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SETTEMBRE
2001
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CONTROVERSIE DEL ROCK A STELLE E STRISCE
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In un momento, un boato sordo e inatteso. I piani nobili delle architetture più alte del
mondo s’incrinano e si sbriciolano dallo skyline. Si fanno polvere e zero. È Manhattan, nel
mattino dell’11 settembre 2001.
I primi notiziari televisivi sono un rotocalco di riprese quasi mute, di commenti straniti e
improvvisati. Partita come eco in lontananza, la notizia rapidamente rimbomba in ogni
parte del mondo e da ogni possibile sorgente d’informazione, monopolizzando per intere
settimane le prime pagine di quotidiani e periodici.
A più di un anno dall’attacco aereo alle Twin Towers, il tam-tam continua lancinante,
con i media in bilico tra deontologia e “impegno per una completa informazione” da una
parte, ed una viziosa competizione per offrire l’ultimo approfondimento o l’ennesimo
promesso scoop dall’altra. In ogni caso, come la stampa statunitense non tarda a ribadire
³QRQF¶qDVSHWWRFXOWXUDOHFKHQRQVLDVWDWRLQIOXHQ]DWRGDOODIHULWDDSHUWDD1HZ<RUN´. E
ciò, senza dubbio, è più vero se si include, per estensione, nel significato di “cultura”
anche l’accezione di “industria culturale”.
Musica, cinema, teatro e letteratura, ma anche le nuove techno-arts, le applicazioni in
computer-grafica e i videogiochi, non si caratterizzano infatti esclusivamente per la doppia
natura di arte (luogo creativo ed elitario) e svago (luogo ludico e di massa); un’altra
dicotomia interviene nella loro definizione: l’essere, ad un tempo, opera intellettuale e
prodotto di mercato.
Cercando quindi di tenere in considerazione con meno parzialità possibile entrambi gli
aspetti, questo lavoro vuole proporsi come breve documentario sulle vicende controverse
che, a seguito degli eventi dell’11 settembre, hanno coinvolto la PXVLFDa stelle e strisce il rock in particolare - e che hanno goduto di un’attenzione presso i media internazionali
(anche se non mancheranno esempi di episodi meno noti, la cui limitata risonanza non è,
in molti casi, sinonimo di scarsa rilevanza); a questo proposito saranno analizzate le
questioni della limitazione della libertà di espressione, si osserveranno le reazioni degli
artisti e la percezione comune che ne deriva, le conseguenze della censura e dell’autocensura, l’opinione della stampa ufficiale e le accuse di quella antagonista e indipendente,
oltre alle distorsioni provocate dai forti interessi economici delle case discografiche nei
confronti dei sistemi d’informazione d’oltreoceano e dei relativi campi di forza; si tenterà, in
fine, per quanto consentito dalla carenza di fonti consultabili, di fare luce nell’oscura
relazione tra le stesse major del disco e l’industria bellica.
Il materiale analizzato spazia dalle versioni on-line di riviste musicali inglesi (“New
Musical Express”) e americane (“Rolling Stone”, “Billboard”, “Spin”) ai settimanali
specialistici italiani come “Il Mucchio Selvaggio” (da decenni considerata la pubblicazione
più autorevole del settore) e il più diffuso “Musica! Rock & Altro”, supplemento del giovedì
de “La Repubblica”. Marginalmente sono trattati anche articoli di quotidiani nella loro
versione in rete (“USA Today”, “Los Angeles Times”) e cartacea (“Il Corriere Della Sera”,
“La Repubblica”) o servizi speciali dai web-news site (“MSNBC News”, “Fox News”, “BBC
News”).
3
³4XLVLVHQWHVRORLOUXPRUHGHOODJHQWHFKHULIOHWWHVXOODYLWDXPDQD
6SHULDPRFKHTXHVWRQRQSRUWLDGXQDOXQJDHGRORURVDJXHUUDPRQGLDOH´
3HDUO-DP
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Il 13 settembre 2001, a quarantotto ore dagli attentati alle Torri Gemelle e al
Pentagono, “Clear Channel Communications”, il network radiofonico più potente degli
States con oltre 1200 stazioni diffuse su tutto il territorio, ha stilato una sorta di manifesto
di 150 canzoni dai testi indicati come “inopportuni” (O\ULFDOO\TXHVWLRQDEOHNella lista
figurano brani storici ed eterni – da 5XE\7XHVGD\dei Rolling Stones a 1HZ<RUN1HZ
<RUN di Frank Sinatra, a .QRFNLQ
2Q+HDYHQ
V'RRU di Bob Dylan - e pezzi più recenti
(v. Appendice), tutti rigorosamente sconsigliati dall’emittente, la quale dopo aver lanciato
lo slogan ³QRGHSUHVVLRQ´ ai suoi ascoltatori, si impegna a farlo proprio, con un ardore tale
da innescare più di una polemica. La vicenda comunque non ha immediata risonanza, con
la stampa in quei giorni comprensibilmente indaffarata a seguire il ³PDLQHYHQW´, ma si
configura come un primo tentativo di³PHWWHUHLOVLOHQ]LDWRUHDGXQDIRUPDGLHVSUHVVLRQH
WUDOHSLSUH]LRVHGLFXLGLVSRQLDPR´ (“L’Espresso”).
Il “Los Angeles Times”, testata che notoriamente non ha mai negato lo spazio alle
opinioni alternative, ancora una volta si presenta come eccezione nel panorama
informativo americano, occupato come non mai nella ricerca di una posizione equilibrata
tra le urgenze del patriottismo e la vocazione professionale di rispondere al vero. ³,O
SDUDGRVVR - come scrive il quotidiano californiano in due articoli di Hilburn e Hochman – q
FKHTXHVWHFDQ]RQLKDQQRSURYYHGXWRSHUDQQLDGDUHFRQIRUWRHLVSLUD]LRQHDPLOLRQLGL
SHUVRQHWDQWRGDHVVHUHSHUFHSLWHFRPHXQDSRU]LRQHRUJDQLFDHLUULQXQFLDELOHGHOOD
QRVWUDPHPRULD³%ULGJH2YHU7URXEOH:DWHU´GL3DXO6LPRQqVWDWDVFULWWDSHUPRPHQWL
FRPHTXHVWL³,PDJLQH´³3HDFH7UDLQ´³:KDW$:RQGHUIXO:RUOG´2E/D'L2E/D'D
WUDVPHWWRQRIRUVHXQPHVVDJJLRWURSSRLGHDOLVWDRWURSSRSRVLWLYRHSHUFLzLQVHQVLELOHDJOL
RUURULGHOODVFRUVDVHWWLPDQD"´La critica prosegue, prendendo in esame titoli e testi
(³:DONLQJ/LNH$Q(J\SWLDQ´, delle Bangles, già criptata nel 1991 durante la Crisi del Golfo
e i cui diritti appartengono ironicamente alla “CCC”, è stata inclusa solo perché cita il nome
di un paese arabo!) e coinvolgendo i più disparati forum che affollano la rete; nascono
interi siti dedicati al fenomeno, gli appassionati lanciano un appello di protesta contro
l’iniziativa, al punto che “Clear Channel” è costretta a negare l’accaduto. Successivamente
anche gli altri giornali cominciano ad interessarsi del fatto in maniera più approfondita: nei
loro pezzi, però si parla di “smentita” più di quanto prima non si sia parlato di “censura”.
Come se la pace, in questo frangente, fosse l’ultimo degli aneliti della nazione.
Secondo Adrian North, speaker del broadcast radiofonico della “ABC”, ³ODPXVLFDq
VWDWDO¶RJJHWWRSUHGLOHWWRGHOOHIRELHGLSROLWLFLHJHQLWRULGDTXDQGR7LSSHU*RUH QHOKD
VFRSHUWRFRQRUURUHFKHODILJOLDVWDYDDVFROWDQGR³'DUOLQJ1LNNL´XQHVSOLFLWRSH]]RLQFXL
3ULQFHLQQHJJLDDOODPDVWXUED]LRQHIHPPLQLOH´ Godendo di una notorietà da premier lady
(Tipper è sposata con Al Gore, l’ex-vice del mandato Clinton) la signora Gore era la figura
che meglio poteva abbracciare e rappresentare la causa del “Parents'Music Resource
Centre”, associazione fondata a metà anni Ottanta, oggi ancora attiva, che ha come
obiettivo “la difesa dei giovani dagli ascolti diseducativi e violenti”. In meno di un mese il
“PRMC”, riesce, in concerto con il “Senate'
s Transportation And Commerce Committee”, a
far approvare una legge che obbliga i produttori di dischi a segnalare con
4
³1HVVXQVHJXDFHGHOO¶,VODPSXzJLXVWLILFDUHXQ¶D]LRQHGHOJHQHUH
3HULO&RUDQRO¶DVVDVVLQLRGLXQLQQRFHQWHHTXLYDOHDOO¶HFFLGLRGHOO¶LQWHUDXPDQLWj´
<XVXI,VODPQRWRSULPDGHOODFRQYHUVLRQHDOO¶,VODPLVPRFRPH&DW6WHYHQV
un bollino gli album dai contenuti licenziosi. Il 19 settembre 1985, escono i primi LP con il
celebre ³3DUHQWDO$GYLVRU\±([SOLFLW/\ULFV´Il “PRMC” continuerà ad occupare le
cronache (e ad essere bersaglio di critiche infuriate) anche negli anni Novanta, quando il
numero dilagante di suicidi adolescenziali e di stragi nei licei, riaccenderà i riflettori
sull’argomento della devianza giovanile.
Anche se i primi esempi di censura in questo senso - ³SHUFKqGLYHUDHSURSULDFHQVXUD
VLWUDWWDHGLTXHOODSLDELHWWD´ (“Ericnuzum Mag”) sono senz’altro riconducibili ad un
passato più lontano, può rivelarsi altrettanto interessante cercare di approfondire alcuni dei
casi più recenti:
In un nuovo laconico comunicato, spedito ai broadcast specializzati, “Clear Channel
Communications”, ignorando di fatto l’impopolarità presso buona parte dell’opinione
pubblica procuratale dal primo appello, annuncia con epica risolutezza la propria
posizione: ³JLXGLFKLDPRHVWUHPDPHQWHIXRULOXRJRODSURJUDPPD]LRQHGLYLGHR
DPELHQWDWLQHOOD*UDQGH0HODRFKHSURIDQLQRLOULVSHWWRSHUOHYLWWLPHGHO:RUOG
7UDGH&HQWHULOQRVWURLPSHJQRqULYROWRDFRPEDWWHUHRJQLSHQVLHURSHUVRQDR
FRVDFKHVLSURFODPLDQFKHLQGLUHWWDPHQWHDQWLDPHULFDQD$EELDPRJLj
FRQVLGHUDWRRSLQDELOLWHVWLFKHULFKLDPDVVHURLPSXGLFDPHQWHODYHUJRJQRVDIHULWD
DSHUWDQHO1RVWUR3DHVH±testi scritti anche più di tre decadi fa, colpevoli di
contenere parole come “heaven/sky”, “falling/crashing”, “dust”, “jet” o “doctor” – RUD
FLDIILGLDPRDOVHQVRGLSDWULRWWLVPRGLRJQLDPHULFDQR«´Nessun elenco questa
volta, ma un’indicazione semplice e precisa: bandire l’ascolto dei Rage Against The
Machine, una band che gli ambienti conservatori definiscono ³PHWDOODUDH
VRYYHUVLYD´ e che si è resa protagonista nella prima grande manifestazione contro
la globalizzazione diSeattle. Ad essere boicottata, però è stata ancora una volta la
multinazionale, al cui invito (a sorpresa) ha risposto “MTV”, mandando in onda,
senza interruzione pubblicitaria, per tutto il weekend successivo il clip di ³,PDJLQH´
intervallato, di tanto in tanto, da un uno speciale sul WTC precedente al disastro;
con la toccante ³(YHU\ERG\+XUWV´ (R.E.M.) in sottofondo, la frase finale recitava:
³TXDVLWXWWHOHSHUVRQHFKHKDQQRSDUWHFLSDWRDTXHVWHULSUHVHVRQRPRUWH´
Per le dichiarazioni, certamente poco SROLWLFDOO\FRUUHFWil gruppo punk svedese
degli International Noise Conspiracy non ha trovato facile distribuzione negli scaffali
dei negozi statunitensi; in occasione della presentazione dell’album ³&DSLWDOLVP
6WROH0\9LUJLQLW\´,il frontman Dennis Lyxzen aveva infatti commentato senza
mezzi termini l’operato della Casa Bianca, pur esprimendo il cordoglio per le vittime
delle Torri: ³TXHOORFKHqVXFFHVVR qODORJLFDFRQVHJXHQ]DGHOODGLVDVWURVDSROLWLFD
HVWHUDDPHULFDQDVRQRVWDWLORURVWHVVLDLQFRUDJJLDUHO¶DWWLYLWjGL%LQ/DGHQ
SURFXUDQGRJOLDUPLHFRQWULEXWLILQDQ]LDUL«QRQSRVVRQRSUHWHQGHUHGLIDUHLORUR
FRPRGLLQWXWWRLOPRQGRVHQ]DFKHQHVVXQRSULPDRSRLGHFLGDGLULEHOODUVL«LO
QXPHURGLYLWWLPHGHJOLXOWLPLDWWHQWDWLGRYUHEEHHVVHUHFRQIURQWDWRFRQTXHOORGHOOD
*XHUUDGHO*ROIR´(“Il Mucchio Selvaggio”, “Pitchfork Media”). Evidentemente ³GHYL
VHPSUHFKLHGHUHTXDQWRYRJOLRQRSHUODWXDOLEHUWjGLSDUROD´(Chuck D, Public
Enemy).
All’indomani dell’allarme antrace, in molti si sono ricordati della band metal Anthrax,
veterana della scena hard, e di come, in effetti, quel nome non suonasse poi così
divertente date le circostanze. In un primo momento il gruppo, nato vent’anni fa, ha
proclamato di non voler rinunciare al proprio appellativo. Ma la crescente psicosi
5
³7KH2UGHU7KH)URQW7KH%XVK7KH6KRXW´
³/¶2UGLQH,O)URQWH/D%XVVROD%XVK,O*ULGR´
(O3ULWRUQHOORGHOODFDQ]RQH³'HDG'LVQHH´
collettiva da contagio che si stava scatenando negli Stati Uniti, ha persuaso il
portavoce John Bush ad ammettere che ³IRUVHFHUWHFLUFRVWDQ]HSRVVRQRVSLQJHUH
DGXQULSHQVDPHQWR´. La stessa sorte è toccata agli emergenti Burnin’ Airlines, che
solo dopo pochi mesi di notorietà, sono stati costretti a vedere le ristampe del
secondo disco ³,GHQWLNLW´uscire sotto la denominazione B. Airlines (“New Musical
Express”). Ironicamente, questa volta, le forbici hanno risparmiato Afghan Whigs e
Arab Strap.
Country Joe McDonald, 59 anni, uno dei più popolari artisti americani di protesta
degli anni ’60 e ’70, è stato denunciato per presunto plagio in uno dei suoi brani più
celebri. Babette Ory, figlia del jazzista Kid Ory, lo ha accusato infatti di aver copiato
il brano ³,)HHO/LNH,¶P)L[LQJ7R'LH5DJ´da un pezzo inciso da suo padre nel
1926 e intitolato ³0XVNUDW5DPEOH´³VHFRQGRJOLRVVHUYDWRULQRQqFDVXDOHFKHOD
YLFHQGDVLDHVSORVDSURSULRTXDQGRLOEUDQRVDUHEEHSRWXWRWRUQDUHGLJUDQGH
DWWXDOLWjDFDXVDGHOOHD]LRQLPLOLWDULLQ$IJKDQLVWDQ&RXQWU\-RHGDSDUWHVXDVLq
GLFKLDUDWRDVVROXWDPHQWHLQQRFHQWH´(“New Yorker”) Curiosamente, accanto
all’articolo compare un inciso di Susan Sontag, opinionista della testata e voce
decisamente poco allineata: ³,QRVWULOHDGHUIDQQRGHOORURPHJOLRSHUFRQYLQFHUFL
FKHqWXWWRRNFKHO¶$PHULFDQRQKDSDXUDHFKHODQD]LRQHqLQJXHUUD0DQRQq
WXWWRRNHTXHVWDQRQq3HDUO+DUERXU $EELDPRSDXUDGLDPPHWWHUHOHQRVWUH
SHUSOHVVLWjULJXDUGRO¶HIIHWWLYDRSSRUWXQLWjGLXQFRQIOLWWRPDDEELDPRDQFRUDSL
WLPRUHGLFKLVHQ]DVSHQGHUHSDUROHLSRFULWHORULSXGLDFRQIHUPH]]D´ad una
prima lettura, la sensazione di trovarsi innanzi ad un ibrido inedito, nato
dall’accostamento tra una “relazione” di cronaca ed un commento di carattere
politico - per di più collocato nella pagina della cultura - risulta senz’altro
affascinante. La combinazione di due generi diversi in due articoli dissimili e
complementari, separati da un sottile filo di inchiostro e calati in un contesto
specifico (la pagina riservata alla cultura), in questo caso non frammenta la notizia
ma ne accresce il valore e la completezza.
Il risultato conclusivo è la dimostrazione di come sia possibile realizzare un buon
servizio avvalendosi unicamente di qualche accorgimento.
È interessante evidenziare come media e opinione pubblica americani ed europei
hanno reagito, nei primi tempi, in maniera quasi opposta alle provocazioni della
satira (da non intendersi come sarcasmo ottuso): da una parte è prevalsa la linea
che indicava tendenzialmente “pericolosa” (e possibilmente anti-americana) ogni
occasione in cui gli avvenimenti dell’undici settembre venivano ripresi attraverso
modalità di espressione alternative al testo scritto - il disegno e la musica – che per
natura sono più ambigue della parola; dall’altra parte, nel Vecchio Continente,
queste manifestazioni sono state giudicate viceversa per la potenzialità di catturare
in un’istantanea (intrattenimento significa anche LPPHGLDWH]]D) la percezione
collettiva dello stato delle cose.
Nell’inverno 2001, in rete è comparsa una raccolta amatoriale di canzoni “dedicate”
a Bin Laden (v. Appendice); sebbene non ci fossero dubbi sulle intenzioni degli
autori, né sul contenuto delle stesse (il tono canzonatorio è generalmente innocuo),
6
³(¶ULGLFRORVRVWHQHUHFKHFRPHPXVLFLVWLQRQGRYUHPPRDYHUHXQ¶RSLQLRQHSHUFKp
ROWUHDGHVVHUHPXVLFLVWLVLDPRFLWWDGLQLEULWDQQLFLHYLYLDPRLQTXHVWRSDHVH´
0DVVLYH$WWDFNH%OXUDWWLYLVWLGLXQPRYLPHQWRSHUODVHQVLELOL]]D]LRQHFRQWURODJXHUUD
sono stati in molti, oltreoceano, a trovare la pensata poco brillante: “Fox News”, nel
cappello di un articolo recita: ³1RQF¶qPDLILQHDOFDWWLYRJXVWR´.Poco originale ma
innegabilmente eloquente.
Un fenomeno simile, ma ³WXWWRLWDOLDQRHGLSRUWDWDSODQHWDULD´ (³,OFRUDJJLRGLULGHUH´
di Claudia Franco per “Musica!”), è esploso con il musical-cartoon ³*LQR
2¶7DOHEDQR´ del disegnatore Andrea Zingani: concepito come esperimento di
animazione di frontiera e reso disponibile on-line, il cartone animato vede
protagonisti Osamina, figlia del feroce Saladino, ed il gallo Gino che intona al
pianoforte alcuni tradizionali motivi nostrani, riveduti e corretti (³7X9Xz)D¶µ2
7DOHEDQR´ è una scherzosa ripresa di ³7X9Xz)D¶/¶$PHULFDQR´di Carosone,
³3DSDYHUL(%XUND´è invece l’adattamento di ³3DSDYHUL(3DSHUH´): il piccolo
progetto è diventato un caso: scaricato da oltre due milioni di navigatori e replicato
in centinaia di mirror-site, il file è stato sottotitolato in tutte le lingue possibili,
dall’inglese al cinese, all’hindi. Raramente, senza il sostegno di televisione e
stampa, uno scherzo pop raggiunge un livello tale di popolarità.
Il videoclip di George Michael ³6KRRW7KH'RJ´che mostra Bush, Blair e Saddam
Hussein in una spassosa e irriverente versione a fumetti, dopo un breve periodo di
airplay, è stato bandito dagli schermi anglosassoni, esattamente nell’anniversario
dell’attentato a New York. Anche il rapper americano Eminem ha voluto Bin Laden
nel cast del video/parodia ³:LWKRXW0H´ Forte dei sei milioni di dischi venduti (con il
successo inevitabilmente migliorano anche i rapporti con la casa discografica, la
Interscope/Virgin) la star è stata apprezzata per l’originalità (!) del filmato. Nessuna
menzione di censura e nessuna disapprovazione. Soltanto alta rotazione e il plauso
della major.
Tra tutte le polemiche merita menzione quella innescata da Steve Earle e dalla sua
³-RKQ:DONHU¶V%OXHV´, il cui testo si ispira alla storia di John Walker Lindh, il
ragazzo statunitense che ha scelto di diventare un talebano. Il cantautore, che nel
corso della propria carriera ha conosciuto la droga e la prigione, la fama e il suo lato
buio, ora deve difendersi dalle odiose insinuazioni della critica che lo accusa di
essere anti-americano: ³TXDQGRKRYLVWRFRV¶qDFFDGXWRD-RKQLQTXHVWRSDHVHKR
SHQVDWRFKHIRVVHXQDFRVDGDSD]]L/RVWDYDQRGLIIDPDQGRLQTXHOPRGRVROR
SHUFKpQRQDYHYDQRSRWXWRDUUHVWDUHLYHULFROSHYROLQRQVRQRDQWLDPHULFDQRH
TXHVWRODYRURSXzHVVHUHFRQVLGHUDWRXQDOWURFRQWULEXWRDOOHFHOHEUD]LRQLLQRQRUH
GHO:RUOG7UDGHFHQWHUPDKRXQILJOLRGLYHQW¶DQQLFRPH-RKQHKRSLSDXUDGHOOD
QRVWUDUHD]LRQHFRPHSRSRORHFRPHQD]LRQHGLTXDQWDQRQQHDEELDGLHVVHUHGL
QXRYRDWWDFFDWRGDLWHUURULVWL´Molti negozi di Nashville, la sua città, hanno rifiutato
di esporre l’album ³-HUXVDOHP´,in cui è stato inserito anche un verso del Corano
(³1RQF¶q'LRWUDQQHFKH'LR´); in un’intervista a “Musica!” del 3 ottobre 2002, Earle
dichiara: ³VSHURGLQRQDYHURIIHVRQHVVXQRVRQRVSLULWXDOHHFUHGR LQ'LRPD
DOFXQLLVODPLFLKDQQRJLjFKLHVWRODPLDWHVWDSHUTXHVWRJHVWR´.
È innegabile il fatto che molti di questi episodi, dopo aver inizialmente suscitato le
reazioni dell’opinione pubblica più sensibile, siano stati, a poco a poco, tralasciati dalla
stampa specializzata d’oltreoceano, sempre più occupata a concedere spazi pubblicitari (e
relativi articoli) ad ogni sorta di evento ³LQPHPRU\RI´.
7
³7LLQFRQWUHUzVXOFULQDOHWUDTXHVWLGXHPRQGLGLYLVL
2UDDEELDPRTXHVWRPRPHQWRGDYLYHUHTXLQGLVDUjWXWWRSROYHUHHRVFXULWj´
%UXFH6SULQJVWHHQGDOODFDQ]RQH:RUOGV$SDUW
Nell’autunno 2002 - periodo in cui figura il massimo numero di inserzioni ed iniziative
legate all’anniversario della caduta delle Twin Towers - l’informazione più completa era
appannaggio dei magazine indipendenti.
&217526725,($0(5,&$1(
³5LYLVWHFRPH³5ROOLQJ6WRQH´R³%LOOERDUG´VRQRYHWULQHSHUIHWWHSHUFKLXQTXHYRJOLD
HVSRUVLSLGLTXDQWRQRQPHULWLLQTXHVWLJLRUQLJOLDUWLVWLHLORURSURGXWWRULQRQIDQQRDOWUR
FKHULSHWHUHFKHLOORURXOWLPRGLVFRqSURIRQGDPHQWHLVSLUDWRFKHqGHGLFDWRDWXWWHOH
YLWWLPHHFKHqVWDWDGXUDFRQWLQXDUHDVXRQDUHGRSRTXDQWRDFFDGXWRO¶DQQRVFRUVRÊ
EHOORSHUzULYHGHUOLVRUULGHUHDOWHUPLQHGLXQLQWHUYLVWDORQWDQLGDLIRWRJUDILGRSRDYHU
SDVVDWRODJLRUQDWDDSURYDUHO¶HVSUHVVLRQHGDOXWWRSHUODIRWRGLFRSHUWLQD´(Andew
Dansby, ex redattore capo di “Rolling Stone”, da un’intervista per “MSNBC News”,15
settembre 2002).
È incalcolabile il numero dei personaggi dello spettacolo che hanno voluto esprimere
opinioni e pareri a proposito del cosiddetto “attacco alla civiltà” (perifrasi prediletta da molti
reporter). Per la star già affermata, come per l’artista emergente in cerca di visibilità,
dichiarare il proprio amor patrio, si è rivelato l’habit più conveniente per guadagnare - per
pochi istanti – la luce dei proiettori; per i media, viceversa, ciò si è risolto in un affare
talmente importante che non ha potuto lasciare inalterato il campo di forze a cui
inevitabilmente sono soggetti; mai come prima si è assistito ad una simbiosi così intensa
tra contenuti e pubblicità e tra la pubblicità stessa ed una forma di propaganda dal sapore
nazional-popolare. Accanto a titoli costruiti con parole cariche di patriottismo ³XQLWL´
³ULVRUJHUH´³ULDO]LDPRFL´³FRUDJJLR´³DQLPD´³GLJQLWj´…), la Stars & Stripes era
onnipresente: al proliferare dei banners on-line che si appellavano per la raccolta fondi
³DOODFRVFLHQ]DGLRJQLYHURDPHULFDQR´ (“Launch Media”), la carta stampata (“Blender”,
“Spin”) rispondeva ospitando gli artisti e le loro iniziative, sponsorizzate poche pagine più
in là, da nomi come “MTV” e “AOL Time Warner”.
Da un’indagine di “Fox News” è emerso che oltre il 90% dei big ha rilasciato interviste
nei due mesi successivi al settembre del 2001: ³TXHVWRSHUzQRQqVLQWRPRGLXQD
WUDVIRUPD]LRQHGHOODQRVWUDFXOWXUDVHSHUWUDVIRUPD]LRQHLQWHQGLDPRXQDSLDWWHQWD
SDUWHFLSD]LRQHGHOO¶LQGLYLGXRDOODVIHUDVRFLDOHRXQ¶DFTXLVLWDFRQVDSHYROH]]DGHLIDWWLGHO
TXRWLGLDQR± spiega Robert Thompson, docente di sociologia alla Syracuse University –
FKLVLDWWHQGHYDXQFDPELDPHQWRUDGLFDOHGHOODQRVWUDFXOWXUDqULPDVWRGHOXVRGDJOL
HYHQWLGHOO¶VHWWHPEUHDEELDPRHUHGLWDWRXQSDWWHUQXQVHJQRFKHqVWDWR
LPPHGLDWDPHQWHUDFFROWRPDQRQDOWUHWWDQWRYHORFHPHQWHDVVLPLODWR´(fonte “Associated
Press”).
Molti sono stati anche i musicisti, non soltanto americani, che hanno deciso di
raccontare il proprio punto di vista attraverso il loro lavoro (³XQJLRFRYDULDELOHWUDFRHUHQ]D
HFRPSURPHVVR´, David Grubbs) e molti sono stati anche coloro che hanno scelto, per
motivi a volte fortuiti ma con piena cognizione, la via dell’auto-censura:
³8QGLVFRFRQTXHOODGDWDLQFRSHUWLQDVHWWHPEUHQRQORYRUUHEEH
QHVVXQR´, (“Musica!”); la triste coincidenza è capitata a Sting che proprio quella
sera avrebbe dovuto registrare un album dal vivo nel giardino della sua villa in
Toscana, davanti ad un pubblico ristretto di fans, amici e addetti ai lavori.
8
³6XRQLDPRFRQYLQWHFKHXQRGHLSULQFLSDOLSURSRVLWLGLTXDOVLDVLIRUPDG¶DUWHVLDTXHOORGL
SURYRFDUHQHOSXEEOLFRXQDULIOHVVLRQHSLSURIRQGDPHQWHGLTXDQWRSRVVDQRIDUHLSROLWLFL´
6OHDWHU.LQQH\
Il CD avrebbe dovuto intitolarsi, ironia della sorte,³«2Q6XFK$1LJKW´, (³&KH
1RWWH´) Sting ha annullato il webcast della serata ma si è esibito lo stesso,
modificando il programma originale, per evitare di cantare canzoni poco adatte con
uno stato d’animo ³FRQIXVRLPSDXULWRDUUDEELDWR´. Ha dedicato ³)UDJLOH´e
³0HVVDJH,Q$%RWWOH´alle vittime. Un amico di sua moglie Trudie Styler era su uno
degli aerei dirottati. Nessun brano di quella session è presente nel disco, che
utilizza invece nastri della prova generale e che è stato pubblicato solo due mesi
più tardi, con un altro nome (³«$OO7KLV7LPH´).
The Coup, il gruppo di Oakland ferocemente schierato contro la globalizzazione, ha
ripensato alla copertina dell’ultimo album, in cui Raymond “Bootsy” Riley compariva
davanti a un fotomontaggio delle Torri Gemelle in fiamme. Anche i Dream Theater
hanno ritirato il loro ultimo album per cambiare l’immagine esterna che esibiva un
missile pronto a schiantarsi su Manhattan. Il portavoce Mike Portnoy, in perfetta
sintonia con Bush, ha poi dichiarato: ³VHQRQUHDJLVVLPRDTXHVWRDWWDFFRYRUUHEEH
GLUHLWHUURULVWLKDQQRYLQWRHJRYHUQHUDQQRLOPRQGRÊRSSRUWXQRGLIHQGHUVLOD
YHQGHWWDLQTXHVWLFDVLqQHFHVVDULD´
Tra i musicisti, sono stati proprio quelli “politicamente scorretti” (System Of A Down,
Red Hot Chili Peppers e Limp Bizkit - che tra l’altro un anno prima avevano girato
uno spot sulle Twin Towers) i primi a schierarsi contro le crescenti manifestazioni di
intolleranza nei confronti dei cittadini musulmani o dall’aspetto mediorientale, che
hanno avuto luogo soprattutto nell’America delle province e delle periferie: ³QRQ
VRQRTXHVWHOHSHUVRQHFKHFLKDQQRDWWDFFDWRSHUFXLLQYLWRWXWWLDULIOHWWHUHSULPD
GLDJLUHTXHVWRqLOPRPHQWRGLDYYLFLQDUVLDJOLDOWULQRQGLDFFXVDUOL1RQVLDWH
UD]]LVWL´(Serji Tankian, System Of A Down).
Dopo produzioni che avevano abbassato il livello di guardia, almeno per quanto
riguarda l’aspetto politico, R.E.M. e U2 sono stati costretti a rimettere mano alla loro
creatività per dare un nuovo suono allo shock. Ma accanto a questi ci sono gruppi
che hanno dovuto adeguare la leggerezza appena riscoperta alla necessità di
elaborare il lutto in tempo reale. Il 10 settembre 2001, in conferenza stampa, Gavin
Rossdale e i suoi Bush (altro nome che i fan sembrano gradire sempre meno)
hanno presentato ³*ROGHQ6WDWH´, fieri di poter dichiarare che la velocità del rock
può descrivere ³XQVHQVRGLHXIRULDHEHDWLWXGLQHXQDVHQVD]LRQHGLOLEHUWjFRPH
VHVLSURFHGHVVHLQVSD]LDSHUWLHQRUPLGRYHLSUREOHPLVHPEUDQRUHPRWL´Solo tre
giorni dopo, la loro canzone ³6SHHG.LOOV´è stata inserita tra i proscritti di Clear
Channel. I Bush hanno poi ribattezzato il pezzo ³7KH3HRSOH7KDW:H/RYH´
Allineandosi volontariamente a quella forma di censura sentimentale che gli USA si
stanno autoimponendo, anche i membri dell’Agnostic Front, collettivo che non ha
mai negato la propria posizione sovversiva, non hanno obiettato alla richiesta
dell’etichetta Epitaph di ritoccare alcuni testi di ³'HDG<XSSLHV´ che deve, inoltre,
essere accompagnato da un chiaro comunicato anti-violenza. La stessa sorte è
toccata alla Dave Mattews Band per ³:KHQ7KH:RUOG(QGV´e ai Cranberries per
³$QDO\]H´ Ovviamente non ha fatto eccezione titoli come ³%RPE7KH3HQWDJRQ´
(Primal Scream), ³%OHHG$PHULFD´(Jimmy Eatworld), ³.LOO7KH86*RYHUQPHQW´
(B.R.M.C.) e ³1<&RSV´(Strokes).
9
³&RVDVXFFHGHUHEEHVHLOODWRRVFXURGHOPLWRDPHULFDQR
WLFRSULVVHODERFFDFRQLOVXRYHVVLOOR"´
0DU\*DXWKLHU
Un famoso dibattito di quel periodo, che ha visto i cantanti contrapporsi
pubblicamente su “Music Television”, riguardava l’opportunità di pubblicare le
proprie registrazioni nei giorni a cavallo dell’anniversario della tragedia:
³GLIIHUHQWHPHQWHGDOORVFRUVRDQQRLQFXLHUDQRSURQWLODYRULGLQRPLFRPH%RE
'\ODQ0DULDK&DUH\H-D\=TXHVWRPHVHVHPEUDSURVSHWWDUVLWUDQTXLOORSHUL
QHJR]LGLGLVFKLHSHULORURIRUQLWRULYLVWRFKHQHOODPHQWHGLXQIDQODFRVDSL
ORQWDQDGDWHOHFLUFRVWDQ]HqSURSULRXQQXRYRDOEXPGDOORURLGROR´(Jon
Wiederhorn). La situazione con tutta probabilità era questa, ma niente ha impedito
a gente come i Bon Jovi, Vertical Horizon, Destiny’s Child, Papa Roach e Marilyn
Manson di godere di un intero pomeriggio di diretta nazionale.
Due interventi intensissimi, a caldo, di due giornalisti professionisti, Gino Castaldo e
Curzio Maltese, chiariscono meglio di molte altre parole l’importanza (e la condizione)
della musica attuale:
³&RQWLQXDQRDULFDWWDUFLGDDQQLGDWURSSRWHPSRÊVHPSUHSLGLIILFLOHWHQWDUHGL
ULPDQHUHXRPLQLOLEHULGLFRUSRHGLPHQWHFRQWXWWDODFRPSOHVVLWjHO¶DUWLFROD]LRQH
GLSHQVLHURFKHFLzFRPSRUWD$QFKHTXHVWRqLOULFDWWRGHOWHUURULVPRGLYHQWDWR
JOREDOH2UDF¶qFKLYRUUHEEHFKHFLVLVFKLHULVHQ]DUDJLRQDUHSHUFKpO¶XUJHQ]D
GHOODEUXWDOLWjQRQFRQVHQWHULIOHVVLRQLPDVRORUDEELD8QIURQWHFRPXQHPD
VHPSUH³FRQWUR´VROR³FRQWUR´TXDOFXQRRTXDOFRVD«/DPXVLFDQRQFLKDPDL
FKLHVWRGLVFKLHUDUFLFRQWURTXDOFXQRRTXDOFRVD4XDQGRO¶KDIDWWRqVWDWRFRQWUR
O¶RWWXVLWjFRQWURUHJLPLFKHLPSHGLYDQRODOLEHUWjDQFKHTXHOODGLHVSULPHUVLFRQWUR
XQVLVWHPDHFRQRPLFRFKHQHJDODVXVVLVWHQ]DDLQWHUHSRSROD]LRQL«/DPXVLFD
qXQDPDHVWUDSRFRDVFROWDWD1RQPROWLDQQLIDO¶DPHULFDQLVVLPR(GGLH9HGGHU±
vocalist dei Pearl Jam – FRQODVXDIROJRUDQWHHRFFLGHQWDOHYRFHURFNKDFDQWDWR
LQVLHPHD1XVUDW)DWHK$OL.KDQVXILILJOLRSUHGLOHWWRGHOODFXOWXUDGHOO¶,VODP,QTXHL
EUDQLQRQF¶HUDQXOODFKHQRQVHPEUDVVHDVVROXWDPHQWHQDWXUDOH2JJLYLHQHYRJOLD
GLULDVFROWDUOL&RQWHQJRQRXQVHJUHWRGLIILFLOPHQWHVSLHJDELOHDFKLQRQFRQGLYLGH
TXHVWROLQJXDJJLR0DqOuDGLVSRVL]LRQHGLWXWWL´(³0XVLFDSHUODYLWD´di Gino
Castaldo su “Musica! Supplemento di Repubblica”, 27 settembre 2001).
³$OWURFKHSROLWLFDPHQWHFRUUHWWL&LVRQRSURWDJRQLVWLQXRYLFKHDFFHWWDQRVRORLO
WULEXQDOHGHOODSURSULDFRVFLHQ]DHQRQTXHOORGLXQFDQRQHHVWHUQR/LSRVVLDPR
FKLDPDUHVHQWLPHQWDOPHQWHFRUUHWWLUXEDQGRHFDSRYROJHQGRGLVHQVRO¶HPRWLRQDOO\
FRUUHFWQHVVFUHVFLXWDLQ$PHULFDQHJOLDQQLVFRUVLDUHQGHUHDQFRUSLFXSDOD
FRUUHWWH]]DSROLWLFD«,OVHQWLPHQWDOPHQWHFRUUHWWRVLQXWUHGLVLOHQ]LRHGLSLFFROH
VFHOWHTXRWLGLDQH&RPHWURYDUHXQDSDUWLFRODUHFRORQQDVRQRUD3HUFKpODPXVLFD
QRQVSLQJHLQGLHWURFRPHODSDURODPDqLQYHFHTXLHRUD«/HSDUROH QRQ
ULVSHFFKLDQRODUHDOWjRJJLLIDWWLSUHIHULVFRQRO¶LQFRJQLWR´(³+DQQRXFFLVROHSDUROH´
di Curzio Maltese su “Musica! Supplemento di Repubblica”, 22 novembre 2001).
In fondo, risulta sempre più difficile capire, in che modo, in che direzione cambieranno
OH culture e di conseguenza ogni musica. I giornali informano, propongono un punto di
vista e spesso fanno riflettere. A loro non si dovrebbe chiedere nient’altro.
10
³6RQRFUHVFLXWRFRQTXHOORVN\OLQHHJXDUGDQGRO¶RUL]]RQWHORYHGHYRFDPELDWRIXPDQWH
1RQFUHGRFLVLDQRSHUVRQHWDQWRLQWHOOLJHQWLGDFRPSUHQGHUHUHDOPHQWHFLzFKHqVXFFHVVR´
1DGD6XUI
1(:<25.1(:<25.
Ritorno all’Era Gotica. New York, risvegliata negli schermi dell’³$PHULFDXQGHUDWWDFN´,
si lascia divorare dal fumo. E un intero pianeta si fa spettatore di quelle immagini, in
un’infinita e straziante diretta televisiva. La Grande Mela, colpita l’undici settembre
dall’orrore del terrorismo, si è rialzata lentamente, giorno dopo giorno. Ma è stata costretta
a convivere con l’altro orrore, quello dei teleobiettivi, alchimisti impassibili e onnipotenti,
capaci di trasformare la verità in una fiction svuotata e irriflessiva: ³DVVLVWHQGRLQGLUHWWDDO
WHUURUHGL1HZ<RUNDXQFHUWRSXQWRFRPSDULYDQR+DUULVRQ)RUGH%UXFH:LOOLVYHVWLWLGD
HURLFKHULXVFLYDQRDVYHQWDUHXQDWWRWHUURULVWLFR³ILQHGHOPRQGR´&DWWLYRJXVWRR
FLQLVPR"'LFHUWRSHUOHQRVWUHWYLOVDQJXLQRVRHYHQWRDOWURQRQqVWDWRFKHXQJUDQGH
VSHWWDFRORGDLJUDQGLDVFROWL2WWLPRSHUODSXEEOLFLWj´(Vincenzo Cerami).
Certamente in molti, sul momento, hanno scambiato la sequenza delle torri in fiamme
per una specie di film di fantascienza. Per essere prese seriamente le immagini reali sono
state forzate a passare attraverso marchi di garanzia, quali il logo della “CNN” o
dell’”ABC”. Ma è la stessa informazione ad essere spesso invitata a non guardare la realtà
troppo da vicino. Si pensi allo scenario di Ground Zero, visivamente rappresentato solo
nella sua dimensione di catastrofe architettonica, o alle guerre condotte strategicamente a
telecamere spente.
A riguardo, lo scrittore Tommaso Pincio ha introdotto il concetto di “fiction mediatica”
contrapponendolo a quello di “finzione tradizionale”, letteraria; è una scelta inevitabile:
raccontare i fatti, reali o inventati che siano, implica comunque un lavoro di montaggio, e il
montaggio è fatto di tagli; ³LOSUREOHPDqFKHTXHVWLLUULOHYDQWLGHWWDJOLGDVDFULILFDUHVRQR
YLFHQGHGLHVVHULXPDQLDLPDUJLQLGHLJUDQGLDFFDGLPHQWLQHOODGLVFDULFDGHOODPHPRULD
6HPPDLF¶qXQDUDJLRQHFKHFRQIHULVFHDOOD³ILQ]LRQHOHWWHUDULD´ODGLJQLWjGLHVLVWHUHq
SURSULRTXHOODGLULVDUFLUHOHHVLVWHQ]HGLFRORURLTXDOLVRQRGHVWLQDWLDGXQSDVVDWRFKH
QHVVXQRULFRUGHUjPDL´(Tommaso Pincio).
Dopo l’attacco, dopo il silenzio, ogni giornata a New York City riprende ad essere
scrutata dagli occhi di quella “fiction mediatica” che si nutre e si circonda di onnipresenti
uomini-evento. I palinsesti, vinte le paure iniziali, rapidamente tornano ad essere riempiti.
³1RQqVWUDQRSHUFLzFKHQHLSULPLWHPSLLFLQHPDHWHDWULVLDQRVWDWLOXRJKLGLVHUWDWL´
(“Le Monde Diplomatique”): lo shock psicologico legato al timore di nuovi attentati, ha
costretto i newyorchesi a restare nei propri appartamenti; i pochi che hanno scelto di
continuare si sono raccolti nei piccoli club, negli attici sull’Hudson e nelle sale da the.
Eppure, era la metropoli stessa, con le sue larghe avenue, i sui fari scintillanti, le sue
opportunità, a chiedere di ricominciare a vivere.
Un anno dopo, più di prima, tutto il mondo volge lo sguardo verso la Grande Mela; ma
non c’è più alcuna traccia dei³WHPSLLQFXLODFLWWjGHLPDQKDWWDQHVLFLUFRQGDWDGD
EDQFKLQHHUDSLHQDGLJHQWHDSSHQDVFHVDGDXQDQDYHFKHEUDQFRODYDQHOIDQJRFRQOD
FDVVHWWDGHOOHVXHFRVHVXOOHVSDOOH´come racconta Cesare Pavese. Ogni cosa sembra
voler dimenticare, anche se, in qualsiasi sera e in qualunque quartiere, sono allestite
decine di appuntamenti “In Onore delle Vittime”; dal leggendario locale jazz Blue Note,
all’Apollo Theatre di Harlem, ai circoli rock come il Mercury Lounge sulla Houston Street,
la musica, dall’undici settembre, sembra essere stata l’unico vero antidoto alla
11
³&LVRQR$O3DFLQRH-XOLD5REHUWVFKHFDQWDQRLQWYSHUUDFFRJOLHUHVROGL«
ÊRIIHQVLYRqULYROWDQWHHQRQVRQRPDLVWDWRWDQWRLPEDUD]]DWRGHOIDWWRGLHVVHUHDPHULFDQR´
9LQFHQW*DOOR
desolazione. ³,OQXPHURGLVSHWWDFROLDOOHVWLWL– e di vip che li affollano – GDTXHOJLRUQR
FRQWLQXDDGHVVHUHHQRUPH´ (“L’Espresso”). La stampa nazionale e internazionale,
certamente, non è restata indifferente: settimanali specializzati e scandalistici,
pubblicazioni di confine, fanzine e newspaper; ovunque si è parlato – tanto - di chiunque:
Il periodico d’avanguardia “Remember Reflect Renew” ha calcolato che, in media,
in ogni weekend nel settembre 2002, si è potuto scegliere tra circa settanta show,
dall’opera classica alla cerimonia commemorativa, e tra un ventaglio ancora più
ampio di iniziative non sponsorizzate.
Per settimane consecutive “Musica! Rock & Altro” e “Il Mucchio Selvaggio” hanno
inserito nella sezione delle brevi, almeno un trafiletto sui benefit organizzati dalle
celebrità; i magazine di settore e i network stranieri, “Rolling Stones” e “Spin” tra
tutti, per ogni evento hanno aumentato la foliazione (raddoppiando il battage
promozionale) e dedicato copertine ed inserti speciali. “MTV Italia” (ed è
presumibile che lo stesso accada anche per gli altri paesi) seguita tuttora a
trasmettere i servizi in lingua originale dell’ottobre 2001.
Il 2001 ha vissuto un’intera stagione di tournee annullate: Pantera, Aerosmith, Janet
Jackson, Suicide, Sonic Youth, Blink 182, Slipknot, Dave Mattews Band sono solo
alcuni nomi che hanno voluto, per rispetto, sospendere la propria attività (salvo
coloro che poi, puntualmente, sono comparsi a tutte le cerimonie “on air”). Ma c’è
anche chi ha deciso, come Kings Of Convenience, Sodastream, Motorpsycho,
Soulfly e R.E.M., di accantonare gli strumenti, per protestare contro l’intervento
armato ai danni dell’Afghanistan. Anche Hollywood ha valutato positivamente la
possibilità di fermarsi: il film d’azione di Arnold Schwarzenegger, ³&ROODWHUDO
'DPDJH´è stato rinviato in contemporanea alla decisione di alcuni canali di
annullare la messa in onda di film “apocalittici“ come ³,QGHSHQGHQFH'D\´, ³7KH
3HDFH0DNHU´H³;)LOHV´(!). L’anno successivo, il pur interessante e, a detta di
molti, obiettivo progetto cinematografico ³¶¶¶´è stato sprezzantemente
additato dalla critica (i cui giudizi sono stati spietati) come “antiamericano” e di fatto
boicottato nelle sale a stelle e strisce. Sean Penn, a proposito del cortometraggio di
Ken Loach, ha commentato: ³LOFDSLWRORSHUPHqPHUDYLJOLRVRQRQqDQWLQLHQWHq
SLXWWRVWRXQDOHWWHUDG¶DPRUHDLPLHLILJOLFKHJXDUGDQGRORULFHYHUDQQRXQDFKLDUD
OH]LRQHGLVWRULD´
³&RQWLQXDQRDGDYYHUWLUVLOHFRQVHJXHQ]HGHOFOLPDGLWHQVLRQHFKHVLUHVSLUDGRSR
JOLDWWHQWDWLWHUURULVWLFLQHJOL86$«´: così esordiscono, i moltissimi articoli delle
riviste musicalidedicati all’argomento. In effetti, gli strascichi si sono protratti per
interi mesi, influenzando in maniera radicale le modalità organizzative
dell’intrattenimento. Infatti, oltre all’annullamento a cascata di numerosi spettacoli –
che ha interessato, la quasi totalità degli artisti in tour – gli stati dell’East Coast
prima e della fascia occidentale poi, hanno adottato in sequenza una severa serie
di misure di sicurezza per i concerti pop e rock, che rappresentano pur sempre
degli assembramenti di persone. La sorveglianza nei backstage, diventata
strettissima, ha impedito in molte occasioni le tipiche adunate di fan e curiosi nel retroscena. In alcuni “venues” all’entrata sono stati attivati metal detector, le rampe
per i portatori d’handicap sono state ristrette per evitare possibili assalti con i
12
³1HOQRVWURDWWLFRF¶qDQFRUDODSRYHUHGLTXHOPDUWHGu
&RPHDYUHPPRSRWXWRVSD]]DUODYLDQHOQRVWURGLVFR"´
6RQLF<RXWK
camion-bomba, perquisizioni e controlli sono diventati una norma, specialmente per
gli show di gruppi hard rock e rap. In qualche città, inoltre, è stata chiesta ed
ottenuta la presenza di cani poliziotto per fiutare esplosivi. In un’atmosfera tale,
musica e divertimento perdono completamente significato.
Una piccola - ma ridicola - disputa ha trovato coinvolte le major proprietarie delle
royalty di ³:H6KDOO2YHUFRPH´ di Bruce Springsteen e ³2QO\7LPH´di Enya,
utilizzate dalla televisione (rispettivamente “WNBC” e “CNN”) per commentare le
immagini del disastro: la contesa riguardava il primato dei brani, annunciati da
entrambe le etichette come “colonna sonora dell’11 settembre”. In palio, come al
solito, pubblicità e tanto denaro.
Nel settembre 2001, le principali emittenti americane, “ABC”, “CBS”, “Fox” e “NBC”,
hanno trasmesso in simultanea, cosa mai accaduta prima, il programma di due ore
³$PHULFD$7ULEXWH7R+HURHV´, una sorta di “madre di tutte le maratone televisive”,
per sostenere i parenti delle persone scomparse sotto le ceneri delle torri. I più noti
personaggi del momento hanno partecipato alla diretta: Robert De Niro, Stevie
Wonder, Bruce Springsteen, Tom Petty, Jim Carrey, Julia Roberts, Tom Hanks,
Cameron Diaz, Sheryl Crow, solo per citarne alcuni. Il tributo, che è riuscito a
raccogliere fondi per un ammontare di oltre 150 milioni di dollari, è in seguito
diventato un album disponibile in tutti i formati. Decretata da subito come una nuova
³86$)RU$IULFD´(la famosa raccolta di beneficenza del 1985 che includeva il
singolo ³:H$UH7KH:RUOG´, la compilation si è rivelata invece, dal punto di vista
delle vendite, un imbarazzante fallimento: poco meno di 600 mila copie, anziché i
10 -15 milioni previsti. Alcuni giornalisti, opinionisti e presunti esperti della
discografia - Larry Grossberg e Marc Pollac tra tutti - che avevano sancito con largo
anticipo il suo successo, hanno in seguito perso credibilità: ³OHHPR]LRQLOHJDWH
DOO¶HYHQWRVRQRWURSSRFRPSOHVVHSHUHVVHUHLQFDQDODWHLQXQDFDQ]RQHSRS´
(Larry Grossberg per Billboard). Nonostante il mezzo flop (la trasmissione dopo
tutto è andata benissimo), sono stati in molti ad emulare l’iniziativa: Michael
Jackson ha realizzato assieme ad altri personaggi del pop (da Ricky Martin a Gloria
Estefan, a Britney Spears) ³:KDW0RUH&DQ,*LYH´mentre Nile Rodgers, ex- Chic,
ha riunito in studio l’intera comunità soul e rap (Sister Sledge, Patti Labelle, Diana
Ross, Busta Rhymes, Run DMC…) per registrare una nuova versione di ³:H$UH
)DPLO\´, hit della disco music degli anni Settanta, con Spike Lee alla regia; Paul
McCartney dopo aver pubblicato un primo brano per beneficenza ()URP$/RYHU7R
$)ULHQG´) ha raccolto attorno a sé leggende come Eric Clapton, David Bowie e gli
Who per una non-stop di sei ore battezzata “Live Aid” che ha messo in evidenza i
veri protagonisti, o eroi, della situazione, i pompieri della Grande Mela (l’ex Beatles
ha cantato ³)UHHGRP´,indossando sul palco la maglietta con l’effige “FDNY”, Fire
Department of New York). La lunghissima lista dei benefit ha toccato pressoché ogni genere musicale,
dall’hard rock di Anthrax e Twisted Sisters (all’Hammerstein Ballroom che poco
prima aveva ospitato il ³1HZ<RUNHU$JDLQVW9LROHQFH 'D\´ con Moby e Beastie
Boys ) al country di John Mellencamp ³)DUP$LG”); c’è stato inoltre chi si è
lanciato in estenuanti dimostrazioni di struggimento come Johnny Van Zant con la 13
³,QJLURF¶qXQ¶LSRFULVLDGLIRQGRFKLIDLOSROLWLFRGLSURIHVVLRQHVDTXDQWRGHYHFRQWUDGGLUH
VHVWHVVRODSURSULDHWLFDVHQHKDXQD´
3DXO:HOOHUKDGHGLFDWR%XOOHW)RU(YHU\RQHD%XVKD%ODLUFRPHDFLDVFXQDOWUR
sua ³7KH'D\$PHULFD&ULHG´o Andrea Bocelli che sul Ground Zero ha interpretato,
in duetto con il soprano Renee Fleming l’´$YH0DULD´«
Abbastanza anomala, invece, - per usare un eufemismo - è stata la presenza in
America di Amedeo Minghi, Roberto Vecchioni ed Enrico Ruggeri che si sono esibiti
a New York con ³6L3Xz'DUH'L3L´ davanti al ex sindaco Rudolph Giuliani. Che
dire? C’è n’è stata davvero per tutti.
Bono Vox, non poteva, date le circostanze rinunciare a pubblicare almeno un
singolo; convocando figure del “calibro” di Britney Spears, Backstreet Boys, Wyclef
Jean e Christina Aguilera, microfono alla mano, ha reinterpretato per beneficenza
³:KDW¶V*RLQJ2Q´di Marvin Gaye. Quasi contemporanea è la notizia che elegge
gli U2 ³SHUVRQDJJLGHOORVSHWWDFRORSLSRWHQWLGHO´(“Il Mucchio Selvaggio”);
tra tour, dischi, apparizioni in tv, sponsor e diritti d’autore la band si è portata a
casa, in dodici mesi, circa 65 milioni di euro. Recentemente, inoltre, è uscito un
nuovo brano dal titolo ammiccante ³7KH+DQGV7KDW%XLOG$PHULFD´,parte del
soundtrack di ³7KH*DQJV2I1HZ<RUN´, il nuovo film di Martin Scorsese.
In occasione dell’anniversario del crollo delle torri, la metropoli ha vissuto un’altra
serie di “celebrazioni della memoria”; la cerchia dei partecipanti si è allargata anche
agli stranieri (Supergrass, Travis, Grandaddy e Coldplay) ma in generale, a
caratterizzare le serate erano gli stessi volti e stessa tipologia di iniziative. Con
un’eccezione: lo show di Chris Isaac, Enrique Iglesias e Alan Jackson al Kennedy
Center for Performing Arts di Washington si è svolto alla presenza di uomini di
potere: il presidente George Bush e il segretario di stato Colin Powell.
Nonostante tutto, la capitale del glittering e delle contraddizioni, da sempre brillante e
notturna si è d’improvviso oscurata: da qualsiasi angolazione le telecamere abbiano
provato ad inquadrare New York, non sono riuscite a percepirne i pensieri.
³*XDUGDQGRODFLWWjGDOO¶DOWROHVWUDGHVHPEUDQRLOVXRVLVWHPDFLUFRODWRULRFRPHYHQH
JHOLGH´recita il IUHHVW\OHUCannibal OX; nelle periferie si canta così, si improvvisa, sul
marciapiede. ³,OFDQWRGL+DUOHPqLOVXRQRGHJOLXPRULGLTXHVWDPHWURSROL- hanno
ricordato spesso, negli anni Novanta, iWu-Tang Clan, l’ensemble hip hop divenuto
portavoce dell’intera comunità nera newyorchese – VHPSUHQHOO¶DWWHVDVHPSUHVROWDQWR
VSHWWDWULFHGHOSURVVLPRFDPELDPHQWR´.In realtà non c’è mai stato nulla di profetico nelle
rime veloci, nei battiti e nelle basi sincopate dei ghetti;l’anima sotterranea della Grande
Mela già gridava, prima che l’apocalisse scendesse dal cielo.
352,(77,/,1(/68212
La storiografia degli artisti schierati contro la guerra ha origine negli anni Sessanta,
quando il Vietnam era l’argomento chiave degli eterogenei movimenti di protesta che
fiorivano in tutto il mondo: Joan Baez e Jane Fonda, fianco a fianco, con i poeti della Beat
Generation e i politici illuminati e “Woodstock”come microfono e amplificatore per la loro
voce. La California era la culla dell’opposizione alla linea guerrafondaia di Johnson e
Nixon; LP come ³9ROXQWHHUV´ dei Jefferson Airplane e ³7KH7LPHV7KH\$UH$&KDQJLQJ´
di Bob Dylan rappresentavano la chiamata alle armi dell’esercito pacifista.
1977: l’esplosione del punk britannico a metà del decennio, portò in primo piano i
problemi razziali della società inglese di quel periodo. Artisti come Clash, Tom Robinson e
14
³2JJLVRQRWXWWLULXQLWLLQWRUQRDXQDEDQGLHUDTXHOODDPHULFDQD
HFRQHVVDVLODVFLDQRVYHQWRODUH´
3DWWL6PLWK
Steel Pulse furono tra i promotori di “Rock Against Racism”, un’organizzazione che riuniva
sullo stesso palco artisti bianchi e di colore. La crescente attenzione che la musica rivolge
alle questioni sociali è la conferma di una tendenza cominciata quindici anni prima.
Dopo l’era delle proteste politiche, la musica sceglie l’impegno civile. Jackson Browne,
Carly Simon, Bruce Springsteen, Gil Scott-Heron, James Taylor, Crosby Still & Nash sono
alcuni dei protagonisti di “No Nuke”, una cinque giorni antinucleare ospitata nel settembre
1979 dal Madison Square Garden di NYC.
Inghilterra, metà anni Ottanta. La protesta dei minatori contro la politica thatcheriana
fornisce lo spunto per la rinascita di un movimento artistico dalla chiara connotazione
politica. Paul Weller, Billy Bragg, Elvis Costello, Housemartins ed altri ancora, danno vita
al “Red Wedge”, organizzando concerti a sostegno degli operai delle miniere.
Ed ora? ³2JJL±scrive “Musica!” - JOL³DYYHUWLPHQWL´GL%XVKDOO¶,UDTKDQQRVFDWHQDWROH
UHD]LRQLGHOPRQGRGHOURFN´ Passare per antiamericani quindi non fa più paura?
³/HFDQ]RQLGHYRQRHVSULPHUHLOELVRJQRGLJLXVWL]LD3LGLSHUVRQHFKHQRQ
IDFHYDQRSDUWHGL$O4DHGDFKHQRQHUDQRWDOHEDQHVRQRVWDWHXFFLVHLQ$IJKDQLVWDQ'DO
SLGLXQPLOLRQHGLEDPELQLLUDFKHQLVRQRPRUWLDFDXVDGHOO¶HPEDUJRLPSRVWRGDJOL
6WDWL8QLWL/DVROX]LRQHDTXHVWRFLFORLQWHUQD]LRQDOHGLDEXVLQRQqFRQWUROODUHO¶HFRQRPLD
GLDOWULSDHVLLPSRQHQGRODQRVWUDIRU]DPLOLWDUH&LzQRQIDUjDOWURFKHLQFUHPHQWDUH
O¶HVFDODWLRQGLYLROHQ]DHFLIDUjVHQWLUHWXWWLPHQRDOVLFXUR´(Tom Morello da “Musica!”, 31
ottobre 2002).
Così il chitarrista degli Audioslave, ha spiegato la sua decisione di firmare, insieme al
suo ex partner musicale Zack De La Rocha una petizione contro la guerra in Iraq
ribattezzata “Not In Our Name”. Morello non è mai stato un musicista allineato. I suoi Rage
Against The Machine (il gruppo bandito da Clear Channel) erano un modello di rock
d’opposizione ben prima delle minacce al paese arabo. Dopo Ground Zero il rischio di
predicare nel deserto era altissimo, ³LOFUROORGHLJUDWWDFLHOLJHPHOOLDYHYDPHVVRLOEDYDJOLR
DWXWWLFRORURFKHQHOPRQGRGHOODFXOWXUDKDQQROa FDWWLYDDELWXGLQHGLDQGDUHROWUHFLz
FKHFRQYLHQH´(Gore Vidal, narratore della “Controstoria americana”). L’onda emotiva
aveva trasformato qualunque dubbio in una prova di finto patriottismo: chi non canta l’inno
è automaticamente un traditore. In un breve ma efficace intervento su “Musica!” intitolato
³/¶RUJRJOLRGLXQYHURDPHULFDQR´,Gino Castaldo ricorda le parole di Springsteen
pronunciate in italiano al concerto di Bologna prima di iniziare ³%RUQ,Q7KH86$´uno dei
suoi tanti cavalli di battaglia: ³TXHVWRSH]]RO¶DYHYRVFULWWRVXOODJXHUUDGHO9LHWQDP2JJL
YRJOLRGHGLFDUORDOODSDFH´. Si può essere pacifisti e non per questo antiamericani, come si
può non amare il ruolo di gendarme degli Stati Uniti senza bocciare in blocco la loro
cultura.
Ma è vero, come scrive Andrea Silenzi per “Repubblica”, ³FKHSHUXQ%RQ-RYLFKH
FRQWLQXDDULSHWHUHGLHVVHUHSURQWRDOVDFULILFLRSHUODVDOYDJXDUGLDGHOODQD]LRQHF¶qXQR
6WHYH(DUOHGHFLVRDGDIIURQWDUHODJRJQDSHUGLIHQGHUHODOLEHUWjGLSHQVLHUR"´
I pareri della stampa sono discordanti. Max Stèfani in ³6KRUW7DON´, rubrica del “Mucchio
Selvaggio” che puntualmente raccoglie le dichiarazioni di personaggi famosi su argomenti
d’attualità, riporta una (presunta) affermazione fatta da Springsteen: ³ODJXHUUDLQ
$IJKDQLVWDQqVWDWDJHVWLWDEHQH1RQSHQVDYRFKHVDUHEEHVWDWDFRQGRWWDFRQWDOH
15
³4XDQWHVWDUGLPRVWUDQRVXOSDOFRXQ¶LQFUHGLELOHFDSDFLWjGLFRQWUROORHTXDQWHGLIURQWHDTXHVWLRQL
SLVHPSOLFLHSLLPSRUWDQWLVLULYHODQRWRWDOPHQWHLQFDSDFLQHOSUHQGHUHXQDSRVL]LRQHFKLDUD"´
-RKQ7UXGHOO
GHFLVLRQHPLDVSHWWDYRPROWRPHQRGDTXHVWDDPPLQLVWUD]LRQH´Parole che, se vere,
contraddirebbero l’idea comune di un “Bruce rocker pacifista”. È naturale dubitare riguardo
allaloro veridicità ed è legittimo non escludere che in fondo si possa trattare, in piccolo, di
un altro dei tanti “casi Bono” (v. il paragrafo 5. “Mediaverità”).
Sfruttando le potenzialità della rete e delle mailing list, il magazine indie “Snurl”, la cui
ha sede è a San Francisco, pubblica articoli (e riflessioni) che trasmette attraverso la posta
elettronica a tutti i suoi utenti. In uno degli editoriali dello scorso novembre, intitolato ³$UH
PXVLFLDQVDIUDLGWRSURWHVWZDUZLWK,UDT"´,David Browne ha cercato di fare il punto su una
situazione che appare ambigua: ³PHQWUHVRORVHLFDQWDQWLKDQQRILUPDWRODSHWL]LRQHFRQWUR
ODJXHUUDi tre membri dei R.E.M., Dave Matthews, Bonnie Raitt e Jackson Browne
SRFKLDOWULWUDFXL$QL'L)UDQFR6WHYH(DUOH7RUL$PRVHL3HDUO-DPVHPEUDQRGHFLVLD
SUHVWDUHODSURSULDYRFHDIDYRUHGHOODFDXVD3RWUHLIDFLOPHQWHQRPLQDUHJXDUGDQGR
LQGLHWURQHJOLDQQL6HVVDQWDDOPHQRXQDGR]]LQDGLEUDQLFKHDIIROODYDQRODFODVVLILFDD
GLVSHWWR - o causa - GHJOLHVSOLFLWLULIHULPHQWLSROLWLFLFRQWURODJXHUUDLQ9LHWQDP,OSRSRUD
FDQWDVRWWRYRFHVHPDLKDXQDYRFH&RPHQHOTXDQGRVRORLQXQDPDQFLDWDGLWHVWL
FRQWHQHYDQRLWUHYRFDEROLSLXWLOL]]DWLGDO%XVKGLDOORUD*XHUUDQHO*ROIR´
Confrontando l’articolo di David Browne con le molte interviste rilasciate dagli artisti, un
primo superficiale risultato porterebbe a sottolineare una discrepanza tra il dire e l’agire. Il
giornalista infatti, certamente in buonafede, prende in considerazione soltanto XQDdelle
petizioni sottoscritte dai personaggi di spettacolo, trascurando la ³TXDQWLWjVLJQLILFDWLYDGL
LQL]LDWLYHLQGLSHQGHQWL- portate avanti dagli stessi e che - QRQRWWHQJRQRULVFRQWURVHQRQ
OLPLWDWDPHQWHDWWUDYHUVRLFDQDOLORFDOLHSUHVVRJOLDIIH]LRQDWL” (dal forum “Bowblog”).
³,WRXUHLSURJHWWLGLVFRJUDILFLVRQRLOQRVWURVWUXPHQWRGLVHQVLELOL]]D]LRQHODPXVLFD
VPHWWHGLHVVHUHVRORPXVLFD´(dal diario di Moby); da una parte la retorica fine a se
stessa, dall’altra la retorica necessaria, ³DLILQLGLXQLGHDOHHGHOODVXDSURPR]LRQH´
(Fugazi). I confini tra le due sono impalpabili, perché definiti di volta in volta dai mezzi di
comunicazione.
Per contro, i contenuti di alcuni lavori offrono la certezza – tangibile - che un fronte antiguerra è ormai aperto; anche se oggi, a differenza di quattro decadi fa, è difficile - o forse
prematuro - parlare di un vero e proprio movimento,³LQ$PHULFDFRPHLQ(XURSDLFHUYHOOL
QRQVPHWWRQRGLSHQVDUH´(Noam Chomsky); i ragionamenti diventano canzoni, appelli,
denunce. E album come ³5LRW$FW´³<DQTXL8;2´o ³WK:LQGRZ´(ma anche
³-HUXVDOHP´³$PHULFDQ6XSUHPH´ la compilation ³/RYH´, ed in qualche modo³6FDUOHW¶V
:DON´o ³7KH5LVLQJ´) sono un’esplicita manifestazione di un’opposizione pacifista che ha
deciso di non accordare più la propria fiducia ai governi. Può essere utile, a questo
proposito, ricordare i tre dischi più significativi:
³5LRW$FW´, Pearl Jam, 2002: “The Riot Act” era una legge inglese emanata nel
1715. Sanciva che 12 persone riunite senza preventiva autorizzazione potevano
costituire disturbo alla quiete pubblica e, pertanto, potevano essere disperse. La
legge è stata abrogata solo nel 1973. Nel 2002 la band culto di Seattleincide un
disco che ne riprende il nome; diventa il manifesto musicale dell’America
dissidente, risvegliata dai fatti dell’11 settembre. ³+DOIIXOO´e ³%XKOHDJXHU´sono
missili contro ³XQDVRFLHWjSODJLDWDGDOHDGHULSRFULWLHGDOORURYXRWRDPHULFDQLVPR´
La stessa che ³VLLQRUJRJOLVFHTXDQGRGDOEHQ]LQDLRFRPSUDODEDQGLHULQDGD
FHQWGDDSSHQGHUHDOO¶DQWHQQDVHQ]DSHQVDUHFKHODPDFFKLQDFRQVXPDXQOLWURGL
16
³&LVRQROXRJKLFKHSRVVRQRGLUHTXDOFRVDDOO¶2FFLGHQWHSDHVLGRYHQRQRVWDQWHDQQLGL
VIXWWDPHQWRHGLWWDWXUHVRYUXPDQHqSHUFHSLELOHXQDJUDQGHHQHUJLDOLEHUDGDPRGHOOLSUHFRVWLWXLWL´
%UXFH&RFNEXUQ
EHQ]LQDRJQLWUHPLJOLDHFKHODEDQGLHULQDqGLSODVWLFDHJXDUGDXQSR¶qVWDWD
IDEEULFDWDLQ&LQD´ (Eddie Vedder, frontman del gruppo per “Musica!”).
³<DQTXL8;2´, Godspeed You! Black Emperor, 2002: una fatica completamente
strumentale che affida ai simboli ogni dissertazione politica; la copertina,
raffigurante delle bombe in caduta da un aereo, ed il titolo severo (U.X.O. è un
acronimo che significa “unexploded ordnance”, ovvero ordigni militari inesplosi)
sono solo un’ouverture di ciò che il libretto interno contiene: una data ³´ che sta per 15 settembre 2000, giorno della passeggiata di Ariel Sharon nei luoghi
santi musulmani di Gerusalemme e inizio di “un’altra intifada” - ed uno schema ad
albero, che invece riporta alle sue estremità le ragioni sociali di quattro tra le più
potenti multinazionali della comunicazione – “AOL Time Warner”, “Sony”, “Vivendi
Entertainment” e “Power Corporation of Canada” – ognuna collegata ad industrie
operanti nel settore militare. Ciascuna impresa, grazie agli accordi di cartello,
controlla inoltre una larghissima fetta del mercato discografico mondiale; ³qFRPH
GLUHFKHFRPSUDQGRXQGLVFRGHJOL8VHQ]DVDSHUORVLFRQWULEXLVFHDILQDQ]LDUHOH
ULFHUFKHVXLVLVWHPLGLSXQWDPHQWRGLSUHFLVLRQH´ (“Il Mucchio”).
³WK:LQGRZ´, Massive Attack, 2003: un raro caso di prodotto non ancora
pubblicato (uscirà il 10 febbraio 2003) ma già a rischio di censura, per la posizione
“inequivocabilmente antigovernativa” assunta dal portavoce del trio sperimentale
inglese Robert Del Naja. Sotto accusa anche le liriche di ³$3UD\HU)RU(QJODQG´
interpretata da Sinéad O’Connor, un rosario contro la decisione di Blair di
appoggiare la guerra in Iraq: ³)DVLFKHQRQYHQJDXFFLVRXQVROREDPELQR)DVL
FKHQRQYHQJDFRQGRWWDXQ¶DOWUDULFHUFDYDQD´ Parole inequivocabilmente
pericolose.
E le riviste specializzate? Prendono anch’esse posizione? In Italia, almeno per quanto
riguarda i due settimanali qui presi in riferimento, la demarcazione tra pubblicazioni
schierate e non schierate è certamente più profonda: sia “Musica!” che “Il Mucchio
Selvaggio” sono collocabili alla sinistra dell’asse politico; la prima segue inevitabilmente la
linea “moderata” del quotidiano a cui è allegata; la seconda non rinuncia ad incursioni
ideologiche più estremiste (un ottimo esempio è l’editoriale ³6LDPRWXWWLDPHULFDQL"´, nel n°
464,tra le ³5LIOHVVLRQL´ di Massimo Del Papa). Tuttavia l’attualità è trattata in maniera più
ampia dal supplemento, che si propone come un approfondimento della pagina culturale
de “La Repubblica” di Ezio Mauro: non mancano servizi speciali intitolati alla musica e alla
civiltà mediorientale (³/DYRFHGHOO¶$IJKDQLVWDQULSUHQGHDFDQWDUH´³2ULHQWHHRFFLGHQWH
ODPXVLFDDFDFFLDGHOOHFRPXQLUDGLFL´o ancora ³0XVLFDLQHVLOLR´, v. bibliografia)e
commenti firmati da professionisti illustri (Maltese). La connotazione “antagonista” ed
“indipendente” del “Mucchio” ne influenza lo stile e il linguaggio, schietto e tagliente; a
compensare il minor spazio riservato alle news - e agli annunci commerciali - interviene la
maggior attenzione con cui gli esperti del settore confezionano le critiche (senza ricorrere
per forza ai toni cattedratici e saccenti di un Diaco o di unFegiz).
Riprendendo la questione sul binomio “giornalismo specializzato/politica” è curioso
notare come, nei paesi anglofoni, ad occuparsi di quest’ultima siano soprattutto i magazine
indie e le e-zine (riviste pioniere, pubblicate esclusivamente on-line) mentre le testate
tradizionali, vendute in discrete tirature anche all’estero, sono orientate verso quel
sensazionalismo “facile” che comunemente caratterizza le riviste di costume.
17
³1RQVRSSRUWRSLODUHWRULFDGHOO¶LQWHUYHQWLVPRDPHULFDQR/DJHQWHqFDPELDWDGRSRTXHOODGDWD
$QFKHLPLHLIDQVFKHVRVWHQHYDQRLGLULWWLFLYLOLHLOPXOWLFXOWXUDOLVPRQRQVRQRSLJOLVWHVVL´
5\XLFKL6DNDPRWR
Ma la vera anomalia delle stampa americana (ed ultimamente britannica) è
riscontrabile nello stretto rapporto che la lega al mercato della musica: sono molte le
etichette (Warner,Capitol, Sony, Emi, Arista…) che detengono quote rilevanti del pacchetto azionario dei prodotti editoriali, i quali, talvolta, finiscono per caratterizzarsi più
per la loro funzione-catalogo (sono emblematiche, in tal senso, le 14 -16 pagine di
pubblicità che separano la prima copertina dal sommario in “Rolling Stone”, o le news
“colorate”, non certo carenti in pubblicazioni simili) che per il contenuto, generalmente
comunque abbastanza ricco.
Gli effetti sul campo di forze di conseguenza sono prevedibili: le pressioni a cui sono
sottoposti i giornalisti (i quali si trovano raccomandare un prodotto di mediocre qualità PD
sponsorizzato, salvo poi screditarlo pochi mesi dopo) giungono a sfociare in quel
fenomeno che gli europei hanno sarcasticamente denominato “sindrome della next-big
thing”, la tendenza, ovvero, ad etichettare come rivoluzionario qualsiasi gruppo emergente
ed ad abbandonarlo poco dopo il debutto. Un’attitudine che da oltre quindici anni sta
affliggendo il panorama musicale anglosassone e non solo (per un approfondimento sono
consigliabili i capitoli di “Storia Del Rock” di Piero Scaruffi), minandone la credibilità e
compromettendone, alla lunga, la qualità: ³XQDVHWWLPDQDXQGLVFRqYHQGXWRLQFLPD
SHUFKpqVFRQWDWRHTXHOODGRSRqIXRULFODVVLILFDSHUFKpKDQQRDO]DWRLOSUH]]R,QJLURF¶q
WDQWDEHOODPXVLFDHODJHQWHODDVFROWDPDOHFODVVLILFKHVRQRSLHQHGLPHUGD/D7RS
GHLVLQJROLEULWDQQLFLqFRQWUROODWDGDOOHPDMRU´(Chris Cowey, il produttore esecutivo del
celebre programma tv ³7RS2I7KH3RSV´).
Vicende simili non sono infrequenti: seri dubbi sono stati sollevati da “USA Today” sulla
veridicità della hit-list della musica country, a seguito dell’attacco all’America: nonostante
la modesta programmazione delle radio, il genere musicale ³SLFRQVHUYDWRUHHSLDWWR´
sembrerebbe aver monopolizzato le vette di “Billboard” (la storica classifica dei dischi più
venduti) per tutto il 2002. I cantori del Mid-West, hanno inciso, nel corso dell’anno, una
serie di inni intrisi di un patriottismo a tratti imbarazzante: dalle varianti di ³*RG%OHVV
$PHULFD´(³*RG%OHVV7KH86$´³2QO\,Q$PHULFD´³$PHULFD7KH%HDXWLIXO´³$PHULFD:LOO
$OZD\V6WDQG´³$PHULFD:LOO6XUYLYH´«) agli omaggi al proprio drappo (³&RXUWHV\2I7KH
5HG:KLWH%OXH7KH$QJU\$PHULFDQ´³:KHUH7KH6WDUV$QG6WULSHV$QG7KH(DJOH
)O\´) e alla propria filosofia di vita (³*RG)DPLO\$QG&RXQWU\´³*XQVRI/RYH´e³/HW¶V
5ROO´ la celebrefrase, qui ripresa da Neil Young, è stata assunta a paradigma dell’eroismo
civile PDGHLQ86$, a seguito del dirottamento aereo sventato da alcuni passeggeri del
Volo 93, l’11 settembre 2001).
Una buona manciata di questi brani, stando a “Billboard”, avrebbe sfondato la top 20:
³$ODQ-DFNVRQqLOUDSSUHVHQWDQWHGHOFRXQWU\LQFODVVLILFDFRQODVXD³:KHUH:HUH<RX
:KHQWKH:RUOG6WRSSHG7XUQLQJ´DOSULPRSRVWRGDWUHVHWWLPDQHFRQSLGLGXHPLOLRQL
GLFRSLHYHQGXWHDODWWLYR´ L’affermazione non ha però trovato riscontro nei dati pubblicati
la stessa settimana dalla “Recording Industry Association of America” (“RIAA”, una sorta
“SIAE” d’oltreoceano), che si occupa della contabilità delle vendite degli album e
dell’assegnazione dei Dischi d’Oro e di Platino ai relativi artisti. Il risultato: la compresenza
di due hit-list davvero poco somiglianti, fatto che, per l’ennesima volta, ha provocato una
guerra a suon di querele e contestazioni tra le case discografiche coinvolte.
18
³8QDFKLXVXUDXQDGLVWRUVLRQHPHQWDOHVWDJHQHUDQGRXQDQXRYDIRUPDGLUD]]LVPR
GLFXLDOFXQLPHGLDVRQRSRUWDYRFH´
7UDF\&KDSPDQ
Evidentemente il merchandising ³SRVW´(d’altronde, cosa negli Stati Uniti non è ³SRVW
´?non offre solo bandierine e candele…
Come è noto, in questi mesi l’associazione sta combattendo un’altra (futile) battaglia
contro i programmi shareware quali Napster, che consentono agli utenti in rete di
condividere liberamente i propri archivi di file e di disporre, di conseguenza, di un
patrimonio di canzoni virtualmente illimitato. Gli sforzi per soffocare la pirateria on-line, che
tormenta le major e ne riduce il peso sul mercato del disco, negli ultimi tempi si sono
sprecati; ed anche la più recente strategia per contrastare il fenomeno si è conclusa con
una disfatta: ³OD³5,$$´KDWHQWDWRVHQ]DVXFFHVVRGLIDUDSSURYDUHXQHPHQGDPHQWR
VSHFLDOHQHOO¶³86$$FW´LOPHJDGHFUHWROHJJHDQWLWHUURULVPRYDUDWRGDO&RQJUHVVR,O
GHFUHWRSUHVHQWDXQLUULJLGLPHQWRGHOOHPLVXUHFRQWURTXDOVLDVLDWWRGL³KDFNHULVPR´FRQ
SHQHSLXWWRVWRVHYHUHSHUFKLSURYRFDGDQQLHFRQRPLFLLQILOWUDQGRVLQHLFRPSXWHUDOWUXL
1HOO¶HPHQGDPHQWROD³5,$$´QRQFKLHGHYDXQLFDPHQWHFKHIRVVHURHVHQWDWLGDTXHVWH
UHVWUL]LRQLLGHWHQWRULGLFRS\ULJKWYROHYDFKHOHIRVVHULFRQRVFLXWDODIDFROWjGL
VFDQGDJOLDUHOHJDOPHQWHJOLKDUGGLVNHQHOFDVRORULWHQHVVHRSSRUWXQRSURFHGHUH
DOO¶HOLPLQD]LRQHGHLILOHVRVSHWWL´(“Il Mucchio Selvaggio”)In altri termini, la “RIAA”
reclamava il diritto di distribuire, sotto la tutela della legge, virus informatici per le proprie
finalità economiche.
Ancora proiettili nel suono.
0(',$9(5,7¬
³1RQFLVRQRYHULWjPHGLH´ scriveva Georges Bernanos, romanziere francese, nel suo
³-RXUQDOG¶XQFXUpGHFDPSDJQH´nel 1936. Tanto meno si può pretendere cercare una
definizione univoca della verità QHLmedia.
Nel quotidiano d’informazione musicale on-line “Truth In Music”, in alcune sezioni si
lascia volentieri spazio a libere esposizioni, professionali o amatoriali: i forum permettono
ad ogni navigatore di improvvisarsi redattore, di recensire il proprio album preferito, di
intavolare un dibattito o di pubblicare le proprie notizie. Il controllo dei web master è ridotto
al minimo.
Il rischio nell’uso di un mezzo del genere (“Truth In Music” ha un nome invitante, ma
Internet offre migliaia di esperimenti di questo tipo), così accessibile, e senz’altro così
democratico, è quello di perdersi nel labirinto delle voci di corridoio, la cui fondatezza è
difficilmente verificabile; in questi siti appaiono pagine e pagine di dichiarazioni, che
talvolta danno origine a gossip o, nel peggiore dei casi, a false notizie. Non è una sorpresa
quindi se qualche volta le informazioni risultano contraddittorie o se la paternità di
un’opinione viene attribuita a due personaggi differenti.
Un esempio veloce: la frase ³,QTXHVWD$PHULFDQRQF¶qFRPSURPHVVRSHUFKLYXROH
FDQWDUHFLzFKHSHQVDHYXROHIDUORFRQRVFHUHDSLJHQWHSRVVLELOH0DDGHVVRFRVD
YRUUHVWHYHGHUHDOSULPRSRVWRGL%LOOERDUGXQSH]]RPLOLWDQWHHULIOHVVLYRGL$QLR
O¶HQQHVLPRUDSLQFXL(PLQHPFLUDFFRQWDGLTXDQWRRGLDVXDPDGUH"´secondo il “New
York Times” sarebbe stata pronunciata da Laurin Hill, per “Blender” invece si tratterebbe di
un’affermazione di Snoop Doggy Dog (“Beta2Epinions”). In effetti, ciascuno dei due
parolieri avrebbe potuto lanciare una provocazione simile, ma l’equivoco sorto è sufficiente
19
³/¶XRPRqORVWHVVRRJJLFRPHDOORUD
ÊVRORGLYHQWDWRSLDELOHQHOORVIXJJLUHODYHULWj´
+RUVHSRZHU
a dimostrare quanto sia malleabile (e quanto possa essere fuorviante) il contenuto di una
notizia, anche senza una consapevole intenzione d’inganno.
Due, tra i tanti, sono gli episodi che, a seguito dei fatti dell’undici settembre, hanno
trascinato i musicisti e la stampa in una caotica FRQVHFXWLR di esclusive annunciate, scoop
fittizi, rettifiche e sconfessioni: il caso di Karlheinz Stockhausen e quello, più clamoroso, di
Bono Vox:
Il caso Stockhausen e l’intervista ad Amburgo: a distanza di pochi giorni dalla
tragedia, Karlheinz Stockhausen - il compositore tedesco d’avanguardia, conosciuto
per le visionarie variazioni sul tema cristiano del Bene e del Male, attraverso cui
costruisce le proprie opere – è apparso nelle pagine dei giornali statunitensi per un
commento, piuttosto spontaneo, sull’attacco alle Twin Towers: &KHGHJOLVSLULWL
FRPSLDQRXQDFRVDGHOJHQHUHFKHGHOOHSHUVRQHSURYLQRSHUGLHFLDQQLFRPH
SD]]LLQPRGRGHOWXWWRIDQDWLFRHSRLPXRLDQRTXHVWDqODSLJUDQGHRSHUDG
DUWH
FKHLQDVVROXWRHVLVWHQHOFRVPR In un momento successivo,Suzanne
Stephens, reporter free lance americana, ha trascritto tale (incompleta)
affermazione, decontestualizzandone il significato e dando luogo ad una catena di
fraintendimenti. In un estratto della conversazione, pubblicato dalla testata culturale
newyorchese “The Spleen – A Weekly Rupture”, l’articolista Jacques Strapp
evidenzia come la Stephens abbia sostituito ad alcune domande originali (³/HLKD
GHWWRGLDYHUDYXWRYLVLRQLGLDQJHOLDFRVDUDVVRPLJOLDQR"´e³4XLQGLSHUOHL
/XFLIHURqD1HZ<RUNQRQORSUHJDPDFRVDQHSHQVD"´) altri quesiti: ³&RPHKD
YLVVXWRODQRWL]LDGHOO¶DWWDFFRDHUHR"´³&RVDSHQVDGHJOLDWWHQWDWL"´In replica a
questa seconda domanda (mai posta), la giornalista ha inserito una dichiarazione
del musicista riguardante Lucifero e la VXD “opera d’arte”, senza precisare, inoltre,
che tali parole erano riferite alla stessa figura biblica e che non rappresentavano –
come si leggeva invece dalla stesura finale dell’intervista - il punto di vista
dell’artista. Le conseguenze: due concerti annullati, fiumi di polemiche ed un sito
bombardato da insulti e intimidazioni. In un messaggio scritto di proprio pugno ed
apparso in rete il 20 settembre, Stockhausen, dopo aver sentitamente ULEDGLWR il
rammarico per le vittime di Ground Zero (poiché la prima volta il suo cordoglio era
stato “tagliato”), accusa la reporter di un comportamento ³YLOHHGLIIDPDWRULR´
spiegando poi con precisione l’accaduto. E conclude, rivolgendosi causticamente
alla stampa: ³3UREDELOPHQWHTXHO/XFLIHURVLHWHYRL´
Il caso Bono Vox su “Rockstar”: 0XVLFD%RQRQRQVRQRSLXQSDFLILVWD. “ANSA”,
9 ottobre, ore 16:01. L’abiura del leader degli U2 arriva nelle redazioni italiane come
un shock: ³3RVVLELOH"3RVVLELOHFKHLOWHVWLPRQLDOGHOODFDPSDJQDFRQWUR
O
DEEDWWLPHQWRGHOGHELWRHVWHURQRQFKpIHURFHFULWLFRGHOPLVHURGHO3LO
GHVWLQDWRGDOO
$PHULFDDOO
DLXWRDOORVYLOXSSRQRQFKpDXWRUHGLOLULFKHFRPH6XQGD\
%ORRG\6XQGD\VXOO
RUURUHGHOOHERPEHRJJLVLDG
DFFRUGRFRQ%XVK"´
(“Information Guerilla”).
³3RVVLELOH - giurano le agenzie italiane - %RQRORDIIHUPDLQXQ
LQWHUYLVWDSXEEOLFDWD
VXOQXRYRQXPHURGL³5RFNVWDU´$XWRUH1LDOO6WRNHVFRS\ULJKW,)$5RFNVWDU´. Lo
scoop del mensile musicale viene ripreso da tutti i mezzi di informazione fino a
rimbalzare sulla prima pagina del “Corriere Della Sera” del 15 ottobre in un corsivo
di Giuliano Zincone (³/HDUPLGL%RQR´). Ma è una bufala. Infatti, nessun organo di
20
³%RWWLJOLHURWWHVRWWRLSLHGLGHLELPEL&RUSLVSDUVLDLODWLGHOYLFRORFLHFR
0DQRQGDUzUHWWDDOULFKLDPRDOODORWWD0LPHWWHFRQOHVSDOOH0LPHWWHFRQOHVSDOOHDOPXUR´
8GDOODFDQ]RQH6XQGD\%ORRG\6XQGD\
stampa straniero riporta la notizia. Nel settimanale non profit “Vita” del 18 ottobre,
un dettagliato servizio di Carlotta Jesi svela, passo per passo, l’inganno. E la
“Universal Italia”, la casa discografica degli U2, conferma: ³/
LQWHUYLVWDD%RQRq
YHFFKLDGLXQDQQRULVDOHDVXELWRGRSRO
VHWWHPEUH³5RFNVWDU´KDULVWDPSDWROH
VXHULVSRVWHHFDPELDWROHGRPDQGHSHUIDUOHVHPEUDUHG
DWWXDOLWj,PHGLDLWDOLDQL
QRQFLKDQQRQHSSXUHFKLDPDWRSHUYHULILFDUHODQRWL]LD´ -spiega Alessandro Ragni,
responsabile dell’etichetta– HQHVVXQRVLqSUHVRODEULJDGLUHFXSHUDUHLOFROORTXLR
WUDODYRFHGHJOL8H1LDOO6WRNHVGHOPDJD]LQHLUODQGHVH³+RW3UHVV´´.
Quindici cartelle di domande e risposte che il mensile italiano s'
è preso la licenza di
invecchiare di dodici mesi e di portare fuori contesto. È sufficiente confrontare le
due versioni dell'
intervista.
In quella pubblicata da “Hot Press” nel dicembre 2001, Bono spiega a Niall Stokes,
amico personale e già autore di libri sulla band, “FKHJOLDWWHQWDWLD1HZ<RUNH
:DVKLQJWRQKDQQRFDPELDWRLOPRGRGLSHQVDUHGHJOLDPHULFDQLXQDSDUWHGLORUR
QRQDYHYDLGHDFKHFLIRVVHWDQWDUDEELDQHLORURFRQIURQWLOjIXRUL´. Stokes allora gli
domanda: ³3HQVLFKHTXHVWRFDPELHUjLOORURPRGRGLLQWHQGHUHLOUXRORFKH
GRYUHEEHURDYHUHQHOPRQGR"6HJXDUGLDTXHOORFKHVWDVXFFHGHQGRLQ
$IJKDQLVWDQVHPEUHUHEEHGLQR´. Vox risponde lamentando lo scarso accesso
all'
informazione che hanno avuto i media, e prosegue: ³VWDQGRDTXDQWRULSRUWDWR
GDLWDEORLGVXOFUROORGL.DEXOTXDVLQHVVXQFLYLOHqVWDWRFROSLWR8QPH]]R
PLUDFRORÊLQDFFHWWDELOHFKHLFLYLOLYHQJDQRFROSLWL8QDYROWDHURSDFLILVWD2UDQRQ
ORVRQRSL1RQSHUFKpQRQYRJOLDHVVHUORPDSHUFKpQRQSRVVRHVVHUORQHOODPLD
YLWDÊPROWRWULVWHSHUPHQRQSRWHUORHVVHUH6HTXDOFXQRPLQDFFLDVVHPLDPRJOLH
HLPLHLILJOLQRQFUHGRFKHSRUJHUHLO
DOWUDJXDQFLD«1RQYHGRDOWHUQDWLYHDTXHOOR
FKHqVWDWRIDWWR´
A due mesi dagli attentati, e poco tempo dopo la nascita di John, suo quarto figlio,
queste parole hanno un significato. Un anno dopo, con l'
opinione pubblica che si
interroga sulla legittimità di una guerra preventiva all'
Iraq, ne assumono un altro.
Il servizio di “Rockstar” (che dedica un’intera copertina al personaggio) inizia con
questa domanda: ³$GLVWDQ]DGLXQDQQRGDLIDWWLGHOO
VHWWHPEUHFUHGLFKHJOL
DPHULFDQLDEELDQRFDPELDWRLGHDVXOUXRORFKHGRYUHEEHURDYHUHQHOPRQGR"´.
Risposta: ³$JLXGLFDUHGDTXDQWRVXFFHGHLQ$IJKDQLVWDQHLQ0HGLR2ULHQWH
VHPEUHUHEEHGLQR´. Frase che in realtà è pronunciata da Stokes e a cui viene
aggiunto il riferimento al Medio Oriente. Nel riportare i pensieri di Vox sul pacifismo,
la rivista italiana omette le affermazioni più marcatamente pacifiste ³qLQDFFHWWDELOH
FKHLFLYLOLYHQJDQRFROSLWL´ed³qPROWRWULVWHSHUPHQRQHVVHUHSLXQSDFLILVWD´.
Il cantante si è trovato nel frattempo costretto a difendersi dalle ingiurie che lo
infangavano: in una lettera inviata al “Corriere Della Sera”, il 17 ottobre, Bono
chiarisce la propria posizione: "(
YHURFKHQRQVRQRXQSDFLILVWDLQVHQVROHWWHUDOH
FRVuFRPHORHURQHJOLDQQL2WWDQWDe prosegue con la spiegazione di questo
cambiamento di prospettiva imputandolo alla responsabilità di essere padre e alla
volontà di proteggere la propria famiglia – PDO¶LGHDFKH LRVLDGLYHQWDWRXQ
VRVWHQLWRUHGHOODJXHUUDqXQ¶LQYHQ]LRQHSDOHVHPHQWHVFHOOHUDWD´Trascorsi i cinque 21
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QHFUHHUHWHXQDSHUPH"´
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minuti di popolarità anche “Rockstar” – in quel momento sulla bocca di tutti –
attraverso il suo direttore Jean Marc Caimi, ha poi dovuto controbattere alle critiche
degli altri magazine (“Musica!” del 14 novembre): il supplemento di “Repubblica”, in
un editoriale del 31 ottobre a cura di Enrico Sisti (³%RQRLOJUDQGHLQJDQQRILQLWRLQ
SULPDSDJLQD´), prende le distanze da ³FHUWHSURGLWRULHLQFXUVLRQLQHOO¶DIIDULVPRFKH
SRVVRQRUHJDODUHXQEULYLGRXQDIDPDHIILPHUD´e denuncia coloro che ³PDQJLDQR
LQWRUQRDOODPXVLFDFKHVFULYRQRVLGRFXPHQWDQRHGLYXOJDQRHVRQRDQFRUD
FRQYLQWLGLSRWHUDJLUHVHQ]DGDUHLQSHJQRDOFXQDUHVSRQVDELOLWj´“Il Mucchio
Selvaggio” invece ricorda come ³SHUDQQLO¶LQIRUPD]LRQHPXVLFDOHDEELDGRYXWR
VXGDUHLOVDQJXHSHUHOHYDUVLDOUDQJRGHJOLDOWULVHWWRULGHOJLRUQDOLVPR± e come, a
volte, -EDVWLXQHSLVRGLRSHUJHWWDUHLQFDWWLYDOXFHWXWWRXQVHWWRUH´
Non rimane molto da aggiungere. Probabilmente tutto si ridotto al vaglio di due sole
alternative. Rispondere alle verità, le stesse che obbligano ad informare e le stesse in cui
è sempre presente il rischio di cadere. O generare PHGLDYHULWjE trasformare la musica in
Suono Zero.
22
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,O0XFFKLR6HOYDJJLR³8QDOWUR%UXFH´p. 64, n°501
,O0XFFKLR6HOYDJJLR³*HRUJH:%XVKH&ROLQ3RZHOODOORVKRZLQPHPRULDGHOO¶VHWWHPEUH´p. 6;
“0RE\'DPRQ$OEDUQH0DVVLYH$WWDFNQRDOO¶LQWHUYHQWRDPHULFDQRLQ,UDT´p. 6; ³3DXO:HOOHU´p.
14, n° 503
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