) in grado di riconoscere soltanto le smart card
“prepagate” per la fruizione di eventi sportivi “premium”. Ciò limita, allo stato attuale,
la possibilità di fruizione di molti servizi interattivi e transattivi. E’ previsto che i decoder possano leggere smart-card quali la
Carta Nazionale Servizi, la Carta di Identità Elettronica e future carte prepagate
emesse da enti di pubblica utilità, ma restano da sviluppare opportune specifiche tecniche e relativi aggiornamenti software che
abilitino tali prestazioni in modalità standard
valida per tutti i decoder.
SEBASTIANO TRIGILA
Coordinatore Progetto Digitale Terrestre
Fondazione Ugo Bordoni
fusione dei risultati mirante sia a sensibilizzare i cittadini, sia ad orientare maggiormente le istituzioni.
La Regione Emilia-Romagna ha come partner
nel progetto il Comune di Bologna e Provincia
di Bologna. Il broadcaster è Gruppo Sesta
Rete/Italia7 Gold, mentre a Telecom Italia è affidato il centro servizi.
CRS-SISS
Il progetto Carta Regionale dei Servizi - Sistema
Informativo Socio-Sanitario (CRS-SISS) è una iniziativa della Regione Lombardia diretto ai cittadini e agli operatori socio-sanitari sul territorio e nelle strutture pubbliche e private accreditate che consente un più agevole accesso ai servizi sanitari attraverso tre strumenti: un sistema di rete unico che rior-
93
la televizione digitale al servizio del cittadino: i bandi fub
ganizza le informazioni del servizio sanitario regionale, una carta identificativa dell’operatore (Carta
SISS) e una Carta Regionale dei Servizi a microprocessore che identifica l’utente online, conforme allo
standard della Carta Nazionale dei Servizi (CNS) e
già distribuita in oltre due milioni di copie.
In questo modo l’amministrazione regionale
conta di migliorare sensibilmente la qualità dei
servizi con la possibilità di effettuare prenotazioni in qualsiasi struttura connessa alla rete SISS
e di garantire la continuità assistenziale con la
consultazione della storia clinica.
Tale approccio contribuirà a governare meglio
la spesa e la gestione dei finanziamenti e favorirà l’integrazione con i sistemi informativi nazionale promossi dal governo centrale, come il Nuovo Sistema Informativo Sanitario Nazionale e la
rete del Ministero dell’Economia.
La sperimentazione, che vede tra i partner il
Gruppo Lombardia Informatica e Reti Televisive
Italiane (Gruppo Mediaset), porterà sul teleschermo servizi informativi utili come l’elenco delle farmacie di turno, avvisi urgenti e generali, promozione di interventi di medicina preventiva con aggiornamenti quotidiani. Inoltre il telespettatore, dopo
avere inserito nel STB la Carta dei Servizi, avrà la
possibilità di scegliere una delle visite disponibili
alla prenotazione già prescritte per lui dal medico
curante e attraverso pochi e semplici passi.
IESS-DTT
Il progetto IESS-DTT ha l’obiettivo di erogare servizi sanitari tramite TDT in modalità interattiva
sfruttando le garanzie di sicurezza e riservatezza
offerte dalla CNS definita dal CNIPA ed è l’estensione del progetto di e-government IESS (Integrazione per l’Erogazione dei Servizi Sanitari) per la
realizzazione di un sistema informativo basato su
CNS e su innovativi criteri di cooperazione e interoperabilità per i più significativi servizi di natura
amministrativa-clinica-sanitaria.
I servizi interessati, come la prenotazione di
visite specialistiche ed il pagamento del ticket,
prevedendo la gestione di dati estremamente sensibili e riservati, richiedono le garanzie adeguatamente rappresentate dalla CNS.
Il progetto si propone inoltre l’obiettivo di consentire al cittadino di usufruire dei suddetti servizi
con semplici operazioni tramite menù dotati di adeguate caratteristiche di usabilità ed accessibilità. In
esso verranno sperimentate tutte le fasi della filiera
di realizzazione, produzione test ed erogazione dei
servizi TDT ivi inclusa la funzionalità della CNS su
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almeno un STB di tipo commerciale.
Il progetto è stato presentato dalla Direzione per le Risorse Socio Sanitarie della Regione
del Veneto in collaborazione con ULSS n. 3 di
Bassano del Grappa.
DTTcare
Il progetto DTTcare si propone l’avvio della sperimentazione di servizi di Assistenza Sociale tramite TDT ed interesserà parti dei territori della
Regione Toscana e della Regione Friuli.
Gli obiettivi consistono nell’estendere la
gamma dei servizi destinati alla terza età attraverso lo strumento TDT. In particolare il progetto
si propone di:
favorire la permanenza dell’anziano nel proprio
contesto abitativo, sociale e culturale;
posticipare il ricorso a servizi di tipo residenziale ed ai ricoveri ospedalieri impropri;
rendere facilmente accessibili le informazioni
e i servizi di interesse per l’anziano.
La Regione Toscana ha costituito un Centro di
Competenza sulla TDT in collaborazione con le
Università di Firenze e di Siena. Tale Centro diventerà un Laboratorio di riferimento in termini di
conoscenza, competenza, assistenza e servizio per
tutti i soggetti coinvolti nella nuova progettazione
e contribuirà notevolmente sia all’individuazione
dei servizi che possono interessare la cittadinanza
sia all’adattamento, al trasferimento su TDT ed alla
successiva erogazione di tali servizi.
Il TDT oltre a garantire una maggiore raggiungibilità dell’anziano contribuirà ad ampliare la
gamma degli interventi disponibili ed a garantirne la tempestività necessaria.
CANALE DTT LAVORO
Il progetto proposto intende costituire un portale del mondo del lavoro fruibile tramite canali digitali terrestri che possa facilitare le relazioni tra chi offre lavoro, chi lo cerca e chi intende
cambiare la propria posizione lavorativa.
In particolare, il portale potrà fornire le
seguenti categorie di servizi:
informazioni, a pagamento e gratuite (leggi,
concorsi, corsi, questionari di, ecc.);
vendita di strumenti che possano supportare
l’attività di ricerca e miglioramento del proprio
lavoro (libri, cd, software applicativi, PC, ecc.);
servizi di community, tra cui marketplace per l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, forum
con esperti di settore, pre-test delle aziende.
I quaderni di
LA TV DIGITALE PORTA NUOVI SERVIZI NELLE FAMIGLIE
Il Soggetto Proponente del progetto è costituito da un raggruppamento di imprese italiane,
ciascuna leader nel proprio settore di attività con
Ubiquity come capofila. In dettaglio le aziende
costituenti sono: Giunti Interactive Labs, Home
Shopping Europe Broadcasting, Il Sole 24
ORE, MIP Politecnico di Milano, Mobis, Mobilmat, Talent Manager, Ubiquity, WIND.
In termini di estensione geografica della sperimentazione, il Broadcaster individuato (HSEB)
metterà a disposizione la propria infrastruttura
DTT, che copre le città di Lucca, Pisa e Livorno
e la maggior parte delle relative province coprendo circa 172.540 famiglie (circa 428.100 abitanti).
UNIVERSITÀ IN FAMIGLIA ATTRAVERSO IL DIGITALE TERRESTRE
Il progetto “Università in famiglia attraverso il
Digitale Terrestre”, realizzato dal Gruppo COS
in collaborazione con l’Università degli studi di
Roma “Tor Vergata”, si pone due obiettivi:
offrire servizi di informazione generale per le
famiglie (accesso senza autenticazione)
fornire servizi di informazione specifica per
gli studenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”
(accesso previa autenticazione)
Al momento dell’iscrizione alla Facoltà ciascuno studente potrà richiedere una Smart Card
attraverso la quale accedere, tramite TDT, a pagine riservate agli studenti iscritti.
Con l’inserimento nel decoder della suddetta smart-card e di una chiave personale di accesso PIN lo studente avrà accesso all’area riservata dove potrà:
effettuare pratiche amministrative che richiederebbero altrimenti la presenza fisica dello studente presso gli uffici della segreteria;
richiedere informazioni relative all’area didattica;
accedere alle pagine degli insegnamenti a cui
lo studente è iscritto;
avere informazioni relative a collaborazioni
interne ed esterne alla Facoltà (stage, offerte lavoro, etc.);
ottenere informazioni di carattere generale sulla Facoltà.
L’interattività dei servizi potrebbe fornire inoltre l’opportunità di sviluppo di programmi di formazione a distanza (t-learning), per integrare l’attività svolta dallo studente presso l’ateneo, particolarmente utile per studenti non residenti in
prossimità della sede dell’ateneo.
Marzo 2005
In futuro i servizi potranno essere estesi non
solo a tutte le Facoltà dell’Università “Tor Vergata”, ma anche alle altre Università dell’area
romana e, più in generale, nazionale: si segnala
l’interesse nel progetto di altri tre atenei situati
nelle regioni Lazio, Abruzzo e Marche.
LIBRETTO ELETTRONICO DELLO STUDENTE
L’Università di Tor Vergata, con Nestor e Siemens, a seguito dell’attivazione del progetto di
Libretto Elettronico dello Studente compatibile con la CIE e la CNS, si pone l’obiettivo di valorizzare le capacità tecniche e le potenzialità dei
servizi sviluppati da parte dell’Università utilizzando il nuovo canale di comunicazione di grande diffusione e facile utilizzo rappresentato dalla TDT Interattiva. Il bacino di utenza di attivazione della sperimentazione è di 500 studenti. I
servizi che verranno sperimentati saranno la prenotazione esami ed il pagamento tasse universitarie tramite borsellino elettronico.
E’ prevista l’installazione di 200 STB nelle case
degli studenti e di 5 totem dotati di STB presso l’Università. L’identificazione dello studente avverrà
attraverso il Libretto Elettronico dello Studente.
I risultati della sperimentazione consentiranno di valutare l’impatto reale del nuovo canale
di comunicazione sia nell’uso dei servizi sia nella facilità di accesso sia nei livelli di sicurezza. L’esperienza maturata consentirà di estendere a tutti gli studenti dell’Ateneo l’ulteriore canale di
comunicazione costituito dalla TDT Interattiva.
A tal fine, un obiettivo tecnologico che l’Università intende raggiungere è l’attivazione dei
servizi di sicurezza in rete del Cooperation Backbone, previsti per i servizi basati sul Libretto Universitario Elettronico, sul STB e l’attivazione dei
servizi del Cooperation Backbone per l’identificazione ed autenticazione sicura sul STB dello
studente dotato di Libretto Universitario Elettronico. Il bacino potenziale è rappresentato da tutti gli studenti universitari italiani.
HERMES
L’Università Telematica “Guglielmo Marconi”,
l’emittente pugliese TeleRama, l’emittente siciliana TRM TeleRadio del Mediterraneo, in collaborazione con la DNSEE, INFOBYTE S.p.A., Euro
Video System e Assyvideo hanno presentato il
progetto HERMES per “Lo sviluppo di servizi
di e-government tramite la televisione digitale terrestre (t-government)”. Il progetto intende ideare, sviluppare e monitorare sistemi ad elevata inte-
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la televizione digitale al servizio del cittadino: i bandi fub
rattività remota per la TDT.
L’Università Telematica “Guglielmo Marconi” mette a disposizione i propri esperti in campo ingegneristico, contenutistico e metodologico; TeleRama e TRM, entrambe abilitate alla sperimentazione del TDT, offrono la possibilità di
testare il servizio sui loro territori con adeguati
spazi sui propri canali.
HERMES offrirà informazione, formazione e
interazione nel settore turistico tramite format di
comunicazione ad elevata interattività (t-edutainment, t-informazione, t-learning, prenotazioni di
viaggi e soggiorni).
Il canale TDT HERMES prevede la sperimentazione di un palinsesto tematico dedicato al turismo sulla base di un diversificato approccio di
marketing territoriale che comporta non solo la
valorizzazione di tutte le risorse esogene ed endogene del territorio a fini turistici, ma anche un
modello di comunicazione e diffusione delle
informazioni in grado di stimolare e attrarre investimenti. Particolare attenzione verrà dedicata
all’accessibilità e usabilità al fine di garantire la
partecipazione di un target finale di utenti estremamente eterogeneo e diversificato sia socialmente che culturalmente. L’accesso alle informazioni prevede anche un sistema di assistenza telefonica on line al fine di assicurare agli utenti un valido supporto nell’utilizzo delle nuove metodologie di informazione e comunicazione utilizzate.
La sperimentazione prevede la selezione di campioni di utenza nei comuni di Corato, Ruvo di
Puglia e Trani della regione Puglia e nella provincia di Palermo. L’utenza è suddivisa per età, livello sociale e culturale in modo da garantire un campione sufficientemente rappresentativo. Durante
la sperimentazione al campione d’utenza verranno fornite Smart Card per accedere gratuitamente ai servizi della TDT, successivamente, la fruizione dei servizi offerti sarà possibile a pagamento con
Smart Card pre-pagata e ricaricabile.
Il palinsesto di HERMES consente di sviluppare e testare un modello di comunicazione video
ed una metodologia di interazione particolarmente flessibile ed estensibile ad altri territori e settori di interesse.
CARO DOTTORE
Il progetto “Caro Dottore” viene presentato congiuntamente dall’ Istituto Superiore Mario Boella e TelBios S.p.A. Il progetto intende promuove delle attività progettuali di sviluppo e realiz-
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zazione che hanno come indirizzo la salute ed il
benessere delle persone anziane o disabili.
Attraverso l’impiego di tecnologie innovative
come la TDT ed il Wireless, sarà possibile monitorare i segnali vitali degli assistiti direttamente
dal proprio ambiente domestico. Creando di fatto dei servizi di assistenza domiciliare amichevoli e personali.
Gli obiettivi principali del progetto sono:
produrre servizi per la salute, il benessere e di
utilità sociale;
creare un rapporto costante tra il Paziente ed
il Medico;
creare uno strumento di monitoraggio ed assi-
stenza stabile e continuativo;
ridurre i tempi di ospedalizzazione dei pazienti;
sviluppare un servizio informativo per il
benessere ed il miglioramento degli stili di vita;
raggiungere il mercato residenziale degli
anziani e dei disabili;
sviluppare l’utilizzo della TDT e dell’interattività su una utenza socialmente disagiata.
I maggiori fruitori del servizio saranno gli
anziani, i pazienti cronici ed i pazienti a rischio
come i cardiopatici e i dializzati. Gli attori coinvolti saranno il personale medico (rappresentato da medici di base e infermieri a domicilio), il
Centro di eccellenza (un polo ospedaliero composto da medici altamente specializzati), il Centro Servizi (un centro operativo che consentirà
la gestione della rete di servizi di telemedicina)
ed i pazienti stessi.
In particolare un ruolo significativo sarà determinato dai servizi interattivi su canali digitali terrestri che consentiranno di:
interagire dinamicamente con l’utente;
personalizzare i contenuti informativi distribuiti e le modalità di distribuzione in funzione del
profilo personale degli utenti;
realizzare delle aree di copertura a livello nazionale e locale;
attivare modalità di semplici attività formative.
Sulla base delle indagini svolte durante il
periodo di servizio e dei dati raccolti nella attività di telemonitoraggio verrà condotta la fase di
analisi per le valutazioni finali di attendibilità e
qualità dei servizi erogati.
DANIELA D’ALOISI
E
GIUSEPPE FIERRO
Fondazione Ugo Bordoni
I quaderni di
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