UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA FACOLTÀ DI ECONOMIA CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA E MANAGEMENT DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI TESI DI LAUREA SPECIALISTICA IN ECONOMIA DELLE AZIENDE DI CREDITO “MICROCREDITO E INCLUSIONE FINANZIARIA IN ITALIA” RELATORE Chiar.mo Prof. Francesca Querci CANDIDATO Valentina Parente Anno Accademico 2008/2009 1 INDICE Introduzione ...................................................................................... pag.1 Capitolo 1. L’idea del microcredito: la Grameen Bank .................. pag.6 1.1 Cos’è il microcredito: definizione e tassonomia ......................... pag.6 1.2.Il modello della Grameen Bank…………….……………………pag.13 1.2.1 Nascita e evoluzione della Grameen Bank ....................... pag.13 1.2.2 Caratteristiche del Grameencredit .................................... pag.21 1.2.3 Situazione economico-finanziaria e offerta della Grameen Bank …. ............................................................................................... pag.27 1.2.4 Il network di Grameen Bank ............................................. pag.32 Capitolo 2. I meccanismi-chiave del microcredito ....................... pag.37 2.1 Il ruolo del prestito di gruppo e la Grameen II .......................... pag.37 2.2 Altri meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali personali pag.44 2.3 Meccanismo di determinazione dei tassi di interesse .............. pag.50 2.4 Il ruolo delle donne .................................................................. pag.57 2.5 Tassi di sofferenza e fattori produttivi nascosti ....................... pag. 62 Capitolo 3. Il microcredito nel mondo ........................................... pag.66 3.1 Esportabilità del modello Grameen e nuove frontiere del microcredito ……………………………………………………………………………pag.66 3.2 Aspetti generali del microcredito in Africa, Asia e negli Stati Uniti……. ……………………………………………………………………………pag.78 3.2.1 Africa ................................................................................. pag.78 3.2.2 Asia ................................................................................... pag.80 3.2.3 Stati Uniti ........................................................................... pag.83 3.3 Focus sull’America Latina ........................................................ pag.85 2 3.3.1 Accion International ........................................................... pag.88 3.3.2 BancoSol ........................................................................... pag.94 3.4 Il microcredito in Europa ........................................................ pag.100 3.4.1 Caso di studio: il movimento di credito cooperativo in Romania... ………………………………………………………………………..pag.103 Capitolo 4. Caratteristiche del microcredito in Italia ................. pag.106 4.1 Lo scenario nazionale ........................................................... pag. 106 4.2 Caratteristiche del credito in Italia .......................................... pag.110 4.3 L’esclusione finanziaria.......................................................... pag.114 4.4 Analisi dei dati sul microcredito in Italia ................................. pag.123 4.5 I fondi di garanzia per il microcredito ..................................... pag.134 4.6 Gli enti promotori dei programmi di microcredito: le MAG ..... pag.138 4.6.1 La Mag 6 Reggio Emilia e il caso della Comunità di Base “Le Piagge” di Firenze .................................................................... pag.140 4.7 Il Prestito d’onore nazionale .................................................. pag.144 4.8 Il Comitato nazionale permanente per il microcredito ............ pag.146 4.9 Progetti e iniziative di microcredito in Italia ............................ pag.149 4.9.1 “Prestito sull’onore – Microcredito per le famiglie del Comune di Bologna” ................................................................................... pag.150 4.9.2 “Credito Solidale” ............................................................. pag.152 4.9.3 “DonGioPmi – Sistema Integrato di Microcredito e Servizi alle imprese” ................................................................................... pag.153 4.9.4 “Linea di credito nuova impresa” della Provincia di Lucca”pag.155 4.9.5 Progetto “Diamogli Credito” ............................................. pag.155 4.9.6 Progetto di microcredito agli immigrati stranieri ............... pag.157 4.9.7 Microcredito della Caritas Diocesana di Orvieto – Todi .. pag.158 4.9.8 Progetto “PerMicro- Percorsi di Microcredito”.................. pag.159 3 4.9.9 Progetto “Prestito d’onore della Regione Sardegna” ....... pag.160 4.9.10 “Il Prestito d’Onore” della Provincia di Trento ................ pag.161 4.9.11 Prestito fiduciario a studenti universitari di Urbino ........ pag.162 4.9.12 Prestito fiduciario a studenti universitari di Camerino .... pag.164 4.9.13 Fondo strumentale per il microcredito del Confidi Roma Gafiart ………………………………………………………………………..pag.165 Capitolo 5. Banche e microcredito .............................................. pag.166 5.1 I limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito ........ pag.166 5.2 Il microcredito nell’operatività bancaria .................................. pag.169 5.3 Il caso “Banca Popolare Etica” .............................................. pag.184 5.4 Progetti di inclusione finanziaria: il Servizio Bancario di Base pag.192 5.5 L’inclusione finanziaria degli immigrati................................... pag.197 5.5.1 Evoluzione del livello di bancarizzazione dei migranti in Italia…….. ………………………………………………………………………..pag.198 5.5.2 Caratteristiche del rapporto tra banca e immigrati in Italia. ………. ………………………………………………………………………. pag.203 Conclusioni ................................................................................... pag.218 Appendice I – Schede dei programmi di microcredito .............. pag.223 Appendice II – Risultati dell’indagine empirica (Questionario ABI).Le iniziative di inclusione finanziaria sviluppate dalle banche ...... pag.308 Appendice III – Azioni sviluppate dal mondo cooperativo ........ pag.363 INDICE DEI GRAFICI Grafico 1.1 Ripartizione dell’”Outstanding loan” di Grameen Bank (Agosto 2009) ................................................................................................ pag.32 4 Grafico 4.1 Stadi evolutivi dell’inclusione creditizia ......................... pag.118 Grafico 4.2 Programmi di microcredito in Italia .............................. pag.126 Grafico 4.3 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (dati in milioni di euro)............................................................................................ pag.127 Grafico 4.4 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (in numero) ….. .................................................................................................. pag.128 Grafico 4.5 Esigenze dei percipienti dei programmi di microcredito pag.129 Grafico 4.6 Enti promotori dei programmi di microcredito ............... pag.130 Grafico 4.7 Proprietà dei fondi ........................................................ pag.131 Grafico 5.1 Incidenza della microfinanza a fine 2006...................... pag.171 Grafico 5.2 Servizi di microfinanza offerti dalle banche…….……….pag.172 Grafico 5.3 Diffusione della microfinanza per segmenti di business ............ …………………………………………………………………………….pag.173 Grafico 5.4 Diffusione della microfinanza come sostegno alle piccole imprese ........................................................................................... pag.176 Grafico 5.5 Distribuzione geografica dei prodotti/servizi di microfinanza offerti ............................................................................................... pag.178 Grafico 5.6 Sistemi di garanzia utilizzati dalle banche nell’ambito delle attività di microfinanza .................................................................... pag.179 Grafico 5.7 Distribuzione dei prodotti del Servizio Bancario di base per classe di prezzo mensile (gennaio 2008) ....................................... pag.195 Grafico 5.8 Fattori determinanti nel rapporto con le banche (molto). Percentuale sui rispondenti ............................................................ pag.207 Grafico 5.9 Principali canali di accesso al credito .......................... pag.208 Grafico 5.10 Motivazioni sottostanti al ricorso al finanziamento (percentuale sul totale finanziamenti in corso) ............................... pag.210 Grafico 5.11 Cause di mancato accesso al credito (percentuali su coloro che non hanno sottoscritto prodotti di finanziamento) ..................... pag.211 5 Grafico 5.12 Fattori che cambieranno nei prossimi 5 anni nel rapporto banca – immigrato (molto)……………………………………………pag.217 INDICE DELLE TABELLE Tabella 2.1 Tassi nominali e reali per alcune delle principali istituzioni di microfinanza (2004) ......................................................................... pag.50 Tabella 3.1 Aggiornamento dati al 2007 di “Microcredit Summit Campaign”.. ………………………………………………………………………………pag.67 Tabella 3.2 Situazione al 31/12/2006 di “Microcredit Summit Campaign” pag.68 Tabella 3.3 Situazione al 31/12/2006 per area geografica ............... pag.69 Tabella 3.4 La concentrazione dell’industria del microcredito (dati 2006)pag.71 Tabella 3.5 Caratteristiche di alcune delle principali istituzioni di microcredito moderno ..................................................................... pag.72 Tabella 3.6 Numero di clienti di alcune delle istituzioni di microfinanza maggiori in Asia nel 2002 .................................................................. pag.81 Tabella 3.7 Dati statistici di Accion al 30 aprile 2009……………….pag.91 Tabella 3.8 Evoluzione delle CAR in Romania .............................. pag.104 Tabella 4.1 Conto economico delle risorse e degli impieghi. Dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. Valori concatenati (milioni di euro – anno di riferimento 2000). II° t rimestre 2009........ pag.106 Tabella 4.2 Struttura dei debiti familiari (valori percentuali) ........... pag.111 Tabella 4.3 Famiglie indebitate (valori percentuali) ......................... pag.112 Tabella 4.4 Principali caratteristiche del credito nelle regioni italiane (dati 2007) .............................................................................................. pag.120 Tabella 4.5 Ipotesi di calcolo del livello di inclusione creditizia nelle regioni italiane ............................................................................................ pag.122 6 Tabella 4.6 Dimensione dei prestiti (dati al 31/12/2007)……………pag.132 Tabella 4.7 Tipologia di garanzie offerte…………………………...…pag.133 Tabella 5.1 Motivazioni sottostanti all’apertura di un conto corrente in Italia per nazionalità (percentuali sul totale rispondenti – risposte multiple)……… …………………………………………………………………………….pag.171 Tabella 5.2 Disponibilità ad aprire un conto corrente entro l’anno…..pag.216 INDICE DELLE FIGURE Figura 2.1 Rappresentazione schematica della connessione tra il “Basic loan” e il “Flexible loan” (Grameen II) ............................................... pag.41 Figura 5.1 Gli attori coinvolti nel progetto di Banca Etica ............... pag.188 7 INTRODUZIONE “(…)Quando oggi qualcuno mi chiede come mi sono venute tutte quelle idee innovative… io rispondo che abbiamo guardato come fanno le altre banche e abbiamo fatto il contrario.(…)". (da Muhammad Yunus, “Il banchiere dei poveri”) Il microcredito è uno strumento finanziario dalle potenzialità estremamente significative che consiste nell’erogazione di prestiti di piccole dimensioni (”micro”, appunto) a individui che vengono generalmente classificati dal sistema bancario come “non bancabili”, ovvero non solvibili, in quanto non in possesso delle tradizionali garanzie patrimoniali che vengono normalmente richieste a fronte dell’erogazione di un prestito. Tali individui quindi, essendo esclusi dal mercato del credito, sarebbero in un certo senso condannati a restare nella propria condizione di indigenza, non avendo a disposizione mezzi e quindi opportunità che consentano loro un tentativo di miglioramento economico e dunque sociale. Generalmente si è soliti identificare la nascita del microcredito con l’esperienza della Grameen Bank, nata negli anni ’70 in Bangladesh da un’idea del professor Muhammad Yunus, il quale ha ricevuto proprio per tale progetto il Premio Nobel per la Pace nel 2006. Ma sebbene le prime esperienze di microcredito siano sorte nei paesi poveri, ad oggi tale strumento viene sempre più applicato anche nel tessuto economico dei paesi più ricchi, e in particolare del Nord America e dell’Europa Occidentale, con le varianti del caso. In tale trattazione quindi ci si è posti l’obiettivo di analizzare come lo strumento del microcredito, e più in generale della microfinanza, venga 8 utilizzato in Italia, e si è tentato quindi di effettuare (tramite l’ausilio di fonti ufficiali) una mappatura il più possibile aggiornata sulle caratteristiche e la dimensione del fenomeno nel nostro paese, con la consapevolezza dell’impossibilità di avere dati esatti in quanto il microcredito risulta attualmente in fase di piena espansione. Si è poi focalizzata l’attenzione sul ruolo che le banche ricoprono nel meccanismo di erogazione dei microprestiti, e a tale proposito è risultato opportuno individuare le peculiarità di tutti gli strumenti di inclusione finanziaria offerti da parte della banche italiane, che hanno come obiettivo comune la bancarizzazione dei soggetti normalmente esclusi dal sistema bancario stesso. In particolare, nel primo capitolo si è prima brevemente cercato di dare una definizione il più possibile dettagliata di microcredito nonché una tassonomia del fenomeno stesso, sottolineando come, in realtà, varie forme di finanza socialmente orientata e con caratteri di mutualismo e solidarietà siano sempre esistiti in quasi tutte le epoche storiche, con caratteristiche ovviamente differenti da caso a caso. Quindi, si è focalizzata l’attenzione sulla Grameen Bank, la quale costituisce, comunque, il modello di riferimento per tutte le altre esperienze di microcredito attuali. Nello specifico, sono state descritte le tappe che hanno portato alla nascita della banca stessa, nonché le caratteristiche del suo meccanismo di funzionamento, che hanno subito alcuni cambiamenti dalla nascita della banca ad oggi. Si sono quindi illustrati i vari prodotti offerti dalla Grameen Bank, che attualmente non riguardano esclusivamente la sfera creditizia in quanto, nel corso degli anni, la banca ha ampliato la propria attività dando vita ad un network di compagnie che operano in molti altri settori (quali l’educazione, la salute, l’energia, ecc…), accomunate dal fine ultimo della Grameen stessa, ovvero l’eliminazione della povertà. Nel secondo capitolo, quindi, vengono illustrati i meccanismi - chiave di funzionamento del microcredito, che a prima vista possono apparire in contrasto con la tradizionale teoria e pratica economica applicata dalle 9 banche nell’erogazione dei prestiti, ma che, come viene appunto illustrato nel dettaglio, poggiano su solide basi economiche e, in particolare, su convincimenti di carattere sociale. Nello specifico, sono analizzati i meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali, sulle quali poggia l’intero sistema del microcredito, e in particolare il ruolo del prestito di gruppo (meccanismi che, comunque, vengono applicati fondamentalmente nei paesi poveri e in via di sviluppo e non all’interno delle economie più sviluppate in quanto lo stesso tessuto sociale di tali paesi non lo consentirebbe). L’attenzione si è poi soffermata sul meccanismo di formazione dei tassi di interesse (che, soprattutto nel contesto internazionale, sembrerebbero talvolta essere fin troppo elevati, se non addirittura al limite dell’usura) e sul ruolo delle donne, le quali risultano ad oggi le principali destinatarie dei progetti di microcredito nel mondo. Nel terzo capitolo, poi, si dà un quadro generale del fenomeno del microcredito nel mondo, prima di carattere quantitativo circa le dimensioni dello stesso, e poi, più nel dettaglio, di carattere qualitativo, individuando per ciascun continente le peculiarità che lo strumento del microcredito assume. Nello specifico, si è scelto di soffermare l’attenzione sull’America Latina, la quale risulta essere ad oggi (assieme all’Asia) il continente in cui il microcredito registra la crescita più consistente, e si sono analizzate le esperienze di due dei più grandi operatori di microcredito del continente, ovvero BancoSol e Accion International. Il capitolo termina con un’analisi delle peculiarità e delle tappe evolutive del microcredito in Europa, le quali nelle loro linee generali combaciano con quelle italiane, al fine proprio di introdurre e focalizzare l’attenzione sull’Italia a partire dal capitolo successivo. Il quarto capitolo, quindi, può essere considerato il fulcro della trattazione. Innanzitutto si è cercato di fornire un quadro generale circa le caratteristiche attuali dello scenario economico del paese, il quale, come risulta da più dati provenienti da molteplici fonti, sta attraversando una fase negativa. In particolare, l’attenzione si è soffermata sulle caratteristiche e le dimensioni del credito in Italia e, quindi, sui dati relativi 10 all’inclusione creditizia della popolazione. Si è quindi effettuata un’analisi sui dati e le caratteristiche del microcredito nel Paese, analizzando nello specifico i seguenti aspetti (relativi agli anni dal 2004 al 2007): il numero dei programmi attivi, l’andamento dei prestiti (sia in termini di valore complessivo dei prestiti concessi che di numerosità degli stessi), le esigenze dei destinatari dei programmi di microcredito, le tipologie degli enti promotori (Fondazioni bancarie, banche, confidi, Università, Enti locali, Fondazioni non bancarie, associazioni, diocesi e Mag), le proprietà dei fondi (istituti di credito, fondi privati, fondi pubblici), la dimensione dei prestiti e, infine, la tipologia di garanzie offerte. Nello specifico, si è illustrato il meccanismo di funzionamento dei fondi di garanzia per il microcredito, i quali costituiscono ad oggi il principale strumento suppletivo alle garanzie patrimoniali personali in Italia, mentre per quanto concerne gli enti promotori dei programmi di microcredito l’attenzione si è soffermata sulle Mag (ovvero le Mutue di Autogestione), le quali rappresentano una peculiarità del sistema italiano. Infine, per completare il quadro dello scenario nazionale, è stato illustrato lo strumento del “Prestito d’onore nazionale” e le caratteristiche di funzionamento del “Comitato nazionale permanente per il microcredito”. Completa il capitolo una descrizione dettagliata dei 13 nuovi programmi di microcredito attivati in Italia nel 2007, al fine di fornire una prima idea circa le caratteristiche empiriche dei programmi italiani (l’elenco dettagliato di tutti i programmi attivi alla fine del 2007 è riportato nell’Appendice I). Il quinto capitolo, infine, focalizza l’attenzione sul ruolo delle banche nei programmi di microcredito e, più in generale, sugli strumenti di inclusione finanziaria messi a punto dalle banche stesse. Ciò che viene messo in evidenza, innanzitutto, sono i limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito, che generano come primo effetto tassi di interessi molto elevati. Proprio a causa di detti limiti, si può osservare come vi sia un ruolo sempre crescente delle banche nell’erogazione di microprestiti, sia come promotrici di programmi di microcredito che come proprietarie dei fondi erogati. Ai fini dell’analisi del 11 microcredito nell’operatività bancaria si fa riferimento a un’indagine condotta dall’ABI nel corso del 2008 sull’inclusione finanziaria in Italia, il cui obiettivo era proprio quello di comprendere meglio quale è la situazione dell’offerta bancaria. Tale indagine, in particolare, ha analizzato i seguenti aspetti: l’incidenza della microfinanza sull’operatività bancaria a fine 2006, la tipologia dei servizi di microfinanza offerti dalle banche (risparmio, credito, conti corrente e servizi di pagamento), la diffusione della microfinanza per segmenti di business (sia per quanto riguarda i servizi di risparmio, di credito e nonchè i conti corrente e i servizi di pagamento), i target di clientela a cui le banche rivolgono la propria offerta di servizi di microfinanza (giovani, lavoratori con contratto di lavoro non permanente, studenti universitari, piccola imprenditoria, imprese individuali in aree depresse, ecc…), i sistemi di garanzia utilizzati dalle banche nell’ambito delle attività di microfinanza e, infine, le pratiche di commercializzazione dei prodotti/servizi stessi. 12 CAPITOLO 1 – L’IDEA DEL MICROCREDITO : LA GRAMEEN BANK 1.1 Cos’è il microcredito: definizione e tassonomia Con il termine “microcredito” si intende la concessione di crediti di piccole entità a soggetti con basso reddito e/o che si trovano in una condizione di disagio sociale. Il microcredito è quindi uno strumento di sviluppo economico che consente l’accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione, generalmente definite come “non bancabili” in quanto non in possesso delle sufficienti garanzie patrimoniali normalmente richieste dalla banca come collaterale per il prestito1. L’idea del microcredito nasce appunto proprio dalla constatazione che il credito costituisce una leva fondamentale dello sviluppo economico e, non di meno, di quello umano e sociale. La funzione redistributiva del credito è uno dei fattori chiave del successo di una società libera e democratica (Messina, 2009). Come sosteneva John Stuart Mill (1848): “Molti che non possiedono, o quasi, capitali, ma che hanno per gli affari capacità note e apprezzate da qualche possessore di credito, possono ottenere o prestiti in denaro, o più spesso merci a credito, e in questo modo le loro capacità industriali sono utilizzate a favore dell’aumento della pubblica ricchezza: e questo beneficio sarà goduto su più larga scala quando, grazie a buone leggi e a una buona educazione, la collettività abbia compiuto un tale progresso in fatto di onestà, che il carattere personale possa essere accettato come garanzia sufficiente non soltanto contro l’appropriazione disonesta, ma contro il mettere disonestamente a repentaglio ciò che appartiene agli altri”. 1 La definizione di microcredito adottata in occasione del “Microcredit Summit” (2-4 Febbraio 1997) è la seguente: “Programmes extend small loans to very poor people for self-employment projects that generate income, allowing them to care for themselves and their families”. 13 Il termine credito, etimologicamente, fa riferimento al tema della fiducia tra operatori economici. I fattori in gioco alla data di richiesta del prestito sono normalmente almeno tre (Messina, 2009): La storia personale di chi necessita di credito; La ricchezza e il reddito che egli detiene; Le reti sociali in cui è inserito. Si tratta di tre determinanti (affidabilità, garanzie, co-garanzie) del rapporto di fiducia che si può instaurare tra chi ha liquidità e chi ne necessita per la realizzazione dei propri progetti. Partendo da esse, è intuitivo definire le categorie sociali più tipicamente a rischio di esclusione dal circuito del credito: i giovani (assenza di storia); le donne (meno reddito); gli immigrati (poca storia, poca ricchezza e poche reti); le iniziative imprenditoriali in fase di avvio (poco reddito e nessuna storia), ecc…Ed è proprio a queste categorie sociali che è rivolta l’offerta di microcredito. Solitamente si fa coincidere la nascita del microcredito con la fondazione (1983), ad opera di Muhammad Yunus2, della Grameen Bank (letteralmente, “Banca Rurale”). Tale esperienza costituisce sicuramente un punto di riferimento e di svolta nell’universo del microcredito, ma se si analizzano più accuratamente altre esperienze precedenti si può osservare come in realtà vari meccanismi di finanza socialmente orientata con caratteristiche di mutualismo e solidarietà siano sempre esistiti sotto le più diverse forme in quasi tutti i periodi della storia dell’uomo. In ogni epoca però la specificità del contesto socioeconomico ha necessariamente connotato tali iniziative in maniera diversa, dando loro quel carattere di originalità che consente di rispondere con successo ai bisogni del momento. A questo proposito può essere utile far riferimento e adattare parzialmente una tassonomia delle varie forme di microcredito sviluppata 2 Muhammad Yunus ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2006. 14 da Yunus stesso. Tale tassonomia ci consente di identificare cinque diverse forme di microcredito3. La prima viene definita “microcredito tradizionale informale” e ci ricorda appunto come il microcredito non nasca con la Grameen Bank. In questa categoria possiamo ricomprendere il credito dei prestatori di denaro di villaggio (c.d. “local moneylenders”), i Monti dei Pegni, i prestiti di amici e familiari e il prestito al consumo in mercati informali. In altri termini, il prestare piccole somme a individui indigenti non è una novità introdotta di recente, e non è necessariamente detto che esso identifichi sempre pratiche che promuovano la dignità e la crescita dei destinatari, così come invece si propone il modello di microcredito sviluppato da Yunus. Il sistema dei prestatori di villaggio esiste da tempi remoti e da parecchi anni gli studi di economia dello sviluppo hanno evidenziato in più occasioni pregi e difetti di questo sistema. Tra i pregi vi è senz’altro la riduzione o addirittura l’eliminazione della distanza informativa tra prestatore e prestatario (colui che riceve il prestito). Il prestatore di villaggio infatti conosce i propri clienti, non ha di solito problemi nel valutare la loro affidabilità e nel monitorare i loro comportamenti durante il prestito. La prossimità e la riduzione del gap informativo tra prestatore e cliente richiede tempo ed è costosa. Per questo motivo il mercato del credito informale è estremamente segmentato e spesso il prestatore locale (local moneylender) dispone di una condizione di monopolio e vanta un potere contrattuale di gran lunga superiore a quello dei potenziali destinatari dei prestiti, potere che per lo più si traduce in tassi di interesse molto esosi. Altra peculiarità del prestatore di villaggio è quella di avere spesso più di una relazione economica con i propri clienti. Infatti la figura del local moneylender può coincidere con quella del trasportatore locale che acquista la merce dal cliente e la porta sul mercato di sbocco, del proprietario di un’abitazione che il cliente affitta o del datore di lavoro del 3 Fonti: Becchetti L. (2008), Il microcredito; www.grameen-info.org. 15 cliente-bracciante. Questo doppio potere contrattuale del prestatore locale rispetto al suo potenziale cliente ne incrementa la capacità di far fronte ai rischi della sua attività di credito informale. In altri termini, se il cliente non riesce a ripagare il prestito, il moneylender potrebbe rivalersi sull’altra attività economica da cui sono legati. Pertanto è evidente come queste forme di compensazione alternative consentano al prestatore di erogare somme di denaro anche in assenza di specifiche garanzie patrimoniali del cliente. Ed è altrettanto chiaro che tale meccanismo non promuove l’emancipazione del destinatario dei prestiti, che rischia di pagare interessi molto elevati e di precipitare in condizioni di semischiavitù in caso di mancata restituzione del prestito. In questi sistemi di credito informali di villaggio quindi, come già anticipato, non è strettamente necessario il collaterale (ovvero la garanzia patrimoniale) e addirittura, quando esiste, può comportare conseguenze pericolose per il benessere del debitore. Infatti in alcuni casi il local moneylender, a differenza della banca tradizionale, proprio per la sua prossimità al cliente e per avere posto in essere con esso altri tipi di relazione, può avere interesse più al valore del collaterale che alla restituzione del prestito (ad esempio se il collaterale è un terreno confinante con i suoi possedimenti). Questo tipo di microcredito quindi, che spesso rappresenta l’unica possibilità di finanziamento per il debitore, più che strumento di promozione delle pari opportunità diventa un meccanismo economico che esaspera disuguaglianze di reddito o di ricchezza nelle economie di villaggio (Becchetti, 2008). Un altro limite di tale modello è inoltre costituito dal fatto che spesso il prestatore locale ha interesse a non perdere il proprio ristretto circolo di clientela del villaggio. Sarà quindi più incline a finanziare prestiti al consumo o al capitale circolante (anticipo per acquisti di sementi, anticipi per incassi, ecc…) piuttosto che a finanziare avvii di microimprese, le quali potrebbero emancipare il debitore e allontanarlo dalla dipendenza con il prestatore locale. Si può quindi concludere che il modello del prestatore di 16 denaro del villaggio difficilmente costituisce un volano di inclusione e di sviluppo locale e sociale (obiettivo invece, apertamente dichiarato, della Grameen Bank, come si vedrà in seguito). Per quanto concerne poi invece i Monti dei pegni, facenti anch’essi parte della categoria del microcredito tradizionale informale, si può osservare innanzitutto che essi hanno una lunghissima tradizione nella storia del nostro Paese. Anche i Monti dei pegni, pur erogando prestiti di piccole dimensioni, hanno caratteristiche diverse dal microcredito moderno (oggetto della presente trattazione), innanzitutto per il loro orientamento prevalente verso i prestiti al consumo, necessari a fronteggiare crisi di liquidità. Inoltre, la caratteristica fondamentale che dà il nome a questa forma di finanziamento è determinata dal fatto che il debitore ha una garanzia patrimoniale personale, da mettere a “pegno” per le somme ricevute, il cui valore di mercato viene stimato dal prestatore. Molto spesso la garanzia ha un valore “nozionale” superiore a quello effettivo, ovvero un valore affettivo per il debitore di gran lunga superiore al valore di mercato. Mettere a pegno un bene affettivamente prezioso crea quindi l’incentivo alla restituzione del prestito, ma ha il difetto di non cautelare adeguatamente la banca se il debitore fallisce. La seconda categoria di microcredito fa riferimento ad alcuni “prestiti di gruppo del mercato informale del credito”, i quali hanno una lunga storia e tradizione nei paesi del Sud del mondo (tontine, rosca4, ecc…). In particolare, le tontine rappresentano il corrispondente delle assicurazioni sulla vita nel mercato del credito informale. Esse sono fondi creati volontariamente da un gruppo di partecipanti i quali ricevono da essi un rendimento e che prevedono, alla morte di uno degli iscritti, che le sue risorse vadano ad accrescere i rendimenti dei rimanenti. Le Rosca, invece, sono associazioni volontarie di risparmiatori che istituiscono tra loro particolari forme di credito rotativo per finanziare il credito al consumo. Nelle Rosca tutti i partecipanti versano periodicamente una somma 4 Il termine “rosca” è l’acronimo di “Rotating Savings and Credit Associations”(Fonte: “The Virtual Library on Microcredit and Microfinance”, www.gdrc.org). 17 prefissata per formare il fondo rotativo e a turno, a determinati intervalli di tempo, uno di loro essi viene sorteggiato e ottiene un prestito al consumo finanziato dalle risorse del fondo. La persona sorteggiata non può riottenere il prestito fino a quando tutti i partecipanti del gruppo non lo abbiano ricevuto. Ciò che distingue queste forme di credito informale dal microcredito moderno sono la finalità assicurativa (tontine) e l’orientamento al prestito al consumo (Rosca). Una terza tipologia di microcredito ricomprende i prestiti di piccola dimensione erogati da banche tradizionali, specializzate e non, in alcuni settori specifici di investimento (credito all’agricoltura, all’allevamento, alla pesca, ecc…). La quarta categoria include tutte quelle istituzioni creditizie (credito cooperativo, banche popolari, casse di risparmio) ampiamente diffuse in Italia e in molti altri paesi, e che da un certo punto di vista rappresentavano, prima dell’ingresso in scena del microcredito moderno, l’avanguardia in termini di attenzione alla clientela medio - piccola e alle ricadute sociali sul territorio della propria attività creditizia. La peculiarità di tali forme di credito consiste nella particolare struttura proprietaria delle banche (forma cooperativa contrapposta alla forma della società per azioni), che implica una gestione particolare degli utili di impresa, i quali non vengono distribuiti ai soci, bensì sono accumulati in genere sotto forma di riserva unitaria. Tale modello di forma societaria ha importanti riflessi sulla governance della banca: la caratteristica fondamentale è quella del voto capitario, in base al quale un socio può avere non più di un voto e un peso elettorale che non è dunque proporzionale al capitale versato. Il voto capitario slega il potere di voto dal potere finanziario (e dal peso della sua quota di capitale sociale) dell’azionista della banca, ma comporta anche il rischio di autoreferenzialità maggiore del management, riducendo la capacità degli azionisti soci di coalizzarsi e di creare maggioranze per un cambiamento del governo dell’impresa. 18 Altra caratteristica di tale modello societario è la commistione tra il ruolo di socio e quello di depositante, che attenua parzialmente il tipico conflitto di interesse tra queste due categorie di stakeholders (il socio ha interesse al mantenimento di valore o alla rivalutazione della sua quota di capitale sociale, il depositante è interessato alla sicurezza e al rendimento dei depositi). In analogia al microcredito moderno, crediti cooperativi e banche popolari sono in genere banche con forte vocazione locale e dunque relativamente specializzate nel finanziamento di progetti di piccola e media impresa. I prestiti erogati hanno però caratteristiche tradizionali e prevedono il classico sistema della garanzia patrimoniale personale. L’attività di queste banche non è inoltre limitata alla clientela di piccolemedie dimensioni. Infine, la quinta categoria di microcredito è costituita dal c.d. “microcredito moderno”, espressione che indica, in senso lato, piccoli prestiti, finalizzati prevalentemente all’investimento piuttosto che al consumo, rivolti a individui o microimprese, prevalentemente privi di garanzie patrimoniali e verso i quali quindi le istituzioni di microcredito si cautelano con forme di garanzia alternative (Becchetti, 2008). All’interno di tale definizione possiamo distinguere: a) Il modello della Grameen Bank (c.d. Grameencredit) b) Il microcredito al consumo c) Forme di microcredito fondate sulle partnership tra banche e organizzazioni non governative (Ong) che prevedono o meno l’utilizzo della garanzia personale Con riferimento al soggetto che eroga il prestito, esistono tre forme prevalenti: Ong, banca vera e propria o Ong che lavora per conto o in stretta relazione con una banca di riferimento (che spesso eroga formalmente il credito e garantisce quella cornice giuridica che consente all’Ong “non banca” di poter svolgere l’attività di microcredito). 19 Nei capitoli successivi verranno analizzati e approfonditi alcuni meccanismi – chiave del microcredito moderno, quali le forme di garanzia alternative (in particolare il prestito di gruppo), i meccanismi di determinazione dei tassi di interesse, ecc.... Ma prima è necessario illustrare il percorso di sviluppo e le caratteristiche di funzionamento del modello Grameen, che costituisce, all’interno della famiglia del microcredito moderno, la forma con i connotati maggiormente definiti. 1.2 Il modello della Grameen Bank 1.2.1 Nascita e evoluzione della Grameen Bank L’idea della Grameen Bank nasce nel 1974, anno in cui il Bangladesh è afflitto da una devastante carestia che provoca decine di migliaia di morti. Il professor Muhammad Yunus, capo del Dipartimento di Economia Rurale dell’Università di Chittagong, decide di recarsi personalmente nel vicino villaggio di Jobra per osservare e comprendere le condizioni di vita dei poveri del villaggio. La realtà in cui si imbatte è sconvolgente: i poveri si trovano in una condizione di semischiavitù data dal fatto che ottengono piccoli crediti da prestatori locali sufficienti solo per poter acquistare le materie prime necessarie per il proprio lavoro, il cui prodotto finito viene però venduto al prestatore stesso ad un prezzo che supera solo di qualche centesimo l’ammontare del credito iniziale, con un guadagno che è quindi finalizzato esclusivamente alla sopravvivenza del lavoratore stesso: “ “Come si chiama?” “Sofia Begum.” “Quanti anni ha?” “Ventuno.” 20 Non prendevo nota delle risposte perché questo l’avrebbe spaventata; al ritorno avrei chiesto di farlo ai miei studenti. “è suo il bambù che usa per lavorare?” “Si.” “Dove lo prende?” “Lo compro.” “E quanto lo paga?” “Cinque taka5.”Cinque taka equivalevano a 22 centesimi di dollaro. “Impiega soldi suoi per pagare?” “No, me li faccio dare dal paikar.” “Dal rivenditore? E quali sono i vostri accordi?” “Io gli rivendo gli sgabelli alla fine della giornata, così ripago il debito e quello che rimane è il mio profitto.” “A quanto rivende gli sgabelli?” “Cinque taka e cinque paisa.” La donna confermò con un cenno del capo. Il guadagno di una giornata ammontava in tutto a due centesimi. “E non potrebbe farsi prestare il denaro e comprare per conto suo il materiale?” “Sì, ma quelli che lo prestano vogliono molti interessi. E quando ci si intriga con quelli, si diventa solo più poveri.” “Quanto vogliono in generale?” “Dipende. Certe volte il 10 per cento a settimana; ma io ho un vicino che paga addirittura il 10 per cento al giorno!” “Insomma, quello che ricava da questi bellissimi sgabelli sono in tutto 5 paisa?” “Si.” “ (Brano tratto da Il banchiere dei poveri, di Muhammad Yunus, 1999) 5 Il “taka” è la valuta del Bangladesh dal 1972. Attualmente (agosto 2009) un taka equivale a 0.0101 Euro e a 0.0145 Dollari USA. 21 Yunus si propone quindi di rompere questo circolo vizioso e si convince del fatto che, se i poveri avessero potuto disporre di un credito iniziale tale da consentirgli di vendere sul libero mercato i propri prodotti, avrebbero potuto ottenere un margine di guadagno decisamente più alto e, soprattutto, si sarebbero potuti liberare dalla condizione di semischiavitù nei confronti dei prestatori locali. In tale contesto, Yunus affronta anche una critica al sistema degli aiuti internazionali; egli osserva infatti come dal 1972 al 1999 siano affluiti in Bangladesh circa trenta miliardi di dollari di aiuti stranieri. Ma se si guarda alla situazione di vita nei villaggi, essa appare immutata se non addirittura peggiorata. La critica di Yunus a tale sistema si focalizza su due aspetti: in primis, sulla dispersione dei fondi (Yunus osserva come circa i tre quarti dell’ammontare complessivo degli aiuti stranieri siano spesi nel paese donatore, ovvero ritiene che le donazioni siano divenute quasi più un mezzo per il paese ricco di dar lavoro ai propri abitanti e vendere i propri prodotti che uno strumento di aiuto per le economie sottosviluppate; il restante quarto finirebbe invece poi per arricchire una piccola èlite di consulenti, burocrati, imprenditori del paese destinatario, senza che ciò apporti alcun beneficio per l’economia del paese stesso); in secondo luogo, la critica si è focalizzata sulla destinazione di tali fondi che, a detta di Yunus, apporterebbero maggiori vantaggi se fossero consegnati direttamente alle famiglie più povere, piuttosto che venire investiti in infrastrutture (quali strade, ponti) che si presume andranno ad aiutare i poveri “a lunga scadenza”, e che nella maggior parte dei casi non vengono neppure portate a termine. Yunus si propone dunque di “eliminare direttamente la povertà”. Nel 1976, quindi, vara un programma di ricerca volto a esaminare la possibilità di creare un sistema di concessione del credito in grado di fornire servizi bancari ai poveri delle campagne. Il “Progetto Grameen” venne messo in atto con i seguenti obiettivi: offrire servizi bancari agli uomini e alle donne povere; eliminare lo sfruttamento dei poveri messo in atto ad opera dei prestatori locali; creare 22 opportunità di auto-impiego per la vasta moltitudine di disoccupati del Bangladesh rurale; portare gli “svantaggiati”, in particolare le donne delle famiglie più povere, entro le braccia di un’organizzazione che essi stessi possano comprendere e gestire; ribaltare il vecchio circolo vizioso “basso guadagno, basso risparmio, basso investimento” nel circolo virtuoso “basso guadagno, concessione di credito, investimento, più guadagno, più investimento, più guadagno”. Tale programma mostrò la sua forza e la sua validità inizialmente a Jobra e in alcuni villaggi circostanti durante il periodo 1976-1979. Tra gli obiettivi del progetto merita un’attenzione particolare quello che fa riferimento alle opportunità di auto – impiego, ovvero di lavoro indipendente. Questa, insieme alla altre analizzate successivamente, rappresenta una delle peculiarità più significative del Progetto Grameen. Come Yunus osserva infatti, il lavoro dipendente (o salariato), oltre a presentare alcuni inconvenienti (la costruzione di fabbriche ad esempio porta danni ecologici, e inoltre i profitti delle aziende straniere non restano nel paese che li ospita, ma vengono riconvogliati verso la casa madre e i proprietari di capitale), non è sufficiente a risolvere la piaga della disoccupazione. Il lavoro indipendente invece non presenta nessuno di questi inconvenienti e inoltre, a detta di Yunus, restituisce alla persona una più ampia possibilità di incidere sul proprio destino.6Yunus pone quindi l’attenzione sul lavoro indipendente (e affronta le critiche di quanti accusano al microcredito di mantenere il lavoro indipendente in una dimensione ridotta che non favorisce le economie di scala), mosso dalla 6 In particolare, secondo Yunus, in confronto al lavoro salariato il lavoro indipendente presenta i seguenti vantaggi: 1) Gli orari sono flessibili e possono essere adattati alle esigenze familiari; 2) Il lavoro indipendente conviene particolarmente a chi possiede qualità pratiche invece che un sapere specialistico o libresco (ciò significa che i poveri e gli analfabeti possono sfruttare i loro punti di forza anziché subire lo svantaggio delle loro debolezze); 3) Può trasformare un hobby in un impiego remunerativo; 4) Permette di lavorare a chi non riesce ad adattarsi ai rapporti gerarchici; 5) Offre la possibilità di sfuggire alla dipendenza dagli aiuti sociali; 6) Può aiutare coloro che, pur avendo un lavoro, continuano a essere poveri; 7) Può offrire a un lavoratore licenziato il sostegno morale necessario per non cadere nella depressione e nell’isolamento; 8) Permette di guadagnarsi da vivere a chi non trova lavoro a causa della discriminazione razziale; 9) Creare un posto di lavoro indipendente costa mediamente alla comunità dieci, venti, cento volte meno di quanto costerebbe un impiego salariato; 10) Permette a un povero isolato di riacquistare progressivamente fiducia in se stesso. 23 convinzione che per sradicare la povertà sia necessario adottare misure più incisive e globali di quelle necessarie per la semplice creazione di posti di lavoro (“Non è il lavoro che salva i poveri, ma il capitale legato al lavoro”, Yunus, 1999). Il meccanismo di funzionamento ideato per la concessione del credito era il seguente: a ogni persona che faceva domanda di prestito veniva richiesto di costituire un gruppo (di cinque membri), che non comprendesse altri membri della famiglia, e i cui componenti fossero affini per aspirazioni e condizione economica e sociale. Il prestito, tuttavia, era individuale, e ognuno ne rispondeva ufficialmente in prima persona. Si preferiva che i gruppi fossero costituiti autonomamente perché il fatto di essersi aggregati spontaneamente avrebbe creato tra i membri legami più forti di solidarietà. Una volta costituito il gruppo tutti i potenziali clienti dovevano sottoporsi a un’istruzione approfondita sul meccanismo di funzionamento del Progetto Grameen, al termine della quale era previsto un esame orale. Veniva poi costituito un fondo di riserva per aiutare i clienti in caso di emergenza: il 5 per cento dell’ammontare di ogni prestito veniva automaticamente versato sul c.d. “Fondo di gruppo”. I membri del gruppo dovevano inoltre versarvi due taka a settimana. Inizialmente, dunque, la Grameen Bank applica quello che viene definito come il meccanismo del “prestito di gruppo con responsabilità congiunta”7. Per quanto concerne il meccanismo di rimborso, esso era così articolato: - Prestito con scadenza a un anno - Tratte settimanali di identico importo - Inizio dei pagamenti dopo una settimana dalla concessione del prestito - 7 Tasso di interesse del 20 per cento I cui pregi e difetti verranno analizzati più accuratamente nel capitolo 2. 24 - Quota di rimborso8: 2 per cento a settimana per 50 settimane - Quota di interesse: 2 taka a settimana per un prestito di 1000 taka Altra novità, di portata dirompente sia dal punto di vista economico che, soprattutto, culturale, era costituita dal fatto che i destinatari dei prestiti erano non più gli uomini bensì le donne. In Bangladesh, prima della nascita della Grameen Bank, le donne rappresentavano meno dell’1 per cento dei destinatari di prestiti da parte delle banche9. Yunus si propose quindi inizialmente di far sì che, nell’ambito del suo progetto sperimentale, le donne fossero incluse almeno nella misura del 50 per cento. Tale obiettivo non venne fissato solo sulla base della volontà di bilanciare una discriminazione di genere, ma anche, dopo i primi risultati empirici, sulla base di una ragione legata allo sviluppo. Come mostrarono le prime esperienze, infatti, il credito gestito dalle donne portava cambiamenti più rapidi rispetto a quando lo stesso veniva gestito dagli uomini: per le donne infatti il prestito rappresentava un’occasione (spesso l’unica) per uscire dalla propria condizione di indigenza, e pertanto esse tendevano a lottare con più forza per portarla a buon fine e farla fruttare in maniera positiva. Tale innovazione trovò inizialmente molti ostacoli, soprattutto di carattere religioso e culturale, ma fu piano pian accettata e sempre più apprezzata da molti. Con l’appoggio della Banca Centrale del Paese e il supporto delle banche commerciali nazionali, il Progetto Grameen fu esteso al distretto del Tangail (situato a nord di Dhaka, la capitale del Bangladesh) nel 1979. A seguito del successo ottenuto, non senza difficoltà, in tale regione, il Progetto fu successivamente esteso a molte altre regioni del Paese. Il 2 ottobre del 1983 la Grameen diventa banca indipendente. 8 Yunus osservò che le banche tradizionali e le cooperative di credito chiedevano sempre il rimborso in un’unica tratta. Ma l’obbligo di effettuare un unico versamento alla fine del periodo di credito fa sì (secondo Yunus) che il debitore sia psicologicamente restio a separarsi da una somma di una certa entità. Egli perciò decise di risolvere tale problema facendo in modo che le quote di rimborso fossero così basse che il cliente “non si sarebbe neanche accorto di pagarle”(Yunus). 9 Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri. 25 Il percorso successivo è stato sicuramente di crescita (attualmente Grameen Bank ha 7.900.000 clienti, il 97% dei quali sono donne, ed è diffusa in più di 84000 villaggi10) anche se non sono mancati momenti di crisi, come quella successiva all’alluvione del 1988 che portò allo “sciopero dei clienti” (Becchetti, 2008) e alla faticosa genesi di un nuovo modello di Grameen (c.d. Grameen II, in vigore dal 2002), non più basato sul meccanismo del prestito di gruppo con responsabilità congiunta, bensì su prestiti individuali (anche se permangono i gruppi)11. Occorre poi sottolineare come il successo della Grameen dipenda anche dalla rigida disciplina impartita dalla banca e da quella sorta di formazione coatta condensata nelle “16 raccomandazioni”, le quali, per poter essere comprese appieno, devono comunque essere contestualizzate nella situazione culturale dell’epoca e del luogo. Esse rappresentano una “carta d’intenti” della Grameen, con la quale la banca si integra attivamente nella realtà d’intervento, proponendo ai suoi membri uno scopo e uno stile di vita. Le “16 raccomandazioni” sono le seguenti12: 1) Rispetteremo e applicheremo i quattro principi della Banca Grameen: disciplina, unità, coraggio e impegno costante in tutti gli ambiti della nostra esistenza. 2) Porteremo la prosperità nelle nostre famiglie. 3) Non vivremo in case diroccate. Ripareremo le nostre case e cercheremo quanto prima di costruirne di nuove. 4) Coltiveremo ortaggi tutto l’anno. Molti ne mangeremo, e venderemo quello che ci resta. 5) Durante il periodo della semina, semineremo quanti più germogli sarà possibile. 6) Faremo in modo di non avere troppi figli. Limiteremo le nostre spese. Ci cureremo della nostra salute. 10 Fonte: www.grameen-info.org Tale nuovo meccanismo è illustrato più nel dettaglio nel capitolo 2. 12 Fonte: www.grameen-info.org 11 26 7) Educheremo i nostri figli, e lavoreremo per aver modo di provvedere alla loro istruzione. 8) Sorveglieremo la pulizia dei nostri figli e dell’ambiente in cui viviamo. 9) Costruiremo e useremo le fosse biologiche. 10) Berremo l’acqua dei pozzi profondi. Se non ne avremo la bolliremo o la disinfetteremo con l’allume. 11) Non chiederemo una dote per il matrimonio di nostro figlio, né pagheremo una dote per il matrimonio di nostra figlia. Faremo sì che i nostri centri non siano afflitti da questa calamità. Rifiuteremo la pratica del matrimonio tra bambini. 12) Non commetteremo ingiustizie e ci opporremo a che altri le commettano. 13) Investiremo collettivamente al fine di aumentare i nostri redditi. 14) Saremo sempre pronti ad aiutarci reciprocamente. Se qualcuno è in difficoltà ci mobiliteremo in suo aiuto. 15) Se apprendiamo che in un centro si contravviene alla disciplina, interverremo personalmente per ristabilirla. 16) Introdurremo l’esercizio fisico in tutti i nostri centri. Parteciperemo collettivamente agli incontri organizzati. Le 16 raccomandazioni rivolte ai clienti danno uno spaccato fedele del programma “pedagogico” di Yunus. La lettura delle raccomandazioni rivela come tutta una serie di accorgimenti utili ad aumentare benessere socioeconomico e sviluppo a partire dal contesto locale (norme sanitarie, sollecitazioni alla partecipazione, stimolo delle virtù sociali) siano stati tradotti in semplici regole, alcune delle quali possono apparire piuttosto paternalistiche o autoritarie. Si può osservare quindi come il successo dell’iniziativa di Yunus dipenda fondamentalmente dalla congiunzione positiva di due fattori (Becchetti, 2008): la capacità carismatica di un singolo, dotato sia di 27 visione che di competenze operative, e la contemporanea abbondante domanda per un’iniziativa del genere presente in Bangladesh in quegli anni. Per “domanda” si fa riferimento alla presenza di ampie masse di diseredati, resi tali dal contesto generale di povertà del paese, ma dotati di potenzialità individuali (motivazioni e attitudine al lavoro, capitale sociale).13 La mancanza del primo o del secondo fattore ha di fatto reso impossibile una diffusione analoga del microcredito in contesti diversi e in periodi precedenti. Attualmente la Grameen Bank è posseduta dai poveri delle campagne per i quali essa stessa lavora: i clienti/creditori della banca possiedono il 95 per cento delle sue azioni, mentre il restante 5 per cento è posseduto dal Governo14. 1.2.2 Caratteristiche del Grameencredit Come già accennato in precedenza, il Grameencredit è basato sulla convinzione che i poveri abbiano capacità e competenze che rimangono inutilizzate o, comunque, sottoutilizzate. Non è quindi la mancanza di capacità che rende tali i poveri. L’idea alla base del modello Grameen è che la povertà non sia creata dai poveri stessi, ma dalle istituzioni e dalle politiche che li circondano. Al fine di eliminare la povertà, dunque, è necessario apportare cambiamenti appropriati nelle politiche e nelle istituzioni, eventualmente ideandone di nuove. In particolare, Yunus ritiene che la carità non sia perciò una risposta alla povertà, anzi, aiuterebbe solo la povertà a permanere in quanto crea dipendenza e spazza via l’iniziativa individuale di uscita dalla povertà stessa. Ciò non significa che si debba ignorare il dovere morale di aiutare, o l’istinto di soccorrere i bisognosi, ma 13 Yunus stesso afferma “I poveri non erano tali per stupidità o per pigrizia; anzi, lavoravano tutto il giorno svolgendo mansioni fisiche complesse. Erano poveri perché le strutture finanziarie del nostro paese non erano disposte ad aiutarli ad allargare la loro base economica. Non era un problema di persone, ma di strutture”(Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999). 14 Fonte: www.grameen-info.org 28 che l’aiuto debba assumere una forma diversa: dal punto di vista del destinatario, infatti, la carità può avere effetti devastanti, in quanto chi raccoglie denaro mendicando non è motivato a migliorarsi. Sulla base di queste convinzioni, e con lo scopo ultimo di eliminare la povertà, il modello di microcredito introdotto dalla Grameen Bank possiede le seguenti peculiarità: Un target di clientela rappresentato prevalentemente, o quasi esclusivamente, da donne povere che ricevono prestiti all’investimento e non al consumo; L’assenza di qualunque tipo di garanzie collaterali e di strumenti giuridico – legali dello stesso tipo; L’intervallo piuttosto breve dei periodi di pagamento; L’obbligo da parte del debitore di formare un gruppo con altri clienti della banca, ma l’assenza di una forma di responsabilità congiunta (obbligo di ripagare le somme non restituite da altri membri insolventi) tra i componenti del gruppo; L’offerta di servizi avviene sulla base del principio che non sono i poveri a dover andare dalla banca, ma è la banca che deve recarsi dai poveri15; Forme di deposito forzoso che accompagnano la concessione del prestito da parte dei clienti; Decentramento di parte delle attività di monitoraggio dei prestiti a organizzazioni no profit, alcune delle quali formate dai debitori stessi. La caratteristica fondamentale quindi del c.d. Grameencredit è l’assenza di garanzie collaterali e di strumenti- giuridico legali dello stesso tipo: il modello di microcredito della Grameen Bank è basato sulla fiducia, ovvero le garanzie tradizionali sono state sostituite da patti fiduciari 15 Yunus ritiene infatti che :”Per un povero – e per giunta analfabeta – un ufficio è un luogo minaccioso, terrificante. È un modo ulteriore per interporre una distanza. Quindi abbiamo pensato che dovessimo essere noi ad andare nelle case.”(da Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999). 29 nonché dalla punizione implicita di non essere ammessi alla tranche successiva di credito in un finanziamento che viene erogato a scadenze regolari. Yunus si propone infatti con il Progetto Grameen di sradicare il principio attorno al quale si rende conto che ruota il sistema creditizio: “Più si ha, più è facile avere”, che può essere anche tradotto per converso in: “Se non si ha niente non si ottiene niente”. Concedere prestiti senza la rete di sicurezza costituita tradizionalmente dalle garanzie patrimoniali personali potrebbe sembrare, a una prima valutazione, estremamente rischioso. In realtà, se si collegano le diverse peculiarità descritte si scopre che, aldilà della capacità di far leva su risorse intangibili come l’elemento fiduciario e il controllo sociale (che penalizza, in società coese come i villaggi rurali, i debitori insolventi), esistono altre reti di protezione invisibili attraverso le quali la banca può ottenere performance lusinghiere e tassi di sofferenza sui prestiti molto bassi (Becchetti, 2008). A tal proposito si ricorda innanzitutto come il prestito sia suddiviso in tante piccole tranche erogate a scadenze ravvicinate. Ciò fa sì che un comportamento di insolvenza venga immediatamente identificato e redarguito con la mancanza di concessione della tranche successiva. Altre caratteristiche che generano incentivi alla restituzione del prestito sono poi il deposito forzoso e il tentativo di coinvolgere i debitori nelle attività operative della banca stessa. Con quest’ultima, in particolare, l’istituzione di microcredito cerca di risolvere il potenziale conflitto di interessi tra clienti – debitori e banca o tra clienti – debitori e depositanti: se i clienti – debitori infatti diventano essi stessi parte della banca, saranno maggiormente spinti a interiorizzare le regole e gli obiettivi della banca stessa, facendo più attenzione alla sua stabilità finanziaria e al problema del rischio di non restituzione dei prestiti erogati. Inoltre, se gli stessi clienti diventano in parte anche depositanti, interiorizzeranno anche gli obiettivi di questi ultimi e saranno dissuasi dall’adottare, in qualità di clienti che hanno ricevuto un prestito, 30 comportamenti rischiosi o fraudolenti che possano mettere a repentaglio i risparmi dei depositanti, categoria di cui anch’essi fanno parte. Come Yunus afferma, è la necessità stessa che ha spinto Grameen a mettere in discussione il caposaldo del sistema bancario, la garanzia. E i fatti gli hanno dato ragione. Dai dati sui tassi di rimborso dei prestiti si è potuto infatti constatare che la restituzione dei prestiti senza garanzia è molto più sicura di quella dei prestiti altamente garantiti. Infatti, la percentuale di rimborso dei prestiti di Grameen è a tutt’oggi circa del 98%16, e questo dato così importante viene spiegato da Yunus stesso con il fatto che i poveri sanno che il prestito che ricevono rappresenta la loro unica occasione di miglioramento della propria condizione di vita, aldilà della quale non ci sono altre alternative. Grameen Bank ha quindi ribaltato il modo di fare banca tradizionale, che non concedeva prestiti ai poveri, classificandoli come “non meritevoli di credito”. Un’altra peculiarità del modello Grameen, già messa in evidenza, è quella della delega a organizzazioni no profit di parte delle attività di gestione dei rapporti con i clienti. Si tratta di uno stratagemma fondamentale per ridurre i costi di gestione dell’attività di microcredito stessa. È evidente infatti che prestare piccole somme di denaro a clienti che vanno assistiti e seguiti durante tutto il percorso comporti oneri di gestione del rapporto creditizio elevati. Parte di questi possono essere recuperati attraverso una riduzione del costo del lavoro, nella fattispecie subappaltando alcune attività a organizzazioni esterne. Questo costituisce uno degli aspetti più delicati della microfinanza17, stretta tra l’ideale di raggiungere e offrire chance di inclusione agli indigenti e il vincolo di solvibilità e dei costi che imporrebbero tassi d’interesse estremamente elevati. 16 Fonte: www.grameen-info.org Spesso il termine “microfinanza” viene utilizzato come sinonimo di “microcredito”, ma in realtà i due concetti sono leggermente differenti. All’interno del concetto più ampio di micro finanza sono infatti ricompresi tutti quei servizi finanziari – quali servizi di credito, formule di risparmio, servizi di pagamento e trasferimento fondi – che un’istituzione finanziaria può offrire al proprio cliente, non soltanto il piccolo prestito. 17 31 Il costante miglioramento dell’efficienza nella gestione dei crediti e la scelta di non puntare a massimizzare i profitti possono non bastare, soprattutto nelle fasi di avvio di un’istituzione creditizia di questo genere. Dunque qualcun altro dovrà sopportarne i costi; se si vuole evitare di far ricadere l’onere sui clienti della banca, non restano che i depositanti (nel caso in cui essi accettino di ricevere remunerazioni più basse sui depositi) o i lavoratori (qualora essi riducano le loro esigenze salariali). Da qui deriva, nella maggior parte dei casi, la delega della gestione dei rapporti con i clienti e organizzazioni no profit. Il metodo operativo seguito dalla Grameen Bank è quindi il seguente18: viene costruita una filiale della banca con un direttore e un certo numero di manager che copre un’area territoriale che va da 15 a 22 villaggi; il manager e gli altri dipendenti cominciano a visitare i villaggi al fine di familiarizzare con l’ambiente locale in cui opereranno e di identificare la possibile clientela, così come di spiegare gli intenti, le funzioni e il modello operativo della banca alla popolazione locale. Vengono formati gruppi di cinque possibili clienti; in un primo momento solo due di essi possono essere destinatari e ricevono un prestito. Il gruppo viene posto sotto osservazione per un mese per verificare che i membri si conformino alle regole della banca. Solo se i primi due clienti del gruppo cominciano a ripagare gli interessi su un periodo di sei settimane allora gli altri membri del gruppo possono diventare destinatari essi stessi di un prestito. A causa di queste restrizioni, c’è una sostanziale pressione da parte del gruppo a mantenere chiari gli obiettivi individuali. In questo senso, la responsabilità congiunta del gruppo funge da collaterale sul prestito. Ogni anno lo staff della Grameen Bank valuta il lavoro svolto e controlla che la situazione socio-economica dei suoi membri sia migliorata. Grameen Bank dà un giudizio sul livello di povertà dei clienti usando dieci indicatori. In particolare, si ritiene che un cliente sia uscito dalla propria condizione di povertà se la sua famiglia soddisfa i seguenti requisiti: 18 Fonte: www.grameen-info.org 32 1) La famiglia vive in una casa che vale almeno 25000 taka ovvero in una casa con un tetto di stagno, e ogni membro della famiglia abbia la possibilità di dormire su un letto invece che sul pavimento; 2) I membri della famiglia bevono acqua naturale attinta da pozzi, ovvero acqua bollita o purificata con l’allume; 3) Tutti i bambini della famiglia con un’età superiore ai sei anni vanno a scuola o hanno terminato la scuola primaria; 4) La rata minima settimanale di prestito è di 200 taka o oltre; 5) La famiglia utilizza servizi igienici sanitari; 6) I membri della famiglia possiedono un abbigliamento adeguato per tutti i giorni, vestiti caldi per l’inverno, come scialli, maglioni, coperte, ecc … e zanzariere che li proteggano dalle zanzare 7) La famiglia ha fonti di reddito aggiuntive, come orti, alberi da frutta, ecc.. in modo da poter ripiegare su queste fonti di reddito quando vi è necessità di denaro aggiuntivo; 8) Il cliente mantiene un bilancio medio annuale di 5000 taka nei propri conti di deposito 9) La famiglia non incontra difficoltà ad avere tre pasti abbondanti al giorno durante l’anno; 10) La famiglia può avere cura della salute dei propri componenti. Se qualche membro della famiglia si ammala, questa è in grado di affrontare tutti i gradini necessari per provvedere a un’assistenza sanitaria adeguata. Da quanto emerge da una recente indagine19, il 68 per cento delle famiglie di clienti della Grameen Bank ha oltrepassato la soglia della povertà. Le restanti famiglie stanno facendo progressi costanti per raggiungere tale obiettivo. 19 Fonte: www.grameen-info.org 33 1.2.3 Situazione economico-finanziaria e offerta della Grameen Bank20 Ad oltre vent’anni dalla sua nascita, Grameen Bank rappresenta oggi una realtà molto complessa e articolata. La crescita è avvenuta sia a livello interno, di servizi e prodotti offerti, che a livello esterno, con la creazione di numerose compagnie indipendenti che operano in settori diversi da quello del credito, ma che sono con esso fortemente integrati in quanto facenti parte del progetto unitario di Grameen di miglioramento socioeconomico dei propri clienti. La crescita di Grameen può essere anche evinta da alcuni indicatori economico-finanziari: sin dalla sua nascita, Grameen ha registrato degli utili, eccetto che per gli esercizi del 1983, 1991 e 1992. L’utile del 2008 è pari a 1305,00 milioni di taka (equivalenti a 18,99 milioni di dollari USA) e il dividendo dichiarato ammonta al 30% di tali utili (il più alto di tutte le banche bengalesi del 2008). Le entrate totali generate nel 2008 ammontano a 12,00 miliardi di taka (174,61 milioni di dollari). Le uscite totali sono state di 10,69 miliardi di taka (155,62 milioni di dollari). Tra le uscite, il pagamento degli interessi sui depositi (pari a 5,46 miliardi di taka, ovvero 79,41 milioni di dollari) rappresentano la componente di spesa principale (51% del totale delle uscite). Le spese per il pagamento di salari, benefit, pensioni ammonta a 2,96 miliardi di taka (43,00 milioni di dollari) e rappresentano la seconda componente di spesa sul totale (28%). Facendo riferimento in particolare all’attività bancaria in senso stretto, si può innanzitutto rilevare come Grameen Bank finanzi il 100% dei prestiti in uscita con i propri depositi. Più del 54% dei depositi appartiene ai clienti – debitori della banca. Con riferimento a ciò, è opportuno sottolineare come, a partire dal 1995, Grameen abbia deciso di non riceve più fondi da donazioni. Da allora, non ha più fatto richiesta di tali fondi (e l’ultima rata di donazioni, 20 Dati quantitativi tratti dal sito www.grameen-info.org 34 che era già in arrivo, è stata ricevuta nel 1998). Infatti, Grameen non necessita più né di denaro proveniente da donazioni né di denaro derivante da prestiti di fonti locali e estere, dal momento che l’ammontare dei depositi è in continua crescita e sarà più che sufficiente per finanziare la futura espansione dei programmi di credito e ripagare i prestiti esistenti. Tra i programmi di credito offerti da Grameen è importante citare lo “Struggling Members Programme” (rivolto ai mendicanti), l’”Housing Loans” (finalizzato alla costruzione di abitazioni), i “Micro – enterprise Loans” e, infine, i programmi rivolti agli studenti. In particolare, lo “Struggling Members Programme” è stato ideato con l’obiettivo di offrire servizi finanziari ai mendicanti al fine di aiutarli a raggiungere uno stile di vita dignitoso, a mandare i propri figli a scuola e all’università, facendoli diventare membri regolari della Grameen Bank. La finalità ultima è quindi quella di far sì che in nessuno dei villaggi in cui opera Grameen Bank ci siano più persone che per sopravvivere siano costrette a mendicare. Yunus e il suo staff sono partiti dalla constatazione che l’elemosina costituisca la risorsa ultima per la sopravvivenza dei poveri, a meno che questi non comincino a dedicarsi al crimine o ad altre attività illegali. Tra i mendicanti vi sono invalidi, ciechi, ritardati di mente e anziani in cattiva salute. Proprio per questo è stato realizzato il programma speciale intitolato “Struggling Members Programme”. Circa 111.611 mendicanti sono già entrati a far parte del programma. L’ammontare totale di denaro distribuito è pari a 135,14 milioni di taka. Di questi, circa 100,91 milioni di taka sono già stati restituiti. Le caratteristiche fondamentali del programma sono le seguenti: a) Le regole vigenti di Grameen Bank non si applicano ai mendicanti, che stabiliscono da soli le proprie norme da seguire; 35 b) Non è applicato nessun tasso di interesse sui prestiti. Questi possono avere una durata anche molto lunga, in modo da far sì che le rate di rimborso siano estremamente basse;21 c) I mendicanti sono coperti da un’assicurazione sulla vita e da programmi di assicurazione sul prestito senza pagare alcuna spesa; d) Gruppi e centri a finalità soprattutto sociale sono invitati a diventare protettori dei mendicanti; e) Ogni membro riceve un tesserino d’identità con il logo della Grameen Bank. Può cosi mostrare il tesserino in modo da far sapere a tutti che è membro della Grameen Bank e che è seguito da questa istituzione nazionale; f) Ai membri non viene richiesto di cessare l’attività di elemosina, ma sono incoraggiati a dar vita a un’attività aggiuntiva che sia in grado di generare reddito come la vendita di prodotti di consumo popolari porta a porta, che possa arrivare a sostituire il medicaggio. In relazione all’”Housing loan” (letteralmente, “mutuo edilizio”), si può osservare come tale tipo di prestito sia stato introdotto nel 1984. Esso è subito diventato uno dei programmi di credito più attrattivi per i clienti e ha ricevuto il premio “Aga Khan International Award for Architecture” nel 1989. L’importo massimo concedibile di tali prestiti è di 15.000 taka (218 dollari USA) è deve essere restituito entro un periodo di 5 anni, mediante rate settimanali. Il tasso di interesse su tale tipo di credito è dell’8 per cento. Dal 1984 ad oggi l’”Housing loan” ha finanziato la costruzione di 673.573 abitazioni, mediante prestiti di importo medio pari a 13.097 taka (190 dollari USA). Il terzo dei programmi di credito citati riguarda i “Micro-enterprise loans”, ovvero i prestiti rivolti alle microimprese. L’offerta di tali tipi di prestiti parte dalla constatazione che molti debitori-clienti si stanno 21 Ad esempio, per un prestito volto all’acquisto di una coperta imbottita o di una zanzariera o di un ombrello, molti debitori stanno rimborsando 2 taka a settimana (3.4 centesimi di dollaro US). 36 muovendo in avanti in alcuni settori di attività economica più velocemente di altri, per molte ragioni, come la prossimità al mercato, la presenza di uomini con esperienza all’interno della famiglia, ecc…Grameen Bank offre prestiti di importo più elevato, chiamati appunto “Micro-enterprise loans”, per queste categorie di clienti in continua espansione. Tali prestiti sono caratterizzati dal fatto non vi è alcuna restrizione sull’importo del prestito. Ad oggi 1.900.000 membri circa hanno contratto tale tipo di prestiti. Un ammontare complessivo di 47,31 miliardi di taka sono stati erogati sotto questa categoria di prestiti. L’importo medio erogato è di 24.807 taka (pari a 359,37 dollari), e l’importo massimo concesso è di 1,6 milioni di taka (23.209 dollari)22. Aratro meccaniche, pompe per l’irrigazione, veicoli di trasporto e imbarcazioni fluviali per il trasporto e la pesca sono alcuni esempi di articoli acquistati con tali prestiti. Per quanto concerne poi i programmi rivolti agli studenti e all’educazione, Grameen distribuisce ogni anno borse di studio per i migliori studenti figli di clienti, dando la priorità alle femmine, al fine di incoraggiarli a rimanere a livelli elevati. A tutto giugno 2009, l’ammontare di tali borse di studio è di 1.680.977 dollari, e i bambini premiati sono stati 92.037. durante il corso del 2009 saranno erogati ancora 714.000 dollari a circa 27.000 bambini, di vari livelli della scuola e dell’università. Inoltre, gli studenti che raggiungono il terzo grado di istruzione ricevono prestiti per la loro istruzione superiore, aiuti all’apprendimento, ecc…alla fine di giugno 2009 35.217 studenti avevano ricevuto prestiti per l’istruzione superiore, 33328 dei quali studiano in diverse università: 394 in facoltà del ramo sanitario, 643 nel ramo ingegneristico e 852 in altri rami professionali. In riferimento ai tassi di interesse applicati ai prestiti, il Governo del Bangladesh ha stabilito un tasso di interesse forfettario dell’11 per cento sui programmi governativi di microcredito (che ammonta a circa il 22 per cento su base declinante). I tassi di interesse applicati dalla Grameen Bank sono più bassi rispetto a quelli governativi; in particolare, vi sono 22 Utilizzato per acquistare un camion per il marito di una cliente. 37 quattro differenti tassi per i prestiti erogati da Grameen: 20% per i prestiti rivolti all’investimento, 8% per i prestiti edilizi, 5% per quelli rivolti agli studenti e lo 0% per i prestiti ai mendicanti. Tutti gli interessi sono calcolati con il metodo della capitalizzazione semplice23, a quote decrescenti. È inoltre previsto che in caso di decesso di uno dei clienti – debitori, tutti i prestiti in essere in caso allo stesso vengano coperti dal “Loan Insurance Programme”, ovvero dal programma di assicurazione sui prestiti. Tale programma prevede l’istituzione di un fondo che viene alimentato dagli interessi generati in un conto di risparmio creato dai depositi del debitore e finalizzato proprio alla copertura del prestito, nel momento in cui questo viene erogato. Si può quindi analizzare quale è la composizione del portafoglio prestiti di Grameen; i dati più aggiornati a cui si fa riferimento sono quelli relativi al mese di agosto 2009, i quali riportano che i cosiddetti “Outstanding loan”, ovvero i prestiti in corso, ammontavano in totale a 743,33 milioni di dollari, e potevano essere ripartiti tra: “Basic Loan” (697,59 milioni di dollari), “Flexible Loan”24 (20,78 milioni di dollari), “Housing Loan” (3,23 milioni di dollari), Education Loan (18,34 milioni di dollari) e i c.d. “Other Loans”(pari a 3,40 milioni di dollari).25Graficamente la situazione può essere così rappresentata: 23 Ovvero l’interesse, calcolato a un dato tasso sulla somma capitale, non tiene conto di altri interessi dovuti sul capitale in periodi di tempo precedenti. 24 La distinzione tra c.d. “Basic Loan” e il “Flexible Loan” verrà meglio illustrata nel successivo capitolo 2. Si può però qui anticipare che, mentre il c.d. “Basic Loan” è il prestito di base che viene erogato ai clienti di Grameen, il “Flexible Loan” è la tipologia di prestito verso la quale vengono indirizzati i clienti che incontrano difficoltà temporanee nel pagamento del debito, caratterizzata da un piano di restituzione più lungo, compatibile con quanto essi sono effettivamente in grado di restituire anno per anno (Fonte: www.grameen-info.org). 25 Fonte: “Grameen Bank Monthly Update in US$: August, 2009” (www.grameen-info.org). 38 Grafico 1.1 Ripartizione dell’”Outstanding loan” di Grameen Bank (Agosto 2009) Basic Loan Flexible Loan Housing Loan Education Loan Other Loans Fonte: Grameen Bank Monthly Update in US$: August 2009 1.2.4 Il network di Grameen Bank Come già anticipato, nel corso degli anni Grameen ha dato vita a un network di compagnie operanti in settori diversi da quello creditizio, ma che sono con esso fortemente integrati dall’obiettivo finale dell’intero progetto, ovvero l’eliminazione della povertà. Dal punto di vista giuridico, occorre sottolineare come Grameen Bank non possieda nessuna azione di tali società, e come non abbia mai né concesso loro prestiti né, viceversa, ricevuto prestiti. Si tratta di tutte compagnie indipendenti giuridicamente, registrate presso il “Companies Act of Bangladesh”, con l’obbligo di pagare tutte le tasse e gli altri oneri previsti per le compagnie del paese. Le società che fanno parte di tale network sono: 1) Grameen Phone Ltd. 2) Grameen Telecom 3) Grameen Communications 4) Grameen Cybernet Ltd. 5) Grameen Solutions Ltd. 6) Grameen Shakti (Energia) 7) Grameen Information Highways Ltd. 8) Grameen Bitek Ltd. 39 9) Grameen Uddog (Impresa) 10) Grameen Shamogree (Prodotti) 11) Grameen Knitwear Ltd. 12) Grameen Shikka (Educazione) 13) Grameen Capital Management Ltd. 14) Grameen Byabosa Bikash (Business Promotion) 15) Grameen Trust 16) Grameen Health Care Trust 17) Grameen Health Care Service Ltd. 18)Grameen Danone Food Ltd. 19) Grameen Veolia Water Ltd. 20) Grameen Kalyan 21) Grameen Fund 22) Grameen Krishi Foundation 23) Grameen Motsho Foundation 24) Grameen BASF Ltd. È interessante focalizzarsi sull’attività di alcune di queste compagnie. In particolare, con riferimento al settore della telefonia, i progetti sono stati avviati partendo dalla constatazione che in Bangladesh il 97 per cento delle abitazioni e tutti i villaggi rurali sono sprovvisti di telefono; questa mancanza di connessione ha contribuito al permanere della condizione di sottosviluppo e di povertà dei cittadini bengalesi. Al fine di risolvere questo problema Grameen Bank ha creato, nel 1995, due compagnie: una a fini di lucro (Grameen Phone), l’altra senza fini di lucro (Grameen Telecom). Intestataria del brevetto è la Grameen Phone (un consorzio formato da partner norvegesi, Grameen Telecom e alcune compagnie giapponesi), che si propone di servire le aree urbane costruendo una rete di telefonia mobile su scala nazionale; Grameen Telecom acquista da Grameen Phone dei tempi di conversazione all’ingrosso e li rivende al dettaglio in tutti i villaggi del Bangladesh. In particolare, Grameen Bank ha concesso circa 139 mila prestiti a donne indigenti nelle campagne rurali per 40 l’acquisto di un apparecchio telefonico: le donne hanno potuto così aprire dei centri telefonici presso le proprie abitazioni, dove gli altri abitanti del villaggio possono recarsi e utilizzare il telefono pagando una piccola tariffa (questo è il c.d. progetto “Village Phone”)26. Grameen si è quindi posta l’ulteriore obiettivo di estendere a tutto il paese anche la rete internet: con l’appoggio di internet, infatti, si spera che molte aziende ad alta densità di capitale (servizi di gestione e di elaborazione dati, trattamento testi e fotocomposizione, servizi di contabilità e segreteria, e molti altri) potranno stabilire i propri uffici in zone rurali altrimenti isolate, offrendo la possibilità ai giovani che abitano nei villaggi di porre la propria competenza al servizio di imprese che operano su scala internazionale. Proprio con tale obiettivo nel luglio del 1996 è stata costituita la Grameen Cybernet, una società senza fini di lucro, che attualmente conta più di 30 mila clienti in vari settori. Al fine di offrire accessi wireless a internet ai propri clienti, Grameen Cybernet ha costruito 130 linee, con diverse caratteristiche. Inoltre fornisce servizi alla clientela, supporto tecnico, consultazione di pagine web e un servizio di help desk. Vi è poi la Grameen Communications (creata nel 1997), anch’essa un’azienda senza fini di lucro, che promuove l’installazione di internet presso gli istituti scolastici e di ricerca del Paese. Molti di questi istituti non dispongono di linee telefoniche affidabili, o di budget sufficienti per potersi permettere l’accesso alla rete. Grameen Communications offre quindi pacchetti di servizi studiati espressamente per risolvere le difficoltà dei singoli utenti27. L’attività nel campo della telefonia ha portato Grameen a focalizzare l’attenzione sulle fonti di energia alternative: molti villaggi infatti, in Bangladesh, non sono forniti di elettricità, la quale è però necessaria per far funzionare i telefoni cellulari (la cui diffusione viene promossa da Grameen Phone). Grameen è partita da questa osservazione e ha progettato di installare nei villaggi impianti per la produzione di energia 26 27 Fonti: www.grameentelecom.net.bd e www.grameenphone.com Fonte: www.grameencommunications.com 41 solare. Da questo interesse è nata Grameen Shakti (Grameen Energia), una società senza fini di lucro che si occupa di promuovere l’uso delle energie rinnovabili, anche proponendo forme di finanziamento che permettano agli utenti di evitare l’esborso di grosse cifre iniziali. Grameen Shakti sta attualmente sperimentando l’applicazione di pannelli fotovoltaici per uso domestico, di accumulatori di energia, di generatori eolici, di impianti per la produzione di biogas28. Nel 1989 stata costituita inoltre la “Grameen Trust”, che si propone di supportare e promuovere i programmi di microcredito della Grameen Bank nonché di istruire e offrire assistenza tecnica alle organizzazioni nazionali e internazionali che intendano dar vita a iniziative analoghe a quelle della Grameen Bank. Come già sottolineato in precedenza, è rilevante anche l’interesse di Grameen nel campo dell’educazione e dell’istruzione. Una delle Sedici Raccomandazioni afferma infatti “Educheremo i nostri figli, e lavoreremo per aver modo di provvedere alla loro istruzione”; l’idea di fondo è ovviamente che, essendo istruiti, i giovani potranno più efficacemente lottare per rompere il vecchio ciclo della miseria che sembra debba perpetuarsi in eterno per la maggior parte di loro. Grameen garantisce il rispetto di questa raccomandazione controllando la frequenza scolastica dei figli dei suoi membri; inoltre, ha istituito i già citati prestiti finalizzati all’istruzione e tutta una serie di borse di studio. Ma l’impegno di Grameen nell’ambito educativo non si è fermato qui. È stata istituita un’azienda ad hoc, la “Grameen Shikka” (Grameen Istruzione), il cui obiettivo principale è quello di diffondere rapidamente l’alfabetizzazione tra le famiglie di Grameen nonchè nel resto della popolazione. A tal fine rivestono un’importanza fondamentale le nuove tecnologie quali il satellite, Internet, l’istruzione a distanza, ecc… In ambito alimentare poi, grazie a un accordo del 2006 tra Yunus e Frank Riboud, presidente del Gruppo Danone, è nata la “Grameen Danone Food Ltd.”, una joint venture partecipata al 50% dai due gruppi, 28 Fonte: www.gshakti.org 42 Grameen e Danone, il cui obiettivo è fornire una nutrizione giornaliera salutare alla popolazione attraverso l’implementazione di un modello unico di impresa. Tale società produce una tipologia speciale di yogurt chiamata “Shakti Doi” (letteralmente, “Yogurt energetico”) che contiene proteine, vitamine, ferro, calcio, zinco e altri micronutrienti in grado di soddisfare il fabbisogno nutritivo dei bambini del Bangladesh e che contribuisce a migliorare la loro salute. Il prezzo di ogni scatoletta di yogurt è di 5 taka, equivalenti a solo cinque centesimi di Euro, un prezzo abbordabile per i contadini poveri bengalesi. Nel 2008 è nata inoltre la “Grameen Veolia Water Ltd.”, una società partecipata per metà da “Veolia Water AMI” (compagnia presente in Africa, sud- est asiatico e India) e per l’altra metà dalla “Grameen Healthcare”, con l’obiettivo di fornire acqua potabile a più di 100 mila poveri del Bangladesh. Sono poi numerosi anche i programmi dedicati alla salute dei poveri. A tal fine sono state create tre compagnie specializzate: la “Grameen Health Care Service Ltd.” (fondata nel 2006), la “Grameen Health Care Trust” (un’organizzazione no profit) e la “Grameen Kalyan” (una compagnia no profit creata nel 1996). L’obiettivo finale di tutte e tre le compagnie è quello di rendere accessibili le cure mediche a tutti i membri delle famiglie dei clienti della Grameen Bank e, in generale, a tutti gli abitanti dei villaggi, mediante un sistema di autofinanziamento per il recupero dei costi. I settori di attività in cui operano quindi queste compagnie sono molteplici e differenti, e riguardano bisogni primari dell’individuo (cibo, salute,ecc…), così come bisogni secondari (settore delle telecomunicazioni ad esempio). Essi sono però tutti collegati tra di loro dall’obiettivo finale del progetto Grameen, l’eliminazione della povertà. 43 CAPITOLO 2: I MECCANISMI – CHIAVE DEL MICROCREDITO 2.1 Il ruolo del prestito di gruppo e la Grameen II Come sottolineato nel precedente capitolo, una delle caratteristiche fondamentali del microcredito è rappresentata dal fatto che l’erogazione del prestito avviene anche in assenza delle garanzie personali patrimoniali tradizionalmente richieste dalle banche, proprio perché i destinatari del prestito stesso sono soggetti che versano in condizioni di indigenza e emarginazione e non sono quindi in grado di fornire le garanzie normalmente richieste. Per poter applicare questo principio, senza mettere a rischio la propria solvibilità, le banche di tutto il mondo hanno messo a punto nel tempo vari meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali personali. Il primo meccanismo a cui si può ricorrere in assenza di garanzie patrimoniali è il prestito di gruppo con responsabilità congiunta. Questo meccanismo permette di aggirare in maniera semplice il problema della mancanza delle garanzie patrimoniali personali. Secondo tale schema, infatti, la banca chiede ai potenziali debitori di formare tra loro dei gruppi prima di presentarsi a chiedere il prestito. Essa presterà poi individualmente a ciascuno, ma, in caso di insolvenza di uno dei membri, gli altri saranno responsabili finanziariamente per la restituzione del suo prestito (Becchetti, 2008). Il prestito di gruppo viene spesso considerato come un’innovazione recente e la sua popolarità è connessa al successo della Grameen Bank. Vi sono tuttavia almeno altri due modelli di istituzioni, esistenti già molto tempo prima della Grameen Bank, che ricorrevano ad alcune varianti del prestito di gruppo (Prescott, 1997). In particolare, le prime istituzioni che cominciarono a offrire prestiti di gruppo furono gli “Irish Loan Funds” (Hollis e Sweetman, 1997). Tali fondi nacquero e si diffusero nel diciottesimo secolo, crebbero in dimensioni nei 44 primi decenni del diciannovesimo secolo e quindi entrarono lentamente in declino nella seconda parte dello stesso secolo29. Gli “Irish Loan Funds” operavano generalmente in zone rurali e la loro attività era basata sulla raccolta di depositi e l’erogazione di piccoli prestiti. Tali istituti erogavano di norma prestiti non garantiti finalizzati al finanziamento di piccoli progetti di investimento, come l’acquisto di un animale. Di regola, i prestiti venivano restituiti su base settimanale. Tali prestiti somigliavano molto agli odierni prestiti di gruppo, nei quali viene richiesto a ciascun debitore di presentare due cofirmatari per ogni prestito, entrambi i quali risultano responsabili per la restituzione dello stesso30. Un altro esempio storico di prestiti di gruppo europei è quello delle cooperative di credito tedesche che si svilupparono negli ultimi anni del diciannovesimo secolo (Guinnane, 1993; Banerjee, Besley e Guinnane 1994). Tali cooperative erano solitamente situate in aree rurali dove ogni persona conosceva bene i propri vicini; offrivano servizi creditizi e, soprattutto, molte di queste applicavano il principio della responsabilità illimitata, ovvero, in caso di fallimento della cooperativa stessa, ogni membro poteva essere considerato responsabile per l’intero ammontare di prestiti posseduto dalla cooperativa. Ma il modello di riferimento odierno per l’illustrazione del prestito di gruppo con responsabilità congiunta è quello applicato dalla Grameen all’inizio della sua attività: benché i prestiti fossero individuali, a ogni persona che presentava domanda di credito veniva infatti richiesto (come già illustrato) di costituire un gruppo di cinque membri e, una volta avvenuto ciò, di versare periodicamente delle somme in un fondo di solidarietà che avrebbe dovuto sostenere gli oneri di restituzione per il fallimento di uno o più membri del gruppo. Questo meccanismo presenta due importanti accorgimenti, volti a superare il problema delle asimmetrie informative e dei rischi di non restituzione dei prestiti bancari: innanzitutto, nell’ipotesi in 29 È interessante notare come Hollis e Sweetman riconducono la nascita e lo sviluppo di tali fondi a Jonathan Swift, il prete anglicano meglio noto per il suo romanzo “I viaggi di Gulliver”. 30 Tali prestiti erano molto simili a quelli erogati da Swift. Usando il proprio denaro, egli concedeva piccoli prestiti senza garanzie patrimoniali personali, richiedendo però la presenza di cofirmatari per i prestiti e periodi di restituzione ravvicinati (Prescott, 1997). 45 cui i debitori facciano parte di una stessa comunità coesa, e si conoscano tra di loro più approfonditamente di quanto li conosca la banca, tale meccanismo crea un incentivo per ogni singolo debitore a cercare partner di buona qualità (ovvero affidabili e solvibili) piuttosto che di cattiva qualità31 (per evitare comunque che legami di sangue compensino gli oneri di una selezione non virtuosa, il modello Grameen proibisce che vi siano relazioni di parentela all’interno del gruppo32); inoltre, il meccanismo riduce automaticamente il rischio di insolvenza per la banca in quanto la banca stessa subisce la non restituzione del prestito solo nel caso in cui tutti i membri del gruppo falliscano. Proprio grazie a questa potenziale riduzione del rischio di credito, poi, in contesti di mercati competitivi in cui le banche possono ridurre i propri tassi di interesse sui prestiti a fronte di rischi inferiori (e nell’ipotesi in cui l’obiettivo delle banche non sia rappresentato dalla massimizzazione del profitto, ma dalla promozione dell’inclusione sociale), il meccanismo del prestito di gruppo con responsabilità congiunta può anche generare una significativa riduzione del costo del credito per i clienti. Eppure, nonostante tutti questi elementi positivi, Yunus rifiuta decisamente l’identificazione del successo della sua banca con questo meccanismo, dichiarando in realtà di non utilizzarlo più. Infatti, se si osserva il funzionamento della Grameen Bank dal momento della fondazione ad oggi, si nota come in una prima fase, che va dalla fondazione della Grameen stessa sino al 2000, i cinque membri del gruppo di clienti versavano una quota al già citato fondo di solidarietà, che veniva utilizzato in caso di fallimento di uno di loro. Dopo il 2000 questo fondo è stato abolito e con esso il meccanismo della responsabilità congiunta. Il cambio di paradigma nel modello della Grameen comincia a maturare nel 1988, in seguito a una devastante alluvione che colpisce molte aree del Bangladesh e mette in crisi i meccanismi dei prestiti di gruppo, che 31 La responsabilità congiunta determina infatti una penalità implicita in caso di selezione di compagni non affidabili e non solvibili, rappresentata dal rischio di dover pagare personalmente per le insolvenze altrui. 32 Fonte: www.grameen-info.org 46 funzionano bene quando i progetti non sono tra loro correlati, ma che vanno in crisi nel momento in cui uno shock generalizzato colpisce tutti i membri del gruppo, senza distinzione33. Anche dopo che la situazione nel paese comincia a normalizzarsi, si verificano ovunque manifestazioni di protesta contro il meccanismo del prestito di gruppo. In particolare, alcuni clienti della banca decidono di continuare a non ripagare le rate anche dopo che i loro progetti ricominciano a essere produttivi e consentirebbero loro di farlo. A fronte di tale situazione, quindi, Yunus e il suo staff cominciano a studiare ed elaborare un nuovo meccanismo di erogazione del prestito34. Da questa crisi nasce il nuovo sistema di prestito della Grameen (c.d. “Grameen Generalised System”, GGS), con il quale viene abolito il meccanismo della responsabilità congiunta. Il nuovo modello poggia ancora di più rispetto al precedente sul concetto di fiducia nel cliente, partendo dal presupposto che ai clienti in difficoltà occorra offrire maggiori chance di recupero in quanto, nella maggior parte dei casi, la situazione in cui si trovano non dipende da cattiva volontà bensì da difficoltà temporanee. Il GGS mantiene il gruppo, ma rende i prestiti individuali e prevede particolari “corsie” per tutti coloro che hanno difficoltà temporanee a restituire le rate dei prestiti. In particolare, facendo ricorso a una metafora utilizzata da Yunus stesso, il nuovo meccanismo prevede che la banca definisca la c.d. “autostrada del credito”, sulla quale “viaggiano” i clienti che non hanno problemi nel pagamento delle rate. Per essi ad ogni prestito successivo è possibile aumentare le somme richieste. I clienti che invece incontrano difficoltà temporanee vengono dirottati verso un percorso più lento, il c.d. “Flexible loan”: il loro prestito viene appunto definito “flessibile” e viene stabilito un piano di restituzione più lungo, compatibile con quanto essi 33 Fonte www.grameen-info.org Come riportato da Yunus stesso (www.grameen-info.org):”All the 12,000 staff participated very actively in designing the product at all the stages of its development. Some were critical in the beginning, but by the time it was ready, everybody loved it. The staff was electrified with enthusiasm – because response from the borrowers was so positive. Borrowers who did not show up at their centre meetings for years, started showing up to talk about the new system. Soon they were signing up to start all over again and repay the old loans with the accumulated interest. No reduction in the debt was offered. Still they opted to return”. 34 47 sono effettivamente in grado di restituire anno per anno35. Se il cliente insolvente non accetta il prestito flessibile entra volontariamente nella situazione di fallimento. Se invece accetta il nuovo percorso, ma alla fine non riesce comunque a ripagare, la sua situazione viene classificata come “fallimento involontario”. Il c.d. “Flexible loan” non costituisce un prestito indipendente, bensì rappresenta solo un abbandono temporaneo del prestito di base (c.d. “Basic loan”). I debitori cercheranno sempre di rientrare nel prestito di base, perché alle condizioni del “Flexible loan” viene loro consentito di ottenere in prestito solo una somma uguale o inferiore a quella iniziale, ciclo dopo ciclo. Spinti quindi da questa prospettiva non attraente, i debitori lavoreranno sempre duramente per cercare di rientrare sull’”autostrada del credito”, e di poter così sfruttare nuovamente i suoi vantaggi36. Il nuovo modello della Grameen II può quindi essere schematicamente rappresentato come segue: Fig. 2.1 Rappresentazione schematica della connessione tra il “Basic loan” e il “Flexible loan” (Grameen II) Fonte: www.grameen-info.org 35 Come illustrato da Yunus (www.grameen-info.org):” In Bangla, we call it “Chukti” i.e. “contract” or “Renegotiated” loan, because the bank, the group, and the borrower have to go through a process of renegotiation to arrive at a new contract with a fresh repayment schedule for a borrower entering into a flexible loan”. 36 Mediamente occorrono dai sei mesi ai due anni per riuscire a tornare al basic loan (Fonte: www.grameen-info.org). 48 Il nuovo modello adottato dalla Grameen parte quindi anch’esso dalla medesima convinzione del precedente, ovvero che i poveri ripaghino sempre i propri debiti, al limite con tempi più lunghi rispetto a quelli originariamente concordati. In particolare, Yunus afferma che non vi è alcuna ragione per un’istituzione creditizia di allarmarsi nel caso in cui il cliente non ripaghi il proprio debito a una data fissata, in quanto in ogni caso, per il periodo eccedente, pagherà comunque interessi aggiuntivi sul debito stesso, quindi non c’è nessun problema per la banca. Uno dei cambiamenti più evidenti introdotti dal GGS è la scomparsa del “Fondo di Gruppo”. Ogni debitore ha ora tra conti di deposito obbligatori: il cosiddetto “Personal savings account”, lo “Special savings account” e, infine, il “Pension deposit account”37 (obbligatorio solo per i debitori con prestiti che superano gli 8 mila taka). Quindi, al momento dell’erogazione del prestito viene sempre accantonato il 5 per cento dell’ammontare dell’intero credito, ma adesso metà (2,5 per cento) di tale percentuale viene destinata al c.d. “Personal savings account”, mentre la parte restante sullo “Special savings account”. Permangono ancora i versamenti settimanali ai fondi (già previsti per il “Fondo di gruppo”). Questo nuovo meccanismo di accantonamento ai fondi è particolarmente apprezzato dai clienti in quanto prevede che, in caso di decesso del debitore, l’insieme dei versamenti effettuati venga accreditato alla famiglia e tale fondo assicurativo consenta di estinguere ogni debito della famiglia nei confronti della banca. Il nuovo sistema sembra dunque più favorevole ai clienti ma presenta alcune criticità per la banca. In primo luogo, dal momento che le rate del prestito flessibile di fatto sono più basse, questo potrebbe indurre i clienti migliori a fingere situazioni di difficoltà per pagare meno. Ma in realtà, l’abbandono della “autostrada del credito” comporta dei costi, in quanto, finché non si restituisce il prestito precedente, non è possibile ottenerne di 37 Su tale conto di deposito viene richiesto ai debitori (con prestiti superiori agli 8 mila taka) di versare un contributo minimo di 50 taka al mese. Dopo dieci anni il debitore riceverà una somma garantita di ammontare almeno doppio rispetto a quello che ha versato durante i 120 mesi precedenti. Il “Pension deposit account” è quindi diventato uno strumento molto attraente per i clienti della Grameen: molti di essi arrivano a depositare più di 50 taka al mese. (Fonte: www.grameen-info.org). 49 nuovi e, inoltre, come già sottolineato, se non si ritorna sull’autostrada l’ammontare prestato in una fase successiva non può essere superiore a quello precedente. La cosiddetta “Grameen II” costituisce una novità piuttosto rilevante per la microfinanza (Becchetti, 2008); come osservato, lo stimolo al cambiamento nasce dal fatto che la responsabilità congiunta pone oneri rilevanti sui clienti e dunque, individuando un’alternativa praticabile, il benessere dei diseredati che accedono alla microfinanza può essere maggiore. Un altro problema della responsabilità congiunta è quello relativo all’intensità del controllo del gruppo in rapporto alla sua numerosità: per la banca infatti, più il gruppo è numeroso, maggiore sarà la capacità dei suoi membri di coprire il costo di uno o più membri insolventi e dunque il rischio per la banca potrebbe ulteriormente ridursi; d’altra parte, però, la maggiore numerosità del gruppo ha l’effetto di attenuare la sforzo che ogni singolo partecipante mette nel controllare non solo la qualità del progetto degli altri membri (prima della formazione del gruppo stesso), ma anche il loro impegno durante la concessione del prestito. Inoltre, se si torna a considerare la questione dell’onere aggiuntivo che il cliente della banca assume in presenza di un prestito di gruppo con responsabilità congiunta rispetto al tradizionale prestito individuale, si può osservare come proprio questo onere aggiuntivo comporti un serio rischio di “fuga dei debitori”: così come le voci di una crisi della banca o del sistema economico possono generare situazioni di panico irrazionale e la cosiddetta “corsa agli sportelli”, all’interno del gruppo, la percezione anticipata del fallimento futuro di uno o più membri potrebbe indurre alla fuga dal rapporto con la banca gli altri membri, che cercano in questo modo di evitare l’onere di contribuire al risarcimento del prestito dei membri insolventi. Infine, la già citata capacità del prestito di gruppo di selezionare in maniera efficiente i progetti virtuosi potrebbe non essere del tutto veritiera. Infatti, è senz’altro vero che, assumendo schematicamente che esistano 50 solo due tipi di progetti, uno solvibile e l’altro no, sia gli individui con progetti solvibili che quelli con progetti difficilmente solvibili hanno tutto l’interesse a creare un gruppo con altri soggetti dotati di buoni progetti. Ma nell’eventualità in cui in un dato villaggio, o in un certo bacino di utenza, gli individui con buoni progetti si siano già associati tra di loro, potrebbe accadere che coloro che hanno cattivi progetti scelgano l’unica possibilità rimasta a loro disposizione, ovvero decidano di formare un gruppo con altri potenziali clienti dotati di cattivi progetti. Dunque l’incentivo all’assortimento virtuoso dei progetti non impedisce di fatto che si presentino in banca gruppi di debitori con progetti più difficilmente in grado di ripagare i soldi ricevuti. In conclusione, sebbene, come già affermato, il prestito di gruppo con responsabilità congiunta rappresenti un elemento fondamentale nella tradizione del microcredito, esso presenta numerosi limiti che hanno indotto gli studiosi della materia a elaborare modelli alternativi che realizzano lo stesso obiettivo di accesso al credito dei meno abbienti, risolvendo in tutto o in parte i problemi generati dal modello della responsabilità congiunta. 2.2 Altri meccanismi suppletivi alle garanzie patrimoniali personali Uno dei meccanismi più diffusi per ovviare all’assenza di garanzie è il cosiddetto “prestito progressivo”. L’idea alla base di tale meccanismo è quella di spostare la sanzione dal membro del gruppo solvente allo stesso individuo insolvente in un periodo di tempo futuro, attraverso, appunto, un meccanismo di prestito progressivo (Becchetti, 2008). Il prestito progressivo si caratterizza quindi per la suddivisione del finanziamento in rate regolari e la subordinazione di ogni successiva erogazione all’assolvimento degli obblighi previsti nel periodo precedente. In questo modo si ha il duplice vantaggio di eliminare l’effetto negativo 51 indiretto dell’insolvenza di uno dei debitori sugli altri membri del gruppo, e al contempo, di trasferire la sanzione per la mancata restituzione all’individuo insolvente stesso. Tale meccanismo pone quindi una rete di protezione a favore della banca, alternativa a quella tradizionale della garanzie, stabilendo un significativo limite alle possibilità di perdita della banca. Anche se non vi è la garanzia personale sulla singola rata di prestito, infatti, il costo dell’eventuale insolvenza è molto limitato e le conseguenze negative per l’istituzione di microcredito si arrestano subito per l’interruzione del rapporto con il cliente. Ovviamente non tutti i tipi di progetto rendono possibile l’applicazione di questo meccanismo: infatti, affinché sia possibile scadenziare le rate del prestito e ottenere alla fine di ogni periodo un pagamento da parte del debitore, sono necessarie modalità di investimento che non richiedono un’unica soluzione di finanziamento all’inizio, bensì possono essere avviate anche con piccole somme (ciò accade ad esempio con i prestiti al consumo e con i prestiti per l’acquisto di capitale circolante). Gli investimenti finanziati, in particolare, devono essere in grado di generare un flusso di ricavi continuo in grado di consentire al debitore di far fronte alle varie rate. È inoltre possibile combinare tra loro i meccanismi del prestito di gruppo e di quello progressivo, in vari modi.38L’obiettivo comune a tutte queste varianti è quello di evitare l’onere, assai pesante per un membro di un gruppo di debitori, di dover sostituire nei pagamenti un compagno insolvente. Il meccanismo del prestito progressivo, se da un lato consente di superare alcuni limiti del prestito di gruppo, dall’altro non presenta quei vantaggi che il prestito di gruppo assicurava nella soluzione dei problemi informativi del rapporto creditore - debitore. In particolare, non vi è, nel caso del prestito progressivo, né la capacità di ridurre il problema della selezione dei 38 Ad esempio stabilendo che ogni membro del gruppo riceve un finanziamento a rate, e che l’insolvenza di uno dei membri impedisce a tutti gli altri di ottenere la rata successiva o porta invece solo all’esclusione dal gruppo del singolo debitore insolvente (in questo caso l’incentivo dei compagni a monitorarsi tra loro è più forte, ma la penalità per tutti in caso di insolvenza di un singolo membro è elevata). 52 progetti virtuosi prima di arrivare alla banca (che comunque, come sottolineato, non sempre sussiste anche nel caso del prestito di gruppo), né la capacità di controllare il grado di impegno del debitore durante lo svolgimento del progetto (che riduceva al contempo anche il suo incentivo a dichiarare fallimento strategico39alla fine dell’investimento). Al fine di evitare selezione avversa e fallimento strategico, quindi, si rende necessario da parte della banca un impegno di monitoraggio e di prossimità al debitore molto elevato nel caso del prestito progressivo. Un altro metodo a cui si può far ricorso, oltre al prestito progressivo, per riuscire a garantire l’accesso al credito a individui privi di reddito o dotazioni patrimoniali, evitando di far gravare su di essi l’onere della responsabilità congiunta, è quello del c.d. “collaterale nozionale”. Con tale espressione si intende la garanzia patrimoniale che il debitore mette a disposizione della banca e di cui la banca può impossessarsi in caso di insolvenza del debitore stesso. Il principio applicato con il meccanismo del collaterale nozionale è molto simile a quello utilizzato dai Monti dei pegni: l’idea è che, per l’efficacia della garanzia patrimoniale, non è importante che essa abbia un valore di mercato, bensì è sufficiente che abbia un valore per il debitore. Quindi il fatto che il debitore sia povero e non possegga beni su cui la banca può rivalersi non costituisce un problema. Ciò che basta per creare un incentivo alla restituzione delle somme prestate è che il debitore abbia un bene al quale egli attribuisce un valore superiore a quello del prestito ottenuto. Si tratta appunto di un “valore nozionale”, proprio perché non coincide quasi mai con il valore di mercato, bensì è il valore attribuito personalmente dal debitore al bene, ovvero un valore affettivo o strumentale (nel caso in cui il bene in oggetto sia necessario al debitore per svolgere una determinata attività professionale). Con tale meccanismo quindi, anche in assenza di garanzie personali patrimoniali con adeguato valore di mercato, la banca può avere la garanzia che il debitore si impegnerà al massimo nella restituzione del 39 Per fallimento strategico si intende la falsa dichiarazione di fallimento finalizzata alla non restituzione dei soldi del prestito alla banca. 53 prestito, proprio perché la perdita del collaterale nozionale rappresenterebbe per il debitore stesso un costo assai significativo e addirittura superiore, ad esempio, al guadagno ottenibile nel caso in cui decidesse di non restituire le somme prestate quando sarebbe possibile farlo (come nel caso di un fallimento strategico). Anche il sistema del collaterale nozionale presenta però dei limiti. Innanzitutto, con riferimento al problema delle asimmetrie informative (che si determinano prima, durante e dopo il prestito)40, mentre esso è in grado di evitarle per individui razionali e in grado di valutare le conseguenze delle proprie azioni (disincentivando individui con progetti non solvibili ad accedere alla banca, creando un incentivo al massimo impegno e disincentivando il fallimento strategico), non può fare nulla per limitare i danni della banca nel caso in cui i potenziali debitori non siano in grado di calcolare perfettamente le conseguenze delle loro scelte, e decidano in ogni caso di chiedere un prestito sopravvalutando la profittabilità di investimenti non solvibili. Detta in altri termini, il collaterale nozionale garantisce la banca dal fallimento strategico ma non da quello involontario (in questo caso infatti il collaterale nozionale sarebbe di ben poca utilità per la banca, in quanto il suo valore di mercato spesso irrisorio non sarebbe in grado di compensare la perdita delle somme prestate). Tale 40 L’asimmetria informativa può essere definita come lo squilibrio di informazioni relative alla qualità e alla probabilità di successo dell’investimento tra chi concede e chi chiede il prestito. L’asimmetria informativa genera problemi di tipo diverso a seconda delle fasi del rapporto tra banca e debitore e, in particolare, relativamente a ciò che può verificarsi prima, durante o dopo la realizzazione del progetto per il quale si richiede il prestito. Il primo fenomeno di asimmetria, che si manifesta prima della concessione del prestito, è quello della cosiddetta “selezione avversa”: in questa fase, infatti, la banca si trova di fronte a una serie di potenziali debitori e deve cercare di scegliere un livello di tasso d’interesse che le consenta di far accedere al prestito chi è dotato di progetti di successo, escludendo chi ha invece progetti che non consentirebbero di ripagare il debito. Una volta concesso il prestito, poi, ci si trova di fronte a un secondo tipo di problema chiamato generalmente “rischio morale” (o moral hazard): la banca, infatti, non è in grado di valutare la diligenza del debitore, ovvero il grado di impegno che egli sta mettendo in atto per far sì che l’investimento sia profittevole e che ripaghi il prestito. Infine, la terza dimensione del problema riguarda ciò che succede dopo che il progetto di investimento è terminato: in questa fase, infatti, la banca non conosce il risultato del progetto stesso e quindi la tentazione del debitore potrebbe essere quella di dichiarare “fallimento strategico”, ovvero di comunicare il falso alla banca dichiarando il fallimento del progetto e l’incapacità di restituire il debito al fine di poter conservare per sé tutti i proventi dell’investimento (Becchetti, 2008). 54 meccanismo, inoltre, risulta poco attuabile in sistemi economici sviluppati (Messina, 2009). Un’altra strategia utilizzata di frequente, sempre nell’ottica di ovviare al problema dell’assenza di garanzie, è quella che si propone di superare il conflitto di interessi tra debitori e creditori (c.d. meccanismo del “prestito partecipato”). Chi chiede un prestito in banca infatti ha l’obiettivo di realizzare un investimento41, e ha diritto a tutto ciò che resta del ricavo di un investimento dopo che il prestito è stato ripagato. Per questo motivo il debitore viene definito “residual claimant”, in quanto ha diritto esclusivo sul residuo delle somme realizzate (ovvero su ciò che resta dopo il pagamento del debito). D’altro canto, invece, il creditore ha come unico interesse che il debitore realizzi almeno un ammontare uguale a ciò che deve restituire alla banca stessa. Proprio per questo motivo è evidente come la banca sia più avversa al rischio rispetto al debitore. In particolare, se ipotizziamo l’esistenza da una parte di progetti sicuri a basso rendimento e, dall’altra, di progetti rischiosi ad alto rendimento, si configura la classica situazione di conflitto di interessi tra debitore e creditore. Infatti, mentre il creditore preferirà che l’investitore realizzi il primo tipo di progetti (sicuri e a basso rendimento), un debitore non particolarmente avverso al rischio potrebbe preferire i secondi (rischiosi ma ad alto rendimento). Questo conflitto di interessi può essere superato inizialmente creando le condizioni per le quali gli interessi della banca diventino in parte anche quelli del debitore. Questo obiettivo, nel caso del microcredito, può essere realizzato in due modi: facendo diventare il debitore depositante e/o azionista della banca stessa. La Grameen Bank, come si è visto, applica entrambi i meccanismi vincolando i clienti che ricevono prestiti a un deposito forzoso e, inoltre, trasformando alcuni di essi progressivamente in “funzionari aggiunti” della banca che svolgono per essa alcune delle funzioni di gestione del prestito verso nuovi clienti.42 41 Escludiamo ancora una volta l’ipotesi di prestito al consumo. In questo modo, inoltre, oltre al conflitto di interessi anche i costi operativi della banca si riducono (anche se comunque il processo di delega parziale di funzioni richiede sempre un controllo a monte da parte della banca stessa). 42 55 Vi sono poi molte altre soluzioni volte a ovviare all’assenza di garanzie patrimoniali personali. Si tratta anche in questi casi di soluzioni che provano a rispondere ai “problemi di ex ante hidden information (selezione della qualità dei prestatari), interim hidden action (impossibilità di monitorare l’impegno del prestatario durante l’erogazione del prestito) e ex post hidden information (difficoltà di monitorare il risultato del prestatario e il rischio di “fallimento strategico” o missreporting)”(Messina, 2009; Becchetti 2006). Le principali sono (Messina, 2009): Le garanzie patrimoniali di un soggetto terzo, tipica soluzione mutualistica grazie a cui i beneficiari si associano fra loro e l’ente di secondo livello così costituito garantisce i singoli prestiti (meccanismo dei Confidi); Il mutualismo puro, ovvero il coinvolgimento dei beneficiari del prestito nella vita della stessa organizzazione finanziatrice, attraverso un meccanismo di “risparmio coatto” o “associazione in partecipazione coatta”, che tenta così di attenuare il conflitto di interessi tra chi prende e chi concede il denaro, dunque il rischio di “moral hazard”; Le linee di credito automatiche, meccanismo con il quale vengono predefinite delle condizioni di accesso e, soddisfatte queste, il prestito viene erogato quasi automaticamente, riducendo sensibilmente i costi di ogni singola transazione (istruttoria); Il prestito assicurato, che prevede che all’erogazione del prestito venga associata la costruzione di un meccanismo assicurativo che mira a mutualizzare i rischi di perdita. Tutte queste modalità, poi, possono essere articolate in modelli di intervento da costruire ad hoc rispetto alle caratteristiche ambientali, sociologiche ed economiche del contesto in cui si interviene. 56 2.3 Meccanismo di determinazione dei tassi di interesse Una delle critiche più frequenti rivolte alle organizzazioni di microcredito è quella relativa ai tassi di interesse applicati. Tali tassi, soprattutto in alcuni casi, apparirebbero troppo elevati se non addirittura al limite dell’usura. Se si osservano infatti ad esempio alcuni dati del 2004 relativi alle più importanti istituzioni di microcredito del mondo si può notare come i tassi appaiono, nella maggior parte dei casi, anche di molto superiori al tasso di interesse annuale medio sui prestiti praticato dagli altri istituti di credito del paese: Tab. 2.1 Tassi nominali e reali per alcune delle principali istituzioni di microfinanza (2004) Tasso di interesse annuale nominale sui prestiti (%) Tasso d’inflazione nel paese in cui operano (%) Grameen Banco Bank Finca ActionAid Bank Sol Rakyat International Usa 16,30 28,4 31,4 27,39 12,8 5,67 3,34 6,59 4,55 2,27 16 10,4 16,94 6,91 4,12 Tasso d’interesse annuale medio sui prestiti praticato dagli altri istituti di credito del paese (%) Fonte: Leonardo Becchetti, Il microcredito, 2008 La Grameen Bank presenta un tasso di interesse medio nominale annuale sui prestiti del 16,3%; tale tasso, in presenza di un saggio di inflazione annuo del 5,67%, corrisponde a un interesse reale del 10% circa. Come mostrano i dati, quindi, i tassi applicati dalla Grameen non si discostano molto dal tasso medio praticato dagli altri istituti di credito del Bangladesh (16%) in quanto riflettono, al pari di questi ultimi, le caratteristiche di 57 rischiosità del mercato locale. Diversa è invece la situazione del Banco Sol, che in Bolivia applicava nel 2004 tassi annui medi nominali del 28,4% (che, con un saggio di inflazione del 3,34%, corrispondevano a un tasso reale del 25% circa). In questo caso il tasso medio annuo dell’organizzazione di microcredito si discosta molto da quello medio applicato dagli altri istituti del paese (10,4%). La stessa situazione si presenta anche confrontando i tassi nominali medi annui della Finca International, della Bank Rakyat (in Indonesia) e di ActionAid negli Stati Uniti con i tassi medi sui prestiti applicati dagli altri istituti di credito dei paesi di appartenenza. Il tutto potrebbe quindi apparire contradditorio all’idea stessa e allo scopo ultimo del microcredito, ovvero la creazione dell’opportunità di accesso al credito a quei soggetti che versano in condizioni di emarginazione e indigenza e che quindi vengono normalmente definiti “non bancabili”. Ma la presenza di tassi così elevati è determinata da molteplici fattori e, inoltre, secondo alcuni studiosi (Rosenberg, 2002) e come mostra anche l’esperienza empirica, i più poveri sarebbero comunque in grado, nella stragrande maggioranza dei casi, di rimborsare i prestiti anche in presenza di alti tassi di interesse. Innanzitutto, una delle motivazioni sottostante a tassi così elevati potrebbe essere rappresentata dal fatto che non tutte le organizzazioni di microcredito sacrificano il proprio obiettivo della massimizzazione del profitto a quello dell’inclusione sociale e del raggiungimento del maggior numero di poveri. D’altro canto, però, occorre osservare come anche quelle istituzioni che dichiarano di porsi come unico obiettivo l’inclusione sociale, sacrificando ad esso i propri margini di profitto, non riescono comunque a non applicare tassi elevati. Per poter comprendere più approfonditamente la questione è dunque necessario ricorrere ad alcuni modelli matematici che illustrano i meccanismi di formazione dei tassi di interesse rispettivamente nei tre casi di (Becchetti, 2008): 58 a) Prestito tradizionale con garanzia patrimoniale b) Microprestito a un debitore povero privo di garanzie patrimoniali personali c) Prestito di gruppo con responsabilità congiunta Le variabili utilizzate nel modello sono: X = somma presa a prestito (finalizzata a un progetto di investimento rischioso) P = probabilità di successo del progetto (con annessa restituzione alla banca delle somme prestate più gli interessi)43 r = tasso di interesse sul prestito C = costo complessivo per la banca 44 G = garanzia patrimoniale personale del debitore Quindi, in caso di prestito tradizionale con garanzia patrimoniale personale, la situazione di equilibrio tra ricavi (a sinistra) e costi (a destra) per la banca è rappresentata dalla seguente espressione: P*X*(1+ r) + (1 – P)*G = C+X Ovvero, per quanto riguarda i ricavi, la banca ottiene la somma X prestata più gli interessi maturati (quindi X*(1 + r)) nel caso in cui il progetto abbia successo (quindi con probabilità P). In caso di insuccesso (che accadrà con probabilità 1 – P), la banca può comunque rivalersi sulla garanzia del debitore (G). I costi dal canto loro sono rappresentati dalla totalità dei costi amministrativi già elencati in precedenza (C) più la somma erogata a prestito. Ipotizzando per semplicità che la garanzia valga esattamente 43 Dove P è una probabilità compresa tra 0 e 1. Comprendente: l’attività di valutazione del progetto e l’istruttoria per la concessione del fido, il monitoraggio dell’investitore dopo la concessione del fido, la verifica finale dei risultati del progetto in caso di dichiarazione di fallimento e, in alcuni casi, anche il costo della consulenza alla definizione del piano di investimento. 44 59 quanto la somma prestata più gli interessi45 , e che non siano presenti costi per la riscossione della garanzia, la banca di fatto non rischia e la sua condizione di equilibrio si riduce a: X*r = C Ricorrendo a un esempio numerico, si può subito calcolare che per un prestito di 50 mila euro (X = 50000), in presenza di costi amministrativi pari a 200 euro (C = 200) e con una probabilità di successo del prestito dell’80% (P = 0,8), se il tasso di interesse fosse pari allo 0,4% la banca sarebbe già in una situazione di pareggio. In caso invece di microprestito a un debitore povero privo di garanzie patrimoniali personali, la nuova situazione di equilibrio sarebbe rappresentata dall’espressione: P*Xp*(1 + r) = C + Xp La differenza rispetto al caso precedente è rappresentata dal fatto che, in caso di fallimento del progetto (probabilità 1 – P), la banca non può rivalersi su nulla a causa della mancanza della garanzia e inoltre la somma prestata è esigua46. Ricorrendo anche in questo caso a un esempio numerico, si può verificare che, per una somma Xp di 1000 euro, la condizione di equilibrio implica che il tasso di interesse più basso47, che assicuri l’equilibrio tra ricavi e costi, necessario appena ad evitare perdite per la banca, è pari al 50%48. Infine, il modello del prestito di gruppo con responsabilità congiunta consente un lieve miglioramento della situazione della banca rispetto al precedente. Innanzitutto si faccia riferimento al caso più semplice, in cui il 45 Ovvero G = X*(1 + r). Si assuma ad esempio che per semplicità X sia uguale o maggiore a 50000 euro e Xp sia inferiore a 50000 euro. 47 O il differenziale di tasso tra tasso attivo e tasso passivo, rimuovendo l’ipotesi di costo zero della raccolta per la banca. 48 Infatti: 0,8*1000*(1+0,5) = 200 + 1000 46 60 gruppo sia formato da due soli individui, ciascuno dei quali con un progetto avente costo uguale a 1000 euro e probabilità di successo dell’80% (ovvero, Xp = 1000 e P = 0,8). Si supponga inoltre che il ricavato derivante dal successo del progetto di uno dei due membri del gruppo sia sufficiente a pagare il proprio prestito più quello dell’altro membro, nel caso in cui quest’ultimo risultasse insolvente. Sotto queste condizioni la situazione di equilibrio per la banca è rappresentata da: [P2 + 2*P*(1-P)]*2*XP*(1+r) = 2*(C + Xp) Infatti la banca, che deve fare due diverse istruttorie (e che paga quindi due volte i costi) per i due diversi progetti, riesce ad ottenere indietro le somme erogate a prestito quando entrambi i membri del gruppo hanno successo (e ciò accade con probabilità P*P ovvero P2) oppure quando uno dei due ha successo e l’altro no (probabilità 2*P*(1-P)), ma non quando entrambi falliscono (probabilità (1-P)2). Si può quindi osservare come, tramite il prestito di gruppo con responsabilità congiunta, la banca può mantenere il suo equilibrio economico con tassi meno elevati rispetto all’esorbitante 50% calcolato nell’esempio precedente, ma comunque il tasso minimo al quale può erogare microcredito in condizioni di equilibrio tra ricavi e costi è pari al 25% (infatti [0,64+1,6*(0,2)]*2000*(1+0,25) = 400 + 2000). Quindi il problema dei tassi elevati rimane, ma il meccanismo della responsabilità congiunta consente di attenuarlo dal momento che riduce il rischio di non restituzione del prestito. In particolare, il vero vantaggio del prestito di gruppo con responsabilità congiunta si realizza quando i rendimenti dei progetti facenti parte del gruppo sono correlati negativamente; nel caso in cui invece esista un fattore di rischio comune che possa colpire tutti i progetti di un determinato gruppo di debitori (vedasi alluvione in Bangladesh del 1988, che ha portato alla nascita della Grameen II)49, l’efficacia dei prestiti erogati con tale modello si riduce significativamente. 49 Fonte: www.grameen-info.org 61 Per cercare di comprendere come mai, anche di fronte a tassi spesso molto elevati, i micro - debitori riescano nella maggior parte dei casi a ripagare il proprio debito, occorre osservare inoltre come i progetti dei poveri abbiano spesso rendimenti del capitale molto elevati, ovvero il rapporto tra i proventi dell’iniziativa e il costo del bene capitale necessario per avviare l’attività finanziato dal microprestito è molto alto. Questo spiegherebbe quindi la capacità dei debitori di fronteggiare comunque tassi di interesse tanto elevati. Un’altra considerazione importante, che spiega gli elevati tassi di interesse applicati dalle istituzioni di microcredito, è che il meccanismo stesso di piccoli prestiti a distanza ravvicinata nel tempo (spesso ad intervalli inferiori all’anno) genera tassi d’interesse annui molto alti.50 Infine, occorre soffermarsi sull’aspetto dell’efficienza delle istituzioni di microcredito e sul volume di sussidi che sostengono la loro attività. Infatti, da un lato, quanto maggiore è il contributo di finanziamenti a tasso agevolato, o di pure elargizioni per la banca, tanto minore sarà il tasso di interesse che la banca potrà praticare ai clienti che chiedono prestiti. Dall’altro, quanto maggiore è l’efficienza nei processi di valutazione e monitoraggio dei progetti, tanto minori saranno i costi per progetto e minori i tassi nominali che consentono alla banca di gestire senza perdite ogni singolo prestito51. Altre considerazioni, che potrebbero poi cercare di spiegare il fatto che la maggior parte dei debitori poveri è davvero in grado di pagare tassi di interesse sufficientemente elevati da supportare la sostenibilità delle istituzioni di microcredito, sono le seguenti (Rosenberg, 2002): I mercati di credito informali, già esistenti nella maggior parte dei paesi poveri (come illustrato nel precedente capitolo 1), erano 50 Ad esempio, restituire il 10% in sei mesi in due prestiti semestrali consecutivi equivale a un tasso annualizzato di oltre il 20%. 51 A tal proposito, si può ipotizzare che un forte aumento di efficienza delle istituzioni di microcredito potrebbe realizzarsi nel caso in cui le stesse potessero avvalersi di sistemo di scoring del merito creditizio, sul modello di quelli utilizzati nei paesi più avanzati per il credito al consumo (Becchetti, 2008). 62 caratterizzati dal fatto che i piccoli debitori prendevano a prestito e ripagavano continuamente prestiti informali a tassi di interesse molto più elevati rispetto a quelli che qualsiasi istituzione formale di microcredito applicherebbe oggi52; Alcune istituzioni di microcredito concedono prestiti a gruppi di donne nelle cosiddette “banche di villaggio”. I risparmi obbligatori di queste donne spesso rimangono all’interno del gruppo stesso come un “conto interno”, che possono dare e prendere a prestito a vicenda, ai termini che desiderano. Quando tale pratica viene effettuata, le donne generalmente applicano le une nei confronti delle altre tassi di interesse sostanzialmente più alti rispetto a quelli che l’istituto di microcredito applica sul suo prestito presso la banca di villaggio. Le istituzioni di microcredito che applicano tassi di interesse molto elevati quasi sempre si trovano in situazioni in cui la domanda di credito supera la loro capacità di offerta. La maggior parte dei loro clienti restituisce i prestiti ricevuti e ritorna continuamente a chiederne di nuovi: ciò mette in luce la convinzione dei clienti che i prestiti permettano loro di guadagnare un somma di gran lunga superiore all’ammontare degli interessi che devono pagare sul debito stesso. Questo fenomeno non sembra che sia ristretto a particolari regioni o paesi, ma è generalmente diffuso. Ci si può soffermare poi su un aspetto più strettamente teorico-morale relativo ai tassi di interesse, ovvero ci si può domandare se sia opportuno o meno che le istituzioni di microcredito (che si assume in questa circostanza abbiano come unico obiettivo quello di apportare miglioramenti delle condizioni di vita dei più poveri) applichino tassi così elevati sui prestiti. Da questo punto di vista la risposta sembrerebbe 52 Uno dei tassi di interesse applicati più elevato sarebbe un tasso di interesse mensile reale del 10,1%, che veniva richiesto da un programma attuato da una banca di villaggio in Messico durante un periodo nel quale l’inflazione raggiunse il 52% in un anno. Vari studi riportano tassi di interesse applicati dai local moneylender in Messico del 25-30% mensile, in periodi di inflazione molto più bassa (Catherine Mansell Carstens, Las Finanzas Populares en Mexico, 1983). 63 abbastanza diretta (Rosenberg, 2002). Nella maggior parte dei paesi, infatti, i fondi derivanti da donazioni rappresentano solo una piccola quantità che non sarà mai in grado di raggiungere più di una ristretta frazione di individui poveri, che avrebbero invece bisogno di servizi finanziari ad hoc. Si può quindi sperare di riuscire ad arrivare a sostenere anche tutti questi individui solo se le istituzioni di microcredito saranno in grado di erogare ingenti somme di prestiti a tassi di mercato. E questo non può essere fatto a meno che esse non applichino tassi di interesse che coprano tutti i costi amministrativi e correlati citati in precedenza. 2.4 Il ruolo delle donne I due principali obiettivi dichiarati dai programmi di microcredito sono da un lato l’eliminazione della povertà e dall’altro, al contempo, l’emancipazione progressiva delle donne. Laddove l’offerta di servizi finanziari sia volta alla creazione e/o all’espansione di micro-imprese ci sono tutta una serie di potenziali impatti per le donne, quali (Mayoux, 1997): L’aumento nei livelli di reddito delle donne e di controllo sullo stesso, che a loro volta conducono a un incremento dell’indipendenza economica femminile; L’accesso a reti e mercati in grado di offrire esperienze più profonde del mondo al di fuori delle mura domestiche, l’accesso all’informazione e la possibilità di sviluppare altri ruoli sociali e politici; Il rafforzamento della percezione del contributo delle donne al reddito familiare e al benessere della famiglia, il che a sua volta aumenterebbe la partecipazione delle donne alle decisioni sulle 64 spese domestiche e altri temi, e porterebbe quindi a pianificare anche una spesa maggiore per il benessere delle donne stesse; Un più generale miglioramento negli atteggiamenti verso il ruolo delle donne all’interno della famiglia e della comunità. Ad oggi (giugno 2009) le donne rappresentano addirittura il 97% dei clienti che ottengono prestiti dalla Grameen Bank53. È bene precisare comunque subito che non tutti i programmi di microcredito presentano questa caratteristica: l’”effetto genere” (Becchetti, 2008) sembra esistere ma essere circoscritto ad alcune aree geografiche (ad esempio vi sono evidenze empiriche che non sussiste una significativa differenza di genere nella probabilità di restituzione dei prestiti in alcune esperienze in Asia Centrale, così come spesso, in alcuni paesi africani, le organizzazioni di microcredito si trovano nell’impossibilità di prestare alle donne per motivi di carattere culturale). Come già illustrato nel precedente capitolo 1, le motivazioni alla base della scelta della Grameen Bank di rivolgere la propria offerta prevalentemente alle donne sono sia di carattere sociale che di sviluppo: come mostrarono i primi risultati empirici, infatti, “passando per le donne, il credito portava cambiamenti più rapidi di quando era gestito dagli uomini” (Yunus, 1999). Le spiegazioni che Yunus stesso dà a questo dato di fatto sono da rintracciarsi nel fatto che, per le donne, il prestito rappresenta un’occasione, spesso l’unica, per uscire dalla propria condizione di povertà, e pertanto lotterà con tutte le forze per portarla a buon fine54. Per poter interpretare quindi questo “effetto genere” vi sono due vie principali. La prima insiste sul diverso grado di responsabilità della donna all’interno dei contesti culturali nei quali le organizzazioni di microcredito operano. Infatti, chi per tradizione ha sempre avuto l’incarico di gestire 53 Fonte www.grameen-info.org “La pratica ci ha dimostrato che le donne si adattano meglio e più rapidamente degli uomini al processo di auto assistenza. Sono più attente, si preoccupano di costruire un futuro migliore per i figli, dimostrano maggiore costanza nel lavoro. Il denaro affidato a una donna per la gestione familiare rende più di quando passa per le mani dell’uomo.”(da Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999). 54 65 l’economia domestica (ovvero la donna generalmente) dovrebbe in teoria avere maggiore facilità nel gestire le questioni economiche anche al di fuori delle mura domestiche. La convenienza di rivolgersi prevalentemente alle donne nascerebbe quindi dall’interpretazione etimologica del termine “economia” (letteralmente, “gestione della casa”), nella convinzione che chi già gestisce l’organizzazione della casa ha una naturale predisposizione a gestire anche un prestito bancario. Un ulteriore dato antropologico, osservato già da Yunus stesso, è rappresentato dal fatto che, soprattutto nei paesi in cui operano la maggior parte delle istituzioni di microcredito, si presuppone che le donne abbiano maggior cura e attenzione per il benessere delle generazioni future e, quindi, della gestione delle disponibilità finanziarie55. A parziale critica dell’applicabilità di tale principio è interessante rilevare come l’effetto di genere non sembri sussistere in paesi più sviluppati, e dunque possa attenuarsi in presenza di un percorso di emancipazione femminile che sia volto a stemperare le differenze tra i ruoli. In contesti del tutto diversi come quelli dominati dall’integralismo islamico, poi, il metodo può rivelarsi invece inapplicabile per veti imposti dalla cultura locale. La seconda strada per interpretare il c.d. “effetto di genere” si focalizza sul contesto sociale piuttosto che su eventuali differenze tra uomo e donna nelle qualità necessarie per garantire una corretta gestione dei prestiti. In particolare, risulta evidente che, nei contesti culturali prevalenti nelle regioni in cui operano le principali istituzioni del microcredito, il controllo sociale sulle donne sia molto maggiore che sugli uomini. Inoltre le donne godono di minor prestigio e autonomia e il biasimo della collettività per comportamenti economici non virtuosi può essere maggiore. In altri termini, portare a termine il prestito ricevuto può consentire alle donne un notevole progresso nel cammino per l’emancipazione. 55 “Quando una madre povera comincia a guadagnare un po’ di denaro, il suo pensiero è subito per i figli, che in genere occupano il primo posto nella sua gerarchia. Al secondo posto viene la casa: la donna acquisterà qualche utensile, rinforzerà il tetto, apporterà qualche modifica per migliorarne la vivibilità.” (da Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999) 66 Per quanto riguarda poi, in concreto, gli effetti dell’applicazione dei programmi di microcredito sulle donne, si può in generale osservare che (Mayoux, 1997): Molti programmi hanno avuto sia impatti positivi che negativi sulle donne. Laddove le donne hanno dato vita a imprese ciò ha spesso portato a piccoli incrementi nell’accesso al reddito, al costo però di carichi di lavoro più pesanti e di maggiori pressioni alla restituzione del prestito. In molti casi i prestiti sono stati utilizzati dagli uomini per creare imprese sulle quali le donne hanno un controllo minimo. In alcune circostanze addirittura le donne sono state impiegate in qualità di lavoratrici domestiche non retribuite, con scarsi vantaggi. In altri casi si sono verificati benefici indiretti e miglioramenti di vari aspetti della condizione femminile, come risultato di una maggiore considerazione del ruolo delle donne all’interno della casa e della comunità. In alcune fattispecie l’incremento dell’autonomia femminile è stato temporaneo e ha portato al ritiro del supporto maschile. Per alcuni programmi, poi, vi sono paure crescenti che i piccoli aumenti reddituali delle donne stiano portando a un decremento del contributo maschile verso certi tipi di spese domestiche. Gli impatti, inoltre, sono differenti anche all’interno degli stessi programmi, da donna a donna. Vi sono differenze tra donne che operano in diversi settori produttivi e fra donne che provengono da background diversi. In alcuni contesti i progetti apportano benefici principalmente a donne che si trovano già in condizioni finanziarie buone. In altri, le donne più povere si sentono più libere e più motivate a ricorrere al credito per produrre. In molti casi, invece, le donne più povere vengono escluse sia dai programmi di credito individuali che di gruppo o sono comunque meno capaci di trarre benefici dal credito a causa delle loro scarse risorse iniziali, della mancanza di competenze e di contatti di mercato. Vi sono inoltre 67 differenze individuali tra donne provenienti da background simili e all’interno delle stesse attività produttive. È interessante quindi riportare una delle migliaia di storie di donne che, beneficiando di microprestiti, sono riuscite a migliorare le proprie condizioni di vita: “Hajeera Begum è nata nel 1959 a Kirati Kapasia, nel Monohardi, una zona della provincia di Dhaka. Suo padre, un bracciante agricolo che provvedeva faticosamente al sostentamento di sei figlie, la diede in sposa a un cieco per il fatto che questi non chiedeva la dote. Quando l’abbiamo conosciuta, Hajeera e suo marito sopravvivevano con quel poco che lei guadagnava con le pulizie a domicilio, ma quello scarso reddito non bastava a dare da mangiare regolarmente ai tre figli. Hajeera chiese dunque al marito il permesso di aderire a Grameen, ma questi, avendo inteso dire che si trattava di un’organizzazione cristiana mirante a distruggere l’Islam, minacciò la moglie di ripudiarla nel caso vi si fosse immischiata. Senza dir niente a nessuno, Hajeera andò nel villaggio vicino per partecipare alle riunioni informative nelle quali gli impiegati di Grameen illustravano i principi della banca. La prima volta che i membri del gruppo si sottoposero all’esame orale volto a verificare la loro conoscenza delle regole della Grameen, Hajeera era così agitata che non riuscì a rispondere alle domande. “per tutta la vita mi ero sentita ripetere che ero una buona a nulla,” ci confidò tempo dopo. “I miei genitori dicevano che, essendo femmina, ero una disgrazia per loro, e che la mia famiglia non avrebbe potuto pagarmi la dote. Spesso ho sentito mia madre dire che avrebbe dovuto uccidermi alla nascita. Non credevo di meritare un prestito; non pensavo di essere capace di rimborsarlo.” Senza il sostegno degli altri membri del gruppo, Hajeera avrebbe rinunciato. Quando ricevette un prestito di 2000 taka (50 dollari) non potè trattenere le lacrime. Il gruppo la convinse a utilizzare il prestito per 68 comprare un vitello da ingrasso e del riso da decorticare. Quando suo padre le portò il vitello, il marito fu talmente entusiasta da dimenticare che aveva minacciato di ripudiarla. A distanza di un anno, Hajeera aveva rimborsato il primo prestito e ne aveva preso un secondo per affittare un terreno sul quale piantò sessanta banani. Con il resto del denaro, acquistò un secondo vitello. Oggi possiede un campo di riso gravato da ipoteca, nonché capre, polli e anatre. “Adesso facciamo tre pasti al giorno,” dice Hajeera, “e i bambini mangiano finché hanno fame. Possiamo perfino concederci della carne, una volta alla settimana. Ho intenzione di far studiare i miei figli, e di mandarli anche all’università, perché non voglio che abbiano un destino infelice come il mio. Vuole sapere cosa penso di Grameen? Per me Grameen è come una madre. Anzi, non è come una madre, è mia madre; perché io con Grameen sono letteralmente rinata!”. (Brano tratto da Il banchiere dei poveri, Muhammad Yunus, 1999) 2.5 Tassi di sofferenza e fattori produttivi nascosti Una delle peculiarità fondamentali vantata dalle istituzioni di microcredito è rappresentata dal fatto che i tassi di sofferenza sui prestiti erogati sono, in linea generale, estremamente bassi. Innanzitutto occorre precisare che un credito viene definito “in sofferenza” quando i debitori non sono riusciti a rispettare la data di pagamento di una parte degli interessi o del montante del prestito e il ritardo ha superato un determinato intervallo temporale, la cui ampiezza può variare a seconda delle differenti legislazioni nazionali. La sofferenza, quindi, rappresenta uno stato transitorio della condizione del debitore che si trova a metà strada tra quella della piena solvibilità e quella del default, ovvero dell’impossibilità acclarata di ripagare il prestito 69 a cui fa seguito la cancellazione dello stesso dai conti della banca (Becchetti, 2008). Se si osservano i dati sintetici ad esempio di fine 2003 per alcune delle istituzioni di microcredito maggiori, si rileva un tasso di sofferenza sul totale degli impieghi del 2,5% per la Grameen Bank56, dell’1,6% per Bank Rakyat in Indonesia e del 5% per ActionAid. Occorre però cercare di interpretare correttamente questi dati. Innanzitutto essi sono relativi, come già detto, a istituzioni di microcredito grandi, di successo, che presentano contemporaneamente tassi di sofferenza sugli impieghi molto bassi e margini di profitto non negativi; ma se si analizzano i dati concernenti altre istituzioni le evidenze empiriche sono molto diverse. Infatti, così come riportato dal “Microbanking Bulletin” del 2004, su un campione di circa 300 istituzioni di microcredito esaminate, un terzo di esse risultava in perdita, con un margine di profitto medio addirittura del -24%. Vi sono molteplici fattori che possono spiegare i comunque bassi tassi di sofferenze. In primis, con riferimento alle caratteristiche stesse del microcredito, si può osservare come da un lato il meccanismo del prestito di gruppo con responsabilità congiunta (soluzione, come già detto, ampiamente adottata dalle organizzazioni di microcredito) riduca in concreto la possibilità che il singolo prestito non venga restituito, e quindi consenta anche di ridurre il tasso di sofferenza sui prestiti, e dall’altro lato, data la dimensione ridotta dei prestiti erogati, il fallimento di un singolo debitore ha comunque effetti limitati sul rapporto tra sofferenze e impieghi della banca. Inoltre, qualora venga scelta la modalità del prestito progressivo, la rapida esclusione dal rifinanziamento di un debitore in caso di incapacità di ripagare la rata precedente del prestito fa sì che la transizione nello stato di insolvenza sia molto breve, con passaggio immediato alla condizione di fallimento57(Becchetti, 2008). 56 Attualmente (fine 2008) tale tasso è pari al 2,19%.(Fonte:www.grameen-info.org). Quindi, un ulteriore metodo per ridurre le sofferenze può anche essere quello di dichiarare più velocemente la condizione di insolvenza, riducendo la permanenza stessa dei clienti nella situazione di sofferenza. 57 70 Oltre a queste motivazioni attinenti gli aspetti più strettamente tecnici del microcredito, occorre considerare anche alcuni dei cosiddetti “fattori invisibili” che caratterizzano il microcredito stesso e che sarebbero in grado di spiegare anch’essi tali dati sui tassi di sofferenza. In quest’ottica è opportuno abbandonare momentaneamente due dei principi classici dell’economia, ovvero innanzitutto la visione dell’ homo economicus come agente che finalizza la propria azione unicamente all’obiettivo dei propri risultati materiali (consumo e reddito)58e, inoltre, la cosiddetta ipotesi “consequenzialista”, secondo la quale la soddisfazione di un individuo dipende solo dalle conseguenze materiali delle proprie azioni e non dal beneficio o costo morale che le azioni determinano in sé. Quindi, analizzando il fenomeno del microcredito, ci si può accorgere di come ogni azione economica possa essere rappresentata da due componenti, una visibile (che realizza un output realizzabile sul mercato) e una invisibile, legata ai mezzi e al percorso prescelto per raggiungere l’obiettivo, che incide sia sulla felicità, e di conseguenza sull’efficacia produttiva dei fattori produttivi visibili, sia sul successo di mercato dei beni e servizi realizzati. In particolare, tali elementi invisibili sarebbero costituiti dal conferimento di fiducia, dalla prossimità, dalla dignità e dal valore delle relazioni. Tenendo conto di tali elementi invisibili si può quindi innanzitutto osservare come la maggiore prossimità59 (o la minore distanza informativa) riduca i potenziali effetti negativi derivanti dalle asimmetrie informative nel momento di valutazione, svolgimento e conclusione dei progetti (Becchetti, 2008). Infatti, il criterio di selezione virtuosa all’interno del 58 Tale visione ha indotto Amartya Sen (economista indiano Premio Nobel per l’economia nel 1998) a definire l’agente economico un “folle razionale”, poiché esso non tiene conto di altre non trascurabili motivazioni dell’agire (dovere morale, altruismo, reciprocità, avversione per la disuguaglianza, ecc…). 59 Le istituzioni di microcredito si propongono di aumentare questa la prossimità in due modi differenti: in primo luogo cercando di essere “banca di villaggio”, ovvero radicando la propria attività creditizia in ambito locale e operando in un contesto nel quale la distanza sociale e informativa tra chi eroga il prestito e chi lo riceve è ridotta; in secondo luogo, facendo ricorso al meccanismo del prestito di gruppo con responsabilità congiunta, affinché la prossimità tra i membri del gruppo possa essere utilizzata a vantaggio della banca, generando un meccanismo virtuoso ai fini della restituzione del prestito. 71 gruppo (nessuno ha interesse ha formare gruppi con soggetti ritenuti inaffidabili o dotati di progetti non redditizi) aumenta la qualità dei progetti che vengono presentati alla banca e quindi riduce potenzialmente il rischio che si verifichino sofferenze sui prestiti erogati. Rivestono poi un ruolo importante anche il conferimento di fiducia (che ha effetti tanto maggiori sulla motivazione e sull’impegno del ricevente quanto più lo stesso parte da una condizione di esclusione sociale) e la crescita di dignità derivante dall’instaurazione del rapporto di fiducia tra banca e debitore. Occorre poi considerare un altro elemento fondamentale, che spiega anch’esso il ridotto tasso di sofferenze dei microprestiti: a differenza dei manager delle grandi imprese (che con una nota espressione della finanza internazionale si ritiene che abbiano il cosiddetto “golden parachute”, ovvero il “paracadute d’oro, rappresentato dalle ingenti indennità di buonuscita che ricevono), i poveri si ritiene che “non hanno alternative” (Becchetti, 2008), ovvero il costo opportunità della mancata restituzione del prestito determina oneri materiali, psicologici e sociali altissimi. Infine, ricercando sempre spiegazioni ai bassi tassi delle sofferenze, si può puntualizzare come non è escluso che una parte di questi buoni dati possa dipendere da accorgimenti contabili. In particolare, le sofferenze possono ridursi se si aumenta la soglia di ritardo nel pagamento oltre il quale un prestito viene considerato in sofferenza o se, viceversa, si è abbastanza rapidi da considerare cancellati i prestiti dopo un breve periodo di sofferenze. Quindi è opportuno, quando si effettuino confronti tra paesi e sistemi creditizi diversi, valutare se la comparazione avvenga tra grandezze contabili omogenee. 72 CAPITOLO 3: IL MICROCREDITO NEL MONDO 3.1 Esportabilità del modello Grameen e nuove frontiere del microcredito Tradizionalmente si è soliti identificare il microcredito con la Grameen Bank, la banca fondata da Yunus. La domanda che viene spesso posta a chi parla di microcredito è se esistano o meno altre esperienze in continenti e paesi diversi, e la risposta a tale domanda è ovviamente affermativa. I modelli di microcredito adottati nelle varie parti del mondo differiscono da quello originale della Grameen Bank in quanto devono adattarsi alle caratteristiche dei paesi in cui operano. Ciò era ben chiaro fin dall’inizio anche a Yunus stesso, il quale affermava (1999): “Quando parliamo di esportare il modello Grameen in altri paesi, non intendiamo che lo si debba riprodurre tale e quale, ma che i caratteri essenziali della nostra formula siano applicati in contesti nazionali diversi con spirito pratico e innovativo”.60 Yunus si rende infatti conto che molti punti fondamentali del programma della Grameen, come ad esempio le “Sedici risoluzioni”, potevano non essere altrettanto importanti per il successo di analoghe iniziative di microcredito in altri contesti.61 Vi sono però alcune peculiarità del modello Grameen che Yunus ritiene che non debbano essere perse di vista anche in altri paesi: innanzitutto il tasso di recupero dei crediti (Yunus afferma infatti che (1999): ”Quali che siano le condizioni ambientali, si deve ricordare fin dall’inizio che se il tasso di recupero dei crediti non si avvicina al 100 per cento, per quanto promettente possa 60 Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri. “Per esempio le “Sedici risoluzioni”: in alcuni paesi può non aver senso prescrivere di coltivare ortaggi tutto l’anno, oppure di non pagare la dote. Nelle regioni desertiche o al circolo polare artico coltivare può essere impossibile; quanto alla dote, molte culture non hanno per niente questo problema. Ma i nostri emuli possono, se lo desiderano, inventare una loro versione delle “Sedici risoluzioni””. (Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri). 61 73 apparire l’esperienza, non è Grameen. Tutta la forza di Grameen deriva dalla sua quasi totale capacità di recupero. Il tasso di recupero non esprime soltanto la solvibilità del cliente, ma la sua determinazione e la disciplina che hanno reso possibile questo risultato”62); in secondo luogo, la giusta individuazione degli interlocutori. Con riferimento a questo secondo elemento, in particolare, Yunus consiglia di iniziare l’esperimento di trasposizione del modello Grameen rivolgendosi al 25 per cento più povero della popolazione, e di concentrasi in particolare sulle donne più bisognose. Nel corso degli anni, quindi, varie iniziative di microcredito sono state avviate in tutto il mondo. Stando ai dati pubblicati dal Report 2007 del Microcredit Summit, al 31 dicembre 2006 operavano ben 3.316 istituzioni di microfinanza nel mondo, le quali avevano raggiunto 133.030.913 destinatari, di cui 92.922.574 sotto la soglia di povertà assoluta. Di questi l’85,2%, pari a 79.130.581, è rappresentato da donne. Tali dati possono essere sinteticamente raccolti nelle seguenti tabelle: Tab. 3.1 Aggiornamento dati al 2007 di “Microcredit Summit Campaign” N. Istituzioni e progetti di Microfinanza (al 31/12/2006) N. totale di destinatari raggiunti (al 31/12/2006) N. totale di destinatari raggiunti (al 31/12/2006) sotto la soglia di povertà assoluta N. totale di destinatari raggiunti (al 31/12/2006) sotto la soglia si povertà assoluta, donne N. di membri di famiglie raggiunte sotto la soglia di povertà assoluta 3.316 133.030.913 92.922.574 79.130.581 464.612.870 Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007 62 Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri. 74 Tab. 3.2 Situazione al 31/12/2006 di “Microcredit Summit Campaign” Anno Programmi e Destinatari di Destinatari di Istituzioni di Microprestiti Microprestiti Micro finanza % Sotto la soglia Di povertà assoluta 31/12/97 618 13.478.797 7.600.000 56% 31/12/98 925 20.938.898 12.221.918 58% 31/12/99 1.065 23.555.689 13.779.872 58% 31/12/00 1.567 30.681.107 19.327.451 63% 31/12/01 2.186 54.932.235 26.878.332 49% 31/12/02 2.572 67.606.080 41.594.778 62% 31/12/03 2.931 80.868.343 54.785.433 68% 31/12/04 3.164 92.270.289 66.614.871 72% 31/12/05 3.133 113.261.390 81.949.036 72% 31/12/06 3.316 133.030.913 92.922.574 70% Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007 Risulta evidente pertanto che, mentre l’obiettivo di 100 milioni di famiglie da raggiungere entro la fine del 200563(prefissato in occasione del primo “Microcredit Global Summit” del 1997) è stato superato già a partire dal 2005 stesso, il raggiungimento del target dei 100 milioni di destinatari sotto la soglia di povertà non è stato raggiunto nemmeno nel 2006. Si rilevano in aumento sia i destinatari di microprestiti che le istituzioni che 63 Il 2005 è stato proclamato dall’ONU “Anno Internazionale del Microcredito”. Come riportato nella risoluzione 1998/28 delle Nazioni Unite “The Economic and Social Council(…)1. Proclaims the year 2005 as the International Year of Microcredit; 2. Requests that the observance of the Year be a special occasion for giving impetus to microcredit programmes throughout the world; 3. Invites Governments, the United Nations systems, all concerned non-governamental organizations, other actors of civil society, the private sector and the media to highlight and give enhanced recognition to the role of microcredit in the eradication of poverty, its contribution to social development and its positive impact on the lives of people living in poverty; 4. Invites all involved in the eradication of poverty to consider taking additional steps, including strengthening of existing and emerging microcredit institutions and their capacities, so that credit and related services for self-employment and income-generating activities may be made available to an increasing number of people living in poverty and to further develop where appropriate, other microfinance instruments; 5. Invites the Secretary-General to present to it at its fifty-eight session a report containing a draft programme of action for the affective observance of the year, in consultation with all relevant actors including United Nations bodies, under an item entitled “First United Nations Decade for the Eradication of Poverty” to be included in the provisional th agenda of that session”. (Fonte: Resolution 1998/28. 45 Plenary Meeting, 29 July 1998). 75 hanno erogato programmi di microfinanza, le quali invece al 31.12.2005 avevano presentato una battuta d’arresto rispetto alla precedente rilevazione. È inoltre interessante andare a vedere qual è la distribuzione geografica di tali istituzioni: Tab. 3.3 Situazione al 31/12/2006 per area geografica Aree geografiche Africa Subsahariana Asia America Latina e Caraibi Medio Oriente e Nord Africa Nord Americ ae Europa Occid. Europa Orientale e Asia Centrale Totale Numero di 970 1.677 579 30 39 21 3.316 Destinatari di microprestiti nel 2005 7.429.730 96.689.252 4.409.093 1.278.318 55.707 3.390.290 113.252.390 Destinatari di microprestiti nel 2006 8.411.416 112.714.909 6.755.569 1.722.274 54.466 3.372.280 133.030.914 Destinatari di microprestiti sotto la soglia di povertà assoluta nel 2005 5.380.680 74.330.516 1.760.405 387.951 13.318 76.166 81.949.036 Destinatari di microprestiti sotto la soglia di povertà assoluta nel 2006 6.182.812 83.755.659 1.978.145 755.682 25.265 225.011 92.922.574 Donne destinatarie sotto la soglia di povertà assoluta nel 2005 3.422.825 63.934.812 1.258.668 321.004 7.862 47.856 68.993.027 Donne destinatarie sotto la soglia di povertà assoluta nel 2006 4.036.017 72.934.477 1.384.338 621.111 11.765 142.873 79.130.581 Programmi Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007. 76 Delle 3.316 istituzioni che hanno contribuito alla “Microcredit Campaign” nel 2006, solo 60 operano nei cosiddetti “Paesi industrializzati” e cioè in Nord America, in Europa e Asia centrale, mentre la maggiorparte delle altre istituzioni sono attive nei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo” (ben 1.579) o in Asia (1.677). Inoltre, 970 operano nell’Africa Sub – sahariana, 579 in America Latina e Caraibi, 30 nel Medio oriente e Nord Africa. In particolare, rispetto al 2005, nel 2006 sono state rilevate 183 nuove istituzioni così dislocate geograficamente: 140 in America Latina 25 in Asia 11 in Africa 7 tra Nord America, Europa orientale e Asia centrale È da notare che nessuna nuova istituzione è stata rilevata in Medio Oriente. Nonostante questi numeri così elevati relativamente all’estensione del microcredito e alla quantità di clienti raggiunti, il mercato risulta in realtà assai concentrato (Becchetti, 2008). In particolare, secondo alcuni dati disponibili relativamente al 200664, le 7 maggiori istituzioni di microfinanza, in termini di numero complessivo di clienti poveri serviti, avevano ciascuna più di un milione di clienti e nel complesso raggiungevano il 22,7% del totale dei clienti della microfinanza. Seguono 54 istituzioni, ciascuna con un numero di clienti superiore a 100.000 e inferiore al milione, con il 17% della clientela complessiva. La polverizzazione in basso appare impressionante, con più di 2.300 istituzioni che hanno meno di 2.500 clienti. 64 Fonte: “State of the Microcredit Summit campaign , Report 2007”. 77 Tab. 3.4 La concentrazione dell’industria del microcredito (dati 2006) Dimensioni delle istituzioni (in N. di Valore cumulato di clienti poveri e % sul termini di clienti poveri) istituzioni totale dei clienti della microfinanza 1 milione o più 7 21.064.653 (22,7) 100.000 – 999.999 54 15.753.872 (17,0) 10.000 – 99.999 313 8.429.435 (9,1) 2.500 – 9.999 572 2.762.997 (3,0) Meno di 2.500 2.364 1.400.896 (1,5) 6 43.510.721 (46,8) Network 65 Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007 Una base così ampia della piramide dimensionale si spiega con le caratteristiche stesse del microcredito. Se, infatti, la prossimità, il monitoraggio tra pari e le sanzioni sociali (tipicamente più efficaci in economie di villaggio geograficamente circoscritte) costituiscono, come già illustrato, elementi fondamentali per la sostenibilità del microprestito, sono poche le istituzioni che riescono a riprodurre altrove un’esperienza di successo a livello locale trasformandola in una realtà di carattere nazionale o internazionale. In particolare, per poter comprendere meglio le caratteristiche e le modalità operative che le varie istituzioni di microcredito nel mondo hanno adottato, si può focalizzare l’attenzione su due delle istituzioni maggiori (la Grameen Bank e la Bank Rakyat, che opera in Indonesia), su una di seconda fascia, ovvero con più di 100.000 clienti (Finca International), una medio – piccola (BancoSol, che svolge la propria attività in Bolivia) e una di piccole dimensioni (ActionAid, operante negli Stati Uniti). 65 I valori includono i dati di sei grandi network: la “Society fro Elimination of Rural Poverty”(SERP) in India; “Friends of Women’s World Banking”(FWWB), in India; la “National Bank for Agriculture and Rural Development” (NABARD), in India; il “Bangladesh Rural Development Board”; la “Association of the Asian Confederation of Credit Unions”(ACCU), in Tailandia; la “Tamil Nadu Corporation for the Development of Women”, in India. 78 Tab. 3.5 Caratteristiche di alcune delle principali istituzioni di microcredito moderno Grameen Bank Rakyat 1983 1992 1985 1984 1991 6.123.802 56.707 3.100.358 211.423 4.355 96 54,9 17 80,44 35 92,85 1.607 555 297 5.491 Bank Anno di inizio Numero di Finca Banco Sol International ActionAid clienti Di cui donne (%) Credito medio per prestatario (dollari) Target dei clienti Piccoli imprenditori Piccoli imprenditori urbani e rurali rurali Tipo di credito (individuale Di gruppo Individuale e di gruppo o di gruppo) Grandezza imprenditori Piccoli imprenditori Rurali rurali urbani Individuale (raramente Di gruppo Individuale di gruppo) 5 4–6 - 10 - 50 - Richiesto Opzionale Opzionale Richiesto Opzionale del gruppo Risparmio Piccoli Fonte: Becchetti L. (2008), Il microcredito Le date di fondazione di tali istituzioni mostrano come il microcredito contemporaneo sia un’esperienza molto recente, che ha conosciuto un successo molto rapido. La Grameen Bank nasce come banca indipendente (come già illustrato) nel 1983, mentre il BancoSol nel 1992. I 79 dati di riferimento per queste istituzioni sono di fine 2003, mentre per la Grameen si fa riferimento in questa sede ai dati aggiornati al 200666. Da tali dati è possibile osservare come la Grameen aveva già nel 2006 superato la soglia dei 6 milioni di clienti, mentre la Bank Rakyat ne contava, al 2003, più di 3 milioni. In particolare, la preferenza verso le donne come destinatarie del credito caratterizza principalmente la Grameen Bank (solo il 4% dei prestiti erano rivolti agli uomini nel 2006), mentre non è rilevante nell’esperienze del Banco Sol e in quelle della Bank Rakyat e di ActionAid, dove la quota femminile risulta essere ben al di sotto del 50%. Inoltre, per quanto riguarda la dimensione media dei prestiti erogati, questa è di 92 dollari per la Grameen, 555 per la Bank Rakyat e sale a 5.491 dollari solo per ActionAid.67 Tutte e cinque le istituzioni, poi, non fanno prestiti al consumo ma finanziano solamente investimenti, confermando l’orientamento prevalente del microcredito moderno allo stimolo alla microimprenditoria, la quale viene considerata, come già illustrato, un’opportunità di inclusione sociale e di uscita dalla soglia di povertà. Per quanto riguarda le modalità di prestito, occorre osservare che le dimensioni dei gruppi risultano essere disomogenee tra le varie organizzazioni: si va dalla Grameen e dal BancoSol, che formano gruppi di cinque persone, alla Finca International, dove i gruppi arrivano a comprendere fino a 50 membri68. Le cinque organizzazioni analizzate si differenziano infine per la richiesta o meno di risparmio forzoso ai debitori: tale strategia è seguita soltanto dalla Grameen e da Finca International69. 66 Fonte: www.grameen-info.org Ovviamente, per poter fare un confronto più corretto tra queste cifre, occorrerebbe correggerle per la parità di potere d’acquisto, ovvero per le differenze di costo della vita tra i diversi paesi in cui le cinque organizzazioni operano. In questo caso, il divario tra la Grameen e ActionAid sarebbe significativamente ridotto, mostrando ragionevolmente che 5.000 dollari sono negli Stati Uniti un microprestito, dato che il costo della vita è qui significativamente più elevato che in Sri Lanka (Becchetti, 2008). 68 In particolare, come già detto nel precedente capitolo 2, l’aumento del numero dei membri del gruppo ha il vantaggio di aumentare la diversificazione del rischio, ma al contempo riduce anche l’attenzione e il controllo che ciascun membro ha nei confronti degli altri. 69 Come già sottolineato nel precedente capitolo 2, la richiesta di deposito forzoso può apparire a prima vista incompatibile con le caratteristiche dei clienti e delle istituzioni di microcredito in quanto tali clienti risultano generalmente privi di garanzie patrimoniali personali, e dunque in 67 80 La logica del prestito forzoso è quella, come già anticipato, di superare il conflitto di interesse tra prestatario e banca. È indubbio, comunque, che grandi gruppi internazionali si stiano sempre più interessando al microcredito. Il microcredito si sviluppa, come mostrano i dati riportati nella tabella 3.3, soprattutto nel continente asiatico e in America latina, iniziando ad avere una legittimazione anche dal punto di vista economico.70 “Banking the Unbanked” è ritenuto obiettivo del mondo finanziario e creditizio, mondo che sinora aveva considerato il microcredito con sufficienza e distacco. Segnali di interesse da parte della finanza sono confermati da molti autori, in particolare dal Paper del Commonwealth Business Council a cura di Gerard Lyons, dall’Economic Advisor della Standard Chartered e dallo Chief Economist di Global research. Nel rapporto di Lyons si afferma che il mondo della finanza internazionale e le grandi banche tradizionali iniziano a rivolgersi a clienti di nuovo tipo, ai quali le banche ordinarie non si erano siano ad ora interessate. Si tratta, appunto, di soggetti che non rispondono certo al profilo tipico del “cliente bancario” (Lyons, 2007) (piccole realtà rurali, con alti tassi di analfabetismo e prevalenza di interlocutori femminili). Si è in presenza quindi di clienti nuovi, a cui occorre rivolgersi anche con prodotti nuovi. Lyons individua nella tecnologia l’elemento chiave per integrare un sistema bancario strutturato su operatori dispersi sul territorio. Sarebbe infatti troppo costoso sviluppare sistemi finanziari per le piccole realtà, specie se di tipo rurale. Le “mobile tecnologies” nei paesi in via di sviluppo sono il principale fattore di traino per la diffusione dell’accesso ai servizi finanziari, grazie anche ad alleanze di tipo innovativo tra istituzioni di microfinanza e operatori di telefonia mobile (si veda ad esempio genere anche di disponibilità finanziarie. In realtà, però, non è detto che se un potenziale cliente non ha abbastanza risorse finanziarie per garantire il prestito ricevuto egli non abbia comunque una somma inferiore che, pur non essendo sufficiente come collaterale del prestito, consente di versare un piccolo deposito nella banca. Inoltre, nel caso di prestiti progressivi, il meccanismo del deposito forzoso può scattare a partire dalla realizzazione dei primi proventi del progetto. 70 Fonte: C.Borgomeo&C. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 81 l’esperienza, già illustrata nel precedente capitolo 1, della Grameen Bank nel campo delle telecomunicazioni). La tecnologia è inoltre anche alla base della rapida diffusione di siti che consentono a chiunque di prestare il proprio denaro a persone dei paesi più poveri, aiutandole così concretamente a realizzare in autonomia i propri progetti. Si vedano a tal proposito piattaforme virtuali quali Kiva.org71, Prosper72 e Microplace73. Il meccanismo di funzionamento, comune a tutte queste realtà è semplice: il finanziatore sceglie il paese in cui sono presentate le opportunità di investimento individuate da una ONG locale (che ha selezionato appunto individui e piccole comunità interessati a sviluppare progetti di auto imprenditorialità). L’investimento minimo di partenza è 100 dollari, ma quelli successivi possono essere anche solo di 50 dollari. Il tasso di interesse varia circa da un 1,5% ad un 3%, in relazione alla grandezza e alla natura dell’investimento. Il meccanismo di gestione prevede che i creditori ricevano il messaggio “hai dei soldi” sul loro account del sito non appena i guadagni consentono al neoimprenditore di rientrare dalla sua esposizione. La tecnologia è fondamentale poi anche per Ripple, “motore di ricerca contro la povertà”: in questo caso ad ogni colpo di mouse viene generato un versamento da 20 centesimi destinato ad associazioni umanitarie che operano per contrastare la povertà. Si tratta di associazioni impegnate nella protezione degli ambienti rurali, nella gestione dell’emergenza acqua o specializzate nel microcredito, ed in questo caso si tratta proprio della Grameen Bank. 71 Kiva.org è un portale che fornisce un servizio di microcredito online. Funziona come sistema “peer to peer”, consentendo di mettere in relazione chi presta i soldi e chi li utilizza per la propria impresa. Il prestito minimo è di 25 dollari (si può arrivare sino ad un massimo di 250 dollari) e nel 98% dei casi viene restituito nell’arco di 12-18 mesi. Kiva.org non trattiene alcuna percentuale e non ci sono interessi sul prestito. Ad oggi il network di microprestiti ha accordato oltre 13 milioni di dollari con una media di 500 dollari per linea di credito. Il servizio online Kiva utilizza il sistema di pagamento online PayPal del servizio di aste online eBay. L’utente prestatore viene aggiornato sul sito internet e via email circa l’andamento degli affari in modo da seguire il suo prestito su cui, come detto, non guadagna comunque nulla. Una volta restituito il prestito sul suo conto, l’investitore può decidere di ritirare la somma o intraprendere un nuovo progetto. 72 Per ora attivo solo negli Stati Uniti (www.prosper.com). 73 Nato nel 2006 e, dopo meno di un anno, acquistato da eBay, che lo migliora con appositi investimenti e lo lancia con una importante campagna promozionale (www.microplace.com). 82 Ragionando, infine, sugli sviluppi futuri del microcredito, è senz’altro importante considerare il ruolo dell’Unione Europea74. In particolare, nel novembre del 2007 il commissario Danuta Hubner, responsabile per la politica regionale, ha presentato un nuovo progetto della Commissione che punta a migliorare l’accesso al credito per le piccole imprese e per le persone che desiderano avviare una iniziativa autonoma. L’iniziativa, che è in linea con le strategie di Lisbona per la crescita e l’innovazione, intende rendere accessibili i piccoli prestiti al fine di soddisfare una domanda potenziale stimata in Europa sulla base dei dati Eurostat in oltre 700.000 operazioni, cui corrisponderebbero prestiti per circa 6 miliardi di euro nel breve termine, avendo considerato una media di 10 mila euro per la UE a 15 e di 3.800 euro per la UE a 12.75 Il commissario Hubner, in particolare, considera il microcredito “un sistema estremamente efficace per sviluppare nuove aziende o per aiutare i disoccupati a rientrare nel mondo del lavoro come lavoratori autonomi o come microimprenditori”. Tre sono gli obiettivi dell’iniziativa, che si avvarrà di finanziamenti che fanno capo al bilancio per l’assistenza tecnica del FESR a disposizione della Commissione76: 1) L’adattamento del quadro istituzionale, giuridico e commerciale a livello di stati nazionali per promuovere contesti più favorevoli allo sviluppo del microcredito; 2) La creazione di una nuova struttura a livello europeo con il compito di fornire consulenza e sostegno per lo sviluppo di istituzioni di micro finanziamento di tipo non bancario negli stati membri; 3) L’istituzione di un fondo dedicato, destinato a finanziare le attività di prestito delle istituzioni di micro finanza che possono attivare contributi di donatori e investitori. 74 Le caratteristiche del microcredito in Europa sono illustrate nel successivo paragrafo 3.4 Fonte: C.Borgomeo&C. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 76 Fonte: www.europa.eu 75 83 Interessante è anche il progetto comunitario Wefnet: l’obiettivo dichiarato è di offrire microcredito per le donne, disoccupate o senza occupazione, che vogliono avviare una propria attività imprenditoriale, ma anche corsi di formazione scambio di esperienze tra le diverse realtà per favorire sul territorio la cultura delle pari opportunità. Il progetto Wefnet ha una dotazione di 2,6 milioni di euro. Infine, merita un cenno la crescita del microcredito in un territorio “difficile” come il Montenegro. Nella regione, dove operano 4 istituti di credito specializzati, il microcredito sta producendo risultati che superano le aspettative. A partire dal 2003 la Banca Centrale ha emanato specifiche disposizioni per consentire ai cittadini montenegrini di ricevere prestiti, oltre che dalle banche, anche da altre organizzazioni, purché create come società a responsabilità limitata e con un capitale minimo di 100.000 euro. Oggi dette organizzazioni, anche se non possono utilizzare il nome “banca” nella propria denominazione, concedono crediti a destinazione fissa per la realizzazione di progetti di sviluppo sia delle società industriali sia delle persone fisiche, utilizzando mezzi propri o anche altri fondi raccolti sul mercato finanziario. Una di esse – la “Alter Modus”- volta ad aiutare finanziariamente solo le iniziative degli imprenditori senza prevedere credito al consumo, in pochi anni ha concesso oltre 4 mila prestiti, per un valore di 5,7 milioni di Euro77. 77 Fonte: C.Borgomeo&C. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 84 3.2 Aspetti generali del microcredito in Africa, Asia e negli Stati Uniti 3.2.1 Africa Come è tristemente noto, la maggior parte dei paesi poveri del mondo si trovano in Africa e più della metà dei 780 milioni di abitanti del continente si stima che vivano con meno di 1,25 dollari al giorno.78Con la miriade di altri problemi che affliggono milioni di persone, inclusi i conflitti civili, i disastri naturali e l’AIDS, la necessità di strumenti che riescano in qualche modo ad alleviare la povertà diventa sempre più pressante. In particolare, ciò che si può subito osservare da un punto di vista più strettamente finanziario è che le piccole imprese e la maggior parte dei poveri dell’Africa sub-sahariana hanno un accesso molto limitato ai servizi di deposito e prestito, nonché agli altri servizi finanziari offerti dalle istituzioni finanziarie ufficiali. Ad esempio, in Ghana e in Tanzania, solo il 5-6 per cento circa della popolazione ha accesso al sistema bancario. Questa mancanza di servizi finanziari da parte del sistema ufficiale è piuttosto stridente, se si considera soprattutto il fatto che in molti paesi africani i poveri rappresentano la quota più ampia della popolazione e che il settore informale costituisce una parte importante dell’economia.79 Al fine di incontrare questa domanda insoddisfatta di servizi finanziari, quindi, varie istituzioni di microfinanza sono sorte nel tempo in Africa. Alcune di queste incentrano la propria attività esclusivamente sull’erogazione di credito, altre offrono sia servizi di deposito che di prestito, altre ancora solo depositi. Un approccio comunemente seguito nei paesi africani è stato quello di contare sulle comunità locali per il supporto allo sviluppo delle istituzioni di microfinanza, al di fuori del settore bancario ufficiale. A tal proposito Yunus osservò (1999): “Sicuramente, il fatto che il microcredito non sia stato inventato dalle potenze coloniali 78 Fonte: www.grameenfoundation.org Fonte: International Monetary Fund (2004), Microfinance in Africa: Experience and Lessons from selected African countries. 79 85 europee, ma in Bangladesh dagli abitanti del terzo mondo, contribuisce a far sì che i governi locali ne accettino il principio. Non vivono la filosofia Grameen come una minaccia o come una nuova forma di colonialismo, ma piuttosto ci considerano compagni di strada, alleati nella lotta contro la povertà”.80 In questo contesto, può essere utile far ricorso ai dati riportati nell’ ”Africa Microfinance Analysis and Benchmarking Report, 2008”, pubblicato dalle associazioni CGAP – Microfinance Gateway81 e MIX. In tale report si sottolinea innanzitutto come il numero di istituzioni di microfinanza in Africa sia in continua crescita: per il 2007 hanno infatti partecipato a tale inchiesta ben 160 istituzioni, il numero più alto di sempre, le quali raggiungono 5,2 milioni di debitori e 9 milioni di risparmiatori solo per l’anno 2007. Inoltre, il report pone l’attenzione sul fatto che, comunque, tale crescita del settore non stia avvenendo in maniera omogenea in tutta l’Africa. In particolare, vi sono differenze tra le regioni dell’Africa centrale, orientale, meridionale e occidentale. Nonostante infatti la grande crescita del settore della microfinanza sia da attribuirsi in quota maggiore all’aumento del numero dei depositanti piuttosto che di quello dei debitori, il portafoglio prestiti è cresciuto in maniera molto più repentina rispetto ai risparmi. Le regioni dell’est e del sud hanno registrato la crescita maggiore, sia nel numero di debitori che di risparmiatori, mentre la regione centrale dell’Africa è l’unica che attualmente fa segnare un decremento del numero di debitori. D’altro canto i governi dell’Africa sub-sahariana stanno anche aumentando la propria attenzione sulla regolamentazione del settore della microfinanza, e questo può essere ritenuto un altro fattore di spinta allo sviluppo dello stesso. Molti paesi delle regione, infatti, hanno incluso la microfinanza nella legislazione bancaria, nella legislazione delle istituzioni 80 81 Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri. www.microfinancegateway.org 86 finanziarie non bancarie, o, ancora, in una regolamentazione o in leggi ad hoc per la microfinanza stessa82. 3.2.2 Asia Nei paesi asiatici, in cui il contesto socioeconomico è molto simile a quello specifico del Bangladesh, è stato relativamente facile avviare programmi di credito basati sul modello introdotto dalla Grameen Bank. Come Yunus stesso ha sottolineato:”Anche nei paesi in cui la società è profondamente differenziata al proprio interno – come l’India, con il forte sistema delle caste – il modello Grameen è stato accolto con favore.”83In particolare, il primo esperimento di riproduzione del modello Grameen è stato avviato in Malesia nel 1986, dal professor David S. Gibbons, grazie alle sovvenzioni del governo, dell’università di scienze della Malesia e dell’Asia Pacific Development Center (APDC), con sede a Kuala Lampur. Dopo le prime difficoltà iniziali, il progetto cominciò a dare i risultati sperati, e già nel 1999 raggiungeva con i propri prestiti 30 mila famiglie povere delle campagne malesi. Ad oggi, quindi, come già affermato in precedenza, l’Asia rappresenta, insieme all’America latina, il continente in cui il microcredito si sta sviluppando più rapidamente rispetto al resto del mondo. In particolare, come riportato nella tabella 3.3, i programmi di microcredito attivi al 31/12/2006 erano ben 1.677, mentre i destinatari di microprestiti erano 96.689.252 nel 2005 e 112.714.909 nel 2006. Analizzando la distribuzione geografica di questi programmi di microcredito all’interno del continente, si può subito notare come l’Asia meridionale, comunemente considerata il luogo di nascita del microcredito moderno, ospiti il maggior numero di istituzioni di microfinanza del mondo, sia in termini di 82 In particolare, a partire dal 2002, 31 paesi hanno approvato leggi nuove o modificate in materia di microfinanza, mentre 24 paesi hanno adottato delle strategie di carattere nazionale in tale campo. (Fonte: Africa Microfinance Analysis and Benchmarking Report, 2008). 83 Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri. 87 estensione, che in termini di attenzione sulla povertà e di ampiezza del portafoglio prestiti. È utile raccogliere alcuni dati nella seguente tabella: Tab. 3.6 Numero di clienti di alcune delle istituzioni di microfinanza maggiori in Asia nel 2002 84 Istituzione Paese Numero clienti Bank Rakyat Indonesia Indonesia 27.045.000 NABARD India 7.837.000 BAAC Tailandia 5.205.340 BRAC Bangladesh 3.140.000 Grameen Bank Bangladesh 2.483.000 ASA Bangladesh 2.136.000 Proshika Bangladesh 1.669.000 BDB Indonesia 405.000 SEEDS Sri Lanka 260.000 AKRSP/First Microfinance Bank Pakistan 160.000 Fonte: Pascal M. (Aprile 2003), Five years on: The Microcredit Summit Campaign and the Development of Microfinance in Asia and the Pacific. Per quanto riguarda l’Asia orientale, la situazione appare un po’ più differenziata, in quanto vi sono un’ampia varietà di modelli e diversi livelli di sviluppo del microcredito. I modelli su larga scala sono stati creati principalmente da istituzioni finanziarie ufficiali, e principalmente in paesi come l’Indonesia e la Thailandia. Dall’altra parte, invece, le NGO hanno una presenza più radicata nelle Filippine e in Cambogia, mentre in Cina e in Vietnam nuove iniziative di microcredito sono state portate avanti dalla 84 Per Bank Rakyat, BDB e SEEDS i dati sono relativi all’anno 2001. Per BRAC e AKRSP si fa riferimento ai dati del 2000. 88 collaborazione tra programmi governativi e NGO. In particolare, in Tailandia, un paese che presenta uno dei livelli di reddito più alti della regione, la “Bank for Agriculture and Agricultural Cooperatives” (BAAC) è l’istituzione principale nell’offerta di servizi di microfinanza. Nel 2002, tale banca ha raggiunto 5,2 milioni di clienti. L’Indonesia, poi, mostra un numero molto consistente di istituzioni finanziarie ufficiali che operano nelle aree rurali. La Bank Rakyat è considerata una delle istituzioni di microfinanza migliori del mondo: essa contava alla fine del 2001 27 milioni di depositanti e 2,7 milioni di debitori, con una crescita del 45 per cento nel periodo 1997-2001. Per quanto riguarda poi le Filippine, occorre osservare come la microfinanza si stia sviluppando soprattutto negli ultimi anni, grazie anche al supporto di una legislazione emanata dalla Banca Centrale del paese che permette che le filiali di istituzioni di microfinanza siano create esclusivamente da banche commerciali85. Il contesto della Cambogia è invece un po’ differente, a causa della povertà ancora più elevata e dell’economia post-bellica. Dal momento che il sistema commerciale ufficiale ha uno sviluppo contenuto, specialmente nelle aree rurali, le istituzioni di microfinanza giocano un ruolo molto importante all’interno del sistema finanziario, raggiungendo circa il 15 per cento degli abitanti delle aree rurali (CGAP, 2002).In Vietnam, invece, le attività di microcredito sono dominate dai sussidi governativi erogati dalla “Vietnam Bank for Agriculture and Rural Development” (VBARD), la “Vietnam Bank for the Poor” (VBP) e la moltitudine di “People’s Credit Funds”(PCFs)86. In Cina, poi, i programmi governativi sono stati tradizionalmente il veicolo principale di assistenza finanziaria nelle aree rurali, attraverso ad esempio le “Rural Credit Cooperatives” (RCC). La Cina, con 200 milioni di poveri e un accesso fortemente limitato alle banche pubbliche, rappresenta un mercato potenziale enorme per la microfinanza. 85 Fonte: Pascal M. (Aprile 2003), Five years on: the Microcredit Summit Campaign and the Development of Microfinance in Asia and the Pacific. 86 I PCFs sono cooperative di credito e risparmio che operano a livello comunale (Conroy, 2002). 89 Infine, per quanto riguarda l’area del Pacifico, è importante sottolineare come qui il microcredito sia ancora in una fase embrionale, in quanto venga offerto attraverso fonti informali (amici e parenti, moneylender, gruppi di sostegno autonomi) e fonti semi – ufficiali (banche commerciali). 3.2.3 Stati Uniti Negli Stati Uniti più di 37 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà; circa il 74 per cento di queste abitano nelle maggiori aree metropolitane87. Un’ampia varietà di fattori sociali, storici, culturali, educativi e strutturali contribuisce alla persistenza della povertà in quello che è il paese più ricco del mondo. Nonostante questi ostacoli, comunque, i poveri stanno sempre più accogliendo la microimprenditoria come la strada per uscire dalla propria condizione di indigenza. Infatti, molti clienti di istituzioni di microcredito statunitensi cercano di superare la propria condizione di disoccupati dando vita a mestieri che possano aiutare le proprie famiglie nonché la propria comunità. Come Yunus osservava (1999):”Anche se, in termini assoluti, i poveri dei paesi avanzati possiedono più beni fisici e monetari dei poveri del terzo mondo, sul piano psicologico la povertà è molto più difficile da sopportare in un contesto di relativa abbondanza. In Bangladesh, per certi aspetti, i poveri vivono quasi come gli altri: non hanno televisione, né automobile, né aria condizionata, ma nei villaggi neanche i ricchi li hanno. Nel terzo mondo le differenze tra ricchi e poveri esistono, certamente, tuttavia si cresce tutti insieme, e i poveri non sono relegati in un ghetto”.88 Il primo progetto Grameen negli USA fu sperimentato a Pine Bluff, in Arkansas, già negli anni Ottanta. Attualmente i microprestiti negli Usa 87 88 Fonte: www.grameenfoundation.org Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri. 90 hanno un ammontare medio che va da mille a diecimila dollari e sono finalizzati principalmente a coprire i costi di avviamento di piccole attività imprenditoriali. Tra i progetti seguiti da Grameen in tale area è interessante citare il “Project Enterprise” (PE), avviato nel 1996 da Nick Schatzki e Debra Franklin come unico fornitore di prestiti per microimprese sul modello Grameen a New York City. Tale progetto non richiede, al fine della concessione del prestito, che il debitore abbia alcuna esperienza precedenze in campo imprenditoriale, né che abbia una storia creditizia o delle garanzie da offrire. L’obiettivo del progetto è quello di supportare e far crescere l’imprenditoria e le piccole attività in comunità che hanno poche risorse, nei dintorni di New York, tramite l’offerta di prestiti e di servizi correlati. Dal momento del primo prestito concesso nel 1997, il progetto ha ad oggi erogato più di 400 crediti per un ammontare totale di più di 800 mila dollari.89 Ma l’istituzione di microfinanza leader nel Stati Uniti è “Accion USA”, fondata nel 1991 come sezione statunitense di Accion International. Attualmente Accion USA è un’affiliata indipendente di Accion International. L’organizzazione ha sede a New York e le sue filiali sono situate in Florida, Georgia, New York e Massachusetts.90A partire dalla sua fondazione, Accion USA ha erogato oltre 117 milioni di dollari tramite più di 18.500 microprestiti, supportando la crescita di microimprese. I prestiti hanno un ammontare che va da 500 a 50.000 dollari (per le attività in fase di start-up con meno di 6 mesi di operatività il prestito massimo ottenibile è di 30.000 dollari). Il termine massimo di rimborso dei prestiti è di 60 mesi, e i tassi di interesse annuali variano dall’8 al 15 per cento. 89 90 Fonte: www.grameenfoundation.org Fonte: www.accionusa.org 91 3.3 Focus sull’America Latina Come già sottolineato nei paragrafi precedenti, il microcredito si sta sviluppando più rapidamente in Asia e in America Latina rispetto al resto del mondo. In particolare, i destinatari di microprestiti nell’area dell’America Latina e dei Caraibi sono passati da 4.409.093 milioni di persone nel 2005 a ben 6.755.569 milioni nel 200691. Per quanto riguarda in specifico le donne che vivono al di sotto della soglia di povertà assoluta, le destinatarie di microprestiti sono state 1.258.668 milioni nel 2005 e 1.384.338 nel 2006. Come già anticipato, inoltre, rispetto al 2005, nel 2006 sono stati rilevate ben 140 nuove istituzioni di microcredito in America Latina. Analizzando però più nel dettaglio la situazione, si può osservare che il microcredito ha un’estensione superficiale piuttosto limitata in America latina, nonostante abbia una storia risalente ai primi anni ’70. Infatti, la diffusione di servizi di microcredito e, più in generale, di microfinanza è concentrata principalmente nelle aree urbane dell’America Centrale e della regione andina dell’America meridionale92. Il microcredito è quindi meno diffuso nelle regioni delle grandi economie quali Argentina, Brasile, Messico e Venezuela, le quali presentano però il più alto numero di poveri93. Considerando complessivamente tutte le regioni dell’area, si può stimare che solo il 3 per cento della domanda potenziale di microcredito venga soddisfatta. In particolare, la penetrazione dell’offerta di microcredito nella regione va da meno dell’1% in Venezuela a circa il 28% in Bolivia. 91 Fonte: State of the Microcredit Summit Campaign, Report 2007. Fonte: www.grameenfoundation.org 93 Se si guardano le cifre, i dati sono sconcertanti: su una popolazione complessiva di 527 milioni di persone nel 2003 (nell’intera area dell’America Latina e dei Caraibi), circa 57 milioni vivevano con meno di un dollaro al giorno; in particolare, Haiti presenta la percentuale più alta di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno (56 per cento dell’intera popolazione), seguita dal Nicaragua (45 per cento) e da El Salvador (31 per cento). 92 92 Si può quindi far risalire, come già anticipato, la nascita e la diffusione del microcredito in America Latina agli inizi degli anni Settanta. In precedenza, come accadeva anche in altre parti del mondo, coloro che non erano in grado di accedere al sistema finanziario tradizionale, ovvero di ottenere prestiti dalla banche a causa della mancanza di garanzie patrimoniali personali, non avevano alternativa che rivolgersi ai prestatori di denaro locali (c.d. “moneylender”). Nonostante applicassero tassi di interesse molto elevati sui prestiti da loro concessi, i moneylender offrivano d’altro canto rate di rimborso del debito flessibili, che coincidevano nella maggior parte dei casi con la capacità di rimborso del debitore stesso.94Il principale inconveniente di questo sistema di accesso informale al credito era quindi rappresentato dagli esorbitanti tassi di interesse, che potevano arrivare fino al 10 per cento giornaliero. A causa di ciò risultava impossibile per i debitori reinvestire i propri guadagni per far crescere la propria attività, e il business stesso diventava quindi meno profittevole. Nonostante tutti questi svantaggi, il sistema consentiva comunque l’accesso al credito. Per i poveri, d’altra parte, un prestito caro in termini di tassi di interesse era comunque meglio che non ottenere nessun prestito. Dopo il 1970, tuttavia, il problema finanziario per le fasce più povere della popolazione peggiorò, a causa del processo di migrazione di massa dalle zone rurali alle città che ebbe luogo in America latina. L’illusione ingannevole di un impiego nelle industrie e l’idea di una vita migliore nelle città cominciarono ad attrarre migliaia di immigrati dalle campagne ogni anno. Il fenomeno dell’urbanizzazione su larga scala mise quindi un’enorme pressione sulla capacità dell’industria di assorbire l’enorme domanda di lavoro. In un lasso di tempo molto breve, il numero di disoccupati nelle aree urbane quasi raddoppiò, portando alla nascita di sacche di povertà estrema nelle città. Date le opportunità limitate di trovare un impiego formale, queste persone scelsero la sola opzione a loro disposizione: creare essi stessi opportunità di auto - impiego, 94 Fonte: www.bancosol.com.bo 93 avviando una piccola attività in proprio. In poco tempo essi divennero “microimprenditori”. La prima organizzazione di microfinanza in America Latina, Accion International, venne istituita però molto prima di tutto ciò, già nel 1961, da uno studente (Joseph Blatchford) il cui obiettivo era ridurre la povertà in cui egli si imbatté visitando le città del proprio continente. Nel 1992 in Bolivia nacque uno dei suoi più grandi affiliati, BancoSol. Altre reti di microcredito, come Finca e Katalysis95, svolgono il proprio lavoro in America Latina. Infine, è importante tenere in considerazione anche l’attività svolta dalla Grameen Bank stessa nel continente: nel 1997 è stata istituita la Grameen Foundation Usa, con sede a Washington, per promuovere in America Latina la nascita di nuovi organismi sul modello Grameen che si rivolgano alle fasce più povere96. In particolare, l’obiettivo della Grameen Foundation in America latina e nei Caraibi è quello di ridurre la povertà estrema, specialmente nelle zone rurali, offrendo le proprie competenze di microfinanza ad altre organizzazioni focalizzate sulla povertà attraverso fondi, supporti tecnologici, strumenti di gestione e strategie.97Ciò permette a queste organizzazioni di espandere il proprio raggio di azione a più famiglie e di rendere più incisivo l’impatto della propria attività. In una regione con 125 milioni di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno, 50 milioni delle quali sopravvivono con appena meno di un dollaro al giorno, la capacità di queste organizzazioni di crescere al fine di raggiungere un numero sempre maggiore di famiglie che vivono nella miseria più estrema è fondamentale. Nel 2005 la Grameen Foundation ha avviato un’iniziativa della durata di quattro anni in America Latina, supervisionata dal “Latin America 95 Il “Katalysys Bootstrap Fund” è un fondo di prestito no-profit che ha lo scopo di aiutare a combattere la povertà in America centrale, attraverso il supporto ad attività di microfinanza. Il Fondo collabora con un network di organizzazioni di microfinanza non governative. Attraverso questo network costituito da più di 16 organizzazioni locali, Katalysis è in grado di offrire effettivamente ed efficacemente prestiti a uomini e donne che svolgono attività imprenditoriali in El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua. Il Fondo è gestito da un piccolo staff professionale che ha sede a Stockton, in California (fonte: www.katalysis.org). 96 Fonte: Yunus M. (1999), Il banchiere dei poveri. 97 Fonte: www.grameenfoundation.org 94 Advisory Council”, un consiglio di volontari esperti, con un interesse di lungo periodo nella regione. Tale progetto, di 10 milioni di dollari, va incontro alla necessità di servizi finanziari di molte persone che vivono nelle aree più povere. L’obiettivo dell’iniziativa era quello di raggiungere 186.000 clienti poveri entro il 2008, 93.000 dei quali ci si proponeva che fossero in grado di uscire fuori dalla propria condizione di povertà entro cinque anni dall’ottenimento del primo prestito. Per raggiungere questo scopo, la Grameen Foundation ha fornito fondi necessari per espandere il raggio di azione e l’impatto di 10 istituzioni di microfinanza con cui ha collaborato in sei diversi paesi, tra i quali Haiti, Messico, Honduras e Bolivia. A partire dal 2005, quindi, Grameen Foundation ha elargito più di 3 milioni di dollari in prestiti, oltre 350.000 dollari in sussidi, 5.75 milioni di dollari in finanziamenti garantiti e più di 13 milioni nel finanziamento di valuta locale. A tutto dicembre 2008, le istituzioni di microfinanza supportate dalla Grameen Foundation servivano direttamente 212.000 clienti in America latina. Questo dato rappresenta una crescita rispetto al gennaio 2005, ed è dovuta principalmente all’aggiunta di due istituzioni che sono in rapida crescita. 3.3.1 Accion International Come già accennato in precedenza, Accion International è stata la prima organizzazione di microfinanza ad essere istituita in America Latina. Essa venne infatti fondata nel 1961 da Joseph Blatchford, uno studente di legge molto idealista, che al termine di un torneo di tennis che lo aveva portato a visitare 30 città dell’America Latina rimase fortemente colpito dall’estrema povertà che caratterizzava gli abitanti delle aree urbane e si propose di fare qualcosa per cercare di migliorare tutto ciò. Inizialmente, determinato appunto ad aiutare i poveri delle città, Blatchford e alcuni suoi 95 compagni di università raccolsero 90 mila dollari da compagnie private e cominciarono a implementare un nuovo tipo di organizzazione: una comunità di sviluppo finalizzata ad aiutare i poveri ad uscire con le proprie forze dalla loro stessa condizione di indigenza.98Nell’estate del 1961, Blatchford volò assieme ad altri 30 volontari in Venezuela, e cominciò a mettere in piedi il proprio progetto. Inizialmente accolti con scetticismo, i giovani “ACCIONistas”, come venivano chiamati, cominciarono presto a lavorare a stretto contatto con la popolazione locale, al fine di identificare i bisogni più pressanti della comunità. Insieme, volontari e residenti locali installarono elettricità e fognature, avviarono programmi di nutrizione e costruirono scuole e centri di aggregazione per la comunità. Nell’arco dei dieci anni successivi, Accion avviò programmi in altri tre paesi: Brasile, Perù e Colombia. Durante questo periodo, Accion crebbe fino a contare più di mille volontari e contribuì con più di 9 milioni di dollari allo sviluppo di alcune delle comunità più povere dell’America Latina. All’inizio degli anni Settanta, i leader di Accion cominciarono però a rendersi sempre più conto che i loro progetti non erano indirizzati alla risoluzione del problema principale che causava povertà in America Latina, ovvero la mancanza di opportunità economiche.99In particolare, la situazione occupazionale nelle città era terribile. Guidati dal miraggio di un impiego industriale infatti, come già illustrato nel paragrafo precedente, migliaia di immigrati dalle campagne raggiungevano i centri urbani ogni anno. Una volta qui, però, il lavoro era scarso. I pochi posti di lavoro disponibili spesso non davano neppure un salario che consentisse la sopravvivenza. In mancanza di opportunità lavorative e di una rete sociale di sostegno, molti di questi poveri, come già detto, cominciarono a dar vita a proprie imprese. Ma, nonostante ciò, non avevano modo di far crescere il proprio business. Infatti, per poter acquistare le merci, spesso ricorrevano a crediti da prestatori locali, a tassi di interesse molto elevati. 98 Fonte: www.accion.org Così come Terry Holcombe, direttore di Accion, affermò:”We began to sense that a school or a water system didn’t necessarily have long – term impact. We were simply reorganizing the resources that a community already had within it, rather than increasing their resources”. (Fonte: www.accion.org). 99 96 Nel 1973 lo staff di Accion a Recife, in Brasile, cominciò quindi a concedere prestiti a tassi di interesse commerciali, al fine di dare ai poveri microimprenditori l’opportunità di uscire con le proprie forze dalla loro condizione di indigenza. Tale esperimento fu un successo. Nell’arco dei quattro anni successivi l’organizzazione concesse 885 prestiti, aiutando a creare o far crescere 1.386 nuovi posti di lavoro. Nel decennio successivo (anni Ottanta), Accion aiutò a implementare programmi di microfinanza in 14 paesi dell’America Latina. Il modello di prestito ideato andava incontro ai diversi bisogni dei microimprenditori: prestiti di piccole entità e di breve durata crearono fiducia e diedero vita ad alti tassi di restituzione degli stessi. Infatti, con un tasso di restituzione dei prestiti del 97 per cento, i clienti di Accion scacciarono subito il mito secondo il quale i poveri erano debitori rischiosi: avendo accesso a capitale proprio, essi potevano e volevano migliorare la loro condizione di vita100. I membri di Accion si resero inoltre subito conto che il microcredito aveva un’altra qualità rivoluzionaria: si ripagava da solo. Infatti, gli interessi che ogni debitore pagava aiutavano a coprire i costi necessari per concedere un altro prestito. Con la convinzione che il microcredito avesse le potenzialità per trasformare lo scenario economico dell’America Latina, lo staff di Accion si rese conto della necessità di avere accesso a molto più capitale. In risposta a ciò, contribuì alla fondazione di BancoSol (1992), la prima banca commerciale al mondo rivolta esclusivamente alla microimprenditoria. Nel 1994 Accion aiutò BancoSol a vendere certificati di deposito sul mercato finanziario statunitense, certificati garantiti da nient’altro che dalla parola di una donna che vendeva arance per le strade di La Paz: per la prima volta le più importanti istituzioni finanziarie mondiali investirono nella microimprenditoria, ma non per carità, bensì perché essa rappresentava un buon business. BancoSol non costituisce un caso isolato: più di 15 organizzazioni affiliate ad Accion sono ora istituzioni finanziarie regolamentate, e altre sono sulla stessa strada. Avendo la possibilità di accedere ai mercati finanziari, esse hanno la potenzialità di 100 Fonte: www.accion.org 97 raggiungere non solo migliaia, bensì milioni di lavoratori poveri. Nel 1991, inoltre, Accion esportò il proprio modello di microcredito a Brooklyn, New York. Nei cinque anni successivi Accion lavorò negli Stati Uniti per adattare il proprio modello a contesti sociali ed economici molto differenti. Ad oggi Accion USA ha propri uffici in Florida, Georgia, New York e Massachusetts. Inoltre, nell’ottobre del 2000 Accion ha cominciato a lavorare in collaborazione con alcune organizzazioni di microcredito nell’Africa Sub- Sahariana. Le cifre dell’attuale attività operativa di Accion nelle varie regioni del mondo possono essere raccolte nella seguente tabella: Tab. 3.7 Dati statistici di Accion al 30 aprile 2009 Paese Partner Portafoglio attivo Depositanti ($000's) attivi Clienti attivi Africa Ghana EB ACCION Savings and Loans 3.913 2.436 $ 15.345 Nigeria ACCION Microfinance Bank 7.745 4.787 $ 23.117 Tanzania Akiba Commercial Bank 13.346 25.198 $ 72.542 n.d. n.d. Asia India Grameen Koota n.d. Swadhaar FinServe Pvt. Ltd 9.663 1.268 $ n.d. YES SAMPANN 1.923 431 $ n.d. Argentina Columbia Microcredito 3.636 3.020 $ n.d. Bolivia BancoSol 117.367 314.317 $ 224.563 Brasile Crediamigo America Latina e caraibi Colombia 439.163 172.088 $ n.d. Real Microcrédito 85.368 38.996 $ n.d. Finamérica 44.136 70.414 $ 66.346 Fundaciòn Mario Santo Domingo 40.441 15.836 $ n.d. Repubblica Domenicana Banco ADEMI 59.688 142.407 $ 98.822 Ecuador Banco Solidario 139.255 186.701 $ 73.927 CREDIFE Fundaciòn Ecuatoriana de Desarrollo 83.560 228.656 $ n.d. 12.691 9.262 $ n.d. El Salvador Apoyo Integral 29.704 55.671 $ n.d. Guatemala Genesis Empresarial 83.460 37.536 $ n.d. Haiti SogeSol 12.759 11.998 $ n.d. Honduras Finsol 16.681 24.738 $ 34.599 Bancovelo 19.602 51.044 $ 29.367 98 Messico ADMIC (dati di agosto 2008) Compartamos Banco Nicaragua Financiera FAMA Panama BanDelta Paraguay Financiera el Comercio Fundaciòn Paraguaya 13.852 7.903 $ n.d. 1.200.124 445.420 $ n.d. 32.536 35.029 $ n.d. 3.850 7.410 $ 2,996 27.191 35,530 $ 15,203 36.195 10.717 $ n.d. Perù Mibanco 368.100 874.165 $ 199.745 Venezuela BanGente 44.422 97.308 $ 69.445 2.825 15.058 n.d. Stati Uniti USA ACCION USA Fonte: www.accion.org Per quanto riguarda la clientela a cui Accion si rivolge, essa ha caratteristiche leggermente differenti a seconda della regione di appartenenza. In particolare, in America Latina, nei Caraibi, in Africa e in Asia i partner di Accion lavorano con uomini e donne poveri e con un impiego autonomo, che hanno appunto nella microimprenditoria la loro principale fonte di guadagno. La clientela è quindi costituita da individui che vivono in condizioni di estrema povertà sino a individui che possiedono qualche bene ma che comunque vivono ai margini della società. Si tratta perciò di persone che: Appartengono alle fasce più povere della popolazione e si trovano al momento del loro primo prestito; Generalmente non possiedono alcuna garanzia da fornire; Spesso sono analfabeti; Possono non avere capitale sufficiente ad avviare la propria attività, giorno dopo giorno; Sono costituiti al 65 per cento da donne.101 Negli Stati Uniti, invece, Accion USA concede prestiti a soggetti che percepiscono un reddito medio – basso, che hanno una propria attività ma 101 Fonte: www.accion.org 99 che stanno ai margini della vita economica e sociale e che non hanno accesso a prestiti commerciali. In particolare si tratta di debitori che: Sono costituiti al 61 per cento da ispanici e al 27 per cento da afro – americani; Sono costituiti al 40 per cento da donne; Hanno un reddito basso secondo gli standard federali (55 per cento);102 Spesso poggiano il proprio reddito familiare sulla propria attività imprenditoriale per il 50 per cento o più del totale; Il valore delle proprie attività imprenditoriali è spesso inferiore a 5 mila dollari; Prima di ricevere il prestito da Accion non hanno nella maggior parte dei casi mai ricevuto né un prestito personale né uno commerciale o, comunque erano insolventi.103 Per quanto concerne le modalità operative di Accion, infine, occorre osservare come essa innanzitutto invii propri dipendenti a cercare di comprendere le esigenze dei potenziali clienti sul loro stesso posto di lavoro, dove essi inoltre misurano e si rendono conto di fattori intangibili come le referenze da parte di clienti e vicini e la fiducia nella buon andamento e nelle prospettive future del business. I debitori possono o fare domanda di prestito per ottenere crediti individuali, oppure, in mancanza di garanzie patrimoniali o di cofirmatari del debito, possono costituire un gruppo con altri debitori104. Questo metodo permette ai membri del gruppo di garantirsi reciprocamente in assenza di garanzie patrimoniali. Il primo prestito concesso è di ammontare contenuto (in media 100 dollari in America latina, Africa e Asia e 500 dollari negli Stati uniti). I clienti che rimborsano il proprio debito entro i termini possono 102 Guadagnano l’80% o meno del guadagno medio dell’area di appartenenza. Fonte: www.accion.org 104 La numerosità del gruppo varia solitamente da 3 a 10 debitori. 103 100 ottenere prestiti successivi di ammontare più elevato. Questo meccanismo di prestito progressivo fa sì che il rischio iniziale sia minimo, consentendo contemporaneamente ai microimprenditori di fare crescere la propria attività e incrementare i propri guadagni. 3.3.2 BancoSol Il microcredito cominciò ad essere utilizzato in Bolivia durante il periodo di ripresa economica che seguì l’iperinflazione degli anni 1984 e 1985, anni in cui molte delle istituzioni finanziarie del paese attraversarono una delle peggiori crisi di sempre. A partire dagli anni Cinquanta fino all’inizio degli anni Ottanta, infatti, i vari governi che si succedettero nel paese tentarono di ridurre la povertà tramite misure strutturali quali la riforma della terra e la nazionalizzazione delle miniere nel 1952, nonché la nazionalizzazione delle riserve di gas nel 1965. Inoltre, i prezzi, così come anche i tassi di cambio, venivano stabiliti dal governo stesso piuttosto che dall’incontro tra la domanda e l’offerta. Contrariamente a quanto si sperava, comunque, tutte queste misure strutturali non ottennero lo sperato effetto positivo sull’economia boliviana.105 All’inizio degli anni Ottanta la situazione economica peggiorò ulteriormente a causa della caduta della domanda mondiale e della fuoriuscita degli investimenti stranieri. Invece di introdurre un nuovo programma economico che tenesse conto delle caratteristiche del mutato contesto, il governo rispose a questi cambiamenti in maniera sbagliata. Il risultato fu la perdita, nel 1981, del supporto della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, dopo il fallimento di un programma correttivo. Seguirono quindi sei anni di crescita negativa (1981 – 1987), un deficit pubblico che nel 1984 supero di più del 21% il Pil nazionale, un’iperinflazione che raggiunse un tasso annuale del 24.000% nell’Agosto 105 Fonte: www.bancosol.com.bo 101 del 1985. Gli investitori e i risparmiatori cominciarono a portar via dal sistema finanziario i propri investimenti in bolivianos106 e cominciarono a tenere denaro in dollari. Nel 1985 venne eletto come nuovo presidente Victor Paz Estenssoro, che lanciò con il proprio governo un programma economico molto severo al fine di tentare di riattivare e portare ordine nell’economia. In particolare, egli decise innanzitutto di lasciare la formazione dei prezzi e dei tassi di cambio alle forze di mercato, liberalizzò il commercio estero e privatizzò molte imprese pubbliche. Queste misure restrittive portarono a una caduta del tasso di inflazione del 12% in un anno e a una crescita positiva del PIL alla fine del 1987. Ciò che permise alla microfinanza di svilupparsi in Bolivia fu l’effetto positivo dovuto alla liberalizzazione del meccanismo di formazione dei prezzi e il controllo dell’iperinflazione. Non è esagerato affermare che se questi cambiamenti non fossero avvenuti probabilmente lo sviluppo della microfinanza non sarebbe stato possibile in Bolivia. In particolare, il programma economico che prese il via nel 1985 fece aumentare la domanda di prodotti di microfinanza, attraverso la creazione di un contesto in cui molti lavoratori boliviani dovevano diventare autonomi, al fine di contrastare gli impedimenti alla crescita economica. La crescita del settore informale107 fu inoltre guidata da due fattori importanti: la crisi del settore minerario e la migrazione dalle campagne alle città. Ed è proprio in questo contesto storico ed economico che nacque BancoSol. Nel 1984, infatti, un gruppo di imprenditori boliviani si rivolse agli esperti di Accion International a Cambridge (USA) per ottenere uno studio sui bisogni più importanti del settore della microimprenditoria in Bolivia e per vedere se vi era la possibilità di dar vita a un’istituzione no 106 Il “boliviano” (al plurale “bolivianos”) è la valuta officiale della Bolivia dal 1864. È diviso in 100 “centavos”. La sua emissione è controllata dal Banco Central de Bolivia,la banca centrale boliviana. 107 Il settore informale è il settore di attività economica che emerge in paesi ad alta regolamentazione statale e che è costituito da piccole imprese che operano negli interstizi della più grande economia nazionale, spesso ai limiti della legalità e spesso gravitando nell’ambito dell’economia sommersa (Picchi, 2004). 102 profit che supportasse la crescita di queste microimprese. Una delle conclusioni a cui giunse questo studio fu che la microimprenditoria si trovava di fronte ad alcune “strozzature”108 che impedivano la sua crescita: la mancanza di accesso a risorse produttive e, cosa ancora più importante, il credito ottenuto tramite sistemi finanziari privati. Il motivo principale del ricorso a tale tipo di finanziamenti era la mancanza di garanzie, che costringeva i poveri della Bolivia, così come delle altre parti del mondo come si è visto, a ricorrere ai prestatori locali (moneylenders). Ciò portò alla creazione di PRODEM (Fundaciòn para Promociòn y el Desarrollo de la Microempresa), che fu fondata come organizzazione non governativa (NGO) il 17 novembre 1986 a La Paz. In particolare, PRODEM venne costituita come joint venture tra Accion International e alcuni imprenditori boliviani, alla quale Accion contribuiva con la sua competenza nel campo della microfinanza mentre gli imprenditori boliviani ne mantenevano la leadership. I fondi per questa NGO provennero inizialmente da USAID (United States Agency for International Development), dal “Bolivian Emergency Social Fund”, dal settore privato boliviano e dalla “Calmeadow Foundation”. Nel 1987 PRODEM aprì il suo primo ufficio (una stanza in affitto) due palazzi distante dal mercato “Rodriguez” a La Paz. La sede dell’ufficio fu fondamentale per cominciare ad instaurare dei contatti con una nuova e crescente popolazione di microimprenditori. Il programma creditizio di PRODEM offriva un capitale di start-up per avviare una prima produzione su piccola scala e per le attività commerciali nel settore della microimprenditoria109 boliviana, tramite il ricorso al meccanismo del prestito di gruppo. L’attività di PRODEM ebbe un grande successo nei 108 Fonte: www.bancosol.com.bo Il profilo del microimprenditore è il seguente (fonte:www.bancosol.com.bo): 1) si tratta di una persona che crea, organizza e vende il proprio lavoro in maniera indipendente e/o in collaborazione con alcuni membri della propria famiglia; 2) ha generalmente una scarsa educazione, e non ha esperienza o formazione sull’attività che intraprende; 3) è in grado di mandare avanti il proprio business in maniera dinamica e profittevole basandosi sull’esperienza che acquisisce via via in corso d’opera; 4) comincia la propria attività con un capitale minimo e il suo guadagno aumenta man mano che l’attività va avanti; inoltre, la tecnologia che utilizza (infrastrutture, macchinari e materiali) è economica e facilmente accessibile. 109 103 suoi primi cinque anni di vita: alla fine del 1991 aveva concesso prestiti a più di 45 mila microimprese, per un ammontare totale di più di 28 milioni di dollari USA e con un tasso di morosità prossimo allo zero. Ma, nonostante questa rapida crescita, un successo così grande in così breve tempo causò problemi che la NGO non si sarebbe mai aspettata. Tra questi vi erano che: Non aveva le capacità di espandersi così rapidamente quanto la domanda di credito richiedeva; Il fatto che non era supervisionata da nessuna istituzione la escluse dalla possibilità di raccogliere somme significative di fondi sui mercati finanziari commerciali; Le era legalmente proibito di offrire altri servizi finanziari ai propri clienti, all’infuori del credito; L’utilizzo di fondi provenienti da donazioni voleva dire che non era richiesto che operasse con efficienza, la quale avrebbe potuto tradursi invece in un tasso di interesse più apprezzato dai clienti. Proprio per questi motivi nel febbraio del 1992 nacque BancoSol110, la quale aveva un clientela iniziale già di 22 mila debitori e un portafoglio di 36 milioni di bolivianos111. Fino a quel momento vi erano poche istituzioni che focalizzavano la propria attenzione sullo sviluppo della microimprenditoria in Bolivia, e proprio per questo entro pochi anni BancoSol ottenne il monopolio virtuale nella concessione di prestiti a 110 La mission dichiarata di BancoSol è la seguente:”We are the bank that gives the opportunity for a better future to the lowest income sectors, by giving them high quality and integral financial services.”(Fonte: www.bancosol.com.bo). 111 I vantaggi derivanti dalla trasformazione in banca sono i seguenti (Fonte:www.bancosol.com.bo): a) La struttura legale e finanziaria di una banca commerciale rende possibile operare con profittabilità e stabilire obiettivi di lungo termine; b) Essendo tutelata dalle norme che regolano il sistema finanziario è in grado di offrire sicurezza ai propri clienti e incrementare la loro fiducia, specialmente a seguito di esperienze spiacevoli avute con la finanza informale; c) Essendo legalmente autorizzata a offrire servizi di risparmio al pubblico, fornisce tali servizi con una tutela legale e formale; d) Una banca che opera con le proprie filiali può dar luogo a una distribuzione di prodotti ottimizzata, efficiente e ben controllata, avendo a mente l’obiettivo di offrire un servizio di alta qualità ai propri clienti. 104 microimprenditori. Il successo della banca fu riconosciuto non solo in Bolivia, ma anche in ambito internazionale. L’idea che i microimprenditori fossero debitori ad alto rischio cominciò a mutare, grazie al basso livello di morosità registrato dalla banca (circa il 3,5% di media) e l’evoluzione positiva dei principali indicatori finanziari. Ad oggi, quindi, i clienti di BancoSol sono fondamentalmente imprenditori che possiedono un capitale proprio molto limitato, ma che hanno capacità e dinamismo. Le donne costituiscono il 46 per cento dei clienti di BancoSol e rappresentano il 40 per cento dell’intero portafoglio prestiti. Gran parte dei clienti sono giovani, con un’età media compresa tra 35 e 40 anni, e con un basso livello di istruzione. I clienti di BancoSol operano nel settore informale dell’economia, che contribuisce per più del 20 per cento alla formazione del PIL e che crea occupazione per più del 65 per cento della popolazione attiva.112In tre delle città principali del paese la crescita del settore della microimprenditoria raggiunge il 5 per cento annuo. I prodotti creditizi offerti attualmente dalla banca sono: “Sol Individual”: prestiti per microimprenditori che sono abbastanza affermati nel proprio business. Si tratta di prestiti individuali indirizzati a specifiche persone, che hanno alle spalle già ricevuto altri microprestiti. Il prestito può essere finalizzato a capitale da lavoro, a investimenti e ad altre necessità personali del consumatore. L’ammontare del credito varia da 50 a 250.000 dollari USA, con la durata massima di cinque anni. Per quanto concerne la garanzia, questo tipo di prodotto richiede che vi sia un garante personale o che venga costituito un bene in pegno. “Solidario”: è il primo prodotto creato da BancoSol nel tempo; si basa sul modello di un prestito di gruppo. Tale tipo di prestito viene concesso a microimprenditori, uniti in gruppi di tre o quattro persone, che condividono la responsabilità per il 112 Fonte: www.bancosol.com.bo 105 rimborso del prestito. I prestiti concessi non possono avere un ammontare che supera i 2 mila dollari per cliente e i 6 mila dollari per gruppo. Tra i membri del gruppo deve esistere un’alta affinità, ma sono proibiti legami familiari (vedasi anche Grameen Bank). L’obiettivo è di cominciare con piccoli prestiti e gradualmente arrivare a prestiti il cui ammontare è determinato dalla storia creditizia del debitore, ovvero della sua capacità dimostrata di rimborso. “Sol Vivienda”: è il prestito finalizzato all’acquisto dell’abitazione. Si tratta di un prestito ipotecario che prevede che il valore della somma erogata non superi l’80 per cento del valore commerciale della prima casa del beneficiario. L’ammontare del prestito varia da 200 a 150.000 dollari USA, con una durata massima di 15 anni. Viene richiesta l’assicurazione sulla vita, per l’incendio e tutti i rischi correlati e il pegno sulla proprietà. “Sol Efectivo”: è un prestito al consumo. È indirizzato a lavoratori salariati che sono impiegati presso compagnie con una solida storia. Il prestito può essere finalizzato a capitale da lavoro, investimenti e altre necessità personali del consumatore. La cifra massima erogata può essere di 10 mila dollari con una durata di 3 anni. Per quanto riguarda la garanzia, questo tipo di prestito richiede un garante personale o il pegno su un bene di proprietà. “Sol Vehiculo”: è il prestito finalizzato all’acquisto di un’automobile personale o all’utilizzo di veicoli di trasporto pubblico. “Sol de Oro”: si tratta di prestiti garantiti da gioielli d’oro richiesti per necessità di liquidità in casi di emergenza. “Sol 1000”: è un prestito finalizzato a capitale da lavoro o ad altre necessità del consumatore. Ha un ammontare che varia 106 da 50 a 1000 dollari e il termine massimo per avere accesso a tale tipo di prestito è di 24 ore. 3.4 Il microcredito in Europa Risulta infine interessante soffermare l’attenzione sulle peculiarità che il meccanismo del microcredito assume in Europa, in quanto esplicative poi anche delle forme caratteristiche che tale sistema ha in Italia, e che costituiranno il fulcro della trattazione. Come già illustrato nel precedente paragrafo 3.1, l’interesse della Commissione Europea in questo campo è crescente. Ma il microcredito in Europa ha caratteri parzialmente differenti rispetto al resto del mondo a causa della sua storia e della caratteristiche socio-economiche del continente stesso. Introdotto nell’Europa Centrale e Orientale a seguito della caduta del muro di Berlino, il microcredito rappresenta oggi un settore dinamico, in continua crescita. Con un settore bancario antiquato e incapace di rispondere ai bisogni emergenti, il microcredito si è dimostrato infatti capace di riempire gli spazi vuoti lasciati dalle banche stesse, offrendo servizi di supporto temporaneo agli individui che necessitano di migliorare la propria condizione di vita.113Nell’arco di circa cinque o sei anni dalla caduta del muro, le istituzioni di microfinanza (MFI) nell’Europa Centrale e Orientale e nei nuovi stati indipendenti hanno attirato a sé più di 1,7 milioni di debitori e 2,3 milioni di depositanti, con una crescita media della clientela del 30 per cento annuo. Oltre alle istituzioni di microfinanza e alle organizzazioni non governative, in Europa Orientale anche le banche commerciali sono sempre più interessate a entrare nel settore al fine di offrire microprestiti ai poveri. Il settore della microfinanza , quindi, continua a crescere e a diventare sempre più strutturato. In particolare, il numero totale di prestiti concessi nel 2007 nei paesi dell’Europa Orientale 113 Fonte: www.european-microfinance.org 107 (Ungheria, Bulgaria, Repubblica Slovacca, Romania e Polonia) ammontava a 15.793, per una somma equivalente di 94 milioni di euro114. Nell’Europa Occidentale, invece, la diffusione del microcredito è stata molto più contenuta, nonostante l’interesse crescente nelle sue potenzialità. Sebbene la microfinanza abbia radici profonde in tali aree attraverso istituzioni come la “Raiffeisen Bank” in Germania, i prestiti di solidarietà in Inghilterra e il modello cooperativo delle Casse di Risparmio in Italia, tuttavia rimane un fenomeno piuttosto recente in Europa Occidentale e, perciò, le istituzioni di microfinanza di tale area sono relativamente più giovani e meno sviluppate rispetto alle loro omologhe nel resto del mondo (Guichandut, 2006). Il settore del microcredito è quindi in espansione in questa area: il numero totale di prestiti concessi nel 2007 in Europa Occidentale ammontava a 26.957, per un equivalente di 300 milioni di euro.115 La microfinanza è vista in Europa Occidentale principalmente come uno strumento di crescita economica e di coesione sociale. Molte piccole imprese e famiglie non hanno accesso ai servizi finanziari, nonostante l’esistenza di una rete diffusa e strutturata di banche. L’esclusione finanziaria caratterizza principalmente coloro che versano in condizioni di povertà e indigenza, nonché di emarginazione sociale. Le piccole-medie imprese costituiscono il fulcro del sistema economico dell’Europa Occidentale: esse rappresentano infatti il 99 per cento dei due milioni di imprese che vengono create ogni anno. Un terzo di queste imprese, inoltre, viene creato da disoccupati. Di conseguenza, queste attività hanno un impatto sia economico che sociale. La capacità del sistema bancario di raggiungere e offrire servizi a queste piccole imprese è cruciale per raggiungere l’obiettivo di una crescita economica e sociale generale. 114 Fonte: “Overview of the Microcredit Sector in the European Union 2006-2007”, EMN Working Paper n°5, by Bárbara Jayo, Silvia Rico, Maricruz Lacalle (Fundación Nantik Lum), July 2008, Paris 115 Fonte: “Overview of the Microcredit Sector in the European Union 2006-2007”, EMN Working Paper n°5, by Bárbara Jayo, Silvia Rico, Maricruz Lacalle (Fundación Nantik Lum), July 2008, Paris 108 In questo contesto, lo sviluppo di servizi di microfinanza, sia da parte di banche che di altri intermediari, è necessario per riempire il vuoto lasciato dal sistema bancario tradizionale. Le istituzioni di microcredito in Europa focalizzano la propria offerta di prodotti e servizi principalmente su attività economiche in fase di avvio e sul consolidamento di microimprese già esistenti. Il target di clientela a cui si rivolgono è rappresentato, in ordine di importanza, innanzitutto da individui esclusi dal sistema finanziario tradizionale, a cui seguono donne, disoccupati, minoranze etniche e immigrati. I giovani (nell’età compresa tra 18 e 25 anni) e i disabili rimangono i gruppi a cui è rivolta l’attenzione minore. In particolare, nel 2007 il 44 per cento dei destinatari di microprestiti era costituito da donne, il 2 per cento da individui appartenenti a minoranze etniche, il 12 per cento immigrati, un altro 12 per cento giovani e meno dell’1 per cento dei destinatari di microprestiti era rappresentato da disabili. La percentuale di donne destinatarie di microprestiti appare molto bassa se confrontata con quella relativa ai paesi in via di sviluppo, dove esse rappresentano l’85,2% sul totale dei clienti (Daley – Harris, 2007). L’importanza di altri gruppi considerati rischiosi dal punto di vista creditizio, come gli immigrati e i giovani, è significativa però in alcuni paesi. Ad esempio, in Spagna e in Francia gli immigrati rappresentano una percentuale consistente sul totale dei destinatari di microcredito, mentre in Ungheria e in Spagna sono i giovani a costituire una fetta significativa del totale dei debitori di microprestiti. Per quanto riguarda poi le forme tecniche di erogazione dei microprestiti, è interessante osservare che la maggior parte dei programmi di microcredito europei offrono prestiti individuali e, inoltre, richiedono che vengano fornite garanzie da parte di fondi garantiti dagli Stati o dall’Europa stessa o, ancora, garanzie personali. Mentre nel resto del mondo, poi, le istituzioni di microcredito hanno diversificato nel corso degli anni la propria offerta, in Europa Occidentale ciò è avvenuto solo in Gran Bretagna. Inoltre, molte organizzazioni dell’Europa Occidentale offrono un servizio di monitoraggio e supporto prima e dopo l’erogazione del prestito, 109 e ciò ha ovviamente un impatto sulla loro struttura dei costi. A differenza di quanto accade in molti paesi in via di sviluppo, infine, le banche europee, fornendo capitale per i prestiti, hanno stabilito relazioni di lungo periodo molto strette con le istituzioni di microfinanza (Guichandut, 2006). Infine, è importante sottolineare come la dimensione media dei prestiti in Europa sia in continua crescita: nel 2007, infatti, i microprestiti erano in media di 11.002 euro in Europa, mentre nel 2005 tale dato era pari a 7.700 euro.116 3.4.1 Caso di studio : il movimento di credito cooperativo in Romania L’attività di credito cooperativo apparve in Romania alla metà circa del diciannovesimo secolo, come risultato della necessità di varie categorie sociali di avere accesso a prestiti, dal momento che il settore bancario si stava appena cominciando a sviluppare (Minoiu, 2008). Alla fine del secolo Spiru Haret, ministro dell’educazione, offrì un supporto speciale a questo movimento, promuovendolo attraverso l’aiuto degli insegnanti. Come risultato di ciò, il numero di associazioni di risparmio e prestito passò da 24 nel 1898 a 700 nel 1903. Nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, la struttura legale in Romania era in linea con quella dei movimenti più avanzati nel mondo. Associazioni di risparmio, credito e assistenza offrivano importanti servizi finanziari ai propri membri, come ad esempio prestiti a lungo termine finalizzati all’investimento, sostegni finanziari per malattia, incidenti, infermità, ecc…Dopo la seconda guerra mondiale, tali associazioni furono subordinate alle organizzazioni sindacali e le loro attività furono in parte trasferite all’interno della proprietà di queste. Il loro nome venne cambiato in CAR (“Association of Reciprocal Aid”), termine in uso tutt’ora. 116 Fonte: “Overview of the Microcredit Sector in the European Union 2006-2007”, EMN Working Paper n°5, by Bárbara Jayo, Silvia Rico, Maricruz Lacalle (Fundación Nantik Lum), July 2008, Paris 110 Sotto il regime comunista le CAR crebbero ulteriormente, e divennero la fonte più importante di prestiti al consumo per i lavoratori statali. La tabella sotto riportata mostra la loro evoluzione: Tab. 3.8 Evoluzione delle CAR in Romania Anno N. CAR N. membri N. prestiti 1964 3.057 862.100 750.700 1970 3.534 1.002.530 741.000 1975 4.446 1.657.564 1.126.760 1980 5.354 2.726.676 1.918.270 1985 5.700 3.810.405 2.576.826 1989 5.900 4.800.000 3.423.389 Fonte: Overview of the Romanian Credit Union Movement, Stelian Minoiu, 2008 Dopo il 1990, le CAR decisero di diventare indipendenti dalle organizzazioni sindacali e divennero quindi libere dal punto di vista politico. Di conseguenza, si associarono in unioni territoriali e nella “National Union of CAR” (UNCAR). A causa delle difficoltà di questo periodo di transizione (caratterizzato dalla riconversione industriale, da elevata disoccupazione, ecc…), il numero di CAR scese a 3 milioni nel 1996, 1.571.928 nel 2000, 1.323.591 nel 2004, 1.188.615 nel 2005, 1.115.633 nel 2006 e 1.043.209 nel 2007117. La mancanza di una cultura imprenditoriale e di capacità per la maggior parte dei lavoratori statali rese difficile il loro ri-orientamento verso attività economiche indipendenti. Di conseguenza, fino ad ora le CAR sono rimaste istituzioni finanziarie che si rivolgono principalmente a lavoratori dipendenti. I prestiti concessi sono principalmente rivolti al consumo, e non all’investimento. Attualmente, la UNCAR sta lottando per 117 Fonte: Overview of the Romanian Credit Union Movement, Stelian Minoiu, 2008 111 poter rendere possibile alle CAR l’offerta di servizi finanziari finalizzati ad aumentare il numero di lavoratori autonomi e imprenditori sia nelle aree urbane che rurali. 112 CAPITOLO 4: CARATTERISTICHE DEL MICROCREDITO IN ITALIA 4.1 Lo scenario nazionale Per quanto riguarda la situazione economica del nostro paese, si può innanzitutto constatare come nel corso del 2007, e ancor più nel 2008 e nel 2009 a causa della crisi economica mondiale, i segnali negativi registrati negli anni precedenti non sono stati smentiti, anzi, sono stati accentuati. In particolare, nel secondo trimestre del 2009 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2000, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato118, è diminuito dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente e ben del 6,0 per cento nei confronti del secondo trimestre del 2008.119 Tali dati possono essere riportati nella seguente tabella: Tab. 4.1 Conto economico delle risorse e degli impieghi. Dati destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario. Valori concatenati (milioni di euro – anno di riferimento 2000). II° trimestre 2009 AGGREGATI SEC95 VARIAZIONI % VALORI CONCATENATI II trim. '09 su I trim. '09 II trim.'09 su II trim. '08 Prodotto interno lordo 302.403 -0,5 -6,0 Importazioni di beni e servizi fob 74.665 -3,0 -18,1 Consumi finali nazionali 249.574 0,6 -0,9 spesa delle famiglie residenti 183.711 0,3 -1,8 spesa della PA e ISP 65.807 1,3 1,7 Investimenti fissi lordi 58.087 -2,9 -15,4 macch., attr. E prod. Vari 22.059 -5,9 -21,8 mezzi di trasporto 5.364 1,2 -28,7 costruzioni 30.382 -1,6 -8,1 - - - 69.967 -3,7 -23,9 Variazione delle scorte e oggetti di valore Esportazioni di beni e servizi fob Fonte: www.istat.it 118 Per “dati corretti per gli effetti di calendario” si intendono i dati depurati dagli effetti dei giorni lavorativi, delle festività pasquali e dell’anno bisestile; per “dati destagionalizzati” si intendono i dati depurati delle fluttuazioni stagionali dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc… (Fonte: www.istat.it). 119 Fonte: Conti economici trimestrali, II trimestre 2009 (www.istat.it). 113 In tema poi di famiglie e povertà, si può fare ricorso ai dati ISTAT del 120 2008 , e il quadro che emerge è chiaro: in Italia, nel 2008, le famiglie che si trovavano in condizioni di povertà relativa erano stimate in 2 milioni e 737 mila e rappresentavano l’11,3% delle famiglie residenti; nel complesso gli individui poveri erano 8 milioni e 78 mila, il 13,6% dell’intera popolazione121. Negli ultimi quattro anni la percentuale di famiglie relativamente povere è rimasta sostanzialmente stabile e immutati sono i profili delle famiglie povere. In particolare, il fenomeno continua ad essere maggiormente diffuso nel Mezzogiorno (23,8%), dove l’incidenza di povertà relativa è quasi cinque volte superiore a quella osservata nel resto del paese (4,9% nel Nord e 6,7% nel Centro), e tra le famiglie più numerose. Nel 2008, inoltre, il credito in Italia ha rallentato in tutti i settori di attività economica. In particolare, nel corso dei dodici mesi terminanti a febbraio 2009, i prestiti erogati dalle banche appartenenti ai primi cinque gruppi hanno ristagnato. Questi ultimi, nello specifico, hanno contratto i prestiti alle piccole imprese (-4,9 per cento), mentre il credito complessivamente erogato dal sistema è cresciuto dello 0,8 per cento; la quota di prestiti concessi dagli intermediari più grandi alle piccole imprese si è ridotta negli ultimi dodici mesi di 3 punti percentuali, al 46 per cento.122 In particolare, si può osservare come la decelerazione del credito abbia riflesso prevalentemente la debole domanda di prestiti da parte delle imprese e delle famiglie; a ciò si aggiunge una maggiore cautela da parte degli intermediari: le risposte delle banche italiane partecipanti all’indagine sul credito bancario (Bank Lending Survey) relativa al quarto trimestre del 120 Fonte: La povertà in Italia nel 2008, Istat, 30 luglio 2009. La stima dell’incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone relativamente povere sul totale delle famiglie e persone residenti) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale (linea di povertà) che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà per una famiglia di due componenti è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2008 è risultata pari a 999,67 euro (+1,4% rispetto alla linea del 2007). Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono quindi classificate come relativamente povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando una opportuna scala di equivalenza che tiene conto delle economie di scala realizzabili all’aumentare del numero di componenti. (Fonte: www.istat.it). 122 Fonte: Bollettino economico della Banca d’Italia, n. 56, aprile 2009. 121 114 2008 indicano infatti un ulteriore moderato irrigidimento dei criteri utilizzati per la concessione di finanziamenti, in particolare con riferimento ai prestiti alle imprese. L’inasprimento ha interessato in misura maggiore i finanziamenti a lungo termine e ha riguardato sia le imprese di grandi dimensioni che quelle di dimensioni medio - piccole. L’irrigidimento delle condizioni di concessione dei prestiti (che, pur riguardando tutte le condizioni applicate ai nuovi finanziamenti, si è riflesso soprattutto in una riduzione delle quantità erogate e in un aumento dei margini applicati) è ascrivibile al deterioramento del quadro economico e al connesso incremento del rischio. In riferimento ai prestiti alle famiglie, poi, si può osservare come le politiche di offerta vengano indicate dalle banche in moderata restrizione. Le condizioni di erogazione di mutui e credito al consumo sono infatti divenute meno accomodanti in relazione alle sfavorevoli prospettive del quadro economico generale e del mercato immobiliare, nonché del deterioramento del merito creditizio delle famiglie stesse. Hanno continuato a influire le difficoltà dal lato della raccolta, seppur temperate dagli interventi di politica monetaria; ed è aumentata la percezione del rischio sul valore delle garanzie ricevute dalle famiglie. A tal proposito, le banche hanno dichiarato di aver aumentato i margini applicati ai finanziamenti e di avere intensificato la richiesta di garanzie (per i mutui si è assistito anche a una riduzione del rapporto fra il valore del prestito e quello delle garanzie).123In particolare, la domanda di mutui veniva indicata in forte decelerazione già alla fine del 2007, mentre quella di credito al consumo mostrava segnali di rallentamento. Per quanto riguarda inoltre la qualità del credito, è da osservare come anch’essa risenta ovviamente del peggioramento congiunturale. Nel quarto trimestre del 2008 è infatti proseguito il peggioramento registrato in precedenza: il flusso di nuove sofferenze rettificate124 in rapporto ai prestiti 123 Fonte: Bollettino economico della Banca d’Italia, n. 56, aprile 2009. Per “sofferenze rettificate” si intende l’esposizione complessiva per cassa di un affidato verso il sistema finanziario, quando questi viene segnalato alla Centrale dei Rischi:a) in sofferenza dall’unico intermediario che ha erogato il credito; b) in sofferenza da un intermediario e tra gli 124 115 è salito all’1,5 per cento (1,2 per cento nel terzo trimestre del 2008), il valore più alto dal 1999 se si esclude il picco del quarto trimestre del 2003 dovuto al fallimento del gruppo Parmalat. Gli ingressi in sofferenza sono stati più intensi per le imprese non finanziarie (2,0 per cento, contro l’1,5 per cento del terzo trimestre), in particolare per quelle residenti nel Centro Nord. Il tasso d’insolvenza delle famiglie consumatrici, pur registrando un lieve aumento, si è mantenuto su valori storicamente bassi (1,0 per cento). In questo scenario di crisi, il settore della microfinanza sembra essere invece in piena fase di crescita ed espansione. In particolare, il microcredito sta attraversando in Italia una fase decisiva, che entro fine anno potrebbe portare addirittura al raddoppio delle somme complessivamente erogate, attualmente stimate in 170 milioni di euro. Come osservato anche nell’articolo de “Il Sole 24 ore” del 24 agosto 2009 a cura di Elio Silva, “Quella che, fino a poco tempo fa, era una nicchia per l’inclusione finanziaria di categorie o soggetti marginali, per lo più relegata nell’ambito della cooperazione e degli aiuti ai paesi poveri, si sta infatti trasformando in una potente leva anticrisi, in grado di offrire un contributo importante alla ripresa”. A causa della crisi in atto, infatti, stanno aumentando sempre di più i soggetti che, in condizioni di difficoltà, vengono definiti “non bancabili”, in quanto non in possesso di sufficienti garanzie patrimoniali. Il microcredito diventa quindi sempre più un strumento fondamentale per l’inclusione sociale e il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. Proprio per questo, a fianco alla rete di ONG, di associazioni e organizzazioni di volontariato, anche le banche commerciali stanno aumentando la propria offerta di microcredito. L’ABI ha infatti condotto una ricerca dalla quale emerge che nel 70 per cento delle banche italiane sono operativi servizi di microfinanza. E, mentre secondo l’Osservatorio Finanziario, tale percentuale sarebbe stata costituita fino ad oggi in sostanza da servizi tradizionali (quali apertura di sconfinamenti dall’unico altro intermediario esposto; c) in sofferenza da un intermediario e l’importo della sofferenza è almeno il 70 per cento dell’esposizione complessiva verso il sistema finanziario o vi siano sconfinamenti pari o superiori al 10 per cento; d) in sofferenza da almeno due intermediari per importi pari o superiori al 10 per cento del credito utilizzato complessivo per cassa. (Fonte: “Appendice alla relazione annuale sull’anno 2007 della Banca d’Italia”). 116 conti correnti, servizi di pagamento, emissione di carte prepagate, ecc..) e comunque non riconducibili alla logica del microcredito, entro fine anno si prospetta appunto che i servizi di prestito a clienti “non bancabili” aumenteranno in maniera sensibile. In particolare, un annuncio degli ultimi mesi è un elemento chiave e si può supporre che costituirà un’ulteriore spinta allo sviluppo del microcredito: Grameen Bank aprirà presto una propria struttura anche in Italia, grazie a una partnership tra Grameen Trust, Unicredit e Fondazione Unidea. Si sta infatti ultimando in questo periodo uno studio di fattibilità, in collaborazione con l’Università di Bologna, per l’apertura della nuova struttura125. 4.2 Caratteristiche del credito in Italia Per quanto riguarda le caratteristiche del credito in Italia, si può rilevare da dati forniti da Banca d’Italia relativamente al giugno 2008 come lo stock degli impieghi delle banche a tale data era pari a 1.543 miliardi di euro. Di questi, il 55 per cento era rappresentato da credito rivolto alle imprese non finanziarie (operanti cioè nei settori dell’industria, dell’edilizia e dei servizi) e circa il 30 per cento da prestiti alle famiglie126. I soggetti (sia persone fisiche che giuridiche) complessivamente affidati dal sistema bancario risultavano essere 3,5 milioni. Con riferimento poi alla tipologia di prestiti alle famiglie, il 52 per cento di questi era costituito da mutui ipotecari finalizzati all’acquisto di un’abitazione, il 20 per cento da credito al consumo127 e il restante 28 per 125 Fonte: www.osservatoriofinanziario.it Le famiglie possono a loro volta essere classificate in famiglie produttrici (destinatarie in questo caso del 5% dei prestiti totali) e consumatrici. Secondo l’Istat, nel settore delle famiglie produttrici sono comprese le società semplici e le imprese individuali che occupano fino a 5 dipendenti operanti nel settore non finanziario, nonché le unità produttrici di servizi ausiliari dell’intermediazione finanziaria senza addetti dipendenti. (Fonte: www.istat.it) 127 La normativa italiana sul credito al consumo è contenuta nel Titolo VI (Capo II) del Testo Unico Bancario e nel Capo II del Titolo II del d.lgs. n. 206/2005 (introdotta nell’ordinamento italiano con la legge 142/1992, che ha recepito la direttiva CEE n. 90/88 e n. 87/102). 126 117 cento dai c.d. “altri crediti” (categoria che comprende tutti i prestiti chirografari di ammontare compreso tra 31 mila euro e 155 mila euro). In particolare, il credito al consumo viene definito dall’art. 121 del Testo Unico Bancario come “(…)la concessione, nell’esercizio di un’attività commerciale o professionale, di credito sotto forma di dilazione di pagamento, di finanziamento o di altra analoga facilitazione finanziaria a favore di una persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta (consumatore)”. Tale forma di credito può essere ripartita tra le forme tecniche del prestito finalizzato (che a giugno 2008 ammontava al 53 per cento del totale delle consistenze del credito al consumo complessivo128), del prestito non finalizzato (31 per cento), delle carte revolving129 (10 per cento) e della cessione del quinto dello stipendio (6 per cento). È utile rielaborare alcuni di questi dati nella seguente tabella: Tab. 4.2 Struttura dei debiti familiari (valori percentuali) Modalità 130 Debito per immobili abitativi di cui: Debito per Debito per beni attività di consumo lavorative Debito nei confronti di parenti e amici Debito familiare Età: fino a 30 anni 64,4 12,4 10,0 6,6 100,0 da 31 a 40 anni 71,9 8,4 15,4 2,1 100,0 da 41 a 50 anni 62,3 11,1 24,8 0,9 100,0 da 51 a 65 anni 39,9 10,1 48,0 1,0 100,0 oltre 65 anni Condizione professionale Lavoratori dipendenti Lavoratori indipendenti Condizione non professionale Titolo di studio 68,2 13,8 7,8 5,1 100,0 79,4 11,3 5,8 1,8 100,0 37,5 7,5 53,8 0,5 100,0 51,5 16,8 15,5 8,1 100,0 128 Il 42 per cento del quale era prestito finalizzato all’acquisto di automobili (Fonte: www.bancaditalia.it) 129 Le carte revolving sono carte utilizzate come strumento creditizio, che prevedono un rimborso prevalentemente rateale. In media si tratta di piccole operazioni, di valore modesto, pari circa a 111 euro (Messina, 2009). 130 Le caratteristiche individuali sono riferite al capofamiglia, inteso come il maggior percettore di reddito all’interno delle famiglie. 118 Senza titolo Licenza elementare Media inferiore 58,7 3,3 16,2 10,9 100,0 26,6 9,3 61,0 1,5 100,0 56,6 16,1 20,3 3,5 100,0 Media superiore 63,6 8,7 25,6 1,0 100,0 Laurea 75,8 5,6 17,3 0,7 100,0 Area geografica Nord 53,2 9,6 34,9 1,2 100,0 Centro 79,2 8,5 11,6 0,4 100,0 Sud e Isole 55,9 15,2 16,2 6,3 100,0 Totale 60,0 10,3 26,1 1,8 100,0 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009 Per quanto riguarda poi l’indebitamento delle famiglie italiane, i dati a cui si fa riferimento sono quelli aggiornati alla fine del 2006131. Secondo questi dati il 26 per cento delle famiglie italiane risulta essere indebitato. In particolare, l’11,6 per cento delle famiglie ha debiti per l’acquisto o la ristrutturazione della casa, il 12,8 per cento per l’acquisto di beni di consumo e il 3,8 per cento ha debiti connessi con la propria attività di lavoro indipendente. Tali valori sono poi ulteriormente scomponibili come segue: Tab. 4.3 Famiglie indebitate (valori percentuali) Famiglie indebitate Famiglie indebitate per acquisto immobili Famiglie indebitate per acquisto beni di consumo Famiglie indebitate per attività di lavoro indipen. Valore medio del debito Rapporto debito su reddito maschi 28,9 12,6 14,5 4,5 12.576 36,2 femmine 19,6 9,3 9,2 2,1 5.800 23,1 fino a 30 anni 36,3 12,6 22,1 4,3 11.850 42,4 da 31 a 40 anni 36,2 17,8 17,8 5,5 16.684 51,3 da 41 a 50 anni 39,1 17,7 19,1 6,2 17.017 45,6 da 51 a 65 anni 26,4 11,5 13,3 4,2 10.737 28,7 oltre 65 anni 7,7 3,0 2,7 0,4 1.250 5,3 Modalità Sesso Età Titolo di studio 131 Fonte: Banca d’Italia (gennaio 2008), La ricchezza delle famiglie italiane nel 2006. 119 senza titolo 9,1 3,0 1,5 0,1 2.112 15,2 licenza elementare 14,1 4,6 6,4 1,8 4.697 22,5 media inferiore 28,4 10,8 15,6 4,3 8.417 29 media superiore 33,9 17,8 16,4 5,2 17.181 44 laurea 31,5 17,7 13,3 4,5 16.999 30,5 33,6 16,5 18,4 1,1 11.041 32,6 44,4 17,0 15,8 24,6 35.747 73,4 Condizione professionale lavoratore dipendente lavoratore indipendente condizione non professionale Numero di componenti 1 componente 11,7 4,3 5,4 0,5 2.151 8,9 16,3 7,7 7,0 1,7 5.372 27,0 2 componenti 18,6 8,0 9,0 2,2 6.596 21,6 3 componenti 32,1 13,0 16,9 5,4 10.678 29,0 4 componenti 39,2 18,6 19,5 6,1 19.930 49,5 5 e più componenti 38,2 17,6 19,2 6,5 19.363 46,2 Numero di precettori 1 precettore 21,7 8,6 10,3 2,5 7.676 34,4 2 precettori 29,3 14,4 14,4 4,3 11.719 31,1 3 precettori 33,1 13,8 18,3 7,3 12.523 26 4 e più precettori Ampiezza comunale fino a 20.000 abitanti da 20.000 a 40.000 abitanti da 40.000 a 500.000 abitanti oltre 500.000 abitanti Area geografica 34,4 17,5 16,9 7,0 42.607 66,5 27,0 11,9 12,8 4,7 9.726 31,5 24,5 9,9 11,8 3,7 8.777 28,7 23,8 10,0 13,2 2,6 9.596 30,5 28,9 15,6 13,2 2,8 17.108 45,7 Nord 27,9 12,5 14,2 4,5 12.638 35,8 Centro 27,6 14,7 13,4 2,7 13.518 37,7 Sud e Isole 22,3 8,3 10,3 3,3 5.291 22,2 Totale 26,1 11,6 12,8 3,8 10.486 33,0 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009 Risulta quindi a questo punto opportuno analizzare quali sono gli strumenti tramite cui poter raggiungere la quota sempre crescente di 120 individui non bancarizzati, e quindi, in particolare, introdurre il tema dell’inclusione creditizia. 4.3 L’esclusione finanziaria Secondo le Nazioni Unite, come già riportato, il microcredito è un piccolo prestito rivolto a soggetti tradizionalmente esclusi dal circuito bancario. Si tratta, dunque, di una sorta di “entry point”, ovvero di un modo per sbloccare una situazione di esclusione finanziaria, avviandone una (si spera stabile e duratura) di inclusione (Messina, 2009). L’espressione “esclusione finanziaria” fu utilizzata per la prima volta nel 1993 da un gruppo di geografi che stavano studiando il problema dell’accesso limitato, dal punto di vista fisico, ai servizi bancari come risultato della chiusura di alcune filiali (Leyshon e Thrift, 1993). Nel corso degli anni Novanta si stava anche sviluppando tutto un filone di ricerca correlato alle difficoltà incontrate da alcuni settori della società nell’avere accesso ai moderni strumenti di pagamento e ad altri servizi bancari, al credito al consumo e ad assicurazioni. Fu per la prima volta nel 1999 che l’espressione “esclusione finanziaria” venne usata in un senso più ampio per far riferimento alla condizione di persone che avevano un accesso limitato ai servizi finanziari principali (Kempson e Whyley, 1999). Da quel momento, un numero sempre più ampio di soggetti (comprendente sia accademici che uomini politici) ha aggiunto la propria definizione di “esclusione finanziaria”. Nel corso di questa trattazione si utilizzerà l’espressione “esclusione finanziaria” per far riferimento al processo in base a cui alcuni individui incontrano difficoltà ad avere accesso e/o ad utilizzare servizi e prodotti finanziari del mercato ufficiale che siano adatti alle proprie necessità e siano in grado di consentire loro 121 di condurre una normale vita sociale all’interno della società a cui appartengono.132 Accanto al fatto che l’utilizzo di servizi finanziari è sempre più parte integrante della vita di tutti i giorni, la strada di accesso e utilizzo a tali servizi può essere sempre più impegnativa sotto vari aspetti (geografici, tecnici, culturali, educativi) nonché dal punto di vista delle garanzie e dei criteri di analisi del rischio. Ciò porta all’esistenza di un gran numero di difficoltà nell’accesso e nell’utilizzo, che è profondamente correlata alla struttura di mercato di ogni paese. Un prodotto finanziario, quindi, può essere considerato “appropriato” quando la sua offerta, la sua struttura e i suoi costi non implicano difficoltà nell’utilizzo e nell’accesso da parte dei consumatori. Tali difficoltà sono causate contemporaneamente sia dalle caratteristiche del prodotto e dal modo in cui viene venduto (lato dell’offerta), sia dalla situazione e dalla capacità finanziaria del cliente (lato della domanda). La causa principale dell’esclusione finanziaria può quindi essere individuata nell’incapacità dei fornitori ufficiali di servizi finanziari ad offrire una gamma di prodotti e servizi che vada incontro ai bisogni di tutte le parti componenti la società. Altra osservazione importante, poi, è che l’esclusione finanziaria è connessa in maniera profonda con quella sociale: se, infatti, la seconda automaticamente implica la prima, è anche vero che l’esclusione finanziaria dà il via a un processo che incrementa il rischio di andare incontro all’esclusione sociale. Ci si può quindi domandare quali servizi debbano essere considerati essenziali e, di conseguenza, quali sono quelli a cui qualunque individuo di qualsiasi società dovrebbe avere accesso. Per fare ciò si può far riferimento alle quattro aree fondamentali individuate della Banca Mondiale (1998): Operazioni bancarie; 132 Fonte: Financial Services Provision and Prevention of Financial Exclusion, Commissione Europea (marzo 2008). 122 Risparmio; Credito; Assicurazione. In questo contesto è importante soffermaci sull’inclusione creditizia. Questa viene generalmente descritta come determinante per l’aumento della mobilità delle persone, l’accesso all’istruzione e alla formazione, il miglioramento delle abitazioni e dunque degli standard di vita e delle aspettative di reddito (Messina, 2009). In particolare, la mancanza di accesso o di possibilità di utilizzo del credito può incidere sul livello di inclusione sociale degli individui in vari modi: Certi tipi di credito (come ad esempio le carte revolving) sono molto utilizzati in Europa e l’esclusione da questi circuiti può implicare (o essere percepita come) una forma di “stigmatizzazione” sociale; L’impossibilità di accedere a determinati beni (come ad esempio l’automobile o il personal computer) preclude il raggiungimento di minimi standard di vita che possono ridurre il livello di benessere e di auto-stima; In alcuni casi la difficoltà di accesso al credito innesca un circolo vizioso di incapacità di rimborso dei debiti pre-esistenti, conducendo al sovraindebitamento o a forme patologiche di finanziamento illegale (usura). Quindi, tra tutti gli aspetti dell’esclusione finanziaria, il credito rappresenta quello più critico, non solo per le potenzialità che esso può sprigionare (e che quindi vengono meno), ma anche per la necessità di bilanciare correttamente l’esigenza di aumentare le opportunità per gli esclusi con quella di tenere sotto controllo i rischi assunti dalle banche. A titolo esemplificativo può essere analizzato quanto accaduto negli Stati Uniti con i mutui sub-prime: l’obiettivo sociale di dare a un maggior 123 numero di persone la possibilità di acquistare la propria casa è stato in questo contesto affrontato senza tenere conto delle diverse variabili in gioco e traducendo tutto in un’assunzione di rischi troppo alti da parte del settore finanziario. L’aspetto da sottolineare non è tanto il modo in cui questi rischi sono stati poi ripartiti nei mercati finanziari mondiali (vedasi cartolarizzazioni), bensì l’assenza (o, comunque, la sottostima) di valutazione del costo sociale (ma anche economico) di una inclusione “leggera”, che ha poi inevitabilmente prodotto una nuova esclusione, questa volta più pesante della prima e più difficile da recuperare: molti soggetti, infatti, sono passati o stanno per passare da una esclusione dal circuito del credito dovuta all’assenza di storia creditizia, a una nuova esclusione, questa volta più grave, perché dovuta a una storia “negativa”, ovvero quella di chi, ottenuto un prestito, risulta poi come insolvente. Per tutti costoro sarà difficile rientrare in breve tempo nel circuito del credito ufficiale. Ciò spiega quanto sia importante che accesso al credito e qualità dello stesso vadano di pari passo (Messina, 2009). Nell’indagine promossa dalla Commissione Europea e pubblicata nel marzo 2008, dal titolo “Financial Services Provision and Prevention of Financial Exclusion”, vengono individuati cinque diversi livelli di inclusione creditizia: 1) Il primo si riferisce alla vera e propria esclusione dal credito, ovvero alla mancanza di ogni opportunità di accesso ai servizi e ai prodotti creditizi; 2) Il secondo fa riferimento all’accesso a un credito di bassa qualità attraverso finanziatori “marginali”: si è quindi in presenza di alti tassi di interesse, condizioni molto peggiori della media di mercato; 3) Il terzo livello riguarda l’accesso a un credito di bassa qualità attraverso finanziatori “convenzionali”: le condizioni praticate sono leggermente migliori rispetto alla situazione precedente perché contratte con soggetti più “controllati”, ma comunque non 124 adeguate (ad esempio, prestiti a breve termine per coprire piccoli investimenti); 4) Il quarto livello concerne l’accesso a un credito di buona qualità attraverso finanziatori “marginali”: ciò può avvenire soprattutto per i piccoli prestiti o nel caso del credito al consumo, anche se le condizioni saranno sempre leggermente peggiori della media di mercato; 5) Il quinto livello, infine, si riferisce all’accesso a un credito di buona qualità attraverso finanziatori “convenzionali”: questo è il caso ottimale. Tale classificazione può essere illustrata schematicamente nel seguente grafico: Grafico 4.1 Stadi evolutivi dell’inclusione creditizia Qualità del credito Inclusione piena Stadio 4 piena Stadio 3 Stadio 2 Esclusione Accesso al credito Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009 Sebbene le modalità e le motivazioni che conducono a una situazione di non inclusione differiscano di paese in paese, è possibile identificare profili di clientela non bancarizzata (ovvero che non possiede alcun prodotto o servizio finanziario) o sottobancarizzata (che possiede soltanto il conto corrente e ne fa un uso limitato) sostanzialmente simili nelle varie nazionalità (Greco, 2009). 125 Considerando i soli privati, i segmenti di clientela più emarginati appartengono perlopiù alle seguenti categorie sociali: famiglie monoparentali, disoccupati, disabili e inabili al lavoro. A seguire, con un livello di esclusione meno elevato, vi sono gli studenti, i pensionati e i lavoratori part – time o temporanei. Con riferimento al contesto europeo, e comunque, occidentale, si ritiene che essere donna, di per sé, non determini una condizione di sottobancarizzazione, condizione che invece viene a manifestarsi quando si associa a una delle altre caratteristiche individuate133. Considerazioni a parte meritano invece gli immigrati e le microimprese. I primi sono soggetti a condizioni di elevata esclusione sociale, e quindi finanziaria, nelle prime fasi di permanenza nel paese di destinazione, che può tuttavia ridursi nel tempo compatibilmente con il livello di integrazione raggiunto134. Le imprese piccole rientrano, poi, nelle categorie da “includere” finanziariamente, soprattutto, ma non esclusivamente, per ciò che riguarda la loro effettiva possibilità di accedere ai prodotti di credito bancario e di avere quindi le capacità finanziarie per sviluppare il proprio business (Greco, 2009). Allo scopo poi di completare il quadro di riferimento, occorre tenere presente che esiste anche un secondo livello di soggetti che si distinguono da quelli sopra elencati in quanto, pur avendo avuto accesso al sistema bancario, ne sono stati in seguito esclusi o rischiano di esserlo (Messina, 2009). Tale secondo livello è costituito dai c.d. “protestati”, ovvero da coloro ai quali viene inibito l’accesso a prodotti e servizi bancari a causa di comportamenti da loro stessi posti in essere e qualificabili come inadempienti agli impegni contrattuali, e i sovraindebitati, prevalentemente famiglie, ma anche singoli individui, che si trovano in condizioni di difficoltà finanziaria tali da determinare una crisi per certi versi paragonabile alla crisi d’impresa, in quanto coinvolge tutti i creditori e comporta il rischio per la sopravvivenza della famiglia/singolo come soggetto economico attivo. 133 Fonte: Financial Service Authority, In or out? Financial Exclusion: A Literature and research Review, 2000 134 La tematica dell’inclusione finanziaria degli immigrati, in particolare, verrà approfondita nel successivo capitolo 5. 126 Con riferimento specifico all’inclusione creditizia in Italia, si può innanzitutto osservare come il paese abbia una lunga storia di pratiche inclusive nel credito, risalente a diverse matrici culturali, quali quella religiosa, quella laica, mutualistica, cooperativa, privata e pubblica (Andruccioli, Messina, 2007). Può essere quindi interessante analizzare i principali dati relativi alle regioni italiane per valutare e confrontarne, in prima approssimazione, il livello di inclusione creditizia attuale. In particolare, utilizzando dati forniti dalla Banca d’Italia, è possibile confrontare: Il livello di presenza delle banche (misurato dal numero di abitanti per sportelli bancari presenti in regione); Il livello di indebitamento bancario; L’incidenza percentuale dei mutui ipotecari contratti nella regione; L’incidenza percentuale del credito al consumo erogato nella regione. Tab. 4.4 Principali caratteristiche del credito nelle regioni italiane (dati 2007) Regione Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Abitanti per sportello bancario 1.663 1.274 1.528 1.057 1.385 1.310 1.677 1.238 1.531 1.581 1.319 2.126 1.949 2.270 3.635 2.915 2.365 3.770 2.868 Tasso % di Mutui ipotecari indebitamento in % sul totale bancario nazionale 38,00 31,40 45,70 54,00 45,20 39,60 34,30 44,10 43,80 42,10 46,20 45,00 37,30 29,00 32,80 37,40 30,10 29,10 39,40 8,00 0,20 23,90 1,20 8,90 2,00 3,20 10,20 7,30 1,10 2,30 13,00 1,50 0,20 5,40 3,90 0,30 1,00 4,60 Credito al consumo in % sul totale nazionale 7,80 0,30 16,00 0,80 6,80 1,80 2,40 6,40 7,00 1,50 2,00 11,10 2,20 0,60 9,90 6,10 0,80 3,30 10,10 Tasso % di sofferenza 3,54 3,41 1,73 1,97 2,90 3,04 3,87 2,64 2,79 5,21 4,70 3,59 5,81 10,34 6,16 7,95 11,42 9,10 8,59 127 Sardegna Italia 2.426 1.828 39,60 41,60 1,80 100,00 3,10 100,00 8,20 3,00 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009 A partire dai dati presenti in tale tabella è quindi possibile costruire alcuni indicatori di sintesi per tre variabili chiave (accesso, utilizzo e rischiosità), e da essi giungere poi a un indicatore semplice del livello di inclusione finanziaria delle regioni. Innanzitutto, come approssimazione del livello di accessibilità può essere preso il numero di sportelli bancari presenti per abitante (quindi il reciproco del numero di abitanti per sportello, dato presente in tabella 4.4), con l’assunzione che maggiore è la copertura del territorio da parte delle banche, più alta è la capacità di interazione delle stesse con i cittadini. Per quanto riguarda poi il livello di utilizzo, si può prendere come dato di riferimento il tasso di indebitamento bancario, ovvero la misura di quanto le famiglie fanno ricorso al sistema creditizio. Infine, il tasso di solvibilità (ovvero il complemento a 1 del tasso di sofferenza) può essere utilizzato per approssimare il valore dell’affidabilità attesa dal circuito finanziario nelle diverse regioni. I tre indici sono stati calcolati come “indici dimensionali”, al fine di poter essere confrontati tra loro, ovvero i valori delle tre variabili sono stati normalizzati rispetto a un obiettivo prefissato, secondo la seguente formula: Valore effettivo – Valore minimo Valore massimo (obiettivo o target) – Valore minimo Il valore obiettivo è stato definito per ognuna delle tre variabili come il valore massimo presente nella serie. In questo modo, ciascuno degli indici rappresenta un indicatore sintetico “relativo”, cioè significativo solo se 128 rapportato fra gli elementi della serie, variando da 0 (valore assunto dalla regione che per quell’indice ha la peggiore performance) a 1 (regione con migliore performance). L’indice di inclusione creditizia può quindi essere calcolato come media semplice dei tre indici. I risultati di tale lavoro sono riportati nella seguente tabella: Tab. 4.5 Ipotesi di calcolo del livello di inclusione creditizia nelle regioni italiane Regione Trentino Alto Adige Emilia Romagna Lombardia Veneto Marche Toscana Friuli Venezia Giulia Lazio Umbria Piemonte Valle d'Aosta Liguria Abruzzo Sardegna Sicilia Puglia Campania Molise Basilicata Calabria Italia Indice di accessibilità del credito bancario 1,00 0,80 0,57 0,67 0,72 0,57 0,73 0,30 0,54 0,49 0,76 0,49 0,36 0,22 0,12 0,11 0,01 0,26 0,23 0,00 0,41 Indice di utilizzo del credito bancario 1,00 0,60 0,67 0,65 0,69 0,59 0,42 0,64 0,52 0,36 0,10 0,21 0,33 0,42 0,42 0,34 0,15 0,00 0,04 0,00 0,50 Indice di solvibilità Indice sintetico di inclusione creditizia 0,98 0,91 1,00 0,88 0,69 0,89 0,87 0,81 0,64 0,81 0,83 0,78 0,58 0,33 0,29 0,36 0,54 0,11 0,00 0,24 0,87 0,99 0,77 0,75 0,73 0,70 0,68 0,67 0,58 0,57 0,56 0,56 0,49 0,43 0,32 0,28 0,27 0,24 0,12 0,09 0,08 0,60 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009 Da tali dati si può notare come vengano confermate in sostanza tutte le tendenze strutturali del territorio italiano, che emergono dalle diverse letture di tipo sociologico, economico, culturale e ambientale del paese. In particolare, la maggior parte delle regioni del nord (come ad esempio Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto) e alcune regioni del centro (vedasi Marche, Toscana) presentano le performance migliori, mentre le regioni del sud (come la Calabria, la Basilicata, il Molise, ecc..) registrano le performance peggiori. Si può quindi affermare 129 che anche in questo caso le differenze di “opportunità” tra le persone residenti nelle diverse regioni italiane appaiono fortemente condizionate da fattori storici e culturali, non per questo immutabili, ma difficili da isolare rispetto a qualunque variabile analizzata (Nuzzo, 2006). 4.4 Analisi dei dati sul microcredito in Italia Come già accennato in precedenza, in Italia il fenomeno del microcredito ha carattere recente, anche se in realtà esperienze di carattere mutualistico si erano già sviluppate nei secoli precedenti ad esempio ad opera delle Casse di Risparmio. Dopo gli scarsi risultati delle prime iniziative, negli ultimi anni si sta assistendo a un vero e proprio boom delle iniziative di microcredito, dovuto da un lato alle crescenti difficoltà economiche che fanno sì che aumentino costantemente i soggetti che non hanno accesso al sistema bancario tradizionale, e dall’altro alla sempre maggiore attrattività del settore stesso. Per analizzare i programmi di microcredito attuati in Italia è necessario individuare da un lato chi sono i soggetti “deboli”, cioè coloro che versano in uno stato di privazione e di mancato benessere (o comunque non in grado di fornire garanzie), e, dall’altro, quali sono gli attori che attraverso metodologie e approcci talora anche molto diversi tra di loro hanno un ruolo specifico nell’offrire credito a questi soggetti135. Un recente studio136 ha mostrato come l’Italia presenti il più basso livello di “bancarizzazione” tra i paesi UE: risulta infatti che soltanto il 70,4% della popolazione adulta è titolare di un conto corrente bancario o di un conto corrente postale. Questo dato evidenzia perciò un vasto mercato non ancora servito. Dal lato dell’offerta di credito, quindi, il 135 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2005), 1° Rapporto sul microcredito in Italia. Eurobarometer 52 (2003) Europeans and Financial Services – European Commission Eurobarometer Unit, Brussel 136 130 sistema bancario tradizionale sta muovendo grossi passi in avanti, individuando una fascia di clientela, non ancora del tutto integrata nella società e nel sistema finanziario ordinario, verso la quale è possibile operare per favorire l’inclusione finanziaria attraverso servizi di microfinanza specifici. Questi soggetti137, individuati nei lavoratori atipici, nel terzo settore, nelle famiglie a basso reddito, nelle microimprese che operano in aree svantaggiate del paese nonché, in misura sempre maggiore, gli immigrati, sono l’espressione di un potenziale bacino di utenti che le banche stanno sempre di più cercando di intercettare offrendo una serie di servizi finanziari ad hoc. Di fronte a questa nuova domanda, quindi, gli istituti di credito stanno fornendo sempre più risposte concrete, se è vero che l’80% delle banche intervistate nell’ambito in un’apposita ricerca, condotta dall’ABI in collaborazione con la Fondazione Giordano dell’Amore, dichiara di “fare microfinanza” nei confronti dei lavoratori atipici, delle famiglie a basso reddito e degli immigrati, provvedendo all’erogazione di “servizi finanziari di credito, risparmio e pagamento (principalmente trasferimento di fondi e rimesse)”.138Per molte banche, occorre specificare, “fare microfinanza” è anche segno di un orientamento etico della propria attività finanziaria, che ha indotto alcune di loro ad assumere comportamenti orientati a una maggiore trasparenza, all’astenersi dall’investimento in settori considerati moralmente non idonei oppure ad adottare specifiche politiche di impiego del denaro verso attori socialmente meritevoli. Ma nello scenario italiano, oltre alle banche (che comunque sono entrate relativamente più tardi nel settore della microfinanza e del microcredito in particolare) e a una serie di soggetti pubblici (quali regioni, provincie, comuni, agenzie a capitale pubblico) operano numerosi attori di natura privata, pienamente impegnati nei confronti dei soggetti ai margini dei circuiti finanziari tradizionali, le cui caratteristiche verranno illustrate nel corso della trattazione. 137 138 Fonte: Zadra G. (2004), Investing in Microfinance – The Role of Banks, ABI. Fonte: C.Borgomeo&Co. (2005), 1° Rapporto sul microcredito in Italia. 131 Prima di analizzare infatti alcune esperienze di microcredito italiane risulta opportuno innanzitutto delineare uno schema generale di funzionamento dei programmi di microcredito e, soprattutto, dare un quadro quali - quantitativo del fenomeno, in particolare, da un lato mettendo in evidenza la numerosità delle iniziative avviate nel corso degli ultimi quattro anni ed i risultati conseguiti in termini di numero dei prestiti concessi e del loro valore complessivo, e dall’altro illustrando le caratteristiche dei programmi esaminati. Per quanto riguarda un possibile modello di schematizzazione dei programmi di microcredito italiani, questo può essere articolato in quattro variabili principali: 1) Il soggetto percipiente, ovvero colui che riceve il prestito. I programmi, in particolare, possono essere destinati a varie tipologie di soggetti: persone singole, gruppi di due o più persone (come ad esempio un gruppo informale, una famiglia o una coppia), persone giuridiche (solitamente cooperative o società di persone); 2) L’ente finanziatore, ossia il soggetto che impegna propri capitali per concedere i prestiti. In particolare, possono essere soggetti pubblici, istituti di credito ordinari e mutue di autogestione (MAG); 3) Il soggetto promotore, cioè il soggetto che promuove l’iniziative, ma che non necessariamente coincide con il soggetto che la finanzia o la attua. Infatti il promotore spesso si fa carico di alcuni costi (ad esempio quelli relativi all’attività promozionale che precede l’avvio operativo del programma), ma non impegna propri capitali per i prestiti. Nel panorama italiano operano diverse tipologie di promotori: in ambito bancario le fondazioni bancarie, gli istituti di credito a carattere nazionale e le banche locali; in ambito privato le fondazioni non bancarie, le associazioni, le MAG, le diocesi; in ambito pubblico lo Stato, le Regioni, altri enti locali e le Università; 4) Il garante: nei programmi di microcredito di solito non è richiesta ai percipienti alcuna garanzia personale, tuttavia è di regola 132 necessario garantire (in misura totale o parziale) il soggetto finanziatore a fronte del rischio del mancato rimborso di una o più rate. I programmi, in particolare, utilizzano con alta frequenza fondi di garanzia pubblici o privati, ma esistono anche casi in cui più fondi concorrono in diversa misura alla copertura del rischio finanziario. Con riferimento, invece, al quadro quali - quantitativo del contesto italiano, occorre innanzitutto rilevare che il numero totale dei programmi attivi al 31 dicembre 2007 era pari a 81, con un modesto incremento netto (+ 4) rispetto all’analogo dato riferito al 31 dicembre 2006.139 Tale incremento netto è dato dal saldo tra i nuovi programmi avviati nel corso del 2007 (11) e i programmi che, durante lo stesso periodo, sono stati interrotti dai promotori (ovvero 7). Nella tabella seguente viene illustrata la numerosità dello stock dei programmi negli ultimi 4 anni e il numero di quelli effettivamente in corso. La differenza tra i due dati è data dalla iniziative avviate e poi accantonate: Grafico. 4.2 Programmi di microcredito in Italia 100 80 Avviati 60 in corso al 31/12/2007 40 accantonati dopo l'avvio 20 0 2004 2005 2006 2007 2004 2005 2006 2007 Avviati 47 69 83 94 In corso al 31/12/2007 43 58 70 81 4 11 13 13 Accantonati dopo l’avvio Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 139 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 133 Risulta interessante notare che, su un totale di 13 iniziative interrotte, 7 sono bloccate dai promotori nel corso del 2007. Di queste 7 iniziative, 2 erano diventate operative nel 2006, 4 erano state attivate nel 2005 ed 1 era stata avviata nel 2004. Programmi di microcredito con un periodo di attività così ridotto (le due iniziative del 2006 sono state attive per un solo anno) sembrano essersi avviate senza un orizzonte strategico (ad esempio spesso si sono avviate con una dotazione finanziaria contenuta). Sul piano dei risultati, poi, analizzando gli esiti complessivi degli 81 programmi effettivamente in corso al 31 dicembre 2007, a partire dalla data di avvio delle attività di microcredito, risulta che sono stati concessi prestiti a 19.490 beneficiari, per un valore totale di 225,0 milioni di euro140. È interessante poi esaminare le dinamiche di questi valori nei diversi anni, a partire dal 2005. Guardando infatti l’andamento del valore complessivo dei prestiti concessi e la loro numerosità con riferimento agli ultimi 3 anni, si nota come i risultati migliori siano quelli relativi al 2005, che come è noto è stato celebrato anche in Italia come “Anno Internazionale del Microcredito”141. Tali dati possono essere rappresentati dai seguenti grafici: Grafico 4.3 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (dati in milioni di euro) andamento dei prestiti andamento dei prestiti 2005 2006 2007 48,1 41,3 43,7 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 140 Al netto dei programmi i cui promotori hanno deciso di non rendere pubblici i dati statistici relativi ai prestiti concessi. Si tratta di 8 programmi di microcredito, 5 dei quali destinati a studenti universitari. 141 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 134 Grafico 4.4 Andamento dei prestiti nel periodo 2005 – 2007 (in numero) andamento dei prestiti andamento dei prestiti 2005 2006 2007 4.393 3.075 3.223 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. Per quanto concerne poi le caratteristiche di tali programmi di microcredito, una prima analisi può essere quella relativa alla variabile “esigenze dei percipienti”. Dai dati raccolti142 emerge innanzitutto che il 58 per cento dei programmi di microcredito ha finalità di sostegno finanziario indistinto ai soggetti target delle iniziative. Questa percentuale, che riguarda programmi destinati di solito alle famiglie, rimane di gran lunga la quota più rilevante dei programmi di microcredito in Italia: si tratta di 47 iniziative, molte delle quali sono state avviate come strumento di contrasto al fenomeno dell’usura. La percentuale invece di programmi destinati esclusivamente all’avvio o al sostegno di attività economiche è pari al 25,9 per cento: si tratta di un sottoinsieme di 21 programmi di microcredito avente come target persone singole o persone giuridiche (nella maggior parte dei casi società di persone), che è cresciuto rispetto al dato del 2006 di 3 unità. Infine, i programmi rivolti agli studenti rappresentano il 16 per cento del totale. Questi dati possono essere illustrati dal seguente grafico: 142 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 135 Grafico 4.5 Esigenze dei percipienti dei programmi di microcredito 25,90% 16,00% Sostegno durante studi universitari o post laurea Fabbisogno finanziario indistinto 58,00% Avvio o sostegno di una attività economica Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. Per quanto riguarda invece la numerosità dei programmi di microcredito in relazione ai gruppi di promotori degli stessi, al primo posto (50,6% dei casi) si trova il gruppo composto da soggetti privati estranei al mondo bancario (fondazioni non bancarie, diocesi o altri enti religiosi, associazioni no profit e MAG). Ciò riguarda infatti 41 programmi, con un incremento di 3 unità rispetto al dato del 2006. Al secondo posto invece, nel 25,9 per cento dei casi, si trovano i programmi promossi da soggetti pubblici (Università, Regioni e altri enti locali). Si tratta in particolare di 21 programmi di microcredito, dato identico al 2006. Infine, il 23,5 % dei programmi censiti risulta essere promosso dal mondo bancario (fondazioni bancarie, banche locali e banche nazionali), con un incremento di una sola unità rispetto al dato del 2006143. In particolare, le banche, anche per il 2007 ultime tra i soggetti promotori di iniziative di microcredito, sono ovviamente impegnate in prima linea nell’attuazione dei programmi stessi, infatti, ben nell’85,2 per cento dei casi i capitali prestati sono messi a disposizione da istituti di credito, che utilizzano mezzi propri. Nell’11,1 per cento dei casi, invece, si tratta di raccolte promosse da MAG o da latri soggetti privati: in questa fattispecie si tratta non dell’utilizzo di mezzi propri di tali soggetti, ma piuttosto dell’impiego di 143 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 136 donazioni provenienti da privati che, ad esempio, devolvono ai promotori parte dei profitti realizzati grazie a investimenti finanziari. Infine, una piccola percentuale (3,7 per cento) riguarda i programmi che utilizzano, per i prestiti, fondi pubblici. In particolare, si tratta di tre programmi rivolti agli studenti universitari di Firenze, Pisa e Siena finanziati dall’Azienda regionale per il diritto allo studio della Toscana. È da sottolineare come questa quota di programmi nel 2004 era pari al 5,1 per cento ed è andata regolarmente decrescendo negli ultimi anni. Tali dati posso essere rappresentati dai seguenti grafici: Grafico 4.6 Enti promotori dei programmi di microcredito 23,50% Fondazioni bancarie, banche, confidi Università, Enti locali 50,60% Fondazioni non bancarie, associazioni, diocesi, MAG 25,90% Promotori Programmi di microcredito % Fondazioni bancarie, banche, confidi 19 23,5% Università, Enti locali 21 25,9% Fondazioni non bancarie, associazioni, diocesi, MAG 41 50,6% TOTALE 81 100% Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 137 Grafico 4.7 Proprietà dei fondi 11,10% 3,70% Istituti di credito Fondi privati Fondi pubblici 85,20% Proprietà Programmi di microcredito % Istituti di credito 69 85,2% Fondi privati 9 11,1% Fondi pubblici 3 3,7% Totale 81 100% Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. È interessante poi andare a vedere quale è la distribuzione di tali programmi di microcredito in relazione alla dimensione dei prestiti erogati. Innanzitutto si può osservare come sia aumentata la numerosità dei programmi con prestiti fino a 5 mila euro (erano 21 a fine 2006, risultano essere 24 a fine 2007), così come è aumentato anche il numero delle iniziative che offrono somme che superano i 20 mila euro (da 20 sono diventate 22). La distribuzione per classi appare comunque abbastanza omogenea e può essere riportata nella tabella seguente: 138 Tab. 4.6 Dimensione dei prestiti (dati al 31/12/2007) Dimensione prestiti Programmi di microcredito % Fino a 5.000 € 24 29,6% Fino a 10.000 € 21 25,9% Fino a 20.000 € 14 17,3% Oltre 20.000 € 22 27,2% Totale 81 100% Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. Per quanto riguarda poi i destinatari dei programmi di microcredito, si può notare subito come la maggioranza dei programmi stessi (il 55,6 per cento dei casi) è destinato a persone singole, che possono utilizzare il prestito per esigenze di studio, per avviare un lavoro autonomo ovvero per soddisfare fabbisogni finanziari generici. Nel 9,9 per cento dei casi i programmi sono rivolti a gruppi di due o più persone. Alcuni programmi poi (il 24,7 per cento) hanno percipienti indistinti (persone fisiche o società) e soltanto il 4,9 per cento è dedicato esclusivamente alle società. In relazione, poi, alla tipologia di garanzie fornite, si può sottolineare come, nel 23,5 per cento dei casi, i prestiti sono concessi sulla base di una garanzia fornita da fondi pubblici144 (in calo rispetto alla precedente rilevazione del 2006), e nel 32,1 per cento da fondi privati. Nel 22,2 per cento dei casi, invece, la garanzia è offerta da più sogni concorrenti. I dati possono essere raccolti nella seguente tabella145: 144 Il sistema di funzionamento dei fondi di garanzia verrà meglio descritto nel successivo paragrafo 4.5. 145 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 139 Tabella 4.7 Tipologia di garanzie offerte Garanzia Programmi di microcredito % Fondo dedicato privato 26 32,1% Più fondi concorrenti 18 22,2% Fondo dedicato pubblico 19 23,5% Altri tipi di garanzia 7 8,6% Nessuna garanzia 11 13,6% Totale 81 100% Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. Il numero dei programmi che non utilizzano fondi dedicati né altre forme di garanzia resta pari a 11. Le prime considerazioni che possono quindi essere fatte sulla base dei dati illustrati sono che, nel 2007,: Non è stato attivato nessun nuovo programma di sostegno agli studenti, fatta salva l’iniziativa del Ministero per le politiche giovanili (che verrà illustrata in seguito); Aumenta il numero di programmi destinati all’avvio o al sostegno di attività economiche, la cui quota sale dal 23,4 per cento al 25,9 per cento; Si accentua la tendenza alla polarizzazione tra i programmi, come già rilevato per il 2006, nel senso che aumentano sia quelli di piccola dimensione (ovvero con prestiti fino a 5 mila euro) sia quelli di dimensione maggiore (con prestiti oltre i 20 mila euro); Rispetto ai destinatari, si conferma la tendenza per cui la quota assoluta di gran lunga più rilevante resta quella delle persone singole; Diminuisce vistosamente la quota dei programmi che utilizza forme di garanzia pubblica (erano 25 nel 2006, e sono scesi a 19 nel 140 2007) ed aumenta quella che fa ricorso a fondi privati (da 21 programmi nel 2006 a 26 nel 2007). 4.5 I fondi di garanzia per il microcredito Come emerso dai dati esposti nel precedente paragrafo, i meccanismi di garanzia principali per i programmi di microcredito si confermano essere il fondo dedicato pubblico, il fondo dedicato privato e, a seguire il meccanismo di più fondi concorrenti. I fondi di garanzia rappresentano quindi un utile strumento per favorire l’accesso al microcredito. Essi infatti, oltre a rappresentare un volano allo sviluppo di questo tipo di prestiti, consentono di accedere a informazioni finalizzate alla valutazione del rischio di credito del cliente stesso. I fondi di garanzia operano di norma attraverso la prestazione di garanzie a copertura di una percentuale del valore del finanziamento (solitamente nella misura del 50%), in funzione di un moltiplicatore delle disponibilità finanziarie del fondo. Tale moltiplicatore dipende dalla probabilità di intervento del fondo (Messina, 2009).146Esso non è di norma disciplinato per legge, bensì dipende dalle politiche di gestione del rischio attivate dal soggetto incaricato alla gestione dello strumento (attualmente, comunque, i principali fondi di garanzia operano con un moltiplicatore non superiore a 15). I fondi, quindi, sono strumenti che hanno la finalità specifica di facilitare l’accesso al credito a soggetti con più basso standing creditizio. Di fatto, la garanzia consente al soggetto che eroga il prestito di ridurre da un lato il rischio di credito (e conseguentemente, nel caso in cui il soggetto erogante sia una banca, anche il patrimonio di vigilanza 146 A titolo esemplificativo, se la probabilità di intervento del fondo (ovvero la perdita attesa) è pari al 3% annuo, considerando anche il possibile errore di stima della stessa (perdita inattesa) pari al 2%, il moltiplicatore del fondo non può essere superiore a 1/(2%+3%)= 20. In altri termini, considerate le disponibilità del fondo pari a 100, posto un moltiplicatore pari a 20, il fondo copre potenzialmente finanziamenti per un ammontare massimo di 2.000 euro. 141 correlato), e, quindi, dall’altro anche di erogare finanziamenti a condizioni migliori rispetto all’ipotesi di prestiti non garantiti da nulla. Le disponibilità del fondo sono solitamente conferite dal soggetto costituente lo stesso (di norma Ministeri o Regioni) e vengono talora alimentate in funzione di ulteriori conferimenti, ovvero di specifiche fee pagate dal soggetto erogante per l’accesso al fondo.147L’accesso al fondo (disciplinato per legge) è di norma richiesto dalla banca finanziatrice (o dal soggetto comunque erogante) tramite la presentazione di una specifica documentazione che dimostri il rispetto di specifici requisiti che possono riguardare sia il finanziamento che l’obbligo principale del garantito. Solitamente, l’onere di valutare il rispetto di tali requisiti è in capo al gestore del fondo, anche se tuttavia esistono casi (ad esempio per fondi a carattere regionale) in cui tale onere è a carico della banca. Una volta raggiunto il massimo dei finanziamenti garantibili (determinato in funzione delle disponibilità del fondo, del moltiplicatore e della percentuale garantita), il fondo non può accettare ulteriori richieste di finanziamenti.. con il procedere dell’ammortamento, poi, si riduce man mano l’ammontare garantito e si liberano risorse del fondo per l’accesso di nuovi finanziamenti. È necessario inoltre che il fondo, affinchè rappresenti un utile strumento per agevolare l’accesso al credito ai debitori con più basso standing creditizio, presenti determinate caratteristiche in termini di: tipologia di garanzia prestata, modalità di accesso, modalità di liquidazione della garanzia (Messina, 2009). Innanzitutto, per quanto concerne la tipologia di garanzia prestata, affinchè essa rappresenti un utile strumento di mitigazione del rischio di credito per la banca, è necessario che la stessa sia conforme alle regole di Basilea 2, trasposte nella circolare della Banca d’Italia n. 263 del 27 dicembre 2006. In particolare, la malleva prestata deve essere: 147 È il caso ad esempio dell’ex Fondo Interbancario di garanzia per il reddito agrario, oggi conferito in ISMEA. 142 a) A prima richiesta, ovvero immediatamente escutibile dalla banca lender al verificarsi del default dell’obbligato principale (di solito dopo 90 – 180 giorni di ritardo dal pagamento della rata), senza quindi dover attendere l’esito delle procedure esecutive; b) Esplicita, cioè la garanzia deve coprire una percentuale ben definita dell’esposizione sottostante (comprensiva del debito residuo, della quota interessi di mora e delle spese legali per l’avvio delle procedure esecutive). Quindi, la garanzia non deve coprire la “perdita” subita dalla banca, la quale può essere evidenziata solo al termine delle procedure esecutive (in questo caso la garanzia viene definita “sussidiaria”); c) Incondizionata, ossia nel regolamento del fondo non devono esistere clausole che condizionino o impediscano la prestazione della garanzia al verificarsi del default del debitore; d) Irrevocabile: nel regolamento del fondo non devono esservi clausole che consentano la revoca unilaterale della garanzia (ovvero, la garanzia deve rimanere valida per tutta la durata del finanziamento). Inoltre, si ritiene importante che il fondo sia a sua volta contro garantito dallo stesso soggetto costituente (ad esempio lo Stato o la Regione)148. In questo caso la banca può applicare alla quota di finanziamento garantita lo stesso coefficiente di ponderazione previsto per un finanziamento erogato direttamente al soggetto controgarante149, con una conseguente riduzione significativa del rischio di credito e, quindi, del capitale di vigilanza per le banche. Qualora la garanzia sia prestata “a prima richiesta”, il fondo (una volta eseguita la liquidazione dell’importo 148 Con il termine “controgaranzia” si intende una garanzia rilasciata in favore di un soggetto garante a beneficio della banca. Ovvero, se sia l’obbligato principale che il primo garante dovessero risultare insolventi, la banca può escutere direttamente la garanzia dal contro garante. Sarò quindi il contro garante che si surrogherà nei diritti della banca per rivalersi sul primo garante e quindi sull’obbligato principale. 149 Ad esempio lo 0%, ovvero non si accantona capitale, se il soggetto controgarante è lo Stato. 143 garantito) si surroga nei diritti del finanziatore sull’obbligato principale, ai sensi dell’articolo 1203150 del codice civile, provvedendo al recupero della somma pagata. Tuttavia, di solito il gestore del fondo non è in grado di avviare da solo tale procedura, pertanto è previsto, in linea generale, che sia la banca stessa a svolgere tale funzione per conto del fondo (in tal caso, è necessario che l’attività sia svolta dalla banca a “titolo oneroso”). Per quanto riguarda poi le modalità di accesso al fondo, è innanzitutto opportuno prevedere che l’onere di valutare il rispetto dei requisiti della documentazione necessaria per l’accesso alla garanzia spetti al gestore del fondo stesso, come già anticipato. Si ritiene inoltre necessario che sia lo stesso gestore a dare comunicazione dell’accettazione o meno di un credito alla copertura del fondo, prima che la banca deliberi il finanziamento stesso. Questa previsione consente alla banca di tener conto della validità della malleva del fondo (e quindi anche del minor rischio di credito assunto) al momento della decisione della politica di credito da adottare nei confronti dell’obbligato principale; l’incertezza rischia infatti di riflettersi in maniera negativa sulle condizioni del finanziamento concesse. Infine, per quanto concerne le modalità di liquidazione della garanzia, occorre ricordare che, affinchè la garanzia possa essere riconosciuta valida ai fini della mitigazione del rischio di credito, è necessario che il fondo (previa comunicazione del verificarsi del default dell’obbligato principale da parte del soggetto finanziatore) rimborsi la banca della quota garantita in un arco temporale minimo. Ciò, infatti, consente di dare sicurezza che la garanzia sia liquidata entro un arco temporale certo e che rispetti il già citato requisito della “prima richiesta” previsto dalla normativa di vigilanza della Banca d’Italia (Messina, 2009). 150 L’art. 1203 del codice civile regola la “surrogazione legale” e afferma che:”La surrogazione ha luogo di diritto nei seguenti casi: 1) a vantaggio di chi, essendo creditore, ancorché chirografario, paga un altro creditore che ha diritto di essergli preferito in ragione dei suoi privilegi, del suo pegno o delle sue ipoteche; 2) a vantaggio dell’acquirente di un immobile che, fino alla concorrenza del prezzo di acquisto, paga uno o più creditori a favore dei quali l’immobile è ipotecato; 3) a vantaggio di colui che, essendo tenuto con altri o per altri al pagamento del debito, aveva interesse di soddisfarlo; 4) a vantaggio dell’erede con beneficio di inventario, che paga con danaro proprio i debiti ereditari; 5) negli altri casi stabiliti dalla legge.” 144 4.6 Gli enti promotori dei programmi di microcredito: le MAG Come sottolineato già nei paragrafi precedenti, gli enti promotori dei programmi di microcredito in Italia erano rappresentati a fine 2007 per la quota maggiore da soggetti privati estranei al mondo bancario, ovvero fondazioni non bancarie, diocesi o altri enti religiosi, associazioni no profit e MAG. Tra gli operatori privati spiccano innanzitutto le Mutue di Autogestione (MAG), espressione di un settore finanziario alternativo a quello tradizionale, che fanno riferimento, per il proprio modo di operare, alla tradizione del mutualismo italiano di fine ‘800, intrecciando la propria storia con quella della comunità locale da cui nascono e a cui riversano i risultati delle proprie iniziative. Le MAG nascono in Italia negli anni Settanta151, quando si comincia a diffondere il concetto di risparmio autogestito, per consentire l’accesso al credito a soggetti (associazioni e cooperative) che operano, senza scopo di lucro, in attività di carattere sociale ed ambientale e per dare una risposta alla scarsa trasparenza del sistema bancario, praticando la cosiddetta “obiezione monetaria”152 e dando contemporaneamente impulso alla costituzione di un circuito economico alternativo. A tutt’oggi in Italia sono cinque le esperienze di cooperative MAG (a Verona, Milano, Torino, Reggio Emilia e Venezia), mentre a Roma e a Firenze è stato avviato un percorso per creare le 151 La prima Mag nasce a Verona nel 1978, sulla base di una vecchia legge del 1886 sulle Società di Mutuo Soccorso. Dopo l’esperienza veronese, il 19 novembre 1980 viene fondata anche Mag2, nata all’interno del centro Attività Sociali di Inzago, in provincia di Milano. Seguono MAG4 a Torino (1987), MAG6 a Reggio Emilia (1988) e MAG Venezia (1992). (Fonte: www.mag6.it) 152 L’obiezione monetaria nacque dopo il 1968, a partire dal nord Europa, stimolata da movimenti ispiratori di altre “obiezioni” (obiezione di coscienza al servizio e alle spese militari, movimenti di disobbedienza civile, ecc…). In Italia sorse quando vennero alla luce negli anni ’70 alcuni grandi scandali finanziari, come i rapporti tra banche e criminalità, i finanziamenti di attività illecite e di regimi razzisti e dittatoriali (es. San Paolo/Sudafrica, BNL/Iraq, ecc…). Furono sempre di più le persone che contestarono sia la contraddizione tra l’impegno quotidiano nel sociale e la mancanza di controllo sull’utilizzo del proprio denaro, sia l’inaccettabilità del tacito rapporto speculativo tra banca e cliente. La “diagnosi” evidenziava la mancanza cronica di risorse all’interno delle realtà cooperative e associazionistiche di base, aggravata dalla posizione pregiudiziale di rifiuto del sistema creditizio verso il mondo sociale. La soluzione proposta per l’attivazione di un circuito economico alternativo è consistita nella creazione di un nuovo canale alternativo di finanziamento, equo e dignitoso, che tentasse di opporsi alla logica bancaria del “dare a chi ha già”. (Fonte: www.mag4.it). 145 condizioni affinché una MAG possa nascere prossimamente153.Le operazioni di finanziamento di tali operatori sono rivolte ai soci stessi delle MAG, sia persone fisiche che giuridiche. I prestiti sono garantiti mediante la sottoscrizione di fideiussioni da parte del socio finanziato o di altre persone fisiche o giuridiche che ne abbiano la facoltà. In tal modo, qualora il socio finanziato non rispetti il piano di rientro concordato, gli altri garanti fideiussori dovranno rilasciare cambiali che coprano l’intero importo del debito residuo e dei relativi interessi. Il finanziamento richiedibile può raggiungere un tetto massimo del 90% del capitale sociale raccolto. Il meccanismo funziona con tassi di interesse più bassi di quelli di mercato, stabiliti annualmente dal Consiglio d’Amministrazione. Si diventa soci tramite la sottoscrizione di una quota minima di capitale sociale (che varia dai 25 ai 50 euro), che può essere liberamente aumentata in seguito con nuovi versamenti. In tal modo il socio diventa titolare di un interesse sociale, rappresentato dal valore dei progetti sostenuti, e di un interesse economico, rappresentato dagli utili che annualmente possono essere ridistribuiti ai soci, se e quando l’Assemblea dei soci stessa delibera in questo senso. Le MAG finanziano i progetti utilizzando il risparmio raccolto: si tratta di iniziative che intervengono sul territorio in settori comuni agli stessi soci della cooperativa (ad esempio: pace, disarmo, ecologia, risparmio energetico, emarginazione, immigrazione, solidarietà sociale, educazione giovanile, commercio equo e solidale, ecc…). Una volta rientrati da un finanziamento, i fondi vengono riutilizzati per un nuovo progetto. Non essendo richieste garanzie patrimoniali, è fondamentale la conoscenza della destinazione dei risparmi investiti. In questo senso le MAG utilizzano propri tecnici in grado di valutare i bilanci aziendali, di verificare se un progetto funziona e può produrre reddito, di prevedere le potenzialità delle cooperative o delle associazioni richiedenti. Le MAG, per vocazione e tradizione, operano nel rispetto del principio mutualistico ovvero erogano credito solo ai soci, assumendo una funzione di sostegno ai bisogni 153 Fonte: www.mag6.it 146 finanziari delle imprese e delle famiglie in ambito territoriale limitato, perseguendo scopi di non profitto ma di utilità sociale e tenendo conto, nella concessione del credito, più delle capacità personali che di quelle patrimoniali. 4.6.1 La MAG 6 Reggio Emilia e il caso della Comunità di Base “Le Piagge” di Firenze Come già anticipato, quindi, ogni MAG, pur facendo riferimento a principi di fondo comuni, ha caratterizzato la propria esperienza in base alla realtà del proprio territorio e alla sensibilità delle persone che in essa sono attive. In particolare, a Reggio Emilia si è costituita una realtà più articolata rispetto ad una esperienza di sola finanza critica.154Infatti, a fianco del circuito finanziario sono stati attivati altri strumenti di tipo culturale, arrivando alla nascita di una nuova realtà, l’”Associazione MAG 6”, che si è affiancata alla “Cooperativa MAG 6”. L’obiettivo di fondo di MAG 6 è quello di tendere alla creazione di una rete di persone che intendano relazionarsi in modo equo e solidale. Il principio seguito è quello per cui ciascuno, persona fisica o gruppo strutturato, contribuisce alla rete MAG offrendo ciò che può e richiedendo ciò che gli interessa155. In particolare, per quanto riguarda le persone fisiche che utilizzano MAG come circuito finanziario alternativo, esse sanno che il fine non è speculativo, e che il loro guadagno economico non potrà superare il tasso di inflazione ISTAT, ma è misurabile con il miglioramento della qualità della vita sul territorio attraverso il sostegno a progetti che vanno in questa direzione. Per quanto concerne poi i gruppi strutturati che vengono sostenuti finanziariamente da MAG 6, essi sono consapevoli del fatto che il tasso di interesse richiesto sui prestiti è 154 155 Fonte: www.mag6.it Fonte: www.lunaria.org 147 identico per tutti i soci, indipendentemente dal loro diverso potere contrattuale sul mercato. Le tipologie di finanziamento offerte quindi si distinguono in: A) Prestiti ordinari, erogati a progetti senza scopo di lucro e che abbiano poi l’effetto di migliorare la qualità della vita del territorio su cui operano; B) Casse di mutuo soccorso (persone fisiche), relative a esigenze personali dei soci, non in contrasto con lo statuto della MAG stessa. Per quanto riguarda invece le attività extrafinanziarie offerte queste sono156: “Servizi gestionali”, ovvero la cooperativa offre consulenza ai propri soci in materia di struttura finanziaria e di strategia economica, al fine di tenere insieme qualità sociale del progetto e fattibilità economica dello stesso; “MAG formazione”, un’attività che nasce con lo scopo di proporre al mondo dell’economia sociale e a quello giovanile in generale uno strumento formativo interattivo di analisi degli attuali meccanismi economici, in particolare della globalizzazione e della competizione; “Gruppo di Acquisto Collettivo (GAC)”, uno strumento che, nel tentativo di superare la conflittualità che contraddistingue il rapporto tra produttori e consumatori, permette di acquistare direttamente e con trasparenza da produttori conosciuti ed affidabili, o che almeno rispettino alcuni principi essenziali (prodotto biologico, non testato su animali, non inquinante, ecc…); “Temporeggio (Banca del Tempo)”, uno strumento che permette agli individui di scambiare competenze, tempo, beni, senza l’uso del denaro, ma avendo come unità di misura il tempo utilizzato. Ciò 156 Fonte: www.lunaria.org 148 consente una valorizzazione di quelle “ricchezze” che normalmente non vengono considerate perché non possono essere tradotte in denaro; Infoshop, una libreria specializzata sui temi dell’autogestione, del consumo critico e di nuovi stili di vita, su questioni internazionali, ecologia, diritti umani e non-violenza, medicina naturale, intercultura, ecc…; Mag Ambiente (MIDA), un gruppo che propone percorsi scolastici di educazione all’ambiente e su temi quali il risparmio energetico, l’uso di fonti rinnovabili, il risparmio e la depurazione naturale delle risorse idriche, la riduzione dei rifiuti, il loro riutilizzo e riciclaggio; Pollicino GNUS, una piccola rivista mensile che diffonde le attività che si promuovono a Reggio Emilia nei campi della pace, dell’ambiente e della solidarietà. Una delle esperienze di microcredito di maggior successo, non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale, è quello della Comunità di Base “Le Piagge” di Firenze. La Comunità di Base delle Piagge, infatti, attraverso la Cooperativa Sociale “Il Cerro”, che opera in diversi settori, dall’agricoltura biologica e la gestione dei centri di accoglienza, all’inserimento di giovani svantaggiati nel mondo del lavoro, ha organizzato una raccolta di prestiti per la creazione di un “Fondo Etico e Sociale”. Il denaro raccolto è stato depositato proprio presso la Cooperativa Finanziaria MAG 6 di Reggio Emilia. Il meccanismo di raccolta locale è stato attivato attraverso l’apertura di libretti di risparmio. Infatti la legge, nel vietare qualsiasi possibilità di raccolta di risparmio pubblico a soggetti che non siano banche o società di intermediazione mobiliare, ha lasciato aperta, all’interno di strutture cooperative, la categoria del “prestito sociale”: si tratta di un tipo di raccolta che può spingersi fino al triplo del capitale sociale risultante dall’ultimo bilancio approvato, o al quintuplo in presenza di adeguate garanzie. 149 Il Fondo, che è nato appunto nel quartiere “Le Piagge”, estrema periferia di Firenze a lungo sinonimo di degrado, vuole essere una risposta concreta ai problemi più immediati degli abitanti del quartiere e per finanziare progetti di promozione del territorio. I finanziamenti sono diretti con criterio di territorialità, a favore di persone o aziende che abbiano residenza o domicilio nel territorio delle Piagge o progetti che favoriscano la nascita di nuove attività economiche e di sviluppo sostenibile nel territorio delle Piagge. L’entità dei prestiti può arrivare ad un massimo di 2.600 euro per le persone fisiche e 7.000 euro per nuove imprese o imprese già esistenti. Per ricevere il prestito il beneficiario deve diventare socio della Cooperativa MAG 6 con una sottoscrizione di 26 euro. Di seguito tale Cooperativa accredita l’importo sul conto corrente intestato al beneficiario oppure gli rilascia un assegno. Ogni richiesta di prestito deve essere sostenuta da almeno due garanti fideiussori e il rientro non potrà avere durata superiore a tre anni dalla stipula del contratto. Il tasso di interesse sui prestiti è pari al tasso d’inflazione più le spese di gestione di MAG 6, per la copertura delle spese di istruttoria. Il Fondo è stato costituito inizialmente con i contribuiti di più di 50 famiglie per un totale di 60 mila euro e viene incrementato grazie ai contributi dei soci della Cooperativa Sociale Il Cerro, mediante la sottoscrizione di una quota di capitale sociale. Si può aderire con una quota minima di 25 euro. Successivamente si può richiedere il libretto di prestito sociale, dove sono accreditati i depositi dei soci. Ogni socio al momento della compilazione del contratto potrà decidere se i propri depositi saranno fruttiferi o infruttiferi e annualmente avrà la possibilità di rinunciare parzialmente o totalmente agli interessi maturati. Ogni deposito ha scadenza il 31 dicembre dell’anno in cui viene effettuato. Le spese di gestione del Fondo sostenute dalla Cooperativa Sociale “Il Cerro” sono coperte da quanto raccolto nel corso di iniziative straordinarie di sensibilizzazione (incontri, cene, ecc…) e dalle rinunce volontarie dei soci sugli interessi maturati. Gli incontri con i richiedenti avvengono con i volontari della Comunità di Base delle Piagge. Insieme si compilano le domande, che vengono valutate da 150 una Commissione composta da persone nominate dalla Cooperativa Sociale “Il Cerro” più un rappresentante di MAG 6. Le proposte della Commissione sono approvate dall’assemblea dei soci aderenti al Fondo Etico e quindi trasmesse a MAG 6 che, se lo riterrà opportuno, avvierà la concessione del prestito. 4.7 Il Prestito d’onore nazionale È importante poi analizzare alcune iniziative promosse in ambito legislativo nazionale, quale il c.d. “Prestito d’onore nazionale”. Tale strumento è stato introdotto dalla Legge 28.11.1996, n. 608 art. 9 septies e prevedeva, nella sua formulazione originaria, una serie di agevolazioni finanziarie, consistenti nell’erogazione di contributi a fondo perduto e prestiti a tasso agevolato a soggetti inoccupati e disoccupati residenti nei territori dell’Obiettivo 1 dei Fondi strutturali dell’UE. In particolare la Legge finanziava l’acquisto di beni strumentali, necessari all’avvio di attività autonome. La gestione era affidata alla Società per l’Imprenditoria Giovanile S.p.A. (IG) che curava la selezione dei progetti e il finanziamento, garantendo la necessaria assistenza tecnica ai potenziali beneficiari. Successivamente la Legge 449/97 (Finanziaria per l’anno 1998) ha esteso tali agevolazioni anche alle regioni del centro – nord, in particolare alle aree caratterizzate da un rilevante squilibrio tra domanda e offerta di lavoro individuate con Decreto del Ministro del Lavoro e Previdenza Sociale 14/03/95. Nel 1999, allo scopo di realizzare un sistema efficace e organico di strumenti intesi a favorire l’inserimento al lavoro, ovvero la riallocazione di soggetti rimasti privi di occupazione, il governo ricevette la delega a emanare uno o più decreti legislativi contenenti norme intese a ridefinire il sistema di incentivi all’occupazione, ivi compresi quelli relativi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego, nel rispetto degli indirizzi dell’UE. Lo scopo era quello di razionalizzare le 151 diverse tipologie di intervento, eliminando duplicazioni e sovrapposizioni e tendendo conto delle esperienze e dei risultati conseguiti, in funzione degli specifici obiettivi occupazionali da perseguire, con particolare riguardo alle diverse caratteristiche dei destinatari delle misure (giovani, disoccupati e inoccupati di lungo periodo), al grado dello svantaggio occupazionale nelle diverse aree territoriali del paese e alla maggiore intensità della misura degli incentivi per le piccole e medie imprese. In attuazione dell’articolo 5, comma 1, della L. 144/1999 venne emanato il D.Lgs. 185/2000, che ha introdotto una serie di incentivi all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego, con l’obiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti privi di occupazione, attraverso la creazione di imprese di piccola dimensione (iniziative di lavoro autonomo, imprese in franchising, microimprese) nei settori della produzione, della fornitura di servizi e del commercio, affidando la gestione degli incentivi a Sviluppo Italia S.p.A. (in cui, insieme ad altre società, confluì anche la IG). Le procedure prevedevano un meccanismo di selezione dei progetti basato sostanzialmente su una autovalutazione del proponente, il quale, nell’ambito delle attività di formazione che precedevano il momento della valutazione (nella prima fase della durata di tre mesi, poi ridotti a cinque settimane), aveva modo di verificare la fattibilità concreta del proprio progetto d’impresa, confrontandosi con i tutor di aula sugli aspetti tecnici, operativi e finanziari. Con l’erogazione della prima tranche di contributi si avviavano le attività di assistenza tecnica, curate dagli stessi organismi che avevano svolto le attività di formazione in aula. Per quanto riguarda i dati quantitativi relativi al prestito d’onore, è da rilevare come, mentre nei primi anni successivi all’introduzione della legge tale strumento presentava numeri di tutto rilievo (con un numero di domande di prestiti che a partire dal dicembre 1996 fino al 2003 aveva superato quota 213.000), attualmente, pur rimanendo il prestito d’onore nazionale la misura di gran lunga più consistente nel panorama italiano, si registrano notizie non proprio positive157. 157 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 152 In particolare, il Rapporto annuale del DPS – 2007, che riporta i dati di avanzamento delle misure dell’autoimpiego (Prestito d’onore, Microimpresa, Franchising), gestite dalla ex –Sviluppo Italia S.p.A. (ora denominata Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A), segnala una sensibile riduzione nel numero complessivo delle domande presentate, passate dalle circa 18.700 del 2006 a meno di 12.000. Nello specifico del prestito d’onore si conferma la progressiva minore attrattività della misura, con un segno negativo ormai consolidato negli ultimi 4/5 anni: nel Rapporto del DPS si sottolinea sia il dato relativo alla raccolta delle domande (nel 2007 poco meno di 7.000, contro le circa 10.000 del 2006) sia il basso numero di ammissioni ai finanziamenti (3.811 domande ammesse a fronte di prestiti per 48,3 milioni di euro, contro i circa 65 milioni di euro del 2006). 4.8 Il Comitato nazionale permanente per il microcredito Con la legge 24 dicembre 2007 n. 244 (Finanziaria 2008) il Comitato Nazionale Italiano Permanente per il Microcredito è stato incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed è stato dotato di un fondo comune, costituito da finanziamenti e liberalità, attraverso cui esercita la sue funzioni istituzionali. In particolare, il Comitato Nazionale permanente per il microcredito è la naturale prosecuzione del “Comitato Nazionale Italiano per il 2005 – Anno Internazionale del Microcredito” (Comitato 2005), nato in risposta alle risoluzioni 53/198, 58/488 e 58/22 con cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, come già ricordato, ha proclamato il 2005 “Anno Internazionale del Microcredito”158. Con tali risoluzioni le Nazioni Unite hanno chiesto ad ogni Stato membro di costituire un comitato nazionale dedicato alla diffusione e alla promozione 158 Fonte: www.microcredito-italia.org 153 del microcredito, espressamente indicato come uno strumento utile alla lotta alla povertà estrema e al raggiungimento degli obiettivi del Millennio. Al Comitato 2005 aderirono numerosi soggetti istituzionali, organizzazioni non governative, istituzioni del settore bancario e finanziario, esponenti del mondo imprenditoriale, istituzioni e fondazioni, università ed enti di ricerca. Nel corso del 2005, i membri aderenti elaborarono strategie e implementarono un ampio panorama di iniziative ispirate e coordinate da due gruppi di lavoro costituiti all’interno del Comitato stesso. Per quanto riguarda il meccanismo di funzionamento attuale, occorre innanzitutto osservare che la gestione patrimoniale e finanziaria del Comitato è disciplinata da un regolamento di contabilità approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Comitato159. Inoltre, in favore del Comitato, per ciascuno degli anni 2008 e 2009 è stata stanziata la somma di 1 milione di euro da destinare al suo funzionamento. Ciò quindi determina un trasformazione rilevante dal punto di vista istituzionale, che pone il Comitato al centro delle politiche italiane di sviluppo umano e territoriale rivolte ai paesi in via di sviluppo ed emergenti, nonché all’Italia stessa. Quindi, continuando sul percorso avviato dal 2005, il Comitato provvede a elaborare strategie e mettere a punto un ampio ventaglio di iniziative, da un lato con il compito di studiare i criteri e le metodologie utili a progettare una “microfinanza italiana d’eccellenza”160, e dall’altro per promuovere la cultura del microcredito al fine di attivare e organizzare le risorse economiche e umane per promuovere azioni concrete coerenti con i principi ispiratori. Sul piano operativo, poi, il Comitato persegue l’espletamento di una fattiva attività di indirizzo politico e di lobbying. In particolare, il Comitato ha già iniziato ad attivarsi su una molteplicità di fronti. 159 160 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. Fonte: www.microcredito-italia.org 154 La ricerca costituisce poi un elemento centrale dell’attività del Comitato. Infatti, sia il Dipartimento nazionale che il Dipartimento internazionale svolgono una costante attività di studio su differenti questioni attinenti al settore della microfinanza. Gli studi finora realizzati dal Dipartimento Internazionale sono i seguenti: Un lavoro di mappatura che ha avuto come oggetto l’individuazione di un largo ventaglio di attori rilevanti nel settore della microfinanza e della finanza etica, sia in Italia ce sulla scena internazionale; Uno studio approfondito sui paesi dell’area balcanica e del Maghreb. Le ricerche finora realizzate hanno preso come casi di studio la Serbia, la Macedonia, la Tunisia e l’Egitto; Uno studio comparativo sullo stato dell’arte della microfinanza in Francia, Germania, Gran Bretagna, Argentina, e Repubblica Dominicana, al fine di individuare la tipologia delle istituzioni che svolgono attività di microfinanza, i servizi offerti e i trend riguardanti ogni singola istituzione analizzata e, più in generale, ciascun paese, Lo sviluppo di modelli di intervento nei paesi emergenti: con il contributo di Artigiancassa, il Dipartimento Internazionale ha prodotto uno studio sull’Albania. Il Dipartimento Nazionale del Comitato ha poi prodotto uno schema di progetto, denominato “Microcredito Solidale”, per la costituzione di un Fondo di garanzia a favore di soggetti svantaggiati. Il progetto intende contribuire alla lotta alle povertà emergenti e all’esclusione finanziaria in Italia, favorendo la creazione e lo sviluppo di nuove iniziative microimprenditoriali da parte di soggetti svantaggiati o emarginati. L’obiettivo del progetto è quello di dare vita ad un circuito virtuoso di microfinanza (e in particolare di microcredito) che veda coinvolti da un lato l’intero sistema bancario, e dall’altro il vasto mondo del volontariato. 155 Il Comitato intende quindi mettere a disposizione un consistente know-how in materia di gestione di fondi di agevolazione e un’indubbia capacità di fare “massa critica” nei confronti dell’intero sistema bancario161, indirizzandolo verso il sostegno finanziario di azioni di tipo inclusivo. Gli obiettivi specifici del progetto sono innanzitutto la costituzione di un fondo di garanzia volto a favorire l’accesso al credito bancario da parte dei soggetti che ne sono normalmente esclusi; in secondo luogo l’attivazione, da parte del sistema bancario, di un sistema di microcrediti garantiti dal fondo: infine, il coinvolgimento operativo delle organizzazioni di volontariato di ispirazione laica ed ecclesiale chiamate a svolgere un vero e proprio ruolo di intermediazione tra i beneficiari e le banche. Tra le altre iniziative realizzate nel corso del 2007, il Comitato, in collaborazione con l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), ha elaborato un programma multilaterale che mira alla promozione dello sviluppo locale attraverso lo strumento del microcredito nell’area caraibica. Il programma prevede interventi nei territori della Repubblica Dominicana e della Repubblica di Haiti, attraverso azioni di sensibilizzazione, capacity building e assistenza tecnica. 4.9 Progetti e iniziative di microcredito in Italia Come più volte sottolineato, il fenomeno del microcredito è in fase di piena espansione in Italia, e pertanto fare una mappatura precisa di tutte le iniziative e i programmi attivi o in corso di attivazione in un preciso momento temporale è quasi impossibile. Gli ultimi dati completi disponibili sono quelli relativi all’anno 2007, dai quali emergeva, appunto, che nel corso dello stesso anno, erano stati attivati 13 nuovi programmi di 161 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 156 microcredito in Italia, 5 dei quali erano diventati già pienamente operativi entro la fine dello stesso anno. In questo paragrafo ci si propone quindi di illustrare le caratteristiche specifiche dei singoli programmi, mentre una mappatura più generale sarà fornita in Appendice. A livello generale, quindi si può osservare, relativamente ai suddetti 13 programmi che: Solo uno dei 13 ha dimensione nazionale, mentre gli altri 12 riguardano realtà regionali. Di questi soltanto 2 sono relativi al sud Italia (uno in Sardegna, l’altro in Campania), mentre i restanti sono e saranno attivati nel centro – nord. Questo dato conferma la tendenza, già osservata, alla maggiore diffusione del microcredito nella parte centro settentrionale del paese; Per quanto riguarda le finalità dei programmi, 7 sono rivolti a promuovere iniziative di auto imprenditorialità, 3 a sostenere i fabbisogni delle famiglie e 3 agli studenti; Per quanto concerne infine i fondi, si può notare come solo 2 dei 13 programmi utilizzano fondi pubblici per i prestiti, mentre tutti gli altri impiegano fondi delle banche, e anche questo dato conferma la linea generale già vista prima. I programmi possono essere dettagliatamente descritti di seguito. 4.9.1 “Prestito sull’onore – Microcredito per le famiglie del Comune di Bologna”162 Il Centro per le Famiglie del Comune di Bologna in collaborazione con le Ipab Bertocchi e istituti Educativi163 ha istituito nel 2007 il servizio 162 Fonte: www.comune.bologna.it 157 “Prestiti sull’onore / Microcredito per le famiglie del Comune di Bologna”, con l’obiettivo di avviare una forma di sostegno a soggetti che si trovano in situazione di difficoltà economica contingente e temporanea. I criteri di selezione e i requisiti necessari per accedere al prestito sono stati definiti dal Comune di Bologna. In particolare, i prestiti sono rivolti alle famiglie di nuova costituzione, famiglie con minori e/o disabili, famiglie con figli a carico (o inseriti nel percorso scolastico, entro il limite dei 25 anni) di nazionalità italiana, appartenenti all’Unione Europea extracomunitari purché in regola con il permesso di soggiorno. Per quanto riguarda gli istituti di credito partner dell’iniziativa, questi sono Unicredit Banca di Bologna e Unicredit Clarima Banca di Milano, i quali si sono dimostrati interessati e disponibili ad investire in attività di sostegno al microcredito per le famiglie e hanno rinunciato alla costituzione, a proprio favore, del fondo di garanzia da parte delle IPAB promotrici dell’iniziativa stessa. È stato stabilito un importo erogabile compreso tra 1.500 euro e 5.000 euro, la durata del prestito è variabile da 18 a 36 mesi e il tasso di interesse è apri all’IRS maggiorato di uno spread dell’1,30%. È inoltre previsto che gli interessi passivi siano a carico dell’ASP nel caso in cui il richiedente abbia un valore ISEE164 compreso tra 6 mila e 15 mila euro. Se il valore dell’ISEE è superiore a 15 mila euro ma inferiore ai 20 mila, il richiedente potrà avere ugualmente accesso al prestito alle medesime condizioni, ma permarrà a suo carico il pagamento degli interessi. Il plafond massimo annualmente erogabile è pari a 100 mila euro per ciascuna delle due opzioni sopra riportate, per un totale complessivo di 200 mila euro. È inoltre consentita in qualsiasi momento l’estinzione anticipata, senza oneri aggiuntivi165. Il prestito è finalizzato alla copertura di spese mediche o per l’acquisto di ausili per i portatori di handicap e/o disabili, 163 Istituzioni di pubblica assistenza e beneficienza trasformate e fuse fra loro a partire dal 1 aprile 2008 nell’Azienda Pubblica di servizi alla persona ASP I.R.I.D.Es. 164 Indicatore di Situazione Economica Equivalente. 165 In tal caso il debitore è tenuto a rimborsare il solo debito residuo in linea capitale. 158 delle spese notarili per l’acquisto della casa di abitazione, di spese per la ristrutturazione dell’alloggio, nonché di spese varie (quali l’acquisto di mobili, di elettrodomestici, di mezzi di trasporto, il pagamento di tasse scolastiche, ecc…). 4.9.2 “Credito Solidale”166 Si tratta di un progetto di microcredito attraverso il quale la Caritas Diocesana di Fano, la quale opera attivamente nel proprio territorio rilevando un significativo disagio sociale tra le persone che sostengono impegni finanziari superiori alle capacità economiche immediate, si pone l’obiettivo di aiutare le famiglie e la comunità locale favorendo l’accesso al credito. In particolare, i destinatari del progetto sono persone fisiche che abbiano residenza almeno triennale nei comuni di Fano, Serrungherina, Cartoceto, Saltare e San Costanzo, che siano in regola con la normativa vigente circa la presenza sul territorio italiano e gravate da comprovate e verificabili difficoltà economiche, ancorché temporanee, anche con riferimento al numero dei componenti familiari. Il progetto prevede lì erogazione di prestiti da parte della Banca di Credito Cooperativo di Fano fino al raggiungimento del plafond massimo erogabile di 100 mila euro; la Caritas ha stanziato, a garanzia dei prestiti erogati, un fondo di 25 mila euro presso la banca, grazie al contributo della Fondazione “Sette Novembre”. L’importo massimo finanziabile è 5 mila euro, la durata massima per il rimborso è di 60 mesi. I finanziamenti sono finalizzati a rimuovere situazioni di temporanea significative difficoltà economica (quali possono essere spese per fronteggiare una malattia improvvisa, spese per il pagamento di tasse scolastiche, per la nascita di un figlio o l’adozione, per la conduzione ordinaria della famiglia in caso di 166 Fonte: www.caritasfano.net 159 licenziamento di un familiare, ecc…)167. Inoltre, è importante evidenziare come la Caritas, insieme alla BCC di Fano, abbia promosso anche una forma di risparmio (c.d. “Risparmio Solidale”), che prevede una remunerazione dello 0,25% annuo. In questo modo le somme raccolte dalla banca vengono utilizzate per erogare, con analogo tasso, finanziamenti di microcredito e per finanziare progetti di cooperative sociali o associazioni che abbiano un rilievo sociale per la collettività nonché anche una propria sostenibilità economica168. 4.9.3 “DonGioPmi – Sistema Integrato di Microcredito e Servizi alle imprese”169 Si tratta di un progetto che è stato promosso da “Sistema Cilento scpa”, dall’”Agenzia Locale di Sviluppo” (di cui fanno parte 49 comuni del Cilento), dall’”Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano”, dal “Confidi PMI Cilento”, dalla “BCC Cilento Centrale” e dalla “BCC Comuni Cilentani”. Il progetto mira a sostenere e promuovere attività imprenditoriali di nuova costituzione o che necessitino di innovazione e che siano legate alla valorizzazione delle risorse dell’area del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e delle aree ad esso contigue. In particolare, il progetto abbina all’erogazione del credito l’implementazione di una rete di servizi integrati alle imprese170. I promotori del progetto nel mese di gennaio 2008 hanno sottoscritto una prima convenzione attraverso la quale hanno definito le finalità e gli obiettivi dello strumento agevolativo, il ruolo e le funzioni di ogni soggetto e l’impegno di versare dei contributi su conti 167 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. Viene inoltre precisato che i clienti che intendono contribuire al risparmio solidale hanno tutte le garanzie di rimborso analoghe a quelle riconosciute ai normali risparmiatori (www.caritasfano.net) 169 Fonte: www.sistemacilento.it 170 Tali servizi integrati vengono forniti non solo per accedere al finanziamento, quindi nella fase iniziale, ma anche successivamente attraverso attività formative previste per i neo imprenditori che intendono rafforzare la loro attività con l’ulteriore qualificazione delle competenze. 168 160 correnti dedicati ad essi, costituendo un fondo di garanzia di 500 mila euro presso le banche aderenti alla convenzione171. Successivamente, nel marzo 2008, è stata stipulata una seconda convenzione tecnica con la quale si sono definite le procedure, le condizioni e le modalità tecniche di concessione degli affidamenti alle imprese; inoltre, ai soggetti promotori si è aggiunta la Banca di Credito Cooperativo di Sassano. Il programma è stato ufficialmente presentato agli operatori locali ad aprile 2008. L’importo erogabile varia da 3 mila a 45 mila euro. Può essere erogato sotto diverse forme tecniche (mutuo, scoperto di conto corrente, operazioni di sconto, anticipazioni di crediti, ecc…). La durata massima del finanziamento è di 84 mesi, con rimborso a rate mensili, trimestrali o in altra modalità di rimborso stabilita all’atto della concessione del finanziamento, ed è previsto un periodo di preammortamento massimo di 6 mesi. Il tasso di interesse previsto è l’Euribor a 6 mesi maggiorato di un punto di spread. In caso di insolvenza da parte del beneficiario del prestito il fondo rappresenta una garanzia esplicita, diretta e a “prima richiesta” sia sul capitale che sugli interessi (anche di mora) e per ogni altra spesa, mentre in via sussidiaria e qualora la capienza del fondo non sia sufficiente, il Confidi risponde con il proprio patrimonio per intero. Inoltre, è importante sottolineare come alcune operazioni di finanziamento possano essere assistite da una controgaranzia o una co – garanzia dei Fondi Centrali di Garanzia (come ad esempio il Fondo di Garanzia del Medio Credito Centrale) o Fondi Interconsortili di Garanzia172. 171 In particolare, l’ammontare di tale fondo di garanzia dei prestiti, pari a 500 mila euro, è stato costituito dai contribuiti dei soggetti promotori nelle seguenti quote: “Sistema Cilento scpa", 50 mila euro; Ente PNCVD, 390 mila euro; Banca del Cilento, 20 mila euro; Banca dei Comuni Cilentani, 20 mila euro; Consorzio Fidi PMI Cilento, 20 mila euro.(Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia). 172 In questi casi il confidi rilascerà alla banca una lettera di garanzia solo dopo aver ricevuto la delibera favorevole da parte dell’organismo competente (ad esempio il MCC). 161 4.9.4 “Linea di credito nuova impresa” della Provincia di Lucca”173 La Provincia di Lucca, a valere sui residui della gestione POR Ob.3 FSE 2000-2006, ha promosso l’attuazione di interventi volti a sostenere la crescita del tessuto produttivo locale e regionale mediante la valorizzazione delle risorse umane e mediante interventi di aiuto alla natalità di imprese solide e dotate di buone prospettive di consolidamento. In particolare, il programma si rivolge a occupati o disoccupati che intendono avviare un’impresa o un’attività di lavoro autonomo anche in forma associata nell’ambito della Provincia di Lucca. Presso la Cassa di Risparmio di Lucca Spa è stato costituito un plafond di 325 mila euro per l’erogazione di prestiti agevolati concessi dalla Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno. L’importo massimo per ciascun prestito è di 25 mila euro, la durata massima è di 5 anni, il tasso di interesse applicato è l’Euribor 6 mesi maggiorato di uno spread di un punto percentuale. Per i mutui chirografari, invece, la durata si riduce a 3 anni e il tasso applicato è l’Euribor a 6 mesi maggiorato di uno spread dell’1,25%. Inoltre, con i residui dei fondi comunitari del POR Ob. 3 FSE 20002006, la Provincia ha costituito un fondo di 75 mila euro per il rimborso dei costi immateriali (consulenze, parcelle notarili, ecc…) sostenuti dai beneficiari, a ciascuno nella misura massima di 5 mila euro. 4.9.5 Progetto “Diamogli Credito”174 Il Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione e il Ministro 173 Fonte: http://pariopportunita.provincia.lucca.it/ Fonte: www.diamoglicredito.it 174 162 dell’Università e della Ricerca, in collaborazione con l’ABI, nel mese di dicembre 2007 hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa per sostenere i processi di crescita delle giovani generazioni che permetta agli studenti impegnati nella formazione universitaria e post universitaria un agevole accesso al credito, con l’unica garanzia della propria determinazione e dei requisiti di merito, per sostenere autonomamente le spese connesse alla propria formazione. L’obiettivo dichiarato del progetto è quello di mettere in condizione i giovani studenti di età compresa tra i 18 e i 35 anni di investire responsabilmente sul proprio futuro e avere un più libero accesso al sapere e alla formazione. In particolare, l’accordo consente, attraverso la stipula di apposite convenzioni con singoli istituti bancari, l’accesso al credito da parte dei beneficiari senza ulteriori garanzia. I finanziamenti erogabili hanno un importo massimo di 6 mila euro e sono concessi senza garanzia propria o di un garante. Il tasso (TAN), che non può essere superiore al tasso massimo del 5,80%, è fisso per l’intera durata del finanziamento (la quale viene concordata al momento della sottoscrizione del prestito e non può comunque essere superiore a 36 mesi). Inoltre, non sono previste spese aggiuntive a carico del beneficiario. Il prestito può essere finalizzato a finanziare il pagamento di tasse e contributi universitari, la partecipazione a un programma comunitario (come l’Erasmus), l’iscrizione a un master post – universitario, l’acquisto di un computer, il pagamento di spesse di locazione per gli studenti fuori sede, ecc… Al fine di garantire i prestiti, il Governo ha istituito un Fondo, la cui dotazione è di 10 milioni per ciascun anno del triennio 2007 – 2009. Tali risorse servono a garantire il 50% delle somme finanziate, mentre le banche si assumono il rischio per la parte restante. È previsto che in caso di insolvenza e per tre mesi dalla scadenza dell’eventuale ultima rata insoluta, dopo un primo sollecito, lo studente avrà ulteriori 60 giorni di tempo. Alla fine di questo periodo, qualora risultasse ancora inadempiente, la banca potrà attivare il Fondo. Secondo le stime del 163 Ministero per le politiche giovanili e le Attività sportive il volume dei prestiti che si potranno attivare nel triennio è pari a 660 milioni di euro. 4.9.6 Progetto di microcredito agli immigrati stranieri L’Associazione Trentina Accoglienza Stranieri (ATAS ONLUS), costituita nel 1989 con lo scopo di favorire la conoscenza e la consapevolezza dei propri diritti e doveri di cittadinanza tra gli stranieri, si configura come una delle più importanti organizzazioni no profit operanti nel campo dell’immigrazione in Trentino. Con il progetto di microcredito sociale, essa si è posta l’obiettivo di rispondere ai bisogni degli immigrati che trovano difficoltà di accesso al credito e non sono in grado di fornire le garanzie richieste dal sistema bancario175. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, si è concretizzata in una partnership tra quest’ultima, la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, il Comune di Trento e l’Associazione Trentina Accoglienza Stranieri Onlus. Il progetto è stato avviato a partire dal mese di marzo 2007 e già a dicembre 2007 le richieste di finanziamento avevano superato l’ammontare complessivo del fondo di garanzia messo a disposizione da ATAS ONLUS grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, che inizialmente ammontava a 60 mila euro, e che è quindi stato in seguito incrementato da un contributo della Cassa Rurale di Aldeno e Cadine pari a 6 mila euro, dal Comune di Trento con un contributo pari a 10 mila euro e, più recentemente (25/03/2008) con un ulteriore contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto pari a 20 mila euro. Attualmente il fondo raggiunge l’importo di 96 mila euro176. 175 176 Tale tematica relativa all’immigrazione verrà meglio approfondita nel successivo capitolo 5. Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 164 L’importo massimo erogabile per ciascun prestito è di 10 mila euro e può essere richiesto per lo start up e lo sviluppo di cooperative sociali, cooperative di lavoro o società di persone create da immigrati. Il prestito viene concesso nella forma tecnica del mutuo chirografario. 4.9.7 Microcredito della Caritas Diocesana di Orvieto – Todi La Caritas Diocesana di Orvieto e di Todi, che ogni anno ascolta circa 3 mila persone che vivono in condizioni di disagio, ha rilevato, dall’osservazione diretta e quotidiana dei fenomeni della povertà, una forte crescita del numero di persone e famiglie bisognose di denaro per fronteggiare spese contingenti non sostenibili ordinariamente. Poiché quindi la maggior parte dei soggetti non può avere accesso ai prestiti bancari, in quanto non in possesso di adeguate garanzie patrimoniali, è forte il rischio di usura. Proprio da questa constatazione è partito il progetto di microcredito della Caritas, in collaborazione con la Banca Popolare di Ancona. L’obiettivo è quello di favorire l’accesso al credito da parte delle fasce deboli della popolazione residente nel territorio della diocesi e degli stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno. Per realizzare il progetto è stato costituito un fondo di garanzia presso la banca di ammontare pari a 14 mila euro, a fronte del quale la banca non applica alcun moltiplicatore. L’importo massimo di ciascun prestito è di 2.500 euro, il tasso di interesse è stabilito nella misura fissa (TAN) del 3 per cento (che in caso di ritardato pagamento viene maggiorato di un punto percentuale).177 Il rimborso è previsto in rate mensili costanti posticipate al massimo in 36 mesi, non sono previste spese di istruttoria né spese di estinzione anticipata. È inoltre previsto che, qualora si riscontri il mancato pagamento di tre rate del prestito erogato, la banca si impegna a darne pronta 177 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 165 comunicazione sia all’interessato che alla Caritas, al fine di aggiornare la stessa per un ripristino della regolarità dei flussi di pagamento delle rate. Nel caso in cui la situazione di insolvenza permanga fino a cinque rate, la posizione deve considerarsi non recuperabile, con il conseguente passaggio a sofferenza del credito e segnalazione nella Centrale Rischi della Banca d’Italia. La banca provvederà quindi, anche nell’interesse della Caritas, all’invio di una lettera di messa in mora e al recupero totale del proprio credito residuo mediante escussione della garanzia della stessa Caritas. 4.9.8 Progetto “PerMicro- Percorsi di Microcredito”178 PerMicro S.r.l. è una società costituita nel settembre 2007 e specializzata nell’erogazione del microcredito. I soci promotori della stessa, entrambi con una quota del 50%, sono Oltre Venture179 (società italiana di venture capital) e Fondazione Paideia (ente torinese che dal 1993 opera nelle attività a sostegno dei bambini). La società ha lo scopo di erogare prestiti di piccole entità a soggetti con difficoltà di accesso al sistema bancario tradizionale, senza richiesta di garanzie reali. I prodotti offerti attualmente sono due: “Microcredito all’impresa” e “Microcredito alle famiglie”. In particolare, il primo si rivolge a cittadini italiani che vogliono avviare o sviluppare la propria attività imprenditoriale, mentre il secondo è un prestito personale per esigenze legate a casa, salute, formazione, e rivolto in particolare a dipendenti, soci lavoratori, collaboratori di cooperative e associazioni. PerMicro eroga finanziamenti fino a 15 mila euro ad un tasso di interesse che varia dall’8 al 12 per cento, a seconda del merito creditizio. La durata del finanziamento è di 12 – 84 mesi. Nella valutazione dei 178 179 Fonte: www.permicro.it www.oltreventure.com 166 progetti per i quali viene richiesto il finanziamento vengono prese in considerazione alcune caratteristiche, ovvero: l’appartenenza del soggetto ad una “rete sociale” di riferimento (centri di aggregazione, parrocchie, comunità nazionali di cittadini extracomunitari, associazioni di sviluppo territoriale, ecc…) che sia disposta a garantire moralmente, impegnandosi a sostenere ed aiutare in caso di difficoltà, il potenziale beneficiario; la “bontà” del progetto imprenditoriale e infine le capacità tecniche e imprenditoriali del richiedente. È inoltre da precisare che la società opera in Piemonte per quanto riguarda il microcredito all’impresa, mentre è attiva su tutta Italia per l’erogazione di microcrediti alle famiglie. L’obiettivo di lungo periodo di PerMicro è comunque quello di costruire un network nazionale, attraverso la creazione di agenzie territoriali che conoscano bene la realtà locale. 4.9.9 Progetto “Prestito d’onore della Regione Sardegna”180 La Regione Sardegna, attingendo alle risorse del POI Sardegna 2000-2006 e del Piano Integrato per il lavoro, ha bandito (con bando del 28/11/2007) le modalità di accesso a tali risorse attraverso la concessione di prestiti d’onore per la creazione di nuove attività imprenditoriali e la promozione dell’imprenditorialità nell’ambito della strategia regionale per l’occupazione. In particolare, le risorse sono state ripartite tra le otto province della regione e per settori di intervento (valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale regionale, attività turistiche, artigianato artistico e tradizionale, servizi alla persona, ecc…). Il programma è articolato nelle c.d. “Azione 3.10” e “Azione 3.11” e il target delle due azioni è rappresentato da persone disoccupate o inoccupate che siano residenti da almeno due anni e che intendano 180 www.regionesardegna.it 167 avviare un’attività di lavoro autonomo in forma di ditta individuale. L’”Azione 3.11”, in particolare, riguarda solo l’imprenditoria femminile. Il soggetto attuatore è stato individuato nella società “Iniziative Sardegna S.p.a”, che deve assicurare la promozione e la sensibilizzazione verso la potenziale utenza, utilizzando tra gli altri strumenti anche il portale internet “IMPARARE”. Inoltre, il soggetto attuatore si fa carico della formazione in tema di gestione d’impresa rivolta ai potenziali beneficiari dell’assistenza e consulenza. I beneficiari del progetto possono ottenere prestiti per importi compresi tra 25 e 50 mila euro. 4.9.10 “Il Prestito d’Onore” della Provincia di Trento L’Agenzia del lavoro, istituita con la Legge provinciale n. 19/83, è la struttura che realizza gli interventi di politica attiva del lavoro della Provincia Autonoma di Trento. La Giunta Provinciale, con deliberazione n. 2975 del 21 dicembre 2007. ha approvato il documento “Interventi di Politica del lavoro per il triennio 2008-2010”, che persegue, tra gli altri, gli obiettivi generali di politica del lavoro indicati dall’Unione Europea e le linee definite nel Piano d’azione nazionale e nel programma operativo provinciale adottato dalla Provincia Autonoma di Trento. In particolare, nell’ambito dell’obiettivo 6 (“Favorire lo sviluppo dell’imprenditorialità”), allo scopo di favorire l’avvio e il consolidamento di nuove attività d’impresa promosse da soggetti inoccupati e disoccupati, vengono realizzati degli interventi per facilitare la nascita di nuove iniziative nonché il consolidamento e lo sviluppo delle imprese già esistenti.181Tra gli interventi previsti rientra proprio il “Prestito d’Onore”, che è finalizzato a promuovere l’avvio di imprese di piccole dimensioni da parte di soggetti inoccupati o disoccupati. L’iniziative ha lo scopo in particolare di mettere a disposizione di chi intende intraprendere una 181 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 168 nuova attività imprenditoriale, oltre che un finanziamento, soprattutto un importante sostegno formativo, accompagnato da un periodo di assistenza e di tutoraggio al fine di fornire un supporto concreto alla realizzazione della propria idea imprenditoriale. Il prestito si rivolge ai residenti e domiciliati nella Provincia Autonoma di Trento, maggiorenni, disoccupati o inoccupati che intendono avviare un’attività d’impresa con sede all’interno della provincia. L’agevolazione finanziaria prevista consiste in un contributo fino a 32.500 euro, di cui massimo 20 mila a fondo perduto e 12.500 come prestito agevolato, da restituire a un tasso pari al 65% del tasso di riferimento utilizzato per le operazioni di credito agevolato182 alle imprese artigianali. La restituzione del prestito deve avvenire a rate costanti semestrali in cinque anni, con un periodo iniziale di preammortamento. 4.9.11 Prestito fiduciario a studenti universitari di Urbino L’E.R.S.U. di Urbino, in attuazione della normativa nazionale sul diritto allo studio L. 390/1991, ha adottato l’iniziativa “Prestito Fiduciario” con lo scopo di consentire agli studenti che affrontano un percorso di alta formazione professionale, scientifica e culturale, di ottenere un’apertura di credito a condizioni particolarmente vantaggiose, senza la necessità di presentare garanzie reali o creditizie, ma impegnandosi a restituire la somma ottenuta sulla base della posizione professionale e sociale che gli studi gli consentiranno.183La Banca delle Marche si è aggiudicata la gara indetta dall’E.R.S.U. per la concessione dei prestiti a partire dall’anno accademico 2006/2007. Per quanto riguarda la forma tecnica, come già accennato, il prestito è accordato nella forma di apertura di credito in 182 È da sottolineare come i prestiti siano erogati dietro mandato di pagamento da Unicredit Banca, che agisce come tesoriere dell’iniziativa. A garanzia del buon esito della restituzione dei prestiti è previsto che i potenziali beneficiari sottoscrivano una polizza assicurativa. 183 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. 169 conto corrente bancario, con pagamento degli interessi a carico dello studente, qualora siano dovuti, presso l’istituto di credito. L’apertura di credito viene successivamente trasformata in prestito personale, a partire dalla scadenza del c.d. “periodo di grazia”, ovvero dell’arco temporale in cui non viene richiesto il rimborso in rate del prestito. La somma massima che può essere accordata è di 5 mila euro per anno, per un numero di anni legati alla durata legale dei corsi universitari. Gli studenti risultati idonei alla borsa di studio messa a disposizione dell’ERSU, ma non beneficiari per carenza di risorse disponibili, hanno diritto prioritariamente, in ordine di graduatoria, all’assegnazione del prestito fiduciario a tasso di interesse pari a zero. Gli altri studenti beneficiari del prestito fiduciario pagheranno un interesse pari al 2 per cento massimo su base annua e la differenza del costo degli interessi tra il 2 per cento e il tasso effettivo praticato dalla banca sarà a carico dell’ERSU. È da precisare però che tale assunzione, parziale o totale, dell’onere del pagamento degli interessi da parte dell’ERSU opera limitatamente all’apertura di credito in conto corrente e non per il successivo prestito personale. Quindi saranno a carico interamente dello studente gli interessi relativi a eventuali utilizzi superiori all’importo del finanziamento concesso. Bisogna sottolineare, comunque, che la concessione del prestito è subordinata alla valutazione dell’onorabilità creditizia del richiedente, riservata esclusivamente alla banca, che provvede entro i 30 giorni successivi alla concessione del finanziamento o al rifiuto dello stesso, dandone poi comunicazione scritta all’ERSU entro i successivi 10 giorni. La banca poi, in sede di conferma annuale del prestito fiduciario, si fa carico della verifica della permanenza del requisito di onorabilità creditizia del beneficiario. 170 4.9.12 Prestito fiduciario a studenti universitari di Camerino184 L’ERSU di Camerino, al fine di permettere agli studenti iscritti ad UNICAM di proseguire nella propria formazione universitaria e post – universitaria, ha bandito185 anche per l’anno accademico 2009/2010 un concorso per la concessione di prestiti fiduciari. Il prestito è accordato nella forma di apertura di credito bancario sul conto corrente, a norma dell’art. 1842 del codice civile, con pagamento degli interessi a carico dello studente, qualora siano dovuti, presso l’istituto di credito che risulterà vincitore. L’apertura di credito è successivamente trasformata in prestito personale, a partire dalla scadenza del “periodo di grazia”, ossia dell’arco temporale in cui non viene richiesto il rimborso in rate del prestito. Esso consiste nella possibilità per lo studente di accedere ad una forma di finanziamento a condizioni particolarmente agevolate e senza necessità per lo studente stesso di presentare garanzie reali o creditizie. Il prestito fiduciario è accordato in forma di apertura di credito in conto corrente dall’istituto di credito convenzionato. L’apertura di credito è accordata fino alla somma massima di 5 euro annua, per un numero di anni legati alla durata legale dei corsi. Il tasso di interesse del prestito a carico dello studente, indipendentemente dal tasso effettivo applicato dall’istituto di credito sul prestito stesso, è pari a zero per gli studenti risultati idonei alla borsa di studio ma non beneficiari per carenze di risorse disponibili, e pari al 2 per cento per tutti gli altri studenti. 184 Fonte: www.ersucam.it In attuazione dell’art. 16 del Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario nella Regione Marche di cui alla delibera del Consiglio Regionale del 19.5.2009 n. 121, del D.P.C.M. 9.4.2001, nonché del D.P.C.M. 30.4.1997 emanati ai sensi della legge 390/1991 e dell’art. 4 della legge 24.12.2003, n. 350. 185 171 4.9.13 Fondo strumentale per il microcredito del Confidi Roma Gafiart186 Il Confidi Roma GAFIART, costituito per iniziativa di Confartigianato, sostiene le aziende con garanzie sussidiarie ed integrative, al fine di ampliare la loro capacità di ottenere finanziamenti bancari da destinare alla realizzazione di progetti imprenditoriali. Il Confidi, che offre diversi servizi di consulenza economicofinanziaria ai propri associati, ha istituito nel 2007 il Fondo Strumentale per il Microcredito da utilizzare come garanzia per la concessione di piccoli prestiti, a ditte individuali o società, per il consolidamento dell’attività o per l’avvio di una nuova attività di impresa. Pertanto nel 2007 Gafiart ha sottoscritto due convenzioni, una con l’Artigiancassa e l’altra con la Banca di Roma (ora “Unicredit Banca di Roma”). I finanziamenti previsti da “Unicredit Banca di Roma” hanno un importo massimo di 25 mila euro, al tasso variabile pari all’Euribor più uno spread del 2,40 e sono rimborsabili fino a 5 anni. A fronte di questi finanziamenti Confidi garantisce, in caso di mancato rimborso del prestito erogato, fino all’80%. Per quanto riguarda invece Artigiancassa, l’importo massimo richiedibile è di 30 mila euro, con un tasso di interesse a scelta tra fisso o variabile, e il rimborso può avvenire massimo entro 7 anni; in questo caso Confidi garantisce fino al 70%. 186 Fonte: www.gafiart.it 172 CAPITOLO 5: BANCHE E MICROCREDITO 5.1 I limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito È innanzitutto opportuno individuare quali sono le metodologie che consentono di rendere efficace (sia in senso sociale, che economico e finanziario), e dunque sostenibile e rimborsabile, un prestito concesso a persone solitamente escluse dal circuito finanziario (Messina, 2009). Un primo aspetto da sottolineare è quello relativo ai tassi di interesse, i quali vanno tenuti entro limiti che non rendano insostenibile la spesa per il beneficiario del finanziamento. Tale argomento è già stato trattato in precedenza (capitolo 2), ma deve essere approfondito ulteriormente. Si assuma quindi, come gli economisti classici, che il valore assunto dai tassi sia determinato da almeno tre variabili: il rischio valutato rispetto al prestito (ovvero la probabilità stimata di ottenere il rimborso); il costo della gestione (amministrativa, finanziaria e patrimoniale) del prestito; il costo della provvista, ovvero dell’approvvigionamento dei fondi sul mercato dei capitali per chi eroga il finanziamento. Numerosi studi mostrano che le organizzazioni di microcredito, come già sottolineato, tendono ad applicare tassi molto superiori rispetto a quelli praticati dalle banche commerciali (Mallick, Ho, 2007). Ciò può essere spiegato, oltre che dai modelli matematici illustrati in precedenza, anche da numerosi altri fattori. Il primo è il ridotto ammontare dei prestiti, che va a scontrarsi con il consistente ammontare medio dei costi fissi generati da un’attività finanziaria (costi del personale, delle strutture, delle procedure informatiche, ecc…). Il secondo fattore è la tipologia di garanzie che possono essere messe insieme per ridurre la rischiosità. Il terzo, infine, rappresenta la capacità di intercettazione di risorse sul mercato dei capitali, anch’essa legata a sua volta al tema delle economie di scala 173 (presenza capillare sul territorio, quantità di operazioni portate avanti, ecc…). In relazione al tema dei costi e dell’efficienza organizzativa, occorre sottolineare come i programmi di microcredito siano spesso condotti da piccole strutture, con poche economie di scala e non sempre specializzate, dunque a produttività limitata. Certamente incide anche il basso valore medio del capitale gestito: ciò blocca, in particolare, le possibilità di sostenere lo start-up di nuove iniziative imprenditoriali anche se è stato in seguito evidenziato che vi è poi un ampio livello di discrezionalità, dunque un margine di variazione, nei tassi applicati (Ghosh et al., 2001). Ormai vi è una certa attenzione sia da parte di grandi donatori privati (come ad esempio le fondazioni statunitensi) sia dei governi nazionali, così come anche degli organismi sovranazionali, a tracciare profili di efficacia ed efficienza delle istituzioni che operano nel campo del microcredito. Allo stesso tempo si stanno sviluppando attività di rating o comunque di valutazione delle organizzazioni che fanno microcredito187. Sta man mano aumentando anche l’attenzione degli operatori stessi, consapevoli che una maggiore efficienza implica anche più opportunità per i beneficiari finali in termini di riduzione dei tassi di interesse, tempi di valutazione ed erogazione, stock di prestiti, e dunque di una maggiore efficacia sociale. Un recente studio (Caudill et al., 2007) ha individuato le seguenti variabili chiave nel determinare il livello di efficienza delle organizzazioni di microcredito: 1) L’incidenza dei sussidi governativi al programma (con effetto negativo sull’efficienza); 2) L’ammontare medio dei singoli prestiti erogati (con la relazione: minori prestiti, minore efficienza); 187 A questo proposito www.microfinanza.com. si vedano: www.microrate.com; www.themix.com; 174 3) La dimensione delle organizzazioni (più sono piccole, meno sono efficienti); 4) L’età anagrafica delle organizzazioni e dei programmi (maggiore è l’età, minore è l’efficienza); 5) Infine, gli autori rilevano come le banche (e, più in generale, le strutture finanziarie orientate al profitto) siano più efficienti delle organizzazioni non profit. È opportuno fare alcune precisazioni su alcuni di questi punti. Innanzitutto, non lascia dubbi il legame tra efficienza e dimensioni dell’organizzazione che gestisce i fondi, anche se tale relazione non è mai di tipo lineare: infatti, fino a certe dimensioni la crescita dimensionale può favorire l’efficienza, ma oltre gli stessi limiti può diventare anche un fattore critico. Per quanto riguarda invece il fattore anagrafico, ovvero l’età dell’organizzazione, tale elemento può essere fondamentale nello spiegare le migliori performance: nei primi anni di vita, infatti, le istituzioni di microcredito sono in grado di raggiungere livelli di efficienza mediamente superiori, in coerenza con quanto previsto dalle teorie sul ciclo di vita delle organizzazioni, in particolare per quelle piccole e non profit (Meneguzzo, 2008). Quindi, come anticipato già dallo studio riportato, una possibile risposta ai limiti di efficienza delle organizzazioni di microcredito sta nella proposta di collegare la loro azione con quella degli operatori finanziari tradizionali, ossia le banche commerciali. Le prime, infatti, possono mettere al servizio delle banche la propria capacità di tessitura sociale, di valutazione “su misura”, nonché il rapporto di prossimità con il prenditore, anche nella fase di rimborso (Messina, 2009). Le banche, dal canto loro, una volta ricevute assicurazioni in merito alla bontà del credito o eventuali garanzie parziali sullo stesso (garanzie che potrebbero essere concesse anche dalle stesse istituzioni di microcredito, ma con sensibili effetti di 175 leva), incontrerebbero difficoltà minori nel concedere credito a tassi più convenienti per il prenditore e a mettere in campo una struttura di gestione amministrativa e finanziaria già funzionante e, si presume, più efficiente, se non altro per l’effetto delle economie di scala. 5.2 Il microcredito nell’operatività bancaria Da alcuni anni in Italia, così come nel resto d’Europa, diverse banche si sono rese attive nell’implementare soluzioni e politiche di inclusione finanziaria, sviluppando soluzioni ad hoc nella fornitura di servizi finanziari. L’accesso al conto corrente costituisce generalmente solo il primo punto di contatto con la banca. La bancarizzazione crea infatti le premesse, nel tempo di conferire maggiore profondità alla relazione con la clientela (Greco, 2009). Le politiche commerciali di cross selling, intese come processo di sviluppo delle relazione con un incremento del numero di prodotti e servizi finanziari posseduti da ciascun cliente, rappresentano la naturale conseguenza di un rapporto che cresce e si consolida aumentando l’intensità della relazione. L’idea sottostante è quella principalmente di offrire ai propri clienti i prodotti di cui hanno bisogno facendo sì che la fidelizzazione sia una naturale conseguenza di un percorso positivo che si evolve con il passare degli anni. In tale contesto si fa riferimento a un’indagine condotta dall’ABI nel corso del 2008 sull’inclusione finanziaria in Italia, con l’obiettivo di comprendere meglio quale è la situazione dell’offerta bancaria. La rilevazione, promossa dalla Commissione Europea e eseguita dal “Laboratorio sull’inclusione finanziaria” dell’ABI, è stata effettuata durante i mesi di marzo e aprile 2008, tramite l’invio di una comunicazione a tutti i gruppi e a tutte le banche commerciali iscritte all’albo alla data del 31 dicembre 2007. Alle banche, in particolare, è stato chiesto di inserire le informazioni in un’apposita griglia alleata alla comunicazione, che 176 comprendeva i seguenti ambiti di analisi: servizi di microfinanza (risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento), pratiche di commercializzazione sul territorio, strutture costituite ad hoc, progetti di educazione finanziaria, partnership con soggetti non bancari. Hanno risposto al questionario 13 banche, rappresentative del 63 per cento del sistema bancario in termini di totale attivo188. Si è deciso poi di dare risalto specifico alle azioni sviluppate dal mondo cooperativo, considerando le caratteristiche peculiari di questa tipologia di banca, convogliando la raccolta di practice attraverso la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo Casse Rurali e Artigiane189. Innanzitutto, per quanto riguarda le strutture che nello specifico si occupano di inclusone finanziaria, nel 25% dei casi osservati esse fanno riferimento al settore marketing, nel 23,2% all’area retail e nel 19,6% a settori commerciali/operativi. l’attenzione data alla Di minore microfinanza importanza da settori risulta invece “Credito & Internazionalizzazione” (8,9%) e “Comunicazione & Pubbliche Relazioni”. Una novità rispetto alla precedente rilevazione190 riguarda il legame tra la funzione CSR (Corporate Social Responsibility) e l’inclusione finanziaria: i dati mostrano che il 3,6% delle banche oggetto dell’indagine segue tematiche relative all’inclusione finanziaria attraverso la funzione di CSR. Quindi, rispetto al 2005, vi è stata una sorta di “passaggio di consegne” dalla funzione CSR a quelle di progettazione e sviluppo di servizi bancari191 (Provasoli, 2009): ciò testimonia che la fase di incubazione di 188 A livello “consolidato” hanno risposto sette gruppi: Banca Carige, Banca IntesaSanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca popolare di Milano, Banca Popolare Pugliese, Banco Popolare, Unicredit. A livello “individuale”, invece, hanno risposto 6 banche: Banca della Campania, Banca del Piemonte, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Cariparma, Cassa di Risparmio di Volterra, Mediolanum. (Fonte: Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009). 189 I risultati dell’indagine empirica sono riportati dettagliatamente nelle appendici 2 e 3. 190 Nel 2005 era stata svolta una prima rilevazione dal titolo “Banche e microfinanza. Esperienze e strumenti innovativi”, con la collaborazione della Fondazione Giordano dell’Amore, Bancaria Editrice, Roma 2006. 191 Nel 2005, infatti, le sperimentazioni su progetti di microfinanza erano gestite trasversalmente nelle banche, ma la tematica era in carico essenzialmente a un solo ufficio competente che risultava essere: per un terzo dei casi marketing/commerciale; per un terzo ricerca e sviluppo; 177 idee, di ricerca, ha lasciato il passo a quella dello sviluppo “tecnico” di prodotti specifici e al monitoraggio della loro diffusone. In particolare, come risulta sempre dall’indagine, le principali motivazioni che hanno portato le banche italiane ad attivare azioni per l’inclusione finanziaria sono le seguenti: la soddisfazione della clientela (a cui le banche intervistate hanno attribuito, nel 59,1% dei casi, un’importanza elevata e nel 36,4% un’importanza media); la valorizzazione delle attività CSR della banca (che per il 45,5% delle banche rappresenta una motivazione molto importante e per il 40,9% un fattore di importanza media); le opportunità dello sviluppo del business (molto importante per il 31,8% dei casi e abbastanza importante per il 54,5%); l’aumento/consolidamento della fiducia della banca (molto importante per il 31,8% dei casi e abbastanza importante per il 68,2%). La microfinanza rappresenta quindi una linea di business sempre più diffusa tra le banche, con effetti sull’operatività e sulla redditività bancaria. In particolare, secondo la maggioranza delle banche intervistate, l’incidenza delle attività di microfinanza è inferiore al 3%, sia in riferimento al totale dei ricavi da servizi, sia relativamente al totale dei finanziamenti per cassa sull’interno. Tale dato può essere rappresentato dal seguente grafico: Grafico 5.1 Incidenza della microfinanza a fine 2006 100% 5,00% 5,30% 95,00% 94,70% 80% 60% 40% >3% e <5% <3% 20% 0% sul totale dei sul totale dei ricavi da finanziamenti per servizi cassa sull'interno Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009 per un altro terzo CSR. La nuova rilevazione mostra invece che i servizi/prodotti per agevolare l’inclusione finanziaria sono soprattutto in carico all’area retail/marketing/commerciale. 178 Quindi, in particolare risulta che: Sul totale dei finanziamenti per cassa sull’interno, l’incidenza della microfinanza si posiziona, per il 95% delle banche del campione, su quote inferiori al 3%, e per il 5% delle banche tra il 3% e il 5%; Sul totale dei ricavi da servizi, il 94,7% delle banche del campione ha un’incidenza inferiore al 3%, e il 5,3% delle banche ha una quota tra il 3% e il 5%. Per quanto riguarda la diffusione della microfinanza nelle banche, occorre osservare come il 64,9% delle banche del campione preso in analisi ha sviluppato servizi di microfinanza. Relativamente alla distribuzione per tipologia di servizi di microfinanza offerti dalle banche, l’indagine mostra come la diffusione dei servizi di pagamento (quali carte prepagate, assegni e bonifici) sia particolarmente alta (49,1% del totale dei servizi offerti), ma appare elevata anche l’offerta di servizi di credito (quali finanziamenti a breve, medio e lungo termine) con una quota pari al 31% del totale dei servizi offerti. La diffusione dei servizi di risparmio, infine, risulta pari al 19,8% del totale. Tali risultati possono essere cosi rappresentati: Grafico 5.2 Servizi di microfinanza offerti dalle banche 19,80% Risparmio 49,10% Credito C/c servizi di pagamento 31,00% Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio Responsabilità Sociale d’Impresa 179 Andando più nel dettaglio, si può osservare come la diffusione dei servizi di microfinanza offerti dalle banche italiane sia, nell’ambito dei servizi di risparmio, abbastanza eterogenea per le diverse tipologie di servizi: per circa il 27%, infatti, essa si è focalizzata sulla sfera della raccolta diretta; per il 21,8% sui titoli a custodia; per il 20,5% sul risparmio gestito e, per la stessa quota, sui prodotti assicurativi. Per quanto riguarda invece i servizi di credito, si riscontra che la diffusione della microfinanza si è focalizzata come segue: per il 25% nell’ambito dei finanziamenti a medio termine (ovvero con una durata da 1 a 5 anni); per il 20,5% sui finanziamenti a breve termine (fino a un anno); per il 17,6% sul credito al consumo e, infine, per il 17,6% sui finanziamenti per l’acquisto della prima casa. Infine, in relazione ai conti correnti e agli altri servizi di pagamento, emerge che le banche hanno offerto servizi di microfinanza principalmente nell’ambito delle seguenti tipologie: per il 18,7% nei servizi bancari di base, per il 14,2% in c/c specifici e per il 14% in carte prepagate. Tale situazione dettagliata può essere così rappresentata: Grafico 5.3 Diffusione della microfinanza per segmenti di business RISPARMIO Altro 10,30% Prodotti assicurativi 20,50% Risparmio gestito 20,50% 21,80% Titoli a custodia 26,90% Raccolta diretta 0 0,05 0,1 0,15 0,2 0,25 0,3 180 CREDITO Altro 0,00% Finanz.acquisto prima casa 17,60% Credito al consumo 17,60% Leasing 3,70% Factoring 1,20% Finanz. Lungo termine (>5 anni) 14,30% 25,00% Finanz. Medio termine (fino 1-5 anni) Finanz. Breve termine (fino a 1 anno) 20,50% 0,00% 5,00% 10,00% 15,00% 20,00% 25,00% 30,00% C/C E SERVIZI DI PAGAMENTO Altro Bancomat Carte di debito Carte di credito Bonifici per rimesse Assegni Carte prepagate c/c specifici Servizio bancario di base 0,00% 1,00% 13,20% 12,20% 13,00% 4,90% 8,80% 14,00% 14,20% 18,70% 2,00% 4,00% 6,00% 8,00% 10,00% 12,00% 14,00% 16,00% 18,00% 20,00% FONTE: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008) È poi importante analizzare anche quale è la distribuzione dei servizi e dei prodotti di microfinanza offerti dalle banche in relazione alla tipologia di clientela. Il target della rilevazione coincide con quello presentato nelle precedenti ricerche svolte dall’ABI sull’inclusione finanziaria, ovvero: giovani, lavoratori con contratto di lavoro non permanente, studenti universitari, piccola imprenditoria (in specifico giovanile, femminile e di immigrati), imprese individuali in aree depresse (ad esempio, Comunità Montane). Dalla rilevazione emergono anche i soggetti portatori di handicap e gli invalidi192, oltre agli anziani e alle vittime dell’usura e del 192 ABI si era già occupata delle criticità relative all’accesso (fisico, non relativo a una particolare offerta di servizi finanziari) dei disabili, rilevando che oltre il 70% del sistema bancario sviluppa attività per migliorare l’accessibilità ai servizi finanziari dei soggetti disabili con progetti in filiale 181 racket. Innanzitutto è da osservare come, sia nel caso dei servizi di risparmio, sia nel caso dei servizi di credito, sia per il comparto dei conti corrente e dei servizi pagamento, il target di clientela e cui le banche del campione hanno dichiarato di rivolgere maggiormente la propria offerta è rappresentato dai “cittadini stranieri, comunitari ed extracomunitari”. L’indagine mostra, infatti, che si rivolge a tale tipologia di clientela il 17,9% del totale dei servizi di risparmio offerti, il 20,1% del totale dei servizi di credito e il 26,2% del totale dei servizi di pagamento. Al secondo posto, per quanto riguarda il target di clientela, vi sono le “famiglie”, a cui è destinato il 13,5% del totale dei servizi di risparmio (da notare come questa sia la stessa percentuale dei servizi rivolti agli studenti), il 13,5% del totale dei servizi di credito e il 14,5% del totale dei servizi di pagamento. Con riferimento poi alle altre tipologie di clientela, dall’indagine condotta emerge che coloro a cui vengono maggiormente offerti servizi di risparmio sono gli “anziani” ( a cui sono rivolti il 12,2% del totale dei servizi di risparmio offerti), mentre coloro a cui vengono offerti servizi di credito sono i “lavoratori atipici” e le “imprese gestite da immigrati” (rispettivamente il 13,1% e il 11,1%); in relazione ai servizi di pagamento, infine, l’offerta è particolarmente elevata per “studenti” e “lavoratori atipici” (rispettivamente il 14,2% e il 11,9%)193. Tali dati sono quindi significativi. In particolare, per quanto riguarda il target di clientela rappresentato dai “cittadini stranieri, comunitari e extracomunitari”, è da sottolineare come il crescente grado di bancarizzazione dei cittadini stranieri residenti in Italia sia il risultato di due fattori: da un lato, del consolidamento della presenza straniera e dei processi di integrazione economica della popolazione migrante nei circuiti economici formali dell’economia italiana, e, dall’altro, dell’ampliamento e (layout di agenzia, orientamento/segnaletica, arredi del front office), Bancomat e sito web. A questo proposito L’Associazione ha sviluppato nel 2003 le Linee Guida per l’accessibilità dei servizi di home banking, disponibili online.(Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009). 193 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009. 182 della diversificazione dell’offerta dei servizi e dei prodotti a cura delle banche194. In secondo luogo, è da sottolineare come, negli anni più recenti, si sia assistito a un crescente incremento di fondi impiegati per il sostegno di imprese di piccole dimensioni. In relazione infatti ai prodotti/servizi di microfinanza che vengono complessivamente offerti alle micro-imprese, le banche intervistate hanno dichiarato che il 51% sono costituiti da prodotti/servizi di credito, il 31% sono assimilabili a c/c e servizi di pagamento e il 18% sono servizi di risparmio. La situazione può essere così rappresentata: Grafico 5.4 Diffusione della microfinanza come sostegno alle piccole imprese c/c e servizi di pagamento 31,0% Credito 51,0% Risparmio 18,0% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008) A tal proposito, è da ricordare come il sistema di relazioni tra banche e imprese si sia storicamente determinato in larga misura a riflesso di alcune specificità del sistema industriale italiano, caratterizzato dalla piccola dimensione delle imprese, dalla specializzazione in settori tradizionali, da una struttura proprietaria prevalentemente di tipo familiare e una struttura finanziaria caratterizzata dall’ampio ricorso all’indebitamento bancario (Benincampi, 2009). Il rapporto “bancaimpresa”, in particolare, ha costantemente ricoperto un ruolo di centralità nella definizione dei piani strategici delle banche. In particolare, le banche 194 La tematica dell’inclusione finanziaria e della bancarizzazione degli immigrati verrà approfondita nel successivo paragrafo 5.5 183 italiane, rispetto ai valori medi delle concorrenti dell’Unione Europea, finanziano in proporzione più le imprese che le famiglie: a fine 2007, i finanziamenti erogati dalle banche italiane alle imprese sul totale dei finanziamenti all’economia risultava pari al 64%, a fronte di circa il 48% della media dell’Area Euro. Le imprese bancarie italiane stanno modificando quindi con rapidità ed efficienza il proprio modello organizzativo e di offerta nei confronti del mondo imprenditoriale, adeguandolo alle mutevoli esigenze delle imprese, specie, appunto, quelle di più piccole dimensioni. Lo studio mette poi in luce che esiste anche un target indiretto costituito da quei soggetti che, pur non beneficiando direttamente delle proposte commerciali delle banche, come ad esempio le persone senza fissa dimora, gli indigenti, beneficiano dei servizi offerti dalla rete del terzo settore costituito da associazioni, enti no-profit, organizzazioni non governative, cooperative, imprese sociali, ecc…, target diretto delle iniziative di inclusione finanziaria. È poi interessante osservare la distribuzione territoriale dei servizi e dei prodotti di microfinanza in Italia: dall’indagine condotta dall’ABI emerge infatti che le aree di maggior interesse delle banche del campione sono il nord-ovest (a cui è rivolto il 52,3% dell’offerta complessiva) e le regioni dell’Italia centrale (con il 21,6%). L’offerta alle regioni del nord-est e dell’Italia meridionale e insulare sono invece rispettivamente pari al 17% e al 9,2% dell’offerta complessiva. Nel complesso, nel nord Italia si concentra quindi circa il 69,3% dell’attività di microfinanza svolta dalle banche intervistate, e ciò sembrerebbe essere coerente anche con la distribuzione geografica degli immigrati: infatti, secondo i dati ISTAT relativi alla ripartizione territoriale degli stranieri sul territorio nazionale, emerge come, a inizio 2007, il 63,6% di essi era residente nelle regioni del nord Italia (di cui il 36,3% nel nord-ovest e il 27,3% nel nord-est), il 24,8% nel centro e l’11,6% nelle regioni meridionali (di cui l’8,3% al sud e il 3,3% nelle isole). La situazione può quindi essere così rappresentata: 184 Grafico 5.5 Distribuzione geografica dei prodotti/servizi di microfinanza offerti 60% 52,30% 50% 40% 30% 17,00% 20% 21,60% 9,20% 10% 0% Italia nordoccidentale Italia nordorientale Italia centrale Italia meridionale e insulare Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008) Inoltre, se confrontata con la distribuzione territoriale degli impieghi complessivi, l’analisi della distribuzione dei servizi e prodotti di microfinanza nelle quattro aree del paese mostra una particolare attenzione delle banche del campione per le regioni del nord-ovest: dal confronto emerge, infatti, che gli impieghi verso le regioni nord occidentali sono pari al 38,2% degli impieghi complessivi, mentre la quota di prodotti e servizi di microfinanza offerti dalle banche del campione analizzato verso tale area è pari al 52,3%. Gli impieghi, invece, verso le regioni del nord-est risultano essere pari al 23,2% degli impieghi complessivi, mentre la quota di prodotti e servizi di microfinanza offerti dalle banche del campione analizzato verso tale area è pari al 14,9%, e la quota di prodotti e servizi di microfinanza offerti è pari al 9,2%. Con riferimento poi ai sistemi di garanzia utilizzati dalle banche intervistate nell’ambito delle attività di microfinanza, dai dati raccolti emerge che il 58,1% delle banche del campione fa ricorso a sistemi di garanzia pubblici e/o privati. Nello specifico, si tratta principalmente di ipoteche (24,4% del totale), di confidi (22,2%), di “fondi di garanzia regionali o provinciali” (20%) e di fideiussioni bancarie (15,6%). Tale distribuzione può essere rappresentata di seguito: 185 Grafico 5.6 Sistemi di garanzia utilizzati dalle banche nell’ambito delle attività di 24,4% 22,2% 20,0% 15,6% 8,9% 2,2% Altro Fondi acquisto 0,0% Fondi di garanzia Fondi statali Fideiussione bancaria 0,0% Fondi di garanzia 4,4% Privilegio sociale Pegno 2,2% Ipoteca 30,00% 25,00% 20,00% 15,00% 10,00% 5,00% 0,00% 195 Confidi microfinanza Fonte: Elaborazioni ABI Centro Studi e Ricerche in collaborazione con l’Ufficio Responsabilità Sociale d’Impresa (anno 2008) Per quanto riguarda la percentuale di copertura offerta rispettivamente dai sistemi di garanzia pubblici e/o privati, questa è, per le banche che hanno aderito all’intervista, piuttosto elevata: per il 44,4% delle banche intervistate è infatti superiore al 75% e per il 31,1% è compresa tra il 50% e il 75% della copertura totale. In particolare, con riferimento alle ipoteche, la copertura è superiore al 75% della copertura totale per il 73% delle banche del campione, mentre è compresa tra il 50% e il 75% della copertura complessiva per il 18% delle banche. Per quanto riguarda invece i confidi, per il 20% delle banche intervistate la copertura risulta essere superiore al 75% della copertura totale, per il 30% della banche è compresa tra il 50% e il 75% della copertura complessiva e, infine, per il 50% essa si posiziona nella fascia 25%-50%. Con riferimento, poi, ai “fondi di garanzia regionali o provinciali”, la copertura è superiore al 75% di quella totale per il 44% delle banche oggetto del campione, mentre è compresa tra il 50% e il 75% della copertura complessiva per il 44% delle banche196. 195 196 Per “Altro” (8,9%) si intendono fidi/fondi di garanzia e fondi di garanzia rotativi privati. Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009. 186 Si è poi anche indagato, sempre nell’ambito della ricerca condotta dall’ABI, circa l’esistenza e le caratteristiche di eventuali criteri alternativi a quelli tradizionalmente utilizzati per la valutazione della clientela considerata. In particolare, è risultato che il 64% delle banche intervistate fa ricorso anche a criteri di valutazione alternativi alle garanzie pubbliche e/o private; nello specifico, il 41% delle banche del campione ha dichiarato di usufruire di intermediazione di garanzia da parte di “associazioni private/religiose” e il 29% da parte di “associazioni di categoria”. Di pari importanza è la percentuale di banche (12%) che ha dichiarato di avvalersi dell’intermediazione di “enti locali” o di “associazioni di connazionali”. Inoltre, il 76% delle banche oggetto del campione ha dichiarato di aver sviluppato, nell’ambito della propria attività di inclusione finanziaria, partnership con soggetti non bancari. Si fa riferimento, nello specifico, a soggetti quali “associazioni e cooperative” (33% delle banche del campione), “organismi istituzionali” (25%), “enti religiosi”(18%), ma anche a “quotidiani e periodici” (8%) e ad “accordi con ambasciate”(8%)197. La costruzione e la gestione di partnership tra soggetti bancari e soggetti non bancari è una delle modalità innovative con cui si stanno sviluppando diversi progetti di inclusione finanziaria (Provasoli, 2009). I soggetti coinvolti, ad esempio, possono essere fondazioni bancarie, organizzazioni del terzo settore, banche. In particolare, i soggetti del terzo settore svolgono un ruolo fondamentale nel reperire i dati necessari alla valutazione del caso, svolgono un primo screening informale sui soggetti che richiedono il finanziamento e li affiancano poi a valle nell’erogazione del credito. Le fondazioni bancarie, invece, attraverso la gestione di fondi di garanzia, svolgono il proprio compito intervenendo nel sociale con azioni concrete. Le banche, infine, erogano i propri servizi raccogliendo al tempo stesso informazioni sui soggetti da affidare, utili al loro intervento nella comunità di riferimento. I progetti attivati secondo queste 197 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009. 187 metodologie sino ad oggi confermano come l’interazione tra soggetti con peculiarità e mission così differenti rappresenti un segnale del grande “valore” che l’apertura e la contaminazione di diversi modi d’operare, insieme a distinti modi di essere, può generare (Provasoli, 2009). Per quanto poi riguarda nello specifico i servizi di microfinanza, la rilevazione ha individuato i seguenti prodotti/servizi attualmente offerti dalle banche (Tanno, 2009). Sul fronte del risparmio: Prodotti legati alla finanza islamica, in via di sviluppo; Obbligazioni etiche che destinano una parte degli interessi in favore di progetti sociali; Polizze assicurative/piani di accumulo dedicati alle esigenze degli immigrati/giovani; Fondi previdenziali per immigrati in Italia e per le famiglie nel Paese di origine, Libretto di deposito per i giovanissimi (fino a 14 anni); Finanziamento per anziani con ipoteca della casa e possibilità di riscatto da parte dei familiari. Sul fronte del credito, l’offerta è caratterizzata da: Costi contenuti che riguardano le spese di istruttoria/di gestione, gli interessi applicati (ad esempio nel caso in cui sono previsti interessi fissi per una durata di tempo definita o nel caso in cui, per i lavoratori precari, si ha la riduzione dello spread se si passa da un contratto a tempo determinato a un contratto a tempo indeterminato); Flessibilità nei pagamenti delle rate; Assenza di garanzie/ricorso a fondi antiusura; Velocità nell’erogazione del credito (fino a un massimo di 5 giorni). 188 Sul fronte, infine, dei conti correnti e dei servizi di pagamento, l’offerta si caratterizza per: Semplicità e trasparenza delle informazioni (i prodotti sono immediatamente comprensibili); Flessibilità nell’utilizzo del servizio, senza l’obbligo di essere cliente della banca (come nel caso dell’offerta di carte prepagate anche con possibilità di accredito bonifici/stipendio); Costi di gestione contenuti o gratuiti; Vantaggi economici per agevolare la diffusione della moneta elettronica (come la carta di credito o la carta di debito, anche attraverso l’utilizzo del telefono, come nel caso del trasferimento di rimesse); Accordi con banche nei paesi di origine anche per l’apertura di conti correnti gemelli, nel caso di clienti immigrati; Carte di credito che prevedono una devoluzione ad azioni di solidarietà su ogni pagamento effettuato a costo zero per il cliente. Per quanto concerne poi le pratiche di commercializzazione di tali servizi sul territorio, dalla rilevazione condotta emerge che è diffusa la pratica di sviluppare punti dedicati (ad esempio, i c.d. “Multiethnic Point”), presenti all’interno delle agenzie tradizionali, dove al cliente straniero sono offerti i servizi tradizionalmente offerti dalla banca ma con personale dedicato, per lo più delle etnie maggiormente rappresentate e in grado di parlare la lingua dei clienti, oppure sono resi disponibili materiali informativi tradotti in lingue diverse198. 198 La pratica del punto dedicato in agenzia per una clientela immigrata, sviluppata dalle banche che per prime si sono cimentate in azioni mirate di inclusione finanziaria, sembra essere ancora valida per supportare il target nella iniziale difficoltà linguistica e tecnica. L’accoglienza, insieme alla consulenza e alle condizioni economiche (costi e flessibilità) costituiscono i fattori determinanti nel rapporto banca-migrante, il quale è influenzato anche da altri elementi quali l’accessibilità della banca, la vicinanza al luogo di lavoro o all’abitazione e la flessibilità degli orari (Tanno, 2009). 189 Altre pratiche di commercializzazione sul territorio riguardano l’offerta di un servizio di consulenza specializzata nelle filiali tradizionali, in alcuni casi disponibile anche attraverso il collegamento video o telefonico (call center multilingua). Alcune banche hanno aperto inoltre filiali in luoghi strategici per attirare il target di riferimento. La localizzazione degli sportelli è stata programmata ad esempio nelle piazze maggiormente frequentate da extracomunitari oppure nei pressi dei grandi poli universitari o appoggiandosi a strutture eroganti servizi frequentemente usati dal target. In alcune realtà sono in via di costituzione strutture interne che comprendono funzioni commerciali specializzate nella promozione dei servizi bancari presso le comunità straniere maggiormente presenti nelle aree di riferimento (Tanno, 2009). Diffusa è poi anche la pratica della promozione di servizi in filiale attraverso una comunicazione pensata ad hoc per questo tipo di clienti. Alcune banche, infine, hanno creato strutture ad hoc, così caratterizzate: Società nata dall’accordo di diversi enti, tra cui la banca e associazioni locali, finalizzata all’erogazione di piccoli crediti in assenza di garanzie reali; Banca creata per soddisfare i clienti appartenenti al mondo del terzo settore, anche attraverso un modello di rating pensato per interpretare correttamente le caratteristiche delle no profit italiane; Filiali costruite per rispondere alle aspettative dei giovani, di cittadini stranieri e di lavoratori con contratto a tempo determinato, in termini di servizi offerti e di accessibilità in filiale, agevolata ad esempio dagli orari di apertura inediti, dalla cura degli spazi e della comunicazione integrata con i canali telematici disponibili. Per quanto concerne, infine, le prospettive di sviluppo dell’attività di microfinanza svolta dalle banche italiane, l’intenzione dichiarata dalle banche stesse che hanno partecipato all’indagine è quella di accrescere, 190 nell’arco dei prossimi 5 anni, la propria offerta di prodotti e di servizi di microfinanza, nello specifico: - il 91,7% delle banche intende accrescere la propria offerta in termini di prodotti e servizi di risparmio; - il 96% delle banche intervistate intende accrescere la propria offerta in termini di prodotti e servizi di credito; - il 95,8% delle banche del campione ha dichiarato di voler ampliare la propria offerta in termini di c/c e servizi di pagamento. Quindi, in conclusione, l’inclusione finanziaria contribuisce, a livello micro, all’affermazione della c.d. “cittadinanza economica” per i nuovi soggetti che entrano in contatto con la banca; a livello macro, può senz’altro supportare lo sviluppo di dinamiche socio-economiche di forte impatto sociale (Provasoli, 2009). 5.3 Il caso “Banca Popolare Etica” “Banca Popolare Etica” nasce a Padova nel 1999 per azione di 22 organizzazioni del mondo non profit e alcune finanziarie, con avevano appunto l’obiettivo di creare una banca innovativa che ispirasse tutta la propria attività, sia operativa che culturale, ai principi della finanza etica, ovvero: trasparenza, diritto di accesso al credito, efficienza e attenzione alle conseguenze non economiche delle azioni economiche. In particolare, l’idea di dar vita a una “Banca Etica” cominciò a diffondersi in Italia dopo le modifiche legislative che intervennero nel settore finanziario negli anni ’90, a seguito delle quali il sistema delle MAG fu costretto a ristrutturarsi. Obbligate dalla nuova normativa e spinte dall’esigenza di dotare il terzo settore di un soggetto finanziario adatto, le MAG contattarono istituzioni del mondo della cooperazione sociale, del volontariato e 191 dell’associazionismo. La proposta ebbe grande successo e si concretizzò nel dicembre del 1994 nell’ “Associazione verso la Banca Etica”, alla quale parteciparono l’intero movimento delle MAG e diverse organizzazioni199 rappresentanti l’intero panorama associativo nazionale. Ad oggi banca Etica conta 12 filiali e una rete capillare di promotori finanziari, chiamati “banchieri ambulanti”, su tutto il territorio nazionale. In particolare, a dieci anni dalla sua nascita Banca Etica ha raggiunto una raccolta di capitale sociale di più di 20 milioni di euro, conferito da 30 mila soci, di cui circa 4 mila sono persone giuridiche (tra queste 9 Regioni, 40 Province, 300 Comuni). L’istituto raccoglie oltre 550 milioni di euro di depositi e attualmente finanzia più di 3.400 progetti dell’economia solidale per un valore superiore ai 440 milioni di euro200. I valori di Banca Etica (ossia gli orientamenti valoriali e i principi deontologici che guidano le scelte strategiche, le linee politiche e i comportamenti operativi di tutti coloro che, a vario titolo e a diversi livelli, contribuiscono alla sua gestione) derivano, come già anticipato, dai principi fondanti della finanza etica, che Banca Etica adotta come criteri di orientamento della propria attività. In particolare, al fine di dare risposta all’esigenza di coniugare etica e operatività bancaria, Banca Etica ha dato vita a strumenti e comportamenti che mirano a creare organismi indipendenti di verifica sulla coerenza delle attività bancarie, a coinvolgere quella parte della società che crede nelle finalità della finanza etica (la rete dei soci, il terzo settore e i movimenti) e a contaminare gli operatori economici, gli enti locali e il mondo accademico. Quindi, all’articolo 5 del proprio Statuto, Banca Etica esplicita così i propri valori di riferimento: 199 Attualmente, i soci fondatori di Banca Etica sono: ACLI, AGESCI, ARCI, Associazione Botteghe del Commercio Equo e Solidale, Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB), Consorzio Gino Mattarelli (CGM), Cooperativa Oltremare, Cooperazione Terzo Mondo (CTM – Altromercato), ETIMOS, Emmaus Italia, Fiba – Cisl Brianza, Gruppo Abele, Mag2 Finance Milano, Mag Venezia, Mani Tese, Overseas, UISP e Unione Sindacale Territoriale CISL Brianza (Fonte: www.bancaetica.it). 200 Fonte: www.bancaetica.it 192 la finanza eticamente orientata è sensibile alle conseguenze non economiche delle azioni economiche; il credito, in tutte le sue forme, è un diritto umano; l’efficienza e la sobrietà sono componenti della responsabilità etica; il profitto ottenuto dal possesso e scambio di denaro deve essere conseguenza di attività orientate al bene comune e deve essere equamente distribuito tra tutti i soggetti che concorrono alla sua realizzazione; la massima trasparenza di tutte le operazioni è un requisito fondante di qualunque attività di finanza etica; va favorita la partecipazione alle scelte d’impresa, non solo da parte dei soci, ma anche dei risparmiatori; l’istituzione che accetta i principi della finanza etica orienta con tali criteri l’intera sua attività. In particolare, nell’ambito di tali valori di riferimento, Banca Etica svolge la propria attività con la seguente missione201: essere i pionieri di una nuova idea di banca, intesa come luogo di incontro, dove le persone e la banca manifestano trasparenza, solidarietà e partecipazione facendo della banca uno strumento anche culturale per la promozione di un’economia che ritiene fondamentale la valutazione sociale ed ambientale del proprio agire; stimolare chi riceve il credito a sviluppare le competenze, le capacità e l’autonomia necessarie ad acquisire la responsabilità economica, sociale ed ambientale; garantire il risparmiatore in ordine alla precisione, all’efficienza della gestione e all’uso degli affidamenti, all’attenzione all’uso delle risorse (sobrietà) e alla ripartizione dei profitti, in modo coerente con le proprie attese; 201 Fonte: www.bancaetica.it 193 agire nel rispetto dell’uomo, dell’ambiente e delle specificità culturali dei contesti territoriali in cui opera Banca Etica, per una migliore qualità della vita, orientando coerentemente le attività della banca stessa; permettere l’accesso al credito ai soggetti dell’Economia Sociale: imprese, persone e progetti valutati principalmente per la loro capacità di produrre “valore sociale”. Per quanto riguarda quindi l’operatività di Banca Etica, occorre osservare come essa sia costruita sull’attenzione ai diversi attori del sociale e dell’economia solidale, oltre che all’ambiente, in modo che la banca stessa si faccia interprete delle richieste dei cittadini responsabili e del loro bisogno di “giustizia sociale”202. Di conseguenza Banca Etica ha intessuto relazioni fiduciarie con i suoi partner affinchè la raccolta e l’impiego del denaro diventassero uno strumento e un’opportunità per il cambiamento. Una rappresentazione grafica degli interlocutori di Banca Etica può essere fornita dall’immagine del bosco i cui alberi rappresentano gli attori dell’ecosistema economico, sociale e ambientale in cui la banca opera e dal quale trae le stesse energie che le permettono di crescere e operare: 202 Fonte: www.bancaetica.it 194 Fig. 5.1 Gli attori coinvolti nel progetto di Banca Etica Fonte: www.bancaetica.it Gli stakeholders sui quali Banca Etica affonda le proprie radici sono pertanto: i soci, i clienti, i fruitori dei finanziamenti, i risparmiatori, gli investitori, i fornitori, il settore profit e il settore non profit, le risorse umane, gli enti. L’ecosistema economico, sociale ed ambientale nel quale opera Banca Etica è invece composto da Amministrazioni Pubbliche, Sindacati e Politica, Associazioni, Università e Scuola, Banche, Imprese Sociali, Imprese e Chiesa. Il processo di cooperazione, di coinvolgimento e di dialogo con gli stakeholders, su cui Banca Etica ha quindi costruito la sua unicità, è contraddistinto da specifici strumenti, quali: la partecipazione del socio, la partecipazione del risparmiatore, la pubblicazione di tutti i finanziamenti concessi, la pubblicazione e la chiarezza dei fogli informativi, la pubblicazione dei bilanci sociali, il Comitato Etico, l’istruttoria socio – ambientale e la certificazione SA 8000. In particolare, per quanto concerne il Comitato Etico (CE), il suo ruolo all’interno della Banca Etica è ben specificato all’art. 2 del regolamento interno, che afferma: “Al CE spetta una funzione consultiva e propositiva affinchè la banca si sviluppi nell’ambito dei criteri di eticità, così come sono individuati dallo Statuto, in 195 particolare dagli artt. 4 e 5, nonché nel rispetto del Codice Etico”. Le peculiarità di Banca Etica rendono in particolare il ruolo del Comitato Etico sicuramente più importante e strategico di quanto avviene per le banche tradizionali. Infatti, in ragione del suo obiettivo strategico di costruire un’economia al servizio della persone, Banca Etica si è conquistata nel tempo un premio etico presso i risparmiatori che sono disposti a finanziarla a tassi più bassi a quelli prevalenti sul mercato. Il compito del Comitato Etico è quindi proprio quello di contribuire a preservare questo premio etico valutando nel concreto se le scelte della banca fanno sì che il proprio portafoglio sia coerente con i suoi valori fondanti203. Nello specifico, si può osservare come, dall’inizio del proprio mandato nel 2005, il Comitato ha interpretato il proprio compito non semplicemente come organo di verifica sulla coerenza tra valori, principi deliberazioni assembleari da un lato e scelte gestionali dall’altro, ma piuttosto come luogo di elaborazione culturale, che riflette, insieme agli altri organi della banca, su come Banca Etica possa essere “impresa sociale di mercato”. Nel corso del 2006, quindi, l’operato del Comitato Etico si è incentrato prevalentemente sui seguenti ambiti: elaborazione culturale sulla visione di riferimento; stesura del Codice Etico; campagna banche armate; partecipazione dei soci alla vita della banca; contributo all’elaborazione di strategie per l’irrobustimento del capitale sociale. In particolare, poi, è interessante soffermare l’attenzione sulla politica del credito attuata da Banca Etica. L’erogazione del credito, infatti, è una delle attività più delicate per Banca Etica, in quanto nella scelta dei soggetti e dei progetti da finanziare sta l’essenza e la specificità della banca stessa, il cui scopo è quello di dare credito, cioè fiducia, alle iniziative socio economiche che sostengono un reale sviluppo della 203 In particolare, come chiarisce l’articolo 12 del regolamento interno, il ruolo del CE non è soltanto passivo (ovvero risposta ad eventuali segnalazioni da parte di clienti e soci di conflitti tra alcune scelte operative concrete e i valori della banca) ma anche attivo. Il CE infatti è impegnato a promuovere e stimolare quell’innovazione che consente di incarnare l’eticità dei principi in sempre nuove soluzioni di prodotti e servizi, favorendo attivamente la cooperazione tra la banca e tutte quelle risorse intellettuali ed operative della società civile che possono contribuire a tale innovazione (Fonte: www.bancaetica.it). 196 persona e che producono beneficio sociale, nel rispetto della natura204. Banca Etica ha quindi individuato, sulla base del proprio Statuto, quattro settori principali di intervento, ovvero la cooperazione sociale, la cooperazione internazionale, l’ambiente e, infine, la cultura e la società civile. In particolare, le richieste di finanziamento avanzate dalle persone giuridiche sono sottoposte a una duplice valutazione, la prima sulla capacità di restituzione del prestito, ossia sulla capacità economica del richiedente di utilizzare in modo efficace il finanziamento e il relativo rientro dello stesso (istruttoria economica), la seconda, invece, sull’impatto ambientale e sociale positivo che il progetto può produrre (istruttoria socio – ambientale). Per quanto riguarda invece le persone fisiche, la banca dà credito alle persone fisiche socie per l’acquisto della prima casa e per prestiti personali destinati a spese coerenti con i valori della banca. Infine, è interessante descrivere brevemente il c.d. “Sistema Banca Etica”, il quale comprende la società “Etica Sgr”, il consorzio “Etimos” e la fondazione culturale “Responsabilità Etica”. In particolare, “Etica Sgr” è la società di gestione del risparmio del “Gruppo Banca Popolare Etica”. È operativa del 2003 e ha sede a Milano. La sua attività si incentra in particolare su quattro aree: Promozione di fondi comuni di investimento etici: Etica Sgr promuove quattro fondi comuni di investimento etici, ovvero “Valori Responsabili Monetario”, “Valori Responsabili Obbligazionario Misto”, “Valori Responsabili Bilanciato” e “Valori Responsabili Azionario”; i fondi investono in azioni e titoli di Stato selezionati prendendo in considerazione criteri sociali e ambientali; Azionariato attivo: Etica Sgr ogni anno interviene nelle assemblee di alcune società in cui i fondi investono sollecitando la riflessione delle imprese sugli aspetti sociali, ambientali e di governance della loro attività; 204 Fonte: www.bancaetica.it 197 Microcredito: chi compra i fondi “Valori Responsabili” devolve 1 euro ogni 1.000 investiti a favore di un fondo che fa da garanzia a progetti di microcredito i Italia. Grazie al fondo, Banca Etica può concedere piccoli prestiti a giovani che vogliono avviare attività imprenditoriali o a cooperative sociali che hanno bisogno di ricapitalizzarsi; consulenza agli investimenti socialmente responsabili: Etica Sgr offre servizi di consulenza agli investitori istituzionali (fondi pensione, banche, SIM, società di gestione, enti religiosi, ecc…) che desiderano investire nel rispetto dell’ambiente e dei diritti umani205. “Etimos”, invece, è un consorzio che raccoglie risparmio in Italia a sostegno di esperienze microimprenditoriali e programmi di microfinanza in Paesi in via di sviluppo e nelle aree afflitte dalla crisi economica. Il consorzio si propone due obiettivi ambiziosi: a) permettere universalmente l’accesso al credito, anche nei contesti socioeconomici più degradati; b) incentivare scelte di risparmio eticamente orientate, innescando dei veri e propri percorsi di finanza solidale tra nord e sud del mondo. Nello specifico, Etimos è un’organizzazione di secondo livello, ovvero non dà credito direttamente a microimprenditori, artigiani, commercianti e piccoli produttori, ma opera a livello locale nei singoli paesi finanziando le realtà socie, che sono non soltanto istituzioni di microfinanza, banche dei poveri, cooperative di risparmio e credito, ma anche cooperative di produttori (spesso legate al circuito del commercio equo), associazioni ed enti di promozione umana. Infine, fa parte del c.d. “Sistema Banca Etica” la fondazione culturale “Responsabilità Etica Onlus”, la quale è stata costituita nell’aprile del 2003 205 Per ulteriori approfondimenti si veda il sito www.eticasgr.it 198 da Banca Popolare Etica per promuovere in ambito nazionale e internazionale la diffusione della finanza eticamente orientata e, più in generale, della responsabilità sulle conseguenze non economiche delle attività economiche. La fondazione quindi, sostenendo adeguate iniziative, contribuisce allo studio e allo sviluppo degli strumenti di finanza etica, sensibilizzando operatori e cittadini. 5.4 Progetti di inclusione finanziaria: il Servizio Bancario di Base Il Servizio Bancario di Base è un servizio offerto da tutte le banche che aderiscono all’omonima iniziativa avviata nell’ambito del progetto “PattiChiari”206, al fine di facilitare il primo accesso alla banca e ai suoi principali servizi. Il servizio, facilmente accessibile alla clientela sia per la relativa semplicità che per il costo, è rivolto a tutti coloro che non dispongono di un conto corrente. Si stima infatti che in Italia circa 8 milioni di cittadini risultino ad oggi privi di strumenti di pagamento diversi dal contante, che continua a essere il principale strumento di pagamento (Sippelli, 2009). L’Italia infatti, con un livello di non bancarizzazione della popolazione adulta pari al 16%, si colloca al terz’ultimo posto prima del Portogallo (17%) e della Grecia (28%), contro una media europea del 7%207. Paesi invece come il Lussemburgo, il Belgio, la Danimarca e l’Olanda presentano un tasso di non bancarizzazione pari circa all’1% della popolazione adulta. Al fine quindi di migliorare il tasso di bancarizzazione della popolazione italiana, si è sentita la necessità di offrire al mercato un prodotto caratterizzato da contenuti minimi ai quali sia possibile far 206 Il progetto “PattiChiari” è un progetto voluto dal settore bancario con la finalità di riscrivere, su basi nuove e positive, il sistema dei rapporti tra banche e società. L’idea alla base del progetto è quella di migliorare concretamente alcuni aspetti dell’attività delle banche, al fine di costruire un nuovo sistema di relazioni con imprese, famiglie e cittadini, improntata sul dialogo chiaro, comprensibile e trasparente (Fonte: www.pattichiari.it). 207 Fonte: Eurobarometer 60.2 e 2003.5, European and financial services. 199 corrispondere un costo particolarmente contenuto. Il Servizio bancario di Base è nato proprio per questa finalità. Si tratta, nel concreto, di un conto semplice ed economico, che offre un pacchetto di strumenti per depositare il proprio denaro e gestire incassi e pagamenti. Infatti, i sottoscrittori del Servizio Bancario di Base possono: accreditare lo stipendio o la pensione; versare contanti o assegni; prelevare contanti; effettuare e ricevere pagamenti tramite bonifici; pagare le utenze o effettuare altri pagamenti ricorrenti (affitto, abbonamenti, ecc…); disporre di un Bancomat o di una carta prepagata con la quale poter prelevare contante presso gli sportelli Bancomat; investire i propri risparmi tramite investimenti periodici; ricevere informazioni ed effettuare operazioni via Internet o via telefono; ricevere periodicamente il saldo del conto assieme all’elenco delle entrate e delle spese effettuate. Il servizio non permette però di disporre di una libretto di assegni, né della carta di credito, né delle diverse forme di finanziamento così come neppure di accedere all’acquisto diretto di titoli. Viene offerto dalle banche aderenti all’iniziativa attraverso la struttura operativa di un conto corrente o di una carta prepagata, secondo uno standard non derogabile definito dal Consorzio PattiChiari. Inoltre è da precisare che, in coerenza con la finalità di creare un prodotto diretto ad anticipare la bancarizzazione della popolazione, il servizio è caratterizzato dall’espressa previsione che il cliente, fino a che rimane titolare del Servizio Bancario di Base, non possa essere intestatario o cointestatario di altri prodotti di conto corrente della banca stessa. 200 Il Servizio viene quindi ad oggi offerto da 77 banche, corrispondenti a 22.611 sportelli e pari al 65% del totale degli sportelli nazionali208. In particolare, a gennaio 2008 l’accessibilità al Servizio Bancario di Base risultava possibile in tutte le province italiane, anche se la maggiore concentrazione degli sportelli aderenti all’iniziativa si trovava nelle aree metropolitane209. Se si rapporta però il numero di sportelli aderenti all’iniziativa al numero totale di sportelli bancari presenti nella provincia, la classifica che emerge vede molte regioni del sud ai primi posti: tra le prime 15 province, infatti, ben 11 si trovano nell’Italia meridionale e in particolare in Sicilia (Ragusa 97%, Siracusa 90% e Catania 89%), in Puglia, Molise e Calabria. Tra le province del nord, invece, sono quelle liguri a presentare la percentuale più elevata di sportelli aderenti all’iniziativa rispetto al totale degli sportelli bancari (La Spezia 90%, Genova 88%, Savona 87%)210. Per quanto riguarda poi il prezzo del Servizio Bancario di base, definito un profilo di utilizzo del prodotto di 54 operazioni (di cui 12 accrediti stipendio e pensione, 18 utenze domiciliate, 24 prelievi bancomat presso la stessa banca), il Servizio viene offerto alla clientela a un prezzo medio, esclusa l’imposta di bollo, di circa 3 euro al mese. I prezzi, poi, sono sensibilmente differenti, ma, a testimonianza dell’impegno delle banche ad agevolare la bancarizzazione della clientela, il 74% dei prodotti viene offerto al mercato a un prezzo mensile inferiore a 3,4 euro e il 16% viene offerto a un prezzo addirittura inferiore a 2 euro211. Ciò può essere illustrato come segue: 208 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009. In particolare, le province dove risultava maggiore il numero di sportelli bancari aderenti all’iniziativa erano Milano (con 1.941 sportelli), Roma (1.519) e Torino (954); questi dati sono a fronte anche dell’elevata concentrazione di banche nei tre capoluoghi. 210 Invece, i 1.941 sportelli aderenti all’iniziativa nella provincia di Milano e i 1.519 nella provincia di Roma corrispondono rispettivamente al 77% e al 75% delle filiali situate nelle due zone. Nella provincia di Torino, poi, i 924 sportelli aderenti all’iniziativa rappresentano l’81% degli sportelli bancari. 211 Fonte: elaborazioni delle condizioni economiche contenute nel sito www.pattichiari.it, “Servizio Bancario di base, 27 gennaio 2008. 209 201 Grafico 5.7 Distribuzione dei prodotti del Servizio Bancario di base per classe di prezzo mensile (gennaio 2008) 60% 58% 50% 40% Percentuale di 30% prodotti 4% 3% >6 euro 9% tra 4 e 6 euro tra 2 e 3,41 euro tra 3,41 e 4 euro 10% 9% tra 1 e 2 euro 0% 7% >1euro 10% tra 5 e 6 euro 20% Costo mensile del Servizio Bancario di Base Fonte: Elaborazione Consorzio PattiChiari Inoltre, è da sottolineare come il 20% dei prodotti del Servizio Bancario di Base presenti un numero illimitato di operazioni comprese nel canone, mentre il 67% offre alla clientela un numero di operazioni annuali comprese nel canone periodico uguale o superiore a 60 e quindi ampiamente in grado di soddisfare le esigenze primarie della clientela di nuova bancarizzazione212. Nello specifico poi, se si analizzano i contenuti di servizio dei singoli prodotti, emerge come il Servizio Bancario di Base rispecchi pienamente le tendenze in atto sul mercato del retail banking, orientate a favorire la diffusione di nuove modalità di interazione con la banca. Infatti, a gennaio 2008, il 79% dei prodotti del Servizio Bancario di Base offriva l’accesso ad Internet incluso nel canone periodico o, in alcuni casi, gratuitamente. È poi interessante osservare quali sono le caratteristiche dei sottoscrittori del Servizio bancario di base, ovvero i destinatari di tale offerta di inclusione finanziaria. Dai dati a disposizione emerge che il servizio è stato sottoscritto da circa 55 mila clienti, i quali presentano 212 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009. 202 appunto caratteristiche coerenti con il target per il quale il prodotto stesso è stato creato213. In particolare, il 22% dei sottoscrittori del Servizio Bancario di Base sono giovani tra i 18 e i 30 anni, dato che, se messo a confronto con il 15% dei possessori di un conto corrente, evidenzia l’efficacia del Servizio Bancario di Base come strumento di prima bancarizzazione. Negli ultimi anni, inoltre, è aumentato il numero di coloro che utilizzano il Servizio Bancario di Base tra gli over 60. Con riferimento poi alle professioni svolte dai detentori del Servizio, risulta che il 48% della clientela ha un lavoro indipendente, il 7% sia costituito da studenti e il 6% svolga attività di casalinga. È interessante, in particolare, osservare i cambiamenti avvenuti negli ultimi due anni: a fronte, infatti, di una diminuzione dell’utilizzo del Servizio Bancario di Base da parte dei lavoratori dipendenti, dei disoccupati, delle casalinghe e dei pensionati (le fasce dove è maggiore il mancato utilizzo di servizi finanziari), si è registrato un aumento del numero di sottoscrittori tra gli studenti e i lavoratori autonomi. Per quanto riguarda la distribuzione dei prodotti del Servizio Bancario di Base per area geografica, a gennaio 2008 risultava che il 50% di tali prodotti era stato sottoscritto nell’area dell’Italia meridionale e delle isole, mentre il 26% nell’Italia centrale, ovvero le aree, come sottolineato prima, maggiormente soggette al fenomeno dell’esclusione finanziaria. Infine, con riferimento alla nazionalità dei sottoscrittori, a gennaio 2008 risultava che il 15% dei prodotti era stato sottoscritto da cittadini extracomunitari, dei quali il 22% era rappresentato da cittadini rumeni, l’11% da albanesi e il 10% da marocchini. Negli ultimi due anni quindi (dal 2006 al 2008) si osserva una riduzione nella percentuale dei sottoscrittori albanesi (che erano pari al 14% nel 2006), a fronte della quale si è registrato un aumento di sottoscrittori rumeni (13% nel 2006). 213 Elaborazioni effettuate sui dati comunicati dalle 77 banche aderenti all’iniziativa “Servizio Bancario di Base” al 31 gennaio 2008 (Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009). 203 Si può quindi concludere che le banche, tramite il servizio del Sistema Bancario di Base, facilitano l’introduzione ai propri servizi di un’ingente fascia della popolazione che è caratterizzata da una forte barriera psicologica nei confronti dei prodotti finanziari, contrastando quindi il fenomeno dell’esclusione finanziaria. Attraverso il Servizio Bancario di Base si cerca così di creare le condizioni per realizzare una rilevante opportunità di integrazione sociale per milioni di persone esposte, a causa della detenzione e del trasporto di contante, a elevati rischi per la persona. La detenzione di contanti e l’assenza di un rapporto stabile con le banche facilita, tra le altre cose, anche lo sviluppo di circuiti impropri di intermediazione del credito, e pone quindi i cittadini esclusi finanziariamente di fronte alla facile minaccia del circuito illegale del credito (Sippelli, 2009). 5.5 L’inclusione finanziaria degli immigrati Come già emerso dai dati analizzati in precedenza, il target di clientela a cui le banche del campione rivolgono la maggior parte dei propri servizi e prodotti di microfinanza è costituito dai c.d. “cittadini immigrati, comunitari e extracomunitari”. Appare pertanto importante analizzare il fenomeno, che sta assumendo dimensioni sempre maggiori nel nostro paese e le cui potenziali conseguenze sono di varia natura e comunque molto significative. Innanzitutto occorre osservare come, a fine 2007, gli immigrati residenti in Italia avevano raggiunto la quota di 3,5 milioni, arrivando a costituire il 5,8% della popolazione e mostrando un continuo aumento in questo decennio214. A questo sviluppo si accompagna l’evoluzione del sistema bancario, che negli ultimi anni, come già anticipato, ha reagito 214 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 204 all’emergere di nuovi bisogni bancari e finanziari, provenienti appunto anche da questo segmento di popolazione. In questo contesto, in particolare, si fa riferimento a due indagini parallele e complementari, svolte entrambe nel periodo 2007-2008 da parte dell’ABI in collaborazione con il CeSPI, che si focalizzano rispettivamente una sul versante dell’offerta bancaria (ovvero sull’evoluzione della bancarizzazione dei migranti), e l’altra sulla domanda (ossia sui bisogni finanziari e assicurativi degli immigrati)215. Per la prima indagine (quella appunto relativa alla stima della bancarizzazione degli immigrati presenti in Italia) il numero dei conti correnti è stato adottato quale unità di analisi e indicatore di bancarizzazione degli immigrati. Con riferimento invece alla seconda indagine, basata sulle interviste agli immigrati, ai fini della sua realizzazione si è definita una metodologia piuttosto articolata, decidendo di individuare dei criteri utili a costruire campioni in grado di garantire una rappresentatività statistica che permettesse di generalizzare, con un certo livello di confidenza, i risultati dell’indagine, laddove il ricorso a campioni non probabilistici non consente tale inferenza216. 5.5.1 Evoluzione del livello di bancarizzazione dei migranti in Italia Ai fini della determinazione del livello di bancarizzazione degli stranieri residenti in Italia provenienti da paesi non industrializzati, è stato preso in considerazione un campione di 12 gruppi bancari che hanno 215 In particolare, la prima è consistita in una rilevazione presso la totalità delle banche commerciali associate all’ABI circa i numeri della presenza straniera nelle singole banche e su alcune caratteristiche della clientela migrante. La seconda, invece, è stata un’indagine campionaria effettuata tramite un questionario approfondito (oltre 70 domande, che hanno richiesto in media oltre un’ora di tempo a intervista) somministrato a 1374 migranti, bancarizzati e non, appartenenti a dieci diverse nazionalità e presenti in cinque aree urbane italiane. 216 Per una descrizione più dettagliata della metodologia d’analisi adottata nella determinazione delle aree d’indagine e degli aspetti tecnico-metodologici ed operativi relativi al campionamento si rimanda al tecnical background paper della ricerca cfr. Estruch Puertas (2008), disponibile sul sito del CeSPI. 205 partecipato alle rilevazioni del 2005 e del 2007, rappresentando rispettivamente il 43,2 e il 45,2 del totale degli sportelli italiani. Dai dati ottenuti emerge innanzitutto un aumento consistente del numero di migranti possessori di un conto corrente presso banche italiane, che passano da 1.057.641 a 1.409.999, con un aumento percentuale del 33,3%217. Quindi, a fronte di un contemporaneo incremento della popolazione straniera adulta proveniente da paesi non industrializzati e residente in Italia, che dal gennaio 2005 a gennaio 2007 è passata da 1.752.694 a 2.119.188, il tasso di bancarizzazione stimato è passato dal 60% al 67%, con un aumento di sette punti percentuali in due anni. Tale risultato può essere letto da vari punti di vista. Innanzitutto, ad una prima lettura si può considerare l’aumento della bancarizzazione dal punto di vista dell’evoluzione della domanda. In questo senso, il dato si collega all’anzianità migratoria che comporterebbe un maggior livello di integrazione, a sua volta collegabile alla propensione e alla capacità dei migranti di entrare in rapporto con i servizi bancari218. Si può poi ipotizzare che tutto ciò si accompagni a un’evoluzione dell’offerta bancaria, che denoterebbe una aumento di interesse per la crescita del segmento di clientela rappresentato dai lavoratori stranieri. In secondo luogo, può essere utile anche analizzare quale è l’incidenza percentuale delle principali nazionalità sul totale della clientela presso i gruppi oggetto del campione: in tale senso, si notano alcune variazioni che vedono alcuni gruppi perdere di importanza a fronte di un incremento notevole che riguarda principalmente la comunità rumena (alla quale corrisponde quasi l’11% del totale dei conti corrente intestati a cittadini stranieri) (Mazzali, 2009). Fra i gruppi invece che diminuiscono in termini di quota, il decremento più significativo è quello della comunità marocchina (che era la più rilevante nel 2005, con il 10,7%), il cui numero di conti corrente è passato nel 2007 all’8,1% del totale. Fra gli aumenti di 217 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 218 Ciò si collega direttamente al risultato dell’altra indagine complementare, quella realizzata tra i migranti in Italia, i cui risultati verranno esposti successivamente. 206 quota più consistenti in termini relativi si segnalano gli immigrati dall’Ecuador (che incrementano del 70% la propria quota percentuale), mentre una diminuzione rilevante riguarda la proporzione relativa ai migranti senegalesi, la cui quota si è più che dimezzata nel periodo 20052007219. Inoltre, analizzando anche l’utilizzo di altri prodotti bancari da parte della clientela straniera, emerge come, oltre al conto corrente, i prodotti sui quali si incentra principalmente il rapporto fra banca e migrante sono quelli individuabili, da una parte, nei servizi di trasferimento delle rimesse verso i paesi di origine220 e, dall’altra, nei servizi di credito, che comprendono sia il credito al consumo che l’accensione di mutui per la casa. Tale dato è significativo sotto vari aspetti. Innanzitutto, la compresenza, tra i prodotti di punta per gli stranieri, sia di servizi tipicamente collegati ai bisogni dei lavoratori all’estero sia di servizi che invece accomunano il cliente straniero alla media nazionale, dà indicazioni su come l’evoluzione del rapporto migrante - banca si configuri come componente base del processo di integrazione e stabilizzazione economica e sociale nel paese di accoglienza che, tuttavia, necessita di attenzioni particolari dal lato dell’offerta che tengano conto della natura del segmento di utenza. 219 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 220 Per quanto riguarda i dati sulle rimesse nel contesto italiano, si può osservare come, nel 2006, le rimesse spedite dai migranti presenti in Italia verso i paesi di origine avessero raggiunto la soglia dei 4,5 milioni di euro. In particolare, dall’analisi delle risposte all’indagine condotta dall’ABI emerge che circa il 78% degli intervistati invia denaro nel paese di provenienza, e per quanto riguarda le risposte sull’ammontare medio di denaro inviato ogni volta, più del 52% dei migranti intervistati ha indicato operazioni per un importo compreso tra i 101 e i 300 euro, e, nello specifico, il 28,1% ha dichiarato di inviare tra i 101 e 200 euro. Inoltre, con riferimento alla frequenza dell’invio, la gran parte del campione compie almeno una rimessa al mese (il 33% una volta al mese e il 7% più di una volta) e il 26% del totale invia denaro almeno una volta ogni 2-3 mesi. Queste cifre mostrano dunque come il trasferimento al paese di origine di parte del proprio risparmio sia estremamente frequente e diffuso e rappresenti un’esigenza primaria per i migranti (Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009). 207 Al contempo, la valutazione mediamente bassa del livello di utilizzo di prodotti di risparmio richiama due possibili determinanti. Da un lato, una minore dimestichezza con prodotti la cui comprensione presuppone una certa conoscenza dei meccanismi e delle regole di funzionamento del paese ospitante, nonché di capacità linguistiche più avanzate; dall’altro, la relativa minore disponibilità di risparmi. Quest’ultimo fattore può essere a sua volta ricondotto sia al probabile minor reddito medio disponibile da parte dei correntisti migranti, sia, per alcune nazionalità, alla possibile concorrenza di forma di impiego del risparmio nel paese di origine, o, ancora, alla riduzione che subisce il risparmio personale per effetto della quota che viene inviata alle famiglie in madrepatria (Mazzali, 2009). Per quanto riguarda poi nello specifico i servizi di microfinanza, il 60% delle banche del campione (corrispondente al 60% degli sportelli italiani) ha segnalato di comprendere, nel quadro dei propri prodotti, servizi specifici di microfinanza e/o microcredito per i lavoratori stranieri residenti in Italia. In particolare, i dati forniti dal campione indicano come il 45,3% degli sportelli italiani totali proponga prodotti di entrambe le tipologie. A questi si aggiunge un ulteriore 11,5% che fornisce esclusivamente servizi microfinanziari specifici e un 3,1% che offre invece solo prodotti di microcredito o con un target che comprende anche i lavoratori stranieri. Il restante 40% di banche facenti parte del campione, corrispondente al solo 8% del totale degli sportelli bancari italiani, non fornisce servizi specifici di questo tipo. Nello specifico, per quanto riguarda il tipo di servizi indicati tra quelli classificabili come servizi di microfinanza, nella quasi totalità dei casi, oltre a conti corrente a costi agevolati ed espressamente destinati al target della clientela immigrata, i rispondenti offrono servizi di trasferimento di rimesse a costi fissi e concorrenziali rispetto ad altre modalità di invio221. 221 In un caso si segnala anche la previsione della possibilità di usufruire di carte di prelievo gemellate da utilizzarsi in Italia e nel paese di origine da parte della famiglia (Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009). 208 Inoltre, nei pacchetti dei servizi offerti compaiono casi significativi di offerta di servizi assicurativi, prodotti di risparmio, carte di credito e di debito revolving e ricaricabili e, in alcuni casi, specifici prodotti di credito immobiliare. Come già sottolineato, è rilevante anche il numero di banche che offrono prodotti di microcredito. In particolare, si tratta di prestiti personali, di forme di credito al consumo o di finanziamento di attività imprenditoriali con spese contenute e con durata minima oscillante tra i 12 e i 36 mesi e durata massima che varia da 36 a 120 mesi. Per quanto riguarda, infine, i punti di vista delle banche del campione circa le prospettive di sviluppo del migrant banking in Italia, dalle indicazioni raccolte emerge innanzitutto che la nazionalità maggiormente citata è quella rumena, seguita da quella albanese e in terza istanza da cinesi e marocchini. Tuttavia, solo poche banche hanno dato indicazioni circa le ragioni dell’interesse, e tali indicazioni si accentrano attorno a motivazioni collegate in primo luogo a considerazioni di ordine demografico, per le quali l’attenzione è rivolta appunto alle comunità maggiormente rappresentate a livello nazionale o locale. In secondo luogo, emergono valutazioni legate alle aspettative circa l’evoluzione dei processi migratori, ovvero che si allacciano a previsioni sull’accelerazione della crescita dei flussi anche per effetto della conclusione di accordi bilaterali con i paesi di origine, o alla tendenza di alcune comunità nazionali e una maggiore stabilizzazione in Italia (Mazzali, 2009). Un altro quesito poi posto alle banche è volto a individuare gli elementi principali della strategia adottata dalle banche per il miglioramento del rapporto con la clientela immigrata. In particolare, i rappresentanti delle banche del campione si sono espressi sull’efficacia di una serie di possibili iniziative sul lato dell’offerta, sia relativamente alla situazione attuale, sia considerandole in prospettiva strategica a brevemedio termine. La sensazione comunque più diffusa è quella che prevalga una visione strategica imperniata sull’integrazione dei migranti e sulla 209 conseguente assimilazione degli stessi alla clientela standard piuttosto che un impegno specifico delle banche per l’aggressione di un determinato segmento di mercato. Significativamente minoritarie sono le indicazioni invece di una tendenza a considerare la relazione con il migrante quale possibile stimolo all’intensificazione dell’internazionalizzazione del sistema bancario. 5.5.2 Caratteristiche del rapporto tra banca e immigrati in Italia Come anticipato, la seconda indagine condotta dall’ABI si è soffermata sul lato della domanda dei servizi bancari da parte degli immigrati. Innanzitutto, a livello generale, si può osservare come il rapporto banca-immigrati, in Italia, abbia attraversato diverse fasi di evoluzione: infatti, a un rapporto iniziale in cui il sistema bancario ha prevalentemente “subito” la bancarizzazione degli immigrati (Frigeri, 2009), ha fatto seguito una fase di forte vivacità delle strategie cosiddette di “welcome banking”, in un atteggiamento marcatamente proattivo degli intermediari bancari nei confronti di questo particolare target di clientela. Parallelamente, il processo di immigrazione è proseguito con nuovi e consistenti afflussi e il processo di integrazione ha continuato il proprio ciclo evolutivo. Si tratta quindi di un processo di “maturazione”, che procede di pari passo con quello di integrazione. Il questionario proposto dall’ABI presentava quindi una serie di domande che cercavano di approfondire i diversi aspetti che contribuiscono a determinare la percezione che i migranti hanno delle banche e quelli percepiti come determinanti all’interno del rapporto con queste ultime. In particolare, ciò che emerge dalla lettura dei dati ottenuti è 210 una figura abbastanza chiara della banca, che viene percepita dai migranti essenzialmente come222: a) un luogo scelto per il deposito dei propri risparmi, per il senso di sicurezza che infonde (funzione di deposito); b) un luogo attraverso il quale avere accesso al credito (funzione di credito). Queste due sono quindi le principali funzioni della banca nella percezione degli immigrati intervistati. Appare significativa (39% del campione) anche la percezione del rapporto delle banche come scelta obbligata per poter vivere e lavorare in Italia, indice di un rapporto maggiormente subito e certamente più passivo. Molto inferiore, invece, è la percentuale di coloro che percepiscono la banca come punto di riferimento per le proprie esigenze finanziarie (21%), percentuale che scende al 6% per coloro che hanno attribuito un valore massimo a questa funzione. Per quanto concerne invece il canale di accesso attraverso il quale gli immigrati sono giunti alla banca, dai dati raccolti emerge come il passaparola legato alla convenienza delle condizioni e alla qualità dei servizi risulta essere il principale canale di accesso ai servizi bancari (58%)223, a cui va sommato un 13% attribuito al ruolo assunto dalle Associazioni di connazionali e un 5% di rispondenti per i quali la banca era già conosciuta nel paese di origine. Tali dati vanno letti attentamente in quanto costituiscono un importante indicatore a conferma del ruolo che le reti informali hanno per gli immigrati nel passaggio di informazioni. Inoltre, la pubblicità, vista o letta attraverso i mass-media, rappresenta un canale 222 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 223 Il dato si riferisce al totale dei rispondenti (che rispetto a questa domanda corrisponde al 97% del totale dei titolari di un conto corrente) e, trattandosi di risposte multiple, la percentuale esprime il peso della preferenza sul totale dei rispondenti e non sul totale delle risposte (la sommatoria delle percentuali non dà quindi 100). Il dato deve essere perciò letto come peso relativo di ciascun canale. 211 di accesso solo per il 13% dei titolari di un conto corrente, mentre la notorietà della banca, ovvero la sua conoscenza quale principale operatore sul territorio nazionale, costituisce un fonte di accesso per il 16% dei rispondenti. Infine, il datore di lavoro, in quanto richiedente di un conto corrente e proponente della banca di riferimento, ha rappresentato un canale di intermediazione verso la clientela immigrata per il 12% dei casi, mentre un’offerta di marketing specifica rivolta a clienti immigrati e veicolata attraverso i canali ordinari è stata determinante solo per il 7% dei correntisti. Appare poi particolarmente significativa l’analisi delle motivazioni sottostanti l’apertura di un conto corrente in Italia con riguardo alle diverse nazionalità. I risultati di tale analisi possono essere riportati nella seguente tabella: Tab. 5.1 Motivazioni sottostanti all’apertura di un conto corrente in Italia per nazionalità (percentuali sul totale rispondenti – risposte multiple) Media Pagam 53,24 ento Alba Roma Bangl Ecuad nia nia adesh or 52,0 58,44 21,62 47,69 Egitto 62,96 Maroc Sene Gha Filippi Cin co gal na ne a 60,44 74,42 59,5 37,84 4,7 5 7 6 stipend io Sicurez 40,47 za Rispar 54,55 56,76 43,08 19,75 28,57 25,58 5 38,85 mio Credito 47,9 30,1 20,5 42,86 40,54 46,15 51,85 41,76 37,21 14,21 tà Rimess e 10,9 21,2 29,87 27,03 43,08 35,80 27,47 32,56 14,8 35,14 10,81 16,92 11,11 7,69 16,28 4,26 13,51 12,3 3 28, 57 16,22 6 9,17 14, 29 9 25,97 33, 33 8 5 Comodi 56,76 4 4 29,68 34,0 7,1 4 7,79 0,00 13,85 8,64 8,79 9,30 6,38 18,92 9,5 2 212 Aument 3,06 6,85 3,90 2,70 1,54 2,47 4,40 2,33 2,13 0,00 o del 2,3 8 reddito Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. I dati ottenuti confermano il ruolo del lavoro quale strumento principale di bancarizzazione per quasi tutte le nazionalità, ad eccezione ad esempio del Bangladesh e della Cina, con punte molto significative invece ad esempio per la comunità senegalese. Trova ovunque conferma l’immagine della banca così come emerge dal campione considerato, dove l’elemento sicurezza appare particolarmente significativo per quasi il 60% dei bangladesi e dei filippini, mentre assume un valore minore rispetto agli egiziani. Inoltre, è da sottolineare come il ruolo della banca quale intermediario e canale di invio del proprio risparmio nel paese d’origine è più forte nelle comunità filippine ed ecuadoriane, queste ultime particolarmente sensibili anche alla funzione creditizia della banca. L’ultimo elemento indagato, poi, fornisce informazioni utili circa quelli che, all’interno del rapporto con le banche, sono considerati come “fattori determinanti” (Frigeri, 2009). In particolare, la domanda 63 del questionario proposto (alla quale ha risposto il 93% dei titolari di un conto corrente) chiedeva di indicare per ciascun fattore suggerito quanto questo fosse determinante (se molto o poco) all’interno del rapporto con la propria banca. Nel grafico seguente può essere rappresentato un quadro di sintesi delle percentuali dei rispondenti che hanno indicato come molto importanti le diverse opzioni: 213 Grafico 5.8 Fattori determinanti nel rapporto con le banche (molto). Percentuale sui rispondenti Prodotti dedicati Informazioni in lingua Mediatori culturali Dipendenti stranieri Fattori religiosi Consulenza Condizioni economiche Vicinanza lavoro Orari flessibili Flessibilità condizioni Accoglienza Vicinanza casa 80 78,1 70 67,7 62,7 61 60 57,3 53,2 50,3 50 44,4 40 30,7 26,4 26,5 30 20 13,5 10 0 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. Da tali dati emerge come i fattori legati all’accessibilità e alla prossimità della banca, come la vicinanza al luogo di lavoro o all’abitazione nonché la flessibilità degli orari, rappresentino i fattori maggiormente determinanti nel rapporto tra banca e migrante. Ma il grafico mette in evidenza come anche fattori più strettamente connessi alla relazione, quali l’accoglienza o la capacità della banca di fornire un’adeguata consulenza, rappresentino componenti importanti per molti immigrati. Una terza categoria di fattori, poi, concerne le condizioni applicate, sia in termini di condizioni economiche che in termini di capacità dei prodotti di adeguarsi in modo flessibile alle esigenze, alle peculiarità e ai bisogni della clientela. L’offerta di prodotti specifici dedicati alla clientela immigrata può costituire un fattore importante nell’offerta, ma solo per meno della metà dei correntisti (44,4%). Appaiono invece di minore importanza i fattori più di carattere strettamente culturale, quali la presenza di informazioni in lingua (30,7%), di mediatori culturali (26,4%), di dipendenti stranieri con i quali relazionarsi (26,5%) e la necessità di un’attenzione particolare ai fattori religiosi (13,5%)224. 224 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 214 È interessante poi in particolare soffermare l’attenzione sull’accesso al credito da parte degli immigrati, in quanto esso costituisce un fattore rilevante all’interno del processo di integrazione nonché, come già evidenziato, una delle funzioni principali riconosciute all’interno del rapporto con il sistema bancario. Innanzitutto, si può sottolineare come diverse possono essere le modalità di accesso al credito a cui gli immigrati, proprio a causa della loro maggiore vulnerabilità, ricorrono per affrontare le spese future e quelle impreviste (Frigeri, 2009). Tali strategie tendono a variare nel tempo a seconda delle diverse fasi di integrazione e in funzione del tessuto sociale/comunitario e culturale in cui gli immigrati sono inseriti. L’indagine svolta dall’ABI, al fine di avere a disposizione un quadro il più possibile approfondito e aderente alla realtà, ha rilevato i canali di accesso al credito in due momenti diversi e con due finalità distinte, come può mostrare il grafico sottostante: Grafico 5.9 Principali canali di accesso al credito 16,9 Amici e parenti 64 Canali finanziamenti in corso 79,2 Banche 35,4 Canali denaro a prestito 36,8 Società finanziarie 12,6 0 20 40 60 80 100 % migranti Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. Innanzitutto, infatti, si è cercato di individuare quali fossero i principali canali a cui l’immigrato ricorre per ottenere denaro a prestito in caso di bisogno, al fine di far emergere una fotografia delle reti formali e informali di riferimento (nel grafico sopra riportato questa tipologia è considerata sotto la voce “canali denaro a prestito”). In particolare, il 56% dei rispondenti al questionario ha dichiarato di non ritenere necessario 215 ricorrere a nessuna forma di credito, neppure alla rete informale di amici e parenti che rappresenta invece la fonte principale a cui rivolgersi per coloro che hanno bisogno di accedere a una qualche forma di prestito (sia da parte di connazionali che tramite reti di solidarietà italiane). Rispetto ai canali delle reti informali di finanziamento la frequenza è infatti superiore al 60%225. Le banche, invece, rappresentano un secondo livello di accesso alle preferenze, in quanto solo il 35% dei rispondenti le considera fra le opzioni preferite in caso di bisogno, mentre le società finanziarie rimangono a un livello marginale (13%). In secondo luogo, poi, l’indagine si è concentrata su coloro che, al momento dell’intervista, avevano un finanziamento in corso, ovvero il 23% del campione complessivo, e fra questi circa il 10% aveva sottoscritto, al momento in cui è stata effettuata l’intervista, più di un contratto di finanziamento. In particolare, in questa fattispecie la situazione appare capovolgersi: le banche infatti costituiscono un interlocutore privilegiato, concentrando al tempo stesso l’80% dei finanziamenti, il 91% dei mutui e il 40% dei prestiti personali sottoscritti. Risulta inoltre più consistente anche il ruolo delle società finanziarie, anche se legate a tipologie di credito più a breve termine, che risultano titolari del 37% dei finanziamenti in corso (corrispondenti nel dettaglio al 43% degli acquisti rateali e al 34% dei prestiti personali). Infine, il 33% dei rispondenti risulta essersi rivolto direttamente al negoziante per effettuare un acquisto a rate. È poi interessante indagare le motivazioni alla base della richiesta di finanziamento, al fine di interpretare i diversi bisogni sottostanti la domanda stessa. I risultati di tale quesito possono essere così rappresentati: 225 Trattandosi di risposte multiple la somma delle percentuali non corrisponde al 100%. 216 Grafico 5.10 Motivazioni sottostanti al ricorso al finanziamento (percentuale sul totale finanziamenti in corso) Acquisto casa in Italia Acquisto casa paese di origine Acquisto auto/moto Acquisto mobilio Acquisti elettrodomestici Spese mediche Spese impreviste Avvio di un'attività Sostentamento 29,1 9,0 24,1 7,5 6,7 2,7 19,2 5,6 4,2 0 5 10 15 20 25 30 35 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. Da tali risultati (le cui percentuali fanno riferimento ai finanziamenti in corso) emerge come l’acquisto della casa in Italia (29,1% dei finanziamenti) e quello dell’auto o della moto (24,1%), entrambi intrinsecamente legati al processo di integrazione nel paese, rappresentino le due motivazioni principali per le quali gli immigrati fanno ricorso al credito (complessivamente infatti corrispondono a oltre la metà dei finanziamenti in corso). Si tratta in particolare di due tipologie di investimenti durevoli e di entità consistente, tali da rendere più difficile il ricorso alle reti informali. È da mettere in evidenza poi anche la percentuale di richieste di finanziamento finalizzate all’avvio di un’attività (5,6%), la cui particolare destinazione richiede alcune specificità nell’offerta del prodotto creditizio e, in generale, nel rapporto con il cliente. Non è da trascurare neppure la quota di prestiti destinati all’acquisto della casa nel paese di origine (pari al 9% dei finanziamenti in corso), indicativo del fatto che anche la strategia di accesso al credito degli immigrati risponde a una più ampia strategia di investimento su più livelli, in particolare uno legato al processo di integrazione nel paese di destinazione e un altro al rapporto con il proprio paese di origine e al processo migratorio appartenente al singolo e alla sua famiglia di origine. Una riflessione a parte, invece, deve essere fatta con riferimento alle 217 categorie che vanno sotto la dicitura “spese impreviste” (pari al 19,2% dei prestiti) e “sostentamento”226 (pari al 4,2% dei prestiti). Entrambe le categorie infatti risultano significative in quanto mettono in evidenza da un lato una certa fragilità della condizione patrimoniale degli immigrati, e dall’altro l’attribuzione al credito di una funzione assicurativa proprio perché impossibilitato a realizzare una qualche forma di prevenzione nei confronti di spese impreviste (Frigeri, 2009). Nello specifico, la categoria “sostentamento” sembra mettere in luce una difficoltà strutturale, e di conseguenza un livello di indebitamento, che potrebbe essere superiore alle capacità reddituali stesse della famiglia. Infine, sempre con riferimento alla tematica dell’accesso al credito da parte degli immigrati, può essere utile completare il quadro indagando le principali cause o motivazioni per cui una parte del campione oggetto dell’indagine non ha avuto accesso a un prodotto di finanziamento. Si tratta fondamentalmente di motivazioni di carattere soggettivo, che possono essere così rappresentate: Grafico 5.11 Cause di mancato accesso al credito (percentuali su coloro che non hanno sottoscritto prodotti di finanziamento) Non ne ho bisogno 54,3 Ho in progetto di chiederlo 11,3 è troppo costoso 14,6 Non so come fare 4,8 Non ci ho mai pensato 6,4 Non conosco 1,7 L'ho chiesto ma non ottenuto 7,4 0 10 20 30 40 50 60 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 226 In particolare, la voce “sostentamento” comprende spese legate al sostentamento della famiglia come il pagamento dell’affitto o altre necessità finanziarie ordinarie (Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009). 218 Occorre precisare innanzitutto che la categoria “Non ne ho bisogno” (pari al 54,3%) include sia coloro che non hanno bisogno di un finanziamento rispetto al proprio progetto di vita e di investimento, sia coloro che non lo ritengono sostenibile o lo rifiutano sulla base di fattori culturali o religiosi. In particolare, nei confronti di questa categoria motivazionale le politiche di offerta delle banche non possono fare molto, possono al limite tentare di far emergere possibili bisogni, cercare di vincere un’eventuale diffidenza sottostante o valutare gli aspetti legati a una particolare sensibilità religiosa. I dati mostrano però anche che vi è una percentuale significativa di soggetti, che costituisce quasi un terzo di coloro che non hanno accesso al credito, che rappresenta un bacino di utenza potenziale che attende di accedervi (ha in progetto di farlo, o non sa come fare) o che avrebbe le possibilità di accedervi se le condizioni fossero più economiche o, ancora, non appena le entrate glielo permetteranno (categoria “è troppo costoso”, pari al 14,6%). Con particolare attenzione poi a quel 7,4% che ha fatto richiesta di un finanziamento ma gli è stata rifiutata, emerge che per il 48% la causa è stata la mancanza o l’insufficienza di garanzie, per il 31% un reddito insufficiente per garantirne la sostenibilità, mentre il 29% ha avuto problemi con la documentazione richiesta per la concessione del finanziamento (la quale risultava insufficiente o non valida). Infine, un restante 12% non è stato in grado di fornire una motivazione in quanto non ha ricevuto una spiegazione del rifiuto da parte della propria banca227. Sempre nell’ambito del questionario ABI, poi, si è cercato di analizzare il fenomeno del ricorso a prodotti di accumulo del risparmio da parte della clientela immigrata. Innanzitutto è importante sottolineare come il tema del risparmio associato a soggetti caratterizzati da bassi redditi (definiti “low income” dalla letteratura), di cui gli immigrati sicuramente fanno parte, ha acquisito una crescente attenzione a livello internazionale. I soggetti con bassi livelli di reddito, infatti, oltre a possedere una capacità 227 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 219 di risparmio molto contenuta e caratterizzata da un’elevata incertezza e variabilità, sono spesso impossibilitati ad avere accesso ai canali formali di accumulo del risparmio. Inoltre, a causa proprio della scarsa consistenza dei risparmi accumulati e della maggiore vulnerabilità di tali strati di popolazione rispetto a eventi accidentali, le somme risparmiate da queste categorie di soggetti sono molto fragili, in quanto possono essere intaccate anche in modo definitivo ogni qual volta si verifichi un piccolo imprevisto o venga temporaneamente a mancare una fonte di reddito (Frigeri, 2009). Quindi, tale categoria di soggetti, di cui gli immigrati rappresentano una parte consistente, è alla ricerca di meccanismi in grado di garantire sicurezza e accessibilità del risparmio (Wright, 2003). Dai risultati dell’indagine, in particolare, emerge come, a differenza di quanto comunemente ritenuto, vi sia una crescente domanda di prodotti di risparmio che siano in grado da un lato di garantire un certo livello di liquidità, ma che dall’altro prevedano anche meccanismi di accumulo a lungo termine, in grado di proteggere il risparmio dal verificarsi di eventi accidentali in grado di azzerare il patrimonio accumulato228. La sfida quindi è quella della ricerca di un equilibrio tra accessibilità, sicurezza, liquidità, stabilità e remunerazione, sfida che pone in naturale conflitto le esigenze dei richiedenti con quelle delle istituzioni finanziarie. Nello specifico, quindi, alla domanda se ha sottoscritto un fondo di accumulo di risparmio ha risposto l’87% del campione dell’intervista, mostrando un livello di conoscenza e di utilizzo di questi prodotti molto basso. Infatti, solo il 7% del campione ha sottoscritto un fondo di accumulo (fondi pensione nella maggior parte dei casi e altri strumenti di accumulo rateale), mentre il 17% non lo ritiene conveniente e il 6% ha dichiarato di non avere fiducia in questi prodotti. Il 70% del campione ha invece 228 Infatti, un evento accidentale può avere un impatto di breve periodo sul reddito di una famiglia o di un individuo, se di modesta entità, ma può anche minare definitivamente le capacità di reddito e distruggere il patrimonio familiare se di intensità superiore (si pensi a una calamità naturale o a una malattia grave, fino all’invalidità o alla morte dell’individuo che rappresenta la principale fonte di reddito). (Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009). 220 dichiarato addirittura di non conoscere questa tipologia di prodotti229. Approfondendo questi dati, è poi emerso come i filippini e i ghanesi rappresentino le due comunità con un livello di confidenza maggiore rispetto a questi tipi di prodotti: in entrambe le nazionalità, infatti, il 10% utilizza fondi pensione, mentre solo il 60% dei filippini dichiara di non conoscere questi strumenti. La convenienza/comodità assume invece maggiore rilevanza rispetto alla media per i filippini (30%), che si confermano la nazionalità più vivace rispetto a questa tipologia di prodotti, ma la percentuale è superiore al 20% anche per albanesi, egiziani e rumeni. Gli strumenti di accumulo rateale sono invece più diffusi tra gli ecuadoriani e i rumeni. Facendo poi un’analisi sul genere, è risultato che, a fronte di un livello di informazione sostanzialmente uguale, gli uomini mostrano un significativo maggiore utilizzo dei fondi pensione (6,8%) rispetto alle donne (2,6%), mentre, viceversa, queste ultime sono caratterizzate da una maggiore diffusione delle forme di accumulo rateale del risparmio (2,39% per le donne, 1,63% per gli uomini). A livello territoriale, poi, il nord Italia (in particolare le città di Milano e Brescia) è caratterizzato da un maggior livello di utilizzo e familiarità con questi prodotti, ma anche da una fiducia minore (a Milano infatti la percentuale di immigrati che non si fidano di questi prodotti è del 10%). Inoltre, i risultati dell’indagine hanno mostrato che al crescere della permanenza in Italia si registrano maggiori livelli di conoscenza dei prodotti di accumulo del risparmio e inoltre appare maggiore la sensibilità verso i criteri di comodità/convenienza. Infine può essere utile tentare di fare alcune considerazioni circa la possibilità o meno di un ampliamento futuro del rapporto tra le banche e la clientela immigrata. In particolare, l’analisi della caratteristiche principali del rapporto banca-immigrato insieme a quella relativa alle principali linee 229 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 221 di evoluzione del processo di evoluzione possono consentire di evidenziare ulteriori possibili sviluppi del rapporto banca-immigrati. Innanzitutto, con riferimento alle motivazioni della non bancarizzazione, le risposte ottenute evidenziano appunto come le ragioni del mancato ingresso in banca siano fondamentalmente connesse alle condizioni tipiche dello status di immigrato, legate alla precarietà e alla vulnerabilità soprattutto economica, mentre appaiono meno significative le motivazioni legate alle difficoltà di accesso o di rapporto con la banca. Il dato sembra quindi mostrare che chi poteva essere bancarizzato, a esclusione di questa piccola fascia di clientela appena vista, sia già stato “catturato” dal sistema bancario (Frigeri, 2009). Infatti, oltre il 70% dei non bancarizzati non è in possesso dei requisiti di reddito o non li percepisce come adeguati per l’apertura di un conto corrente o non sembra interessato ad aprirne uno. Anche tale dato però può essere ulteriormente approfondito. Infatti, tra coloro che hanno dichiarato un reddito insufficiente (di cui effettivamente quasi la metà mostra un risparmio medio inferiore ai 50 euro mensili), il 70% vive da meno di cinque anni in Italia (41% nella fascia compresa tra 1 e 5 anni), e in maggioranza si tratta di uomini (60%, come la media del campione), di nazionalità rumena (24% del sottocampione), marocchina (20%) o del Bangladesh (11%). Inoltre, il 71% vive in affitto e possiede un lavoro fisso nel 51% dei casi (il 34% è invece costituito da disoccupati, casalinghe e studenti, mentre per la parte residua si tratta di lavoratori a tempo determinato)230. Per quanto concerne poi coloro che hanno dichiarato di non essere interessati ad aprire un conto corrente, emerge che per il 45% risiedono in Italia da più di 5 anni, per il 57% sono donne, per un terzo (33%) si collocano nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, vivono nella maggiorparte dei casi in affitto (78%) e il 56% di essi ha un lavoro stabile (solo l’11% sono disoccupati, il 14% casalinghe e l’8% studenti). 230 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. 222 Si tratta quindi di profili che, analizzati più dettagliatamente, mostrano comunque potenzialità non trascurabili in termini di reddito e di integrazione e quindi anche di utilizzazione dei servizi bancari. Quindi, per completare l’analisi di coloro che hanno dichiarato di non essere titolari di un conto corrente, si può analizzare la disponibilità degli stessi rispetto alla possibilità di aprirne uno entro un anno: Tab. 5.2 Disponibilità ad aprire un conto corrente entro l’anno Su totale rispondenti Sì 29% No 24% Più avanti nel tempo 18% Non so 29% Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. I dati in tabella mostrano come quasi la metà dei non bancarizzati abbia dichiarato l’intenzione di aprire un conto corrente entro un anno e solo un quinto si sia dichiarato contrario. Quindi, esiste una disponibilità, per quasi un terzo immediata, che deve solo essere intercettata o attendere migliori condizioni di stabilità. Inoltre, la presenza di potenzialità importanti per le banche rispetto all’utilizzo dei servizi finanziari e in particolare anche di quelli maggiormente evoluti è stata ulteriormente confermata dalle risposte alla domanda 75, con la quale è stato chiesto agli intervistati di indicare quanto, secondo la loro percezione, una serie di fattori specifici all’interno del rapporto con le banche cambierà nei prossimi 5 anni: 223 Grafico 5.12 Fattori che cambieranno nei prossimi 5 anni nel rapporto banca – immigrato (molto) Maggiore frequenza utilizzo servizi 53,8 Utilizzo maggiore numero di servizi 50,5 Utilizzo prodotti assicurativi 30,0 Accompagnamento attività all'estero 30,9 Maggiore accesso al credito 57,8 Acquisto e gestione titoli 11,7 Migliore relazione con il personale 46,8 0 10 20 30 40 50 60 70 Fonte: Banche e nuovi italiani: i comportamenti finanziari degli immigrati, Bancaria Editrice, Roma, 2009. In particolare, da come è emerso, l’accesso al credito, un maggior numero di servizi utilizzati e una maggiore frequenza nel loro utilizzo sembrano essere i drivers principali nell’evoluzione del rapporto con la banca nelle aspettative degli immigrati. Ma anche alcuni fatti nuovi e non trascurabili assumono rilevanza, come l’accompagnamento nell’avvio e nella gestione di attività all’estero e il ricorso a prodotti assicurativi che riguarderanno una quota non irrilevante di immigrati e costituiranno nuovi campi in cui misurarsi anche per le banche, attraverso sinergie con partner oltreoceano e con il sistema assicurativo. In conclusione, dunque, sembra emergere una sfida importante per le banche nel cercare di modificare la propria percezione all’interno della clientela immigrata. Infatti, da un sistema quale fornitore di prodotti e servizi di base e di credito, legato principalmente a una stabilità dei flussi reddituali, le banche dovranno essere in grado di evolvere verso un sistema in grado di offrire opportunità reali per accelerare il processo di inclusione economico – finanziaria di questi cittadini. Il passaggio dal c.d. “welcome banking” a un profilo di cliente più maturo apre quindi uno spazio molto ampio, ancora parzialmente inesplorato dalle banche italiane (Frigeri, 2009). 224 CONCLUSIONI Rispetto all’obiettivo dichiarato di questa trattazione (illustrato nell’introduzione) di analisi della diffusione e delle modalità operative del microcredito in Italia, nonché degli strumenti di inclusione finanziaria offerti dalle banche, si può osservare quanto segue. Innanzitutto, nonostante lo scenario di crisi in cui versa l’economia mondiale e quindi anche quella italiana, il settore del microcredito (e, più in generale, della microfinanza) sembrerebbe essere in piena fase di crescita ed espansione. Diversi studi hanno infatti dimostrato come tale settore sia anticiclico (Malanchini, 2009), ovvero cresca soprattutto nei periodi di crisi. Ciò sarebbe accaduto anche in Asia durante gli anni della recessione giapponese, così come anche in Messico dopo lo scoppio della bolla finanziaria della new economy. Questo ovviamente non significa che il settore sia immune alla crisi, in quanto la restrizione del credito riduce inevitabilmente gli investimenti privati231 (soprattutto di grandi società che hanno investito nella microfinanza, le quali si trovano a fare i conti con problemi di liquidità); ma d’altra parte vi è proprio da osservare come, per il momento, la quota di fondi privati risulti ancora minoritaria rispetto a quelli pubblici nel contesto internazionale. A prescindere dalla situazione economica negativa, comunque, è importante sottolineare come l’Europa in generale stia attraversando una fase di cambiamenti profondi: sta avendo luogo in particolare un processo di deindustrializzazione e il lavoro dipendente sta diventando sempre più precario, mentre al contempo le nuove tecnologie facilitano la nascita di piccole unità di produzione, di lavori leggeri. Questa sembrerebbe essere dunque una situazione ideale per lo sviluppo del microcredito (Novak, 2009). 231 Come quelli di Morgan Stanley, Abn Amro o del fondo di private equity Blackstone. 225 Per quanto riguarda in particolare la situazione italiana, anche in Italia il microcredito appare essere in piena fase di crescita ed espansione. Ma il fenomeno si trova a scontrarsi con una grave lacuna della legislazione italiana, ovvero l’assenza di una regolamentazione ad hoc per il settore del microcredito (che invece è presente in altri Paesi Europei, come la Francia), la quale consentirebbe sicuramente uno sviluppo più organico e quindi, nel lungo periodo, più significativo dei servizi di microcredito. A causa di ciò, l’implementazione dei programmi di microcredito in Italia coinvolge più soggetti e presenta peculiarità del tutto originali rispetto agli altri paesi. Rifacendosi al modello di schematizzazione dei programmi italiani illustrato nel corso della trattazione, si possono individuare quattro soggetti principali coinvolti nell’attuazione dei programmi di microcredito, ovvero: il soggetto percipiente (cioè colui che riceve il prestito), l’ente finanziatore (banche, fondi privati, fondi pubblici), il soggetto promotore (che non necessariamente coincide con il soggetto che finanzia l’iniziativa o la attua) e il garante. Nello specifico, per quanto riguarda i destinatari dei programmi di microcredito, dai dati analizzati risulta che essi sono principalmente lavoratori atipici, studenti, imprese del terzo settore, famiglie a basso reddito, microimprese che operano in aree svantaggiate del paese e, in misura sempre più consistente, gli immigrati (i quali sono, tra l’altro, anche i destinatari principali della maggiorparte delle iniziative di inclusione finanziaria in generale intraprese dalle banche); nello specifico, le finalità a cui sono rivolti i programmi di microcredito sono costituite nella maggiorparte dei casi da fabbisogni finanziari indistinti, seguiti dall’avvio o sostegno di un’attività economica e, infine, dal sostegno agli studenti durante gli studi universitari o post laurea. In questo senso, quindi, la finalità principale dei prestiti della Grameen Bank, ovvero l’investimento, non rivestirebbe un’importanza altrettanto uguale in Italia, dove appunto i prestiti sono destinati nella maggiorparte dei casi a fabbisogni finanziari indistinti, quali temporanee difficoltà economiche, sostegno nel pagamento 226 dell’affitto della casa, delle utenze, ecc… Sotto questo punto di vista, quindi, sembrerebbe venir meno l’intento principale dell’idea di microcredito sviluppata da Yunus, che si propone di fornire agli indigenti i mezzi necessari per poter avviare un’attività economica in proprio, ovvero creare forme di autoimpiego, in modo tale da poter combattere veramente la povertà, creando condizioni reali di miglioramento e crescita economica (a tal proposito è fondamentale ricordare anche la critica alla carità e all’elemosina mossa da Yunus stesso). Per quanto concerne gli enti finanziatori, invece, dai dati analizzati è emerso come questi siano costituiti fondamentalmente da istituti di credito, seguiti da fondi privati e, in misura molto minore, da fondi pubblici. La Grameen Bank invece (presa quale punto di riferimento principale nell’universo del microcredito) dichiara come visto di non ricevere più da anni fondi provenienti da donazioni, in quanto i depositi stessi che essa detiene in quanto banca sarebbero in grado di finanziare i prestiti erogati, anche in un’ottica di futura continua espansione232. Gli enti promotori, poi, sono rappresentati nella maggiorparte dei casi da fondazioni non bancarie (quali ad esempio fondazioni antiusura), associazioni, diocesi e Mag, seguite da Università ed Enti locali (quali Comuni o Province sostanzialmente) e, infine, da fondazioni bancarie, banche e confidi. Infine, altra peculiarità del sistema italiano e, più in generale, delle economie più avanzate, è la presenza di forme di garanzie per l’erogazione dei prestiti diverse da quelle utilizzate nei paesi in via di sviluppo (quali il prestito di gruppo con responsabilità congiunta, il prestito progressivo, ecc…). In particolare, le principali tipologie di garanzie offerte sono rappresentate da fondi di garanzia privati e, in misura leggermente inferiore, fondi pubblici. Ciò che caratterizza inoltre i microprestiti erogati in Italia e nelle altre economie più avanzate è la dimensione dei prestiti stessi, di molto superiore rispetto a quella dei paesi in via si sviluppo. 232 In Europa occidentale, invece, i profitti delle attività di microcredito non sono ancora in grado di coprire i costi delle stesse (Zientz, 2009). 227 Nello specifico, ciò a cui si sta assistendo nel paese è una progressiva polarizzazione tra i programmi, nel senso che, come emerso dai dati analizzati, sono in continuo aumento sia quelli di piccola dimensione (ovvero quelli con prestiti fino a 5 mila euro) sia quelli di dimensione maggiore (con prestiti oltre i 20 mila euro). Con particolare riferimento, quindi, al ruolo delle banche nell’ambito dei programmi di microcredito occorre osservare innanzitutto come queste possano rivestire sia il ruolo di erogatrici dei prestiti stessi (quindi di proprietarie dei fondi) che di promotrici dei programmi. In generale, inoltre, si può sottolineare come le banche stesse, in quanto orientate al profitto e costituenti un’entità unitaria, siano in grado di gestire e attuare in maniera più efficiente ed efficace i programmi di microcredito, in quanto già dotate di strutture proprie preposte all’erogazione dei prestiti che consentono di applicare nella maggior parte dei casi tassi di interesse più contenuti, se non altro per effetto delle economie di scala. Da quanto emerge in particolare da dati analizzati, la maggiorparte delle banche italiane presenta un’offerta di servizi di microfinanza, costituiti in primis da servizi di pagamento, seguiti da servizi di credito e, infine, da servizi di risparmio. Nello specifico, il target di clientela al quale sono rivolti tutti e tre questi tipi di servizi è rappresentato dalla clientela immigrata, seguita dalle famiglie. Risulta interessante, poi, osservare la distribuzione territoriale dei prodotti e dei servizi di microfinanza offerti dalle banche, che sarebbero appunto rivolti principalmente alla clientela residente nel nord del Paese. Tale ripartizione sarebbe da un lato coerente anche con la distribuzione geografica degli immigrati in Italia (che, come accennato, rappresentano il target principale dei servizi di inclusione finanziaria), e dall’altro potrebbe comunque trovare anche spiegazione nel presenza più forte delle fondazioni bancarie (quali enti promotori dei programmi di microcredito) nel Nord Italia. Nello specifico poi, analizzando il livello di bancarizzazione degli immigrati residenti in Italia e i bisogni finanziari ed assicurativi espressi dagli stessi, è emerso come il tasso di bancarizzazione degli immigrati sia 228 cresciuto in maniera significativa negli ultimi anni. Tale risultato è dovuto innanzitutto al fatto che una maggiore anzianità migratoria comporterebbe una maggiore integrazione anche finanziaria, e in secondo luogo al fatto che anche le banche stanno aumentando il proprio interesse nei confronti di questa categoria di clientela. Gli immigrati, nello specifico, utilizzano principalmente prodotti e servizi bancari quali il conto corrente, il trasferimento di rimesse e, infine, i servizi di credito. Si può quindi concludere che gli spazi a disposizione di un’ulteriore espansione del settore del microcredito in Italia sono molteplici, a causa da un lato della crisi economica, a seguito della quale è aumentato il numero di individui in condizioni di difficoltà e che quindi non riescono ad avere accesso alle tradizionali forme di credito offerte dalle banche (le quali, dal canto loro, hanno messo in atto una politica di restrizione creditizia, tramite l’aumento dei tassi applicati sui prestiti e la richiesta di garanzie sempre più consistenti a fronte dell’erogazione dei crediti stessi), e dall’altro dei continui cambiamenti in atto nella società quali il fenomeno sempre più consistente dell’immigrazione, l’allungamento dell’età media (e quindi del numero di anziani che necessitano di servizi ad hoc), l’incremento del tasso di istruzione (che fa sì che vi sia un numero sempre maggiore di giovani che fin ad una certa età non hanno contatti con gli istituti di credito, e che quindi possono costituire un target per la bancarizzazione), ecc…233 Tutto questo però si ritiene che sarà possibile e che comunque potrà avere impatti veramente significativi solo una volta che sia stata emanata una regolamentazione specifica per il settore del microcredito, ovvero quando si comincerà a considerare la lotta alla povertà come un’opportunità di sviluppo per l’intero sistema Paese e non solo uno slogan da relegare nell’ambito della solidarietà. 233 In particolare, rispetto ai paesi in via di sviluppo, la quota di mercato raggiunta e raggiungibile è inferiore in Italia e nelle altre economie più sviluppate, ma al contempo la domanda è come visto in aumento. 229 APPENDICE I – SCHEDE DEI PROGRAMMI DI MICROCREDITO234 1) Progetto Senapa235 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Molise Provinciale Programma in corso Fino a 15 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Monsignor Valentinetti, Vescovo della Diocesi di Termoli – Larino in Molise Istituti di Credito Fondo dedicato privato Banca Molisana di Credito Cooperativo di Colletorto (CB) Soggetto privato Il programma, lanciato nel 2004, aveva l’obiettivo di sostenere i residenti dei comuni di Colletorto e Termoli Larino, colpiti dal sisma del 2002, e di riabilitare le piccole attività imprenditoriali danneggiate dal terremoto. I prestiti sono garantiti al 100% dal Fondo messo a disposizione dalla Diocesi di Termoli – Larino, i parroci dei due comuni e la Caritas Ambrosiana. La richiesta deve essere accompagnata dall’attestazione di un “garante morale”236 circa l’affidabilità del richiedente. Nel 2006. Visto il successo dell’iniziativa, la Diocesi ha deciso di estendere la possibilità di accesso al microcredito ad altri 18 comuni del basso Molise, selezionati in base alla gravità dei danni causati dal sisma del 2002 e dall’alluvione del 2003. È stato inoltre 234 Fonte: C.Borgomeo&Co. (2008), 4° Rapporto sul microcredito in Italia. www.progettosenapa.it 236 “Il garante morale è stato pensato, nella riflessione iniziale, per cercare di contrastare il forte spirito individualista presente in Regione che ha reso impossibile l’applicazione del modello Grameen dei “gruppi solidali” nel nostro territorio. Dopo gli eventi del 2002 e 2003, tale individualismo si è ulteriormente rafforzato ed è per questo che si è optato per la figura del garante morale cercando così di ricompattare il tessuto sociale e di ricreare un rapporto di fiducia con il prossimo.” (Fonte: www.progettosenapa.it). 235 230 aumentato a 15 mila euro l’importo massimo finanziabile, con un tasso fisso determinato nella misura dell’IRS a 5 anni + 1% di spread Andamento del programma: Anno N. prestiti Importo totale 2004 21 142.450 € 2005 5 26.250 € 2006 7 64.500 € 2007 7 113.500 € 2) Microcredito nel comune di Roma Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lazio Comunale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di una attività economica Persone giuridiche Comune di Roma Istituti di Credito Fondo dedicato pubblico Banca Popolare Etica Soggetto privato Il Comune di Roma ha costituito presso Banca Popolare Etica un fondo di € 250.000 a garanzia del 100% dei finanziamenti erogati dalla Banca a favore di imprese (cooperative e non) economicamente sane, non segnalate alla Centrale Rischi della Banca d’Italia ed impegnate a svolgere attività caratterizzate da utilità sociale, difesa dell’ambiente e promozione culturale. Il programma, avviato sul piano operativo nel 2006, è attivo nelle aree comunali di degrado urbano definite dalla delibera n. 629 del 2002 ai sensi della legge 266/97, art. 14 231 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0 2005 0 0 2006 28 238.000 € 2007 13 321.000 € 3) Microcredito di solidarietà alle famiglie di Siena e di Grosseto Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Misericordie di Siena e Fondazione Monte dei Paschi di Siena Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca MPS Soggetto gestore Il programma è stato avviato nel gennaio 2004. I beneficiari sono cittadini in temporanea difficoltà economica, che si rivolgono ai centri d’ascolto delle Misericordie di Siena in cui operano volontari qualificati. Le richieste di prestito (di importo massimo pari a 10 mila euro) vengono predisposte con l’assistenza dei 5 centri di ascolto dislocati nelle province di Siena e Grosseto. Le richieste sono inoltrate a MPS che concede il finanziamento. A coordinare l’attività dei centri d’ascolto è la Fondazione Toscana antiusura 232 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 68 244.071 € 2005 49 248.000 € 2006 22 98.700 € 2007 7 25.200 € 4) Microcredito della Fondazione San Carlo237 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Lombardia Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Fondazione San Carlo in collaborazione con il Consorzio Sodalitas e l’Università BocconiCergas Fondi privati Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 237 Non previsto Il programma, avviato nel luglio del 1999, prevede la concessione di prestiti agevolati di importo massimo pari a 7.750 euro, ad immigrati e a persone in condizioni di difficoltà o di emarginazione, residenti nell’ambito territoriale della Diocesi di Milano. L’istruttoria sulla sostenibilità del progetto è affidata a personale della Fondazione, che segue la persona finanziata anche nel periodo successivo all’erogazione del credito. La Fondazione opera nell’ambito della Diocesi di Milano, cioè nelle province di Milano, Lecco, Varese e Como. I finanziamenti sono destinati all’avvio di attività microimprenditoriali. La Fondazione www.fondazionesancarlo.it 233 agisce come gestore del fondo rotativo costituito con le donazioni delle banche Unicredit, Deutsche Bank e Banca Popolare di Milano. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 53 349.509 € 2005 5 27.500 € 2006 5 21.800 € 2007 4 16.500 € 5) Microcredito Sociale nella provincia di Genova238 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 238 Liguria Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Fondazione Compagnia San Paolo di Torino Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca IntesaSanpaolo Spa Soggetto privato Il programma è stato promosso dalla Compagnia di San Paolo, che nel 2003 ha concesso un contributo di 400 mila euro alla Fondazione Santa Maria del Soccorso di Genova per la costituzione di un fondo di garanzia presso Banca Sanpaolo, soggetto che concede i prestiti sulla base di una prima istruttoria della Fondazione stessa www.compagnia.torino.it 234 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 24 282.450 € 2005 9 112.000 € 2006 14 137.000 € 2007 11 140.000 € 6) Microcredito Sociale nel territorio dell’Arcidiocesi di Torino239 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 239 Piemonte Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Fondazione Compagnia San Paolo di Torino Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca IntesaSanpaolo Spa Soggetto privato Il programma è stato promosso dalla Compagnia di San Paolo, che nel 2003 ha concesso un contributo di 400 mila euro all’Arcidiocesi di Torino per la costituzione di un Fondo di garanzia presso banca Sanpaolo. L’Arcidiocesi gestisce il progetto in collaborazione con la Fondazione Don Mario Operti. L’iniziativa è rivolta a un target indistinto di persone con una buona idea imprenditoriale. Sono previsti servizi di tutoraggio, affidati a un team tecnico di volontari. Nel 2006 sono stati migliorati i servizi di accompagnamento. www.compagnia.torino.it 235 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 32 331.500 € 2005 21 182.300 € 2006 8 68.600 € 2007 16 144.200 € 7) Microcredito Sociale nella provincia di Roma240 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 240 Lazio Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca SanpaoloIntesa Spa Soggetto privato Il programma è stato promosso dalla Compagnia San Paolo ed è rivolto alle donne che intendono diventare economicamente autosufficienti attraverso l’avvio di un progetto di lavoro autonomo e che, per cause diverse, hanno difficoltà di accesso al credito. La Compagnia ha concesso nel 2003 un contributo di 400 mila euro alla Fondazione Risorsa Donna, ente di riferimento per l’iniziativa su Roma, per la costituzione di un Fondo di garanzia deposito presso la banca Sanpaolo. Dal 2005 i destinatari sono le donne immigrate con regolare permesso di soggiorno o anche le cittadine italiane residenti nella provincia di Roma. www.compagnia.torino.it 236 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 10 88.800 € 2005 7 54.750 € 2006 9 105.000 € 2007 9 157.300 € 8) Microcredito Sociale nella provincia di Napoli241 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 241 Campania Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Fondazione Compagnia Sanpaolo di Torino Istituti di credito Fondo dedicato privato Sanpaolo Banco di Napoli Spa Soggetto privato Il programma è promosso dalla Compagnia di Sanpaolo che nel 2003 ha stanziato un contributo di 400 mila euro a beneficio della Fondazione San Giuseppe Moscati di Napoli per la costituzione di un Fondo di Garanzia presso banca Sanpaolo. L’iniziativa è rivolta a un target indistinto di persone con una buona idea imprenditoriale. Sono previsti servizi di tutoraggio, affidati a un team tecnico di volontari. www.compagnia.torino.it 237 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 8 187.500 € 2005 10 206.400 € 2006 2 30.000 € 2007 2 30.750 € 9) Microcredito ALMASOLIDALE242 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Piemonte Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Associazione Almaterra Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 242 Non previsto L’Associazione Almaterra offre alle proprie associate (donne italiane o straniere) prestiti di emergenza per pagare affitti, bollette, ecc..La gestione finanziaria dei prestiti è affidata a Mag2 Finance. Attualmente l’Associazione chiede una garanzia fideiussoria ad ogni beneficiaria e una lettera d’impegno di almeno due socie come garanti morali. Terminata la cosiddetta istruttoria morale, la documentazione viene consegnata a Mag2 che effettua l’istruttoria economica. www.almaterratorino.org 238 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 5 15.600 € 2005 10 30.720 € 2006 10 31.500 € 2007 7 19.000 € 10) Microcredito nel quartiere “Le Piagge” di Firenze Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Comunale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Don Alessandro Santoro, parroco di Le Piagge (Firenze, e la Cooperativa Il Cerro Fondi privati Fondo dedicato privato MAG6 di Reggio Emilia Soggetto privato Il programma è stato avviato nel 2004, grazie all’iniziativa del parroco di Le Piagge, in collaborazione con la cooperativa Il Cerro, con la costituzione di un Fondo di garanzia. Nel corso del 2005 questo fondo è stato incrementato fino a 91 mila euro grazie ai contributi dei soci della cooperativa. La garanzia offerta dal fondo copre il 100% dei prestiti concessi da Mag6. L’attività è proseguita regolarmente nel 2006 e nel 2007, con l’unica variazione rispetto al 2005 nell’importo massimo concedibile per le attività imprenditoriali, che è stato portato, con decisione presa dall’assemblea dei soci, a 7 mila euro (prima era pari a 5.200 euro). 239 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 52 125.211 € 2005 18 39.200 € 2006 13 40.500 € 2007 11 21.300 € 11) Microcredito a Milano di Mag2 Finance243 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 243 Lombardia Regionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Mag2 Finance di Milano Fondi privati Fondo dedicato privato Mag2 Finance Soggetto privato La cooperativa opera dal 1978 dando sostegno finanziario a cooperative sociali o a singoli beneficiari ed è inserita in una fitta rete di associazioni di volontariato che contribuiscono a individuare i soggetti (persone singole o piccole imprese) ai quali destinare i prestiti. Nel 2006 la cooperativa ha proseguito l’attività stipulando altre due importanti convenzioni con il Servizio “Siloe” della Fondazione Caritas Ambrosiana e con il Comune di Opera (MI). Anche i risultati dell’attività del 2007 sono interessanti www.mag2.it 240 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 116 1.426.195 € 2005 35 312.855 € 2006 46 271.416 € 2007 38 221.587 € 12) Microcredito di Mag4244 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Multiregionale Regionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Cooperative sociali, associazioni, enti no profit Mag4 di Torino Fondi privati Fondo dedicato privato Mag4 Soggetto privato La cooperativa mag4, nata a Torino nel 1987, concede prestiti ai propri associati (cooperative sociali e non, associazioni, società di mutuo soccorso) che operano nelle regioni del nord ovest. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 311 9.381.230 € 2005 25 830.000 € 2006 8 560.000 € 244 www.mag4.it 241 2007 10 621.000 € 13) Microcredito di Mag6245 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Emilia Romagna Regionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Mag6 di Reggio Emilia Fondi privati Fondo dedicato privato Mag6 Soggetto privato La cooperativa finanziaria, nata nel 1988, distingue due tipologie di prestiti: quelli definiti di “mutuo soccorso”, concessi a persone singole per varie esigenze finanziarie, e quelli cosiddetti “ordinari”, destinati all’avvio di progetti imprenditoriali. Nel 2007 la cooperativa ha continuato regolarmente la sua attività, ma ha ritenuto di non rendere pubblici i risultati raggiunti. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 120 1.750.000 € 2005 18 206.800 € 2006 43 913.395 € 2007 0 0€ 245 www.mag6.it 242 14) Microcredito della Fondazione San Matteo Apostolo246 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Calabria Regionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Fondazione Antiusura San Matteo Apostolo di Cassano allo Jonio (CS) Istituti di credito Più fondi concorrenti Banca Intesa, BCC della Sibaritide, Banca di credito di Albidonia, Banca di credito di Tarsia, Banca Carime, BCC dello Jonio Soggetto privato La Fondazione opera dal 1996, garantendo i prestiti concessi dalle banche convenzionate a soggetti a rischio di usura. Il fondo di garanzia è costituito dai contributi previsti dall’art. 15 della L. 108/96247 ed è integrato 246 www.fondazioneantiusuracassano.it L’articolo 15 della legge 108/96 (“Disposizioni in materia di usura”) prevede che:”1. È istituito presso il Ministero del Tesoro il “Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura” di entità pari a lire 300 miliardi, da costituire con quote di 100 miliardi di lire per ciascuno degli anni finanziari 1996, 1997 e 1998. Il fondo dovrà essere utilizzato quanto al 70 per cento per l’erogazione di contributi a favore di appositi fondi speciali costituiti dai consorzi o cooperative di garanzia collettiva fidi denominati “confidi”, istituiti dalle associazioni di categoria imprenditoriali e dagli ordini professionali, e quanto al 30 per cento a favore delle fondazioni ed associazioni riconosciute per la prevenzione del fenomeno dell’usura, di cui al comma 4. 2. I contributi di cui punto 1 possono essere concessi ai confidi alle seguenti condizioni: a) che essi costituiscano speciali fondi antiusura, separati dai fondi rischi ordinari, destinati a garantire fino all’80 per cento le banche e gli istituti di credito che concedono finanziamenti a medio termine e all’incremento di linee di credito a breve termine a favore delle piccole e medie imprese a elevato rischio finanziario, intendendosi per tali le imprese cui sia stata rifiutata una domanda di finanziamento assistita da una garanzia pari ad almeno il 50 per cento dell’importo del finanziamento stesso pur in presenza della disponibilità del confidi al rilascio della garanzia; b) che i contributi di cui al comma 1 siano cumulabili con eventuali contributi concessi dalle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. 3. Il Ministro del Tesoro, sentito il Ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, determina con decreto i requisiti patrimoniali dei fondi speciali antiusura di cui al comma 2 e i requisiti di onorabilità e di professionalità degli esponenti dei fondi medesimi. 4. Le fondazioni e le associazioni riconosciute per la prevenzione del fenomeno dell’usura sono iscritte in apposito elenco tenuto dal Ministro del Tesoro. Lo scopo della prevenzione del fenomeno dell’usura, anche attraverso forme di tutela, assistenza e informazione, deve risultare dall’atto costitutivo e dallo statuto. 5. Il Ministro del Tesoro, sentiti il ministro dell’interno e il Ministro per gli affari sociali, determina con decreto i requisiti patrimoniali delle fondazioni e delle associazioni per la prevenzione del fenomeno dell’usura ed i requisiti di onorabilità e di professionalità degli esponenti delle medesime fondazioni e 247 243 dai mezzi propri della Fondazione. La Fondazione svolge anche un’attività di natura pedagogica, al fine di divulgare la cultura dell’uso responsabile del denaro. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 522 7.680.235 € 2005 77 1.093.600 € 2006 32 956.500 € 2007 26 636.900 € 15) Prestiti sull’onore della Regione Liguria248 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Liguria regionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Regione Liguria Istituti di credito Fondo dedicato pubblico associazioni. 6. Le fondazioni e le associazioni per la prevenzione del fenomeno dell’usura prestano garanzie alle banche e agli intermediari finanziari al fine di favorire l’erogazione di finanziamenti a soggetti che, pur essendo meritevoli in base ai criteri fissati nei relativi statuti, incontrano difficoltà di accesso al credito. 7. Fatte salve le riserve di attività previste dalla legge, le fondazioni e le associazioni per la prevenzione del fenomeno dell’usura esercitano le altre attività previste dallo statuto. 8. Per la gestione del fondo di cui al comma 1 e l’assegnazione dei contributi, il governo provvede, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, all’istituzione di una commissione costituita da rappresentanti dei Ministeri del Tesoro e dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato e del Dipartimento per gli Affari Sociali presso la presidenza del Consiglio dei Ministri nonché all’adozione del relativo regolamento di gestione. La partecipazione alla commissione è a titolo gratuito. 9. I contributi di cui al presente articolo sono erogati nei limiti dello stanziamento previsto al comma 1. 10. All’onere derivante dall’attuazione del comma 1 si provvede mediante riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1996-1998, al capitolo 6856 dello stato di previsione del Ministero del tesoro per l’anno 1996, utilizzando parzialmente l’accantonamento relativo al medesimo ministero”. 248 www.regione.liguria.it 244 Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma FI.L.SE. Spa Soggetto pubblico I prestiti sono destinati a nuclei familiari residenti in Liguria, che si trovano in situazioni di grave e temporanea difficoltà economica. I prestiti sono concessi dalle banche convenzionate (Banco di San Giorgio, alcune BCC, Cassa di Risparmio di La Spezia e Unicredit) e sono garantiti da fondi regionali gestiti dalla Filse. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 107 616.600 € 2005 255 2.049.796 € 2006 114 713.216 € 2007 103 553.600 € 16) Prestito d’onore della Regione Lazio – L.R. n. 19/99249 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 249 Lazio Regionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Regione Lazio con BIC Lazio spa Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Unionfidi Lazio spa Soggetto pubblico BIC Lazio cura, fin dall’avvio del programma, tutte le attività necessarie a garantire l’efficacia dell’iniziativa. Sono erogati servizi di informazione e di assistenza, servizi di www.biclazio.it 245 tutoraggio a beneficio dei percipienti ed è svolto un attento monitoraggio delle iniziative finanziate. I prestiti, concessi dalle banche convenzionate ai sensi della L.R. 19/99250, sono destinati a soggetti inoccupati o disoccupati, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, per favorire l’avvio di un’attività imprenditoriale. A partire dal 2006 alle domande pervenute BIC Lazio ha applicato una nuova procedura di valutazione che prevede un colloquio conoscitivo con il proponente. In tal modo si cerca di acquisire, attraverso l’incontro con l’aspirante imprenditore, elementi utili a valutare la coerenza tra il suo profilo e il progetto proposto. 250 La L.R. 19/99 (“Istituzione del prestito d’onore”) prevede che:”art.1 La presente legge disciplina la concessione di finanziamenti a favore di soggetti inoccupati e disoccupati per la promozione di iniziative imprenditoriali. Art.2. Possono accedere ai finanziamenti previsti dalla presente legge i soggetti in possesso, alla data della presentazione della domanda, dei seguenti requisiti: a) stato di disoccupazione ovvero inoccupazione di lunga durata, ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181; b) residenza nella Regione; c) età compresa tra i diciotto e i trentacinque anni; d) che non beneficino di analoghi finanziamenti statali o di altri soggetti pubblici. Art.3 Sono finanziabili i progetti ritenuti validi sotto il profilo delle competenze, della capacità del soggetto proponente, della fattibilità tecnica e della redditività dell’iniziativa, finalizzati alla realizzazione di un’attività autonoma in forma individuale, ad eccezione delle libere professioni e dei settori sensibili ai sensi della normativa e degli orientamenti comunitari vigenti in materia. L’attività prevista dal soggetto deve essere svolta per almeno cinque anni dalla data del provvedimento di ammissione alle agevolazioni. Art.4. 1. Ai soggetti di cui all’articolo 1 i cui progetti siano ritenuti validi sono concesse le seguenti agevolazioni: a) contributo a fondo perduto fino a 15 mila euro; b) prestito agevolato fino a 15 mila euro, restituibile in cinque anni ad un tasso a carico del beneficiario pari al 2,5 per cento annuo. A tal fine la Regione stipula apposite convenzioni con primari istituti di credito, attraverso le quali garantire il pagamento della differenza tra il tasso definito in convenzione e quello previsto a carico del beneficiario. I prestiti possono altresì avvalersi delle garanzie di cui all’articolo 52 della legge regionale 22 maggio 1997, n. 11; c) servizi di assistenza tecnica da parte di un tutor specializzato nella fase di realizzazione degli investimenti e di avvio della gestione delle iniziativa. 2. Per la realizzazione del progetto sono ammissibili le spese, al netto dell’IVA, relative all’acquisto di attrezzature ed altri beni materiali ed immateriali ad utilità pluriennale. I beni e le attrezzature devono essere direttamente collegati al ciclo produttivo, nuovi di fabbrica o usati, a condizione che non siano stati oggetto di precedenti agevolazioni pubbliche e offrano idonee e comprovate garanzie di funzionalità. 3. Non sono ammissibili le spese sostenute anteriormente ala data del provvedimento di ammissione delle agevolazioni. Non sono, inoltre, ammissibili le seguenti spese per: a) l’acquisto di terreni; b) la costruzione, la ristrutturazione e l’acquisto, anche mediante locazione finanziaria, di immobili; c) prestazioni di servizi; d) stipendi e salari. (…) Art. 7 Il prestito agevolato è posto in ammortamento dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di erogazione. Per il periodo di preammortamento sono dovuti gli interessi, nella misura del tasso agevolato, da versare entro il 31 dicembre dell’anno di erogazione del prestito.(…)”. 246 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 1190 12.250.060 € 2005 261 3.149.487 € 2006 141 1.688.983 € 2007 163 2.002.687 € 17) Prestito sull’onore della Regione Lombardia – L.R. 23/99 art. 3 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lombardia Regionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Regione Lombardia Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Finlombarda Spa Soggetto pubblico I prestiti sono concessi ai sensi della LR n. 23/99 a famiglie e giovani coppie residenti in Lombardia che si trovano in una situazione di temporanea difficoltà economica. Il rimborso è previsto con rate mensili in 5 anni. Il Fondo regionale copre gli interessi bancari e si fa carico della garanzia per l’intero importo prestato. I dati relativi al 2005 non sono stati ufficializzati. A partire dal 2006 la Regione ha ritenuto di estendere il prestito anche alla copertura dei costi per l’educazione dei figli nelle famiglie numerose. 247 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 50 350.000 € 2005 0 0€ 2006 8 60.986 € 2007 7 48.684 € 18) IntesaBridge – il prestito ponte per gli universitari251 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Sostegno durante gli studi universitari o post laurea Persone singole Intesa- Sanpaolo Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Il prestito, destinato agli studenti universitari iscritti ai corsi di laurea delle Università convenzionate, è concesso a condizioni economiche particolarmente vantaggiose. Gli Atenei che al 2005 hanno aderito al programma sono 21 e sono distribuiti in 11 regioni. I dati relativi al 2006 e al 2007 non sono stati ufficializzati. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 290 1.450.000 € 251 www.intesabridge.it 248 2005 1210 10.770.000 € 2006 0 0€ 2007 0 0€ 19) Prestito d’onore per gli studenti universitari di Pisa Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Toscana Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Azienda Regionale per il diritto allo Studio Universitario di Pisa – ARDSU Fondi pubblici Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto I prestiti sono concessi agli studenti universitari iscritti all’Università di Pisa e sono accordati in forma di apertura di credito presso l’istituto tesoriere MPS, senza interessi. L’importo massimo è pari a 3.100 euro per anno, da restituire in 5 anni. Prima dell’inizio di un anno accademico viene bandito un concorso per la concessione dei prestiti, a valere su un apposito fondo destinato a tale tipo di intervento. In caso di mancato rimborso, l’Azienda Regionale si attiva per il recupero del credito. A partire dal 2006 l’operatività si è ridotta notevolmente. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 56 165.850 € 249 2005 21 63.550 € 2006 5 29.450 € 2007 1 1.550 € 20) Microcredito nazionale della Caritas Italiana Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Caritas Italiana, le singole Caritas Diocesane che hanno aderito alla convenzione e Banca Popolare Etica. Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca Popolare Etica Soggetto privato Il programma, attuato a livello nazionale dalla Caritas Italiana in collaborazione con Banca Popolare Etica, è destinato alle famiglie italiane o immigrate in difficoltà economica. La convenzione quadro è stata stipulata nel 2003 tra Caritas Italiana e BPE, che ha stanziato un plafond di 1 milione di euro per la concessione di prestiti. La Caritas ha costituito un fondo a garanzia della restituzione dei prestiti depositato presso BPE. Le prime diocesi che hanno aderito alla convenzione sono state quelle di Mazzara del Vallo, Assisi, Città di Castello e Andria. Nel 2006 ha aderito anche la Caritas Diocesana di Imola. Per i dati sull’iniziativa della diocesi di Andria vedere la scheda successiva sul “Progetto BARNABA”. 250 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 12 48.600 € 2005 11 88.824 € 2006 16 57.950 € 2007 26 83.378 € 21) Microcredito “Dai Slancio alle tue idee” del Comune di Torino Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Piemonte Comunale Programma in corso Fino a 10 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone giuridiche Comune di Torino – Divisione Lavoro, Sportello Unico per le Attività Produttive, in collaborazione con Finpiemonte Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Finpiemonte Soggetto pubblico Programma sperimentale che utilizza parte dei fondi della Legge Bersani per lo sviluppo delle aree degradate di cui al D.M. 225/98 e nelle zone obiettivo 2 e Phasing out. Il Comune ha ideato questo progetto di microcredito con lo scopo di sostenere in tali aree lo sviluppo delle imprese. I prestiti, concessi dalle banche convenzionate, sono garantiti con un apposito fondo rotativo di garanzia, stanziato dal Comune, di importo pari a 500.000 euro. Le banche convenzionate sono: SanPaolo IMI, Banca di Roma, Banca Sella, Cassa di Risparmio di Savignano e Banca Piemonte. 251 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 42 390.000 € 2005 26 247.000 € 2006 23 189.240 € 2007 43 327.872 € 22) Microcredito a Bologna dell’Associazione Micro.Bo252 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 252 Emilia Romagna Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole L’Associazione per lo sviluppo della microfinanza a Bologna (Micro.bo), insieme all’Università di Bologna e a un gruppo di docenti delle facoltà di Psicologia, Economia e Scienze della Formazione. Istituti di credito Più fondi concorrenti Associazione Micro.bo Soggetto privato L’Associazione Micro.bo è stata costituita nel 2004 per diffondere la conoscenza e la pratica del microcredito. L’avvio operativo del programma di microcredito risale al febbraio 2005. I prestiti vengono concessi dalla Banca di Bologna, presso la quale l’Associazione ha depositato garanzie fideiussorie di una ventina di imprenditori bolognesi per un valore complessivo di 400 mila euro. Dopo una prima fase di sperimentazione con la metodologia dei prestiti “di gruppo”, a partire dall’ottobre www.micro.bo.it 252 2006 i promotori hanno adottato la formula dei prestiti individuali, prevedendo per ogni beneficiario due “garanti morali”. L’importo massimo del singolo prestito è di 7 mila euro (per il primo finanziamento), da restituire al massimo in 36 mesi. È prevista la possibilità di concedere, in seguito, un secondo prestito di importo massimo fino a 15 mila euro e anche una ulteriore somma fino a 25 mila euro. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 16 86.900 € 2006 64 395.000 € 2007 20 95.000 € 23) Unicredit ad Honorem253 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 253 Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Fino a 5 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole UniCredit Banca Istituti di credito Più fondi concorrenti Unicredit Banca Soggetto privato I prestiti sono destinati agli studenti iscritti a corsi di laurea specialistica, a master o a dottorati di ricerca di varie Università www.unicreditbanca.it 253 convenzionate. Il programma è stato avviato con l’anno accademico 2004/2005. Hanno aderito l’Università di Trento, l’Università di Modena e Reggio Emilia, L’università di Udine, l’Università di Verona e l’Università di Bologna. Per il 2005 e il 2006 i dati non sono stati ufficializzati. Nel 2007 gli unici prestiti sono stati concessi a studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia. L’Università di Trento, conclusa nel 2006 la fase di sperimentazione, non ha rinnovato la convenzione con la Banca. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 300 1.500.000 € 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 8 69.615 € 24) Fondo Essere dell’Isolotto – Firenze254 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Toscana Comunale Programma in corso Fino a 10 mila euro255 Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Piero Forosetti della Comunità del Quartiere 4; il Comune di Firenze e la SMS Humanitas Fondi privati Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia 254 www.fondoessere.org In particolare, l’importo massimo erogabile è di 5 mila euro per l’accesso alla casa, la salute e l’istruzione, mentre è di 10 mila euro per l’aiuto ad attività lavorative (Fonte: www. Fondo essere.org). 255 254 Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Il programma, nato nel 2002 nel Quartiere 4 (Isolotto – Legnaia) di Firenze, è destinato a persone residenti o domiciliate che non possono accedere a nessuna forma di prestito bancario. I prestiti “di solidarietà” vengono concessi grazie alle offerte e alle donazioni di Associazioni, di cittadini, ecc…al Gruppo di funzionamento spetta la gestione della cassa del Fondo. I prestiti, concessi senza interessi, non prevedono scadenze. Alla fine del 2006 è stato definito un accordo con la Banca del Chianti per l’erogazione di ulteriori prestiti a partire dal 2007. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 100 150.000 € 2005 19 21.000 € 2006 34 47.000 € 2007 36 50.000 € 25) Progetto PAN (Progetto Asili Nido e servizi per l’infanzia)256 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Consorzio PAN (Banca Intesa, CGM, Fis/CdO e DROM/Legacoop) Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore 256 Non previsto www.consorziopan.it 255 Descrizione programma Il programma, avviato nel 2004, ha un duplice obiettivo: supportare le imprese che realizzano nuovi asili nido e sostenere le famiglie – che iscrivono i figli agli asili nido della catena PAN – nel pagamento delle rette mensili, attraverso la concessione di prestiti a tasso agevolato e senza garanzie. I dati sui prestiti alle famiglie non sono stati ufficializzati dai promotori. 26) Prestito d’onore per lavoro autonomo e microimprese marchigiane257 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Marche Regionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Regione Marche Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 257 Non previsto Il programma, promosso dalla Regione Marche nel 2004, era destinato a 500 disoccupati, immigrati o donne. Nel 2005 sono state indette tre gare: la prima avente a oggetto la progettazione e la realizzazione di attività promozionali e di scouting finalizzate a sensibilizzare il territorio regionale e a intercettare i beneficiari individuati come target dell’intervento; la seconda per l’affidamento del servizio di raccolta, istruttoria e valutazione delle domande e per le attività di tutoraggio (assistenza tecnica) delle imprese avviate; la terza avente ad oggetto l’affidamento del servizio di assistenza tecnica generale, finalizzato al perseguimento degli obiettivi e al monitoraggio dell’intero progetto. Il secondo bando è stato aggiudicato dalla Banca delle Marche. I primi prestiti sono www.istruzioneformazionelavoro.marche.it 256 stati erogati nel mese di settembre 2006. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0 2005 0 0 2006 71 1.468.000 € 2007 429 8.765.000 € 27) Locridee per mettersi in proprio Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Calabria Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Fondazione BNC e l’Associazione dei Comuni della Locride Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Artigiancassa Soggetto privato Iniziativa promossa dalla Fondazione BNC di Roma insieme a VITA Counsulting di Milano a favore di giovani disoccupati della Locride. Nel corso del 2007 hanno aderito all’iniziativa diversi sindaci dell’area, che hanno deciso di contribuire ai costi operativi. Altri partner del progetto sono Locride Sviluppo, Artigiancassa e FIDART Calabria nell’ambito dell’iniziativa INTRAPRENDERE della Provincia di Reggio Calabria. 257 28) Microcredito della Fondazione Lombarda di Milano Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lombardia Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Fondazione Lombarda Antiusura di Milano Istituti di credito Più fondi concorrenti Le banche convenzionate Soggetto privato La Fondazione, costituita nel 1997 per iniziativa dell’allora CARIPLO ed operativa del 1998, garantisce i prestiti erogati dalle banche convenzionate (IntesaSanpaolo e Banca Popolare di Milano) a favore di soggetti, privati o piccole imprese, che si trovano in temporanee situazioni di difficoltà economica. La Fondazione, che fornisce servizi di assistenza e informazione, garantisce i prestiti fino a un massimo del 90%, mentre la restante parte del rischio è a carico delle banche concedenti. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 231 3.579.839 € 2005 104 1.225.203 € 2006 39 517.680 € 2007 25 370.500 € 258 29) Microcredito della Fondazione Antiusura S. Maria del Soccorso di Genova Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Liguria Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Fondazione Antiusura S. Maria del Soccorso di Genova Istituti di credito Fondo dedicato pubblico La stessa Fondazione Soggetto privato La Fondazione, nata nel 1996 per iniziativa del Cardinale Tettamanzi, nell’ambito della propria attività istituzionale di prevenzione dell’usura fornisce garanzie sui prestiti concessi dagli istituti convenzionati (Carige, Sanpaolo e BCC di S. Giorgio) a favore di soggetti particolarmente a rischio. La Fondazione, che opera su tutto il territorio regionale e si avvale di un gruppo di volontari esperti in materia finanziaria, utilizza anche i fondi previsti dalla L. 108/96. Nel 2007 i prestiti erogati utilizzando fondi della L. 108/96 sono stati 130 per 949.200 euro, mentre i prestiti erogati utilizzando i fondi regionali sono stati 10 per 29.971 euro; infine, i prestiti erogati con fondi propri della fondazione sono stati 47 per un totale di 123.416 euro. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 584 3.870.000 € 2005 172 1.077.114 € 2006 75 706.912 € 259 2007 187 1.102.587 € 30) Microcredito della Fondazione AdventUm di Roma Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lazio Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione AdventUm di Roma Istituti di credito Più fondi concorrenti Le banche convenzionate Soggetto privato La Fondazione è operativa dal 1994 e la sua principale attività consiste nel garantire i prestiti concessi dagli istituti di credito convenzionati (BPM, Banco di Sicilia, MPS, Unicredit Banca e Banca dell’Umbria) a favore di soggetti a rischio di usura. La Fondazione dispone di un fondo di garanzia alimentato dai contributi propri e da quelli della L. 108/96. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 1368 10.039.274 € 2005 106 780.499 € 2006 111 920.000 € 2007 203 2.837.967 € 260 31) Microcredito della Fondazione S.S. Simplicio e Antonio di Tempio Pausania (SS) Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Sardegna Regionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione S.S. Simplicio e Antonio di Tempio Pausania (SS) Istituti di credito Più fondi concorrenti Banca Intesa Soggetto privato La Fondazione opera nel campo della prevenzione dell’usura dal 1999, anno in cui ha ottenuto il riconoscimento giuridico del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Oltre al proprio patrimonio, costituito dai contributi di privati, di Enti, ecc.., la Fondazione utilizza i fondi della L. 108/96 per garantire i prestiti concessi dalla banca convenzionata (Banca Intesa) a favore di soggetti a rischio di usura. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 213 449.191 € 2005 19 252.000 € 2006 6 85.000 € 2007 16 201.700 € 261 32) Microcredito della Fondazione Padre Pino Puglisi di Messina258 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Sicilia Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Antiusura Padre Pino Puglisi di Messina Istituti di credito Fondo dedicato pubblico La stessa fondazione Soggetto privato La Fondazione garantisce i prestiti concessi dal Banco di Sicilia – Unicredit a favore di soggetti a rischio di usura, grazie ai fondi nazionali della L. 108/96. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 12 80.000 € 2005 12 111.018 € 2006 9 81.500 € 2007 9 66.900 € 33) Microcredito della Fondazione S. Maria del Soccorso di Catanzaro Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti 258 Calabria Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro www.siciliaantiusura.it 262 Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Santa Maria del Soccorso di Catanzaro – ONLUS Istituti di credito Fondo dedicato pubblico La stessa fondazione Soggetto privato La Fondazione, nata nel 1999, garantisce i prestiti erogati da Banca Popolare di Crotone a favore di soggetti a rischio di usura. Tali finanziamenti sono garantiti di fondi nazionali della L. 108/96. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 150 2.000.000 € 2005 51 1.453.000 € 2006 51 1.105.500 € 2007 81 2.002.000 € 34) Microcredito antiusura della Fondazione S. Matteo di Torino Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Piemonte Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione S. Matteo di Torino Istituti di credito Fondo dedicato pubblico La stessa fondazione Soggetto privato La Fondazione garantisce i prestiti concessi a favore di soggetti a rischio di usura, utilizzando il fondo costituito con i contributi 263 della legge nazionale L. 108/96. Le banche convenzionate, erogatrici dei prestiti, sono il Sanpaolo di Torino e la Unicredit Banca di Torino. Nel 2007 la Fondazione ha garantito con i fondi della L. 108/96 n° 109 prestiti per 1.347.749 euro e il resto con fondi propri. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 621 6.713.407 € 2005 103 1.311.850 € 2006 113 1.198.725 € 2007 131 1.573.749 € 35) Prestito fiduciario dell’Università di Siena Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Provinciale Programma in corso Fino a 20 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Azienda Regionale per il diritto allo studio Universitario di Siena Istituti di credito Fondo dedicato pubblico L’Azienda regionale Soggetto pubblico I prestiti sono destinati a studenti dell’università di Siena iscritti a corsi di laurea specialistica, a dottorati o a corsi di specializzazione. I prestiti sono concessi dal Monte dei Paschi di Siena. 264 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 33 495.000 € 2005 10 50.000 € 2006 12 60.000 € 2007 24 120.000 € 36) Microcredito della Fondazione Jubilaeum di Avezzano (AQ) Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Abruzzo Regionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Jubilaeum ONLUS – Fondo di solidarietà antiusura di Avezzano (AQ) Istituti di credito Più fondi concorrenti Le banche convenzionate Soggetto privato La Fondazione garantisce, con i fondi della L. 108/96 e con mezzi propri, i prestiti erogati dalle banche convenzionate (BCC di Roma, Cassa di Risparmio dell’Aquila, Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, Sanpaolo), a favore di soggetti a rischio di usura. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 118 1.709.454 € 2005 49 1.001.800 € 2006 36 843.500 € 265 2007 21 546.000 € 37) Microcredito della Fondazione Lucana Antiusura di Matera Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Basilicata Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Lucana Antiusura di Matera Istituti di credito Più fondi concorrenti Le banche convenzionate Soggetto privato La Fondazione opera dal 1994 garantendo i prestiti concessi dalle due banche convenzionate (Banca CARIME e San Paolo – Banco di Napoli) a soggetti a rischio di usura. Il fondo di garanzia è costituito dai contributi della Legge 108/96 art. 15 e dai mezzi propri della fondazione. I prestiti sono garantiti al 100%. Nel 2007 sono stati garantiti 54 prestiti per un importo di 679.415 euro con la L. 108/96 e la quota restante con fondi propri. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 304 2.081.924 € 2005 60 685.680 € 2006 82 788.341 € 2007 86 736.887 € 266 38) Prestito d’onore per studenti universitari di Siena Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Toscana Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Azienda Regionale per il diritto allo studio Universitario di Siena Fondi pubblici Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Prestiti agli studenti iscritti all’Università di Siena, accordati in forma di apertura di credito presso l’istituto tesoriere MPS, senza interessi e di importo massimo fino a 3.100 euro annui, da restituire in 5 anni. Prima dell’inizio di un anno accademico viene bandito un concorso per la concessione dei prestiti, a valere su un apposito fondo destinato a tale tipo di intervento. In caso di mancato rimborso, l’Azienda si attiva per il recupero del credito. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 119 368.900 € 2005 58 179.800 € 2006 58 179.800 € 2007 40 124.000 € 267 39) Prestito d’onore per studenti universitari di Firenze Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Toscana Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Azienda Regionale per il diritto allo studio Universitario di Firenze Fondi pubblici Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Prestiti agli studenti iscritti all’Università di Firenze, accordati in forma di apertura di credito presso la BNL o la Cassa di Risparmio di Firenze, senza interessi e di importo massimo fino a 3.100 euro annui, da restituire in 5 anni. Prima dell’inizio di un anno accademico viene bandito un concorso per la concessione dei prestiti, a valere su un apposito fondo destinato a tale tipo di intervento. In caso di mancato rimborso, l’Azienda si attiva per il recupero del credito. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 65 201.500 € 2005 49 151.900 € 2006 77 234.050 € 2007 58 170.500 € 268 40) Prestito Agevolato a studenti universitari di Pisa Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Azienda Regionale per il diritto allo studio universitario di Pisa Istituti di credito Fondo dedicato pubblico L’Azienda Regionale Soggetto pubblico I prestiti, destinati agli studenti iscritti ai corsi dell’Università di Pisa, sono concessi a condizioni agevolate, essendo gli interessi bancari a carico dell’Azienda Regionale, che garantisce inoltre la restituzione delle somme alla banca convenzionata. I prestiti devono essere restituiti in massimo 3 anni. Nel 2007 l’ARSU ha contribuito con fondi propri alla copertura degli interessi dei prestiti agevolati per un totale di circa 11 mila euro. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 93 335.870 € 2005 21 80.000 € 2006 20 86.636 € 2007 23 91.500 € 269 41) Prestiti antiusura della Consulta Nazionale Antiusura di Bari Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Consulta Nazionale Antiusura – ONLUS Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Banca Popolare di Bari Soggetto privato La Consulta è l’organismo nazionale che coordina le attività delle Fondazioni antiusura associate. L’attività diretta è pertanto suppletiva rispetto a quella delle associate. La Consulta ha attivato nel 2004 un proprio programma di microcredito a favore di soggetti a rischio di usura. I prestiti sono concessi dalla Banca Popolare di Bari e sono garantiti dai fondi dell’art. 15 della L. 108/96. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 11 325.000 € 2005 9 466.000 € 2006 19 1.211.000 € 2007 12 585.000 € 42) Microcredito della Fondazione Antiusura CRT di Torino Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Piemonte Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro 270 Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Antiusura CRT – Torino Istituti di credito Più fondi concorrenti Banche convenzionate Soggetto privato La Fondazione, nata nel 1998, ha come finalità la prevenzione dell’usura e si rivolge a persone singole o famiglie, fornendo garanzie sui prestiti concessi dalle banche convenzionate (Unicredit Banca Spa e Cassa di Risparmio di Savignano). Il fondo di garanzia complessivo (ordinario più i contributi ex art. 15 della L. 108/96) è investito dagli istituti convenzionati in un fondo comune di liquidità. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 203 2.496.995 € 2005 94 1.460.650 € 2006 109 1.585.500 € 2007 98 1.434.800 € 43) Progetto BARNABA della Caritas Diocesana di Andria Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Puglia Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Don Domenico Francavilla, direttore Caritas Diocesana di Andria Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca Popolare Etica 271 Tipologia del gestore Descrizione programma Soggetto privato Il progetto, che rientra nella convenzione quadro tra la Caritas Italiana e la Banca Popolare Etica, è destinato a cittadini italiani o immigrati residenti nel territorio della diocesi di Andria ed è finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale. I prestiti, concessi da Banca Etica a un tasso del 3%, sono coperti dal fondo di garanzia attivato dalla Caritas Diocesana e devono essere restituiti in 36 mesi. Dal 2005 Banca Popolare Etica ha previsto un rapporto 1:2 tra il fondo di garanzia e i prestiti da essa erogati. Ai beneficiari viene chiesta come garanzia morale la sottoscrizione di un Codice Etico. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 6 25.400 € 2005 3 14.600 € 2006 7 45.000 € 2007 4 20.000 € 44) Progetto di Microcredito della Caritas Diocesana di Bergamo Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lombardia Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Indistinti Caritas Diocesana di Bergamo Istituti di credito Fondo dedicato privato Le banche convenzionate Soggetto privato Il programma, avviato nei primi mesi del 2005, è destinato a famiglie o a singoli 272 cittadini (italiani o stranieri) in situazione di disagio economico. Le banche convenzionate (la BCC di Treviglio e la Banca Popolare di Bergamo) concedono i prestiti ai soggetti già precedentemente selezionati dalla Caritas, che ha istituito un apposito fondo di garanzia di 50 mila euro. Questo fondo, depositato presso le due banche convenzionate, copre al 100% le eventuali insolvenze. Il rimborso è previsto in massimo 30 mesi. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 25 75.000 € 2006 15 20.000 € 2007 19 24.600 € 45) Microcredito della MAG Verona259 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Veneto Provinciale Programma in corso Fino a 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Mag Verona Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 259 Non previsto Il programma si inserisce nel progetto Equal “ECCOMI” che promuove il radicamento sociale attraverso l’inserimento lavorativo. Gli istituti di credito coinvolti sono la BCC di www.magverona.it 273 Valpolicella e la Banca Popolare di Verona. I prestiti, di dimensione massima pari a 20 mila euro, sono garantiti per il 50% dalla banca concedente e per l’altro 50% da fideiussioni fornite da persone vicine al beneficiario. L’avvio operativo risale al luglio 2005. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 15 153.750 € 2006 23 75.750 € 2007 17 59.300 € 46) Microcredito nel Comune di Venezia Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Veneto Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Comune di Venezia Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Banca Popolare Etica Soggetto privato L’iniziativa, che rientra nel progetto Equal ECCOMI, è stata avviata nel luglio 2005. Il Comune ha istituito un fondo di garanzia di 150 mila euro, depositato presso Banca Etica e ha stipulato una convenzione con Mag Venezia, che intercetta i potenziali beneficiari (soggetti residenti nel Comune di Venezia, anche stranieri purché regolari) ed effettua un’istruttoria “sociale” che trasmette alla banca. La restituzione dei prestiti è fissata in 274 30 mesi. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 13 41.700 € 2006 15 41.050 € 2007 8 26.482 € 47) Microprestiti della Fondazione “La Casa” di Noventa Padovana (PD) Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Veneto Regionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione “La Casa” ONLUS Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca Popolare Etica Soggetto privato La Fondazione ha stanziato un fondo di garanzia di 253.000 euro per facilitare l’accesso all’abitazione a cittadini immigrati, sia per l’affitto che per l’acquisto della casa. Nel primo caso il prestito massimo è di 2.500 euro, nel secondo caso è di 10.000 euro. La cooperativa “Il Villaggio Globale” per conto della Fondazione si occupa di gestire gli sportelli informativi, raccogliere le domande e accompagnare il beneficiario fino alla completa restituzione del prestito. La Banca Popolare Etica si è impegnata a concedere prestiti fino a un ammontare doppio del plafond del fondo di garanzia. 275 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 7 23.187 € 2005 17 60.600 € 2006 22 41.220 € 2007 16 57.737 € 48) Prestito d’onore della Regione Veneto Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Veneto Regionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Regione Veneto Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Banca Popolare Italiana Soggetto privato La Regione ha stanziato nel 2005 un fondo di garanzia di 6 milioni di euro per l’attivazione del programma, che è rivolto a famiglie in temporanea difficoltà economica. Le richieste vengono raccolte a consultori familiari pubblici e la Regione approva ogni bimestre la graduatoria dei beneficiari. I prestiti (di importo variabile tra 2500 euro e 6500 euro) vanno restituiti in massimo 5 anni, senza interessi e con piani di ammortamento personalizzati. Nel 2007 il budget di 6 milioni di euro è stato totalmente impegnato. 276 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0 2005 545 3.321.830 € 2006 443 2.673.635 € 2007 1 4.534 € 49) Microcredito della Fondazione Zaccheo di Crotone Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Calabria Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Zaccheo di Crotone Istituti di credito Più fondi concorrenti Istituti di credito convenzionati Soggetto privato La Fondazione, che è impegnata dal 1997 nelle iniziative antiusura, opera fornendo garanzie agli istituti convenzionati (BCC di Crotone, BCC di Scandale e Banca del Crotonese Credito Cooperativo di Isola Capo Rizzuto), utilizzando i fondi della L. 108/96 e i mezzi propri. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 571 12.953.241 € 2005 158 2.238.400 € 2006 123 1.980.014 € 277 2007 126 1.951.800 € 50) Microcredito della Fondazione Antiusura Exodus ‘94 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Campania Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Fondazione Exodus ‘94 Istituti di credito Più fondi concorrenti Sanpaolo Banco di Napoli Soggetto privato La Fondazione, operativa dal 1995, garantisce al 100% i prestiti erogati dal Sanpaolo Banco di Napoli grazie ai contributi della L. 108/96 e ai mezzi propri. I prestiti erogati vanno da un minimo di 3000 euro a un massimo di 25000 euro. I dati sui prestiti garantiti dalla Fondazione relativi al 2004 e al 2007 non sono disponibili. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 24 121.811 € 2006 27 170.400 € 2007 0 0€ 278 51) Microcredito della Fondazione Antiusura Interesse Uomo di Potenza Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Basilicata Provinciale Programma in corso Fino a 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Antiusura Interesse Uomo di Potenza Istituti di credito Fondo dedicato pubblico La stessa fondazione Soggetto privato La Fondazione opera dal 2003 prestando garanzie, grazie ai contributi della L. 108/96, ai soggetti a rischio di usura che possono così accedere ai prestiti della convenzionata Banca Popolare Etica di Padova. La banca applica un moltiplicatore tre. Nel corso del 2007 l’attività si è ridotta, in quanto le richieste di prestito ricevute superavano l’entità massima concedibile (20 mila euro) e si riferivano a situazioni notevolmente compromesse sul piano finanziario. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 18 197.507 € 2005 10 117.790 € 2006 14 152.822 € 2007 6 41.200 € 279 52) Prestito d’Onore a Studenti “Magna Charta” Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Marche Regionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Banca delle Marche Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto La Banca delle Marche accorda aperture di credito a dottorandi o a studenti iscritti alle Università di Macerata o di Urbino oppure iscritti a master, quali ad es. quelli tenuti dall’ISTAO, purché residenti nelle Marche da almeno due anni. L’importo dei prestiti è pari a 6000 euro per gli studenti universitari e per gli iscritti ai master, mentre vale 12000 euro per i dottorandi. Il periodo di rimborso ha una durata di 5 anni. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0 2005 6 33.000 € 2006 42 315.800 € 2007 49 452.100 € 280 53) Microcredito Sociale della Fondazione di Venezia Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Veneto Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Fondazione di Venezia Istituti di credito Fondo dedicato privato Cassa di Risparmio di Venezia Soggetto privato La Fondazione ha avviato nel maggio 2005 il progetto pilota di microcredito che consente a donne immigrate con regolare permesso di soggiorno di accedere a finanziamenti per avviare, singolarmente o in forma associata, piccole attività di impresa o frequentare corsi di riqualificazione professionale che facilitino il loro inserimento lavorativo nel contesto territoriale della provincia di Venezia. L’intermediazione del credito tra il soggetto richiedente e la banca concedente (Cassa di Risparmio di Venezia Spa) viene gestita dalla Cooperativa sociale “Terre in Valigia” che può contare su un fondo di garanzia pari a 200.000 euro messo a disposizione dalla Fondazione di Venezia. Il fondo copre al 100% il rischio di insolvenza relativo ai singoli prestiti. I dati relativi al 2006 si riferiscono a 13 prestiti erogati nel corso dell’anno solare, ma 2 di tali finanziamenti erano stati in realtà approvati (ma non erogati) alla fine del 2005. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 13 94.100 € 281 2007 4 30.674 € 54) Prestito Laurea della Banca di Roma Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Fino a 5 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Banca di Roma Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Il prestito è destinato agli studenti iscritti alle facoltà convenzionate. La durata massima del prestito è 60 mesi. I dati sui risultati raggiunti non sono disponibili. 55) Progetto dell’Associazione Se.Me di Firenze Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Associazione Progetto Se.Me Fondi privati Fondo dedicato privato Mag6 Soggetto privato Il progetto, nato dall’esperienza de Le Piagge, 282 si è avviato nella seconda metà del 2005. Il fondo di garanzia, costituito grazie al contributo di vari soci (associazioni onlus, enti religiosi e associazioni laiche), è pari attualmente a 15.000 euro. La promozione avviene attraverso un’ampia rete (parrocchie, Caritas, associazioni laiche, Onlus, Comune e Provincia di Firenze). Dal 2006 l’iniziativa è stata estesa coinvolgendo anche altre associazioni, tra cui la comunità islamica e la comunità ebraica di Firenze. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 1 2.500 € 2006 2 4.000 € 2007 6 11.000 € 56) Microcredito della Fondazione Toscana Antiusura di Siena Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Regionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Fondazione Toscana Antiusura Istituti di credito Più fondi concorrenti Le banche convenzionate Soggetto privato La Fondazione, nata nel 2004 ed operativa dal 2005, prosegue l’attività di prevenzione del fenomeno dell’usura dell’Arciconfraternita delle Misericordie e Istituzioni Riunite di Siena. Attraverso i suoi numerosi Centri 283 d’Ascolto Regionali, la Fondazione intercetta i potenziali beneficiari, ai quali fornisce garanzie sui prestiti erogati dalla MPS, dalla Cassa di Risparmio di Firenze e da altri istituti toscani convenzionati, utilizzando sia fondi della legge n. 108/96 che mezzi propri. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 148 6.764.000 € 2006 135 7.201.734 € 2007 153 9.057.000 € 57) Microcredito per la prevenzione dell’usura del Confidi Roma Gafiart di Roma Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lazio Regionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone giuridiche Confidi Roma Gafiart Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Le banche convenzionate Soggetto privato Il Confidi Gafiart (promosso nel 1991 da Confartigianato) cura la gestione dei Fondi antiusura della L. 108/96 e concede garanzie fino al 90% dei finanziamenti a beneficio delle imprese associate al consorzio. Grazie ai fondi della Regione Lazio previsti dalla L.R. 23/2001 le garanzie possono essere integrate fino alla copertura del 100% dei prestiti concessi dalle 284 banche convenzionate (la BNL e la Banca di Roma). Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 15 254.000 € 2005 19 379.500 € 2006 13 227.000 € 2007 3 60.000 € 58) Credito Etico della Fondazione Antiusura Interesse Uomo di Potenza Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Basilicata Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Antiusura Interesse Uomo, Provincia di Potenza Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Banca Popolare Etica Soggetto privato Il progetto “Credito Etico” nasce ad ottobre 2005 con una convenzione tra la Provincia di Potenza, la Fondazione Antiusura Interesse Uomo e Banca Etica. La provincia ha stanziato 100.000 euro in 5 anni per la costituzione di un fondo di garanzia per l’accesso al credito destinato a lavoratori atipici. I prestiti vanno restituiti in 5 anni al tasso massimo del 6,15%. L’attività, avviata a gennaio 2006, è proseguita regolarmente e nell’anno sono stati effettuati 117 ascolti. Nel 2007 le attività sono proseguite con risultati molto inferiori alle aspettative dei promotori. 285 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 21 99.500 € 2007 2 10.000 € 59) Microcredito della Provincia di Foggia – Diamo credito alle donne260 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma 260 Puglia Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Provincia di Foggia Istituti di credito Più fondi concorrenti Banca Popolare Etica Soggetto privato Con questa iniziativa, avviata verso la fine del 2005, la Provincia intende sostenere le donne nella creazione di nuove unità di produzione oppure per ampliare o ammodernare attività già esistenti. Per l’individuazione delle imprese femminili o a prevalente partecipazione femminile si fa riferimento alla L. 215/92. Il fondo di garanzia istituito dalla Provincia e da Etica Sgr copre al 100% i prestiti erogati. Nel 2006 l’iniziativa ha conseguito risultati incoraggianti e nel corso del 2007 l’importo massimo del finanziamento è stato aumentato da 10 mila a 25 mila euro. www.provincia.foggia.it 286 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 1 10.000 € 2006 11 97.000 € 2007 21 274.137 € 60) Finanziamento ATENEO Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Banca Popolare di Milano Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Il programma prevede la concessione di prestiti fino a 6.000 euro a studenti iscritti ad atenei di qualsiasi città, purché localmente sia presente almeno una filiale della banca promotrice. Il prestito va restituito in 12 mesi. I dati sui prestiti non sono disponibili. 61) Prestito d’onore di Banca SELLA261 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento 261 Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso www.sella.it 287 Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Oltre 20 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Banca SELLA Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Il programma prevede prestiti senza garanzia a studenti che intendono frequentare un master specialistico, anche all’estero. L’importo massimo è pari a 50.000 euro. È previsto un periodo di preammortamento pari alla durata del master più 6 mesi, mentre la restituzione è fissata in non più di 7 anni. I dati sui prestiti concessi non sono disponibili. 62) Prestito MASTER di MPS Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole Monte dei Paschi di Siena Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto L’iniziativa sostiene studenti iscritti a corsi universitari o che intendono frequentare un master, mediante la concessione di prestiti fino a 15.000 euro. È richiesta una garanzia fideiussoria per importi superiori a 2.500 euro. La durata del prestito varia da 10 a 48 mesi, con un periodo di preammortamento. I dati sui prestiti concessi non sono disponibili. 288 63) Microcredito Etico - Sociale della Caritas Diocesana di Vicenza Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Veneto Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Caritas Diocesana Vicentina Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca Capofila Soggetto privato Il progetto si rivolge a persone o famiglie in temporanea difficoltà economica e mira a evitare che esse entrino in un percorso negativo, segnato dal rischio che il progressivo indebitamento porti verso l’usura. L’idea progettuale iniziale del direttore della Caritas Vicentina risale al 2004. Nel novembre 2005 è stata firmata la convenzione tra 11 BCC e la stessa Caritas. Il progetto è stato avviato nel giugno 2006, con l’operatività di 7 sportelli Caritas distribuiti su tutto il territorio della Provincia. Alla fine del 2006 gli sportelli hanno ricevuto 322 richieste e ne sono state accolte circa il 30%. Il fondo di garanzia iniziale si è incrementato grazie al contributo di dieci comuni (Santorso, Longare, Quinto Vicentino, Camisano, Bassano, Malo, Torrebelvicino, Isola Vicentina, Caldogno e Altavilla), che hanno deciso di sostenere finanziariamente il progetto. Nel 2007 sono state ascoltate 239 persone e quasi il 50% ha ricevuto il prestito. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 101 169.093 € 289 2007 107 210.071 € 64) Microcredito di Mag Roma262 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lazio Regionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Cooperative sociali, associazioni, enti no profit Mag Roma Fondi privati Fondo dedicato privato Mag6 Reggio Emilia Soggetto privato Nel 2006 è nata a Roma una nuova Mag – Mutua di Autogestione, sul modello delle altre esperienze diffuse nel nord Italia. Questa Mag usufruisce del supporto tecnico di Mag6 Reggio Emilia, ovvero i capitali raccolti dai soci vengono interamente versati alla mag6 che eroga i prestiti su proposta e con la garanzia di Mag Roma. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 3 24.400 € 2007 2 15.000 € 262 www.magroma.it 290 65) Microcredito della Fondazione Solidarietà e Servizio di Como Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lombardia Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio di Como Istituti di credito Più fondi concorrenti Banca Credito Valtellinese Soggetto privato La Fondazione ha costituito un fondo di garanzia di 15.000 euro e ha coinvolto nell’iniziativa la Fondazione Credito Valtellinese, che ha contribuito con ulteriori 15.000 euro. Il fondo complessivo di 30.000 euro copre al 100% le eventuali insolvenze segnalate dalla banca finanziatrice (Credito Valtellinese). Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 6 12.000 € 2007 5 9.528 € 291 66) Microcredito “Avere Credito” della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi263 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Emilia Romagna Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca Popolare dell’Emilia Romagna Soggetto privato La Fondazione ha stanziato per il triennio 2005-2007 1,5 milioni di euro per sostenere progetti di soggetti deboli, cittadini italiani o stranieri, che risiedono nei territori comunali di Carpi, Novi di Modena e Soliera. Il progetto è stato presentato alla comunità degli operatori di microcredito il 7 maggio 2007. I prestiti, erogati dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna, hanno un importo massimo di 4000 euro e sono concessi a un tasso del 4%. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 12 40.650 € 263 www.fondazionecrcarpi.it 292 67) Fondo per il Microcredito della Regione Lazio Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lazio Regionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Regione Lazio Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Agenzia Sviluppo Lazio Spa Non ancora definito La Regione Lazio con la L.R. 10/2006 “Legge di assestamento del bilancio 2006” ha istituito un Fondo per il Microcredito, che può operare su 4 assi: microimprese operanti in settori in cui sono particolarmente diffuse l’economia sommersa e l’usura; collettività finanziarie, cioè condomini o cooperative che vogliono attivare progetti di ristrutturazione di immobili secondo criteri di eco-compatibilità; crediti di emergenza, finalizzati ad affrontare bisogni primari; sostegno a persone in esecuzione penale intra o extra muraria. Le richieste di finanziamento vengono presentate agli operatori territoriali, individuati tramite bando pubblico. I prestiti hanno un importo massimo di 20.000 euro, da restituire al tasso di interesse dell’1%. Il programma è stato attivato nel corso del 2007 con buoni risultati. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 241 1.887.558 € 293 68) Microcredito per le imprese femminili della provincia di Vibo Valentia colpite dall’alluvione del 2006 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Calabria Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone giuridiche Camera di Commercio di Vibo Valentia in collaborazione con la Regione, l’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia e alcuni Confidi calabresi. Istituti di credito Più fondi concorrenti Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto Il programma è rivolto alle imprese femminili colpite dall’alluvione del 3 luglio 2006, per favorirne il reinserimento nei circuiti economici e produttivi. Il finanziamento, che copre le spese per la riparazione delle attrezzature e dei macchinari danneggiati, per il reintegro delle scorte di magazzino e per il ripristino delle opere murarie, è erogato sotto forma di mutuo chirografario dalle banche convenzionate (Banca CARIME e BCC di Maierato). L’importo massimo dei prestiti è pari a 30 mila euro, la restituzione è fissata in 5 anni. Gli interessi bancari sono completamente a carico degli Enti promotori, che hanno costituito un apposito fondo di 540.000 euro. Il programma si è concluso nel 2007. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 294 2007 18 306.500 € 69) Microcredito della Provincia di Lecce Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Puglia Provinciale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Provincia di Lecce Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Cooperativa di garanzia Unità Artigiana Salentina Soggetto privato L’iniziativa è contenuta nel Programma Strategico Provinciale, elaborato nel 2005 ed implementato l’anno successivo a seguito della concertazione sociale effettuata all’interno dell’Unità Operativa dello Sviluppo della Provincia di Lecce. Il progetto è stato ufficializzato a maggio 2007. La raccolta delle domande è iniziata a luglio e si è conclusa a dicembre 2007. L’attività di concessione dei prestiti è stata attivata nel 2008, pertanto non sono ancora disponibili dati circa l’andamento del programma. 70) Microcredito individuale della Provincia di Torino Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Piemonte Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Indistinti Provincia di Torino 295 Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non ancora definito La Giunta provinciale di Torino, con l’approvazione del Programma triennale di politiche pubbliche “Fragili Orizzonti” di contrasto alla vulnerabilità sociale e alla povertà, ha lanciato nel 2006 l’iniziativa “Microcredito Individuale”, in collaborazione con Banca Popolare Etica. Questo programma di microcredito, avviato nel mese di dicembre 2007, è una delle cinque misure di Fragili Orizzonti in corso nei territori della Provincia di Torino. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 5 15.000 € 71) Microcredito “Mi Fido di Te” della Fondazione Unraggiodisole di Pistoia Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Toscana Comunale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Fondazione Unraggiodisole ONLUS e Arciconfraternita della Misericordia di Pistoia Istituti di credito Più fondi concorrenti Banca di Credito Cooperativo di Pistoia 296 Tipologia del gestore Descrizione programma Soggetto privato Il programma ha lo scopo di favorire la creazione di nuove forme occupazionali delle donne favorendo la nascita di piccole imprese. A tal fine i promotori hanno costituito un fondo di garanzia pari a 150.000 euro. I prestiti sono di importo massimo di 5000 euro (nel caso di persone fisiche) e di 25000 euro (nel caso di associazioni di volontariato). Nel 2007 sono stati erogati 15 prestiti a persone fisiche e 2 a persone giuridiche. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 17 79.000 € 72) Legge “Anti povertà” della Regione Basilicata Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Basilicata Regionale Programma non ancora operativo Non definita Avvio o sostegno di un’attività economica Indistinti Regione Basilicata Non definita Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non ancora definito La Regione Basilicata con la L.R. 3/2005 “Promozione della Cittadinanza Solidale” ha dato inizio a una serie di interventi destinati ai cittadini più poveri. La legge all’art. 5 comma 2 prevede “interventi tesi a promuovere 297 l’autoimpiego (…) attraverso il ricorso allo strumento del microcredito”, ma la misura non è ancora operativa. 73) SMOAT – Sistema Microcredito Orientato Assistito Toscana Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Regionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Regione Toscana e Commissione Etica Regionale Istituti di credito Più fondi concorrenti Le banche convenzionate Soggetto privato Il Progetto SMOAT, promosso dalla Regione Toscana, è nato a seguito di una laboriosa fase di studio della Commissione Etica Regionale. Nel 2006 è stato aperto a Firenze il primo sportello informativo. Nel 2007, primo anno di operatività, i promotori hanno conseguito risultati molto positivi. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 103 1.540.673 € 298 74) Microcredito Cittadinanza Attiva Microattiva onlus di Prato Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Caritas Diocesana di Prato; Associazione Cittadinanza Attiva di Prato; Associazione S. Vincenzo de Paoli Fondi privati Fondo dedicato privato Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Soggetto privato Il progetto è nato nel 2006 da un paternariato tra i soggetti locali promotori, che hanno sollecitato la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze a partecipare all’iniziativa, in considerazione della sensibilità della stessa verso le iniziative filantropiche. Nel 2007 il Comitato dei promotori ha ottenuto dalla Provincia di Prato un contributo pari a 30.000 euro. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 37 141.950 € 2007 33 138.400 € 299 75) Microcredito della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo264 Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Veneto Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Fondazione CARIPARO Istituti di credito Fondo dedicato privato Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Soggetto privato La Fondazione nel 2006 ha stanziato 200.000 euro per la costituzione di un fondo di garanzia. I prestiti sono erogati a persone singole o associate in forma di società o di cooperative sociali, residenti nelle aree territoriali delle Diocesi di Padova e della Diocesi di Andria-Rovigo (RO). I prestiti hanno un importo massimo pari a 5.000 euro (nel caso di persone singole) o a 10.000 euro (nel caso di cooperative sociali o di imprese in start up). Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 35 60.000 € 2007 36 125.000 € 264 www.fondazionecariparo.it 300 76) Microcredito di Solidarietà Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Toscana Regionale Programma in corso Fino a 10 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole o persone giuridiche Microcredito di Solidarietà Spa Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Soggetto privato La società, costituita nel gennaio 2006 ed autorizzata dall’UIC a giugno 2006, ha un capitale sociale di 1 milione di euro e ha lo scopo di sostenere le persone fisiche (e in parte anche l’avvio di microimprese) che non riescono ad accedere al credito bancario ordinario basato sul tradizionale modello delle garanzie patrimoniali. La società opera nella provincia di Siena tramite un’organizzazione territoriale a rete dei Centri di Ascolto del volontariato, che costituisce il principale punto di contatto con l’utenza. L’importo massimo erogabile è di 7.500 euro, il tasso è fissato al 4,5% per un periodo di rimborso massimo di 60 mesi. I primi prestiti sono stati concessi a ottobre 2006. Nel 2007 la società ha esteso l’ambito territoriale di operatività comprendendo anche le province di Arezzo e Grosseto. Il tasso di insolvenza è modesto (2 sole sofferenze). Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 3 19.512 € 2007 111 416.765 € 301 77) Microcredito della Caritas Diocesana di Pisa Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Toscana Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole ASL 5 Pisa; ARCI Toscana; ARCI Pisa; CARITAS Pisa. Istituti di credito Più fondi concorrenti Banca Popolare Etica Soggetto privato L’iniziativa è nata con l’obiettivo di sostenere l’inserimento sociale di singoli o di famiglie del campo Rom di Oratorio, rifugiati macedoni e utenti del Centro di ascolto della Caritas di Pisa. L’importo massimo dei prestiti è fino a 4.000 euro. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 4 9.400 € 2007 5 12.053 € 78) Microcredito del Comune di Trieste Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Friuli Venezia Giulia Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto 302 Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Persone singole Comune di Trieste Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Banca Popolare Etica Soggetto privato Il Comune di Trieste, con l’obiettivo di fornire supporto finanziario a soggetti caratterizzati da basso reddito e/o sulla soglia della povertà, ha istituito un fondo di garanzia per erogare piccoli prestiti a condizioni economiche vantaggiose, stipulando nel 2006 una convenzione con Banca Popolare Etica. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 8 9.700 € 2007 2 8.500 € 79) Microcredito San Matteo della Caritas di Venezia Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Veneto Comunale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Caritas di Venezia Istituti di credito Fondo dedicato privato CARIVE Cassa di Risparmio di Venezia Soggetto privato Il progetto ha l’obiettivo di sostenere i residenti della Diocesi in grave difficoltà economica. A tal 303 fine la Caritas ha stanziato un fondo di garanzia di 50.000 euro per la concessione di prestiti di importo massimo pari a 3.000 euro, al tasso Euribor 3 mesi + 0,5%, da restituire al massimo in 60 mesi. Il programma è stato avviato nel settembre 2006. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 15 43.000 € 2007 30 90.000 € 80) Prestiti sull’onore / Microcredito per le famiglie del Comune di Bologna Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Emilia Romagna Comunale Programma in fase di attivazione Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Gruppi di due o più persone Centro per le Famiglie del Comune di Bologna in collaborazione con le Ipab Bertocchi e Istituti Educativi Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto I promotori hanno inteso favorire una forma di sostegno ai soggetti che si trovano in situazione di difficoltà economica contingente ma temporanea. I prestiti variano da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 5.000 euro, la durata è variabile da 18 a 36 mesi, il tasso di interesse è fisso (IRS + spread 1,30) per tutta la durata dei prestiti. I prestiti sono concessi dai due istituti di credito partner dell’iniziativa 304 (Unicredit Banca di Bologna e Unicredit Clarima Banca di Milano) che si sono dimostrati disponibili ad investire su attività di sostegno al microcredito per le famiglie e hanno rinunciato alla costituzione, a propri favore, del fondo di garanzia da parte delle IPAB promotrici dell’iniziativa. 81) Credito Sociale della Caritas di Fano Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Marche Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole La Caritas di Fano e la BCC di Fano Istituti di credito Fondo dedicato privato BCC di Fano Soggetto privato Il progetto nasce con l’obiettivo di sostenere persone fisiche con residenza da almeno tre anni nei comuni di Fano, Serrungherina, Cartoceto, Saltara e san Costanzo che versano in condizioni economiche precarie e sono pertanto maggiormente a rischio di usura. A tal fine, grazie all’iniziativa della Caritas e della Fondazione “Sette Novembre”, è stato costituito un fondo di garanzia dei prestiti, il cui importo massimo è pari a 5.000 euro, con un periodo di rimborso di 60 mesi. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 305 2007 12 34.500 € 82) DonGioPmi – Sistema Integrato di Microcredito e Servizi alle Imprese nel Cilento Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Campania Regionale Programma non ancora operativo Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Sistema Cilento scpa; Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano; il Confidi PMI Cilento; la BCC Cilento Centrale; la BCC Comuni Cilentani. Istituti di credito Fondo dedicato privato Le banche convenzionate Soggetto privato I promotori, con l’obiettivo di promuovere o sostenere le attività imprenditoriali di nuova costituzione o già avviate le cui attività siano in generale legate alla valorizzazione delle risorse dell’area Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, hanno costituito un fondo di garanzia di 500.000 euro presso le banche aderenti alla convenzione. I potenziali beneficiari possono accedere ad un prestito fino ad un massimo di 45.000 euro al tasso Euribor a 6 mesi + 1 p.p., per l’avvio o il sostegno di nuove attività imprenditoriali. 83) Linea di Credito Nuova Impresa della Provincia di Lucca Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Toscana Provinciale Programma in fase di attivazione Oltre 20 mila euro 306 Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Provincia di Lucca Istituti di credito Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto La Provincia di Lucca, a valere sui residui della gestione POR Ob. 3 FSE 2000-2006, ha promosso l’attuazione di interventi volti a sostenere la crescita del tessuto produttivo locale, mediante prestiti agevolati. A tal fine ha stanziato un fondo pari a 75.000 euro per il rimborso ai beneficiari delle spese immateriali (consulenze, spese di iscrizione alla C.C.I.A.A., registrazione marchi o brevetti, ecc…) sostenute per l’avvio di impresa, per un massimo di 5.000 euro a beneficiario. I finanziamenti agevolati sono erogati senza la richiesta di garanzie personali, o del nucleo familiare, fino a un massimo di 25.000 euro, al tasso Euribor 6 mesi base 360 + 1 p.p. Il programma è stato ufficializzato tramite bando pubblico alla fine del 2007. 84) Programma “Diamogli Credito” del Ministero per le politiche giovanili Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Multiregionale Intero territorio nazionale Programma in fase di attivazione Fino a 10 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone single Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive; Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione; Ministro dell’Università e della Ricerca; ABI. Istituti di credito Fondo dedicato pubblico Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non ancora definito I promotori, nel mese di dicembre 2007, 307 hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per sostenere i processi di crescita dei giovani iscritti alle Università italiane. L’accordo stipulato tra il Governo e l’ABI consente, attraverso la stipula di apposite convenzioni con i singoli istituti bancari, l’accesso al credito da parte dei beneficiari (studenti universitari di età tra i 18 e i 35 anni) senza bisogno di ulteriori garanzie. I finanziamenti erogabili ai beneficiari ritenuti idonei hanno un importo massimo di 6.000 euro. 85) Microcredito agli immigrati stranieri della ATAS di Trento Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Trentino Alto Adige Provinciale Programma in corso Fino a 10 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole L’Associazione Trentina Accoglienza Stranieri (ATAS) onlus, insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, alla Cassa Rurale di Aldene e Cadine e al Comune di Trento. Istituti di credito Fondo dedicato privato Cassa Rurale di Aldene e Cadine Soggetto privato L’iniziativa, avviata a marzo del 2007 grazie ad una donazione iniziale della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, è destinata a soggetti immigrati non bancabili. L’ATAS riceve la domanda, verifica l’affidabilità del soggetto richiedente e la inoltra alla Cassa Rurale di Aldene e Cadine che effettua una valutazione di merito e provvede alla concessione dei prestiti, garantiti dall’apposito fondo costituito grazie alle donazioni dei partner di progetto. Nel febbraio 2008 l’iniziativa è stata oggetto di un accurato studio sul campo, condotto dall’ATAS in collaborazione con l’Università di Trento, durante il quale a tutti i 20 beneficiari è stato 308 somministrato un questionario. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 20 98.200 € 86) Microcredito della Caritas Diocesana di Orvieto – Todi Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Umbria Provinciale Programma in corso Fino a 5 mila euro Fabbisogno finanziario indistinto Persone singole Caritas di Orvieto – Todi Istituti di credito Fondo dedicato privato Banca Popolare di Ancona Soggetto privato Il progetto è nato per sostenere economicamente le persone residenti nella diocesi comprendente il Comune di Orvieto in provincia di Terni e Todi in provincia di Perugia. I prestiti sono erogati dalla banca a fronte di un fondo di garanzia pari a 14.000 euro costituito grazie a contributi raccolti dalla Caritas, e hanno un importo massimo di 2.500 euro al tasso fisso del 3%. 309 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 7 13.100 € 87) Microcredito alle imprese di PerMicro di Torino Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Piemonte Intero territorio nazionale Programma in corso di attivazione Fino a 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche PerMicro srl Istituti di credito Fondo dedicato privato PerMicro srl Soggetto privato La società PerMicro srl, costituita a Torino nel giugno 2007, garantisce, con il proprio patrimonio attualmente pari a 600.000 euro, i prestiti erogati dagli istituti di credito convenzionati a persone singole o a imprese in fase di start up o di sviluppo. L’importo massimo dei prestiti è pari a 15.000 euro. 88) Prestito d’onore della Regione Sardegna265 Territorio Ambito operativo 265 Sardegna Regionale www.regione.sardegna.it 310 Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Programma in fase di attivazione Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole L’assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale della Regione Sardegna. Fondi pubblici Nessuna garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto L’iniziativa rientra nel Piano integrato per il lavoro ed è finanziata con risorse FSE – POR Sardegna 2000/2006 (Misure 3.10 e 3.11) pari a 31,5 milioni di euro. La Regione ha stabilito la ripartizione dei fondi disponibili sia con riferimento alle 8 province regionali che con riguardo ai 6 settori di intervento. A fronte di investimenti, al netto dell’IVA, compresi tra 25.000 e 50.000 euro, l’aiuto consiste in un finanziamento agevolato pari al 50% (da restituire in 4 anni più un anno di preammortamento) e in un contributo a fondo perduto fino a 5.165 euro a fronte di spese di gestione. È stato allestito un sito web dedicato (www.impare.it). La regione stima di finanziare, a partire dal 2008, circa 700 progetti. 89) Prestito d’onore della Provincia di Trento Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Trentino Alto Adige Provinciale Programma in fase di attivazione Fino a 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole Agenzia del lavoro della Provincia autonoma di Trento Fondi pubblici Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia 311 Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto L’iniziativa, approvata dalla Giunta Provinciale il 21 dicembre 2007, ha lo scopo di rafforzare l’imprenditorialità locale attraverso il finanziamento di progetti relativi all’avvio di attività realizzate da soggetti inoccupati o disoccupati. I prestiti agevolati hanno un importo massimo di 12.500 euro, al tasso fisso effettivo annuo pari al 65% del tasso di riferimento per le operazioni di credito agevolato alle imprese artigiane. La restituzione avverrà a rate costanti semestrali in 5 anni, con un periodo iniziale di preammortamento. È inoltre previsto un contributo a fondo perduto pari a 20.000 euro. 90) Prestito fiduciario a studenti universitari di Urbino Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Marche Regionale Programma in corso Fino a 20 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole ERSU di Urbino con Banca delle Marche Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto L’ERSU in attuazione della normativa nazionale sul diritto allo studio di cui alla L. 390/1991 ha avviato l’iniziativa “Prestito fiduciario”, in partnership con Banca delle Marche. I prestiti, erogabili solo agli studenti meritevoli secondo i requisiti fissati dall’ERSU, hanno un importo massimo pari a 15.000 euro se di durata triennale, pari a 10.000 euro per quelli biennali e pari a 5.000 euro per quelli annuali. Il tasso di interesse è del 2%. 312 Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 2 10.000 € 91) Prestito fiduciario a studenti universitari di Camerino Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Marche Regionale Programma in corso di attivazione Fino a 20 mila euro Sostegno durante studi universitari o post laurea Persone singole ERSU di Camerino con Banca delle Marche Istituti di credito Altri tipi di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Non previsto L’ERSU di Camerino, ente strumentale della Regione Marche, con delibera del Consiglio d’Amministrazione n.63 del 29/06/2007, ha approvato il bando di concorso per la concessione del “Prestito fiduciario” per l’anno accademico 2007/2008 a favore degli studenti iscritti all’Università degli Studi di Camerino. Gli studenti che possono richiedere alla banca i prestiti sono individuati dall’ERSU sulla base dei requisiti di merito. 313 92) Fondo Strumentale per il Microcredito del Confidi Roma Gafiart di Roma Territorio Ambito operativo Stato di avanzamento Dimensione massima dei prestiti Esigenza Target Promotori Proprietà dei capitali Tipo di garanzia Gestore fondo di garanzia Tipologia del gestore Descrizione programma Lazio Regionale Programma in corso Oltre 20 mila euro Avvio o sostegno di un’attività economica Persone singole o persone giuridiche Confidi Roma Gafiart Istituti di credito Fondo dedicato privato Confidi Roma Gafiart Soggetto privato Il Fondo Strumentale per il Microcredito è stato istituito da Gafiart nel 2007 come garanzia per la concessione di piccoli prestiti, a ditte individuali o società, per il consolidamento dell’attività o per l’avvio di una nuova attività d’impresa. Nel 2007 Gafiart ha sottoscritto due convenzioni, una con Artigiancassa e l’altra con la Banca di Roma. I finanziamenti previsti da quest’ultima hanno un importo massimo di 25.000 euro, quelli previsti da Artigiancassa hanno un importo massimo di 30.000 euro. I 9 prestiti del 2007 sono stai concessi in 3 casi dalla Banca di Roma per 55.000 euro e in 6 casi da Artigiancassa per 153.000 euro. Andamento del programma Anno N. prestiti Importo totale 2004 0 0€ 2005 0 0€ 2006 0 0€ 2007 9 208.000 € 314 APPENDICE II – RISULTATI DELL’INDAGINE EMPIRICA (QUESTIONARIO ABI). LE INIZIATIVE DI INCLUSIONE FINANZIARIA SVILUPPATE DALLE BANCHE266 1) Banca della Campania Spa Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO: NULLA 1.b) CREDITO: Prestiti rilasciati dalla Banca a fronte di garanzie personali o Fondi antiusura • Descrizione target: vittime usura e racket • Motivazioni allo sviluppo: reinserimento nel circuito bancario dei soggetti in difficoltà perché vittime di fenomeni criminosi di cui al punto precedente • Criticità allo sviluppo: difficoltà a individuare con certezza le vittime e lo stato di necessità reale 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO: Conti correnti a operatività limitata; bonifici; carte di credito prepagate • Descrizione target: commercianti, imprenditori, artigiani, lavoratori autonomi, pensionati e dipendenti • Motivazioni allo sviluppo: contributo a mantenere nel circuito bancario le fasce colpite dai fenomeni criminosi di cui sopra • Criticità allo sviluppo: difficoltà a individuare con certezza i soggetti destinatari dei benefici Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) 266 Fonte: Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009. 315 • Caratteristiche dei servizi: diffusione attraverso Confidi, Enti morali e Fondazioni Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) : NULLA Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: circolari e corsi in aula al personale della Banca Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…): NULLA Altro • Descrizione di ulteriori esperienze di inclusione finanziaria attuate dalla banca: adesione all’accordo quadro per la prevenzione e per il sostegno delle vittime del racket, promosso dal Ministero dell’Interno, dalla Banca d’Italia e dall’ABI. b) Banca del Piemonte Spa Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto: Per soddisfare le esigenze di rimesse da e verso l’estero, la Banca ha attivato il servizio di money transfer a tariffe agevolate (to send e to receive) • Descrizione target: il target identificato è rappresentato da stranieri, che abitano in Italia e che hanno la necessità di trasferire in modo semplice, veloce ed economico denaro all’estero e viceversa da stranieri in Italia che hanno l’esigenze di ricevere denaro dall’estero. • Motivazioni allo sviluppo: 1) Presenza di comunità straniere sul territorio in cui opera la Banca; 316 2) Necessità di fornire un servizio efficace ed efficiente a quanti desiderino trasferire denaro da/all’estero; • Criticità allo sviluppo: adeguamento dei sistemi informativi per l’autenticazione delle Unità Operative e per la gestione dell’operatività, coerentemente con gli obblighi imposti dalla normativa in fase di raccolta e trattamento dei dati personali. • Risultati ottenuti: nel periodo 2007-2008 le operazioni effettuate sono state per oltre il 70% di tipologia dall’Italia verso l’estero e per la restante parte dall’estero vero l’Italia. Le rimesse verso l’estero sono state verso i seguenti continenti: Europa (63%), America (15%), Asia (13%), Africa (4%), Australia (4%). Il Paese con maggiore transfer è la Romania (circa il 20%), seguita da Cina (circa 10%) e dall’area Sud Americana. Le rimesse dall’estero sono per il 77%da paesi europei e per il 9% dall’America. 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: La Banca ha attivato numerose iniziative destinate a facilitare l’accesso al credito. In questo contesto si collocano i progetti :”Diamogli credito” in collaborazione con il Ministero POGAS, “Microcredito” con associazioni religiose locali, “Enti” insieme con la Regione Piemonte, “Famiglie” con prodotti assicurativi di protezione del mutuo a seguito di perdita di impiego , ricovero ospedaliero e inabilità totale temporanea da infortunio o malattia e finanziamenti rateali. • Descrizione target: i target individuati sono i giovani/lavoratori atipici, gli immigrati che intendono intraprendere attività commerciali in proprio, gli enti, le associazioni e le onlus finanziate dalla Regione Piemonte dall’Assessorato alla Cultura, patrimonio linguistico e minoranze linguistiche, politiche giovanili, le famiglie con basso reddito. • Motivazioni allo sviluppo: fornire un servizio alle comunità locali in difficoltà per meglio favorirne l’integrazione sul territorio attraverso prodotti studiati appositamente e destinati a soddisfare bisogni specifici. • Criticità allo sviluppo: 1) Complessità data dal numero di attori coinvolti per l’attivazione dei progetti 2) Integrazione dei sistemi informativi e organizzativi di gestione dei nuovi work flow. 317 • Risultati ottenuti: significativi risultati ottenuti nell’iniziativa “Famiglie” attraverso concessione di novi crediti anche tramite carta di credito a doppia linea e l’attivazione del prodotto di protezione della rata del mutuo. 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: Sono stati attivati: - Prodotti di conto corrente a canone zero destinati ai giovani; - Libretti di deposito per i giovani associati anche a operazioni a premio; - Carte prepagate ricaricabili, che non richiedono un conto corrente d’appoggio per l’operatività. • Descrizione target: i destinatari sono i seguenti: - Per il conto corrente a canone zero: giovani tra i 18 e i 26 anni già titolari di conti correnti destinati ai giovani della Banca o di libretto di deposito aperto presso la Banca e giovani studenti universitari o post – universitari di età compresa tra i 18 e i 35 anni, di qualunque nazionalità, purché residenti in Italia, con requisiti di merito scolastico; - Libretti di deposito per i giovani fino ai 18 anni; - Carte prepagate ricaricabili destinate a famiglie con esigenze finanzia riedi base, adatte ai giovani, a chi utilizza e-commerce, agli immigrati che non hanno intenzione di vincolarsi con l’apertura di un conto corrente. • Motivazioni allo sviluppo: 1) Fornire una risposta a chi non ha elevate disponibilità attraverso prodotti semplici, di valore immediatamente comprensibile, flessibili e a costi ridotti; 2) Avvicinare al sistema bancario tradizionale target che verrebbero esclusi con i prodotti standard. • Criticità allo sviluppo: fornire un’adeguata diffusione e pubblicità dell’iniziativa per raggiungere i target definiti. • Risultati ottenuti: circa il 10% del totale dei clienti della Banca è rappresentato da giovani, valore ancora modesto, ma dato in crescita rispetto agli anni precedenti. Le carte prepagate rappresentano il 2% del totale carte detenute dalla clientela 318 della Banca (privati e imprese, comprese le carte aziendali business). Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: per alcune delle iniziative precedentemente descritte sono state create delle figure di specialisti esperti di prodotto con il ruolo di: - Assistenza ai Punti Operativi - Eventuale coinvolgimento con i clienti o potenziali clienti oggetto del target • Descrizione target: i target delle iniziative specifiche sono stati: giovani, famiglie con esigenze finanziarie non particolarmente evolute, stranieri, enti e associazioni. • Motivazioni allo sviluppo: risposta a esigenze di target specifici che hanno necessità diverse di prodotti finanziari rispetto agli standard attraverso risorse formate e specializzate. • Criticità allo sviluppo: integrazione organizzativa tra gli specialisti e le strutture preposte dei Punti Operativi. • Risultati ottenuti: qualche difficoltà di interessamento ai prodotti della Banca da parte dei target identificati. Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) • Caratteristiche dei progetti: i progetti sono stati affrontati centralmente attraverso il coinvolgimento delle strutture di sede della Banca (marketing, compliance, controlli interni, organizzazione, sistemi informativi, legale, commerciale, controllo di gestione e risk management, ecc…) in stretta collaborazione con i partner esterni. Gli step operativi comuni hanno previsto lo studio delle esigenze, l’analisi della clientela, le risposte dei competitors, la formulazione del nuovo prodotto, la formulazione di ipotesi di obiettivo, la diffusione dell’iniziativa e il controllo dei risultati attesi. • Descrizione target: i target delle iniziative specifiche sono stati: giovani, famiglie con esigenze finanziarie non particolarmente evolute, stranieri, enti e associazioni. • Motivazioni allo sviluppo: ampliamento base clientela, risposta alle esigenze delle 319 comunità locali. • Criticità allo sviluppo: coordinamento degli attori coinvolti nel processo. • Risultati ottenuti: arricchimento dell’offerta di prodotti della banca anche per specifici segmenti di clientela precedentemente presidiati parzialmente. Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: per le iniziative precedentemente descritte è stata data diffusione e visibilità: - A tutti i Punti Operativi della Banca; - Sul sito internet della Banca; - Attraverso comunicazioni mirate alla clientela (newsletter, comunicazioni su estratto conto bancario, mailing, ecc…) con eventuale predisposizione di leale/brochure di prodotto - Con campagne di vendita specifiche. • Descrizione target: (vedasi sopra) • Motivazioni allo sviluppo: creare una conoscenza diffusa all’interno dei Punti Operativi in merito a esigenze di clientela particolare come quella descritta nei target • Risultati ottenuti: maggiore sensibilità e miglioramento del dialogo tra clienti target e i Punti operativi. Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: per ciascuna delle iniziative intraprese, nel caso di coinvolgimento di strutture esterne, sono stati messi a confronto i potenziali erogatori di servizio, al fine di garantire al cliente il miglior prodotto al minor costo per il cliente, attraverso simulazioni numeriche. Completano la valutazione anche criteri soggettivi e oggettivi quali affidabilità del partner, esperienza maturata, reputazione, ecc… 320 • Descrizione target: (vedasi sopra) • Motivazioni allo sviluppo: il coinvolgimento di soggetti terzi è dettato dall’obiettivo di: - Fornire una risposta più coerente e di maggiore valore con le esigenze dei target; - Consentire di comprimere i tempi di sviluppo e realizzazione per la messa in effettivo dei singoli progetti in linea con la pianificazione della Banca. • Criticità allo sviluppo: coordinamento degli attori coinvolti nel processo, interni ed esterni. Altro • Descrizione di ulteriori esperienze di inclusione finanziaria attuate dalla banca: in collaborazione con una importante società finanziaria che curerà in outsourcing parte dell’attività, la Banca ha in animo di attivare nel corso dell’anno 2008 il prodotto Cessione del Quinto, destinato a far accedere anche una parte di lavoratori o pensionati che attualmente sono esclusi dall’accesso al credito. 3) Banca Popolare dell’Emilia Romagna Società Cooperativa (BPER) Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto: Non ci sono agevolazioni specifiche su tale ambito. Se è considerata inclusione finanziaria, vi sono libretti di deposito per ragazzi fino a 12 anni (“Conto 44 Gatti”), e per adolescenti (“Conto Compilation”); inoltre, vengono collocate obbligazioni etiche di “Banca Popolare Etica”. 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: Vi è il “Prestito Libri “Zero” per acquisto libri di testo a tasso zero, “Prestito Computer Zero”, per gli studenti, “Prestito No Barriere”, per l’abbattimento delle barriere 321 architettoniche delle abitazioni. • Motivazioni allo sviluppo: aiutare le famiglie a basso reddito, che hanno difficoltà in alcuni periodi dell’anno (ad esempio a settembre, al rientro dalle ferie). • Criticità allo sviluppo: l’importo dei finanziamenti è contenuto; tali formule non vengono pubblicizzate massicciamente; qualche famiglia può vergognarsi di richiederli. 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: “Conto World”, carte prepagate ricaricabili etiche. • Descrizione target: lavoratori stranieri • Motivazioni allo sviluppo: fornire un servizio a questo target di potenziali clienti, che sarà sempre più numeroso nel tempo. Il servizio è volutamente offerto presso tutti gli sportelli della Banca, per non creare discriminazioni. Molti supporti sono multilingue. • Criticità allo sviluppo: i clienti vanno ben selezionati. Conti “Insieme per il Terzo Settore” • Descrizione target: Onlus, Cooperative sociali, Associazioni ricreative e/o sportive, soci-lavoratori di cooperative sociali. • Motivazioni allo sviluppo: fornire un servizio a condizioni agevolate a questo target. • Criticità allo sviluppo: i richiedenti vanno ben selezionati, onde evitare che alcune Onlus fruiscano indebitamente delle agevolazioni fiscali riservate a questa tipologia. • Risultati ottenuti: buoni Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: proprio al fine di evitare discriminazioni, tutti i servizi sono offerti da tutti gli sportelli . Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) 322 • Caratteristiche dei progetti: proprio al fine di evitare discriminazioni, tutti i servizi sono offerti da tutti gli sportelli . Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: i titolari di “Conto World” possono ricevere un glossario multilingue, con la spiegazione e la traduzione dei principali termini bancari e finanziari. • Descrizione target: lavoratori stranieri. Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…): NIENTE Altro • Descrizione di ulteriori esperienze di inclusione finanziaria attuate dalla Banca: collaborazione col Comune di Modena per facilitazioni economiche alle famiglie numerose, assieme a esercenti (“Family Card”). 4) Banca Popolare di Milano S.C.A.R.L. – Gruppo bancario Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO: NIENTE 1.b) CREDITO: caratteristiche del servizio offerto: Uno dei maggiori problemi per i cittadini immigrati è di poter ottenere un prestito/mutuo. Ad esempio per anticipare le spese necessarie per poter affittare casa, avviare una piccola attività in proprio o per acquistare casa. Nell’ambito dei prodotti di finanziamento, BPM oltre a prevedere un’offerta di mutui e prestiti personali per i cittadini immigrati ha stanziato due plafond dedicati. Inoltre, sono previste convenzioni particolari con organizzazioni che operano nel terzo settore e associazioni che si occupano 323 dell’integrazione di extracomunitari nella società italiana. • Descrizione target: immigrati • Motivazioni allo sviluppo: promuovere l’integrazione dei migranti nella società. • Criticità allo sviluppo: disponibilità di un sistema di garanzie per facilitare l’erogazione del credito. • Risultati ottenuti: circa 5000 prestiti e circa 3000 mutui a fine dicembre 2007 (rispettivamente + 26% e +12% rispetto a dicembre 2006). 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: Realizzazione della linea “Extraordinario”, offerta dedicata agli immigrati, che prevede: - Possibilità di inviare denaro al proprio Paese di origine grazie ad accordi bilaterali che BPM ha siglato con varie banche estere; - La Carta Prepagata Internazionale; - 3 tipi di c/c a costi contenuti e differenziati a seconda dei servizi inclusi: il Conto “Servizio Bancario di Base”, “Extraordinario Small” e “Extraordinario Large”; - Polizza di assistenza gratuita per risolvere particolari casi di necessità personali o famigliari. • Descrizione target: immigrati. • Motivazioni allo sviluppo: i cittadini immigrati hanno bisogni finanziari che crescono al crescere del loro livello di integrazione della nostra società • Criticità allo sviluppo: nessuna criticità rilevata. • Risultati ottenuti: circa 33.400 clienti a dicembre 2007 (+9% rispetto a fine 2006). Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: BPM ha sviluppato nuove modalità di servizio a carattere “multietnico”, attraverso l’attivazione del call center multilingua e l’attivazione di strumenti di video consulenza in alcune agenzie attraverso gli “Extraordinario Point”. 324 • Descrizione target: immigrati • Motivazioni allo sviluppo: facilitare la comprensione dei prodotti e servizi bancari offerti. • Risultati ottenuti: il servizio ha avuto un riscontro positivo da parte della clientela (anche quella potenziale). Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…): NIENTE Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: a. Campagna pubblicitaria di lancio dei servizi dedicati; b. Realizzazione di materiali illustrativi in otto lingue oltre all’italiano: arabo, francese, spagnolo, filippino, rumeno, portoghese, inglese, cinese; c. Organizzazione di corsi di formazione per aspiranti imprenditori; d. Contributo alla realizzazione di un “guida ai farmaci” multilingua; • Descrizione target: immigrati • Motivazioni allo sviluppo: facilitare l’integrazione finanziaria • Risultati ottenuti: a supporto della conoscenza verso il pubblico della Linea dedicata. Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: sono state realizzate collaborazioni con associazioni di categoria e socio – assistenziali al fine di sensibilizzare il target alla bancarizzazione e ai prodotti offerti dalla banca • Descrizione target: immigrati Altro : NIENTE 325 5) Banca popolare Pugliese Soc. Coop. Per azioni – Gruppo bancario Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto: servizi bancari di base • Descrizione target: - Cittadini stranieri che lavorano in Italia e che sono in regola con il permesso di soggiorno; - Fasce più deboli della popolazione. • Motivazioni allo sviluppo: - Sviluppo di un potenziale segmento di mercato; - Manifestata necessità dei cittadini stranieri che lavorano in Italia di trasferire il denaro ivi guadagnato nei loro Paesi di origine. • Criticità allo sviluppo: comunicazione; educazione finanziaria. • Risultati ottenuti: l’inadeguata educazione finanziaria del target non ha consentito il raggiungimento dei risultati previsti 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: Sperimentazione di Microcredito • Descrizione target: cittadini stranieri che lavorano in Italia in regola con il permesso di soggiorno • Motivazioni allo sviluppo: - Sviluppo di un potenziale segmento di mercato; - Favorire l’avviamento di piccole attività imprenditoriali. 326 • Criticità allo sviluppo: comunicazione; educazione finanziaria. • Risultati ottenuti: non valutabili per progetto in fase di sperimentazione 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: “EveryWhere”: nuova tipologia di conto corrente che, a fronte di un basso costo mensile, offre un numero illimitato di operazioni e consente di usufruire dei seguenti servizi aggiuntivi: bancomat aziendale (caratterizzato da un limite mensile di 1.000 euro e da uno giornaliero di 100 euro); acquisto di quote di PIC e PAC; acquisto di obbligazioni della Banca; domiciliazione delle utenze; rilascio di carte di credito/debito ricaricabili. • Descrizione target: extracomunitari purché in regola con i permessi/carta di soggiorno (rilasciata per motivi di lavoro) e aventi lo status di “residente” ai sensi dell’art. 1, comma 1, lett C), del D.P.R. n. 148 del 31/03/1988, ai fini dell’applicazione delle norme valutarie. • Motivazioni allo sviluppo: andare incontro a una fascia di clientela “non banca rizzata”, come quella degli immigrati extracomunitari inseriti sempre più nel ciclo produttivo nazionale e locale (sia come operatori dipendenti che come commercianti o piccoli imprenditori), attraverso la sua fidelizzazione che passa necessariamente dalla accensione di un rapporto continuativo di deposito a risparmio e/o di un conto corrente, indispensabile per fruire di una serie di servizi di base. • Criticità allo sviluppo: comunicazione; educazione finanziaria. • Risultati ottenuti: è in fase di realizzazione un progetto di educazione finanziaria allo scopo di migliorare le performance ottenute. Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: introduzione di prodotti/servizi che vanno oltre la semplice gestione delle rimesse e miranti alla fidelizzazione del target • Descrizione target: clientela extracomunitaria • Motivazioni allo sviluppo: valorizzare le relazioni con la clientela extracomunitaria • Criticità allo sviluppo: comunicazione 327 • Risultati ottenuti: l’inadeguata educazione finanziaria del target non ha consentito il raggiungimento dei risultati previsti Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…): NIENTE Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: l’educazione finanziaria della clientela extracomunitaria è sviluppata attraverso la collaborazione con cooperative di mediazione culturale • Descrizione target: clientela extracomunitaria • Motivazioni allo sviluppo: grande attenzione allo sviluppo di un novo modello di business riconducibile alla “responsabilità sociale di impresa bancaria”; inserimento della clientela immigrata nei circuiti bancari. • Risultati ottenuti; in fase di sperimentazione Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: progetto Interg Card Italia – Albania con la partecipazione della Regione Puglia, l’Unione Europea e società di microfinanza • Descrizione target: cittadini albanesi che lavorano in Italia • Motivazioni allo sviluppo: accordi bilaterali con istituzioni creditizie estere • Criticità allo sviluppo: educazione finanziaria • Risultati ottenuti: progetto in fase di avvio Altro: NIENTE 328 6) Gruppo Banco Popolare Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO E POLIZZE ASSICURATIVE – caratteristiche del servizio offerto: A oggi esistono alcune iniziative di inclusione finanziaria nell’ambito del risparmio e delle polizze assicurative presenti all’interno di differenti prodotti/servizi offerti da una o più banche del Gruppo BP. IMMIGRATI: a. Formula Friend Service – programma dedicato agli immigrati comprensivo di una polizza assicurativa Europe Assistance inclusa nel canone del conto corrente che prevede: viaggio di un familiare in caso di ricovero, assistenza di figli minori in caso di malattia, rientro al paese di origine in caso di morte di un familiare, rimpatrio della salma; b. Cuenta Conmigo – conto corrente dedicato alla clientela ispanica residente in Italia comprensivo di una polizza Europe Assistance che prevede: viaggio di un familiare in caso di ricovero, rientro al paese di origine in caso di morte di un familiare, rimpatrio della salma, diaria per infortunio ( al momento il conto corrente è disponibile solo presso le filiali della Liguria). GIOVANI: c. Conto corrente dedicato ai giovani dai 18 ai 30 anni. Il conto corrente è comprensivo di una polizza Europe Assistance e consente di sottoscrivere piani d’investimento e piani di accumulo in fondi comuni con commissioni di ingresso dimezzate. • Descrizione target: immigrati e giovani • Motivazioni allo sviluppo: IMMIGRATI: - Realtà che è destinata a crescere nei prossimi anni; 329 - Esigenze assicurative specifiche del target. GIOVANI: - Importanza del segmento per il Gruppo; - Esigenze specifiche del target. • Criticità allo sviluppo: IMMIGRATI: comprendere le esigenze specifiche del target, anche in relazione all’etnia di appartenenza GIOVANI: comprendere le esigenze specifiche del target • Risultati ottenuti: n.d. 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: IMMIGRATI: 1. Mutuo Immigrati: mutuo ipotecario finalizzato all’acquisto della prima casa, destinato ai cittadini stranieri residenti in Italia da almeno 2 anni (al momento il mutuo è disponibile solo presso le filiali della Liguria ed è in fase di valutazione l’estensione presso tutto il Gruppo) GIOVANI: 2. Linee di credito specifiche per i giovani: “Diamoglicredito” – prestito personale senza garanzie sviluppato in accordo con il Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive per finanziare differenti attività: tasse e contributi universitari, il programma Erasmus, master post laurea, acquisto di pc, cauzione per locazione di immobile; “prestiti d’onore”, rivolti a studenti che si trovano in situazioni di temporanea difficoltà; “Prestito Agorà”, prestito a condizioni agevolate sviluppato in collaborazione con il CEI, il Consiglio Episcopale Italiano, in occasione dell’Agorà dei Giovani Italiani; “Linee di credito dedicate per le specifiche esigenze di studio e formazione” (pagamento tasse rette universitarie, acquisto di libri di testo, partecipazione a corsi di lingua e stage, vacanze studio all’estero, pagamento dell’affitto per studenti universitari, ecc…). FAMIGLIE/PRIVATI E DITE INDIVIDUALI/LIB. PROFESSIONISTI/ARTIGIANI: 3. “Cambia&Ricarica”- prestito personale non finalizzato per il consolidamento del debito, destinato a estinguere e sostituire finanziamenti già in essere presso uno 330 o più istituti. Consente inoltre di richiedere ulteriore liquidità. BUSINESS/PICCOLE IMPRESE: 4. Sostegno occupazione: finanziamento alle imprese a supporto degli incrementi occupazionali ( in fase di estensione su tutto il Gruppo) 5. Exclusive: finanziamento alle imprese destinato a promuovere l’imprenditoria femminile 6. Avvio nuova impresa: chirografario destinato a finanziare gli investimenti necessari all’avvio di una nuova attività imprenditoriale e/o a supportare le imprese costituite da meno di 12 mesi (in fase di estensione su tutto il Gruppo) 7. Plafond per le imprese in difficoltà, che si trovano in territori colpiti da calamità naturali • Descrizione target: immigrati, giovani, famiglie/privati e ditte individuali/liberi professionisti/artigiani, business – piccole imprese • Motivazioni allo sviluppo: IMMIGRATI: - Realtà che è destinata a crescere nei prossimi anni - Aiutare gli immigrati a coprire le necessità connesse all’acquisto della casa GIOVANI: - Segmento importante per il Gruppo - Aiutare i giovani a coprire le necessità connesse allo studio e ad altre attività FAMIGLIE/PRIVATI E DITE INDIVIDUALI/LIB. PROFESSIONISTI/ARTIGIANI: - Semplificare e alleggerire gli oneri da parte dei clienti - Possibilità di disporre di liquidità aggiuntiva BUSINESS/PICCOLE IMPRESE: - Sostenere le piccole imprese nei territori dove operano le banche del Gruppo (imprese in fase di start-up, imprenditoria femminile, imprese che sostengono l’occupazione, imprese in territori colpiti da calamità naturali, ecc…) 331 • Criticità allo sviluppo: n.d. • Risultati ottenuti: n.d. 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: IMMIGRATI: 1. Formula Friend Account: conto corrente a canone fisso dedicato agli immigrati con operazioni illimitate 2. Formula Friend Twin Account: servizio di apertura di un conto corrente collegato a un conto presso la banca del gruppo nel Paese di origine tramite Contact Center di Gruppo (disponibile per Romania e Marocco, grazie all’accordo stipulato con Groupe Société Générale) 3. Cuenta Conmigo - conto corrente dedicato alla clientela ispanica residente in Italia a canone fisso con operazioni illimitate (al momento il conto è disponibile solo presso le filiali della Liguria GIOVANI: 4. Conti correnti per i giovani: è attualmente in corso di revisione l’offerta per i giovani che sarà omogenea per tutte le banche del GruppoBP e prevederà prodotti studiati ad hoc per le esigenze delle diverse fasce di età della clientela da 0 a 36 anni (estendendo le best practice attuali a tutte le banche del Gruppo) 5. Carta Agorà – carta prepagata ricaricabile, realizzata in collaborazione con il CEI, a supporto dell’Agorà dei Giovani Italiani • Descrizione target: immigrati e giovani • Motivazioni allo sviluppo: IMMIGRATI: - Realtà che è destinata a crescere nei prossimi anni - Esigenze specifiche del target GIOVANI: - Segmento importante per il Gruppo 332 - Esigenze specifiche del target per fasce d’età • Criticità allo sviluppo: IMMIGRATI: - Comprendere le esigenze specifiche del target, anche in relazione all’etnia di appartenenza GIOVANI: - Comprendere l’evoluzione delle necessità del target, in relazione alle differenti fasce d’età • Risultati ottenuti: IMMIGRATI: - 79.778 correntisti (ottobre 2007) Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi IMMIGRATI - Filiale a Verona in quartiere a forte presenza di cittadini stranieri con personale rappresentativo delle etnie maggiormente presenti nel quartier - In fase di apertura nuove filiali in altre città e in corso di valutazione l’assunzione di personale straniero presso filiali presenti in quartieri ad alta percentuale di immigrati • Descrizione target: immigrati • Motivazioni allo sviluppo: avvicinarsi alle esigenze specifiche del target, anche attraverso l’utilizzo delle lingue e di personale proveniente da differenti etnie • Criticità allo sviluppo: disponibilità di personale straniero preparato • Risultati ottenuti: nella filiale presente a Verona l’80% della clientela è di nazionalità straniera Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, 333 ecc…) • Caratteristiche dei progetti IMMIGRATI: in fase di realizzazione la creazione di un team commerciale “test” per le comunità straniere maggiormente presenti in Italia (Romani e Marocco) • Descrizione target: immigrati • Motivazioni allo sviluppo: facilitare l’interazione con la clientela straniera, grazie alla maggiore vicinanza alle esigenze specifiche del target • Criticità allo sviluppo: selezione di personale straniero con profilo e competenze adeguati • Risultati ottenuti: n.d. Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: - Attivazione di collaborazioni con le Università per favorire l’educazione finanziaria dei giovani, in relazione agli accordi sviluppati con le Associazioni dei consumatori; - Predisposizione di materiale informativo per le filiali “in lingua” con riferimento ai prodotti/servizi destinati alla clientela straniera (materiale in 12 lingue per Formula Friend Service e materiale in italiano e nella lingua madre per Formula Friend Twin Account); - Predisposizione materiale informativo per le filiali anche in collaborazione con enti preposti a tale attività (ad esempio iniziative allo sportello Patti Chiari). • Descrizione target: giovani, immigrati, famiglie. • Motivazioni allo sviluppo: - Favorire l’educazione finanziaria dei giovani e delle famiglie; - Favorire la comprensione dei prodotti/servizi del Gruppo per la clientela straniera. • Criticità allo sviluppo: n.d. 334 • Risultati ottenuti: in fase di valutazione Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: BUSINESS – PICCOLE IMPRESE I. Accordi con Confidi: accordi con tutti i principali Confidi operanti sui territori in cui è presente il Gruppo BP (circa 300 Confidi) con l’obiettivo di finanziare i progetti delle imprese iscritte ai Confidi (ad esempio creazione di nuove imprese, interventi di riposizionamento delle imprese, ristrutturazione imprese in difficoltà, sviluppo in determinati territori, ecc…); II. Adesione a leggi agevolative a livello comunitario, nazionale o regionale. Il Gruppo BP aderisce a numerose leggi agevolative, occupandosi delle pratiche per conto delle imprese affinché queste ultime possano avere accesso alle agevolazioni e disporre di fondi speciali. Nell’ambito di queste iniziative il Gruppo BP realizza anche accordi con i Comuni (ad esempio accordo con il Comune di Lodi per l’imprenditoria femminile). IMMIGRATI: III. Collaborazioni con i Consolati della Romania e del Pakistan • Descrizione target: business / piccole imprese, immigrati. • Motivazioni allo sviluppo: BUSINESS/PICCOLE IMPRESE: facilitare l’accesso al credito da parte delle imprese attraverso gli accordi con Confidi e l’adesione a leggi agevolative. IMMIGRATI: facilitare il dialogo e la conoscenza della clientela straniera. • Criticità allo sviluppo: n.d. • Risultati ottenuti: BUSINESS/PICCOLE IMPRESE: circa il 30% dei finanziamenti chirografari del Gruppo BP erogati alle piccole imprese sono stipulati e perfezionati in collaborazione e tramite enti di garanzia (Confidi, Comunità Europea, Stato, Regioni, ecc…). 335 Altro: NIENTE 7) CARIGE – Gruppo bancario Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto: Piani di accumulo da 50 euro mensili, al momento esenti da spese di versamenti mensile. • Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in Italia • Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà socio – finanziaria e bancarizzazione dei medesimi • Criticità allo sviluppo: nessuna • Risultati ottenuti: circa 15.000 i clienti stranieri coinvolti 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: Prestiti personali Carige con sconto del 50% delle spese di istruttoria e riduzione di mezzo punto del tasso applicato • Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in Italia • Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà socio – finanziaria e bancarizzazione dei medesimi • Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare • Risultati ottenuti: circa 15.000 i clienti stranieri coinvolti 336 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: “Carige senza Confini”: offerta dedicata a tutti gli stranieri regolarmente residenti in Italia. Comprende tutti i servizi bancari di base, ossia un conto corrente che, senza remunerazione né spese, consente una serie di operazioni fondamentali collegate al conto stesso (carta prepagata, accredito stipendio o pensione, pagamento bollette, bonifici, informazioni su saldo e movimenti). È declinato in tre profili (“concreto”, “pratico” e “comodo”) con differenti tariffazioni mensili in funzione dei servizi offerti. I costi sono fissi e invariabili per 2 anni dall’apertura. • Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in Italia • Motivazioni allo sviluppo: in considerazione del fatto che il business bancario è di fatto un business di sostituzione 267 , si ritiene che il target descritto rappresenti l’unica “nuova” clientela • Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare • Risultati ottenuti: a oggi hanno sottoscritto l’offerta circa 16.000 clienti stranieri di cui il 40% si suddividono tra le prime quattro nazionalità: ecuadoriana (16,75%), romena (10,37%), marocchina (10,12%) e albanese (9,56%). Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: tutte le filiali propongono i servizi sopra descritti. L’Agenzia n. 75 (via Gramsci) di Genova, localizzata nella zona antistante il porto, risulta fortemente specializzata nelle relazioni con la clientela extracomunitaria, in quanto opera con personale che parla lingua araba e ha sviluppato una particolare attenzione ed esperienza al riguardo. Altre filiali, per la loro particolare ubicazione, in particolare nel centro storico genovese, rivestono un ruolo importante nel relazionare con la clientela straniera e stanno maturando 267 Con il termine “business di sostituzione” si indica che il conto corrente è un prodotto diffuso universalmente, pertanto l’unico modo per una banca di aprire un nuovo conto corrente è, generalmente, quello di strappare un cliente alla concorrenza (business di sostituzione); l’unica eccezione riguarda gli extra-comunitari, in virtù della loro minore “bancarizzazione”, presso i quali è frequente il caso di accensione di conti correnti a persone che non l’avevano mai avuto in precedenza. In questo senso, il target in esame si configura spesso come “nuova” clientela, mentre per la generalità dei clienti l’accensione di un nuovo conto rappresenta spesso un trasferimento (sostituzione) da altra banca (Fonte: Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009). 337 esperienza al riguardo. • Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in Italia • Motivazioni allo sviluppo: modello di servizio strutturato; migliore penetrazione sul sotto-segmento. • Criticità allo sviluppo: limitato numero di clienti da sviluppare. • Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono dell’offerta “Carige senza Confini” Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) • Caratteristiche dei progetti: l’Agenzia 75 di Genova opera in larga parte al servizio di cittadini non italiani, con personale parlante lingua araba, configurandosi quindi come filiale dedicata. • Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in Italia • Motivazioni allo sviluppo: modello di servizio strutturato: in assenza di una vera e propria banca o finanziaria dedicata al target, si punta a strutturare il servizio mediante opportuna localizzazione degli sportelli e consulenza specializzata. Migliore penetrazione sul sotto-segmento. • Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare. • Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono dell’offerta “Carige senza Confini” Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: materiale di comunicazione “Carige senza Confini” per il punto vendita. Offerta strutturata in Liguria, con pagine fisse su organi di stampa della comunità latino-americana. • Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in Italia • Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà socio- 338 finanziaria e bancarizzazione dei medesimi. • Criticità allo sviluppo: nessuna in particolare. • Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono dell’offerta “Carige senza Confini” Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: le attività di partnership si limitano a rapporti con quotidiani e periodici, volti all’obiettivo dell’educazione finanziaria (v. sez.prec.), con coinvolgimento precipuo delle strutture di marketing della banca. • Descrizione target: cittadini di nazionalità non italiana regolarmente residenti in Italia • Motivazioni allo sviluppo: corretto inserimento dei cittadini nella realtà sociofinanziaria e bancarizzazione dei medesimi. • Criticità allo sviluppo: nessuna. • Risultati ottenuti: i beneficiari sono approssimativamente gli stessi che godono dell’offerta “Carige senza Confini” Altro : NIENTE 8) Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza Spa Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto: LINEA VYP: per educare i giovani al valore del risparmio è stato lanciato un piano di investimento che permette di accantonare nel tempo un certo capitale. Il piano di 339 accumulo rappresenta una sorta di salvadanaio, per poter utilizzare in futuro risparmi accantonati progressivamente e far fronte a eventuali future spese/esigenze tipiche del target. Il prodotto è stato arricchito da vantaggi extrabancari di appeal (regalo all’apertura e premio fedeltà). • Descrizione target: tutti i clienti VYP tra i 18 e i 28 anni. In particolare, il prodotto risulta maggiormente adatto a chi ha già un reddito fisso e quindi ha la possibilità/disponibilità di accumulare una parte di questo con una certa costanza. • Motivazioni allo sviluppo: - Educare i giovani al valore e all’importanza del risparmio, fidelizzandoli alla banca - Supportare le esigenze e aiutare i giovani nella gestione dei primi risparmi e stipendi • Criticità allo sviluppo: spesso i giovani, in particolare la fascia 18-25, non hanno la possibilità di impegnarsi con un piano di investimento, in quanto non avendo entrate mensili fisse non hanno disponibilità economica da accantonare. SISTEMA WELCOME: attualmente non viene offerto nessun prodotto specifico oltre la gamma standard a catalogo 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: Denominazione CREDITO SULLA FIDUCIA: prestito agevolato a tasso zero. Importo minimo 1.000 euro massimo 10.000 – durata massima 48 mesi. Finalità: spese per alloggio, traslochi, arredi, sanitarie, formazione, spese impreviste, autonomia della persona, difficoltà causate dalla disgregazione del nucleo famigliare. Soci promotori: Comune di Parma, Fondazione Cariparma, Banca Cariparma. • Descrizione target: famiglie e giovani residenti nel Comune di Parma • Motivazioni allo sviluppo: a sostegno delle famiglie e/o giovani. L’iniziativa mira a fornire un’opportunità ai cittadini in difficoltà nella normale gestione del quotidiano a causa di un bisogno imprevisto e/o temporaneo. Non si tratta di intervento assistenziale. • Criticità allo sviluppo: definizione ruoli e competenze tra i vari soggetti promotori dell’iniziativa Banca ed Enti locali 340 • Risultati ottenuti: oltre 100 prestiti per circa 500.000 euro Denominazione FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA: trattasi di un fondo di garanzia sui mutui, accesi per l’acquisto della prima casa nell’ambito del territorio provinciale, a copertura delle rate occasionalmente non solvibili. • Descrizione target: giovani coppie, lavoratori con contratti flessibili e nuclei monogenitoriali. Età massima 35 anni. • Motivazioni allo sviluppo: iniziativa volta a favorire l’acquisto della prima casa da parte di categorie sociali più svantaggiate quali giovani coppie, lavoratori con contratti flessibili e nuclei monogenitoriali. • Criticità allo sviluppo: definizione ruoli e competenze tra i vari soci promotori: Banca Cariparma, Provincia di Parma e Fondazione Cariparma. • Risultati ottenuti: n. 20 mutui erogati nel 2007. Denominazione LINEA VYP: l’offerta per i giovani prevede un prestito e un mutuo prima casa dedicato, caratterizzato da condizioni vantaggiose rispetto alla linea di credito al consumo generica e al mutuo prima casa ordinario. Il prodotto vuole aiutare i giovani clienti nel sostenere spese legate agli studi universitari e all’acquisto della casa. • Descrizione target: tutti i clienti di Conto VYP. Per il mutuo VYP l’età massima per richiederlo è 30 anni. • Motivazioni allo sviluppo: economicità del prodotto, per agevolare giovani clienti (ricorrono sempre più al credito), fidelizzazione del cliente • Criticità allo sviluppo: nessuna particolare criticità rilevata SISTEMA WELCOME: per agevolare l’erogazione di credito ai clienti cittadini stranieri è stato creato un prodotto di credito al consumo dedicato, che è più economico rispetto a quello standard e richiedibile anche dai titolari di rapporti di lavoro a tempo determinato. I cittadini stranieri sono tra i più coinvolti nel processo di “flessibilizzazione” del mercato del lavoro, che contribuisce ad aumentare la loro sensibilità “alla leva prezzo”. • Descrizione target: tutti i clienti titolari di Cariparma Welcome (conto corrente dedicato ai cittadini stranieri – vedi punto 1.c) per l’acquisto di auto, moto, ecc…i richiedenti devono agire per scopi estranei alla eventuale attività professionale e/o imprenditoriale. 341 • Motivazioni allo sviluppo: - Maggiore economicità rispetto al prodotto standard; - Richiedibile anche dai titolari di rapporto di lavoro a tempo determinato. • Criticità allo sviluppo: - Non tutti i clienti cittadini stranieri sono titolari del conto Cariparma Welcome; - Mediamente i clienti cittadini stranieri presentano un’anzianità di relazione con Cariparma più bassa rispetto alla media della clientela e questo influisce negativamente nell’accettazione delle richieste. • Risultati ottenuti: +105% stock prestiti personali Cariparma Welcome erogati 2007 vs 2005 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO: “Conto Tuttocompreso Sviluppo”: completamente gratuito per i primi 12 mesi dall’attivazione anche per quanto riguarda i principali servizi collegabili (ad esempio Banca Online). • Descrizione target: neo imprenditori che avviano una nuova attività imprenditoriale • Motivazioni allo sviluppo: supporto all’autoimpiego. Nella fase di start-up di un’attività imprenditoriale ci sono diversi costi fissi non dilazionabili nel tempo. In questo modo Cariparma garantisce 12 mesi di gratuità dei principali servizi bancari. • Criticità allo sviluppo: nessuna • Risultati ottenuti: il servizio è stato introdotto a partire da gennaio 2007. A fine marzo 2008 circa 3.500 rapporti in essere (nota: lo stesso prodotto viene utilizzato anche per sviluppare nuovi clienti) “Linea VYP”: il conto corrente è dedicato ai giovani tra i 18 e i 28 anni, e prevede inclusi nel canone prodotti bancari per la gestione della giacenza e servizi per informazioni e operatività online, oltre a condizioni agevolate per la sottoscrizione di altri prodotti (carta di credito, carta prepagata). Il prodotto è arricchito da servizi e benefit extrabancari. • Descrizione target: tutti i giovani tra i 18 e 28 anni, sia studenti che lavoratori. 342 • Motivazioni allo sviluppo: si è reso necessario rimodulare l’offerta bancaria offrendo un rapporto prezzo/servizio in linea con le esigenze e la capacità di spesa dei giovani clienti. Creazione di un’importante base clienti. • Criticità allo sviluppo: lo sviluppo del prodotto sui giovani è fortemente condizionato dalle scelte e dalle indicazioni dei genitori, in particolare la fascia 18-25, che spesso non ha la necessità di avere un c/c. risultati migliori per la fascia di giovani fino ai 28 anni, che gestiscono in autonomia le proprie finanze. • Risultati ottenuti: la crescita dei clienti è costante nel tempo. A oggi oltre 35.000 rapporti in essere. “Sistema Welcome”: per agevolare l’inclusione finanziaria dei cittadini stranieri attraverso la loro bancarizzazione si è realizzata una proposta specifica di conto corrente mirata sulle esigenze del target, ovvero gestione delle rimesse, economicità e protezione. • Descrizione target: tutti i cittadini di nazionalità straniera che risiedono in Italia e sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno (o carta di soggiorno) per la gestione delle proprie esigenze private • Motivazioni allo sviluppo: - Agevolazioni economiche nella gestione delle rimesse attraverso una forte riduzione delle commissioni; - Agevolazioni economiche nelle spese di tenuta conto e della monetica; - Offerta gratuita della polizza danni dedicata al target che tutela il titolare e il suo nucleo famigliare per le spese derivanti da alcuni degli eventi di maggiore interesse (viaggio di un famigliare in caso di ricovero dell’assicurato, rientro al paese di origine per il decesso di un famigliare, rimpatrio della salma, ecc…). • Criticità allo sviluppo: assenza di una carta prepagata specifica per la gestione delle rimesse che permette una maggiore rapidità negli invii di denaro. • Risultati ottenuti: +114% stock conti correnti Cariparma Welcome 2007 vs 2005 Educazione finanziaria CONTO TUTTOCOMPRESO SVILUPPO è inserito tra i prodotti che sono periodicamente comunicati alla Rete vendita durante le giornate formative. CREDITO SULLA FIDUCIA: 343 • Caratteristiche dei servizi: l’ente locale si fa carico di far conoscere ai cittadini l’iniziativa (pubblicità positiva) FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA: • Caratteristiche dei servizi: la Provincia si fa carico di far conoscere l’iniziativa tramite materiale pubblicitario e l’emanazione di un bando pubblico LINEA VYP: • Caratteristiche dei servizi: - Verso l’esterno: sito www.vypclub.it con informazioni su offerta bancaria ed extrabancaria di VYP, Welcome Pack inviato a tutti i nuovi clienti VYP, newsletter con pillole di argomenti diversi (anche finanziari) - Verso l’interno: incontri periodici con aggiornamenti sull’offerta e sulle iniziative promo pubblicitarie VYP • Descrizione target: - Verso l’esterno si intendono clienti e prospect - Verso l’interno i Gestori Vyp • Motivazioni allo sviluppo: - Aiutare i giovani nella comprensione dell’ambito bancario, per loro piuttosto ostico e sconosciuto - Educare i giovani al risparmio e a una corretta gestione delle loro finanze • Criticità allo sviluppo: fornire informazioni con un linguaggio chiaro su un argomento complesso SISTEMA WELCOME: • Caratteristiche dei servizi: integrazione delle tematiche relative al segmento dei cittadini stranieri all’interno dei corsi di formazione dei prodotti di base. • Descrizione target: tutti i nuovi colleghi Cariparma • Motivazioni allo sviluppo: evidenziare il segmento “stranieri” come strategico per il futuro dell’istituto; approfondire in ala le caratteristiche dell’offerta dedicata. 344 • Criticità allo sviluppo: nessuna • Risultati ottenuti: il tasso d’acquisizione di clientela straniera è in continua crescita e cresce a un tasso superiore rispetto al mercato potenziale. Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: CREDITO SULLA FIDUCIA - Rete di vendita: filiali Cariparma e Piacenza Spa - Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) Di norma la pratica viene seguita nel suo insieme (richiesta di prestito, autorizzazione, concessione ed erogazione) da un’unica filiale Cariparma situata nel Comune che partecipa all’iniziativa. FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA: Bando pubblico emesso dalla Provincia. Rete commerciale Cariparma. LINEA VYP: è stata individuata nelle filiali la figura del gestore VYP, il referente “fisico” sempre aggiornato sul conto corrente e su tutte le novità, promozioni, prodotti dedicati ai giovani. Il suo ruolo è quello di sviluppare nuova clientela, e mantenere e supportare i già clienti. Inoltre nelle Aree Territoriali esiste la figura del “Referente VYP di Area”, che supporta i singoli Gestori VYP delle filiali di appartenenza. • Descrizione target: nelle filiali dove è possibile, il gestore VYP è nella stessa fascia di età del target (18-28) • Motivazioni allo sviluppo: - Mettere a disposizione dei giovani un interlocutore unico, che “parli il loro stesso linguaggio” e che sia in grado di rispondere a tutte le loro domande sul Mondo VYP. - I Gestori VYP sono anche gli interlocutori degli uffici interni relativamente a tutte 345 le iniziative VYP. SISTEMA WELCOME: - Traduzione del materiale promozionale, informativo e normativo; - Realizzazione di azioni commerciali mirate a far conoscere i prodotti dedicati ai cittadini stranieri per agevolare l’inclusione finanziaria. • Caratteristiche dei servizi: - La comunicazione di prodotto è stata tradotta in 10 lingue (albanese, arabo, francese, inglese, portoghese, punjabi, rumeno, spagnolo, ucraino, urdu) ed è ora disponibile online (nella sezione dedicata a Cariparma Welcome sul sito www.cariparma.it) e in filiale, grazie a quattro diversi folder. - Sono inoltre disponibili alla clientela tradotti in arabo, francese, inglese e rumeno: a) Il “Vademecum per gli stranieri”, contenente le principali informazioni sulla normativa in vigore che disciplina i documenti e gli aspetti burocratici relativi al soggiorno in Italia degli stranieri; b) Le “condizioni generali e speciali” che regolano i servizi di deposito, conto corrente, bancomat. - Con periodicità annuale vengono lanciate delle operazioni a premi per “premiare” i già clienti Cariparma Welcome che presnetano nuovi clienti. • Descrizione target: - Traduzione del materiale promozionale, ecc..: quella parte dei cittadini stranieri che riscontrano delle difficoltà nella comprensione della lingua italiana. Le barriere linguistiche costituiscono un ostacolo all’inclusione finanziaria. - Azione commerciali di “member get member”: tutti i clienti di Cariparma Welcome. Il passaparola tra i cittadini stranieri è molto forte e costituisce un efficace veicolo di diffusione delle informazioni. • Motivazioni allo sviluppo: abbattimento delle possibili barriere linguistiche; possibilità di consultare del materiale promozionale; incentivazione al passaparola attraverso la premiazione sia dei già clienti che dei nuovi. • Criticità allo sviluppo: assenza di un call-center multilingua per la gestione delle 346 richieste d’informazioni telefoniche • Risultati ottenuti:il tasso d’acquisizione di clientela straniera è in continua crescita e cresce a un tasso superiore rispetto al mercato potenziale. Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) CREDITO SULLA FIDUCIA: Soci promotori: Enti locali e/o Fondazioni oltre Cariparma In Cariparma vi è un ufficio dedicato allo studio/sviluppo di progetti quali “Credito sulla Fiducia” FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA: Soci promotori del progetto: Provincia di Parma, Fondazione Cariparma LINEA VYP: • Caratteristiche dei servizi: i giovani clienti VYP fanno parte di una community, il VYP Club, che comunica con la banca attraverso il sito dedicato, le newsletter e gli sms; tale community usufruisce di agevolazioni in diversi ambiti (ad esempio sconti sull’acquisto di carburante presso gli ERG Point, sull’acquisto di consolle e giochi per Playstation, ecc…). I partner aiutano la banca nella gestione di tale community fondamentalmente in tre direzioni: 1. Gestione e aggiornamento del sito dedicato 2. Gestione delle agevolazioni (individuazione e mantenimento dei benefit provider) 3. Comunicazione digitale da e verso il target • Motivazioni allo sviluppo: - Fornire al target anche un ambito extrabancario da cui trarre dei vantaggi - Parlare al target con i mezzi da loro preferiti e più utilizzati • Risultati ottenuti: la banca è in grado di raggiungere il 95% dei clienti VYP attraverso almeno uno degli strumenti digitali (cellulare e posta elettronica) 347 Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: FONDO SOSTEGNO PRIMA CASA: La concessione del mutuo rientra tra le attività ordinarie della Banca. SISTEMA WELCOME: Attualmente non è stata creata nessuna banca dedicata (con marchio dedicato) o finanziaria specializzata. Altro: SISTEMA WELCOME: al fine di promuovere il pacchetto di prodotti e servizi dedicati ai cittadini stranieri, denominato Cariparma Welcome, annualmente viene realizzato un piano media ad hoc che prevede acquisto di spazi pubblicitari su alcuni media etnici. Il target è costituito dai cittadini stranieri lettori della stampa etnica; infatti molti di loro a prescindere dalle barriere linguistiche sono ancora più interessati da un’informazione focalizzata sugli avvenimenti del proprio paese d’origine che da quella nazionale italiana. La pubblicità sulla stampa etnica si è dimostrata negli anni una leva efficace di comunicazione al target “stranieri” e lo dimostrano i risultati che Cariparma ha ottenuto nel segmento e l’aumento della presenza di istituti bancari come acquirenti di spazi pubblicitari. 9) Cassa di Risparmio di Volterra Spa Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO: NIENTE 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: L’offerta commerciale si articola in vari prodotti tutti sostenuti per lo più da garanzie 348 consortili, in taluni casi a valere su Fondi Pubblici. • Descrizione target: l’offerta attuale è rivolta con prodotti specifici a microimprese, imprese individuali (particolarmente quelle potenzialmente più svantaggiate in quanto localizzate nelle aree depresse (Comuni Montani) e – relativamente al “terzo settore” – ad associazioni di volontariato. • Motivazioni allo sviluppo: il rafforzamento del legame col territorio e, riguardo alle associazioni di volontariato, anche l’opportunità di qualificarsi come canale privilegiato per veicolare/anticipare i contributi. • Criticità allo sviluppo: difficoltà di reperimento di adeguate garanzie. • Risultati ottenuti: in generale la richiesta e il collocamento dei prodotti è molto limitato e localizzato nelle zone particolarmente depresse con particolare riguardo alle Comunità Montane. Al momento possono essere citati risultati di un certo interesse (n. 24 operazioni per complessivi euro 240.000 distribuiti in modo omogeneo negli ultimi 3 anni), solo per il prestito d’onore per lo start-up di iniziative da parte di giovani imprenditori. 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: Conti correnti: “GIUSTO”, “FLAMINGO”, “IL TUO CONTO” • Descrizione target: immigrati, portatori di handicap e invalidi, famiglie a basso reddito, lavoratori atipici. • Motivazioni allo sviluppo: offerta di prodotti di facile gestione, con servizi di base e strumenti di pagamento inclusi, a costi ridotti e senza limiti temporali. • Risultati ottenuti: dati al 31/03/08: - “GIUSTO” (famiglie, lavoratori atipici): n. 2200 rapporti aperti in un anno; - “FLAMINGO” (immigrati): n. 179 rapporti aperti in 3 anni; - “IL TUO CONTO” (portatori di handicap e invalidi): n. 24 rapporti aperti in 4 anni. Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, 349 ecc…) Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) Altro 10) Banca/Gruppo: Intesa Sanpaolo Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO – caratteristiche dl servizio offerto: Al momento non sono state avviate iniziative specifiche di microfinanza nell’ambito del risparmio. Sono allo studio prodotti legati alla finanza islamica (sukuk) in collaborazione con Balex, la banca egiziana del Gruppo. 1.b) CREDITO - caratteristiche dl servizio offerto: Sono disponibili numerose offerte di finanziamenti dedicati a fasce deboli di popolazione , caratterizzati da costi contenuti (sia relativi alle spese di gestione sia per quanto riguarda i tassi di interesse applicati), flessibilità nei pagamenti delle rate, assenza di garanzie. Mutui flessibili, prestiti per giovani e immigrati, un prestito ponte denominato Bridge, dedicato agli studenti per pagare le spese universitarie che viene erogato sulla base del merito nello studio e prevede il rimborso a partire dall’anno successivo al conseguimento della laurea. • Descrizione target: i segmenti di clienti target di queste offerte sono i giovani e i lavoratori atipici (italiani e stranieri) – “Progetto giovani”, gli studenti universitari – “Bridge”, gli immigrati con progetti di piccola imprenditorialità – “progetti di microcredito”, gli anziani – “cessione del quinto della pensione”. 350 • Motivazioni allo sviluppo: convinti che l’accesso al credito alle fasce sociali più deboli rappresenti una leva fondamentale di inclusione sociale, la banca si pone due obiettivi principali: - Aiutare i giovani, gli studenti e i lavoratori atipici nella costruzione del proprio futuro, finanziando i loro progetti; - Contribuire all’integrazione sociale delle persone immigrate, ancora poco banca rizzate e con scarso sostegno sociale e familiare. • Risultati ottenuti: - Progetto giovani: nel 2007 sono stati concessi complessivamente quasi 17.000 finanziamenti per un importo erogato pari a oltre 300 milioni di euro; - Bridge: avviato nel 2003 è stato utilizzato da oltre 2.600 studenti, per un accordato di quasi 22 milioni di euro; - Progetti di microcredito: dall’avvio dei progetti, sono stati concessi 270 finanziamenti per un importo complessivo di circa 2,6 milioni di euro; - Cessione del quinto: da ottobre 2007 i finanziamenti sono stati oltre 11.000 per un importo erogato di quasi 120 milioni di euro. 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO - caratteristiche dl servizio offerto: Offerta commerciale differenziata, con linee di prodotto caratterizzate da semplicità e trasparenza, pensate per favorire l’accesso ai servizi bancari anche delle fasce più deboli e con costi di gestione contenuti o addirittura gratuiti. Ulteriori vantaggi economici per le operazioni effettuate con carte di pagamento o tramite internet e telefono. Gratuite le quote annue dei servizi online e delle carte Bancomat collegate ai prodotti di conto. Offerta dedicata per il trasferimento di fondi all’estero attraverso la rimessa Get-Money to Family e la carta People Family. • Descrizione target: giovani, anziani, immigrati e, in linea generale, clientela di nuova bancarizzazione o con esigenze bancarie limitate. • Motivazioni allo sviluppo: la gamma di prodotti è stata differenziata nelle caratteristiche e nel pricing per: - Rispondere in modo più adeguato alle esigenze e comportamenti dei diversi segmenti di clientela; 351 - Assicurare l’accesso ai servizi bancari a tutte le fasce di clientela, per agevolarne l’inclusione finanziaria. • Risultati ottenuti: la banca conta a fine 2007 oltre 420.000 clienti immigrati. Per i prodotti di conto attualmente in gamma: - 130.000 conti aperti a giovani under 26 (Zerotondo under 26) - 150.000 conti aperti a clienti con età superiore a 65 anni (Facile Senior) Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: Multiethnic Point: presente all’interno delle agenzie tradizionali – nelle piazze con maggiore popolazione extracomunitaria – dove al cliente straniero sono offerti i servizi tradizionalmente offerti dalla banca ma con personale dedicato, per lo più delle etnie maggiormente rappresentate e in grado di parlare la lingua dei clienti. • Descrizione target: clientela extracomunitaria • Motivazioni allo sviluppo: facilitare la bancarizzazione della clientela extracomunitaria e supportarla nelle iniziali difficoltà linguistiche e tecniche • Risultati ottenuti: 5 Multiethnic Point attualmente operativi a Torino, Napoli, Venezia, Padova e Pescara. Allo studio nuove aperture. Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) • Caratteristiche dei progetti: a novembre 2007 è stata istituita una banca specializzata, Banca Prossima, interamente dedicata al settore dell’impresa sociale e del non profit, che ha come obiettivo statutario quello di creare valore sociale. Banca Prossima vuole assicurare a questo settore il massimo livello di servizio e una capacità nuova di far crescere le migliori iniziative, spesso penalizzate non dalla qualità dei progetti, ma dai criteri convenzionali di valutazione bancaria. Banca Prossima mette a disposizione prodotti e servizi specifici, costruiti in collaborazione con le organizzazioni del terzo Settore e applica un innovativo modello di rating dedicato alle caratteristiche dell’impresa sociale. • Descrizione target: un settore caratterizzato da volumi e prospettive di crescita notevoli, che in Italia conta su 250.000 organizzazioni, un giro d’affari di 46 352 miliardi di euro, una crescita costante del 10% negli ultimi 5 anni, 4 milioni fra operatori volontari e retribuiti (di cui 2,5 milioni sotto i 40 anni), 2.400.000 donne. • Motivazioni allo sviluppo: viene riconosciuto il ruolo del settore non profit per lo sviluppo equo e coeso della società e si vogliono fornire risposte adeguate alle necessità e ai bisogni delle imprese del terzo settore: - Migliorando ulteriormente la qualità dei servizi loro dedicati e ampliandone la gamma con prodotti e servizi innovativi; - Costituendo o partecipando a enti non profit finalizzati all’utilità sociale e al servizio delle comunità. • Risultati ottenuti: i primi mesi di operatività dell’esercizio 2007 vanno considerati come una fase tecnica di messa a punto della macchina operativa. I clienti a fine 2007 erano 468, la raccolta da clientela è stata pari a oltre 5 milioni di euro, di cui oltre 4 di giacenze di conto corrente, e sono stati erogati finanziamenti per 1,3 milioni di euro. Il piano commerciale prevede a fine 2008 oltre 9.000 clienti. Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: tra le iniziative per favorire l’acculturazione finanziaria: - Nel 2007 sono stati organizzati 93 incontri sul territorio dedicati alle novità introdotte dalla nuova normativa sulla previdenza integrativa, a cui hanno partecipato oltre 6.000 clienti; - È stata fornita tempestivamente informativa sulle novità legate all’introduzione della MIFID, inviando a tutti i clienti una lettera di spiegazione dettagliata, il testo del questionario per la definizione del profilo finanziario e una guida completa alla direttiva; - Il servizio studi della banca produce numerose ricerche di dettaglio e di scenario che vengono messe a disposizione dei clienti sul sito internet della banca. Semestralmente viene prodotto un documento in due versioni, una dedicata alle famiglie e una alle piccole e medie imprese, che descrivono le previsioni del quadro macroeconomico e dei mercati finanziari, per permettere ai clienti di prendere decisioni in maniera più consapevole. • Descrizione target: i clienti retail e le famiglie rappresentano spesso un soggetto 353 debole rispetto alle novità normative e alle tecnicità dei servizi finanziari. La consulenza prestata dalla banca va anche nella direzione di colmare questa asimmetria informativa. Per quanto riguarda le imprese la banca svolge anche un ruolo di consulente e intermediario rispetto a questioni normative e gestionali di notevole complessità, come i problemi legati all’internazionalizzazione, l’accesso ai fondi statali e comunitari, lo sviluppo di nove tecnologie. Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: la banca ha realizzato numerose partnership per favorire l’accesso al credito dell’impresa sociale: - Nel 2007 è continuata l’azione di sviluppo delle attività degli Enti e Organizzazioni non profit alla cui costituzione ha partecipato la banca (PAN – Progetto Asili Nido, AL.FA a favore di persone disabili, Fondazione Talenti, Fondazione Lombarda Antiusura) - Sono stati avviati nuovi progetti per la costituzione di network di imprese sociali a favore di categorie svantaggiate e non (Confidi per imprese sociali, attività sportive, turismo sociale, commercio equo e solidale) e lo sviluppo di forme di welfare complementare. • Descrizione target: in collaborazione con gli enti coinvolti vengono identificati i bisogni di particolari segmenti di popolazione (immigrati, anziani, disabili, cassaintegrati, famiglie) e si sviluppano progetti dedicati, normalmente sperimentati con una fase pilota a livello locale e successivamente ampliati su scala nazionale. La compartecipazione della banca nei progetti o negli enti appositamente costituiti consente di dare un contributo fattivo alla crescita delle imprese sociali e del terzo settore in generale. • Motivazioni allo sviluppo: vengono sviluppate partnership per l’attivazione di progetti di utilità comune con l’obiettivo di: - Sostenere il terzo settore e l’inclusione finanziaria dei soggetti deboli - Contribuire allo sviluppo di forme di welfare complementare • Risultati ottenuti: dal suo avvio PAN ha aperto 275 asili nido che ospitano quasi 8.000 bambini e danno lavoro a più di 1.800 addetti. Sinora sono stati erogati quasi 3 milioni di euro di finanziamenti per la fase di start-up e più di 900 mila 354 euro per l’acquisto di arredi. AL.FA ha sviluppato un manuale di qualità che definisce elevati standard nell’erogazione dei servizi agli ospiti delle strutture residenziali e ha assunto l’impegno di avviare 100 case famiglia nei prossimi due anni grazie al sostegno dei finanziamenti di Banca Prossima. Nell’ambito della Fondazione Talenti sinora sono state valutate 179 iniziative, 19 delle quali hanno trovato soluzione e 100 sono in via di realizzazione (asili nido, studentati universitari, servizi per disabili, servizi sportivi, aggregativi e riabilitativi). La Fondazione ha avviato anche 3 progetti propri (“Talenti per la Casa”- “Una famiglia dopo la famiglia” e “Progetto Accattonaggio”). Altro 11) Banca Mediolanum Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO: NIENTE 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: 1) Mutuo Freedom con possibilità di modificare importo della rata, durata del mutuo, tasso nel corso del contratto senza penali 2) Fondo di solidarietà per tutti i primi intestatari di prodotti mutui per consentire il finanziamento del mutuo in caso di rave invalidità • Descrizione target: 1) Target allargato di acquirenti prima casa 2) Tutti i primi intestatari di mutui con età inferiore a 65 anni • Motivazioni allo sviluppo: - Flessibilità e possibilità di pianificare accuratamente sulla base dei propri bisogni correnti la rata e la durata del prestito 355 - Copertura e rassicurazione della famiglia in caso di gravi problemi occorsi al capofamiglia 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO - caratteristiche del servizio offerto: 1) Conto Academy standard e XL 2) Conto MCU con possibilità di prestito funzionale ai risultati universitari conseguiti (servizio adottato in fase sperimentale con Università Bocconi a Milano) Conti correnti per studenti a canoni modesti o nulli, carte di credito e bancomat multifunzione, principali operazioni su conto correnti gratuite (solo se via internet per i conti Academy). • Descrizione target: studenti universitari • Motivazioni allo sviluppo: - Facilitazione accesso ai servizi bancari e finanziari di target potenzialmente interessanti - Conoscenza servizi e modello bancario adeguato alle giovani generazioni • Risultati ottenuti: il Conto MCU è stato esteso ad altri istituti universitari Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…): NIENTE Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…): NIENTE Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…): NIENTE Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: in collaborazione con Caritas Ambrosiana, la sua Fondazione San Bernardino Onlus e il patrocinio di Fondazione Mediolanum BM intende sperimentare la messa a disposizione di una linea di credito rotativa inizialmente nell’area di Milano per fronteggiare situazioni di grave indebitamento e prevenire casi di usura. 356 • Descrizione target: nuclei familiari con presenza di bambini (anche monoparentali) con particolare attenzione alle donne con prole • Motivazioni allo sviluppo: condizioni di accesso al credito facilitate; attenzione alle realtà disagiate e potenzialmente vulnerabili a proposte illecite. • Criticità allo sviluppo: capillarità delle strutture locali per estendere il progetto su base nazionale • Risultati ottenuti: il progetto è in corso di realizzazione. Sono previste erogazioni per 200.000 euro in questa prima fase. Altro All’interno del Gruppo Mediolanum di cui banca Mediolanum fa parte pera una apposita organizzazione attiva nel campo sociale – Fondazione Mediolanum – con una specifica finalità di sostegno e aiuto all’infanzia disagiata. Fondazione Mediolanum in collaborazione con primarie onlus e enti del terzo settore sostiene e promuove iniziative in Italia e all’estero a favore dell’infanzia. Il progetto di maggior visibilità è l’iniziativa Piccolo Fratello che – anche attraverso la generosità della clientela della banca – ha permesso la realizzazione di grandi progetti in Kenia e ad Haiti, rientrando anche tra i finalisti del Premio Solidalitas 2008. 12) Monte dei Paschi di Siena – Gruppo bancario Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO – caratteristiche del servizio offerto: Oltre ai “tradizionali” libretti di deposito, disponibili per tutti i clienti, per i giovani fino a 14 anni c’è Conto Salvadanaio, un libretto con condizioni economiche particolarmente vantaggiose (tassi più alti della media, imposta di bollo a carico della banca, ecc…). sono inoltre offerte polizze di risparmio (ve ne è anche una specifica per gli immigrati) con formazione del capitale attraverso premi minimi (a partire da 25 euro al mese), la tutela 357 del capitale e rendimento minimo garantito. • Descrizione target: giovani, immigrati, famiglie a basso reddito. • Motivazioni allo sviluppo: servire target di clienti “non standard”, coniugando l’interesse commerciale della banca con i bisogni di crescita sociale della gente (diritto alla casa, allo studio, ecc…). In particolare, per il target immigrati, l’obiettivo è contribuire alla loro bancarizzazione e alla valorizzazione dei loro risparmi verso forme di investimento in Italia e nei paesi di origine e alla costituzione di fondi previdenziali propri o per i familiari. • Criticità allo sviluppo: in generale, non si è ancora riscontrata alcuna criticità. Solo nel caso dei clienti immigrati vi sono problemi linguistici (comuni in tutti i rapporti bancari, di seguito riportati). • Risultati ottenuti: dati non disponibili. 1.b) CREDITO – caratteristiche del servizio offerto: “Mutuo On-Off”, finanziamento ipotecario rivolto ai lavoratori atipici per l’acquisto della prima casa. Consente la sospensione del pagamento in caso di difficoltà temporanea e la riduzione automatica di spread in caso di passaggio a un contratto di lavoro a tempo indeterminato. “PRS Diamogli Credito”, prestito personale agli studenti per le attività di studio. “Prestisenior”, a fronte dell’iscrizione ipotecaria dell’immobile di proprietà, gli anziani possono avere un finanziamento o una rendita di 20 anni per affrontare con maggiore serenità i problemi della terza età e poter aiutare di più i figli e altri casi, con la possibilità di “riscatto” da parte degli eredi, salvaguardando così il patrimonio familiare (cosa che non è possibile nel caso della nuda proprietà). I clienti immigrati beneficiano di condizioni agevolate per l’accesso ai mutui, con riduzione del 50% delle spese di istruttoria. Inoltre: anticipo 2 mensilità di stipendio, prestiti personali a condizioni favorevoli, fideiussione sostitutiva della cauzione per l’affitto casa al tasso dell’1%, ecc… Partecipazione allo Smoat, fondo rischi promosso dalla Regione Toscana per assistere le microimprese: sono erogati prestiti fino a 15.000 euro per nuove attività. • Descrizione target: lavoratori atipici, studenti, anziani, immigrati, piccole imprese. • Motivazioni allo sviluppo: servire target di clienti non standard, coniugando 358 l’interesse commerciale della banca con i bisogni di crescita sociale della gente e delle piccole imprese (diritto alla casa, allo studio, al lavoro, avviamento d’impresa, ecc…). in particolare, per il target immigrati, l’obiettivo è contribuire alla realizzazione dei loro progetti, anche imprenditoriali, per favorirne l’integrazione sociale e uno stabile insediamento nel Paese. • Criticità allo sviluppo: comunicazione dell’offerta. • Risultati ottenuti: - Mutuo On-Off: circa 50 operazioni in un anno - Mutui agli immigrati: circa 24.000 in essere - Smoat: una ventina di operazioni finora eseguite 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: Conti correnti: - Banca senza Frontiere, per gli immigrati, a condizioni favorevoli nelle spese e nei servizi collegati - Servizio Bancario di base (iniziativa Patti Chiari) - Conto “terzo settore”, con canone bloccato per due anni, comprensivo dei costi di gestione, servizi collegati di base (operatività internet e telefonica, carte prepagate, fido per anticipi su contributi accertati) e altri a condizioni agevolate (ad esempio incasso di quote associative e donazioni). È inoltre possibile fare donazioni in favore degli enti non profit tramite domiciliazione bancaria a costo zero. Servizi di pagamento: - Spider, carta prepagata con un canone annuo di soli 10 euro, non necessita l’apertura di un conto corrente, consente di effettuare quasi tutte le operazioni, di prelevare gratuitamente, pagare le utenze domestiche. Vi si possono inoltre accreditare bonifici e stipendi e può essere utilizzata a costi molto bassi per i servizi internet e via telefono. • Descrizione target: immigrati, famiglie a basso reddito, giovani, terzo settore. • Motivazioni allo sviluppo: opportunità di acquisizione di nuovi clienti 359 • Criticità allo sviluppo: nessuna criticità. • Risultati ottenuti: nel 2007 i clienti immigrati (Area 9 – classificazione ABI) sono aumentati dell’11%; di questi, oltre l’80% ha un conto corrente. I clienti giovani (fino a 35 anni) sono aumentati del 3% in un anno. Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…) • Caratteristiche dei servizi: definita una gamma di soluzioni per giovani, stranieri, lavoratori a progetto o a tempo determinato denominata “Fuori Serie”. Obiettivo: semplificare l’offerta bancaria ai clienti non standard per agevolarne l’accesso e realizzare un’efficace azione commerciale. In particolare, per il target immigrati l’azione commerciale è sostenuta anche attraverso accordi e convenzioni con banche estere corrispondenti (per azzerarle commissioni sulle rimesse e la loro valorizzazione nei paesi d’origine), relazioni con strutture eroganti servizi agli immigrati e altri stakeholder/partner (ambasciate, consolati, Ong, ecc…). inoltre, il materiale informativo è realizzato in numerose lingue straniere. • Descrizione target: giovani, stranieri, lavoratori a progetto o a tempo determinato. • Motivazioni allo sviluppo: semplificare l’offerta bancaria ai clienti non standard, a elevato potenziale, per agevolarne l’accesso e realizzare un’efficace azione commerciale. • Criticità allo sviluppo: in generale, non si è finora riscontrata alcune criticità. Solo nel caso dei clienti immigrati vi sono problemi linguistici, di rappresentanza degli stakeholder partner, di educazione finanziaria. • Risultati ottenuti: vedi punti precedenti. Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) • Caratteristiche dei progetti: per il microcredito è stata costituita una finanziaria specializzata (Microcredito di Solidarietà Spa), partecipata al 40% dalla banca, e per la restante parte del capitale sociale dalle istituzioni pubbliche, religiose e di volontariato senesi, Microcredito di Solidarietà eroga piccoli crediti in assenza di garanzie reali. (www.microcreditosolidale.eu) • Descrizione target: persone fisiche che hanno difficoltà ad accedere ai canali ordinari del credito bancario. 360 • Motivazioni allo sviluppo: condivisione di obiettivi sociali con le istituzioni locali. • Criticità allo sviluppo: i soggetti coinvolti nella società sono molteplici, il che rende talvolta non semplice conciliare i diversi interessi e le relative aspettative. Necessità di sviluppare una rete d’ascolto ne territorio. Professionalità e disponibilità delle risorse coinvolte, nella quasi totalità volontari. • Risultati ottenuti: la società opera da fine 2006 in provincia di Siena e l’attività è in corso di ampliamento ad altre Province Toscane. Sono stati finora erogati 120 prestiti per quasi 450.000 euro. Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: partecipazione alle specifiche iniziative Patti Chiari. Realizzazione diffusione, in collaborazione con le Associazioni dei consumatori (Consumer Lab), di guide informative su: come leggere l’estratto di conto corrente, che cosa fare prima di accendere un mutuo, le novità della Mifid, e altre. Formazione degli addetti di filiale su: bisogni dei consumatori, peculiarità dei clienti immigrati. • Descrizione target: consumatori, addetti di filiale. • Motivazioni allo sviluppo: - Sviluppare la cultura interna sul fenomeno migratorio e sui bisogni sociali emergenti dei consumatori - Diffondere tra i clienti non standard la conoscenza della specifica offerta bancaria, per facilitarne la comprensione e l’accesso. • Criticità allo sviluppo: nessuna criticità. • Risultati ottenuti: realizzate varie guide informative per i consumatori. coinvolti migliaia di addetti alla filiale in corsi di formazione e incontri con le associazioni dei consumatori. sviluppato corso online sul target immigrati (1.500 partecipanti in meno di un anno). Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: collaborazione continuativa e strutturata con le 361 Associazioni dei consumatori (Consumer Lab) – attività coordinate dal CRM (http://www.mps.it/Consumer+lab). Obiettivo: migliorare il rapporto banca – cliente e favorire l’educazione e l’inclusione finanziaria della gente. Accordi con organizzazioni e istituzioni fra le più rappresentative e attive in tema di immigrazione – attività coordinata dal commerciale retail. Obiettivo: valorizzare il circuito risparmio – rimesse – investimenti. Partnership con le istituzioni per iniziative di microcredito – Microcredito di Solidarietà Spa, Smoat. • Descrizione target: consumatori in genere, immigrati. • Motivazioni allo sviluppo: maggiore efficacia e credibilità dell’azione commerciale. • Criticità allo sviluppo: numerosità dei possibili interlocutori; sviluppo territoriale delle partnership e del marketing. • Risultati ottenuti: sviluppo dell’offerta e dei risultati commerciali (vedi punti precedenti). Altro : NIENTE 13) Unicredit – Gruppo bancario Descrizione delle iniziative di inclusione finanziaria intraprese: Servizi di microfinanza (ad esempio risparmio, credito, conti correnti e servizi di pagamento) 1.a) RISPARMIO: NIENTE 1.b) CREDITO – caratteristiche dei servizi: 1. PRESTITO UNICREDIT AD HONOREM: Prodotto nato per aiutare gli studenti universitari a far fronte alle proprie esigenze finanziarie legate agli studi universitari e di specializzazione. L’erogazione del finanziamento viene effettuata con la concessione di un’apertura di credito in conto corrente per un periodo variabile a seconda del corso di studi (periodo di fruizione), in cui 362 lo studente non paga alcuna rata. Al termine del periodo di fruizione dell’apertura di credito, l’ammontare del denaro prelevato e non ancora rimborsato rappresenta, insieme agli interessi maturati, l’importo che verrà trasformato in prestito personale (l’importo erogabile massimo è variabile a seconda delle convenzioni. Il limite massimo oggi previsto è di 45.000 euro). Per il rimborso è previsto un periodo massimo di 17 anni. • Descrizione target: il finanziamento viene concesso agli studenti che hanno fatto richiesta di accesso al prestito entro il periodo stabilito dall’università/scuola di formazione convenzionata e che, dopo una selezione secondo criteri di merito stabiliti dall’Ateneo, sono stati ritenuti idonei da parte dell’Ateneo stesso. L’Istituto convenzionato autorizza l’idoneità ad avere diritto a Unicredit Ad Honorem rilasciando allo studente una “lettera di presentazione” da portare in agenzia. Il prestito viene concesso senza garanzie di terzi, accertando esclusivamente l’assenza di elementi pregiudizievoli relativamente all’onorabilità creditizia (protesti, insolvenze) e prescindendo dalla valutazione del reddito e del patrimonio dello studente. Le convenzioni sono state stipulate con i seguenti Enti: Università degli Studi di Bologna, Università Politecnica delle Marche, Università degli Studi di Verona, Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza, Johns Hopkins University, Università degli Studi di Ferrara, Alma Graduate School, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università degli Studi di Trento, Università degli Studi di Udine, Università degli Studi dell’Insubria, Collegio delle Università Milanesi, Università degli Studi di Bari, ERSU di Ancona, Telecom Italia Learnign Services Spa, Atenei Piemontesi (gestiti da COREP). • Motivazioni allo sviluppo: aiutare gli studenti universitari a far fronte alle proprie esigenze finanziarie legate agli studi universitari e di specializzazione. • Risultati ottenuti: nel periodo 31 marzo 2006 – 30 settembre 2008 sono stati erogati 343 prestiti ad honorem (di cui 151 nei primi nove mesi del 2008) per un ammontare totale erogato di oltre 3,4/M. 2. START UP: Package completo di servizi finanziari dedicato alle nuove imprese, con tre formule differenti: “Franchising”, “In proprio” e “In azienda” (con finanziamento garantito da Confidi).la formula più usata “In proprio” prevedeva: 35.000 euro in 5 giorni senza garanzie, di cui: - 10.000 euro di finanziamento per le esigenze di credito a breve termine (cassa, fatture, portafoglio); 363 - 25.000 euro di leasing target per autovetture o veicoli commerciali; - Conto corrente a operatività illimitata. • Descrizione target: aziende neo costituite con anzianità massima di 21 mesi • Motivazioni allo sviluppo: supporto alle imprese neo costituite al fine di accompagnarle nel reperimento delle prime risorse finanziarie necessarie a sviluppare e consolidare la nuova idea imprenditoriale. • Criticità allo sviluppo: bassa dotazione patrimoniale degli start up e conseguente assunzione di un rischio imprenditoriale reale contenuto da parte del richiedente. Possono riscontrarsi delle difficoltà della banca a valutare la fattibilità e la sostenibilità economica dei progetti imprenditoriali e sulla base delle scarse informazioni finanziarie fornite dalle aziende richiedenti i finanziamenti. • Risultati ottenuti: importo erogato nel 2007 con il solo prodotto “In Proprio” è pari a più di 27 milioni di euro, con oltre 2.700 pratiche. 1.c) CONTI CORRENTI E SERVIZI DI PAGAMENTO – caratteristiche del servizio offerto: 1. CONTO LINK ONLUS: Per le esigenze del settore non profit, il Gruppo ha creato nell’aprile 2006 un conto corrente dedicato, Lonk Onlus, che include anche i servizi che semplificano il rapporto con la banca e che aiutano gli operatori a risparmiare sui costi bancari. È il primo conto corrente espressamente rivolto alle società non profit riconosciute dalla legge o a queste parificate. Il conto è caratterizzato dall’assenza delle imposte di bollo, rispecchiando in tal modo la specificità del settore al quale è rivolto. • Descrizione target: il conto Link Onlus è riservato alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale iscritte dell’Anagrafe Unica delle Onlus, alle organizzazioni di volontariato iscritte nei registri istituiti dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano, alle organizzazioni non governative riconosciute idonee dal Ministero degli Affari Esteri; alle cooperative sociali iscritte all’albo regionale e nella “sezione cooperazione sociale” del registro Prefettizio. • Motivazioni allo sviluppo: dare un contributo a una finanza solidale e responsabile. • Risultati ottenuti: a oggi sono stati attivati oltre 1800 Conti Link Onlus. A fine 2007 è stata conclusa una Convenzione con AVIS, che prevede un bacino di possibili 364 clienti rappresentato dalle circa 3.500 sedi locali dell’associazione. 2. CARTA E: Il Gruppo ha inoltre lanciato un programma di carte di credito etiche, denominate Carta E, che offre la possibilità di contribuire a iniziative di beneficienza del Gruppo Unicredit senza alcun onere aggiuntivo a carico del cliente. Il Gruppo si impegna, infatti, a destinare il 3 per mille di ciascuna operazione di pagamento effettuata con UniCreditCard Classic Etica ad azioni di solidarietà rivolte a famiglie in difficoltà, senza costi aggiuntivi per il titolare della carta. • Descrizione target: senza tetto e famiglie in difficoltà • Motivazioni allo sviluppo: dare un contributo a una finanza solidale e responsabile. Le dimensioni della rete Unicredit unitamente al capillare radicamento territoriale permettono di generare un significativo portafoglio di carte possedute dai clienti, facendo sì che le comunità locali usufruiscano concretamente della beneficienza. • Risultati ottenuti: flusso generato per beneficienza pari a circa 1,6 M annuo, di cui il 75% devoluto a famiglie in difficoltà (a oggi vengono supportate 100 famiglie a Roma e 100 a Reggio Emilia). Il restante 25% è destinato a sostenere – attraverso la Comunità di Sant’Egidio, i senzatetto di Roma. A breve si espanderà l’iniziativa di beneficienza, anche in considerazione dell’elevato successo del prodotto Carta E. Nello specifico, il Gruppo è in procinto di: - Identificare una lista di comuni/province attraverso le quali estendere l’accordo sulle madri sole con bambini, in analogia a quanto fatto per i Comuni di Roma e di Reggio Emilia; - Selezionare un altro partner nazionale con brand fortemente riconosciuto da affiancare alla Comunità di sant’Egidio. Pratiche di commercializzazione sul territorio (ad esempio sviluppo rete dedicata, specializzazione sportelli, ubicazione filiali, ecc…): NIENTE Strutture costituite ad hoc (ad esempio banca dedicata, finanziaria specializzata, ecc…) • Caratteristiche dei progetti: Agenzia TU – avviato nel 2006, il progetto consiste nell’apertura di una rete di agenzia, all’interno di Unicredit Banca, dedicate a cittadini stranieri e lavoratori con contratti di lavoro atipici. Il progetto ha portato 365 alla creazione di una vera e propria “banca nella banca”, per la quale sono state sviluppatele seguenti tematiche: sviluppo denominazione e logo ad hoc; layout innovativo dei punti vendita; definizione nuova gamma prodotti commercializzati solo nei punti vendita Agenzia Tu. Il personale delle Agenzie è multilingua. • Descrizione target:cittadini stranieri e lavoratori (anche non stranieri) con contratti di lavoro atipici, accomunati dalla difficoltà a relazionarsi e a costituire un rapporto duraturo con il mondo bancario • Motivazioni allo sviluppo: Agenzia Tu ha come fine quello di avvicinare il target di clientela identificato, con l’obiettivo di offrire prodotti semplici e che tengano conto delle peculiarità dei clienti. • Risultati ottenuti: Agenzia Tu è attualmente operativa a Bologna, Torino, Milano, Roma, Brescia, Treviso, Verona, Firenze, Genova. Le prime due agenzie costituite, a Tornio e Milano, hanno superato nel primo anno di attività i 1000 clienti. Educazione finanziaria (ad esempio corsi in aula, siti web, materiale informativo, ecc…) • Caratteristiche delle iniziative: Unicredit Banca ha dedicato all’interno del proprio sito web una sezione apposita ai giovani che, oltre a contenere l’offerta commerciale di prodotti appositamente pensati per lo specifico target di clientela, mira a promuovere l’istruzione finanziaria dei giovani fornendo una semplice e dettagliata informativa sui prodotti e servizi bancari offerti. • Motivazioni allo sviluppo: cercare di andare incontro alle prime esigenze dei giovani in termini di servizi bancari e adoperarsi per promuovere l’istruzione finanziaria, in modo da responsabilizzarli nella gestione dei risparmi e delle spese. Partnership con soggetti non bancari (ad esempio struttura della banca coinvolta, descrizione criteri di scelta dell’organizzazione partner, obiettivi/tempi di realizzazione, ecc…) • Caratteristiche dell’iniziativa: 1. Confidi Unicredit Banca ha sviluppato una solida partnership con Confidi, un consorzio che garantisce l’esposizione delle aziende affidate e agevola la concessione di prestiti a 366 breve, medio e lungo termine. UniCredit Banca ha dedicato alla partnership con Confidi la creazione di canali esclusivi, prodotti e strumenti esclusivi. In ogni sede regionale della banca sono previsti team di specialisti dedicati a Confidi e ai suoi soci. Il loro obiettivo consiste nell’individuare iniziative e prodotti rivolti a esigenze dei Confidi per il supporto al territorio. • Motivazioni allo sviluppo: costituire un reale supporto allo sviluppo dell’economia locale con finanziamenti di piccolo e medio taglio erogati a target poco evoluti e favorendo il mutualismo nel mondo artigiano. La maggior conoscenza delle aziende locali da parte dei Confidi consente una maggiore finanzi abilità dei progetti di sviluppo del territorio, rispetto al normale accesso al credito bancario. Le valutazioni dei Confidi, inoltre, permettono ai soci una drastica riduzione dei tempi tra richiesta, approvazione e erogazione del prestito ai soci. 2. Partnership con soggetti industriali per incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici Unicredit Banca, insieme ad alcuni soggetti industriali di elevato standing , propone una vantaggiosa offerta “chiavi in mano” consistente nella concessione di un finanziamento a tassi agevolati per l’acquisto di pannelli fotovoltaici e nell’installazione dei pannelli che permetteranno al soggetto beneficiario di poter sostenere lo sviluppo di fonti di energia rinnovabili. Il finanziamento viene erogato al collaudo dell’impianto in unica soluzione, fino a un massimo di 300.000 euro. È un finanziamento a medio – lungo termine e può essere sotto forma di : - Mutuo chirografario - Mutuo ipotecario • Descrizione target: piccole imprese, condomini, enti (ospedali, scuole, università, infrastrutture ricettive, ecc…). • Motivazioni allo sviluppo: realizzare un impianto fotovoltaico significa cogliere i vantaggi dell’energia solare , rispettare l’ambiente e poter usufruire dei contributi statali. 3. Partnership a supporto di iniziative di solidarietà Il Gruppo Unicredit supporta numerose iniziative con valenza sociale, diventando non solo sostenitore economico, ma anche partner degli operatori, mettendo a disposizione le proprie competenze e le proprie strutture, e sviluppando progetti congiunti. La capillarità delle agenzie sul territorio è un veicolo efficace di sensibilizzazione e di comunicazione 367 che il Gruppo mette a disposizione per veicolare le iniziative di carattere sociale di cui è partner. I clienti Unicredit titolari di banca via Internet possono sostenere tali iniziative di solidarietà attraverso una donazione online senza commissioni. Tra le iniziative di forte impatto sociale si segnalano le campagne di donazione per AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, di cui la banca è partner continuativo attraverso un conto corrente a favore dell’Associazione sostenuto da campagne di comunicazione all’interno della banca. Altre iniziative di natura locale sostenute attraverso la Rete nel corso del 2007 sono, a puro titolo esemplificativo, l’iniziativa Lilt (Lega Italiana per la Lotta ai Tumori) a Verona e la Partita del cuore a Napoli (Fondazione Cannavaro – Ferrara e Thalassemia). Altro FONDAZIONE UNIDEA: Unidea – Unicredit Foundation è stata costituita nel 2003 come Fondazione non profit, da parte del Gruppo Unicredit, allo scopo di progettare e sostenere iniziative nel campo della solidarietà, della cooperazione internazionale e dello sviluppo. Il ruolo di Unidea è quello di esprimere , promuovere e mettere in pratica tali valori attraverso il perseguimento di fini filantropici, rivolgendosi sia alle comunità di riferimento interne che a quelle esterne al Gruppo stesso. Unidea è una corporate foundation con personalità giuridica autonoma, il cui Consiglio di Amministrazione è costituito da personalità scelte in base alla loro esperienza e autorevolezza nel settore del non profit e della ricerca sociale. A supporto delle iniziative della Fondazione, il Gruppo ha erogato 32,3 milioni di euro nel periodo 2004 – 2006. La Fondazione interviene nell’ambito del sociale e della cooperazione allo sviluppo concentrando le proprie attività e le proprie risorse principalmente in cinque settori: - Sviluppo economico e sviluppo locale; - Microfinanza; - Sanità; - Formazione professionale. Attività svolte in Italia: In Italia dal 2003 ad oggi sono stati effettuati interventi a favore di associazioni sul territorio italiano impegnate in interventi a sostegno di soggetti a rischio di esclusione 368 sociale. Sono stati sostenuti 102 progetti per un ammontare complessivo pari a circa 5.000.000 euro. Ambito privilegiato di intervento è stato quello del disagio giovanile, con particolare attenzione a interventi di prevenzione della dispersione scolastica e/o inserimento di giovani migranti, mediazione culturale, inserimento professionale, tutela legale, centri di accoglienza e trattamento della dipendenza da sostanze stupefacenti. La Fondazione Unidea ha inoltre sostenuto due associazioni con un accompagnamento continuativo e partecipato: - La Fondazione Casa della Carità Angelo Abriani, su due fronti: la gestione delle emergenze abitative e sociali relative alle comunità Rom del territorio milanese; l’attività di promozione culturale sui temi del disagio sociale, con particolare riferimento alle periferie urbane e all’integrazione dei migranti; - La Cooperativa S.Martino, nel proprio intervento di prevenzione della dispersione scolastica nel quartiere Gratosoglio, a Milano. Unidea accompagna i propri interventi con attività di ricerca e approfondimento sulle complesse tematiche sociali di cui si occupa e sul terzo settore; a tal fine, sta concludendo una ricerca sulla produzione del valore sociale e sull’identità del settore non profit. 369 APPENDICE III – AZIONI SVILUPPATE DAL MONDO COOPERATIVO268 1) Credito Cooperativo Mediocrati, conto multiservizi “Migrantes”269 Il Credito Cooperativo Mediocrati (CS) lancia l’iniziativa del conto corrente multiservizi “Migrantes”, destinato agli immigrati con regolare permesso di soggiorno. Il conto è uno strumento che contiene le seguenti caratteristiche: da una parte ci sono i tradizionali servizi bancari, come mutui casa, prestiti personali, finanziamenti per attività imprenditoriali, bancomat, carta ricaricabile Tasca e dall’altra ci sono servizi specifici come il trasferimento del denaro verso i Paesi d’origine. Il conto non prevede spese fisse, ma 60 operazioni gratuite. È rivolto agli immigrati in provincia di Cosenza e ha l’obiettivo di affiancarli, favorendone l’integrazione sociale con servizi facili da usare e accessibili a tutti. 2) Bcc di Sesto San Giovanni sostiene l’inserimento abitativo degli stranieri regolari270 La Bcc di Sesto San Giovanni (MI) insieme alla Fondazione San Carlo e all’associazione “Una casa per…” ha sostenuto il progetto per favorire l’inserimento abitativo degli stranieri regolari. L’associazione interviene selezionando le famiglie di stranieri e ponendosi come garanti nei confronti dei proprietari circa il rispetto del contratto. Requisiti indispensabili per i futuri inquilini sono: essere regolari, dimostrare 268 Fonte:Giuseppe Zadra (a cura di), Banche e inclusione finanziaria, Bancaria Editrice, 2009. www.mediocrati.it 270 www.bccsestosangiovanni.it 269 370 affidabilità nel lavoro, essere una vera famiglia. Ai proprietari, invece, viene richiesta la disponibilità ad affittare a canoni leggermente più bassi del mercato , in media il 10% in meno. La banca eroga credito a condizioni agevolate fino a 5.000 euro alla famiglia che firma un contratto di affitto per coprire i mesi di anticipo richiesti (tre mesi in genere), le spese di trasloco e gli allacciamenti delle utenze con tassi agevolati e tempi di restituzione fino a tre anni. La Fondazione San Carlo si pone come garante nei confronti della banca in caso di morosità. Al proprietario della casa non si offrono garanzie economiche. Il progetto punta sulle responsabilità delle parti e mira a evitare condizioni di morosità dell’inquilino. 3) Federazione Bcc Toscane, finanziamenti per l’imprenditoria giovanile e femminile La Federazione Toscana delle Bcc insieme alla Regione ha siglato un accordo su forme di credito agevolato con un fondo a rotazione di 1 miliardo e 750 milioni di euro. Finanziamenti a tassi vantaggiosi (da 0,80 a 1% di spread da sommare all’Irs o all’Euribor a sei mesi, che si riduce del 10-20% e scende fino allo 0,60% per le imprese giovanili e femminili in caso di garanzie) che potranno essere chiesti per investire in ricerca e innovazione, per avviare aziende giovanili e a conduzione femminile, per chi crea occupazione e lavoro, in agricoltura e per lo sviluppo. Le banche valuteranno e classificheranno le imprese che potranno accedere ai finanziamenti in cinque fasce di merito. 371 4) Emil Banca, servizi agevolati per sostenere le cooperative sociali271 Emil Banca (Bo) ha definito un’offerta di prodotti bancari a condizioni particolarmente agevolate riservati appositamente alle cooperative sociali che operino nel territorio di competenza di Emil Banca e rispondano a specifiche caratteristiche. Nel dettaglio: un conto corrente (c.d. “Conto ONLUS”) a canone contenuto, operazioni illimitate gratuite e nessuna spesa per produzione e invio estratto conto nonché, in quanto ONLUS, per i bolli reclamati dallo Stato272. Finanziamenti ai soci finalizzati alla capitalizzazione della cooperativa: mutuo chirografario fino a 5.000 euro e della durata massima di 5 anni, tasso variabile BCE + 0,50, nessuna spesa di istruttoria e di incasso rata (con addebito automatico in conto). Finanziamenti alle cooperative finalizzati alla capitalizzazione dei consorzi: mutuo chirografario fino a 20.000 euro e della durata massima di 5 anni, tasso variabile BCE + 0,50, nessuna spesa di istruttoria e di incasso rata (con addebito automatico in conto). Le agevolazioni previste dalla Banca sono riservate esclusivamente alle cooperative sociali di tipo A, B o C iscritte nell’apposito albo regionale. 5) Bcc friulane: finanziamenti ai precari garantiti dalla Regione273 Con “Equo Fatto” le Banche di Credito Cooperativo (Bcc) del Friuli Venezia Giulia concedono prestiti agevolati ai lavoratori “atipici” garantiti dalla Regione attraverso l’apposito fondo di garanzia. L’importo del finanziamento è di 3 mila euro, elevabile fino a un massimo di 15 mila euro. Il tasso (TAEG – Tasso Annuo Effettivo Globale) per l’acquisto di 271 www.emilbanca.it In particolare, il conto prevede: un canone trimestrale di 5 euro, con operazioni illimitate e gratuite; domiciliazione utenze, carnet assegni, spese produzione e invio estratto conto gratuiti; home banking dispositivo base gratuito; carta ricarica di 5 euro (Fonte: www.emilbanca.it). 273 www.bccbassafriulana.it 272 372 beni di consumo durevoli e il credito al consumo è pari a (Euribor/Irs) + 0,75%, nel caso dell’anticipo del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria è di (Euribor/Irs) + 0,50%. La durata minima è di 24 mesi, quella massima è di 5 anni. 6) Bcc del Chianti: obbligazioni etiche a favore di progetti sociali Obbligazioni etiche emesse e collocate sul mercato dalla Banca di Credito Cooperativo del Chianti (FI) Fiorentino per finanziare tre progetti sociali: la Banca dei cereali in Ciad, il progetto di microcredito destinato agli abitanti del Quartiere 4 di Firenze e il finanziamento di strumenti diagnostici destinati alla Confraternita Misericordia Tavernelle e Barberino. A scegliere quale progetto finanziare sono i sottoscrittori delle obbligazioni, che destinano una parte degli interessi a sostegno dell’iniziativa. Obiettivo del progetto della Banca dei cereali in Ciad, che ha coinvolto oltre alla Bcc anche la Caritas, la Diocesi di Firenze e il Comune di Tavernelle Val di Pesa, è di costruire un sistema economico in grado di migliorare le attuali condizioni di arretratezza degli agricoltori. Situazione che al momento garantisce spazi di manovra a commercianti senza scrupoli e provoca indebitamento e impoverimento dei contadini. Il denaro donato, mediante lo strumento delle “obbligazioni etiche”, finanzierà la costruzione di un fondo di rotazione messo a disposizione delle cooperative per l’acquisto dei cereali direttamente dai produttori. Accesso al credito facilitato per gli abitanti del Quartiere 4 di Firenze è l’altra parte dell’iniziativa. La finalità è di contrastare la povertà urbana della periferia fiorentina. A questo scopo la Banca del Chianti Fiorentino e il Fondo Essere (Fondo di aiuto sociale gestito da ventiquattro associazioni che operano sul territorio) hanno realizzato un progetto di microcredito. A finanziare il progetto sono le risorse provenienti dalle obbligazioni etiche. I 373 sottoscrittori delle obbligazioni si impegnano a destinare parte degli interessi a favore di Fondo Essere con il vantaggio di dedurre l’importo erogato dal loro reddito. La Bcc, in veste di intermediario finanziario e con la collaborazione del Fondo, concede prestiti di importo compreso tra i 2.500 e i 5.000 euro. Sono previsti anche prestiti fino a 10.000 euro per le piccole e medie imprese in difficoltà, che operano sul territorio. L’ultima tranche dell’iniziativa è riservata a finanziare l’acquisto di nuovi strumenti diagnostici della Confraternita di Misericordia Tavarnelle e Barberino. La Confraternita opera, da oltre mezzo secolo, nell’ambito dell’assistenza sanitaria e sociale. 7) Finanziamenti dalla Bcc di Andria per imprese avviate dai giovani Agevolare l’accesso al credito dei giovani che intendono avviare nuove attività imprenditoriali. Per questo la Bcc di Andria (BA) e l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune hanno sottoscritto un Protocollo d0intesa. Destinatari del progetto sono i giovani, in particolare nelle fasce di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che intendono “fare impresa”. Il protocollo fa riferimento a un documento della Regione Puglia, che prevede interventi in tal senso. Sono previsti, da parte della Bcc, finanziamenti fino a 20 mila euro, a un tasso che parte dal 6%. Inoltre, il progetto prevede anche possibilità di leasing e factoring, finanza straordinaria e agevolata e un supporto consulenziale. Prossimo passaggio operativo saranno le agevolazioni per l’acquisto della prima casa, riservato ai giovani, ai lavoratori precari e ai lavoratori dipendenti con un reddito complessivo inferiore ai 15 mila euro annui. 374 8) Bcc di Cartura: sottoscrizione di obbligazioni etiche e Conto Welcome per gli immigrati La Banca di Credito Cooperativo di Cartura con la sottoscrizione di obbligazioni etico - solidali dà la possibilità ai clienti di scegliere il “soggetto etico” (parrocchie e associazioni etiche iscritte agli Albi degli Enti pubblici territoriali di competenza) al quale devolvere un contributo pari all’1,25% dell’importo investito. L’investimento obbligazionario è stato pienamente collocato per 3 milioni di euro di obbligazioni etico – solidali. A favore dei sessanta Enti Solidali individuati dai clienti sono stati devoluti quasi 40 mila euro. Inoltre, la Bcc propone un conto denominato “Conto Welcome” per promuovere l’inclusione finanziaria dei cittadini immigrati. Il conto è a canone mensile fisso, prevede operatività illimitata e servizi accessori gratuiti oltre alle rimesse dirette nel Paese di origine dell’immigrato. È stato realizzato materiale informativo in lingua russa e rumena per facilitarne la comprensione agli stranieri provenienti da tali Paesi. Inoltre, l’assunzione di un mediatore culturale, di nazionalità moldava, rappresenta una reale facilitazione rivolta agli immigrati che sottoscrivono questo conto corrente.274 9) Bcc Alta Padovana: microcredito ed educazione finanziaria per promuovere l’inclusione Con il “Microcredito Etico - sociale” la Banca di Credito Cooperativo dell’Alta Padovana eroga crediti di importo fino a 3 mila euro e della durata massima di 36 mesi con rate mensili a tasso fisso del 3,5% per tutta la 274 Attualmente, la Bcc di Cartura sta promuovendo il progetto di microcredito “Raggio di Sole”. Si tratta di un prestito etico di importo fino a 5.000 euro, a tasso zero e senza spese, da restituire in 48 mesi, riconosciuto alle famiglie in temporanea difficoltà economica. Alcuni dei Comuni che hanno già aderito all’iniziativa sono Candiana, Due Carrare, Pernumia e Monselice (Fonte: www.bcccartura.it). 375 durata del prestito, con spese di istruttoria paria a zero. L’iniziativa è rivolta soprattutto a persone in temporanea difficoltà economica per motivi di salute, per la perdita del lavoro e per le famiglie numerose. A sostegno dell’educazione finanziaria la banca sostiene corsi di cultura e inserimento rivolti agli stranieri del territorio e le iniziative legate all’Università della terza età. Un altro servizio di affiancamento ai soci e ai clienti della Bcc è quello di assistenza e consulenza per la compilazione del modello 730 della denuncia dei redditi. 10) Bcc di Monastier e del Sile: promuove tre progetti per l’inclusione finanziaria Sono tre i progetti con i quali la Banca di Credito Cooperativo di Monastier e del Sile lavora all’inclusione finanziaria. Il primo è il “Certificato di Deposito Etico”: con questo prodotto la Bcc si propone come intermediario fra le esigenze delle parrocchie e quelle dei risparmiatori. I fondi raccolti sono destinati al finanziamento delle attività parrocchiali. L’altra proposta è il “Prestito d’onore per gli studenti universitari”. Si tratta di un prestito personale di importo massimo di 2.500 euro. Il rimborso può partire dalla data di fine corso di studi e in ogni caso non oltre 6 anni dall’inizio della prima erogazione. Previsto un tasso agevolato. Con il “Conto Ateneo”, infine, la Bcc si rivolge – con un conto corrente a costo quasi zero al quale sono collegati diversi servizi – ai giovani studenti delle scuole superiori, delle università, dei corsi post universitari275. 11) Bcc di Treviglio: iniziative a favore dell’inclusione 275 In particolare, con 1 solo euro al mese “Conto Ateneo” dà la possibilità di avere: 30 operazioni gratuite al mese; Carta Bancomat gratuita; Telepass esente dalla commissioni bancarie; Internet banking gratuito; “Carta Tasca”, una carta prepagata esente dalle spese di servizio; sconti sugli abbonamenti per le riviste Mondadori (Fonte: www.bccmonsile.eu). 376 Sono numerose le tipologie di prestito offerte dalla Banca di Credito Cooperativo di Treviglio a favore dell’inclusione finanziaria. Per quanto riguarda i mutui prima casa inseriti nella “Linea Solidale” la Bcc propone tre differenti iniziative. La prima denominata “Crescere Liberi” che prevede la devoluzione, da parte dei sottoscrittori del mutuo, di un contributo per sostenere un progetto Unicef. Il “Mutuo con loro”, rivolto alle famiglie numerose, o in gravi difficoltà o con componenti portatori di handicap. Il mutuo “Casa Amica” favorisce i cittadini stranieri residenti in provincia di Bergamo per l’acquisto della prima casa. È prevista anche la costituzione di un fondo di solidarietà che garantisca da eventuali insolvenze dei mutuatari. I mutui sono erogati a tasso agevolato. Per il sostegno allo studio la Bcc di Treviglio presenta tre diverse linee di credito: “Prestito studio e computer”, prestito scuola “Costo zero”, “Prestito Laurea”. Con la prima linea di credito sono finanziati viaggi di studio e acquisto computer per l’importo massimo di 1.300 euro. L’latro prestito è destinato all’acquisto di libri, materiale didattico per l’importo massimo di 1.000 euro. Infine, per la copertura delle spese universitarie l’importo finanziabile arriva fino a 7.500 euro. A favore delle famiglie in particolari condizioni di difficoltà la Bcc eroga prestiti d’onore. Per venire incontro a peculiari esigenze familiari la Bcc eroga il “Mutuo ad hoc” rivolto a genitori che scelgono di intraprendere l’esperienza dell’adozione internazionale. Altra linea di credito importante della Banca di Treviglio è “Presto Credito”. Si tratta di un prestito personale richiedibile senza particolare documentazione e approvato in 48 ore. L’importo massimo è di 10 mila euro ed è erogato a un tasso fisso dell’8%. Sulla stessa linea si collocano il “Prestito patente”, rivolto a coloro che devono prendere la patente di guida. Il “Prestito Asilo Nido” è un prestito d’onore per sostenere le rette dell’asilo. L’importo massimo finanziabile è di 10 mila euro, che arriva fino a 20 mila in caso di più di un figlio. La durata varia da 19 a 60 mesi. Per le famiglie in temporanea condizione di difficoltà la Bcc di Treviglio prevede tre diverse tipologie di prestito: il prestito “Temporanea 377 difficoltà”, il mutuo “Cambio Lavoro” e il finanziamento “Calamità”. Il primo è rivolto ai lavoratori dipendenti di aziende in crisi. Il prestito è concesso nel corso del periodo che intercorre tra l’attivazione delle procedure di cassa integrazione o di mobilità e l’erogazione delle stesse. Si tratta di un fido in conto corrente a un tasso e a condizioni agevolate di importo pari al 75% del TFR maturato dal lavoratore. Il secondo tipo di mutuo è rivolto ai giovani fino a 25 anni di età per consentire ai disoccupati di trovare un nuovo inserimento lavorativo o di riqualificazione. L’importo massimo finanziabile è di 5 mila euro e il rimborso è previsto entro 36 mesi. Altro fido in conto corrente rivolto a imprese e privati è quello destinato a coloro che hanno dovuto affrontare spese provocate da danni per calamità naturali. Inoltre, la Banca di Credito Cooperativo ha sottoscritto una convenzione con la Fondazione San Bernardino Onlus per prevenire il fenomeno dell’usura. Nel 2007, nell’ambito di questa convenzione, sono stati erogati 5 prestiti per un importo complessivo di oltre 86 mila euro. In questo stesso ambito la Bcc ha aderito all’accordo quadro promosso dall’ABI e dal Ministero dell’Interno per prevenire il fenomeno dell’usura e per sostenere le vittime del racket. La Bcc di Treviglio con “Imprenditoria Femminile” e il plafond “Giovani Impresa” offre delle agevolazioni creditizie alle donne e ai giovani imprenditori. Infine, rivolto agli immigrati è il “Bonifico Friendly” che consente il trasferimento di fondi anche senza domiciliazione bancaria del beneficiario. 12) Bcc Ravvenate e Imolese: “Sportello di Solidarietà”276 La Banca di Credito Cooperativo Ravennate e Imolese promuove l’iniziativa denominata “Sportello di Solidarietà” per favorire lo sviluppo 276 www.inbanca.bcc.it 378 della solidarietà economica attraverso strumenti quali: mutui di solidarietà, risparmio etico e contributi di solidarietà. Il progetto è, infatti, rivolto ai soggetti in difficoltà e ai margini del sistema produttivo e quindi a rischio di usura. Altri destinatari sono Enti e Associazioni di volontariato attive nel sociale. Il mutuo viene erogato per un importo massimo di 10 mila euro, la durata massima è di 60 mesi e il tasso corrisponde all’80% del tasso imposto dalla Banca Centrale Europea (BCE) al momento dell’erogazione. A ottobre 2008 il tasso era del 3,40%. Il Risparmio Etico consente di sottoscrivere dei Certificati di deposito a tasso fisso. La tipologia è la seguente: durata 12-24 mesi, importo minimo pari a 500 euro, il tasso da corrispondere ai risparmiatori era pari, al momento dell’indagine ABI, al 2% lordo. I risultati raggiunti nel 2007 sono: 44 interventi per un totale di 390 mila euro, 18 mutui di solidarietà per un totale di 88 mila euro. 13) Microcredito Le 11 Bcc e Casse Rurali della provincia di Vicenza hanno siglato una convenzione con l’Associazione Diakonia, braccio operativo della Caritas Vicentina, per un progetto di microcredito etico – sociale. Il progetto prevede che le Bcc forniscano sia il servizio di sportello per i beneficiari dei finanziamenti, sia un’iniziale copertura finanziaria per la concessione dei prestiti. I prestiti saranno concessi in virtù di un Fondo Rotativo di Garanzia che si alimenterà con donazioni, possibili da parte di privati e istituzioni. Il valore iniziale del Fondo è di circa 130 mila euro messi a disposizione dalla Caritas diocesana (30 mila euro), dalle Bcc della provincia (100 mila euro), dal comune di Santorso (2 mila euro) e da un privato. Peculiarità del progetto è la presenza di un tutor che accompagna con il consenso dell’interessato il percorso di coloro che per natura hanno difficoltà nella gestione del budget economico. 379 La Bcc di Fano (PU), insieme alla Fondazione “7 Novembre” e la Caritas, ha siglato una convenzione per la costituzione di un fondo di garanzia per l’avvio dell’operazione “Microcredito” destinata alle persone che si trovano in difficoltà finanziaria. Tale iniziativa consente di ottenere un prestito fino a 5.000 euro da restituire in 5 anni con rate mensili di poco meno di 100 euro. Le condizioni sono estremamente favorevoli e per usufruirne è necessario che il richiedente sia residente nel Comune di Fano da almeno tre anni. La Bcc di Creta Piacentino (PC), in accordo con la Caritas, ha avviato nel 2007 la sperimentazione del microcredito per le famiglie disagiate. L’iniziativa ha riguardato anche i prestiti d’onore. In particolare, i finanziamenti (di piccolo importo) vengono rimborsati attraverso rate distribuite in un arco di tempo dilatato, per venire incontro alle famiglie. Il Comune si fa carico degli interessi. Nel 2007 allo sportello del Comune di Piacenza sono pervenute 72 domande di prestiti d’onore e 49 sono stati i prestiti concretamente elargiti. Il nucleo famigliare viene aiutato per importi oscillanti da 500 euro a 5.200 euro (per famiglie numerose) e il denaro anticipato servirà per una serie di spese, che vanno dall’anticipo per la caparra della prima casa a quelle delle spese di allacciamento delle utenze, alle spese mediche. 14) Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, progetto microcredito per immigrati Cassa Rurale di Aldeno e Cadine, Atas Onlus, Comune di Trento e Fondazione Cariplo collaborano in un progetto di microcredito per immigrati. È stato aperto un fondo con capitale iniziale di 76 mila euro, per superare le difficoltà dei cittadini stranieri ad accedere al credito bancario allo scopo di avviare un progetto imprenditoriale. A tal fine è previsto un credito tra i 1.500 e i 5.000 euro mentre per la nascita e lo sviluppo di cooperative i finanziamenti potranno raggiungere anche i 10 mila euro. Il 380 tutto a un tasso fisso agevolato del 5,5%, rimborsabile in 60 mesi. Tra gli obiettivi del fondo c’è anche quello di sostenere la formazione degli immigrati che, privi di un lavoro, volessero aumentare la loro competenza professionale. Il contributo in questo caso oscilla tra un minimo di 500 e un massimo di 1.500 euro. Il comune contribuisce con 10 mila euro al fondo. L’Atas provvede all’istruttoria delle domande di mutuo. 15) Accesso al credito per donne e atipici con credito Cooperativo Bolognese ed Emil Banca Microcredito rivolto a donne e a lavoratori atipici con validi progetti d’impresa. L’iniziativa, sostenuta da un fondo di garanzia per 100 mila euro, è stata istituita dalla Provincia di Bologna. A erogare finanziamenti da 5 mila a 30 mila euro sono stati Emil Banca (BO) e il Credito Cooperativo Bolognese (BO). I crediti sono stati assegnati in base a un bando di ammissione. In particolare, l’iniziativa ha coinvolto lavoratrici con contratti atipici e nuove microimprese a prevalente partecipazione femminile composte da non più di tre dipendenti. Beneficiari del progetto sono anche gli uomini o le imprese non considerate a prevalente partecipazione femminile. Negli anni del decollo le imprese saranno affiancate anche per la consulenza tecnica e non solo per facilitare l’accesso al credito. 381 BIBLIOGRAFIA Assemblea Generale delle Nazioni Unite, International year of microcredit 2005, UN resolution 1998/28, 45th plenary meeting, 29 luglio 1998 Banca d’Italia, Appendice alla relazione annuale sull’anno 2007 della Banca d’Italia Banca d’Italia, Bollettino Economico n. 56, aprile 2009 Banca d’Italia, La ricchezza delle famiglie italiane nel 2006, gennaio 2008 Becchetti L., 2008, “Il microcredito”, Il Mulino, Bologna C.Borgomeo&Co., 2005, “1° Rapporto sul microcredito in Italia”, Rubbettino Editore C.Borgomeo&Co., 2008, “4° Rapporto sul microcredito in Italia”, Rubbettino Editore CGAP e MIX, “Africa Microfinance Analysis and Benchmarking Report, 2008” Commissione Europea, “Financial Services Provision and Prevention of Financial Exclusion”, marzo 2008 Eurobarometer 52 (2003) Europeans and Financial Services – European Commission Eurobarometer Unit, Brussel 382 Financial Service Authority, “In or out? 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