Primo Piano
Seconda domenica
di Quaresima
cui catalogarla: apparizione di Gesù risorto retroproiettata, visto che in Marco non
ci sono apparizioni pasquali, oppure scena
di intronizzazione, visione profetica, visione apocalittica,
teofania, midrash, racconto relativo al culto…Nessuna
spiegazione permette di integrare tutti gli
elementi in un
racconto che li
inquadri in
uno schema
troppo rigido.
Questo ci conduce ad una
conclusione: il
racconto della
trasfigurazione
di Gesù è di
una ricchezza indicibile. In una meditazione
del lontano 22 febbraio 1931 Mons.Giov.Battista Montini diceva così: “D’un lampo, la Bellezza increata ci sfolgora davanti, figurata da
volto umano…Così l’uomo…mi svela la sua
faccia quale Dio la pensò e la volle nel giorno
in cui, creando l’uomo, pose fine alla sua opera creatrice: la faccia dell’uomo appare soffusa
d’un’arcana e ineffabile bellezza. Bellezza talmente splendida e viva da doversi dire non
sua, ma in lui riflessa, come luce di sole in
limpida acqua. Bellezza di Dio.” “Bellezza di
Dio figurata da volto umano”: sta proprio qui
la ragione della irriducibilità in una forma definita, di ciò che i mezzi umani si sforzano di
esprimere in questa pagina del Vangelo. “E
sei giorni dopo, Gesù prende Pietro e Giacomo
e Giovanni, e sale con loro su un alto monte,
soli in disparte”: il richiamo ai sei giorni insieme ad altri elementi presenti ci avverte che
sullo sfondo si fa riferimento alla tradizione
dell’incontro di Mosè con Dio sul Sinai
(Es.24). Ma la presenza di Elia e della voce
divina ci fanno capire che la trasfigurazione di
Gesù è un evento che va oltre l’esperienza di
Mosè.
Il racconto si struttura attorno a due esperienze comuni ai tre discepoli, intercalata da
una reazione di incomprensione di Pietro: la
trasfigurazione luminosa e l’apparizione di
Elia con Mosè (v.2-4), la reazione di Pietro
(v.5-6), la nube da cui esce la voce (v.7-8). La
prima parte è una visione, mentre l’ultima è
l’ascolto della Parola.
La collocazione spazio-temporale al di fuori
della normalità, (l’alto monte, la presenza di
personaggi che sono al di là della storia, la nube) rivela il carattere particolare del racconto
e della rivelazione che vi si dispiega. “Sei giorni dopo”. Come Mosè al settimo giorno è chiamato ad entrare nella gloria di Dio, così Gesù
conduce Pietro, Giacomo e Giovanni “su un alto monte”, luogo simbolico di rivelazione, di
teofania. Il narratore sottolinea che la scena
avviene “in disparte” anche dagli altri discepoli, sono “soli”: evidentemente vuole creare un
effetto speciale per il lettore, ammesso ad assistere ad un evento tanto esclusivo e riservato. Il racconto di Marco, come è suo solito, è
essenziale, incalzante. I discepoli sono chiamati ad assistere ad una visione: “Fu trasformato davanti a loro. E le sue vesti divennero
splendenti, estremamente bianche, in modo
tale che nessun lavandaio sulla terra può renderle così bianche”. “Fu trasformato”: il passivo indica che Gesù è oggetto di un’azione trasformante di Dio, poi non aggiunge altro se
non che è una trasformazione di luce, di
splendore sovrumano. “E apparve loro Elia
con Mosè ed erano dialoganti con Gesù”: ciò
che interessa non è ciò che viene detto, ma
la visione di Elia e Mosè che già nella gloria di Dio, sono in relazione con Gesù che, ancora presente nella storia, è “trasformato”, e le
cui vesti, diventate splendenti, sono il segno
Gesù solo
con loro
a seconda domenica di quaresima è
dedicata alla contemplazione della
Trasfigurazione di Gesù: un lampo
che, all’inizio della quaresima, illumina il nostro cammino, anticipando la luce della Pasqua. La lettura classica di questo evento
lo interpreta come un aiuto che Gesù offre ai
discepoli perché abbiano la forza di sopportare
la prova della crocifissione ed arrivare alla
gioia della risurrezione.
Ancora una volta la Liturgia ci invita ad una
lettura attenta della pagina di Marco (9,2-10)
perché possiamo sentirci personalmente partecipi dell’esperienza dei primi tre discepoli.
Gli esegeti discutono sul genere letterario con
L
Orari delle Messe
Prefestive:
15.45: Pertusati.
16.00: Clinica Città di Pavia.
16.30: S. Paolo (Dosso Verde).
17.00: S. Maria delle Grazie, S. Teodoro, S. Giovanni Domnarum,
S. Pietro, Spirito Santo, Mirabello.
17.30: Cattedrale, Crocifisso, S. Michele, S. Gervasio, Sacra Famiglia, SS. Salvatore, S. Lanfranco, Torre d'Isola, S. Genesio,
Clinica Maugeri (via Ferrata).
18.00: S.Francesco, Carmine, S. Luca, S. Luigi Orione, Borgo, S.
Alessandro, S. Carlo, S. Maria di Caravaggio, Scala.
18.30: S.Pietro in Ciel d'Oro, Cappella Sacro Cuore, Canepanova.
19.15: Policlinico.
21.00: S.Francesco.
Festive:
7.30: Canossiane (c.so Garibaldi).
7.45: Casottole.
8.00: S. Gervasio, SS. Salvatore, S. Lanfranco,
S. Maria delle Grazie, S. Carlo, S. Maria di Caravaggio.
8.15: Spirito Santo.
8.30: Carmine, Sacra Famiglia, S.Alessandro, Crocifisso,
Borgo, S. Luigi Orione, Clinica Neuro, Mirabello.
8.45: Clinica Morelli.
9.00: Cattedrale, Carceri, Massaua di Torre d'Isola, S. Primo,
S. Pietro in Ciel d'Oro, S. Michele.
9.15: Cappella Sacro Cuore
9.30: S.Francesco, S. Genesio, S.Maria di Lourdes, S.Lazzaro,
Suore via Capsoni, Clinica Maugeri (via Ferrata)
S. Giovanni Domnarum messa secondo il rito di Pio V.
9.45: Spirito Santo, S. Giuseppe.
10.00: Cimitero, S.Maria di Caravaggio, S. Alessandro, S. Carlo,
Policlinico, S. Luigi Orione, Pertusati, Mirabello
S. Margherita. S. Maria delle Grazie, Ca' della Terra.
10.30: Cattedrale, S. Michele, Carmine, SS. Salvatore, Crocifisso,
Mirabello, Torre d'Isola.
11.00: S.Teodoro, S. Francesco, Sacra Famiglia, S. Primo, Borgo,
S. Gervasio, S. Lanfranco, S. Pietro, S. Maria della Scala,
Fossarmato, S. Pietro in Ciel d'Oro, S. Genesio.
11.15: Spirito Santo, S. Luigi Orione, Mirabello.
11.30: S. Maria di Caravaggio, S. Alessandro,
Canepanova, Policlinico.
12.00: Carmine, Cappella Sacro Cuore.
17.00: Cattedrale, S.Pietro, Spirito Santo, S. Giovanni Domnarum,
S. Maria delle Grazie.
17.30: S. Michele, S. Gervasio, Crocifisso, SS. Salvatore,
Sacra Famiglia, S. Lanfranco, S.Genesio.
18.00: S. Francesco, Carmine, S. Luca, Borgo,
S. Maria di Caravaggio, S. Alessandro, S. Carlo,
S. Luigi Orione, S. Teodoro.
18.30: S. Pietro in Ciel d'Oro, Canepanova.
19.00: S. Michele, Cappella Sacro Cuore.
19.15: Policlinico.
20.30: S. Gervasio.
21.00: Carmine.
percepibile della sua inafferrabile identità.
“Sei giorni dopo” che Pietro aveva detto a Gesù: “Tu sei il Cristo” e poco dopo era stato rimproverato con le parole: “Vai dietro a me, Satana. Tu mi sei di scandalo”, proprio lui, Pietro, insieme a Giacomo e Giovanni, è condotto
sull’alto monte e gli è dato di vedere “la Bellezza increata, figurata da volto umano…la
faccia dell’uomo soffusa d’un’arcana e ineffabile bellezza. Bellezza di Dio”. E proprio lui, Pietro, non può trattenere la parola che gli esce
dal cuore, così umana, la gioia del mistico:
“Rabbì, è bello per noi stare qui, facciamo
dunque tre tende…” Pietro che era stato redarguito da Gesù per il suo dissenso per la
predizione della passione, adesso lo chiama
“Rabbì” (“mio maestro”). Marco, come sempre,
narra velocemente, tratteggia, non spiega, ci
spiazza: lascia a ciascuno di noi, leggendo,
ascoltandone la risonanza nel cuore, di interpretare e di credere. Certo Pietro ha gustato
la Bellezza ineffabile di Gesù. Ma forse ha anche pensato che adesso davvero Lui è il suo
maestro, affidabile: non quando parlava di
passione, tradimento, morte… “E’ bello per
noi stare qui: facciamo tre tende…”. Pietro
coinvolge anche gli altri: “facciamo…” , è bello
“per noi”. E viene il tocco spiazzante di Marco:
“Pietro non sapeva che cosa dicesse: infatti
avevano paura”. Ha visto la Bellezza: vuole
fermarla, vuole coinvolgere anche gli altri come se potesse essere catturata da loro: non ha
capito ancora che tutto è dono e hanno ancora paura. Hanno paura che Gesù fallisca, venga meno…”facciamo…” : Pietro vuole fare
qualcosa per Gesù, in realtà è perché lui ha
paura. Non ha ancora capito: ma che cosa non
ha ancora capito? “E ci fu una nube che li avvolse con la sua ombra”. Non la tenda costruita da Pietro e dagli altri discepoli, costruita da mani robuste di uomini, ma la fragile nube che li avvolge e dalla quale viene
una voce, offre a Pietro la gioia della libertà
dalla paura per poter contemplare la Bellezza.
Dalla visione si passa all’ascolto: “Questi è il
mio Figlio amato: ascoltatelo!” La voce è la
stessa già udita al battesimo (1,11), adesso
proviene dalla nube mentre allora veniva dal
cielo, ma è la stessa voce del Padre. Una voce
paterna rivela l’identità di Gesù: è il Figlio
che il padre ama. “In te io mi sono compiaciuto” aveva detto nel momento del battesimo,
adesso invece dice: “Ascoltate lui”: il Padre
ora si ritira, lasciando in primo piano il Figlio.
Marco conclude: “Guardando attorno, non videro più nessuno, se non Gesù, solo, con loro”.
E Gesù, che essi sono chiamati ad ascoltare
dà loro la consegna del silenzio prima che il
Figlio dell’uomo sia risorto dai morti. Ed essi
continuavano a chiedersi che cosa significhi risorgere dai morti.
Questo brano è al centro del Vangelo di Marco: siamo nel cuore della rivelazione evangelica e nel punto critico del cammino che i discepoli sono chiamati a compiere. Ecco che cosa
Pietro non aveva ancora capito, quando voleva
fermare il momento della Bellezza, afferrarla
per liberarsi dalla paura: bisogna che Gesù risorga dai morti perché risplenda la Bellezza
di Dio. Ma per risorgere, deve morire: Pietro
vorrebbe rimuovere la passione, l’oscurità.
Marco sta rivelando l’indicibile: Dio sta dentro
la fragilità, la luce dentro l’oscurità. Dio è l’infinito Amore che si inabissa: è Padre che dona
“tutto” al Figlio perché riceva “tutto”. Non si
può trattenere l’Amore, deve donarsi, morire:
la fragile carne di Gesù che cammina “solo,
con noi”, è l’onnipotenza dell’Amore. La fragilità oscura della Croce è lo splendore della gloria di Dio che illumina e trasforma l’universo.
Solo nella morte c’è la risurrezione: Pietro deve comprendere, non voler evitare, questo. I
discepoli (noi!) non finiranno mai di chiedersi
che cosa significhi risorgere dai morti (la logica fondamentale della fede) mentre con Gesù,
solo, con loro, continuano a discendere dal
monte.
Gianfranco Poma
Auguri al vescovo Giovanni Giudici
Martedì 6 marzo monsignor Giovanni Giudici festeggerà il suo 72esimo compleanno. Al nostro vescovo vanno gli auguri più affettuosi dalla famiglia del settimanale “il Ticino” e di Radio Ticino Pavia.
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Venerdì, 2 marzo 2012
3
Agenda del Vescovo
Sabato 3 marzo
11.15 - Lectio divina e messa per il ritiro
dell’UGC regionale in seminario
Domenica 4 marzo
10.00 - Messa a Sant’Alessandro
18.00 - Messa Capitolare in Carmine
Lunedì 5 marzo
Mattino - udienze
20.30 - Visita agli stands delle associazioni che promuovono l'evento "Cittadinanza e costituzione" all’Istituto Volta
Martedì 6 marzo
10.00 - Incontro del consiglio di presidenza del Consiglio presbiterale
21.00 - Partecipazione all’incontro di riflessione sul Messale Romano in seminario
Mercoledì 7 marzo
18.30 - riflessione a San Giovanni Domnarum
21.00 - partecipazione all’incontro di riflessione sul Messale Romano in seminario
Giovedì 8 marzo
21.00 - Partecipazione all’incontro di riflessione sul Messale Romano in seminario
Venerdì 9 marzo
9.00 - lezione ai teologi in seminario
Domenica 10 marzo
10.30 - Messa per gli studenti dei primi
due anni delle superiori al Ss. Salvatore
18.00 - Messa Capitolare in Carmine
Scuola di preghiera
Continuano gli appuntamenti con la
“Scuola di preghiera” guidata dal vescovo
Giovanni Giudici. Mercoledì 7 marzo, alle
18.30 nella chiesa vescovile di San Giovanni Domnarum, si pregherà con le parabole del Vangelo di Marco.
Ricordando don
Giuseppe Orticelli
Al termine della Santa Messa di domenica 4 marzo alle 17.30, che sarà celebrata
nella basilica di San Michele Maggiore,
in ricordo del sacerdote don Giuseppe Orticelli il parroco don Giulio Lunati presenterà il libretto di William Posla dal titolo “Basilica di San Michele Maggiore in
Pavia. Parroci Prevosti dal 1889 al 2012”.
L’autore lo dedica alla memoria di don
Orticelli scomparso il 13 marzo 2007, che
fu parroco di san Michele dal 2000. Il libretto è nato dopo aver letto la cronistoria del parroco Bertolasio, che don Giuseppe Orticelli ha trascritto e fatto pubblicare. Alla fine del primo volume troviamo la cronotassi dei parroci che hanno
retto la parrocchia; per ognuno di loro è
riportata una breve scheda. L’ultimo è
don Salvatore Bertolasio; l’autore, partendo da questo sacerdote, ha continuato
la storia fino a giungere ai nostri giorni.
Le offerte raccolte saranno devolute interamente alla parrocchia.
Tommaso Mazzocchi
ospite dell’Ucid
L’attenzione della sezione pavese dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti), guidata dal presidente Sergio
Contrini resta sempre viva attorno al tema delle opportunità lavorative. Lunedì
5 marzo alle 21 alla parrocchia del Ss.
Crocifisso di Pavia, il dott. Tommaso
Mazzocchi parlerà sul suo impegno all'interno del costituendo Polo Tecnologico di
Pavia.
Azione Cattolica,
ritiro spirituale
di Quaresima
per la Terza Età
Lunedì 19 marzo, dalle 9 alle 15, al Seminario di via Menocchio a Pavia è in
programma il ritiro spirituale di Quaresima per il gruppo adulti Terza Età dell’Azione Cattolica (l’invito è per tutti e non
solo per gli associati di AC). Il relatore
sarà don Michele Mosa. Il programma
prevede il ritrovo alle 9, seguito da Lodi,
meditazione, confessioni, Santa Messa,
pranzo, Via Crucis e saluti finali.
Movimento Ecclesiale
di Impegno Culturale
Tempo di Quaresima
primo pncontro
riflessioni proposte da Don Giulio Lunati
Lo Spirito Santo nelle Lettere di San
Paolo e negli Atti degli Apostoli
Martedì 13 marzo, ore 18 - Seminario Vescovile, via Menocchio 26 - Pavia
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