UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA
FACOLTÀ DI ECONOMIA
CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E
MANAGEMENT DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI
TESI DI LAUREA SPECIALISTICA
IN
ECONOMIA DELLE AZIENDE DI CREDITO
“MICROCREDITO E INCLUSIONE FINANZIARIA IN
ITALIA”
RELATORE
Chiar.mo Prof. Francesca Querci
CANDIDATO
Valentina Parente
Anno Accademico 2008/2009
1
INDICE
Introduzione ...................................................................................... pag.1
Capitolo 1. L’idea del microcredito: la Grameen Bank .................. pag.6
1.1 Cos’è il microcredito: definizione e tassonomia ......................... pag.6
1.2.Il modello della Grameen Bank…………….……………………pag.13
1.2.1 Nascita e evoluzione della Grameen Bank ....................... pag.13
1.2.2 Caratteristiche del Grameencredit .................................... pag.21
1.2.3 Situazione economico-finanziaria e offerta della Grameen Bank
…. ............................................................................................... pag.27
1.2.4 Il network di Grameen Bank ............................................. pag.32
Capitolo 2. I meccanismi-chiave del microcredito ....................... pag.37
2.1 Il ruolo del prestito di gruppo e la Grameen II .......................... pag.37
2.2 Altri meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali personali pag.44
2.3 Meccanismo di determinazione dei tassi di interesse .............. pag.50
2.4 Il ruolo delle donne .................................................................. pag.57
2.5 Tassi di sofferenza e fattori produttivi nascosti ....................... pag. 62
Capitolo 3. Il microcredito nel mondo ........................................... pag.66
3.1 Esportabilità del modello Grameen e nuove frontiere del microcredito
……………………………………………………………………………pag.66
3.2 Aspetti generali del microcredito in Africa, Asia e negli Stati Uniti…….
……………………………………………………………………………pag.78
3.2.1 Africa ................................................................................. pag.78
3.2.2 Asia ................................................................................... pag.80
3.2.3 Stati Uniti ........................................................................... pag.83
3.3 Focus sull’America Latina ........................................................ pag.85
2
3.3.1 Accion International ........................................................... pag.88
3.3.2 BancoSol ........................................................................... pag.94
3.4 Il microcredito in Europa ........................................................ pag.100
3.4.1 Caso di studio: il movimento di credito cooperativo in Romania...
………………………………………………………………………..pag.103
Capitolo 4. Caratteristiche del microcredito in Italia ................. pag.106
4.1 Lo scenario nazionale ........................................................... pag. 106
4.2 Caratteristiche del credito in Italia .......................................... pag.110
4.3 L’esclusione finanziaria.......................................................... pag.114
4.4 Analisi dei dati sul microcredito in Italia ................................. pag.123
4.5 I fondi di garanzia per il microcredito ..................................... pag.134
4.6 Gli enti promotori dei programmi di microcredito: le MAG ..... pag.138
4.6.1 La Mag 6 Reggio Emilia e il caso della Comunità di Base “Le
Piagge” di Firenze .................................................................... pag.140
4.7 Il Prestito d’onore nazionale .................................................. pag.144
4.8 Il Comitato nazionale permanente per il microcredito ............ pag.146
4.9 Progetti e iniziative di microcredito in Italia ............................ pag.149
4.9.1 “Prestito sull’onore – Microcredito per le famiglie del Comune di
Bologna” ................................................................................... pag.150
4.9.2 “Credito Solidale” ............................................................. pag.152
4.9.3 “DonGioPmi – Sistema Integrato di Microcredito e Servizi alle
imprese” ................................................................................... pag.153
4.9.4 “Linea di credito nuova impresa” della Provincia di Lucca”pag.155
4.9.5 Progetto “Diamogli Credito” ............................................. pag.155
4.9.6 Progetto di microcredito agli immigrati stranieri ............... pag.157
4.9.7 Microcredito della Caritas Diocesana di Orvieto – Todi .. pag.158
4.9.8 Progetto “PerMicro- Percorsi di Microcredito”.................. pag.159
3
4.9.9 Progetto “Prestito d’onore della Regione Sardegna” ....... pag.160
4.9.10 “Il Prestito d’Onore” della Provincia di Trento ................ pag.161
4.9.11 Prestito fiduciario a studenti universitari di Urbino ........ pag.162
4.9.12 Prestito fiduciario a studenti universitari di Camerino .... pag.164
4.9.13 Fondo strumentale per il microcredito del Confidi Roma Gafiart
………………………………………………………………………..pag.165
Capitolo 5. Banche e microcredito .............................................. pag.166
5.1 I limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito ........ pag.166
5.2 Il microcredito nell’operatività bancaria .................................. pag.169
5.3 Il caso “Banca Popolare Etica” .............................................. pag.184
5.4 Progetti di inclusione finanziaria: il Servizio Bancario di Base pag.192
5.5 L’inclusione finanziaria degli immigrati................................... pag.197
5.5.1 Evoluzione del livello di bancarizzazione dei migranti in Italia……..
………………………………………………………………………..pag.198
5.5.2 Caratteristiche del rapporto tra banca e immigrati in Italia. ……….
………………………………………………………………………. pag.203
Conclusioni ................................................................................... pag.218
Appendice I – Schede dei programmi di microcredito .............. pag.223
Appendice II – Risultati dell’indagine empirica (Questionario ABI).Le
iniziative di inclusione finanziaria sviluppate dalle banche ...... pag.308
Appendice III – Azioni sviluppate dal mondo cooperativo ........ pag.363
INDICE DEI GRAFICI
Grafico 1.1 Ripartizione dell’”Outstanding loan” di Grameen Bank (Agosto
2009) ................................................................................................ pag.32
4
Grafico 4.1 Stadi evolutivi dell’inclusione creditizia ......................... pag.118
Grafico 4.2 Programmi di microcredito in Italia .............................. pag.126
Grafico 4.3 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (dati in milioni
di euro)............................................................................................ pag.127
Grafico 4.4 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (in numero)
….. .................................................................................................. pag.128
Grafico 4.5 Esigenze dei percipienti dei programmi di microcredito pag.129
Grafico 4.6 Enti promotori dei programmi di microcredito ............... pag.130
Grafico 4.7 Proprietà dei fondi ........................................................ pag.131
Grafico 5.1 Incidenza della microfinanza a fine 2006...................... pag.171
Grafico 5.2 Servizi di microfinanza offerti dalle banche…….……….pag.172
Grafico 5.3 Diffusione della microfinanza per segmenti di business ............
…………………………………………………………………………….pag.173
Grafico 5.4 Diffusione della microfinanza come sostegno alle piccole
imprese ........................................................................................... pag.176
Grafico 5.5 Distribuzione geografica dei prodotti/servizi di microfinanza
offerti ............................................................................................... pag.178
Grafico 5.6 Sistemi di garanzia utilizzati dalle banche nell’ambito delle
attività di microfinanza .................................................................... pag.179
Grafico 5.7 Distribuzione dei prodotti del Servizio Bancario di base per
classe di prezzo mensile (gennaio 2008) ....................................... pag.195
Grafico 5.8 Fattori determinanti nel rapporto con le banche (molto).
Percentuale sui rispondenti ............................................................ pag.207
Grafico 5.9 Principali canali di accesso al credito .......................... pag.208
Grafico
5.10
Motivazioni
sottostanti
al
ricorso
al
finanziamento
(percentuale sul totale finanziamenti in corso) ............................... pag.210
Grafico 5.11 Cause di mancato accesso al credito (percentuali su coloro
che non hanno sottoscritto prodotti di finanziamento) ..................... pag.211
5
Grafico 5.12 Fattori che cambieranno nei prossimi 5 anni nel rapporto
banca – immigrato (molto)……………………………………………pag.217
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 2.1 Tassi nominali e reali per alcune delle principali istituzioni di
microfinanza (2004) ......................................................................... pag.50
Tabella 3.1 Aggiornamento dati al 2007 di “Microcredit Summit Campaign”..
………………………………………………………………………………pag.67
Tabella 3.2 Situazione al 31/12/2006 di “Microcredit Summit Campaign” pag.68
Tabella 3.3 Situazione al 31/12/2006 per area geografica ............... pag.69
Tabella 3.4 La concentrazione dell’industria del microcredito (dati 2006)pag.71
Tabella 3.5 Caratteristiche di alcune delle principali istituzioni di
microcredito moderno ..................................................................... pag.72
Tabella 3.6 Numero di clienti di alcune delle istituzioni di microfinanza
maggiori in Asia nel 2002 .................................................................. pag.81
Tabella 3.7 Dati statistici di Accion al 30 aprile 2009……………….pag.91
Tabella 3.8 Evoluzione delle CAR in Romania .............................. pag.104
Tabella 4.1 Conto economico delle risorse e degli impieghi. Dati
destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. Valori concatenati
(milioni di euro – anno di riferimento 2000). II° t rimestre 2009........ pag.106
Tabella 4.2 Struttura dei debiti familiari (valori percentuali) ........... pag.111
Tabella 4.3 Famiglie indebitate (valori percentuali) ......................... pag.112
Tabella 4.4 Principali caratteristiche del credito nelle regioni italiane (dati
2007) .............................................................................................. pag.120
Tabella 4.5 Ipotesi di calcolo del livello di inclusione creditizia nelle regioni
italiane ............................................................................................ pag.122
6
Tabella 4.6 Dimensione dei prestiti (dati al 31/12/2007)……………pag.132
Tabella 4.7 Tipologia di garanzie offerte…………………………...…pag.133
Tabella 5.1 Motivazioni sottostanti all’apertura di un conto corrente in Italia
per nazionalità (percentuali sul totale rispondenti – risposte multiple)………
…………………………………………………………………………….pag.171
Tabella
5.2
Disponibilità
ad
aprire
un
conto
corrente
entro
l’anno…..pag.216
INDICE DELLE FIGURE
Figura 2.1 Rappresentazione schematica della connessione tra il “Basic
loan” e il “Flexible loan” (Grameen II) ............................................... pag.41
Figura 5.1 Gli attori coinvolti nel progetto di Banca Etica ............... pag.188
7
INTRODUZIONE
“(…)Quando oggi qualcuno mi chiede come mi sono venute
tutte quelle idee innovative… io rispondo che abbiamo guardato
come fanno le altre banche e abbiamo fatto il contrario.(…)".
(da Muhammad Yunus, “Il banchiere dei poveri”)
Il microcredito è uno strumento finanziario dalle potenzialità
estremamente significative che consiste nell’erogazione di prestiti di
piccole
dimensioni
(”micro”,
appunto)
a
individui
che
vengono
generalmente classificati dal sistema bancario come “non bancabili”,
ovvero non solvibili, in quanto non in possesso delle tradizionali garanzie
patrimoniali che vengono normalmente richieste a fronte dell’erogazione di
un prestito. Tali individui quindi, essendo esclusi dal mercato del credito,
sarebbero in un certo senso condannati a restare nella propria condizione
di indigenza, non avendo a disposizione mezzi e quindi opportunità che
consentano loro un tentativo di miglioramento economico e dunque
sociale.
Generalmente si è soliti identificare la nascita del microcredito con
l’esperienza della Grameen Bank, nata negli anni ’70 in Bangladesh da
un’idea del professor Muhammad Yunus, il quale ha ricevuto proprio per
tale progetto il Premio Nobel per la Pace nel 2006. Ma sebbene le prime
esperienze di microcredito siano sorte nei paesi poveri, ad oggi tale
strumento viene sempre più applicato anche nel tessuto economico dei
paesi più ricchi, e in particolare del Nord America e dell’Europa
Occidentale, con le varianti del caso.
In tale trattazione quindi ci si è posti l’obiettivo di analizzare come lo
strumento del microcredito, e più in generale della microfinanza, venga
8
utilizzato in Italia, e si è tentato quindi di effettuare (tramite l’ausilio di fonti
ufficiali) una mappatura il più possibile aggiornata sulle caratteristiche e la
dimensione del fenomeno nel nostro paese, con la consapevolezza
dell’impossibilità di avere dati esatti in quanto il microcredito risulta
attualmente in fase di piena espansione.
Si è poi focalizzata l’attenzione sul ruolo che le banche ricoprono nel
meccanismo di erogazione dei microprestiti, e a tale proposito è risultato
opportuno individuare le peculiarità di tutti gli strumenti di inclusione
finanziaria offerti da parte della banche italiane, che hanno come obiettivo
comune la bancarizzazione dei soggetti normalmente esclusi dal sistema
bancario stesso.
In particolare, nel primo capitolo si è prima brevemente cercato di
dare una definizione il più possibile dettagliata di microcredito nonché una
tassonomia del fenomeno stesso, sottolineando come, in realtà, varie
forme di finanza socialmente orientata e con caratteri di mutualismo e
solidarietà siano sempre esistiti in quasi tutte le epoche storiche, con
caratteristiche ovviamente differenti da caso a caso. Quindi, si è
focalizzata l’attenzione sulla Grameen Bank, la quale costituisce,
comunque, il modello di riferimento per tutte le altre esperienze di
microcredito attuali. Nello specifico, sono state descritte le tappe che
hanno portato alla nascita della banca stessa, nonché le caratteristiche del
suo meccanismo di funzionamento, che hanno subito alcuni cambiamenti
dalla nascita della banca ad oggi. Si sono quindi illustrati i vari prodotti
offerti
dalla
Grameen
Bank,
che
attualmente
non
riguardano
esclusivamente la sfera creditizia in quanto, nel corso degli anni, la banca
ha ampliato la propria attività dando vita ad un network di compagnie che
operano in molti altri settori (quali l’educazione, la salute, l’energia, ecc…),
accomunate dal fine ultimo della Grameen stessa, ovvero l’eliminazione
della povertà.
Nel secondo capitolo, quindi, vengono illustrati i meccanismi - chiave
di funzionamento del microcredito, che a prima vista possono apparire in
contrasto con la tradizionale teoria e pratica economica applicata dalle
9
banche nell’erogazione dei prestiti, ma che, come viene appunto illustrato
nel dettaglio, poggiano su solide basi economiche e, in particolare, su
convincimenti di carattere sociale. Nello specifico, sono analizzati i
meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali, sulle quali poggia l’intero
sistema del microcredito, e in particolare il ruolo del prestito di gruppo
(meccanismi che, comunque, vengono applicati fondamentalmente nei
paesi poveri e in via di sviluppo e non all’interno delle economie più
sviluppate in quanto lo stesso tessuto sociale di tali paesi non lo
consentirebbe). L’attenzione si è poi soffermata sul meccanismo di
formazione dei tassi di interesse (che, soprattutto nel contesto
internazionale, sembrerebbero talvolta essere fin troppo elevati, se non
addirittura al limite dell’usura) e sul ruolo delle donne, le quali risultano ad
oggi le principali destinatarie dei progetti di microcredito nel mondo.
Nel terzo capitolo, poi, si dà un quadro generale del fenomeno del
microcredito nel mondo, prima di carattere quantitativo circa le dimensioni
dello stesso, e poi, più nel dettaglio, di carattere qualitativo, individuando
per ciascun continente le peculiarità che lo strumento del microcredito
assume. Nello specifico, si è scelto di soffermare l’attenzione sull’America
Latina, la quale risulta essere ad oggi (assieme all’Asia) il continente in cui
il microcredito registra la crescita più consistente, e si sono analizzate le
esperienze di due dei più grandi operatori di microcredito del continente,
ovvero BancoSol e Accion International. Il capitolo termina con un’analisi
delle peculiarità e delle tappe evolutive del microcredito in Europa, le quali
nelle loro linee generali combaciano con quelle italiane, al fine proprio di
introdurre e focalizzare l’attenzione sull’Italia a partire dal capitolo
successivo.
Il quarto capitolo, quindi, può essere considerato il fulcro della
trattazione. Innanzitutto si è cercato di fornire un quadro generale circa le
caratteristiche attuali dello scenario economico del paese, il quale, come
risulta da più dati provenienti da molteplici fonti, sta attraversando una
fase
negativa.
In
particolare,
l’attenzione
si
è
soffermata
sulle
caratteristiche e le dimensioni del credito in Italia e, quindi, sui dati relativi
10
all’inclusione creditizia della popolazione. Si è quindi effettuata un’analisi
sui dati e le caratteristiche del microcredito nel Paese, analizzando nello
specifico i seguenti aspetti (relativi agli anni dal 2004 al 2007): il numero
dei programmi attivi, l’andamento dei prestiti (sia in termini di valore
complessivo dei prestiti concessi che di numerosità degli stessi), le
esigenze dei destinatari dei programmi di microcredito, le tipologie degli
enti promotori (Fondazioni bancarie, banche, confidi, Università, Enti
locali, Fondazioni non bancarie, associazioni, diocesi e Mag), le proprietà
dei fondi (istituti di credito, fondi privati, fondi pubblici), la dimensione dei
prestiti e, infine, la tipologia di garanzie offerte.
Nello specifico, si è illustrato il meccanismo di funzionamento dei
fondi di garanzia per il microcredito, i quali costituiscono ad oggi il
principale strumento suppletivo alle garanzie patrimoniali personali in
Italia, mentre per quanto concerne gli enti promotori dei programmi di
microcredito l’attenzione si è soffermata sulle Mag (ovvero le Mutue di
Autogestione), le quali rappresentano una peculiarità del sistema italiano.
Infine, per completare il quadro dello scenario nazionale, è stato
illustrato lo strumento del “Prestito d’onore nazionale” e le caratteristiche
di funzionamento del “Comitato nazionale permanente per il microcredito”.
Completa il capitolo una descrizione dettagliata dei 13 nuovi programmi di
microcredito attivati in Italia nel 2007, al fine di fornire una prima idea circa
le caratteristiche empiriche dei programmi italiani (l’elenco dettagliato di
tutti i programmi attivi alla fine del 2007 è riportato nell’Appendice I).
Il quinto capitolo, infine, focalizza l’attenzione sul ruolo delle banche
nei programmi di microcredito e, più in generale, sugli strumenti di
inclusione finanziaria messi a punto dalle banche stesse.
Ciò che viene messo in evidenza, innanzitutto, sono i limiti di
efficienza delle organizzazioni di microcredito, che generano come primo
effetto tassi di interessi molto elevati. Proprio a causa di detti limiti, si può
osservare come vi sia un ruolo sempre crescente delle banche
nell’erogazione di microprestiti, sia come promotrici di programmi di
microcredito che come proprietarie dei fondi erogati. Ai fini dell’analisi del
11
microcredito nell’operatività bancaria si fa riferimento a un’indagine
condotta dall’ABI nel corso del 2008 sull’inclusione finanziaria in Italia, il
cui obiettivo era proprio quello di comprendere meglio quale è la
situazione dell’offerta bancaria. Tale indagine, in particolare, ha analizzato
i seguenti aspetti: l’incidenza della microfinanza sull’operatività bancaria a
fine 2006, la tipologia dei servizi di microfinanza offerti dalle banche
(risparmio, credito, conti corrente e servizi di pagamento), la diffusione
della microfinanza per segmenti di business (sia per quanto riguarda i
servizi di risparmio, di credito e nonchè i conti corrente e i servizi di
pagamento), i target di clientela a cui le banche rivolgono la propria offerta
di servizi di microfinanza (giovani, lavoratori con contratto di lavoro non
permanente, studenti universitari, piccola imprenditoria, imprese individuali
in aree depresse, ecc…), i sistemi di garanzia utilizzati dalle banche
nell’ambito delle attività di microfinanza e, infine, le pratiche di
commercializzazione dei prodotti/servizi stessi.
12
CAPITOLO 1 – L’IDEA DEL MICROCREDITO : LA GRAMEEN
BANK
1.1 Cos’è il microcredito: definizione e tassonomia
Con il termine “microcredito” si intende la concessione di crediti di
piccole entità a soggetti con basso reddito e/o che si trovano in una
condizione di disagio sociale. Il microcredito è quindi uno strumento di
sviluppo economico che consente l’accesso ai servizi finanziari alle
persone in condizioni di povertà ed emarginazione, generalmente definite
come “non bancabili” in quanto non in possesso delle sufficienti garanzie
patrimoniali normalmente richieste dalla banca come collaterale per il
prestito1.
L’idea del microcredito nasce appunto proprio dalla constatazione
che il credito costituisce una leva fondamentale dello sviluppo economico
e, non di meno, di quello umano e sociale. La funzione redistributiva del
credito è uno dei fattori chiave del successo di una società libera e
democratica (Messina, 2009). Come sosteneva John Stuart Mill (1848):
“Molti che non possiedono, o quasi, capitali, ma che hanno per gli affari
capacità note e apprezzate da qualche possessore di credito, possono
ottenere o prestiti in denaro, o più spesso merci a credito, e in questo
modo le loro capacità industriali sono utilizzate a favore dell’aumento della
pubblica ricchezza: e questo beneficio sarà goduto su più larga scala
quando, grazie a buone leggi e a una buona educazione, la collettività
abbia compiuto un tale progresso in fatto di onestà, che il carattere
personale possa essere accettato come garanzia sufficiente non soltanto
contro l’appropriazione disonesta, ma contro il mettere disonestamente a
repentaglio ciò che appartiene agli altri”.
1
La definizione di microcredito adottata in occasione del “Microcredit Summit” (2-4 Febbraio
1997) è la seguente: “Programmes extend small loans to very poor people for self-employment
projects that generate income, allowing them to care for themselves and their families”.
13
Il termine credito, etimologicamente, fa riferimento al tema della
fiducia tra operatori economici. I fattori in gioco alla data di richiesta del
prestito sono normalmente almeno tre (Messina, 2009):
La storia personale di chi necessita di credito;
La ricchezza e il reddito che egli detiene;
Le reti sociali in cui è inserito.
Si tratta di tre determinanti (affidabilità, garanzie, co-garanzie) del
rapporto di fiducia che si può instaurare tra chi ha liquidità e chi ne
necessita per la realizzazione dei propri progetti. Partendo da esse, è
intuitivo definire le categorie sociali più tipicamente a rischio di esclusione
dal circuito del credito: i giovani (assenza di storia); le donne (meno
reddito); gli immigrati (poca storia, poca ricchezza e poche reti); le
iniziative imprenditoriali in fase di avvio (poco reddito e nessuna storia),
ecc…Ed è proprio a queste categorie sociali che è rivolta l’offerta di
microcredito.
Solitamente si fa coincidere la nascita del microcredito con la
fondazione (1983), ad opera di Muhammad Yunus2, della Grameen Bank
(letteralmente, “Banca Rurale”). Tale esperienza costituisce sicuramente
un punto di riferimento e di svolta nell’universo del microcredito, ma se si
analizzano più accuratamente altre esperienze precedenti si può
osservare come in realtà vari meccanismi di finanza socialmente orientata
con caratteristiche di mutualismo e solidarietà siano sempre esistiti sotto le
più diverse forme in quasi tutti i periodi della storia dell’uomo. In ogni
epoca
però
la
specificità
del
contesto
socioeconomico
ha
necessariamente connotato tali iniziative in maniera diversa, dando loro
quel carattere di originalità che consente di rispondere con successo ai
bisogni del momento.
A questo proposito può essere utile far riferimento e adattare
parzialmente una tassonomia delle varie forme di microcredito sviluppata
2
Muhammad Yunus ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2006.
14
da Yunus stesso. Tale tassonomia ci consente di identificare cinque
diverse forme di microcredito3.
La prima viene definita “microcredito tradizionale informale” e ci
ricorda appunto come il microcredito non nasca con la Grameen Bank. In
questa categoria possiamo ricomprendere il credito dei prestatori di
denaro di villaggio (c.d. “local moneylenders”), i Monti dei Pegni, i prestiti
di amici e familiari e il prestito al consumo in mercati informali. In altri
termini, il prestare piccole somme a individui indigenti non è una novità
introdotta di recente, e non è necessariamente detto che esso identifichi
sempre pratiche che promuovano la dignità e la crescita dei destinatari,
così come invece si propone il modello di microcredito sviluppato da
Yunus.
Il sistema dei prestatori di villaggio esiste da tempi remoti e da
parecchi anni gli studi di economia dello sviluppo hanno evidenziato in più
occasioni pregi e difetti di questo sistema. Tra i pregi vi è senz’altro la
riduzione o addirittura l’eliminazione della distanza informativa tra
prestatore e prestatario (colui che riceve il prestito). Il prestatore di
villaggio infatti conosce i propri clienti, non ha di solito problemi nel
valutare la loro affidabilità e nel monitorare i loro comportamenti durante il
prestito. La prossimità e la riduzione del gap informativo tra prestatore e
cliente richiede tempo ed è costosa. Per questo motivo il mercato del
credito informale è estremamente segmentato e spesso il prestatore
locale (local moneylender) dispone di una condizione di monopolio e vanta
un potere contrattuale di gran lunga superiore a quello dei potenziali
destinatari dei prestiti, potere che per lo più si traduce in tassi di interesse
molto esosi.
Altra peculiarità del prestatore di villaggio è quella di avere spesso
più di una relazione economica con i propri clienti. Infatti la figura del local
moneylender può coincidere con quella del trasportatore locale che
acquista la merce dal cliente e la porta sul mercato di sbocco, del
proprietario di un’abitazione che il cliente affitta o del datore di lavoro del
3
Fonti: Becchetti L. (2008), Il microcredito; www.grameen-info.org.
15
cliente-bracciante. Questo doppio potere contrattuale del prestatore locale
rispetto al suo potenziale cliente ne incrementa la capacità di far fronte ai
rischi della sua attività di credito informale. In altri termini, se il cliente non
riesce a ripagare il prestito, il moneylender potrebbe rivalersi sull’altra
attività economica da cui sono legati.
Pertanto è evidente come queste forme di compensazione
alternative consentano al prestatore di erogare somme di denaro anche in
assenza di specifiche garanzie patrimoniali del cliente. Ed è altrettanto
chiaro che tale meccanismo non promuove l’emancipazione del
destinatario dei prestiti, che rischia di pagare interessi molto elevati e di
precipitare in condizioni di semischiavitù in caso di mancata restituzione
del prestito.
In questi sistemi di credito informali di villaggio quindi, come già
anticipato, non è strettamente necessario il collaterale (ovvero la garanzia
patrimoniale) e addirittura, quando esiste, può comportare conseguenze
pericolose per il benessere del debitore. Infatti in alcuni casi il local
moneylender, a differenza della banca tradizionale, proprio per la sua
prossimità al cliente e per avere posto in essere con esso altri tipi di
relazione, può avere interesse più al valore del collaterale che alla
restituzione del prestito (ad esempio se il collaterale è un terreno
confinante con i suoi possedimenti). Questo tipo di microcredito quindi,
che spesso rappresenta l’unica possibilità di finanziamento per il debitore,
più che strumento di promozione delle pari opportunità diventa un
meccanismo economico che esaspera disuguaglianze di reddito o di
ricchezza nelle economie di villaggio (Becchetti, 2008).
Un altro limite di tale modello è inoltre costituito dal fatto che spesso
il prestatore locale ha interesse a non perdere il proprio ristretto circolo di
clientela del villaggio. Sarà quindi più incline a finanziare prestiti al
consumo o al capitale circolante (anticipo per acquisti di sementi, anticipi
per incassi, ecc…) piuttosto che a finanziare avvii di microimprese, le quali
potrebbero emancipare il debitore e allontanarlo dalla dipendenza con il
prestatore locale. Si può quindi concludere che il modello del prestatore di
16
denaro del villaggio difficilmente costituisce un volano di inclusione e di
sviluppo locale e sociale (obiettivo invece, apertamente dichiarato, della
Grameen Bank, come si vedrà in seguito).
Per quanto concerne poi invece i Monti dei pegni, facenti anch’essi
parte della categoria del microcredito tradizionale informale, si può
osservare innanzitutto che essi hanno una lunghissima tradizione nella
storia del nostro Paese. Anche i Monti dei pegni, pur erogando prestiti di
piccole dimensioni, hanno caratteristiche diverse dal microcredito
moderno (oggetto della presente trattazione), innanzitutto per il loro
orientamento prevalente verso i prestiti al consumo, necessari a
fronteggiare crisi di liquidità. Inoltre, la caratteristica fondamentale che dà
il nome a questa forma di finanziamento è determinata dal fatto che il
debitore ha una garanzia patrimoniale personale, da mettere a “pegno”
per le somme ricevute, il cui valore di mercato viene stimato dal
prestatore. Molto spesso la garanzia ha un valore “nozionale” superiore a
quello effettivo, ovvero un valore affettivo per il debitore di gran lunga
superiore al valore di mercato. Mettere a pegno un bene affettivamente
prezioso crea quindi l’incentivo alla restituzione del prestito, ma ha il
difetto di non cautelare adeguatamente la banca se il debitore fallisce.
La seconda categoria di microcredito fa riferimento ad alcuni “prestiti
di gruppo del mercato informale del credito”, i quali hanno una lunga storia
e tradizione nei paesi del Sud del mondo (tontine, rosca4, ecc…).
In particolare, le tontine rappresentano il corrispondente delle
assicurazioni sulla vita nel mercato del credito informale. Esse sono fondi
creati volontariamente da un gruppo di partecipanti i quali ricevono da essi
un rendimento e che prevedono, alla morte di uno degli iscritti, che le sue
risorse vadano ad accrescere i rendimenti dei rimanenti. Le Rosca,
invece, sono associazioni volontarie di risparmiatori che istituiscono tra
loro particolari forme di credito rotativo per finanziare il credito al consumo.
Nelle Rosca tutti i partecipanti versano periodicamente una somma
4
Il termine “rosca” è l’acronimo di “Rotating Savings and Credit Associations”(Fonte: “The Virtual
Library on Microcredit and Microfinance”, www.gdrc.org).
17
prefissata per formare il fondo rotativo e a turno, a determinati intervalli di
tempo, uno di loro essi viene sorteggiato e ottiene un prestito al consumo
finanziato dalle risorse del fondo. La persona sorteggiata non può
riottenere il prestito fino a quando tutti i partecipanti del gruppo non lo
abbiano ricevuto.
Ciò che distingue queste forme di credito informale dal microcredito
moderno sono la finalità assicurativa (tontine) e l’orientamento al prestito
al consumo (Rosca).
Una terza tipologia di microcredito ricomprende i prestiti di piccola
dimensione erogati da banche tradizionali, specializzate e non, in alcuni
settori specifici di investimento (credito all’agricoltura, all’allevamento, alla
pesca, ecc…).
La quarta categoria include tutte quelle istituzioni creditizie (credito
cooperativo, banche popolari, casse di risparmio) ampiamente diffuse in
Italia e in molti altri paesi, e che da un certo punto di vista
rappresentavano, prima dell’ingresso in scena del microcredito moderno,
l’avanguardia in termini di attenzione alla clientela medio - piccola e alle
ricadute sociali sul territorio della propria attività creditizia.
La peculiarità di tali forme di credito consiste nella particolare
struttura proprietaria delle banche (forma cooperativa contrapposta alla
forma della società per azioni), che implica una gestione particolare degli
utili di impresa, i quali non vengono distribuiti ai soci, bensì sono
accumulati in genere sotto forma di riserva unitaria. Tale modello di forma
societaria ha importanti riflessi sulla governance della banca: la
caratteristica fondamentale è quella del voto capitario, in base al quale un
socio può avere non più di un voto e un peso elettorale che non è dunque
proporzionale al capitale versato.
Il voto capitario slega il potere di voto dal potere finanziario (e dal
peso della sua quota di capitale sociale) dell’azionista della banca, ma
comporta anche il rischio di autoreferenzialità maggiore del management,
riducendo la capacità degli azionisti soci di coalizzarsi e di creare
maggioranze per un cambiamento del governo dell’impresa.
18
Altra caratteristica di tale modello societario è la commistione tra il
ruolo di socio e quello di depositante, che attenua parzialmente il tipico
conflitto di interesse tra queste due categorie di stakeholders (il socio ha
interesse al mantenimento di valore o alla rivalutazione della sua quota di
capitale sociale, il depositante è interessato alla sicurezza e al rendimento
dei depositi).
In analogia al microcredito moderno, crediti cooperativi e banche
popolari sono in genere banche con forte vocazione locale e dunque
relativamente specializzate nel finanziamento di progetti di piccola e
media impresa. I prestiti erogati hanno però caratteristiche tradizionali e
prevedono il classico sistema della garanzia patrimoniale personale.
L’attività di queste banche non è inoltre limitata alla clientela di piccolemedie dimensioni.
Infine, la quinta categoria di microcredito è costituita dal c.d.
“microcredito moderno”, espressione che indica, in senso lato, piccoli
prestiti, finalizzati prevalentemente all’investimento piuttosto che al
consumo, rivolti a individui o microimprese, prevalentemente privi di
garanzie patrimoniali e verso i quali quindi le istituzioni di microcredito si
cautelano con forme di garanzia alternative (Becchetti, 2008). All’interno di
tale definizione possiamo distinguere:
a)
Il modello della Grameen Bank (c.d. Grameencredit)
b)
Il microcredito al consumo
c)
Forme di microcredito fondate sulle partnership tra
banche e organizzazioni non governative (Ong) che prevedono o
meno l’utilizzo della garanzia personale
Con riferimento al soggetto che eroga il prestito, esistono tre forme
prevalenti: Ong, banca vera e propria o Ong che lavora per conto o in
stretta relazione con una banca di riferimento (che spesso eroga
formalmente il credito e garantisce quella cornice giuridica che consente
all’Ong “non banca” di poter svolgere l’attività di microcredito).
19
Nei capitoli successivi verranno analizzati e approfonditi alcuni
meccanismi – chiave del microcredito moderno, quali le forme di garanzia
alternative (in particolare il prestito di gruppo), i meccanismi di
determinazione dei tassi di interesse, ecc.... Ma prima è necessario
illustrare il percorso di sviluppo e le caratteristiche di funzionamento del
modello
Grameen,
che
costituisce,
all’interno
della
famiglia
del
microcredito moderno, la forma con i connotati maggiormente definiti.
1.2 Il modello della Grameen Bank
1.2.1 Nascita e evoluzione della Grameen Bank
L’idea della Grameen Bank nasce nel 1974, anno in cui il
Bangladesh è afflitto da una devastante carestia che provoca decine di
migliaia di morti. Il professor Muhammad Yunus, capo del Dipartimento di
Economia Rurale dell’Università di Chittagong, decide di recarsi
personalmente nel vicino villaggio di Jobra per osservare e comprendere
le condizioni di vita dei poveri del villaggio. La realtà in cui si imbatte è
sconvolgente: i poveri si trovano in una condizione di semischiavitù data
dal fatto che ottengono piccoli crediti da prestatori locali sufficienti solo per
poter acquistare le materie prime necessarie per il proprio lavoro, il cui
prodotto finito viene però venduto al prestatore stesso ad un prezzo che
supera solo di qualche centesimo l’ammontare del credito iniziale, con un
guadagno che è quindi finalizzato esclusivamente alla sopravvivenza del
lavoratore stesso:
“ “Come si chiama?”
“Sofia Begum.”
“Quanti anni ha?”
“Ventuno.”
20
Non prendevo nota delle risposte perché questo l’avrebbe spaventata; al
ritorno avrei chiesto di farlo ai miei studenti.
“è suo il bambù che usa per lavorare?”
“Si.”
“Dove lo prende?”
“Lo compro.”
“E quanto lo paga?”
“Cinque taka5.”Cinque taka equivalevano a 22 centesimi di dollaro.
“Impiega soldi suoi per pagare?”
“No, me li faccio dare dal paikar.”
“Dal rivenditore? E quali sono i vostri accordi?”
“Io gli rivendo gli sgabelli alla fine della giornata, così ripago il debito e
quello che rimane è il mio profitto.”
“A quanto rivende gli sgabelli?”
“Cinque taka e cinque paisa.”
La donna confermò con un cenno del capo. Il guadagno di una giornata
ammontava in tutto a due centesimi.
“E non potrebbe farsi prestare il denaro e comprare per conto suo il
materiale?”
“Sì, ma quelli che lo prestano vogliono molti interessi. E quando ci si
intriga con quelli, si diventa solo più poveri.”
“Quanto vogliono in generale?”
“Dipende. Certe volte il 10 per cento a settimana; ma io ho un vicino che
paga addirittura il 10 per cento al giorno!”
“Insomma, quello che ricava da questi bellissimi sgabelli sono in tutto 5
paisa?”
“Si.” “
(Brano tratto da Il banchiere dei poveri, di Muhammad Yunus, 1999)
5
Il “taka” è la valuta del Bangladesh dal 1972. Attualmente (agosto 2009) un taka equivale a
0.0101 Euro e a 0.0145 Dollari USA.
21
Yunus si propone quindi di rompere questo circolo vizioso e si
convince del fatto che, se i poveri avessero potuto disporre di un credito
iniziale tale da consentirgli di vendere sul libero mercato i propri prodotti,
avrebbero potuto ottenere un margine di guadagno decisamente più alto
e, soprattutto, si sarebbero potuti liberare dalla condizione di semischiavitù
nei confronti dei prestatori locali.
In tale contesto, Yunus affronta anche una critica al sistema degli
aiuti internazionali; egli osserva infatti come dal 1972 al 1999 siano affluiti
in Bangladesh circa trenta miliardi di dollari di aiuti stranieri. Ma se si
guarda alla situazione di vita nei villaggi, essa appare immutata se non
addirittura peggiorata. La critica di Yunus a tale sistema si focalizza su
due aspetti: in primis, sulla dispersione dei fondi (Yunus osserva come
circa i tre quarti dell’ammontare complessivo degli aiuti stranieri siano
spesi nel paese donatore, ovvero ritiene che le donazioni siano divenute
quasi più un mezzo per il paese ricco di dar lavoro ai propri abitanti e
vendere i propri prodotti che uno strumento di aiuto per le economie
sottosviluppate; il restante quarto finirebbe invece poi per arricchire una
piccola èlite di consulenti, burocrati, imprenditori del paese destinatario,
senza che ciò apporti alcun beneficio per l’economia del paese stesso); in
secondo luogo, la critica si è focalizzata sulla destinazione di tali fondi che,
a detta di Yunus, apporterebbero maggiori vantaggi se fossero consegnati
direttamente alle famiglie più povere, piuttosto che venire investiti in
infrastrutture (quali strade, ponti) che si presume andranno ad aiutare i
poveri “a lunga scadenza”, e che nella maggior parte dei casi non
vengono neppure portate a termine.
Yunus si propone dunque di “eliminare direttamente la povertà”.
Nel 1976, quindi, vara un programma di ricerca volto a esaminare la
possibilità di creare un sistema di concessione del credito in grado di
fornire servizi bancari ai poveri delle campagne.
Il “Progetto Grameen” venne messo in atto con i seguenti obiettivi:
offrire servizi bancari agli uomini e alle donne povere; eliminare lo
sfruttamento dei poveri messo in atto ad opera dei prestatori locali; creare
22
opportunità di auto-impiego per la vasta moltitudine di disoccupati del
Bangladesh rurale; portare gli “svantaggiati”, in particolare le donne delle
famiglie più povere, entro le braccia di un’organizzazione che essi stessi
possano comprendere e gestire; ribaltare il vecchio circolo vizioso “basso
guadagno, basso risparmio, basso investimento” nel circolo virtuoso
“basso guadagno, concessione di credito, investimento, più guadagno, più
investimento, più guadagno”.
Tale programma mostrò la sua forza e la sua validità inizialmente a
Jobra e in alcuni villaggi circostanti durante il periodo 1976-1979.
Tra gli obiettivi del progetto merita un’attenzione particolare quello
che fa riferimento alle opportunità di auto – impiego, ovvero di lavoro
indipendente. Questa, insieme alla altre analizzate successivamente,
rappresenta una delle peculiarità più significative del Progetto Grameen.
Come Yunus osserva infatti, il lavoro dipendente (o salariato), oltre a
presentare alcuni inconvenienti (la costruzione di fabbriche ad esempio
porta danni ecologici, e inoltre i profitti delle aziende straniere non restano
nel paese che li ospita, ma vengono riconvogliati verso la casa madre e i
proprietari di capitale), non è sufficiente a risolvere la piaga della
disoccupazione. Il lavoro indipendente invece non presenta nessuno di
questi inconvenienti e inoltre, a detta di Yunus, restituisce alla persona
una più ampia possibilità di incidere sul proprio destino.6Yunus pone
quindi l’attenzione sul lavoro indipendente (e affronta le critiche di quanti
accusano al microcredito di mantenere il lavoro indipendente in una
dimensione ridotta che non favorisce le economie di scala), mosso dalla
6
In particolare, secondo Yunus, in confronto al lavoro salariato il lavoro indipendente presenta i
seguenti vantaggi: 1) Gli orari sono flessibili e possono essere adattati alle esigenze familiari; 2) Il
lavoro indipendente conviene particolarmente a chi possiede qualità pratiche invece che un
sapere specialistico o libresco (ciò significa che i poveri e gli analfabeti possono sfruttare i loro
punti di forza anziché subire lo svantaggio delle loro debolezze); 3) Può trasformare un hobby in
un impiego remunerativo; 4) Permette di lavorare a chi non riesce ad adattarsi ai rapporti
gerarchici; 5) Offre la possibilità di sfuggire alla dipendenza dagli aiuti sociali; 6) Può aiutare
coloro che, pur avendo un lavoro, continuano a essere poveri; 7) Può offrire a un lavoratore
licenziato il sostegno morale necessario per non cadere nella depressione e nell’isolamento; 8)
Permette di guadagnarsi da vivere a chi non trova lavoro a causa della discriminazione razziale; 9)
Creare un posto di lavoro indipendente costa mediamente alla comunità dieci, venti, cento volte
meno di quanto costerebbe un impiego salariato; 10) Permette a un povero isolato di
riacquistare progressivamente fiducia in se stesso.
23
convinzione che per sradicare la povertà sia necessario adottare misure
più incisive e globali di quelle necessarie per la semplice creazione di
posti di lavoro (“Non è il lavoro che salva i poveri, ma il capitale legato al
lavoro”, Yunus, 1999).
Il meccanismo di funzionamento ideato per la concessione del
credito era il seguente: a ogni persona che faceva domanda di prestito
veniva richiesto di costituire un gruppo (di cinque membri), che non
comprendesse altri membri della famiglia, e i cui componenti fossero affini
per aspirazioni e condizione economica e sociale. Il prestito, tuttavia, era
individuale, e ognuno ne rispondeva ufficialmente in prima persona.
Si preferiva che i gruppi fossero costituiti autonomamente perché il
fatto di essersi aggregati spontaneamente avrebbe creato tra i membri
legami più forti di solidarietà.
Una volta costituito il gruppo tutti i potenziali clienti dovevano
sottoporsi a un’istruzione approfondita sul meccanismo di funzionamento
del Progetto Grameen, al termine della quale era previsto un esame orale.
Veniva poi costituito un fondo di riserva per aiutare i clienti in caso di
emergenza: il 5 per cento dell’ammontare di ogni prestito veniva
automaticamente versato sul c.d. “Fondo di gruppo”. I membri del gruppo
dovevano inoltre versarvi due taka a settimana. Inizialmente, dunque, la
Grameen Bank applica quello che viene definito come il meccanismo del
“prestito di gruppo con responsabilità congiunta”7.
Per quanto concerne il meccanismo di rimborso, esso era così
articolato:
-
Prestito con scadenza a un anno
-
Tratte settimanali di identico importo
-
Inizio dei pagamenti dopo una settimana dalla concessione del
prestito
-
7
Tasso di interesse del 20 per cento
I cui pregi e difetti verranno analizzati più accuratamente nel capitolo 2.
24
-
Quota di rimborso8: 2 per cento a settimana per 50 settimane
-
Quota di interesse: 2 taka a settimana per un prestito di 1000 taka
Altra novità, di portata dirompente sia dal punto di vista economico
che, soprattutto, culturale, era costituita dal fatto che i destinatari dei
prestiti erano non più gli uomini bensì le donne. In Bangladesh, prima
della nascita della Grameen Bank, le donne rappresentavano meno dell’1
per cento dei destinatari di prestiti da parte delle banche9. Yunus si
propose quindi inizialmente di far sì che, nell’ambito del suo progetto
sperimentale, le donne fossero incluse almeno nella misura del 50 per
cento. Tale obiettivo non venne fissato solo sulla base della volontà di
bilanciare una discriminazione di genere, ma anche, dopo i primi risultati
empirici, sulla base di una ragione legata allo sviluppo. Come mostrarono
le prime esperienze, infatti, il credito gestito dalle donne portava
cambiamenti più rapidi rispetto a quando lo stesso veniva gestito dagli
uomini: per le donne infatti il prestito rappresentava un’occasione (spesso
l’unica) per uscire dalla propria condizione di indigenza, e pertanto esse
tendevano a lottare con più forza per portarla a buon fine e farla fruttare in
maniera positiva. Tale innovazione trovò inizialmente molti ostacoli,
soprattutto di carattere religioso e culturale, ma fu piano pian accettata e
sempre più apprezzata da molti.
Con l’appoggio della Banca Centrale del Paese e il supporto delle
banche commerciali nazionali, il Progetto Grameen fu esteso al distretto
del Tangail (situato a nord di Dhaka, la capitale del Bangladesh) nel 1979.
A seguito del successo ottenuto, non senza difficoltà, in tale regione, il
Progetto fu successivamente esteso a molte altre regioni del Paese.
Il 2 ottobre del 1983 la Grameen diventa banca indipendente.
8
Yunus osservò che le banche tradizionali e le cooperative di credito chiedevano sempre il
rimborso in un’unica tratta. Ma l’obbligo di effettuare un unico versamento alla fine del periodo
di credito fa sì (secondo Yunus) che il debitore sia psicologicamente restio a separarsi da una
somma di una certa entità. Egli perciò decise di risolvere tale problema facendo in modo che le
quote di rimborso fossero così basse che il cliente “non si sarebbe neanche accorto di
pagarle”(Yunus).
9
Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri.
25
Il percorso successivo è stato sicuramente di crescita (attualmente
Grameen Bank ha 7.900.000 clienti, il 97% dei quali sono donne, ed è
diffusa in più di 84000 villaggi10) anche se non sono mancati momenti di
crisi, come quella successiva all’alluvione del 1988 che portò allo
“sciopero dei clienti” (Becchetti, 2008) e alla faticosa genesi di un nuovo
modello di Grameen (c.d. Grameen II, in vigore dal 2002), non più basato
sul meccanismo del prestito di gruppo con responsabilità congiunta, bensì
su prestiti individuali (anche se permangono i gruppi)11.
Occorre poi sottolineare come il successo della Grameen dipenda
anche dalla rigida disciplina impartita dalla banca e da quella sorta di
formazione coatta condensata nelle “16 raccomandazioni”, le quali, per
poter
essere
comprese
appieno,
devono
comunque
essere
contestualizzate nella situazione culturale dell’epoca e del luogo. Esse
rappresentano una “carta d’intenti” della Grameen, con la quale la banca
si integra attivamente nella realtà d’intervento, proponendo ai suoi membri
uno scopo e uno stile di vita. Le “16 raccomandazioni” sono le seguenti12:
1) Rispetteremo e applicheremo i quattro principi della Banca
Grameen: disciplina, unità, coraggio e impegno costante in tutti gli
ambiti della nostra esistenza.
2) Porteremo la prosperità nelle nostre famiglie.
3) Non vivremo in case diroccate. Ripareremo le nostre case e
cercheremo quanto prima di costruirne di nuove.
4) Coltiveremo ortaggi tutto l’anno. Molti ne mangeremo, e venderemo
quello che ci resta.
5) Durante il periodo della semina, semineremo quanti più germogli
sarà possibile.
6) Faremo in modo di non avere troppi figli. Limiteremo le nostre
spese. Ci cureremo della nostra salute.
10
Fonte: www.grameen-info.org
Tale nuovo meccanismo è illustrato più nel dettaglio nel capitolo 2.
12
Fonte: www.grameen-info.org
11
26
7) Educheremo i nostri figli, e lavoreremo per aver modo di
provvedere alla loro istruzione.
8) Sorveglieremo la pulizia dei nostri figli e dell’ambiente in cui
viviamo.
9) Costruiremo e useremo le fosse biologiche.
10) Berremo l’acqua dei pozzi profondi. Se non ne avremo la bolliremo
o la disinfetteremo con l’allume.
11) Non chiederemo una dote per il matrimonio di nostro figlio, né
pagheremo una dote per il matrimonio di nostra figlia. Faremo sì
che i nostri centri non siano afflitti da questa calamità. Rifiuteremo
la pratica del matrimonio tra bambini.
12) Non commetteremo ingiustizie e ci opporremo a che altri le
commettano.
13) Investiremo collettivamente al fine di aumentare i nostri redditi.
14) Saremo sempre pronti ad aiutarci reciprocamente. Se qualcuno è
in difficoltà ci mobiliteremo in suo aiuto.
15) Se apprendiamo che in un centro si contravviene alla disciplina,
interverremo personalmente per ristabilirla.
16) Introdurremo l’esercizio fisico in tutti i nostri centri. Parteciperemo
collettivamente agli incontri organizzati.
Le 16 raccomandazioni rivolte ai clienti danno uno spaccato fedele
del programma “pedagogico” di Yunus. La lettura delle raccomandazioni
rivela come tutta una serie di accorgimenti utili ad aumentare benessere
socioeconomico e sviluppo a partire dal contesto locale (norme sanitarie,
sollecitazioni alla partecipazione, stimolo delle virtù sociali) siano stati
tradotti in semplici regole, alcune delle quali possono apparire piuttosto
paternalistiche o autoritarie.
Si può osservare quindi come il successo dell’iniziativa di Yunus
dipenda fondamentalmente dalla congiunzione positiva di due fattori
(Becchetti, 2008): la capacità carismatica di un singolo, dotato sia di
27
visione che di competenze operative, e la contemporanea abbondante
domanda per un’iniziativa del genere presente in Bangladesh in quegli
anni. Per “domanda” si fa riferimento alla presenza di ampie masse di
diseredati, resi tali dal contesto generale di povertà del paese, ma dotati di
potenzialità individuali (motivazioni e attitudine al lavoro, capitale
sociale).13 La mancanza del primo o del secondo fattore ha di fatto reso
impossibile una diffusione analoga del microcredito in contesti diversi e in
periodi precedenti.
Attualmente la Grameen Bank è posseduta dai poveri delle
campagne per i quali essa stessa lavora: i clienti/creditori della banca
possiedono il 95 per cento delle sue azioni, mentre il restante 5 per cento
è posseduto dal Governo14.
1.2.2 Caratteristiche del Grameencredit
Come già accennato in precedenza, il Grameencredit è basato sulla
convinzione che i poveri abbiano capacità e competenze che rimangono
inutilizzate o, comunque, sottoutilizzate. Non è quindi la mancanza di
capacità che rende tali i poveri. L’idea alla base del modello Grameen è
che la povertà non sia creata dai poveri stessi, ma dalle istituzioni e dalle
politiche che li circondano. Al fine di eliminare la povertà, dunque, è
necessario apportare cambiamenti appropriati nelle politiche e nelle
istituzioni, eventualmente ideandone di nuove. In particolare, Yunus ritiene
che la carità non sia perciò una risposta alla povertà, anzi, aiuterebbe solo
la povertà a permanere in quanto crea dipendenza e spazza via l’iniziativa
individuale di uscita dalla povertà stessa. Ciò non significa che si debba
ignorare il dovere morale di aiutare, o l’istinto di soccorrere i bisognosi, ma
13
Yunus stesso afferma “I poveri non erano tali per stupidità o per pigrizia; anzi, lavoravano tutto
il giorno svolgendo mansioni fisiche complesse. Erano poveri perché le strutture finanziarie del
nostro paese non erano disposte ad aiutarli ad allargare la loro base economica. Non era un
problema di persone, ma di strutture”(Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999).
14
Fonte: www.grameen-info.org
28
che l’aiuto debba assumere una forma diversa: dal punto di vista del
destinatario, infatti, la carità può avere effetti devastanti, in quanto chi
raccoglie denaro mendicando non è motivato a migliorarsi.
Sulla base di queste convinzioni, e con lo scopo ultimo di eliminare la
povertà, il modello di microcredito introdotto dalla Grameen Bank possiede
le seguenti peculiarità:
Un target di clientela rappresentato prevalentemente, o quasi
esclusivamente,
da
donne
povere
che
ricevono
prestiti
all’investimento e non al consumo;
L’assenza di qualunque tipo di garanzie collaterali e di strumenti
giuridico – legali dello stesso tipo;
L’intervallo piuttosto breve dei periodi di pagamento;
L’obbligo da parte del debitore di formare un gruppo con altri clienti
della banca, ma l’assenza di una forma di responsabilità congiunta
(obbligo di ripagare le somme non restituite da altri membri
insolventi) tra i componenti del gruppo;
L’offerta di servizi avviene sulla base del principio che non sono i
poveri a dover andare dalla banca, ma è la banca che deve recarsi
dai poveri15;
Forme di deposito forzoso che accompagnano la concessione del
prestito da parte dei clienti;
Decentramento di parte delle attività di monitoraggio dei prestiti a
organizzazioni no profit, alcune delle quali formate dai debitori
stessi.
La caratteristica fondamentale quindi del c.d. Grameencredit è
l’assenza di garanzie collaterali e di strumenti- giuridico legali dello stesso
tipo: il modello di microcredito della Grameen Bank è basato sulla fiducia,
ovvero le garanzie tradizionali sono state sostituite da patti fiduciari
15
Yunus ritiene infatti che :”Per un povero – e per giunta analfabeta – un ufficio è un luogo
minaccioso, terrificante. È un modo ulteriore per interporre una distanza. Quindi abbiamo
pensato che dovessimo essere noi ad andare nelle case.”(da Il banchiere dei poveri, Muhammad
Yunus, 1999).
29
nonché dalla punizione implicita di non essere ammessi alla tranche
successiva di credito in un finanziamento che viene erogato a scadenze
regolari. Yunus si propone infatti con il Progetto Grameen di sradicare il
principio attorno al quale si rende conto che ruota il sistema creditizio: “Più
si ha, più è facile avere”, che può essere anche tradotto per converso in:
“Se non si ha niente non si ottiene niente”.
Concedere
prestiti
senza
la
rete
di
sicurezza
costituita
tradizionalmente dalle garanzie patrimoniali personali potrebbe sembrare,
a una prima valutazione, estremamente rischioso. In realtà, se si
collegano le diverse peculiarità descritte si scopre che, aldilà della
capacità di far leva su risorse intangibili come l’elemento fiduciario e il
controllo sociale (che penalizza, in società coese come i villaggi rurali, i
debitori insolventi), esistono altre reti di protezione invisibili attraverso le
quali la banca può ottenere performance lusinghiere e tassi di sofferenza
sui prestiti molto bassi (Becchetti, 2008).
A tal proposito si ricorda innanzitutto come il prestito sia suddiviso in
tante piccole tranche erogate a scadenze ravvicinate. Ciò fa sì che un
comportamento di insolvenza venga immediatamente identificato e
redarguito con la mancanza di concessione della tranche successiva. Altre
caratteristiche che generano incentivi alla restituzione del prestito sono poi
il deposito forzoso e il tentativo di coinvolgere i debitori nelle attività
operative della banca stessa.
Con quest’ultima, in particolare, l’istituzione di microcredito cerca di
risolvere il potenziale conflitto di interessi tra clienti – debitori e banca o tra
clienti – debitori e depositanti: se i clienti – debitori infatti diventano essi
stessi parte della banca, saranno maggiormente spinti a interiorizzare le
regole e gli obiettivi della banca stessa, facendo più attenzione alla sua
stabilità finanziaria e al problema del rischio di non restituzione dei prestiti
erogati. Inoltre, se gli stessi clienti diventano in parte anche depositanti,
interiorizzeranno anche gli obiettivi di questi ultimi e saranno dissuasi
dall’adottare, in qualità di clienti che hanno ricevuto un prestito,
30
comportamenti rischiosi o fraudolenti che possano mettere a repentaglio i
risparmi dei depositanti, categoria di cui anch’essi fanno parte.
Come Yunus afferma, è la necessità stessa che ha spinto Grameen
a mettere in discussione il caposaldo del sistema bancario, la garanzia. E i
fatti gli hanno dato ragione. Dai dati sui tassi di rimborso dei prestiti si è
potuto infatti constatare che la restituzione dei prestiti senza garanzia è
molto più sicura di quella dei prestiti altamente garantiti. Infatti, la
percentuale di rimborso dei prestiti di Grameen è a tutt’oggi circa del
98%16, e questo dato così importante viene spiegato da Yunus stesso con
il fatto che i poveri sanno che il prestito che ricevono rappresenta la loro
unica occasione di miglioramento della propria condizione di vita, aldilà
della quale non ci sono altre alternative.
Grameen Bank ha quindi ribaltato il modo di fare banca tradizionale,
che non concedeva prestiti ai poveri, classificandoli come “non meritevoli
di credito”.
Un’altra peculiarità del modello Grameen, già messa in evidenza, è
quella della delega a organizzazioni no profit di parte delle attività di
gestione dei rapporti con i clienti. Si tratta di uno stratagemma
fondamentale per ridurre i costi di gestione dell’attività di microcredito
stessa. È evidente infatti che prestare piccole somme di denaro a clienti
che vanno assistiti e seguiti durante tutto il percorso comporti oneri di
gestione del rapporto creditizio elevati. Parte di questi possono essere
recuperati attraverso una riduzione del costo del lavoro, nella fattispecie
subappaltando alcune attività a organizzazioni esterne. Questo costituisce
uno degli aspetti più delicati della microfinanza17, stretta tra l’ideale di
raggiungere e offrire chance di inclusione agli indigenti e il vincolo di
solvibilità e dei costi che imporrebbero tassi d’interesse estremamente
elevati.
16
Fonte: www.grameen-info.org
Spesso il termine “microfinanza” viene utilizzato come sinonimo di “microcredito”, ma in realtà
i due concetti sono leggermente differenti. All’interno del concetto più ampio di micro finanza
sono infatti ricompresi tutti quei servizi finanziari – quali servizi di credito, formule di risparmio,
servizi di pagamento e trasferimento fondi – che un’istituzione finanziaria può offrire al proprio
cliente, non soltanto il piccolo prestito.
17
31
Il costante miglioramento dell’efficienza nella gestione dei crediti e la
scelta di non puntare a massimizzare i profitti possono non bastare,
soprattutto nelle fasi di avvio di un’istituzione creditizia di questo genere.
Dunque qualcun altro dovrà sopportarne i costi; se si vuole evitare di far
ricadere l’onere sui clienti della banca, non restano che i depositanti (nel
caso in cui essi accettino di ricevere remunerazioni più basse sui depositi)
o i lavoratori (qualora essi riducano le loro esigenze salariali). Da qui
deriva, nella maggior parte dei casi, la delega della gestione dei rapporti
con i clienti e organizzazioni no profit.
Il metodo operativo seguito dalla Grameen Bank è quindi il
seguente18: viene costruita una filiale della banca con un direttore e un
certo numero di manager che copre un’area territoriale che va da 15 a 22
villaggi; il manager e gli altri dipendenti cominciano a visitare i villaggi al
fine di familiarizzare con l’ambiente locale in cui opereranno e di
identificare la possibile clientela, così come di spiegare gli intenti, le
funzioni e il modello operativo della banca alla popolazione locale.
Vengono formati gruppi di cinque possibili clienti; in un primo momento
solo due di essi possono essere destinatari e ricevono un prestito. Il
gruppo viene posto sotto osservazione per un mese per verificare che i
membri si conformino alle regole della banca. Solo se i primi due clienti
del gruppo cominciano a ripagare gli interessi su un periodo di sei
settimane allora gli altri membri del gruppo possono diventare destinatari
essi stessi di un prestito. A causa di queste restrizioni, c’è una sostanziale
pressione da parte del gruppo a mantenere chiari gli obiettivi individuali. In
questo senso, la responsabilità congiunta del gruppo funge da collaterale
sul prestito.
Ogni anno lo staff della Grameen Bank valuta il lavoro svolto e
controlla che la situazione socio-economica dei suoi membri sia migliorata.
Grameen Bank dà un giudizio sul livello di povertà dei clienti usando dieci
indicatori. In particolare, si ritiene che un cliente sia uscito dalla propria
condizione di povertà se la sua famiglia soddisfa i seguenti requisiti:
18
Fonte: www.grameen-info.org
32
1) La famiglia vive in una casa che vale almeno 25000 taka ovvero in
una casa con un tetto di stagno, e ogni membro della famiglia abbia
la possibilità di dormire su un letto invece che sul pavimento;
2) I membri della famiglia bevono acqua naturale attinta da pozzi,
ovvero acqua bollita o purificata con l’allume;
3) Tutti i bambini della famiglia con un’età superiore ai sei anni vanno
a scuola o hanno terminato la scuola primaria;
4) La rata minima settimanale di prestito è di 200 taka o oltre;
5) La famiglia utilizza servizi igienici sanitari;
6) I membri della famiglia possiedono un abbigliamento adeguato per
tutti i giorni, vestiti caldi per l’inverno, come scialli, maglioni,
coperte, ecc … e zanzariere che li proteggano dalle zanzare
7) La famiglia ha fonti di reddito aggiuntive, come orti, alberi da frutta,
ecc.. in modo da poter ripiegare su queste fonti di reddito quando vi
è necessità di denaro aggiuntivo;
8) Il cliente mantiene un bilancio medio annuale di 5000 taka nei
propri conti di deposito
9) La famiglia non incontra difficoltà ad avere tre pasti abbondanti al
giorno durante l’anno;
10) La famiglia può avere cura della salute dei propri componenti. Se
qualche membro della famiglia si ammala, questa è in grado di
affrontare tutti i gradini necessari per provvedere a un’assistenza
sanitaria adeguata.
Da quanto emerge da una recente indagine19, il 68 per cento delle
famiglie di clienti della Grameen Bank ha oltrepassato la soglia della
povertà. Le restanti famiglie stanno facendo progressi costanti per
raggiungere tale obiettivo.
19
Fonte: www.grameen-info.org
33
1.2.3 Situazione economico-finanziaria e offerta della Grameen Bank20
Ad oltre vent’anni dalla sua nascita, Grameen Bank rappresenta oggi
una realtà molto complessa e articolata. La crescita è avvenuta sia a
livello interno, di servizi e prodotti offerti, che a livello esterno, con la
creazione di numerose compagnie indipendenti che operano in settori
diversi da quello del credito, ma che sono con esso fortemente integrati in
quanto facenti parte del progetto unitario di Grameen di miglioramento
socioeconomico dei propri clienti.
La crescita di Grameen può essere anche evinta da alcuni indicatori
economico-finanziari: sin dalla sua nascita, Grameen ha registrato degli
utili, eccetto che per gli esercizi del 1983, 1991 e 1992. L’utile del 2008 è
pari a 1305,00 milioni di taka (equivalenti a 18,99 milioni di dollari USA) e
il dividendo dichiarato ammonta al 30% di tali utili (il più alto di tutte le
banche bengalesi del 2008).
Le entrate totali generate nel 2008 ammontano a 12,00 miliardi di
taka (174,61 milioni di dollari). Le uscite totali sono state di 10,69 miliardi
di taka (155,62 milioni di dollari). Tra le uscite, il pagamento degli interessi
sui depositi (pari a 5,46 miliardi di taka, ovvero 79,41 milioni di dollari)
rappresentano la componente di spesa principale (51% del totale delle
uscite). Le spese per il pagamento di salari, benefit, pensioni ammonta a
2,96 miliardi di taka (43,00 milioni di dollari) e rappresentano la seconda
componente di spesa sul totale (28%).
Facendo riferimento in particolare all’attività bancaria in senso
stretto, si può innanzitutto rilevare come Grameen Bank finanzi il 100% dei
prestiti in uscita con i propri depositi. Più del 54% dei depositi appartiene
ai clienti – debitori della banca.
Con riferimento a ciò, è opportuno sottolineare come, a partire dal
1995, Grameen abbia deciso di non riceve più fondi da donazioni. Da
allora, non ha più fatto richiesta di tali fondi (e l’ultima rata di donazioni,
20
Dati quantitativi tratti dal sito www.grameen-info.org
34
che era già in arrivo, è stata ricevuta nel 1998). Infatti, Grameen non
necessita più né di denaro proveniente da donazioni né di denaro
derivante da prestiti di fonti locali e estere, dal momento che l’ammontare
dei depositi è in continua crescita e sarà più che sufficiente per finanziare
la futura espansione dei programmi di credito e ripagare i prestiti esistenti.
Tra i programmi di credito offerti da Grameen è importante citare lo
“Struggling Members Programme” (rivolto ai mendicanti), l’”Housing
Loans” (finalizzato alla costruzione di abitazioni), i “Micro – enterprise
Loans” e, infine, i programmi rivolti agli studenti.
In particolare, lo “Struggling Members Programme” è stato ideato con
l’obiettivo di offrire servizi finanziari ai mendicanti al fine di aiutarli a
raggiungere uno stile di vita dignitoso, a mandare i propri figli a scuola e
all’università, facendoli diventare membri regolari della Grameen Bank. La
finalità ultima è quindi quella di far sì che in nessuno dei villaggi in cui
opera Grameen Bank ci siano più persone che per sopravvivere siano
costrette a mendicare. Yunus e il suo staff sono partiti dalla constatazione
che l’elemosina costituisca la risorsa ultima per la sopravvivenza dei
poveri, a meno che questi non comincino a dedicarsi al crimine o ad altre
attività illegali. Tra i mendicanti vi sono invalidi, ciechi, ritardati di mente e
anziani in cattiva salute. Proprio per questo è stato realizzato il
programma speciale intitolato “Struggling Members Programme”. Circa
111.611 mendicanti sono già entrati a far parte del programma.
L’ammontare totale di denaro distribuito è pari a 135,14 milioni di taka. Di
questi, circa 100,91 milioni di taka sono già stati restituiti. Le
caratteristiche fondamentali del programma sono le seguenti:
a) Le regole vigenti di Grameen Bank non si applicano ai mendicanti,
che stabiliscono da soli le proprie norme da seguire;
35
b) Non è applicato nessun tasso di interesse sui prestiti. Questi
possono avere una durata anche molto lunga, in modo da far sì che
le rate di rimborso siano estremamente basse;21
c) I mendicanti sono coperti da un’assicurazione sulla vita e da
programmi di assicurazione sul prestito senza pagare alcuna
spesa;
d) Gruppi e centri a finalità soprattutto sociale sono invitati a diventare
protettori dei mendicanti;
e) Ogni membro riceve un tesserino d’identità con il logo della
Grameen Bank. Può cosi mostrare il tesserino in modo da far
sapere a tutti che è membro della Grameen Bank e che è seguito
da questa istituzione nazionale;
f) Ai membri non viene richiesto di cessare l’attività di elemosina, ma
sono incoraggiati a dar vita a un’attività aggiuntiva che sia in grado
di generare reddito come la vendita di prodotti di consumo popolari
porta a porta, che possa arrivare a sostituire il medicaggio.
In relazione all’”Housing loan” (letteralmente, “mutuo edilizio”), si può
osservare come tale tipo di prestito sia stato introdotto nel 1984. Esso è
subito diventato uno dei programmi di credito più attrattivi per i clienti e ha
ricevuto il premio “Aga Khan International Award for Architecture” nel
1989. L’importo massimo concedibile di tali prestiti è di 15.000 taka (218
dollari USA) è deve essere restituito entro un periodo di 5 anni, mediante
rate settimanali. Il tasso di interesse su tale tipo di credito è dell’8 per
cento. Dal 1984 ad oggi l’”Housing loan” ha finanziato la costruzione di
673.573 abitazioni, mediante prestiti di importo medio pari a 13.097 taka
(190 dollari USA).
Il terzo dei programmi di credito citati riguarda i “Micro-enterprise
loans”, ovvero i prestiti rivolti alle microimprese. L’offerta di tali tipi di
prestiti parte dalla constatazione che molti debitori-clienti si stanno
21
Ad esempio, per un prestito volto all’acquisto di una coperta imbottita o di una zanzariera o di
un ombrello, molti debitori stanno rimborsando 2 taka a settimana (3.4 centesimi di dollaro US).
36
muovendo in avanti in alcuni settori di attività economica più velocemente
di altri, per molte ragioni, come la prossimità al mercato, la presenza di
uomini con esperienza all’interno della famiglia, ecc…Grameen Bank offre
prestiti di importo più elevato, chiamati appunto “Micro-enterprise loans”,
per queste categorie di clienti in continua espansione. Tali prestiti sono
caratterizzati dal fatto non vi è alcuna restrizione sull’importo del prestito.
Ad oggi 1.900.000 membri circa hanno contratto tale tipo di prestiti. Un
ammontare complessivo di 47,31 miliardi di taka sono stati erogati sotto
questa categoria di prestiti. L’importo medio erogato è di 24.807 taka (pari
a 359,37 dollari), e l’importo massimo concesso è di 1,6 milioni di taka
(23.209 dollari)22. Aratro meccaniche, pompe per l’irrigazione, veicoli di
trasporto e imbarcazioni fluviali per il trasporto e la pesca sono alcuni
esempi di articoli acquistati con tali prestiti.
Per quanto concerne poi i programmi rivolti agli studenti e
all’educazione, Grameen distribuisce ogni anno borse di studio per i
migliori studenti figli di clienti, dando la priorità alle femmine, al fine di
incoraggiarli a rimanere a livelli elevati. A tutto giugno 2009, l’ammontare
di tali borse di studio è di 1.680.977 dollari, e i bambini premiati sono stati
92.037. durante il corso del 2009 saranno erogati ancora 714.000 dollari a
circa 27.000 bambini, di vari livelli della scuola e dell’università.
Inoltre, gli studenti che raggiungono il terzo grado di istruzione
ricevono prestiti per la loro istruzione superiore, aiuti all’apprendimento,
ecc…alla fine di giugno 2009 35.217 studenti avevano ricevuto prestiti per
l’istruzione superiore, 33328 dei quali studiano in diverse università: 394 in
facoltà del ramo sanitario, 643 nel ramo ingegneristico e 852 in altri rami
professionali.
In riferimento ai tassi di interesse applicati ai prestiti, il Governo del
Bangladesh ha stabilito un tasso di interesse forfettario dell’11 per cento
sui programmi governativi di microcredito (che ammonta a circa il 22 per
cento su base declinante). I tassi di interesse applicati dalla Grameen
Bank sono più bassi rispetto a quelli governativi; in particolare, vi sono
22
Utilizzato per acquistare un camion per il marito di una cliente.
37
quattro differenti tassi per i prestiti erogati da Grameen: 20% per i prestiti
rivolti all’investimento, 8% per i prestiti edilizi, 5% per quelli rivolti agli
studenti e lo 0% per i prestiti ai mendicanti. Tutti gli interessi sono calcolati
con il metodo della capitalizzazione semplice23, a quote decrescenti.
È inoltre previsto che in caso di decesso di uno dei clienti – debitori,
tutti i prestiti in essere in caso allo stesso vengano coperti dal “Loan
Insurance Programme”, ovvero dal programma di assicurazione sui
prestiti. Tale programma prevede l’istituzione di un fondo che viene
alimentato dagli interessi generati in un conto di risparmio creato dai
depositi del debitore e finalizzato proprio alla copertura del prestito, nel
momento in cui questo viene erogato.
Si può quindi analizzare quale è la composizione del portafoglio
prestiti di Grameen; i dati più aggiornati a cui si fa riferimento sono quelli
relativi al mese di agosto 2009, i quali riportano che i cosiddetti
“Outstanding loan”, ovvero i prestiti in corso, ammontavano in totale a
743,33 milioni di dollari, e potevano essere ripartiti tra: “Basic Loan”
(697,59 milioni di dollari), “Flexible Loan”24 (20,78 milioni di dollari),
“Housing Loan” (3,23 milioni di dollari), Education Loan (18,34 milioni di
dollari) e i c.d. “Other Loans”(pari a 3,40 milioni di dollari).25Graficamente
la situazione può essere così rappresentata:
23
Ovvero l’interesse, calcolato a un dato tasso sulla somma capitale, non tiene conto di altri
interessi dovuti sul capitale in periodi di tempo precedenti.
24
La distinzione tra c.d. “Basic Loan” e il “Flexible Loan” verrà meglio illustrata nel successivo
capitolo 2. Si può però qui anticipare che, mentre il c.d. “Basic Loan” è il prestito di base che
viene erogato ai clienti di Grameen, il “Flexible Loan” è la tipologia di prestito verso la quale
vengono indirizzati i clienti che incontrano difficoltà temporanee nel pagamento del debito,
caratterizzata da un piano di restituzione più lungo, compatibile con quanto essi sono
effettivamente in grado di restituire anno per anno (Fonte: www.grameen-info.org).
25
Fonte: “Grameen Bank Monthly Update in US$: August, 2009” (www.grameen-info.org).
38
Grafico 1.1 Ripartizione dell’”Outstanding loan” di Grameen Bank (Agosto 2009)
Basic Loan
Flexible Loan
Housing Loan
Education Loan
Other Loans
Fonte: Grameen Bank Monthly Update in US$: August 2009
1.2.4 Il network di Grameen Bank
Come già anticipato, nel corso degli anni Grameen ha dato vita a un
network di compagnie operanti in settori diversi da quello creditizio, ma
che sono con esso fortemente integrati dall’obiettivo finale dell’intero
progetto, ovvero l’eliminazione della povertà.
Dal punto di vista giuridico, occorre sottolineare come Grameen
Bank non possieda nessuna azione di tali società, e come non abbia mai
né concesso loro prestiti né, viceversa, ricevuto prestiti. Si tratta di tutte
compagnie indipendenti giuridicamente, registrate presso il “Companies
Act of Bangladesh”, con l’obbligo di pagare tutte le tasse e gli altri oneri
previsti per le compagnie del paese.
Le società che fanno parte di tale network sono:
1) Grameen Phone Ltd.
2) Grameen Telecom
3) Grameen Communications
4) Grameen Cybernet Ltd.
5) Grameen Solutions Ltd.
6) Grameen Shakti (Energia)
7) Grameen Information Highways Ltd.
8) Grameen Bitek Ltd.
39
9) Grameen Uddog (Impresa)
10) Grameen Shamogree (Prodotti)
11) Grameen Knitwear Ltd.
12) Grameen Shikka (Educazione)
13) Grameen Capital Management Ltd.
14) Grameen Byabosa Bikash (Business Promotion)
15) Grameen Trust
16) Grameen Health Care Trust
17) Grameen Health Care Service Ltd.
18)Grameen Danone Food Ltd.
19) Grameen Veolia Water Ltd.
20) Grameen Kalyan
21) Grameen Fund
22) Grameen Krishi Foundation
23) Grameen Motsho Foundation
24) Grameen BASF Ltd.
È interessante focalizzarsi sull’attività di alcune di queste compagnie.
In particolare, con riferimento al settore della telefonia, i progetti sono stati
avviati partendo dalla constatazione che in Bangladesh il 97 per cento
delle abitazioni e tutti i villaggi rurali sono sprovvisti di telefono; questa
mancanza di connessione ha contribuito al permanere della condizione di
sottosviluppo e di povertà dei cittadini bengalesi. Al fine di risolvere questo
problema Grameen Bank ha creato, nel 1995, due compagnie: una a fini
di lucro (Grameen Phone), l’altra senza fini di lucro (Grameen Telecom).
Intestataria del brevetto è la Grameen Phone (un consorzio formato da
partner norvegesi, Grameen Telecom e alcune compagnie giapponesi),
che si propone di servire le aree urbane costruendo una rete di telefonia
mobile su scala nazionale; Grameen Telecom acquista da Grameen
Phone dei tempi di conversazione all’ingrosso e li rivende al dettaglio in
tutti i villaggi del Bangladesh. In particolare, Grameen Bank ha concesso
circa 139 mila prestiti a donne indigenti nelle campagne rurali per
40
l’acquisto di un apparecchio telefonico: le donne hanno potuto così aprire
dei centri telefonici presso le proprie abitazioni, dove gli altri abitanti del
villaggio possono recarsi e utilizzare il telefono pagando una piccola tariffa
(questo è il c.d. progetto “Village Phone”)26.
Grameen si è quindi posta l’ulteriore obiettivo di estendere a tutto il
paese anche la rete internet: con l’appoggio di internet, infatti, si spera che
molte aziende ad alta densità di capitale (servizi di gestione e di
elaborazione dati, trattamento testi e fotocomposizione, servizi di
contabilità e segreteria, e molti altri) potranno stabilire i propri uffici in zone
rurali altrimenti isolate, offrendo la possibilità ai giovani che abitano nei
villaggi di porre la propria competenza al servizio di imprese che operano
su scala internazionale. Proprio con tale obiettivo nel luglio del 1996 è
stata costituita la Grameen Cybernet, una società senza fini di lucro, che
attualmente conta più di 30 mila clienti in vari settori. Al fine di offrire
accessi wireless a internet ai propri clienti, Grameen Cybernet ha costruito
130 linee, con diverse caratteristiche. Inoltre fornisce servizi alla clientela,
supporto tecnico, consultazione di pagine web e un servizio di help desk.
Vi è poi la Grameen Communications (creata nel 1997), anch’essa
un’azienda senza fini di lucro, che promuove l’installazione di internet
presso gli istituti scolastici e di ricerca del Paese. Molti di questi istituti non
dispongono di linee telefoniche affidabili, o di budget sufficienti per potersi
permettere l’accesso alla rete. Grameen Communications offre quindi
pacchetti di servizi studiati espressamente per risolvere le difficoltà dei
singoli utenti27.
L’attività nel campo della telefonia ha portato Grameen a focalizzare
l’attenzione sulle fonti di energia alternative: molti villaggi infatti, in
Bangladesh, non sono forniti di elettricità, la quale è però necessaria per
far funzionare i telefoni cellulari (la cui diffusione viene promossa da
Grameen Phone). Grameen è partita da questa osservazione e ha
progettato di installare nei villaggi impianti per la produzione di energia
26
27
Fonti: www.grameentelecom.net.bd e www.grameenphone.com
Fonte: www.grameencommunications.com
41
solare. Da questo interesse è nata Grameen Shakti (Grameen Energia),
una società senza fini di lucro che si occupa di promuovere l’uso delle
energie rinnovabili, anche proponendo forme di finanziamento che
permettano agli utenti di evitare l’esborso di grosse cifre iniziali. Grameen
Shakti sta attualmente sperimentando l’applicazione di pannelli fotovoltaici
per uso domestico, di accumulatori di energia, di generatori eolici, di
impianti per la produzione di biogas28.
Nel 1989 stata costituita inoltre la “Grameen Trust”, che si propone di
supportare e promuovere i programmi di microcredito della Grameen Bank
nonché di istruire e offrire assistenza tecnica alle organizzazioni nazionali
e internazionali che intendano dar vita a iniziative analoghe a quelle della
Grameen Bank.
Come già sottolineato in precedenza, è rilevante anche l’interesse di
Grameen nel campo dell’educazione e dell’istruzione. Una delle Sedici
Raccomandazioni afferma infatti “Educheremo i nostri figli, e lavoreremo
per aver modo di provvedere alla loro istruzione”; l’idea di fondo è
ovviamente che, essendo istruiti, i giovani potranno più efficacemente
lottare per rompere il vecchio ciclo della miseria che sembra debba
perpetuarsi in eterno per la maggior parte di loro. Grameen garantisce il
rispetto di questa raccomandazione controllando la frequenza scolastica
dei figli dei suoi membri; inoltre, ha istituito i già citati prestiti finalizzati
all’istruzione e tutta una serie di borse di studio. Ma l’impegno di Grameen
nell’ambito educativo non si è fermato qui. È stata istituita un’azienda ad
hoc, la “Grameen Shikka” (Grameen Istruzione), il cui obiettivo principale è
quello di diffondere rapidamente l’alfabetizzazione tra le famiglie di
Grameen nonchè nel resto della popolazione. A tal fine rivestono
un’importanza fondamentale le nuove tecnologie quali il satellite, Internet,
l’istruzione a distanza, ecc…
In ambito alimentare poi, grazie a un accordo del 2006 tra Yunus e
Frank Riboud, presidente del Gruppo Danone, è nata la “Grameen
Danone Food Ltd.”, una joint venture partecipata al 50% dai due gruppi,
28
Fonte: www.gshakti.org
42
Grameen e Danone, il cui obiettivo è fornire una nutrizione giornaliera
salutare alla popolazione attraverso l’implementazione di un modello unico
di impresa. Tale società produce una tipologia speciale di yogurt chiamata
“Shakti Doi” (letteralmente, “Yogurt energetico”) che contiene proteine,
vitamine, ferro, calcio, zinco e altri micronutrienti in grado di soddisfare il
fabbisogno nutritivo dei bambini del Bangladesh e che contribuisce a
migliorare la loro salute. Il prezzo di ogni scatoletta di yogurt è di 5 taka,
equivalenti a solo cinque centesimi di Euro, un prezzo abbordabile per i
contadini poveri bengalesi. Nel 2008 è nata inoltre la “Grameen Veolia
Water Ltd.”, una società partecipata per metà da “Veolia Water AMI”
(compagnia presente in Africa, sud- est asiatico e India) e per l’altra metà
dalla “Grameen Healthcare”, con l’obiettivo di fornire acqua potabile a più
di 100 mila poveri del Bangladesh.
Sono poi numerosi anche i programmi dedicati alla salute dei poveri.
A tal fine sono state create tre compagnie specializzate: la “Grameen
Health Care Service Ltd.” (fondata nel 2006), la “Grameen Health Care
Trust” (un’organizzazione no profit) e la “Grameen Kalyan” (una
compagnia no profit creata nel 1996). L’obiettivo finale di tutte e tre le
compagnie è quello di rendere accessibili le cure mediche a tutti i membri
delle famiglie dei clienti della Grameen Bank e, in generale, a tutti gli
abitanti dei villaggi, mediante un sistema di autofinanziamento per il
recupero dei costi.
I settori di attività in cui operano quindi queste compagnie sono
molteplici e differenti, e riguardano bisogni primari dell’individuo (cibo,
salute,ecc…),
così
come
bisogni
secondari
(settore
delle
telecomunicazioni ad esempio). Essi sono però tutti collegati tra di loro
dall’obiettivo finale del progetto Grameen, l’eliminazione della povertà.
43
CAPITOLO
2:
I
MECCANISMI
–
CHIAVE
DEL
MICROCREDITO
2.1 Il ruolo del prestito di gruppo e la Grameen II
Come sottolineato nel precedente capitolo, una delle caratteristiche
fondamentali del microcredito è rappresentata dal fatto che l’erogazione
del prestito avviene anche in assenza delle garanzie personali patrimoniali
tradizionalmente richieste dalle banche, proprio perché i destinatari del
prestito stesso sono soggetti che versano in condizioni di indigenza e
emarginazione e non sono quindi in grado di fornire le garanzie
normalmente richieste. Per poter applicare questo principio, senza mettere
a rischio la propria solvibilità, le banche di tutto il mondo hanno messo a
punto nel tempo vari meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali
personali.
Il primo meccanismo a cui si può ricorrere in assenza di garanzie
patrimoniali è il prestito di gruppo con responsabilità congiunta. Questo
meccanismo permette di aggirare in maniera semplice il problema della
mancanza delle garanzie patrimoniali personali. Secondo tale schema,
infatti, la banca chiede ai potenziali debitori di formare tra loro dei gruppi
prima
di
presentarsi
a
chiedere
il
prestito.
Essa
presterà
poi
individualmente a ciascuno, ma, in caso di insolvenza di uno dei membri,
gli altri saranno responsabili finanziariamente per la restituzione del suo
prestito (Becchetti, 2008). Il prestito di gruppo viene spesso considerato
come un’innovazione recente e la sua popolarità è connessa al successo
della Grameen Bank. Vi sono tuttavia almeno altri due modelli di
istituzioni, esistenti già molto tempo prima della Grameen Bank, che
ricorrevano ad alcune varianti del prestito di gruppo (Prescott, 1997). In
particolare, le prime istituzioni che cominciarono a offrire prestiti di gruppo
furono gli “Irish Loan Funds” (Hollis e Sweetman, 1997). Tali fondi
nacquero e si diffusero nel diciottesimo secolo, crebbero in dimensioni nei
44
primi decenni del diciannovesimo secolo e quindi entrarono lentamente in
declino nella seconda parte dello stesso secolo29. Gli “Irish Loan Funds”
operavano generalmente in zone rurali e la loro attività era basata sulla
raccolta di depositi e l’erogazione di piccoli prestiti. Tali istituti erogavano
di norma prestiti non garantiti finalizzati al finanziamento di piccoli progetti
di investimento, come l’acquisto di un animale. Di regola, i prestiti
venivano restituiti su base settimanale. Tali prestiti somigliavano molto agli
odierni prestiti di gruppo, nei quali viene richiesto a ciascun debitore di
presentare due cofirmatari per ogni prestito, entrambi i quali risultano
responsabili per la restituzione dello stesso30. Un altro esempio storico di
prestiti di gruppo europei è quello delle cooperative di credito tedesche
che si svilupparono negli ultimi anni del diciannovesimo secolo (Guinnane,
1993; Banerjee, Besley e Guinnane 1994). Tali cooperative erano
solitamente situate in aree rurali dove ogni persona conosceva bene i
propri vicini; offrivano servizi creditizi e, soprattutto, molte di queste
applicavano il principio della responsabilità illimitata, ovvero, in caso di
fallimento della cooperativa stessa, ogni membro poteva essere
considerato responsabile per l’intero ammontare di prestiti posseduto dalla
cooperativa.
Ma il modello di riferimento odierno per l’illustrazione del prestito di gruppo
con responsabilità congiunta è quello applicato dalla Grameen all’inizio
della sua attività: benché i prestiti fossero individuali, a ogni persona che
presentava domanda di credito veniva infatti richiesto (come già illustrato)
di costituire un gruppo di cinque membri e, una volta avvenuto ciò, di
versare periodicamente delle somme in un fondo di solidarietà che
avrebbe dovuto sostenere gli oneri di restituzione per il fallimento di uno o
più membri del gruppo. Questo meccanismo presenta due importanti
accorgimenti, volti a superare il problema delle asimmetrie informative e
dei rischi di non restituzione dei prestiti bancari: innanzitutto, nell’ipotesi in
29
È interessante notare come Hollis e Sweetman riconducono la nascita e lo sviluppo di tali fondi
a Jonathan Swift, il prete anglicano meglio noto per il suo romanzo “I viaggi di Gulliver”.
30
Tali prestiti erano molto simili a quelli erogati da Swift. Usando il proprio denaro, egli
concedeva piccoli prestiti senza garanzie patrimoniali personali, richiedendo però la presenza di
cofirmatari per i prestiti e periodi di restituzione ravvicinati (Prescott, 1997).
45
cui i debitori facciano parte di una stessa comunità coesa, e si conoscano
tra di loro più approfonditamente di quanto li conosca la banca, tale
meccanismo crea un incentivo per ogni singolo debitore a cercare partner
di buona qualità (ovvero affidabili e solvibili) piuttosto che di cattiva
qualità31 (per evitare comunque che legami di sangue compensino gli
oneri di una selezione non virtuosa, il modello Grameen proibisce che vi
siano relazioni di parentela all’interno del gruppo32); inoltre, il meccanismo
riduce automaticamente il rischio di insolvenza per la banca in quanto la
banca stessa subisce la non restituzione del prestito solo nel caso in cui
tutti i membri del gruppo falliscano. Proprio grazie a questa potenziale
riduzione del rischio di credito, poi, in contesti di mercati competitivi in cui
le banche possono ridurre i propri tassi di interesse sui prestiti a fronte di
rischi inferiori (e nell’ipotesi in cui l’obiettivo delle banche non sia
rappresentato dalla massimizzazione del profitto, ma dalla promozione
dell’inclusione sociale), il meccanismo del prestito di gruppo con
responsabilità congiunta può anche generare una significativa riduzione
del costo del credito per i clienti.
Eppure, nonostante tutti questi elementi positivi, Yunus rifiuta decisamente
l’identificazione del successo della sua banca con questo meccanismo,
dichiarando in realtà di non utilizzarlo più. Infatti, se si osserva il
funzionamento della Grameen Bank dal momento della fondazione ad
oggi, si nota come in una prima fase, che va dalla fondazione della
Grameen stessa sino al 2000, i cinque membri del gruppo di clienti
versavano una quota al già citato fondo di solidarietà, che veniva utilizzato
in caso di fallimento di uno di loro. Dopo il 2000 questo fondo è stato
abolito e con esso il meccanismo della responsabilità congiunta. Il cambio
di paradigma nel modello della Grameen comincia a maturare nel 1988, in
seguito a una devastante alluvione che colpisce molte aree del
Bangladesh e mette in crisi i meccanismi dei prestiti di gruppo, che
31
La responsabilità congiunta determina infatti una penalità implicita in caso di selezione di
compagni non affidabili e non solvibili, rappresentata dal rischio di dover pagare personalmente
per le insolvenze altrui.
32
Fonte: www.grameen-info.org
46
funzionano bene quando i progetti non sono tra loro correlati, ma che
vanno in crisi nel momento in cui uno shock generalizzato colpisce tutti i
membri del gruppo, senza distinzione33.
Anche dopo che la situazione nel paese comincia a normalizzarsi, si
verificano ovunque manifestazioni di protesta contro il meccanismo del
prestito di gruppo. In particolare, alcuni clienti della banca decidono di
continuare a non ripagare le rate anche dopo che i loro progetti
ricominciano a essere produttivi e consentirebbero loro di farlo. A fronte di
tale situazione, quindi, Yunus e il suo staff cominciano a studiare ed
elaborare un nuovo meccanismo di erogazione del prestito34. Da questa
crisi nasce il nuovo sistema di prestito della Grameen (c.d. “Grameen
Generalised System”, GGS), con il quale viene abolito il meccanismo della
responsabilità congiunta. Il nuovo modello poggia ancora di più rispetto al
precedente sul concetto di fiducia nel cliente, partendo dal presupposto
che ai clienti in difficoltà occorra offrire maggiori chance di recupero in
quanto, nella maggior parte dei casi, la situazione in cui si trovano non
dipende da cattiva volontà bensì da difficoltà temporanee. Il GGS
mantiene il gruppo, ma rende i prestiti individuali e prevede particolari
“corsie” per tutti coloro che hanno difficoltà temporanee a restituire le rate
dei prestiti. In particolare, facendo ricorso a una metafora utilizzata da
Yunus stesso, il nuovo meccanismo prevede che la banca definisca la c.d.
“autostrada del credito”, sulla quale “viaggiano” i clienti che non hanno
problemi nel pagamento delle rate. Per essi ad ogni prestito successivo è
possibile aumentare le somme richieste. I clienti che invece incontrano
difficoltà temporanee vengono dirottati verso un percorso più lento, il c.d.
“Flexible loan”: il loro prestito viene appunto definito “flessibile” e viene
stabilito un piano di restituzione più lungo, compatibile con quanto essi
33
Fonte www.grameen-info.org
Come riportato da Yunus stesso (www.grameen-info.org):”All the 12,000 staff participated very
actively in designing the product at all the stages of its development. Some were critical in the
beginning, but by the time it was ready, everybody loved it. The staff was electrified with
enthusiasm – because response from the borrowers was so positive. Borrowers who did not
show up at their centre meetings for years, started showing up to talk about the new system.
Soon they were signing up to start all over again and repay the old loans with the accumulated
interest. No reduction in the debt was offered. Still they opted to return”.
34
47
sono effettivamente in grado di restituire anno per anno35. Se il cliente
insolvente non accetta il prestito flessibile entra volontariamente nella
situazione di fallimento. Se invece accetta il nuovo percorso, ma alla fine
non riesce comunque a ripagare, la sua situazione viene classificata come
“fallimento involontario”.
Il c.d. “Flexible loan” non costituisce un prestito indipendente, bensì
rappresenta solo un abbandono temporaneo del prestito di base (c.d.
“Basic loan”). I debitori cercheranno sempre di rientrare nel prestito di
base, perché alle condizioni del “Flexible loan” viene loro consentito di
ottenere in prestito solo una somma uguale o inferiore a quella iniziale,
ciclo dopo ciclo. Spinti quindi da questa prospettiva non attraente, i
debitori
lavoreranno
sempre
duramente
per
cercare
di
rientrare
sull’”autostrada del credito”, e di poter così sfruttare nuovamente i suoi
vantaggi36. Il nuovo modello della Grameen II può quindi essere
schematicamente rappresentato come segue:
Fig. 2.1 Rappresentazione schematica della connessione tra il “Basic loan” e il
“Flexible loan” (Grameen II)
Fonte: www.grameen-info.org
35
Come illustrato da Yunus (www.grameen-info.org):” In Bangla, we call it “Chukti” i.e. “contract”
or “Renegotiated” loan, because the bank, the group, and the borrower have to go through a
process of renegotiation to arrive at a new contract with a fresh repayment schedule for a
borrower entering into a flexible loan”.
36
Mediamente occorrono dai sei mesi ai due anni per riuscire a tornare al basic loan (Fonte:
www.grameen-info.org).
48
Il nuovo modello adottato dalla Grameen parte quindi anch’esso dalla
medesima convinzione del precedente, ovvero che i poveri ripaghino
sempre i propri debiti, al limite con tempi più lunghi rispetto a quelli
originariamente concordati. In particolare, Yunus afferma che non vi è
alcuna ragione per un’istituzione creditizia di allarmarsi nel caso in cui il
cliente non ripaghi il proprio debito a una data fissata, in quanto in ogni
caso, per il periodo eccedente, pagherà comunque interessi aggiuntivi sul
debito stesso, quindi non c’è nessun problema per la banca. Uno dei
cambiamenti più evidenti introdotti dal GGS è la scomparsa del “Fondo di
Gruppo”. Ogni debitore ha ora tra conti di deposito obbligatori: il cosiddetto
“Personal savings account”, lo “Special savings account” e, infine, il
“Pension deposit account”37 (obbligatorio solo per i debitori con prestiti che
superano gli 8 mila taka). Quindi, al momento dell’erogazione del prestito
viene sempre accantonato il 5 per cento dell’ammontare dell’intero credito,
ma adesso metà (2,5 per cento) di tale percentuale viene destinata al c.d.
“Personal savings account”, mentre la parte restante sullo “Special
savings account”. Permangono ancora i versamenti settimanali ai fondi
(già previsti per il “Fondo di gruppo”). Questo nuovo meccanismo di
accantonamento ai fondi è particolarmente apprezzato dai clienti in quanto
prevede che, in caso di decesso del debitore, l’insieme dei versamenti
effettuati venga accreditato alla famiglia e tale fondo assicurativo consenta
di estinguere ogni debito della famiglia nei confronti della banca.
Il nuovo sistema sembra dunque più favorevole ai clienti ma presenta
alcune criticità per la banca. In primo luogo, dal momento che le rate del
prestito flessibile di fatto sono più basse, questo potrebbe indurre i clienti
migliori a fingere situazioni di difficoltà per pagare meno. Ma in realtà,
l’abbandono della “autostrada del credito” comporta dei costi, in quanto,
finché non si restituisce il prestito precedente, non è possibile ottenerne di
37
Su tale conto di deposito viene richiesto ai debitori (con prestiti superiori agli 8 mila taka) di
versare un contributo minimo di 50 taka al mese. Dopo dieci anni il debitore riceverà una somma
garantita di ammontare almeno doppio rispetto a quello che ha versato durante i 120 mesi
precedenti. Il “Pension deposit account” è quindi diventato uno strumento molto attraente per i
clienti della Grameen: molti di essi arrivano a depositare più di 50 taka al mese. (Fonte:
www.grameen-info.org).
49
nuovi e, inoltre, come già sottolineato, se non si ritorna sull’autostrada
l’ammontare prestato in una fase successiva non può essere superiore a
quello precedente.
La cosiddetta “Grameen II” costituisce una novità piuttosto rilevante per la
microfinanza
(Becchetti,
2008);
come
osservato,
lo
stimolo
al
cambiamento nasce dal fatto che la responsabilità congiunta pone oneri
rilevanti sui clienti e dunque, individuando un’alternativa praticabile, il
benessere dei diseredati che accedono alla microfinanza può essere
maggiore. Un altro problema della responsabilità congiunta è quello
relativo all’intensità del controllo del gruppo in rapporto alla sua
numerosità: per la banca infatti, più il gruppo è numeroso, maggiore sarà
la capacità dei suoi membri di coprire il costo di uno o più membri
insolventi e dunque il rischio per la banca potrebbe ulteriormente ridursi;
d’altra parte, però, la maggiore numerosità del gruppo ha l’effetto di
attenuare la sforzo che ogni singolo partecipante mette nel controllare non
solo la qualità del progetto degli altri membri (prima della formazione del
gruppo stesso), ma anche il loro impegno durante la concessione del
prestito.
Inoltre, se si torna a considerare la questione dell’onere aggiuntivo che il
cliente della banca assume in presenza di un prestito di gruppo con
responsabilità congiunta rispetto al tradizionale prestito individuale, si può
osservare come proprio questo onere aggiuntivo comporti un serio rischio
di “fuga dei debitori”: così come le voci di una crisi della banca o del
sistema economico possono generare situazioni di panico irrazionale e la
cosiddetta “corsa agli sportelli”, all’interno del gruppo, la percezione
anticipata del fallimento futuro di uno o più membri potrebbe indurre alla
fuga dal rapporto con la banca gli altri membri, che cercano in questo
modo di evitare l’onere di contribuire al risarcimento del prestito dei
membri insolventi.
Infine, la già citata capacità del prestito di gruppo di selezionare in
maniera efficiente i progetti virtuosi potrebbe non essere del tutto veritiera.
Infatti, è senz’altro vero che, assumendo schematicamente che esistano
50
solo due tipi di progetti, uno solvibile e l’altro no, sia gli individui con
progetti solvibili che quelli con progetti difficilmente solvibili hanno tutto
l’interesse a creare un gruppo con altri soggetti dotati di buoni progetti. Ma
nell’eventualità in cui in un dato villaggio, o in un certo bacino di utenza, gli
individui con buoni progetti si siano già associati tra di loro, potrebbe
accadere che coloro che hanno cattivi progetti scelgano l’unica possibilità
rimasta a loro disposizione, ovvero decidano di formare un gruppo con
altri potenziali clienti dotati di cattivi progetti. Dunque l’incentivo
all’assortimento virtuoso dei progetti non impedisce di fatto che si
presentino in banca gruppi di debitori con progetti più difficilmente in grado
di ripagare i soldi ricevuti.
In conclusione, sebbene, come già affermato, il prestito di gruppo con
responsabilità congiunta rappresenti un elemento fondamentale nella
tradizione del microcredito, esso presenta numerosi limiti che hanno
indotto gli studiosi della materia a elaborare modelli alternativi che
realizzano lo stesso obiettivo di accesso al credito dei meno abbienti,
risolvendo in tutto o in parte i problemi generati dal modello della
responsabilità congiunta.
2.2 Altri meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali personali
Uno dei meccanismi più diffusi per ovviare all’assenza di garanzie è il
cosiddetto “prestito progressivo”. L’idea alla base di tale meccanismo è
quella di spostare la sanzione dal membro del gruppo solvente allo stesso
individuo insolvente in un periodo di tempo futuro, attraverso, appunto, un
meccanismo di prestito progressivo (Becchetti, 2008).
Il prestito progressivo si caratterizza quindi per la suddivisione del
finanziamento in rate regolari e la subordinazione di ogni successiva
erogazione all’assolvimento degli obblighi previsti nel periodo precedente.
In questo modo si ha il duplice vantaggio di eliminare l’effetto negativo
51
indiretto dell’insolvenza di uno dei debitori sugli altri membri del gruppo, e
al contempo, di trasferire la sanzione per la mancata restituzione
all’individuo insolvente stesso.
Tale meccanismo pone quindi una rete di protezione a favore della banca,
alternativa a quella tradizionale della garanzie, stabilendo un significativo
limite alle possibilità di perdita della banca. Anche se non vi è la garanzia
personale sulla singola rata di prestito, infatti, il costo dell’eventuale
insolvenza è molto limitato e le conseguenze negative per l’istituzione di
microcredito si arrestano subito per l’interruzione del rapporto con il
cliente. Ovviamente non tutti i tipi di progetto rendono possibile
l’applicazione di questo meccanismo: infatti, affinché sia possibile
scadenziare le rate del prestito e ottenere alla fine di ogni periodo un
pagamento da parte del debitore, sono necessarie modalità di
investimento che non richiedono un’unica soluzione di finanziamento
all’inizio, bensì possono essere avviate anche con piccole somme (ciò
accade ad esempio con i prestiti al consumo e con i prestiti per l’acquisto
di capitale circolante). Gli investimenti finanziati, in particolare, devono
essere in grado di generare un flusso di ricavi continuo in grado di
consentire al debitore di far fronte alle varie rate.
È inoltre possibile combinare tra loro i meccanismi del prestito di gruppo e
di quello progressivo, in vari modi.38L’obiettivo comune a tutte queste
varianti è quello di evitare l’onere, assai pesante per un membro di un
gruppo di debitori, di dover sostituire nei pagamenti un compagno
insolvente.
Il meccanismo del prestito progressivo, se da un lato consente di superare
alcuni limiti del prestito di gruppo, dall’altro non presenta quei vantaggi che
il prestito di gruppo assicurava nella soluzione dei problemi informativi del
rapporto creditore - debitore. In particolare, non vi è, nel caso del prestito
progressivo, né la capacità di ridurre il problema della selezione dei
38
Ad esempio stabilendo che ogni membro del gruppo riceve un finanziamento a rate, e che
l’insolvenza di uno dei membri impedisce a tutti gli altri di ottenere la rata successiva o porta
invece solo all’esclusione dal gruppo del singolo debitore insolvente (in questo caso l’incentivo
dei compagni a monitorarsi tra loro è più forte, ma la penalità per tutti in caso di insolvenza di un
singolo membro è elevata).
52
progetti virtuosi prima di arrivare alla banca (che comunque, come
sottolineato, non sempre sussiste anche nel caso del prestito di gruppo),
né la capacità di controllare il grado di impegno del debitore durante lo
svolgimento del progetto (che riduceva al contempo anche il suo incentivo
a dichiarare fallimento strategico39alla fine dell’investimento). Al fine di
evitare selezione avversa e fallimento strategico, quindi, si rende
necessario da parte della banca un impegno di monitoraggio e di
prossimità al debitore molto elevato nel caso del prestito progressivo.
Un altro metodo a cui si può far ricorso, oltre al prestito progressivo, per
riuscire a garantire l’accesso al credito a individui privi di reddito o
dotazioni patrimoniali, evitando di far gravare su di essi l’onere della
responsabilità congiunta, è quello del c.d. “collaterale nozionale”. Con tale
espressione si intende la garanzia patrimoniale che il debitore mette a
disposizione della banca e di cui la banca può impossessarsi in caso di
insolvenza del debitore stesso. Il principio applicato con il meccanismo del
collaterale nozionale è molto simile a quello utilizzato dai Monti dei pegni:
l’idea è che, per l’efficacia della garanzia patrimoniale, non è importante
che essa abbia un valore di mercato, bensì è sufficiente che abbia un
valore per il debitore. Quindi il fatto che il debitore sia povero e non
possegga beni su cui la banca può rivalersi non costituisce un problema.
Ciò che basta per creare un incentivo alla restituzione delle somme
prestate è che il debitore abbia un bene al quale egli attribuisce un valore
superiore a quello del prestito ottenuto. Si tratta appunto di un “valore
nozionale”, proprio perché non coincide quasi mai con il valore di mercato,
bensì è il valore attribuito personalmente dal debitore al bene, ovvero un
valore affettivo o strumentale (nel caso in cui il bene in oggetto sia
necessario
al
debitore
per
svolgere
una
determinata
attività
professionale). Con tale meccanismo quindi, anche in assenza di garanzie
personali patrimoniali con adeguato valore di mercato, la banca può avere
la garanzia che il debitore si impegnerà al massimo nella restituzione del
39
Per fallimento strategico si intende la falsa dichiarazione di fallimento finalizzata alla non
restituzione dei soldi del prestito alla banca.
53
prestito,
proprio
perché
la
perdita
del
collaterale
nozionale
rappresenterebbe per il debitore stesso un costo assai significativo e
addirittura superiore, ad esempio, al guadagno ottenibile nel caso in cui
decidesse di non restituire le somme prestate quando sarebbe possibile
farlo (come nel caso di un fallimento strategico).
Anche il sistema del collaterale nozionale presenta però dei limiti.
Innanzitutto, con riferimento al problema delle asimmetrie informative (che
si determinano prima, durante e dopo il prestito)40, mentre esso è in grado
di evitarle per individui razionali e in grado di valutare le conseguenze
delle proprie azioni (disincentivando individui con progetti non solvibili ad
accedere alla banca, creando un incentivo al massimo impegno e
disincentivando il fallimento strategico), non può fare nulla per limitare i
danni della banca nel caso in cui i potenziali debitori non siano in grado di
calcolare perfettamente le conseguenze delle loro scelte, e decidano in
ogni caso di chiedere un prestito sopravvalutando la profittabilità di
investimenti non solvibili. Detta in altri termini, il collaterale nozionale
garantisce la banca dal fallimento strategico ma non da quello involontario
(in questo caso infatti il collaterale nozionale sarebbe di ben poca utilità
per la banca, in quanto il suo valore di mercato spesso irrisorio non
sarebbe in grado di compensare la perdita delle somme prestate). Tale
40
L’asimmetria informativa può essere definita come lo squilibrio di informazioni relative alla
qualità e alla probabilità di successo dell’investimento tra chi concede e chi chiede il prestito.
L’asimmetria informativa genera problemi di tipo diverso a seconda delle fasi del rapporto tra
banca e debitore e, in particolare, relativamente a ciò che può verificarsi prima, durante o dopo
la realizzazione del progetto per il quale si richiede il prestito. Il primo fenomeno di asimmetria,
che si manifesta prima della concessione del prestito, è quello della cosiddetta “selezione
avversa”: in questa fase, infatti, la banca si trova di fronte a una serie di potenziali debitori e deve
cercare di scegliere un livello di tasso d’interesse che le consenta di far accedere al prestito chi è
dotato di progetti di successo, escludendo chi ha invece progetti che non consentirebbero di
ripagare il debito. Una volta concesso il prestito, poi, ci si trova di fronte a un secondo tipo di
problema chiamato generalmente “rischio morale” (o moral hazard): la banca, infatti, non è in
grado di valutare la diligenza del debitore, ovvero il grado di impegno che egli sta mettendo in
atto per far sì che l’investimento sia profittevole e che ripaghi il prestito. Infine, la terza
dimensione del problema riguarda ciò che succede dopo che il progetto di investimento è
terminato: in questa fase, infatti, la banca non conosce il risultato del progetto stesso e quindi la
tentazione del debitore potrebbe essere quella di dichiarare “fallimento strategico”, ovvero di
comunicare il falso alla banca dichiarando il fallimento del progetto e l’incapacità di restituire il
debito al fine di poter conservare per sé tutti i proventi dell’investimento (Becchetti, 2008).
54
meccanismo, inoltre, risulta poco attuabile in sistemi economici sviluppati
(Messina, 2009).
Un’altra strategia utilizzata di frequente, sempre nell’ottica di ovviare al
problema dell’assenza di garanzie, è quella che si propone di superare il
conflitto di interessi tra debitori e creditori (c.d. meccanismo del “prestito
partecipato”). Chi chiede un prestito in banca infatti ha l’obiettivo di
realizzare un investimento41, e ha diritto a tutto ciò che resta del ricavo di
un investimento dopo che il prestito è stato ripagato. Per questo motivo il
debitore viene definito “residual claimant”, in quanto ha diritto esclusivo sul
residuo delle somme realizzate (ovvero su ciò che resta dopo il
pagamento del debito). D’altro canto, invece, il creditore ha come unico
interesse che il debitore realizzi almeno un ammontare uguale a ciò che
deve restituire alla banca stessa. Proprio per questo motivo è evidente
come la banca sia più avversa al rischio rispetto al debitore. In particolare,
se ipotizziamo l’esistenza da una parte di progetti sicuri a basso
rendimento e, dall’altra, di progetti rischiosi ad alto rendimento, si
configura la classica situazione di conflitto di interessi tra debitore e
creditore. Infatti, mentre il creditore preferirà che l’investitore realizzi il
primo tipo di progetti (sicuri e a basso rendimento), un debitore non
particolarmente avverso al rischio potrebbe preferire i secondi (rischiosi
ma ad alto rendimento). Questo conflitto di interessi può essere superato
inizialmente creando le condizioni per le quali gli interessi della banca
diventino in parte anche quelli del debitore. Questo obiettivo, nel caso del
microcredito, può essere realizzato in due modi: facendo diventare il
debitore depositante e/o azionista della banca stessa. La Grameen Bank,
come si è visto, applica entrambi i meccanismi vincolando i clienti che
ricevono prestiti a un deposito forzoso e, inoltre, trasformando alcuni di
essi progressivamente in “funzionari aggiunti” della banca che svolgono
per essa alcune delle funzioni di gestione del prestito verso nuovi clienti.42
41
Escludiamo ancora una volta l’ipotesi di prestito al consumo.
In questo modo, inoltre, oltre al conflitto di interessi anche i costi operativi della banca si
riducono (anche se comunque il processo di delega parziale di funzioni richiede sempre un
controllo a monte da parte della banca stessa).
42
55
Vi sono poi molte altre soluzioni volte a ovviare all’assenza di garanzie
patrimoniali personali. Si tratta anche in questi casi di soluzioni che
provano a rispondere ai “problemi di ex ante hidden information (selezione
della qualità dei prestatari), interim hidden action (impossibilità di
monitorare l’impegno del prestatario durante l’erogazione del prestito) e ex
post hidden information (difficoltà di monitorare il risultato del prestatario e
il rischio di “fallimento strategico” o missreporting)”(Messina, 2009;
Becchetti 2006). Le principali sono (Messina, 2009):
Le garanzie patrimoniali di un soggetto terzo, tipica soluzione
mutualistica grazie a cui i beneficiari si associano fra loro e l’ente di
secondo
livello
così
costituito
garantisce
i
singoli
prestiti
(meccanismo dei Confidi);
Il mutualismo puro, ovvero il coinvolgimento dei beneficiari del
prestito nella vita della stessa organizzazione finanziatrice,
attraverso un meccanismo di “risparmio coatto” o “associazione in
partecipazione coatta”, che tenta così di attenuare il conflitto di
interessi tra chi prende e chi concede il denaro, dunque il rischio di
“moral hazard”;
Le linee di credito automatiche, meccanismo con il quale vengono
predefinite delle condizioni di accesso e, soddisfatte queste, il
prestito
viene
erogato
quasi
automaticamente,
riducendo
sensibilmente i costi di ogni singola transazione (istruttoria);
Il prestito assicurato, che prevede che all’erogazione del prestito
venga associata la costruzione di un meccanismo assicurativo che
mira a mutualizzare i rischi di perdita.
Tutte queste modalità, poi, possono essere articolate in modelli di
intervento da costruire ad hoc rispetto alle caratteristiche ambientali,
sociologiche ed economiche del contesto in cui si interviene.
56
2.3 Meccanismo di determinazione dei tassi di interesse
Una delle critiche più frequenti rivolte alle organizzazioni di microcredito è
quella relativa ai tassi di interesse applicati. Tali tassi, soprattutto in alcuni
casi, apparirebbero troppo elevati se non addirittura al limite dell’usura. Se
si osservano infatti ad esempio alcuni dati del 2004 relativi alle più
importanti istituzioni di microcredito del mondo si può notare come i tassi
appaiono, nella maggior parte dei casi, anche di molto superiori al tasso di
interesse annuale medio sui prestiti praticato dagli altri istituti di credito del
paese:
Tab. 2.1 Tassi nominali e reali per alcune delle principali istituzioni di microfinanza
(2004)
Tasso di interesse annuale
nominale sui prestiti (%)
Tasso
d’inflazione
nel
paese in cui operano (%)
Grameen
Banco
Bank
Finca
ActionAid
Bank
Sol
Rakyat
International
Usa
16,30
28,4
31,4
27,39
12,8
5,67
3,34
6,59
4,55
2,27
16
10,4
16,94
6,91
4,12
Tasso d’interesse annuale
medio sui prestiti praticato
dagli altri istituti di credito
del paese (%)
Fonte: Leonardo Becchetti, Il microcredito, 2008
La Grameen Bank presenta un tasso di interesse medio nominale annuale
sui prestiti del 16,3%; tale tasso, in presenza di un saggio di inflazione
annuo del 5,67%, corrisponde a un interesse reale del 10% circa. Come
mostrano i dati, quindi, i tassi applicati dalla Grameen non si discostano
molto dal tasso medio praticato dagli altri istituti di credito del Bangladesh
(16%) in quanto riflettono, al pari di questi ultimi, le caratteristiche di
57
rischiosità del mercato locale. Diversa è invece la situazione del Banco
Sol, che in Bolivia applicava nel 2004 tassi annui medi nominali del 28,4%
(che, con un saggio di inflazione del 3,34%, corrispondevano a un tasso
reale
del
25%
circa).
In
questo
caso
il
tasso
medio
annuo
dell’organizzazione di microcredito si discosta molto da quello medio
applicato dagli altri istituti del paese (10,4%). La stessa situazione si
presenta anche confrontando i tassi nominali medi annui della Finca
International, della Bank Rakyat (in Indonesia) e di ActionAid negli Stati
Uniti con i tassi medi sui prestiti applicati dagli altri istituti di credito dei
paesi di appartenenza.
Il tutto potrebbe quindi apparire contradditorio all’idea stessa e allo scopo
ultimo del microcredito, ovvero la creazione dell’opportunità di accesso al
credito a quei soggetti che versano in condizioni di emarginazione e
indigenza e che quindi vengono normalmente definiti “non bancabili”. Ma
la presenza di tassi così elevati è determinata da molteplici fattori e,
inoltre, secondo alcuni studiosi (Rosenberg, 2002) e come mostra anche
l’esperienza empirica, i più poveri sarebbero comunque in grado, nella
stragrande maggioranza dei casi, di rimborsare i prestiti anche in
presenza di alti tassi di interesse.
Innanzitutto, una delle motivazioni sottostante a tassi così elevati potrebbe
essere rappresentata dal fatto che non tutte le organizzazioni di
microcredito sacrificano il proprio obiettivo della massimizzazione del
profitto a quello dell’inclusione sociale e del raggiungimento del maggior
numero di poveri. D’altro canto, però, occorre osservare come anche
quelle istituzioni che dichiarano di porsi come unico obiettivo l’inclusione
sociale, sacrificando ad esso i propri margini di profitto, non riescono
comunque a non applicare tassi elevati.
Per poter comprendere più approfonditamente la questione è dunque
necessario ricorrere ad alcuni modelli matematici che illustrano i
meccanismi di formazione dei tassi di interesse rispettivamente nei tre casi
di (Becchetti, 2008):
58
a) Prestito tradizionale con garanzia patrimoniale
b) Microprestito a un debitore povero privo di garanzie patrimoniali
personali
c) Prestito di gruppo con responsabilità congiunta
Le variabili utilizzate nel modello sono:
X = somma presa a prestito (finalizzata a un progetto di investimento
rischioso)
P = probabilità di successo del progetto (con annessa restituzione alla
banca delle somme prestate più gli interessi)43
r = tasso di interesse sul prestito
C = costo complessivo per la banca 44
G = garanzia patrimoniale personale del debitore
Quindi, in caso di prestito tradizionale con garanzia patrimoniale
personale, la situazione di equilibrio tra ricavi (a sinistra) e costi (a destra)
per la banca è rappresentata dalla seguente espressione:
P*X*(1+ r) + (1 – P)*G = C+X
Ovvero, per quanto riguarda i ricavi, la banca ottiene la somma X prestata
più gli interessi maturati (quindi X*(1 + r)) nel caso in cui il progetto abbia
successo (quindi con probabilità P). In caso di insuccesso (che accadrà
con probabilità 1 – P), la banca può comunque rivalersi sulla garanzia del
debitore (G). I costi dal canto loro sono rappresentati dalla totalità dei costi
amministrativi già elencati in precedenza (C) più la somma erogata a
prestito. Ipotizzando per semplicità che la garanzia valga esattamente
43
Dove P è una probabilità compresa tra 0 e 1.
Comprendente: l’attività di valutazione del progetto e l’istruttoria per la concessione del fido, il
monitoraggio dell’investitore dopo la concessione del fido, la verifica finale dei risultati del
progetto in caso di dichiarazione di fallimento e, in alcuni casi, anche il costo della consulenza alla
definizione del piano di investimento.
44
59
quanto la somma prestata più gli interessi45 , e che non siano presenti
costi per la riscossione della garanzia, la banca di fatto non rischia e la
sua condizione di equilibrio si riduce a:
X*r = C
Ricorrendo a un esempio numerico, si può subito calcolare che per un
prestito di 50 mila euro (X = 50000), in presenza di costi amministrativi
pari a 200 euro (C = 200) e con una probabilità di successo del prestito
dell’80% (P = 0,8), se il tasso di interesse fosse pari allo 0,4% la banca
sarebbe già in una situazione di pareggio.
In caso invece di microprestito a un debitore povero privo di garanzie
patrimoniali
personali,
la
nuova
situazione
di
equilibrio
sarebbe
rappresentata dall’espressione:
P*Xp*(1 + r) = C + Xp
La differenza rispetto al caso precedente è rappresentata dal fatto che, in
caso di fallimento del progetto (probabilità 1 – P), la banca non può
rivalersi su nulla a causa della mancanza della garanzia e inoltre la
somma prestata è esigua46. Ricorrendo anche in questo caso a un
esempio numerico, si può verificare che, per una somma Xp di 1000 euro,
la condizione di equilibrio implica che il tasso di interesse più basso47, che
assicuri l’equilibrio tra ricavi e costi, necessario appena ad evitare perdite
per la banca, è pari al 50%48.
Infine, il modello del prestito di gruppo con responsabilità congiunta
consente un lieve miglioramento della situazione della banca rispetto al
precedente. Innanzitutto si faccia riferimento al caso più semplice, in cui il
45
Ovvero G = X*(1 + r).
Si assuma ad esempio che per semplicità X sia uguale o maggiore a 50000 euro e Xp sia inferiore
a 50000 euro.
47
O il differenziale di tasso tra tasso attivo e tasso passivo, rimuovendo l’ipotesi di costo zero
della raccolta per la banca.
48
Infatti: 0,8*1000*(1+0,5) = 200 + 1000
46
60
gruppo sia formato da due soli individui, ciascuno dei quali con un
progetto avente costo uguale a 1000 euro e probabilità di successo
dell’80% (ovvero, Xp = 1000 e P = 0,8). Si supponga inoltre che il ricavato
derivante dal successo del progetto di uno dei due membri del gruppo sia
sufficiente a pagare il proprio prestito più quello dell’altro membro, nel
caso in cui quest’ultimo risultasse insolvente. Sotto queste condizioni la
situazione di equilibrio per la banca è rappresentata da:
[P2 + 2*P*(1-P)]*2*XP*(1+r) = 2*(C + Xp)
Infatti la banca, che deve fare due diverse istruttorie (e che paga quindi
due volte i costi) per i due diversi progetti, riesce ad ottenere indietro le
somme erogate a prestito quando entrambi i membri del gruppo hanno
successo (e ciò accade con probabilità P*P ovvero P2) oppure quando uno
dei due ha successo e l’altro no (probabilità 2*P*(1-P)), ma non quando
entrambi falliscono (probabilità (1-P)2). Si può quindi osservare come,
tramite il prestito di gruppo con responsabilità congiunta, la banca può
mantenere il suo equilibrio economico con tassi meno elevati rispetto
all’esorbitante 50% calcolato nell’esempio precedente, ma comunque il
tasso minimo al quale può erogare microcredito in condizioni di equilibrio
tra ricavi e costi è pari al 25% (infatti [0,64+1,6*(0,2)]*2000*(1+0,25) = 400
+ 2000). Quindi il problema dei tassi elevati rimane, ma il meccanismo
della responsabilità congiunta consente di attenuarlo dal momento che
riduce il rischio di non restituzione del prestito. In particolare, il vero
vantaggio del prestito di gruppo con responsabilità congiunta si realizza
quando i rendimenti dei progetti facenti parte del gruppo sono correlati
negativamente; nel caso in cui invece esista un fattore di rischio comune
che possa colpire tutti i progetti di un determinato gruppo di debitori
(vedasi alluvione in Bangladesh del 1988, che ha portato alla nascita della
Grameen II)49, l’efficacia dei prestiti erogati con tale modello si riduce
significativamente.
49
Fonte: www.grameen-info.org
61
Per cercare di comprendere come mai, anche di fronte a tassi spesso
molto elevati, i micro - debitori riescano nella maggior parte dei casi a
ripagare il proprio debito, occorre osservare inoltre come i progetti dei
poveri abbiano spesso rendimenti del capitale molto elevati, ovvero il
rapporto tra i proventi dell’iniziativa e il costo del bene capitale necessario
per avviare l’attività finanziato dal microprestito è molto alto. Questo
spiegherebbe quindi la capacità dei debitori di fronteggiare comunque
tassi di interesse tanto elevati.
Un’altra considerazione importante, che spiega gli elevati tassi di interesse
applicati dalle istituzioni di microcredito, è che il meccanismo stesso di
piccoli prestiti a distanza ravvicinata nel tempo (spesso ad intervalli
inferiori all’anno) genera tassi d’interesse annui molto alti.50
Infine, occorre soffermarsi sull’aspetto dell’efficienza delle istituzioni di
microcredito e sul volume di sussidi che sostengono la loro attività. Infatti,
da un lato, quanto maggiore è il contributo di finanziamenti a tasso
agevolato, o di pure elargizioni per la banca, tanto minore sarà il tasso di
interesse che la banca potrà praticare ai clienti che chiedono prestiti.
Dall’altro, quanto maggiore è l’efficienza nei processi di valutazione e
monitoraggio dei progetti, tanto minori saranno i costi per progetto e minori
i tassi nominali che consentono alla banca di gestire senza perdite ogni
singolo prestito51.
Altre considerazioni, che potrebbero poi cercare di spiegare il fatto che la
maggior parte dei debitori poveri è davvero in grado di pagare tassi di
interesse sufficientemente elevati da supportare la sostenibilità delle
istituzioni di microcredito, sono le seguenti (Rosenberg, 2002):
I mercati di credito informali, già esistenti nella maggior parte dei
paesi poveri (come illustrato nel precedente capitolo 1), erano
50
Ad esempio, restituire il 10% in sei mesi in due prestiti semestrali consecutivi equivale a un
tasso annualizzato di oltre il 20%.
51
A tal proposito, si può ipotizzare che un forte aumento di efficienza delle istituzioni di
microcredito potrebbe realizzarsi nel caso in cui le stesse potessero avvalersi di sistemo di scoring
del merito creditizio, sul modello di quelli utilizzati nei paesi più avanzati per il credito al consumo
(Becchetti, 2008).
62
caratterizzati dal fatto che i piccoli debitori prendevano a prestito e
ripagavano continuamente prestiti informali a tassi di interesse
molto più elevati rispetto a quelli che qualsiasi istituzione formale di
microcredito applicherebbe oggi52;
Alcune istituzioni di microcredito concedono prestiti a gruppi di
donne nelle cosiddette “banche di villaggio”. I risparmi obbligatori di
queste donne spesso rimangono all’interno del gruppo stesso come
un “conto interno”, che possono dare e prendere a prestito a
vicenda, ai termini che desiderano. Quando tale pratica viene
effettuata, le donne generalmente applicano le une nei confronti
delle altre tassi di interesse sostanzialmente più alti rispetto a quelli
che l’istituto di microcredito applica sul suo prestito presso la banca
di villaggio.
Le istituzioni di microcredito che applicano tassi di interesse molto
elevati quasi sempre si trovano in situazioni in cui la domanda di
credito supera la loro capacità di offerta. La maggior parte dei loro
clienti restituisce i prestiti ricevuti e ritorna continuamente a
chiederne di nuovi: ciò mette in luce la convinzione dei clienti che i
prestiti permettano loro di guadagnare un somma di gran lunga
superiore all’ammontare degli interessi che devono pagare sul
debito stesso. Questo fenomeno non sembra che sia ristretto a
particolari regioni o paesi, ma è generalmente diffuso.
Ci si può soffermare poi su un aspetto più strettamente teorico-morale
relativo ai tassi di interesse, ovvero ci si può domandare se sia opportuno
o meno che le istituzioni di microcredito (che si assume in questa
circostanza
abbiano
come
unico
obiettivo
quello
di
apportare
miglioramenti delle condizioni di vita dei più poveri) applichino tassi così
elevati sui prestiti. Da questo punto di vista la risposta sembrerebbe
52
Uno dei tassi di interesse applicati più elevato sarebbe un tasso di interesse mensile reale del
10,1%, che veniva richiesto da un programma attuato da una banca di villaggio in Messico
durante un periodo nel quale l’inflazione raggiunse il 52% in un anno. Vari studi riportano tassi di
interesse applicati dai local moneylender in Messico del 25-30% mensile, in periodi di inflazione
molto più bassa (Catherine Mansell Carstens, Las Finanzas Populares en Mexico, 1983).
63
abbastanza diretta (Rosenberg, 2002). Nella maggior parte dei paesi,
infatti, i fondi derivanti da donazioni rappresentano solo una piccola
quantità che non sarà mai in grado di raggiungere più di una ristretta
frazione di individui poveri, che avrebbero invece bisogno di servizi
finanziari ad hoc. Si può quindi sperare di riuscire ad arrivare a sostenere
anche tutti questi individui solo se le istituzioni di microcredito saranno in
grado di erogare ingenti somme di prestiti a tassi di mercato. E questo non
può essere fatto a meno che esse non applichino tassi di interesse che
coprano tutti i costi amministrativi e correlati citati in precedenza.
2.4 Il ruolo delle donne
I due principali obiettivi dichiarati dai programmi di microcredito sono da
un
lato
l’eliminazione
della
povertà
e
dall’altro,
al
contempo,
l’emancipazione progressiva delle donne. Laddove l’offerta di servizi
finanziari sia volta alla creazione e/o all’espansione di micro-imprese ci
sono tutta una serie di potenziali impatti per le donne, quali (Mayoux,
1997):
L’aumento nei livelli di reddito delle donne e di controllo sullo
stesso,
che
a
loro
volta
conducono
a
un
incremento
dell’indipendenza economica femminile;
L’accesso a reti e mercati in grado di offrire esperienze più
profonde del mondo al di fuori delle mura domestiche, l’accesso
all’informazione e la possibilità di sviluppare altri ruoli sociali e
politici;
Il rafforzamento della percezione del contributo delle donne al
reddito familiare e al benessere della famiglia, il che a sua volta
aumenterebbe la partecipazione delle donne alle decisioni sulle
64
spese domestiche e altri temi, e porterebbe quindi a pianificare
anche una spesa maggiore per il benessere delle donne stesse;
Un più generale miglioramento negli atteggiamenti verso il ruolo
delle donne all’interno della famiglia e della comunità.
Ad oggi (giugno 2009) le donne rappresentano addirittura il 97% dei clienti
che ottengono prestiti dalla Grameen Bank53. È bene precisare comunque
subito che non tutti i programmi di microcredito presentano questa
caratteristica: l’”effetto genere” (Becchetti, 2008) sembra esistere ma
essere circoscritto ad alcune aree geografiche (ad esempio vi sono
evidenze empiriche che non sussiste una significativa differenza di genere
nella probabilità di restituzione dei prestiti in alcune esperienze in Asia
Centrale, così come spesso, in alcuni paesi africani, le organizzazioni di
microcredito si trovano nell’impossibilità di prestare alle donne per motivi
di carattere culturale). Come già illustrato nel precedente capitolo 1, le
motivazioni alla base della scelta della Grameen Bank di rivolgere la
propria offerta prevalentemente alle donne sono sia di carattere sociale
che di sviluppo: come mostrarono i primi risultati empirici, infatti,
“passando per le donne, il credito portava cambiamenti più rapidi di
quando era gestito dagli uomini” (Yunus, 1999). Le spiegazioni che Yunus
stesso dà a questo dato di fatto sono da rintracciarsi nel fatto che, per le
donne, il prestito rappresenta un’occasione, spesso l’unica, per uscire
dalla propria condizione di povertà, e pertanto lotterà con tutte le forze per
portarla a buon fine54.
Per poter interpretare quindi questo “effetto genere” vi sono due vie
principali. La prima insiste sul diverso grado di responsabilità della donna
all’interno dei contesti culturali nei quali le organizzazioni di microcredito
operano. Infatti, chi per tradizione ha sempre avuto l’incarico di gestire
53
Fonte www.grameen-info.org
“La pratica ci ha dimostrato che le donne si adattano meglio e più rapidamente degli uomini al
processo di auto assistenza. Sono più attente, si preoccupano di costruire un futuro migliore per i
figli, dimostrano maggiore costanza nel lavoro. Il denaro affidato a una donna per la gestione
familiare rende più di quando passa per le mani dell’uomo.”(da Il banchiere dei poveri,
Muhammad Yunus, 1999).
54
65
l’economia domestica (ovvero la donna generalmente) dovrebbe in teoria
avere maggiore facilità nel gestire le questioni economiche anche al di
fuori delle mura domestiche. La convenienza di rivolgersi prevalentemente
alle donne nascerebbe quindi dall’interpretazione etimologica del termine
“economia” (letteralmente, “gestione della casa”), nella convinzione che
chi
già
gestisce
l’organizzazione
della
casa
ha
una
naturale
predisposizione a gestire anche un prestito bancario. Un ulteriore dato
antropologico, osservato già da Yunus stesso, è rappresentato dal fatto
che, soprattutto nei paesi in cui operano la maggior parte delle istituzioni
di microcredito, si presuppone che le donne abbiano maggior cura e
attenzione per il benessere delle generazioni future e, quindi, della
gestione delle disponibilità finanziarie55. A parziale critica dell’applicabilità
di tale principio è interessante rilevare come l’effetto di genere non sembri
sussistere in paesi più sviluppati, e dunque possa attenuarsi in presenza
di un percorso di emancipazione femminile che sia volto a stemperare le
differenze tra i ruoli. In contesti del tutto diversi come quelli dominati
dall’integralismo islamico, poi, il metodo può rivelarsi invece inapplicabile
per veti imposti dalla cultura locale.
La seconda strada per interpretare il c.d. “effetto di genere” si focalizza sul
contesto sociale piuttosto che su eventuali differenze tra uomo e donna
nelle qualità necessarie per garantire una corretta gestione dei prestiti. In
particolare, risulta evidente che, nei contesti culturali prevalenti nelle
regioni in cui operano le principali istituzioni del microcredito, il controllo
sociale sulle donne sia molto maggiore che sugli uomini. Inoltre le donne
godono di minor prestigio e autonomia e il biasimo della collettività per
comportamenti economici non virtuosi può essere maggiore. In altri
termini, portare a termine il prestito ricevuto può consentire alle donne un
notevole progresso nel cammino per l’emancipazione.
55
“Quando una madre povera comincia a guadagnare un po’ di denaro, il suo pensiero è subito
per i figli, che in genere occupano il primo posto nella sua gerarchia. Al secondo posto viene la
casa: la donna acquisterà qualche utensile, rinforzerà il tetto, apporterà qualche modifica per
migliorarne la vivibilità.” (da Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999)
66
Per quanto riguarda poi, in concreto, gli effetti dell’applicazione dei
programmi di microcredito sulle donne, si può in generale osservare che
(Mayoux, 1997):
Molti programmi hanno avuto sia impatti positivi che negativi sulle
donne. Laddove le donne hanno dato vita a imprese ciò ha spesso
portato a piccoli incrementi nell’accesso al reddito, al costo però di
carichi di lavoro più pesanti e di maggiori pressioni alla restituzione
del prestito. In molti casi i prestiti sono stati utilizzati dagli uomini
per creare imprese sulle quali le donne hanno un controllo minimo.
In alcune circostanze addirittura le donne sono state impiegate in
qualità di lavoratrici domestiche non retribuite, con scarsi vantaggi.
In altri casi si sono verificati benefici indiretti e miglioramenti di vari
aspetti della condizione femminile, come risultato di una maggiore
considerazione del ruolo delle donne all’interno della casa e della
comunità.
In
alcune
fattispecie
l’incremento
dell’autonomia
femminile è stato temporaneo e ha portato al ritiro del supporto
maschile. Per alcuni programmi, poi, vi sono paure crescenti che i
piccoli aumenti reddituali delle donne stiano portando a un
decremento del contributo maschile verso certi tipi di spese
domestiche.
Gli impatti, inoltre, sono differenti anche all’interno degli stessi
programmi, da donna a donna. Vi sono differenze tra donne che
operano in diversi settori produttivi e fra donne che provengono da
background diversi. In alcuni contesti i progetti apportano benefici
principalmente a donne che si trovano già in condizioni finanziarie
buone. In altri, le donne più povere si sentono più libere e più
motivate a ricorrere al credito per produrre. In molti casi, invece, le
donne più povere vengono escluse sia dai programmi di credito
individuali che di gruppo o sono comunque meno capaci di trarre
benefici dal credito a causa delle loro scarse risorse iniziali, della
mancanza di competenze e di contatti di mercato. Vi sono inoltre
67
differenze individuali tra donne provenienti da background simili e
all’interno delle stesse attività produttive.
È interessante quindi riportare una delle migliaia di storie di donne che,
beneficiando di microprestiti, sono riuscite a migliorare le proprie
condizioni di vita:
“Hajeera Begum è nata nel 1959 a Kirati Kapasia, nel Monohardi, una
zona della provincia di Dhaka. Suo padre, un bracciante agricolo che
provvedeva faticosamente al sostentamento di sei figlie, la diede in sposa
a un cieco per il fatto che questi non chiedeva la dote. Quando l’abbiamo
conosciuta, Hajeera e suo marito sopravvivevano con quel poco che lei
guadagnava con le pulizie a domicilio, ma quello scarso reddito non
bastava a dare da mangiare regolarmente ai tre figli. Hajeera chiese
dunque al marito il permesso di aderire a Grameen, ma questi, avendo
inteso dire che si trattava di un’organizzazione cristiana mirante a
distruggere l’Islam, minacciò la moglie di ripudiarla nel caso vi si fosse
immischiata.
Senza dir niente a nessuno, Hajeera andò nel villaggio vicino per
partecipare alle riunioni informative nelle quali gli impiegati di Grameen
illustravano i principi della banca.
La prima volta che i membri del gruppo si sottoposero all’esame orale
volto a verificare la loro conoscenza delle regole della Grameen, Hajeera
era così agitata che non riuscì a rispondere alle domande.
“per tutta la vita mi ero sentita ripetere che ero una buona a nulla,” ci
confidò tempo dopo. “I miei genitori dicevano che, essendo femmina, ero
una disgrazia per loro, e che la mia famiglia non avrebbe potuto pagarmi
la dote. Spesso ho sentito mia madre dire che avrebbe dovuto uccidermi
alla nascita. Non credevo di meritare un prestito; non pensavo di essere
capace di rimborsarlo.”
Senza il sostegno degli altri membri del gruppo, Hajeera avrebbe
rinunciato. Quando ricevette un prestito di 2000 taka (50 dollari) non potè
trattenere le lacrime. Il gruppo la convinse a utilizzare il prestito per
68
comprare un vitello da ingrasso e del riso da decorticare. Quando suo
padre le portò il vitello, il marito fu talmente entusiasta da dimenticare che
aveva minacciato di ripudiarla.
A distanza di un anno, Hajeera aveva rimborsato il primo prestito e ne
aveva preso un secondo per affittare un terreno sul quale piantò sessanta
banani. Con il resto del denaro, acquistò un secondo vitello. Oggi
possiede un campo di riso gravato da ipoteca, nonché capre, polli e
anatre.
“Adesso facciamo tre pasti al giorno,” dice Hajeera, “e i bambini mangiano
finché hanno fame. Possiamo perfino concederci della carne, una volta
alla settimana. Ho intenzione di far studiare i miei figli, e di mandarli anche
all’università, perché non voglio che abbiano un destino infelice come il
mio. Vuole sapere cosa penso di Grameen? Per me Grameen è come una
madre. Anzi, non è come una madre, è mia madre; perché io con
Grameen sono letteralmente rinata!”.
(Brano tratto da Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999)
2.5 Tassi di sofferenza e fattori produttivi nascosti
Una delle peculiarità fondamentali vantata dalle istituzioni di microcredito è
rappresentata dal fatto che i tassi di sofferenza sui prestiti erogati sono, in
linea generale, estremamente bassi. Innanzitutto occorre precisare che un
credito viene definito “in sofferenza” quando i debitori non sono riusciti a
rispettare la data di pagamento di una parte degli interessi o del montante
del prestito e il ritardo ha superato un determinato intervallo temporale, la
cui ampiezza può variare a seconda delle differenti legislazioni nazionali.
La sofferenza, quindi, rappresenta uno stato transitorio della condizione
del debitore che si trova a metà strada tra quella della piena solvibilità e
quella del default, ovvero dell’impossibilità acclarata di ripagare il prestito
69
a cui fa seguito la cancellazione dello stesso dai conti della banca
(Becchetti, 2008).
Se si osservano i dati sintetici ad esempio di fine 2003 per alcune delle
istituzioni di microcredito maggiori, si rileva un tasso di sofferenza sul
totale degli impieghi del 2,5% per la Grameen Bank56, dell’1,6% per Bank
Rakyat in Indonesia e del 5% per ActionAid.
Occorre però cercare di interpretare correttamente questi dati.
Innanzitutto essi sono relativi, come già detto, a istituzioni di microcredito
grandi, di successo, che presentano contemporaneamente tassi di
sofferenza sugli impieghi molto bassi e margini di profitto non negativi; ma
se si analizzano i dati concernenti altre istituzioni le evidenze empiriche
sono molto diverse. Infatti, così come riportato dal “Microbanking Bulletin”
del 2004, su un campione di circa 300 istituzioni di microcredito
esaminate, un terzo di esse risultava in perdita, con un margine di profitto
medio addirittura del -24%.
Vi sono molteplici fattori che possono spiegare i comunque bassi tassi di
sofferenze. In primis, con riferimento alle caratteristiche stesse del
microcredito, si può osservare come da un lato il meccanismo del prestito
di gruppo con responsabilità congiunta (soluzione, come già detto,
ampiamente adottata dalle organizzazioni di microcredito) riduca in
concreto la possibilità che il singolo prestito non venga restituito, e quindi
consenta anche di ridurre il tasso di sofferenza sui prestiti, e dall’altro lato,
data la dimensione ridotta dei prestiti erogati, il fallimento di un singolo
debitore ha comunque effetti limitati sul rapporto tra sofferenze e impieghi
della banca. Inoltre, qualora venga scelta la modalità del prestito
progressivo, la rapida esclusione dal rifinanziamento di un debitore in caso
di incapacità di ripagare la rata precedente del prestito fa sì che la
transizione nello stato di insolvenza sia molto breve, con passaggio
immediato alla condizione di fallimento57(Becchetti, 2008).
56
Attualmente (fine 2008) tale tasso è pari al 2,19%.(Fonte:www.grameen-info.org).
Quindi, un ulteriore metodo per ridurre le sofferenze può anche essere quello di dichiarare più
velocemente la condizione di insolvenza, riducendo la permanenza stessa dei clienti nella
situazione di sofferenza.
57
70
Oltre a queste motivazioni attinenti gli aspetti più strettamente tecnici del
microcredito, occorre considerare anche alcuni dei cosiddetti “fattori
invisibili” che caratterizzano il microcredito stesso e che sarebbero in
grado di spiegare anch’essi tali dati sui tassi di sofferenza.
In quest’ottica è opportuno abbandonare momentaneamente due dei
principi classici dell’economia, ovvero innanzitutto la visione dell’ homo
economicus come agente che finalizza la propria azione unicamente
all’obiettivo dei propri risultati materiali (consumo e reddito)58e, inoltre, la
cosiddetta ipotesi “consequenzialista”, secondo la quale la soddisfazione
di un individuo dipende solo dalle conseguenze materiali delle proprie
azioni e non dal beneficio o costo morale che le azioni determinano in sé.
Quindi, analizzando il fenomeno del microcredito, ci si può accorgere di
come ogni azione economica possa essere rappresentata da due
componenti, una visibile (che realizza un output realizzabile sul mercato) e
una invisibile, legata ai mezzi e al percorso prescelto per raggiungere
l’obiettivo, che incide sia sulla felicità, e di conseguenza sull’efficacia
produttiva dei fattori produttivi visibili, sia sul successo di mercato dei beni
e servizi realizzati. In particolare, tali elementi invisibili sarebbero costituiti
dal conferimento di fiducia, dalla prossimità, dalla dignità e dal valore delle
relazioni.
Tenendo conto di tali elementi invisibili si può quindi innanzitutto osservare
come la maggiore prossimità59 (o la minore distanza informativa) riduca i
potenziali effetti negativi derivanti dalle asimmetrie informative nel
momento di valutazione, svolgimento e conclusione dei progetti
(Becchetti, 2008).
Infatti, il criterio di selezione virtuosa all’interno del
58
Tale visione ha indotto Amartya Sen (economista indiano Premio Nobel per l’economia nel
1998) a definire l’agente economico un “folle razionale”, poiché esso non tiene conto di altre non
trascurabili motivazioni dell’agire (dovere morale, altruismo, reciprocità, avversione per la
disuguaglianza, ecc…).
59
Le istituzioni di microcredito si propongono di aumentare questa la prossimità in due modi
differenti: in primo luogo cercando di essere “banca di villaggio”, ovvero radicando la propria
attività creditizia in ambito locale e operando in un contesto nel quale la distanza sociale e
informativa tra chi eroga il prestito e chi lo riceve è ridotta; in secondo luogo, facendo ricorso al
meccanismo del prestito di gruppo con responsabilità congiunta, affinché la prossimità tra i
membri del gruppo possa essere utilizzata a vantaggio della banca, generando un meccanismo
virtuoso ai fini della restituzione del prestito.
71
gruppo (nessuno ha interesse ha formare gruppi con soggetti ritenuti
inaffidabili o dotati di progetti non redditizi) aumenta la qualità dei progetti
che vengono presentati alla banca e quindi riduce potenzialmente il rischio
che si verifichino sofferenze sui prestiti erogati. Rivestono poi un ruolo
importante anche il conferimento di fiducia (che ha effetti tanto maggiori
sulla motivazione e sull’impegno del ricevente quanto più lo stesso parte
da una condizione di esclusione sociale) e la crescita di dignità derivante
dall’instaurazione del rapporto di fiducia tra banca e debitore.
Occorre poi considerare un altro elemento fondamentale, che spiega
anch’esso il ridotto tasso di sofferenze dei microprestiti: a differenza dei
manager delle grandi imprese (che con una nota espressione della
finanza internazionale si ritiene che abbiano il cosiddetto “golden
parachute”, ovvero il “paracadute d’oro, rappresentato dalle ingenti
indennità di buonuscita che ricevono), i poveri si ritiene che “non hanno
alternative” (Becchetti, 2008), ovvero il costo opportunità della mancata
restituzione del prestito determina oneri materiali, psicologici e sociali
altissimi.
Infine, ricercando sempre spiegazioni ai bassi tassi delle sofferenze, si
può puntualizzare come non è escluso che una parte di questi buoni dati
possa dipendere da accorgimenti contabili. In particolare, le sofferenze
possono ridursi se si aumenta la soglia di ritardo nel pagamento oltre il
quale un prestito viene considerato in sofferenza o se, viceversa, si è
abbastanza rapidi da considerare cancellati i prestiti dopo un breve
periodo di sofferenze. Quindi è opportuno, quando si effettuino confronti
tra paesi e sistemi creditizi diversi, valutare se la comparazione avvenga
tra grandezze contabili omogenee.
72
CAPITOLO 3: IL MICROCREDITO NEL MONDO
3.1 Esportabilità del modello Grameen e nuove frontiere del microcredito
Tradizionalmente si è soliti identificare il microcredito con la
Grameen Bank, la banca fondata da Yunus. La domanda che viene
spesso posta a chi parla di microcredito è se esistano o meno altre
esperienze in continenti e paesi diversi, e la risposta a tale domanda è
ovviamente affermativa.
I modelli di microcredito adottati nelle varie parti del mondo
differiscono da quello originale della Grameen Bank in quanto devono
adattarsi alle caratteristiche dei paesi in cui operano. Ciò era ben chiaro
fin dall’inizio anche a Yunus stesso, il quale affermava (1999): “Quando
parliamo di esportare il modello Grameen in altri paesi, non intendiamo
che lo si debba riprodurre tale e quale, ma che i caratteri essenziali della
nostra formula siano applicati in contesti nazionali diversi con spirito
pratico e innovativo”.60 Yunus si rende infatti conto che molti punti
fondamentali del programma della Grameen, come ad esempio le “Sedici
risoluzioni”, potevano non essere altrettanto importanti per il successo di
analoghe iniziative di microcredito in altri contesti.61 Vi sono però alcune
peculiarità del modello Grameen che Yunus ritiene che non debbano
essere perse di vista anche in altri paesi: innanzitutto il tasso di recupero
dei crediti (Yunus afferma infatti che (1999): ”Quali che siano le condizioni
ambientali, si deve ricordare fin dall’inizio che se il tasso di recupero dei
crediti non si avvicina al 100 per cento, per quanto promettente possa
60
Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri.
“Per esempio le “Sedici risoluzioni”: in alcuni paesi può non aver senso prescrivere di coltivare
ortaggi tutto l’anno, oppure di non pagare la dote. Nelle regioni desertiche o al circolo polare
artico coltivare può essere impossibile; quanto alla dote, molte culture non hanno per niente
questo problema. Ma i nostri emuli possono, se lo desiderano, inventare una loro versione delle
“Sedici risoluzioni””. (Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri).
61
73
apparire l’esperienza, non è Grameen. Tutta la forza di Grameen deriva
dalla sua quasi totale capacità di recupero. Il tasso di recupero non
esprime soltanto la solvibilità del cliente, ma la sua determinazione e la
disciplina che hanno reso possibile questo risultato”62); in secondo luogo,
la giusta individuazione degli interlocutori. Con riferimento a questo
secondo elemento, in particolare, Yunus consiglia di iniziare l’esperimento
di trasposizione del modello Grameen rivolgendosi al 25 per cento più
povero della popolazione, e di concentrasi in particolare sulle donne più
bisognose.
Nel corso degli anni, quindi, varie iniziative di microcredito sono state
avviate in tutto il mondo. Stando ai dati pubblicati dal Report 2007 del
Microcredit Summit, al 31 dicembre 2006 operavano ben 3.316 istituzioni
di microfinanza nel mondo, le quali avevano raggiunto 133.030.913
destinatari, di cui 92.922.574 sotto la soglia di povertà assoluta. Di questi
l’85,2%, pari a 79.130.581, è rappresentato da donne. Tali dati possono
essere sinteticamente raccolti nelle seguenti tabelle:
Tab. 3.1 Aggiornamento dati al 2007 di “Microcredit Summit Campaign”
N. Istituzioni e progetti di Microfinanza (al 31/12/2006)
N. totale di destinatari raggiunti (al 31/12/2006)
N. totale di destinatari raggiunti (al 31/12/2006) sotto la soglia di povertà
assoluta
N. totale di destinatari raggiunti (al 31/12/2006) sotto la soglia si povertà
assoluta, donne
N. di membri di famiglie raggiunte sotto la soglia di povertà assoluta
3.316
133.030.913
92.922.574
79.130.581
464.612.870
Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007
62
Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri.
74
Tab. 3.2 Situazione al 31/12/2006 di “Microcredit Summit Campaign”
Anno
Programmi e
Destinatari di
Destinatari di
Istituzioni di
Microprestiti
Microprestiti
Micro finanza
%
Sotto la soglia
Di povertà
assoluta
31/12/97
618
13.478.797
7.600.000
56%
31/12/98
925
20.938.898
12.221.918
58%
31/12/99
1.065
23.555.689
13.779.872
58%
31/12/00
1.567
30.681.107
19.327.451
63%
31/12/01
2.186
54.932.235
26.878.332
49%
31/12/02
2.572
67.606.080
41.594.778
62%
31/12/03
2.931
80.868.343
54.785.433
68%
31/12/04
3.164
92.270.289
66.614.871
72%
31/12/05
3.133
113.261.390
81.949.036
72%
31/12/06
3.316
133.030.913
92.922.574
70%
Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007
Risulta evidente pertanto che, mentre l’obiettivo di 100 milioni di
famiglie da raggiungere entro la fine del 200563(prefissato in occasione del
primo “Microcredit Global Summit” del 1997) è stato superato già a partire
dal 2005 stesso, il raggiungimento del target dei 100 milioni di destinatari
sotto la soglia di povertà non è stato raggiunto nemmeno nel 2006. Si
rilevano in aumento sia i destinatari di microprestiti che le istituzioni che
63
Il 2005 è stato proclamato dall’ONU “Anno Internazionale del Microcredito”. Come riportato
nella risoluzione 1998/28 delle Nazioni Unite “The Economic and Social Council(…)1. Proclaims
the year 2005 as the International Year of Microcredit; 2. Requests that the observance of the
Year be a special occasion for giving impetus to microcredit programmes throughout the world;
3. Invites Governments, the United Nations systems, all concerned non-governamental
organizations, other actors of civil society, the private sector and the media to highlight and give
enhanced recognition to the role of microcredit in the eradication of poverty, its contribution to
social development and its positive impact on the lives of people living in poverty; 4. Invites all
involved in the eradication of poverty to consider taking additional steps, including strengthening
of existing and emerging microcredit institutions and their capacities, so that credit and related
services for self-employment and income-generating activities may be made available to an
increasing number of people living in poverty and to further develop where appropriate, other
microfinance instruments; 5. Invites the Secretary-General to present to it at its fifty-eight
session a report containing a draft programme of action for the affective observance of the year,
in consultation with all relevant actors including United Nations bodies, under an item entitled
“First United Nations Decade for the Eradication of Poverty” to be included in the provisional
th
agenda of that session”. (Fonte: Resolution 1998/28. 45 Plenary Meeting, 29 July 1998).
75
hanno erogato programmi di microfinanza, le quali invece al 31.12.2005
avevano presentato una battuta d’arresto rispetto alla precedente
rilevazione.
È inoltre interessante andare a vedere qual è la distribuzione
geografica di tali istituzioni:
Tab. 3.3 Situazione al 31/12/2006 per area geografica
Aree
geografiche
Africa
Subsahariana
Asia
America
Latina e
Caraibi
Medio
Oriente e
Nord
Africa
Nord
Americ
ae
Europa
Occid.
Europa
Orientale
e Asia
Centrale
Totale
Numero di
970
1.677
579
30
39
21
3.316
Destinatari di
microprestiti
nel 2005
7.429.730
96.689.252
4.409.093
1.278.318
55.707
3.390.290
113.252.390
Destinatari di
microprestiti
nel 2006
8.411.416
112.714.909
6.755.569
1.722.274
54.466
3.372.280
133.030.914
Destinatari di
microprestiti
sotto la
soglia di
povertà
assoluta nel
2005
5.380.680
74.330.516
1.760.405
387.951
13.318
76.166
81.949.036
Destinatari di
microprestiti
sotto la
soglia di
povertà
assoluta nel
2006
6.182.812
83.755.659
1.978.145
755.682
25.265
225.011
92.922.574
Donne
destinatarie
sotto la
soglia di
povertà
assoluta nel
2005
3.422.825
63.934.812
1.258.668
321.004
7.862
47.856
68.993.027
Donne
destinatarie
sotto la
soglia di
povertà
assoluta nel
2006
4.036.017
72.934.477
1.384.338
621.111
11.765
142.873
79.130.581
Programmi
Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007.
76
Delle 3.316 istituzioni che hanno contribuito alla “Microcredit Campaign”
nel 2006, solo 60 operano nei cosiddetti “Paesi industrializzati” e cioè in
Nord America, in Europa e Asia centrale, mentre la maggiorparte delle
altre istituzioni sono attive nei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo” (ben
1.579) o in Asia (1.677). Inoltre, 970 operano nell’Africa Sub – sahariana,
579 in America Latina e Caraibi, 30 nel Medio oriente e Nord Africa. In
particolare, rispetto al 2005, nel 2006 sono state rilevate 183 nuove
istituzioni così dislocate geograficamente:
140 in America Latina
25 in Asia
11 in Africa
7 tra Nord America, Europa orientale e Asia centrale
È da notare che nessuna nuova istituzione è stata rilevata in Medio
Oriente.
Nonostante questi numeri così elevati relativamente all’estensione
del microcredito e alla quantità di clienti raggiunti, il mercato risulta in
realtà assai concentrato (Becchetti, 2008). In particolare, secondo alcuni
dati disponibili relativamente al 200664, le 7 maggiori istituzioni di
microfinanza, in termini di numero complessivo di clienti poveri serviti,
avevano ciascuna più di un milione di clienti e nel complesso
raggiungevano il 22,7% del totale dei clienti della microfinanza. Seguono
54 istituzioni, ciascuna con un numero di clienti superiore a 100.000 e
inferiore al milione, con il 17% della clientela complessiva. La
polverizzazione in basso appare impressionante, con più di 2.300
istituzioni che hanno meno di 2.500 clienti.
64
Fonte: “State of the Microcredit Summit campaign , Report 2007”.
77
Tab. 3.4 La concentrazione dell’industria del microcredito (dati 2006)
Dimensioni delle istituzioni (in
N. di
Valore cumulato di clienti poveri e % sul
termini di clienti poveri)
istituzioni
totale dei clienti della microfinanza
1 milione o più
7
21.064.653 (22,7)
100.000 – 999.999
54
15.753.872 (17,0)
10.000 – 99.999
313
8.429.435 (9,1)
2.500 – 9.999
572
2.762.997 (3,0)
Meno di 2.500
2.364
1.400.896 (1,5)
6
43.510.721 (46,8)
Network
65
Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007
Una base così ampia della piramide dimensionale si spiega con le
caratteristiche stesse del microcredito. Se, infatti, la prossimità, il
monitoraggio tra pari e le sanzioni sociali (tipicamente più efficaci in
economie di villaggio geograficamente circoscritte) costituiscono, come
già illustrato, elementi fondamentali per la sostenibilità del microprestito,
sono poche le istituzioni che riescono a riprodurre altrove un’esperienza di
successo a livello locale trasformandola in una realtà di carattere
nazionale o internazionale.
In particolare, per poter comprendere meglio le caratteristiche e le
modalità operative che le varie istituzioni di microcredito nel mondo hanno
adottato, si può focalizzare l’attenzione su due delle istituzioni maggiori (la
Grameen Bank e la Bank Rakyat, che opera in Indonesia), su una di
seconda fascia, ovvero con più di 100.000 clienti (Finca International), una
medio – piccola (BancoSol, che svolge la propria attività in Bolivia) e una
di piccole dimensioni (ActionAid, operante negli Stati Uniti).
65
I valori includono i dati di sei grandi network: la “Society fro Elimination of Rural
Poverty”(SERP) in India; “Friends of Women’s World Banking”(FWWB), in India; la “National Bank
for Agriculture and Rural Development” (NABARD), in India; il “Bangladesh Rural Development
Board”; la “Association of the Asian Confederation of Credit Unions”(ACCU), in Tailandia; la
“Tamil Nadu Corporation for the Development of Women”, in India.
78
Tab. 3.5 Caratteristiche di alcune delle principali istituzioni di microcredito
moderno
Grameen
Bank Rakyat
1983
1992
1985
1984
1991
6.123.802
56.707
3.100.358
211.423
4.355
96
54,9
17
80,44
35
92,85
1.607
555
297
5.491
Bank
Anno di
inizio
Numero di
Finca
Banco Sol
International
ActionAid
clienti
Di cui donne
(%)
Credito
medio per
prestatario
(dollari)
Target dei
clienti
Piccoli
imprenditori
Piccoli
imprenditori
urbani e
rurali
rurali
Tipo di
credito
(individuale
Di gruppo
Individuale e
di gruppo
o di gruppo)
Grandezza
imprenditori
Piccoli
imprenditori
Rurali
rurali
urbani
Individuale
(raramente
Di gruppo
Individuale
di gruppo)
5
4–6
-
10 - 50
-
Richiesto
Opzionale
Opzionale
Richiesto
Opzionale
del gruppo
Risparmio
Piccoli
Fonte: Becchetti L. (2008), Il microcredito
Le date di fondazione di tali istituzioni mostrano come il microcredito
contemporaneo sia un’esperienza molto recente, che ha conosciuto un
successo molto
rapido.
La Grameen Bank
nasce
come banca
indipendente (come già illustrato) nel 1983, mentre il BancoSol nel 1992. I
79
dati di riferimento per queste istituzioni sono di fine 2003, mentre per la
Grameen si fa riferimento in questa sede ai dati aggiornati al 200666. Da
tali dati è possibile osservare come la Grameen aveva già nel 2006
superato la soglia dei 6 milioni di clienti, mentre la Bank Rakyat ne
contava, al 2003, più di 3 milioni. In particolare, la preferenza verso le
donne come destinatarie del credito caratterizza principalmente la
Grameen Bank (solo il 4% dei prestiti erano rivolti agli uomini nel 2006),
mentre non è rilevante nell’esperienze del Banco Sol e in quelle della
Bank Rakyat e di ActionAid, dove la quota femminile risulta essere ben al
di sotto del 50%.
Inoltre, per quanto riguarda la dimensione media dei prestiti erogati,
questa è di 92 dollari per la Grameen, 555 per la Bank Rakyat e sale a
5.491 dollari solo per ActionAid.67 Tutte e cinque le istituzioni, poi, non
fanno prestiti al consumo ma finanziano solamente investimenti,
confermando l’orientamento prevalente del microcredito moderno allo
stimolo alla microimprenditoria, la quale viene considerata, come già
illustrato, un’opportunità di inclusione sociale e di uscita dalla soglia di
povertà. Per quanto riguarda le modalità di prestito, occorre osservare che
le dimensioni dei gruppi risultano essere disomogenee tra le varie
organizzazioni: si va dalla Grameen e dal BancoSol, che formano gruppi
di cinque persone, alla Finca International, dove i gruppi arrivano a
comprendere fino a 50 membri68. Le cinque organizzazioni analizzate si
differenziano infine per la richiesta o meno di risparmio forzoso ai debitori:
tale strategia è seguita soltanto dalla Grameen e da Finca International69.
66
Fonte: www.grameen-info.org
Ovviamente, per poter fare un confronto più corretto tra queste cifre, occorrerebbe
correggerle per la parità di potere d’acquisto, ovvero per le differenze di costo della vita tra i
diversi paesi in cui le cinque organizzazioni operano. In questo caso, il divario tra la Grameen e
ActionAid sarebbe significativamente ridotto, mostrando ragionevolmente che 5.000 dollari sono
negli Stati Uniti un microprestito, dato che il costo della vita è qui significativamente più elevato
che in Sri Lanka (Becchetti, 2008).
68
In particolare, come già detto nel precedente capitolo 2, l’aumento del numero dei membri del
gruppo ha il vantaggio di aumentare la diversificazione del rischio, ma al contempo riduce anche
l’attenzione e il controllo che ciascun membro ha nei confronti degli altri.
69
Come già sottolineato nel precedente capitolo 2, la richiesta di deposito forzoso può apparire a
prima vista incompatibile con le caratteristiche dei clienti e delle istituzioni di microcredito in
quanto tali clienti risultano generalmente privi di garanzie patrimoniali personali, e dunque in
67
80
La logica del prestito forzoso è quella, come già anticipato, di superare il
conflitto di interesse tra prestatario e banca.
È indubbio, comunque, che grandi gruppi internazionali si stiano
sempre più interessando al microcredito. Il microcredito si sviluppa, come
mostrano i dati riportati nella tabella 3.3, soprattutto nel continente asiatico
e in America latina, iniziando ad avere una legittimazione anche dal punto
di vista economico.70 “Banking the Unbanked” è ritenuto obiettivo del
mondo finanziario e creditizio, mondo che sinora aveva considerato il
microcredito con sufficienza e distacco. Segnali di interesse da parte della
finanza sono confermati da molti autori, in particolare dal Paper del
Commonwealth Business Council a cura di Gerard Lyons, dall’Economic
Advisor della Standard Chartered e dallo Chief Economist di Global
research.
Nel rapporto di Lyons si afferma che il mondo della finanza
internazionale e le grandi banche tradizionali iniziano a rivolgersi a clienti
di nuovo tipo, ai quali le banche ordinarie non si erano siano ad ora
interessate. Si tratta, appunto, di soggetti che non rispondono certo al
profilo tipico del “cliente bancario” (Lyons, 2007) (piccole realtà rurali, con
alti tassi di analfabetismo e prevalenza di interlocutori femminili). Si è in
presenza quindi di clienti nuovi, a cui occorre rivolgersi anche con prodotti
nuovi. Lyons individua nella tecnologia l’elemento chiave per integrare un
sistema bancario strutturato su operatori dispersi sul territorio. Sarebbe
infatti troppo costoso sviluppare sistemi finanziari per le piccole realtà,
specie se di tipo rurale. Le “mobile tecnologies” nei paesi in via di sviluppo
sono il principale fattore di traino per la diffusione dell’accesso ai servizi
finanziari, grazie anche ad alleanze di tipo innovativo tra istituzioni di
microfinanza e
operatori di telefonia mobile (si veda ad esempio
genere anche di disponibilità finanziarie. In realtà, però, non è detto che se un potenziale cliente
non ha abbastanza risorse finanziarie per garantire il prestito ricevuto egli non abbia comunque
una somma inferiore che, pur non essendo sufficiente come collaterale del prestito, consente di
versare un piccolo deposito nella banca. Inoltre, nel caso di prestiti progressivi, il meccanismo del
deposito forzoso può scattare a partire dalla realizzazione dei primi proventi del progetto.
70
Fonte: C.Borgomeo&C. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
81
l’esperienza, già illustrata nel precedente capitolo 1, della Grameen Bank
nel campo delle telecomunicazioni).
La tecnologia è inoltre anche alla base della rapida diffusione di siti
che consentono a chiunque di prestare il proprio denaro a persone dei
paesi più poveri, aiutandole così concretamente a realizzare in autonomia
i propri progetti. Si vedano a tal proposito piattaforme virtuali quali
Kiva.org71, Prosper72 e Microplace73. Il meccanismo di funzionamento,
comune a tutte queste realtà è semplice: il finanziatore sceglie il paese in
cui sono presentate le opportunità di investimento individuate da una ONG
locale (che ha selezionato appunto individui e piccole comunità interessati
a sviluppare progetti di auto imprenditorialità). L’investimento minimo di
partenza è 100 dollari, ma quelli successivi possono essere anche solo di
50 dollari. Il tasso di interesse varia circa da un 1,5% ad un 3%, in
relazione alla grandezza e alla natura dell’investimento. Il meccanismo di
gestione prevede che i creditori ricevano il messaggio “hai dei soldi” sul
loro
account
del
sito
non
appena
i
guadagni
consentono
al
neoimprenditore di rientrare dalla sua esposizione.
La tecnologia è fondamentale poi anche per Ripple, “motore di
ricerca contro la povertà”: in questo caso ad ogni colpo di mouse viene
generato un versamento da 20 centesimi destinato ad associazioni
umanitarie che operano per contrastare la povertà. Si tratta di associazioni
impegnate
nella
protezione
degli
ambienti
rurali,
nella
gestione
dell’emergenza acqua o specializzate nel microcredito, ed in questo caso
si tratta proprio della Grameen Bank.
71
Kiva.org è un portale che fornisce un servizio di microcredito online. Funziona come sistema
“peer to peer”, consentendo di mettere in relazione chi presta i soldi e chi li utilizza per la propria
impresa. Il prestito minimo è di 25 dollari (si può arrivare sino ad un massimo di 250 dollari) e nel
98% dei casi viene restituito nell’arco di 12-18 mesi. Kiva.org non trattiene alcuna percentuale e
non ci sono interessi sul prestito. Ad oggi il network di microprestiti ha accordato oltre 13 milioni
di dollari con una media di 500 dollari per linea di credito. Il servizio online Kiva utilizza il sistema
di pagamento online PayPal del servizio di aste online eBay. L’utente prestatore viene aggiornato
sul sito internet e via email circa l’andamento degli affari in modo da seguire il suo prestito su cui,
come detto, non guadagna comunque nulla. Una volta restituito il prestito sul suo conto,
l’investitore può decidere di ritirare la somma o intraprendere un nuovo progetto.
72
Per ora attivo solo negli Stati Uniti (www.prosper.com).
73
Nato nel 2006 e, dopo meno di un anno, acquistato da eBay, che lo migliora con appositi
investimenti e lo lancia con una importante campagna promozionale (www.microplace.com).
82
Ragionando, infine, sugli sviluppi futuri del microcredito, è senz’altro
importante considerare il ruolo dell’Unione Europea74. In particolare, nel
novembre del 2007 il commissario Danuta Hubner, responsabile per la
politica regionale, ha presentato un nuovo progetto della Commissione
che punta a migliorare l’accesso al credito per le piccole imprese e per le
persone che desiderano avviare una iniziativa autonoma.
L’iniziativa, che è in linea con le strategie di Lisbona per la crescita e
l’innovazione, intende rendere accessibili i piccoli prestiti al fine di
soddisfare una domanda potenziale stimata in Europa sulla base dei dati
Eurostat in oltre 700.000 operazioni, cui corrisponderebbero prestiti per
circa 6 miliardi di euro nel breve termine, avendo considerato una media di
10 mila euro per la UE a 15 e di 3.800 euro per la UE a 12.75
Il commissario Hubner, in particolare, considera il microcredito “un
sistema estremamente efficace per sviluppare nuove aziende o per
aiutare i disoccupati a rientrare nel mondo del lavoro come lavoratori
autonomi o come microimprenditori”. Tre sono gli obiettivi dell’iniziativa,
che si avvarrà di finanziamenti che fanno capo al bilancio per l’assistenza
tecnica del FESR a disposizione della Commissione76:
1) L’adattamento del quadro istituzionale, giuridico e commerciale a
livello di stati nazionali per promuovere contesti più favorevoli allo
sviluppo del microcredito;
2) La creazione di una nuova struttura a livello europeo con il
compito di fornire consulenza e sostegno per lo sviluppo di
istituzioni di micro finanziamento di tipo non bancario negli stati
membri;
3) L’istituzione di un fondo dedicato, destinato a finanziare le attività
di prestito delle istituzioni di micro finanza che possono attivare
contributi di donatori e investitori.
74
Le caratteristiche del microcredito in Europa sono illustrate nel successivo paragrafo 3.4
Fonte: C.Borgomeo&C. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
76
Fonte: www.europa.eu
75
83
Interessante è anche il progetto comunitario Wefnet: l’obiettivo
dichiarato è di offrire microcredito per le donne, disoccupate o senza
occupazione, che vogliono avviare una propria attività imprenditoriale, ma
anche corsi di formazione scambio di esperienze tra le diverse realtà per
favorire sul territorio la cultura delle pari opportunità. Il progetto Wefnet ha
una dotazione di 2,6 milioni di euro.
Infine, merita un cenno la crescita del microcredito in un territorio
“difficile” come il Montenegro. Nella regione, dove operano 4 istituti di
credito specializzati, il microcredito sta producendo risultati che superano
le aspettative. A partire dal 2003 la Banca Centrale ha emanato specifiche
disposizioni per consentire ai cittadini montenegrini di ricevere prestiti,
oltre che dalle banche, anche da altre organizzazioni, purché create come
società a responsabilità limitata e con un capitale minimo di 100.000 euro.
Oggi dette organizzazioni, anche se non possono utilizzare il nome
“banca” nella propria denominazione, concedono crediti a destinazione
fissa per la realizzazione di progetti di sviluppo sia delle società industriali
sia delle persone fisiche, utilizzando mezzi propri o anche altri fondi
raccolti sul mercato finanziario. Una di esse – la “Alter Modus”- volta ad
aiutare finanziariamente solo le iniziative degli imprenditori senza
prevedere credito al consumo, in pochi anni ha concesso oltre 4 mila
prestiti, per un valore di 5,7 milioni di Euro77.
77
Fonte: C.Borgomeo&C. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
84
3.2 Aspetti generali del microcredito in Africa, Asia e negli Stati Uniti
3.2.1 Africa
Come è tristemente noto, la maggior parte dei paesi poveri del
mondo si trovano in Africa e più della metà dei 780 milioni di abitanti del
continente si stima che vivano con meno di 1,25 dollari al giorno.78Con la
miriade di altri problemi che affliggono milioni di persone, inclusi i conflitti
civili, i disastri naturali e l’AIDS, la necessità di strumenti che riescano in
qualche modo ad alleviare la povertà diventa sempre più pressante.
In particolare, ciò che si può subito osservare da un punto di vista più
strettamente finanziario è che le piccole imprese e la maggior parte dei
poveri dell’Africa sub-sahariana hanno un accesso molto limitato ai servizi
di deposito e prestito, nonché agli altri servizi finanziari offerti dalle
istituzioni finanziarie ufficiali. Ad esempio, in Ghana e in Tanzania, solo il
5-6 per cento circa della popolazione ha accesso al sistema bancario.
Questa mancanza di servizi finanziari da parte del sistema ufficiale è
piuttosto stridente, se si considera soprattutto il fatto che in molti paesi
africani i poveri rappresentano la quota più ampia della popolazione e che
il settore informale costituisce una parte importante dell’economia.79
Al fine di incontrare questa domanda insoddisfatta di servizi
finanziari, quindi, varie istituzioni di microfinanza sono sorte nel tempo in
Africa. Alcune di queste incentrano la propria attività esclusivamente
sull’erogazione di credito, altre offrono sia servizi di deposito che di
prestito, altre ancora solo depositi. Un approccio comunemente seguito
nei paesi africani è stato quello di contare sulle comunità locali per il
supporto allo sviluppo delle istituzioni di microfinanza, al di fuori del settore
bancario ufficiale. A tal proposito Yunus osservò (1999): “Sicuramente, il
fatto che il microcredito non sia stato inventato dalle potenze coloniali
78
Fonte: www.grameenfoundation.org
Fonte: International Monetary Fund (2004), Microfinance in Africa: Experience and Lessons
from selected African countries.
79
85
europee, ma in Bangladesh dagli abitanti del terzo mondo, contribuisce a
far sì che i governi locali ne accettino il principio. Non vivono la filosofia
Grameen come una minaccia o come una nuova forma di colonialismo,
ma piuttosto ci considerano compagni di strada, alleati nella lotta contro la
povertà”.80
In questo contesto, può essere utile far ricorso ai dati riportati nell’
”Africa Microfinance Analysis and Benchmarking Report, 2008”, pubblicato
dalle associazioni CGAP – Microfinance Gateway81 e MIX. In tale report si
sottolinea innanzitutto come il numero di istituzioni di microfinanza in
Africa sia in continua crescita: per il 2007 hanno infatti partecipato a tale
inchiesta ben 160 istituzioni, il numero più alto di sempre, le quali
raggiungono 5,2 milioni di debitori e 9 milioni di risparmiatori solo per
l’anno 2007. Inoltre, il report pone l’attenzione sul fatto che, comunque,
tale crescita del settore non stia avvenendo in maniera omogenea in tutta
l’Africa. In particolare, vi sono differenze tra le regioni dell’Africa centrale,
orientale, meridionale e occidentale. Nonostante infatti la grande crescita
del settore della microfinanza sia da attribuirsi in quota maggiore
all’aumento del numero dei depositanti piuttosto che di quello dei debitori,
il portafoglio prestiti è cresciuto in maniera molto più repentina rispetto ai
risparmi. Le regioni dell’est e del sud hanno registrato la crescita
maggiore, sia nel numero di debitori che di risparmiatori, mentre la regione
centrale dell’Africa è l’unica che attualmente fa segnare un decremento
del numero di debitori.
D’altro canto i governi dell’Africa sub-sahariana stanno anche
aumentando la propria attenzione sulla regolamentazione del settore della
microfinanza, e questo può essere ritenuto un altro fattore di spinta allo
sviluppo dello stesso. Molti paesi delle regione, infatti, hanno incluso la
microfinanza nella legislazione bancaria, nella legislazione delle istituzioni
80
81
Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri.
www.microfinancegateway.org
86
finanziarie non bancarie, o, ancora, in una regolamentazione o in leggi ad
hoc per la microfinanza stessa82.
3.2.2 Asia
Nei paesi asiatici, in cui il contesto socioeconomico è molto simile a
quello specifico del Bangladesh, è stato relativamente facile avviare
programmi di credito basati sul modello introdotto dalla Grameen Bank.
Come Yunus stesso ha sottolineato:”Anche nei paesi in cui la società è
profondamente differenziata al proprio interno – come l’India, con il forte
sistema delle caste – il modello Grameen è stato accolto con favore.”83In
particolare, il primo esperimento di riproduzione del modello Grameen è
stato avviato in Malesia nel 1986, dal professor David S. Gibbons, grazie
alle sovvenzioni del governo, dell’università di scienze della Malesia e
dell’Asia Pacific Development Center (APDC), con sede a Kuala Lampur.
Dopo le prime difficoltà iniziali, il progetto cominciò a dare i risultati sperati,
e già nel 1999 raggiungeva con i propri prestiti 30 mila famiglie povere
delle campagne malesi.
Ad oggi, quindi, come già affermato in precedenza, l’Asia
rappresenta, insieme all’America latina, il continente in cui il microcredito
si sta sviluppando più rapidamente rispetto al resto del mondo. In
particolare, come riportato nella tabella 3.3, i programmi di microcredito
attivi al 31/12/2006 erano ben 1.677, mentre i destinatari di microprestiti
erano 96.689.252 nel 2005 e 112.714.909 nel 2006. Analizzando la
distribuzione geografica di questi programmi di microcredito all’interno del
continente, si può subito notare come l’Asia meridionale, comunemente
considerata il luogo di nascita del microcredito moderno, ospiti il maggior
numero di istituzioni di microfinanza del mondo, sia in termini di
82
In particolare, a partire dal 2002, 31 paesi hanno approvato leggi nuove o modificate in materia
di microfinanza, mentre 24 paesi hanno adottato delle strategie di carattere nazionale in tale
campo. (Fonte: Africa Microfinance Analysis and Benchmarking Report, 2008).
83
Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri.
87
estensione, che in termini di attenzione sulla povertà e di ampiezza del
portafoglio prestiti. È utile raccogliere alcuni dati nella seguente tabella:
Tab. 3.6 Numero di clienti di alcune delle istituzioni di microfinanza maggiori in
Asia nel 2002
84
Istituzione
Paese
Numero clienti
Bank Rakyat Indonesia
Indonesia
27.045.000
NABARD
India
7.837.000
BAAC
Tailandia
5.205.340
BRAC
Bangladesh
3.140.000
Grameen Bank
Bangladesh
2.483.000
ASA
Bangladesh
2.136.000
Proshika
Bangladesh
1.669.000
BDB
Indonesia
405.000
SEEDS
Sri Lanka
260.000
AKRSP/First Microfinance Bank
Pakistan
160.000
Fonte: Pascal M. (Aprile 2003), Five years on: The Microcredit Summit Campaign
and the Development of Microfinance in Asia and the Pacific.
Per quanto riguarda l’Asia orientale, la situazione appare un po’ più
differenziata, in quanto vi sono un’ampia varietà di modelli e diversi livelli
di sviluppo del microcredito. I modelli su larga scala sono stati creati
principalmente da istituzioni finanziarie ufficiali, e principalmente in paesi
come l’Indonesia e la Thailandia. Dall’altra parte, invece, le NGO hanno
una presenza più radicata nelle Filippine e in Cambogia, mentre in Cina e
in Vietnam nuove iniziative di microcredito sono state portate avanti dalla
84
Per Bank Rakyat, BDB e SEEDS i dati sono relativi all’anno 2001. Per BRAC e AKRSP si fa
riferimento ai dati del 2000.
88
collaborazione tra programmi governativi e NGO. In particolare, in
Tailandia, un paese che presenta uno dei livelli di reddito più alti della
regione, la “Bank for Agriculture and Agricultural Cooperatives” (BAAC) è
l’istituzione principale nell’offerta di servizi di microfinanza. Nel 2002, tale
banca ha raggiunto 5,2 milioni di clienti. L’Indonesia, poi, mostra un
numero molto consistente di istituzioni finanziarie ufficiali che operano
nelle aree rurali. La Bank Rakyat è considerata una delle istituzioni di
microfinanza migliori del mondo: essa contava alla fine del 2001 27 milioni
di depositanti e 2,7 milioni di debitori, con una crescita del 45 per cento nel
periodo 1997-2001.
Per quanto riguarda poi le Filippine, occorre osservare come la
microfinanza si stia sviluppando soprattutto negli ultimi anni, grazie anche
al supporto di una legislazione emanata dalla Banca Centrale del paese
che permette che le filiali di istituzioni di microfinanza siano create
esclusivamente da banche commerciali85.
Il contesto della Cambogia è invece un po’ differente, a causa della
povertà ancora più elevata e dell’economia post-bellica. Dal momento che
il sistema commerciale ufficiale ha uno sviluppo contenuto, specialmente
nelle aree rurali, le istituzioni di microfinanza giocano un ruolo molto
importante all’interno del sistema finanziario, raggiungendo circa il 15 per
cento degli abitanti delle aree rurali (CGAP, 2002).In Vietnam, invece, le
attività di microcredito sono dominate dai sussidi governativi erogati dalla
“Vietnam Bank for Agriculture and Rural Development” (VBARD), la
“Vietnam Bank for the Poor” (VBP) e la moltitudine di “People’s Credit
Funds”(PCFs)86. In Cina, poi, i programmi governativi sono stati
tradizionalmente il veicolo principale di assistenza finanziaria nelle aree
rurali, attraverso ad esempio le “Rural Credit Cooperatives” (RCC). La
Cina, con 200 milioni di poveri e un accesso fortemente limitato alle
banche pubbliche, rappresenta un mercato potenziale enorme per la
microfinanza.
85
Fonte: Pascal M. (Aprile 2003), Five years on: the Microcredit Summit Campaign and the
Development of Microfinance in Asia and the Pacific.
86
I PCFs sono cooperative di credito e risparmio che operano a livello comunale (Conroy, 2002).
89
Infine, per quanto riguarda l’area del Pacifico, è importante
sottolineare come qui il microcredito sia ancora in una fase embrionale, in
quanto venga offerto attraverso fonti informali (amici e parenti,
moneylender, gruppi di sostegno autonomi) e fonti semi – ufficiali (banche
commerciali).
3.2.3 Stati Uniti
Negli Stati Uniti più di 37 milioni di persone vivono al di sotto della
soglia di povertà; circa il 74 per cento di queste abitano nelle maggiori
aree metropolitane87. Un’ampia varietà di fattori sociali, storici, culturali,
educativi e strutturali contribuisce alla persistenza della povertà in quello
che è il paese più ricco del mondo. Nonostante questi ostacoli, comunque,
i poveri stanno sempre più accogliendo la microimprenditoria come la
strada per uscire dalla propria condizione di indigenza. Infatti, molti clienti
di istituzioni di microcredito statunitensi cercano di superare la propria
condizione di disoccupati dando vita a mestieri che possano aiutare le
proprie famiglie nonché la propria comunità.
Come Yunus osservava (1999):”Anche se, in termini assoluti, i poveri
dei paesi avanzati possiedono più beni fisici e monetari dei poveri del
terzo mondo, sul piano psicologico la povertà è molto più difficile da
sopportare in un contesto di relativa abbondanza. In Bangladesh, per certi
aspetti, i poveri vivono quasi come gli altri: non hanno televisione, né
automobile, né aria condizionata, ma nei villaggi neanche i ricchi li hanno.
Nel terzo mondo le differenze tra ricchi e poveri esistono, certamente,
tuttavia si cresce tutti insieme, e i poveri non sono relegati in un ghetto”.88
Il primo progetto Grameen negli USA fu sperimentato a Pine Bluff, in
Arkansas, già negli anni Ottanta. Attualmente i microprestiti negli Usa
87
88
Fonte: www.grameenfoundation.org
Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri.
90
hanno un ammontare medio che va da mille a diecimila dollari e sono
finalizzati principalmente a coprire i costi di avviamento di piccole attività
imprenditoriali. Tra i progetti seguiti da Grameen in tale area è
interessante citare il “Project Enterprise” (PE), avviato nel 1996 da Nick
Schatzki e Debra Franklin come unico fornitore di prestiti per microimprese
sul modello Grameen a New York City. Tale progetto non richiede, al fine
della concessione del prestito, che il debitore abbia alcuna esperienza
precedenze in campo imprenditoriale, né che abbia una storia creditizia o
delle garanzie da offrire. L’obiettivo del progetto è quello di supportare e
far crescere l’imprenditoria e le piccole attività in comunità che hanno
poche risorse, nei dintorni di New York, tramite l’offerta di prestiti e di
servizi correlati. Dal momento del primo prestito concesso nel 1997, il
progetto ha ad oggi erogato più di 400 crediti per un ammontare totale di
più di 800 mila dollari.89
Ma l’istituzione di microfinanza leader nel Stati Uniti è “Accion USA”,
fondata nel 1991 come sezione statunitense di Accion International.
Attualmente Accion USA è un’affiliata indipendente di Accion International.
L’organizzazione ha sede a New York e le sue filiali sono situate in
Florida, Georgia, New York e Massachusetts.90A partire dalla sua
fondazione, Accion USA ha erogato oltre 117 milioni di dollari tramite più
di 18.500 microprestiti, supportando la crescita di microimprese. I prestiti
hanno un ammontare che va da 500 a 50.000 dollari (per le attività in fase
di start-up con meno di 6 mesi di operatività il prestito massimo ottenibile è
di 30.000 dollari). Il termine massimo di rimborso dei prestiti è di 60 mesi,
e i tassi di interesse annuali variano dall’8 al 15 per cento.
89
90
Fonte: www.grameenfoundation.org
Fonte: www.accionusa.org
91
3.3 Focus sull’America Latina
Come già sottolineato nei paragrafi precedenti, il microcredito si sta
sviluppando più rapidamente in Asia e in America Latina rispetto al resto
del mondo. In particolare, i destinatari di microprestiti nell’area
dell’America Latina e dei Caraibi sono passati da 4.409.093 milioni di
persone nel 2005 a ben 6.755.569 milioni nel 200691. Per quanto riguarda
in specifico le donne che vivono al di sotto della soglia di povertà assoluta,
le destinatarie di microprestiti sono state 1.258.668 milioni nel 2005 e
1.384.338 nel 2006. Come già anticipato, inoltre, rispetto al 2005, nel 2006
sono stati rilevate ben 140 nuove istituzioni di microcredito in America
Latina.
Analizzando però più nel dettaglio la situazione, si può osservare che
il microcredito ha un’estensione superficiale piuttosto limitata in America
latina, nonostante abbia una storia risalente ai primi anni ’70. Infatti, la
diffusione di servizi di microcredito e, più in generale, di microfinanza è
concentrata principalmente nelle aree urbane dell’America Centrale e
della regione andina dell’America meridionale92. Il microcredito è quindi
meno diffuso nelle regioni delle grandi economie quali Argentina, Brasile,
Messico e Venezuela, le quali presentano però il più alto numero di
poveri93. Considerando complessivamente tutte le regioni dell’area, si può
stimare che solo il 3 per cento della domanda potenziale di microcredito
venga
soddisfatta.
In
particolare,
la
penetrazione
dell’offerta
di
microcredito nella regione va da meno dell’1% in Venezuela a circa il 28%
in Bolivia.
91
Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007.
Fonte: www.grameenfoundation.org
93
Se si guardano le cifre, i dati sono sconcertanti: su una popolazione complessiva di 527 milioni
di persone nel 2003 (nell’intera area dell’America Latina e dei Caraibi), circa 57 milioni vivevano
con meno di un dollaro al giorno; in particolare, Haiti presenta la percentuale più alta di persone
che vivono con meno di un dollaro al giorno (56 per cento dell’intera popolazione), seguita dal
Nicaragua (45 per cento) e da El Salvador (31 per cento).
92
92
Si può quindi far risalire, come già anticipato, la nascita e la
diffusione del microcredito in America Latina agli inizi degli anni Settanta.
In precedenza, come accadeva anche in altre parti del mondo, coloro che
non erano in grado di accedere al sistema finanziario tradizionale, ovvero
di ottenere prestiti dalla banche a causa della mancanza di garanzie
patrimoniali personali, non avevano alternativa che rivolgersi ai prestatori
di denaro locali (c.d. “moneylender”). Nonostante applicassero tassi di
interesse molto elevati sui prestiti da loro concessi, i moneylender
offrivano d’altro canto rate di rimborso del debito flessibili, che
coincidevano nella maggior parte dei casi con la capacità di rimborso del
debitore stesso.94Il principale inconveniente di questo sistema di accesso
informale al credito era quindi rappresentato dagli esorbitanti tassi di
interesse, che potevano arrivare fino al 10 per cento giornaliero. A causa
di ciò risultava impossibile per i debitori reinvestire i propri guadagni per
far crescere la propria attività, e il business stesso diventava quindi meno
profittevole. Nonostante tutti questi svantaggi, il sistema consentiva
comunque l’accesso al credito. Per i poveri, d’altra parte, un prestito caro
in termini di tassi di interesse era comunque meglio che non ottenere
nessun prestito.
Dopo il 1970, tuttavia, il problema finanziario per le fasce più povere
della popolazione peggiorò, a causa del processo di migrazione di massa
dalle zone rurali alle città che ebbe luogo in America latina. L’illusione
ingannevole di un impiego nelle industrie e l’idea di una vita migliore nelle
città cominciarono ad attrarre migliaia di immigrati dalle campagne ogni
anno. Il fenomeno dell’urbanizzazione su larga scala mise quindi
un’enorme pressione sulla capacità dell’industria di assorbire l’enorme
domanda di lavoro. In un lasso di tempo molto breve, il numero di
disoccupati nelle aree urbane quasi raddoppiò, portando alla nascita di
sacche di povertà estrema nelle città. Date le opportunità limitate di
trovare un impiego formale, queste persone scelsero la sola opzione a
loro disposizione: creare essi stessi opportunità di auto - impiego,
94
Fonte: www.bancosol.com.bo
93
avviando una piccola attività in proprio. In poco tempo essi divennero
“microimprenditori”.
La prima organizzazione di microfinanza in America Latina, Accion
International, venne istituita però molto prima di tutto ciò, già nel 1961, da
uno studente (Joseph Blatchford) il cui obiettivo era ridurre la povertà in
cui egli si imbatté visitando le città del proprio continente. Nel 1992 in
Bolivia nacque uno dei suoi più grandi affiliati, BancoSol. Altre reti di
microcredito, come Finca e Katalysis95, svolgono il proprio lavoro in
America Latina. Infine, è importante tenere in considerazione anche
l’attività svolta dalla Grameen Bank stessa nel continente: nel 1997 è stata
istituita la Grameen Foundation Usa, con sede a Washington, per
promuovere in America Latina la nascita di nuovi organismi sul modello
Grameen che si rivolgano alle fasce più povere96. In particolare, l’obiettivo
della Grameen Foundation in America latina e nei Caraibi è quello di
ridurre la povertà estrema, specialmente nelle zone rurali, offrendo le
proprie competenze di microfinanza ad altre organizzazioni focalizzate
sulla povertà attraverso fondi, supporti tecnologici, strumenti di gestione e
strategie.97Ciò permette a queste organizzazioni di espandere il proprio
raggio di azione a più famiglie e di rendere più incisivo l’impatto della
propria attività. In una regione con 125 milioni di persone che vivono con
meno di 2 dollari al giorno, 50 milioni delle quali sopravvivono con appena
meno di un dollaro al giorno, la capacità di queste organizzazioni di
crescere al fine di raggiungere un numero sempre maggiore di famiglie
che vivono nella miseria più estrema è fondamentale.
Nel 2005 la Grameen Foundation ha avviato un’iniziativa della durata
di quattro anni in America Latina, supervisionata dal “Latin America
95
Il “Katalysys Bootstrap Fund” è un fondo di prestito no-profit che ha lo scopo di aiutare a
combattere la povertà in America centrale, attraverso il supporto ad attività di microfinanza. Il
Fondo collabora con un network di organizzazioni di microfinanza non governative. Attraverso
questo network costituito da più di 16 organizzazioni locali, Katalysis è in grado di offrire
effettivamente ed efficacemente prestiti a uomini e donne che svolgono attività imprenditoriali
in El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua. Il Fondo è gestito da un piccolo staff
professionale che ha sede a Stockton, in California (fonte: www.katalysis.org).
96
Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri.
97
Fonte: www.grameenfoundation.org
94
Advisory Council”, un consiglio di volontari esperti, con un interesse di
lungo periodo nella regione. Tale progetto, di 10 milioni di dollari, va
incontro alla necessità di servizi finanziari di molte persone che vivono
nelle aree più povere. L’obiettivo dell’iniziativa era quello di raggiungere
186.000 clienti poveri entro il 2008, 93.000 dei quali ci si proponeva che
fossero in grado di uscire fuori dalla propria condizione di povertà entro
cinque anni dall’ottenimento del primo prestito. Per raggiungere questo
scopo, la Grameen Foundation ha fornito fondi necessari per espandere il
raggio di azione e l’impatto di 10 istituzioni di microfinanza con cui ha
collaborato in sei diversi paesi, tra i quali Haiti, Messico, Honduras e
Bolivia. A partire dal 2005, quindi, Grameen Foundation ha elargito più di
3 milioni di dollari in prestiti, oltre 350.000 dollari in sussidi, 5.75 milioni di
dollari in finanziamenti garantiti e più di 13 milioni nel finanziamento di
valuta locale.
A tutto dicembre 2008, le istituzioni di microfinanza supportate dalla
Grameen Foundation servivano direttamente 212.000 clienti in America
latina. Questo dato rappresenta una crescita rispetto al gennaio 2005, ed
è dovuta principalmente all’aggiunta di due istituzioni che sono in rapida
crescita.
3.3.1 Accion International
Come già accennato in precedenza, Accion International è stata la
prima organizzazione di microfinanza ad essere istituita in America Latina.
Essa venne infatti fondata nel 1961 da Joseph Blatchford, uno studente di
legge molto idealista, che al termine di un torneo di tennis che lo aveva
portato a visitare 30 città dell’America Latina rimase fortemente colpito
dall’estrema povertà che caratterizzava gli abitanti delle aree urbane e si
propose di fare qualcosa per cercare di migliorare tutto ciò. Inizialmente,
determinato appunto ad aiutare i poveri delle città, Blatchford e alcuni suoi
95
compagni di università raccolsero 90 mila dollari da compagnie private e
cominciarono a implementare un nuovo tipo di organizzazione: una
comunità di sviluppo finalizzata ad aiutare i poveri ad uscire con le proprie
forze dalla loro stessa condizione di indigenza.98Nell’estate del 1961,
Blatchford volò assieme ad altri 30 volontari in Venezuela, e cominciò a
mettere in piedi il proprio progetto. Inizialmente accolti con scetticismo, i
giovani “ACCIONistas”, come venivano chiamati, cominciarono presto a
lavorare a stretto contatto con la popolazione locale, al fine di identificare i
bisogni più pressanti della comunità. Insieme, volontari e residenti locali
installarono elettricità e fognature, avviarono programmi di nutrizione e
costruirono scuole e centri di aggregazione per la comunità.
Nell’arco dei dieci anni successivi, Accion avviò programmi in altri tre
paesi: Brasile, Perù e Colombia. Durante questo periodo, Accion crebbe
fino a contare più di mille volontari e contribuì con più di 9 milioni di dollari
allo sviluppo di alcune delle comunità più povere dell’America Latina.
All’inizio degli anni Settanta, i leader di Accion cominciarono però a
rendersi sempre più conto che i loro progetti non erano indirizzati alla
risoluzione del problema principale che causava povertà in America
Latina, ovvero la mancanza di opportunità economiche.99In particolare, la
situazione occupazionale nelle città era terribile. Guidati dal miraggio di un
impiego industriale infatti, come già illustrato nel paragrafo precedente,
migliaia di immigrati dalle campagne raggiungevano i centri urbani ogni
anno. Una volta qui, però, il lavoro era scarso. I pochi posti di lavoro
disponibili spesso non davano neppure un salario che consentisse la
sopravvivenza. In mancanza di opportunità lavorative e di una rete sociale
di sostegno, molti di questi poveri, come già detto, cominciarono a dar vita
a proprie imprese. Ma, nonostante ciò, non avevano modo di far crescere
il proprio business. Infatti, per poter acquistare le merci, spesso
ricorrevano a crediti da prestatori locali, a tassi di interesse molto elevati.
98
Fonte: www.accion.org
Così come Terry Holcombe, direttore di Accion, affermò:”We began to sense that a school or a
water system didn’t necessarily have long – term impact. We were simply reorganizing the
resources that a community already had within it, rather than increasing their resources”. (Fonte:
www.accion.org).
99
96
Nel 1973 lo staff di Accion a Recife, in Brasile, cominciò quindi a
concedere prestiti a tassi di interesse commerciali, al fine di dare ai poveri
microimprenditori l’opportunità di uscire con le proprie forze dalla loro
condizione di indigenza. Tale esperimento fu un successo. Nell’arco dei
quattro anni successivi l’organizzazione concesse 885 prestiti, aiutando a
creare o far crescere 1.386 nuovi posti di lavoro. Nel decennio successivo
(anni Ottanta), Accion aiutò a implementare programmi di microfinanza in
14 paesi dell’America Latina. Il modello di prestito ideato andava incontro
ai diversi bisogni dei microimprenditori: prestiti di piccole entità e di breve
durata crearono fiducia e diedero vita ad alti tassi di restituzione degli
stessi. Infatti, con un tasso di restituzione dei prestiti del 97 per cento, i
clienti di Accion scacciarono subito il mito secondo il quale i poveri erano
debitori rischiosi: avendo accesso a capitale proprio, essi potevano e
volevano migliorare la loro condizione di vita100. I membri di Accion si
resero inoltre subito conto che il microcredito aveva un’altra qualità
rivoluzionaria: si ripagava da solo. Infatti, gli interessi che ogni debitore
pagava aiutavano a coprire i costi necessari per concedere un altro
prestito. Con la convinzione che il microcredito avesse le potenzialità per
trasformare lo scenario economico dell’America Latina, lo staff di Accion si
rese conto della necessità di avere accesso a molto più capitale. In
risposta a ciò, contribuì alla fondazione di BancoSol (1992), la prima
banca
commerciale
al
mondo
rivolta
esclusivamente
alla
microimprenditoria. Nel 1994 Accion aiutò BancoSol a vendere certificati
di deposito sul mercato finanziario statunitense, certificati garantiti da
nient’altro che dalla parola di una donna che vendeva arance per le strade
di La Paz: per la prima volta le più importanti istituzioni finanziarie mondiali
investirono nella microimprenditoria, ma non per carità, bensì perché essa
rappresentava un buon business. BancoSol non costituisce un caso
isolato: più di 15 organizzazioni affiliate ad Accion sono ora istituzioni
finanziarie regolamentate, e altre sono sulla stessa strada. Avendo la
possibilità di accedere ai mercati finanziari, esse hanno la potenzialità di
100
Fonte: www.accion.org
97
raggiungere non solo migliaia, bensì milioni di lavoratori poveri. Nel 1991,
inoltre, Accion esportò il proprio modello di microcredito a Brooklyn, New
York. Nei cinque anni successivi Accion lavorò negli Stati Uniti per
adattare il proprio modello a contesti sociali ed economici molto differenti.
Ad oggi Accion USA ha propri uffici in Florida, Georgia, New York e
Massachusetts. Inoltre, nell’ottobre del 2000 Accion ha cominciato a
lavorare in collaborazione con alcune organizzazioni di microcredito
nell’Africa Sub- Sahariana. Le cifre dell’attuale attività operativa di Accion
nelle varie regioni del mondo possono essere raccolte nella seguente
tabella:
Tab. 3.7 Dati statistici di Accion al 30 aprile 2009
Paese
Partner
Portafoglio
attivo
Depositanti
($000's)
attivi
Clienti
attivi
Africa
Ghana
EB ACCION Savings and Loans
3.913
2.436 $
15.345
Nigeria
ACCION Microfinance Bank
7.745
4.787 $
23.117
Tanzania
Akiba Commercial Bank
13.346
25.198 $
72.542
n.d.
n.d.
Asia
India
Grameen Koota
n.d.
Swadhaar FinServe Pvt. Ltd
9.663
1.268 $
n.d.
YES SAMPANN
1.923
431 $
n.d.
Argentina
Columbia Microcredito
3.636
3.020 $
n.d.
Bolivia
BancoSol
117.367
314.317 $
224.563
Brasile
Crediamigo
America Latina e
caraibi
Colombia
439.163
172.088 $
n.d.
Real Microcrédito
85.368
38.996 $
n.d.
Finamérica
44.136
70.414 $
66.346
Fundaciòn Mario Santo Domingo
40.441
15.836 $
n.d.
Repubblica
Domenicana
Banco ADEMI
59.688
142.407 $
98.822
Ecuador
Banco Solidario
139.255
186.701 $
73.927
CREDIFE
Fundaciòn Ecuatoriana de
Desarrollo
83.560
228.656 $
n.d.
12.691
9.262 $
n.d.
El Salvador
Apoyo Integral
29.704
55.671 $
n.d.
Guatemala
Genesis Empresarial
83.460
37.536 $
n.d.
Haiti
SogeSol
12.759
11.998 $
n.d.
Honduras
Finsol
16.681
24.738 $
34.599
Bancovelo
19.602
51.044 $
29.367
98
Messico
ADMIC (dati di agosto 2008)
Compartamos Banco
Nicaragua
Financiera FAMA
Panama
BanDelta
Paraguay
Financiera el Comercio
Fundaciòn Paraguaya
13.852
7.903 $
n.d.
1.200.124
445.420 $
n.d.
32.536
35.029 $
n.d.
3.850
7.410 $
2,996
27.191
35,530 $
15,203
36.195
10.717 $
n.d.
Perù
Mibanco
368.100
874.165 $
199.745
Venezuela
BanGente
44.422
97.308 $
69.445
2.825
15.058
n.d.
Stati Uniti
USA
ACCION USA
Fonte: www.accion.org
Per quanto riguarda la clientela a cui Accion si rivolge, essa ha
caratteristiche leggermente differenti a seconda della regione di
appartenenza. In particolare, in America Latina, nei Caraibi, in Africa e in
Asia i partner di Accion lavorano con uomini e donne poveri e con un
impiego autonomo, che hanno appunto nella microimprenditoria la loro
principale fonte di guadagno. La clientela è quindi costituita da individui
che vivono in condizioni di estrema povertà sino a individui che
possiedono qualche bene ma che comunque vivono ai margini della
società. Si tratta perciò di persone che:
Appartengono alle fasce più povere della popolazione e si
trovano al momento del loro primo prestito;
Generalmente non possiedono alcuna garanzia da fornire;
Spesso sono analfabeti;
Possono non avere capitale sufficiente ad avviare la propria
attività, giorno dopo giorno;
Sono costituiti al 65 per cento da donne.101
Negli Stati Uniti, invece, Accion USA concede prestiti a soggetti che
percepiscono un reddito medio – basso, che hanno una propria attività ma
101
Fonte: www.accion.org
99
che stanno ai margini della vita economica e sociale e che non hanno
accesso a prestiti commerciali. In particolare si tratta di debitori che:
Sono costituiti al 61 per cento da ispanici e al 27 per cento da
afro – americani;
Sono costituiti al 40 per cento da donne;
Hanno un reddito basso secondo gli standard federali (55 per
cento);102
Spesso poggiano il proprio reddito familiare sulla propria
attività imprenditoriale per il 50 per cento o più del totale;
Il valore delle proprie attività imprenditoriali è spesso inferiore
a 5 mila dollari;
Prima di ricevere il prestito da Accion non hanno nella
maggior parte dei casi mai ricevuto né un prestito personale
né uno commerciale o, comunque erano insolventi.103
Per quanto concerne le modalità operative di Accion, infine, occorre
osservare come essa innanzitutto invii propri dipendenti a cercare di
comprendere le esigenze dei potenziali clienti sul loro stesso posto di
lavoro, dove essi inoltre misurano e si rendono conto di fattori intangibili
come le referenze da parte di clienti e vicini e la fiducia nella buon
andamento e nelle prospettive future del business. I debitori possono o
fare domanda di prestito per ottenere crediti individuali, oppure, in
mancanza di garanzie patrimoniali o di cofirmatari del debito, possono
costituire un gruppo con altri debitori104. Questo metodo permette ai
membri del gruppo di garantirsi reciprocamente in assenza di garanzie
patrimoniali. Il primo prestito concesso è di ammontare contenuto (in
media 100 dollari in America latina, Africa e Asia e 500 dollari negli Stati
uniti). I clienti che rimborsano il proprio debito entro i termini possono
102
Guadagnano l’80% o meno del guadagno medio dell’area di appartenenza.
Fonte: www.accion.org
104
La numerosità del gruppo varia solitamente da 3 a 10 debitori.
103
100
ottenere prestiti successivi di ammontare più elevato. Questo meccanismo
di prestito progressivo fa sì che il rischio iniziale sia minimo, consentendo
contemporaneamente ai microimprenditori di fare crescere la propria
attività e incrementare i propri guadagni.
3.3.2 BancoSol
Il microcredito cominciò ad essere utilizzato in Bolivia durante il
periodo di ripresa economica che seguì l’iperinflazione degli anni 1984 e
1985, anni in cui molte delle istituzioni finanziarie del paese attraversarono
una delle peggiori crisi di sempre. A partire dagli anni Cinquanta fino
all’inizio degli anni Ottanta, infatti, i vari governi che si succedettero nel
paese tentarono di ridurre la povertà tramite misure strutturali quali la
riforma della terra e la nazionalizzazione delle miniere nel 1952, nonché la
nazionalizzazione delle riserve di gas nel 1965. Inoltre, i prezzi, così come
anche i tassi di cambio, venivano stabiliti dal governo stesso piuttosto che
dall’incontro tra la domanda e l’offerta. Contrariamente a quanto si
sperava, comunque, tutte queste misure strutturali non ottennero lo
sperato effetto positivo sull’economia boliviana.105
All’inizio degli anni Ottanta la situazione economica peggiorò
ulteriormente a causa della caduta della domanda mondiale e della
fuoriuscita degli investimenti stranieri. Invece di introdurre un nuovo
programma economico che tenesse conto delle caratteristiche del mutato
contesto, il governo rispose a questi cambiamenti in maniera sbagliata. Il
risultato fu la perdita, nel 1981, del supporto della Banca Mondiale e del
Fondo Monetario Internazionale, dopo il fallimento di un programma
correttivo. Seguirono quindi sei anni di crescita negativa (1981 – 1987), un
deficit pubblico che nel 1984 supero di più del 21% il Pil nazionale,
un’iperinflazione che raggiunse un tasso annuale del 24.000% nell’Agosto
105
Fonte: www.bancosol.com.bo
101
del 1985. Gli investitori e i risparmiatori cominciarono a portar via dal
sistema finanziario i propri investimenti in bolivianos106 e cominciarono a
tenere denaro in dollari.
Nel 1985 venne eletto come nuovo presidente Victor Paz
Estenssoro, che lanciò con il proprio governo un programma economico
molto severo al fine di tentare di riattivare e portare ordine nell’economia.
In particolare, egli decise innanzitutto di lasciare la formazione dei prezzi e
dei tassi di cambio alle forze di mercato, liberalizzò il commercio estero e
privatizzò molte imprese pubbliche. Queste misure restrittive portarono a
una caduta del tasso di inflazione del 12% in un anno e a una crescita
positiva del PIL alla fine del 1987. Ciò che permise alla microfinanza di
svilupparsi in Bolivia fu l’effetto positivo dovuto alla liberalizzazione del
meccanismo di formazione dei prezzi e il controllo dell’iperinflazione. Non
è esagerato affermare che se questi cambiamenti non fossero avvenuti
probabilmente lo sviluppo della microfinanza non sarebbe stato possibile
in Bolivia.
In particolare, il programma economico che prese il via nel 1985 fece
aumentare la domanda di prodotti di microfinanza, attraverso la creazione
di un contesto in cui molti lavoratori boliviani dovevano diventare
autonomi, al fine di contrastare gli impedimenti alla crescita economica. La
crescita del settore informale107 fu inoltre guidata da due fattori importanti:
la crisi del settore minerario e la migrazione dalle campagne alle città.
Ed è proprio in questo contesto storico ed economico che nacque
BancoSol. Nel 1984, infatti, un gruppo di imprenditori boliviani si rivolse
agli esperti di Accion International a Cambridge (USA) per ottenere uno
studio sui bisogni più importanti del settore della microimprenditoria in
Bolivia e per vedere se vi era la possibilità di dar vita a un’istituzione no
106
Il “boliviano” (al plurale “bolivianos”) è la valuta officiale della Bolivia dal 1864. È diviso in 100
“centavos”. La sua emissione è controllata dal Banco Central de Bolivia,la banca centrale
boliviana.
107
Il settore informale è il settore di attività economica che emerge in paesi ad alta
regolamentazione statale e che è costituito da piccole imprese che operano negli interstizi della
più grande economia nazionale, spesso ai limiti della legalità e spesso gravitando nell’ambito
dell’economia sommersa (Picchi, 2004).
102
profit che supportasse la crescita di queste microimprese. Una delle
conclusioni a cui giunse questo studio fu che la microimprenditoria si
trovava di fronte ad alcune “strozzature”108 che impedivano la sua crescita:
la mancanza di accesso a risorse produttive e, cosa ancora più
importante, il credito ottenuto tramite sistemi finanziari privati. Il motivo
principale del ricorso a tale tipo di finanziamenti era la mancanza di
garanzie, che costringeva i poveri della Bolivia, così come delle altre parti
del mondo come si è visto, a ricorrere ai prestatori locali (moneylenders).
Ciò portò alla creazione di PRODEM (Fundaciòn para Promociòn y el
Desarrollo de la Microempresa), che fu fondata come organizzazione non
governativa (NGO) il 17 novembre 1986 a La Paz. In particolare,
PRODEM venne costituita come joint venture tra Accion International e
alcuni imprenditori boliviani, alla quale Accion contribuiva con la sua
competenza nel campo della microfinanza mentre gli imprenditori boliviani
ne mantenevano la leadership.
I fondi per questa NGO provennero inizialmente da USAID (United
States Agency for International Development), dal “Bolivian Emergency
Social Fund”, dal settore privato boliviano e dalla “Calmeadow
Foundation”. Nel 1987 PRODEM aprì il suo primo ufficio (una stanza in
affitto) due palazzi distante dal mercato “Rodriguez” a La Paz. La sede
dell’ufficio fu fondamentale per cominciare ad instaurare dei contatti con
una nuova e crescente popolazione di microimprenditori. Il programma
creditizio di PRODEM offriva un capitale di start-up per avviare una prima
produzione su piccola scala e per le attività commerciali nel settore della
microimprenditoria109 boliviana, tramite il ricorso al meccanismo del
prestito di gruppo. L’attività di PRODEM ebbe un grande successo nei
108
Fonte: www.bancosol.com.bo
Il profilo del microimprenditore è il seguente (fonte:www.bancosol.com.bo): 1) si tratta di una
persona che crea, organizza e vende il proprio lavoro in maniera indipendente e/o in
collaborazione con alcuni membri della propria famiglia; 2) ha generalmente una scarsa
educazione, e non ha esperienza o formazione sull’attività che intraprende; 3) è in grado di
mandare avanti il proprio business in maniera dinamica e profittevole basandosi sull’esperienza
che acquisisce via via in corso d’opera; 4) comincia la propria attività con un capitale minimo e il
suo guadagno aumenta man mano che l’attività va avanti; inoltre, la tecnologia che utilizza
(infrastrutture, macchinari e materiali) è economica e facilmente accessibile.
109
103
suoi primi cinque anni di vita: alla fine del 1991 aveva concesso prestiti a
più di 45 mila microimprese, per un ammontare totale di più di 28 milioni di
dollari USA e con un tasso di morosità prossimo allo zero.
Ma, nonostante questa rapida crescita, un successo così grande in
così breve tempo causò problemi che la NGO non si sarebbe mai
aspettata. Tra questi vi erano che:
Non aveva le capacità di espandersi così rapidamente quanto
la domanda di credito richiedeva;
Il fatto che non era supervisionata da nessuna istituzione la
escluse dalla possibilità di raccogliere somme significative di
fondi sui mercati finanziari commerciali;
Le era legalmente proibito di offrire altri servizi finanziari ai
propri clienti, all’infuori del credito;
L’utilizzo di fondi provenienti da donazioni voleva dire che non
era richiesto che operasse con efficienza, la quale avrebbe
potuto tradursi invece in un tasso di interesse più apprezzato
dai clienti.
Proprio per questi motivi nel febbraio del 1992 nacque BancoSol110,
la quale aveva un clientela iniziale già di 22 mila debitori e un portafoglio
di 36 milioni di bolivianos111. Fino a quel momento vi erano poche
istituzioni che focalizzavano la propria attenzione sullo sviluppo della
microimprenditoria in Bolivia, e proprio per questo entro pochi anni
BancoSol ottenne il monopolio virtuale nella concessione di prestiti a
110
La mission dichiarata di BancoSol è la seguente:”We are the bank that gives the opportunity
for a better future to the lowest income sectors, by giving them high quality and integral financial
services.”(Fonte: www.bancosol.com.bo).
111
I vantaggi derivanti dalla trasformazione in banca sono i seguenti
(Fonte:www.bancosol.com.bo): a) La struttura legale e finanziaria di una banca commerciale
rende possibile operare con profittabilità e stabilire obiettivi di lungo termine; b) Essendo
tutelata dalle norme che regolano il sistema finanziario è in grado di offrire sicurezza ai propri
clienti e incrementare la loro fiducia, specialmente a seguito di esperienze spiacevoli avute con la
finanza informale; c) Essendo legalmente autorizzata a offrire servizi di risparmio al pubblico,
fornisce tali servizi con una tutela legale e formale; d) Una banca che opera con le proprie filiali
può dar luogo a una distribuzione di prodotti ottimizzata, efficiente e ben controllata, avendo a
mente l’obiettivo di offrire un servizio di alta qualità ai propri clienti.
104
microimprenditori. Il successo della banca fu riconosciuto non solo in
Bolivia, ma anche in ambito internazionale. L’idea che i microimprenditori
fossero debitori ad alto rischio cominciò a mutare, grazie al basso livello di
morosità registrato dalla banca (circa il 3,5% di media) e l’evoluzione
positiva dei principali indicatori finanziari.
Ad oggi, quindi, i clienti di BancoSol sono fondamentalmente
imprenditori che possiedono un capitale proprio molto limitato, ma che
hanno capacità e dinamismo. Le donne costituiscono il 46 per cento dei
clienti di BancoSol e rappresentano il 40 per cento dell’intero portafoglio
prestiti. Gran parte dei clienti sono giovani, con un’età media compresa tra
35 e 40 anni, e con un basso livello di istruzione. I clienti di BancoSol
operano nel settore informale dell’economia, che contribuisce per più del
20 per cento alla formazione del PIL e che crea occupazione per più del
65 per cento della popolazione attiva.112In tre delle città principali del
paese la crescita del settore della microimprenditoria raggiunge il 5 per
cento annuo. I prodotti creditizi offerti attualmente dalla banca sono:
“Sol Individual”: prestiti per microimprenditori che sono
abbastanza affermati nel proprio business. Si tratta di prestiti
individuali indirizzati a specifiche persone, che hanno alle
spalle già ricevuto altri microprestiti. Il prestito può essere
finalizzato a capitale da lavoro, a investimenti e ad altre
necessità personali del consumatore. L’ammontare del credito
varia da 50 a 250.000 dollari USA, con la durata massima di
cinque anni. Per quanto concerne la garanzia, questo tipo di
prodotto richiede che vi sia un garante personale o che venga
costituito un bene in pegno.
“Solidario”: è il primo prodotto creato da BancoSol nel tempo;
si basa sul modello di un prestito di gruppo. Tale tipo di
prestito viene concesso a microimprenditori, uniti in gruppi di
tre o quattro persone, che condividono la responsabilità per il
112
Fonte: www.bancosol.com.bo
105
rimborso del prestito. I prestiti concessi non possono avere un
ammontare che supera i 2 mila dollari per cliente e i 6 mila
dollari per gruppo. Tra i membri del gruppo deve esistere
un’alta affinità, ma sono proibiti legami familiari (vedasi anche
Grameen Bank). L’obiettivo è di cominciare con piccoli prestiti
e gradualmente arrivare
a prestiti il cui ammontare è
determinato dalla storia creditizia del debitore, ovvero della
sua capacità dimostrata di rimborso.
“Sol
Vivienda”:
è
il
prestito
finalizzato
all’acquisto
dell’abitazione. Si tratta di un prestito ipotecario che prevede
che il valore della somma erogata non superi l’80 per cento
del valore commerciale della prima casa del beneficiario.
L’ammontare del prestito varia da 200 a 150.000 dollari USA,
con una durata massima di 15 anni. Viene richiesta
l’assicurazione sulla vita, per l’incendio e tutti i rischi correlati e
il pegno sulla proprietà.
“Sol Efectivo”: è un prestito al consumo. È indirizzato a
lavoratori salariati che sono impiegati presso compagnie con
una solida storia. Il prestito può essere finalizzato a capitale
da lavoro, investimenti e altre necessità personali del
consumatore. La cifra massima erogata può essere di 10 mila
dollari con una durata di 3 anni. Per quanto riguarda la
garanzia, questo tipo di prestito richiede un garante personale
o il pegno su un bene di proprietà.
“Sol Vehiculo”:
è
il prestito
finalizzato
all’acquisto
di
un’automobile personale o all’utilizzo di veicoli di trasporto
pubblico.
“Sol de Oro”: si tratta di prestiti garantiti da gioielli d’oro
richiesti per necessità di liquidità in casi di emergenza.
“Sol 1000”: è un prestito finalizzato a capitale da lavoro o ad
altre necessità del consumatore. Ha un ammontare che varia
106
da 50 a 1000 dollari e il termine massimo per avere accesso a
tale tipo di prestito è di 24 ore.
3.4 Il microcredito in Europa
Risulta infine interessante soffermare l’attenzione sulle peculiarità
che il meccanismo del microcredito assume in Europa, in quanto
esplicative poi anche delle forme caratteristiche che tale sistema ha in
Italia, e che costituiranno il fulcro della trattazione. Come già illustrato nel
precedente paragrafo 3.1, l’interesse della Commissione Europea in
questo campo è crescente. Ma il microcredito in Europa ha caratteri
parzialmente differenti rispetto al resto del mondo a causa della sua storia
e della caratteristiche socio-economiche del continente stesso.
Introdotto nell’Europa Centrale e Orientale a seguito della caduta del
muro di Berlino, il microcredito rappresenta oggi un settore dinamico, in
continua crescita. Con un settore bancario antiquato e incapace di
rispondere ai bisogni emergenti, il microcredito si è dimostrato infatti
capace di riempire gli spazi vuoti lasciati dalle banche stesse, offrendo
servizi di supporto temporaneo agli individui che necessitano di migliorare
la propria condizione di vita.113Nell’arco di circa cinque o sei anni dalla
caduta del muro, le istituzioni di microfinanza (MFI) nell’Europa Centrale e
Orientale e nei nuovi stati indipendenti hanno attirato a sé più di 1,7 milioni
di debitori e 2,3 milioni di depositanti, con una crescita media della
clientela del 30 per cento annuo. Oltre alle istituzioni di microfinanza e alle
organizzazioni non governative, in Europa Orientale anche le banche
commerciali sono sempre più interessate a entrare nel settore al fine di
offrire microprestiti ai poveri. Il settore della microfinanza , quindi, continua
a crescere e a diventare sempre più strutturato. In particolare, il numero
totale di prestiti concessi nel 2007 nei paesi dell’Europa Orientale
113
Fonte: www.european-microfinance.org
107
(Ungheria,
Bulgaria,
Repubblica
Slovacca,
Romania
e
Polonia)
ammontava a 15.793, per una somma equivalente di 94 milioni di euro114.
Nell’Europa Occidentale, invece, la diffusione del microcredito è stata
molto
più
contenuta,
nonostante
l’interesse
crescente
nelle
sue
potenzialità. Sebbene la microfinanza abbia radici profonde in tali aree
attraverso istituzioni come la “Raiffeisen Bank” in Germania, i prestiti di
solidarietà in Inghilterra e il modello cooperativo delle Casse di Risparmio
in Italia, tuttavia rimane un fenomeno piuttosto recente in Europa
Occidentale e, perciò, le istituzioni di microfinanza di tale area sono
relativamente più giovani e meno sviluppate rispetto alle loro omologhe
nel resto del mondo (Guichandut, 2006). Il settore del microcredito è
quindi in espansione in questa area: il numero totale di prestiti concessi
nel 2007 in Europa Occidentale ammontava a 26.957, per un equivalente
di 300 milioni di euro.115
La microfinanza è vista in Europa Occidentale principalmente come
uno strumento di crescita economica e di coesione sociale. Molte piccole
imprese e famiglie non hanno accesso ai servizi finanziari, nonostante
l’esistenza di una rete diffusa e strutturata di banche. L’esclusione
finanziaria caratterizza principalmente coloro che versano in condizioni di
povertà e indigenza, nonché di emarginazione sociale. Le piccole-medie
imprese costituiscono il fulcro del sistema economico dell’Europa
Occidentale: esse rappresentano infatti il 99 per cento dei due milioni di
imprese che vengono create ogni anno. Un terzo di queste imprese,
inoltre, viene creato da disoccupati. Di conseguenza, queste attività hanno
un impatto sia economico che sociale. La capacità del sistema bancario di
raggiungere e offrire servizi a queste piccole imprese è cruciale per
raggiungere l’obiettivo di una crescita economica e sociale generale.
114
Fonte: “Overview of the Microcredit Sector in the European Union 2006-2007”, EMN Working
Paper n°5, by Bárbara Jayo, Silvia Rico, Maricruz Lacalle (Fundación Nantik Lum), July 2008, Paris
115
Fonte: “Overview of the Microcredit Sector in the European Union 2006-2007”, EMN Working
Paper n°5, by Bárbara Jayo, Silvia Rico, Maricruz Lacalle (Fundación Nantik Lum), July 2008, Paris
108
In questo contesto, lo sviluppo di servizi di microfinanza, sia da parte
di banche che di altri intermediari, è necessario per riempire il vuoto
lasciato dal sistema bancario tradizionale.
Le istituzioni di microcredito in Europa focalizzano la propria offerta
di prodotti e servizi principalmente su attività economiche in fase di avvio e
sul consolidamento di microimprese già esistenti. Il target di clientela a cui
si rivolgono è rappresentato, in ordine di importanza, innanzitutto da
individui esclusi dal sistema finanziario tradizionale, a cui seguono donne,
disoccupati, minoranze etniche e immigrati. I giovani (nell’età compresa tra
18 e 25 anni) e i disabili rimangono i gruppi a cui è rivolta l’attenzione
minore. In particolare, nel 2007 il 44 per cento dei destinatari di
microprestiti era costituito da donne, il 2 per cento da individui
appartenenti a minoranze etniche, il 12 per cento immigrati, un altro 12 per
cento giovani e meno dell’1 per cento dei destinatari di microprestiti era
rappresentato da disabili. La percentuale di donne destinatarie di
microprestiti appare molto bassa se confrontata con quella relativa ai
paesi in via di sviluppo, dove esse rappresentano l’85,2% sul totale dei
clienti (Daley – Harris, 2007). L’importanza di altri gruppi considerati
rischiosi dal punto di vista creditizio, come gli immigrati e i giovani, è
significativa però in alcuni paesi. Ad esempio, in Spagna e in Francia gli
immigrati rappresentano una percentuale consistente sul totale dei
destinatari di microcredito, mentre in Ungheria e in Spagna sono i giovani
a costituire una fetta significativa del totale dei debitori di microprestiti.
Per quanto riguarda poi le forme tecniche di erogazione dei
microprestiti, è interessante osservare che la maggior parte dei programmi
di microcredito europei offrono prestiti individuali e, inoltre, richiedono che
vengano fornite garanzie da parte di fondi garantiti dagli Stati o
dall’Europa stessa o, ancora, garanzie personali. Mentre nel resto del
mondo, poi, le istituzioni di microcredito hanno diversificato nel corso degli
anni la propria offerta, in Europa Occidentale ciò è avvenuto solo in Gran
Bretagna. Inoltre, molte organizzazioni dell’Europa Occidentale offrono un
servizio di monitoraggio e supporto prima e dopo l’erogazione del prestito,
109
e ciò ha ovviamente un impatto sulla loro struttura dei costi. A differenza di
quanto accade in molti paesi in via di sviluppo, infine, le banche europee,
fornendo capitale per i prestiti, hanno stabilito relazioni di lungo periodo
molto strette con le istituzioni di microfinanza (Guichandut, 2006).
Infine, è importante sottolineare come la dimensione media dei
prestiti in Europa sia in continua crescita: nel 2007, infatti, i microprestiti
erano in media di 11.002 euro in Europa, mentre nel 2005 tale dato era
pari a 7.700 euro.116
3.4.1 Caso di studio : il movimento di credito cooperativo in Romania
L’attività di credito cooperativo apparve in Romania alla metà circa
del diciannovesimo secolo, come risultato della necessità di varie
categorie sociali di avere accesso a prestiti, dal momento che il settore
bancario si stava appena cominciando a sviluppare (Minoiu, 2008). Alla
fine del secolo Spiru Haret, ministro dell’educazione, offrì un supporto
speciale a questo movimento, promuovendolo attraverso l’aiuto degli
insegnanti. Come risultato di ciò, il numero di associazioni di risparmio e
prestito passò da 24 nel 1898 a 700 nel 1903.
Nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, la struttura legale in
Romania era in linea con quella dei movimenti più avanzati nel mondo.
Associazioni di risparmio, credito e assistenza offrivano importanti servizi
finanziari ai propri membri, come ad esempio prestiti a lungo termine
finalizzati all’investimento, sostegni finanziari per malattia, incidenti,
infermità, ecc…Dopo la seconda guerra mondiale, tali associazioni furono
subordinate alle organizzazioni sindacali e le loro attività furono in parte
trasferite all’interno della proprietà di queste. Il loro nome venne cambiato
in CAR (“Association of Reciprocal Aid”), termine in uso tutt’ora.
116
Fonte: “Overview of the Microcredit Sector in the European Union 2006-2007”, EMN Working
Paper n°5, by Bárbara Jayo, Silvia Rico, Maricruz Lacalle (Fundación Nantik Lum), July 2008, Paris
110
Sotto il regime comunista le CAR crebbero ulteriormente, e
divennero la fonte più importante di prestiti al consumo per i lavoratori
statali. La tabella sotto riportata mostra la loro evoluzione:
Tab. 3.8 Evoluzione delle CAR in Romania
Anno
N. CAR
N. membri
N. prestiti
1964
3.057
862.100
750.700
1970
3.534
1.002.530
741.000
1975
4.446
1.657.564
1.126.760
1980
5.354
2.726.676
1.918.270
1985
5.700
3.810.405
2.576.826
1989
5.900
4.800.000
3.423.389
Fonte: Overview of the Romanian Credit Union Movement, Stelian Minoiu, 2008
Dopo il 1990, le CAR decisero di diventare indipendenti dalle
organizzazioni sindacali e divennero quindi libere dal punto di vista
politico. Di conseguenza, si associarono in unioni territoriali e nella
“National Union of CAR” (UNCAR). A causa delle difficoltà di questo
periodo di transizione (caratterizzato dalla riconversione industriale, da
elevata disoccupazione, ecc…), il numero di CAR scese a 3 milioni nel
1996, 1.571.928 nel 2000, 1.323.591 nel 2004, 1.188.615 nel 2005,
1.115.633 nel 2006 e 1.043.209 nel 2007117.
La mancanza di una cultura imprenditoriale e di capacità per la
maggior parte dei lavoratori statali rese difficile il loro ri-orientamento verso
attività economiche indipendenti. Di conseguenza, fino ad ora le CAR
sono rimaste istituzioni finanziarie che si rivolgono principalmente a
lavoratori dipendenti. I prestiti concessi sono principalmente rivolti al
consumo, e non all’investimento. Attualmente, la UNCAR sta lottando per
117
Fonte: Overview of the Romanian Credit Union Movement, Stelian Minoiu, 2008
111
poter rendere possibile alle CAR l’offerta di servizi finanziari finalizzati ad
aumentare il numero di lavoratori autonomi e imprenditori sia nelle aree
urbane che rurali.
112
CAPITOLO 4: CARATTERISTICHE DEL MICROCREDITO IN
ITALIA
4.1 Lo scenario nazionale
Per quanto riguarda la situazione economica del nostro paese, si può
innanzitutto constatare come nel corso del 2007, e ancor più nel 2008 e
nel 2009 a causa della crisi economica mondiale, i segnali negativi
registrati negli anni precedenti non sono stati smentiti, anzi, sono stati
accentuati.
In particolare, nel secondo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo
(PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2000, corretto
per gli effetti di calendario e destagionalizzato118, è diminuito dello 0,5 per
cento rispetto al trimestre precedente e ben del 6,0 per cento nei confronti
del secondo trimestre del 2008.119 Tali dati possono essere riportati nella
seguente tabella:
Tab. 4.1 Conto economico delle risorse e degli impieghi. Dati destagionalizzati e
corretti per gli effetti di calendario. Valori concatenati (milioni di euro – anno di
riferimento 2000). II° trimestre 2009
AGGREGATI SEC95
VARIAZIONI %
VALORI CONCATENATI
II trim. '09 su I trim. '09
II trim.'09 su II trim. '08
Prodotto interno lordo
302.403
-0,5
-6,0
Importazioni di beni e servizi fob
74.665
-3,0
-18,1
Consumi finali nazionali
249.574
0,6
-0,9
spesa delle famiglie residenti
183.711
0,3
-1,8
spesa della PA e ISP
65.807
1,3
1,7
Investimenti fissi lordi
58.087
-2,9
-15,4
macch., attr. E prod. Vari
22.059
-5,9
-21,8
mezzi di trasporto
5.364
1,2
-28,7
costruzioni
30.382
-1,6
-8,1
-
-
-
69.967
-3,7
-23,9
Variazione delle scorte e oggetti di valore
Esportazioni di beni e servizi fob
Fonte: www.istat.it
118
Per “dati corretti per gli effetti di calendario” si intendono i dati depurati dagli effetti dei giorni
lavorativi, delle festività pasquali e dell’anno bisestile; per “dati destagionalizzati” si intendono i
dati depurati delle fluttuazioni stagionali dovute a fattori meteorologici, consuetudinari,
legislativi, ecc… (Fonte: www.istat.it).
119
Fonte: Conti economici trimestrali, II trimestre 2009 (www.istat.it).
113
In tema poi di famiglie e povertà, si può fare ricorso ai dati ISTAT del
120
2008
, e il quadro che emerge è chiaro: in Italia, nel 2008, le famiglie che
si trovavano in condizioni di povertà relativa erano stimate in 2 milioni e
737 mila e rappresentavano l’11,3% delle famiglie residenti; nel
complesso gli individui poveri erano 8 milioni e 78 mila, il 13,6% dell’intera
popolazione121. Negli ultimi quattro anni la percentuale di famiglie
relativamente povere è rimasta sostanzialmente stabile e immutati sono i
profili delle famiglie povere. In particolare, il fenomeno continua ad essere
maggiormente diffuso nel Mezzogiorno (23,8%), dove l’incidenza di
povertà relativa è quasi cinque volte superiore a quella osservata nel resto
del paese (4,9% nel Nord e 6,7% nel Centro), e tra le famiglie più
numerose.
Nel 2008, inoltre, il credito in Italia ha rallentato in tutti i settori di
attività economica. In particolare, nel corso dei dodici mesi terminanti a
febbraio 2009, i prestiti erogati dalle banche appartenenti ai primi cinque
gruppi hanno ristagnato. Questi ultimi, nello specifico, hanno contratto i
prestiti alle piccole imprese (-4,9 per cento), mentre il credito
complessivamente erogato dal sistema è cresciuto dello 0,8 per cento; la
quota di prestiti concessi dagli intermediari più grandi alle piccole imprese
si è ridotta negli ultimi dodici mesi di 3 punti percentuali, al 46 per cento.122
In particolare, si può osservare come la decelerazione del credito
abbia riflesso prevalentemente la debole domanda di prestiti da parte delle
imprese e delle famiglie; a ciò si aggiunge una maggiore cautela da parte
degli intermediari: le risposte delle banche italiane partecipanti all’indagine
sul credito bancario (Bank Lending Survey) relativa al quarto trimestre del
120
Fonte: La povertà in Italia nel 2008, Istat, 30 luglio 2009.
La stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone
relativamente povere sul totale delle famiglie e persone residenti) viene calcolata sulla base di
una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto
del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà per una
famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2008
è risultata pari a 999,67 euro (+1,4% rispetto alla linea del 2007). Le famiglie composte da due
persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono quindi
classificate come relativamente povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si
ottiene applicando una opportuna scala di equivalenza che tiene conto delle economie di scala
realizzabili all’aumentare del numero di componenti. (Fonte: www.istat.it).
122
Fonte: Bollettino economico della Banca d’Italia, n. 56, aprile 2009.
121
114
2008 indicano infatti un ulteriore moderato irrigidimento dei criteri utilizzati
per la concessione di finanziamenti, in particolare con riferimento ai prestiti
alle imprese. L’inasprimento ha interessato in misura maggiore i
finanziamenti a lungo termine e ha riguardato sia le imprese di grandi
dimensioni che quelle di dimensioni medio - piccole. L’irrigidimento delle
condizioni di concessione dei prestiti (che, pur riguardando tutte le
condizioni applicate ai nuovi finanziamenti, si è riflesso soprattutto in una
riduzione delle quantità erogate e in un aumento dei margini applicati) è
ascrivibile al deterioramento del quadro economico e al connesso
incremento del rischio.
In riferimento ai prestiti alle famiglie, poi, si può osservare come le
politiche di offerta vengano indicate dalle banche in moderata restrizione.
Le condizioni di erogazione di mutui e credito al consumo sono infatti
divenute meno accomodanti in relazione alle sfavorevoli prospettive del
quadro economico generale e del mercato immobiliare, nonché del
deterioramento del merito creditizio delle famiglie stesse. Hanno
continuato a influire le difficoltà dal lato della raccolta, seppur temperate
dagli interventi di politica monetaria; ed è aumentata la percezione del
rischio sul valore delle garanzie ricevute dalle famiglie. A tal proposito, le
banche hanno dichiarato di aver aumentato i margini applicati ai
finanziamenti e di avere intensificato la richiesta di garanzie (per i mutui si
è assistito anche a una riduzione del rapporto fra il valore del prestito e
quello delle garanzie).123In particolare, la domanda di mutui veniva
indicata in forte decelerazione già alla fine del 2007, mentre quella di
credito al consumo mostrava segnali di rallentamento.
Per quanto riguarda inoltre la qualità del credito, è da osservare
come anch’essa risenta ovviamente del peggioramento congiunturale. Nel
quarto trimestre del 2008 è infatti proseguito il peggioramento registrato in
precedenza: il flusso di nuove sofferenze rettificate124 in rapporto ai prestiti
123
Fonte: Bollettino economico della Banca d’Italia, n. 56, aprile 2009.
Per “sofferenze rettificate” si intende l’esposizione complessiva per cassa di un affidato verso
il sistema finanziario, quando questi viene segnalato alla Centrale dei Rischi:a) in sofferenza
dall’unico intermediario che ha erogato il credito; b) in sofferenza da un intermediario e tra gli
124
115
è salito all’1,5 per cento (1,2 per cento nel terzo trimestre del 2008), il
valore più alto dal 1999 se si esclude il picco del quarto trimestre del 2003
dovuto al fallimento del gruppo Parmalat. Gli ingressi in sofferenza sono
stati più intensi per le imprese non finanziarie (2,0 per cento, contro l’1,5
per cento del terzo trimestre), in particolare per quelle residenti nel Centro
Nord. Il tasso d’insolvenza delle famiglie consumatrici, pur registrando un
lieve aumento, si è mantenuto su valori storicamente bassi (1,0 per cento).
In questo scenario di crisi, il settore della microfinanza sembra
essere invece in piena fase di crescita ed espansione. In particolare, il
microcredito sta attraversando in Italia una fase decisiva, che entro fine
anno
potrebbe
portare
addirittura
al
raddoppio
delle
somme
complessivamente erogate, attualmente stimate in 170 milioni di euro.
Come osservato anche nell’articolo de “Il Sole 24 ore” del 24 agosto 2009
a cura di Elio Silva, “Quella che, fino a poco tempo fa, era una nicchia per
l’inclusione finanziaria di categorie o soggetti marginali, per lo più relegata
nell’ambito della cooperazione e degli aiuti ai paesi poveri, si sta infatti
trasformando in una potente leva anticrisi, in grado di offrire un contributo
importante alla ripresa”. A causa della crisi in atto, infatti, stanno
aumentando sempre di più i soggetti che, in condizioni di difficoltà,
vengono definiti “non bancabili”, in quanto non in possesso di sufficienti
garanzie patrimoniali. Il microcredito diventa quindi sempre più un
strumento fondamentale per l’inclusione sociale e il miglioramento delle
condizioni di vita dei cittadini. Proprio per questo, a fianco alla rete di
ONG, di associazioni e organizzazioni di volontariato, anche le banche
commerciali stanno aumentando la propria offerta di microcredito. L’ABI
ha infatti condotto una ricerca dalla quale emerge che nel 70 per cento
delle banche italiane sono operativi servizi di microfinanza. E, mentre
secondo l’Osservatorio Finanziario, tale percentuale sarebbe stata
costituita fino ad oggi in sostanza da servizi tradizionali (quali apertura di
sconfinamenti dall’unico altro intermediario esposto; c) in sofferenza da un intermediario e
l’importo della sofferenza è almeno il 70 per cento dell’esposizione complessiva verso il sistema
finanziario o vi siano sconfinamenti pari o superiori al 10 per cento; d) in sofferenza da almeno
due intermediari per importi pari o superiori al 10 per cento del credito utilizzato complessivo per
cassa. (Fonte: “Appendice alla relazione annuale sull’anno 2007 della Banca d’Italia”).
116
conti correnti, servizi di pagamento, emissione di carte prepagate, ecc..) e
comunque non riconducibili alla logica del microcredito, entro fine anno si
prospetta appunto che i servizi di prestito a clienti “non bancabili”
aumenteranno in maniera sensibile. In particolare, un annuncio degli ultimi
mesi è un elemento chiave e si può supporre che costituirà un’ulteriore
spinta allo sviluppo del microcredito: Grameen Bank aprirà presto una
propria struttura anche in Italia, grazie a una partnership tra Grameen
Trust, Unicredit e Fondazione Unidea. Si sta infatti ultimando in questo
periodo uno studio di fattibilità, in collaborazione con l’Università di
Bologna, per l’apertura della nuova struttura125.
4.2 Caratteristiche del credito in Italia
Per quanto riguarda le caratteristiche del credito in Italia, si può
rilevare da dati forniti da Banca d’Italia relativamente al giugno 2008 come
lo stock degli impieghi delle banche a tale data era pari a 1.543 miliardi di
euro. Di questi, il 55 per cento era rappresentato da credito rivolto alle
imprese non finanziarie (operanti cioè nei settori dell’industria, dell’edilizia
e dei servizi) e circa il 30 per cento da prestiti alle famiglie126. I soggetti
(sia persone fisiche che giuridiche) complessivamente affidati dal sistema
bancario risultavano essere 3,5 milioni.
Con riferimento poi alla tipologia di prestiti alle famiglie, il 52 per
cento di questi era costituito da mutui ipotecari finalizzati all’acquisto di
un’abitazione, il 20 per cento da credito al consumo127 e il restante 28 per
125
Fonte: www.osservatoriofinanziario.it
Le famiglie possono a loro volta essere classificate in famiglie produttrici (destinatarie in
questo caso del 5% dei prestiti totali) e consumatrici. Secondo l’Istat, nel settore delle famiglie
produttrici sono comprese le società semplici e le imprese individuali che occupano fino a 5
dipendenti operanti nel settore non finanziario, nonché le unità produttrici di servizi ausiliari
dell’intermediazione finanziaria senza addetti dipendenti. (Fonte: www.istat.it)
127
La normativa italiana sul credito al consumo è contenuta nel Titolo VI (Capo II) del Testo Unico
Bancario e nel Capo II del Titolo II del d.lgs. n. 206/2005 (introdotta nell’ordinamento italiano con
la legge 142/1992, che ha recepito la direttiva CEE n. 90/88 e n. 87/102).
126
117
cento dai c.d. “altri crediti” (categoria che comprende tutti i prestiti
chirografari di ammontare compreso tra 31 mila euro e 155 mila euro).
In particolare, il credito al consumo viene definito dall’art. 121 del
Testo Unico Bancario come “(…)la concessione, nell’esercizio di un’attività
commerciale o professionale, di credito sotto forma di dilazione di
pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria a
favore di una persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività
imprenditoriale o professionale eventualmente svolta (consumatore)”. Tale
forma di credito può essere ripartita tra le forme tecniche del prestito
finalizzato (che a giugno 2008 ammontava al 53 per cento del totale delle
consistenze del credito al consumo complessivo128), del prestito non
finalizzato (31 per cento), delle carte revolving129 (10 per cento) e della
cessione del quinto dello stipendio (6 per cento). È utile rielaborare alcuni
di questi dati nella seguente tabella:
Tab. 4.2 Struttura dei debiti familiari (valori percentuali)
Modalità
130
Debito per
immobili
abitativi
di cui:
Debito per
Debito per beni
attività
di consumo
lavorative
Debito nei confronti
di parenti e amici
Debito
familiare
Età:
fino a 30 anni
64,4
12,4
10,0
6,6
100,0
da 31 a 40 anni
71,9
8,4
15,4
2,1
100,0
da 41 a 50 anni
62,3
11,1
24,8
0,9
100,0
da 51 a 65 anni
39,9
10,1
48,0
1,0
100,0
oltre 65 anni
Condizione
professionale
Lavoratori
dipendenti
Lavoratori
indipendenti
Condizione non
professionale
Titolo di studio
68,2
13,8
7,8
5,1
100,0
79,4
11,3
5,8
1,8
100,0
37,5
7,5
53,8
0,5
100,0
51,5
16,8
15,5
8,1
100,0
128
Il 42 per cento del quale era prestito finalizzato all’acquisto di automobili (Fonte:
www.bancaditalia.it)
129
Le carte revolving sono carte utilizzate come strumento creditizio, che prevedono un rimborso
prevalentemente rateale. In media si tratta di piccole operazioni, di valore modesto, pari circa a
111 euro (Messina, 2009).
130
Le caratteristiche individuali sono riferite al capofamiglia, inteso come il maggior percettore di
reddito all’interno delle famiglie.
118
Senza titolo
Licenza
elementare
Media inferiore
58,7
3,3
16,2
10,9
100,0
26,6
9,3
61,0
1,5
100,0
56,6
16,1
20,3
3,5
100,0
Media superiore
63,6
8,7
25,6
1,0
100,0
Laurea
75,8
5,6
17,3
0,7
100,0
Area geografica
Nord
53,2
9,6
34,9
1,2
100,0
Centro
79,2
8,5
11,6
0,4
100,0
Sud e Isole
55,9
15,2
16,2
6,3
100,0
Totale
60,0
10,3
26,1
1,8
100,0
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria
Editrice, 2009
Per quanto riguarda poi l’indebitamento delle famiglie italiane, i dati a
cui si fa riferimento sono quelli aggiornati alla fine del 2006131. Secondo
questi dati il 26 per cento delle famiglie italiane risulta essere indebitato. In
particolare, l’11,6 per cento delle famiglie ha debiti per l’acquisto o la
ristrutturazione della casa, il 12,8 per cento per l’acquisto di beni di
consumo e il 3,8 per cento ha debiti connessi con la propria attività di
lavoro indipendente. Tali valori sono poi ulteriormente scomponibili come
segue:
Tab. 4.3 Famiglie indebitate (valori percentuali)
Famiglie
indebitate
Famiglie
indebitate
per
acquisto
immobili
Famiglie
indebitate
per
acquisto
beni di
consumo
Famiglie
indebitate per
attività di
lavoro indipen.
Valore
medio
del
debito
Rapporto
debito su
reddito
maschi
28,9
12,6
14,5
4,5
12.576
36,2
femmine
19,6
9,3
9,2
2,1
5.800
23,1
fino a 30 anni
36,3
12,6
22,1
4,3
11.850
42,4
da 31 a 40 anni
36,2
17,8
17,8
5,5
16.684
51,3
da 41 a 50 anni
39,1
17,7
19,1
6,2
17.017
45,6
da 51 a 65 anni
26,4
11,5
13,3
4,2
10.737
28,7
oltre 65 anni
7,7
3,0
2,7
0,4
1.250
5,3
Modalità
Sesso
Età
Titolo di studio
131
Fonte: Banca d’Italia (gennaio 2008), La ricchezza delle famiglie italiane nel 2006.
119
senza titolo
9,1
3,0
1,5
0,1
2.112
15,2
licenza elementare
14,1
4,6
6,4
1,8
4.697
22,5
media inferiore
28,4
10,8
15,6
4,3
8.417
29
media superiore
33,9
17,8
16,4
5,2
17.181
44
laurea
31,5
17,7
13,3
4,5
16.999
30,5
33,6
16,5
18,4
1,1
11.041
32,6
44,4
17,0
15,8
24,6
35.747
73,4
Condizione
professionale
lavoratore
dipendente
lavoratore
indipendente
condizione non
professionale
Numero di
componenti
1 componente
11,7
4,3
5,4
0,5
2.151
8,9
16,3
7,7
7,0
1,7
5.372
27,0
2 componenti
18,6
8,0
9,0
2,2
6.596
21,6
3 componenti
32,1
13,0
16,9
5,4
10.678
29,0
4 componenti
39,2
18,6
19,5
6,1
19.930
49,5
5 e più componenti
38,2
17,6
19,2
6,5
19.363
46,2
Numero di
precettori
1 precettore
21,7
8,6
10,3
2,5
7.676
34,4
2 precettori
29,3
14,4
14,4
4,3
11.719
31,1
3 precettori
33,1
13,8
18,3
7,3
12.523
26
4 e più precettori
Ampiezza
comunale
fino a 20.000
abitanti
da 20.000 a 40.000
abitanti
da 40.000 a 500.000
abitanti
oltre 500.000
abitanti
Area geografica
34,4
17,5
16,9
7,0
42.607
66,5
27,0
11,9
12,8
4,7
9.726
31,5
24,5
9,9
11,8
3,7
8.777
28,7
23,8
10,0
13,2
2,6
9.596
30,5
28,9
15,6
13,2
2,8
17.108
45,7
Nord
27,9
12,5
14,2
4,5
12.638
35,8
Centro
27,6
14,7
13,4
2,7
13.518
37,7
Sud e Isole
22,3
8,3
10,3
3,3
5.291
22,2
Totale
26,1
11,6
12,8
3,8
10.486
33,0
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria
Editrice, 2009
Risulta quindi a questo punto opportuno analizzare quali sono gli
strumenti tramite cui poter raggiungere la quota sempre crescente di
120
individui non bancarizzati, e quindi, in particolare, introdurre il tema
dell’inclusione creditizia.
4.3 L’esclusione finanziaria
Secondo le Nazioni Unite, come già riportato, il microcredito è un
piccolo prestito rivolto a soggetti tradizionalmente esclusi dal circuito
bancario. Si tratta, dunque, di una sorta di “entry point”, ovvero di un modo
per sbloccare una situazione di esclusione finanziaria, avviandone una (si
spera stabile e duratura) di inclusione (Messina, 2009).
L’espressione “esclusione finanziaria” fu utilizzata per la prima volta
nel 1993 da un gruppo di geografi che stavano studiando il problema
dell’accesso limitato, dal punto di vista fisico, ai servizi bancari come
risultato della chiusura di alcune filiali (Leyshon e Thrift, 1993). Nel corso
degli anni Novanta si stava anche sviluppando tutto un filone di ricerca
correlato alle difficoltà incontrate da alcuni settori della società nell’avere
accesso ai moderni strumenti di pagamento e ad altri servizi bancari, al
credito al consumo e ad assicurazioni. Fu per la prima volta nel 1999 che
l’espressione “esclusione finanziaria” venne usata in un senso più ampio
per far riferimento alla condizione di persone che avevano un accesso
limitato ai servizi finanziari principali (Kempson e Whyley, 1999).
Da quel momento, un numero sempre più ampio di soggetti
(comprendente sia accademici che uomini politici) ha aggiunto la propria
definizione di “esclusione finanziaria”. Nel corso di questa trattazione si
utilizzerà l’espressione “esclusione finanziaria” per far riferimento al
processo in base a cui alcuni individui incontrano difficoltà ad avere
accesso e/o ad utilizzare servizi e prodotti finanziari del mercato ufficiale
che siano adatti alle proprie necessità e siano in grado di consentire loro
121
di condurre una normale vita sociale all’interno della società a cui
appartengono.132
Accanto al fatto che l’utilizzo di servizi finanziari è sempre più parte
integrante della vita di tutti i giorni, la strada di accesso e utilizzo a tali
servizi può essere sempre più impegnativa sotto vari aspetti (geografici,
tecnici, culturali, educativi) nonché dal punto di vista delle garanzie e dei
criteri di analisi del rischio. Ciò porta all’esistenza di un gran numero di
difficoltà nell’accesso e nell’utilizzo, che è profondamente correlata alla
struttura di mercato di ogni paese.
Un prodotto finanziario, quindi, può essere considerato “appropriato”
quando la sua offerta, la sua struttura e i suoi costi non implicano difficoltà
nell’utilizzo e nell’accesso da parte dei consumatori. Tali difficoltà sono
causate contemporaneamente sia dalle caratteristiche del prodotto e dal
modo in cui viene venduto (lato dell’offerta), sia dalla situazione e dalla
capacità finanziaria del cliente (lato della domanda). La causa principale
dell’esclusione finanziaria può quindi essere individuata nell’incapacità dei
fornitori ufficiali di servizi finanziari ad offrire una gamma di prodotti e
servizi che vada incontro ai bisogni di tutte le parti componenti la società.
Altra osservazione importante, poi, è che l’esclusione finanziaria è
connessa in maniera profonda con quella sociale: se, infatti, la seconda
automaticamente implica la prima, è anche vero che l’esclusione
finanziaria dà il via a un processo che incrementa il rischio di andare
incontro all’esclusione sociale.
Ci si può quindi domandare quali servizi debbano essere considerati
essenziali e, di conseguenza, quali sono quelli a cui qualunque individuo
di qualsiasi società
dovrebbe avere accesso. Per fare ciò si può far
riferimento alle quattro aree fondamentali individuate della Banca
Mondiale (1998):
Operazioni bancarie;
132
Fonte: Financial Services Provision and Prevention of Financial Exclusion, Commissione
Europea (marzo 2008).
122
Risparmio;
Credito;
Assicurazione.
In questo contesto è importante soffermaci sull’inclusione creditizia.
Questa viene generalmente descritta come determinante per l’aumento
della mobilità delle persone, l’accesso all’istruzione e alla formazione, il
miglioramento delle abitazioni e dunque degli standard di vita e delle
aspettative di reddito (Messina, 2009).
In particolare, la mancanza di accesso o di possibilità di utilizzo del
credito può incidere sul livello di inclusione sociale degli individui in vari
modi:
Certi tipi di credito (come ad esempio le carte revolving) sono molto
utilizzati in Europa e l’esclusione da questi circuiti può implicare (o
essere percepita come) una forma di “stigmatizzazione” sociale;
L’impossibilità di accedere a determinati beni (come ad esempio
l’automobile o il personal computer) preclude il raggiungimento di
minimi standard di vita che possono ridurre il livello di benessere e
di auto-stima;
In alcuni casi la difficoltà di accesso al credito innesca un circolo
vizioso
di
incapacità
di
rimborso
dei
debiti
pre-esistenti,
conducendo al sovraindebitamento o a forme patologiche di
finanziamento illegale (usura).
Quindi, tra tutti gli aspetti dell’esclusione finanziaria, il credito
rappresenta quello più critico, non solo per le potenzialità che esso può
sprigionare (e che quindi vengono meno), ma anche per la necessità di
bilanciare correttamente l’esigenza di aumentare le opportunità per gli
esclusi con quella di tenere sotto controllo i rischi assunti dalle banche.
A titolo esemplificativo può essere analizzato quanto accaduto negli
Stati Uniti con i mutui sub-prime: l’obiettivo sociale di dare a un maggior
123
numero di persone la possibilità di acquistare la propria casa è stato in
questo contesto affrontato senza tenere conto delle diverse variabili in
gioco e traducendo tutto in un’assunzione di rischi troppo alti da parte del
settore finanziario. L’aspetto da sottolineare non è tanto il modo in cui
questi rischi sono stati poi ripartiti nei mercati finanziari mondiali (vedasi
cartolarizzazioni), bensì l’assenza (o, comunque, la sottostima) di
valutazione del costo sociale (ma anche economico) di una inclusione
“leggera”, che ha poi inevitabilmente prodotto una nuova esclusione,
questa volta più pesante della prima e più difficile da recuperare: molti
soggetti, infatti, sono passati o stanno per passare da una esclusione dal
circuito del credito dovuta all’assenza di storia creditizia, a una nuova
esclusione, questa volta più grave, perché dovuta a una storia “negativa”,
ovvero quella di chi, ottenuto un prestito, risulta poi come insolvente. Per
tutti costoro sarà difficile rientrare in breve tempo nel circuito del credito
ufficiale. Ciò spiega quanto sia importante che accesso al credito e qualità
dello stesso vadano di pari passo (Messina, 2009).
Nell’indagine promossa dalla Commissione Europea e pubblicata nel
marzo 2008, dal titolo “Financial Services Provision and Prevention of
Financial Exclusion”, vengono individuati cinque diversi livelli di inclusione
creditizia:
1) Il primo si riferisce alla vera e propria esclusione dal credito,
ovvero alla mancanza di ogni opportunità di accesso ai servizi e
ai prodotti creditizi;
2) Il secondo fa riferimento all’accesso a un credito di bassa qualità
attraverso finanziatori “marginali”: si è quindi in presenza di alti
tassi di interesse, condizioni molto peggiori della media di
mercato;
3) Il terzo livello riguarda l’accesso a un credito di bassa qualità
attraverso finanziatori “convenzionali”: le condizioni praticate sono
leggermente migliori rispetto alla situazione precedente perché
contratte con soggetti più “controllati”, ma comunque non
124
adeguate (ad esempio, prestiti a breve termine per coprire piccoli
investimenti);
4) Il quarto livello concerne l’accesso a un credito di buona qualità
attraverso finanziatori “marginali”: ciò può avvenire soprattutto per
i piccoli prestiti o nel caso del credito al consumo, anche se le
condizioni saranno sempre leggermente peggiori della media di
mercato;
5) Il quinto livello, infine, si riferisce all’accesso a un credito di buona
qualità attraverso finanziatori “convenzionali”: questo è il caso
ottimale.
Tale classificazione può essere illustrata schematicamente nel seguente
grafico:
Grafico 4.1 Stadi evolutivi dell’inclusione creditizia
Qualità del
credito
Inclusione
piena
Stadio 4
piena
Stadio 3
Stadio 2
Esclusione
Accesso al credito
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria
Editrice, 2009
Sebbene le modalità e le motivazioni che conducono a una
situazione di non inclusione differiscano di paese in paese, è possibile
identificare profili di clientela non bancarizzata (ovvero che non possiede
alcun prodotto o servizio finanziario) o sottobancarizzata (che possiede
soltanto il conto corrente e ne fa un uso limitato) sostanzialmente simili
nelle varie nazionalità (Greco, 2009).
125
Considerando i soli privati, i segmenti di clientela più emarginati
appartengono
perlopiù
alle
seguenti
categorie
sociali:
famiglie
monoparentali, disoccupati, disabili e inabili al lavoro. A seguire, con un
livello di esclusione meno elevato, vi sono gli studenti, i pensionati e i
lavoratori part – time o temporanei. Con riferimento al contesto europeo, e
comunque, occidentale, si ritiene che essere donna, di per sé, non
determini una condizione di sottobancarizzazione, condizione che invece
viene a manifestarsi quando si associa a una delle altre caratteristiche
individuate133. Considerazioni a parte meritano invece gli immigrati e le
microimprese. I primi sono soggetti a condizioni di elevata esclusione
sociale, e quindi finanziaria, nelle prime fasi di permanenza nel paese di
destinazione, che può tuttavia ridursi nel tempo compatibilmente con il
livello di integrazione raggiunto134. Le imprese piccole rientrano, poi, nelle
categorie
da
“includere”
finanziariamente,
soprattutto,
ma
non
esclusivamente, per ciò che riguarda la loro effettiva possibilità di
accedere ai prodotti di credito bancario e di avere quindi le capacità
finanziarie per sviluppare il proprio business (Greco, 2009).
Allo scopo poi di completare il quadro di riferimento, occorre tenere
presente che esiste anche un secondo livello di soggetti che si distinguono
da quelli sopra elencati in quanto, pur avendo avuto accesso al sistema
bancario, ne sono stati in seguito esclusi o rischiano di esserlo (Messina,
2009). Tale secondo livello è costituito dai c.d. “protestati”, ovvero da
coloro ai quali viene inibito l’accesso a prodotti e servizi bancari a causa di
comportamenti da loro stessi posti in essere e qualificabili come
inadempienti agli impegni contrattuali, e i sovraindebitati, prevalentemente
famiglie, ma anche singoli individui, che si trovano in condizioni di difficoltà
finanziaria tali da determinare una crisi per certi versi paragonabile alla
crisi d’impresa, in quanto coinvolge tutti i creditori e comporta il rischio per
la sopravvivenza della famiglia/singolo come soggetto economico attivo.
133
Fonte: Financial Service Authority, In or out? Financial Exclusion: A Literature and research
Review, 2000
134
La tematica dell’inclusione finanziaria degli immigrati, in particolare, verrà approfondita nel
successivo capitolo 5.
126
Con riferimento specifico all’inclusione creditizia in Italia, si può
innanzitutto osservare come il paese abbia una lunga storia di pratiche
inclusive nel credito, risalente a diverse matrici culturali, quali quella
religiosa, quella laica, mutualistica, cooperativa, privata e pubblica
(Andruccioli, Messina, 2007). Può essere quindi interessante analizzare i
principali dati relativi alle regioni italiane per valutare e confrontarne, in
prima approssimazione, il livello di inclusione creditizia attuale. In
particolare, utilizzando dati forniti dalla Banca d’Italia, è possibile
confrontare:
Il livello di presenza delle banche (misurato dal numero di
abitanti per sportelli bancari presenti in regione);
Il livello di indebitamento bancario;
L’incidenza percentuale dei mutui ipotecari contratti nella
regione;
L’incidenza percentuale del credito al consumo erogato nella
regione.
Tab. 4.4 Principali caratteristiche del credito nelle regioni italiane (dati 2007)
Regione
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Abitanti per
sportello
bancario
1.663
1.274
1.528
1.057
1.385
1.310
1.677
1.238
1.531
1.581
1.319
2.126
1.949
2.270
3.635
2.915
2.365
3.770
2.868
Tasso % di
Mutui ipotecari
indebitamento in % sul totale
bancario
nazionale
38,00
31,40
45,70
54,00
45,20
39,60
34,30
44,10
43,80
42,10
46,20
45,00
37,30
29,00
32,80
37,40
30,10
29,10
39,40
8,00
0,20
23,90
1,20
8,90
2,00
3,20
10,20
7,30
1,10
2,30
13,00
1,50
0,20
5,40
3,90
0,30
1,00
4,60
Credito al
consumo in %
sul totale
nazionale
7,80
0,30
16,00
0,80
6,80
1,80
2,40
6,40
7,00
1,50
2,00
11,10
2,20
0,60
9,90
6,10
0,80
3,30
10,10
Tasso % di
sofferenza
3,54
3,41
1,73
1,97
2,90
3,04
3,87
2,64
2,79
5,21
4,70
3,59
5,81
10,34
6,16
7,95
11,42
9,10
8,59
127
Sardegna
Italia
2.426
1.828
39,60
41,60
1,80
100,00
3,10
100,00
8,20
3,00
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria
Editrice, 2009
A partire dai dati presenti in tale tabella è quindi possibile costruire
alcuni indicatori di sintesi per tre variabili chiave (accesso, utilizzo e
rischiosità), e da essi giungere poi a un indicatore semplice del livello di
inclusione finanziaria delle regioni. Innanzitutto, come approssimazione
del livello di accessibilità può essere preso il numero di sportelli bancari
presenti per abitante (quindi il reciproco del numero di abitanti per
sportello, dato presente in tabella 4.4), con l’assunzione che maggiore è la
copertura del territorio da parte delle banche, più alta è la capacità di
interazione delle stesse con i cittadini.
Per quanto riguarda poi il livello di utilizzo, si può prendere come
dato di riferimento il tasso di indebitamento bancario, ovvero la misura di
quanto le famiglie fanno ricorso al sistema creditizio.
Infine, il tasso di solvibilità (ovvero il complemento a 1 del tasso di
sofferenza) può essere utilizzato per approssimare il valore dell’affidabilità
attesa dal circuito finanziario nelle diverse regioni.
I tre indici sono stati calcolati come “indici dimensionali”, al fine di
poter essere confrontati tra loro, ovvero i valori delle tre variabili sono stati
normalizzati rispetto a un obiettivo prefissato, secondo la seguente
formula:
Valore effettivo – Valore minimo
Valore massimo (obiettivo o target) – Valore minimo
Il valore obiettivo è stato definito per ognuna delle tre variabili come il
valore massimo presente nella serie. In questo modo, ciascuno degli indici
rappresenta un indicatore sintetico “relativo”, cioè significativo solo se
128
rapportato fra gli elementi della serie, variando da 0 (valore assunto dalla
regione che per quell’indice ha la peggiore performance) a 1 (regione con
migliore performance).
L’indice di inclusione creditizia può quindi essere calcolato come
media semplice dei tre indici. I risultati di tale lavoro sono riportati nella
seguente tabella:
Tab. 4.5 Ipotesi di calcolo del livello di inclusione creditizia nelle regioni italiane
Regione
Trentino Alto Adige
Emilia Romagna
Lombardia
Veneto
Marche
Toscana
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Umbria
Piemonte
Valle d'Aosta
Liguria
Abruzzo
Sardegna
Sicilia
Puglia
Campania
Molise
Basilicata
Calabria
Italia
Indice di
accessibilità del
credito bancario
1,00
0,80
0,57
0,67
0,72
0,57
0,73
0,30
0,54
0,49
0,76
0,49
0,36
0,22
0,12
0,11
0,01
0,26
0,23
0,00
0,41
Indice di utilizzo del
credito bancario
1,00
0,60
0,67
0,65
0,69
0,59
0,42
0,64
0,52
0,36
0,10
0,21
0,33
0,42
0,42
0,34
0,15
0,00
0,04
0,00
0,50
Indice di
solvibilità
Indice sintetico di
inclusione creditizia
0,98
0,91
1,00
0,88
0,69
0,89
0,87
0,81
0,64
0,81
0,83
0,78
0,58
0,33
0,29
0,36
0,54
0,11
0,00
0,24
0,87
0,99
0,77
0,75
0,73
0,70
0,68
0,67
0,58
0,57
0,56
0,56
0,49
0,43
0,32
0,28
0,27
0,24
0,12
0,09
0,08
0,60
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria
Editrice, 2009
Da tali dati si può notare come vengano confermate in sostanza tutte
le tendenze strutturali del territorio italiano, che emergono dalle diverse
letture di tipo sociologico, economico, culturale e ambientale del paese. In
particolare, la maggior parte delle regioni del nord (come ad esempio
Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto) e alcune
regioni del centro (vedasi Marche, Toscana) presentano le performance
migliori, mentre le regioni del sud (come la Calabria, la Basilicata, il
Molise, ecc..) registrano le performance peggiori. Si può quindi affermare
129
che anche in questo caso le differenze di “opportunità” tra le persone
residenti nelle diverse regioni italiane appaiono fortemente condizionate
da fattori storici e culturali, non per questo immutabili, ma difficili da isolare
rispetto a qualunque variabile analizzata (Nuzzo, 2006).
4.4 Analisi dei dati sul microcredito in Italia
Come già accennato in precedenza, in Italia il fenomeno del
microcredito ha carattere recente, anche se in realtà esperienze di
carattere mutualistico si erano già sviluppate nei secoli precedenti ad
esempio ad opera delle Casse di Risparmio. Dopo gli scarsi risultati delle
prime iniziative, negli ultimi anni si sta assistendo a un vero e proprio
boom delle iniziative di microcredito, dovuto da un lato alle crescenti
difficoltà economiche che fanno sì che aumentino costantemente i soggetti
che non hanno accesso al sistema bancario tradizionale, e dall’altro alla
sempre maggiore attrattività del settore stesso.
Per analizzare i programmi di microcredito attuati in Italia è
necessario individuare da un lato chi sono i soggetti “deboli”, cioè coloro
che versano in uno stato di privazione e di mancato benessere (o
comunque non in grado di fornire garanzie), e, dall’altro, quali sono gli
attori che attraverso metodologie e approcci talora anche molto diversi tra
di loro hanno un ruolo specifico nell’offrire credito a questi soggetti135.
Un recente studio136 ha mostrato come l’Italia presenti il più basso
livello di “bancarizzazione” tra i paesi UE: risulta infatti che soltanto il
70,4% della popolazione adulta è titolare di un conto corrente bancario o
di un conto corrente postale. Questo dato evidenzia perciò un vasto
mercato non ancora servito. Dal lato dell’offerta di credito, quindi, il
135
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2005), 1° Rapporto sul microcredito in Italia.
Eurobarometer 52 (2003) Europeans and Financial Services – European Commission
Eurobarometer Unit, Brussel
136
130
sistema bancario tradizionale sta muovendo grossi passi in avanti,
individuando una fascia di clientela, non ancora del tutto integrata nella
società e nel sistema finanziario ordinario, verso la quale è possibile
operare
per
favorire
l’inclusione
finanziaria
attraverso
servizi
di
microfinanza specifici. Questi soggetti137, individuati nei lavoratori atipici,
nel terzo settore, nelle famiglie a basso reddito, nelle microimprese che
operano in aree svantaggiate del paese nonché, in misura sempre
maggiore, gli immigrati, sono l’espressione di un potenziale bacino di
utenti che le banche stanno sempre di più cercando di intercettare
offrendo una serie di servizi finanziari ad hoc. Di fronte a questa nuova
domanda, quindi, gli istituti di credito stanno fornendo sempre più risposte
concrete, se è vero che l’80% delle banche intervistate nell’ambito in
un’apposita ricerca, condotta dall’ABI in collaborazione con la Fondazione
Giordano dell’Amore, dichiara di “fare microfinanza” nei confronti dei
lavoratori atipici, delle famiglie a basso reddito e degli immigrati,
provvedendo all’erogazione di “servizi finanziari di credito, risparmio e
pagamento (principalmente trasferimento di fondi e rimesse)”.138Per molte
banche, occorre specificare, “fare microfinanza” è anche segno di un
orientamento etico della propria attività finanziaria, che ha indotto alcune
di loro ad assumere comportamenti orientati a una maggiore trasparenza,
all’astenersi dall’investimento in settori considerati moralmente non idonei
oppure ad adottare specifiche politiche di impiego del denaro verso attori
socialmente meritevoli.
Ma nello scenario italiano, oltre alle banche (che comunque sono
entrate relativamente più tardi nel settore della microfinanza e del
microcredito in particolare) e a una serie di soggetti pubblici (quali regioni,
provincie, comuni, agenzie a capitale pubblico) operano numerosi attori di
natura privata, pienamente impegnati nei confronti dei soggetti ai margini
dei circuiti finanziari tradizionali, le cui caratteristiche verranno illustrate nel
corso della trattazione.
137
138
Fonte: Zadra G. (2004), Investing in Microfinance – The Role of Banks, ABI.
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2005), 1° Rapporto sul microcredito in Italia.
131
Prima di analizzare infatti alcune esperienze di microcredito italiane
risulta opportuno innanzitutto delineare uno schema generale di
funzionamento dei programmi di microcredito e, soprattutto, dare un
quadro quali - quantitativo del fenomeno, in particolare,
da un lato
mettendo in evidenza la numerosità delle iniziative avviate nel corso degli
ultimi quattro anni ed i risultati conseguiti in termini di numero dei prestiti
concessi e del loro valore complessivo, e dall’altro illustrando le
caratteristiche dei programmi esaminati.
Per quanto riguarda un possibile modello di schematizzazione dei
programmi di microcredito italiani, questo può essere articolato in quattro
variabili principali:
1) Il soggetto percipiente, ovvero colui che riceve il prestito. I
programmi, in particolare, possono essere destinati a varie tipologie
di soggetti: persone singole, gruppi di due o più persone (come ad
esempio un gruppo informale, una famiglia o una coppia), persone
giuridiche (solitamente cooperative o società di persone);
2) L’ente finanziatore, ossia il soggetto che impegna propri capitali per
concedere i prestiti. In particolare, possono essere soggetti
pubblici, istituti di credito ordinari e mutue di autogestione (MAG);
3) Il soggetto promotore, cioè il soggetto che promuove l’iniziative, ma
che non necessariamente coincide con il soggetto che la finanzia o
la attua. Infatti il promotore spesso si fa carico di alcuni costi (ad
esempio quelli relativi all’attività promozionale che precede l’avvio
operativo del programma), ma non impegna propri capitali per i
prestiti. Nel panorama italiano operano diverse tipologie di
promotori: in ambito bancario le fondazioni bancarie, gli istituti di
credito a carattere nazionale e le banche locali; in ambito privato le
fondazioni non bancarie, le associazioni, le MAG, le diocesi; in
ambito pubblico lo Stato, le Regioni, altri enti locali e le Università;
4) Il garante: nei programmi di microcredito di solito non è richiesta ai
percipienti alcuna garanzia personale, tuttavia è di regola
132
necessario garantire (in misura totale o parziale) il soggetto
finanziatore a fronte del rischio del mancato rimborso di una o più
rate. I programmi, in particolare, utilizzano con alta frequenza fondi
di garanzia pubblici o privati, ma esistono anche casi in cui più fondi
concorrono in diversa misura alla copertura del rischio finanziario.
Con riferimento, invece, al quadro quali - quantitativo del contesto
italiano, occorre innanzitutto rilevare che il numero totale dei programmi
attivi al 31 dicembre 2007 era pari a 81, con un modesto incremento netto
(+ 4) rispetto all’analogo dato riferito al 31 dicembre 2006.139 Tale
incremento netto è dato dal saldo tra i nuovi programmi avviati nel corso
del 2007 (11) e i programmi che, durante lo stesso periodo, sono stati
interrotti dai promotori (ovvero 7). Nella tabella seguente viene illustrata la
numerosità dello stock dei programmi negli ultimi 4 anni e il numero di
quelli effettivamente in corso. La differenza tra i due dati è data dalla
iniziative avviate e poi accantonate:
Grafico. 4.2 Programmi di microcredito in Italia
100
80
Avviati
60
in corso al 31/12/2007
40
accantonati dopo l'avvio
20
0
2004
2005
2006
2007
2004
2005
2006
2007
Avviati
47
69
83
94
In corso al 31/12/2007
43
58
70
81
4
11
13
13
Accantonati dopo
l’avvio
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
139
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
133
Risulta interessante notare che, su un totale di 13 iniziative interrotte,
7 sono bloccate dai promotori nel corso del 2007. Di queste 7 iniziative, 2
erano diventate operative nel 2006, 4 erano state attivate nel 2005 ed 1
era stata avviata nel 2004. Programmi di microcredito con un periodo di
attività così ridotto (le due iniziative del 2006 sono state attive per un solo
anno) sembrano essersi avviate senza un orizzonte strategico (ad
esempio spesso si sono avviate con una dotazione finanziaria contenuta).
Sul piano dei risultati, poi, analizzando gli esiti complessivi degli 81
programmi effettivamente in corso al 31 dicembre 2007, a partire dalla
data di avvio delle attività di microcredito, risulta che sono stati concessi
prestiti a 19.490 beneficiari, per un valore totale di 225,0 milioni di euro140.
È interessante poi esaminare le dinamiche di questi valori nei diversi
anni, a partire dal 2005. Guardando infatti l’andamento del valore
complessivo dei prestiti concessi e la loro numerosità con riferimento agli
ultimi 3 anni, si nota come i risultati migliori siano quelli relativi al 2005,
che come è noto è stato celebrato anche in Italia come “Anno
Internazionale del Microcredito”141. Tali dati possono essere rappresentati
dai seguenti grafici:
Grafico 4.3 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (dati in milioni di euro)
andamento dei prestiti
andamento dei
prestiti
2005
2006
2007
48,1
41,3
43,7
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
140
Al netto dei programmi i cui promotori hanno deciso di non rendere pubblici i dati statistici
relativi ai prestiti concessi. Si tratta di 8 programmi di microcredito, 5 dei quali destinati a
studenti universitari.
141
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
134
Grafico 4.4 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (in numero)
andamento dei prestiti
andamento dei
prestiti
2005
2006
2007
4.393
3.075
3.223
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
Per quanto concerne poi le caratteristiche di tali programmi di
microcredito, una prima analisi può essere quella relativa alla variabile
“esigenze dei percipienti”. Dai dati raccolti142 emerge innanzitutto che il 58
per cento dei programmi di microcredito ha finalità di sostegno finanziario
indistinto ai soggetti target delle iniziative. Questa percentuale, che
riguarda programmi destinati di solito alle famiglie, rimane di gran lunga la
quota più rilevante dei programmi di microcredito in Italia: si tratta di 47
iniziative, molte delle quali sono state avviate come strumento di contrasto
al fenomeno dell’usura. La percentuale invece di programmi destinati
esclusivamente all’avvio o al sostegno di attività economiche è pari al 25,9
per cento: si tratta di un sottoinsieme di 21 programmi di microcredito
avente come target persone singole o persone giuridiche (nella maggior
parte dei casi società di persone), che è cresciuto rispetto al dato del 2006
di 3 unità. Infine, i programmi rivolti agli studenti rappresentano il 16 per
cento del totale. Questi dati possono essere illustrati dal seguente grafico:
142
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
135
Grafico 4.5 Esigenze dei percipienti dei programmi di microcredito
25,90%
16,00%
Sostegno durante studi
universitari o post laurea
Fabbisogno finanziario
indistinto
58,00%
Avvio o sostegno di una
attività economica
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
Per quanto riguarda invece la numerosità dei programmi di
microcredito in relazione ai gruppi di promotori degli stessi, al primo posto
(50,6% dei casi) si trova il gruppo composto da soggetti privati estranei al
mondo bancario (fondazioni non bancarie, diocesi o altri enti religiosi,
associazioni no profit e MAG). Ciò riguarda infatti 41 programmi, con un
incremento di 3 unità rispetto al dato del 2006.
Al secondo posto invece, nel 25,9 per cento dei casi, si trovano i
programmi promossi da soggetti pubblici (Università, Regioni e altri enti
locali). Si tratta in particolare di 21 programmi di microcredito, dato
identico al 2006. Infine, il 23,5 % dei programmi censiti risulta essere
promosso dal mondo bancario (fondazioni bancarie, banche locali e
banche nazionali), con un incremento di una sola unità rispetto al dato del
2006143. In particolare, le banche, anche per il 2007 ultime tra i soggetti
promotori di iniziative di microcredito, sono ovviamente impegnate in prima
linea nell’attuazione dei programmi stessi, infatti, ben nell’85,2 per cento
dei casi i capitali prestati sono messi a disposizione da istituti di credito,
che utilizzano mezzi propri.
Nell’11,1 per cento dei casi, invece, si tratta di raccolte promosse da
MAG o da latri soggetti privati: in questa fattispecie si tratta non
dell’utilizzo di mezzi propri di tali soggetti, ma piuttosto dell’impiego di
143
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
136
donazioni provenienti da privati che, ad esempio, devolvono ai promotori
parte dei profitti realizzati grazie a investimenti finanziari. Infine, una
piccola percentuale (3,7 per cento) riguarda i programmi che utilizzano,
per i prestiti, fondi pubblici. In particolare, si tratta di tre programmi rivolti
agli studenti universitari di Firenze, Pisa e Siena finanziati dall’Azienda
regionale per il diritto allo studio della Toscana. È da sottolineare come
questa quota di programmi nel 2004 era pari al 5,1 per cento ed è andata
regolarmente decrescendo negli ultimi anni. Tali dati posso essere
rappresentati dai seguenti grafici:
Grafico 4.6 Enti promotori dei programmi di microcredito
23,50%
Fondazioni bancarie, banche,
confidi
Università, Enti locali
50,60%
Fondazioni non bancarie,
associazioni, diocesi, MAG
25,90%
Promotori
Programmi di microcredito
%
Fondazioni bancarie, banche, confidi
19
23,5%
Università, Enti locali
21
25,9%
Fondazioni non bancarie, associazioni, diocesi, MAG
41
50,6%
TOTALE
81
100%
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
137
Grafico 4.7 Proprietà dei fondi
11,10%
3,70%
Istituti di credito
Fondi privati
Fondi pubblici
85,20%
Proprietà
Programmi di microcredito
%
Istituti di credito
69
85,2%
Fondi privati
9
11,1%
Fondi pubblici
3
3,7%
Totale
81
100%
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
È interessante poi andare a vedere quale è la distribuzione di tali
programmi di microcredito in relazione alla dimensione dei prestiti erogati.
Innanzitutto si può osservare come sia aumentata la numerosità dei
programmi con prestiti fino a 5 mila euro (erano 21 a fine 2006, risultano
essere 24 a fine 2007), così come è aumentato anche il numero delle
iniziative che offrono somme che superano i 20 mila euro (da 20 sono
diventate 22). La distribuzione per classi appare comunque abbastanza
omogenea e può essere riportata nella tabella seguente:
138
Tab. 4.6 Dimensione dei prestiti (dati al 31/12/2007)
Dimensione prestiti
Programmi di microcredito
%
Fino a 5.000 €
24
29,6%
Fino a 10.000 €
21
25,9%
Fino a 20.000 €
14
17,3%
Oltre 20.000 €
22
27,2%
Totale
81
100%
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
Per quanto riguarda poi i destinatari dei programmi di microcredito, si
può notare subito come la maggioranza dei programmi stessi (il 55,6 per
cento dei casi) è destinato a persone singole, che possono utilizzare il
prestito per esigenze di studio, per avviare un lavoro autonomo ovvero per
soddisfare fabbisogni finanziari generici. Nel 9,9 per cento dei casi i
programmi sono rivolti a gruppi di due o più persone. Alcuni programmi poi
(il 24,7 per cento) hanno percipienti indistinti (persone fisiche o società) e
soltanto il 4,9 per cento è dedicato esclusivamente alle società.
In relazione, poi, alla tipologia di garanzie fornite, si può sottolineare
come, nel 23,5 per cento dei casi, i prestiti sono concessi sulla base di
una garanzia fornita da fondi pubblici144 (in calo rispetto alla precedente
rilevazione del 2006), e nel 32,1 per cento da fondi privati. Nel 22,2 per
cento dei casi, invece, la garanzia è offerta da più sogni concorrenti.
I dati possono essere raccolti nella seguente tabella145:
144
Il sistema di funzionamento dei fondi di garanzia verrà meglio descritto nel successivo
paragrafo 4.5.
145
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
139
Tabella 4.7 Tipologia di garanzie offerte
Garanzia
Programmi di microcredito
%
Fondo dedicato privato
26
32,1%
Più fondi concorrenti
18
22,2%
Fondo dedicato pubblico
19
23,5%
Altri tipi di garanzia
7
8,6%
Nessuna garanzia
11
13,6%
Totale
81
100%
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
Il numero dei programmi che non utilizzano fondi dedicati né altre
forme di garanzia resta pari a 11.
Le prime considerazioni che possono quindi essere fatte sulla base
dei dati illustrati sono che, nel 2007,:
Non è stato attivato nessun nuovo programma di sostegno agli
studenti, fatta salva l’iniziativa del Ministero per le politiche giovanili
(che verrà illustrata in seguito);
Aumenta il numero di programmi destinati all’avvio o al sostegno di
attività economiche, la cui quota sale dal 23,4 per cento al 25,9 per
cento;
Si accentua la tendenza alla polarizzazione tra i programmi, come
già rilevato per il 2006, nel senso che aumentano sia quelli di
piccola dimensione (ovvero con prestiti fino a 5 mila euro) sia quelli
di dimensione maggiore (con prestiti oltre i 20 mila euro);
Rispetto ai destinatari, si conferma la tendenza per cui la quota
assoluta di gran lunga più rilevante resta quella delle persone
singole;
Diminuisce vistosamente la quota dei programmi che utilizza forme
di garanzia pubblica (erano 25 nel 2006, e sono scesi a 19 nel
140
2007) ed aumenta quella che fa ricorso a fondi privati (da 21
programmi nel 2006 a 26 nel 2007).
4.5 I fondi di garanzia per il microcredito
Come emerso dai dati esposti nel precedente paragrafo, i
meccanismi di garanzia principali per i programmi di microcredito si
confermano essere il fondo dedicato pubblico, il fondo dedicato privato e,
a seguire il meccanismo di più fondi concorrenti. I fondi di garanzia
rappresentano quindi un utile strumento per favorire l’accesso al
microcredito. Essi infatti, oltre a rappresentare un volano allo sviluppo di
questo tipo di prestiti, consentono di accedere a informazioni finalizzate
alla valutazione del rischio di credito del cliente stesso.
I fondi di garanzia operano di norma attraverso la prestazione di
garanzie a copertura di una percentuale del valore del finanziamento
(solitamente nella misura del 50%), in funzione di un moltiplicatore delle
disponibilità finanziarie del fondo. Tale moltiplicatore dipende dalla
probabilità di intervento del fondo (Messina, 2009).146Esso non è di norma
disciplinato per legge, bensì dipende dalle politiche di gestione del rischio
attivate dal soggetto incaricato alla gestione dello strumento (attualmente,
comunque, i principali fondi di garanzia operano con un moltiplicatore non
superiore a 15).
I fondi, quindi, sono strumenti che hanno la finalità
specifica di facilitare l’accesso al credito a soggetti con più basso standing
creditizio. Di fatto, la garanzia consente al soggetto che eroga il prestito di
ridurre da un lato il rischio di credito (e conseguentemente, nel caso in cui
il soggetto erogante sia una banca, anche il patrimonio di vigilanza
146
A titolo esemplificativo, se la probabilità di intervento del fondo (ovvero la perdita attesa) è
pari al 3% annuo, considerando anche il possibile errore di stima della stessa (perdita inattesa)
pari al 2%, il moltiplicatore del fondo non può essere superiore a 1/(2%+3%)= 20. In altri termini,
considerate le disponibilità del fondo pari a 100, posto un moltiplicatore pari a 20, il fondo copre
potenzialmente finanziamenti per un ammontare massimo di 2.000 euro.
141
correlato), e, quindi, dall’altro anche di erogare finanziamenti a condizioni
migliori rispetto all’ipotesi di prestiti non garantiti da nulla.
Le disponibilità del fondo sono solitamente conferite dal soggetto
costituente lo stesso (di norma Ministeri o Regioni) e vengono talora
alimentate in funzione di ulteriori conferimenti, ovvero di specifiche fee
pagate dal soggetto erogante per l’accesso al fondo.147L’accesso al fondo
(disciplinato per legge) è di norma richiesto dalla banca finanziatrice (o dal
soggetto comunque erogante) tramite la presentazione di una specifica
documentazione che dimostri il rispetto di specifici requisiti che possono
riguardare sia il finanziamento che l’obbligo principale del garantito.
Solitamente, l’onere di valutare il rispetto di tali requisiti è in capo al
gestore del fondo, anche se tuttavia esistono casi (ad esempio per fondi a
carattere regionale) in cui tale onere è a carico della banca.
Una volta raggiunto il massimo dei finanziamenti garantibili
(determinato in funzione delle disponibilità del fondo, del moltiplicatore e
della percentuale garantita), il fondo non può accettare ulteriori richieste di
finanziamenti.. con il procedere dell’ammortamento, poi, si riduce man
mano l’ammontare garantito e si liberano risorse del fondo per l’accesso di
nuovi finanziamenti.
È necessario inoltre che il fondo, affinchè rappresenti un utile
strumento per agevolare l’accesso al credito ai debitori con più basso
standing creditizio, presenti determinate caratteristiche in termini di:
tipologia di garanzia prestata, modalità di accesso, modalità di
liquidazione della garanzia (Messina, 2009). Innanzitutto, per quanto
concerne la tipologia di garanzia prestata, affinchè essa rappresenti un
utile strumento di mitigazione del rischio di credito per la banca, è
necessario che la stessa sia conforme alle regole di Basilea 2, trasposte
nella circolare della Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006. In
particolare, la malleva prestata deve essere:
147
È il caso ad esempio dell’ex Fondo Interbancario di garanzia per il reddito agrario, oggi
conferito in ISMEA.
142
a) A prima richiesta, ovvero immediatamente escutibile dalla banca
lender al verificarsi del default dell’obbligato principale (di solito
dopo 90 – 180 giorni di ritardo dal pagamento della rata), senza
quindi dover attendere l’esito delle procedure esecutive;
b) Esplicita, cioè la garanzia deve coprire una percentuale ben definita
dell’esposizione sottostante (comprensiva del debito residuo, della
quota interessi di mora e delle spese legali per l’avvio delle
procedure esecutive). Quindi, la garanzia non deve coprire la
“perdita” subita dalla banca, la quale può essere evidenziata solo al
termine delle procedure esecutive (in questo caso la garanzia viene
definita “sussidiaria”);
c) Incondizionata, ossia nel regolamento del fondo non devono
esistere clausole che condizionino o impediscano la prestazione
della garanzia al verificarsi del default del debitore;
d) Irrevocabile: nel regolamento del fondo non devono esservi
clausole
che consentano la revoca unilaterale della garanzia
(ovvero, la garanzia deve rimanere valida per tutta la durata del
finanziamento).
Inoltre, si ritiene importante che il fondo sia a sua volta contro
garantito dallo stesso soggetto costituente (ad esempio lo Stato o la
Regione)148. In questo caso la banca può applicare alla quota di
finanziamento garantita lo stesso coefficiente di ponderazione previsto per
un finanziamento erogato direttamente al soggetto controgarante149, con
una conseguente riduzione significativa del rischio di credito e, quindi, del
capitale di vigilanza per le banche. Qualora la garanzia sia prestata “a
prima richiesta”, il fondo (una volta eseguita la liquidazione dell’importo
148
Con il termine “controgaranzia” si intende una garanzia rilasciata in favore di un soggetto
garante a beneficio della banca. Ovvero, se sia l’obbligato principale che il primo garante
dovessero risultare insolventi, la banca può escutere direttamente la garanzia dal contro garante.
Sarò quindi il contro garante che si surrogherà nei diritti della banca per rivalersi sul primo
garante e quindi sull’obbligato principale.
149
Ad esempio lo 0%, ovvero non si accantona capitale, se il soggetto controgarante è lo Stato.
143
garantito) si surroga nei diritti del finanziatore sull’obbligato principale, ai
sensi dell’articolo 1203150 del codice civile, provvedendo al recupero della
somma pagata. Tuttavia, di solito il gestore del fondo non è in grado di
avviare da solo tale procedura, pertanto è previsto, in linea generale, che
sia la banca stessa a svolgere tale funzione per conto del fondo (in tal
caso, è necessario che l’attività sia svolta dalla banca a “titolo oneroso”).
Per quanto riguarda poi le modalità di accesso al fondo, è
innanzitutto opportuno prevedere che l’onere di valutare il rispetto dei
requisiti della documentazione necessaria per l’accesso alla garanzia
spetti al gestore del fondo stesso, come già anticipato. Si ritiene inoltre
necessario
che
sia
lo
stesso
gestore
a
dare
comunicazione
dell’accettazione o meno di un credito alla copertura del fondo, prima che
la banca deliberi il finanziamento stesso. Questa previsione consente alla
banca di tener conto della validità della malleva del fondo (e quindi anche
del minor rischio di credito assunto) al momento della decisione della
politica di credito da adottare nei confronti dell’obbligato principale;
l’incertezza rischia infatti di riflettersi in maniera negativa sulle condizioni
del finanziamento concesse.
Infine, per quanto concerne le modalità di liquidazione della garanzia,
occorre ricordare che, affinchè la garanzia possa essere riconosciuta
valida ai fini della mitigazione del rischio di credito, è necessario che il
fondo (previa comunicazione del verificarsi del default dell’obbligato
principale da parte del soggetto finanziatore) rimborsi la banca della quota
garantita in un arco temporale minimo. Ciò, infatti, consente di dare
sicurezza che la garanzia sia liquidata entro un arco temporale certo e che
rispetti il già citato requisito della “prima richiesta” previsto dalla normativa
di vigilanza della Banca d’Italia (Messina, 2009).
150
L’art. 1203 del codice civile regola la “surrogazione legale” e afferma che:”La surrogazione ha
luogo di diritto nei seguenti casi: 1) a vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario,
paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi, del suo
pegno o delle sue ipoteche; 2) a vantaggio dell’acquirente di un immobile che, fino alla
concorrenza del prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l’immobile è
ipotecato; 3) a vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del
debito, aveva interesse di soddisfarlo; 4) a vantaggio dell’erede con beneficio di inventario, che
paga con danaro proprio i debiti ereditari; 5) negli altri casi stabiliti dalla legge.”
144
4.6 Gli enti promotori dei programmi di microcredito: le MAG
Come sottolineato già nei paragrafi precedenti, gli enti promotori dei
programmi di microcredito in Italia erano rappresentati a fine 2007 per la
quota maggiore da soggetti privati estranei al mondo bancario, ovvero
fondazioni non bancarie, diocesi o altri enti religiosi, associazioni no profit
e MAG. Tra gli operatori privati spiccano innanzitutto le Mutue di
Autogestione (MAG), espressione di un settore finanziario alternativo a
quello tradizionale, che fanno riferimento, per il proprio modo di operare,
alla tradizione del mutualismo italiano di fine ‘800, intrecciando la propria
storia con quella della comunità locale da cui nascono e a cui riversano i
risultati delle proprie iniziative. Le MAG nascono in Italia negli anni
Settanta151, quando si comincia a diffondere il concetto di risparmio
autogestito, per consentire l’accesso al credito a soggetti (associazioni e
cooperative) che operano, senza scopo di lucro, in attività di carattere
sociale ed ambientale e per dare una risposta alla scarsa trasparenza del
sistema bancario, praticando la cosiddetta “obiezione monetaria”152 e
dando contemporaneamente impulso alla costituzione di un circuito
economico alternativo. A tutt’oggi in Italia sono cinque le esperienze di
cooperative MAG (a Verona, Milano, Torino, Reggio Emilia e Venezia),
mentre a Roma e a Firenze è stato avviato un percorso per creare le
151
La prima Mag nasce a Verona nel 1978, sulla base di una vecchia legge del 1886 sulle Società
di Mutuo Soccorso. Dopo l’esperienza veronese, il 19 novembre 1980 viene fondata anche Mag2,
nata all’interno del centro Attività Sociali di Inzago, in provincia di Milano. Seguono MAG4 a
Torino (1987), MAG6 a Reggio Emilia (1988) e MAG Venezia (1992). (Fonte: www.mag6.it)
152
L’obiezione monetaria nacque dopo il 1968, a partire dal nord Europa, stimolata da movimenti
ispiratori di altre “obiezioni” (obiezione di coscienza al servizio e alle spese militari, movimenti di
disobbedienza civile, ecc…). In Italia sorse quando vennero alla luce negli anni ’70 alcuni grandi
scandali finanziari, come i rapporti tra banche e criminalità, i finanziamenti di attività illecite e di
regimi razzisti e dittatoriali (es. San Paolo/Sudafrica, BNL/Iraq, ecc…). Furono sempre di più le
persone che contestarono sia la contraddizione tra l’impegno quotidiano nel sociale e la
mancanza di controllo sull’utilizzo del proprio denaro, sia l’inaccettabilità del tacito rapporto
speculativo tra banca e cliente. La “diagnosi” evidenziava la mancanza cronica di risorse
all’interno delle realtà cooperative e associazionistiche di base, aggravata dalla posizione
pregiudiziale di rifiuto del sistema creditizio verso il mondo sociale. La soluzione proposta per
l’attivazione di un circuito economico alternativo è consistita nella creazione di un nuovo canale
alternativo di finanziamento, equo e dignitoso, che tentasse di opporsi alla logica bancaria del
“dare a chi ha già”. (Fonte: www.mag4.it).
145
condizioni affinché una MAG possa nascere prossimamente153.Le
operazioni di finanziamento di tali operatori sono rivolte ai soci stessi delle
MAG, sia persone fisiche che giuridiche. I prestiti sono garantiti mediante
la sottoscrizione di fideiussioni da parte del socio finanziato o di altre
persone fisiche o giuridiche che ne abbiano la facoltà. In tal modo, qualora
il socio finanziato non rispetti il piano di rientro concordato, gli altri garanti
fideiussori dovranno rilasciare cambiali che coprano l’intero importo del
debito residuo e dei relativi interessi. Il finanziamento richiedibile può
raggiungere un tetto massimo del 90% del capitale sociale raccolto. Il
meccanismo funziona con tassi di interesse più bassi di quelli di mercato,
stabiliti annualmente dal Consiglio d’Amministrazione. Si diventa soci
tramite la sottoscrizione di una quota minima di capitale sociale (che varia
dai 25 ai 50 euro), che può essere liberamente aumentata in seguito con
nuovi versamenti. In tal modo il socio diventa titolare di un interesse
sociale, rappresentato dal valore dei progetti sostenuti, e di un interesse
economico, rappresentato dagli utili che annualmente possono essere
ridistribuiti ai soci, se e quando l’Assemblea dei soci stessa delibera in
questo senso.
Le MAG finanziano i progetti utilizzando il risparmio raccolto: si tratta
di iniziative che intervengono sul territorio in settori comuni agli stessi soci
della cooperativa (ad esempio: pace, disarmo, ecologia, risparmio
energetico, emarginazione, immigrazione, solidarietà sociale, educazione
giovanile, commercio equo e solidale, ecc…). Una volta rientrati da un
finanziamento, i fondi vengono riutilizzati per un nuovo progetto. Non
essendo richieste garanzie patrimoniali, è fondamentale la conoscenza
della destinazione dei risparmi investiti. In questo senso le MAG utilizzano
propri tecnici in grado di valutare i bilanci aziendali, di verificare se un
progetto funziona e può produrre reddito, di prevedere le potenzialità delle
cooperative o delle associazioni richiedenti. Le MAG, per vocazione e
tradizione, operano nel rispetto del principio mutualistico ovvero erogano
credito solo ai soci, assumendo una funzione di sostegno ai bisogni
153
Fonte: www.mag6.it
146
finanziari delle imprese e delle famiglie in ambito territoriale limitato,
perseguendo scopi di non profitto ma di utilità sociale e tenendo conto,
nella concessione del credito, più delle capacità personali che di quelle
patrimoniali.
4.6.1 La MAG 6 Reggio Emilia e il caso della Comunità di Base “Le
Piagge” di Firenze
Come già anticipato, quindi, ogni MAG, pur facendo riferimento a
principi di fondo comuni, ha caratterizzato la propria esperienza in base
alla realtà del proprio territorio e alla sensibilità delle persone che in essa
sono attive. In particolare, a Reggio Emilia si è costituita una realtà più
articolata rispetto ad una esperienza di sola finanza critica.154Infatti, a
fianco del circuito finanziario sono stati attivati altri strumenti di tipo
culturale, arrivando alla nascita di una nuova realtà, l’”Associazione MAG
6”, che si è affiancata alla “Cooperativa MAG 6”.
L’obiettivo di fondo di MAG 6 è quello di tendere alla creazione di
una rete di persone che intendano relazionarsi in modo equo e solidale. Il
principio seguito è quello per cui ciascuno, persona fisica o gruppo
strutturato, contribuisce alla rete MAG offrendo ciò che può e richiedendo
ciò che gli interessa155. In particolare, per quanto riguarda le persone
fisiche che utilizzano MAG come circuito finanziario alternativo, esse
sanno che il fine non è speculativo, e che il loro guadagno economico non
potrà superare il tasso di inflazione ISTAT, ma è misurabile con il
miglioramento della qualità della vita sul territorio attraverso il sostegno a
progetti che vanno in questa direzione. Per quanto concerne poi i gruppi
strutturati che vengono sostenuti finanziariamente da MAG 6, essi sono
consapevoli del fatto che il tasso di interesse richiesto sui prestiti è
154
155
Fonte: www.mag6.it
Fonte: www.lunaria.org
147
identico per tutti i soci, indipendentemente dal loro diverso potere
contrattuale sul mercato.
Le tipologie di finanziamento offerte quindi si distinguono in:
A) Prestiti ordinari, erogati a progetti senza scopo di lucro e che
abbiano poi l’effetto di migliorare la qualità della vita del territorio
su cui operano;
B) Casse di mutuo soccorso (persone fisiche), relative a esigenze
personali dei soci, non in contrasto con lo statuto della MAG
stessa.
Per quanto riguarda invece le attività extrafinanziarie offerte queste
sono156:
“Servizi gestionali”, ovvero la cooperativa offre consulenza ai propri
soci in materia di struttura finanziaria e di strategia economica, al
fine di tenere insieme qualità sociale del progetto e fattibilità
economica dello stesso;
“MAG formazione”, un’attività che nasce con lo scopo di proporre al
mondo dell’economia sociale e a quello giovanile in generale uno
strumento formativo interattivo di analisi degli attuali meccanismi
economici, in particolare della globalizzazione e della competizione;
“Gruppo di Acquisto Collettivo (GAC)”, uno strumento che, nel
tentativo di superare la conflittualità che contraddistingue il rapporto
tra produttori e consumatori, permette di acquistare direttamente e
con trasparenza da produttori conosciuti ed affidabili, o che almeno
rispettino alcuni principi essenziali (prodotto biologico, non testato
su animali, non inquinante, ecc…);
“Temporeggio (Banca del Tempo)”, uno strumento che permette
agli individui di scambiare competenze, tempo, beni, senza l’uso
del denaro, ma avendo come unità di misura il tempo utilizzato. Ciò
156
Fonte: www.lunaria.org
148
consente una valorizzazione di quelle “ricchezze” che normalmente
non vengono considerate perché non possono essere tradotte in
denaro;
Infoshop, una libreria specializzata sui temi dell’autogestione, del
consumo critico e di nuovi stili di vita, su questioni internazionali,
ecologia,
diritti
umani
e
non-violenza,
medicina
naturale,
intercultura, ecc…;
Mag Ambiente (MIDA), un gruppo che propone percorsi scolastici di
educazione all’ambiente e su temi quali il risparmio energetico,
l’uso di fonti rinnovabili, il risparmio e la depurazione naturale delle
risorse idriche, la riduzione dei rifiuti, il loro riutilizzo e riciclaggio;
Pollicino GNUS, una piccola rivista mensile che diffonde le attività
che si promuovono a Reggio Emilia nei campi della pace,
dell’ambiente e della solidarietà.
Una delle esperienze di microcredito di maggior successo, non solo
a livello locale, ma anche a livello nazionale, è quello della Comunità di
Base “Le Piagge” di Firenze. La Comunità di Base delle Piagge, infatti,
attraverso la Cooperativa Sociale “Il Cerro”, che opera in diversi settori,
dall’agricoltura biologica e la gestione dei centri di accoglienza,
all’inserimento di giovani svantaggiati nel mondo del lavoro, ha
organizzato una raccolta di prestiti per la creazione di un “Fondo Etico e
Sociale”. Il denaro raccolto è stato depositato proprio presso la
Cooperativa Finanziaria MAG 6 di Reggio Emilia. Il meccanismo di
raccolta locale è stato attivato attraverso l’apertura di libretti di risparmio.
Infatti la legge, nel vietare qualsiasi possibilità di raccolta di risparmio
pubblico a soggetti che non siano banche o società di intermediazione
mobiliare, ha lasciato aperta, all’interno di strutture cooperative, la
categoria del “prestito sociale”: si tratta di un tipo di raccolta che può
spingersi fino al triplo del capitale sociale risultante dall’ultimo bilancio
approvato, o al quintuplo in presenza di adeguate garanzie.
149
Il Fondo, che è nato appunto nel quartiere “Le Piagge”, estrema
periferia di Firenze a lungo sinonimo di degrado, vuole essere una
risposta concreta ai problemi più immediati degli abitanti del quartiere e
per finanziare progetti di promozione del territorio. I finanziamenti sono
diretti con criterio di territorialità, a favore di persone o aziende che
abbiano residenza o domicilio nel territorio delle Piagge o progetti che
favoriscano la nascita di nuove attività economiche e di sviluppo
sostenibile nel territorio delle Piagge. L’entità dei prestiti può arrivare ad
un massimo di 2.600 euro per le persone fisiche e 7.000 euro per nuove
imprese o imprese già esistenti. Per ricevere il prestito il beneficiario deve
diventare socio della Cooperativa MAG 6 con una sottoscrizione di 26
euro. Di seguito tale Cooperativa accredita l’importo sul conto corrente
intestato al beneficiario oppure gli rilascia un assegno. Ogni richiesta di
prestito deve essere sostenuta da almeno due garanti fideiussori e il
rientro non potrà avere durata superiore a tre anni dalla stipula del
contratto. Il tasso di interesse sui prestiti è pari al tasso d’inflazione più le
spese di gestione di MAG 6, per la copertura delle spese di istruttoria. Il
Fondo è stato costituito inizialmente con i contribuiti di più di 50 famiglie
per un totale di 60 mila euro e viene incrementato grazie ai contributi dei
soci della Cooperativa Sociale Il Cerro, mediante la sottoscrizione di una
quota di capitale sociale. Si può aderire con una quota minima di 25 euro.
Successivamente si può richiedere il libretto di prestito sociale, dove sono
accreditati i depositi dei soci. Ogni socio al momento della compilazione
del contratto potrà decidere se i propri depositi saranno fruttiferi o
infruttiferi e annualmente avrà la possibilità di rinunciare parzialmente o
totalmente agli interessi maturati. Ogni deposito ha scadenza il 31
dicembre dell’anno in cui viene effettuato. Le spese di gestione del Fondo
sostenute dalla Cooperativa Sociale “Il Cerro” sono coperte da quanto
raccolto nel corso di iniziative straordinarie di sensibilizzazione (incontri,
cene, ecc…) e dalle rinunce volontarie dei soci sugli interessi maturati. Gli
incontri con i richiedenti avvengono con i volontari della Comunità di Base
delle Piagge. Insieme si compilano le domande, che vengono valutate da
150
una Commissione composta da persone nominate dalla Cooperativa
Sociale “Il Cerro” più un rappresentante di MAG 6. Le proposte della
Commissione sono approvate dall’assemblea dei soci aderenti al Fondo
Etico e quindi trasmesse a MAG 6 che, se lo riterrà opportuno, avvierà la
concessione del prestito.
4.7 Il Prestito d’onore nazionale
È importante poi analizzare alcune iniziative promosse in ambito
legislativo nazionale, quale il c.d. “Prestito d’onore nazionale”. Tale
strumento è stato introdotto dalla Legge 28.11.1996, n. 608 art. 9 septies
e prevedeva, nella sua formulazione originaria, una serie di agevolazioni
finanziarie, consistenti nell’erogazione di contributi a fondo perduto e
prestiti a tasso agevolato a soggetti inoccupati e disoccupati residenti nei
territori dell’Obiettivo 1 dei Fondi strutturali dell’UE. In particolare la Legge
finanziava l’acquisto di beni strumentali, necessari all’avvio di attività
autonome. La gestione era affidata alla Società per l’Imprenditoria
Giovanile S.p.A. (IG) che curava la selezione dei progetti e il
finanziamento, garantendo la necessaria assistenza tecnica ai potenziali
beneficiari. Successivamente la Legge 449/97 (Finanziaria per l’anno
1998) ha esteso tali agevolazioni anche alle regioni del centro – nord, in
particolare alle aree caratterizzate da un rilevante squilibrio tra domanda e
offerta di lavoro individuate con Decreto del Ministro del Lavoro e
Previdenza Sociale 14/03/95. Nel 1999, allo scopo di realizzare un
sistema efficace e organico di strumenti intesi a favorire l’inserimento al
lavoro, ovvero la riallocazione di soggetti rimasti privi di occupazione, il
governo ricevette la delega a emanare uno o più decreti legislativi
contenenti norme intese a ridefinire il sistema di incentivi all’occupazione,
ivi compresi quelli relativi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego, nel
rispetto degli indirizzi dell’UE. Lo scopo era quello di razionalizzare le
151
diverse tipologie di intervento, eliminando duplicazioni e sovrapposizioni e
tendendo conto delle esperienze e dei risultati conseguiti, in funzione degli
specifici obiettivi occupazionali da perseguire, con particolare riguardo alle
diverse caratteristiche dei destinatari delle misure (giovani, disoccupati e
inoccupati di lungo periodo), al grado dello svantaggio occupazionale nelle
diverse aree territoriali del paese e alla maggiore intensità della misura
degli incentivi per le piccole e medie imprese. In attuazione dell’articolo 5,
comma 1, della L. 144/1999 venne emanato il D.Lgs. 185/2000, che ha
introdotto una serie di incentivi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego,
con l’obiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti
privi di occupazione, attraverso la creazione di imprese di piccola
dimensione (iniziative di lavoro autonomo, imprese in franchising,
microimprese) nei settori della produzione, della fornitura di servizi e del
commercio, affidando la gestione degli incentivi a Sviluppo Italia S.p.A. (in
cui, insieme ad altre società, confluì anche la IG). Le procedure
prevedevano
un
meccanismo
di
selezione
dei
progetti
basato
sostanzialmente su una autovalutazione del proponente, il quale,
nell’ambito delle attività di formazione che precedevano il momento della
valutazione (nella prima fase della durata di tre mesi, poi ridotti a cinque
settimane), aveva modo di verificare la fattibilità concreta del proprio
progetto d’impresa, confrontandosi con i tutor di aula sugli aspetti tecnici,
operativi e finanziari. Con l’erogazione della prima tranche di contributi si
avviavano le attività di assistenza tecnica, curate dagli stessi organismi
che avevano svolto le attività di formazione in aula.
Per quanto riguarda i dati quantitativi relativi al prestito d’onore, è da
rilevare come, mentre nei primi anni successivi all’introduzione della legge
tale strumento presentava numeri di tutto rilievo (con un numero di
domande di prestiti che a partire dal dicembre 1996 fino al 2003 aveva
superato quota 213.000), attualmente, pur rimanendo il prestito d’onore
nazionale la misura di gran lunga più consistente nel panorama italiano, si
registrano notizie non proprio positive157.
157
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
152
In particolare, il Rapporto annuale del DPS – 2007, che riporta i dati
di
avanzamento
delle
misure
dell’autoimpiego
(Prestito
d’onore,
Microimpresa, Franchising), gestite dalla ex –Sviluppo Italia S.p.A. (ora
denominata Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo
sviluppo d’impresa S.p.A), segnala una sensibile riduzione nel numero
complessivo delle domande presentate, passate dalle circa 18.700 del
2006 a meno di 12.000.
Nello specifico del prestito d’onore si conferma la progressiva minore
attrattività della misura, con un segno negativo ormai consolidato negli
ultimi 4/5 anni: nel Rapporto del DPS si sottolinea sia il dato relativo alla
raccolta delle domande (nel 2007 poco meno di 7.000, contro le circa
10.000 del 2006) sia il basso numero di ammissioni ai finanziamenti
(3.811 domande ammesse a fronte di prestiti per 48,3 milioni di euro,
contro i circa 65 milioni di euro del 2006).
4.8 Il Comitato nazionale permanente per il microcredito
Con la legge 24 dicembre 2007 n. 244 (Finanziaria 2008) il Comitato
Nazionale Italiano Permanente per il Microcredito è stato incardinato
presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è stato dotato di un
fondo comune, costituito da finanziamenti e liberalità, attraverso cui
esercita la sue funzioni istituzionali. In particolare, il Comitato Nazionale
permanente per il microcredito è la naturale prosecuzione del “Comitato
Nazionale Italiano per il 2005 – Anno Internazionale del Microcredito”
(Comitato 2005), nato in risposta alle risoluzioni 53/198, 58/488 e 58/22
con cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, come già ricordato, ha
proclamato il 2005 “Anno Internazionale del Microcredito”158. Con tali
risoluzioni le Nazioni Unite hanno chiesto ad ogni Stato membro di
costituire un comitato nazionale dedicato alla diffusione e alla promozione
158
Fonte: www.microcredito-italia.org
153
del microcredito, espressamente indicato come uno strumento utile alla
lotta alla povertà estrema e al raggiungimento degli obiettivi del Millennio.
Al
Comitato
2005
aderirono
numerosi
soggetti
istituzionali,
organizzazioni non governative, istituzioni del settore bancario e
finanziario, esponenti del mondo imprenditoriale, istituzioni e fondazioni,
università ed enti di ricerca. Nel corso del 2005, i membri aderenti
elaborarono strategie e implementarono un ampio panorama di iniziative
ispirate e coordinate da due gruppi di lavoro costituiti all’interno del
Comitato stesso.
Per quanto riguarda il meccanismo di funzionamento attuale, occorre
innanzitutto osservare che la gestione patrimoniale e finanziaria del
Comitato è disciplinata da un regolamento di contabilità approvato con
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del
Presidente del Comitato159. Inoltre, in favore del Comitato, per ciascuno
degli anni 2008 e 2009 è stata stanziata la somma di 1 milione di euro da
destinare al suo funzionamento. Ciò quindi determina un trasformazione
rilevante dal punto di vista istituzionale, che pone il Comitato al centro
delle politiche italiane di sviluppo umano e territoriale rivolte ai paesi in via
di sviluppo ed emergenti, nonché all’Italia stessa.
Quindi, continuando sul percorso avviato dal 2005, il Comitato
provvede a elaborare strategie e mettere a punto un ampio ventaglio di
iniziative, da un lato con il compito di studiare i criteri e le metodologie utili
a progettare una “microfinanza italiana d’eccellenza”160, e dall’altro per
promuovere la cultura del microcredito al fine di attivare e organizzare le
risorse economiche e umane per promuovere azioni concrete coerenti con
i principi ispiratori. Sul piano operativo, poi, il Comitato persegue
l’espletamento di una fattiva attività di indirizzo politico e di lobbying. In
particolare, il Comitato ha già iniziato ad attivarsi su una molteplicità di
fronti.
159
160
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
Fonte: www.microcredito-italia.org
154
La ricerca costituisce poi un elemento centrale dell’attività del
Comitato. Infatti, sia il Dipartimento nazionale che il Dipartimento
internazionale svolgono una costante attività di studio su differenti
questioni attinenti al settore della microfinanza. Gli studi finora realizzati
dal Dipartimento Internazionale sono i seguenti:
Un lavoro di mappatura che ha avuto come oggetto
l’individuazione di un largo ventaglio di attori rilevanti nel
settore della microfinanza e della finanza etica, sia in Italia ce
sulla scena internazionale;
Uno studio approfondito sui paesi dell’area balcanica e del
Maghreb. Le ricerche finora realizzate hanno preso come casi
di studio la Serbia, la Macedonia, la Tunisia e l’Egitto;
Uno studio comparativo sullo stato dell’arte della microfinanza
in Francia, Germania, Gran Bretagna, Argentina, e Repubblica
Dominicana, al fine di individuare la tipologia delle istituzioni
che svolgono attività di microfinanza, i servizi offerti e i trend
riguardanti ogni singola istituzione analizzata e, più in
generale, ciascun paese,
Lo sviluppo di modelli di intervento nei paesi emergenti: con il
contributo di Artigiancassa, il Dipartimento Internazionale ha
prodotto uno studio sull’Albania.
Il Dipartimento Nazionale del Comitato ha poi prodotto uno schema
di progetto, denominato “Microcredito Solidale”, per la costituzione di un
Fondo di garanzia a favore di soggetti svantaggiati. Il progetto intende
contribuire alla lotta alle povertà emergenti e all’esclusione finanziaria in
Italia, favorendo la creazione e lo sviluppo di nuove iniziative
microimprenditoriali da parte di soggetti svantaggiati o emarginati.
L’obiettivo del progetto è quello di dare vita ad un circuito virtuoso di
microfinanza (e in particolare di microcredito) che veda coinvolti da un lato
l’intero sistema bancario, e dall’altro il vasto mondo del volontariato.
155
Il Comitato intende quindi mettere a disposizione un consistente
know-how in materia di gestione di fondi di agevolazione e un’indubbia
capacità di fare “massa critica” nei confronti dell’intero sistema bancario161,
indirizzandolo verso il sostegno finanziario di azioni di tipo inclusivo. Gli
obiettivi specifici del progetto sono innanzitutto la costituzione di un fondo
di garanzia volto a favorire l’accesso al credito bancario da parte dei
soggetti che ne sono normalmente esclusi; in secondo luogo l’attivazione,
da parte del sistema bancario, di un sistema di microcrediti garantiti dal
fondo:
infine,
il
coinvolgimento
operativo
delle
organizzazioni
di
volontariato di ispirazione laica ed ecclesiale chiamate a svolgere un vero
e proprio ruolo di intermediazione tra i beneficiari e le banche.
Tra le altre iniziative realizzate nel corso del 2007, il Comitato, in
collaborazione
con
l’OIM
(Organizzazione
Internazionale
per
le
Migrazioni), ha elaborato un programma multilaterale che mira alla
promozione dello sviluppo locale attraverso lo strumento del microcredito
nell’area caraibica. Il programma prevede interventi nei territori della
Repubblica Dominicana e della Repubblica di Haiti, attraverso azioni di
sensibilizzazione, capacity building e assistenza tecnica.
4.9 Progetti e iniziative di microcredito in Italia
Come più volte sottolineato, il fenomeno del microcredito è in fase di
piena espansione in Italia, e pertanto fare una mappatura precisa di tutte
le iniziative e i programmi attivi o in corso di attivazione in un preciso
momento temporale è quasi impossibile. Gli ultimi dati completi disponibili
sono quelli relativi all’anno 2007, dai quali emergeva, appunto, che nel
corso dello stesso anno, erano stati attivati 13 nuovi programmi di
161
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
156
microcredito in Italia, 5 dei quali erano diventati già pienamente operativi
entro la fine dello stesso anno.
In questo paragrafo ci si propone quindi di illustrare le caratteristiche
specifiche dei singoli programmi, mentre una mappatura più generale sarà
fornita in Appendice.
A livello generale, quindi si può osservare, relativamente ai suddetti
13 programmi che:
Solo uno dei 13 ha dimensione nazionale, mentre gli altri 12
riguardano realtà regionali. Di questi soltanto 2 sono relativi al
sud Italia (uno in Sardegna, l’altro in Campania), mentre i
restanti sono e saranno attivati nel centro – nord. Questo dato
conferma la tendenza, già osservata, alla maggiore diffusione
del microcredito nella parte centro settentrionale del paese;
Per quanto riguarda le finalità dei programmi, 7 sono rivolti a
promuovere iniziative di auto imprenditorialità, 3 a sostenere i
fabbisogni delle famiglie e 3 agli studenti;
Per quanto concerne infine i fondi, si può notare come solo 2
dei 13 programmi utilizzano fondi pubblici per i prestiti, mentre
tutti gli altri impiegano fondi delle banche, e anche questo dato
conferma la linea generale già vista prima.
I programmi possono essere dettagliatamente descritti di seguito.
4.9.1 “Prestito sull’onore – Microcredito per le famiglie del Comune di
Bologna”162
Il Centro per le Famiglie del Comune di Bologna in collaborazione
con le Ipab Bertocchi e istituti Educativi163 ha istituito nel 2007 il servizio
162
Fonte: www.comune.bologna.it
157
“Prestiti sull’onore / Microcredito per le famiglie del Comune di Bologna”,
con l’obiettivo di avviare una forma di sostegno a soggetti che si trovano in
situazione di difficoltà economica contingente e temporanea. I criteri di
selezione e i requisiti necessari per accedere al prestito sono stati definiti
dal Comune di Bologna. In particolare, i prestiti sono rivolti alle famiglie di
nuova costituzione, famiglie con minori e/o disabili, famiglie con figli a
carico (o inseriti nel percorso scolastico, entro il limite dei 25 anni) di
nazionalità italiana, appartenenti all’Unione Europea extracomunitari
purché in regola con il permesso di soggiorno.
Per quanto riguarda gli istituti di credito partner dell’iniziativa, questi
sono Unicredit Banca di Bologna e Unicredit Clarima Banca di Milano, i
quali si sono dimostrati interessati e disponibili ad investire in attività di
sostegno al microcredito per le famiglie e hanno rinunciato alla
costituzione, a proprio favore, del fondo di garanzia da parte delle IPAB
promotrici dell’iniziativa stessa.
È stato stabilito un importo erogabile compreso tra 1.500 euro e
5.000 euro, la durata del prestito è variabile da 18 a 36 mesi e il tasso di
interesse è apri all’IRS maggiorato di uno spread dell’1,30%. È inoltre
previsto che gli interessi passivi siano a carico dell’ASP nel caso in cui il
richiedente abbia un valore ISEE164 compreso tra 6 mila e 15 mila euro.
Se il valore dell’ISEE è superiore a 15 mila euro ma inferiore ai 20 mila, il
richiedente potrà avere ugualmente accesso al prestito alle medesime
condizioni, ma permarrà a suo carico il pagamento degli interessi. Il
plafond massimo annualmente erogabile è pari a 100 mila euro per
ciascuna delle due opzioni sopra riportate, per un totale complessivo di
200 mila euro.
È inoltre consentita in qualsiasi momento l’estinzione anticipata,
senza oneri aggiuntivi165. Il prestito è finalizzato alla copertura di spese
mediche o per l’acquisto di ausili per i portatori di handicap e/o disabili,
163
Istituzioni di pubblica assistenza e beneficienza trasformate e fuse fra loro a partire dal 1 aprile
2008 nell’Azienda Pubblica di servizi alla persona ASP I.R.I.D.Es.
164
Indicatore di Situazione Economica Equivalente.
165
In tal caso il debitore è tenuto a rimborsare il solo debito residuo in linea capitale.
158
delle spese notarili per l’acquisto della casa di abitazione, di spese per la
ristrutturazione dell’alloggio, nonché di spese varie (quali l’acquisto di
mobili, di elettrodomestici, di mezzi di trasporto, il pagamento di tasse
scolastiche, ecc…).
4.9.2 “Credito Solidale”166
Si tratta di un progetto di microcredito attraverso il quale la Caritas
Diocesana di Fano, la quale opera attivamente nel proprio territorio
rilevando un significativo disagio sociale tra le persone che sostengono
impegni finanziari superiori alle capacità economiche immediate, si pone
l’obiettivo di aiutare le famiglie e la comunità locale favorendo l’accesso al
credito.
In particolare, i destinatari del progetto sono persone fisiche che
abbiano residenza almeno triennale nei comuni di Fano, Serrungherina,
Cartoceto, Saltare e San Costanzo, che siano in regola con la normativa
vigente circa la presenza sul territorio italiano e gravate da comprovate e
verificabili difficoltà economiche, ancorché temporanee, anche con
riferimento al numero dei componenti familiari. Il progetto prevede lì
erogazione di prestiti da parte della Banca di Credito Cooperativo di Fano
fino al raggiungimento del plafond massimo erogabile di 100 mila euro; la
Caritas ha stanziato, a garanzia dei prestiti erogati, un fondo di 25 mila
euro presso la banca, grazie al contributo della Fondazione “Sette
Novembre”. L’importo massimo finanziabile è 5 mila euro, la durata
massima per il rimborso è di 60 mesi. I finanziamenti sono finalizzati a
rimuovere situazioni di temporanea significative difficoltà economica (quali
possono essere spese per fronteggiare una malattia improvvisa, spese
per il pagamento di tasse scolastiche, per la nascita di un figlio o
l’adozione, per la conduzione ordinaria della famiglia in caso di
166
Fonte: www.caritasfano.net
159
licenziamento di un familiare, ecc…)167. Inoltre, è importante evidenziare
come la Caritas, insieme alla BCC di Fano, abbia promosso anche una
forma di risparmio (c.d. “Risparmio Solidale”), che prevede una
remunerazione dello 0,25% annuo. In questo modo le somme raccolte
dalla banca vengono utilizzate per erogare, con analogo tasso,
finanziamenti di microcredito e per finanziare progetti di cooperative sociali
o associazioni che abbiano un rilievo sociale per la collettività nonché
anche una propria sostenibilità economica168.
4.9.3
“DonGioPmi – Sistema Integrato di Microcredito e Servizi alle
imprese”169
Si tratta di un progetto che è stato promosso da “Sistema Cilento scpa”,
dall’”Agenzia Locale di Sviluppo” (di cui fanno parte 49 comuni del
Cilento), dall’”Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”, dal
“Confidi PMI Cilento”, dalla “BCC Cilento Centrale” e dalla “BCC Comuni
Cilentani”. Il progetto mira a sostenere e promuovere attività imprenditoriali
di nuova costituzione o che necessitino di innovazione e che siano legate
alla valorizzazione delle risorse dell’area del Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano e delle aree ad esso contigue. In particolare, il progetto
abbina all’erogazione del credito l’implementazione di una rete di servizi
integrati alle imprese170. I promotori del progetto nel mese di gennaio 2008
hanno sottoscritto una prima convenzione attraverso la quale hanno
definito le finalità e gli obiettivi dello strumento agevolativo, il ruolo e le
funzioni di ogni soggetto e l’impegno di versare dei contributi su conti
167
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
Viene inoltre precisato che i clienti che intendono contribuire al risparmio solidale hanno tutte
le garanzie di rimborso analoghe a quelle riconosciute ai normali risparmiatori
(www.caritasfano.net)
169
Fonte: www.sistemacilento.it
170
Tali servizi integrati vengono forniti non solo per accedere al finanziamento, quindi nella fase
iniziale, ma anche successivamente attraverso attività formative previste per i neo imprenditori
che intendono rafforzare la loro attività con l’ulteriore qualificazione delle competenze.
168
160
correnti dedicati ad essi, costituendo un fondo di garanzia di 500 mila euro
presso le banche aderenti alla convenzione171. Successivamente, nel
marzo 2008, è stata stipulata una seconda convenzione tecnica con la
quale si sono definite le procedure, le condizioni e le modalità tecniche di
concessione degli affidamenti alle imprese; inoltre, ai soggetti promotori si
è aggiunta la Banca di Credito Cooperativo di Sassano. Il programma è
stato ufficialmente presentato agli operatori locali ad aprile 2008. L’importo
erogabile varia da 3 mila a 45 mila euro. Può essere erogato sotto diverse
forme tecniche (mutuo, scoperto di conto corrente, operazioni di sconto,
anticipazioni di crediti, ecc…). La durata massima del finanziamento è di
84 mesi, con rimborso a rate mensili, trimestrali o in altra modalità di
rimborso stabilita all’atto della concessione del finanziamento, ed è
previsto un periodo di preammortamento massimo di 6 mesi. Il tasso di
interesse previsto è l’Euribor a 6 mesi maggiorato di un punto di spread. In
caso di insolvenza da parte del beneficiario del prestito il fondo
rappresenta una garanzia esplicita, diretta e a “prima richiesta” sia sul
capitale che sugli interessi (anche di mora) e per ogni altra spesa, mentre
in via sussidiaria e qualora la capienza del fondo non sia sufficiente, il
Confidi risponde con il proprio patrimonio per intero. Inoltre, è importante
sottolineare come alcune operazioni di finanziamento possano essere
assistite da una controgaranzia o una co – garanzia dei Fondi Centrali di
Garanzia (come ad esempio il Fondo di Garanzia del Medio Credito
Centrale) o Fondi Interconsortili di Garanzia172.
171
In particolare, l’ammontare di tale fondo di garanzia dei prestiti, pari a 500 mila euro, è stato
costituito dai contribuiti dei soggetti promotori nelle seguenti quote: “Sistema Cilento scpa", 50
mila euro; Ente PNCVD, 390 mila euro; Banca del Cilento, 20 mila euro; Banca dei Comuni
Cilentani, 20 mila euro; Consorzio Fidi PMI Cilento, 20 mila euro.(Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008),
4° Rapporto sul microcredito in Italia).
172
In questi casi il confidi rilascerà alla banca una lettera di garanzia solo dopo aver ricevuto la
delibera favorevole da parte dell’organismo competente (ad esempio il MCC).
161
4.9.4 “Linea di credito nuova impresa” della Provincia di Lucca”173
La Provincia di Lucca, a valere sui residui della gestione POR Ob.3
FSE 2000-2006, ha promosso l’attuazione di interventi volti a sostenere la
crescita
del
tessuto
produttivo
locale
e
regionale
mediante
la
valorizzazione delle risorse umane e mediante interventi di aiuto alla
natalità di imprese solide e dotate di buone prospettive di consolidamento.
In particolare, il programma si rivolge a occupati o disoccupati che
intendono avviare un’impresa o un’attività di lavoro autonomo anche in
forma associata nell’ambito della Provincia di Lucca.
Presso la Cassa di Risparmio di Lucca Spa è stato costituito un
plafond di 325 mila euro per l’erogazione di prestiti agevolati concessi
dalla Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno. L’importo massimo per
ciascun prestito è di 25 mila euro, la durata massima è di 5 anni, il tasso di
interesse applicato è l’Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread di un
punto percentuale. Per i mutui chirografari, invece, la durata si riduce a 3
anni e il tasso applicato è l’Euribor a 6 mesi maggiorato di uno spread
dell’1,25%.
Inoltre, con i residui dei fondi comunitari del POR Ob. 3 FSE 20002006, la Provincia ha costituito un fondo di 75 mila euro per il rimborso dei
costi immateriali (consulenze, parcelle notarili, ecc…) sostenuti dai
beneficiari, a ciascuno nella misura massima di 5 mila euro.
4.9.5 Progetto “Diamogli Credito”174
Il Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, il Ministro
per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione e il Ministro
173
Fonte: http://pariopportunita.provincia.lucca.it/
Fonte: www.diamoglicredito.it
174
162
dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con l’ABI, nel mese di
dicembre 2007 hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per sostenere i
processi di crescita delle giovani generazioni che permetta agli studenti
impegnati nella formazione universitaria e post universitaria un agevole
accesso al credito, con l’unica garanzia della propria determinazione e dei
requisiti di merito, per sostenere autonomamente le spese connesse alla
propria formazione.
L’obiettivo dichiarato del progetto è quello di mettere in condizione i
giovani studenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni di investire
responsabilmente sul proprio futuro e avere un più libero accesso al
sapere e alla formazione. In particolare, l’accordo consente, attraverso la
stipula di apposite convenzioni con singoli istituti bancari, l’accesso al
credito da parte dei beneficiari senza ulteriori garanzia. I finanziamenti
erogabili hanno un importo massimo di 6 mila euro e sono concessi senza
garanzia propria o di un garante. Il tasso (TAN), che non può essere
superiore al tasso massimo del 5,80%, è fisso per l’intera durata del
finanziamento (la quale viene concordata al momento della sottoscrizione
del prestito e non può comunque essere superiore a 36 mesi). Inoltre, non
sono previste spese aggiuntive a carico del beneficiario. Il prestito può
essere finalizzato a finanziare il pagamento di tasse e contributi
universitari, la partecipazione a un programma comunitario (come
l’Erasmus), l’iscrizione a un master post – universitario, l’acquisto di un
computer, il pagamento di spesse di locazione per gli studenti fuori sede,
ecc…
Al fine di garantire i prestiti, il Governo ha istituito un Fondo, la cui
dotazione è di 10 milioni per ciascun anno del triennio 2007 – 2009. Tali
risorse servono a garantire il 50% delle somme finanziate, mentre le
banche si assumono il rischio per la parte restante. È previsto che in caso
di insolvenza e per tre mesi dalla scadenza dell’eventuale ultima rata
insoluta, dopo un primo sollecito, lo studente avrà ulteriori 60 giorni di
tempo.
Alla
fine
di
questo
periodo,
qualora
risultasse
ancora
inadempiente, la banca potrà attivare il Fondo. Secondo le stime del
163
Ministero per le politiche giovanili e le Attività sportive il volume dei prestiti
che si potranno attivare nel triennio è pari a 660 milioni di euro.
4.9.6 Progetto di microcredito agli immigrati stranieri
L’Associazione Trentina Accoglienza Stranieri (ATAS ONLUS),
costituita nel 1989 con lo scopo di favorire la conoscenza e la
consapevolezza dei propri diritti e doveri di cittadinanza tra gli stranieri, si
configura come una delle più importanti organizzazioni no profit operanti
nel campo dell’immigrazione in Trentino. Con il progetto di microcredito
sociale, essa si è posta l’obiettivo di rispondere ai bisogni degli immigrati
che trovano difficoltà di accesso al credito e non sono in grado di fornire le
garanzie richieste dal sistema bancario175. L’iniziativa, promossa dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, si è concretizzata in
una partnership tra quest’ultima, la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, il
Comune di Trento e l’Associazione Trentina Accoglienza Stranieri Onlus.
Il progetto è stato avviato a partire dal mese di marzo 2007 e già a
dicembre
2007
le
richieste
di
finanziamento
avevano
superato
l’ammontare complessivo del fondo di garanzia messo a disposizione da
ATAS ONLUS grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di
Trento e Rovereto, che inizialmente ammontava a 60 mila euro, e che è
quindi stato in seguito incrementato da un contributo della Cassa Rurale di
Aldeno e Cadine pari a 6 mila euro, dal Comune di Trento con un
contributo pari a 10 mila euro e, più recentemente (25/03/2008) con un
ulteriore contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e
Rovereto pari a 20 mila euro. Attualmente il fondo raggiunge l’importo di
96 mila euro176.
175
176
Tale tematica relativa all’immigrazione verrà meglio approfondita nel successivo capitolo 5.
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
164
L’importo massimo erogabile per ciascun prestito è di 10 mila euro e
può essere richiesto per lo start up e lo sviluppo di cooperative sociali,
cooperative di lavoro o società di persone create da immigrati. Il prestito
viene concesso nella forma tecnica del mutuo chirografario.
4.9.7 Microcredito della Caritas Diocesana di Orvieto – Todi
La Caritas Diocesana di Orvieto e di Todi, che ogni anno ascolta
circa 3 mila persone che vivono in condizioni di disagio, ha rilevato,
dall’osservazione diretta e quotidiana dei fenomeni della povertà, una forte
crescita del numero di persone e famiglie bisognose di denaro per
fronteggiare spese contingenti non sostenibili ordinariamente. Poiché
quindi la maggior parte dei soggetti non può avere accesso ai prestiti
bancari, in quanto non in possesso di adeguate garanzie patrimoniali, è
forte il rischio di usura. Proprio da questa constatazione è partito il
progetto di microcredito della Caritas, in collaborazione con la Banca
Popolare di Ancona. L’obiettivo è quello di favorire l’accesso al credito da
parte delle fasce deboli della popolazione residente nel territorio della
diocesi e degli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Per realizzare il progetto è stato costituito un fondo di garanzia presso la
banca di ammontare pari a 14 mila euro, a fronte del quale la banca non
applica alcun moltiplicatore. L’importo massimo di ciascun prestito è di
2.500 euro, il tasso di interesse è stabilito nella misura fissa (TAN) del 3
per cento (che in caso di ritardato pagamento viene maggiorato di un
punto percentuale).177 Il rimborso è previsto in rate mensili costanti
posticipate al massimo in 36 mesi, non sono previste spese di istruttoria
né spese di estinzione anticipata.
È inoltre previsto che, qualora si riscontri il mancato pagamento di tre
rate del prestito erogato, la banca si impegna a darne pronta
177
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
165
comunicazione sia all’interessato che alla Caritas, al fine di aggiornare la
stessa per un ripristino della regolarità dei flussi di pagamento delle rate.
Nel caso in cui la situazione di insolvenza permanga fino a cinque rate, la
posizione deve considerarsi non recuperabile, con il conseguente
passaggio a sofferenza del credito e segnalazione nella Centrale Rischi
della Banca d’Italia. La banca provvederà quindi, anche nell’interesse
della Caritas, all’invio di una lettera di messa in mora e al recupero totale
del proprio credito residuo mediante escussione della garanzia della
stessa Caritas.
4.9.8 Progetto “PerMicro- Percorsi di Microcredito”178
PerMicro S.r.l. è una società costituita nel settembre 2007 e
specializzata nell’erogazione del microcredito. I soci promotori della
stessa, entrambi con una quota del 50%, sono Oltre Venture179 (società
italiana di venture capital) e Fondazione Paideia (ente torinese che dal
1993 opera nelle attività a sostegno dei bambini). La società ha lo scopo
di erogare prestiti di piccole entità a soggetti con difficoltà di accesso al
sistema bancario tradizionale, senza richiesta di garanzie reali. I prodotti
offerti attualmente sono due: “Microcredito all’impresa” e “Microcredito alle
famiglie”. In particolare, il primo si rivolge a cittadini italiani che vogliono
avviare o sviluppare la propria attività imprenditoriale, mentre il secondo è
un prestito personale per esigenze legate a casa, salute, formazione, e
rivolto in particolare a dipendenti, soci lavoratori, collaboratori di
cooperative e associazioni.
PerMicro eroga finanziamenti fino a 15 mila euro ad un tasso di
interesse che varia dall’8 al 12 per cento, a seconda del merito creditizio.
La durata del finanziamento è di 12 – 84 mesi. Nella valutazione dei
178
179
Fonte: www.permicro.it
www.oltreventure.com
166
progetti per i quali viene richiesto il finanziamento vengono prese in
considerazione alcune caratteristiche, ovvero: l’appartenenza del soggetto
ad una “rete sociale” di riferimento (centri di aggregazione, parrocchie,
comunità nazionali di cittadini extracomunitari, associazioni di sviluppo
territoriale, ecc…) che sia disposta a garantire moralmente, impegnandosi
a sostenere ed aiutare in caso di difficoltà, il potenziale beneficiario; la
“bontà” del progetto imprenditoriale e infine le capacità tecniche e
imprenditoriali del richiedente.
È inoltre da precisare che la società opera in Piemonte per quanto
riguarda il microcredito all’impresa, mentre è attiva su tutta Italia per
l’erogazione di microcrediti alle famiglie. L’obiettivo di lungo periodo di
PerMicro è comunque quello di costruire un network nazionale, attraverso
la creazione di agenzie territoriali che conoscano bene la realtà locale.
4.9.9 Progetto “Prestito d’onore della Regione Sardegna”180
La Regione Sardegna, attingendo alle risorse del POI Sardegna
2000-2006 e del Piano Integrato per il lavoro, ha bandito (con bando del
28/11/2007) le modalità di accesso a tali risorse attraverso la concessione
di prestiti d’onore per la creazione di nuove attività imprenditoriali e la
promozione dell’imprenditorialità nell’ambito della strategia regionale per
l’occupazione. In particolare, le risorse sono state ripartite tra le otto
province della regione e per settori di intervento (valorizzazione del
patrimonio ambientale e culturale regionale, attività turistiche, artigianato
artistico e tradizionale, servizi alla persona, ecc…).
Il programma è articolato nelle c.d. “Azione 3.10” e “Azione 3.11” e il
target delle due azioni è rappresentato da persone disoccupate o
inoccupate che siano residenti da almeno due anni e che intendano
180
www.regionesardegna.it
167
avviare un’attività di lavoro autonomo in forma di ditta individuale.
L’”Azione 3.11”, in particolare, riguarda solo l’imprenditoria femminile.
Il soggetto attuatore è stato individuato nella società “Iniziative
Sardegna S.p.a”, che deve assicurare la promozione e la sensibilizzazione
verso la potenziale utenza, utilizzando tra gli altri strumenti anche il portale
internet “IMPARARE”. Inoltre, il soggetto attuatore si fa carico della
formazione in tema di gestione d’impresa rivolta ai potenziali beneficiari
dell’assistenza e consulenza. I beneficiari del progetto possono ottenere
prestiti per importi compresi tra 25 e 50 mila euro.
4.9.10 “Il Prestito d’Onore” della Provincia di Trento
L’Agenzia del lavoro, istituita con la Legge provinciale n. 19/83, è la
struttura che realizza gli interventi di politica attiva del lavoro della
Provincia Autonoma di Trento. La Giunta Provinciale, con deliberazione n.
2975 del 21 dicembre 2007. ha approvato il documento “Interventi di
Politica del lavoro per il triennio 2008-2010”, che persegue, tra gli altri, gli
obiettivi generali di politica del lavoro indicati dall’Unione Europea e le
linee definite nel Piano d’azione nazionale e nel programma operativo
provinciale adottato dalla Provincia Autonoma di Trento.
In particolare, nell’ambito dell’obiettivo 6 (“Favorire lo sviluppo
dell’imprenditorialità”), allo scopo di favorire l’avvio e il consolidamento di
nuove attività d’impresa promosse da soggetti inoccupati e disoccupati,
vengono realizzati degli interventi per facilitare la nascita di nuove
iniziative nonché il consolidamento e lo sviluppo delle imprese già
esistenti.181Tra gli interventi previsti rientra proprio il “Prestito d’Onore”,
che è finalizzato a promuovere l’avvio di imprese di piccole dimensioni da
parte di soggetti inoccupati o disoccupati. L’iniziative ha lo scopo in
particolare di mettere a disposizione di chi intende intraprendere una
181
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
168
nuova attività imprenditoriale, oltre che un finanziamento, soprattutto un
importante sostegno formativo, accompagnato da un periodo di assistenza
e di tutoraggio al fine di fornire un supporto concreto alla realizzazione
della propria idea imprenditoriale.
Il prestito si rivolge ai residenti e domiciliati nella Provincia Autonoma
di Trento, maggiorenni, disoccupati o inoccupati che intendono avviare
un’attività d’impresa con sede all’interno della provincia. L’agevolazione
finanziaria prevista consiste in un contributo fino a 32.500 euro, di cui
massimo 20 mila a fondo perduto e 12.500 come prestito agevolato, da
restituire a un tasso pari al 65% del tasso di riferimento utilizzato per le
operazioni di credito agevolato182 alle imprese artigianali.
La restituzione del prestito deve avvenire a rate costanti semestrali in
cinque anni, con un periodo iniziale di preammortamento.
4.9.11 Prestito fiduciario a studenti universitari di Urbino
L’E.R.S.U. di Urbino, in attuazione della normativa nazionale sul
diritto allo studio L. 390/1991, ha adottato l’iniziativa “Prestito Fiduciario”
con lo scopo di consentire agli studenti che affrontano un percorso di alta
formazione professionale, scientifica e culturale, di ottenere un’apertura di
credito a condizioni particolarmente vantaggiose, senza la necessità di
presentare garanzie reali o creditizie, ma impegnandosi a restituire la
somma ottenuta sulla base della posizione professionale e sociale che gli
studi gli consentiranno.183La Banca delle Marche si è aggiudicata la gara
indetta dall’E.R.S.U. per la concessione dei prestiti a partire dall’anno
accademico 2006/2007. Per quanto riguarda la forma tecnica, come già
accennato, il prestito è accordato nella forma di apertura di credito in
182
È da sottolineare come i prestiti siano erogati dietro mandato di pagamento da Unicredit
Banca, che agisce come tesoriere dell’iniziativa. A garanzia del buon esito della restituzione dei
prestiti è previsto che i potenziali beneficiari sottoscrivano una polizza assicurativa.
183
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
169
conto corrente bancario, con pagamento degli interessi a carico dello
studente, qualora siano dovuti, presso l’istituto di credito. L’apertura di
credito viene successivamente trasformata in prestito personale, a partire
dalla scadenza del c.d. “periodo di grazia”, ovvero dell’arco temporale in
cui non viene richiesto il rimborso in rate del prestito. La somma massima
che può essere accordata è di 5 mila euro per anno, per un numero di
anni legati alla durata legale dei corsi universitari. Gli studenti risultati
idonei alla borsa di studio messa a disposizione dell’ERSU, ma non
beneficiari per carenza di risorse disponibili, hanno diritto prioritariamente,
in ordine di graduatoria, all’assegnazione del prestito fiduciario a tasso di
interesse pari a zero. Gli altri studenti beneficiari del prestito fiduciario
pagheranno un interesse pari al 2 per cento massimo su base annua e la
differenza del costo degli interessi tra il 2 per cento e il tasso effettivo
praticato dalla banca sarà a carico dell’ERSU. È da precisare però che
tale assunzione, parziale o totale, dell’onere del pagamento degli interessi
da parte dell’ERSU opera limitatamente all’apertura di credito in conto
corrente e non per il successivo prestito personale. Quindi saranno a
carico interamente dello studente gli interessi relativi a eventuali utilizzi
superiori all’importo del finanziamento concesso. Bisogna sottolineare,
comunque, che la concessione del prestito è subordinata alla valutazione
dell’onorabilità creditizia del richiedente, riservata esclusivamente alla
banca, che provvede entro i 30 giorni successivi alla concessione del
finanziamento o al rifiuto dello stesso, dandone poi comunicazione scritta
all’ERSU entro i successivi 10 giorni.
La banca poi, in sede di conferma annuale del prestito fiduciario, si fa
carico della verifica della permanenza del requisito di onorabilità creditizia
del beneficiario.
170
4.9.12 Prestito fiduciario a studenti universitari di Camerino184
L’ERSU di Camerino, al fine di permettere agli studenti iscritti ad
UNICAM di proseguire nella propria formazione universitaria e post –
universitaria, ha bandito185 anche per l’anno accademico 2009/2010 un
concorso per la concessione di prestiti fiduciari.
Il prestito è accordato nella forma di apertura di credito bancario sul
conto corrente, a norma dell’art. 1842 del codice civile, con pagamento
degli interessi a carico dello studente, qualora siano dovuti, presso
l’istituto di credito che risulterà vincitore. L’apertura di credito è
successivamente trasformata in prestito personale, a partire dalla
scadenza del “periodo di grazia”, ossia dell’arco temporale in cui non
viene richiesto il rimborso in rate del prestito.
Esso consiste nella possibilità per lo studente di accedere ad una
forma di finanziamento a condizioni particolarmente agevolate e senza
necessità per lo studente stesso di presentare garanzie reali o creditizie. Il
prestito fiduciario è accordato in forma di apertura di credito in conto
corrente dall’istituto di credito convenzionato.
L’apertura di credito è accordata fino alla somma massima di 5 euro
annua, per un numero di anni legati alla durata legale dei corsi. Il tasso di
interesse del prestito a carico dello studente, indipendentemente dal tasso
effettivo applicato dall’istituto di credito sul prestito stesso, è pari a zero
per gli studenti risultati idonei alla borsa di studio ma non beneficiari per
carenze di risorse disponibili, e pari al 2 per cento per tutti gli altri studenti.
184
Fonte: www.ersucam.it
In attuazione dell’art. 16 del Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario nella
Regione Marche di cui alla delibera del Consiglio Regionale del 19.5.2009 n. 121, del D.P.C.M.
9.4.2001, nonché del D.P.C.M. 30.4.1997 emanati ai sensi della legge 390/1991 e dell’art. 4 della
legge 24.12.2003, n. 350.
185
171
4.9.13 Fondo strumentale per il microcredito del Confidi Roma Gafiart186
Il
Confidi
Roma
GAFIART,
costituito
per
iniziativa
di
Confartigianato, sostiene le aziende con garanzie sussidiarie ed
integrative, al fine di ampliare la loro capacità di ottenere finanziamenti
bancari da destinare alla realizzazione di progetti imprenditoriali.
Il Confidi, che offre diversi servizi di consulenza economicofinanziaria ai propri associati, ha istituito nel 2007 il Fondo Strumentale per
il Microcredito da utilizzare come garanzia per la concessione di piccoli
prestiti, a ditte individuali o società, per il consolidamento dell’attività o per
l’avvio di una nuova attività di impresa.
Pertanto nel 2007 Gafiart ha sottoscritto due convenzioni, una con
l’Artigiancassa e l’altra con la Banca di Roma (ora “Unicredit Banca di
Roma”). I finanziamenti previsti da “Unicredit Banca di Roma” hanno un
importo massimo di 25 mila euro, al tasso variabile pari all’Euribor più uno
spread del 2,40 e sono rimborsabili fino a 5 anni. A fronte di questi
finanziamenti Confidi garantisce, in caso di mancato rimborso del prestito
erogato, fino all’80%. Per quanto riguarda invece Artigiancassa, l’importo
massimo richiedibile è di 30 mila euro, con un tasso di interesse a scelta
tra fisso o variabile, e il rimborso può avvenire massimo entro 7 anni; in
questo caso Confidi garantisce fino al 70%.
186
Fonte: www.gafiart.it
172
CAPITOLO 5: BANCHE E MICROCREDITO
5.1 I limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito
È innanzitutto opportuno individuare quali sono le metodologie che
consentono di rendere efficace (sia in senso sociale, che economico e
finanziario), e dunque sostenibile e rimborsabile, un prestito concesso a
persone solitamente escluse dal circuito finanziario (Messina, 2009). Un
primo aspetto da sottolineare è quello relativo ai tassi di interesse, i quali
vanno tenuti entro limiti che non rendano insostenibile la spesa per il
beneficiario del finanziamento. Tale argomento è già stato trattato in
precedenza (capitolo 2), ma deve essere approfondito ulteriormente.
Si assuma quindi, come gli economisti classici, che il valore assunto
dai tassi sia determinato da almeno tre variabili: il rischio valutato rispetto
al prestito (ovvero la probabilità stimata di ottenere il rimborso); il costo
della gestione (amministrativa, finanziaria e patrimoniale) del prestito; il
costo della provvista, ovvero dell’approvvigionamento dei fondi sul
mercato dei capitali per chi eroga il finanziamento.
Numerosi studi mostrano che le organizzazioni di microcredito, come
già sottolineato, tendono ad applicare tassi molto superiori rispetto a quelli
praticati dalle banche commerciali (Mallick, Ho, 2007). Ciò può essere
spiegato, oltre che dai modelli matematici illustrati in precedenza, anche
da numerosi altri fattori. Il primo è il ridotto ammontare dei prestiti, che va
a scontrarsi con il consistente ammontare medio dei costi fissi generati da
un’attività finanziaria (costi del personale, delle strutture, delle procedure
informatiche, ecc…). Il secondo fattore è la tipologia di garanzie che
possono essere messe insieme per ridurre la rischiosità. Il terzo, infine,
rappresenta la capacità di intercettazione di risorse sul mercato dei
capitali, anch’essa legata a sua volta al tema delle economie di scala
173
(presenza capillare sul territorio, quantità di operazioni portate avanti,
ecc…).
In relazione al tema dei costi e dell’efficienza organizzativa, occorre
sottolineare come i programmi di microcredito siano spesso condotti da
piccole strutture, con poche economie di scala e non sempre
specializzate, dunque a produttività limitata. Certamente incide anche il
basso valore medio del capitale gestito: ciò blocca, in particolare, le
possibilità di sostenere lo start-up di nuove iniziative imprenditoriali anche
se è stato in seguito evidenziato che vi è poi un ampio livello di
discrezionalità, dunque un margine di variazione, nei tassi applicati
(Ghosh et al., 2001). Ormai vi è una certa attenzione sia da parte di grandi
donatori privati (come ad esempio le fondazioni statunitensi) sia dei
governi nazionali, così come anche degli organismi sovranazionali, a
tracciare profili di efficacia ed efficienza delle istituzioni che operano nel
campo del microcredito. Allo stesso tempo si stanno sviluppando attività di
rating o comunque di valutazione delle organizzazioni che fanno
microcredito187. Sta man mano aumentando anche l’attenzione degli
operatori stessi, consapevoli che una maggiore efficienza implica anche
più opportunità per i beneficiari finali in termini di riduzione dei tassi di
interesse, tempi di valutazione ed erogazione, stock di prestiti, e dunque di
una maggiore efficacia sociale.
Un recente studio (Caudill et al., 2007) ha individuato le seguenti
variabili chiave nel determinare il livello di efficienza delle organizzazioni di
microcredito:
1) L’incidenza dei sussidi governativi al programma (con effetto
negativo sull’efficienza);
2) L’ammontare medio dei singoli prestiti erogati (con la relazione:
minori prestiti, minore efficienza);
187
A
questo
proposito
www.microfinanza.com.
si
vedano:
www.microrate.com;
www.themix.com;
174
3) La dimensione delle organizzazioni (più sono piccole, meno sono
efficienti);
4) L’età anagrafica delle organizzazioni e dei programmi (maggiore
è l’età, minore è l’efficienza);
5) Infine, gli autori rilevano come le banche (e, più in generale, le
strutture finanziarie orientate al profitto) siano più efficienti delle
organizzazioni non profit.
È opportuno fare alcune precisazioni su alcuni di questi punti.
Innanzitutto, non lascia dubbi il legame tra efficienza e dimensioni
dell’organizzazione che gestisce i fondi, anche se tale relazione non è mai
di tipo lineare: infatti, fino a certe dimensioni la crescita dimensionale può
favorire l’efficienza, ma oltre gli stessi limiti può diventare anche un fattore
critico.
Per quanto riguarda invece il fattore anagrafico, ovvero l’età
dell’organizzazione, tale elemento può essere fondamentale nello
spiegare le migliori performance: nei primi anni di vita, infatti, le istituzioni
di microcredito sono in grado di raggiungere livelli di efficienza
mediamente superiori, in coerenza con quanto previsto dalle teorie sul
ciclo di vita delle organizzazioni, in particolare per quelle piccole e non
profit (Meneguzzo, 2008).
Quindi, come anticipato già dallo studio riportato, una possibile
risposta ai limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito sta nella
proposta di collegare la loro azione con quella degli operatori finanziari
tradizionali, ossia le banche commerciali. Le prime, infatti, possono
mettere al servizio delle banche la propria capacità di tessitura sociale, di
valutazione “su misura”, nonché il rapporto di prossimità con il prenditore,
anche nella fase di rimborso (Messina, 2009). Le banche, dal canto loro,
una volta ricevute assicurazioni in merito alla bontà del credito o eventuali
garanzie parziali sullo stesso (garanzie che potrebbero essere concesse
anche dalle stesse istituzioni di microcredito, ma con sensibili effetti di
175
leva), incontrerebbero difficoltà minori nel concedere credito a tassi più
convenienti per il prenditore e a mettere in campo una struttura di gestione
amministrativa e finanziaria già funzionante e, si presume, più efficiente,
se non altro per l’effetto delle economie di scala.
5.2 Il microcredito nell’operatività bancaria
Da alcuni anni in Italia, così come nel resto d’Europa, diverse banche
si sono rese attive nell’implementare soluzioni e politiche di inclusione
finanziaria, sviluppando soluzioni ad hoc nella fornitura di servizi finanziari.
L’accesso al conto corrente costituisce generalmente solo il primo
punto di contatto con la banca. La bancarizzazione crea infatti le
premesse, nel tempo di conferire maggiore profondità alla relazione con la
clientela (Greco, 2009). Le politiche commerciali di cross selling, intese
come processo di sviluppo delle relazione con un incremento del numero
di prodotti e servizi finanziari posseduti da ciascun cliente, rappresentano
la naturale conseguenza di un rapporto che cresce e si consolida
aumentando l’intensità della relazione. L’idea sottostante è quella
principalmente di offrire ai propri clienti i prodotti di cui hanno bisogno
facendo sì che la fidelizzazione sia una naturale conseguenza di un
percorso positivo che si evolve con il passare degli anni.
In tale contesto si fa riferimento a un’indagine condotta dall’ABI nel
corso del 2008 sull’inclusione finanziaria in Italia, con l’obiettivo di
comprendere meglio quale è la situazione dell’offerta bancaria. La
rilevazione, promossa dalla Commissione Europea e eseguita dal
“Laboratorio sull’inclusione finanziaria” dell’ABI, è stata effettuata durante i
mesi di marzo e aprile 2008, tramite l’invio di una comunicazione a tutti i
gruppi e a tutte le banche commerciali iscritte all’albo alla data del 31
dicembre 2007. Alle banche, in particolare, è stato chiesto di inserire le
informazioni in un’apposita griglia alleata alla comunicazione, che
176
comprendeva i seguenti ambiti di analisi: servizi di microfinanza
(risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento), pratiche di
commercializzazione sul territorio, strutture costituite ad hoc, progetti di
educazione finanziaria, partnership con soggetti non bancari. Hanno
risposto al questionario 13 banche, rappresentative del 63 per cento del
sistema bancario in termini di totale attivo188.
Si è deciso poi di dare risalto specifico alle azioni sviluppate dal
mondo cooperativo, considerando le caratteristiche peculiari di questa
tipologia di banca, convogliando la raccolta di practice attraverso la
Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo Casse Rurali e
Artigiane189.
Innanzitutto, per quanto riguarda le strutture che nello specifico si
occupano di inclusone finanziaria, nel 25% dei casi osservati esse fanno
riferimento al settore marketing, nel 23,2% all’area retail e nel 19,6% a
settori
commerciali/operativi.
l’attenzione
data
alla
Di
minore
microfinanza
importanza
da
settori
risulta
invece
“Credito
&
Internazionalizzazione” (8,9%) e “Comunicazione & Pubbliche Relazioni”.
Una novità rispetto alla precedente rilevazione190 riguarda il legame tra la
funzione CSR (Corporate Social Responsibility) e l’inclusione finanziaria: i
dati mostrano che il 3,6% delle banche oggetto dell’indagine segue
tematiche relative all’inclusione finanziaria attraverso la funzione di CSR.
Quindi, rispetto al 2005, vi è stata una sorta di “passaggio di consegne”
dalla funzione CSR a quelle di progettazione e sviluppo di servizi
bancari191 (Provasoli, 2009): ciò testimonia che la fase di incubazione di
188
A livello “consolidato” hanno risposto sette gruppi: Banca Carige, Banca IntesaSanpaolo, Banca
Monte dei Paschi di Siena, Banca popolare di Milano, Banca Popolare Pugliese, Banco Popolare,
Unicredit. A livello “individuale”, invece, hanno risposto 6 banche: Banca della Campania, Banca
del Piemonte, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Cariparma, Cassa di Risparmio di Volterra,
Mediolanum. (Fonte: Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009).
189
I risultati dell’indagine empirica sono riportati dettagliatamente nelle appendici 2 e 3.
190
Nel 2005 era stata svolta una prima rilevazione dal titolo “Banche e microfinanza. Esperienze e
strumenti innovativi”, con la collaborazione della Fondazione Giordano dell’Amore, Bancaria
Editrice, Roma 2006.
191
Nel 2005, infatti, le sperimentazioni su progetti di microfinanza erano gestite trasversalmente
nelle banche, ma la tematica era in carico essenzialmente a un solo ufficio competente che
risultava essere: per un terzo dei casi marketing/commerciale; per un terzo ricerca e sviluppo;
177
idee, di ricerca, ha lasciato il passo a quella dello sviluppo “tecnico” di
prodotti specifici e al monitoraggio della loro diffusone.
In particolare, come risulta sempre dall’indagine, le principali
motivazioni che hanno portato le banche italiane ad attivare azioni per
l’inclusione finanziaria sono le seguenti: la soddisfazione della clientela (a
cui le banche intervistate hanno attribuito, nel 59,1% dei casi,
un’importanza
elevata
e
nel
36,4%
un’importanza
media);
la
valorizzazione delle attività CSR della banca (che per il 45,5% delle
banche rappresenta una motivazione molto importante e per il 40,9% un
fattore di importanza media); le opportunità dello sviluppo del business
(molto importante per il 31,8% dei casi e abbastanza importante per il
54,5%); l’aumento/consolidamento della fiducia della banca (molto
importante per il 31,8% dei casi e abbastanza importante per il 68,2%).
La microfinanza rappresenta quindi una linea di business sempre più
diffusa tra le banche, con effetti sull’operatività e sulla redditività bancaria.
In particolare, secondo la maggioranza delle banche intervistate,
l’incidenza delle attività di microfinanza è inferiore al 3%, sia in riferimento
al totale dei ricavi da servizi, sia relativamente al totale dei finanziamenti
per cassa sull’interno. Tale dato può essere rappresentato dal seguente
grafico:
Grafico 5.1 Incidenza della microfinanza a fine 2006
100%
5,00%
5,30%
95,00%
94,70%
80%
60%
40%
>3% e <5%
<3%
20%
0%
sul totale dei sul totale dei ricavi da
finanziamenti per
servizi
cassa sull'interno
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria
Editrice, 2009
per un altro terzo CSR. La nuova rilevazione mostra invece che i servizi/prodotti per agevolare
l’inclusione finanziaria sono soprattutto in carico all’area retail/marketing/commerciale.
178
Quindi, in particolare risulta che:
Sul totale dei finanziamenti per cassa sull’interno, l’incidenza della
microfinanza si posiziona, per il 95% delle banche del campione, su
quote inferiori al 3%, e per il 5% delle banche tra il 3% e il 5%;
Sul totale dei ricavi da servizi, il 94,7% delle banche del campione
ha un’incidenza inferiore al 3%, e il 5,3% delle banche ha una
quota tra il 3% e il 5%.
Per quanto riguarda la diffusione della microfinanza nelle banche,
occorre osservare come il 64,9% delle banche del campione preso in
analisi
ha
sviluppato
servizi
di
microfinanza.
Relativamente
alla
distribuzione per tipologia di servizi di microfinanza offerti dalle banche,
l’indagine mostra come la diffusione dei servizi di pagamento (quali carte
prepagate, assegni e bonifici) sia particolarmente alta (49,1% del totale
dei servizi offerti), ma appare elevata anche l’offerta di servizi di credito
(quali finanziamenti a breve, medio e lungo termine) con una quota pari al
31% del totale dei servizi offerti. La diffusione dei servizi di risparmio,
infine, risulta pari al 19,8% del totale. Tali risultati possono essere cosi
rappresentati:
Grafico 5.2 Servizi di microfinanza offerti dalle banche
19,80%
Risparmio
49,10%
Credito
C/c servizi di pagamento
31,00%
Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio
Responsabilità Sociale d’Impresa
179
Andando più nel dettaglio, si può osservare come la diffusione dei
servizi di microfinanza offerti dalle banche italiane sia, nell’ambito dei
servizi di risparmio, abbastanza eterogenea per le diverse tipologie di
servizi: per circa il 27%, infatti, essa si è focalizzata sulla sfera della
raccolta diretta; per il 21,8% sui titoli a custodia; per il 20,5% sul risparmio
gestito e, per la stessa quota, sui prodotti assicurativi. Per quanto riguarda
invece i servizi di credito, si riscontra che la diffusione della microfinanza si
è focalizzata come segue: per il 25% nell’ambito dei finanziamenti a medio
termine (ovvero con una durata da 1 a 5 anni); per il 20,5% sui
finanziamenti a breve termine (fino a un anno); per il 17,6% sul credito al
consumo e, infine, per il 17,6% sui finanziamenti per l’acquisto della prima
casa. Infine, in relazione ai conti correnti e agli altri servizi di pagamento,
emerge che le banche hanno offerto servizi di microfinanza principalmente
nell’ambito delle seguenti tipologie: per il 18,7% nei servizi bancari di
base, per il 14,2% in c/c specifici e per il 14% in carte prepagate. Tale
situazione dettagliata può essere così rappresentata:
Grafico 5.3 Diffusione della microfinanza per segmenti di business
RISPARMIO
Altro
10,30%
Prodotti assicurativi
20,50%
Risparmio gestito
20,50%
21,80%
Titoli a custodia
26,90%
Raccolta diretta
0
0,05
0,1
0,15
0,2
0,25
0,3
180
CREDITO
Altro
0,00%
Finanz.acquisto prima casa
17,60%
Credito al consumo
17,60%
Leasing
3,70%
Factoring
1,20%
Finanz. Lungo termine (>5 anni)
14,30%
25,00%
Finanz. Medio termine (fino 1-5 anni)
Finanz. Breve termine (fino a 1 anno)
20,50%
0,00%
5,00%
10,00%
15,00%
20,00%
25,00%
30,00%
C/C E SERVIZI DI PAGAMENTO
Altro
Bancomat
Carte di debito
Carte di credito
Bonifici per rimesse
Assegni
Carte prepagate
c/c specifici
Servizio bancario di base
0,00%
1,00%
13,20%
12,20%
13,00%
4,90%
8,80%
14,00%
14,20%
18,70%
2,00%
4,00%
6,00%
8,00% 10,00% 12,00% 14,00% 16,00% 18,00% 20,00%
FONTE: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio
Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008)
È poi importante analizzare anche quale è la distribuzione dei servizi
e dei prodotti di microfinanza offerti dalle banche in relazione alla tipologia
di clientela. Il target della rilevazione coincide con quello presentato nelle
precedenti ricerche svolte dall’ABI sull’inclusione finanziaria, ovvero:
giovani, lavoratori con contratto di lavoro non permanente, studenti
universitari, piccola imprenditoria (in specifico giovanile, femminile e di
immigrati), imprese individuali in aree depresse (ad esempio, Comunità
Montane). Dalla rilevazione emergono anche i soggetti portatori di
handicap e gli invalidi192, oltre agli anziani e alle vittime dell’usura e del
192
ABI si era già occupata delle criticità relative all’accesso (fisico, non relativo a una particolare
offerta di servizi finanziari) dei disabili, rilevando che oltre il 70% del sistema bancario sviluppa
attività per migliorare l’accessibilità ai servizi finanziari dei soggetti disabili con progetti in filiale
181
racket. Innanzitutto è da osservare come, sia nel caso dei servizi di
risparmio, sia nel caso dei servizi di credito, sia per il comparto dei conti
corrente e dei servizi pagamento, il target di clientela e cui le banche del
campione hanno dichiarato di rivolgere maggiormente la propria offerta è
rappresentato dai “cittadini stranieri, comunitari ed extracomunitari”.
L’indagine mostra, infatti, che si rivolge a tale tipologia di clientela il 17,9%
del totale dei servizi di risparmio offerti, il 20,1% del totale dei servizi di
credito e il 26,2% del totale dei servizi di pagamento. Al secondo posto,
per quanto riguarda il target di clientela, vi sono le “famiglie”, a cui è
destinato il 13,5% del totale dei servizi di risparmio (da notare come
questa sia la stessa percentuale dei servizi rivolti agli studenti), il 13,5%
del totale dei servizi di credito e il 14,5% del totale dei servizi di
pagamento.
Con riferimento poi alle altre tipologie di clientela, dall’indagine
condotta emerge che coloro a cui vengono maggiormente offerti servizi di
risparmio sono gli “anziani” ( a cui sono rivolti il 12,2% del totale dei servizi
di risparmio offerti), mentre coloro a cui vengono offerti servizi di credito
sono
i
“lavoratori
atipici”
e
le
“imprese
gestite
da
immigrati”
(rispettivamente il 13,1% e il 11,1%); in relazione ai servizi di pagamento,
infine, l’offerta è particolarmente elevata per “studenti” e “lavoratori atipici”
(rispettivamente il 14,2% e il 11,9%)193.
Tali dati sono quindi significativi. In particolare, per quanto riguarda il
target di clientela rappresentato dai “cittadini stranieri, comunitari e
extracomunitari”,
è
da
sottolineare
come
il
crescente
grado
di
bancarizzazione dei cittadini stranieri residenti in Italia sia il risultato di due
fattori: da un lato, del consolidamento della presenza straniera e dei
processi di integrazione economica della popolazione migrante nei circuiti
economici formali dell’economia italiana, e, dall’altro, dell’ampliamento e
(layout di agenzia, orientamento/segnaletica, arredi del front office), Bancomat e sito web. A
questo proposito L’Associazione ha sviluppato nel 2003 le Linee Guida per l’accessibilità dei
servizi di home banking, disponibili online.(Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione
finanziaria, Bancaria Editrice, 2009).
193
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009.
182
della diversificazione dell’offerta dei servizi e dei prodotti a cura delle
banche194. In secondo luogo, è da sottolineare come, negli anni più
recenti, si sia assistito a un crescente incremento di fondi impiegati per il
sostegno di imprese di piccole dimensioni. In relazione infatti ai
prodotti/servizi di microfinanza che vengono complessivamente offerti alle
micro-imprese, le banche intervistate hanno dichiarato che il 51% sono
costituiti da prodotti/servizi di credito, il 31% sono assimilabili a c/c e
servizi di pagamento e il 18% sono servizi di risparmio. La situazione può
essere così rappresentata:
Grafico 5.4 Diffusione della microfinanza come sostegno alle piccole imprese
c/c e servizi di
pagamento
31,0%
Credito
51,0%
Risparmio
18,0%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio
Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008)
A tal proposito, è da ricordare come il sistema di relazioni tra banche
e imprese si sia storicamente determinato in larga misura a riflesso di
alcune specificità del sistema industriale italiano, caratterizzato dalla
piccola dimensione delle imprese, dalla specializzazione in settori
tradizionali, da una struttura proprietaria prevalentemente di tipo familiare
e
una
struttura
finanziaria
caratterizzata
dall’ampio
ricorso
all’indebitamento bancario (Benincampi, 2009). Il rapporto “bancaimpresa”, in particolare, ha costantemente ricoperto un ruolo di centralità
nella definizione dei piani strategici delle banche. In particolare, le banche
194
La tematica dell’inclusione finanziaria e della bancarizzazione degli immigrati verrà
approfondita nel successivo paragrafo 5.5
183
italiane, rispetto ai valori medi delle concorrenti dell’Unione Europea,
finanziano in proporzione più le imprese che le famiglie: a fine 2007, i
finanziamenti erogati dalle banche italiane alle imprese sul totale dei
finanziamenti all’economia risultava pari al 64%, a fronte di circa il 48%
della media dell’Area Euro. Le imprese bancarie italiane stanno
modificando quindi con rapidità ed efficienza il proprio modello
organizzativo e di offerta nei confronti del mondo imprenditoriale,
adeguandolo alle mutevoli esigenze delle imprese, specie, appunto, quelle
di più piccole dimensioni.
Lo studio mette poi in luce che esiste anche un target indiretto
costituito da quei soggetti che, pur non beneficiando direttamente delle
proposte commerciali delle banche, come ad esempio le persone senza
fissa dimora, gli indigenti, beneficiano dei servizi offerti dalla rete del terzo
settore costituito da associazioni, enti no-profit, organizzazioni non
governative, cooperative, imprese sociali, ecc…, target diretto delle
iniziative di inclusione finanziaria.
È poi interessante osservare la distribuzione territoriale dei servizi e
dei prodotti di microfinanza in Italia: dall’indagine condotta dall’ABI emerge
infatti che le aree di maggior interesse delle banche del campione sono il
nord-ovest (a cui è rivolto il 52,3% dell’offerta complessiva) e le regioni
dell’Italia centrale (con il 21,6%). L’offerta alle regioni del nord-est e
dell’Italia meridionale e insulare sono invece rispettivamente pari al 17% e
al 9,2% dell’offerta complessiva. Nel complesso, nel nord Italia si
concentra quindi circa il 69,3% dell’attività di microfinanza svolta dalle
banche intervistate, e ciò sembrerebbe essere coerente anche con la
distribuzione geografica degli immigrati: infatti, secondo i dati ISTAT
relativi alla ripartizione territoriale degli stranieri sul territorio nazionale,
emerge come, a inizio 2007, il 63,6% di essi era residente nelle regioni del
nord Italia (di cui il 36,3% nel nord-ovest e il 27,3% nel nord-est), il 24,8%
nel centro e l’11,6% nelle regioni meridionali (di cui l’8,3% al sud e il 3,3%
nelle isole). La situazione può quindi essere così rappresentata:
184
Grafico 5.5 Distribuzione geografica dei prodotti/servizi di microfinanza offerti
60%
52,30%
50%
40%
30%
17,00%
20%
21,60%
9,20%
10%
0%
Italia nordoccidentale
Italia nordorientale
Italia centrale
Italia
meridionale e
insulare
Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio
Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008)
Inoltre, se confrontata con la distribuzione territoriale degli impieghi
complessivi, l’analisi della distribuzione dei servizi e prodotti di
microfinanza nelle quattro aree del paese mostra una particolare
attenzione delle banche del campione per le regioni del nord-ovest: dal
confronto emerge, infatti, che gli impieghi verso le regioni nord occidentali
sono pari al 38,2% degli impieghi complessivi, mentre la quota di prodotti
e servizi di microfinanza offerti dalle banche del campione analizzato
verso tale area è pari al 52,3%. Gli impieghi, invece, verso le regioni del
nord-est risultano essere pari al 23,2% degli impieghi complessivi, mentre
la quota di prodotti e servizi di microfinanza offerti dalle banche del
campione analizzato verso tale area è pari al 14,9%, e la quota di prodotti
e servizi di microfinanza offerti è pari al 9,2%.
Con riferimento poi ai sistemi di garanzia utilizzati dalle banche
intervistate nell’ambito delle attività di microfinanza, dai dati raccolti
emerge che il 58,1% delle banche del campione fa ricorso a sistemi di
garanzia pubblici e/o privati. Nello specifico, si tratta principalmente di
ipoteche (24,4% del totale), di confidi (22,2%), di “fondi di garanzia
regionali o provinciali” (20%) e di fideiussioni bancarie (15,6%). Tale
distribuzione può essere rappresentata di seguito:
185
Grafico 5.6 Sistemi di garanzia utilizzati dalle banche nell’ambito delle attività di
24,4%
22,2%
20,0%
15,6%
8,9%
2,2%
Altro
Fondi
acquisto
0,0%
Fondi di
garanzia
Fondi statali
Fideiussione
bancaria
0,0%
Fondi di
garanzia
4,4%
Privilegio
sociale
Pegno
2,2%
Ipoteca
30,00%
25,00%
20,00%
15,00%
10,00%
5,00%
0,00%
195
Confidi
microfinanza
Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio
Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008)
Per
quanto
riguarda
la
percentuale
di
copertura
offerta
rispettivamente dai sistemi di garanzia pubblici e/o privati, questa è, per le
banche che hanno aderito all’intervista, piuttosto elevata: per il 44,4%
delle banche intervistate è infatti superiore al 75% e per il 31,1% è
compresa tra il 50% e il 75% della copertura totale. In particolare, con
riferimento alle ipoteche, la copertura è superiore al 75% della copertura
totale per il 73% delle banche del campione, mentre è compresa tra il 50%
e il 75% della copertura complessiva per il 18% delle banche. Per quanto
riguarda invece i confidi, per il 20% delle banche intervistate la copertura
risulta essere superiore al 75% della copertura totale, per il 30% della
banche è compresa tra il 50% e il 75% della copertura complessiva e,
infine, per il 50% essa si posiziona nella fascia 25%-50%. Con riferimento,
poi, ai “fondi di garanzia regionali o provinciali”, la copertura è superiore al
75% di quella totale per il 44% delle banche oggetto del campione, mentre
è compresa tra il 50% e il 75% della copertura complessiva per il 44%
delle banche196.
195
196
Per “Altro” (8,9%) si intendono fidi/fondi di garanzia e fondi di garanzia rotativi privati.
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009.
186
Si è poi anche indagato, sempre nell’ambito della ricerca condotta
dall’ABI, circa l’esistenza e le caratteristiche di eventuali criteri alternativi a
quelli tradizionalmente utilizzati per la valutazione della clientela
considerata. In particolare, è risultato che il 64% delle banche intervistate
fa ricorso anche a criteri di valutazione alternativi alle garanzie pubbliche
e/o private; nello specifico, il 41% delle banche del campione ha dichiarato
di usufruire di intermediazione di garanzia da parte di “associazioni
private/religiose” e il 29% da parte di “associazioni di categoria”. Di pari
importanza è la percentuale di banche (12%) che ha dichiarato di
avvalersi dell’intermediazione di “enti locali” o di “associazioni di
connazionali”.
Inoltre, il 76% delle banche oggetto del campione ha dichiarato di
aver sviluppato, nell’ambito della propria attività di inclusione finanziaria,
partnership con soggetti non bancari. Si fa riferimento, nello specifico, a
soggetti quali “associazioni e cooperative” (33% delle banche del
campione), “organismi istituzionali” (25%), “enti religiosi”(18%), ma anche
a “quotidiani e periodici” (8%) e ad “accordi con ambasciate”(8%)197.
La costruzione e la gestione di partnership tra soggetti bancari e
soggetti non bancari è una delle modalità innovative con cui si stanno
sviluppando diversi progetti di inclusione finanziaria (Provasoli, 2009). I
soggetti coinvolti, ad esempio, possono essere fondazioni bancarie,
organizzazioni del terzo settore, banche. In particolare, i soggetti del terzo
settore svolgono un ruolo fondamentale nel reperire i dati necessari alla
valutazione del caso, svolgono un primo screening informale sui soggetti
che richiedono il finanziamento e li affiancano poi a valle nell’erogazione
del credito. Le fondazioni bancarie, invece, attraverso la gestione di fondi
di garanzia, svolgono il proprio compito intervenendo nel sociale con
azioni concrete. Le banche, infine, erogano i propri servizi raccogliendo al
tempo stesso informazioni sui soggetti da affidare, utili al loro intervento
nella comunità di riferimento. I progetti attivati secondo queste
197
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009.
187
metodologie sino ad oggi confermano come l’interazione tra soggetti con
peculiarità e mission così differenti rappresenti un segnale del grande
“valore” che l’apertura e la contaminazione di diversi modi d’operare,
insieme a distinti modi di essere, può generare (Provasoli, 2009).
Per quanto poi riguarda nello specifico i servizi di microfinanza, la
rilevazione ha individuato i seguenti prodotti/servizi attualmente offerti
dalle banche (Tanno, 2009).
Sul fronte del risparmio:
Prodotti legati alla finanza islamica, in via di sviluppo;
Obbligazioni etiche che destinano una parte degli interessi in favore
di progetti sociali;
Polizze assicurative/piani di accumulo dedicati alle esigenze degli
immigrati/giovani;
Fondi previdenziali per immigrati in Italia e per le famiglie nel Paese
di origine,
Libretto di deposito per i giovanissimi (fino a 14 anni);
Finanziamento per anziani con ipoteca della casa e possibilità di
riscatto da parte dei familiari.
Sul fronte del credito, l’offerta è caratterizzata da:
Costi contenuti che riguardano le spese di istruttoria/di gestione, gli
interessi applicati (ad esempio nel caso in cui sono previsti interessi
fissi per una durata di tempo definita o nel caso in cui, per i
lavoratori precari, si ha la riduzione dello spread se si passa da un
contratto
a
tempo
determinato
a
un
contratto
a
tempo
indeterminato);
Flessibilità nei pagamenti delle rate;
Assenza di garanzie/ricorso a fondi antiusura;
Velocità nell’erogazione del credito (fino a un massimo di 5 giorni).
188
Sul fronte, infine, dei conti correnti e dei servizi di pagamento,
l’offerta si caratterizza per:
Semplicità e trasparenza delle informazioni (i prodotti sono
immediatamente comprensibili);
Flessibilità nell’utilizzo del servizio, senza l’obbligo di essere cliente
della banca (come nel caso dell’offerta di carte prepagate anche
con possibilità di accredito bonifici/stipendio);
Costi di gestione contenuti o gratuiti;
Vantaggi economici per agevolare la diffusione della moneta
elettronica (come la carta di credito o la carta di debito, anche
attraverso l’utilizzo del telefono, come nel caso del trasferimento di
rimesse);
Accordi con banche nei paesi di origine anche per l’apertura di conti
correnti gemelli, nel caso di clienti immigrati;
Carte di credito che prevedono una devoluzione ad azioni di
solidarietà su ogni pagamento effettuato a costo zero per il cliente.
Per quanto concerne poi le pratiche di commercializzazione di tali
servizi sul territorio, dalla rilevazione condotta emerge che è diffusa la
pratica di sviluppare punti dedicati (ad esempio, i c.d. “Multiethnic Point”),
presenti all’interno delle agenzie tradizionali, dove al cliente straniero sono
offerti i servizi tradizionalmente offerti dalla banca ma con personale
dedicato, per lo più delle etnie maggiormente rappresentate e in grado di
parlare la lingua dei clienti, oppure sono resi disponibili materiali
informativi tradotti in lingue diverse198.
198
La pratica del punto dedicato in agenzia per una clientela immigrata, sviluppata dalle banche
che per prime si sono cimentate in azioni mirate di inclusione finanziaria, sembra essere ancora
valida per supportare il target nella iniziale difficoltà linguistica e tecnica. L’accoglienza, insieme
alla consulenza e alle condizioni economiche (costi e flessibilità) costituiscono i fattori
determinanti nel rapporto banca-migrante, il quale è influenzato anche da altri elementi quali
l’accessibilità della banca, la vicinanza al luogo di lavoro o all’abitazione e la flessibilità degli orari
(Tanno, 2009).
189
Altre pratiche di commercializzazione sul territorio riguardano l’offerta
di un servizio di consulenza specializzata nelle filiali tradizionali, in alcuni
casi disponibile anche attraverso il collegamento video o telefonico (call
center multilingua). Alcune banche hanno aperto inoltre filiali in luoghi
strategici per attirare il target di riferimento. La localizzazione degli sportelli
è stata programmata ad esempio nelle piazze maggiormente frequentate
da extracomunitari oppure nei pressi dei grandi poli universitari o
appoggiandosi a strutture eroganti servizi frequentemente usati dal target.
In alcune realtà sono in via di costituzione strutture interne che
comprendono funzioni commerciali specializzate nella promozione dei
servizi bancari presso le comunità straniere maggiormente presenti nelle
aree di riferimento (Tanno, 2009). Diffusa è poi anche la pratica della
promozione di servizi in filiale attraverso una comunicazione pensata ad
hoc per questo tipo di clienti.
Alcune banche, infine, hanno creato strutture ad hoc, così
caratterizzate:
Società nata dall’accordo di diversi enti, tra cui la banca e
associazioni locali, finalizzata all’erogazione di piccoli crediti
in assenza di garanzie reali;
Banca creata per soddisfare i clienti appartenenti al mondo
del terzo settore, anche attraverso un modello di rating
pensato per interpretare correttamente le caratteristiche delle
no profit italiane;
Filiali costruite per rispondere alle aspettative dei giovani, di
cittadini stranieri e di lavoratori con contratto a tempo
determinato, in termini di servizi offerti e di accessibilità in
filiale, agevolata ad esempio dagli orari di apertura inediti,
dalla cura degli spazi e della comunicazione integrata con i
canali telematici disponibili.
Per quanto concerne, infine, le prospettive di sviluppo dell’attività di
microfinanza svolta dalle banche italiane, l’intenzione dichiarata dalle
banche stesse che hanno partecipato all’indagine è quella di accrescere,
190
nell’arco dei prossimi 5 anni, la propria offerta di prodotti e di servizi di
microfinanza, nello specifico:
- il 91,7% delle banche intende accrescere la propria offerta in
termini di prodotti e servizi di risparmio;
- il 96% delle banche intervistate intende accrescere la propria offerta
in termini di prodotti e servizi di credito;
- il 95,8% delle banche del campione ha dichiarato di voler ampliare
la propria offerta in termini di c/c e servizi di pagamento.
Quindi, in conclusione, l’inclusione finanziaria contribuisce, a livello
micro, all’affermazione della c.d. “cittadinanza economica” per i nuovi
soggetti che entrano in contatto con la banca; a livello macro, può
senz’altro supportare lo sviluppo di dinamiche socio-economiche di forte
impatto sociale (Provasoli, 2009).
5.3 Il caso “Banca Popolare Etica”
“Banca Popolare Etica” nasce a Padova nel 1999 per azione di 22
organizzazioni del mondo non profit e alcune finanziarie, con avevano
appunto l’obiettivo di creare una banca innovativa che ispirasse tutta la
propria attività, sia operativa che culturale, ai principi della finanza etica,
ovvero: trasparenza, diritto di accesso al credito, efficienza e attenzione
alle conseguenze non economiche delle azioni economiche. In particolare,
l’idea di dar vita a una “Banca Etica” cominciò a diffondersi in Italia dopo le
modifiche legislative che intervennero nel settore finanziario negli anni ’90,
a seguito delle quali il sistema delle MAG fu costretto a ristrutturarsi.
Obbligate dalla nuova normativa e spinte dall’esigenza di dotare il terzo
settore di un soggetto finanziario adatto, le MAG contattarono istituzioni
del
mondo
della
cooperazione
sociale,
del
volontariato
e
191
dell’associazionismo. La proposta ebbe grande successo e si concretizzò
nel dicembre del 1994 nell’ “Associazione verso la Banca Etica”, alla quale
parteciparono l’intero movimento delle MAG e diverse organizzazioni199
rappresentanti l’intero panorama associativo nazionale.
Ad oggi banca Etica conta 12 filiali e una rete capillare di promotori
finanziari, chiamati “banchieri ambulanti”, su tutto il territorio nazionale. In
particolare, a dieci anni dalla sua nascita Banca Etica ha raggiunto una
raccolta di capitale sociale di più di 20 milioni di euro, conferito da 30 mila
soci, di cui circa 4 mila sono persone giuridiche (tra queste 9 Regioni, 40
Province, 300 Comuni). L’istituto raccoglie oltre 550 milioni di euro di
depositi e attualmente finanzia più di 3.400 progetti dell’economia solidale
per un valore superiore ai 440 milioni di euro200.
I valori di Banca Etica (ossia gli orientamenti valoriali e i principi
deontologici che guidano le scelte strategiche, le linee politiche e i
comportamenti operativi di tutti coloro che, a vario titolo e a diversi livelli,
contribuiscono alla sua gestione) derivano, come già anticipato, dai
principi fondanti della finanza etica, che Banca Etica adotta come criteri di
orientamento della propria attività. In particolare, al fine di dare risposta
all’esigenza di coniugare etica e operatività bancaria, Banca Etica ha dato
vita a strumenti e comportamenti che mirano a creare organismi
indipendenti di verifica sulla coerenza delle attività bancarie, a coinvolgere
quella parte della società che crede nelle finalità della finanza etica (la rete
dei soci, il terzo settore e i movimenti) e a contaminare gli operatori
economici, gli enti locali e il mondo accademico. Quindi, all’articolo 5 del
proprio Statuto, Banca Etica esplicita così i propri valori di riferimento:
199
Attualmente, i soci fondatori di Banca Etica sono: ACLI, AGESCI, ARCI, Associazione Botteghe
del Commercio Equo e Solidale, Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB), Consorzio Gino
Mattarelli (CGM), Cooperativa Oltremare, Cooperazione Terzo Mondo (CTM – Altromercato),
ETIMOS, Emmaus Italia, Fiba – Cisl Brianza, Gruppo Abele, Mag2 Finance Milano, Mag Venezia,
Mani Tese, Overseas, UISP e Unione Sindacale Territoriale CISL Brianza (Fonte:
www.bancaetica.it).
200
Fonte: www.bancaetica.it
192
la finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non
economiche delle azioni economiche;
il credito, in tutte le sue forme, è un diritto umano;
l’efficienza e la sobrietà sono componenti della responsabilità etica;
il profitto ottenuto dal possesso e scambio di denaro deve essere
conseguenza di attività orientate al bene comune e deve essere
equamente distribuito tra tutti i soggetti che concorrono alla sua
realizzazione;
la massima trasparenza di tutte le operazioni è un requisito
fondante di qualunque attività di finanza etica;
va favorita la partecipazione alle scelte d’impresa, non solo da parte
dei soci, ma anche dei risparmiatori;
l’istituzione che accetta i principi della finanza etica orienta con tali
criteri l’intera sua attività.
In particolare, nell’ambito di tali valori di riferimento, Banca Etica
svolge la propria attività con la seguente missione201:
essere i pionieri di una nuova idea di banca, intesa come luogo di
incontro, dove le persone e la banca manifestano trasparenza,
solidarietà e partecipazione facendo della banca uno strumento
anche culturale per la promozione di un’economia che ritiene
fondamentale la valutazione sociale ed ambientale del proprio
agire;
stimolare chi riceve il credito a sviluppare le competenze, le
capacità e l’autonomia necessarie ad acquisire la responsabilità
economica, sociale ed ambientale;
garantire il risparmiatore in ordine alla precisione, all’efficienza della
gestione e all’uso degli affidamenti, all’attenzione all’uso delle
risorse (sobrietà) e alla ripartizione dei profitti, in modo coerente
con le proprie attese;
201
Fonte: www.bancaetica.it
193
agire nel rispetto dell’uomo, dell’ambiente e delle specificità culturali
dei contesti territoriali in cui opera Banca Etica, per una migliore
qualità della vita, orientando coerentemente le attività della banca
stessa;
permettere l’accesso al credito ai soggetti dell’Economia Sociale:
imprese, persone e progetti valutati principalmente per la loro
capacità di produrre “valore sociale”.
Per quanto riguarda quindi l’operatività di Banca Etica, occorre
osservare come essa sia costruita sull’attenzione ai diversi attori del
sociale e dell’economia solidale, oltre che all’ambiente, in modo che la
banca stessa si faccia interprete delle richieste dei cittadini responsabili e
del loro bisogno di “giustizia sociale”202. Di conseguenza Banca Etica ha
intessuto relazioni fiduciarie con i suoi partner affinchè la raccolta e
l’impiego del denaro diventassero uno strumento e un’opportunità per il
cambiamento. Una rappresentazione grafica degli interlocutori di Banca
Etica può essere fornita dall’immagine del bosco i cui alberi rappresentano
gli attori dell’ecosistema economico, sociale e ambientale in cui la banca
opera e dal quale trae le stesse energie che le permettono di crescere e
operare:
202
Fonte: www.bancaetica.it
194
Fig. 5.1 Gli attori coinvolti nel progetto di Banca Etica
Fonte: www.bancaetica.it
Gli stakeholders sui quali Banca Etica affonda le proprie radici sono
pertanto: i soci, i clienti, i fruitori dei finanziamenti, i risparmiatori, gli
investitori, i fornitori, il settore profit e il settore non profit, le risorse umane,
gli enti. L’ecosistema economico, sociale ed ambientale nel quale opera
Banca Etica è invece composto da Amministrazioni Pubbliche, Sindacati e
Politica, Associazioni, Università e Scuola, Banche, Imprese Sociali,
Imprese e Chiesa.
Il processo di cooperazione, di coinvolgimento e di dialogo con gli
stakeholders, su cui Banca Etica ha quindi costruito la sua unicità, è
contraddistinto da specifici strumenti, quali: la partecipazione del socio, la
partecipazione del risparmiatore, la pubblicazione di tutti i finanziamenti
concessi, la pubblicazione e la chiarezza dei fogli informativi, la
pubblicazione dei bilanci sociali, il Comitato Etico, l’istruttoria socio –
ambientale e la certificazione SA 8000. In particolare, per quanto
concerne il Comitato Etico (CE), il suo ruolo all’interno della Banca Etica è
ben specificato all’art. 2 del regolamento interno, che afferma: “Al CE
spetta una funzione consultiva e propositiva affinchè la banca si sviluppi
nell’ambito dei criteri di eticità, così come sono individuati dallo Statuto, in
195
particolare dagli artt. 4 e 5, nonché nel rispetto del Codice Etico”. Le
peculiarità di Banca Etica rendono in particolare il ruolo del Comitato Etico
sicuramente più importante e strategico di quanto avviene per le banche
tradizionali. Infatti, in ragione del suo obiettivo strategico di costruire
un’economia al servizio della persone, Banca Etica si è conquistata nel
tempo un premio etico presso i risparmiatori che sono disposti a
finanziarla a tassi più bassi a quelli prevalenti sul mercato. Il compito del
Comitato Etico è quindi proprio quello di contribuire a preservare questo
premio etico valutando nel concreto se le scelte della banca fanno sì che il
proprio portafoglio sia coerente con i suoi valori fondanti203. Nello
specifico, si può osservare come, dall’inizio del proprio mandato nel 2005,
il Comitato ha interpretato il proprio compito non semplicemente come
organo di verifica sulla coerenza tra valori, principi deliberazioni
assembleari da un lato e scelte gestionali dall’altro, ma piuttosto come
luogo di elaborazione culturale, che riflette, insieme agli altri organi della
banca, su come Banca Etica possa essere “impresa sociale di mercato”.
Nel corso del 2006, quindi, l’operato del Comitato Etico si è incentrato
prevalentemente sui seguenti ambiti: elaborazione culturale sulla visione
di riferimento; stesura del Codice Etico; campagna banche armate;
partecipazione dei soci alla vita della banca; contributo all’elaborazione di
strategie per l’irrobustimento del capitale sociale.
In particolare, poi, è interessante soffermare l’attenzione sulla politica
del credito attuata da Banca Etica. L’erogazione del credito, infatti, è una
delle attività più delicate per Banca Etica, in quanto nella scelta dei
soggetti e dei progetti da finanziare sta l’essenza e la specificità della
banca stessa, il cui scopo è quello di dare credito, cioè fiducia, alle
iniziative socio economiche che sostengono un reale sviluppo della
203
In particolare, come chiarisce l’articolo 12 del regolamento interno, il ruolo del CE non è
soltanto passivo (ovvero risposta ad eventuali segnalazioni da parte di clienti e soci di conflitti tra
alcune scelte operative concrete e i valori della banca) ma anche attivo. Il CE infatti è impegnato
a promuovere e stimolare quell’innovazione che consente di incarnare l’eticità dei principi in
sempre nuove soluzioni di prodotti e servizi, favorendo attivamente la cooperazione tra la banca
e tutte quelle risorse intellettuali ed operative della società civile che possono contribuire a tale
innovazione (Fonte: www.bancaetica.it).
196
persona e che producono beneficio sociale, nel rispetto della natura204.
Banca Etica ha quindi individuato, sulla base del proprio Statuto, quattro
settori principali di intervento, ovvero la cooperazione sociale, la
cooperazione internazionale, l’ambiente e, infine, la cultura e la società
civile. In particolare, le richieste di finanziamento avanzate dalle persone
giuridiche sono sottoposte a una duplice valutazione, la prima sulla
capacità di restituzione del prestito, ossia sulla capacità economica del
richiedente di utilizzare in modo efficace il finanziamento e il relativo
rientro dello stesso (istruttoria economica), la seconda, invece, sull’impatto
ambientale e sociale positivo che il progetto può produrre (istruttoria socio
– ambientale). Per quanto riguarda invece le persone fisiche, la banca dà
credito alle persone fisiche socie per l’acquisto della prima casa e per
prestiti personali destinati a spese coerenti con i valori della banca.
Infine, è interessante descrivere brevemente il c.d. “Sistema Banca
Etica”, il quale comprende la società “Etica Sgr”, il consorzio “Etimos” e la
fondazione culturale “Responsabilità Etica”. In particolare, “Etica Sgr” è la
società di gestione del risparmio del “Gruppo Banca Popolare Etica”. È
operativa del 2003 e ha sede a Milano. La sua attività si incentra in
particolare su quattro aree:
Promozione di fondi comuni di investimento etici: Etica Sgr
promuove quattro fondi comuni di investimento etici, ovvero “Valori
Responsabili Monetario”, “Valori Responsabili Obbligazionario
Misto”, “Valori Responsabili Bilanciato” e “Valori Responsabili
Azionario”; i fondi investono in azioni e titoli di Stato selezionati
prendendo in considerazione criteri sociali e ambientali;
Azionariato attivo: Etica Sgr ogni anno interviene nelle assemblee
di alcune società in cui i fondi investono sollecitando la riflessione
delle imprese sugli aspetti sociali, ambientali e di governance della
loro attività;
204
Fonte: www.bancaetica.it
197
Microcredito: chi compra i fondi “Valori Responsabili” devolve 1
euro ogni 1.000 investiti a favore di un fondo che fa da garanzia a
progetti di microcredito i Italia. Grazie al fondo, Banca Etica può
concedere piccoli prestiti a giovani che vogliono avviare attività
imprenditoriali o a cooperative sociali che hanno bisogno di
ricapitalizzarsi;
consulenza agli investimenti socialmente responsabili: Etica Sgr
offre servizi di consulenza agli investitori istituzionali (fondi
pensione, banche, SIM, società di gestione, enti religiosi, ecc…)
che desiderano investire nel rispetto dell’ambiente e dei diritti
umani205.
“Etimos”, invece, è un consorzio che raccoglie risparmio in Italia a
sostegno di esperienze microimprenditoriali e programmi di microfinanza
in Paesi in via di sviluppo e nelle aree afflitte dalla crisi economica. Il
consorzio si propone due obiettivi ambiziosi:
a) permettere universalmente l’accesso al credito, anche nei contesti
socioeconomici più degradati;
b) incentivare scelte di risparmio eticamente orientate, innescando dei
veri e propri percorsi di finanza solidale tra nord e sud del mondo.
Nello specifico, Etimos è un’organizzazione di secondo livello, ovvero
non dà credito direttamente a microimprenditori, artigiani, commercianti e
piccoli produttori, ma opera a livello locale nei singoli paesi finanziando le
realtà socie, che sono non soltanto istituzioni di microfinanza, banche dei
poveri, cooperative di risparmio e credito, ma anche cooperative di
produttori (spesso legate al circuito del commercio equo), associazioni ed
enti di promozione umana.
Infine, fa parte del c.d. “Sistema Banca Etica” la fondazione culturale
“Responsabilità Etica Onlus”, la quale è stata costituita nell’aprile del 2003
205
Per ulteriori approfondimenti si veda il sito www.eticasgr.it
198
da Banca Popolare Etica per promuovere in ambito nazionale e
internazionale la diffusione della finanza eticamente orientata e, più in
generale, della responsabilità sulle conseguenze non economiche delle
attività economiche. La fondazione quindi, sostenendo adeguate iniziative,
contribuisce allo studio e allo sviluppo degli strumenti di finanza etica,
sensibilizzando operatori e cittadini.
5.4 Progetti di inclusione finanziaria: il Servizio Bancario di Base
Il Servizio Bancario di Base è un servizio offerto da tutte le banche
che aderiscono all’omonima iniziativa avviata nell’ambito del progetto
“PattiChiari”206, al fine di facilitare il primo accesso alla banca e ai suoi
principali servizi.
Il servizio, facilmente accessibile alla clientela sia per la relativa
semplicità che per il costo, è rivolto a tutti coloro che non dispongono di un
conto corrente. Si stima infatti che in Italia circa 8 milioni di cittadini
risultino ad oggi privi di strumenti di pagamento diversi dal contante, che
continua a essere il principale strumento di pagamento (Sippelli, 2009).
L’Italia infatti, con un livello di non bancarizzazione della popolazione
adulta pari al 16%, si colloca al terz’ultimo posto prima del Portogallo
(17%) e della Grecia (28%), contro una media europea del 7%207. Paesi
invece come il Lussemburgo, il Belgio, la Danimarca e l’Olanda
presentano un tasso di non bancarizzazione pari circa all’1% della
popolazione adulta. Al fine quindi di migliorare il tasso di bancarizzazione
della popolazione italiana, si è sentita la necessità di offrire al mercato un
prodotto caratterizzato da contenuti minimi ai quali sia possibile far
206
Il progetto “PattiChiari” è un progetto voluto dal settore bancario con la finalità di riscrivere,
su basi nuove e positive, il sistema dei rapporti tra banche e società. L’idea alla base del progetto
è quella di migliorare concretamente alcuni aspetti dell’attività delle banche, al fine di costruire
un nuovo sistema di relazioni con imprese, famiglie e cittadini, improntata sul dialogo chiaro,
comprensibile e trasparente (Fonte: www.pattichiari.it).
207
Fonte: Eurobarometer 60.2 e 2003.5, European and financial services.
199
corrispondere un costo particolarmente contenuto. Il Servizio bancario di
Base è nato proprio per questa finalità. Si tratta, nel concreto, di un conto
semplice ed economico, che offre un pacchetto di strumenti per depositare
il proprio denaro e gestire incassi e pagamenti.
Infatti, i sottoscrittori del Servizio Bancario di Base possono:
accreditare lo stipendio o la pensione;
versare contanti o assegni;
prelevare contanti;
effettuare e ricevere pagamenti tramite bonifici;
pagare le utenze o effettuare altri pagamenti ricorrenti (affitto,
abbonamenti, ecc…);
disporre di un Bancomat o di una carta prepagata con la quale
poter prelevare contante presso gli sportelli Bancomat;
investire i propri risparmi tramite investimenti periodici;
ricevere informazioni ed effettuare operazioni via Internet o via
telefono;
ricevere periodicamente il saldo del conto assieme all’elenco delle
entrate e delle spese effettuate.
Il servizio non permette però di disporre di una libretto di assegni, né
della carta di credito, né delle diverse forme di finanziamento così come
neppure di accedere all’acquisto diretto di titoli. Viene offerto dalle banche
aderenti all’iniziativa attraverso la struttura operativa di un conto corrente o
di una carta prepagata, secondo uno standard non derogabile definito dal
Consorzio PattiChiari. Inoltre è da precisare che, in coerenza con la
finalità di creare un prodotto diretto ad anticipare la bancarizzazione della
popolazione, il servizio è caratterizzato dall’espressa previsione che il
cliente, fino a che rimane titolare del Servizio Bancario di Base, non possa
essere intestatario o cointestatario di altri prodotti di conto corrente della
banca stessa.
200
Il Servizio viene quindi ad oggi offerto da 77 banche, corrispondenti a
22.611 sportelli e pari al 65% del totale degli sportelli nazionali208. In
particolare, a gennaio 2008 l’accessibilità al Servizio Bancario di Base
risultava possibile in tutte le province italiane, anche se la maggiore
concentrazione degli sportelli aderenti all’iniziativa si trovava nelle aree
metropolitane209. Se si rapporta però il numero di sportelli aderenti
all’iniziativa al numero totale di sportelli bancari presenti nella provincia, la
classifica che emerge vede molte regioni del sud ai primi posti: tra le prime
15 province, infatti, ben 11 si trovano nell’Italia meridionale e in particolare
in Sicilia (Ragusa 97%, Siracusa 90% e Catania 89%), in Puglia, Molise e
Calabria. Tra le province del nord, invece, sono quelle liguri a presentare
la percentuale più elevata di sportelli aderenti all’iniziativa rispetto al totale
degli sportelli bancari (La Spezia 90%, Genova 88%, Savona 87%)210.
Per quanto riguarda poi il prezzo del Servizio Bancario di base,
definito un profilo di utilizzo del prodotto di 54 operazioni (di cui 12
accrediti stipendio e pensione, 18 utenze domiciliate, 24 prelievi bancomat
presso la stessa banca), il Servizio viene offerto alla clientela a un prezzo
medio, esclusa l’imposta di bollo, di circa 3 euro al mese.
I prezzi, poi, sono sensibilmente differenti, ma, a testimonianza
dell’impegno delle banche ad agevolare la bancarizzazione della clientela,
il 74% dei prodotti viene offerto al mercato a un prezzo mensile inferiore a
3,4 euro e il 16% viene offerto a un prezzo addirittura inferiore a 2 euro211.
Ciò può essere illustrato come segue:
208
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009.
In particolare, le province dove risultava maggiore il numero di sportelli bancari aderenti
all’iniziativa erano Milano (con 1.941 sportelli), Roma (1.519) e Torino (954); questi dati sono a
fronte anche dell’elevata concentrazione di banche nei tre capoluoghi.
210
Invece, i 1.941 sportelli aderenti all’iniziativa nella provincia di Milano e i 1.519 nella provincia
di Roma corrispondono rispettivamente al 77% e al 75% delle filiali situate nelle due zone. Nella
provincia di Torino, poi, i 924 sportelli aderenti all’iniziativa rappresentano l’81% degli sportelli
bancari.
211
Fonte: elaborazioni delle condizioni economiche contenute nel sito www.pattichiari.it,
“Servizio Bancario di base, 27 gennaio 2008.
209
201
Grafico 5.7 Distribuzione dei prodotti del Servizio Bancario di base per classe di
prezzo mensile (gennaio 2008)
60%
58%
50%
40%
Percentuale di
30%
prodotti
4%
3%
>6 euro
9%
tra 4 e 6
euro
tra 2 e 3,41
euro
tra 3,41 e 4
euro
10%
9%
tra 1 e 2
euro
0%
7%
>1euro
10%
tra 5 e 6
euro
20%
Costo mensile del Servizio Bancario di Base
Fonte: Elaborazione Consorzio PattiChiari
Inoltre, è da sottolineare come il 20% dei prodotti del Servizio
Bancario di Base presenti un numero illimitato di operazioni comprese nel
canone, mentre il 67% offre alla clientela un numero di operazioni annuali
comprese nel canone periodico uguale o superiore a 60 e quindi
ampiamente in grado di soddisfare le esigenze primarie della clientela di
nuova bancarizzazione212. Nello specifico poi, se si analizzano i contenuti
di servizio dei singoli prodotti, emerge come il Servizio Bancario di Base
rispecchi pienamente le tendenze in atto sul mercato del retail banking,
orientate a favorire la diffusione di nuove modalità di interazione con la
banca. Infatti, a gennaio 2008, il 79% dei prodotti del Servizio Bancario di
Base offriva l’accesso ad Internet incluso nel canone periodico o, in alcuni
casi, gratuitamente.
È poi interessante osservare quali sono le caratteristiche dei
sottoscrittori del Servizio bancario di base, ovvero i destinatari di tale
offerta di inclusione finanziaria. Dai dati a disposizione emerge che il
servizio è stato sottoscritto da circa 55 mila clienti, i quali presentano
212
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009.
202
appunto caratteristiche coerenti con il target per il quale il prodotto stesso
è stato creato213.
In particolare, il 22% dei sottoscrittori del Servizio Bancario di Base
sono giovani tra i 18 e i 30 anni, dato che, se messo a confronto con il
15% dei possessori di un conto corrente, evidenzia l’efficacia del Servizio
Bancario di Base come strumento di prima bancarizzazione. Negli ultimi
anni, inoltre, è aumentato il numero di coloro che utilizzano il Servizio
Bancario di Base tra gli over 60.
Con riferimento poi alle professioni svolte dai detentori del Servizio,
risulta che il 48% della clientela ha un lavoro indipendente, il 7% sia
costituito da studenti e il 6% svolga attività di casalinga. È interessante, in
particolare, osservare i cambiamenti avvenuti negli ultimi due anni: a
fronte, infatti, di una diminuzione dell’utilizzo del Servizio Bancario di Base
da parte dei lavoratori dipendenti, dei disoccupati, delle casalinghe e dei
pensionati (le fasce dove è maggiore il mancato utilizzo di servizi
finanziari), si è registrato un aumento del numero di sottoscrittori tra gli
studenti e i lavoratori autonomi.
Per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti del Servizio Bancario
di Base per area geografica, a gennaio 2008 risultava che il 50% di tali
prodotti era stato sottoscritto nell’area dell’Italia meridionale e delle isole,
mentre il 26% nell’Italia centrale, ovvero le aree, come sottolineato prima,
maggiormente soggette al fenomeno dell’esclusione finanziaria.
Infine, con riferimento alla nazionalità dei sottoscrittori, a gennaio
2008 risultava che il 15% dei prodotti era stato sottoscritto da cittadini
extracomunitari, dei quali il 22% era rappresentato da cittadini rumeni,
l’11% da albanesi e il 10% da marocchini. Negli ultimi due anni quindi (dal
2006 al 2008) si osserva una riduzione nella percentuale dei sottoscrittori
albanesi (che erano pari al 14% nel 2006), a fronte della quale si è
registrato un aumento di sottoscrittori rumeni (13% nel 2006).
213
Elaborazioni effettuate sui dati comunicati dalle 77 banche aderenti all’iniziativa “Servizio
Bancario di Base” al 31 gennaio 2008 (Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione
finanziaria, Bancaria Editrice, 2009).
203
Si può quindi concludere che le banche, tramite il servizio del
Sistema Bancario di Base, facilitano l’introduzione ai propri servizi di
un’ingente fascia della popolazione che è caratterizzata da una forte
barriera psicologica nei confronti dei prodotti finanziari, contrastando
quindi il fenomeno dell’esclusione finanziaria. Attraverso il Servizio
Bancario di Base si cerca così di creare le condizioni per realizzare una
rilevante opportunità di integrazione sociale per milioni di persone
esposte, a causa della detenzione e del trasporto di contante, a elevati
rischi per la persona. La detenzione di contanti e l’assenza di un rapporto
stabile con le banche facilita, tra le altre cose, anche lo sviluppo di circuiti
impropri di intermediazione del credito, e pone quindi i cittadini esclusi
finanziariamente di fronte alla facile minaccia del circuito illegale del
credito (Sippelli, 2009).
5.5 L’inclusione finanziaria degli immigrati
Come già emerso dai dati analizzati in precedenza, il target di
clientela a cui le banche del campione rivolgono la maggior parte dei
propri servizi e prodotti di microfinanza è costituito dai c.d. “cittadini
immigrati, comunitari e extracomunitari”. Appare pertanto importante
analizzare il fenomeno, che sta assumendo dimensioni sempre maggiori
nel nostro paese e le cui potenziali conseguenze sono di varia natura e
comunque molto significative.
Innanzitutto occorre osservare come, a fine 2007, gli immigrati
residenti in Italia avevano raggiunto la quota di 3,5 milioni, arrivando a
costituire il 5,8% della popolazione e mostrando un continuo aumento in
questo decennio214. A questo sviluppo si accompagna l’evoluzione del
sistema bancario, che negli ultimi anni, come già anticipato, ha reagito
214
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
204
all’emergere di nuovi bisogni bancari e finanziari, provenienti appunto
anche da questo segmento di popolazione.
In questo contesto, in particolare, si fa riferimento a due indagini
parallele e complementari, svolte entrambe nel periodo 2007-2008 da
parte dell’ABI in collaborazione con il CeSPI, che si focalizzano
rispettivamente
una
sul
versante
dell’offerta
bancaria
(ovvero
sull’evoluzione della bancarizzazione dei migranti), e l’altra sulla domanda
(ossia sui bisogni finanziari e assicurativi degli immigrati)215. Per la prima
indagine (quella appunto relativa alla stima della bancarizzazione degli
immigrati presenti in Italia) il numero dei conti correnti è stato adottato
quale unità di analisi e indicatore di bancarizzazione degli immigrati. Con
riferimento invece alla seconda indagine, basata sulle interviste agli
immigrati, ai fini della sua realizzazione si è definita una metodologia
piuttosto articolata, decidendo di individuare dei criteri utili a costruire
campioni in grado di garantire una rappresentatività statistica che
permettesse di generalizzare, con un certo livello di confidenza, i risultati
dell’indagine, laddove il ricorso a campioni non probabilistici non consente
tale inferenza216.
5.5.1 Evoluzione del livello di bancarizzazione dei migranti in Italia
Ai fini della determinazione del livello di bancarizzazione degli
stranieri residenti in Italia provenienti da paesi non industrializzati, è stato
preso in considerazione un campione di 12 gruppi bancari che hanno
215
In particolare, la prima è consistita in una rilevazione presso la totalità delle banche
commerciali associate all’ABI circa i numeri della presenza straniera nelle singole banche e su
alcune caratteristiche della clientela migrante. La seconda, invece, è stata un’indagine
campionaria effettuata tramite un questionario approfondito (oltre 70 domande, che hanno
richiesto in media oltre un’ora di tempo a intervista) somministrato a 1374 migranti, bancarizzati
e non, appartenenti a dieci diverse nazionalità e presenti in cinque aree urbane italiane.
216
Per una descrizione più dettagliata della metodologia d’analisi adottata nella determinazione
delle aree d’indagine e degli aspetti tecnico-metodologici ed operativi relativi al campionamento
si rimanda al tecnical background paper della ricerca cfr. Estruch Puertas (2008), disponibile sul
sito del CeSPI.
205
partecipato alle rilevazioni del 2005 e del 2007, rappresentando
rispettivamente il 43,2 e il 45,2 del totale degli sportelli italiani.
Dai dati ottenuti emerge innanzitutto un aumento consistente del
numero di migranti possessori di un conto corrente presso banche italiane,
che passano da 1.057.641 a 1.409.999, con un aumento percentuale del
33,3%217. Quindi, a fronte di un contemporaneo incremento della
popolazione straniera adulta proveniente da paesi non industrializzati e
residente in Italia, che dal gennaio 2005 a gennaio 2007 è passata da
1.752.694 a 2.119.188, il tasso di bancarizzazione stimato è passato dal
60% al 67%, con un aumento di sette punti percentuali in due anni.
Tale risultato può essere letto da vari punti di vista. Innanzitutto, ad
una prima lettura si può considerare l’aumento della bancarizzazione dal
punto di vista dell’evoluzione della domanda. In questo senso, il dato si
collega all’anzianità migratoria che comporterebbe un maggior livello di
integrazione, a sua volta collegabile alla propensione e alla capacità dei
migranti di entrare in rapporto con i servizi bancari218. Si può poi ipotizzare
che tutto ciò si accompagni a un’evoluzione dell’offerta bancaria, che
denoterebbe una aumento di interesse per la crescita del segmento di
clientela rappresentato dai lavoratori stranieri.
In secondo luogo, può essere utile anche analizzare quale è
l’incidenza percentuale delle principali nazionalità sul totale della clientela
presso i gruppi oggetto del campione: in tale senso, si notano alcune
variazioni che vedono alcuni gruppi perdere di importanza a fronte di un
incremento notevole che riguarda principalmente la comunità rumena (alla
quale corrisponde quasi l’11% del totale dei conti corrente intestati a
cittadini stranieri) (Mazzali, 2009). Fra i gruppi invece che diminuiscono in
termini di quota, il decremento più significativo è quello della comunità
marocchina (che era la più rilevante nel 2005, con il 10,7%), il cui numero
di conti corrente è passato nel 2007 all’8,1% del totale. Fra gli aumenti di
217
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
218
Ciò si collega direttamente al risultato dell’altra indagine complementare, quella realizzata tra
i migranti in Italia, i cui risultati verranno esposti successivamente.
206
quota più consistenti in termini relativi si segnalano gli immigrati
dall’Ecuador (che incrementano del 70% la propria quota percentuale),
mentre una diminuzione rilevante riguarda la proporzione relativa ai
migranti senegalesi, la cui quota si è più che dimezzata nel periodo 20052007219.
Inoltre, analizzando anche l’utilizzo di altri prodotti bancari da parte
della clientela straniera, emerge come, oltre al conto corrente, i prodotti
sui quali si incentra principalmente il rapporto fra banca e migrante sono
quelli individuabili, da una parte, nei servizi di trasferimento delle rimesse
verso i paesi di origine220 e, dall’altra, nei servizi di credito, che
comprendono sia il credito al consumo che l’accensione di mutui per la
casa.
Tale dato è significativo sotto vari aspetti. Innanzitutto, la
compresenza, tra i prodotti di punta per gli stranieri, sia di servizi
tipicamente collegati ai bisogni dei lavoratori all’estero sia di servizi che
invece accomunano il cliente straniero alla media nazionale, dà indicazioni
su come l’evoluzione del rapporto migrante - banca si configuri come
componente base del processo di integrazione e stabilizzazione
economica e sociale nel paese di accoglienza che, tuttavia, necessita di
attenzioni particolari dal lato dell’offerta che tengano conto della natura del
segmento di utenza.
219
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
220
Per quanto riguarda i dati sulle rimesse nel contesto italiano, si può osservare come, nel 2006,
le rimesse spedite dai migranti presenti in Italia verso i paesi di origine avessero raggiunto la
soglia dei 4,5 milioni di euro. In particolare, dall’analisi delle risposte all’indagine condotta
dall’ABI emerge che circa il 78% degli intervistati invia denaro nel paese di provenienza, e per
quanto riguarda le risposte sull’ammontare medio di denaro inviato ogni volta, più del 52% dei
migranti intervistati ha indicato operazioni per un importo compreso tra i 101 e i 300 euro, e,
nello specifico, il 28,1% ha dichiarato di inviare tra i 101 e 200 euro. Inoltre, con riferimento alla
frequenza dell’invio, la gran parte del campione compie almeno una rimessa al mese (il 33% una
volta al mese e il 7% più di una volta) e il 26% del totale invia denaro almeno una volta ogni 2-3
mesi. Queste cifre mostrano dunque come il trasferimento al paese di origine di parte del proprio
risparmio sia estremamente frequente e diffuso e rappresenti un’esigenza primaria per i migranti
(Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009).
207
Al contempo, la valutazione mediamente bassa del livello di utilizzo
di prodotti di risparmio richiama due possibili determinanti. Da un lato, una
minore dimestichezza con prodotti la cui comprensione presuppone una
certa conoscenza dei meccanismi e delle regole di funzionamento del
paese ospitante, nonché di capacità linguistiche più avanzate; dall’altro, la
relativa minore disponibilità di risparmi. Quest’ultimo fattore può essere a
sua volta ricondotto sia al probabile minor reddito medio disponibile da
parte dei correntisti migranti, sia, per alcune nazionalità, alla possibile
concorrenza di forma di impiego del risparmio nel paese di origine, o,
ancora, alla riduzione che subisce il risparmio personale per effetto della
quota che viene inviata alle famiglie in madrepatria (Mazzali, 2009).
Per quanto riguarda poi nello specifico i servizi di microfinanza, il
60% delle banche del campione (corrispondente al 60% degli sportelli
italiani) ha segnalato di comprendere, nel quadro dei propri prodotti,
servizi specifici di microfinanza e/o microcredito per i lavoratori stranieri
residenti in Italia.
In particolare, i dati forniti dal campione indicano come il 45,3% degli
sportelli italiani totali proponga prodotti di entrambe le tipologie. A questi si
aggiunge un ulteriore 11,5% che fornisce esclusivamente servizi
microfinanziari specifici e un 3,1% che offre invece solo prodotti di
microcredito o con un target che comprende anche i lavoratori stranieri. Il
restante 40% di banche facenti parte del campione, corrispondente al solo
8% del totale degli sportelli bancari italiani, non fornisce servizi specifici di
questo tipo.
Nello specifico, per quanto riguarda il tipo di servizi indicati tra quelli
classificabili come servizi di microfinanza, nella quasi totalità dei casi, oltre
a conti corrente a costi agevolati ed espressamente destinati al target
della clientela immigrata, i rispondenti offrono servizi di trasferimento di
rimesse a costi fissi e concorrenziali rispetto ad altre modalità di invio221.
221
In un caso si segnala anche la previsione della possibilità di usufruire di carte di prelievo
gemellate da utilizzarsi in Italia e nel paese di origine da parte della famiglia (Fonte: Banche e
nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009).
208
Inoltre, nei pacchetti dei servizi offerti compaiono casi significativi di offerta
di servizi assicurativi, prodotti di risparmio, carte di credito e di debito
revolving e ricaricabili e, in alcuni casi, specifici prodotti di credito
immobiliare.
Come già sottolineato, è rilevante anche il numero di banche che
offrono prodotti di microcredito. In particolare, si tratta di prestiti personali,
di forme di credito al consumo o di finanziamento di attività imprenditoriali
con spese contenute e con durata minima oscillante tra i 12 e i 36 mesi e
durata massima che varia da 36 a 120 mesi.
Per quanto riguarda, infine, i punti di vista delle banche del campione
circa le prospettive di sviluppo del migrant banking in Italia, dalle
indicazioni raccolte emerge innanzitutto che la nazionalità maggiormente
citata è quella rumena, seguita da quella albanese e in terza istanza da
cinesi e marocchini. Tuttavia, solo poche banche hanno dato indicazioni
circa le ragioni dell’interesse, e tali indicazioni si accentrano attorno a
motivazioni collegate in primo luogo a considerazioni di ordine
demografico, per le quali l’attenzione è rivolta appunto alle comunità
maggiormente rappresentate a livello nazionale o locale. In secondo
luogo, emergono valutazioni legate alle aspettative circa l’evoluzione dei
processi migratori, ovvero che si allacciano a previsioni sull’accelerazione
della crescita dei flussi anche per effetto della conclusione di accordi
bilaterali con i paesi di origine, o alla tendenza di alcune comunità
nazionali e una maggiore stabilizzazione in Italia (Mazzali, 2009).
Un altro quesito poi posto alle banche è volto a individuare gli
elementi
principali
della
strategia
adottata
dalle
banche
per
il
miglioramento del rapporto con la clientela immigrata. In particolare, i
rappresentanti delle banche del campione si sono espressi sull’efficacia di
una serie di possibili iniziative sul lato dell’offerta, sia relativamente alla
situazione attuale, sia considerandole in prospettiva strategica a brevemedio termine.
La sensazione comunque più diffusa è quella che prevalga una
visione strategica imperniata sull’integrazione dei migranti e sulla
209
conseguente assimilazione degli stessi alla clientela standard piuttosto
che un impegno specifico delle banche per l’aggressione di un
determinato segmento di mercato. Significativamente minoritarie sono le
indicazioni invece di una tendenza a considerare la relazione con il
migrante
quale
possibile
stimolo
all’intensificazione
dell’internazionalizzazione del sistema bancario.
5.5.2 Caratteristiche del rapporto tra banca e immigrati in Italia
Come anticipato, la seconda indagine condotta dall’ABI si è
soffermata sul lato della domanda dei servizi bancari da parte degli
immigrati. Innanzitutto, a livello generale, si può osservare come il
rapporto banca-immigrati, in Italia, abbia attraversato diverse fasi di
evoluzione: infatti, a un rapporto iniziale in cui il sistema bancario ha
prevalentemente “subito” la bancarizzazione degli immigrati (Frigeri,
2009), ha fatto seguito una fase di forte vivacità delle strategie cosiddette
di “welcome banking”, in un atteggiamento marcatamente proattivo degli
intermediari bancari nei confronti di questo particolare target di clientela.
Parallelamente, il processo di immigrazione è proseguito con nuovi e
consistenti afflussi e il processo di integrazione ha continuato il proprio
ciclo evolutivo. Si tratta quindi di un processo di “maturazione”, che
procede di pari passo con quello di integrazione.
Il questionario proposto dall’ABI presentava quindi una serie di
domande
che
cercavano
di
approfondire
i
diversi
aspetti
che
contribuiscono a determinare la percezione che i migranti hanno delle
banche e quelli percepiti come determinanti all’interno del rapporto con
queste ultime. In particolare, ciò che emerge dalla lettura dei dati ottenuti è
210
una figura abbastanza chiara della banca, che viene percepita dai migranti
essenzialmente come222:
a) un luogo scelto per il deposito dei propri risparmi, per il senso di
sicurezza che infonde (funzione di deposito);
b) un luogo attraverso il quale avere accesso al credito (funzione di
credito).
Queste due sono quindi le principali funzioni della banca nella
percezione degli immigrati intervistati. Appare significativa (39% del
campione) anche la percezione del rapporto delle banche come scelta
obbligata per poter vivere e lavorare in Italia, indice di un rapporto
maggiormente subito e certamente più passivo. Molto inferiore, invece, è
la percentuale di coloro che percepiscono la banca come punto di
riferimento per le proprie esigenze finanziarie (21%), percentuale che
scende al 6% per coloro che hanno attribuito un valore massimo a questa
funzione.
Per quanto concerne invece il canale di accesso attraverso il quale
gli immigrati sono giunti alla banca, dai dati raccolti emerge come il
passaparola legato alla convenienza delle condizioni e alla qualità dei
servizi risulta essere il principale canale di accesso ai servizi bancari
(58%)223, a cui va sommato un 13% attribuito al ruolo assunto dalle
Associazioni di connazionali e un 5% di rispondenti per i quali la banca era
già conosciuta nel paese di origine. Tali dati vanno letti attentamente in
quanto costituiscono un importante indicatore a conferma del ruolo che le
reti informali hanno per gli immigrati nel passaggio di informazioni. Inoltre,
la pubblicità, vista o letta attraverso i mass-media, rappresenta un canale
222
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
223
Il dato si riferisce al totale dei rispondenti (che rispetto a questa domanda corrisponde al 97%
del totale dei titolari di un conto corrente) e, trattandosi di risposte multiple, la percentuale
esprime il peso della preferenza sul totale dei rispondenti e non sul totale delle risposte (la
sommatoria delle percentuali non dà quindi 100). Il dato deve essere perciò letto come peso
relativo di ciascun canale.
211
di accesso solo per il 13% dei titolari di un conto corrente, mentre la
notorietà della banca, ovvero la sua conoscenza quale principale
operatore sul territorio nazionale, costituisce un fonte di accesso per il
16% dei rispondenti. Infine, il datore di lavoro, in quanto richiedente di un
conto corrente e proponente della banca di riferimento, ha rappresentato
un canale di intermediazione verso la clientela immigrata per il 12% dei
casi, mentre un’offerta di marketing specifica rivolta a clienti immigrati e
veicolata attraverso i canali ordinari è stata determinante solo per il 7% dei
correntisti.
Appare poi particolarmente significativa l’analisi delle motivazioni
sottostanti l’apertura di un conto corrente in Italia con riguardo alle diverse
nazionalità. I risultati di tale analisi possono essere riportati nella seguente
tabella:
Tab. 5.1 Motivazioni sottostanti all’apertura di un conto corrente in Italia per
nazionalità (percentuali sul totale rispondenti – risposte multiple)
Media
Pagam
53,24
ento
Alba
Roma
Bangl
Ecuad
nia
nia
adesh
or
52,0
58,44
21,62
47,69
Egitto
62,96
Maroc
Sene
Gha
Filippi
Cin
co
gal
na
ne
a
60,44
74,42
59,5
37,84
4,7
5
7
6
stipend
io
Sicurez
40,47
za
Rispar
54,55
56,76
43,08
19,75
28,57
25,58
5
38,85
mio
Credito
47,9
30,1
20,5
42,86
40,54
46,15
51,85
41,76
37,21
14,21
tà
Rimess
e
10,9
21,2
29,87
27,03
43,08
35,80
27,47
32,56
14,8
35,14
10,81
16,92
11,11
7,69
16,28
4,26
13,51
12,3
3
28,
57
16,22
6
9,17
14,
29
9
25,97
33,
33
8
5
Comodi
56,76
4
4
29,68
34,0
7,1
4
7,79
0,00
13,85
8,64
8,79
9,30
6,38
18,92
9,5
2
212
Aument
3,06
6,85
3,90
2,70
1,54
2,47
4,40
2,33
2,13
0,00
o del
2,3
8
reddito
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria
Editrice, Roma, 2009.
I dati ottenuti confermano il ruolo del lavoro quale strumento
principale di bancarizzazione per quasi tutte le nazionalità, ad eccezione
ad esempio del Bangladesh e della Cina, con punte molto significative
invece ad esempio per la comunità senegalese. Trova ovunque conferma
l’immagine della banca così come emerge dal campione considerato,
dove l’elemento sicurezza appare particolarmente significativo per quasi il
60% dei bangladesi e dei filippini, mentre assume un valore minore
rispetto agli egiziani. Inoltre, è da sottolineare come il ruolo della banca
quale intermediario e canale di invio del proprio risparmio nel paese
d’origine è più forte nelle comunità filippine ed ecuadoriane, queste ultime
particolarmente sensibili anche alla funzione creditizia della banca.
L’ultimo elemento indagato, poi, fornisce informazioni utili circa quelli
che, all’interno del rapporto con le banche, sono considerati come “fattori
determinanti” (Frigeri, 2009). In particolare, la domanda 63 del
questionario proposto (alla quale ha risposto il 93% dei titolari di un conto
corrente) chiedeva di indicare per ciascun fattore suggerito quanto questo
fosse determinante (se molto o poco) all’interno del rapporto con la propria
banca. Nel grafico seguente può essere rappresentato un quadro di
sintesi delle percentuali dei rispondenti che hanno indicato come molto
importanti le diverse opzioni:
213
Grafico 5.8 Fattori determinanti nel rapporto con le banche (molto). Percentuale sui
rispondenti
Prodotti
dedicati
Informazioni
in lingua
Mediatori
culturali
Dipendenti
stranieri
Fattori
religiosi
Consulenza
Condizioni
economiche
Vicinanza
lavoro
Orari
flessibili
Flessibilità
condizioni
Accoglienza
Vicinanza
casa
80 78,1
70
67,7
62,7 61
60
57,3 53,2
50,3
50
44,4
40
30,7 26,4 26,5
30
20
13,5
10
0
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria
Editrice, Roma, 2009.
Da tali dati emerge come i fattori legati all’accessibilità e alla
prossimità della banca, come la vicinanza al luogo di lavoro o
all’abitazione nonché la flessibilità degli orari, rappresentino i fattori
maggiormente determinanti nel rapporto tra banca e migrante. Ma il
grafico mette in evidenza come anche fattori più strettamente connessi
alla relazione, quali l’accoglienza o la capacità della banca di fornire
un’adeguata consulenza, rappresentino componenti importanti per molti
immigrati. Una terza categoria di fattori, poi, concerne le condizioni
applicate, sia in termini di condizioni economiche che in termini di capacità
dei prodotti di adeguarsi in modo flessibile alle esigenze, alle peculiarità e
ai bisogni della clientela. L’offerta di prodotti specifici dedicati alla clientela
immigrata può costituire un fattore importante nell’offerta, ma solo per
meno della metà dei correntisti (44,4%).
Appaiono invece di minore importanza i fattori più di carattere
strettamente culturale, quali la presenza di informazioni in lingua (30,7%),
di mediatori culturali (26,4%), di dipendenti stranieri con i quali relazionarsi
(26,5%) e la necessità di un’attenzione particolare ai fattori religiosi
(13,5%)224.
224
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
214
È interessante poi in particolare soffermare l’attenzione sull’accesso
al credito da parte degli immigrati, in quanto esso costituisce un fattore
rilevante all’interno del processo di integrazione nonché, come già
evidenziato, una delle funzioni principali riconosciute all’interno del
rapporto con il sistema bancario. Innanzitutto, si può sottolineare come
diverse possono essere le modalità di accesso al credito a cui gli
immigrati, proprio a causa della loro maggiore vulnerabilità, ricorrono per
affrontare le spese future e quelle impreviste (Frigeri, 2009). Tali strategie
tendono a variare nel tempo a seconda delle diverse fasi di integrazione e
in funzione del tessuto sociale/comunitario e culturale in cui gli immigrati
sono inseriti. L’indagine svolta dall’ABI, al fine di avere a disposizione un
quadro il più possibile approfondito e aderente alla realtà, ha rilevato i
canali di accesso al credito in due momenti diversi e con due finalità
distinte, come può mostrare il grafico sottostante:
Grafico 5.9 Principali canali di accesso al credito
16,9
Amici e parenti
64
Canali finanziamenti in corso
79,2
Banche
35,4
Canali denaro a prestito
36,8
Società finanziarie
12,6
0
20
40
60
80
100
% migranti
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria
Editrice, Roma, 2009.
Innanzitutto, infatti, si è cercato di individuare quali fossero i principali
canali a cui l’immigrato ricorre per ottenere denaro a prestito in caso di
bisogno, al fine di far emergere una fotografia delle reti formali e informali
di riferimento (nel grafico sopra riportato questa tipologia è considerata
sotto la voce “canali denaro a prestito”). In particolare, il 56% dei
rispondenti al questionario ha dichiarato di non ritenere necessario
215
ricorrere a nessuna forma di credito, neppure alla rete informale di amici e
parenti che rappresenta invece la fonte principale a cui rivolgersi per
coloro che hanno bisogno di accedere a una qualche forma di prestito (sia
da parte di connazionali che tramite reti di solidarietà italiane). Rispetto ai
canali delle reti informali di finanziamento la frequenza è infatti superiore
al 60%225. Le banche, invece, rappresentano un secondo livello di
accesso alle preferenze, in quanto solo il 35% dei rispondenti le considera
fra le opzioni preferite in caso di bisogno, mentre le società finanziarie
rimangono a un livello marginale (13%). In secondo luogo, poi, l’indagine
si è concentrata su coloro che, al momento dell’intervista, avevano un
finanziamento in corso, ovvero il 23% del campione complessivo, e fra
questi circa il 10% aveva sottoscritto, al momento in cui è stata effettuata
l’intervista, più di un contratto di finanziamento. In particolare, in questa
fattispecie
la
situazione
appare
capovolgersi:
le
banche
infatti
costituiscono un interlocutore privilegiato, concentrando al tempo stesso
l’80% dei finanziamenti, il 91% dei mutui e il 40% dei prestiti personali
sottoscritti. Risulta inoltre più consistente anche il ruolo delle società
finanziarie, anche se legate a tipologie di credito più a breve termine, che
risultano titolari del 37% dei finanziamenti in corso (corrispondenti nel
dettaglio al 43% degli acquisti rateali e al 34% dei prestiti personali).
Infine, il 33% dei rispondenti risulta essersi rivolto direttamente al
negoziante per effettuare un acquisto a rate.
È poi interessante indagare le motivazioni alla base della richiesta di
finanziamento, al fine di interpretare i diversi bisogni sottostanti la
domanda stessa. I risultati di tale quesito possono essere così
rappresentati:
225
Trattandosi di risposte multiple la somma delle percentuali non corrisponde al 100%.
216
Grafico 5.10 Motivazioni sottostanti al ricorso al finanziamento (percentuale sul
totale finanziamenti in corso)
Acquisto casa in Italia
Acquisto casa paese di origine
Acquisto auto/moto
Acquisto mobilio
Acquisti elettrodomestici
Spese mediche
Spese impreviste
Avvio di un'attività
Sostentamento
29,1
9,0
24,1
7,5
6,7
2,7
19,2
5,6
4,2
0
5
10
15
20
25
30
35
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria
Editrice, Roma, 2009.
Da tali risultati (le cui percentuali fanno riferimento ai finanziamenti in
corso) emerge come l’acquisto della casa in Italia (29,1% dei
finanziamenti) e quello dell’auto o della moto (24,1%), entrambi
intrinsecamente
legati
al
processo
di
integrazione
nel
paese,
rappresentino le due motivazioni principali per le quali gli immigrati fanno
ricorso al credito (complessivamente infatti corrispondono a oltre la metà
dei finanziamenti in corso). Si tratta in particolare di due tipologie di
investimenti durevoli e di entità consistente, tali da rendere più difficile il
ricorso alle reti informali. È da mettere in evidenza poi anche la
percentuale di richieste di finanziamento finalizzate all’avvio di un’attività
(5,6%), la cui particolare destinazione richiede alcune specificità
nell’offerta del prodotto creditizio e, in generale, nel rapporto con il cliente.
Non è da trascurare neppure la quota di prestiti destinati all’acquisto della
casa nel paese di origine (pari al 9% dei finanziamenti in corso), indicativo
del fatto che anche la strategia di accesso al credito degli immigrati
risponde a una più ampia strategia di investimento su più livelli, in
particolare uno legato al processo di integrazione nel paese di
destinazione e un altro al rapporto con il proprio paese di origine e al
processo migratorio appartenente al singolo e alla sua famiglia di origine.
Una riflessione a parte, invece, deve essere fatta con riferimento alle
217
categorie che vanno sotto la dicitura “spese impreviste” (pari al 19,2% dei
prestiti) e “sostentamento”226 (pari al 4,2% dei prestiti). Entrambe le
categorie infatti risultano significative in quanto mettono in evidenza da un
lato una certa fragilità della condizione patrimoniale degli immigrati, e
dall’altro l’attribuzione al credito di una funzione assicurativa proprio
perché impossibilitato a realizzare una qualche forma di prevenzione nei
confronti di spese impreviste (Frigeri, 2009). Nello specifico, la categoria
“sostentamento” sembra mettere in luce una difficoltà strutturale, e di
conseguenza un livello di indebitamento, che potrebbe essere superiore
alle capacità reddituali stesse della famiglia.
Infine, sempre con riferimento alla tematica dell’accesso al credito da
parte degli immigrati, può essere utile completare il quadro indagando le
principali cause o motivazioni per cui una parte del campione oggetto
dell’indagine non ha avuto accesso a un prodotto di finanziamento. Si
tratta fondamentalmente di motivazioni di carattere soggettivo, che
possono essere così rappresentate:
Grafico 5.11 Cause di mancato accesso al credito (percentuali su coloro che non
hanno
sottoscritto
prodotti
di
finanziamento)
Non ne ho bisogno
54,3
Ho in progetto di chiederlo
11,3
è troppo costoso
14,6
Non so come fare
4,8
Non ci ho mai pensato
6,4
Non conosco
1,7
L'ho chiesto ma non ottenuto
7,4
0
10
20
30
40
50
60
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria
Editrice, Roma, 2009.
226
In particolare, la voce “sostentamento” comprende spese legate al sostentamento della
famiglia come il pagamento dell’affitto o altre necessità finanziarie ordinarie (Fonte: Banche e
nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009).
218
Occorre precisare innanzitutto che la categoria “Non ne ho bisogno”
(pari al 54,3%) include sia coloro che non hanno bisogno di un
finanziamento rispetto al proprio progetto di vita e di investimento, sia
coloro che non lo ritengono sostenibile o lo rifiutano sulla base di fattori
culturali o religiosi. In particolare, nei confronti di questa categoria
motivazionale le politiche di offerta delle banche non possono fare molto,
possono al limite tentare di far emergere
possibili bisogni, cercare di
vincere un’eventuale diffidenza sottostante o valutare gli aspetti legati a
una particolare sensibilità religiosa. I dati mostrano però anche che vi è
una percentuale significativa di soggetti, che costituisce quasi un terzo di
coloro che non hanno accesso al credito, che rappresenta un bacino di
utenza potenziale che attende di accedervi (ha in progetto di farlo, o non
sa come fare) o che avrebbe le possibilità di accedervi se le condizioni
fossero più economiche o, ancora, non appena le entrate glielo
permetteranno (categoria “è troppo costoso”, pari al 14,6%).
Con particolare attenzione poi a quel 7,4% che ha fatto richiesta di
un finanziamento ma gli è stata rifiutata, emerge che per il 48% la causa è
stata la mancanza o l’insufficienza di garanzie, per il 31% un reddito
insufficiente per garantirne la sostenibilità, mentre il 29% ha avuto
problemi con la documentazione richiesta per la concessione del
finanziamento (la quale risultava insufficiente o non valida). Infine, un
restante 12% non è stato in grado di fornire una motivazione in quanto
non ha ricevuto una spiegazione del rifiuto da parte della propria banca227.
Sempre nell’ambito del questionario ABI, poi, si è cercato di
analizzare il fenomeno del ricorso a prodotti di accumulo del risparmio da
parte della clientela immigrata. Innanzitutto è importante sottolineare come
il tema del risparmio associato a soggetti caratterizzati da bassi redditi
(definiti “low income” dalla letteratura), di cui gli immigrati sicuramente
fanno parte, ha acquisito una crescente attenzione a livello internazionale.
I soggetti con bassi livelli di reddito, infatti, oltre a possedere una capacità
227
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
219
di risparmio molto contenuta e caratterizzata da un’elevata incertezza e
variabilità, sono spesso impossibilitati ad avere accesso ai canali formali di
accumulo del risparmio. Inoltre, a causa proprio della scarsa consistenza
dei risparmi accumulati e della maggiore vulnerabilità di tali strati di
popolazione rispetto a eventi accidentali, le somme risparmiate da queste
categorie di soggetti sono molto fragili, in quanto possono essere
intaccate anche in modo definitivo ogni qual volta si verifichi un piccolo
imprevisto o venga temporaneamente a mancare una fonte di reddito
(Frigeri, 2009). Quindi, tale categoria di soggetti, di cui gli immigrati
rappresentano una parte consistente, è alla ricerca di meccanismi in grado
di garantire sicurezza e accessibilità del risparmio (Wright, 2003).
Dai risultati dell’indagine, in particolare, emerge come, a differenza di
quanto comunemente ritenuto, vi sia una crescente domanda di prodotti di
risparmio che siano in grado da un lato di garantire un certo livello di
liquidità, ma che dall’altro prevedano anche meccanismi di accumulo a
lungo termine, in grado di proteggere il risparmio dal verificarsi di eventi
accidentali in grado di azzerare il patrimonio accumulato228. La sfida quindi
è quella della ricerca di un equilibrio tra accessibilità, sicurezza, liquidità,
stabilità e remunerazione, sfida che pone in naturale conflitto le esigenze
dei richiedenti con quelle delle istituzioni finanziarie.
Nello specifico, quindi, alla domanda se ha sottoscritto un fondo di
accumulo di risparmio ha risposto l’87% del campione dell’intervista,
mostrando un livello di conoscenza e di utilizzo di questi prodotti molto
basso. Infatti, solo il 7% del campione ha sottoscritto un fondo di accumulo
(fondi pensione nella maggior parte dei casi e altri strumenti di accumulo
rateale), mentre il 17% non lo ritiene conveniente e il 6% ha dichiarato di
non avere fiducia in questi prodotti. Il 70% del campione ha invece
228
Infatti, un evento accidentale può avere un impatto di breve periodo sul reddito di una
famiglia o di un individuo, se di modesta entità, ma può anche minare definitivamente le capacità
di reddito e distruggere il patrimonio familiare se di intensità superiore (si pensi a una calamità
naturale o a una malattia grave, fino all’invalidità o alla morte dell’individuo che rappresenta la
principale fonte di reddito). (Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli
immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009).
220
dichiarato addirittura di non conoscere questa tipologia di prodotti229.
Approfondendo questi dati, è poi emerso come i filippini e i ghanesi
rappresentino le due comunità con un livello di confidenza maggiore
rispetto a questi tipi di prodotti: in entrambe le nazionalità, infatti, il 10%
utilizza fondi pensione, mentre solo il 60% dei filippini dichiara di non
conoscere questi strumenti. La convenienza/comodità assume invece
maggiore rilevanza rispetto alla media per i filippini (30%), che si
confermano la nazionalità più vivace rispetto a questa tipologia di prodotti,
ma la percentuale è superiore al 20% anche per albanesi, egiziani e
rumeni. Gli strumenti di accumulo rateale sono invece più diffusi tra gli
ecuadoriani e i rumeni. Facendo poi un’analisi sul genere, è risultato che,
a fronte di un livello di informazione sostanzialmente uguale, gli uomini
mostrano un significativo maggiore utilizzo dei fondi pensione (6,8%)
rispetto alle donne (2,6%), mentre, viceversa, queste ultime sono
caratterizzate da una maggiore diffusione delle forme di accumulo rateale
del risparmio (2,39% per le donne, 1,63% per gli uomini).
A livello territoriale, poi, il nord Italia (in particolare le città di Milano e
Brescia) è caratterizzato da un maggior livello di utilizzo e familiarità con
questi prodotti, ma anche da una fiducia minore (a Milano infatti la
percentuale di immigrati che non si fidano di questi prodotti è del 10%).
Inoltre, i risultati dell’indagine hanno mostrato che al crescere della
permanenza in Italia si registrano maggiori livelli di conoscenza dei
prodotti di accumulo del risparmio e inoltre appare maggiore la sensibilità
verso i criteri di comodità/convenienza.
Infine può essere utile tentare di fare alcune considerazioni circa la
possibilità o meno di un ampliamento futuro del rapporto tra le banche e la
clientela immigrata. In particolare, l’analisi della caratteristiche principali
del rapporto banca-immigrato insieme a quella relativa alle principali linee
229
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
221
di evoluzione del processo di evoluzione possono consentire di
evidenziare ulteriori possibili sviluppi del rapporto banca-immigrati.
Innanzitutto,
con
riferimento
alle
motivazioni
della
non
bancarizzazione, le risposte ottenute evidenziano appunto come le ragioni
del mancato ingresso in banca siano fondamentalmente connesse alle
condizioni tipiche dello status di immigrato, legate alla precarietà e alla
vulnerabilità soprattutto economica, mentre appaiono meno significative le
motivazioni legate alle difficoltà di accesso o di rapporto con la banca. Il
dato sembra quindi mostrare che chi poteva essere bancarizzato, a
esclusione di questa piccola fascia di clientela appena vista, sia già stato
“catturato” dal sistema bancario (Frigeri, 2009). Infatti, oltre il 70% dei non
bancarizzati non è in possesso dei requisiti di reddito o non li percepisce
come adeguati per l’apertura di un conto corrente o non sembra
interessato ad aprirne uno. Anche tale dato però può essere ulteriormente
approfondito. Infatti, tra coloro che hanno dichiarato un reddito
insufficiente (di cui effettivamente quasi la metà mostra un risparmio
medio inferiore ai 50 euro mensili), il 70% vive da meno di cinque anni in
Italia (41% nella fascia compresa tra 1 e 5 anni), e in maggioranza si tratta
di uomini (60%, come la media del campione), di nazionalità rumena (24%
del sottocampione), marocchina (20%) o del Bangladesh (11%). Inoltre, il
71% vive in affitto e possiede un lavoro fisso nel 51% dei casi (il 34% è
invece costituito da disoccupati, casalinghe e studenti, mentre per la parte
residua si tratta di lavoratori a tempo determinato)230.
Per quanto concerne poi coloro che hanno dichiarato di non essere
interessati ad aprire un conto corrente, emerge che per il 45% risiedono in
Italia da più di 5 anni, per il 57% sono donne, per un terzo (33%) si
collocano nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, vivono nella
maggiorparte dei casi in affitto (78%) e il 56% di essi ha un lavoro stabile
(solo l’11% sono disoccupati, il 14% casalinghe e l’8% studenti).
230
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice,
Roma, 2009.
222
Si tratta quindi di profili che, analizzati più dettagliatamente,
mostrano comunque potenzialità non trascurabili in termini di reddito e di
integrazione e quindi anche di utilizzazione dei servizi bancari.
Quindi, per completare l’analisi di coloro che hanno dichiarato di non
essere titolari di un conto corrente, si può analizzare la disponibilità degli
stessi rispetto alla possibilità di aprirne uno entro un anno:
Tab. 5.2 Disponibilità ad aprire un conto corrente entro l’anno
Su totale rispondenti
Sì
29%
No
24%
Più avanti nel tempo
18%
Non so
29%
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria
Editrice, Roma, 2009.
I dati in tabella mostrano come quasi la metà dei non bancarizzati
abbia dichiarato l’intenzione di aprire un conto corrente entro un anno e
solo un quinto si sia dichiarato contrario. Quindi, esiste una disponibilità,
per quasi un terzo immediata, che deve solo essere intercettata o
attendere migliori condizioni di stabilità.
Inoltre, la presenza di potenzialità importanti per le banche rispetto
all’utilizzo dei servizi finanziari e in particolare anche di quelli
maggiormente evoluti è stata ulteriormente confermata dalle risposte alla
domanda 75, con la quale è stato chiesto agli intervistati di indicare
quanto, secondo la loro percezione, una serie di fattori specifici all’interno
del rapporto con le banche cambierà nei prossimi 5 anni:
223
Grafico 5.12 Fattori che cambieranno nei prossimi 5 anni nel rapporto banca –
immigrato (molto)
Maggiore frequenza utilizzo servizi
53,8
Utilizzo maggiore numero di servizi
50,5
Utilizzo prodotti assicurativi
30,0
Accompagnamento attività all'estero
30,9
Maggiore accesso al credito
57,8
Acquisto e gestione titoli
11,7
Migliore relazione con il personale
46,8
0
10
20
30
40
50
60
70
Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria
Editrice, Roma, 2009.
In particolare, da come è emerso, l’accesso al credito, un maggior
numero di servizi utilizzati e una maggiore frequenza nel loro utilizzo
sembrano essere i drivers principali nell’evoluzione del rapporto con la
banca nelle aspettative degli immigrati. Ma anche alcuni fatti nuovi e non
trascurabili assumono rilevanza, come l’accompagnamento nell’avvio e
nella gestione di attività all’estero e il ricorso a prodotti assicurativi che
riguarderanno una quota non irrilevante di immigrati e costituiranno nuovi
campi in cui misurarsi anche per le banche, attraverso sinergie con
partner oltreoceano e con il sistema assicurativo.
In conclusione, dunque, sembra emergere una sfida importante per
le banche nel cercare di modificare la propria percezione all’interno della
clientela immigrata. Infatti, da un sistema quale fornitore di prodotti e
servizi di base e di credito, legato principalmente a una stabilità dei flussi
reddituali, le banche dovranno essere in grado di evolvere verso un
sistema in grado di offrire opportunità reali per accelerare il processo di
inclusione economico – finanziaria di questi cittadini. Il passaggio dal c.d.
“welcome banking” a un profilo di cliente più maturo apre quindi uno
spazio molto ampio, ancora parzialmente inesplorato dalle banche italiane
(Frigeri, 2009).
224
CONCLUSIONI
Rispetto all’obiettivo dichiarato di questa trattazione (illustrato
nell’introduzione) di analisi della diffusione e delle modalità operative del
microcredito in Italia, nonché degli strumenti di inclusione finanziaria offerti
dalle banche, si può osservare quanto segue.
Innanzitutto, nonostante lo scenario di crisi in cui versa l’economia
mondiale e quindi anche quella italiana, il settore del microcredito (e, più in
generale, della microfinanza) sembrerebbe essere in piena fase di crescita
ed espansione. Diversi studi hanno infatti dimostrato come tale settore sia
anticiclico (Malanchini, 2009), ovvero cresca soprattutto nei periodi di crisi.
Ciò sarebbe accaduto anche in Asia durante gli anni della recessione
giapponese, così come anche in Messico dopo lo scoppio della bolla
finanziaria della new economy. Questo ovviamente non significa che il
settore sia immune alla crisi, in quanto la restrizione del credito riduce
inevitabilmente gli investimenti privati231 (soprattutto di grandi società che
hanno investito nella microfinanza, le quali si trovano a fare i conti con
problemi di liquidità); ma d’altra parte vi è proprio da osservare come, per
il momento, la quota di fondi privati risulti ancora minoritaria rispetto a
quelli pubblici nel contesto internazionale.
A prescindere dalla situazione economica negativa, comunque, è
importante sottolineare come l’Europa in generale stia attraversando una
fase di cambiamenti profondi: sta avendo luogo in particolare un processo
di deindustrializzazione e il lavoro dipendente sta diventando sempre più
precario, mentre al contempo le nuove tecnologie facilitano la nascita di
piccole unità di produzione, di lavori leggeri. Questa sembrerebbe essere
dunque una situazione ideale per lo sviluppo del microcredito (Novak,
2009).
231
Come quelli di Morgan Stanley, Abn Amro o del fondo di private equity Blackstone.
225
Per quanto riguarda in particolare la situazione italiana, anche in
Italia il microcredito appare essere in piena fase di crescita ed espansione.
Ma il fenomeno si trova a scontrarsi con una grave lacuna della
legislazione italiana, ovvero l’assenza di una regolamentazione ad hoc per
il settore del microcredito (che invece è presente in altri Paesi Europei,
come la Francia), la quale consentirebbe sicuramente uno sviluppo più
organico e quindi, nel lungo periodo, più significativo dei servizi di
microcredito. A causa di ciò, l’implementazione dei programmi di
microcredito in Italia coinvolge più soggetti e presenta peculiarità del tutto
originali
rispetto
agli
altri
paesi.
Rifacendosi
al
modello
di
schematizzazione dei programmi italiani illustrato nel corso della
trattazione, si possono individuare quattro soggetti principali coinvolti
nell’attuazione dei programmi di microcredito, ovvero: il soggetto
percipiente (cioè colui che riceve il prestito), l’ente finanziatore (banche,
fondi
privati,
fondi
pubblici),
il
soggetto
promotore
(che
non
necessariamente coincide con il soggetto che finanzia l’iniziativa o la
attua) e il garante.
Nello specifico, per quanto riguarda i destinatari dei programmi di
microcredito, dai dati analizzati risulta che essi sono principalmente
lavoratori atipici, studenti, imprese del terzo settore, famiglie a basso
reddito, microimprese che operano in aree svantaggiate del paese e, in
misura sempre più consistente, gli immigrati (i quali sono, tra l’altro, anche
i destinatari principali della maggiorparte delle iniziative di inclusione
finanziaria in generale intraprese dalle banche); nello specifico, le finalità a
cui sono rivolti i programmi di microcredito sono costituite nella
maggiorparte dei casi da fabbisogni finanziari indistinti, seguiti dall’avvio o
sostegno di un’attività economica e, infine, dal sostegno agli studenti
durante gli studi universitari o post laurea. In questo senso, quindi, la
finalità principale dei prestiti della Grameen Bank, ovvero l’investimento,
non rivestirebbe un’importanza altrettanto uguale in Italia, dove appunto i
prestiti sono destinati nella maggiorparte dei casi a fabbisogni finanziari
indistinti, quali temporanee difficoltà economiche, sostegno nel pagamento
226
dell’affitto della casa, delle utenze, ecc… Sotto questo punto di vista,
quindi,
sembrerebbe
venir
meno
l’intento
principale
dell’idea
di
microcredito sviluppata da Yunus, che si propone di fornire agli indigenti i
mezzi necessari per poter avviare un’attività economica in proprio, ovvero
creare forme di autoimpiego, in modo tale da poter combattere veramente
la povertà, creando condizioni reali di miglioramento e crescita economica
(a tal proposito è fondamentale ricordare anche la critica alla carità e
all’elemosina mossa da Yunus stesso).
Per quanto concerne gli enti finanziatori, invece, dai dati analizzati è
emerso come questi siano costituiti fondamentalmente da istituti di credito,
seguiti da fondi privati e, in misura molto minore, da fondi pubblici. La
Grameen Bank invece (presa quale punto di riferimento principale
nell’universo del microcredito) dichiara come visto di non ricevere più da
anni fondi provenienti da donazioni, in quanto i depositi stessi che essa
detiene in quanto banca sarebbero in grado di finanziare i prestiti erogati,
anche in un’ottica di futura continua espansione232.
Gli enti promotori, poi, sono rappresentati nella maggiorparte dei casi
da fondazioni non bancarie (quali ad esempio fondazioni antiusura),
associazioni, diocesi e Mag, seguite da Università ed Enti locali (quali
Comuni o Province sostanzialmente) e, infine, da fondazioni bancarie,
banche e confidi.
Infine, altra peculiarità del sistema italiano e, più in generale, delle
economie più avanzate, è la presenza di forme di garanzie per
l’erogazione dei prestiti diverse da quelle utilizzate nei paesi in via di
sviluppo (quali il prestito di gruppo con responsabilità congiunta, il prestito
progressivo, ecc…). In particolare, le principali tipologie di garanzie offerte
sono rappresentate da fondi di garanzia privati e, in misura leggermente
inferiore, fondi pubblici. Ciò che caratterizza inoltre i microprestiti erogati in
Italia e nelle altre economie più avanzate è la dimensione dei prestiti
stessi, di molto superiore rispetto a quella dei paesi in via si sviluppo.
232
In Europa occidentale, invece, i profitti delle attività di microcredito non sono ancora in grado
di coprire i costi delle stesse (Zientz, 2009).
227
Nello specifico, ciò a cui si sta assistendo nel paese è una progressiva
polarizzazione tra i programmi, nel senso che, come emerso dai dati
analizzati, sono in continuo aumento sia quelli di piccola dimensione
(ovvero quelli con prestiti fino a 5 mila euro) sia quelli di dimensione
maggiore (con prestiti oltre i 20 mila euro).
Con particolare riferimento, quindi, al ruolo delle banche nell’ambito
dei programmi di microcredito occorre osservare innanzitutto come queste
possano rivestire sia il ruolo di erogatrici dei prestiti stessi (quindi di
proprietarie dei fondi) che di promotrici dei programmi. In generale, inoltre,
si può sottolineare come le banche stesse, in quanto orientate al profitto e
costituenti un’entità unitaria, siano in grado di gestire e attuare in maniera
più efficiente ed efficace i programmi di microcredito, in quanto già dotate
di strutture proprie preposte all’erogazione dei prestiti che consentono di
applicare nella maggior parte dei casi tassi di interesse più contenuti, se
non altro per effetto delle economie di scala.
Da quanto emerge in particolare da dati analizzati, la maggiorparte
delle banche italiane presenta un’offerta di servizi di microfinanza,
costituiti in primis da servizi di pagamento, seguiti da servizi di credito e,
infine, da servizi di risparmio. Nello specifico, il target di clientela al quale
sono rivolti tutti e tre questi tipi di servizi è rappresentato dalla clientela
immigrata, seguita dalle famiglie. Risulta interessante, poi, osservare la
distribuzione territoriale dei prodotti e dei servizi di microfinanza offerti
dalle banche, che sarebbero appunto rivolti principalmente alla clientela
residente nel nord del Paese. Tale ripartizione sarebbe da un lato
coerente anche con la distribuzione geografica degli immigrati in Italia
(che, come accennato, rappresentano il target principale dei servizi di
inclusione finanziaria), e dall’altro potrebbe comunque trovare anche
spiegazione nel presenza più forte delle fondazioni bancarie (quali enti
promotori dei programmi di microcredito) nel Nord Italia.
Nello specifico poi, analizzando il livello di bancarizzazione degli
immigrati residenti in Italia e i bisogni finanziari ed assicurativi espressi
dagli stessi, è emerso come il tasso di bancarizzazione degli immigrati sia
228
cresciuto in maniera significativa negli ultimi anni. Tale risultato è dovuto
innanzitutto al fatto che una maggiore anzianità migratoria comporterebbe
una maggiore integrazione anche finanziaria, e in secondo luogo al fatto
che anche le banche stanno aumentando il proprio interesse nei confronti
di questa categoria di clientela. Gli immigrati, nello specifico, utilizzano
principalmente prodotti e servizi bancari quali il conto corrente, il
trasferimento di rimesse e, infine, i servizi di credito.
Si può quindi concludere che gli spazi a disposizione di un’ulteriore
espansione del settore del microcredito in Italia sono molteplici, a causa
da un lato della crisi economica, a seguito della quale è aumentato il
numero di individui in condizioni di difficoltà e che quindi non riescono ad
avere accesso alle tradizionali forme di credito offerte dalle banche (le
quali, dal canto loro, hanno messo in atto una politica di restrizione
creditizia, tramite l’aumento dei tassi applicati sui prestiti e la richiesta di
garanzie sempre più consistenti a fronte dell’erogazione dei crediti stessi),
e dall’altro dei continui cambiamenti in atto nella società quali il fenomeno
sempre più consistente dell’immigrazione, l’allungamento dell’età media (e
quindi del numero di anziani che necessitano di servizi ad hoc),
l’incremento del tasso di istruzione (che fa sì che vi sia un numero sempre
maggiore di giovani che fin ad una certa età non hanno contatti con gli
istituti di credito, e che quindi possono costituire un target per la
bancarizzazione), ecc…233
Tutto questo però si ritiene che sarà possibile e che comunque potrà
avere impatti veramente significativi solo una volta che sia stata emanata
una regolamentazione specifica per il settore del microcredito, ovvero
quando si comincerà a considerare la lotta alla povertà come
un’opportunità di sviluppo per
l’intero sistema Paese e non solo uno
slogan da relegare nell’ambito della solidarietà.
233
In particolare, rispetto ai paesi in via di sviluppo, la quota di mercato raggiunta e raggiungibile
è inferiore in Italia e nelle altre economie più sviluppate, ma al contempo la domanda è come
visto in aumento.
229
APPENDICE
I
–
SCHEDE
DEI
PROGRAMMI
DI
MICROCREDITO234
1) Progetto Senapa235
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Molise
Provinciale
Programma in corso
Fino a 15 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Monsignor Valentinetti, Vescovo della Diocesi di
Termoli – Larino in Molise
Istituti di Credito
Fondo dedicato privato
Banca Molisana di Credito Cooperativo di
Colletorto (CB)
Soggetto privato
Il programma, lanciato nel 2004, aveva
l’obiettivo di sostenere i residenti dei comuni di
Colletorto e Termoli Larino, colpiti dal sisma del
2002, e di riabilitare le piccole attività
imprenditoriali danneggiate dal terremoto. I
prestiti sono garantiti al 100% dal Fondo messo a
disposizione dalla Diocesi di Termoli – Larino, i
parroci dei due comuni e la Caritas Ambrosiana.
La richiesta deve essere accompagnata
dall’attestazione di un “garante morale”236 circa
l’affidabilità del richiedente. Nel 2006. Visto il
successo dell’iniziativa, la Diocesi ha deciso di
estendere la possibilità di accesso al microcredito
ad altri 18 comuni del basso Molise, selezionati in
base alla gravità dei danni causati dal sisma del
2002 e dall’alluvione del 2003. È stato inoltre
234
Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia.
www.progettosenapa.it
236
“Il garante morale è stato pensato, nella riflessione iniziale, per cercare di contrastare il forte
spirito individualista presente in Regione che ha reso impossibile l’applicazione del modello
Grameen dei “gruppi solidali” nel nostro territorio. Dopo gli eventi del 2002 e 2003, tale
individualismo si è ulteriormente rafforzato ed è per questo che si è optato per la figura del
garante morale cercando così di ricompattare il tessuto sociale e di ricreare un rapporto di fiducia
con il prossimo.” (Fonte: www.progettosenapa.it).
235
230
aumentato a 15 mila euro l’importo massimo
finanziabile, con un tasso fisso determinato nella
misura dell’IRS a 5 anni + 1% di spread
Andamento del programma:
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
21
142.450 €
2005
5
26.250 €
2006
7
64.500 €
2007
7
113.500 €
2) Microcredito nel comune di Roma
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lazio
Comunale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di una attività economica
Persone giuridiche
Comune di Roma
Istituti di Credito
Fondo dedicato pubblico
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
Il Comune di Roma ha costituito presso Banca
Popolare Etica un fondo di € 250.000 a garanzia
del 100% dei finanziamenti erogati dalla Banca
a favore di imprese (cooperative e non)
economicamente sane, non segnalate alla
Centrale Rischi della Banca d’Italia ed
impegnate a svolgere attività caratterizzate da
utilità sociale, difesa dell’ambiente e
promozione culturale. Il programma, avviato sul
piano operativo nel 2006, è attivo nelle aree
comunali di degrado urbano definite dalla
delibera n. 629 del 2002 ai sensi della legge
266/97, art. 14
231
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0
2005
0
0
2006
28
238.000 €
2007
13
321.000 €
3) Microcredito di solidarietà alle famiglie di Siena e di Grosseto
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Misericordie di Siena e Fondazione Monte
dei Paschi di Siena
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca MPS
Soggetto gestore
Il programma è stato avviato nel gennaio
2004. I beneficiari sono cittadini in
temporanea difficoltà economica, che si
rivolgono ai centri d’ascolto delle
Misericordie di Siena in cui operano
volontari qualificati. Le richieste di prestito
(di importo massimo pari a 10 mila euro)
vengono predisposte con l’assistenza dei 5
centri di ascolto dislocati nelle province di
Siena e Grosseto. Le richieste sono inoltrate
a MPS che concede il finanziamento. A
coordinare l’attività dei centri d’ascolto è la
Fondazione Toscana antiusura
232
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
68
244.071 €
2005
49
248.000 €
2006
22
98.700 €
2007
7
25.200 €
4) Microcredito della Fondazione San Carlo237
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Lombardia
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Fondazione San Carlo in collaborazione con
il Consorzio Sodalitas e l’Università BocconiCergas
Fondi privati
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
237
Non previsto
Il programma, avviato nel luglio del 1999,
prevede la concessione di prestiti agevolati
di importo massimo pari a 7.750 euro, ad
immigrati e a persone in condizioni di
difficoltà o di emarginazione, residenti
nell’ambito territoriale della Diocesi di
Milano. L’istruttoria sulla sostenibilità del
progetto è affidata a personale della
Fondazione, che segue la persona finanziata
anche nel periodo successivo all’erogazione
del credito. La Fondazione opera nell’ambito
della Diocesi di Milano, cioè nelle province di
Milano, Lecco, Varese e Como. I
finanziamenti sono destinati all’avvio di
attività microimprenditoriali. La Fondazione
www.fondazionesancarlo.it
233
agisce come gestore del fondo rotativo
costituito con le donazioni delle banche
Unicredit, Deutsche Bank e Banca Popolare
di Milano.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
53
349.509 €
2005
5
27.500 €
2006
5
21.800 €
2007
4
16.500 €
5) Microcredito Sociale nella provincia di Genova238
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
238
Liguria
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Fondazione Compagnia San Paolo di Torino
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca IntesaSanpaolo Spa
Soggetto privato
Il programma è stato promosso dalla
Compagnia di San Paolo, che nel 2003 ha
concesso un contributo di 400 mila euro alla
Fondazione Santa Maria del Soccorso di
Genova per la costituzione di un fondo di
garanzia presso Banca Sanpaolo, soggetto
che concede i prestiti sulla base di una prima
istruttoria della Fondazione stessa
www.compagnia.torino.it
234
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
24
282.450 €
2005
9
112.000 €
2006
14
137.000 €
2007
11
140.000 €
6) Microcredito Sociale nel territorio dell’Arcidiocesi di Torino239
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
239
Piemonte
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione Compagnia San Paolo di Torino
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca IntesaSanpaolo Spa
Soggetto privato
Il programma è stato promosso dalla
Compagnia di San Paolo, che nel 2003 ha
concesso un contributo di 400 mila euro
all’Arcidiocesi di Torino per la costituzione di
un Fondo di garanzia presso banca Sanpaolo.
L’Arcidiocesi gestisce il progetto in
collaborazione con la Fondazione Don Mario
Operti. L’iniziativa è rivolta a un target
indistinto di persone con una buona idea
imprenditoriale. Sono previsti servizi di
tutoraggio, affidati a un team tecnico di
volontari. Nel 2006 sono stati migliorati i
servizi di accompagnamento.
www.compagnia.torino.it
235
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
32
331.500 €
2005
21
182.300 €
2006
8
68.600 €
2007
16
144.200 €
7) Microcredito Sociale nella provincia di Roma240
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
240
Lazio
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Fondazione Compagnia di San Paolo di
Torino
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca SanpaoloIntesa Spa
Soggetto privato
Il programma è stato promosso dalla
Compagnia San Paolo ed è rivolto alle donne
che intendono diventare economicamente
autosufficienti attraverso l’avvio di un
progetto di lavoro autonomo e che, per
cause diverse, hanno difficoltà di accesso al
credito. La Compagnia ha concesso nel 2003
un contributo di 400 mila euro alla
Fondazione Risorsa Donna, ente di
riferimento per l’iniziativa su Roma, per la
costituzione di un Fondo di garanzia
deposito presso la banca Sanpaolo. Dal 2005
i destinatari sono le donne immigrate con
regolare permesso di soggiorno o anche le
cittadine italiane residenti nella provincia di
Roma.
www.compagnia.torino.it
236
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
10
88.800 €
2005
7
54.750 €
2006
9
105.000 €
2007
9
157.300 €
8) Microcredito Sociale nella provincia di Napoli241
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
241
Campania
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Fondazione Compagnia Sanpaolo di Torino
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Sanpaolo Banco di Napoli Spa
Soggetto privato
Il programma è promosso dalla Compagnia
di Sanpaolo che nel 2003 ha stanziato un
contributo di 400 mila euro a beneficio della
Fondazione San Giuseppe Moscati di Napoli
per la costituzione di un Fondo di Garanzia
presso banca Sanpaolo. L’iniziativa è rivolta
a un target indistinto di persone con una
buona idea imprenditoriale. Sono previsti
servizi di tutoraggio, affidati a un team
tecnico di volontari.
www.compagnia.torino.it
237
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
8
187.500 €
2005
10
206.400 €
2006
2
30.000 €
2007
2
30.750 €
9) Microcredito ALMASOLIDALE242
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Piemonte
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Associazione Almaterra
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
242
Non previsto
L’Associazione Almaterra offre alle proprie
associate (donne italiane o straniere) prestiti
di emergenza per pagare affitti, bollette,
ecc..La gestione finanziaria dei prestiti è
affidata a Mag2 Finance. Attualmente
l’Associazione chiede una garanzia
fideiussoria ad ogni beneficiaria e una
lettera d’impegno di almeno due socie come
garanti morali. Terminata la cosiddetta
istruttoria morale, la documentazione viene
consegnata a Mag2 che effettua l’istruttoria
economica.
www.almaterratorino.org
238
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
5
15.600 €
2005
10
30.720 €
2006
10
31.500 €
2007
7
19.000 €
10) Microcredito nel quartiere “Le Piagge” di Firenze
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Comunale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Don Alessandro Santoro, parroco di Le
Piagge (Firenze, e la Cooperativa Il Cerro
Fondi privati
Fondo dedicato privato
MAG6 di Reggio Emilia
Soggetto privato
Il programma è stato avviato nel 2004,
grazie all’iniziativa del parroco di Le Piagge,
in collaborazione con la cooperativa Il Cerro,
con la costituzione di un Fondo di garanzia.
Nel corso del 2005 questo fondo è stato
incrementato fino a 91 mila euro grazie ai
contributi dei soci della cooperativa. La
garanzia offerta dal fondo copre il 100% dei
prestiti concessi da Mag6. L’attività è
proseguita regolarmente nel 2006 e nel
2007, con l’unica variazione rispetto al 2005
nell’importo massimo concedibile per le
attività imprenditoriali, che è stato portato,
con decisione presa dall’assemblea dei soci,
a 7 mila euro (prima era pari a 5.200 euro).
239
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
52
125.211 €
2005
18
39.200 €
2006
13
40.500 €
2007
11
21.300 €
11) Microcredito a Milano di Mag2 Finance243
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
243
Lombardia
Regionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Mag2 Finance di Milano
Fondi privati
Fondo dedicato privato
Mag2 Finance
Soggetto privato
La cooperativa opera dal 1978 dando
sostegno finanziario a cooperative sociali o a
singoli beneficiari ed è inserita in una fitta
rete di associazioni di volontariato che
contribuiscono a individuare i soggetti
(persone singole o piccole imprese) ai quali
destinare i prestiti. Nel 2006 la cooperativa
ha proseguito l’attività stipulando altre due
importanti convenzioni con il Servizio “Siloe”
della Fondazione Caritas Ambrosiana e con il
Comune di Opera (MI). Anche i risultati
dell’attività del 2007 sono interessanti
www.mag2.it
240
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
116
1.426.195 €
2005
35
312.855 €
2006
46
271.416 €
2007
38
221.587 €
12) Microcredito di Mag4244
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Multiregionale
Regionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Cooperative sociali, associazioni, enti no
profit
Mag4 di Torino
Fondi privati
Fondo dedicato privato
Mag4
Soggetto privato
La cooperativa mag4, nata a Torino nel
1987, concede prestiti ai propri associati
(cooperative sociali e non, associazioni,
società di mutuo soccorso) che operano
nelle regioni del nord ovest.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
311
9.381.230 €
2005
25
830.000 €
2006
8
560.000 €
244
www.mag4.it
241
2007
10
621.000 €
13) Microcredito di Mag6245
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Emilia Romagna
Regionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Mag6 di Reggio Emilia
Fondi privati
Fondo dedicato privato
Mag6
Soggetto privato
La cooperativa finanziaria, nata nel 1988,
distingue due tipologie di prestiti: quelli
definiti di “mutuo soccorso”, concessi a
persone singole per varie esigenze
finanziarie, e quelli cosiddetti “ordinari”,
destinati all’avvio di progetti imprenditoriali.
Nel 2007 la cooperativa ha continuato
regolarmente la sua attività, ma ha ritenuto
di non rendere pubblici i risultati raggiunti.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
120
1.750.000 €
2005
18
206.800 €
2006
43
913.395 €
2007
0
0€
245
www.mag6.it
242
14) Microcredito della Fondazione San Matteo Apostolo246
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Calabria
Regionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione Antiusura San Matteo Apostolo
di Cassano allo Jonio (CS)
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Banca Intesa, BCC della Sibaritide, Banca di
credito di Albidonia, Banca di credito di
Tarsia, Banca Carime, BCC dello Jonio
Soggetto privato
La Fondazione opera dal 1996, garantendo i
prestiti concessi dalle banche convenzionate
a soggetti a rischio di usura. Il fondo di
garanzia è costituito dai contributi previsti
dall’art. 15 della L. 108/96247 ed è integrato
246
www.fondazioneantiusuracassano.it
L’articolo 15 della legge 108/96 (“Disposizioni in materia di usura”) prevede che:”1. È istituito
presso il Ministero del Tesoro il “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura” di entità pari
a lire 300 miliardi, da costituire con quote di 100 miliardi di lire per ciascuno degli anni finanziari
1996, 1997 e 1998. Il fondo dovrà essere utilizzato quanto al 70 per cento per l’erogazione di
contributi a favore di appositi fondi speciali costituiti dai consorzi o cooperative di garanzia
collettiva fidi denominati “confidi”, istituiti dalle associazioni di categoria imprenditoriali e dagli
ordini professionali, e quanto al 30 per cento a favore delle fondazioni ed associazioni
riconosciute per la prevenzione del fenomeno dell’usura, di cui al comma 4. 2. I contributi di cui
punto 1 possono essere concessi ai confidi alle seguenti condizioni: a) che essi costituiscano
speciali fondi antiusura, separati dai fondi rischi ordinari, destinati a garantire fino all’80 per
cento le banche e gli istituti di credito che concedono finanziamenti a medio termine e
all’incremento di linee di credito a breve termine a favore delle piccole e medie imprese a elevato
rischio finanziario, intendendosi per tali le imprese cui sia stata rifiutata una domanda di
finanziamento assistita da una garanzia pari ad almeno il 50 per cento dell’importo del
finanziamento stesso pur in presenza della disponibilità del confidi al rilascio della garanzia; b)
che i contributi di cui al comma 1 siano cumulabili con eventuali contributi concessi dalle camere
di commercio, industria, artigianato e agricoltura. 3. Il Ministro del Tesoro, sentito il Ministro
dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, determina con decreto i requisiti patrimoniali dei
fondi speciali antiusura di cui al comma 2 e i requisiti di onorabilità e di professionalità degli
esponenti dei fondi medesimi. 4. Le fondazioni e le associazioni riconosciute per la prevenzione
del fenomeno dell’usura sono iscritte in apposito elenco tenuto dal Ministro del Tesoro. Lo scopo
della prevenzione del fenomeno dell’usura, anche attraverso forme di tutela, assistenza e
informazione, deve risultare dall’atto costitutivo e dallo statuto. 5. Il Ministro del Tesoro, sentiti il
ministro dell’interno e il Ministro per gli affari sociali, determina con decreto i requisiti
patrimoniali delle fondazioni e delle associazioni per la prevenzione del fenomeno dell’usura ed i
requisiti di onorabilità e di professionalità degli esponenti delle medesime fondazioni e
247
243
dai mezzi propri della Fondazione. La
Fondazione svolge anche un’attività di
natura pedagogica, al fine di divulgare la
cultura dell’uso responsabile del denaro.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
522
7.680.235 €
2005
77
1.093.600 €
2006
32
956.500 €
2007
26
636.900 €
15) Prestiti sull’onore della Regione Liguria248
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Liguria
regionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Regione Liguria
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
associazioni. 6. Le fondazioni e le associazioni per la prevenzione del fenomeno dell’usura
prestano garanzie alle banche e agli intermediari finanziari al fine di favorire l’erogazione di
finanziamenti a soggetti che, pur essendo meritevoli in base ai criteri fissati nei relativi statuti,
incontrano difficoltà di accesso al credito. 7. Fatte salve le riserve di attività previste dalla legge,
le fondazioni e le associazioni per la prevenzione del fenomeno dell’usura esercitano le altre
attività previste dallo statuto. 8. Per la gestione del fondo di cui al comma 1 e l’assegnazione dei
contributi, il governo provvede, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,
all’istituzione di una commissione costituita da rappresentanti dei Ministeri del Tesoro e
dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato e del Dipartimento per gli Affari Sociali presso la
presidenza del Consiglio dei Ministri nonché all’adozione del relativo regolamento di gestione. La
partecipazione alla commissione è a titolo gratuito. 9. I contributi di cui al presente articolo sono
erogati nei limiti dello stanziamento previsto al comma 1. 10. All’onere derivante dall’attuazione
del comma 1 si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio
triennale 1996-1998, al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l’anno
1996, utilizzando parzialmente l’accantonamento relativo al medesimo ministero”.
248
www.regione.liguria.it
244
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
FI.L.SE. Spa
Soggetto pubblico
I prestiti sono destinati a nuclei familiari
residenti in Liguria, che si trovano in
situazioni di grave e temporanea difficoltà
economica. I prestiti sono concessi dalle
banche convenzionate (Banco di San Giorgio,
alcune BCC, Cassa di Risparmio di La Spezia e
Unicredit) e sono garantiti da fondi regionali
gestiti dalla Filse.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
107
616.600 €
2005
255
2.049.796 €
2006
114
713.216 €
2007
103
553.600 €
16) Prestito d’onore della Regione Lazio – L.R. n. 19/99249
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
249
Lazio
Regionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Regione Lazio con BIC Lazio spa
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Unionfidi Lazio spa
Soggetto pubblico
BIC Lazio cura, fin dall’avvio del programma,
tutte le attività necessarie a garantire
l’efficacia dell’iniziativa. Sono erogati servizi
di informazione e di assistenza, servizi di
www.biclazio.it
245
tutoraggio a beneficio dei percipienti ed è
svolto un attento monitoraggio delle
iniziative finanziate. I prestiti, concessi dalle
banche convenzionate ai sensi della L.R.
19/99250, sono destinati a soggetti inoccupati
o disoccupati, di età compresa tra i 18 e i 35
anni, per favorire l’avvio di un’attività
imprenditoriale. A partire dal 2006 alle
domande pervenute BIC Lazio ha applicato
una nuova procedura di valutazione che
prevede un colloquio conoscitivo con il
proponente. In tal modo si cerca di
acquisire, attraverso l’incontro con
l’aspirante imprenditore, elementi utili a
valutare la coerenza tra il suo profilo e il
progetto proposto.
250
La L.R. 19/99 (“Istituzione del prestito d’onore”) prevede che:”art.1 La presente legge
disciplina la concessione di finanziamenti a favore di soggetti inoccupati e disoccupati per la
promozione di iniziative imprenditoriali. Art.2. Possono accedere ai finanziamenti previsti dalla
presente legge i soggetti in possesso, alla data della presentazione della domanda, dei seguenti
requisiti: a) stato di disoccupazione ovvero inoccupazione di lunga durata, ai sensi dell’articolo 1
del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181; b) residenza nella Regione; c) età compresa tra i
diciotto e i trentacinque anni; d) che non beneficino di analoghi finanziamenti statali o di altri
soggetti pubblici. Art.3 Sono finanziabili i progetti ritenuti validi sotto il profilo delle competenze,
della capacità del soggetto proponente, della fattibilità tecnica e della redditività dell’iniziativa,
finalizzati alla realizzazione di un’attività autonoma in forma individuale, ad eccezione delle libere
professioni e dei settori sensibili ai sensi della normativa e degli orientamenti comunitari vigenti
in materia. L’attività prevista dal soggetto deve essere svolta per almeno cinque anni dalla data
del provvedimento di ammissione alle agevolazioni. Art.4. 1. Ai soggetti di cui all’articolo 1 i cui
progetti siano ritenuti validi sono concesse le seguenti agevolazioni: a) contributo a fondo
perduto fino a 15 mila euro; b) prestito agevolato fino a 15 mila euro, restituibile in cinque anni
ad un tasso a carico del beneficiario pari al 2,5 per cento annuo. A tal fine la Regione stipula
apposite convenzioni con primari istituti di credito, attraverso le quali garantire il pagamento
della differenza tra il tasso definito in convenzione e quello previsto a carico del beneficiario. I
prestiti possono altresì avvalersi delle garanzie di cui all’articolo 52 della legge regionale 22
maggio 1997, n. 11; c) servizi di assistenza tecnica da parte di un tutor specializzato nella fase di
realizzazione degli investimenti e di avvio della gestione delle iniziativa. 2. Per la realizzazione del
progetto sono ammissibili le spese, al netto dell’IVA, relative all’acquisto di attrezzature ed altri
beni materiali ed immateriali ad utilità pluriennale. I beni e le attrezzature devono essere
direttamente collegati al ciclo produttivo, nuovi di fabbrica o usati, a condizione che non siano
stati oggetto di precedenti agevolazioni pubbliche e offrano idonee e comprovate garanzie di
funzionalità. 3. Non sono ammissibili le spese sostenute anteriormente ala data del
provvedimento di ammissione delle agevolazioni. Non sono, inoltre, ammissibili le seguenti spese
per: a) l’acquisto di terreni; b) la costruzione, la ristrutturazione e l’acquisto, anche mediante
locazione finanziaria, di immobili; c) prestazioni di servizi; d) stipendi e salari. (…) Art. 7 Il prestito
agevolato è posto in ammortamento dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di erogazione.
Per il periodo di preammortamento sono dovuti gli interessi, nella misura del tasso agevolato, da
versare entro il 31 dicembre dell’anno di erogazione del prestito.(…)”.
246
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
1190
12.250.060 €
2005
261
3.149.487 €
2006
141
1.688.983 €
2007
163
2.002.687 €
17) Prestito sull’onore della Regione Lombardia – L.R. 23/99 art. 3
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lombardia
Regionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Regione Lombardia
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Finlombarda Spa
Soggetto pubblico
I prestiti sono concessi ai sensi della LR n.
23/99 a famiglie e giovani coppie residenti in
Lombardia che si trovano in una situazione
di temporanea difficoltà economica. Il
rimborso è previsto con rate mensili in 5
anni. Il Fondo regionale copre gli interessi
bancari e si fa carico della garanzia per
l’intero importo prestato. I dati relativi al
2005 non sono stati ufficializzati. A partire
dal 2006 la Regione ha ritenuto di estendere
il prestito anche alla copertura dei costi per
l’educazione dei figli nelle famiglie
numerose.
247
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
50
350.000 €
2005
0
0€
2006
8
60.986 €
2007
7
48.684 €
18) IntesaBridge – il prestito ponte per gli universitari251
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Sostegno durante gli studi universitari o
post laurea
Persone singole
Intesa- Sanpaolo
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Il prestito, destinato agli studenti
universitari iscritti ai corsi di laurea delle
Università convenzionate, è concesso a
condizioni economiche particolarmente
vantaggiose. Gli Atenei che al 2005 hanno
aderito al programma sono 21 e sono
distribuiti in 11 regioni. I dati relativi al 2006
e al 2007 non sono stati ufficializzati.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
290
1.450.000 €
251
www.intesabridge.it
248
2005
1210
10.770.000 €
2006
0
0€
2007
0
0€
19) Prestito d’onore per gli studenti universitari di Pisa
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Toscana
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Azienda Regionale per il diritto allo Studio
Universitario di Pisa – ARDSU
Fondi pubblici
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
I prestiti sono concessi agli studenti
universitari iscritti all’Università di Pisa e
sono accordati in forma di apertura di
credito presso l’istituto tesoriere MPS, senza
interessi. L’importo massimo è pari a 3.100
euro per anno, da restituire in 5 anni. Prima
dell’inizio di un anno accademico viene
bandito un concorso per la concessione dei
prestiti, a valere su un apposito fondo
destinato a tale tipo di intervento. In caso di
mancato rimborso, l’Azienda Regionale si
attiva per il recupero del credito. A partire
dal 2006 l’operatività si è ridotta
notevolmente.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
56
165.850 €
249
2005
21
63.550 €
2006
5
29.450 €
2007
1
1.550 €
20) Microcredito nazionale della Caritas Italiana
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Caritas Italiana, le singole Caritas Diocesane
che hanno aderito alla convenzione e Banca
Popolare Etica.
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
Il programma, attuato a livello nazionale
dalla Caritas Italiana in collaborazione con
Banca Popolare Etica, è destinato alle
famiglie italiane o immigrate in difficoltà
economica. La convenzione quadro è stata
stipulata nel 2003 tra Caritas Italiana e BPE,
che ha stanziato un plafond di 1 milione di
euro per la concessione di prestiti. La Caritas
ha costituito un fondo a garanzia della
restituzione dei prestiti depositato presso
BPE. Le prime diocesi che hanno aderito alla
convenzione sono state quelle di Mazzara
del Vallo, Assisi, Città di Castello e Andria.
Nel 2006 ha aderito anche la Caritas
Diocesana di Imola. Per i dati sull’iniziativa
della diocesi di Andria vedere la scheda
successiva sul “Progetto BARNABA”.
250
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
12
48.600 €
2005
11
88.824 €
2006
16
57.950 €
2007
26
83.378 €
21) Microcredito “Dai Slancio alle tue idee” del Comune di Torino
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Piemonte
Comunale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone giuridiche
Comune di Torino – Divisione Lavoro,
Sportello Unico per le Attività Produttive, in
collaborazione con Finpiemonte
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Finpiemonte
Soggetto pubblico
Programma sperimentale che utilizza parte
dei fondi della Legge Bersani per lo sviluppo
delle aree degradate di cui al D.M. 225/98 e
nelle zone obiettivo 2 e Phasing out. Il
Comune ha ideato questo progetto di
microcredito con lo scopo di sostenere in tali
aree lo sviluppo delle imprese. I prestiti,
concessi dalle banche convenzionate, sono
garantiti con un apposito fondo rotativo di
garanzia, stanziato dal Comune, di importo
pari a 500.000 euro. Le banche
convenzionate sono: SanPaolo IMI, Banca di
Roma, Banca Sella, Cassa di Risparmio di
Savignano e Banca Piemonte.
251
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
42
390.000 €
2005
26
247.000 €
2006
23
189.240 €
2007
43
327.872 €
22) Microcredito a Bologna dell’Associazione Micro.Bo252
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
252
Emilia Romagna
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
L’Associazione per lo sviluppo della
microfinanza a Bologna (Micro.bo), insieme
all’Università di Bologna e a un gruppo di
docenti delle facoltà di Psicologia, Economia
e Scienze della Formazione.
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Associazione Micro.bo
Soggetto privato
L’Associazione Micro.bo è stata costituita
nel 2004 per diffondere la conoscenza e la
pratica del microcredito. L’avvio operativo
del programma di microcredito risale al
febbraio 2005. I prestiti vengono concessi
dalla Banca di Bologna, presso la quale
l’Associazione ha depositato garanzie
fideiussorie di una ventina di imprenditori
bolognesi per un valore complessivo di 400
mila euro. Dopo una prima fase di
sperimentazione con la metodologia dei
prestiti “di gruppo”, a partire dall’ottobre
www.micro.bo.it
252
2006 i promotori hanno adottato la formula
dei prestiti individuali, prevedendo per ogni
beneficiario due “garanti morali”. L’importo
massimo del singolo prestito è di 7 mila euro
(per il primo finanziamento), da restituire al
massimo in 36 mesi. È prevista la possibilità
di concedere, in seguito, un secondo prestito
di importo massimo fino a 15 mila euro e
anche una ulteriore somma fino a 25 mila
euro.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
16
86.900 €
2006
64
395.000 €
2007
20
95.000 €
23) Unicredit ad Honorem253
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
253
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
UniCredit Banca
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Unicredit Banca
Soggetto privato
I prestiti sono destinati agli studenti iscritti a
corsi di laurea specialistica, a master o a
dottorati di ricerca di varie Università
www.unicreditbanca.it
253
convenzionate. Il programma è stato avviato
con l’anno accademico 2004/2005. Hanno
aderito l’Università di Trento, l’Università di
Modena e Reggio Emilia, L’università di
Udine, l’Università di Verona e l’Università di
Bologna. Per il 2005 e il 2006 i dati non sono
stati ufficializzati. Nel 2007 gli unici prestiti
sono stati concessi a studenti dell’Università
di Modena e Reggio Emilia. L’Università di
Trento, conclusa nel 2006 la fase di
sperimentazione, non ha rinnovato la
convenzione con la Banca.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
300
1.500.000 €
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
8
69.615 €
24) Fondo Essere dell’Isolotto – Firenze254
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Toscana
Comunale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro255
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Piero Forosetti della Comunità del Quartiere
4; il Comune di Firenze e la SMS Humanitas
Fondi privati
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
254
www.fondoessere.org
In particolare, l’importo massimo erogabile è di 5 mila euro per l’accesso alla casa, la salute e
l’istruzione, mentre è di 10 mila euro per l’aiuto ad attività lavorative (Fonte: www. Fondo
essere.org).
255
254
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Il programma, nato nel 2002 nel Quartiere 4
(Isolotto – Legnaia) di Firenze, è destinato a
persone residenti o domiciliate che non
possono accedere a nessuna forma di
prestito bancario. I prestiti “di solidarietà”
vengono concessi grazie alle offerte e alle
donazioni di Associazioni, di cittadini, ecc…al
Gruppo di funzionamento spetta la gestione
della cassa del Fondo. I prestiti, concessi
senza interessi, non prevedono scadenze.
Alla fine del 2006 è stato definito un accordo
con la Banca del Chianti per l’erogazione di
ulteriori prestiti a partire dal 2007.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
100
150.000 €
2005
19
21.000 €
2006
34
47.000 €
2007
36
50.000 €
25) Progetto PAN (Progetto Asili Nido e servizi per l’infanzia)256
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Consorzio PAN (Banca Intesa, CGM, Fis/CdO
e DROM/Legacoop)
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
256
Non previsto
www.consorziopan.it
255
Descrizione programma
Il programma, avviato nel 2004, ha un
duplice obiettivo: supportare le imprese che
realizzano nuovi asili nido e sostenere le
famiglie – che iscrivono i figli agli asili nido
della catena PAN – nel pagamento delle
rette mensili, attraverso la concessione di
prestiti a tasso agevolato e senza garanzie. I
dati sui prestiti alle famiglie non sono stati
ufficializzati dai promotori.
26) Prestito d’onore per lavoro autonomo e microimprese marchigiane257
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Marche
Regionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Regione Marche
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
257
Non previsto
Il programma, promosso dalla Regione
Marche nel 2004, era destinato a 500
disoccupati, immigrati o donne. Nel 2005
sono state indette tre gare: la prima avente
a oggetto la progettazione e la realizzazione
di attività promozionali e di scouting
finalizzate a sensibilizzare il territorio
regionale e a intercettare i beneficiari
individuati come target dell’intervento; la
seconda per l’affidamento del servizio di
raccolta, istruttoria e valutazione delle
domande e per le attività di tutoraggio
(assistenza tecnica) delle imprese avviate; la
terza avente ad oggetto l’affidamento del
servizio di assistenza tecnica generale,
finalizzato al perseguimento degli obiettivi e
al monitoraggio dell’intero progetto. Il
secondo bando è stato aggiudicato dalla
Banca delle Marche. I primi prestiti sono
www.istruzioneformazionelavoro.marche.it
256
stati erogati nel mese di settembre 2006.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0
2005
0
0
2006
71
1.468.000 €
2007
429
8.765.000 €
27) Locridee per mettersi in proprio
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Calabria
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Fondazione BNC e l’Associazione dei
Comuni della Locride
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Artigiancassa
Soggetto privato
Iniziativa promossa dalla Fondazione BNC di
Roma insieme a VITA Counsulting di Milano
a favore di giovani disoccupati della Locride.
Nel corso del 2007 hanno aderito
all’iniziativa diversi sindaci dell’area, che
hanno deciso di contribuire ai costi operativi.
Altri partner del progetto sono Locride
Sviluppo, Artigiancassa e FIDART Calabria
nell’ambito dell’iniziativa INTRAPRENDERE
della Provincia di Reggio Calabria.
257
28) Microcredito della Fondazione Lombarda di Milano
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lombardia
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione Lombarda Antiusura di Milano
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Le banche convenzionate
Soggetto privato
La Fondazione, costituita nel 1997 per
iniziativa dell’allora CARIPLO ed operativa
del 1998, garantisce i prestiti erogati dalle
banche convenzionate (IntesaSanpaolo e
Banca Popolare di Milano) a favore di
soggetti, privati o piccole imprese, che si
trovano in temporanee situazioni di
difficoltà economica. La Fondazione, che
fornisce servizi di assistenza e informazione,
garantisce i prestiti fino a un massimo del
90%, mentre la restante parte del rischio è a
carico delle banche concedenti.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
231
3.579.839 €
2005
104
1.225.203 €
2006
39
517.680 €
2007
25
370.500 €
258
29) Microcredito della Fondazione Antiusura S. Maria del Soccorso di
Genova
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Liguria
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione Antiusura S. Maria del Soccorso
di Genova
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
La stessa Fondazione
Soggetto privato
La Fondazione, nata nel 1996 per iniziativa
del Cardinale Tettamanzi, nell’ambito della
propria attività istituzionale di prevenzione
dell’usura fornisce garanzie sui prestiti
concessi dagli istituti convenzionati (Carige,
Sanpaolo e BCC di S. Giorgio) a favore di
soggetti particolarmente a rischio. La
Fondazione, che opera su tutto il territorio
regionale e si avvale di un gruppo di
volontari esperti in materia finanziaria,
utilizza anche i fondi previsti dalla L. 108/96.
Nel 2007 i prestiti erogati utilizzando fondi
della L. 108/96 sono stati 130 per 949.200
euro, mentre i prestiti erogati utilizzando i
fondi regionali sono stati 10 per 29.971
euro; infine, i prestiti erogati con fondi
propri della fondazione sono stati 47 per un
totale di 123.416 euro.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
584
3.870.000 €
2005
172
1.077.114 €
2006
75
706.912 €
259
2007
187
1.102.587 €
30) Microcredito della Fondazione AdventUm di Roma
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lazio
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione AdventUm di Roma
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Le banche convenzionate
Soggetto privato
La Fondazione è operativa dal 1994 e la sua
principale attività consiste nel garantire i
prestiti concessi dagli istituti di credito
convenzionati (BPM, Banco di Sicilia, MPS,
Unicredit Banca e Banca dell’Umbria) a
favore di soggetti a rischio di usura. La
Fondazione dispone di un fondo di garanzia
alimentato dai contributi propri e da quelli
della L. 108/96.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
1368
10.039.274 €
2005
106
780.499 €
2006
111
920.000 €
2007
203
2.837.967 €
260
31) Microcredito della Fondazione S.S. Simplicio e Antonio di Tempio
Pausania (SS)
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Sardegna
Regionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione S.S. Simplicio e Antonio di
Tempio Pausania (SS)
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Banca Intesa
Soggetto privato
La Fondazione opera nel campo della
prevenzione dell’usura dal 1999, anno in cui
ha ottenuto il riconoscimento giuridico del
Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Oltre al proprio patrimonio, costituito dai
contributi di privati, di Enti, ecc.., la
Fondazione utilizza i fondi della L. 108/96
per garantire i prestiti concessi dalla banca
convenzionata (Banca Intesa) a favore di
soggetti a rischio di usura.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
213
449.191 €
2005
19
252.000 €
2006
6
85.000 €
2007
16
201.700 €
261
32) Microcredito della Fondazione Padre Pino Puglisi di Messina258
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Sicilia
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Antiusura Padre Pino Puglisi di
Messina
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
La stessa fondazione
Soggetto privato
La Fondazione garantisce i prestiti concessi
dal Banco di Sicilia – Unicredit a favore di
soggetti a rischio di usura, grazie ai fondi
nazionali della L. 108/96.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
12
80.000 €
2005
12
111.018 €
2006
9
81.500 €
2007
9
66.900 €
33) Microcredito della Fondazione S. Maria del Soccorso di Catanzaro
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
258
Calabria
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
www.siciliaantiusura.it
262
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Santa Maria del Soccorso di
Catanzaro – ONLUS
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
La stessa fondazione
Soggetto privato
La Fondazione, nata nel 1999, garantisce i
prestiti erogati da Banca Popolare di Crotone
a favore di soggetti a rischio di usura. Tali
finanziamenti sono garantiti di fondi nazionali
della L. 108/96.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
150
2.000.000 €
2005
51
1.453.000 €
2006
51
1.105.500 €
2007
81
2.002.000 €
34) Microcredito antiusura della Fondazione S. Matteo di Torino
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Piemonte
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione S. Matteo di Torino
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
La stessa fondazione
Soggetto privato
La Fondazione garantisce i prestiti concessi a
favore di soggetti a rischio di usura,
utilizzando il fondo costituito con i contributi
263
della legge nazionale L. 108/96. Le banche
convenzionate, erogatrici dei prestiti, sono il
Sanpaolo di Torino e la Unicredit Banca di
Torino. Nel 2007 la Fondazione ha garantito
con i fondi della L. 108/96 n° 109 prestiti per
1.347.749 euro e il resto con fondi propri.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
621
6.713.407 €
2005
103
1.311.850 €
2006
113
1.198.725 €
2007
131
1.573.749 €
35) Prestito fiduciario dell’Università di Siena
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Provinciale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Azienda Regionale per il diritto allo studio
Universitario di Siena
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
L’Azienda regionale
Soggetto pubblico
I prestiti sono destinati a studenti
dell’università di Siena iscritti a corsi di laurea
specialistica, a dottorati o a corsi di
specializzazione. I prestiti sono concessi dal
Monte dei Paschi di Siena.
264
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
33
495.000 €
2005
10
50.000 €
2006
12
60.000 €
2007
24
120.000 €
36) Microcredito della Fondazione Jubilaeum di Avezzano (AQ)
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Abruzzo
Regionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Jubilaeum ONLUS – Fondo di
solidarietà antiusura di Avezzano (AQ)
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Le banche convenzionate
Soggetto privato
La Fondazione garantisce, con i fondi della L.
108/96 e con mezzi propri, i prestiti erogati
dalle banche convenzionate (BCC di Roma,
Cassa di Risparmio dell’Aquila, Banca Popolare
di Lanciano e Sulmona, Sanpaolo), a favore di
soggetti a rischio di usura.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
118
1.709.454 €
2005
49
1.001.800 €
2006
36
843.500 €
265
2007
21
546.000 €
37) Microcredito della Fondazione Lucana Antiusura di Matera
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Basilicata
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Lucana Antiusura di Matera
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Le banche convenzionate
Soggetto privato
La Fondazione opera dal 1994 garantendo i
prestiti concessi dalle due banche
convenzionate (Banca CARIME e San Paolo –
Banco di Napoli) a soggetti a rischio di usura. Il
fondo di garanzia è costituito dai contributi
della Legge 108/96 art. 15 e dai mezzi propri
della fondazione. I prestiti sono garantiti al
100%. Nel 2007 sono stati garantiti 54 prestiti
per un importo di 679.415 euro con la L.
108/96 e la quota restante con fondi propri.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
304
2.081.924 €
2005
60
685.680 €
2006
82
788.341 €
2007
86
736.887 €
266
38) Prestito d’onore per studenti universitari di Siena
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Toscana
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Azienda Regionale per il diritto allo studio
Universitario di Siena
Fondi pubblici
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Prestiti agli studenti iscritti all’Università di
Siena, accordati in forma di apertura di credito
presso l’istituto tesoriere MPS, senza interessi
e di importo massimo fino a 3.100 euro annui,
da restituire in 5 anni. Prima dell’inizio di un
anno accademico viene bandito un concorso
per la concessione dei prestiti, a valere su un
apposito fondo destinato a tale tipo di
intervento. In caso di mancato rimborso,
l’Azienda si attiva per il recupero del credito.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
119
368.900 €
2005
58
179.800 €
2006
58
179.800 €
2007
40
124.000 €
267
39) Prestito d’onore per studenti universitari di Firenze
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Toscana
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Azienda Regionale per il diritto allo studio
Universitario di Firenze
Fondi pubblici
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Prestiti agli studenti iscritti all’Università di
Firenze, accordati in forma di apertura di
credito presso la BNL o la Cassa di Risparmio
di Firenze, senza interessi e di importo
massimo fino a 3.100 euro annui, da restituire
in 5 anni. Prima dell’inizio di un anno
accademico viene bandito un concorso per la
concessione dei prestiti, a valere su un
apposito fondo destinato a tale tipo di
intervento. In caso di mancato rimborso,
l’Azienda si attiva per il recupero del credito.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
65
201.500 €
2005
49
151.900 €
2006
77
234.050 €
2007
58
170.500 €
268
40) Prestito Agevolato a studenti universitari di Pisa
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Azienda Regionale per il diritto allo studio
universitario di Pisa
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
L’Azienda Regionale
Soggetto pubblico
I prestiti, destinati agli studenti iscritti ai corsi
dell’Università di Pisa, sono concessi a
condizioni agevolate, essendo gli interessi
bancari a carico dell’Azienda Regionale, che
garantisce inoltre la restituzione delle somme
alla banca convenzionata. I prestiti devono
essere restituiti in massimo 3 anni. Nel 2007
l’ARSU ha contribuito con fondi propri alla
copertura degli interessi dei prestiti agevolati
per un totale di circa 11 mila euro.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
93
335.870 €
2005
21
80.000 €
2006
20
86.636 €
2007
23
91.500 €
269
41) Prestiti antiusura della Consulta Nazionale Antiusura di Bari
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Consulta Nazionale Antiusura – ONLUS
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Banca Popolare di Bari
Soggetto privato
La Consulta è l’organismo nazionale che
coordina le attività delle Fondazioni antiusura
associate. L’attività diretta è pertanto
suppletiva rispetto a quella delle associate. La
Consulta ha attivato nel 2004 un proprio
programma di microcredito a favore di
soggetti a rischio di usura. I prestiti sono
concessi dalla Banca Popolare di Bari e sono
garantiti dai fondi dell’art. 15 della L. 108/96.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
11
325.000 €
2005
9
466.000 €
2006
19
1.211.000 €
2007
12
585.000 €
42) Microcredito della Fondazione Antiusura CRT di Torino
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Piemonte
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
270
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Antiusura CRT – Torino
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Banche convenzionate
Soggetto privato
La Fondazione, nata nel 1998, ha come
finalità la prevenzione dell’usura e si rivolge a
persone singole o famiglie, fornendo garanzie
sui prestiti concessi dalle banche
convenzionate (Unicredit Banca Spa e Cassa di
Risparmio di Savignano). Il fondo di garanzia
complessivo (ordinario più i contributi ex art.
15 della L. 108/96) è investito dagli istituti
convenzionati in un fondo comune di liquidità.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
203
2.496.995 €
2005
94
1.460.650 €
2006
109
1.585.500 €
2007
98
1.434.800 €
43) Progetto BARNABA della Caritas Diocesana di Andria
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Puglia
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Don Domenico Francavilla, direttore Caritas
Diocesana di Andria
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca Popolare Etica
271
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Soggetto privato
Il progetto, che rientra nella convenzione
quadro tra la Caritas Italiana e la Banca
Popolare Etica, è destinato a cittadini italiani o
immigrati residenti nel territorio della diocesi
di Andria ed è finalizzato all’avvio di un’attività
imprenditoriale. I prestiti, concessi da Banca
Etica a un tasso del 3%, sono coperti dal fondo
di garanzia attivato dalla Caritas Diocesana e
devono essere restituiti in 36 mesi. Dal 2005
Banca Popolare Etica ha previsto un rapporto
1:2 tra il fondo di garanzia e i prestiti da essa
erogati. Ai beneficiari viene chiesta come
garanzia morale la sottoscrizione di un Codice
Etico.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
6
25.400 €
2005
3
14.600 €
2006
7
45.000 €
2007
4
20.000 €
44) Progetto di Microcredito della Caritas Diocesana di Bergamo
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lombardia
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Indistinti
Caritas Diocesana di Bergamo
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Le banche convenzionate
Soggetto privato
Il programma, avviato nei primi mesi del
2005, è destinato a famiglie o a singoli
272
cittadini (italiani o stranieri) in situazione di
disagio economico. Le banche convenzionate
(la BCC di Treviglio e la Banca Popolare di
Bergamo) concedono i prestiti ai soggetti già
precedentemente selezionati dalla Caritas,
che ha istituito un apposito fondo di garanzia
di 50 mila euro. Questo fondo, depositato
presso le due banche convenzionate, copre al
100% le eventuali insolvenze. Il rimborso è
previsto in massimo 30 mesi.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
25
75.000 €
2006
15
20.000 €
2007
19
24.600 €
45) Microcredito della MAG Verona259
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Veneto
Provinciale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Mag Verona
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
259
Non previsto
Il programma si inserisce nel progetto Equal
“ECCOMI” che promuove il radicamento
sociale attraverso l’inserimento lavorativo. Gli
istituti di credito coinvolti sono la BCC di
www.magverona.it
273
Valpolicella e la Banca Popolare di Verona. I
prestiti, di dimensione massima pari a 20 mila
euro, sono garantiti per il 50% dalla banca
concedente e per l’altro 50% da fideiussioni
fornite da persone vicine al beneficiario.
L’avvio operativo risale al luglio 2005.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
15
153.750 €
2006
23
75.750 €
2007
17
59.300 €
46) Microcredito nel Comune di Venezia
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Veneto
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Comune di Venezia
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
L’iniziativa, che rientra nel progetto Equal
ECCOMI, è stata avviata nel luglio 2005. Il
Comune ha istituito un fondo di garanzia di
150 mila euro, depositato presso Banca Etica e
ha stipulato una convenzione con Mag
Venezia, che intercetta i potenziali beneficiari
(soggetti residenti nel Comune di Venezia,
anche stranieri purché regolari) ed effettua
un’istruttoria “sociale” che trasmette alla
banca. La restituzione dei prestiti è fissata in
274
30 mesi.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
13
41.700 €
2006
15
41.050 €
2007
8
26.482 €
47) Microprestiti della Fondazione “La Casa” di Noventa Padovana (PD)
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Veneto
Regionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione “La Casa” ONLUS
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
La Fondazione ha stanziato un fondo di
garanzia di 253.000 euro per facilitare
l’accesso all’abitazione a cittadini immigrati,
sia per l’affitto che per l’acquisto della casa.
Nel primo caso il prestito massimo è di 2.500
euro, nel secondo caso è di 10.000 euro. La
cooperativa “Il Villaggio Globale” per conto
della Fondazione si occupa di gestire gli
sportelli informativi, raccogliere le domande e
accompagnare il beneficiario fino alla
completa restituzione del prestito. La Banca
Popolare Etica si è impegnata a concedere
prestiti fino a un ammontare doppio del
plafond del fondo di garanzia.
275
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
7
23.187 €
2005
17
60.600 €
2006
22
41.220 €
2007
16
57.737 €
48) Prestito d’onore della Regione Veneto
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Veneto
Regionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Regione Veneto
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Banca Popolare Italiana
Soggetto privato
La Regione ha stanziato nel 2005 un fondo di
garanzia di 6 milioni di euro per l’attivazione
del programma, che è rivolto a famiglie in
temporanea difficoltà economica. Le richieste
vengono raccolte a consultori familiari
pubblici e la Regione approva ogni bimestre la
graduatoria dei beneficiari. I prestiti (di
importo variabile tra 2500 euro e 6500 euro)
vanno restituiti in massimo 5 anni, senza
interessi e con piani di ammortamento
personalizzati. Nel 2007 il budget di 6 milioni
di euro è stato totalmente impegnato.
276
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0
2005
545
3.321.830 €
2006
443
2.673.635 €
2007
1
4.534 €
49) Microcredito della Fondazione Zaccheo di Crotone
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Calabria
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Zaccheo di Crotone
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Istituti di credito convenzionati
Soggetto privato
La Fondazione, che è impegnata dal 1997
nelle iniziative antiusura, opera fornendo
garanzie agli istituti convenzionati (BCC di
Crotone, BCC di Scandale e Banca del
Crotonese Credito Cooperativo di Isola Capo
Rizzuto), utilizzando i fondi della L. 108/96 e i
mezzi propri.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
571
12.953.241 €
2005
158
2.238.400 €
2006
123
1.980.014 €
277
2007
126
1.951.800 €
50) Microcredito della Fondazione Antiusura Exodus ‘94
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Campania
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Fondazione Exodus ‘94
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Sanpaolo Banco di Napoli
Soggetto privato
La Fondazione, operativa dal 1995, garantisce
al 100% i prestiti erogati dal Sanpaolo Banco
di Napoli grazie ai contributi della L. 108/96 e
ai mezzi propri. I prestiti erogati vanno da un
minimo di 3000 euro a un massimo di 25000
euro. I dati sui prestiti garantiti dalla
Fondazione relativi al 2004 e al 2007 non sono
disponibili.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
24
121.811 €
2006
27
170.400 €
2007
0
0€
278
51) Microcredito della Fondazione Antiusura Interesse Uomo di Potenza
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Basilicata
Provinciale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Antiusura Interesse Uomo di
Potenza
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
La stessa fondazione
Soggetto privato
La Fondazione opera dal 2003 prestando
garanzie, grazie ai contributi della L. 108/96, ai
soggetti a rischio di usura che possono così
accedere ai prestiti della convenzionata Banca
Popolare Etica di Padova. La banca applica un
moltiplicatore tre. Nel corso del 2007 l’attività
si è ridotta, in quanto le richieste di prestito
ricevute superavano l’entità massima
concedibile (20 mila euro) e si riferivano a
situazioni notevolmente compromesse sul
piano finanziario.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
18
197.507 €
2005
10
117.790 €
2006
14
152.822 €
2007
6
41.200 €
279
52) Prestito d’Onore a Studenti “Magna Charta”
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Marche
Regionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Banca delle Marche
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
La Banca delle Marche accorda aperture di
credito a dottorandi o a studenti iscritti alle
Università di Macerata o di Urbino oppure
iscritti a master, quali ad es. quelli tenuti
dall’ISTAO, purché residenti nelle Marche da
almeno due anni. L’importo dei prestiti è
pari a 6000 euro per gli studenti universitari
e per gli iscritti ai master, mentre vale 12000
euro per i dottorandi. Il periodo di rimborso
ha una durata di 5 anni.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0
2005
6
33.000 €
2006
42
315.800 €
2007
49
452.100 €
280
53) Microcredito Sociale della Fondazione di Venezia
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Veneto
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione di Venezia
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Cassa di Risparmio di Venezia
Soggetto privato
La Fondazione ha avviato nel maggio 2005 il
progetto pilota di microcredito che consente a
donne immigrate con regolare permesso di
soggiorno di accedere a finanziamenti per
avviare, singolarmente o in forma associata,
piccole attività di impresa o frequentare corsi
di riqualificazione professionale che facilitino
il loro inserimento lavorativo nel contesto
territoriale della provincia di Venezia.
L’intermediazione del credito tra il soggetto
richiedente e la banca concedente (Cassa di
Risparmio di Venezia Spa) viene gestita dalla
Cooperativa sociale “Terre in Valigia” che può
contare su un fondo di garanzia pari a 200.000
euro messo a disposizione dalla Fondazione di
Venezia. Il fondo copre al 100% il rischio di
insolvenza relativo ai singoli prestiti. I dati
relativi al 2006 si riferiscono a 13 prestiti
erogati nel corso dell’anno solare, ma 2 di tali
finanziamenti erano stati in realtà approvati
(ma non erogati) alla fine del 2005.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
13
94.100 €
281
2007
4
30.674 €
54) Prestito Laurea della Banca di Roma
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Banca di Roma
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Il prestito è destinato agli studenti iscritti alle
facoltà convenzionate. La durata massima del
prestito è 60 mesi. I dati sui risultati raggiunti
non sono disponibili.
55) Progetto dell’Associazione Se.Me di Firenze
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Associazione Progetto Se.Me
Fondi privati
Fondo dedicato privato
Mag6
Soggetto privato
Il progetto, nato dall’esperienza de Le Piagge,
282
si è avviato nella seconda metà del 2005. Il
fondo di garanzia, costituito grazie al
contributo di vari soci (associazioni onlus, enti
religiosi e associazioni laiche), è pari
attualmente a 15.000 euro. La promozione
avviene attraverso un’ampia rete (parrocchie,
Caritas, associazioni laiche, Onlus, Comune e
Provincia di Firenze). Dal 2006 l’iniziativa è
stata estesa coinvolgendo anche altre
associazioni, tra cui la comunità islamica e la
comunità ebraica di Firenze.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
1
2.500 €
2006
2
4.000 €
2007
6
11.000 €
56) Microcredito della Fondazione Toscana Antiusura di Siena
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Regionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione Toscana Antiusura
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Le banche convenzionate
Soggetto privato
La Fondazione, nata nel 2004 ed operativa dal
2005, prosegue l’attività di prevenzione del
fenomeno dell’usura dell’Arciconfraternita
delle Misericordie e Istituzioni Riunite di
Siena. Attraverso i suoi numerosi Centri
283
d’Ascolto Regionali, la Fondazione intercetta i
potenziali beneficiari, ai quali fornisce
garanzie sui prestiti erogati dalla MPS, dalla
Cassa di Risparmio di Firenze e da altri istituti
toscani convenzionati, utilizzando sia fondi
della legge n. 108/96 che mezzi propri.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
148
6.764.000 €
2006
135
7.201.734 €
2007
153
9.057.000 €
57) Microcredito per la prevenzione dell’usura del Confidi Roma Gafiart di
Roma
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lazio
Regionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone giuridiche
Confidi Roma Gafiart
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Le banche convenzionate
Soggetto privato
Il Confidi Gafiart (promosso nel 1991 da
Confartigianato) cura la gestione dei Fondi
antiusura della L. 108/96 e concede garanzie
fino al 90% dei finanziamenti a beneficio delle
imprese associate al consorzio. Grazie ai fondi
della Regione Lazio previsti dalla L.R. 23/2001
le garanzie possono essere integrate fino alla
copertura del 100% dei prestiti concessi dalle
284
banche convenzionate (la BNL e la Banca di
Roma).
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
15
254.000 €
2005
19
379.500 €
2006
13
227.000 €
2007
3
60.000 €
58) Credito Etico della Fondazione Antiusura Interesse Uomo di Potenza
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Basilicata
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Antiusura Interesse Uomo,
Provincia di Potenza
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
Il progetto “Credito Etico” nasce ad ottobre
2005 con una convenzione tra la Provincia di
Potenza, la Fondazione Antiusura Interesse
Uomo e Banca Etica. La provincia ha stanziato
100.000 euro in 5 anni per la costituzione di
un fondo di garanzia per l’accesso al credito
destinato a lavoratori atipici. I prestiti vanno
restituiti in 5 anni al tasso massimo del 6,15%.
L’attività, avviata a gennaio 2006, è proseguita
regolarmente e nell’anno sono stati effettuati
117 ascolti. Nel 2007 le attività sono
proseguite con risultati molto inferiori alle
aspettative dei promotori.
285
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
21
99.500 €
2007
2
10.000 €
59) Microcredito della Provincia di Foggia – Diamo credito alle donne260
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
260
Puglia
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Provincia di Foggia
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
Con questa iniziativa, avviata verso la fine del
2005, la Provincia intende sostenere le donne
nella creazione di nuove unità di produzione
oppure per ampliare o ammodernare attività
già esistenti. Per l’individuazione delle
imprese femminili o a prevalente
partecipazione femminile si fa riferimento alla
L. 215/92. Il fondo di garanzia istituito dalla
Provincia e da Etica Sgr copre al 100% i prestiti
erogati. Nel 2006 l’iniziativa ha conseguito
risultati incoraggianti e nel corso del 2007
l’importo massimo del finanziamento è stato
aumentato da 10 mila a 25 mila euro.
www.provincia.foggia.it
286
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
1
10.000 €
2006
11
97.000 €
2007
21
274.137 €
60) Finanziamento ATENEO
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Banca Popolare di Milano
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Il programma prevede la concessione di
prestiti fino a 6.000 euro a studenti iscritti ad
atenei di qualsiasi città, purché localmente sia
presente almeno una filiale della banca
promotrice. Il prestito va restituito in 12 mesi.
I dati sui prestiti non sono disponibili.
61) Prestito d’onore di Banca SELLA261
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
261
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
www.sella.it
287
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Oltre 20 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Banca SELLA
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Il programma prevede prestiti senza garanzia
a studenti che intendono frequentare un
master specialistico, anche all’estero.
L’importo massimo è pari a 50.000 euro. È
previsto un periodo di preammortamento pari
alla durata del master più 6 mesi, mentre la
restituzione è fissata in non più di 7 anni. I dati
sui prestiti concessi non sono disponibili.
62) Prestito MASTER di MPS
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
Monte dei Paschi di Siena
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
L’iniziativa sostiene studenti iscritti a corsi
universitari o che intendono frequentare un
master, mediante la concessione di prestiti
fino a 15.000 euro. È richiesta una garanzia
fideiussoria per importi superiori a 2.500 euro.
La durata del prestito varia da 10 a 48 mesi,
con un periodo di preammortamento. I dati
sui prestiti concessi non sono disponibili.
288
63) Microcredito Etico - Sociale della Caritas Diocesana di Vicenza
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Veneto
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Caritas Diocesana Vicentina
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca Capofila
Soggetto privato
Il progetto si rivolge a persone o famiglie in
temporanea difficoltà economica e mira a
evitare che esse entrino in un percorso
negativo, segnato dal rischio che il progressivo
indebitamento porti verso l’usura. L’idea
progettuale iniziale del direttore della Caritas
Vicentina risale al 2004. Nel novembre 2005 è
stata firmata la convenzione tra 11 BCC e la
stessa Caritas. Il progetto è stato avviato nel
giugno 2006, con l’operatività di 7 sportelli
Caritas distribuiti su tutto il territorio della
Provincia. Alla fine del 2006 gli sportelli hanno
ricevuto 322 richieste e ne sono state accolte
circa il 30%. Il fondo di garanzia iniziale si è
incrementato grazie al contributo di dieci
comuni (Santorso, Longare, Quinto Vicentino,
Camisano, Bassano, Malo, Torrebelvicino,
Isola Vicentina, Caldogno e Altavilla), che
hanno deciso di sostenere finanziariamente il
progetto. Nel 2007 sono state ascoltate 239
persone e quasi il 50% ha ricevuto il prestito.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
101
169.093 €
289
2007
107
210.071 €
64) Microcredito di Mag Roma262
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lazio
Regionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Cooperative sociali, associazioni, enti no
profit
Mag Roma
Fondi privati
Fondo dedicato privato
Mag6 Reggio Emilia
Soggetto privato
Nel 2006 è nata a Roma una nuova Mag –
Mutua di Autogestione, sul modello delle altre
esperienze diffuse nel nord Italia. Questa Mag
usufruisce del supporto tecnico di Mag6
Reggio Emilia, ovvero i capitali raccolti dai soci
vengono interamente versati alla mag6 che
eroga i prestiti su proposta e con la garanzia di
Mag Roma.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
3
24.400 €
2007
2
15.000 €
262
www.magroma.it
290
65) Microcredito della Fondazione Solidarietà e Servizio di Como
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lombardia
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio di
Como
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Banca Credito Valtellinese
Soggetto privato
La Fondazione ha costituito un fondo di
garanzia di 15.000 euro e ha coinvolto
nell’iniziativa la Fondazione Credito
Valtellinese, che ha contribuito con ulteriori
15.000 euro. Il fondo complessivo di 30.000
euro copre al 100% le eventuali insolvenze
segnalate dalla banca finanziatrice (Credito
Valtellinese).
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
6
12.000 €
2007
5
9.528 €
291
66) Microcredito “Avere Credito” della Fondazione Cassa di Risparmio di
Carpi263
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Emilia Romagna
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
Soggetto privato
La Fondazione ha stanziato per il triennio
2005-2007 1,5 milioni di euro per sostenere
progetti di soggetti deboli, cittadini italiani o
stranieri, che risiedono nei territori comunali
di Carpi, Novi di Modena e Soliera. Il progetto
è stato presentato alla comunità degli
operatori di microcredito il 7 maggio 2007. I
prestiti, erogati dalla Banca Popolare
dell’Emilia Romagna, hanno un importo
massimo di 4000 euro e sono concessi a un
tasso del 4%.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
12
40.650 €
263
www.fondazionecrcarpi.it
292
67) Fondo per il Microcredito della Regione Lazio
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lazio
Regionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Regione Lazio
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Agenzia Sviluppo Lazio Spa
Non ancora definito
La Regione Lazio con la L.R. 10/2006 “Legge di
assestamento del bilancio 2006” ha istituito
un Fondo per il Microcredito, che può operare
su 4 assi: microimprese operanti in settori in
cui sono particolarmente diffuse l’economia
sommersa e l’usura; collettività finanziarie,
cioè condomini o cooperative che vogliono
attivare progetti di ristrutturazione di
immobili secondo criteri di eco-compatibilità;
crediti di emergenza, finalizzati ad affrontare
bisogni primari; sostegno a persone in
esecuzione penale intra o extra muraria. Le
richieste di finanziamento vengono
presentate agli operatori territoriali,
individuati tramite bando pubblico. I prestiti
hanno un importo massimo di 20.000 euro, da
restituire al tasso di interesse dell’1%. Il
programma è stato attivato nel corso del 2007
con buoni risultati.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
241
1.887.558 €
293
68) Microcredito per le imprese femminili della provincia di Vibo Valentia
colpite dall’alluvione del 2006
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Calabria
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone giuridiche
Camera di Commercio di Vibo Valentia in
collaborazione con la Regione,
l’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia
e alcuni Confidi calabresi.
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
Il programma è rivolto alle imprese femminili
colpite dall’alluvione del 3 luglio 2006, per
favorirne il reinserimento nei circuiti
economici e produttivi. Il finanziamento, che
copre le spese per la riparazione delle
attrezzature e dei macchinari danneggiati, per
il reintegro delle scorte di magazzino e per il
ripristino delle opere murarie, è erogato sotto
forma di mutuo chirografario dalle banche
convenzionate (Banca CARIME e BCC di
Maierato). L’importo massimo dei prestiti è
pari a 30 mila euro, la restituzione è fissata in
5 anni. Gli interessi bancari sono
completamente a carico degli Enti promotori,
che hanno costituito un apposito fondo di
540.000 euro. Il programma si è concluso nel
2007.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
294
2007
18
306.500 €
69) Microcredito della Provincia di Lecce
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Puglia
Provinciale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Provincia di Lecce
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Cooperativa di garanzia Unità Artigiana
Salentina
Soggetto privato
L’iniziativa è contenuta nel Programma
Strategico Provinciale, elaborato nel 2005 ed
implementato l’anno successivo a seguito
della concertazione sociale effettuata
all’interno dell’Unità Operativa dello Sviluppo
della Provincia di Lecce. Il progetto è stato
ufficializzato a maggio 2007. La raccolta delle
domande è iniziata a luglio e si è conclusa a
dicembre 2007. L’attività di concessione dei
prestiti è stata attivata nel 2008, pertanto non
sono ancora disponibili dati circa l’andamento
del programma.
70) Microcredito individuale della Provincia di Torino
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Piemonte
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Indistinti
Provincia di Torino
295
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non ancora definito
La Giunta provinciale di Torino, con
l’approvazione del Programma triennale di
politiche pubbliche “Fragili Orizzonti” di
contrasto alla vulnerabilità sociale e alla
povertà, ha lanciato nel 2006 l’iniziativa
“Microcredito Individuale”, in collaborazione
con Banca Popolare Etica. Questo programma
di microcredito, avviato nel mese di dicembre
2007, è una delle cinque misure di Fragili
Orizzonti in corso nei territori della Provincia
di Torino.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
5
15.000 €
71) Microcredito “Mi Fido di Te” della Fondazione Unraggiodisole di Pistoia
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Toscana
Comunale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione Unraggiodisole ONLUS e
Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Banca di Credito Cooperativo di Pistoia
296
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Soggetto privato
Il programma ha lo scopo di favorire la
creazione di nuove forme occupazionali delle
donne favorendo la nascita di piccole imprese.
A tal fine i promotori hanno costituito un
fondo di garanzia pari a 150.000 euro. I
prestiti sono di importo massimo di 5000 euro
(nel caso di persone fisiche) e di 25000 euro
(nel caso di associazioni di volontariato). Nel
2007 sono stati erogati 15 prestiti a persone
fisiche e 2 a persone giuridiche.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
17
79.000 €
72) Legge “Anti povertà” della Regione Basilicata
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Basilicata
Regionale
Programma non ancora operativo
Non definita
Avvio o sostegno di un’attività economica
Indistinti
Regione Basilicata
Non definita
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non ancora definito
La Regione Basilicata con la L.R. 3/2005
“Promozione della Cittadinanza Solidale” ha
dato inizio a una serie di interventi destinati ai
cittadini più poveri. La legge all’art. 5 comma 2
prevede “interventi tesi a promuovere
297
l’autoimpiego (…) attraverso il ricorso allo
strumento del microcredito”, ma la misura
non è ancora operativa.
73) SMOAT – Sistema Microcredito Orientato Assistito Toscana
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Regionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Regione Toscana e Commissione Etica
Regionale
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Le banche convenzionate
Soggetto privato
Il Progetto SMOAT, promosso dalla Regione
Toscana, è nato a seguito di una laboriosa fase
di studio della Commissione Etica Regionale.
Nel 2006 è stato aperto a Firenze il primo
sportello informativo. Nel 2007, primo anno di
operatività, i promotori hanno conseguito
risultati molto positivi.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
103
1.540.673 €
298
74) Microcredito Cittadinanza Attiva Microattiva onlus di Prato
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Caritas Diocesana di Prato; Associazione
Cittadinanza Attiva di Prato; Associazione S.
Vincenzo de Paoli
Fondi privati
Fondo dedicato privato
Fondazione Cassa di Risparmio di Prato
Soggetto privato
Il progetto è nato nel 2006 da un paternariato
tra i soggetti locali promotori, che hanno
sollecitato la Fondazione Cassa di Risparmio di
Firenze a partecipare all’iniziativa, in
considerazione della sensibilità della stessa
verso le iniziative filantropiche. Nel 2007 il
Comitato dei promotori ha ottenuto dalla
Provincia di Prato un contributo pari a 30.000
euro.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
37
141.950 €
2007
33
138.400 €
299
75) Microcredito della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e
Rovigo264
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Veneto
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Fondazione CARIPARO
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Soggetto privato
La Fondazione nel 2006 ha stanziato 200.000
euro per la costituzione di un fondo di
garanzia. I prestiti sono erogati a persone
singole o associate in forma di società o di
cooperative sociali, residenti nelle aree
territoriali delle Diocesi di Padova e della
Diocesi di Andria-Rovigo (RO). I prestiti hanno
un importo massimo pari a 5.000 euro (nel
caso di persone singole) o a 10.000 euro (nel
caso di cooperative sociali o di imprese in
start up).
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
35
60.000 €
2007
36
125.000 €
264
www.fondazionecariparo.it
300
76) Microcredito di Solidarietà
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Toscana
Regionale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole o persone giuridiche
Microcredito di Solidarietà Spa
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Soggetto privato
La società, costituita nel gennaio 2006 ed
autorizzata dall’UIC a giugno 2006, ha un
capitale sociale di 1 milione di euro e ha lo
scopo di sostenere le persone fisiche (e in
parte anche l’avvio di microimprese) che non
riescono ad accedere al credito bancario
ordinario basato sul tradizionale modello delle
garanzie patrimoniali. La società opera nella
provincia di Siena tramite un’organizzazione
territoriale a rete dei Centri di Ascolto del
volontariato, che costituisce il principale
punto di contatto con l’utenza. L’importo
massimo erogabile è di 7.500 euro, il tasso è
fissato al 4,5% per un periodo di rimborso
massimo di 60 mesi. I primi prestiti sono stati
concessi a ottobre 2006. Nel 2007 la società
ha esteso l’ambito territoriale di operatività
comprendendo anche le province di Arezzo e
Grosseto. Il tasso di insolvenza è modesto (2
sole sofferenze).
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
3
19.512 €
2007
111
416.765 €
301
77) Microcredito della Caritas Diocesana di Pisa
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Toscana
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
ASL 5 Pisa; ARCI Toscana; ARCI Pisa; CARITAS
Pisa.
Istituti di credito
Più fondi concorrenti
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
L’iniziativa è nata con l’obiettivo di sostenere
l’inserimento sociale di singoli o di famiglie del
campo Rom di Oratorio, rifugiati macedoni e
utenti del Centro di ascolto della Caritas di Pisa.
L’importo massimo dei prestiti è fino a 4.000
euro.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
4
9.400 €
2007
5
12.053 €
78) Microcredito del Comune di Trieste
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Friuli Venezia Giulia
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
302
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Persone singole
Comune di Trieste
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Banca Popolare Etica
Soggetto privato
Il Comune di Trieste, con l’obiettivo di fornire
supporto finanziario a soggetti caratterizzati da
basso reddito e/o sulla soglia della povertà, ha
istituito un fondo di garanzia per erogare piccoli
prestiti a condizioni economiche vantaggiose,
stipulando nel 2006 una convenzione con Banca
Popolare Etica.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
8
9.700 €
2007
2
8.500 €
79) Microcredito San Matteo della Caritas di Venezia
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Veneto
Comunale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Caritas di Venezia
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
CARIVE Cassa di Risparmio di Venezia
Soggetto privato
Il progetto ha l’obiettivo di sostenere i residenti
della Diocesi in grave difficoltà economica. A tal
303
fine la Caritas ha stanziato un fondo di garanzia
di 50.000 euro per la concessione di prestiti di
importo massimo pari a 3.000 euro, al tasso
Euribor 3 mesi + 0,5%, da restituire al massimo
in 60 mesi. Il programma è stato avviato nel
settembre 2006.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
15
43.000 €
2007
30
90.000 €
80) Prestiti sull’onore / Microcredito per le famiglie del Comune di Bologna
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Emilia Romagna
Comunale
Programma in fase di attivazione
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Gruppi di due o più persone
Centro per le Famiglie del Comune di Bologna
in collaborazione con le Ipab Bertocchi e Istituti
Educativi
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
I promotori hanno inteso favorire una forma di
sostegno ai soggetti che si trovano in situazione
di difficoltà economica contingente ma
temporanea. I prestiti variano da un minimo di
1.500 euro ad un massimo di 5.000 euro, la
durata è variabile da 18 a 36 mesi, il tasso di
interesse è fisso (IRS + spread 1,30) per tutta la
durata dei prestiti. I prestiti sono concessi dai
due istituti di credito partner dell’iniziativa
304
(Unicredit Banca di Bologna e Unicredit Clarima
Banca di Milano) che si sono dimostrati
disponibili ad investire su attività di sostegno al
microcredito per le famiglie e hanno rinunciato
alla costituzione, a propri favore, del fondo di
garanzia da parte delle IPAB promotrici
dell’iniziativa.
81) Credito Sociale della Caritas di Fano
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Marche
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
La Caritas di Fano e la BCC di Fano
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
BCC di Fano
Soggetto privato
Il progetto nasce con l’obiettivo di sostenere
persone fisiche con residenza da almeno tre
anni nei comuni di Fano, Serrungherina,
Cartoceto, Saltara e san Costanzo che versano
in condizioni economiche precarie e sono
pertanto maggiormente a rischio di usura. A tal
fine, grazie all’iniziativa della Caritas e della
Fondazione “Sette Novembre”, è stato
costituito un fondo di garanzia dei prestiti, il cui
importo massimo è pari a 5.000 euro, con un
periodo di rimborso di 60 mesi.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
305
2007
12
34.500 €
82) DonGioPmi – Sistema Integrato di Microcredito e Servizi alle Imprese
nel Cilento
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Campania
Regionale
Programma non ancora operativo
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Sistema Cilento scpa; Ente Parco Nazionale
del Cilento e Vallo di Diano; il Confidi PMI
Cilento; la BCC Cilento Centrale; la BCC
Comuni Cilentani.
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Le banche convenzionate
Soggetto privato
I promotori, con l’obiettivo di promuovere o
sostenere le attività imprenditoriali di nuova
costituzione o già avviate le cui attività siano
in generale legate alla valorizzazione delle
risorse dell’area Parco Nazionale del Cilento e
Vallo di Diano, hanno costituito un fondo di
garanzia di 500.000 euro presso le banche
aderenti alla convenzione. I potenziali
beneficiari possono accedere ad un prestito
fino ad un massimo di 45.000 euro al tasso
Euribor a 6 mesi + 1 p.p., per l’avvio o il
sostegno di nuove attività imprenditoriali.
83) Linea di Credito Nuova Impresa della Provincia di Lucca
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Toscana
Provinciale
Programma in fase di attivazione
Oltre 20 mila euro
306
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Provincia di Lucca
Istituti di credito
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
La Provincia di Lucca, a valere sui residui della
gestione POR Ob. 3 FSE 2000-2006, ha
promosso l’attuazione di interventi volti a
sostenere la crescita del tessuto produttivo
locale, mediante prestiti agevolati. A tal fine
ha stanziato un fondo pari a 75.000 euro per il
rimborso ai beneficiari delle spese immateriali
(consulenze, spese di iscrizione alla C.C.I.A.A.,
registrazione marchi o brevetti, ecc…)
sostenute per l’avvio di impresa, per un
massimo di 5.000 euro a beneficiario. I
finanziamenti agevolati sono erogati senza la
richiesta di garanzie personali, o del nucleo
familiare, fino a un massimo di 25.000 euro, al
tasso Euribor 6 mesi base 360 + 1 p.p. Il
programma è stato ufficializzato tramite
bando pubblico alla fine del 2007.
84) Programma “Diamogli Credito” del Ministero per le politiche giovanili
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Multiregionale
Intero territorio nazionale
Programma in fase di attivazione
Fino a 10 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone single
Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività
Sportive; Ministro per le Riforme e le
Innovazioni nella Pubblica Amministrazione;
Ministro dell’Università e della Ricerca; ABI.
Istituti di credito
Fondo dedicato pubblico
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non ancora definito
I promotori, nel mese di dicembre 2007,
307
hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per
sostenere i processi di crescita dei giovani
iscritti alle Università italiane. L’accordo
stipulato tra il Governo e l’ABI consente,
attraverso la stipula di apposite convenzioni
con i singoli istituti bancari, l’accesso al
credito da parte dei beneficiari (studenti
universitari di età tra i 18 e i 35 anni) senza
bisogno di ulteriori garanzie. I finanziamenti
erogabili ai beneficiari ritenuti idonei hanno
un importo massimo di 6.000 euro.
85) Microcredito agli immigrati stranieri della ATAS di Trento
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Trentino Alto Adige
Provinciale
Programma in corso
Fino a 10 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
L’Associazione Trentina Accoglienza Stranieri
(ATAS) onlus, insieme alla Fondazione Cassa di
Risparmio di Trento e Rovereto, alla Cassa
Rurale di Aldene e Cadine e al Comune di
Trento.
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Cassa Rurale di Aldene e Cadine
Soggetto privato
L’iniziativa, avviata a marzo del 2007 grazie
ad una donazione iniziale della Fondazione
Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, è
destinata a soggetti immigrati non bancabili.
L’ATAS riceve la domanda, verifica
l’affidabilità del soggetto richiedente e la
inoltra alla Cassa Rurale di Aldene e Cadine
che effettua una valutazione di merito e
provvede alla concessione dei prestiti,
garantiti dall’apposito fondo costituito grazie
alle donazioni dei partner di progetto. Nel
febbraio 2008 l’iniziativa è stata oggetto di un
accurato studio sul campo, condotto dall’ATAS
in collaborazione con l’Università di Trento,
durante il quale a tutti i 20 beneficiari è stato
308
somministrato un questionario.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
20
98.200 €
86) Microcredito della Caritas Diocesana di Orvieto – Todi
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Umbria
Provinciale
Programma in corso
Fino a 5 mila euro
Fabbisogno finanziario indistinto
Persone singole
Caritas di Orvieto – Todi
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Banca Popolare di Ancona
Soggetto privato
Il progetto è nato per sostenere
economicamente le persone residenti nella
diocesi comprendente il Comune di Orvieto in
provincia di Terni e Todi in provincia di
Perugia. I prestiti sono erogati dalla banca a
fronte di un fondo di garanzia pari a 14.000
euro costituito grazie a contributi raccolti
dalla Caritas, e hanno un importo massimo di
2.500 euro al tasso fisso del 3%.
309
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
7
13.100 €
87) Microcredito alle imprese di PerMicro di Torino
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Piemonte
Intero territorio nazionale
Programma in corso di attivazione
Fino a 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
PerMicro srl
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
PerMicro srl
Soggetto privato
La società PerMicro srl, costituita a Torino nel
giugno 2007, garantisce, con il proprio
patrimonio attualmente pari a 600.000 euro, i
prestiti erogati dagli istituti di credito
convenzionati a persone singole o a imprese
in fase di start up o di sviluppo. L’importo
massimo dei prestiti è pari a 15.000 euro.
88) Prestito d’onore della Regione Sardegna265
Territorio
Ambito operativo
265
Sardegna
Regionale
www.regione.sardegna.it
310
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Programma in fase di attivazione
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
L’assessorato del lavoro, formazione
professionale, cooperazione e sicurezza
sociale della Regione Sardegna.
Fondi pubblici
Nessuna garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
L’iniziativa rientra nel Piano integrato per il
lavoro ed è finanziata con risorse FSE – POR
Sardegna 2000/2006 (Misure 3.10 e 3.11) pari
a 31,5 milioni di euro. La Regione ha stabilito
la ripartizione dei fondi disponibili sia con
riferimento alle 8 province regionali che con
riguardo ai 6 settori di intervento. A fronte di
investimenti, al netto dell’IVA, compresi tra
25.000 e 50.000 euro, l’aiuto consiste in un
finanziamento agevolato pari al 50% (da
restituire in 4 anni più un anno di
preammortamento) e in un contributo a
fondo perduto fino a 5.165 euro a fronte di
spese di gestione. È stato allestito un sito web
dedicato (www.impare.it). La regione stima di
finanziare, a partire dal 2008, circa 700
progetti.
89) Prestito d’onore della Provincia di Trento
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Trentino Alto Adige
Provinciale
Programma in fase di attivazione
Fino a 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole
Agenzia del lavoro della Provincia autonoma
di Trento
Fondi pubblici
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
311
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
L’iniziativa, approvata dalla Giunta Provinciale
il 21 dicembre 2007, ha lo scopo di rafforzare
l’imprenditorialità locale attraverso il
finanziamento di progetti relativi all’avvio di
attività realizzate da soggetti inoccupati o
disoccupati. I prestiti agevolati hanno un
importo massimo di 12.500 euro, al tasso fisso
effettivo annuo pari al 65% del tasso di
riferimento per le operazioni di credito
agevolato alle imprese artigiane. La
restituzione avverrà a rate costanti semestrali
in 5 anni, con un periodo iniziale di
preammortamento. È inoltre previsto un
contributo a fondo perduto pari a 20.000
euro.
90) Prestito fiduciario a studenti universitari di Urbino
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Marche
Regionale
Programma in corso
Fino a 20 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
ERSU di Urbino con Banca delle Marche
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
L’ERSU in attuazione della normativa
nazionale sul diritto allo studio di cui alla L.
390/1991 ha avviato l’iniziativa “Prestito
fiduciario”, in partnership con Banca delle
Marche. I prestiti, erogabili solo agli studenti
meritevoli secondo i requisiti fissati dall’ERSU,
hanno un importo massimo pari a 15.000 euro
se di durata triennale, pari a 10.000 euro per
quelli biennali e pari a 5.000 euro per quelli
annuali. Il tasso di interesse è del 2%.
312
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
2
10.000 €
91) Prestito fiduciario a studenti universitari di Camerino
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Marche
Regionale
Programma in corso di attivazione
Fino a 20 mila euro
Sostegno durante studi universitari o post
laurea
Persone singole
ERSU di Camerino con Banca delle Marche
Istituti di credito
Altri tipi di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Non previsto
L’ERSU di Camerino, ente strumentale della
Regione Marche, con delibera del Consiglio
d’Amministrazione n.63 del 29/06/2007, ha
approvato il bando di concorso per la
concessione del “Prestito fiduciario” per
l’anno accademico 2007/2008 a favore degli
studenti iscritti all’Università degli Studi di
Camerino. Gli studenti che possono richiedere
alla banca i prestiti sono individuati dall’ERSU
sulla base dei requisiti di merito.
313
92) Fondo Strumentale per il Microcredito del Confidi Roma Gafiart di
Roma
Territorio
Ambito operativo
Stato di avanzamento
Dimensione massima dei
prestiti
Esigenza
Target
Promotori
Proprietà dei capitali
Tipo di garanzia
Gestore fondo di garanzia
Tipologia del gestore
Descrizione programma
Lazio
Regionale
Programma in corso
Oltre 20 mila euro
Avvio o sostegno di un’attività economica
Persone singole o persone giuridiche
Confidi Roma Gafiart
Istituti di credito
Fondo dedicato privato
Confidi Roma Gafiart
Soggetto privato
Il Fondo Strumentale per il Microcredito è
stato istituito da Gafiart nel 2007 come
garanzia per la concessione di piccoli prestiti,
a ditte individuali o società, per il
consolidamento dell’attività o per l’avvio di
una nuova attività d’impresa. Nel 2007 Gafiart
ha sottoscritto due convenzioni, una con
Artigiancassa e l’altra con la Banca di Roma. I
finanziamenti previsti da quest’ultima hanno
un importo massimo di 25.000 euro, quelli
previsti da Artigiancassa hanno un importo
massimo di 30.000 euro. I 9 prestiti del 2007
sono stai concessi in 3 casi dalla Banca di
Roma per 55.000 euro e in 6 casi da
Artigiancassa per 153.000 euro.
Andamento del programma
Anno
N. prestiti
Importo totale
2004
0
0€
2005
0
0€
2006
0
0€
2007
9
208.000 €
314
APPENDICE II – RISULTATI DELL’INDAGINE EMPIRICA
(QUESTIONARIO ABI). LE INIZIATIVE DI INCLUSIONE
FINANZIARIA SVILUPPATE DALLE BANCHE266
1) Banca della Campania Spa
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO: NULLA
1.b) CREDITO: Prestiti rilasciati dalla Banca a fronte di garanzie personali o Fondi
antiusura
•
Descrizione target: vittime usura e racket
•
Motivazioni allo sviluppo: reinserimento nel circuito bancario dei soggetti in
difficoltà perché vittime di fenomeni criminosi di cui al punto precedente
•
Criticità allo sviluppo: difficoltà a individuare con certezza le vittime e lo stato di
necessità reale
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO: Conti correnti a operatività limitata;
bonifici; carte di credito prepagate
•
Descrizione target: commercianti, imprenditori, artigiani, lavoratori autonomi,
pensionati e dipendenti
•
Motivazioni allo sviluppo: contributo a mantenere nel circuito bancario le fasce
colpite dai fenomeni criminosi di cui sopra
•
Criticità allo sviluppo: difficoltà a individuare con certezza i soggetti destinatari dei
benefici
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
266
Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009.
315
•
Caratteristiche dei servizi: diffusione attraverso Confidi, Enti morali e Fondazioni
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…) : NULLA
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: circolari e corsi in aula al personale della Banca
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…): NULLA
Altro
•
Descrizione di ulteriori esperienze di inclusione finanziaria attuate dalla banca:
adesione all’accordo quadro per la prevenzione e per il sostegno delle vittime del
racket, promosso dal Ministero dell’Interno, dalla Banca d’Italia e dall’ABI.
b) Banca del Piemonte Spa
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto:
Per soddisfare le esigenze di rimesse da e verso l’estero, la Banca ha attivato il servizio
di money transfer a tariffe agevolate (to send e to receive)
•
Descrizione target: il target identificato è rappresentato da stranieri, che abitano
in Italia e che hanno la necessità di trasferire in modo semplice, veloce ed
economico denaro all’estero e viceversa da stranieri in Italia che hanno
l’esigenze di ricevere denaro dall’estero.
•
Motivazioni allo sviluppo:
1) Presenza di comunità straniere sul territorio in cui opera la Banca;
316
2) Necessità di fornire un servizio efficace ed efficiente a quanti desiderino
trasferire denaro da/all’estero;
•
Criticità allo sviluppo: adeguamento dei sistemi informativi per l’autenticazione
delle Unità Operative e per la gestione dell’operatività, coerentemente con gli
obblighi imposti dalla normativa in fase di raccolta e trattamento dei dati
personali.
•
Risultati ottenuti: nel periodo 2007-2008 le operazioni effettuate sono state per
oltre il 70% di tipologia dall’Italia verso l’estero e per la restante parte dall’estero
vero l’Italia. Le rimesse verso l’estero sono state verso i seguenti continenti:
Europa (63%), America (15%), Asia (13%), Africa (4%), Australia (4%). Il Paese
con maggiore transfer è la Romania (circa il 20%), seguita da Cina (circa 10%) e
dall’area Sud Americana. Le rimesse dall’estero sono per il 77%da paesi europei
e per il 9% dall’America.
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
La Banca ha attivato numerose iniziative destinate a facilitare l’accesso al credito. In
questo contesto si collocano i progetti :”Diamogli credito” in collaborazione con il
Ministero POGAS, “Microcredito” con associazioni religiose locali, “Enti” insieme con la
Regione Piemonte, “Famiglie” con prodotti assicurativi di protezione del mutuo a seguito
di perdita di impiego , ricovero ospedaliero e inabilità totale temporanea da infortunio o
malattia e finanziamenti rateali.
•
Descrizione target: i target individuati sono i giovani/lavoratori atipici, gli immigrati
che intendono intraprendere attività commerciali in proprio, gli enti, le
associazioni e le onlus finanziate dalla Regione Piemonte dall’Assessorato alla
Cultura, patrimonio linguistico e minoranze linguistiche, politiche giovanili, le
famiglie con basso reddito.
•
Motivazioni allo sviluppo: fornire un servizio alle comunità locali in difficoltà per
meglio favorirne l’integrazione sul territorio attraverso prodotti studiati
appositamente e destinati a soddisfare bisogni specifici.
•
Criticità allo sviluppo:
1) Complessità data dal numero di attori coinvolti per l’attivazione dei progetti
2) Integrazione dei sistemi informativi e organizzativi di gestione dei nuovi work
flow.
317
•
Risultati ottenuti: significativi risultati ottenuti nell’iniziativa “Famiglie” attraverso
concessione di novi crediti anche tramite carta di credito a doppia linea e
l’attivazione del prodotto di protezione della rata del mutuo.
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
Sono stati attivati:
-
Prodotti di conto corrente a canone zero destinati ai giovani;
-
Libretti di deposito per i giovani associati anche a operazioni a premio;
-
Carte prepagate ricaricabili, che non richiedono un conto corrente d’appoggio per
l’operatività.
•
Descrizione target: i destinatari sono i seguenti:
-
Per il conto corrente a canone zero: giovani tra i 18 e i 26 anni già titolari di conti
correnti destinati ai giovani della Banca o di libretto di deposito aperto presso la
Banca e giovani studenti universitari o post – universitari di età compresa tra i 18
e i 35 anni, di qualunque nazionalità, purché residenti in Italia, con requisiti di
merito scolastico;
-
Libretti di deposito per i giovani fino ai 18 anni;
-
Carte prepagate ricaricabili destinate a famiglie con esigenze finanzia riedi base,
adatte ai giovani, a chi utilizza e-commerce, agli immigrati che non hanno
intenzione di vincolarsi con l’apertura di un conto corrente.
•
Motivazioni allo sviluppo:
1) Fornire una risposta a chi non ha elevate disponibilità attraverso prodotti semplici,
di valore immediatamente comprensibile, flessibili e a costi ridotti;
2) Avvicinare al sistema bancario tradizionale target che verrebbero esclusi con i
prodotti standard.
•
Criticità allo sviluppo: fornire un’adeguata diffusione e pubblicità dell’iniziativa per
raggiungere i target definiti.
•
Risultati ottenuti: circa il 10% del totale dei clienti della Banca è rappresentato da
giovani, valore ancora modesto, ma dato in crescita rispetto agli anni precedenti.
Le carte prepagate rappresentano il 2% del totale carte detenute dalla clientela
318
della Banca (privati e imprese, comprese le carte aziendali business).
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi: per alcune delle iniziative precedentemente descritte
sono state create delle figure di specialisti esperti di prodotto con il ruolo di:
-
Assistenza ai Punti Operativi
-
Eventuale coinvolgimento con i clienti o potenziali clienti oggetto del target
•
Descrizione target: i target delle iniziative specifiche sono stati: giovani, famiglie
con esigenze finanziarie non particolarmente evolute, stranieri, enti e
associazioni.
•
Motivazioni allo sviluppo: risposta a esigenze di target specifici che hanno
necessità diverse di prodotti finanziari rispetto agli standard attraverso risorse
formate e specializzate.
•
Criticità allo sviluppo: integrazione organizzativa tra gli specialisti e le strutture
preposte dei Punti Operativi.
•
Risultati ottenuti: qualche difficoltà di interessamento ai prodotti della Banca da
parte dei target identificati.
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
•
Caratteristiche dei progetti: i progetti sono stati affrontati centralmente attraverso
il coinvolgimento delle strutture di sede della Banca (marketing, compliance,
controlli interni, organizzazione, sistemi informativi, legale, commerciale, controllo
di gestione e risk management, ecc…) in stretta collaborazione con i partner
esterni. Gli step operativi comuni hanno previsto lo studio delle esigenze, l’analisi
della clientela, le risposte dei competitors, la formulazione del nuovo prodotto, la
formulazione di ipotesi di obiettivo, la diffusione dell’iniziativa e il controllo dei
risultati attesi.
•
Descrizione target: i target delle iniziative specifiche sono stati: giovani, famiglie
con esigenze finanziarie non particolarmente evolute, stranieri, enti e
associazioni.
•
Motivazioni allo sviluppo: ampliamento base clientela, risposta alle esigenze delle
319
comunità locali.
•
Criticità allo sviluppo: coordinamento degli attori coinvolti nel processo.
•
Risultati ottenuti: arricchimento dell’offerta di prodotti della banca anche per
specifici segmenti di clientela precedentemente presidiati parzialmente.
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: per le iniziative precedentemente descritte è stata
data diffusione e visibilità:
-
A tutti i Punti Operativi della Banca;
-
Sul sito internet della Banca;
-
Attraverso comunicazioni mirate alla clientela (newsletter, comunicazioni su
estratto conto bancario, mailing, ecc…) con eventuale predisposizione di
leale/brochure di prodotto
-
Con campagne di vendita specifiche.
•
Descrizione target: (vedasi sopra)
•
Motivazioni allo sviluppo: creare una conoscenza diffusa all’interno dei Punti
Operativi in merito a esigenze di clientela particolare come quella descritta nei
target
•
Risultati ottenuti: maggiore sensibilità e miglioramento del dialogo tra clienti target
e i Punti operativi.
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa: per ciascuna delle iniziative intraprese, nel caso di
coinvolgimento di strutture esterne, sono stati messi a confronto i potenziali
erogatori di servizio, al fine di garantire al cliente il miglior prodotto al minor costo
per il cliente, attraverso simulazioni numeriche. Completano la valutazione
anche criteri soggettivi e oggettivi quali affidabilità del partner, esperienza
maturata, reputazione, ecc…
320
•
Descrizione target: (vedasi sopra)
•
Motivazioni allo sviluppo: il coinvolgimento di soggetti terzi è dettato dall’obiettivo
di:
-
Fornire una risposta più coerente e di maggiore valore con le esigenze dei target;
-
Consentire di comprimere i tempi di sviluppo e realizzazione per la messa in
effettivo dei singoli progetti in linea con la pianificazione della Banca.
•
Criticità allo sviluppo: coordinamento degli attori coinvolti nel processo, interni ed
esterni.
Altro
•
Descrizione di ulteriori esperienze di inclusione finanziaria attuate dalla banca: in
collaborazione con una importante società finanziaria che curerà in outsourcing
parte dell’attività, la Banca ha in animo di attivare nel corso dell’anno 2008 il
prodotto Cessione del Quinto, destinato a far accedere anche una parte di
lavoratori o pensionati che attualmente sono esclusi dall’accesso al credito.
3) Banca Popolare dell’Emilia Romagna Società Cooperativa (BPER)
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto:
Non ci sono agevolazioni specifiche su tale ambito. Se è considerata inclusione
finanziaria, vi sono libretti di deposito per ragazzi fino a 12 anni (“Conto 44 Gatti”), e per
adolescenti (“Conto Compilation”); inoltre, vengono collocate obbligazioni etiche di
“Banca Popolare Etica”.
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
Vi è il “Prestito Libri “Zero” per acquisto libri di testo a tasso zero, “Prestito Computer
Zero”, per gli studenti, “Prestito No Barriere”, per l’abbattimento delle barriere
321
architettoniche delle abitazioni.
•
Motivazioni allo sviluppo: aiutare le famiglie a basso reddito, che hanno difficoltà
in alcuni periodi dell’anno (ad esempio a settembre, al rientro dalle ferie).
•
Criticità allo sviluppo: l’importo dei finanziamenti è contenuto; tali formule non
vengono pubblicizzate massicciamente; qualche famiglia può vergognarsi di
richiederli.
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
“Conto World”, carte prepagate ricaricabili etiche.
•
Descrizione target: lavoratori stranieri
•
Motivazioni allo sviluppo: fornire un servizio a questo target di potenziali clienti,
che sarà sempre più numeroso nel tempo. Il servizio è volutamente offerto
presso tutti gli sportelli della Banca, per non creare discriminazioni. Molti supporti
sono multilingue.
•
Criticità allo sviluppo: i clienti vanno ben selezionati.
Conti “Insieme per il Terzo Settore”
•
Descrizione target: Onlus, Cooperative sociali, Associazioni ricreative e/o
sportive, soci-lavoratori di cooperative sociali.
•
Motivazioni allo sviluppo: fornire un servizio a condizioni agevolate a questo
target.
•
Criticità allo sviluppo: i richiedenti vanno ben selezionati, onde evitare che alcune
Onlus fruiscano indebitamente delle agevolazioni fiscali riservate a questa
tipologia.
•
Risultati ottenuti: buoni
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi: proprio al fine di evitare discriminazioni, tutti i servizi
sono offerti da tutti gli sportelli .
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
322
•
Caratteristiche dei progetti: proprio al fine di evitare discriminazioni, tutti i servizi
sono offerti da tutti gli sportelli .
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: i titolari di “Conto World” possono ricevere un
glossario multilingue, con la spiegazione e la traduzione dei principali termini
bancari e finanziari.
•
Descrizione target: lavoratori stranieri.
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…): NIENTE
Altro
•
Descrizione di ulteriori esperienze di inclusione finanziaria attuate dalla Banca:
collaborazione col Comune di Modena per facilitazioni economiche alle famiglie
numerose, assieme a esercenti (“Family Card”).
4) Banca Popolare di Milano S.C.A.R.L. – Gruppo bancario
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO: NIENTE
1.b) CREDITO: caratteristiche del servizio offerto:
Uno dei maggiori problemi per i cittadini immigrati è di poter ottenere un prestito/mutuo.
Ad esempio per anticipare le spese necessarie per poter affittare casa, avviare una
piccola attività in proprio o per acquistare casa. Nell’ambito dei prodotti di finanziamento,
BPM oltre a prevedere un’offerta di mutui e prestiti personali per i cittadini immigrati ha
stanziato due plafond dedicati. Inoltre, sono previste convenzioni particolari con
organizzazioni che operano nel terzo settore e associazioni che si occupano
323
dell’integrazione di extracomunitari nella società italiana.
•
Descrizione target: immigrati
•
Motivazioni allo sviluppo: promuovere l’integrazione dei migranti nella società.
•
Criticità allo sviluppo: disponibilità di un sistema di garanzie per facilitare
l’erogazione del credito.
•
Risultati ottenuti: circa 5000 prestiti e circa 3000 mutui a fine dicembre 2007
(rispettivamente + 26% e +12% rispetto a dicembre 2006).
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
Realizzazione della linea “Extraordinario”, offerta dedicata agli immigrati, che prevede:
-
Possibilità di inviare denaro al proprio Paese di origine grazie ad accordi bilaterali
che BPM ha siglato con varie banche estere;
-
La Carta Prepagata Internazionale;
-
3 tipi di c/c a costi contenuti e differenziati a seconda dei servizi inclusi: il Conto
“Servizio Bancario di Base”, “Extraordinario Small” e “Extraordinario Large”;
-
Polizza di assistenza gratuita per risolvere particolari casi di necessità personali o
famigliari.
• Descrizione target: immigrati.
• Motivazioni allo sviluppo: i cittadini immigrati hanno bisogni finanziari che
crescono al crescere del loro livello di integrazione della nostra società
• Criticità allo sviluppo: nessuna criticità rilevata.
• Risultati ottenuti: circa 33.400 clienti a dicembre 2007 (+9% rispetto a fine 2006).
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi: BPM ha sviluppato nuove modalità di servizio a
carattere “multietnico”, attraverso l’attivazione del call center multilingua e
l’attivazione di strumenti di video consulenza in alcune agenzie attraverso gli
“Extraordinario Point”.
324
•
Descrizione target: immigrati
•
Motivazioni allo sviluppo: facilitare la comprensione dei prodotti e servizi bancari
offerti.
•
Risultati ottenuti: il servizio ha avuto un riscontro positivo da parte della clientela
(anche quella potenziale).
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…): NIENTE
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative:
a. Campagna pubblicitaria di lancio dei servizi dedicati;
b. Realizzazione di materiali illustrativi in otto lingue oltre all’italiano: arabo,
francese, spagnolo, filippino, rumeno, portoghese, inglese, cinese;
c. Organizzazione di corsi di formazione per aspiranti imprenditori;
d. Contributo alla realizzazione di un “guida ai farmaci” multilingua;
•
Descrizione target: immigrati
•
Motivazioni allo sviluppo: facilitare l’integrazione finanziaria
•
Risultati ottenuti: a supporto della conoscenza verso il pubblico della Linea
dedicata.
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa: sono state realizzate collaborazioni con associazioni
di categoria e socio – assistenziali al fine di sensibilizzare il target alla
bancarizzazione e ai prodotti offerti dalla banca
•
Descrizione target: immigrati
Altro : NIENTE
325
5) Banca popolare Pugliese Soc. Coop. Per azioni – Gruppo bancario
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto:
servizi bancari di base
•
Descrizione target:
-
Cittadini stranieri che lavorano in Italia e che sono in regola con il permesso di
soggiorno;
-
Fasce più deboli della popolazione.
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Sviluppo di un potenziale segmento di mercato;
-
Manifestata necessità dei cittadini stranieri che lavorano in Italia di trasferire il
denaro ivi guadagnato nei loro Paesi di origine.
•
Criticità allo sviluppo: comunicazione; educazione finanziaria.
•
Risultati ottenuti: l’inadeguata educazione finanziaria del target non ha consentito
il raggiungimento dei risultati previsti
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
Sperimentazione di Microcredito
•
Descrizione target: cittadini stranieri che lavorano in Italia in regola con il
permesso di soggiorno
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Sviluppo di un potenziale segmento di mercato;
-
Favorire l’avviamento di piccole attività imprenditoriali.
326
•
Criticità allo sviluppo: comunicazione; educazione finanziaria.
•
Risultati ottenuti: non valutabili per progetto in fase di sperimentazione
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
“EveryWhere”: nuova tipologia di conto corrente che, a fronte di un basso costo mensile,
offre un numero illimitato di operazioni e consente di usufruire dei seguenti servizi
aggiuntivi: bancomat aziendale (caratterizzato da un limite mensile di 1.000 euro e da
uno giornaliero di 100 euro); acquisto di quote di PIC e PAC; acquisto di obbligazioni
della Banca; domiciliazione delle utenze; rilascio di carte di credito/debito ricaricabili.
•
Descrizione target: extracomunitari purché in regola con i permessi/carta di
soggiorno (rilasciata per motivi di lavoro) e aventi lo status di “residente” ai sensi
dell’art. 1, comma 1, lett C), del D.P.R. n. 148 del 31/03/1988, ai fini
dell’applicazione delle norme valutarie.
•
Motivazioni allo sviluppo: andare incontro a una fascia di clientela “non banca
rizzata”, come quella degli immigrati extracomunitari inseriti sempre più nel ciclo
produttivo nazionale e locale (sia come operatori dipendenti che come
commercianti o piccoli imprenditori), attraverso la sua fidelizzazione che passa
necessariamente dalla accensione di un rapporto continuativo di deposito a
risparmio e/o di un conto corrente, indispensabile per fruire di una serie di servizi
di base.
•
Criticità allo sviluppo: comunicazione; educazione finanziaria.
•
Risultati ottenuti: è in fase di realizzazione un progetto di educazione finanziaria
allo scopo di migliorare le performance ottenute.
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi: introduzione di prodotti/servizi che vanno oltre la
semplice gestione delle rimesse e miranti alla fidelizzazione del target
•
Descrizione target: clientela extracomunitaria
•
Motivazioni allo sviluppo: valorizzare le relazioni con la clientela extracomunitaria
•
Criticità allo sviluppo: comunicazione
327
•
Risultati ottenuti: l’inadeguata educazione finanziaria del target non ha consentito
il raggiungimento dei risultati previsti
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…): NIENTE
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: l’educazione finanziaria della clientela
extracomunitaria è sviluppata attraverso la collaborazione con cooperative di
mediazione culturale
•
Descrizione target: clientela extracomunitaria
•
Motivazioni allo sviluppo: grande attenzione allo sviluppo di un novo modello di
business riconducibile alla “responsabilità sociale di impresa bancaria”;
inserimento della clientela immigrata nei circuiti bancari.
•
Risultati ottenuti; in fase di sperimentazione
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa: progetto Interg Card Italia – Albania con la
partecipazione della Regione Puglia, l’Unione Europea e società di microfinanza
•
Descrizione target: cittadini albanesi che lavorano in Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: accordi bilaterali con istituzioni creditizie estere
•
Criticità allo sviluppo: educazione finanziaria
•
Risultati ottenuti: progetto in fase di avvio
Altro: NIENTE
328
6) Gruppo Banco Popolare
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO E POLIZZE ASSICURATIVE – caratteristiche del servizio offerto:
A oggi esistono alcune iniziative di inclusione finanziaria nell’ambito del risparmio e delle
polizze assicurative presenti all’interno di differenti prodotti/servizi offerti da una o più
banche del Gruppo BP.
IMMIGRATI:
a. Formula Friend Service – programma dedicato agli immigrati comprensivo di una
polizza assicurativa Europe Assistance inclusa nel canone del conto corrente che
prevede: viaggio di un familiare in caso di ricovero, assistenza di figli minori in
caso di malattia, rientro al paese di origine in caso di morte di un familiare,
rimpatrio della salma;
b. Cuenta Conmigo – conto corrente dedicato alla clientela ispanica residente in
Italia comprensivo di una polizza Europe Assistance che prevede: viaggio di un
familiare in caso di ricovero, rientro al paese di origine in caso di morte di un
familiare, rimpatrio della salma, diaria per infortunio ( al momento il conto
corrente è disponibile solo presso le filiali della Liguria).
GIOVANI:
c. Conto corrente dedicato ai giovani dai 18 ai 30 anni. Il conto corrente è
comprensivo di una polizza Europe Assistance e consente di sottoscrivere piani
d’investimento e piani di accumulo in fondi comuni con commissioni di ingresso
dimezzate.
•
Descrizione target: immigrati e giovani
•
Motivazioni allo sviluppo:
IMMIGRATI:
-
Realtà che è destinata a crescere nei prossimi anni;
329
-
Esigenze assicurative specifiche del target.
GIOVANI:
-
Importanza del segmento per il Gruppo;
-
Esigenze specifiche del target.
•
Criticità allo sviluppo:
IMMIGRATI: comprendere le esigenze specifiche del target, anche in relazione all’etnia di
appartenenza
GIOVANI: comprendere le esigenze specifiche del target
•
Risultati ottenuti: n.d.
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
IMMIGRATI:
1. Mutuo Immigrati: mutuo ipotecario finalizzato all’acquisto della prima casa,
destinato ai cittadini stranieri residenti in Italia da almeno 2 anni (al momento il
mutuo è disponibile solo presso le filiali della Liguria ed è in fase di valutazione
l’estensione presso tutto il Gruppo)
GIOVANI:
2. Linee di credito specifiche per i giovani: “Diamoglicredito” – prestito personale
senza garanzie sviluppato in accordo con il Ministero per le Politiche Giovanili e
le Attività Sportive per finanziare differenti attività: tasse e contributi universitari, il
programma Erasmus, master post laurea, acquisto di pc, cauzione per locazione
di immobile; “prestiti d’onore”, rivolti a studenti che si trovano in situazioni di
temporanea difficoltà; “Prestito Agorà”, prestito a condizioni agevolate sviluppato
in collaborazione con il CEI, il Consiglio Episcopale Italiano, in occasione
dell’Agorà dei Giovani Italiani; “Linee di credito dedicate per le specifiche
esigenze di studio e formazione” (pagamento tasse rette universitarie, acquisto
di libri di testo, partecipazione a corsi di lingua e stage, vacanze studio all’estero,
pagamento dell’affitto per studenti universitari, ecc…).
FAMIGLIE/PRIVATI E DITE INDIVIDUALI/LIB. PROFESSIONISTI/ARTIGIANI:
3. “Cambia&Ricarica”- prestito personale non finalizzato per il consolidamento del
debito, destinato a estinguere e sostituire finanziamenti già in essere presso uno
330
o più istituti. Consente inoltre di richiedere ulteriore liquidità.
BUSINESS/PICCOLE IMPRESE:
4. Sostegno occupazione: finanziamento alle imprese a supporto degli incrementi
occupazionali ( in fase di estensione su tutto il Gruppo)
5. Exclusive: finanziamento alle imprese destinato a promuovere l’imprenditoria
femminile
6. Avvio nuova impresa: chirografario destinato a finanziare gli investimenti
necessari all’avvio di una nuova attività imprenditoriale e/o a supportare le
imprese costituite da meno di 12 mesi (in fase di estensione su tutto il Gruppo)
7. Plafond per le imprese in difficoltà, che si trovano in territori colpiti da calamità
naturali
•
Descrizione target: immigrati, giovani, famiglie/privati e ditte individuali/liberi
professionisti/artigiani, business – piccole imprese
•
Motivazioni allo sviluppo:
IMMIGRATI:
-
Realtà che è destinata a crescere nei prossimi anni
-
Aiutare gli immigrati a coprire le necessità connesse all’acquisto della casa
GIOVANI:
-
Segmento importante per il Gruppo
-
Aiutare i giovani a coprire le necessità connesse allo studio e ad altre attività
FAMIGLIE/PRIVATI E DITE INDIVIDUALI/LIB. PROFESSIONISTI/ARTIGIANI:
-
Semplificare e alleggerire gli oneri da parte dei clienti
-
Possibilità di disporre di liquidità aggiuntiva
BUSINESS/PICCOLE IMPRESE:
-
Sostenere le piccole imprese nei territori dove operano le banche del Gruppo
(imprese in fase di start-up, imprenditoria femminile, imprese che sostengono
l’occupazione, imprese in territori colpiti da calamità naturali, ecc…)
331
•
Criticità allo sviluppo: n.d.
•
Risultati ottenuti: n.d.
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
IMMIGRATI:
1. Formula Friend Account: conto corrente a canone fisso dedicato agli immigrati
con operazioni illimitate
2. Formula Friend Twin Account: servizio di apertura di un conto corrente collegato
a un conto presso la banca del gruppo nel Paese di origine tramite Contact
Center di Gruppo (disponibile per Romania e Marocco, grazie all’accordo
stipulato con Groupe Société Générale)
3. Cuenta Conmigo - conto corrente dedicato alla clientela ispanica residente in
Italia a canone fisso con operazioni illimitate (al momento il conto è disponibile
solo presso le filiali della Liguria
GIOVANI:
4. Conti correnti per i giovani: è attualmente in corso di revisione l’offerta per i
giovani che sarà omogenea per tutte le banche del GruppoBP e prevederà
prodotti studiati ad hoc per le esigenze delle diverse fasce di età della clientela
da 0 a 36 anni (estendendo le best practice attuali a tutte le banche del Gruppo)
5. Carta Agorà – carta prepagata ricaricabile, realizzata in collaborazione con il CEI,
a supporto dell’Agorà dei Giovani Italiani
•
Descrizione target: immigrati e giovani
•
Motivazioni allo sviluppo:
IMMIGRATI:
-
Realtà che è destinata a crescere nei prossimi anni
-
Esigenze specifiche del target
GIOVANI:
-
Segmento importante per il Gruppo
332
-
Esigenze specifiche del target per fasce d’età
•
Criticità allo sviluppo:
IMMIGRATI:
-
Comprendere le esigenze specifiche del target, anche in relazione all’etnia di
appartenenza
GIOVANI:
-
Comprendere l’evoluzione delle necessità del target, in relazione alle differenti
fasce d’età
•
Risultati ottenuti:
IMMIGRATI:
-
79.778 correntisti (ottobre 2007)
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi
IMMIGRATI
-
Filiale a Verona in quartiere a forte presenza di cittadini stranieri con personale
rappresentativo delle etnie maggiormente presenti nel quartier
-
In fase di apertura nuove filiali in altre città e in corso di valutazione l’assunzione
di personale straniero presso filiali presenti in quartieri ad alta percentuale di
immigrati
•
Descrizione target: immigrati
•
Motivazioni allo sviluppo: avvicinarsi alle esigenze specifiche del target, anche
attraverso l’utilizzo delle lingue e di personale proveniente da differenti etnie
•
Criticità allo sviluppo: disponibilità di personale straniero preparato
•
Risultati ottenuti: nella filiale presente a Verona l’80% della clientela è di
nazionalità straniera
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
333
ecc…)
•
Caratteristiche dei progetti
IMMIGRATI: in fase di realizzazione la creazione di un team commerciale “test” per le
comunità straniere maggiormente presenti in Italia (Romani e Marocco)
•
Descrizione target: immigrati
•
Motivazioni allo sviluppo: facilitare l’interazione con la clientela straniera, grazie
alla maggiore vicinanza alle esigenze specifiche del target
•
Criticità allo sviluppo: selezione di personale straniero con profilo e competenze
adeguati
•
Risultati ottenuti: n.d.
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative:
-
Attivazione di collaborazioni con le Università per favorire l’educazione finanziaria
dei giovani, in relazione agli accordi sviluppati con le Associazioni dei
consumatori;
-
Predisposizione di materiale informativo per le filiali “in lingua” con riferimento ai
prodotti/servizi destinati alla clientela straniera (materiale in 12 lingue per
Formula Friend Service e materiale in italiano e nella lingua madre per Formula
Friend Twin Account);
-
Predisposizione materiale informativo per le filiali anche in collaborazione con
enti preposti a tale attività (ad esempio iniziative allo sportello Patti Chiari).
•
Descrizione target: giovani, immigrati, famiglie.
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Favorire l’educazione finanziaria dei giovani e delle famiglie;
-
Favorire la comprensione dei prodotti/servizi del Gruppo per la clientela straniera.
•
Criticità allo sviluppo: n.d.
334
•
Risultati ottenuti: in fase di valutazione
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa:
BUSINESS – PICCOLE IMPRESE
I.
Accordi con Confidi: accordi con tutti i principali Confidi operanti sui territori in cui
è presente il Gruppo BP (circa 300 Confidi) con l’obiettivo di finanziare i progetti delle
imprese iscritte ai Confidi (ad esempio creazione di nuove imprese, interventi di
riposizionamento delle imprese, ristrutturazione imprese in difficoltà, sviluppo in
determinati territori, ecc…);
II. Adesione a leggi agevolative a livello comunitario, nazionale o regionale. Il
Gruppo BP aderisce a numerose leggi agevolative, occupandosi delle
pratiche per conto delle imprese affinché queste ultime possano avere
accesso alle agevolazioni e disporre di fondi speciali. Nell’ambito di queste
iniziative il Gruppo BP realizza anche accordi con i Comuni (ad esempio
accordo con il Comune di Lodi per l’imprenditoria femminile).
IMMIGRATI:
III. Collaborazioni con i Consolati della Romania e del Pakistan
•
Descrizione target: business / piccole imprese, immigrati.
•
Motivazioni allo sviluppo:
BUSINESS/PICCOLE IMPRESE: facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese
attraverso gli accordi con Confidi e l’adesione a leggi agevolative.
IMMIGRATI: facilitare il dialogo e la conoscenza della clientela straniera.
•
Criticità allo sviluppo: n.d.
•
Risultati ottenuti:
BUSINESS/PICCOLE IMPRESE: circa il 30% dei finanziamenti chirografari del Gruppo
BP erogati alle piccole imprese sono stipulati e perfezionati in collaborazione e tramite
enti di garanzia (Confidi, Comunità Europea, Stato, Regioni, ecc…).
335
Altro: NIENTE
7) CARIGE – Gruppo bancario
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto:
Piani di accumulo da 50 euro mensili, al momento esenti da spese di versamenti mensile.
•
Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in
Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà socio –
finanziaria e bancarizzazione dei medesimi
•
Criticità allo sviluppo: nessuna
•
Risultati ottenuti: circa 15.000 i clienti stranieri coinvolti
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
Prestiti personali Carige con sconto del 50% delle spese di istruttoria e riduzione di
mezzo punto del tasso applicato
•
Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in
Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà socio –
finanziaria e bancarizzazione dei medesimi
•
Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare
•
Risultati ottenuti: circa 15.000 i clienti stranieri coinvolti
336
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
“Carige senza Confini”: offerta dedicata a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia.
Comprende tutti i servizi bancari di base, ossia un conto corrente che, senza
remunerazione né spese, consente una serie di operazioni fondamentali collegate al
conto stesso (carta prepagata, accredito stipendio o pensione, pagamento bollette,
bonifici, informazioni su saldo e movimenti). È declinato in tre profili (“concreto”, “pratico”
e “comodo”) con differenti tariffazioni mensili in funzione dei servizi offerti. I costi sono
fissi e invariabili per 2 anni dall’apertura.
•
Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in
Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: in considerazione del fatto che il business bancario è di
fatto un business di sostituzione
267
, si ritiene che il target descritto rappresenti
l’unica “nuova” clientela
•
Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare
•
Risultati ottenuti: a oggi hanno sottoscritto l’offerta circa 16.000 clienti stranieri di
cui il 40% si suddividono tra le prime quattro nazionalità: ecuadoriana (16,75%),
romena (10,37%), marocchina (10,12%) e albanese (9,56%).
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi: tutte le filiali propongono i servizi sopra descritti.
L’Agenzia n. 75 (via Gramsci) di Genova, localizzata nella zona antistante il
porto, risulta fortemente specializzata nelle relazioni con la clientela
extracomunitaria, in quanto opera con personale che parla lingua araba e ha
sviluppato una particolare attenzione ed esperienza al riguardo. Altre filiali, per la
loro particolare ubicazione, in particolare nel centro storico genovese, rivestono
un ruolo importante nel relazionare con la clientela straniera e stanno maturando
267
Con il termine “business di sostituzione” si indica che il conto corrente è un prodotto diffuso
universalmente, pertanto l’unico modo per una banca di aprire un nuovo conto corrente è,
generalmente, quello di strappare un cliente alla concorrenza (business di sostituzione); l’unica
eccezione riguarda gli extra-comunitari, in virtù della loro minore “bancarizzazione”, presso i
quali è frequente il caso di accensione di conti correnti a persone che non l’avevano mai avuto in
precedenza. In questo senso, il target in esame si configura spesso come “nuova” clientela,
mentre per la generalità dei clienti l’accensione di un nuovo conto rappresenta spesso un
trasferimento (sostituzione) da altra banca (Fonte: Banche e inclusione finanziaria, Bancaria
Editrice, 2009).
337
esperienza al riguardo.
•
Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in
Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: modello di servizio strutturato; migliore penetrazione sul
sotto-segmento.
•
Criticità allo sviluppo: limitato numero di clienti da sviluppare.
•
Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono
dell’offerta “Carige senza Confini”
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
•
Caratteristiche dei progetti: l’Agenzia 75 di Genova opera in larga parte al
servizio di cittadini non italiani, con personale parlante lingua araba,
configurandosi quindi come filiale dedicata.
•
Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in
Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: modello di servizio strutturato: in assenza di una vera e
propria banca o finanziaria dedicata al target, si punta a strutturare il servizio
mediante opportuna localizzazione degli sportelli e consulenza specializzata.
Migliore penetrazione sul sotto-segmento.
•
Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare.
•
Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono
dell’offerta “Carige senza Confini”
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: materiale di comunicazione “Carige senza Confini”
per il punto vendita. Offerta strutturata in Liguria, con pagine fisse su organi di
stampa della comunità latino-americana.
•
Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in
Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà socio-
338
finanziaria e bancarizzazione dei medesimi.
•
Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare.
•
Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono
dell’offerta “Carige senza Confini”
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa: le attività di partnership si limitano a rapporti con
quotidiani e periodici, volti all’obiettivo dell’educazione finanziaria (v. sez.prec.),
con coinvolgimento precipuo delle strutture di marketing della banca.
•
Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in
Italia
•
Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà sociofinanziaria e bancarizzazione dei medesimi.
•
Criticità allo sviluppo: nessuna.
•
Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono
dell’offerta “Carige senza Confini”
Altro : NIENTE
8) Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza Spa
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto:
LINEA VYP: per educare i giovani al valore del risparmio è stato lanciato un piano di
investimento che permette di accantonare nel tempo un certo capitale. Il piano di
339
accumulo rappresenta una sorta di salvadanaio, per poter utilizzare in futuro risparmi
accantonati progressivamente e far fronte a eventuali future spese/esigenze tipiche del
target. Il prodotto è stato arricchito da vantaggi extrabancari di appeal (regalo all’apertura
e premio fedeltà).
•
Descrizione target: tutti i clienti VYP tra i 18 e i 28 anni. In particolare, il prodotto
risulta maggiormente adatto a chi ha già un reddito fisso e quindi ha la
possibilità/disponibilità di accumulare una parte di questo con una certa
costanza.
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Educare i giovani al valore e all’importanza del risparmio, fidelizzandoli alla banca
-
Supportare le esigenze e aiutare i giovani nella gestione dei primi risparmi e
stipendi
•
Criticità allo sviluppo: spesso i giovani, in particolare la fascia 18-25, non hanno
la possibilità di impegnarsi con un piano di investimento, in quanto non avendo
entrate mensili fisse non hanno disponibilità economica da accantonare.
SISTEMA WELCOME: attualmente non viene offerto nessun prodotto specifico oltre la
gamma standard a catalogo
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
Denominazione CREDITO SULLA FIDUCIA: prestito agevolato a tasso zero. Importo
minimo 1.000 euro massimo 10.000 – durata massima 48 mesi.
Finalità: spese per alloggio, traslochi, arredi, sanitarie, formazione, spese impreviste,
autonomia della persona, difficoltà causate dalla disgregazione del nucleo famigliare.
Soci promotori: Comune di Parma, Fondazione Cariparma, Banca Cariparma.
•
Descrizione target: famiglie e giovani residenti nel Comune di Parma
•
Motivazioni allo sviluppo: a sostegno delle famiglie e/o giovani. L’iniziativa mira a
fornire un’opportunità ai cittadini in difficoltà nella normale gestione del quotidiano
a causa di un bisogno imprevisto e/o temporaneo. Non si tratta di intervento
assistenziale.
•
Criticità allo sviluppo: definizione ruoli e competenze tra i vari soggetti promotori
dell’iniziativa Banca ed Enti locali
340
•
Risultati ottenuti: oltre 100 prestiti per circa 500.000 euro
Denominazione FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA: trattasi di un fondo di garanzia sui
mutui, accesi per l’acquisto della prima casa nell’ambito del territorio provinciale, a
copertura delle rate occasionalmente non solvibili.
•
Descrizione target: giovani coppie, lavoratori con contratti flessibili e nuclei
monogenitoriali. Età massima 35 anni.
•
Motivazioni allo sviluppo: iniziativa volta a favorire l’acquisto della prima casa da
parte di categorie sociali più svantaggiate quali giovani coppie, lavoratori con
contratti flessibili e nuclei monogenitoriali.
•
Criticità allo sviluppo: definizione ruoli e competenze tra i vari soci promotori:
Banca Cariparma, Provincia di Parma e Fondazione Cariparma.
•
Risultati ottenuti: n. 20 mutui erogati nel 2007.
Denominazione LINEA VYP: l’offerta per i giovani prevede un prestito e un mutuo prima
casa dedicato, caratterizzato da condizioni vantaggiose rispetto alla linea di credito al
consumo generica e al mutuo prima casa ordinario. Il prodotto vuole aiutare i giovani
clienti nel sostenere spese legate agli studi universitari e all’acquisto della casa.
•
Descrizione target: tutti i clienti di Conto VYP. Per il mutuo VYP l’età massima per
richiederlo è 30 anni.
•
Motivazioni allo sviluppo: economicità del prodotto, per agevolare giovani clienti
(ricorrono sempre più al credito), fidelizzazione del cliente
•
Criticità allo sviluppo: nessuna particolare criticità rilevata
SISTEMA WELCOME: per agevolare l’erogazione di credito ai clienti cittadini stranieri è
stato creato un prodotto di credito al consumo dedicato, che è più economico rispetto a
quello standard e richiedibile anche dai titolari di rapporti di lavoro a tempo determinato. I
cittadini stranieri sono tra i più coinvolti nel processo di “flessibilizzazione” del mercato del
lavoro, che contribuisce ad aumentare la loro sensibilità “alla leva prezzo”.
•
Descrizione target: tutti i clienti titolari di Cariparma Welcome (conto corrente
dedicato ai cittadini stranieri – vedi punto 1.c) per l’acquisto di auto, moto, ecc…i
richiedenti devono agire per scopi estranei alla eventuale attività professionale
e/o imprenditoriale.
341
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Maggiore economicità rispetto al prodotto standard;
-
Richiedibile anche dai titolari di rapporto di lavoro a tempo determinato.
•
Criticità allo sviluppo:
-
Non tutti i clienti cittadini stranieri sono titolari del conto Cariparma Welcome;
-
Mediamente i clienti cittadini stranieri presentano un’anzianità di relazione con
Cariparma più bassa rispetto alla media della clientela e questo influisce
negativamente nell’accettazione delle richieste.
•
Risultati ottenuti: +105% stock prestiti personali Cariparma Welcome erogati
2007 vs 2005
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO:
“Conto Tuttocompreso Sviluppo”: completamente gratuito per i primi 12 mesi
dall’attivazione anche per quanto riguarda i principali servizi collegabili (ad esempio
Banca Online).
•
Descrizione target: neo imprenditori che avviano una nuova attività
imprenditoriale
•
Motivazioni allo sviluppo: supporto all’autoimpiego. Nella fase di start-up di
un’attività imprenditoriale ci sono diversi costi fissi non dilazionabili nel tempo. In
questo modo Cariparma garantisce 12 mesi di gratuità dei principali servizi
bancari.
•
Criticità allo sviluppo: nessuna
•
Risultati ottenuti: il servizio è stato introdotto a partire da gennaio 2007. A fine
marzo 2008 circa 3.500 rapporti in essere (nota: lo stesso prodotto viene
utilizzato anche per sviluppare nuovi clienti)
“Linea VYP”: il conto corrente è dedicato ai giovani tra i 18 e i 28 anni, e prevede inclusi
nel canone prodotti bancari per la gestione della giacenza e servizi per informazioni e
operatività online, oltre a condizioni agevolate per la sottoscrizione di altri prodotti (carta
di credito, carta prepagata). Il prodotto è arricchito da servizi e benefit extrabancari.
•
Descrizione target: tutti i giovani tra i 18 e 28 anni, sia studenti che lavoratori.
342
•
Motivazioni allo sviluppo: si è reso necessario rimodulare l’offerta bancaria
offrendo un rapporto prezzo/servizio in linea con le esigenze e la capacità di
spesa dei giovani clienti. Creazione di un’importante base clienti.
•
Criticità allo sviluppo: lo sviluppo del prodotto sui giovani è fortemente
condizionato dalle scelte e dalle indicazioni dei genitori, in particolare la fascia
18-25, che spesso non ha la necessità di avere un c/c. risultati migliori per la
fascia di giovani fino ai 28 anni, che gestiscono in autonomia le proprie finanze.
•
Risultati ottenuti: la crescita dei clienti è costante nel tempo. A oggi oltre 35.000
rapporti in essere.
“Sistema Welcome”: per agevolare l’inclusione finanziaria dei cittadini stranieri attraverso
la loro bancarizzazione si è realizzata una proposta specifica di conto corrente mirata
sulle esigenze del target, ovvero gestione delle rimesse, economicità e protezione.
•
Descrizione target: tutti i cittadini di nazionalità straniera che risiedono in Italia e
sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno (o carta di soggiorno) per
la gestione delle proprie esigenze private
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Agevolazioni economiche nella gestione delle rimesse attraverso una forte
riduzione delle commissioni;
-
Agevolazioni economiche nelle spese di tenuta conto e della monetica;
-
Offerta gratuita della polizza danni dedicata al target che tutela il titolare e il suo
nucleo famigliare per le spese derivanti da alcuni degli eventi di maggiore
interesse (viaggio di un famigliare in caso di ricovero dell’assicurato, rientro al
paese di origine per il decesso di un famigliare, rimpatrio della salma, ecc…).
•
Criticità allo sviluppo: assenza di una carta prepagata specifica per la gestione
delle rimesse che permette una maggiore rapidità negli invii di denaro.
•
Risultati ottenuti: +114% stock conti correnti Cariparma Welcome 2007 vs 2005
Educazione finanziaria
CONTO TUTTOCOMPRESO SVILUPPO è inserito tra i prodotti che sono
periodicamente comunicati alla Rete vendita durante le giornate formative.
CREDITO SULLA FIDUCIA:
343
•
Caratteristiche dei servizi: l’ente locale si fa carico di far conoscere ai cittadini
l’iniziativa (pubblicità positiva)
FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA:
•
Caratteristiche dei servizi: la Provincia si fa carico di far conoscere l’iniziativa
tramite materiale pubblicitario e l’emanazione di un bando pubblico
LINEA VYP:
•
Caratteristiche dei servizi:
-
Verso l’esterno: sito www.vypclub.it con informazioni su offerta bancaria ed extrabancaria di VYP, Welcome Pack inviato a tutti i nuovi clienti VYP, newsletter con
pillole di argomenti diversi (anche finanziari)
-
Verso l’interno: incontri periodici con aggiornamenti sull’offerta e sulle iniziative
promo pubblicitarie VYP
•
Descrizione target:
-
Verso l’esterno si intendono clienti e prospect
-
Verso l’interno i Gestori Vyp
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Aiutare i giovani nella comprensione dell’ambito bancario, per loro piuttosto ostico
e sconosciuto
-
Educare i giovani al risparmio e a una corretta gestione delle loro finanze
•
Criticità allo sviluppo: fornire informazioni con un linguaggio chiaro su un
argomento complesso
SISTEMA WELCOME:
•
Caratteristiche dei servizi: integrazione delle tematiche relative al segmento dei
cittadini stranieri all’interno dei corsi di formazione dei prodotti di base.
•
Descrizione target: tutti i nuovi colleghi Cariparma
•
Motivazioni allo sviluppo: evidenziare il segmento “stranieri” come strategico per il
futuro dell’istituto; approfondire in ala le caratteristiche dell’offerta dedicata.
344
•
Criticità allo sviluppo: nessuna
•
Risultati ottenuti: il tasso d’acquisizione di clientela straniera è in continua
crescita e cresce a un tasso superiore rispetto al mercato potenziale.
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi:
CREDITO SULLA FIDUCIA
-
Rete di vendita: filiali Cariparma e Piacenza Spa
-
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
Di norma la pratica viene seguita nel suo insieme (richiesta di prestito, autorizzazione,
concessione ed erogazione) da un’unica filiale Cariparma situata nel Comune che
partecipa all’iniziativa.
FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA:
Bando pubblico emesso dalla Provincia.
Rete commerciale Cariparma.
LINEA VYP:
è stata individuata nelle filiali la figura del gestore VYP, il referente “fisico” sempre
aggiornato sul conto corrente e su tutte le novità, promozioni, prodotti dedicati ai giovani.
Il suo ruolo è quello di sviluppare nuova clientela, e mantenere e supportare i già clienti.
Inoltre nelle Aree Territoriali esiste la figura del “Referente VYP di Area”, che supporta i
singoli Gestori VYP delle filiali di appartenenza.
•
Descrizione target: nelle filiali dove è possibile, il gestore VYP è nella stessa
fascia di età del target (18-28)
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Mettere a disposizione dei giovani un interlocutore unico, che “parli il loro stesso
linguaggio” e che sia in grado di rispondere a tutte le loro domande sul Mondo
VYP.
-
I Gestori VYP sono anche gli interlocutori degli uffici interni relativamente a tutte
345
le iniziative VYP.
SISTEMA WELCOME:
-
Traduzione del materiale promozionale, informativo e normativo;
-
Realizzazione di azioni commerciali mirate a far conoscere i prodotti dedicati ai
cittadini stranieri per agevolare l’inclusione finanziaria.
•
Caratteristiche dei servizi:
-
La comunicazione di prodotto è stata tradotta in 10 lingue (albanese, arabo,
francese, inglese, portoghese, punjabi, rumeno, spagnolo, ucraino, urdu) ed è
ora disponibile online (nella sezione dedicata a Cariparma Welcome sul sito
www.cariparma.it) e in filiale, grazie a quattro diversi folder.
-
Sono inoltre disponibili alla clientela tradotti in arabo, francese, inglese e rumeno:
a) Il “Vademecum per gli stranieri”, contenente le principali informazioni sulla
normativa in vigore che disciplina i documenti e gli aspetti burocratici relativi al
soggiorno in Italia degli stranieri;
b) Le “condizioni generali e speciali” che regolano i servizi di deposito, conto
corrente, bancomat.
-
Con periodicità annuale vengono lanciate delle operazioni a premi per “premiare”
i già clienti Cariparma Welcome che presnetano nuovi clienti.
•
Descrizione target:
-
Traduzione del materiale promozionale, ecc..: quella parte dei cittadini stranieri
che riscontrano delle difficoltà nella comprensione della lingua italiana. Le
barriere linguistiche costituiscono un ostacolo all’inclusione finanziaria.
-
Azione commerciali di “member get member”: tutti i clienti di Cariparma
Welcome. Il passaparola tra i cittadini stranieri è molto forte e costituisce un
efficace veicolo di diffusione delle informazioni.
•
Motivazioni allo sviluppo: abbattimento delle possibili barriere linguistiche;
possibilità di consultare del materiale promozionale; incentivazione al
passaparola attraverso la premiazione sia dei già clienti che dei nuovi.
•
Criticità allo sviluppo: assenza di un call-center multilingua per la gestione delle
346
richieste d’informazioni telefoniche
•
Risultati ottenuti:il tasso d’acquisizione di clientela straniera è in continua crescita
e cresce a un tasso superiore rispetto al mercato potenziale.
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
CREDITO SULLA FIDUCIA:
Soci promotori: Enti locali e/o Fondazioni oltre Cariparma
In Cariparma vi è un ufficio dedicato allo studio/sviluppo di progetti quali “Credito sulla
Fiducia”
FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA:
Soci promotori del progetto: Provincia di Parma, Fondazione Cariparma
LINEA VYP:
•
Caratteristiche dei servizi: i giovani clienti VYP fanno parte di una community, il
VYP Club, che comunica con la banca attraverso il sito dedicato, le newsletter e
gli sms; tale community usufruisce di agevolazioni in diversi ambiti (ad esempio
sconti sull’acquisto di carburante presso gli ERG Point, sull’acquisto di consolle e
giochi per Playstation, ecc…). I partner aiutano la banca nella gestione di tale
community fondamentalmente in tre direzioni:
1. Gestione e aggiornamento del sito dedicato
2. Gestione delle agevolazioni (individuazione e mantenimento dei benefit provider)
3. Comunicazione digitale da e verso il target
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Fornire al target anche un ambito extrabancario da cui trarre dei vantaggi
-
Parlare al target con i mezzi da loro preferiti e più utilizzati
•
Risultati ottenuti: la banca è in grado di raggiungere il 95% dei clienti VYP
attraverso almeno uno degli strumenti digitali (cellulare e posta elettronica)
347
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi:
FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA:
La concessione del mutuo rientra tra le attività ordinarie della Banca.
SISTEMA WELCOME:
Attualmente non è stata creata nessuna banca dedicata (con marchio dedicato) o
finanziaria specializzata.
Altro:
SISTEMA WELCOME: al fine di promuovere il pacchetto di prodotti e servizi dedicati ai
cittadini stranieri, denominato Cariparma Welcome, annualmente viene realizzato un
piano media ad hoc che prevede acquisto di spazi pubblicitari su alcuni media etnici. Il
target è costituito dai cittadini stranieri lettori della stampa etnica; infatti molti di loro a
prescindere dalle barriere linguistiche sono ancora più interessati da un’informazione
focalizzata sugli avvenimenti del proprio paese d’origine che da quella nazionale italiana.
La pubblicità sulla stampa etnica si è dimostrata negli anni una leva efficace di
comunicazione al target “stranieri” e lo dimostrano i risultati che Cariparma ha ottenuto
nel segmento e l’aumento della presenza di istituti bancari come acquirenti di spazi
pubblicitari.
9) Cassa di Risparmio di Volterra Spa
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO: NIENTE
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
L’offerta commerciale si articola in vari prodotti tutti sostenuti per lo più da garanzie
348
consortili, in taluni casi a valere su Fondi Pubblici.
•
Descrizione target: l’offerta attuale è rivolta con prodotti specifici a microimprese,
imprese individuali (particolarmente quelle potenzialmente più svantaggiate in
quanto localizzate nelle aree depresse (Comuni Montani) e – relativamente al
“terzo settore” – ad associazioni di volontariato.
•
Motivazioni allo sviluppo: il rafforzamento del legame col territorio e, riguardo alle
associazioni di volontariato, anche l’opportunità di qualificarsi come canale
privilegiato per veicolare/anticipare i contributi.
•
Criticità allo sviluppo: difficoltà di reperimento di adeguate garanzie.
•
Risultati ottenuti: in generale la richiesta e il collocamento dei prodotti è molto
limitato e localizzato nelle zone particolarmente depresse con particolare
riguardo alle Comunità Montane. Al momento possono essere citati risultati di un
certo interesse (n. 24 operazioni per complessivi euro 240.000 distribuiti in modo
omogeneo negli ultimi 3 anni), solo per il prestito d’onore per lo start-up di
iniziative da parte di giovani imprenditori.
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
Conti correnti: “GIUSTO”, “FLAMINGO”, “IL TUO CONTO”
•
Descrizione target: immigrati, portatori di handicap e invalidi, famiglie a basso
reddito, lavoratori atipici.
•
Motivazioni allo sviluppo: offerta di prodotti di facile gestione, con servizi di base
e strumenti di pagamento inclusi, a costi ridotti e senza limiti temporali.
•
Risultati ottenuti: dati al 31/03/08:
-
“GIUSTO” (famiglie, lavoratori atipici): n. 2200 rapporti aperti in un anno;
-
“FLAMINGO” (immigrati): n. 179 rapporti aperti in 3 anni;
-
“IL TUO CONTO” (portatori di handicap e invalidi): n. 24 rapporti aperti in 4 anni.
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
349
ecc…)
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
Altro
10) Banca/Gruppo: Intesa Sanpaolo
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO – caratteristiche dl servizio offerto:
Al momento non sono state avviate iniziative specifiche di microfinanza nell’ambito del
risparmio. Sono allo studio prodotti legati alla finanza islamica (sukuk) in collaborazione
con Balex, la banca egiziana del Gruppo.
1.b) CREDITO - caratteristiche dl servizio offerto:
Sono disponibili numerose offerte di finanziamenti dedicati a fasce deboli di popolazione ,
caratterizzati da costi contenuti (sia relativi alle spese di gestione sia per quanto riguarda
i tassi di interesse applicati), flessibilità nei pagamenti delle rate, assenza di garanzie.
Mutui flessibili, prestiti per giovani e immigrati, un prestito ponte denominato Bridge,
dedicato agli studenti per pagare le spese universitarie che viene erogato sulla base del
merito nello studio e prevede il rimborso a partire dall’anno successivo al conseguimento
della laurea.
•
Descrizione target: i segmenti di clienti target di queste offerte sono i giovani e i
lavoratori atipici (italiani e stranieri) – “Progetto giovani”, gli studenti universitari –
“Bridge”, gli immigrati con progetti di piccola imprenditorialità – “progetti di
microcredito”, gli anziani – “cessione del quinto della pensione”.
350
•
Motivazioni allo sviluppo: convinti che l’accesso al credito alle fasce sociali più
deboli rappresenti una leva fondamentale di inclusione sociale, la banca si pone
due obiettivi principali:
-
Aiutare i giovani, gli studenti e i lavoratori atipici nella costruzione del proprio
futuro, finanziando i loro progetti;
-
Contribuire all’integrazione sociale delle persone immigrate, ancora poco banca
rizzate e con scarso sostegno sociale e familiare.
•
Risultati ottenuti:
-
Progetto giovani: nel 2007 sono stati concessi complessivamente quasi 17.000
finanziamenti per un importo erogato pari a oltre 300 milioni di euro;
-
Bridge: avviato nel 2003 è stato utilizzato da oltre 2.600 studenti, per un
accordato di quasi 22 milioni di euro;
-
Progetti di microcredito: dall’avvio dei progetti, sono stati concessi 270
finanziamenti per un importo complessivo di circa 2,6 milioni di euro;
-
Cessione del quinto: da ottobre 2007 i finanziamenti sono stati oltre 11.000 per
un importo erogato di quasi 120 milioni di euro.
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO - caratteristiche dl servizio offerto:
Offerta commerciale differenziata, con linee di prodotto caratterizzate da semplicità e
trasparenza, pensate per favorire l’accesso ai servizi bancari anche delle fasce più deboli
e con costi di gestione contenuti o addirittura gratuiti. Ulteriori vantaggi economici per le
operazioni effettuate con carte di pagamento o tramite internet e telefono. Gratuite le
quote annue dei servizi online e delle carte Bancomat collegate ai prodotti di conto.
Offerta dedicata per il trasferimento di fondi all’estero attraverso la rimessa Get-Money to
Family e la carta People Family.
•
Descrizione target: giovani, anziani, immigrati e, in linea generale, clientela di
nuova bancarizzazione o con esigenze bancarie limitate.
•
Motivazioni allo sviluppo: la gamma di prodotti è stata differenziata nelle
caratteristiche e nel pricing per:
-
Rispondere in modo più adeguato alle esigenze e comportamenti dei diversi
segmenti di clientela;
351
-
Assicurare l’accesso ai servizi bancari a tutte le fasce di clientela, per agevolarne
l’inclusione finanziaria.
•
Risultati ottenuti: la banca conta a fine 2007 oltre 420.000 clienti immigrati. Per i
prodotti di conto attualmente in gamma:
-
130.000 conti aperti a giovani under 26 (Zerotondo under 26)
-
150.000 conti aperti a clienti con età superiore a 65 anni (Facile Senior)
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi: Multiethnic Point: presente all’interno delle agenzie
tradizionali – nelle piazze con maggiore popolazione extracomunitaria – dove al
cliente straniero sono offerti i servizi tradizionalmente offerti dalla banca ma con
personale dedicato, per lo più delle etnie maggiormente rappresentate e in grado
di parlare la lingua dei clienti.
•
Descrizione target: clientela extracomunitaria
•
Motivazioni allo sviluppo: facilitare la bancarizzazione della clientela
extracomunitaria e supportarla nelle iniziali difficoltà linguistiche e tecniche
•
Risultati ottenuti: 5 Multiethnic Point attualmente operativi a Torino, Napoli,
Venezia, Padova e Pescara. Allo studio nuove aperture.
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
•
Caratteristiche dei progetti: a novembre 2007 è stata istituita una banca
specializzata, Banca Prossima, interamente dedicata al settore dell’impresa
sociale e del non profit, che ha come obiettivo statutario quello di creare valore
sociale. Banca Prossima vuole assicurare a questo settore il massimo livello di
servizio e una capacità nuova di far crescere le migliori iniziative, spesso
penalizzate non dalla qualità dei progetti, ma dai criteri convenzionali di
valutazione bancaria. Banca Prossima mette a disposizione prodotti e servizi
specifici, costruiti in collaborazione con le organizzazioni del terzo Settore e
applica un innovativo modello di rating dedicato alle caratteristiche dell’impresa
sociale.
•
Descrizione target: un settore caratterizzato da volumi e prospettive di crescita
notevoli, che in Italia conta su 250.000 organizzazioni, un giro d’affari di 46
352
miliardi di euro, una crescita costante del 10% negli ultimi 5 anni, 4 milioni fra
operatori volontari e retribuiti (di cui 2,5 milioni sotto i 40 anni), 2.400.000 donne.
•
Motivazioni allo sviluppo: viene riconosciuto il ruolo del settore non profit per lo
sviluppo equo e coeso della società e si vogliono fornire risposte adeguate alle
necessità e ai bisogni delle imprese del terzo settore:
-
Migliorando ulteriormente la qualità dei servizi loro dedicati e ampliandone la
gamma con prodotti e servizi innovativi;
-
Costituendo o partecipando a enti non profit finalizzati all’utilità sociale e al
servizio delle comunità.
•
Risultati ottenuti: i primi mesi di operatività dell’esercizio 2007 vanno considerati
come una fase tecnica di messa a punto della macchina operativa. I clienti a fine
2007 erano 468, la raccolta da clientela è stata pari a oltre 5 milioni di euro, di cui
oltre 4 di giacenze di conto corrente, e sono stati erogati finanziamenti per 1,3
milioni di euro. Il piano commerciale prevede a fine 2008 oltre 9.000 clienti.
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: tra le iniziative per favorire l’acculturazione
finanziaria:
-
Nel 2007 sono stati organizzati 93 incontri sul territorio dedicati alle novità
introdotte dalla nuova normativa sulla previdenza integrativa, a cui hanno
partecipato oltre 6.000 clienti;
-
È stata fornita tempestivamente informativa sulle novità legate all’introduzione
della MIFID, inviando a tutti i clienti una lettera di spiegazione dettagliata, il testo
del questionario per la definizione del profilo finanziario e una guida completa alla
direttiva;
-
Il servizio studi della banca produce numerose ricerche di dettaglio e di scenario
che vengono messe a disposizione dei clienti sul sito internet della banca.
Semestralmente viene prodotto un documento in due versioni, una dedicata alle
famiglie e una alle piccole e medie imprese, che descrivono le previsioni del
quadro macroeconomico e dei mercati finanziari, per permettere ai clienti di
prendere decisioni in maniera più consapevole.
•
Descrizione target: i clienti retail e le famiglie rappresentano spesso un soggetto
353
debole rispetto alle novità normative e alle tecnicità dei servizi finanziari. La
consulenza prestata dalla banca va anche nella direzione di colmare questa
asimmetria informativa. Per quanto riguarda le imprese la banca svolge anche un
ruolo di consulente e intermediario rispetto a questioni normative e gestionali di
notevole complessità, come i problemi legati all’internazionalizzazione, l’accesso
ai fondi statali e comunitari, lo sviluppo di nove tecnologie.
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa: la banca ha realizzato numerose partnership per
favorire l’accesso al credito dell’impresa sociale:
-
Nel 2007 è continuata l’azione di sviluppo delle attività degli Enti e Organizzazioni
non profit alla cui costituzione ha partecipato la banca (PAN – Progetto Asili Nido,
AL.FA a favore di persone disabili, Fondazione Talenti, Fondazione Lombarda
Antiusura)
-
Sono stati avviati nuovi progetti per la costituzione di network di imprese sociali a
favore di categorie svantaggiate e non (Confidi per imprese sociali, attività
sportive, turismo sociale, commercio equo e solidale) e lo sviluppo di forme di
welfare complementare.
•
Descrizione target: in collaborazione con gli enti coinvolti vengono identificati i
bisogni di particolari segmenti di popolazione (immigrati, anziani, disabili,
cassaintegrati, famiglie) e si sviluppano progetti dedicati, normalmente
sperimentati con una fase pilota a livello locale e successivamente ampliati su
scala nazionale. La compartecipazione della banca nei progetti o negli enti
appositamente costituiti consente di dare un contributo fattivo alla crescita delle
imprese sociali e del terzo settore in generale.
•
Motivazioni allo sviluppo: vengono sviluppate partnership per l’attivazione di
progetti di utilità comune con l’obiettivo di:
-
Sostenere il terzo settore e l’inclusione finanziaria dei soggetti deboli
-
Contribuire allo sviluppo di forme di welfare complementare
•
Risultati ottenuti: dal suo avvio PAN ha aperto 275 asili nido che ospitano quasi
8.000 bambini e danno lavoro a più di 1.800 addetti. Sinora sono stati erogati
quasi 3 milioni di euro di finanziamenti per la fase di start-up e più di 900 mila
354
euro per l’acquisto di arredi. AL.FA ha sviluppato un manuale di qualità che
definisce elevati standard nell’erogazione dei servizi agli ospiti delle strutture
residenziali e ha assunto l’impegno di avviare 100 case famiglia nei prossimi due
anni grazie al sostegno dei finanziamenti di Banca Prossima. Nell’ambito della
Fondazione Talenti sinora sono state valutate 179 iniziative, 19 delle quali hanno
trovato soluzione e 100 sono in via di realizzazione (asili nido, studentati
universitari, servizi per disabili, servizi sportivi, aggregativi e riabilitativi). La
Fondazione ha avviato anche 3 progetti propri (“Talenti per la Casa”- “Una
famiglia dopo la famiglia” e “Progetto Accattonaggio”).
Altro
11) Banca Mediolanum
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO: NIENTE
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
1) Mutuo Freedom con possibilità di modificare importo della rata, durata del mutuo,
tasso nel corso del contratto senza penali
2) Fondo di solidarietà per tutti i primi intestatari di prodotti mutui per consentire il
finanziamento del mutuo in caso di rave invalidità
•
Descrizione target:
1) Target allargato di acquirenti prima casa
2) Tutti i primi intestatari di mutui con età inferiore a 65 anni
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Flessibilità e possibilità di pianificare accuratamente sulla base dei propri bisogni
correnti la rata e la durata del prestito
355
-
Copertura e rassicurazione della famiglia in caso di gravi problemi occorsi al
capofamiglia
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO - caratteristiche del servizio offerto:
1) Conto Academy standard e XL
2) Conto MCU con possibilità di prestito funzionale ai risultati universitari conseguiti
(servizio adottato in fase sperimentale con Università Bocconi a Milano)
Conti correnti per studenti a canoni modesti o nulli, carte di credito e bancomat
multifunzione, principali operazioni su conto correnti gratuite (solo se via internet per i
conti Academy).
•
Descrizione target: studenti universitari
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Facilitazione accesso ai servizi bancari e finanziari di target potenzialmente
interessanti
-
Conoscenza servizi e modello bancario adeguato alle giovani generazioni
•
Risultati ottenuti: il Conto MCU è stato esteso ad altri istituti universitari
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…): NIENTE
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…): NIENTE
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…): NIENTE
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa: in collaborazione con Caritas Ambrosiana, la sua
Fondazione San Bernardino Onlus e il patrocinio di Fondazione Mediolanum BM
intende sperimentare la messa a disposizione di una linea di credito rotativa
inizialmente nell’area di Milano per fronteggiare situazioni di grave indebitamento
e prevenire casi di usura.
356
•
Descrizione target: nuclei familiari con presenza di bambini (anche
monoparentali) con particolare attenzione alle donne con prole
•
Motivazioni allo sviluppo: condizioni di accesso al credito facilitate; attenzione alle
realtà disagiate e potenzialmente vulnerabili a proposte illecite.
•
Criticità allo sviluppo: capillarità delle strutture locali per estendere il progetto su
base nazionale
•
Risultati ottenuti: il progetto è in corso di realizzazione. Sono previste erogazioni
per 200.000 euro in questa prima fase.
Altro
All’interno del Gruppo Mediolanum di cui banca Mediolanum fa parte pera una apposita
organizzazione attiva nel campo sociale – Fondazione Mediolanum – con una specifica
finalità di sostegno e aiuto all’infanzia disagiata. Fondazione Mediolanum in
collaborazione con primarie onlus e enti del terzo settore sostiene e promuove iniziative
in Italia e all’estero a favore dell’infanzia. Il progetto di maggior visibilità è l’iniziativa
Piccolo Fratello che – anche attraverso la generosità della clientela della banca – ha
permesso la realizzazione di grandi progetti in Kenia e ad Haiti, rientrando anche tra i
finalisti del Premio Solidalitas 2008.
12) Monte dei Paschi di Siena – Gruppo bancario
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto:
Oltre ai “tradizionali” libretti di deposito, disponibili per tutti i clienti, per i giovani fino a 14
anni c’è Conto Salvadanaio, un libretto con condizioni economiche particolarmente
vantaggiose (tassi più alti della media, imposta di bollo a carico della banca, ecc…). sono
inoltre offerte polizze di risparmio (ve ne è anche una specifica per gli immigrati) con
formazione del capitale attraverso premi minimi (a partire da 25 euro al mese), la tutela
357
del capitale e rendimento minimo garantito.
•
Descrizione target: giovani, immigrati, famiglie a basso reddito.
•
Motivazioni allo sviluppo: servire target di clienti “non standard”, coniugando
l’interesse commerciale della banca con i bisogni di crescita sociale della gente
(diritto alla casa, allo studio, ecc…). In particolare, per il target immigrati,
l’obiettivo è contribuire alla loro bancarizzazione e alla valorizzazione dei loro
risparmi verso forme di investimento in Italia e nei paesi di origine e alla
costituzione di fondi previdenziali propri o per i familiari.
•
Criticità allo sviluppo: in generale, non si è ancora riscontrata alcuna criticità. Solo
nel caso dei clienti immigrati vi sono problemi linguistici (comuni in tutti i rapporti
bancari, di seguito riportati).
•
Risultati ottenuti: dati non disponibili.
1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto:
“Mutuo On-Off”, finanziamento ipotecario rivolto ai lavoratori atipici per l’acquisto della
prima casa. Consente la sospensione del pagamento in caso di difficoltà temporanea e la
riduzione automatica di spread in caso di passaggio a un contratto di lavoro a tempo
indeterminato.
“PRS Diamogli Credito”, prestito personale agli studenti per le attività di studio.
“Prestisenior”, a fronte dell’iscrizione ipotecaria dell’immobile di proprietà, gli anziani
possono avere un finanziamento o una rendita di 20 anni per affrontare con maggiore
serenità i problemi della terza età e poter aiutare di più i figli e altri casi, con la possibilità
di “riscatto” da parte degli eredi, salvaguardando così il patrimonio familiare (cosa che
non è possibile nel caso della nuda proprietà).
I clienti immigrati beneficiano di condizioni agevolate per l’accesso ai mutui, con riduzione
del 50% delle spese di istruttoria. Inoltre: anticipo 2 mensilità di stipendio, prestiti
personali a condizioni favorevoli, fideiussione sostitutiva della cauzione per l’affitto casa
al tasso dell’1%, ecc…
Partecipazione allo Smoat, fondo rischi promosso dalla Regione Toscana per assistere le
microimprese: sono erogati prestiti fino a 15.000 euro per nuove attività.
•
Descrizione target: lavoratori atipici, studenti, anziani, immigrati, piccole imprese.
•
Motivazioni allo sviluppo: servire target di clienti non standard, coniugando
358
l’interesse commerciale della banca con i bisogni di crescita sociale della gente e
delle piccole imprese (diritto alla casa, allo studio, al lavoro, avviamento
d’impresa, ecc…). in particolare, per il target immigrati, l’obiettivo è contribuire
alla realizzazione dei loro progetti, anche imprenditoriali, per favorirne
l’integrazione sociale e uno stabile insediamento nel Paese.
•
Criticità allo sviluppo: comunicazione dell’offerta.
•
Risultati ottenuti:
-
Mutuo On-Off: circa 50 operazioni in un anno
-
Mutui agli immigrati: circa 24.000 in essere
-
Smoat: una ventina di operazioni finora eseguite
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
Conti correnti:
-
Banca senza Frontiere, per gli immigrati, a condizioni favorevoli nelle spese e nei
servizi collegati
-
Servizio Bancario di base (iniziativa Patti Chiari)
-
Conto “terzo settore”, con canone bloccato per due anni, comprensivo dei costi di
gestione, servizi collegati di base (operatività internet e telefonica, carte
prepagate, fido per anticipi su contributi accertati) e altri a condizioni agevolate
(ad esempio incasso di quote associative e donazioni). È inoltre possibile fare
donazioni in favore degli enti non profit tramite domiciliazione bancaria a costo
zero.
Servizi di pagamento:
-
Spider, carta prepagata con un canone annuo di soli 10 euro, non necessita
l’apertura di un conto corrente, consente di effettuare quasi tutte le operazioni, di
prelevare gratuitamente, pagare le utenze domestiche. Vi si possono inoltre
accreditare bonifici e stipendi e può essere utilizzata a costi molto bassi per i
servizi internet e via telefono.
•
Descrizione target: immigrati, famiglie a basso reddito, giovani, terzo settore.
•
Motivazioni allo sviluppo: opportunità di acquisizione di nuovi clienti
359
•
Criticità allo sviluppo: nessuna criticità.
•
Risultati ottenuti: nel 2007 i clienti immigrati (Area 9 – classificazione ABI) sono
aumentati dell’11%; di questi, oltre l’80% ha un conto corrente. I clienti giovani
(fino a 35 anni) sono aumentati del 3% in un anno.
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…)
•
Caratteristiche dei servizi: definita una gamma di soluzioni per giovani, stranieri,
lavoratori a progetto o a tempo determinato denominata “Fuori Serie”. Obiettivo:
semplificare l’offerta bancaria ai clienti non standard per agevolarne l’accesso e
realizzare un’efficace azione commerciale. In particolare, per il target immigrati
l’azione commerciale è sostenuta anche attraverso accordi e convenzioni con
banche estere corrispondenti (per azzerarle commissioni sulle rimesse e la loro
valorizzazione nei paesi d’origine), relazioni con strutture eroganti servizi agli
immigrati e altri stakeholder/partner (ambasciate, consolati, Ong, ecc…). inoltre, il
materiale informativo è realizzato in numerose lingue straniere.
•
Descrizione target: giovani, stranieri, lavoratori a progetto o a tempo determinato.
•
Motivazioni allo sviluppo: semplificare l’offerta bancaria ai clienti non standard, a
elevato potenziale, per agevolarne l’accesso e realizzare un’efficace azione
commerciale.
•
Criticità allo sviluppo: in generale, non si è finora riscontrata alcune criticità. Solo
nel caso dei clienti immigrati vi sono problemi linguistici, di rappresentanza degli
stakeholder partner, di educazione finanziaria.
•
Risultati ottenuti: vedi punti precedenti.
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
•
Caratteristiche dei progetti: per il microcredito è stata costituita una finanziaria
specializzata (Microcredito di Solidarietà Spa), partecipata al 40% dalla banca, e
per la restante parte del capitale sociale dalle istituzioni pubbliche, religiose e di
volontariato senesi, Microcredito di Solidarietà eroga piccoli crediti in assenza di
garanzie reali. (www.microcreditosolidale.eu)
•
Descrizione target: persone fisiche che hanno difficoltà ad accedere ai canali
ordinari del credito bancario.
360
•
Motivazioni allo sviluppo: condivisione di obiettivi sociali con le istituzioni locali.
•
Criticità allo sviluppo: i soggetti coinvolti nella società sono molteplici, il che rende
talvolta non semplice conciliare i diversi interessi e le relative aspettative.
Necessità di sviluppare una rete d’ascolto ne territorio. Professionalità e
disponibilità delle risorse coinvolte, nella quasi totalità volontari.
•
Risultati ottenuti: la società opera da fine 2006 in provincia di Siena e l’attività è in
corso di ampliamento ad altre Province Toscane. Sono stati finora erogati 120
prestiti per quasi 450.000 euro.
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: partecipazione alle specifiche iniziative Patti Chiari.
Realizzazione diffusione, in collaborazione con le Associazioni dei consumatori
(Consumer Lab), di guide informative su: come leggere l’estratto di conto
corrente, che cosa fare prima di accendere un mutuo, le novità della Mifid, e
altre. Formazione degli addetti di filiale su: bisogni dei consumatori, peculiarità
dei clienti immigrati.
•
Descrizione target: consumatori, addetti di filiale.
•
Motivazioni allo sviluppo:
-
Sviluppare la cultura interna sul fenomeno migratorio e sui bisogni sociali
emergenti dei consumatori
-
Diffondere tra i clienti non standard la conoscenza della specifica offerta
bancaria, per facilitarne la comprensione e l’accesso.
•
Criticità allo sviluppo: nessuna criticità.
•
Risultati ottenuti: realizzate varie guide informative per i consumatori. coinvolti
migliaia di addetti alla filiale in corsi di formazione e incontri con le associazioni
dei consumatori. sviluppato corso online sul target immigrati (1.500 partecipanti
in meno di un anno).
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa: collaborazione continuativa e strutturata con le
361
Associazioni dei consumatori (Consumer Lab) – attività coordinate dal CRM
(http://www.mps.it/Consumer+lab). Obiettivo: migliorare il rapporto banca –
cliente e favorire l’educazione e l’inclusione finanziaria della gente. Accordi con
organizzazioni e istituzioni fra le più rappresentative e attive in tema di
immigrazione – attività coordinata dal commerciale retail. Obiettivo: valorizzare il
circuito risparmio – rimesse – investimenti. Partnership con le istituzioni per
iniziative di microcredito – Microcredito di Solidarietà Spa, Smoat.
•
Descrizione target: consumatori in genere, immigrati.
•
Motivazioni allo sviluppo: maggiore efficacia e credibilità dell’azione commerciale.
•
Criticità allo sviluppo: numerosità dei possibili interlocutori; sviluppo territoriale
delle partnership e del marketing.
•
Risultati ottenuti: sviluppo dell’offerta e dei risultati commerciali (vedi punti
precedenti).
Altro : NIENTE
13) Unicredit – Gruppo bancario
Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese:
Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di
pagamento)
1.a) RISPARMIO: NIENTE
1.b) CREDITO – caratteristiche dei servizi:
1. PRESTITO UNICREDIT AD HONOREM:
Prodotto nato per aiutare gli studenti universitari a far fronte alle proprie esigenze
finanziarie legate agli studi universitari e di specializzazione. L’erogazione del
finanziamento viene effettuata con la concessione di un’apertura di credito in conto
corrente per un periodo variabile a seconda del corso di studi (periodo di fruizione), in cui
362
lo studente non paga alcuna rata. Al termine del periodo di fruizione dell’apertura di
credito, l’ammontare del denaro prelevato e non ancora rimborsato rappresenta, insieme
agli interessi maturati, l’importo che verrà trasformato in prestito personale (l’importo
erogabile massimo è variabile a seconda delle convenzioni. Il limite massimo oggi
previsto è di 45.000 euro). Per il rimborso è previsto un periodo massimo di 17 anni.
•
Descrizione target: il finanziamento viene concesso agli studenti che hanno fatto
richiesta di accesso al prestito entro il periodo stabilito dall’università/scuola di
formazione convenzionata e che, dopo una selezione secondo criteri di merito
stabiliti dall’Ateneo, sono stati ritenuti idonei da parte dell’Ateneo stesso. L’Istituto
convenzionato autorizza l’idoneità ad avere diritto a Unicredit Ad Honorem
rilasciando allo studente una “lettera di presentazione” da portare in agenzia. Il
prestito viene concesso senza garanzie di terzi, accertando esclusivamente
l’assenza di elementi pregiudizievoli relativamente all’onorabilità creditizia
(protesti, insolvenze) e prescindendo dalla valutazione del reddito e del
patrimonio dello studente. Le convenzioni sono state stipulate con i seguenti Enti:
Università degli Studi di Bologna, Università Politecnica delle Marche, Università
degli Studi di Verona, Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza, Johns Hopkins
University, Università degli Studi di Ferrara, Alma Graduate School, Università
degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Trento, Università
degli Studi di Udine, Università degli Studi dell’Insubria, Collegio delle Università
Milanesi, Università degli Studi di Bari, ERSU di Ancona, Telecom Italia Learnign
Services Spa, Atenei Piemontesi (gestiti da COREP).
•
Motivazioni allo sviluppo: aiutare gli studenti universitari a far fronte alle proprie
esigenze finanziarie legate agli studi universitari e di specializzazione.
•
Risultati ottenuti: nel periodo 31 marzo 2006 – 30 settembre 2008 sono stati
erogati 343 prestiti ad honorem (di cui 151 nei primi nove mesi del 2008) per un
ammontare totale erogato di oltre 3,4/M.
2. START UP:
Package completo di servizi finanziari dedicato alle nuove imprese, con tre formule
differenti: “Franchising”, “In proprio” e “In azienda” (con finanziamento garantito da
Confidi).la formula più usata “In proprio” prevedeva: 35.000 euro in 5 giorni senza
garanzie, di cui:
-
10.000 euro di finanziamento per le esigenze di credito a breve termine (cassa,
fatture, portafoglio);
363
-
25.000 euro di leasing target per autovetture o veicoli commerciali;
-
Conto corrente a operatività illimitata.
•
Descrizione target: aziende neo costituite con anzianità massima di 21 mesi
•
Motivazioni allo sviluppo: supporto alle imprese neo costituite al fine di
accompagnarle nel reperimento delle prime risorse finanziarie necessarie a
sviluppare e consolidare la nuova idea imprenditoriale.
•
Criticità allo sviluppo: bassa dotazione patrimoniale degli start up e conseguente
assunzione di un rischio imprenditoriale reale contenuto da parte del richiedente.
Possono riscontrarsi delle difficoltà della banca a valutare la fattibilità e la
sostenibilità economica dei progetti imprenditoriali e sulla base delle scarse
informazioni finanziarie fornite dalle aziende richiedenti i finanziamenti.
•
Risultati ottenuti: importo erogato nel 2007 con il solo prodotto “In Proprio” è pari
a più di 27 milioni di euro, con oltre 2.700 pratiche.
1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto:
1. CONTO LINK ONLUS:
Per le esigenze del settore non profit, il Gruppo ha creato nell’aprile 2006 un conto
corrente dedicato, Lonk Onlus, che include anche i servizi che semplificano il rapporto
con la banca e che aiutano gli operatori a risparmiare sui costi bancari. È il primo conto
corrente espressamente rivolto alle società non profit riconosciute dalla legge o a queste
parificate. Il conto è caratterizzato dall’assenza delle imposte di bollo, rispecchiando in tal
modo la specificità del settore al quale è rivolto.
•
Descrizione target: il conto Link Onlus è riservato alle organizzazioni non
lucrative di utilità sociale iscritte dell’Anagrafe Unica delle Onlus, alle
organizzazioni di volontariato iscritte nei registri istituiti dalle regioni e dalle
province autonome di Trento e Bolzano, alle organizzazioni non governative
riconosciute idonee dal Ministero degli Affari Esteri; alle cooperative sociali
iscritte all’albo regionale e nella “sezione cooperazione sociale” del registro
Prefettizio.
•
Motivazioni allo sviluppo: dare un contributo a una finanza solidale e
responsabile.
•
Risultati ottenuti: a oggi sono stati attivati oltre 1800 Conti Link Onlus. A fine 2007
è stata conclusa una Convenzione con AVIS, che prevede un bacino di possibili
364
clienti rappresentato dalle circa 3.500 sedi locali dell’associazione.
2. CARTA E:
Il Gruppo ha inoltre lanciato un programma di carte di credito etiche, denominate Carta E,
che offre la possibilità di contribuire a iniziative di beneficienza del Gruppo Unicredit
senza alcun onere aggiuntivo a carico del cliente. Il Gruppo si impegna, infatti, a
destinare il 3 per mille di ciascuna operazione di pagamento effettuata con UniCreditCard
Classic Etica ad azioni di solidarietà rivolte a famiglie in difficoltà, senza costi aggiuntivi
per il titolare della carta.
• Descrizione target: senza tetto e famiglie in difficoltà
• Motivazioni allo sviluppo: dare un contributo a una finanza solidale e
responsabile. Le dimensioni della rete Unicredit unitamente al capillare
radicamento territoriale permettono di generare un significativo portafoglio di
carte possedute dai clienti, facendo sì che le comunità locali usufruiscano
concretamente della beneficienza.
• Risultati ottenuti: flusso generato per beneficienza pari a circa 1,6 M annuo, di cui
il 75% devoluto a famiglie in difficoltà (a oggi vengono supportate 100 famiglie a
Roma e 100 a Reggio Emilia). Il restante 25% è destinato a sostenere –
attraverso la Comunità di Sant’Egidio, i senzatetto di Roma. A breve si
espanderà l’iniziativa di beneficienza, anche in considerazione dell’elevato
successo del prodotto Carta E. Nello specifico, il Gruppo è in procinto di:
-
Identificare una lista di comuni/province attraverso le quali estendere l’accordo
sulle madri sole con bambini, in analogia a quanto fatto per i Comuni di Roma e
di Reggio Emilia;
-
Selezionare un altro partner nazionale con brand fortemente riconosciuto da
affiancare alla Comunità di sant’Egidio.
Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata,
specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…): NIENTE
Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata,
ecc…)
•
Caratteristiche dei progetti: Agenzia TU – avviato nel 2006, il progetto consiste
nell’apertura di una rete di agenzia, all’interno di Unicredit Banca, dedicate a
cittadini stranieri e lavoratori con contratti di lavoro atipici. Il progetto ha portato
365
alla creazione di una vera e propria “banca nella banca”, per la quale sono state
sviluppatele seguenti tematiche: sviluppo denominazione e logo ad hoc; layout
innovativo dei punti vendita; definizione nuova gamma prodotti commercializzati
solo nei punti vendita Agenzia Tu. Il personale delle Agenzie è multilingua.
•
Descrizione target:cittadini stranieri e lavoratori (anche non stranieri) con contratti
di lavoro atipici, accomunati dalla difficoltà a relazionarsi e a costituire un
rapporto duraturo con il mondo bancario
•
Motivazioni allo sviluppo: Agenzia Tu ha come fine quello di avvicinare il target di
clientela identificato, con l’obiettivo di offrire prodotti semplici e che tengano conto
delle peculiarità dei clienti.
•
Risultati ottenuti: Agenzia Tu è attualmente operativa a Bologna, Torino, Milano,
Roma, Brescia, Treviso, Verona, Firenze, Genova. Le prime due agenzie
costituite, a Tornio e Milano, hanno superato nel primo anno di attività i 1000
clienti.
Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo,
ecc…)
•
Caratteristiche delle iniziative: Unicredit Banca ha dedicato all’interno del proprio
sito web una sezione apposita ai giovani che, oltre a contenere l’offerta
commerciale di prodotti appositamente pensati per lo specifico target di clientela,
mira a promuovere l’istruzione finanziaria dei giovani fornendo una semplice e
dettagliata informativa sui prodotti e servizi bancari offerti.
•
Motivazioni allo sviluppo: cercare di andare incontro alle prime esigenze dei
giovani in termini di servizi bancari e adoperarsi per promuovere l’istruzione
finanziaria, in modo da responsabilizzarli nella gestione dei risparmi e delle
spese.
Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta,
descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di
realizzazione, ecc…)
•
Caratteristiche dell’iniziativa:
1. Confidi
Unicredit Banca ha sviluppato una solida partnership con Confidi, un consorzio che
garantisce l’esposizione delle aziende affidate e agevola la concessione di prestiti a
366
breve, medio e lungo termine. UniCredit Banca ha dedicato alla partnership con Confidi
la creazione di canali esclusivi, prodotti e strumenti esclusivi. In ogni sede regionale della
banca sono previsti team di specialisti dedicati a Confidi e ai suoi soci. Il loro obiettivo
consiste nell’individuare iniziative e prodotti rivolti a esigenze dei Confidi per il supporto al
territorio.
•
Motivazioni allo sviluppo: costituire un reale supporto allo sviluppo dell’economia
locale con finanziamenti di piccolo e medio taglio erogati a target poco evoluti e
favorendo il mutualismo nel mondo artigiano. La maggior conoscenza delle
aziende locali da parte dei Confidi consente una maggiore finanzi abilità dei
progetti di sviluppo del territorio, rispetto al normale accesso al credito bancario.
Le valutazioni dei Confidi, inoltre, permettono ai soci una drastica riduzione dei
tempi tra richiesta, approvazione e erogazione del prestito ai soci.
2. Partnership con soggetti industriali per incentivare la realizzazione di impianti
fotovoltaici
Unicredit Banca, insieme ad alcuni soggetti industriali di elevato standing , propone una
vantaggiosa offerta “chiavi in mano” consistente nella concessione di un finanziamento a
tassi agevolati per l’acquisto di pannelli fotovoltaici e nell’installazione dei pannelli che
permetteranno al soggetto beneficiario di poter sostenere lo sviluppo di fonti di energia
rinnovabili. Il finanziamento viene erogato al collaudo dell’impianto in unica soluzione,
fino a un massimo di 300.000 euro. È un finanziamento a medio – lungo termine e può
essere sotto forma di :
-
Mutuo chirografario
-
Mutuo ipotecario
•
Descrizione target: piccole imprese, condomini, enti (ospedali, scuole, università,
infrastrutture ricettive, ecc…).
•
Motivazioni allo sviluppo: realizzare un impianto fotovoltaico significa cogliere i
vantaggi dell’energia solare , rispettare l’ambiente e poter usufruire dei contributi
statali.
3. Partnership a supporto di iniziative di solidarietà
Il Gruppo Unicredit supporta numerose iniziative con valenza sociale, diventando non
solo sostenitore economico, ma anche partner degli operatori, mettendo a disposizione le
proprie competenze e le proprie strutture, e sviluppando progetti congiunti. La capillarità
delle agenzie sul territorio è un veicolo efficace di sensibilizzazione e di comunicazione
367
che il Gruppo mette a disposizione per veicolare le iniziative di carattere sociale di cui è
partner. I clienti Unicredit titolari di banca via Internet possono sostenere tali iniziative di
solidarietà attraverso una donazione online senza commissioni. Tra le iniziative di forte
impatto sociale si segnalano le campagne di donazione per AIRC, Associazione Italiana
per la Ricerca sul Cancro, di cui la banca è partner continuativo attraverso un conto
corrente a favore dell’Associazione sostenuto da campagne di comunicazione all’interno
della banca. Altre iniziative di natura locale sostenute attraverso la Rete nel corso del
2007 sono, a puro titolo esemplificativo, l’iniziativa Lilt (Lega Italiana per la Lotta ai
Tumori) a Verona e la Partita del cuore a Napoli (Fondazione Cannavaro – Ferrara e
Thalassemia).
Altro
FONDAZIONE UNIDEA:
Unidea – Unicredit Foundation è stata costituita nel 2003 come Fondazione non profit, da
parte del Gruppo Unicredit, allo scopo di progettare e sostenere iniziative nel campo della
solidarietà, della cooperazione internazionale e dello sviluppo. Il ruolo di Unidea è quello
di esprimere , promuovere e mettere in pratica tali valori attraverso il perseguimento di fini
filantropici, rivolgendosi sia alle comunità di riferimento interne che a quelle esterne al
Gruppo stesso. Unidea è una corporate foundation con personalità giuridica autonoma, il
cui Consiglio di Amministrazione è costituito da personalità scelte in base alla loro
esperienza e autorevolezza nel settore del non profit e della ricerca sociale. A supporto
delle iniziative della Fondazione, il Gruppo ha erogato 32,3 milioni di euro nel periodo
2004 – 2006. La Fondazione interviene nell’ambito del sociale e della cooperazione allo
sviluppo concentrando le proprie attività e le proprie risorse principalmente in cinque
settori:
-
Sviluppo economico e sviluppo locale;
-
Microfinanza;
-
Sanità;
-
Formazione professionale.
Attività svolte in Italia:
In Italia dal 2003 ad oggi sono stati effettuati interventi a favore di associazioni sul
territorio italiano impegnate in interventi a sostegno di soggetti a rischio di esclusione
368
sociale. Sono stati sostenuti 102 progetti per un ammontare complessivo pari a circa
5.000.000 euro. Ambito privilegiato di intervento è stato quello del disagio giovanile, con
particolare attenzione a interventi di prevenzione della dispersione scolastica e/o
inserimento di giovani migranti, mediazione culturale, inserimento professionale, tutela
legale, centri di accoglienza e trattamento della dipendenza da sostanze stupefacenti. La
Fondazione Unidea ha inoltre sostenuto due associazioni con un accompagnamento
continuativo e partecipato:
-
La Fondazione Casa della Carità Angelo Abriani, su due fronti: la gestione delle
emergenze abitative e sociali relative alle comunità Rom del territorio milanese;
l’attività di promozione culturale sui temi del disagio sociale, con particolare
riferimento alle periferie urbane e all’integrazione dei migranti;
-
La Cooperativa S.Martino, nel proprio intervento di prevenzione della dispersione
scolastica nel quartiere Gratosoglio, a Milano.
Unidea accompagna i propri interventi con attività di ricerca e approfondimento sulle
complesse tematiche sociali di cui si occupa e sul terzo settore; a tal fine, sta
concludendo una ricerca sulla produzione del valore sociale e sull’identità del settore non
profit.
369
APPENDICE III – AZIONI SVILUPPATE DAL MONDO
COOPERATIVO268
1) Credito Cooperativo Mediocrati, conto multiservizi “Migrantes”269
Il Credito Cooperativo Mediocrati (CS) lancia l’iniziativa del conto
corrente multiservizi “Migrantes”, destinato agli immigrati con regolare
permesso di soggiorno. Il conto è uno strumento che contiene le seguenti
caratteristiche: da una parte ci sono i tradizionali servizi bancari, come
mutui casa, prestiti personali, finanziamenti per attività imprenditoriali,
bancomat, carta ricaricabile Tasca e dall’altra ci sono servizi specifici
come il trasferimento del denaro verso i Paesi d’origine. Il conto non
prevede spese fisse, ma 60 operazioni gratuite. È rivolto agli immigrati in
provincia di Cosenza e ha l’obiettivo di affiancarli, favorendone
l’integrazione sociale con servizi facili da usare e accessibili a tutti.
2) Bcc di Sesto San Giovanni sostiene l’inserimento abitativo degli
stranieri regolari270
La Bcc di Sesto San Giovanni (MI) insieme alla Fondazione San
Carlo e all’associazione “Una casa per…” ha sostenuto il progetto per
favorire l’inserimento abitativo degli stranieri regolari. L’associazione
interviene selezionando le famiglie di stranieri e ponendosi come garanti
nei confronti dei proprietari circa il rispetto del contratto. Requisiti
indispensabili per i futuri inquilini sono: essere regolari, dimostrare
268
Fonte:Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009.
www.mediocrati.it
270
www.bccsestosangiovanni.it
269
370
affidabilità nel lavoro, essere una vera famiglia. Ai proprietari, invece,
viene richiesta la disponibilità ad affittare a canoni leggermente più bassi
del mercato , in media il 10% in meno. La banca eroga credito a condizioni
agevolate fino a 5.000 euro alla famiglia che firma un contratto di affitto
per coprire i mesi di anticipo richiesti (tre mesi in genere), le spese di
trasloco e gli allacciamenti delle utenze con tassi agevolati e tempi di
restituzione fino a tre anni. La Fondazione San Carlo si pone come
garante nei confronti della banca in caso di morosità. Al proprietario della
casa non si offrono garanzie economiche. Il progetto punta sulle
responsabilità delle parti e mira a evitare condizioni di morosità
dell’inquilino.
3) Federazione Bcc Toscane, finanziamenti per l’imprenditoria giovanile e
femminile
La Federazione Toscana delle Bcc insieme alla Regione ha siglato
un accordo su forme di credito agevolato con un fondo a rotazione di 1
miliardo e 750 milioni di euro. Finanziamenti a tassi vantaggiosi (da 0,80 a
1% di spread da sommare all’Irs o all’Euribor a sei mesi, che si riduce del
10-20% e scende fino allo 0,60% per le imprese giovanili e femminili in
caso di garanzie) che potranno essere chiesti per investire in ricerca e
innovazione, per avviare aziende giovanili e a conduzione femminile, per
chi crea occupazione e lavoro, in agricoltura e per lo sviluppo. Le banche
valuteranno e classificheranno le imprese che potranno accedere ai
finanziamenti in cinque fasce di merito.
371
4) Emil Banca, servizi agevolati per sostenere le cooperative sociali271
Emil Banca (Bo) ha definito un’offerta di prodotti bancari a condizioni
particolarmente agevolate riservati appositamente alle cooperative sociali
che operino nel territorio di competenza di Emil Banca e rispondano a
specifiche caratteristiche. Nel dettaglio: un conto corrente (c.d. “Conto
ONLUS”) a canone contenuto, operazioni illimitate gratuite e nessuna
spesa per produzione e invio estratto conto nonché, in quanto ONLUS,
per i bolli reclamati dallo Stato272. Finanziamenti ai soci finalizzati alla
capitalizzazione della cooperativa: mutuo chirografario fino a 5.000 euro e
della durata massima di 5 anni, tasso variabile BCE + 0,50, nessuna
spesa di istruttoria e di incasso rata (con addebito automatico in conto).
Finanziamenti alle cooperative finalizzati alla capitalizzazione dei consorzi:
mutuo chirografario fino a 20.000 euro e della durata massima di 5 anni,
tasso variabile BCE + 0,50, nessuna spesa di istruttoria e di incasso rata
(con addebito automatico in conto). Le agevolazioni previste dalla Banca
sono riservate esclusivamente alle cooperative sociali di tipo A, B o C
iscritte nell’apposito albo regionale.
5) Bcc friulane: finanziamenti ai precari garantiti dalla Regione273
Con “Equo Fatto” le Banche di Credito Cooperativo (Bcc) del Friuli
Venezia Giulia concedono prestiti agevolati ai lavoratori “atipici” garantiti
dalla Regione attraverso l’apposito fondo di garanzia. L’importo del
finanziamento è di 3 mila euro, elevabile fino a un massimo di 15 mila
euro. Il tasso (TAEG – Tasso Annuo Effettivo Globale) per l’acquisto di
271
www.emilbanca.it
In particolare, il conto prevede: un canone trimestrale di 5 euro, con operazioni illimitate e
gratuite; domiciliazione utenze, carnet assegni, spese produzione e invio estratto conto gratuiti;
home banking dispositivo base gratuito; carta ricarica di 5 euro (Fonte: www.emilbanca.it).
273
www.bccbassafriulana.it
272
372
beni di consumo durevoli e il credito al consumo è pari a (Euribor/Irs) +
0,75%, nel caso dell’anticipo del trattamento di cassa integrazione
guadagni straordinaria è di (Euribor/Irs) + 0,50%. La durata minima è di 24
mesi, quella massima è di 5 anni.
6) Bcc del Chianti: obbligazioni etiche a favore di progetti sociali
Obbligazioni etiche emesse e collocate sul mercato dalla Banca di
Credito Cooperativo del Chianti (FI) Fiorentino per finanziare tre progetti
sociali: la Banca dei cereali in Ciad, il progetto di microcredito destinato
agli abitanti del Quartiere 4 di Firenze e il finanziamento di strumenti
diagnostici destinati alla Confraternita Misericordia Tavernelle e Barberino.
A
scegliere
quale
progetto
finanziare
sono
i
sottoscrittori
delle
obbligazioni, che destinano una parte degli interessi a sostegno
dell’iniziativa.
Obiettivo del progetto della Banca dei cereali in Ciad, che ha
coinvolto oltre alla Bcc anche la Caritas, la Diocesi di Firenze e il Comune
di Tavernelle Val di Pesa, è di costruire un sistema economico in grado di
migliorare le attuali condizioni di arretratezza degli agricoltori. Situazione
che al momento garantisce spazi di manovra a commercianti senza
scrupoli e provoca indebitamento e impoverimento dei contadini. Il denaro
donato, mediante lo strumento delle “obbligazioni etiche”, finanzierà la
costruzione di un fondo di rotazione messo a disposizione delle
cooperative per l’acquisto dei cereali direttamente dai produttori. Accesso
al credito facilitato per gli abitanti del Quartiere 4 di Firenze è l’altra parte
dell’iniziativa. La finalità è di contrastare la povertà urbana della periferia
fiorentina. A questo scopo la Banca del Chianti Fiorentino e il Fondo
Essere (Fondo di aiuto sociale gestito da ventiquattro associazioni che
operano sul territorio) hanno realizzato un progetto di microcredito. A
finanziare il progetto sono le risorse provenienti dalle obbligazioni etiche. I
373
sottoscrittori delle obbligazioni si impegnano a destinare parte degli
interessi a favore di Fondo Essere con il vantaggio di dedurre l’importo
erogato dal loro reddito. La Bcc, in veste di intermediario finanziario e con
la collaborazione del Fondo, concede prestiti di importo compreso tra i
2.500 e i 5.000 euro. Sono previsti anche prestiti fino a 10.000 euro per le
piccole e medie imprese in difficoltà, che operano sul territorio.
L’ultima tranche dell’iniziativa è riservata a finanziare l’acquisto di
nuovi strumenti diagnostici della Confraternita di Misericordia Tavarnelle e
Barberino. La Confraternita opera, da oltre mezzo secolo, nell’ambito
dell’assistenza sanitaria e sociale.
7) Finanziamenti dalla Bcc di Andria per imprese avviate dai giovani
Agevolare l’accesso al credito dei giovani che intendono avviare
nuove attività imprenditoriali. Per questo la Bcc di Andria (BA) e
l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune hanno sottoscritto un
Protocollo d0intesa. Destinatari del progetto sono i giovani, in particolare
nelle fasce di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che intendono “fare
impresa”. Il protocollo fa riferimento a un documento della Regione Puglia,
che prevede interventi in tal senso. Sono previsti, da parte della Bcc,
finanziamenti fino a 20 mila euro, a un tasso che parte dal 6%. Inoltre, il
progetto prevede anche possibilità di leasing e factoring, finanza
straordinaria e agevolata e un supporto consulenziale.
Prossimo passaggio operativo saranno le agevolazioni per l’acquisto
della prima casa, riservato ai giovani, ai lavoratori precari e ai lavoratori
dipendenti con un reddito complessivo inferiore ai 15 mila euro annui.
374
8) Bcc di Cartura: sottoscrizione di obbligazioni etiche e Conto Welcome
per gli immigrati
La Banca di Credito Cooperativo di Cartura con la sottoscrizione di
obbligazioni etico - solidali dà la possibilità ai clienti di scegliere il
“soggetto etico” (parrocchie e associazioni etiche iscritte agli Albi degli Enti
pubblici territoriali di competenza) al quale devolvere un contributo pari
all’1,25% dell’importo investito. L’investimento obbligazionario è stato
pienamente collocato per 3 milioni di euro di obbligazioni etico – solidali. A
favore dei sessanta Enti Solidali individuati dai clienti sono stati devoluti
quasi 40 mila euro. Inoltre, la Bcc propone un conto denominato “Conto
Welcome” per promuovere l’inclusione finanziaria dei cittadini immigrati. Il
conto è a canone mensile fisso, prevede operatività illimitata e servizi
accessori gratuiti oltre alle rimesse dirette nel Paese di origine
dell’immigrato. È stato realizzato materiale informativo in lingua russa e
rumena per facilitarne la comprensione agli stranieri provenienti da tali
Paesi. Inoltre, l’assunzione di un mediatore culturale, di nazionalità
moldava, rappresenta una reale facilitazione rivolta agli immigrati che
sottoscrivono questo conto corrente.274
9) Bcc Alta Padovana: microcredito ed educazione finanziaria per
promuovere l’inclusione
Con il “Microcredito Etico - sociale” la Banca di Credito Cooperativo
dell’Alta Padovana eroga crediti di importo fino a 3 mila euro e della durata
massima di 36 mesi con rate mensili a tasso fisso del 3,5% per tutta la
274
Attualmente, la Bcc di Cartura sta promuovendo il progetto di microcredito “Raggio di Sole”. Si
tratta di un prestito etico di importo fino a 5.000 euro, a tasso zero e senza spese, da restituire in
48 mesi, riconosciuto alle famiglie in temporanea difficoltà economica. Alcuni dei Comuni che
hanno già aderito all’iniziativa sono Candiana, Due Carrare, Pernumia e Monselice (Fonte:
www.bcccartura.it).
375
durata del prestito, con spese di istruttoria paria a zero. L’iniziativa è
rivolta soprattutto a persone in temporanea difficoltà economica per motivi
di salute, per la perdita del lavoro e per le famiglie numerose.
A sostegno dell’educazione finanziaria la banca sostiene corsi di
cultura e inserimento rivolti agli stranieri del territorio e le iniziative legate
all’Università della terza età. Un altro servizio di affiancamento ai soci e ai
clienti della Bcc è quello di assistenza e consulenza per la compilazione
del modello 730 della denuncia dei redditi.
10) Bcc di Monastier e del Sile: promuove tre progetti per l’inclusione
finanziaria
Sono tre i progetti con i quali la Banca di Credito Cooperativo di
Monastier e del Sile lavora all’inclusione finanziaria. Il primo è il
“Certificato di Deposito Etico”: con questo prodotto la Bcc si propone come
intermediario fra le esigenze delle parrocchie e quelle dei risparmiatori. I
fondi raccolti sono destinati al finanziamento delle attività parrocchiali.
L’altra proposta è il “Prestito d’onore per gli studenti universitari”. Si
tratta di un prestito personale di importo massimo di 2.500 euro. Il
rimborso può partire dalla data di fine corso di studi e in ogni caso non
oltre 6 anni dall’inizio della prima erogazione. Previsto un tasso agevolato.
Con il “Conto Ateneo”, infine, la Bcc si rivolge – con un conto
corrente a costo quasi zero al quale sono collegati diversi servizi – ai
giovani studenti delle scuole superiori, delle università, dei corsi post
universitari275.
11) Bcc di Treviglio: iniziative a favore dell’inclusione
275
In particolare, con 1 solo euro al mese “Conto Ateneo” dà la possibilità di avere: 30 operazioni
gratuite al mese; Carta Bancomat gratuita; Telepass esente dalla commissioni bancarie; Internet
banking gratuito; “Carta Tasca”, una carta prepagata esente dalle spese di servizio; sconti sugli
abbonamenti per le riviste Mondadori (Fonte: www.bccmonsile.eu).
376
Sono numerose le tipologie di prestito offerte dalla Banca di Credito
Cooperativo di Treviglio a favore dell’inclusione finanziaria. Per quanto
riguarda i mutui prima casa inseriti nella “Linea Solidale” la Bcc propone
tre differenti iniziative. La prima denominata “Crescere Liberi” che prevede
la devoluzione, da parte dei sottoscrittori del mutuo, di un contributo per
sostenere un progetto Unicef. Il “Mutuo con loro”, rivolto alle famiglie
numerose, o in gravi difficoltà o con componenti portatori di handicap. Il
mutuo “Casa Amica” favorisce i cittadini stranieri residenti in provincia di
Bergamo per l’acquisto della prima casa. È prevista anche la costituzione
di un fondo di solidarietà che garantisca da eventuali insolvenze dei
mutuatari. I mutui sono erogati a tasso agevolato.
Per il sostegno allo studio la Bcc di Treviglio presenta tre diverse
linee di credito: “Prestito studio e computer”, prestito scuola “Costo zero”,
“Prestito Laurea”. Con la prima linea di credito sono finanziati viaggi di
studio e acquisto computer per l’importo massimo di 1.300 euro. L’latro
prestito è destinato all’acquisto di libri, materiale didattico per l’importo
massimo di 1.000 euro. Infine, per la copertura delle spese universitarie
l’importo finanziabile arriva fino a 7.500 euro.
A favore delle famiglie in particolari condizioni di difficoltà la Bcc
eroga prestiti d’onore. Per venire incontro a peculiari esigenze familiari la
Bcc eroga il “Mutuo ad hoc” rivolto a genitori che scelgono di intraprendere
l’esperienza dell’adozione internazionale. Altra linea di credito importante
della Banca di Treviglio è “Presto Credito”. Si tratta di un prestito
personale richiedibile senza particolare documentazione e approvato in 48
ore. L’importo massimo è di 10 mila euro ed è erogato a un tasso fisso
dell’8%. Sulla stessa linea si collocano il “Prestito patente”, rivolto a coloro
che devono prendere la patente di guida. Il “Prestito Asilo Nido” è un
prestito d’onore per sostenere le rette dell’asilo. L’importo massimo
finanziabile è di 10 mila euro, che arriva fino a 20 mila in caso di più di un
figlio. La durata varia da 19 a 60 mesi.
Per le famiglie in temporanea condizione di difficoltà la Bcc di
Treviglio prevede tre diverse tipologie di prestito: il prestito “Temporanea
377
difficoltà”, il mutuo “Cambio Lavoro” e il finanziamento “Calamità”. Il primo
è rivolto ai lavoratori dipendenti di aziende in crisi. Il prestito è concesso
nel corso del periodo che intercorre tra l’attivazione delle procedure di
cassa integrazione o di mobilità e l’erogazione delle stesse. Si tratta di un
fido in conto corrente a un tasso e a condizioni agevolate di importo pari al
75% del TFR maturato dal lavoratore. Il secondo tipo di mutuo è rivolto ai
giovani fino a 25 anni di età per consentire ai disoccupati di trovare un
nuovo inserimento lavorativo o di riqualificazione. L’importo massimo
finanziabile è di 5 mila euro e il rimborso è previsto entro 36 mesi.
Altro fido in conto corrente rivolto a imprese e privati è quello
destinato a coloro che hanno dovuto affrontare spese provocate da danni
per calamità naturali.
Inoltre, la Banca di Credito Cooperativo ha sottoscritto una
convenzione con la Fondazione San Bernardino Onlus per prevenire il
fenomeno dell’usura. Nel 2007, nell’ambito di questa convenzione, sono
stati erogati 5 prestiti per un importo complessivo di oltre 86 mila euro. In
questo stesso ambito la Bcc ha aderito all’accordo quadro promosso
dall’ABI e dal Ministero dell’Interno per prevenire il fenomeno dell’usura e
per sostenere le vittime del racket.
La Bcc di Treviglio con “Imprenditoria Femminile” e il plafond
“Giovani Impresa” offre delle agevolazioni creditizie alle donne e ai giovani
imprenditori. Infine, rivolto agli immigrati è il “Bonifico Friendly” che
consente il trasferimento di fondi anche senza domiciliazione bancaria del
beneficiario.
12) Bcc Ravvenate e Imolese: “Sportello di Solidarietà”276
La Banca di Credito Cooperativo Ravennate e Imolese promuove
l’iniziativa denominata “Sportello di Solidarietà” per favorire lo sviluppo
276
www.inbanca.bcc.it
378
della solidarietà economica attraverso strumenti quali: mutui di solidarietà,
risparmio etico e contributi di solidarietà. Il progetto è, infatti, rivolto ai
soggetti in difficoltà e ai margini del sistema produttivo e quindi a rischio di
usura. Altri destinatari sono Enti e Associazioni di volontariato attive nel
sociale. Il mutuo viene erogato per un importo massimo di 10 mila euro, la
durata massima è di 60 mesi e il tasso corrisponde all’80% del tasso
imposto dalla Banca Centrale Europea (BCE) al momento dell’erogazione.
A ottobre 2008 il tasso era del 3,40%. Il Risparmio Etico consente di
sottoscrivere dei Certificati di deposito a tasso fisso. La tipologia è la
seguente: durata 12-24 mesi, importo minimo pari a 500 euro, il tasso da
corrispondere ai risparmiatori era pari, al momento dell’indagine ABI, al
2% lordo. I risultati raggiunti nel 2007 sono: 44 interventi per un totale di
390 mila euro, 18 mutui di solidarietà per un totale di 88 mila euro.
13) Microcredito
Le 11 Bcc e Casse Rurali della provincia di Vicenza hanno siglato
una convenzione con l’Associazione Diakonia, braccio operativo della
Caritas Vicentina, per un progetto di microcredito etico – sociale. Il
progetto prevede che le Bcc forniscano sia il servizio di sportello per i
beneficiari dei finanziamenti, sia un’iniziale copertura finanziaria per la
concessione dei prestiti. I prestiti saranno concessi in virtù di un Fondo
Rotativo di Garanzia che si alimenterà con donazioni, possibili da parte di
privati e istituzioni. Il valore iniziale del Fondo è di circa 130 mila euro
messi a disposizione dalla Caritas diocesana (30 mila euro), dalle Bcc
della provincia (100 mila euro), dal comune di Santorso (2 mila euro) e da
un privato. Peculiarità del progetto è la presenza di un tutor che
accompagna con il consenso dell’interessato il percorso di coloro che per
natura hanno difficoltà nella gestione del budget economico.
379
La Bcc di Fano (PU), insieme alla Fondazione “7 Novembre” e la
Caritas, ha siglato una convenzione per la costituzione di un fondo di
garanzia per l’avvio dell’operazione “Microcredito” destinata alle persone
che si trovano in difficoltà finanziaria. Tale iniziativa consente di ottenere
un prestito fino a 5.000 euro da restituire in 5 anni con rate mensili di poco
meno di 100 euro. Le condizioni sono estremamente favorevoli e per
usufruirne è necessario che il richiedente sia residente nel Comune di
Fano da almeno tre anni.
La Bcc di Creta Piacentino (PC), in accordo con la Caritas, ha
avviato nel 2007 la sperimentazione del microcredito per le famiglie
disagiate. L’iniziativa ha riguardato anche i prestiti d’onore. In particolare, i
finanziamenti (di piccolo importo) vengono rimborsati attraverso rate
distribuite in un arco di tempo dilatato, per venire incontro alle famiglie. Il
Comune si fa carico degli interessi. Nel 2007 allo sportello del Comune di
Piacenza sono pervenute 72 domande di prestiti d’onore e 49 sono stati i
prestiti concretamente elargiti. Il nucleo famigliare viene aiutato per importi
oscillanti da 500 euro a 5.200 euro (per famiglie numerose) e il denaro
anticipato servirà per una serie di spese, che vanno dall’anticipo per la
caparra della prima casa a quelle delle spese di allacciamento delle
utenze, alle spese mediche.
14) Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, progetto microcredito per immigrati
Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, Atas Onlus, Comune di Trento e
Fondazione Cariplo collaborano in un progetto di microcredito per
immigrati. È stato aperto un fondo con capitale iniziale di 76 mila euro, per
superare le difficoltà dei cittadini stranieri ad accedere al credito bancario
allo scopo di avviare un progetto imprenditoriale. A tal fine è previsto un
credito tra i 1.500 e i 5.000 euro mentre per la nascita e lo sviluppo di
cooperative i finanziamenti potranno raggiungere anche i 10 mila euro. Il
380
tutto a un tasso fisso agevolato del 5,5%, rimborsabile in 60 mesi. Tra gli
obiettivi del fondo c’è anche quello di sostenere la formazione degli
immigrati che, privi di un lavoro, volessero aumentare la loro competenza
professionale. Il contributo in questo caso oscilla tra un minimo di 500 e un
massimo di 1.500 euro. Il comune contribuisce con 10 mila euro al fondo.
L’Atas provvede all’istruttoria delle domande di mutuo.
15) Accesso al credito per donne e atipici con credito Cooperativo
Bolognese ed Emil Banca
Microcredito rivolto a donne e a lavoratori atipici con validi progetti
d’impresa. L’iniziativa, sostenuta da un fondo di garanzia per 100 mila
euro, è stata istituita dalla Provincia di Bologna. A erogare finanziamenti
da 5 mila a 30 mila euro sono stati Emil Banca (BO) e il Credito
Cooperativo Bolognese (BO). I crediti sono stati assegnati in base a un
bando di ammissione. In particolare, l’iniziativa ha coinvolto lavoratrici con
contratti atipici e nuove microimprese a prevalente partecipazione
femminile composte da non più di tre dipendenti. Beneficiari del progetto
sono anche gli uomini o le imprese non considerate a prevalente
partecipazione femminile. Negli anni del decollo le imprese saranno
affiancate anche per la consulenza tecnica e non solo per facilitare
l’accesso al credito.
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