Esorcismi compiuti da Gesù
Testimonianze di esorcismi
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Possessione ed esorcismi
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1. Cos'è la possessione?
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2. Come si manifesta una possessione?
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3. Nella possessione il demonio s'impossessa anche dell'anima della persona? 8
4. Qual è il modo pratico per sapere se una persona è posseduta?
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5. Demoni “chiusi” e demoni”aperti”
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6. Che preghiera si deve recitare per sapere se una persona è posseduta?
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7. Quali sono le cause della possessione?
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8. Perché il demonio possiede?
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9. Perché Dio permette che il demonio possegga qualcuno?
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10. Nell'Antico Testamento ci sono racconti di possessioni?
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11. Che succede se un posseduto muore prima che il demonio lo abbandoni?
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12. Un posseduto può uccidere?
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13. Che cos'è l'esorcismo?
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14. Durante l'esorcismo il sacerdote fa tutto da solo?
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15. Prima dell'esorcismo è obbligatorio far visitare il soggetto da uno psichiatra? 10
16. Si può fare l'esorcismo se non c'è un sacerdote?
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17. Che cos'è l'infestazione?
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18. E' vero che il demonio si vendica degli esorcisti?
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19. E' vero che durante l'esorcismo il demonio rivela i peccati dei presenti?
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20. Un sacerdote non molto santo può essere esorcista?
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21. Gli esorcismi sono praticati solo nella Chiesa cattolica?
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22. Perché alcuni esorcismi richiedono molto tempo?
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23. Consigli pratici per l'esorcista
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24. Colui che è stato esorcizzato può essere posseduto nuovamente?
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25. Perché nonostante continui esorcismi un demone non abbandona un corpo? 12
26. E' vero che a volte Dio manda un angelo a scacciare il demonio?
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27. Come si sa quando l'ultimo demone ha abbandonato il corpo?
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Il rito dell’esorcismo
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Come Satana può agire
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I segni che possono rivelare l’azione diabolica
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Come si può cadere nei disturbi straordinari del demonio?
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Come ci si può difendere da questi possibili mali?
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La magia e Satana
Testimonianze
Cosa c’entra la magia con Satana?
L’opinione dell’esorcista Don Gabriele Amorth
Cosa dice la Chiesa cattolica sulla “magia” e sulla superstizione
E’ possibile comunicare con i defunti?
Testimonianze
Che cos'è lo Spiritismo
Come, secondo gli spiritisti, si può comunicare con i defunti
L’opinione di due esorcisti cattolici
La probabilità da parte dei vivi di comunicare con i defunti
La possibilità da parte dei defunti di comunicare con i vivi
Spiritismo: la posizione ufficiale della Chiesa cattolica
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Esorcismi compiuti da Gesù
Nei Vangeli
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Gesù guarisce un indemoniato nella sinagoga (Mc 1,21-28) (Lc 4,31-37)
L’indemoniato geraseno (Mc 5,1-20) (Mt 8,28-34) (Lc 8,26-39)
Gesù esorcizza la figlia di una donna siro-fenicia (Mc 7,24-30) (Mt 15,21-28)
Gesù guarisce un epilettico indemoniato (Mc 9,14-29) (Mt 17,14-21) (Lc 9,37-43)
Gesù guarisce un muto indemoniato (Mt 9,32-34)
Gesù libera un indemoniato cieco e muto (Mt 12,22-32) (Lc 11,14-22)
Gesù guarisce una donna curva indemoniata (Lc 13,10-17)
Notizie sommarie di esorcismi compiuti da Gesù durante la sua predicazione (Mc 1,32-34; 1,39; 3,11)
(Mt 4,24; 8,16) (Lc 4,41; 6,18)
1. Gesù insegna a Cafarnao e guarisce un indemoniato
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Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22 Ed
erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli
scribi. 23 Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24
“Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio”. 25 E Gesù lo
sgridò: “Taci! Esci da quell’uomo”. 26 E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova
insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono! ”. 28 La sua fama si
diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. (Marco 1,21ss)
2. Gesù libera l’indemoniato geraseno
Poi arrivarono sull’altra riva del lago di Galilea, nella regione dei Geraseni. Gesù era appena sceso dalla
barca, quando improvvisamente un uomo uscì da un cimitero e gli venne incontro. Costui erta tormentato
da uno spirito maligno e stava sempre in mezzo alle tombe dei morti. Nessuno riusciva più a tenerlo
legato, neppure con una catena: di fatto, avevano provato diverse volte a mettergli dei ferri ai piedi e
delle catene alle mani, ma egli aveva sempre spezzato i ferri e rotto le catene. Nessuno era capace di
domarlo. Se ne andava di qua e di là, in mezzo alle tombe e sui monti, di giorno e di notte, urlando e
picchiandosi con le pietre.
Quando vide Gesù da lontano, si avvicinò di corsa e si buttò in ginocchio davanti a lui. Allora Gesù
cominciò a dire allo spirito maligno di uscire da quell’uomo; ma quello si mise a gridare forte: “Che vuoi
da me, Gesù, Figlio del Dio Onnipotente? Ti scongiuro, per Dio, non tormentarmi!” Allora Gesù domandò:
“Come ti chiami?” E quello rispose: “Il mio nome è moltitudine, perché siamo in molti”; e continuava poi a
chiedergli di non cacciarli fuori da quella regione.
In quel luogo c’era un grosso branco di maiali che pascolava vicino alla montagna. Allora gli spiriti maligni
chiesero con insistenza a Gesù: “Mandaci in quei maiali! Lascia che entriamo dentro di loro!”
Gesù lo permise. Gli spiriti maligni uscirono da quell’uomo ed entrarono nei maiali. Allora tutti quegli
animali, erano circa duemila, si misero a correre giù per la discesa, si precipitarono nel lago e affogarono.
I guardiani dei maiali fuggirono e andarono a raccontare il fatto in città e in campagna. Perciò la gente
venne a vedere che cosa era accaduto. Quando arrivarono vicino a Gesù, videro anche l’uomo nel quale,
prima, c’erano molti spiriti maligni: ora egli se ne stava seduto, era vestito e ragionava bene. Ed essi si
spaventarono. Quelli che avevano visto il fatto raccontarono ancora agli altri ciò che era successo
all’indemoniato e poi ai maiali. Infine la gente supplicò Gesù di andarsene via dal loro territorio. Gesù salì
sulla barca. L’uomo guarito continuava a chiedergli di poter stare con lui, ma Gesù non voleva. “Torna a
casa tua – gli disse – dalla tua famiglia, e racconta agli altri quanto ha fatto per te il Signore che ha avuto
pietà di te”.
L’uomo allora se ne andò via e cominciò ad annunziare in tutta la regione delle Dieci Città quel che Gesù
aveva fatto per lui; e tutti quelli che lo ascoltavano erano pieni di meraviglia. (Marco 5,1-20)
3. Gesù guarisce un epilettico indemoniato
Intanto arrivarono là dove si trovavano gli altri discepoli e li videro circondati da molta gente mentre i
maestri della legge stavano discutendo con loro. Quando la gente vide Gesù, piena di meraviglia gli
corse incontro per salutarlo. Gesù domandò ai discepoli: “Di che cosa state discutendo?” Un uomo in
mezzo alla gente disse: “Maestro, ti ho portato mio figlio perché è tormentato da uno spirito maligno che
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non lo lascia parlare. Quando lo prende, dovunque si trovi, lo getta a terra, e allora il ragazzo comincia a
stringere i denti, gli viene la schiuma alla bocca e rimane rigido. Ho chiesto ai tuoi discepoli di scacciare
questo spirito, ma non ci sono riusciti”. Allora Gesù replicò: “Gente senza fede! Fino a quando resterò
ancora con voi? Per quanto tempo dovrò sopportarvi? Portatemi il ragazzo!” Glielo portarono, ma quando
lo spirito vide Gesù, subito cominciò a scuotere il ragazzo con violenza: il ragazzo cadde a terra e prese
a rotolarsi mentre gli veniva la schiuma alla bocca.
Gesù domandò al padre: “Da quanto tempo è così?” “Fin da piccolo – rispose il padre- anzi, più di una
volta lo spirito l’ha buttato nel fuoco e nell’acqua per farlo morire. Ma se tu puoi fare qualcosa, abbi pietà
di noi e aiutaci! Gesù gli disse. “Se puoi?...Tutto è possibile per chi ha fede!” Subito il padre del ragazzo
si mise a gridare: “Io ho fede! Se non ho fede, aiutami!”
Vedendo che la folla aumentava, Gesù minacciò lo spirito maligno dicendo: “Spirito che impedisci di
parlare e di ascoltare, esci da questo ragazzo e non tornarci più. Te lo ordino!” Gridando e scuotendo
con violenza il ragazzo lo spirito se ne uscì. Il ragazzo rimase come morto, tanto che molti di quelli che
erano lì attorno dicevano: “E’ morto!” Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare, ed egli rimase in piedi.
Poi Gesù entrò in una casa, e i suoi discepoli, soli con lui, gli chiesero: “Perché noi non siamo stati capaci
di scacciare quello spirito?” Gesù rispose: “Questa razza di spiriti non si può scacciare in nessun altro
modo se non con la preghiera”.
(Marco 9, 14-29)
4. Gesù libera una donna che non era posseduta ma che il demonio le aveva causato
una infermità fisica
Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C’era là una donna che aveva da diciotto
anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la
chiamò a sé e le disse: “Donna, sei libera dalla tua infermità”, e le impose le mani. Subito quella si
raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi
alla folla disse: “Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in
giorno di sabato”. Il Signore replicò: “Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l’asino
dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata
diciott’anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato? ”. Quando egli diceva queste
cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui
compiute. (Luca 13,10-17)
5. Gesù compie guarigioni ed esorcismi
32 Venuta
la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era
riunita davanti alla porta. 34 Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non
permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
35 Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37 e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti
cercano! ”. 38 Egli disse loro: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per
questo infatti sono venuto! ”. 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando
i demòni. (Marco 1,32ss)
6. Gesù dà agli apostoli il potere di scacciare i demòni
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che
stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni
fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo,
Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello
che poi lo tradì. (Marco 3,13-19)
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Testimonianze di esorcismi
L’esorcista Don Gabriele Amorth
E' nato a Modena nel 1925, laureato in giurisprudenza, è sacerdote della Pia Società San Paolo. Giornalista,
scrittore e membro della Pontificia accademia mariana internazionale.
Esorcista della diocesi di Roma, dal 1994 è presidente dell'Associazione internazionale degli esorcisti. Ha
pubblicato numerosi libri su Satana e gli esorcismi:
• G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000
• G. Amorth, Nuovi racconti di un esorcista, EDB, 2000
1. Ragazza sofferente fa ricorso al mago
Un bambino manifesta segni strani; i genitori non approfondiscono, non ci danno importanza, pensano
che crescendo tutto si metterà a posto. Anche perché i sintomi, inizialmente, sono lievi. Poi, con
l'aggravarsi dei fenomeni, i genitori incominciano a rivolgersi ai medici: ne provano uno, poi un altro,
sempre senza risultati.
E' venuta da me una ragazza di 17 anni che era già stata visitata nelle principali cliniche d'Europa.
Infine, dietro il consiglio di qualche amico o sapientone, nasce il sospetto che non si tratti di un male
dovuto a cause naturali, e viene suggerito il ricorso a qualche mago. E da questo momento il danno
iniziale viene duplicato. Solo per caso, in seguito a chissà quale suggerimento si ricorre all'esorcista.
Ma intanto di anni ne sono passati parecchi e il male si è sempre più "radicato".
(G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 52)
2. La guarigione di una ragazza attraverso la preghiera
Dietro appuntamento, entrò da me Marcella, una ragazza biondissima di 19 anni, dall'aria spavalda.
Soffriva per mali di stomaco lancinanti e per un comportamento che non riusciva a dominare, né in casa
né sul lavoro: dava risposte offensive, acide, senza potersi frenare. Per i medici non aveva niente. Come
le misi le mani sulle palpebre, all'inizio della benedizione, mostrò gli occhi interamente bianchi, con le
pupille appena percettibili in basso, e scoppiò in una risata ironica. Ebbi appena il tempo di pensare che
quello era Satana, che subito mi sentii dire: "Io sono Satana", con una nuova risata. Un po’ per volta
Marcella intensificò la vita di preghiera, divenne costante nella comunione e nel rosario quotidiano, nella
confessione settimanale (la confessione è più forte di un esorcismo). Ebbe un progressivo miglioramento,
salvo qualche passo indietro quando rallentava il ritmo di preghiera, e guarì dopo soli due anni.
(G.
Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 100-101)
3. Un giovane curato senza successo dai medici
Ho esorcizzato Marco, colpito da una forte possessione. Era stato a lungo ricoverato e massacrato da
cure psichiatriche, specie da elettrochoc, senza che desse mai la minima reazione. Quando gli fu
ordinata la cura del sonno, gli hanno somministrato per una settimana dei sonniferi che avrebbero
addormentato un elefante; lui non ha mai dormito, né di giorno né di notte. Camminava per la clinica con
gli occhi sbarrati. Finalmente approdò all’esorcista e subito iniziarono i risultati positivi.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 79)
4. Una signora con problemi psicologici
Per alcune benedizioni è venuta da me la sig.ra Marta, accompagnata dal marito. Venivano da lontano e
con non poco sacrificio. Da molti anni Marta era in cura da neurologi, senza alcun vantaggio. Dopo
alcune domande, vidi che potevo procedere all’esorcismo, anche se era già stata esorcizzata da altri, ma
senza frutto. All’inizio cadde a terra e pareva priva di conoscenza. Procedendo nelle preghiere
introduttive, ogni tanto si lamentava: “Voglio un vero esorcismo, non queste cose!” All’inizio del primo
esorcismo, che incomincia con le parole “Exorcizo te”, si calmò soddisfatta; queste parole chiaramente le
erano rimaste impresse dagli esorcismi precedenti. Poi incominciò a lamentarsi che le facevo male agli
occhi. Tutti atteggiamenti non consoni ai posseduti. Quando ritornò le volte seguenti, non sapeva capire
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se il mio esorcismo le aveva prodotto qualche effetto o no. Per più sicurezza, prima di mandarla via
definitivamente, la accompagnai una volta da Padre Candido: dopo averle messo la mano sul capo, egli
mi disse subito che lì il demonio non c’entrava. Era un caso per psichiatri, non per esorcisti.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 80-81)
5. Un ragazzo di 14 anni diventava improvvisamente pesantissimo
Pierluigi, di 14 anni, si presentava grande e grosso per la sua età. Non poteva studiare, era la
disperazione degli insegnanti e dei compagni, con nessuno dei quali riusciva ad andare d’accordo; non
era però violento. Una sua caratteristica: quando si sedeva per terra, con le gambe incrociate, nessuno
riusciva a sollevarlo, come se fosse diventato di piombo. Dopo varie cure mediche, prive di risultati, fu
portato da Padre Candido che incominciò a esorcizzarlo, riscontrando una vera possessione. Un’altra
sua caratteristica: non era litigioso, ma con lui la gente diventava nervosa. Un giorno si era seduto a
gambe incrociate sul pianerottolo della sua casa, al terzo piano. Gli altri inquilini andavano su e giù per
le scale, lo scuotevano perché se ne andasse di lì, ma lui non si muoveva. A un certo punto tutti gli
inquilini del fabbricato si trovarono contemporaneamente per le scale, nei vari pianerottoli, e urlavano e
gridavano contro Pierluigi. Qualcuno chiamò la Polizia; i genitori del ragazzo chiamarono Padre
Candido, che giunse quasi insieme ai poliziotti e si era già messo a chiacchierare col ragazzo per
convincerlo a entrare in casa. Ma i poliziotti, tre giovanottoni ben piantati, gli dissero: “Si scansi
reverendo, queste sono cose per noi”. Quando cercarono di muovere Pierluigi, non lo spostarono di un
millimetro. Stupiti e grondanti di sudore, non sapevano che cosa fare. Allora Padre Candido disse loro:
“Fate rientrare ognuno nel proprio appartamento”; e in un attimo si fece silenzio completo. Poi
aggiunse: “Voi scendete ora una rampa di scale e state a guardare”. Fu obbedito. Infine disse a
Pierluigi: “Sei stato bravo: non hai detto una parola e li hai tenuti a bada tutti. Ora rientra in casa con
me”. Lo prese per una mano e quello si alzò e lo seguì, tutto contento, dove lo aspettavano i genitori.
Con gli esorcismi Pierluigi ebbe buoni miglioramenti, ma non la totale liberazione.(G.Amorth,, p.81-82)
6. Il demonio rivela a Padre Candido i peccati di un giovane
Era un bel giovanotto quello che Padre Candido stava benedicendo; aveva dentro di sé un bestione più
grosso di lui. Fu proprio il demonio a cercare di scoraggiare l’esorcista: “Non vedi che perdi il tuo tempo
con questo qui? E’ uno che non prega mai, è uno che frequenta…, è uno che fa…”, e giù una lunga
serie di peccatacci. Finito l’esorcismo Padre Candido provò a convincere quel giovane, con le buoe
maniere, a fare una confessione generale. Ma quello non ne voleva sapere. Fu necessario tirarlo quasi
per forza in un confessionale; e lì si affrettò a dire che non aveva niente da accusare. “Ma non hai fatto
questa cosa il tale giorno?”, incalzò Padre Candido. E quello, sbalordito, dovette ammettere la sua
colpa. “E non hai fatto per caso anche questo?”, e il malcapitato, sempre più confuso, dovette
ammettere uno per uno tutti i peccati che il Padre gli ricordava, valendosi delle dichiarazioni del
demonio. Alla fine si arrivò all’assoluzione. E quel giovane andò via sbalordito: “Qui non capisco più
niente! Questi preti sanno tutto!” (G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 112)
7. Un ragazzo capisce che la madre ha fatto benedire i suoi vestiti
Una mamma era affranta per le stranezze che notava in un suo figliolo: in certi momenti si arrabbiava
con urla pazzesche, bestemmiava e poi, quando ritornava calmo, non ricordava nulla di questo suo
comportamento. Non pregava e mai avrebbe accettato di farsi benedire da un sacerdote. Un giorno,
mentre il figlio era al lavoro e, come al solito, era uscito indossando la sua tuta da meccanico, la madre
fece benedire i vestiti con l’apposita preghiera del Rituale. Di ritorno dal lavoro, il figlio si tolse la tuta
sporca e si rivestì senza nulla sospettare. Dopo pochi secondi si tolse i vestiti con furia, quasi se li
strappò di dosso, e si rimise la tuta da lavoro senza dire nulla; non ci fu verso che indossasse più quei
vestiti benedetti, distinguendoli bene dagli altri del suo guardaroba, che non erano stati benedetti.
Questo fatto dimostrava ulteriormente la necessità di esorcismi su quel giovanotto.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, Bologna, EDB, 2000, p. 83)
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8. Una donna riesce a uscire da una setta satanica
Riporto un caso accaduto in Francia. Trascrivo nella sua freschezza la relazione che ne ha fatto la
psichiatra Maria Domenica Fouqueray.
“Nominata medico-psichiatra in uno studio privato nell’aprile 1986, collaboro da quattro anni con
l’esorcista diocesano, consenziente il nostro vescovo, mons. Renè Picandet. Richiesta della mia
collaborazione, per la mia specifica competenza professionale di psichiatra, ho accettato volentieri e mi
trovo in buona sintonia con l’esorcista diocesano. Uno dei primi casi che abbiamo dovuto affrontare è
stato questo. Si è trattato di una donna di quarant’anni, sposata e madre di quattro figli, che lavorava
come educatrice specializzata. La causa dei suoi mali era dovuta al fatto che per più di dieci anni aveva
frequentato una setta satanica. Quando si rivolse a noi, era la terza volta che tentava di uscire da
questa setta.
Contrariamente a quanto si poteva supporre, questa donna era molto vicina a sacerdoti; e fu un
sacerdote a condurla a noi. Di fatto, conduceva una doppia vita: conosceva molti sacerdoti e, tutte le
domeniche, suonava l’organo alle Messe, benché non si accostasse mai ai sacramenti; poi era la
grande sacerdotessa di una setta chiamata Wicca, il cui capo è Lucifero. Era stata iniziata
progressivamente e, una volta entrata, sapeva che ne sarebbe uscita solo in seguito alla morte violenta
a cui era destinata: il suicidio. Aveva tanta paura; voleva uscire da quella setta, ma conosceva i rischi
che ciò comportava.
Quando l’abbiamo incontrata la prima volta, presentava i segni di una persona depressa, tormentata,
dimagrita; dormiva male, ma non aveva precedenti psichiatrici. L’esorcista, dopo aver bene esaminato
il caso, ha deciso di procedere agli esorcismi: prima quindicinali, poi settimanali.
Come psichiatra, ho cercato di capire “la porta d’accesso”, ossia i motivi che avevano spinto questa
persona ad entrare in una setta satanica. La sua educazione cristiana era stata molto rigida, basata
sull’osservanza delle pratiche tradizionali; non aveva scoperto l’amore di Dio. Per le scuole, frequentò
un collegio di suore in cui ebbe buona formazione intellettuale, ma nessun aiuto spirituale. Il matrimonio
non le fu di aiuto. Il marito, che guadagnava bene, la obbligò a lasciare il lavoro e ad occuparsi solo dei
figli e della casa. Avrebbe voluto ogni tanto uscire, ma il marito era contrario. Anche le vacanze estive,
trascorse in un piccolo villaggio di campagna, presso i genitori anziani, l’annoiavano, mentre lei
avrebbe voluto trovare distrazioni.
In un giornale mondano lesse l’invito a giornate di svago. Frequentò questo ambiente, benché si
accorgesse che era molto particolare, avviando sempre più gli intervenuti alle bevande alcoliche,
all’offerta di droga, all’iniziazione di una setta. Ma trovò gente premurosa, che la compensava delle
carenze di casa. E ne venne sempre più coinvolta: rinnegò il Battesimo e si sottopose al nuovo
battesimo della setta, in cui le fu imposto un nuovo nome. Ricevette un marchio segreto sulla coscia e
firmò col suo sangue un patto con Satana, dopo aver incenerito l’atto di Battesimo cristiano.
Fu iniziata alle messe nere e ad altre celebrazioni sataniche. Vide chiaramente che i riti cristiani
venivano trasformati, “diabolizzati”. La messa nera è una parodia della celebrazione eucaristica (cioè la
Messa), è al momento della comunione, si trasforma in un’orgia.
Questa donna durante gli esorcismi, aveva gli occhi di una belva e respingeva con forza il crocifisso
che le tenevamo d’avanti; alla fine vomitava (forse solo acqua) e la sua temperatura saliva fino a 41°.
Maddalena (diamole questo nome) aveva partecipato a un gran numero di messe nere.
Tutto questo è durato tre anni. In seguito Maddalena ha avuto solo qualche difficoltà a partecipare alla
Messa nelle chiese che frequentava prima; ma ha potuto pregare e comunicarsi. C’è voluto molto
tempo per la “guarigione della memoria, per la purificazione delle immagini: essa aveva molte visioni e
molti incubi. Gli esorcismi sono stati sospesi quando Maddalena ha potuto condurre da sola la lotta
spirituale, pregare, confessarsi e comunicarsi; ossia quando ha potuto utilizzare i mezzi ordinari di lotta
contro Satana. Inoltre Maddalena non era mai stata cresimata; dopo adeguata preparazione essa
stessa richiese questo sacramento che le fu impartito poco tempo dopo.
(G. Amorth, Nuovi racconti di un esorcista, Bologna, EDB, 2000, p. 153-155)
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Possessione ed esorcismi
1. Cos'è la possessione?
2. Come si manifesta una possessione?
3. Nella possessione il demonio s'impossessa anche dell'anima della persona?
4. Qual è il modo pratico per sapere se una persona è posseduta?
5. Demoni “chiusi” e demoni”aperti”
6. Che preghiera si deve recitare per sapere se una persona è posseduta?
7. Quali sono le cause della possessione?
8. Perché il demonio possiede?
9. Perché Dio permette che il demonio possegga qualcuno?
10. Nell'Antico Testamento ci sono racconti di possessioni?
11. Che succede se un posseduto muore prima che il demonio lo abbia abbandonato?
12. Un posseduto può uccidere?
13. Che cos'è l'esorcismo?
14. Durante l'esorcismo il sacerdote fa tutto da solo?
15. Prima dell'esorcismo è obbligatorio far visitare il soggetto da uno psichiatra?
16. Si può fare l'esorcismo se non c'è un sacerdote?
17. Che cos'è l'infestazione?
18. E' vero che il demonio si vendica degli esorcisti?
19. E' vero che durante l'esorcismo il demonio rivela i peccati dei presenti?
20. Un sacerdote non molto santo può essere esorcista?
21. Gli esorcismi sono praticati solo nella Chiesa cattolica?
22. Perché alcuni esorcismi richiedono molto tempo?
23. Consigli pratici per l'esorcista
24. Colui che è stato esorcizzato può essere posseduto nuovamente?
25. Perché nonostante continui esorcismi un demone non abbandona un corpo?
26. E' vero che a volte Dio manda un angelo a scacciare il demonio?
27. Come si sa quando l'ultimo demone ha abbandonato il corpo?
1. Cos'è la possessione?
E' il fenomeno per il quale uno spirito maligno risiede in un corpo e in determinati momenti può parlare e
muoversi attraverso di esso senza che la persona possa evitarlo. Il demone non prende l'anima del soggetto; questa
in ogni momento è libera.
2. Come si manifesta una possessione?
Di solito una possessione diabolica si manifesta nel seguente modo:
1. Ciò che è sacro o religioso gli provoca fastidio
Dinanzi a ciò che è sacro o religioso il soggetto ha delle reazioni d'insofferenza che vanno dal fastidio,
all'orrore, fino ad arrivare ad eccessi d'ira, bestemmie e insulti.
2. E' la preghiera che chiarirà se si tratta o no di un posseduto.
Se la persona è posseduta, al benedirla inizierà a irrigidire le mani, i muscoli facciali si contrarranno.
Chiuderà gli occhi e, se gli si alzasse le palpebre, il sacerdote vedrebbe che sono bianchi (il soggetto
rovescia le pupille, in alto o in basso, lasciando gli occhi bianchi). Se si continua a pregare, il posseduto
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comincerà a gridare o a parlare con voce piena d'odio e di rabbia. In altri casi effettuerà una risata cattiva
o comincerà a fremere. Altre volte il posseduto ha occhi completamente bianchi ma non si muove affatto
(c'è un demone muto).
3. Nelle crisi d'ira il posseduto perde conoscenza (trance)
Negli episodi di esplosione d'ira, il posseduto perde conoscenza.
4. Viene fuori la presenza del demone che agisce e parla attraverso il corpo del soggetto
In questi momenti di maggior furia il soggetto perde conoscenza (trance) e viene fuori la presenza di uno
o più demoni che prendono il controllo sulla condotta della persona e agiscono e parlano attraverso il suo
corpo. Il demone si manifesta. Il soggetto non è moralmente responsabile di ciò che fa o dice durante la
trance.
5. Finita la crisi torna normale
Finita la crisi, la persona torna lentamente normale e quando ritorna in sé non ricorda nulla. L'amnesia è
totale e assoluta.
6. La persona conduce una vita completamente normale
Al di là delle crisi furiose, la persona conduce una vita completamente normale, senza che la possessione
gli crei problemi sul lavoro o nelle relazioni sociali. Il soggetto appare come una persona perfettamente
assennata.
7. A volte ha allucinazioni sensoriali
In alcuni casi il soggetto parla di cose che sembrano allucinazioni sensoriali (dice di vedere ombre, di
sentire strane sensazioni in una qualunque parte del corpo e fruscii). Ma al contrario non sente voci
interne, né qualcosa che scorra sotto la pelle.
Nella maggior parte dei casi i fenomeni di possessione si producono dopo aver preso parte a una seduta spiritica,
ad un rito esoterico o satanico.
3. Nella possessione il demonio s'impossessa anche dell'anima della persona?
No, è un fenomeno che riguarda solo il corpo. L'anima può anche essere in grazia di Dio. Se un posseduto muore
e si trova in grazia di Dio, l'anima andrà in paradiso. Se un posseduto è in grazia di Dio può anche fare la
comunione. In alcuni casi gli sarà possibile, in altri non riuscirà nemmeno ad entrare in chiesa.
4. Qual è il modo pratico per sapere se una persona è posseduta?
Parlare con una persona per capire se è posseduta non basta, in quanto un malato mentale potrebbe essersi letto
tutti i libri sul tema e imitare alla perfezione i sintomi di un posseduto.
Il modo pratico per capire se una persona è veramente posseduta è la preghiera. Se la persona è posseduta al
benedirla inizierà a irrigidire le mani, la tensione gli si rifletterà sul viso. Chiuderà gli occhi e, se gli alzasse le
palpebre, il sacerdote vedrebbe che sono bianchi (il soggetto rovescia le pupille, in alto o in basso, lasciando gli
occhi bianchi). Se si continua a pregare, il posseduto comincerà a gridare o a parlare con voce piena di odio e
rabbia. A volte emetterà risate cattive o comincerà a fremere.
Ci sono casi nei quali non si vede la trance, ma il posseduto a un certo punto spalanca gli occhi e parla. La sua
voce è maligna e angosciata, e ordina che si smetta di pregare. Nonostante non si veda che il soggetto è caduto in
trance, al ritornare in sé non ricorderà nulla.
In altri casi ciò che non si vede è il manifestarsi di una seconda volontà. L’unica cosa che si percepisce
dall’esterno è che la persona ha occhi completamente bianchi e non si muove. A volte, al massimo, può muovere
appena le mani o il corpo. Ci troviamo, in questi casi, di fronte a un demone muto (muto perché non parla).
5. Demoni “chiusi” e demoni”aperti”
Ci sono due tipi di demoni che causano due tipi distinti di possessione:
1. Se si tratta di un demone “chiuso” cercherà di nascondersi, di non manifestarsi. Alcuni possono resistere
senza manifestarsi anche per più di due ore di esorcismo. Altri possono essere tanto a fondo nella persona che
hanno bisogno di mesi di esorcismi perché finalmente si manifestino. Il demone “chiuso” quando alla fine
non resiste oltre al potere della preghiera, fa entrare in trance il posseduto, il quale chiude gli occhi e sotto le
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palpebre mostra occhi bianchi. Ma senza muoversi. Se il sacerdote smettesse di benedirlo tornerebbe
immediatamente in sé. Alcuni demoni chiusi dopo un po’ parlano (sempre con gli occhi chiusi), altri restano
completamente muti, entrano in trance ma non dicono nulla.
2. I demoni “aperti”, invece, provocano una possessione in cui il soggetto entra in trance, tiene gli occhi aperti,
guardandosi intorno con furia e odio (il demonio ha uno sguardo particolare, maligno) e parlando in modo
folle. Sono dei demoni loquaci e violenti e bisogna che vengano tenuti fermi da diverse persone.
Anche se sono tipi diversi di demoni il modo di procedere dell’esorcismo resterà lo stesso.
Quando, finita la trance, il soggetto ritornerà in sé egli non ricorderà nulla. Al termine della trance se il posseduto
non ricorderà nulla di ciò che ha detto al sacerdote allora siamo sicuramente in presenza di una possessione.
A volte il demonio cerca di convincere il sacerdote che il soggetto ha solo una malattia mentale.
Il demonio certamente ha interesse a ingannare l’esorcista facendogli credere che un soggetto non è posseduto.
6. Che preghiera si deve recitare per sapere se una persona è posseduta?
Basta che il sacerdote benedica la persona e preghi con orazioni già scritte o improvvisate, non ha importanza. Si
possono alternare anche frasi come:
In nomine Iesu, exorcizo te.
In nomine Iesu, dic nomen tuum.
In nomine Iesu, sic es hic, manifesta te.
Nel rivolgersi al demonio bisogna farlo con autorità. Al demonio non si chiede nulla, al demonio si comanda.
Farlo in latino aiuta a far sì che la persona non sappia in che momento ci stiamo rivolgendo al demonio e abbiamo
smesso di benedirla.
Se la persona non dà segni di trance, né del fatto che emerga una seconda personalità (il demonio), allora non è
posseduta. In tutti i modi ci sono demoni che si nascondono molto. Per questo conviene insistere se si hanno dei
dubbi.
Il sacerdote deve concentrarsi molto nella preghiera. quanto più si concentra, tanta più forza avrà la sua preghiera
e tanto più obbligherà il demonio a manifestarsi. E’ opportuno che il sacerdote chiuda gli occhi durante la
preghiera per non distrarsi guardando il soggetto. Conviene che insieme a lui ci sia qualcuno attento al posseduto,
nell’eventualità che questo si scagli contro il sacerdote che intanto sta con gli occhi chiusi, concentrato
nell’orazione. Ma, dopo un po’, il sacerdote deve fare attenzione se gli occhi del posseduto si chiudono o no per
capire se entra in trance.
7. Quali sono le cause della possessione?
I motivi per cui una persona può essere vittima di una possessione diabolica sono:
1. il patto con il demonio;
2. aver assistito a sedute spiritiche, culti satanici o riti esoterici;
3. che un figlio sia stato offerto, dalla madre, a satana;
4. il maleficio.
La possessione non si contagia mai. Vivere con un posseduto non suppone nessun pericolo di trasmissione. Viene
posseduto colui che volontariamente apre la porta al demonio.
I peccati non provocano la possessione: una cosa è il peccato, un’altra è la possessione.
La possessione si produrrà soltanto se Dio lo permette.
Quanto più si condurrà una vita spirituale e di preghiera, più saremo protetti da tutte le influenze del maligno.
Che gente innocente e perfino in grazia di Dio venga posseduta è stato dimostrato da diversi casi. Dio lo permette
perché a volte i mali del corpo sono una fonte di benedizione molto grande per l’anima. E dopo una possessione,
la persona è molto più riconoscente a Dio e condurrà una vita più spirituale per il resto dei suoi giorni.
Le persone che provocano malefici ad altri (chi chiede o chi invoca Satana) non sono solite vivere a lungo, dato
che incontrano presto il castigo di Dio. Poche cose, infatti, attraggono tanto il castigo di Dio come lanciare
malefici contro gli altri.
8. Perché il demonio possiede?
Se il demonio sa che possedere qualcuno comporta il rischio che alla fine questa possessione produca beni
maggiori per l’anima della persona, allora perché lo fa? Senza dubbio, sarebbe più conveniente per lui non
possedere nessuno. Ma possiede per un’unica ragione: far soffrire. Egli cerca di far soffrire e nella possessione
può farlo in modo diretto. Inoltre il demonio è spinto dalle sue proprie passioni. Anche se può sembrare un
controsenso, il demonio è vittima delle sue passioni e dei suoi impulsi incontrollati.
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9. Perché Dio permette che il demonio possegga qualcuno?
Che gente innocente e perfino in grazia di Dio venga posseduta è stato dimostrato da diversi casi. Dio lo permette
perché a volte i mali del corpo sono una fonte di benedizione molto grande per l’anima. E dopo una possessione,
la persona è molto più riconoscente a Dio e condurrà una vita più spirituale per il resto dei suoi giorni.
Inoltre Dio lo permette perché si mostra la verità della religione cattolica. Infatti l'esorcismo è anche una finestra
aperta dalla quale possiamo scorgere qualcosa dell'aldilà e di Dio. E il bene prodotto da tale visione, si riflette di
norma sui presenti e sui familiari per il resto della loro vita.
10. Nell'Antico Testamento ci sono racconti di possessioni?
Nell'Antico Testamento c'è solo un caso di possessione:
Lo Spirito del Signore si era ritirato da Saul; e uno spirito cattivo, permesso dal Signore, lo
turbava. I servitori di Saul gli dissero: "Ecco, uno spirito cattivo permesso da Dio ti turba". Or
quando il cattivo spirito permesso da Dio veniva da Saul, Davide prendeva l'arpa e si metteva a
suonare; Saul si calmava, stava meglio e il cattivo spirito andava via da lui. (1 Samuele
16,14.23)
Questo testo sembra narrare un caso di possessione. Si parla di uno spirito maligno che lo turbava, che assaliva
Saul, e, più avanti lo dice, che addirittura si impossessò di lui:
…un cattivo spirito, permesso da Dio, si impossessò di Saul che era come fuori di sé in mezzo
alla casa…e Saul aveva in mano la sua lancia, pensando: inchioderò Davide al muro. (1
Samuele 18,10)
E' chiaro che all'epoca dell'Antico Testamento ci furono sicuramente altri casi di possessione nonostante non
siano stati registrati nella Bibbia.
11.Che succede se un posseduto muore prima che il demonio lo abbia abbandonato?
Molti credono che se si muore posseduti si andrà all'inferno. Questo è un errore. Se la persona si trova in grazia di
Dio, andrà in paradiso. Infatti la possessione fa danni solo al corpo. Morta la persona, il demonio esce e non entra
in un'altra.
12. Un posseduto può uccidere?
Anche se alcuni posseduti in stato di trance possono mostrarsi aggressivi è molto raro che facciano del male a
qualcuno. L'esperienza dimostra che il posseduto può gridare contro qualcuno, guardare con odio o atteggiare la
mano ad artiglio. Ma è molto raro che cerchi di colpire o di aggredire qualcuno. E nei casi in cui cerca di farlo,
alla fine non succede niente perché è come se una forza gli impedisse di realizzare il suo desiderio.
13. Che cos'è l'esorcismo?
L'esorcismo è un rito con il quale si ordina al demonio di uscire dal corpo di una persona. La parte più importante
dell'esorcismo è lo scongiuro, vale a dire l'ordine dato al demonio, in nome di Gesù, di abbandonare il corpo (la
parola greca exorkizein significa appunto "compiere uno scongiuro"). La Chiesa cattolica ha un rito dell'esorcismo
composto da varie parti. L'esorcismo è una operazione più facile rispetto a quella di valutare se la persona è
veramente posseduta. Per l'esorcismo basta seguire il rito prestabilito dalla Chiesa cattolica.
14. Durante l'esorcismo il sacerdote fa tutto da solo?
Nella Chiesa cattolica soltanto un sacerdote può svolgere il ministero dell'esorcistato. Comunque l'ideale è che
l'esorcista abbia un gruppo di laici che lo aiutino durante l'esorcismo. Essi si occupano di tenere fermo il
posseduto e pregano durante il rito. Meglio se sono una decina, perché la preghiera di molti è più potente della
preghiera di uno solo. La preghiera di questo gruppo, mentre il sacerdote procede nell'esorcismo, è di grande
importanza.
15. Prima dell'esorcismo è obbligatorio far visitare il soggetto da uno psichiatra?
1. Generalmente l'esorcista lavora sempre con un gruppo di laici tra i quali uno psichiatra. Quest'ultimo può
aiutare il sacerdote ha capire quando una persona ha problemi mentali. Come linea di principio non è
obbligatorio far visitare un soggetto da uno psichiatra prima di procedere ad un esorcismo. Se l'esorcista è
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sicuro che si tratti di un caso di possessione può procedere direttamente con l'esorcismo. A volte succede
anche che la malattia psichiatrica coesiste con la possessione.
2. La possessione ha qualche leggero aspetto in comune con la schizofrenia paranoide. Ma nei casi di
possessione diabolica è inadeguato parlare di schizofrenia, psicosi, e tanto più di epilessia, perché i
sintomi di una possessione diabolica sono diversi.
16. Si può fare l'esorcismo se non c'è un sacerdote?
Nella Chiesa cattolica soltanto un sacerdote può svolgere il ministero dell'esorcistato. Nel caso eccezionale in cui
non c'è la possibilità concreta di far arrivare il soggetto da un sacerdote come comportarsi? In un caso del tutto
eccezionale come nei territori di missione, i cristiani presenti debbono riunirsi e recitare una preghiera specifica in
cui si chiede a Dio di scacciare il demonio. Preghiera che è diversa dal rito dell'esorcismo che seguirebbe un
sacerdote.
Questa preghiera i cristiani devono ripeterla tutti i giorni, per più volte. Se il demonio non si agita dopo la
preghiera ripetuta, si deve recitare il rosario a voce alta. Se continua a non dare segni di agitazione, si può recitare
di nuovo il rosario. L'ideale è continuare così a lungo. La suddetta preghiera si può usare, con qualche variazione,
anche per i casi di infestazione.
17. Che cos'è l'infestazione?
La possessione di animali, oggetti o luoghi si chiama infestazione. La possessione di un luogo è un fenomeno
abbastanza comune, ma quella di animali è praticamente rarissima.
L'infestazione di una casa avviene quando in essa si sono praticati in forma continuata riti esoterici, sedute
spiritiche o riti satanici.
L'infestazione di un oggetto accade soltanto quando questo sia stato usato in un maleficio (cioè per fare del male
ad un'altra persona). Possiamo renderci conto che un oggetto è infestato, se lì dove si trova provoca fenomeni
demoniaci (si muovono oggetti, ci sono rumori inspiegabili, odori sgradevoli). L'oggetto infestato deve essere
bruciato.
18. E' vero che il demonio si vendica degli esorcisti?
Considerare che l'esorcismo sia un atto pericoloso è un grave errore. Se il sacerdote recita il rosario ogni giorno e
chiede a Dio di proteggerlo dalle insidie del Maligno, non deve temere nulla. A diversi esorcisti non è mai
accaduto nulla. Padre Fortea riferisce solo di un caso in cui il demonio durante un esorcismo avrebbe avvertito
l'esorcista che si sarebbe vendicato bruciandogli l'auto. Cosa che poi è accaduta.
Padre Fortea afferma che l'esperienza gli ha insegnato che spesso i laici che prendono parte a riti di esorcismo
come aiutanti del sacerdote, nel cuore della notte vengono svegliati dal demonio. In qualche caso anche per due
notti di seguito. Soltanto una volta il fenomeno è andato oltre.
19. E' vero che durante l'esorcismo il demonio rivela i peccati dei presenti?
E' vero che i demoni "aperti" rivelano i peccati dei presenti. Tuttavia ciò che dicono è pura invenzione. In molti
casi padre Fortea ha verificato che il demonio quando avrebbe potuto rivelare dei suoi peccati, non lo ha fatto
perché Dio protegge la reputazione dei sacerdoti e non dà loro il permesso di raccontarli.
20. Un sacerdote non molto santo può essere esorcista?
La santità del sacerdote aiuta, ma non è una condizione necessaria. Più un sacerdote è santo più l'esorcismo sarà
efficace. Un sacerdote non molto edificante può scacciare i demoni senza problemi. Solo avrà bisogno di più
tempo. Perfino un sacerdote in peccato mortale può scacciare il demonio. Questo perché nell'esorcismo si
manifesta il potere della preghiera della Chiesa, il potere del sacramento sacerdotale e il potere del nome di Gesù.
21. Gli esorcismi sono praticati solo nella Chiesa cattolica?
Non è solo la Chiesa cattolica ad effettuare esorcismi. Ci sono veri e propri esorcismi anche tra i cristiani
ortodossi e tra i cristiani protestanti pentecostali.
Tra gli ortodossi gli esorcismi sono molto simili a quelli cattolici (li fanno i sacerdoti).
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In ambito protestante pentecostale l'esorcismo di solito consiste in un gruppo di fedeli che si riuniscono per lodare
Dio e, nel frattempo ordinano al demonio di uscire dal corpo in nome di Gesù. Gli altri protestanti purtroppo
hanno perso la tradizione dell'esorcismo e sono soliti indirizzare i casi alla Chiesa cattolica o ai pentecostali.
22. Perché alcuni esorcismi richiedono molto tempo?
Abbiamo detto che la santità del sacerdote aumenta il potere dell'esorcista. Ci sono alcuni demoni che ci vuole
molto tempo e molte sedute per scacciarli: perché? Soprattutto perché i demoni non sono tutti uguali: alcuni sono
più potenti di altri. Più il demone appartiene ad una gerarchia elevata è più ci vorrà del tempo per scacciarlo.
Satana e Lucifero sono i più difficili da scacciare.
23. Consigli pratici per l'esorcista
1. L'esorcista deve cominciare con il rituale e una volta arrivato alla fine, deve continuare con ciò che appare
dare maggior tormento al demonio.
2. Il sacerdote si può ritirare per compiere altre funzioni, mentre il gruppo di laici recita il rosario a voce alta
per la liberazione della persona.
3. Il rituale degli esorcismi può essere interrotto in qualsiasi momento per insistere con ciò che più sembra
aver effetto.
4. Soltanto l'esorcista potrà rivolgersi al demonio, e se questi si rivolgerà a un laico presente, quest'ultimo
non dovrà rispondere, né fare domande o insultarlo. Non perché ci sia qualche pericolo, ma perché
permettere questo tipo di interventi significherebbe far cadere il rito nella confusione.
5. Il rosario ha un potere eccezionale per indebolire il demonio. Il demonio può non obbedire affatto
all'esorcista, ma al recitare il rosario egli arriverà anche a baciare un crocifisso o qualsiasi altra cosa che
l'esorcista gli ordinerà. E se non obbedirà dopo la recita di un rosario, lo farà dopo una seconda, o dopo
una terza. Anche se ci sono dei demoni che non soffrono alcuna conseguenza dalla recita del rosario in
gruppo.
6. Quando il demonio inizia a dire cose come "assassini", "mi state uccidendo", "non ne poso più", allora la
sua uscita è imminente.
7. Se gli si fanno domande il demonio spesso risponde.
8. A volte i demoni non rispondono e abbandonano il corpo.
9. Conviene camminare in circolo spargendo acqua benedetta nel luogo dove si farà l'esorcismo per chiedere
a Dio Padre di evitare che i demoni di dentro comunichino con quelli di fuori, o che li aiutino. Dato che
durante l'esorcismo a volte i demoni ne invocano altri per chiederne l'aiuto.
10. E' molto utile dare da bere acqua benedetta al posseduto durante l'esorcismo. Ma deve farsi quando questi
obbedisce. Al contrario, se lo si forzerà, il demonio sputerà l'acqua e non servirà a nulla.
11. E' estremamente utile dare la Comunione al posseduto durante l'esorcismo. Ovviamente questi deve
essere in grazia di Dio. Non lo si deve costringere a questo. Lo si faccia quando egli obbedisce.
12. La confessione è un dono divino molto più grande di quello dell'esorcismo.
24. Colui che è stato esorcizzato può essere posseduto nuovamente?
Se la persona vive nella grazia di Dio, prega, si confessa, va a Messa, non ha nulla da temere. Se la persona
liberata torna di nuovo alla sua vita di peccati potrebbe essere posseduta nuovamente. E se succederà, i demoni
saranno peggiori e in numero maggiore.
25. Perché nonostante continui esorcismi un demone non abbandona un corpo?
Se passano i mesi e diverse sedute di esorcismo ma non esce il demonio questo può essere causato dal fatto che la
persona posseduta non segue i consigli dell'esorcista. L'esorcista deve consigliargli di pregare, andare a Messa,
confessarsi, osservare i dieci comandamenti. Ma se uno non cambia vita il sacerdote deve interrompere gli
esorcismi fino a quando il posseduto non cambierà vita.
26. E' vero che a volte Dio manda un angelo a scacciare il demonio?
I demoni più potenti, quelli che appartengono alla gerarchia più alta, anche se soffrono durante gli esorcismi, deve
venire un angelo a scacciarli. Quando giunge il momento Dio invia un angelo. Ed è allora che alla fine
dell'esorcismo, d'improvviso, si produce come una lotta invisibile. Il posseduto guarda un punto concreto e cerca
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come di graffiare e picchiare. A questo punto si producono le peggiori agitazioni e le urla più acute. Alla fine il
demone viene scacciato dall'angelo.
27. Come si sa quando l'ultimo demone ha abbandonato il corpo?
Dato che in un posseduto possono esserci più demoni, sorge il problema di sapere quando l'ultimo ha abbandonato
il posseduto. Ogni volta che un demone esce, il posseduto si sente in pace, riprende coscienza e apre gli occhi.
Quindi il sistema per saperlo è semplice, si tratta di pregare per la persona due o tre minuti ancora. Se è rimasto
ancora un altro demone, la persona entrerà in trance o diventerà nuovamente furiosa. Ma se la persona resta
cosciente, bisogna chiedergli se sente qualcosa. Se risponde di no, allora è il momento di ringraziare Dio.
Consiglio che tutti si inginocchino verso il tabernacolo e ringrazino il Signore. Se la persona soffre ancora dei
sintomi precedenti allora si dovrà ricominciare a pregare.
Il rito dell’esorcismo
Chi è l’esorcista
Esorcista è un sacerdote della Chiesa cattolica che ha ricevuto dal suo vescovo l’incarico di liberare, in nome di
Dio, le persone dal demonio. Chi non è un sacerdote non può essere esorcista.
Ministro del Rito dell'esorcismo è esclusivamente un sacerdote che per la sua pietà, scienza,
prudenza e integrità di vita sia ritenuto dall'Ordinario [il vescovo] idoneo a tale ministero e da lui
espressamente autorizzato ad esercitarlo. (dal Rito dell’esorcismo)
Il potere di “scacciare i demoni” (Mt 10,1) fa parte della missione affidata da Gesù ai suoi apostoli. Per questo la
preghiera per scacciare i demoni è stata sempre presente nel rituale della Chiesa cattolica, così come la figura
dell’esorcista.
E’ ovvio che per chi non crede in un mondo soprannaturale è più facile pensare che il diavolo sia un retaggio del
passato o che faccia parte dei soliti fantasmi creati dalla paura dell’uomo.
Il rito dell'esorcismo
Questa versione italiana del «De exorcismis et supplicationibus quibusdam» è stata approvata secondo le delibere
della Conferenza Episcopale Italiana e ha ricevuto la conferma della Congregazione per il Culto divino e la
Disciplina dei Sacramenti il 21 settembre 2001.
La presente edizione deve essere considerata «tipica» per la lingua italiana, ufficiale per l'uso liturgico.
Questi nuovi testi del «Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari» diventeranno obbligatori
dal 31 marzo 2002. Dal “rito dell’esorcismo:
1. Il discepolo di Cristo, alla luce del Vangelo e dell'insegnamento della Chiesa, crede che il Maligno
e i demoni esistono e agiscono nella storia personale e comunitaria degli uomini.
2. Il Vangelo, infatti, descrive l'opera di Gesù come una lotta contro Satana. Anche la vita dei suoi
discepoli comporta una battaglia che «non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma
contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del
male» (Ef 6, 12).
3. La vigilanza deve essere esercitata soprattutto nei confronti dell'azione ordinaria di Satana, con la
quale egli continua a tentare gli uomini al male. Proprio la tentazione è il pericolo più grave e
dannoso in quanto si oppone direttamente al disegno salvifico di Dio e all'edificazione del Regno.
Satana riesce a impadronirsi davvero dell' uomo in ciò che ha di più intimo e prezioso quando
questi, con atto libero e personale, si mette in suo potere con il peccato. Per questo il credente
vigila per non essere ingannato e prega ogni giorno con le parole suggerite da Gesù: «Padre, non
abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal Male» (Mt 6, 13).
4. Invece i fenomeni diabolici straordinari della possessione, dell' ossessione, della vessazione e
dell'infestazione sono possibili, ma di fatto, a parere degli esperti, sono rari. Provocano certo grandi
sofferenze, ma di per sé non allontanano da Dio e non hanno la gravità del peccato.
Sarebbe quindi da stolti prestare tanta attenzione all' eventuale presenza del Maligno in alcuni
fenomeni insoliti e non preoccuparsi affatto della realtà quotidiana della tentazione e del peccato, in
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cui Satana, «omicida fin dal principio» e «padre della menzogna» (Gv 8, 44), è sicuramente
all'opera.
A questo riguardo è necessario da parte dei pastori d'anime:
• richiamare, con sapienza e prudenza, i fedeli a non ricercare il sensazionale e ad evitare sia la
stolta credulità che vede interventi diabolici in ogni anomalia e difficoltà, sia il razionalismo
preconcetto che esclude a priori qualsiasi ,forma di intervento del Maligno nel mondo;
• mettere in guardia i fedeli nei confronti di libri, programmi televisivi, informazioni dei mezzi di
comunicazione che a scopo di lucro sfruttano il diffuso interesse per fenomeni insoliti o malsani;
• esortare i fedeli a non ricorrere mai a coloro che praticano la magia o si professano detentori di
poteri occulti o medianici o presumono di aver ricevuto poteri particolari. Nel dubbio circa la
presenza di un influsso diabolico è necessario rivolgersi prima di tutto al discernimento dei
sacerdoti esorcisti e ai sostegni di grazia offerti dalla Chiesa soprattutto nei Sacramenti;
• presentare il significato autentico del linguaggio usato dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione e far
maturare nei cristiani un atteggiamento corretto riguardo alla presenza e all'azione di Satana
nel mondo;
• ricordare nella catechesi e nella predicazione che la superstizione, la magia e, a maggior ragione,
il satanismo sono contrari alla dignità e razionalità dell'uomo e alla fede in Dio.
Lo schema del rito
1. Riti d'inizio
L'aspersione con l'acqua benedetta che
richiama la purificazione battesimale.
7. Preghiera del Signore
Il Padre nostro.
2. Litanie dei Santi
La prece litanica con cui si invoca
sull'ossesso la misericordia divina per
l'intercessione dei santi.
8. Il segno della Croce - Insufflazione
Mostrando il crocifisso, l'esorcista fa il
segno della croce sull'ossesso e, se si
vuole, l'"exsufflatio".
3. Recita di un Salmo
La recita di uno o più salmi con i quali
s'implora la protezione dell'Altissimo.
9. Formule di esorcismo
La recita della "formula deprecativa" con
cui si prega Dio di liberare l'ossesso. A
questa si può far seguire la "formula
imperativa" con cui in nome di Cristo si
scongiura il diavolo di lasciare l'ossesso.
Quest'ultima non si può usare mai senza la
prima.
10. Rendimento di grazie - Rito di
conclusione
Si conclude con la preghiera di
ringraziamento e la benedizione.
4. Lettura del Vangelo
La proclamazione del Vangelo, segno
della Presenza di Cristo.
5. Imposizione delle mani
L'imposizione delle mani con cui viene
invocato lo Spirito Santo.
6. Professione di fede
La recita del Simbolo o rinnovazione delle
promesse battesimali.
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RITO DELL' ESORCISMO
39. Prima di dare inizio al rito, l'esorcista si
prepari convenientemente, secondo le circostanze
dicendo in silenzio la seguente orazione:
V. Manda il tuo Spirito creatore,
e rinnova la faccia della terra.
Tutti: Signore, pietà.
Signore Gesù Cristo,
Verbo di Dio Padre e Signore dell'universo,
tu hai dato agli Apostoli
il potere di scacciare i demoni nel tuo nome
e di vincere ogni assalto del nemico;
Dio santo, fra tutte le meraviglie che hai operato
hai dato anche il comando di mettere in fuga i
demoni; Dio forte,
che nella tua potenza invincibile
hai abbattuto Satana come folgore dal cielo:
con timore e tremore
ti supplico di infondere in me la tua forza
perché, saldo nella fede, possa combattere
lo spirito maligno che tormenta questa tua
creatura,
tu che verrai a giudicare i vivi e i morti
e il mondo con il fuoco. Amen.
V. Salva, Signore, il tuo servo
che in te spera.
Tutti: Signore, pietà.
RITI D'INIZIO
RINUNZIA A SATANA
SALUTO
PREGHIERA DEL SIGNORE (Padre Nostro)
ASPERSIONE DELL' ACQUA BENEDETTA
44. A questo punto, l' esorcista asperge con
l'acqua benedetta il fedele tormentato dal
Maligno, i presenti e il luogo dove si svolge il rito
dicendo:
IL SEGNO DELLA CROCE
58. L'esorcista mostra la croce e con essa
benedice il fedele tormentato dal Maligno
dicendo:
Ecco l'acqua benedetta:
porti a tutti noi vita e salvezza,
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo.
Tutti: Amen.
LITANIE DEI SANTI
RECITA DI UN SALMO
LETTURA DEL VANGELO
IMPOSIZIONE DELLE MANI
53. Letto il Vangelo, l' esorcista impone le mani
sul capo del fedele tormentato dal Maligno
dicendo:
V. Sia sempre con noi, Signore, la tua
misericordia:
in te abbiamo sperato.
Tutti: Signore, pietà.
V. Signore, sii per lui fortezza inespugnabile
di fronte all' assalto del nemico.
Tutti: Signore, pietà.
V. Il nemico non prevalga su di lui,
e il figlio dell 'iniquità non gli rechi alcun danno.
Tutti: Signore, pietà.
V. Soccorrilo, Signore, dalla tua santa dimora,
e da Sion vieni in sua difesa.
Tutti: Signore, pietà.
PROFESSIONE DI FEDE
Ecco la Croce del Signore:
fuggite, spiriti del male!
INSUFFLAZIONE
59. Se lo ritiene opportuno, l'esorcista alita sul
volto del fedele tormentato dal Maligno dicendo:
Allontana, Signore,
con il Soffio della tua bocca,
gli spiriti maligni:
comanda loro di andarsene,
perché il tuo regno è in mezzo a noi.
FORMULE DI ESORCISMO
60. Dopo ciò, l'esorcista dice la formula
invocativa dell'Esorcismo maggiore (n. 61). Se lo
ritiene opportuno, aggiunga anche la formula
imperativa (n. 62).
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61. FORMULA INVOCATIVA
Dio, creatore e difesa del genere umano,
volgi il tuo sguardo su questo tuo servo N.,
che hai plasmato a tua immagine
e chiamato a condividere la tua gloria:
l'antico avversario lo tormenta crudelmente,
lo opprime con aspra violenza
e lo riempie di angoscia e di terrore.
Manda su di lui il tuo Santo Spirito
perché lo rafforzi nella lotta,
gli insegni a pregare nella tribolazione
e lo circondi con la sua efficace protezione.
Ascolta, Padre santo,
il gemito della tua Chiesa in preghiera:
non permettere che questo tuo figlio
sia posseduto dal padre della menzogna,
né che questo tuo servo,
redento dal sangue di Cristo,
sia tenuto in schiavitù dal diavolo.
Non tollerare che il tempio del tuo Spirito
sia dimora di uno spirito immondo.
Ascolta, Dio misericordioso,
la preghiera della beata Vergine Maria:
il Figlio Gesù, morendo sulla croce,
ha schiacciato il capo dell'antico serpente
e ha affidato alla Madre tutti gli uomini come
figli.
Risplenda in questo tuo servo
la luce della tua verità
e dimori in lui la gioia della tua pace.
Lo Spirito di santità ne prenda possesso
e con la sua presenza gli restituisca innocenza e
serenità.
Ascolta, o Padre,
la preghiera dell' Arcangelo san Michele
e di tutti gli Angeli, ministri della tua gloria.
Tu che sei il Dio delle schiere celesti,
respingi la violenza del diavolo.
Dio di verità e di misericordia,
rendi vane tutte le sue insidie.
Dio di libertà e di grazia,
spezza le catene della sua malvagità.
Tu che ami la salvezza dell'uomo,
ascolta la voce degli apostoli Pietro e Paolo
e di tutti i Santi,
che, per tua grazia, hanno riportato vittoria sul
Maligno.
Libera questo tuo servo
da ogni oppressione diabolica
e custodiscilo indenne
perché restituito alla serenità di figlio
ti ami di tutto cuore,
ti serva operando il bene,
ti renda onore e gloria,
e tutta la sua vita sia un canto di lode a te.
Per Cristo nostro Signore.
Tutti: Amen.
62. FORMULA IMPERATIVA
Ti ordino, Satana,
nemico della salvezza dell'uomo:
riconosci la giustizia e la bontà di Dio
che con giusto giudizio ha condannato
la tua superbia e la tua invidia.
Esci da N., servo di Dio,
che il Signore ha creato a sua immagine,
ha arricchito dei suoi doni,
ha adottato come figlio
della sua misericordia.
Ti ordino, Satana,
principe di questo mondo:
riconosci il potere invincibile di Gesù Cristo:
egli ti ha sconfitto nel deserto,
ha trionfato su di te nell'orto degli ulivi,
ti ha disarmato sulla croce
e, risorgendo dal sepolcro,
ha portato i tuoi trofei
nel regno della luce.
Vattene da questa creatura, da N.:
che il Salvatore, nascendo tra noi,
ha reso suo fratello
e morendo in croce ha redento
con il suo sangue.
Ti ordino, Satana,
seduttore del genere umano:
riconosci lo Spirito di verità e di grazia,
lo Spirito che respinge le tue insidie
e smaschera le tue menzogne.
Esci da questa creatura, N.,
che Dio ha segnato con il suo sigillo.
Abbandona quest'uomo:
Dio l'ha reso suo tempio santo
con l'unzione del suo Spirito.
Vattene, dunque, Satana: vattene
nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo.
Allontanati per la fede e la preghiera della Chiesa.
Fuggi per il segno della santa croce di Gesù
Cristo,
Signore nostro.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Tutti: Amen.
RENDIMENTO DI GRAZIE
RITI DI CONCLUSIONE
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Come Satana può agire
C’è un’azione ordinaria del demonio, che è rivolta a tutti gli uomini: quella di tentarli al male. Qui ci
occuperemo dell’azione straordinaria di Satana, quella che Dio gli consente solo in determinati casi.
Questa azione straordinaria può essere classificata in sei forme diverse:
1. Le sofferenze fisiche causate da Satana esternamente.
Si tratta di quei fenomeni che leggiamo in tante vite di santi. Sappiamo come San Paolo della Croce,
P.Pio e tanti altri siano stati percossi, flagellati, bastonati da demoni. In questi casi non c’è mai stata
un’influenza interna del demonio nelle persone colpite e mai c’è stato bisogno di esorcismi.
2. La possessione diabolica.
E’ il tormento più grave e ha luogo quando il demonio si impossessa di un corpo (non di un’anima)
facendolo agire o parlare come lui vuole, senza che la vittima possa resistere e quindi senza che ne
sia responsabile moralmente. E’ la forma di cui si parla nel film L’esorcista (parlare lingue nuove,
dimostrare una forza eccezionale, rivelare cose occulte).
3. La vessazione diabolica
Ossia disturbi e malattie da molto gravi a poco gravi, che però non giungono alla possessione, a far
perdere la conoscenza, a far compiere azioni o pronunciare parole di cui non si sia responsabili. La
donna curva e il sordomuto guariti da Gesù non avevano una possessione diabolica totale, ma la
presenza di un demonio che provocava loro quei disturbi fisici. Le possessioni sono ancora oggi
abbastanza rare; ma gli esorcisti incontrano in grande quantità persone colpite dal demonio nella
salute, nei beni, nel lavoro, negli affetti, ecc.
4. L’ossessione diabolica.
Si tratta di assalti improvvisi, talvolta continui, di pensieri ossessivi di cui la vittima non è in grado
di liberarsene. Per cui la persona colpita vive in un continuo stato di prostrazione, di disperazione, di
tentazioni di suicidio.
5. Esistono anche le infestazioni diaboliche: su case, oggetti, animali.
6. La soggezione diabolica o dipendenza diabolica.
Si cade in questo male quando volontariamente ci si sottomette alla servitù del demonio. Le due
forme più usate sono: il patto di sangue col diavolo e la consacrazione a Satana.
I segni che possono rivelare l’azione diabolica
Le possessioni diaboliche possono essere, tra loro, molto diverse. Di solito tre sono i segni che indicano
l’azione di Satana. Segni che possono essere anche non tutti presenti nella stessa persona posseduta.
1. La forza straordinaria
può essere un segno di possessione diabolica. Un pazzo in manicomio può essere tenuto fermo con la
camicia di forza. Un indemoniato no; spezza tuto, anche catene di ferro. Padre Candido mi narrò il
caso di una ragazza magra e apparentemente debole; durante gli esorcismi, veniva a stento tenuta
ferma da quattro uomini. Spaccò ogni legame, anche larghe cinghie di cuoio, con cui tentarono di
legarla. Una volta, legata con grosse funi ad una lettiera di ferro, in parte ne ruppe i ferri e in parte li
piegò ad angolo retto.
2. La conoscenza improvvisa di lingue
fino allora sconosciute può essere segno di una possessione diabolica. Un giorno Padre Candido
esorcizzava una ragazza di 17 anni, contadina, abituata a parlare in dialetto, per cui sapeva male
l’italiano. Erano presenti altri due sacerdoti che, quando la presenza di Satana emerse fuori, non si
stancavano di fare domande. Padre Candido, mentre continuava a recitare le formule in latino, vi
mescolò le parole in greco: “Taci, smettila”. Subito la ragazza si voltò verso di lui: “Perché comandi
a me di tacere? Dillo piuttosto a questi due che continuano a interrogare”.
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3. Anche la conoscenza di eventi occulti (nascosti)
può essere segno di una possessione diabolica. Un giorno Padre Candido aveva invitato ad assistere
ai suoi esorcismi un sacerdote che si vantava di non crederci. Quel sacerdote è andato e si
comportava con un senso quasi di disprezzo, con le braccia incrociate, senza pregare (come debbono
sempre fare i presenti) e con un sorriso ironico. Un bel momento il demonio si è rivolto a lui: “Tu
dici che a me non credi. Ma ci credi alle femmine, a loro sì che ci credi; e come ci credi!” Quel
malcapitato zitto zitto e camminando all’indietro, ha raggiunto la porta e se l’è squagliata in tutta
fretta.
Come si può cadere nei disturbi straordinari del demonio?
Ci si può cadere colpevolmente o incolpevolmente, a seconda dei casi. Possiamo riassumere i motivi in
quattro cause:
1. Per permissione di Dio.
Per i cristiani nulla accade senza il permesso di Dio. E sia altrettanto chiaro che Dio non vuole mai il
male, ma lo permette quando siamo noi a volerlo (avendoci creati liberi) e sa ricavare il bene anche
dal male. Il primo caso che consideriamo ha la caratteristica che non interviene nessuna colpevolezza
umana, ma c’è solo un intervento diabolico. Come Dio permette abitualmente l’azione ordinaria di
Satana (tentare tutti gli uomini), dando a ciascuno le grazie per resistere e ricavandone un bene, così
Dio può anche permettere talvolta l’azione straordinaria di Satana (possessione o disturbi malefici),
per far esercitare all’uomo l’umiltà, la pazienza, la mortificazione o per altri motivi.
La vita di molti santi ci presenta esempi di questo tipo. Nel beato don Calabria e nella
beata suor Maria di Gesù Crocifisso, senza che ci fosse nessuna causa umana (né colpa
da parte delle persone colpite, né malefici fatti da altri) ci sono stati periodi di vera e
propria possessione diabolica, in cui i due beati hanno detto e fatto cose contrarie alla
loro santità, senza averne nessuna responsabilità.
2. Quando si subisce un maleficio.
Anche in questo caso non c’è colpa da parte di chi è vittima di questo male; ma c’è un concorso
umano, ossia c’è una colpa umana da parte di chi fa o di chi ordina ad un mago un maleficio
(maleficio=nuocere ad altri attraverso l’intervento del demonio). Può essere attuato in tanti modi
diversi: legatura, malocchio, maledizione… Ma il modo più usato è la fattura; essa è la causa più
frequente che gli esorcisti riscontrano in coloro che sono colpiti dalla possessione o da altri disturbi
malefici.
Un esempio di questo tipo tratto dal libro di Don Amorth (pag 100): Giovanna, una signora
sui trent'anni, madre di tre figli, mi fu indirizzata dal confessore. Accusava mal di testa, di
stomaco, svenimenti. Per i medici era sanissima. Poco per volta venne fuori il male, ossia
la presenza di tre demoni, ciascuno dei quali era entrato in lei in seguito a fatture, in tre
ricorrenze diverse della sua vita. La fattura più forte le era stata fatta da una ragazza che,
prima del matrimonio di Giovanna, aspirava fortemente a sposare il fidanzato di
Giovanna. La sua era una famiglia di intensa preghiera e così gli esorcismi furono
facilitati; due demoni uscirono abbastanza presto, mentre il terzo fu più duro. Ci sono
voluti quasi tre anni di esorcismi, col ritmo di uno per settimana.
3. Uno stato grave e indurito di peccato.
In effetti, il vero motivo è la mancanza di fede. Parla Don Amorth: “Nello stato attuale di sfascio
delle famiglie, ho avuto casi in cui le persone colpite vivevano stati matrimoniali disordinati, con
l’aggiunta di altre colpe. Mi sono capitate donne che più volte avevano commesso il delitto d’aborto,
oltre ad altre mancanze. Ho avuto casi di persone che, oltre a perversioni sessuali aberranti,
commettevano colpe di violenza; e ho avuto vari casi di omosessuali che si drogavano e cadevano in
altre colpe congiunte con la droga. In tutti questi casi la via della guarigione inizia soltanto attraverso
una sincera conversione.
Un caso: Giuseppe, di 28 anni, venne da me accompagnato dalla madre e dalla sorella.
Vidi subito che era venuto solo per fare un piacere ai suoi cari. Puzzava fortemente di
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fumo, si drogava, spacciava droga, bestemmiava. Cercai di disporlo alla meglio, perché
accettasse la mia benedizione. Questa fu brevissima: il demonio si manifestò subito in
modo violento, e troncai immediatamente. Quando dissi a Giuseppe quello che aveva, mi
rispose: “Lo sapevo già e sono contento così; col demonio ci sto bene”. Non l’ho più
rivisto.”
4. Frequenza a luoghi o persone malefiche.
Con questa espressione si indica la pratica o l’assistenza a sedute spiritiche, a magia, a culti satanici
o sètte sataniche, ecc.
Un esempio: uno incomincia ad avvertire dolori fisici. Prova vari medici e medicine, ma il
dolore aumenta. Va allora da un mago, o da un cartomante dedito alla magia e si sente
dire: “Lei ha una fattura. Se vuole gliela tolgo. Mi accontento di 500 euro”. Quello paga.
Dopo un po’ di giorni la persona si sente del tutto guarita. E’ il demonio che se n’è andato.
Dopo un anno incominciano a riaffiorare i soliti disturbi. E’ il demonio che è ritornato con
altri sette peggiori di lui. Infatti i maghi, quelli veri non i ciarlatani, agiscono invocando
Satana.
Come ci si può difendere da questi possibili mali?
Gli esorcismi sono necessari solo per la possessione diabolica vera e propria. In realtà gli esorcisti si
occupano di tutti i casi in cui c’è un’influenza malefica. Ma per gli altri casi, che non siano la
possessione, dovrebbero bastare i mezzi comuni di grazia:
1. la preghiera e il ricorso costante al Signore, alla Madonna, ai santi, agli angeli
2. i sacramenti (soprattutto la Confessione e la Comunione frequente)
3. l’elemosina, la vita cristiana, il perdono delle offese
L’esperto: Francesco Bamonte
Religioso dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, fra Francesco Bamonte, dedica gran parte della sua
attività all’aiuto delle persone cadute vittime dei “maghi”. Le sue denunce sono state raccolte e rilanciate
da autorevoli mezzi di informazione tra cui “Famiglia cristiana” e la Radio Vaticana:
o F. Bamonte, Cosa fare con questi maghi?, Come liberarsi dalla superstizione e difendersi
dai truffatori, Ancora, Milano 2000
Testimonianze
1. Due genitori si rivolgono a un mago e a una cartomante
Alcuni anni fa, fortemente preoccupati del futuro di nostro figlio a causa di una ragazza con la quale si
era fidanzato, andammo da un mago chiedendogli un rimedio perché nostro figlio lasciasse quella donna.
Iniziammo a parlargli del problema, ma ben presto il mago ci disse: “Gli è stato fatto un grosso maleficio
con il sangue delle mestruazioni. Gli hanno fatto mangiare più di un cioccolatino sui quali sono stati fatti
questi malefici. Ci vuole un potente talismano da tenere in casa. E’ un po’ costoso, il prezzo è di sette
milioni (di lire), ma potete pagarlo in due rate, mi date cinque milioni ora e due fra quindici giorni. Vi
assicuro che entro questi quindici giorni vedrete dei cambiamenti formidabili in vostro figlio”.
Dopo quindici giorni tornammo per dire che gli attesi cambiamenti non s’erano visti. Allora il mago disse:
“Non vi preoccupate, in due si lavora meglio: parliamone anche con il mio collaboratore che quando va in
trance è molto bravo a individuare l’origine del male”. Ci portò in un altro luogo della casa, dal suo
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collaboratore. Costui si presentava con un atteggiamento che ci dava un senso di soggezione,
d’inquietudine e di timore.
Cominciammo a parlare del problema, ma dopo poche parole, mentre apriva un cassetto pieno di
assorbenti macchiati di sangue, il “collaboratore” disse: “So già tutto. Tramite il sangue mestruale di
questi assorbenti io, con i poteri che ho, sono in grado di legare e sciogliere i fidanzamenti”. Poi chiuse
gli occhi, battendo rapidamente, nel medesimo tempo, due volte di seguito le mani e cominciò a parlare
lentissimamente, poiché fingeva di essere andato in trance.
Disse: “A vostro figlio chi gli ha fatto mangiare i cioccolatini maleficiati gli ha anche fatto una macuba
molto potente: ha preso un cuore di una colomba trafitto da tanti spilli, lo ha ricoperto di polvere di ferro e
lo ha avvolto in un pezzo di una sua maglietta bianca, legandolo con quarantasei giri di fili di lana rossa,
e poi lo ha sotterrato ai piedi di un cipresso”.
A questo punto, battendo di nuovo di scatto due volte le mani, finse di uscire dal trance e di tornare
normale. Noi però in quel momento credevamo a tutto quel che ci veniva detto ed eravamo spaventati.
Ma lui aggiunse con voce normale: “Non vi preoccupate. Io in quindici giorni sono in grado di sistemare
tutto”. Tranquillizzati, consegnammo la seconda rata di due milioni e salutammo. Ma nulla cambiò, anzi
nostro figlio in quei quindici giorni divenne anche molto agitato, nervoso, non mangiava quasi niente,
dormiva poco.
Andammo dal medico che gli fece fare delle analisi. Risultò tutto a posto. Passarono i quindici giorni e il
legame con la fidanzata continuava a sussistere. Decidemmo di lasciar perdere quei due maghi, ma
pochi giorni dopo, guardando in televisione il programma di una cartomante, prendemmo nota del suo
numero per telefonarle in privato. Gli spiegammo le cose e ci disse subito che il caso era grave, però lei
in pochissimo tempo lo avrebbe risolto. Domandò l’indirizzo di casa nostra e ci disse che sarebbe venuta
a visitarci.
Il giorno dopo venne e dopo i saluti iniziali ci chiese di poter girare tutta la casa. Quando finì il giro ci
disse: “Gli hanno fatto davvero una macuba, questo ragazzo sarebbe morto, ma siamo arrivati in tempo.
Io ve lo salvo dalla morte e nel giro di quarantotto ore vi risolvo anche l’altro problema, però c’è da
spendere dei soldi. Almeno sette milioni (di lire)”. Noi spaventatissimi prendemmo il libretto degli assegni
e glieli demmo. Passarono le quarantotto ore, ma non era cambiato nulla. Telefonammo, e ci disse di
richiamarla dopo mezz’ora perché era occupata. Lo stesso ci disse dopo mezz’ora. La richiamammo per
la terza volta e ancora ci disse la stessa cosa. Riprovammo a telefonarle per la quarta volta e ci disse in
maniera molto violenta che era occupata. Noi perdemmo la pazienza. Ci fu un alterco in cui le
ricordammo di avergli dato sette milioni di lire due giorni prima e non poteva trattarci così. La cartomante
ci rispose con termini fortemente offensivi e, quando le dicemmo che l’avremmo denunciata alle autorità
competenti, ci minacciò: se la denunciavamo, entro otto giorni avrebbe fatto fallire la nostra attività
commerciale. Chiudemmo la conversazione tesi al massimo, ma non mettemmo in atto la denuncia,
soprattutto per la vergogna che avremmo provato se si fosse venuto a sapere in giro di questo tipo di
truffa ai nostri danni.
Finalmente dopo tutte queste esperienze negative ci passò per la testa di rivolgerci a un sacerdote.
Dall’incontro con lui è iniziato un intenso cammino di vita spirituale che ci ha aiutato a ritrovare una
grande serenità interiore. A differenza di prima, ora preghiamo per nostro figlio e affidiamo il suo futuro
nelle mani di Dio.
Nel febbraio 1999 la cartomante, dietro denuncia di vari clienti, fu arrestata insieme ai suoi quattro
complici con l’accusa di truffa e ricettazione dalla Guardia di Finanza di Siena.
(F. Bamonte, Cosa fare con questi maghi?, Come liberarsi dalla superstizione e difendersi dai truffatori, Ancora,
Milano 2000, p. 7-9)
2. Una cartomante imbrogliona
Una signora si recò da una donna che si spacciava per “pranoterapeuta” per quasi un anno, sia per
portarle sua figlia che soffriva di problemi psichici, sia per dei dolori che lei stessa aveva alle gambe. Al
primo incontro lesse i tarocchi alla figlia, poi su un figlio di carta disegnò una croce e sotto alla croce
incollò un’immagine di Gesù e della Madonna, che trapassò con uno spillo. Sotto queste due immagini
sacre conficcate con quello spillo, incollò una foto della figlia che le aveva precedentemente chiesto di
portare. Poi accese una candela e ripeté la stessa cosa con la foto della signora.
Mentre le leggeva i tarocchi, le disse che alcuni suoi parenti attiravano il male sulla sua famiglia e in
particolare sulla figlia che le aveva presentato. La signora credette a quel che le diceva e così cominciò a
provare rancore nei confronti di quei parenti. Prima di concludere l’incontro la signora, che aveva
informato la cartomante dei suoi dolori alle gambe, fu da lei massaggiata: a questo si riduceva la
pranoterapia!
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Nell’incontro successivo, per liberare la figlia dal maleficio la cartomante la portò davanti a uno specchio,
le consegnò un bigliettino sul quale erano riportate alcune frasi (scritte a mano e fotocopiate). Mentre la
ragazza leggeva quel che era scritto, la cartomante le massaggiava la testa e bisbigliava parole
incomprensibili. La ragazza ricorda solo che l’ultima frase del foglietto diceva: “Che il buio della notte mi
accompagni”.
La cartomante le consegnava di tanto in tanto delle candele di diverso colore che dovevano essere
consumate a casa; una volta invece le consegnò una medaglia placcata in oro e un’ancorina d’argento,
chiedendole 200.000 lire. La medaglia, sulla quale c’erano dei segni incomprensibili, sarebbe servita a
tenere lontano le cattiverie delle streghe dalla figlia, e l’ancorina d’argento a sedurre gli uomini.
Una volta videro sulla scrivania della cartomante, dentro un piatto, un fegato di animale ormai in fase di
decomposizione e maleodorante.
Spesso durante i consulti arrivavano telefonate in cui la cartomante rimproverava il suo interlocutore
telefonico, bestemmiando anche il nome di Dio, della Madonna e dei santi, perché non aveva eseguito
quel che le aveva detto.
La signora, che si recava con sua figlia dalla cartomante due o tre volte la settimana, sborsava nell’ultimo
incontro della settimana dalle 200 alle 300.000 lire. Intanto sia i problemi della figlia, sia i suoi dolori alle
gambe non miglioravano, anzi peggioravano. Pensò allora di abbandonare la cartomante e di cominciare
a partecipare con la figlia, in maniera più assidua e seria, alla Messa (cui fino a quel momento avevano
partecipato in maniera molto saltuaria). La “maga”, informata di questa decisione, cercò di distoglierla,
ma non ci riuscì e perse le sue due clienti. Tutti gli oggetti che la cartomante le aveva dato furono
consegnati a un sacerdote di Fiesole che provvide a distruggerli. La ragazza ha iniziato un cammino
regolare di preghiera e di frequenza ai sacramenti che le ha molto giovato ed oggi è molto più serena.
(F. Bamonte, Cosa fare con questi maghi?, Come liberarsi dalla superstizione e difendersi dai truffatori, Ancora,
Milano 2000, p. 31-33)
Cosa c’entra la magia con Satana?
Gli effetti del ricorso ai maghi
Quanto al ricorso ai maghi e simili, presento un caso molto comune. Uno ha un male ribelle ad ogni cura,
oppure vede che tutte le cose che intraprende gli vano storte; pensa di avere qualcosa di malefico che lo
blocchi. Va da un cartomante o da un mago e si sente dire: "Lei ha una fattura". Fin qui la spesa è poca
e il danno è nullo. Ma spesso viene il seguito: "Se vuole che gliela tolga, occorre un milione", o più
ancora. Nei molti casi che mi sono capitati ho saputo della cifra massima di 42 milioni [di vecchie lire]. Se
la proposta è accettata, il mago o il cartomante chiede qualcosa di personale: una foto, un indumento
intimo, una ciocca di capelli, o qualche pelo, o un frammento d'unghia. A questo punto il male è
compiuto. Che cosa ci fa il mago con gli oggetti richiesti? E' chiaro: fa della magia nera.
Ci tengo a fare una precisazione. Molti ci cascano perché sanno che certe donnette "sono sempre in
chiesa"; o perché vedono lo studio dei maghi tappezzato di crocifissi, di Madonne, di ritratti di P. Pio. Per
di più si sentono dire: "Io faccio solo magia bianca; se venissi richiesto per magia nera, mi rifiuterei".
Nell'uso corrente, per magia bianca s'intende togliere le fatture; la magia nera è farle. Ma in realtà, come
non si stancava di ripetere Padre Candido Diamantini, non esiste magia bianca e magia nera: esiste solo
la magia nera. Perché ogni forma di magia è un ricorso al demonio. Così il malcapitato, se prima aveva
un piccolo disturbo malefico (ma facilmente non aveva nulla di questo tipo) se ne torna a casa con un
vero e proprio maleficio. Spesso noi esorcisti dobbiamo affaticarci molto di più a togliere l'opera nefasta
dei maghi che a guarire il disturbo iniziale. (G. Amorth, Un esorcista racconta, EDB, Bologna 2000, p. 65-66)
Tre fatture su Giovanna
Giovanna, una signora sui 30 anni, madre di tre figli, mi fu indirizzata dal confessore. Accusava mali di
testa , di stomaco, svenimenti. Per i medici era sanissima. Poco per volta venne fuori il male, ossia la
presenza di tre demoni, ciascuno dei quali era entrato in lei in seguito a fatture, in tre ricorrenze diverse
della sua vita. La fattura più forte le era stata fatta da una ragazza che, prima del matrimonio di
Giovanna, aspirava fortemente a sposare il fidanzato di Giovanna. Era una famiglia di intensa preghiera
e così gli esorcismi furono facilitati; due demoni uscirono abbastanza presto, mentre il terzo fu più duro.
Ci sono voluti quasi tre anni di benedizioni, col ritmo di una per settimana.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, EDB, Bologna 2000, p. 100-101)
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Che cos'è la magia
1. La maggior parte dei “maghi” sono degli imbroglioni
Il campo delle fatture e degli altri malefici è il paradiso degli imbroglioni. I casi veri sono una
piccolissima percentuale rispetto alle falsità che regnano in tale settore. Questo terreno, oltre a prestarsi
con grande facilità agli imbrogli, si presta anche moltissimo alle suggestioni, alle fisime delle menti
deboli. Per cui è importante che stia in guardia l'esorcista, ma che stiano in guardia anche tutte le
persone di buon senso.
2. La magia è invocare l’azione di Satana
La magia non è soltanto una vana credenza, un qualcosa privo di ogni fondamento. E' un ricorso alle
forze demoniache per influenzare il corso degli eventi e per influire sugli altri a proprio vantaggio. Il
suo risultato è che fa allontanare l'uomo da Dio e portarlo al peccato, alla morte interiore.
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•
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Taumaturgo: E' colui che compie prodigi.
Cartomante: E' colui che predice il futuro leggendo i tarocchi.
Chiromante: E' colui che predice il futuro attraverso la lettura della mano.
Talismani: Oggetti, formule, scritte che posseggono secondo la credenza popolare, virtù attive tali da
procurare il bene o da allontanare il male.
• Amuleti: Oggetti a cui la superstizione attribuisce potere difensivo di preservare da mali e pericoli.
• Medium: E' una persona che fa da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti, che vengono
evocati in sedute spiritiche.
• Occultismo: E' un insieme di pratiche misteriose che riguardano i rapporti con l'aldilà e con gli
spiriti.
• Esoterismo: Genericamente con questo termine si intende una dottrina o un complesso di dottrine di
carattere segreto, riservate a una cerchia ristretta.
• Astrologia: Antica pratica che consiste nel predire il futuro in base alla posizione degli astri. Gli
astrologi, infatti, ritengono che i corpi celesti influenzino la vita umana.
• Aruspicina: Le tecniche usate dagli aruspici, sacerdoti che presso gli etruschi e i romani predicevano
il futuro esaminando le viscere degli animali sacrificati.
(A. Famà, Uomini e profeti, Corso di religione cattolica per il biennio, Marietti, Torino 2001, p.
46-53)
L’opinione dell’esorcista Don Gabriele Amorth
1. La fattura è la causa più frequente che noi riscontriamo in coloro che sono colpiti dalla
possessione diabolica.
Il maleficio è: nuocere ad altri attraverso l'intervento del demonio. Può essere attuato in tanti modi diversi:
legatura, malocchio, maledizione, ecc. Ma diciamo subito che il modo più usato è quello della fattura.
La fattura è la causa più frequente che noi riscontriamo in coloro che sono colpiti dalla possessione diabolica o da
altri disturbi malefici. Non so proprio come si possano giustificare quegli ecclesiastici [preti] che dicono di non
credere alle fatture; e tanto meno posso spiegarmi come siano in grado di difendere i loro fedeli, se vengono
colpiti da questi mali.
Qualcuno si meraviglia come mai Iddio possa permettere queste cose. Dio ci ha creati liberi e non rinnega mai le
sue creature, neppure le più perverse; poi alla fine tira le somme e dà a ciascuno quello che ha meritato, perché
ognuno sarà giudicato secondo le sue opere. Intanto possiamo usare bene della nostra libertà e ne abbiamo merito;
possiamo usarne male e ne abbiamo colpa. Possiamo aiutare gli altri e possiamo danneggiarli con tantissime
forme di sopraffazione. Per citare una delle più gravi: posso pagare un killer perché uccida una persona; Dio non è
tenuto ad impedirlo. Così posso pagare un mago perché faccia un maleficio contro una persona; pure in questo
caso Dio non è tenuto ad impedirlo anche se, di fatto, molte volte lo impedisce. (G. Amorth, Un esorcista
racconta, EDB, Bologna 2000, p. 62-63)
2. Chi vive in comunione con Dio non ha motivo di aver paura dei malefici (le fatture)
Anche se quanto ho scritto è frutto di esperienza diretta, non bisogna credere facilmente ai malefici, in particolare
a quelli fatti attraverso la fattura. Si tratta sempre di casi rari.
Sarebbe un gravissimo errore vivere col timore di ricevere malefici. Mai la Bibbia ci dice di temere il demonio.
Ci dice di resistergli, certi che lui fuggirà da noi (Giacomo 4,7); ci dice di rimanere vigilanti contro i suoi assalti,
stando saldi nella fede (1 Pietro 5,9).
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Se viviamo in comunione con Dio, è il demonio con tutto l'inferno a tremare di fronte a noi.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, EDB, Bologna 2000, p. 163-164)
Cosa dice la Chiesa cattolica sulla “magia” e sulla superstizione
1. Esiste un unico Dio onnipotente
Il primo comandamento “Non avrai altro Dio fuori di me” comporta l’adorazione esclusiva dell’unico vero Dio. Chi
crede in Dio:
• ha una concezione di Dio come essere sommamente buono, che vuole il mio bene, che sa qual è il meglio
per me;
• ha una disposizione d’animo, quindi, a fidarsi di Dio, a mettere la propria vita nelle Sue mani, ad accettarne
la volontà anche quando apparentemente sembra contraria al mio bene;
2.
Il satanismo e la superstizione sono contrarie al primo comandamento (“Non avrai Dio fuori di me”).
La superstizione è una deviazione del culto dovuto al vero Dio. Perché è un ricercare al di fuori di Dio delle “forze
occulte” (i demoni) che l’uomo ritiene di poter comandare a suo piacimento. Tali pratiche sono ancor più da
condannare quando si accompagnano ad una intenzione di nuocere ad altri. Ricorrere alle forze occulte e pretendere
di catturarle a proprio vantaggio significa ricadere nell’antica tentazione di essere come Dio, cedere alla sete di
potere ad ogni costo, in radicale antitesi con l’umile e fiducioso abbandono del credente alla volontà del Padre.
3. Esistono varie forme di superstizione.
Esse sono: la magia, gli oroscopi e l’astrologia, lo spiritismo, il satanismo, le vane osservanze dei segni di fortuna.
4. Chi si reca da un mago commette peccato grave.
Perché va contro il comandamento “Non avrai altro Dio fuori di me”.
Lo Spiritismo
Testimonianze
1. Indagine su un presunto caso di psicofonia
Una famiglia colpita da un grave lutto consente al Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul
Paranormale) di verificare "le voci dall'aldilà" attribuite alla figlia scomparsa di due coniugi e di eseguire una utile
sperimentazione.
Roma, agosto 1996
L'appartamento è in un ampio e silenzioso quartiere di nuova costruzione, alla periferia sud di Roma. E' un
pomeriggio di sole, molte famiglie sono ancora in ferie. La stanza in cui il signor Aldo raccoglie i materiali è
una cameretta con due letti. In un angolo, su una piccola scrivania, un computer ed un gran numero di
audiocassette, più di centoventi, conservate e catalogate con cura. Il signor Aldo le ha ascoltate e
riascoltate, ha trascritto tutto quello che è riuscito a percepire. Tutto è memorizzato nel computer e
stampato su fogli racchiusi in tre raccoglitori su cui è scritto: Maddalena.
Egli ci racconta di come sua figlia se ne sia andata per sempre, a diciassette anni, a causa di un incidente
stradale.
Dopo il racconto non ci resta che ascoltare qualche nastro ( nella stanza ci sono almeno dieci registratori di
vario tipo ma nessuno di alta qualità).
Il signor Aldo accende un apparecchio e ci fa sentire un primo nastro.
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Il volume è al massimo. […] Talvolta il signor Aldo percepisce una parola o una frase, dove invece
l'orecchio del tecnico sente un normale rumore. In effetti molte volte si tratta davvero di una voce: ma è una
persona che parla in lontananza (i coniugi Matano spesso, infatti, usano avviare il registratore e lasciarlo
dentro una camera con la porta chiusa mentre loro continuano le faccende di casa). Ma mentre
l'ascoltatore comune sente emergere dal forte fruscìo solo vaghe ed indistinguibili voci di persone in
sottofondo, gli occhi del genitore, a due anni dal tragico evento, si illuminano: "Quella voce è la sua. Ecco,
questa è Maddalena"!
A quel punto la tentazione di ringraziare per la cordialità e di lasciar perdere tutto è veramente forte. Non ci
sono argomenti da opporre a due genitori che nei fruscii, nei rumori e nelle voci di fondo, sentono
distintamente la voce della loro figlia che non c'è più.
Nonostante tutto decidiamo di passare ad alcune sperimentazioni.
Lo scopo è quello di realizzare, in condizioni di controllo, una registrazione dove si spera che compaia una
voce paranormale. Prepariamo uno dei registratori del signor Aldo, di non grande qualità. Ora però per
eseguire un confronto lo avvieremo contemporaneamente ad un nostro apparecchio, di alta qualità questa
volta. In questo modo gli apparecchi registreranno gli stessi suoni. Il nastro della microcassetta dura
quindici minuti, durante i quali noi usciremo dalla stanza spostandoci su un ampio terrazzo mentre la
registrazione procede. […]
Al termine dell'esperimento si comincia ad ascoltare il nastro del signor Aldo. L'apparecchio riproduce un
forte fruscìo (l'apparecchio non è molto buono), in cui a volte si percepiscono rumori e deboli voci in
sottofondo. Sono le nostre voci, provenienti dalla terrazza. Per diversi minuti non succede nulla, poi..ecco.
Il Signor Aldo blocca il registratore, riavvolge ed ascolta nuovamente. Si sente qualcosa di diverso dal
solito…Dopo diverse ripetizioni il signor Aldo è sicuro: "Questa è lei, è Maddalena!"
Ma ora abbiamo la possibilità di controllare. Porto il mio nastro nella stessa posizione, ed ecco anche qui si
ascolta lo stesso suono. Con una differenza però: grazie al mio apparecchio si può ascoltarlo meglio. E
così la "voce" si rivela per quello che è: il suono di una delle sedie del terrazzo, trascinata sul pavimento.
Non ci sono dubbi. […]
L'evidenza dei fatti disorienta non poco gli sfortunati genitori di Maddalena.[…] Ma la prospettiva di una
realtà crudele, di un mondo dove Maddalena oramai non c'è più, è insopportabile e dura solo un breve
istante. "E' vero - mi dice il signor Aldo - questa volta mi sono sbagliato, ma non è possibile che tutte le
centinaia di altre voci siano solo errori di interpretazione. No, non è proprio possibile!"
(di Marco Morocutti, dal sito del CICAP www.cicap.org)
2. L'esperienza del gioco del bicchiere
"Alcuni anni or sono, ebbi l'esperienza del gioco del bicchiere, non sapendo che si trattasse di una forma di
spiritismo. I messaggi avevano un linguaggio di pace e fratellanza. Dopo qualche tempo fui investito di
strane facoltà proprio a Lourdes, mentre svolgevo la mia missione.
Avevo le stesse facoltà che in parapsicologia vengono definite extrasensoriali e cioè: chiaroveggenza,
lettura del pensiero, diagnosi cliniche, lettura del cuore e della vita delle persone sia vive che defunte, ed
altri poteri. Alcuni mesi più tardi si aggiunse un'altra facoltà: quella di annullare il dolore fisico con
l'imposizione delle mani, alleviando o eliminando lo stato di sofferenza.
Con tutti questi poteri non mi era difficile colloquiare con la gente; ma dopo gli incontri essa restava
scioccata per quello che dicevo, e restava con un senso di profondo turbamento perché la condannavo per
i peccati commessi, in quanto li vedevo nel loro animo. Però leggendo la parola di Dio mi rendevo conto
che la mia vita non era per nulla cambiata. Continuavo ad essere facile all'ira, lento al perdono, facile al
risentimento, suscettibile all'offesa. Avevo paura di prendere la mia croce, avevo paura dell'incognita del
futuro e della morte.
Dopo un lungo pellegrinare e tormentosi travagli, Gesù mi ha indirizzato al Rinnovamento. Qui ho trovato
alcuni fratelli che hanno pregato su di me, ed è emerso che quello che m'era successo non era d'origine
divina, ma frutto del maligno. […] Ho riconosciuto e confessato i miei peccati del passato, mi sono pentito,
ho rinunciato ad ogni pratica occulta. Questi poteri sono cessati e sono stato perdonato da Dio; e per
questo lo ringrazio."
Erasmo (Bari)
(G. Amorth, Un esorcista racconta, EDB Bologna, 2000, pag. 41-43)
Che cos'è lo Spiritismo
Il termine Spiritismo viene genericamente usato per indicare:"prassi atta a comunicare con le anime dei defunti".
I motivi per cui alcuni cercano di contattare sensibilmente le anime dei defunti possono essere:
• Per conoscere qualche verità;
• Per conoscere il futuro contingente, oppure fatti nascosti accaduti in passato;
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•
Ciò che sembra motivare maggiormente il desiderio di evocare e comunicare con il mondo dei
trapassati, è la speranza di ottenere una risposta alle domande che derivano dalla morte di una persona
cara e del suo destino ultraterreno.
La parola spiritismo compare per la prima volta nel volume di Allan Kardec, pubblicato a Parigi nel 1857 con il titolo
Il libro degli Spiriti contenenti i principi della dottrina spiritica sull'immortalità dell'anima, la natura degli spiriti e i
loro rapporti con gli uomini, le leggi morali, la vita presente, la vita futura e l'avvenire dell'umanità, secondo
l'insegnamento dato dagli Spiriti superiori per mezzo di diversi medium.
In realtà, l'usanza di contattare le anime dei morti era conosciuta fin dall'antichità sotto il nome di necromanzia o
negromanzia.
(M. Fiori, Spiritismo, Città Nuova, Roma 2001, p. 9; 17)
Come, secondo gli spiritisti, si può comunicare con i defunti
Secondo la moderna prassi spiritica, si pensa che sia possibile comunicare con i defunti essenzialmente attraverso
queste modalità:
1. La telepatia
La comunicazione con il defunto avverrebbe durante il sogno o per allucinazione telepatica. La telepatia
sarebbe la lettura del pensiero o processo mediante il quale una persona viene a conoscenza di uno o più
contenuti mentali di un'altra persona, senza l'ausilio dei cinque sensi e di alcun altro mezzo di comunicazione
noto.
2. Medium in trance
Temporanea presa di possesso del corpo di un vivente (medium) da parte di una presunta entità spirituale che
intenda comunicare col nostro mondo.
Medium si definisce un individuo dotato di particolare sensitività per la quale sarebbe idoneo a fungere da
tramite con l'aldilà.
3. Per assorbimento di energia dal medium e dai presenti
Il presunto spirito assorbe energia dal medium e dai presenti e dà origine a fenomeni che sembrano alterare e
manipolare le più stabili leggi del mondo fisico.
4. Attraverso magnetofoni, registratori e radio
Oltre alle modalità suddette vengono riferiti presunti casi in cui i defunti sarebbero stati evocati utilizzando
magnetofoni, registratori o apparecchi radio.
(M. Fiori, Spiritismo, Città Nuova, Roma 2001, p. 40-42)
L’opinione di due esorcisti cattolici
L'esperto: Don Gabriele Amorth
E' nato a Modena nel 1925, laureato in giurisprudenza, è sacerdote della Pia Società San Paolo. Giornalista, scrittore e
membro della Pontificia accademia mariana internazionale.
Esorcista della diocesi di Roma, dal 1994 è presidente dell'Associazione internazionale degli esorcisti. Ha pubblicato
numerosi libri su Satana e gli esorcismi.
L'esperto: Moreno Fiori
Sacerdote dell'Ordine dei Predicatori (domenicano), ha preso la licenza in Teologia, specialista in demonologia, è
socio effettivo del Centro Studi Parapsicologici di Bologna e ha esercitato il ministero di esorcista nella diocesi di
Fiesole (Firenze). Ha al suo attivo numerose pubblicazioni su argomenti quali lo spiritismo, le possessioni diaboliche,
il satanismo e le sette religiose.
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1. Non esistono "anime vaganti"
E' sbagliato affermare l'esistenza di altre forze o entità spirituali, ignorate dalla Bibbia e inventate dagli
spiritisti, dai cultori delle scienze esotiche o occulte, dai seguaci della reincarnazione o dai sostenitori delle
cosiddette "anime vaganti".
Non esistono spiriti buoni al di fuori degli angeli; né esistono spiriti cattivi al di fuori dei demoni. Le anime dei
defunti vanno subito o in paradiso o all'inferno o in purgatorio, come è stato definito da due concili (Lione e
Firenze).
I defunti che si presentano nelle sedute spiritiche, o le anime di defunti presenti in esseri viventi, per
tormentarli, non sono altro che demoni. Le rarissime eccezioni, permesse da Dio, sono eccezioni che
confermano la regola. Anche se riconosciamo che in questo campo non è stata detta l'ultima parola; è un terreno
ancora con problematiche aperte.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, EDB Bologna, 2000, pag. 27-28)
2. Spiriti che abitano antichi castelli?
Non ho mai incontrato luoghi invasati da spiriti, così come sono descritti in certi romanzi o in certi film,
specialmente in riferimento ad antichi castelli disabitati. In questi casi è evidente lo scopo di far spettacolo, di
presentare scene ad effetto, senza nessuna base di studio serio. […]
Il più delle volte i fenomeni che abbiamo descritto non dipendono da presenze malefiche nelle case, ma da
presenze malefiche nelle persone.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, EDB Bologna, 2000, pag. 147;149)
3. La partecipazione a sedute spiritiche può far incorrere in un maleficio
Come si può cadere nei disturbi straordinari del demonio? Prescindendo dai disturbi ordinari, ossia dalle
tentazioni che colpiscono tutti. Ci si può cadere colpevolmente o incolpevolmente, a seconda dei casi.
Una delle cause che possono provocare disturbi straordinari del demonio è "la frequenza a luoghi o persone
malefiche".
Con questa espressione ho inteso comprendere la pratica o l'assistenza a sedute spiritiche, a magia, a culti
satanici o sètte sataniche, a pratiche di occultismo…Frequentare maghi, stregoni; certi cartomanti. Sono tutte
forme che espongono al pericolo di incorrere in un maleficio.
(G. Amorth, Un esorcista racconta, EDB Bologna, 2000, pag. 61;65)
4. Il diavolo o altri demoni possono ingannare chi fa le sedute spiritiche
“Anche studiosi non cattolici, non credenti o addirittura atei che si sono interessati alle esperienze in questione,
direttamente e in prima persona, hanno riconosciuto, per alcuni tipi di esse, la probabilità (o la certezza) di
interventi di presenze diaboliche o di esseri superiori e hanno avvertito della pericolosità per l’equilibrio
psicologico e per l’integrità spirituale delle persone che vi partecipassero.”
(V. Bo, Le sedute spiritiche e i contatti con i defunti, in AA. VV., Magia e sacro, Ed. San Paolo)
5. Solo Dio conosce il futuro contingente
La possibilità di conoscere il futuro contingente (cioè gli eventi futuri che dipendono dalle libere scelte degli
uomini) appartiene unicamente a Dio. Pertanto né gli angeli, tanto meno le anime separate dai loro corpi sono
capaci di tale conoscenza, a meno che, come vedremo, Dio non lo permetta con una speciale illuminazione.
Si deve perciò ritenere assurda la credenza riguardo alla possibilità da parte degli spiriti di prevedere certi
eventi che dipendono unicamente dalle libere scelte degli uomini. (M. Fiori, Spiritismo, Città Nuova, Roma
2001, p. 59)
6. Le anime dei defunti non conoscono direttamente ciò che avviene quaggiù
Le anime separate dai loro corpi conoscono se stesse e le loro simili; conoscono Dio e gli angeli tramite le idee
che Dio stesso infonde loro; allo stesso modo conoscono anche le altre realtà inferiori.
Le anime dei defunti non possono conoscere direttamente ciò che avviene nel mondo dei viventi; le anime
separate, infatti, per volontà di Dio e per il loro caratteristico modo di essere, "sono segregate dal consorzio dei
viventi e aggregate a quello delle sostanze spirituali separate dal corpo e quindi ignorano le vicende di quaggiù"
(S. Tommaso d'Aquino, Summa teologica, I, q. 89, a. 8, resp).
Tuttavia, è possibile che esse ne abbiano una conoscenza indiretta "sia per mezzo delle anime che giungono ad
esse da questo mondo, sia per mezzo degli angeli o dei demoni, oppure per una rivelazione dello spirito di Dio"
(S. Tommaso d'Aquino, Summa teologica, I, q. 89, a. 8, ad I).
E' però da escludere, a meno che Dio non lo disponga, che tale conoscenza possa vertere sui segreti pensieri del
cuore umano e gli avvenimenti liberi. (M. Fiori, Spiritismo, Città Nuova, Roma 2001, p. 60-61)
Sant’Agostino afferma:
"Bisogna dunque concludere che i morti non sanno quel che si fa qui nel momento che
avviene. In seguito, però, vengono a saperlo da quelli che passano dal nostro mondo al loro,
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ma non tutto, solo quello che è permesso loro di raccontare; e del resto essi possono
ricordare solo quanto è opportuno che sappiano gli spiriti a cui lo raccontano. Anche dagli
angeli, che assistono alle cose di questo mondo, i morti possono sapere qualcosa, quel tanto
che giudica dover essere noto a ciascuno di loro colui a cui tutto s'inchina. […] Ancora, gli
spiriti dei morti possono sapere per rivelazione dello Spirito Santo le cose che avvengono qui
- naturalmente quelli che è necessario le sappiano - e non solo le cose passate e presenti, ma
anche le future". (S. Agostino d'Ippona, La cura e il culto dei nostri morti, p. 25-26)
La probabilità da parte dei vivi di comunicare con i defunti
Lo spiritismo ritiene verosimile la probabilità che i viventi possano comunicare con le anime dei trapassati.
1. Nella morte del corpo l'anima perde assolutamente tutte le facoltà corporee, non conservandole che in radice.
Non compie dunque più nessuna delle azioni, né prova alcuna delle sensazioni (vedere, sentire, ecc.) od
emozioni (piacere, dolore sensibile, desideri materiali, ecc) che formano il tessuto della nostra vita. Ad essa
non rimangono che le facoltà spirituali: intelligenza e volontà e le attività corrispondenti.
2. Le anime dei defunti, quindi, a causa della mancanza del corpo materiale, non possono comunicare
sensibilmente con il mondo dei vivi.
3. Questo tuttavia non esclude la possibilità di ricevere, per una speciale concessione divina, particolari
conoscenze, che di per sé sono proprie di Dio, come ad esempio lo stato d'oltretomba di un'anima.
4. Pertanto si deve ritenere inverosimile la probabilità da parte dell'uomo di poter contattare le anime dei defunti
facendo ricorso ad espedienti o tecniche umane. (M. Fiori, Spiritismo, Città Nuova, Roma 2001, p. 62-63)
La possibilità da parte dei defunti di comunicare con i vivi
1. La morte, com'è noto, consiste nella separazione dell'anima, che continua a vivere, dal corpo, che si dissolve
nei suoi elementi. La dottrina cattolica insegna che l'anima separata viene subito sottoposta al giudizio
particolare, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del
cielo (paradiso), oppure si dannerà immediatamente per sempre (inferno).
2. Le anime dei defunti "per disposizione della divina provvidenza talvolta escono dalla loro dimora per apparire
agli uomini". (S. Tommaso d'Aquino, Summa teologica, Suppl., q. 69, a. 3, resp)).
3. Possono apparire sia le anime che già godono della visione beatifica, sia quelle che si trovano
momentaneamente nel purgatorio, sia quelle dei dannati. Pur rimanendo valido il principio generale secondo
il quale si deve pensare che le manifestazioni dei trapassati ai vivi non dipendano dalla loro volontà, bisogna
tuttavia distinguere fra le apparizioni dei beati, delle anime purganti e quelle dei dannati.
4. "Si può ritenere che talvolta sia concesso anche ai dannati di apparire ai vivi per ammaestrarli o per
spaventarli, oppure per chiedere preghiere, se si tratta di anime che si trovano in purgatorio. Ma c'è una
differenza fra i santi e i dannati, che i primi possono apparire quando vogliono, i secondi no." (S. Tommaso
d'Aquino, Summa teologica, Suppl., q. 69, a. 3, resp).
5. San Tommaso, dunque, è del parere che solo alle anime dei beati sia permesso di apparire per loro iniziativa. I
beati infatti si conformano in tutto al divino volere, in modo che non è loro permesso di fare se non quello che
essi intuiscono conforme alle divine disposizioni.
6. Le apparizioni dei defunti possono essere mediate dall'intervento degli angeli sia buoni che cattivi. L'angelo,
infatti, è in grado di riprodurre le sembianze materiali di una persona sia viva che morta, e può parlare ed
agire in un corpo così formato come lo fecero o l'avrebbero fatto le persone così rappresentate. L'angelo,
inoltre, può arrivare a conoscere, in una certa misura, i pensieri dei defunti e in tal modo li può comunicare ai
viventi, agendo così da mediatore tra gli esseri umani e le anime dei trapassati. L'angelo rappresenta così
l'anima del defunto, parla in suo nome e si presenta come fosse lo stesso defunto.
7. Le apparizioni dei defunti dovute all'intervento degli angeli buoni vanno però distinte da quelle mediate dagli
angeli cattivi o demoni. Gli angeli buoni, infatti, sono amici di Dio e non agiscono mai nel mondo visibile se
non per suo ordine. Gli angeli cattivi, invece, vivono in uno stato di continua ribellione contro Dio, e agiscono
ordinariamente di loro iniziativa.
8. In conclusione, non sembra pertanto ragionevole pensare che i defunti si manifestino a loro piacimento né che
esistano tecniche umane particolari con le quali sia possibile favorire tali manifestazioni.
(M. Fiori, Spiritismo, Città Nuova, Roma 2001, p. 64-66)
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Spiritismo: la posizione ufficiale della Chiesa cattolica
La Chiesa si mostra estremamente prudente sia nei confronti delle apparizioni dei defunti che dei fenomeni ad esse
collegati, e benché non escluda la loro realtà, non si è mai pronunciata a riguardo in maniera ufficiale.
Viceversa, in diverse occasioni il Magistero della Chiesa ha preso espressamente posizione contro lo spiritismo, i cui
insegnamenti sono inequivocabilmente in contrasto con la sana dottrina cattolica.
Il Catechismo della Chiesa cattolica esorta i fedeli a rifuggire dalle pratiche divinatorie e spiritiche:
"Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei
morti o altre pratiche che a torto si ritiene che svelino l'avvenire. La consultazione degli
oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di
veggenza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine
sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in
contraddizione con l'onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo.
[…] Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette
in guardia i fedeli." (Catechismo della Chiesa cattolica n. 2116-2117)
Sono due, per molti studiosi cattolici, i motivi per i quali la prassi dello spiritismo deve ritenersi immorale:
1. Il primo motivo consta nel fatto che l'interrogare i morti è una pratica esplicitamente proibita da Dio (cfr.
Dt 18,10-14; Es 22,17; Lv 19,31;20,6-27). Ora, la trasgressione di questo severo divieto è l'espressione di
una profonda sfiducia nei confronti di Dio e della sua Parola:
2. Il secondo motivo, per il quale la pratica dello spiritismo deve ritenersi immorale, è la sua irrazionalità.
Infatti, la presunta possibilità per i vivi di comunicare con i morti è da ritenersi irragionevole perché il
mondo dei trapassati è veramente, nel senso stretto del termine, un altro mondo che sfugge alla nostra
sensibilità.
(M. Fiori, Spiritismo, Città Nuova, Roma 2001, p. 73-74)
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ESPERIENZE DI ESORCISMI