Introduzione
Il protagonista principale di questo mio libro è la ragione umana in due sue manifestazioni radicali e
contrapposte. La prima si ha quando la ragione si realizza nell‟affermazione di Dio e nella radicale
dipendenza da lui, fenomeno chiamato “religione”; la seconda si ha, quando la ragione pretende di realizzarsi
nella sconnessione radicale da Dio e nella rivendicazione di totale indipendenza da lui, fenomeno chiamato
“ateismo”.
In quel capolavoro di sragionamenti filosofici e di offese a Dio e alla religione, che è il libro dell‟ateo
inglese, Richard Dawkins, L’illusione di Dio, si trova questo specchietto da lui fatto circa le diverse posizioni
della ragione dell‟uomo di fronte all‟affermazione o negazione dell‟esistenza di Dio:
Prendiamo sul serio l‟idea di uno spettro di probabilità lungo il quale si collocano le convinzioni umane e ai cui
estremi stanno opposte certezze. Esso è continuo, ma lungo il percorso osserviamo sette pietre miliari:
1. 100% di probabilità che Dio esista. Convinto teista. Come ha detto Carl Gustav Jung, “non credo: so”.
2. Probabilità altissime, ma inferiori al 100%. Teista de facto. “Non lo so per certo, ma credo fortemente in Dio e
vivo la mia vita dando per scontato che esiste”.
3. Probabilità superiori al 50%, ma non di molto. Tecnicamente agnostico, ma incline al teismo. “Sono molto
incerto, ma tendo a credere in Dio”.
4. Probabilità pari al 50%. Agnostico imparziale. “L‟esistenza e l‟inesistenza di Dio sono esattamente
equiprobabili”.
5. Probabilità inferiori al 50%, ma non di molto. Tecnicamente agnostico, ma incline all’ateismo. “Non so se Dio
esiste, ma tendo ad essere scettico”.
6. Probabilità bassissime, ma superiori a zero. Ateo de facto. “Non posso saperlo con sicurezza, ma ritengo molto
improbabile che Dio esista e vivo la mia vita dando per scontato che non esista”.
7. Probabilità pari a zero. Ateo convinto. “Credo che Dio non esista con la stessa sicurezza con cui Jung „sa‟ che
esiste”. 1
Ho citato questa sottile analisi sulle posizioni dell‟uomo davanti all‟esistenza di Dio per due motivi.
Il primo è per far vedere come in modo positivo o negativo tutti gli uomini sono coinvolti nella questione
dell‟esistenza di Dio e quindi questo mio libro è rivolto a tutti, anche se ciascuno lo leggerà come si situa
nello spettro di posizioni redatto da Dawkins.
Il secondo è per introdurre il modo originale con cui tratto in questa mia opera il tema dello scontro tra
fede in Dio e ateismo. Ho creato due personaggi: uno, il Tenente Savio, appartenente al primo livello dei
credenti, di cui parla Dawkins, quindi un convinto teista, e l‟altro rappresentato da alcuni suoi colleghi
poliziotti, atei convinti, appartenenti al settimo posto dello spettro di Dawkins.
Qualcuno potrebbe chiedermi: “Ma esistono atei di questo tipo così radicalmente ostili a Dio e alla
religione?”. Domanda ingenua, che manifesta scarsa memoria storica. Rispondo a costui che si è dimenticato
che cosa sono stati 70 anni di dominio culturale e politico del Comunismo sulla faccia della terra, portato
avanti da atei convinti, appartenenti al settimo livello dello spettro di Dawkins.
Il tale mi potrebbe controbattere: “Ma sì, il Comunismo, un piccolo incidente di percorso, è finito ed ora
tutti sono ritornati ad essere credenti”. Pia illusione! Lo spirito dell‟ateismo del settimo livello vive e vegeta
nel mondo secolarizzato di oggi e ha manifestazioni pubbliche così evidenti che bisogna avere gli occhi
foderati di prosciutto per non vederlo. In Italia questo tipo di atei, che raduna intorno a sé anche altri tipi di
non-credenti in Dio come gli agnostici, è rappresentato dall‟Unione Atei Agnostici Razionalisti (UAAR), i
quali sono così certi che Dio non esista da avere impegnato la ragione a conferma di questa radicale
negazione di Dio, cioè la cosa più importante, dopo la fede, che l‟uomo ha a disposizione per vedere la luce
che presiede all‟esistenza umana. Perciò si chiamano “atei razionalisti” e il loro è un “ateismo razionalista”.
Per dare un esempio del loro tipo di ateismo, di cui parlerò a lungo nel mio libro, basta considerare un
loro cartellone pubblicitario, che gli abitanti di Pisa videro nel 2009 esposto nella loro città. Si legge in esso:
“Preferisco ragionare anziché credere: ecco perché sono ateo”. E affianco si vede un bel volto di Galileo
Galilei, il quale, poveretto, non ha potuto rispondere a questa tremenda manipolazione della sua personalità
di scienziato credente in Dio. Se avesse potuto, avrebbe scritto al posto di questa pervertita presentazione
della sua identità: “Preferisco ragionare anziché essere ateo: ecco perché sono credente”. Galileo usò la
ragione per dimostrare da scienziato, al seguito di Copernico e Keplero, che il sole è fermo in cielo e la terra
gli gira intorno. Non la usò affatto per diventare ateo da credente in Dio che era. In cose sacre ragionò per
1
Richard Dawkins, L’illusione di Dio, Le ragioni per non credere, Mondadori editore, 2007, p. 57
dire che la Scrittura insegna come andare nel cielo di Dio, non come si muovono gli astri, ma questa
correzione sull‟interpretazione biblica avveniva nel quadro di una fede cristiana complessiva, mai messa in
dubbio e rifiutata, come invece avvenne per Darwin e la sua discendenza di evoluzionisti atei.
Ciò che non ha potuto fare Galileo, lo farò al posto suo con questo mio libro, che si presenta come
dialogo/scontro con quelli che dicono che la ragione è dalla parte dell‟ateismo e non della fede in Dio. La
verità sta proprio nel contrario. E‟ la ragione che, unita alla fede, dice: “Dio c‟è” e porta le sue ragioni ben
superiori e vere di quelle degli atei.
In questo mio libro chi porterà le ragioni a favore di “Dio c‟è” sarà il Tenente Savio; chi a favore di “Dio
non c‟è” saranno i colleghi del Tenente, tratteggiati come rappresentanti della filosofia atea e politica
dell‟UAAR. Lo scontro tra il Tenente Savio e i suoi colleghi è totale, ma rappresentato in modo
“umanamente simpatico”, con un po‟ di spirito napoletano, che mi deriva dal fatto che sono napoletano di
origine.
Prima di scrivere questo mio libro, ho passato giornate di studio nel riempirmi la mente dei ragionamenti
degli atei a favore di “Dio non c‟è”. Ciò che più mi colpiva non era tanto la poca consistenza dei loro
ragionamenti, ma l‟odio e l‟avversione che manifestano verso Dio e la religione. Non tutti gli atei sono così,
vi sono anche quelli rispettosi della fede dei credenti. Li chiamo “atei ecumenici”. Parlo invece di atei
intellettuali che portano il nome di Richard Dawkins, Piergiorgio Odifreddi, Michel Onfray, Dan Brown,
Raffaele Carcano e altri ancora. Sono questi che mi hanno fatto percepire fin nell‟intimo il fondo oscuro
dell‟ateismo, la sua anima empia e idolatrica di sé e delle creature, la perversione ideologica che sa
manipolare abilmente la realtà storica e naturale delle cose.
Questa totale avversione a Dio, accompagnata da grande sicurezza di essere nella verità, è chiaramente in
luce nei libri di questi autori. Essi mettono in pratica a favore dell‟ateismo ciò che Gesù dice a favore del
Vangelo, che cioè deve essere predicato dai tetti. Questi atei radicali, poi, non si accontentano di predicarlo
con libri e conferenze, ma con cartelloni pubblicitari, con ateobus, con iniziative politiche per difendere i
diritti degli atei, con la propaganda della pratica dello sbattezzo e cose simili. Ci troviamo davanti ad un
ateismo razionalista militante equivalente nel campo cristiano alla evangelizzazione militante.
Nel mio libro parlerò a lungo di questo ateismo, per cui non mi dilungo oltre, ma voglio ora dire come è
nato questo mio originale modo di raccontare lo scontro ideologico esistente tra credenti e atei.
In un primo tempo, come dicevo, ho studiato a lungo il pensiero degli atei di oggi2. Dopo di ché ho
cominciato a scrivere contro l‟ateismo in modo apologetico, basandomi su ragionamenti tratti dalla filosofia,
dalla scienza, dalla teologia. Ed ecco che mi si presenta davanti agli occhi la figura del Tenente Colombo. Lo
ricordate? Molti lo conoscono, perché è stato un personaggio simpaticissimo, al centro di una serie di gialli
televisivi, in cui riusciva con molta abilità e intelligenza a scoprire gli autori di delitti perfetti. Ho detto tra
me: “Come il Tenente Colombo, seguendo le tracce lasciate dall‟assassino, riesce a scoprirlo, così ora
invento la figura del Tenente Savio, che riesce a scoprire l‟esistenza dell‟invisibile Dio, seguendo le tracce
della sua presenza nelle cose in cui ci muoviamo ogni giorno”. L‟idea mi sembrò bella e accattivante e,
cambiando completamente genere letterario, ho composto questo mio libro contro l‟ateismo e a sostegno
della fede in Dio a modo di “racconto poliziesco” a contenuto sapienziale, un genere sui generis, su cui
parlerà in modo competente Alfredo Sgroi, professore di filosofia e noto critico letterario, nel giudizio sul
genere letterario e sul contenuto filosofico del mio libro, che si trova dopo questa mia introduzione.
Ringrazio di cuore il prof. Sgroi della vicinanza e simpatia con cui mi ha seguito nella stesura di questo mio
lavoro. Ringrazio inoltre l‟attore Francesco Carnelutti per avermi dato preziosi suggerimenti su come rendere
il racconto del Tenente Savio avvincente per quanti lo leggeranno, e tanti altri per i loro consigli.
Spero di essere riuscito nel dare alle stampe un libro piacevole a leggersi e istruttivo sulle più alte verità,
cui la mente umana può arrivare, soprattutto se aiutata dalla luce divina della fede.
2
MicroMega, 5/2013, l’ateo è bello! almanacco di libero pensiero, rivista bimestrale di pensiero laico-ateo, pp.229; Piergiorgio
Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani (e tanto meno cattolici), Longanesi, 2007, pp. 261; Caro Papa, io ti scrivo, Oscar
Mondadori, 2011, pp. 196; Hai vinto Galileo!, Oscar Mondadori, 2011, pp. 134; In principio era Darwin, Longanesi 2009, pp. 219;
Richard Dawkins, L’illusione di Dio, Mondadori, 2007, pp. 400; Corrado Augias-Vito Mancuso, Disputa su Dio e dintorni,
Mondadori 2009, pp. 267; Michel Onfray, Trattato di ateologia, Fazi editore, pp. 219; Edoardo Boncinelli, La scienza non ha
bisogno di Dio, Mondadori, 2012, pp. 165; Raffaele Carcano-Adele Orioli, Uscire dal gregge, storie di conversioni, battesimi,
apostasie e sbattezzi, Sossella Editore, 2008, pp. 319; Raffaele Carcano, Liberi di non credere, Editori Internazionali Riuniti, 2011,
pp.380
Cap. 1
La Polizia Internazionale e la mia nuova missione
La Polizia Internazionale (P.I.) è un‟organizzazione dedita a identificare gli autori dei delitti, di cui è
difficilissimo trovare gli assassini, abilissimi nel nascondere ogni loro possibile traccia. Si chiamano “i delitti
perfetti”. E poiché questi delitti avvengono in tutte le nazioni, la P.I. ha sezioni e poliziotti in tutto il mondo,
anche in Italia.
Sono il Tenente Maggiore Savio. Da molti anni faccio parte della P.I. italiana, in cui ho conseguito
notevoli successi. Da quando sono Tenente Maggiore, il Generale Capo mi affida i casi più difficili e
complicati. Oltre a notevoli capacità intellettuali che Dio mi ha dato, attribuisco i miei successi ad uno
straordinario aiuto che ricevo da Lui e che invoco esplicitamente, quando svolgo le mie indagini. Infatti, ho
viva coscienza che nel mio mestiere non sono solo al servizio della P.I., ma fungo da ministro della Giustizia
di Dio, che sta in cielo e non in terra. Per questo invoco l‟aiuto dal Cielo, perché la giustizia trionfi
sull‟ingiustizia, e l‟aiuto immancabilmente mi viene dato. Nel mio ufficio ho posto ben visibile un
crocifisso, perché tutti possano vedere che sono al servizio in primo luogo della Giustizia Suprema e poi
della giustizia umana. In altre parole, sono un cattolico poliziotto, buon cattolico e buon poliziotto.
Da qualche anno fanno parte della P.I. italiana cinque poliziotti del tutto atei, non atei tranquilli però, ma
militanti, molto attivi nel diffondere quel che per loro è la scoperta dei tempi moderni: “Dio non c‟è”. A tale
scopo hanno fondato un‟associazione nell‟ambito della P.I. italiana intitolata: “Unione Poliziotti Atei
Agnostici Razionalisti” (UPAAR), una sezione della più nota in Italia, “Unione Atei Agnostici Razionalisti”
(UAAR). In poco tempo hanno dato vita anche a una rivista dal titolo: “L’ateo credente nella ragione”, in
cui si professano credenti non in Dio, ma nella ragione umana. Essi dicono che nella mente dell‟uomo c‟è
solo l‟idea di Dio, ma non la prova della sua esistenza né tanto meno Dio. Anzi c‟è la prova del contrario e
per questo giù un grande impegno intellettuale per porre obiezioni di ogni tipo ai credenti in Dio e per
irridere religione e religiosi, soprattutto cristiani.
La specifica di “razionalisti”, con cui i poliziotti dichiarano il loro tipo di ateismo, li qualifica come gente
atea non per godersi la vita, ma per motivi di ragione. Il loro ateismo proclama con sicurezza: noi siamo atei
perché seguiamo la ragione, che ci assicura che Dio non c‟è, mentre chi pensa che Dio c‟è, segue la fantasia,
il sentimento, la tradizione ricevuta o qualche altra cosa, ma certamente non la ragione. Noi siamo gli
intelligenti, voi i cretini.
I cinque si sono dati un nome: “Gli Svincolati”, dal momento che si dichiarano “svincolati” dai dogmi
irrazionali della religione, imposti dai preti agli uomini per dominare sui loro spiriti e arricchirsi alle loro
spalle. E da svincolati, vogliono svincolare anche gli altri dai dogmi della religione, tra cui “Dio c‟è” sta al
primo posto. Da qui il loro impegno all‟ateizzazione come mezzo di liberazione umana da dipendenze a
entità non dimostrabili, superiori all‟uomo. Insomma una vera e propria evangelizzazione al contrario.
Tra di loro poi si chiamano secondo un nomignolo che si sono dati per dichiarare anche in questo modo la
loro identità. Il primo si chiama: Pensiero. Il secondo: Libero. Il terzo: Indipendente. Il quarto: Scientifico. Il
quinto: Razionale. Mettendo assieme questi nomignoli ne esce fuori: Pensiero, Libero, Indipendente,
Scientifico, Razionale. Ecco chi dichiarano di essere questi atei!
Naturalmente circola tra loro un‟ampia letteratura dei big intellettuali atei del momento, fra cui il libro
dell‟etologo ateo, Richard Dawkins: “L’illusione di Dio”.3 Dawkins per ben 400 pagine sciorina tutte le
possibili e inimmaginabili ragioni per dimostrare razionalmente che Dio non c‟è e innalzare al suo posto la
“gru che solleva il mondo”, come lui chiama l‟evoluzionismo di Darwin. Oggi Dawkins è considerato uno
dei maggiori istruttori delle milizie atee, che devono convincere il mondo che Dio non c‟è.
Nei programmi di proselitismo ateistico degli “svincolati” c‟è quello di far diventare ateo niente di meno
che il Capo della P.I., il Generale Abele. In ogni occasione opportuna e inopportuna i cinque gli mettono
davanti i loro argomenti per cui Dio non c‟è. Il Capo era esasperato della loro insistenza, nel suo cuore
portava la convinzione che Dio c‟è, ma, pur essendo molto bravo nello scoprire gli autori dei delitti perfetti,
non aveva molto approfondito le questioni relative all‟esistenza di Dio. Non sapeva quindi come rispondere
agli argomenti degli atei contro Dio, anche se rimaneva fortemente ancorato alla sua fede di credente.
3
Richard Dawkins, L’illusione di Dio, Ed. Mondadori, 2007, pp.400
Il Capo mi affida una nuova missione
Un bel giorno il Generale Abele ha un‟idea geniale. Pensa a me, alle mie grandi capacità investigative,
alla mia profonda cultura e fede in Dio e decide di affidarmi il compito di scoprire l‟esistenza di Dio come
progettista e autore dell‟universo, partendo dalle tracce da lui lasciate nel mondo. Il Capo era certo che avrei
accettato questo nuovo incarico, perché mi aveva visto più volte dibattere su tali questioni con i miei colleghi
atei.
Mi chiama quindi e mi dice: “Tenente Savio, preparati, perché ti debbo affidare una nuova missione. Devi
scoprire se l‟universo in cui viviamo ha un autore e come si chiama. I credenti in Dio dicono che Dio esiste e
ha creato il mondo. Mi ricordo che nel libretto di catechismo imparato da fanciullo, la prima domanda era:
Chi ci ha creati? La risposta era: Ci ha creati Dio, ed io credo fermamente a questa verità. So che anche tu la
pensi allo stesso modo, ma sai bene che in mezzo alla P.I. ci sono cinque poliziotti del tutto atei. Dicono con
grande convinzione che Dio non c‟è e che noi non siamo stati creati da lui, ma da……Francamente non so
dirti che cosa dicono su chi o che cosa sia all‟origine dell‟universo e della nostra esistenza, perché un giorno
affermano una cosa e un altro giorno un‟altra. Seguono gli aggiornamenti scientifici in questo campo e le
teorie del momento. Ultimamente mi hanno fatto sapere una verità strabiliante, affermata dal loro grande
scienziato ateo, Steve Hawking: l‟universo non ha bisogno di un creatore, può essersi creato da sé, dal nulla.
Dunque Dio non esiste! Del tutto credibile, essi affermano. Inoltre dicono che noi uomini non abbiamo
un‟anima spirituale e immortale. E‟ tutta un‟invenzione dei preti e di filosofi all‟antica. Siamo fatti solo di
materia e quando moriamo non rimane niente di noi.
Ora mi sono scocciato di questa loro propaganda sull‟inesistenza di Dio e sulla sola materialità
dell‟uomo. Vogliono convincere anche me. Ho pensato allora di affidarti questo compito. Prenditi un mese di
ferie dal tuo lavoro ordinario, consulta chi vuoi, gira per il mondo, indaga quanto più puoi e fammi sapere le
vie che portano alla scoperta di Dio come autore dell‟universo e della nostra esistenza. Non indagare però
nell‟ambito delle religioni rivelate, che si basano su una rivelazione di Dio in persona. Limita la tua indagine
alle cose naturali, su ciò che noi uomini, in tutti i tempi, abbiamo e usiamo come patrimonio comune della
nostra esistenza. Scopri in esse le tracce di Dio. Questi atei dell‟UAAR ammettono solo argomenti di pura
ragione, perché sono razionalisti. Non vogliono autorità dottrinali che impongano una verità non verificabile
per mezzo dell‟uso critico della ragione, che, secondo loro, viene soffocata dai dogmi della religione.
Da quel che capisco, essi considerano la religione cattolica, a cominciare dal suo primo principio,
l‟esistenza di Dio, come un‟imposizione autoritaria dei preti senza fondamento razionale, che castra gli
uomini di ogni libertà di pensiero e di espressione contraria a ciò che dicono loro. Da qui il loro impegno,
come liberatori degli uomini, per farli uscire dal gregge degli affiliati alla Chiesa cattolica con la pratica
dello sbattezzo. In che cosa consiste questa pratica? Gli aspiranti allo sbattezzo chiedono alla parrocchia
dove hanno ricevuto il battesimo da bambini di essere cancellati dal registro dei battezzati. E‟ un atto che
sancisce il loro “orgoglio ateo”, il venire allo scoperto come atei professi e dichiarati. Inoltre, hanno fatto un
punto fondamentale delle loro attività il difendere lo Stato e cittadini atei in Italia da ogni influsso del potere
religioso della Chiesa nelle leggi e nei costumi di vita degli italiani.
Come vedi, sono estremamente decisi a portare avanti i loro dogmi, secondo loro razionali: Dio non c‟è;
la religione è irrazionale e un‟imposizione del clero sugli uomini per motivo di potere e di soldi; lo Stato
deve essere libero da ogni benché minimo riferimento a principi morali provenienti dalla religione; agli atei
deve essere data pari opportunità di espressione quanto la si dà ai religiosi.
Questi atei dell‟UAAR sono una particolare specie di atei. Per capirci, non sono atei a-religiosi, che non
aderiscono ad una religione, perché non sono convinti dell‟esistenza di Dio né si sentono spinti ad aderire ad
una ricerca religiosa, ma rispettano la religione, attribuendole valori e significati positivi per quanti vi
aderiscono. Sono invece atei irreligiosi, miscredenti, nemici di Dio e della religione in modo esplicito e
dichiarato. Hanno lo stesso spirito militante contro la religione dei comunisti atei di un tempo. E come i
comunisti riuscirono a conquistare il potere politico e a imporre l‟ateismo come legge per tutti e guai a chi
non era ateo, così gli atei militanti dell‟UAAR sognano e lavorano per la creazione di uno Stato
perfettamente laico, i cui poteri civili sono al servizio dell‟ateismo, diventato cultura di popolo, sostenuto da
leggi civili, che sono l‟esatto contrario della legge di Dio nei settori della matrimonio, della famiglia e della
vita.
Come vedi, la questione è complessa e non interessa direttamente noi, poliziotti della Polizia
Internazionale. Però come uomo e come credente in Dio non posso non interessarmi di questi modi di
pensare per me del tutto sballati. Qua, in primo luogo, bisogna fare chiarezza su questa questione
dell‟esistenza di Dio. Se Dio esiste, gli atei militanti dell‟UAAR e quanti sono come loro, combattono un
Dio che esiste, non l‟idea di Dio nella testa dei credenti. E‟ questo il punto che dobbiamo appurare.
Ecco quindi la missione che ti affido. Tu mi devi portare la dimostrazione ragionevole dell‟esistenza di
Dio e che siamo stati creati da lui. In tal modo apparirà che i razionali siamo noi, quando pensiamo che Dio
esiste. La missione che ti affido ha qualcosa di simile a quelle cui assolvi ordinariamente, quando devi
scoprire l‟autore di un delitto perfetto, in cui sembra impossibile sapere chi è stato l‟assassino. In questi casi
tu vai, vedi come è avvenuto il delitto e da tracce che nessun altro poliziotto considererebbe, sai arrivare a
scoprire chi ha ucciso la povera vittima. Fa lo stesso nei confronti di Dio. Scopri in questo universo, in cui
Dio non si vede né si tocca sensibilmente, le tracce che inducono a pensare che c‟è, anche se è invisibile e
non è percepito dai sensi”.
Accetto l’incarico
Mi sento fortemente attratto ad accettare questa nuova e singolare missione. Son colpito dal fatto che
qualche giorno prima ho partecipato ad una conferenza cattolica, in cui è stato letto un antico testo del
Concilio Vaticano I, emanato nell‟anno 1870, in cui i vescovi fanno questa affermazione: “La Santa Madre
Chiesa ritiene ed insegna che Dio, principio e fine di ogni cosa, può essere conosciuto con certezza mediante
la luce naturale della ragione umana a partire dalle cose create: infatti, “dalla creazione del mondo in poi,
le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute” (Rm
1,20).
Nel partecipare a quella conferenza avvertivo nel mio cuore una forte spinta a indagare con maggiore
profondità sulle vie per cui la ragione può arrivare a scoprire l‟esistenza di Dio. Ed ecco che, dopo qualche
giorno, il mio Capo mi chiama a svolgere proprio questa indagine. Misteriosamente sento che Dio in persona
mi ha scelto per questo compito.
Da un po‟ di tempo seguo il fenomeno del “nuovo ateismo”, corrente di risveglio ateistico dei nostri
giorni particolarmente duro e verbalmente violento, decisamente sceso in campo con esponenti
dell‟intelligenza atea e pubblicità varia per gridare a tutto il mondo: “Dio non c‟è, o uomini, ma non siate
tristi per questo, perché finalmente siete liberi! Non solo di godere della libertà di praticare la religione che
volete (libertà di religione), ma soprattutto liberi dalla religione. Uscite quindi dal gregge dei
credenti/religiosi e unitevi a noi, gregge degli increduli/miscredenti”.
Mi sembra che questa definizione di “increduli/irreligiosi o miscredenti” identifichi il pensiero e il modo
di manifestarsi di questi atei del “nuovo ateismo”. In parallelo col “gay pride” (orgoglio gay), assistiamo
oggi alla manifestazione dell‟“atheist pride” (orgoglio ateo). I miei colleghi atei sono del tutto su questa
linea. Debbo confessare che sono un osso duro, ma sono abituato a imprese difficili, anzi più sono difficili,
più mi galvanizzano e mi impegnano.
Ed ecco il progetto di vita di questi atei offerto all‟umanità: “Non vi garantiamo la felicità, ma la libertà
da Dio e dalle religioni per costruirvi la vita come volete voi. Usate la libertà da Dio per essere voi stessi i
costruttori della vostra esistenza senza soggezioni a leggi che vi vengano imposte in nome di un Dio che non
esiste. Per quanto riguarda che cosa sarà di voi dopo la morte, noi vi garantiamo un po‟ di cenere subito, se
vi lascerete cremare, e poi il nulla; un po‟ di polvere più tardi, se li lascerete seppellire, e poi il nulla. Noi vi
suggeriamo la cremazione, perché raggiungerete prima lo stato di nulla. Non vi preoccupate minimamente di
subire un castigo eterno da Dio per il vostro ateismo, perché Dio non esiste e neanche una cosiddetta “anima
immortale”. Ve lo garantiscono la vostra fede atea e soprattutto la ragione, la scienza, gli Stati democratici
odierni, che vivono tranquillamente, senza problemi, pur non avendo alcuna considerazione che c‟è un Dio
sopra di loro che dà da mangiare a tutti. Lo stesso sarà dopo morte. La nostra escatologia atea prevede non
una vita dopo la morte, ma il nulla. Dal nulla siamo nati e al nulla ritorniamo in obbedienza alla legge
dell‟evoluzione, che dirige tutti i viventi verso la morte. Pace a voi e sogni d‟oro”.
Detta in soldoni, è questa la visione di vita, che hanno in mente questi atei e non posso che commiserarli,
tanto è lontana dalla verità dell‟esistenza e dalla dignità dell‟uomo. Ecco, il Capo mi offre ora la possibilità
di contrastare nettamente questa visione e di far risplendere al suo posto la luce di Dio sull‟esistenza umana.
Non mi va giù, però, la sua direttiva di non far riferimento alle religioni rivelate nella mia indagine
sull‟esistenza di Dio. Per questo gli dico: “Accetto volentieri la missione che mi affidi, ma sappi che nella
mia indagine avrò presente anche le grandi verità della Sacra Bibbia su Dio. Certo non le voglio imporre agli
atei, perché so bene che sono gente senza fede nel suo valore di verità rivelata, ma mi servirà per giudicare il
fenomeno dell‟ateismo dell‟UAAR e i loro errori non da un punto di vista umano, ma divino”.
Il Capo accetta la mia proposta. E‟ un grande ammiratore delle mie idee e difficilmente mi contrasta, in
quanto gli appaiono sempre giuste. Mi dice quindi: “Fa come credi. Ti do piena fiducia e libertà. Son sicuro
che alla fine del mese mi porterai una bella museruola da mettere alla bocca di questi cani-poliziotti atei
dall‟UPAAR, che abbaiano continuamente in mezzo a noi: Dio non c‟è”.
Qualche cosa di me
Parecchi mi considerano un tipo originale ed effettivamente lo sono. Amo la filosofia e la Bibbia. Per
quanto riguarda la filosofia, non sono un lettore di libri filosofici né ho una laurea a riguardo. La filosofia
nasce naturale in me perché son portato a riflettere sulle cose e sugli eventi per comprenderli in profondità.
Non mi accontento di giudizi superficiali e discorsi roboanti e complicati su fatti e cose. Sono filosofo perché
cerco di comprenderli nei loro primi principi. Chiamo la mia filosofia “naturale”, “dell‟ovvio”, “delle cose
come stanno”, che va subito al nocciolo della questione. Più che filosofia, si potrebbe chiamare “sapienza”.
Per questo mi si addice molto il nome che ho, Savio. Ciò mi ha portato ad avere una marcia in più rispetto ai
miei colleghi, quando mi metto alla ricerca dell‟autore del delitto perfetto. Per questo il Capo della P.I. mi
affida i casi più difficili e immancabilmente non deludo la sua fiducia.
Per quanto riguarda la Bibbia, sono stato un suo lettore assiduo fin dalla giovinezza, trovando il mio
alimento di credente nella fonte prima della fede, che è la Parola di Dio scritta. Anche in questo campo, però,
ho avuto un approccio tutto mio. Non di tipo protestante, nel cui ambito non c‟è un magistero autorevole
sulle diverse interpretazioni delle verità rivelate, ma di tipo cattolico. Chiamo il mio stile di lettura:
“contemplazione spirituale della vita”. La Sacra Scrittura mi serve per comprendere ciò che accade in me,
nella vita degli uomini e del mondo, alla luce della Parola di Dio. La verità di Dio, quindi, si incarna di volta
in volta nelle situazioni esistenziali degli uomini. In tal modo gli eventi della vita sono anche una verifica di
ciò che è stato scritto da Dio nella Bibbia mediante autori ispirati. Come una teoria scientifica viene
confermata dalla verifica sperimentale, così la teoria biblica trova conferma nell‟esistenza così come
avviene, nei suoi eventi ordinari e straordinari. In tal modo Parola di Dio e vita degli uomini e del mondo si
illuminano a vicenda. Per fare un esempio, nella Scrittura sono scritte molte cose riguardanti gli atei e la loro
attività, che si ritrovano perfettamente nella vita degli atei di oggi. Ciò equivale a una conferma della verità
biblica, creduta vera perché viene da Dio, ma confermata nella sua verità dal fatto che si verifica
puntualmente nell‟esistenza umana in ogni tempo.
Nell‟ambito della fede, poi, sono molto amico di un grande saggio cristiano, di nome Dionigi,
grandemente stimato in tutta la Chiesa4. Ho letto i suoi scritti, che mi hanno molto aiutato nella conoscenza
di Dio, anche se ho fatto non poca fatica a penetrarne il significato per lo stile altamente mistico e sublime
con cui parla di Dio. Quando il Capo mi affidò la missione circa le tracce dell‟esistenza di Dio nelle cose
esistenti, mi venne in mente che mi sarebbe stato utile consultarlo, perché senz‟altro ne sapeva più di me in
questo campo.
Filosofia e Bibbia esprimono l‟aspetto intellettuale della mia formazione, ma sono anche conosciuto per
la semplicità dei modi nel comportarmi e nell‟esprimermi. Non mi do tante arie né sento bisogno di notorietà
e grandezza. A me ciò che importa è la verità come a un segugio importa la selvaggina da avere sotto i denti.
Non mi prendo granché cura di come vesto e mi presento in pubblico. Appaio spesso smemorato e distratto,
assorto nei miei pensieri, ma quando intuisco qualcosa che mi sembra importante ai fini delle indagini, parto
come un razzo, manifesto concretezza e sicurezza nell‟affrontare i problemi e in poco tempo arrivo a grandi
risultati.
Ora mi capita questo nuovo compito, in cui la mia tendenza naturale a filosofare ha pane da mangiare e
spazio in cui muoversi. Da sempre la questione sull‟esistenza di Dio, oltre che appartenere alla religione con
i suoi dogmi su Dio, appartiene alla filosofia, perché è proprio della filosofia indagare a rigore di logica sui
primi principi dell‟esistenza di tutte le cose. Ho già acquisito molte argomentazioni a favore di Dio c‟è, ma
adesso ho la possibilità di esprimerle con ordine e con un fine ben preciso: contrastare la propaganda atea di
coloro che affermano l‟inesistenza di Dio e cercare di farli ritornare alla luce del Dio, che dà vita all‟universo
intero. Inoltre, posso approfondire anche la verità biblica, che contiene molte cose riguardanti il compito che
devo svolgere. Per questi motivi sono contento di essere stato scelto per scoprire l‟esistenza di Dio dalle sue
tracce lasciate nell‟universo.
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Mi riferisco al grande teologo mistico del secolo VI, Dionigi Aeropagita, di cui non si sa niente tranne che nei suoi scritti si chiama
Dionigi. In essi manifesta di avere un carisma di conoscenza angelica di Dio, di cui parla in modo altissimo e profondissimo. Da lui
hanno attinto sul tema della conoscenza di Dio grandi Dottori della Chiesa quali san Massimo il Confessore in Oriente e san
Tommaso d‟Aquino in Occidente.
Mio compito non è di inventare l‟esistenza di Dio, ma di scoprirla, così come Cristoforo Colombo non
inventò l‟America, ma la scoprì. Anche nei delitti perfetti non si tratta di inventare l‟assassino, ma di
scoprirlo. Allo stesso modo, poiché Dio è nascosto ai sensi ed appartiene al mondo delle realtà invisibili, è
opportuno che ci sia una ricerca intellettuale non certo per inventarlo, ma per scoprire che esiste nonostante il
silenzio dei sensi.
Il dibattito con gli atei verte proprio su questo punto. Credenti e atei non vedono Dio con i sensi. In
questo sono sullo stesso piano. Il loro scontro è sulle tracce di Dio. Queste, sì, possono essere viste, ma sono
interpretate dagli atei non come tracce, ma in altri modi, che non conducono più a Dio. I credenti invece le
leggono come segnali stradali, indicanti la stazione di una città verso cui si è diretti, ma di cui non si sa dove
sia. In altre parole gli atei dicono che non ci sono tracce di Dio nella natura e nella storia e che niente
conduce a pensare in modo ragionevole che Dio esista. Anzi, esisterebbero molte tracce che ci fanno pensare
che “Dio non c‟è”. Tutto sarebbe spiegabile meglio senza Dio, ma si sbagliano e di grosso. E lo dimostrerò
loro.
La preghiera allo Spirito Santo
Come ho detto, ho l‟abitudine di affidare le mie investigazioni allo Spirito Santo. Egli, lo Spirito di
sapienza e d‟intelligenza, risponde sempre alle mie invocazioni. In che modo? Inviandomi nel corso delle
indagini immagini, visioni, intuizioni, che giungono alla mia mente all‟improvviso, indirizzandomi a
risolvere i casi, anche i più complicati, del mio mestiere di “acchiappa-assassini”. Per questo non voglio
lavorare sul tema così arduo dell‟esistenza di Dio, senza aver invocato lo Spirito Santo, sicuro che, poiché
l‟argomento lo tocca da vicino, avrei ricevuto abbondanti aiuti dal lui.
E così mi rivolgo a lui in questo modo: “Spirito Santo, che sei chiamato „Spirito di Sapienza e
d‟Intelligenza‟, illumina la mia mente con la luce della sapienza e dell‟intelligenza che viene da te. Fa‟ che io
veda le cose come le vedi tu, nella luce della Verità, cosicché possa illuminare, in primo luogo, quanti non
credono in Dio e, poi, tutti gli uomini che già vi credono, perché la loro fede sia confermata e arricchita.
Amen”.
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